Le mille e una ship

di ChrisAndreini
(/viewuser.php?uid=466967)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri notturni ***
Capitolo 2: *** Tra la la ***
Capitolo 3: *** Nel maglione di un altro ***
Capitolo 4: *** Nuova anima ***
Capitolo 5: *** Incubi e realtà ***
Capitolo 6: *** L'arma migliore ***
Capitolo 7: *** Tradizione di famiglia ***



Capitolo 1
*** Pensieri notturni ***


Rating: Giallo/Arancione
Genere: Introspettivo, malinconico
Coppia: Onesided!(forse)Female!Chara/Asriel 
Avvertimenti: Tematiche delicate, Spoiler! 
N° parole: 284
Note pre-lettura: E’ la notte prima che il grande piano di Chara si realizzi, e lei non riesce a dormire. Non con suo fratello così vicino a lei e con tutti i pensieri che le frullano in testa

 

Pensieri notturni

 

Chara osservava affascinata il volto addormentato di suo fratello Asriel, il suo salvatore, il suo migliore amico. 

Quel piagnone fin troppo sensibile che quella notte le aveva chiesto con le lacrime agli occhi di dormire con lei, spaventato e incerto a proposito di quello che avrebbero fatto l’indomani. 

Chara gli si avvicinò leggermente scrutando con ulteriore attenzione il suo volto sereno immerso nel mondo dei sogni, sentendo il suo respiro regolare che si mischiava al proprio, con un bisogno quasi ossessivo di imprimere quella immagine di pace il più a fondo possibile nella sua retina, nella sua anima. 

Poche ore soltanto e la sua vita si sarebbe avviata alla fine, e nulla avrebbe avuto più importanza.

Poche ore soltanto, e lei e suo fratello, il suo salvatore, il suo migliore amico, sarebbero stati una cosa sola, avrebbero salvato tutti e sarebbero rimasti insieme per sempre.

Si avvicinò ulteriormente, eliminando le distanze tra loro e lasciandogli un fugace e leggero bacio sulla bocca, che lui, profondamente addormentato, non sembrò affatto avvertire.

Mugugnò però nel sonno, e muovendosi leggermente la cinse in una abbraccio, senza neanche rendersene conto, e facendole venire brividi su tutto il corpo.

Chara sentiva i suoi peccati scivolarle lungo la spina dorsale.

Se solo non avesse provato quelle sensazioni così sbagliate, sicuramente ci avrebbe pensato più a lungo prima di attuare la sua vendetta sugli umani.

Ma quelle emozioni erano lì, nel suo petto, più forti ogni giorno che passava e sempre più insistenti e terribili.

Chiuse gli occhi e strinse a sé Asriel, godendosi quegli ultimi momenti con suo fratello, il suo salvatore, il suo migliore amico, la persona, mostro o umano che fosse, che amava di più al mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice/Istruzioni: 

Salve, splendida gente.

Come potete vedere ho iniziato una nuova storia, che questa volta avrà come tema principale le ship.

E non solo le ship che amo io, ma tutte quelle che mi dovessero venire in mente, anche quelle che non shippo, tipo la Soriel (detesto la Soriel) e tutte scritte al massimo delle mie possibilità.

Perché fare una cosa del genere?

Perché Undertale ha un fandom (soprattutto in America) davvero pessimo riguardo alla guerra tra shipper, ed io voglio scrivere una storia che le racchiuda tutte senza distinzioni, anche perché sono nel mio periodo di sperimentazione e le storie brevi, introspettive.

Ma ho scritto che questa sarebbe stata una storia semi-interattiva, e qui sta il bello: proponete voi una coppia che adorate, ed io mi premurerò di scriverci una breve flashfiction o drabble, a seconda delle situazioni (questa doveva inizialmente essere una drabble ma poi è diventata un po’ troppo lunga).

Nelle proposte potete mettere ogni tipo di personaggio e indicazione, come ad esempio il sesso di Frisk o Chara (io tendo sempre a farle femmine ma capisco che qualcuno possa vederle in altro modo), l’AU dove volete mettere i personaggi (es. Flowerfell Sans/Frisk) o anche se volete due personaggi di due AU diversi (es. Underfell!Papyrus/Underswap!Undyne sparata completamente a caso). Potete anche mettere una relazione, come quella messa in questo capitolo, in un solo verso, dove quindi una persona prova sentimenti ma l’altra non ricambia.

Sarebbe bello avere tante coppie diverse, ma se qualcuno volesse due Frisk/Sans una in Underfell e una one-sided, per esempio, si potrebbe anche ripetere la coppia cambiando ovviamente tutto di essa.

Potete anche proporre un’ambientazione e vedrò se seguirla o meno.

Inoltre sia le coppie super crack che le coppie molto canon sono ben accette, ovviamente. ;)

Spero di essermi spiegata, che la storia vi piaccia, e vedrò di aggiornare una volta a settimana, visto che sono flash veloci e semplici da scrivere su cui lavorerò in una pausa tra un capitolo e l’altro delle mie long.

Spero di ricevere tante proposte interessanti (spero anche che mi piacciano ahahah xD)

Un grande bacione e alla prossima. :-*

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Tra la la ***


Rating: Giallo/Arancione
Genere: Introspettivo, triste
Coppia: Female!Riverperson/Gaster
Avvertimenti: Headcanon, disturbo post-traumatico
N° parole: 375
Note pre-lettura: In questa storia Gaster è il padre di Sans e Papyrus, e la riverperson è la madre.

 

Tra la la

 

Da quando è diventata la traghettatrice non ricorda nemmeno più la sua identità. È una donna? Un uomo? Un mostro? Un umano? Non lo sa nemmeno lei.

E’ una persona, questo sì, e traghetta altre persone, esseri, mostri e umani da ogni parte del sottosuolo. 

E sente storie, ma non ricorda che frammenti, che conserva canticchiando.

Tra la la! Temmie Village, la stanza oltre la stanza delle lanterne. Tra la la!

Tra la la! Il cibo preferito dei ragni sono i ragni. Tra la la!

Tra la la! Attento all’uomo che parla con le mani…

Ogni volta che quello stralcio di pensiero le torna in mente sembra ricordare qualcosa, e tenta in tutti i modi di trattenere quel pensiero.

Wingdings, Wingdings Gaster. Dov’è finito il suo Gaster? Papyrus? Sans?

Sans! È stato lui a farlo sparire? No, non Sans. Suo figlio non lo farebbe mai. Un umano, forse? Come l’umano che sta trasportando in questo momento? Come quello che ha trasportato in passato? 

Papyrus! Che fine ha fatto il suo rotolino di spaghetti? E Wingdings, il suo amato Windgdings Gaster? Perché lei è lì? Perché non è a casa, con suo marito, con i suoi figli?

Flash velocissimi di una vita che non ricorda le passano ogni volta davanti. I figli, i suoi piccoli ossicini, che crescono velocemente. 

Il marito, il suo amatissimo marito, che si incupisce sempre di più, si chiude in sé stesso, sempre più dissociato, preso dai suoi esperimenti.

-Arial, mi dispiace. È questo il futuro dei mostri! E non cambia il fatto che ti amo, è solo una faccenda molto più grande di noi!- 

Le ultime parole che lui le rivolge, nel font che ancora sa tradurre.

Aveva suo figlio, tra le mani? Il suo Sans?

E chi è Arial? Perché Gaster non ha detto nulla dopo quella frase?

Perché non è più tornato a casa?

…È stata… lei?

No… no...

-Lascia stare nostro figlio!-

Lei lo ama…

-Mamma! Ti prego, aiutami!-

Lo ha sempre amato… 

Il boato di un colpo magico.

Lo amerà per sempre… 

-È colpa tua, Sans! Solo colpa tua!- 

Come le sono tornati, i ricordi le scompaiono immediatamente di nuovo, lasciando posto al vuoto, al nulla, ad un’ignoranza che la rende appagata.

Tra… la… la…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Avevo una Frisk/Sans in cantiere, ma devo revisionarla prima di pubblicarla.

Ho deciso che non aggiornerò in modo frequente, ma più spesso.

Perché queste piccole flash le scrivo a scuola, durante le ore buche o di spiegazioni che già ha fatto o a ricreazione, quindi potrei scriverne anche una al giorno come una a settimana, dipende molto dall’ispirazione.

Comunque ecco a voi una coppia proposta da Acquiredknowledge, che sinceramente mi ha dato un grande spunto.

Dato che di entrambi i personaggi non si sa poi molto, ho molto trasferito il mio headcanon su Gaster e sul nome della moglie.

Spero non sia stato troppo invasivo e comunque ho lasciato molti spazi aperti a varie interpretazioni.

La perdita di memoria di Arial è dovuta al cercare di rimuovere i ricordi traumatici dopo aver vissuto quella situazione, ma può anche essere un disturbo che ha sempre avuto, un po’ come Dory di “Alla ricerca di Nemo” che sinceramente mi è stata leggermente d’ispirazione per il personaggio.

Si vede che ho visto il seguito da poco.

Ma riferimenti a parte, spero davvero che la flash vi sia piaciuta.

Le proposte sono sempre accettate e cercherò di fare tutto prima o poi, mettendoci il massimo ;)

E non saranno tutte storie tristi… anzi, effettivamente ne faccio un po’ troppe… cercherò di rendere almeno la Shyren/Whimsun più allegra e anche la Asriel/Frisk xD

Potete anche chiedere un’ambientazione precisa (post-pacifist, during genocide e cose del genere) 

Giusto per complicarmi un po’ la vita xD

Grazie a tutti per aver recensito e inserito la storia tra le seguite o le preferite.

Non mi aspettavo che avrebbe riscosso un tale successo così in fretta :’)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nel maglione di un altro ***


Rating: Giallo
Genere: Malinconico
Coppia: Asgore/Toriel
Avvertimenti: /
N° parole: 499 
Note pre-lettura: I mostri sono in superficie, Frisk ha deciso di stare con Toriel e Asgore è stato invitato alla festa del suo compleanno, ma l'umano ha piani malefici

 

Nel maglione di un altro

 

Asgore doveva essere grato a Frisk per il suo tentativo di riappacificare lui e Toriel, e lo era, davvero.

Solo che chiuderli insieme in uno sgabuzzino polveroso con l’inganno non sembrava un ottimo modo, visto che era molto più probabile che la sua ex-moglie lo carbonizzasse prima che lui potesse dire alcunché.

-È stata una tua idea, vero, Dreemurr?!- lo accusò, dopo aver battuto i pugni contro la porta pregando Frisk di lasciarli andare per almeno dieci minuti.

Nonostante fosse arrabbiata nera e molto, molto spaventosa, Asgore non poteva fare a meno di notare che nonostante tutti gli anni passati era rimasta sempre meravigliosa e che la amava quanto prima.

E da quando l’aveva ritrovata, stava cercando in tutti i modi di fare ammenda per i suoi numerosi errori…

-Tori, lo sai che non lo farei mai- … e di darle quanto più spazio possibile.

-Ci sono tante cose che sapevo per certo che non avresti mai fatto- affermò lei, incrociando le braccia e appoggiandosi al muro, il più lontano possibile dall’ex-marito.

Ad Asgore sembrò che i suoi occhi si fossero fatti lucidi, era una sua impressione?

Abbassò la testa, mortificato.

-Lo so, e mi dispiace, mi dispiace davvero- avrebbe anche detto di più, ma Toriel, con ormai evidenti lacrime negli occhi, lo interruppe.

-Ti dispiace?! Io ti amavo, Asgore, ti amavo da impazzire, e tu mi hai abbandonato nel momento più difficile della mia vita per inseguire stupidi piani di vendetta!- gli urlò contro, avvicinandosi con il dito puntato e facendolo indietreggiare.

-Erano anche figli miei, Tori- obiettò lui, a bassa voce, senza guardarla.

-Cosa…?- Toriel abbassò il braccio, e sgranò gli occhi. Asgore non la fece continuare.

-Ho perso nel giro di un paio di giorni tutto quello che avevo, e non ho potuto fare nulla, assolutamente nulla per evitarlo. Credi che io lo volessi, che io sia senza cuore? Mi sono ritrovato sulle spalle più pesi di quanti ne abbia mai voluti. Ero solo, profondamente solo, e lo sono stato per secoli- alzò lo sguardo sofferente su Toriel, che continuò a rifiutarsi di abbassare il proprio.

-Ero sola anche io!- provò ad obiettare.

-E chi lo ha deciso?- chiese Asgore, guardandola negli occhi. Non c’era accusa nella sua voce, solo profonda tristezza.

Toriel avrebbe voluto rispondere, ma non trovava le parole.

Invece abbassò finalmente lo sguardo, e notò il maglione che l’ex-marito indossava.

-Ce l’hai ancora?- osservò, in tono nostalgico, mentre le lacrime si trasformavano in veri e propri singhiozzi.

Asgore si osservò il petto, e fece comparire un timido sorriso.

-Come potrei non averlo tenuto, me l’avete regalato voi- affermò, posando lentamente una mano sulla spalla di Toriel, che non la scansò.

-Chara lo trovava orribile- ricordò, sorridendo tra le lacrime.

-Asriel ci aveva messo impegno però. Non è passato giorno senza che pensassi a voi- le lanciò uno sguardo pieno di rimpianto, e lei sospirò, guardandolo nuovamente negli occhi senza l'astio precedente, e accennando un timido sorriso.

-Lo so, Asgore, vale anche per me-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Con un ritardo che solo io posso avere, ecco il nuovo capitolo.

Prima di passare alle note vere e proprie, le giustificazioni, come a scuola.

Ed effettivamente a scuola ho dovuto portare una giustificazione, perché mi sono ammalata un paio di giorni e quindi non ci sono andata.

Ed io scrivo questi piccoli capitoli solitamente nell’ora di arte, o in generale nelle ore buche a scuola o in quei ritagli di tempo tra un’ora e l’altra.

Perciò tra il fatto che stavo male e il fatto che non sono andata a scuola non sono riuscita a scrivere.

Ma ora ho ripreso alla grande e credo che il prossimo aggiornamento potrebbe venire tra un paio di giorni ;)

La cosa brutta è che il capitolo era già a metà, e non solo, ho ancora una Sans/Frisk di cui non sono molto convinta in cantiera già bella scritta che deve solo essere ricopiata sul computer, quindi avrei potuto senza problemi essere per tempo.

Però era decisamente più Angst di questa, e volevo una storia un po’ più allegra per smorzare i capitoli precedenti.

Non ci sono riuscita, e questo è chiaro.

Ma una Asgoriel post-pacifist non può essere tutta rose e fiori, e volevo davvero che avessero un confronto su quanto era successo, perciò ho scritto di quello.

Molto spesso viene visto maggiormente il punto di vista di Toriel per questo, e credo che lei, accecata dal suo dolore, non abbia visto quello che anche Asgore deve senza ombra di dubbio aver provato.

Si tende a sottovalutare il dolore di un padre, e sinceramente io non biasimo Asgore per quello che ha fatto, era disperato, era una situazione disperata, e Toriel ha ragione ma avrebbe dovuto un po’ mettersi nei suoi panni.

Il maglione citato è quello di Asgore di cui si fa cenno nella genocide quando si clicca sull'armadio e Chara dice "Ha ancora quel maglione".

E viva Frisk (che in questo capitolo può essere vista come femmina o maschio o come volete è tutto fatto apposta ;) ) per averli chiusi insieme.

Devo ammettere di non essere molto sicura del risultato ma non voglio farvi aspettare oltre e di certo è meglio della Sans/Frisk in cantiere quindi ecco a voi.

Spero vi piaccia :3

Un bacione e alla prossima, e come sempre le proposte sono sempre aperte :-*

 

 

 

DOMANDA!!!!

Allora, prima che mi dimentichi, in una recensione mi è stato fatto notare che sarebbe comodo scrivere la ship nel titolo del capitolo.

Io metto la ship sempre nelle note iniziali, anche per favorire l’apertura del capitolo a prescindere dalla coppia dato che essendo poche parole (non saranno mai più di 500).

Magari se uno ha già aperto decide di leggere anche se la coppia non sconfinfera anche solo per spendere quei due minuti a vedere il punto di vista di un altro (anche perché le coppie non saranno quasi mai trattate in maniera esplicita)

Però se per voi è più comodo lo aggiungo, non è un problema ;)

Fatemi sapere :)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Nuova anima ***


Rating: Giallo chiaro
Genere: Slice of life, malinconico, sentimentale
Coppia: Asriel/Frisk
Avvertimenti: What if? 
N° parole: 483
Note pre-lettura: Post pacifist dove in qualche modo Frisk è riuscita a riportare indietro Asriel

 

Nuova anima

 

-Credi che torneranno mai insieme?- chiese Asriel osservano tristemente fuori dalla finestra dove il padre ritornava a testa bassa a casa dopo averlo accompagnato.

Frisk, seduta sulla poltrona di camera sua alzò tristemente lo sguardo su di lui dal libro che stava leggendo, senza avere l’anima di dargli brutte notizie.

-Non c’è bisogno che rispondi, lo so già. Li ho osservati molto nelle varie linee temporali- il mostro scosse la testa e abbandonò la sua posizione per sedersi vicino a lei, che gli fece posto.

-È così strano- commentò, posando la testa sullo schienale. Frisk gli mise una mano sulla spalla, comprensiva -Ma sono felice, questo è ovvio- Asriel le sorrise per rassicurarla. Erano in superficie, aveva di nuovo un’anima e Frisk era meravigliosa… nel senso che era stata meravigliosa con i mostri, non che lui la trovasse… insomma… ma di certo non c’era motivo di essere tristi, c’erano situazioni molto peggiori che avere i genitori separati da centinaia di anni.

Rimanere un fiore senz’anima per tutta la vita, giusto per fare un esempio.

E Frisk lo aveva salvato da questo, quindi non aveva motivo di essere triste.

Eppure…

La sua nuova sorella, che sembrava leggerlo meglio di chiunque altro, lo abbracciò, facendolo sobbalzare e facendogli chiedere perché lo facesse… e perché delle lacrime stavano uscendo dai suoi occhi.

Davvero dopo tutto quello che era successo era rimasto il solito piagnone?!

-Sono felice!- ripeté, quasi seccato, alla sorella che, in realtà, non sarebbe mai riuscito a vedere come tale, per svariati motivi che neanche lui riusciva in pieno a capire.

Si chiedeva ancora come avesse fatto a scambiarla per Chara.

Sciolsero l’abbraccio, e Asriel cercò di asciugarsi discretamente le lacrime, non voleva che lei lo vedesse come un bambino. Lui era anche più grande di lei. Di qualche secolo, per dirla tutta.

Eppure molto spesso quella grande sembrava proprio Frisk, con il suo sangue freddo, la sua audacia, la determinazione.

Una ragazzina che sapeva perfettamente usare la propria anima per il meglio.

E che anche il quella situazione, come in tutte quelle che il mostro aveva passato come fiore, non sembrò giudicarlo, e si limitò a sorridergli intenerita.

-Dolore è amore. È l’anima. È bello- affermò, mettendogli una mano sul petto e facendogli venire le farfalle nello stomaco.

Perché gli succedeva sempre con Frisk?! Dannata anima!

-È triste- disse sottovoce, abbassando lo sguardo e cercando di non arrossire.

Frisk annuì.

-Io ci sono- si indicò poi, con occhi luminosi.

Parlava poco e niente, ma diceva sempre quello che ad Asriel serviva.

-Ti… ti…- amo, Frisk -…ti ringrazio molto, ci sono anche io- la rassicurò lui, lei sorrise grata, e ritornò al suo libro.

Asriel rimase a fissarla per qualche minuto senza che lei se ne accorgesse, poi si rese conto di quanto questo sembrasse strano e distolse lo sguardo, alzandosi dalla poltrona e uscendo.

Non si ricordava che avere un’anima fosse così complicato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Su questo capitolo potrebbero partire le domande da nerd di Undertale: “Ma come ha fatto Flowey a tornare Asriel!?!” “Di chi è l’anima che ha preso?!?” “Ma guarda Chris che questo capitolo non ha senso!!!!”

L’ultima non era una domanda ma avete capito.

Prendetela com’è, un Au dove in qualche modo complicato e strano Frisk è riuscita a portare Flowey nella sua forma caprina.

In alternativa vi sareste dovuti sorbire un capitolo nel sottosuolo con Frisk e Asriel che si dicevano addio per sempre nel sottosuolo dopo la battaglia contro di lui in pacifist quindi vi va molto meglio così, credo xD

Non che questo capitolo sia allegro, ma credo sia meno triste rispetto ad altri che ho scritto, e poi i complessi di Asriel sono troppo teneri.

La prima versione era più triste, ed è strano che questa sia uscita meglio perché oggi sono particolarmente depressa tanto che non ho fatto nulla questo pomeriggio e mi sono limitata a starmene a letto depressa o vedere X Factor con mio padre.

Poi mi sono detta: “Chris, hai il capitolo pronto, che vuoi fare, far aspettare altre due settimane?!”

E una parte di me dalla forma di diavoletta ha detto “Si, così riceverai tante recensioncine muahahahah”

E… vabbè, ho deciso di trascrivere la storia.

Ora la prossima potrebbe essere o la Frisk/Sans che da un mese ho pronta (ma probabilmente no) o la Chara/Papyrus che sto scrivendo e che… non sarà affatto allegra, anzi, tutt’altro completamente. Non dico peggio di quella della traghettatrice, ma… più dinamica e molto poco romantica per alcuni versi.

E a proposito di mancanza di romanticismo vero e proprio, come vedete in molte coppie non uso un romanticismo eccessivo, ma spesso rimangono nell’aria senza essere espresse in pieno.

Questo perché l’intento principale è farle shippare, renderle coppie agli occhi del lettore (e nel mio caso ci vuole poco).

Come al solito spero davvero che la storia vi sia piaciuta, se avete altre coppie da propormi non esitate a scrivere e credo di aver detto tutto, spero che questa raccolta continui ad essere interessante, lo spero davvero, perché ultimamente non ne sono molto sicura :(

Un bacione e alla prossima :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Incubi e realtà ***


Rating: Arancione
Genere: Angst, 
Coppia: Sans/Frisk
Avvertimenti: Stress post-traumatico, Hurt/comfort, 
N° parole: 457
Note pre-lettura: Sans non ricorda nulla, ma sa, e gli incubi gli aprono una finestra su una vita vissuta in modo orribile.
Ma sono davvero solo incubi?

 

Incubi e realtà

 

Sans non riusciva a muoversi, e non capiva perché.Sapeva solo di essere completamente impotente mentre la bambina psicopatica torreggiava su di lui.

Provò a parlarle, a teletrasportarsi, a fare qualunque cosa senza successo. Lei gli si avvicinava con un sorriso folle e inquietante.

Si sentì prendere le spalle, venire scosso, vide il riflesso del coltello prima che scoccasse il colpo finale, l’unico necessario.

Improvvisamente, come svegliatosi da una trance, riuscì a prendere la bambina in una morsa telecinetica, e la sbattè contro una colonna poco distante.

Lei non lo avrebbe avuto vivo, sarebbe stato lui ad ucciderla!

Fece comparire due gaster blasters, pronto a farla finita, quando una voce scossa dai singhiozzi, provenire dalla bimba, lo fermò.

-Sans, ti prego, svegliati- lo supplicò, come se venisse da molto lontano, e l’immagine davanti agli occhi dello scheletro si schiarì, mostrando una scena a dir poco raccapricciante.

Frisk, la sua Frisk, non quella bambina dei suoi sogni, era appesa da una forza blu al muro, il volto impallidito che lo fissava spaventato e confuso, con le mani tremanti che lo coprivano in uno scarso tentativo di protezione.

Senza capire esattamente cosa stesse succedendo, Sans osservò gli hp della ragazzina, e quando notò che ne erano rimasti solo dieci, sembrò tornare del tutto in sé, e la lasciò andare, indietreggiando e guardandosi intorno spaesato, fino ad andare a sbattere contro il divano dal quale si era alzato.

Frisk si alzò, con lo stesso sguardo negli occhi, e fece per avvicinarsi con titubanza.

-Mi… mi dispiace, piccola- Sans non la guardò, non ci sarebbe riuscito.

Frisk si immobilizzò di colpo, spalancando gli occhi, non appena essi raggiunsero un punto che attirò anche l’attenzione di Sans. E quando lo scheletro vide il Vero Coltello, come strappato via dalle mani di Frisk, capì perfettamente la situazione come se l’avesse colpito con un pugno nello stomaco.

Non appena Frisk crollò a terra, scoppiando a piangere, Sans era già accanto a lei, e la stringeva in un forte abbraccio.

-Andrà tutto bene, piccola, tutto bene- tentò di rassicurarla.

Erano mesi che Chara cercava di uccidere Sans nel sonno usufruendo del corpo sottratto a Frisk durante la notte.

-Perché non mi odi?!- chiese lei con voce flebile e impastata, trattenendosi per non abbandonarsi troppo tra le sue braccia, non credendo di meritarlo.

Sans avrebbe avuto tante risposte da darle, una più vera dell’altra, ma fu altro a uscire dalla sua bocca.

-Potrei farti la stessa domanda- lui non era esente da colpa, l’aveva pur sempre uccisa, ancora e ancora e ancora, nel tentativo di fermarla.

Frisk fece per protestare, ma Sans la zittì con un dito sulla bocca, che la fece rabbrividire.

-Finché ci saremo l’uno per l’altra, niente ha importanza- 

Rimasero così fino ad addormentarsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Questa è la fantomatica fanfiction scritta come seconda, subito dopo quella di Chara e Asriel e che non mi convinceva.

Rileggendola mi chiedo perché, visto che la preferisco rispetto a quella sull’Asgoriel. Forse perché era poco romantica?

Non so, comunque dato che sono riuscita a trascriverla e mi convince di più ora che l’ho anche rivista bene, ho deciso di pubblicarla.

Più che sulla coppia mi sono concentrata su… beh… la coppia… ma non intesa come tale.

Frisk è una bambina, ancora, ed è un rapporto quasi platonico.

Vi confesso che questa idea di Chara che tentava di uccidere Sans mentre Frisk dormiva è stata la mia prima idea di fanfiction sul fandom con questa coppia, e il prompt di Sognatrice84, il primo prompt ricevuto, mi è sembrato perfetto per usarla in qualche modo.

Forse lei si aspettava una storia più allegra… sorry.

Devo ammettere che un’idea per una storia Frans più allegra ce l’avevo, e sfiorava il demenziale, ma forse lo era troppo e ho trovato più buona questa.

Magari in assenza di altri prompt potrei anche farla.

Spero che questo capitolo vi piaccia, e mi auguro che me lo facciate sapere visto che ultimamente penso che la raccolta interessi sempre meno.

Comunque come sempre non chiedo nulla, scrivo principalmente per mettermi alla prova ;)

Un grande bacione e alla prossima :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** L'arma migliore ***


Rating: Arancione 
Genere: Angst, Malinconico, Introspettivo
Coppia: Chara/Papyrus
Avvertimenti: Major Characters Death.
N° parole: 499
Note pre-lettura: Allora, una genocide diversa dove Sans, stanco dei continui reset, muore al posto di Papyrus e lui riesce a cavarsela fino alla sala del giudizio, dove combatte con la bimba demone.

 

L’arma migliore

 

All’inizio era stato divertente vivere una genocide completamente diversa, affrontare Papyrus nella sala del giudizio al posto di Sans.

Ma poi lui l’aveva catturata, e aveva imparato a costruire una gabbia degna di questo nome.

E ogni giorno le faceva visita, portandole il solito piatto abbondante di spaghetti giornaliero.

Chara non capiva quale fosse il suo gioco. Voleva che avesse la sindrome di Stoccolma? Sfiancarla in modo che resettasse? Ci ragionò a lungo, cercando di capire cosa passasse nella testa di quello scheletro idiota.

E dopo tre settimane, cedette.

-Perché?!- gli chiese sottovoce, a denti stretti, prima che uscisse dopo la sua visita quotidiana.

Lo scheletro si voltò verso di lei, confuso.

-Ho ucciso tuo fratello, tutti i tuoi amici, ho tentato di uccidere anche te. Perché mi hai catturato e basta?!- esclamò, stringendo i pugni.

Papyrus si sedette davanti alla sua gabbia, e la guardò con tristezza.

-Perché non mi hai ucciso con mio fratello? Ero lì, inerme...- questa ulteriore domanda fu una risposta sufficiente per il demone, che spalancò gli occhi, incapace di credere che esistesse un essere così dannatamente idiota.

-Suvvia, Papy, non crederai ancora che in me ci sia qualcosa di buono- affermò con un sorrisetto incredulo e pensando, quasi sperando, di aver capito male.

Lo sguardo che le lanciò, ancora così puro e speranzoso nonostante tutti gli orrori che le aveva visto fare, le diede conferma dei suoi dubbi, e la fece scoppiare a ridere, una risata spietata, agghiacciante, che lo fece indietreggiare di scatto.

-Sei bravo, Papyrus, ma non me la bevo!- esclamò -Non puoi essere così buono! Vuoi solo imbrogliarmi per farmi resettare! Sei così idiota! Anzi, furbo! Più furbo di tuo fratello. Credi davvero che io mi lasci imbrogliare da te?! Dovrai tentare meglio di così!- le risate si trasformarono in lacrime, probabilmente originate da Frisk, anche se ormai Chara aveva pieno controllo.

Papyrus piegò la testa, stringendosi addosso la felpa del fratello, senza capire nulla di quello che la sua prigioniera stesse blaterando.

-Io... non...- iniziò a dire, guardandosi intorno confuso.

Lui non sapeva nulla dei reset, voleva solo che Chara cambiasse, credeva davvero tanto in altre occasioni, e sentiva che lei ne meritava un'altra.

-Ti odio! TI ODIO ASRIEL!!- gli urlò lei, facendolo sobbalzare.

Chara capì il suo errore e si tappò la bocca, ma ormai era troppo tardi.

Papyrus non sembrò capire, e decise di non indagare.

Non riuscì a trattenersi dal sorriderle, e osò infilare una mano dentro la gabbia per asciugarle qualche lacrima.

-Col tempo andrà tutto bene- la rassicurò, prima di alzarsi e dirigersi alla porta.

-Ci vediamo domani- la salutò, lasciandola interdetta nella gabbia.

Chara in quel momento capì che non sarebbe mai riuscita ad uscire da lì, e soprattutto a finire quello che aveva iniziato.

Furbo o no, quello scheletro l’aveva spezzata utilizzando l’unica arma che nessun altro aveva mostrato con lei da prima che morisse.

-Non ci sarà un domani- sussurrò, prima di premere il pulsante che le si parò davanti.

Reset

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Che dire sulla mi assenza?

Le scuse di un autore possono essere tante: la scuola, gli impegni, problemi in famiglia, mancanza di ispirazione, malattia.

…E se vi dicessi che io ce le ho TUTTE?!

Che periodaccio!

Ma a parte la mia depressione, spero che il capitolo vi piaccia.

L’ho riscritto circa tre o quattro volte perché non mi convinceva pienamente, ma alla fine il risultato, sebbene non particolarmente romantico, mi convince abbastanza.

L’idea di Papyrus che nella genocide invece di uccidere Chara la cattura mi frulla in testa da mesi ma non ho troppo tempo per farci una one shot, anche se forse prima o poi potrei decidermi.

Chiamerò il personaggio GenoPaps.

Ma scherzi a parte, spero che l’idea vi piaccia e che sia abbastanza IC.

Sinceramente non ce lo vedo proprio Papyrus ad uccidere chicchessia, per qualsiasi motivo.

Come al solito vi invito a lasciare una recensione perché mi farebbe più piacere del solito e vi do appuntamento il più presto possibile per la MettatonXUF!Mettaton… che non è solo narcisismo allo stato puro ma anche abbastanza tragica come cosa.

Sempre che prima non scriva qualcos altro, chi lo sa.

…e sempre che continui la fanfiction abbastanza presto, oltretutto.

Un bacione e alla prossima :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Tradizione di famiglia ***


Rating: Giallo
Genere: Malinconico, Introspettivo, Triste
Coppia: MettatonXUnderfell!Mettaton
Avvertimenti: Spoiler!
N° parole: 320
Note pre-lettura: Ho utilizzato un mio headcanon personale che vede la tradizione di famiglia di Napstablook, quando ci si sdraia accanto a lui a casa sua dopo aver mangiato e si vede l’intera galassia, innanzitutto una tradizione che si estende anche al cugino Mettaton, poi un modo di aprire un portale tra universi, e ho ipotizzato che persone di dimensioni diverse possano vedersi e, se abbastanza rilassati e concentrati, anche parlare tra loro e scambiarsi informazioni sempre senza muoversi o muovendosi il meno possibile. Il normale Mettaton viene da una pacifist, l’Underfell Mettaton è di una genocide.

Tradizione di famiglia

La prima volta che lo vide pensò di esserselo immaginato.
Nel multiverso di stelle pensava a se stesso e al suo futuro e lo vide accanto a sé, quasi identico a lui, ma rosso e con il doppio degli arti che un umano avrebbe dovuto avere. Sobbalzò così forte che uscì immediatamente.

La quinta volta rimase quasi tranquillo, ed entrambi si osservarono a lungo, come sfidandosi a vicenda su chi sarebbe stato il primo a cedere. Finirono nello stesso momento ciascuno fastidiosamente convinto di avere perso.

La decima volta riuscirono a rimanere abbastanza a lungo da parlarsi, fondamentalmente per litigare. L’universo sconfinato non era comunque abbastanza grande per tutti e due. Uscirono pochi secondi dopo, e ci rimuginarono sopra per giorni, per poi, dopo poco, tornare.

La ventesima volta non vedeva l’ora di dire all’amico del suo primo spettacolo in superficie. Il robot dalle quattro braccia alzò gli occhi al cielo e bofonchiò un’offesa, ma ormai si conoscevano abbastanza bene, era il suo modo di esultare. Almeno uno dei due aveva realizzato il suo sogno.


La quarantesima volta assistette al suo crollo, e cercò di consolarlo in tutti i modi, e di aiutarlo per quanto possibile. Stava per affrontare il suo umano, quello che si faceva accompagnare da un fiore e proseguiva con le mani sempre imbrattate di polvere.
Ma sarebbe stato il migliore spettacolo che il sottosuolo, o quel che ne restava, avesse mai visto.
Cercò di dirgli questo, ed era positivo. Il suo amico era decisamente in grado di riuscire nell’impresa, e molto più forte di qualsiasi umano.
L’ultima cosa che vide prima che uscisse fu il suo sorriso, il primo mai fatto, tutto per lui.

Mettaton aspettò per giorni, ogni giorno alla solita ora si rilassava e attendeva impaziente ritorno del suo amico, cercando di non perdere la speranza. Due parole che da tempo voleva dirgli già pronte ad uscire dalle sue labbra.
Attese, per settimane, poi mesi, poi anni.
Ma la quarantunesima volta non venne mai.












(A.A.)
Che dire, qui parlerò soprattutto del mio ritardo dato che sulla flashfiction ho scritto tutto nelle note pre-lettura.
Ho avuto un anno complicato, tantissime cose da fare e grandi problemi nello studio. Ho tante storie da scrivere, poco tempo e poca ispirazione e se ne scrivevo una poi non volevo che magari qualcuno si chiedesse perché un’altra no eccetera quindi ho fatto prima a non scrivere nulla e questo mi ha anche lasciato un po’ di respiro per quanto riguarda la scuola.
Ma la scrittura è la mia vita, e posso anche assentarmi per anni ma tornerò sempre per continuare il mio esercizio.
Quest’estate quindi cercherò di essere più presente, anche se dato che progetto di scrivere un libro potrei concentrarmi un po’ di più su quello. Comunque cercherò di aggiornare questa raccolta ogni volta che avrò l’ispirazione.
Ho già un’altra flashfiction decisamente molto più allegra di questa che devo solo revisionare e un’altra che sto scrivendo.
Quindi si riparte alla grande.
Fatemi sapere se vi piace e se avete altre coppie da proporre scrivete un commento o un messaggio privato.
Un bacione e alla prossima :-*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3538877