Angels

di Dreamingwiththemoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fredda ***
Capitolo 2: *** Sogni e Tormenti ***



Capitolo 1
*** Fredda ***


Mi risvegliai in un prato verde e rigoglioso, c'erano molti fiori ed il giardino era sicuramente curato dall'azione umana. Ero ancora distesa, la mia pelle era sempre fredda ma meno pallida, la testa non mi provocava più dolore, così decisi di alzarmi. Dinanzi a me si stagliava un enorme palazzo di vetro lucente, sembrava non avere una fine per quanto fosse alto, le nuvole lo circondavano nascondendolo nella sua immensità. Alzarmi non fu una affatto un'idea affidabile, come mi misi in posizione eretta, sentii le gambe cedere e la testa girare e sarei caduta nuovamente a terra se un ragazzo non mi avesse sorretta. Lo guardai con un leggero sorriso stanco, ma lui mi osservava con uno sguardo stranito, quasi preoccupato.

"Sei molto fredda" mi disse.

"Io non ho freddo, ma le tue mani sono calde, tanto calde" infatti le sue mani erano quasi bollenti sulla mia pelle, ma era solamente una sensazione iniziale, dopo iniziai a sentire solo molto caldo.

"Si, ma non ho caldo. Che cosa succede?"

La sua calda mano, che era appoggiata sulla mia schiena per sorreggermi, si allontanò mollando la presa lentamente, come se volesse assicurarsi che stessi bene. Questa volta gli rivolsi un sorriso più sicuro, come le mie forze che stavano tornando.

"Sto bene grazie, senti, solamente io ero svenuta o anche.."

"Ci siamo svegliati tutti così, man mano che passa il tempo continuano ad apparire ragazzi, e ragazze, svenute... tutti sembrano spaesati come noi"

Il ragazzo che mi trovavo innanzi aveva la carnagione ambrata, come se fosse abbronzata dal sole, i capelli folti e neri, gli occhi anch'essi scuri, era più alto di me e sicuramente più robusto, era vestito con una maglietta bordeaux senza maniche, ed un pantaloncino marrone scuro lungo sino al ginocchio. Ma la cosa che notai più di tutte, era la sua collana: era identica alla mia, solo che il ciondolo era giallo ocra. Istintivamente portai la mia mano sulla sua collana, ma dovetti ritrarla immediatamente: la sfera era bollente.

"Non ti brucia?" si toccò il ciondolo.

"No" anche lui tocco il mio ed ebbe la stessa reazione.

"Il tuo è congelato" sfiorai il ciondolo ma non sentii niente se non la forma sferica dell'oggetto.

"Io non sento niente" ci guardammo con sguardi confusi, irritati per la mancanza di informazioni. Doveva esserci una spiegazione.

Incominciai a camminare, esplorando il luogo dove ero capitata in cerca di qualche informazione o indizio, il ragazzo che mi aveva aiutata mi seguiva silenzioso dietro di me: non mi dava fastidio la sua presenza, mi rassicurava. Guardandomi intorno notai altre ragazze e ragazzi sdraiati a terra, altri che si guardavano intorno confusi, ed altri ancora che avevano formato dei gruppi e chiacchieravano con voce bassa. Questo giardino sembrava non avere una fine, non riuscivo a distinguerla, più camminavo e più il giardino sembrava espandersi. Quando mi sentii stanca per la seconda volta, mi sedetti per terra a gambe incrociate, anche il ragazzo mi imitò sedendosi di fronte a me.

"Grazie per avermi aiutata, sono Cate"

"Harry" mi porse la mano ed io gliela strinsi.

"Ti ricordi qualcosa?" non capii a che cosa si stesse riferendo "Prima che accadesse questa... situazione" spiegò meglio. 

"Si, ricordo che era il mio sedicesimo compleanno, che lo stavo festeggiando con le mie amiche" le mie amiche, dov'erano Abbie, Caitlin ed Hailee? 

"eravamo in un centro commerciale a cercare un abito per la festa che si sarebbe svolta la sera..."

"Solo questo?"

"No, poi ricordo di essere tornata a casa per prepararmi e di essermi sentita stanca, cosi mi ero seduta sul letto, poi mia mamma era entrata in camera mia e vedendomi in quelle condizioni mi aveva detto di sdraiarmi e di stare tranquilla. Poi aveva chiamato mio padre dicendo di avvisare Abbie che stava succedendo prima del previsto, volevo chiederle cosa stava succedendo, ma la forza che avevo stava defluendo dal mio corpo e la mia vista si stava annebbiando rapidamente, non riuscivo a parlare, ero troppo debole. Prima che svenissi mi ricordo mia madre che mi sussurrava : sii prudente ''.

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Capitolo 2
*** Sogni e Tormenti ***


I minuti scorrevano, le ore passavano, ma il tempo sembrava rimanere immobile. Mi ero rassegnata all'idea di poter comprendere un minimo di quello che stava accadendo, era tutto fin troppo assurdo ed irreale; non sapevo che cosa mi fosse successo, dove fossi, se i miei genitori mi stessero cercando e se qualcuno si stesse chiedendo che fine avessi fatto. Avevo optato per sedermi contro un tronco di un albero maestoso, che offriva ombra e sollievo dal sole, che solo ora avevo notato nel cielo infinito. Harry era seduto accanto a me, con la schiena appoggiata all'albero, la sua spalla contro la mia ed il suo braccio in contatto con il mio. Il calore che emanava era consolatorio ma allo stesso tempo spaventoso, com'era possibile che avessimo due temperature totalmente differenti? Non avevo una risposta. Non ancora. Nell'attesa, avevo potuto notare che c'erano quattro colori differenti dei ciondoli che ogni ragazzo e ragazza portava al collo. Avevano un significato? E quale? Ancora una volta non avevo la risposta. "A che cosa pensi?" Harry mi riscosse dai tormenti che mi stavo facendo mentalmente. "Ai colori dei nostri ciondoli, ci sono quattro colori diversi" "Che cosa significano?" "Vorrei tanto saperlo" dissi più a me stessa che a lui. Il giorno passò ed arrivò la sera, e con la sera la notte. Non avevo toccato cibo dalla mattina, ma non avevo fame, non sentivo l'esigenza di compiere nessuna azione se non quella di attendere con pazienza che accadesse qualcosa. Ci doveva essere un senso a tutto. Quando fu completamente buio, molti di noi iniziarono a stendersi sull'erba soffice e a dormire, io ,invece, non avevo intenzione di perdermi niente: non volevo addormentarmi e svegliarmi in un altro mondo. Non un'altra volta. Così, mi sistemai più comoda contro l'albero, portai le ginocchia al petto lasciando che il vestito lungo le coprisse, ed appoggiai il mento sopra ad esse; quindi attesi. Non avevo nessuno strumento per calcolare quanto tempo stesse passando, se non quello di contare i secondi e segnare i minuti nella terra con un ramoscello, ma non avevo intenzione di sprecare energie inutili. La luna era alta nel cielo, le stelle brillavano e solo pochi ragazzi erano ancora svegli, tutti gli altri erano ceduti al sonno. "Riposati, resto io di guarda" mi sussurrò Harry all'orecchio, come se potesse capire le mie intenzioni. "Se dovesse succedere qualcosa, qualsiasi cosa, ti sveglierò" continuò proponendomi la cosa della quale più necessitavo: un po' di riposo. "Tu non ti stancherai?" "Quando lo sarò, sveglierò te" queste ultime parole mi fecero definitivamente accettare la sua proposta, così mi allontanai leggermente dall'albero e mi sdraiai sull'erba, con le gambe rannicchiate contro il petto. Addormentarmi non fu semplice, ero scomoda e mi facevano male le ossa; Harry, che era di fianco a me, capì e mi sollevò dalle spalle appoggiandomi sulle sue gambe, offrendomi una posizione più piacevole, quindi mi addormentai. Non feci sogni quella notte, dormivo profondamente ed indisturbata quando una mano mi scostò leggermente per svegliarmi. "Scusami Cate, sto per crollare. Resti sveglia tu o continui a dormire?" "Mi sono riposata abbastanza, tocca a te". Mi sollevai da quello che era il suo petto: avevo dormito abbracciata a lui per quasi tutta la notte. Mi riappoggiai alla solida corteccia dell'albero, e dopo poco sentii la testa di Harry appoggiarsi sulla mia spalla. Trascorsi il resto della notte ad osservare il luogo e le persone tra le quali mi trovavo, cercando petulantemente qualche circostanza, somiglianza che mi fosse nota, ma era tutto così nuovo. Arrivò l'alba, il sole sorse dalle nuvole candide, rivelando tutto il suo splendore. Poco dopo Harry si svegliò, così come anche molti altri nostri compagni. "Allora, novità?" chiese con ancora la voce impastata dal sonno. "Purtroppo no" gli risposi con rammarico. Ma la situazione stava per sconvolgersi completamente. Dal palazzo di vetro, si era aperta quella che poteva essere una finestra, ma dalla nostra posizione era solo possibile intravedere un buco nero, niente di più. "Harry! Guarda il palazzo!" alzò lo sguardo verso la costruzione e dalla sua bocca uscì un piccolo sussurro: "Una finestra" "Si una finestra! Guardate tutti, una finestra!" urlai rivolgendomi agli altri ragazzi del giardino, che immediatamente posarono lo sguardo sulla finestra e subito dopo iniziarono a svegliare tutti gli altri e a radunarsi in piedi. Esaltata, mi alzai da terra prendendo per il braccio Harry che mi seguì in mezzo agli altri con un sorriso stampato sulla bocca. Non dovemmo attendere molto per ulteriori novità. Alla base del palazzo, si aprì una porta, essa rivelava solo uno sfondo scuro e intimidatorio. Nessuno di noi aveva il coraggio di entrare là dentro, ma se qualcuno l'avesse fatto, forse avremmo potuto scoprire qualcos'altro. Aspettammo solo pochi minuti, ed una donna dai capelli biodo miele, vestita con un abito dalle apparenze regali e con in mano uno scettro, comparì dall'oscurità della porta.

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