He hates love (Knuxadow)

di Bluereddino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'odioso amore ***
Capitolo 2: *** Riflessioni ***
Capitolo 3: *** La scelta. ***
Capitolo 4: *** Finale (1) ***
Capitolo 5: *** Finale (2) ***
Capitolo 6: *** Finale (3) ***



Capitolo 1
*** L'odioso amore ***


ATTENZIONE: Questa fanfiction è uno yaoi (BoyxBoy). Se non vi piace, potete tranquillamente cambiare/abbandonare per sempre la pagina.
Mi scuso in anticipo per gli evventuali errori, ma sappiate che è la prima fanfiction che scrivo.
Buona lettura! 

“Ti amo.”
Il giovane riccio si era fatto scuro in volto. Lo aveva finalmente detto.

Parecchio tempo era trascorso da quando l’odioso sentimento lo aveva attaccato, portandogli un misto di dolore, rabbia e ansia, intervallate da attimi di profonda felicità ed eccitazione. Sebbene prima di allora non avesse mai creduto nell’esistenza di qualcosa più assillante e fastidiosa di Faker, nel sentimento comunemente chiamato amore aveva trovato ben più della semplice noia: era diventato il suo acerrimo nemico, il più scaltro e persistente che avesse mai avuto, uno di quelli di cui era impossibile liberarsi. Inizialmente non gli aveva creato dei grossi problemi, se non semplicemente qualche malessere interiore di poco conto, ma dopo non molto aveva cominciato a stancarsi sul serio dei battiti accelerati del suo cuore quando era in sua presenza, quando sentiva pronunciare il suo nome, o perfino quando lo pensava. Così si era deciso: glielo avrebbe detto. Questo gli avrebbe tolto il peso dal cuore e tutto sarebbe tornato alla normalità, ne era certo.

“Come, scusa?” il guardiano del Master Emerald lo guardava incredulo. Una frase del genere non la sentiva certo tutti i giorni, e soprattutto non era mai stata rivolta a lui. Il suo primo sospetto era stato ovviamente che quello fosse uno scherzo di pessimo gusto, visto e considerato che i suoi amici si prendevano spesso gioco di lui per la sua serietà e la dedizione che impiegava nel suo lavoro; non che scherzare con i suoi compagni gli avesse mai dato fastidio, ogni tanto un po’ di divertimento non guastava per spezzare la monotona vita su Angel Island. Però, per trattarsi di una semplice burla, era abbastanza diversa dalle consuete, di qualità insolita per la sua compagnia, e la cosa che lo aveva sbalordito maggiormente era che il suo ‘amicone’ blu non era andato di persona, e tantomeno aveva mandato la sua fidata spalla, ma aveva inviato Shadow. In aggiunta al fatto che tra loro due non era mai nato un grande legame, il burbero porcospino dal pelo scuro non era solito unirsi alla comitiva per qualsiasi cosa che non fosse una lotta o che implicasse il salvataggio di qualcuno.
L’unica spiegazione plausibile, e che avrebbe confermato la teoria dello scherzo, era che quella fosse stata una penitenza affidatagli da Sonic per aver perso una scommessa.
“Non lo ripeterò un’altra volta, quindi vedi si starmi a sentire attentamente. Ho detto che ti amo.” Quella frase aveva un sapore in parte dolce in parte amaro: era delizioso a dir poco aver finalmente detto ciò che si era dovuto tenere chiuso per tutto quel tempo, ma sapere che l’echidna non avrebbe ricambiato quegli umilianti sentimenti gli aveva lasciato un orribile retrogusto.

“Si, anche io. Ti ho sempre amato, sposiamoci subito e facciamo tanti bambini.”. Il tono sarcastico con cui ogni singola parola era uscita dalla bocca di Knuckles aveva alterato Shadow in modo notevolmente drastico. Sebbene avesse tentato di mantenere un’espressione calma e pacata, quella frase provocatoria aveva solo aggiunto un’ennesima emozione alla lunga lista che l’odioso amore gli aveva ‘gentilmente’ regalato: la rabbia. Dopo aver colpito con forza lo stomaco del ragazzo di cui si era infatuato, gli aveva urlato qualche insulto, per poi rendersi conto che, stranamente, non aveva ricambiato la gomitata.
“Se è una lotta quello che vuoi, una lotta avrai!” aveva sbraitato il ragazzo dai lunghi capelli massaggiandosi lentamente il ventre.
“Vedi di non complicare di più questo schifo di situazione, è già abbastanza difficile così. Voglio solo tornare a vivere la mia vita, senza che uno come TE” aveva sottolineato la parola il più possibile “mi rovini le giornate. Capito?!”
“E sentiamo, cosa ti ho fatto di preciso?!”
“Non riesco a smettere di pensare a te.” Aveva risposto titubante.
“Shadow, basta scherzare. Non serve essere un genio per capire che stai bleffando. Ora tornatene a casa, ho un lavoro molto importante da fare.” Aveva risposto indicando lo smeraldo alle spalle del rabbioso riccio nero “E ho intenzione di svolgerlo al meglio. Se vuoi scusarmi…” dopo essersi rimesso in piedi per potersi avvicinare alla grande pietra magica che aveva intenzione di sorvegliare in ogni singolo momento della sua vita, Shadow, con gesto fulmineo ed istintivo, gli aveva afferrato il braccio e lo aveva tirato a se.
“Dove credi di andare? Ascoltami bene, io per colpa tua sto male con me stesso, e non me ne frega proprio niente se non ricambi. Adesso tu ascolterai tutto quello che ho da dirti.”
Knuckles fissava perplesso gli occhi scarlatti dell’altro. Qualcosa non andava, era troppo serio, e se fosse stata una semplice bravata probabilmente non avrebbe insistito tanto. Ormai stava giungendo alla riluttante conclusione che ogni frase che il ragazzo aveva pronunciato non fosse frutto di una stramba messa in scena.

“ L’importante è che tu non lo dica a nessuno… ma di che parlo, tanto sei sempre da solo.” Questa frase aveva toccato un tasto dolente. Nonostante il desiderio di prenderlo a pugni fosse molto forte, il guardiano si era dovuto limitare a mordesi il labbro. Non voleva crearsi dei problemi inutili con il porcospino, essendo a conoscenza di ciò che era capace di fare.
“Non mi chiedere il perché di questa cosa, ci fosse stato un pulsante di ‘reset’ lo avrei cliccato già da tempo.” Aveva continuato il suo discorso mentre il ragazzo dagli occhi viola cominciava a sprofondare nei suoi pensieri. ‘Sembra sincero’ si diceva ‘Non so cosa fare. Che io non ricambi è poco ma sicuro, ma almeno voglio cercare di aiutarlo.’ Shadow, notando che lo sguardo dell’altro era perso e pensieroso, aveva definitivamente terminato il discorso, che per tutta la sua durata non aveva fatto altro che provocargli uno strano vuoto allo stomaco. “Io voglio una risposta, anche se a dirla tutta credo di conoscerla già. Devi solo dirmi sì o no, e ti lascerò in pace.”

Su Angel Island aveva cominciato a soffiare una leggera brezza, unica cosa udibile nel silenzio assoluto che divideva i due.
“Bel casino.” Aveva affermato il guerriero dalla pelliccia rossa. Il riccio, senza neanche pensare alle conseguenze, aveva spinto con un calcio il suo amato, che, impreparato all’attacco, era caduto sbattendo la schiena contro il grande crepidoma del tempio. Con movimento repentino si era posto a cavalcioni sull’echidna, che lo guardava con la bocca spalancata, incapace di intercettare le mosse del compagno. Shadow, compiaciuto dalla visione del giovane sotto il suo pieno controllo, aveva sorriso sogghignando. Lentamente aveva appoggiato le sue calde labbra su quelle dell’ancora scioccato Knuckles, che nel suo cuore sperava inutilmente che quello fosse lo scherzo più brutto che fosse mai stato inventato: orribile si, ma comunque solo uno scherzo. Soltanto quando il riccio si era deciso a profanare la bocca del giovane dal manto scarlatto, quest’ultimo aveva scelto di usare la forza contro lo spregevole individuo che si era permesso di oltraggiarlo. Senza pensarci due volte gli aveva morso con forza la lingua e lo aveva respinto con le gambe. Shadow si era alzato in piedi e si era portato una mano alla bocca. Si era guardato le dita, solo per scoprire che erano intrise di saliva e sangue. Con sguardo rabbioso aveva guardato l’altro, che giaceva ancora a terra e lo scrutava malamente, mentre, come aveva fatto lui, si puliva dalla bava.

“Ma sei pazzo?!” Gli aveva detto l’echidna infuriato mentre si avvicinava a lui. Con entrambe le mani aveva afferrato il collo dell’altro e aveva cominciato a stringere, facendo però attenzione a non soffocarlo, in modo che potesse ribattere.
“Tu non mi hai risposto, io ne ho approfittato.”  Era stata la sua replica immediata. Non aveva opposto resistenza alla stretta ferrea, si era accorto di aver già sbagliato abbastanza.
“Forse non sono la persona più adatta a dare consigli d’amore, ma sai, credo che baciare qualcuno contro la sua volontà lo faccia semplicemente incazzare.” Gli aveva urlato. “Sappi che non siamo in un film, e non sperare nemmeno che io ti dica sì perché provo compassione. Se tu non mi avessi baciato… magari con il tempo avresti anche cominciato a piacermi, cosa ne so!”
Shadow aveva sgranato gli occhi, capendo che l’ultima speranza di mettersi con lui si era sbriciolata appena le loro labbra si erano sfiorate.
“E anche se non avessi accettato, ti avrei potuto aiutare a passare questo brutto periodo. Ora che hai fatto questa stronzata sono più che certo che la risposta è no. Vattene, non ti voglio mai più rivedere qua sulla mia isola!” Detto ciò, lo aveva lasciato andare, scaraventandolo a terra.
“Sai cosa me ne importa!? Io non ho mai voluto una relazione con te, quindi per me è meglio così.” Nonostante cercasse di nasconderlo, i suoi occhi si erano fatti lucidi.

No, io non sono per niente triste. Sono felice del fatto che i miei sentimenti non siano ricambiati. Non ho mai voluto una relazione, soprattutto con un uomo, uno come lui.
 Cercava di imporsi questi pensieri. Poche frasi erano bastate per fargli venire voglia di rinchiudersi in casa per non uscirne mai più. Ora il cuore non solo batteva all’impazzata, quasi scoppiava. Un momento così orribile non lo aveva mai vissuto da quando Maria… preferiva non ricordare quei momenti.
“Ti ho detto di andartene!”  Questa era stata l’ultima frase che aveva sentito da parte del guardiano, colui che amava e che a causa di uno stupido bacio aveva perso. Ora ne era certo, l’amore era la cosa che odiava di più.


Nota dell'autrice: Salve a tutti ragazzi! Spero che questo primo capitolo della mia (banalissima) storia vi sia piaciuto ^^ 
L'ho scritta principalemte perchè questi due cosi pucciosini sono la mia OTP e ho notato che è una ship un po' marginale, quindi si, l'ho realizzata solo perchè il fandom è ristertto e vorrei potesse un po' crescere. 

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Capitolo 2
*** Riflessioni ***


Erano circa le tre del pomeriggio quando il telefono aveva iniziato a squillare. La giovane non aveva esitato a rispondere, anche se per questo era stata costretta ad abbandonare il suo tè caldo ed i suoi pasticcini.
“Pronto? Qui parla Amy Rose!” aveva detto energicamente.
“Amy? Ciao, sono Knuckles. Ti volevo chiedere se domani hai tempo per un caffè.” La voce quasi spenta dell’echidna aveva incuriosito e preoccupato la ragazza, la quale aveva calorosamente accettato l’invito. ‘Strano’ si era detta ‘Lui non mi invita mai fuori. A dirla tutta credo che non inviti mai nessuno. Deve essere successo qualcosa… magari ha bisogno di una donna raffinata come me per qualche consiglio estetico!’ mentre la sua fantasia la portava a immaginare il suo amico vestito in modo quasi decente, il guardiano aveva ripreso a parlare:
“Ti va bene se ci incontriamo da me? Non mi va di lasciare il Master Emerald incustodito. Ovviamente mi procuro tutto io.” Dopo aver ricevuto il consenso della ragazza aveva terminato la telefonata emettendo un lungo sospiro di sollievo. La aveva convinta, e senza neanche sforzarsi. Nonostante la giovane fosse interessata all’incontro solo per poter raccontare qualche pettegolezzo in giro, era l’unica maniera per poter risolvere il problema che Shadow gli aveva imposto.
Erano passati due giorni dall’evento, e non era riuscito a chiudere occhio; l’unico lato positivo della faccenda era che almeno poteva sorvegliare lo smeraldo 24 ore su 24, senza interruzioni. Il perché di questa insonnia erano le infinite domande che il ragazzo aveva cominciato a farsi: ‘Perché io?’ ‘Perché proprio Shadow?’ ‘Dovevo mandarlo via in quella maniera? È stata la cosa giusta?’ ‘E se in fondo provassi anche io qualcosa per lui?’. Aveva bisogno di sapere come stava Shadow, come l’aveva presa, se finalmente gli era passata l’infatuazione. Il problema maggiore però era come stava lui, Knuckles, quello che era costretto a subire il malessere che l’altro gli aveva addossato.

Shadow mi ama.
Quella odiosa frase continuava a tormentarlo.
Perseverava nel suo subconscio, lo stava facendo impazzire.

Shadow mi ama. Shadow mi ama. Shadow mi ama.
Non era riuscito a porre fine alla cantilena, fino a quando…

Sono solo suo.

No. Non era questo ciò che desiderava, non era lui a parlare. Se proprio il fato aveva deciso di unirli, non si sarebbe affatto inginocchiato al volere di quello stupido riccio.
Oltre alle voci, aveva cominciato a percepire anche un’orribile sensazione di vuoto allo stomaco. Non poteva sopportarlo. Doveva agire, prima che quello stato d’animo lo potesse portare a distrazioni e soprattutto a complicazioni per il suo lavoro.

Amy Rose. Non riusciva a credere di doversi abbassare a tanto per risolvere la sua situazione. Parlarne con Sonic era fuori discussione, il riccio era l’ultima persona di cui si fidava per mantenere un segreto tanto oscuro. Anche Tails non poteva essere preso in considerazione; per quanto fosse affidabile, c’era una buona probabilità che lo dicesse all’amico blu, giacché i due erano come fratelli e tra loro non esistevano segreti. C’erano tanti altri cui lo avrebbe potuto rivelare, ma per ognuno aveva trovato qualche difetto che, a suo modo di vedere, li avrebbe portati a divulgarlo a tutto il mondo, o perfino oltre, nella remota possibilità di qualcosa al di fuori dell’universo. Nonostante Shadow gli avesse chiesto esplicitamente di non parlarne con alcuno, aveva bisogno di sfogarsi. Amy, nonostante gli attacchi d’isteria, era una buona psicologa, e, data la sua forza di volontà che le aveva permesso di non cedere anche dopo tutti i rifiuti di Sonic, doveva essere un’esperta in amore, smancerie e cuori spezzati.

Anche quella notte non era riuscito a prendere sonno. Aveva cercato in tutti i modi possibili ed immaginabili di addormentarsi, ma era senza speranza. Un lungo monologo interiore sulle possibili domande e risposte da dare a Shadow era cominciato.
‘Ma quali domande o risposte … io quello stronzo non lo voglio più vedere.’

Aveva pensato di inviargli una lettera di scuse.
‘Scuse? Se c’è qualcuno qua che si dovrebbe scusare non sono di certo io. Lui mi ha sbaciucchiato senza motivo.’
Aveva addirittura considerato la possibilità di invitarlo per una lotta all’ultimo sangue.
‘Questa non è un’idea malvagia. Però gli ho chiesto di non tornare mai più … ed è abbastanza forte da battermi.’

Mentre continuava a cercare una soluzione, tra le incertezze che si era creato da solo e l’ansia per ciò che Amy avrebbe potuto dirgli, dagli occhi color ametista avevano cominciato a sgorgargli delle lacrime, molto insolite per un uomo dal carattere forte come lui, che a malapena ricordava l’ultima volta in cui gli era successo. Si era seduto sulla gelida erba della sua isola e aveva cominciato a singhiozzare, il viso fra le mani, la disperazione che prendeva possesso della sua anima. Ancora una volta poteva rivedere i ricordi del momento in cui Shadow gli era salito addosso per baciarlo, e quasi gli sembrava di poter sentire il suo sapore.
Eppure, a differenza delle altre volte, questa non gli aveva dato un senso di profondo disgusto, quasi non gli dispiaceva che fosse successo.
Per qualche secondo aveva immaginato che stesse succedendo di nuovo, loro due a contatto, abbracciati, che si davano un bacio …
Scuotendo il capo si era levato quello sgradevole pensiero. A lui non piaceva il ragazzo dal pelo scuro. Doveva metterselo ben in testa. Non avrebbe mai accettato di amare un uomo.
‘Una volta terminato tutto questo’ si era ripromesso ‘ucciderò quello stupido riccio.’ 



Nota dell'autrice: E niente, mi sto divertendo ad ammazzare Knux di dubbi. Se ne avete voglia, recensite!

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Capitolo 3
*** La scelta. ***


Amy e Knuckles avevano chiacchierato per più di mezz’ora dopo aver bevuto il buon caffè macchiato offerto dal ragazzo rosso. Tutti gli argomenti di cui avevano trattato erano banali, quasi stupidi, e lui non era riuscito a trarne vantaggio per fare le sue domande passando inosservato. Dopo una breve parentesi sul fatto che Tails costruisca degli aerei nonostante sappia volare grazie alle sue due code, Amy aveva cominciato a discutere dell’amore che provava per il capo del loro team.

‘Si, amore!’ si era detto fra sé e sé il ragazzo ‘è arrivato il momento giusto.’. Così si era fatto coraggio e aveva deciso di chiederle i consigli che per quei tre odiosi giorni aveva tanto agognato. Per rispetto della promessa fatta a Shadow non doveva rivelarle che era stato proprio il porcospino nero a dichiararsi, quindi aveva optato per camuffare la frase in una che poteva tanto sembrare un quiz per le ragazzine adolescenti che passavano un periodo di crisi. Certo, lui non era un’adolescente, però comunque stava comunque vivendo un momento buio, il che rendeva la domanda lecita.
“Senti, a proposito di ‘amore della tua vita’: se una ragazza ti dicesse che sei la donna dei suoi sogni e ti rivelasse che si è perdutamente innamorata di te, tu cosa faresti? E se ti domandasse se ricambi il sentimento?” Amy, che dall’inizio del loro incontro si stava chiedendo quale fosse l’urgenza di parlarle, si era resa conto che lui era arrossito di colpo mentre le esponeva quel curioso interrogativo e aveva capito il suo problema: qualcuno gli aveva proposto di stare con lui, o forse lui stesso voleva dichiararsi. Si, sarebbe stata lei a guidarlo sulla retta via, lei gli avrebbe dato i giusti consigli per non mettere fine alla relazione che probabilmente non era ancora iniziata. Il fatto che però avesse specificato ‘ragazza’ nella frase la aveva sorpresa: che il suo futuro partner fosse un maschio? Questo non creava certamente problemi alla bella ragazza, anzi, quasi la faceva sorridere sapere che il suo compagno di avventure non era innamorato dell’attraente Rouge, come tutti sospettavano. Chissà cosa avrebbero detto gli altri, dopo l’annuncio del fidanzamento di Knuckles? Certamente sarebbero rimasti molto colpiti!

Però il solo fatto di averle porto la domanda le faceva sospettare del fatto che tra Knux e l’innominato non ci fosse molta intesa. Altrimenti sarebbe probabilmente andato da lei con l’uomo in questione per presentarglielo. Farsi domande retoriche era futile, quindi non restava che chiederglielo.
“Come mai questa domanda?”
“Semplice curiosità. Volevo solo sapere come vedi tu queste situazioni.” Aveva farfugliato lui impicciato. Insistere non le avrebbe portato niente, così il piccolo riccio si era limitato a rispondere. Dopotutto sapeva che, con i suoi metodi ruffiani sarebbe riuscita a farlo confessare.
“Beh, direi che rimarrei molto sorpresa e le chiederei una spiegazione molto dettagliata della situazione, non vorrei malintesi. Poi le direi che ci devo riflettere e ci penserei a lungo, no risposte affrettate: un si detto alla leggera porta decisamente ad una vita difficile, dove spesso non ci si capirà, e la relazione al primo ostacolo si disintegrerà. Un no schietto, al contrario, può solo portare un malessere che ti fa sentire impotente e brutto in tutti i sensi. E non solo da parte di chi riceve il no, ma anche chi lo pronuncia poi si sentirà in colpa per aver ferito i sentimenti altrui senza scrupoli. Visto che credo di aver capito che qualcuno ti ha chiesto di potersi fidanzare con te, mi sto chiedendo se per caso tu non abbia rifiutato senza riflettere.” Aveva ridacchiato in modo provocatorio mentre Knuckles fissava l’erba sotto di se, quasi si volesse sotterrare all’istante. Aveva annuito leggermente con la testa e Amy si era alzata in piedi per mettersi di fronte a lui.
“Se mi dici chi è il ragazzo che vorrebbe il tuo cuore tutto per se” aveva detto con tono romantico “ti aiuterò a risolvere questo impiccio.” Si era messa a braccia conserte ed aveva chiuso gli occhi in attesa della sentenza.
“Mi dispiace, ma ho promesso di non dirlo.” Aveva ribattuto lui seccato. Con un pizzico di rabbia percepibile appena nelle parole, la ragazza aveva riprovato:
“Knux, non puoi invitarmi a casa tua per dei consigli d’amore se poi non mi permetti di darteli. Su, dimmi chi è, starò muta come un pesce.”
Per qualche momento il ragazzo si era pentito di aver chiesto l’ausilio della stressante ragazzina. Ma ormai non poteva più tornare indietro, e francamente non desiderava nemmeno farlo. Con tono impercettibile aveva pronunciato il nome che dal momento del bacio non cessava di altalenare nei suoi pensieri.

Shadow mi ama.
Shadow mi ama davvero.


Amy, giacchè non era stata in grado di sentire il mormorio dell’amico aveva cominciato a immaginarlo con tutte le persone che in quel momento le passavano per la testa, e aveva trovato delle coppie davvero carine. Ora desiderava davvero troppo sapere chi era il misterioso pretendente.

Lui mi ama.

Con forza disumana, la ragazza aveva sbattuto il suo grande martello per terra, e determinata aveva sbraitato “Dimmelo!”
Il guardiano, quasi impaurito dalle urla della giovane dai capelli rosa, aveva gridato:
“SHADOW, DANNAZIONE!”
Qualche uccellino era volato via dagli alberi e il ragazzo dagli occhi viola, guardando verso il riccio, aveva ripetuto l’affermazione con tono più quieto. “è Shadow.”

Sono tutto suo.

Lei aveva guardato in stato di shock l’amico mentre quest’ultimo abbassava la testa e lo ripeteva per un’ultima volta:
“Shadow mi ama.”
Shadow. Non le era neanche passato per la capoccia che potesse essere lui, giacché i due ragazzi non si frequentavano più di tanto ed entrambi avevano un’attitudine a non mostrare i loro sentimenti.
“Mi ha chiesto di dargli una risposta.”
Pensava che, anche se avesse seriamente provato quel genere di affetto, si sarebbe tenuto i suoi pensieri per se. Poteva essere stato solo un piano astuto per distrarre il guardiano del Master Emerald.
“All’inizio credevo fosse tutto uno stupido scherzo, ma mi sono ricreduto quando mi ha sbattuto a terra e…” il ragazzo non voleva continuare la frase.
“E?” aveva chiesto l’amica incuriosita più che mai.
“Mi ha baciato.”

Amy non aveva mai preso in considerazione che una persona scontrosa come Shadow potesse provare dei sentimenti per qualcuno che non rientrasse in ‘se stesso’, e immaginava che Shadow non sapesse nemmeno dell’esistenza di qualcosa chiamata ‘abbraccio’, tantomeno ‘bacio’. 
“Ehm…” cercava di formulare una frase, anche se in realtà non aveva la più pallida idea di cosa dirgli, non conoscendo troppo bene il riccio in questione. “Non so…”
“ Non sai cosa dirmi, non è vero?” aveva domandato lui abbattuto.
“Non so se sono in grado di darti dei consigli. Shadow è un ragazzo davvero scontroso, e dirla tutta non sono sicura che possa davvero provare dei sentimenti. Se tu però vuoi davvero qualche consiglio e desidereresti passarci del tempo per conoscerlo più affondo, lascia che io ti faccia qualche domanda. Credo che tu sia più che in grado di trovare le risposte da solo, scavando nel profondo del tuo cuore. Solo tu devi decidere se lasciare che questa sua passione svanisca con il tempo o meno.” Si era seduta nuovamente accanto a lui. “Ora non devi importi dei pensieri. Non cercare di convincerti di una cosa se sai che non è la verità.”

Shadow mi ama.
“Dimmi, quando te lo ha detto, qual è stata la tua prima reazione?”
“Ovviamente sono rimasto allibito. Non mi aspettavo una dichiarazione del genere. Come ti ho già detto, nemmeno ci credevo. Come hai detto tu, credevo non avesse nemmeno un cuore. In fondo non è nemmeno umano.” Aveva risposto lui sinceramente.

Shadow mi ama.
Amy aveva sorriso “Beh, è normale. Onestamente anch’io sarei rimasta un po’ sbigottita... Ripensa a quel momento. Che cosa provi ora?”
Dopo aver riflettuto per qualche istante, aveva affermato: “Credo che disgusto sia la parola più adatta. E non solo per quello che ha fatto, o per la persona meschina che è, anche perché comunque si tratta di un uomo.”

Shadow mi ama.
“Sai, dal rossore delle tue guancie non si direbbe proprio.” Aveva ridacchiato lei “ Vorrei dirti che, nonostante io sia ovviamente etero, sono dell’opinione che provarci non costa nulla. Non puoi conoscere il tuo orientamento a fondo… insomma, non hai mai avuto una ragazza, tantomeno un ragazzo. Quindi, Knuckles, sii sincero con te stesso; credo che tu abbia avuto parecchio tempo per riflettere sull’accaduto e adesso devi darti una risposta secca. Ora dimmi, a te piace Shadow?”
Io lo amo.
Perché la sua testa continuava a dargli le risposte sbagliate? A lui non piaceva e basta quell insulso riccio.
Si, lo amo.
O forse non era il cervello a parlare? Che fosse… il cuore?
“Amy…” la voce gli tremava dall’emozione.
“Non importa cosa tu adesso mi voglia dire, che sia bugia o verità; sappi che potrai ingannare tutte le persone che vuoi, ma non potrai scappare dai tuoi sentimenti. Continueranno a tormentarti. Ascolta solo il tuo cuore, e nessun altro. Fregatene di ciò che penseranno gli altri, e soprattutto fai ciò che ti senti di fare. Provarci o no, la scelta è solo tua.”. La ragazza aveva ragione. Per quanto lui cercasse di negare quel che provava, doveva farsene una ragione: non sarebbe riuscito a liberarsi delle farfalle nello stomaco, delle domande, di quella cantilena che ancora si protraeva nel suo inconscio.
Lo amo.

“Devo andare da lui.” Aveva detto con sguardo perso. 
La ragazza aveva annuito e aveva aggiunto che sarebbe restata di guardia allo smeraldo fino al suo ritorno. “Però non metterci troppo. Voglio sapere come va a finire questa storia.” Aveva concluso sorridendo. 




ATTENZIONE: ok, questo è l'ultimo capitolo della fanfiction! Visto che ero indecisa su tre possibili finali, li ho scritti tutti e tre!!! Quindi i prossimi tre capitoli saranno semplicemente i finali, una good ending, una bad ending e una ending che boh, decidete voi se è buona o cattiva. Non spoilero nulla, scegliete voi quale leggere per prima (l'ordine con cui le pubblicherò è puramente casuale.)
Comunque grazie di aver letto fino a quà!!

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Capitolo 4
*** Finale (1) ***


Finale 1

Erano ormai trascorsi quattro giorni da quando Knuckles aveva iniziato a cercare Shadow, quattro giorni nei quali il sonno continuava a venir meno.   Il ragazzo dal manto scarlatto aveva deciso, dopo quasi un giorno di ricerca, di non trattenere Amy su Angel Island, in modo che si potesse unire a lui nelle indagini.  Aveva invece chiesto a Vector, Espio e Charmy Bee di sorvegliare a turno lo smeraldo in parte sua, senza però rivelare loro il motivo dell’assenza.
L’echidna ed il ricco rosa avevano cercato in lungo ed in largo: prima a Station Square, poi nel bosco. Si erano addirittura intrufolati nel covo di Eggman, rischiando di venire soppressi durante l’azione.
Avevano provato a mettersi in contatto con lui per via telefonica, ma ogni tentativo fatto non era andato a buon fine. Dopo i primi due giorni di sforzi vani, la voce robotica della segreteria recitava semplicemente “Il telefono della persona che hai contattato è spento o irraggiungibile” seguito dal classico  ‘bip’ che permetteva di lasciare un messaggio.
“È molto probabile che sia in casa sua. Insomma, dopo una batosta del genere, chi non si rintanerebbe nell’unico posto in cui può provare conforto?” la dolce ragazza dagli occhi verdi provava in tutti i modi a rassicurarlo.
Dopo aver perso ogni speranza, l’afflitto guardiano si era rintanato sulla sua isola, chiedendo a tutti i suoi amici di non fargli visita se non per motivi urgenti. Aveva valutato che, se lo scuro riccio sarebbe voluto tornare da lui, il posto in cui sapeva di poterlo trovare era ovviamente la sua dimora.

Era ormai giunta la sera, e il sole stava scomparendo all’orizzonte. Avrebbe aspettato ancora un po’ il ritorno dell’amato prima di rintanarsi. Sperava, come aveva desiderato per i precedenti giorni, di riuscire a prendere sonno. Aveva passato una settimana senza chiudere occhio e dopo tutti gli sforzi impietosi che aveva compiuto, sia per riflettere sia per cercare l’amico, se lo meritava.
Avrebbe sicuramente avuto del tempo extra per pensare al discorso da fare e soprattutto per valutare più approfonditamente la sua situazione sentimentale.
Aveva chiuso gli occhi nel tentativo di cercare qualche pensiero che lo potesse distrarre, ma finiva sempre con il tornare alla fuga dell’amico dai capelli scuri.
Sapere che Shadow la aveva presa peggio di lui in un certo senso lo turbava. Non farsi trovare era naturale, magari non per il riccio, ma era una reazione comune a un rifiuto; però non voler nemmeno rispondere al cellulare…. Aveva necessità di sentire la sua voce, voleva sentirsi dire che stava bene. Non averlo visto per quasi una settimana lo crucciava malamente.
Improvvisamente aveva udito una voce lontana. Non era riuscito a capire a chi apparteneva, però sapeva che veniva da nord. Senza spostarsi, aveva aspettato che l’intruso si facesse avanti, in modo da poterlo abbattere con un attacco preventivo. Il suono era sempre più vicino, e questa volta era stato in grado di comprendere che si trattava di una donna. Nel tentativo di mettere a fuoco il punto dove teoricamente si sarebbe dovuta trovare l’estranea, era riuscito a distinguere ben due figure, ancora troppo distanti per poter essere identificate.
“Knuckles?! Dove sei?” aveva sentito urlare. Finalmente aveva capito di chi si trattava: Amy. Ma cosa ci faceva sull’isola a quell’ora?
“Knux, tesoro, vieni quà!” ora era chiaro che l’accompagnatrice del piccolo riccio era Rouge. A giudicare dal loro tono di voce per niente sereno, udibile a molti metri di distanza, non avrebbero tentato di rubare lo smeraldo.
“Knuckles” aveva proseguito il pipistrello con voce affaticata dagli sforzi che stava facendo per avvicinarsi a lui “A-abbiamo trovato Shadow!”
Senza farselo ripetere due volte, l’echidna era sfrecciato in direzione delle due. Finalmente una buona notizia! Non vedeva l’ora di rivederlo. Aveva una necessità pazzesca di abbracciarlo e in seguito di malmenarlo. Si era diretto verso Amy, che in quel momento era la più vicina a lui.
“Dov’è?!” aveva detto elettrizzato, con un grande sorriso stampato sul volto. L’amica aveva abbassato il capo singhiozzando.
“Amy? Dov’è lui? Non è voluto venire?”. Ancora nessuna risposta, se non qualche lamento impercettibile.
Rouge, che nel frattempo li aveva raggiunti, aveva appoggiato per terra l’oggetto che fino ad allora si era portata sulle spalle, motivo della fatica percepibile  appena nella sua voce.
“Ci dispiace tanto…” aveva detto spasimando.

Ai loro piedi ora vi era un cadavere.
Il corpo esanime di Shadow.

“R-Rouge…” aveva detto cercando di realizzare la situazione. Amy, ormai inabile di stare in piedi si era accovacciata per terra, incapace di parlare.
“Caro, Amy mi ha spiegato tutto… se non fosse stato per lei, credo sarebbe passato ancora molto tempo prima di poter essere stati in grado di rintracciarlo.” la ragazza mormorava con voce spenta e indecisa. “Perché non mi hai detto che lo volevi incontrare? Lo avremo cercato insieme, e forse avremo evitato questa disgrazia”. Il ragazzo non la stava a sentire. Si era chinato verso la gelida salma e aveva accarezzato il suo viso intriso di sangue. Il liquido amaranto, ormai coagulato da tempo, era concentrato nel lato destro della nuca. Era stato sparato.
“E-era già freddo, q-quando lo abbiamo trovato” aveva detto la giovane dai capelli rosa. “N-non ha lasciato nessun messaggio, per quello che abbiamo potuto constatare…”
“Chi è stato?!” aveva chiesto lui ingenuamente, facendo finta di non aver inteso cosa era successo.
“Aveva un’arma in mano…” aveva risposto Rouge senza guardarlo.
Non appena la tanto temuta conferma era arrivata al ragazzo,  con occhi saturi di lacrime, aveva chiesto ausilio alle due che gli avevano potato la mesta notizia. Voleva urlare, aveva bisogno di conforto, di spiegazioni e di scuse.

Aveva osservato per qualche istante l’immobile viso di Shadow e tentando di sorridere gli aveva parlato, confidando nell’illusoria speranza che fosse tutta una perversa messa in scena.
“Shadow, apri gli occhi. Smettila di fingere. Tu non sei morto. Non puoi esserlo.”. Le due ragazze si erano guardate ed il pipistrello bianco aveva aiutato l’amica a rialzarsi.
“Non mi puoi lasciare da solo! Non lo… puoi fare… non ora che mi hai fatto tanto preoccupare… ora che ho passato le notti in bianco pensando a te… dopo tutti i nostri litigi, tutte le lotte che abbiamo fatto, proprio ora che volevo sistemare le cose mi devi fare questo?!”
Continuava a parlare da solo, sperando che, come nelle fiabe, il suo amore potesse tornare a vivere.

“Knuckles, n-non piangere. La sua anima è proprio qua con noi, anche se non la vediamo…” aveva detto la piccola ragazza dai capelli corti.
Quell’aforisma più che sostenerlo, lo aveva depresso ulteriormente. Non voleva qualche classico copione composto da belle inutili parole come ‘Vivrà per sempre nei nostri cuori’ o ‘Ti sta guardando dall’alto.’
Il suo sguardo si era posato sugli occhi opachi del ragazzo. Non poteva credere che quelle pupille che avevano sempre trasmesso odio e disprezzo, avessero, anche se per poco, cercato disperatamente qualcuno da guardare con amore; l’iride offuscata non lasciava altro, se non una sofferenza penosa nel suo cuore; non credeva nell’eventualità che potesse esistere un modo per colmare il vuoto, ciò che lui stesso aveva segnato con la lama del rifiuto.
Shadow, tanto forte ed orgoglioso, per quale motivo si era fatto fragile, debole? Davvero era stato lui la causa del suo prematuro decesso?
Lentamente aveva abbassato le palpebre del ragazzo dai capelli scuri, in modo che potesse quasi sembrare addormentato. Sperava che nel sonno eterno il giovane riccio potesse trovare un minimo di conforto, ma le labbra dischiuse, completamente coperte dal sangue, conferivano al pallido viso un’espressione grottesca, macabra, che trasmetteva la sensazione che più che di un sogno si potesse solo trattare di un pessimo incubo.
“Perché l’ha fatto?” aveva chiesto l’echidna alzando la testa per guardare le due donne davanti a se. Nessuna risposta. Con fare protettivo aveva preso il corpo tra le sue braccia e lo aveva stretto a se, come per riscaldarlo, come per fingere che il suo amato fosse semplicemente ibernato, pronto a svegliarsi in un futuro migliore, uno dove il suo amore era pienamente ricambiato.
“N-non capisco…”calde lacrime cominciavano a discendere dai suoi occhi spenti, percorrevano il suo viso per potersi adagiare sul petto privo di battito del ragazzo dal pelo scuro. Rouge gli aveva posato una mano sulla spalla, mentre lui, ancora incredulo, continuava a stringere il corpo privo di vita.

Il cuore. Stava parlando di nuovo.
“N-no…”
Gli faceva male l’animo. Chinandosi completamente sul cadavere aveva tentato di soffocare qualche singhiozzo nella morbida pelliccia di ciò che restava del ragazzo che gli faceva provare quelle sensazioni provate in nessuna occasione prima.
Shadow mi amava.
“BASTA!” aveva urlato in preda alla disperazione. Spaventate le due ragazze erano indietreggiate.
Sono stato io. Io l’ho ucciso.
Ancora piangendo, il guardiano era tornato al suo solito tono di voce, malgrado le sue frasi fossero intervallate da lunghi sospiri e copiosi singhiozzi.
“È tutta colpa mia…”
Si era accasciato sulla morbida erba, parallelo al ragazzo senza vita.
“Per favore…”aveva detto con un filo di voce. “Non abbandonarmi.”
 
Senza di te non posso vivere.
 
Bad end: Solo.


 

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Capitolo 5
*** Finale (2) ***


Finale 2

Erano ormai trascorsi quattro giorni da quando Knuckles aveva iniziato a cercare Shadow, quattro giorni nei quali il sonno continuava a venir meno. Il ragazzo dal pelo rosso aveva deciso, dopo quasi un giorno di ricerca, di non trattenere Amy su Angel Island, in modo che si potesse unire a lui nelle indagini. Aveva invece chiesto a Vector, Espio e Charmy Bee di sorvegliare a turno lo smeraldo in parte sua, senza però rivelare loro il motivo dell’assenza. L’echidna ed il ricco rosa avevano cercato in lungo ed in largo: prima a Station Square, poi nel bosco; si erano addirittura intrufolati nel covo di Eggman, rischiando di venire soppressi durante l’azione. Avevano provato a mettersi in contatto con lui per via telefonica, ma ogni tentativo fatto non era andato a buon fine.
“Knuckles, non ti risponderà mai visto che è consapevole del fatto che quello è il tuo numero, ed è da qualche mese che ha bloccato il mio. Forse ci conviene chiedere a qualcun altro di contattarlo.” Aveva detto la dolce ragazza con tono affettuoso. “Che ne dici di chiedere a Sonic? Di solito risponde alle sue telefonate, e oltretutto stavo proprio per andare a trovarlo.”
“Cosa? No, non se ne parla. Preferisco impiegarci una vita, piuttosto che chiedere a Sonic di aiutarmi. Posso farcela da solo, non voglio assolutamente abbassarmi al suo livello.” Aveva risposto lui imbronciato. L’ultimo da cui desiderava sostegno era il porcospino blu, che nonostante il buon rapporto instauratosi tra i due nel corso del tempo rimaneva sempre il suo storico rivale.
“Se non glielo vuoi dire tu, ci parlerò io. Tanto non abbiamo molta scelta.” Aveva ribattuto la ragazza rabbiosa. Lui aveva riflettuto per qualche istante e, con vergogna disumana, aveva acconsentito.

Sonic si stava rilassando in casa sua. Aprendo la porta aveva subito notato Amy che lo salutava sorridendo e suo rammarico le aveva detto di accomodarsi. Appena aveva visto l’amico dal pelo rossiccio seguire la noiosa adulatrice, un lungo sorriso si era creato nel suo volto.
“Knux! Ne è passato di tempo! Come mai non stai sorvegliando il Master Emerald?” gli aveva chiesto ridacchiando. Sapeva che il guardiano non si sarebbe mai separato dal suo smeraldo, se non in casi di necessità estrema.
“Non parlarmene, fammi il favore. Ti devo chiedere un piacere.” Aveva risposto lui tentando di mantenere un tono calmo e cercando non sembrare imbarazzato. “Mi presteresti il tuo telefono? Dovrei chiamare un amico.” “Che amico? Guarda che a me puoi, anzi, devi dirlo. Non vorrei che tu telefonassi qualcuno di scomodo.” Dopo un risolino isterico di Amy, che era stata impegnata a guardare il bel viso del suo adorato Sonic e non aveva emesso suono da quando aveva messo piede nella dimora del riccio, Knuckles aveva ripreso a parlare.
“No, devo telefonare Shadow. È urgente”. Attendendo spiegazioni, Sonic continuava a fissare il ragazzo con sguardo vigile e controllava ogni sua espressione per capire se voleva fare qualche scherzo al riccio nero. Conoscendolo, il porcospino si sarebbe adirato a morte, cosa che a lui non conveniva affatto. Questa volta la ragazza non era riuscita a resistere e aveva detto:
“Sonic, è una questione di vita o di morte. Insomma, loro due sono…” Knuckles aveva messo una mano davanti alla bocca del riccio dagli occhi color smeraldo per non permetterle di finire la frase. Sonic, più curioso che mai, aveva tolto la mano del guardiano dalla bocca della giovane, che, com’era prevedibile aveva finito la frase:
“Innamorati!” aveva dichiarato esultante. Il suo entusiasmo era stato spento sul nascere dallo sguardo omicida dell’echidna, che era sbiancato di colpo non appena il riccio blu, pietrificato dall’affermazione, si era girato verso di lui.
“P-posso spiegare…” aveva detto balbettando.
“Amy, esci dalla stanza per piacere.” Aveva chiesto il ragazzo dai capelli blu, con sorpresa di entrambi gli ospiti. I tre si erano guardati per qualche secondo, poi la giovane era uscita senza contestare.

“Ok, spiegami questa cosa.” Aveva chiesto una volta da soli. Knuckles con difficoltà aveva riassunto all’improvvisamente serio compagno ciò che era successo.
Dopo la desolante spiegazione, Sonic aveva affermato:
“Sai una cosa, amico? Per quanto io sia rimasto… turbato, credo sia il termine giusto, da questa tua dichiarazione, ti stimo davvero tanto. Almeno tu hai il coraggio di chiedere scusa, e soprattutto di dichiararti.”. Notando l’espressione perplessa del compare aveva terminato con un po’ di vergogna “Sono anni che provo dei sentimenti per Tails. Non ho mai avuto il coraggio di dirglielo, ma io lo amo. Ho troppa paura che non mi accetti per quello che provo, e non vorrei che andasse via.” Una lieve sfumatura di rosso che si era creata sulle sue guancie.
“Chi ti dice che Tails non provi gli stessi sentimenti? Non potrai mai saperlo se non verifichi. Insomma, è lui il primo che si preoccupa della tua salute.” aveva affermato l’echidna sorridendogli. “Amy mi ha detto di fidarmi solo di ciò che mi dice il cuore. Credo che se non avessi deciso di prendere questa strada, se non avessi scelto di dichiararmi a Shadow, ora sarei ancora sulla mia isola a piangere e a passare notti insonni, sotterrato dai dubbi.”. Il riccio era rimasto stranito nel sentire delle frasi tanto romantiche dall’amico.
“Knux, ho intenzione di aiutarti, però, in caso di necessità, vorrei che tu facessi lo stesso con me per quanto riguarda Tails.” Gli aveva proposto. “Vorrei tanto poterti aiutare, ma io di queste cose non me ne intendo. Dovresti chiedere a Amy.”. Notando l’espressione poco convinta di Sonic aveva terminato “So che tu gli piaci, ma credo capirà. Dovrà farsene una ragione.”

Il riccio aveva preso il suo cellulare e aveva composto il numero di Shadow.
“Perché non gli chiedi di venire qua? Parlargli di persona è meglio piuttosto che attraverso uno stupido telefono.”
“P-per me va bene” aveva risposto il guardiano insicuro. “Basta che ci lasci soli… sono già abbastanza imbarazzato per conto mio.”. Il velocista aveva annuito e gli aveva porto il telefono, che aveva già emesso tre squilli.
Quattro…
Cinque…
“Cosa vuoi?” il solito tono rabbioso di Shadow aveva fatto sussultare l’echidna, che aveva reso l’apparecchio al suo proprietario chiedendogli di parlare in parte sua.
“Che cavolo vuoi che gli dica?!” aveva sussurrato Sonic. Il ragazzo dal pelo rosso aveva alzato le spalle.
“HEY SHADOW!” aveva detto il riccio fingendosi felice “Senti, vuoi venire a casa mia? Facciamo una gara!”
“Non ne ho voglia. Lasciami in pace.” Aveva risposto il porcospino nero con voce calma, in procinto di chiudere la telefonata. “Dai, Knux, digli qualcosa tu!” aveva urlato esasperato il ragazzo dagli occhi verdi.
Al sentire il nome del compagno, il cuore di Shadow si era bloccato per un istante. Era davvero li? Aveva rifiutato ogni sua chiamata, davvero si ostinava a tentare di contattarlo, aveva seriamente questo bisogno incontenibile di parlargli? Si era seriamente umiliato chiedendo aiuto a Faker?
“S-Shadow…” ora ne era sicuro, quella era la voce che tanto lo faceva impazzire “Ti prego, vieni a casa di Sonic, ho necessità di parlarti…” Nonostante avesse cercato di stargli lontano per il maggior lasso di tempo possibile, sentiva il bisogno impellente di rivederlo. Aveva usato il Chaos Control e nel giro di pochi istanti i due si erano ritrovati faccia a faccia. Sonic, come promesso, era uscito fuori dalla casa, e, seguendo i consigli dell’amico dagli occhi color ametista, era andato a cercare Amy. Voleva avere anche lui una lezione su come dichiararsi!

.......
I due si guardavano senza parlare. Entrambi aspettavano che fosse l’altro a fare il primo passo. Dopo qualche attimo di profondo silenzio, era stato Shadow a farsi avanti.
“Credi che chiedendomi scusa risolverai qualcosa?” Knuckles si era fatto improvvisamente fatto scuro in volto.
“Rispondimi. Credi che scusandoti mi farai un piacere? O forse vuoi solo levarti di dosso i sensi di colpa? Ho riflettuto a lungo, e mi sono reso conto che tra tutte le persone che conosco, anche se starti accanto mi fa star bene, sei quello che odio di più.” A sentire quelle parole, il ragazzo si era sentito sprofondare. Effettivamente lui voleva scusarsi principalmente per poter dormire sogni tranquilli, per poter stare in pace con la sua coscienza. Eppure, se quella fosse stata l’unica ragione del loro ricongiungimento, probabilmente non avrebbe fatto tutti quelli sforzi per rincontrarlo. “ Lo so, è comprensibile che io non ti piaccia, soprattutto dopo quel bacio imposto” aveva detto il cinico riccio abbassando il capo “ma ci sono rimasto male, e devo per forza incolpare qualcuno.”.
“A dire la verità, non sono qua per scusarmi, visto che non vi è proprio nulla per cui lo dovei fare.” aveva detto il guardiano facendosi coraggio. “Volevo solo farti presente che ho riflettuto tanto quanto te. E ho capito una cosa…” Si era fermato. Non riusciva a terminare la frase.
“Cosa hai capito?” aveva detto il riccio impaziente. “Ecco… io… Shadow…”

Dillo. Puoi farcela.
“Io…” non aveva abbastanza coraggio.

È la mia occasione.
“SHADOW, IO TI AMO!” aveva urlato con tutto il fiato che aveva in gola. Il porcospino era rimasto impietrito.
“Non sei simpatico.” Aveva affermato sprezzante.
“Ecco, io h-ho capito che il senso di desolazione che ho provato negli ultimi giorni non era dovuto a ciò che mi hai detto, e soprattutto al bacio, ma alla tua mancanza.” Le sue guancie erano diventate del colore della sua pelliccia, ed aveva sorriso timidamente. Alla vista di quel viso tanto dolce e adorabile, nel ragazzo dagli occhi scarlatti era rinverdito il desiderio di farlo suo. Quella volta però non avrebbe osato: si sarebbe rivelato un errore fatale.
“La mia risposta è stato uno degli sbagli peggiori che avessi mai potuto fare, e allo stesso tempo il modo migliore per riflettere su ciò che mi dice il mio cuore. Io non avevo risposto alla tua domanda, ma ora lo voglio chiedere a te… ti piaccio davvero?”
“Che domanda è? Certo che mi piaci.” Aveva risposto con tono convinto.
“Allora,” aveva implorato il giovane dalla pelliccia cremisi “Baciami.”

Quella richiesta andava contro ogni aspettativa dello sbigottito riccio, che non aveva avuto il coraggio di dare conferma. Non poteva farlo, anche se glielo aveva chiesto lui, anche se non gli stava imponendo nulla. Non avrebbe desiderato rammentare un ennesimo bacio che il suo amore non aveva pienamente voluto. “Mi dispiace, ma non posso.”
Rattristendosi, il ragazzo dai capelli vermigli lo aveva guardato malinconico. “Perché non vuoi? I-io credevo ti facesse piacere…”
“È proprio questo il punto. A me potrà anche fare piacere, ma a te? Ne sei sicuro?” Pochi secondi di riflessione erano bastati per dare un pieno consenso:
“Se c’è una cosa che ho sognato per tutti questi giorni, è proprio di poter sentire ancora per una volta il tuo sapore.” Così dicendo Shadow si era avvicinato a lui e con entrambe le mani aveva accarezzato dolcemente il suo volto.

“Sarai accontentato.”

Un tiepido bacio aveva fatto ricongiungere per una seconda, bramata volta, le labbra dei due. Entrambi avevano chiuso gli occhi, godendo quei pochi istanti che li avevano assolti dai pensieri negativi. Il ragazzo dai capelli scuri aveva sfiorato lentamente la schiena del compagno, ormai completamente assorto nello sfiorarsi delle loro labbra.
Lentamente si erano divisi e l’affettuoso ragazzo dai lunghi capelli aveva dichiarato contento:
“Questo era un bacio! Non come quello che mi hai dato…” non era stato in grado di finire di parlare che l’insaziabile riccio, troppo preso dall’estasi del momento, lo aveva baciato ancora una volta, aggiungendo più passione, più sentimento, più desiderio.
Lentamente lo aveva pressato contro un muro e aveva cominciato a rasentare con la lingua il suo labbro inferiore. Stava per succedere ancora. Stava cercando di prendere il controllo sul ragazzo, nonostante il desiderio del guardiano fosse un amore che vedeva entrambi al comando. Ormai era inevitabile, il sentimento era troppo forte, e l’echidna non aveva manifestato alcun desiderio di opporsi. Poggiando una mano sulla parete e comprimendo il ragazzo dagli occhi viola contro il suo aitante corpo, aveva aspettato che l’amante lasciasse passare la calda lingua all’interno della socchiusa bocca, per poterla dapprima tastare, poi esplorare in ogni sua minima parte. Finalmente il compagno aveva acconsentito, ed il soffice accarezzarsi delle labbra si era trasformato in puro amore concentrato nel dolce lambire delle loro lingue. Adagio si erano nuovamente separati.

“Ti amo” lo aveva ringraziato Shadow per il bacio. Stava sorridendo, cosa che davvero poche volte gli era capitata. Knuckles ormai lo aveva capito: il riccio senza di lui non poteva essere felice. E stare a distanza dal ragazzo dal pelo scuro rendeva lui triste.
“Ti amo anche io.”

Ne era sicuro. Quella sarebbe stata la più bella relazione che si possa desiderare.


Good Ending: Il bacio del vero amore.

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Capitolo 6
*** Finale (3) ***


Finale 3

Erano ormai trascorsi quattro giorni da quando Knuckles aveva iniziato a cercare Shadow, quattro giorni nei quali il sonno continuava a venir meno.   Il ragazzo dal pelo rosso aveva deciso, dopo quasi un giorno di ricerca, di non trattenere Amy su Angel Island, in modo che si potesse unire a lui nelle indagini.  Aveva invece chiesto a Vector, Espio e Charmy Bee di sorvegliare a turno lo smeraldo in parte sua, senza però rivelare loro il motivo dell’assenza.
L’echidna ed il ricco rosa avevano cercato in lungo ed in largo: prima a Station Square, poi nel bosco; si erano addirittura intrufolati nel covo di Eggman, rischiando di venire soppressi durante l’azione.

Dopo tutti quei tentativi nei quali avevano miseramente fallito, Amy aveva deciso di chiedere aiuto, anche se andava contro i principi di Knuckles. Non poteva restare con le mani in mano, così era andata a trovare Rouge, senza dire nulla all’amico in difficoltà. Come sperava, l’attraente pipistrello era a conoscenza della posizione del porcospino, e lo aveva telefonato chiedendogli di recarsi alla spiaggia per un’emergenza. La giovane dagli occhi verdi, dal canto suo, era andata dal guardiano per avvisarlo dell’imminente arrivo di Shadow alla spiaggia. Senza farle domande era corso alla battigia, con sollievo di Amy che fortunatamente non aveva dovuto spiegare come aveva fatto a rintracciarlo.

I due si guardavano senza parlare. Entrambi aspettavano che fosse l’altro a fare il primo passo. Dopo qualche attimo di profondo silenzio, era stato Knuckles a decidere di comunicargli ciò che con cura aveva preparato.
“Volevo solo dirti che mi dispiace tanto.” Improvvisamente tutte le belle parole che aveva messo insieme erano svanite del tutto dalla sua mente. Con rassegnazione aveva deciso di seguire i consigli di Amy. Doveva solo ascoltare il suo cuore. Sperava solo che questo non fosse diventato timido tutto d’un tratto: dopotutto lo aveva importunato per troppo tempo per poterlo abbandonare al suo destino proprio in quel momento.
Shadow lo aveva scrutato senza dirgli nulla. Con leggero gesto del capo gli aveva chiesto di proseguire. L’echidna era arrossito di colpo e guardando il fresco terreno sotto i suoi piedi aveva tentato di formulare qualche frase confusa, che al porcospino era sembrata solo uno stupido modo di adulare per conquistarsi il suo perdono.
Non voleva farlo notare, ma lui era stato male tanto quanto il suo amico. Le sue previsioni erano sbagliate: confessarsi e ricevere un ‘no’ gli aveva scombussolato completamente la vita, al contrario di come auspicava. Invece di smettere di pensare al guardiano, il minestrone di sentimenti si era fatto più ambiguo di com’era già stato. Ancora allora provava rancore, dispiacere, inquietudine. Sapere che perlomeno anche il ragazzo dal pelo carminio non aveva passato un bel periodo sempre a causa delle sue risposte poco garbate, lo aveva appena appena confortato. Se lo meritava. E, ne era certo, non avrebbe lasciato correre i suoi modi offensivi di esprimere un parere, oltretutto sbrigativo e su cui avrebbe potuto riflettere almeno un po’ di più. Avrebbe rifiutato qualsiasi sua proposta, senza indugi. Voleva fargliela pagare, non gli importava della sua salute. La sua coscienza avrebbe potuto parlare quanto voleva, non avrebbe ascoltato. Non un’altra volta. Poteva tranquillamente soffrire in silenzio.
“Knuckles.” Aveva detto senza lasciar finire il discorso al ragazzo dagli occhi viola “Non m’interessa quello che hai da dirmi. Sei uno stronzo e basta, e non hai scusanti. Me ne vado.”
Così come aveva fatto il riccio il giorno in cui si era dichiarato, il guardiano gli aveva afferrato il polso e lo aveva tirato verso di se.
“La verità è che non ho smesso di pensare a te neanche per un istante. Shadow, ormai credo di non poter vivere se non mi sei vicino.” Senza riflettere aveva preso tra le mani il viso del cinico compagno e lo aveva baciato con passione. Il ragazzo dai capelli scuri aveva chiuso gli occhi, tentando di assaporare ogni singolo secondo di puro amore che il suo amante gli aveva concesso. Aveva sentito come un peso staccarsi completamente dal corpo e volare verso l’alto… a quanto pare l’amico ricambiava il suo caldo affetto. Improvvisamente era tornato alla realtà. E se quel bacio fosse stato solo un contentino che l’echidna gli aveva donato per svincolarsi dai soffocanti sensi di colpa? Sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.
Aveva spinto il suo beneamato lontano da se, notandone l’espressione confusa e anche un po’ dispiaciuta.
“Perché mi hai baciato?” gli aveva chiesto accigliato.
“N-non volevi?” si era scusato dispiaciuto il ragazzo. Non capiva: se Shadow si era preso una cotta per lui, perché interrompere l’unico momento in cui lui, anzi, loro si sentivano più leggeri, liberi dall’oppressione causata dai loro pensieri?
“Knux” non sapeva nemmeno perché lo aveva chiamato così “se non ti piaccio, non cercare di costringerti. Starò male ancora per qualche giorno, ma almeno tu non soffrirai a causa mia. Se sai che non è questo ciò che desideri, ti supplico, non baciarmi mai più. Non illudermi che possa durare, che possa continuare in eterno.”
“M-ma è ciò che desidero!” aveva risposto quasi offeso. “Ti amo e basta! Ti prego, non lasciarmi qua da solo! Ho bisogno di te.” Non si era neppure accorto di ciò che stava dicendo. E pensare che quando sentiva Amy che diceva le stesse identiche frasi quasi rigettava il pranzo. Si era reso conto che nonostante il cuore fosse analfabeta ed ignorante, comandava la sua lingua e la sua bocca senza scrupoli.
Shadow lo aveva osservato ed aveva ridacchiato leggermente abbracciandolo.
“Va bene.” Aveva sussurrato all’orecchio del più giovane “Se lo desideriamo entrambi, allora possiamo stare insieme.”
“Si. Lo desidero.”
 
...
 
Era passato un mese circa dalle promesse che i due si erano fatti. Per qualche tempo avevano tenuto segreta la loro relazione, ma dopo essersi baciati diverse volte in pubblico, erano stati costretti a dichiarare il loro reciproco amore a tutti i loro amici. Per la maggior parte di loro, in modo particolare per Sonic, questa rivelazione era stata qualcosa di scioccante. Il riccio blu, incredulo, non era riuscito ad accettare subito la questione, e anche se sapeva, o perlomeno aveva sentito dire dalla sua noiosa spasimante, che quando il vero amore parlava non vi era nulla che lo poteva ostacolare, si era sentito quasi disgustato nel vedere due dei suoi più cari compagni in veste di omosessuali. Non si sentiva omofobo, però pensava che tutte quelle sdolcinatezze potessero compromettere gli esiti delle loro battaglie. Certo non sapeva che uno dei passatempi preferiti dei novelli fidanzati era fare la lotta, e riusciva ad immaginarli solamente con delle corone di margherite sul capo, a passeggiare nei campi di tulipani.
Questo rifiuto quasi involontario del loro amore non aveva turbato minimamente l’animo dell’impassibile riccio nero, che mostrava la parte più remota del suo spirito solamente al guardiano. Quest’ultimo però a causa delle critiche si era demoralizzato e aveva cominciato a pensare che, nonostante il suo cuore gli dicesse che Shadow era l’uomo con cui voleva passare il resto della sua esistenza, forse non era poi una cosa tanto giusta.
Il riccio nero se ne era accorto, e nonostante tutte le belle parole che tentava di impiegare per sollevargli il morale, il ragazzo non faceva altro che deprimersi sempre di più. Sebbene tutti i battibecchi fossero cessati nel giro di quindici giorni, ancora sentiva un insopportabile senso di sconforto nel tenere la mano di Shadow in pubblico. Qualche volta aveva perfino preso in considerazione l’idea di andarsene, di lasciarlo solo, di rifiutare ancora una volta i suoi sentimenti. Poi guardava il porcospino, e capendo di essere l’unica persona in grado di farlo sorridere, si rendeva conto che avrebbe semplicemente ucciso entrambi, separandosi da lui.
 Ed eccolo, nel suo letto, abbracciato al suo ragazzo ormai addormentato da qualche ora, a riflettere. Un’altra notte insonne. Un’altra notte per pensare. Sarebbe mai finito quello strazio?
 
End: Notti insonni.
 

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