Il Viaggiatore

di Djmathew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inizio ***
Capitolo 2: *** il tenno ***
Capitolo 3: *** l'addestramento ***
Capitolo 4: *** la città ***
Capitolo 5: *** La sorpresa ***
Capitolo 6: *** La pace ***
Capitolo 7: *** La tristezza dietro l'innoceza ***
Capitolo 8: *** La Codardia Dietro La Possenza ***
Capitolo 9: *** Il dolore dietro ad ogni cosa ***
Capitolo 10: *** il terrore dentro ad ognuno ***
Capitolo 11: *** Il municipio ***
Capitolo 12: *** Voglio dimenticare ***
Capitolo 13: *** Libertà ***



Capitolo 1
*** l'inizio ***


Mi chiamo Matteo, sono un ragazzo annoiato con dei genitori stupidi che mi odiano, vivo in un paesino in cima al mondo e ho solo un amico: Tommaso, un ragazzo che ho conosciuto solo perché aveva la PlayStation 2 e mi faceva giocare, ma ora siamo molto amici.

Oggi è il mio compleanno, compio tredici anni. A nessuno è mai importato niente di me, neanche ai miei genitori, per loro è già tanto se mi danno da mangiare per non finire sotto denuncia. Festeggio sempre con Tommy e sua madre, suo padre è sempre fuori per lavoro, quindi vado a casa sua. 

Suono il campanello << Chi è? >> è la sua voce, di solito è sua madre a rispondere << Io >> la porta sia apre, entro. La casa è divisa in due piani, tre più la soffitta, nel piano terra ci viveva suo nonno, prima che morisse, poi è diventato un salotto extra. Al primo piano c'è casa di Tommy. 

<< Tua mamma non c'è? >> Tommy fa segno di no << È uscita per comprare gli ingredienti per la torta, se ne era scordata >> ah << Quindi che facciam-PRIMA REGALO >> una faccia divertita si dipinge sul suo volto << Giusto >> va in soffitta, io lo aspetto. 

Strano, ci sono alcune scatole nell'angolo vicino alla tele, ieri non c'erano. 

Rumori di passi che scendono dalle scale, ecco il regalo. Tommy torna con una scatola grandissima << CHE COS'È DOVE L'HAI PRESA >>

Lo apro. Non credo ai miei occhi, sembra una console per videogiochi e sembra molto all’avanguardia! Assomiglia ad una PlayStation 4, però ha delle striature azzurre fosforescenti davanti e sui lati, la osservo meglio e vedo che non ha l’entrata per i DVD. Che sfortuna, sarà una di quelle console con i giochi già installati però è parecchio figa anche così.

<< Dove l’hai trovata? >> chiedo << Era in soffitta - risponde – l’ho trovata e, dato che non ci capivo molto ho pensato che tu potessi scoprire che cosa fosse >>  << Ok, la cosa si fa misteriosa. Vaaaaaa bene, allora, sembra una console per videogiochi, ed anche con una tecnologia molto nuova, ma non ha l’entrata per i DVD o per i cavi dell’alimentazione e per connettersi alla tele. E questo è parecchio strano. Cosa possiamo farci? >> analizzo, lui sembra più curioso di me nel capire cosa sia << Iniziamo nel provare ad accenderla, solo, dov’è il tasto per l’accensione? >> mi risponde dopo un po’ Tommy.

 Annuisco e studio per un po’ il... coso, dopo un minuto vedo il disegno di un fulmine in un bassorilievo molto leggero dello stesso colore della console << Forse l’ho trovato >> dico subito indicando il fulmine << Che dici, Ci provo? >> Tommy annuisce silenziosamente. Non appena tocco il fulmine vengo pervaso da una scossa elettrica molto forte.

Buio, non sento nulla, non riesco a muovermi, ma non sono morto. Cosa è successo?

N. D. A. 

Ciao ragazzi ho riscritto questo capitolo perché
1 mi sembrava troppo corto
2 non mi piaceva il modo in cui l'avevo scritto. 
Forse riscriverò anche il secondo capitolo. 

Sciau. 


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Capitolo 2
*** il tenno ***


il Tenno


Nero, ancora più nero. No! Non è più nero! Ricomincio a vedere << Dove sono? >> la mia voce è debole. Sono sdraiato a terra. Sento qualcuno  << Siete sulla Liset, operatore, la vostra nuova base operativa >> sento una voce, maschile. Cosa cavolo ha detto? E perché mi dà del "voi"?

  << Operatore? Base operativa? Ma che? >>  riesco a distinguere un colore: azzurro << Sei stato scelto come Tenno, un difensore degli universi >> vedo la provenienza di quel colore. È uno schermo, con sopra raffigurato quello che sembra un cubo messo sulla punta con all'interno una luce quasi bianca.

<< Cioè sono stato scelto a caso come supereroe? >> sono più confuso di prima. Perché dovrebbero scegliere me? << Lotus ti ha scelto in base alle tue capacità fisiche e logiche >> Risponde il cubo facendo... vibrare il suo nucleo? Strano, molto strano. Certo sono il più bravo della classe a ginnastica ma addirittura scegliermi come supereroe

<< Tu chi sei? >> strano cubo parlante << Sono un Cephalon, il mio nome è Ordis: nucleo, pilota e manutentore di questa astronave >> oh. Sto parlando con un'intelligenza artificiale. FIIIIIIIGO.

<< Mentre invece chi è questa Lotus che hai menzionato prima? >> voglio chiarire almeno le cose essenziali << Lei è la leader della fazione Tenno, capo del consiglio delle sei associazioni e generale dell'esercito Tenno >> oh. Quindi è un pezzo grosso.

<< E quando inizia la mia "carriera"? >> voglio incominciare subito << L'incarico incomincia subito - EVVAI - ma prima è necessario un addestramento nel padroneggiare ogni arma ed equipaggiamento disponibile >> oh. Che palle.

Dovrò aspettare per usare tutto a mio piacimento. Aspetta, ma <<  Cosa ho a disposizione come equipaggiamento? >> spero mi diano qualcosa di figo << Le verrà dato un equipaggiamento standard composto da: un fucile a pompa chiamato STRUN, una pistola semiautomatica di nome LATO e un ascia da guerra nominata SCINDO, inoltre ti sarà data una tuta EXCALIBUR con abilità offensive e difensive >> oh. Sembro Saitama di One Punch Man con tutti questi "oh".

<< Quindi, fine? Non c'è più nulla da dire? >> un po' breve come presentazione << Odio perdere tempo in chiacchiere inutili >> ok << Allora, iniziamo? >>

<< Affermativo, inizio procedura di addestramento tra 3...2...1 >> Bianco... ora è bianco, strano, non sento niente. Sta incominciando a sparire ora. Ok, ora ci vedo, sono pronto per...

Un momento, dove sono? Questo di sicuro non è un campo di addestramento. Sono delle pietre sospese in aria dentro ad uno sfondo azzurro-bianco, ed io sono in mezzo ad una pietra grossa-più-grossa. Mi guardo attorno... nulla, non c'è nulla. 

Qualcosa si sta muovendo: della sabbia si sta spostando, come mossa dal vento. Si forma una tromba d'aria. Scompare all'improvviso, al suo posto c'è un uomo: capelli marroni, occhi dello stesso colore, sta indossando una giacca che molto probabilmente andava di moda cento anni fa.

<< Interessante >> punta la mano verso di me.

Sento un bruciore alla mano sinistra. Una forma si sta creando su di essa, come un marchio a fuoco.

Cosa cazzo è appena successo?


N. D. A

Ce L'ho fatta, ho finito di riscrivere tutto quello che andava riscritto.

Con questo dovrei aver finito.

 

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Capitolo 3
*** l'addestramento ***


 
L’addestramento
 
Riapro gli occhi. Stavolta sono in una stanza bianca, con solo sei colonne nere, di forma esagonale, disposte in cerchio. Io sono al centro. Dopo un po’ di tempo risento la voce di Ordis << Benvenuto alla stanza di addestramento, Tenno, questo sarà il luogo dove imparerai a maneggiare ogni arma e abilità che ti è stata assegnata >> va bene, posso farcela, sono stato scelto per farlo, ok, facciamolo.

<< Il primo passo dell’addestramento riguarderà le due armi principali: lo Strun e la Lato, il primo è un fucile a pompa, ottimo per gli scontri ravvicinati, ottimi tempo di ricarica e cadenza di fuoco ma non molto utile quando si parla di precisione. La seconda arma, invece, è una pistola semi-automatica, non fa molto danno ma è precisa ed ha una lunga portata. Iniziamo con dei bersagli immobili >>

Appena Ordis finisce di parlare mi si materializzano davanti degli ologrammi di... mostri presi direttamente da Gravity Falls e in mano delle armi. La prima sembra essere il fucile a pompa, ha un aspetto quasi normale se non fosse che la canna è larga UNDECIMETROEMEZZO, mentre la seconda è una pistola con impugnatura in legno con lo spazio per le dita e la parte sopra in metallo, e non ha il grilletto. Perché NON HA IL GRILLETTO? << Potrà notare che la Lato non ha il grilletto, questo perché spara tramite il semplice tocco del dito sul metallo >> wow.

Finisco la serie di mostri-ologrammi e noto subito che la pistola non fa nulla di danno: per far fuori uno che dovrebbe essere il più debole ho usato due caricatori. Neanche il tempo di pensare quanto faccia schifo la Lato che le armi scompaiono ed al suo posto appare una ascia da guerra a doppia lama e subito sento Ordis << Questa è la Scindo: un’arma da corpo a corpo che può infliggere molti danni ma con poca velocità, vuole provarla? >> ovviamente << Si la provo subito >> davanti a me appaiono altri mostri.

Finisco e non ho nulla da dire sulla Scindo. È DEVASTANTE PUNTOEBASTA.

Compaiono anche le altre armi e Ordis dice << Il prossimo passo dell’addestramento riguarderà l’Excalibur, una armatura progettata per aumentare le potenzialità di combattimento e movimento, esistono 28 tute diverse che le saranno assegnate in base ai traguardi che raggiungerà, inizio con la procedura di montaggio, è pregato di stare fermo >> resto immobile e una luce rossa mi scansiona per quindici secondi.

Ad un tratto sento qualcosa che mi si attacca alla gamba destra, guardo ed è appunto una gamba di metallo, lo stesso mi succede alla sinistra, poi anche un braccio, l’altro braccio, il petto, la schiena fino a montare un’intera armatura. Vedo quella che dovrebbe essere la testa che si avvicina molto velocemente. Oh. Ferma. FERMA. Chiudo gli occhi e mi preparo all’impatto. Aspetto e non sento nulla, apro gli occhi e vedo la testa ferma a un decimetro da me, dopo un po’ di tempo la testa si apre e si posa dolcemente sulla mia faccia.

Sento di nuovo Ordis << L’ultimo passo dell’addestramento consiste nella padronanza delle abilità Excalibur. Ogni abilità consuma dell’energia che la tuta ricaricherà dopo un po’ di tempo. la prima si chiama Slash Dash: l’abilità con il costo di energia minore, serve per un nemico solo ma molto potente, riesce a trapassare ogni scudo e distruggere ogni nemico. Per attivare un’abilita speciale basta pensare il nome mentre si indossa l’armatura, provi su questo manichino >> davanti a me compare un manichino. Mi concentro, fisso il manichino, SLASH DASH. D’improvviso l’armatura scivola verso il manichino, dal nulla si crea una spada ed il manichino viene tagliato di netto, resto fermo, fisso quello che resta del manichino, questa tuta è un’arma di distruzione di massa.

Sento Ordis << Eccellente, operatore, possiamo passare alla prossima abilità: Radial Blind, questa abilità ha un costo medio di energia, non infligge danni ma rende cieco per quindici secondi chiunque venga colpito nel raggio di venticinque metri, per questa volta useremo nemici veri ma disarmati >> davanti a me spuntano degli umanoidi che parlano tra di loro, ad un tratto una forza invisibile li dispone in cerchio un po’ vicino a me. Mi concentro di nuovo, guardo a terra. RADIAL BLIND. Si crea di nuovo la spada di prima, la tuta la punta in alto, delle scariche elettriche dall’armatura convergono verso la punta della spada, si forma una mini-sfera che dopo un secondo esplode. A me non succede nulla, mi guardo attorno e vedo gli umanoidi che si tengono la testa mentre dagli occhi escono scintille bianche. Bene, questa abilità mi servirà per quando mi circonderanno.

<< Perfetto, operatore, possiamo passare alla prossima abilità: Radial Javelin. Questa abilità ha un costo di abilità molto alto ma ha un grosso danno, può agganciare fino a dodici nemici nel raggio di venticinque metri e li distrugge quasi subito >> spuntano dei manichini attorno a me, sono sei, e sono tutti quanti davanti alle colonne.
Rifacciamolo, mi concentro, guardo il vuoto davanti a me. RADIAL JAVELIN. Si riforma la spada, stavolta l’armatura la conficca in terra, un bagliore blu, e la spada scompare. Mi guardo attorno e vedo dei giavellotti conficcati nei manichini…E I MANICHINI CONFICCATI NELLE COLONNE. Ok. QUESTA mi servirà per quando sono circondato.

<< Fantastico, operatore, possiamo passare alla quarta ed’ ultima abilità Excalibur: la Exalted Blade, avrà notato che i precedenti poteri usavano una spada, quest’ultima abilità ti consente di utilizzarla liberamente. Questa usa energia mentre è attiva, Provi >> davanti a me compaiono altri manichini ma stavolta sono disposti in modo casuale. Mi concentro, guardo i manichini. EXALTED BLADE. La spada di prima mi si crea in mano, stavolta non succede nulla, sono fermo. Decido di provarla sul posto, tiro un fendente. Si crea una lama di luce che vola in avanti nella direzione i cui avevo tirato il fendente fino a quando non va contro un manichino, il quale viene subito tagliato in due. Rimango fermo, ho in mano un’arma letale. Riprovo, tiro un secondo fendente. Riparte la lama di luce che taglia un altro manichino. << Quest’arma, è peggio della distruzione di massa, è un’arma di distruzione universale >> resto fermo per un po’ fino a quando la spada scompare all’improvviso, evidentemente sarà finita l’energia.

La tuta si smonta e scompare e sento di nuovo Ordis << Ottimo, operatore, dato che hai finito l’addestramento, possiamo trasportarla in un universo, inizio procedura >> cerco di dire qualcosa ma subito non vedo più niente.

Freddo, sento solo freddo. Apro gli occhi, sono in un vicolo cieco, accanto a un cassonetto dell’immondizia. Fuori si intravede la luce di alcuni lampioni, passa una macchina ogni tanto ma perlopiù c’è silenzio. Però è strano, è tutto un po’ a cartone animato, come se fosse un film della Disney, sembra quasi << Perché questa è Zootropolis, e chiunque può essere ciò che vuole, vero mamma? >> sento una bambina fuori dal vicolo.

Non. Ci. Credo.


angolo di quello che ha scritto sta storia:

CE L'HO FATTA. BRAVO ME.
se si continua con questo ritmo si finisce tra cinque anni.
vabbo dai saluto plando e tutti quelli che mi seguono.
RECENSITE perchè SI.
 

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Capitolo 4
*** la città ***


La città 

Sono a Zootropolis.

NON CI CREDO. Sono a Zootropolis, il cartone che più mi piace (visto ovviamente a casa di Tommy), ed io ci sono dentro. Aspetta, è davvero Zootropolis? Mi sporgo dal vicolo per poco ma abbastanza per vedere un caribù dentro una macchina che ascolta Shakira-Gazelle. Sono a Zootropolis.

Ok. Ma, che faccio? Non posso contattare Ordis perché non mi hanno dato nulla, è notte ma se esco divento comunque oggetto di cinquanta telegiornali diversi. Cosa posso fare? Resto fermo. Resto fermo per qualche minuto.

Decido di ispezionare il vicolo. C'è solo una porta, credo sia del negozio di vestiti accanto al vicolo, ed un paio di cassonetti dalla parte opposta.
Sento un suono. Come uno squillo, cerco la provenienza. Accanto ad un cassonetto c'è una specie di mono-occhiale con la lente azzurra. Il suono viene da lì. Raccolgo l'occhiale, lo indosso. Subito sento Ordis << Operatore? mi sente? Sono Ordis >> mi chiama << Si? >> rispondo, ho un brutto presentimento << La navetta ha avuto un malfunzionamento, dovrò usare il trasporto a motori >> lo sapevo << In che senso? >> dico sperando che nessuno mi senta da fuori il vicolo << Per trasportarla ho utilizzato uno speciale teletrasporto, volevo usarlo anche sulla navetta ma e successo qualcosa, ora devo usare il portale pubblico ma purtroppo non posso usarlo se prima non aggiusto il teletrasporto, il quale ci mette un giorno a riscaldarsi e quindi... >> << Aspetta, quindi te non ci sei? >> Ordis sembra spaventato << Esatto, operatore >> un attimo << Quindi niente tuta o armi? >> << Esatto >> << E quanto ci metterai ad arrivare? >> ok. Va bene. Posso vivere senza. << Ordis? >> << Si? >> rimango in silenzio per un po' << Cosa devo fare? Qual è la mia missione? >> domando perplesso << Deve pattugliare la città, deve fare rapporto per ogni cosa strana che vede? >> sono ancora più confuso << Cosa intendi per 'strana'? >> << Lei ha visto il film di Zootropolis? >> << Certo >> << Ogni cosa, da ogni possibile oggetto, persona o essere che non potrebbe, che non DOVREBBE essere qui >> forse ho capito << O-Ok ci provo >>. La chiamata si chiude.

Lascio l'occhiale dove è, casomai arrivassero altre chiamate. Non posso stare qui per sempre, mi sporgo di nuovo, il negozio di vestiti è aperto. Guardo la via: sembra una strada secondaria, una sola carreggiata, probabilmente a senso unico, pochi negozi, un ristorante e per il resto solo residenze. Non sembra esserci nessuno. Esco dal vicolo, entro nel negozio di vestiti, è vuoto, il cassiere, nonché l'unico presente non sembra avermi notato, bene, non voglio problemi fino all'acquisto. Mi serve una felpa con un cappuccio, devo nascondere la faccia, eccone una, sembra essere della mia taglia, forse un po' più grande, ma va bene lo stesso. Mi avvicino al cassiere lentamente, è un caribù, sembra maschio, forse ha vent'anni a giudicare dalle corna. Appena lo vedo, l'occhiale fa comparire delle scritte: Michael Martin, età: 22. Mi avvicino di più, il cassiere mi nota, e fa subito una faccia che va tra lo spaventato ed il sorpreso, me lo aspettavo, cerco di restare indifferente e dico << Prendo questa >> lui balbetta << S-Sono d-diciotto e cinquanta >> e intanto ha incominciato a guardare il telefono fisso sulla scrivania, vuole sicuramente chiamare la polizia o qualcos'altro << Non ho soldi, mi dispiace, posso prenderla lo stesso? >> << V-V-Va bene >> non posso sequestrargli il telefono, non voglio passare per un vandalo, sono un agente in missione e devo comportarmi come tale << La prego, non chiami nessuno, non voglio guai >> e me ne vado. Ritorno nel vicolo, indosso la felpa, mi metto il cappuccio ed esco, mani in tasca e testa bassa. Spero che il cassiere non abbia chiamato nessuno. Mentre cammino mi accorgo che ho una scarpa slacciata, la quale mi dà molta noia, controllo che non ci sia nessuno nei paraggi e me la allaccio.

Finito. Mi rimetto in piedi, sto per rimettermi in cammino quando una voce femminile irrompe nelle mie orecchie << Scusi, signore >> mi giro, vedo una piccola ghepardina che mi fissa con degli occhi verdi. Subito sull'occhiale compaiono le scritte, sembra che ci sia un errore, Nome: ????? Età: ??? << Perché ha delle zampe così strane? Da dove viene? >> cerco di tenere la testa nascosta << Vengo da molto lontano >> lei inclina leggermente la testa con una faccia molto perplessa << Da lontano? Viene da qualche città estera? >> va bene, tanto vale dirglielo, tanto non penso che nessuno le crederà. Mi scopro il cappuccio << Sono un agente speciale, devo controllare che non ci sia niente di strano qui in città >> lei mi guarda ancora più perplessa << In che senso strana? >> mi chino verso di lei << ogni cosa che non dovrebbe essere qui, che non appartie- >>

<< Julia, vieni, dobbiamo ancora finire di programmare il... >> un secondo ghepardo, stavolta maschio, spunta dal buio chiamando la bambina, ma quando mi vede si ferma e mi fissa con una faccia molto sorpresa, sembra avere la mia età, forse un po' più piccolo, anche con lui l'occhiale ha un errore, Nome: ?????, Età: ??. << J-Julia a-andiamo a-a-a casa >> la bambina mi guarda con un'espressione dispiaciuta << Scusa, è mio fratello, ciao >> per poi seguire il ragazzo.

Ok. Mi giro e continuo a camminare << AAAAAAAAAAAHH >> dalla voce sembra la bambina, mi volto verso la provenienza e corro verso essa, vedo subito due uomini che bloccano i ragazzini, no, quelli non sono uomini, non sono neanche animali, hanno forma quasi umana ma sono deformi, l'unica cosa che riesco a vedere bene sono gli occhi, sono delle luci arancioni, nient'altro che luci arancioni che mi fissano. Appena mi vedono, sollevano i ragazzi e gli puntano un'arma alla testa, sembra un fucile d'assalto, ma non posso vederlo bene al buio.

Non so cosa fare, non posso avvicinarmi, altrimenti spareranno ai ragazzi, non posso andarmene, non posso lasciarli soli, non ho le mie armi, sono solo e disarmato contro due giganti con dei mitra in mano e due ostaggi. Julia si dimena, riesce a liberarsi, si libera e corre, corre via gridando << AIUTO! >>


L'essere che prima la stava tenendo punta il mitra verso di lei.



Una raffica.



La bambina cade.


Non si sta rialzando.



Rialzati.



Perché non ti muovi?


<< NOOOOOOOO! >> il fratello cerca di liberarsi ma il gigante lo tiene stretto. Non riesco a muovermi, la bambina e stesa a terra, il fratello che sta piangendo disperato e mi guarda come per dire 'fai qualcosa'. Ma non posso fare nulla. Io poso provare solo odio, odio per degli esseri che hanno sparato ad una bambina senza motivo. Mi fa male la testa, il segno sulla mia mano sinistra incomincia a brillare di luce bianca, in alto a destra del segno si forma un secondo 'tatuaggio' ma più piccolo, sembra la faccia di un topo. D'istinto alzo il braccio sinistro, una sorta di portale si forma sotto gli esseri, una quarantina di ratti escono da esso, senza che dica nulla i roditori saltano addosso ai giganti, mordendoli e straziandoli, il primo lascia andare il ragazzo, che corre subito verso la sorella. Intanto gli umanoidi si accasciano a terra, urlando frasi in una lingua a me sconosciuta. Forse era quello che intendeva la persona che mi è apparsa prima dell'addestramento, "compiere cose che nessun umano ha mai fatto, e che mai farà". Però ha parlato al plurale, che questa non sia l'unica abilità che ho?

Corro dalla bambina, il fratello sta piangendo di fianco a lei, abbasso l'orecchio poco sopra la bocca per sentire se respira. Sento un leggero movimento d'aria che mi arriva contro, ottimo, sta respirando è viva, noto una macchia rossa sulla gamba, mi avvicino, vedo un buco di proiettile. Qui si mette male, è svenuta per lo shock e dobbiamo portarla in ospedale. La sollevo, me la metto sulle spalle e mi avvio. Non so perché ma mi giro un attimo, i corpi sono spariti, anche i ratti, anche le armi. Potevo prenderle per difesa ma sono scomparse.

Sento delle sirene in lontananza. Lo sapevo che quel caribù avrebbe chiamato la polizia, potrei dare agli agenti la bambina ma sicuramente avrebbero qualche sospetto. Le volanti della polizia si fermano davanti a me, creando una sorta di blocco sulla strada, sono tre: due sono normali ma l'altra ha uno stile diverso, come se dentro ci fosse qualcuno di importante, dalle macchine escono in tutto cinque agenti, un rinoceronte, un leone, un elefante, una zebra... e un bufalo. È il capitano Bogo, comandante del PDZ. Appena mi vede fa una faccia metà spaventata e metà confusa, tira fuori un megafono e mi parla << Molla la bambina. - io obbedisco - Tu, ragazzo, portala qua >> il fratello prende in braccio Julia e si avvicina al capitano, sembra stia per dire qualcosa ma viene subito portato via dalla zebra. Non voglio immaginare cosa li diranno i suoi genitori. << Adesso metti le mani bene in vista >> obbedisco di nuovo e noto che gli agenti hanno tirato fuori le pistole << Vieni qui e consegnati alla polizia >> stavolta non posso eseguire l'ordine, non posso andare in prigione, ho paura, se scappo mi sparano, se non scappo mi rinchiudono.

Non so cosa fare. Di nuovo il mal di testa. Il simbolo ricomincia brillare, si forma un terzo segno sotto al topo, questo sembra una clessidra, d'istinto chiudo la mano sinistra a pugno e abbasso il braccio. Tutto tace, tutto è immobile, il capitano, gli agenti, le sirene. Sembra tutto bloccato. Il tempo si è fermato. Mi guardo attorno. Tutti sono bloccati. Nessuno si muove, nessuna parla. Adesso che lo noto non sento nessun suono. Mi allontano, meglio non esserci quando il tempo riprenderà a scorrere. Cammino veloce, vedo un vicolo, guardo, vedo che l'altra parte dà su un'altra strada, mi incammino verso essa. D'improvviso la mano sinistra pulsa, il simbolo brilla per una frazione di secondo e tornano i suoni, sento già il capitano << CERCATELO! >> meglio correre.

Corro, corro più che posso. Spero che i ragazzi stiano bene, non voglio che Julia si ferisca ancora. Aspetta. Perché hanno attaccato loro due? E poi adesso saranno le due di notte, perché loro erano in giro a quest'ora? Cosa dovevano finire di programmare? << FERMO! >> una voce femminile, stavolta adulta, irrompe nei miei pensieri, mi fermo subito. Davanti a me c'è una coniglietta in divisa da poliziotto: pelo grigio, un po' bianca sul muso, un po' grande per essere un coniglio, mi arriva alla pancia, contando le orecchie mi arriva al petto, forse l'evoluzione ha fatto crescere la statura. Mi accorgo solo ora che mi sta puntando una pistola contro. Ha un'espressione quasi spaventata, orecchie basse, sta ansimando. L'occhiale scrive: Nome: Judy Hopps, Età: 30.

<< T-Tu sei Judy >> adesso è del tutto spaventata << Come la conosci? >> qualcosa mi si appoggia sulla schiena, non voglio sapere cosa è, una voce familiare arriva da dietro, so già chi è << Ciao Nick >> sento un sussulto << Come va il lavoro? >> devo cercare di distrarli << Come fai a conoscerci? >> posso fare il misterioso << Io so tutto di voi >> adesso Judy è molto spaventata ma continua a tenere la pistola puntata contro me << Cosa sai? >> è la mia occasione << So che vuoi fare la poliziotta sin da piccola, che alla fine ci sei riuscita, ma all'inizio ti hanno ostacolato mettendoti a fare l'ausiliare. La tua occasione si è presentata quando un negozio è stato derubato di "cipolle", a proposito, sai che quegli ortaggi valevano duecentocinquanta dollari al pezzo? Avresti potuto demolire lo stipendio di Bogo - adesso Judy ha una faccia confusa - Non voglio andare avanti perché il resto lo avete vissuto insieme. Giusto, come va il graffio, Judy? >> la pistola dietro di me si abbassa << Quale graffio? >> mi giro lentamente << Il graffio che Gideon le ha fatto >> adesso Nick guarda Judy << È vero? >> Judy sembra triste << Si >> adesso Nick è arrabbiato << E perché non me l'hai detto? Stiamo insieme da sei anni - ci avrei scommesso - e non me lo dici? >> Judy cerca di dire qualcosa << Io non... >> << Non cosa? Non ti fidavi di me? >> << Non è quello che intendo >> mentre loro discutono sento di nuovo il mal di testa.

Stavolta sulla mano compare una freccia, sotto alla clessidra. Subito so cosa fare, chiudo la mano a pugno e la tengo ferma. Vedo un alone azzurro davanti a me, mi guardo attorno, quella piccola nebbia segue il mio sguardo. Il tetto della costruzione davanti a me e abbastanza basso, guardo al bordo, apro la mano. Tutto a un tratto sto andando verso il bordo del tetto, mi aggrappo ad esso, mi arrampico. Sento Nick << E quindi? Ci siamo promessi che... aspetta, Dov'è? Dove è andato? >> mi siedo vicino ad un condotto di ventilazione.

Chiudo gli occhi un attimo. Li riapro, sono di nuovo in quella isola fluttuante.

Sto per rincontrarlo.



nda


ma ciao. sono un po in ritardo, ho duvuto rifarla da capo per- ehm- problemi tecnici.
vabbo spero che vi piaccia. saluto plando.
recensite vi prego devo sapere cosa ne pensate.
ah giusto.
una domanda per voi. tra quanto volete che arrivi ordis?
recensite e fatemi sapere quanto dovrà soffrire il nostro matte prima che arrivino le armi.
ok?

vi lascio un link per la foto del tatuaggio centrale che ha sulla mano sinistra.
sciau.


http://oi68.tinypic.com/2afhmdy.jpg

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Capitolo 5
*** La sorpresa ***


​La sorpresa



Mi guardo attorno, l'isola è un po' diversa dall'ultima volta, ora è isolata, non ci sono altre rocce fluttuanti attorno, c'è pure poca vegetazione, qualche filo d'erba ed un cespuglio. Davanti a me appare l'uomo che mi ha dato il simbolo sulla mano, noto solo ora che ha gli occhi completamente neri. Prima che possa dire qualcosa, gli parlo << Chi sei? Cosa è questo simbolo che ho sulla mano? E come fa a farmi fare quelle cose? >> lui sorride, è un sorriso quasi crudele, ma non del tutto << Io sono l'Esterno, una divinità appartenente all'universo di Dishonored, sono colui che ha permesso a Corvo Attano di provare la sua innocenza, la quale gli era stata tolta tramite un meschino inganno. Quel simbolo è il mio marchio, ti conferisce una parte dei miei poteri >> tra noi passa qualche secondo di silenzio << E perché hai scelto me? >> l'Esterno sembra divertito << Non c'è un vero motivo, volevo solo divertirmi, voglio vedere cosa farai con i nuovi poteri che ti ho dato, anzi, voglio metterti alla prova, ho un dono per te >> la cosa mi attira << Che cos'è? >> lui si siede su una sedia apparsa dal nulla << Diciamo solo che ti servirà >> spero mi serva davvero << Dove si trova? >> intorno a me si fa tutto bianco.

Mi sveglio, sono ancora sul tetto di quel condominio. È giorno, adesso sarà molto difficile andare in giro per la città e passare inosservato. Mi alzo, mi sporgo per vedere quanta gente c'è. È PIENA, i marciapiedi sono pieni di animali che passeggiano, alcuni vestiti di nero, altri con i figli. Noto solo ora che sull'occhiale è segnata data e ora locale: "DOMENICA, 9:34 A.M." Per qualche strano motivo non segna la data.

Perfetto, è giorno, è domenica quindi quasi nessuno va a lavoro e io non ho nessun nascondiglio. Devo trovare il "dono" dell'Esterno. Ho indosso ancora la felpa, potrei andare in giro per la città se nascondo ogni centimetro quadrato del mio corpo, è l'unica possibilità che ho. Mi teletrasporto nel vicolo di prima, mi metto il cappuccio, mani in tasca, tolgo l'occhiale per non attirare l'attenzione ed esco.

Gli altri non sembrano notarmi, bene. Il problema è trovare il "dono", dove potrebbe averlo nascosto? Deve centrare con il film, la gelateria dove Judy e Nick si sono conosciuti? Troppo poco vista nel film. Davanti alla seggiovia dove Nick si è aperto a Judy? Lo vedrebbero tutti. Passo davanti ad un negozio di elettronica, in vetrina ci sono alcune televisioni a schermo curvo. Stanno trasmettendo il telegiornale, la conduttrice è un leopardo delle nevi, stanno dando una notizia di ciò che è successo ieri notte << Ieri notte un caribù ha segnalato alle autorità una raffica di spari, la polizia è accorsa subito e afferma di aver trovato un mammifero mascherato che portava insieme a sé due bambini, di cui uno ferito alla gamba da un proiettile. Il criminale è riuscito a fuggire ma i ragazzini sono salvi, la bambina ferita è ora in perfetta salute, ma dovrà restare una settimana nell'ospedale di Zootropolis. Il capitano delle autorità locali ha messo pattuglie per tutta la città ed ha affermato che acciuffare il criminale è diventata la priorità maggiore >> perfetto, tutta la città mi sta cercando e io sono in mezzo ad un marciapiede in pieno giorno. Perlomeno la bambina sta bene.

Sento un allarme, noto che accanto a me c'è una banca, la finestra del primo piano si rompe, due animali si lanciano da lì e atterrano a quattro zampe senza apparentemente ferirsi in nessun modo, sono sicuramente felini, hanno due sacchi di soldi sulle spalle per ciascuno. Sparano due colpi in aria per spaventare la folla, infatti la gente si sta sparpagliando in preda al terrore. Loro scappano, sono molto veloci, non sta venendo nessun poliziotto. Forse se li prendo io guadagno un po' di reputazione tra la folla. Mi fa male la testa, sulla mano sinistra compare un altro segno: un tornado. Chiudo la mano a pugno, faccio come per lanciare qualcosa verso loro, un forte vento si alza, sembra sia solo davanti a me, il vento va verso i ladri e li fa cadere, mi teletrasporto verso di loro, prendo i sacchi di soldi e li porto dentro la banca, i felini sono troppo terrorizzati per fare qualcosa.

Sento delle sirene della polizia, meglio non farsi beccare subito, mi teletrasporto abbastanza lontano da non essere visto, mi metto l'occhiale per vedere se ho qualche "chiamata" persa, subito riesco a sentire cosa dicono i poliziotti, questo aggeggio ha un microfono direzionale? Figo. << Forza Jeff, monta questi due sul furgone e li portiamo in centrale >> LA CENTRALE! Ecco dove può essere il dono. Mi serve una mappa per cercarla. Subito sull'occhiale compare una mappa locale, chiudo l'altro occhio per vederla meglio. La centrale è abbastanza lontana, stavolta meglio usare i tetti per spostarsi. Mi teletrasporto sopra il condominio vicino a me e mi incammino.

Dove potrebbe essere? Un luogo dove non va quasi nessuno, potrebbero essere gli archivi, per quello che so ci va solo il "segretario", in questo caso Benjamin, per prendere i fascicoli sui casi. Meglio iniziare da quelli.

Sono arrivato, la centrale è al centro di una piazza, provo a teletrasportarmi sul tetto ma la nebbiolina che mi indica dove il punto di arrivo non arriva abbastanza lontano. Devo passare per l'ingresso, se fermo il tempo e corro posso arrivare agli archivi velocemente. Mi teletrasporto davanti alla porta principale, fermo il tempo ed entro velocemente, mi guardo attorno, è pieno di poliziotti. Cerco la porta per gli archivi, dovrebbe essere al piano terra, ECCOLA! Corro verso essa, sento la mano sinistra che in comincia a pulsare, non adesso, sono quasi arrivato, SI! Apro la porta, entro e chiudo subito. La mano pulsa per l'ultima volta e il tempo riprende a scorrere. Accendo la luce, controllo che non ci sia nessuno. Non c'è nessuno, perfetto. Noto che il simbolo della clessidra è completamente grigio, invece di essere blu e bianco, forse significa che non posso fermare il tempo fino a quando non riprende il suo colore originale. Inizio a cercare, non sembra esserci nulla, ci sono solo scatole e scaffali, controllo dietro una pila di scatole. Vedo un mucchio di oggetti metallici, l'occhiale lo identifica:

Tuta Excalibur

Strun

Lato

Scindo

Sento la porta sbattere, un rumore di corsa, mi volto, vedo il capitano con la pistola puntata verso di me, dietro di lui alcuni mammiferi, anche loro con le pistole puntate verso di me << NON MUOVERTI, un passo falso e ti faccio saltare la testa >> dietro di lui, all'angolo tra il muro ed il soffitto, vedo una telecamera. Che idiota che sono, non ci avevo pensato. Sull'occhiale appare una scritta: "ATTIVARE TUTA EXCALIBUR?" Si, attiva anche le armi.  "ATTIVAZIONE TUTA: 1% TEMPO STIMATO: 2 MINUTI" devo distrarre Bogo << Vuoi davvero sparare ad un ragazzo? Un buon esempio per tutti, davvero – il suo sguardo si fa confuso – ma tra l'altro, hai sempre avuto una mente primitiva, ricca di pregiudizi verso gli altri, per te io sono un criminale solo perché sono diverso da tutti – ha abbassato di poco la pistola, "ATTIVAZIONE TUTA EXCALIBUR: 25% TEMPO STIMATO: 1 MINUTO E 30 SECONDI" – pregiudichi tutti, lo hai fatto con Judy Hopps, 'una coniglietta sbirro? Non si è mai visto nulla di simile, non durerà due giorni qui', è questo ciò che dissi, vero? – ha abbassato un po' lo sguardo – Lo hai fatto con Nicholas Wilde, 'e lei pensa che io possa fidarmi di una volpe?' e tutt'ora non lo fa – ha uno sguardo quasi triste, "ATTIVAZIONE TUTA EXCALIBUR: 75%" – ma io non sono un criminale, non voglio far del male a nessuno, voglio solo proteggervi da un pericolo più grande di qualsiasi crimine mai commesso finora, devo parlare con Judy e Nick, dove posso trovarli? >>

Bogo, con uno sguardo rassegnato e, forse, triste, fa segno agli agenti dietro di lui di abbassare le armi e mi parla << Oggi hanno il giorno libero perché Hopps si sente male e Wilde ha voluto restare con lei, ma se fai qualcosa di sbagliato ti rinchiudo in cella fino alla fine dei tuoi giorni >> "ATTIVAZIONE TUTA EXCALIBUR COMPLETATA, POTETE RICHIEDERLA QUANDO VOLETE" perfetto, devo solo cercare casa loro. Bogo e gli altri se ne vanno. << Operatore – l'occhiale parla, è la voce di Ordis – la tuta è scomparsa insieme a tutte le armi >> subito cerco di tranquillizzarlo << Tranquillo Ordis, è tutto qua con me >> << C-Come è possibile questo? Non hanno un dispositivo di teletrasporto >> << Diciamo solo che ho avuto un aiuto, comunque, quando arrivi? >> << Sono appena arrivato, operatore, e mi sto collegando al database del municipio per avere tutte le informazioni sulla città, e, mentre stavano riparando la navetta, mi hanno dato un nuovo equipaggiamento: l'Odonata >>

Un nuovo equipaggiamento? Incominciano ad essere tanti, ma per me non sono mai abbastanza << A cosa serve? >> << Permette a chi la usa di volare ma usa molta energia, quindi non si può usare per più di un'ora, ha anche quattro gadget: uno scudo di energia per bloccare ogni tipo di proiettile, un dispositivo di distrazione per i missili autoguidati, una raffica di missili autoguidati, e un'onda di energia che allontana e danneggia qualunque cosa nel raggio di 25 metri >> ottimo << Ha anche un pilota automatico? >> per scherzare glielo chiedo << Certo, operatore >> perché un'arma volante distruttiva dovrebbe avere un pilota automatico? Meglio non chiederlo. Esco dalla centrale << Ordis puoi prelevarmi insieme alla tuta e le armi? >> vedo una navetta dalla forma triangolare dalle punte arrotondate e due code partire dalle punte laterali arrivare e posizionarsi sopra la centrale, riesce a coprirla tutta con la sua ombra.

<< Cosa. È. Quello? >> mi volto e vedo Benjamin uscire dalla centrale per vedere cosa causava tutto quel buio. Mi nota e mi chiede << È tua? >> per fare il misterioso richiamo la tuta che si monta addosso a me, le armi si fissano sulla schiena, lo guardo e dico << Si >> subito dopo vedo nero per un secondo e mi trovo all'interno della navetta << Ordis, hai una telecamera per vedere l'esterno? >> << Certamente, operatore >> << Allora accendila e zooma verso l'entrata della centrale >> davanti a me si apre uno schermo ad ologramma che mostra l'entrata e vedo Benjamin che guarda in alto con la bocca spalancata mentre la navetta si allontana e sale di quota. Non mi stancherò mai di vedere le sue reazioni. 

<< Ordis, destinazione: casa di Judy Hopps >>


N.D.A.

ma ciao ragazzi, come state? scusate se questo capitolo è un po' breve ma è una "prima parte" perchè sennò il capitolo intero veniva troppo lungo e sarebbe stato un casino ( non è vero sono troppo pigro per scriverli tutti e due di fila) quindi per ora pubblico questo.
leggete, fatevelo piacere, recensite perchè devo sapere se faccio qualcosa di sbagliato ( apparte pubblicare un capitolo ogni morrte di papa ) e noi ci vediamo alla prossima.

ah già, mancava la lunghissima lista delle persone che commentano e che si fanno sentire mentre io scrivo:

*prende un super respiro*


Plando


sciau.

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Capitolo 6
*** La pace ***


La pace


Sono all'interno della Liset, dentro quella che sembra la cabina di pilotaggio, anche se io non sto pilotando nulla, è Ordis che guida la navetta. Davanti a me un vetro che si affaccia sull'esterno della navetta, vedo solo nuvole che corrono davanti a me. Esploriamo la Liset. Faccio smontare la tuta ed esco dalla cabina. la porta è strana: è automatica ma ci mette molto tempo ad aprirsi completamenti, come se fosse una porta per un vault << Ordis, perché questa porta ci mette così tanto ad aprirsi? >> intanto la porta si è finalmente aperta << L’interno della Liset, cabina di pilotaggio esclusa, è stato costruito in modo che, qualsiasi inclinazione abbia, resti sempre parallelo al terreno, così che eventuali oggetti non si rompano >> utile.

Mi trovo ora in una grande sala, illuminata da una forte luce bianca. Vedo che ci sono altre cinque porte, a forma di semicerchio, vado vicino ad una e quella si apre istantaneamente. Dentro c'è una camera da letto con una porta che presumo sia il bagno << Operatore, le consiglio di mangiare per essere al massimo delle sue energie stanotte >> mi mancava il robot genitore << Bon ho fame ora, voglio dormire, svegliami appena fa buio >> mi avvio verso il letto << Come desidera, operatore >> noto un pulsante sul muro, lo premo. Davanti a me compare uno schermo con sopra scritto ”selezionare indumento” ed una barra di ricerca, digito ”pigiama di cotone” e appaiono vari risultati, ne seleziono uno grigio semplice e si apre un pezzo di parete con dentro il pigiama selezionato. Mi cambio. OOOOHH QUESTA È COMODlTÀ, mi butto sul letto e mi addormento.

Mi ritrovo sull’isola fluttuante, davanti a me c'è l’Esterno che sta osservando un gioiello che ha in mano << Sai, dovresti ringraziarmi >> eh? << Per cosa? >> lui continua a guardare l’amuleto, sembra prezioso << Per aver convinto quel bufalo a crederti - un ricordo, di quando stavo parlando con Bogo, gli occhi del capitano si erano illuminati, di luce bianca - credevi davvero di poterlo convincere con così poche parole? >> rimango fermo << Come hai fatto? Non dovresti avere influenza su questo universo >> lui smette di guardare l’ amuleto e si gira verso di me, fissandomi con i suoi occhi neri come il petrolio << Attraverso te, tu porti il mio simbolo, ogni cosa che vedi con i tuoi occhi, io ci posso interagire – quindi posso contare sul suo aiuto? - ma non contare sempre sul mio aiuto, ho detto che voglio divertirmi e aiutarti sempre sarebbe noioso >> ti pareva. Noto che il gioiello in realtà è un portafoto d'oro, dentro c'è una foto che raffigura l'Esterno insieme ad una bambina << Chi è? >> lui torna a guardare l'amuleto, la sua faccia assume una espressione quasi triste << Era mia figlia, prima che io diventassi quello che sono ora >> mi mette il portafoto in mano. Incomincio a vedere bianco.

Mi sveglio, sono ancora nel letto, ho ancora il portafoto chiuso in mano, lo apro, noto che all'interno non c'è una foto, ma un dipinto minuscolo. Osservo la bambina: ha dei lunghi capelli castani scuri raccolti in una treccia che le arriva sulla spalla, la pelle è molto pallida, quasi bianca. La cosa che mi attira di più sono i suoi occhi, verdi, sembra quasi che mi stiano fissando.

<< Operatore, è notte, dovrebbe prepararsi per scendere in città >> chiudo il portafoto e lo lascio sul letto. Mi cambio e vado nella cabina di pilotaggio ma ho una domanda << Ordis, come faccio a scendere? >> << Normalmente le direi di usare l'Odonata, ma dato che non possiamo allertare nessuno, consiglio di usare l'armatura Excalibur >> non sto capendo << Ma l'Excalibur non ha capacità di volo, come faccio ad arrivare a terra senza sfracellarmi al suolo? >> l'armatura in comincia a montarsi su di me << Stia tranquillo, ogni tuta ha un dispositivo di planata che rallenta immediatamente la caduta e inibisce ogni movimento causato da inerzia, per attivarlo basta allargare le braccia come per volare >> la tuta ha finito di montarsi, sono completamente ricoperto da metallo, certo che è estremamente comoda per essere un'arma da combattimento. Davanti a me trovo un cilindro metallico con delle scanalature orizzontali, un secondo uguale ma più piccolo ed un piccolo quadrato color argento con qualche linea azzurra << Ordis cosa sono questi? >> << Queste sono le sue armi, hanno una funzione di compattamento per occupare meno spazio, le consiglio di portarsene almeno una in caso di scontro imprevisto >> scelgo il quadrato argentato. Vedo a terra, davanti alla finestra panoramica, una sorta di stampo per metalli con la forma di un uomo << Quello è il suo ascensore verso l'esterno della navetta, prego si posizioni in modo da uscire >> eseguo riempendo lo spazio vuoto e aggrappandomi a delle maniglie, sento la tuta che si fissa ad esse. Sullo schermo della tuta compare la scritta “fissaggio magnetico completato, potete staccarvi quando vuole”. La piattaforma incomincia a girare su se stessa fino a quando sono a testa in giù. Sento che la piattaforma sta scendendo, come un ascensore, davanti a me si apre una porta.

Sono fuori. Sono fuori da un'astronave a testa in giù e a circa un chilometro di altezza dal suolo. Davanti a me vedo solo nuvole colorate di arancione dai lampioni della città notturna. Attaccato alla schiena ho un quadrato color argento che si trasforma in un'arma. Noto solo ora l'assurdità della situazione, ma non mi importa molto. Mi stacco dall'unico appiglio che ho dalla Liset e cado.

Cado, vedo solo nuvole, nuvole che formano una parete colorata davanti a me, una parete che si avvicina molto velocemente. Mi metto come se volessi sfondare una parete vera. La sfondo. Davanti a me vedo la città, un mare di luci arancioni e bianche, anch'esso si avvicina. Il visore della tuta visualizza l'appartamento di Judy: è direttamente sotto di me. Si sta avvicinando, apro le braccia. Mi fermo subito. L'Excalibur si illumina di azzurro, ricomincio piano piano la mia discesa, fino a quando no tocco con i piedi il tetto del condominio. E tutto questo senza il minimo rumore.

La costruzione è molto più alta delle altre, ci sono molte antenne su questo tetto, antenne molto grandi. Trovo l'accesso all'interno del condominio, è aperto, nessuno si è preoccupato di chiuderlo, nessuno si aspetterebbe di ricevere visite dall'alto. Smonto la tuta e la lascio sul tetto, non voglio farmi vedere in assetto da guerra mentre cerco di fare pace. L'interno, al contrario del tetto, è molto pulito, pavimento di piastrelle bianche lucide, posso quasi vedermici riflesso sopra. Secondo la tuta, l'appartamento di Judy dovrebbe essere due piani sotto di me. Uso le scale o prendo l'ascensore? Se uso l'ascensore non posso controllare prima se c'è qualcuno nel corridoio del piano mentre se uso le scale posso. Uso le scale.

Menomale che a quest'ora la gente o va fuori o sta a casa a cenare. L'occhiale mi indica l'appartamento di Judy. Sono davanti alla porta, sto per bussare quando il tatuaggio sulla mano si illumina, sento un leggero bruciore. Finita la luce noto un nuovo segno accanto al simbolo, un occhio che mi fissa. Come faccio ad attivarlo? Forse devo solo concentrarmi. Chiudo gli occhi, mi concentro sui miei occhi, cerco in qualche modo di attivare il potere, li riapro. Vedo tutto più chiaro, quelli che prima erano angoli poco illuminati adesso li vedo come se qualcuno ci stia puntando una torcia contro. Guardo verso l'appartamento di Judy, oltre il muro vedo quattro sagome, grandi sagome, molto simili a quelli che hanno attaccato Julia e suo fratello. Vicino a loro vedo quelli che sembrano essere Nick e Judy, immobili.

Non sono morti, vero? Le abilità della tuta non sono fatte per combattimenti in luoghi chiusi. Dovrò andare con le abilità dell'esterno. Fermo il tempo, entro, vedo Judy e Nick imbavagliati e legati, hanno gli occhi aperti e non sembrano essere feriti. I soldati sono quattro e sono vicini tra loro. In mano tengono lo stesso fucile d'assalto che avevano gli altri. Forse se riesco a prenderne uno posso farli fuori tutti, tanto ho capito che con loro è impossibile patteggiare. Tolgo di mano il mitra ad uno e faccio ripartire il tempo. Punto alla testa di quello più vicino e sparo, quello cade, l'arma è silenziata, non si sentirà negli altri appartamenti. Gli altri tre vengono subito allertati ma sparo più velocemente possibile, cercando di non mancare il bersaglio e quindi danneggiare la stanza.

Sono morti, tutti i quattro soldati. Mi giro verso i due protagonisti, hanno uno sguardo pieno di paura, zampe ammanettate e bocca coperta da un fascio di energia arancione. L'occhiale li identifica come “dispositivi di immobilizzazione avanzata”. Come faccio a distruggerli? Forse la tuta può fare qualcosa. Chiamo l'Excalibur << State tranquilli, vi libero subito >> loro rispondono con un leggero movimento della testa. Una volta montata l'armatura creo l'Exalted Blade, lo sguardo di Judy si fa più impaurito di prima, le sue orecchie si abbassano fino a quasi scomparire dietro di lei << Stai calma, per favore, voglio solo liberarti >> sto cercando di essere il più rassicurante possibile << Adesso però non muoverti >> mi abbasso alla sua altezza e avvicino la spada all'origine del fascio, appena tocca il dispositivo, il fascio scompare e la sua origine cade a terra.

Judy ansima dalla paura ma piano piano si calma, mentre rompo anche le manette mormora qualcosa che sembra un “grazie”. Libero anche Nick << Chi sei? >> chiede con un debole tono spaventato << Diciamo solo che vengo da lontano >> la mia risposta lo incuriosisce ancora di più << Da dove? >> prima che possa rispondere Ordis mi chiama << Operatore, tutto bene? Ho rilevato delle altre presenze oltre oltre a voi tre >> Judy e Nick mi guardano incuriositi dalla chiamata << Tutto bene, c'erano dei soldati qua, ma sono riuscito a cavarmela >> Ordis non risponde, la chiamata si chiude. È cosi grave? Se lo è devo portare Judy e Nick al sicuro, fanno parte dei personaggi principali di questo universo e sono in pericolo.

Mi giro verso di loro e cerco di assumere un'aria seria << Voi siete in pericolo, dovete venire con me, dove potete essere tranquilli >> Judy fa un passo verso di me << Chi sei tu? Come facevi a sapere che eravamo in pericolo e soprattutto chi erano quelli? >> il suo sguardo sembra meno spaventato e più curioso. È meglio dirglielo, se mostro che mi fido di loro, forse anche loro si fideranno di me << Sono un guerriero che vaga tra gli universi per proteggerli da un grande nemico – DOVE È IL VENTO TRA I CAPELLI? - sono venuto qua per proteggere Zootropolis da loro, - l'occhiale visualizza le informazioni che devo dire, grazie Ordis – i Grineer, una razza aliena che ha schiavizzato e distrutto un'intera dimensione e, non soddisfatta, ha incominciato a viaggiare tra gli altri universi per guadagnare più potere e risorse utilizzabili. Noi – sull'occhiale appare un secondo copione di ciò che devo dire – siamo i Tenno, una fazione di ribelli che combatte per la libertà di tutti gli esseri viventi >> dopo devo ringraziare tanto Ordis. Le loro facce adesso sembrano più confuse che spaventate o curiose. Nick è il primo che parla << Ci stai dicendo che ora Zootropolis è minacciata da degli alieni che vengono da un altra dimensione? >> ha la sua solita espressione, un finto sorriso, cerca di nascondere la paura << Purtroppo si, e voi siete i bersagli principali, se non venite con me sarete in pericolo >>.

Judy e Nick hanno accettato, c'è voluto molto per con vincerli ma alla fine mi hanno creduto. Ordis è venuto a prenderli, gli darà una camera, del cibo e qualsiasi cosa desiderino. Io sono rimasto a terra, la tuta l'ho lasciata sulla navetta, non voglio attirare l'attenzione, ho ancora la felpa con il cappuccio. Voglio fare visita a Julia, all'ospedale, l'occhiale mi indica la strada. Devo anche chiederle alcune cose. Cosa stavano facendo due bambini in giro a quell'ora? Cosa dovevano finire di programmare?

<< Alla fine sei venuta. Hai quello che vogliamo? >> una voce maschile, sembra quella di un ragazzo, io non vedo nessuno qua << S-Si >> stavolta una ragazza, dalla voce sembra giovane. E spaventata. L'occhiale mi indica la provenienza del suono << C'è qualcuno con te? >> un altro maschio, più grande. Le voci vengono da un vicolo dietro a un grattacielo. Mi avvicino piano per non fare rumore << No, giuro >> non vedo nulla. Attivo la “visione oscura”. Vedo tre figure, due più grandi ed una piccola. Due zebre ed un altro animale che non riconosco. Il mammifero sconosciuto passa qualcosa ad una delle zebre, soldi, lui li conta, passano dieci secondi prima che finisca. Appena finito << Mancano cento dollari qui >> la mammifera fa un passo indietro <<. È tutto quello che sono riuscita a prendere >> la seconda zebra estrae qualcosa dalla tasca e lo apre, è un coltello << Oh, ma a noi non interessa, tanto sai già che non esistono solo i soldi per pagare >> non voglio sapere cosa vogliono farle e non voglio che rovinino la mia immagine di Zootropolis. Esco allo scoperto << EHI – loro si girano, sono molto più grandi di me – lasciatela stare >> non è molto come frase intimidatoria << E tu chi saresti? Il suo fidanzato? >> l'altro si gira verso la ragazza << Cos'è, ci hai traditi? Dopo non la passi liscia >> mi hanno chiesto chi sono, non potevano dirmi di meglio << Sono solo – piccolissima pausa – il vostro peggior incubo >> la mia risposta li fa ridere rumorosamente << Ehi , nanetto, vattene e forse non ti massacriamo >> estrae il coltello, mi ricordo di avere la scindo << Ooooooh, capisco, vogliamo fare a chi ha la lama più grossa? >> estraggo la Scindo, sull'occhiale appare “aprire Scindo?”. Si. Spunta il manico da sotto e ai lati le lame << Ma che? >> mi e venuto in mente un nome fantastico per il “lancio del vento” << Ciclone >> dato che riesco a tenere tranquillamente l'ascia con una mano, la lancio, subito dopo uso il vento per supportarla.

Un urlo, un tonfo sordo, gli ho colpito di striscio il braccio, l'altro è solo caduto per il vento. << AAAAAAAH, CAZZO! >> non volevo veramente colpirlo, ma non penso che gli faccia male un po' di dolore << Adesso state fermi, ho allertato la polizia, se vi muovete vi faccio a pezzi >> invio un messaggio alla polizia con l'occhiale e vado verso la mammifera. L'occhiale la identifica come “panda minore”. Ma non erano alti mezzo metro? O mi sbaglio io, o l'evoluzione ha fatto passi da gigante, questa qui sembra poco più alta di me. È seduta, appoggiata al muro, con una espressione scioccata, respira molto velocemente. Mi chino verso di lei e le tocco una spalla, lei sussulta, come risvegliata da un sogno ad occhi aperti << Stai bene? >> lei si tranquillizza lentamente, il suo respiro rallenta, mi fissa << S-Si, grazie >> non riesco a vedere il colore dei suoi occhi << Ti hanno ferita? >> lei si alza, è davvero più alta di me << Questa volta no >> perché? Le altre volte l'hanno ferita? E cosa intendeva la zebra con “non esistono solo i soldi per pagare”? Non voglio saperlo.

Sento un rumore di passi << Dai andiamocene, presto! >> mi giro. Le due zebre stanno scappando << Non penso proprio >> alzo il braccio e evoco il ciclone. Loro cadono di nuovo << Ho detto state fermi >> sento delle sirene da lontano, la polizia sta arrivando. Mi giro verso lei << Devo andare >> recupero la scindo, che era a terra qualche metro più avanti. Le sirene si fanno più vicine. Lei mi parla di nuovo << Come ti chiami? >> è vero! Posso farmi un nome d'arte, com'è che diceva Ordis? << Puoi chiamarmi Tenno. Te? >> le sirene sono ancora più vicine << Mi chiamo Fiera >> strano nome, se non sbaglio significa bestia in spagnolo.

Comunque sia, devo andare << Spero di rincontrarti in una situazione migliore, Fiera >> mi teletrasporto sul tetto più basso. Sento i poliziotti parlare tra di loro << Allora, vediamo che succede, se quel messaggio è una farsa giuro che qualcuno la pagherà >> mi allontano. Devo fare visita a Julia. Devo chiederle tante cose. Poi quella scena. Zootropolis non è poi una città così perfetta. 

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Capitolo 7
*** La tristezza dietro l'innoceza ***


​La tristezza dietro l'innocenza

 

Sono davanti all'ospedale di Zootropolis, è un complesso di edifici molto grandi, tutti dipinti di bianco. Riesco a vedere la reception da qui, dietro al bancone è seduta un puma. Entro o non entro? Sono le dieci di sera, molto probabilmente l'orario delle visite è finito, non so neanche la stanza in cui Julia è ricoverata, quindi non posso andarci se fermo il tempo. Se entro e mi vede forse capisce che è importante, non che lo sia così tanto, e mi fa passare.

 

Va bene, entro, tanto non ho altre possibilità. Appena varco la soglia sento un cambio d'aria che mi fa sentire benissimo. L'aria condizionata è bellissima da sentire sulla pelle. La receptionist appena mi vede fa una faccia più sorpresa che spaventata ma si calma quasi subito << posso esserti d'aiuto, ragazzino >> il suo tono è gentile, non sembra spaventata o quantomeno sconcertata dalla mia presenza. L'occhiale la identifica “ Nome: Amy Bailey, Età: 33 << devo fare visita ad una mia amica, dovrebbe essere arrivata ieri per una ferita da proiettile alla gamba >> cerco di essere amichevole << oh. La piccola Julia, non è venuto nessuno a trovarla a parte suo fratello – fa una ricerca sul computer – l'orario delle visite sarebbe finito, ma dato che sei praticamente l'unico che è venuto, credo che chiuderò un occhio >> la sua voce sembra quasi materna, mi riscalda molto.

 

Si alza, è molto più alta di me, e mi accompagna verso l'ascensore, saliamo al secondo piano << sai, quella bambina è molto energica, non ha paura di nulla ed è molto gentile verso tutti, mi chiedo perché hanno dovuto spararle – la porta dell'ascensore si apre rivelando un corridoio abbastanza lungo ben illuminato – tredicesima stanza a destra >> menomale che esistono pers... mammiferi così gentili, però << posso farti una domanda? >> si gira verso di me << si? >> << perché non hai paura di me? La maggior parte di quelli che mi vedono hanno paura, perché te no? >> sembra stupita di quello che ho detto << perché dovrei averne? Sei solo una specie di mammifero che non ho mai visto, ma non per questo devo avere paura. Gli altri sospettano di te perché credono sia stato tu a ferirla – quindi lo sa - ma lei e suo fratello mi hanno detto tutto e l'unica cosa che posso dire è che hai fatto del tuo meglio per proteggerla, quindi non ho alcun motivo per avere paura di te >> esiste davvero qualcuno così gentile? Le sue parole mi danno sicurezza, è così che dovrebbe essere una vera mamma? Riesco solo a dire << grazie >>

 

Esco dall'ascensore e la puma se ne va. Uno due tre quattro cinque sei sette otto... tredici, dovrebbe essere questa, uso Visione Oscura. Dall'altra parte della porta vedo una sagoma piccola, una ghepardina che sembra tenere in mano un libro, a quanto pare riesco a vedere solo gli esseri viventi. Busso << avanti >> entro. Vedo Julia sdraiata su un letto, indossa un pigiama semplice rosa, la gamba ingessata e sospesa da una fascia, accanto al letto una lampada a stelo. La sua faccia si riempe di felicità appena mi vede, le sorrido << ciao, tutto bene? >> vedo il suo libro, Harry Potter e la camera dei segreti? Ottima scelta << si, fa un po male, ma riesco a sopportarlo. Te? Mio fratello mi ha detto che sei letteralmente scomparso quando ti hanno trovato, mi ha anche detto che sei riuscito ad uccidere quei – fa una piccola pausa, forse per cercare la parola – cosi >> non l'ha trovata << già, non sapevo neanche io di poterlo fare, ma l'ho fatto, credo siano le emozioni a sbloccare queste specie di superpoteri >> i suoi occhi si riempiono di stupore << e cosa sai fare? >> è la prima volta che qualcuno si stupisce di me, ma, posso dirglielo? Ho ancora Visione Oscura attiva, mi guardo attorno, non c'è nessuno dietro la porta o nel corridoio << beh, posso teletrasportarmi, fermare il tempo, vedere attraverso i muri e nel buio e controllare il vento >> non le dico che posso evocare ratti che mangiano gli altri perché mi sembra un po' troppo per una bambina.

 

<< uaaau - non posso descrivere la sua tenerezza in questo momento – è per questo che hai gli occhi luminosi? >> eh? << ho davvero gli occhi luminosi? - lei annuisce – E di che colore sono? >> la mia richiesta sembra incuriosirla << non lo sai? - faccio segno di no – Sono arancioni >> figo. Però adesso meglio togliere Visione Oscura, incomincio a stancarmi.

 

Adesso sta a me fare domande << posso chiederti una cosa? - cerco di fare una faccia seria – la notte che ti ho incontrato, cosa stavi facendo? Non è normale che due bambini vaghino di notte da soli, poi cosa dovevate finire di programmare? >> questa cosa mi ha incuriosito molto. La sua faccia passa da una espressione sconcertata, quasi preoccupata, ad una divertita << hai capito male, stavamo andando a casa di un amico ad aiutarlo a programmare un gioco, mio fratello è bravissimo in informatica e io lo aiuto con la grafica >> ah, e io che pensavo chissà cosa

 

<< ah, ok. - aspetta – Perché i tuoi genitori non sono venuti a vederti? >> Julia non è più divertita, sembra triste << i nostri genitori sono così alcolizzati che due anni fa si sono scordati di avere dei figli. Un giorno, dopo essere andati a fare una passeggiata, abbiamo trovato più bottiglie del solito all'entrata, siamo andati in cucina e abbiamo visto nostra madre che sembrava sull'orlo del coma etilico e nostro padre che parlava da solo, appena ci ha visto ha farneticato qualcosa sul fatto che fossimo dei vandali e dei ladri e ha minacciato di andare a prendere il fucile a sale che tiene in salotto, Sam – credo sia il nome del fratello – mi ha detto di andare via, ma io non volevo andarmene, non dopo aver visto i miei genitori in quello stato, - vedo qualcosa risplendere sotto i suoi occhi, una lacrima – Sam mi implorava di venire con lui, mio padre mi urlava contro, non mi riconosceva, io non volevo crederci – un singhiozzo – poi mio padre – un altro singhiozzo - prese il fucile, non esitò neanche un momento – singhiozzo - mi sparò, mio fratello – singhiozzo – mi spinse via, cercò di uscire dalla traiettoria della rosa – singhiozzo – ma fu ferito al braccio, siamo scappati, da quel giorno viviamo da soli – riescono a vivere da soli? Devono essere molto intelligenti – io volevo dire tutto alla polizia, ma Sam non voleva che ci portassero in un orfanotrofio >>.

 

Scoppia a piangere, non posso fare nulla, l'abbraccio << scusa >> lei ricambia, affonda la testa nel mio petto, come per cercare protezione, e piange, non posso credere che questa sia davvero Zootropolis, questa città dovrebbe essere piena di gioie, ma a me sembra uguale al mio mondo, dei genitori così non dovrebbero neanche esistere qui, non ce la faccio, stavolta la lacrima è mia, sto piangendo in silenzio. Le accarezzo la testa, cerco di rassicurarla << non piangere, – già uno che piange è tanto ma due sono troppi – d'ora in poi non permetterò a nessuno di farvi del male >> sto trattenendo a malapena i singhiozzi, come faccio a dirle di non piangere se lo sto facendo io?

 

Mi viene un'idea << potete vivere da me – il suo pianto si spegne, si stacca dal mio petto e mi fissa con i suoi occhi verdi – ho stanze a volontà e cibo >> sembra felice, ma << e come pensi di riuscire ad adottarci legalmente? sei minorenne >> ha ragione, non posso farlo, a meno che, un sorriso si dipinge sulla mia faccia << posso farmi conoscere da tutti, – Julia è incuriosita – dal sindaco di Zootropolis, dopo che mi avrà conosciuto, cercherò di ottenere il suo permesso per farvi abitare a casa mia, non posso adottarvi, ma vivrete con me >> lei sembra rassicurata << grazie >>.

 

Con un sorriso, la guardo, la saluto e me ne vado. Saluto anche Amy ed esco dall'ospedale. Vediamo. Ho qualcos'altro da fare? Non credo. Se voglio farmi conoscere dal sindaco devo farlo il prima possibile, ma ora è troppo tardi. L'occhiale segna le 22:17, decisamente tardi per fare qualsiasi cosa << Ordis, ci sei? >> ricevo subito la risposta << certo, operatore >> perfetto << richiedo l'estrazione >> vedo una luce blu accendersi da lontano << arrivo subito >> attendo.

 

La luce si fa sempre più grande, fino a prendere forma, la Liset si avvicina fino essere sopra di me, un lampo bianco e sono all'interno. Precisamente nella cabina di pilotaggio. Ordis mi da il benvenuto << bentornato, operatore, ha compiuto qualche azione epica? >> eh? << perché questa domanda? >> cioè, ci hai preso, però non ha senso chiedere questa cosa << conoscendola, avrà sicuramente fatto qualcosa, nessuno con il marchio dell'Esterno impresso sulla mano non ne approfitterebbe >> aspetta << come lo conosci? >> sul vetro della cabina appare uno schermo, sullo schermo viene proiettato la persona che mi ha dato i poteri << l'Esterno è conosciuto come “il dio del vuoto”. Appartiene all'universo di Dishonored, non si sa molto su di lui, ma è conosciuto per i grandi poteri che dona a coloro che portano il suo marchio – sullo schermo appare il segno che ho sulla mano sinistra – il quale concede sia abilità attive, come il teletrasporto o fermare il tempo, sia passive, come l'incremento della velocità e resistenza. Le abilità variano da persona a persona ma queste sono le più comuni >> quindi sono anche più veloce e più resistente? Molto utile << grazie per l'informazione >> << non c'è di che, operatore >>.

 

Entro nella sala principale e noto che al centro c'è un tavolo che prima non c'era, Nick e Judy sono seduti e stanno mangiando, Nick ha davanti a se TAAAAANTE portate di sushi. È normale? In questo universo si sono evoluti solo i mammiferi, quindi pesci e insetti sono rimasti allo stato selvaggio, si è normale. Judy invece sta mangiando un semplice insalata mista << questa insalata è buonissima, dove l'hai presa Ordis? >> è davvero così buona? << tutti gli alimenti provengono dai nostri migliori fornitori tenno >> devono essere dei buoni fornitori. Nick ha una faccia più che soddisfatta << stessa cosa per questo sushi, questo trasferimento ha i suoi vantaggi >> a quanto pare si sono adattati bene, cosa ha detto Ordis per farli abbassare la guardia? Quasi quasi mi prendo anch'io un po' di sushi << Ordis, anche a me tante portate di hoso-maki, ura-maki e onigiri >> improvvisamente appare sul tavolo tutto quello che ho ordinato, tutto in un piatto unico, accanto compare un piatto più piccolo con dentro della salsa di soia. Mi siedo su una sedia che è sbucata dal pavimento e incomincio a mangiare. È DAVVERO buono, altro che sushi dell'Esselunga, questo batte tutto.

 

Ok. Ripasso mentale di tutte le cose che devo fare oggi... no. Credo di aver fatto tutto. Judy finisce l'insalata << scusa, ma come ti chiami? >> già, non sanno il mio nome << Matteo >> Nick lascia fuggire un risolino << Italia? - annuisco – qual'era quella cosa? pizza, mandolino, maccheroni e mafia? >> ti odio. C'è l'Italia anche qua? Nick aveva citato la musica folk siciliana nel film, quindi dovrebbe esserci. Judy si arrabbia subito << Nick? - Nick la fissa, ancora divertito – sul serio? - si rivolge a me – scusa, dopo ci penso io >> fa un sorriso a metà tra il dispiaciuto e la rabbia << tranquilla, non me la prendo >> anche se non è vero, non voglio un litigio. Judy sembra calmarsi, sembra << comunque, quanti anni hai >> va bene se glielo dico? << quattordici >> per poco non si strozza mentre beve, anche Nick sembra stupito << non sei un po' piccolo per tutte queste cose? >> lo sapevo << me lo sono chiesto anche io >> Judy prende parola << e da quanto è che sei un tenno? >> aspetta, c'è stato ieri che ho fatto l'addestramento quindi << due giorni? Circa >> credo di aver superato il limite perché Judy sta balbettando piano un “ma”.

 

Finiamo di cenare, la coppia va nella loro camera. E IO NON HO SONNO, SONO STATO UN GENIO A DORMIRE FINO ALLE SETTE E MEZZO DI SERA. Adesso non so che fare, vado nella cabina di pilotaggio << operatore? Ho trovato qualcosa di interessante >> che sia un'informazione sul nemico? << cosa hai trovato? >> sarebbe fantastico << in questo momento Nick sta flirtando con Judy e lei sembra starci - sullo schermo compare la telecamera della loro stanza che mostra una volpe che parla con la coniglietta, si avvicina a lei, le mette le mani sui fianchi e – se troviamo la persona giusta, possiamo venderlo a più di diecimila euro nel vostro universo >> ma vai a << chiudi, non voglio passare per uno stalker >> il video si chiude. Non credevo che Ordis potesse avere certi interessi.

 

Cosa posso fare, cosa posso fare? DOCCIA, mi serve una doccia calda per pensare. Vado nella mia stanza, entro in bagn-SI MA È GRANDISSIMO, solo la vasca da bagno è un quadrato di tre metri per lato.

 

Aaaaaaah, questo bagno è mooooolto rilassante. Certo che però Zootropolis non è molto differente dal mio mondo, pure qui ci sono famiglie disastrate, stupratori, e sicuramente molto di più. Poi questo Esterno mi sembra uno di quei personaggi che non sai se sono buoni o cattivi, certo, mi ha dato i poteri, ma c'è qualcosa in lui che non mi convince. Comunque Julia è stata davvero sfortunata ad avere dei genitori così alcolizzati, se sono riusciti a vivere da soli per due anni, devono sapersi adattare bene. Lei aveva detto che suo fratello è bravo in informatica, ma se vivono da soli come fanno ad andare a scuola senza il permesso dei genitori? Bah, ci penserò dopo. Almeno qua sto molto meglio di quando ero a casa << operatore? - pure in bagno devi rompere? - lo sa che può avere accesso a tutti i videogiochi, film e anime che vuole? – aspetta, che? - ormai, con il suo lavoro, deve apprendere i dettagli di quanti più universi possibili, e questo è il metodo più veloce per conoscerli >>.

 

Ordis.

 

Hai fatto di me la persona più felice di sempre.



N. D. A. 

Un po' moscio questo capitolo, andrebbe anche bene se non fosse che aggiorno una volta ogni era glaciale. 

Ho cambiato lo stile del titolo perché mi sembrava un po' troppo monotono. 

Vi prego di farvi sentire nelle recensioni perché ho bisogno di capire cosa faccio di male. 

Ci siamo capiti? 

Perfetto. 


Sciau. 

 

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Capitolo 8
*** La Codardia Dietro La Possenza ***


​La codardia dietro la possenza


 

Ho passato la notte davanti alla televisione gigante che è comparsa in salone, ho visto tutta la prima stagione di Attack On Titan. Adesso devo cercare di non addormentarmi durante il giorno per tornare ad un ciclo di dormiveglia normale. Sono seduto al tavolo, sorseggio un cappuccino che a parer mio è buonissimo. Ordis mi ha detto che oggi Nick e Judy hanno il giorno libero quindi non sono ancora svegli. Sono le 7:39, tra poco devo andare dal sindaco.

Una porta si apre, Judy esce dalla camera, non sembra assonnata o in qualche modo stanca. È sempre così pimpante? Non c'è Nick, starà ancora dormendo << Buongiorno, dormito bene? >> mi chiede << Non ho dormito, ieri stavo dormendo poco prima di farvi visita, quindi non ho avuto sonno, il problema ora è resistere al sonno fino a stasera. Te? Dormito bene? >> a patto che abbia dormito, non so se ieri sia scesa a cose più... piccanti con quella volpe << Si, grazie>> ti prego Ordis stai zitto. Una scritta compare sull'occhiale che mi sono dimenticato di togliere, “confermo che ieri Judy ha mandato in bianco Nick, dopo quello che lui le ha detto ieri". Sei rimasto li a guardare? << Comunque, ti svegli sempre a quest'ora? >> non è normale svegliarsi alle 7:43 << Si, perché? Te a che ora ti svegli? >> pazza << Quando sono in vacanza dormirei anche fino a mezzogiorno >> lei si stupisce << E nessuno ti dice niente? >> come se ai miei genitori importassi qualcosa << No >>.

La colazione va avanti senza molte parole. Judy finisce la colazione << C'è una televisione? A quest'ora danno il telegiornale >> dal soffitto scende la giga-televisione << Certamente, Ordis è sempre felice di aiutare le belle donne, la sintonizzo subito sul primo canale >> Ordis? Stai davvero flirtando con Judy? Lei risponde solo con una piccola risata. La televisione si accende sul primo canale, dove c'è il telegiornale, << Ancora una volta non si fa che parlare dello strano mammifero che da pochi giorni è apparso dal nulla qui a Zootropolis. Svariate immagini lo ritraggono nella rapina sventata ieri pomeriggio dallo stesso mammifero alla banca di Downtown. – sullo schermo compaiono alcune immagini del fatto – Si dice che possieda abilità paranormali, quali il teletrasporto ed il controllo del vento, ma queste voci non sono ancora confermate. Inoltre non poco più tardi è stato visto un velivolo volante – compaiono immagini della Liset – avvicinarsi alla centrale di polizia, e subito dopo salire di quota fino a sparire. Il sindaco ha dichiarato che questo mammifero è un pericolo per la popolazione e che le forze dell'ordine provvederanno a dargli la caccia. Come se non bastasse, questa notte è stata una sorpresa per il PDZ, quando un messaggio anonimo ha rivelato la posizione di due criminali che prendevano di mira delle ragazze, le costringevano a pagare dei soldi e, se non li portavano, le violentavano, talvolta anche fino ad ucciderle. - HANNO UCCISO QUALCUNO? - Questa volta è toccato ad un panda minore... >> il telegiornale va avanti e, come previsto, sono oggetto di telegiornali e riviste. SONO FAMOSO e sembra che la gente mi veda con buon occhio.

Che ore sono? 8:07 << Devo andare dal sindaco >> lei si gira << Perché? >> intanto mi avvio verso la cabina di pilotaggio << Devo chiarirci alcune cose cosicché io possa operare indisturbato >> da quando uso un italiano leggermente complesso? Entro nella cabina, l'occhiale si posiziona sul mio orecchio << Le preparo la tuta, operatore? >> << Si, grazie >> i pezzi dell'Excalibur si montano su di me. Lascio qua le armi, devo solo fare figura, devo apparire potente ma pacifico << Operatore, devo ancora posizionarmi sopra il municipio, aspetti un momento >> ho un'idea migliore << Non avevi detto che era arrivato un dispositivo per il volo? Credo sia il momento perfetto per utilizzarlo >> così se qualcosa va storto possono vederlo tutti, che belle idee che ho << Certamente, operatore >> l'ascensore si apre, ci entro.

Sono di nuovo all'esterno della Liset, di sotto vedo Zootropolis, tanti quadratini colorati << Appena lei si sgancerà, l'Odonata la raggiungerà e si aggancerà all'armatura >> ricevuto. Mi stacco, cado, sento un suono provenire da dietro. Non cado più, guardo dietro di me e vedo quelle che sembrano un paio d'ali metalliche all'ingiù, la cui base è all'altezza della cintura << Come avrà capito, quasi ogni equipaggiamento si può utilizzare telepaticamente, quindi basta pensare dove si vuole andare e l'Odonata le obbedirà >> vaaaaa bene.

Proviamo, avanti. Avanzo di qualche metro. Fiiiiiiiigo, indietro. Indietreggio di qualche metro. Aspetta, se voglio fare una capriola? Faccio una capriola in aria. La cosa può essere più interessante del previsto, però pensiamoci dopo << Ordis, il municipio dovrebbe essere a Savana Centrale, un segnalino per dirmi dove è? >> compare un tondino davanti a me, sopra di esso una scritta “753m”. Perfetto, avviamoci. Incomincio ad avanzare piano. Si può andare un po' più veloce? Con un piccolo scoppio, l'avanzata si trasforma in uno scatto, la distanza diminuisce rapidamente, mi metto orizzontalmente per annullare l'attrito.

WOOOOOOOHOOOOOOO, è divertentissimo, mancano già quattrocento metri. Utile questa Odonata. Intravedo in lontananza uno spiazzo, vedo anche il municipio, è GIGANTESCO. Mi ricordavo fosse alto, ma non così alto. Rallento, vedo già degli animali che si fermano a guardare in alto, però se- POSSO ZOOMARE CON IL PENSIERO CHE FIGATA. Comunque << Hai qualcosa per le entrate in scena? >> come inizio può andare bene << La tuta può attutire ogni caduta minore di trecento metri in altezza, va bene come entrata ad effetto? Ovviamente penserò io al ritiro dell'Odonata >> perfetto.

Mi sgancio dall'Odonata. Aggiusto la posizione. Atterro con le gambe piegate e le mani sul terreno, non sento niente, questa armatura mi sorprende sempre di più. Mi alzo, tutti mi guardano, fanno foto, noto che l'impatto non ha danneggiato il terreno. Sono atterrato praticamente davanti al municipio. Entro, la receptionist è un'antilope, “Nome: Janette Fitzgerald, Età: 27” << Devo vedere il sindaco >> lei sembra impaurita, ma risponde comunque << Ha un appuntamento? >> e che << No ma è urgente >> mi guardo attorno. Vedo tante telecamere, riesco ad analizzare il loro campo visivo, sono al centro di ognuno. Janette pigia il pulsante per chiamare il sindaco ma prima che potesse parlare viene interrotta << Fallo entrare, ma prima deve lasciare ogni arma che possiede all'ingresso >> ok, accettabile. L'Excalibur si apre da dietro, scendo. Janette sembra calmarsi dopo aver visto il mio vero aspetto << L'ufficio è all'ultimo piano >> Ordis, conto su di te per la sicurezza dell'armatura. Stavolta piglio l'ascensore, ultimo piano, schiaccio il pulsante dell'ascensore << Ordis, dimmi che puoi infiltrarti nelle telecamere e registrare ciò che vedono >> lui mi risponde subito << Devo registrare l'incontro con lei e il sindaco passando però da un server alternativo in modo da far perdere le mie tracce? >> sei molto perspicace << ovvio >>.

Ho un brutto presentimento. Attivo Visione Oscura, vedo una macchia arancione in alto, si avvicina, si avvicina... OH CRISTO QUELLA È GENTE ARMATA COME FACCIO A NASCONDERMI. Pensa pensa pensa pensa, PERCHE NON POSSO FARE PARTE DEL PAVIMENTO!? Il marchio dell'Esterno si illumina, un nuovo simbolo appare sulla mia mano sinistra, una figura umana, però distorta, nera. Mi concentro sul mio corpo, mi sento strano, mi affloscio sul pavimento dell'ascensore. Mi guardo, sono diventato una macchia nera, sono un'ombra. I vestiti sono scomparsi, anche loro si sono sono trasformati? Posso muovermi? Si posso. He, la situazione si è appena capovolta, Visione Oscura si è disattivata. Forse non posso usare altri poteri in contemporanea a questo.

La porta si apre. Scatto in un angolo, ci sono tanti mammiferi di grossa taglia davanti a me, non sembrano della polizia, forse sono di classe più alta. In mano hanno dei fucili d'assalto pesanti << Non c'è niente >> uno di loro parla. Adesso sta a me << Sul serio? - c'è un sussulto tra il gruppo – Io arrivo disarmato e voi cercate di ferirmi? - posso espandere l'ombra? POSSO. Allargo l'ombra fino a coprire il muro – Il sindaco mi delude, credevo fossero passati i tempi del “rinchiudiamo lo strano”,- posso anche far uscire delle braccia dall'ombra – ma io non voglio far male a nessuno, - prendo i loro fucili e li butto a terra – se potete scusarmi, io adesso vorrei passare >> una tigre tira fuori un coltello << FERMO! >> tenta di colpire un braccio, ma quello sparisce, per poi subito ricomparire. Gli prendo il coltello e lo getto lontano, vado avanti, qualcuno ha ripreso il fucile ma non sa dove sparare.

Mi sento debole, strano. Sento il mio corpo riprendere forma, NONONONONONONONONO L'EFFETTO DEL POTERE È FINITO, calmo, stai calmo, posso ancora farcela, ho ancora molte carte in mano, soprattutto FA CHE ANCHE I VESTITI RITORNINO, non sono nudo. Menomale.

Adesso sono nel mezzo di un incrocio tra corridoi, se le cose vanno male posso teletrasportarmi. Sento subito la tigre << È IL NOSTRO MOMENTO, SPARATE >> OH CRISTO TELETRASPORTO, vado dietro un angolo, sento gli spari, spero abbiano evacuato questo piano.

IDEA << VOLETE DAVVERO SPARARE AD UN RAGAZZO? - gli spari cessano, Matteo usa Attacco alla Morale – Chi di voi ha una famiglia? Chi di voi vuole solo rivederla ogni volta che tornate a casa? Chi di voi ha avuto paura di morire prima? - è super efficace – Scommetto che adesso volete solo andare a casa e vedere i vostri cari, sappiate che anch'io voglio vedere i miei amici. Inoltre, cosa penseranno i vostri figli se vi sentissero dire “Oggi ho ucciso un bambino per proteggere la città". – ok, proviamoci, esco allo scoperto, nessuno sparo – Volete davvero vedere tristi coloro che amate solo per seguire gli ordini di qualcuno? - sento mormorii provenienti dal gruppo – Volete davvero avere sulla coscienza un bambino? Cosa dirà la popolazione? Che avete salvato la città o che avete ucciso un bambino? >> cerco di enfatizzare l'ultima parte.

Vedo un bagliore argenteo sugli occhi dei soldati più vicini. Niente, proprio non ce la faccio a fare un discorso a modo senza l'aiuto dell'Esterno.

Uno squillo, proviene dal comandante, forse riesco a sentirlo solo io << Signor sindaco... eh? Non può farlo, è pericoloso... si... sissignore, certo. – si gira verso di me – Il sindaco vuole vederti, VOI, GIU LE ARMI >> yeee ho convinto un gruppo di soldati TOTALMENTE SENZA L'AIUTO DI NESSUNO.

Saluto tutti con un leggero inchino, per darmi quell'aria di superiorità << Grazie per avermi ascoltato >> mi avvio verso l'ufficio, tanto lo so che ho trentamila telecamere puntate verso di me, e anche Ordis. La porta è uguale a quella del film, non è cambiata in sei anni. Busso << Entra pure >> ecco, mi stai già sulle scatole. Entro e lo vedo, stravaccato sulla poltrona di cui va tanto fiero, con un sorriso sulla faccia, quanto voglio picchiarlo. Ordis, spero tu stia registrando.

<< Buongiorno, sindaco, grazie per l'accoglienza >> il suo sorriso perde la sua forma originale per una frazione di secondo, ma ritorna normale << Siediti, - indica la sedia davanti alla scrivania – scusa per i soldati, spero che tu non mi abbia visto nel modo sbagliato,– ti ho visto nel modo più corretto possibile, a parer mio –era una precauzione, cercavo solo di proteggere – la tua poltrona – i cittadini >> HAH, non farmi ridere. Mi siedo << Grazie ancora, – cerco di sorridere – stia tranquillo, non me la sono presa >> insultarlo vale come atto pacifico? << Comunque, cosa volevi dirmi? >> dritto al punto? Va bene << Prima di tutto voglio chiarire che non sono un nemico, come obiettivo ho di mantenere la pace, proprio come voi. Quindi chiedo di poter operare senza le forze dell'ordine che mi danno la caccia >> spero che Ordis abbia registrato anche quando mi avevano attaccato << Sì, si può fare, però, dato il primo episodio in cui sei stato coinvolto, – quello di Julia e Sam? - si sono create delle difficoltà sul capire la tua posizione, quindi non tutta la popolazione sarà d'accordo con me, ma credo comunque di poterlo fare >> ok, sembra voler collaborare.

Il primo passo è fatto, adesso << Chiedo anche di poter prendere sotto la mia responsabilità i due bambini con cui sono stato coinvolto qualche giorno fa >> spero di farcela << Solo questo? Va bene >>

Eh?

Sul serio? Sta davvero dando in custodia dei bambini a qualcuno che prima voleva uccidere? O ha paura di me? Mi sta assecondando per paura? Se Ordis ha registrato tutto dalla sparatoria fino a qui abbiamo abbastanza materiale per fare in modo che chiunque, con o contro me, possa odiare il sindaco. Certo che però lui è cambiato in peggio durante questi sei anni, adesso è più grasso, certo non come Benjamin, ma me lo ricordavo più magro.

C'è un silenzio imbarazzante tra noi due, imbarazzante per lui. Io sto ridendo sotto i baffi, che non ho, non ho intenzione di farmi sottomettere dalla sua imponenza, anche perché è alto poco più del doppio di me << Quindi, volevi chiedermi solo questo? Ti confesso che mi aspettavo di più, ovviamente sbrigherò il prima possibile le pratiche per affidarti i due bambini. – ottimo – Quindi, se è tutto, possiamo salutarci – gli stringo la zampa – ti auguro buona fortuna >> appena esco ti rovino << Grazie mille sindaco >> mi avvio verso la porta, ma prima che potessi aprirla << Posso chiederti una cosa? >> << Certo >> che mi chiederà? << Quanti anni hai? Perché, sai, non hai l'aspetto di un adulto >> OHOHO, frase ad effetto tra tre, due, uno << Quattordici anni. Non sembra, vero? >> ed esco.

. Allora, testiamo un po' questo “Passo d'Ombra”, mi trasformo, provo ad arrampicarmi sul soffitto, FIIIIIIIIGO posso andare su qualunque superficie. In quanto a velocità? “Corro” verso l'altra parte del corridoio. Ah, beh, non male, è come una corsa normale, quindi può essere usata anche per gli inseguimenti tra la folla.

Se usassi questa per uscire? Tanto l'armatura è giù al piano terra. E se passassi dall'esterno, finestra dove sei? Eccoti. La finestra da sulla piazza, ancora più ottimo. Mi arrampico, sono all'esterno dell'edificio, espando l'ombra fino a coprire buona parte della parete. Ci sono tanti mammiferi raggruppati davanti al municipio, stanno aspettando me? Scendo, incomincio a vedere qualcuno che mi indica. Adesso mi stanno guardando tutti, ma nessuno di loro sembra avere paura.

Sono a terra, ritorno umano, tutti mi fissano. Se prima c'era la possibilità che avessi delle abilità paranormali, adesso ce n'è la certezza. C'è silenzio, tanto silenzio << Mamma, è lui quello che era in TV? >> sento un bambino, mi giro, è un cagnetto << Si, è lui, adesso andiamo, non guardarlo, ho detto non guardarlo >> la madre lo porta via << SCUSA SE ESISTO >> sento qualche risata.

Aspetta, mi chiedo se. Uso di nuovo Passo d'Ombra, mi estendo e... SI, posso vedere dove voglio, è come avere occhi infiniti sparsi per tutta l'area dell'ombra, molto fig- buongiorno ragazza di circa sedici anni con la gonna. Aspetta, quella è-RITORNA UMANO SUBITO. Riprendo la mia forma << Fiera? >> quel pelo rosso,la coda folta, le striature sotto gli occhi verdi, e lei << Ciao Tenno, ho sentito che eri qua e... >> smette di parlare, adesso che la vedo, sembra triste << Qualcosa non va? >> lei mi fissa, occhi lucidi.

<< Mi sono resa conto che, se ieri non fossi arrivato tu, adesso sarei... >> è vero, probabilmente sarebbe morta quella notte << Tranquilla, nessuno ti ha fatto male quella volta e nessuno te ne farà più >> mi abbraccia, mi sta abbracciando. Rimango spiazzato dal suo abbraccio << Grazie >> con voce debole mi ringrazia, io la abbraccio, il suo calore, il suo morbido pelo sulla mia pelle, è bellissimo.

Finisce l'abbraccio, lei mi guarda negli occhi, qualcosa cattura il mio sguardo, sul suo collo. Una macchia nera. Il simbolo dell'Esterno.

<< Cos'è questo? >>
 

N.D.A.
​Buongiorno cari lettori, come possiamo vedere, il sindaco si rivela sempre più stronzo man mano che passa il tempo.
​Ma soprattutto, come mai Fiera ha il mio marchio?
​Fate le vostre teorie, i vostri commenti.
Io mi divertirò a leggere le vostre stupidaggini.

​L'Esterno.

 

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Capitolo 9
*** Il dolore dietro ad ogni cosa ***


Il dolore dietro ad ogni cosa


Come mai Fiera ha il marchio dell'Esterno? È entrata in contatto con lui? E che poteri ha? Se ha dei poteri perché non li ha usati contro le due zebre? Adesso lei sembra incuriosita, non sa cosa sia il segno che porta? << Questa? Mi hanno sempre detto che è una malfunzione nella pigmentazione del pelo. Perché? >> mi guardo attorno, siamo circondati da giornalisti e fotografi. Non è sicuro.

 

 

Aspetta.

 

 

Fermo il tempo, sono tutti immobili, tutti tranne lei << Sei immune >> è immune, è immune.

 

 

È IMMUNE.

 

 

<< Quindi eri tu, - che? - eri tu a fermare tutto >> quindi anche le altre volte lei non ha subito l'effetto del potere. Le mostro il simbolo che porto sulla mano sinistra << È questo che mi permette di farlo, ed è lo stesso marchio che porti te sul collo. - Fiera si tocca il collo – Adesso però non è ne il luogo ne il momento adatto per parlarne, la Distorsione non dura molto – ho appena dato un nome fighissimo al ferma-tempo – e siamo sotto le telecamere, se ti vedessero sparire sospetterebbero di te e incomincerebbero a inseguirti per ottenere qualsiasi informazione >> non oso immaginare una vita così << Qualcuno che non conosco ha il mio simbolo, piuttosto sorprendente >> questa voce.

 

Mi volto, l'esterno è davanti a me << Che ci fai qui? >> no sul serio come fa ad essere qui? Credevo potesse stare solo nel Vuoto << Dimentichi? Il mio marchio è una connessione al mio mondo, fermando il tempo apri solo una porta nel Vuoto, dove non c'è ne tempo ne spazio >> oooooooh, ecco come funziona. Ma allora << Perché questa volta sei apparso e le altre no? >> sento Fiera dietro di me << Chi è apparso? >> TI PREGO NON DIRMI CHE NON LO VEDI MI FAI DUBITARE DELLA MIA SANITÀ MENTALE << Non può vedermi? Il suo potenziale magico dev'essere molto debole, – speriamo sia così – comunque sono venuto per una richiesta >> mi sta per fare la richiesta del secolo << Che richiesta? >> sono pronto.

 

L'Esterno alza il dito e lo punta verso Fiera << Uccidila >>

 

 

Eh?

 

 

Che ha detto?

 

 

Mi ha appena ordinato di...

 

 

<< PERCHÈ? >> NON VOGLIO FARLE MALE << Ha il mio marchio e non è degna di portarlo, uccidila >> TI SEMBRA UNA GIUSTIFICAZIONE ACCETTABILE? << E se mi rifiutassi? >> mi stai spaventando

<< Ti tolgo il mio marchio >> sul serio? << Stai agendo come un bambino, te ne stai rendendo conto? >> non ci credo che mi stia facendo questo ricatto. Sento una mano sulla spalla, è Fiera << Tenno, stai bene? Con chi- >> si interrompe, fissa il punto dove si trova l'Esterno << Puoi vederlo adesso? >> lei annuisce silenziosamente << Non interferire >> l'Esterno fa un gesto con la mano, Fiera non si muove più, l'ha fermata.

 

Io non so cosa fare, mi sembra di discutere con un bambino di sei anni << Non posso ucciderla, ha già troppi problemi così com'è >> molto probabilmente sarà ancora inseguita da giornalisti vari per ottenere uno scoop sulla “vita di una ragazza dopo lo stupro”. L'Esterno mi fissa, può farmi quello che vuole, ma non ucciderò mai un innocente, all'improvviso scoppia in una risata. Non dirmi che mi stava prendendo in giro << Tranquillo Matte, ti sto prendendo in giro >> ti odio.

 

<< Non fai ridere >> mi ha fatto prendere un colpo, viene da me tutto d'un colpo e mi ordina di uccidere una ragazza che io stesso ho aiutato il giorno prima << Comunque dovresti tenertela stretta, non si sa mai, quello è un simbolo che non posso controllare >> ah << Quindi esiste più di un Esterno? >> sta diventando troppo complicato << No, io sono l'unico con questo nome. Ma probabilmente è un vecchio portatore del marchio che ha fatto qualcosa >> ah, quindi ce ne sono tanti con i miei poteri << Come puoi non controllarlo? È il tuo marchio >> lui alza le spalle << Non lo so, forse perché non sono stato io ad imprimerglielo, – ok ha senso – comunque sta per finire il tempo. Ti saluto >> detto questo, quello che sembra sabbia bianca con qualche sfumatura di nero lo avvolge, per poi scomparire insieme a lui.

 

Il tempo riprende a scorrere, sento di nuovo gli scatti delle fotocamere e i mormorii della gente. Fiera riprende a muoversi << Chi era? Che ti ha detto? >> e adesso che le dico? << Era quello che mi ha donato il simbolo, ti ha visto e ha voluto incontrarmi per parlare. A quanto pare lui non ne sa niente. Ma adesso andiamo, siamo sotto i riflettori >> lei mi guarda confusa << E perché mi ha fermato? >> alzo le spalle << Non lo so, forse con gli estranei è molto riservato >> o forse lo ha fatto per rendere lo “scherzo” più credibile.

 

Siamo circondati dalla folla, vedo un'alce che sia avvicina a Fiera, dietro di lui c'è un elefante con una videocamera professionale: giornalisti. Subito l'alce parla << Signorina che rapporti ha con questo mammifero? >> oddio no, TI PREGO NO. Aspetta, se prima quando Fiera mi ha toccato la spalla si è formato un collegamento allora significa che...

 

Prendo la zampa di Fiera, miro fuori dalla folla e mi teletrasporto. Siamo fuori dalla folla << Corri e vai a casa, appena svolti l'angolo cercherò di fermare il tempo cosicché tu possa non essere seguita >> subito lei si intristisce. Che ho detto di male? << Io non ho una casa >> cosa? Anche lei? Non è il luogo adatto per parlarne. Siamo vicini ad un edifici abbastanza basso per poter raggiungere il tetto.

 

Prendo la sua zampa e ci teletrasporto sul tetto << In che senso non hai una casa? Dove dormi? >> ma possibile che incontro solo orfani? << In un orfanotrofio non lontano da qui, ma, onestamente, non voglio più tornarci >> vai. Sono pronto a piangere di nuovo, raccontami la storia della tua vita << Perché? Com'è che sei orfana? >> Fiera abbassa la testa e incomincia a raccontare.

 

 

 

Non piangere non piangere non piangere. NON. PIANGERE. Devo parlare per non piangere << Vieni a vivere da me, ho tantissime stanze e cibo praticamente infinito, nessuno ti farà più del male, – le prendo la zampa – ti prego, non devi vivere così >> se incomincia a piangere scoppio anche io e diventa un casino.

 

Lei invece sorride, il primo sorriso che le vedo fare << Grazie, – mi abbraccia per la seconda volta – non me lo merito, non mi merito di vivere con te >> ricambio l'abbraccio << Non devi dire così, hai vissuto la maggior parte della tua vita da sola, non devi continuare in questo modo >> per la secondo volta nell'arco di dieci minuti sento il suo pelo soffice sulla mia pelle, per la seconda volta nella mia vita mi sento bene, e per la prima volta mi sento come se qualcuno mi volesse davvero bene. CRISTO STO PIANGENDO CHE RAZZA DI SUPEREROE SONO SE PIANGO.

 

Mi asciugo velocemente le lacrime << Posso chiamare Ordis per farti venire a prendere, ma dobbiamo raggiungere un palazzo abbastanza alto >> mentre siamo ancora abbracciati, uso il teletrasporto per passare da tetto a tetto ed in meno di dieci secondi siamo arrivati in uno spazio perfetto. Fiera si accorge che siamo abbracciati da molto tempo e si stacca << S-Scusa >> e siamo finiti in un anime << Ordis, puoi venire a prenderci? >> subito risponde << Certamente, operatore, sarò subito da voi >> sento subito un rombo da lontano, mi giro e vedo la Liset avvicinarsi mooolto velocemente.

 

Incomincia a rallentare quando mancano circa cento metri, si posiziona sopra di noi e piano piano si abbassa. Vedo qualcos'altro avvicinarsi: sono i pezzi della tuta che sono rimasti al municipio, me ne ero totalmente dimenticato. Un portellone si abbassa davanti a noi, Fiera ha la stessa espressione di Julia quando le ho detto che ho dei superpoteri, è TROPPO tenera.

 

Una volta stabilizzata la posizione della navetta, entriamo. Il portellone si chiude subito dietro di noi << Ha portato un altro passeggero, operatore? >> Ordis sembra contento << Da adesso anche lei vivrà con noi, Ordis questa è Fiera, – mi giro verso di lei – Fiera, questa voce che senti è Ordis, il Cephalon che comanda questa nave >> vedo che la televisione è accesa << Fiera, un nome a dir poco interessante >> stanno trasmettendo di nuovo il telegiornale << Già, la direttrice dell'orfanotrofio dice che, quando mi hanno trovato, avevo in mano biglietto con sopra scritto questo nome >> due orecchie spuntano da dietro il divano, tecnicamente sarebbe il davanti, Judy sta ascoltando anche noi << Orfanotrofio? >> abbassa il volume della tele << Lei è orfana? >> sia Ordis che Judy, che adesso sta facendo spuntare la testa da dietro il divano, rimangono stupiti.

 

Sinceramente mi stanno stufando tutti questi argomenti tristi << Fiera è venuta qua per cominciare una nuova vita, parliamo d'altro. >> Judy abbassa le orecchie << Oh, scusami >> è TROPPO pucciosa << Non ti preoccupare >> COMUNQUE << Dov'è Nick? Sta ancora dormendo? >> Fiera è stranamente silenziosa << Già, durante i giorni liberi dorme fino alle undici >> così poco?

 

Sento degli spari provenire dalla tele << Non stavi guardando il Tg? >> che Nick abbia preso di nascosto il telecomando? Non penso. La tele mostra un gruppo di militari che spara... A ME. << Quello non sei te? >> quindi << Ordis, hai già messo il video in circolazione? >> è un po' presto << No, operatore, per non essere rintracciato ho dovuto convincere un altro hacker di Zootropolis, quindi la registrazione è di suo dominio, ma di buono c'è che noi non possiamo essere correlati in nessun modo a questo fatto, adesso non ci resta che goderci la discesa del sindaco che, onestamente, mi stava alquanto sulle scatole >> confermo << Sai, neanche a me è mai stato simpatico, non mi dispiacerebbe se venisse sollevato dall'incarico >> Judy? Sei seria?

 

Fiera è silenziosa, non sembra neanche felice. Prima sorrideva, adesso sembra come vuota. Le metto una mano sulla spalla << Ehi, tutto bene? Sorridi, questa è la tua nuova casa >>

 

 

La tua nuova casa.

 

 

La mia nuova casa.

 

 

Dovrebbe essere una vita migliore

 

 

Ma allora perché?

 

 

Perché mi sembra tutto così triste?

 

 

Due fratelli buttati a forza nelle strade.

 

 

Un sindaco che non accetta ciò che non può capire.

 

 

Una ragazza che è cresciuta da sola e odiata da tutti, senza motivo.

 

 

E un bambino, perché è questo ciò che sono, che non riesce più ad essere felice.

 

Ci ho provato, ma non ci riesco, non ci riesco. Forse con Tommy mi sentivo meglio, ma fingevo comunque, fingevo, fingevo, fingevo. Fingevo di essere felice per non sembrare strano. L'ho imparato da quando avevo sette anni, fai il normale e nessuno verrà a darti fastidio. Col tempo diventa sempre più naturale fingere di essere normale, così tanto che riesco quasi a convincermi di esserlo davvero.

 

Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato.

 

Mi sento debole, mi gira la testa. Sono caduto a terra? Che scemo che sono.

 

Sono seduto, non sono sulla Liset, sono seduto su un muretto, appoggiato ad una ringhiera di metallo, il terreno è secco, molto probabilmente non arriva mai la pioggia qua, sarà per quell'albero che copre tutto. Si sta bene, è fresco e caldo allo stesso tempo.

 

Ci sono tanti bambini che corrono più lontano, sembra il cortile di una scuola elementare durante l'ora di ricreazione.

 

È la scuola elementare in cui andavo.

 

Strano, di solito questo posto è occupato da loro << Coglione, levati >> davanti a me c'è un bambino, è sovrappeso, faccia tonda, capelli biondi. Dietro di lui ci sono altri bambini.

 

No.

 

Mi limito a fissarlo, non voglio andarmene, è la prima volta che riesco a sedermi qua << Mi hai sentito, vattene >> dove sono le maestre, non le vedo da nessuna parte.

 

Perché devo riviverlo?

 

<< Non voglio >> so già che cosa succederà, tanto succede ogni giorno, ormai ci ho fatto l'abitudine.

 

Perché sta succedendo di nuovo?

 

Il bambino mi prende la testa, la tira verso di se per poi sbatterla contro la ringhiera.

 

Non fa più male come prima.

 

Mi butta a terra, non oppongo neanche più resistenza, tanto è inutile. Ora anche gli altri si sono uniti alla lotta, mi tirano calci in faccia, nella pancia, anche là sotto.

 

Non fa più male come prima.

 

Mi mettono una scarpa in faccia, adesso possa anche dire di chi è, premono sul mio viso. Stranamente non si è rotto il naso.

 

Non fa più male come prima.

 

Adesso fa male, che è successo? Sto sanguinando? Dove? Non importa.

 

Se ne sono andati, non si sono neanche seduti sul muretto.

 

Adesso fa male.

n.d.a.

Cazzo se fa male parlare di questo. Comunque 
Si! Per chi se lo stesse chiedendo, Alle elemntari mi succedevano veramente queste cose.
Per il Passato di Fiera, ho deciso di tenerlo un mistero, per ora.
Ringrazio Plando, Dn1ght e chiunque segua le mie storie. Fatemi sapere cosa pensate del capitolo.
Alla prossima.

Matteo.

 

 

 

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Capitolo 10
*** il terrore dentro ad ognuno ***


​Il terrore dentro ad ognuno

 


Dove sono?

 

Sento delle strilla, vedo gente che corre in giro, tavoli con sopra bibite e panini. Guardo in alto, c'è uno striscione che recita "Buon compleanno Elia". Sono ad un compleanno di un mio amico delle elementari, uno dei pochi che non mi picchia, qui non c'è bisogno di fingere. Su un tavolo c'è una bottiglia di Coca-Cola, adoro quella bibita, ne prendo un bicchiere. È meglio quella in lattina. Elia ha detto che dietro l'edificio c'è un parco giochi, la porta dovrebbe essere quella.

 

Esco, è fresco, si sta bene. Il parco giochi è grande, ci sono quattro altalene, un complesso di scivoli e, ovviamente, un campo da calcio. Odio il calcio. C'è un'altalena libera, mi ci siedo. Sposto le gambe, prima in avanti poi indietro, poi avanti e indietro, avanti e indietro. Piano piano prendo il ritmo e incomincio a dondolare. Sembra quasi divertente.

 

L'altalena si ferma all'improvviso, l'inerzia mi fa cadere in avanti. Non ho il tempo di mettere le mani davanti, quindi cado di mento. Fa male ma non così male. Mi giro verso l'altalena, davanti a essa c'è un ragazzo grosso come un armadio a sei ante << Ciao, Matte >> oh no.

 

Apro gli occhi, sono in piedi, davanti alla scuola.

 

Quando finirà?

 

Davanti a me c'è Thomas, il bullo sovrappeso. Accanto a lui ci sono altri due ragazzi che non ho mai visto, hanno in mano dei piccoli cilindri gialli.

 

Sono petardi.

 

Li accendono, aspettano qualche secondo e li lanciano. Mi scoppiano in faccia.

 

Apro gli occhi, sono sul pullman della scuola.

 

Fatelo finire.

 

Cinque bambini mi stanno tenendo sollevato, Giulia mi toglie la scarpa e la butta fuori dal finestrino.

 

Apro gli occhi, sono in classe. Questa è la classe nella prima media.

 

BASTA.

 

Davanti a me c'è Danny, la sua mano è premuta contro il mio collo, è forte. Non respiro. Mi lascia andare. Non posso fare niente. Mi siedo per terra, nello spazio tra l'armadio e il muro. Guardo in basso. Mi arriva un calcio in faccia.

 

<< Infanzia interessante >> apro gli occhi, davanti a me c'è l'Esterno. È colpa sua se sto rivivendo questo? << Perché? Perché mi fai ricordare tutto questo? >> lui sorride, non è un sorriso normale << Non te l'ho già detto? Io voglio divertirmi, è questo per me è divertente >>

 

Apro gli occhi.

 

Sono su una superficie morbida, un materasso. È buio. Sono su un letto? Che è successo? Sono svenuto? Chi mi ha portato qui? Davanti a me c'è il comodino dove ho messo il portafoto dell'Esterno quindi sono nella mia stanza.

 

Le luci si accendono << Ben svegliato, operatore, ha dormito per venticinque ore e quarantatré minuti, la prossima volta avvisi se decide di svenire all'improvviso >> SONO RIMASTO INCOSCIENTE PER PIÙ DI UN GIORNO? << Perché sono svenuto? >> è stato l'Esterno? << Non è stato né iperaffaticamento né una possibile malattia quindi l'unica possibilità rimane lo stress psicologico >> è stato l'Esterno.

 

PERCHÉ l'Esterno mi ha fatto rivivere quei momenti? << Le consiglio di mangiare qualcosa, vuole fare colazione? >> mi metto seduto, mi gira la testa << Si, grazie >> poggio i piedi per terra, mi alzo, perdo l'equilibrio e torno seduto sul letto << Le consiglio di non alzarsi, operatore, deve prima assimilare qualche zucchero >> dal muro spunta un vassoio che si avvicina piano a me, sopra di esso ci sono una tazza ed un cornetto << Cosa è successo mentre non c'ero? >> è un cappuccino

<< Lionheart ha dichiarato che farà tutto il possibile per acciuffare l'hacker e scusarsi con lei per il suo benvenuto, dovrà impegnarsi molto per riacquistare la fiducia della città >> metto lo zucchero nel cappuccino << Bene >> mescolo << Inoltre la ragazza è rimasta a vegliare su di lei mentre era incosciente, era molto preoccupata dato che ogni tanto lei si agitava nel sonno, ha per caso avuto degli incubi? >> bevo un sorso, è buono << L'Esterno si è messo a giocare con la mia mente, mi ha fatto rivivere i giorni della scuola elementare >> il cornetto ha del cioccolato al suo interno.

 

<< Che è successo alle elementari? >> mi giro, Fiera è davanti alla porta, non l'ho sentita entrare. Sta indossando un maglioncino rosa con dei jeans corti, le stanno molto bene << L'operatore ha subito atti di bullismo durante tutto il periodo della scuola primaria e parte della secondaria >> Fiera sussulta, portandosi una mano alla bocca e abbassando le orecchie << Mi dispiace >> adoro il modo in cui agisce, sembra quasi di essere in un cartone animat-oh aspetta, SONO in un cartone animato << Tranquilla, ormai è acqua passata, non ci faccio più tanto peso >> non è vero, certo che è un pes-NO, pensa ad altro, devi pensare a cose belle, concentrati su quanto le stia bene il maglione. Fiera si siede sul letto << Adesso va tutto bene? >> no, sto malissimo << Sì, sto benissimo >> ho detto pensa a come le stia bene il maglione.

 

<< Io vi lascio un po' di intimità >> grazie per il commento inappropriato Ordis. Fiera arrossisce sotto il pelo bianco e rosso. Non posso fare a meno di sorridere alla scena divertente e soprattutto tenera. Passa qualche secondo di silenzio, non so cosa dire, qualsiasi cosa va bene << Grazie per esserti presa cura di me mentre ero incosciente >> voilà! Silenzio rotto << Di niente, anche se dovrei essere io a ringraziarti, mi hai dato una nuova casa e non mi hai chiesto niente in cambio >> ti prego non cominciare con il discorso del debito verso di me. E NON ABBASSARE LE TESTA NON SONO PER NIENTE SUPERIORE A TE << Ehi, non mi devi nulla, hai già sofferto abbastanza, solo il vederti sorridere sarà un ricambio perfetto >> ok forse ho esagerato. Sta diventando ancora più rossa, che TENERA << Grazie, Tenno >> ah già non le ho detto il mio nome << Matteo, – lei alza lo sguardo – mi chiamo Matteo >> lei accenna un sorriso << Grazie, Matteo >> meglio << Visto? Quando sorridi sei molto più bella >> altroché se è bella.

 

<< Posso abbracciarti di nuovo? >> eh? << Perché? >> NO, ho sbagliato risposta, pensa a come riparare l'errore << Perché quando sono con te mi sento al sicuro e...>> TROVATO << Intendo perché chiedi il permesso >> e ancora una volta ho salvato la situazione. Come previsto, Fiera mi abbraccia per la terza volta, la sua faccia premuta contro il mio petto. Non mi dispiace essere questa figura di supporto per gli altri. Anche se ne avrei bisogno anche io BASTA CON I PENSIERI NEGATIVI. Appoggio una mano sulla sua testa, accarezzandola. È soffice, ha il pelo molto morbido << Sei comodo >> la sua voce è smorzata dalla maglia del mio pigiama.

 

Aspetta << Perché sono in pigiama? >> chi mi ha cambiato i vestiti? Fiera alza la testa << Ti ho cambiato io >> e me lo dici con quel sorriso? << Vaaaaa bene, fatti imbarazzanti a parte, andiamo in soggiorno? >> lei si alza e mette le zampe dietro la schiena << Ok >> si gira, togliendo le mani da dietro e passa la sua coda sul mio viso, avviandosi verso la porta. Ok, questo è un drastico cambiamento di carattere, ma sembra stare meglio quindi, va bene?

 

Adesso che ci penso, Lionheart ha detto che farà di tutto per scusarsi con me, quindi avrà velocizzato il processo per l'adozione di Sam e Julia, ma la bambina è ancora in ospedale e dovrò aspettare qualche giorno prima che la dimettano, senza contare che per un po' sarà costretta a rimanere sulla sedia a rotelle o a camminare con le stampelle.

 

<< Ehi, ti sei incantato? >> mi sveglio dai miei pensieri, Fiera è davanti alla porta << S-Si, scusa >> lei risponde con sorriso. Mi alzo dal letto, non mi gira più la test-SCHERZAVO MI GIRA ANCORA, però non abbastanza da farmi perdere l'equilibrio. I miei passi sono lenti ed incerti << Tutto a posto? Ce la fai? >> Fiera si sta preoccupando per me, CHE TENERA << Si sono solo un po' debole >> perdo quasi l'equilibrio e faccio di tutto per riacquistarlo, sembro uno che cammina per la prima volta nella sua vita. Fiera mi si avvicina << Ti serve aiuto? >> mette un braccio attorno al mio collo << Si, grazie >> metto una mano sulla sua spalla e la uso come supporto per non cadere. Lei fa un po' più di pressione sulla mia spalla, avvicinandomi a lei in modo che il mio petto sfiori il suo seno. Credo proprio che lo stia facendo apposta, cioè, A ME VA BENE però c'è qualcosa che non mi convince.

 

Arriviamo in soggiorno/sala da pranzo/sala svago/quello che vuoi. La testa ha smesso di girare quindi mi stacco da Fiera per vedere se ce la faccio a camminare normalmente << Sicuro? >> faccio qualche passo, sto camminando senza sembrare ubriaco << Ce la faccio >> SONO UNA PERSONA FORTE. Non vedo nessuno e, dato che dovrebbe essere quasi mezzogiorno, è strano << Judy e Nick dove sono? >> anche se un po' di tempo da solo con Fiera non mi dispiacerebbe << Sono andati a lavoro, Ordis dice che di giorno si può uscire >> di giorno c'è molta gente e i Grineer vogliono agire di nascosto per ora quindi si, ha senso.

 

Aspetta << Come sono usciti? Non siamo un po' troppo in alto? >> davanti a noi compare il megaschermo, che si accende, mostrando una visuale dall'esterno della nave, è a terra, ferma a lato di una strada << Durante la sua dormita, abbiamo ricevuto il permesso di “parcheggiare” nelle parti esterne della città, poi da qui basta prendere la metropolitana e in circa un'ora si può arrivare in centro, ovviamente il biglietto lo offriamo noi >> noto adesso una folla davanti alla Liset << Fammi indovinare, quelli sono giornalisti in attesa che succeda qualcosa? >> il megaschermo si inclina prima in avanti e poi indietro. Fiera si lascia scappare una risatina, mentre io mi limito a sorridere.

 

Quindi << Che si fa, andiamo in città? >> tanto qua non facciamo nulla << Va bene ma, come usciamo senza dare nell'occhio? >> questa, Fiera, è un'ottima domanda << Dato che tu non subisci l'effetto dei miei poteri, posso fermare il tempo per permetterci di passare indisturbati >> e ad un'ottima domanda segue un'ottima risposta << Davvero la signorina non è affetta dal marchio dell'Esterno? >> questa, Ordis, è un'altra ottima domanda << Già, Fiera possiede a sua volta il simbolo anche se non è ancora riuscita a sbloccare i suoi poteri >> ED IO NON SO IL PERCHÈ, perfetto << Mmmm, intrigante. Devo fare delle indagini >> vai Ordis, conto su di te.

 

<< Matte, guarda lo schermo >> Fiera sembra preoccupata, torno a guardare lo schermo: la folla di giornalisti si sta allontanando molto velocemente, entrando nelle loro rispettive macchine o furgoncini << Ok, che sta succedendo? >> la Liset si alza subito in volo << Dobbiamo fare in fretta >> adesso anche Ordis è preoccupato << Ordis mi dici che succede? >> la nave prende velocità << C'è stato un attentato al municipio, delle bombe sono esplose all'ingresso e subito dopo dei terroristi hanno sparato a chiunque fosse dentro all'edificio, adesso hanno in ostaggio il sindaco >>.

 

Ma che?

 

Perché?

 

Perché è successo?

 

<< Il motivo lo sai? >> come hanno fatto a preparare tutto così velocemente? << Ancora non hanno rivelato il perché, ma vogliono parlare con lei >> è per colpa mia, per colpa mia è morta della gente, gente che non c'entrava nulla << La polizia che sta facendo? >> devo intervenire << Le forze dell'ordine sono già sul posto e stanno facendo il possibile, incluso Judy e Nick >> DEVO INTERVENIRE.

 

<< Siamo arrivati, operatore >> la Liset rallenta << Prepara l'Excalibur e le armi >> le gambe della tuta si attaccano alle mie << Già fatto, operatore >> si aggiunge anche il torso << Fiera, – lei mi sta guardando preoccupata – stai tranquilla, è quasi impossibile che io perda con questa tuta, in più ho il marchio dell'Esterno >> di cui non mi fido più, COMUNQUE, le faccio il mio sorriso più carismatico, facendo il pollice in su con la mano sinistra, mostrando il segno, mentre anche il petto viene coperto dall'armatura. La porta per la sala di comando si apre e mi avvio verso la sala << Matte... – mi giro verso di lei mentre le braccia completano quasi il montaggio, manca solo il “buona fortuna” detto da una bella ragazza – Buona fortuna >> GRAZIE MILLE.

 

La porta si chiude dietro di me, il casco finisce l'opera mentre mi posiziono nell'ascensore per uscire. Sullo schermo della tuta compare la scritta “Le armi la raggiungeranno una volta atterrato”. La discesa sembra più veloce dell'altra volta, sono passati solo cinque secondi ed è già finita. Senza esitare mi stacco dai supporti magnetici, sto cadendo, sono in caduta libera. È giorno, davanti a me vedo la piazza che si avvicina a grande velocità, nessuna nuvola: c'è un tempo magnifico se non fosse per un attentato avvenuto nel municipio in cui sono è morta della gente.

 

Dovrei essere abbastanza vicino. Apro le braccia, la tuta s'illumina di azzurro e ferma la caduta, per poi riprendere lentamente. La piazza è un casino, ci sono macchine della polizia ovunque e davanti al municipio c'è un... che cos'è quello? Dimmi che non sono cadaveri, ma nessuno sparo, è calmo e il silenzio della tuta mentre cade lo rende ancora più calmo.

 

Sono a terra, circa al centro della piazza, forse un po' spostato verso sinistra << Tenno, ti stavamo aspettando >> davanti a me ci sono Judy e Nick insieme ad un altro gruppo di poliziotti, tutti in tuta antisommossa ma senza casco. Innanzitutto grazie per non aver detto il mio nome, secondo << Judy, com'è la situazione? >> ti prego dimmi che quei cadaveri sono meno di quello che sembra << Brutta, hanno aspettato fino all'ora di punta per far saltare in aria gli esplosivi, ancora non si sa niente ma i morti sono approssimati a circa duecento >> porca PUTTANA, calmo, stai calmo << Adesso che succede, perché questa calma? >> stavolta parla Nick << Hanno il sindaco come ostaggio, inoltre hanno detto che se entro dieci minuti non saresti arrivato, lo avrebbero ucciso, ma ci stiamo già preparando al peggio >> ah, messi male insomma << Adesso che sono arrivato che si fa? >> anche se un paio di idee le ho già << Entri e vedi cosa vogliono, possibilmente con un'arma, comunque perché sei disarmato? >> grazie Nick ma non sono così forte.

 

lo Strun in forma ristretta cade accanto a me << Quello cos'è? >> Judy fa uno scatto indietro << Tranquilla, è la mia arma >> lo prendo e lo apro << Va bene, adesso hai un'arma, mostrati a loro e cerca di trattare >> Judy gli da una gomitata sul fianco, anche se non credo che possa fargli molto << Nick! È pur sempre un ragazzino, non puoi dirgli “vai e fa”. Ci serve un piano >>.

 

<< Ehi, tu! >> mi giro, Bogo sta venendo verso di me anche lui in tuta antisommossa << Capitano, ci serve un piano per trattare con i terroristi >> gli andiamo incontro << Questo lo so già, Hopps, il problema è quale piano >> ok il “vado e spacco” non può funzionare perché c'è un ostaggio, anche se è il sindaco << Dato che vogliono me, lasciatemi andare cosi posso trattarci >> mm... no, mi sembra troppo rischioso per me: hanno abbastanza armi per tenere in ostaggio il sindaco e uccidere le sue guardie, per quanto forte, non so quanto possa resistere l'Excalibur in caso vada tutto male << Negativo, non vogliono soltanto parlarti, quelli ti vogliono morto, non causerebbero tutto questo casino solo per trattare >> si, hai ragione.

 

Quindi bisogna entrare ma senza allertare chi c'è dentro, però andare da solo è rischioso pure per me. Aspetta << Nick, Judy, datemi la zampa >> loro sembrano confusi, ma lo fanno, tenendomi la mano destra. Mi teletrasporto qualche metro più avanti. HA FUNZIONATO, si sono teletrasportati insieme a me << Ok, è stato... breve ma intenso >> Judy e Nick lasciano la presa << Tranquillo, ci farai l'abitudine >> finalmente atterrano anche la Lato e la Scindo.

 

<< Ragazzi, so come entrare là dentro e salvare il sindaco >> anche se sta sulle scatole a tutti devo comunque fare bella figura e salvarlo. Poi, quei terroristi, devono morire. Non m'interessa se è poco etico. Non m'interessa se dobbiamo pensare prima a soccorrere i feriti. Non m'interessa.

 

Io voglio ucciderli uno ad uno.

​N.D.E.
​Buongiorno cari lettori.
​Come vedete la nostra cara ragazza ha avuto un grosso cambiamento, mi chiedo il perché.
​Poi il nostro piccolo indifeso Matteo che tenta di mostrarsi coraggioso a lei anche se lui stesso è quello che ha bisogno di aiuto, mi fa ridere.
Chissà quanto ci vorrà prima che crolli del tutto.
​L'Esterno. 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Il municipio ***


 

​Il municipio


<< Quindi, in breve, vuoi entrare lì dentro con me e Nick, raggiungere il sindaco senza attirare l'attenzione, liberarlo e portarlo fuori velocemente utilizzando i tuoi poteri >> beh << Sì, è così >> detto in soldoni ma è così << Beh, non vedo altro modo per recuperare il sindaco senza mettere in rischio la sua vita, in più, con me potete entrare senza essere visti quindi, capitano, se ci dà il permesso possiamo agire anche subito >> Bogo chiude gli occhi, ragionando per qualche secondo, poi li riapre << Va bene, il tempo è limitato. Hopps, Wilde, finite di prepararvi mentre tu, – mi guarda, puntando il dito verso la faccia della tuta – hai una sola possibilità, per quanto possa essere odiato, il sindaco rimane una vita da salvare quindi se fallisci, ne vedrai le conseguenze >> era meglio il “buona fortuna” di Fiera.

 

<< Vi prego, dovete fare qualcosa, mio figlio è lì dentro! >> la tuta riesce a captare una voce. Un procione sta implorando un poliziotto << Signore, le ripeto che stiamo già facendo il possibile per recuperare i superstiti, in questo momento lei sta solo rallentando le operazioni >> la tuta lo identifica come “John Crowford, 44 anni” << Lei non capisce, quelli non sono animali, sono mostri! >> oh no << Ordis, puoi accedere alle telecamere? >> non dirmi che quelli sono i Grineer << Mi spiace ma ogni telecamera del municipio è offline >> te pareva << C'è una possibilità che i terroristi siano Grineer, se è così, che devo fare? >> sull'interfaccia appare una schermata che mostra un Grineer << I soldati Grineer sono semplici cloni guidati da un'intelligenza artificiale scadente, seguono una strategia semplice basata sullo sparare a chiunque sia diverso da loro e possono eseguire ordini semplici come seguire, stare fermi, andare in una posizione specificata o nascondersi. Non si preoccupi nel farne fuori quanti vuole, non hanno sentimenti: sono come delle macchine. Il problema è che, dato che hanno un ostaggio, è presente anche un sergente, uno dei pochi soldati a cui è stata donata volontà propria, sono più intelligenti e possono elaborare delle strategie più complesse, ma di solito non ne viene impiegato più di uno nelle operazioni >> una spiegazione più che esaustiva, grazie Ordis.

 

<< Tenno, siamo pronti >> perfetto << Ok ragazzi, c'è un possibile cambio di piani >> Judy e Nick mi guardano perplessi, o almeno credo siano perplessi dietro i caschi << Che è successo? >> faccio segno di avvicinarsi di più << C'è una possibilità che lì dentro non ci siano semplici mammiferi, ma i mostri che hanno tentato di catturarvi l'altro giorno. In caso sia vero, una volta messo al sicuro il sindaco dobbiamo farli fuori tutti senza che nessuno possa scappare ed essere visto da tutti. Dobbiamo evitare che si scateni il terrore >> sono tutti molto più calmi del previsto << Ricevuto, iniziamo? >> annuisco. Mi aspettavo più tempo per spiegare il problema, certo che sono cambiati molto in sei anni. Sembrano molto più resistenti di carattere di come erano nel film. Praticamente il mio opposto: io sono la persona più fragile tra queste. Fiera ha sempre cercato di combattere, ha fallito, ma ci ha sempre provato. Sam e Julia si sono adattati subito alla situazione e sono andati avanti. Io sono l'unico che ci ha rinunciato, ho accettato tutto quello che mi è successo e non ho mai neanche provato a fare qualcosa.

 

Nick agita la zampa davanti a me << Tutto bene? Iniziamo? >> mi risveglio dai miei pensieri << Si, scusa. Andiamo >> non avevo detto basta pensieri negativi? Bogo si avvicina a noi << Avete il permesso di iniziare, se non vi vedo tornare entro dieci minuti sarò costretto ad irrompere con tutti quanti, ma così ci saranno altre vittime >> Nick e Judy rispondono con il saluto militare << Ricevuto >> dovrei farlo anch'io? Bogo si avvia verso un altro gruppo di poliziotti << Bene, quando entriamo? >> questa è un ottima domanda, Nick << Lo facciamo subito, ma d'ora in poi bisogna stare il più attenti e veloci possibile, pronti? >> loro annuiscono.

 

Alzo la mano sinistra al cielo, stringo il pugno e l'abbasso: le persone intorno a noi si fermano, Judy e Nick si fermano, il tempo si ferma. Senza esitare prendo la zampa di entrambi. Appena li tocco, loro riprendono a muoversi << Dobbiamo fare in fretta, fra non molto il tempo riprenderà a scorrere >> loro si guardano attorno << Quindi tu sai fermare il tempo? >> bravo << Si ci hai preso, andiamo >> do un piccolo strattone ai due e corriamo verso il municipio.

 

Ad ogni passo sento le gambe strane, il respiro più veloce, la testa mi gira. Eh no! Non puoi andare nel panico adesso. Sei armato fino ai denti ed i nemici che affronti hanno il quoziente intellettivo di una busta della spesa, quindi non- OH CAZZO QUELLI SONO CADAVERI. Calmo, calmo, calmo << Non è un bello spettacolo >> grazie Nick ma non ce n'era bisogno << Già, finiamo in fretta così possiamo farli fuori >> Judy stai diventando sempre meno te stessa.

 

Siamo all'ingresso, e non è una bella vista. È stato un massacro: ci sono corpi ovunque, alcuni anche smembrati. I battiti del cuore si fanno più marcati, non più veloci, ne più forti, solo si fanno sentire di più. Si, mi sta per venire un attacco di panico, oppure << Ragazzi sta per finire – o ricominciare in questo caso – il tempo. Troviamo un nascondiglio >> entriamo nel municipio.

 

L'ingresso è vuoto, cadaveri a parte << Dove pensate che sia Lionheart? >> una delle posizioni più probabili potrebbe essere << Nel suo ufficio all'ultimo piano, iniziamo da lì >> ottima supposizione ma << Adesso dobbiamo trovare un posto dove nasconderci >> va bene, cerchiamo un posto adatto: dietro al bancone della reception, sotto le scale, nella cavità dell'ascensore.

 

L'ASCENSORE! LE TELECAMERE SONO DISABILITATE QUINDI POSSIA- il tempo ricomincia a scorrere. Siamo nel mezzo dell'ingresso, con dei soldati armati fino ai denti che pattugliano l'edificio: direi che siamo messi bene.

 

Sento una voce provenire dal corridoio di destra, è profonda, distorta, quasi meccanica. Non sono parole definite: sono suoni, rumori. Corro verso l'ascensore, facendo segno di seguirmi a Judy e Nick. Quest'ascensore non è quello che ho usato l'altra volta, stavolta stiamo per usare quello privato, solo per il personale. Non so perché ce ne sia uno, ma c'è. Siamo tutti e tre nella cavità. La voce, no aspetta sono due voci, comunque si stanno avvicinando, insieme a rumori di passi accompagnati da ferraglia che struscia su altra ferraglia. Finalmente si fanno vedere, finalmente posso vederli completamente.

 

Entrambi hanno la parte superiore del corpo sproporzionata: testa piccola e spalle gigantesche, o forse è solo l'armatura che le fanno sembrare grandi. Anche il resto del corpo è coperto da placche di metallo ma lasciano scoperte le giunzioni tra i muscoli, in modo da permettere il movimento. Le uniche cose che non sono in comune tra i due soldati sono il viso e l'arma. Uno porta una maschera bianca con occhi arancioni luminosi, quasi come se fossero luci a LED, ed ha in mano lo stesso fucile d'assalto che ho visto portare agli altri. Mentre il compagno ha un'arma diversa: il caricatore è circolare, posizionato sopra alla struttura, il calcio ha il supporto per la spalla e la canna è larga, di sicuro è un fucile a pompa. Non indossa una maschera, ma un elmo, schiacciato, con un solo occhio, anch'esso arancione.

 

Stanno parlando tra di loro e i suoni che producono sembrano amichevoli, come se stessero parlando di “quella notte al pub”. Non sembrano dei cloni, sembrano NASCONDITI. Si sono girati verso di me. Forse mi hanno visto. I passi riprendono, più lentamente, più attenti. I suoni sono più bassi, più silenziosi: stanno venendo a controllare. SONO. UN. PIRLA. Adesso per colpa mia stiamo per essere uccisi.

 

Il suono di un campanello.

 

L'ascensore si è aperto, Nick lo ha chiamato. Grazie Nick. Faccio segno di entrare. Non possiamo salire perché possiamo allarmare i due. Dai pensa pensa pensa pensa pensa pensa pens-PENSATO.

 

Judy e Nick sono dentro, la luce è accesa e l'ascensore non è abbastanza grande per nascondersi ai lati della porta << Alle pareti >> sussurro. Loro obbediscono, appiattendosi alle pareti del cabinato. Bene, adesso sta a me. Mi trasformo in ombra insieme all'armatura, mi sposto nell'ascensore, salendo sulle pareti fino a raggiungere il soffitto. Velocemente copro la lampada, creando il buio nella cabina. Non è abbastanza, la luce proveniente da fuori illumina l'ascensore rendendo visibili i due poliziotti. Devo farlo.

 

Strisciando sulle pareti, ma sempre tenendo coperta la lampada, estendo l'ombra su tutto il cabinato, coprendo ogni muro, incluso Judy e Nick. Adesso l'ascensore è totalmente buio, tutta la luce proveniente da fuori viene assorbita dalla mia ombra.

 

I due si stanno avvicinando, se sono davvero stupidi come Ordis dice allora non ci dovrebbero essere problemi. Il silenzio è quasi totale, solo il rumore di passi lenti può essere sentito. I Grineer sbucano dall'angolo, scrutando dentro l'ascensore. Fa che siano veramente stupidi, ti prego. I due sono fermi, mi osservano, cioè osservano il nero dell'ascensore causato da me. Osservano, osservano, osservano, BASTA OSSERVARMI. I due se ne vanno, facendo uscire un lamento. SONO STUPIDI.

 

Appena non sono più nel mio raggio visivo, faccio pressione sul pulsante per l'ultimo piano. Le porte si chiudono lentamente, senza alcun suono. Subito ritorno alla forma umana, al centro della cabina. Finalmente mi sento normale << Bene, è stato... strano >> non dirlo a me << Pure per me: è solo la seconda volta che assumo questa forma e devo ancora abituarmici >> quest'ascensore è più piccolo di quello che ho preso la prima volta, sarà per mammiferi di piccola taglia. Ah già << Dobbiamo rimetterci come prima, la sicurezza sarà sicuramente maggiore dove tengono i prigionieri >> Nick sospira dietro al casco << Ricevuto >>.

 

Le porte si riapron- OH CRISTO C'È QUALCUNO. Una figura cade sul pavimento, immobile. È il cadavere di un procione, sembra giovane. Non c'è nessun altro quindi posso tornare normale. Mi riformo di nuovo al centro e l'armatura riprende a funzionare. “Aiden Crowford, 15 anni” << Oh cazzo, e adesso come glielo dico? >> ha quasi la mia stessa età, o quella di Fiera. Quello potrei essere io o, peggio, Fiera. Gli manca un braccio, ha tanti buchi sul petto. È morto, e la sua non è stata una morte veloce. Dove cristo è la mia avventura felice? Questo non è molto meglio di quando ero a casa. Almeno fatemi stare con lei. Fatemi almeno sembrare felice. Adesso sono costretto a dire ad un padre della morte di suo figlio. E non sarà piacevole per nessuno.

 

Dobbiamo muoverci, forse qualcuno è ancora vivo. Dobbiamo andare, dobbiamo salvare quelli ancora vivi. Senza parlare faccio un passo avanti, camminando a lato del cadavere. Esco dall'ascensore, secondo la mappa la stanza del sindaco è in fondo al corridoio, a destra e poi di nuovo a destra << Matte? >> devo attirare l'attenzione << Voi cercate chiunque sia sopravvissuto sugli altri piani, al sindaco ci penso io >> davanti a me ci sono due soldati, girati di schiena. Non pensavo mi potesse tornare utile, ma lo ha fatto. Il fucile a pompa serve solo per gli scontri ravvicinati, per i nemici a distanza mi serve la pistola.

 

Cammino verso i due, con la mano destra prendo la Lato, mentre con la sinistra estraggo lo Strun. Non sentono i miei passi, anche se sono a due metri da loro. Mi avvicino, sono dietro di loro. Appoggio la canna del fucile sulla schiena di quello a sinistra. Neanche il tempo di accorgersene che premo il grilletto. Il rinculo è abbastanza forte, ma riesco a controllarlo. Il secondo soldato si gira, ma punto la pistola verso di lui e sparo cinque o sei volte. Lui si accascia a terra, non più vivo.

 

Per poter sparare il prossimo pallettone devo azionare il sistema di pompaggio, che avvolge completamente la canna. Siamo ad un incrocio dove si diramano due corridoi, uno davanti a me e uno a destra. Adesso che lo noto, questo posto è molto spoglio, non c'è un quadro o una qualche decorazione. Appoggio la canna sulla parete alla mia sinistra è spingo. Un sonoro “Clack” indica che posso sparare di nuovo. Sento delle voci in lontananza avvicinarsi, altri tre Grineer spuntano dal corridoio davanti a me. Appena mi vedono rallentano il passo, alzano il fucile e sparano raffiche di proiettili verso di me. Io rispondo a suon di proiettili di pistola: nove colpi bastano ad atterrarne due.

 

La pistola è scarica, mi riparo dietro al muro, al mio fianco pezzi di muro vengono portati via dai proiettili. Ricaricare con una mano è difficile, poso il fucile a terra. Appena la mano si libera, una luce blu la ricopre, qualcosa prende forma man mano che la luce si dissolve: un caricatore. Schiaccio il pulsante per il rilascio del caricatore nella Lato e subito infilo quello nuovo. Un piccolo “click” mi dice che la pistola è carica. Non devo togliere la cartuccia del proiettile precedente? Di solito bisogna fare così ma qua non c'è il carrello.

 

Ne rimane uno che sta sparando. Una raffica, due raffiche, tre raffiche, sta ricaricando. Mi sporgo, sono apparsi altri due soldati, mi stanno mirando. Subito mi teletrasporto dietro di loro, scarico un colpo di fucile su quello a sinistra, punto la pistola contro gli altri due, sette colpi e uno va a terra, punto verso l'altro. Un proiettile mi colpisce la mano, l'armatura attutisce l'impatto ma non abbastanza da farmi mantenere la presa sulla pistola, che vola via a qualche metro da me. Lancio il fucile contro il soldato, rinforzando il tiro con Ciclone. Il Grineer cade a terra, lasciando la sua arma. Mi avvicino a lui, richiamando la Lato. Una volta in mano, sparo: due alla gamba destra, due alla gamba sinistra, ignorando le sue urla, no, i suoi lamenti di dolore. Sono accanto a lui, lo sto guardando in faccia, quanto è brutto. Richiamo anche lo Strun, che atterra sul palmo della mia mano sinistra, appoggio la bocca della canna sulla faccia del soldato e spingo. Un altro “CLACK” indica la possibilità di sparo. Premo per la terza volta il grilletto. Uno scoppio risuona nel corridoio, poi nulla.

 

Il silenzio è calato, nessun rumore, nessuno sparo, nessun passo... niente.

 

Voglio andarmene da qui.

 

Alzo la testa, il corridoio è vuoto. Subito mi avvio, incamminandomi nel corridoio che riconosco essere quello per l'ufficio del sindaco. Ci sono dei suoni dall'altra parte della porta, ma non riesco a distinguerli. Più mi avvicino e più li distinguo: qualcuno sta urlando, e non è un urlo di disperazione ma di rabbia. Sono a circa un metro di distanza dalla porta quando la tuta riesce a captare le voci ancora un po' confuse << Tu... ess... >> no, non capisco niente. Mi avvicino alla porta, appoggiandomi ad essa << Avevamo un patto! Io vi lasciavo il controllo e voi mi davate un posto nel nuovo governo >> sulla tuta compare un messaggio “Desidera registrare questa conversazione?” seleziono “Sì” e subito un piccolo cerchio azzurro appare in alto a destra dell'interfaccia, lampeggiando insieme alla scritta REC.

 

<< Mi spiace sindaco ma i piani sono cambiati, lei doveva eliminare il Tenno, ed ha fallito >> quindi il sindaco ha venduto la città al nemico per sopravvivere. Lionheart, che dovrebbe essere stato ispirato a Riccardo Cuor di Leone, ha venduto la vita di tutti gli abitanti di Zootropolis ai Grineer. Lui ha fatto morire più di duecento persone e chissà quanti di quelli erano solo ragazzi << Ti prego, dammi altro tempo >> la porta è aperta, non si sono preoccupati della sicurezza. Alzo la gamba, appoggiando la pianta del piede sulla porta per prendere la mira. Alzo di poco il piede per poi spingerlo avanti con tutta la forza che la tuta mi concede. Il rumore della porta mentre si apre violentemente mette a tacere qualsiasi altro suono presente nella stanza.

 

Il sindaco è lì, indenne, al centro della stanza che sta pregando un soldato Grineer la cui armatura differisce dalle altre solo nel colore, cioè rosso. Sulla parete sinistra è appoggiato un altro mammifero, un puma: è una donna, inginocchiata, con le mani dietro la schiena, avrà forse trent'anni, occhi d'oro, fissi su di me con uno sguardo di solo terrore << Amy! >> un altro suono irrompe nella stanza. Uno sparo riecheggia nelle mie orecchie. Amy, spinta da qualche forza, viene scaraventata a terra, il pavimento sotto di lei si bagna di un liquido rosso. Le hanno sparato in testa << Scommessa persa >> commenta il soldato.

 

Le mie gambe perdono forza per poi riacquistarla subito dopo, mi gira la testa, reprimo il bisogno di vomitare. Hanno ucciso Amy. L'hanno uccisa. Perché? Perché l'avete fatto? E perché il sindaco se ne sta lì a non fare niente << Hai un'altra possibilità, sindaco. Lo faccia fuori per me e avrai un posto accanto alle regine >> nella mia mano destra si forma una lama di pura energia, con la sinistra punto verso il Grineer. Mi teletrasporto direttamente davanti a lui, prima che possa reagire lo trapasso con l'Exalted Blade, da parte a parte. Lui è ancora vivo, mi sta guardando con occhi pieni di stupore mista a rabbia. Faccio forza sulla spada, tiro verso l'alto lentamente, tagliando altra carne. Il soldato sta urlando, ma io non lo sento, voglio solo ucciderlo, voglio fargli più male possibile mentre lo ammazzo. Dalla pancia salgo fino alla bocca dello stomaco, trapasso lo sterno arrivando alla base del collo. Ha smesso di urlare.

 

<< Le consiglio di non muoversi, Sindaco, a meno che non voglia fare la sua stessa fine. Adesso lei viene con me, – estraggo la spada dal corpo del soldato, puntandola verso il leone – capito? >> il sindaco rimane immobile, gli occhi fissi sulla lama << S-Si >> mi avvio verso la porta con Lionheart che mi segue. Adesso torno sulla nave e sto con Fiera fino alla fine del giorno e anche della notte.

 

Due figure basse spuntano nel corridoio, quella a destra è la più alta, hanno una tuta antisommossa addosso << Tenno! Quei mostri sono tutti scomparsi >> i due mammiferi stanno correndo verso di me << Va bene non voglio saperne niente, andiamo >> si fermano di colpo << Che? >> voglio andarmene << Lionheart ha venduto la città in cambio di un posto accanto a loro re, andiamocene >> Il sindaco accanto a me abbassa la testa << Ma... >> Judy tenta di dire qualcosa, ma perde le parole << Almeno ditemi che avete trovato dei sopravvissuti >> una lacrima mi scende sulla guancia, coperta dal casco << Neanche uno, sono tutti morti >> stavolta è Nick che parla. Andiamo a casa, voglio andare a casa, non posso vedere tutto questo.

 

 

 

 

Sono fuori dal municipio. Davanti a me c'è una massa di gente enorme: chi mi urla contro, chi mi fa domande. Judy e Nick li stanno allontanando, ma senza successo. Io non capisco quello che stanno dicendo. Fermo il tempo, il silenzio cala attorno a me. Tutti sono immobili. Cerco un buco tra la folla, uscendo da essa.

 

Sono fuori dalla piazza, in una strada piccola. Il tempo ha ricominciato a scorrere, ma non c'è nessuno attorno a me << Ordis, ti prego vieni a prendermi >>

​N.D.A
​Ebbene si non sono morto.
​Scusate tanto ma ho avuto TAAAAAANTI problemi con la scuola.

Come al solito ringrazio Lord_Fener e Dn1ght ma principalmente Plando per il supporto che mi danno.

Io vi saluto perché questo computer si blocca ogni due secondi, e noi ci rileggiamo al prossimo capitolo.

Ciao.

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Capitolo 12
*** Voglio dimenticare ***


Voglio dimenticare


<< Matte? >>
 

Dove sono? È buio, non vedo nulla. Non sento niente. Che succede? << Matte? >> stavolta distinguo la voce << Fiera >> dov'è? Voglio vederla. Voglio parlarle, voglio stare con lei << Fiera! >> non c'è nessuno qui, solo io e l'eco della mia voce. Corro, cerco qualcuno, qualsiasi persona va bene, non voglio stare solo. Vedo qualcuno, un umano << Vedo che la situazione è peggiorata, o mi sbaglio? >> l'unica cosa che noto sono i suoi occhi, color nero, quasi vuoti << No, non te. Tutti tranne te >> l'Esterno è davanti a me, fissandomi con aria di superiorità << Rilassati, non voglio farti male, solo farti i miei complimenti >> attenzione l'Esterno è bipolare << Per cosa? >> di certo non per ieri, quello lo considero un fallimento oltre che a un trauma << Per ciò che è successo dopo l'ultima volta che ci siamo incontrati, – quella in cui hai fatto lo stronzo? – quasi nessuno ha reagito come te, hai nascosto alla perfezione il tuo malumore e questo fa di te una persona molto resistente >> cioè stai valutando la mia psiche? << Tu sei veramente difficile da capire >> ma perché dovresti farlo? << Comunque, vedo che ti stai affezionando alla ragazza, tientela stretta e proteggila >>

 

Apro gli occhi.

 

Sono in bagno, in piedi davanti allo specchio, in preda alla nausea. Sto male. Ogni mio respiro diventa sempre più pesante e le braccia, appoggiate al lavandino stanno tremando. Sto male. Dov'è Fiera? Devo stare con lei, forse mi calmo. Sto male. Però non posso mostrarmi debole davanti a lei. Sto male. Devo farcela da solo. Sto male. Sto male. Sto male Sto male Sto male Sto male Sto male Sto male Sto male. La nausea aumenta, raggiungendo l'insopportabile, mi chino sul lavello, vomitando i miei succhi gastrici. È l'ansia, lo so che è l'ansia, è un intera settimana che sono così. Mi serve aiuto, ma non posso chiederlo. Alzo la manovella del lavandino, facendo scorrere l'acqua. Bevo, mi sciacquo la bocca, togliendo il gusto del vomito.

 

Chiudo gli occhi.

 

<< Ehi Michael! >> chiamo il mio amico, che è appoggiato al muro con il telefono in mano, lui alza lo sguardo e mi risponde << Ciao Matte, come va? >> abbassa il telefono << Tutto bene, per ora, te? Hai scelto che liceo fare? >> manca una settimana alla fine della scuola, e Michael è in terza media, quindi l'anno prossimo andrà alle superiori, lasciandomi qui << Bah, lo scientifico, forse scienze applicate, te? >> la ricreazione sta per finire e io non ho ancora toccato la merenda << Anch'io scientifico, voglio diventare un ingegnere >> estraggo il pacchetto di cracker ormai rotti dalla tasca e lo apro << Me ne dai uno? >> prendo un pezzo di cracker tra quelli messi meglio e glielo do << Tieni >> la campanella suona e subito il chiasso attorno a me diventa ancora più forte.

 

<< Ehi nanetto, vattene e forse non ti massacriamo >> riconosco questa voce, quando incontrai Fiera per la prima volta. Non era un buon momento per lei << Non questa volta >> ha detto, quelle zebre non le hanno fatto niente quella volta, ma le altre? Se “questa volta” non è successo niente vuol dire che nelle “altre volte” qualcosa è successo. Il telegiornale ha identificato le due zebre dicendo che, ricattando le vittime, estorcevano soldi alle ragazze prese di mira, altrimenti la pena era... oh cazzo. L'hanno violentata, forse più volte. E io come l'ho trattata? Non ho fatto praticamente niente per farla sentire meglio. Lo stupro è una cosa seria, e io ho trattato lei con leggerezza, come se fosse una cosa da nulla. Devo... che devo fare? Non so che fare, come posso aiutarla? Però, adesso che ci penso, quando le parlo sembra felice, non ha mai dato segno di alcun fastidio, ma potrebbe essere tutta una facciata, forse le sto dando solo noia. No, non è possibile, non è quel tipo di persona.

 

Mi sveglio.

 

Ho troppe paranoie per la testa, che posso fare per togliermele? Mi siedo sul letto e penso. Dato che credo di non star dando abbastanza attenzioni a Fiera oggi starò tutto il giorno con lei, ma che possiamo fare? È passata circa una settimana da quando Julia è stata ricoverata, quindi dovrebbero dimetterla oggi. Ma non è sicuro che la dimettano oggi << Operatore, oggi la piccola Julia verrà dimessa dall'ospedale, sarebbe opportuno prelevare lei e suo fratello >> scherzavo: andiamo a prendere Julia.

 

Esco dalla camera << Matte? >> Nick mi chiama, ha un'aria preoccupata << Che succede? C'è qualcosa che non va? >> c'è qualcosa che lo turba, questo è ovvio << Te l'ho già chiesto la prima volta che ci siamo incontrati ma, per ovvi motivi, non hai potuto rispondermi. Tu, come fai a conoscere Judy? >> rimango immobile a causa della sua domanda. Non avevo pensato a come rispondergli allora e non ci ho pensato adesso, devo essere sincero? M'invento qualcosa sul momento? Che faccio?

 

Due braccia mi avvolgono il petto dolcemente << Buongiorno, anche te appena sveglio? >> è Fiera che mi abbraccia da dietro. Eh? Che succede? Stanno accadendo troppe cose insieme, l'unica cosa che riesco a fare è un leggero sorriso << Ciao... facciamo colazione? >> la sua voce è debole, anche lei si è svegliata poco fa.

 

Sono seduto a tavola con davanti la colazione, l'intervento di Fiera mi ha salvato, anche se prima o poi dovrò dire qualcosa sia a Nick che a Judy. Oggi io andrò a recuperare Julia poi Sam, anzi no, è meglio prima andare dal fratello casomai Julia abbia difficoltà a camminare, anzi togli il casomai: SICURAMENTE avrà difficoltà a camminare. E Fiera mi accompagnerà, così mi tolgo la paranoia << Non mangia, Operatore? >> uh? Che? Cosa? Ah già sto facendo colazione. Il cappuccino si sta raffreddando ma è ancora abbastanza caldo per non essere imbevibile. Adesso che ci penso, non ho mai mangiato niente a colazione, ogni giorno bevevo solo caffellatte e poi subito via a scuola << Ehi – Fiera mi agita la mano davanti – Che hai, ti devo imboccare? >> dice scherzosamente.

 

Hm, mettiamola in imbarazzo << Si >> cerco di dirlo nel modo più convincente possibile. L'espressione sulla sua faccia cambia di colpo: prima sorpresa, poi sconcertata, poi imbarazzata, infine sorride, capendo lo scherzo. Allunga il braccio verso il mio piattino, prende un biscotto e me lo mette davanti alla bocca << Di' aaaaaahm >> aspetta che? Cos? Quando? Credo che la mia faccia stia cambiando dal rosa pallido al rosso ciliegia al rosa di nuovo pallido fino ad un colorito normale. Attenzione un contro-contrattacco ad uno scherzo, sono sorpreso!

 

Fiera scoppia a ridere << Sei diventato tutto rosso! >> Nick e Judy ci guardano, lui mi fissa con uno sguardo interrogativo mentre lei è semplicemente divertita << Va bene, basta con gli scherzi. Oggi avete qualche programma? Non dovreste stare tutto il tempo chiusi qua dentro >> domanda giusta al momento giusto, grazie Judy << Volevo andare con Fiera a prendere Julia che oggi viene dimessa >> il suono del suo nome sorprende Fiera << Che... io... te? >> oh no ho detto qualcosa che non va non vuole venire con me l'ho ignorata troppo che faccio << Solo se vuoi, non lo vuoi? >> io non sono preoccupato sì sono preoccupato << Sì sì lo voglio, è solo che... >> ah ok, non ho fatto niente, falso allarme. Che...? Che...? Che... cosa stavi per dire?

 

La colazione continua silenziosamente, non mi piace questo silenzio, nel film sembravano tutti più loquaci. È sicuramente successo qualcosa in questi sei anni, e dire che sembravano già troppe le persone con traumi passati << Quando andiamo? >> grazie Fiera per aver rotto il silenzio << Possiamo andare all'ospedale verso pomeriggio ma partirei anche subito per fare un giro in città >> il suo viso s'illumina, tenta di nascondere l'emozione ma chiunque riuscirebbe a vedere la sua felicità.

 

Fiera, anche se di poco, mangia più velocemente. È impaziente di andare in città, o è impaziente di andare in città CON ME? Seeee vabbè, magari fosse così. Finisce di fare colazione e si alza << Vado a prepararmi >> in viso ha l'espressione più felice che io abbia mai visto.

 

Rimaniamo io e la coppia, il silenzio torna subito, per qualche secondo io e Nick ci fissiamo, senza dire una parola. Ok basta ansia, concentrati su una cosa inutile, concentrati su una cosa inutile, contiamo quanti granelli di zucchero ci sono sopra questo biscotto: uno due tre quattro cinque sei sette otto nove dieci undici. Undici granelli di zucchero. Hanno tutti undici granelli o sono messi a caso? Ne prendo un altro e conto: uno due tre quattro. Solo quattro granelli qua << Operatore, la signorina Fiera la richiede nella sua stanza >> GRAZIE FIERA << Vado >> mi teletrasporto subito nella direzione della camera di Fiera, oltrepassando il tavolo e apparendo qualche metro dietro Nick.

 

Potrei giocarle un altro scherzo per vendetta. Mi trasformo in ombra per non fare alcun rumore, essendo bidimensionale posso passare sotto la porta. La stanza è stranamente buia, non è che ho sbagliato camera? Ah no eccola. Perché sta al buio? Forse mi ha chiamato per qualcosa di serio, meglio non farle nessuno scherzo.

 

Ritorno alla forma umana << Hai bisogno di qualcosa? >> sussulta, sorpresa dalla mia comparsa improvvisa, ma si calma subito. Uso del vento per fare pressione sull'interruttore e accendere la luce. Fiera si gira, mettendo le mani dietro la schiena in modo da non coprire i vestiti << Come mi sta? >> È TORNATO IL MAGLIONCINO ROSA CON JEANS CORTI CHE LE STANNO BENISSIMO << Perfetta, perfettamente perfetta, sei bellissima già di tuo e adesso sei oltre il misurabile >> Che. Cosa. Ho. Appena. Detto. Ho un pochino esagerato con i complimenti, credo. Fiera si stupisce della mia risposta, non sapendo come reagire, e arrossisce imbarazzata dalla quantità eccessiva di complimenti, riuscendo solo a mormorare << Grazie >> sorridendomi debolmente.

 

La stanza si riempe di nuovo di silenzio, di' qualcosa di' qualcosa di' qualcosa << Sai – NON SO – tu sei il primo. – eh? – Sei il primo che si preoccupa per me, certo, c'erano le suore dell'orfanotrofio ma lo facevano solo perché erano obbligate, tu perché lo fai? >> ecco, tutti credono che ci sia un perché, ma << Non mi serve un motivo, lo faccio e basta >> ho capito che non sono bravo nei discorsi, finora mi ha sempre aiutato l'Esterno quindi, almeno con lei, devo riuscirci da solo. Le metto una mano sulla spalla << E sempre per lo stesso non-motivo, ti aiuterò sempre >> vorrei scendere con la mano, portargliela al fianco per poi avvicinar-COSA CRISTO STAI PENSANDO. Ogni azione sotto QUEL punto di vista le farebbe perdere la fiducia nei tuoi confronti quindi non pensarci neanche e STACCA QUELLA MANO.

 

Tolgo velocemente la mano dalla spalla << Che succede? >> l'ha notato << Nulla >> ti prego non fare altre domande << Sicuro? >> mi guarda negli occhi, distolgo lo sguardo << Si, tranquilla – mi giro – andiamo? >> faccio un passo verso la porta quando Fiera mi abbraccia << Ricordati che puoi sempre parlarmi quando ne hai bisogno >> STAI PEGGIORANDO SOLO LE COSE e quand'è che si sono invertiti i ruoli? << A cosa devo questo trattamento speciale? >> la mia domanda rimane senza risposta << Sei molto comodo >> cala di nuovo il silenzio, solo che stavolta è un silenzio rilassante, senza alcuna tensione. Sicuri che ci siano problemi se facessi qualcosa? A me sembra tutto a post-NO NON PUOI, meglio non osare, poi anche se ci riuscissi poi cosa faresti? Mi do un pizzicotto per distrarmi dai miei pensieri. Fiera sussulta e si ritrae dall'abbraccio << Che è stato? >> cosa quando << Che succede? >> si massaggia il braccio << Qualcosa mi ha punto >> non dirmi che è colpa del mio pizzicotto. Riprovo, stavolta con l'altro braccio << Ahia, mi ha punto di nuovo! Ma dov'è?! >> vedo qualcosa tra me e lei, c'è una specie di filo che parte dietro la sua testa per collegarsi al mio petto.

 

<< Lo vedi anche tu? >> tecnicamente dovrebbe vederlo anche se fosse opera dell'Esterno, oppure sono pazzo io, ma dato che il dolore che sento viene trasmesso anche a Fiera quel filo dovrebbe essere coinvolto, non sono pazzo. Fiera si accorge del filamento << Che cos'è? >> tenta di toccarlo ma la sua zampa trapassa il filo. Provo con la mano che porta il simbolo prenderlo. Appena lo sfiora, il filamento si stacca dal mio petto e dalla nuca di Fiera per poi accorciarsi, come se fosse risucchiato dal mio dito. Il simbolo dell'Esterno si illumina, molto di più di quello che fece le altre volte. Un nuovo disegno si dipinge sul dorso della mano: una catena. Quindi il nuovo potere sarebbe la capacità di poter collegare le persone e ciò che sentono, ma fino a che punto? Sentono solo il dolore? Oppure anche le emozioni si trasmettono?

 

Comunque, pensiamo a cose serie << Hai in mente un nome per questo potere? >> la colgo di sorpresa << Che? >> forse deve ancora capirci qualcosa << Posso collegare due individui e ciò che succede a uno si trasmette all'altro, quella cosa che ti ha punto ero io che mi sono pizzicato il braccio >> usa qualche secondo per elaborare ciò che ho detto << Perché ti sei dato un pizzicotto? >> eeeeeeeeeehm << Questa – indico Fiera con una fare teatrale – è una domanda molto interessante >> non le ho risposto ma in qualche modo l'ho fatta ridere.

 

<< Domino, – che? – può andare bene come nome? >> ma è << Perfetto, è il nome migliore che possa avere >> lei mi sorride, contenta di aver avuto successo. Domino, carino questo potere, solo, perché si è manifestato ora, cosa vuole fare l'Esterno? Mi convince sempre di meno, non può terrorizzarmi per poi chiedere scusa. Spero di non avere altri attacchi di panico durante l'appuntamento.

 

Si può definire appuntamento? Dovrebbe esserlo. Ma se è un appuntamento devo stare attento a non fare cazzate. Però non devo distaccarmi dal mio personaggio, non deve stare con un'altra persona. Ecco, sto già in ansia.

​N.D.A
Ma salve, è da un po che non ci si vede, vero?
​Giusto sei mesi, poco vero?
​Mi scuso per questo periodo d'inattività e per ora vi lascio.

​Qualche parte che vi è piaciuta?

​qualche parte che NON vi è piacuta? fatemelo sapere nelle recensioni.

​Ringrazio sempre Plando per essere sempre presente nelle recensioni e vi saluto.

​Matteo.

 

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Capitolo 13
*** Libertà ***


Apro gli occhi.

Dove sono? È un altro incubo? Mi fa male la testa.

Fiera.

È seduta davanti a me, guardando il fuori dal finestrino mentre si tamburella sulle gambe. Perché non ricordo niente? 

Siamo seduti su quelli che sembrano i sedili di un treno, anche se il vagone sembra essere disegnato per avere più posti in piedi piuttosto che quelli a sedere, dai finestrini non si vede niente tranne qualche luce che passa ogni tanto. Siamo in un treno della metropolitana. 

Che ci faccio qui? 

Non ricordo niente, ero nella stanza di Fiera, si è manifestato un nuovo potere e fine. Fine. Fine. Non ricordo niente. Perché non ricordo niente? Però, nonostante la situazione, non sento il bisogno di avere paura. Guardo Fiera: è tranquilla, felice, niente fa pensare di essere in pericolo. L'Esterno ha fatto qualcosa? 

Dovremmo essere al sicuro, non devo agitarmi. Chiederò delle spiegazioni all'Esterno, anche se non credo mi possa, o voglia, dare un qualche tipo di risposta.

<< Siamo in arrivo a: "Downtown" >> la voce sintetizzata conferma la mia teoria della metropolitana << È la nostra >> Fiera. Sei all'inizio dell'appuntamento con Fiera. Non sta succedendo niente di grave. Seguila. Seguila verso la porta del vagone, seguila verso l'uscita della stazione. 

<< Tutto bene? >> siamo in un ristorante, abbiamo appena finito di ordinare il pranzo e la cameriera si allontana dal nostro tavolo. È successo di nuovo, e di nuovo non mi ricordo niente.

Se è già ora di pranzo vuol dire che sono passate diverse ore da quando eravamo sul treno. Calma. Di nuovo non sento pericolo quindi devo stare calmo << Si, tranquilla >> NO, NON VA UN CAZZO BENE. Mi sono perso più di due ore di vita. È stato l'Esterno, ne sono più che sicuro. Hai appena detto che stai bene quindi continua il discorso << È solo che... >> dai, qual è la scusa che hai sempre usato? << Ultimamente sto dormendo poco e non ci sto con la testa >> dai, ha sempre funzionato, funzionerà anche adesso << Oh... >> e infatti << E cos'è che non ti fa riposare? >> ha peggiorato la situazione. 

Niente. Non mi viene nessuna risposta in mente. Cosa le dico? Cosa le dico?

Tutto si ferma, i colori spariscono, qualcuno ha fermato il tempo, pure Fiera è immobile, non sono stato io. 

<< Calmo >> sento la voce dell'Esterno << Voglio solo aiutarti a capire >> non lo vedo, lo sento e basta << Ti chiedo solo di fidarti di me un ultima volta >> "solo", mi ha chiesto "solo" della fiducia. Non rispondere, non dire niente, non fiatare non pensare... 

<< Finora sei rimasto calmo, nonostante tutto ciò che hai passato, non mollare >> ma proprio tu devi dirmelo? Non devo mollare ma finora il danno maggiore me l'hai fatto te. 

<< Ora devi andare avanti >> è tornato a dire frasi generiche sul destino e sul cammino << Quando ti farà la domanda, dovrai ricordarle che ti stava ringraziando >> e io ovviamente devo seguire le istruzioni, ma che situazione fantastica. Ma poi perché ti fai sentire all'improvviso, mi dai delle istruzioni e te ne vai? Chi ti credi di essere? Mica sei Dio... Oh, giusto.

I colori ritornano, il brusio degli altri tavoli riprende, tutto torna alla normalità, come se non fosse successo niente negli ultimi trenta secondi del MIO tempo. L'unica cosa che non è tornata come prima è Fiera. È ferma, immobile, ha gli occhi fissi su di me ma non mi sta guardando. Ha perso completamente l'attenzione su quello che stava facendo.

Schiocco le dita per farla tornare in se e ottengo l'effetto desiderato. Fiera sussulta e i suoi occhi quasi s'illuminano per la velocità del cambiamento. Fiera guarda prima me, poi la mia mano, poi di nuovo me << Oh, scusami >> un secondo sussulto più piccolo le fa tornare la presa sulla realtà << Cosa stavo dicendo? >> Mi sa che devo veramente fare ciò che mi ha detto l'Esterno << Mi stavi... >> Devo proprio? Non posso inventarmi qualcosa sul momento? Niente? << ... ringraziando per qualcosa, poi ti sei fermata >> che poi non è neanche una novità questa. Quante volte mi ha ringraziato finora? Tante, ecco quante. Ogni volta lei mi ringrazia ed ogni volta le rispondo che non è niente, che va tutto bene e che non deve sentirsi in debito.

Il suo viso si fa cupo, molto più cupo di quanto abbia mai visto << Volevo ringraziarti per avermi ospitato, pur non sapendo niente di me >> ah, ok, non è niente di diverso dal normale << Te l'ho già detto, non devi sentirti in debito con me >> poi non è vero che non so niente di te, mi hai praticamente raccontato la storia della tua vita, a partire da...

A partire da?

Da cosa?

Cosa so di lei?

Eravamo sul tetto di un condominio quando mi ha detto tutto. È successo dopo la mia visita al sindaco.

Cosa mi ha detto?

Non me lo ricordo.

Ehi non facciamo scherzi, cosa mi ha detto? Cosa so di lei?

Cosa mi ha detto?

Niente.

Non mi ha detto niente.

Non è successo niente su quel tetto.
Perché io ho questi ricordi?
Non sono veri questi ricordi.

È stato lui. È stato l'Esterno. Sono sicuro che sia stato lui. Ha manomesso i miei ricordi. È stato lui. È stato lui. È stato lui. È stato lui. 

Non è mai stato mio alleato. Non è mai stato mio amico. Io sono stato e sarò sempre alla sua mercé. Anche questo è un test? È qui che devo utilizzare il mio nuovo potere? 

È buio. Non vedo niente. Sento una sensazione morbida sulla testa, anche sulla schiena e sulle gambe. Sono sdraiato, sono su un materasso, ho la testa appoggiata al cuscino. 

Sono a letto, sono nel mio letto, nella mia camera. Perché sono nel mio letto cosa è successo è stato di nuovo l'esterno mi sono scordato tutto non ricordo niente di questa giornata. Io questa giornata non l'ho vissuta. Il mio appuntamento con Fiera, non è accaduto. Non è successo niente non è successo niente non è successo niente non è successo niente non mi ricordo niente non mi ricordo niente non mi ricordo niente. 

Aiuto. Mi serve aiuto. Fiera. Fiera. Mi serve lei. Devo andare da lei. 

Mi alzo dal letto, la luce da notte si accende seguendomi. È una mini-lampadina che mi fluttua accanto, non così forte da accecarmi, ne così debole da non farmi vedere niente. Man mano che mi avvicino alla porta verso il soggiorno sento delle voci che si fanno sempre più distinte. Sono Judy e Nick che parlano, No, ci sono altre due voci più piccole, sono bambini. La porta si apre, rivelando ciò che c'è dall'altra parte. 

Julia, Sam. Me ne sono scordato. Pure quello mi sono scordato. l'Esterno mi ha tolto il momento in cui siamo andati a prendere i due bambini. Mi ha tolto Julia. Fiera, devo andare da Fiera. 

<< Matte! >> Chi mi ha chiamato? Judy. Mi ha chiamato lei. Calmati. Si vede subito che non stai bene, calmati, non allarmare gli altri << Tutto bene? Hai una faccia che direbbe il contrario >> missione fallita. Mi avvicino a loro, tanto sono vicini alla porta della mia camera, e soprattutto dietro a loro c'è la stanza di Fiera << Niente di che, credo sia solo la stanchezza >> nessuno di loro ha una faccia preoccupata, neanche Judy, sono tutti sorridenti, erano nel bel mezzo di una conversazione amichevole, ho interrotto tutto << Sicuro? Quella che vedo io non è stanchezza >> non l'ho convinta, ma non posso dirle la verità, non posso mostrarmi debole davanti a quelli che devo proteggere. 

Fermo il tempo. Mi teletrasporto davanti alla stanza di Fiera. Stai scappando, perché stai scappando? Devo andare da lei. Se non vuoi mostrarti debole davanti a loro, perché con Lei va bene? Non va bene, è solo che... Non lo so il perché. Voglio vederla. 

Forse sta dormendo. Attivo la Visione, lei è in piedi davanti alla porta, perché è lì? Anche lei stava per uscire? Mi faccio troppe domande. La porta non può aprirsi senza il tempo. Mi trasformo in un ombra e passo sotto.

Sono al sicuro. Sono da << Fiera >> lei mi sente e si allontana dalla porta << Oh, stavo per venire io da te >> lei è tranquilla, non è turbata da niente, non le sta accadendo niente << Perché? Hai bisogno di qualcosa? >> È calma, sta sorridendo, MI sta sorridendo << Niente in particolare, solo parlare un po', però, vedendoti mi sa che sei te ad aver bisogno di qualcosa >> ah giusto, me ne ero scordato, ironico << Io... - glielo dico? Andra tutto bene? - ho perso la memoria riguardo a quasi tutto ciò che è successo oggi >> gliel'ho detto.

La sua espressione cambia di colpo, me lo aspettavo. Però la sua sorpresa dura un'attimo, subito rimpiazzata da un altro sorriso. Un sorriso diverso, stavolta è il sorriso di chi ha davanti a sé un'occasione imperdibile << Capisco >> questo non me l'aspettavo << Vieni qui >> si siede sul suo letto e mi fa segno di sedersi accanto a lei.

Mi avvicino quando lei mi chiede << Cosa non ti ricordi più? >> mi siedo accanto a lei. Siamo molto vicini << Ho perso tutto, tranne il tuo ringraziamento >> Ho perso tutto, non so cosa abbiamo fatto, tutto il tempo insieme a lei, l'ho perso, doveva essere una giornata preziosa, l'ho persa, ho perso i miei ricordi con lei.

Un singhiozzo.

Non è di Fiera. È mio. Sto piangendo. Sto piangendo. Non devo piangere, perché sto piangendo? Non piangere. Non piangere.

<< Tranquillo >> Fiera mi abbraccia, tutto si ferma, lei mi stringe a sé. Stavolta sono io ad affondare nel suo petto.
<< Non devi preoccuparti, avrai molti altri giorni per farti dei ricordi mille volte migliori di quelli di oggi >> un altro singhiozzo, seguito da un altro, e un altro ancora << Shhh, tranquillo >> Fiera mi stringe di più e si sdraia sul letto, portandomi accanto a lei, siamo sdraiati sul fianco, uno davanti all'altra, ma così attaccati da sembrare un corpo solo.

Mi lascio andare, non trattengo più i singhiozzi, non cerco più di non piangere, il mio respiro si fa sempre più irregolare. Inspiro a scatti ed espiro emettendo dei lamenti, smorzati dal pigiama di Fiera. Lei mi accarezza, lentamente, dolcemente, mentre io mi sfogo << Ho perso tutto... >> dico pianissimo, non voglio neanche farmi sentire, è semplicemente ciò che penso << Ti riprenderai molto di più >> mi accarezza. 

I miei respiri si fanno più regolari, mi sto calmando, i lamenti cessano. Fiera allenta la presa ma io cerco di restare stretto a lei. Non voglio che finisca questa sensazione << Tranquillo, non ti lascio >> non mi importa, io non la lascio.

Cala il silenzio, prima dominato dal mio pianto. L'unica cosa che rimane è il mio respiro, ancora un po' pesante. Più mi calmo e più sento anche qualcos'altro. Il respiro di Fiera si fa distinto, non si sta appesantendo, sono io che lo sento sempre meglio. Con gli occhi chiusi posso solo sentirla e toccarla, ma ora mi basta questo. Voglio restare qui con lei che mi accarezza.

<< Quindi... >> A rompere il silenzio sono di nuovo io << Oggi, che cosa abbiamo fatto? >> Fiera smette di accarezzarmi, per poi riprendere dopo qualche momento << Ecco... >> Svariate immagini mi passano per la testa, tutte confuse.

<< Per andare in città abbiamo preso la metropolitana, la stazione della periferia era vuota come il treno, ma più ci siamo avvicinati, e più gente è arrivata >> ora in testa ho una sola immagine vivida. Sono sul vagone del treno, e guardo fuori dal finestrino anche se non si vede nulla. Sto riacquistando i ricordi? No, questo me lo ricordavo già. 

<< Quando siamo arrivati, la folla era grandissima, non mi piace essere in mezzo a così tanta gente >> sono appena uscito dal vagone del treno, e vero, la folla è tanta << Stavo per andare nel panico, ma te ne sei accorto subito >> mi volto e guardo il ragazzo accanto a me, lo riconosco subito, quello sono io. Questi non sono i miei ricordi, sono i ricordi di Fiera, perché riesco a vederli?

Apro gli occhi. Torna il buio. Le uniche cose che sento sono le carezze di Fiera e il suo pigiama inumidito dalle mie lacrime. Richiudo gli occhi << Poi? Che è successo? >> Torno nella stazione del treno << Quando ti sei accorto che non stavo bene, hai fermato il tempo >> i colori se ne vanno, solo le forme rimangono, non mi ci abituerò mai. Sento qualcuno prendermi la mano.

<< Mentre tutti erano fermi io non provavo nessuna paura, mi hai preso la mano e mi hai portato fuori dalla stazione, cercando un posto isolato >> "va meglio?" Chiede la mia voce 
<< Abbiamo capito che  il centro città non faceva per noi e ci siamo allontanati nelle parti esterne di Downtown, dove ci sono dei parchi molto belli >> una quantità assurda di verde investe i miei occhi, sopra ci sono le fronde degli alberi e sotto un prato d'erba. Pure il sentiero è verde per non rovinare il panorama colorato << Abbiamo fatto una lunga passeggiata, esplorando un parco grosso quanto un bosco intero, ci siamo stati qualche ora e poi siamo andati a mangiare in un bar lì vicino >> il nuovo paesaggio mi è familiare, solo che dall'altra parte del tavolo ci sono io.

<< Stavo per mettere su una scena tragica, ringraziandoti per l'ennesima volta, ma tu mi hai calmato subito >> gli altri ospiti ai tavoli mi guardano, hanno visto la faccia triste, ma non hanno visto chi c'è dall'altra parte << Non riesco a capire come, ma nessuno sembra notarti, sei quasi invisibile agli altri >>

Apro di nuovo gli occhi, non so perché l'ho fatto. Subito li richiudo << Dopo aver mangiato siamo andati a prendere il piccolo Sam, il posto era isolato ma aveva un giardino molto grande >> il posto dove Sam era stato preso in custodia era sicuramente una villa in passato, anche se la poca manutenzione la fa assomigliare ad una ambientazione da horror << Il posto era gestito da alcuni preti, erano molto amichevoli e non c'è stato nessun problema >> all'entrata si presentano due orsi polari, entrambi in tenuta religiosa, da dentro si sentono le risate degli altri bambini.

<< Quando siamo andati da Julia, Sam era felicissimo... >> Siamo davanti all'ospedale. Sam mi da la zampa ed entriamo tutti e tre. Julia è già praticamente all'entrata. E ci saluta con la mano, o meglio, saluta Sam e Matteo. Loro due contraccambiano il saluto e ci avviciniamo alla bambina. L'unico che sembra triste è Matteo, guarda il bancone principale della reception, è triste.

Apro gli occhi. I ricordi si sono interrotti, anche le carezze. Fiera si è addormentata. 

Amy.

Non l'ho salvata, ho fallito. 

Non pensarci, non pensarci. Pensa a Fiera. Sei tra le sue braccia, pensa a lei.


Dormi.

 
 
 
   
N.D.A.

È passato un po' di tempo, giusto?
Questa volta non ho giustificazioni, mi sono solo bloccato.
Però spero di poter riprendere con gli aggiornamenti.
Un saluto a Plando, che spero legga questo capitolo anche dopo tutto questo tempo.

Alla prossima, spero.

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