One of those nights

di ohfirstmarch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** spezzando il circolo vizioso di conquiste ***
Capitolo 2: *** piccole sorprese. ***



Capitolo 1
*** spezzando il circolo vizioso di conquiste ***


Lei è Clara, la tipica ragazza universitaria del primo anno, tutta casinista con troppe idee per la testa e nessuna portata a termine.
Lei è la tipica ragazza timida al primo impatto ma un fuoco vivo dopo i primi attimi.
 e proprio un giorno mentre fuori diluviava e lei immersa nel suo mondo, fa l’incontro o meglio scontro con Giulio.
Lui attacca subito bottone con lei, la invita a bere per scusarsi e in breve, come due calamite diventano migliori amici.
i due sono legati da una cosa in comune, lui è gay e Clara è lesbica e anche per questo ormai sera dopo sera erano a caccia di conquiste.
Lei consigliava a Giulio chi puntare e lui faceva lo stesso con Clara.
Ma dopo ormai quattro mesi di conquiste sfrenate e sfacciate, per Clara però quella sera che sembra essere come le tante precedenti, prende una piega diversa.
Inizialmente come sempre Giulio le propone una serie di ragazze ma come un sesto senso dentro lei, c’era qualcosa che la spingeva a cercare altro, ancora e ancora.
E mentre sorseggia la sua birra Giulio la scuote e le dice “oh Clara! C’è una tipa che ti fissa da mezz’ora, è  fatta! Girati!” lei svogliatamente si gira verso la direzione indicata dal dito dell’amico e la vede.
Rimane folgorata. Come una scintilla che si accende dentro lei, si sente prendere fuoco e capisce di aver trovato quello che cercava.
Allora ammicca in direzione della ragazza e le fa segno di avvicinarsi a lei.
La ragazza sorride teneramente, era evidente che era felice di aver attirato la sua attenzione e mentre camminava tranquilla ed elegante verso il bancone, Clara si perde nell’osservarla.
Aveva i capelli color miele lucentissimi come se vi fossero incastonati migliaia di diamanti, i suoi occhi erano di un color nocciola tendente al verde ed erano luccicanti e ammalianti, il nasino piccolo e proporzionato, labbra abbastanza carnose e di un color fragola acceso.
voleva assaggiarle, ne aveva bisogno.
Respirava quasi a fatica e lasciò scorrere il mio sguardo verso il basso.
Collo perfetto, spalle minute, seno piccolo ma proporzionato, vita sottile raccolta in un vestitino a fiori con la gonna morbida e ampia che le arrivava sopra il ginocchio, lasciando intravedere delle gambe lunghe ed esili che le donavano una strana leggerezza.
Ai piedi aveva delle scarpe con il tacco che le davano almeno una decina di centimetri in più ma lei sembrava così a suo agio nella sua ingenua tenerezza.
La voleva divorare con gli occhi, con la bocca, con le mani ma dentro sentiva una vocina che le urlava ‘non lo fare, lei è diversa. Non lo fare’
E dopo che la ragazza in vestitino a fiori si accomoda al suo fianco, si presenta sorridente e le dice “piacere Marika”
 Clara da brava provocatrice ammicca e annuisce soddisfatta e si presenta a sua volta.
Le due parlano e parlano per ore e le loro distanze si accorciano e stranamente Clara si diverte a giocherellare con le dita di Marika e parlano, parlano fino allo sfinimento.
E la cosa più assurda è che ormai arrivati alle tre di notte, si scambiano semplicemente il numero di telefono e si danno appuntamento per così dire per l’indomani.
Clara una volta tornata a casa non riesce a togliersi dalla testa il viso splendido e delicato di Marika e non vede l’ora di vederla.
L’indomani all’università si ritrovano davanti al bar a prendere un caffè e a chiacchierare del più e del meno.
E continuano così tra appuntamenti fugaci, caffè, serate davanti a una birra e incontri casuali ma ricercati da entrambe.
Dopo un mese di conoscenza tra le due e ormai raggiunta una certa confidenza e complicità, Marika in crisi per un esame chiede aiuto a Clara che come sempre è disponibile a fare la qualsiasi per lei.
Così si danno appuntamento a casa di Marika per le sette.
*punto di vista Clara*
Sono tesa all’idea di stare da sola con Marika, perché non so per quanto ancora riuscirò a contenere i miei istinti ma dal canto mio sono molto contenta che abbia chiesto a me di aiutarla.
Prendo ancora un’po’ di fiato e precipito il mio dito sul tasto del citofono.
Subito la voce angelica e delicata di Marika risponde e poi il portone si apre.
Salgo le due rampe di scale con la tensione che mi avvolge ma quando la vedo sulla soglia della porta poggiata con la spalla sullo stipite che sorride con i suoi denti bianchissimi, tutto sparisce e c’è solo lei.
Io sorrido di rimando, mi avvicino passo dopo passo a lei e poi mi ritrovo le sue braccia strette al mio collo, i nostri corpi stretti e.. mi sono dovuta contenere parecchio per non baciarla e dopo poco l’ho staccata da me e le ho detto che era meglio mettersi subito a ripetere.
Così andiamo sul divano, libri alla mano e il mio angioletto inizia a ripetere tutto.
Considerando che io ero arrivata a casa sua alle sette e mezza e ora erano le dieci, il mio cervello era fuori controllo, perché vedere per tre ore ininterrottamente le sue bellissime labbra muoversi, le sue mani indicare e il resto.. beh ero decisamente fuori di me.
Comunque le faccio ripetere di nuovo tutto per la seconda volta e le faccio diverse domande a trabocchetto a cui lei risponde brillantemente e questo subito la incoraggia.
Visto che ormai si erano fatte le due di notte prendo i libroni, li chiudo e le dico “basta dolcezza. Adesso ti vado a preparare una bella cioccolata e poi te ne vai a nanna okay? Sai tutto alla perfezione non preoccuparti, domani mattina magari ti fai un ripasso veloce ma adesso basta.” E detto questo le sorrido, le lascio un bacio sulla fronte e vado in cucina.
Si vedeva che era più tranquilla e dopo le mie parole si è rilassata definitivamente ed ero contenta di essere riuscita a tranquillizzarla.
Dopo una decina di minuti torno in salotto da lei con la tazza fumante piena di cioccolata, mi siedo al suo fianco e gliela porgo sorridendole.
Anche questa volta ricambia il mio sorriso, afferra la tazza, la posa sul tavolino e mi guarda.
Io rimango perplessa dal suo gesto e ancora di più quando la sua mano destra afferra il colletto della mia camicia rossa e nera e mi attira verso di lei.
Okay. È chiaro. Nessun dubbio, ora quelle labbra le faccio mie e basta.
Tolgo la sua mano dal mio colletto, mi metto a cavalcioni su di lei, la guardo dritta negli occhi, le accarezzo i capelli vicino la tempia, la guancia e l’orecchio e poi mi avvicino al suo viso.
Ha le labbra già schiuse e le tende verso me ma voglio che lo desideri ancora di più, quindi mi avvicino quasi a sfiorarle e poi mi allontano e lei è lì sotto di me che mi guarda pietosa e.. e io..
Questa volta mi avvicino al suo viso, la bacio piano, con delicatezza e lei è vorace.
Vuole di più come me per il resto quindi le do un bacio profondo, dove le nostre lingue si scontrano, si intrecciano, si marchiano a fuoco e si rincorrono e poi.. poi ci baciamo con sempre più foga e sento che il suo dolce e perfetto bacino si muove e cerca contatto con il mio, ma non voglio consumare ora.
Ho già un piano ma verrà portato a termine domani sera, non oggi, non stanotte.
Quindi mi stacco dalle sue labbra e le lascio dei baci infuocati sul suo orecchio e sul suo collo facendola tremare e ansimare e io con disinvoltura porto le una mano sul cavallo della tuta che indossava e la stuzzico rubandole ancora degli ansimi paradisiaci.

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Capitolo 2
*** piccole sorprese. ***


Continuo a provocarla e dopo una decina di minuti sento che è ormai quasi arrivata al punto di non ritorno ma proprio a quel punto mi fermo, le lascio un bacio e alzandomi le dico “buonanotte tesoro, ci vediamo domani.” E giro i tacchi e tolgo le tende.
Mi è costata una fatica immane andarmene e lasciarla in sospeso, soprattutto lasciarla lì con il viso rosso, capelli scombinati, fiato corto e.. ma io avevo un piano e lo avrei portato a termine.
Volevo essere la sua scopata migliore, quella che non avrebbe mai e poi mai dimenticato e avevo bisogno che la sua voglia fosse al massimo e domani sera lo sarebbe stata.
Così con il sorriso sulle labbra me ne torno al mio appartamento e filo a dormire.
Non è stata di certo la notte più tranquilla della mia vita, visti i sogni poco casti che avevo fatto, ma ne sarebbe valsa la pena.
Si erano fatte le nove del mattino e Marika aveva l’esame alle dodici e io dovevo darmi una mossa.
Dovevo andare a comprare un pensierino e una rosa quindi mi dovevo dare una svegliata.
Così alle dodici ero già munita di tutto quello che mi serviva ed ero già all’università.
Quindi mando un messaggio a Marika e le dico “in bocca al lupo dolcezza, andrai alla grande. Mi spiace di non esserci ma la lezione è cominciata più tardi e non farò in tempo ma sappi che sono lì con te. Un bacione, a stasera.”
Visto che avevo il mio bel complice, ovvero Giulio, mi ha raccontato che quando ha letto che non sarei potuta esserci ha fatto una faccia tristissima e lo ha abbracciato dicendogli “sai.. Giulio, forse ho fatto un casino..” lui ha fatto il finto tonto e le ha chiesto quale fosse questo casino e lei gli ha detto quasi in lacrime “ci siamo baciate, io.. io non mi sono riuscita a controllare e stavamo per fare altro ma.. ma poi se ne è andata e.. dio! Chissà che penserà di me. Ho fatto un casino enorme.”
Giulio l’ha consolata e gli ha detto che non doveva preoccuparsi e che sicuramente non pensavo niente di negativo. Io ammetto che mi sono sentita uno schifo nel sapere che era triste e che si sentiva in quel modo e mi sono pure beccata una gomitata da quel cretino per punizione.
Me lo meritavo, okay, ma avrei rimediato. Se no perché ero lì a farle una sorpresa con tanto di rosa e collanina? Eh!
L’esame era iniziato alle dodici e trenta e dopo esattamente un ora la porta dell’aula si apre e la mia dolce piccola ne esce tutta sorridente.
Quindi era andata alla grande.
Poi cerca con lo sguardo Giulio e poi vede anche me con la rosa tra le mani e spalanca gli occhi.
E poi è un secondo corre verso me, io la prendo al volo, aggancia le sue gambe alla mia vita, mi da un bacio e poi mi stritola.
Io indietreggio cercando il muro per reggermi ma andando indietro passo dopo passo il mio equilibrio mi abbandona e cadiamo entrambe a terra.
Non sento neanche dolore e scoppio a ridere come una cretina e Marika ride con me.
Ci abbiamo messo un’po’ a riprenderci ma dopo averlo fatto lei mi guarda e mi dice “ma non avevi lezione?” io ridacchio e dico “forse..” poi le porgo la rosa rossa e dico ancora “allora, sei andata alla grande?” lei prende la rosa con occhi lucidi e annuisce convulsa.
Io ridacchio e prendendo la scatolina dalla tasca, la apro e le mostro la collanina e le dico “bene, questa è per te tesoro.” Poi mi sollevo da terra, le aggancio la collana e rimanendo poggiata sui gomiti le dico “allora, contenta? Piaciuta la sorpresa?” lei annuisce e poi in tutta risposta mi bacia.
Quando si allontana mi mordo il labbro catturando le ultime tracce del suo sapore e poi butto la testa all’indietro e rido quasi isterica.
Poi veniamo riportati alla realtà da Giulio che ci dice “ragazze? Beh siete dolcissime ma se volete scopare ci sono i bagni, qua c’è troppo pubblico non credete?” io e Marika scoppiamo a ridere e ci ricomponiamo in fretta e tirandoci dietro pure Giulio tagliamo la corda.
 Ci rintaniamo in un bar vicino all’università e ridiamo senza controllo e ci prendiamo gioco delle facce sconvolte degli altri studenti presenti e che hanno visto la scena dolcissima e romantica tra me e Marika.
Ci siamo presi una cosa da bere e poi abbiamo chiamato il resto del gruppetto che avevamo ormai formato da un paio di mesi.
Questo gruppo fantastico che ormai era diventato la mia famiglia era formato da una coppia di ragazzi del mio corso, un ragazzo amico di Marika, suo fratello Alberto e poi c’era Giulio.
Eravamo molto uniti e io e Alberto eravamo molto amici, ci facevamo partite alla play e maratone all’xbox.
I due maschiacci del gruppo praticamente.
Quindi una volta chiamati al rapporto pranziamo insieme e io e lei insomma ci comportiamo normalmente e nessuno sospetta niente, poi verso le quattro mi alzo e dico “raga io devo andare a studiare ci vediamo magari stasera al locale” poi mi giro verso Marika le accarezzo una guancia con la punta delle dita e le dico “dolcezza tu vieni a casa mia per le sette, sii puntuale” le sorrido e prima di andare le do un bacio.
A quel punto si sentono voci dire “cosa? Che cosa succede?” e io ridendo mentre mi allontano dico “Giulio farà le mie veci e Marika spiegherà il resto. Un bacio.”
Sono andata a casa e mi sono costretta a studiare un paio di ore e poi ho atteso il suo arrivo.
Non vedevo l’ora di vederla, non vedevo l’ora di farla mia.
Non devo aspettare neanche tantissimo perché arriva con un ora di anticipo.
Subito le apro e appena ci vediamo l’afferro per il bacino, la bacio con foga e la trascino direttamente in camera da me.
Ci buttiamo sul letto e io sono a cavalcioni su di lei e non aspetto altro che spogliarla, così le rubo ancora un paio di baci e poi le sfilo il maglioncino e riempio di baci la sua pelle candida come la neve che profuma di pesca.
Le sgancio il reggiseno e bacio il suo seno perfetto e potrei essere già in paradiso.
Poi in un secondo mi ritrovo sotto, lei è su di me e mi sbottona la camicia nera a pois con una lentezza snervante e mentre fa ciò si struscia su di me provocandomi dei brividi lungo la colonna vertebrale.
Si abbassa sul mio viso, mi bacia e poi all’orecchio tra un bacio e l’altro mi sussurra ansimante “fammi tua, ti prego” e io perdo un ansimo.
L’orecchio, la sua voce, le sue labbra.. ringhio sofferente e la rimetto sotto di me e le tolgo i collant e la gonna nera che le stava tanto carina, ma era decisamente meglio senza l’indumento.
Una splendida visione alla mia mercé ed era mia.
Così mi tolgo con foga i miei jeans e poi lascio che le mie mani si divertano a toccarla e farsi strada nell’ultimo indumento che ci divide.
Lei ansima ai primi tocchi ma non avrei ceduto tanto facilmente, così la stuzzico, mi fermo, riprendo e la torturo.
E poi ci uniamo strette, bacino contro bacino e.. poi le sue dita, le mie e poi baci..
si raggiunge il paradiso e io non capisco più nulla.
E ancora senza fiato mi stendo al suo fianco e le lascio un bacio sulla clavicola.
Lei si gira verso di me, mi sorride ancora con il fiato corto e mi fa segno di avvicinarmi, io senza pensarci due volte obbedisco e ci scambiamo un bacio intenso.
Pieno di cose non dette e cose che a sua volta vengono confermate e ora devo solo fare una cosa.
Ho ansia a questo punto, ma ce la posso fare.
Quindi prendo fiato, le accarezzo una guancia e le dico “allora dolcezza, io non sono brava in queste cose e non sono brava nelle coccole e robe dolci, ho un carattere difficile e soprattutto altalenante ma tu.. oh Marika tu mi hai resa diversa. Mi sei entrata nel cuore e nell’anima come un tornado e non potrei più fare a meno della tua presenza quindi adesso ti chiedo se tu, meraviglioso angelo vorresti stare con una che è un casino come me?”
I suoi occhi si inumidiscono e diventano luccicanti come diamanti e con voce e labbro tremante mi dice “si Clara si ti prego. Non sai da quanto tempo ti vengo dietro. Sarà come minimo da natale.” Io spalanco la bocca sconvolta e dico “natale? Cosa? Wow” e poi non diciamo altro ci baciamo e basta.
Rimaniamo strette ad abbracciarci ed è perfetto.
Verso le nove ci ricomponiamo, ci facciamo una doccia e ci rivestiamo per andare al locale.
E quando chiudo la porta di casa mia, forse per la prima volta nella mia vita, intreccio le mie dita con quelle di un altro individuo e sono anche consapevole che questo è solamente il simbolo concreto di quello che andremo a creare.
Quando usciamo in strada con fare protettivo del tutto normale l’avvolgo in un abbraccio in modo da averla stretta a me e continuiamo a tenere le dita fuse.
Ci scambiamo poche parole, diversi baci dolci e tante occhiate tenere piene di sentimento.
Arriviate al locale sempre mano nella mano ci dirigiamo verso il nostro tavolino fisso ed erano già tutti là.  
E quando ci hanno viste arrivare mano nella mano tutti hanno capito ma l’unico ad avere la prima reazione è stato Giulio che si alza di scatto dalla poltroncina e urla come un pazzo “siiiii! Finalmente state insieme!!”
Io scoppio a ridere e divento viola per l’imbarazzo ma è Marika quella che ha per così dire la reazione più violenta perché diventa rossissima in viso e si nasconde sul mio petto e mi bofonchia “che imbarazzo, quel cretino non sta mai zitto”
Io ridacchio divertita e la stringo a me cercando di tranquillizzarla.
Ci ha messo un’po’ a riprendersi ma alla fine ci siamo sedute al tavolo con gli altri e io ero lì imbambolata che la osservavo in ogni minimo movimento.
Le ho preso un paio di volte da bere e le stavo seduta di fianco senza dire molto.
Al che Giulio mi ha presa in disparte e mi ha detto “Clara? Te ne sei pentita? Se è così non preoccuparti io ci sono e ti starò vicino a prescindere.” Io l’ho guardato per un paio di minuti e poi gli ho detto “no. Non me ne sono pentita ma.. ma è così surreale che.. non so”
Alle mie parole Giulio si rilassa visibilmente e ridendo come un demente mi dice “sei cotta abbiamo reso l’idea della situazione. Perfetto. Allora mi toccherà fare conquiste in solitudine, che tristezza.” E poi mi fa l’occhiolino e mi abbraccia.
E quell’abbraccio voleva dire solo una cosa “sono così felice per te che neanche immagini. Ti voglio bene tesoro. Te lo meriti.”
Io ricambio l’abbraccio e comunque gli do qualche indicazione su chi puntare e lui si smolla subito alla conquista.
Io poi torno dalla mia ormai ragazza che appena mi siedo mi si mette in braccio e si stringe a me dicendo “finalmente lo posso fare.” Io ridacchio divertita, le accarezzo i fianchi, le lascio dei bacini sulla nuca e le sussurro “finalmente possiamo fare tutto quello che vogliamo” e detto questo lei si poggia con la guancia sulla mia spalla e continua a parlicchiare con i ragazzi.

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