Il regno di ghiaccio e le cinque leggende

di Heart_break
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La leggenda perduta ***
Capitolo 2: *** Strani presentimenti ***



Capitolo 1
*** La leggenda perduta ***


Una bambina cadeva nel vuoto creatosi da una spaccatura su una pista di pattinaggio su ghiaccio, invocando il nome di qualcuno che le era familiare 
«Jack! Jack, aiuto!» 
Il ragazzo aprì gli occhi: il cielo era limpido e la luna così splendente da poter illuminare la Terra da sola. Da sdraiato si sollevò con la schiena, respirando affannosamente. Afferrò celermente il bastone che aveva sempre avuto con sé portandolo al petto.
Un incubo l'aveva turbato dal riposo, ma piano piano riuscì a calmarsi. Ormai non avrebbe più dormito, così Jack Frost, la nuova leggenda, decideva di allontanarsi dal grattacielo sul quale si trovava.
Intanto uno strano personaggio, un esserino viola di mezzo metro o poco più con indosso una tuta argentea, discuteva con babbo natale nel quartier generale
«Nord, è un'emergenza, cosa possiamo fare?» 
Il vecchio si accarezzò la lunga barba bianca prima di rispondere «Devo fermarla prima che sia troppo tardi... è colpa mia, sono stato troppo buono allora!» 

Quando Jack arrivò alla base sentì di sfuggita la chiacchierata di babbo natale con qualcuno che era certo di non aver mai visto sino ad allora
«Cosa sta succedendo qui?» 
Domandò il giovane in risposta al volto preoccupato del ''capo''. 
«Figliolo che ci fai qui a quest'ora?» 
«Volevo parlarti di un incubo che continuo a fare da molte notti, ma non mi sembra ora il caso di ...»
«Nord forse dovremmo dirglielo.» Rispose intromettendosi il piccoletto viola spazientendo il ragazzo «Cosa dovreste dirmi?» e rivolto verso il basso «Tu chi sei?»
«Jack, ci sono molte cose che devi sapere sui guardiani e con calma te le avrei spiegate, però a quanto pare dovrò farti un ripasso veloce, prima di dirti cosa stia succedendo.» 
Il ragazzo si sentì maggiormente inquieto, capì che stesse accadendo qualcosa di strano. 
Nord dopo una breve pausa riprese a parlare «Nessuno sa perché, ma la magia nell'universo esiste in forme e modi diversi, tanto che noi, per esempio, non siamo gli unici guardiani nel mondo.» 
Frost diede segno di seguire il discorso. 
«Ci sono altri guardiani e di altre categorie, ognuno con un compito preciso come me, te, Calmonigli-» 
«Cosa intendi con ''altre categorie''?» Babbo natale fu costretto a rispondergli. 
«Intendo che ci sono guardiani dei pianeti e anche delle galassie, proprio come Pill» e indicò lo sconosciuto «Quelli come lui si assicurano che non ci siano problemi che alterino il sistema.» 
«Esattamente.» rispose fiero proprio Pill; mentre Jack si guardava attorno spaesato «Dunque se tu sei qui e Nord è preoccupato, significa che c'è qualcosa che non va? Che siamo in pericolo... Pitch è tornato?» 
Il vecchio guardò il giovane scuro in viso «No, purtroppo si tratta di una mia vecchia conoscenza: Rakshas, meglio conosciuto come ''l'abominevole uomo delle nevi''» 
«L'abominevole uomo delle nevi?» 
«Sì... devi sapere che molti secoli or sono io condividevo il mio ruolo di guardiano con Rakshas. A natale consegnavamo i doni ai bambini dividendoci il lavoro: mezzo globo io e mezzo lui... erano davvero bei tempi...» 
Jack continuò la frase per babbo natale «Ma c'è un ''però'', giusto?» che proseguì quasi a fatica il racconto
«Un giorno, Rakshas rimase coinvolto in un incidente qui alla base. Il reparto manutenzione prese fuoco e lui pur di salvare i giocattoli che non avremmo mai fatto in tempo a preparare per l'indomani, la vigilia, si gettò tra le fiamme ustionandosi. Riuscì a salvarli quasi tutti, ma in compenso il suo volto rimase sfigurato.»
Nord guardò il soffitto inspirando, mentre gli altri presenti deglutirono. Frost si fece avanti «Cos'altro è successo poi?» 
L'aria inspirata da babbo natale venne fuori pesantemente «Mi addossai la colpa e mi scusai con lui perché purtroppo l'incidente era stato causato da un mio errore, ma Rakshas mi guardò sorridente dicendomi di non preoccuparmi. Il giorno dopo, come ti avevo anticipato, era la vigilia. Insistetti per prendere il suo posto e farlo riposare, ma niente, prese la sua slitta e se ne andò. Se solo l'avessi fermato...» 
Jack guardò Pill che assisteva affranto alla narrazione allo stesso modo di chi conosce già il finale di una triste storia. 
«Comunque» riprese Nord «al ritorno delle mie consegne lo trovai in un angolo, in lacrime e arrabbiato. Mi disse che alcuni bambini l'avevano visto e spaventati avevano svegliato i genitori che a loro volta lo scambiarono per un essere mostruoso e lo cacciarono lanciandogli contro i regali che aveva salvato sacrificandosi. Qualche tempo dopo Rakshas abbandonò il polo senza preavviso. Venni a sapere che si era ritirato tra le montagne più remote della Terra e che si faceva chiamare ''abominevole uomo delle nevi'.» 
La giovane leggenda strinse il bastone che teneva in mano, avrebbe voluto dire qualcosa, una parola di conforto, ma non seppe da dove cominciare «Nord... io ...»
«C'è dell'altro.» affermò prontamente il vecchio, aggiungendo il resto alla storia che avrebbe poi spiegato l'allarme della situazione presente.
«Molti decenni più tardi venne a trovarmi rimproverandomi di non averlo aiutato e di aver continuato il nostro lavoro prendendomi tutto il merito. Disse che avrebbe cancellato il natale dai calendari del mondo, ma io non potei permetterglielo così ci affrontammo in uno scontro all'ultimo sangue, alla fine del quale io risultai il vincitore. L'uomo della luna mi chiese come preferissi condannarlo tra togliergli i suoi poteri o confinarlo nell'universo. Scelsi la prima ipotesi, nella speranza che tornasse da me quale quello di una volta, ma un giorno mi fece pervenire un messaggio che diceva che si sarebbe vendicato.»
«Quali erano i suoi poteri?» domandò Jack perplesso.
«Simili ai tuoi. Quando perse i suoi poteri, dal centro del suo cuore si sparsero nell'universo dei frammenti di magia simili a scaglie di ghiaccio. Uno di quei frammenti penso lo possegga anche tu.» 
«Cosa?!» Jack strinse la propria felpa al livello del petto, turbato, ma Nord lo guardò dritto negli occhi sicuro «Forse la cosa può sembrarti strana, ma è quello che penso... comunque, il motivo per cui Pill è qui è che da qualche mese in alcune galassie non troppo distanti dalla nostra sono state osservate delle anomalie.»
Il giovane si fece trasportare dalle parole del più anziano che aveva ripreso il punto del discorso «Che tipo di anomalie?» 
Pill si fece avanti «Nei pianeti ove presente la vita, alcuni ghiacciai sono scomparsi ricomparendo poi all'improvviso e non solo, chi aveva come te dei poteri collegati al ghiaccio se n'è ritrovato privato e non ricorda cosa gli sia accaduto qualche giorno prima che questi sparissero.» 
«Adesso capisco perché abbiate la quasi certezza di chi sia il colpevole, ma come può aver fatto una cosa simile Rakshas, cioè spostarsi da una galassia all'altra... è impossibile?!» Babbo natale frenò Frost «Invece un modo ci sarebbe...»
«Quale?» 
«Il teletrasporto.» 
Il ragazzo strabuzzò gli occhi inducendo il piccolo viola a rispondergli «Noi guardiani delle galassie lo usiamo per muoverci rapidamente nello Spazio. Questo mezzo di trasporto dovrebbe restare nascosto... quindi purtroppo per un mio errore...» 
«Pill non disperarti, in fondo Rakshas era dalla nostra parte una volta. É probabile che abbia pianificato tutto fino all'ultimo dettaglio... quello che mi preoccupa di più è capire quale sia il suo piano.»

Mentre i tre continuavano a discutere, si fece mattina. 
«Pill verrò con te a controllare la situazione» affermò ad un certo punto babbo natale che suscitò immediatamente una reazione negativa da parte di Jack «Nord, non puoi. Non te lo permetto! Andrò io a controllare la situazione. Natale è alle porte, non puoi abbandonare il Polo.» 
«Questa non è la tua battaglia Jack, non intrometterti!» 
E se da una parte si stavano accendendo i bollenti spiriti delle due leggende; dall'altra c'era chi cercava di calmare la situazione senza successo, finché non si impose con voce grossa «BASTA!» 
I due si zittirono e Pill proseguì a parlare dopo essersi sgranchito la voce «Allora, Nord, forse il ragazzo ha ragione. Per il momento potrebbe venire solo lui. Daremo un'occhiata e poi, una volta accertata la situazione, penseremo al da farsi...» 
Continuò Jack «Non potrei mai permetterti di far saltare il natele. Soprattutto se questo fosse lo scopo del nemico.» 
A tali parole il vecchio non poté che cedere, acconsentendo alla richiesta del ragazzo. I due si scambiarono un'occhiata complice.
«Allora quando si parte?» 
«Il prima possibile!» rispose senza esitazione il guardiano della galassia. 
 
[Paradise (instrumental) - Coldplay]

Una volta atterrato su una foresta tropicale, Jack Frost guidato da Pill che si spostava seduto su una strana tavola di metallo volante, vide aprirsi una porta che dall'altra parte sembrava dare sullo spazio. I due vi entrarono e alle loro spalle il passaggio si chiuse. 
Fluttuavano nel nulla. 
Jack si chiese se fosse sicuro quello che stavano facendo, ma non riuscì a domandarlo all'altro che entrambi vennero risucchiati verso l'alto da una strana forza di gravità. 
«Scusa, posso farti una domanda?» asserì lo stesso Jack, dopo un po' che vagarono. 
«Certo.»
«Ma se esistono i guardiani delle galassie... perché non vi unite e fermate subito gli ''inconvenienti'' come questi?» 
«Ecco il problema è proprio questo: i guardiani come me non hanno poteri. L'unico potere che abbiamo è quello di poter aumentare le nostre capacità di spostamento, per il resto, possiamo solo osservare.» 
«Capisco.» il tono del giovane era dubbioso, ma Jack mise da parte ogni dubbio quando d'un tratto si trovò davanti ad uno spettacolo straordinario: una spirale di luci che confluivano al centro in una luce ancora più forte sembrava illuminare l'intero spazio insieme ad altri flebili, perché lontani, lumi. 
A Pill che non poté non notare lo stupore del compagno di viaggio venne naturale un sorriso «Questa è la tua galassia... e non hai ancora visto nulla.» 
Jack era troppo impegnato ad ammirare per rispondere, ma riuscì ad annuire. 
«Ecco siamo arrivati.» affermò il guardiano galattico ed entrambi si fermarono sospesi nel vuoto. Frost si disincantò finalmente, ma Pill non gli diede tempo di parlare «Non chiedermi come tu riesca a respirare nello spazio o altre curiosità tecniche... sarebbe troppo complicato spiegarle.» 
«D'accordo.» sorrise l'altro.
«Prenderemo una scorciatoia...» 
«Aspetta... volevo chiedertelo da un prima: dove stiamo andando?» 
«Giusto, non ne avevamo ancora parlato. Stiamo andando in una galassia abbastanza vicina da qui, nella quale sono state riscontrate le anomalie, di cui hai sentito, in un pianeta molto simile alla terra. Al momento sono scomparsi i ghiacciai in un punto di una catena montuosa e quindi dovremo capire come faranno a ricomparire e perché.» 
Jack tornò serio «Perfetto.» 
Nel frattempo un'altra porta simile a quella in cui erano entrati precedentemente si aprì. 
«Come si chiama il pianeta in cui stiamo andando?» 
«Frozen, galassia Disney.» 
Pill finì appena di parlare che insieme al ragazzo uscì dalla porta per mettere i piedi a terra. 
Jack da scalzo sentì subito pervadersi dalla freschezza dell'erba sulla quale era atterrato; seppure di un altro pianeta, la natura che aveva di fronte gli sembrò la stessa della Terra.

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Capitolo 2
*** Strani presentimenti ***


Qualche giorno prima, ad Arendelle Elsa aveva appena ultimato la creazione di una pista di ghiaccio sulla quale far giocare i bambini del regno, quando si sentì quasi svenire. Si poggiò in fretta sul cornicione di legno della pista, mandando in allarme la dama che l'aveva accompagnata
«Sua maestà! Si sente bene?» 
«Sì sì» rispose la regina dei ghiacci rimettendosi in piedi «Devo aver abusato dei miei poteri, ma ora sto meglio.»
«Ne è sicura?» controbatté sempre la dama aiutando Elsa a camminare dopo che questa con un passo si ritrovò nuovamente a barcollare. 
«Certo. Torniamo a palazzo e mi raccomando, non una parola con Anna.» asserì la bionda suscitando come risposta un ''sì'' rammaricato da parte dell'accompagnatrice. 
Ad Elsa la strada fino alle porte del palazzo non era mai sembrata così lunga eppure, una volta entrata, si ritirò nello studio per compilare le carte di un lungo compito burocratico, lasciando come ordine al maggiordomo sulla porta di non essere disturbata se non in caso di estrema necessità. 
Finalmente sola, la regina cacciò un sospiro di sollievo: fortunatamente non aveva incontrato nessuno al quale, preoccupato nel vederla in quelle condizioni, avrebbe dovuto dare conto e sarebbe potuta andare avanti con il proprio dovere. 
«Elsa, Elsa dove sei?» gridava la principessa di Arendelle mentre perlustrava il castello porta dopo porta. 
«Principessa Anna, finalmente è arrivat-» 
«Avete visto mia sorella?» 
«Si trova nello studio del primo piano dell'ala ovest, milady» 
«Oh grazie!» rispose solare lei. 
[Let it go (piano version)] 

Arrivò a un passo dalla porta, in cui la regina stava lavorando, cacciò un breve sospiro, si diede coraggio e spalancò una delle due ante. Era passato poco tempo dalla riappacificazione delle due perciò a Anna ogni tanto le porte chiuse mettevano ancora un po' di malinconia, ma sapeva che ormai non avrebbe dovuto più pensare al passato. 
Entrò e trovò Elsa che dormiva, seduta sulla sedia e con la testa sulle braccia incrociate sopra la scrivania. Si avvicinò senza far rumore e, quando fu prossima al tavolo di legno rifinito fino all'ultimo dettaglio, notò la sorella reggere ancora in mano la penna con cui aveva lavorato e che sotto alle sue braccia era rimasto solo un foglio da compilare. Così glielo sfilò gentilmente. Ma il gesto della principessa fu troppo rapido, tanto che con un gomito colpì la pila di fogli completati facendoli cadere tutti a terra, a parte qualcuno che salvò con un'improbabile tecnica equilibrista. 
«Anna...» 
«Elsa!» rispose la principessa tentando di riordinare le carte «Scusa volevo finire di compilare il foglio che ti mancava e invece ho fatto un danno.» 
«Ah, tranquilla. Non è successo niente adesso ti aiuto io a risistem-» disse Elsa alzandosi dalla sedia e finendoci di nuovo sopra. 
«Elsa stai bene?» 
«Certo non preoccuparti» 
«Sicura? Non avrai preso di nuovo l'influenza? Hai mal di testa? Ti fa mele qualcos-» 
«No Anna sto bene. Andiamo a dormire vedrai che domani starò meglio... sono solo stanca.» 
«D'accordo.» La risposta di Anna era poco convinta, ma quest'ultima provò a fidarsi. 
Passarono i giorni ed Elsa continuò ad avere qualche momento di mancamento nell'arco della giornata. Poiché non voleva creare problemi, cercava di stare lontana da Anna e dai suoi nuovi amici fino a quando non venne scoperta dal simpatico pupazzo di neve da lei creato.
La regina di Arendelle uscì dal proprio studio, chiuse le porte e se ne allontanò. Ad un certo punto nel bel mezzo del vasto corridoio si sentì mancare e, per non cadere a terra, si appoggiò su di una parete senza accorgersi della presenza di un'armatura lì posta. Con la mano finì sul braccio di ferro che non si resse e cadde insieme a tutto il resto. Il rumore causato dalla caduta si ripeté con eco nel vuoto del palazzo, ma giunse primariamente all'udito di Olaf che camminava spensierato nei dintorni. La curiosità lo portò di corsa sul posto dove vide un'Elsa ad occhi chiusi nel tentativo di alzarsi in piedi.
«Elsa!»
«...Olaf sei tu?» 
«Sì che ti succede?» 
«Niente... c'era quest'armatura in mezzo che non avevo visto e ...» 
Il pupazzo di neve aiutò la bionda ad alzarsi e questa se ne distanziò frettolosamente, lasciandolo, dopo averlo rassicurato con qualche scusa. 
Più avanti nel proprio cammino all'interno del palazzo, Olaf incrociò Anna che - probabilmente dopo essere scivolata lungo la ringhiera delle scale per arrivare al piano inferiore – cercava di risistemare una fila di armature
«O-olaf! Non è successo niente stavo... stavo sistemando l'attrezzatura meglio...» 
«Che strano» disse sinceramente il pupazzo glaciale «prima anche tua sorella stava sistemando un'armatura. Certo che voi s-» 
«Intendi Elsa?» 
«Certo quante sorelle hai, sennò?» 
«Cioè no... vorrei sapere cosa è successo?» 
Olaf raccontò quello che aveva visto pochi minuti prima mandando in allarme l'amica. 
«Presto, dimmi in che direzione stava andando!» 
«Ecco... mi sembra che si stesse dirigendo di là ...» e si accompagnò con i gesti. Anna sparì dalla sua vista in un lampo, dopo aver ammassato tutte le ferraglie in un unico cumulo «Olaf pensaci tu a sistemarle, poi chiama Kris e digli di cercarmi!» 
Quelle parole scomparvero come il vento. Il pupazzo animato sistemò non meglio della ragazza le armature ed andò di corsa a cercare Kristoff. 
Da lontano poteva vederla camminare insicura di ogni passo che compiva
«Elsa, aspetta!» urlò la sorella più piccola lasciando che l'altra, colta alla sprovvista interrompesse la propria camminata. 
Elsa si voltò e guardò dritta negli occhi Anna, per poi cadere a terra priva di sensi. 

Buio. 
Sforzò di più gli occhi ed iniziò prima a vedere il soffitto, poi ad udire delle voci senza capire cosa dicessero. Alla fine anche i suoni si distinsero e divennero parole.
Elsa si sollevò con la schiena dal letto, facendo scivolare in avanti le coperte che le stavano tenendo caldo. 
«Guarda si è svegliata.» Era Kristoff che riuscì a vedere la bionda muoversi. Di fronte a lui Anna che dava le spalle a quest'ultima si voltò «Elsa!» buttandosi a capofitto sul letto sino a raggiungerla per abbracciarla. 
«Sua maestà, abbiamo un problema.» Una voce quasi sconosciuta proveniente da un essere tondo e basso si fece avanti e interruppe quel momento di affetto. 
La regina si discostò con garbo dalla sorella guardando a terra all'angolo del letto il re dei troll e disse «E ha a che fare con la mia salute, giusto?» 
Gran papà le rispose «È certo che la vostra salute ne stia risentendo... non riesco ancora a capirne il perché, ma si tratta di un problema collegato a un fatto strano avvenuto non molti giorni fa...» 
«Che fatto?» chiesero curiosi all'unisono. 
«I ghiacciai delle Ollie sono scomparsi all'improvviso.» 
«Come sarebbe ''scomparsi''?» di nuovo tutti insieme. 
«Questo non so spiegarmelo nemmeno io, ma è così.» Il troll proseguì ribadendo il proprio timore per una minaccia mai occorsa prima. 
Elsa interruppe la discussione «Se le cose stanno così, allora non mi resta che andare a vedere ... oggi stesso partirò per le Oll-» ma venne a sua volta interrotta da Anna «No! Non puoi! Non te lo permetterò nelle tue condizioni!» 
«Ma Anna, è mio dovere assicurarmi che non ci siano problemi nel regno tanto più se fossero collegati a me...» 
«Elsa, tua sorella ha ragione: non puoi andare in giro se a mala pena ti reggi in piedi. E poi ti sbagli perché è mio dovere in quanto spacca-ghiacci reale scoprire cosa stia succedendo ai ghiacciai del regno. Sarò io a partire.» rispose Kristoff. 
«Ma...» 
«Basta ''ma'', ci siamo noi» fece Anna rivolta verso la sorella e poi verso il proprio fidanzato «... verrò anch'io con te, Kris.» Questi non ebbe il tempo di controbattere che Gran papà si intromise «Se posso... suggerirei di partire domani, ormai il sole sta per tramontare. Sarà meglio che aspettiate l'alba.»
Il mattino seguente, con l'alba ancora lontana dall'estendersi su Arendelle, fuori dalle mura del castello Anna e Kristoff salutavano Elsa e Olaf, accompagnati da un'atmosfera bluastra e silenziosa.
La regina, avvolta in un mantello che la ricopriva dalla testa ai piedi fu la prima ad interrompere il silenzio «Mi raccomando, non esitate a tornare indietro se ci dovessero essere problemi...» 
«Sissignora... piuttosto, vedi di riguardarti.» fece Anna. 
Kristoff, nel frattempo aveva finito di sistemare gli ultimi bagagli sul carro guidato da Sven «Tranquille, vi ritroverete presto. Adesso però, dobbiamo andare Anna. Il viaggio non sarà lunghissimo, ma abbiamo comunque bisogno di tempo per raggiungere le Ollie.»
Gli ultimi saluti e i due fidanzatini salirono a bordo del carro e si allontanarono fino a dissolversi.
«Elsa, non aver paura ti proteggerò io!» 
«Grazie Olaf.» sorrise lei «... torniamo dentro.» 
Mentre rientravano, ad Elsa vennero in mente le parole del re dei troll della sera precedente, quando lei stessa gli chiese in privato delle informazioni in più 
«Sua maestà, penso che abbiate capito che ci sia qualcosa di misterioso in questa faccenda... non mi scambiereste per un pazzo se vi dicessi che credo si tratti di una minaccia che proviene non da terre lontane, ma da mondi lontani.» 
«No, mi fido del vostro giudizio ed è per questo che vorrei sapere come mai abbiate mandato in pericolo le persone a me più care!» 
«Mobilitare l'esercito avrebbe destato dei sospetti e spaventato la popolazione... in questo modo la faccenda sarà più riservata e in particolare, ho la sensazione che, qualunque sia la minaccia, voglia arrivare a voi. Mandarvi in avanscoperta sarebbe un errore di cui me ne pentirei fortemente. Se la cosa vi tranquillizza, sappiate che Bulda andrà con loro e in caso di pericolo li costringerà a tornare indietro.» 

 Un sospiro di sollievo precedette le parole della regina «... sono quasi più tranquilla.» 



Nota dell'autrice: questi sono i primi due capitoli. In realtà sono molto più avanti con la stesura rispetto alla pubblicazione, ma al momento sento il bisogno di concludere la storia prima di postare altri capitoli. So che (almeno... se vi è piaciuto fino ad ora ciò che ho scritto) vi possa sembrare crudele aver piazzato subito due capitoli per poi sparire, ma ho compiuto quest'atto sinistro per (sperare di) darmi una smossa o non finisco più la fanfictiooooooooooooon 
Non abbiate timore comunque, perché non appena avrò scritto la parola ''fine'', pubblicherò celermente. 

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