A family is a family - di marmocchi in giro per casa e altre avventure

di StormLight94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ristoranti cinesi da due soldi ***
Capitolo 2: *** Quando è meglio specificare subito di cosa si sta parlando ***
Capitolo 3: *** Iniziare a temere per la propria incolumità fisica ***
Capitolo 4: *** Somiglianze ***
Capitolo 5: *** Parole di troppo ***
Capitolo 6: *** Scommettiamo? ***
Capitolo 7: *** Regali amorevoli ***
Capitolo 8: *** San Valentino ***
Capitolo 9: *** Inizi ***
Capitolo 10: *** Nomi ***
Capitolo 11: *** Papà? ***
Capitolo 12: *** Quando ad un momento speciale si aggiunge un altro momento speciale ***
Capitolo 13: *** "Stanno facendo...un esperimento" ***
Capitolo 14: *** Tutto sotto controllo ***



Capitolo 1
*** Ristoranti cinesi da due soldi ***


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Ristoranti cinesi da due soldi



Quella serata tra ragazze stava proseguendo in modo strano.

Sia Penny che Amy si trovavano in bagno, la prima seduta sul water mentre la seconda sul bordo della vasca. Entrambe avevano il volto pallido e l'aria preoccupatissima.
Bernadette le guardava severamente, mentre cullava il suo bambino di due mesi soltanto.
« Forza, cosa aspettate a farlo? »
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata tesa, non convinte affatto di quello che stavano per fare.
« Io non credo sia necessario. Dico davvero. »
Amy annuì energicamente. « Esatto, si tratta solo di un'intossicazione alimentare o qualcosa del genere. »
Emily restava immobile dietro la microbiologa cercando di non ridere per l'esagerazione di Amy e Penny ad una cosa tanto semplice come quella.
« Oh, ma la volete finire di fare le bambine? Volete togliervi il dubbio o no? »
« E va bene, ma tanto ti accorgerai che non sarà nulla di che. Probabilmente è tutta colpa di quel ristorante cinese da due soldi dove siamo andate. » borbottò la rappresentante farmaceutica aprendo la scatola e tirando fuori due bastoncini che passò poi uno ad Amy mentre l'altro lo tenne per sé.
« Certo, infatti è colpa del ristorante se avete entrambe un ritardo, vi sentite gonfie ed avete la nausea ogni mattina. » replicò Bernadette severa, come se fosse una madre alle prese con due figlie adolescenti ed irresponsabili. « E ricordate che io ci sono passata prima di voi e so cosa si prova. Non potete ingannarmi. »
Sospirando, entrambe seguirono le istruzioni riportate sulla scatola finché non rimase loro solo da attendere.
Nonostante l'attesa fosse breve sembrava un tempo infinito da far passare.
Ancora pochi secondi e avrebbero potuto dire, per una volta, che Bernadette si sbagliava.
Penny sbirciò prima il bastoncino di Amy e quest'ultima fece la stessa cosa con quello dall'amica seduta in parte. Come a scuola, quando si guarda il risultato del compito del compagno di banco prima del proprio per paura di scoprire il voto.
Sgranarono gli occhi entrambe e si fissarono per un paio di secondi prima di gridare all'unisono.
« Sei incinta! »




Note autrice:
Sì, ho deciso di iniziare questa raccolta e no, non so nemmeno io perché lo stia facendo. Ho solo bisogno di qualcosa di fluff e divertente, capitemi <.<
Il numero di flash e one-shot è indefinito. Andrò avanti con la raccolta finché avrò l'ispirazione.
Qui ancora di marmocchi in giro non ce ne sono, ma arriveranno presto, tranquilli xD Sarà una raccolta di spaccati di vita quotidiana che ha inizio con, appunto, la gravidanza di due delle protagoniste. Bernadette ha già dato.
Gli aggiornamenti, come ormai avrete capito, saranno assolutamente random. Quindi niente criterio di aggiornamento, ci sarà un capitolo quando capita xD Mi impegnerò a non far passare troppo tempo, promise.
Detto questo al prossimo capitolo che, visto che è già scritto, sarà lunedì 18 gennaio (sono buona e non farò passare troppo tempo).
A presto e grazie infinite a chiunque seguirà <3

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Capitolo 2
*** Quando è meglio specificare subito di cosa si sta parlando ***


111
Quando è meglio specificare subito di cosa si sta parlando



Amy era agitatissima, come mai lo era stata in vita sua. Nemmeno quando Sheldon si era presentato il giorno del suo compleanno con un regalo speciale si era sentita così nervosa.
Aveva già fatto passare troppo tempo ed ora era arrivato il momento di dirglielo.
Quando sentì l'inconfondibile bussata si precipitò ad aprire, non prima di aver preso un grosso respiro ed essersi asciugata entrambi i palmi umidi delle mani sulla gonna.
Sheldon era lì, come sempre, ma non sembrava affatto felice.
« Non avrei mai pensato che sarebbe capitata una cosa del genere. » disse il ragazzo con tono grave.
Amy si agitò ancora di più. « Te lo ha detto Leonard? »
« Ma certo che me lo ha detto, è il mio migliore amico! Come poteva tenermelo segreto? »
« Avrei...preferito dirtelo io stessa. » mormorò a disagio.
« E' indifferente saperlo da te o da Leonard o dal fattorino che porta la pizza. Ormai il danno è fatto. » sentenziò entrando in casa della fidanzata e sistemando la tracolla sul divano.
« Come abbiamo fatto ad essere così sprovveduti, Amy? Non siamo dei ragazzini, avremmo dovuto prestare più attenzione. » continuò lui scuotendo la testa rammaricato.
Amy non riusciva a dire una sola parola, troppo sconvolta sia dalla notizia sia dal modo drammatico con cui il fidanzato stava reagendo.
« È tutta colpa tua, lo sapevo fin dall'inizio che sarebbe stata una pessima idea » concluse il fisico imbronciandosi e tormentandosi il labbro con i denti.
« Mia?! Guarda che la colpa è anche tua se permetti » sibilò iniziando a sentirsi un po' arrabbiata.
Sheldon sospirò. « Sì, me ne rendo conto. Ho ceduto alle tue pressioni pur sapendo ai rischi a cui sarei andato incontro. »
Amy spostò il peso da una gamba all'altra nervosamente. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Forse aveva ragione, forse la colpa era solo sua.
« Che cosa facciamo? » disse infine in un sussurro.
Sheldon camminò a tondo per la stanza portandosi entrambe le mani sui fianchi mentre rifletteva sulle varie opzioni. Una volta fermo alzò lo sguardo sulla ragazza di fronte a sé.
« Vuoi portarla a termine? » disse senza tanti mezzi termini.
Amy sbiancò. Da una parte se lo aspettava una domanda di quel tipo, ma sentirla ad alta voce le fece parecchio male.
« Io...certo che la voglio portare a termine! » alzò la voce. « Sia con te che da sola, non mi importa! » disse con le lacrime agli occhi.
Il fisico alzò le entrambe le mani in segno di scusa. « Okay, okay...penso anche io che sia la soluzione migliore. » Vedendo la ragazza con gli occhi lucidi Sheldon iniziò a preoccuparsi.
« Amy, su, non piangere. Capisco che sia una notizia inaspettata e sconvolgente, ma non c'è bisogno di reagire così. Leonard mi ha sempre detto che piangere per queste cose è da stupidi ed infantili. »
« Quindi sono stupida ed infantile! » urlò la ragazza portandosi le mani sul viso per nasconderlo mentre le lacrime le rigavano le guance.
Sheldon non aveva la più pallida idea di cosa fare. Non pensava di vedere una reazione di questo tipo da parte di Amy. Si avvicinò e, titubante, appoggiò una mano sulla sua spalla.
« Dai, dai...Sheldon è qui. »
A nulla valse il suo infallibile metodo di conforto. Amy era ancora un fiume di lacrime.
« Non è così grave infondo. Ci restano soltanto quattro episodi da vedere e il finale è abbastanza conclusivo, da quello che ho letto su internet. »
Amy si asciugò gli occhi con la manica del maglione, ma si accorse in ritardo delle parole del fisico.
« Cosa...cosa stai dicendo? » disse con voce rotta.
Sheldon sbatté gli occhi un paio di volte, un po' confuso. « Sto parlando di Gracepoint e di come abbiano voluto cancellare la serie tv soltanto dopo dieci episodi, mi pare ovvio. » Lo sguardo di Amy misto ad incredulità e perplessità lo lasciò senza parole per un paio di secondi. « Perché, tu cosa avevi capito? » disse quando appurò che per tutto il tempo avevano portato avanti due conversazioni differenti.
« Stai parlando di una serie tv, Sheldon? » sibilò furiosa. « TU stai parlando di una stupida ed inutile serie tv? » ripeté a tono più alto. Sheldon iniziò ad indietreggiare.
« Ehm...c-credo che mi avvallerò della facoltà di non rispondere » balbettò iniziando ad essere leggermente spaventato. Una Amy furiosa era proprio quello che non voleva.
« Io credevo sapessi della mia gravidanza e che ne fossi sconvolto quanto me! Invece per tutto il tempo hai parlato di una serie tv! » sbottò incredula.
« Amy...cosa...sei incinta? » disse con voce stridula il fisico ora completamente allibito e non del tutto sicuro di aver capito bene.
La neurobiologa roteò gli occhi. « Era ora, è da mezz'ora che sto cercando di dirtelo. »
« Quindi non stavamo parlando Gracepoint? » tentò ancora a mezza voce, appigliandosi ad una vana speranza.
« No! »
« Ah » disse solo prima di cadere rovinosamente a terra.
Amy incrociò le braccia al petto e sospirò guardando l'uomo privo di sensi.
« Forse avrei fatto meglio a fargli vedere gli ultimi episodi prima di dirglielo. »


Note autrice.
Eccomi qui, puntualissima^^
Per questa seconda flash ho voluto immaginare semplicemente che Sheldon ed Amy, a causa di un piccolo fraintendimento, finiscono per portare avanti due conversazioni parallele. Ovviamente Amy è preoccupatissima per la gravidanza mentre Sheldon...per la cancellazione di una serie tv.
Sheldon era stato convinto da Amy ad iniziare questa serie per questo era così arrabbiato con lei, dandole perfino la "colpa" per tutto. Ma tranquilli, questa volta non sarà come con The Flash xD
Okay, credo di aver finito con le spiegazioni anche perché non c'è nulla da spiegare praticamente.
Alcune flash sono già state scritte quindi, intanto, posso mettere la data del prossimo aggiornamento (per una volta mi sono organizzata *esulta felice*).
Ci vediamo giovedì 21 gennaio^^
A presto!



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Capitolo 3
*** Iniziare a temere per la propria incolumità fisica ***


111
Iniziare a temere per la propria incolumità fisica





« Non so se sia peggio avere la propria moglie con gli sbalzi d'umore a causa della gravidanza o avere sia la moglie che la sua migliore amica con continui sbalzi d'umore a causa della gravidanza di entrambe! » sbottò Leonard rigirando la pasta nel piatto.

Howard ghignò. « La colpa è vostra che le avete messe incinte entrambe nello stesso momento. »
« Bernadette non era così malefica quando era nel bel mezzo della gravidanza. Sapete cosa ha fatto Amy allo Star Wars day? Mi ha preparato la torta a forma di Morte Nera come tutti gli anni e a metà del secondo film ha iniziato a dire che preferisco il film a lei, che non le presto mai attenzione e che lei deve solo preparare torte dalla forma rotonda che detesta solo per farmi felice. Poi ha preso la mia torta dal piatto e l'ha buttata via. Infine ha iniziato a piangere dicendo che non era colpa sua, ma degli ormoni e ho dovuto rimanere tutta sera a farle le coccole sul divano mentre si mangiava metà della torta rimasta. Assurdo » si lamentò Sheldon sedendosi al tavolo della mensa insieme ai soliti amici dopo aver udito Leonard parlare di cosa, per lui, è peggio.
« Penny quando si sente giù va a fare shopping per poi tornare a casa e piangere perché non trova più vestiti che le piacciono della sua taglia. Poi mi insulta dicendo che è colpa mia se non le va più bene niente » disse Leonard.
« Vi prego ditemi che c'è un film nuovo da andare a vedere o un videogioco da provare o qualunque altra cosa possa liberarmi di Amy per un paio di ore! » supplicò Sheldon all'idea di dover tornare a casa e sorbirsi una Amy fin troppo emotiva e bipolare.
Improvvisamente il cellulare posto sul tavolo iniziò a suonare. Leggendo il nome della fidanzata Sheldon rabbrividì.
Nemmeno il tempo di sbloccare la chiamata che dall'altra parte si sentivano già delle urla isteriche.
Il fisico cercò di parlare con tono pacato, ma bastarono due parole in più per iniziare ad innervosirsi.
« Non so dove siano finite le tue barrette al caramello...no che non le ho mangiate, sai benissimo che io non—!» alzò gli occhi al cielo. « Certo, hai ragione...» abbassò la voce e diede una veloce occhiata agli amici seduti di fronte, prima di girarsi dall'altra parte per non dare troppa testimonianza della conversazione che stava portando avanti con Amy.
« No che non esco prima dal lavoro per prenderti le barrette al caramello! » urlò sottovoce. « Qui ho ricerche importanti da fare, teorie da dimostrare, scienziati da sminuire; non ho tempo di stare dietro alle tue ridicole voglie da gravidanza e—»
Raj e Howard si scambiarono occhiate d'intesa e a stento si trattenevano dallo scoppiare a ridere. Riuscivano a sentire fino a lì le urla di Amy dal telefono.
Sheldon, infine, lasciò andare un lungo sospiro. « A che ora hai detto che chiude il negozio? Sì, alle cinque sono già lì, anzi alle quattro e mezza così sono sicuro. Certo che dovresti darti una calmata ragazzina...»
Howard si avvicinò all'orecchio dell'amico e ridusse la voce ad un sussurro appena udibile. « Con quel "dovresti darti una calmata ragazzina" si è praticamente scavato la fossa da solo. » L'indiano annuì energicamente, già pronto mentalmente a dare l'addio all'amico.
Prima di chiudere la chiamata i ragazzi udirono piuttosto distintamente un "quando torni a casa faremo i conti" da parte di Amy.
Mettendo il cellulare in tasca Sheldon si rivolse a Leonard. « E poi ti chiedi perché ci abbia messo così tanto per decidermi di iniziare a convivere con una donna. »
Howard guardò il fisico piuttosto sorpreso. « Wow, è bastata una donna incinta per renderti uno zerbino peggio di Leonard. »
« Ehi, io non sono uno zerbino! » protestò il fisico sperimentale sentendosi chiamato in causa. Anche il suo cellulare squillò, ma per l'arrivo di un messaggio.
« Ragazzi, sabato salta la nostra maratona di film di fantascienza sugli alieni. Penny vuole portarmi a vedere il nuovo film con Robert Pattinson » borbottò per nulla entusiasta all'idea di andarci.
« Un altro film romantico/drammatico? Ma tu odi quei film » constatò Howard scettico.
« Sì, è vero, ma Penny non vuole andare da sola e mi ha chiesto di accompagnarla. »
Howard finse di tossire ed infilò in mezzo un "zerbino" che camuffò non poi così bene.
Leonard fece finta di non aver sentito.
Sheldon spostò i pezzi di carne nel piatto senza nemmeno assaggiarne un boccone.
« Spero solo che questo periodo finisca presto. Non ne posso più. »
« A chi lo dici » borbottò Leonard decidendosi finalmente di mangiare qualcosa.
Raj, guardando gli sguardi abbattuti ed amareggiati dei due fisici, iniziò a ridere.
« Ragazzi, siete sempre i soliti esagerati. Le vostre donne sono solo un po' più emotive del normale, non c'è nulla di cui preoccuparsi. I nove mesi della gravidanza sono tra i più belli della vita. »
Sheldon e Leonard gli lanciarono un'occhiataccia omicida ed Howard si passò una mano sotto il mento.
« Già hai ragione, pensa a quando sarà Emily ad aspettare un bambino. Quando sarà più emotiva, come dici tu, ti troverai con il corpo sottoterra e la testa conficcata in una picca » disse rivolgendogli un breve sorriso ironico prima di riprendere a mangiare.
Un anno e mezzo dopo, quando Emily gli annunciò di essere incinta, a Raj tornarono subito in mente le parole di Howard.
E un brivido gli percorse tutta la schiena.  



Note dell'autrice
Bene bene, putnuale come un orologio svizzero aggiorno questa raccolta stupidissima xD
Questa volta i nostri baldi eroi hanno dovuto affrontare qualcosa di peggiore rispetto a qualunque cosa si erano mai immaginati: Amy e Penny con sbalzi d'umore.
Sheldon ridotto ad un servo per Amy; Leonard ad una valvola di sfogo a cui lanciare insulti gratuiti per la sua "condizione" per Penny. Beh, poteva andare anche peggio no?
Se le due ragazze sanno incutere così tanto timore ai loro uomini non oso immaginare Emily. Povero Raj xD
Non ho più nulla da dire se non ringraziarvi per aver letto e recensito le precedenti flash e sperando che sia questa che le prossime riescano a divertirvi almeno un pochino :D
Mi sto divertendo parecchio a scrivere queste scemenze ed è un ottimo stacco alla noia e allo stress della quotidianità, quindi spero di riuscire a portarla avanti per un bel po' di tempo.
Ebbene sì, lo so che siete stupiti quanto me, ma ho la data anche per la prossima flash. Questa volta dovrete pazientare un po' di più.
Ci vediamo mercoledì 27 gennaio :D (certo che se aggiorno a questa velocità finiscono in fretta le flash pronte <.<)
A presto!

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Capitolo 4
*** Somiglianze ***


111

Somiglianze




« Ho una laurea e due dottorati di ricerca e mi ritrovo a fare da baby sitter al figlio di qualcun altro. »

Sheldon guardò il piccolo Simon Wolowitz nella culla che lo fissava curioso. Nonostante i peluche e i giochi colorati che lo circondavano la sua attenzione era sempre concentrata sul quel tizio che se ne stava un po' in disparte con le braccia incrociate.
« Sono solo un paio di ore Sheldon. Il tempo di cenare e poi verranno a riprenderselo » disse Amy cercando di tranquillizzarlo. Avvicinò un dito al bambino il quale lo afferrò prontamente, ma quando Sheldon si avvicinò un po' di più per studiare quel piccolo esserino, Simon lasciò la presa e tornò a fissare il fisico teorico.
« Amy, quel bambino mi guarda in modo strano » appurò storcendo il naso.
Amy sospirò. « Ha soltanto sei mesi, a malapena capisce quello che gli sta attorno. »
« Credo abbia lo stesso sguardo inquietante di Howard quando si trova vicino ad una bella ragazza. »
Guardando il bambino, la neurobiologa si domandò dove vedesse la somiglianza con l'ingegnere.
A lei, più che Howard, ricordava molto Bernadette.
La piccola, apparentemente dolce ed adorabile, Bernadette.




Note dell'autrice:
Flash piuttosto corta, solo 200 parole, ma non mi andava di approfondire o allungare ulteriormente. Semplicemente, Amy e Sheldon si ritrovano a fare da baby sitter a Simon Wolowitz (finalmente il primo dei marmocchi) e per uno la somiglianza è palese con Howard mentre per l'altra con Bernadette. Vedremo più avanti chi avrà ragione tra i due xD
Visto che è stata molto corta la prossima sarà domenica 31 gennaio.
Grazie ancora per le splendide recensioni, alla prossima :D

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Capitolo 5
*** Parole di troppo ***


114
Parole di troppo



Leonard, tornando nel nuovo appartamento che avevano deciso di acquistare per avere più spazio, trovò sua moglie sul divano che mangiava gelato con il cucchiaio mentre piangeva.

« Oh no, stai guardando ancora Io e Marley? Dispiace anche a me per il cane, ma non c'è bisogno di fare così ogni volta. »
« No...» singhiozzò. « Sto piangendo perché sono cicciona e non riesco a smettere di mangiare! » disse tra le lacrime mentre si portava alla bocca una generosa porzione di gelato.
« Sei incinta, tesoro. » disse il marito per giustificare il suo comportamento insolito. « È normale prendere qualche chilo in più. A me piaci anche se sei un po' più grassa. » Leonard si sedette accanto alla donna e le passò la mano sulla schiena dolcemente.
Penny ora non piangeva più, fissava il marito immobile, senza muovere un solo muscolo.
Leonard si accorse che non era esattamente quello che Penny voleva sentirsi dire.
Si preparò mentalmente a passare la notte sul divano.

Sistemandosi la coperta e il cuscino offerti gentilmente – per modo di dire - dalla moglie, diede un'ultima occhiata al cellulare per vedere se c'erano messaggi nuovi in arrivo. Ne trovò uno di Sheldon.
“Ho appena scoperto di non dover mai e poi mai dire ad una donna incinta che è grassa.”
Leonard digitò velocemente.
“Questa sera divano anche per te?”
Dieci secondi dopo la risposta.
“Non mi va di parlarne.”



Angolo dell'autrice.
Siamo ancora alle prese con piccoli ed insignificanti problemucci da donne incinte. Insomma, Leonard e Sheldon saranno anche dei geni, ma su certe cose proprio non ci arrivano u.u
Amy e Penny sono proprio cattive non c'è che dire xD
Come flash mi dice poco devo essere sincera, ma lascio a voi ovviamente ogni giudizio, positivo o negativo che sia.
Ringrazio tutti come sempre e ci vediamo giovedì o venerdì, non so bene xD
A presto!

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Capitolo 6
*** Scommettiamo? ***


111
Scommettiamo?



Più volte si erano ritrovati ad ipotizzare chi avrebbe partorito per prima. Usarono la matematica per calcolare la durata esatta in base alla presunta data del concepimento insieme ad uno studio approfondito della situazione familiare di entrambe per scoprire se c'erano stati casi di nati prematuri oppure in una data successiva a quella ipotizzata dal medico.
Così alla fine tutti, dopo una lunga ricerca e un'accesa discussione, scommisero una bella somma su Amy.
« Io continuo a dire che sarà Penny la prima » disse Leonard incrociando le braccia al petto. « Non puoi essere sempre tu il primo in ogni cosa. »
« Leonard, capisco il tuo provare un continuo senso di inferiorità nei miei confronti perché, come ben sai, sono infinitamente superiore a te in qualsiasi cosa, come abbiamo già appurato più e più volte...» Sheldon smise di gustare il suo piatto thailandese solo per poter dimostrare ancora una volta la sua superiorità e strafottenza. «...ma sarà Amy la prima a far nascere i miei figli. Il che mi porterà ad essere il secondo qui dentro a diventare padre. Anche se ora che ci penso avrei preferito guadagnare la prima posizione. »
« Come se fosse una gara...» alzò gli occhi al cielo il fisico sperimentale.
Raj, che intanto si gustava il vino sotto lo sguardo invidioso di Penny, interruppe l'ennesima discussione che da mesi portavano avanti i due amici.
« Pensate se invece partorissero insieme! »
Ci fu solo una breve risata generale mentre immaginavano quell'improbabile, ma non impossibile, scenario.

Mentre guidava la sua auto, Raj si chiese perché il karma ce l'avesse così tanto con lui. Cercava di andare il più velocemente possibile, spronato dai continui strilli di Penny seduta al lato del passeggero che, tra una contrazione all'altra, lo minacciava di morte sicura se non si fosse dato una mossa. Dietro, Emily cercava di tranquillizzare una Amy entrata totalmente nel panico appena iniziò ad avvertire dei dolori al ventre mentre saliva in macchina.
« Ma perché non sto mai zitto? » si disse tra sé e sé mentre le due ragazze gli urlavano di muoversi.
Giunti in ospedale i medici si presero subito cura di entrambe le donne e Raj, con mano tremante, prese il cellulare ed iniziò a chiamare i due neopapà.

Sheldon era tesissimo. Si passava le mani sulle ginocchia e le stringeva mentre cercava di tranquillizzarsi in qualche modo.
"Andrà tutto bene" si disse. "Tutto bene."
« Sembri molto nervoso. Vedrai che andrà tutto per il meglio. »
Sheldon si voltò alla sua destra, abbozzando un sorriso ed accavallando una gamba sull'altra cercando di mostrare il massimo della disinvoltura.
« In realtà sono tranquillissimo, Amy » disse, ma una fugace occhiata all'ingresso tradì le sue parole.
Amy riusciva a capire il suo senso di disagio anche se lui cercava in tutti i modi di non darlo a vedere.
« So che vorresti essere dai tuoi amici in questo momento. Vai da loro, su. »
Sheldon la guardò incerto. « No, non importa. Posso restare anche qui. Appena sarà tutto finito mi informeranno sicuramente » disse infine dopo essersi preso una breve pausa.
« Sto bene, Sheldon, è stato solo un falso allarme. Verrei anche io, ma come vedi sono costretta a rimanere a letto. »
« Sei sicura? »
Lei sorrise sincera ed annuì.
Sheldon non se lo fece ripetere un'altra volta e si alzò di scatto, precipitandosi verso la porta.
« Ci metterò solo due secondi, te lo prometto! » disse sparendo dalla sua vista. Un attimo dopo lo vide sbucare con la testa dalla porta semi aperta.
« Ovviamente non si tratta di due secondi letterali perché, come vedi, ci ho messo più tempo solo per uscire dalla stanza. Quindi calcolando il tempo che ci metterei a raggiungerli e tenendo conto anche dell'ora in cui siete arrivati più il tempo che ho atteso qui, direi che approssimativamente—»
« Vai! » lo incitò Amy con la mano, ridacchiando per i suoi commenti sempre nei momenti poco appropriati.
Raggiunta la stanza dove si trovavano i suoi amici, Sheldon vide Leonard cullare e parlare al bambino che aveva in braccio.
« Ehi, guarda chi c'è, lo zio Shelly! » disse in falsetto al bambino non appena vide il fisico teorico fermo all'ingresso.
Sheldon deglutì e rimase immobile nella stessa posizione.
« Tecnicamente non sarei suoi zio visto che, per quanto mi dispiaccia ammetterlo, non abbiamo alcun legame di sangue » disse a  bassa voce come prima cosa che gli venne in mente. Si sfregò le mani in un gesto nervoso.
« Allora niente zio per te. Vieni Matt, andiamo dallo zio Raj. Almeno lui mostrerà un po' più di entusiasmo » borbottò rimarcando appositamente la parola "zio" nel riferirsi all'indiano. Si sentiva offeso per essere stato stroncato in questo modo quando l'unica cosa che voleva fare era renderlo partecipe a quell'evento importantissimo per lui.
Raj portava sul viso ancora i segni del fiume di lacrime che versò appena vide il bambino, le stesse che aveva versato alla nascita di Simon Wolowitz.
« Ehi, cosa stai facendo? » sbottò all'improvviso Sheldon quando capì le intenzioni di Leonard. Immediatamente si frappose tra il suo migliore amico e l'astrofisico. « Se c'è qualcuno qui che deve prendere per primo Matthew Hofstader in braccio quello sono io perché IO sarò sicuramente uno zio migliore di tutti loro messi insieme! » disse allungando le braccia verso di lui e scoccando un'occhiataccia a Raj, come a voler rimarcare che quel diritto spettava a lui e a lui soltanto.
Leonard, al massimo della perplessità, gli mise il bambino tra le braccia senza dire una sola parola.
Per tutto il tempo Sheldon si lamentò dei neonati, del fatto che fossero troppo rumorosi e fastidiosi, ma nemmeno una volta si offrì di darlo in braccio a qualcun altro che non fossero i genitori.
« Comunque avete perso tutti quanti. Voglio i miei soldi! » disse Leonard con un largo sorriso facendo borbottare tutti quanti mentre mettevano mano ai portafogli.
« E va bene » disse Sheldon riluttante mentre gli allungava una banconota. « Per questa volta sarai tu il primo



Note dell'autrice.
Questa volta un capitoletto un po' più lungo ci voleva.
Finalmente è nato un altro dei marmocchi e si tratta di Matthew Hofstader. Pensavate davvero che le avrei fatte partorire insieme? :D
Infondo in una situazione del genere penso che avrebbero fatto mille congetture e mille ipotesi oltre che scommesse, ma nessuno di loro ha azzeccato a quanto pare xD
Sappiamo inoltre che Sheldon ed Amy avranno due gemelli visto che si riferisce al plurale. Ma tranquilli non ci vorrà molto prima di vedere anche loro, promesso.
Vi ringrazio ancora e alla prossima :D

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Capitolo 7
*** Regali amorevoli ***


111
Regali amorevoli



« Tua madre è stata molto carina a farci un regalo. »  disse Penny prendendo il pacchetto e scuotendolo vicino all'orecchio per cercare di capire cosa c'era all'interno.

« Già, sinceramente non me lo sarei mai aspettato. »
« È appena nato suo nipote. Anche se non lo dà a vedere è piuttosto emozionata, sai? » La bionda guardò il bambino nella culla che dormiva placidamente.
« Certo, infatti la sua faccia quando ha visto Matt era uguale a quando parla di psicologia o va a fare la spesa o mi parla assieme. » borbottò commentando la monoespressività della madre.
Penny ridacchiò e appoggiò la mano sul suo braccio. « Dai, questa volta ha fatto un gesto carino. Non possiamo provare a darle una possibilità? »
Lui sorrise. « Hai ragione, non può essere peggio della tavoletta in legno con su dipinto Gesù mentre battezza un neonato che Mary ha regalato a Sheldon ed Amy per la nascita dei gemelli. »
Prese il pacchetto dalle mani della moglie ed iniziò a scartarlo. Quando aprì la scatola, sbiancò.
Penny allungò il collo per vedere cosa aveva inorridito così il marito.
Poi eccolo lì.
Il libro su come crescere i propri figli firmato da Beverly Hofstader.



Note dell'autrice.
Torno con una flash brevissima che ho scritto tipo in dieci minuti.
Beverly ha deciso di fare un regalo per la nascita di suo nipote e cosa se non il suo rinomato libro (con tanto di momenti super imbarazzanti di Leonard) su come crescere i figli?
La prossima sarà a tema San Valentino e la pubblicherò domenica se riesco, massimo lunedì :D
Grazie ancora per le recensioni e a presto!

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Capitolo 8
*** San Valentino ***


147
San Valentino



Giunti al ristornate prenotato da giorni, finalmente sentirono di potersi godere qualche ora di pace e tranquillità senza pianti isterici, pannolini da cambiare e bambini da rincorrere.
A tratti sembrava quasi surreale non avere a che fare con piccoli marmocchi che spesso creavano imbarazzo nel ristorante con le loro urla e i loro disastri.
« Ancora non mi sembra vero di uscire tutti insieme senza quelle piccole pesti » disse Penny aprendo la porta e facendo passare prima le due amiche.
« È vero, sembra di essere tornati indietro di anni! » esclamò Bernadette piuttosto euforica dalla prima serata di libertà dopo tanto tempo di "prigionia".
« Al primo segno che qualcosa non va per il verso giusto io torno indietro » disse Sheldon dietro di loro rivolto ad Amy.
« Ma vuoi rilassarti? Ne stai facendo una tragedia come sempre » sospirò Leonard entrando per ultimo insieme ad Howard.
« Sì che ne faccio una tragedia se a tenere i miei figli è qualcun altro » sbottò secco dando una veloce occhiata all'amico.
Una volta sistemati al loro tavolo, Amy non riuscì a non preoccuparsi un po'.
« Siete sicuri che Rajesh se la caverà da solo con tutti quei bambini? »
« Andrà tutto bene, stai tranquilla. Hai presente come tratta Cannella? Ecco, allo stesso modo tratterà i tuoi figli » la rassicurò l'ingegnere.
Ripensando a come Raj si comportava con il suo cane, trattandola quasi fosse un bambino, si sentì decisamente più sollevata.
« Hai ragione, però credo siamo stati crudeli ad approfittarci di lui in questo modo » continuò imperterrita Amy, iniziando ora ad avvertire un debole senso di colpa.
« Qui siete stati voi ad approfittarvi di Raj se vogliamo precisare » intervenne Bernadette guardando prima la biologa e poi Penny. « Io e Howard abbiamo deciso di lasciargli Simon per San Valentino e poi anche voi avete pensato di fare lo stesso con i vostri bambini. »
Bernadette usò un tono serio, come se le stesse rimproverando di aver avuto la sua stessa idea.
« Raj è l'unico di noi a non avere figli, quindi è giusto che si sacrifichi ogni tanto » disse Penny lanciando uno sguardo complice alla ragazza seduta in parte e prendendo il menù dei vini.
« Io credo che Raj sia stato solo gentile a lasciarci godere San Valentino in tranquillità, tutto qui. » Leonard sorrise alle ragazze e tornò a sfogliare il suo menù.
Ormai convinte di aver fatto la scelta migliore iniziarono a parlare e ridere come sempre, godendosi quelle poche di ore di tranquillità dove non avrebbero dovuto alzarsi a portare i bambini al bagno, sgridarli perché si erano rovesciati addosso qualcosa o cercare di imboccarli mentre lanciavano il cibo dappertutto.
Mentre Sheldon rideva per un'imitazione di Howard si rivolse ad Amy. « Credo che dovremmo lasciare più spesso James e Alison insieme a Raj. »


In un appartamento poco distante Raj si ritrovava a badare a quattro bambini svegli e pimpanti che non sentivano assolutamente la mancanza dei genitori.
Infondo non era la prima volta che teneva i figli dei suoi migliori amici e si era sempre divertito con loro. Per questo si era offerto più che volentieri di badare ai bambini visto che non aveva nulla in programma quella sera.
Ma non aveva tenuto conto al fatto che li avrebbe avuti tutti e quattro insieme.
« James smettila di dare fastidio a tua sorella! Simon no, non ti arrampicare sul mobile! Matt non correre con l'aereo in mano, se cadi ti fai male! »
Raj correva da una parte all'altra dell'appartamento, facendo di tutto per far smettere James di litigare e rubare i giochi ad Alison, Simon di arrampicarsi su qualsiasi cosa e Matt di correre con oggetti in mano.
« Okay, adesso basta! » urlò dopo l'ennesimo tentativo di farli calmare. L'appartamento era disordinatissimo e perfino Cannella aveva deciso di allontanarsi il più possibile per non finire nelle grinfie di uno di loro, nascondendosi in camera.
Ovviamente nessuno gli diede retta e continuarono imperterriti nelle loro attività.
Ad un certo punto gli venne un'idea.
« Che ne dite di mangiare una fetta di torta e vedere un cartone animato? »
Improvvisamente Simon smise la sua impresa di scalare la libreria, Matt si fermò tenendo l'aereo ben saldo nelle mani e James lasciò il gioco che aveva rubato a sua sorella dopo averle tirato i capelli.
Tutti e quattro lo fissavano curiosissimi.
« Totta? » disse uno di loro con gli occhi che brillavano.
Raj sorrise vedendo di aver fatto centro. Matt era il più goloso di loro e infatti fu il primo ad abbandonare l'aereo per terra e raggiungerlo.
« Sì Matt, torta. Ma se non vieni qui non ne mangerai neanche un pezzo. La stessa cosa vale anche per te James se non la smetti di litigare con Alis. »
Si avvicinò al piano della cucina e prese la torta avanzata del giorno prima. Fortuna che ne era rimasta  abbastanza per tutti.
Tutti e quattro si portarono vicino al tavolo, ma non arrivavano nemmeno al bordo per cui cercavano di alzarsi sulle punte per riuscire a vedere cosa, lo zio Raj, aveva in mente di fare.
« Totta o'ccolato » disse James allungando il braccio sopra il tavolo sperando di riuscire a prendere una fetta, ma era troppo piccolo sia per arrivarci sia per vedere cosa le sua mano stava toccando.
« Lo so che è la tua preferita, James. Aspetta il tuo turno come tutti gli altri e non essere impaziente  » lo ammonì. « E visto che sei stato dispettoso con Alis avrai la tua fetta per ultimo. » James si imbronciò quando vide Raj dare per primo la fetta a sua sorella, capendo così che davvero sarebbe stato l'ultimo.
Il suo sguardo ricordava tantissimo quello di Sheldon quando le cose non andavano come aveva previsto.
Raj continuò a tagliare tranquillamente. « Tieni pure il muso quanto vuoi, ma sarai l'ultimo a prendere la tua fetta. Che ti piaccia o no. » Ora era il turno di Simon di prendere la sua porzione. James si imbronciò ancora di più. « Quello sguardo non ha mai funzionato con tuo padre e non funzionerà nemmeno con te. »
Ricordava tutte le volte che Sheldon si imbronciava nella speranza di ottenere qualcosa da lui, ma non aveva mai funzionato. Raj non aveva mai voluto dare troppo peso ai comportamenti infantili del suo amico.
Quando finalmente anche James ricevette la sua parte e quindi svanito il broncio e lo sguardo corrucciato, Raj fece sedere i bambini sul tappeto e prese un dvd dalla sua collezione. Sulla copertina il disegno di un cowboy e un ranger spaziale con tanto di scritta "Toy Story".
Quando si sedette sul divano, o meglio, si accasciò sul divano, Raj poté tirare un sospiro di sollievo nel vedere i quattro marmocchi tranquilli e pacifici, tutto il contrario rispetto alle pesti che aveva prima.
Si sentiva esausto e constatò che lavorare tutto il giorno era molto meno faticoso che badare per un paio di ore a tutti e quattro contemporaneamente.
Il cellulare squillò e Raj rispose.
« Ciao tesoro, come te la stai passando? Ti stanno facendo disperare? »
Emily ridacchiava dall'altra parte del telefono, a Raj avrebbe voluto dirle che no, non se la stava passando bene e che sì, lo stavano facendo disperare. E parecchio anche.
Non sentendo alcuna risposta, la ragazza smise di ridere.
« Ehi, va tutto bene? »
« Emily ti ricordi quando dicevo che i bambini sono adorabili e che vorrei avere una famiglia numerosa? »
Emily corrugò la fronte perplessa. « Certo. »
 Raj guardò per un paio di secondi i bambini davanti a sé che avevano iniziato a lanciarsi pezzi di dolce come se stessero facendo una battaglia.
« Dimenticalo. »



Note dell'autrice.
Eccomi qui con un capitoletto un po' più lungo degli altri a tema San Valentino. Come avete visto c'è stato un salto temporale, qui i bambini sono più grandicelli. Questa OS era pronta già da parecchio e ho calcolato male i tempi pensando di riuscire ad aggiungere altre flash prima xD
Quindi penso che d'ora in avanti avremo flash/one shot che non seguiranno un vero e proprio filo cronologico. In alcune i bambini saranno più grandi, in altri più piccoli. Tutto dipende da cosa mi viene in mente^^
Detto questo alla prossima e grazie ancora a chiunque segue questa raccolta. Vi ricordo che le recensioni sono sempre ben accette^^

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Capitolo 9
*** Inizi ***


147
Inizi


Bernadette mescolava il sugo nella pentola lentamente. Con un occhio controllava che la cena non si bruciasse mentre con l'altro osservava Howard accovacciato con le braccia tese in avanti, invitando, con un sorriso, Simon a raggiungerlo.
« Forza, vieni qui Simon! »
Il bambino si teneva attaccato alla stoffa del divano per riuscire a rimanere in piedi. Fissava curioso suo padre che da diversi minuti si trovava in quella buffa posizione e continuava a dirgli di andargli incontro.
« Dai, so che ci riesci. Fallo vedere alla mamma. »
Simon prese coraggio. Anche se si fosse staccato dalla presa sicura era certo che suo padre lo avrebbe afferrato prontamente se per caso avesse vacillato a causa del precario equilibrio. Si girò verso sua madre e appena ricevette un sorriso, decise di provarci ancora.
Mollando la stoffa iniziò a muovere i primi passi verso Howard. La distanza era breve, poteva farcela.
Appena si avvicinò al tappeto però inciampò e cadde in avanti, finendo sdraiato. Per lo spavento iniziò a piangere.
Howard si portò accanto al bambino e lo prese in braccio, cullandolo e massaggiandogli la parte su cui era caduto. Poco tempo dopo Simon smise di piangere.
« Visto? Non è successo niente » disse facendolo sedere sulle sue ginocchia. « Hai fatto un sacco di strada, complimenti! » Lo prese per i fianchi iniziando a fargli il solletico scatenando subito una risata irrefrenabile nel bambino.
A Bernadette piaceva guardare Howard insieme a suo figlio. Le piaceva vedere come lo incoraggiasse, gli stesse vicino, lo confortasse e lo facesse divertire. Howard sapeva farci con i bambini e nei suoi gesti esprimeva tutto l'affetto che provava per lui e che mai aveva ricevuto dal padre che era scappato via molti anni prima.
Era così assorta che non si accorse di aver dimenticato la pentola sul fuoco.
« Non senti puzza di bruciato? » disse improvvisamente Howard.
Bernadette si risvegliò dall'incanto e spense immediatamente il fornello non prima di aver tirato giù una sonora imprecazione.
Howard avvicinò la bocca all'orecchio del figlio ed abbassò la voce per non farsi sentire.
« Questa cosa non la impariamo però, okay? »


Note dell'autrice.
Eccomi tornata con un'altra flash questa volta tutta dedicata agli Howardette <3
Qualcosa di tenero e carino su di loro dovevo scriverlo, sopratutto dopo la notizia bomba data nella serie. Sono senza dubbio la coppia migliore dello show (dopo gli Shamy of course) e sapere che adesso sono ufficiosamente alle prese con un figlio riempie il mio cuore di felicità *.* ♥
Spero che vi sia piaciuta anche questa flash. Vi ringrazio immensamente per i pareri positivi che state dando a questa raccolta :D
A presto con il prossimo capitolo^^

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Capitolo 10
*** Nomi ***


111
Nomi


« Si sono addormentati finalmente » sussurrò Penny a bassissima voce.
« Già finalmente. Sinceramente pensavo sarebbe stata un'impresa titanica farli addormentare tutti e quattro contemporaneamente e invece è stato piuttosto semplice. » Amy tornò dalla vecchia camera di Leonard, ora destinata ai due gemelli, e si sedette al suo posto, quello vicino al suo fidanzato.
« Spero solo che non si sveglino quando dobbiamo andarcene » commentò Leonard.
« Matt ha preso il sonno profondo di Penny. Non si sveglierebbe nemmeno se scoppiasse una bomba. Al contrario di Alison che al minimo spostamento di aria si sveglia e inizia  a piangere » disse Sheldon stancamente, reduce di notti insonni.
« E ovviamente se piange Alison piange anche James. È un circolo» si aggiunse Amy a sua volta, esausta.
« Quindi non vi azzardate a fare il minimo rumore o è la volta buona che davvero mi butto dalla finestra. Non scomodatevi a venire al mio funerale » disse il fisico teorico a bassissima voce guardando minacciosamente i presenti.
Tutti quanti, un po' intimoriti dal suo sguardo, un po' perché la voglia di sentire pianti isterici quadruplicati non era quello che avevano programmato quella sera, presero i loro piatti e lentamente iniziarono a mangiare.
Cercavano di fare tutto nel modo più silenzioso possibile e non dissero una sola parola. Ma non potevano stare in silenzio troppo a lungo, non era loro abitudine.
« Mi chiedevo...come avete scelto i nomi dei bambini? » chiese Raj pensieroso mentre faceva roteare il vino nel bicchiere.
Sheldon immediatamente gli scoccò un'occhiataccia omicida e drizzò subito le orecchie per captare anche il minimo rumore provenire dall'altra stanza.
« Raj! » urlò sottovoce per riprenderlo.
« Sheldon stai calmo. Non si sono svegliati. » Amy lo rassicurò appoggiando una mano sul braccio.
« Già. Ragazzi non possiamo stare in silenzio per tutto il tempo, su! Basta solo non urlare o alzare troppo la voce » disse Bernadette abbozzando un mezzo sorriso.
« Allora temo che tu non potrai aprire bocca per un bel po' di tempo. » Howard ridacchiò e strinse la mano della moglie affettuosamente.
« Che cosa intendi dire? » disse quest'ultima assottigliando lo sguardo.
« Io? Assolutamente niente. » L'ingegnere cercò in fretta un modo per cavarsela e sperò che Bernadette non capisse il riferimento scherzoso alla sua voce stridula, ma dato che il suo sguardo trasudava tutt'altro che buone intenzioni, si allontanò un po', intimorito.
« Comunque tornando alla tua domanda, Rajesh...» Amy si rivolse all'astrofisico. « Con noi è stato semplice. Io ho scelto Alison mentre Sheldon James » concluse e tornò a mangiare, come se la sua spiegazione fosse stata sufficientemente esplicativa.
« Tutto qui? » chiese Penny delusa. « Speravo in un qualcosa di più interessante. »
« Sì esatto. Conoscendovi non credo siete andati per esclusione o a caso » intervenne Emily e Bernadette annuì.
« Ci deve essere un motivo se li avete chiamati James Nicholas Cooper e Alison Emmy Cooper. »
« Per James credo di aver intuito, ma non sono sicuro per Alison » commentò Leonard sorridendo e lanciando un'occhiata ai tre amici i quali annuirono subito, poiché la stessa intuizione l'avevano avuta anche loro.
Prima che Amy potesse aprire bocca Penny la interruppe alzando due dita per zittire tutti e squadrando i presenti mentre si mordeva il labbro eccitata dall'idea geniale che aveva appena avuto.
« Io credo di aver capito da dove derivano i nomi! »
Tutti smisero di mangiare e la guardarono curiosi, aspettando la sua spiegazione.
« Per James scommetto che hai voluto chiamarlo per James Bond, l'affascinante spia inglese ormai diventato un cult del cinema. Il secondo nome Nicholas invece perché avete voluto omaggiare Nicolas Cage. Ho indovinato vero? » disse emozionata squadrando i due diretti interessati.
Amy e Sheldon sbatterono le palpebre un paio di volte, si guardarono per qualche secondo e poi tornarono a fissare la bionda.
« È la spiegazione più stupida che abbia mai sentito. » sentenziò il fisico teorico mostrando una certa nota di disapprovazione nella voce.
« Perché? Non avete voluto omaggiare qualcuno con i loro nomi? »
« Sì, ma—»
« Ma non menzionando quei due tizi che hai detto tu. » Sheldon interruppe Amy ed appoggiò una mano sul suo ginocchio come a voler dire che d'ora in avanti ci avrebbe pensato lui. « E poi chi sarebbe 'sto Nicolas Cage? »
Le ragazze alzarono gli occhi al cielo, facendo finta di niente.
« Okay, allora illuminaci, sua maestà. » lo preso in giro Penny incrociando le braccia ed appoggiandosi completamente al cuscino del divano, lanciandogli uno sguardo di sfida.
« Sono assolutamente disposto a folgorarvi con il mio intelletto, come sempre del resto. » si inumidì le labbra prima di iniziare.
« James è un nome che appartiene a tre dei miei personaggi preferiti in assoluto, ovvero il capitano Kirk, il detective Gordon e il padre di Harry Potter. Inoltre è anche il nome dell'attore che ha prestato la voce a Darth Vader e il Re Leone, ovvero James Earl Jones. »
Leonard, Howard e Raj si scambiarono uno sguardo d'intesa come a dire “lo avevamo già capito”.
« E Nicholas invece? » chiese Bernadette incuriosita.
« Ma come Nikola Tesla mi pare ovvio. »
« La mia spiegazione era stupida mentre questa per te non lo è? » disse Penny scettica accavallando una gamba sull'altra.
« Assolutamente. Vuoi mettere i due tizi che hai menzionato tu con Star Trek, Batman e Harry Potter? »
Penny sospirò esasperata decidendo di smettere di dargli corda perché tanto, in un modo o nell'altro, Sheldon avrebbe trovato il modo per avere ragione.
« E a te andava bene questo nome? » chiese Emily provando una certa nota di compassione per Amy per essere stata costretta a scegliere un nome che in qualche modo ricordasse un personaggio amato dal fidanzato.
« Beh contando che le sue prime scelte erano Legolas, Severus, Spock e Luke direi di sì. Almeno James è un nome normale. »
« Legolas è un figo. Amico, io avrei appoggiato la tua scelta. » disse Raj indicandolo con la forchetta e parlando con la bocca piena.
« Lo so Raj, peccato che Amy non l'abbia trovato così figo come tu. » sospirò rassegnato.
« Cos'ha che non va Luke? » chiese Emily un po' perplessa.
« Sheldon passerebbe ore a dire “Luke io sono tuo padre” quindi l'ho scartato immediatamente. Già mi basta quando lo ripete allo sfinimento durante lo Star Wars day. » Amy scoccò un'occhiataccia torva all'uomo seduto in parte il quale era intento a capire se quello che aveva nel piatto era davvero pollo o meno.
« Ora è il turno di Alison. Spero che almeno lei non riguardi un personaggio di fantasia » Penny rivolse una breve occhiata al fisico teorico.
« Perché ti urta così tanto che abbia deciso di chiamarlo come dei personaggi che mi piacciono. Tu perché hai deciso di chiamare tuo figlio Matthew? »
Sheldon era piuttosto stizzito dalle frecciatine che Penny continuava a lanciargli. Il nome lo aveva scelto lui, gli piaceva e questo doveva bastare.
« Perché...beh, perché...» la ragazza si bloccò e iniziò a mordersi il labbro, allontanando lo sguardo dal suo.
« Penny? »  Leonard corrucciò lo sguardo, interrogativo.
La bionda prese un grosso respiro. « Perché mi è venuto in mente Matt Bomer e ho pensato fosse un nome figo. Figo quanto lui. » rivelò tutto d'un fiato guardando male il fisico teorico che intanto aveva iniziato a sorridere soddisfatto.
« Vedi? Alla fine hai deciso di chiamarlo come un attore che ti piace. Il principio è lo stesso. »
Howard si sbilanciò verso il fisico sperimentale, abbassando la voce. « Immagino che tu abbia pensato a Matt Murdock, vero? »
Leonard si girò e sorrise. « Ovvio. Daredevil è un personaggio cazzuto. » disse e fece il pugno contro pugno con l'ingegnere.
« Amy non ci hai ancora spiegato dove hai preso il nome Alison! » Penny si rivolse all'amica nella speranza di deviare la conversazione da lei.
« Oh, è stato semplice. Ho sentito una donna chiamare la figlia  mentre ero al supermercato e ho pensato che fosse un bel nome »
Penny e Bernadette si scambiarono una veloce occhiata e quando vide che la biologa era tornata a mangiare come se nulla fosse, la rappresentante farmaceutica le rivolse un'occhiata piuttosto perplessa.
« Tutto qui? Nessuna spiegazione lunga ed elaborata su come hai avuto l'illuminazione sul nome? »
Amy alzò gli occhi in un breve attimo di riflessione poi tornò a guardare l'amica. « No, nessuna spiegazione. » disse. « Però il secondo nome, ovvero Emmy, era il nome di una famosa scienziata. Ho pensato fosse una bella idea omaggiare una persona tanto importante per la scienza come lei » sorrise rivolta ai ragazzi che annuirono compiaciuti, comprendendo chi fosse la donna in questione e i contributi che aveva portato alla matematica e alla fisica.
« Senza dimenticare che Alison era anche il nome di una supereroina degli X-men » aggiunse Sheldon come a puntualizzare il perché avesse approvato la scelta di quel nome.
Le ragazze alzarono gli occhi al cielo.
« E tu Rajesh? Come chiameresti tuo figlio o tua figlia? »
« Beh...» incrociò le mani e ci pensò qualche secondo. « Mi piacerebbe Julia, Jennifer oppure Justin se si tratta di un maschietto. »
« Ma sono nomi americani. Non daresti un nome indiano? »
Raj arricciò le labbra con aria infastidita. « No che non avrà un nome indiano. I nomi americani sono più fighi. E non avrà nemmeno l'accento indiano così nessuno lo prenderà in giro per come pronuncia le parole. » Questa volta guardò tutti i presenti, memore delle infinite volte in cui iniziavano a tirarlo in giro per la sua pronuncia diversa.
« Non ti prendiamo in giro Raj » sospirò Howard.
« Invece sì che mi prendete in giro! Non lo do mai a vedere ma ci rimango male » alzò la voce, un po' arrabbiato, vedendo che nessuno di loro abbozzava nemmeno uno straccio di scusa, ma anzi negavano tutto.
« Shh! I bambini si svegliano! » lo rimproverò Amy a bassa voce guardandolo malissimo.
« Ti ripeto che non ti prendiamo in giro » insisté Howard e anche Leonard gli diede ragione.
« Esatto. Nessuno ti ha mai preso in giro per come parli »
Raj alzò un sopracciglio. « Ah no? Una sola parola: mustacchi »
Appena lo sentirono tutti e tre gli scienziati ripeterono la parola ad alta voce, imitando il suo accento ed iniziando a ridere.
Si zittirono subito appena sentirono dei gemiti dall'altra stanza e poi dei pianti incontrollati. Sgranarono gli occhi e si portarono la mano sulla bocca, ma ormai era troppo tardi.
Le tre madri lanciarono sguardi di fuoco ai loro uomini.
« Vi avevo detto di non alzare troppo la voce! » sbottò Amy alzandosi per prima e preparandosi a calmare due gemelli di otto mesi.
« Siete degli idioti. » Bernadette sibilò verso di loro e Howard deglutì spaventato per lo sguardo omicida che aveva riservato a lui in particolare.
Penny, invece, se ne restò seduta.
« Ehm...tu...tu non vai? » domandò cauto Leonard verso sua moglie.
« Te lo scordi bello. Tu lo hai svegliato e tu lo fai addormentare di nuovo »
« O-okay...» mormorò poco entusiasta. Howard e Sheldon gli mostrarono uno sguardo di compassione, ma non osarono dire nulla.
« È tutta colpa tua » sibilò il fisico teorico all'astrofisico.
Howard annuì a sua volta. « Già...dovevi proprio dire quella parola? »
Raj, invece, incrociò le braccia al petto e sorrise appena. « Così la prossima volta ci penserete due volte a prendere in giro il mio accento. »


Note dell'Autrice.
Ho fatto passare un po' di tempo dall'ultimo aggiornamento e un po' mi dispiace perché pensavo sarei stata più veloce. <.<
Comunque anche questa raccolta è stata aggiornata con una flash molto semplice dedicata alla scelta dei nomi. Visto che qualcuno forse si è chiesto da dove abbia tirato fuori questi nomi, beh, ecco la spiegazione xD
Spero vi sia piaciuta^^
A presto :)

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Capitolo 11
*** Papà? ***


147
Papà?


« Sheldon vieni qui, sbrigati! »
Il fisico si tolse le cuffie e lasciò la scrivania dove c'era il suo immancabile computer portatile.
« Cosa c'è? È già ora di cambiarli? Questa volta te lo scordi che lo faccio io, donna. Tocca a te » disse incrociando le braccia ed indurendo lo sguardo come a volerla intimidire che questa volta avrebbe fatto sul serio.
« No, non è quello » tagliò corto Amy guardandolo male. « Guarda. »
Sheldon guardò prima sua figlia Alison dormire pacifica tra le braccia della madre, mentre James, suo fratello gemello, era seduto al suo fianco e teneva in mano un gioco.
« Non capisco, cosa dovrei guardare? » chiese piuttosto confuso. Non sembrava ci fosse qualcosa di diverso dal solito.
« Shh » disse solo portandosi un dito alle labbra.
Appena tornò il silenzio, James iniziò a farfugliare qualcosa. Non erano vere e proprie parole di senso compiuto, ma si stava sicuramente impegnando.
« Sta iniziando a dire le prime parole. Mi sembra normale, Amy, visto che si trova nell'età giusta. Presto sarà in grado di formulare delle frasi elementari » spiegò Sheldon professionale non mostrando lo stesso entusiasmo che stava provando la sua fidanzata.
Amy non vedeva l'ora di sentire chiamarsi per la prima volta mamma.
« Credo proprio che sarà piuttosto logorroico da grande » Amy ridacchiò mentre ascoltava suo figlio creare dei veri e propri discorsi, biascicando dei suoni che per lui sembravano delle parole vere e proprie. « Chissà da chi avrà preso. » disse ironica rivolta il fisico teorico il quale nemmeno le prestò attenzione.
« Secondo te quale sarà la prima parola che pronuncerà? »
Amy si stupì della sua domanda. Non credeva gli importasse davvero.
« Nella maggioranza dei casi è mamma. »
Sheldon alzò le spalle. « Magari invece sarà 'trasformatore amperometrico' come nel mio caso. Mamma voleva farmi esorcizzare pensando fossi posseduto. »
Amy aprì la bocca per ribattere, ma la chiuse subito, non ben sicura di cosa dire.
Stanco del suo gioco, James lo lanciò per terra e si voltò verso la donna seduta accanto.
« Vuoi venire in braccio alla mamma, James? » chiese notando il modo intenso con cui quegli occhi verdi la fissavano.
James schiuse la bocca e provò con una nuova parola.
« Ma-ma »
Sheldon alzò gli occhi al cielo. « Ovvio. A quanto pare mio figlio è piuttosto comune agli altri » sentenziò non particolarmente contento che la sua prima parola fosse una così semplice.
« È solo geloso che la tua prima parola è stata mamma e non papà. Vero James? » disse sorridendo rivolta al bambino. « Prova con papà. Paaapà. »
Tsk, geloso lui. E di cosa?
James sorrise e provò ancora nella sua impresa.
« Pa...»
Sheldon drizzò le orecchie e si avvicinò un po', sicuro di non volersi perdere la prossima parola. Se aveva detto mamma per la prima volta ora toccava a lui sentirsi chiamato.
Faceva finta di non essere molto interessato, ma sotto sotto fremeva di sentire la parola papà uscire dalla sua bocca.
La porta si aprì e appena una donna bionda che teneva per mano un bambino entrò, James balzò giù dal divano e urlò: « Pen-ny! »


Angolo dell'autrice.
Flash semplicissima, ma se abbiamo avuto i primi passi di Simon ora tocca alla prima parola di James.
Sheldon sembra sempre il solito disinteressato, ma sappiamo che mooolto infondo è tenero e aspetta solo di sentire per la prima volta uno dei due figli chiamarlo papà.
Peccato che però James abbia chiamato Penny xD
Grazie per le vostre recensioni, mi rendere troppo felice *.* ♥
A presto!

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Capitolo 12
*** Quando ad un momento speciale si aggiunge un altro momento speciale ***


111
Quando ad un momento speciale si aggiunge un altro momento speciale




Tutto era perfetto.
Il giorno che aspettava da quasi una vita era finalmente giunto e niente sembrava voler andare storto.
Amy rimirava la fede che portava al dito in modo quasi incantato mentre aspettava l'arrivo delle portate. Gli invitati sembravano divertirsi, l'atmosfera era allegra e Sheldon aveva finalmente abbandonato quell'aria nervosa ed impacciata che portava fin dall'inizio della cerimonia.
« Ragazzi guardate qui! »
Un flash accecò i due sposi.
« Non hai ancora finito con queste maledette foto? » sbottò il fisico teorico cercando di mandare via i fastidiosi puntini bianchi stropicciandosi gli occhi.
« Questo è un evento storico. Sheldon Cooper si è appena sposato. Voglio far vedere alle generazioni future che se ce l'ha fatta lui può farcela chiunque. » Penny sorrise raggiante guardando sul display della macchina fotografica come fosse uscita la fotografia appena scattata. Soddisfatta, si guardò attorno in cerca di altri obiettivi.
« E poi guarda che bel faccino che hai! » commentò Bernadette tirando la fotocamera più vicino a sé per vedere meglio. « Siete tenerissimi! »
Amy addolcì lo sguardo a quei complimenti mentre l'uomo in parte a sé borbottò qualcosa.
Leonard si affiancò a sua moglie dopo aver parlato a lungo con Wil Weathon. « Non dimentichiamoci che le generazioni future potranno vedere che anche se sei basso, timido e goffo puoi comunque riuscire a conquistare la bella ragazza popolare. »
« Penny ha scelto di stare con te solo per esasperazione e perché non trovava un modo soddisfacente per liberarsi di te. Non le hai lasciato altra scelta » replicò Sheldon tranquillamente una volta tornato in possesso della sua capacità visiva.
Leonard sospirò esasperato.
« Sono così contenta per te, Amy! E la cerimonia è stupenda. » Con la sua voce stridula Bernadette catturò facilmente l'attenzione della neurobiologa, anche con tutto il chiacchiericcio in sottofondo.
« Grazie » sorrise lei felice come non mai. Guardò alle spalle dell'amica il tavolo occupato da sua madre e sua suocera oltre ad altri parenti di Sheldon che non aveva mai visto, sua sorella gemella e suo fratello maggiore. Alison la guardò e la salutò con la manina mentre veniva imboccata da Mary Cooper.
« Qualcuno qui farà molto movimento stanotte, eh? » ammiccò Howard maliziosamente tenendo in mano il bicchiere con lo champagne.
« Chi? » chiese Sheldon curioso guardando gli amici.
« Sta parlando di te, Sheldon. » sospirò Amy scuotendo la testa verso Penny.
« Io? Non amo lo sport, perché mai dovrei fare del movimento stano-oh! » esclamò quando finalmente capì a cosa Howard si riferisse, salvo poi arrossire violentemente.
« N-non sono affari che ti concernono, Wolowitz. » tagliò in fretta il discorso.
« Si sa che succede. E' un normale rituale di accoppiamento socialmente accettabile quello che avviene la prima notte di nozze. » continuò a prenderlo in giro l'ingegnere e gli altri si sforzarono di non ridere nel vedere la sua espressione imbarazzata.
« Esatto. Stanotte noi sapremo. » disse Leonard alzando le sopracciglia con fare malizioso portandosi il bicchiere di vino alle labbra.
Sheldon rabbrividì pensando a cosa i loro amici avrebbero iniziato ad immaginare.
Bernadette decise di salvarlo prendendo il marito per il braccio ed allontanandolo.
« Andiamo, tuo figlio è rimasto solo troppo a lungo. »
« Ehi aspetta non ho ancora finito! »
« Cammina! »


Emily avrebbe voluto rimanere con gli amici del fidanzato, ma era ancora bloccata in bagno.
Rimase dentro per un bel po' prima di accorgersi con orrore di quello che stava accadendo.
Non poteva succedere ora, si disse. Non proprio ora!
« Oh, porca vacca! »

Amy si guardò attorno quando si accorse che una persona mancava. Era convinta che con tutto l'alcol presente alla cerimonia lo avrebbe visto fare una delle sue solite figuracce e invece tutto procedeva in modo tranquillo, troppo tranquillo.
« Ma Rajesh dov'è finito? »
« Non lo so, non mi ero nemmeno accorto che non ci fosse » disse il fisico teorico distrattamente mentre accompagnava Amy sulle note della musica. Ballavano al centro della sala insieme a diverse altre coppie tra cui Leonard e Penny e Howard e Bernadette.
Sheldon teneva una mano sulla sua schiena scollata e l'altra intrecciata nella sua mentre lentamente si muovevano seguendo il ritmo.
« È strano però, è da un po' che non lo vedo. »
« Amy così ti stai distraendo e ci farai fare una pessima figura! » si lamentò lui all'idea di apparire persino peggiore di Leonard.
« Sì, hai ragione » disse lei tornando a concentrarsi sui suoi passi. Non era brava quanto lui e doveva stare attenta a non inciampare.
Penny tornò al tavolo e frugò nella pochette alla ricerca del cellulare, l'unica cosa che era riuscita ad infilare dentro. Trovò quattro chiamate perse, due messaggi scritti e uno in segreteria.
Ascoltò il messaggio e spalancò la bocca.


Quello che l'infermiera vide fu alquanto insolito.
Un gruppo di persone vestite molte elegantemente era appena passato dall'ingresso e stava correndo verso di lei. Contò velocemente tre uomini, quattro bambini e due donne.
« Amy sbrigati, sei rimasta indietro! »
« Se corro più veloce di così cado! »
Si corresse. Tre donne. Ed era un abito da sposa quello che indossava?
Il numeroso gruppo si mise davanti al bancone della reception, sotto lo sguardo stupito del personale medico. Erano tutti affannati per la breve corsa.
Infine, quella che l'infermiera sapeva si chiamava Amy, li raggiunse tenendo il vestito più che poteva per non rischiare di inciamparci sopra. Si diede una sistemata all'acconciatura un po' disfatta e l'infermiera si schiarì la voce.
« Posso aiutarvi? »
Howard si mise davanti, prendendo il ruolo del leader del gruppo.
« Sì...ehm, un nostro amico è venuto qui circa mezz'ora fa con una donna che stava per partorire...» iniziò lui cercando di riprendere fiato un po' per la corsa un po' per la sincera preoccupazione per l'astrofisico.
L'infermiera batté le palpebre più volte.
« Non c'è stato nessun parto imminente nelle ultime due ore, signore. »
« È sicura? » chiese scettico.
« Assolutamente. »
Howard si sporse per leggere lo schermo del computer. « Può controllare per favore? »
L'infermiera sospirò, già stanca. « Signore le assicuro che se il vostro amico fosse venuto con una donna incinta me ne sarei accorta. » disse prendendo delle cartelle e sperando di aver concluso così la conversazione.
« Ma se desse un'occhiata saremmo più sicuri » continuò lui senza demordere.
« Non ce n'è bisogno, si fidi. »
« Ma—»
Bernadette spostò il marito per mettersi di fronte all'infermiera.
« Non le costerà nulla dare un'occhiata, non crede? Sono dei nostri amici e non abbiamo nessuna intenzione di perderci la nascita della bambina. Quindi le conviene iniziare a cercare con il computer o presto avranno un'infermiera di mezza età da ricoverare. »
La microbiologa fu così minacciosa che riuscì a far raggelare anche gli amici.
L'infermiera si limitò ad annuire.
« Come si chiama? »
« Rajesh Koothrappali. » disse prontamente Howard.
« Il nome della donna che sta per partorire. » alzò gli occhi al cielo la donna dandosi mentalmente una mano sulla fronte.
« Ah, giusto...Emily Koothrappali. »
« No aspetta, ha voluto il doppio cognome quando si sono sposati. Provi con Emily Swan-Koothrappali. » intervenne Leonard.
« Si chiama Sweeney non Swan, stupido! » lo rimproverò il suo ex coinquilino.
L'infermiera stava letteralmente perdendo la pazienza.
« Non c'è nessuno registrato con questo nome. »
« Ne è certa? »
L'infermiera girò lo schermo del computer verso di loro con un gesto stizzito e l'aria esasperata. « Vede? Non c'è nessuno registrato con questo nome! »
« Ragazzi non è qui, è al Pasadena Central Hospital! » esclamò Penny leggendo l'ultimo messaggio ricevuto da Raj.
« Ma perché è tornato in città? Non faceva prima a venire qui? »
« E io che ne so? Chiedi a lui! »
« Forza diamoci una mossa! »
« Un altro ospedale? Non se ne parla, io non mi espongo ulteriormente a fonti di contagio. »
« Mamma devo andare in bagno! »
« Okay, va bene. Ragazzi vi raggiungo, datemi cinque minuti. »
La donna dall'altra parte del bancone guardò il gruppo allontanarsi e scosse la testa.

Arrivati all'ospedale di Pasadena vennero squadrati allo stesso modo sia dai medici che dalle infermiere. Amy fu l'ultima ad arrivare e non fece nemmeno in tempo a raggiungerli che li vide tutti quanti correre per le scale, lasciandola lì.
« È bello vedere come gli amici ci tengono a te. Sopratutto tuo marito. » borbottò salendo le scale a sua volta, non riuscendo però a mantenere il passo per il vestito troppo stretto e i tacchi alti.
Penny appena vide Raj in sala d'aspetto corse verso di lui. Appena anche gli altri gli furono intorno lo riempirono di domande.
« Allora? È nata? »
« Come sta Emily? »
« È andato tutto bene? Possiamo vederle? »
« Qualcuno sa dove trovare del disinfettante? »
Raj batté gli occhi un po' sorpreso, non aspettandosi di certo tutti i suoi amici proprio in quel momento.
« Ma...che ci fate tutti qui? »
« Come cosa ci facciamo qui? Sta per nascere tua figlia, dove vuoi che siamo? » sbottò Bernadette con la sua voce stridula.
« Già, ci sei sempre stato per i nostri figli e ora tocca a noi. » sorrise Penny.
« Grazie per avermi aspettata e sopratutto aiutata. Siete degli amici fantastici. » ironizzò Amy quando finalmente arrivò dagli altri.
« Finalmente sei qui. Perché ci hai messo così tanto tempo? » la rimproverò il fisico teorico ed Amy decise semplicemente di ignorarlo.
« Anche voi due? Perché avete lasciato la cerimonia? Siete gli sposi! »
« E perderci la nascita di tua figlia? Non se ne parla! » disse Amy sorridendo.
« Io sarei rimasto, ma so che Amy si sarebbe arrabbiata e litigare il giorno del matrimonio è quanto di meno auspicabile ci sia. Non mi chiamo mica Leonard Hofstader. »
Raj addolcì lo sguardo. « Aww, grazie Amy. Quando torniamo ti porto della marmellata fatta da me. »
Amy scoppiò a ridere.
« Signor Koothrappali? Sua moglie vorrebbe vederla. »
Raj prese un grosso respiro e sciolse le spalle. « Okay, sono pronto. » disse dirigendosi nella stanza insieme all'ostetrica.
« Chissà se verrà portato via in barella come con Sheldon. » disse Penny con un ghigno rivolto a quest'ultimo il quale si stava sistemando sulla sedia in modo da non toccare nulla.
« Almeno a me non è venuto un attacco asmatico che per poco non ci rimanevo secco. » sbottò lanciando un'occhiataccia alla bionda.
« Emily sarà l'unica ad avere suo marito vicino al momento del parto. Non lo vedrà svenire, avere un attacco d'asma o una crisi isterica. » commentò Bernadette.
« Io non ho avuto una crisi isterica. » borbottò Howard offeso.
« Certo tesoro...certo...» sorrise in modo tirato la moglie.
« Come sarebbe a dire che ci vorrà ancora del tempo? Non vedete che sta male? Oddio. » Raj uscì dalla stanza con le mani nei capelli. « Oddio, oddio, oddio...»
« Signore? »
« Sto bene! Sto benissimo! » gridò. Poi iniziò ad impallidire. « No, non mi sento tanto bene...» Svenne prima che le infermiere riuscirono a calmarlo.
« Dicevi? » disse Howard rivolto alla moglie.

« Allora? » Raj si alzò dalla brandina e guardò gli amici intorno a lui.
Penny scrollò le spalle e sorrise. « Sei diventato padre. »
Senza aggiungere una parola, l'astrofisico si precipitò giù dalla brandina e,dopo un attimo di sbandamento, riuscì a riottenere l'equilibrio e a portarsi nella stanza di Emily.
Si avvicinò lentamente al letto in cui la sua donna teneva tra la braccia la neonata.
« Katherine, finalmente ci conosciamo. » Sorrise prima di prenderla delicatamente. Era così piccola che aveva il terrore di farle del male. Poco alla volta tutto il gruppo entrò nella stanza, cercando di rimanere un po' in disparte. Raj appariva molto tenero con in braccio sua figlia.
L'astrofisico si accorse dopo un bel po' di tempo che tutti lo stavano fissando.
« Questi invece sono i miei amici. Lui è lo zio Leonard, sono sicuro che ti piacerà subito. Lei è zia Penny, ti insegnerà ad essere socievole e a farti tanti amici. Poi ci sono zio Howard e zia Bernie. Sono gli amici migliori in assoluto e per fortuna che non sei un maschio o Howard ti avrebbe portato in ogni bar della città ad insegnarti le peggiori tecniche di rimorchio. »
« Sarebbe stato molto fortunato, credimi. » replicò l'ingegnere.
« Zia Amy ti insegnerà a preparare i dolci e ti presterà i libri più belli da leggere. Mentre lo zio Shelly, beh...» lo guardò brevemente. « Lui è antipatico e scorbutico con tutti, non preoccuparti. Ma può insegnarti un sacco di cose su argomenti diversissimi. Sai, lui è un genio. »
« Questo lo capirà molto presto. » disse quest'ultimo con orgoglio.
« Sono particolari e anche un po' strani, ma imparerai a voler bene a tutti loro. E ricorda che quando avrai bisogno ci saranno sempre per te. Per ogni cosa. »
Le ragazze si commossero.
« Hai detto una cosa bellissima. » disse Amy.
« Già. Sei davvero dolce, Raj. » si aggiunse Bernadette con gli occhi lucidi.
Sheldon si mise tra le due donne. « Sì, tutto molto bello. Ma se ci sbrighiamo possiamo tornare alla cerimonia e finire quel ballo lasciato in sospeso. »
Tutti lanciarono sguardi omicida verso il fisico teorico.
« Vi lasciamo soli. » Amy prese per un braccio Sheldon. Gli altri stavano per seguirla quando Penny si mise davanti loro.
« Aspettate un attimo! Questo è un altro momento da immortalare.  » tirò fuori la fotocamera. « Oggi è un giorno epico. Non solo Sheldon si è sposato, ma Raj, che fino a non tanti anni fa non riusciva nemmeno a parlare con una donna, è appena diventato padre. Questa foto salverà intere generazioni future! »
« Penny...»
« Sì? »
« Prima di salvare le generazioni future forse ti conviene togliere la protezione dall'obiettivo  » le fece notare Sheldon in tono assolutamente calmo.
« Tsk, me ne ero accorta, cosa credi? » disse togliendo frettolosamente la protezione e mettendosi in posa, cercando di inquadrare tutti.
« D'accordo allora, fate tutti un bel sorriso! »


Angolo dell'autrice.
Scusate l'immenso ritardo, tutta colpa di questo capitolo che non ne voleva sapere di uscire decentemente -.- Se fa schifo chiedo perdono in anticipo.
Così ora conosciamo anche la figlia di Raj :D E' sempre l'ultimo in ogni cosa, e così è stato quello che ha avuto un figlio dopo Sheldon Cooper xD
Non so perché, ma la scena di vederli arrivare tutti insieme all'ospdale con Amy vestita da sposa mi ha fatto sorridere e ho pensato che sarebbe stato un momento particolare per far nascere Katherine Koothrappali.
Detto questo, ringrazio tutti quelli che stanno seguendo questa raccolta scema.
A presto :D

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Capitolo 13
*** "Stanno facendo...un esperimento" ***


777
"Stanno facendo...un esperimento"



Leonard saliva faticosamente le scale che lo avrebbero portato al suo appartamento. Penny, al suo fianco, si teneva saldamente al corrimano per darsi il giusto sostegno mentre sbuffava e sospirava ad ogni gradino. Dietro, le voci squillanti e vivaci di due bambini fece capire loro che gli unici a sentire la stanchezza dopo quella lunga giornata erano soltanto loro due.
« Chi arriva per ultimo è un blobfish! » urlò il maschietto iniziando a correre per la rampa di scale e la sorellina, dopo essersi lamentata per essere stata presa alla sprovvista, iniziò a rincorrerlo.
« Un che roba? » chiese Penny stancamente con una smorfia rivolta al marito, non capendo cosa fosse questo blobfish.
« È un pesce e viene considerato l'animale più brutto del mondo. » spiegò il marito dandole solo una breve occhiata.
« Oh, certo. Perché questo è esattamente il tipo di animale che un bambino di cinque anni conosce. » disse sarcastica la donna. Conosceva quel bimbetto da cinque anni eppure non c'era giorno che non la stupisse in qualche modo.
« Così non vale, James! » strillò la bambina dal fondo della scala del secondo piano.
« Non è possibile che abbiano ancora tutte quelle energie. » disse la bionda dopo l'ennesimo sospiro.
« Voglio solo buttarmi sul letto e non alzarmi mai più. » Leonard si fermò a metà scala per riprendere un po' di fiato.
Leonard aveva deciso di lasciare suo figlio Matt da sua madre per qualche giorno. Era una cosa che faceva raramente poiché vedere sua madre comportarsi con il nipote esattamente come aveva fatto con lui durante la sua infanzia lo terrorizzava.
Eppure, nonostante il suo timore, ogni tanto poter lasciargli il bambino ed avere un attimo di respiro era la cosa giusta da fare. Sia per lui sia per Penny.
Si era svegliato quella mattina con l'idea di far passare una giornata super rilassante a sua moglie. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli per settimane e non pensava assolutamente che qualcosa potesse andare storto.
Eccetto se ad intromettersi fosse Sheldon Cooper.
Quella mattina, intorno alle sette, si presentò alla sua porta con i due bambini tenuti per mano. Prima ancora che potesse chiedere spiegazione, Sheldon lo interruppe.
« Sii gentile, tienimeli fino a stasera, Leonard. Ah, hanno già fatto colazione, sono a posto. E ricordati che Alison è allergica alle nocciole. Buona giornata. »
Leonard tentò invano di replicare, ma Sheldon era già tornato nel suo appartamento. Rimase sul pianerottolo per parecchi secondi, immobile, mentre i due gemelli lo guardavano assonnati.
Capì solo a metà mattina che quello era l'anniversario del primo incontro tra il suo amico e Amy.
Non potendo sottrarsi a quel compito, Leonard dovette suo malgrado rinunciare alla beauty farm e alla degustazione di vini la sera.
Passarono così l'intera giornata tra un posto e l'altro. Dal parco, allo zoo, alla gelateria, da Howard e Bernadette e il negozio di giocattoli. Ora poteva finalmente riconsegnarli ai genitori i quali, sperava, fossero adesso liberi.
Un sorrisetto gli comparve sulle labbra pensando a cosa lo avrebbe aspettato ora.
Il pigiama, una tisana rilassante e le coperte calde.
« Perché la porta è chiusa a chiave? »
Il sorriso sparì immediatamente.
James girava il pomello, ma la serratura non scattava. Provò anche Alison, ma il risultato non cambiò.
Penny aggrottò le sopracciglia perplessa. « Forse non sono ancora tornati. »
« Già, saranno usciti a mangiare qualcosa. Venite, andiamo dentro. » disse Leonard cercando le chiavi nella tasca dei pantaloni e dirigendosi verso il suo appartamento.
« Ma io sento dei rumori. » disse James appiccicandosi con l'orecchio alla porta. « E sono strani. »
Leonard e Penny si allarmarono.
« Dei rumori...strani? » chiese quest'ultima scambiando un'occhiata con il marito. Rumori sospetti e porta chiusa a chiave il giorno del loro anniversario lasciava ben poco all'immaginazione.
« Mamma, papà, siamo tornati! Cosa state facendo dentro? » gridò Alison.
Penny si precipitò per prendere i due gemelli ed allontanarli.
« Bambini perché non entriamo a casa mia? Vi preparo la cena. Avete fame, vero? Ma certo che avete fame! » rise nervosamente e li spinse delicatamente verso il 4B.
Non poteva lasciare che quei due li traumatizzassero. Già era toccato a loro l'anno scorso, quando erano andati insieme in quell'hotel in montagna nel periodo natalizio e certi rumori provenienti dalla stanza accanto li lasciarono a bocca aperta, non credendo a quello che sentivano. E la conferma, il giorno dopo, dai sorrisetti che si scambiavano tra di loro fu ancora più sconvolgente.
« Ma la mamma e il papà sono a casa adesso...» disse Alison voltandosi verso la porta chiusa a chiave.
« Sì, ma sono impegnati adesso. Non disturbiamoli. » sorrise debolmente il fisico. Avrebbe dovuto trovare un modo per vendicarsi del suo ex coinquilino visto che si è divertito tutto il giorno mentre lui aveva fatto da baby sitter ai suoi marmocchi.
Penny intanto li teneva per un braccio e pensò che la spiegazione data da Leonard fosse più che esauriente. Si incamminò quindi verso il 4B, ma James non si mosse.
« Sono impegnati a fare cosa esattamente? » domandò il bambino incrociando le braccia.
Leonard si irrigidì e guardò la moglie in cerca di aiuto. Gli occhi di James brillavano per la curiosità nonostante la sua espressione fosse fin troppo seria per un semplice bambino. Leonard sapeva che se non soddisfaceva la sua curiosità lo avrebbe tormentato con le domande fino allo sfinimento.
« Ehm...beh… sì, insomma...» iniziò massaggiandosi il collo nervosamente. E adesso che si inventava?
Anche se aveva solo sette anni era molto sveglio, esattamente come i genitori e doveva stare perciò attento a quello che diceva.
Penny si illuminò. « Stanno facendo...un esperimento. Sì, un esperimento importante e non vogliono essere disturbati. »
Pensò di essersela cavata, ma con James Cooper non poteva essere così facile. E infatti il bambino non sembrava volersi muovere dal suo posto preso sul pianerottolo.
« Che tipo di esperimento? »
« Sono cose troppo difficili per te. Quando sarai più grande te lo spiegherò. » tagliò corto Leonard voltandosi.
« Ma io voglio saperlo lo stesso. » continuò lui imperterrito.
« Te lo farai spiegare da loro allora. » disse il fisico. Ora voleva vedere cosa avrebbero inventato Sheldon e Amy per cavarsela. Senza volerlo aveva già attuato la sua vendetta.
« Voglio saperlo ORA. »
« Ripeto: non capiresti, sono cose troppo difficili per te. »
« Ma io sono grande! E non è vero che non capisco! » si imbronciò.
Leonard sospirò esasperato. « Va bene! Stanno...» si leccò le labbra e pensò più in fretta che poté. Guardò il bambino ed assottigliò lo sguardo. « Stanno osservando i fenomeni subatomici costruendo una camera a nebbia per l'osservazione delle particelle elementari attraverso le tracce da esse lasciate nel vapore soprasaturo. » incrociò le braccia al petto e lo guardò come se lo stesse sfidando. Si sentiva ridicolo a competere con un bambino di cinque anni, ma certe volte gli ricordava terribilmente Sheldon e, se non poteva con lui, almeno con suo figlio ogni tanto una soddisfazione poteva togliersela.
E infatti James non aveva capito un tubo di quello che aveva detto, anche se non lo dava a vedere. Sciolse le braccia e le portò lungo i fianchi. Poi li raggiunse. « Allora ci conviene cenare. Ne avranno per un sacco di tempo. »
Leonard sorrise soddisfatto guardando Penny e lei fece lo stesso.
Quando sia i bambini sia il marito si allontanarono Penny pensò che origliare qualcosa non fosse poi la fine del mondo. Infondo Sheldon, per colpa di quella maledetta telecamera nascosta in Aquaman, aveva visto di peggio.
« Dici che va bene così? »
« Certo, fidati di me. E scommetto che alla fine ti piacerà. »
« Dubito. L'ultima volta è stato un disastro. »
Amy sembrava scocciata dal tono di voce usato.
« Scusa se sono troppo qualificato e dotato di un intelletto di gran lunga superiore alla media per dedicarmi a questo tipo di cose. Sai anche tu che ho iniziato tardi ad occuparmene. »
Un sospiro da parte della donna sembrava voler sancire la fine di quel discorso.
« D'accordo ho capito. Cosa devo fare adesso? »
« Mettiti gli occhiali protettivi. La sicurezza prima di tutto. »
Occhiali protettivi?
« Okay e adesso? »
« Se metti anche il camice da laboratorio sembrerai una vera scienziata. »
Camice?
La sentì sbuffare sonoramente mentre se lo allacciava. Sapeva che avrebbe voluto dire qualcosa a quel "così sembri una vera scienziata", ma per una qualche ragione aveva preferito lasciare perdere.
« Anche i guanti. Amy, devo proprio dirti tutto? »
Guanti?
Sentì lo scocco del lattice appena li infilò e la ragazza corrucciò le sopracciglia.
« Ma che razza di sesso stanno facendo? » mormorò tra sé e sé.
Stava diventando tutto leggermente inquietante, ma Penny non voleva muoversi da lì. Voleva capire cosa avrebbero fatto e, chissà, magari anche prendere spunto.
« Adesso mettiti qui...okay, bene. Io invece mi sposto qui...esatto. Quando dico 'vai' tu lo muovi, okay? »
« Non ho capito perché non puoi farlo da solo. »
« Amy, tu sei mia moglie. Chi altri dovrebbe farlo se non tu? »
« Sì, ma—»
« Vuoi che chieda a Penny? Oppure Leonard se preferisci tanto è lo stesso. »
La ragazza chiamata in questione guardò inorridita la porta chiusa e decise che non avrebbe ascoltato più una sola parola.
« Questa cosa me la sogno di notte. » disse una volta entrata nel suo appartamento.
Leonard aggrottò la fronte. « Cos'è che ti sogni stanotte? »


« Funziona? » chiese Sheldon guardando in basso.
Amy sorrise e gli mostrò la provetta con dentro un liquido colorato. « Sì, il nostro esperimento funziona! »
« Il colore è cambiato come pensavo. L'avevo detto che la chimica è piuttosto stupida. » disse il fisico guardando il suo esperimento con orgoglio. « Pensi che piacerà ai bambini? » chiese con voce più bassa.
« Sì ne sono convinta. Anzi, possiamo farlo vedere anche a Matthew e Simon e magari anche a Katherine anche se è ancora molto piccola. »
« Sì, penso sia una buona idea. Anche se non so quanto Simon potrà apprezzarlo. Se ha preso da Howard la scienza non la capirà mai. » Guardò Amy. « Mi dispiace che abbiamo usato tutta la giornata del nostro anniversario solo per preparare questi esperimenti. »
« Non fa niente. Ci tenevi a voler iniziare ad insegnare la scienza ai bambini e questo era l'unico giorno in cui non avevamo nessuno dei due in casa. »
Nonostante cercasse di mostrarsi felice per aver trascorso la giornata in modo insolito Sheldon sapeva che stava fingendo e che avrebbe voluto passarla diversamente.
« Vieni ti faccio vedere una cosa. » Si avvicinò alla grande finestra del salotto dove era stato posizionato un telescopio.
Amy lo guardò perplessa. « Che dobbiamo farci? »
« Vieni » La incitò facendo segno con la mano di raggiungerlo. Quando finalmente si mise davanti al telescopio Sheldon le appoggiò una mano sulla schiena per invitarla a guardare dentro. 
« Cosa vedi? »
« Mmh...niente per il momento. »
Sheldon spostò di qualche grado il telescopio. « E adesso? »
Amy alzò la testa chiedendogli con lo sguardo cosa dovesse vedere, ma il fisico si limitò a fare un cenno con la testa indicando il telescopio. Così Amy tornò a guardare dentro.
« Non vedo ancora nien—aspetta...vedo qualcosa che si muove. »
« È un asteroide » disse lui osservando la donna che affascinata seguiva l'asteroide nella sua apparente lentezza.
« Un asteroide? »
« Sì. È Amy. »
Lei tornò a guardarlo. Ci mise un po' più del dovuto per formulare la domanda. « Si tratta di quell'asteroide? »
Il fisico ridacchiò. « Esatto. Non ce ne sono tanti. Solo uno ha quel nome. »
« Oh...»
Faceva uno strano effetto sentire che un oggetto nello spazio a chissà quanti chilometri di distanza fosse stato chiamato con il suo nome. Con tutti i nomi che Sheldon poteva dargli aveva scelto il suo.
« Capita raramente che un asteroide ritorni  al punto esatto in cui è stato avvistato per la prima volta. » continuò lui interrompendo i suoi pensieri. « Invece questo qui è ritornato. Ha ripercorso una traiettoria simile a quella di sette anni fa ed è ritornato. Non in un giorno qualsiasi, ma bensì esattamente dodici anni dopo averti incontrata per la prima volta. » Guardò l'orologio al polso. « Beh, dodici anni e un'ora dopo per la precisione. » Si avvicinò un po' a lei e toccò il telescopio. Si prese una pausa di qualche secondo prima di proseguire.  « Sono cambiate così tante cose. Ti ho conosciuta, ti ho sposata e ho addirittura due figli, cosa che mai avrei pensato potesse accadere ad uno come me. » Sorrise. « Chissà, magari ritornerà tra trent'anni e lo mostrerò ai miei nipoti. »
Amy abbozzò un mezzo sorriso. « Stai insinuando che questo sia una specie di segno da parte, che so, dell'universo o qualcosa del genere? » disse lei facendo un gesto con la mano e un'espressione mista tra il divertito e il scettico.
« Non essere ridicola. Io non credo ai segni, al destino o altre cose insulse come queste. Però...» si interruppe ed Amy si avvicinò un po' visto che non proseguiva.
« Però? »
Lui guardò in basso per qualche secondo finché non ritornò a fissare la donna negli occhi. « Credo sia meglio andare a riprenderci i nostri figli. Sono rimasti troppo tempo in compagnia di Penny e non vorrei che li abbia influenzati negativamente in modo permanente. » disse passandole accanto.
Amy era piuttosto incuriosita da quel suo strano discorso, sopratutto per il fatto di averlo lasciato a metà. Era una cosa non da Sheldon.
Sapeva che se avesse insistito non avrebbe ottenuto niente per cui lasciò che quelle parole non pronunciate rimanessero un mistero.
« Mamma! » urlò Alison appena sentì la voce della donna dietro la porta chiusa, appena prima di udire la strana bussata di suo padre.
Si precipitò all'ingresso ed abbracciò prima sua madre poi Sheldon.
« Dove siete andati? Cosa avete fatto? Perché siete tornati così tardi? Cosa facevate chiusi in casa? » li bombardò di domande, ma non riuscirono a rispondere perché fu la volta di James intromettersi.
« La zia ha detto che stavate facendo un esperimento...» scese dalla sedia e li raggiunse mentre Penny e Leonard si immobilizzarono all'istante. « Ce lo fate vedere? » gli occhi già iniziavano a brillargli per l'emozione.
« Ehm...non credo sia una buona idea...» disse Penny.
Amy invece sorrise. « Certo che ve lo faremo vedere! Ormai siete abbastanza grandi per queste cose. »
Leonard lanciò uno sguardo terrorizzato alla moglie e quest'ultima assottigliò lo sguardo incredula per la risposta dell'amica.
« Già, all'inizio ero un po' perplesso però presumo che prima impariate meglio sia no? » continuò Sheldon sorridendo a sua volta.
Penny spalancò la bocca scandalizzata. « Ma...ma che state dicendo ragazzi? »
« Già...che—che state dicendo? » disse Leonard scandalizzato quanto lei.
I Cooper nemmeno diedero loro attenzione.
« Prima però c'è un po' di teoria che vi devo spiegare. » concluse Sheldon già avviandosi verso l'ingresso.
I bambini gridarono entusiasti.
« Forza, prendete le vostre cose e andiamo a casa. Prima si inizia e meglio è! » Il fisico teorico aprì la porta e fece uscire la famiglia prima di chiudersela alle spalle.
Rimasti da soli, Leonard e Penny non ebbero nemmeno il coraggio di muoversi.
« Sta...sta succedendo davvero quello che penso stia succedendo? » mormorò la donna battendo le palpebre.
Leonard sorrise in modo tirato e si passò una mano nei capelli. « Beh...arriva prima o poi il momento in cui bisogna fare il discorsetto, no? »
Penny gli lanciò un'occhiataccia. « Sì, peccato che a farlo sono Sheldon e Amy. E la cosa mi spaventa a morte. »



Angolo dell'Autrice.
Ritorno di nuovo dopo un mese e più di assenza da questa raccolta. Non sto ad annoiarvi sul perché ci abbia messo così tanto, ma ormai si sa come sono fatta. E pensare che questa doveva essere pubblicata il 24 maggio in occasione dei 6 anni degli Shamy, ma io la pubblico al 30 giugno perché sono trasgre.
Comunque penso che questa OS sia la più, come dire, nosense che abbia pubblicato in questa sezione.
Insomma, rumori strani, usano la scusa di un esperimento per spiegare i suddetti rumori ai bambini, poi in realtà stavano facendo un vero esperimento ma Leonard e Penny non lo sanno e quindi dopo quelle frasi finali ambigue iniziano a pensare molto male. Sì, ecco, diciamo che il caldo non mi fa un bell'effetto.
Spero sia di vostro gradimento comunque, è un po' che avevo in mente una cosa simile.
A presto^^

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Capitolo 14
*** Tutto sotto controllo ***


777
 Tutto sotto controllo






« Sei sicuro di farcela? »

« Certo. Amy, si tratta solo di due giorni. Andrà tutto bene. »
« Lo so, ma sono così piccoli! Non vorrei lasciarli, ma non ho altra scelta. »
« Non puoi saltare la conferenza. Avresti lavorato duramente per tutti questi anni per nulla altrimenti. »
Sheldon la rimproverò con lo sguardo. Non voleva che si preoccupasse così tanto per lui. Voleva che si godesse quel momento speciale senza sentirsi continuamente in angoscia. L'aveva vista per anni destreggiarsi egregiamente tra il lavoro e la famiglia ed era giunto il momento che si prendesse un momento di tregua.
Amy dal canto suo apprezzava le continue rassicurazioni del marito, ma un'ombra di preoccupazione continuava ad aleggiare dentro di sé. Stava lasciando Sheldon da solo con due bambini di quattro anni e, anche se non glielo avrebbe mai ammesso davanti, la cosa la terrorizzava.
Doveva passare due giorni a Philadelphia per parlare davanti a famosi scienziati di una prestigiosa università  e l'unica interazione che poteva avere con i suoi figli era solo attraverso lo schermo di un computer.
Come poteva stare tranquilla?
« Se dovesse succedere qualcosa non esitare a chiamarmi. »
Sheldon roteò gli occhi. « Sì, ho capito. Amy non sono un bambino so badare a me stesso. »
Non convinta al 100% da quella affermazione fu ancora più propensa di chiedere a Penny se poteva passare a dare un'occhiata ogni tanto. Ovviamente questo a lui non lo avrebbe detto.
« Piuttosto, come è andato il viaggio? » riprese il fisico dopo una breve pausa. « E l'hotel è pulito? Non porterai a casa qualche parassita mi auguro. »
Amy sorrise. « È andato benissimo anche se è stato un po' stancante. L'hotel è pulitissimo e ho fatto un controllo generale della stanza per assicurarmi che non ci siano delle sorprese. »
« Ottimo. Se però dormissi nel telo di plastica mi sentirei più sicuro. »
« Sheldon, non dormirò nel telo di plastica che mi hai messo nel bagagliaio. » rispose con tono calmo che però non ammetteva ulteriori repliche.
« Come vuoi. » disse un po' offeso.
Restarono in silenzio per un po'. Sheldon si tormentava il lembo della maglia con fare nervoso. A discapito dell'aspetto assolutamente calmo dentro di sé era parecchio teso all'idea di stare da solo. Non era la prima volta che Amy partisse per qualche giorno, ma prima non aveva due figli a cui badare. Anzi, a badare a lui c'era Leonard.
Ma non poteva dare l'impressione di non riuscirci. Come avrebbe fatto a fidarsi di lui in futuro?
« Chiamo i bambini così ti salutano. Non stanno aspettando altro. »
Lei ingrandì il sorriso ed annuì. Dallo schermo vide il fisico teorico uscire dalla camera e chiamare James e Alison dicendo che la mamma li stava aspettando. Tempo pochi secondi e i bambini si precipitarono davanti al computer spingendosi e litigando.
« Calmi, calmi. Come è andata oggi? »
« Mamma appena torni devi sgridare James perché mi h rubato tutte le matite colorate! »
« Non ho rubato niente! »
« Sì invece! »
« Basta litigare. Salutate la mamma e poi andate a mettervi il pigiama e a lavarvi i denti. » li ammonì Sheldon da dietro.
« Mi mancate così tanto! Vi trovate bene da soli con papà? »
« Sì! » risposero all'unisono. « Stamattina zio Leonard ci ha preparato i fren tos e poi siamo andati a far volare gli aquiloni insieme a Matt.  Quello di James si è incastrato su un albero ed è ancora là. » rise Alison. « E ha anche pianto un sacco. »
James si imbronciò. « Ho pianto solo un po'. » borbottò offeso.
Amy ridacchiò. « Ma come, un ometto grande come te che piange? »
 « Infatti ho smesso quasi subito! Papà mi ha comprato il gelato. Era al cioccolato e ci ha messo anche la panna sopra! » disse il bambino togliendosi immediatamente il broncio e gli occhi verdi brillavano al ricordo dello strappo alla regola che suo padre aveva fatto per farlo smettere di piangere e tirargli su il morale.
« Settimana prossima ci andiamo ancora e questa volta però viene anche la mamma. » intervenne Sheldon appoggiando le mani sulle teste dei due gemelli.
« Sìììì! Anche la mamma! » gridarono in coro avvicinandosi ancora di più allo schermo ed Amy scoppiò a ridere.
« Va bene, va bene verrò anche io. Ora ubbidite a papà e andate a mettervi il pigiama. »
« Buonanotte! » urlarono e scesero dal letto matrimoniale per correre in camera.
« Visto? Tutto sotto controllo. » Sheldon si sedette sul letto e si mise il pc sulle gambe, lo sguardo orgoglioso e soddisfatto.
« Okay, ora mi sento decisamente più sollevata. »
« Le tue preoccupazioni erano del tutto infondate. Così come quelle di Leonard, Penny e tutti gli altri. Sono in grado di provvedere a due bambini, dopotutto sono i miei figli. »
Amy annuì e si sistemò gli occhiali. « Hai ragione. Mi dispiace, avrei dovuto avere più fiducia in te. »
« Scuse accettate. Ora, mi assicuri che non ti tratterrai a Philadelphia più del dovuto? »
Amy si tamburellò due dita sul mento per pensare. « Non ho mai visto la città. Forse potrei fermarmi un giorno in più per visitarla. »
Sheldon non mosse un muscolo. « Se è uno scherzo sappi che non è affatto divertente. »
« Ma non mi hai detto che è tutto sotto controllo? » chiese lei candidamente.
« Sì...» mormorò.

« Dov'è la mamma? » chiese James appena raggiunto il salotto dopo essersi svegliato. I capelli ancora arruffati, gli occhi mezzi socchiusi. Vedeva suo padre intento a preparare la colazione, ma di sua madre nemmeno l'ombra. Era sabato e il sabato la sua mamma preparava la colazione per tutti quanti. Ma c'era qualcosa di diverso quel giorno.
« La mamma è a Philadelphia per una conferenza scientifica. » rispose tranquillamente.
James era ancora immobile.
«La mamma non torna più? » Questa volta fu Alison a fare la domanda. Si era appena alzata anche lei e teneva sotto il braccio un peluche di un koala.
Sheldon aggrottò le sopracciglia. « Certo che torna. »
« Ma quando? » continuò lei con un velo di disperazione nella voce.
« Domani sera. Alison, ne abbiamo parlato anche ieri e—»
« Ma io voglio la mamma! » urlò gettando il peluche per terra.
Sheldon schiuse la bocca. Aveva previsto tutto per quei due giorni, ma non una crisi isterica di Alison.
« Alison, la mamma torna. È in un'altra città per lavoro e domani sera sarà di nuovo qui. » continuò il fisico cercando di mantenere un tono calmo.
E adesso che doveva fare?
« Sei sicuro? » gli occhi le si riempirono di lacrime.
« Certo, te lo assicuro. Alison, ti ho mai mentito? »
La bambina fece di no con la testa. Tirò sul col naso e riprese in mano il peluche accarezzandolo per sistemargli il pelo.
« Ora venite a fare colazione, su. »
I gemelli si sedettero sugli sgabelli con aria mogia. Lo guardavano mentre appoggiava un piatto davanti a loro e poi metteva delle uova con il bacon divisi nella stessa quantità.
Alison mise il broncio e spostò il piatto lontano.
Sheldon sospirò. « Cosa c'è adesso? »
« Non lo voglio. »
« Perché? »
Alison lo guardò male. « La mamma prepara i fren tos il sabato mattina. Io non voglio questa roba. »
Sheldon prese un grosso respiro. « Beh, io non sono la mamma e non so fare i french toast. Quindi stamattina si mangia questo. »
James aveva già quasi finito mentre Alison non si degnava di mangiarne neanche un boccone.
« D'accordo se non hai fame allora niente. » Le prese il piatto, ma lei iniziò ad urlare. Sheldon ignorò le sue proteste ed accompagnò James in camera per vestirlo. Il bambino sembrava tranquillo al momento. Il problema era Alison.
Finalmente smise di urlare. A piccoli passi raggiunse la camera che divideva con il fratello e si sedette sul letto a gambe a braccia incrociate, guardando male tutti e due. Il viso era rosso e le guance ancora bagnate di lacrime.
« Forza, vestiti. » le disse.
Lei scosse la testa energicamente in segno di disappunto.
Sheldon provò a toglierle la maglia del pigiama, ma fu impossibile con lei che si dimenava e non collaborava minimamente. Si staccò dalla sua presa e si infilò sotto le coperte.
« Non voglio vestirmi! » gridò.
« Se Alison non si veste non mi vesto nemmeno io » disse James gettando i vestiti per terra con un calcio.
Sheldon perse la pazienza. Se doveva passare due giorni interi così sarebbe stato un inferno. Non immaginava che potessero fare così tanti capricci nell'aver visto Amy andare via.
Dopo un'ora sia Alison che James erano ancora sotto le coperte e Sheldon in piedi  con i vestiti in mano che non era riuscito a far indossare in alcun modo a nessuno dei due.
Giunto a questo punto c'era solo una cosa che poteva fare.

« Qualcuno sta bussando alla porta. Probabilmente è Sheldon. »
Leonard sbuffò e prese gli occhiali dal comodino. « Amy è partita da meno di tre ore e già ci sono problemi? »
« Non sarà nulla di che, lo sai. » lo rassicurò Penny toccandogli il braccio. « Vai a vedere cosa vuole così torniamo a dormire. »
Leonard aprì e lasciò entrare l'ex coinquilino che stava fumando di rabbia.
« Che cosa ci fai con i vestiti di Alison in mano? » domandò Leonard indicando gli indumenti.
« Che cosa ci faccio con i vestiti di Alison in mano? Te lo spiego io che cosa ci faccio! » sbottò.
Raccontò tutto quello che la figlia gli aveva fatto passare quella mattina a partire da quando aveva messo piede giù dal letto.
« È ancora là sotto le coperte che scalcia e urla se mi avvicino! Non posso passare due giorni così! » sbottò stizzito.
« Perché zio Sheldon sta urlando? » chiese Matt alla madre la quale, rimasta tutto il tempo sull'uscio della camera a braccia incrociate, sorrise sotto i baffi e superò i due uomini con grandi falcate per andare nell'appartamento di fronte.
Sheldon decise di seguire la donna e vedere cosa aveva in mente di fare.
Penny si sedette sul letto e tenendo una mano sulla schiena della bambina usò parole calorose e rassicuranti, esattamente come una madre verso la propria figlia. Poco alla volta uscì da sotto le coperte e guardò prima la zia, poi suo padre e poi di nuovo la zia. Penny le fece il solletico e questa iniziò a ridere come una matta. Poi balzò giù dal letto e corse in cucina dove scalò lo sgabello ed appoggiò i gomiti sul tavolo in attesa.
« Io ho fame! Voglio la colazione! »
Sheldon guardò sbigottito Penny domandandole con lo sguardo come avesse fatto e di rivelare anche a lui quel segreto.
La donna scrollò le spalle. « Istinto materno. » gli disse passandogli accanto.
« Ma come...io...»
« Arrivano i french toast! » esclamò Leonard avvicinandosi ai fornelli ed accendendo il gas.
« Sìì i fren tos! » urlò la bambina di nuovo contenta.
James tirò i pantaloni di Sheldon per attirare la sua attenzione. « Papà posso mangiare anche io i fren tos di zio Leonard? »
In un altro momento avrebbe detto di no visto che già aveva mangiato, ma questa volta lasciò perdere. Fece un cenno e James corse a sedersi al suo posto.
Mentre facevano colazione Penny guardò i tre bambini ed ebbe un'idea. « Che dite se oggi andiamo al parco a far volare gli aquiloni? »
Un grido corale approvò quell'idea e finirono in fretta la colazione per correre a prepararsi.
Ancora Sheldon non aveva capito cosa stesse succedendo.

« Sheldon? Sheldon mi stai ascoltando? »
Il fisico si ridestò dai suoi pensieri. « Certo. Comunque ti aspettiamo domani sera per cena. Non fare tardi. »
« O-okay...» disse un po' perplessa la neurobiologa. Gli diede ancora un paio di raccomandazioni e poi si salutarono.
« Forza, è ora di andare a dormire! »
« Ancora cinque minuti! » si lamentò James facendo gli occhi grandi nel tentativo di convincerlo. Sheldon però rimase irremovibile.
« Sono le nove e un quarto, siete di quindici minuti fuori dall'orario della nanna. Sapete che non mi piace che non rispettiate gli orari. » Incrociò le braccia al petto ed assunse uno sguardo duro, quello di chi non ammetteva ulteriori repliche.
« Uffa. » James abbandonò il telecomando e si diresse verso la sua camera seguito da Alison.
Entrambi si infilarono nei loro letti e attesero che anche Sheldon arrivasse.
« Buonanotte. » disse spegnendo la luce.
« Aspetta! » urlò Alison.
Sheldon riaccese la luce ed alzò un sopracciglio perplesso. « Cosa c'è? »
« Devi rimboccarci le coperte. »
« Ma—»
« Mamma ci rimbocca sempre le coperte. Così se ci fosse qualche mostro sotto il letto non ci può prendere. »
Il fisico aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito. Sia Alison che James lo stavano aspettando impazienti. Con un piccolo sospiro decise di ubbidire a quella piccola richiesta.
Iniziò dal maschietto, sistemandogli anche il cuscino ed infilando bene le coperte sotto al materasso in modo che non uscissero se dovesse girarsi nel sonno.
Quando finì anche con Alison le diede una breve occhiata. « Così va bene? »
Lei annuì soddisfatta e strinse il peluche.
« Okay. Buonanotte. » ripeté e si alzò dal letto.
« Stai dimenticando il bacio della buonanotte! » disse Alison corrugando lo sguardo. « Papà, ma devo dirti proprio tutto? »
« Io non—»
« Mamma ci dà sempre il bacio della buonanotte così riusciamo a dormire. » spiegò.
Sheldon non sapeva di tutti questi riti prima di farli addormentare. Amy si occupava di metterli a letto, lui si limitava a dare una semplice buonanotte dal salotto.
Con un altro sospiro decise di ubbidire anche a quella richiesta. Infondo lui era il primo ad approvare un rigido schema di abitudini e, come si aspettava, anche i suoi figli ne avevano uno tutto loro.
Si avvicinò al viso della bambina ed appoggiò le labbra sulla sua fronte.
Lei ridacchiò.
« Anche Stitch! » disse prendendo il peluche con due mani.
« Devo proprio? » disse arricciando appena le labbra.
« Sì! Mamma—»
« Ho capito, ho capito! »
Riuscì a dare un bacio veloce anche al peluche facendo ridere la bambina che se lo accoccolò subito al petto.
Infine Sheldon si alzò e fece lo stesso anche per James. Per fortuna questa volta non c'era nessun peluche.
« Ora, se abbiamo finito, posso spegnere la luce in modo che possiate finalmente dormire? » domandò con una punta di esasperazione nella voce.
« Sì! »
Guardò un'ultima volta i due bambini nei loro letti e poi chiuse la porta. Si portò in salotto dove si lasciò andare sul suo posto sul divano. In tv andava in onda i titoli di coda del primo film di Indiana Jones.
« Beh, magari potrei guardare qualcosa su Netflix. » si disse cercando un film sul catalogo. Qualcosa che magari lo distraesse un po' e non gli facesse sentire la mancanza di qualcuno.
« Oh, questo film non l'ho mai vis—»
« Papà! »
Sprofondò sul divano e chiuse brevemente gli occhi prima di alzarsi e vedere cosa James voleva.
« Posso avere un bicchiere di latte caldo? »
« Adesso? » chiese perplesso.
« Sì! Non riesco a dormire sennò! »
Ormai aveva capito che erano solo capricci per non dormire, ma decise comunque di soddisfare anche quella richiesta.
Scaldò il latte alla giusta temperatura e glielo portò in camera.
James si mise seduto ed allungò le mani che prontamente afferrarono il bicchiere e se lo portarono alle labbra.
« Stai attento però a non rovesciartelo addo—» non finì la frase che una grossa macchia di latte si era già formata sul pigiama e sulle lenzuola.
James si guardò i pantaloni bagnati e poi suo padre. « Ops. »
Sheldon fece forza a tutto il suo autocontrollo, ma un tic nervoso iniziò a tormentargli l'occhio destro. Gli tolse il bicchiere dalle mani e lo mise sul comodino poi prese James da sotto le ascelle e lo mise in piedi togliendogli così la maglia e i pantaloni.
« Posso dormire così stanotte? »
« No, non puoi dormire solo in mutande. »
« Ma è divertente! »
Ignorandolo lo rivestì, cambiò le lenzuola e mise quelle sporche in un cesto.
Rifece tutta la tiritera delle coperte e dei baci ad entrambi perché gliela richiesero un'altra volta e poi, dopo aver ringraziato mentalmente una qualche divinità di dubbia esistenza, spense la luce che già stavano dormendo.
Era passata più di un'ora da quando li aveva messi a letto.
Ormai era venuta anche la sua di ora di andare a dormire e, sinceramente, voleva solo riprendersi da quella giornata lunghissima sperando che l'indomani andasse tutto liscio. Forse poteva portarli allo zoo. Sì, era una buona idea, si disse.
Si sistemò sul cuscino sentendo le palpebre farsi pesanti in un attimo.

Stava dormendo placidamente quando avvertì la porta della camera aprirsi con un breve cigolio. Arrivava una debole luce dalla finestra del salotto.
Sheldon fece finta di dormire.
« Papà? »
Tenne gli occhi chiusi. Non aveva nessuna voglia di aprirli.
« Papà? »
Sospirò a lungo. Gli occhi ancora chiusi.
« Cosa? »
« Posso dormire qui con te? »
Si girò sulla schiena ed accese la lampada sul comodino. Sua figlia era accanto a lui con il suo pigiama verde fresco di bucato e il peluche di koala sotto un braccio.
« Non riesci a dormire? » chiese mezzo assonnato.
Lei scosse la testa e i lunghi capelli mossi si spostarono da una parte all'altra.
Sheldon sospirò ancora. Voleva solo porre fine a quell'agonia.
« D'accordo. Per stasera puoi stare qui. » disse spostando le coperte e un bel sorriso apparve sulle labbra della bambina. Saltò sul letto e si mise sotto accoccolandosi tra le coperte calde.
 « Adesso però dormi, va bene? »
Alison annuì e Sheldon le regalò un breve sorriso. Si girò su un fianco e spense la luce.
Il silenzio avvolse entrambi immediatamente. Fuori la leggera pioggerellina regalava un'atmosfera che contribuiva a far rilassare Sheldon. Si stava assopendo di nuovo ed era questione di un attimo prima di potersi finalmente riaddormentare...
« Papà? »
« Oh mio Dio Alison cosa c'è ancora?! » sbottò esasperato. Sembrava non volesse dargli tregua nemmeno per un attimo.
Alison si avvicinò e dato che il padre le dava la schiena appoggiò le manine sulla sua spalla e si protese un po' per vedere il profilo del suo volto. Era contratto in una smorfia spazientita.
« Sei arrabbiato? »
Sheldon si passò una mano sul viso. « Non sono arrabbiato. È tardi e sono stanco. Per favore, dormi. » la supplicò. Alison però non si mosse.
« Pensavo che ti saresti sentito solo a dormire senza la mamma. »
Sheldon la guardò sorpreso. Sua figlia era preoccupata che potesse sentirsi solo e voleva semplicemente fargli compagnia. Si sentì uno schifo per averle risposto male.
La guardò negli occhi verdi, gli stessi di Amy e sorrise. « Adesso mi sento meglio. »
Alison sorrise raggiante, contentissima di aver fatto sentire meglio il suo papà. Gli diede un bacio sulla guancia, gli augurò la buonanotte e finalmente appoggiò la testa sul cuscino e strinse il peluche a sé, pronta per dormire.
Sheldon esalò un breve respiro esausto e soddisfatto.
Finalmente poteva dormire.
Si rimise sul fianco, sistemò bene la coperta sopra la spalla e chiuse gli occhi.
Era quasi sul punto di riaddormentarsi quando avvertì qualcuno camminare per la stanza. Dei piccoli passi.
No.
I passi si fermarono dalla parte opposta alla sua.
No, non può essere.
Un attimo di tentennamento poi sentì il materasso sprofondare appena sotto il piccolo peso.
Perché?
Sheldon con un gesto stizzito si tirò su ed accese di nuovo la luce.
« E tu che ci fai qui? »
James si era fatto piccolo piccolo sperando di averla fatta franca, ma ovviamente così non era.
« Ho fatto un brutto sogno. » mormorò timidamente.
« Che sogno? » chiese. Ormai era deciso che quella sera non doveva dormire.
« Ho sognato la faccia di un uomo che si scioglieva e mi ha fatto tanta paura. »
« La faccia di un uomo che—oh no...» Sheldon si passò due dita sugli occhi. Quella sera davano in replica Indiana Jones e aveva deciso di riguardare il film, ma giunto a quella scena non fu abbastanza veloce a cambiare canale. E James ovviamente quella notte la sognò subito.
« Che cosa facciamo quindi? » chiese sapendo già tuttavia la risposta.
« Posso dormire qui? »
Il fisico guardò i due gemelli e non poté far altro che annuire. Infondo quella era una serata inusuale, tanto valeva renderla ancora più inusuale.
« Però cercate di dormire adesso. Intesi? »
I bambini annuirono.
Questa volta sperò che finalmente lo ascoltassero. Era stanco morto e non sapeva quanto riusciva a tollerarli ancora.
Provò a chiudere di nuovo gli occhi e sembrò andare tutto bene.
Fino a quando non li sentì muoversi nuovamente.
« Spostati, non ci sto. »
« Vai via James c'ero io prima! »
« Papà ha detto che posso restare, spostati tu! »
« Ahia! Papà, mi ha tirato i capelli! »
« Ha iniziato lei! »
Iniziarono una vera e propria lotta dove volavano calci, schiaffi e morsi.
Questa era la prima e unica volta che lasciava andare via Amy da sola, poco ma sicuro.
Si rimangiava tutto quello che le aveva detto prima su Skype.
Non aveva nulla sotto controllo.




Dopo un tempo lunghissimo torno ad aggiornare questa raccolta.
Mi mancavano troppo!
Non voglio abbandonarla così presto, ho ancora qualche idea che mi piacerebbe scrivere.
Poi ci sono questi momenti misti tra il fluff e il comico che adoro troppo <3<3<3<3
Spero vi sia piaciuto, mi sono fatta perdonare un po' con questo capitolo un po' più lungo degli altri u.u
Grazie a tutti <3

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