Sola tra gli artigli

di Haiga
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuoco Fatuo ***
Capitolo 2: *** Ricerche ***



Capitolo 1
*** Fuoco Fatuo ***


Stava correndo senza sosta, il controllore alle sue spalle continuava a gridare ma fortunatamente nessun altro pareva essere nei paraggi. Era andata male, mancava pochissimo alla sua destinazione ma avevano scoperto che non aveva il biglietto, se l'era dovuta dare a gambe, almeno ci avrebbe messo solo qualche giorno a raggiungere Woodwretch, lì l'attendeva sua sorella.
Era ormai tardi, stava calando la notte, doveva accamparsi da qualche parte, sarebbe stato troppo rischioso chiedere alloggio in una locanda e non aveva certo i soldi con cui ripagare l'ospitalità.
Si sedette sull'erba di un parco poco affollato, prese il cellulare, praticamente scarico, ovviamente. Erano le 8, trangugiò qualche cracker e si avviò verso il bosco oltre il quale sapeva esserci l'autostrada, forse poteva fare abbastanza pena a qualche passante e scroccare un passaggio. 

Si trovava nel mezzo del bosco, la stanchezza era troppa, avrebbe dormito lì, dopo aver recuperato le forze avrebbe ripreso il suo viaggio. Mentre guardava le stelle sentì un fruscio alle sue spalle, con cautela si alzò e si mise ad ascoltare.
Tre figure illuminate da una luce blu sedevano in cerchio, le risate che provenivano dal gruppo erano un rimbombo incessante nella sua testa, eppure parevano così flebili alle sue orecchie. Avvicinandosi meglio notò che la luce blu proveniva da quello che pareva essere fuoco, aveva sentito parlare di fuochi nati dal gelo, dalla morte e dalle esalazioni provenienti da tombe scoperchiate, i fuochi fatui, ma non ne aveva mai visto uno.
Le tre figure illuminate appena da quella luce erano ancora più ambigue: parevano tre ragazze ma qualcosa non sembrava quadrare. Quella più a sinistra aveva capelli biondi e occhi chiari, il suo trucco pesante ed il rossetto sgargiante ne contrastavano i colori tenui e naturali, stava raccontando qualcosa alle altre che ridevano divertite. Notò solo dopo una più attenta osservazione che la ragazza aveva strani segni nei punti in cui gli arti si univano, come se le giunture fossero particolarmente marcate ed evidenti. I movimenti erano meccanici, quasi come se qualcuno ne muovesse i fili e lei non fosse altro che una bambola.
La seconda aveva i capelli tinti di rosa, gli occhi castani e intensi non si spostavano mai dalla compagna, i suoi denti parevano affilati e... su più file come quelli di uno squalo. Si stava togliendo le scarpe, quasi lottava con esse come se fossero solo uno stupido impiccio e quando finalmente riuscì a togliersele ne emersero due arti simili a quelli di un volatile, completamente neri e con artigli affilati come lame, che rilucevano nella luce lunare. Il cappello che si sfilò poco dopo rivelò due orecchie da cerbiatto e accanto ad esse due piccole corna limate recentemente.

La terza ragazza aveva occhi e capelli completamente neri, pareva quasi non avere pupille e stava scrivendo su una serie di fogli, come se stesse preparando copie per se e le sue amiche. La sue pelle era bianca, quasi splendeva il che rendeva il contrasto tra la sua carne ed i suoi capelli ancora più evidente. Portava solo reggiseno e mutande ma la maggior parte del suo corpo era coperta da strani segni, come fratture nella sua pelle che si univano lentamente fino a coprirla completamente dagli avambracci fino alla punta delle dita, dalle ginocchia fino alla punta dei piedi. Non sembrava avere freddo, non pareva disturbata dal vento autunnale che faceva svolazzare i loro capelli e che in qualche modo ravvivava la fiamma blu di fronte a loro. Quando ebbe finito di scrutarle la bionda aveva smesso di parlare, la ragazza semi nuda si era alzata e aveva dato loro i fogli su cui stava scrivendo.
Non sapeva cosa fare era come se una paralisi avesse pervaso il suo corpo e non poteva fare a meno di osservare quel trio così assurdo. Non è difficile credere alla magia, al paranormale quando si cresce soli e senza una guida, gli eventi ambigui si susseguono e si finisce per non accorgersene nemmeno più, diventano la normalità. Ma questa era una prova fin troppo evidente, qualcosa per cui nessuno sarebbe mai stato preparato. 

Un canto accapponò la sua pelle e raggelò il suo sangue, simile al suono di artigli che stridevano contro il vetro di una finestra, al sibilo di esseri che strisciano sotto il letto, al rumore di ali grandi e oscure nel silenzio della notte. Non voleva guardarle, si rannicchiò serrando gli occhi e tappandosi le orecchie ma il suono incessante penetrava il suo essere. Dopo minuti interminabili quel rumore indefinito mutò, le voci presero consistenza, divennero sopportabili ma il tono di quelle parole incomprensibili era ancora inquietante. Una pesante nebbia aveva avvolto il bosco, strane esalazioni provenivano dal fiume vicino, si addormentò senza neanche accorgersene.

Il suo ultimo pensiero fu una forte richiesta di aiuto rivolta alle stelle.

 

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Capitolo 2
*** Ricerche ***


 La nebbia attorno a loro era densa e spessa, la ragazza dai capelli corvini smise di cantare, aveva una fiala al collo contenente un liquido violaceo, la vuotò sul fuoco che si ravvivò per un istante per poi spegnersi di colpo.

«Ariete, sezione 2, discepola Lullany, desidero parlare con il saggio dei Gemelli»

Anche le altre avevano smesso di cantare, passarono vari minuti, la ragazza dai capelli rosa pareva evidentemente seccata.

«Come si permettono di farci aspettare tanto? Non sanno quanto stiamo rischiando a compiere il rituale in mezzo ad un bosco qualunque, senza alcun tipo di protezione?.»

La ragazza-bambola le rispose divertita:

«Pazienta Pulumi, non vorrai che Gemelli ti senta lamentarti! La ramanzina che ne seguirebbe sarebbe molto più difficille da sopportare rispetto a  quest' attesa.»

prima che la ragazza con la pelle color dell'ebano potesse risponderle il fuoco si riaccese di un colore azzurro molto più tenue del precedente, il volto di un uomo apparve tra le flebili fiamme ed iniziò a parlare:

«Sezione 2, avete ottenuto le informazioni necessarie?.»

«Sì, signore, sappiamo che tre delle Spie di Salem si raccoglieranno nel villaggio qui vicino,Woodwretch.»

L'uomo parlava con aria di suffucienza, non era realmente interessato al rapporto che le ragazze gli stavano fornendo ma questo non le sorprese.

«Ottimo, per il momento non sono necessari ulteriori ordini, vi lascio alle vostre mansioni.»

«Cosa vorrebbe dire 'non ci sono altri ordini'? Ha idea di quanto ci è voluto per trovare esattamente gli ingredienti corretti per invocarla? A quale rischio ci siamo esposte questa notte? Fosca è sparita, noi stiamo dando la caccia a quelli che potrebbero essere i suoi rapitori e voi non avete nulla da aggiungere?.»

«Rapita? Signorina Undu non le è forse stato riferito che la signorina Veda ci ha traditi? Pensate forse di poterla salvare e riportare dalla nostra parte? Se così fosse dovrei immediatamente convocare Ariete, rimandarvi indietro e chiamare qualche altra Sezione a svolgere questo compito.»

la portavoce del gruppo intervenne immediatamente:

«Ci spiace signore, siamo tutte ancora molto spossate dalla perdita di Fosca, le promettiamo che questo non ci impedirà di portare a termine il nostro lavoro, le do la mia parola.»

«Non è mai capitato Lullany, quindi sarò clemente questa volta ma non deludermi.»

E dopo queste parole il volto tra le fiamme svanì ed al suo posto tornò il blu intenso del fuoco fatuo. La bionda si mise ad urlare.

«Tu sei fuori di testa! É così che credi che riusciremo ad aiutare Fosca? facendoci beccare dopo solo una settimana di ricerche?!.»

«Non facciamo riferimento a lui, Ariete dovrebbe essere l'unico a darci ordini! Ne parla come se non fosse nessuno, solo un'altra delle pedine di poco conto, lei era tra le migliori delle nostre sezioni, era fedele alla scuola dell'Ursa come possono credere che ci abbia traditi?.»

«Sila, Pulumi adesso basta. » 

La ragazza dai capelli corvini non aveva urlato ma era chiaro che il suo era un ordine, non un consiglio.

«Capisco che siate sconvolte dalla situazione ma sapete anche voi che agire contro il volere dei dodici è una follia, non sappiamo ancora cosa vogliano fare nel caso in cui incontrassimo la nostra compagna, l'unica cosa da fare è sperare che tu abbia ragione, che l'abbiano rapita, altrimenti non so fino a che punto i dodici decideranno di essere clementi.»

Si rivestirono in silenzio, pregarono una alla volta attorno al fuoco e si avviarono verso la locanda più vicina.



Qualche ora dopo, ormai a notte inoltrata, si risvegliò. Non sapeva cosa fosse successo ma si ricordava perfettamente delle tre ragazze, della nebbia e soprattutto di quel canto.

Non vi era traccia di loro, erano svante senza nemmeno lasciare orme sull'erba, l'unica prova del loro passaggio erano quei pochi ramoscelli raccolti per accogliere il fuoco. Le stelle la fissavano incessantemente, quasi la giudicassero dall'alto, non sapeva chi fosse, cosa stesse facendo, non si ricordava nulla. Si era svegliata in un hotel con dei vestiti sudici addosso ed il mal di testa più doloroso del mondo.

Su di un mobiletto vi erano una lettera e le indicazioni per raggiungere quella maledetta cittadina, Woodwretch.

In uno zaino c'erano cibo, acqua ed un cellulare, qualche soldo ma non a sufficienza per giungere fino a là. Nessun documento, neanche la tessera d'iscrizione alla biblioteca, non era nessuno.

La lettera diceva che era stata vittima di un incidente d'auto, che l'avevano da poco dimessa dall'ospedale e che era probabile che non si ricordasse chi fosse ma che doveva fidarsi delle parole lì scritte, che sua sorella l'attendeva in quel villaggio sperduto e che una volta che si sarebbero riviste tutto le sarebbe tronato in mente, che sarebbe stata al sicuro.

Cazzate, lo sapeva. Ma era l'unica pista che potesse seguire. Durante il viaggio le erano tornati a mente ricordi vaghi: in molti gridava e piangeva ma nessuno l'aiutava, nessuno era disposto ad scoltarla. Non un amico, non una sorella. Inoltre questo incessante richiamo per la magia, per il soprannaturale, per ciò che non esisteva eppure percepiva, il precedente incontro ne era stato la prova schiacciante, non la abbandonava un'istante.

Quelle ragazze erano pericolose, le avrebbe sicuramente seguite ma a debita distanza, forse potevano aiutarla a ricordare.

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