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Notte, in un vicolo al riparo da occhi indiscreti, due
persone stavano discutendo animatamente.
“Non intendo ascoltarti un solo minuto in più! Non lo farò
mai! ..MAI!!!E NON TOCCARMI!!!!”
“Ma
Clover io ti amo.” Il ragazzo accarezzò il braccio della ragazza.
“Ma non io. Lasciami in pace!” urlò la ragazza stufa.
Detestava le persone insistenti, e questo ragazzo, per di più era anche
viscido.
Piccole gocce iniziarono a cadere da cielo.
Il ragazzo tirò fuori dalla tasca un coltello “facciamo
così.” Giocherellò con la punta “se tu non mi dai quello che voglio, rovinerò
quel tuo bel faccino.” Fece qualche passo avanti “E credimi, dubito che
qualcuno ti vorrà, neanche un topo di fogna.”
“Sempre meglio che venire a letto con te.” Sibilò lei
minacciosa “Deve ancora arrivare l’uomo che mi avrà! E quello non sei di certo
tu.”
“Se la metti così… non mi resta altro che usare la forza.”
Si avvicinò pericolosamente alla ragazza.
Il terrore la invase. Doveva scappare. Chiedere aiuto. Ma
come faceva? Quello stava nell’unica via di fuga!
La pioggia si fece fitta.
Il ragazzo la raggiunse, afferrandole un braccio. Lei,
terrorizzata, tentò di fuggire, ma il ragazzo la bloccò contro il muro, con il
suo corpo.
Delle lacrime iniziarono a rigarle il viso “Lasciami andare,
ti prego…”
Lui le baciò la guancia, per poi scendere al collo,
lasciandole una scia umida “Scordatelo dolcezza.”
La ragazza trattenne il respiro. Decise di provare a
disarmarlo, in qualche modo. Cercò di prendergli il coltello, ma lui la fece
girare di schiena, bloccandole le braccia “Fai la brava e non farmi arrabbiare,
se non vuoi che ti rovini.”
Ma lei non si arrese, e si dimenò. All’improvviso sentì la
presa allentarsi. Era libera, l’aveva lasciata! Guardò il suo assalitore: aveva
una mano premuta sullo stomaco. Se la tolse, una macchia rossa si stava facendo
strada “Guarda…cosa hai…fatto…” le disse il ragazzo. Fece cadere il coltello a
terra, portandosi anche l’altra mano sulla ferita.
La ragazza era sconvolta “Io…io non centro niente, è stato
un incidente!”
Il ragazzo cadde a terra, ed in quel momento comparve un
passante da dietro l’angolo. Quando vide il corpo del ragazzo a terra,
accoltellato urlò spaventato “Assassina! Qualcuno mi aiuti! Ha ucciso un
ragazzo!”
“N-no… io non centro niente.” Balbettò la ragazza tentando
di difendersi, ma vedendo che era tutto inutile, corse via.
Pioggia,
pioggia...nient altro che pioggia... non che questo mi dispiaccia... Adoro la
pioggia.. Solo che a volte…a volte vorrei vedere il sole…
La ragazza correva, correva senza fermarsi, senza alcuna
intenzione di voltarsi indietro. Voci strazianti la rincorrevano,ma senza
riuscire a prenderla. Era troppo veloce. A un centinaio di metri dietro di
lei, C’era un uomo disteso a terra in un lago di sangue, intorno vi erano persone
che piangevano, chiedevano aiuto, imprecavano. Si disperavano per quella
persona senza neanche sapere chi fosse, cosa faceva... perchè era morto...
Sapevano soltanto che era una povera vittima a cui avevano strappato via la
vita. Ma non sapevano che un attimo prima aveva cercato di violentare una
ragazza, e che per bloccarle ogni via di fuga aveva finito per pugnalarsi con
il suo stesso coltello…per loro era come un santo.
Cosa
faccio!! Cosa diavolo faccio!!Non posso fuggire in eterno! Ma non mi
crederanno mai!Non dovevo scappare..! Solo che ho avuto tanta paura….una paura
terribile…
Entrò in un parco.
“Voglio morire..!” disse la ragazza prima di cadere in
ginocchio “è l’unico modo...l’unico...”
Ne
sei sicura? Sicura di voler morire...?
“Si…credo
di sì..” parlò girando la testa per vedere la persona che aveva parlato “ma non
c’è nessuno..possibile che me la sia immaginata? Sono arrivata a tal punto..?”
Devi
esserne sicura…averne la certezza...desiderarlo veramente…
“Io…ma dove sei?” rispose con voce tremante. Non vedeva
nessuno oltre a lei.
Ti
sono accanto…
.
“Allora mostrati!!! Non mi piace
essere presa in giro!” esclamò lei alzandosi in piedi portandosi le mani ai
fianchi “Mi sono stancata di questa farsa, o ti fai vedere o te ne vai a..” per
quel giorno ne aveva avuto abbastanza, ci mancava soltanto un idiota che si
divertiva a spaventarla, non fece in tempo a finire la frase che una figura le
si materializzò davanti.
Era un ragazzo, pallido ma molto attraente,dai capelli
neri.
Gli occhi della ragazza fissavano quelli blu del ragazzo...poi
lo sguardo cadde su due strane macchie scure che partivano dalla schiena del
ragazzo. All’inizio non le mise bene a fuoco per colpa del buio, ma poi le
riconobbe…erano ali, ali nere!
“Ma chi diavolo sei?!” fece lei arretrando di qualche
passo. Aveva le allucinazioni, o quello era davvero un angelo?
L’angelo,se così si poteva definire, chinò la testa da un
lato e con voce sensuale ma allo stesso tempo agghiacciante rispose “Sono il
tuo angelo custode...”
“Ma non prendermi in giro! Gli angeli custodi non sono
così…dimmi chi sei!” Che razza di angelo era? Gli angeli non erano quelle
creature celesti, evanescenti, che donavano pace e sicurezza? Questo era
completamente diverso. L’opposto!
La guardò con noncuranza, poi disse “Non mi credi
eh…vediamo..”, la ragazza attendeva impaziente, “te lo dico soltanto se mi
baci.” le disse lui malizioso.
“Tu…sei solo un pennuto che si diverte a prendermi in giro!”
urlò lei cercando di prenderlo con la borsa. Ci mancava un altro maniaco!
“Pennuto io?!Ehi ragazzina forse non sai con chi stai
parlando!” ribattè lui afferrandole il polso della mano che teneva la borsa.
“Infatti! E’ quello che ti sto chiedendo da un quarto
d’ora!” disse lei ancora più furiosa. Io questo l’ammazzo!
“Ti conviene darti una
calmata bellezza..” rispose l’angelo con freddezza “Qual è il tuo nome
ragazzina?”
“Ragazzina ci chiami tua sorella! Dimmi prima tu come ti
chiami!” Non solo ci provava, ma si permetteva anche di chiamarla ‘ragazzina’!
“NO”
SI” fece lei avvicinandosi minacciosa. “Non mi fai paura
sai?!Sei solo un cr--“.
Accadde tutto in pochi istanti, l’angelo si chinò verso di
lei e le labbra sfiorarono le sue.. La ragazza rimase immobile cercando di
allineare almeno due parole…ma era inutile,era troppo sconvolta. Quando
realizzò che era il momento di reagire, la sua mano partì e colpì con uno
schiaffo la guancia dell’angelo.
“Ma chi ti credi di essere?!”.
L’angelo indietreggiò sorpreso, poi un sorriso comparve sul
suo volto “Il mio nome è Nightmare, l’Angelo della Morte.” Finendo con un
inchino.
Allora quella strana sensazione che l’aveva invasa non era
stata solo la sua impressione. Quell’aria di dolore, tetra… di morte.
“Tu…cosa?!” Non è possibile…ok..al momento giusto scappo..
“Non mi credi neanche stavolta vedo..”
Ancora
un attimo..
“fai
male...infondo sono venuto soltanto per te..”
Ora!!!!
La ragazza iniziò a correre nel verso opposto, ma Nightmare
fu più veloce di lei e le si parò davanti “Evidentemente non mi hai capito,
pazienza” disse sospirando “ricorda che mi ci hai costretto!” dettò ciò, prese
la ragazza in braccio e se la mise sulla spalla.
“Lasciamiiiiii! Brutto pervertito! Mettimi giù!” Questo è pazzo!
Chissà cosa vorrà da me..! “Se non mi lasci andare mi metto ad urlare
ancora più forte!”.
Notando che l’angelo non la degnava di minima attenzione,
iniziò ad urlare e scalciare
“Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Questo è un pazzo!” Niente!...possibile
che la gente a quest’ora stia gia dormendo?! Perlomeno con le mie urla
dovrebbero svegliarsi! Che mondo di menefreghisti! “Aiuto! Un povero
demente in carenza di affetto mi vuole violentare!”
“Ma che diavolo stai dicendo?! Non mi farei mai una come te!
A me piacciono le belle donne se permetti!” disse lui sdegnato “Non c’è minima
eccitazione da parte mia,tesoro”.
La ragazza lo fissò con la bocca spalancata.
Almeno
sta un po’ zitta.
Dopo alcuni minuti “Adesso potresti dirmi il tuo nome?” le chiese
guardandole le gambe Mmmm
però…niente male…
“…Clover..” sussurrò la ragazza.
“Clover…bel nome.”
“dove mi stai portando?” disse lei guardando il parco
allontanarsi. Sentiva gli occhi pesanti e la fronte bollente… Sicuramente era
colpa della pioggia. Ed il freddo che faceva non l’aiutava.
”A casa mia.” Adesso urla e mi da del pervertito...
Ma non successe nulla.
Ma
cosa...
Nightmare la rimise in piedi, ma dovette sostenerla E’ svenuta?! Ci
mancava solo questa!
E’
la prima FF che scrivo, sono solo una principiante. Però mi farebbe piacere
ricevere commenti sia buoni che negativi. Almeno rimedierò nei miei
errori..no..?
Ah!
Ringrazio Astrid per l’aiuto che mi ha dato. ç_ ç
Ho
provato a dare una sistemata, andando a capo.
Però,
e mi scuso, non mi andava di star a riscrivere i dialoghi.
Quando Clover riaprì gli occhi si trovava in una grande stanza dalle
grandi finestre adornate da lunghe tende bordeaux
Qui
sono tutti pazzi!!!
Quando Clover riaprì gli occhi si
trovava in una grande stanza dalle grandi finestre adornate da lunghe tende
bordeaux . Le pareti erano in pietra,due poltrone si
trovavano davanti ad un camino col fuoco acceso, ed ai lati delle pareti c’erano
dei vecchi mobili impolverati. Lei si trovava in un grande
letto a baldacchino. Fece per alzarsi, ma subito ricadde.
Mi sento debole..cos è questo profumo.. è fresco…pensò mentre odorava le lenzuola.. “Aaaah devo alzarmi.. prima che torni quel pazzo maniaco
pervertito.. mi ha persino portata a casa sua..!!!”
Si tirò su, ma all’improvviso una voce catturò i suoi
pensieri “Dove pensi di andare conciata così? Non
riusciresti a fare quattro passi che dovrei raccoglierti da
per terra..” Fesso io che ancora mi preoccupo di una ragazzina
che non fa che darmi del pervertito,
ci
fu silenzio, poi Clover disse “Non ho bisogno del tuo
aiuto, se non ti fossi intromesso nella mia vita a quest’ora
ce ne stavamo tutti e due per i fatti nostri..”
Nightmare si alzò dalla poltrona e
si direzionò verso di lei, poi arrivatole accanto si
abbassò per guardarla negli occhi “Se TU non ti fossi intromessa nella mia
vita..”
“Io non ti ho mai
chiamato! Neanche ti c—aaaaahiaaaaa!!!!!!!!!!!Ma
ti ha dato di volta il cervello!!??” iniziò ad urlare Clover
quando Nightmarela prese per una ciocca di capelli “Lasciami mi fai male!!”
“Non devi mai interrompermi quando
parlo,chiaro?!” la sgridò lui.
Clover lo guardava
con gli occhi pieni di lacrime, prima
non era
così….era diverso..!!
Iniziò a tremare, ma non smetteva di fissarlo negli occhi.
Sta
tremando.. meglio così, è ora che capisca con chi ha a
che fare..
Nightmare la lasciò andare “Comunque, prima che tu m ‘interrompessi, ti stavo dicendo
cos è accaduto ieri sera..” Nightmare fece una pausa
tanto per vedere se aveva ancora voglia d’interromperlo,ma
non accadde nulla.
Perfettosi disse prima
di proseguire.
“Me ne stavo qui, a casa mia, quando è arrivato Marcusdicendomi che non dovevo
assolutamente permetterti di fare stupidaggini.”
Marcus..e chi è?
“Perciò
ti ho raggiunto il prima possibile.. ora non chiedermi
per quale motivo mi hanno chiesto di intervenire, perché io ne so quanto te.”
Disse seccato.
Clover non disse niente,
continuava a guardarlo anche se in verità era come se
non ci fosse. E Nightmare questo l’aveva capito, infatti si allontanò da lei ed uscì dalla stanza.
Chissà
cosa vuole da me quel Marcus.
.Si domandò Clover
cercando di alzarsi. Aveva ancora la divisa del part-time
addosso.
E poi vorrei sapere
dove mi trovo…va bene che sono a casa sua ma non so
dove si trovi.. dentro la città? Fuori?.
Clover scostò le tende E’ notte..Com è possibile? L’orologio segna le nove del
mattino.. Fuori non c’è nessuno, ci sono soltanto
alberi.. una foresta…
“Posso sempre uscire dalla stanza e farmi un giro…dovrà pur
esserci qualcuno oltre a quel pazzo no?”.
Quando arrivò alla porta, prima di aprirla, tentennò un’ istante
“Infondo non mi ha
vietato di uscire…ha chiaramente fatto capire che il suo lavoro è finito.”
Aprì la porta ed uscì.
Davanti le si presentava un lungo
corridoio illuminato da alcune fiaccole appese. Ai lati si alternavano delle
porte e delle statue raffiguranti varie creature..Cos è? Il castello di
Dracula?
Mentre camminava notò che il corridoio
era parecchio lungo, e che conteneva parecchie stanze.
Arrivò alle scale “Ci sono sia per scendere che per salire.. credo sia veramente un castello, di Dracula è ancora da accertare..” si
guardò indietro “meglio scendere!”
Iniziò a scendere la scala a spirale…non si sentiva il
minimo rumore, soltanto i suoi passi…arrivò in un altro corridoio…stavolta meno
illuminato e più largo rispetto a quello precedente..
Le statue erano nascoste nell’ombra ed assumevano un’aria ancora più spettrale
di quella che avevano in precedenza.
All’ improvviso qualcosa si mosse nell’ombra…Cos è?! La statua si muove?!
Era una bellissima statua con sembianze d’angelo..
quando la mano fredda sfiorò quella calda di Clover
, lei urlò ed inizio a correre lungo il corridoio. Spalancò una porta e lo
spettacolo che si trovò davanti era scioccante: in un grande
letto un ragazzo stava baciando appassionatamente un donna, mentre un’altra lo
spogliava. Intorno c’erano tantissime candele e l’aria profumava d’incenso, in
abbondanza..Ma che diavolo..
Le tre persone non sembravano essersi rese conto della sua
presenza, quando il ragazzo iniziò a baciare il seno di una delle due donne,
puntò lo sguardo su Clover continuando il suo lavoro..
Ma che schifo! Detesto queste cose! Pensò iniziando a camminare nel senso opposto.
Aveva appena messo il piede fuori, che una frusta le si attorcigliò sulla caviglia, facendola cadere a terra.
Quando alzò il viso vide una donna vestita in pelle con in mano la frusta, che le sorrideva
malignamente.
Ce n’era una terza..nooo…
Clover si alzò pulendosi i
vestiti, poi guardandola con odio “Sai dove te la puoi
mettere quella frusta?!” .
“Ooooh ragazzina, non ti facevo
così audace….” Le rispose la donna bagnandosi il
labbro superiore con la lingua.
Clover
impallidì “N-Non penserai mica che io..”
“cosa
dovrei pensare?” le chiese la donna sadomaso facendo la parte della timida.
Stava per rispondere quando
all’improvviso sentì le due donne ansimare ..
Oh
mio dio, no! .
Diede una spinta alla donna e corse
via.
Entrò in un’altra stanza. Le tende erano chiuse e non si
vedeva niente.
“Il posto adatto per nascondersi..
ci sono parecchie stanze, prima che il pazzo mi trovi ce ne vorrà di tempo..”
Si mise seduta, un sorriso le comparve sul viso quando pensò alla reazione di Nightmare
nel non trovarla.
eheh chesoggetto.. si rabbuiò devo fare attenzione …non so niente di
lui..
“
Ehi chi sei?” le chiese una voce che proveniva dal fondo della stanza.
“ I-io..mi
dispiace! Non pensavo che ci fosse qualcuno..”
Uno strano ragazzo le comparve davanti. I raggi della luna
permisero a Clover di vederlo chiaramente… Che bel ragazzo..
Il ragazzo prese una mano di Clover
tra le sue, e sorridendo disse “Alta, bionda, occhi azzurri…la
mia ragazza ideale!!!!”
“Eeeeh?! Ma come fai a sapere…è
tutto buio..” chiese lei al
ragazzo.
“Ti ho vista quandoNightmare ti ha portata al castello, stai meglio vero??” le
chiese tutto allegro, stringendole ancora di più la mano.
“Si.. grazie” disse lei dolcemente.
finalmente qualcuno sano di mente!
Poi disse “Che bei capelli argentati…ed i tuoi occhi hanno riflessi d’oro.. beato te!”
Il ragazzo fece un risolino, poi disse “Non per vantarmi ma… Sono proprio del colore dell’oro.”
“Ehm…” fece Clover indecisa.
“Keno.”l’aiutò lui ridendo.
Ma non ride un po’ troppo?“Keno…bene. Potresti
dirmi chi è Marcus e dove posso trovarlo?”
“Mi dispiace ma non posso
aiutarti.. non lo vedo da ieri pomeriggio..” disse
scuotendo la testa.
Prese Clover sotto braccio e
aggiunse “Che ne dici di andarlo a cercare insieme?”.
“Va bene..” ma sì, fidiamoci, non
mi sembra una cattiva persona! Però a pensarci bene..
non può essere un essere umano…quei capelli.. egli occhi poi…
Lo guardò bene, ha qualcosa di magnetico…non può essere un angelo.. che sia un demone?
All’improvviso la ragazza sentì un brivido percorrerle la
schiena, E’ lui..
Si voltò, Nightmare era lì con una
faccia che non prometteva nulla di buono.
“HelloNightmare!”
disse Keno allegramente e battendogli una mano sulla
spalla come segno d’amicizia.
Ma non ci fu alcuna reazione. Calò
un silenzio tombale. ENightmare
continuava a guardare Clover minacciosamente.
“Suvvia.. mi sono soltanto fatta un
giretto! Come vedi sto bene! Sei stato gentile a preoccuparti!” Ma appena vide lo sguardo di lui il sorriso le
morì in volto…
“Tu….brutta…come diavolo ti sei
permessa?!” iniziò a sbraitare Nightmare “Come?!”.
“Calmati Nightmare..” provò a calmarlo Keno.
“Calmarmi?! …Sai cos ha fatto questa mocciosa?!” ringhiò lui in risposta.
Clover lo guardò male “Moccios—“ , ma
fu interrotta da Keno che le tappò la bocca con la
mano, poi senza farsi sentire, le disse “Evita di rispondere.. lo conosco fin
troppo bene.. ora morde ma dagli dieci minuti e se ne andrà a sbranare qualcun
altro…”
Clover annuì con la testa, e Keno le sorrise dolcemente… Il cuore le iniziò
a battere forte, Oh
cavolo…quando
sorride così è proprio bello..
Nel frattempo Nightmare iniziò a
camminare avanti e indietro puntando il dito su Clover
“Lei… mi ha scambiato per una statua!!! Una statua
capisci!?”
Keno e Clover
lo guardarono sorpresi, poi iniziarono diventare rossi in viso nel trattenersi
dalle risate.
Allora
era lui… poverino, deve esserci rimasto parecchio male..pensò la ragazza continuando a guardarlo.
“Va bene che sono pallido ma scambiarmi per una statua! Come
diavolo hai fatto?! E poi perché sei
corsa via così!?!” chiese l’angelo furibondo non notando le espressioni
dei due.
“Era tutto buio…tu sei comparso all’improvviso…eri freddo
come il marmo…” cercò di dire Clover senza ridere. Ma fu tutto inutile.
Nightmare alzò un sopracciglio
“perché state ridendo?”
“Perché? E ce lo
chiedi anche?” disse Keno tutto allegro pizzicando la
guancia di Nightmare.
Detesto
tutta quest’allegria…ma da
dove la prende?! Pensò l’angelo
voltandosi e andandosene.
“Nightmare! Dove vai?” gli chiese Clover con occhi
tristi.
Ma lui non rispose. “Scusami Keno, vado con lui.” Disse
lei al ragazzo, per poi correre in direzione di Nightmare.
Keno sussurrò “Devi proprio…?” maClover era ormai
troppo lontana per sentirlo, e lui continuò a guardarla andar via.
Erano fuori dal castello, stavano
camminando nel giardino.
“Nightmare aspettami!”
L’angelo si fermò e si girò dalla parte della ragazza
“perché mi segui? Nonvoglio stare con te” le disse lui
freddo.
Clover ci rimase malissimo, e non
riuscì a nasconderlo. Delle lacrime iniziarono a rigarle il viso.
Nightmare la fissò senza dire
niente, non riusciva a capire perché stesse piangendo, infondo
cosa le importava se lui la volesse oppure no? A meno che..
Andò verso di lei, e prese il suo
viso tra le mani, poi disse “Clover non è che io ti
piaccia?”
Diretto
il pazzo… “No.. ho solamente la lacrima facile”
gli rispose scostando il viso.
Accadde tutto in pochi istanti: Nightmare
le mise una mano sulla vita e la tirò a sé, con l’altra alzò delicatamente il
viso di Clover e le sue labbra si unirono a quelle di
lei.
Stavolta Clover non reagì, anzi,
chiuse gli occhi e si lasciò trasportare.
Si mise in punta di piedi e circondò il collo di Nightmare con le braccia.
Ma furono interrotti…dalla donna
sadomaso! Infatti appena li aveva visti, li aveva
staccati prendendo al lazo Nightmare.. e buttandolo a
terra.
Lei?!
Ma cosa vorrà adesso?!Pensò Clover disperata.
Si guardò intorno, Nightmare si
era rialzato e massaggiandosi il collo, fulminò la donna con lo sguardo.
“Non guardarmi così caro, quella ragazza è mia, l’ho vista
prima io!” disse la donna indicando Clover.
“Non essere assurdaAlameda..” sospirò lui, ormai abituato a queste scene.
Alameda? Questo sarebbe il suo nome?! Fatto sta che ci ha interrotti!!!Maledetta strega!
“Deve venire con me, Nightmare.. e meno male che vi ho interrotti.. non oso immaginare
cosa sarebbe accaduto se non fossi intervenuta….” Continuò sistemandosi il suo caschetto nero “E poi…” guardò Clovercon sguardo sornione
“La tua amichetta avrà voglia di continuare quello che abbiamo lasciato poco fa
in sospeso..”
Nightmare guardò Clover, non riuscendo a capire cosa intendesse
la donna, cercando una risposta.
Clover disse scandalizzata “Ma non
dire stupidaggini Almeda!”
“Alameda.” La corresse
la donna infastidita.
“Alameda..si..”
borbottòClover. “Ho
soltanto aperto la porta e vi ho trovati lì… Non avevo
alcuna intenzione di unirmi a voi, stanne certa!” finì di dire sperando di
finirla lì.
Alameda guardò Clover,
spostò lo sguardo su Nightmare e gli disse facendosi
seria “Marcus… stasera vuole incontrare la
ragazza…falla preparare a dovere.”
Nightmare rimase impassibile e con
tutta la sua freddezza disse “Benissimo. Iniziava a stancarmi.” Detto ciò si diresse
verso il castello senza guardare Clover.
“Non dirmi che ci sei rimasta
male.”Chiese Alameda.
MaClover
non le rispose, continuava a guardare il terreno a testa bassa.
“Mai legarsi ad uno come lui! Sarà
anche bello ma ha un pessimo carattere!” continuò Alameda sistemandosi il corpetto. “E’ un’asociale e non è
capace di stare con la gente, molto meglio Marcus,
credimi. E’ bello quanto Nightmare
ed è un vero gentiluomo!” finì la donna.
Si accorse anche che Clover non
c’era più. Peggio per lei!!!Pensò schioccando la frusta a terra.
Clover si trovava nella stanza che
le avevano dato. Si era accucciata vicino al camino
con le ginocchia sotto al mento.
E
così iniziavo a stancarlo… allora mi ha baciata
soltanto per divertimento.. ed iosono
stata unascioccaa pensare… a pensare che forse potessepiacermi sul serio…
Iniziò a piangere E poi che significache devo prepararmi a dovere…cos è…ci devo
andare a letto?!... Marcus…
Un brutto pensiero balenò nella mente della ragazza: Se fosse veramente
così? Se l’ unico scopo è quello di accontentarlo
sessualmente? …NoNightmare
non lo permetterebbe mai…
Un sorriso amaro le comparve sul viso, Nightmare..gia... ma cosa gliene
dovrebbe importare.. Ed io che ancora ci penso..!
Nightmare si trovava nella sua
stanza, in piedi di fronte alla finestra.
Poggiò una mano sul vetro appannato, Ho dovuto…ho dovuto
farlo! Però se avessi saputo sin dall’inizio cosa voleva Marcus.. non l’avrei mai portata qui, cazzo!
Battè un pugno sul vetro, poi ci
si appoggiò con la fronte.
Prima
la bacio… poi la rifiuto temendo che mi ami.. ma chi cazzo sono per fare questo.. a lei… Lei, sempre e solo Lei…
Sorrise tristemente Lei non ricorda nulla… non
si ricorda di me…
E’
meglio così.. veroNightmare?Hai mentito a te stesso provando a non pensarla… l’hai fatto per il suo
bene… avrebbe sofferto insieme a te…non poteva stare
con la morte.. sarebbe stata circondata dal dolore..Parlò a se
stesso.
Ma
sai anche che sareste stati bene insieme.. l ’avreste
superato col vostro amore.. vi sareste amati alla follia.. Lei è la tua vita..
la tua anima…
Capitolo 4 *** Anche se tu non mi ami, io ti amo. ***
Una persona bussò alla stanza di Clover
Anche
se tu non mi ami, io ti amo.
Una persona bussò alla stanza di Clover. “Avanti!” disse lei
speranzosa, rialzandosi da terra.
Ma quando vide che era la cameriera che le portava il
pranzo, ne rimase profondamente delusa.
Ah..
non è lui… Guardò verso la finestra rattristandosi Nightmare…
Andò accanto alla cameriera e le disse “Grazie, ma non ho
fame”
“Ma signorina..lei deve mangiare…altrimenti il padrone mi
sgriderà!” replicò la cameriera.
“Il padrone? Intende..” chiese Clover.
“Il signor Nightmare. Signorina.” Le rispose la cameriera.
Clover a quel nome sussultò, si… ci avrei scommesso..
La cameriera continuò “E’ stato lui stesso a dirmi che se
non avreste mangiato ne avrei pagato io le conseguenze. E mi ha esplicitamente
detto di riferirvelo così non vi sareste tirata indietro.” La guardò
speranzosa.
Bastardo!!!!Pensò Clover mentre si sedeva per
pranzare.
Il pranzo fu ottimo. Clover era sazia.
“Aaaaah! Adesso ci vuole una bella dormita!” disse
stiracchiandosi. “in verità avrei voglia di fare una passeggiata…ma non mi va
di incontrare determinate persone..”
Andò a sedersi sul letto, e prese un libro che aveva trovato
nel cassetto del comodino.
Vediamo…
“Incantesimi.” Waaaaa!!!!
E’ un libro di incantesimi! Bello!!!
Iniziò a sfogliare entusiasta le pagine, quando la sua
attenzione si soffermò su un incantesimo..
Questo
incantesimo permette di vedere la persona desiderata…posso vedere quello che
sta facendo Nightmare senza che lui se ne accorga!
Sbuffò, “ma come faccio, non so farlo..”
Guardò una caramella che si trovava sul comodino, “Keno!!!”
Corse fuori dalla stanza alla sua ricerca. Selui è veramente un demone, potrà di sicuro
aiutarmi !
“Keno!! Keno dove sei?!” Clover iniziò a chiamarlo per il
corridoio.
All’improvviso sentì tirarsi per un braccio, e la ragazza
riconobbe all’istante i due occhi dorati che la guardavano.
“Keno!!!” urlò abbracciandolo “Meno male che sei qui! Mi
serve il tuo aiuto!”.
Keno sorpreso, restituendole l’abbraccio, le chiese “In cosa
posso aiutarti, Clover cara??”
“Tu sei un demone giusto?? Sei in grado di effettuare
incantesimi??” chiese lei euforica.
“S-sì.. ma che tipo d’incantesimo è?” chiese lui perplesso.
“Il
libro ce l’ho in camera!” Dobbiamo
sbrigarci!!! Non vedo l’ora!!
Keno le corse dietro, ormai contagiato dal suo entusiasmo..
Peccato che svanì quando Clover gli mostrò il libro con
l’incantesimo e per cosa voleva adoperarlo..
“Allora puoi farlo??” gli chiese speranzosa.
Ma Keno non le rispose.
“Keno, tutto a posto?” Clover preoccupata gli poggiò una
mano sul braccio.
Keno sussultò, poi guardò Clover, “Scusami ero
soprappensiero..”
E’
la prima volta che lo vedo così… avrò detto qualcosa di sbagliato?
“Comunque, chiedevo se
potevi aiutarmi…”
“Se proprio devo..” borbottò lui.
“Cosa?” chiese lei, dato che non aveva capito.
“No, niente, lascia stare!” cercò di giustificarsi lui.
Si alzò dal letto, “Forza! Eseguirò quest’ incantesimo e poi
me ne andrò ad allenarmi!” disse con la sua solita allegria.
Clover lo guardava, seduta sul letto, eseguire
l’incantesimo.
E’
proprio strano, che gli abbia fatto male qualcosa a pranzo?
Keno iniziò a pronunciare strane parole, che a Clover
apparivano senza senso.
Su una parete della stanza, completamente spoglia di oggetti
e mobili, iniziarono a comparire delle sagome, non ancora identificabili.
“Ovviamente si può eseguire anche su altri oggetti, ma ho
preferito offrirti la miglior visuale..” disse serio, “fra qualche minuto si
vedrà tutto nitidamente e potrai anche udire i suoni.”
Clover guardava la parete titubante.
“Non preoccuparti, non potrà ne vederti ne sentirti. Sono o
non sono stato bravo?” chiese lui orgoglioso e sorridendo.
“Bravissimo!” rispose Clover dolcemente.
Le guance di Keno si colorarono leggermente di rosso, poi
prima di andarsene disse “Divertiti, fallo anche per me”. Uscito fuori, chiuse
la porta per non permettere a nessuno di disturbarla.
Sulla parete comparve la stanza di Nightmare. Non sembrava
un ‘illusione, bensì che la stanza di Clover continuasse sino a quella di
Nightmare.
Poi comparve lui, bello, affascinante… e nudo!!!!
Clover spalancò gli occhi sconvolta. Diventò del colore
delle tende.
Ma
che…che…che?!
Non riusciva nemmeno a pensare, ma era anche vero che non
riusciva neanche a staccargli gli occhi di dosso.
Nightmare si era appena spogliato per farsi un bagno.
Sperava che avrebbe calmato la sua arrabbiatura. Aveva voglia di rilassarsi e
di dimenticare.
Perché
mi sento così osservato? Si chiedeva guardandosi intorno, con aria
spaesata.
Eppure
non c’è nessuno. Ho chiuso tutto.. aggrottò la fronte, meglio ricontrollare.
Controllò che le finestre e la porta fossero chiuse, tirò le
tende, e così fece per il bagno. Ma non ancora convinto, controllò anche sotto
il letto, sul tetto del letto a baldacchino, anche dentro il camino, Non si sa mai!
Eppure quella strana sensazione continuava a tormentarlo..
Basta
Nightmare.. è soltanto paranoia questa!
Andò nel grande bagno, si immerse nella vasca e appoggiò la
testa allo schienale di marmo.
Da
quando c’è quella ragazzina, la vedi da tutte le parti! Arrivare a pensare che
ti stia guardando mentre ti spogli, è troppo!!!
Clover stava guardando Nightmare, quando l’aveva visto
guardarsi intorno e controllando che ci fosse qualcuno, aveva temuto che la
vedesse.
Ma fortunatamente Keno aveva ragione, non poteva vederla!!
Lo vedeva lì, immerso nell’acqua, pensieroso.
Piccole gocce sui capelli scendevano delicatamente sulle
spalle di Nightmare..
Clover si sentiva morire.. quanto avrebbe voluto essere lì..
Sin dalla prima volta che l’aveva visto le erano piaciuti i
suoi capelli, neri, scalati sino alle spalle.. lo rendevano una persona molto
elegante.. gli donavano fascino..
Per non parlare degli occhi poi, indescrivibile la loro
bellezza…
Mentre si perdeva in questi pensieri, qualcuno bussò alla
porta. Clover saltò in piedi. “Un momento… mi sto vestendo..!” Accidenti!! Come si
toglie sta roba?! Dovevo chiederlo a Keno prima che se ne andasse!!
Iniziò a girare per la stanza in cerca di qualcosa, non
sapeva cosa, ma doveva comunque trovarla!
Per la fretta diede un piccolo calcio ad una biglia
arancione.. e l’immagine sulla parete scomparve. La raccolse, “Era questa?! Una
biglia?!”
Bussarono di nuovo. “Avanti!” disse lei seccata.
Appena la porta si aprì, una schiera di donne entrò nella
sua stanza, circondandola. Erano delle cameriere.
“P-posso esservi utile..?”
Una delle donne, la più anziana, sorrise, “Signorina, siamo
venute a prepararla per il vostro appuntamento con il signor Marcus..” finì
tristemente.
Clover lo notò, ma non disse niente.
Fu preparata a dovere. Le fecero fare un bagno alle rose, le
acconciarono i capelli con diversi nastri azzurri. Indossò un lungo vestito
celeste, abbastanza scollato. Le lunghe maniche terminavano con un delicato
pizzetto. Sottoil vestito delle
giarrettiere sostenevano le calze trasparenti.
Adoro
questi vestiti.. sembra di essere tornataindietronel tempo…
Divenne triste, pensando che quel vestito non lo stava
indossando per il suo amato, bensì per un uomo che non aveva mai visto.
Avevano appena finito, che entrò Nightmare. Clover lo guardò
stupita. Non se l’aspettava di vederlo lì..
Nightmare attratto ancora di più da lei, cercò di
ricomporsi, “Se sei pronta, ti porto da Marcus.” Disse con tutta la freddezza
che poteva avere in quel momento..
“S-si, possiamo andare..” neanche così ti piaccio? Alloranon c’è proprio speranza.. pensò
sospirando..
E’
bellissima. Pensava lui mentre percorrevano i giardini.
Era il tramonto, i fiori e l’acqua di un grande lago
assumevano diverse sfumature.
Dall’altra parte del lago si scorgeva un gazebo bianco,
percorso da piante rampicanti.
Clover spostava lo sguardo dal lago a Nightmare.
Perché
non ti volti, e mi dici di non andare? ..che mi ami..?
Un lieve vento si alzò, Clover guardò Nightmare. I suoi
capelli danzavano insieme al vento, i suoi occhi riflettevano la luce del
tramonto, erano caldi.. Anche
se tu non mi ami, io ti amo.
Arrivarono al gazebo. Il ragazzo che l’attendeva,seduto su
una panchina in marmo, aveva qualcosa di familiare..
Il
ragazzo di stamattina …con Alameda e le altre due!!!! Marcus!?
Quando il raggazzo li vide, sorrise andando loro incontro
Marcus.
Quando il raggazzo li vide, sorrise
andando loro incontro. “Clover, felice d’incontrarti.”, poi all’orecchio
le disse “Meglio in queste circostanze.. non ne
convieni?”
Nightmare apparve piuttosto seccato nel vederlo comunicare
in quel modo.. poco educato!?
“Marcus..” Clover non sapeva cosa dire.
Marcus guardò Nighrmare. “Vorrei parlarti un momento..”
“Sbrighiamoci, che ho altre cose a cui pensare!” ringhiò
lui.
I due ragazzi si allontanarono.
E
così quello è Marcus…è
un bel ragazzo.. però è più grande di Nightmare, credo..
Clover abbassò lo sguardo. Nonso neanche quand è nato… non so nulla
di lui…
Guardò Marcus, Alto, capelli corti e
neri…occhi grigio-verdi…. Alameda aveva ragione…è molto bello..
ma non quanto quel pazzo..
La ragazza vide Nightmare dire
qualcosa minacciosamente a Marcus..non riesco a capire
cosa stanno dicendo…
Dopo di che, l’angelo se ne andò. Non prima di dare un ultimo sguardo a Clover.
Sembrava volesse chiederle perdono per qualcosa..
“N-Night..” ma
fu interrotta da Marcus, che la invitò a sedersi.
.
Clover esitò un istante, poi si
fece forza e si accomodò accanto a lui.
“Sei molto bella, sai?” le disse
lui squadrandola dalla testa ai piedi, “molto più bella dall’ultima volta che
ti ho vista..”
Clover arrossì vistosamente,
“G-grazie..ma che intendi dire? Che ci siamo già
incontrati? O intendi sta mane…”
“No no, stamattina lasciamola da
parte..”, avvicinò il viso a quello di Clover “ci
siamo già incontrati…non ricordi, mia dolce Clover?” .
La ragazza si allontanò un poco, “N-no..non ricordo..”.
Ma
Marcus riguadagnò terreno. “Fai male, dovresti…” disse lui quasi sussurrandolo,
e poggiando le labbra sul collo di Clover.
“Ma che fai?!”
urlò lei scostandolo “Dimmi, quando ci siamo visti!!?? E cosa vuoi da me?!” finì alzandosi dalla panchina ed andando
vicino la ringhiera.
Marcus la seguì con lo sguardo,
per poi seguirla a sua volta.
“Non preoccuparti..” le disse lui bloccandola con il
suo corpo, contro la ringhiera, “Ti ho fatto chiamare proprio per questo..”
“Mi stai troppo attaccato!”.
Clover cercò di allontanarlo, ma non ci riuscì.
Marcus scosse leggermente la
testa “Clover, Clover, Clover…se vuoi sapere, devi anche accontentarmi, non
credi?”
“Accontentarti?! E come, di
grazia!?” chiese lei guardandolo con disprezzo.
“Non guardarmi con quella faccia,
altrimenti potrai anche scordartelo...”le rispose Marcus facendo più pressione con il corpo.
“Ed allora spiegati..” gli disse lei evitando di
guardarlo negli occhi.
“Tu lasciami fare…ed io ti
spiegherò tutto…” disse lui baciandola sulle labbra.
Clover spalancò gli occhi dallo
stupore.
Il bacio si faceva man mano più
intenso, e lei cercava in tutti i modi di scostarlo, ma ogni sforzo era
inutile..
Non ci riesco.. è..
troppo forte..! Non riesco a respirare…!!!
“Mar…cus..
smettila… non..re ..spiro…!!”
Marcus staccò
leggermente le labbra, “Allora non farlo...”, le disse prima di riprendere
a baciarla con più ardore.
Mentre continuava a baciarla, con
le mani sulla schiena di lei,iniziò a slacciarle il
corsetto.
A quel punto Clover per evitare
che il ragazzo continuasse, gli morse il labbro
inferiore.
Marcus allontanò il viso da
quello di Clover. Non era per nulla turbato, sembrava che se l’aspettasse. Un
sorriso divertito gli comparve sul viso.
Dalla piccola ferita usciva del
sangue, che tolse con la lingua. “E va bene, è ora che ti racconti qualcosa..” disse divertito.
La ragazza si rimise seduta sulla
panchina, mentre il ragazzo rimase in piedi, poggiando le mani sulla ringhiera.
“Spero che non ti offenda se ti do le spalle.” Le
chiese lui calmo.
“No fai
pure..” gli rispose lei inquieta.
Ci fu qualche
minuto di silenzio, poi Marcus iniziò a parlare:
“Vediamo..
da dove posso iniziare..? si disse lui calmo, “Ma sì…Circa
due anni fa, Nightmare iniziò a comportarsi in modo strano, appena finiva di
‘lavorare’ si recava sulla terra, e nessuno sapeva che fine facesse…”
Marcus la guardò un momento e
disse “Significa che qui non siamo sulla terra, questa è una dimensione
parallela..”
Continuò “Preoccupato, mandai
delle persone a pedinarlo, e così scoprii tutto.” Fece
una pausa, poi si mise a ridere “Pensa, quell’idiota era così preso da una
ragazza, che ne neanche si accorse che lo stavano
pedinando.”
Tornò serio “Ovviamente ci rimasi
malissimo, non pensavo mi nascondesse una cosa del genere..
Così gli chiesi spiegazioni, ma lui non mi diede ascolto, anzi mi disse di non
intromettermi..”.
Iniziò a piovere. Clover guardò il cielo, Non
mi ero
accorta del cambiamento di tempo.
Inizia a fare freddo…
Marcus si tolse la giacca nera
che portava addosso, mettendola sulle spalle della ragazza, e rimanendo con una
maglia bianca a maniche lunghe “Perdonami, quando ho visto quel vestito nel
negozio, non ho pensato al fatto che a quest’ora potesse fare questo freddo.” Disse lui sinceramente dispiaciuto.
“Grazie, è stato gentile da parte
tua.” Gli rispose Clover gentilmente. Se continuassecosì, sarebbe magnifico..
Marcus continuò: “Decisi di
recarmi personalmente sulla terra, mentre Nightmare non c’era, per poter
incontrare la persona che era riuscita a fargli battere il cuore..”
Guardò Clover negli occhi “lì
incontrai te..”
Clover era sbalordita. “Me? Ma che stai dicendo? Io non ricordo nulla del genere!”
“E’ normale, Nightmare effettuò un incantesimo facendoti perdere la memoria.” Le
rispose il ragazzo.
“Nightmare…” sussurrò Clover, Ci siamo già incontrati… ma non mi hai detto niente del genere.. perché?!
“Vuoi che vada avanti?” le
chiese.
“Ma certo!!”
esclamò lei saltando in piedi, e dirigendosi verso Marcus “Voglio sapere tutto,
e nei minimi dettagli!!”
“Benissimo.” Le disse sorridendo
e tornando a guardare l’orizzonte.
Clover gli andò accanto,
poggiandosi anche lei sulla ringhiera, “Ma non hai
freddo, Marcus? O almeno mettiti al centro del gazebo..”
gli spostò i capelli bagnati dalla pioggia “Ti stai
bagnando tutto..”
“Se fossi in te, non continuerei..”. La guardò mangiandosela con gli occhi.
Clover si vergognò da morire, la
guardava come se fosse nuda.
La prese
per mano “Andiamo nella casetta, almeno sarà riparato.” Le disse indicando una
piccola casa nascosta tra gli alberi.
“E tu
pensi che venga con te?” gli rispose alterata.
“Se devo
saltarti addosso posso farlo lì, come posso farlo benissimo qui. Corri lo
stesso rischio, con la piccola differenza di ritrovarti al caldo e
all’asciutto, invece che qui fuori al freddo ed al bagnato..
con questo vento poi…”
Clover non sapeva cosa dire, aveva
paura che non stesse affatto scherzando, infondo ci
aveva gia provato.
Marcus tutto sorridente le disse
“Ti prometto che non ti salterò addosso, adesso
possiamo andare?”
“Non ti credo.”
“Cosa devo
fare per tranquillizzarti?”
“…non lo so…” gli disse
vergognandosi. Una
parte mi dice di andare, una parte mi dice di non farlo..
a quale dare ascolto?
Vedendola indecisa, Marcus ne approfittò per dirigerla verso la casetta, continuando a
tenerla per mano.
Se ci vado.. saprò
cos è successo.. ma rischierò anche che lui ci provi…ma se non ci vado.. se non
ci vado non saprò nulla.. Nightmarenon
vorrà dirmi niente…
Rispetto a come Cloverpensava di trovarla,
era totalmente diversa, era come se qualcuno ci vivesse. Non un filo di
polvere, non una ragnatela, un caldo fuoco scoppiettava in quell’unica
stanza. Salì le scale che portavano al piano superiore…era in una soffitta,
risistemata. Il tetto era a spiovente, c’era un’unicafinestra che si trovava sulla parte
bassa del tetto stesso. In un angolo c’era un grande
letto in ferro battuto, con accanto una poltrona. Dall’altra parte c’erano un
baule chiuso a chiave, ed un cavalletto con una tela, e vicino c’era uno
sgabello di legno dove era poggiata una scatola di colori.
Mi
è familiare questo posto…
Pensò la ragazza dirigendosi verso il cavalletto.
Accarezzò la tela..
Delle immagini iniziarono a materializzarsi nella sua mente.. Lei, che accarezzava la tela come aveva appena fatto,
un’altra mano che si poggiava delicatamente sulla sua, due profondi occhi blu
che la guardavano dolcemente.. e due semplici parole: Ti amo..
Staccò la mano dalla tela, era tutto finito, ma una fitta al
cuore la pervase.
Si accasciò a terra ed iniziò a piangere. Non capiva per
quale motivo si sentisse così…
Marcus entrò nella stanza, “Vieni,
andiamo giù a parlare..” le
disse calmo..
Clover si asciugò le lacrime, “P-possiamo..restare qui..?” gli
chiese singhiozzante, e sedendosi meglio a terra.
“Come vuoi tu.” Le rispose il ragazzo facendo un’alzata di
spalle.
Lui si andò a sedere sulla poltrona.
“Vediamo..dov’ero arrivato?” le chiese con voce tranquilla.
“Sei arrivato al momento in cui m’incontri..”
gli rispose Clover, senza
minima emozione, e fissando la tela bianca.
“Bene…quando ti incontrai, mi
apparisti come l’angelo più puro del paradiso..quei
bellissimi capelli mossi del colore del grano.. quegli occhi che riflettevano
il cielo di quella mattina.. la tua candida pelle… le tue labbra rosee..” disseMarcus perdendosi in quei
ricordi.
Fece una pausa, sospirò, e con tono rassegnato disse “Capii
subito quello che provava Nightmare..e
senza rendermene conto, finii con l’innamorarmi anch
io di te..”
Clover ascoltava senza dire una
sola parola.
“Iniziai a trascorrere un po’ di tempo con te e Nightmare.. diventammo
inseparabili.. Gli dissi che non doveva temere, che poteva fidarsi di me… e che
non ce l’avevo affatto con lui..”
S’incupì, ed il suo tono divenne molto più serio..
“ Più trascorrevo il tempo con te, più mi sentivo bene. Non
riuscivo a capire, sapevo soltanto che ti desideravo, più della mia stessa
vita.”
Sorrise amaramente “Eri dolce e gentile, ti preoccupavi
sempre per me, ma… purtroppo avevi occhi soltanto per Nightmare.. il tuo cuore apparteneva a lui”
Clover lo guardò pensierosa, Sono successe tutte
queste cose…e non me le ricordo…
Marcuschiuse
gli occhi, poggiò la testa sullo schienale.
“Vi amavate alla follia…eravate
così felici insieme.. poi un giorno, mi dichiarai.. e con mio grande stupore,
mi dicesti che anche tu mi amavi.. ero al settimo cielo…anche se non capivo
com’era potuto succedere…”
Riaprì gli occhi, per poi richiuderli. Strinse i pugni.
“Quando lo dicesti a Nightmare, non volle accettarlo. Cercò in tutti i modi di
farti cambiare idea. Ma non volevi saperne nulla… decidemmo di fuggire, e ti
portai in questa casetta…in modo da sapere sempre dov’eri..
e poi Nightmare non avrebbe mai pensato che ti
saresti nascosta in casa sua…”
Finì di parlare, guardòClover in cerca di una risposta.
MaClover
non parlava, continuava a guardare la tela bianca.
Non
ci credo…è impossibile…mi sta mentendo… me lo sento…
Si portò una mano al cuore, In quel ricordo… era Nightmare
ne sono certa… le cose non coincidono.. Se fosse
veramente accaduto come ha detto Marcus… l’avrei
sicuramente rifiutato quando mi ha detto di amarmi…
Guardò Marcus con odio. Ho chiaramente
sentito quello che provavo…ed era amore per Nightmare.
Si alzò in piedi. Mi sta mentendo!!Si direzionò verso la
porta.
“Dove vai?” le chiese confuso.
“Via!! Sei un bastardo!!! Mi hai
mentito!” gli urlò lei furibonda.
“Non intendo stare un solo minuto in più!”
Aprì la porta.. ma si richiuse
subito dopo. Alle spalle di Clover, Marcus era in piedi, con una mano poggiata sulla porta, in
modo da impedirle di aprire.
Clover si girò spaventata. “Cosa vuoi..?!”
“Te.” Le rispose lui secco, prima
di buttarla a terra.
Clover da terra, arretrò aiutandosi
con le gambe.
“Avevi promesso di non..” provò a dire lei, ma la paura la assalì ancora di più,
quando lo vide chinarsi su di lei.
“Io non ti ho promesso nulla.. non
ricordo!” le disse lui con voce fintamente incredula.
“Bastardo!” esclamò lei sull’orlo del pianto.
Si mise a cavalcioni sul ventre di
Clover, bloccandole i polsi con una mano, mentre con
l’altra le accarezzava una coscia scoperta dal lungo vestito.
“Marcus smettila!” lo pregava lei
piangendo.
Ma il ragazzo non accennava a darle
ascolto. Anzi, iniziò a baciarle la guancia, per poi
scendere sul collo, lasciando una traccia umida.
All’improvviso Marcus si accasciò
sul corpo di Clover.
“Che…” Clover
non riusciva a capire cosa fosse accaduto.
Marcusera
svenuto, doveva scansarlo.
Vide sollevare il corpo di Marcus
da due braccia robuste. Quando le tornò la visibilità
dell’ambiente intorno, vide Keno.
Le porse gentilmente una mano per alzarsi. “Tutto bene, Clo..??”
“Si grazie Keno…se
non fossi intervenuto, lui mi avrebbe sicuramente..”
“Non ringraziarmi, ringrazia il pazzo scorbutico, dietro di
me.” Le rispose lui indicando l’angelo alle sue
spalle.
Clover guardò oltre Keno, non riusciva a smettere di piangere, ma stavolta per
la felicità
Nightmare si diresse verso Clover, aveva l’aria seccatamista a rimprovero.
Ma quando le fu davanti, gli comparve un dolce sorriso, e prendendola tra le braccia, le disse ”Potrai mai perdonarmi,
piccola mia?”.
Capitolo 7 *** Lei è tutto quello di cui ha bisogno. ***
Clover abbracciò Nightmare, sussurrandogli “certo che ti perdono, amore
mio
Lei è tutto quello di cui ha bisogno.
Clover abbracciò Nightmare, sussurrandogli “certo che ti perdono,
amore mio..”
Keno prese Marcus
su una spalla e dirigendosi verso l’uscita disse “vado avanti, lo lascerò alle
cure di Alameda..” cercando di restare serio. Che ci
poteva fare, gli veniva sempre da ridere!
Nightmare staccandosi mal
volentieri da Clover, le disse
“andiamo anche noi?”.
Clover si aggrappò al braccio di lui, sorridendo apertamente. “Certo!”
Arrivati al castello, Nightmare
portò Clover nella sua stanza. Sulla soglia si
diedero un bacio a fior di labbra.. “Devi proprio
andare?” gli chiese lei tristemente.
Nightmare sorridendo
maliziosamente le disse “Puoi sempre venire in camera mia..
od io restare nella tua… ”
Clover gli diede un piccolo pugno
sul petto “Ma non ti stanchi mai di stuzzicarmi?” finì
ridendo.
“Perché? E’ così
divertente!” le rispose lui divertito.
Clover sbuffò, dandogli le spalle e
mettendo il broncio.
“Ma dai, non dirmi che ci sei
rimasta male.” Le chiese l’angelo, accarezzandole la testa come fosse un cagnolino.
Vedendo che la ragazza non reagiva, Nightmare
continuò “Mi raccomando, chiudi bene a chiave, la sera questi corridoi sono
molto popolati…” le disse sinistramente.
Clover si girò lentamente dalla
sua parte “Che intendi?”
“Strane creature si aggirano…ma se ti chiudi dentro non
dovrebbe succederti nulla.” Le disse serio.
Clover sbiancò.
Naaaa…è uno spasso prenderla in giro!
“Stai scherzando vero?”disse con voce tremolante.
“No. Ma fai come vuoi.” Disse spolverandosi la camicia nera
con non curanza.
“Posso venire con te?” gli chiese lei rossa in viso.
“Ma certo” le rispose lui divertito.
Si trovavano nella stanza di Nightmare,
era quasi uguale a quella di Clover, con l’unica
differenza che era più grande, e che il letto eraa due piazze e mezzo, con le coperte
bordeaux. Clover si era cambiata, nel frattempo, dato
che quel vestito iniziava a darle fastidio. Indossava una lunga camicia bianca
da notte leggermente scollata.
Nightmare si sdraiò su un fianco,
e porse la mano a Clover, che lo guardava accanto al
letto.
“Vieni..” la invitò lui, con voce
sensuale ed accattivante.
Clover tentennò un istante, però
quel sorriso riusciva sempre ad avere la meglio. Gli
si sdraiò accanto, ma non riusciva a guardarlo negli occhi per l’imbarazzo. Il
cuore le batteva fortissimo, sembrava volesse uscirle
dal petto.
Clover calmati..! Non è
niente.. non deve succedere niente!
Nightmare l’attirò a se,accarezzandole la schiena, e perdendosi nel profumo dei
suoi capelli.
“Non essere tesa..” le sussurrò con voce roca.
“Io non sono tesa.” Gli disse lei cercando di essere il più
sicura possibile.
“Meglio così..” le
sussurrò lui, per poi baciarla.
Quando il baciò finì, Clover lo guardò negli occhi, divenendo seria “ perché
tutto a un tratto mostri tutto questo amore per me?”.
Nightmare la guardò confuso.
Stupido!
Non aveva pensato al fatto di doverle spiegare quello che
provava in realtà per lei.
“…non so se mi crederai.. ma io ti
ho sempre amata..” le rispose lui titubante.
“Oh si certo! Dicono tutti così!
Ero forse io quella che ha detto che non gliene
importava niente?!” fece lei scostandosi da lui, ed alzandosi a sedere.
“IO iniziavo a stancarmi, eh?!”continuò lei con voce minacciosa.
Nightmare aprì la bocca per dire
qualcosa, ma la richiuse subito dopo quando Clover lo avvertì “Attento a quello che stai per dire! Non
sono un angioletto!!”
Nightmare fece una piccola risata
“Me ne ero accorto, tesoro.”
“E non chiamarmi tesoro!!” gli
disse lei prima di prenderlo a cuscinate.
All’improvviso entrò una ragazza, con lunghi e lisci capelli
castani. Avrà avuto l’età di Clover.
Vide Clover a cavalcioni
su Nightmare, con un cuscino in mano. I due la
guardavano disorientati. “N-noinon..”
provò a giustificarsi Clover.
Ma la ragazza non rispondeva, continuava
a fissarli sconvolta.
Poi arretrò di qualche passo, mormorò un
scusa e corse via, richiudendo la porta.
Non
si usa più bussare, eh? Pensò l’angelo un po’ seccato.
Ma la sua attenzione fu catturata da qualcos
altro.. in quella posizione aveva un ottima visuale
del seno della ragazza..
Neanche
a farlo apposta… Però, si vede che ormai non è più una ragazzina…
Clover smise di fissare la porta,
tornò a guardare l’angelo, ma notò che lui stava guardando qualcos
altro.
Che
starà guardando con quella faccia sognante?...
Seguì lo sguardo di Nightmare..
M-
maledetto!
“Pervertito!!!” gli urlò lei.
Nightmare sussultò, “C-Clover.. non è come pensi tu…”
disse lui con voce poco convinta.
“Ma certo, devo essermi immaginata tutto, non mi stavi di certo guardando il seno!”
“Esatto!!” disse lui più convinto.
“E speri che io ci creda..?”
rispose lei minacciosa.
Nightmare non sapeva cosa
rispondere, cosa fare, sapeva soltanto che era meglio
non aprire bocca.
Clover sbuffò, scesa da lui, si
mise sotto le coperte dandogli le spalle e con il broncio gli disse “Buonanotte..”
Nightmarele si
avvicinò e provò ad abbracciarla.
“Te la spezzo quella mano se solo ci provi.” Disse lei nera.
Nightmare la ritrasse sorridendo.
“Buonanotte piccola mia.”
Infondo
è proprio per questo se l’amo.
Il giorno dopo, quando Clover aprì
gli occhi, si trovava tra le braccia di Nightmare.
Che
infame, haaspettato
che mi addormentassi.
Gli accarezzò i capelli, spostandoglieli dal viso. Sono tutti arruffati.
Pensò lei ridendo.
Non
voglio chiedergli spiegazioni..
Le ritornò in mente, la ragazza della sera prima, Noooo…che vergogna… chissà
cos’avrà pensato..
Si accoccolò di più, tra le braccia di Nightmare.
Mi
sento al sicuro..
Sospirò spero solo che Marcus non ci riprovi.
Guardò l’angelo ti amo così tanto..
Lo baciò dolcemente.
Nightmare aprì gli occhi, poi li richiuse di scatto.
“Aaaah… c’è troppa luce…” mormorò
lui lamentandosi.
Con la mano cercò la cordicella per chiudere le tendine del
letto a baldacchino.
Quando la luce sparì, riaprì gli occhi “Così va meglio..” disse soddisfatto.
Abbassò lo sguardo verso Clover “Buon giorno amore mio” le disse dolcemente,
prima di restituirle il bacio.
Nel frattempo Marcus si era
risvegliato nel suo letto. Strinse le lenzuola in un pugno,
“Nightmare…stavolta tu e la tua
amichetta non la passerete liscia!” disse minaccioso.
Tirò via le tende del letto. “Come hai osato…” mormorò
toccandosi la ferita alla testa.
Prese una foto dal comodino. Ritraeva Clover.
“Perché mi rifiuti di nuovo..? ma le cose cambieranno mia amata..” disse
con voce flebile.
Entrò una cameriera per portargli la colazione.
Marcus aprì il cassetto del
comodino, e vi ripose la foto.
Il vassoio che la ragazza teneva in mano, tremava
minacciosamente.
“Poggialo su quel tavolo, poi torna qui..”
disse lui impassibile, squadrandola.
La cameriera ubbidì, posò il
vassoio, per poi far ritorno da Marcus.
Quando le fu vicino, il ragazzo
l’afferrò per un polso, facendola sdraiare sul letto. Le si
sdraiò sopra. Iniziò a baciarla e toccarla su tutto il corpo.
La ragazza lo implorava di smetterla, ma lui non le dava
ascolto.
Un silenzio sovrastava la stanza. Marcus
era poggiato sullo schienale del letto.
Faceva
tanto la preziosa, e si è divertita più di me…pensò il ragazzo
osservando la donna nuda, che dormiva accanto a lui.
Capitolo 8 *** Mi sento smarrito trovandomi con te.. ***
Nightmare si trovava in giardino
Mi
sento smarrito trovandomi con te..
Nightmare si trovava in giardino. Era seduto sul prato, e
stava lucidando la sua adorata falce. Amava quella falce, era sempre presente
nel suo lavoro, e non l’aveva mai tradito. Era stata creata con un materiale particolare,
resistente e parecchio affilato. Neanche una scheggia.
Mentre contemplava la sua arma, Cloversi era sdraiata accanto a lui a
contemplare la bellezza di un papavero davanti al suo viso.
Nightmare la guardò. Aveva fatto bene a consigliarle di mettersi
quel leggero vestitino a fiori…sdraiandosi le si era
alzato… Non so
per quanto potrò resistere…
Posò la falce, portò le braccia più indietro del corpo e ci
si poggiò, piegandosi leggermente all’indietro e portando le gambe più avanti.
Guardò il cielo, limpido e cristallino come gli occhi della
sua amata.
“Clover..” disse lui d’un tratto con non curanza.
“mmm…?” la ragazza continuava ad osservare il papavero.
“Sei vergine, vero?” continuò lui sempre non curante e
guardando il cielo.
Clover diventò del colore del papavero che aveva davanti.
Si alzò sui gomiti, girandosi verso Nightmare.
“Si” fu l’unica parola che riuscì a dire, prima di
rimettersi giù. Meno male che si era messa a pancia in sotto, almeno non poteva
vederlo, ed avrebbe continuato a guardare il papavero… Ma che domande fa?!
Così all’improvviso poi!!!
L’angelo si sentiva più sollevato, anche se non riusciva a
capire perché…orgoglio maschile, forse?
Era contento, perché l’avrebbe avuta solo lui, soltanto per
sé.
Ad un tratto la ragazza sospirò, si era
rattristata. Nightmare la guardò “Cos’hai?”
“Nulla..” iniziò a giocherellare
pensierosa con una ciocca di capelli, sfuggita alla lunga treccia dorata.
“Vorrei…che tu mi parlassi.. di quello che è
successo…”
Fece una pausa, cercando una reazione dell’angelo, ma non ci
fu, era impassibile.
La ragazza continuò incerta “Credo..
di averne il diritto…di sapere…”
Bene…!
Ho rovinato tutto! Si è arrabbiato..?!
L’angelo la guardò pensieroso, le
accarezzò un braccio “Va bene. Che vorresti sapere?”
Clover arrossì vistosamente “Come..
ci siamo conosciuti?”
Nightmaresi tirò su, prese una mano di Clover tra le sue, ed inizio a
giocarci distrattamente
“Era notte fonda. La luna non si vedeva, ed in strada non
c’era nessuno a parte me. Ero gia venuto altre volte sulla terra, ma non mi era
mai capitato di soffermarmi sui particolari di quel pianeta..
“
************
Macchine, televisioni, telefoni… sul mio neanche sanno che
esistono. Il mio mondo, è un mondo all’antica… gli unici
mezzi di trasporto sono cavalli e carrozze…ah, e biciclette. Ma io non uso niente del genere, sono un angelo, e gli
angeli volano.
Mi fermai ad aggiustarmi il colletto del lungo cappotto nero
che indossavo, non che avessi freddo, io amo il freddo, ma ne sentii comunque il bisogno.
Non sapevo perché mi trovassi lì, avevo soltanto voglia di
staccare…
una vacanza, perché no, mi
piacerebbe, peccato che non saprei dove andare, o con chi andare.. non ho
nessuno.
Camminavo per le strette vie di quella città, senza avere
una meta, quando all’improvviso qualcuno sbucò da un angolo e mi venne addosso.
Restai perfettamente in equilibrio, mentre la persona cadde a terra. Era un ragazza. Che ci faceva lì da
sola, non lo so.
Ma sembrava così…indifesa!
“M-mi dispiace.” Provò a dirmi scusandosi “Non volevo
venirle addosso.. mi dispiace tanto!”
Era sinceramente dispiaciuta. Sorrisi, non so perché ma sorrisi. Io non sorrido mai. Ne fui colpito quanto lei.
Le porsi una mano per alzarsi, lei l’afferrò, ma una smorfia
di dolore le comparve sul viso..
Mi inginocchiai accanto a lei, e
presi la sua mano tra le mie. Nulla di rotto, ma cadendo si era slogata un
polso.
“Passerà..” sussurrò guardandosi la
mano che tenevo tra le mie. Lo disse con un tono di voce
apparentemente tranquillo e sicuro… in verità le faceva molto male, ma
non voleva darlo a vedere.
Le circondai la vita con un braccio, mentre con l’altro
afferrai l’altra sua mano. La tirai su.
Mi arrivava si e no al mento.
“Andiamo al pronto soccorso” le proposi serio.
Ma lei rifiutò, anzi mi disse di
non preoccuparmi, che le sarebbe passato presto.
Restai a guardarla…era così bella…
mai visto angelo più bello…
Senza rendermene conto le accarezzai dolcemente la guancia.
Io che uso dolcezza? Anche questa è
strana.
Lei non disse niente, si limitò a sorridermi, ma anche se
era notte fonda, notai quel lieve rossore sulle sue gote.
“Vuoi venire a prendere un caffè da me?” mi chiese
ingenuamente.
Accettai. Infondo che c’era di strano..?
E va bene, qualcosa di strano c’era, io che accetto un
invito o che sto in compagnia non si è mai visto.
Nel tragitto verso casa sua non parlammo. Guardavo avanti.. apparentemente.. perché con la coda dell’occhio guardavo
lei. Sorrideva, felice.
Più mi sforzavo, più non riuscivo a
capire perché fosse così felice. E cosa ancora più
insolita, era il non riuscire a capire cosa avessi io, mi sentivo strano…mai
stato così.
Arrivammo al suo palazzo. Carino.
No, sinceramente, era davvero carino, e la sua casa lo era
ancora di più.
Era molto grande, e ben arredata, almeno per i miei gusti.
“Non vivi con i tuoi genitori?” le chiesi incuriosito.. è sì, più stavo in sua compagnia, più volevo sapere tutto
sulla sua vita.
Scosse la testa più volte, ed un sorriso amaro e pieno di
disprezzo le comparì sul volto “No, non vivo più con loro da un anno, ormai.”
Si tolse la giacca a vento che indossava, sotto aveva una
felpa scura ed un paio di jeans.
Peccato
che quella felpa le nasconda tutto..
Questo mi ritrovai a pensare! Io,
che in ventun annidi
vita, non avevo avuto il minimo interesse per una donna, adesso lo avevo per
una ragazzina.. Devo
essermi completamente impazzito.
Si, perché l’unico interesse che avevo era la morte, con
tutte le sfumature di sangue, urla, dolore.. terrore..
Non mi accorsi che mi stava chiamando, dovette tirarmi una
manica un bel po’ di volte.
Quando la guardai chiedendole
scusa, si mise a ridere dicendomi:
“Sarebbe meglio presentarci, altrimenti si
creerebbero questi problemi.
Clover.”
Mi disse porgendomi gentilmente la mano.
La guardai, non avevo mai stretto
la mano a nessuno per la mia totale indifferenza.
Ma la sua l’accettai, e volentieri
anche. Mi piaceva avere quel contatto fisico con lei..
“Nightmare..” sussurrai indeciso se
darle il mio vero nome oppure no.
Ma infondo non vi era alcun pericolo, se mi avesse chiesto
che lavoro facessi, me ne sarei inventato uno sul
momento.
“E’ un bellissimo nome” mi disse arrossendo. Dio, mi faceva impazzire quando arrossiva così.
“Mi dai il cappotto? Lo metto di la,
così non ti sarà d’impiccio.”
Me lo tolsi e glielo diedi mangiandomela con gli occhi. Lei
se ne accorse e le sue guance si colorarono ancora di
più.
Andò in un’altra stanza.
Mi passai una mano fra i capelli, non
riuscivo a capire cosa diavolo mi stesse accadendo. Cosa
ci facessi lì.
Quando ritornò, non mi guardò negli
occhi, fece di tutto per evitare il mio sguardo.
Ci rimasi malissimo.
Ma poi mi guardò e disse “Accomodati pure
mentre preparo il caffè, fa come fossi a casa tua..”
“Posso venire con te?” le chiesi titubante.
Sorrise.
Mi prese per mano e mi portò in
cucina con lei. Di nuovo quel contatto… potrei morirci.
Accese il gas, e vi poggiò sopra la caffettiera, poi mi
guardò “Hai cenato?”
Mentre mi sedevo scossi la testa
più volte.
Eh gia. Me ne ero completamente
dimenticato. Di solito tornavo a casa e la cuoca mi preparava la cena. Ma sulla terra no. Non avevo programmato di venirci.
“Neanch io. Ho finito poco fa il turno, e come hai potuto
vedere, sono corsa a casa.. va bè dai! Mangeremo alle dieci!” disse allegramente, spegnendo il gas,
e prendendo varie cose dal frigorifero.
Era di spalle, mentre cucinava. La osservavo attentamente mentre
era tutta indaffarata per noi.. per me.
Mi parlò un po’ di lei.
Se ne era andata via di casa un
anno fa, i suoi genitori erano sempre via per lavoro, e quelle poche volte che
c’erano, non facevano che litigare. La trattavano come fosse
una nullità. Così un giorno decise di andarsene via di casa. Non aveva molti
soldi con sé, ma incontrò un’anziana signora che la ospitò amorevolmente, senza
farle pagare nulla. Clover si trovò comunque un
lavoretto. Quando la signora venne a mancare, le lasciò in eredità la casa dove
vive adesso.
Ogni tanto i suoi genitori la chiamano, ma lei non vuole
parlarci. Hanno provato diverse volte a riportarla a casa, ma quando hanno
visto che la figlia continuava a scappare, alla fine si sono stancati e l’hanno
lasciata andare..
Cenai con lei.
Da quel giorno in poi, mi recai sulla terra ogni volta che ne avevo l’opportunità.
La nostra amicizia cresceva sempre più, ma anche qualcos
altro…
Capitolo 9 *** Un amore al quale non potrei rinunciare. ***
Era così pura, avevo paura che si macchiasse, anzi, ero sicuro che se
l’avessi sfiorata soltanto un’altra volta, si sarebbe rotta in tanti, piccoli,
pezzettini di vetro…no cristallo
Un
amore al quale non potrei rinunciare.
Guardò Clover, che lo ascoltava attentissima.
********************
Come ho gia detto, trascorrevo tutto il tempo, possibile,
con te.
Finii per innamorarmene, gia… non riuscivo a crederci.
Una sera, venendoti a prendere a lavoro, mentre camminavamo,
d’improvviso sentii l’impulso di abbracciarti e di baciarti.
Quando mi resi conto di quello che avevo fatto, mi
spaventai, avevo rovinato tutto.
Invece tu mi feci uno di quei bellissimi sorrisi, e ti
poggiasti al mio petto. Aprii il cappotto e ti circondai con esso, per poterti
proteggere dal freddo.
Restammo così per non so quanto tempo, poi timidamente
alzasti il viso verso di me, e mi baciasticon tanta di quella dolcezza…
Poi colorandoti in volto, mi dicesti di amarmi.
Non avevo parole..non sapevo cosa dire. Restai in silenzio a
guardarti.
Non mi chiedesti niente, non cercasti neanche una risposta,
la sapevamo tutti e due. Anzi, tu meglio di me.
Non so come, ma tu, mi conoscevi meglio di me stesso. Vedevi
cose che io ancora non riuscivo a vedere.
Bastava un mio gesto od una mia parola, e tu capivi quello
che mi passava per la testa, i miei problemi, le mie paure…
Da quella sera trascorremmo bellissime giornate insieme,
piene d’amore, carezze, baci..
Ma arrivò il momento della verità.
Dovevo dirti chi ero veramente, non era giusto continuare ad
ingannarti. Però avevo una paura terribile, mai avuta! Sì, tu riuscivi a
scombussolarmi tutto.
Avevo paura che non mi avresti creduto, o peggio ancora, che
avresti avuto paura di me.
No, quello non l’avrei sopportato.
Vedere nei tuoi occhi la paura.
Era inaccettabile, ma dovevo farlo.
Quella mattina pioveva molto forte, mi aspettavi a casa tua,
quel giorno non avevi voglia di lavorare e ti eri presa una vacanza.
Nessuno poteva, od aveva il diritto di replicare, avevi
soltanto quindici anni, era normalissima la tua voglia di libertà.
Quando arrivai a casa tua, non mi rispondesti, ma
fortunatamente la sera prima mi avevi lasciato le chiavi, temendo che non ti
saresti svegliata.
Entrai lentamente in casa, posai tutto e mi recai nella tua
stanza.
Stavi dormendo, come una bambina, tra le coperte.
Mi avvicinai senza far alcun rumore verso di te, era la
prima volta che ti vedevo dormire.. eri così dolce e indifesa.
La mia voglia di proteggerti cresceva sempre di più, insieme
alla mia voglia… di te.
Fin ora ero riuscito a reprimere il mio desiderio per te. In
quelle poche ore che ci incontravamo,le
passavamo chiacchierando, coccolandoci, ma niente di più.
Eri così pura, avevo paura che ti macchiassi, anzi, ero
sicuro che se ti avessi sfiorata soltanto un’altra volta, ti saresti rotta in
tanti, piccoli, pezzettini di vetro…no cristallo.
Ti muovesti nel sonno. Forse ti aveva infastidito qualcosa…la
mia mano sulla tua guancia forse?
Lo so, è fredda, ma dalla morte non puoi pretendere che sia
calda, confortevole.
Posai lo sguardo sulle tue labbra…erano così invitanti..
Le accarezzai, poi feci lo stesso con le mie.
Misi le mani ai tuoi lati,poggiando il ginocchio sul
materasso. Mi chinai e poggiai le labbra sulle tue.
Alzai la testa per vederti meglio, poi ti diedi un altro
bacio, stavolta sentii le tue braccia circondarmi il collo, ed il bacio farsi
più intenso.
“Buon giorno..” ti sussurrai prima di perdermi a baciarti il
viso ed il collo.
Tornai a baciarti sulle labbra, adoravo sentirti dire ‘mio
angelo’.
“Posso?” ti chiesi spostando lo sguardo da te alla parte del
letto vuota.
Annuisti con la testa.
Mi sdraiai. Ti poggiasti sul mio petto e chiudesti gli
occhi.
Il cuore mi stava scoppiando, e sicuramente, lo sentivi
anche tu.
Scottavo,cioè il mio corpo aveva raggiunto la temperatura di
un comunissimo essere umano. Forse anche più.. Ma non me ne preoccupai, ormai
l’avevo capito che era dovuto a te.
Stavo così bene con te, la mia voglia di uccidere spariva
completamente, vedevo il mondo da dentro, invece che da fuori.. Amavo, e mi
sentivo amato.
Alzasti il viso e mi guardasti.
“Cosa dovevi dirmi, Nightmare?” mi domandasti quasi intimorita.
Speravo che non te ne saresti ricordata. Almeno avrei fatto
anch io finta di non ricordarmene.
Ti abbracciai più che potevo, avevo paura che potessi
scapparmi.
“Io…ti ho mentito.. mi dispiace..” le dissi sofferente. Sì,
soffrivo, e tanto. Non avrei mai voluto mentirti, anche se a fin di bene.
Ti alzasti da me confusa. Cercavi spiegazioni. Ti poggiasti
con le spalle sulla spalliera del letto, e mi guardasti. Senza riprendermi,
senza giudicarmi. Cercavi soltanto una spiegazione per quelle mie parole.
Sospirai… era arrivato il momento tanto temuto.. e tanto
odiato.
“Coraggio.” Mi dicesti tranquilla e serena, accarezzandomi
una mano.
Ne fui sorpreso. Proprio tu me lo dicevi, che dovevi essere
quella più spaventata e confusa. Invece ero io! Io ero più spaventato di lei
per quello che dovevo dirle!
Fuori continuava a piovere.
Sospirai di nuovo. Ma non riuscivo a parlare… non sapevo
come dirtelo.
Mi avresti creduto? Ne dubito.
Avresti avuto paura? Sicuramente.
Mi tirasti per una manica “Nightmare, dimmi cosa c’è?” me lo
chiedesti implorante.
Ti stavi preoccupando.
“Non aver paura.. in questi giorni eri così strano.. non ti
sei tormentato abbastanza? In cosa mi hai mentito?”
I tuoi occhi non erano duri, bensì pieni d’amore. Avevi di
nuovo capito quello che provavo.
Mi feci coraggio:
“Clover…io non so quanto potrai credermi, ma io…non sono un
essere umano..” ti guardai aspettandomi una qualsiasi reazione. Ma non ci fu. E
questo mi fece agitare parecchio.
Continuavi a guardarmi senza spiccicare parola. E non
riuscivo neanche a capire cosa potesse passarti per la testa. Mi aspettavo
risate, incredulità, ma non ci fu niente.
Ti strinsi una mano, sperando che tu facessi altrettanto, ma
nulla.
“Sono un angelo… della morte..” mentre lo dissi, sentii la
tua stretta sulla mia mano.
“Mi credi..?” le chiesi sussurrando cauto.
Annuisti con la testa, continuando a guardarmi.
“Ho dovuto mentirti, perdonami, ma sappi che l’ho fatto per
proteggerti.”
Presi il tuo viso tra le mani e ti guardai negli occhi “Se
venissero a sapere del nostro amore, cercherebbero di farti del male. E non me
lo perdonerei mai.”
Feci una pausa, poi continuai “ Ce l’hai con me..?”
Spostasti la testa in segno di negazione.
“Vuoi continuare la nostra storia? Continuandoci a
nascondere?” chiesi speranzoso.
Mi sorridesti con uno dei tuoi dolcissimi sorrisi.
Mi invase la felicità, e ti abbracciai “Ti amo.” Ti
sussurrai con le lacrime agli occhi.
Indicò la testa, si era stancata di chiedere in giro di
spiegarle cosa fosse successo nel passato.. voleva
ricordarlo lei, da sola.
Nightmare la guardò pensieroso .
“No. Non si può. Rimarrai senza quei ricordi.. in eterno.” Lo disse freddamente, con un tono autorevole,
che non ammetteva repliche.
Clover si alzò in piedi, pulendosi
il vestito dall’erba.
Guardò Nightmare
con rabbia mista a disprezzo “Non avresti mai fatto una cosa del genere!
Non senza il mio permesso!”
Nightmare girò lentamente la testa
verso di lei, con voce priva di sentimento “Infatti, non senza il tuo permesso.”
Clover lo guardò sconvolta,
possibile che l’avesse voluto lei?
No…non avrebbe mai voluto una cosa del genere. Però… per quale motivo anche Nightmare
avrebbe dovuto mentirle?
Lui l’amava,no? Non poteva
continuare a mentirle.. altrimenti che amore sarebbe
stato.
Non le piaceva ammetterlo… ma
adesso non aveva molta voglia di stare con lui. Arrabbiata, forse?
Nulla in confronto alla delusione.
Si allontanò da lui, senza dire niente, sapeva che le
sarebbe passata, restando sola.
Nightmare non la fermò. Prese la
sua falce e continuò a lucidarla.
Si guardò nel riflesso della lama Mi dispiace, ma non ho alcuna intenzione di toglierle quell’
incantesimo..
Fece un sorriso continuando a guardarsi Certo che son proprio bello!Canticchiò
fra se.
Si. lo ammetteva, era sempre stato
un narcisista. Si vantava, e parecchio anche. Specialmente con Raul. Tra i due
non si sa chi era più vanitoso.
Si bloccò, e fissò il nulla.
Si ricordò che oggi suo cugino sarebbe venuto a trovarlo!
Che seccatura… dovrò fargli preparare una
stanza…
Intanto Clover si era recata nella
sua stanza per cambiarsi. Si vestì comoda, con un paio di jeans ed una camicia
bianca presa dall’armadio di Nightmare.
Non
mi importa se non gli ho chiesto di poterla prendere!
Tanto meno se si sporca!!!
Abbassò la testa, tirandosi la camicia verso il viso
Ha
il suo profumo…
Scosse la testa più volte
Basta
perdersi in queste sciocchezze! Non è da te Clover!!!!
Uscì dalla stanza,voleva cercare Keno per proporgli di uscire da quel maledetto castello per
poter parlare.
Incontrò una cameriera “Scusi.. per
caso sa dove posso trovare Keno?”
La cameriera quando si girò a guardarla urlò e corse via dicendo che aveva da fare.
Clover si guardò intornoin cerca di uno
specchio.
“Possibile che faccia così schifo?” si chiese guardandosi
nello specchio “Va bene che non sono una fata, ma che qualcuno urlasse e scappasse alla mia vista non mi era mai
capitato..”
Continuò a guardarsi, torva. Non si accorse che qualcuno era
alle sue spalle,sino
a quando non vide riflessa la persona che le stava dietro.
“Che c’è? Ti meravigli
ancora della tua bellezza?” le chiese una voce calda, ed accattivante.
Clover si girò di scatto e si
trovò davanti Marcus.
Lo guardò male, ma non disse nulla.
Marcus ridendo le disse “Hai paura di me?”
Clover non rispose.
“Fai bene, a volte so essere molto pericoloso.” Continuò serio, avvicinando una mano al viso
di lei per accarezzarla. MaClover
si scansò.
Sghignazzò “Sei testarda eh?”
“Se mi tocchi, mi metto ad urlare.”
Sibilò lei guardandolo dritto negli occhi.
“Non sai difenderti da sola?” la canzonò “Ecco perchè hai
bisogno della protezione del tuo adorato angelo… ma
vedo che si è gia stancato.. infondo chi la vuole una donna debole e
piagnucolona.”
Voleva provocarla, e ci stava riuscendo alla perfezione.
Clover sentì la rabbia ribollirle
dentro.
“Allora per quale motivo continui a
perdere tempo?” ribattè lei in tono di sfida “Mi
sembra che tu la desideri pazzamente questa donna..”
Marcus sorrise soddisfatto, facendo un inchino “Adesso devo andare,
la ringrazio per avermi concesso questi preziosissimi minuti della sua
compagnia,madamigella.”
Baciò la mano di Clover e se ne andò tranquillamente.
Clover lo guardava andare via,con la bocca
spalancata.
Ma
era Marcus quello,vero? Deve
essere stata bella forte quella botta in testa.
Si girò per andarsene, ma la sua immagine allo specchio
l’attirò. Aveva le guance rosse ed il cuore le batteva fortissimo. Si portò una
mano al cuore.
Che
mi succede..?
All’improvviso qualcuno le poggiò una mano sulla spalla. Era
la ragazza della sera prima. Clover la guardò
attraverso lo specchio. La ragazza le sorrise “Devi
essere la ragazza di Nightmare..”
Clover arrossì vistosamente..
“Si.. cioè no.. non lo so..”
La guardò confusa, “Scusami per ieri sera, non volevo
disturbarvi..” arrossendo a
sua volta.
“Non è come pensi…stavamo litigando, ed ho iniziato a
prenderlo a cuscinate..” ammiseabbassando lo
sguardo.
Seguì un silenzio interminabile, poi la ragazza le porse una
mano “Kira.”
“Clover” le rispose stringendole
la mano.
Poi corrugò la fronte “Sai se qualcuno ce
l’ha con me?”
Kira la guardò senza capire,e scosse la testa negando.
“Una cameriera come mi ha vista ha gridato ed è scappata..” le disse con tono seccato e
guardando nella direzione in cui Marcus se ne era
andato.
Kirapiuttosto contrariata “Non pensare che
sia colpa tua.. o meglio non direttamente.”
Clover la guardò dalla testa ai
piedi, solo ora si accorse che quella ragazza era bellissima. Aveva degli occhi
che sembravano due smeraldi. Sorrise, evidentemente Marcus
l’aveva così sconvolta da non accorgersi chi aveva effettivamente davanti.
“Spiegati.” Le disse continuando a guardarla negli occhi.
Kira girò la testa da un lato per
evitare il suo sguardo “Marcus ti desidera così tanto, che ormai ogni cameriera è andata a letto con
lui…”
Clover la guardò ancora più
confusa chiedendo un ulteriore spiegazione.
“E’ così ossessionato, che ogni donna che ti somiglia deve
essere sua. Se ci fai caso, ogni cameriera che lo
serve ha i capelli mossi e biondi.. e gli occhi azzurri. Il brutto è che alcune
le costringe a prestarsi ai suoi giochini…”
Clover era schifata da un simile
comportamento. Kira lo notò “Ti capisco, neanche a me
piace questa situazione.”
Cercò di togliersi dalla mente quel fatto, e cambiò
argomento “Kira perché sei
qui?”
La ragazza si addolcì, e con occhi sognanti le disse “Sono
qui con il mio fidanzato.”
Clover la vedeva volare dalla
felicità. E’ proprio
innamorata.
Poi le chiese maliziosamente chi fosse il fortunato.
Kira arrossì sussurrando il nome
di Keno.
Aha, e così Keno ha
una fidanzatina..
Si mise a ridere, ed in verità aveva una punta d’invidia per
quella ragazza. Le tornò in mente che doveva assolutamente parlare con Keno, e sicuramente Kira sapeva
dove trovarlo. Le chiese di farle strada.
Arrivarono dietro al castello. In quella zona c’era una grande foresta.
“Keno si trova all’interno della
foresta. Se vuoi ti ci accompagno”
“Sarebbe l’ideale” rispose Clover
iniziando ad addentrarsi.
Kira le spiegò che Keno si recava ogni giorno nel cuore della foresta per
allenarsi.
Il suo allenamento consisteva nel trovare il giusto
equilibrio con la natura, in modo che essa gli permettessedi sfruttare i suoi elementi.
Clover ascoltava affascinata da
tutto ciò.
Videro Keno in piedi, e stava
guardando nella loro direzione “Il vento mi ha preannunciato il vostro arrivo.”
Keno guardò Kira amorevolmente, e lei lo
abbracciò, per poi baciarlo appassionatamente. Il demone non se lo fece
ripetere due volte, ed iniziò a baciarla anche lui.
Clover si girò imbarazzata,
sentendosi di troppo. Stava per andarsene quandoKeno la richiamò.
Aveva gli occhi che gli brillavano.
Meglio
che mi sbrighi.. così possono stare da soli.
Clover gli andò vicino e senza
farsi sentire gli disse “Bella scelta.”
Keno la guardò orgoglioso “Lo so,
me lo dico tutti i giorni”
Sorrisero maliziosamente e Kira
gli tirò una gomitata.
“Clover ha da chiederti una cosa..” poi rivolta a Clover “Ti dispiace se resto ad ascoltare anch io?”
“No resta pure.” Le rispose
sorridendo.
Guardò Keno seria “L’incantesimo
che Nightmare mi ha fatto due anni fa.. è possibile rimuoverlo?”
Keno ci pensò su, doveva
ricordarsi che tipo di cancellazione della memoria avesse
usato. Clover lo guardava speranzosa. Mentre Kira spostava lo sguardo da lui a lei, non capendo di cosastessero parlando.
“Quell’incantesimo..” iniziò a spiegare il demone “è
un sigillo..”
Kira lo interruppe “Cosa significa?”
Keno la guardò dolcemente
“Significa che nessuno, al di fuori di chi l’ha utilizzato, può toglierlo.”
“Neanche una persona più potente di lui?”
“Devessere molto, ma molto più potente Kira.” Tornò a guardare Clover
“Purtroppo non conosco nessuno che possa farlo. O lo toglie Nightmare o niente da
fare.”
Forse Marcusne è in grado, ma non posso
dirglielo, se lei glielo chiedesse… sicuramente lui se ne approfitterebbe…
“Adesso è meglio che vada! Devo raggiungereNightmare!” gli disse prima di correre via.
Spero che
quello stupido non si rifiuti.. ho come l’impressione
che la stia perdendo.
Keno si sentì
tirare una manica, eraKira.
“Adesso mi spieghi tutto.”
Keno la circondò con le braccia
“Certo amore mio.”
Clover era rientrata nel castello
e si stava dirigendo nella stanza di Nightmare.
Mi
ha stancata, basta!
Entrò nella sua stanza. Nightmare
le andò incontro “Dov’erifinita?”
Fece per baciarla maClover lo scansò. Si allontanò da lui. Nightmare
la guardò stupito, poi sorrise “Ce l’hai ancora con
me?”
“Nightmare, che tipo di rapporto è
il nostro?” era seria quando lo chiese, e non
ammetteva scuse.
Nightmaredivenne
serio “Stiamo insieme, no? Io ti amo, tu mi ami.”
“Lo sai che l’amore si basa anche sulla sincerità?” replicò
lei.
“Ma certo.”
Incrociò le braccia “ed allora perché tu non fai che mentirmi?!”
Nightmaresospirò
arreso ormai all’evidenza “Lo faccio per il tuo bene. Soffriresti e basta.”
“Mi sono stancata di sentirti dire le stesse cose! Non fai
che mentire per il mio bene, perfetto! Continua a mentirmi ed a tenermi
nascoste le cose! Tanto che te ne importa, tu sai tutto!” sbottò
lei furibonda.
“Hai pienamente ragione. Non posso andare avanti così.”
Ammise lui tristemente.
L’abbracciò, poggiando il viso sui capelli
di lei. Clover poggiò la testa sul suo petto.
Calde lacrime iniziarono a rigarle il viso “Nightmare.. non mentirmi più, ti
prego.. altrimenti non posso fidarmi di te.. e non voglio arrivare a… lasciarti..”
singhiozzò mentre finì di dirlo.
Nightmare le accarezzò la schiena
dolcemente cercando di tranquillizzarla, “Basta con le bugie, te lo prometto.”
Le prese il viso tra le mani “Stanotte ti dirò tutto quello
che vuoi..”
Stava per baciarla, ma Clover lo
fermò di nuovo.
E adesso cosa c’è? Voglio baciarla cavolo!
“Stanotte?! Che vuoi dire?! Che vuoi fare?!” stava entrando nel panico totale.
Nightmare iniziò a ridere “Come sei maliziosa! Stanotte è meglio, così non abbiamo nessuno
che ci disturbi e possiamo parlare tranquillamente.” Lo
sguardo ardente la percorse tutta “A meno che, tu non
voglia fare qualcos altro..”
“NO!! Parleremo!” rispose lei con
ferma convinzione.
Il sorriso gli si allargò, prima di darle un bacio sulle
labbra.
“Se devo dirti la verità…qualche
volta me lo sono chiesto veramente se eri una persona normale.. Ma non potevo
di certo immaginare che tu.. fossi un angelo..” mi
dicesti stando attenta a non offendermi. Sapevi che ero permaloso.
“e della morte.. per giunta..” finii sospirando.
Stavolta fosti tu a prendermi il viso tra
le mani per tranquillizzarmi “Ehi, non cambia niente. Io ti amo comunque.”
Mi baciasti delicatamente.
Sorrisi, ti restituii un altro bacio.
Poi mi sdraiai poggiandomi con la testa sul tuo ventre.
Iniziasti ad accarezzarmi il viso, i capelli.
Ad ogni tuo tocco il mio corpo tremava piacevolmente. Chiusi
gli occhi per assorbirlo meglio.
Chinasti leggermente il viso verso di me, socchiudendo gli
occhi. I tuoi capelli ricadevano sfiorandomi dolcemente. Profumavano, di
camomilla.. ed erano morbidi.
“Nightmare..?”
mi chiamasti timorosa.
Aprii gli occhi “Cosa c’è, amore
mio?”
Sorridesti, e le guance ti si colorarono di rosso.. si intonavano alle tue bellissime labbra.
Quanto
vorrei un tuo bacio.. mi ritrovai a pensare come se non me ne
desse mai..
“Sei un angelo.. perciò hai le
ali.. vero?” mi chiedesti timidamente.
Annuii con la testa, poi dissi “ma
sono nere.”
“Mi piacciono ancora di più, posso vederle?” ancora più
timidamente. Eri un amore.
“Si, ma quando me ne vado, così è notte..”
richiusi gli occhi.
Mi accarezzasti con cura, le palpebre chiuse, quasi
sfiorandole. “Allora resti tutto il giorno..” ridesti felice.
“…mmm…” Tutte quelle carezze mi
stavano facendo impazzire.
“Cosa c’è?” mi chiedesti prima di
chinarti e baciarmi su una palpebra.
“Mi stai viziando..” sussurrai, prima di accarezzarti la mano.
Ridesti, prima di darmi un bacio anche sull’altra palpebra.
Alzai di scatto la testa per poterti rubare un altro bacio.
Guardai i tuoi occhi.. limpidi..
cristallini ..indifesi. Le tue guance, colorate di rosso..
le tue labbra.. dolci e allo stesso tempo invitanti.. la tua carnagione
chiara.. il tutto incorniciato da onde dorate che ricadevano sul tuo collo..
sopra il tuo seno.. fino a me.
Ti desideravo tantissimo. Volevo averti..
solo per me.
Volevo amarti in eterno.
La giornata passò piacevolmente e purtroppo in fretta. Era
arrivato il momento di andare.
Salimmo sulla terrazza. Tirava un leggero vento, ma era
pungente. Si vedeva la gente nelle stanze illuminate nei
palazzi accanto, ma fortunatamente loro non potevano vedere noi.
Ti guardai, eri dietro di me, e ti tenevi stretta una
giacchetta che avevi addosso.
Mi avvicinai, poggiai le mie labbra sulle tue “ Sono fredde.. stai congelando..” dissi
preoccupato. Non volevo che prendessi freddo.
Delle lacrime iniziarono a uscire
dai tuoi occhi “Devi proprio andare..?” sussurrasti triste.
Ti asciugai le guance con il dorso della mano “Devo,
altrimenti si insospettiranno più di quanto non lo
sono gia, e non potrò venire.”
Mi baciasti la mano che tenevo accanto al tuo viso “Vai mio angelo.. e torna presto..”
Ti abbracciai, baciandoti la fronte, per
poi scendere a sussurrarti amorevolmente all’orecchio “Sono il tuo
angelo. Tornerò presto.”
Mi staccai a fatica da te, e feci apparire le mie ali. Ma tu continuavi a guardarmi negli occhi piangendo.
Ti asciugasti le lacrime con la manica,
“Se non ti sbrighi ti lascio!” mi dicesti ridendo.
Mi girai dandoti le spalle, per poi rigirarmi nuovamente
verso di te.
Volevo abbracciarti e baciarti di nuovo. Per poi non
andarmene più.
“Non voglio baciarti.” Mi dicesti con orgoglio.
Poi sorridesti teneramente “Sarebbe difficile per tutti e due separarsi dopo.. non credi..?”
Sorrisi anch’io. Per poi scomparire dalla tua vista.
Arrivai al mio castello. All’entrata mi stava aspettando Keno. Era agitato e seriamente preoccupato.
“Nightmare! Stavolta hai esagerato!! Non posso coprirti in eterno!!”
“Scusami Keno.” Gli dissi cercando
di mantenermi serio, ma quella sera ero troppo felice.
Sghignazzò, e guardandomi maliziosamente “E’ una donna.”
Non gli risposi, ma le mie guance parlavano da sé.
“E’ bella??Com
è? Quanti anni ha? Come si chiama? Perché perde tempo con uno scorbutico ed
asociale come te??” mi chiese tutto d’un fiato.
Chiusi gli occhi, immaginandomela davanti. Keno non disse nulla, ma era molto compiaciuto.
Cenai con lui, nel salone. Era da tanto che non lo facevamo.
Di solito ognuno cenava nella sua stanza.
Poggiò le forchette ai suoi lati sorridendo complice
“allora, vuoi parlarmi di questa fanciulla?”
Posai il bicchiere di vino rosso, e lo guardai negli occhi.
“E’ bellissima. E si chiama Clover.”
“Quanti anni ha?”
“Quindici.”
Alzò un sopracciglio ed assunse l’aria da rimprovero “Non è un po’ piccola? Ha sei anni meno di te. E
per di più è un essere umano.”
Feci una smorfia di disapprovazione “Non m’importa.”
Tornò a sorridere “Brindo al vostro amore!” facendo
tintinnare il suo bicchiere con il mio.
Sorrisi anch io.
Poi lui mi disse “Non ti ho mai visto così..
questa ragazza ti sta salvando Nightmare. “
“Si.. ma devo proteggerla da quel
maledetto.” Gli risposi a denti stretti.
Keno sospirò “gia Marcus..perchè continui ad
ospitarlo?” Me lo chiese sofferente. Anche per lui non
era facile doversi nascondere così.
“Sai.. che l’ho promesso al
Consiglio.. e che non posso rifiutare.”
“Tutto per ottenere il permesso di uccidere un bastardo
della peggior specie..” si
disse tra sé.
“Quel bastardo ha ucciso le nostre famiglie, quello che
chiedo è vendetta.” Dissi freddo. Ci fu silenzio.
Il bastardo di cui stavamo parlando, era uno degli angeli
del Consiglio. Quando avevo diciassette anni andai via
per alcuni giorni ad affrontare degli esami di magia.
Quando feci ritorno, la mia famiglia era sparsa per il
castello.. a pezzi.. priva di vita.. sangue
dappertutto.. nessuno era riuscito a salvarsi.
Feci delle ricerche ed arrivai a lui, RichardCail, uno degli angeli del Consiglio. Decisi di
ucciderlo subito, ma Keno me lo impedì. Anche a lui
avevano ucciso la famiglia, e da quel giorno viveva con me.
Però mi fece ragionare, non potevo ucciderlo e sperare di passarla
liscia.
Trovai il modo di parlare con il Consiglio. Neanche a loro
andava a genio Richard. Trovammo un accordo: io avrei
fatto fuoriRichard la sera dell addio al Consigliere più anziano, e loro mi avrebbero
protetto dal tribunale.
Andò tutto bene, peccato che nel tribunale si trovava la
moglie, ormai vedova, di Richard. Non avevano prove contro di me non potevano arrestarmi. Per di
più ero laMorte.
Ma la donna mi diede 5 anni da
passare con il figlio, Marcus.
Lui in questi 5 anni avrebbe cercato delle prove per potermi
incolpare. Accettai.
Non sembrava male.
Mi sbagliavo. Anche lui come il
padre era un angelo della peggior specie.
Dopo un anno si stancò di controllarmi,mi propose di continuare ad ospitarlo
per altri 4 anni e lui se ne sarebbe fregato delle prove.
Così fu, peccato che Marcus era
morbosamente attaccato a me e Keno. Ma non in senso buono. Ci perseguitava. Eliminava ogni cosa
a cui tenessimo di più. Voleva la nostra rovina.
Parlai “Ha rotto tanto oggi?”
Keno alzò le mani al cielo “Una
rottura di palle che non ti immagini! Mi controllava
da dietro le porte, le finestre, attraverso le cameriere..
e mi chiedeva ogni ora che fine avessi fatto!!”
Scoppiai a ridere.
“Nightmare non sto scherzando, per
dei giorni potresti tornare subito a casa??” mi chiese
disperatamente.
Tornai serio “Scordatelo.”
Mi supplicò “Ti prego! Andrò io a
spiegarlo alla tua ragazza! Di me puoi fidarti!”
Ci pensai su. Non potevo, l’avevo promesso a Clover, però era anche vero che Keno
mi aveva protetto tante di quelle volte.
Sospirai “Te lo devo. Hai passato
l’inferno a causa mia.”
Keno fece il giro della tavola e
mi abbracciò “Grazie graziegrazie!!!”
“E staccati!!!! Non le voglio le
tue smancerie!!!” gli gridai scandalizzato
allontanandolo con una gamba.
Si mise in una posa sexy “Ma come
caro.. scommetto che se c’era Cloverla lasciavi fare..”
Nightmare guardò Clover “che ne dici di un pic-nic
Ti
desidero.
Nightmare guardò Clover “che ne dici di un pic-nic?Ho voglia di restare solo con te” il suo
sorriso era dolce come la sua voce.
Clover arrossì “Per me va bene.”
“Perfetto! Aspettami qui, vado a preparare tutto!” esclamò
l’angelo pieno d’entusiasmo prima di uscire dalla stanza.
Clover sorrise felice, andandosi a
sedere sulla poltrona. Chiuse gli occhi.
Sarà
bellissimo stare da sola con lui, in santa pace..
Quando Nightmare rientrò, Cloverlo stava
aspettando pronta per uscire.
“Andiamo?” le chiese porgendole il braccio.
Clover lo prese sotto braccio e
andò con lui.
Stettero un’oretta buona in carrozza, il mondo che le si
presentava era talmente diverso dal suo.. o meglio, sembrava essere tornati
indietro nel tempo, circa inizi ottocento, se si escludevano le strane creature
e la strana vegetazione.
Clover si sporgeva continuamente
dal finestrino, estasiata.
Nightmare si divertiva un mondo ad
osservarla.
Sembra
una bambina… guarda com‘ècontenta.
Si fermarono ad una fonte, circondata dalla vegetazione.
L’acqua di una cascata scorreva limpida ed i raggi del sole creavano un
piccolo, ma bellissimo arcobaleno.
“Nightmare è bellissimo!!” disse
la ragazza mentre scendeva dalla carrozza, per poi correre sulla riva.
“Ti va bene se ci fermiamo qui?” propose lui sorridendo.
“Magnifico!”
Nightmare parlò con il conducente,
che subito dopo se ne andò via.
Clover si sedette, e stessa cosa
fece lui, mettendosi accanto.
“Che hai fatto preparare? Sono affamata, mangerei qualunque
cosa!”
“Anche me?” chiese lui divertito.
“Non manchi mai di provocarmi tu, eh?”
L’angelo rise.
“Comunque si, mangerei anche te..”rispose lei maliziosa,
prima di baciarlo. Nightmare stava per abbracciarla
per poterla baciare meglio, ma Clover senza
accorgersi delle sue intenzioni, si scansò per aprire il cestino.
Per un momento perse l’equilibrio, ma riuscì a ritrovarlo in
tempo, in modo da impedire di cadere a faccia a terra.
Clover si girò a guardarlo “Che
fai?”.
“Nulla.” Borbottò lui prima di prendere un tramezzino ed
addentarlo.
Nightmare prese una bottiglia di
vino e l’aprì. “Vuoi?”
“No meglio di no.. non lo reggo l’alcol.. inizierei a ridere
come una matta senza motivo.” Ammise lei, vergognandosi.
Nightmare le accarezzò la testa
dolcemente “Non c’è motivo di vergognarsi. Vuol dire che berremo stasera…”finì
maliziosamente.
“Stavolta non puoi negare di non aver avuto intenzioni poco
caste e pure…!”ribattè
lei.
“E’ vero, lo ammetto.”
Mentre ammiravano il paesaggio, Nightmare
le circondò le spalle con un braccio. Con l’altra mano le scostò unapiccola ciocca di capelli che le era finita
sul viso. Le sue labbra si impossessarono avidamente di quelle di lei. Scese a
baciarle il collo, e Clover gettò indietro la testa,
sentendo l’eccitazione crescere sempre più.
Iniziò a sbottonarle lentamente la camicia,per poi
accarezzarle il seno, ma Clover riuscì a riacquistare
la ragione e lo respinse poggiandogli le mani sul petto per poterlo
allontanare.
“Non.. adesso..” disse affannosamente, cercando di
riprendersi “N-non qui..”
Nightmare la guardò pieno di
desiderio. Ma lei evitò il suo sguardo.
Si stava riallacciando i bottoni, quando le labbra dell’angelo
la soffocarono. Le scostò i capelli, e
le sfiorò delicatamente l’orecchio con la lingua.
Clover gli restituì il bacio con
più passione Infondo
non c’è nessuno…
I sensi di lui crebbero quando lei gli sfilò la camicia, e
la sua mano corse sulla sua pelle.
Nightmare tornò a posare le labbra
su quelle di lei, per poterne assaporare la dolcezza. Nel frattempo finì di
sbottonarle la camicia, slacciandole anche il reggiseno.
Quando poggiò le labbra su un capezzolo, Clover
si lasciò sfuggire un gemito che Nightmare soffocò
con un bacio.
La fece sdraiare sull’erba, ed iniziò a coprirle la gola di
baci. Scese sino all’ombellico.
Lei fece un debole
tentativo per sfuggire al suo desiderio cercando di alzarsi, ma era stato
inutile, Nightmare si posò con il suo corpo su quello
di lei.
Sentì la passione ardente di lui, ed il calore le divampò in
tutto il corpo. Gemeva e tremava dal piacere.
Lui, ansimante, si fermò ad osservare il viso di lei… la
bocca socchiusa tremolante e calda… le guance colorate di un rosso ardente.. La
baciò nuovamente, per poi sussurrarle con voce roca
“ti amo…e ti desidero tantissimo..”
Le mani di lei iniziarono ad accarezzargli la schiena,
alternando ad accarezzargli i capelli. Mentre carezze di lui si fecero più
audaci, e passò a sbottonarle i jeans lentamente.
Clover trattenne il respiro, un
po’ spaventata. Nightmare tornò a baciarla dolcemente
per tranquillizzarla “non aver paura.”
All’improvviso il nitrito di un cavallo ed il rumore di una
carrozza che si avvicinavano li fece sussultare. Nightmare
alzò la testa e vide la carrozza in lontananza, avvicinarsi.
Si tolse a malincuore da Clover,
passandole la camicia.
Clover si rivestì silenziosamente,
senza avere il coraggio di guardarlo. Si sentiva ancora accaldata ed eccitata.
Le guance e le labbra le bruciavano, e le tremava tutto il corpo.
Quando si alzò in piedi riuscì a guardare Nightmare. Sembrava aver recuperato tutta la sua
compostezza e freddezza…peccato le guance leggermente colorate.
Beato
lui che riesce ad essere così falsamente spontaneo ed indifferente!!!… Lo
invidiò.
Quando poggiò la mano su quella che lui le aveva offerto per
salire, sussultò e divenendo ancora più rossa, la ritrasse salendo da sola.
Aiuto
sto morendo dal caldo!!! Non posso andare avanti così!
Il cielo velocemente da azzurro si incupì, sino a divenire
di un grigio scuro. Grandi gocce iniziarono a scendere.
Nightmare chiuse il finestrino e guardò
Clover. Da quando erano saliti, non aveva detto una
sola parola, ed aveva evitato di guardarlo per tutto il tempo.
“Ci metteremo di più.. con la pioggia la carrozza non può
correre troppo.” Le riferì lui sperando in qualche piccola, anche insignificante
reazione.
Clover lo guardò “Va bene.”
Mormorò piano.
Stava tremando, ma dal freddo.
Nightmare con cautela, le si
sedette accanto, “Posso riscaldarti? Puoi star certa che il mio corpo non è
freddo come al suo solito..” abbracciandola.
Lei cercò di allontanarlo, ma lui non mollò la presa “Non
preoccuparti, starò buono.” le disse con voce sincera e rassicurante.
Clover sorrise lasciandosi andare
all’abbraccio, epoggiandosi al suo
petto. Poco dopo si addormentò.
Dormiva ancora quando sentì delle voci che provenivano da
fuori. Quando aprì gli occhi, si trovava sola nella carrozza.
“Nightmare..?” provò a chiamarlo.
Spostò la giacca con cui l’aveva coperta, ed aprì la porta della carrozza.
Pioveva ancora, e tirava un forte vento. Si guardò intorno:
si trovavano in un paese, che si trovava a metà strada dal castello.
Siamo
ancora qui? Perché ci siamo fermati?
Guardò attraverso una finestra illuminata di una locanda. Nightmare stava parlando con quello che doveva essere il
proprietario. Quando uscì fuori, Clover gli corse
incontro “che succede?”
Nightmare la superò dicendole di
entrare nella locanda, e dopo le avrebbe spiegato tutto.
Entrò dentro, un fuoco caldo e scoppiettante si trovava a
metà stanza con di fronte i tavoli per i pasti, da una parte c’era ‘l’ufficio’ del proprietario, e dell’altra le scale che
portavano alle stanze.
Il proprietario le diede le chiavi di una stanza, dove
poteva accomodarsi per la notte. Prima di salire, Clover
diede un’occhiata ad un uomo mezzo ubriaco, che la fissava da un tavolo.
La stanza si presentava molto semplice, aveva un piccolo
letto, un tavolino e un caminetto. C’era anche una porta, che doveva essere
quella del bagno.
“Ne ho prese due, per non crearti ulteriore imbarazzo..”
disse Nightmare sulla soglia della porta “Se poi,
vuoi venire da me, sei sempre la ben venuta.”
“Grazie.. adesso se non ti dispiace, vorrei fare un bagno..”
L’angelo non disse nulla, e se ne andò chiudendo la porta
alle sue spalle.
Clover si diresse in bagno, si
spogliò, ed aprì l’acqua.
L’acqua era così calda e rassicurante. Sembrava le
coccolasse tutto il corpo. Si portò una mano al collo, la fece scorrere sino
alla spalla.
Fortunatamente
è arrivata la carrozza.. sembrerà assurdo, ma stavo
per respingerlo… e di brutto anche..
Chiuse la porta alle sue spalle.
L’avrei
ferito. Specialmente nell’orgoglio.
Stava per togliersi l’accappatoio, quando un rumore che
proveniva da dietro le tende, attirò la sua attenzione.
Una persona la stava guardando, poteva
sentirne il respiro affannato.
Arretrò di qualche passo stringendosi l’accappatoio “Chi è?”
Ma la persona non rispose. Clover sentì il respiro affannarsi ancor più.
“Esci fuori!” urlò lei iniziando a spaventarsi. A dire il
vero avrebbe preferito che chiunque fosse, rimanesse dov ‘era. Poteva scappare, ma la porta si trovava vicino alla
finestra, non ce l’avrebbe mai fatta se avesse tentato
di fuggire…l’avrebbe presa di sicuro.
Le tende si spostarono, e ne uscì l’uomo che Clover aveva visto al piano do sotto.
Il terrore iniziò ad assalirla, mentre l’uomo avanzava verso
di lei, con le braccia tese.
“Cosa vuoi?! Esci di qui!!”
“Non ci penso proprio, bambina..”
Clover si trovò con le spalle al
muro. Si guardava in torno in cerca d’aiuto.
“Non essere spaventata… ti tratterò bene..”
Quando le portò una mano al seno, lei
urlò dall’orrore, e lo spinse indietro.
Fortuna volle, che l’uomo gia vacillante per la sbornia,
perse l’equilibrio molto facilmente, cadendo a terra.
Lo sorpassò, e corse verso la porta.
Era quasi arrivata quando si sentì
tirare per i capelli, ed afferrare per le spalle.
L’uomo era riuscito a rialzarsi in fretta ed a raggiungerla.
Voleva urlare, ma non ci riusciva, aveva troppa paura! Se solo riuscissi a
chiamare Nightmare!!
L’uomo la bloccò con le spalle alla porta, accarezzandole
una coscia e respirandole addosso.
Poteva sentire il suo alito caldo ed impregnato di liquore
sul suo collo.
E’
disgustoso!!
“Toglimi quelle mani di dosso, brutto stronzo!”
urlò prima di mollargli uno schiaffo.
L’aggressore imprecò contrariato, e le bloccò le braccia al di sopra della testa.
“E lasciami divertire un po’”
sogghignò iniziando a sbottonarsi i pantaloni.
Clover respirò profondamente, e
riprendendo la calma, aspettò che l’uomo si avvicinasse di più.
Le stava perslacciare l’accappatoio, ed una
ginocchiata gli arrivò dritta nei gioiellini di
famiglia.
L’uomo riuscì a darle uno schiaffo, prima di piegarsi dal
dolore “Maledetta..”
Riuscì ad uscire dalla stanza. Si portò una mano al viso, toccandosi
il labbro inferiore. Guardò le sue dita sporche di sangue Quel porco…
Sentì la porta che si apriva, con l’uomo che imprecava più
di prima.
Clover aumentò il passo, sino a
correre lungo il buio corridoio.
Era quasi arrivata alla stanza di Nightmare,
quando delle forti braccia l’afferrarono per la vita,
tirandola nell’oscurità.
Aprì la bocca per urlare, ma gliela tapparono.
Altri due uomini, la guardavano desiderosi di averla.
Peggio di così non poteva andare.
L’uomo che l’aveva
aggredita in precedenza, quando li vide ordinò loro di lasciarla andare, era la
sua donna.
Ma gli altri due, lo minacciarono
con una pistola, puntandogliela contro, all’altezza della testa.
Lui non li ascoltò, fece per prendere Clover
per un braccio, ed un colpo partì.
Quando lei riaprì gli occhi, l’uomo
era steso a terra, con un buco in mezzo alla fronte.
Uno dei due uomini stava frugando nelle sue tasche, in cerca
di soldi. Mentre l’altro continuava a tenerla ferma,
con una mano davanti alla sua bocca.
Si dimenò, cercando di sfuggirgli, ma l’uomo aumentò la
presa sulla sua vita “Se non la smetti, scendo più in basso..”
Urlò, ma l’urlo morì soffocato dalla sua mano.
Quello che si era chinato per perquisirlo
si alzò in piedi, infilandosi in tasca il portafogli del morto “Ti conviene
stare buona bellezza, se non vuoi finire come lui.”
Clover lo guardò con odio. L’uomo
sorrise beffardo.
“Portiamola nella nostra stanza, prima che venga a cercarla
qualcuno…” disse serio precedendoli lungo il corridoio.
Possibile
che nessuno abbia sentito lo sparo?! Aiuto!Nightmare..!
La legarono ad una sedia. Aveva mani e piedi legati. E la bocca imbavagliata. Guardava l’uomo che aveva sparato
con disprezzo. L’altro era nell’altra stanza.
“E’ inutile che mi guardi così, non mi fai paura bellezza.” La schernì lui “Anzi… sei molto
eccitante..”
Le passò un dito lungo il collo, e Clover
girò la testa da un lato.
Come
faccio ad uscire da qui?! Sono legata e imbavagliata!, non posso ne muovermi neurlare!!!
Aveva paura, ma la stava invadendo anche la rabbia. Se solo l’avessero sfiorata avrebbe trovato il modo di
liberarsi e pestarli a sangue.
Se
solo potessi slegarmi!!...Nightmare
dove diavolo sei?!
Inoltre iniziava ad avere freddo
con solo l’accappatoio addosso. I capelli bagnati sulle sue spalle le stavano
creando dei brividi di freddo.
Che
qualcuno si degni di venirmi a liberare!!!
La rabbia le stava crescendo sempre più. Doveva
assolutamente trovare il modo di liberarsi. Aveva una voglia irrefrenabile di
ucciderli.
Qualcosa di freddo sulla sua coscia la destò dai suoi pensieri. Quell’uomo le stava
spostando lentamente l’accappatoio con la pistola.
Clover cercò di ribellarsi.
Non
toccarmi!!!
L’uomo rise di gusto.
“Accettami.. così non soffrirai..”
Le accarezzò una spalla nuda.
Sentì le lacrime che cercavano di uscire.
Non
posso! Non posso dargliela vinta!!
Iniziò a baciarle la gola, mentre con le mani le slacciava
l’accappatoio.
Non
userò mai più un accappatoio! D’ora in poi: cintura di castità!
Si disse digrignando i denti.
Sempre
se ne esco illesa…
Non avrebbe voluto, ma si mise a
piangere.
L’uomo la guardò con stupore. “Che
fai… adesso ti metti a piangere?”
Le tolse il fazzoletto. Era sporco di sangue. Al buio non si
era accorto del graffio sul labbro.
Si allontanò, ed aprì un armadietto.
Ritornò da Clover con un batuffolo
d’ovatta ed un disinfettante.
Che
fa?! Prima mi si vuole portare a letto ed adesso mi
cura?!
Mentre l’uomo le stava
disinfettando il graffio, Clover con voce tremante
provò a dire “Mi curi, e mi lasci andare? Troppo gentile.”
“Noto una nota di sarcasmo ragazzina.”
Andò a buttare l’ovatta in un cestino
infondo alla stanza.
“Non ho intenzione di lasciarti andare”
“Perché? Soldi? Sono i soldi che
vuoi?” gli chiese con tutta la calma che poteva avere
in quel momento. Non doveva mettersi ad urlare, altrimenti l’avrebbe
innervosito. Ed avrebbe dovuto fare i conti con
la pistola che aveva in mano.
L’uomo sbuffò “Non sono i soldi che mi interessano..”
guardòClover con malizia e
sogghignò “Mi interessa qualcos altro...”
“Ed allora perché non mi ti fai
adesso?! Cosa ti cambia prima o dopo?!” sbottò nera.
Solo dopo si accorse di quello che aveva appena detto,
quando l’uomo poggiò la pistola sul tavolo “Buona idea,
tesoro!”
L’aveva deliberatamente invitato! Non era stata di certo
questa la sua intenzione. Tutt’altro!
Solo che presa dalla rabbiaaveva detto la prima cosa che le era
venuta in mente.
Brava
deficiente!!!!!Doveva prendersela soltanto con
se stessa.
Aveva mandato all’aria ogni cosa.
Si
può essere più dementi di me?! Certo che no!!!
L’uomo si avvicinava con uno sguardo che non prometteva
nulla di ‘calmo’.
Questa
è la fine!
All’improvviso si sentì un tonfo. L’uomo sussultò e corse a prendere la pistola.
Silenzio.
Dall’altra stanza non proveniva alcun rumore.
L’uomo iniziò a sudare freddo, era
successo qualcosa di brutto al suo compagno.
Vide entrare, da sotto la porta, un liquido rosso.
Sangue!
Evidentemente il suo compagno era stato ucciso accanto alla
porta.
“Maledizione..” sussurrò tra se.
L’aria si fece pesante, il silenzio e la paura regnavano
incontrastate.
AncheClover
fu assalita dal terrore. Poteva vedere benissimo il respiro suo, e quello
dell’aggressore. Faceva troppo freddo!
L’aria era impregnata di morte.
Si guardò intorno, sembrava che il tempo si fosse fermato.
Soltanto lei e l’uomo ne erano fuori, tremavano.
Tremavano terrorizzati, chiedendosi cosa stesse
accadendo.
Silenzio… troppo silenzio!! Era
innaturale tutto quel silenzio!
Guardò l’uomo, tremava più di lei
e.. stava piangendo! Con la mano che faceva tremare minacciosamente la pistola,
e continuando a guardare la porta terrorizzato, l’uomo
iniziò a recitare delle preghiere.
Le salì un nodo alla gola.
Spostò lo sguardo sulla porta.
Chiunque ci fosse o qualunque cosa fosse, non accennava ad
entrare..
Sta
aspettando!! Sta aspettando che noi usciamo..!
Guardò l’uomo disperata, qualunque
cosa fosse, non avrebbe dovuto assolutamente aprire quella porta.
“Non aprire..” lo
avvertì cercando di restare calma, senza far trapelare la paura che ormai
l’aveva invasa.
L’uomo la guardò nervoso e spaventato “Perché?! Cosa c’è lì ragazzina?!”
Le puntò la pistola tremolante contro “Se
sai qualcosa dimmela!” urlò disperato.
Clover fece finta di niente e
continuò con voce ancora più calma “Non so nulla. E’
soltanto un presentimento.. sono spaventata quanto te,
credimi, anzi di più. Non so niente.”
Sperava con tutto il cuore che l’uomo si calmasse
e puntasse da un’altra parte la pistola.
Fortunatamente per lei, tornò a puntare la pistola contro la
porta.
Dopo alcuni secondi che sembrarono ore, l’uomo si decise “Vado
di là, non ce la faccio più” la sua voce tremolante e disperata si fece un
sibilo “Se muoio ragazzina.. sappi che mi ti sarei
fatta volentieri.” Provò a sorridere.
“Sei un vero stronzo.” Sorrise
disperata.
“Lo so..”
Aprì la porta titubante.
Niente.
Non successe niente.
L’uomo sorrise rassicurante verso Clover, quando all’improvviso lo vide essere afferrato da
qualcosa e trascinato nell’altra stanza.
Le si gelò il sangue.
Uno sparo.
Degli schizzi di sangue entrarono nella stanza, seguiti
dalla testa dell’uomo.
La guardava, con gli occhi spalancati, pieni di orrore.
Urlò.
Solo quello poteva fare, era ancora
legata.
Si sentiva mancare, ma doveva resistere. Sapeva che sarebbe
morta, ma doveva prima guardare il suo assassino.
Una figura familiare comparve dall’oscurità dell’altra
stanza.
“Nightmare!!!”
Pianse ancora di più.
Le andò accanto e la slegò.
L’abbracciò dolcemente cercando di tranquillizzarla.
“E’ tutto finito.”
Si strinse a lui, singhiozzando “Sei uno
vero stronzo.. mi hai fatta morire di paura..!”
“Mi dispiace.” La strinse ancora di più, e portò le ali in
avanti come un abbraccio.
Le davano ancora più protezione.
“Voi uomini.. o cercate di portarla
a letto una donna… o cercate di apparire come impavidi eroi..”
“Questa giornata è da dimenticare..”
borbottò Clover prima di coprirsi con le coperte.
Si rannicchiò “Quell’idiota se ne è
riandato! Va bene che sto nella sua stanza, ma questo non mi tranquillizza!”
Si tolse le coperte di scatto, e restò a fissare il muro.
E
se mi sta tradendo?!Magari con una bomba super sexy…
Strinse le coperte Sì è così! Si sta
sfogando per oggi a pranzo!
Sentì la serratura della porta scattare.
E’
lui!!!!!!
Si nascose di corsa sotto le coperte, fingendo di dormire.
Nightmare chiuse la porta a chiave.
Oh
mio dio!!! Ha chiuso a chiave.. non vorrà mica….
Il cuore le uscì fuori dal petto,
quando sentì il fruscio dei vestiti di Nightmare.
Ma
che fa?! Si spoglia?!
Diventò rossa come un peperone. Si aspettava che Nightmare si
sarebbe infilato nel suo letto, e lei, tradizionalmente, si sarebbe
messa ad urlargli che era un maniaco. Tutto nella normalità. Era tesa
come una corda di violino.
Peccato che l’angelo si mise sul divano.
Coooosaaaaa?!
Senza
venirmi a dare neanche un bacino?! Una carezza?!
Senza
provarci?!
Si sporse per vedere cosa stesse
facendo. Era sdraiato, di spalle, sul divano. Si era coperto soltanto con un
lenzuolo.
Ma non ha freddo?
Scese dal letto ed andò da lui trascinando con sé la coperta.
Stava dormendo profondamente. Risultava piuttosto
strano, dato che Nightmare non dormiva mai profondamente, era sempre allerta.
Lentamente lo scavalcò, e si sdraiò tra lui e lo schienale
del divano. Coprì lui e se, con la coperta. Gradualmente si stava
addormentando. C’era un bel tepore. Il corpo di Nightmare non era freddo come
al suo solito, anzi…
Si sentì abbracciare.Nightmare l’aveva tirata a sé e la stava stringendo forte. Era così
dolce e rassicurante… che potè addormentarsi tranquillamente.
La mattina seguente, quando si svegliò, faceva un freddo
pungente. Nightmare non era più accanto a lei. Si alzò a sedere e si coprì le
spalle con la coperta.
“Dove sei..?” sussurrò tra se,
triste, chiudendo gli occhi. Un profumo di biscotti caldi e cappuccino la
inebriò. Aprì gli occhi: sul tavolo davanti a lei, c’era un vassoio con la
colazione, ed accanto vi si trovava il suo dolce preferito, Nightmare.
Sorrise dolcemente, e si andò a sedere accanto a lui.
Partirono dopo colazione, per ritornare al castello.
Entrarono nel salone principale. Quando
li vide, Keno corse da loro sconvolto “Nightmare! Quelli del Consiglio!
Vogliono vederti al più presto!”
“Sei sicuro?” chiese l’angelo poggiando la giacca sul
divano. Non riusciva a capire perché lo chiamassero. Purtroppo mancavano ancora
due mesi alla scadenza. Ma sicuramente centrava
Marcus. Chissà cos’altro aveva architettato pur di rovinarlo. Guardò Clover.
Qualunque cosa avessero voluto, lei non doveva
assolutamente entrarne.
“Certo! Per chi mi hai preso?”
sbuffò Keno mezzo offeso. Certe volte l’avrebbe preso volentieri a schiaffi quando lo trattava da idiota.
Nightmare corse al piano superiore, entrò nella sua stanza,
ed aprì un armadio. Prese un indumento nero, piegato nel fondo. Sospirò Mai un attimo di
pace.
Intanto Clover era rimasta con Keno nell’ingresso.
“Sai del consiglio?” le chiese Keno appoggiandosi al muro.
“Si.. secondo te cosa vorranno?”
“Non ne ho idea…” osservò un momento Clover.Non sembrava affatto
preoccupata, ma a volte le apparenze ingannano. “Ma
non devi preoccuparti.”
“Io non mi preoccupo..”
In
verità sono preoccupata eccome! Ma non mi ci posso
mettere anch io.
Keno si staccò dal muro, scuotendo la testa con un
sorrisino. “Non me la dai a bere sai? Sarai anche brava a nascondere le cose,
ma stavolta ti ho capita.”
Clover lo guardò confusa.
“Si insomma sei sempre stata brava
a nascondere i tuoi sentimenti, ma qualche volta mi è capitato di capirci
qualcosa..” si girò verso le scale “ma Nightmare è
ancora meglio di me. Per ben due validi motivi.”
Clover si sedette su un gradino, continuando a guardarlo “E sarebbero?”
“Promettimi di non arrabbiarti con lui.”
“Non prometto nulla, mi arrabbierò con lui solo se ce ne
sarà bisogno.” Detto ciò si sistemò meglio sul
gradino, per poi tornare a guardare Keno.
Il demone le si andò a sedere
accanto, poggiandosi con i gomiti sulle ginocchia, “Nightmare ha il potere di
leggere nella mente delle persone, molto profondamente. Può sapere quello che
neanche tu immagini di provare…”
“Vuoi dire che noi per lui, siamo
come un libro aperto..?”chiese Clover
stringendo i pugni.
“Esatto. Ma non sempre, altrimenti
sarebbe una tortura. Soltanto quando è estremamente
interessato…”
“Allora.. l’ha usato anche su di
noi?”. Si stava alterando. Quel bastardo chissà quante volte le aveva letto nella mente senza che lei se ne rendesse conto,
fino a che punto si era spinto?
“Sicuro.. ma non so dirti quando.”
Guardò Clover, lo stava fissando freddamente, in
attesa che continuasse.
“Il secondo… ti ama così tanto da
capirti all’istante. A lui non puoi nascondere niente.”
“Cosa te lo fa pensare?” sbottò
seccata.
“Svariate cose, che non mi va di stare ad elencare” terminò
con un sorriso da mozzare il fiato.
Clover stava per rispondergli, quando sentì dei passi sui
gradini, seguiti da un fruscio.
SiaClover che Keno si girarono.
Nightmare stava scendendo lentamente le scale. La veste nera
faceva un tutt uno con le sue ali. Mentre la lama
della sua falce rifletteva una luce spettrale.
Quando arrivò a metà scala si
fermò. Guardò prima Keno, poi Clover.Gli occhi avevano una strana luce. Faceva gelare il sangue.
Però… è bellissimo…
Clover continuava a guardarlo estasiata, mentre Keno si
guardava intorno, preso da un momento di imbarazzo. Si
sentiva di troppo. Lentamente arretrò, per poi recarsi da un’altra parte.
Nightmare riprese a scendere le scale,
continuando a fissare Clover negli occhi. Lei di rimando, ad ogni
scalino che lui scendeva, si sentiva sempre più confusa e imbarazzata.
Le arrivò davanti, e lentamente si inginocchiò,
prendendo una sua mano e baciandogliela.
Clover ne fu sorpresa. Quando
Nightmare alzò la testa verso di lei, le mancò un battito. La guardava con
quegli occhi pieni di amore e desiderio, che allo
stesso tempo le dicevano che non poteva restare con lei. Erano velati di tristezza.
Si alzò in piedi.
Quando fu alla sua stessa altezza,le sfiorò le labbra con le sue, per poi
scendere alla gola. Clover poteva sentire il respiro di lui
sulla sua pelle, lo desiderava, lo desiderava da morire.
Nightmare allontanò il viso da lei, per guardarla negli
occhi.
Aveva uno sguardo intenso e dispiaciuto “Non so come dirtelo..”
Un brutto presentimento assalì Clover. Deglutì a fatica,
continuando a guardarlo.
“Dobbiamo lasciarci…”. Abbassò la testa, incapace di reggere
lo sguardo allibito e sconvolto della ragazza.
“S-stai scherzando, vero?”Non ci
credo.. deve essere uno scherzo! …si, è uno scherzo…!
Ma Nightmare era serio,
tremendamente serio. “No… lo sto dicendo seriamente. E’ meglio finirla qui..”. Aveva gli occhi lucidi, ed i pugni serrati.
“…perché?”chiese lei in lacrime. Non riusciva a spiegarsene il motivo. Stava andando tutto bene, si amavano. Che
fosse per qualcosa che aveva fatto?
“E’.. per qualcosa che ho fatto..?”
provò lei “mi dispiace.. non era mia intenzione ferirti..”
Nightmare scosse la testa. Clover afferrò
le sue mani con occhi supplichevoli, singhiozzando “Rimedierò… farò qualunque
cosa per farmi perdonare!” strinse ancora di più le mani. “Clover non è
per quello.. mi sono semplicemente accorto che quello
che provo per te non è amore.” Le rispose lui tranquillo.
“Stai mentendo Nightmare! “ Smettila di dire così!Gli lasciò andare le mani.
L’angelo scoppiò in una fragorosa risata “Lo sai, sono cose che succedono. Devi vederla come una cotta.
Ormai è passata!”. Guardò Clover, e gli si strinse il cuore vedendola
sconvolta.
Continuò “Adesso è meglio se te ne torni a casa… mi sono
divertito abbastanza.” Fece una smorfia, guardandola
dall’alto al basso “anche se devo dire di non essere
pienamente soddisfatto… avrei gradito qualcosa di più da parte tua.”
“Allora tutta quella storia…?!”
stava tremando, non riusciva a crederci.
“In parte era vera.. in parte no.
All’inizio sembrava amore.. ma poi haiaperto gli occhi, capendo che mi stavo soltanto approfittando di te. Diciamo che per piacerti ancora di più, l’ho ‘leggermente’
modificata” canzonò lui.
Si scostò una ciocca di capelli e con indifferenza disse
“Adesso devo andare al Consiglio..”, un sorriso di
scherno comparì sul volto “poi mi andrò a trovare una donna che sappia soddisfarmi.”
Clover lo guardò disperata. Smettila di ferirmi…
Si lasciò cadere sulle ginocchia, con le mani che premevano
sulle orecchie, chiudendo gli occhi per cercare di non piangere “Smettila!”
Nightmare vedendola così fece per avvicinare la mano al suo viso,
ma la ritirò subito dopo. Le diede le spalle e con voce fredda e priva di
sentimento le disse delle parole che non avrebbe mai voluto dirle “Tornatene a casa, non voglio più vederti.”
Clover lo guardò disperatamente. Non sapeva cosa fare, o
cosa dire.
L’angelo inclinò la testa all’indietro, guardandola con
freddezza e disprezzo “Addio.”
Erano passate alcune ore, ma Clover
era ancora in ginocchio, a piangere.
“Non è vero… non può essere finita
così…”. Si sentiva malissimo, le faceva male la testa,
e cosa ancora più dolorosa, le faceva male il cuore. Non riusciva
a smettere di piangere, senza di lui, si sentiva sola, terribilmente
sola.
“Perché?! … perché Nightmare?!” si portò le mani allo stomaco, le stava dolendo.
Possibile
che mi abbia presa in giro..? No..
non ci crederò mai.
Quando Keno la vide, le corse incontro.
Si inginocchiò di fronte a lei, e la prese per le
spalle “Che è successo?! Clover dov è Nightmare?!”
Ma la ragazza non accennava a
parlare, continuava a piangere e singhiozzare interrottamente.
La scosse leggermente, cercando i suoi occhi “Rispondimi.”
Lo guardò distrutta “Nightmare… mi ha…
lasciata…”
Keno la fissò allibito. Non era possibile che l’avesse
lasciata, l’amava troppo, era troppo importante per lui.
Clover si aggrappò disperata a lui “Mi ha lasciata!
Mi ha detto.. che non mi ha mai…amata.”
Il demone le accarezzò la testa, non
sapendo come comportarsi, era anche lui sconvolto. “Ha detto che me ne devo andare da qui…” continuò lei. Alzò la
testa, incontrando lo sguardo del demone “Mi ha detto… addio...”
Quando la mattina dopo Clover si svegliò, aveva la testa che le stava
per scoppiare, e gli occhi arrossati che le bruciavano sino a lacrimare
Addio,
mio angelo.
Quando la mattina dopo Clover si svegliò, aveva la testa che le stava per
scoppiare, e gli occhi arrossati che le bruciavano sino a lacrimare.
Aveva pianto tutta la notte. Persino
mentre dormiva.
Keno l’aveva portata nella sua
camera per farla riposare, ma lei era riuscita a dormire si
e no due o tre orette scarse.
Aveva aspettato, invano, che Nightmare
ritornasse.
La paura che potesse essere andato
con un’altra donna, si fece strada in lei. Doveva assolutamente parlargli.
Non
può finire così… non voglio arrendermi.
Intanto Nightmare era appena
rientrato, quando Keno gli andò
incontro furibondo.
“Che diavolo le hai detto?! Perché
ti sei inventato quelle cazzate?!”
iniziò ad urlargli contro il demone “Che cazzo ti è
preso, Nightmare!”
Nightmare lo guardò male “Non
osare parlarmi con quel tono. E fammi il favore di non intrometterti, sono cose
che non ti riguardano.”
L’angelo fece per andarsene, ma Keno
lo afferrò per la veste sbattendolo con forza contro il muro, avvicinando il
volto a quello di lui, sibilando “Se la vedo distrutta
per colpa delle tue cazzate, sono affari miei eccome!
Ma come ti sei permesso?! Hai visto in che stato l’hai
ridotta?!”
Nightmare lo guardò minaccioso “Sono cose che non ti riguardano. Sono libero di comportarmi
come voglio, e non devo tenerne conto a te”.
Keno allentò la presa, sino a
lasciarlo andare. Nightmare si sistemò la veste e
sorpassandolo gli disse “Stammi alla largaKeno.”
Si trovava nel corridoio per recarsi nella sua stanza,
quando si trovò davanti Clover.
Aveva un’aria abbattuta, era
spenta.
Clover vattene, non rendermi tutto ancora più
difficile.
“Sei sicuro di quello che hai deciso?” Sperava con tutto il
cuore che fosse cambiato qualcosa.
“Certamente.” Le rispose lui freddo.
Si girò per andarsene, quando Clover si aggrappò
piangendo, alla sua schiena “Non lasciarmi… io non ci credo
che tu non mi ami… stai mentendo, Nightmare… ti
prego…”
Nightmare continuò a fissare il
nulla davanti a lui, stringendo i pugni. Voleva abbracciarla, tranquillizzarla,
dirle la verità.. ma non poteva.
Clover non vedendo alcuna
reazione, lo lasciò. Mi
arrendo… so che non dovrei… però mi arrendo…
Si girò di spalle, con la testa china. Non ce la faccio… è troppo da sopportare…
“Forse hai ragione… è meglio lasciarci… io non voglio un
uomo indeciso… che ha paura dell’amore…” le sue parole risuonarono distanti ed
amarea Nightmare.
“Vorrei qualcuno che mi amasse, che farebbe qualunque cosa
pur di stare con me… evidentemente non siamo fatti per stare insieme… troppi
problemi… soffriremmo e basta.”
Nightmare si girò dalla sua parte
“Hai perfettamente ragione.”
Ci fu un silenzio pesante ed interminabile, che fu
interrotto dalle parole di Clover “Ma sappi, che io
continuerò ad amarti… non si può comandare al cuore… non posso cambiare i miei
sentimenti… ti aspetterò, finche potrò..”
Nightmare la fissava
impassibile, dentro di lui stava urlando dal dolore. Clover
si girò dalla sua parte, lo guardò tristemente, non cercava neanche di
sorridere per allietare il dolore.
Gli si avvicinò lentamente, circondandogli il collo con le
braccia. Nightmare aveva capito cosa intendesse fare, ma non si muoveva. Non voleva
muoversi, non voleva fermarla…
Clover lo baciò, dolcemente. Quel
bacio sapeva di tristezza e dolore.
“Addio, mio angelo.” Sussurrò Clover
con le lacrime agli occhi, prima di andarsene.
Nightmare restò a fissare il
vuoto, sconvolto. Quelle ultime parole lo ferirono profondamente. Si era
preparato al suo addio, ma era stato comunque
bruttissimo. La vedeva ancora lì, piangere per lui, perché l’amava
profondamente. E lui l’aveva allontanata.
Si inginocchiò, ed i suoi occhi si
inumidirono. Le aveva spezzato il cuore, in poco tempo
l’aveva distrutta.
Calde lacrime iniziarono a rigargli le guance. Era da tempo
che non piangeva.
L’unica persona che avesse mai amato…
l’aveva allontanata dalla sua vita. Un senso di vuoto lo stava invadendo. La stessa infelicità che provò in passato. Era dannato a
soffrire, così come erano dannati a soffrire quelli
che gli erano intorno.
La morte era la sua unica amica.
*******************************
Sono passate due settimane da quandoNightmare mi ha lasciata. Ancora non riesco a farmene
una ragione. Lo amo troppo, e questo gioca a mio sfavore. Cerco in tutti i modi
di non pensarci, ma il suo ricordo rimane. Allora cerco di dimenticarlo, ma
quando credo di stare bene, la sua immagine riaffiora nei miei pensieri. Ogni
cosa mi ricorda lui. Il vento mi sussurra il suo nome… è
insopportabile, sto soffrendo troppo, sto impazzendo… ho bisogno di rivederlo.
Ma devo resistere.
Dopo che ebbi detto addio a Nightmare,
incontrai Keno. Era dispiaciuto per noi. Cercò
inutilmente di tirarmi su di morale. Vedete come sono ridotta ora no?
Keno scoprì che Nightmare era stato costretto a comportarsi così, tutto per
salvarmi la vita. Dovrei perdonarlo? Molti l’avrebbero fatto. Ma io no.
Mi dispiace, ma non ci riesco. Troppe volte mi ha mentito.
Anzi, lo considero un codardo. Ha avuto paura. Non si è preoccupato di
chiedermi quello che provavo io. Ha voluto sempre fare di testa sua.
E queste sono state le conseguenze.
Sicuramente qualcuno sta pensando che esageri. Forse è così,
ma non potete aspettarvi che per l’ennesima volta lo perdoni e gli ricadi tra
le braccia. Stavolta no. Adesso basta.
Lui, Marcus, il Consiglio… possono benissimo andarsene al diavolo. Non ho più niente a
che fare con loro. Volevano che mi togliessi di mezzo? L’ho fatto.
Chi l’avrebbe mai detto che ero la
causa dei litigi di due stupidi angeli? Uno pazzo, l’altro maniaco.
Ora vorrei starmene in santa pace.
Ho persino recuperato tutta la mia memoria. Non so come sia
successo, so soltanto che una mattina mi sono
svegliata e mi ricordavo tutto.
So come sono andate le cose. E
provo ancora più rabbia verso Nightmare. Non è vero
che glielo chiesi io, fece tutto lui. I miei ultimi
ricordi risalgono esattamente a quel momento.
Io sdraiata con gli occhi socchiusi. Ricordo che facevo
fatica a tenerli aperti… erano così pesanti.
E lui mi guardava triste,
chiedendomi perdono. Mi accarezzava il viso dolcemente, tranquillizzandomi.
Cercavo in tutti i modi di reagire ma
non ci riuscivo, le forze mi avevano abbandonata. Sembrava
stessi morendo, ma non era così. Era solo un lungo sonno.
E prima di addormentarmi, ricordo chiaramente che Nightmare mi disse che mi avrebbe
amata in eterno…
Ecco… le lacrime iniziano di nuovo ad uscire fuori. Non
riesco a trattenerle. Sono debole e piagnucolona. Mi verrebbe voglia di
prendermi a calci, ma non ho la forza neanche per
quello.
Mi asciugo le lacrime, mi si stanno
arrossando per l’ennesima volta gli occhi.
Sapete, mi ricordo anche il primo
incontro con Marcus. Non so a quanti potrà
interessare…
Nightmare non si faceva vivo da
giorni, ormai. Ero seriamente preoccupata. Che
l’avessero scoperto?
Mi recai come tutte le mattine a lavoro. Lavoravo in una
caffetteria. Un posto molto confortevole e romantico. Anche
se mi dava la nausea in quei giorni, senza di lui.
Avevo appena finito di sistemare, quando il mio capo mi chiamò dicendomi che un ragazzo mi stava aspettando fuori.
Pensai subito a Nightmare, e corsi
fuori. Purtroppo non era lui.
Era un ragazzo moro, dagli occhi grigio-verdi. Aveva uno
sguardo profondo ed accattivante. Mi vide, sembrava
piuttosto compiaciuto.
Prima che potessi chiedergli chi
fosse, mi venne incontro presentandosi “Felice di conoscerti Clover, sono un amico di Nightmare.”
Mi porse una mano, e quando la strinsi, lui mi tirò di
scatto a sé, per poi abbracciarmi strettamente “Marcus.” Mi sussurrò rauco.
Rimasi senza parole, era successo
tutto velocemente.
Cercai di allentare la presa, invano. “Lasciami andare! Chi sei!?”
Passò il viso sul mio collo “Te l’ho detto, Marcus.”
“Potresti lasciarmi andare?!” ero
imbarazzata ed arrabbiata. Mi dava fastidio quel suo modo di comportarsi.
Mi allontanò sorridendo “Mi dispiace, ho uno strano modo di
presentarmi alle persone.”
“Me ne sono accorta.” Gli risposi abbastanza seccata. Poi mi
venne in mente quello che mi aveva detto poco prima… un amico di Nightmare.
Strinsi le sue braccia, speranzosa “Sai che fine ha fattoNightmare? Sono giorni
che non si vede!”
Mi guardò incuriosito, poi un sorriso
soddisfatto gli comparve sul volto. “E così sei veramente tu, la sua
ragazza.”
Solo dopo quelle parole, mi resi conto che quel ragazzo era uno delle persone che non dovevano sapere
di noi.
Non sapevo cosa dire. Ero entrata in confusione. Avevo
combinato un guaio.
Sogghignò “Magnifico. Devi essere assolutamente mia.”
Mi guardai intorno disperata. A quell’ora
non c’era nessuno in strada nessuno che potesse
aiutarmi.
Marcus mi afferrò per un braccio.
Aveva un sorriso malvagio.
Gridai presa dalla paura.
La stretta si fece più forte, ed iniziò a farmi
male il braccio. Cercai di divincolarmi cercando di
dargli uno schiaffo con la mano rimasta libera, ma purtroppo lui riuscì ad
afferrarmi anche l’altra.
“Mi stai facendo male!!”
“Se te ne stessi buona non ne sarei
costretto.” Sibilò lui seccato.
Mi trascinò in un vicolo. Era buio e riparato dalla strada.
Cercava in tutti i modi di baciarmi, ma nonci riusciva, mi
dimenavo troppo. Mi bloccò con le spalle al muro con il suo corpo. Continuava a
stringermi, e le braccia mi stavano facendo malissimo. Mi baciò sulle labbra. Cercai di scansarmi, non mi piaceva quel bacio così…
violento.
Posai lo sguardo sulla botola che conduceva al magazzino
della caffetteria. Il mio capo dopo averla usata, ogni volta si dimenticava di
chiuderla a chiave. Era perfetta… dovevo soltanto
trovare il modo di farcelo entrare.
Marcus tentò di nuovo di baciarmi.
Inizialmente feci resistenza, poi mi lasciai andare al
bacio. Ne restò sorpreso, poi si riscosse e continuò con più foga.
Man mano che
approfondivamo il bacio, facendosi più intenso e passionale, Marcus mi accarezzava sensualmente sotto la camicetta. Iniziai a mordergli l’orecchio, lo sentivo eccitarsi sempre
di più.
Mi baciò con più impeto, scendendo sulla gola. Lo allontanai
un momento da me. Ansimavamo tutti e due.
Nel vicolo si potevano sentire soltanto i nostri respiri.
Trascinai un bacio sulla sua guancia. “Marcus..”
pronunciai il suo nome desiderosa di lui.
Marcus gemette soltanto a sentirmi
pronunciare il suo nome, prima che lo baciassi di nuovo.
Mi stavo facendo schifo, ma dovevo distrarlo.
Lo baciai con più passione, sussurrandogli quanto lo desiderassi. Stava perdendo il controllo.
Iniziai lentamente a farlo arretrare in direzione della
botola, che gli era di spalle.
Mancava meno di un metro, che si fermò di scatto. “Cosa fai?” mi chiese ansimante.
Gli sorrisi maliziosamente, strusciandomi contro di lui. Gli
morsi il lobo dell’orecchio “Ti desidero almeno quanto
tu desideri me…”
Sorrise eccitato, poi mi passò una mano sotto la gonna. Mi
allontanai subito.
Marcus mi guardò contrariato.
Gli sorrisi “Arretra di qualche passo, tesoro..” lo avvertii slacciandomi
lentamente la camicetta. Era impaziente, ma anche divertito.
“E’ una tortura che vale la pena di vivere…” disse rauco
guardandomi come un leone che guarda la sua preda.
Arretrò di qualche passo, per poi fermarsi nuovamente.
Mancava solo un passo dalla botola. Mi avvicinai a lui, facendo aderire il mio
corpo al suo. Potevo sentire il suo cuore battere all’impazzata.
Mi accarezzò la schiena sensualmente. Un brivido di piacere
mi percosse tutta.
La
situazione sta degenerando!!
Mi allontanai nuovamente da lui. Mi aspettava. Lo guardai. Quando portai le mani dietro la schiena per slacciarmi il
reggiseno, Marcus arretrò eccitato, di qualche passo.
Lo vidi cadere dentro, lanciando un’imprecazione.
Raccolsi di corsa la camicetta e mi diressi verso la botola.
Era seduto, e si stava massaggiando la testa confuso.
Alzò la testa furibondo “Tu!!!”
Lo guardai male “Come puoi aver pensato che provassi
veramente qualcosa per te?”
Non gli diedi il tempo di rispondere che chiusi la botola
con il lucchetto.
Andai in negozio a riprendermi la roba e corsi direttamente
a casa mia. Arrivata, mi chiusi dentro, a chiave. Mi recai in bagno, e feci
uscire l’acqua calda nella vasca.
Mi facevo terribilmente schifo. Non avrei mai voluto fare
quelle cose. E la cosa che mi faceva più rabbia, era
che ad un certo punto mi era anche piaciuto.
Restai a fissarlo a bocca aperta. Mi aveva vista? Ci aveva
visti e non era intervenuto?!
Lurido
bastardo…
“Non ho fatto nulla di male…” gli dissi poco convinta.
Nightmare alzò un sopracciglio, scettico “Come no..”
Non sapevo cosa dire, qualunque cosa avessi detto non mi
avrebbe creduto. Gli avrei comunque detto la verità.
“Ero forse io quello che si stava sbaciucchiando e
strusciando con quel fetente?” mi disse seccato. Si stava arrabbiando, lo
vedevo benissimo dai suoi occhi.
Abbassai lo sguardo sottomessa al suo, era troppo per me.
Ora che ci penso non sono mai riuscita a guardarlo negli
occhi per più di cinque secondi, mi scombussola tutta, non capisco più niente,
e mi vergogno da morire. Figuriamoci poi quand’è arrabbiato.
“L’ho fatto.. per poter scappare…” iniziai a piangere “mi
vergogno di me stessa, non avrei mai voluto!” mi sentivo uno schifo, avevo
sicuramente perso la sua fiducia.
Nightmare mi poggiò una mano sulla testa, rassicurandomi
“all’inizio quando vi ho visti pensavo il peggio, poi quando l’hai fatto cadere
nella botola, mi sono tranquillizzato..”
Portò la mano sotto al mio mento, e mi alzò il viso “ Sono
tremendamente geloso, non sopporto che qualcuno ti si avvicini. Sarò egoista,
pensa quello che vuoi, ma tu sei mia,e
di nessun altro.”
Mi sfiorò le labbra con le sue “Ormai il mio cuore ti
appartiene, attenta a non giocarci troppo, potrebbe rompersi.”
Restai a guardarlo sconvolta. Non me l’aspettavo.
Non lo vedevo così geloso. Ma ne fui felice, immensamente
felice.
Mi strinsi a lui, chiedendogli mille volte scusa. Lui mi
abbracciò dolcemente… avrei tanto voluto che il tempo si fermasse intorno a
noi.
Purtroppo Marcus sapeva dove abitavo, perciò Nightmare
decise di portarmi per un po’ di tempo nel suo mondo. Fece sistemare una
casetta in mezzo al bosco che si trovava nel suo giardino.
Marcus non avrebbe mai sospettato che mi trovassi sotto i
suoi occhi. Ma la pace non durò molto. Dei servitori di Marcus mi trovarono e
mi portarono da lui. Avevo due scelte: continuare ad amare Nightmare,morendo…
oppure dimenticarlo, continuando a vivere.
Decisa più che mai scelsi la prima ‘opzione’: non mi
importava di morire, avrei continuato ad amarlo.
“Mi piace il tuo coraggio, peccato… stai sprecando tempo con
uno che non ti merita…” mi disse Marcus dispiaciuto.
Non gli risposi, mi limitai a zittirlo con lo sguardo.
Marcus si trovò in difficoltà, e l’unica cosa che disse fu
“Uccidetela!”
Mi fecero inginocchiare, con la testa china. Era inutile
tentare di scappare con mani e piedi legati. Chiusi gli occhi. Non avevo paura.
“Sei ancora in tempo per salvarti.” Mi suggerì Marcus
allarmato.
Gli sorrisi, trasmettendogli quello che provavo… l’amavo
troppo per poterlo dimenticare, meglio morire.
Strinse i pugni, e fece cenno con la testa al servo, che si
mosse nella mia direzione.
Mi puntò un pugnale alla gola. Mi uscì fuori una lacrima,
avrei voluto tanto rivederlo, almeno un’ultima volta prima di morire…
All’improvviso il mio angelo, irruppe nella stanza,
spalancando la porta. Era furioso. Non volevo, non volevo che fosse così, non
sopporto quando soffre o si arrabbia. Lo vorrei sempre felice.
Il servo con in mano il pugnale, non fece in tempo a
realizzare cosa stesse accadendo, che Nightmare gli afferrò il polso,
torcendoglielo. Urlò dal dolore, e fece cadere l’arma.
“Nightmare! Esci di qui!” urlò Marcus altrettanto
arrabbiato. Si alzò per andargli incontro, ma le guardie gli si piazzarono
davanti, contro Nightmare.“Non ho
bisogno della loro protezione!” sbraitò l’angelo al consigliere. Ma l’uomo fece
finta di non ascoltarlo.
Nightmare rise malignamente “Non preoccuparti, ci penso
io..” dettò ciò la falce gli si materializzò in mano. Le guardie si misero in
difesa, preparandosi ad un suo eventuale attacco.
Intanto io mi trovavo dietro di lui… assistevo alla scena
immobile.
Con poche manovre, fece roteare la falce, colpendo ogni
singola guardia nei punti vitali. Caddero uno ad uno a terra, in un lago di
sangue.
Ma
da dove è uscito fuori questo?!
Il consigliere tremava sconvolto di fronte a quella scena,
mentre Marcus fissava Nightmare con odio. Preso dalla paura il consigliere
corse verso la porta, ma un fascio di luce nera uscita dalla mano di Nightmare,
lo carbonizzò all’istante.
Marcus lo guardò pietrificato, non cercò nemmeno di fermarlo,
quando mi slegò, e mi prese in braccio.
“E’ tutto finito.” Mi sussurrò amorevolmente baciandomi
sulla fronte.
Alcune sere dopo, Nightmare mi effettuò l’incantesimo della
cancellazione della memoria. Ricordo le mie lacrime, seguite dalle sue… I suoi
occhi tristi e spenti… La sua voce tremante…
Cercai in tutti i modi di fermarlo, di impedirglielo. Piansi
e mi disperai, con tutta me stessa. Ma lui lo fece comunque, chiedendomi
perdono.
Lo fece per non farmi soffrire.
E lui? Avrebbe sofferto, continuandomi ad amarmi in
silenzio.
Ora so che non si è inventato nulla, che due settimane fa mi
ha mentito per non so quale motivo.
Lui mi amava, e mi ama ancora adesso.
Qualche volta, di notte, viene a trovarmi mentre dormo. Mi
si sdraia accanto, coccolandomi e sussurrandomi dolci parole. Ma la sua voce è
triste.
Si sente solo, vuoto, perduto… e gli manco tanto.
Mi racconta delle sue giornate, tristi.. grigie e monotone,
senza di me.
A volte piange, abbracciandomi più che può.
Vorrei consolarlo, abbracciarlo, baciarlo… ma non posso…
cerco di svegliarmi ma non ci riesco…
E piango, piango dentro di me. E’ successo che mi uscisse
qualche lacrima, che lui me l’asciugasse subito… ma non sono mai riuscita a
svegliarmi. Pensavo stessi solo sognando, infondo desideravo tanto vederlo… ma
una mattina svegliandomi trovai accanto al cuscino una rosa rossa ed una piuma
nera.
Quando la sua mancanza si fa troppo pesante, prendo la piuma
e la stringo al petto, immaginando che lui sia qui da me.
Adesso stanno bussando alla porta, chi potrà mai essere a
quest’ora della notte?
Raggiungo il corridoio che conduce alla porta di casa.
“Chi è?”. Nulla. Nessuno mi risponde.
Guardo attraverso l’occhiello, ma non vedo niente.
“Sarà qualcuno che si diverte…” mi dico girandomi per andarmene.
Di nuovo che bussano. Resto in ascolto. Non vi è alcun
rumore a parte il ticchettio dell’orologio e… un lamento.
Sento sussurrare il mio nome. “Sembrerebbe la voce di…”
Senza pensarci due volte, giro la chiave ed apro la porta di
scatto. Il cuore inizia a battermi forte. Nightmare è in piedi, appoggiato al
muro. Si tiene una spalla sanguinante. E’ ridotto malissimo. Deve aver perso
molto sangue. Ed a giudicare ha anche la febbre.
E’ bagnato fino alle ossa. Fuori sta diluviando.
Mi guarda, e mi sorride “…Clover…” .
Poi chiude gli occhi, accasciandosi a terra.
spettavo. ardarlo
sconvolta. Non me l'ta a non giocarci troppo, potrebbe rompersi."ola, mi
sono tranquillizzato.on capisco più
Clover lo trascinò dentro casa, portandolo nella sua stanza
Un
bacio così dolce.
Clover lo trascinò dentro casa,
portandolo nella sua stanza. Con un enorme sforzo riuscì a farlo
sdraiare sul letto, “Svegliati! Nightmare… svegliati!”
provò a chiamarlo, cercando di fargli riprendere coscienza, ma nulla.
Cercò di togliergli la camicia senza fargli male, ma ad ogni
tocco dalle labbra dell’angelo usciva un lamento.
Le lacrime le salirono agli occhi “Devo resistere, non posso
starmene qui a frignare.” Si asciugò le lacrime, poi
corse a prendere il telefono.
Compose il numero del suo migliore amico, aspettando che
rispondesse. Forse era ancora il suo turno…
Lui
è in grado di curarlo… gli chiederò di non farne parola con nessuno… posso
fidarmi diDrew !
“Pronto?” rispose una voce stanca.
“Drew… sono Clover.”
Aveva la voce tremante. Non
piangere, fallo per lui.
Era sorpreso “Clover, perché mi chiami a quest’ora della notte?”
Clover guardò l’orologio: mancava
poco all’una.
“Scusami… è che ho bisogno del tuo aiuto… un mio amico sta
male...”cercò di mantenere
la calma, fece un respiro profondo e continuò “E’ ferito ad una spalla, ed ha
la febbre molto alta… deve essere stato molto sotto la pioggia.”
“In che condizioni è la ferita?” aveva una voce allarmata…
“Non lo so! …è profonda, ed ha perso molto sangue…! Non so
cosa fare…” iniziò a piangere disperata.
“Clover mantieni la calma! Adesso
vengo, tu intanto spoglialo ed asciugagli tutto il corpo, poi fasciagli la
ferita dopo averla disinfettata. Cercherò di fare il prima possibile.”
“S-sì!” Attaccò il telefono e
corse nella sua stanza.
Nightmare
era lì, tremava, si torceva dal dolore, con il respiro irregolare. Le tremavano minacciosamente le gambe, non poteva vederlo così.
Gli andò accanto, finì di spogliarlo, e lo asciugò dalla pioggia.
Prese il disinfettante, per pulirgli la ferita. L’angelo ad
ogni tocco gemeva dal dolore, stringendo le lenzuola.
Dopo avergli fasciato la ferita, Clover
gli spostò le ciocche dei capelli che aveva sulla fronte, asciugandogliela dal
sudore.
“Resisti amore mio, ti prego.” Gli
sussurrò prendendogli una mano e baciandogliela.
Alcuni minuti dopo, Drew era lì
che visitava Nightmare. Clover
lo stava aspettando fuori dalla stanza. L’aveva fatta
uscire, perché sarebbe stato troppo per lei. Ogni tanto si sentiva qualche
lamento di Nightmare, e lei cercava di non
ascoltarlo, ma era inutile.
Drew uscì fuori
dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
“Come sta?” gli chiese Clover
speranzosa.
L’amico scosse le testa dispiaciuto
“Male, la ferita è infetta… non posso fare nulla…”
“Cosa…!?” non riusciva a crederci.
“Nella ferita vi è un veleno che qui non esiste, o almeno
non è conosciuto… non so come fare…”
La ragazza lo guardava sconvolta.
“Clover non ti chiederò chi sia, ma se sai qualcosa
che possa servire ad aiutarlo, devi dirmela. Altrimenti
non potrò fare nulla.” Provò a dire Drew.
“Io… non so niente… non so niente…”
restò a fissare il pavimento “Devo… devo trovare Keno…
lui saprà aiutarmi!”
Prese il cappotto “Drew,
per favore resta con lui. Devo andare a cercare una persona.”
Arrivata in strada, si fermò. Non sapeva dove andare. Come
chiamarlo.
“Non ci avevo pensato… come posso trovarlo? …come faccio…?” si inginocchiò e pianse, pianse più che poteva. Non serve a nulla….
Ma non so cosafare…
La pioggia continuava a cadere incessante, la gente correva
a ripararsi, mentre lei sedeva sul gradino del marciapiede.
“E’ così importante per te quello? Ogni volta che ti vedo
non fai che straziarti per lui.”
Si voltò, Marcus
le era seduto accanto.
“Cosa sei venuto a fare? Non sei ancora soddisfatto?” non aveva voglia di urlargli
contro, tanto non sarebbe servito a nulla. Voleva soltanto che se ne andasse.
“Che cattiva… io vengo a
preoccuparmi e tu mi tratti così… come sta?” lo disse con un tono di voce misto
tra preoccupato ed offeso.
“Prima lo ferisci, e poi ti preoccupi?!”
sbottò Clover alzandosi in piedi. Strozzarlo sarebbe
stato poco.
Marcus si alzò a sua volta,
sovrastandola con la sua altezza. “Stavolta non ho
fatto niente! Pensi che sia l’unico ad odiarlo?! In
quel mondo la maggior parte della gente gli augura ogni giorno la sua morte!”.
Si era arrabbiato, possibile che quella ragazza pensasse sempre male di lui?! E’ vero che li tormentava… però… però la verità era che
lui aveva fatto di tutto per non farsi amare. Aveva
pensato soltanto ad allontanarli, senza mostrarle davvero il suo amore…
La sua espressione da accigliata, divenne triste, ed un
sorriso amaro gli comparve sul volto “Ho sbagliato tutto… potrai
mai perdonarmi?”
A quelle parole, Clover rimase
sbalordita. Che sta succedendo?
Non sapeva se credergli o no, infondo
l’aveva ingannata molte volte. Non era neanche il momento di perdersi in
chiacchierate. Doveva salvare Nightmare.
“Tu! Tu sei in grado di aiutarlo, vero?” gli
chiese disperata Clover, ricominciando a
piangere.
Marcus restò a guardarla un
momento, aiutarla a guarire il suo nemico e renderla felice, o lasciarlo morire
e renderla infelice ma avendo occasione di
avvicinarla?
Si diede dello stupido. Non era giusto approfittare delle
debolezze degli altri, e non voleva vederla triste.
“Portami da lui.” La
sua voce si fece seria e decisa.
Drew la stava aspettando,
camminando avanti e indietro per il salone. Quando la vide
sulla soglia della porta le corse incontro “Allora?”. Clover gli diede un’occhiata
furtiva e corse nella stanza dove si trovava Nightmare.
Dietro di lei, entrò un ragazzo, che senza degnarlo di uno sguardo, la seguì.
Clover fece un momento capolino
dalla porta “Drew, ti ringrazio tanto, ma è meglio
che tu vada.”
“Ma..” provò
a dire lui andandole incontro.
“Niente ma.” Gli sorrise “Ti farò
sapere.”
“D’accordo.” Prese giacca e borsa, ed uscì.
“Se ne è andato?” Marcus levò le fasce dalla ferita.
“Si… deve esserci rimasto male…” le dispiaceva aver
liquidato così il suo miglior amico, dopo che si era precipitato ad aiutare la
persona che la stava facendo soffrire. Lui sapeva tutto.
Marcussospirò,
poi fece uscire le sue ali. A differenza di quelle di Nightmare, queste erano nere, ma con riflessi rossi.
“Ho bisogno di un bel po’ di energia
per aiutare questo stupido.”riferì seccato “preparami un barile di cioccolata
calda per farmi riprendere.”
Fece il giro del letto, sedendosi sopra, accanto a Nightmare, che non smetteva di tremare e respirare male.
Portò una mano all’altezza della ferita, senza toccarla.
Comparve una luce grigiastra sia sul palmo della mano, che sulla ferita. Clover andò a sedersi accanto, senza proferire parola.
Restò a fissare la ferita.
“Chi era quello di prima?” chiese Marcus,
continuando il suo incantesimo, e controllando la ferita.
“Nessuno.” Fece lei, sdraiandosi per metà, poggiandosi sul
gomito.
“Non sono affari miei, ma devo pur restare sveglio in
qualche modo…”
Clover sbuffò, sdraiandosi supina
per poterlo guardare, e poggiando la testa sulla gamba di lui.
Marcus sorrise “Ti fidi così tanto?”
“E’ quello che mi chiedo anch io,
ma l’unica risposta che mi arriva sono i tuoi occhi…”
“I miei occhi?” ripetè lui curioso.
“Si…” rispose lei confusa “hanno una luce diversa… e
qualcosa mi dice che posso fidarmi…”
Marcus rise “interessante.”
Tornò serio “E quello di prima? E’ la tua nuova fiamma?”
Clover scoppiò a ridere “Ma no! Andrew è soltanto un amico!”
“Peccato che per lui non sia così” sbottò seccato.
“Cosa? Ma
se non lo conosci! Non l’hai neanche degnato di uno sguardo!”
replicò lei divertita.
“Ti sbagli, non l’ho dato a vedere, e la prima impressione è
quella che conta.”
“Aaaah chi li capisce voi uomini!”
iniziò a giocherellare con una piuma di Marcus “Che
ci trovate di bello in me? Non sono tutto questo
splendore, ed ho un carattere bruttissimo.”
Marcus alzò un sopracciglio “E’
quello che mi chiedo anch io.”
Aggrottò la fronte “sei
insopportabile!”
Clover mise il broncio e si girò
dall’altra parte. Sei
tu insopportabile! Chiuse gli
occhi.
Marcus iniziò a muovere la gamba,
in modo da far saltellare la testa di Clover. “Ma che
fai?!” sbraitò lei seccata.
“Io fatico e tu dormi? Scordatelo!” sbottò
lui offeso e più seccato di lei.
Un’ora dopo, l’unico ad essere ancora sveglio era Marcus. Aveva ancora la mano sulla ferita di Nightmare.
Sbuffò imbronciato “Mi chi me l’ha fatto
fare.”
Lanciò un’occhiata a Clover “ah
già… lei…”
Sbadigliò, iniziava ad essere stanco, non si era mai concesso una pausa, ed avrebbe tanto voluto
sgranchirsi le gambe. Clover si svegliò, era
assonnata, e non capiva niente. “Marcus… sei stanco?”
gli chiese dispiaciuta.
“Direi di sì, ma tu continua a
dormire.” Le disse accarezzandole la testa amorevolmente.
“Posso fare qualcosa?” continuò.
Marcus la guardò: aveva due occhioni tristi ed assonnati.
“Darmi un bacio” disse scherzando.
Clover lo guardò dritto negli
occhi, alzandosi in ginocchio.
Pronto
a morire per la patria…
“Dai stavo solo…” provò, ma fu interrotto da un bacio di Clover.
Spalancò gli occhi stupito. Non
pensava lo facesse davvero. Stava solo scherzando.
Poteva sentire le morbide labbra di lei sulle sue. Non era
la prima volta che si baciassero, però era diversa.
Stavolta era stata lei a volerlo.
Un bacio così dolce.
Quando Clover si allontanò da lui,
si accasciò di nuovo addormentata. Marcus
non disse nulla. Restò a fissare il vuoto.
La mattina, quando Clover aprì gli occhi, si sentì circondata da due
braccia
La
scelta.
La mattina, quando Clover aprì gli occhi, si sentì
circondata da due braccia. Sorrise, pensava fosse Nightmare. Poi quando si
ricordò cos’era accaduto, si girò di scatto trovandosi faccia a faccia con
Marcus. Stava ancora dormendo, ed in faccia aveva stampata un’espressione
beata.
“Tu! Staccati immediatamente!!!” iniziò ad urlare furibonda
“Levati!!!”
Marcus aprì gli occhi scocciato “Cos’hai da urlare?! …stavo
dormendo così bene…”
“Me ne sono accorta! Maniaco!”
“Ma quale maniaco! Prima mi baci e poi t’incazzi?!” le
rispose lui indignato.
“Io baciarti?! Stai ancora dormendo!!”replicò inorridita.
“Potresti anche evitare di dirmelo così schifata! E comunque
mi hai baciato!”
Clover stava per rispondergli, quando sentì un mugolio
provenire da Nightmare. Gli andò accanto “Nightmare..”. Lui aprì gli occhi
cercando di sorridere.
Marcus, uscì dalla stanza senza farsi vedere.
“Come ti senti…?” gli chiese Clover accarezzandolo sulla
guancia.
Nightmare era debole, e parlava a fatica “Direi… bene, dato
che non sento più il corpo…” fece una pausa per riprendere fiato “e tu… come
stai…?”
“B-bene…” la sua voce non era affatto sicura.
“Ed allora perché… stai piangendo…?” aveva un tono
comprensivo. Tossì più volte. Si guardò la mano con cui si era coperto: sangue.
Che stia
morendo? No… me ne renderei conto.
“Come sto…?”
“Non lo so… devo chiederlo a Marcus….”. Pronunciando quelle
parole si fece piccola piccola.
Il tono di Nightmare
si fece più alto “Marcus…?!”, fece per alzarsi, ma le forze vennero a mancargli,
e ricadde sul letto.
“Non muoverti, sei ancora debole! Non devi affaticarti!”
Clover era molto preoccupata per lui “Stai buono ti prego, non voglio
perderti.”
“Marcus è pericoloso, fa attenzione…” le sussurrò lui,
stanco, prima di cadere nel sonno.
“Lo so.” gli rispose, andando nell’altra stanza.
Marcus era seduto sul divano, quando si accorse di Clover,
si girò dalla sua parte, sorridendogli “Come sta il tuo amore?”
Clover si andò a sedere sulla poltrona “dovresti dirmelo
tu.”
Marcus sospirò esausto “Sta bene deve solo riposare e…”
indicò dei sacchetti sul tavolo “prendere quelle medicine.”
“A cosa servono?” chiese lei gelida.
“A tutto. E’ debole, ha perso molto sangue, la ferita è
ancora aperta… perciò deve riguardarsi, direi…” sorrise sarcastico “Cos’è tutta
questa freddezza improvvisa?”
“Mi sono resa conto di aver commesso un errore.”
“Quale?” chiese lui tranquillo.
“L’averti dato troppa confidenza.” Era nervosa,
terribilmente nervosa.
“Se è per il bacio…” bisbigliò Marcus segretamente.
“Per me non c’è mai stato nessun bacio.” Sbottò lei
accigliata “è stata una mia debolezza, niente più.”
Si alzò in piedi prendendo le medicine, e dirigendosi verso
la sua stanza “ti ringrazio per l’aiuto, e per quella cosa… bè ho dovuto
dirtela, prima che ti facessi strane illusioni.”
Marcus si arrabbiò, alzandosi in piedi e sbattendola contro
il muro “Pensi che Nightmare ti perdonerà?! O hai intenzione di tenerglielo
nascosto?!”
Clover lo guardò fredda, e con disprezzo “Sarà la prima cosa
che gli dirò, quando si sveglierà.”
“Non ti perdonerà.” Le sibilò lui, prima di lasciarla
andare.
“Non sono cose che ti riguardano.” Gli rispose lei, cercando
di mantenere la calma.
Marcus le afferrò un polso “Ricordati: tu sarai mia! Viva o
morta!” la minacciò, prima che Clover desse uno strattone liberandosi dalla sua
presa.
“Mai!!!” gli urlò in faccia lei, prima di chiudersi nella
stanza.
Restò in ascolto di qualche eventuale rumore… sentì soltanto
il rumore della porta che sbatteva. Fece un lungo respiro e si diresse verso
Nightmare. Stava dormendo, ma sul viso aveva un’espressione felice.
Clover sorrise a sua volta, accarezzandogli la fronte. Non
le sembrava vero che Nightmare fosse lì, anche se ferito… lui era lì.
Verso ora di pranzo Nightmare si svegliò, quando la vide
cercò di tirarla a se debolmente, ma non ci riuscì.
“Non affaticarti.” Lo rimproverò lei.
“Perché ho come l’impressione che… tu debba dirmi
qualcosa…?” Sembrava le stesse leggendo nell’anima.
Dubitava che leggesse nel pensiero, era troppo debole.
Clover iniziò a togliergli le bende “E’ vero, devo parlarti,
ma te ne dirò una al giorno.”
Nightmare aggrottò la fronte “Sono molte?”
“Due o tre…”
Nightmare la guardò perplesso “dimmene una.”
Clover prese coraggio, e continuando a medicarlo, parlò:
“Stanotte… ho baciato Marcus.” Niightmare tossì sconvolto “Cosa..?!”
“Mi sono svegliata, lui mi ha chiesto di baciarlo, ed io
l’ho fatto.”Proseguì lei non riuscendo
a guardarlo negli occhi.
“Perché?!” chiese lui allibito.
“Non… lo so. Ero triste e confusa. E’ stata una…”
“Debolezza.” Concluse Nightmare per lei.
“Sei arrabbiato, vero?” chiese lei abbattuta.
“Direi di si. …A te farebbe… piacere?” continuava a
respirare a fatica.
Clover scosse la testa. Nightmare la guardò un istante,
portandosi le mani al viso “Ma non posso fartene una colpa… o almeno solo in
parte.”
Tacque, per poter riprendere fiato. “Ti ho trattata
malissimo, ti ho allontanata da me… è come se ti ci avessi spinto tra le
braccia… è anche colpa mia…”
Clover restò in silenzio.
Nightmare la guardò male “Se nei prossimi giorni, te ne
uscirai fuori che… te ne sei andata a letto con lui, prima uccido lui, poi ti
rinchiudo… nei sotterranei del castello.”
“Ma sei impazzito?! Non lo farei mai!” replicò
scandalizzata, “mi sento uno schifo solo per un bacio…” finì abbattuta.
“Meglio così…” chiuse
gli occhi cercando le parole adatte “parlando di noi due…”
“Domani” intervenì Clover “domani ne parleremo.”
“Ah… deve far parte di quelle due o tre cose…”sussurrò lui tra se.
Clover si limitò ad acconsentire in silenzio.
Si chinò su di lui, baciandolo sulla fronte “avrai fame… c’è
qualcosa che vuoi in particolare?”
L’angelo sorrise debolmente “qualunque cosa purché non si
mastichi troppo.”
“Ma che schifo!” esclamò Nightmare allontanando il bicchiere
da se. “Non fare il bambino, bevi!” gli ordinò Clover avvicinandogli il
bicchiere.
“Prova a berla tu quella roba!” si lagnò lui.
“E’ a te che serve! Devi rimetterti in sesto!” Clover
avvicinò il bicchiere alla bocca di Nightmare “bevi!”
“Soltanto se mi dai un bacio!” replicò lui indispettito “da
quando sono sveglio non mi hai dato neanche un misero bacino! Neanche uno!”
“Si che te l’ho dato…” borbottò lei, lasciandogli il
bicchiere in mano.
“Sulla fronte!”sbuffò lui, bevendosi la medicina senza pensarci, “Ma che schifo!!!”
urlò disgustato posando il bicchiere “Addio ricatto!”
“Gia è tanto quello credimi! Fino a prova contraria io e te
non stiamo insieme!”disse Clover rossa.
“Non mi ami più?” chiese l’angelo serio.
“Si che ti amo!” Abbassò lo sguardo confusa e mortificata.
Nightmare alzò un sopracciglio “mi ami… ma non vuoi
baciarmi…? Tutto nella normalità…”
Clover si alzò di scatto “Senti Nightmare! Non puoi
pretendere che tutto torni come prima! Non hai fatto che mentirmi! Mi hai
lasciata inventandoti scuse! Non so ancora il motivo per cui l’hai fatto!”
spostò lo sguardo da un’altra parte “Io ti amo, ma non voglio soffrire. O io, o
ti togli di mezzo.”
Nightmare non rispose, abbassò lo sguardo, fissando un punto
preso a caso.
“Bene, volevo dirtene una al giorno, ma ormai… sono gia
due…” sospirò lei, tornandosi a sedere.
“Gia che ci sei, potresti dirmi la terza…” sussurrò lui
affranto, continuando a tenere lo sguardo basso.
“Non so se…” “dimmelo e basta.”
Clover iniziò a giocherellare nervosamente con un anello.
“Ecco…” guardò un momento gli strani disegni incisi sopra “non so quali siano
le tue intenzioni, ma le mie sono ben chiare…”
Nightmare sorrise “va avanti.”
Smise di giocherellare, e la sua voce si fece un sussurro
“non… non ho alcuna intenzione di tornare con te… almeno per adesso…”
A quelle parole il sorriso dell’angelo scomparve dal viso.
Adesso era preoccupato, seriamente preoccupato “Sei sicura…?”
“Credo di si…” continuò lei.
“Credi?” chiese con voce allarmata.
“Credo… ma non preoccuparti… finche starai male resterai
qui, con me…” fece una pausa “dopo vedremo…”
Nightmare non si mosse, restò in silenzio,riflettendo tristemente su tutto l’accaduto.
Nei giorni che seguirono, Nightmare e Clover si parlarono
pochissimo, a causa dell’imbarazzo nonché disagio che provavano l’un l’altra.
Clover entrò in stanza,portandosi secchio e strofinacci “Devo pulire… te la senti di cambiare
stanza?”
Nightmare alzò le spalle “non lo so, non mi sono mai alzato,
ma se mi dai una mano…”
“Certo! E che ne dici se ti preparo un bel bagno caldo?”
chiese lei gentilmente.
“Sarebbe bello.” Le rispose lui arrossendo “ma dovresti
aiutarmi a spogliarmi…”
“No problem! Resisterò!” tirò via le coperte “anche perché
non è la prima volta…” si disse tra se ripensando all’incantesimo che fece
effettuare a Keno, per poterlo guardare.
“Cosa?” chiese l’angelo confuso.
“Nulla nulla!” rise lei, aiutandolo ad alzarsi.
“Accidenti che faticaccia!” esclamò Clover,sorreggendolo.
Nightmare rise “Sarò un bastoncino con pochi muscoli ed
effemminato, ma l’altezza conta.”
“Ma finiscila! Credimi sei virile! E giusto di muscoli, non
mi piacciono quelli troppo muscolosi.”
L’angelo sorrise maliziosamente “Virile, eh? Allora ce lo
fai qualche pensierino su di me.”
“Finiscila!” borbottò Clover rossissima.
Entrarono nel bagno. “E-eccociq-qui…” balbettò Clover tesissima.
“…gia…” continuò Nightmare iniziando a vergognarsi.
Andarono accanto alla vasca “Tutto a un tratto mi sento
male…” dichiarò Clover imbarazzata.Nightmare evitò di guardarla negli occhi “posso provare da solo…”
“Mai!!!” esclamò lei “Sei ferito, hai bisogno d’aiuto!!!”
“Ok.” Sorrise dolcemente l’angelo.
Lentamente Nightmare iniziò a slacciarsi i bottoni della
camicia, con una smorfia di dolore ad ogni movimento.
“Lascia, faccio io.” Gli disse Clover gentilmente,
continuando a sbottonargli la camicia. Lui le sorrise debolmente “guarda cosa
sei costretta a sopportare.”
“Non dire idiozie.” Lo rimproverò lei dolce.
Possibile
che debba tutto finire? Si ritrovò a pensare l’angelo.
Clover lo osservò di sottecchi: aveva un bel corpo, vita
sottile, fianchi stretti e gambe lunghe e ben formate, ed allo stesso tempo
appariva forte e virile. Notò anche una cicatrice sulla spalla, che prima non
aveva notato.
“Ti piaccio, eh?” osservò l’angelo ridendo divertito. I suoi
occhi sorridenti rapirono quelli di lei, colorandole le gote di un leggero
rossore.
“M-ma che dici…” borbottò lei, con le gote ancora più rosse.
“Guarda che non c’è nulla di male.” Continuò lui con voce
accattivante. Le si avvicinò, circondandola con le braccia, e portandola a se.
Il corpo di Clover era tutto un fuoco, poteva sentire il
battito del cuore di lui, sul suo petto. Il suo respiro caldo sul suo collo,
mentre la ricopriva di piccoli morsi.
“Nightmare no…” Clover provò ad allontanarlo, ma il suo cuore
ed il suo corpo si opposero.
Però all’improvviso Nightmare si fermò di colpo, gemendo dal
dolore, per la ferita.
“Accidenti…” sussurrò con rabbia.
“Dai che ti aiuto ad immergerti.” Gli disse Clover confusa.
“No… non preoccuparti… faccio da solo… non vorrei
ricominciare…” borbottò lui seccato e dispiaciuto, iniziando ad entrare nella
vasca.
“Capito.” Finì Clover dispiaciuta, uscendo dal bagno.
Nightmare si trovava nella sua provvisoria stanza, sdraiato sul letto,
pensieroso
Amicizia.
Nightmare si trovava nella sua
provvisoria stanza, sdraiato sul letto, pensieroso.
Che devo fare?Strinse i pugni Non voglio assolutamente
perderla.
Spostò lo sguardo sulla porta della stanza. Era chiusa, e
dall’altra parte c’era Clover. Si guardò intorno, in
cerca dei suoi vestiti. Li vide piegati sopra una sedia.
Scostò le coperte, fece un profondo respiro, e deciso cercò
di alzarsi in piedi. La testa iniziò a girargli vorticosamente, era
debolissimo, e per non cadere dovette poggiarsi al muro, procurandosi un forte
dolore alla spalla. Lentamente, riuscì ad arrivare ai vestiti, prendendoli e
sedendosi sulla sedia.
“Maledizione…” sospirò
“così sono solo d’impiccio… persino a me stesso…”. Iniziò a vestirsi,
evitando di pensare al dolore che gli procurava ogni minimo movimento.
Clover
intanto si era sdraiata sul divano, esausta per il lungo lavoro in caffetteria.
Abbracciò un cuscino, Avrò fatto bene…?Cavolo me ne sto gia
pentendo… strinse ancora di più il cuscino a se Ma non voglio chesi ripeta tutto… non voglio più soffrire…
Chiuse gli occhi, sperando di
potersi addormentare, ma il pensiero le finiva sempre li, Nightmare.
“Basta Nightmare,
non ce la faccio più!” voglio dormire… disse ad alta
voce chiudendo gli occhi, e coccolandosi contro lo schienale.
“Se vuoi me ne posso andare,
basta che tu me lo dica.” Riferì Nightmare
avvicinandosi al divano. Clover a quelle parole
spalancò stupita gli occhi, rigirandosi di scatto.
“Che ci fai in piedi?!” gli chiese allarmata. Fece per alzarsi
maNightmare l’anticipò andandosi a sederle
accanto. “Resta pure sdraiata… immagino che sarai
stanca.”
Clover
restò a fissarlo a bocca aperta. Era in piedi! Non poteva stare in piedi! Ma come aveva fatto?
Poi ripensò
alle parole dette poco prima, “E-ecco io…” balbettò
rossa.
“Mi dispiace recarti tutto questo
disturbo.” La interruppe lui serio.
Clover
sorrise dolcemente “non mi disturbi affatto, anzi mi
fa piacere che tu sia qui. Almeno non sono sola.”
Nightmare
la fissò per un lungo momento, cercando di capire cosa le passasse
per la testa… se voleva, ora poteva usare i suoi poteri ma… non gli sembrava
corretto, almeno
per ora…
“Eh?” Clover
lo guardò sorpresa. Non se l’aspettava, restare amici sarebbe stato molto
difficile, specialmente se di mezzo c’erano l’amore e… Marcus.
Sussultò. Perché le era venuto in mente Marcus? A lei non interessava! Lo odiava! Possibile che
provasse qualcosa per lui? …non era possibile.
Nightmare
continuò “Si, restare amici, in modo che possa rimanerti vicino…” si fermò,
guardandola sensualmente “…e poterti riconquistare.”
“Riconquistare.” Ripetè lei come se fosse in trance.
Lo guardò: i suoi occhi le
stavano parlando di tutto l’amore che lui provava per lei. Erano
così dolci… lui era dolce. Terribilmente dolce. Ma
la sua dolcezza sapeva trasformarsi perfettamente in passione.
“Un ardente
passione…” sussurrò lei tra se, arrossendo.
“Cosa?”
chiese Nightmare incuriosito.
Clover
si affrettò a scuotere la testa “No no! Ero soprappensiero, scusami…”
L’angelo sorrise maliziosamente
“Dimmi, cosa ti sta proponendo la tua immaginazione…?”
Si fece più vicino, poggiando
delicatamente una mano sopra quella di lei.
Clover
arrossì ancora di più, con il cuore che le batteva sempre più forte “Hai capito male!”
“Allora spiegati.” Le disse
divertito. Gli piaceva metterla in imbarazzo. Diventava rossa, e non riusciva a
guardarlo negli occhi. A volte neanche riusciva a parlare.
“Non… non sono cose che ti
riguardano…” riferì lei turbata.
“Hai ragione.” Disse
con tono calmo e con un’alzata di spalle “Ormai non stiamo più insieme, siamo
liberi…” finì sorridendo.
Niente! Neanche così reagisce!Pensò l’angelo seccato.
Clover
non parlava, continuava a pensare al ‘siamo liberi ’. Liberi.
Adesso chiunque poteva mettersi in mezzo. Nulla lo impediva.
Ma non
era innamorato di lei? Come aveva potuto proporre di restare amici? Che volesse davvero usare l’amicizia per sfruttarne la
vicinanza, cercando di riconquistarla? Possibilissimo.
Ma
allora perché sembrava così tranquillo? Lei poteva benissimo trovarsi qualcun
altro, e lui cosa avrebbe fatto?
E se
invece si fosse dimenticato di lei? Se a mano a mano
il suo amore si sarebbe affievolito? E lei, invece, avrebbe continuato ad
amarlo oppure il contrario, comunque sia uno dei due
avrebbe continuato a soffrire.
Sospirò affranta. Non se la
sentiva nemmeno di tornarci insieme. C’era qualcosa che le impediva di agire. Ma cosa?
Lo guardò, si era poggiato sul
bracciolo del divano con il gomito, e leggeva una rivista.Lentamente le si
materializzò nella mente, Marcus.
Spalancò gli
occhi incredula, la
stanchezza mi sta giocando brutti scherzi.
Si alzò in piedi, andandosene
nella sua stanza. Si chiuse la porta alle spalle. Si stava innervosendo,
possibile che le piacesse Marcus? Devo stare calma.
Tirò via le lenzuola del letto
per poterle cambiare, quando un oggetto sul materasso attirò la sua attenzione.
Era una catenina d’argento. La prese. Le pendeva una piccola croce sempre
d’argento.
Quella croce le era familiare.
Socchiuse gli occhi “Marcus…”
Evidentemente quella sera l’aveva
persa. Andò davanti al comò, ed apri un carillon. Una
musica dolce, ma allo stesso tempo triste uscì dalla scatolina di legno. Rimase
in ascolto per qualche secondo, vi ripose la catenina,
per poi richiudere il carillon.
Fece un profondo respiro,e tornò a sistemare
il letto.
La mattina dopo Nightmare comunicò il suo ritorno
al castello. “Devi proprio?” gli chiese Clover
triste. Nightmare sorrise, scompigliandole i capelli
“Devo sistemare un bel po’ di cose, dato che stasera il mio ‘adorato’ ospite se
ne ritornerà a casa sua.”
“Tornerai?”
Nightmare
guardò quegli occhi tristi e velati dalle lacrime “Ma certo.”
Sorrise rassicurante. “Ti avviserò prima, in modo che tu possa prepararmi una
bella cenetta a lume di candele.”
Clover
sorrise a sua volta “Ok…”
Dopo che Nightmare
se ne fu andato, Clover si recò nella sua stanza,
preparandosi per uscire. Aveva voglia di fare una passeggiata.
Prima di uscire, diede un’ultima
occhiata fugace al carillon.
Sembrano tutti così
felici… Clover osservava l’ambiente
intorno a lei. Tutti felici, allegri, in compagnia. Possibile che fosse l’unica
sola? Mi sto
deprimendo inutilmente.
Si fermò ad osservare varie
vetrine, ma nulla l’attirava. Continuò a camminare, quando una donna le si parò davanti.
“Alameda!”
disse Clover stupita “Che ci fai
qui?”
La donna le
sorrise compiaciuta “Diventi ogni giorno più bella, non ti interessa fare
qualche giochino con me?”
Clover
si mise a ridere “Non puoi tradire il tuo Marcus!”
Alameda
sbuffò seccata “Lui non è mio, è tuo.”
Clover
la guardò dispiaciuta “Lui non è mio, lo sai
benissimo. Non fa per me.” “Perché? Come puoi saperlo?
Prova almeno a conoscerlo!” le disse Alameda
prendendole le mani “Il suo cuore ormai ti appartiene, prova ad
accettarlo! Non buttarlo via così”.
Cloverguardò la donna, era sincera “Alameda
io… non saprei…”
“Andiamo in quel bar, così
potremo parlare con più calma.” Propose la donna. Clover annuì silenziosamente.
Entrarono nel bar andandosi a
sedere al bancone. “Cosa ordinate bambole?” chiese il barista, osservando
attentamente la generosa scollatura di Alameda. “Due birre” ordinò la donna, sporgendosi verso di
lui.
“No, per me niente. Grazie.”
Intervenne Clover guardandosi intorno. Era un piccolo
bar, dall’aria trascurata, frequentato da strana gente…
“Posso?” le chiese un ragazzo
indicando lo sgabello libero accanto a lei. Clover si
girò guardando gli altri sgabelli. Erano tutti liberi, perché doveva sedersi
proprio li?
Fece un sorriso di circostanza
“Certo.” Il ragazzo si sedette.
Alameda
intanto, stava chiacchierando con il barista, sembravano molto intimi. Ma non dovevamo
parlare? Sbuffò Clover guardandoli storto.
“Non bevi?” le chiese il ragazzo
di prima. Clover si girò a
guardarlo, aveva gli occhi viola…
“No, non mi va niente.” Rispose
lei, fissandolo negli occhi. Perchè non riusciva a farlo anche con Nightmare? Perché non riusciva a
guardarlo negli occhi…?
Il ragazzo
sorrise, scostandosi un ricciolo rosso che gli copriva un occhio.
Chiamò il barista, “Vorrei per la
signorina un succo di frutta speciale della casa.”
“Ma io
non voglio niente.” RipetèClover.
“Bevi, è buono.” Le rispose lui, mentre il barista le
posava il bicchiere davanti, per poi ritornare da Alameda.
Guardò il ragazzo sorriderle, invitandola
almeno ad assaggiarlo. Clover prese il bicchiere, e
ne bevve un sorso.
“Allora?” chiese lui, sicuro
della sua risposta positiva.
“Spumante, frutta, ed ingrediente
segreto.”Le
rispose bevendo anche lui quello che aveva preso in precedenza.
Clover
si sentì toccare una spalla “Vado con lui… aspettami qui.”
Le disse di fretta Alameda, seguendo il barista che
saliva le scale dietro il bancone.
Non ebbe neanche il tempo di
replicare che i due erano scomparsi.
“Scusa, devo andare.” Si scusò
frettolosamente, uscendo dal bar, mentre il ragazzo la guardava confuso.
Si mise a correre per tornare il
prima possibile a casa. Svoltò l’angolo senza guardare, ed andò a scontrarsi
con una persona. Cadde a terra, con un gridolino,
mentre l’altra persona rimase in piedi. Quando alzò lo
sguardo, si ritrovò davanti Nightmare. Aveva
un’espressione sorpresa e divertita. Le porse una mano, sorridendo, e quando
lei l’afferrò, lui la tirò su.
Clover
si ritrovò tra le braccia dell’angelo. Sentì le ginocchia tremarle, mentre il
suo cuore scalpitava nel suo petto. Lui la guardò con
calma “Tutto bene, chèrie?”
Lei non rispose,
si limitò a guardarlo stupita. Nightmare la
guardòcon la
stessa espressione. Dopo alcuni secondi esclamarono tutti e
due all’unisono “Come la prima volta che ci siamo incontrati!”
Rimasero di nuovo in silenzio, ed
a romperlo fu Nightmare “Dove correvi?”
“A casa…” borbottò
lei imbarazzata “volevo trovare un modo per contattarti…”
“Mi cercavi? E
cosa vuoi di preciso?” chiese lui gentilmente, spolverandole la schiena dalla
polvere.
“Venire con te… mi sento sola
qui…” Abbassò lo sguardo, incapace di fronteggiare i suoi occhi.
“Benissimo mon petit tresor, sarò felice di ospitarti nella mia umile dimora.” L’angelo baciò la sua mano dolcemente.
“Come mai parli francese?” gli chiese incuriosita.
Nightmare
rise “Se non ricordo male, ti piace, e piace anche a me.”
Fece un piccolo inchino, “Ma se vuoi, posso benissimo
smettere. Ogni tuo desiderio è un ordine, anzi no, per me esaudire i tuoi
desideri è un piacere, mia piccola rosa.”
Clover
sorrise arrossendo “Tu mi lusinghi.”
“Voglio solo la tua felicità.” Le
disse lui, prendendola a braccetto.
“Si, ma non ti ho neanche sfiorata!”
le rispose sorridente, scuotendo la testa “ti ho solo guardata…”
“Guardata?”
Il suo tono si fece più dolce “Esatto,
sei un amore quando dormi.”
Clover sbuffò, mettendo il broncio
“invece da sveglia sono una strega…?”
L’angelo rise, tirandola a se. Clover
si ritrovò nel suo abbraccio, senza poter fare niente. “Nightmare
che…” provò a dire vergognandosi.
“Shhh… “ le sussurrò lui
baciandole delicatamente una guancia. “Riproviamoci.”
Clover non sapeva cosa fare, non
capiva più niente, Nightmare continuava a baciarla
sul viso distogliendola da ogni pensiero “Cosa… vorresti…”
“Torniamo insieme” Nightmare le sfiorò delicatamente le labbra con le sue,
facendole venire un brivido. La baciava a fior di pelle, senza mai toccarla
veramente, facendosi desiderare. Le sussurrava parole dolci, che lei non
riusciva a comprendere pienamente.
Clover
lo afferrò per il colletto della camicia, tirandolo a sé, e baciandolo
appassionatamente. Nightmare non se lo fece ripetere
due volte, e ricambiò il bacio con ardore.
L’angelo l’attirò sotto di sé, baciandola ed accarezzandola per
tutto il corpo.
Clover si allontanò di scatto,
sdraiandosi sul lato, e dandogli le spalle. Nightmare
la guardò stupito e confuso. Sentì un singhiozzo provenire da Clover.
“Clover? Cosa c’è?” le chiese preoccupato “Ti ho fatto qualcosa di male?” le poggiò
una mano sulla spalla, ma lei si allontanò.
Scosse la testa, iniziando a piangere “Non
hai fatto nulla di male…”
L’angelo le si avvicinò cautamente,
abbracciandola dolcemente. Le accarezzò la testa “Dimmi
cos hai.”
Clover si strinse
a lui “Non me la sento, mi dispiace…”
“Non vuoi stare con me…? O non
vuoi…” provò a dire Nightmare titubante.
“Non… me la sento di fare l’amore con te… ho paura…” si
strinse di più a Nightmare. “Perdonami.”
“E di cosa dovrei perdonarti? E’
normale, aspetterò.” Le disse dolcemente. “Devi stare tranquilla. Rilassati.”
Iniziò ad accarezzarle il viso delicatamente. “Nightmare… ho ancora sonno…” le si
stavano chiudendo gli occhi… tutta colpa di quelle carezze.
Le rispose con voce dolce “Dormi,
allora. Io resto qui.”
Clover sorrise rassicurata, stringendogli l’altra mano con la sua.
“Resta con me.” Le sussurrò Nightmare.
“Certo.” Gli rispose lei assonnata.
“Per sempre.” Continuò lui, accarezzandole il viso.
“Si.” Sussurrò lei, prima di addormentarsi.
Nightmare la coprì meglio con le
coperte, abbracciandola. “Ti amo.”
QuandoClover
si risvegliò, era metà mattinata. Faceva freddo, e fuori nevicava. Nightmare non si trovava più accanto a lei, ma si era
seduto su una poltrona davanti al fuoco.
Clover si mise la vestaglia, e
scese silenziosamente dal lettoSi diresse verso Nightmare,
stava leggendo un libro.
L’angelo alzò lo sguardo su di lei, sorridendo “Dormito
bene?”
“Si.” Gli rispose Clover
chinandosi su di lui, e baciandolo.
Nightmare la prese in braccio. “Mi
sei mancato tanto.” Ammise lei, dolcemente.
“Anche tu… mi hai stregato” sorrise
lui, baciandola sul collo.
La fece alzare, alzandosi anche lui
a sua volta. Clover lo guardò curiosa, sembrava volesse dirle qualcosa… ma cosa?
Nightmaresi inginocchiò
sul tappeto, davanti al camino, porgendo una mano a Clover.
Si inginocchiò anche lei.
“Clover …” iniziò timidamente, ma
fu interrotto dall’improvvisata di Keno.
“Nightmare grandi notizie! Hanno dato per disperso Marcus!” urlò
felice il demone.
Quando si accorse delle facce stupite
dei due che lo guardavano, si scusò “Mi dispiace, ho interrotto qualcosa?”
Clover guardò l’angelo, in attesa di una sua risposta.
“No.” Borbottò lui, scocciato.
“Ora devo andare.” Keno si mosse
verso la porta “Sono contento che tu sia tornata, questo scorbutico asociale
non si sopportava più”
“Perché?” chiese Clover curiosa spostando lo sguardo dall’angelo al demone.
Keno rise divertito “Se ne andava in giro con la faccia truce, spaventando tutti
quanti. Dovevi persino stare attento a non respirare troppo forte, che potevi
ritrovarti senza un braccio.”
Nightmare sbuffò contrariato.
“E poi…” continuò il demone “quando
pensava che nessuno lo ascoltasse, sussurrava sempre il tuo nome, sospirando
affranto.”
Stavolta Nightmaredivenne rosso, “basta così!” si alzò di scatto.
“Hai ragione, è meglio che vada.” Disse Keno,
prima di andarsene saltellando come un coniglio.
Clover
si alzò in piedi “Vado in giardino.”
“Ma nevica!” protestò l’angelo
desideroso di continuare quello che stava per dirle. Doveva farlo al più
presto.
“Mi copro, non preoccuparti.” Gli rispose lei, dirigendosi
in bagno per cambiarsi.
Nightmare la guardò contrariato.
Quando uscì dal bagno, prese il cappotto e
gli si avvicinò. “Ci vediamo giù?” gli chiese Clover
scoccandogli un bacio sulle labbra.
“Si…” grugnì lui, voltandosi e dirigendosi verso l’armadio.
Clover spalancò la grande porta in legno, e si ritrovò davanti una grande
distesa bianca. Gli alberi del bosco erano innevati, così come il resto delle
piante. Non si distingueva nulla, a parte l’acqua del lago. Restò in ascolto: nulla. In quel luogo vi
regnava il silenzio.
Corse in direzione del lago, poi si fermò sentendosi
chiamare, eraNightmare.
La raggiunse sorridente “Visto che spettacolo?”
“Si, è bellissimo!” confermò guardandosi intorno
estasiata.
Iniziò a saltellargli intorno come una
bambina “Giochiamo! Facciamo pupazzi di neve, la lotta a palle di neve!”
“Sei una bambina” la punzecchiò lui divertito.
“E tu sei una mummia!” rispose lei
provocandolo.
“Certo come no.” Si mise a ridere.
Clover gli si paròdavanti con le mani
sui fianchi, e lo sfidò “tesoro, scommettiamo che nella lotta vinco io?”. Fece
un sorriso soddisfatto.
“Non ti conviene” sghignazzò l’angelo “io resto sempre il
più forte.”
“Sei troppo sicuro di te stesso!” Clover
gli diede una spinta facendolo cadere a terra,
mettendosi a ridere ancora di più.
Nightmare la guardò divertito “Te
la sei cercata.”
Lo guardò interrogativa, chiedendosi cosa avrebbe fatto.
L’afferrò per una caviglia tirandola giù. Clover gridò sorpresa, e si ritrovò stesa a terra. Si girò
verso Nightmare fulminandolo con lo sguardo “Tu, come
hai osato.”
Un sorriso divertito gli comparve sul volto “Con me non si scherza.”
“Ma io non mi arrendo!” dichiarò Clover decisa, andandogli contro.
Iniziarono a rotolarsi nella neve: Nightmare
cercava di baciarla, mentre lei lo evitava in tutti i modi. Il silenzio fu
sovrastato dalle loro risate. “Non ci riuscirai mai!” si mise a ridere lei.
“Questo lo dici tu” rispose anche lui ridendo.
Rotolarono, fino a quandoNightmare non riuscì a mettere Clover
con le spalle a terra.
Le si sedette sopra, poggiando le
mani ai lati della sua testa. “Ho vinto io.” Disse soddisfatto.
“Non ancora.” Sorrise lei maliziosamente “manca ancora
qualcosa.”
Nightmare ricambiò il sorriso, poi
avvicinò il viso a quello di lei, e le diede un bacio.
“Adesso hai vinto.” Gli disse lei, prima di baciarlo
nuovamente.
Nightmarele si
sdraiò accanto, facendo un profondo respiro “Sei impegnativa.”
Cloverrise “Lo
so.”
Prese una manciata di neve, e cercò
di lanciarla in alto. Piccoli fiocchi caddero su di loro. Clover
si mise a ridere divertita.
Nightmare girò la testa sorridendo
verso di lei. Aveva la guancia leggermente a contatto con la neve, ma non gli
faceva freddo.
La guardò ridere, era contento di
vederla felice.
“Sposami.”
Clover smise di ridere di botto, e
girò la testa verso di lui, incredula. Adesso non ride più…
Lui le sorrise dolcemente, sapeva di averla
colta impreparata. Era sconvolta. Ma lui non poteva
farci niente, la sua decisione l’aveva fatta. E lei doveva
saperlo.
“Nightmare… credo di aver capito male… puoi ripetere?” lo chiese con una voce
spaventata, e confusa.
Clover si mise a sedere,
guardandolo stupita. Voleva sposarla. Che stesse
scherzando? No,
non direi proprio, è serio e convintissimo.
Ma era troppo, troppo presto. Si
erano appena rimessi insieme, e lei non aveva ancora completa fiducia. E sposarsi non era una sciocchezza. Aveva bisogno di tempo.
“E’ troppo presto, Nightmare, stai
correndo troppo…” lo guardò negli occhi dispiaciuta
“mi dispiace…”
Nightmare si alzò a sedere, e
scosse la testa più volte “Sapevo che avresti rifiutato…”, sorrise amaramente
dandosi dello stupido.
“No! Non fraintendere!” esclamò Clover
stringendogli un braccio “io ti amo ma… non è ora…”
Nightmare si scattò
alzandosi in piedi “Per te non è mai ora, è sempre presto, hai sempre
paura!”
Lo guardò stupita. “E’ inutile fare la
finta tonta, lo sai benissimo!” continuò, dopo aver guardato la sua
espressione.
Clover si alzò
in piedi, guardandolo dritto negli occhi “Cos’è che ti da più fastidio, il
fatto che io non ti voglia sposare, o che non venga a letto con te?” lo guardò
gelida “Avanti, rispondi!”
Nightmare strinse i pugni,
guardandola freddamente.
“Non mi fai paura Nightmare, le
altre persone fuggiranno spaventate, ma non io.”
Continuò a guardarlo decisa.
Si fissarono a lungo, e con grande
stupore, fu lui a distogliere lo sguardo. E’ la prima volta….Pensò Clover
guardandolo girarsi dandole le spalle.
“Scusa…” mormorò lui.
La ragazza sorrise, andandogli accanto “Pazienza. Che devo fare con te?”
Nightmare la guardò dispiaciuto.
“Dimmi, cosa c’è che non va?” gli chiese lei,
accarezzandogli una guancia.
L’angelo sbuffò “Come fai?”
Clover si strinse nelle spalle
“Amore.”
Nightmare assunse un’aria triste e
sofferente “Senza rendermene conto riesco sempre a rovinare tutto, perché?”
fece una pausa, “Eppure mi ripeto sempre di non commettere gli stessi errori.”
Sospirò affranto. Possibile che non riuscisse mai a
combinarne una giusta con lei? Lui, temuto ed odiato da tutti, infallibile, si
trovava in serie difficoltà con una ragazzina…
La guardò attentamente. Ragazzina? No, non era più una
ragazzina. Quello che provava per lei, quando si erano conosciuti, ora, si
erano raddoppiato…anche di più! La desiderava, ogni giorno che passava la desiderava sempre più, ma non poteva averla. Non fino a
quando lei non lo volesse, non l’avrebbe mai costretta.
Ma era anche una tortura aspettare
e non poter fare niente. Bastava un suo tocco, od un semplice sguardo, ed in
lui si risvegliavano desideri repressi…
“Nightmare…?” Clover
lo stava chiamando. Stava richiamando la sua attenzione…Non c’era da temere, da
parte sua poteva avere tutta l’attenzione chevoleva, Peccato che lei non mi dia quella che
voglio io…
Sospirò nuovamente,prendendo Clover per mano ed incamminandosi silenziosamente verso il
castello.
Cloverspostò lo
sguardo dalla stradina da percorrere a Nightmare, Non fa che sospirare…
Si trovavano nella stanza di Nightmare.
Clover si guardava intorno distratta.
Nightmare si allontanò dal fuoco
appena acceso “cosa c’è?”
La ragazza lo guardò “Niente, non so cosa
fare…” sussurrò vergognandosi.
“Se vuoi possiamo giocare un
po’, per passare il tempo…” le propose lui con malizia.
“Pervertito!” rise lei. Nonostante tutto
continuava ad essere il suo pazzo pervertito. E
questo la rendeva… felice.
Sì, perché infondo, anche se le aveva mentito,
e l’aveva ferita…nonostante tutto lei lo amava. E non
poteva farci niente. Quante volte avrebbe voluto dimenticarlo, ma non c’era
riuscita. Avrebbe voluto farlo soffrire un po’, prima di ricadergli tra le
braccia, ma non ce l’aveva fatta. Era stato più forte
di lei.
Lo guardò mentre lucidava la sua
falce. Non poteva fare a meno di lui. Aveva persino creduto che le potesse
piacere Marcus, ma adesso capiva che in lui aveva
cercato solo un rifugio per potersi allontanare da Nightmare.
Niente da fare, ormai era prigioniera.
Sorrise. Non che quella prigionia le dispiacesse, anzi…
Era così immersa nei suoi pensieri, che non si accorse che Nightmare le stava parlando. “Clover,
mi hai sentito?”
Si ridestò dai pensieri “Scusami,
dicevi?”
L’angelo corrugò la fronte “Dicevo, che più tardi vado a
‘lavoro’, perciò dovrai restare qui da sola.”
Clover ci pensò
un po’ “Posso venire con te?” gli chiese chinando la testa da un lato
innocentemente sensuale. Nightmare rimase un momento
in adorazione, prima di riprendersi e dirle un bel “No.”
La ragazza mise il muso “Perché?”
“Non se ne parla neanche, è troppo pericoloso.” Le disse cercando di essere il più convincente possibile,
anche se in verità gli avrebbe fatto piacere se lei fosse venuta con lui, ma
era anche vero che avrebbe corso pericoli.
“Sarò super attenta!”, mise un faccino triste
triste“te lo prometto.”
In un solo istante la sua barriera crollò miserevolmente “Va
bene.” Niente, non poteva farci niente. Si lasciava
incantare troppo facilmente.
Scosse la testa esasperato, ed andò
ad aprire l’armadio. Prese una camicia ed un paio di pantaloni, neri.
Bisogna
rivedere un po’ di cosette. Pensò sfilandosi la maglia. L’appoggiò sulla
sedia. Prese a sbottonarsi i pantaloni, quando sentì Clover.
“Ehi! Che intenzioni hai?!” chiese
lei imbarazzata.
L’angelo si girò verso di leiperplesso “Sei ancora qui? Pensavo che
come avessi aperto l’armadio fossi scappata.”
Sorrise divertito ed assunse un’aria accattivante “A meno che non ti faccia piacere assistere mentre mi
spoglio…”
Clover indietreggiò indignata,
rossa in viso “Ma non dire stupidaggini!”, detto ciò
se ne andò sbattendo la porta.
Nightmare rise, riprendendo a
spogliarsi. Le
avrebbe fatto piacere eccome, peccato che non voglia
ammetterlo. Si infilò i pantaloni neri, e si
abbottonò la camicia nera, lasciando due bottoni aperti. Poi prese la giacca altrettanto
nera, e si direzionò verso la porta. E’ ora che inizi ad
abituarsi.
*************
Clover dopo essere uscita dalla
stanza ed aver chiuso la porta, vi si poggiò. Si portò una
mano sul viso, aveva le guance bollenti. La fece
scendere sino al cuore sta battendo fortissimo.
“Possibile che debba sempre stuzzicarmi…?” sussurrò tra se “Quell uomo si diverte a mettermi in difficoltà.”
E la cosa che le dava ancora più
fastidio, era che aveva completamente ragione. Si, lo
ammetteva: sarei
rimasta volentieri a guardare!
Prima o poi, anche se non sapeva
come, avrebbe trovato il modo di fargliela pagare… una piccola ed innocente
vendetta.
Fece appena in tempo ad accorgersi che Nightmare
stava per uscire, che si staccò dalla porta, parandosi davanti.
Nightmare come la vide sorrise maliziosamente “Chèrie,
spero che tu non sia arrivata al punto di spiarmi attraverso il buco della
porta…”
Clover cercò di mantenere la calma
“Non preoccuparti, non sono come te.”Spiare dalla porta?!Ma quando mai! Casomai effettuo qualche incantesimo…
L’angelo rise di gusto “Vedremo.”
Si trovavano nel centro della cittadina. Da lì si poteva
intravedere il castello di Nightmare in lontananza.
Mentre camminavano per le vie, Cloverlo prese a braccetto “Allora, chi devi uccidere oggi?”
“Dei demoni.” Rispose indifferente Nightmare.
“Ah…” non sapeva cosa
dire, non riusciva a trovare un argomento decente per poter parlare con lui. In
quel momento lo vedeva così distante…
Si fermarono davanti una locanda “Tu resta qui.” Le disse serio l’angelo.
“Ma…” provò a dire Clover, Voleva andare con lui.
“Niente ma, resti qui ad aspettarmi.” Rispose lui secco.
La ragazza annuì con la testa andandosi a sedere su una
panchina dall’altro lato della strada. Vide Nightmare
entrare tranquillamente nella locanda.
All’improvviso si trovò la vista oscurata, con una mano che
le copriva gli occhi.
“Indovina chi sono?”
Questa
voce… no…
“Marcus.” Clover
pronunciò il suo nome senza minima emozione.
Le tolse la mano dagli occhi, e le andò accanto.
“Cosa ci fai qui?” chiese parecchio
infastidita.
“Potrei rivolgerti la stessa domanda.” Le rispose pacato.
Clover si morse il labbro
inferiore, “Non sono cose che ti riguardano.”
“Stessa cosa vale per te.” Le disse sorridendo divertito.
Clover mise il muso, imbronciata.
Marcus si mise in ginocchio,
guardandola dritto negli occhi.
Clover lo guardò confusa ed
incuriosita. Poi un presentimento si fece spazio nella sua testa. Oh no! Possibile che voglia….
“Vuoi sposarmi?” le chiese serio.
Restò pietrificata, poi man mano si
riprese. Nooooo… non è possibile! Ditemi
che non è vero! Siamo seri!
Capitolo 22 *** Una piccola ed innocente vendetta. ***
Una piccola ed innocente vendetta
Una
piccola ed innocente vendetta.
Marcus la guardava interrogativo
“Allora?”
“No, mi dispiace, ma non posso accettare.”
Gli rispose lei titubante.
Marcussi alzò in piedi “Un conto è se non
puoi, un conto è se non vuoi…”
“Non voglio.” Clover alzò lo sguardo
verso Marcus e decisa gli disse “io lo amo.”
L’angelo sorrise rassegnato “Pazienza, Nightmare
ha di nuovo vinto.” Sorrise amaramente, guardandola da
capo a piedi “è ora che mi faccia da parte.” Se ne andò come era venuto, silenziosamente.
Infondo un po’ mi dispiace. Pensò Clover guardandolo andare via.
Cinque minuti dopo si sentirono rumori di bicchieri rotti, e
le urla di una donna. Clover guardò in direzione
della locanda preoccupata per Nightmare. Corse
dentro. Le si presentò davanti una scena agghiacciante.
Le pareti, i mobili, il pavimento, erano tappezzati di sangue.C’erano dappertutto cadaveri. L’aria era
impregnata di morte. Fece qualche passo, ma non si accorse di quello che aveva
ai piedi e vi inciampò sopra. Cadde a terra, e quando
si girò per vedere su cosa avesse inciampato, si impedì
a tutti costi di urlare. Era inciampata su un braccio. Si girò per alzarsi, ma
poggiò la mano su qualcosa di viscido, lo prese in mano: era un occhio. Si
morse il labbro inferiore, per non urlare, fino a farlo sanguinare. Gettò via
l’occhio, e si alzò in piedi. Delle urla provenivano dal piano superiore.
Avanzò verso le scale, scavalcando i corpi senza vita dei demoni.
Quando arrivò all’ultimo gradino,
udì delle voci, tra cui quella di Nightmare.
Si appiattì contro il muro avanzando verso la stanza da dove
provenivano le voci.
La porta non era completamente chiusa, perciò aveva modo di
guardare dentro.
“Sei sicuro di quello che dici?” la voce di Nightmare risuonava fredda e distante.
Il demone ai suoi piedi balbettò “S-si
ne sono sicuro.”
“E per quale motivo?” continuò lui.
“Non… lo so…” mentì il demone.
Nightmare lo capì subito. Lo
afferrò per il collo e lo sollevò, Sino a far incontrare i loro sguardi “Capisco quando qualcuno mente… se mi dici quello che voglio
sapere, la mia falce ti risparmierà.”. Avvicinò la lama al viso dell’uomo.
“Ti dirò tutto!” urlò tutto d’un
fiato il demone, prima di annaspare per la mancanza d’aria.
Nightmare lo lasciò cadere, poi si
piegò verso di lui “Dimmi per quale motivo.”
L’angelo si rimise dritto, incrociando le braccia.
Il demone si asciugò le lacrime “Il Consiglio… pensa che se tu continuerai a perdere tempo con quella
ragazza… non servirai più a nulla…ti distrarrai dalle tue responsabilità…”
Nightmare inarcò un sopracciglio
“va avanti.”
“Perciò ci avevano assoldati per
ucciderla.” Fece una pausa massaggiandosi il collo “Deve morire.”
Clover restò allibita alle parole
del demone. Cosa c’era di male nella loro storia? PerchéNightmare non poteva amare
qualcuno come tutti gli altri? Anche lui ne aveva il
diritto!E loro
non dovevano intromettersi.
Le salirono le lacrime agli occhi, non le importava della
sua vita, per lei era più importante Nightmare. Perché deve soffrire…? Non
ha fatto nulla di male… anche lui merita di essere amato… non può vivere in
solitudine…
Il Demone si alzò in piedi, barcollando. Superò Nightmare, dirigendosi verso la porta.
“Dove credi di andare?” gli chiese Nightmare
glaciale. Il demone si fermò, girandosi verso di lui “Avevi detto
che mi avresti risparmiato.”
Nightmare sorrise enigmatico “Ho detto che la mia falce ti risparmierà, ma non io.”
Il demone lo fissò spaventato.
Nightmae
trapassò la costola del demone, che prima guardò la mano dell’angelo dentro il
suo petto, poi spostò lo sguardo terrorizzato e sorpreso su Nightmare.
L’angelo gli sorrise crudele, per
poi ritirare fuori la mano. Tra le sue dita pulsava ancora il cuore del demone.
Il corpo cadde a terra privo di vita.
Gettò il cuore a terra, e lo schiacciò con il piede “Sogni
d’oro.”
Clover guardò la scena sconvolta. Aveva provato piacere, aveva provato piacere nell’ucciderlo.
I suoi occhi riflettevano una strana luce, ed il suo sorriso era terrificante.
Abbassò lentamente la testa da un lato, come fosse in
trance. Poi guardò in direzione di Clover.
“Vieni…” le sussurrò con voce rauca.
Le tremarono violentemente le ginocchia, tanto da doversi
sostenere poggiandosi al muro.
Aprì lentamente la porta ed andò da lui.
Nightmare le passò due dita sulle
labbra, macchiandole di sangue. “Non volevo che tu vedessi questo…”
Clover tremava visibilmente “I-io…”. Non riuscì a dire niente, era
paralizzata.
L’angelo le prese il viso tra le mani, macchiando le sue
guance e parte della gola. La baciò delicatamente. Una lacrima scese dagli occhi di lei.
Nightmare l’asciugò
con le labbra, poi tornò a baciarla, stavolta con più passione.
Clover sentì il sapore ferroso del
sangue invaderle le bocca. Poggiò le mani sul petto di lui, cercando di allontanarlo, ma non ce la fece,
era troppo forte per lei. L’angelo si allontanò visibilmente stupito “Perché cerchi di allontanarmi?”
“Perché non sei in te, Nightmare.” Le lacrime iniziarono a rigarle il viso.
Nightmare la guardò dispiaciuto
“Invece sono in me, io sono così, Clover.
Questa è la mia natura.”
Clover scosse la testa più volte
negando.
L’angelo l’afferrò per le spalle “Calmati.”
“No!” riuscì soltanto a dire, prima di accasciarsi a terra,
piangendo sempre più.
Nightmarele si
sedette accanto, prendendola tra le braccia “Mi dispiace, mi dispiace
tanto.”
Nascose il viso tra i capelli di lei
“Il mio destino è quello di vagare nell’oscurità. Sono quello che vedi in questo momento, un assassino, la morte.” Rise “strappare vite per recarne piacere alla mia, questo è
il mio unico scopo…”
Clover si strinse a lui “No, non è
vero Nightmare, non può essere il tuo unico scopo.”
Le levò il sangue con un fazzoletto, poi la strinse di più a
se “hai ragione, di notte sogno di poter toccare i tuoi capelli dorati, di
potermi immergere nei tuoi occhi azzurri…di poterti avere…” sorrise dolcemente
“quello è un mio scopo.”
Ricambiò il suo sorriso, asciugandosi le lacrime.
“Non so se la vita mi riguardi ancora… so solo che quando
non ci sei la mia fredda anima soffre.” Le disse
accarezzandole i capelli.
“Nightmare… ecco… Marcus mi ha chiesto di sposarlo.”
Gli disse lei vergognandosi.
L’angelo la guardò accigliato “Hai
rifiutato vero?”
Clover si finse stupita,
portandosi una mano davanti la bocca “Ma che domande fai?
Ho accettato!”
Nightmarerestò
a fissarla a bocca aperta, “Stai scherzando…”
“Ma che!” gli fece vedere una
fedina che aveva comprato giorni prima ad una bancarella “Guarda qui, questa è
la fedina di fidanzamento!” la guardò estasiata “è bella vero?”
Lui impallidì, senza proferire parola. Possibile che volesse
davvero sposarlo?!
Cloverrise alla
faccia dell’angelo, voleva farlo soffrire ancora un po’. “Ti immagini Nightmare? Io e Marcus sposati!” sospirò felice “Saremo
uniti per l’eternità!” Lanciò un’occhiata veloce all’angelo, che la fissava
sconvolto. Poverino,
non parla più.
Gli prese le mani, guardandolo speranzosa “Tu
verrai vero? Mi renderesti immensamente felice, se mi facessi da
testimone.
Un’enorme masso cadde sulla testa
di NightmarePure testimone!
Voleva reagire, ma non ce la faceva. Voleva chiederle se
stesse scherzando, ma non ne aveva la forza. C’era
rimasto molto male. Gli era crollato il mondo addosso.
Clover sorrise soddisfatta, avvicinò il viso a quello di Nightmare e lo baciò. Lui la guardò confuso “perché…?”
“Stavo scherzando scemo!”
L’angelo la fulminò con lo sguardo “Cosa?!
Mi sono sconvolto inutilmente?!”
“Esatto!” rise lei.
“Perché l’hai fatto?!” chiese
luimusone.
Clover gli mise una mano dietro al
collo e gli sussurrò all’orecchio “Una piccola ed innocente vendetta.”
Usciti fuori dalla locanda, Nightmare diede fuoco alla struttura
Neve
rossa.
Usciti fuori dalla locanda, Nightmare diede fuoco alla struttura.
Le rivolse un sorriso dolcissimo “Andiamo?”
Clover si strinse a lui, annuendo.
Piccoli fiocchi bianchi iniziarono a scendere, unendosi a quelli caduti in
precedenza la mattina.
La ragazza si strinse nel cappotto “Nightmare?”
L’angelo la guardò. “Ho sentito tutto…”
Lui sospirò “Lo so.” Le passò un
braccio intorno alle spalle, avvicinandosela. “Ma non devi temere, non ti
accadrà nulla.” Si fece serio “Ti proteggerò a costo
della mia vita.”
Clover sorrise “Senza esagerare
però. Devi stare attento anche tu.”
“Ma io sono immortale.” Rise lui.
Clover gli diede un spinta “Ma non dire stupidaggini!”
La guardò teneramente “Non sto scherzando, sono davvero
immortale.”
Cloverrestò a
fissarlo sbalordita “Ma allora mentre io invecchierò, tu rimarrai giovane!”
piagnucolò.
L’angelo sorrise divertito “Esattamente, ma non
preoccuparti, sistemerò tutto.”
Clover si fermò “Che vuoi dire?”. Nightmare la baciò
lievemente “Trascorrerai con me il resto dell’eternità… Passeranno mesi, anni,
secoli, ma resterai sempre il bocciolo che sei adesso...”
“Bocciolo…?” mormorò lei interrogativa.
Lui le passò il dito dalle labbra al cuore “Il fiore che è
in te deve ancora sbocciare…”
Lo guardò confusa, e Nightmarele sorrise rassicurante “Non preoccuparti, quando accadrà lo
capirai.”
Lei abbassò lo sguardo rossa “Se lo
dici tu.”
Come
si fa a non volerle bene? Le accarezzò la testa “Dai
andiamo.”
Proseguirono a camminare “C’è un modo per
ucciderti?” gli chiese curiosa.
“Nightmare alzò un sopracciglio
“Vuoi liberarti di me?”
Cloverlo guardò male “Ma che dici? Vorrei
solo sapere se c’è il pericolo che tu possa morire in qualche modo.”
Nightmare fissò un punto in
lontananza e le rispose distrattamente “Solo io posso recarmi la morte.”
“Allora solo con il suicidio.” Mormorò lei.
“Gia.”
Gli strinse la mano, come se da un momento all’altro non l’avrebbe più rivisto.Si alzò il vento. Un brutto presentimento la invase. Si guardò intorno
nervosamente in cerca di qualcosa, di qualunque cosa… ma
non c’era niente! Era quello il problema. Era tutto troppo, dannatamente,
calmo.
Si voltò verso Nightmare, anche
lui l’aveva notato. Scrutava ogni piccola parte,
stando allerta.
Puntò lo sguardo oltre di lui. Una figura… qualcosa si stava
avvicinando, ma non riusciva a distinguerla, era troppo lontana.
“Nightmare…” sussurrò spaventata,
afferrando la manica della sua camicia. L’angelo prima
guardò lei, ma vedendo che non accennava a parlare, si girò seguendo il suo
sguardo.
Gli si gelò il sangue.
Vedeva se stesso. Si trovava davanti la
sua copia perfetta… no… non era una copia, era veramente lui! Com’è possibile…?
Clover spostò lo sguardo da Nightmare, all’altro, poi nuovamente a lui. Era sconvolta e
non riusciva a capirci niente, com’era possibile che ci fossero due Nightmare? Quello che le era
accanto, era quello vero, ne era sicura. Ma l’altro
chi era? Dire che fosse un falso, un clone, od un
sosia non sarebbe stato vero…anche quello era Nightmare!
Guardò attentamente i suoi occhi: l’unica differenza stava
nel fatto che sembravano non riconoscerla, per quegli occhi lei era una
sconosciuta.
“Che sta succedendo?” chiese a Nightmare.
“Non lo so…” le rispose lui, guardando minacciosamente
l’altro. “Chi sei?”
L’altro alzò un sopracciglio “Sono Nightmare.”
“Non mentire” sibilò lui, facendo un passo.
L’altro Nightmare assunse un’aria
seccata e scandì bene le parole “Io-sono-te.”
“Non è possibile!” intervenne Clover.
Il nuovo arrivato la guardò attentamente, ed una smorfia di
disapprovazione gli comparve sul volto “Tu devi essere la ragazza di cui mi innamorerò tra qualche anno…”
Nightmareimpallidì
“Tu… sei me…sei me nel passato!”
“Bravissimo.” Lo canzonò lui “E sai
cosa significa questo? Che posso ucciderti!”
Clover a quelle parole trasalì. No! Non può farlo!
Nightmare strinse la mano di Clover, come a volerla rassicurare, anche se in verità
neanche lui non era tanto tranquillo. “Perché dovresti
uccidermi? Se dovessi morire, scompariresti anche tu.”
L’altro indicò Clover, parlando
freddamente “Per impedirti di rovinarti la vita per mano di quell’umana.
Per impedirle di rovinare la mia vita!”
Nightmare si parò di fronte a Clover,per poterla proteggere.
“Io non voglio ucciderti, desidero soltanto uccidere lei.” Fece comparire la sua falce “Ma se continuerai a metterti
in mezzo, sarò costretto ad ucciderci entrambi.” Si
avvicinò pericolosamente verso di loro. Nightmare
fece allontanare Clover, e fece
comparire la sua falce. L’altro scagliò un colpo che non andò a segno, grazie
ai riflessi pronti dell’angelo. Mentre l’altro cercava
di colpirlo, Nightmare tentava di difendersi
parandosi, evitando di ferirlo. Non doveva uccidere se stesso, ma allo stesso
tempo doveva proteggere Clover.
“Come hai fatto ad arrivare qui?!”
gli chiese parando un altro colpo.
“Il Consiglio mi ha ‘chiamato’” gli rispose attaccando.
Maledetti
bastardi! Pensò l’angelo scansandosi. Decise di fare
qualcosa, non poteva continuare così in eterno.
Quando l’altro Nightmare
attaccò per l’ennesima volta, lui parò il colpo, poi tenendo la falce con una
sola mano, con l’altra fece partire un fascio di luce nera, che colpì in pieno
il suo avversario scagliandolo contro il muro di una casa, e facendogli perdere
i sensi.
Tirò un sospiro di sollievo, poi si girò
sorridente verso Clover. Lei gli
sorrise a sua volta, e gli corse in contro. Lo abbracciò “Meno male che stai bene! Ho temuto il peggio!”
Lui la strinse più forte “Non potrei mai lasciarti da sola.”
Dopo averle dato un bacio, Nightmare si
allontanò un momento per recuperare la falce del suo avversario. La prese, e
ruppe il bastone in due. Peccato
che la lama non si possa distruggere…
Sentì un urlo e si girò di scatto verso Clover.
L’altro Nightmare si era subito ripreso, ed adesso
aveva le mani intorno al collo di Clover. “Ti farò
morire lentamente, e soffrendo…” sibilò lui cattivo.
Clover tentava in tutti i modi di
liberarsi dalla stretta, ma più si muoveva meno riusciva a respirare. Man mano
la presa si faceva sempre più stretta. Smise di dimenarsi, tanto era inutile,
era troppo forte. Sentiva le forze abbandonarla velocemente…
Nighmare non sapeva cosa fare, non
avrebbe mai fatto in tempo, osservò la sua falce.
Restava un'unica cosa da fare. Roteò la falce, dirigendola verso di se.
Accadde tutto in pochi istanti: la lama gli trapassò lo
stomaco. Un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca. Cadde in ginocchio. Guadò verso Clover, è salva. Pensòsollevato.
Clover riaprì gli occhi. Il suo
assalitore era scomparso nel nulla. Tirò un sospiro di
sollievo, poi si alzò. Trasalì. Nightmare era
disteso a terra. La neve intorno a lui era rossa… sangue… di chi? No, non di Nightmare, era impossibile. Spostò lo sguardo sulla falce
accanto a lui. La lama era sporca di rosso… altro sangue… no,
era impossibile. C’era una spiegazione. Ci doveva essere un errore!
Corse da lui, e gli si inginocchiò
accanto. Nightmare girò la testa verso di lei e
sorrise “Clover…”
Lei fece poggiare delicatamente la sua testa sul grembo “E’
tutto apposto.” Spostò lo sguardo su una macchia rossa
che si andava velocemente ingrandendo “Ma che hai combinato?” la sua voce fu
interrotta dalle lacrime. “Non… stai morendo vero…? Dimmi
che è uno scherzo Nightmare…”
“Non preoccuparti.” Le rispose lui sorridendo dolcemente
“Non ti lascio sola.”
“Non te lo perdonerei.” Le sussurrò lei, baciandogli una
mano.
L’angelo cercò di accarezzarle la guancia, ma gli mancarono
le forze “Non… piangere… non morirò.” Detestava
doverle mentire persino sul punto di morte. Stava provando quello che avevano provato le sue vittime. Rise, dentro di se. Non
aveva paura della morte, ma aveva paura di lasciarla
sola. Voleva stare con la persona che amava… ma la
vita lo stava lasciando… lui la stava lasciando.
“Nightmare…” lo chiamò lei in
lacrime. Ritornò alla realtà “mmmh…?”
“Resisti ti prego.” Gli mormorò
baciandolo sulle labbra. “Dobbiamo fare tante cose ancora… che senso ha se te
ne vai…?”
Nightmarechiuse
gli occhi sorridendo “Dimmene qualcuna…”
Clover si asciugò le lacrime, ma
fu inutile perché ricominciarono a scendere interrottamente. “Do-dobbiamo… sposarci….” Trattenne un
singhiozzo “Dobbiamo… fare l’amore… dobbiamo far sbocciare… il fiore…”
L’angelo le strinse la mano più che potè “E’ vero.” Rispose sereno.
Clover lo baciò nuovamente,
sussurrandogli tra le lacrime “Non lasciarmi Nightmare,
ti amo troppo.”
…Adesso
posso morire…
“Nightmare?” Clover
lo chiamò, ma non ottenne risposta “N-Nightmare…!”
Provò a scuoterlo più volte ma non si mosse “Nightmare apri gli occhi, non puoi lasciarmi!”
Guardò il suo corpo privo di vita. Non è vero, vi prego ditemi che non è vero!
Si portò le mani al viso “No… ti prego
torna da me…”
Si appoggiò sul suo petto, aggrappandosi alla
camicia, piangendo disperata “Avevi promesso di non lasciarmi sola! Che avremmo trascorso insieme… il resto dell’eternità…!” singhiozzò
di più “…bugiardo!”
Regnava il silenzio,e la neve
continuava a cadere incessante, macchiandosi di rosso.
Capitolo 24 *** Ridere e piangere, vivere e morire. ***
Ridere e piangere, vivere e morire
Ridere
e piangere, vivere e morire.
Sangue, lacrime… morte.
Non voglio svegliarmi, ho paura che tutto questo non sia
stato solo un brutto sogno…incubo. Sento voci, lacrime… disperazione. La stessa disperazione di cui sono stata assalita… e che ancora non
decide ad andarsene. Non l’ha capito che era solo un incubo? Non ho
motivo di essere disperata, no? Fra poco aprirò gli occhi, e sarà tutto come
prima. Nightmare sarà lì. Accanto a me. Mi sussurrerà
dolci parole, e mi bacerà. Sì, mi bacerà, come solo lui sa
fare.
Nighmare sarà lì, pronto a
stuzzicarmi con le sue battutine. Sarà lì, con le sue provocazioni.Nightmare… non c’è
più.
Devo svegliarmi, devo aprire gli
occhi e guardare il mondo. Il mondo colorato, pieno di vita, adesso è grigio…
senza senso. Per me è morto. Come sono morta io.
Non ho le forze, ma devo alzarmi, devo…
no, non voglio. Voglio morire.
Non voglio soffrire.
Voglio morire.
Che
senso ha, ora, vivere?
Mi alzo… le mie gambe tremano, ma devo resistere, la testa
mi fa malissimo… e che mi aspettavo?
Ho pianto tantissimo, ma nonostante tutto,
le lacrime continuano a scendere… sto provando, ho provato a fermarle,
ma non ci sono riuscita, è stato tutto inutile… è impossibile.
Mi guardo intorno, non sembra essere cambiato nulla… tranne
il fatto che lui non c’è più. Non lo rivedrò più. Lui…vivrà nei miei
ricordi…solo…nei miei ricordi…
Sulla sedia c’è ancora la sua maglia…è
così morbida…ha ancora il suo profumo. Peccato che se ne andrà…come
se ne è andato lui. Non sentirò più il suo profumo.
Sembra che il tempo si sia fermato…è tutto così…grigio. Non
c’è nessuno. Non si muove niente. Il fuoco è spento…fa freddo, ma non importa.
A lui piaceva il freddo.
Il suo libro è poggiato sul suo
comodino. Come lo invidio, l’ultima volta è stato tra
le sue mani… sfogliato delicatamente… sotto le sue attenzioni.
Vorrei prenderlo, ma non voglio
toccare nulla, potrebbe cambiare il mio ricordo.
Le voci di prima…chi è che piange? Perché
state piangendo? Lui non l’avrebbe mai voluto.
Ma allora perché piango anch io? Io non voglio piangere, voglio
essere forte…
Voglio scappare.
Voglio nascondermi.
Dimenticare…sì, dimenticare!
No, che sto dicendo, come potrei?
Lo amo troppo. L’amore non si può dimenticare. Ma allora perché si è dimenticato di noi?
Ci ha fatto incontrare, amare. Abbiamo sofferto e gioito.
Perché ci ha abbandonato?
Noi ci amavamo… E lui ci ha diviso!
Sì, è stato lui. SeNightmare non mi avesse amato, non si sarebbe ucciso per
me. Non mi avrebbe protetto, ed avrebbe continuato a vivere. Invece, quello
stupido… ha preferito che vivessi io… Perché?!
Non ha pensato come sarebbe stata la mia vita senza di lui?!
Non ho la forza per andare avanti!
Che qualcuno mi aiuti… Nightmare ti prego aiutami… ti prego… non ce la faccio… ho
bisogno di te.
Chi è che piange?
Apro la porta…
Keno… stai piangendo anche tu?
Perché mi guardi così? Cos’è quel
viso triste?
Io sto bene.
Hai gli occhi gonfi ed arrossati…
Anche i miei sono così?
Hai bisogno di conforto? Vuoi che ti abbracci per farti
sfogare?
Non c’è problema io sono forte.
“Clover…” mi chiami disperato. Perché sei disperato?
Non devi piangere! Devi essere forte. Devi…
…
Quanto ho desiderato due braccia
forti che mi stringessero, che mi sostenessero…perché io non sono forte…non
sono forte. Sento il tuo dolore. Anche tu senti il mio
vero?
Allora capirai che io non ce la faccio, non so cosa fare. Questo mondo non mi appartiene più.Il mio amore se ne è
andato. Cos’è il mondo senza amore? Nulla.
“Nessuno me lo
riporterà indietro… non lo rivedrò più…mai più…!” finalmente sono
riuscita a parlare… non ci riuscivo… mi sembrava di non aver mai parlato
in vita mia.
Stringimi di più ti prego, non
lasciarmi, non lasciarmi anche tu. Mi sto perdendo, mi sto perdendo nell’oscurità più profonda.
Fai per dirmi qualcosa, ma ci ripensi subito. Cosa c’è? Ti mancano le parole? Non trovi nulla da dire che abbia senso? Ti capisco.
“Vorrei tanto rivederlo, Keno… rivedere i suoi occhi per l’ultima volta. Vorrei potergli
parlare”O no,
gli sto bagnando la camicia, mi dispiace.
“Parla col vento… lui
saprà ascoltarti…” mi dice trattenendo un singhiozzo.
Stai male anche tu… non voglio. Devi ridere, ridere felice come sempre. La tua spensieratezza, la tua allegria…non ci sono più. Mi sembra quasi di non
riconoscerti. Devi Ridere, non piangere…almeno tu. So che non puoi farlo, ma sarebbe bello. Sarebbe tutto…come prima. Ma
che dico? Niente sarà più come prima! Non solo la mia.,
ma anche la vita di altri è stata rovinata.
“Gli volevi bene, vero?” so che è una domanda stupida, ma è
uscita fuori, così…
“Si.” Mormora cercando di sorridere, ma non ce la fa, gli si
riempiono nuovamente gli occhi di lacrime.
“Piangi” gli sussurro dolcemente “Ti farà bene.” Dolcezza, gia, ed adesso a chi la darò? A chi darò tutto
il mio amore? La mia vita?
Lo sento abbandonarsi, tra le mie braccia, esattamente come
ho fatto io. Adesso tocca a me sostenerlo.
Dopo ore che sembravano interminabili, ci lasciammo. Volevo
andare a parlare col vento…
“Ti voglio bene…” gli dissi prima di andarmene.
Adesso sono qui, sola, nel giardino innevato. Il vento… c’è, sussurra parole incomprensibili. E’ freddo, ma piacevole…
Ecco… ricomincio a piangere. Ma da
dove vengono tutte queste lacrime? Dal cuore.
Ma io non voglio piangere… perché è cosi
difficile smettere?
“Nightmare…” sussurro il suo nome,
come se fosse lì con me “stringimi a te…toccami
ancora una volta…guardami ancora… baciami di nuovo…” Il vento continua a
sussurrare, muovendo i miei capelli, accarezzandomi la pelle “Non faccio che
pensare a te. Aiutami…”
Ma non ottengo nessuna risposta.
Non ascolterò più la sua voce.
Dei passi affrettati risuonarono per il lungo corridoio che
conduceva alla stanza di Nightmare. Kenospalancò la porta “Clover devo parlarti!”
Clover si girò lentamente dalla
sua parte. Erano passate tre settimane dalla morte di Nightmare,
e il suo aspetto era cambiato. Era dimagrita, i suoi occhi erano spenti, e
raramente si intravedeva il sorriso sul suo viso.
“Keno…” mormorò sistemandosi
meglio sulla poltrona “Cosa devi dirmi?”
Il demone valutò bene la situazione: forse era possibile far
tornare in vita Nightmare, ma non era più tanto
sicuro di dirglielo. Non era stabile, era cambiata molto. Era insicura, triste, e lui
non se la sentiva di darle una falsa speranza. Se
quella soluzione sarebbe fallita, come avrebbe reagito? Malissimo.
Non voleva ferirla più di quanto non fosse gia.
“Ecco io…mi chiedevo se tu volessi restare un altro po’ di
tempo qui.” Preferì non parlarne “non mi piace che tu stia da sola.”
Clover si sforzò di sorridere “Ti
ringrazio Keno, ma non penso di rimanere a lungo.”
Keno avanzò di qualche passo,
“Perché? Sulla terra rimarresti da sola.”
Cloversospirò
“Sono gia sola.”
Il demone non seppe cosa dire. Voleva dirle
che aveva sempre lui, ma capiva che Clover intendeva
la solitudine senza Nightmare. Strinse
i pugni, si sentiva una nullità. Non era capace di
prendersi cura di lei, non era capace di mantenere la sua promessa.
*********
Mi trovavo nel salone principale. Stavo aspettando Nightmare, dato che voleva parlarmi. Arrivò dieci minuti
dopo di me. Quando mi vide mi sorrise felice,
sedendosi sulla poltrona di fronte. Gli occhi gli brillavano per la felicità.
“Cos’è tutta questa felicità?” risi divertito.
Lui sorrise “Nulla, scusa se ti ho
fatto attendere, ma ho voluto aspettare che Clover si
addormentasse.”
“Aaah allora è
per questo che sei felice, quella ragazza ti fa un bell
effetto, eh?” Si vedeva benissimo che l’amava.
“Ma cosa dici” sghignazzò lui
divertito.
Poggiai un gomito sul bracciolo “Di cosa volevi parlarmi?”
Nightmare si fece serio, senza però perdere quella luce che aveva negli occhi “Se
dovesse succedermi qualcosa, vorrei star sicuro di poter contare su di te.”
Non capii dove volesse arrivare “Nightmare
cosa…”
“Se mi succedesse qualcosa,
qualunque cosa, potrò contare su di te? Proteggerai Clover?” era serio, terribilmente serio “Ti prenderai
cura di lei?”
“Ma certo! Perché mi fai questo discorso?” Non capivo, non riuscivo a capire.
“Vogliono ucciderla Keno,
qualcuno vuole ucciderla! Se trovassero il modo
di fermarmi, chi la proteggerebbe?” strinse i pugni, con lo sguardo minaccioso
“Devo trovarli al più presto. Devo scoprire chi vuole ucciderla.”
**********
“Devi reagire Clover! Se non vuoi
farlo per te stessa, fallo per lui!” urlò Keno “Pensi che a Nightmare
avrebbe fatto piacere questa tua reazione?!” La fissò dritto negli occhi “No,
non avrebbe voluto.” Finì di dire.
Clover non rispose,
si limitò a girare la testa, per non guardarlo. Un lieve rossore
comparve sulle sue guance.
Almeno
una piccola reazione, è un passo avanti.
“Devo andare…” le disse come a volersi scusare per quella
reazione.
“Ciao Keno” pronunciò quelle
parole con totale indifferenza, senza degnarlo di minimo sguardo.
Quando il demone se ne fu andato, Clover si alzò in piedi dirigendosi verso la finestra.
Poggiò una mano sul vetro “Ha ragione lui.”Sospirò, “Sto diventando patetica.” Poggiò anche la fronte
“Ma…” calde lacrime iniziarono a cadere, infrangendosi contro il davanzale
interno “…è difficile… non ci riesco… sto troppo male…
Nightmare…”.
Devo
reagire. Non posso andare avanti così.
Andò verso l’armadio e lo aprì, i suoi vestiti… le lacrime le salirono
nuovamente agli occhi. Non
posso restare qui, è una tortura, ogni piccola cosa mi ricorda Nightmare.
Prese una giacchetta ed uscì dalla stanza, dirigendosi in
giardino.
L’aria era fredda, ed il sole era oscurato, presto avrebbe nevicato. Si affrettò per la stradina, arrivando al
gazebo. Era difficile distinguerlo in mezzo a tutto quel bianco. Si sedette
sulla panchina, al riparo dalla neve.
“Che pace…” sussurrò tra se .
“E’ vero.” Le confermò una voce a lei molto familiare.
Si girò “Marcus, ti diverti così tanto a comparirmi da dietro? “
Marcusle si
sedette accanto “Sì!” aveva un sorriso che gli andava da una parte
all’altra delle orecchie.
Clover alzò unsopracciglio “Ti vedo felice… come
mai?” felice, da quanto lei non lo era?
L’angelo fischiettò una canzoncina, poi si mise a
canticchiare “Il tuo eroe, ha trovato una soluzioneeeee!”
Cloversbattè
le palpebre più volte, ma che s’era bevuto?!
“Di che soluzione stai parl…cantando?”chiese preoccupata per lui, ma allo stesso tempo
incuriosita.
Marcus continuò “Per poter faaaar tornare in viiitaaaa il tuooooamaaaatoooo!”
Clover lo guardò sconvolta.
Sbagliava o aveva appena detto che c’era un modo per
far tornare in vita Nightmare?“Marcus che
stai…dicendo…? Non prendermi in giro…”
L’angelo divenne serio “Non sto
scherzando, come potrei farlo?”
La ragazza non rispose, attendeva
impazientemente.
“Ho trovato un modo, ma non so quanto sia
sicuro…”. Cloverlo guardòdritto negli occhi “Va avanti.”
“Non si tratta di incantesimi,
bensì di un viaggio…dovrai recarti negli inferi e riprenderti Nightmare.”
“N-negli inferi?” Clover non riusciva a crederci. Possibile si potesse fare qualcosa del genere?
“Esatto. Vuoi farlo? Ovviamente non ti permetterò di andarci
da sola, ti accompagnerò” notò la sua espressione perplessa “Puoi star
tranquilla, sono cambiato, non ti sfiorerò nemmeno.”
Clover scattò in piedi, e gli
strinse una mano “Benissimo! Quando si parte?”
Marcus sorrise “il tempo di
chiamare due miei amici, e potremo partire.”
“Verranno con noi?”
“Si, saranno preziosissimi. Adesso vai, altrimenti ti
congelerai e non potrai riprenderti il tuo amato.”
“Corro ad avvertire Keno!” Corse il più velocemente che poteva. Doveva avvertire Keno che forse Nightmare avrebbe
fatto ritorno! Adesso poteva tornare a vivere.
Entrò nella stanza del demone come una furia, tanto da farlo
sobbalzare “Keno! Marcus ha
trovato una soluzione! Potrò rivedere Nightmare!”
urlò euforica. Il demone la guardò accigliato “E così quel farabutto ti
ha detto tutto.”
Clover si bloccò
“Perché fai così?” abbassò lo sguardo “Non sei contento?”
“Sì, ma è troppo pericoloso! Volevo aspettare un altro po’
prima di dirtelo.” Mormorò il demone affranto. Ormai
non poteva più fermarla.
“Non devi preoccuparti Keno” gli sorrise dolce Clover“Con me ci saranno Marcus
ed altri due compagni.”
Keno corrugò la fronte “E ti fidi? Non sai neanche chi siano!”
“Lo so ma… io voglio andare da
lui.” Gli rispose lei arrossendo.
“Lascia almeno che venga con te.” Le propose lui.
Cloverscosse la
testa “No, tu devi restare qui, con Kira. Con
la scomparsa di Nightmare questo posto non è più
sicuro. E tu lo sai meglio di me.” Gli prese una mano tra le sue “Non puoi lasciarla sola. Ti
prometto che starò attenta.”
Clover si trovava
nel salone principale, stava aspettando Marcus
e gli altri due. Stava fissando il fuoco, quando sentì dei passi provenire da
dietro di lei. Si girò convinta che fosse lui, invece si ritrovò di fronte un
ragazzo. Era alto, biondo con gli occhi grigi. Le sorrise accattivante “Tu devi
essere Clover,.. Io sono Daniel.”
“Daniel…” ripetèClover come in trance. “Sì,
Daniel… anche se tutti mi chiamano Lucifero.” Un
sorriso maligno gli comparve sul volto “Sono venuto a prenderti.”
Le circondò la vita con un braccio,
tirandola a sé, poi con l’altro la coprì con il mantello.
Clover poteva sentire il suo
respiro avvicinarsi sempre più, ma non riusciva a reagire. Era bastato
guardarlo negli occhi, che il suo corpo l’aveva
abbandonata. Non le ubbidiva più.
Sentì le labbra di lui poggiarsi
sulle sue. Cercò di ribellarsi, ma fu tutto inutile, il suo corpo seguiva il
ritmo di Daniel…
Man mano il bacio si fece più intenso,
sembrava scavarle dentro. Nell’animo, nel cuore…
Ti
prego basta.. Lasciami andare. Pensò con le
lacrime agli occhi.
Daniel si allontanò di scatto, come se le avesse letto nel pensiero. “Andiamo, il tuo uomo
ci sta aspettando.”
“Nightmare?” sussurrò appena Clover.
“Sì.” Disse lui prima di smaterializzarsi con lei.
“Adesso puoi riaprirli.” Rise Daniel. Si era stretta a lui,
quando si erano smaterializzati Che
buon profumo… però preferisco quello di Nightmare!
Clover riaprì lentamente gli
occhi. Si trovavano in una grande stanza, ricca di arazzi
e quadri. Le pareti erano rosso fuoco, mentre il
pavimento era nero, lucido.
Il tutto era arredato da antichi mobili in
legno pregiato, riccamente decorato.
“Daniel
dove siamo?” chiese la ragazza guardandosi intorno.
Lui si appoggiò sullo stipite della porta “Nel mio castello…
negli inferi.”
Clover lo guardò preoccupata “Sei
veramente Lucifero?”
“Si.” Le rispose lui, prestando molta attenzione alla
prossima reazione della ragazza.
Lei aggrottò la fronte, “Perché ti sei scomodato per venirmi
a prendere?” si guardò intorno “dovresti essere pieno di servitori.”
“E lo sono, credimi. Ma stavolta ho preferito fare tutto io di persona. Ho un conto in sospeso con una certa persona…” mormorò lui.
La ragazza lo guardò invitandolo a proseguire.
“Nightmare” disse lui
accigliandosi.
“Cosa ti ha fatto?” Clover si mise
le mai ai fianchi in attesa di una risposta.
“Ha osato sfidarmi e battermi di fronte a tutti… non posso
perdonarglielo.” Sibilò lui minaccioso
“Tutto qui? Solo per orgoglio?!”
Fece un lungo sospiro “possibile che siate così infantili?! A volte l’orgoglio
deve cedere!”
“Non il mio!” proferì Lucifero seccato.
Cloversbuffò,
“Voglio vedere Nightmare!”
Lucifero rise maligno “Come desideri.”
Uscì dalla stanza, chiudendosi le porte alle spalle.
“Astaroth!”la sua voce tuonò per
il corridoio. Da una porta uscì un angelo, dai lunghi capelli celesti “Mio
signore?”
“Prepara la candela rossa.” Gli ordinò togliendosi il
mantello e gettandoglielo contro.
“Come desidera.” Si ritirò in una stanza.
Clover si era seduta su un divano,
chiedendosi quando avrebbe rivisto Nightmare.
Non vedo l’ora.
Un demone entrò nella stanza, chiedendole di poterlo
seguire. La portò in un’altra stanza, che a differenza dell’altra aveva le
pareti bianche, ed il pavimento di un grigio chiaro. Al centro vi era un grande letto a baldacchino in ferro battuto, con lenzuola e
veli bianchi. Dietro si apriva una grande vetrata che
lasciava passare mille colori. Su un piccolo tavolo in cristallo, era poggiato
un vaso con delle rose bianche.Era
tutto così… Puro. Candido. Bianco. L’aria era piacevolmente fresca.
All’improvviso sentì una mano sul suo viso, coprirle
delicatamente gli occhi “Mette soggezione vero?”
Quella voce…calda…penetrante…sicura…da
quanto tempo desiderava sentirla…
Una lacrima le rigò il viso “Nightmare…?”
Si voltò, ritrovandosi davanti un Nightmare
sorridente. Quel sorriso… quegli occhi…
“S-sei davvero tu…?” balbettò
incredula. Lui era lì, davanti a lei. Non poteva essere vero… gli sfiorò
leggermente le guancia “E’ tutto vero…?” pianse di
più. L’angelo la guardò dolcemente annuendo, poi spostò
il viso in modo da poterle baciare la mano. Da quanto aveva desiderato
rivederla? Poterla baciare? Adesso lei era lì, di fronte a lui. “E’ tutto
vero.” Mormorò lui, accarezzandole con un dito le labbra leggermente schiuse.
Erano così invitanti… sembrava che non chiedessero altro che
unirsi alle sue. Chinò il capo verso di lei. Poteva sentire il suo respiro
confondersi con il suo. Si avvicinò ancora di più “Mi sei
mancata tanto…” sussurrò.
“Anche tu.” Sussurrò lei a sua
volta, prima che le labbra si toccassero. Circondò il suo collo con le braccia,
alzandosi in punta di piedi, mentre lui le cingeva la vita con un braccio,
mentre con l’altro affondava la mano nei capelli.
Furono interrotti da Lucifero “Che bella scena…”
“Daniel…” sussultò Clover.
“Lucifero…” la corresseNightmare guardandolo male.
Lucifero si avvicinò a loro “Immagino che tu voglia
andartene con lei.” Disse sarcastico.
Nightmare stava per rispondere, ma
Clover glielo impedì parlando al suo posto “Ti prego,
fallo venire con me.”
“E dargli questa soddisfazione?”
sbottò Lucifero.
“Il tuo orgoglio ferito…si riprenderà,
passerà! Ci vuole un po’ di tempo.” Stava piangendo disperatamente “Non
portarmelo via…”
Nightmare l’abbracciò da dietro,
facendola poggiare al suo petto “Non piangere.” La
tranquillizzò con amore.
Lucifero assisteva a quella scena impassibile.
“Lucifero, non vado in giro a vantarmi di averti sconfitto,
la mia attenzione è rivolta a qualcun altro.” Strinse
di più Clover“ se ti da fastidio la mia presenza,
lasciami andare via.”
“Sei stato tu stesso a toglierti la vita, Nightmare.” La sua voce era
fredda.
“Chi pensi prenderà il mio posto?
Sai meglio di me che nessuno è adatto quanto me.”
La sua voce si incrinò “Questo è
vero, ma…”
Clover gli prese una mano “So che
non è nella norma, ma almeno stavolta fallo.”
Sospirò, non aveva alcuna voglia di
stare a discutere. Infondo non l’aveva mai voluto
negli inferi. Aveva fatto di tutto per impedirgli di giungervi. “Non ti
vogliono nei cieli, per quale motivo dovrebbero volerti negli inferi?” rise
seducente “Ritornatene da dove sei venuto, e non mettere mai più piede qui.”
Voltò loro le spalle, e si diresse verso la porta “Spegni la
fiamma di quella candela, e tornerai a vivere.”
Comparve una candela rossa sul tavolino.
“Lucifero!” lo richiamò Clover
correndo verso di lui. Lui si fermò senza voltarsi, restando ad ascoltare “Anzi no, Daniel… ti ringrazio. Mi hai resa
davvero felice. Adesso la mia vita…continuerà ad avere un senso.”
Lucifero sorrise dolcemente senza farsi vedere “Non
ringraziarmi, non è nel mio interesse rendere felici le persone.”
Uscì dalla stanza. Nightmare
soffiò sulla candela, ed una piccola scossa lo pervase. Ora era vivo.Si girò sorridente verso Clover.
Cloverlo abbracciò “Oh Nightmare!
Torniamocene a casa!”
“Sì” le sussurrò lui, prima di smaterializzarsi.
Quando ritornarono al castello, Keno a momenti svenne dalla felicità. Nightmare
era di nuovo lì con loro. Lo abbracciò fraternamente “Ben tornato.” Per una
volta Nightmare non si dimostrò scorbutico “Grazie,
mi è mancata la tua allegria.”
Lui e Clover si allontanarono,
volevano stare soli.
Si trovavano distesi sul letto. Clover
era poggiata con la testa sul petto dell’angelo, mentre lui le accarezzava una
spalla nuda. “Perché non ti spogli completamente?”
propose lui malizioso. Clover si sistemò
la maglietta “Non cambi mai, eh? Sempre pervertito resti.”
Nightmare rise, e le rispostò la
stoffa continuando ad accarezzarla “Sono felice.”
La ragazza si strinse di più a lui “Anch
io. Non volevo più vivere senza di te.” Fece una pausa per trattenere un
singhiozzo “In questi giorni, ho capito quanto ti amo. Non posso stare senza di
te. Perciò…” Arrossì visibilmente “Se la proposta è ancora
valida…”
Gli occhi dell’angelo si illuminarono
“Accetti?”
“Si” mormorò Clover rossa.
“Vuoi sposarmi?!” insistette lui,
al colmo della felicità.
“Sì!” rispose lei ridendo. Gli si gettò al collo “Voglio
sposarti Nightmare!”
Per una volta quel castello non appariva così tetro
Per
sempre.
Per una volta questo castello non mi appare così tetro. E’
pieno di fiori, nei vasi, sulle pareti… tutto così colorato ed allegro! Per i
corridoi c’è un gran via vai, per non parlare del buon odore che aleggia
intorno alle cucine. Sono persino riuscita a sbirciare dentro, dato che mi
hanno impedito in tutti i modi di entrarvi, ma la torta nuziale l’ho vista. Peccato che la panna non mi piaccia… pazienza.
“Dove sarà Nightmare?” ètutto il giorno che
lo cerco, ma non riesco a trovarlo da nessuna parte. Qui non c’è quella
credenza che gli sposi non devono stare insieme l’ultimo giorno.
Qui è diverso dalla terra. A quattordici anni sono quasi
tutte sposate.
Ho affittato il mio appartamento a delle persone… tanto
vivrò qui, ma non voglio venderlo. Quella casa è un caro
ricordo. Vorrei tanto che la signora fosse qui, che vedesse che ora sono
davvero felice… no, non devo piangere, non il giorno
del mio matrimonio.
Fra poco dovrò andare a prepararmi…mi attendonoKira e Mary… vi ho parlato di Mary? No, non credo. Mary
è una ragazza molto ma molto dolce, una caramella. Ha dei ricci capelli neri
che le arrivano leggermente più sotto delle spalle. Mentre i
suoi occhi sono viola. Molto particolare come persona, ma direi che si addica alla persona con cui sta… Marcus.
Ebbene sì, quell
infame di un angelo si è trovato la ragazza. Sono contenta per lui. Nonci crederete, ma è
molto cambiato. E’ un ottimo amico, tra lui e Keno
non so chi la spunti…
Keno ha trovato un lavoro, il
pasticcere! L’avreste mai creduto? Ed è anche bravo!
Ogni volta mi prepara dei buonissimi dolcetti al cioccolato, i miei preferiti.
La torta nuziale l’ha preparata lui, motivo in più per mangiarne una fetta. Siccome sa che non mi piace la panna, mi ha promesso di
affiancarne un’altra totalmente al cioccolato. Pancia mia fatti
capanna…
Poi c’è Kira, è stata lei a
confezionarmi il vestito, dovreste vederlo,bellissimo. E’ semplice, ma comunque fa la sua bella figura. E’ privo di fiocchi,
fiocchetti e perline rosa. Sia chiaro: odio i fiocchi, odio le perle, odio il rosa.
E’ di un bianco candido, che a solo vederlo ho paura di
sporcarlo. E’ un abito in stile redingote, corpino e
maniche in tulle ricamato. La gonna in organza che si apre sul retro con un
petalo in tulle ricamato… oddio e se lo rompo?! O se
si sporca camminando?! Struscia pure a terra!
Lasciamo stare, altrimenti sarei
capace di non sposarmi per evitare di rovinare il vestito che mi ha
confezionato Kira.
Certo, chi l’avrebbe mai detto che
mi sarei sposata così presto? A soli diciassette anni… con un
angelo… per di più della morte.
In questi giorni per uscire fuori dal
castello ho avuto bisogno delle guardie del corpo. Schiere di donne volevano
linciarmi, perché stavo portando via il ‘loro’ Nightmare. “Il loro Nightmare?!Ma neanche in un'altra vita!”
sbottai inviperita “Lui è mio!”
Nightmare che mi era accanto mi
abbracciò orgoglioso “Allora sono davvero importante per te.”
“Ma certo! Che domande fai!?” detestavo vedere tutte quelle donne che cercavano di
toccarlo. Vade retro Satana!
“Domani vorrei parlarti, prima del matrimonio. Troviamoci al
gazebo.” Mi sussurrò prima di baciarmi sul collo.
“Ecco dove mi sta aspettando!” urlo uscendo di fretta dal castello. Come avevo
fatto a dimenticarmene?! Mancano solo due ore alla cerimonia, Dio mio! Devo
sbrigarmi!
“Nightmare!” urlo avvicinandomi al
gazebo. Da dietro una colonna compare lui, in tutta la sua bellezza. Mi chiedo
come sarà al matrimonio… mi ha detto solo che sarà in tight…
“Scusami! Sii sincero, hai aspettato molto?” gli domando dispiaciuta.
“Un’oretta.” Mi sorride imbarazzato, massaggiandosi la
testa.
Lo abbraccio forte “Mi dispiace
tanto.”
“Non importa.”
Ora che ci penso, se è qui solo da un’oretta, il resto della
giornata dove l’ha trascorso? E se è stato a divertirsi con un’altra?!Nooo non voglio pensarci!
“Ti ho cercato per tutto il giorno, dov’eri?” ammetto che sono preoccupata e che non riesco a nasconderlo. Lui
arrossisce ancora di più, me lo mangerei quando fa
così. Sta per rispondermi, ma io da brava idiota lo azzittisco baciandolo. Che ci posso fare? E’ lui che mi induce
in tentazione! E poi anche lui adesso mi sta baciando
e se vogliamo dirla tutta c’è una sua manina insinuata sotto la mia maglietta
che mi accarezza la schiena.
“No Nightmare…” riesco
a dire riprendendo fiato “Pazienta fino a stasera.” Mi guarda con due
occhi da cucciolo. Resisti Clover,
resisti! Non abbiamo ancora fatto l’amore… però
posso benissimo sentire il desiderio di entrambi. Non so se aspetteremo con più
impazienza il matrimonio, o quello che accadrà dopo. Infondo il matrimonio è un unione spirituale, con lo scambio di due fedi. Mentre fare l’amore è l’unione di due corpi e dello spirito…
Aaaah basta pensarci.
“Clover?” Nightmare
richiama la mia attenzione.
“Dimmi.”
Dalla tasca tira fuori due scatoline, ne apre
una. Dentro vi è un girocollo in oro bianco, con acquamarina e diamante, a
forma di cuore. “Per te.” Sussurra imbarazzato.
Clover arrossisce “Nightmare…è bellissima.”
L’angelo prende il girocollo dalla scatolina, e si dirige
dietro a Clover. Lei scosta i
capelli imbarazzata “Non dovevi.”
“Perché? Non posso neanche farti un
regalo?” le domanda lui, facendole passare la catenina
intorno al collo.
Il contatto freddo della catenina e le mani
di lui la fanno sussultare “Però chissà quanto ti sarà costata.” Mormora
dispiaciuta.
“Naaaa, non perdere tempo in
queste sciocchezze!” le bacia il collo “Ti preoccupi troppo.”
Le ritorna di fronte “Ti dona
molto.” Le dice seducente. Cloverviene
pervasa da un brivido piacevole Mantieni
la calma!
“E non è finita qui.” Soddisfatto
apre l’altra scatolina, contenente un braccialetto sempre in oro bianco con
segmenti modulati che si raccordano tra loro con diamanti, e degli orecchini in
oro bianco a forma di ciliegino con un diamante, ed
un gambo con diamanti a taglio di piccole dimensioni.
“Tu devi essere completamente matto!” non riusciva a
crederci, era troppo, erano… bellissimi.
“L’hai capito solo adesso?” ride lui, prendendole una mano
tra le sue. Prende il bracciale e glielo mette, per poi baciarle il polso. Clover sussulta nuovamente.
“Con quelli non puoi.” Mormora imbarazzata indicando gli
orecchini.
“Invece sì” prende gli orecchini “Togliti quelli, al resto
ci penso io.”
Le mette
delicatamente l’orecchino, per poi baciarle e morderle l’orecchio.
“Nightmare…vorrei arrivare a
stasera…” cerca di allontanarlo lei, ansimante “ti prego.”
L’angelo si allontana di malavoglia sbuffando scocciato “E
va bene.”
“Andiamo? Dobbiamo andarci a preparare.” Sorride dolcemente Clover prendendolo a braccetto.
Il matrimonio si sarebbe svolto in un bosco lì vicino. “Un
matrimonio nel verde!” esclama entusiasta Clover mentreKira le sistema i capelli raccogliendoli
in una treccia, e sistemandola sul capo, arricchita da nastri bianchi ed una
corona di fiorellini con attaccato un velo.
“Sei perfetta!” ride Mary.
Clover si guarda
più volte, poi sorride arrossendo. “Vedi? Non c’è neanche il bisogno di
metterti qualcosa sulle guance, basta che ti guardi qualcuno, e diventi rossa.” Interviene Kira ridendo.
“Pensa come sarà belloNightmare!” Mary sorride maliziosa “Sarà tutto tuo!”
“Ma la finite?!” mormora Clover imbarazzata, si riguarda allo specchio Sono proprio belli
questi gioielli.
Bussaano alla porta “Siete pronte
signore? èMarcus “Lo sposo
attende la sposa.”
“Arriviamo!” urla felice Kira “Clover tu vai, noi ti raggiungiamo presto.”
“S-si!” balbetta Clover. La paura e l’eccitazione la stanno
invadendo. Apre la porta e si ritrova davanti Marcus
tutto sorridente che le porge un braccio “Andiamo?”. Clover annuisce e lo prende sottobraccio.
“Sei uno schianto.” Ride lui convinto.
“Grazie.” Sussurra lei timidamente.
Marcussorride
comprensivo “Hai paura?”
La ragazza abbassa lo sguardo “Molta.”
Le da un piccolo colpetto sulla testa in modo affettuoso
“Non preoccuparti, passerà.”
Arrivata nel boschetto, percorre il tragitto sino all’altare
col cuore in gola. Diversa gente che non conosce, seduta sulle panche, la
guarda sorridente. Il suo sguardo si sposta su Nightmare
che la guarda dolcemente. E’ bellissimo. Non le sembra vero.
Le prende una mano e la bacia sussurrandole in modo che lo sentisse solo lei “Sono felice di sposarti amore mio.”
Clover annuisce con la testa
trattenendo le lacrime, stavolta per la gioia. Lui le stringe
la mano “Ti amo.”