Parole perse da tempo.

di Clover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ma chi ti credi di essere?! ***
Capitolo 2: *** Qui sono tutti pazzi!!! ***
Capitolo 3: *** Temendo che mi ami.. ***
Capitolo 4: *** Anche se tu non mi ami, io ti amo. ***
Capitolo 5: *** Marcus. ***
Capitolo 6: *** Ricordo. ***
Capitolo 7: *** Lei è tutto quello di cui ha bisogno. ***
Capitolo 8: *** Mi sento smarrito trovandomi con te.. ***
Capitolo 9: *** Un amore al quale non potrei rinunciare. ***
Capitolo 11: *** Non mentirmi più. ***
Capitolo 12: *** Sono il tuo angelo. ***
Capitolo 12: *** Ti desidero. ***
Capitolo 13: *** Voi uomini. ***
Capitolo 14: *** Addio. ***
Capitolo 15: *** Addio, mio angelo. ***
Capitolo 16: *** Fine dei ricordi. ***
Capitolo 17: *** Un bacio così dolce ***
Capitolo 18: *** La scelta. ***
Capitolo 19: *** Amicizia. ***
Capitolo 20: *** Resta con me. ***
Capitolo 21: *** Siamo seri. ***
Capitolo 22: *** Una piccola ed innocente vendetta. ***
Capitolo 23: *** Neve rossa. ***
Capitolo 24: *** Ridere e piangere, vivere e morire. ***
Capitolo 25: *** Insicurezza. ***
Capitolo 26: *** Di nuovo insieme. ***
Capitolo 27: *** Per sempre. ***



Capitolo 1
*** Ma chi ti credi di essere?! ***


Parole perse da tempo

                                         Parole perse da tempo.

 

                                          Ma chi ti credi di essere?!

 

 

Notte, in un vicolo al riparo da occhi indiscreti, due persone stavano discutendo animatamente.

“Non intendo ascoltarti un solo minuto in più! Non lo farò mai! ..MAI!!!E NON TOCCARMI!!!!”

Ma Clover io ti amo.” Il ragazzo accarezzò il braccio della ragazza.

“Ma non io. Lasciami in pace!” urlò la ragazza stufa. Detestava le persone insistenti, e questo ragazzo, per di più era anche viscido.

Piccole gocce iniziarono a cadere da cielo.

Il ragazzo tirò fuori dalla tasca un coltello “facciamo così.” Giocherellò con la punta “se tu non mi dai quello che voglio, rovinerò quel tuo bel faccino.” Fece qualche passo avanti “E credimi, dubito che qualcuno ti vorrà, neanche un topo di fogna.”

“Sempre meglio che venire a letto con te.” Sibilò lei minacciosa “Deve ancora arrivare l’uomo che mi avrà! E quello non sei di certo tu.”

“Se la metti così… non mi resta altro che usare la forza.” Si avvicinò pericolosamente alla ragazza.

Il terrore la invase. Doveva scappare. Chiedere aiuto. Ma come faceva? Quello stava nell’unica via di fuga!

La pioggia si fece fitta.

Il ragazzo la raggiunse, afferrandole un braccio. Lei, terrorizzata, tentò di fuggire, ma il ragazzo la bloccò contro il muro, con il suo corpo.

Delle lacrime iniziarono a rigarle il viso “Lasciami andare, ti prego…”

Lui le baciò la guancia, per poi scendere al collo, lasciandole una scia umida “Scordatelo dolcezza.”

La ragazza trattenne il respiro. Decise di provare a disarmarlo, in qualche modo. Cercò di prendergli il coltello, ma lui la fece girare di schiena, bloccandole le braccia “Fai la brava e non farmi arrabbiare, se non vuoi che ti rovini.”

Ma lei non si arrese, e si dimenò. All’improvviso sentì la presa allentarsi. Era libera, l’aveva lasciata! Guardò il suo assalitore: aveva una mano premuta sullo stomaco. Se la tolse, una macchia rossa si stava facendo strada “Guarda…cosa hai…fatto…” le disse il ragazzo. Fece cadere il coltello a terra, portandosi anche l’altra mano sulla ferita.

La ragazza era sconvolta “Io…io non centro niente, è stato un incidente!”

Il ragazzo cadde a terra, ed in quel momento comparve un passante da dietro l’angolo. Quando vide il corpo del ragazzo a terra, accoltellato urlò spaventato “Assassina! Qualcuno mi aiuti! Ha ucciso un ragazzo!”

“N-no… io non centro niente.” Balbettò la ragazza tentando di difendersi, ma vedendo che era tutto inutile, corse via.

 

Pioggia, pioggia...nient  altro che pioggia... non che questo mi dispiaccia... Adoro la pioggia.. Solo che a volte…a volte vorrei vedere il sole…

 

La ragazza correva, correva senza fermarsi, senza alcuna intenzione di voltarsi indietro.  Voci strazianti la rincorrevano,ma senza riuscire a prenderla. Era troppo veloce. A un centinaio di metri  dietro di  lei, C’era un uomo disteso a terra in un lago di sangue, intorno vi erano persone che piangevano, chiedevano aiuto, imprecavano. Si disperavano per quella persona senza neanche sapere chi fosse, cosa faceva... perchè  era morto... Sapevano soltanto che era una povera  vittima a cui avevano strappato via la vita. Ma  non sapevano che un attimo prima aveva cercato di  violentare una ragazza, e che per bloccarle ogni via di fuga aveva finito per pugnalarsi con il suo stesso coltello…per loro era come un santo.

 

Cosa faccio!! Cosa diavolo faccio!!Non posso fuggire in eterno! Ma non  mi crederanno mai!Non dovevo scappare..! Solo che ho avuto tanta paura….una paura terribile…

 

Entrò in un parco.

“Voglio morire..!” disse la ragazza prima di cadere in ginocchio “è l’unico modo...l’unico...” 

Ne sei sicura? Sicura di voler morire...?  

Si…credo di sì..” parlò girando la testa per vedere la persona che aveva parlato “ma non c’è nessuno..possibile che me la sia immaginata? Sono arrivata a tal punto..?”

 Devi esserne sicura…averne la certezza...desiderarlo veramente…

“Io…ma dove sei?” rispose con voce tremante. Non vedeva nessuno oltre a lei.

Ti sono accanto…

. Allora mostrati!!! Non mi piace essere presa in giro!” esclamò lei alzandosi in piedi portandosi le mani ai fianchi “Mi sono stancata di questa farsa, o ti fai vedere o te ne vai a..” per quel giorno ne aveva avuto abbastanza, ci mancava soltanto un idiota che si divertiva a spaventarla, non fece in tempo a finire la frase che una figura le si materializzò davanti.

 Era un ragazzo, pallido ma molto attraente,dai capelli neri.

 Gli occhi della ragazza fissavano quelli blu del ragazzo...poi lo sguardo cadde su due strane macchie scure che partivano dalla schiena del ragazzo. All’inizio non le mise bene a fuoco per colpa del buio, ma poi le riconobbe…erano ali, ali nere!

  “Ma chi diavolo sei?!” fece lei arretrando di qualche passo. Aveva le allucinazioni, o quello era davvero un angelo?

L’angelo,se così si poteva definire, chinò la testa da un lato e con voce sensuale ma allo stesso tempo agghiacciante rispose “Sono il tuo angelo custode...”

 “Ma non prendermi in giro! Gli angeli custodi non sono così…dimmi chi sei!” Che razza di angelo era? Gli angeli non erano quelle creature celesti, evanescenti, che donavano pace e sicurezza? Questo era completamente diverso. L’opposto!

La guardò con noncuranza, poi disse “Non  mi credi eh…vediamo..”, la ragazza attendeva impaziente, “te lo dico soltanto se mi baci.” le disse lui malizioso.

“Tu…sei solo un pennuto che si diverte a prendermi in giro!” urlò lei cercando di prenderlo con la borsa. Ci mancava un altro maniaco!

 “Pennuto io?!Ehi ragazzina forse non sai con chi stai parlando!” ribattè lui afferrandole il polso della mano che teneva la borsa.

 “Infatti! E’ quello che ti sto chiedendo da un quarto d’ora!” disse lei ancora più furiosa. Io questo l’ammazzo!

Ti conviene darti una calmata bellezza..” rispose l’angelo con freddezza “Qual è il tuo nome ragazzina?”

 “Ragazzina ci chiami tua sorella! Dimmi prima tu come ti chiami!” Non solo ci provava, ma si permetteva anche di chiamarla ‘ragazzina’!

 “NO”

SI” fece lei avvicinandosi minacciosa. “Non mi fai paura sai?!Sei solo un cr--“.

Accadde tutto in pochi istanti, l’angelo si chinò verso di lei e le labbra sfiorarono le sue.. La ragazza rimase immobile cercando di allineare almeno due parole…ma era inutile,era troppo sconvolta. Quando realizzò che era il momento di reagire, la sua mano partì e colpì con uno schiaffo la guancia dell’angelo.

 “Ma chi ti credi di essere?!”.

 

L’angelo indietreggiò sorpreso, poi un sorriso comparve sul suo volto “Il mio nome è Nightmare, l’Angelo della Morte.” Finendo con un inchino.

Allora quella strana sensazione che l’aveva invasa non era stata solo la sua impressione. Quell’aria di dolore, tetra… di morte.

 “Tu…cosa?!”  Non è possibile…ok..al momento giusto scappo..  

“Non mi credi neanche stavolta vedo..”

 Ancora un attimo..

fai male...infondo sono venuto soltanto per te..”

Ora!!!!  

La ragazza iniziò a correre nel verso opposto, ma Nightmare fu più veloce di lei e le si parò davanti “Evidentemente non mi hai capito, pazienza” disse sospirando “ricorda che mi ci hai costretto!” dettò ciò, prese la ragazza in braccio e se la mise sulla spalla.

“Lasciamiiiiii! Brutto pervertito! Mettimi giù!”   Questo è pazzo! Chissà cosa vorrà da me..!  “Se non mi lasci andare mi metto ad urlare ancora più forte!”.

 Notando che l’angelo non la degnava di minima attenzione, iniziò ad urlare e scalciare

 “Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Questo è un pazzo!” Niente!...possibile che la gente a quest’ora  stia  gia dormendo?!  Perlomeno con le mie urla dovrebbero  svegliarsi! Che mondo di menefreghisti!  “Aiuto! Un povero demente in carenza di affetto  mi vuole violentare!”

“Ma che diavolo stai dicendo?! Non mi farei mai una come te! A me piacciono le belle donne se permetti!” disse lui sdegnato “Non c’è minima eccitazione da parte mia,tesoro”.

La ragazza lo fissò con la bocca spalancata.  

Almeno sta un po’ zitta.

  Dopo  alcuni minuti “Adesso potresti dirmi il tuo nome?” le chiese guardandole le gambe Mmmm però…niente male…

“…Clover..” sussurrò la ragazza.

“Clover…bel nome.”

 “dove mi stai portando?” disse lei guardando il parco allontanarsi. Sentiva gli occhi pesanti e la fronte bollente… Sicuramente era colpa della pioggia. Ed il freddo che faceva non l’aiutava.

”A casa mia.” Adesso urla e mi da del pervertito...  

Ma non successe nulla.

Ma cosa...  

Nightmare la rimise in piedi, ma dovette sostenerla E’ svenuta?! Ci mancava solo questa!

 

 

 

 

 

E’ la prima FF che scrivo, sono solo una principiante. Però mi farebbe piacere ricevere commenti sia buoni che negativi. Almeno rimedierò nei miei errori..no..?

Ah! Ringrazio Astrid per l’aiuto che mi ha dato. ç_ ç

 

 

Ho provato a dare una sistemata, andando a capo.

Però, e mi scuso, non mi andava di star a riscrivere i dialoghi.

 

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Capitolo 2
*** Qui sono tutti pazzi!!! ***


Quando Clover riaprì gli occhi si trovava in una grande stanza dalle grandi finestre adornate da lunghe tende bordeaux

Qui sono tutti pazzi!!!

 

 

 

 

Quando Clover riaprì gli occhi si trovava in una grande stanza dalle grandi finestre adornate da lunghe tende bordeaux . Le pareti erano in pietra,  due poltrone si trovavano davanti ad un camino col fuoco acceso, ed ai lati delle pareti c’erano dei vecchi mobili impolverati. Lei si trovava in un grande letto a baldacchino. Fece per alzarsi, ma subito ricadde.

 Mi sento debole.. cos è questo profumo.. è fresco… pensò mentre odorava le lenzuola.. “Aaaah devo alzarmi.. prima che torni quel pazzo maniaco pervertito.. mi ha persino portata a casa sua..!!!”

 

 

Si tirò su, ma all’improvviso una voce catturò i suoi pensieri “Dove pensi di andare conciata così? Non riusciresti a fare quattro passi che dovrei raccoglierti da per terra..” Fesso io che ancora mi preoccupo di una ragazzina che non fa che darmi del pervertito,

 ci fu silenzio, poi Clover disse “Non ho bisogno del tuo aiuto, se non ti fossi intromesso nella mia vita a quest’ora ce ne stavamo tutti e due per i fatti nostri..” 

Nightmare si alzò dalla poltrona e si direzionò verso di lei, poi arrivatole accanto si abbassò per guardarla negli occhi “Se TU non ti fossi intromessa nella mia vita..”

 “Io non ti ho mai chiamato! Neanche ti c—aaaaahiaaaaa!!!!!!!!!!!Ma ti ha dato di volta il cervello!!??” iniziò ad urlare Clover quando Nightmare  la prese per una ciocca di capelli “Lasciami mi fai male!!”

“Non devi mai interrompermi quando parlo,  chiaro?!” la sgridò lui.

Clover lo guardava con gli occhi pieni di lacrime, prima non era così….era diverso..!!

Iniziò a tremare, ma non smetteva di fissarlo negli occhi.

Sta tremando.. meglio così, è ora che capisca con chi ha a che fare..

 

Nightmare la lasciò andare “Comunque, prima che tu m ‘interrompessi, ti stavo dicendo cos è accaduto ieri sera..” Nightmare fece una pausa tanto per vedere se aveva ancora voglia d’interromperlo,ma non accadde nulla.

 Perfetto si disse prima di proseguire.

“Me ne stavo qui, a casa mia, quando è arrivato Marcus dicendomi che non dovevo assolutamente permetterti di fare stupidaggini.”

Marcus..e chi è? 

Perciò ti ho raggiunto il prima possibile.. ora non chiedermi per quale motivo mi hanno chiesto di intervenire, perché io ne so quanto te.” Disse seccato.

 

Clover non disse niente, continuava a guardarlo anche se in verità era come se non ci fosse. E Nightmare questo l’aveva capito, infatti si allontanò da lei ed uscì dalla stanza.

 

Chissà cosa vuole da me quel Marcus.

. Si domandò Clover cercando di alzarsi. Aveva ancora la divisa del part-time addosso.

 E poi vorrei sapere dove mi trovo…va bene che sono a casa sua ma non so dove si trovi.. dentro la città? Fuori?.

Clover scostò le tende E’ notte..Com è possibile? L’orologio segna le nove del mattino.. Fuori non c’è nessuno, ci sono soltanto alberi.. una foresta…

“Posso sempre uscire dalla stanza e farmi un giro…dovrà pur esserci qualcuno oltre a quel pazzo no?”.

Quando arrivò alla porta, prima di aprirla, tentennò un’ istante

 “Infondo non mi ha vietato di uscire…ha chiaramente fatto capire che il suo lavoro è finito.

Aprì la porta ed uscì.

 

Davanti le si presentava un lungo corridoio illuminato da alcune fiaccole appese. Ai lati si alternavano delle porte e delle statue raffiguranti varie creature.. Cos è? Il castello di Dracula?

 

Mentre camminava notò che il corridoio era parecchio lungo, e che conteneva parecchie stanze.

Arrivò alle scale “Ci sono sia per scendere che per salire.. credo sia veramente un castello, di Dracula è ancora da accertare..” si guardò indietro “meglio scendere!”

Iniziò a scendere la scala a spirale…non si sentiva il minimo rumore, soltanto i suoi passi…arrivò in un altro corridoio…stavolta meno illuminato e più largo rispetto a quello precedente.. Le statue erano nascoste nell’ombra ed assumevano un’aria ancora più spettrale di quella che avevano in precedenza.

All’ improvviso qualcosa si mosse nell’ombra…Cos è?! La statua si muove?!  

Era una bellissima statua con sembianze d’angelo.. quando la mano fredda sfiorò quella calda di Clover , lei urlò ed inizio a correre lungo il corridoio. Spalancò una porta e lo spettacolo che si trovò davanti era scioccante: in un grande letto un ragazzo stava baciando appassionatamente un donna, mentre un’altra lo spogliava. Intorno c’erano tantissime candele e l’aria profumava d’incenso, in abbondanza.. Ma che diavolo.. 

Le tre persone non sembravano essersi rese conto della sua presenza, quando il ragazzo iniziò a baciare il seno di una delle due donne, puntò lo sguardo su Clover continuando il suo lavoro..

Ma che schifo! Detesto queste cose!  Pensò iniziando a camminare nel senso opposto.

Aveva appena messo il piede fuori, che una frusta le si attorcigliò sulla caviglia, facendola cadere a terra.

Quando alzò il viso vide una donna vestita in pelle con in mano la frusta, che le sorrideva malignamente.

 Ce n’era una terza..nooo

Clover si alzò pulendosi i vestiti, poi guardandola con odio “Sai dove te la puoi mettere quella frusta?!” .

Ooooh ragazzina, non ti facevo così audace…. Le rispose la donna bagnandosi il labbro superiore con la lingua.

 Clover impallidì “N-Non penserai mica che io..

 cosa dovrei pensare?” le chiese la donna sadomaso facendo la parte della timida.

Stava per rispondere quando all’improvviso sentì le due donne ansimare ..

Oh mio dio, no! .

Diede una spinta alla donna e corse via.

Entrò in un’altra stanza. Le tende erano chiuse e non si vedeva niente.

“Il posto adatto per nascondersi.. ci sono parecchie stanze, prima che il pazzo mi trovi ce ne vorrà di tempo..”

Si mise seduta, un sorriso le comparve sul viso quando pensò alla reazione di Nightmare nel non trovarla.

eh eh che  soggetto.. si rabbuiò devo fare attenzione …non so niente di lui..

 

Ehi chi sei?” le chiese una voce che proveniva dal fondo della stanza.

I-io..mi dispiace! Non pensavo che ci fosse qualcuno..

Uno strano ragazzo le comparve davanti. I raggi della luna permisero a Clover di vederlo chiaramente… Che bel ragazzo..

Il ragazzo prese una mano di Clover tra le sue, e sorridendo disse “Alta, bionda, occhi azzurri…la mia ragazza ideale!!!!”

Eeeeh?! Ma come fai a sapere…è tutto buio..chiese lei al ragazzo.

“Ti ho vista quando Nightmare ti ha portata al castello, stai meglio vero??” le chiese tutto allegro, stringendole ancora di più la mano.

“Si.. grazie” disse lei dolcemente. finalmente qualcuno sano di mente!

Poi disse “Che bei capelli argentati…ed i tuoi occhi hanno riflessi d’oro.. beato te!”

Il ragazzo fece un risolino, poi disse “Non per vantarmi ma… Sono proprio del colore dell’oro.”

“Ehm…” fece Clover indecisa.

Keno.”  l’aiutò lui ridendo.

Ma non ride un po’ troppo?  Keno…bene. Potresti dirmi chi è Marcus e dove posso trovarlo?”

“Mi dispiace ma non posso aiutarti.. non lo vedo da ieri pomeriggio..” disse scuotendo la testa.

Prese Clover sotto braccio e aggiunse “Che ne dici di andarlo a cercare insieme?”.

“Va bene..ma sì, fidiamoci, non mi sembra una cattiva persona! Però a pensarci bene.. non può essere un essere umano…quei capelli.. e  gli occhi poi…

Lo guardò bene, ha qualcosa di magnetico…non può essere un angelo.. che sia un demone? 

 

All’improvviso la ragazza sentì un brivido percorrerle la schiena, E’ lui.. 

Si voltò, Nightmare era lì con una faccia che non prometteva nulla di buono.

Hello Nightmare!” disse Keno allegramente e battendogli una mano sulla spalla come segno d’amicizia.

Ma non ci fu alcuna reazione. Calò un silenzio tombale. E Nightmare continuava a guardare Clover minacciosamente.

“Suvvia.. mi sono soltanto fatta un giretto! Come vedi sto bene! Sei stato gentile a preoccuparti!” Ma appena vide lo sguardo di lui il sorriso le morì in volto…

 

 

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Capitolo 3
*** Temendo che mi ami.. ***


“Tu…

 

Temendo che mi ami..

 

 

 

“Tu….brutta…come diavolo ti sei permessa?!” iniziò a sbraitare Nightmare “Come?!”.

“Calmati Nightmare..provò a calmarlo Keno.

“Calmarmi?! …Sai cos ha fatto questa mocciosa?!” ringhiò lui in risposta.

Clover lo guardò male “Moccios—“ , ma fu interrotta da Keno che le tappò la bocca con la mano, poi senza farsi sentire, le disse “Evita di rispondere.. lo conosco fin troppo bene.. ora morde ma dagli dieci minuti e se ne andrà a sbranare qualcun altro…”

Clover annuì con la testa, e Keno le sorrise dolcemente… Il cuore le iniziò a battere forte, Oh cavolo… quando sorride così è proprio bello..

Nel frattempo Nightmare iniziò a camminare avanti e indietro puntando il dito su Clover “Lei… mi ha scambiato per una statua!!! Una statua capisci!?”

Keno e Clover lo guardarono sorpresi, poi iniziarono diventare rossi in viso nel trattenersi dalle risate.

Allora era lui… poverino, deve esserci rimasto parecchio male.. pensò la ragazza continuando a guardarlo.

“Va bene che sono pallido ma scambiarmi per una statua! Come diavolo hai fatto?! E poi perché sei corsa via così!?!” chiese l’angelo furibondo non notando le espressioni dei due.

“Era tutto buio…tu sei comparso all’improvviso…eri freddo come il marmo…” cercò di dire Clover senza ridere. Ma fu tutto inutile.

Nightmare alzò un sopracciglio “perché state ridendo?”

Perché? E ce lo chiedi anche?” disse Keno tutto allegro pizzicando la guancia di Nightmare.

Detesto tutta quest’allegria…ma da dove la prende?!  Pensò l’angelo voltandosi e andandosene.

Nightmare! Dove vai?” gli chiese Clover con occhi tristi.

Ma lui non rispose. “Scusami Keno, vado con lui.” Disse lei al ragazzo, per poi correre in direzione di Nightmare.

Keno sussurrò “Devi proprio…?” ma Clover era ormai troppo lontana per sentirlo, e lui continuò a guardarla andar via.

 

Erano fuori dal castello, stavano camminando nel giardino.

Nightmare aspettami!”

L’angelo si fermò e si girò dalla parte della ragazza “perché mi segui? Non  voglio stare con te” le disse lui freddo.

Clover ci rimase malissimo, e non riuscì a nasconderlo. Delle lacrime iniziarono a rigarle il viso.

Nightmare la fissò senza dire niente, non riusciva a capire perché stesse piangendo, infondo cosa le importava se lui la volesse oppure no? A meno che..

Andò verso di lei, e prese il suo viso tra le mani, poi disse “Clover non è che io ti piaccia?”

Diretto il pazzo… “No.. ho solamente la lacrima facile” gli rispose scostando il viso.

 

Accadde tutto in pochi istanti: Nightmare le mise una mano sulla vita e la tirò a sé, con l’altra alzò delicatamente il viso di Clover e le sue labbra si unirono a quelle di lei.

Stavolta Clover non reagì, anzi, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare.

Si mise in punta di piedi e circondò il collo di Nightmare con le braccia.

 

Ma furono interrotti…dalla donna sadomaso! Infatti appena li aveva visti, li aveva staccati prendendo al lazo Nightmare.. e buttandolo a terra.

Lei?! Ma cosa vorrà adesso?!  Pensò Clover disperata.

Si guardò intorno, Nightmare si era rialzato e massaggiandosi il collo, fulminò la donna con lo sguardo.

“Non guardarmi così caro, quella ragazza è mia, l’ho vista prima io!” disse la donna indicando Clover.

“Non essere assurda  Alameda..” sospirò lui, ormai abituato a queste scene.

Alameda? Questo sarebbe il suo nome?! Fatto sta che ci ha interrotti!!!  Maledetta strega!

“Deve venire con me, Nightmare.. e meno male che vi ho interrotti.. non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se non fossi intervenuta….” Continuò sistemandosi il suo caschetto nero “E poi…” guardò Clover  con sguardo sornione “La tua amichetta avrà voglia di continuare quello che abbiamo lasciato poco fa in sospeso..”

Nightmare guardò Clover, non riuscendo a capire cosa intendesse la donna, cercando una risposta.

Clover disse scandalizzata “Ma non dire stupidaggini Almeda!”

Alameda.” La corresse la donna infastidita.

Alameda..si..” borbottò Clover. “Ho soltanto aperto la porta e vi ho trovati lì… Non avevo alcuna intenzione di unirmi a voi, stanne certa!” finì di dire sperando di finirla lì.

Alameda guardò Clover, spostò lo sguardo su Nightmare e gli disse facendosi seria “Marcus… stasera vuole incontrare la ragazza…falla preparare a dovere.

Nightmare rimase impassibile e con tutta la sua freddezza disse “Benissimo. Iniziava a stancarmi.” Detto ciò si diresse verso il castello senza guardare Clover.

 

“Non dirmi che ci sei rimasta male.”  Chiese Alameda.

Ma Clover non le rispose, continuava a guardare il terreno a testa bassa.

“Mai legarsi ad uno come lui! Sarà anche bello ma ha un pessimo carattere!” continuò Alameda sistemandosi il corpetto. “E’ un’asociale e non è capace di stare con la gente, molto meglio Marcus, credimi. E’ bello quanto Nightmare ed è un vero gentiluomo!” finì la donna.

Si accorse anche che Clover non c’era più. Peggio per lei!!! Pensò schioccando la frusta a terra.

 

Clover si trovava nella stanza che le avevano dato. Si era accucciata vicino al camino con le ginocchia sotto al mento.

E così iniziavo a stancarlo… allora mi ha baciata soltanto per divertimento.. ed io  sono stata una  sciocca  a pensare… a pensare che forse potesse  piacermi sul serio…

Iniziò a piangere E poi che significa  che devo prepararmi a dovere…cos è…ci devo andare a letto?!... Marcus

Un brutto pensiero balenò nella mente della ragazza: Se fosse veramente così? Se l’ unico scopo è quello di accontentarlo sessualmente? …No Nightmare non lo permetterebbe mai…

Un sorriso amaro le comparve sul viso, Nightmare..gia... ma cosa gliene dovrebbe importare.. Ed io che ancora ci penso..!

 

 

 

Nightmare si trovava nella sua stanza, in piedi di fronte alla finestra.

Poggiò una mano sul vetro appannato, Ho dovuto…ho dovuto farlo! Però se avessi saputo sin dall’inizio cosa voleva Marcus.. non l’avrei mai portata qui, cazzo!

Battè un pugno sul vetro, poi ci si appoggiò con la fronte.

Prima la bacio… poi la rifiuto temendo che mi ami.. ma chi cazzo sono per fare questo.. a lei… Lei, sempre e solo Lei…

Sorrise tristemente Lei non ricorda nulla… non si ricorda di me…

E’ meglio così.. vero  Nightmare?  Hai mentito a te stesso provando a non pensarla… l’hai fatto per il suo bene… avrebbe sofferto insieme a te…non poteva stare con la morte.. sarebbe stata circondata dal dolore.. Parlò a se stesso.

Ma sai anche che sareste stati bene insieme.. l ’avreste superato col vostro amore.. vi sareste amati alla follia.. Lei è la tua vita.. la tua anima…

Ma hai avuto paura…

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Anche se tu non mi ami, io ti amo. ***


Una persona bussò alla stanza di Clover

 

Anche se tu non mi ami, io ti amo.

 

Una persona bussò alla stanza di Clover. “Avanti!” disse lei speranzosa, rialzandosi da terra.

Ma quando vide che era la cameriera che le portava il pranzo, ne rimase profondamente delusa.

Ah.. non è lui… Guardò verso la finestra rattristandosi Nightmare…

Andò accanto alla cameriera e le disse “Grazie, ma non ho fame”

“Ma signorina..lei deve mangiare…altrimenti il padrone mi sgriderà!” replicò la cameriera.

“Il padrone? Intende..” chiese Clover.

“Il signor Nightmare. Signorina.” Le rispose la cameriera.

Clover a quel nome sussultò, si… ci avrei scommesso..

La cameriera continuò “E’ stato lui stesso a dirmi che se non avreste mangiato ne avrei pagato io le conseguenze. E mi ha esplicitamente detto di riferirvelo così non vi sareste tirata indietro.” La guardò speranzosa.

Bastardo!!!!  Pensò Clover mentre si sedeva per pranzare.

 

Il pranzo fu ottimo. Clover era sazia.

“Aaaaah! Adesso ci vuole una bella dormita!” disse stiracchiandosi. “in verità avrei voglia di fare una passeggiata…ma non mi va di incontrare determinate persone..”

Andò a sedersi sul letto, e prese un libro che aveva trovato nel cassetto del comodino.

Vediamo… “Incantesimi.” Waaaaa!!!! E’ un libro di incantesimi! Bello!!!

Iniziò a sfogliare entusiasta le pagine, quando la sua attenzione si soffermò su un incantesimo..

Questo incantesimo permette di vedere la persona desiderata…posso vedere quello che sta facendo Nightmare senza che lui se ne accorga!

Sbuffò, “ma come faccio, non so farlo..”

Guardò una caramella che si trovava sul comodino, “Keno!!!”

Corse fuori dalla stanza alla sua ricerca. Se  lui è veramente un demone, potrà di sicuro aiutarmi !

“Keno!! Keno dove sei?!” Clover iniziò a chiamarlo per il corridoio.

 

All’improvviso sentì tirarsi per un braccio, e la ragazza riconobbe all’istante i due occhi dorati che la guardavano.

“Keno!!!” urlò abbracciandolo “Meno male che sei qui! Mi serve il tuo aiuto!”.

Keno sorpreso, restituendole l’abbraccio, le chiese “In cosa posso aiutarti, Clover cara??”

“Tu sei un demone giusto?? Sei in grado di effettuare incantesimi??” chiese lei euforica.

“S-sì.. ma che tipo d’incantesimo è?” chiese lui perplesso.

Il libro ce l’ho in camera!” Dobbiamo sbrigarci!!! Non vedo l’ora!!

“Andiamo Keno, sbrigatiiiii!!!” urlava Clover entusiasta.

Keno le corse dietro, ormai contagiato dal suo entusiasmo..

 

Peccato che svanì quando Clover gli mostrò il libro con l’incantesimo e per cosa voleva adoperarlo..

“Allora puoi farlo??” gli chiese speranzosa.

Ma Keno non le rispose.

“Keno, tutto a posto?” Clover preoccupata gli poggiò una mano sul braccio.

Keno sussultò, poi guardò Clover, “Scusami ero soprappensiero..”

E’ la prima volta che lo vedo così… avrò detto qualcosa di sbagliato?

Comunque, chiedevo se potevi aiutarmi…”

“Se proprio devo..” borbottò lui.

“Cosa?” chiese lei, dato che non aveva capito.

“No, niente, lascia stare!” cercò di giustificarsi lui.

Si alzò dal letto, “Forza! Eseguirò quest’ incantesimo e poi me ne andrò ad allenarmi!” disse con la sua solita allegria.

Clover lo guardava, seduta sul letto, eseguire l’incantesimo.

E’ proprio strano, che gli abbia fatto male qualcosa  a  pranzo?

 

Keno iniziò a pronunciare strane parole, che a Clover apparivano senza senso.

Su una parete della stanza, completamente spoglia di oggetti e mobili, iniziarono a comparire delle sagome, non ancora identificabili.

“Ovviamente si può eseguire anche su altri oggetti, ma ho preferito offrirti la miglior visuale..” disse serio, “fra qualche minuto si vedrà tutto nitidamente e potrai anche udire i suoni.”

Clover guardava la parete titubante.

“Non preoccuparti, non potrà ne vederti ne sentirti. Sono o non sono stato bravo?” chiese lui orgoglioso e sorridendo.

“Bravissimo!” rispose Clover dolcemente.

Le guance di Keno si colorarono leggermente di rosso, poi prima di andarsene disse “Divertiti, fallo anche per me”. Uscito fuori, chiuse la porta per non permettere a nessuno di disturbarla.

 

Sulla parete comparve la stanza di Nightmare. Non sembrava un ‘illusione, bensì che la stanza di Clover continuasse sino a quella di Nightmare.

Poi comparve lui, bello, affascinante… e nudo!!!!

Clover spalancò gli occhi sconvolta. Diventò del colore delle tende.

Ma che…che…che?!

Non riusciva nemmeno a pensare, ma era anche vero che non riusciva neanche a staccargli gli occhi di dosso.

 

 

Nightmare si era appena spogliato per farsi un bagno. Sperava che avrebbe calmato la sua arrabbiatura. Aveva voglia di rilassarsi e di dimenticare.

Perché mi sento così osservato? Si chiedeva guardandosi intorno, con aria spaesata.

Eppure non c’è nessuno. Ho chiuso tutto..  aggrottò la fronte, meglio ricontrollare.

Controllò che le finestre e la porta fossero chiuse, tirò le tende, e così fece per il bagno. Ma non ancora convinto, controllò anche sotto il letto, sul tetto del letto a baldacchino, anche dentro il camino, Non si sa mai!

Eppure quella strana sensazione continuava a tormentarlo..

Basta Nightmare.. è soltanto paranoia questa!

Andò nel grande bagno, si immerse nella vasca e appoggiò la testa allo schienale di marmo.

Da quando c’è quella ragazzina, la vedi da tutte le parti! Arrivare a pensare che ti stia guardando mentre ti spogli, è troppo!!!

 

 

Clover stava guardando Nightmare, quando l’aveva visto guardarsi intorno e controllando che ci fosse qualcuno, aveva temuto che la vedesse.

Ma fortunatamente Keno aveva ragione, non poteva vederla!!

Lo vedeva lì, immerso nell’acqua, pensieroso.

Piccole gocce sui capelli scendevano delicatamente sulle spalle di Nightmare..

Clover si sentiva morire.. quanto avrebbe voluto essere lì..

Sin dalla prima volta che l’aveva visto le erano piaciuti i suoi capelli, neri, scalati sino alle spalle.. lo rendevano una persona molto elegante.. gli donavano fascino..

Per non parlare degli occhi poi, indescrivibile la loro bellezza…

 

 

Mentre si perdeva in questi pensieri, qualcuno bussò alla porta. Clover saltò in piedi. “Un momento… mi sto vestendo..!” Accidenti!! Come si toglie sta roba?! Dovevo chiederlo a Keno prima che se ne andasse!!

Iniziò a girare per la stanza in cerca di qualcosa, non sapeva cosa, ma doveva comunque trovarla!

Per la fretta diede un piccolo calcio ad una biglia arancione.. e l’immagine sulla parete scomparve. La raccolse, “Era questa?! Una biglia?!”

 

 

Bussarono di nuovo. “Avanti!” disse lei seccata.

Appena la porta si aprì, una schiera di donne entrò nella sua stanza, circondandola. Erano delle cameriere.

“P-posso esservi utile..?”

Una delle donne, la più anziana, sorrise, “Signorina, siamo venute a prepararla per il vostro appuntamento con il signor Marcus..” finì tristemente.

Clover lo notò, ma non disse niente.

 

Fu preparata a dovere. Le fecero fare un bagno alle rose, le acconciarono i capelli con diversi nastri azzurri. Indossò un lungo vestito celeste, abbastanza scollato. Le lunghe maniche terminavano con un delicato pizzetto. Sotto  il vestito delle giarrettiere sostenevano le calze trasparenti.

Adoro questi vestiti.. sembra di essere tornata  indietro  nel tempo…

Divenne triste, pensando che quel vestito non lo stava indossando per il suo amato, bensì per un uomo che non aveva mai visto.

 

Avevano appena finito, che entrò Nightmare. Clover lo guardò stupita. Non se l’aspettava di vederlo lì..

Nightmare attratto ancora di più da lei, cercò di ricomporsi, “Se sei pronta, ti porto da Marcus.” Disse con tutta la freddezza che poteva avere in quel momento..

“S-si, possiamo andare..” neanche così ti piaccio? Allora  non c’è proprio speranza.. pensò sospirando..

 

 

E’ bellissima. Pensava lui mentre percorrevano i giardini.

Era il tramonto, i fiori e l’acqua di un grande lago assumevano diverse sfumature.

Dall’altra parte del lago si scorgeva un gazebo bianco, percorso da piante rampicanti.

Clover spostava lo sguardo dal lago a Nightmare.

Perché non ti volti, e mi dici di non andare? ..che mi ami..?

Un lieve vento si alzò, Clover guardò Nightmare. I suoi capelli danzavano insieme al vento, i suoi occhi riflettevano la luce del tramonto, erano caldi.. Anche se tu non mi ami, io ti amo.

 

Arrivarono al gazebo. Il ragazzo che l’attendeva,seduto su una panchina in marmo, aveva qualcosa di familiare..

Il ragazzo di stamattina …con Alameda e le altre due!!!! Marcus!?

 

 

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Capitolo 5
*** Marcus. ***


Quando il raggazzo li vide, sorrise andando loro incontro

Marcus.

 

 

Quando il raggazzo li vide, sorrise andando loro incontro. “Clover, felice d’incontrarti.”, poi all’orecchio le disse “Meglio in queste circostanze.. non ne convieni?”

Nightmare apparve piuttosto seccato nel vederlo comunicare in quel modo.. poco educato!?

“Marcus..” Clover non sapeva cosa dire.

Marcus guardò Nighrmare. “Vorrei parlarti un momento..

“Sbrighiamoci, che ho altre cose a cui pensare!” ringhiò lui.

 

I due ragazzi si allontanarono.

E così quello è Marcus…  è un bel ragazzo.. però è più grande di Nightmare, credo..

Clover abbassò lo sguardo. Non  so neanche quand è nato… non so nulla di lui…

Guardò Marcus, Alto, capelli corti e neri…occhi grigio-verdi…. Alameda aveva ragione…è molto bello.. ma non quanto quel pazzo..

La ragazza vide Nightmare dire qualcosa minacciosamente a Marcus.. non riesco a capire cosa stanno dicendo…

Dopo di che, l’angelo se ne andò. Non prima di dare un ultimo sguardo a Clover. Sembrava volesse chiederle perdono per qualcosa..

“N-Night..” ma fu interrotta da Marcus, che la invitò a sedersi.

.

Clover esitò un istante, poi si fece forza e si accomodò accanto a lui.

“Sei molto bella, sai?” le disse lui squadrandola dalla testa ai piedi, “molto più bella dall’ultima volta che ti ho vista..”

Clover arrossì vistosamente, “G-grazie..ma che intendi dire? Che ci siamo già incontrati? O intendi sta mane…”

“No no, stamattina lasciamola da parte..”, avvicinò il viso a quello di Clover “ci siamo già incontrati…non ricordi, mia dolce Clover?” .

La ragazza si allontanò un poco, “N-no..non ricordo..”.

Ma Marcus riguadagnò terreno. “Fai male, dovresti…” disse lui quasi sussurrandolo, e poggiando le labbra sul collo di Clover.

“Ma che fai?!” urlò lei scostandolo “Dimmi, quando ci siamo visti!!?? E cosa vuoi da me?!” finì alzandosi dalla panchina ed andando vicino la ringhiera.

Marcus la seguì con lo sguardo, per poi seguirla a sua volta.

“Non preoccuparti..le disse lui bloccandola con il suo corpo, contro la ringhiera, “Ti ho fatto chiamare proprio per questo..”

“Mi stai troppo attaccato!”. Clover cercò di allontanarlo, ma non ci riuscì.

 

Marcus scosse leggermente la testa “Clover, Clover, Clover…se vuoi sapere, devi anche accontentarmi, non credi?”

“Accontentarti?! E come, di grazia!?” chiese lei guardandolo con disprezzo.

“Non guardarmi con quella faccia, altrimenti potrai anche scordartelo... le rispose Marcus facendo più pressione con il corpo.

“Ed allora spiegati..gli disse lei evitando di guardarlo negli occhi.

“Tu lasciami fare…ed io ti spiegherò tutto…” disse lui baciandola sulle labbra.

Clover spalancò gli occhi dallo stupore.

Il bacio si faceva man mano più intenso, e lei cercava in tutti i modi di scostarlo, ma ogni sforzo era inutile..

Non ci riesco.. è.. troppo forte..!  Non riesco a respirare…!!!

“Mar…cus.. smettila… non..re ..spiro…!!”

Marcus staccò leggermente le labbra, “Allora non farlo...”, le disse prima di riprendere a baciarla con più ardore.

Mentre continuava a baciarla, con le mani sulla schiena di lei,iniziò a slacciarle il corsetto.

A quel punto Clover per evitare che il ragazzo continuasse, gli morse il labbro inferiore.

 

Marcus allontanò il viso da quello di Clover. Non era per nulla turbato, sembrava che se l’aspettasse. Un sorriso divertito gli comparve sul viso.

Dalla piccola ferita usciva del sangue, che tolse con la lingua. “E va bene, è ora che ti racconti qualcosa..disse divertito.

La ragazza si rimise seduta sulla panchina, mentre il ragazzo rimase in piedi, poggiando le mani sulla ringhiera. “Spero che non ti offenda se ti do le spalle. Le chiese lui calmo.

No fai pure..” gli rispose lei inquieta.

 

Ci fu qualche minuto di silenzio, poi Marcus iniziò a parlare:

“Vediamo.. da dove posso iniziare..? si disse lui calmo, “Ma sì…Circa due anni fa, Nightmare iniziò a comportarsi in modo strano, appena finiva di ‘lavorare’ si recava sulla terra, e nessuno sapeva che fine facesse…”

“Sulla terra? ..che significa?” chiese Clover confusa.

Marcus la guardò un momento e disse “Significa che qui non siamo sulla terra, questa è una dimensione parallela..

Continuò “Preoccupato, mandai delle persone a pedinarlo, e così scoprii tutto. Fece una pausa, poi si mise a ridere “Pensa, quell’idiota era così preso da una ragazza, che ne neanche si accorse che lo stavano pedinando.”

Tornò serio “Ovviamente ci rimasi malissimo, non pensavo mi nascondesse una cosa del genere.. Così gli chiesi spiegazioni, ma lui non mi diede ascolto, anzi mi disse di non intromettermi..”.

 

Iniziò a piovere. Clover guardò il cielo, Non mi ero accorta del cambiamento di tempo.

Inizia a fare freddo…

Marcus si tolse la giacca nera che portava addosso, mettendola sulle spalle della ragazza, e rimanendo con una maglia bianca a maniche lunghe “Perdonami, quando ho visto quel vestito nel negozio, non ho pensato al fatto che a quest’ora potesse fare questo freddo. Disse lui sinceramente dispiaciuto.

“Grazie, è stato gentile da parte tua.” Gli rispose Clover gentilmente. Se continuasse  così, sarebbe magnifico..

Marcus continuò: “Decisi di recarmi personalmente sulla terra, mentre Nightmare non c’era, per poter incontrare la persona che era riuscita a fargli battere il cuore..

Guardò Clover negli occhi “lì incontrai te..

 

Clover era sbalordita. “Me? Ma che stai dicendo? Io non ricordo nulla del genere!”

“E’ normale, Nightmare effettuò un incantesimo facendoti perdere la memoria.” Le rispose il ragazzo.

“Nightmare…” sussurrò Clover, Ci siamo già incontrati… ma non mi hai detto niente del genere.. perché?!

“Vuoi che vada avanti?” le chiese.

“Ma certo!!” esclamò lei saltando in piedi, e dirigendosi verso Marcus “Voglio sapere tutto, e nei minimi dettagli!!”

“Benissimo.” Le disse sorridendo e tornando a guardare l’orizzonte.

Clover gli andò accanto, poggiandosi anche lei sulla ringhiera, “Ma non hai freddo, Marcus? O almeno mettiti al centro del gazebo..gli spostò i capelli bagnati dalla pioggia “Ti stai bagnando tutto..”

“Se fossi in te, non continuerei..”. La guardò mangiandosela con gli occhi.

Clover si vergognò da morire, la guardava come se fosse nuda.

La prese per mano “Andiamo nella casetta, almeno sarà riparato.” Le disse indicando una piccola casa nascosta tra gli alberi.

E tu pensi che venga con te?” gli rispose alterata.

Se devo saltarti addosso posso farlo lì, come posso farlo benissimo qui. Corri lo stesso rischio, con la piccola differenza di ritrovarti al caldo e all’asciutto, invece che qui fuori al freddo ed al bagnato.. con questo vento poi…”

Clover non sapeva cosa dire, aveva paura che non stesse affatto scherzando, infondo ci aveva gia provato.

Marcus tutto sorridente le disse “Ti prometto che non ti salterò addosso, adesso possiamo andare?”

“Non ti credo.”

Cosa devo fare per tranquillizzarti?”

“…non lo so…” gli disse vergognandosi. Una parte mi dice di andare, una parte mi dice di non farlo.. a quale dare ascolto?

Vedendola indecisa, Marcus ne approfittò per dirigerla verso la casetta, continuando a tenerla per mano.

Se ci vado.. saprò cos è successo.. ma rischierò anche che lui ci provi…ma se non ci vado.. se non ci vado non saprò nulla.. Nightmare  non vorrà dirmi niente…

 

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Capitolo 6
*** Ricordo. ***


Entrarono dentro la casetta

Ricordo.

 

 

Entrarono dentro la casetta.

Rispetto a come Clover  pensava di trovarla, era totalmente diversa, era come se qualcuno ci vivesse. Non un filo di polvere, non una ragnatela, un caldo fuoco scoppiettava in quell’unica stanza. Salì le scale che portavano al piano superiore…era in una soffitta, risistemata. Il tetto era a spiovente, c’era un’unica  finestra che si trovava sulla parte bassa del tetto stesso. In un angolo c’era un grande letto in ferro battuto, con accanto una poltrona. Dall’altra parte c’erano un baule chiuso a chiave, ed un cavalletto con una tela, e vicino c’era uno sgabello di legno dove era poggiata una scatola di colori.

 

Mi è familiare questo posto…

Pensò la ragazza dirigendosi verso il cavalletto.

Accarezzò la tela..

Delle immagini iniziarono a materializzarsi nella sua mente.. Lei, che accarezzava la tela come aveva appena fatto, un’altra mano che si poggiava delicatamente sulla sua, due profondi occhi blu che la guardavano dolcemente.. e due semplici parole: Ti amo..

 

Staccò la mano dalla tela, era tutto finito, ma una fitta al cuore la pervase.

Si accasciò a terra ed iniziò a piangere. Non capiva per quale motivo si sentisse così…

 

Marcus entrò nella stanza, “Vieni, andiamo giù a parlare..le disse calmo..

Clover si asciugò le lacrime, “P-possiamo..restare qui..?” gli chiese singhiozzante, e sedendosi meglio a terra.

“Come vuoi tu.” Le rispose il ragazzo facendo un’alzata di spalle.

Lui si andò a sedere sulla poltrona.

 

“Vediamo..dov’ero arrivato?” le chiese con voce tranquilla.

“Sei arrivato al momento in cui m’incontri..gli rispose Clover, senza minima emozione, e fissando la tela bianca.

“Bene…quando ti incontrai, mi apparisti come l’angelo più puro del paradiso..quei bellissimi capelli mossi del colore del grano.. quegli occhi che riflettevano il cielo di quella mattina.. la tua candida pelle… le tue labbra rosee..” disse Marcus perdendosi in quei ricordi.

Fece una pausa, sospirò, e con tono rassegnato disse “Capii subito quello che provava Nightmare..e senza rendermene conto, finii con l’innamorarmi anch io di te..”

Clover ascoltava senza dire una sola parola.

 

“Iniziai a trascorrere un po’ di tempo con te e Nightmare.. diventammo inseparabili.. Gli dissi che non doveva temere, che poteva fidarsi di me… e che non ce l’avevo affatto con lui..”

S’incupì, ed il suo tono divenne molto più serio..

 “ Più trascorrevo il tempo con te, più mi sentivo bene. Non riuscivo a capire, sapevo soltanto che ti desideravo, più della mia stessa vita.

Sorrise amaramente “Eri dolce e gentile, ti preoccupavi sempre per me, ma… purtroppo avevi occhi soltanto per Nightmare .. il tuo cuore apparteneva a lui”

 

Clover lo guardò pensierosa, Sono successe tutte queste cose…e non me le ricordo

Marcus chiuse gli occhi, poggiò la testa sullo schienale.

“Vi amavate alla follia…eravate così felici insieme.. poi un giorno, mi dichiarai.. e con mio grande stupore, mi dicesti che anche tu mi amavi.. ero al settimo cielo…anche se non capivo com’era potuto succedere…”

Riaprì gli occhi, per poi richiuderli. Strinse i pugni.

Quando lo dicesti a Nightmare, non volle accettarlo. Cercò in tutti i modi di farti cambiare idea. Ma non volevi saperne nulla… decidemmo di fuggire, e ti portai in questa casetta…in modo da sapere sempre dov’eri.. e poi Nightmare non avrebbe mai pensato che ti saresti nascosta in casa sua…”

Finì di parlare, guardò Clover in cerca di una risposta.

Ma Clover non parlava, continuava a guardare la tela bianca.

Non ci credo…è impossibile…mi sta mentendo… me lo sento…

Si portò una mano al cuore, In quel ricordo… era Nightmare ne sono certa… le cose non coincidono.. Se fosse veramente accaduto come ha detto Marcus… l’avrei sicuramente rifiutato quando mi ha detto di amarmi…

Guardò Marcus con odio. Ho chiaramente sentito quello che provavo…ed era amore per Nightmare.

 

Si alzò in piedi. Mi sta mentendo!!  Si direzionò verso la porta.

“Dove vai?” le chiese confuso.

“Via!! Sei un bastardo!!! Mi hai mentito!” gli urlò lei furibonda.

“Non intendo stare un solo minuto in più!”

Aprì la porta.. ma si richiuse subito dopo. Alle spalle di Clover, Marcus era in piedi, con una mano poggiata sulla porta, in modo da impedirle di aprire.

Clover si girò spaventata. “Cosa vuoi..?!”

“Te.” Le rispose lui secco, prima di buttarla a terra.

Clover da terra, arretrò aiutandosi con le gambe.

“Avevi promesso di non..” provò a dire lei, ma la paura la assalì ancora di più, quando lo vide chinarsi su di lei.

“Io non ti ho promesso nulla.. non ricordo!” le disse lui con voce fintamente incredula.

“Bastardo!” esclamò lei sull’orlo del pianto.

 

 

Si mise a cavalcioni sul ventre di Clover, bloccandole i polsi con una mano, mentre con l’altra le accarezzava una coscia scoperta dal lungo vestito.

Marcus smettila!” lo pregava lei piangendo.

Ma il ragazzo non accennava a darle ascolto. Anzi, iniziò a baciarle la guancia, per poi scendere sul collo, lasciando una traccia umida.

 

All’improvviso Marcus si accasciò sul corpo di Clover.

Che…” Clover non riusciva a capire cosa fosse accaduto.

Marcus era svenuto, doveva scansarlo.

Vide sollevare il corpo di Marcus da due braccia robuste. Quando le tornò la visibilità dell’ambiente intorno, vide Keno.

Le porse gentilmente una mano per alzarsi. “Tutto bene, Clo..??”

Si grazie Keno…se non fossi intervenuto, lui mi avrebbe sicuramente..”

“Non ringraziarmi, ringrazia il pazzo scorbutico, dietro di me. Le rispose lui indicando l’angelo alle sue spalle.

Clover guardò oltre Keno, non riusciva a smettere di piangere, ma stavolta per la felicità

 

Nightmare si diresse verso Clover, aveva l’aria seccata  mista a rimprovero.

Ma quando le fu davanti, gli comparve un dolce sorriso, e prendendola tra le braccia, le disse ”Potrai mai perdonarmi, piccola mia?”.

 

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Capitolo 7
*** Lei è tutto quello di cui ha bisogno. ***


Clover abbracciò Nightmare, sussurrandogli “certo che ti perdono, amore mio

Lei è tutto quello di cui ha bisogno.

 

 

Clover abbracciò Nightmare, sussurrandogli “certo che ti perdono, amore mio..”

Keno prese Marcus su una spalla e dirigendosi verso l’uscita disse “vado avanti, lo lascerò alle cure di Alameda..” cercando di restare serio. Che ci poteva fare, gli veniva sempre da ridere!

Nightmare staccandosi mal volentieri da Clover, le disse “andiamo anche noi?”.

Clover si aggrappò al braccio di lui, sorridendo apertamente. “Certo!”

 

Arrivati al castello, Nightmare portò Clover nella sua stanza. Sulla soglia si diedero un bacio a fior di labbra.. “Devi proprio andare?” gli chiese lei tristemente.

Nightmare sorridendo maliziosamente le disse “Puoi sempre venire in camera mia.. od io restare nella tua… ”

Clover gli diede un piccolo pugno sul petto “Ma non ti stanchi mai di stuzzicarmi?” finì ridendo.

Perché? E’ così divertente!” le rispose lui divertito.

Clover sbuffò, dandogli le spalle e mettendo il broncio.

“Ma dai, non dirmi che ci sei rimasta male.” Le chiese l’angelo, accarezzandole la testa come fosse un cagnolino.

Vedendo che la ragazza non reagiva, Nightmare continuò “Mi raccomando, chiudi bene a chiave, la sera questi corridoi sono molto popolati…” le disse sinistramente.

Clover si girò lentamente dalla sua parte “Che intendi?”

“Strane creature si aggirano…ma se ti chiudi dentro non dovrebbe succederti nulla. Le disse serio.

Clover sbiancò.

Naaaa…è uno spasso prenderla in giro!

“Stai scherzando vero?”  disse con voce tremolante.

“No. Ma fai come vuoi.” Disse spolverandosi la camicia nera con non curanza.

“Posso venire con te?” gli chiese lei rossa in viso.

Ma certo” le rispose lui divertito.

 

Si trovavano nella stanza di Nightmare, era quasi uguale a quella di Clover, con l’unica differenza che era più grande, e che il letto era  a due piazze e mezzo, con le coperte bordeaux. Clover si era cambiata, nel frattempo, dato che quel vestito iniziava a darle fastidio. Indossava una lunga camicia bianca da notte leggermente scollata.

Nightmare si sdraiò su un fianco, e porse la mano a Clover, che lo guardava accanto al letto.

“Vieni..” la invitò lui, con voce sensuale ed accattivante.

Clover tentennò un istante, però quel sorriso riusciva sempre ad avere la meglio. Gli si sdraiò accanto, ma non riusciva a guardarlo negli occhi per l’imbarazzo. Il cuore le batteva fortissimo, sembrava volesse uscirle dal petto.

Clover calmati..! Non è niente.. non deve succedere niente!

Nightmare l’attirò a se,accarezzandole la schiena, e perdendosi nel profumo dei suoi capelli.

“Non essere tesa..le sussurrò con voce roca.

“Io non sono tesa.” Gli disse lei cercando di essere il più sicura possibile.

“Meglio così..le sussurrò lui, per poi baciarla.

Quando il baciò finì, Clover lo guardò negli occhi, divenendo seria “ perché tutto a un tratto mostri tutto questo amore per me?”.

Nightmare la guardò confuso.

Stupido!

Non aveva pensato al fatto di doverle spiegare quello che provava in realtà per lei.

“…non so se mi crederai.. ma io ti ho sempre amata..” le rispose lui titubante.

“Oh si certo! Dicono tutti così! Ero forse io quella che ha detto che non gliene importava niente?!” fece lei scostandosi da lui, ed alzandosi a sedere.

“IO iniziavo a stancarmi, eh?!  continuò lei con voce minacciosa.

Nightmare aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito dopo quando Clover lo avvertì “Attento a quello che stai per dire! Non sono un angioletto!!

Nightmare fece una piccola risata “Me ne ero accorto, tesoro.”

“E non chiamarmi tesoro!!” gli disse lei prima di prenderlo a cuscinate.

 

 

All’improvviso entrò una ragazza, con lunghi e lisci capelli castani. Avrà avuto l’età di Clover.

Vide Clover a cavalcioni su Nightmare, con un cuscino in mano. I due la guardavano disorientati. “N-noi non..” provò a giustificarsi Clover.

Ma la ragazza non rispondeva, continuava a fissarli sconvolta.

Poi arretrò di qualche passo, mormorò un scusa e corse via, richiudendo la porta.

Non si usa più bussare, eh? Pensò l’angelo un po’ seccato.

Ma la sua attenzione fu catturata da qualcos altro.. in quella posizione aveva un ottima visuale del seno della ragazza..

Neanche a farlo apposta… Però, si vede che ormai non è più una ragazzina…

Clover smise di fissare la porta, tornò a guardare l’angelo, ma notò che lui stava guardando qualcos altro.

Che starà guardando con quella faccia sognante?...

Seguì lo sguardo di Nightmare..

M- maledetto!

“Pervertito!!!” gli urlò lei.

Nightmare sussultò, “C-Clover.. non è come pensi tu…” disse lui con voce poco convinta.

“Ma certo, devo essermi immaginata tutto, non mi stavi di certo guardando il seno!”

“Esatto!!” disse lui più convinto.

“E speri che io ci creda..?” rispose lei minacciosa.

Nightmare non sapeva cosa rispondere, cosa fare, sapeva soltanto che era meglio non aprire bocca.

Clover sbuffò, scesa da lui, si mise sotto le coperte dandogli le spalle e con il broncio gli disse “Buonanotte..

Nightmare le si avvicinò e provò ad abbracciarla.

“Te la spezzo quella mano se solo ci provi. Disse lei nera.

Nightmare la ritrasse sorridendo.

“Buonanotte piccola mia.”

Infondo è proprio per questo se l’amo.

 

 

Il giorno dopo, quando Clover aprì gli occhi, si trovava tra le braccia di Nightmare.

Che infame, ha  aspettato che mi addormentassi.

Gli accarezzò i capelli, spostandoglieli dal viso. Sono tutti arruffati. Pensò lei ridendo.

Non voglio chiedergli spiegazioni..

Le ritornò in mente, la ragazza della sera prima, Noooo…che vergogna… chissà cos’avrà pensato..

Si accoccolò di più, tra le braccia di Nightmare.

Mi sento al sicuro..

 Sospirò spero solo che Marcus non ci riprovi.

 

Guardò l’angelo ti amo così tanto..

Lo baciò dolcemente.

Nightmare aprì gli occhi, poi li richiuse di scatto.

Aaaah… c’è troppa luce…” mormorò lui lamentandosi.

Con la mano cercò la cordicella per chiudere le tendine del letto a baldacchino.

Quando la luce sparì, riaprì gli occhi “Così va meglio..disse soddisfatto.

Abbassò lo sguardo verso Clover “Buon giorno amore mio” le disse dolcemente, prima di restituirle il bacio.

 

 

 

Nel frattempo Marcus si era risvegliato nel suo letto. Strinse le lenzuola in un pugno,

Nightmare…stavolta tu e la tua amichetta non la passerete liscia!” disse minaccioso.

Tirò via le tende del letto. “Come hai osato…” mormorò toccandosi la ferita alla testa.

Prese una foto dal comodino. Ritraeva Clover.

“Perché mi rifiuti di nuovo..? ma le cose cambieranno mia amata..” disse con voce flebile.

Entrò una cameriera per portargli la colazione.

Marcus aprì il cassetto del comodino, e vi ripose la foto.

Il vassoio che la ragazza teneva in mano, tremava minacciosamente.

“Poggialo su quel tavolo, poi torna qui..disse lui impassibile, squadrandola.

La cameriera ubbidì, posò il vassoio, per poi far ritorno da Marcus.

Quando le fu vicino, il ragazzo l’afferrò per un polso, facendola sdraiare sul letto. Le si sdraiò sopra. Iniziò a baciarla e toccarla su tutto il corpo.

La ragazza lo implorava di smetterla, ma lui non le dava ascolto.

 

 

Un silenzio sovrastava la stanza. Marcus era poggiato sullo schienale del letto.

Faceva tanto la preziosa, e si è divertita più di me…  pensò il ragazzo osservando la donna nuda, che dormiva accanto a lui.

Le prese una ciocca di capelli tra le mani

Nulla in confronto al mio angelo..

 

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Capitolo 8
*** Mi sento smarrito trovandomi con te.. ***


Nightmare si trovava in giardino

Mi sento smarrito trovandomi con te..

 

 

 

Nightmare si trovava in giardino. Era seduto sul prato, e stava lucidando la sua adorata falce. Amava quella falce, era sempre presente nel suo lavoro, e non l’aveva mai tradito. Era stata creata con un materiale particolare, resistente e parecchio affilato. Neanche una scheggia.

Mentre contemplava la sua arma, Clover  si era sdraiata accanto a lui a contemplare la bellezza di un papavero davanti al suo viso.

 

Nightmare la guardò. Aveva fatto bene a consigliarle di mettersi quel leggero vestitino a fiori…sdraiandosi le si era alzato… Non so per quanto potrò resistere…

Posò la falce, portò le braccia più indietro del corpo e ci si poggiò, piegandosi leggermente all’indietro e portando le gambe più avanti.

Guardò il cielo, limpido e cristallino come gli occhi della sua amata.

“Clover..” disse lui  d’un tratto con non curanza.

“mmm…?” la ragazza continuava ad osservare il papavero.

“Sei vergine, vero?” continuò lui sempre non curante e guardando il cielo.

Clover diventò del colore del papavero che aveva davanti.

Si alzò sui gomiti, girandosi verso Nightmare.

“Si” fu l’unica parola che riuscì a dire, prima di rimettersi giù. Meno male che si era messa a pancia in sotto, almeno non poteva vederlo, ed avrebbe continuato a guardare il papavero… Ma che domande fa?! Così all’improvviso poi!!!

 

L’angelo si sentiva più sollevato, anche se non riusciva a capire perché…orgoglio maschile, forse?

Era contento, perché l’avrebbe avuta solo lui, soltanto per sé.

 

Ad un tratto la ragazza sospirò, si era rattristata. Nightmare la guardò “Cos’hai?”

“Nulla..” iniziò a giocherellare pensierosa con una ciocca di capelli, sfuggita alla lunga treccia dorata. “Vorrei…che tu mi parlassi.. di quello che è successo…”

Fece una pausa, cercando una reazione dell’angelo, ma non ci fu, era impassibile.

La ragazza continuò incerta “Credo.. di averne il diritto…di sapere…”

Bene…! Ho rovinato tutto! Si è arrabbiato..?!

L’angelo la guardò pensieroso, le accarezzò un braccio “Va bene. Che vorresti sapere?”

Clover arrossì vistosamente “Come.. ci siamo conosciuti?”

Nightmare  si tirò su, prese una mano di Clover tra le sue, ed inizio a giocarci distrattamente

“Era notte fonda. La luna non si vedeva, ed in strada non c’era nessuno a parte me. Ero gia venuto altre volte sulla terra, ma non mi era mai capitato di soffermarmi sui particolari di quel pianeta..

 

 

************

 

 

Macchine, televisioni, telefoni… sul mio neanche sanno che esistono. Il mio mondo, è un mondo all’antica… gli unici mezzi di trasporto sono cavalli e carrozze…ah, e biciclette. Ma io non uso niente del genere, sono un angelo, e gli angeli volano.

Mi fermai ad aggiustarmi il colletto del lungo cappotto nero che indossavo, non che avessi freddo, io amo il freddo, ma ne sentii comunque il bisogno.

Non sapevo perché mi trovassi lì, avevo soltanto voglia di staccare…

una vacanza, perché no, mi piacerebbe, peccato che non saprei dove andare, o con chi andare.. non ho nessuno.

Camminavo per le strette vie di quella città, senza avere una meta, quando all’improvviso qualcuno sbucò da un angolo e mi venne addosso. Restai perfettamente in equilibrio, mentre la persona cadde a terra. Era un ragazza. Che ci faceva lì da sola, non lo so.

Ma sembrava così…indifesa!

“M-mi dispiace.” Provò a dirmi scusandosi “Non volevo venirle addosso.. mi dispiace tanto!”

Era sinceramente dispiaciuta. Sorrisi, non so perché ma sorrisi. Io non sorrido mai. Ne fui colpito quanto lei.

Le porsi una mano per alzarsi, lei l’afferrò, ma una smorfia di dolore le comparve sul viso..

Mi inginocchiai accanto a lei, e presi la sua mano tra le mie. Nulla di rotto, ma cadendo si era slogata un polso.

“Passerà..” sussurrò guardandosi la mano che tenevo tra le mie. Lo disse con un tono di voce apparentemente tranquillo e sicuro… in verità le faceva molto male, ma non voleva darlo a vedere.

Le circondai la vita con un braccio, mentre con l’altro afferrai l’altra sua mano. La tirai su.

Mi arrivava si e no al mento.

“Andiamo al pronto soccorso” le proposi serio.

Ma lei rifiutò, anzi mi disse di non preoccuparmi, che le sarebbe passato presto.

Restai a guardarla…era così bella… mai visto angelo più bello…

Senza rendermene conto le accarezzai dolcemente la guancia.

Io che uso dolcezza? Anche questa è strana.

Lei non disse niente, si limitò a sorridermi, ma anche se era notte fonda, notai quel lieve rossore sulle sue gote.

 

 

“Vuoi venire a prendere un caffè da me?” mi chiese ingenuamente.

Accettai. Infondo che c’era di strano..? E va bene, qualcosa di strano c’era, io che accetto un invito o che sto in compagnia non si è mai visto.

 

Nel tragitto verso casa sua non parlammo. Guardavo avanti.. apparentemente.. perché con la coda dell’occhio guardavo lei. Sorrideva, felice.

Più mi sforzavo, più non riuscivo a capire perché fosse così felice. E cosa ancora più insolita, era il non riuscire a capire cosa avessi io, mi sentivo strano…mai stato così.

 

 

Arrivammo al suo palazzo. Carino.

No, sinceramente, era davvero carino, e la sua casa lo era ancora di più.

Era molto grande, e ben arredata, almeno per i miei gusti.

“Non vivi con i tuoi genitori?” le chiesi incuriosito.. è sì, più stavo in sua compagnia, più volevo sapere tutto sulla sua vita.

Scosse la testa più volte, ed un sorriso amaro e pieno di disprezzo le comparì sul volto “No, non vivo più con loro da un anno, ormai.

Si tolse la giacca a vento che indossava, sotto aveva una felpa scura ed un paio di jeans.

Peccato che quella felpa le nasconda tutto..

Questo mi ritrovai a pensare! Io, che in ventun anni  di vita, non avevo avuto il minimo interesse per una donna, adesso lo avevo per una ragazzina.. Devo essermi completamente impazzito.

Si, perché l’unico interesse che avevo era la morte, con tutte le sfumature di sangue, urla, dolore.. terrore..

Non mi accorsi che mi stava chiamando, dovette tirarmi una manica un bel po’ di volte.

Quando la guardai chiedendole scusa, si mise a ridere dicendomi:

Sarebbe meglio presentarci, altrimenti si creerebbero questi problemi.

Clover.”

Mi disse porgendomi gentilmente la mano.

La guardai, non avevo mai stretto la mano a nessuno per la mia totale indifferenza.

Ma la sua l’accettai, e volentieri anche. Mi piaceva avere quel contatto fisico con lei..

“Nightmare..” sussurrai indeciso se darle il mio vero nome oppure no.  

Ma infondo non vi era alcun pericolo, se mi avesse chiesto che lavoro facessi, me ne sarei inventato uno sul momento.

“E’ un bellissimo nome” mi disse arrossendo. Dio, mi faceva impazzire quando arrossiva così.

“Mi dai il cappotto? Lo metto di la, così non ti sarà d’impiccio.”

Me lo tolsi e glielo diedi mangiandomela con gli occhi. Lei se ne accorse e le sue guance si colorarono ancora di più.

Andò in un’altra stanza.

Mi passai una mano fra i capelli, non riuscivo a capire cosa diavolo mi stesse accadendo. Cosa ci facessi lì.

 

Quando ritornò, non mi guardò negli occhi, fece di tutto per evitare il mio sguardo.

Ci rimasi malissimo.

Ma poi mi guardò e disse “Accomodati pure mentre preparo il caffè, fa come fossi a casa tua..”

“Posso venire con te?” le chiesi titubante.

Sorrise.

Mi prese per mano e mi portò in cucina con lei. Di nuovo quel contatto… potrei morirci.

 

Accese il gas, e vi poggiò sopra la caffettiera, poi mi guardò “Hai cenato?”

Mentre mi sedevo scossi la testa più volte.

Eh gia. Me ne ero completamente dimenticato. Di solito tornavo a casa e la cuoca mi preparava la cena. Ma sulla terra no. Non avevo programmato di venirci.

“Neanch io. Ho finito poco fa il turno, e come hai potuto vedere, sono corsa a casa.. va bè dai! Mangeremo alle dieci!” disse allegramente, spegnendo il gas, e prendendo varie cose dal frigorifero.

 

 

Era di spalle, mentre cucinava. La osservavo attentamente  mentre era tutta indaffarata per noi.. per me.

Mi parlò un po’ di lei.

Se ne era andata via di casa un anno fa, i suoi genitori erano sempre via per lavoro, e quelle poche volte che c’erano, non facevano che litigare. La trattavano come fosse una nullità. Così un giorno decise di andarsene via di casa. Non aveva molti soldi con sé, ma incontrò un’anziana signora che la ospitò amorevolmente, senza farle pagare nulla. Clover si trovò comunque un lavoretto. Quando la signora venne a mancare, le lasciò in eredità la casa dove vive adesso.

Ogni tanto i suoi genitori la chiamano, ma lei non vuole parlarci. Hanno provato diverse volte a riportarla a casa, ma quando hanno visto che la figlia continuava a scappare, alla fine si sono stancati e l’hanno lasciata andare..

Cenai con lei.

 

 

 

 

Da quel giorno in poi, mi recai sulla terra ogni volta che ne avevo l’opportunità.

La nostra amicizia cresceva sempre più, ma anche qualcos altro…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Un amore al quale non potrei rinunciare. ***


Era così pura, avevo paura che si macchiasse, anzi, ero sicuro che se l’avessi sfiorata soltanto un’altra volta, si sarebbe rotta in tanti, piccoli, pezzettini di vetro…no cristallo

Un amore al quale non potrei rinunciare.

 

 

 

Guardò Clover, che lo ascoltava attentissima.

 

********************

 

 

Come ho gia detto, trascorrevo tutto il tempo, possibile, con te.

Finii per innamorarmene, gia… non riuscivo a crederci.

Una sera, venendoti a prendere a lavoro, mentre camminavamo, d’improvviso sentii l’impulso di abbracciarti e di baciarti.

Quando mi resi conto di quello che avevo fatto, mi spaventai, avevo rovinato tutto.

Invece tu mi feci uno di quei bellissimi sorrisi, e ti poggiasti al mio petto. Aprii il cappotto e ti circondai con esso, per poterti proteggere dal freddo.

Restammo così per non so quanto tempo, poi timidamente alzasti il viso verso di me, e mi baciasti  con tanta di quella dolcezza…

Poi colorandoti in volto, mi dicesti di amarmi.

Non avevo parole..non sapevo cosa dire. Restai in silenzio a guardarti.

Non mi chiedesti niente, non cercasti neanche una risposta, la sapevamo tutti e due. Anzi, tu meglio di me.

 

Non so come, ma tu, mi conoscevi meglio di me stesso. Vedevi cose che io ancora non riuscivo a vedere.

Bastava un mio gesto od una mia parola, e tu capivi quello che mi passava per la testa, i miei problemi, le mie paure…

 

 

 

Da quella sera trascorremmo bellissime giornate insieme, piene d’amore, carezze, baci..

 

Ma arrivò il momento della verità.

Dovevo dirti chi ero veramente, non era giusto continuare ad ingannarti. Però avevo una paura terribile, mai avuta! Sì, tu riuscivi a scombussolarmi tutto.

Avevo paura che non mi avresti creduto, o peggio ancora, che avresti avuto paura di me.

No, quello non l’avrei sopportato.

Vedere nei tuoi occhi la paura.

Era inaccettabile, ma dovevo farlo.

 

Quella mattina pioveva molto forte, mi aspettavi a casa tua, quel giorno non avevi voglia di lavorare e ti eri presa una vacanza.

Nessuno poteva, od aveva il diritto di replicare, avevi soltanto quindici anni, era normalissima la tua voglia di libertà.

Quando arrivai a casa tua, non mi rispondesti, ma fortunatamente la sera prima mi avevi lasciato le chiavi, temendo che non ti saresti svegliata.

Entrai lentamente in casa, posai tutto e mi recai nella tua stanza.

Stavi dormendo, come una bambina, tra le coperte.

Mi avvicinai senza far alcun rumore verso di te, era la prima volta che ti vedevo dormire.. eri così dolce e indifesa.

La mia voglia di proteggerti cresceva sempre di più, insieme alla mia voglia… di te.

Fin ora ero riuscito a reprimere il mio desiderio per te. In quelle poche ore che ci incontravamo,  le passavamo chiacchierando, coccolandoci, ma niente di più.

Eri così pura, avevo paura che ti macchiassi, anzi, ero sicuro che se ti avessi sfiorata soltanto un’altra volta, ti saresti rotta in tanti, piccoli, pezzettini di vetro…no cristallo.

Ti muovesti nel sonno. Forse ti aveva infastidito qualcosa…la mia mano sulla tua guancia forse?

Lo so, è fredda, ma dalla morte non puoi pretendere che sia calda, confortevole.

Posai lo sguardo sulle tue labbra…erano così invitanti..

Le accarezzai, poi feci lo stesso con le mie.

Misi le mani ai tuoi lati,poggiando il ginocchio sul materasso. Mi chinai e poggiai le labbra sulle tue. 

Alzai la testa per vederti meglio, poi ti diedi un altro bacio, stavolta sentii le tue braccia circondarmi il collo, ed il bacio farsi più intenso.

“Buon giorno..” ti sussurrai prima di perdermi a baciarti il viso ed il collo.

Sorridesti, non lo vidi, però me ne accorsi.

“Buon giorno, mio angelo..” sussurrasti dolcemente.

Tornai a baciarti sulle labbra, adoravo sentirti dire ‘mio angelo’.

“Posso?” ti chiesi spostando lo sguardo da te alla parte del letto vuota.

Annuisti con la testa.

 

Mi sdraiai. Ti poggiasti sul mio petto e chiudesti gli occhi.

Il cuore mi stava scoppiando, e sicuramente, lo sentivi anche tu.

Scottavo,cioè il mio corpo aveva raggiunto la temperatura di un comunissimo essere umano. Forse anche più.. Ma non me ne preoccupai, ormai l’avevo capito che era dovuto a te.

Stavo così bene con te, la mia voglia di uccidere spariva completamente, vedevo il mondo da dentro, invece che da fuori.. Amavo, e mi sentivo amato.

 

Alzasti il viso e mi guardasti.

“Cosa dovevi dirmi, Nightmare?”  mi domandasti quasi intimorita.

Speravo che non te ne saresti ricordata. Almeno avrei fatto anch io finta di non ricordarmene.

Ti abbracciai più che potevo, avevo paura che potessi scapparmi.

“Io…ti ho mentito.. mi dispiace..” le dissi sofferente. Sì, soffrivo, e tanto. Non avrei mai voluto mentirti, anche se a fin di bene.

Ti alzasti da me confusa. Cercavi spiegazioni. Ti poggiasti con le spalle sulla spalliera del letto, e mi guardasti. Senza riprendermi, senza giudicarmi. Cercavi soltanto una spiegazione per quelle mie parole.

Sospirai… era arrivato il momento tanto temuto.. e tanto odiato.

“Coraggio.” Mi dicesti tranquilla e serena, accarezzandomi una mano.

Ne fui sorpreso. Proprio tu me lo dicevi, che dovevi essere quella più spaventata e confusa. Invece ero io! Io ero più spaventato di lei per quello che dovevo dirle!

 

Fuori continuava a piovere.

Sospirai di nuovo. Ma non riuscivo a parlare… non sapevo come dirtelo.

Mi avresti creduto? Ne dubito.

Avresti avuto paura? Sicuramente.

Mi tirasti per una manica “Nightmare, dimmi cosa c’è?” me lo chiedesti implorante.

Ti stavi preoccupando.

“Non aver paura.. in questi giorni eri così strano.. non ti sei tormentato abbastanza? In cosa mi hai mentito?”

I tuoi occhi non erano duri, bensì pieni d’amore. Avevi di nuovo capito quello che provavo.

Mi feci coraggio:

“Clover…io non so quanto potrai credermi, ma io…non sono un essere umano..” ti guardai aspettandomi una qualsiasi reazione. Ma non ci fu. E questo mi fece agitare parecchio.

Continuavi a guardarmi senza spiccicare parola. E non riuscivo neanche a capire cosa potesse passarti per la testa. Mi aspettavo risate, incredulità, ma non ci fu niente.

Ti strinsi una mano, sperando che tu facessi altrettanto, ma nulla.

“Sono un angelo… della morte..” mentre lo dissi, sentii la tua stretta sulla mia mano.

“Mi credi..?” le chiesi sussurrando cauto.

Annuisti con la testa, continuando a guardarmi.

“Ho dovuto mentirti, perdonami, ma sappi che l’ho fatto per proteggerti.”

Presi il tuo viso tra le mani e ti guardai negli occhi “Se venissero a sapere del nostro amore, cercherebbero di farti del male. E non me lo perdonerei mai.”

Feci una pausa, poi continuai “ Ce l’hai con me..?”

Spostasti la testa in segno di negazione.

“Vuoi continuare la nostra storia? Continuandoci a nascondere?” chiesi speranzoso.

Mi sorridesti con uno dei tuoi dolcissimi sorrisi.

Mi invase la felicità, e ti abbracciai “Ti amo.” Ti sussurrai con le lacrime agli occhi.

 

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Capitolo 11
*** Non mentirmi più. ***


“Nightmare…perché quando ci siamo incontrati

Non mentirmi più.

 

 

Nightmare…perché quando ci siamo incontrati.. non mi hai detto nulla del genere?” Clover lo disse con voce triste, quasi delusa.

Nightmare la guardò scosso “Non volevo.. vivere il passato.. non di nuovo..”

Clover sospirò affranta “Puoi togliermi ‘questa roba ’?”

Indicò la testa, si era stancata di chiedere in giro di spiegarle cosa fosse successo nel passato.. voleva ricordarlo lei, da sola.

Nightmare la guardò pensieroso .

“No. Non si può. Rimarrai senza quei ricordi.. in eterno.” Lo disse freddamente, con un tono autorevole, che non ammetteva repliche.

 

Clover si alzò in piedi, pulendosi il vestito dall’erba.

Guardò Nightmare con rabbia mista a disprezzo “Non avresti mai fatto una cosa del genere! Non senza il mio permesso!”

Nightmare girò lentamente la testa verso di lei, con voce priva di sentimento “Infatti, non senza il tuo permesso.

Clover lo guardò sconvolta, possibile che l’avesse voluto lei?

No…non avrebbe mai voluto una cosa del genere. Però… per quale motivo anche Nightmare avrebbe dovuto mentirle?

Lui l’amava,no? Non poteva continuare a mentirle.. altrimenti che amore sarebbe stato.

 

Non le piaceva ammetterlo… ma adesso non aveva molta voglia di stare con lui. Arrabbiata, forse?

Nulla in confronto alla delusione.

Si allontanò da lui, senza dire niente, sapeva che le sarebbe passata, restando sola.

 

Nightmare non la fermò. Prese la sua falce e continuò a lucidarla.

Si guardò nel riflesso della lama Mi dispiace, ma non ho alcuna intenzione di toglierle quell’ incantesimo..

Fece un sorriso continuando a guardarsi Certo che son proprio bello!  Canticchiò fra se.

Si. lo ammetteva, era sempre stato un narcisista. Si vantava, e parecchio anche. Specialmente con Raul. Tra i due non si sa chi era più vanitoso.

Si bloccò, e fissò il nulla.

Si ricordò che oggi suo cugino sarebbe venuto a trovarlo!

Che seccatura… dovrò fargli preparare una stanza…

 

 

Intanto Clover si era recata nella sua stanza per cambiarsi. Si vestì comoda, con un paio di jeans ed una camicia bianca presa dall’armadio di Nightmare.

Non mi importa se non gli ho chiesto di poterla prendere! Tanto meno se si sporca!!!

Abbassò la testa, tirandosi la camicia verso il viso

Ha il suo profumo…

Scosse la testa più volte

Basta perdersi in queste sciocchezze! Non è da te Clover!!!!

 

Uscì dalla stanza,voleva cercare Keno per proporgli di uscire da quel maledetto castello per poter parlare.

Incontrò una cameriera “Scusi.. per caso sa dove posso trovare Keno?”

La cameriera quando si girò a guardarla urlò e corse via dicendo che aveva da fare.

Clover si guardò intorno  in cerca di uno specchio.

“Possibile che faccia così schifo?” si chiese guardandosi nello specchio “Va bene che non sono una fata, ma che qualcuno urlasse e scappasse alla mia vista non mi era mai capitato..”

 

Continuò a guardarsi, torva. Non si accorse che qualcuno era alle sue spalle,  sino a quando non vide riflessa la persona che le stava dietro.

Che c’è? Ti meravigli ancora della tua bellezza?” le chiese una voce calda, ed accattivante.

Clover si girò di scatto e si trovò davanti Marcus.

 

Lo guardò male, ma non disse nulla.

Marcus ridendo le disse “Hai paura di me?”

Clover non rispose.

“Fai bene, a volte so essere molto pericoloso. Continuò serio, avvicinando una mano al viso di lei per accarezzarla. Ma Clover si scansò.

Sghignazzò “Sei testarda eh?”

“Se mi tocchi, mi metto ad urlare.” Sibilò lei guardandolo dritto negli occhi.

“Non sai difenderti da sola?” la canzonò “Ecco perchè hai bisogno della protezione del tuo adorato angelo… ma vedo che si è gia stancato.. infondo chi la vuole una donna debole e piagnucolona.”

Voleva provocarla, e ci stava riuscendo alla perfezione.

Clover sentì la rabbia ribollirle dentro.

“Allora per quale motivo continui a perdere tempo?” ribattè lei in tono di sfida “Mi sembra che tu la desideri pazzamente questa donna..”

Marcus sorrise soddisfatto, facendo un inchino “Adesso devo andare, la ringrazio per avermi concesso questi preziosissimi minuti della sua compagnia,  madamigella.”

Baciò la mano di Clover e se ne andò tranquillamente.

 

Clover lo guardava andare via,  con la bocca spalancata.

Ma era Marcus quello,vero? Deve essere stata bella forte quella botta in testa.

Si girò per andarsene, ma la sua immagine allo specchio l’attirò. Aveva le guance rosse ed il cuore le batteva fortissimo. Si portò una mano al cuore.

Che mi succede..?

All’improvviso qualcuno le poggiò una mano sulla spalla. Era la ragazza della sera prima. Clover la guardò attraverso lo specchio. La ragazza le sorrise “Devi essere la ragazza di Nightmare..”

Clover arrossì vistosamente.. “Si.. cioè no.. non lo so..”

La guardò confusa, “Scusami per ieri sera, non volevo disturbarvi..arrossendo a sua volta.

“Non è come pensi…stavamo litigando, ed ho iniziato a prenderlo a cuscinate..ammise  abbassando lo sguardo.

Seguì un silenzio interminabile, poi la ragazza le porse una mano “Kira.

Clover” le rispose stringendole la mano.

Poi corrugò la fronte “Sai se qualcuno ce l’ha con me?”

Kira la guardò senza capire,e scosse la testa negando.

“Una cameriera come mi ha vista ha gridato ed è scappata..le disse con tono seccato e guardando nella direzione in cui Marcus se ne era andato.

 

Kira  piuttosto contrariata “Non pensare che sia colpa tua.. o meglio non direttamente.”

Clover la guardò dalla testa ai piedi, solo ora si accorse che quella ragazza era bellissima. Aveva degli occhi che sembravano due smeraldi. Sorrise, evidentemente Marcus l’aveva così sconvolta da non accorgersi chi aveva effettivamente davanti.

“Spiegati.” Le disse continuando a guardarla negli occhi.

Kira girò la testa da un lato per evitare il suo sguardo “Marcus ti desidera così tanto, che ormai ogni cameriera è andata a letto con lui…”

Clover la guardò ancora più confusa chiedendo un ulteriore spiegazione.

“E’ così ossessionato, che ogni donna che ti somiglia deve essere sua. Se ci fai caso, ogni cameriera che lo serve ha i capelli mossi e biondi.. e gli occhi azzurri. Il brutto è che alcune le costringe a prestarsi ai suoi giochini…”

 

Clover era schifata da un simile comportamento. Kira lo notò “Ti capisco, neanche a me piace questa situazione.

Cercò di togliersi dalla mente quel fatto, e cambiò argomento “Kira perché sei qui?”

La ragazza si addolcì, e con occhi sognanti le disse “Sono qui con il mio fidanzato.

Clover la vedeva volare dalla felicità. E’ proprio innamorata.

Poi le chiese maliziosamente chi fosse il fortunato.

Kira arrossì sussurrando il nome di Keno.

Aha, e così Keno ha una fidanzatina..

Si mise a ridere, ed in verità aveva una punta d’invidia per quella ragazza. Le tornò in mente che doveva assolutamente parlare con Keno, e sicuramente Kira sapeva dove trovarlo. Le chiese di farle strada.

 

Arrivarono dietro al castello. In quella zona c’era una grande foresta.

Keno si trova all’interno della foresta. Se vuoi ti ci accompagno”

“Sarebbe l’ideale” rispose Clover iniziando ad addentrarsi.

 

Kira le spiegò che Keno si recava ogni giorno nel cuore della foresta per allenarsi.

Il suo allenamento consisteva nel trovare il giusto equilibrio con la natura, in modo che essa gli permettesse  di sfruttare i suoi elementi.

Clover ascoltava affascinata da tutto ciò.

Videro Keno in piedi, e stava guardando nella loro direzione “Il vento mi ha preannunciato il vostro arrivo.

Keno guardò Kira amorevolmente, e lei lo abbracciò, per poi baciarlo appassionatamente. Il demone non se lo fece ripetere due volte, ed iniziò a baciarla anche lui.

Clover si girò imbarazzata, sentendosi di troppo. Stava per andarsene quando Keno la richiamò.

Aveva gli occhi che gli brillavano.

Meglio che mi sbrighi.. così possono stare da soli.

Clover gli andò vicino e senza farsi sentire gli disse “Bella scelta.

Keno la guardò orgoglioso “Lo so, me lo dico tutti i giorni”

Sorrisero maliziosamente e Kira gli tirò una gomitata.

Clover ha da chiederti una cosa..poi rivolta a Clover “Ti dispiace se resto ad ascoltare anch io?”

No resta pure.” Le rispose sorridendo.

Guardò Keno seria “L’incantesimo che Nightmare mi ha fatto due anni fa.. è possibile rimuoverlo?”

Keno ci pensò su, doveva ricordarsi che tipo di cancellazione della memoria avesse usato. Clover lo guardava speranzosa. Mentre Kira spostava lo sguardo da lui a lei, non capendo di cosa  stessero parlando.

Quell’incantesimo..iniziò a spiegare il demone “è un sigillo..”

Kira lo interruppe “Cosa significa?”

Keno la guardò dolcemente “Significa che nessuno, al di fuori di chi l’ha utilizzato, può toglierlo.

“Neanche una persona più potente di lui?”

Dev  essere molto, ma molto più potente Kira.” Tornò a guardare Clover “Purtroppo non conosco nessuno che possa farlo. O lo toglie Nightmare o niente da fare.”

Forse Marcus ne è in grado, ma non posso dirglielo, se lei glielo chiedesse… sicuramente lui se ne approfitterebbe…

“Adesso è meglio che vada! Devo raggiungere Nightmare!” gli disse prima di correre via.

Spero che quello stupido non si rifiuti.. ho come l’impressione che la stia perdendo.

Keno si sentì tirare una manica, era Kira.

“Adesso mi spieghi tutto.”

Keno la circondò con le braccia “Certo amore mio.

 

 

Clover era rientrata nel castello e si stava dirigendo nella stanza di Nightmare.

Mi ha stancata, basta!

Entrò nella sua stanza. Nightmare le andò incontro “Dov’eri  finita?”

Fece per baciarla ma Clover lo scansò. Si allontanò da lui. Nightmare la guardò stupito, poi sorrise “Ce l’hai ancora con me?”

Nightmare, che tipo di rapporto è il nostro?” era seria quando lo chiese, e non ammetteva scuse.

Nightmare divenne serio “Stiamo insieme, no? Io ti amo, tu mi ami.”

“Lo sai che l’amore si basa anche sulla sincerità?” replicò lei.

Ma certo.”

Incrociò le braccia “ed allora perché tu non fai che mentirmi?!”

Nightmare sospirò arreso ormai all’evidenza “Lo faccio per il tuo bene. Soffriresti e basta.”

“Mi sono stancata di sentirti dire le stesse cose! Non fai che mentire per il mio bene, perfetto! Continua a mentirmi ed a tenermi nascoste le cose! Tanto che te ne importa, tu sai tutto!” sbottò lei furibonda.

“Hai pienamente ragione. Non posso andare avanti così.” Ammise lui tristemente.

L’abbracciò, poggiando il viso sui capelli di lei. Clover poggiò la testa sul suo petto.

Calde lacrime iniziarono a rigarle il viso “Nightmare.. non mentirmi più, ti prego.. altrimenti non posso fidarmi di te.. e non voglio arrivare a… lasciarti..” singhiozzò mentre finì di dirlo.

Nightmare le accarezzò la schiena dolcemente cercando di tranquillizzarla, “Basta con le bugie, te lo prometto.

Le prese il viso tra le mani “Stanotte ti dirò tutto quello che vuoi..

Stava per baciarla, ma Clover lo fermò di nuovo.

E adesso cosa c’è? Voglio baciarla cavolo!

“Stanotte?! Che vuoi dire?! Che vuoi fare?!” stava entrando nel panico totale.

Nightmare iniziò a ridere “Come sei maliziosa! Stanotte è meglio, così non abbiamo nessuno che ci disturbi e possiamo parlare tranquillamente. Lo sguardo ardente la percorse tutta “A meno che, tu non voglia fare qualcos altro..”

“NO!! Parleremo!” rispose lei con ferma convinzione.

Il sorriso gli si allargò, prima di darle un bacio sulle labbra.

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Capitolo 12
*** Sono il tuo angelo. ***


Sono il tuo angelo

Sono il tuo angelo.

 

 

Ti poggiasti nuovamente sullo schienale.

“Se devo dirti la verità…qualche volta me lo sono chiesto veramente se eri una persona normale.. Ma non potevo di certo immaginare che tu.. fossi un angelo..” mi dicesti stando attenta a non offendermi. Sapevi che ero permaloso.

“e della morte.. per giunta..” finii sospirando.

Stavolta fosti tu a prendermi il viso tra le mani per tranquillizzarmi “Ehi, non cambia niente. Io ti amo comunque.”

Mi baciasti delicatamente.

Sorrisi, ti restituii un altro bacio.

Poi mi sdraiai poggiandomi con la testa sul tuo ventre.

Iniziasti ad accarezzarmi il viso, i capelli.

Ad ogni tuo tocco il mio corpo tremava piacevolmente. Chiusi gli occhi per assorbirlo meglio.

Chinasti leggermente il viso verso di me, socchiudendo gli occhi. I tuoi capelli ricadevano sfiorandomi dolcemente. Profumavano, di camomilla.. ed erano morbidi.

Nightmare..?” mi chiamasti timorosa.

Aprii gli occhi “Cosa c’è, amore mio?”

Sorridesti, e le guance ti si colorarono di rosso.. si intonavano alle tue bellissime labbra.

Quanto vorrei un tuo bacio.. mi ritrovai a pensare come se non me ne desse mai..

 

“Sei un angelo.. perciò hai le ali.. vero?” mi chiedesti timidamente.

Annuii con la testa, poi dissi “ma sono nere.”

“Mi piacciono ancora di più, posso vederle?” ancora più timidamente. Eri un amore.

“Si, ma quando me ne vado, così è notte..richiusi gli occhi.

Mi accarezzasti con cura, le palpebre chiuse, quasi sfiorandole. “Allora resti tutto il giorno..” ridesti felice.

“…mmm…” Tutte quelle carezze mi stavano facendo impazzire.

Cosa c’è?” mi chiedesti prima di chinarti e baciarmi su una palpebra.

“Mi stai viziando..sussurrai, prima di accarezzarti la mano.

Ridesti, prima di darmi un bacio anche sull’altra palpebra.

Alzai di scatto la testa per poterti rubare un altro bacio.

 

Guardai i tuoi occhi.. limpidi.. cristallini ..indifesi. Le tue guance, colorate di rosso.. le tue labbra.. dolci e allo stesso tempo invitanti.. la tua carnagione chiara.. il tutto incorniciato da onde dorate che ricadevano sul tuo collo.. sopra il tuo seno.. fino a me.

Ti desideravo tantissimo. Volevo averti.. solo per me.

Volevo amarti in eterno.

 

 

La giornata passò piacevolmente e purtroppo in fretta. Era arrivato il momento di andare.

Salimmo sulla terrazza. Tirava un leggero vento, ma era pungente. Si vedeva la gente nelle stanze illuminate nei palazzi accanto, ma fortunatamente loro non potevano vedere noi.

Ti guardai, eri dietro di me, e ti tenevi stretta una giacchetta che avevi addosso.

Mi avvicinai, poggiai le mie labbra sulle tue “ Sono fredde.. stai congelando..” dissi preoccupato. Non volevo che prendessi freddo.

Delle lacrime iniziarono a uscire dai tuoi occhi “Devi proprio andare..?” sussurrasti triste.

Ti asciugai le guance con il dorso della mano “Devo, altrimenti si insospettiranno più di quanto non lo sono gia, e non potrò venire.”

Mi baciasti la mano che tenevo accanto al tuo viso “Vai mio angelo.. e torna presto..”

Ti abbracciai, baciandoti la fronte, per poi scendere a sussurrarti amorevolmente all’orecchio “Sono il tuo angelo. Tornerò presto.”

Mi staccai a fatica da te, e feci apparire le mie ali. Ma tu continuavi a guardarmi negli occhi piangendo.

Ti asciugasti le lacrime con la manica, “Se non ti sbrighi ti lascio!” mi dicesti ridendo.

Mi girai dandoti le spalle, per poi rigirarmi nuovamente verso di te.

Volevo abbracciarti e baciarti di nuovo. Per poi non andarmene più.

“Non voglio baciarti.” Mi dicesti con orgoglio.

Poi sorridesti teneramente “Sarebbe difficile per tutti e due separarsi dopo.. non credi..?”

Sorrisi anch’io. Per poi scomparire dalla tua vista.

 

 

 

Arrivai al mio castello. All’entrata mi stava aspettando Keno. Era agitato e seriamente preoccupato.

Nightmare! Stavolta hai esagerato!! Non posso coprirti in eterno!!

“Scusami Keno.” Gli dissi cercando di mantenermi serio, ma quella sera ero troppo felice.

Sghignazzò, e guardandomi maliziosamente “E’ una donna.

Non gli risposi, ma le mie guance parlavano da sé.

“E’ bella?? Com è? Quanti anni ha? Come si chiama? Perché perde tempo con uno scorbutico ed asociale come te??” mi chiese tutto d’un fiato.

Chiusi gli occhi, immaginandomela davanti. Keno non disse nulla, ma era molto compiaciuto.

 

Cenai con lui, nel salone. Era da tanto che non lo facevamo. Di solito ognuno cenava nella sua stanza.

Poggiò le forchette ai suoi lati sorridendo complice “allora, vuoi parlarmi di questa fanciulla?”

Posai il bicchiere di vino rosso, e lo guardai negli occhi. “E’ bellissima. E si chiama Clover.”

“Quanti anni ha?”

“Quindici.”

Alzò un sopracciglio ed assunse l’aria da rimprovero “Non è un po’ piccola? Ha sei anni meno di te. E per di più è un essere umano.”

Feci una smorfia di disapprovazione “Non m’importa.

Tornò a sorridere “Brindo al vostro amore!” facendo tintinnare il suo bicchiere con il mio.

Sorrisi anch io.

Poi lui mi disse “Non ti ho mai visto così.. questa ragazza ti sta salvando Nightmare. “

“Si.. ma devo proteggerla da quel maledetto.” Gli risposi a denti stretti.

Keno sospirò “gia Marcus..perchè continui ad ospitarlo?” Me lo chiese sofferente. Anche per lui non era facile doversi nascondere così.

“Sai.. che l’ho promesso al Consiglio.. e che non posso rifiutare.”

“Tutto per ottenere il permesso di uccidere un bastardo della peggior specie..si disse tra sé.

“Quel bastardo ha ucciso le nostre famiglie, quello che chiedo è vendetta. Dissi freddo. Ci fu silenzio.

 

Il bastardo di cui stavamo parlando, era uno degli angeli del Consiglio. Quando avevo diciassette anni andai via per alcuni giorni ad affrontare degli esami di magia.

Quando feci ritorno, la mia famiglia era sparsa per il castello.. a pezzi.. priva di vita.. sangue dappertutto.. nessuno era riuscito a salvarsi.

Feci delle ricerche ed arrivai a lui, Richard Cail, uno degli angeli del Consiglio. Decisi di ucciderlo subito, ma Keno me lo impedì. Anche a lui avevano ucciso la famiglia, e da quel giorno viveva con me. Però mi fece ragionare, non potevo ucciderlo e sperare di passarla liscia.

Trovai il modo di parlare con il Consiglio. Neanche a loro andava a genio Richard. Trovammo un accordo: io avrei fatto fuori Richard la sera dell addio al Consigliere più anziano, e loro mi avrebbero protetto dal tribunale.

Andò tutto bene, peccato che nel tribunale si trovava la moglie, ormai vedova, di Richard. Non avevano prove contro di me non potevano arrestarmi. Per di più ero la  Morte.

Ma la donna mi diede 5 anni da passare con il figlio, Marcus.

Lui in questi 5 anni avrebbe cercato delle prove per potermi incolpare. Accettai.

Non sembrava male. 

Mi sbagliavo. Anche lui come il padre era un angelo della peggior specie.

Dopo un anno si stancò di controllarmi,  mi propose di continuare ad ospitarlo per altri 4 anni e lui se ne sarebbe fregato delle prove.

Così fu, peccato che Marcus era morbosamente attaccato a me e Keno. Ma non in senso buono. Ci perseguitava. Eliminava ogni cosa a cui tenessimo di più. Voleva la nostra rovina.

 

 

 

Parlai “Ha rotto tanto oggi?”

Keno alzò le mani al cielo “Una rottura di palle che non ti immagini! Mi controllava da dietro le porte, le finestre, attraverso le cameriere.. e mi chiedeva ogni ora che fine avessi fatto!!”

Scoppiai a ridere.

Nightmare non sto scherzando, per dei giorni potresti tornare subito a casa??” mi chiese disperatamente.

Tornai serio “Scordatelo.”

Mi supplicò “Ti prego! Andrò io a spiegarlo alla tua ragazza! Di me puoi fidarti!”

Ci pensai su. Non potevo, l’avevo promesso a Clover, però era anche vero che Keno mi aveva protetto tante di quelle volte.

Sospirai “Te lo devo. Hai passato l’inferno a causa mia.”

Keno fece il giro della tavola e mi abbracciò “Grazie grazie grazie!!!”

“E staccati!!!! Non le voglio le tue smancerie!!!” gli gridai scandalizzato allontanandolo con una gamba.

Si mise in una posa sexy “Ma come caro.. scommetto che se c’era Clover  la lasciavi fare..”

Scoppiammo a ridere

“Certo idiota!”

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Capitolo 12
*** Ti desidero. ***


Nightmare guardò Clover “che ne dici di un pic-nic

Ti  desidero.

 

 

Nightmare guardò Clover “che ne dici di un pic-nic?  Ho voglia di restare solo con te” il suo sorriso era dolce come la sua voce.

Clover arrossì “Per me va bene.”

“Perfetto! Aspettami qui, vado a preparare tutto!” esclamò l’angelo pieno d’entusiasmo prima di uscire dalla stanza.

Clover sorrise felice, andandosi a sedere sulla poltrona. Chiuse gli occhi.

Sarà bellissimo stare da sola con lui, in santa pace..

 

Quando Nightmare rientrò, Clover  lo stava aspettando pronta per uscire.

“Andiamo?” le chiese porgendole il braccio.

Clover lo prese sotto braccio e andò con lui.

 

Stettero un’oretta buona in carrozza, il mondo che le si presentava era talmente diverso dal suo.. o meglio, sembrava essere tornati indietro nel tempo, circa inizi ottocento, se si escludevano le strane creature e la strana vegetazione.

Clover si sporgeva continuamente dal finestrino, estasiata.

Nightmare si divertiva un mondo ad osservarla.

Sembra una bambina… guarda com‘è  contenta.

 

Si fermarono ad una fonte, circondata dalla vegetazione. L’acqua di una cascata scorreva limpida ed i raggi del sole creavano un piccolo, ma bellissimo arcobaleno.

Nightmare è bellissimo!!” disse la ragazza mentre scendeva dalla carrozza, per poi correre sulla riva.

“Ti va bene se ci fermiamo qui?” propose lui sorridendo.

“Magnifico!”

Nightmare parlò con il conducente, che subito dopo se ne andò via.

 

Clover si sedette, e stessa cosa fece lui, mettendosi accanto.

“Che hai fatto preparare? Sono affamata, mangerei qualunque cosa!”

“Anche me?” chiese lui divertito.

“Non manchi mai di provocarmi tu, eh?”

L’angelo rise.

“Comunque si, mangerei anche te..”rispose lei maliziosa, prima di baciarlo. Nightmare stava per abbracciarla per poterla baciare meglio, ma Clover senza accorgersi delle sue intenzioni, si scansò per aprire il cestino.

Per un momento perse l’equilibrio, ma riuscì a ritrovarlo in tempo, in modo da impedire di cadere a faccia a terra.

Clover si girò a guardarlo “Che fai?”.

“Nulla.” Borbottò lui prima di prendere un tramezzino ed addentarlo.

Nightmare prese una bottiglia di vino e l’aprì. “Vuoi?”

“No meglio di no.. non lo reggo l’alcol.. inizierei a ridere come una matta senza motivo.” Ammise lei, vergognandosi.

Nightmare le accarezzò la testa dolcemente “Non c’è motivo di vergognarsi. Vuol dire che berremo stasera…”finì maliziosamente.

“Stavolta non puoi negare di non aver avuto intenzioni poco caste e pure…!”  ribattè lei.

“E’ vero, lo ammetto.”

 

Mentre ammiravano il paesaggio, Nightmare le circondò le spalle con un braccio. Con l’altra mano le scostò una  piccola ciocca di capelli che le era finita sul viso. Le sue labbra si impossessarono avidamente di quelle di lei. Scese a baciarle il collo, e Clover gettò indietro la testa, sentendo l’eccitazione crescere sempre più.

Iniziò a sbottonarle lentamente la camicia,per poi accarezzarle il seno, ma Clover riuscì a riacquistare la ragione e lo respinse poggiandogli le mani sul petto per poterlo allontanare.

“Non.. adesso..” disse affannosamente, cercando di riprendersi “N-non qui..”

 

Nightmare la guardò pieno di desiderio. Ma lei evitò il suo sguardo.

Si stava riallacciando i bottoni, quando le labbra dell’angelo  la soffocarono. Le scostò i capelli, e le sfiorò delicatamente l’orecchio con la lingua.

Clover gli restituì il bacio con più passione Infondo non c’è nessuno…

I sensi di lui crebbero quando lei gli sfilò la camicia, e la sua mano corse sulla sua pelle.

Nightmare tornò a posare le labbra su quelle di lei, per poterne assaporare la dolcezza. Nel frattempo finì di sbottonarle la camicia, slacciandole anche il reggiseno.

Quando poggiò le labbra su un capezzolo, Clover si lasciò sfuggire un gemito che Nightmare soffocò con un bacio.

La fece sdraiare sull’erba, ed iniziò a coprirle la gola di baci. Scese sino all’ombellico.

 Lei fece un debole tentativo per sfuggire al suo desiderio cercando di alzarsi, ma era stato inutile, Nightmare si posò con il suo corpo su quello di lei.

Sentì la passione ardente di lui, ed il calore le divampò in tutto il corpo. Gemeva e tremava dal piacere.

Lui, ansimante, si fermò ad osservare il viso di lei… la bocca socchiusa tremolante e calda… le guance colorate di un rosso ardente.. La baciò nuovamente, per poi sussurrarle con voce roca

“ti amo…e ti desidero tantissimo..”

Le mani di lei iniziarono ad accarezzargli la schiena, alternando ad accarezzargli i capelli. Mentre carezze di lui si fecero più audaci, e passò a sbottonarle i jeans lentamente. 

Clover trattenne il respiro, un po’ spaventata. Nightmare tornò a baciarla dolcemente per tranquillizzarla “non aver paura.”

 

 

All’improvviso il nitrito di un cavallo ed il rumore di una carrozza che si avvicinavano li fece sussultare. Nightmare alzò la testa e vide la carrozza in lontananza, avvicinarsi.

Si tolse a malincuore da Clover, passandole la camicia.

Clover si rivestì silenziosamente, senza avere il coraggio di guardarlo. Si sentiva ancora accaldata ed eccitata. Le guance e le labbra le bruciavano, e le tremava tutto il corpo.

Quando si alzò in piedi riuscì a guardare Nightmare. Sembrava aver recuperato tutta la sua compostezza e freddezza…peccato le guance leggermente colorate.

Beato lui che riesce ad essere così falsamente spontaneo ed indifferente!!!… Lo invidiò.

 

Quando poggiò la mano su quella che lui le aveva offerto per salire, sussultò e divenendo ancora più rossa, la ritrasse salendo da sola.

Aiuto sto morendo dal caldo!!! Non posso andare avanti così!

 

Il cielo velocemente da azzurro si incupì, sino a divenire di un grigio scuro. Grandi gocce iniziarono a scendere.

Nightmare chiuse il finestrino e guardò Clover. Da quando erano saliti, non aveva detto una sola parola, ed aveva evitato di guardarlo per tutto il tempo.

“Ci metteremo di più.. con la pioggia la carrozza non può correre troppo.” Le riferì lui sperando in qualche piccola, anche insignificante reazione. 

Clover lo guardò “Va bene.” Mormorò piano.

Stava tremando, ma dal freddo.

Nightmare con cautela, le si sedette accanto, “Posso riscaldarti? Puoi star certa che il mio corpo non è freddo come al suo solito..” abbracciandola.

Lei cercò di allontanarlo, ma lui non mollò la presa “Non preoccuparti, starò buono.” le disse con voce sincera e rassicurante.

Clover sorrise lasciandosi andare all’abbraccio, e  poggiandosi al suo petto. Poco dopo si addormentò.

 

Dormiva ancora quando sentì delle voci che provenivano da fuori. Quando aprì gli occhi, si trovava sola nella carrozza.

Nightmare..?” provò a chiamarlo. Spostò la giacca con cui l’aveva coperta, ed aprì la porta della carrozza.  

Pioveva ancora, e tirava un forte vento. Si guardò intorno: si trovavano in un paese, che si trovava a metà strada dal castello.

Siamo ancora qui? Perché ci siamo fermati?

Guardò attraverso una finestra illuminata di una locanda. Nightmare stava parlando con quello che doveva essere il proprietario. Quando uscì fuori, Clover gli corse incontro “che succede?”

Nightmare la superò dicendole di entrare nella locanda, e dopo le avrebbe spiegato tutto.

Entrò dentro, un fuoco caldo e scoppiettante si trovava a metà stanza con di fronte i tavoli per i pasti, da una parte c’era ‘l’ufficio’ del proprietario, e dell’altra le scale che portavano alle stanze.

Il proprietario le diede le chiavi di una stanza, dove poteva accomodarsi per la notte. Prima di salire, Clover diede un’occhiata ad un uomo mezzo ubriaco, che la fissava da un tavolo.

La stanza si presentava molto semplice, aveva un piccolo letto, un tavolino e un caminetto. C’era anche una porta, che doveva essere quella del bagno.

“Ne ho prese due, per non crearti ulteriore imbarazzo..” disse Nightmare sulla soglia della porta “Se poi, vuoi venire da me, sei sempre la ben venuta.”

“Grazie.. adesso se non ti dispiace, vorrei fare un bagno..”

L’angelo non disse nulla, e se ne andò chiudendo la porta alle sue spalle.

 

Clover si diresse in bagno, si spogliò, ed aprì l’acqua.

L’acqua era così calda e rassicurante. Sembrava le coccolasse tutto il corpo. Si portò una mano al collo, la fece scorrere sino alla spalla. 

U-un succhiotto..?! Non me n’ero accorta!!!!

 

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Capitolo 13
*** Voi uomini. ***


Uscì dalla vasca, e si avvolse nell’accappatoio

Voi uomini.

 

 

Uscì dalla vasca, e si avvolse nell’accappatoio.

Non voglio pensarci.. è  ancora troppo presto…

Aprì la porta del bagno sospirando 

Fortunatamente è arrivata la carrozza.. sembrerà assurdo, ma stavo per respingerlo… e di brutto anche..

Chiuse la porta alle sue spalle.

L’avrei ferito. Specialmente nell’orgoglio.

 

 

Stava per togliersi l’accappatoio, quando un rumore che proveniva da dietro le tende, attirò la sua attenzione.

Una persona la stava guardando, poteva sentirne il respiro affannato.

Arretrò di qualche passo stringendosi l’accappatoio “Chi è?”

Ma la persona non rispose. Clover sentì il respiro affannarsi ancor più.

“Esci fuori!” urlò lei iniziando a spaventarsi. A dire il vero avrebbe preferito che chiunque fosse, rimanesse dovera. Poteva scappare, ma la porta si trovava vicino alla finestra, non ce l’avrebbe mai fatta se avesse tentato di fuggire…l’avrebbe presa di sicuro.

Le tende si spostarono, e ne uscì l’uomo che Clover aveva visto al piano do sotto.

Il terrore iniziò ad assalirla, mentre l’uomo avanzava verso di lei, con le braccia tese.

Cosa vuoi?! Esci di qui!!”

“Non ci penso proprio, bambina..

Clover si trovò con le spalle al muro. Si guardava in torno in cerca d’aiuto.

“Non essere spaventata… ti tratterò bene..

Quando le portò una mano al seno, lei urlò dall’orrore, e lo spinse indietro.

Fortuna volle, che l’uomo gia vacillante per la sbornia, perse l’equilibrio molto facilmente, cadendo a terra.

Lo sorpassò, e corse verso la porta.

Era quasi arrivata quando si sentì tirare per i capelli, ed afferrare per le spalle.

L’uomo era riuscito a rialzarsi in fretta ed a raggiungerla.

Voleva urlare, ma non ci riusciva, aveva troppa paura! Se solo riuscissi a chiamare Nightmare!!

L’uomo la bloccò con le spalle alla porta, accarezzandole una coscia e respirandole addosso.

Poteva sentire il suo alito caldo ed impregnato di liquore sul suo collo.

E’ disgustoso!!

“Toglimi quelle mani di dosso, brutto stronzo!” urlò prima di mollargli uno schiaffo.

L’aggressore imprecò contrariato, e le bloccò le braccia al di sopra della testa.

E lasciami divertire un po’” sogghignò iniziando a sbottonarsi i pantaloni.

Clover respirò profondamente, e riprendendo la calma, aspettò che l’uomo si avvicinasse di più.

Le stava per  slacciare l’accappatoio, ed una ginocchiata gli arrivò dritta nei gioiellini di famiglia.

L’uomo riuscì a darle uno schiaffo, prima di piegarsi dal dolore “Maledetta..

Riuscì ad uscire dalla stanza. Si portò una mano al viso, toccandosi il labbro inferiore. Guardò le sue dita sporche di sangue Quel porco…

Sentì la porta che si apriva, con l’uomo che imprecava più di prima.

Clover aumentò il passo, sino a correre lungo il buio corridoio.

Era quasi arrivata alla stanza di Nightmare, quando delle forti braccia l’afferrarono per la vita, tirandola nell’oscurità.

Aprì la bocca per urlare, ma gliela tapparono.

Altri due uomini, la guardavano desiderosi di averla.

Peggio di così non poteva andare.

 L’uomo che l’aveva aggredita in precedenza, quando li vide ordinò loro di lasciarla andare, era la sua donna.

Ma gli altri due, lo minacciarono con una pistola, puntandogliela contro, all’altezza della testa.

Lui non li ascoltò, fece per prendere Clover per un braccio, ed un colpo partì.

Quando lei riaprì gli occhi, l’uomo era steso a terra, con un buco in mezzo alla fronte.

Uno dei due uomini stava frugando nelle sue tasche, in cerca di soldi. Mentre l’altro continuava a tenerla ferma, con una mano davanti alla sua bocca.

Si dimenò, cercando di sfuggirgli, ma l’uomo aumentò la presa sulla sua vita “Se non la smetti, scendo più in basso..

Urlò, ma l’urlo morì soffocato dalla sua mano.

Quello che si era chinato per perquisirlo si alzò in piedi, infilandosi in tasca il portafogli del morto “Ti conviene stare buona bellezza, se non vuoi finire come lui.”

Clover lo guardò con odio. L’uomo sorrise beffardo.

“Portiamola nella nostra stanza, prima che venga a cercarla qualcuno…” disse serio precedendoli lungo il corridoio.

Possibile che nessuno abbia sentito lo sparo?! Aiuto!  Nightmare..!

 

 

La legarono ad una sedia. Aveva mani e piedi legati. E la bocca imbavagliata. Guardava l’uomo che aveva sparato con disprezzo. L’altro era nell’altra stanza.

“E’ inutile che mi guardi così, non mi fai paura bellezza. La schernì lui “Anzi… sei molto eccitante..”

Le passò un dito lungo il collo, e Clover girò la testa da un lato.

Come faccio ad uscire da qui?! Sono legata e imbavagliata!, non posso ne muovermi ne  urlare!!!

Aveva paura, ma la stava invadendo anche la rabbia. Se solo l’avessero sfiorata avrebbe trovato il modo di liberarsi e pestarli a sangue.

Se solo potessi slegarmi!!... Nightmare dove diavolo sei?!

Inoltre iniziava ad avere freddo con solo l’accappatoio addosso. I capelli bagnati sulle sue spalle le stavano creando dei brividi di freddo.

Che qualcuno si degni di venirmi a liberare!!!

La rabbia le stava crescendo sempre più. Doveva assolutamente trovare il modo di liberarsi. Aveva una voglia irrefrenabile di ucciderli.

 

Qualcosa di freddo sulla sua coscia la destò dai suoi pensieri. Quell’uomo le stava spostando lentamente l’accappatoio con la pistola.

Clover cercò di ribellarsi.

Non toccarmi!!!

 

L’uomo rise di gusto.

“Accettami.. così non soffrirai..”

Le accarezzò una spalla nuda.

Sentì le lacrime che cercavano di uscire.

Non posso! Non posso dargliela vinta!!

 

Iniziò a baciarle la gola, mentre con le mani le slacciava l’accappatoio.

Non userò mai più un accappatoio! D’ora in poi: cintura di castità!

Si disse digrignando i denti.

Sempre se ne esco illesa…

Non avrebbe voluto, ma si mise a piangere.

 

L’uomo la guardò con stupore. “Che fai… adesso ti metti a piangere?”

Le tolse il fazzoletto. Era sporco di sangue. Al buio non si era accorto del graffio sul labbro.

Si allontanò, ed aprì un armadietto.

Ritornò da Clover con un batuffolo d’ovatta ed un disinfettante.

Che fa?! Prima mi si vuole portare a letto ed adesso mi cura?!

Mentre l’uomo le stava disinfettando il graffio, Clover con voce tremante provò a dire “Mi curi, e mi lasci andare? Troppo gentile.”

“Noto una nota di sarcasmo ragazzina.”

Andò a buttare l’ovatta in un cestino infondo alla stanza.

“Non ho intenzione di lasciarti andare”

Perché? Soldi? Sono i soldi che vuoi?” gli chiese con tutta la calma che poteva avere in quel momento. Non doveva mettersi ad urlare, altrimenti l’avrebbe innervosito. Ed avrebbe dovuto fare i conti con la pistola che aveva in mano.

L’uomo sbuffò “Non sono i soldi che mi interessano..” guardò Clover con malizia e sogghignò “Mi interessa qualcos altro...”

“Ed allora perché non mi ti fai adesso?! Cosa ti cambia prima o dopo?!” sbottò nera.

Solo dopo si accorse di quello che aveva appena detto, quando l’uomo poggiò la pistola sul tavolo “Buona idea, tesoro!”

L’aveva deliberatamente invitato! Non era stata di certo questa la sua intenzione. Tutt’altro!

Solo che presa dalla rabbia  aveva detto la prima cosa che le era venuta in mente.

Brava deficiente!!!!! Doveva prendersela soltanto con se stessa.

Aveva mandato all’aria ogni cosa.

Si può essere più dementi di me?! Certo che no!!!

 

 

L’uomo si avvicinava con uno sguardo che non prometteva nulla di ‘calmo’.

Questa è la fine!

All’improvviso si sentì un tonfo. L’uomo sussultò e corse a prendere la pistola.

Silenzio.

Dall’altra stanza non proveniva alcun rumore.

L’uomo iniziò a sudare freddo, era successo qualcosa di brutto al suo compagno.

Vide entrare, da sotto la porta, un liquido rosso.

Sangue!

Evidentemente il suo compagno era stato ucciso accanto alla porta.

“Maledizione..” sussurrò tra se.

 

L’aria si fece pesante, il silenzio e la paura regnavano incontrastate.

Anche Clover fu assalita dal terrore. Poteva vedere benissimo il respiro suo, e quello dell’aggressore. Faceva troppo freddo!

L’aria era impregnata di morte.

Si guardò intorno, sembrava che il tempo si fosse fermato. Soltanto lei e l’uomo ne erano fuori, tremavano. Tremavano terrorizzati, chiedendosi cosa stesse accadendo.

Silenzio… troppo silenzio!! Era innaturale tutto quel silenzio!

Guardò l’uomo, tremava più di lei e.. stava piangendo! Con la mano che faceva tremare minacciosamente la pistola, e continuando a guardare la porta terrorizzato, l’uomo iniziò a recitare delle preghiere.

Le salì un nodo alla gola.

Spostò lo sguardo sulla porta.

Chiunque ci fosse o qualunque cosa fosse, non accennava ad entrare..

Sta aspettando!! Sta aspettando che noi usciamo..!

Guardò l’uomo disperata, qualunque cosa fosse, non avrebbe dovuto assolutamente aprire quella porta.

“Non aprire..lo avvertì cercando di restare calma, senza far trapelare la paura che ormai l’aveva invasa.

L’uomo la guardò nervoso e spaventato “Perché?! Cosa c’è lì ragazzina?!

Le puntò la pistola tremolante contro “Se sai qualcosa dimmela!” urlò disperato.

Clover fece finta di niente e continuò con voce ancora più calma “Non so nulla. E’ soltanto un presentimento.. sono spaventata quanto te, credimi, anzi di più. Non so niente.”

Sperava con tutto il cuore che l’uomo si calmasse e puntasse da un’altra parte la pistola.

Fortunatamente per lei, tornò a puntare la pistola contro la porta.

Dopo alcuni secondi che sembrarono ore, l’uomo si decise “Vado di là, non ce la faccio più” la sua voce tremolante e disperata si fece un sibilo “Se muoio ragazzina.. sappi che mi ti sarei fatta volentieri.” Provò a sorridere.

“Sei un vero stronzo.” Sorrise disperata.

“Lo so..

 

Aprì la porta titubante.

Niente.

Non successe niente.

L’uomo sorrise rassicurante verso Clover, quando all’improvviso lo vide essere afferrato da qualcosa e trascinato nell’altra stanza.

Le si gelò il sangue.

Uno sparo.

Degli schizzi di sangue entrarono nella stanza, seguiti dalla testa dell’uomo.

La guardava, con gli occhi spalancati, pieni di orrore.

Urlò.

Solo quello poteva fare, era ancora legata.

Si sentiva mancare, ma doveva resistere. Sapeva che sarebbe morta, ma doveva prima guardare il suo assassino.

 

Una figura familiare comparve dall’oscurità dell’altra stanza.

Nightmare!!!”

Pianse ancora di più.

Le andò accanto e la slegò.

L’abbracciò dolcemente cercando di tranquillizzarla.

“E’ tutto finito.”

Si strinse a lui, singhiozzando “Sei uno vero stronzo.. mi hai fatta morire di paura..!”

“Mi dispiace.” La strinse ancora di più, e portò le ali in avanti come un abbraccio.

Le davano ancora più protezione.

“Voi uomini.. o cercate di portarla a letto una donna… o cercate di apparire come impavidi eroi..”

Rise “Sempre stronzi rimanete..”

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Capitolo 14
*** Addio. ***


“Questa giornata è da dimenticare

Addio.

 

 

“Questa giornata è da dimenticare..borbottò Clover prima di coprirsi con le coperte.

Si rannicchiò “Quell’idiota se ne è riandato! Va bene che sto nella sua stanza, ma questo non mi tranquillizza!”

Si tolse le coperte di scatto, e restò a fissare il muro.

E se mi sta tradendo?!  Magari con una bomba super sexy

Strinse le coperte Sì è così! Si sta sfogando per oggi a pranzo! 

Sentì la serratura della porta scattare.

E’ lui!!!!!!

 

Si nascose di corsa sotto le coperte, fingendo di dormire.

Nightmare chiuse la porta a chiave.

Oh mio dio!!! Ha chiuso a chiave.. non vorrà mica….

 

Il cuore le uscì fuori dal petto, quando sentì il fruscio dei vestiti di Nightmare.

Ma che fa?! Si spoglia?!

Diventò rossa come un peperone. Si aspettava che Nightmare si sarebbe infilato nel suo letto, e lei, tradizionalmente, si sarebbe messa ad urlargli che era un maniaco. Tutto nella normalità. Era tesa come una corda di violino.

Peccato che l’angelo si mise sul divano. Coooosaaaaa?!

Senza venirmi a dare neanche un bacino?! Una carezza?!

Senza provarci?!

 

Si sporse per vedere cosa stesse facendo. Era sdraiato, di spalle, sul divano. Si era coperto soltanto con un lenzuolo.

Ma non ha freddo?

Scese dal letto ed andò da lui trascinando con sé la coperta. Stava dormendo profondamente. Risultava piuttosto strano, dato che Nightmare non dormiva mai profondamente, era sempre allerta.

Lentamente lo scavalcò, e si sdraiò tra lui e lo schienale del divano. Coprì lui e se, con la coperta. Gradualmente si stava addormentando. C’era un bel tepore. Il corpo di Nightmare non era freddo come al suo solito, anzi…

Si sentì abbracciare.  Nightmare l’aveva tirata a sé e la stava stringendo forte. Era così dolce e rassicurante… che potè addormentarsi tranquillamente.

 

 

La mattina seguente, quando si svegliò, faceva un freddo pungente. Nightmare non era più accanto a lei. Si alzò a sedere e si coprì le spalle con la coperta.

“Dove sei..?” sussurrò tra se, triste, chiudendo gli occhi. Un profumo di biscotti caldi e cappuccino la inebriò. Aprì gli occhi: sul tavolo davanti a lei, c’era un vassoio con la colazione, ed accanto vi si trovava il suo dolce preferito, Nightmare.

Sorrise dolcemente, e si andò a sedere accanto a lui.

 

Partirono dopo colazione, per ritornare al castello.

 

Entrarono nel salone principale. Quando li vide, Keno corse da loro sconvolto “Nightmare! Quelli del Consiglio! Vogliono vederti al più presto!”

“Sei sicuro?” chiese l’angelo poggiando la giacca sul divano. Non riusciva a capire perché lo chiamassero. Purtroppo mancavano ancora due mesi alla scadenza. Ma sicuramente centrava Marcus. Chissà cos’altro aveva architettato pur di rovinarlo. Guardò Clover. Qualunque cosa avessero voluto, lei non doveva assolutamente entrarne.

“Certo! Per chi mi hai preso?” sbuffò Keno mezzo offeso. Certe volte l’avrebbe preso volentieri a schiaffi quando lo trattava da idiota.

Nightmare corse al piano superiore, entrò nella sua stanza, ed aprì un armadio. Prese un indumento nero, piegato nel fondo. Sospirò Mai un attimo di pace.

 

 

Intanto Clover era rimasta con Keno nell’ingresso.

“Sai del consiglio?” le chiese Keno appoggiandosi al muro.

“Si.. secondo te cosa vorranno?”

“Non ne ho idea…” osservò un momento Clover.  Non sembrava affatto preoccupata, ma a volte le apparenze ingannano. “Ma non devi preoccuparti.”

“Io non mi preoccupo..

In verità sono preoccupata eccome! Ma non mi ci posso mettere anch io.

Keno si staccò dal muro, scuotendo la testa con un sorrisino. “Non me la dai a bere sai? Sarai anche brava a nascondere le cose, ma stavolta ti ho capita.”

Clover lo guardò confusa.

Si insomma sei sempre stata brava a nascondere i tuoi sentimenti, ma qualche volta mi è capitato di capirci qualcosa..” si girò verso le scale “ma Nightmare è ancora meglio di me. Per ben due validi motivi.”

Clover si sedette su un gradino, continuando a guardarlo “E sarebbero?”

“Promettimi di non arrabbiarti con lui.”

“Non prometto nulla, mi arrabbierò con lui solo se ce ne sarà bisogno. Detto ciò si sistemò meglio sul gradino, per poi tornare a guardare Keno.

Il demone le si andò a sedere accanto, poggiandosi con i gomiti sulle ginocchia, “Nightmare ha il potere di leggere nella mente delle persone, molto profondamente. Può sapere quello che neanche tu immagini di provare…”

“Vuoi dire che noi per lui, siamo come un libro aperto..?”  chiese Clover stringendo i pugni.

“Esatto. Ma non sempre, altrimenti sarebbe una tortura. Soltanto quando è estremamente interessato…”

“Allora.. l’ha usato anche su di noi?”. Si stava alterando. Quel bastardo chissà quante volte le aveva letto nella mente senza che lei se ne rendesse conto, fino a che punto si era spinto?

“Sicuro.. ma non so dirti quando.” Guardò Clover, lo stava fissando freddamente, in attesa che continuasse.

“Il secondo… ti ama così tanto da capirti all’istante. A lui non puoi nascondere niente.”

Cosa te lo fa pensare?” sbottò seccata.

“Svariate cose, che non mi va di stare ad elencare” terminò con un sorriso da mozzare il fiato.

 

Clover stava per rispondergli, quando sentì dei passi sui gradini, seguiti da un fruscio.

Sia  Clover che Keno si girarono.

Nightmare stava scendendo lentamente le scale. La veste nera faceva un tutt uno con le sue ali. Mentre la lama della sua falce rifletteva una luce spettrale.

Quando arrivò a metà scala si fermò. Guardò prima Keno, poi Clover.  Gli occhi avevano una strana luce. Faceva gelare il sangue.

Però… è bellissimo…

Clover continuava a guardarlo estasiata, mentre Keno si guardava intorno, preso da un momento di imbarazzo. Si sentiva di troppo. Lentamente arretrò, per poi recarsi da un’altra parte.

Nightmare riprese a scendere le scale, continuando a fissare Clover negli occhi. Lei di rimando, ad ogni scalino che lui scendeva, si sentiva sempre più confusa e imbarazzata.

Le arrivò davanti, e lentamente si inginocchiò, prendendo una sua mano e baciandogliela.

Clover ne fu sorpresa. Quando Nightmare alzò la testa verso di lei, le mancò un battito. La guardava con quegli occhi pieni di amore e desiderio, che allo stesso tempo le dicevano che non poteva restare con lei. Erano velati di tristezza.

Si alzò in piedi.

Quando fu alla sua stessa altezza,  le sfiorò le labbra con le sue, per poi scendere alla gola. Clover poteva sentire il respiro di lui sulla sua pelle, lo desiderava, lo desiderava da morire.

Nightmare allontanò il viso da lei, per guardarla negli occhi.

Aveva uno sguardo intenso e dispiaciuto “Non so come dirtelo..

Un brutto presentimento assalì Clover. Deglutì a fatica, continuando a guardarlo.

“Dobbiamo lasciarci…”. Abbassò la testa, incapace di reggere lo sguardo allibito e sconvolto della ragazza.

“S-stai scherzando, vero?”  Non  ci credo.. deve essere uno scherzo! …si, è uno scherzo…!

Ma Nightmare era serio, tremendamente serio. “No… lo sto dicendo seriamente. E’ meglio finirla qui..”. Aveva gli occhi lucidi, ed i pugni serrati.

“…perché?”  chiese lei in lacrime. Non riusciva a spiegarsene il motivo. Stava andando tutto bene, si amavano. Che fosse per qualcosa che aveva fatto?

“E’.. per qualcosa che ho fatto..?” provò lei “mi dispiace.. non era mia intenzione ferirti..”

Nightmare scosse la testa. Clover afferrò le sue mani con occhi supplichevoli, singhiozzando “Rimedierò… farò qualunque cosa per farmi perdonare!” strinse ancora di più le mani. “Clover non è per quello.. mi sono semplicemente accorto che quello che provo per te non è amore.” Le rispose lui tranquillo.

“Stai mentendo Nightmare! “ Smettila di dire così!  Gli lasciò andare le mani.

L’angelo scoppiò in una fragorosa risata “Lo sai, sono cose che succedono. Devi vederla come una cotta. Ormai è passata!”. Guardò Clover, e gli si strinse il cuore vedendola sconvolta.

Continuò “Adesso è meglio se te ne torni a casa… mi sono divertito abbastanza. Fece una smorfia, guardandola dall’alto al basso “anche se devo dire di non essere pienamente soddisfatto… avrei gradito qualcosa di più da parte tua.”

“Allora tutta quella storia…?!” stava tremando, non riusciva a crederci.

“In parte era vera.. in parte no. All’inizio sembrava amore.. ma poi hai  aperto gli occhi, capendo che mi stavo soltanto approfittando di te. Diciamo che per piacerti ancora di più, l’ho ‘leggermente’ modificata” canzonò lui.

Si scostò una ciocca di capelli e con indifferenza disse “Adesso devo andare al Consiglio..”, un sorriso di scherno comparì sul volto “poi mi andrò a trovare una donna che sappia soddisfarmi.”

Clover lo guardò disperata. Smettila di ferirmi…

Si lasciò cadere sulle ginocchia, con le mani che premevano sulle orecchie, chiudendo gli occhi per cercare di non piangere “Smettila!”

Nightmare vedendola così fece per avvicinare la mano al suo viso, ma la ritirò subito dopo. Le diede le spalle e con voce fredda e priva di sentimento le disse delle parole che non avrebbe mai voluto dirle “Tornatene a casa, non voglio più vederti.”

Clover lo guardò disperatamente. Non sapeva cosa fare, o cosa dire.

L’angelo inclinò la testa all’indietro, guardandola con freddezza e disprezzo “Addio.

 

 

 

Erano passate alcune ore, ma Clover era ancora in ginocchio, a piangere.

“Non è vero… non può essere finita così…”. Si sentiva malissimo, le faceva male la testa, e cosa ancora più dolorosa, le faceva male il cuore. Non riusciva a smettere di piangere, senza di lui, si sentiva sola, terribilmente sola.

Perché?! … perché Nightmare?!” si portò le mani allo stomaco, le stava dolendo.

Possibile che mi abbia presa in giro..? No.. non ci crederò mai.

Quando Keno la vide, le corse incontro. Si inginocchiò di fronte a lei, e la prese per le spalle “Che è successo?! Clover dov è Nightmare?!

Ma la ragazza non accennava a parlare, continuava a piangere e singhiozzare interrottamente.

La scosse leggermente, cercando i suoi occhi “Rispondimi.

Lo guardò distrutta “Nightmare… mi ha… lasciata…”

Keno la fissò allibito. Non era possibile che l’avesse lasciata, l’amava troppo, era troppo importante per lui.

Clover si aggrappò disperata a lui “Mi ha lasciata! Mi ha detto.. che non mi ha mai…amata.”

Il demone le accarezzò la testa, non sapendo come comportarsi, era anche lui sconvolto. “Ha detto che me ne devo andare da qui…” continuò lei. Alzò la testa, incontrando lo sguardo del demone “Mi ha detto… addio...

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Capitolo 15
*** Addio, mio angelo. ***


Quando la mattina dopo Clover si svegliò, aveva la testa che le stava per scoppiare, e gli occhi arrossati che le bruciavano sino a lacrimare

Addio, mio angelo.

 

 

Quando la mattina dopo Clover si svegliò, aveva la testa che le stava per scoppiare, e gli occhi arrossati che le bruciavano sino a lacrimare.

Aveva pianto tutta la notte. Persino mentre dormiva.

Keno l’aveva portata nella sua camera per farla riposare, ma lei era riuscita a dormire si e no due o tre orette scarse.

Aveva aspettato, invano, che Nightmare ritornasse.

La paura che potesse essere andato con un’altra donna, si fece strada in lei. Doveva assolutamente parlargli.

Non può finire così… non voglio arrendermi.

 

 

Intanto Nightmare era appena rientrato, quando Keno gli andò incontro furibondo.

“Che diavolo le hai detto?! Perché ti sei inventato quelle cazzate?!” iniziò ad urlargli contro il demone “Che cazzo ti è preso, Nightmare!”

Nightmare lo guardò male “Non osare parlarmi con quel tono. E fammi il favore di non intrometterti, sono cose che non ti riguardano.

L’angelo fece per andarsene, ma Keno lo afferrò per la veste sbattendolo con forza contro il muro, avvicinando il volto a quello di lui, sibilando “Se la vedo distrutta per colpa delle tue cazzate, sono affari miei eccome! Ma come ti sei permesso?! Hai visto in che stato l’hai ridotta?!

Nightmare lo guardò minaccioso “Sono cose che non ti riguardano. Sono libero di comportarmi come voglio, e non devo tenerne conto a te”.

Keno allentò la presa, sino a lasciarlo andare. Nightmare si sistemò la veste e sorpassandolo gli disse “Stammi alla larga Keno.”

 

Si trovava nel corridoio per recarsi nella sua stanza, quando si trovò davanti Clover.

Aveva un’aria abbattuta, era spenta.

Clover vattene, non rendermi tutto ancora più difficile.

“Sei sicuro di quello che hai deciso?” Sperava con tutto il cuore che fosse cambiato qualcosa.

“Certamente.” Le rispose lui freddo. Si girò per andarsene, quando Clover si aggrappò piangendo, alla sua schiena “Non lasciarmi… io non ci credo che tu non mi ami… stai mentendo, Nightmare… ti prego…”

Nightmare continuò a fissare il nulla davanti a lui, stringendo i pugni. Voleva abbracciarla, tranquillizzarla, dirle la verità.. ma non poteva.

Clover non vedendo alcuna reazione, lo lasciò. Mi arrendo… so che non dovrei… però mi arrendo…

Si girò di spalle, con la testa china. Non ce la faccio… è troppo da sopportare…

“Forse hai ragione… è meglio lasciarci… io non voglio un uomo indeciso… che ha paura dell’amore…” le sue parole risuonarono distanti ed amare  a Nightmare.

“Vorrei qualcuno che mi amasse, che farebbe qualunque cosa pur di stare con me… evidentemente non siamo fatti per stare insieme… troppi problemi… soffriremmo e basta.

Nightmare si girò dalla sua parte “Hai perfettamente ragione.

Ci fu un silenzio pesante ed interminabile, che fu interrotto dalle parole di Clover “Ma sappi, che io continuerò ad amarti… non si può comandare al cuore… non posso cambiare i miei sentimenti… ti aspetterò, finche potrò..”

Nightmare la fissava impassibile, dentro di lui stava urlando dal dolore. Clover si girò dalla sua parte, lo guardò tristemente, non cercava neanche di sorridere per allietare il dolore.

Gli si avvicinò lentamente, circondandogli il collo con le braccia. Nightmare aveva capito cosa intendesse fare, ma non si muoveva. Non voleva muoversi, non voleva fermarla…

Clover lo baciò, dolcemente. Quel bacio sapeva di tristezza e dolore.

“Addio, mio angelo.” Sussurrò Clover con le lacrime agli occhi, prima di andarsene.

 

Nightmare restò a fissare il vuoto, sconvolto. Quelle ultime parole lo ferirono profondamente. Si era preparato al suo addio, ma era stato comunque bruttissimo. La vedeva ancora lì, piangere per lui, perché l’amava profondamente. E lui l’aveva allontanata.

Si inginocchiò, ed i suoi occhi si inumidirono. Le aveva spezzato il cuore, in poco tempo l’aveva distrutta.

Calde lacrime iniziarono a rigargli le guance. Era da tempo che non piangeva.

L’unica persona che avesse mai amato… l’aveva allontanata dalla sua vita. Un senso di vuoto lo stava invadendo. La stessa infelicità che provò in passato. Era dannato a soffrire, così come erano dannati a soffrire quelli che gli erano intorno.

La morte era la sua unica amica.

 

 

 

                                             *******************************

 

Sono passate due settimane da quando Nightmare mi ha lasciata. Ancora non riesco a farmene una ragione. Lo amo troppo, e questo gioca a mio sfavore. Cerco in tutti i modi di non pensarci, ma il suo ricordo rimane. Allora cerco di dimenticarlo, ma quando credo di stare bene, la sua immagine riaffiora nei miei pensieri. Ogni cosa mi ricorda lui. Il vento mi sussurra il suo nome… è insopportabile, sto soffrendo troppo, sto impazzendo… ho bisogno di rivederlo.

Ma devo resistere.

 

Dopo che ebbi detto addio a Nightmare, incontrai Keno. Era dispiaciuto per noi. Cercò inutilmente di tirarmi su di morale. Vedete come sono ridotta ora no?

Keno scoprì che Nightmare era stato costretto a comportarsi così, tutto per salvarmi la vita. Dovrei perdonarlo? Molti l’avrebbero fatto. Ma io no.

 

Mi dispiace, ma non ci riesco. Troppe volte mi ha mentito. Anzi, lo considero un codardo. Ha avuto paura. Non si è preoccupato di chiedermi quello che provavo io. Ha voluto sempre fare di testa sua.

E queste sono state le conseguenze.

Sicuramente qualcuno sta pensando che esageri. Forse è così, ma non potete aspettarvi che per l’ennesima volta lo perdoni e gli ricadi tra le braccia. Stavolta no. Adesso basta.

 

Lui, Marcus, il Consiglio… possono benissimo andarsene al diavolo. Non ho più niente a che fare con loro. Volevano che mi togliessi di mezzo? L’ho fatto.

Chi l’avrebbe mai detto che ero la causa dei litigi di due stupidi angeli? Uno pazzo, l’altro maniaco.

Ora vorrei starmene in santa pace.

 

Ho persino recuperato tutta la mia memoria. Non so come sia successo, so soltanto che una mattina mi sono svegliata e mi ricordavo tutto.

 

So come sono andate le cose. E provo ancora più rabbia verso Nightmare. Non è vero che glielo chiesi io, fece tutto lui. I miei ultimi ricordi risalgono esattamente a quel momento.

Io sdraiata con gli occhi socchiusi. Ricordo che facevo fatica a tenerli aperti… erano così pesanti.

E lui mi guardava triste, chiedendomi perdono. Mi accarezzava il viso dolcemente, tranquillizzandomi.

Cercavo in tutti i modi di reagire ma non ci riuscivo, le forze mi avevano abbandonata. Sembrava stessi morendo, ma non era così. Era solo un lungo sonno.

E prima di addormentarmi, ricordo chiaramente che Nightmare mi disse che mi avrebbe amata in eterno…

 

Ecco… le lacrime iniziano di nuovo ad uscire fuori. Non riesco a trattenerle. Sono debole e piagnucolona. Mi verrebbe voglia di prendermi a calci, ma non ho la forza neanche per quello.

 

Mi asciugo le lacrime, mi si stanno arrossando per l’ennesima volta gli occhi.

Sapete, mi ricordo anche il primo incontro con Marcus. Non so a quanti potrà interessare…

 

Nightmare non si faceva vivo da giorni, ormai. Ero seriamente preoccupata. Che l’avessero scoperto?

Mi recai come tutte le mattine a lavoro. Lavoravo in una caffetteria. Un posto molto confortevole e romantico. Anche se mi dava la nausea in quei giorni, senza di lui.

Avevo appena finito di sistemare, quando il mio capo mi chiamò dicendomi che un ragazzo mi stava aspettando fuori.

Pensai subito a Nightmare, e corsi fuori. Purtroppo non era lui.

Era un ragazzo moro, dagli occhi grigio-verdi. Aveva uno sguardo profondo ed accattivante. Mi vide, sembrava piuttosto compiaciuto.

Prima che potessi chiedergli chi fosse, mi venne incontro presentandosi “Felice di conoscerti Clover, sono un amico di Nightmare.”

Mi porse una mano, e quando la strinsi, lui mi tirò di scatto a sé, per poi abbracciarmi strettamente “Marcus. Mi sussurrò rauco.

Rimasi senza parole, era successo tutto velocemente.

Cercai di allentare la presa, invano. “Lasciami andare! Chi sei!?”

Passò il viso sul mio collo “Te l’ho detto, Marcus.

“Potresti lasciarmi andare?!” ero imbarazzata ed arrabbiata. Mi dava fastidio quel suo modo di comportarsi.

Mi allontanò sorridendo “Mi dispiace, ho uno strano modo di presentarmi alle persone.

“Me ne sono accorta.” Gli risposi abbastanza seccata. Poi mi venne in mente quello che mi aveva detto poco prima… un amico di Nightmare.

Strinsi le sue braccia, speranzosa “Sai che fine ha fatto Nightmare? Sono giorni che non si vede!”

Mi guardò incuriosito, poi un sorriso soddisfatto gli comparve sul volto. “E così sei veramente tu, la sua ragazza.

Solo dopo quelle parole, mi resi conto che quel ragazzo era uno delle persone che non dovevano sapere di noi.

Non sapevo cosa dire. Ero entrata in confusione. Avevo combinato un guaio.

Sogghignò “Magnifico. Devi essere assolutamente mia.”

Mi guardai intorno disperata. A quell’ora non c’era nessuno in strada nessuno che potesse aiutarmi.

Marcus mi afferrò per un braccio. Aveva un sorriso malvagio.

Gridai presa dalla paura.

La stretta si fece più forte, ed iniziò a farmi male il braccio. Cercai di divincolarmi cercando di dargli uno schiaffo con la mano rimasta libera, ma purtroppo lui riuscì ad afferrarmi anche l’altra.

“Mi stai facendo male!!

“Se te ne stessi buona non ne sarei costretto.” Sibilò lui seccato.

 

Mi trascinò in un vicolo. Era buio e riparato dalla strada.

Cercava in tutti i modi di baciarmi, ma non  ci riusciva, mi dimenavo troppo. Mi bloccò con le spalle al muro con il suo corpo. Continuava a stringermi, e le braccia mi stavano facendo malissimo. Mi baciò sulle labbra. Cercai di scansarmi, non mi piaceva quel bacio così… violento.

Posai lo sguardo sulla botola che conduceva al magazzino della caffetteria. Il mio capo dopo averla usata, ogni volta si dimenticava di chiuderla a chiave. Era perfetta… dovevo soltanto trovare il modo di farcelo entrare.

Marcus tentò di nuovo di baciarmi. Inizialmente feci resistenza, poi mi lasciai andare al bacio. Ne restò sorpreso, poi si riscosse e continuò con più foga.

 Man mano che approfondivamo il bacio, facendosi più intenso e passionale, Marcus mi accarezzava sensualmente sotto la camicetta. Iniziai a mordergli l’orecchio, lo sentivo eccitarsi sempre di più.

Mi baciò con più impeto, scendendo sulla gola. Lo allontanai un momento da me. Ansimavamo tutti e due.

Nel vicolo si potevano sentire soltanto i nostri respiri.

Trascinai un bacio sulla sua guancia. “Marcus..” pronunciai il suo nome desiderosa di lui.

Marcus gemette soltanto a sentirmi pronunciare il suo nome, prima che lo baciassi di nuovo.

Mi stavo facendo schifo, ma dovevo distrarlo.

Lo baciai con più passione, sussurrandogli quanto lo desiderassi. Stava perdendo il controllo.

Iniziai lentamente a farlo arretrare in direzione della botola, che gli era di spalle.

Mancava meno di un metro, che si fermò di scatto. “Cosa fai?” mi chiese ansimante.

Gli sorrisi maliziosamente, strusciandomi contro di lui. Gli morsi il lobo dell’orecchio “Ti desidero almeno quanto tu desideri me…”

Sorrise eccitato, poi mi passò una mano sotto la gonna. Mi allontanai subito.

Marcus mi guardò contrariato.

Gli sorrisi “Arretra di qualche passo, tesoro..lo avvertii slacciandomi lentamente la camicetta. Era impaziente, ma anche divertito.

“E’ una tortura che vale la pena di vivere…” disse rauco guardandomi come un leone che guarda la sua preda.

Arretrò di qualche passo, per poi fermarsi nuovamente. Mancava solo un passo dalla botola. Mi avvicinai a lui, facendo aderire il mio corpo al suo. Potevo sentire il suo cuore battere all’impazzata.

Mi accarezzò la schiena sensualmente. Un brivido di piacere mi percosse tutta.

La situazione sta degenerando!!

Mi allontanai nuovamente da lui. Mi aspettava. Lo guardai. Quando portai le mani dietro la schiena per slacciarmi il reggiseno, Marcus arretrò eccitato, di qualche passo.

Lo vidi cadere dentro, lanciando un’imprecazione.

Raccolsi di corsa la camicetta e mi diressi verso la botola. Era seduto, e si stava massaggiando la testa confuso.

Alzò la testa furibondo “Tu!!!”

Lo guardai male “Come puoi aver pensato che provassi veramente qualcosa per te?”

Non gli diedi il tempo di rispondere che chiusi la botola con il lucchetto.

 

Andai in negozio a riprendermi la roba e corsi direttamente a casa mia. Arrivata, mi chiusi dentro, a chiave. Mi recai in bagno, e feci uscire l’acqua calda nella vasca.

Mi facevo terribilmente schifo. Non avrei mai voluto fare quelle cose. E la cosa che mi faceva più rabbia, era che ad un certo punto mi era anche piaciuto.

Volevo Nightmare… volevo rivederlo, assolutamente!

Come se fosse stato esaudito il mio desiderio, Nightmare mi era comparso davanti.

Urlai sorpresa. Non mi aspettavo che sapesse anche materializzarsi. Per di più indossavo soltanto l’asciugamano.

Quando Nightmare se ne accorse divenne rosso. Poi si ricompose, assumendo un’aria delusa e rimproverante.

“Ti sei divertita con Marcus…?”

 

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Capitolo 16
*** Fine dei ricordi. ***


Restai a fissarlo a bocca aperta

Fine dei ricordi.

 

 

Restai a fissarlo a bocca aperta. Mi aveva vista? Ci aveva visti e non era intervenuto?!

Lurido bastardo…

“Non ho fatto nulla di male…” gli dissi poco convinta.

Nightmare alzò un sopracciglio, scettico “Come no..”

Non sapevo cosa dire, qualunque cosa avessi detto non mi avrebbe creduto. Gli avrei comunque detto la verità.

“Ero forse io quello che si stava sbaciucchiando e strusciando con quel fetente?” mi disse seccato. Si stava arrabbiando, lo vedevo benissimo dai suoi occhi.

Abbassai lo sguardo sottomessa al suo, era troppo per me.

 

Ora che ci penso non sono mai riuscita a guardarlo negli occhi per più di cinque secondi, mi scombussola tutta, non capisco più niente, e mi vergogno da morire. Figuriamoci poi quand’è arrabbiato.

 

“L’ho fatto.. per poter scappare…” iniziai a piangere “mi vergogno di me stessa, non avrei mai voluto!” mi sentivo uno schifo, avevo sicuramente perso la sua fiducia.

Nightmare mi poggiò una mano sulla testa, rassicurandomi “all’inizio quando vi ho visti pensavo il peggio, poi quando l’hai fatto cadere nella botola, mi sono tranquillizzato..”

Portò la mano sotto al mio mento, e mi alzò il viso “ Sono tremendamente geloso, non sopporto che qualcuno ti si avvicini. Sarò egoista, pensa quello che vuoi, ma tu sei mia,  e di nessun altro.”

Mi sfiorò le labbra con le sue “Ormai il mio cuore ti appartiene, attenta a non giocarci troppo, potrebbe rompersi.”

Restai a guardarlo sconvolta. Non me l’aspettavo.

Non lo vedevo così geloso. Ma ne fui felice, immensamente felice.

Mi strinsi a lui, chiedendogli mille volte scusa. Lui mi abbracciò dolcemente… avrei tanto voluto che il tempo si fermasse intorno a noi.

 

Purtroppo Marcus sapeva dove abitavo, perciò Nightmare decise di portarmi per un po’ di tempo nel suo mondo. Fece sistemare una casetta in mezzo al bosco che si trovava nel suo giardino.

Marcus non avrebbe mai sospettato che mi trovassi sotto i suoi occhi. Ma la pace non durò molto. Dei servitori di Marcus mi trovarono e mi portarono da lui. Avevo due scelte: continuare ad amare Nightmare,morendo… oppure dimenticarlo, continuando a vivere.

Decisa più che mai scelsi la prima ‘opzione’: non mi importava di morire, avrei continuato ad amarlo.

“Mi piace il tuo coraggio, peccato… stai sprecando tempo con uno che non ti merita…” mi disse Marcus dispiaciuto.

Non gli risposi, mi limitai a zittirlo con lo sguardo.

Marcus si trovò in difficoltà, e l’unica cosa che disse fu “Uccidetela!”

 

Mi fecero inginocchiare, con la testa china. Era inutile tentare di scappare con mani e piedi legati. Chiusi gli occhi. Non avevo paura.

“Sei ancora in tempo per salvarti.” Mi suggerì Marcus allarmato.

Gli sorrisi, trasmettendogli quello che provavo… l’amavo troppo per poterlo dimenticare, meglio morire.

Strinse i pugni, e fece cenno con la testa al servo, che si mosse nella mia direzione.

Mi puntò un pugnale alla gola. Mi uscì fuori una lacrima, avrei voluto tanto rivederlo, almeno un’ultima volta prima di morire…

 

All’improvviso il mio angelo, irruppe nella stanza, spalancando la porta. Era furioso. Non volevo, non volevo che fosse così, non sopporto quando soffre o si arrabbia. Lo vorrei sempre felice.

Il servo con in mano il pugnale, non fece in tempo a realizzare cosa stesse accadendo, che Nightmare gli afferrò il polso, torcendoglielo. Urlò dal dolore, e fece cadere l’arma.

“Nightmare! Esci di qui!” urlò Marcus altrettanto arrabbiato. Si alzò per andargli incontro, ma le guardie gli si piazzarono davanti, contro Nightmare.  “Non ho bisogno della loro protezione!” sbraitò l’angelo al consigliere. Ma l’uomo fece finta di non ascoltarlo.

Nightmare rise malignamente “Non preoccuparti, ci penso io..” dettò ciò la falce gli si materializzò in mano. Le guardie si misero in difesa, preparandosi ad un suo eventuale attacco.

Intanto io mi trovavo dietro di lui… assistevo alla scena immobile.

 

Con poche manovre, fece roteare la falce, colpendo ogni singola guardia nei punti vitali. Caddero uno ad uno a terra, in un lago di sangue.

Ma da dove è uscito fuori questo?!

Il consigliere tremava sconvolto di fronte a quella scena, mentre Marcus fissava Nightmare con odio. Preso dalla paura il consigliere corse verso la porta, ma un fascio di luce nera uscita dalla mano di Nightmare, lo carbonizzò all’istante.

Marcus lo guardò pietrificato, non cercò nemmeno di fermarlo, quando mi slegò, e mi prese in braccio.

“E’ tutto finito.” Mi sussurrò amorevolmente baciandomi sulla fronte.

 

Alcune sere dopo, Nightmare mi effettuò l’incantesimo della cancellazione della memoria. Ricordo le mie lacrime, seguite dalle sue… I suoi occhi tristi e spenti… La sua voce tremante…

Cercai in tutti i modi di fermarlo, di impedirglielo. Piansi e mi disperai, con tutta me stessa. Ma lui lo fece comunque, chiedendomi perdono.

Lo fece per non farmi soffrire.

E lui? Avrebbe sofferto, continuandomi ad amarmi in silenzio.

 

Ora so che non si è inventato nulla, che due settimane fa mi ha mentito per non so quale motivo.

Lui mi amava, e mi ama ancora adesso.

Qualche volta, di notte, viene a trovarmi mentre dormo. Mi si sdraia accanto, coccolandomi e sussurrandomi dolci parole. Ma la sua voce è triste.

Si sente solo, vuoto, perduto… e gli manco tanto.

Mi racconta delle sue giornate, tristi.. grigie e monotone, senza di me.

A volte piange, abbracciandomi più che può.

Vorrei consolarlo, abbracciarlo, baciarlo… ma non posso… cerco di svegliarmi ma non ci riesco…

E piango, piango dentro di me. E’ successo che mi uscisse qualche lacrima, che lui me l’asciugasse subito… ma non sono mai riuscita a svegliarmi. Pensavo stessi solo sognando, infondo desideravo tanto vederlo… ma una mattina svegliandomi trovai accanto al cuscino una rosa rossa ed una piuma nera.

 

Quando la sua mancanza si fa troppo pesante, prendo la piuma e la stringo al petto, immaginando che lui sia qui da me.

 

Adesso stanno bussando alla porta, chi potrà mai essere a quest’ora della notte?

Raggiungo il corridoio che conduce alla porta di casa.

“Chi è?”. Nulla. Nessuno mi risponde.

Guardo attraverso l’occhiello, ma non vedo niente.

“Sarà qualcuno che si diverte…” mi dico girandomi per andarmene.

Di nuovo che bussano. Resto in ascolto. Non vi è alcun rumore a parte il ticchettio dell’orologio e… un lamento.

Sento sussurrare il mio nome. “Sembrerebbe la voce di…”

Senza pensarci due volte, giro la chiave ed apro la porta di scatto. Il cuore inizia a battermi forte. Nightmare è in piedi, appoggiato al muro. Si tiene una spalla sanguinante. E’ ridotto malissimo. Deve aver perso molto sangue. Ed a giudicare ha anche la febbre.

E’ bagnato fino alle ossa. Fuori sta diluviando.

Mi guarda, e mi sorride “…Clover…” .

Poi chiude gli occhi, accasciandosi a terra.

 

 

spettavo. ardarlo sconvolta. Non me l'ta a non giocarci troppo, potrebbe rompersi."ola, mi sono tranquillizzato.on capisco più

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Capitolo 17
*** Un bacio così dolce ***


Clover lo trascinò dentro casa, portandolo nella sua stanza

Un bacio così dolce.

 

 

Clover lo trascinò dentro casa, portandolo nella sua stanza. Con un enorme sforzo riuscì a farlo sdraiare sul letto, “Svegliati! Nightmare… svegliati!” provò a chiamarlo, cercando di fargli riprendere coscienza, ma nulla.

Cercò di togliergli la camicia senza fargli male, ma ad ogni tocco dalle labbra dell’angelo usciva un lamento.

Le lacrime le salirono agli occhi “Devo resistere, non posso starmene qui a frignare. Si asciugò le lacrime, poi corse a prendere il telefono.

Compose il numero del suo migliore amico, aspettando che rispondesse. Forse era ancora il suo turno…

Lui è in grado di curarlo… gli chiederò di non farne parola con nessuno… posso fidarmi di  Drew !

“Pronto?” rispose una voce stanca.

Drew… sono Clover.” Aveva la voce tremante. Non piangere, fallo per lui.

Era sorpreso “Clover, perché mi chiami a quest’ora della notte?”

Clover guardò l’orologio: mancava poco all’una.

“Scusami… è che ho bisogno del tuo aiuto… un mio amico sta male... cercò di mantenere la calma, fece un respiro profondo e continuò “E’ ferito ad una spalla, ed ha la febbre molto alta… deve essere stato molto sotto la pioggia.”

“In che condizioni è la ferita?” aveva una voce allarmata…

“Non lo so! …è profonda, ed ha perso molto sangue…! Non so cosa fare…” iniziò a piangere disperata.

Clover mantieni la calma! Adesso vengo, tu intanto spoglialo ed asciugagli tutto il corpo, poi fasciagli la ferita dopo averla disinfettata. Cercherò di fare il prima possibile.”

S-sì!” Attaccò il telefono e corse nella sua stanza.

 Nightmare era lì, tremava, si torceva dal dolore, con il respiro irregolare. Le tremavano minacciosamente le gambe, non poteva vederlo così. Gli andò accanto, finì di spogliarlo, e lo asciugò dalla pioggia.

Prese il disinfettante, per pulirgli la ferita. L’angelo ad ogni tocco gemeva dal dolore, stringendo le lenzuola. 

Dopo avergli fasciato la ferita, Clover gli spostò le ciocche dei capelli che aveva sulla fronte, asciugandogliela dal sudore.

Resisti amore mio, ti prego.” Gli sussurrò prendendogli una mano e baciandogliela.

 

Alcuni minuti dopo, Drew era lì che visitava Nightmare. Clover lo stava aspettando fuori dalla stanza. L’aveva fatta uscire, perché sarebbe stato troppo per lei. Ogni tanto si sentiva qualche lamento di Nightmare, e lei cercava di non ascoltarlo, ma era inutile.

 

Drew uscì fuori dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.

“Come sta?” gli chiese Clover speranzosa.

L’amico scosse le testa dispiaciuto “Male, la ferita è infetta… non posso fare nulla…”

“Cosa…!?” non riusciva a crederci.

“Nella ferita vi è un veleno che qui non esiste, o almeno non è conosciuto… non so come fare…”

La ragazza lo guardava sconvolta.

Clover non ti chiederò chi sia, ma se sai  qualcosa che possa servire ad aiutarlo, devi dirmela. Altrimenti non potrò fare nulla.” Provò a dire Drew.

“Io… non so niente… non so niente…” restò a fissare il pavimento “Devo… devo trovare Keno… lui saprà aiutarmi!”

Prese il cappotto “Drew, per favore resta con lui. Devo andare a cercare una persona.”

 

Arrivata in strada, si fermò. Non sapeva dove andare. Come chiamarlo.

“Non ci avevo pensato… come posso trovarlo? …come faccio…?” si inginocchiò e pianse, pianse più che poteva. Non serve a nulla…. Ma non so cosa  fare…

La pioggia continuava a cadere incessante, la gente correva a ripararsi, mentre lei sedeva sul gradino del marciapiede.

“E’ così importante per te quello? Ogni volta che ti vedo non fai che straziarti per lui.

Si voltò, Marcus le era seduto accanto.

Cosa sei venuto a fare? Non sei ancora soddisfatto?” non aveva voglia di urlargli contro, tanto non sarebbe servito a nulla. Voleva soltanto che se ne andasse.

Che cattiva… io vengo a preoccuparmi e tu mi tratti così… come sta?” lo disse con un tono di voce misto tra preoccupato ed offeso.

“Prima lo ferisci, e poi ti preoccupi?!” sbottò Clover alzandosi in piedi. Strozzarlo sarebbe stato poco.

Marcus si alzò a sua volta, sovrastandola con la sua altezza. “Stavolta non ho fatto niente! Pensi che sia l’unico ad odiarlo?! In quel mondo la maggior parte della gente gli augura ogni giorno la sua morte!”. Si era arrabbiato, possibile che quella ragazza pensasse sempre male di lui?! E’ vero che li tormentava… però… però la verità era che lui aveva fatto di tutto per non farsi amare. Aveva pensato soltanto ad allontanarli, senza mostrarle davvero il suo amore…

La sua espressione da accigliata, divenne triste, ed un sorriso amaro gli comparve sul volto “Ho sbagliato tutto… potrai mai perdonarmi?”

A quelle parole, Clover rimase sbalordita. Che sta succedendo?

Non sapeva se credergli o no, infondo l’aveva ingannata molte volte. Non era neanche il momento di perdersi in chiacchierate. Doveva salvare Nightmare.

“Tu! Tu sei in grado di aiutarlo, vero?” gli chiese disperata Clover, ricominciando a piangere.

Marcus restò a guardarla un momento, aiutarla a guarire il suo nemico e renderla felice, o lasciarlo morire e renderla infelice ma avendo occasione di avvicinarla?

Si diede dello stupido. Non era giusto approfittare delle debolezze degli altri, e non voleva vederla triste.

 “Portami da lui.” La sua voce si fece seria e decisa.

 

Drew la stava aspettando, camminando avanti e indietro per il salone. Quando la vide sulla soglia della porta le corse incontro “Allora?”. Clover gli diede un’occhiata furtiva e corse nella stanza dove si trovava Nightmare. Dietro di lei, entrò un ragazzo, che senza degnarlo di uno sguardo, la seguì.

Clover fece un momento capolino dalla porta “Drew, ti ringrazio tanto, ma è meglio che tu vada.

Ma..” provò a dire lui andandole incontro.

“Niente ma.” Gli sorrise “Ti farò sapere.”

“D’accordo.” Prese giacca e borsa, ed uscì.

 

“Se ne è andato?” Marcus levò le fasce dalla ferita.

“Si… deve esserci rimasto male…” le dispiaceva aver liquidato così il suo miglior amico, dopo che si era precipitato ad aiutare la persona che la stava facendo soffrire. Lui sapeva tutto.

Marcus sospirò, poi fece uscire le sue ali. A differenza di quelle di Nightmare, queste erano nere, ma con riflessi rossi.

“Ho bisogno di un bel po’ di energia per aiutare questo stupido.”riferì seccato “preparami un barile di cioccolata calda per farmi riprendere.”

Fece il giro del letto, sedendosi sopra, accanto a Nightmare, che non smetteva di tremare e respirare male.

Portò una mano all’altezza della ferita, senza toccarla. Comparve una luce grigiastra sia sul palmo della mano, che sulla ferita. Clover andò a sedersi accanto, senza proferire parola. Restò a fissare la ferita.

“Chi era quello di prima?” chiese Marcus, continuando il suo incantesimo, e controllando la ferita.

“Nessuno.” Fece lei, sdraiandosi per metà, poggiandosi sul gomito.

“Non sono affari miei, ma devo pur restare sveglio in qualche modo…”

Clover sbuffò, sdraiandosi supina per poterlo guardare, e poggiando la testa sulla gamba di lui. Marcus sorrise “Ti fidi così tanto?”

“E’ quello che mi chiedo anch io, ma l’unica risposta che mi arriva sono i tuoi occhi…”

“I miei occhi?” ripetè lui curioso.

“Si…” rispose lei confusa “hanno una luce diversa… e qualcosa mi dice che posso fidarmi…”

Marcus rise “interessante.”

Tornò serio “E quello di prima? E’ la tua nuova fiamma?”

Clover scoppiò a ridere “Ma no! Andrew è soltanto un amico!”

“Peccato che per lui non sia così” sbottò seccato.

Cosa? Ma se non lo conosci! Non l’hai neanche degnato di uno sguardo!” replicò lei divertita.

“Ti sbagli, non l’ho dato a vedere, e la prima impressione è quella che conta.

Aaaah chi li capisce voi uomini!” iniziò a giocherellare con una piuma di Marcus “Che ci trovate di bello in me? Non sono tutto questo splendore, ed ho un carattere bruttissimo.

Marcus alzò un sopracciglio “E’ quello che mi chiedo anch io.

Aggrottò la fronte “sei insopportabile!”

Clover mise il broncio e si girò dall’altra parte. Sei tu insopportabile!  Chiuse gli occhi.

 

Marcus iniziò a muovere la gamba, in modo da far saltellare la testa di Clover. “Ma che fai?!” sbraitò lei seccata.

“Io fatico e tu dormi? Scordatelo!” sbottò lui offeso e più seccato di lei.

 

Un’ora dopo, l’unico ad essere ancora sveglio era Marcus. Aveva ancora la mano sulla ferita di Nightmare.

Sbuffò imbronciato “Mi chi me l’ha fatto fare.”

Lanciò un’occhiata a Clover “ah già… lei…”

Sbadigliò, iniziava ad essere stanco, non si era mai concesso una pausa, ed avrebbe tanto voluto sgranchirsi le gambe. Clover si svegliò, era assonnata, e non capiva niente. “Marcus… sei stanco?” gli chiese dispiaciuta.

“Direi di sì, ma tu continua a dormire.” Le disse accarezzandole la testa amorevolmente.

“Posso fare qualcosa?” continuò.

Marcus la guardò: aveva due occhioni tristi ed assonnati.

“Darmi un bacio” disse scherzando.

Clover lo guardò dritto negli occhi, alzandosi in ginocchio.

Pronto a morire per la patria…

“Dai stavo solo…” provò, ma fu interrotto da un bacio di Clover.

Spalancò gli occhi stupito. Non pensava lo facesse davvero. Stava solo scherzando.

Poteva sentire le morbide labbra di lei sulle sue. Non era la prima volta che si baciassero, però era diversa. Stavolta era stata lei a volerlo.

Un bacio così dolce.

 

Quando Clover si allontanò da lui, si accasciò di nuovo addormentata. Marcus non disse nulla. Restò a fissare il vuoto.

 

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Capitolo 18
*** La scelta. ***


La mattina, quando Clover aprì gli occhi, si sentì circondata da due braccia

La scelta.

 

 

La mattina, quando Clover aprì gli occhi, si sentì circondata da due braccia. Sorrise, pensava fosse Nightmare. Poi quando si ricordò cos’era accaduto, si girò di scatto trovandosi faccia a faccia con Marcus. Stava ancora dormendo, ed in faccia aveva stampata un’espressione beata.

“Tu! Staccati immediatamente!!!” iniziò ad urlare furibonda “Levati!!!”

Marcus aprì gli occhi scocciato “Cos’hai da urlare?! …stavo dormendo così bene…”

“Me ne sono accorta! Maniaco!”

“Ma quale maniaco! Prima mi baci e poi t’incazzi?!” le rispose lui indignato.

“Io baciarti?! Stai ancora dormendo!!”  replicò inorridita.

“Potresti anche evitare di dirmelo così schifata! E comunque mi hai baciato!”

Clover stava per rispondergli, quando sentì un mugolio provenire da Nightmare. Gli andò accanto “Nightmare..”. Lui aprì gli occhi cercando di sorridere. 

Marcus, uscì dalla stanza senza farsi vedere.

“Come ti senti…?” gli chiese Clover accarezzandolo sulla guancia.

Nightmare era debole, e parlava a fatica “Direi… bene, dato che non sento più il corpo…” fece una pausa per riprendere fiato “e tu… come stai…?”

“B-bene…” la sua voce non era affatto sicura.

“Ed allora perché… stai piangendo…?” aveva un tono comprensivo. Tossì più volte. Si guardò la mano con cui si era coperto: sangue. Che stia morendo? No… me ne renderei conto.

 “Come sto…?”

“Non lo so… devo chiederlo a Marcus….”. Pronunciando quelle parole si fece piccola piccola.

 Il tono di Nightmare si fece più alto “Marcus…?!”, fece per alzarsi, ma le forze vennero a mancargli, e ricadde sul letto.

“Non muoverti, sei ancora debole! Non devi affaticarti!” Clover era molto preoccupata per lui “Stai buono ti prego, non voglio perderti.”

“Marcus è pericoloso, fa attenzione…” le sussurrò lui, stanco, prima di cadere nel sonno.

“Lo so.” gli rispose, andando nell’altra stanza.

 

Marcus era seduto sul divano, quando si accorse di Clover, si girò dalla sua parte, sorridendogli “Come sta il tuo amore?”

Clover si andò a sedere sulla poltrona “dovresti dirmelo tu.”

Marcus sospirò esausto “Sta bene deve solo riposare e…” indicò dei sacchetti sul tavolo “prendere quelle medicine.”

“A cosa servono?” chiese lei gelida.

“A tutto. E’ debole, ha perso molto sangue, la ferita è ancora aperta… perciò deve riguardarsi, direi…” sorrise sarcastico “Cos’è tutta questa freddezza improvvisa?”

“Mi sono resa conto di aver commesso un errore.”

“Quale?” chiese lui tranquillo.

“L’averti dato troppa confidenza.” Era nervosa, terribilmente nervosa.

“Se è per il bacio…” bisbigliò Marcus segretamente.

“Per me non c’è mai stato nessun bacio.” Sbottò lei accigliata “è stata una mia debolezza, niente più.”

Si alzò in piedi prendendo le medicine, e dirigendosi verso la sua stanza “ti ringrazio per l’aiuto, e per quella cosa… bè ho dovuto dirtela, prima che ti facessi strane illusioni.”

Marcus si arrabbiò, alzandosi in piedi e sbattendola contro il muro “Pensi che Nightmare ti perdonerà?! O hai intenzione di tenerglielo nascosto?!”

Clover lo guardò fredda, e con disprezzo “Sarà la prima cosa che gli dirò, quando si sveglierà.”

“Non ti perdonerà.” Le sibilò lui, prima di lasciarla andare.

“Non sono cose che ti riguardano.” Gli rispose lei, cercando di mantenere la calma.

Marcus le afferrò un polso “Ricordati: tu sarai mia! Viva o morta!” la minacciò, prima che Clover desse uno strattone liberandosi dalla sua presa.

“Mai!!!” gli urlò in faccia lei, prima di chiudersi nella stanza.

 

 

Restò in ascolto di qualche eventuale rumore… sentì soltanto il rumore della porta che sbatteva. Fece un lungo respiro e si diresse verso Nightmare. Stava dormendo, ma sul viso aveva un’espressione felice.

Clover sorrise a sua volta, accarezzandogli la fronte. Non le sembrava vero che Nightmare fosse lì, anche se ferito… lui era lì.

 

Verso ora di pranzo Nightmare si svegliò, quando la vide cercò di tirarla a se debolmente, ma non ci riuscì.

“Non affaticarti.” Lo rimproverò lei.

“Perché ho come l’impressione che… tu debba dirmi qualcosa…?” Sembrava le stesse leggendo nell’anima.

Dubitava che leggesse nel pensiero, era troppo debole.

Clover iniziò a togliergli le bende “E’ vero, devo parlarti, ma te ne dirò una al giorno.”

Nightmare aggrottò la fronte “Sono molte?”

“Due o tre…”

Nightmare la guardò perplesso “dimmene una.”

Clover prese coraggio, e continuando a medicarlo, parlò: “Stanotte… ho baciato Marcus.” Niightmare tossì sconvolto “Cosa..?!”

“Mi sono svegliata, lui mi ha chiesto di baciarlo, ed io l’ho fatto.”  Proseguì lei non riuscendo a guardarlo negli occhi.

“Perché?!” chiese lui allibito.

“Non… lo so. Ero triste e confusa. E’ stata una…”

“Debolezza.” Concluse Nightmare per lei.

“Sei arrabbiato, vero?” chiese lei abbattuta.

“Direi di si. …A te farebbe… piacere?” continuava a respirare a fatica.

Clover scosse la testa. Nightmare la guardò un istante, portandosi le mani al viso “Ma non posso fartene una colpa… o almeno solo in parte.”

Tacque, per poter riprendere fiato. “Ti ho trattata malissimo, ti ho allontanata da me… è come se ti ci avessi spinto tra le braccia… è anche colpa mia…”

Clover restò in silenzio.

Nightmare la guardò male “Se nei prossimi giorni, te ne uscirai fuori che… te ne sei andata a letto con lui, prima uccido lui, poi ti rinchiudo… nei sotterranei del castello.”

“Ma sei impazzito?! Non lo farei mai!” replicò scandalizzata, “mi sento uno schifo solo per un bacio…” finì abbattuta.

 “Meglio così…” chiuse gli occhi cercando le parole adatte “parlando di noi due…”

“Domani” intervenì Clover “domani ne parleremo.”

“Ah… deve far parte di quelle due o tre cose…”  sussurrò lui tra se.

Clover si limitò ad acconsentire in silenzio.

Si chinò su di lui, baciandolo sulla fronte “avrai fame… c’è qualcosa che vuoi in particolare?”    

L’angelo sorrise debolmente “qualunque cosa purché non si mastichi troppo.”

 

 

“Ma che schifo!” esclamò Nightmare allontanando il bicchiere da se. “Non fare il bambino, bevi!” gli ordinò Clover avvicinandogli il bicchiere.

“Prova a berla tu quella roba!” si lagnò lui.

“E’ a te che serve! Devi rimetterti in sesto!” Clover avvicinò il bicchiere alla bocca di Nightmare “bevi!”

“Soltanto se mi dai un bacio!” replicò lui indispettito “da quando sono sveglio non mi hai dato neanche un misero bacino! Neanche uno!” 

“Si che te l’ho dato…” borbottò lei, lasciandogli il bicchiere in mano.

“Sulla fronte!”  sbuffò lui, bevendosi la medicina senza pensarci, “Ma che schifo!!!” urlò disgustato posando il bicchiere “Addio ricatto!”

“Gia è tanto quello credimi! Fino a prova contraria io e te non stiamo insieme!”  disse Clover rossa.

“Non mi ami più?” chiese l’angelo serio.

“Si che ti amo!” Abbassò lo sguardo confusa e mortificata.

Nightmare alzò un sopracciglio “mi ami… ma non vuoi baciarmi…? Tutto nella normalità…”

Clover si alzò di scatto “Senti Nightmare! Non puoi pretendere che tutto torni come prima! Non hai fatto che mentirmi! Mi hai lasciata inventandoti scuse! Non so ancora il motivo per cui l’hai fatto!” spostò lo sguardo da un’altra parte “Io ti amo, ma non voglio soffrire. O io, o ti togli di mezzo.”

Nightmare non rispose, abbassò lo sguardo, fissando un punto preso a caso.

“Bene, volevo dirtene una al giorno, ma ormai… sono gia due…” sospirò lei, tornandosi a sedere.

“Gia che ci sei, potresti dirmi la terza…” sussurrò lui affranto, continuando a tenere lo sguardo basso.

“Non so se…” “dimmelo e basta.”

Clover iniziò a giocherellare nervosamente con un anello. “Ecco…” guardò un momento gli strani disegni incisi sopra “non so quali siano le tue intenzioni, ma le mie sono ben chiare…”

Nightmare sorrise “va avanti.”

Smise di giocherellare, e la sua voce si fece un sussurro “non… non ho alcuna intenzione di tornare con te… almeno per adesso…”

A quelle parole il sorriso dell’angelo scomparve dal viso. Adesso era preoccupato, seriamente preoccupato “Sei sicura…?”

“Credo di si…” continuò lei.

“Credi?” chiese con voce allarmata.

“Credo… ma non preoccuparti… finche starai male resterai qui, con me…” fece una pausa “dopo vedremo…”

Nightmare non si mosse, restò in silenzio,  riflettendo tristemente su tutto l’accaduto.

Nei giorni che seguirono, Nightmare e Clover si parlarono pochissimo, a causa dell’imbarazzo nonché disagio che provavano l’un l’altra.

Clover entrò in stanza,  portandosi secchio e strofinacci “Devo pulire… te la senti di cambiare stanza?”

Nightmare alzò le spalle “non lo so, non mi sono mai alzato, ma se mi dai una mano…”

“Certo! E che ne dici se ti preparo un bel bagno caldo?” chiese lei gentilmente.

“Sarebbe bello.” Le rispose lui arrossendo “ma dovresti aiutarmi a spogliarmi…”

“No problem! Resisterò!” tirò via le coperte “anche perché non è la prima volta…” si disse tra se ripensando all’incantesimo che fece effettuare a Keno, per poterlo guardare.

“Cosa?” chiese l’angelo confuso.

“Nulla nulla!” rise lei, aiutandolo ad alzarsi.

 

“Accidenti che faticaccia!” esclamò Clover,  sorreggendolo.

Nightmare rise “Sarò un bastoncino con pochi muscoli ed effemminato, ma l’altezza conta.”

“Ma finiscila! Credimi sei virile! E giusto di muscoli, non mi piacciono quelli troppo muscolosi.”

L’angelo sorrise maliziosamente “Virile, eh? Allora ce lo fai qualche pensierino su di me.”

“Finiscila!” borbottò Clover rossissima.

 

Entrarono nel bagno. “E-eccoci  q-qui…” balbettò Clover tesissima.

“…gia…” continuò Nightmare iniziando a vergognarsi.

Andarono accanto alla vasca “Tutto a un tratto mi sento male…” dichiarò Clover imbarazzata.  Nightmare evitò di guardarla negli occhi “posso provare da solo…”

“Mai!!!” esclamò lei “Sei ferito, hai bisogno d’aiuto!!!”

“Ok.” Sorrise dolcemente l’angelo.

Lentamente Nightmare iniziò a slacciarsi i bottoni della camicia, con una smorfia di dolore ad ogni movimento.

“Lascia, faccio io.” Gli disse Clover gentilmente, continuando a sbottonargli la camicia. Lui le sorrise debolmente “guarda cosa sei costretta a sopportare.”

“Non dire idiozie.” Lo rimproverò lei dolce.

Possibile che debba tutto finire? Si ritrovò a pensare l’angelo.

Clover lo osservò di sottecchi: aveva un bel corpo, vita sottile, fianchi stretti e gambe lunghe e ben formate, ed allo stesso tempo appariva forte e virile. Notò anche una cicatrice sulla spalla, che prima non aveva notato.

“Ti piaccio, eh?” osservò l’angelo ridendo divertito. I suoi occhi sorridenti rapirono quelli di lei, colorandole le gote di un leggero rossore.

“M-ma che dici…” borbottò lei, con le gote ancora più rosse.

“Guarda che non c’è nulla di male.” Continuò lui con voce accattivante. Le si avvicinò, circondandola con le braccia, e portandola a se.

Il corpo di Clover era tutto un fuoco, poteva sentire il battito del cuore di lui, sul suo petto. Il suo respiro caldo sul suo collo, mentre la ricopriva di piccoli morsi.

“Nightmare no…” Clover provò ad allontanarlo, ma il suo cuore ed il suo corpo si opposero.

Però all’improvviso Nightmare si fermò di colpo, gemendo dal dolore, per la ferita.

“Accidenti…” sussurrò con rabbia.

“Dai che ti aiuto ad immergerti.” Gli disse Clover confusa.

“No… non preoccuparti… faccio da solo… non vorrei ricominciare…” borbottò lui seccato e dispiaciuto, iniziando ad entrare nella vasca.

“Capito.” Finì Clover dispiaciuta, uscendo dal bagno.

Dispiaciuta?! Dispiaciuta per cosa?!

                                                                                                                                          

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Capitolo 19
*** Amicizia. ***


Nightmare si trovava nella sua provvisoria stanza, sdraiato sul letto, pensieroso

Amicizia.

 

 

 

Nightmare si trovava nella sua provvisoria stanza, sdraiato sul letto, pensieroso.

Che devo fare?  Strinse i pugni Non voglio assolutamente perderla.

Spostò lo sguardo sulla porta della stanza. Era chiusa, e dall’altra parte c’era Clover. Si guardò intorno, in cerca dei suoi vestiti. Li vide piegati sopra una sedia.

Scostò le coperte, fece un profondo respiro, e deciso cercò di alzarsi in piedi. La testa iniziò a girargli vorticosamente, era debolissimo, e per non cadere dovette poggiarsi al muro, procurandosi un forte dolore alla spalla. Lentamente, riuscì ad arrivare ai vestiti, prendendoli e sedendosi sulla sedia.

“Maledizione…” sospirò “così sono solo d’impiccio… persino a me stesso…”. Iniziò a vestirsi, evitando di pensare al dolore che gli procurava ogni minimo movimento.

 

Clover intanto si era sdraiata sul divano, esausta per il lungo lavoro in caffetteria. Abbracciò un cuscino, Avrò fatto bene…?  Cavolo me ne sto gia pentendo… strinse ancora di più il cuscino a se Ma non voglio che  si ripeta tutto… non voglio più soffrire…

Chiuse gli occhi, sperando di potersi addormentare, ma il pensiero le finiva sempre li, Nightmare.

“Basta Nightmare, non ce la faccio più!” voglio dormire… disse ad alta voce chiudendo gli occhi, e coccolandosi contro lo schienale.

“Se vuoi me ne posso andare, basta che tu me lo dica. Riferì Nightmare avvicinandosi al divano. Clover a quelle parole spalancò stupita gli occhi, rigirandosi di scatto.

“Che ci fai in piedi?!” gli chiese allarmata. Fece per alzarsi ma Nightmare l’anticipò andandosi a sederle accanto. “Resta pure sdraiata… immagino che sarai stanca.”

Clover restò a fissarlo a bocca aperta. Era in piedi! Non poteva stare in piedi! Ma come aveva fatto?

Poi ripensò alle parole dette poco prima, “E-ecco io…” balbettò rossa.

“Mi dispiace recarti tutto questo disturbo. La interruppe lui serio.

Clover sorrise dolcemente “non mi disturbi affatto, anzi mi fa piacere che tu sia qui. Almeno non sono sola.”

Nightmare la fissò per un lungo momento, cercando di capire cosa le passasse per la testa… se voleva, ora poteva usare i suoi poteri ma… non gli sembrava corretto, almeno per ora…

 

 

“Restiamo amici.” Propose l’angelo sorridendo dolcemente.

“Eh?” Clover lo guardò sorpresa. Non se l’aspettava, restare amici sarebbe stato molto difficile, specialmente se di mezzo c’erano l’amore e… Marcus. Sussultò. Perché le era venuto in mente Marcus? A lei non interessava! Lo odiava! Possibile che provasse qualcosa per lui? …non era possibile.

Nightmare continuò “Si, restare amici, in modo che possa rimanerti vicino…” si fermò, guardandola sensualmente “…e poterti riconquistare.

“Riconquistare.” Ripetè lei come se fosse in trance.

Lo guardò: i suoi occhi le stavano parlando di tutto l’amore che lui provava per lei. Erano così dolci… lui era dolce. Terribilmente dolce. Ma la sua dolcezza sapeva trasformarsi perfettamente in passione.

Un ardente passione…” sussurrò lei tra se, arrossendo.

Cosa?” chiese Nightmare incuriosito.

Clover si affrettò a scuotere la testa “No no! Ero soprappensiero, scusami…”

L’angelo sorrise maliziosamente “Dimmi, cosa ti sta proponendo la tua immaginazione…?”

Si fece più vicino, poggiando delicatamente una mano sopra quella di lei.

Clover arrossì ancora di più, con il cuore che le batteva sempre più forte “Hai capito male!”

“Allora spiegati.” Le disse divertito. Gli piaceva metterla in imbarazzo. Diventava rossa, e non riusciva a guardarlo negli occhi. A volte neanche riusciva a parlare.

“Non… non sono cose che ti riguardano…” riferì lei turbata.

“Hai ragione.” Disse con tono calmo e con un’alzata di spalle “Ormai non stiamo più insieme, siamo liberi…” finì sorridendo.

Niente! Neanche così reagisce!  Pensò l’angelo seccato.

Clover non parlava, continuava a pensare alsiamo liberi ’. Liberi. Adesso chiunque poteva mettersi in mezzo. Nulla lo impediva.

Ma non era innamorato di lei? Come aveva potuto proporre di restare amici? Che volesse davvero usare l’amicizia per sfruttarne la vicinanza, cercando di riconquistarla? Possibilissimo.

Ma allora perché sembrava così tranquillo? Lei poteva benissimo trovarsi qualcun altro, e lui cosa avrebbe fatto?

E se invece si fosse dimenticato di lei? Se a mano a mano il suo amore si sarebbe affievolito? E lei, invece, avrebbe continuato ad amarlo oppure il contrario, comunque sia uno dei due avrebbe continuato a soffrire.

 

Sospirò affranta. Non se la sentiva nemmeno di tornarci insieme. C’era qualcosa che le impediva di agire. Ma cosa?

Lo guardò, si era poggiato sul bracciolo del divano con il gomito, e leggeva una rivista.  Lentamente le si materializzò nella mente, Marcus. 

Spalancò gli occhi incredula, la stanchezza mi sta giocando brutti scherzi.

Si alzò in piedi, andandosene nella sua stanza. Si chiuse la porta alle spalle. Si stava innervosendo, possibile che le piacesse Marcus? Devo stare calma.

 

Tirò via le lenzuola del letto per poterle cambiare, quando un oggetto sul materasso attirò la sua attenzione. Era una catenina d’argento. La prese. Le pendeva una piccola croce sempre d’argento.

Quella croce le era familiare. Socchiuse gli occhi “Marcus…”

Evidentemente quella sera l’aveva persa. Andò davanti al comò, ed apri un carillon. Una musica dolce, ma allo stesso tempo triste uscì dalla scatolina di legno. Rimase in ascolto per qualche secondo, vi ripose la catenina, per poi richiudere il carillon.

Fece un profondo respiro,  e tornò a sistemare il letto.

 

 

La mattina dopo Nightmare comunicò il suo ritorno al castello. “Devi proprio?” gli chiese Clover triste. Nightmare sorrise, scompigliandole i capelli “Devo sistemare un bel po’ di cose, dato che stasera il mio ‘adorato’ ospite se ne ritornerà a casa sua.

“Tornerai?”

Nightmare guardò quegli occhi tristi e velati dalle lacrime “Ma certo. Sorrise rassicurante. “Ti avviserò prima, in modo che tu possa prepararmi una bella cenetta a lume di candele.

Clover sorrise a sua volta “Ok…”

 

 

Dopo che Nightmare se ne fu andato, Clover si recò nella sua stanza, preparandosi per uscire. Aveva voglia di fare una passeggiata.

Prima di uscire, diede un’ultima occhiata fugace al carillon.

Sembrano tutti così felici… Clover osservava l’ambiente intorno a lei. Tutti felici, allegri, in compagnia. Possibile che fosse l’unica sola? Mi sto deprimendo inutilmente.

Si fermò ad osservare varie vetrine, ma nulla l’attirava. Continuò a camminare, quando una donna le si parò davanti.

Alameda!” disse Clover stupita “Che ci fai qui?”

La donna le sorrise compiaciuta “Diventi ogni giorno più bella, non ti interessa fare qualche giochino con me?”

Clover si mise a ridere “Non puoi tradire il tuo Marcus!”

Alameda sbuffò seccata “Lui non è mio, è tuo.

Clover la guardò dispiaciuta “Lui non è mio, lo sai benissimo. Non fa per me.” “Perché? Come puoi saperlo? Prova almeno a conoscerlo!” le disse Alameda prendendole le mani “Il suo cuore ormai ti appartiene, prova ad accettarlo! Non buttarlo via così”.

Clover guardò la donna, era sincera “Alameda io… non saprei…”

“Andiamo in quel bar, così potremo parlare con più calma. Propose la donna. Clover annuì silenziosamente.

 

Entrarono nel bar andandosi a sedere al bancone. “Cosa ordinate bambole?” chiese il barista, osservando attentamente la generosa scollatura di Alameda. “Due birre” ordinò la donna, sporgendosi verso di lui.

“No, per me niente. Grazie.” Intervenne Clover guardandosi intorno. Era un piccolo bar, dall’aria trascurata, frequentato da strana gente…

“Posso?” le chiese un ragazzo indicando lo sgabello libero accanto a lei. Clover si girò guardando gli altri sgabelli. Erano tutti liberi, perché doveva sedersi proprio li?

Fece un sorriso di circostanza “Certo.” Il ragazzo si sedette.

Alameda intanto, stava chiacchierando con il barista, sembravano molto intimi. Ma non dovevamo parlare? Sbuffò Clover guardandoli storto.

“Non bevi?” le chiese il ragazzo di prima. Clover si girò a guardarlo, aveva gli occhi viola…

“No, non mi va niente.” Rispose lei, fissandolo negli occhi. Perchè non riusciva a farlo anche con Nightmare? Perché non riusciva a guardarlo negli occhi…?

Il ragazzo sorrise, scostandosi un ricciolo rosso che gli copriva un occhio.

Chiamò il barista, “Vorrei per la signorina un succo di frutta speciale della casa.

Ma io non voglio niente.” Ripetè Clover. “Bevi, è buono.” Le rispose lui, mentre il barista le posava il bicchiere davanti, per poi ritornare da Alameda.

Guardò il ragazzo sorriderle, invitandola almeno ad assaggiarlo. Clover prese il bicchiere, e ne bevve un sorso.

“Allora?” chiese lui, sicuro della sua risposta positiva.

“E’ buono… cos’è?” chiese lei, assaporandolo meglio.

“Spumante, frutta, ed ingrediente segreto.  Le rispose bevendo anche lui quello che aveva preso in precedenza.

Clover si sentì toccare una spalla “Vado con lui… aspettami qui. Le disse di fretta Alameda, seguendo il barista che saliva le scale dietro il bancone.

Non ebbe neanche il tempo di replicare che i due erano scomparsi.

 

“Scusa, devo andare.” Si scusò frettolosamente, uscendo dal bar, mentre il ragazzo la guardava confuso.

 

Si mise a correre per tornare il prima possibile a casa. Svoltò l’angolo senza guardare, ed andò a scontrarsi con una persona. Cadde a terra, con un gridolino, mentre l’altra persona rimase in piedi. Quando alzò lo sguardo, si ritrovò davanti Nightmare. Aveva un’espressione sorpresa e divertita. Le porse una mano, sorridendo, e quando lei l’afferrò, lui la tirò su.

Clover si ritrovò tra le braccia dell’angelo. Sentì le ginocchia tremarle, mentre il suo cuore scalpitava nel suo petto. Lui la guardò con calma “Tutto bene, chèrie?”

Lei non rispose, si limitò a guardarlo stupita. Nightmare la guardò  con la stessa espressione. Dopo alcuni secondi esclamarono tutti e due all’unisono “Come la prima volta che ci siamo incontrati!”

Rimasero di nuovo in silenzio, ed a romperlo fu Nightmare “Dove correvi?”

“A casa…” borbottò lei imbarazzata “volevo trovare un modo per contattarti…”

“Mi cercavi? E cosa vuoi di preciso?” chiese lui gentilmente, spolverandole la schiena dalla polvere.

“Venire con te… mi sento sola qui…” Abbassò lo sguardo, incapace di fronteggiare i suoi occhi.

“Benissimo mon petit tresor, sarò felice di ospitarti nella mia umile dimora. L’angelo baciò la sua mano dolcemente.

“Come mai parli francese?” gli chiese incuriosita.

Nightmare rise “Se non ricordo male, ti piace, e piace anche a me. Fece un piccolo inchino, “Ma se vuoi, posso benissimo smettere. Ogni tuo desiderio è un ordine, anzi no, per me esaudire i tuoi desideri è un piacere, mia piccola rosa.

Clover sorrise arrossendo “Tu mi lusinghi.

“Voglio solo la tua felicità.” Le disse lui, prendendola a braccetto.

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Capitolo 20
*** Resta con me. ***


Resta con me

Resta con me.

 

 

La mattina, quando Clover si svegliò, si trovò accanto Nightmare, che la stava guardando dolcemente.

M-ma abbiamo dormito insieme?” chiese imbarazzata.

“Si, ma non ti ho neanche sfiorata!” le rispose sorridente, scuotendo la testa “ti ho solo guardata…”

“Guardata?”

Il suo tono si fece più dolce “Esatto, sei un amore quando dormi.”

Clover sbuffò, mettendo il broncio “invece da sveglia sono una strega…?”

L’angelo rise, tirandola a se. Clover si ritrovò nel suo abbraccio, senza poter fare niente. “Nightmare che…” provò a dire vergognandosi.

Shhh… “ le sussurrò lui baciandole delicatamente una guancia. “Riproviamoci.”

Clover non sapeva cosa fare, non capiva più niente, Nightmare continuava a baciarla sul viso distogliendola da ogni pensiero “Cosa… vorresti…”

 “Torniamo insieme” Nightmare le sfiorò delicatamente le labbra con le sue, facendole venire un brivido. La baciava a fior di pelle, senza mai toccarla veramente, facendosi desiderare. Le sussurrava parole dolci, che lei non riusciva a comprendere pienamente.

 Clover lo afferrò per il colletto della camicia, tirandolo a sé, e baciandolo appassionatamente. Nightmare non se lo fece ripetere due volte, e ricambiò il bacio con ardore.

L’angelo l’attirò sotto di sé, baciandola ed accarezzandola per tutto il corpo.

 

Clover si allontanò di scatto, sdraiandosi sul lato, e dandogli le spalle. Nightmare la guardò stupito e confuso. Sentì un singhiozzo provenire da Clover.

Clover? Cosa c’è?” le chiese preoccupato “Ti ho fatto qualcosa di male?” le poggiò una mano sulla spalla, ma lei si allontanò.

Scosse la testa, iniziando a piangere “Non hai fatto nulla di male…”

L’angelo le si avvicinò cautamente, abbracciandola dolcemente. Le accarezzò la testa “Dimmi cos hai.”

Clover si strinse a lui “Non me la sento, mi dispiace…”

“Non vuoi stare con me…? O non vuoi…” provò a dire Nightmare titubante.

“Non… me la sento di fare l’amore con te… ho paura…” si strinse di più a Nightmare. “Perdonami.”

E di cosa dovrei perdonarti? E’ normale, aspetterò.” Le disse dolcemente. “Devi stare tranquilla. Rilassati.”

Iniziò ad accarezzarle il viso delicatamente. “Nightmare… ho ancora sonno…” le si stavano chiudendo gli occhi… tutta colpa di quelle carezze.

Le rispose con voce dolce “Dormi, allora. Io resto qui.”

Clover sorrise rassicurata, stringendogli l’altra mano con la sua.

“Resta con me.” Le sussurrò Nightmare.

“Certo.” Gli rispose lei assonnata.

“Per sempre.” Continuò lui, accarezzandole il viso.

“Si.” Sussurrò lei, prima di addormentarsi.

Nightmare la coprì meglio con le coperte, abbracciandola. “Ti amo.”

 

 

 

Quando Clover si risvegliò, era metà mattinata. Faceva freddo, e fuori nevicava. Nightmare non si trovava più accanto a lei, ma si era seduto su una poltrona davanti al fuoco.

Clover si mise la vestaglia, e scese silenziosamente dal letto  Si diresse verso Nightmare, stava leggendo un libro.

L’angelo alzò lo sguardo su di lei, sorridendo “Dormito bene?”

“Si.” Gli rispose Clover chinandosi su di lui, e baciandolo.

Nightmare la prese in braccio. “Mi sei mancato tanto.” Ammise lei, dolcemente.

Anche tu… mi hai stregato” sorrise lui, baciandola sul collo.

La fece alzare, alzandosi anche lui a sua volta. Clover lo guardò curiosa, sembrava volesse dirle qualcosa… ma cosa?

Nightmare si inginocchiò sul tappeto, davanti al camino, porgendo una mano a Clover. Si inginocchiò anche lei.

Clover …” iniziò timidamente, ma fu interrotto dall’improvvisata di Keno.

Nightmare grandi notizie! Hanno dato per disperso Marcus!” urlò felice il demone.

Quando si accorse delle facce stupite dei due che lo guardavano, si scusò “Mi dispiace, ho interrotto qualcosa?”

Clover guardò l’angelo, in attesa di una sua risposta.

“No.” Borbottò lui, scocciato.

“Ora devo andare.” Keno si mosse verso la porta “Sono contento che tu sia tornata, questo scorbutico asociale non si sopportava più”

Perché?” chiese Clover curiosa spostando lo sguardo dall’angelo al demone.

Keno rise divertito “Se ne andava in giro con la faccia truce, spaventando tutti quanti. Dovevi persino stare attento a non respirare troppo forte, che potevi ritrovarti senza un braccio.

Nightmare sbuffò contrariato.

“E poi…” continuò il demone “quando pensava che nessuno lo ascoltasse, sussurrava sempre il tuo nome, sospirando affranto.”

Stavolta Nightmare divenne rosso, “basta così!” si alzò di scatto.

“Hai ragione, è meglio che vada.” Disse Keno, prima di andarsene saltellando come un coniglio.

 Clover si alzò in piedi “Vado in giardino.

Ma nevica!” protestò l’angelo desideroso di continuare quello che stava per dirle. Doveva farlo al più presto.

“Mi copro, non preoccuparti.” Gli rispose lei, dirigendosi in bagno per cambiarsi.

Nightmare la guardò contrariato.

 

Quando uscì dal bagno, prese il cappotto e gli si avvicinò. “Ci vediamo giù?” gli chiese Clover scoccandogli un bacio sulle labbra.

“Si…” grugnì lui, voltandosi e dirigendosi verso l’armadio.

 

Clover spalancò la grande porta in legno, e si ritrovò davanti una grande distesa bianca. Gli alberi del bosco erano innevati, così come il resto delle piante. Non si distingueva nulla, a parte l’acqua del lago.  Restò in ascolto: nulla. In quel luogo vi regnava il silenzio.

Corse in direzione del lago, poi si fermò sentendosi chiamare, era Nightmare.

La raggiunse sorridente “Visto che spettacolo?”

“Si, è bellissimo!” confermò guardandosi intorno estasiata.

Iniziò a saltellargli intorno come una bambina “Giochiamo! Facciamo pupazzi di neve, la lotta a palle di neve!”

“Sei una bambina” la punzecchiò lui divertito.

E tu sei una mummia!” rispose lei provocandolo.

“Certo come no.” Si mise a ridere.

 

Clover gli si parò  davanti con le mani sui fianchi, e lo sfidò “tesoro, scommettiamo che nella lotta vinco io?”. Fece un sorriso soddisfatto.

“Non ti conviene” sghignazzò l’angelo “io resto sempre il più forte.

“Sei troppo sicuro di te stesso!” Clover gli diede una spinta facendolo cadere a terra, mettendosi a ridere ancora di più.

Nightmare la guardò divertito “Te la sei cercata.

Lo guardò interrogativa, chiedendosi cosa avrebbe fatto.

L’afferrò per una caviglia tirandola giù. Clover gridò sorpresa, e si ritrovò stesa a terra. Si girò verso Nightmare fulminandolo con lo sguardo “Tu, come hai osato.”

Un sorriso divertito gli comparve sul volto “Con me non si scherza.

Ma io non mi arrendo!” dichiarò Clover decisa, andandogli contro.

Iniziarono a rotolarsi nella neve: Nightmare cercava di baciarla, mentre lei lo evitava in tutti i modi. Il silenzio fu sovrastato dalle loro risate. “Non ci riuscirai mai!” si mise a ridere lei. “Questo lo dici tu” rispose anche lui ridendo.

Rotolarono, fino a quando Nightmare non riuscì a mettere Clover con le spalle a terra.

Le si sedette sopra, poggiando le mani ai lati della sua testa. “Ho vinto io.” Disse soddisfatto.

“Non ancora.” Sorrise lei maliziosamente “manca ancora qualcosa.

Nightmare ricambiò il sorriso, poi avvicinò il viso a quello di lei, e le diede un bacio.

“Adesso hai vinto.” Gli disse lei, prima di baciarlo nuovamente.

 

Nightmare le si sdraiò accanto, facendo un profondo respiro “Sei impegnativa.”

Clover rise “Lo so.”

Prese una manciata di neve, e cercò di lanciarla in alto. Piccoli fiocchi caddero su di loro. Clover si mise a ridere divertita.

Nightmare girò la testa sorridendo verso di lei. Aveva la guancia leggermente a contatto con la neve, ma non gli faceva freddo.

La guardò ridere, era contento di vederla felice.

“Sposami.”  

Clover smise di ridere di botto, e girò la testa verso di lui, incredula. Adesso non ride più…

Lui le sorrise dolcemente, sapeva di averla colta impreparata. Era sconvolta. Ma lui non poteva farci niente, la sua decisione l’aveva fatta. E lei doveva saperlo.

Nightmare… credo di aver capito male… puoi ripetere?” lo chiese con una voce spaventata, e confusa.

 

Le afferrò la mano dolcemente “Vuoi sposarmi?”

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Capitolo 21
*** Siamo seri. ***


Clover si mise a sedere, guardandolo stupita

Siamo seri.

 

 

Clover si mise a sedere, guardandolo stupita. Voleva sposarla. Che stesse scherzando? No, non direi proprio, è serio e convintissimo.

Ma era troppo, troppo presto. Si erano appena rimessi insieme, e lei non aveva ancora completa fiducia. E sposarsi non era una sciocchezza. Aveva bisogno di tempo.

“E’ troppo presto, Nightmare, stai correndo troppo…” lo guardò negli occhi dispiaciuta “mi dispiace…”

Nightmare si alzò a sedere, e scosse la testa più volte “Sapevo che avresti rifiutato…”, sorrise amaramente dandosi dello stupido.

“No! Non fraintendere!” esclamò Clover stringendogli un braccio “io ti amo ma… non è ora…”

Nightmare si scattò alzandosi in piedi “Per te non è mai ora, è sempre presto, hai sempre paura!”

Lo guardò stupita. “E’ inutile fare la finta tonta, lo sai benissimo!” continuò, dopo aver guardato la sua espressione.

Clover si alzò in piedi, guardandolo dritto negli occhi “Cos’è che ti da più fastidio, il fatto che io non ti voglia sposare, o che non venga a letto con te?” lo guardò gelida “Avanti, rispondi!”

Nightmare strinse i pugni, guardandola freddamente.

“Non mi fai paura Nightmare, le altre persone fuggiranno spaventate, ma non io. Continuò a guardarlo decisa.

 

Si fissarono a lungo, e con grande stupore, fu lui a distogliere lo sguardo. E’ la prima volta….  Pensò Clover guardandolo girarsi dandole le spalle.

“Scusa…” mormorò lui.

La ragazza sorrise, andandogli accanto “Pazienza. Che devo fare con te?”

Nightmare la guardò dispiaciuto.

“Dimmi, cosa c’è che non va?” gli chiese lei, accarezzandogli una guancia.

L’angelo sbuffò “Come fai?”

Clover si strinse nelle spalle “Amore.”

Nightmare assunse un’aria triste e sofferente “Senza rendermene conto riesco sempre a rovinare tutto, perché?” fece una pausa, “Eppure mi ripeto sempre di non commettere gli stessi errori.

Sospirò affranto. Possibile che non riuscisse mai a combinarne una giusta con lei? Lui, temuto ed odiato da tutti, infallibile, si trovava in serie difficoltà con una ragazzina…

La guardò attentamente. Ragazzina? No, non era più una ragazzina. Quello che provava per lei, quando si erano conosciuti, ora, si erano raddoppiato…anche di più! La desiderava, ogni giorno che passava la desiderava sempre più, ma non poteva averla. Non fino a quando lei non lo volesse, non l’avrebbe mai costretta.

Ma era anche una tortura aspettare e non poter fare niente. Bastava un suo tocco, od un semplice sguardo, ed in lui si risvegliavano desideri repressi…

Nightmare…?” Clover lo stava chiamando. Stava richiamando la sua attenzione…Non c’era da temere, da parte sua poteva avere tutta l’attenzione che  voleva, Peccato che lei non mi dia quella che voglio io…

Sospirò nuovamente,prendendo Clover per mano ed incamminandosi silenziosamente verso il castello.

Clover spostò lo sguardo dalla stradina da percorrere a Nightmare, Non fa che sospirare…

 

 

Si trovavano nella stanza di Nightmare. Clover si guardava intorno distratta.

Nightmare si allontanò dal fuoco appena acceso “cosa c’è?”

La ragazza lo guardò “Niente, non so cosa fare…” sussurrò vergognandosi.

Se vuoi possiamo giocare un po’, per passare il tempo…” le propose lui con malizia.

“Pervertito!” rise lei. Nonostante tutto continuava ad essere il suo pazzo pervertito. E questo la rendeva… felice.

Sì, perché infondo, anche se le aveva mentito, e l’aveva ferita…nonostante tutto lei lo amava. E non poteva farci niente. Quante volte avrebbe voluto dimenticarlo, ma non c’era riuscita. Avrebbe voluto farlo soffrire un po’, prima di ricadergli tra le braccia, ma non ce l’aveva fatta. Era stato più forte di lei.

Lo guardò mentre lucidava la sua falce. Non poteva fare a meno di lui. Aveva persino creduto che le potesse piacere Marcus, ma adesso capiva che in lui aveva cercato solo un rifugio per potersi allontanare da Nightmare. Niente da fare, ormai era prigioniera.

Sorrise. Non che quella prigionia le dispiacesse, anzi…

 

Era così immersa nei suoi pensieri, che non si accorse che Nightmare le stava parlando. “Clover, mi hai sentito?”

Si ridestò dai pensieri “Scusami, dicevi?”

L’angelo corrugò la fronte “Dicevo, che più tardi vado a ‘lavoro’, perciò dovrai restare qui da sola.

Clover ci pensò un po’ “Posso venire con te?” gli chiese chinando la testa da un lato innocentemente sensuale. Nightmare rimase un momento in adorazione, prima di riprendersi e dirle un bel “No.

La ragazza mise il muso “Perché?”

“Non se ne parla neanche, è troppo pericoloso. Le disse cercando di essere il più convincente possibile, anche se in verità gli avrebbe fatto piacere se lei fosse venuta con lui, ma era anche vero che avrebbe corso pericoli.

“Sarò super attenta!”, mise un faccino triste triste  “te lo prometto.”

In un solo istante la sua barriera crollò miserevolmente “Va bene. Niente, non poteva farci niente. Si lasciava incantare troppo facilmente.

Scosse la testa esasperato, ed andò ad aprire l’armadio. Prese una camicia ed un paio di pantaloni, neri.

Bisogna rivedere un po’ di cosette. Pensò sfilandosi la maglia. L’appoggiò sulla sedia. Prese a sbottonarsi i pantaloni, quando sentì Clover.

“Ehi! Che intenzioni hai?!” chiese lei imbarazzata.

L’angelo si girò verso di lei  perplesso “Sei ancora qui? Pensavo che come avessi aperto l’armadio fossi scappata.

Sorrise divertito ed assunse un’aria accattivante “A meno che non ti faccia piacere assistere mentre mi spoglio…”

Clover indietreggiò indignata, rossa in viso “Ma non dire stupidaggini!”, detto ciò se ne andò sbattendo la porta.

Nightmare rise, riprendendo a spogliarsi. Le avrebbe fatto piacere eccome, peccato che non voglia ammetterlo. Si infilò i pantaloni neri, e si abbottonò la camicia nera, lasciando due bottoni aperti. Poi prese la giacca altrettanto nera, e si direzionò verso la porta. E’ ora che inizi ad abituarsi.

 

 

*************

 

Clover dopo essere uscita dalla stanza ed aver chiuso la porta, vi si poggiò. Si portò una mano sul viso, aveva le guance bollenti. La fece scendere sino al cuore sta battendo fortissimo.

“Possibile che debba sempre stuzzicarmi…?” sussurrò tra se “Quell uomo si diverte a mettermi in difficoltà.

E la cosa che le dava ancora più fastidio, era che aveva completamente ragione. Si, lo ammetteva: sarei rimasta volentieri a guardare!

Prima o poi, anche se non sapeva come, avrebbe trovato il modo di fargliela pagare… una piccola ed innocente vendetta.

 

 

Fece appena in tempo ad accorgersi che Nightmare stava per uscire, che si staccò dalla porta, parandosi davanti.

Nightmare come la vide sorrise maliziosamente “Chèrie, spero che tu non sia arrivata al punto di spiarmi attraverso il buco della porta…”

Clover cercò di mantenere la calma “Non preoccuparti, non sono come te. Spiare dalla porta?! Ma quando mai! Casomai effettuo qualche incantesimo…

L’angelo rise di gusto “Vedremo.”

 

 

Si trovavano nel centro della cittadina. Da lì si poteva intravedere il castello di Nightmare in lontananza.

Mentre camminavano per le vie, Clover lo prese a braccetto “Allora, chi devi uccidere oggi?”

“Dei demoni.” Rispose indifferente Nightmare.

 “Ah…” non sapeva cosa dire, non riusciva a trovare un argomento decente per poter parlare con lui. In quel momento lo vedeva così distante…

Si fermarono davanti una locanda “Tu resta qui. Le disse serio l’angelo.

Ma…” provò a dire Clover, Voleva andare con lui.

“Niente ma, resti qui ad aspettarmi.” Rispose lui secco.

La ragazza annuì con la testa andandosi a sedere su una panchina dall’altro lato della strada. Vide Nightmare entrare tranquillamente nella locanda.

All’improvviso si trovò la vista oscurata, con una mano che le copriva gli occhi.

“Indovina chi sono?”

Questa voce… no…

Marcus.” Clover pronunciò il suo nome senza minima emozione.

Le tolse la mano dagli occhi, e le andò accanto.

“Cosa ci fai qui?” chiese parecchio infastidita.

“Potrei rivolgerti la stessa domanda.” Le rispose pacato.

Clover si morse il labbro inferiore, “Non sono cose che ti riguardano.

“Stessa cosa vale per te.” Le disse sorridendo divertito.

Clover mise il muso, imbronciata.

 

Marcus si mise in ginocchio, guardandola dritto negli occhi.

Clover lo guardò confusa ed incuriosita. Poi un presentimento si fece spazio nella sua testa. Oh no! Possibile che voglia….

“Vuoi sposarmi?” le chiese serio.

 

 

Restò pietrificata, poi man mano si riprese. Nooooo… non è possibile! Ditemi che non è vero! Siamo seri!

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Capitolo 22
*** Una piccola ed innocente vendetta. ***


Una piccola ed innocente vendetta

Una piccola ed innocente vendetta.

 

 

Marcus la guardava interrogativo “Allora?”

“No, mi dispiace, ma non posso accettare. Gli rispose lei titubante.

Marcus  si alzò in piedi “Un conto è se non puoi, un conto è se non vuoi…”

“Non voglio.” Clover alzò lo sguardo verso Marcus e decisa gli disse “io lo amo.

L’angelo sorrise rassegnato “Pazienza, Nightmare ha di nuovo vinto. Sorrise amaramente, guardandola da capo a piedi “è ora che mi faccia da parte. Se ne andò come era venuto, silenziosamente.

Infondo un po’ mi dispiace. Pensò Clover guardandolo andare via.

 

Cinque minuti dopo si sentirono rumori di bicchieri rotti, e le urla di una donna. Clover guardò in direzione della locanda preoccupata per Nightmare. Corse dentro. Le si presentò davanti una scena agghiacciante. Le pareti, i mobili, il pavimento, erano tappezzati di sangue.  C’erano dappertutto cadaveri. L’aria era impregnata di morte. Fece qualche passo, ma non si accorse di quello che aveva ai piedi e vi inciampò sopra. Cadde a terra, e quando si girò per vedere su cosa avesse inciampato, si impedì a tutti costi di urlare. Era inciampata su un braccio. Si girò per alzarsi, ma poggiò la mano su qualcosa di viscido, lo prese in mano: era un occhio. Si morse il labbro inferiore, per non urlare, fino a farlo sanguinare. Gettò via l’occhio, e si alzò in piedi. Delle urla provenivano dal piano superiore. Avanzò verso le scale, scavalcando i corpi senza vita dei demoni.

Quando arrivò all’ultimo gradino, udì delle voci, tra cui quella di Nightmare.

Si appiattì contro il muro avanzando verso la stanza da dove provenivano le voci.

La porta non era completamente chiusa, perciò aveva modo di guardare dentro.

 

“Sei sicuro di quello che dici?” la voce di Nightmare risuonava fredda e distante.

Il demone ai suoi piedi balbettò “S-si ne sono sicuro.

E per quale motivo?” continuò lui.

“Non… lo so…” mentì il demone.

Nightmare lo capì subito. Lo afferrò per il collo e lo sollevò, Sino a far incontrare i loro sguardi “Capisco quando qualcuno mente… se mi dici quello che voglio sapere, la mia falce ti risparmierà.”. Avvicinò la lama al viso dell’uomo.

“Ti dirò tutto!” urlò tutto d’un fiato il demone, prima di annaspare per la mancanza d’aria.

Nightmare lo lasciò cadere, poi si piegò verso di lui “Dimmi per quale motivo.”

L’angelo si rimise dritto, incrociando le braccia.

Il demone si asciugò le lacrime “Il Consiglio… pensa che se tu continuerai a perdere tempo con quella ragazza… non servirai più a nulla…ti distrarrai dalle tue responsabilità…”

Nightmare inarcò un sopracciglio “va avanti.

“Perciò ci avevano assoldati per ucciderla.” Fece una pausa massaggiandosi il collo “Deve morire.

 

Clover restò allibita alle parole del demone. Cosa c’era di male nella loro storia? Perché Nightmare non poteva amare qualcuno come tutti gli altri? Anche lui ne aveva il diritto!  E loro non dovevano intromettersi.

Le salirono le lacrime agli occhi, non le importava della sua vita, per lei era più importante Nightmare. Perché deve soffrire…? Non ha fatto nulla di male… anche lui merita di essere amato… non può vivere in solitudine…

 

Il Demone si alzò in piedi, barcollando. Superò Nightmare, dirigendosi verso la porta.

“Dove credi di andare?” gli chiese Nightmare glaciale. Il demone si fermò, girandosi verso di lui “Avevi detto che mi avresti risparmiato.”

Nightmare sorrise enigmatico “Ho detto che la mia falce ti risparmierà, ma non io.”

Il demone lo fissò spaventato.

 Nightmae trapassò la costola del demone, che prima guardò la mano dell’angelo dentro il suo petto, poi spostò lo sguardo terrorizzato e sorpreso su Nightmare.

L’angelo gli sorrise crudele, per poi ritirare fuori la mano. Tra le sue dita pulsava ancora il cuore del demone. Il corpo cadde a terra privo di vita.

Gettò il cuore a terra, e lo schiacciò con il piede “Sogni d’oro.

 

Clover guardò la scena sconvolta. Aveva provato piacere, aveva provato piacere nell’ucciderlo. I suoi occhi riflettevano una strana luce, ed il suo sorriso era terrificante. Abbassò lentamente la testa da un lato, come fosse in trance. Poi guardò in direzione di Clover.

“Vieni…” le sussurrò con voce rauca.

Le tremarono violentemente le ginocchia, tanto da doversi sostenere poggiandosi al muro.

Aprì lentamente la porta ed andò da lui.

Nightmare le passò due dita sulle labbra, macchiandole di sangue. “Non volevo che tu vedessi questo…”

Clover tremava visibilmente “I-io…”. Non riuscì a dire niente, era paralizzata.

L’angelo le prese il viso tra le mani, macchiando le sue guance e parte della gola. La baciò delicatamente. Una lacrima scese dagli occhi di lei.

Nightmare l’asciugò con le labbra, poi tornò a baciarla, stavolta con più passione.

Clover sentì il sapore ferroso del sangue invaderle le bocca. Poggiò le mani sul petto di lui, cercando di allontanarlo, ma non ce la fece, era troppo forte per lei. L’angelo si allontanò visibilmente stupito “Perché cerchi di allontanarmi?”

Perché non sei in te, Nightmare.” Le lacrime iniziarono a rigarle il viso.

Nightmare la guardò dispiaciuto “Invece sono in me, io sono così, Clover. Questa è la mia natura.”

Clover scosse la testa più volte negando.

L’angelo l’afferrò per le spalle “Calmati.

“No!” riuscì soltanto a dire, prima di accasciarsi a terra, piangendo sempre più.

Nightmare le si sedette accanto, prendendola tra le braccia “Mi dispiace, mi dispiace tanto.”

Nascose il viso tra i capelli di lei “Il mio destino è quello di vagare nell’oscurità. Sono quello che vedi in questo momento, un assassino, la morte.” Rise “strappare vite per recarne piacere alla mia, questo è il mio unico scopo…”

Clover si strinse a lui “No, non è vero Nightmare, non può essere il tuo unico scopo.

Le levò il sangue con un fazzoletto, poi la strinse di più a se “hai ragione, di notte sogno di poter toccare i tuoi capelli dorati, di potermi immergere nei tuoi occhi azzurri…di poterti avere…” sorrise dolcemente “quello è un mio scopo.

Ricambiò il suo sorriso, asciugandosi le lacrime.

“Non so se la vita mi riguardi ancora… so solo che quando non ci sei la mia fredda anima soffre. Le disse accarezzandole i capelli.

 

Nightmare… ecco… Marcus mi ha chiesto di sposarlo. Gli disse lei vergognandosi.

L’angelo la guardò accigliato “Hai rifiutato vero?”

Clover si finse stupita, portandosi una mano davanti la bocca “Ma che domande fai? Ho accettato!”

Nightmare restò a fissarla a bocca aperta, “Stai scherzando…”

Ma che!” gli fece vedere una fedina che aveva comprato giorni prima ad una bancarella “Guarda qui, questa è la fedina di fidanzamento!” la guardò estasiata “è bella vero?”

Lui impallidì, senza proferire parola. Possibile che volesse davvero sposarlo?!

Clover rise alla faccia dell’angelo, voleva farlo soffrire ancora un po’. “Ti immagini Nightmare? Io e Marcus sposati!” sospirò felice “Saremo uniti per l’eternità!” Lanciò un’occhiata veloce all’angelo, che la fissava sconvolto. Poverino, non parla più.

Gli prese le mani, guardandolo speranzosa “Tu verrai vero? Mi renderesti immensamente felice, se mi facessi da testimone.

Un’enorme masso cadde sulla testa di Nightmare Pure testimone!

Voleva reagire, ma non ce la faceva. Voleva chiederle se stesse scherzando, ma non ne aveva la forza. C’era rimasto molto male. Gli era crollato il mondo addosso.

 

Clover sorrise soddisfatta, avvicinò il viso a quello di Nightmare e lo baciò. Lui la guardò confuso “perché…?”

“Stavo scherzando scemo!”

L’angelo la fulminò con lo sguardo “Cosa?! Mi sono sconvolto inutilmente?!

“Esatto!” rise lei.

“Perché l’hai fatto?!” chiese lui  musone.

Clover gli mise una mano dietro al collo e gli sussurrò all’orecchio “Una piccola ed innocente vendetta.

 

 

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Capitolo 23
*** Neve rossa. ***


Usciti fuori dalla locanda, Nightmare diede fuoco alla struttura

Neve rossa.

 

 

Usciti fuori dalla locanda, Nightmare diede fuoco alla struttura.

Le rivolse un sorriso dolcissimo “Andiamo?”

Clover si strinse a lui, annuendo. Piccoli fiocchi bianchi iniziarono a scendere, unendosi a quelli caduti in precedenza la mattina.

La ragazza si strinse nel cappotto “Nightmare?”

L’angelo la guardò. “Ho sentito tutto…”

Lui sospirò “Lo so.” Le passò un braccio intorno alle spalle, avvicinandosela. “Ma non devi temere, non ti accadrà nulla. Si fece serio “Ti proteggerò a costo della mia vita.

Clover sorrise “Senza esagerare però. Devi stare attento anche tu.”

Ma io sono immortale.” Rise lui.

Clover gli diede un spinta “Ma non dire stupidaggini!”

La guardò teneramente “Non sto scherzando, sono davvero immortale.

Clover restò a fissarlo sbalordita “Ma allora mentre io invecchierò, tu rimarrai giovane!” piagnucolò.

L’angelo sorrise divertito “Esattamente, ma non preoccuparti, sistemerò tutto.”

Clover si fermò “Che vuoi dire?”. Nightmare la baciò lievemente “Trascorrerai con me il resto dell’eternità… Passeranno mesi, anni, secoli, ma resterai sempre il bocciolo che sei adesso...

“Bocciolo…?” mormorò lei interrogativa.

Lui le passò il dito dalle labbra al cuore “Il fiore che è in te deve ancora sbocciare…”

 

Lo guardò confusa, e Nightmare le sorrise rassicurante “Non preoccuparti, quando accadrà lo capirai.”

Lei abbassò lo sguardo rossa “Se lo dici tu.”

Come si fa a non volerle bene? Le accarezzò la testa “Dai andiamo.”

Proseguirono a camminare “C’è un modo per ucciderti?” gli chiese curiosa.

Nightmare alzò un sopracciglio “Vuoi liberarti di me?”

Clover  lo guardò male “Ma che dici? Vorrei solo sapere se c’è il pericolo che tu possa morire in qualche modo.

Nightmare fissò un punto in lontananza e le rispose distrattamente “Solo io posso recarmi la morte.

“Allora solo con il suicidio.” Mormorò lei.

“Gia.”

 

Gli strinse la mano, come se da un momento all’altro non l’avrebbe più rivisto.  Si alzò il vento. Un brutto presentimento la invase. Si guardò intorno nervosamente in cerca di qualcosa, di qualunque cosa… ma non c’era niente! Era quello il problema. Era tutto troppo, dannatamente, calmo.

Si voltò verso Nightmare, anche lui l’aveva notato. Scrutava ogni piccola parte, stando allerta.

Puntò lo sguardo oltre di lui. Una figura… qualcosa si stava avvicinando, ma non riusciva a distinguerla, era troppo lontana.

Nightmare…” sussurrò spaventata, afferrando la manica della sua camicia. L’angelo prima guardò lei, ma vedendo che non accennava a parlare, si girò seguendo il suo sguardo.

Gli si gelò il sangue.

Vedeva se stesso. Si trovava davanti la sua copia perfetta… no… non era una copia, era veramente lui! Com’è possibile…?

Clover spostò lo sguardo da Nightmare, all’altro, poi nuovamente a lui. Era sconvolta e non riusciva a capirci niente, com’era possibile che ci fossero due Nightmare? Quello che le era accanto, era quello vero, ne era sicura. Ma l’altro chi era? Dire che fosse un falso, un clone, od un sosia non sarebbe stato vero…anche quello era Nightmare!

Guardò attentamente i suoi occhi: l’unica differenza stava nel fatto che sembravano non riconoscerla, per quegli occhi lei era una sconosciuta.

Che sta succedendo?” chiese a Nightmare.

“Non lo so…” le rispose lui, guardando minacciosamente l’altro. “Chi sei?”

L’altro alzò un sopracciglio “Sono Nightmare.

“Non mentire” sibilò lui, facendo un passo.

L’altro Nightmare assunse un’aria seccata e scandì bene le parole “Io-sono-te.

“Non è possibile!” intervenne Clover.

Il nuovo arrivato la guardò attentamente, ed una smorfia di disapprovazione gli comparve sul volto “Tu devi essere la ragazza di cui mi innamorerò tra qualche anno…”

Nightmare impallidì “Tu… sei me…sei me nel passato!”

“Bravissimo.” Lo canzonò lui “E sai cosa significa questo? Che posso ucciderti!”

Clover a quelle parole trasalì. No! Non può farlo!

Nightmare strinse la mano di Clover, come a volerla rassicurare, anche se in verità neanche lui non era tanto tranquillo. “Perché dovresti uccidermi? Se dovessi morire, scompariresti anche tu.

L’altro indicò Clover, parlando freddamente “Per impedirti di rovinarti la vita per mano di quell’umana. Per impedirle di rovinare la mia vita!”

Nightmare si parò di fronte a Clover,  per poterla proteggere.

“Io non voglio ucciderti, desidero soltanto uccidere lei. Fece comparire la sua falce “Ma se continuerai a metterti in mezzo, sarò costretto ad ucciderci entrambi. Si avvicinò pericolosamente verso di loro. Nightmare fece allontanare Clover, e fece comparire la sua falce. L’altro scagliò un colpo che non andò a segno, grazie ai riflessi pronti dell’angelo. Mentre l’altro cercava di colpirlo, Nightmare tentava di difendersi parandosi, evitando di ferirlo. Non doveva uccidere se stesso, ma allo stesso tempo doveva proteggere Clover.

“Come hai fatto ad arrivare qui?!” gli chiese parando un altro colpo.

“Il Consiglio mi ha ‘chiamato’” gli rispose attaccando.

Maledetti bastardi! Pensò l’angelo scansandosi. Decise di fare qualcosa, non poteva continuare così in eterno.

Quando l’altro Nightmare attaccò per l’ennesima volta, lui parò il colpo, poi tenendo la falce con una sola mano, con l’altra fece partire un fascio di luce nera, che colpì in pieno il suo avversario scagliandolo contro il muro di una casa, e facendogli perdere i sensi.

Tirò un sospiro di sollievo, poi si girò sorridente verso Clover. Lei gli sorrise a sua volta, e gli corse in contro. Lo abbracciò “Meno male che stai bene! Ho temuto il peggio!”

Lui la strinse più forte “Non potrei mai lasciarti da sola.

 

 Dopo averle dato un bacio, Nightmare si allontanò un momento per recuperare la falce del suo avversario. La prese, e ruppe il bastone in due. Peccato che la lama non si possa distruggere…

Sentì un urlo e si girò di scatto verso Clover. L’altro Nightmare si era subito ripreso, ed adesso aveva le mani intorno al collo di Clover. “Ti farò morire lentamente, e soffrendo…” sibilò lui cattivo.

Clover tentava in tutti i modi di liberarsi dalla stretta, ma più si muoveva meno riusciva a respirare. Man mano la presa si faceva sempre più stretta. Smise di dimenarsi, tanto era inutile, era troppo forte. Sentiva le forze abbandonarla velocemente…

Nighmare non sapeva cosa fare, non avrebbe mai fatto in tempo, osservò la sua falce. Restava un'unica cosa da fare. Roteò la falce, dirigendola verso di se.

Accadde tutto in pochi istanti: la lama gli trapassò lo stomaco. Un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca. Cadde in ginocchio. Guadò verso Clover, è salva. Pensò  sollevato.

 

Clover riaprì gli occhi. Il suo assalitore era scomparso nel nulla. Tirò un sospiro di sollievo, poi si alzò. Trasalì. Nightmare era disteso a terra. La neve intorno a lui era rossa… sangue… di chi? No, non di Nightmare, era impossibile. Spostò lo sguardo sulla falce accanto a lui. La lama era sporca di rosso… altro sangue… no, era impossibile. C’era una spiegazione. Ci doveva essere un errore!

Corse da lui, e gli si inginocchiò accanto. Nightmare girò la testa verso di lei e sorrise “Clover…”

Lei fece poggiare delicatamente la sua testa sul grembo “E’ tutto apposto. Spostò lo sguardo su una macchia rossa che si andava velocemente ingrandendo “Ma che hai combinato?” la sua voce fu interrotta dalle lacrime. “Non… stai morendo vero…? Dimmi che è uno scherzo Nightmare…”

“Non preoccuparti.” Le rispose lui sorridendo dolcemente “Non ti lascio sola.

“Non te lo perdonerei.” Le sussurrò lei, baciandogli una mano.

L’angelo cercò di accarezzarle la guancia, ma gli mancarono le forze “Non… piangere… non morirò. Detestava doverle mentire persino sul punto di morte. Stava provando quello che avevano provato le sue vittime. Rise, dentro di se. Non aveva paura della morte, ma aveva paura di lasciarla sola. Voleva stare con la persona che amava… ma la vita lo stava lasciando… lui la stava lasciando.

Nightmare…” lo chiamò lei in lacrime. Ritornò alla realtà “mmmh…?”

Resisti ti prego.” Gli mormorò baciandolo sulle labbra. “Dobbiamo fare tante cose ancora… che senso ha se te ne vai…?”

Nightmare chiuse gli occhi sorridendo “Dimmene qualcuna…”

Clover si asciugò le lacrime, ma fu inutile perché ricominciarono a scendere interrottamente. “Do-dobbiamo… sposarci….” Trattenne un singhiozzo “Dobbiamo… fare l’amore… dobbiamo far sbocciare… il fiore…”

L’angelo le strinse la mano più che potè “E’ vero.” Rispose sereno.

 

Clover lo baciò nuovamente, sussurrandogli tra le lacrime “Non lasciarmi Nightmare, ti amo troppo.

…Adesso posso morire…

 

Nightmare?” Clover lo chiamò, ma non ottenne risposta “N-Nightmare…!” Provò a scuoterlo più volte ma non si mosse “Nightmare apri gli occhi, non puoi lasciarmi!”

Guardò il suo corpo privo di vita. Non è vero, vi prego ditemi che non è vero!

Si portò le mani al viso “No… ti prego torna da me…”

Si appoggiò sul suo petto, aggrappandosi alla camicia, piangendo disperata “Avevi promesso di non lasciarmi sola! Che avremmo trascorso insieme… il resto dell’eternità…!” singhiozzò di più “…bugiardo!”

 

Regnava il silenzio,e la neve continuava a cadere incessante, macchiandosi di rosso.

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** Ridere e piangere, vivere e morire. ***


Ridere e piangere, vivere e morire

Ridere e piangere, vivere e morire.

 

Sangue, lacrime… morte.

Non voglio svegliarmi, ho paura che tutto questo non sia stato solo un brutto sogno…incubo. Sento voci, lacrime… disperazione. La stessa disperazione di cui sono stata assalita… e che ancora non decide ad andarsene. Non l’ha capito che era solo un incubo? Non ho motivo di essere disperata, no? Fra poco aprirò gli occhi, e sarà tutto come prima. Nightmare sarà lì. Accanto a me. Mi sussurrerà dolci parole, e mi bacerà. Sì, mi bacerà, come solo lui sa fare.

Nighmare sarà lì, pronto a stuzzicarmi con le sue battutine. Sarà lì, con le sue provocazioni.  Nightmare… non c’è più.

Devo svegliarmi, devo aprire gli occhi e guardare il mondo. Il mondo colorato, pieno di vita, adesso è grigio… senza senso. Per me è morto. Come sono morta io.

Non ho le forze, ma devo alzarmi, devo… no, non voglio. Voglio morire.

Non voglio soffrire.

Voglio morire.

 Che senso ha, ora, vivere?

Mi alzo… le mie gambe tremano, ma devo resistere, la testa mi fa malissimo… e che mi aspettavo?

Ho pianto tantissimo, ma nonostante tutto, le lacrime continuano a scendere… sto provando, ho provato a fermarle, ma non ci sono riuscita, è stato tutto inutile… è impossibile.

 

Mi guardo intorno, non sembra essere cambiato nulla… tranne il fatto che lui non c’è più. Non lo rivedrò più. Lui…vivrà nei miei ricordi…solo…nei miei ricordi…

Sulla sedia c’è ancora la sua maglia…è così morbida…ha ancora il suo profumo. Peccato che se ne andrà…come se ne è andato lui. Non sentirò più il suo profumo.

 

Sembra che il tempo si sia fermato…è tutto così…grigio. Non c’è nessuno. Non si muove niente. Il fuoco è spento…fa freddo, ma non importa. A lui piaceva il freddo.

 

Il suo libro è poggiato sul suo comodino. Come lo invidio, l’ultima volta è stato tra le sue mani… sfogliato delicatamente… sotto le sue attenzioni.

 

Vorrei prenderlo, ma non voglio toccare nulla, potrebbe cambiare il mio ricordo.

 

Le voci di prima…chi è che piange? Perché state piangendo? Lui non l’avrebbe mai voluto.

Ma allora perché piango anch io? Io non voglio piangere, voglio essere forte…

Voglio scappare.

Voglio nascondermi.

Dimenticare…sì, dimenticare!

No, che sto dicendo, come potrei?

Lo amo troppo. L’amore non si può dimenticare. Ma allora perché si è dimenticato di noi?

Ci ha fatto incontrare, amare. Abbiamo sofferto e gioito.

Perché ci ha abbandonato?

Noi ci amavamo… E lui ci ha diviso!

Sì, è stato lui. Se Nightmare non mi avesse amato, non si sarebbe ucciso per me. Non mi avrebbe protetto, ed avrebbe continuato a vivere. Invece, quello stupido… ha preferito che vivessi io… Perché?!

Non ha pensato come sarebbe stata la mia vita senza di lui?!

Non ho la forza per andare avanti!

 

Che qualcuno mi aiuti… Nightmare ti prego aiutami… ti prego… non ce la faccio… ho bisogno di te.

 

Chi è che piange?

Apro la porta…

Keno… stai piangendo anche tu?

Perché mi guardi così? Cos’è quel viso triste?

Io sto bene.

Hai gli occhi gonfi ed arrossati…

Anche i miei sono così?

Hai bisogno di conforto? Vuoi che ti abbracci per farti sfogare?

Non c’è problema io sono forte.

 

Clover…” mi chiami disperato. Perché sei disperato?

Non devi piangere! Devi essere forte. Devi…

 

Quanto ho desiderato due braccia forti che mi stringessero, che mi sostenessero…perché io non sono forte…non sono forte. Sento il tuo dolore. Anche tu senti il mio vero?

Allora capirai che io non ce la faccio, non so cosa fare. Questo mondo non mi appartiene più.  Il mio amore se ne è andato. Cos’è il mondo senza amore? Nulla.

 “Nessuno me lo riporterà indietro… non lo rivedrò più…mai più…!” finalmente sono riuscita a parlare… non ci riuscivo… mi sembrava di non aver mai parlato in vita mia.

Stringimi di più ti prego, non lasciarmi, non lasciarmi anche tu. Mi sto perdendo, mi sto perdendo nell’oscurità più profonda.

Fai per dirmi qualcosa, ma ci ripensi subito. Cosa c’è? Ti mancano le parole? Non trovi nulla da dire che abbia senso? Ti capisco.

“Vorrei tanto rivederlo, Kenorivedere i suoi occhi per l’ultima volta. Vorrei potergli parlare”  O no, gli sto bagnando la camicia, mi dispiace.

 “Parla col vento… lui saprà ascoltarti…” mi dice trattenendo un singhiozzo.

Stai male anche tu… non voglio. Devi ridere, ridere felice come sempre. La tua spensieratezza, la tua allegria…non ci sono più. Mi sembra quasi di non riconoscerti. Devi Ridere, non piangere…almeno tu. So che non puoi farlo, ma sarebbe bello. Sarebbe tutto…come prima. Ma che dico? Niente sarà più come prima! Non solo la mia., ma anche la vita di altri è stata rovinata.

“Gli volevi bene, vero?” so che è una domanda stupida, ma è uscita fuori, così…

“Si.” Mormora cercando di sorridere, ma non ce la fa, gli si riempiono nuovamente gli occhi di lacrime.

“Piangi” gli sussurro dolcemente “Ti farà bene. Dolcezza, gia, ed adesso a chi la darò? A chi darò tutto il mio amore? La mia vita?

Lo sento abbandonarsi, tra le mie braccia, esattamente come ho fatto io. Adesso tocca a me sostenerlo.

 

Dopo ore che sembravano interminabili, ci lasciammo. Volevo andare a parlare col vento…

“Ti voglio bene…” gli dissi prima di andarmene.

 

Adesso sono qui, sola, nel giardino innevato. Il vento… c’è, sussurra parole incomprensibili. E’ freddo, ma piacevole…

Ecco… ricomincio a piangere. Ma da dove vengono tutte queste lacrime? Dal cuore.

Ma io non voglio piangere… perché è cosi difficile smettere?

Nightmare…” sussurro il suo nome, come se fosse lì con me “stringimi a te…toccami ancora una volta…guardami ancora… baciami di nuovo…” Il vento continua a sussurrare, muovendo i miei capelli, accarezzandomi la pelle “Non faccio che pensare a te. Aiutami…” 

Ma non ottengo nessuna risposta. Non ascolterò più la sua voce.

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Capitolo 25
*** Insicurezza. ***


Insicurezza

Insicurezza.

 

 

Dei passi affrettati risuonarono per il lungo corridoio che conduceva alla stanza di Nightmare. Keno spalancò la porta “Clover devo parlarti!”

Clover si girò lentamente dalla sua parte. Erano passate tre settimane dalla morte di Nightmare, e il suo aspetto era cambiato. Era dimagrita, i suoi occhi erano spenti, e raramente si intravedeva il sorriso sul suo viso.

Keno…” mormorò sistemandosi meglio sulla poltrona “Cosa devi dirmi?”

Il demone valutò bene la situazione: forse era possibile far tornare in vita Nightmare, ma non era più tanto sicuro di dirglielo.  Non era stabile, era cambiata molto. Era insicura, triste, e lui non se la sentiva di darle una falsa speranza. Se quella soluzione sarebbe fallita, come avrebbe reagito? Malissimo.

Non voleva ferirla più di quanto non fosse gia.

“Ecco io…mi chiedevo se tu volessi restare un altro po’ di tempo qui. Preferì non parlarne “non mi piace che tu stia da sola.”

Clover si sforzò di sorridere “Ti ringrazio Keno, ma non penso di rimanere a lungo.

Keno avanzò di qualche passo, “Perché? Sulla terra rimarresti da sola.”

Clover sospirò “Sono gia sola.”

Il demone non seppe cosa dire. Voleva dirle che aveva sempre lui, ma capiva che Clover intendeva la solitudine senza Nightmare. Strinse i pugni, si sentiva una nullità. Non era capace di prendersi cura di lei, non era capace di mantenere la sua promessa.

 

*********

Mi trovavo nel salone principale. Stavo aspettando Nightmare, dato che voleva parlarmi. Arrivò dieci minuti dopo di me. Quando mi vide mi sorrise felice, sedendosi sulla poltrona di fronte. Gli occhi gli brillavano per la felicità.

“Cos’è tutta questa felicità?” risi divertito.

Lui sorrise “Nulla, scusa se ti ho fatto attendere, ma ho voluto aspettare che Clover si addormentasse.”

Aaah allora è per questo che sei felice, quella ragazza ti fa un bell effetto, eh?” Si vedeva benissimo che l’amava.

Ma cosa dici” sghignazzò lui divertito.

Poggiai un gomito sul bracciolo “Di cosa volevi parlarmi?”

Nightmare si fece serio, senza però perdere quella luce che aveva negli occhi “Se dovesse succedermi qualcosa, vorrei star sicuro di poter contare su di te.”

Non capii dove volesse arrivare “Nightmare cosa…”

“Se mi succedesse qualcosa, qualunque cosa, potrò contare su di te? Proteggerai Clover?” era serio, terribilmente serio “Ti prenderai cura di lei?”

Ma certo! Perché mi fai questo discorso?” Non capivo, non riuscivo a capire.

Vogliono ucciderla Keno, qualcuno vuole ucciderla! Se trovassero il modo di fermarmi, chi la proteggerebbe?” strinse i pugni, con lo sguardo minaccioso “Devo trovarli al più presto. Devo scoprire chi vuole ucciderla.”

**********

“Devi reagire Clover! Se non vuoi farlo per te stessa, fallo per lui!” urlò Keno “Pensi che a Nightmare avrebbe fatto piacere questa tua reazione?!” La fissò dritto negli occhi “No, non avrebbe voluto.” Finì di dire.

Clover non rispose, si limitò a girare la testa, per non guardarlo. Un lieve rossore comparve sulle sue guance.

Almeno una piccola reazione, è un passo avanti.

“Devo andare…” le disse come a volersi scusare per quella reazione.

“Ciao Keno” pronunciò quelle parole con totale indifferenza, senza degnarlo di minimo sguardo.

Quando il demone se ne fu andato, Clover si alzò in piedi dirigendosi verso la finestra. Poggiò una mano sul vetro “Ha ragione lui. Sospirò, “Sto diventando patetica.” Poggiò anche la fronte “Ma…” calde lacrime iniziarono a cadere, infrangendosi contro il davanzale interno “…è difficile… non ci riesco… sto troppo male… Nightmare…”.

Devo reagire. Non posso andare avanti così.

 

Andò verso l’armadio e lo aprì, i suoi vestiti… le lacrime le salirono nuovamente agli occhi. Non posso restare qui, è una tortura, ogni piccola cosa mi ricorda Nightmare.

Prese una giacchetta ed uscì dalla stanza, dirigendosi in giardino.

 

L’aria era fredda, ed il sole era oscurato, presto avrebbe nevicato. Si affrettò per la stradina, arrivando al gazebo. Era difficile distinguerlo in mezzo a tutto quel bianco. Si sedette sulla panchina, al riparo dalla neve.

“Che pace…” sussurrò tra se .

“E’ vero.” Le confermò una voce a lei molto familiare.

Si girò “Marcus, ti diverti così tanto a comparirmi da dietro? “

Marcus le si sedette accanto “Sì!” aveva un sorriso che gli andava da una parte all’altra delle orecchie.

Clover alzò un  sopracciglio “Ti vedo felice… come mai?” felice, da quanto lei non lo era?

L’angelo fischiettò una canzoncina, poi si mise a canticchiare “Il tuo eroe, ha trovato una soluzioneeeee!”

Clover sbattè le palpebre più volte, ma che s’era bevuto?!

“Di che soluzione stai parl…cantando?”chiese preoccupata per lui, ma allo stesso tempo incuriosita.

Marcus continuò “Per poter faaaar tornare in viiitaaaa il tuoooo amaaaatoooo!”

Clover lo guardò sconvolta. Sbagliava o aveva appena detto che c’era un modo per far tornare in vita Nightmare?  Marcus che stai…dicendo…? Non prendermi in giro…”

L’angelo divenne serio “Non sto scherzando, come potrei farlo?”

La ragazza non rispose, attendeva impazientemente.

“Ho trovato un modo, ma non so quanto sia sicuro…”. Clover  lo guardò  dritto negli occhi “Va avanti.”

“Non si tratta di incantesimi, bensì di un viaggio…dovrai recarti negli inferi e riprenderti Nightmare.”

N-negli inferi?” Clover non riusciva a crederci. Possibile si potesse fare qualcosa del genere?

“Esatto. Vuoi farlo? Ovviamente non ti permetterò di andarci da sola, ti accompagnerò” notò la sua espressione perplessa “Puoi star tranquilla, sono cambiato, non ti sfiorerò nemmeno.”

Clover scattò in piedi, e gli strinse una mano “Benissimo! Quando si parte?”

Marcus sorrise “il tempo di chiamare due miei amici, e potremo partire.

“Verranno con noi?”

“Si, saranno preziosissimi. Adesso vai, altrimenti ti congelerai e non potrai riprenderti il tuo amato.

“Corro ad avvertire Keno!” Corse il più velocemente che poteva. Doveva avvertire Keno che forse Nightmare avrebbe fatto ritorno! Adesso poteva tornare a vivere.

 

Entrò nella stanza del demone come una furia, tanto da farlo sobbalzare “Keno! Marcus ha trovato una soluzione! Potrò rivedere Nightmare!” urlò euforica. Il demone la guardò accigliato “E così quel farabutto ti ha detto tutto.

Clover si bloccò “Perché fai così?” abbassò lo sguardo “Non sei contento?”

“Sì, ma è troppo pericoloso! Volevo aspettare un altro po’ prima di dirtelo. Mormorò il demone affranto. Ormai non poteva più fermarla.

“Non devi preoccuparti Kenogli sorrise dolce Clover  “Con me ci saranno Marcus ed altri due compagni.”

Keno corrugò la fronte “E ti fidi? Non sai neanche chi siano!”

“Lo so ma… io voglio andare da lui.” Gli rispose lei arrossendo.

“Lascia almeno che venga con te.” Le propose lui.

Clover scosse la testa “No, tu devi restare qui, con Kira. Con la scomparsa di Nightmare questo posto non è più sicuro. E tu lo sai meglio di me.” Gli prese una mano tra le sue “Non puoi lasciarla sola. Ti prometto che starò attenta.”

 

 

Clover si trovava nel salone principale, stava aspettando Marcus e gli altri due. Stava fissando il fuoco, quando sentì dei passi provenire da dietro di lei. Si girò convinta che fosse lui, invece si ritrovò di fronte un ragazzo. Era alto, biondo con gli occhi grigi. Le sorrise accattivante “Tu devi essere Clover,.. Io sono Daniel.”

 

                                    

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Capitolo 26
*** Di nuovo insieme. ***


“Daniel…” ripetè Clover come in trance

Di nuovo insieme.

 

 

“Daniel…” ripetè Clover come in trance. “Sì, Daniel… anche se tutti mi chiamano Lucifero. Un sorriso maligno gli comparve sul volto “Sono venuto a prenderti.

Le circondò la vita con un braccio, tirandola a sé, poi con l’altro la coprì con il mantello.

Clover poteva sentire il suo respiro avvicinarsi sempre più, ma non riusciva a reagire. Era bastato guardarlo negli occhi, che il suo corpo l’aveva abbandonata. Non le ubbidiva più.

Sentì le labbra di lui poggiarsi sulle sue. Cercò di ribellarsi, ma fu tutto inutile, il suo corpo seguiva il ritmo di Daniel…

Man mano il bacio si fece più intenso, sembrava scavarle dentro. Nell’animo, nel cuore…

Ti prego basta.. Lasciami andare. Pensò con le lacrime agli occhi.

Daniel si allontanò di scatto, come se le avesse letto nel pensiero. “Andiamo, il tuo uomo ci sta aspettando.”

Nightmare?” sussurrò appena Clover.

“Sì.” Disse lui prima di smaterializzarsi con lei.

 

“Adesso puoi riaprirli.” Rise Daniel. Si era stretta a lui, quando si erano smaterializzati Che buon profumo… però preferisco quello di Nightmare!

Clover riaprì lentamente gli occhi. Si trovavano in una grande stanza, ricca di arazzi e quadri. Le pareti erano rosso fuoco, mentre il pavimento era nero, lucido.

Il tutto era arredato da antichi mobili in legno pregiato, riccamente decorato. 

Daniel dove siamo?” chiese la ragazza guardandosi intorno.

Lui si appoggiò sullo stipite della porta “Nel mio castello… negli inferi.

Clover lo guardò preoccupata “Sei veramente Lucifero?”

“Si.” Le rispose lui, prestando molta attenzione alla prossima reazione della ragazza.

Lei aggrottò la fronte, “Perché ti sei scomodato per venirmi a prendere?” si guardò intorno “dovresti essere pieno di servitori.

E lo sono, credimi. Ma stavolta ho preferito fare tutto io di persona. Ho un conto in sospeso con una certa persona…” mormorò lui.

La ragazza lo guardò invitandolo a proseguire.

Nightmare” disse lui accigliandosi.

“Cosa ti ha fatto?” Clover si mise le mai ai fianchi in attesa di una risposta.

“Ha osato sfidarmi e battermi di fronte a tutti… non posso perdonarglielo. Sibilò lui minaccioso

“Tutto qui? Solo per orgoglio?!” Fece un lungo sospiro “possibile che siate così infantili?! A volte l’orgoglio deve cedere!”

“Non il mio!” proferì Lucifero seccato.

Clover sbuffò, “Voglio vedere Nightmare!”

Lucifero rise maligno “Come desideri.”

Uscì dalla stanza, chiudendosi le porte alle spalle.

Astaroth!”la sua voce tuonò per il corridoio. Da una porta uscì un angelo, dai lunghi capelli celesti “Mio signore?”   

“Prepara la candela rossa.” Gli ordinò togliendosi il mantello e gettandoglielo contro.

“Come desidera.” Si ritirò in una stanza.

 

Clover si era seduta su un divano, chiedendosi quando avrebbe rivisto Nightmare. Non vedo l’ora.

Un demone entrò nella stanza, chiedendole di poterlo seguire. La portò in un’altra stanza, che a differenza dell’altra aveva le pareti bianche, ed il pavimento di un grigio chiaro. Al centro vi era un grande letto a baldacchino in ferro battuto, con lenzuola e veli bianchi. Dietro si apriva una grande vetrata che lasciava passare mille colori. Su un piccolo tavolo in cristallo, era poggiato un vaso con delle rose bianche.  Era tutto così… Puro. Candido. Bianco. L’aria era piacevolmente fresca.

All’improvviso sentì una mano sul suo viso, coprirle delicatamente gli occhi “Mette soggezione vero?”

Quella voce…calda…penetrante…sicura…da quanto tempo desiderava sentirla

Una lacrima le rigò il viso “Nightmare…?”

Si voltò, ritrovandosi davanti un Nightmare sorridente. Quel sorriso… quegli occhi…

S-sei davvero tu…?” balbettò incredula. Lui era lì, davanti a lei. Non poteva essere vero… gli sfiorò leggermente le guancia “E’ tutto vero…?” pianse di più. L’angelo la guardò dolcemente annuendo, poi spostò il viso in modo da poterle baciare la mano. Da quanto aveva desiderato rivederla? Poterla baciare? Adesso lei era lì, di fronte a lui. “E’ tutto vero.” Mormorò lui, accarezzandole con un dito le labbra leggermente schiuse.

Erano così invitanti… sembrava che non chiedessero altro che unirsi alle sue. Chinò il capo verso di lei. Poteva sentire il suo respiro confondersi con il suo. Si avvicinò ancora di più “Mi sei mancata tanto…” sussurrò.

Anche tu.” Sussurrò lei a sua volta, prima che le labbra si toccassero. Circondò il suo collo con le braccia, alzandosi in punta di piedi, mentre lui le cingeva la vita con un braccio, mentre con l’altro affondava la mano nei capelli.

 

Furono interrotti da Lucifero “Che bella scena…”

“Daniel…” sussultò Clover.

“Lucifero…” la corresse Nightmare guardandolo male.

Lucifero si avvicinò a loro “Immagino che tu voglia andartene con lei. Disse sarcastico.

Nightmare stava per rispondere, ma Clover glielo impedì parlando al suo posto “Ti prego, fallo venire con me.

E dargli questa soddisfazione?” sbottò Lucifero.

“Il tuo orgoglio ferito…si riprenderà, passerà! Ci vuole un po’ di tempo.” Stava piangendo disperatamente “Non portarmelo via…”

Nightmare l’abbracciò da dietro, facendola poggiare al suo petto “Non piangere. La tranquillizzò con amore.

Lucifero assisteva a quella scena impassibile.

“Lucifero, non vado in giro a vantarmi di averti sconfitto, la mia attenzione è rivolta a qualcun altro. Strinse di più Clover  “ se ti da fastidio la mia presenza, lasciami andare via.”

“Sei stato tu stesso a toglierti la vita, Nightmare. La sua voce era fredda.

“Chi pensi prenderà il mio posto? Sai meglio di me che nessuno è adatto quanto me.

La sua voce si incrinò “Questo è vero, ma…”

Clover gli prese una mano “So che non è nella norma, ma almeno stavolta fallo.

Sospirò, non aveva alcuna voglia di stare a discutere. Infondo non l’aveva mai voluto negli inferi. Aveva fatto di tutto per impedirgli di giungervi. “Non ti vogliono nei cieli, per quale motivo dovrebbero volerti negli inferi?” rise seducente “Ritornatene da dove sei venuto, e non mettere mai più piede qui.

Voltò loro le spalle, e si diresse verso la porta “Spegni la fiamma di quella candela, e tornerai a vivere. Comparve una candela rossa sul tavolino.

“Lucifero!” lo richiamò Clover correndo verso di lui. Lui si fermò senza voltarsi, restando ad ascoltare “Anzi no, Daniel… ti ringrazio. Mi hai resa davvero felice. Adesso la mia vita…continuerà ad avere un senso.

Lucifero sorrise dolcemente senza farsi vedere “Non ringraziarmi, non è nel mio interesse rendere felici le persone.

Uscì dalla stanza. Nightmare soffiò sulla candela, ed una piccola scossa lo pervase. Ora era vivo.  Si girò sorridente verso Clover.

 

Clover  lo abbracciò “Oh Nightmare! Torniamocene a casa!”

“Sì” le sussurrò lui, prima di smaterializzarsi.

 

Quando ritornarono al castello, Keno a momenti svenne dalla felicità. Nightmare era di nuovo lì con loro. Lo abbracciò fraternamente “Ben tornato.” Per una volta Nightmare non si dimostrò scorbutico “Grazie, mi è mancata la tua allegria.

Lui e Clover si allontanarono, volevano stare soli.

Si trovavano distesi sul letto. Clover era poggiata con la testa sul petto dell’angelo, mentre lui le accarezzava una spalla nuda. “Perché non ti spogli completamente?” propose lui malizioso. Clover si sistemò la maglietta “Non cambi mai, eh? Sempre pervertito resti.”

Nightmare rise, e le rispostò la stoffa continuando ad accarezzarla “Sono felice.”

La ragazza si strinse di più a lui “Anch io. Non volevo più vivere senza di te.” Fece una pausa per trattenere un singhiozzo “In questi giorni, ho capito quanto ti amo. Non posso stare senza di te. Perciò…” Arrossì visibilmente “Se la proposta è ancora valida…”

Gli occhi dell’angelo si illuminarono “Accetti?”

“Si” mormorò Clover rossa.

“Vuoi sposarmi?!” insistette lui, al colmo della felicità.

“Sì!” rispose lei ridendo. Gli si gettò al collo “Voglio sposarti Nightmare!”                  

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Capitolo 27
*** Per sempre. ***


Per una volta quel castello non appariva così tetro

Per sempre.

 

 

Per una volta questo castello non mi appare così tetro. E’ pieno di fiori, nei vasi, sulle pareti… tutto così colorato ed allegro! Per i corridoi c’è un gran via vai, per non parlare del buon odore che aleggia intorno alle cucine. Sono persino riuscita a sbirciare dentro, dato che mi hanno impedito in tutti i modi di entrarvi, ma la torta nuziale l’ho vista. Peccato che la panna non mi piaccia… pazienza.

 

“Dove sarà Nightmare?” è  tutto il giorno che lo cerco, ma non riesco a trovarlo da nessuna parte. Qui non c’è quella credenza che gli sposi non devono stare insieme l’ultimo giorno.

Qui è diverso dalla terra. A quattordici anni sono quasi tutte sposate.

Ho affittato il mio appartamento a delle persone… tanto vivrò qui, ma non voglio venderlo. Quella casa è un caro ricordo. Vorrei tanto che la signora fosse qui, che vedesse che ora sono davvero felice… no, non devo piangere, non il giorno del mio matrimonio.

 

Fra poco dovrò andare a prepararmi…mi attendono Kira e Mary… vi ho parlato di Mary? No, non credo. Mary è una ragazza molto ma molto dolce, una caramella. Ha dei ricci capelli neri che le arrivano leggermente più sotto delle spalle. Mentre i suoi occhi sono viola. Molto particolare come persona, ma direi che si addica alla persona con cui sta… Marcus.

Ebbene sì, quell infame di un angelo si è trovato la ragazza. Sono contenta per lui. Non  ci crederete, ma è molto cambiato. E’ un ottimo amico, tra lui e Keno non so chi la spunti…

Keno ha trovato un lavoro, il pasticcere! L’avreste mai creduto? Ed è anche bravo! Ogni volta mi prepara dei buonissimi dolcetti al cioccolato, i miei preferiti. La torta nuziale l’ha preparata lui, motivo in più per mangiarne una fetta. Siccome sa che non mi piace la panna, mi ha promesso di affiancarne un’altra totalmente al cioccolato. Pancia mia fatti capanna

Poi c’è Kira, è stata lei a confezionarmi il vestito, dovreste vederlo,  bellissimo. E’ semplice, ma comunque fa la sua bella figura. E’ privo di fiocchi, fiocchetti e perline rosa. Sia chiaro: odio i fiocchi, odio le perle, odio il rosa.

E’ di un bianco candido, che a solo vederlo ho paura di sporcarlo. E’ un abito in stile redingote, corpino e maniche in tulle ricamato. La gonna in organza che si apre sul retro con un petalo in tulle ricamato… oddio e se lo rompo?! O se si sporca camminando?! Struscia pure a terra!

Lasciamo stare, altrimenti sarei capace di non sposarmi per evitare di rovinare il vestito che mi ha confezionato Kira.

Certo, chi l’avrebbe mai detto che mi sarei sposata così presto? A soli diciassette anni… con un angelo… per di più della morte.

 

In questi giorni per uscire fuori dal castello ho avuto bisogno delle guardie del corpo. Schiere di donne volevano linciarmi, perché stavo portando via illoro’ Nightmare. “Il loro Nightmare?! Ma neanche in un'altra vita!” sbottai inviperita “Lui è mio!”

Nightmare che mi era accanto mi abbracciò orgoglioso “Allora sono davvero importante per te.

Ma certo! Che domande fai!?” detestavo vedere tutte quelle donne che cercavano di toccarlo. Vade retro Satana!

“Domani vorrei parlarti, prima del matrimonio. Troviamoci al gazebo.” Mi sussurrò prima di baciarmi sul collo.

 

“Ecco dove mi sta aspettando!” urlo uscendo di fretta dal castello. Come avevo fatto a dimenticarmene?! Mancano solo due ore alla cerimonia, Dio mio! Devo sbrigarmi!

Nightmare!” urlo avvicinandomi al gazebo. Da dietro una colonna compare lui, in tutta la sua bellezza. Mi chiedo come sarà al matrimonio… mi ha detto solo che sarà in tight

“Scusami! Sii sincero, hai aspettato molto?” gli domando dispiaciuta.

“Un’oretta.” Mi sorride imbarazzato, massaggiandosi la testa.

Lo abbraccio forte “Mi dispiace tanto.”

“Non importa.”

Ora che ci penso, se è qui solo da un’oretta, il resto della giornata dove l’ha trascorso? E se è stato a divertirsi con un’altra?! Nooo non voglio pensarci!

“Ti ho cercato per tutto il giorno, dov’eri?” ammetto che sono preoccupata e che non riesco a nasconderlo. Lui arrossisce ancora di più, me lo mangerei quando fa così. Sta per rispondermi, ma io da brava idiota lo azzittisco baciandolo. Che ci posso fare? E’ lui che mi induce in tentazione! E poi anche lui adesso mi sta baciando e se vogliamo dirla tutta c’è una sua manina insinuata sotto la mia maglietta che mi accarezza la schiena.

“No Nightmare…” riesco a dire riprendendo fiato “Pazienta fino a stasera.” Mi guarda con due occhi da cucciolo. Resisti Clover, resisti! Non abbiamo ancora fatto l’amore… però posso benissimo sentire il desiderio di entrambi. Non so se aspetteremo con più impazienza il matrimonio, o quello che accadrà dopo. Infondo il matrimonio è un unione spirituale, con lo scambio di due fedi. Mentre fare l’amore è l’unione di due corpi e dello spirito… Aaaah basta pensarci.

Clover?” Nightmare richiama la mia attenzione.

“Dimmi.”

 

 

Dalla tasca tira fuori due scatoline, ne apre una. Dentro vi è un girocollo in oro bianco, con acquamarina e diamante, a forma di cuore. “Per te.” Sussurra imbarazzato.

Clover arrossisce “Nightmare…è bellissima.

L’angelo prende il girocollo dalla scatolina, e si dirige dietro a Clover. Lei scosta i capelli imbarazzata “Non dovevi.”

Perché? Non posso neanche farti un regalo?” le domanda lui, facendole passare la catenina intorno al collo.

Il contatto freddo della catenina e le mani di lui la fanno sussultare “Però chissà quanto ti sarà costata.” Mormora dispiaciuta.

Naaaa, non perdere tempo in queste sciocchezze!” le bacia il collo “Ti preoccupi troppo.

Le ritorna di fronte “Ti dona molto.” Le dice seducente. Clover viene pervasa da un brivido piacevole Mantieni la calma!

E non è finita qui.” Soddisfatto apre l’altra scatolina, contenente un braccialetto sempre in oro bianco con segmenti modulati che si raccordano tra loro con diamanti, e degli orecchini in oro bianco a forma di ciliegino con un diamante, ed un gambo con diamanti a taglio di piccole dimensioni.

“Tu devi essere completamente matto!” non riusciva a crederci, era troppo, erano… bellissimi.

“L’hai capito solo adesso?” ride lui, prendendole una mano tra le sue. Prende il bracciale e glielo mette, per poi baciarle il polso. Clover sussulta nuovamente.

“Con quelli non puoi.” Mormora imbarazzata indicando gli orecchini.

“Invece sì” prende gli orecchini “Togliti quelli, al resto ci penso io.

 Le mette delicatamente l’orecchino, per poi baciarle e morderle l’orecchio.

Nightmare…vorrei arrivare a stasera…” cerca di allontanarlo lei, ansimante “ti prego.

L’angelo si allontana di malavoglia sbuffando scocciato “E va bene.

“Andiamo? Dobbiamo andarci a preparare.” Sorride dolcemente Clover prendendolo a braccetto.

 

 

Il matrimonio si sarebbe svolto in un bosco lì vicino. “Un matrimonio nel verde!” esclama entusiasta Clover mentre Kira le sistema i capelli raccogliendoli in una treccia, e sistemandola sul capo, arricchita da nastri bianchi ed una corona di fiorellini con attaccato un velo.

“Sei perfetta!” ride Mary.

Clover si guarda più volte, poi sorride arrossendo. “Vedi? Non c’è neanche il bisogno di metterti qualcosa sulle guance, basta che ti guardi qualcuno, e diventi rossa. Interviene Kira ridendo.

“Pensa come sarà bello Nightmare!” Mary sorride maliziosa “Sarà tutto tuo!”

“Ma la finite?!” mormora Clover imbarazzata, si riguarda allo specchio Sono proprio belli questi gioielli.

Bussaano alla porta “Siete pronte signore? è Marcus “Lo sposo attende la sposa.”

“Arriviamo!” urla felice KiraClover tu vai, noi ti raggiungiamo presto.

S-si!” balbetta Clover. La paura e l’eccitazione la stanno invadendo. Apre la porta e si ritrova davanti Marcus tutto sorridente che le porge un braccio “Andiamo?”. Clover annuisce e lo prende sottobraccio.

“Sei uno schianto.” Ride lui convinto.

“Grazie.” Sussurra lei timidamente.

Marcus sorride comprensivo “Hai paura?”

La ragazza abbassa lo sguardo “Molta.”

Le da un piccolo colpetto sulla testa in modo affettuoso “Non preoccuparti, passerà.

 

Arrivata nel boschetto, percorre il tragitto sino all’altare col cuore in gola. Diversa gente che non conosce, seduta sulle panche, la guarda sorridente. Il suo sguardo si sposta su Nightmare che la guarda dolcemente. E’ bellissimo. Non le sembra vero.

Le prende una mano e la bacia sussurrandole in modo che lo sentisse solo lei “Sono felice di sposarti amore mio.”

Clover annuisce con la testa trattenendo le lacrime, stavolta per la gioia. Lui le stringe la mano “Ti amo.”

“Ti amo anch io.”

 

 

 

 

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