Social Casualty Calum Hood

di osnapitslou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0.1 ***
Capitolo 2: *** 0,2 ***



Capitolo 1
*** 0.1 ***


0.1
"E quindi hai un fratello Mali-Koa?"chiese Aramia mentre gettava nel cestino il piccolo contenitore di cartone che, pochi minuti prima conteneva il suo delizioso frullato alle fragole.
"Oh si, ha la tua stessa età ma sembra molto più grande, passa le giornate sui libri. Credimi se ti dico che i suoi amici possono essere contati su una mano" sbuffò la mora. Suo fratello non le piaceva affatto, era come un peso che gravava sulla sua schiena di ragazza perfetta e carina, lei era semplicemente così, una delle ragazze più popolari della sua scuola, mentre suo fratello Calum, era semplicemente Calum, così chiuso e concentrato sullo studio impediva a qualunque essere umano di entrare nella sua vita. Non voleva complicazioni, giustificava spesso in questo modo il suo comportamento riservato.
"Non può essere così terribile, andiamo è pur sempre tuo fratello!" esclamò Aramia con un sorriso appena accennato sulle labbra chiare. La ragazza non riusciva a giudicare quasi nessuno in modo negativo. In tutto vedeva qualcosa di buono. Sapeva apprezzare la vita, ed era forse per questo che quando aveva visto per la prima volta la ragazza dai capelli scuri non l'aveva giudicata in base ai pettegolezzi o al suo atteggiamento all'apparenza superficiale e da oca.
La risposta di Mali-Koa non tardò ad arrivare. "Oh si te lo assicuro, ha sedici anni e non ha mai baciato una ragazza, ti rendi conto? e poi-" Mali si interruppe.Fu come se le si fosse accesa una lampadina nel cervello. "Senti Mia perché non facciamo una scommessa? Mi sembri la tipa adatta a questo tipo di scommessa." sorrise in modo furbo la moretta voltandosi verso la sua amica che quasi inciampò per via dell'improvviso movimento di Mali. Mia borbottò una serie di commenti sul fatto che non fosse carino fermarsi senza preavviso, poi si lisciò la t-shirt e puntò la sua attenzione sulla compagna.

"Che tipo di scommessa?" chiese accigliata Aramia, Mali continuava ad avere dipinto sul volto quel sorriso che alla povera ragazza non piaceva affatto, così in attesa di una risposta si poggio al muro di uno dei tanti negozi di quel centro commerciale e cominciò a scandire il tempo battendo leggermente il piede sul pavimento di marmo grigio.                                                                      
 "Oh tesoro credo che ti divertirai molto. Mancano due mesi all'inizio della scuola, e tu hai due mesi per far diventare il mio Calum una persona nuova." si interruppe un attimo per osservare meglio l'espressione confusa di Aramia. "Accetti?" proseguì poi la mora porgendo la mano all'amica che continuava ad avere la tipica espressione di chi la sapeva lunga.
Mia ci pensò su qualche secondo mentre i suoi occhi si spostavano veloci sui volti delle persone che tranquillamente passeggiavano tranquillamente. Il tempo che ci impiegò a trovare la risposta sembrò lunghissimo a Mali che continuava a fare movimenti che incitavano l'amica a dare la sua risposta, per l'altra il tempo era sempre troppo poco per prendere una decisione sensata e utile e così tra i mille pensieri pensò che sarebbe stato divertente e assolutamente non pericoloso, infondo nessuno si sarebbe fatto del male. "Accetto" rispose infine sicura. Mali-Koa strabuzzò gli occhi sorpresa, non si aspettava una risposta affermativa al primo tentativo.   
"Sul serio?" chiese la mora con aria leggermente diffidente. Aramia annuì.                                                                                                               "Non saremo mai giovani come lo siamo ora, quindi tanto vale rischiare e goderci questa vita." Disse sicura la ragazza dai capelli grigi. Pochi secondi dopo il telefono di Mali-Koa suonò, era sua madre, doveva rincasare perché era successo qualcosa a Calum, Mia non capì bene il motivo in realtà. Sapeva solo che in qualche modo Calum era coinvolto, e la cosa parve non piacere a Mali Koa che dopo aver salutato l'amica si allontanò sbuffando rumorosamente.
"Beh non è andata male come prima settimana in Australia" pensò Aramia mentre si buttava sul suo divano color panna. "Davvero niente male." Aveva un'amica, se così si poteva chiamare, si erano viste poche volte lei e Mali-Koa, ma Mia aveva già inquadrato la ragazza e doveva ammettere che non era affatto male, forse perché la prima volta che si erano viste la ragazza non l'aveva derisa per il suo accento americano e l'aveva subito accettata. Certo Mali-Koa poteva sembrare superficiale e alle volte un po' cattivella, ma in realtà non era affatto così, lei era in quel modo perché le persone sapevano apprezzarla solo in quel modo, cinica e stronza. Certo Mali-Koa poteva sembrare superficiale e alle volte un po' cattivella, ma in realtà non era così, lei si comportava in quel modo perché le persone sapevano apprezzarla solo in quel modo, cinica, stronza e alle volte anche vanitosa. Nessuno avrebbe accettato la ragazza che si era mostrata con Mia, quella terrorizzata dal fatto di poter rimanere sola, come era capitato al fratello minore, e così era diventata ciò che gli altri volevano che lei fosse. Aveva manifestato in un certo senso il fenomeno della profezia che si autorealizza. Tutti pensavano che lei fosse così e lei non aveva mai deluso le loro aspettative diventando ciò che loro volevano che lei fosse.



Spazio Autrice:

ciao! spero che la mia storia vi piaccia! 

 

 

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Capitolo 2
*** 0,2 ***


Aramia si trovò davanti alla porta di casa Hood, era in perfetto orario ma qualcosa le impediva di bussare. Era emozionata, presto avrebbe conosciuto il disgraziatamente famoso Calum. Non riusciva proprio a farsi un immagine precisa riguardo al volto del ragazzo. Se lo immaginava simile alla sorella, almeno fisicamente. Eppure non aveva una immagine chiara di lui. Dopo qualche altro secondo di riflessione si decise a bussare alla porta di casa Hood. Si spaventò leggermente quando percepì il rumore della porta aprirsi. Abbassò lo sguardo. "Ei, sei l'amica di Mali?" chiese una voce ad Aramia sconosciuta. La ragazza alzò il capo e davanti a lei vide un ragazzo dalla pelle ambrata, abbastanza alto. Doveva essere Calum. La cosa che la colpì di più del ragazzo furono gli occhi, erano neri come la pece, ma erano luminosi. La ragazza annuì per confermare che lei fosse proprio l'amica di Mali. E poi abbracciò Calum di slancio. Lei faceva così quando conosceva qualcuno. "Piacere io sono Aramia, e tu devi essere Calum, giusto? Mali mi ha parlato molto di te. Posso entrare?" Calum le sorrise e si scostò dalla porta, dando poi ad Aramia le indicazioni per arrivare alla stanza di Mali. Mia entrò nella camera di Mali, non bussò neanche. Voleva immediatamente informare Mali-Koa del suo incontro con Calum. La trovò seduta intenta a tracciare una linea di eye-liner. "Carino tuo fratello." Esclamò Mia, guardandosi attorno. La tipica stanza di una teenager. Mali-Koa sobbalzò andando a creare così un orribile frego sul suo volto. "Aramia Wilkinson non si usa più bussare? Sapevo che certe cose fossero normali anche negli USA" chiese la mora mentre lanciava occhiatacce all'amica, che ormai si era accomodata sul letto. "Non l'ho ritenuto importante. Non sembra così terribile tuo fratello sai? è persino carino. Me lo aspettavo tipo pieno di brufoli, alto un metro e un tappo." Esclamò mia ridacchiando. Mali-Koa mosse la mano in modo teatrale, mentre con l'altra cercava di rimediare allo sbaffo dell'eye-liner. "Vedi che disastro hai combinato?" chiese la mora indicando il suo volto, per poi proseguire "Ti rendi conto che dovrò ricominciare tutto dall'inizio?" Aramia non riusciva a smettere di ridere. Trovava Mali-Koa decisamente buffa quando si alterava. La pelle ambrata delle sue guance diventava rossastra e la sua espressione la rendeva ancora più buffa. "Solo, perchè ti trucchi ora? sono le quattro del pomeriggio!" sospirò Mia continuando a ridere. "Oh non ti avevo informato?" si corrugò la mora per poi proseguire " esco con un ragazzo, tu rimarrai a fare compagnia a Calum, poverino è tutto solo!". La ragazza dai capelli grigi sbiancò, per poi lanciare uno sguardo assassino all'amica. "Dimmi che non sei seria!" sbuffò Mia. "Oh tesoro sono più che seria, ti ricordo che hai due mesi. Devi cominciare il tuo lavoro prima o poi". Mia salutò l'amica dalla finestra della cucina di casa Hood. Non sapeva che fare. Si sentiva decisamente a disagio, si chiese perchè tutte queste cose potessero capitare solo a lei. Sentì lo sportello, di quella che giudicava una credenza, aprirsi e si voltò. Calum stava disperatamente cercando qualcosa che pareva di massima importanza. "Hey!" esclamò Aramia con tono allegro poggiandosi al piano di marmo posto al centro della stanza, se proprio doveva farselo amico doveva pur cominciare da qualche parte. Calum sobbalzò per lo spavento, sbattendo così la testa su una mensola. "Oddio scusa non volevo spavemtarti". Si avvicinò al ragazzo, che teneva una mano poggiata sulla testa, sicuramente nel punto dove aveva sbattuto mentre dalla sua bocca uscivano delle imprecazioni sussurate come se non volesse rendere la ragazza partecipe del suo dolore e della sua rabbia per essere stato un cretino a spaventarsi per così poco. Aramia si insultò mentalmente. Non era stato un buon inizio, ma perlomeno poteva dire di averci provato. Sospirò scusandosi nuovamente con il ragazzo, che le rispose di non preoccuparsi e che infondo era lui ad avere la testa tra le nuvole, poi si voltò per poi aprire lo sportello del congelatore, in cerca probabilmente del ghiaccio. Lo trovò subito e lo poggiò sulla sua testa. Fissava attentamente la ragazza che si ritrovava davanti, come se stesse cercano di studiare ogni suo dettaglio. Era bella, ma non di una bellezza convenzionale, non l'avresti mai notata in una piazza piena di gente perché non cercava di fare colpo e tanto meno cercava di mostrarsi alle persone. La ragazza teneva invece il volto basso passando, mentalmente, in rassegna le domande che avrebbe potuto porre a Calum, ma tutte le sembravano troppo scontate, oppure troppo personali. Scelse una domanda che poteva sembrare banale, ma a lei interessava la risposta che il ragazzo avrebbe potuto darle, in realtà le interessava la risposta che le altre persone avrebbero potuto darle. " A te piace la tua vita? Cioè ti piace essere te? oppure vorresti essere qualcun'altro?" sputò velocemente, così velocemente da rimanere quasi senza fiato. Calum ci pensò su qualche secondo, ma poi trovò la risposta più sincera che avrebbe potuto dare. "Delle volte mi capita di voler essere uno di quei ragazzi popolari che mia sorella si porta a casa, perché loro sono sicuri di loro stessi e si apprezzano e hanno anche tanti amici. Ma poi ci ripenso e capisco che nella loro vita, come nella mia d'altronde, ci sono molti problemi. Quindi si mi piace essere me stesso" HELLO mi farebbe tanto piacere conoscere il vostro parere sulla storia! Magari lasciatemi un commento e fatemi sapere che ne pensate. Al prossimo capitolo.

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