La più bella di Konoha

di Odinforce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La più bella di Konoha
 
Capitolo1

Quella seconda domenica di settembre, circa tre anni dopo la fine della Quarta Guerra Mondiale Ninja, il Villaggio della Foglia aveva una nuova ragione per festeggiare. Molta gente si era radunata nell’arena del villaggio, la stessa che di solito era usata per le fasi finali degli esami di selezione dei chunin. Quel giorno, infatti, era in atto l’ultima edizione del concorso “La più bella di Konoha”: il concorso di bellezza che ogni anno eleggeva la ragazza più bella della Nazione del Fuoco. Fin dalla sua prima edizione aveva radunato ragazze da tutto il paese, ansiose di mettersi in mostra per sfoggiare le proprie qualità in pubblico. Non solo ragazze comuni, ma anche le kunoichi potevano partecipare... a patto, naturalmente, di non servirsi di alcuna tecnica durante la competizione.
Quell’ultima edizione aveva visto arrivare ben tre ragazze in finale, ma solo una sarebbe diventata “la più bella di Konoha”. Il caso aveva voluto che tutte e tre fossero ragazze ninja ma, cosa più importante, erano grandi amiche. Quando salirono sul palcoscenico per il voto finale, il pubblico scoppiò in una nuova, assordante ovazione.
Il conduttore del programma, il signor Konta, era un tipetto occhialuto e con una forte abbronzatura: molti scherzavano sull’idea che si fosse addormentato sotto la lampada, a tal punto da farlo assomigliare a un uomo del Paese del Fulmine. Konta si fece avanti dopo le ragazze, avvicinandosi a loro con una busta in mano. Il momento della verità era vicino.
« Signore e signori, bentornati a “La più bella di Konoha”! » annunciò Konta al microfono. « Come ricorderete, delle 50 concorrenti di quest’anno, solo tre sono arrivate alla finale. Rivediamole insieme!
« Per prima, la splendida Ino del clan Yamanaka, la quale ci ha deliziato con la sua straordinaria performance musicale. »
La ragazza bionda e dagli occhi azzurri si fece avanti, mostrandosi al pubblico in tutto il suo splendore esaltato dal bikini azzurro che indossava. La folla si lasciò andare in nuove urla, applausi e ovazioni.
Il suo fidanzato, il ninja noto come Sai, applaudiva con apparente freddezza dalla prima fila.
« E poi abbiamo la meravigliosa Hinata del clan Hyuga, di cui abbiamo ammirato le splendide figure nella sua danza coi ventagli. »
Ino lasciò il posto alla ragazza dai capelli corvini e gli occhi perlacei, che si fece avanti con una leggera timidezza. Il costume viola intero che indossava non impediva al pubblico di ammirare le sue forme generose, il quale le indirizzò una nuova dose di applausi, urla e fischi. Hinata provò imbarazzo, ma tra il pubblico vide la persona per cui stava sopportando tutto questo, e ne fu felice.
Il suo fidanzato, Naruto Uzumaki, urlava e saltava di gioia dalla prima fila accanto a Sai.
« Yeah! Quella è la mia ragazza, dattebayo! » esclamava nel frattempo senza alcun ritegno.
« E infine » annunciò Konta, dopo che Hinata tornò al suo posto, « ultima ma non meno importante... la mitica Sakura Haruno, che ha stupito tutti quanti con la sua lezione di autodifesa femminile! »
La nuova dose di ovazioni fu per l’ultima ragazza del trio, quella dai capelli rosa e il costume rosso, che si fece avanti con grande sicurezza. Il suo sguardo e il sorriso allegro parvero compensare le minori “dotazioni” che aveva rispetto alle due amiche; in quel momento, infatti, Sakura si sentiva alla pari con loro, visto che il pubblico la acclamava allo stesso modo.
Peccato, però, che l’uomo più importante della sua vita non fosse tra il pubblico ad applaudire, in quel momento.
Sakura cercò di non pensarci e tornò al suo posto, al fianco di Ino e Hinata.
« Sakura, Hinata e Ino » disse Konta, non appena terminarono gli applausi. « Abbiamo avuto modo di conoscerle a fondo durante la competizione: tutte e tre sono kunoichi, eroine dell’ultima guerra, nonché grandi amiche; ognuna di loro ha dimostrato enormi qualità al di fuori del fascino... e per questo hanno meritato di arrivare fino a questo punto, insieme. Ma il regolamento parla chiaro, no? La più bella di Konoha potrà essere solo una... una di voi » aggiunse, rivolto alle tre ragazze. « Chi sarà la più bella di Konoha? La risposta è proprio qui, tra le mie mani. »
Konta sollevò la mano con la busta ancora chiusa, mentre il pubblico si lanciava in una nuova, ennesima ovazione. I nomi di Ino, Hinata e Sakura echeggiarono per tutto lo stadio, urlati a gran voce dagli spettatori.
Le ragazze si strinsero in un triplice abbraccio mentre il conduttore apriva lentamente la busta.
« La terza classificata di questa quarantasettesima edizione è... »
Rullo di tamburi.
« ... Hinata Hyuga! »
Hinata si sciolse dall’abbraccio delle amiche e avanzò tranquilla, mentre il pubblico applaudiva. Non smise di sorridere neanche per un istante, fiera del suo successo nonostante si fosse aggiudicata solo il terzo posto. Indirizzò i suoi occhi su Naruto, il quale abbandonò subito la delusione per sfoggiare il miglior sorriso d’incoraggiamento.
L’applauso si spense poco dopo, e Konta fu di nuovo libero di procedere. Ora la sfida era tutta fra Ino e Sakura: ironia della sorte, pensarono in molti, perché le due ragazze erano amiche fin dall’infanzia. Si tennero per mano mentre un nuovo rullo di tamburi echeggiava in sottofondo, pronte ad ascoltare il verdetto finale.
Konta parlò un’altra volta.
« Allora... la vincitrice di questa quarantasettesima edizione... la più bella di Konoha di quest’anno è... Ino Yamanaka! »
Ino si fece avanti, mentre il pubblico le rivolse l’applauso più forte della giornata. Aveva le lacrime agli occhi per l’emozione, ma continuò a sorridere e a salutare dal palcoscenico. Anche Sakura nascose la delusione e applaudì all’amica, mentre petali e coriandoli cominciavano a scendere dall’alto come parte dell’effetto speciale.
Nel frattempo si faceva avanti una quinta persona sul palcoscenico, la vincitrice dell’edizione precedente del concorso. Una stupenda ragazza dai corti capelli bruni si pose accanto a Ino, consegnandole un mazzo di fiori, la fascia di prima classificata al concorso e, cosa più importante, la corona argentata. Ora Ino Yamanaka era la più bella di Konoha.
« Ed ecco a voi la vincitrice dell’anno scorso, Mei Kusakabe, cedere il suo posto alla nuova campionessa » annunciò Konta nel frattempo. « Complimenti ancora, non solo a Ino, ma a tutte voi, giovani promesse di questa nazione: voi che avete partecipato, mostrato le vostre qualità e il vostro talento. Voi che avete mostrato quanta bellezza c’è nel Paese del Fuoco... non solo al di fuori, ma anche nel profondo del nostro cuore. E per quest’anno è tutto, ci rivediamo alla prossima edizione! »
Poco dopo, le tre amiche festeggiavano il trionfo dietro le quinte del palcoscenico. Preferivano attendere che la folla andasse via, per poi riunirsi con calma con i loro amici. Ino continuava a saltellare sul posto per l’emozione, sventolando il mazzo di fiori con aria di trionfo.
« Evviva, evviva! » continuava a ripetere. « Ancora non mi sembra vero, è incredibile! »
« Congratulazioni, Ino » disse Hinata, decisamente più calma.
« Chi è la più bella, eh? Chi è la più bella? »
« Hah » borbottò Sakura con un ghigno, « guarda che non cambia niente... per me sarai sempre il solito maial-Ino. »
Ino rispose con una linguaccia, pur non smettendo di sorridere.
« Tutta invidia, miss Fronte Spaziosa. »
« Eh già » ammise Sakura. « Vorrà dire che dovrò accontentarmi della soddisfazione di esserti stata alle costole fino alla fine, cara. E vale anche per Hinata, non è vero? »
La corvina scosse la testa.
« Uh-uh. A dire il vero non mi aspettavo di vincere... non mi andava affatto l’idea di attirare altre attenzioni su di me, proprio in questo periodo. »
« Ah, non temere, mia cara » disse Ino, mettendole una mano sulla spalla. « Dubito che la mia vittoria distoglierà l’attenzione del pubblico dal tuo gran giorno ancora per molto. Vedrai che tra pochi giorni sarai di nuovo al centro della scena, signora Uzumaki! »
« Aaah smettila! » ribatté Hinata, diventando più rossa delle rose nel mazzo. « E poi mancano ancora due mesi al matrimonio... »
« E tu non vedi l’ora!! » esclamarono Ino e Sakura in coro.
Scoppiarono a ridere subito dopo, tutte e tre, quasi inevitabilmente.
« Ah, be’... » tagliò corto Ino poco dopo, guardando l’orologio. « Che facciamo? Propongo di spostare i festeggiamenti altrove. Recuperiamo i nostri ragazzi e andiamo a cena... e per celebrare il lieto evento offro io! »
« Haha... grazie, Ino » commentò Hinata. « Ma ti avverto, Naruto approfitta sempre fino all’ultimo quando gli offrono da mangiare. »
« Ne so qualcosa, ricordati che faccio squadra con quel pozzo senza fondo che risponde al nome di Choji. »
« Uhm? Tutto bene, Sakura? »
La ragazza in rosa aveva abbandonato il sorriso, come se un pensiero doloroso l’avesse distratta. Ino e Hinata se n’erano accorte, e ora la fissavano preoccupate.
« Cos’hai? »
« Niente » ribatté Sakura, cercando di ricomporsi. « Pensavo solo all’unico ragazzo che non sarà dei nostri a cena. »
« Sasuke? »
« Già... quell’idiota è ancora in giro chissà dove. Oh be’, tanto peggio per lui... andiamo Ino, muoio di fame. »
« Sì, ma non te ne approfittare, però. »
Le tre amiche lasciarono cadere il discorso e s’incamminarono verso l’uscita. Fu allora che Ino si accorse di qualcosa di strano, mentre annusava i fiori che aveva in braccio.
« Che strano odore... ragazze, lo sentite anche voi? »
« Oh? Uhm, in effetti è strano » commentò Hinata al suo fianco, avvicinandosi per sentirlo meglio. « Eppure sembrano rose normali. »
« Un momento » fece Sakura, più allarmata delle altre. « Questo odore... lo conosco. Sembra clo...! »
Puff!
Una piccola nube di gas fuoriuscì dal mazzo in quel momento, avvolgendo subito le tre ragazze. Ino fece cadere i fiori per lo spavento, e come le altre due prese a tossire forte. In un attimo, tutte e tre avvertirono una forte sonnolenza e crollarono a terra come birilli. Sakura cercò di resistere, ma anche lei infine cedette: l’ultima cosa che riuscì a vedere prima che le si appannasse la vista fu un paio di gambe avvicinarsi piano; e prima di precipitare nel buio, capì cosa stava succedendo.
Era una trappola. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Era una trappola. Sakura era riuscita a capirlo pochi istanti prima di perdere i sensi, insieme alle amiche Ino e Hinata. Peccato che questo lo avrebbe capito comunque poco più tardi, al suo risveglio. Non appena riaprì gli occhi e mise a fuoco l’ambiente, la ragazza diede subito conferma alla teoria: era in piedi contro una parete, immobilizzata da un groviglio di gelide catene; ai polsi le erano state applicate inoltre delle manette dall’aria sofisticata, e le catene che le reggevano impedivano di avvicinare le mani l’una all’altra. In questo modo non avrebbe potuto comporre sigilli per eseguire tecniche ninja.
Il luogo non le era affatto familiare. Aveva l’aspetto di un semplice seminterrato, trascurato e pieno di mobili polverosi: la luce filtrava attraverso piccole finestre appannate da sporcizia in cima alle pareti. Era ancora giorno, dunque Sakura era rimasta priva di sensi per poco tempo.
Doveva ammetterlo: chiunque l’avesse rapita aveva fatto un ottimo lavoro. In quel momento, Sakura era completamente alla mercé di un nemico ignoto.
« Mmm... »
Sakura si voltò, attratta dal mugolio. Poco lontano, incatenata alla parete vicina nelle sue stesse condizioni, c’era Hinata, e stava riprendendo conoscenza a sua volta. Anche lei, come Sakura, aveva quelle strane manette ai polsi.
« Hinata! Stai bene? Sei ferita? »
« Ooh... Sakura? S-sì... credo di sì. Ma... che succede? Dove siamo? »
« Non lo so ancora. »
Sakura esaminò bene le condizioni dell’amica. Da ciò che poteva presumere, fisicamente era a posto: indossava ancora il costume viola del concorso di bellezza, e lo stesso valeva per lei. Il rapitore, per il momento, si era limitato a narcotizzarle e a portarle via.
« Ino... dov’è Ino? »
« Sono qui. »
Le due amiche alzarono lo sguardo verso la parete di fronte a loro. Ino era già sveglia, e aveva subito un trattamento diverso: la bionda giaceva su una sorta di tavolo operatorio moderno, tenuto sospeso da un robusto braccio meccanico; questo era collegato a un’apparecchiatura dotata di monitor, che in quel momento mostrava le funzioni vitali – apparentemente stabili – della stessa Ino. Anche lei, come le altre, indossava ancora il costume, ed era stata immobilizzata con catene e manette, affinché non potesse usare alcun potere per fuggire.
Le ragazze provarono a divincolarsi, ma invano: le catene erano troppo strette, e la possibilità di liberarsi senza i loro poteri era praticamente nulla. Ben presto furono costrette ad arrendersi.
« Che diavolo succede? » protestò Ino, guardandosi intorno. « Dove siamo? Chi diavolo ci ha ridotte in questo stato? »
« Un maledetto bastardo, poco ma sicuro » commentò Sakura. « Ma un bastardo esperto, devo ammetterlo... ci ha narcotizzate con un potente sonnifero a base di cloroformio, nascosto nei fiori. Poi ci ha immobilizzate per bene. Queste manette sono inibitori di chakra, li riconosco: strumenti in dotazione alla Squadra Interrogatori e agli ANBU. »
« Merda... hai ragione, non riesco a canalizzare il mio chakra, nemmeno per inviare un messaggio telepatico. Non c’è modo di scappare, né di chiamare aiuto! »
« Calmati, Ino! Innanzitutto dobbiamo cercare di capire dove siamo. Hinata, riesci a usare il Byakugan? »
« Credo di sì. »
Hinata attivò subito la sua abilità oculare. Fortunatamente aveva imparato da un pezzo a usarla senza comporre sigilli. I suoi occhi bianchi parvero risplendere in quel buio seminterrato, e spostò lo sguardo in varie direzioni per qualche secondo.
« Non riesco a vedere molto lontano » disse la corvina dopo una breve analisi. « Questi inibitori limitano anche la mia capacità visiva. Comunque... mi sembra di capire che ci troviamo in una casa isolata, alla periferia del villaggio. L’arena non è nelle vicinanze, mi pare. »
« Dove sono i rapitori? » chiese Sakura.
« Non riesco a vederli... maledizione, faccio troppa fatica! »
Hinata disattivò il Byakugan, e calò il silenzio. Ino ne approfittò per imprecare.
« Non ci voleva! » esclamò indignata. « Se siamo lontane dall’arena significa che ci hanno portate via di parecchio, allora. Ma come avranno fatto senza dare nell’occhio? »
« Dopo ciò che abbiamo passato negli ultimi anni, non mi stupisco più di niente » commentò Sakura.
« Oh no » aggiunse Hinata. « I nostri amici... Naruto, Sai... si saranno accorti della nostra sparizione? »
« Può darsi, o almeno spero che se ne accorgano presto. Vedrete che ci localizzeranno, in qualche modo. »
« Oh, giusto! » aggiunse Ino, improvvisamente colta da un’illuminazione. Strizzò dunque gli occhi in un’espressione tesa, come se cercasse di concentrarsi.
« Ragazze, guardate il mio collo, per favore, sotto l’orecchio sinistro... vedete qualcosa? »
Sakura aguzzò la vista nel punto indicatole. Ora che ci faceva caso, riuscì a distinguere un piccolo disegno simile a un tatuaggio: era un kanji che significava “pericolo”, e brillava debolmente di rosso.
« E quello da dove salta fuori? »
« Me lo ha applicato Sai dopo che ci siamo messi insieme » rispose Ino, cercando di sorridere. « È una delle sue tecniche artistiche, che si attiva nel caso fossimo separati e mi trovassi in pericolo. Purtroppo gli inibitori sembrano interferire con la tecnica, ma se è visibile potrebbe attirare l’attenzione di Sai... se non è troppo lontano da me. »
« Speriamo bene, allora. »
Ci fu una pausa, durante la quale le tre ragazze si guardarono nuovamente intorno. Finché erano da sole, lontano da occhi e orecchi nemici, ne approfittavano per raccogliere il maggior numero di informazioni. Anche in una situazione così disperata dovevano mettere a frutto il loro addestramento ninja: dovevano analizzare gli elementi di cui disponevano per mettere a punto un piano di fuga.
« Niente telecamere, solo cianfrusaglie » dichiarò Hinata, esaminando con cura la stanza con il Byakugan. « Si direbbe un nascondiglio arrangiato in poco tempo, utile per brevi incontri. D’insolito vedo solo gli strumenti con cui ci hanno legate e l’apparecchiatura accanto a Ino. »
« Già » ammise Sakura, che riprese a osservare il macchinario. « È questo che mi preoccupa di più: perché noi due siamo incatenate al muro e Ino è su quel coso? Che senso ha tutto questo? »
« Silenzio! » ordinò Ino. « Arriva qualcuno! »
Le ragazze si voltarono verso l’unica porta presente nella stanza, oltre la quale si udiva un rumore di passi. La porta si aprì pochi secondi dopo, e l’artefice di tutta la faccenda apparve ai loro occhi.
Riconobbero subito con chi avevano a che fare.
 
Nello stesso momento, in un altro luogo...
Naruto e Sai erano di fronte alle porte dell’arena. I due ninja aspettavano le loro ragazze, ansiosi di festeggiare insieme la vittoria al concorso di bellezza, del tutto ignari di cosa fosse accaduto loro. Ormai, tuttavia, cominciavano a preoccuparsi: la gente aveva lasciato in massa l’arena, e loro due erano gli unici rimasti indietro; di Sakura, Ino e Hinata non c’era traccia.
« Ma dove si saranno cacciate? » brontolò Naruto, spazientito. « Ormai sono andati via tutti... possibile che siano ancora dietro le quinte del palcoscenico? »
« Già, è strano » commentò Sai. « O forse abbiamo sbagliato il posto in cui incontrarci. »
« Se così fosse stato, Hinata e Ino ci avrebbero trovati subito. Uhm... forse è solo paranoia, ma se fosse accaduto loro qualcosa? »
« Sarebbe improbabile. A meno che... oh. »
Sai abbassò lo sguardo. Solo in quel momento si accorse che sul dorso della sua mano destra era apparso un simbolo, un kanji che significava “pericolo”. Naruto intercettò il suo sguardo e fissò a sua volta il simbolo, curioso.
« Che significa? »
« Significa che forse hai ragione » mormorò Sai, allarmato. « Ino è sicuramente nei guai. »
 
Ino, Sakura e Hinata condividevano la stessa aria incredula, dopo aver riconosciuto la persona appena entrata nella stanza. La bella ragazza dai corti capelli bruni era la stessa che avevano avuto modo di conoscere durante il concorso: la stessa che aveva ceduto il titolo di “più bella di Konoha” a Ino poco prima.
« Mei » esclamò Sakura per prima. « Mei Kusakabe! »
Mei non rispose, limitandosi a sfoggiare un inequivocabile, quanto familiare, sorriso maligno.
« Uhm, meno male che avevi detto che non ti stupivi più di nulla, Sakura » commentò Ino, notando l’aria sorpresa dell’amica.
« Come non detto... di certo non mi aspettavo di essere rapita da una tipa del genere! »
Mei iniziò a ridere, mentre si avvicinava piano all’apparecchio a cui era legata a Ino.
« Mai sottovalutare il proprio avversario » mormorò nel frattempo. « È una lezione importante per un ninja, dovreste saperlo. »
« D’accordo, la prossima volta faremo più attenzione » rispose Ino, sarcastica. « Ora, ti dispiacerebbe porre fine a questo stupido scherzo e lasciarci andare? »
« Temo di non poterti accontentare. Tu in particolare, mia cara, sei essenziale per mettere in atto il mio progetto. »
Mei rivolse lo sguardo sul monitor e premette alcuni tasti. Il braccio meccanico si mosse e sollevò il tavolo a cui era legata Ino, spostandolo in una posizione verticale. Sakura e Hinata restarono a guardare, cercando di tenere a freno la paura. Che intenzioni aveva quella pazza?
« Ti avverto, stai facendo una cazzata enorme » aggiunse Ino, cercando di usare un tono minaccioso. « Hai idea di chi hai appena rapito? Le mie amiche hanno amicizie molto importanti! Hinata Hyuga, laggiù, è la futura moglie di Naruto Uzumaki... e tu lo sai chi è Naruto Uzumaki, vero? Ha salvato il mondo un paio di volte negli ultimi anni... persino tu gli devi la vita. Non sarà affatto contento di sapere che hai rapito la sua fidanzata. Anche con Sakura hai avuto una pessima idea: lei frequenta nientemeno che Sasuke Uchiha... e credimi, lui è molto meno indulgente di Naruto quando ha che fare con i cattivi! »
Mei sembrò non battere ciglio alla minaccia di Ino, e continuò ad armeggiare con il dispositivo, che ora emetteva un leggero ronzio.
« Le tue amiche non m’interessano affatto » dichiarò, senza distogliere lo sguardo dal monitor. « Le ho portate qui solo perché il gas narcotizzante ha agito troppo presto, e ha coinvolto anche loro. Se le avessi lasciate indietro, avrebbero dato l’allarme al loro risveglio, rischiando così d’intralciare il mio piano. Così, invece, impiegheranno più tempo per notare la vostra scomparsa, e avrò tutto il tempo per agire. »
Ino sgranò gli occhi, allibita.
« Che significa? Allora tu... »
Mei le lanciò finalmente un’occhiata, sempre più maligna.
« Io voglio te, Ino. Ho sempre voluto solo te. Solo una può essere la più bella di Konha... e sarò io! »

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Mentre Mei rivelava le sue folli intenzioni all’inerme Ino, immobilizzata a uno strano marchingegno, un nuovo ospite si avvicinava inatteso al luogo in cui stava per avvenire la sciagura. Nessuna delle ragazze presenti nel seminterrato, tuttavia, fece caso a lui, perché si trattava di un comunissimo falco: il volatile era appena atterrato accanto a una finestrella, da cui poteva osservare tutto ciò che avveniva all’interno della stanza. I suoi occhi rossi individuarono Mei, Hinata, Ino e Sakura, ascoltando nel frattempo ciò che si dicevano...
 
« Perché? » esclamò Ino, incredula, in quel momento. « Perché mi stai facendo questo, Mei? Che diavolo vuoi da me? »
Mei, pur continuando a digitare comandi sul computer, sospirò seccata.
« Immagino che continuerai a parlare per tutto il tempo, vero? » disse. « E va bene, ti accontenterò... dopotutto fai parte della famiglia, meriti di sapere la verità. »
Lo stupore di Ino aumentò ancora, ma si voltò per un attimo a guardare Sakura. Lei fece un breve cenno d’assenso con la testa, come per approvare la sua idea di far parlare Mei. Dovevano guadagnare tempo.
« Parte della famiglia? Che vuoi dire? » chiese Ino.
« Una volta facevo parte del tuo clan » spiegò Mei, guardandola. « Anni fa, quando avevo un altro aspetto e un altro nome. Una volta, il mio nome era Inori Yamanaka. »
Anche Sakura e Hinata sgranarono gli occhi per la sorpresa.
« Inori... Yamanaka? » ripeté Ino. « Assurdo... credevo di conoscere tutti i membri del mio clan, e non ho mai sentito parlare di te. »
« Assurdo? Hah... le assurdità diventano naturali quando una persona dedica la sua vita alla via del ninja. E se intraprendi i suoi sentieri più oscuri, la tua identità finisce per scomparire, e nessuno si ricorda più di te... proprio come è accaduto a me. »
Inori smise di digitare sulla tastiera, e una barra di caricamento apparve in quel momento sul monitor.
« Bene, il programma è avviato » dichiarò soddisfatta. « Non resta che terminare gli ultimi preparativi. »
Prese alcuni fili dotati di ventose e li attaccò alla fronte di Ino.
« Quando ero piccola, ero molto diversa » aggiunse, continuando a raccontare. « Ero brutta... molto brutta. Non dico che avessi delle deformità, ma per gli standard della gente normale ero orrenda. La tua amica Sakura ti prende in giro chiamandoti “Maial-Ino”? A me hanno detto di peggio: “scrofa”, “suina”, “racchia”... “mostro”. Solo per citartene alcuni.
« E cosa avevo di mostruoso? Ero buona e gentile, non avrei fatto del male a una mosca... mentre i veri mostri, come la Volpe a Nove Code, vagavano per il mondo devastando terre e uccidendo gente innocente! Ma a quei maledetti ragazzini non importava cosa facessi: ero brutta, e solo per questo – secondo loro – meritavo di essere umiliata. »
Sakura, Ino e Hinata rimasero in silenzio, ascoltando senza esprimere alcuna reazione. La storia di Inori le avrebbe impietosite, ma erano ancora legate come salami per causa sua. E intanto il caricamento del programma sul monitor proseguiva.
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« I miei genitori erano morti, quindi non c’erano mai stati per consolarmi » proseguì la ragazza, continuando a collegare fili sul corpo di Ino. « Però avevo mio fratello, Fu: lui era l’unico a stare dalla mia parte. »
« Fu? » ripeté Ino, sorpresa. « Fu Yamanaka della squadra ANBU? »
« Proprio lui. Era mio fratello, e mi voleva molto bene. Lui faceva del suo meglio per proteggermi, ma i suoi impegni come ninja lo tenevano spesso lontano da casa; perciò, il più delle volte, dovevo cavarmela da sola. Mi vergognavo del mio aspetto a tal punto che incominciai a coprirmi il volto con una maschera ANBU, quando dovevo uscire... per evitare gli sguardi della gente e le risate di scherno.
« Ad ogni modo, non ero una tipa da buttare via. Si dice che la natura compensa sempre quello che toglie... e la mia bruttezza era compensata dal mio genio e dal talento nelle arti ninja. Qualcuno mi insegnò a non arrendermi mai, e così feci del mio meglio all’Accademia; molto presto diedi prova delle mie capacità, a tal punto che Fu mi propose di entrare con lui nel gruppo segreto della Radice. Mi parve una grande opportunità: la Radice non badava affatto all’aspetto fisico dei suoi membri... là contavano solo capacità, fedeltà e risultati. Così proseguii l’addestramento con loro, felice di aver trovato il posto che faceva per me. »
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Stavolta lo stupore di Ino fu minore. La Radice era una sezione segreta degli ANBU, ormai disciolta da tempo; ma quando era in attività si occupava di fare il “lavoro sporco”, necessario per la sicurezza della Foglia. Sapeva che la Radice, inoltre, era abile a nascondere il passato dei suoi membri, per mantenere il loro anonimato. Lo stesso era accaduto a Sai, dopotutto... addestrato nell’ombra e con metodi crudeli per ordine di quel fanatico di Danzo. Perciò Inori e suo fratello Fu erano stati allontanati dal clan Yamanaka, per servire la Radice.
« Non ho mai rimpianto questa scelta » ammise Inori. « Nella Radice ho potuto dare il meglio di me... e avevo una ragione in più per portare una maschera. Ho seguito il loro addestramento, ho eseguito le missioni, obbedito ai loro ordini; nel frattempo guadagnavo il rispetto che avevo sempre desiderato, grazie al mio genio e alle mie tecniche. Devo ringraziare un ninjutsu in particolare, per questo: la Tecnica dell’Evanescenza. »
« Cosa? » esclamò Sakura a voce alta. « Ma... quella tecnica era la specialità di Dan Kato! »
« Esatto. Era il fidanzato di Lady Tsunade, prima che diventasse Quinto Hokage, se non ricordo male. Il fatto è che sono imparentata anche con lui, quindi ho avuto la giusta predisposizione genetica per imparare quella magnifica tecnica. »
« Ma di che si tratta? Cosa fa la Tecnica dell’Evanescenza? » domandò Hinata.
Inori terminò di collegare i fili, poi fissò lo sguardo sulla corvina per un attimo prima di rispondere.
« In parole povere, si può definire una versione avanzata della Tecnica del Capovolgimento Spirituale del clan Yamanaka » spiegò. « La Tecnica dell’Evanescenza permette di materializzare la propria anima e lasciare il corpo, permettendo così di possedere quello di un’altra persona. Non si tratta quindi di uno scambio di menti, bensì di una possessione. La mia appartenenza al clan Yamanaka e la parentela con Dan mi ha permesso di apprendere e padroneggiare facilmente quella tecnica, ottenendo maggiori risultati durante le missioni con la Radice. »
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« Ero soddisfatta del mio successo, ma c’era ancora qualcosa a rendermi infelice. Gli anni erano trascorsi, ma ero sempre rimasta brutta. Nessun uomo mi avrebbe mai voluta... e anche una shinobi della Radice ha bisogno di certe esigenze. Non volevo passare il resto della mia vita con la faccia nascosta da una maschera... volevo di più. Essere diversi dalla gente comune ti spinge a desiderare quello hanno loro, dopotutto... e io volevo un legame. Poi è scoppiata la Quarta Guerra Mondiale Ninja, e da allora la mia vita è cambiata per sempre. »
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Nel frattempo, a diversi quartieri di distanza, Naruto e Sai erano impegnati a cercare Ino e le altre ragazze. I due ninja saltavano da un tetto all’altro, nel tentativo di localizzare le amiche in pericolo, ma non avevano alcuna traccia da seguire. Il segnale impresso sulla mano di Sai era ancora attivo, ma era così debole da impedire l’esatta localizzazione di Ino.
« Maledizione » borbottò il ninja pallido, controllando ancora una volta il segnale. « Questo non è di alcun aiuto... di questo passo finiremo per girare in tondo all’infinito! Naruto, non riesci a localizzare le ragazze con i tuoi poteri? »
« Ci sto già provando » rispose il biondo. I suoi occhi, in quel momento simili a quelli di una rana, dimostravano l’attivazione della sua Modalità Eremita. « Ma con tutta questa gente nei paraggi è difficile: non riesco a riconoscere il chakra di Hinata, né di Sakura, né quello di Ino. »
« Uhm... se dobbiamo credere all’idea che siano state catturate, forse il loro chakra è stato inibito con qualche mezzo. Questo spiegherebbe la nostra difficoltà nel localizzarle. »
« E allora che facciamo? Così non le troveremo mai... oh? »
Naruto s’interruppe, distratto da un movimento alla sua sinistra. Il biondo si voltò e notò un falco, appena atterrato sul camino accanto ai due ragazzi. L’uccello fissava inequivocabilmente Naruto, con un paio di occhi rossi molto familiari.
« Lo Sharingan...? » fece Sai, incuriosito.
« Sasuke » esclamò Naruto. « Deve appartenere a Sasuke! »
Il falco emise un verso stridulo, come per rispondergli. Dunque spalancò le ali e si alzò nuovamente in volo, prendendo una nuova direzione.
« Credo che voglia che lo seguiamo » ragionò Naruto. « Forse sa dove si trovano Sakura e le altre! »
Sai non perse tempo e annuì. Un attimo dopo, i due ninja si gettarono all’inseguimento del falco.
 
« Che cosa ti è successo durante la guerra? » domandò Hinata.
« In quei giorni ho capito cosa volevo davvero » rispose Inori. « Mi ero unita all’Alleanza degli Shinobi per combattere contro il nemico ma, come tutti, caddi vittima dell’illusione dello Tsukuyomi Infinito. Vidi la notte sparire all’improvviso e una gran luce investire i miei occhi; il mio corpo fu immobilizzato da una specie di bozzolo e mi addormentai, proprio come tutti gli altri. E il sogno di una vita perfetta cominciò: in esso ero bellissima... la più bella di tutta la nazione; ero amata dalla gente, adorata, invidiata; avevo fama e successo, e mi muovevo alla luce del sole senza paura.
« Credevo fosse vero, e avrei voluto restare lì per sempre... ma poi il sogno finì. Lo Tsukuyomi Infinito fu annullato da Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha. Mi svegliai, e nel frattempo scoprii di aver perso molte cose: mio fratello era morto, e la Radice non c’era più dopo che Danzo era stato ucciso. Non avevo più niente... nessuno scopo. Ma ora avevo compreso cosa volessi davvero: giurai di rendere la mia vita identica a come l’avevo vissuta nel sogno, e l’occasione non tardò ad arrivare... con la nuova edizione del concorso “La più bella di Konoha”. »
Sakura trattenne il fiato per una nuova ondata di stupore. Cominciava a intuire il piano di “Mei”.
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« Ma certo » disse ad alta voce. « Volevi essere la più bella di tutte, così hai usato il tuo potere per sostituirti alla vincitrice del concorso. Hai usato la Tecnica dell’Evanescenza, prendendo possesso del suo corpo! »
Hinata sgranò gli occhi, orripilata. Inori, invece, sorrise compiaciuta.
« Risposta esatta, complimenti » ammise. « Avevo usato la tecnica svariate volte in passato, per possedere individui ben più forti... ma entrare nel corpo di quella ragazza è stato facile come bere un bicchier d’acqua. L’ho tramortita con un sonnifero e con un Sigillo di Richiamo l’ho portata in questo vecchio nascondiglio della Radice, attrezzato con tutto il necessario per l’operazione. Non era una ninja e non possedeva difese mentali... così sono entrata nel suo corpo senza problemi. Ho abbandonato per sempre il mio vecchio, orrendo corpo, e la mia identità senza valore, per cominciare una nuova, splendida esistenza. Inori Yamanaka non esisteva più... c’era solo Mei Kusakabe, la nuova ragazza più bella di Konoha! »
Ino, Sakura e Hinata la fissarono disgustate. Ormai si stava comportando in un modo molto familiare: sembrava di avere a che fare con un altro supercattivo, tipo Madara o Orochimaru.
« È assurdo » obiettò Ino in quel momento. « Come mai nessuno si è accorto dello scambio? E poi, simili tecniche non durano mai a lungo... come hai fatto a restare così tanto nel nuovo corpo? »
Inori si toccò la fronte con il pollice, continuando a sorridere beffarda.
« Prima di avere un bel corpo, avevo un bel cervello » spiegò. « E l’ho mantenuto anche dopo il trasferimento. Sapevo che la Tecnica dell’Evanescenza aveva un limite di tempo, ma avevo già preparato una soluzione al problema. Grazie a questo apparecchio di mia invenzione » e indicò la macchina a cui Ino era collegata, « ho potuto eliminare il limite di tempo, rendendo permanente il trasferimento. Il programma speciale che ho avviato poco fa produrrà un impulso elettrico che colpirà la tua mente, Ino, riducendo la tua attività cerebrale fino al minimo indispensabile. In questo modo la mia anima e la mia mente saranno libere di occupare il tuo corpo per sempre... perché tu sarai cerebralmente morta! »
Ino rimase senza parole. Decisamente non si aspettava una risposta – né una sorte – del genere.
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« P-perché? » esclamò Ino, ormai vicina alla disperazione. « Perché hai bisogno di fare questo? Sei già bella così, dopotutto... hai ottenuto quello che volevi! Sei stata la più bella di Konoha... sei diventata famosa e tutto il resto... che bisogno hai di ripetere il trasferimento? »
Inori scoppiò a ridere, tanto per aggiungere la ciliegina sulla torta della sua follia.
« Credevo fosse chiaro, a questo punto » rispose. « Non ho faticato così tanto... sopportato anni di dolori e sofferenze... per restare la più bella per un solo anno. Non intendo farmi da parte così presto... perciò continuerò a trasferirmi in nuovi corpi, ogni anno, ad ogni edizione del concorso. Così resterò io... resterò la più bella di Konoha! »
Detto questo, si posizionò di fronte a Ino, sotto lo sguardo angosciato delle tre ragazze, mentre il programma terminava il caricamento del sistema.
LOADING: 99%...
« Preparati, mia cara cugina » dichiarò Inori, mentre univa le mani per eseguire la tecnica. « Sto per prendere tutto ciò che hai di più caro... la tua vita e la tua bellezza diverranno mie! »

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
Dopo tutto quello che avevano affrontato in passato, Sakura, Ino e Hinata credevano di poter superare qualsiasi cosa: che le maggiori difficoltà della vita fossero ormai alle loro spalle, e che il resto fosse tutto in discesa. Dopotutto erano sopravvissute a una guerra mondiale e a un disastro planetario: cosa poteva esserci di peggio?
Per questo, mentre le tre ragazze si trovavano incatenate nel seminterrato di una casa abbandonata, trovarono ridicola l’idea di essere in quella situazione per mano di una psicopatica: Inori Yamanaka. Non era più forte o più letale di Madara Uchiha, eppure era riuscita a intrappolare ben tre eroine dell’ultima guerra con il suo folle piano; impadronirsi del corpo della vincitrice al concorso “La più bella di Konoha” grazie alla sua Tecnica dell’Evanescenza.
E in quel momento, la vittima designata era Ino.
I preparativi erano ormai ultimati. Il programma inventato da Inori stava per avviarsi, e avrebbe annientato la mente di Ino per consentire al nemico di possedere il suo corpo. Inori stava di fronte a lei, pronta ad attivare la tecnica al momento giusto.
Hinata e Sakura non potevano far altro che stare a guardare, incatenate al muro, sperando fino all’ultimo che il piano fallisse.
« Non la passerai liscia! » urlò Sakura, tentando il tutto per tutto. « Credi di poterti prendere il corpo di Ino senza conseguenze? Nulla ci impedirà di dire a tutti cosa hai fatto! »
Inori ridacchiò senza guardarla.
« E tu credi sul serio che vi lascerò andare? » le rispose. « Avete visto anche troppo... e dopo aver eseguito il trasferimento sarò libera di uccidervi. Sarà facile decapitarvi, immobilizzate come siete! »
« Ugh... » borbottò una disgustata Hinata, incapace di aggiungere altro.
« Non temete, ragazze» proseguì Ino, gelida. « Non so come ha fatto questa stronza a cavarsela, la volta scorsa, ma io ho una famiglia, un fidanzato e degli amici... ammesso che il piano riesca, si accorgeranno tutti dello scambio. Scopriranno cos’è successo e la cattureranno! »
« Hah! Ho pensato anche a quello, cara cugina » ribatté Inori. « Anche Mei aveva persone care... ma è bastato inscenare qualche litigata per tagliare i ponti con chiunque, per poi partire lontano e godermi la vita senza preoccupazioni. Farò lo stesso in questo caso: romperò con la tua famiglia, il fidanzato e tutti i tuoi amici e mi godrò altrove un altro anno di celebrità... per poi ricominciare alla prossima edizione del concorso! »
« Grrr... TU SEI PAZZA! »
« Forse è così... ma mi ci hanno fatto diventare. »
Un forte bip proveniente dal dispositivo attirò l’attenzione di tutte le presenti. Il caricamento del programma era stato ultimato.
LOADING: 100% - PROGRAMMA “DAN” AVVIATO.
Il sorriso di Inori si allargò.
Ino, invece, fu infine dominata dallo sconforto.
« No... »
Il dispositivo prese a ronzare, producendo una forte scarica elettrica che viaggiò attraverso fili e raggiunse il cranio di Ino. La ragazza urlò in modo terribile; il suo corpo immobilizzato fu preda di forti convulsioni. Presto la sua mente sarebbe stata annientata.
« Ino! » urlò Sakura, sconvolta.
Inori compose nel frattempo i sigilli della tecnica, e puntò le mani verso la sua preda.
Tecnica dell’Evanescenza!
Sotto lo sguardo inorridito delle tre amiche, l’anima di Inori fuoriuscì dal corpo: aveva un aspetto diverso da quello di Mei, ma le ragazze non riuscirono a distinguere i suoi lineamenti, perché l’entità s’infilò con rapidità fulminea nel corpo di Ino. La bionda ebbe un nuovo sussulto, mentre il corpo che aveva eseguito la tecnica crollava a terra come una bambola senza fili.
Un attimo dopo accadde qualcosa d’imprevisto.
La porta del seminterrato crollò a terra, sfondata da una forza enorme. Sakura e Hinata si voltarono, sgranando gli occhi per lo stupore: videro una gigantesca tigre d’inchiostro irrompere nella stanza, seguita a ruota nientemeno che da Naruto e Sai.
« Sakura! Hinata! State bene? » chiese subito Naruto, ansioso.
« Il dispositivo! » urlò Sakura. « Non c’è un attimo da perdere... spegnete quell’affare, subito! »
Sai individuò Ino e il macchinario accanto a lei, e annuì. Puntò una mano e la sua illustrazione animata eseguì l’ordine, sfondando il dispositivo con un paio di zampate; non appena andò in frantumi, le scariche cessarono, e il corpo di Ino smise di agitarsi.
Mentre Naruto liberava Sakura e Hinata, Sai fece altrettanto con Ino, staccandola dai fili e dalle manette. La ragazza era immobile tra le sue braccia, priva di conoscenza.
« Ino... »
Gli amici si avvicinarono subito, preoccupati.
« Cavolo... ma cos’è successo? » chiese Naruto, mentre notava il vecchio corpo di Inori a terra. « E quella chi è? »
« Ha... ha preso il corpo di Ino » gemette Hinata, sconvolta. « Ma voi avete spento la macchina prima che finisse... forse non è troppo tardi. »
« Speriamo » osservò Sakura, avvicinandosi di più per esaminare le condizioni dell’amica. « Dopo tutto quello che abbiamo passato... sarebbe assurdo se finisse in questo modo. »
« Mmm... »
Ino rinvenne in quel momento. Sai lasciò la presa, permettendole di rimettersi in piedi, ma Sakura e Hinata scattarono in guardia, pronte a reagire alla minima minaccia; Naruto invece era indeciso.
Ino restò in silenzio, guardandosi intorno con aria confusa. Si tastò il corpo e la faccia; poi, lentamente, il suo sguardo fissò il corpo della ragazza bruna a terra.
« Ino, tesoro... stai bene? » chiese Sai.
Ino cominciò a ridere, dapprima piano, poi sempre più forte.
« Sì... ora sto bene » dichiarò. « Ora sono Ino... e sono la più bella. »
La risposta e il suo sguardo maligno furono la conferma, tanto che anche Naruto e Sai scattarono in guardia. Inori aveva preso davvero il controllo di Ino!
« Maledetta... ridacci subito Ino! » esclamò Sakura, infuriata.
« Neanche per sogno. E non vedo come possiate fare per separarmi da lei: non lascerò mai questo corpo, a meno che non mi uccidiate... ma sono certa che non oserete arrivare a tanto, vero? »
Naruto, Sai, Sakura e Hinata rimasero immobili. Purtroppo dovevano ammettere che aveva ragione: non potevano rischiare di far del male a Ino.
« Rassegnatevi, è finita » dichiarò Inori, trionfante. « La vostra amica non c’è p... argh! »
La ragazza s’interruppe, afferrandosi la testa come se le facesse male. I ragazzi arretrarono di un passo: Inori sembrava improvvisamente preda di un dolore interno.
« Argh... che diavolo... nnnnvattene... ngh... dal mio... corpo! »
« Ino? » fece Hinata, sorpresa.
« No... Ino non... aaaargh! Sì, invece! Ci sono... ancora... ggghhh... sparisci! Va’... via! »
Gli amici di Ino rimasero a guardare, impietriti per lo stupore, mentre la vera battaglia infuriava nella sua mente.
 
Ino si guardò intorno. Si trovava lungo una strada del Villaggio della Foglia: l’ambiente era reso cupo da spesse nuvole grigie che oscuravano il cielo; sentiva voci e risate intorno a sé, anche se non vedeva nessuno.
Poco lontano vide una ragazzina, proprio al centro della strada; era paffuta, con corti capelli di un biondo sporco. Non riuscì a vederla in viso perché portava una maschera, un fac-simile di quelle usate dagli ANBU, acquistata di certo in qualche bancarella nei paraggi. La ragazzina restava immobile sulla strada, mentre le voci aumentavano di volume; voci giovanili, accompagnate da risate di scherno.
« Guardate, la suina! »
« Brutta! »
« Mostro, mostro! »
« Chiamate lo zoo, è scappato un animale dalla gabbia! »
« Fai schifo! »
Ino rimase immobile, sconvolta e amareggiata, mentre udiva quelle voci crudeli che parevano insistere, echeggiando dappertutto. La ragazzina non si mosse, ma chinò il capo con aria rassegnata. La sentì piangere.
Doveva essere Inori, senza alcun dubbio. Stava osservando i suoi ricordi, a causa del legame tra le loro menti dopo l’attivazione della Tecnica dell’Evanescenza. Ricordi dolorosi, doveva ammetterlo... ma pur sempre i ricordi di un nemico, che doveva sconfiggere e scacciare dal suo corpo. Non poteva permettersi di provare pietà per lei.
Ino si avvicinò alla ragazzina con decisione, ma questa svanì nel nulla appena prima che la toccasse. Anche le voci cessarono, e l’ambiente parve dissolversi, per poi riformarsi un attimo dopo. Ora Ino si trovava nei pressi di un parco giochi; Inori era là vicino, un po’ più grande rispetto a prima, il volto sempre coperto da una maschera. Stava osservando qualcos’altro... o meglio, qualcun altro.
Lo riconobbe subito: era Naruto, ancora ragazzino, prima che diventasse un ninja. Aveva l’aria determinata, e gridava qualcosa anche se nei paraggi non c’era nessuno.
« Io diventerò Hokage! » diceva. « Vi farò vedere! Diventerò il più grande Hokage di tutti, e allora mi rispetterete! È una promessa... non mi arrenderò mai! »
Ino lo osservò, comprensiva. Erano i giorni più difficili della vita di Naruto, quando non c’era nessuno al suo fianco e doveva cavarsela da solo. La gente del villaggio lo evitava perché era la Forza Portante della Volpe a Nove Code, arrivando a paragonare lui stesso a un mostro. Anche Ino, con suo rammarico, lo aveva guardato con diffidenza a causa delle voci negative sul suo conto. Ma Naruto non si era mai arreso, e aveva lottato ogni giorno per guadagnarsi l’amore e il rispetto che meritava.
Ma cosa c’entrava con Inori?
« Ha ragione » mormorò la ragazzina mascherata al suo fianco. « Non devo arrendermi... anch’io vi farò vedere quanto valgo. »
Fantastico, pensò Ino subito dopo. Dunque Naruto aveva ispirato Inori con quelle parole: anche se non la conosceva, l’aveva spronata a distanza a non arrendersi. Chissà, se Inori lo capiva avrebbero potuto diventare amici.
La scena si dissolse ancora e si riformò subito dopo. Inori era a casa sua, in compagnia di un’altra persona: un ragazzo alto dai capelli color rame e gli occhi ambrati, che riconobbe come Fu Yamanaka. Questi sorrideva, e parlava con la sorellina posando una mano sulla sua spalla; Inori portava sempre la maschera, quindi non potè vedere la sua espressione.
« Il maestro Mizuki mi ha detto quanto sei brava » diceva Fu. « Hai delle capacità superiori a quelle dei tuoi compagni, e perciò ho avuto un’idea. Che ne diresti di proseguire l’addestramento con il gruppo ANBU? »
« Gli ANBU? » ripeté Inori, dubbiosa.
« Proprio così. Potrebbe essere una grande opportunità per te... potrai allenarti con persone alla tua altezza. E, cosa più importante, non dovrai vergognarti del tuo aspetto, perché l’uso della maschera è obbligatorio. Se diventerai abbastanza forte, avrai tutto il rispetto che meriti tra le forze speciali dei ninja della Foglia. Che ne pensi? »
Ino non udì mai la risposta, perché un attimo dopo era cambiato tutto. Inori era cresciuta ancora: ora era una ragazza, in compagnia di un folto gruppo di ninja, tutti mascherati come lei. Stavano in piedi in una stanza poco illuminata, scattando sull’attenti non appena videro arrivare un vecchio con la testa bendata.
Danzo Shimura, il capo della Radice.
« Oggi siete ufficialmente ninja della Radice » dichiarò Danzo ai suoi cadetti. « Il vostro addestramento è completo. Da oggi agirete nella massima segretezza e obbedirete a me. Ma ricordate che siete al servizio della Foglia, con tutto ciò che questo comporta. Combatterete, ucciderete... distruggerete per un unico scopo: proteggere la Foglia. Voi siete la radice che cresce nascosta sottoterra... e sosterrete l’albero a qualsiasi costo! »
« Sissignore! » gridò Inori, insieme a tutti gli altri.
Lo scenario svanì ancora, e un nuovo ricordo apparve davanti agli occhi di Ino. La bionda cominciava ad averne abbastanza: se non prendeva l’iniziativa avrebbe finito per assistere all’intera vita di Inori senza poterne uscire. Mentre ci pensava, vide Inori in ginocchio su una distesa di rocce, all’alba di un nuovo giorno; radici e cadaveri la circondavano, mentre lei era coperta di strane bende che si stavano sbriciolando. Era appena stata liberata dallo Tsukuyomi Infinito, ma non sembrava contenta.
« No... no... » ripeteva, quasi piangendo. « Perché... ero così felice! Noooo! »
« Oh, per l’amor del cielo » protestò Ino, esasperata. « Ora dacci un taglio! Ok, hai avuto una vita difficile, ma questo non mi pare un buon motivo per rovinare quella degli altri! Tutti abbiamo dei sogni, ma non tutti si possono realizzare... e tu hai scelto il modo peggiore per realizzare il tuo. Perciò fammi un favore ed esci dal mio corpo. Trova un altro modo per essere felice! »
Inori parve averla sentita, perché si voltò a guardarla. L’inespressività della sua maschera aveva qualcosa d’inquietante, in quel momento...
Poi la scena cambiò ancora una volta.
Il sole splendeva forte sopra Konoha. Ino si ritrovò in piedi sopra il palcoscenico al centro dell’arena, con indosso il costume e la fascia di concorrente di “La più bella di Konoha”. Davanti a sé riconobbe il signor Konta mentre parlava al pubblico.
« Signore e signori, bentornati a “La più bella di Konoha”! » annunciò Konta al microfono. « Finalmente è giunto il momento che aspettavate con ansia... tra pochi istanti verrà proclamata la vincitrice del concorso. Chi sarà la più bella di Konoha di quest’anno? La risposta è proprio qui, tra le mie mani. »
Konta sollevò la mano con la busta ancora chiusa, mentre il pubblico si lanciava in una nuova, ennesima ovazione. Ino non riusciva a muoversi per lo stupore: era un suo ricordo? Eppure non vedeva Sakura né Hinata accanto a sé... qualcosa non andava.
Konta riprese la parola in quel momento.
« Allora... la vincitrice di questa quarantasettesima edizione... la più bella di Konoha di quest’anno è... Inori Yamanaka! »
Il pubblico esplose in una nuova ovazione, mentre una nuova ragazza faceva la sua comparsa sul palcoscenico. Ino gemette per lo stupore: era identica a lei, come se qualcuno avesse assunto le sue sembianze con una tecnica. L’altra Ino si fece avanti, raggiante ed emozionata, sotto scroscianti applausi; Konta le pose la corona sul capo, mentre una cascata di coriandoli e petali di fiori pioveva sopra le loro teste. L’impostora sembrava godersi ogni istante di quel grande trionfo, gli occhi le luccicavano per l’emozione.
Per Ino fu l’ultima goccia che fece traboccare il vaso.
« ORA BASTA! » urlò, trovando finalmente la forza per farsi avanti. « Piantala con le stronzate, Inori! Non ti permetterò di rubarmi l’identità... e la mia vita! »
La falsa Ino e Konta si voltarono a guardarla. Mentre il presentatore era sorpreso, lo stesso non si poteva dire per la ragazza, che rispose con un sorriso maligno.
« Ormai è troppo tardi » dichiarò.
Due persone apparvero in quel momento sul palcoscenico, atterrando con un lungo balzo. Ino fu colta da una nuova ondata di stupore: erano Choji e Shikamaru, i suoi più grandi amici e compagni di squadra.
« Che sta succedendo? » chiese Choji, rivolto tuttavia alla falsa Ino. « Perché c’è un’altra Ino? »
« È un’impostora! » dichiarò Inori, puntando il dito contro la bionda. « Vuole rubarmi il mio momento di gloria! Fermatela, ragazzi... proteggetemi ad ogni costo! »
Sotto lo sguardo incredulo della vera Ino, Choji e Shikamaru le stavano lanciando un’occhiata di puro odio.
« No... ragazzi, fermi » disse, provando a farli ragionare. « Sono io quella vera... è lei l’impostora! »
« Tsk... dicono tutti così » commentò Shikamaru. « Ma ormai non ci casco più... Tecnica del Controllo dell’Ombra! »
Ino ebbe appena un istante per scansarsi, prima che l’ombra del suo compagno, animata grazie al ninjutsu, arrivasse a toccare la sua per immobilizzarla. Ino scattò di lato, ma nel frattempo si era fatto avanti Choji, tramutatosi in una palla rotolante grazie alla sua Tecnica dell’Espansione. Schivò anche lui per un soffio, e continuò a muoversi, perché l’ombra di Shikamaru la inseguiva.
Le cose avevano preso una piega fin troppo brutta. Inori stava guadagnando molto terreno nella sua conquista del corpo di Ino: ora sfruttava i ricordi della bionda per rivoltarli contro di lei; coloro che stava affrontando in quel momento non erano i veri Choji e Shikamaru, ma immagini basati sui ricordi che aveva di loro. Anche se il risultato non cambiava.
« Hai passato il limite, bastarda! » gridò Ino, esasperata. Tentò il tutto per tutto e si scagliò contro Inori, cercando di colpirla con un pugno. Non riuscì a raggiungerla: il suo corpo s’irrigidì ad appena un metro di distanza. Abbassò lo sguardo, inorridita, scoprendo che l’ombra di Shikamaru era infine riuscita a bloccarla.
E adesso?
Inori le rivolse un’occhiata sprezzante.
« È finita » dichiarò. « Ora io sono te... ora sono io la più bella! »
« No... non te lo permetterò! Non mi arrenderò mai! »
« Hah... sembra che non sono l’unica ad aver imparato qualcosa da quel biondino, dopotutto. Rispetto la tua determinazione, ma la mia è decisamente più forte. Perciò rassegnati... ormai sto prendendo il pieno controllo del tuo corpo. Sei rimasta sola. Rassegnati, Ino Yamanaka, accetta la sconfitta e sprofonda nel nulla eterno. »
« Grrr... m... mai! »
Inori sospirò seccata.
« Come vuoi. Ragazzi... datele il colpo di grazia, voglio che questa storia finisca all’istante. »
Choji scattò in avanti, preparandosi a colpire Ino con un pugno gigantesco. La bionda rimase dov’era, immobile, mentre lacrime disperate sgorgavano dai suoi occhi.
Maledizione... non può finire così!
Wham!
Choji crollò a terra, prima che il suo pugno colpisse Ino. Lo stesso accadde a Shikamaru, pochi metri più in là: Ino fu nuovamente libera di muoversi, e quando voltò il capo scoprì che qualcuno era intervenuto in suo soccorso. Due nuovi individui avevano fatto la loro comparsa sul palcoscenico, mettendo subito al tappeto i suoi compagni di squadra.
Erano due uomini, vestiti con l’uniforme ninja della Foglia. Uno aveva capelli neri e una barba corta, e fumava una sigaretta; l’altro aveva gli occhi azzurri e lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo. Entrambi avevano l’aria soddisfatta, mentre la indirizzavano su una Ino al culmine dell’incredulità.
Ora aveva un vero motivo per versare lacrime di gioia.
« Maestro Asuma... Papà! »
Era proprio così: per quanto incredibile, gli uomini giunti in suo aiuto erano proprio loro. Suo padre, Inoichi Yamanaka, e il suo maestro Asuma Sarutobi. Entrambi morti da tre anni, per mano dell’Akatsuki e della guerra. Ma questa fatale condizione non contava nulla laggiù, nel luogo dove tutti i ricordi vivono in eterno.
« Non temere, tesoro » dichiarò Inoichi, sorridendo. « Non sei sola... noi saremo sempre con te. »
« E saremo sempre pronti ad aiutarti » aggiunse Asuma. « Proprio come stanno facendo ora i tuoi amici. Li senti? Ti stanno chiamando. Vogliono che torni da loro. »
Tacquero, permettendo così a Ino di ascoltare. Era vero: riusciva a sentire nuove voci echeggiare nell’aria, intorno a sé. Sakura, Hinata, Sai e Naruto cercavano di riportarla alla realtà.
Ino! Riesci a sentirmi?
Ti prego, ritorna in te!
Coraggio Ino... prendi a calci quella stronza!
Resta con noi, Ino... resta con me!
Ino si asciugò le lacrime, commossa, dopodiché strinse i pugni.
« Sì, riesco a sentirvi » dichiarò con gioia. « Aspettate ancora un momento... prima devo liberarmi di una scocciatrice. »
Si voltò a guardare Inori, rimasta impietrita per lo stupore dopo la comparsa di Asuma e Inoichi. La ragazza parve incapace di reagire, e Ino ne approfittò per scagliarsi nuovamente su di lei, sferrandole un pugno micidiale in piena faccia.
« Quello è il mio volto, stronza... e ora mi riprendo la mia vita! VATTENE DAL MIO CORPO! »
Inori cadde all’indietro, lentamente, mentre il suo corpo finto si sgretolava alla vista. Riacquistò il suo vero aspetto, con il volto nuovamente celato da una maschera, ma anche questo andò in frantumi non appena toccò il suolo, come se fosse fatta di vetro.
Inori Yamanaka era sparita. Ino, non ancora convinta, restò in guardia, ma nel frattempo Inoichi e Asuma si avvicinarono a lei, posando una mano a testa sulle sue spalle.
« Ben fatto, figliola » dichiarò il padre, soddisfatto.
« Grazie » rispose Ino con un sospiro. « Per un attimo ho creduto di non farcela... se non foste arrivati voi... »
« Be’, anche i più grandi eroi a volte hanno bisogno di un piccolo aiuto, no? » ammise Asuma, facendole l’occhiolino.
« Hehe... credo proprio di sì. »
Inoichi si chinò un attimo a terra. Stava raccogliendo la corona del concorso di bellezza. Si rialzò e la porse a Ino, posandola sulla sua testa.
« Credo che questa appartenga a te » disse orgoglioso. « La mia bambina è diventata una bellissima ragazza coraggiosa. »
« La più bella di Konoha » aggiunse Asuma, che cominciò ad applaudire. Altrettanto fecero Choji, Shikamaru, Konta e tutto il pubblico alle spalle di Ino. Stava rivivendo il momento del trionfo più grande avvenuto poco prima, nel mondo reale.
Allora perché continuava a versare lacrime? Per la vittoria? Per suo padre e il suo maestro? Per i suoi amici? Non riusciva a capirlo. Ma forse, si disse, non era così importante saperlo... piangeva perché era la cosa giusta da fare.
Era tempo di andare, ma prima rivolse un ultimo sguardo ai suoi cari.
« So che siete solo frutto dei miei ricordi, e sta accadendo tutto nella mia testa » disse, commossa. « Ma voglio dirlo lo stesso... papà... sensei... grazie. Mi mancate un sacco! »
Inoichi e Asuma sorrisero ancora, mentre ogni cosa svaniva in una luce abbagliante.
« Ricorda, figlia mia » disse Inoichi, accarezzandole una guancia. « Noi non ti mancheremo mai... finché ti ricorderai di noi. »

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Ino Yamanaka aveva smesso di gridare e di dimenarsi da pochi secondi, crollando a terra sfinita. I suoi amici, Naruto, Sakura, Sai e Hinata la fissarono preoccupati, cercando di capire cosa fare. Per quanto ne sapevano, Inori poteva aver infine avuto il sopravvento sulla malcapitata, prendendo completamente il controllo del suo corpo.
Nel frattempo il vecchio corpo di Inori era tenuto d’occhio dalla tigre Illustrata di Sai. L’animale d’inchiostro la teneva bloccata al pavimento con una zampa, per impedirle di scappare qualora Inori avesse deciso di tornare indietro.
Ma i quattro ninja non potevano restare fermi senza far niente, così Sakura si avvicinò per prima e afferrò il corpo esanime di Ino, scuotendola con forza.
« Ino! » gridò con decisione. « Ino! Riesci a sentirmi? »
« Ti prego, ritorna in te! » aggiunse Hinata.
« Coraggio Ino... prendi a calci quella stronza! » insistette Naruto.
Sai s’inginocchiò accanto alla sua ragazza, ancora priva di conoscenza, e la prese per mano.
« Resta con noi, Ino... resta con me! » disse, pacato.
Per alcuni secondi non accadde nulla. Poi, gli occhi di Ino si spalancarono di colpo ed emise un nuovo urlo, più forte dei precedenti. Una luce abbagliante scaturì dal suo corpo, e quando prese forma i quattro ragazzi capirono cosa fosse in realtà: l’anima di Inori era venuta fuori!
« Occavolo... attenti! » avvertì Naruto.
Lo spirito urlò ancora e si fiondò in avanti, dritto verso il corpo che aveva lasciato poco prima. La tigre di Sai fu investita in pieno ed esplose in una pioggia d’inchiostro che macchiò le pareti e i ragazzi, distraendoli.
Un attimo dopo si era acquietato tutto.
« Mmm... »
I ragazzi si voltarono ancora. Ino stava riprendendo i sensi, sotto il loro sguardo incredulo.
« Ino! Grazie al cielo... come ti senti? » chiese Sai per primo.
« Ugh... uno schifo. Come i protagonisti di “Una notte da leoni”. »
Sakura sospirò, sollevata.
« Meno male... per un attimo abbiamo temuto che fosse troppo tardi. Bentornata tra noi, Maial-Ino! »
Nel frattempo, anche Inori stava riprendendo i sensi. Naruto e Hinata si avvicinarono a lei con cautela mentre cercava di reggersi sulle ginocchia.
« Non le resta molto chakra » dichiarò Hinata, esaminandola con il Byakugan. « Deve averne consumato parecchio con la Tecnica dell’Evanescenza. »
« Buono a sapersi » commentò Naruto. « Capisci che significa, stronza? Significa che per te è finita... così impari a minacciare la vita della mia fidanzata e delle mie amiche! »
Inori lo fissò con uno sguardo carico d’odio, aggiungendoci anche un orrendo ghigno. Nel frattempo le sue mani tremanti si univano a formare il segno del cinghiale... troppo in fretta perché qualcuno potesse impedirglielo.
« Non è... finita » dichiarò ansimando. « Tecnica dell’impulso mentale! »
All’improvviso, una fitta di dolore trapassò la testa di Naruto e di tutti gli altri, facendoli urlare. I cinque ragazzi rimasero disorientati per mezzo minuto, incapaci di muoversi e di pensare; poi, lentamente, l’effetto svanì, permettendo a tutti di riprendere fiato.
« Cazzo... cos’era quella tecnica? Per poco non mi friggeva il cervello! » lamentò Naruto.
« Sì, l’idea era quella... » rispose Ino, ansimando. « È una tecnica del mio clan... ma aveva troppo poco chakra per nuocerci a lungo. »
« Ma le ha permesso di darsela a gambe, purtroppo. »
Sakura aveva ragione. I ragazzi guardarono in ogni direzione, ma di Inori non c’era traccia nella stanza: era riuscita a fuggire dopo averli colpiti con la sua tecnica.
« Come ha fatto? » chiese Sai, incredulo. « Non si reggeva in piedi... da dove ha preso la forza per scappare? »
« Guardate! » esclamò Hinata, indicando una scatoletta di pillole nere rovesciata a terra. « Sono “pillole del soldato”... deve averne ingerita una per ricaricare il chakra. »
« Dov’è andata? » chiese Naruto. « Hinata, riesci a localizzarla? »
« Sì... la vedo chiaramente. Sta correndo verso la foresta, a ore undici, a cinquecento metri di distanza. »
« Bene... vado a prenderla! »
Sotto lo sguardo sorpreso di tutti, Naruto si trasformò: il suo corpo fu avvolto da un’aura dorata fiammeggiante, tipica della sua Modalità Eremitica delle Sei Vie. Un attimo dopo aveva già lasciato la stanza, rapido come un fulmine, lanciandosi all’inseguimento del nemico.
« Be’... non per niente è figlio del Quarto Hokage, no? » commentò Hinata.
 
Cinquecento metri più avanti...
Inori correva a tutta velocità, diretta verso la foresta. Disperazione e amarezza dominavano i suoi pensieri: il suo piano era andato in fumo, e poteva considerarsi fortunata se era riuscita a scappare. Non aveva speranze contro un gruppo di eroi della Foglia... e con loro c’era anche Naruto Uzumaki, che aveva salvato il mondo intero.
Doveva fuggire il più lontano possibile, sparire dalla circolazione. Forse avrebbe dovuto lasciare la Nazione del Fuoco. Solo così avrebbe avuto scampo... e magari l’anno prossimo avrebbe potuto riprovarci.
Dovrò solo pazientare... e tornerò ad essere la più bella!
Un lampo arancione le apparve davanti, cogliendola di sorpresa.
« Ah! »
« Cucù! Fine della corsa! »
Inori cadde a terra per lo spavento. Naruto l’aveva raggiunta, ponendosi di fronte a lei a braccia incrociate. I suoi occhi brillavano in quel momento di rosso, con le pupille tramutate in fessure verticali; li usò per fissare la ragazza in modo minaccioso, pronto a reagire alla minima reazione.
« Per l’ultima volta, arrenditi » dichiarò Naruto. « O passerai i primi giorni in cella con un bel po’ di ossa rotte. »
Inori restò a terra per alcuni lunghi secondi, ansimando forte. Poi, lentamente, alzo le mani con evidente rassegnazione.
« D’accordo... mi arrendo. »
« Saggia decisione. Adesso... uhm... mani sopra la testa e non tentare scherzi, ti riporto a... »
« Tecnica dell’Evanescenza! »
« Uh? »
Accadde in un attimo. L’anima di Inori uscì di nuovo dal suo corpo, infilandosi in un istante in quello di Naruto. Il ragazzo non riuscì a impedirlo, e sprofondò nell’oblio.
Inori si ritrovò improvvisamente in un luogo diverso. Era un’enorme stanza illuminata da una luce fioca, il cui pavimento era ricoperto d’acqua che le bagnava i piedi. Non riusciva a vedere molto lontano, a causa dell’oscurità che regnava di fronte a lei. Avanzò con cautela: non le era mai capitato di finire in un posto del genere quando possedeva il corpo di qualcuno. Cosa diavolo conteneva la mente di Naruto Uzumaki?
Sentì improvvisamente un rumore, così inquietante da gelare il sangue. Sembrava il ringhio di una bestia.
« Questo posto è già occupato, ragazza. »
Inori si fermò, mentre i suoi occhi increduli scorgevano qualcosa di enorme venir fuori dall’oscurità: era una volpe gigantesca, dotata d’inquietanti occhi rossi e nove code, che la fissava minaccioso.
Aveva di fronte Kurama, la Volpe a Nove Code. L’antico demone sigillato nel corpo di Naruto Uzumaki.
« Rrrr... dunque sei tu la causa di tutto questo trambusto » osservò la Volpe con aria irritata. « Hai minacciato gli amici e la ragazza di Naruto... e ora osi persino arrivare fin quaggiù a disturbare il mio sonno. Così non va, ragazza... non va proprio bene. »
« Oh... oh... » balbettò Inori, ormai dominata dalla paura.
« Ora scoprirai cosa succede ai cattivi che arrivano al mio cospetto! »
Il demone si erse in tutta la sua possanza, ed emise un ruggito enorme. Tutta la furia e la potenza della bestia, dritta contro l’inerme Inori ai suoi piedi.
« NOOOOOOOOOOO!!!! »
 
Naruto riaprì gli occhi, con aria frastornata. Scoprì di essere caduto a faccia in giù contro l’erba, dopo aver perso i sensi per l’ultimo attacco subito. I suoi occhi individuarono subito Inori, accanto a sé, ancora immobile e priva di sensi. L’afferrò con cautela, cercando di capire se fosse viva.
Sapeva cos’era successo, anche se non era stato presente personalmente. Non era la prima volta che un estraneo penetrasse nella sua testa così a fondo da incontrare Kurama... ma non avrebbe mai immaginato conseguenze simili.
Stavolta Inori aveva scelto la persona sbagliata sui cui usare la sua tecnica.
« Naruto! »
La voce di Hinata attirò la sua attenzione. Il ragazzo alzò lo sguardo: la sua fidanzata e gli altri amici lo avevano infine raggiunto, dopo una breve corsa.
« Stai bene? » chiese Sakura, preoccupata. « Cos’è successo? »
Naruto esitò a rispondere, mentre fissava il corpo di Inori. Non era un esperto, ma con i suoi poteri non poteva sbagliarsi su una cosa del genere.
« È finita, ormai » disse infine. « Questa tipa non ci darà più problemi. »
 
Più tardi...       
Il sole stava tramontando sul Villaggio della Foglia, dando un buon motivo alla maggior parte dei suoi cittadini di staccare dal lavoro e tornare a casa. Lo stesso non si poteva dire per Kakashi Hatake: il Sesto Hokage era ancora nel suo ufficio, intento a compilare l’ennesima scartoffia, quando all’improvviso sentì bussare alla porta.
« Avanti » disse tranquillo, e vide entrare subito una donna dai corti capelli neri.
« Ah, Shizune. Novità dal caso Inori? »
« Poche, signore » rispose Shizune con serietà. « Ho appena parlato con la signorina Tsunade all’ospedale, e dalle ultime analisi effettuate il verdetto rimane lo stesso. Purtroppo non c’è nulla da fare per Inori... la sua mente è collassata dopo il suo contatto con l’Enneacoda; la Volpe ha praticamente distrutto la sua anima. Il corpo della ragazza vive ancora... ma è ridotta a un vegetale, ormai. Dubito che potrà mai riprendersi del tutto. »
Kakashi rimase in silenzio, assimilando con calma quanto aveva appena udito.
« Capisco » disse infine. « Be’, quella donna era certamente una minaccia alla sicurezza del villaggio, doveva essere fermata... ma mi dispiace che sia finita così. »
Shizune tacque a sua volta, con un’espressione amara dipinta sul suo volto.
« Bisognerà avvisare la famiglia della vittima, in ogni caso » riprese Kakashi. « Mi riferisco a Mei Kusakabe... i suoi cari meritano di sapere la verità, dopotutto: il fatto che quella poveretta sia già morta da tempo, e che il suo corpo è stato controllato finora da un’impostora. »
« Già... mi sembra ancora incredibile tutto ciò » commentò Shizune.
« Mia cara, io ho smesso di usare la parola “incredibile” dal giorno in cui è scoppiata la Quarta Guerra Mondiale. »
Ci fu un’altra pausa, durante la quale entrambi sospirarono con aria grave.
« C’è dell’altro? » chiese Kakashi.
« Oh! Sì, in verità... la squadra investigativa ha ripulito il nascondiglio di Inori, dove è avvenuto il misfatto. Hanno portato via tutto ciò che ritenevano sospetto: c’era una gran quantità di armi e attrezzature appartenuti alla Radice... è sorprendente quanta roba Inori fosse riuscita a portare via prima che il gruppo fosse disciolto e sottoposto a sequestri massicci. Non è stato trovato nulla d’insolito, a parte questo. »
Shizune porse all’Hokage quello che sembrava un normale foglio di carta. Kakashi lo afferrò: era un volantino, che raffigurava una luna rossa su uno sfondo nero. La luna mostrava un simbolo fin troppo familiare, quello dello Sharingan, e al di sotto era riportata a caratteri cubitali la parola ‘MAR’.
« Uhm... il M.A.R. » disse Kakashi, riflettendo ad alta voce. « “Madara Aveva Ragione”... quel gruppo di fanatici. Questo deve essere uno dei loro manifesti, senza dubbio. »
« Dunque sono ancora attivi? » chiese Shizune, dubbiosa.
« Sembrerebbe proprio di sì. I membri del M.A.R. sono tutti uomini che hanno subìto l’esperienza dello Tsukuyomi Infinito: la vita illusoria fornita dal genjutsu in quell’occasione era migliore, secondo loro, di quella reale che possedevano... e a cui non sono stati contenti di tornare, dopo la fine della guerra. Purtroppo le cose stanno così... là fuori ci sono centinaia di persone – se non migliaia – insoddisfatte della propria vita, e che darebbero qualsiasi cosa pur di tornare nell’illusione scagliata da Madara. Il M.A.R. cerca di reclutare e manovrare queste persone da ogni nazione, allo scopo di convincere il mondo che “Madara aveva ragione”. »
« È terribile » commentò Shizune. « Come si può arrivare a credere una cosa del genere? »
« Mah... sappiamo entrambi fino a che punto si può spingere una persona frustrata o disperata. Inori Yamanaka ce lo ha dimostrato ancora una volta, con le sue azioni. »
« Quindi Inori era legata al M.A.R.? »
« È possibile. In base al rapporto di Ino, anche Inori preferiva di gran lunga la vita illusoria dello Tsukuyomi Infinito... cosa che l’ha spinta poi a fare ciò che ha fatto. Forse è entrata in contatto con il M.A.R., a un certo punto... ma, viste le attuali condizioni in cui versa, temo che non lo sapremo mai.
« Ad ogni modo » riprese Kakashi dopo una breve pausa, « non c’è molto da preoccuparsi. Quelli del M.A.R. sono solo un branco di fanatici, nulla di più. Per quanto possano sembrare organizzati, non troveranno mai il modo per ripristinare lo Tsukuyomi Infinito. Finora i loro “attentati” hanno fatto più rumore che danni. Ben pochi sono disposti a dargli retta, nonostante tutto... perché di questi tempi esiste ancora quella cosa chiamata “buon senso”. »
« Ah be’... meglio così, allora » sospirò Shizune.
« Meglio così. »
« Per ora è tutto, signore... non ho altre novità da riferire. »
« Ok, Shizune. Torna pure a casa. Ah, a proposito, toglimi una curiosità... tu per chi avevi tenuto al concorso di “La più bella di Konoha”? »
« Heh... per Sakura, ovviamente. »
« Uhm, anch’io... dopotutto era una mia allieva. È un vero peccato che non abbia vinto. »
L’Hokage sospirò ancora, gettando nel frattempo il volantino del M.A.R. nel cestino dei rifiuti. Quella, come si suol dire in certi casi, era un’altra storia.
 
Nel frattempo, i nostri eroi si godevano finalmente un meritato momento di pace. Dopo aver affidato Inori alle cure di Tsunade e aver fatto rapporto all’Hokage, i ragazzi si erano recati in un buon ristorante del villaggio, con l’intento di festeggiare finalmente per la vittoria di Ino al concorso di bellezza. Ino aveva mantenuto la parola e aveva offerto la cena a tutti, ordinando di riempire una tavola intera con un sacco di leccornie. A loro si erano uniti gli altri membri del gruppo che non erano stati coinvolti dalla minaccia di Inori: Kiba, Shino, Shikamaru, Rock Lee, TenTen e Choji; questi era accompagnato inoltre da Karui, una ragazza della Nuvola con cui si stava frequentando da poche settimane.
Ognuno faceva la sua parte, a modo suo, durante la cena: Sakura raccontava agli altri amici di quanto era accaduto poco prima; Ino e Sai cenavano in silenzio, scambiandosi occhiate profonde; Naruto e Hinata stavano in un angolo, chiacchierando e scambiandosi coccole tra un boccone e l’altro.
« Che carini » commentò Karui, fissandoli. « Vi sposate fra due mesi, se non sbaglio. »
« Eh già » ammise Naruto con orgoglio.
« E non vedete l’ora! » aggiunse Kiba divertito.
Hinata arrossì parecchio, e la cosa parve contagiare anche il suo futuro marito.
« ...e poi sono arrivati Naruto e Sai, appena in tempo per spegnere la macchina » raccontava Sakura nel frattempo. « Gli inibitori di chakra avevano impedito di localizzarci con precisione, ma per fortuna hanno trovato una soluzione alternativa. Hanno seguito un falco che li ha condotti fino al nascondiglio di Inori... un falco inviato da Sasuke. »
Rock Lee sputò l’acqua che stava bevendo per la sorpresa.
« Sasuke? »
« Heh... sembra che il nostro amico solitario voglia tenere d’occhio qualcuno da queste parti, mentre lui continua a girovagare » osservò Shikamaru con un sorrisetto.
Sakura annuì.
« Eh già » aggiunse Naruto in quel momento. « Se non fosse stato per Sasuke, non avremmo trovato in tempo il nascondiglio. Ricordatemi di ringraziarlo, non appena si rifà vivo da queste parti... mi ha permesso di ritrovarti prima che fosse troppo tardi » aggiunse, cingendo le spalle di Hinata con il suo braccio.
« G-già » rispose piano la ragazza.
L’atmosfera era allegra, ma l’entusiasmo non era ai massimi livelli. Per quanto Ino fosse contenta di aver vinto il titolo di “Più bella di Konoha”, non se la sentiva di festeggiare come se non fosse accaduto nulla. Portava ancora la corona e la fascia del concorso, ma in quel momento le trattava come parte del suo abbigliamento ordinario. Non poteva fingere di non provare pena per quella donna che stava per rubarle tutto, e questa sensazione perdurò durante la cena con gli amici. Per questo i suoi sorrisi erano smorzati, privi della giusta dose di felicità.
« Tutto bene, Ino? » chiese Shikamaru, preoccupato.
« Be’... di certo non mi aspettavo un simile episodio proprio oggi » ammise la bionda. « Il rapimento e tutto il resto... e il mio scontro mentale con Inori, poi, ha reso tutto ancora peggiore. Tutta la rabbia, i dolori, le ossessioni di quella donna... mi hanno fatto ricordare qualcosa di molto importante, che ha reso più amaro il sapore della mia vittoria al concorso. »
« E sarebbe? »
« La bellezza non è tutto » disse Ino. « Ma un sacco di persone, là fuori, pensano il contrario, a danno di coloro che non sono così fortunate da averla. Persone che potrebbero diventare come Inori, se sono spinte nella direzione sbagliata. Per questo ho preso una decisione: donerò i soldi del premio alle associazioni di volontariato, quelle al sostegno degli emarginati e i disagiati. Non volterò loro le spalle, non li dimenticherò e sosterrò il loro diritto... il diritto di avere una vita felice. Farò tutto il possibile per aiutarli. »
L’avevano ascoltata tutti, con evidente ammirazione.
Ino sentì il tocco gentile di Sai sulla sua spalla, che le rivolse un sorriso orgoglioso.
« Ben detto » disse il ragazzo, e sollevò il suo bicchiere. « In tal caso propongo un brindisi. In alto, i calici, ragazzi! A Ino... la più bella benefattrice di Konoha. »
I ragazzi ridacchiarono un poco, ma poi risposero al brindisi, alzando i loro bicchieri all’unisono.
« A Ino! »
La bionda sembrò ritrovare il sorriso, e si strinse commossa al fianco del suo amato. Aveva appena posato il suo bicchiere dopo aver bevuto, quando notò l’improvvisa, strana espressione sul volto di Sakura. Come se avesse visto un fantasma.
« Sakura...? »
« Sa... Sasuke! »
Ino si voltò, e lo stesso fecero tutti gli altri, rivolgendo lo sguardo verso l’ingresso del locale. Sasuke Uchiha era appena entrato nel ristorante, avvolto nel suo poncho da viaggio.
Sotto lo sguardo incredulo di tutti, il ninja si avvicinò in silenzio alla loro tavolata; Sakura si alzò e lo raggiunse, ammutolita per lo stupore di vederlo apparire all’improvviso. Ci fu ancora un istante di doloroso silenzio, poi lui disse, rigido: « Ciao, Sakura. »
« Sasuke, ma... cosa ci fai qui? »
« Il mio falco » rispose. « Tramite lui ho saputo che eri in pericolo, e ho fatto subito ritorno al villaggio. Ho fatto più in fretta che ho potuto, mi dispiace. »
« Be’, meglio tardi che m...! » iniziò Naruto, ma Hinata lo zittì tappandogli la bocca.
Ci fu una pausa. Sasuke fissò Sakura negli occhi, non sapendo che altro aggiungere.
« Stai bene? » chiese infine, sebbene la risposta fosse scontata.
« Oh, Sasuke! » esclamò Sakura, gettandosi in avanti per abbracciarlo. Sasuke non batté ciglio per un attimo, poi lentamente la strinse a sé con il suo unico braccio buono; ma la ragazza non aveva ancora finito, e catturò le sue labbra in un bacio mozzafiato.
Gli amici intorno a loro li osservarono soddisfatti.
« Bentornato, amico » annunciò Shikamaru con un sorrisetto, quando i due si separarono.
« Grazie » fece Sasuke. « Allora... cosa state festeggiando? Mi sono perso qualcosa? »
« Oh, nulla di che » commentò un’ironica Ino. « Solo la mia vittoria al più importante concorso di bellezza del villaggio. Be’, non restare lì impalato, unisciti a noi! Sto offrendo la cena a tutti, ti consiglio di approfittarne finché sei nei paraggi! »
E con somma sorpresa della maggioranza – Sakura compresa – Sasuke accettò. Il ragazzo prese posto a tavola come se nulla fosse, accolto con allegria dai membri più festosi del gruppo.
« Dattebayo! È bello riaverti qui con noi, Sasuke » esclamò Naruto.
« Non ti ci abituare » ribatté Sasuke. « Mi rimetterò in viaggio appena possibile. »
« Allora dovrò approfittare il più possibile della tua sosta » dichiarò Sakura, stringendosi al suo fianco.
« Oho! Hai capito miss Fronte Spaziosa! » fece Ino con un ghigno.
Scoppiarono tutti a ridere, anche se su Shino non si poteva essere sicuri.
« A proposito, Ino » intervenne Sasuke. « Congratulazioni per la vittoria. »
E la serata proseguì in allegria per i nostri eroi di Konoha.
 
FINE

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