Servi del Kosmos - Fermare e non fermare

di Vanya Imyarek
(/viewuser.php?uid=481161)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Facciamo scoprire una missione altamente top secret ***
Capitolo 2: *** Siamo chiaramente sfruttati sul lavoro ***
Capitolo 3: *** Due conversazioni di particolare interesse per il mio socio ***
Capitolo 4: *** Una bella gara di tuffi ***
Capitolo 5: *** Dimostro a tutti, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, che il dono della profezia ha una tempistica pessima ***
Capitolo 6: *** Scopriamo che qualcuno ci ha tirato un bel po' di accidenti ***
Capitolo 7: *** Di ragni idioti e segreti raggelanti ***
Capitolo 8: *** Tutti insieme appassionatamente, senza trascurare il mostro marino ***
Capitolo 9: *** Il Ceto Express mi porta a una riunione familiare ***
Capitolo 10: *** Mi guadagno il titolo di peggior figlio di tutti i tempi ***
Capitolo 11: *** Un serpente color ciliegia dalle idee confuse ***
Capitolo 12: *** Come volevasi dimostrare, la missione è un fiasco ***
Capitolo 13: *** Scopriamo che probabilmente stiamo per morire ***
Capitolo 14: *** Non moriamo, ma non si può dire che la situazione sia molto migliore ***
Capitolo 15: *** Siamo licenziati ***



Capitolo 1
*** Facciamo scoprire una missione altamente top secret ***


                    PENELOPE
 
FACCIAMO  SCOPRIRE  UNA  MISSIONE  ALTAMENTE  TOP  SECRET
 
 
 
 
Prova, prova ... lo so che non è originale, ma per vedere se funziona, cosa vuoi che dica? Comunque sì, funziona, sentiranno anche questo, quindi sta' un po' zitto e lasciami cominciare.
 Bene, se state ascoltando questa registrazione, vuol dire che avete sentito anche la precedente, e siete arrivati alla fine senza scagliarla da qualche parte. Non mi azzardo nemmeno a pensare che questo presupponga in qualche modo un perdono, casomai sono un po' sollevata dal fatto che almeno vogliate sapere come siano effettivamente andate le cose. Del resto, probabilmente queste registrazioni sono le prime occasioni in cui siamo completamente sinceri con voi, lo so che non è una bella cosa, però ... fa niente, lasciamo stare tutto questo discorso e iniziamo con le spiegazioni. 
Nella scorsa registrazione abbiamo narrato di come il dio Thoth ci abbia reclutati come assistenti nel compito di mantenere l'equilibrio cosmico durante l'ennesima guerra tra bene e male, di come anche una delle due fazioni ci abbia offerto di lavorare come spie nella parte opposta e noi avessimo accettato al solo scopo di tenerli d'occhio, e in mezzo a tutto questo bel triplo gioco con avvitamento carpiato ci siamo trovati anche con il compito di sottrarre a entrambe le parti una corona decisiva per l'esito dello scontro. 
Situazione che Chad, qui, sostiene risolta per merito suo, ma che comunque si era chiusa con una trance della sottoscritta con relativo delirio profetico: qualcosa di peggiore di un dio che avrebbe attraversato delle porte, una parte avversa che si sarebbe distrutta da sè, e distruzione proveninente dalle messi. Lo so che vi ricordate tutto fin troppo bene, sto solo ricapitolando un po' per capire a che punto inizia la storia.
 Vi ricorderete che Setne aveva già sviscerato un piano B, un'alternativa nel caso la corona si fosse trovata definitivamente al di là della sua portata: attraversare le Porte della Morte e tornare in vita. Non sarebbe diventato un dio direttamente, ma sarebbe stato in grado di formulare incantesimi in grado di costringere gli dei a renderlo tale. E sì, lo ribadisco: era tutto quello che noi dell'esercito di Setne pensavamo che avesse in mente. Il suo piccolo progetto collaterale era stato passato sotto silenzio a chiunque non fosse direttamente coinvolto, ovvero la sola Gaia. Ma a questo arriveremo solo a fine registrazione. 
Per accedere alle Porte della Morte, avrebbe dovuto per forza attraversarsi tutto il regno di Ade fino ad arrivare all'ingresso del Tartaro, ma non aveva nessuna intenzione di farsi seguire. Nessuno di noi lo avrebbe accompagnato, tutti ci saremmo dedicati a una serie di attacchi al Campo Mezzosangue, al Campo Giove o anche a mezzosangue isolati che ancora non sapevano di essere tali, in modo da far credere che lui fosse ancora con noi, a dirigere le operazioni. Ci aveva perfino preparato una serie di piani d'attacco, per evitare che noi facessimo qualunque cosa a sua insaputa.
 Bene, questo era il programma di Setne; ma Thoth aveva altre idee. Dopo un'analisi delle varie prospettive, era giunto alla conclusione che il modo migliore per conservare il kosmos sarebbe stato bloccare Setne nel Tartaro. Farlo resuscitare sarebbe stato contro il concetto stesso di equilibrio, consegnarlo alla giustizia degli Inferi egizi sarebbe stato un bene eccessivo e avrebbe portato a uno squilibrio. Ergo, noi avremmo dovuto far sì che qualcuno dei due Campi scoprisse cosa stava succedendo, mandasse qualche eroe al suo inseguimento, e preferibilmente proporci come parte del gruppo, per controllare che Setne facesse davvero la fine per lui prevista.
 A questo scopo, ci eravamo dedicati a tirare un poco di sfiga alle Furie e ai demoni della sorveglianza ai Campi della Pena: nel giro di alcune settimane, si ritrovarono ad affrontare alcuni episodi di fuga con relativi tentativi di infilarsi nel mondo mortale o quantomeno nell'Elisio. Sì, è stata tutta opera nostra, in larga parte mia, anche se ovviamente il qui presente Chad non è d'accordo. Va bene, recentemente aveva scoperto in modo accidentale di sapersi pure rendere invisibile (come davolo avesse fatto ad accorgersene in ritardo, proprio non lo so) e poter rendere invisibili anche terzi (me), e la cosa poteva essere d'aiuto per confondere i demoni, ma ero soprattutto io a suggerire un piccolo incidente a questo o  quell'altro. 
Naturalmente eravamo stati ben attenti a non lasciare scappare davvero nessuno, ma tutto ciò era stato sufficiente a far sì che Ade richiamasse suo figlio Nico perchè qualcuno cercasse di arginare un po' la situazione. No, non potevamo assolutamente essere noi a far scoprire i piani di Setne: sarebbe stato lo stesso che andare dal suo esercito e dichiararci fermamente sostenitori degli dei. Nico era la persona perfetta: era legato sia ad Ade che al Campo Mezzosangue, conosceva bene gli Inferi ed era fondamentalmente l'unico mezzosangue a cui Ade avrebbe affidato il compito di controllare cosa c'era che non andasse nel suo dominio. 
Il dio dei morti era naturalmente stato avvertito dei potenziali piani di Setne e consigliato di aumentare la sorveglianza, e come lo stesso Nico aveva prospettato, aveva risposto mandando tutti a quel paese e ribadendo che la sicurezza del suo regno era sempre stata un argomento di vitale importanza per lui: come sottolineato dal fatto che solo da quando c'era lui l'organizzazione delle pene e dei premi ai defunti aveva un qualche senso, e che quasi nessuno fosse riuscito a tornare al mondo dei vivi, e per giunta era solo e unicamente lui a gestire tutte le spese, grazie tante per il riconoscimento. 
Lo sdegno di Ade aveva giocato a nostro favore: quando si era accorto dei problemi aveva tenuto la cosa nel massimo riserbo, senza lasciar trapelare nulla presso gli altri dei, e aveva imposto la medesima segretezza a Nico; dunque il Campo non poteva saperne assolutamente nulla. E visto che noi eravamo le spie al Campo, anche noi non ne sapevamo assolutamente nulla e non avremmo certo potuto avvertire Setne del pericolo di farsi sgamare. Nessuno avrebbe potuto sospettare di noi, purchè avessimo agito con cautela.
 Sapevamo il giorno in cui Setne sarebbe ufficialmente disceso nel Tartaro per tentare la grande impresa (22 di dicembre, ve lo ricordate tutti, sì?), e sapevamo da dove avrebbe effettuato la sua discesa: un bel tuffo a candela (ci aveva tenuto a specificarlo: a bomba non sarebbe stato dignitoso) in un crepaccio che pareva messo lì apposta.
 Nico doveva essere lì ad assistere. 
Il piano che avevamo studiato con Thoth prevedeva di fare le cose in grande per l'occasione: avremmo scatenato un'evasione di massa servendoci di quarantanove signorine, al secolo note come Danaidi, celebri per aver assassinato i loro mariti durante la prima notte di nozze dietro ordine del padre (se ne era astenuta solo una, che infatti era nell'Elisio) e per essere state  punite di ciò, nella loro vita post mortem, tramite l'obbligo di cercare di riempire d'acqua delle giare vuote. 
Ora, come far evadere queste soavi fanciulle dal loro supplizio eterno? Semplice, provvedendo a sfidare le leggi della fisica con un bel trucchetto di illusionismo. O almeno, così era nel piano; Chad non ne era affatto convinto. 
"Ti rendi conto che non reggerà mai?" borbottava. "Sarebbe meglio chiedere direttamente un miracolo. Tanto, per i sorveglianti finirebbe male lo stesso, no?"
 "No, no, quello varrebbe al massimo per i figli di Tyche" fu la mia risposta a quelle lagne continue. "Noi figli di Moros, a quanto pare, siamo molto più vincolati da ciò che potrebbe realmente succedere. La sfiga più pura e semplice, che non coinvolga affatto il soprannaturale" 
"Cioè, i figli di Tyche possono creare miracoli di fortuna e quelli di Moros sono legati al campo delle normali possibilità? Che sfiga" 
"L'hai detto. Comunque piantala, ecco che arriva in zona" risposi. 
Avevamo precedentemente tirato un colpo di sfortuna a un demone che passava di lì per caso: prima gli avevamo fatto ordinare da Caronte di prendere del nastro adesivo molto resistente e impermeabile per le riparazioni della barca, poi gli avevamo fatto venire il sospetto di non aver visto Sisifo che sfacchinava sulla sua collinetta, e dunque ventilato la possibilità di una sua fuga. No, quello specifico dannato era ancora al suo posto, e Chad non mi avrebbe lasciata dargli anche solo la remota possibilità di una fuga, quindi era tutto frutto della fantasia del demone ... con un piccolo aiutino da parte nostra, certo. 
Da bravo guardiano solerte, la nostra vittima non aveva lasciato troppo spazio al sospetto che fosse solo suggestione ed era andato sul sicuro, preferendo controllare di persona. Una volta raggiunti i Campi della Pena, aveva deposto a terra, proprio vicino al pozzo dove si affaticavano le Danaidi, quell'utilissimo scotch, onde avere le mani libere nel caso ci fosse da riacciuffare un fuggitivo. 
Ma in realtà Sisifo era lì che spingeva e sacramentava in tutte le lingue del mondo, dunque non c'era nulla di cui preoccuparsi e poteva tornare a dedicarsi ad altro ... ma aveva dimenticato il suo nastro adesivo vicino alle Danaidi. Che sfortuna. 
Per i primi minuti, però, tememmo che le Danaidi non avrebbero afferrato: continuavano ad affaccendarsi con le loro giare, rassegate e senza nemmeno guardarsi intorno. Immagino che dopo millenni fosse naturale essere un po' senza speranza, ma che diamine, noi avevamo servito loro un'occasione coi controfiocchi proprio sotto il naso, cosa ci voleva a coglierla? 
Solo quei pochi minuti, per fortuna; poi una Danaide dall'aria molto più incazzosa delle altre vide lo scotch e si fermò di colpo.
 "E questo cosa ..." mormorò, prendendolo in mano. Come diavolo faceva a sollevarlo, essendo un fantasma? Non ne ho la minima idea, ma del resto poteva toccare anche la giara. Chad sostiene che a causa fosse l'appartenenza di quegli oggetti agli Inferi. 
Comunque, fatto sta che quella Danaide raccolse l'oggetto, se lo ritrovò appiccicato alle dita e, quando capì a che cosa serviva, un sorriso enorme le si dipinse in volto.
 "Sorelle!" richiamò le altre. "Guardate un po' qui! Un modo per liberarci ce l'abbiamo eccome!" 
Nessuna delle sorelle in questione se la filò nemmeno di striscio, salvo una che le rispose in tono demoralizzato. "Ancora con questa storia, Crisippe? Pensavamo che ti fossi decisa a lasciar perdere quattro secoli fa ..."
 "No, questa volta funzionerà" ribattè decisa Crisippe, che a quanto pareva non era nuova a tentativi di fuga. Riuscì finalmente a staccarsi il nastro adesivo dalle mani e lo applicò con cura sul foro nella sua giara, tagliando l'eccesso con una pietra appuntita messa lì in teoria solo perchè le dannate potessero calpestarla durante il loro supplizio. Mostrò poi soddisfatta il risultato alle sorelle: la giara sembrava perfettamente normale. 
Alcune delle sue sorelle si fermarono per osservarla molto interessate, altre continuarono con i loro tentativi di riempire la giara. 
"Non servirà a niente" replicò la stessa che aveva parlato prima.
 "E basta con la depressione inutile, Teano! Guarda un po' qua, piuttosto!" sbottò Crisippe. Marciò spedita verso il pozzo e attinse la sua giara. Mi ritrovai a incrociare le dita, sperando che il nastro reggesse davvero. La Danaide tirò fuori la giara dal pozzo. Non ne cadde una sola goccia d'acqua.
 Tra le sue sorelle si scatenò il caos: chi correva ad ammirare quel miracolo, chi provvedeva direttamente a replicarlo, contendensosi lo scotch per essere la prima a vedere finalmente la propria giara piena.
 "Se continuano con tutto questo casino si faranno beccare dalle Furie prima del previsto" mormorò nervosamente Chad. 
"Nel caso ci penserò io a rallentarle" replicai. Ma ricevemmo qualcosa di estremamente raro per noi, un colpo di fortuna: nessuna Furia si avvicinò prima del dovuto. Iniziarono a farsi vive solo quando furono le Danaidi stesse a richiederlo, gridando e sventolando le giare piene per richiamare la loro attenzione. Per fortuna avevamo previsto che avrebbero fatto una cosa simile, probabilmente più per il gusto di piazzare in faccia alle proprie aguzzine la vittoria che per sperare in un'assoluzione dopo aver scontato la pena. 
Tre vecchiette raggrinzite, alate e munite di fruste si avvicinarono per vedere cosa fosse tutto quel baccano, e furono salutate dal lancio di quattro giare, che riuscirono ad acchiappare solo grazie alle loro fruste. Un paio non afferrarono e presero a minacciare le Danaidi, ma l'altra cacciò un urlo furioso quando si rese conto che, in barba a tutte le leggi della fisica e degli Inferi, le Danaidi erano riuscite in ciò che era previsto dalla loro pena. 
Ora, di solito, quando le punizioni date ai Campi della Pena erano sotto forma di richiesta di portare a termine un incarico, questo era talmente impossibile che la possibilità di successo non era nemmeno contemplata. Ergo, non esistevano leggi che stabilissero cosa fare in quel caso, se cambiare pena al condannato o graziarlo (più probabilmente avrebbero fatto la prima). 
 Ma lì un evento simile si era appen verificato, e le Furie erano comprensibilmente nella confusione più totale. La Danaidi non ci pensarono mezzo secondo per approfittarne, e il terreno tremò sotto la corsa di quarantanove ragazze esaltate che andavano nemmeno loro sapevano bene dove, bastava che fosse lontano da lì.
 "Bene. Avanti, cane da pastore, fai il tuo dovere"! bisbigliò Chad. Avrei quasi voluto non essere invisibile: avrebbe percepito l'occhiataccia molto meglio.
 "E tu fa' il tuo, di dovere, ovvero stai zitto. Quanto a voi, andate verso il Tartaro, così da farvi sgamare!" sussurrai. 
Poi passai alla vittima successiva. "Che Nico Di Angelo vada al Tartaro, e si ritrovi un'intera ribellione da fronteggiare!" Sì, a distanza il mio potere funzionava così.
 A quanto ne sapevamo, Setne doveva essere all'interno degli Inferi, ma probabilmente non era ancora saltato. Vedersi arrivare addosso una carica di quarantanove tizie doveva costituire un buon deterrente dal gettarsi subito. Conoscendolo, avrebbe almeno voluto scoprire cosa stesse succedendo. 
Noi due, invece, dovevamo raggiungere al più presto la scena del crimine e accertarci che tutto andasse come previsto. Pareva di sì: le Danaidi giunsero sull'orlo del precipizio, guardarono giù, ponderarono tra loro cosa fosse quel buco o se fosse o meno il caso di buttarsi, e furono interrotte da un urlo che grazie all'involontario contributo di Luciano Macchiavelli riconobbi come un'esclamazione in italiano.
 "Ferme dove siete!" gridò Nico, sopraggiungendo di corsa, la spada puntata innanzi a sè. Siccome queste frasi valgono qualcosa solo nei film o nei romanzi con protagonisti molto sprovveduti, l'unico risultato che ottenne fu che quattro o cinque Danaidi affrettarono la scelta e si gettarono nella voragine. 
Uh, questa giuro che non gliel'avevo augurata io. Chissà cosa sarebbe successo loro? Sospettavo che comunque non si sarebbero trovate meglio che nella loro precedente situazione. 
Altre reagirono in modo diverso, scagliando addosso al povero Nico le giare che evidentemente avevano conservato allo scopo ... be', del resto gli avevo augurato di fronteggiare una ribellione. Sei Danaidi ancora, invece, persero la speranza così da poco acquisita e scoppiarono in singhiozzi. Tra loro riconobbi Teano.
 Per completare il quadretto, dai Campi della Pena stavano sopraggiungendo le Furie, molto ... be', furiose. Nel frattempo, però, di Setne non si vedeva la minima traccia. Che diavolo di fine aveva fatto? Non era che per caso si era già buttato? Oppure non era ancora arrivato ... no, negli Inferi c'era di sicuro, lo avevamo visto entrare noi stessi, poco prima di iniziare il putiferio delle Danaidi. 
Ma allora era già saltato? O era lì che si godeva lo spettacolo? Del resto, debolezze nel sistema di sicurezza degli Inferi avrebbero dovuto interessarlo molto, nel caso decidesse di resuscitare anche qualche mitologico psicopatico deceduto, un po' come aveva fatto Gea. Probabilmente si era ben nascosto con un incantesimo di invisibilità o di mimetizzazione. Ma il fatto era che Nico doveva vederlo, e doveva vederlo saltare nel Tartaro. 
"Setne, vediti svanire il tuo incantesimo di protezione, qualunque esso sia" sussurrai.
 Detto fatto: il nostro presunto capo apparve in tutto il suo pacchiano splendore, comodamente seduto su una roccia a godersi lo show. Non si rese nemmeno conto subito che la sua magia era svanita: realizzò soltanto quando una delle Danaidi piagnucolose lo vide e strillò per lo spavento, attirando inoltre l'attenzione di Nico e delle Furie. 
"Setne! Voi tre, lasciate perdere le altre, prendete lui!" gridò il figlio di Ade.
 Setne, rendendosi conto di essere stato sgamato nel modo peggiore e meno previsto, non perse tempo a reagire, a modo suo naturalmente. "Caro il mio figlio di Ade, ma tu guarda che lavoracci che ti rifila tuo padre!"
 Sì, lo so che Nico questa parte non l'ha riferita. E se siete in ascolto insieme a lui, non dategli subito addosso, per favore. Com'è che c'è questa tendenza a non voler riferire un tentativo di corruzione da parte del nemico quando non c'è nessun esito? Veramente, Nico, non sei stato ad ascoltarlo nemmeno per un secondo, perchè ti sei vergognato tanto da omettere questa parte? Avresti rischiato solo sospetti infondati nel caso Setne avesse accennato a una vostra conversazione.
 Ti sei comportato benissimo, siamo pronti a giurarlo sebbene adesso la tua parola da sola per tutti valga molto più di quella di me e Chad messi insieme, e anzi avresti preso Setne, se non fosse stato per il mio intervento. 
"Inciampa e sbaglia il colpo" sussurrai. Nico inciampò in un'asperità del terreno, agitò il braccio che reggeva la spada portandolo il più lontano possibile da Setne, e per sbaglio si ferì da solo all'altro braccio. Ahi, questa proprio non gliel'avevo augurata, anche se rientrava in effetti nel campo delle possibilità previste dalla mia frase. Non era che per via della mia ascendenza i mei auguri tendevano a comportare la maggior sfiga possibile, anche quando non richiesta da me? 
Sperai di no, sarebbe stato molto meglio se il mio potere fosse sempre del tutto controllabile. E poi sul serio, mi dispiacque per il povero Nico. Almeno il taglio sembrava piuttosto superficiale. 
Ma mentre succedevano tutte queste cose, Setne colse l'occasione per dileguarsi: pochi istanti prima di essere raggiunto dalle Furie, si tuffò nel Tartaro. A bomba, se la cosa può interessare a qualcuno. 
Le tre Furie urlarono e imprecarono, facendo schioccare le fruste addosso a tutte le Danaidi disponibili, ma non si azzardarono minimamente a inseguire il prigioniero e a riportarlo su, come avevamo previsto. Evidentemente consideravano il fatto che fosse finito nel Tartaro come una punizione ben più che sufficiente, e lo scorno era solo per non essere riuscite a portare il prigioniero al loro re. 
"E' fatta" bisbigliò Chad in un sussurro. 
Annuii, ricordando solo dopo di essere invisibile. "Ade non potrà nascondere anche questo per orgoglio. Anche se dovesse ordinare una cosa simile, Nico disubbidirebbe"
 "E farebbe bene. Andiamo, dobbiamo dire al capo della buona riuscita del tutto, e bisogna sentire i nuovi ordini sul nostro progetto. Non so te, ma io chiedo un aumento"
 "La vuoi smettere di sparare cretinate col rischio di farti sentire? Andiamo e basta!"
 
 
 
 
 
 
Ladies & Gentlemen,
ed eccoci arrivati alla seconda storia della serie! Complimenti a voi, se dopo la prima avete ancora voglia di reggere a un'altra storia dello stesso tono. Una piccola curiosità: anche nella famigerata storia originale ci doveva essere un secondo capitolo, e poi un terzo, esattamente come un questa, ma contrariamente alla prima non fu mai completata. Le idee però le avevo ben chiare, e se qualcuno riesce a sopportarlo, ne parlerò più diffusamente a storia ultimata. E ora, spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri eroi si consulteranno di nuovo con Thoth, e poi faranno il loro solito lavoro: diranno parecchie balle a quelli del Campo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Siamo chiaramente sfruttati sul lavoro ***


                                              CHAD

SIAMO  CHIARAMENTE  SFRUTTATI  SUL  LAVORO







Non appena percepii che le ombre si stavano diradando, mi buttai a terra velocissimo e ... presi un pallone da basket in faccia. Neanche il tempo di imprecare per il fallimento del mio piano, e un secondo pallone mi rimbalzò sulla testa. 
"Non in testa, Coriolanus! Già ha pochi neuroni di suo, se poi ti ci metti anche tu ..." fu l'amabile commento di Penelope.
 "Agh!" fu la risposta del babbuino Coriolanus e, malgrado la formulazione della richiesta, sperai che fosse un assenso. Quel trucchetto del gettarmi a terra per evitare le sue pallonate aveva funzionato solo una volta, la prima; dopodichè, quel babbuino pestifero aveva iniziato a lanciarmi addosso due o tre palloni alla volta, di modo che in qualunque direzione mi buttassi almeno uno mi colpisse sempre.
 "Già che ci sei, tirane qualcuno anche a lei" intervenni. "Si sa mai che, con il contraccolpo, qualcuno dei suoi neuroni non si riattivi"
 "Ragazzi, le tecniche terapeutiche che suggerite sono estremamente interessanti e degne dell'attenzione di un qualsiasi primario, nonchè primate, ma vorreste cortesemente riferire anche cosa sia successo con Setne?" intervenne Thoth. Era intento a montare il modellino Lego di un'autocisterna, di una grandezza sospettosamente simile a quella naturale.
 "Andato tutto liscio e secondo i piani" annunciai. "Setne si è tuffato a bomba proprio sotto il naso di Nico e delle Furie, e le Danaidi sono ritornate tutte all'ovile, eccetto alcune che hanno preferito buttarsi nel Tartaro" 
Thoth non parve molto lieto della notizia. "Nel Tartaro? Potrebbero incontrare Setne e diventare sue alleate, se lui promettesse la resurrezione anche a loro. Non so esattamente di quale aiuto potrebbero essere, ma potrebbero complicare i piani, mettersi di mezzo a qualunque soluzione voi troviate per trattenere Setne nel Tartaro ..." 
Penelope, artefice di quell'incidente, si affrettò a ribattere "Ma sono solo un pugno di donne che non hanno mai fatto nulla a parte pugnalare degli uomini disarmati. E non hanno particolari conoscenze di magia o chissà che. Non credo che a Setne converrebbe neppure arruolarle"
 "Se reputasse di aver bisogno di qualcuno che si sacrifichi per lui, cercherà di portarle dalla sua parte" dichiarò Thoth. 
"Capiamo. Adesso non dobbiamo fare altro che aspettare che Nico vada al Campo, convochi la riunione, e si decida chi dovrà andare nel Tartaro. Non credo che ci vorrà molto, ma vorrà prima parlare con Ade" dichiarò la mia socia.
 Decisi di chiedere di un altro oggetto abituale delle nostre conversazioni, ora che la faccenda di Setne poteva essere temporaneamente messa da parte. 
"Come sta andando Coxlery?" chiesi. 
"In grande stile, ovvero malissimo per qualunque osservatore esterno. Licenzia tutti quelli che finora gli davano dell'incompetente, amministra i fondi in modo quasi casuale, fa tagli sullo stipendio a mezzo personale. Creerà il caos in quel disgraziato centro di ricerche" 
Qualcuno, da quest'ultima frase, avrà già capito che si trattava della nostra ultima trovata per riequilibrare l'eccesso di bene creato da Setne; adesso mi tocca spiegare i dettagli, e mi piacerebbe molto sapere in che gradazione in più ci odierete dopo. 
Dopo che un'uscita con i nostri teppisti aveva prodotto come risultato un attacco al Campo da parte dell'esercito di Setne e il definitivo recupero della corona in circostanze che, non fossero state ben gestite, sarebbero potute sfociare in un disastro, avevamo deciso che non era più il caso di esporsi di persona così tanto. Avevamo interrotto del tutto il nostro giro di scommesse con i ragazzi di Ermes, e diradato la partecipazione ai furtarelli e ai vandalismi dei teppisti; tanto li avevamo instradati in modo che ormai procedevano benissimo da sè. 
Adesso, con l'aiuto di Thoth, avevamo iniziato a lavorare su un progetto più impegnativo, più importante e, di conseguenza, più dannoso e meno moralmente accettabile. 
Sembrava un po' un esperimento psicologico: consisteva nell'individuare un centro di ricerca per la cura delle malattie,  trovare l'ultima ruota del carro, qualcuno con una posizione di scarso rilievo, possibilmente incapace nel suo lavoro, frustrato, invidioso dei colleghi e in perenne guerra con loro, il non plus ultra sarebbe stato anche che fosse in ristrettezze economiche, trovare questo soggetto dicevo, e rimaneggiare un po' di scartoffie e opinioni dei piani alti in modo che dall'oggi al domani si ritrovasse in una posizione di diretta gestione del centro.
 La nostra scelta era ricaduta su Johnathan Coxlery, un ricercatore piuttosto incapace attivo in un centro di ricerche contro il cancro. Mezz'età, calcolato meno di zero da tutti i colleghi che non lo calcolavano abbastanza da sfotterlo, incazzato col mondo ma troppo vigliacco per fare rimostranze apertamente. Preferiva darsi alla nobile arte di sparlare dietro le spalle, ma si dimostrava tanto intelligente da farlo esattamente con gli amici della vittima, anzichè con qualcuno assolutamente neutrale. Il risultato che sortiva, invece di isolare non troppo apertamente la sua vittima, era farsi detestare ancora di più e isolare solo sè stesso. Il che, in un perfetto circolo vizioso, lo rendeva ancora più frustrato e incazzato col mondo.
 Bene, immaginatevi questo soggetto che si ritrova, di punto in bianco e senza meriti di sorta, a dirigere il centro e con esso tutte le persone che l'avevano sfottuto o ignorato: Coxlery 2, la vendetta! 
Nel giro di neanche due settimane, i soggetti più brillanti e capaci del centro si erano ritrovati licenziati, tagliati in blocco assieme a tutti coloro sui quali il nuovo direttore voleva una rivincita, e chi non era stato cacciato, si era visto ridurre lo stipendio ai minimi storici. Inoltre Coxlery non aveva la minima idea di come si amministrassero adeguatamente i fondi di un centro ricerche, spendeva un sacco in apparecchiature non troppo utili e, malgrado i tagli agli stipendi, iniziavano a scarsefggiare i soldi per ciò che veramente serviva. Esattamente il risultato che noi volevamo conseguire.
 Tutto ciò sarebbe servito a un salutare aumento di ingiustizia e, anche se è davvero la cosa peggiore, a un notevole ritardo nello sviluppo di una cura contro una malattia. Intendiamoci, ci sentivamo effettivamente un po'in colpa nonostante fossimo convinti che i bravi ricercatori avrebbero trovato presto lavoro in un altro centro, ma comunque non si trattava di una cosa buona. E noi in fondo dovevamo diminuire le cose buone al mondo. Quindi, anche se era brutto dirlo, il nostro esperimento andava a gonfie vele.
 "Allora ... va tutto bene?" chiese esitante Penelope, a cui forse non garbavano troppo quelle parole applicate alla situazione. 
"Sì, ma bisogna accertarsi che le cose continuino su questo binario. Probabilmente basterebbe aumentargli lo stipendio" 
"Si potrebbe creargli qualche piccolo problema ... non di quelli causati da lui, insomma, ma qualcosa per cui sia costretto a muovere le chiappe e a darsi un po' più da fare" suggerì Penelope. "Quando avrà risolto, sarà convinto di 'meritarsi' qualcosa di più"
 Bella idea ... ma migliorabile. 
"Facciamoglielo risolvere in modo opinabile" proposi io. "In modo che soddisfi praticamente solo lui. Probabilmente creerà un danno, a lungo o breve termine. E le ricerche saranno ulteriormente impedite"
 "Hm" mormorò Thoth, allungandoci un'occhiata che mi parve quasi preoccupata. Forse pensava che avessimo proposto delle cavolate? Ma era Penelope quella che aveva suggerito l'idea iniziale, io avevo solo apportato dei miglioramenti, quindi avrei dovuto essere a posto. 
"Sì, è un buon piano. Suggerirei di danneggiare i macchinari, in modo che sia necessario spendere un po' per sistemarli. Conoscendo il tipo, questo non lo inviterà ad amministrare meglio i fondi, ma lo convincerà che, essendo un così abile finanziere, può concedersi qualcosina senza troppi problemi. Studierò il modo migliore di creare il danno e dirigere le sue operazioni senza coinvolgere altre persone più preparate in materia mentre voi sarete nel Tartaro. Temo che saranno operazioni un po' delicate, soprattutto da effettuare senza farci sgamare da nessuno, quindi non ho intenzione di fare nulla finchè voi due siete bloccati ... no, un momento, è preoccupante che io stia pensando a queste cose. Forse sono concentrato su troppe cose contemporaneamente?" mormorò squadrando l'autocisterna Lego con aria sospettosa.
 "Intende dire che se Setne resterà bloccato nel Tartaro, poi non ci sarà più bisogno di fare nulla?" concluse Penelope. Grazie tante, c'ero arrivato anch'io.
 "Esattamente. Anzi, in tal caso sarebbe addirittura preferibile rimuovere Coxlery da quell'incarico, di male nel mondo ce ne sarà più che a sufficienza senza Setne. Non è certo qualcosa che si può eliminare in eterno" 
"D'accordo" rispondemmo io e Penelope quasi all'unisono. No, allora non ci facevamo esattamente caso, al fatto che stessimo giocando con la vita di una persona come se fosse uno dei Sim. A malapena la consideravamo manipolazione, e solo di documenti. Non ci piaceva Coxlery e non ci importava nulla di lui, figuriamoci se spendevamo tempo a pensare a come si sarebbe sentito nel corso di tutta la faccenda. Quelle considerazioni arrivarono con un po' di ritardo.
 Ma in quel momento, i nostri pensieri erano tutti tesi alla missione nel Tartaro. E come no? Scendere nella parte più oscura e pericolosa degli Inferi è un po' più importante che occuparsi del lavoro di un povero idiota. 
"Bene" concluse Thoth. "Sapete già cosa dovete fare, quali tasti premere con chi. Non mi resta che augurarvi buona fortuna. Ci rivedremo a missione finita"
 "Grazie capo! Ci stia bene, e attento a guidare quell'autocisterna!" lo apostrofai, iniziando a sparire nell'ombra.
 "Non ci badi, non ci può fare niente" fu l'inutile commento aggiuntivo di Penelope, prima che sparisse anche lei.
 Ricomparimmo nel bel mezzo del bosco, pronti ad essere di ritorno da una battuta a caccia di mostri. Mi augurai che Nico non fosse ancora tornato, e che comunque avesse il buonsenso di convocare una riunione generale e non solo per i capi cabina. Grazie agli dei, le cose stavano esattamente così: tutti continuavano beatamente le loro attività come se nessuno fosse appena sopraggiunto con la notizia che la sicurezza degli Inferi aveva appena fallita con il nemico più pericoloso del momento. 
Penelope andò ad allenarsi con Afanisis, la sua spada magica, io andai al poligono di tiro, dove passai un felice e normale quarto d'ora a scannarmi con i figli di Apollo per il possesso di un bersaglio particolarmente impegnativo. Non vinse nessuno: dopo il lasso di tempo già citato, sopraggiunse un ragazzino di Demetra e intimò a tutti noi di raggiungere l'anfiteatro, dietro la vaga spiegazione che 'è successo un casino negli Inferi'. 
Okay, e adesso arrivava la parte più importante. Certo, noi eravamo di natura molto persuasivi, avevamo avuto modo di rendercene conto in svariate occasioni, ma Chirone sarebbe stato davvero disposto a mandare in missione, nel luogo più pericoloso contemplato dalla mitologia greca, un paio di ragazzi con alle spalle pochi mesi di addestramento? 
Be', Percy Jackson era stato spedito nella sua prima impresa quando aveva tre anni di età e qualche mese di addestramento in meno di noi, ma primo era figlio di uno dei Tre Pezzi Grossi, e secondo la situazione era tale da non poter essere risolta da altri. Sia io che Penelope eravamo figli di dei minori, neanche contemplati tra i Dodici per intenderci, e anche se vantavamo ognuno dei poteri non indifferenti, la situazione poteva essere risolta anche da qualcun altro. 
In particolare, avevamo concordato che i più importanti da persuadere sarebbero stati Jason e Percy (soprattutto quest'ultimo, a dire il vero): la combinazione di lealtà, desiderio di non mandare i novellini in prima linea e mania di protagonismo poteva essere letale. Ma anche Chirone sarebbe stato un osso duro: la sua priorità era veder morire meno mezzosangue possibile, e probabilmente ci avrebbe visti molto esposti al rischio. Ma avevamo cercato le cose su cui avremmo dovuto fare leva, e contavamo di essere adeguatamente preparati. Adesso veniva il momento di metterci davvero alla prova.
 Nell'anfiteatro ci fu una mezz'ora di tramestio prima che tutti fossero ai posti di combattimento: bisognava andare in giro a raccattare egizi, Romani e greci naturalizzati Romani, la maggior parte dei quali erano tra l'altro reduci dallo scontro con i ragazzi di Setne, prima di cominciare del tutto. In tutto quel tempo, le solite voci incontrollate svolsero il loro compito di seminare panico e confusione: Setne aveva liberato tutti gli spiriti dei Campi della Pena e ne aveva fatto un armata zombie pronta a conquistare il mondo; Setne aveva fatto passare le Furie dalla sua parte; Dakao era riuscito a usare la magia di Anubi per confondere le idee ai giudici dell'oltretomba, e ora i processi venivano svolti senza criterio; Luciano aveva corrotto Caronte perchè non trasportasse più i morti per  prossimi dieci anni, in modo che si riversassero tutti sulla terra pronti ad essere controllati da Melinoe. Per fortuna questi danni continuarono per una mezz'oretta soltanto, poi Nico poté finalmente prendere parola.
 "Setne è riuscito a saltare nel Tartaro" andò subito al sodo, e scatenò un uragano di commenti e richieste. Come? Dove? Perchè nessuno era riuscito a fare niente?
 "Neanche un'ora fa, dal crepaccio negli Inferi. L'ha fatto esattamente nel bel mezzo di alcuni disguidi con degli spiriti dei Campi della Pena, quindi è stato difficile intervenire. Ma il problema è che adesso si trova nel Tartaro, diretto esattamente verso le Porte della Morte"
 "Bisogna fermarlo" disse immediatamente Carter, sopraggiunto assieme Sadie, Walt e Ziah. "Non possiamo neanche rischiare che Setne riesca a tornare umano. Dov'è questo Tartaro? Ci andremo noi, e lo recupereremo ..." 
Riuscì a rivelare soltanto che nessuno avesse mai spiegato agli egizi cosa fosse il Tartaro. Sull'anfiteatro piombò un silenzio di tomba. Chirone si schiarì la voce.
 "Temo che non vi abbiano parlato molto del Tartaro. E' il luogo in assoluto più pericoloso degli Inferi, quello dove gli dei gettano i loro nemici peggiori, quello dove i mostri si riformano dopo essere stati sconfitti. E' caos allo stato puro, assenza di regole e ordine. Solo tre persone sono sopravvissute, e si trovano tutte in questo posto"
 "Promette bene" commentò Sadie senza scomporsi troppo. "Somiglia alla nostra Terra dei Demoni, e mi ci sono trovata benissimo"
 Ricevette occhiate confuse da tutte le parti. Una tua specialità, Sadie, questo bisogna concedertelo.
 "Ma non c'è altro modo di fermare Setne. Qualcuno deve scendere n quel posto. E noi siamo quelli che lo conoscono meglio" 
Wow, sembrava proprio che Carter morisse dalla voglia di fare un bel tuffo nel Tartaro. Avevamo preso in considerazione che si sarebbe offerto volontario anche qualche egizio, ma la sostanza del piano non cambiava: avremmo lo stesso seguito il gruppo per accertarci che Setne facesse una brutta fine. 
"Ma un altro sistema c'è" intervenne Hazelle. "Possiamo direttamente andare dall'altro capo delle Porte, quello che dà sul mondo umano, e aspettare che Setne ne esca per catturarlo" 
"No, no" intervenne Carter. "Sarebbe troppo pericoloso. Come fantasma, Setne ha accesso solo a una parte limitata dei suoi poteri, e riesce lo stesso ad essere una bella grana. In forma mortale, sarebbe al di sopra delle nostre possibilità, senza contare che potrebbe leggere gli incantesimi del libro magico più potente di sempre"
 "Andiamo bene" commentò Percy. "Ma vi ricordo che il Tartaro non è una passeggiatina per sgranchirsi le gambe. Ci sono moltissime possibilità che Setne venga distrutto o intrappolato lì dentro, anche se è già morto" 
"Troppo incerto" chiosò Annabeth. "Ci sarebbe sempre un margine di possibilità che ne esca" 
"No, lui deve proprio uscirne, ma in mano nostra" ribattè Carter. "Ve l'ho già detto. Setne dev'essere portato davanti a Osiride, subire un regolare processo ed essere conseguentemente condannato. Altrimenti non sarebbe giustizia"
 "Capiamo perfettamente" intervenne Chirone. "Ma non vedo come sia possibile. Per uscire dal Tartaro, una volta che avrete ripreso Setne, dovrete comunque passare attraverso le Porte della Morte. Il vostro prigioniero tornerebbe lo stesso in vita" 
"Avete qualche incantesimo per bloccarlo, o ..." esordì Annabeth.
 "Probabilmente non funzionerebbero, ma abbiamo di meglio. Potremmo trasformarci in volatili e uscire in volo da dove siamo saltati, o evocare un portale. Se ha funzionato nella Terra dei Demoni, il luogo più caotico della nostra civiltà, non vedo perchè non debba succedere nel vostro" ragionò Ziah. 
"Utile" mormorò Annabeth.
 "Ma non dovreste andare da soli" intervenne Percy. Ecco, c'era da aspettarsi che l'avrebbe detto ... tra poco sarebbe stato il nostro turno di intervenire. "Io ho intenzione di seguirvi. Ci sono già stato, nel Tartaro, lo conosco meglio di voi e anche di Setne. E me la cavo anche bene a combattere. Posso farvi da scorta"
 "Posso farlo anch'io, se è per questo" intervenne Annabeth. "Non ho una sola ragione di meno per farlo"
 Ora toccava a noi. Io e Penelope alzammo la mano quasi in sincrono.
 "Sì?" ci interpellò Chirone.
 "Mi offro di andare anch'io nel Tartaro" risposi immediatamente, per primo. "Contrariamente a Percy e agli altri, la mia natura è in parte legata a quel luogo. Potrei cavarmela bene, in quel posto" 
"Stavo per dire lo stesso" intervenne subito Penelope. "E poi, vi faccio notare che se Percy ha capacità di GPS quando si trova nel mare, non c'è motivo per cui anche noi due non abbiamo abilità simili nel Tartaro"
 "E poi, si tratta sempre delle Porte di mio padre" replicai immediatamente io. "Potrei sempre convincerlo a darci una mano ..."
 "Calma, voi due" tagliò corto Chirone. "Capisco la vostra buona volontà, ma siete ancora a inizio addestramento. Neanche cinque mesi! E andare nel Tartaro ... è troppo pericoloso per voi" 
"E' vero" concordò Percy. "Non ho intenzione che voi rischiate senza motivo"
 "E tu e Annabeth avete un motivo per rischiare?" lo rimbeccò immediatamente Penelope. "Vi siete offerti perchè ci siete già stati, avete detto. Ma a conti fatti nessuno di voi due è veramente collegato a quel luogo: Percy, tu non te la sei sempre cavata meglio nelle missioni per mare? I tuoi poteri non erano amplificati lì? Per noi potrebbe essere lo stesso, nel Tartaro. Entrambi i nostri genitori sono legati a quel luogo" 
"Entrambi figli di Nyx, questo è vero" riflettè Chirone. Nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo, sì, avevo già concretizzato il fatto che questo rendeva Penelope mia cugina e sì, ero già più o meno venuto a patti con questa cosa. 
 "Ed entrambi legati al Tartaro. Ma non siete gli unici a discendere da Nyx, ci sono molti altri suoi nipoti e quasi tutti più addestrati e preparati di voi" 
Bene! E a questo punto, Chirone aveva detto la frase giusta per far scattare la Linea D'Azione Figlio Devoto. 
"Ma loro non ..." incespicai nelle parole, 'cercando di trovare quelle giuste'. Come avevamo concordato, non avrei fatto una cosa troppo lamentosa, non era decisamente nel mio carattere e rendermi ridicolo non avrebbe invogliato Chirone ad affidarmi l'impresa; dunque dovevo fingere di esitare, per poi poter dire qualcosa di già concertato da un paio di settimane.
 "Ma qui si tratta delle Porte di mio padre" intervenni alla fine. "Potrebbe essere necessaria una sua collaborazione, e potrei essere la persona migliore per convincerlo. Metti che gli spediscano il figlio di qualche fratello che gli è antipatico" 
Mi beccai qualche occhiata indispettita da qualche cugino, ma Chirone sembrò afferrare il presunto sottinteso. In fondo, era sempre lui quello che si impegnava perchè le relazioni dei mezzosangue con i genitori divini e gli dei in generale fossero, se non proprio idilliache (mission impossible) quantomeno civili. Sicuramente non voleva ritrovarsi un nuovo Luke Castellan con cui avere a che fare, se non altro. 
Premendo quel tasto, proponendomi come un mezzosangue che cercasse di rendere orgoglioso il proprio genitore divino, le possibilità di convincerlo aumentavano esponenzialmente.
 "Effettivamente gli dei sono molto ... suscettibili a queste cose" esordì. E grazie tante, già tra i mezzosangue la prima regola per i rapporti interpersonali era sapere chi fosse figlio di chi, figuriamoci con gli dei stessi. "E Thanatos è notoriamente difficile da convincere a fare qualcosa, a meno di non essere Ade. Sì, penso che in effetti potresti essere di qualche aiuto nel gruppo" 
Uh, finalmente la grande concessione! E vorrei dire che io sono di grande aiuto in qualunque gruppo, a prescindere. 
"Ehi, un attimo" intervenne Penelope. Lei sarebbe stata quella più difficile da far passare, perchè Moros non c'entrava molto in quella faccenda. Probabilmente poteva contare su abilità nel Tartaro simili alle mie, ma soprattutto avrebbe dovuto puntare sul suo grande talento nel menare sfiga. 
"Vorrei ribadire che anch'io mi sono offerta di entrare a far parte del gruppo. Punto primo: io non lascio i miei amici andarsene alla cavolo nel posto più pericoloso del mondo ... e mi sto riferendo a Sadie, a scanso equivoci. Punto secondo, chi è quello che la volta scorsa si è preso un attacco di diarrea? Posso chiamarlo a testimoniare la mia straordinaria potenza in battaglia?" 
Risatine sparse. Nessuno però si fece avanti a testimoniare. Era vero, durante l'ultima battaglia, quella in cui avevamo ottenuto la corona, Penelope era riuscita a causare a qualcuno un attacco di diarrea improvviso senza neanche volerlo, ma tagliandolo automaticamente fuori dallo scontro, per ovvie ragioni. Ma anche Sadie e Annabeth avevano sperimentato i suoi poteri quando erano state attaccate da un gruppo di statue, e probabilmente tutti si ricordavano di quando aveva praticamente indotto un dragone al suicidio. Magari qualche chance l'aveva pure lei. 
E fare leva sulla sua amicizia con Sadie, ribadiamo sincera ma alle volte molto utile, era stata una mossa decente.
 Chirone non sembrava ancora troppo convinto. "Ragazzi, rendetevi conto che questa missione sta diventando sovraffollata. Idealmente, non si dovrebbe partire in più di tre, ma anche facendo una deroga, sareste in troppi per non destare l'atenzione. Setne potrebbe essere avvertito da miglia di distanza"
 Per noi, non avrebbe fatto nessuna differenza, anzi, più gente c'era più si alzava la possibilità di convincere qualcuno a riservare il peggio possibile a Setne, ma la superstizione dei greci era da tenere in conto. 
"Allora, facciamo così" propose Sadie. Sperai che se ne uscisse con qualcosa a nostro favore ... 
"Chad e Penelope accompagneranno me e mio fratello nel Tartaro. Quando avete fatto un'impresa in quattro non è successo niente, no? Percy e Annabeth potrebbero andare dalla parte opposta delle Porte della Morte, nel caso Setne riuscisse ad uscire. Siete pur sempre i combattenti migliori, no? Anche se dovesse tornare umano, avrebbe una bella sorpresa" 
"Ehi ..." 
Ziah e Walt resero quasi impossibile capire cosa stessero dicendo, perchè si misero a parlare contemporaneamente. Si trattava, comunque, di essere anche loro all'estremità delle Porte della Morte. In teoria per dare una manforte di incantesimi egizi, in pratica, suppongo, per essere i primi ad accertarsi che i rispettivi innamorati stessero bene. A Chirone ci volle comunque qualche minuto per calmarli e scoprire che cosa volessero. 
Ma alla fine, fu proprio questo il modo in cui rimanemmo accordati: noi due, Sadie e Carter nel Tartaro, dietro a Setne, mentre Percy, Annabeth, Ziah e Walt avrebbero aspettato al varco per accertarsi che tutto filasse liscio. 
E noi ce l'avevamo fatta! Eravamo dei grandi, lo sapevamo benissimo. 
Adesso, però, dovevamo affrontare l'impresa vera e propria: fermare Setne. Sadie e Carter non solo erano egizi, ma anche figli di Osiride, quello che avrebbe dovuto giudicare quel fantasma malefico: era quindi ovvio che il loro obiettivo sarebbe stato quello di portarlo da papà. Gli sarebbe capitato un incidente allora. 
Ah, e un'altra cosa, a scadenza più vicina ... quella notte dovevamo gestire la cosa con l'esercito di Setne.





Ladies & Gentlemen,
ecco che i nostri eroi hanno una nuova conversazione con il mitico Thoth e riescono a imbucarsi nell'impresa. Viene anche rivelato un nuovo progetto per riequilibrare un po' bene e male nel mondo, progetto largamente ispirato agli esperimenti di Zimbardo (vi consiglio di farci qualche ricerca, vi potrebbe tornare utile per capire anche gli eventi che seguiranno). E ora, spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri riusciranno (forse) a far credere a tutti di non essere implicati assolutamente in nulla, andranno all'inferno, e Chad avrà un paio di conversazioni di particolare interesse.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Due conversazioni di particolare interesse per il mio socio ***


                            PENELOPE






DUE  CONVERSAZIONI  DI  PARTICOLARE  INTERESSE  PER  IL  MIO  SOCIO






L'ultima cosa che ci aspettavamo, saltando fuori dalle ombre nel covo dell'esercito di Setne, era di piombare nel mezzo di un'operazione chirurgica. 

E invece ci si presentò davanti agli occhi la seguente scenetta: Dakao sdraiato sul tavolo della sala delle riunioni, con una freccia conficcata nella scapola e l'espressione di uno che sta facendo di tutto per non emettere un singolo suono, Hazelle seduta vicino a lui che cercava di rimuovere la detta freccia senza fargli troppo male, Gaia parimenti vicina, intenta a sminuzzare alcune radici alla velocità massima possibile, e tutti gli altri disposti attorno, con espressioni di variabile preoccupazione.

 "Oh cavolo ..." fui tutti quello che riuscii a dire, attirando su di noi l'attenzione di tutti fuorchè delle due improvvisate dottoresse. "Fatemi indovinare, è andato male l'attacco?"

 "E' stato mio fratello" spiegò un Calvin che pareva sull'orlo delle lacrime, come se la consanguineità col feritore rendesse l'accaduto esclusivamente colpa sua. "Quello Romano e cinese, Frank Zhang" 

Frank? Il ragazzo di Hazel? Uno degli eroi dal cuore puro che avevano salvato il mondo da Gea? E sì, ragazzi, era così che eravamo arrivati a considerarvi. Persone tutte d'un pezzo che non avrebbero mai fatto male non necessario a un essere umano. 

Ma forse Dakao, essendo stato trasformato in un demone, aveva perso tale qualifica? Mi augurai che quel ragazzo non la vedesse così: c'era una bella ingiustizia, dietro la sua metamorfosi e l'allontanamento dalla Casa della Vita. 

Ma alla fine si trattava sempre di un campo di battaglia, e certo poteva anche essere stata legittima difesa ... anche se, per un caso simile, il punto dove la freccia aveva colpito era un po' troppo preciso.

 "Posso provare a trasformare quella freccia in cenere" Chad offrì un'innovativa tecnica chirurgica. "Non ci sarebbe bisogno di estrarla, si disintegrerebbe da sè ..."

"E gli finirebbe tutta la cenere nella ferita" ribattè Gaia, guardandolo storto come se l'avesse suggerito di proposito. "Finirebbe per infettarsi. Purtroppo ci tocca provare il metodo tradizionale"

 "E bisogna anche fare i complimenti a Zhang: la sua mira è davvero impeccabile" brontolò Hazelle, sforzandosi di fare uscire la freccia di qualche altro millimetro. "Dritto nel punto di intersezione con l'ala: doppiamente difficile da estrarre. E mi dispiace doverlo dire, ma non credo che riuscirà a volare come prima"

 Dakao fece una smorfia, ma si sforzò comunque di non emettere un solo suono. Doveva essere un bel colpo, comunque: le ali erano l'unica cosa del suo corpo demoniaco che gli fosse mai tornata effettivamente utile. Era molto più difficile gestire un attaccante in volo, di questo era facile accorgersi; forse per lui era una sorta di compensazione, che adesso gli veniva tolta. 

Ero davvero dispiaciuta per lui, e anche per un risvolto più inquietante della questione: Chad una volta mi aveva rivelato che Dakao sarebbe morto precipitando da una grande altezza, e la cosa aveva lasciato entrambi perplessi, visto che avrebbe potuto comunque salvarsi in volo. Vedere svanire quella sua possibilità di salvezza ... era come un cattivo presagio. 

"Con tutto il rispetto per la cattiva notizia appena data" intervenne Luciano. "Ho il forte sospetto che Chad e Penelope siano qui per contraccambiare con un'altra di questo tenore. Sareste disposti a riferircela, ragazzi?" 

Se solo quella frase fosse stata detta da chiunque altro, avrei detto tutto senza esitazioni; ma con Luciano non si poteva mai sapere. Era molto bravo a imprimere sfumature diverse a un discorso, e posta in quel modo, la frase pareva quasi sottintendere che noi fossimo implicati in qualunque cosa fosse successa, e conseguentemente interessati a non riferirla.

 "Setne è stato scoperto mentre saltava nel Tartaro" rispose Chad. Ecco, e io mi stavo giusto interrogando su quale sarebbe stata la cosa più saggia ... no, un momento, interrogarsi un corno.

 Il modo in cui Luciano aveva posto la questione dava da pensare, certo, ma se fossimo stati innocenti non ci avremmo neanche badato e avremmo risposto subito, come appunto aveva fatto Chad. Non che pensassi che potesse averlo fatto in base a un ragionamento così approfondito, probabilmente non ci aveva neanche pensato su (anche se lui sostiene di aver fatto riflessioni istantanee e aver deciso che quella era la soluzione migliore), ma forse sarebbe servito a evitare eventuali trappole.

 La reazione dell'esercito di Setne alla notizia, comunque, prevedibilmente non fu delle migliori: ci fu chi imprecò, chi si portò terrorizzato le mani alla bocca, chi chiese ulteriori informazioni, e Dakao che si distrasse a tal punto da farsi sfuggire un mugolio di dolore. 

"A quanto pare, c'è stata un'evasione" spiegai. "Non si sa bene come, ma le Danaidi sono riuscite a evadere alla loro pena e a scappare tutte, guarda caso in direzione del Tartaro. Nel preciso momento in cui il nostro capo si stava apprestando a saltare, e naturalmente si sono tirate dietro le Furie e Nico Di Angelo" 

Altre imprecazioni.

 "La fortuna non è davvero stata dalla nostra" fu il commento di Luciano. Ah-ah ... e con questo cosa intendeva dire? Ci stava comunicando che la cosa gli puzzava? Probabilissimo, conclusi. Ne avrei discusso in seguito con Chad: dovevamo prestare particolare attenzione a quell'italiano.

 "Che razza di sfiga!" Mortimer, nel tentativo di dire qualcosa di intelligente sulle orme di qualcun altro, non fece che peggiorare la situazione; e Hazelle lo seguì a ruota.

 "Sembra quasi fatto di proposito ... oh, scusa!!" 

Le ultime due parole furono rivolte a Dakao: nell'esaltazione dovuta alla sua deduzione, gli aveva strappato quella benedetta freccia senza troppi complimenti, facendogli, a giudicare dalla sua faccia, un male cane. Lui non disse nulla, comunque, e da quel momento si occuparono di lui Gaia e Regina: la seconda evocò dell'acqua per ripulirgli la ferita, la seconda vi applicò un qualche impiastro di erbe e iniziò il bendaggio.

 Noi, però, avevamo ben altro su cui concentrarci che non simili manovre mediche.

 "Non ci avevamo pensato" ammise Chad.

 "A dire il vero, qualche sospetto in tal senso mi è venuto" migliorai la line di difesa io. "Ma l'ho scartato quando Nico ha ammesso che già da qualche tempo c'erano problemi agli Inferi, un sacco di anime avevano mancato di poco l'evasione, e Ade se ne era stato zitto per salvaguardare l'amor proprio"

 "Accidenti a lui e al suo amor proprio" brontolò Gaia. "Ma il capo non è stato fermato, vero?"

 "No, ma la sicurezza è tutta saltata. Manderanno un gruppo a cercarlo, e sono stati incaricati di portarlo via tramite viaggio nella Duat o qualche altra forma di teletrasporto, apposta per evitare che passi attraverso le Porte della Morte"

 "Allora, voi due dovete far parte di quella squadra" dichiarò Luciano.

 "Già fatto" gongolò Chad. "E' stata decisa nella stessa riunione in cui hanno spiegato il fattaccio, e siamo riusciti a farci prendere subito"

 "Ma siete stati fantastici!" esclamò una Hazelle sinceramente meravigliata, o almeno, di questo riuscì a dare l'impressione.

 "Un tempismo davvero eccezionale" si congratulò a sua volta Luciano. Anche alcuni degli altri espressero la loro ammirazione, ma questi due mi preoccuparono sinceramente. Di Luciano sapevo già di dover stare in guardia, ma Hazelle? Nelle nostre discussioni, eravamo più o meno d'accordo nel definirla qualcuno da trattare con le pinze - era davvero intelligente, e magari il fratello le confidava alcuni dei suoi sospetti - ma la sua era una lode sincera o un velato suggerimento che anche lei ci teneva d'occhio? 

Comunque stessero le cose, non potevo starmene impalata a pensarci mentre le conversazioni andavano avanti.

 "E quindi quella missione in qualche modo fallirà, se non sbaglio" concluse Regina.

 "Un triste fallimento, già. Anche con una squadra di elementi scelti, può sempre capitare una disgrazia" sospirò Chad con fare drammatico, suscitando qualche sorriso divertito. Certo, e così si premuniva anche di dare una spiegazione di come avremmo agito. Effettivamente, probabilmente puntare sulle mie doti di iettatrice sarebbe stato quello che avremmo fatto se fossimo davvero stati dalla parte di Setne. 

Ma lui non sarebbe mai emerso dal Tartaro, e quello che sarebbe successo lì dentro sarebbe stato noto solo a Carter e Sadie. Anche perchè le effettive dinamiche erano ancora da combinare. Tutto ciò che era deciso in ogni dettaglio erano l'inizio e la fine della vicenda: l'inizio l'avete appena visto tutti, la fine sarebbe consistita in due mezzosangue che si stabilivano tranquillamente al Campo, con la loro brava fama da eroi, possibilmente. 

Ne avevamo discusso con Thoth, e ci aveva espressamente richiesto di non lasciare il Campo: anche se dopo la fine di Setne quella vicenda si fosse conclusa, rimanendo lì avremmo potuto, a nostra scelta, o smettere del tutto con la protezione del kosmos e vivere da mezzosangue normali, o tornare in servizio quando necessario e avere sempre a disposizione informazioni su cosa stesse facendo 'il partito dei buoni'. 

Noi propendevamo per quest'ultima ipotesi, ad essere sinceri: il fatto è che già allora, dopo tutti i casini che avevamo piantato, ci faceva uno strano effetto il pensiero di rinunciare a quel ruolo. Ma speravamo sinceramente che il nostro intervento fosse richiesto il più tardi possibile: non ne abbiamo mai parlato troppo diffusamente, ma sono sicura che entrambi volessimo l'opportunità di poter stare con i nostri amici senza necessariamente dover dire balle una frase sì e l'altra pure. 

Tornando a noi, i ragazzi di Setne parvero piuttosto soddisfatti di come avessimo gestito le cose, e tutto quel che ci fu detto, dopo quel momento, furono auguri di buona fortuna. 

Non ne avremmo avuta, naturalmente.


Il giorno della partenza, ovvero l'indomani stesso, eravamo entrambi parecchio nervosi.

 Il fatto è che stavamo per iniziare una missione nuova, per i nostri standard: non solo avremmo dovuto fare qualcosa che andasse a svantaggio di entrambe le parti in cui saremmo dovuti essere implicati, ma si sarebbe trattato, con ogni probabilità, della missione decisiva, quella che avrebbe decretato il destino delle parti in lotta. E se non avessimo vinto noi, in un modo o nell'altro ci sarebbero state ripercussioni negative.

 Tra l'altro, visto che saremmo stati per tutto il tempo in compagnia di Carter e Sadie, le possibilità che riuscissimo a comunicare per un eventuale piano d'azione erano decisamente basse. Non la situazione più conveniente di questo mondo, ma io avevo già dato prova delle mie capacità di improvvisazione, e anche Chad, per quanto stordito, non se la cavava troppo male a rendere credibili le sue raffazzonatissime scuse. In tutto, era forse la cosa che dava meno da pensare. 

Il Campo ci diede abbondanti scorte di nettare e ambrosia, più cibo in scatola e scorte d'acqua. Ognuno di noi aveva anche un kit di pronto soccorso di base, a uso e consumo degli egizi nel caso le loro magie di guarigione non si fossero rivelate all'altezza delle nostre. Un po' improbabile, ma vedi mai che l'oggetto sbagliato venisse perso o simili.

 I ragazzi del Campo presero varie posizioni riguardo alla nostra partenza: alcuni credevano che avessimo un po' troppa voglia di metterci in mostra, altri sostenevano Chad e la sua scusa del Figlio Devoto. Gli eroi più celebri erano preocupati da morire per la nostra poca esperienza, nonostante il fatto che anche loro si fossero beccati le loro belle imprese quando erano anche più giovani di noi; e alcuni, in particolare un certo trio di figli di Apollo, trovava strano che fossimo implicati in ogni circostanza in cui il Campo era in pericolo: sia io che Chad eravamo stati costretti a far entrare alcuni ragazzi dell'esercito di Setne nel Campo, poi Chad aveva trasformato in cenere la corona di Tolomeo, e adesso entrambi volevamo andare a caccia del fantasma più pericoloso per ben due civiltà ... davvero sarebbe stato sicuro lasciarci andare? Insomma, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca ... avevamo un qualcosa di equivoco.

 E loro avevano perfettamente ragione, ma la stragrande maggioranza del Campo ci considerava due dei loro, e poi c'era sempre questa specie di faida tra Chad e la casa di Apollo, e in pratica quei tizi godevano dell'ascolto e dell'attenzione di cui ai suoi tempi era solita beneficiare Cassandra.

 Pochi di loro erano dalla nostra parte senza troppi sentimentalismi, e tra loro c'erano Nico e Hazel. Forse perchè, essendo quelli che nella zona degli Inferi giocavano in casa, avevano meno problemi a comprendere il nostro legame con un luogo come il Tartaro.

 Tra l'altro, Nico avrebbe anche avuto il compito di accompagnarci fino al crepaccio da cui era saltato Setne, per accertarsi che almeno fino al momento del grande salto andasse tutto bene. Avremmo trovato Sadie e Carter all'ingresso della Porta di Orfeo, la più vicina via agli Inferi. Non che facesse molta differenza il luogo della discesa, visto che tutti noi potevamo teletrasportarci in un modo o nell'altro, ma almeno non avremmo dovuto pagare Caronte. Uno dei satiri dei Campo sarebbe andato apposta da noi a suonare per aprire la porta. Insomma, almeno nella primissima parte del viaggio, avevamo tutte le facilitazioni possibili. 

Viaggiammo in taxi con il satiro fino a Central Park, il che ci concesse il privilegio di ascoltarlo provare tutto il suo repertorio dei Beatles mentre tentava di capire che musica avrebbe potuto compiacere la porta. Secondo me, sarebbe andata bene una qualunque, purchè non condita dalle lamentele del tassista, amante, a quanto pareva, del punk. 

Trovammo, come previsto, Carter e Sadie davanti a un grosso mucchio di pietre. 

"Ah, eccoli" ci chiamò Sadie. "Siete riusciti ad affrontare mezz'ora di macchina senza nessun problema soprannaturale?"

 "L'unica cosa soprannaturale era la passione del tassista per i Sex Pistols, e la sua strenua opposizione a che qualunque altra cosa fosse suonata nella sua vettura" replicai, facendo arrossire il satiro. Un po' agitatino, il tipo, ma del resto stava facendo da lasciapassare per una missione ben pericolosa. Non suonò i Sex Pistols, bensì Yellow Submarine, dimostrando che le sue idee non erano state alterate dall'invadenza di quel tassista.

 Le pietre si spostarono, rivelando il passaggio, e vi ci infilammo tutti dentro senza che nessuno vi facesse troppo caso: benedetta Foschia. 

Io e Chad non avevamo troppa voglia di parlare, troppo nervosi, e Carter pareva appena un po' più a suo agio in una missione molto pericolosa; toccava dunque a Sadie parlare anche per noi, cosa che suppongo le sia dispiaciuta molto. Continuava a fare domande sugli Inferi greci, come fossero e come funzionassero, domande alle quali noi non potevamo certo rispondere, non essendoci mai stati. Credo, Sadie, che tu ti sia divertita molto di più quando abbiamo incontrato Nico; al punto che il poveretto a stento riuscì a infilare quella piccola informazione che c'erano due spiriti che volevano parlarci. 

Sadie sgranò gli occhi. "Non ditemi che Setne è riuscito a farsi pubblicità anche quaggiù!" 

"Non ne ho idea, quei due spettri hanno chiesto espressamente di parlarne con voi. Posso però dirvi che qui nessuno ha visto volantini a proposito della possibilità di rinascere a nuova vita sotto il regno di uno spettro egizio, al modico prezzo di qualche piccolo aiuto" fu la risposta. Stai a vedere che adesso Ade iniziava a contagiare Nico con la sua ossessione del rispetto per la sicurezza da lui istituita. 

"Sono sicuro che li avrebbe fatti bene" commentò Carter. "Chi sono questi due spettri, comunque?"

 "Uno è Sisifo; la sua leggenda è piuttosto nota" e la faccia di Chad era piuttosto seccata "e l'altro è ..." Nico esitò, come cercando le parole giuste per definire quel soggetto. "Una persona di famiglia per uno di voi" 

Eh? Qualche mio parente? I più plausibili erano i miei nonni, ma il nonno era morto quando avevo sette anni, e la nonna due anni dopo. Posto anche il fatto che con mia nonna mi trovavo meglio che con mia madre, non sapevo davvero cosa avrebbero potuto dirmi. Non avrebbero dovuto sapere nulla degli dei greci esistenti e operanti, figuriamoci quindi essere in grado di darmi consigli su come gestire una faccenda come quella di Setne. O forse volevano solo cogliere l'opportunità di rivedermi?

 Mah ... ora che ci pensavo, si trattava proprio dei miei nonni? Poteva essere qualche parente di Chad? Dubitavo che fosse qualcuno da parte di Sadie e Carter, i loro parenti dovevano essere tutti negli Inferi egizi. Se solo Nico avesse sentito un po' meno il bisogno di fare il delicato, e avesse detto le cose come stavano! 

No, adesso era tutto intento a guidarci verso i Campi della Pena, e a gestire la curiosità di Sadie e il suo desiderio di fare paragoni. Bisogna dire che lei fu a un passo dal fare causa all'intera nostra civiltà quando vide i tormenti dei dannati.

 "Ma non li fate semplicemente smettere di esistere?" era la questione che la sconvolgeva di più. "Dalle nostre parti si dà il cuore dei dannati a un mostro ibrido tra un ippopotamo, un leone e un barboncino, e credevo che fosse già una cosa abbastanza terribile, ma qui ci sono cose orrende! Chi le assegna queste punizioni, De Sade?"

 "Mio padre" fu la risposta.

 Il pensiero di non aver fatto proprio una figura sfavillante causò alla mia amica di dover fare una pausa imbarazzata; ma uscì presto da quella situazione. "Okay, capisco che avere come padre il dio degli Inferi possa essere una cosa abbastanza pazzesca, ma non puoi negare che qui ci siano cose orribili, no?"

 "Sadie ..." Carter fece il suo miglior tentativo per fermare la sorella. Lei lo ignorò, attività nella quale ha spesso gloriato il suo talento. Lo stesso fece Nico. 

"Si tratta anche di persone che hanno fatto cose orribili. Spesso la pena è direttamente collegata al loro crimine" 

"Come nell'Inferno dantesco" Carter decise che per impedire a Sadie altre domande era necessario prendere misure più estreme.

 "Be', certo, in fondo è qui che è stato Dante" rispose Nico. 

"Cosa? Ma lui era cristiano!" 

"Le cose sono un po' confuse, bisogna dire. In realtà, era un mezzosangue, un figlio di Apollo per la precisione, e ... be', diciamo che suo padre non era troppo felice di vedere con quanto fervore andasse in chiesa. Così in qualche modo ha convinto Ade a fargli fare un piccolo tour degli Inferi per mostrargli come stessero esattamente le cose. I risultati non furono quelli sperati, infatti credo che abbia equivocato un po'" 

"E così si spiega pure perchè nella Divina Commedia ci siano tanti personaggi della mitologia greca" commentò Carter, evidentemente sollevato dal successo dell'operazione che non solo gli aveva fatto zittire la sorella, ma l'aveva anche illuminato in una materia senz'altro interessante.

 "Vorrei sapere però dove l'abbia visto l'amore che muove il sole e le altre galassie, o qualunque cosa fosse" commentò una Sadie non troppo interessata, scrutando il soffitto buio e ricco di stalattiti. 

"Aspetta di arrivare all'Elisio ..." 

"Parlate del mio trasloco?" chiese Sisifo, voltandosi verso di noi e mollando senza troppi rimpianti la sua pietra. Negli ultimi momenti della conversazione era entrato nel nostro campo visivo, e l'ignoranza degli egizi al suo riguardo era chiaramente denunciata dalla loro assenza di reazioni al vederlo.

 "No, anche perchè quando sei ai Campi della Pena non puoi andare da nessuna parte" replicò secco Nico.

 "Sì, sì, tu continua pure a credere in questa giustizia utopica, sei troppo giovane per farmi venir voglia di guastare alcunchè rivelandoti che tuo padre mi ha promesso il ritorno in vita non appena sarò riuscito a portare questo masso sulla cima"

 "Non darti troppo pensiero, lo so benissimo. E a proposito, quanti millenni sono che spingi quella pietra?" 

"Sciocchezze in confronto all'immortalità che riuscirò ad ottenere! Ah! Ma guarda, 

non sapevo che fossi anche tu nell'impresa" 

Aveva notato Chad. 

"Sei tu Sisifo?" gli chiese Carter, che, al pari di Sadie, pareva ora piuttosto confuso. Già, forse tutta la cultura greca e i suoi vari miti non erano proprio l'argomento in cui gli egizi erano ferrati. 

"Vi presento Sisifo, signore e signori. Uno dei nostri volontari informatori" 

"Sì, volontari!" esclamò lui. "Ho molta buona volontà, certo più di chiunque altro voglia parlarvi. Ma se posso chiedere, non è che finalmente qualcuno tirerà fuori un po' di decenza e dimosterà di saper essere riconoscente?"

 "Piuttosto che fare uno sconto di pena a questo qui, io me ne andrei ad affrontare Setne seduta stante e senza nessuna idea sulle sue effettive capacità" brontolò Chad. Una frase un po' teatrale; sembrava enfatizzare abbastanza l'antipatia che nutriva nei confronti di Sisifo.

 "Che figlio devoto!" lo complimentò il fantasma, autentico come un capo di marca venduto per pochi soldi. 

"Ma insomma, cos'ha fatto questo qui?" chiese Sadie. 

Chad prese prontamente la parola. "Ha imprigionato mio padre. Rifiutava l'idea di morire, e quando Thanatos si presentò a casa sua, riuscì a stordirlo e a legarlo, impedendogli di fatto di svolgere i suoi compiti. Il risultato fu che nessuno morì più"

 Gli egizi sgranarono gli occhi, stupefatti. 

"Veramente intrappolare un dio della morte rende tutti immortali?" chiese Sadie. Sicuro come l'oro che stava pensando ad Anubi.

 "E certo!" intervenne Sisifo. "Perchè credi che la Casa della Vita, nella sua fase anti - dei, avesse lasciato in libertà il tuo fidanzato?" 

E lui come faceva a saperlo? Sadie gli rivolse un'adeguata occhiataccia, ma prima che potesse adeguatamente esprimere la sua irritazione, Chad intervenne di nuovo. 

"Ecco, in seguito a queste informazioni, vorrei notare con quanta generosità d'animo ha impedito all'universo mondo di morire, solo perchè ne aveva paura lui" 

"Punto primo: non è colpa mia, Thanatos si era premurato di informarmi che sarebbe stata una cosa dolorosa, quindi è naturale che io mi sia spaventato, e lui avrebbe dovuto aspettarsi una reazione di sorta" Sisifo iniziò ad esporre i motivi che lo rendevano innocente come un'agnellino. "Punto secondo: a me pare di aver fatto un favore all'umanità. Che c'è di male nel non morire più? Nessuna sofferenza nè per chi se ne va nè per chi resta; godersi la vita per l'eternità; e alla fine avrebbe stabilito la pace perpetua, perchè la guerra non avrebbe più avuto senso. Perchè credete che l'unico a protestare per la situazione sia stato Ares?"

 Eh no. Magari la sua obiezione aveva anche un fondo di logica, ma non potevo permettere che passasse per quello dalla parte giusta. Perchè se avevo ben afferrato il piano di Chad, l'obiettivo era farlo parere l'individuo peggiore che si potesse immaginare, e il meno affidabile. 

Cosa che, seppur verissima, avrebbe fatto dubitare gli egizi di qualsiasi cosa lui avesse detto, a prescindere da quanto potesse essere logica. E avrebbe dato a noi due un margine di controllo. Mi dispiace ragazzi, capisco che quello che abbiamo fatto non sia bello, ma dovevamo fare di tutto per accertarci la vittoria.

 "Oh, certo, un vero Gandhi ante litteram" commentò Chad, ignorando di proposito il punto primo. "Questo lasciando perdere piccoli problemi secondari come il sovraffollamento e tutti gli annessi e connessi, come esaurimento delle  risorse mondiali, controllo delle nascite per arginare il problema, crisi finanziaria per tutti gli impresari funebri ..."

 "Che all'epoca non esistevano, se ne occupavano i parenti" intervenne Sisifo con una certa soddisfazione. "Comunque, volete discutere del passato o sentire un paio di informazioni utili?"

 "Taglia corto e dicci cosa vuoi" brontolò Sadie.

 "La libertà!"

 "Non in quel senso!" lo rimbeccai. "Quelle tue maledette informazioni"

 "Più che altro, è una lista di nomi" spiegò Sisifo. "Sapete, quel ridicolo tizio vestito da mafioso non è stato qui ieri per la prima volta. Ha fatto circolare parecchie voci, sapete, promesse di liberarci tutti e riportarci in vita se avessimo causato una distrazione, avessimo messo in difficoltà la sicurezza degli Inferi, fatto una qualunque cosa per distogliere l'attenzione di Ade da lui. Oltre a un buon posto nel mondo da lui creato con i suoi fantastici nuovi poteri"

 Alt. Che stava blaterando quel tizio?

 "Ecco perchè le Danaidi ..." mormorò Carter come folgorato, guardando le donne che si trovavano ancora nei dintorni. 

Dopo la faccenda dei vasi, la loro punizione era appena stata cambiata: erano costrette a correre in ogni direzione, inseguite da mostri umanoidi con volti di cani e code di serpente. Quando una di loro era presa ... lasciamo perdere, Carter, Nico e Sadie hanno preferito non parlarne, e noi siamo perfettamente d'accordo.

 "E tutti i problemi che avete avuto qui" ricordò Sadie, rivolgendosi a Nico.

 Quest'ultimo si era decisamente incupito, ritenendo di essere venuto a capo di molte cose, e forse pensando a come suo padre avrebbe preso la rivelazione. Quanto a me e a Chad, eravamo nella situazione allucinante di essere gli unici a sapere che le cose non stavano affatto così, di non poterlo dire esplicitamente agli altri, e di non sapere esattamente cosa ci fosse dietro a quel corso di eventi.

 Cercai di fare mente locale il più in fretta che potevo. Sisifo ci aveva rivelato che Setne aveva esplicitamente chiesto agli spiriti dei Campi della Pena di causare distrazioni per favorire i suoi movimenti. Ma quei problemi erano stati causati da noi! E Setne non ne sapeva nulla! 

"Esattamente. Be', vi sono stato utile, no?"

 Forse aveva capito qualcosa? E aveva messo in bocca a Sisifo queste frasi apposta per farcelo sapere?

 "E' prevista qualche ricompensa per gli spiriti volenterosi?" 

"Non quando si tratta di te" replicò un Nico molto turbato. 

O magari Setne aveva sfruttato solo la situazione, senza nemmeno sapere cosa ci fosse dietro, spacciandola per opera sua? No, non era da lui accettare l'ignoranza o ridurre tutto a una semplice coincidenza, avrebbe sicuramente voluto indagare.

 "Andiamo, abbiamo un altro spirito da interrogare" ci richiamò Nico. Annuii, ricordandomi che non sarei dovuta sembrare troppo pensierosa, piuttosto avrei dovuto comportarmi come gli altri. Cioè fare come se un grande mistero fosse appena stato chiarito, mentre per me era l'esatto opposto. No, davvero, cosa significava quella frase di Sisifo?

 Oh, e se invece a conti fatti fosse stata colpa mia? Io avevo augurato agli spiriti di causare sommosse e creare guai ai custodi degli Inferi, e insieme a Chad avevo fatto di tutto per agevolarli ... e se ciò avesse implicato anche un ordine da parte di Setne? Chissà, magari qualcuno non era adeguatamente motivato per la semplice fuga, e le promesse del fantasma, così invitanti, erano tutto un frutto del mio augurio. 

"Completo da mafioso" mi sussurrò Chad all'orecchio, appena percettibile. Sulle prime non capii cosa volesse dire, ma poi arrivò l'illuminazione. 

Sisifo aveva detto di aver sentito delle voci, e di non aver parlato personalmente con Setne, ma se fosse stato veramente così, come avrebbe fatto a sapere che il fantasma egizio portava un 'completo da mafioso'?

 Aha, e qui cascava l'asino. Ma un momento, era stato veramente solo un errore di distrazione, o c'era di più? Per parlar chiaro, era una prova organizzata apposta da Setne per verificare la nostra lealtà? Voleva vedere se avessimo denunciato Sisifo come bugiardo, ovvero rovinato quello che pareva essere il suo piano, oppura avremmo tenuto la bocca chiusa da bravi servi fedeli? 

Che poi, un attimo ... questo non si ricollegava ai dubbi su un nostro potenziale intervento non regolare? Se davvero fossimo stati all'oscuro di tutti i recenti problemi negli Inferi, come tutti gli altri ragazzi di Setne, come avremmo dovuto reagire? Dovevamo fare così per renderci credibili ... be', un fedele seguace di Setne non avrebbe mai fatto qualcosa che potesse andare contro al suo capo. Mentre nè Carter nè Sadie nè Nico parevano aver colto la piccola incongruenza, dunque nel caso potevamo sempre fingere di non averci pensato, come tutti gli altri fino a quel momento. 

Perciò tacqui, e Chad fece lo stesso. 

Nondimeno non feci che allambiccarmi su cosa potessero significare per noi le informazioni di Sisifo per tutto il tragitto, mentre i ragazzi, mi pareva, facevano alcune domande a Chad. 

Il secondo interrogato si presentava in partenza con credenziali decisamente migliori: per raggiungerlo, dovemmo recarci all'Elisio. Oh, un'anima veramente buona ... di sicuro avrebbero ascoltato più le sue informazioni che quelle di Sisifo. Potevamo, o dovevamo, sfruttare la cosa in qualche modo? Meglio aspettare di sentire quali fossero, queste informazioni.

"Be', qui andiamo decisamente meglio" commentò una Sadie decisamente compiaciuta, ammirando l'ambiente dell'Elisio.

 "E' dove vengono mandate le anime dei buoni, giusto?" chiese Carter. "Somiglia al nostro Aaru" 

"Fa un po' senso, però" osservò Sadie. "Voglio dire, il fatto che l'idea di felicità sia la stessa un po' dappertutto, mentre quelle di sofferenza e punizione varino così tanto"

 "E' come se ci si concentrasse maggiormente sulle cose negative, in effetti" concordai. "Un po' macabro" 

Nico si raschiò la gola. "Ecco il nostro informatore" 

Mi bastò guardare quella donna volta sola per sapere he era qualcuno legato a Chad. Non aveva nessuna somiglianza con lui, a parte forse i capelli neri, ma io non la conoscevo affatto. Piuttosto alta, occhi scuri, probabilmente meticcia: mai vista in vita mia. 

Lanciai un'occhiata incuriosita al mio socio - chissà chi era quella tipa - e gli vidi in viso l'espressione più scioccata, stupefatta e trasecolata che gli avessi mai visto. La mia curiosità non fece che aumentare.

 "Be', salve a tutti" esordì la donna sconosciuta con un sorriso (mi resi conto dopo che era rivolto specialmente a Chad). "Vi garberebbe di ascoltare una sicofante?" 

"Una che?" fu la reazione di Sadie. 

Carter parve afferrare meglio il concetto. "Vorrebbe fornirci una lista di nomi? Persone dei Campi della Pena che hanno aiutato Setne in qualche modo?"

 "Oh, quelli sono facili da scoprire, vi basterebbe chiedere al vostro amico qui. Ma io ho un altro po' di nomi, a proposito di qualcuno il cui intervento non è così palese"

 "E lei come fa a saperli, di preciso?" intervenne Sadie. "Pensavo che Setne avesse sparso voci soprattutto nei Campi della Pena, cioè, non pensavo neanche che qui ne foste al corrente ..."

 "Senza qualche pettegolezzo dalle altre aree degli Inferi, ti assicuro che la nostra beatitudine sarebbe piuttosto noiosa. Ma soprattutto, non sono solo i dannati a voler appoggiare Setne. Anche quelli dei Campi Asfodeli, pur non avendo fatto nulla di orribile nelle loro vite, non disdegnerebbero di scappare dalla loro noia eterna - a quanto ne so, l'unica persona minimamente interessante con cui possono parlare è Dedalo, poveretti. E per giunta alcuni di loro non vedono nemmeno questo posto come lo vediamo noi, quindi non hanno neppure realizzato gli effetti della loro scelta. E anche se la cosa potrebbe essere sorprendente, anche qualcuno nell'Elisio è d'accordo col fantasma egizio" 

"Cosa?" sbottò Carter. Non era sorpreso quanto Nico, comunque.

 "Com'è possibile? Chi sono?"

 "Achille, tanto per cominciare" la donna iniziò la sua delazione. "A parte il fatto che davvero non so come sia finito qui, perchè è un pluriomicida e ha un carattere orrendo, si è pentito della sua scelta della vita breve ma gloriosa. Una volta ottenuta la gloria e visto com'è questo posto, tutto quello che desidera è la luce del sole e la vita. E, complice un egoismo non comune, ha prontamente ceduto alle offerte di quel fantasma. Poi quel medico ungherese che debellò la febbre puerperale: quando era in vita nessuno gli dava retta più di tanto, e ora vuole vedere universalmente riconosciuto il risultato della sua opera. Poi Samuel Johnson, un vigile del fuoco morto nel tentativo di salvare due bambini bloccati in una casa in fiamme: aveva dei figli anche lui, e rifiuta il pensiero di perdersi le loro vite" 

Mi sembrò che a questo punto la nostra delatrice si mordesse leggermente il labbro e guardasse in basso, ma fu solo un istante: avessi battuto ciglio in quel momento, me lo sarei persa. 

"L'ultima è Michaela Davis: ha vissuto tutta la sua vita come volontaria in paesi del terzo mondo, e ora si è resa conto di tutte le cose che una vita in un paese ricco le avrebbe offerto, e che lei si è persa" 

"E' assurdo" mormorò Carter. "E' come se la gnte si pentisse delle proprie buone azioni" 

"E cosa ci guadagnano?" gli fece eco Sadie. "Loro hanno questo posto bellissimo a 

disposizione ... posso capire solo quel vigile ..."

 "Credo che tu abbia perfettamente ragione" concordò la donna. "Ma, vedete, qui vengono premiate le buone azioni. Il caso in cui lo spirito in questione le abbia compiute non per effettiva bontà d'animo ma per obbligo sociale o morale non è tra le cose prese in considerazione. Non ci vuole tanto a fare qualcosa di buono, è eliminare da esso ogni traccia di egoismo la parte difficile"

 Devo dire che quella donna aveva un interessante modo di pensare. Certo, aveva una sua logica. Tutti potevano lodare una buona azione in sè, ma se si fossero saputi gli effettivi motivi dietro a essa, quanti sarebbero stati davvero disposti a farlo?

 "Fin qui hai parlato solo degli spiriti dell'Elisio" le fece notare Nico. 

"Certo, vi spiffero subito tutti gli altri. Nelle Praterie degli Asfodeli abbiamo Jessica Syres, Jacques Lorraine, Appius Claudius Iratus, Theodore Bloom e Deborah Fay"

 Fay? 

"Appius Claudius Iratus?" Sadie trovò maggior motivo di interesse in quest'altro nome. "Claudio il Pazzo?" 

"Non conosco la sua cartella clinica, ma quelle che ho appena nominato sono tutte persone che desiderano una vita migliore, una vita in cui avere la possibilità di combinare qualcosa degno di nota, ed evitarsi almeno di rimanere per l'eternità in quel posto. E poi, ci sono i grandi nomi dei Campi della Pena: Issione, Tantalo, Jack lo Squartatore e Sisifo" 

"Sisifo!" esclamò Carter (nota per Carter: ma seriamente eri sorpreso di sentire quel nome?) "Esattamente l'altro dei due spiriti ad averci dato informazioni ..."

 "Vedo due possibili spiegazioni: o vi ha riempiti di cose che non stanno nè in cielo nè in terra, o trova il doppio gioco invitante per qualche inutile motivo" 

Mi sentii un brivido correre lungo la schiena. Sarà stata semplice paranoia, il sentire un riferimento alla situazione poco chiara in cui mi trovavo, ma ebbi come la sensazione che quel fantasma avesse inserito quel commento apposta per noi. Ma non poteva saperne niente, nessuno era a conoscenza del nostro triplo gioco! 

"Non tanto inutile" obiettò Sadie. "Potrebbe tenere i piedi in entrambe le scarpe, in modo che, in qualunque modo si evolva la situazione, possa trarne dei vantaggi"

 "E' un doppio gioco con un motivo egoistico, quindi è inutile" chiosò la donna. Al cavolo la paranoia, questa sapeva qualcosa eccome

Chi era? Possibile che in realtà anche lei fosse dalla parte di Setne, e ci avesse appena dato un sacco di informazioni neppure troppo corrette ... appositamente per informarci del fatto che il nostro segreto non poteva esattamente definirsi tale? No, un momento, ma allora perchè quel riferimento al doppio gioco con buone intenzioni? Possibile che Setne fosse riuscito a scoprire, in qualche modo, che noi non volevamo nessun tornaconto personale? Che tutte le nostre azioni erano motivate dalla protezione dell'ordine cosmico? 

Ma insomma, chi diavolo era quella donna? Chad lo sapeva: dovevo trovare il modo di interrogarlo in merito. 

"A me, il doppio gioco pare semplicemente una pessima invenzione, punto e basta" dichiarò Carter, dall'alto della sua posizione di eroe Duro&Puro. "La ringraziamo comunque infinitamente per il suo aiuto. Ci è stata estremamente utile" 

Come avevo sospettato, la possibilità che anche quella donna potesse essere dalla parte di Setne non li aveva sfiorati minimamente. Tutto merito della location. 

"E' stato un piacere" replicò lei. "Auguro a tutti buona fortuna" 

Fu questo il nostro congedo da quel fantasma; appena fummo a debita distanza, mi avvicinai a Chad (che aveva continuato a gettare alcune occhiate di sfuggita ai Campi Elisi) e , sfruttando la rinomata e sempre efficace tecnica spionistica del parlare all'orecchio, gli sussurrai "Chi era quella?" 

"Mia madre" 

Oh.






Ladies & Gentlemen,

Aggiornamento con un ritardo veramente allucinante, mi spiace. Dovrebbe essere l'ultimo, però: da oggi dovrei riprendere con il sistema delle due settimane. Forse.  Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Diciamo che funge da preludio a diverse trame che si svolgeranno poi in seguito, e in maniera nient'affatto piacevole per quelli coinvolti. E ora, spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri eroi parteciperanno a una divertente gara di tuffi, e scopriranno il segreto per un mondo utopico.




Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una bella gara di tuffi ***























                                                CHAD



                     UNA  BELLA  GARA  DI  TUFFI









Voi in ascolto non lo avevate esattamente capito, vero? Cioè, forse solo Nico, al quale mia madre si era presentata direttamente. Ma a tutti voialtri avevo risposto solo che era una mia parente, senza precisare troppo. 
Nessun motivo di doppio gioco e simili, dietro quella scelta di parole: volevo semplicemente evitarmi la fiera della compassione, che immagino sarebbe inevitabilmente seguita alla rivelazione della verità. Però avete capito perchè esattamente fossi tanto pensieroso, dopo quell'incontro. 
Un po' era, naturalmente, il fatto di aver rivisto mia madre. Quando era morta, io avevo solo tre anni, quindi non ricordavo molto di lei: qualcosa del suo aspetto fisico, e la sua causa di morte. Investita da un camion: si era buttata sotto per cercare di salvare un ragazzo che era inciampato mentre correva in mezzo alla strada. Non aveva avuto molto successo, ed erano stati presi sotto tutti e due. 
Oltre che, ovviamente, triste, avevo trovato la cosa anche snervante, per un paio di motivi: primo, io ricordo abbastanza bene di averle sempre detto di stare attenta ai camion, e secondo, ma proprio per uno scemo che si metteva a correre in mezzo alla strada senza neanche aspettare che le auto si fermassero a lasciarlo passare doveva sacrificarsi? Non poteva farlo per qualcuno di più intelligente, o che aveva maggior diritto di cadere, tipo, che so, un disabile, o un bambino più piccolo che ancora non capiva come funzionassero quelle cose? 
Okay, lo so, è un modo strano di sentirsi riguardo alla morte della propria madre. Ma che ci posso fare? Non esistono leggi di natura che obblighino tutti a sentirsi allo stesso modo. 
E poi, insomma, c'era tutta la questione del fatto che proprio lei si fosse offerta per aiutarci, e anche le informazioni che ci aveva dato davano da pensare. Perchè era intervenuta? Non poteva sapere del gruppo che sarebbe partito per dare la caccia a Setne, non dei suoi componenti almeno, perchè non credo che Nico si fosse messo a dire a tutti i nomi scelti per quell'impresa. Però guarda che coincidenzona, proprio mia madre che si offriva per aiutarci! 
E poi, oltre ai nomi, che alla fin fine non erano neanche qualcosa di importanza eccessiva per noi due, c'era quell'accenno al doppio gioco per buoni motivi. Ovvero motivi altruistici ... tipo quelli per un bene superiore, o per mantenere l'equilibrio cosmico, giusto per fare un esempio, eh. Il preciso motivo dietro tutte le nostre mosse! Queste coincidenze avevano del mirabolante!
 No, sul serio, qui c'era qualcosa che decisamente non quadrava. Nessuno sapeva del nostro doppio gioco. Eppure tutti e due gli interrogati avevano lasciato intendere di saperne qualcosa. Come avevano fatto a scoprirlo? Glielo aveva detto qualcuno? E chi?
 Nel caso di Sisifo, la risposta era quasi sicuramente Setne, e già la cosa non era molto confortante. Ma mia madre? Non era possibile che lei fosse passata dalla sua parte, questo mi rifiutavo di crederlo; in particolar modo se fosse stata informata che io lavoravo per altri. 
Ma allora chi diavolo le aveva parlato di tutta quella situazione? Passi che lei probabilmente non avrebbe parlato, se le cose fossero state così, ma dovevamo assolutamente sapere se là fuori ci fosse qualcuno in grado di minacciare il nostro segreto.
 Disgraziatamente, limitarsi a scervellarsi su un argomento non sitnifica necessariamente che se ne avranno illuminazioni utili: io non sapevo proprio cosa fare con una situazione del genere. E neanche Penelope, per la cronaca, ne capì qualcosa - lo puntualizzo subito così almeno la smette di sfottere. Tra l'altro, non ce n'è assolutamente motivo: c'erano semplicemente troppi pochi indizi perchè anche una mente brillante come la mia potesse subito venire a capo di qualcosa. 
"Chad?" mi richiamò Sadie. Ormai eravamo quasi arrivati al celebre crepaccio, ma ero talmente assorto nei miei pensieri che quest'informazione mi colse quasi di sorpresa.
 "Uh?"
 "Chi era quella donna?"
 Sembrava un po' esitante a chiederlo, quasi temesse che rispondere mi avrebbe potuto disturbare in qualche modo. 
"Una mia parente" replicai, come appunto ho detto prima. 
"Oh. Ma cosa faceva, la spia? Per sapere tutte quelle cose e venircele subito a riferire ..."
 Non so perchè, ma quella frase mi fece quasi venire da ridere. "Faceva la cameriera. Al massimo aveva fatto delle scuole di recitazione prima ... da giovane, voglio dire, ma poi non ha più potuto pagarseli, e ha preso il primo lavoro che le è capitato" 
"Recitazione? Allora potrebbe aver finto?" meditò Carter. "Magari è dalla parte di Setne anche lei, e ci ha dato dei nomi falsi di proposito ..." 
"Sisifo ti sembra un nome falso?" replicai. Ero indispettito dal fatto che qualcuno avesse questionato mia madre - cosa che poco prima avevo fatto anch'io, ma passi - ma per fortuna le circostanze erano tali da far pensare che ciò che mi irritasse fosse la possibilità che qualcuno considerasse Sisifo innocente.
 "Assolutamente no" si affrettò a intervenire Sadie, guardando malissimo suo fratello. 
Lui colse e concluse: "In effetti hai ragione tu, Chad"
 Ragazzi, ma sapete che quella è stata veramente una pessima mossa? E non parlo perchè la situazione abbia avuto risvolti particolarmente vantaggiosi per noi (come si è poi scoperto con più che certezza, tutti i nomi dati da mia madre erano veri), ma perchè c'era comunque la possibilità che lei avesse mentito. Il fatto che fosse una mia parente non escludeva per forza che avesse cattive intenzioni: se avesse voluto tornare in vita a tutti i costi avrebbe anche potuto non darsi troppo pensiero di me.
 E anche se posso capire il fatto di non volerne parlare davanti a me - che come ho già ammesso, in effetti mi ero irritato a sentir sospettare di lei a quel modo - avete comunque perso un occasione di discutere di una potenziale minaccia e di confrontare le vostre idee in merito con quelle degli altri. Cosa utilissima, perchè io nel caso avrei potuto provvedere a fornire altre informazioni sull'oggetto della discussione.
 Ma lezioni di strategia a parte, che temo la mia reputazione e tutte le mie azioni non faranno granchè apprezzare, noi restammo tutti con quest'interrogativo in sospeso, e io e Penelope con un sacco di altri problemi. Cosa mia madre potesse sapere del nostro doppio gioco, come avesse fatto a scoprirlo, cosa diavolo avesse voluto dire Sisifo, se fosse tutto un piano di Setne per informarci che eravamo sotto osservazione ... e davanti a noi, la prospettiva di un bel tuffo nel luogo della mitologia greca in cui era difficile entrare e pressochè impossibile uscire (tanto per dirlo facendo un po' di scena).
 Letteralmente, per di più: a furia di camminare e di parlare, eravamo arrivati davanti all'ormai celebre crepaccio. I due egizi guardarono nervosamente in basso. Evidentemente, erano preoccupati al pensiero di doversi ficcare in quel luogo così pericoloso e diverso dalla loro civiltà ... e in quel momento preciso realizzai che io non mi sentivo affatto così.
 Non ci avevo mai riflettuto prima, passando davanti a quel  crepaccio, ma non mi aveva mai inquietato o spaventato. E nemmeno mi sentivo confortato o 'a casa', come qualcuno potrebbe pensare: semplicemente, era come qualsiasi altro luogo, un posto normalissimo dove stare. E ripeto, non me n'ero neppure accorto finchè non avevo visto l'effetto che esercitava sugli egizi. Forse quella storia dell' 'appartenere a quel luogo' non era poi così incerta ... tra l'altro, nemmeno Penelope sembrava particolarmente agitata dalla prospettiva di buttarsi là dentro.
 "Ehm, allora, che facciamo?" chiese Sadie, guardando Nico come un'ancora di salvezza. "Saltiamo lì dentro e basta?" 
"Esattamente" fu la risposta del figlio di Ade. "Magari non sarà piacevolissimo, perchè si dice che la discesa sia piena di sporgenze e voi non siete spiriti come Setne o le Danaidi, ma dovreste comunque riuscire ad arrivare fino in fondo. Cosa ci sia esattamente là sotto, però, non lo so nemmeno io. Il Tartaro è un posto immenso" 
"Una simpatica versione alternativa della Terra dei Demoni" commentò Carter. "Qual'è la cosa peggiore che potrebbe capitarci, quanto ad atterraggio?"
 "Finire in uno dei fiumi, direi. Rappresentano tutti qualcosa di negativo"
 "Finiremo senza dubbio in uno dei f -" esordì Penelope.
 "Zitta!" la tacitò Sadie. "Già esiste la legge di Murphy, non mettertici pure tu!"
 "Giustissimo" approvai. Penelope tacque, guardandoci male entrambi. Non dubitai che, almeno per salvare le apparenze, io e Sadie avremmo avuto qualche piccolo incidente quando avessimo finito quella missione.
 "Fiorellini profumati che senza dubbio abbondano nel Tartaro" fu la conclusione della mia socia.
 "Questa sembra una censura da cartone animato su 4Kids" le feci notare. 
"Perchè non provi tu a trovare qualcosa che possa terminare decentemente ..." 
"Le discussioni prima di saltare?" suggerì Carter. "Non vorrei suonare noioso ..."
 "Lo sei, levati addirittura il pensiero ..." lo rassicurò sua sorella. 
"Ma non mi sembra il caso di trattenersi ulteriormente"
 "Va bene, va bene" gli risposi. "Cercavamo solo di sdrammatizzare un po' l'atmosfera. Suggerisco tuffo a candela" proposi, dopodichè saltai. 
Sì, non ebbi bisogno di una qualche preparazione psicologica. Ve l'ho già detto, il Tartaro non mi dava nessuna impressione particolare. Era un posto normalissimo, per me. E vi assicuro che non sto cercando di fare lo spaccone o simili: anzitutto sono troppo straordinario per averne bisogno, in secondo luogo, se nella discesa mi avete sentito imprecare, era solo a causa delle asperità e degli spuntoni rocciosi sopra menzionati da  Nico. E sono sincero, potete averne la certezza perchè ci avete preso dentro anche voi! Anche senza essere terrorizzato dal luogo in sè, un pezzo di pietra nello stomaco o in faccia non è il massimo del godimento.
 Probabilmente le sfighe di Penelope avevano effetto anche per via telepatica, perchè non atterrammo affatto su fiorellini profumati. Ve lo ricordate il Cocito, no? Quell'improvviso olezzo di cadavere vestito con una vecchia tuta da ginnastica, e poi l'impatto con le acque gelide. Per non parlare, poi, delle sensazioni.
 Qualcuno di voi si è mai chiesto che effetto abbia avuto il Fiume della Disperazione su di noi, con tutto quello che avevamo fatto? Be', devo ammettere che forse non sarà stato così devastante come potreste pensare. Del resto, quelle che si possono ritenere le nostre azioni peggiori non erano neanche nell'anticamera del nostro cervello, al tempo. 
Oppure starete pensando che su di noi non abbia avuto effetto? Del resto, se eravamo riusciti a passare tutti quei mesi mentendovi e imbrogliandovi, perchè avremmo dovuto provarne qualche rimorso?
 La verità sta nel mezzo, come si dice. Ovvero, fu come se di punto in bianco realizzassi l'esatta ed effetiva portata delle mie azioni. Avevo degli amici con cui avevo consapevolmente e fin da subito stabilito un rapporto falso e insincero, impiegando il mio tempo con loro a memorizare le loro parole, ciò che pensavano di sè stessi, i loro punti di forza e le loro debolezze, i loro altri legami affettivi e le relative importanze, i loro ideali, per poi riferire tutto questo alla parte avversa. 
E se poi fosse stata quella la mia parte, almeno con loro sarei stato sincero. Invece no! All'esercito di Setne riservavo lo stesso trattamento che riservavo ai ragazzi del Campo: c'erano così tante persone idealiste, persone convinte di combattere per un mondo migliore in cui il male fosse scomparso del tutto, e che invece si trovavano manipolate da un rifiuto di mago defunto a cui non importava un accidente di loro e li vedeva solo come strumenti per raggiungere la propria divinizzazione. Così si trovavano imbrogliati su due fronti: da lui e da noi! Come ero riuscito finora a sopportarlo? Persone così altruiste e, a loro modo, eroiche ... 
E invece l'avevo fatto. Senza neanche particolari drammi, tra l'altro. Certo, il senso di colpa c'era, c'era stato fin dal primo giorno, sia quando si era trattato di fare doppio gioco sia quando si trattava di istigare il crimine, ma non era mai stato un ostacolo rilevante. Che razza di persona ero? 
Bene, considerando però che queste sensazioni erano iniziate nel preciso momento in cui ero entrato in contatto con la prima goccia d'acqua, non ci voleva una volpe del deserto per capire che erano tutte un effetto del fiume. Non erano nulla di estraneo a cose che mi ero già trovato a pensare, ma amplificate ed esagerate di mille volte. 
Provai a contrastare quel flusso di pensieri. Io non lo stavo facendo per tornaconto personale, come mia madre stessa aveva puntualizzato poco prima. Il motivo dietro tutto ciò che avevo fatto era il mantenimento dell'equilibrio cosmico, il tentativo di impedire un'epoca di catastrofi, la fuga di tutto ciò che manteneva l'umanità una razza vagamente civile. 
Ma, e quella era una cosa a cui non avevo mai pensato, nessun altro l'avrebbe riconosciuto. Se il mio doppio gioco fosse stato scoperto, sarei stato per tutti un traditore e basta, qualcuno che si era approfittato della loro fiducia e della loro amicizia. Qualcuno che non era mai stato davvero sincero con loro ... seriamente, meno male che ci sono finito in quel momento, nel Cocito. Fosse successo in seguito, ci sarei annegato senz'altro.
 In quel momento, mi pesò come non mai il fatto che le persone sulla faccia della Terra di cui potessi fidarmi nel modo più assoluto e con cui potessi e dovessi essere assolutamente sincero fossero solo due. Sembrava tutto così deprimente ... e a quel punto mi scocciai sul serio. 
Ma cosa stavo andando a pensare per quell'acqua? Va bene, era tutto maledettamente vero, ma lo sapevo benissimo che quelle sensazioni non erano naturali! Era tutto un effetto di quello stupido fiume. Non dovevo pensarci, dovevo concentrarmi su altro.
 Tipo: dov'era la riva? Ma possibile che non ci avessi badato? Come avevo fatto a non individuare la riva fino a quel momento?! Be', ero stato molto preso da quegli allegri pensieri ... comunque, adesso la vedevo più o meno bene. Dovevo solo raggiungerla. 
Ma per che cosa? Per continuare quello stupido doppio gioco non appena avessi toccato terra? Per andare avanti a mentire e - e basta! Mi sforzai di focalizzarmi solo sulla riva.
 Una spiaggia nera, forse sassosa. Una parete nera iniziava là vicino, vedevo dei riflessi delle rocce. La fonte di luce principale? Un gruppetto di spettri che sembrava aspettarci.
 Oh, fantastico, adesso avevamo anche il comitato di benvenuto? Ci avrebbero augurato di trascorrere un buon soggiorno nel Tartaro, e dato una cartina con le attrazioni, gli alberghi, i ristoranti e i luoghi dove rischiare una morte atroce che non potevamo assolutamente perderci? 
Devo dire che orientare i miei pensieri in tal sensomi fu di grande aiuto. Seriamente, essere dei grandi umoristi talvolta può salvare la vita.
 Tra l'altro, non dovetti neppure interrogarmi a lungo: mi bastò nuotare di qualche bracciata per riconoscerle come donne vestite con pepli alla maniera greca. Certo, quando avevamo scatenato l'evasione delle Danaidi, non eravamo esattamente stati lì a memorizzare le facce di tutte loro, ma chi altro poteva essere? Evidentemente, la loro idea di buttarsi nel Tartaro non era stata granchè vincente. Sempre meglio di quello che stava succedendo alle loro sorelle. 
Grazie alla distrazione, riuscii a raggiungere finalmente quella benedettissima riva; e tra l'altro, non ero nemmeno stato il primo. Carter ci era arrivato poco prima di me, e adesso aveva iniziato a saltellare come un matto, nel tentativo di scorgere la sorella. 
Oh cavolo ... come avevo fatto a non pensare a loro? Il Cocito probabilmente non li aveva lasciati in pace. Soprattutto Penelope: era nella mia stessa identica situazione. Ma ce l'avrebbe fatta? Quello che intendevo era: sapevo benissimo di essere molto più resistente (tra le altre cose) di lei, ma se avesse ceduto e fosse annegata lì dentro la cosa non sarebbe stata molto vantaggiosa. Avrei dovuto gestire tutta quella faccenda completamente da solo. Naturalmente ne sarei stato perfettamente in grado, ma sarebbe stato molto poco pratico. Insomma, ma che fine aveva fatto?
 Ah, eccola ... aveva l'aria stravolta, ma si stava sforzando di nuotare fino a noi. Più vicina era Sadie, che ormai ci aveva praticamente raggiunti, incitata dal fratello. 
"E piantala di fare casino!" fu il suo esordio, quando emerse del tutto dall'acqua. "Lo vedi che stavo arrivando, no?"
 "Okay, mi sembra che tu stia benissimo" borbottò Carter, per poi aggiungere in tono più preoccupato: "Stai bene?"
 "Perchè hai dovuto aggiungere questa frase? La prima ti faceva anche sembrare intelligente!" 
Okay, Sadie, sarcasmo e passione nello scocciare tuo fratello erano tutti al loro posto, però si vedeva che non stavi proprio benissimo. La cosa, sulle prime, mi sorprese anche un po': non avrei pensato che voi due poteste essere così affetti da quel fiume. Poi mi diedi dello stupido, certo ... del resto, non è possibile salvare il mondo senza qualche sacrificio, no? 
Finalmente ci raggiunse anche Penelope.
 "Alla buon ora!" borbottai. "Va bene che ci si diverte a sguazzare un po' prima di dedicarsi alle cose serie, ma qui si esagera!"
 Lei mi guardò malissimo. Preferii tacere. Okay, volevo solo alleggerire un po' l'atmosfera, ma devo ammettere che capivo, se in quel frangente non gradiva prese in giro. Anche perchè probabilmente non era passata attraverso cose molto diverse da quelle per cui ero appena passato io. Anzi, magari il fatto di essere davvero amica di Sadie, anzichè semplicemente in buoni rapporti, aveva infierito non poco.
 "Chiedo scusa"
 Da quando ero arrivato a riva, le Danaidi si erano tenute talmente in disparte che mi ero praticamente dimenticato di loro. Adesso erano tornate alla ribalta, con una di loro che si era appena appellata a Sadie. 
"Uh?" fu la reazione di quest'ultima. 
"Voi state inseguendo Setne?"
 "Siamo stati mandati a recuperarlo, sì. Voi siete quelle Danaidi che si sono buttate quaggiù?" chiese Carter.
 La donna non diede segno di averlo notato, e continuò a guardare Sadie con aria di attesa. Ci vollero alcuni istanti per realizzare che no, quella tipa non avrebbe voluto sapere niente da Carter. 
"Sì, voi siete quelle Danidi che si sono buttate al piano di sotto, giusto?" Sadie ebbe quindi la premura di tradurre. 
"Danaidi" rettificò l'altra donna, beccandosi un'occhiataccia dalla prima, che continuò poi nel suo discorso. "Allora, ve ne prego per tutti gli dei, risparmiate nostra sorella. Lei non ha nessuna colpa, è quell'egiziano che le ha riempito la testa di promesse, sapete, le ha promesso che eliminerà tutti gli uomini dalla faccia del pianeta ..." 
Non  avevo capito molto dove stava andando a parare il discorso, anche se quanto udito finora non mi compiaceva; Sadie doveva essere nella stessa situazione di comprendonio, perchè interruppe subito lo spettro. 
"Ehi, frena, di cosa stai parlando, esattamente?" 
"Nostra sorella Crisippe" spiegò l'altra. Ah, quindi quella era proprio la Danaide casinara per eccellenza. "Quando siamo saltate qui dentro, siamo state immediatamente seguite da quel fantasma egizio, Setne. Ha voluto parlare con noi, sapere chi fossimo. I tentativi di tenerlo alla larga non hanno funzionato. Quando però ha saputo che eravamo figlie di Danao, è diventato subito molto rispettoso. Ci ha chiesto scusa per l'invadenza, e si è perfino detto dispiaciuto per il fatto di essere un uomo ..." 
Setne?
 "Ha anche detto non so che a proposito del fatto che ai suoi tempi amava travestirsi da donna ..." 
Come scusa? Giuro che all'interno dell'esercito di Setne non se ne sapeva nulla. Anche i miei compagni di viaggio parevano alquanto confusi da queste rivelazioni. 
"Io sinceramente non ho capito bene cosa intendesse, e ho dtao per scontato che stesse mentendo, ma Crisippe si è interessata. Neanche io ho capito bene come, ma sono finiti a parlare a proposito di un mondo privo di uomini e abitato da sole donne. Setne ha detto che con i poteri che avrebbe guadagnato una volta tornato in vita, ciò sarebbe stato possibile" 
"Uh ..." mormorò Sadie. "Capisco che i maschi non siano gli esseri migliori che puoi trovare sulla faccia della Terra, ma qui ne verrebbe fuori uno sterminio ..." 
Nonchè l'estinzione della specie umana, a meno che Setne non riuscisse anche a donare l'immortalità o la partenogenesi con i suoi fantastici superpoteri. 
"No, a dire il vero sarebbe un'utopia, ma siamo sicure che stia mentendo" replicò la simpatica Danaide. "Non bisognerebbe credere a un uomo per principio, anche se medita di sterminare il suo genere. Crisippe, quella stupida, ci ha creduto, gli ha promesso il suo aiuto in qualsiasi battaglia si renda necessaria per conseguire tale scopo, e l'ha seguito per tornare in vita anche lei" 
Fece una pausa, per controllare che avessimo tutti recepito adeguatamente il messaggio. Non fu soddisfatta.
 "Non è colpa sua, capite! Crisippe è sempre stata una gran testa calda, e Setne è andato a premere i tasti giusti. Non potete biasimarla completamente. Non datele una pena peggiore di quella che già abbiamo dovuto sopportare" 
Ah, era lì che doveva andare a parare tutto il discorso. A quanto pareva, quelle laggiù non sapevano del cambio di pena. Meglio per loro, probabilmente.
 "Vedremo quello che possiamo fare" intervenne Carter, con l'unico risultato che le Danaidi continuarono a guardare Sadie speranzose.
 "Uhm, cercheremo di intercedere, ma non possiamo promettere nulla" borbottò quest'ultima. A quanto pareva, ciò era sufficiente alle Danaidi per profondersi in ringraziamenti, al punto che fu quasi difficile scollarcele di dosso per poter finalmente iniziare a seguire le tracce di Setne. 
"Cosa ne pensate?" fu la prima cosa che chiese Carter non appena fummo fuori portata d'orecchio. 
"Che non sottoscrivo sulle idee di Crisippe" annunciai.
 "Quello anch'io, ma cosa facciamo? Prendiamo per buono quello che ci hanno detto le sue sorelle?"
 "Più che altro, ci sarebbe da chiedersi di che aiuto potrebbe essere" meditò Penelope. "Conosco bene il mito delle Danaidi, e nessuna di loro era una guerriera o una maga. Erano solo una cinquantina di ragazze succubi del padre e decisamente misandre, stando ad Eschilo, che a quanto pare aveva anche ragione. Ma l'aiuto di una di loro non sembrerebbe un grande affare"
 "Magari Setne ha bisogno di fare numero" ipotizzò Sadie. "Il suo esercito non è esattamente una gran cosa, vero? E noi siamo due campi estivi e potenzialmente tutti i Nomi del mondo messi insieme. Dev'essere davvero disperato, però ..." 
No, non avrei detto così. A parte il fatto che il suo esercito comprendeva anche parecchi mostri da sguinzagliare al momento opportuno, Setne era sempre stato molto sicuro di sè, anche se numericamente in svantaggio. Probabilmente, se aveva scelto Crisippe, una qualche utilità da parte di quella donna doveva esserci. Ma sapete com'è, non era esattamente il genere di cose che potevo star lì a dire.
 "A parte questo" intervenne Sadie. "Non prenderemo proprio nessuno, se non iniziamo a muoverci. Questo lo chiederemo a Crisippe di persona, va bene?"





Ladies & Gentlemen,
applaudite, prego: state contemplando un aggiornamento puntuale! Miracolo che non si è ripetuto per un'intera estate! Fatto? Bene, allora passiamo allo spoiler: nel prossimo capitolo, i nostri eroi si imbatteranno in un individuo modesto e amichevole, e Penelope vedrà ancora un po' di sfiga futura.



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Dimostro a tutti, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, che il dono della profezia ha una tempistica pessima ***


                                    PENELOPE

DIMOSTRO  A  TUTTI,  NEL  CASO  CE  NE  FOSSE  ANCORA  BISOGNO,  CHE  IL  DONO  DELLA  PROFEZIA  HA  UNA  TEMPISTICA  PESSIMA



Per una botta di fortuna quasi insperata, saltò fuori che tutte le nostre teorie sull'appartenere al Tartaro e di diventare una sorta di suoi GPS umani non appena avessimo messo piede là dentro erano corrette. 
Non appena fui abbastanza deconcentrata dal pensiero delle Danaidi per riflettere su dove mi trovassi, ebbi l'immediata certezza del punto preciso delle rive del Cocito su cui mi trovavo, e quale fosse la strada migliore da percorrere per arrivare alle Porte della Morte. 
"A sinistra, è sufficiente tirare dritto finchè non arriveremo alla Casa dela Notte. Da lì in avanti, potremo trovare una strada apposita" Chad rese subito chiaro che quanto avevo appena concluso valeva anche per lui. 
"Oh. Non troppo complicato, allora" concluse Sadie. Sembrava quasi delusa dalla semplicità della cosa. Dai, Sadie, se il caso era quello, almeno hai avuto la tua buona razione di guai lungo la strada semplice. 
Giusto a questo proposito, gli egizi decisero che era arrivato il momento giusto per iniziare a tempestarci di domande sul Tartaro.
 "Così, questo è il posto dove stipate il vostro caos primordiale?" esordì Carter.
 "Immagino che la si possa porre in questi termini. E' il luogo dove la stragrande maggioranza degli dei non metterebbe piede nemmeno per sbaglio, dove vanno tutti i mostri a riformarsi quando sono uccisi nel mondo mortale ..." 
"Ecco, a questo proposito" intervenne Sadie. "Se una volta che i mostri vengono uccisi finiscono qui, cosa succede se ci imbattiamo in un mostro e lo uccidiamo?" 
Occavolo. Questa sì che era una questione interessante. Durante tutte le nostre pianificazioni con Thoth, non avevamo mai pensato all'argomento, nè ci eravamo premurati di chiedere a veterani del Tartaro come Percy, Annabeth e Nico. Be', ma del resto, loro dovevano pure essere sopravvissuti lì dentro, no? Per quanto abili come guerrieri, non pensavo sarebbero stati in grado di distruggere mostri immortali. 
"Onestamente, non credo nessuno di noi ne abbia la più pallida idea" misi le cose in chiaro per sicurezza.
 "Ma in qualche modo dovranno pur reagire al fatto di essere uccisi" borbottò Chad. Per qualche motivo, sembrava particolarmente scocciato dalla questione ... come se si trattasse di qualcosa che sfidava tutte le sue leggi della logica, anzichè qualcosa che avrebbe potenzialmente potuto ammazzarlo.
 "Teoricamente" puntualizzò Sadie. "Se vogliamo guardare il rapporto tra la probabilità e la nostra solita fortuna, molto probabilmente siamo spacciati" 
"Ecco, cominciamo questo viaggio in allegria" commentò Carter. 
Un enorme oggetto non meglio identificato sorvolò le nostre teste, mancandole di al massimo una manciata di millimetri. 
"Piegate la testa!" urlò qualcuno che, a giudicare dal suono, era nascosto in un qualche anfratto nella parete. 
"Ecco, Carter, mi sa che a volte devi cominciare a stare zitto pure tu" borbottai mentre obbedivo alla voce. Con ottimi risultati: nient'altro rischiò di darmi mazzate.
 "Grazie!" gridò Carter, cercando di individuare chiunque avesse parlato e accennando a rialzarsi. Ma naturalmente, sarebbe stato troppo bello se quello fosse stato solo un consiglio amichevole: il nostro salvatore voleva solo dire che non eravamo degni di tenere la testa in posizione normale davanti a lui. 
"Resta chinato!" sbraitò, decidendo di smettere di farci giocare mentalmente a 'Indovina Chi' e uscendo allo scoperto. 
Non fosse stato che era alto tre metri, si sarebbe potuto prendere per un tizio normalissimo: capelli castani, viso senza lineamenti particolarmente degli di nota se non una mascella molto squadrata, corporatura robusta. E aveva addosso il chitone più sporco e malridotto che avessi mai visto, come se non lo cambiasse da millenni ... millenni passati nel Tartaro, magari. Cosa che molto probabilmente era anche vera.
 Reggeva in mano una grossa mazza di legno, stile cavernicolo, solo tre volte più grande di quelle che si vedono nei film. L'oggetto  che ci era passato sopra poco prima, evidentemente. 
Il gigante marciò fino a portarsi esattamente davanti a noi, ci guardò male e interrogò: "Chi siete voi quattro? Perchè non avete omaggiato Menezio?"
 Oh, andiamo bene, questo qua aveva peccato di hybris di sicuro. E per la cronaca, noialtri non avevamo la più pallida idea di chi fosse lui. Certo, il nome suonava familiare, ma non mi diceva proprio niente. 
"Scusi, ma lei chi sarebbe?" Carter diede immediatamente la dimostrazione che investigare in merito era la cosa sbagliata da fare. 
"Chi?!" il gigante bofonchiò, con gli occhi che quasi gli uscivano dalle orbite per la sorpresa e la rabbia. "Come potete ignorare?" 
"Siamo stranieri" intervenne rapidamente Chad. "Egizi. Non abbiamo mai sentito il vostro nome" 
E invece sì! Adesso ricordavo dove avessi sentito il nome di Menezio. Nella Teogonia di Esiodo, il libro contenente la profezia sulla fuga di Aidos e Nemesi e tutto il bordello che sarebbe seguito a uno squilibrio eccessivo del kosmos. Naturalmente aveva un posto d'onore nella biblioteca di Thoth, e il dio ce l'aveva prestato come lettura motivante. 
Ovviamente non ci eravamo fermati solo a quel punto, l'avevamo doverosamente spulciato per trovare informazioni sul carattere degli dei - con una menzione speciale ai nostri genitori, devo dire - e a un certo punto avevamo trovato circa due righe dedicate a Menezio. 
Non lo si poteva certo dire un episodio memorabile: Menezio era 'orgoglioso', aveva cercato di dare la scalata all'Olimpo o qualcosa del genere, e Zeus l'aveva schiaffato nel Tartaro. Fine della storia.
 "Io sono Menezio" dichiarò il gigante, molto meno interessato a ucciderci dopo che gli avevamo spiegato come stessero le cose. "Figlio di Giapeto e Climene, fratello di Atlante e, anche se la cosa non mi rende felice, di quei due falliti di Prometeo ed Epimeteo" 
"Uhm, capito" mormorò Sadie, che probabilmente non aveva la minima idea di chi fosse tutta questa gente.
 "Esiliato quaggiù da Zeus dopo aver tentato di recuperare il trono che era stato della mia specie" Ecco, quelle due righe non mentivano. 
"Un tentativo ammirevole" mormorò Carter. Ottima strategia: la cosa migliore da fare al momento era davvero star lì piegati e leccare doverosamente i piedi di Menezio.
 Quest'ultimo, infatti, grugnì compiaciuto. "E voi?" ci chiese. "Perchè Zeus ha cacciato degli stranieri in questo posto? Siete prigionieri di guerra?"
 "Non esattamente" brontolò Sadie, come se si stesse apprestando a parlare di qualcosa che le dava molto sui nervi. Ebbi la felice illuminazione di lasciar fare tutto a lei, da quel momento in poi. 
"Veda, noi siamo maghi egizi. Studiosi che attingono il proprio potere magico dal legame con una divinità del nostro pantheon, cosa per cui in genere si deve studiare come dei pazzi per tutta la vita. Roba un po' più rispettabile che essere tanto forti perchè si è il prodotto di qualche essere dagli ormoni immortali e impazziti. Bene, noi fino a pochi giorni fa ce ne stavamo pacifici e beati a suonarcele con un paio di demoni piazzatisi proprio vicino al nostro territorio, quando di punto in bianco arrivano questi tre tipi con le spade in mano, a ordinarci di toglierci di lì perchè quei mostri erano loro prede. Noi li manciamo a quel paese, com'è buono e giusto, ma quelli non ci danno retta e iniziano ad attaccare i nostri demoni, cercando di allontanarci e riempiendoci di un sacco di domande su chi fossimo e perchè stessimo usando magia contro dei mostri. Noi non eravamo in obbligo di dire loro niente, cerchiamo di tornare al nostro scontro, quelli continuano a stare tra i piedi, scoppia un litigio, e sai com'è nei litigi, gli insulti più gettonati sono quelli sulla famiglia dell'avversario"
 "Quindi avete offeso gli dei senza volerlo?" chiese Menezio, mollando di colpo l'aria vagamente cordiale che aveva messo su da quando Chad gli aveva detto che eravamo stranieri. 
"In un certo senso" chiarì Sadie. "Allora non ne sapevamo niente, ma almeno per quanto mi riguarda, quei tizi erano così odiosi che anche se avessi avuto il loro albero genealogico a partire dall'inizio dei tempi gliene avrei dette quattro. Comunque, come avrai già intuito, quegli dei greci si sono incavolati, e via! A malapena il tempo di capire cos'avessimo fatto di preciso, e siamo stati catturati, fatti passare per un processo-lampo e scagliati quaggiù. E senza neanche avere il diritto a un avvocato difensore o a un'ambasciata straniera!" 
Grandioso. Semplicemente grandioso. Sapevo benissimo che la mia amica aveva una parlantina notevole, ma una dimostrazione così epica non l'avevo ancora vista. Menezio sembrava leggermente confuso dagli ultimi due termini utilizzati, ma pareva aver capito alla perfezione il concetto base: a noi gli dei greci non stavano affatto simpatici. 
"Approvati" ci gratificò. "Adesso che siete quaggiù, vi è stata per lo meno concessa la possibilità di mettervi al mio servizio. Io potrò condurvi fuori da questo buco sudicio, e garantire la possibilità di vendicarvi di chi vi ha gettati quaggiù e prendere il loro posto, purchè accettiate me come sovrano supremo" 
Ceeeerto. Se era così potente, come mai era ancora quaggiù? Dieci a uno che questo qua aveva capito che magari, con la nostra magia, potevamo effettivamente combinare qualcosa per fare uscire tutti di qui. Solo che non era esattamente il caso di farglielo capire, visto che sventolava una mazza gigante attorno. E poi, chissà se a nostra volta non saremmo riusciti a sfruttarlo come guardia del corpo per il Tartaro, promettendogli di aver già trovato un'uscita.
 "Uhm, un'offerta davvero allettante" borbottò Carter. 
Lo guardai con tanto d'occhi. "Scherzi? Questa è la cosa migliore che ci potesse capitare quaggiù. Vuoi mettere qualcuno che è riuscito a sfidare Zeus?"
 Fallendo, ma questi son dettagli di poco conto.
 "Assolutamente" concordò Chad. "Pensate un attimino anche al seguente dettaglio: non avremmo più bisogno di farci un mazzo tanto per seguire il sentiero di una qualche divinità che ci passa la magia quando e quanto fa comodo a lei"
 "Vero" "Sì sì" Sadie e Carter capirono immediatamente il concetto e si affrettarono a concordare. 
Bene. Benissimo. Menezio sembrava compiaciuto. Tutto sarebbe dovuto andare bene. Ma non ne ero convinta ... no, non era possibile che ci avesse creduto così facilmente. Doveva esserci qualche trucco nascosto, noi saremmo stati attaccati quando meno ce lo saremmo aspettato e ... oh cavolo, l'ultima volta che avevo provato sensazioni simili ... dei, stava per succedere un casino! 
Mi ritrovai a penzolare con la faccia a qualche centimetro da terra, con qualcuno che mi tratteneva per una spalla. 
"Ma tu sei proprio programmata per metterti a sparare profezie nei momenti meno indicati, eh?" brontolò Chad, che tra parentesi era quello che mi tratteneva per la spalla, cercando nel contempo di scagliare un coltello con l'altra mano. Nel mio stato ancora mezzo incosciente, riuscii a percepire vagamente Menezio sbraitare qualcosa a proposito di tradimento e servilismo verso gli dei. Oh, andavamo bene. 
Mi misi più o meno in piedi e potei contemplare la situazione circostante. Menezio era completamente imbufalito, e stava mettendo tutti i suoi sforzi nell'ottimizzare l'energia e la potenza nelle randellate da dare a Carter. Quest'ultimo era a sua volta munito di una spada a lama ricurva, che sembrava un giocattolo in confronto a quella mazza fuori scala, e aveva al tempo stesso lo svantaggio di essere molto più debole dell'avversario e il vantaggio di riuscire a calcolare come e dove colpire, non essendo accecato dalla rabbia.
 Sadie, intanto, strillava geroglifici a gran voce, causando danni di varia entità al Titano. Una corda si materializzò dal nulla a legarlo, e questa posizione permise a Carter di mollargli un paio di fendenti ben assestati, ma quel bestione strappò le corde nel giro di neanche venti secondi, troppo perchè il nostro compagno di viaggio riuscisse ad ammazzarlo. Che sfiga avevamo appena avuto! Be', adesso per par condicio ne sarebbe arrivata un po' anche a Menezio, che diamine. 
"Menezio, fatti colpire in pieno dall'incantesimo più pericoloso di Sadie!" gridai.
 La mia amica mi elargì un sorriso a trentadue denti prima di urlare "Ha-di!" 
Ecco, Sadie, quando ho fatto quell'augurio a Menezio, non mi aspettavo che il tuo incantesimo più potente fosse un valido sostituto a una cassa piena di tritolo fatta esplodere dall'interno della vittima. Altrimenti, devo dirlo, gli avrei augurato di essere fatto fuori da Carter. E non lo dico certo per Menezio: lo dico solo perchè non apprezzai molto il fatto di vedere il Titano esplodere e ritrovarmi ricoperta di pelle, sangue e organi interni. 
"Sadie!" sbraitò Carter.
 "Scusa!" rispose lei, ripulendoci tutti con un altro incantesimo. "Oppure no, non ho fatto niente di male. Ti ricordi quando mi sono chiesta cos'avrebbe potuto fare l'Ha-di su una persona? Bene, ho colto l'occasione per verificare!" 
"Una vera pioniera della scienza" brontolò suo fratello, guardandola storto. 
"Esatto. E tu sei un secchione, non dovrebbero piacerti gli scienziati innovatori?"
 Ora, giuro che non è stato per malizia, ma quest'ultima frase mi ispirò l'immagine mentale di Sadie nelle vesti di Frankenstein, con i brandelli di Menezio nel ruolo del mostro. Non sapevo se trovare la cosa divertente o inquietante.
 Per fortuna il pensiero di aver appena pronunciato una nuova profezia mi distolse da questo dubbio amletico. 
"Okay, okay, Sadie ha perfettamente ragione, ma intanto potrei sapere cos'ho detto?" chiesi. Il sorriso sul volto di Sadie si gelò letteralmente. 
"Hai detto parecchie cose inquietanti" Chad fece uno dei suoi stupidi tentativi di alleggerire la tensione. "Tanto per gradire, hai esordito parlando di un sacrificio umano"
 "'Mano non estranea dovrà versare il suo sangue, perchè dei e popoli tornino in pace" ricordò Carter. "'E la stessa mano scaglierà  nel cielo un nuovo Icaro'" 
"Ma che meraviglia" borbottai. Stavi quasi per iniziare a rimuginare sul significato, quando intervenne Sadie.
 "E non è finita qui" il nervosismo con cui parlò era quasi disturbante, dati i suoi scherzi appena precedenti. "'Un amore si ricongiungerà in vita solo se un altro si risolverà in morte'"
 "Anche meglio" soggiunsi. Ecco, adesso mi era ben chiaro il nervosismo di Sadie: pensava a sè e Walt. Certo, dopo una storia così incasinata e con un totale di sfiga, tra tutti i due (tre) coinvolti, decisamente non disprezzabile, era anche legittimo temere per il proprio futuro. Mi augurai che non si trattasse di lei ... in nessuno dei due sensi. Nè che dovesse morire per la felicità di qualcun altro, nè che qualcun altro dovesse morire per lei.
 "Bene" intervenne Carter, riscuotendoci tutti da quest'atmosfera serena. "Che ne dite di spaccarci la testa in proposito mentre proseguiamo, che Setne non di fermerà ad aspettarci?"
 Ci rimettemmo in marcia.
 "Allora, poniamo il fatto che con tutte le coppie che al momento sono coinvolte in questa guerra e possibilmente quelle future, non possiamo avere la minima idea sull'identità dei poveracci cui si riferiscono le ultime frasi" esordì Carter.
 Sadie emise un suono a metà tra un grugnito e un pigolio. Ma anche suo fratello, del resto, non sembrava molto rilassato ... certo che le guerre mitologiche è meglio affrontarle da single.
 "'Mano non estranea dovrà versare il suo sangue perchè dei e popoli tornino in pace', allora" riprese Chad. "Qualcuno ha interpretazioni possibili?" 
"Questa persona sarà uccisa dai suoi stessi commilitoni" ipotizzò Sadie. "E probabilmente si tratterà della stessa persona che ha iniziato il conflitto, tra chiunque sia coinvolto. Gli ex-avversari lo chiederanno come un test di potersi fidare di nuovo"
 "No" rispose Carter, sgranando gli occhi assolutamente inorridito. "E' impossibile. La parte degli dei e dei popoli si riferisce a noi, specie se tieni a mente la precedente profezia di Penelope: si distruggerà da sè la parte avversa. Quale miglior modo avrebbe Setne per indebolirci, se non scatenare una faida tra noi? E nessuno di noi farebbe mai una cosa del genere"
 "E del resto, non possiamo nemmeno dire che i motivi manchino. Non sarebbe il primo conflitto partito solo per differenze culturali" feci notare.
 "E anche se Amos e Carter dovrebbero essere le massime autorità per noi, se qualcuno si incaponisse sul fatto che Greci o Romani sono brutti e cattivi, non credo che si farebbe problemi a creare uno scisma" brontolò Sadie.
 "E voi siete quelli con uno straccio di autorità riconosciuta" aggiunse Chad. "Il Campo Giove e il Campo Mezzosangue sono praticamente in autogestione. Dioniso non fa un tubo dalla mattina alla sera, praticamente, e Chirone è fondamentalmente un direttore delle attività. Nella Seconda Titanomachia, non è proprio riuscito a impedire che un sacco di ragazzi seguissero Crono, e quando si è arrivati allo scontro vero e proprio, ha delegato tutto a Percy" 
"Che, per quanto eroico e carismatico, alla fine è solo un ragazzo come tanti nei periodi normali al Campo" puntualizzai. "Se qualcuno scegliesse di disobbedirgli, non ci sarebbero conseguenze dirette per lui. E i Romani sono ancora peggio: hanno passato l'ultima guerra praticamente in piena lotta interna, giusto per darci una dimostrazione"
 "Bene, e adesso abbiamo preso atto di essere tutti molto più deboli di quel che credevamo" Carter tirò le fila di tutto il discorso. "Ora! Vogliamo cercare un attimo di capire cosa succederà, chi sarà la vittima, e cercare di figurare un modo per evitarlo?"
 Trattandosi di una profezia quasi per direttissima dal dio della sfiga, dubitavo fortemente che i tentativi di prevenire la situazione avrebbero portato a qualcosa.
 "Probabilmente un fanatico razzista dotato di particolare carisma" ipotizzai. "Oppure qualcuno che vuole ottenere visibilità in qualche modo, e lo fa nel modo più comune, ovvero andando contro ai valori del momento"
 "Un imbecille in entrambi i casi, ma non meriterebbe comunque di morire" meditò Sadie. "Io dico che dovremmo essere molto chiari su questo punto, quando riferiremo questa profezia agli altri. In modo che nessuno si faccia venire strane idee"
 "Oppure se le farà venire lo stesso, e le interpreterà come 'se cerchiamo di tornare sui nostri passi e fare pace, finirà in un macello'" aggiunse Chad. "Da qualunque angolazione la si voglia vedere, non mi pare promettere bene"
 "Ma poi, perchè l'azione di un gruppo di scismatici dovrebbe portare discordia tra interi popoli e pantheon?" meditò Carter. "Anche se lo facessero, la maggior parte delle varie fazioni probabilmente continuerebbe a combattere insieme. E gli dei non avrebbero nessun motivo di prendersela gli uni con gli altri"
 Oh, che bello. Un'altra cosa completamente priva di senso. Definizione, quest'ultima, abbastanza calzante al carattere generale degli dei. Avevo paura a dirlo a voce alta. 
"Ma fatto sta che l'ha detto lei, e quindi, essendo una sfiga, succederà di sicuro" Chad supplì a modo suo.
 Carter sospirò. "Bene, perfetto, dalla prima e dalle ultime linee non ne caviamo un ragno dal buco. La seconda, allora? La stessa mano scaglierà nel cielo un nuovo Icaro?"
 "Qualcuno morirà ammazzato perchè qualcun altro lo spingerà giù da qualche parte" Sadie fornì un'ottima interpretazione.
 Pensai a Dakao. Che sorpresa che avessi detto quelle cose proprio pochi giorni dopo che lui aveva perso la capacità di volare. E tanto per la cronaca, Chad aveva visto come sua causa di morte lo sfracellamento da una grande altezza ... nuovo Icaro identificato. Bene, che meraviglia. Una delle persone che seguiva Setne perchè convinto di agire per il bene comune sarebbe stato ammazzato presto e in modo neanche troppo pietoso. Quella 'mano', a chiunque appartenesse, iniziava a non piacermi davvero per niente. 
"Potrebbe anche essere un significato metaforico" intervenne Carter. "Icaro non era l'emblema di qualcuno caduto per aver osato troppo?" 
Eccome, ma probabilmente l'interpretazione di Sadie andava benissimo. 
"Un qualche socio del soggetto di cui sopra, forse. Uno degli iniziatori di questo possibile scisma" ipotizzò Chad. Che ero sicurissima si fosse già fatto tutti i miei stessi ragionamenti, ma stesse cercando di sviare l'attenzione da quella prospettiva. Giusto: del resto, noi non sapevamo niente della ferita di Dakao, forse neanche della sua causa di morte (magari Chad, durante quell'unico scontro in cui l'aveva intravvisto, non gli aveva prestato abbastanza attenzione perchè la sua voce si degnasse di informarlo in merito), e comunque stessero le cose, più dettagli tralasciavamo di comunicare in queste situazioni, meno rischi c'erano di farsi beccare e più possibilità c'erano di elaborare un piano personale. 
"No, no, non c'entra niente" borbottò Sadie. "Perchè dovrebbe essere ammazzato anche lui? Facendosi precipitare da qualche parte, tra l'altro ... no, credo che l'interpretazione letterale sia ancora quella giusta" 
"La sua parte lo ammazzerà lo stesso comunque ... oppure, aspetta, potrebbe darsi che siano loro a incitarlo a seguirli, cosa che poi lo porterà alla sconfitta ..." disse Carter.
 "Certo che qui andiamo proprio di bene in meglio" commentò Chad. Be', era ovvio: notizie fresche da Moros, cos'altro sarebbero potute essere? 
"E nessuna di queste elucubrazioni ci sta portando vicino a una soluzione" brontolò Sadie. 
"Se non invitare tutti alla massima unità possibile, e sperare che gli dei lascino capire il concetto a tutti" Tanta fortuna, Carter. 
L'argomento fu dichiarato momentaneamente chiuso con quelle parole; io cercai di arrovellarmi con quelle piccole informazioni extra in mio possesso. Dunque, chiunque si prospettasse come l'autore del 'sacrificio umano' sarebbe anche stato, direttamente o meno, la causa della morte di Dakao. 
Frank Zhang? Era stato lui a ferirlo, privandolo della possibilità di volare. Ma Zhang non mi sembrava esattamente il tipo che se ne andava ad ammazzare la gente a cuor leggero ... forse in uno scenario davvero apocalittico, con un tradimento ad opera del senato romano? 
No, un momento, lui stesso era uno dei Pretori ... sì, forse la sua collega si sarebbe ribellata all'alleanza attualmente in corso, portando con sè una sostanziosa parte del Campo Giove, e quando questi ultimi avessero deciso di fare dietro front, gli dei l'avrebbero costretto a sacrificare la ragazza, perchè non fosse più causa di scismi. Del resto, la mano di un collega con cui hai lavorato a stretto contatto per almeno un anno non si può proprio definire estranea.
 Dunque, chi era quella ragazza ... Reyna  Un-cognome-spagnolo-che-al-momento-mi-sfuggiva? Non sapevo molto di lei. Avrei dovuto cercare più informazioni in merito, una volta uscita dal Tartaro.
 Per quel che ne sapevo al momento, la mia teoria poteva essere sia verosimile, sia un gran lavoro di fantasia. Decisi che, quando tutti si sarebbero messi a dormire, mi sarei confrontata con Chad in merito. Chissà cha anche lui, malgrado le sue disgraziatissime capacità mentali, non si fosse fatto una sua idea ...








Ladies & Gentlemen,
Alleluja, finalmente sono riuscita ad aggiornare anche questa! Davvero, questo capitolo ha richiesto un sacco di tempo. Il ritardo, comunque, è dovuto al fatto che ho perso la chiavetta con su tutti i documenti relativi alle storie, e proprio in coincidenza con un periodo molto impegnato a scuola, cosa che mi ha lasciato ben poco tempo per recuperare. In ogni caso, stante il fatto che normalmente nell'ultimo periodo ho dovuto fare i salti mortali per riuscire ad aggiornare tutte le storie per tempo, il sistema delle due settimane sarà da questo momento in poi abbandonato. Questa storia, come tutte le altre, sarà aggiornata ogni volta che avrò finito un capitolo. Quindi tenetela d'occhio, il prossimo aggiornamento sarà imprevisto come una multa al velox!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scopriamo che qualcuno ci ha tirato un bel po' di accidenti ***


















                                           CHAD



SCOPRIAMO  CHE  QUALCUNO  CI  HA  TIRATO  UN  BEL  PO'  DI  ACCIDENTI







Ma seriamente non ci aveva pensato nessuno che quella profezia implicava il fallimento della nostra missione?
 Se ci sarebbe stato un qualunque dissidio o caos tra i due eserciti nell'immediato, sarebbe stato decisamente strano se Setne non fosse stato coinvolto. E noi eravamo lì a viaggiare per il Tartaro proprio per impedirgli di uscire ... a rigor di logica, non ci saremmo riusciti. E sì, avevo anche fatto il ragionamento 'ma non può riferirsi a qualche altra faida in un futuro più o meno remoto', e l'avevo trovato fallimentare. 
Ricordate la profezia precedente, quella che ci aveva preparati alla possibilità che Setne provasse a fare una scampagnata nel Tartaro? Ecco, tra le altre cose diceva anche 'si distruggerà da sè la parte avversa'. Il tutto in mezzo a linee riferite alla situazione attuale. E la nuova profezia non si riferiva appunto a un dissidio interno tra noi? Bene, possibilità che potessimo in qualche modo scamparla fallita.
 Bene, ora che il dio della sfiga aveva visto e previsto che avremmo preso una sonora mazzata, come regolarci di conseguenza? Be', anzitutto, per motivi simili a quelli spiegati da Penelope nello scorso capitolo ritenevo meglio non illuminare Carter e Sadie. Meglio non apparire troppo svegli o troppo pronti a evidenziare le cose, anche perchè questo avrebbe aumentato la nostra credibilità presso l'esercito di Setne.
 Allora, secondo me sarebbe stato il caso di avvertire Thoth. In questo modo, il nostro capo avrebbe potuto iniziare a elaborare un piano B, di cui probabilmente avremmo saputo solo quando fossimo usciti dal Tartaro. Niente di anomalo: di solito era lui a preparare gli schemi generali da seguire, che noi poi adattavamo alle situazioni particolari e agli imprevisti che ci trovavamo davanti. Sì, come linea d'azione mi pareva di gran lunga la migliore (anche perchè l'altra, non avvertire Thoth e sforzarci di impedire che la profezia si avverasse, non aveva molto senso. Era stata dettata da Moros, sarebbe sfuggita al nostro controllo di sicuro). 
Solo, prima dovevo preoccuparmi di cos'altro avrebbe implicato il concetto di 'questa missione fallirà'. Noi quattro le avremmo prese sonoramente ma saremmo tornati comunque al Campo? Avremmo molto più semplicemente avuto uno spettacolare ritardo contro il fantasma, e saremmo tornati a casa relativamente illesi? Oppure ci saremmo direttamente rimasti secchi lì? Oppure alcuni sarebbero morti e altri sarebbero tornati?
 Non potevo esserne sicuro: come ho già dovuto spiegare al Campo a fin troppi appassionati di Death Note, io posso conoscere le cause di morte, non le date. E con le cause, potevo solo fare un po' di supposizioni. Penelope sarebbe stata trafitta da una lancia: quante possibilità c'erano di trovare lance nel Tartaro? Le stesse che c'erano di trovarci un gigante armato di mazza, probabilmente. Evidentemente, Zeus non si curava di disarmare la gente prima di buttarla lì sotto, con buona pace di eventuali disgraziati che dovessero compiervi un'impresa.
 Carter e Sadie non mi hanno mai chiesto la causa della loro morte, quindi non mi sento autorizzato a divulgarla; dirò soltanto che per il primo era quasi completamente escluso il decesso in quel luogo, mentre per la seconda le possibilità erano già decisamente più alte. Per quanto riguarda il sottoscritto ... non ne avevo la più pallida idea. Sul serio, ero l'unico su cui il mio potere non funzionava. Evidentemente non aveva lo stesso effetto sulle immagini specchiate. 
Quindi, avremmo potuto considerare che almeno Carter sarebbe riuscito a tornare in superficie. Scusa se lo dico, ma per la causa del kosmos questo non era molto esaltante. Cosa avrebbe fatto Thoth se io e Penelope non fossimo tornati? Avrebbe interrotto tutto e lasciato che le cose andassero come dovevano andare? Avrebbe scelto dei nuovi aiutanti? Avrebbe fatto tutto da solo, con l'aiuto di ibis e babbuini, o trovandosi qualcuno all'interno delle varie fazioni da manipolare?
 Mah. A pensarci bene, non sarebbe stato proprio malaccio se almeno uno di noi due fosse sopravvissuto. Almeno avremmo avuto una certezza su come sarebbero andate avanti le cose.
 Questi lieti pensieri furono interrotti da una sorta di fischio proveniente da qualunque cosa avessimo per soffitto in quel momento. Sollevammo tutti lo sguardo, e Sadie commentò "Che schifo"
 Sadie, questo non è il modo in cui ti riferisci alle vecchiette di solito, vero? Perchè anche se quelle avevano ali da pipistrello e qualche genere di arma mortale in mano, i volti e i corpi erano quelli di vecchiette.
 "Oh ... quelle sono le Furie, giusto?" mormorò Carter, sollevando il suo khopesh. 
"Un altro idiota che ci confonde!" lo gratificò una delle vecchiette, compiendo un giro in tondo sopra di lui. "Noi siamo Arai! Arai, dannazione!"
 "Cosa sono?" bisbigliò Carter, prudentemente rivolto a noi. Io non ne avevo la più pallida idea ('Maledizioni'? Non sembrava promettere bene, ma non mi diceva nulla), Penelope nemmeno, e a Sadie non importava direttamente.
 "Ha-di!" gridò, attaccando direttamente senza curarsi della parte informativa. Grazie agli dei, la vecchietta non esplose in brandelli di cadavere. Meno grazie agli dei, si trasformò in un'ammasso di cosini colorati che assalirono Sadie in massa. 
"Ottimo! Quella era da parte di una dea!" gongolò un'altra delle Arai. Sadie stava improvvisando una sorta di balletto per liberarsi dei cosini, ma quelli le rimanevano appiccicati addosso, e parevano semmai procedere verso il viso. 
"Sono Orsetti Gommosi!" strillò lei sconvolta.
 Che?! Per qualunque ragione una dea dovesse aver inviato a Sadie Orsetti Gommosi assassini, o qualunque cosa stesse succedendo, sia Carter che Penelope parvero comprenderla, a giudicare dalle loro espressioni.
 "Sono serve di Moros, o qualcosa del genere?" si interrogò la seconda. Le Arai fecero versi schifati per tutta risposta. 
"Ma per pietà!" brontolò una. "E voi, che aspettate ad attaccarci? Ne abbiamo ancora un sacco, per voi egizi!"
 "E una a testa per voi greci! Che sfigati" dichiarò un'altra. 
Continuavo a non capire cosa stesse succedendo, ma avevo colto il messaggio che probabilmente non era un'idea saggia attaccare le Arai, perlomeno non nel modo tradizionale. Quelle, però, ci si buttarono addosso in massa, costringendoci a usare le rispettive armi almeno per autodifesa. Fu un macello.
 Sadie si fece eliminare dai giochi quasi subito: ne ammazzò un'altra, e fu investita da un vento gelido che la racchiuse in un blocco di ghiaccio, Orsetti Gommosi e tutto. 
"Ma cosa fai tu alle dee?" sghignazzò un'altra Ara. "Ne ho viste ben poche maledire in due o più la stessa persona!" 
Maledire ... ah. Forse avevo capito come funzionavano le Arai. Qualcuno malediceva qualcun altro, gli augurava le peggio cose, e le Arai avevano il compito di far avverare la maledizione. Quando una veniva colpita, rilasciava la sua. Ecco perchè Penelope aveva chiesto se c'era un collegamento con Moros ... quelle cose portavano sfiga.
 Ah, e giusto a questo proposito: Sadie non sarebbe sopravvissuta molto all'interno di quel blocco di ghiaccio. Se non fosse morta per ipotermia, l'avrebbe fatto per mancanza d'aria. Come cavolo facevo a risolvere quella situazione? Se avessi mandato in pezzi il blocco di ghiaccio, avrei mandato in pezzi anche lei, come succedeva in libri e film? Non ne sapevo abbastanza di fisica per poterlo dire. 
Mi sembrava improbabile, però: lei non era fatta della stessa consistenza del ghiaccio. E se avessi trasformato il ghiaccio in polvere? Lei ne avrebbe risentito in qualche modo?
 Penelope risolse questi problemi prima di me. Dribblò le Arai e si scagliò contro il blocco di ghiaccio, mandandolo in pezzi. Funzionò, grazie agli dei: Sadie riprese una gran boccata d'aria, tremando come una foglia, ma per il resto sembrava stare bene. Certo, aveva ancora del ghiaccio attaccato addosso, con orsetti annessi, ma perlomeno era viva.
 Fantastico. Adesso dovevamo capire come sistemare queste vecchiette malefiche senza rimanerci ammazzati a nostra volta.
 "Non uccidetele!" gridai, perchè, l'avevo notato solo in quel momento, sia a Carter che a Penelope sembrava essere sfuggito il concetto. Il primo sembrava terribilmente malconcio, pieno così di ferite e ansimante come se gli mancasse l'aria; la seconda indossava un abito vittoriano. Ma che razza di maledizione le avevano rifilato?! 
"E' una parola" brontolò lei. "Queste schifose stanno cercando di farsi eliminare apposta. E noi dobbiamo pur difenderci in qualche modo, e terminare questo combattimento per procedere, in ogni caso"
 In effetti, dovevo ammettere che era vero. Anch'io, dopo aver giocato di sola difesa per qualche minuto, trafissi per sbaglio quell'unica Ara che mi stava addosso. Il risultato fu che i miei coltelli iniziarono a vivere di vita propria, schizzandomi via dalla giacca e mettendosi a sfrecciare attorno a random. 
Non avevo la più pallida idea di chi fosse lo stronzo che mi aveva rifilato quella maledizione; sospettavo un figlio di Apollo. Intanto, la definizione di 'random' di cui sopra dimostrava di poter comprendere sia il sottoscritto, sia i miei compagni di viaggio, sia le altre Arai. Mi trovai a correre qua e là come un pazzo nel tentativo di recuperarli.
 Intanto, anche le Arai colpite dalle mie armi rilasciavano i propri effetti sulle vittime designate: il risultato erano due fratelli Kane praticamente moribondi. Cavolo, cavolo, se non avessimo trovato il modo di sbarazzarci di quelle maledette senza ucciderle, saremmo stati finiti. 
Forse Penelope, con le sue doti di iettatrice, avrebbe potuto fare qualcosa. Avendo afferrato il concetto di non uccidere le Arai, tutto qello che aveva saputo fare era mettersi in disparte e osservare i Kane che cercavano di resistere a tutto quello che si abbatteva su di loro. Feci per correre da lei a dirgliene quattro,  ma ero a metà strada, che una Arai strillò "Evvai, questa è la migliore!" 
Carter e Sadie sparirono. Riuscii a intravederli per un istante sprofondare nel terreno, e poi via, non c'erano più.
 "Che cos'era quello?" chiese Penelope, fissando inorridita il punto in cui i due erano stati fino a un momento prima. 
"Una maledizione da parte di Apophis, nientemeno" gongolò una delle poche Arai rimaste. "Sprofondare nel Caos per l'eternità. Era l'ultima, purtroppo ..." schivò un coltello vagabondo. "Certo che questa mi sta piacendo molto meno rispetto all'inizio!"
 "Uhm, sbaglio o voi qui non avete più niente da fare?" chiese Penelope. Oh, finalmente la signorina si stava dando una svegliata? Tempismo impeccabile, non si poteva dire altro! 
"No" borbottarono le Arai in un coro deluso e annoiato.
 "Benissimo" rispose lei, con un sorrisetto a dir poco nervoso. Pessima prova attoriale, oltre a tutto il resto. "Allora vi dispiacerebbe mandare una maledizione a Setne da parte mia?"
 "Qualcosa che tu non puoi augurargli con i tuoi poteri?" rispose una Arai, aggrottando la fronte già raggrinzita. 
"Ma per carità, non scambiateli per qualcosa di potente" replicai io. "Finora, ha tirato solo sfighe ridicole. Qui abbiamo bisogno di qualcosa di molto più tosto"
 Ma i mostri greci sono tutti così vanagloriosi per contratto? No, sul serio, è una cosa che non viene mai spiegata ai novellini del Campo, ma enfatizzare la loro importanza aiuta sempre. Le Arai furono d'un tratto molto più interessate, e di questo ero l'unico che bisognava ringraziare.
 "Assolutamente" continuò Penelope. "Vogliamo fare qualcosa di una certa estensione: gli auguriamo che tutto ciò che può o vuole ostacolarlo abbia tutte le possibilità per farlo"
 "Più di larga scala che impressionante" commentò la Ara. "Ma okay, penso di poterlo fare io. Scusatemi, vado a recapitare ..." 
Sparì. Le altre la seguirono, e noi ci ritrovammo da soli.
 "Sei sicura che fosse la cosa migliore da fare?"
 "Formulata così, è la cosa che ci garantisce le migliori possibilità di riottenere i Kane"
  Sbuffai. Bello, adesso andavamo di possibilità. Cosa cavolo voleva dire 'sprofondare nel Caos per l'eternità'? Una specie di eterna caduta, senza nulla dove atterrare, finchè non fossero morti? Oppure in questo modo avrebbero ottenuto anche l'immortalità? Certo era che difficilmente sarebbero potuti andare avanti con la missione, o tornare al loro Nomo dai loro amici. Bella cosa. 
E ce la saremmo anche potuta evitare, se qualcuno a caso si fosse deciso un po' prima a uscirsene con un piano per debellare le Arai senza causarne la morte! Non potevo certo non farglielo sapere.
 "Complimenti per il tempismo, tra l'altro. Il tuo modo di allontanare le Aria senza fare loro danno è stato perfetto, giusto in tempo per evitare guai seri ..."
 "Ma sta' zitto" scattò subito lei. Che praticamente mi stava dando ragione. "Se la cosa era tanto facile, perchè non mi hai suggerito tu un piano per levarcele di torno? Del resto, non è consigliabile aspettarsi che gli idioti facciano i piani, no?"
 "Sottoscrivo sull'ultima parte, ma sai com'è, avevo il vago sospetto che non sarebbe stata una gran cosa da fare dirlo davanti alle Arai. O forse essendo vecchiette erano anche sorde, ma non mi sembrava il caso di corr ..." 
Qualcosa atterrò sulla roccia. Erano i Kane. Ancora mezzi morti, ma non stavano precipitando da nessuna parte.
 "Hai visto?" ululò Penelope. 
"E tira fuori una qualche medicina!" sbottai, iniziando a cercare nelle borse dei due. Bella roba, erano piene di cose che non conoscevamo. 
Finimmo per ficcare in gola ai Kane praticamente qualunque cosa, alla faccia della possibile controindicazione 'medicina a uso solo cutaneo, non ingerire'. Scusateci, ma non avevamo la più pallida idea di cosa fossero quegli intrugli, e non ci fidavamo a dare loro nettare e ambrosia. Dopotutto, non erano semidei, non avevamo nessuna garanzia che il fatto di essere maghi avrebbe permesso loro di sopravvivere. 
Comunque, miracolosamente la cosa sembrò funzionare: i due iniziarono a dare segni di vita. 
"Perchè sento sapore di Ribena?" farfugliò Sadie, cercando di sollevarsi da terra. 
"E' una medicina egizia?" chiese Penelope, aiutandola a rialzarsi.
 "L'ultima volta che ho controllato, era una bibita inglese" rispose Carter, tirandosi su da sè. "Cosa ci siamo persi?" 
"Costei che mandava una Ara a Setne, con un messaggio del tipo 'possa tutto ciò che ti ha ostacolato tornare all'attivo' ... scusatela per il tempismo, davvero non riusciva a far funzionare la testa"
 "Sì, ma questo sottintende che almeno io l'abbia fatta funzionare"
 "La volete finire? Pensate al lato positivo: avete idea di quante cose si saranno messe a ostacolare Setne ora, con quella maledizione?!" 
Penelope mi guardò con un sorrisetto odioso. Tanto lo sapevamo tutti che Sadie lo diceva solo perchè era sua amica!






Ladies & Gentlemen,
questo capitolo è praticamente l'equivalente dei filler degli anime: dovevo pur metterci un combattimento, e mi è uscita questa roba. Non mi soddisfa per niente ... ma per fortuna credo che sarà l'unico. Gli altri scontri che ho in programma saranno più significativi e sostanziosi ... o almeno saranno dei riempitivi decorosi. Per farmi perdonare, nel prossimo capitolo i nostri eroi dovranno gestire una rivelazione piuttosto scottante, che potrebbe sia rovinare il fidanzamento di Sadie, sia avere una certa importanza strategica.


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Di ragni idioti e segreti raggelanti ***
















                                   PENELOPE





 DI  RAGNI  IDIOTI  E  SEGRETI  RAGGELANTI









Iniziavamo già ad essere un po' stanchi, quando ci imbattemmo nelle ragnatele. Immensi ammassi bianchi e filamentosi, si alzavano fino al soffitto, intesecandosi tra loro fino a confondere quella che doveva essere la rete originaria. 
"Uh, carino" commentò Carter. "Lasciatemi indovinare, quaggiù non passano molte mosche, vero?"
 "Suppongo di no" replicò Chad. "E suppongo anche che chiunque abbia realizzato queste ragnatele, si aspetta che noi facciamo la loro parte"
 "Molto ingegnoso" replicai. Ero ancora piuttosto scocciata per come mi aveva trattata durante lo scontro con le Arai. Ci avesse provato lui, a vedere i suoi amici attaccati da qualunque cosa e ad avere al contempo tutta la responsabilità di inventarsi qualcosa per tirarceli fuori! Razza di idiota. Mi auguravo solo che quella sera non si fosse parlato di quello, o non saremmo riusciti a discutere di niente.
 "Aracne" Sadie intervenne a interrompere quella catena di pensieri molto adatti alla situazione. "Annabeth me ne ha parlato. Il primo ragno, trasformato a causa di un'offesa agli dei, e adesso assolutamente inferocito con qualsiasi mezzosangue le capiti a portata di mano" 
"Oh, be', non credo che ci sia bisogno di tirare in ballo l'ira contro gli dei. Secondo me, basta che abbia fame" commentò Chad.
 "Okay. Intanto però mi sembra il caso di capire dove sia. Qui potrebbe piombarci addosso dall'alto in ogni istante" disse un più pratico Carter. 
Ci guardammo attorno. Niente. Dovunque guardassi, vedevo solo ragnatele, nessuna ombra sospetta a muoversi tra loro. 
"Direi che qui fermi non riusciremo a combinare niente" commentò Sadie. "Io voto per 'andare avanti e sperare di non essere beccati'. E anche se lo facesse, siamo comunque più numerosi di lei, saremmo in grado di sopraffarla" 
"Ecco, adoro le strategie raffinate che stiamo impiegando in questo viaggio" borbottai. Poi mi venne un'idea. "Anzi, mettiamone direttamente su una pallida parvenza: Aracne, non accorgerti di qualunque cosa sia nelle tue ragnatele"
 "Ben fatto" approvò Carter, mentre iniziavamo ad addentrarci nelle ragnatele. 
Erano maledettamente appiccicose, ci volevano almeno tre minuti pieni per staccarsi da ognuna. Io poi avevo addosso quel maledetto coso vittoriano, pieno di pizzi e ricami, che si impigliava dappertutto. Accidenti a Drew.
 "Te l'ha proprio voluto far pagare quello scherzo, eh?" bisbigliò Sadie, aiutandomi a sbrogliarmi da un bozzolo.
 "Sì ... almeno a te non è arrivato niente del genere" replicai. Sì, la spiegazione per il vestito era quella - un paio di accessori imprevisti che io e Sadie avevamo infilato nella trousse per il trucco di Drew Tanaka. Una cosa stupida e infantile, certo ... l'alternativa era strozzarla. Fate un po' voi cosa sia stato meglio. 
"Mi auguro che quelle vecchiette malefiche abbiano solo pensato che, a confronto con tutte le altre cosine interessanti che avevano in repertorio, un vestito vittoriano sarebbe stato noioso" replicò lei, mentre io finalmente mi liberavo di quella ragnatela.
 "Probabile. Insomma, vuoi mettere un terribile attacco di micidiali Orsetti Gommosi?"
 "Ti prego, non dirlo in quel tono. Perchè ho anche solo potuto pensare di scherzarci su? Quei cosini sono letali" 
"Dovresti creare una forma di combattimento magico scelto contro gli Orsetti Gommosi, quando torneremo in superficie. Tra parentesi, quand'è che hai dato sui nervi a una dea del ghiaccio?"
 Sadie smise di sorridere. "Non lo so. A quanto mi risulta, non mi sono mai ritrovata in una situazione simile con una qualsiasi divinità legata al ghiaccio. A quanto ne so, il pantheon egizio non ce l'ha nemmeno ... sai, è difficile trovare del ghiaccio in un deserto"
 "Immagino. Ma quel ragazzino che vive con voi? Non ha poteri legati al ghiaccio?"
 Sadie parve esitare. "Sì ... ma non siamo mai riusciti a capire di che dio segua il sentiero. Non lo sa nemmeno lui"
 "Zitte, voi due" ci richiamò Chad a bassissima voce. Non ci volle molto a capire il motivo: una grossa sagoma scura si muoveva tra le ragnatele, a non troppa distanza da noi.
 "Ma quell'augurio non doveva tenerla lontana?" mi chiese Sadie, stavolta  a bassa voce anche lei. 
"No, ho solo detto che avrebbe ignorato qualunque cosa fosse nelle ragnatele" risposi allo stesso volume. "Ci passerà vicino, ma senza notarci" 
Invece parve proprio venire dritta verso di noi. 
"Ne sei veramente sicura?" bisbigliò Carter. 
"Sì!" 
Aracne irruppe davanti a noi.
 Ma non doveva essere il primo ragno mai esistito? In Grecia, per di più. La Grecia non ha ragni giganti, a quanto mi risulta. E allora, perchè Aracne era enorme? E soprattutto, perchè aveva il volto di una donna, orribile e decisamente inferocito? O Atena non aveva fatto un lavoro molto completo, o la magia non aveva resistito molto bene al tempo. 
Chad imprecò sonoramente. Non potevo biasimarlo, purtroppo: cosa avevo detto di sbagliato perchè il mio augurio non funzionasse? Avrei dovuto ripeterlo a intervallo regolari? 
"Uhm, salve!" Sadie tentò l'approccio 'facciamo due chiacchiere, distraiamo questa cosa e vediamo se riusciamo a imbrogliarla e filarcela senza troppo danno'. Per tutta risposta, Aracne puntò immediatamente Carter, scoprendo le sue brave mandibole affilate da ragno, e si lanciò all'assalto. 
Okay, questa qui non era la tipa chiacchierona, a quanto pareva. 
"Mancalo!" le urlai. Il mio potere funzionò, questa volta. Carter riuscì a scattare via giusto in tempo, finendo però per incollarsi nella ragnatela dietro di lui. Era fregato. 
Feci appena in tempo a pensarlo, che Aracne cambiò obiettivo. Lasciandoci tutti esterrefatti, snobbò totalmente il tizio a sua completa disposizione e procedette ad attaccare Sadie. 
Ah ... le mie parole esatte erano state 'ignorare tutto quello che finisce nelle sue tele'. Noi stavamo camminando in mezzo alle ragnatele, non ci eravamo proprio appiccicati sopra. Accidenti ai vincoli linguistici.
 "Tas!" strillò Sadie, lanciando il suo pezzo di corda ad Aracne. Evidentemente non aveva nessuna voglia di riprovare l'ha-di, nonostante la sua provata efficacia. Gliene fui grata.
 "Saltate nelle tele!" urlai, mentre Aracne lottava contro la corda. 
"Ehm?" chiese Carter, interrompendosi a metà del tentativo di liberarsi. Per qualche strano motivo, fu quello stordito di Chad ad arrivarci per primo. 
"Aracne igorerà solo quello che è nelle sue tele!" spiegò. "E' tutta una stupida questione di parole ... certo che anche tu potresti stare più attenta!" 
"Zitto e sali" sbottai.
 Onestamente, non avevo idea di come avrebbe fatto Aracne a ignorarci, quando tutti noi saremmo stati nelle sue reti. Sarebbe stato chiedere troppo? Ma era così che avevo formulato l'augurio, dopotutto, e il mio talento di porta-sfiga pareva essere ancora attivo.
 Tra l'altro, arrampicarsi su quelle benedette tele non era per niente facile. Anche per quanto riguarda i fili ingarbugliati ad altri, e che quindi non erano così lisci da farti scivolare la presa, erano così appiccicosi che per salire da qualche parte dovevi prima scollarti completamente dal punto precedente. E vi posso assicurare che, in tenuta vittoriana, la cosa era molto più complicata. 
Il risultato, almeno, fu che per quando Aracne fu riuscita a rompere quella corda, noi tutti eravamo ad almeno qualche centimetro da terra. Non abbastanza perchè non ci notasse.
 Il mio augurio, miracolosamente, funzionò: il primo ragno fu colpito da un'improvvisa idiozia fulminante, che la convinse che noi dovevamo per forza essere spiaccicati a terra. O meglio, questa è l'unica spiegazione logica che posso dare al fatto che si sia messa ad esaminare a distanza molto ravvicinata il terreno, nonostante noi fossimo molto visibilmente appesi alle ragnatele. 
Bene, e arrivati a quel punto, cosa fare? Starcene appiccicati lassù e fare tutto il viaggio in quel modo, sperando che il mio augurio non fosse annullato in qualche modo? O ammazzare Aracne, magari approfittando della posizione sopraelevata, e poi scendere e procedere normalmente? Nessuno si azzardava a consultare gli altri in merito, visto che parlare ad alta voce sembrava decisamente chiedere troppo, ma i miei compagni di viaggio parvero tutti unanimamente concordi sulla seconda opzione. 
Continuammo tutti ad arrampicarci sempre più su, in una posizione di maggior vantaggio rispetto ad Aracne (che continuava a stare appiccicata al terreno come un cane che stesse fiutando una pista) e poi, senza dire una parola, Carter lanciò il suo khopesh come fosse stato un coltello da lancio. Colpì Aracne proprio nel collo. 
"Maledetti!" quest'urlo fu l'ultima testimonianza che Aracne era in grado di parlare. Evidentemente non le piaceva chiacchierare col cibo. Si disintegrò comunque. 
Ci ritrovammo da soli, impigliati a qualche metro da terra in un ammasso di ragnatele. 
"E' stato lo scontro più silenzioso che abbiamo avuto finora" commentò Carter. 
"Ah, sì" concordò Sadie. "E la cosa non mi è piaciuta nemmeno un po'. A questo proposito, che ne dite di fermarci qui per la notte? Dovremo pur dormire, Setne sarà occupato con qualunque cosa gli abbia augurato Penelope, e questo posto è ben riparato. Direi che sono il punto e il momento perfetti" 
Okay, tatticamente parlando, dormire o fare qualunque cosa ci potesse rallentare non era consigliabile. Setne era un fantasma, non avrebbe avuto nessuna necessità di farlo. Purtroppo, noi non eravamo fantasmi, ed eravamo stanchi morti. Mangiare era una cosa che potevamo fare in viaggio, dormire no. E Sadie aveva perfettamente ragione sul fatto che quel posto fosse il più riparato possibile. Altre creature sarebbero semplicemente rimaste intrappolate nelle tele di Aracne. La mozione fu approvata.
 Fu approvata anche quella di stabilire, per ogni evenienza, dei turni di guardia: io e Chad ci offrimmo volontari per fare il primo. La ragione, l'avrete capito, non era tanto il nostro buon cuore, quanto l'impazienza di parlare degli avvenimenti del giorno. 
Ci toccò aspettare che Sadie e Carter si addormentassero, e nemmeno lì potemmo parlare in pace. In un baluginio di arcobaleno, apparvero Luciano, Hazelle e Mortimer. Per poco non venne un colpo ad entrambi.
 "Perdetevi tutta questa conversazione" sibilai all'indirizzo di Carter e Sadie, per poi rivolgermi a quel trio di pazzi furiosi. "Ma siete scemi?"
 "Bella idea chiamarci nel bel mezzo di una missione in compagnia di due egizi" dissa Chad quasi contemporaneamente.
 "In piena notte, quando tutti voi avreste probabilmente dormito, e con la possibilità che Penelope mettesse fuori gioco i due compagni di missione superflui, come è appena successo" ricapitolò Luciano. "Senza parlare del fatto che, se fossimo comparsi proprio davanti a loro due, avremmo potuto metterci a prenderli in giro o insultarli, e fingere che questo fosse lo scopo della nostra chiamata. Rischioso, quindi, ma non incosciente come voi credete"
 Non mi aveva convinta molto. 
"Comunque" replicò Chad, alzando gli occhi al cielo. "Perchè ci avete chiamati?"
 "Perchè ci sono novità che pensiamo di dover condividere anche con voi" sorrise Hazelle. 
Ah ... non mi fidavo. Luciano aveva già lasciato cadere qualche indizio di sospettare di noi, e Hazelle non mi piaceva e basta. Secondo me, se ci avevano contattati per dirci qualcosa, questa cosa era una perfetta, potenziale fonte di guai.
 "Dunque, vi ricordate che oggi avremmo dovuto fare un piccolo raid al Ventunesimo Nomo?" esordì Luciano. Certo che ce lo ricordavamo: Setne aveva praticamente fatto imparare date e luoghi degli attacchi previsti a memoria a tutti noi. Lo scopo doveva essere far pensare che lui fosse ancora presente e attivo, ma anche dopo che quella copertura era saltata in partenza, il suo esercito aveva deciso di mantenerla. A scopo intimidatorio, suppongo. Noi  comunque annuimmo.
 "Bene, è stato uno scontro su piccola scala, ma piuttosto acceso" 
"No, freddo" interruppe Mortimer. 
Luciano alzò gli occhi al cielo per una frazione di secondo. "E' stato un incontro freddo" dichiarò, distanziando bene le parole per qualche motivo. Per la stessa misteriosa ragione, Chad ridacchiò. 
"Quel che s'intende dire" Luciano smise di dire cose strane. "è che la partecipazione del piccolo Felix è stata molto intensa. L'ho già visto combattere, ma all'epoca si limitava  congelare pezzi di terreno, a trasformare i suoi avversari in pupazzi di neve e scatenare pinguini d'assalto. In quest'occasione, invece, ha abbassato la temperatura della stanza finchè della brina non si è formata spontaneamente, l'ha ingigantita fino a coprire tutte le pareti, ne ha ricavato spuntoni di ghiaccio che si sono staccati e hanno preso a volare per tutta la stanza, e ha incastonato Gaia e Mortimer in blocchi di ghiaccio"
 Uh-oh. Dove avevo visto dei blocchi di ghiaccio, recentemente?
 "E non ha quasi usato pinguini" aggiunse Hazelle. Okay, questa probabilmente era la cosa più preoccupante di tutte. 
"Effetti collaterali dell'inizio adolescenza?" suggerì Chad. Che cretinata.
 "Non direi proprio. Nel bel mezzo di tutto questo sfoggio di potere, lui non sembrava affatto entusiasta ..."
 "Sembrava stare inghiottendo una palla da tennis"
 "Grazie per il contributo, Mortimer. Dicevo, non sembrava affatto a suo agio, e di colpo è cambiato completamente" 
"E' diventato un'altra persona" intervenne Hazelle. "Conservava ancora alcuni dei suoi lineamenti, ma altri erano del tutto diversi, come se qualcuno gli avesse sovrapposto un'immagine. Ed era come sbiadito. Pelle, occhi capelli, tutto era di una sfumatura molto più chiara"
 "A questo punto, ha iniziato a parlare" riprese Luciano. "Con la voce di una bambina di tre anni" 
Eh? No, fino a un istante prima avevo pensato che Felix ospitasse una divinità senza saperlo ... ma com'era possibile che una dea, e in grado di fare quelle cose, avesse tre anni? No, d'accordo, avevo capito. A qualcuno qui piaceva trollare. 
"E cos'ha detto?" chiese Chad.
 "Sembrava molto spaventata" rispose Hazelle, pensierosa. "Diceva che non voleva essere lì, che voleva la sua mamma, il suo papà, oppure Osiride" 
Qui qualcuno stava trollando pesante. Ma cosa c'entrava Osiride?
 "Intanto faceva schizzare quelle schegge di ghiaccio ancora più velocemente in mezzo alla stanza. Perfino alcune persone del Nomo sono rimaste ferite. Poi Felix è tornato normale. Sembrava traumatizzato, e ha smesso di fare magie del tutto. E questa è stata la fine della storia: Jenny, o quale che sia il nome della loro infermiera, l'ha portato fuori dalla stanza, e noi abbiamo ripreso a suonarcele senza interferenze divine"
 "Quindi era proprio posseduto dalla divinità di cui segue il sentiero" concluse Chad. "Mi spiace per lui, e credo che potrebbe tornarci utile il fatto che non riesca a controllare i suoi poteri in battaglia, ma non è l'unica ragione per cui ci avete contattati, o sbaglio?"
 "Non sbagli affatto" gli sorrise Hazelle. "Sai, la cosa ci ha incuriositi molto. Non avevamo mai sentito parlare della dea del ghiaccio egiziana, non sapevamo nemmeno che potesse esistere una divinità simile in un deserto. Così, abbiamo cercato qualche informazione tramite l'esoterico mezzo noto come Google"
 "E dopo circa un paio d'ora, siamo pervenuti a una candidata molto interessante" Luciano fece una pausa, poi, con grande effetto scenico, proclamò il nome.
 "Kekebe ...Becheke ...Chebket ... Ke-be-chet" scandì finalmente. "Kebechet. Perdonatemi, non sono stato risparmiato dalla dislessia" 
Alla faccia, era un nome assurdo.
 "Mai sentita nominare?" 
Scuotemmo entrambi la testa. 
"Bene. Dea del freddo, della purificazione, e del liquido imbalsamatorio. Figlia di Anubi"
 E qui mi venne seriamente un colpo. Sadie come l'avrebbe presa? Insomma, la stragrande maggioranza dei mortali che hanno una relazione con un dio greco sanno benissimo che il partner ha già famiglia. Ma Sadie? Non mi aveva mai detto di sapere una cosa simile sul suo ragazzo. Lui gliel'aveva detto? 
No, un momento ... ah. Adesso vedevo cosa interessasse tanto Hazelle e Luciano. Sadie non sapeva affatto dell'esistenza di Kebechet. 
Come ne fossero così sicuri, non lo sapevo, ma le cose stavano così. E qualora l'avesse scoperto ... chiunque si sarebbe sentito tradito, al suo posto. Una figlia non è una cosa banale, da tenere nascosta. E Sadie in particolare, era molto gelosa del suo fidanzato. Sapere di avere una rivale (a proposito, chi era?) da cui il suo ragazzo aveva anche avuto una figlia l'avrebbe mandata fuori di testa. Ci sarebbe stato un litigio colossale, probabilmente anche una rottura. Sadie non avrebbe più voluto saperne di Anubi ... anche se erano nella stessa squadra, e il lavoro di gruppo era fondamentale in quella situazione. 
Un grave diverbio tra due membri del gruppo non avrebbe fatto bene alla fazione degli dei. E scusami se te lo dico, Sadie: mettere l'interesse comune davanti al tuo non è il tuo forte. Pensa solo al tuo tredicesimo compleanno. E da allora non è che tu sia migliorata troppo, come Chad si è premunito di dimostrare in un occasione particolare. 
Non te l'avevo detto per non offenderti, ma avevo notato eccome questa tua caratteristica, e nella situazione attuale, era un ulteriore motivo di preoccupazione. Il nostro timore, era che avresti rotto qualsiasi legame e collaborazione col tuo ragazzo, anche se ciò si fosse rivelato necessario al successo di un qualche vostro piano.
 Può sorprendere che la cosa ci interessasse tanto, visto che la nostra fazione non era esattamente la vostra, ma ciò non significava che stessimo dalla parte di Setne. La vostra unità e cooperazione era qualcosa che poteva benissimo tornare utile.
 "Cavolo" commentò Chad. "Ho la vaga sensazione che qualcuno non prenderà bene la cosa" 
"A quale delle due ti riferisci?" chiese Luciano. "Alla ragazza che all'improvviso scopre che il suo moroso ha già una figlia, o alla bimba che all'improvviso scopre che il suo papà ha un'altra donna?"
 Ma ... certo, il blocco di ghiaccio! La maledizione da parte di una dea, aveva detto l'Ara. Bech ... Kebb ... uffa. Becky. D'ora in poi la chiameremo così, il suo nome è impronunciabile e ci ha autorizzati lei stessa a un simile diminutivo. 
Dicevo, Becky era riuscita a scoprire in qualche modo in che rapporti fosse Sadie con suo padre, e non ne era affatto contenta. Probabilmente Felix aveva dovuto fare notevoli sforzi per impedirle di prendere il controllo e distruggere la mia amica ... 
Ma collegandoci a questo argomento, che fine aveva fatto la madre di Becky? Sadie doveva temere un'altra divinità inferocita? Dannazione, questa faccenda iniziava a diventare complicata. 
"A tutte e due, si suppone" intervenni. "Sadie, molto probabilmente, romperà col suo ragazzo. La dea del ghiaccio ..." un'altra possibilità per poco non mi fece venire un'accidente. "Si schiererà contro la sua famiglia. Si sentirà tradita e abbandonata da suo padre, e non vorrà più avere nulla a che fare con lui. E nell'ambito di una guerra, potrebbe essere convinta a schierarsi contro di lui. Quindi, se lei riuscisse a prendere il controllo di Felix, noi potremmo avere una divinità tra i nostri ranghi" 
Oh merda. Scusatemi, ma è proprio il caso di dirlo. Le nuove aggiunte all'esercito di Setne finora non avevano costituito un grosso problema, eccezion fatta forse per Achille. Ma per la maggior parte, erano tutti mortali, che non avrebbero causato nessun problema grave. Ma che quello schieramento acquisisse una dea, seppur giovanissima e presumibilmente inesperta ... ecco, quello ci preoccupava.
 In combinazione agli attriti che si sarebbero creati all'interno del Venticinquesimo Nomo - contando anche il fatto che effettivamente gli amici e i parenti di Sadie non sarebbero stati così felici della situazione - la squadra dei 'buoni' iniziava ad avere un considerevole svantaggio. Non era quello che volevamo noi. Dovevamo favorire l'equilibrio e l'ordine, dannazione! 
Luciano e Hazelle, intanto, annuivano soddisfatti. "Esattamente il punto cui volevamo arrivare. Le possibilità, poi, sono ancora più rosee se consideriamo il fatto che i bambini distinguono il mondo tra buoni e cattivi. Un'equilibrio, una via di mezzo tra le due cose, per loro non esistono" ero paranoica io o la frase aveva qualche riferimento particolare? "Se la dea identificasse suo padre e Sadie come 'i cattivi', chiunque si opponga a loro diventerebbe automaticamente buono"
 "Giusto per sapere" intervenne Chad. "Come facciamo ad essere sicuri che Chek ... Betch ... quella dea sia una bambina? A quanto mi risulta, ha i suoi bravi millenni, se fa parte della mitologia"
 "Fa parte della mitologia, ma il suo culto non ha mai preso piede" spiegò Hazelle. "E' stata dimenticata presto. Normalmente, la dimenticanza da parte dei mortali causerebbe invecchiamento e demenza senile associata alle divinità, ma tutti i clienti dei Campi Soleggiati sono stati importanti, in passato. Sono stati pienamente considerati dai mortali. Kebechet non ha mai avuto particolare importanza. Forse questo ha bloccato la sua crescita ... forse è finita ai Campi Soleggiati senza aver mai avuto l'occasione di diventare nemmeno adulta. Potrebbe essere semplicemente scomparsa, ed essere tornata in circolazione proprio grazie a Felix. Purtroppo ne sappiamo solo quanto basta per fare delle speculazioni. Anche per quanto riguarda sua madre, Anput ... non se ne sa nulla, non ha mai avuto nemmeno un culto dissociato da quello di Anubi. Potrebbe essere tranquillamente finita alla casa di riposo, e contrariamente alla figlia, non aver avuto occasione di tirarsene fuori" 
Ecco, sarebbe stato meglio che nessuna delle due fosse saltata fuori e basta. Ma in effetti la teoria di Hazelle aveva senso. Anzi, era la più probabile. Spiegava perchè nessuna delle due fosse in circolazione in ogni occasione in cui Sadie aveva visitato la Terra dei Morti.
 Anche se, ora che ci pensavo, Becky aveva menzionato Osiride durante il suo breve exploit: perchè Julius Kane non aveva detto niente alla figlia di queste cose? Avrebbe dovuto capire che sarebbe stato importante per lei, oppure, se era il tipo di padre protettivo, si sarebbe opposto seriamente alla relazione per questo.
 La situazione sembrava un casino assoluto, e molti suoi lati non avevano senso. Comunque, per quanto riguardava l'opinione attuale di Hazelle e Luciano, il piano era perfetto.
 "Wow ... ragazzi, mi pare davvero un'ottima idea sfruttare questi eventi. Okay, non sarà una cosa carina per la Kane, ma la dea del ghiaccio odierà lei e suo padre comunque. Tanto vale che ne approfittiamo" conclusi. Dovevo mantenere l'idea della persona decente che tutte le persone nell'esercito di Setne erano. Un'approvazione troppo entusiasta non avrebbe aiutato. 
"Bene" Luciano mi rivolse un mezzo sorriso compiaciuto. "Vi informiamo quindi che il piano avrà qualche modifica: l'obiettivo sarà rapire Felix e cercare di far prendere il controllo alla dea. Facciamo una sorpresa al capo?" 
Uh ... il suo compleanno, proprio. L'imprevisto appoggio di una divinità ... grazie a un piano studiato presumibilmente da Luciano. A Setne la sorpresa sarebbe piaciuta tantissimo ... magari avrebbe apprezzato il suo artefice al punto di sorvolare il ruffianamento. Sì, Becky sarebbe stata qualcosa di provvidenziale in tutti i modi!
 "Vai così" replicò Chad con un gran ghigno. Il messaggio Iride si dissolse.
 Bene, e a noi il compito di discutere di tutte le cose che ci avevano preoccupati durante il giorno! Che era stato piuttosto lungo.
 Io e Chad ci scambiammo un'occhiata. Lui sembrava sfinito e molto demoralizzato, e probabilmente la mia espressione era la stessa. 
"Bene!" esordì. "Da cosa cominciamo?"











Ladies & Gentlemen,
ma sarà mai un aggiornamento questo? Ebbene sì, a esattamente un mese e un giorno dall'ultimo. Signori, il prossimo potete aspettarlo approssimativamente per il ventisei marzo, se le cose vanno avanti così. Scherzi a parte, la causa è stata un periodo molto imprgnativo a scuola, e be', un capitolo decisamente lungo e impegnativo. Insomma, abbiamo l'introduzione di qualcuno che crea problemi ai nostri eroi semplicemente esistendo!
Ecco, a questo proposito, vorrei fare un appunto a proposito di Kebechet. Sì, la mitologia egiziana la conosce davvero, e sì, era proprio figlia di Anubi. Al punto che compare in molte storie di fanfiction.net ... che ci volete fare, gli americani fanno molte più ricerche di noi. Comunque, mentre era considerata la dea della purezza e del liquido imbalsamatorio, non è mai stato esplicitamente constatato che fosse la dea del ghiaccio, ma solo della 'freschezza', al punto che il suo nome significa 'acqua che si raffredda' (somiglia appunto a un incantesimo usato da Felix nell'ultimo libro ... che Riordan abbia in mente qualcosa di simile? Non mi sorprenderebbe, visto che, per quanto Kebechet fosse sconosciuta, è spesso menzionata sul web nelle pagine che parlano di Anubi. E visto che razza di maniaco delle ricerche è, mi sorprende abbastanza una simile disattenzione ...). Per i suoi poteri, ho semplicemente esteso un po' il concetto di 'freschezza'. Ora, termine dello spiegone, e spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri eroi se la dovranno vedere con Setne, e una cara amica di Penelope. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Tutti insieme appassionatamente, senza trascurare il mostro marino ***



                                        CHAD



TUTTI  INSIEME  APPASSIONATAMENTE,  SENZA  TRASCURARE  IL  MOSTRO  MARINO









Allora, facciamo un piccolo riassuntino, va bene? Perchè, se Carter e Sadie si ricordano, li abbiamo svegliati a circa due ore dalla prevista fine del nostro turno. Il che significa che abbiamo parlato un po'. Vi risparmio i conversari, e vi esporrò le conclusioni, in ordine di argomento trattato. 
Becky: Dipendeva. Se nel tempo che ci avessimo messo a uscire di lì Luciano e compagnia non fossero riusciti a rapirla, portarla dalla nostra parte. Se fosse rimasta al Ventunesimo Nomo, sarebbe stata circondata da persone che tentavano di far recuperare il controllo al suo ospite, con la consapevolezza che sua madre era sparita e suo padre si era rifatto una vita. 
La piccola dea aveva messo in chiaro di non essere entusiasta della cosa. Senza contare che la stragrande maggioranza dei componenti del Nomo non avrebbe potuto evitare di vederla come un problema, qualcuno che aveva rubato il corpo al loro piccolo amico per scatenare solo guai. E tutta la situazione sarebbe stata traumatica per qualsiasi bambino, divinità incluse. 
In questa situazione, Becky sarebbe sicuramente scappata dal Nomo, per finire nelle grinfie, a seconda del caso, nostre o di Luciano. Nel primo caso, avremmo cercato di porci come una sorta di bene tra due mali, e ... no, in effetti non sapevamo, sul momento, cosa farcene della dea del ghiaccio. Ci bastava tenerla buona, e impedire che lavorasse per Setne. 
Nel secondo caso, avremmo seguito la procedura stabilita per la situazione 'Luciano riesce a portarla dalla sua parte': ovvero, insinuarle il dubbio che in realtà Sadie non fosse una cattiva persona, che la gente al Nomo fosse pronta ad accettarla, che lei avesse commesso un grosso errore di giudizio, e convincerla a tornare lì, dove aveva una famiglia che le voleva bene. 
Mi auguravo che non dovessimo seguire l'ultima opzione: mi sarei sentito uno schifo a mentire così a una bambina traumatizzata e probabilmente bisognosa d'affetto, e a spedirla in un posto dove la situazione migliore era l'indifferenza per lei.
 La profezia: Okay, grazie alle mie brillanti intuizioni ci eravamo resi conto che quell'impresa sarebbe stata un fallimento. Quindi, il nostro obiettivo primario doveva essere mantenerci tutti in vita. 
Per quanto riguardava la possibilità di uno scisma: l'idiozia altrui, come più volte dimostrato, era fuori dal nostro controllo. Avremmo dovuto aspettare che succedesse, e magari ... okay, questa era forte ... cercare di accellerare il processo del suo sacrificio. Farlo apparire ridicolo ai suoi stessi seguaci, far passare quella di seguirlo per una pessima idea. In sostanza, essere noi i responsabili della sua morte.
 Cosa si poteva dire? Tutti i modi in cui potevo esprimermi, sarebbero stati eufemismi. Sarebbe anche potuto essere il peggiore stronzo del mondo, ma progettare la sua morte a sangue freddo? Ne saremmo stati capaci? Così su due piedi, avrei detto di no. 
E infatti passammo subito ad altro discorso. Come ci si sarebbe incastrato Dakao in tutto questo? Sarebbe morto per qualche strana conseguenza dello scisma, o per via del ragionamento di cui sopra, avremmo dovuto ucciderlo noi? Non se ne poteva sapere niente al momento, inutile spaventarsi in quel modo, altro argomento.
 Sisifo. Allora, le informazioniche ci aveva dato non avevano senso. Eravamo stati noi a scatenare quei disordini, non Setne. E quel fantasma, per ovvie ragioni, lo sapeva benissimo. 
Allora, perchè Sisifo aveva detto quelle cose? Qualcuno doveva avergli ordinato di dirle apposta. Qualcuno che molto probabilmente aveva capito che la nostra posizione ambigua era anche più ambigua di quel che sembrava. 
Ma chi, di preciso? Lo stesso Setne? Sembrava la scelta più probabile. 
Ma anche Luciano e Hazelle davano da pensare ... molto spesso, nelle recenti conversazioni, avevano lasciato quelli che una mente paranoica avrebbe potuto interpretare come rivelazioni che sapevano tutto. 
Ma entrambi questi partiti cos'avevano da guadagnare dal giocare sull'ambiguità e non eliminarci immediatmente prima che potessimo fare altro danno?
 Per quanto riguardava Luciano e Hazelle, la cosa si poteva anche capire: magari erano tutte loro supposizioni, avevano bisogno di prove, e speravano di renderci nervosi abbastanza da farci fare un passo falso. 
Ma Setne? Non gli sarebbe convenuto toglierci di mezzo, visto che la possibilità che gli ostacolassimo i piani lo riguardava molto più da vicino?
 Non esattamente. Il suo problema, se le cose stavano così, era lo stesso dei due fratelli: mancanza di prove. Evidentemente aveva in mano solo fortissimi sospetti, ma nulla di concreto. Se ci avesse uccisi/cacciati dalla squadra senza la certezza che fossimo colpevoli, l'intera squadra l'avrebbe subito classificato come dittatore. Probabile rivolta da parte dei suoi stessi agenti. Situazione non desiderabile. Faceva meglio a tenerci vivi e in salute ... e magari provare con la tattica di farci innervosire. 
Tra parentesi, quando Setne avesse liberato tutti gli spettri che si erano schierati dalla sua parte, Sisifo cos'avrebbe combinato? Avrebbe tentato di fare altre cose del genere? In altre parole, dovevamo temere qualcuno che ci rompesse attivamente le uova nel paniere (oltre ad altro, conoscendo Sisifo)?
 Avremmo dovuto sapere prima per chi lavorava il fantasma, ma la cosa era fuori dalla nostra portata. Okay, a quel punto eravamo morti di sonno, quindi arriva il punto in cui svegliamo Carter e Sadie.
 Per fortuna, i due fratelli ebbero la compiacenza di lasciarci dormire un po' più del previsto, con il risultato che ci svegliarono ormai al momento di rimettersi in marcia. 
"Ma volete spiegarci perchè non ci avete svegliati prima?" chiese Carter. Aveva toccato l'argomento già la sera prima, ma ci aveva visti troppo sfiniti per rispondere. Adesso invece eravamo sveglissimi, e ci toccava inventare una balla decente. 
"Non avevamo sonno" esordii. Penelope mi guardò malissimo. Ehi, si desse una calmata, avevo appena iniziato! 
"Con tutte le cose che ci sono successe oggi, probabilmente avevamo ancora troppa adrenalina in circolo. Succede! Mettete conto poi che è il primo giorno della nostra prima impresa, voi ci siete abituati e dormire sopra queste cose viene naturale ..." 
"Io non ho mai avuto problemi ad addormentarmi nel bel mezzo di un'impresa" Sadie tentò di portare validità scientifica alla contraddizione della mia teoria. 
"Allora è semplicemente un modo diverso di reagire" Penelope si decise a collaborare, sebbene sembrasse lievemente esasperata. Poco male, sarebbe stata presa per irritazione verso Sadie. 
"Okay, va bene. Ma non è stato giusto lo stesso che abbiate fatto ore extra. Avreste potuto provare a prendere sonno ..." 
"Abbiamo concordato che non avrebbe funzionato, e tanto valeva lasciar riposare un po' voi" rispose Penelope.
 "Posso ricordarvi che quando ci avete svegliati eravate sfiniti?" 
"Sì, be', alla fine è venuto sonno anche a noi" replicai.
 "D'accordo, capisco" rispose Carter. Ebbi ancora la sensazione che non ci credesse del tutto, ma stante il fatto che non poteva aver origliato niente, causa molto precisi auguri di Penelope, conclusi che doveva essere perchè sospettava un eroico sacrificio da parte nostra per lasciar dormire lui e la sorella.
 "Sì, mi lasciate sentire?" chiese Penelope. Non pensai minimamente a chiederle cosa dovesse sentire e mi misi in ascolto anch'io. 
Voci ... molto attutite, non si riuscivano bene a distinguere le parole, nè a identificarne il proprietario. Potevo solo sospettare che una fosse maschile e l'altra femminile. 
Cercammo di avvicinarci facendo meno rumore possibile, preoccupandoci perchè il nostro respiro sembrava sovrastare tutti gli altri rumori, e pian piano iniziammo a distinguere ulteriori dettagli della conversazione. Innanzitutto, la voce maschile apparteneva a Setne. 
Buona notizia, evviva, l'avevamo raggiunto! Sì, non fosse stato che io e Penelope avevamo in mente qualcosa di completamente diverso sia da quello che si aspettavano gli egizi sia da quello che si aspettava il fantasma, e non avevamo nemmeno idea di come portarlo a termine. D'accordo, intanto avremmo dovuto vedere cos'avremmo trovato lì sul posto. 
La seconda voce mi era del tutto sconosciuta. Sembrava piuttosto inferocita, comunque. Setne, invece, era nella sua solita tonalità tranquilla, allegra e amichevole. La signora, chiunque essa fosse, correva il rischio di farsi fregare di brutto. 
Finalmente iniziammo a distinguere anche le parole.
 "Mia carissima Ceto, le ripeto che non ho alcun controllo su quello che fanno quei ragazzi. Il perchè del gesto di quella ragazza è un mistero anche per me, ma questo non dovrebbe inficiare la sua fiducia nei miei confronti. Poteva semplicemente non esserne al corrente" 
"Sono stata cacciata nel Tartaro da una mezzosangue!" sibilò la voce femminile. "Non da Zeus, o da qualche altro dei Tre Pezzi Grossi, ma da una mezzosangue! Figlia di un dio minore!"
 "Chiamare Moros un dio minore mi sembra sottostimarlo un po'" 
Oh ca ... volo. Adesso avevo capito di chi si trattava. Era quel serpente marino che Penelope aveva spedito nel Tartaro tramite Nico e Hazel. Mi aveva detto che probabilmente quell'essere aveva realizzato che la colpa era del suo augurio, ma ... ecco, ritrovarcelo qui, presumibilmente assetato di vendetta, non era qualcosa in cui avevamo esattamente sperato. 
Specie considerando il fatto che stava praticamente rinfacciando a Setne le esatte circostanze della sua sconfitta, che noi avevamo lasciato attribuita direttamente a Nico e Hazel. Meno male che almeno Setne stava parlando in modo piuttosto ambiguo, neanche sapesse che noi stavamo origl ... oh. Possibile? 
"I poteri di sua figlia sono comunque ridicoli!" strepitò il mostro marino, a quanto pare nominato Ceto. 
"Mi ascolti, credo che lei stia scaricando la sua frustrazione sulla persona sbagliata. Se non sbaglio, la diretta interessata dovrebbe essere direttamente qui"
 Effeto sorpresa andato a farsi benedire in grande stile. Cosa avremmo fatto adesso?
 "E dove scusa?" 
Magari l'idiozia di Ceto poteva farci guadagnare un po' di tempo? 
Sadie strillò qualcosa di incomprensibile in egiziano. Ceto emise un sibilo assordante. "Chi è stato? Dov'è?"
 Carter caricò col khopesh. Okay, non la stavamo giocando sulla sottigliezza, ma non avevamo esattamente il tempo di star lì a fare gli strateghi, sperando che cortesemente sia Ceto che Setne se ne stessero lì fermi e tranquilli finchè non avessimo deciso un piano.
 Il problema adesso era: cosa fare? Il piano base l'avevamo concordato quella notte: fare un combattimento che sembrasse il più sentito possibile, ma impacciato -del resto, eravamo alla primissima impresa, probabilmente emozionati e stavamo combattendo contro il mago egizio più pericoloso che fosse mai esistito - e soprattutto, Penelope avrebbe usato i poteri in modo piuttosto vago. 
Se la sfiga avesse davvero incapacitato Setne okay, l'avremmo tolto dai piedi, se invece gli avesse fatto poco o nessun danno, la cosa sarebbe stata vista come accidentale da parte degli egizi e intenzionale da parte del fantasma. Se Setne fosse riuscito a scappare, avrebbe concluso che fosse stato grazie al nostro aiuto. Saremmo stati a posto in ogni caso. 
Bene, adesso dovevamo essere bravi a fare schifo! 
Allora, Ceto si dimenava avvolta da una nube di fumo scuro, Carter stava cercando di affettare un fantasma con una spada, Sadie stava tentando di legarlo con il suo tas. Niente di tutto ciò sembrava funzionare. 
Tirai un coltello verso Ceto, la beccai. Uffa, sono troppo bravo. Per fortuna non era lei il bersaglio principale della situazione.
 "Setne! Ritrovati incapacitato a contrattaccare in qualsiasi modo!" gridò Penelope. Non rischiava di essere un po' troppo lampante così? Aveva detto che il fantasma non avrebbe potuto usare nessun contrattacco, non che non avrebbe potuto darsela a gambe. Se avessimo avuto a che fare con persone sospettose, la cosa sarebbe stata notata.
 Invece Sadie la ringraziò entusiasticamente, e Carter proseguì l'assalto con maggiore entusiasmo, come se avesse il successo assicurato. 
Peccato solo che in quel preciso istante la coda di Ceto gli si abbattè accanto, colpendolo di striscio e facendolo cadere a terra. Tirai un altro coltello al mostro marino, perchè non moriva il maledetto? 
Penelope intanto aveva trasformato il suo braccialetto in spada ed era corsa a sua volta all'attacco, dimostrando ampiamente tutte le sue doti di mediocre spadaccina. Per quella che se fossimo stati davvero membri del Campo, sarebbe stata una straordinaria botta di fortuna, la sua spada riusciva a ferire Setne. Doveva essere merito del ferro dello Stige.
 Questo le causò entusiasmo ed eccitazione da parte di Sadie, e la lotta rischiò di essere delegata del tutto a lei. La cosa buona era che Penelope effettivamente non era bravissima con la sua arma: il fatto che riuscisse a infliggere solo ferite piuttosto superficiali a Setne, senza ferirlo al punto di distruggerlo, passava per completamente naturale.
 Poi mi resi conto: ma perchè quella finzione? Avevamo l'occasione di distruggere Setne servita su un piatto d'argento. E farlo alla maniera prestabilita da noi, non secondo giustizia. E anch'io avevo dei coltelli in ferro dello Stige, e al contrario di Penelope, ero piuttosto bravo con le mie armi. Diciamo pure che ero un grande, ecco. Ve ne ricorderete.
 Potevo sempre far finta di voler tirare vicino a lui, e sbagliare accidentalmente mira. Anche se fosse scampato a un tentativo attivo di farlo fuori, non avrebbe avuto basi per protestare. E vai con quel piano, allora! 
Come volevasi dimostrare, il mio primo coltello lo mancò di un soffio. Moros ce l'aveva proprio con noi, eh. Anche perchè per un pelo non beccai Penelope. 
Ne tirai un'altro, e quello fece una fine molto più gloriosa: si conficcò esattamente all'angolo della bocca di Ceto, che aveva avuto la brillante idea di passarmi davanti proprio in quel momento. Seguì uno strillo acutissimo. Chissà come avrebbe preso l'essere ferita dal figlio di un dio anche meno importante di Moros.
 Male: iniziò a dare di matto sul serio, rotolandosi su sè stessa come una pazza e dimenando un giro una cosa da diversi quintali. Tutti meno che il fantasma furono costretti a sparpagliarsi, e Penelope andò a finire precisamente nell'appena guadagnato campo visivo del mostro marino.
 "Tu ..." censuro gli improperi, vi assicuro che gli egizi non vogliono chiedere una traduzione. Non pensavo che il greco avesse simili parole, però. 
Il tutto condito dalla testa del mostro che precipitava verso la mia socia, a bocca spalancata. Carter e Sadie si precipitarono al suo soccorso, io feci appena in tempo a notare che sì, stava scappando abbastanza velocemente, prima di tornare a concentrarmi sul bersaglio principale.
 "Non potevi fare finta di non avermi visto?" si lamentò Setne, schivando un nuovo coltello. 
"Mi dispiace, ma qualcuno doveva pur badarti" replicai, estraendone un altro. Dialogo che poteva essere sia serio che ironico, vorrei far notare. 
Ma anche questo mio tentativo fu frustrato: una spira di Ceto mi colpì di striscio, e volai a qualche metro di distanza. Mi rialzai e scoprii che, purtroppo, Setne era ormai un problema molto secondario. 
Ceto era ormai andata completamente fuori controllo, e fidatevi, un serpente marino immenso che va fuori controllo non è una bella cosa. Se qualcuno di noi insignificanti esseri umani si avvicinava di un briciolo di troppo, si ritrovava sbattuto per terra o contro le pareti.
 Sadie era appunto contro la pietra, apparentemente svenuta. Carter era avvolto nel suo avatar da battaglia alto tre metri e potenziato da Horus in persona, ma iniziava a dare segni di cedimento. Le spadate che dava al mostro marino sembravano indebolirla, certo, ma erano tutto fuorchè letali. 
Penelope, detto senza offesa, ma sembrava davvero patetica, una figuretta minuscola che saltellava intorno a quei due giganti, menando inutili e spesso fallimentari colpi di spada e strillando a tutta voce che Ceto venisse colpita. Carter la colpiva, infatti, e non serviva a niente!
 "Ceto! Non riuscire a far del male a nessuno dei tuoi avversari!" la mia socia riguadagnò un minimo di buonsenso.
 Scattai in piedi per dare il mio contributo, e con la coda dell'occhio notai che Setne non si vedeva da nessuna parte. Oh ... adesso non era proprio il caso di buttarmi all'inseguimento. Si sperava che la maledizione di Penelope fossa ancora attiva, e che Setne trovasse ancora molto altro che lo rallentasse. La coda di Ceto mi mancò di un soffio e mi riportò al problema più attuale. 
Allora, dove mirare? Sembrava che la sua pelle fosse meno vulnerabile di quella dei mostri normali, quindi avrei dovuto mirare in posti delicati come naso e occhi. Anche la bocca non sarebbe andata male. Bene, innanzitutto dovevo dunque essere di fronte al mostro, cosa non facile da come si stava dimenando. Mi toccò correre come uno stupido per un paio di minuti filati, prima di poter tirare davvero. 
Centrata! Proprio in un occhio. Non fu felice, ma credo avesse raggiunto il limite massimo oltre il quale non poteva più dimenarsi tanto.
 L'avatar di Carter diede ancora un paio di colpi, poi scomparve, lasciando l'egizio a cascare a terra. Feci per correre a chiedergli se era tutto a posto, ma fui sfiorato e spedito a terra io stesso da una spira vagante. Ma perchè diavolo quel mostro non si lasciava eliminare? 
Per quanto tosta, però, sembrava iniziare a stancarsi di quella lotta. Stava strisciando verso il Cocito dal quale era emersa. Buone nuotate, lì dentro.
 Noi cos'avremmo dovuto fare? Cercare di attaccarla di nuovo o lasciare che se ne andasse? Ad attaccarla di nuovo non avremmo ottenuto grandi risultati, a quanto avevamo appena visto. A lasciare che se ne andasse, rischiavamo che recuperasse le forze e tornasse al contrattacco. 
"Lasciala andare" intervenne Carter, neanche mi avesse letto nel pensiero. "L'abbiamo comunque indebolita. Probabilmente vorrà una vendetta, ma intanto dovrà leccarsi un po' di ferite. E per allora, speriamo di aver già raggiunto Setne ed essercene andati di qui" 
"Hai ragione" approvai. Carter lanciò un'occhiata preoccupata a sua sorella, vide con sollievo che stava iniziando a riprendersi, poi aggrottò la fronte.
 "Dov'è Penelope?" 
"Sarà svenuta qui da qualche parte ..." le parole mi morirono in gola. Il punto in cui avevamo combattuto era quasi privo di asperità o fosse dietro o dentro le quali svenire. 
E Penelope non c'era proprio, lì. 






Ladies & Gentlemen,
aggiornamento sorprendentemente veloce. Do' il merito al capitolo più breve e al periodo meno stressato a scuola. Non fateci l'abitudine, però, ne sta arrivando un altro di brutto periodo. Benedetto anno della maturità! Comunque, ora lo spoiler: nel prossimo capitolo, si scoprirà che fine ha fatto Penelope, e i nostri eroi incontreranno un po' di parenti.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Il Ceto Express mi porta a una riunione familiare ***













                               PENELOPE

IL  CETO  EXPRESS  MI  PORTA  A  UNA  RIUNIONE  FAMILIARE









Penelope era nella bocca di Ceto. 
Per essere più precisi, aggrappata alla sua lingua nel tentativo di non essere deglutita.
 Grazie mille per averci fatto caso. 
Fu uno schifo. Le ghiandole salivari del mostro erano in piena attività, facendomi ritrovare bagnata fradicia di quel liquido disgustoso. Per di più la lingua cui ero attaccata non smetteva un attimo di muoversi, cercando di cacciarmi giù per la gola. Mi ricordai di quando mi avevano raccontato che Ziah una volta era stata inghiottita da un serpente colossale, e non fu un pensiero confortante. Maledizione ancora un po' e sarei scivolata!
 Okay, okay, ero ancora viva e attaccata alla lingua. Dunque. Io cos' avrei fatto se un boccone mi si fosse incollato alla lingua? L'avrei passata contro il palato cercando di scollarlo. O Ceto mangiava diversamente, o non ci aveva ancora pensato.
 In ogni caso, dovevo tenermi davvero forte ... o magari passare all'offensiva. Ero riuscita a mantenere la presa su Afanisis, potevo approfittare per tagliare la lingua di quella maledetta? Dubitavo seriamente che l'avrebbe inghiottita, semmai sputata. Con me sopra.
 Okay, a quanto riuscivo a capire dai pochi omenti in cui potevo sbirciare dalla bocca aperta del mostro, sarei finita nel Cocito, ma sarei stata fuori ... anche se avevo la fortissima tentazione di aspettare finchè Ceto non mi avesse portata da qualche altra parte. Il tentativo di quella lingua di essere sfregata contro il palato mi fece pensare altrimenti. 
Se c'è un'allenamento che il Campo dovrebbe davvero dare, è l'utilizzò della spada mentre attaccati a qualcosa di scivoloso. Rischiai di finirle dritta in gola mentre le menavo fendenti alla lingua. Fui poi aiutata dal fatto che dopo il primo colpo non fosse più così entusiasta di digerirmi, anzi, stava attivamente collaborando alla causa di sputarmi via. Decisi di lasciar perdere l'attentato alla sua lingua, e mostrarmi più accondiscendente ai suoi sforzi. Fu una pessima idea. 
Almeno con la lingua avrei avuto qualcosa di morbido su cui atterrare, invece di trovarmi sputata a razzo fuori dal Cocito, dritta contro una parete di roccia. Feci a malapena in tempo a portarmi le mani a protezione della testa, che andai a picchiare a tutta forza. 
Mi ritrovai a terra, con un mal di testa allucinante. O avevo appena profetizzato qualcosa, o la botta al cranio si era fatta sentire lo stesso.
 "Stai bene?" chiese qualcuno, e un viso femminile entrò nel mio campo visivo. Era una ragazza sulla ventina, con i capelli castani e gli occhi grigi, e mi guardava con preoccupazione. Per una frazione di secondo fui felice di vedere qualcuno dall'aria amichevole, poi mi ricordai dov'eravamo. Difficile che la ragazza fosse finita al Tartaro per sbaglio.
 Scattai in piedi alla massima velocità che potei, con il risultato che mi venne un gran giramento di testa e per poco non caddi di nuovo. La ragazza mi riacchiappò al volo.
 "Non così in fretta dopo uno svenimento ... anzi, sì!" gridò, sgranando gli occhi a qualcosa alla mia destra. Mi tirò via con uno strattone, e io feci in tempo a intravedere un barlume di Ceto, prima di essere convinta a squagliarmela sulle mie gambe. La ragazza mi seguì velocemente, mentre mi riparavo dietro uno spuntone.
 "Sofrosine!" strillò Ceto. "Mi ripeti le parole esatte della regola per cui gli dei non devono intromettersi nelle faccende mortali?"
 "'Intromettersi nelle faccende mortali' non dovrebbe comprendere anche il divorarli?" ribattè Sofrosine. Oh ... adesso avevo capito chi era.
Era una dei figli di Nyx. Il suo nome significava più o meno 'buona misura' e doveva essere la personificazione di quello. Un concetto importante, per un greco. Soprattutto per uno che combattesse attivamente per il kosmos, visto che c'erano i bravi punti di contatto. Possibile che Sofrosine, proprio in virtù di chi era, sapesse cosa stessi facendo e fosse venuta lì per aiutarmi?
 "No, quello è riparare a un'offesa commessa, e al contempo procurarsi la cena" Ceto (era una dea? Avevo spedito nel Tartaro una dea?) espose le proprie motivazioni.
 "Temo che dovrai trovarti un sostituto: la ragazza è nel territorio di mia madre, ora. Se proprio hai fame, puoi chiedere a lei: magari può prepararti dei biscotti" 
La personificazione della notte che preparava biscotti per un divino serpente acquatico. Okay, per standard semidivini, non era neanche qualcosa di troppo strano.
 Ceto, se un mostro marino può assumere un'espressione oltraggiata, non fu compiaciuta al pensiero dei biscotti a mia sostituzione. "I biscotti di tua madre fanno schifo. E poi non mi hanno fatto alcun torto" 
"Allora impari ad essere meno schizzinosa nei pasti. Non potrai venire da noi lo stesso" ribattè Sofrosine. A quanto pareva, quella per Ceto era l'amara verità, perchè, dopo avermi lanciato un'ultima occhiata di fuoco, si ritirò nelle acque del Cocito.
 Il mio sospiro di sollievo di trasformò in un'imprecazione mentale quando mi ricordai che per raggiungere le Porte della Morte avremmo dovuto continuare a percorrere il lungofiume, e non ci sarebbero state ... zie amichevoli a salvarmi. A proposito: dovevo ringraziarla, magari.
 "Vi ringrazio infinitamente" le dissi, chinando il capo. "Senza di voi, non sarei mai soprav ..." 
"Poni un contegno ai ringraziamenti" mi rimproverò la dea. Giusto. Immaginavo che molti dei sarebbero stati compiaciuti da tutti questi salamecchi, ma la dea della buona misura e della moderazione non amasse l'eccesso nemmeno nelle proprie lodi.
 "Capisco. Mi scusi. Le sono molto grata" sperai che andasse bene così.
 "Di nulla. Sarai anche una mezzosangue, ma resti mia nipote" notò lei. Era strano sentirselo dire da una che dimostrava al massimo tre anni più di me.
 "Uhm, grazie"
 Cosa si diceva quando un dio ti riconosceva come membro della sua famiglia? E ancora non esisteva un galateo che ti dicesse come comportarsi con le divinità. Magari avrei dovuto convincere Thoth a scriverlo. 
Lei sorrise. "Puoi spiegarmi come sei finita qui? Non mi è arrivata notizia di nessuna trasgressione compiuta da figli di Moros"
 "E' un impresa ..." iniziai a spiegarle. 
"Un'impresa! Mi racconterai tutto mentre raggiungiamo la Casa della Notte, così saprò se posso aiutarti" 
La Casa della Notte? Si chiamava così la sede di Nyx? Come in quell'orrenda saga fantasy? Mi augurai che fosse solo una coincidenza. 
Ma davvero stavo pensando a quello? Stavo per incontrare una manciata di divinità dalla reputazione molto poco piacevole, ero stata separata dai miei amici e non sapevo dove fossero o come raggiungerli, e mi preoccupavo di non imbattermi in vampiri tatuati. Mi augurai che fosse un momentaneo effetto della botta in testa. 
"Allora?" incalzò Sofrosine. "Questa missione?" 
"Per dirla in modo molto semplice, dobbiamo fermare un fantasma egizio prima che raggiunga le Porte della Morte e torni in vita per poter dichiarare guerra agli dei" 
"Sintetico ma efficace. Com'è arrivato quaggiù un fantasma egizio?"
 "Le misure di sicurezza dell'aldilà lasciano piuttosto a desiderare. E intendo quelle di entrambi gli aldilà"
 "Buono a sapersi. Hai parlato al plurale, però, e in effetti mi sembrerebbe strano che ti mandassero qui da sola. Sai dove siano i tuoi compagni di missione?" 
La ringraziai per averlo chiesto. Non ero sicura di poter tirare in ballo l'argomento senza sembrare ingrata o troppo pretenziosa. 
"Purtroppo no. Li ho persi quando Ceto ha cercato di inghiottirmi"
 "Adesso capisco perchè sei tutta coperta di bava. Non preoccuparti, sono sicura che una volta informata del motivo, mia madre sarà comprensiva" 
Nyx non si sarebbe preoccupata se fossi entrata in casa sua coperta di bava di mostro ... non collimava molto con l'immagine che me ne avevano fornito Annabeth e Percy. Ma forse la ragione era un cambio di contesto: all'epoca Nyx era apertamente schierata con Gea, adesso non aveva ancora parlato con Setne. E in ogni caso avevo i miei dubbi sul fatto che, per quanto abile. Setne riuscisse a fare una proposta allettante alla dea primigenia della notte. Certo che Nyx non era la sola di quelli che avrei incontrato per ... un momento. 
La Casa della Notte era un posto pieno di dei disgraziati, incarnazioni di tutto quello che l'umanità odiava. Anche se lei non avesse avuto alcun interesse a uccidermi, non c'era ragione per cui qualcuno dei suoi figli non mi scambiasse per un giocattolo nuovo. 
Mi augurai che Sofrosine sapesse tenere a bada i suoi fratelli ... e a proposito di figli di Nyx: anche mio padre viveva ancora con sua mamma? E se l'avessi incontrato? Cosa avrei dovuto fare? Comportarmi da figlia rispettosa e devota? O dirgli esattamente cosa ne pensassi di lui, delle sue profezie e di tutte le sfighe che ci eravamo beccati fino a quel momento, che mi sarei mangiata Afanisis se lui non ci fosse stato minimamente implicato ... no, un secondo, comunicargli tutte queste cose sarebbe stato obbligatorio. Era onnisciente, che diamine. Non avrei potuto nascondergli nulla.
 E quindi? La maggior parte degli dei sarebbe stata disponibilissima a eliminare i propri figli se avessero anche solo parlato contro di loro. Nel mio caso, anche se fossi stata zitta, avrei rischiato la pelle per psicoreato? 
Oh, be', intanto non ero ancora morta, e avevo pensato quelle cose ben più di una volta. Probabilmente, nel caso l'avessi incontrato, la sincerità sarebbe stata la migliore politica. Certo, se poi avesse fatto cadere allusioni al mio vero compito davanti a tante, ma tante divinità, sarei stata un pelino nei casini.
 "Stai pensando a tuo padre o ai tuoi amici?" mi interrogò Sofrosine. Per poco non mi venne un infarto a sentir scoperti così i miei pensieri. 
"Eh? No, io ..." balbettai, un po' perchè lasciare che intervenisse ulteriormente lei sembrava la migliore strategia, un po' perchè confusa lo ero davvero.
 "Non fare quella faccia, non c'è nulla di sbagliato" mi rassicurò lei. "E' normale che tu abbia sentimenti contrastanti al pensiero di incontrare un padre che non hai mai conosciuto. Ma non è una cosa che tu debba temere al momento: Moros non vive alla Casa della Notte. Non sappiamo nemmeno noi esattamente dove viva. E a parte questo. credo che tutti i mezzosangue provino le stesse cose. Per quanto riguarda i tuoi amici, poi, è normalissimo essere preoccupati. Non hai rassicurazioni sulle loro condizioni di salute, non sai dove siano, se ti stiano cercando o se abbiano deciso di proseguire, e non hai modo di comunicare con loro. Non dev'essere una bella situazione" 
Punto primo: meno male! Punto secondo: porca miseria! Avevo pensato relativamente poco a loro, che razza di imbecille. 
Bene, a questo punto dovevo trovare il modo di riunirci tutti. Trovavo improbabile che fossero riusciti a capire da sè dove fossi finita. Ma per fortuna, capitare in un posto come la Casa della Notte poteva contare come una bella sfiga ...
 "Mi auguro proprio che tutti i membri dell'impresa per Setne capitino presto alla Casa della Notte!" commentai. 
"Dipende se sceglieranno questa strada. Credo di sì, però, è la più veloce per le Porte di mio fratello" osservò Sofrosine. Sarebbero capitati di lì di certo, ma non ero sicura che avrebbe mantenuto la sua benevolenza se gliene avessi spiegato il motivo.
 "Adesso però chiudi gli occhi" mi avvertì. "A nessuno piace davvero guardare alla casa di mia madre. Noi siamo gli unici a poterne reggere la vista, ma per il resto, neanche ai Giganti piacerebbe" 
Andare da qualunque parte con chicchessia ad occhi chiusi? Neanche pagata. Andare nella Casa della Notte, un posto pieno di divinità tendenti allo psicopatico, con una persona che avevo appena incontrato? Piuttosto avrei dato permanentemente il cambio a Sisifo. Fosse anche la cosa più terrificante del mondo.
 "Peccherò anche di hybris, ma non mi piace andare in giro ad occhi chiusi. Vedrò di sopportare"
 "Allora direi che tendi decisamente verso la hybris" rispose la dea con disappunto. "Buon per te che nel peggiore dei casi qui sarai costretta a chiudere subito gli occhi. Eccoci"
 Sarò onesta: per poco non mi venne un infarto. 
E il bello era che la facciata della Casa della Notte non era nulla di raccapricciante. Era una facciata di marmo nero, completamente nero, con una porta piuttosto piccola e due finestre strette in alto ... avete presente di quel genere che ricorda un paio di occhi?
 Ecco ... non era  nulla di orribile, era solo che mi sentivo osservata da qualcuno per nulla bene intenzionato. Mi vennero i brividi, poi mi ricordai che questa era solo la facciata: mi aspettava ancora tutto l'interno. 
Confesso: riconsiderai seriamente l'idea di farmi guidare da Sofrosine. Ma poi ricordai esattamente dove sarei andata ad occhi chiusi ... e poi entrò in gioco un po' d'orgoglio. Non potevo fare tutte quelle dichiarazioni altisonanti e poi farmela sotto solo a guardare la facciata. Strinsi i denti, feci alcuni respiri profondi, ed entrai al seguito di una Sofrosine molto divertita. 
La sala d'ingresso per poco non mi fece perdere tutta la mia risoluzione. Era un corridoio: un semplice, banalissimo corridoio. Quasi completamente al buio, con solo un po' di luce che filtrava da chissà dove a illuminarlo quanto bastava per far capire cosa fosse. E poi un sacco di porte chiuse. E poi era tutto silenzioso ... fuorchè alcuni occasionali rumori che non riuscivo a capire da dove venissero, nè cosa li producesse. Avevo la sensazione che il mio cuore mancasse un colpo a ogni passo che facevo in quel corridoio.
 E poi mi inquietava anche il fatto che Sofrosine non dicesse più nulla. Era ancora Sofrosine? La guardai, ma la luce non era sufficiente per illuminare i suoi lineamenti. Sentii la pelle d'oca. Dovevo parlare. 
"Dov'è esattamente sua madre?" le chiesi.
 "Ti ci porto io" rispose lei tranquilla (la voce era la stessa), poi rimase zitta. Ma era stata così loquace e curiosa prima di entrare lì! 
Okay, okay, magari quella situazione faceva effetto anche a lei. No, ma lei ci viveva lì! Magari stava collaborando all'atmosfera ... ma perchè la dea della buona misura avrebbe dovuto farlo? 
Volevo scappare. Correre per quel corridoio, a casaccio, camminare così piano con quella dea mi stava uccidendo ... ma a cosa sarei corsa incontro?
 "Qui, svoltiamo a destra" disse la mia accompagnatrice. C'era un altro corridoio, identico al primo. Ce ne sarebbero stati altri? Sarebbero mai finiti? 
Qualcuno emetteva grida lontane. Venivano da una stanza nel corridoio che seguiva quello.
 "Porneghennos!"
 "Abbiamo la stessa madre, idiota!" 
Oh, okay. L'atmosfera sembrò appena leggermente meno inquietante. Chissà chi aveva pronunciato quelle battute. Come avrebbe reagito, se in quel momento fosse uscito e mi avesse vista? 
No, stava uscendo qualcuno da una stanza in fondo al corridoio. Mi sentii mancare. Per gli dei, chi era, cosa sarebbe successo ...correva verso di noi ... 
"Apate! Lascia andare quella ragazza" ordinò in tono imperioso ... mia madre. No, cosa ci faceva lì lei? Non ... no, non poteva neanche esserlo. Doveva essere un qualche dio carognesco che aveva assunto il suo aspetto. E aveva chiamato la mia accompagnatrice con un altro nome.
 "Cosa? Apate, vattene subito" replicò la dea che stava con me, afferrandomi il braccio. Cercai istintivamente di divincolarmi - quelle due si stavano chiamando con lo stesso nome? 
Apate era l'Inganno, come il nome suggeriva. Una delle due era lei, e stava cercando di fregarmi. Problemino: quale delle due? 
"Oh, ti prego, non farlo di nuovo" sbottò esasperata mia madre, o chiunque avesse il suo aspetto. "Quella ragazza sta lavorando a favore di tutti noi, e di me in particolare. Non ti permetterò di portarla da nostra madre"
 Chi diavolo era, o diceva di essere, questa qui? Lavorare soprattutto a suo favore ... Aidos o Nemesi, ecco chi doveva essere. Due forze che dipendevano strettamente dal kosmos e lo mantenevano. Forse, grazie alla loro natura, sapevano cosa stessimo combinando, e visto che era tutto a loro vantaggio, se ne stavano ben zitti ... era Nemesi!
 Ora mi ricordavo qualcosa accennato una volta da Hazel, che assumeva l'aspetto di qualcuno di cui volevi vendicarti. Davvero volevo vendicarmi di mia madre? Be', avrei riflettuto su questi profondi argomenti in seguito, adesso ero presa in un litigio tra due dee in cui non sapevo chi fosse chi. Perchè chi mi diceva che quella che avevo davanti non fosse Apate che fingeva di essere Nemesi usando anche i suoi tipici trucchi?
"Sparisci! Vuoi che non conosca l'importanza della missione di questa ragazza? Non ho nessuna intenzione di permettere che cada nelle tue grinfie!"
 Ero in un posto terrificante, con due dee, una delle quali voleva farmi ammazzare ed era sotto falsa identità, ero separata dai miei compagni e quindi non potevo contare su aiuti esterni. La cosa migliore e più logica da fare in un tale frangente era ... scappare. 
Mi liberai della presa della dea vicino a me con uno strattone che quasi la mandò per terra, e scappai più velocemente che potevo. La dea che stava davanti a me non fece nulla per cercare di afferrarmi, precipitandosi invece verso l'altra contendente al nome di Apate, probabilmente per impedirle di inseguirmi. 
Corsi a rotta di collo per quei corridoi male illuminati e pieni di porte, dalle quali poteva saltar fuori qualunque cosa ... corsi più in fretta ... che sciocchezza era stata scappare, se una delle due dee era Apate, per forza l'altra doveva essere dalla mia parte ... 
Adesso cosa sarebbe successo? Iniziavo ad essere a corto di fiato. Non trovavo altro che corridoi, non sapevo pù dov'ero, quel posto aveva un eccesso di porte ... sentii alcuni rumori concitati in uno. Veniva da dietro una delle porte. Chi era? Cosa mi avrebbe fatto se fosse uscito? Se avesse aperto la porta e mi avesse vista? Se fossi riuscita a oltrepassare la porta, ma quello avesse sentito i passi e mi avesse inseguito?
 Basta, non ne potevo più di correre ... se avessi aperto la porta io e mi fossi precipitata nella stanza, non sarei più stata in un corridoio, e non sarei più dovuta stare in ansia. Almeno avrei trovato una fine a quella fuga assurda ... 
Prima che potessi rendermi conto di che idea folle fossi, spalancai la porta, facendo prima in tempo a sentirvi provenire un forte e chiaro "Non date mai retta a Terry Pratchett".







Ladies & Gentlemen,
IIIII LIIIVEEE! Okay, scusate il terribile stacco tra un aggiornamento e l'altro. C'è stata di mezzo una gita in Grecia e un problema col computer, una cosa stupidissima tra l'altro, non ho nemmeno dovuto portarlo in riparazione. Comunque, ecco qua, finalmente un nuovo capitolo! Spero che abbiate apprezzato. Un piccolo chiarimento sulla Casa della Notte: lo so che nel quarto libro Annabeth dice che è terrificante al tatto, ma non pensavo che Penelope sarebbe stata in grado di affidarsi così a una sconosciuta, quindi dovevo tenerle gli occhi aperti. E volendo evitare che qualcuno commentasse che ciò che leggeva non gli sembrava abbastanza per spaventare Penelope, ho puntato su una delle paure più primordiali dell'essere umano, l'ignoto.
Altra piccolissima precisazione: esiste davvero una serie di libri chiamata la 'Casa della Notte', e che verte su vampiri che adorano Nyx. Non leggetela. O se volete farlo, preparatevi ad affrontare una Mary Sue colossale, relazioni disfunzionali, misoginia internalizzata, commenti negativi ingiustificati su emo, goth, anoressici e senzatetto, e apologia dello stupro. Non ditemi che non vi avevo avvisati. E ora, spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri eroi sapranno perchè non debbano credere a Terry Pratchett, e approfondiranno i contatti con la loro famiglia molto incasinata.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Mi guadagno il titolo di peggior figlio di tutti i tempi ***


                                          CHAD

MI  GUADAGNO  IL  TITOLO  DI  PEGGIOR  FIGLIO  DI  TUTTI  I  TEMPI








Penelope è reduce da uno scontro con un mostro marino, e pensa per prima cosa a una brutta serie di libri.
 Non si preoccupa per il fatto di averci persi, non si chiede come faremo a ricomporre il gruppo, non si chiede se ci rivedremo tutti vivi: spera che dei libri che non le piacciono non diventino realtà. Okay. Nessun problema. Ci si può anche fare l'abitudine a queste cose.
 Comunque, mentre lei dava libero sfogo al suo senso di priorità, noi ci logoravamo l'anima con la preoccupazione e la frustrazione.
 "Merda!" strillò Sadie, scagliando la sua bacchetta contro la parete. Le rimbalzò addosso, e lei parve sul punto di scoppiare in lacrime. 
"Seguiamo il fiume" ordinò Carter. "Dovremo pur trovare segni del passaggio del mostro ... o anche la stessa Penelope ..." si interruppe. O magari il suo cadavere. Ecco, questo per dire quali fossero i nostri pensieri, anche se Penelope era ancora viva e vegeta. 
Mi sentii rassicurato dalla presenza di Carter, ad essere sincero: è un bravo leader. E speravo proprio che avesse ragione, quale che fosse il risultato il dubbio ci avrebbe solo rallentati. 
Ci incamminammo, ma purtroppo non avevo compagni di missione completamente scemi. 
"Mi chiedo solo perchè Ceto e Setne continuassero a dire di come Penelope avesse mandato il mostro marino quaggiù" meditò Carter.
 "E' vero. Non erano stati i due figli di Ade? Erano anche mezzi morti dopo, a quel che ho sentito" contribuì Sadie. 
Perchè ... perchè ... Penelope aveva avuto un breve scontro precedente con il mostro, durante il quale, a mo'di imprecazione, le aveva augurato di andare al Tartaro. Lei era stata messa fuori combattimento - i ragazzi si ricordavano che in quell'occasione era comparsa con uno strano ritardo? - ed erano sopraggiunti Nico e Hazel, che avevano avverato l'augurio della ragazza in un senso molto più letterale di quello che lei intendeva. Poteva andare? 
Aspetta, ma Nico e Hazel erano svenuti per lo sforzo, come si spiegava che Penelope, una volta ripresasi, non fosse corsa ad aiutarli? E soprattutto, perchè loro per primi non l'avevano vista? 
Il mostro marino aveva cambiato punto di approdo. 
Non aveva senso, non avrebbe avuto alcun motivo per farlo ... e intanto stavo perdendo tempo. Sarebbe stato più sensato che rispondessi subito, non dopo qualche minuto, neanche mi stessi inventando una balla su due piedi.
 E poi, c'era il piccolo problema che, come nella nostra migliore tradizione, al momento non avevo modi di comunicazione con lei. Avrebbero potuto interrogarla separatamente, e lei avrebbe fornito probabilmente una versione diversa. No, con tutta la mia inventività non potevo risolvere quella situazione. Mi toccava fare affidamento sulla Gufatrice. Evvai così. 
Nel frattempo, a furia di scarpinare, avevamo fatto più o meno la stessa direzione che Ceto aveva fatto prendere a Penelope. Come logica detta, arrivammo anche alla stessa destinazione. Solo che, nel nostro caso, nessuna dea gentile o presunta tale ci aveva preparati psicologicamente. 
Quindi, tanto per cominciare, ci ritrovammo davanti a questa graziosa casetta con la finestre a mo'di occhi. Sembrava che ci stessero guardando. Un po' inquietante.
 Potei sentire un borbottio nervoso di Sadie.
 "Suppongo che dovremo entrare lì dentro" mormorò Carter. A volte capisco perchè su sorella lo chiami Capitan Ovvio: la casa occupava l'intero spazio avanti a noi, anche il fiume vi si fermava davanti. Non potevamo andare da nessun'altra parte.
 "E ancora non abbiamo visto ..." 
A Sadie morirono le parole in gola. E io mi resi improvvisamente che c'era la possibilità che Penelope fosse morta. E ... non fraintendetemi, non è che io sia sociopatico ... era che fino a quel momento non mi ero neanche posto il problema, perchè avevo dato per scontato che fosse viva ... no, suona di nuovo male.
 Questa non so come spiegarla a chi non ha mai provato niente del genere. Il fatto è che quando Sadie disse quelle parole, mi resi conto che Penelope non era morta. Ne ero sicuro nel modo più assoluto: se avesse deciso di abbandonare il mondo dei vivi, me ne sarei accorto in qualche modo. L'avrei sentito, o qualcosa del genere. E l'avevo sempre saputo a livello quasi inconscio, ecco perchè non mi ero preoccupato più di tanto. 
Lo spiegai subito a Sadie, e lei si tranquillizzò visibilmente.
 "Ma allora, perchè non l'abbiamo vista?" obiettò poi.
 "Avrà pure raggiunto la riva, prima o poi. Avremmo dovuto incontrarla su una spiaggia ..."
 "Probabilmente è qui dentro" intervenne Carter, squadrando l'edificio di fronte a noi con aria piuttosto nervosa. "Avrà preferito non aspettare il nosto arrivo e cercare di raggiungere le Porte della Morte per conto proprio"
 Tesi più plausibile, il che, per quanto sapevamo al momento, non metteva in buona luce Penelope. Insomma, lasciarci lì a temere per lei ... uffa! Lo so che non potevi fare altro! Sto solo descrivendo lo stato d'animo generale.
 Entrammo. Ci ritrovammo davanti un corridoio buio, con a malapena l'illuminazione adatta a capire che posto fosse. Innumerevoli porte vi si affacciavano. Piuttosto cupo. I miei compagi di viaggio parvero via via sempre più destabilizzati dalla cosa: Carter sguainò il khopesh per buona misura, e Sadie iniziò a parlare a macchinetta.
 "Wow, qui qualcuno ha visto un bel po' di film dell'orrore! Qual'era quello con tutte le mani che sbucavano dal corridoio? No, comunque, non fa nemmeno tanta paura. E' solo lungo, buio e noioso. Oh dei, un altro?! Ma questo è voler mettere alla prova la nostra sanità mentale! Cos'è, vogliono anoiarci fino al punto di farci temere di vedere un'altro corridoio da film sfi ..." 
Una porta si aprì di colpo, sbattendo contro la parete, e i fratelli Kane urlarono.
 "Se non vi piace il nostro arredamento, potete anche dirlo una volta sola! Capiremmo lo stesso!" strillò colui che saltò fuori dalla porta: un tizio di una magrezza assolutamente impressionante. Cioè, quello che ho appena detto in realtà è un eufemismo: era come una mummia, pelle secca e bruna che avvolgeva uno scheletro, solo più magro. Sembrava quasi che la pelle gli stringesse le ossa, da quanto vi aderiva. 
"Ew" Sadie non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire. 
Carter, in barba al non giudicare dall'apparenza strinse più forte l'elsa del khopesh. "Chi sei?"
 "E' vero, chi ..." intervenni io, poi rettificai il più cortesemente che potevo. "Cioè mi scusi. Non volevamo essere sgarbati. La situazione ci ha un po' fatti perdere il controllo"
 Ragazzi, tecnicamente eravamo noi ad esserci infiltrati in casa sua! Se qualcuno doveva fare delle domande, era lui! Okay, la reazione era giustificata, e poi vi siete corretti quasi subito con un atteggiamento simile al mio ... ve la si può perdonare.
 Comunque, neanche il tizio parve badarci troppo.
 "Avete del cibo?"quasi mi interruppe, prima di registrare la domanda. "Io sono Limos" 
Si chiamava Fame: suppongo che spiegasse lo sguardo avido che ci aveva piantato addosso ... oh cavolo, aspettate un attimo. 
"Ehm, sì, in effetti abbiamo qualcosina" annunciò Sadie, aprendo il suo zaino. "Potremmo fare un accordo: noi e offriremo parte delle nostre razioni, e lei ... ah!" 
Limos le era balzato addosso a una velocità sorprendente. Le strappò di mano lo zaino, Carter accorse e lo allontanò da sua sorella con un calcio, e quello scappò via un un angolo, frugando nel suo bottino. 
"Ehi! Il suo senso degli affari è perlomeno discutibile!" protestò Sadie.
 "Via di qua" mormorò Carter, e tutti approfittammo della distrazione del dio per darcela a gambe. 
Purtroppo, lui doveva aver già finito di spazzolare ciò che Sadie aveva nello zaino, e quasi subito sentimmo i suoi passi leggeri inseguirci. 
"Chi diavolo era quello?" chiese Carter mentre correvamo.
 "Dal nome, direi l'incarnazione della Fame" ansimai. "Non credo sia conveniente cercare un accordo" 
"Grazie, non se ne era accorto nessuno" brontolò Sadie.
 Una porta si aprì e ne uscì una donna dalla corporatura meravigliosamente normale. 
"A chi devo tutto questo caos?" ci domandò con la versione da serial killer di un sorriso amorevole. Le sfrecciammo davanti senza risponderle. 
Temo sia stato un grave errore. 
"Mezzosangue attaccano!" sentimmo poco dopo strillare dalla stessa voce. "Hanno aggredito Limos! Dovrebbero essere nel gineceo!" 
Uh, quella casa era organizzata secondo standard un po' antiquati. Diverse porte si spalancarono, ma noi non ci fermammo. Colsi di sfuggita l'immagine di una donna che sembrava brillare di luce propria, un'altra dall'aria incredibilmente comune, e di punto in bianco, per qualche motivo, ci ritrovammo inseguiti da una muta di cani. 
"Chi è la dea della ..." Sadie fece una grossa pausa per riprendere fiato "caccia qui?"
 "Artemide" risposi. "Che non c'entra niente con Nyx" 
Finalmente i corridoi finirono, e ci ritrovammo a scendere per una rampa di scale. E qui le cose si fecero più difficili: noi eravamo costretti a rallentare, quei maledetti cani si lanciavano addosso a noi in tutta tranquillità. Sentii uno strillo, qualcosa di incredibilmente pesante mi si lanciò addosso, gli allungai uno spintone e rischiai di cadere giù dalla rampa. Vidi un cane farlo, in effetti.
 Sadie urlava incantesimi a gran voce, facendo saltare povere bestioline infernali uggiolanti da tutte le parti. Io corsi ad abbracciarne una, polverizzandola con tutto il mio affetto, e mi ritrovai faccia a faccia con una donna dagli occhi enormi e stralunati. Sul serio, era la cosa che più si notava di lei: questi occhi così grandi che parevano sul punto di invadere tutto lo spazio attorno a te ed inghiottirti
. "Fluttershy, no! Adesso tuo padre mi sente!" La proprietaria degli occhi in questione mandò il loro effetto fuori dalla finestra con queste due frasi.
 Non ebbi tempo per pensare alle implicazioni della frase, mi limitai a scagliare un coltello contro la signora. Lei lo evitò con uno strillo, e qualcuno mi afferrò per il collo della maglietta.
 "Corri!" urlò Sadie, prima di precipitarsi giù dalle scale trascinando suo fratello per un braccio. Non c'erano cani in vista e mi affrettai a seguirla. 
Carter mi rivolse un sorriso a trentadue denti. "Hai un canguro volante intorno alla testa!" mi informò allegramente.
 Per un istante, mi guardai perfino attorno.
 "Ehi, ma cosa sta dicendo?" chiesi a Sadie, una volta realizzata la piena improbabilità dell'evento.
 "Non lo so. Uno di quei cani l'ha morso, ed è leggermente peggiorato rispetto al solito"
 "Super Chihahua" dichiarò Carter con solennità. Okay, chi aveva cani che potevano farti impazzire ...? Be', la Follia. 
"Credo che siano i cani di Lyssa" spiegai a Sadie. 
"Alyssa?" chiese lei, molto disturbata dalla cosa.
 "No, la-contro il muro!" 
Un vaso si schiantò sulle scale. Bene, almeno sapevamo che questi dei erano praticamente alla frutta.
 Finalmente quella maledette scale finirono: non è facile da spiegare l'assoluta bellezza del correre su terreno piano a chi non è mai stato in queste situazioni. 
Ci ritrovammo in una stanza, oltrepassammo la prima porta che ci ritrovammo davanti, ed entrammo in una stanza dove trovammo ... diciamo un soggetto che mi fece venire un colpo. 
Di tutti quelli che avevamo visto fino a quel momento in quella casa, fu il meno difficile da identificare: era praticamente il mio sosia, solo dall'aria decisamente più adulta e con un paio di ali nere aggiuntive. Per un mezzo secondo sperai che si trattasse di Hypnos, prima di rendermi conto che sembrava sveglissimo.
 Ah ... e a questo punto come avrei dovuto comportarmi? Vedere come si sarebbe comportato lui e regolarsi di conseguenza, cercando il modo migliore per ingraziarselo.
 Per i primi istanti, Thanatos era rimasto stupefatto quanto me, probabilmente l'unico motivo per cui avevo fatto in tempo a pensare a qualcosa; si ricompose alla svelta, però, e fece per dire qualcosa ... e Carter decise di intervenire. 
"E' un gigantesco ... pollo! Magari è amichevole!"
 Non potei fare a meno di sbattermi una mano sulla faccia.
 "No!" riuscii a emettere sotto forma di grido strozzato. "Lo perdoni! E' stato morso da un cane di Lyssa. Non ha idea di quel che dice" 
"Non ce l'ha neanche quando è normale, se è per questo!" Sadie sentì il bisogno di commentare. Stava mettendo la sua giacca in faccia a suo fratello: gli avrebbe impedito di parlare. Probabilmente anche di respirare, ma magari era quello il punto. 
Ora, con questo siparietto non so che impressione avessimo fatto su Thanatos, ma probabilmente non gli sembrammo abbastanza pericolosi da scatenare tutto quel putiferio.
 "Nessun rancore" replicò lui con aria appena leggermente spiazzata. "E voi in questa casa stareste ...?"
 "Inseguendo Setne" risposi, prima di chiedermi se fosse il caso di aggiungere che avremmo dovuto impedire al fantasma di prendergli il controllo delle Porte. Magari non gli sarebbe piaciuto sentirselo rinfacciare. Gli altri dei intervennero, impedendomi di scegliere l'opzione diplomatica migliore.
 "Qui!" strillò Lyssa, precipitandosi nella stanza. Vide Thanatos e mi indicò. "Ha ucciso Fluttershy!"
 "Legittima difesa" replicai io. 
"Sorella, calmati" mio padre tentò di fare da mediatore. "Hai altri cani. Questi ragazzi sono stati costretti ad attraversare la nostra casa. Guarisci quello che è stato morso e lasciali andare"
 "Mai! Non posso perdonare quello che è stato fatto alla mia povera Fluttershy!" 
"Ti regalerò un bullterrier" 
"Non pensare che tutto ciò che muore possa essere rimpiazzato!"
 "Lungi da me. Un pincher"
 "Andata!" strillò Lyssa tutta contenta. Scansò Sadie, si avvicinò a Carter e gli diede un pugno in faccia. 
Lui cadde all'indietro e si guardò attorno, confuso. "Perchè ho un blackout nella memoria?"
 "Perchè è molto meglio così. Se ti ricordassi le cretinate che ti ha fatto fare quel cane, potresti prendere ispirazione" borbottò Sadie. Certo che stavamo facendo del nostro meglio per presentarci come persone serie e responsabili, su cui mio padre poteva fare affidamento per le sue Porte.
 Idea! Io sarei stato quella persona. Se adesso avessi iniziato a comportarmi in modo serio e razionale, in contrasto con quei due quelle caratteristiche sarebbero risaltate molto di più. Thanatos avrebbe probabilmente concluso che qualcuno con un po'di sale in zucca lì c'era. E tra l'altro, questo atteggiamento avrebbe richiesto una certa dose di distacco, cosa di cui in quel frangente avevo molto bisogno.
 "D'accordo, d'accordo" intervenni. "Discuteremo dopo il quoziente intellettivo di Carter. Adesso, perchè non tentiamo di riprendere la missione, per quanto delle divinità inferocite alle calcagna possano consentircelo?" 
Quasi per dare più urgenza alle mie parole, la donna col sorriso da serial killer fece irruzione nella stanza. Si guardò attorno e mise il broncio. 
"Non è possibile" si lamentò. "Questi si sono introdotti qui di nascosto, hanno aggredito Limos quando ha cercato di fermarli, e solo per i favoritismi di Thanatos nessuno li sta attaccando? Ma quanto fa schifo questa famiglia?"
 "Posso far notare che Limos non stava cercando di fermarci quanto di mangiarci?" mentii. 
La dea mi guardò male. "Per lui è la stessa cosa!"
 "Povero, l'abbiamo frainteso!" commentò Sadie. Carter le tirò una gomitata. Credeva che per me gestire la situazione da solo avrebbe avuto un qualche significato particolare?
 "Eris, io non faccio favoritismi" ribattè mio padre, ora decisamente seccato. "Chiunque altro, ma non io. Sto solo impedendo una violazione nel mio ambito di competenza"
 "In una situazione che guarda caso comprende tuo figlio" replicò Eris in tono di scherno. "Per l'Erebo, mi stai diventando sempre di più come la versione di Terry Pratchett"
 "Terry Pratchett!" esclamò Lyssa tutta contenta. "Secondo lui sei una ragazzina ... o uno scheletro che parla in stampatello e si veste da Babbo Natale? Non mi ricordo" 
L'atteggiamento di Thanatos era passato da 'calmo e pacato' a 'scazzatissimo'. Wow, Eris sapeva proprio come dare sui nervi a qualcuno.
 "Di che stanno parlando esattamente? Lei si veste da Babbo Natale?" chiese Sadie con un sorrisone. Certo, Sadie, mettiti a prendere in giro gli dei, specie quelli che sono gli unici dalla tua parte al momento. Fu il turno del fratello a tirarle una gomitata. 
Mio padre comunque la guardò malissimo, ma tentò di mantenere la calma. "No, è la trovata di uno scrittore che si crede comico. Non date mai retta a Terry Pratchett"
 La porta al lato opposto della stanza si spalancò di colpo, sottolineando drammaticamente queste parole. Penelope si precipitò nella stanza, ansimando pesantemente e guardandosi attorno con gli occhi sgranati. 
"Penelope!" gridò Sadie, correndo ad abbracciarla. La mia compagna di missione era così stravolta che rimase lì imbambolata, cercando di capire cosa stesse succedendo.
 "L'avevamo persa per strada per colpa di un mostro nel Cocito" spiegai alle divinità interessate. 
"Stai bene?" si degnò di chiederle il solo Carter. 
Lei annuì. "Ho solo avuto qualche problema ... con abitanti della casa di difficile identificazione" 
"Ma allora è un trend combinare guai qui dentro! Fratello, sei davvero sicuro che queste persone abbiano le intenzioni che dichiarano?" 
"Scendere nel Tartaro unicamente per combinare guai nella casa di Nyx non sembra adatto a chiunque non sia in vena di suicidio assistito" replicai. 
"Non lo siete?" si informò mio padre. Mi augurai che stesse scherzando. 
"Per il momento no. Comunque, se qualcuno ha eventuali dispute sull'ucciderci o meno, potrebbe cortesemente affrettarsi e farci avere il responso al più presto?"
 "Chiederci una mossa è difficile, ragazzo. Avete idea di quanto sia equivoca la vostra situazione?" borbottò Eris.
Giusto per complicare un po' le cose ulteriormente, una donna e un ragazzino entrarono da dove era arrivata Penelope. La donna non la conoscevo, ma il ragazzino attirò immediatamente la mia attenzione. Lineamenti rozzi, capelli castani e occhi stolidi: Samuel Peller, l'assoluto imbecille per cui mia madre aveva dovuto dare la vita. 
Cosa ci faceva lì? L'avrei ammazzato se mi veniva ancora un po più vicino con quel suo muso da idiota - no. Adesso capivo. Meno male che avevo ascoltato le descrizioni di Nemesi, o avrei finito per tirare un coltello a una divinità.
 "Non provarci nemmeno, Apate!" gridò la donna.
 "Parli da sola, sorella?" le chiese Lyssa, con molto interesse per la questione. Penelope tirò un sospiro di sollievo. 
"Non farti ingannare!" la fulminò Apate. "E' abbastanza intelligente da usare gli stessi trucchi di Nemesi"
 "Uhm, sicuri che Apate avrebbe il potere di farlo? E poi, Lyssa, ti pare che Sofrosine parlerebbe così?" intervenne Eris. 
"No!" strillò Lyssa. "Sofrosine mi vuole bene! Apate, vai a impiccarti se pensi di poter rovinare la mia relazione con lei!"
 "Io non sto rovinando nulla e non sono Apate. Ti stai facendo sviare da Eris, sorellina"
 A questo punto fu Eris a replicare irritata, ma non seguii, perchè qualcuno mi appoggiò una mano su una spalla. Era mio padre, che mi indicò la porta da dove noi eravamo entrati. Uh, sembrava quasi che Eris si fosse messa di colpo dalla nostra parte, per crearci una così bella distrazione.
 "Ci sono un po' di umori volubili da queste parti" commentò Sadie, per poi guardare storto Nemesi. "Scommetto che tu non sei davvero Drew. Sei stata zitta tutto il tempo, e lei non sarebbe mai così intelligente da farlo" 
Stai dicendo che le persone silenziose sono intelligenti? Sadie, non sottovalutarti così tanto, su.
 "No, infatti. Ho semplicemente l'aspetto di questa persona di cui ti vuoi vendicare così tanto" replicò la dea. A tal proposito, perchè doveva restare così? Non mi piaceva l'idea di stare vicino a Peller senza insultarlo o suonargliele. "Io sono Nemesi"
 "Dea della vendetta" ricordò Carter. "Abbiamo visto la sua capanna al Campo. Vuole aiutarci anche lei?"
 "Non sono solo la dea della vendetta" chiarì l'interessata. "Il mio compito è accertarmi che ognuno abbia ciò che gli spetta. Sono la garante dell'equilibrio. E a Setne non spetta di attraversare le Porte di mio fratello e diventare un dio"
 "Concordiamo tutti in pieno" garantì Sadie. 
"E per questo, mi ritengo in dovere di aiutarvi come posso, facendovi trovare buoni alleati dovunque arrivi il mio potere"
 Eh? 
"E' la prima volta che vi scontrate contro Setne?" si informò mio padre. Mi ci vollero un paio di secondi per realizzare che si stava riferendo specificamente a me.
 "Solo i due egizi. Da quando questa storia è iniziata, Setne non è mai sceso in prima linea" risposi, anche se avrei preferito meditare su quello che aveva detto Nemesi. "Abbiamo subito un paio di invasioni da parte dei suoi tirapiedi, però. Se le ha pianificate lui, almeno abbiamo una minima idea di come pensi" 
"Quindi siete scesi quaggiù senza un'idea ben chiara di cosa possa fare?" chiese lui, in tono più incuriosito che indignato.
 "Be', sì" risposi. Dove voleva andare a parare? Voleva sapere se mi fossi imbarcato in quella missione per lui, o cose del genere? E in tal caso, io come avrei dovuto reagire? Magari potevo trovare una qualche idea per portarlo ad aiutarci anche in altre occasioni?
 "Come mai?"
 Niente favoritismi! Non avrebbe apprezzato una cosa simile, aveva detto prima che non gli piacevano. Ero una persona nobile dal forte senso del dovere. 
"Perchè era la cosa giusta da fare" risposi (cos'avrebbero detto Percy o Carter? Mi sarebbe tornato comodo immedesimarmi). "Setne non può tornare in vita e trasformarsi in un dio una volta morto. Semplicemente non è come devono andare le cose. E se mi viene offerta la possibilità di impedire che ciò accada, devo prenderla"
 Mio padre annuì. "Hai ragione. Tutti hanno bisogno di morire, e non bisognerebbe neanche cercare di evitarlo, tanto meno tentare di tornare in vita. E' contro ogni legge divina o degli Inferi ... o meglio, più degli Inferi, che i potenti Olimpi di tanto in tanto si dimenticano di come devono andare le cose" 
Mi tornò in mente quel particolare caso di Alcesti, da cui mio padre aveva ricavato una violazione dei suoi diritti e un bel po' di botte, stando a Euripide. Be', Apollo aveva avuto torto marcio, e comunque era vero che era un corrotto. Continuava ad esserlo. Come mai certe malattie sono scomparse da noi e nel Terzo Mondo ci sono ancora, eh? Sul serio, era snervante come nessuno sembrasse far caso alla parzialità con cui gestiva la sua arte.
 "Ho presente. Ma suppongo che ciascuno sia naturalmente più inclinato a preccuparsi dei propri interessi" 
Sarò riuscito a porre la frase in modo abbastanza ambiguo da dare ragione a mio padre senza bestemmiare come un turco? Chissà. A giudicare dal suo mezzo sorriso, sì. 
Però quel discorso mi fece pensare a Sisifo. Aveva detto che mio padre non aveva avuto problemi a portar via l'anima di mia madre, quando era stato il suo momento di morire, e quando sarebbe stato il mio, non avrebbe avuto esitazioni. Evidentemente, quello era il diretto interessato che mi spiegava le cose dal suo punto di vista. 
E non so se qualcuno di voi sia sorpreso di sentirlo, ma non me la presi con lui. Faceva il suo dovere, ed era la cosa più normale. Perchè avrei dovuto portargli rancore, piuttosto? 
Invece, mi stava venendo un'idea. Era un po' un azzardo, ma se proprio non fossimo riusciti a bloccare Setne ... potevamo assicurarci un altro modo in cui lui non finisse negli Inferi giusti. 
"Se posso chiedere" esordii. "Se non riuscissimo a fermare Setne, e lui tornasse in vita attraverso le sue Porte, chi si occuperebbe di lui una volta morto? Tecnicamente appartiene alla civiltà egizia, ma essendo tornato ai viventi tramite quella greca ..." 
"Non avevo considerato la questione" commentò mio padre. "Ma suppongo che ne discuteremo io e Anubi al momento opportuno. Ma preferirei che non lo lasciaste passare" 
"Sto solo considerando tutte le possibilità" replicai. "Del resto, se proprio uscisse, sarebbe meglio che morisse il prima possibile"
 Ecco, questo speravo avrebbe messo un tarlo in testa a mio padre. Se la situazione non si fosse risolta abbastanza in fretta, magari avrebbe potuto pensare di gestire le cose personalmente ... come morto tornato in vita, avrebbe potuto considerare Setne nel suo ambito di competenze. Anche se questo avesse significato portar via un'anima che apparteneva a un altro dio della morte. Non un granchè come piano, piuttosto una specie di speranza di riserva.
 "Certo, questo significherebbe -oh, credo che abbiamo questioni più immediate da gestire"
 Nel corso di tutta questa chiacchierata, dovevamo aver attraversato metà della Casa della Notte, come minimo. Non avevo tenuto il conto di tutti i corridoi e le stanze che avevamo attraversato. Adesso, però, mi toccò riportare l'attenzione su dove fossimo, perchè quel luogo comprendeva anche una donna altissima, con la pelle scura e un vestito blu punteggiato di luci. Pareva un cielo stellato ... ciao, nonna.
 Nyx ci guardò tutti malissimo.
 "Hai deciso di offrire un giro turistico anche a tuo figlio e ai suoi amici?" esordì, fissando mio padre.
 "Assolutamente no -"
 "L'ultima volta che qui sono stati dei turisti" andò avanti Nyx. "E' successo un disastro! I tuoi fratelli sono stati peggio dei bambini dell'asilo! Dopo tutto quello che ho fatto per essere una madre equa, arriva quella maledeta ragazzina e ..." 
"Giusto!" Eris tornò in scena da un'altra entrata. Quel posto doveva essere davvero labirintico. "I mortali sono catastrofi ambulanti non hanno la minima idea di quanto costi tenere in piedi una fami-"
"Zitta tu che sei stata la peggiore di tutti!" sbraitò Nyx. L'ambiente attorno a noi si oscurò. Forse fu per quell'effetto che mi parve che Eris arrossisse.
 "Mamma, renditi conto che quei mortali stavano offrendo qualcosa che tutti noi desideravamo. Sapere di essere il tuo figlio preferito-"
 "Io non ho preferiti!"
 "Quello di cui sei più orgogliosa! Quello che ti rende più felice! Quello che ti tratta meglio!" 
"Pensi che possiamo farli passare di nascosto anche da lei?" bisbigliò mio padre a Nemesi. 
"Ho paura che poi ci manderebbe tutti a dar loro la caccia. Meglio aspettare che si calmi abbastanza da poter giudicare ... o che Eris la faccia arrabbiare al punto da farglieli dimenticare completamente"
 Ma Eris era dalla nostra parte o cosa? Sul serio, stava mettendo molto impegno nel distrarre la gente da noi. 
"Nessuno è il mio figlio preferito, perchè nessuno di voi ha mai fatto altro che pretendere! Non mi avete mai dato nulla, mai!" 
"Questo non è vero! Noi abbiamo sempre fatto del nostro meglio per renderti felice ..."
 O magari stava solo scaricando le sue frustrazioni dell'infanzia.
 "Be', non si è notato!"
 "Tu non noti mai niente!"
 "Yathzee!" strillò ... qualcuno. Non potei vedere chi, esattamente: il litigio di famiglia aveva ridotto la luminosità della stanza a livelli quasi assoluti. Sentii un gran latrare, comunque, il che mi rese le idee un po' chiare.
 "Ehi, voglio competere anch'io per il titolo!" gridò Lyssa. La stanza piombò nel buio più totale.
 Oh, fantastico, adesso avrei dovuto difendermi dai cani senza nemmeno vederli? E anche l'udito non aiutava, quei maledetti facevano tanto di quel casino che non si capiva la loro posizione. 
Un urlo frustrato di Nyx sovrastò tutti i latrati, e mi ritrovai scaraventato contro la parete da qualcosa che ... doveva essere energia pura o qualcosa di simile. Sentii una delle ragazze urlare. Un impercettibile ticchettio di zampe vicino a me. Mollai qualche colpo di pugnale a caso, sperando almeno di sembrare minaccioso, e fui di nuovo colpito dall'energia. 
Atterrai su qualcosa di peloso, che trafissi immediatamente. Cercai di rialzarmi di nuovo, e qualcuno mi aiutò. 
"Da questa parte, mentre sono distratte" bisbigliò mio padre. Presto sentii anche i passi degli altri nella nostra stessa direzione, era tutto a posto. 
Evidentemente, la rabbia di Nyx aveva avuto effetti su tutta la casa, perchè anche il corridoio che percorremmo dopo era al buio. Dovettimo raggiungere una sorta di giardino di strane piante luminescenti per vederci di nuovo qualcosa. 
"E siamo fuori!" sospirò Sadie. "Senza offesa, ma preferisco la Terra dei Demoni. Non è minacciata da riunioni familiari" 
"M-m" fu il commento di Penelope. Pareva sfinita, e felicissima di essere uscita di lì. Chissà cosa le era successo prima che trovasse noi.
 "A questo punto, siete in grado di proseguire da soli?" chiese ironicamente Nemesi. 
"Supponiamo di sì. Non so come ringraziarvi per l'aiuto, comunque" replicai.
 "Mi sembra la cosa più ovvia da fare" replicò mio padre. "La vostra missione ha la sua importanza, mi sembra. E qualunque sia l'esito, la dedizione che ci state impiegando è notevole" 
Uh. E questo cos'era? Un complimento? Una specie di modo per dirmi che era orgoglioso di me o roba simile? Ancora nel dubbio, riuscii a bofonchiare un ringraziamento, e le due divinità sparirono subito dopo. 
Carter si schiarì la voce. "Uhm, tutto bene, Chad?"
 "Certo" risposi io quasi automaticamente,e procedetti senza troppo pensarci sulla dissestatissima via per le Porte della Morte. Stavo pensando a tutt'altro. 
Okay, avevo appena incontrato mio padre per la prima volta in vita mia, e lui ci aveva aiutati e ... aveva chiesto a me della nostra missione e di come fossimo preparati. Una sorta di tattica stealth per informarsi su di me? Era stata così sottile che non ci avevo badato. 
Anche perchè ero stato troppo occupato a, tipo, assicurare un modo per renderlo utile alla nostra causa, in un modo che lui non aveva neanche realizzato e che andava direttamente contro il naturale ordine delle cose. Chissà se avrebbe avuto ripercussioni dal prendersi l'anima di Setne?
 E l'ultima cosa che mi aveva detto era un'espressione di stima. Era stata l'unica cosa che mi aveva fatto capire che contrariamente a molti genitori divini, Thanatos sembrava effettivamente interessato a me. 
Ah ... e il mio comportamento con un genitore simile era stato esemplare ... non avevo manco notato che stava cercando di sapere qualcosa su di me ... certo, mi sarei potuto giustificare con la cosa che non l'avevo mai visto per tutta la mia vita fino a quel momento, però con gli dei era una cosa pressochè scontata.
 Detta senza tante giustificazioni: mi ero comportato da cani. Cioè, incontravo mio padre che faceva dei tentativi di stabilire una specie di legame, e la mia reazione era trovare il modo di renderlo utile alla nostra causa. Se esisteva un premio per i figli peggiori, lo volevo, seriamente.
 Sbuffai. Pensare a queste cose non mi avrebbe portato a niente. Okay, a ripensarci non era stata una bella mossa, ma quello che avevo fatto era necessario. Adesso, in qualunque modo Setne fosse morto, aveva grandi possibilità di finire negli Inferi sbagliati. Avrebbe turbato l'ordine delle cose, e allo stesso tempo lo avrebbe consolidato ancora di più.
 A proposito di equilibrio, prima di tutta quella faccenda con mio padre c'era stata quella cosa che aveva detto Nemesi. La dea dell'equilibrio, eh? In pratica, quella a cui favore stavamo lavorando io e Penelope. Se avessimo fallito, lei avrebbe dovuto lasciare il mondo dei mortali. 
E pareva che in qualche modo la dea ne fosse informata. Chissà come, forse Thoth gliene aveva accennato, forse lo sapeva per la sua area di competenza, ma fatto stava che sembrava aver capito esattamente tutto quello che stava succedendo. E il suo modo d reagire a ciò era 'farci trovare buoni alleati dovunque arrivasse il suo potere'. 
Ciò includeva i Campi Elisi? No, perchè mi ricordava un'altra persona che sembrava più informata del dovuto sulle nostre attività. Era stata Nemesi a dirlo a mia madre? Dovevamo aspettarci altri interventi da parte sua? Lo sapeva anche Thanatos?
 Su quest'ultima prospettiva duitavo fortemente: al contrario di sua sorella, mio padre non aveva dato alcun indizio di essere al corrente della situazione. Però aveva implicato mia madre nella conversazione ... anche se quella era più una spiegazione sul perchè l'avesse lasciata morire. Chissà se pensava che gli portassi rancore?
 E si ritornava al punto 'che pessimo figlio sono'. Uffa, non volevo pensarci più di tanto, non avrebbe risolto nulla ... e il bello era che gli altri stavano zitti, quindi non avevo modo di distrarmi con altro! 
Che giornata tremenda.






Ladies & Gentlemen,
non ci credo quasi di star postando il nuovo capitolo. Come avete visto, è piuttosto lungo, ci ho messo un bel po' di tempo a scriverlo, e di mezzo ci sono state la fine della scuola e l'inizio degli scritti alla maturità. L'otto mi sarò finalmente levata questo pensiero e potrò scrivere quanto vorrò ... intanto, vi dò un piccolo spoiler: nel prossimo capitolo, i nostri eroi si imbatteranno in qualcuno che nella serie originale ha avuto molta, molta sfiga nel Tartaro.

ATTENZIONE: PARENTESI PER CONSERVARE LA MIA DIGNITA' DI SCRITTRICE

Questa avvertenza è necessaria se avete l'abitudine di controllare il mio profilo e dare un'occhiata anche alle altre mie storie. 
Nei prossimi giorni, pubblicherò sul fandom di Harry Potter una fanfiction Dramione a rating rosso, intitolata 'Perversion'. Se volete leggerla, tenete bene in mente una cosa: SARA' UNA TROLLFIC, ovvero una parodia stealth degli stereotipi più comuni in quel genere di fanfiction. In altre parole, fingerò che sia un lavoro autentico, invece sarà una presa in giro completa. 
L'idea mi è venuta qualche tempo fa, confrontando la mia abituale incidenza di recensioni con quella delle fanfiction nelle varie sezioni 'storie più popolari'. E la stragrande maggioranza di esse era a rating rosso per i contenuti erotici. 
Controllando queste varie storie, in particolare le popolarissime Dramione, ho scoperto che non avevano affatto una grande qualità, i personaggi erano OOC, le storie si somigliavano un po' tutte, mancava approfondimento psicologico, e tematiche delicate come le molestie erano trattate decisamente con leggerezza. Io non dico di non aver mai fatto questi errori, ma posso giurare di essermi sforzata sempre di evitarli. Allora mi sono chiesta: è la presenza dell'erotismo la chiave del successo?
 Urgeva un esperimento: avrei scritto una fanfiction con personaggi OOC, avrei usato l'amore a prima vista in modo da non dover approfondire la relazione tra i personaggi, avrei messo cose che nel canon non erano proprio comprese, avrei trattato tematiche delicate con i piedi, MA ci avrei messo il sesso. O meglio, il sesso che può scrivere una persona non solo vergine, ma pure asessuale, quindi non solo avrò idee molto poco chiare su quello che starò scrivendo, ma anche la totale incomprensione dei sentimenti coinvolti.
 Se quella storia avrà successo, ci sarà veramente da ridere. Voi, per cortesia, non rivelate la natura della storia in una recensione: se ci date un'occhiata e volete parlarmene, fatelo tramite un messaggio privato. Detto questo, vi saluto ... conto sul vostro silenzio.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Un serpente color ciliegia dalle idee confuse ***


                     PENELOPE

    
UN  SERPENTE COLOR CILIEGIA DALLE IDEE CONFUSE








Per una volta io e Chad siamo d'accordo: anch'io avevo odiato la giornata appena trascorsa. 
Per ragioni diverse, naturalmente (tipo l'essere stata presa in mezzo a due dee un po' tanto ambigue per i miei gusti e l'aver fatto un giretto nella casa degli orrori), ma anch'io non vedevo l'ora di buttarmi da qualche parte a dormire. Anche perchè ricordatevelo, avevamo dormito pochissimo la notte prima.
 E invece andammo avanti ancora per qualche ora! Non abbiamo idea di come voi Kane vi siate mantenuti così pimpanti tanto a lungo, ma sappiate che vi abbiamo mentalmente ricoperti di tutti gli insulti che conoscevamo (dire che eravamo stanchi sarebbe sembrato ridicolo e infantile, naturalmente). 
La scarpinata non ci portò in vista nè di Setne nè delle Porte della Morte, e a un certo punto, finimmo per crollare tutti. C'era anche poco da mangiare, visto che quel maledetto dio della fame aveva spazzolato le scorte nello zaino di Sadie. Conclusione perfettamente calzante alla giornata. 
E io e Chad avremmo ancora dovuto prenderci il primo turno di guardia per discutere degli avvenimenti della giornata ... in particolare qualcosina che aveva detto Nemesi. 
"Chad, ti va bene se facciamo io e te il primo turno di guardia mentre le ragazze dormono?" chiese Carter, procurandomi un mezzo accidente.
 E quella per che cos'era? Che interesse aveva a fare il primo turno con Chad? Doveva dirgli qualcosa di importante in privato? Ebbene, avrebbe solo causato il mio sacrificio: avrei finto di dormire e non mi sarei persa una parola. Accidenti a lui. 
Chad acconsentì (doveva essere riuscito a fare il mio stesso ragionamento) e la teoria si dimostrò corretta, perchè Carter aspettò a lungo prima di parlare, volendo avere la certezza che noi dormissimo.
 "E' stata dura oggi?" esordì.
 "Non peggio di ieri" replicò Chad.
 "Non mi riferivo agli scontri. Pensavo piuttosto all'incontro con tuo padre"
 "Ah, quello ..." Chad rimase qualche istante in silenzio, poi rispose in tono un po' troppo precipitoso: "Non ho ricavato traumi psicologici permanenti, grazie" 
"Scusa. Non volevo urtarti. E' solo che so benissimo com'è avere problemi col proprio padre. In particolare quando sembra che le sue azioni abbiano distrutto la famiglia, o ha un'importanza talmente superiore a te che non riesci ad essere considerato diversamente che da 'suo figlio' ..." 
Ah-ah. Era solo un tentativo di empatia. Magari avrei dovuto mettermi a dormire davvero. Ma se poi si fossero messi a parlare di cose davvero importanti? 
"Capisco" rispose Chad, dopo un'altra pausa meno tesa. "Ma non do' la colpa a Thanatos per la morte di mia madre. E' stata lei a buttarsi sotto un camion, dopotutto. E il fatto che i genitori siano più importanti di te è la regola, al Campo Mezzosangue. Non hai notato che tutti si presentano specificando il genitore divino subito dopo il proprio nome, e che i rapporti tra due divinità diverse condizionano anche quelle tra i loro figli? E' una cosa talmente comune, da noi, che non ci si fa nemmeno caso"
 "E questo è abbastanza deprimente" commentò Carter. "Non so, come deve essere per voi acquisire una fama autonoma rispetto ai vostri parenti? Mi ricordo che fatica ho dovuto fare io per uscire dall'ombra di mio padre, ed era solo un mago, per quanto con una forte personalità. Con un dio vero e proprio, e che è stato tale dall'inizio dei tempi ..."
 "Alcuni degli eroi più famosi ci sono riusciti. Pensa a Eracle o a Perseo: ti vengono in mente le dodici fatiche e la Gorgone, invece che Zeus, no?" Un attimo di pausa. "Certo, questo può essere dovuto al fatto che all'epoca Zeus aveva un gazzilione di figli e quindi non era poi una cosa tanto degna di nota. Se la teoria è corretta, la vedo dura per Percy Jackson"
 "E anche per te" osservò Carter. "Thanatos non ha mai avuto altri figli, vero?" 
"Che se ne sappia, no. Ma la cosa non mi turba più di tanto. Non mi interessano le imprese gloriose: una volta fuori dal Campo, squaglierò da qualche parte all'estero e farò una tranquilla vita da mortale. E' quello che mi va bene"
 Preferibile all'essere implicato in un'operazione di spionaggio a vari strati? Non potevo biasimarlo. Una volta che tutta quella faccenda fosse finita, anch'io non avrei voluto altro che un po' di tranquillità. 
"Ma allora perchè sei qui?" obiettò giustamente Carter. 
"Perchè un fantasma psicopatico vuole conquistare il mondo e io posso fare qualcosa per impedirlo"
 "Capisco. Per fare la cosa giusta"
 "Eh? No" borbottò Chad un po' troppo in fretta. Mi irrigidii. Cosa cavolo aveva intenzione di dire?
 "Uh?" fece Carter. 
Io lo strozzavo, Chad. L'idiota dovette aver realizzato il suo errore, perchè si affrettò a spiegare.
 "Io la vedo piuttosto come fare la cosa più conveniente per il genere umano. Non credo molto nel concetto di giustizia in sè e per sè" 
Cosa cavolo si stava mettendo a dire. Noi dovevamo sembrare ragazzi normali, nella media del Campo Mezzosangue, che fanno cose buone e giuste come le fanno gli altri. Non era il momento per mettersi a fare i nichilisti! 
A Carter, infatti, credo sia venuto un mezzo accidente.
 "Come? No, voglio dire ... in che senso non credi nella giustizia?" 
"Penso che sia solo un concetto senza particolare fondamento. Senti, per spiegartela con un esempio, per te cos'è la giustizia?"
 "Che tutti abbiano quello di cui hanno bisogno" fu la risposta un po' esitante. Chad, se lo fai insospettire sul nostro senso della morale ... 
"Un sacco di gente nei Paesi occidentali dice che è 'che tutti abbiano lo stesso'. Ad Atene, ai tempi in cui hanno inventato la democrazia, era 'tutti hanno lo stesso, eccetto donne, schiavi e stranieri, che non devono avere nulla'. Nei Paesi attuali governati da regimi islamici estremisti, è 'tutti adorano Allah e chi non lo fa dev'essere ucciso'. Ognuno ne ha un'idea diversa, dunque la giustizia non può davvero essere definita. Il che significa che non esiste in sè e per sè" 
"Riesco a capire il tuo ragionamento" ammise Carter. "Ma non vedo come potremmo andare avanti senza un modo per definire cosa bisogna fare e quello che non bisogna fare per vivere in modo civile. Se tutti adottassero questo sistema di pensiero, ognuno andrebbe in giro a fare quello che più gli garba. Chiunque potrebbe ammazzare senza problemi, per dire solo un esempio"
 "Chiar-"
 "E quello che staremmo facendo adesso non avrebbe senso. Se la giustizia non esistesse, non ci sarebbe nessun motivo per cui Setne non debba dominare-"
 "E' quello che stavo dicendo prima. Quello che stiamo facendo adesso è soltanto quello che conviene al maggior numero di persone. Setne probabilmene vedrà come un'ingiustizia terribile il fatto che gli sia negata la divinizzazione, quindi preferisco non parlare di giustizia in questo caso" 
"Sarà" commentò Carter poco convinto. "Quindi, ciò che è utile per la maggior parte della popolazione mondiale è il criterio cui ti attieni?"
 Sì, era vero: fino a quel momento ci eravamo solo occupati di ciò che conveniva alla stragrande maggioranza del genere umano ... certo che posto così il concetto sembrava un po' vuoto. Con denominazioni tipo 'Giustizia Universale' sarebbe suonato molto meglio, ora iniziavo a vedere il punto di vista di Chad. Però suonava vuoto e banale lo stesso.
 "E' quello cui ci atteniamo tutti, alla fine della storia. Solo che usiamo il concetto di giustizia, perchè suona meglio"
 "Hm" Carter non pareva per nulla convinto. Se ciò l'avesse portato a dubitare di noi in qualche modo, la mia giustizia sarebbe stata una morte lenta e dolorosa per Chad. "Non posso fare a meno di pensare che in realtà una giustizia ci sia, ma ognuno ha il diritto di pensare quello che vuole, finchè non nuoce agli altri" 
"Torniamo all'utile. Ma ..." Chad si interruppe per sbadigliare. "Questa storia della giustizia mi ha fatto venire in mente Nemesi. Anche lei è una divinità legata alla giustizia, a modo suo: mantiene l'equilibrio e si assicura che nessuno abbia troppo" 
"Ecco un'altra definizione di giustizia. Ora che mi ci fai pensare, potrei mettermi a tenere il conto di quelle che trovo e poi scoprire qual'è quella vera" 
E come, Carter? 
"Sì, ma non è a quello che stavo pensando. Ha detto che, siccome anche se a modo nostro stiamo lavorando per lei, farà di tutto per assicurarsi che troviamo alleati dovunque lei possa arrivare. Sto pensando, questo includerà anche i Campi Elisi?" 
Che diavolo stava-ah! Ma qui non stava parlando con Carter! Doveva essersi reso conto che io ero sveglia, e quella frase era in realtà indirizzata a me. Tanta grazia, però non potevo rispondere! 
"Tu credi che quella tua parente abbia condiviso quello che sapeva perchè gliel'aveva detto Nemesi?"
 Sì, e forse se fossi risucita a intavolare una conversazione con Sadie avrei potuto fornire una sorta di risposta indiretta.
 "Probabile, sì"
 E questo significava che anche lui avrebbe saltato un turno di sonno. Bene. 
"Non ti stava molto simpatica, vero?" chiese Carter. 
"Cosa?" 
"Pensi che ci abbia aiutato solo perchè una dea gliel'ha ordinato, invece che per aiutare te -" 
"No, mi hai frainteso. Io stavo dicendo che probabilmente è stata Nemesi ad avvertirla, un fantasma qualunque non avrebbe potuto essere informato su una missione dei vivi. Poi sono quasi sicuro che abbia deciso da sè di dirci tutto" 
Era quasi per intero tutto quello che avevo pensato io. Ma chiaramente avevo spinto un ragionamento un po' più in là: possibile che Nemesi avesse avvertito anche Sisifo, per una specie di distorto mantenimento dell'equilibrio? Mi sembrava difficile (il commento della giacca imbottita diventava ancora più insensato se avessimo accettato questa versione) ma con gli dei non si poteva mai sapere. 
Carter, comunque, approvò la teoria, concluse che un aiuto simile sarebbe stata un'insperata manna dal cielo, e poi nessuno dei due disse più nulla di interessante. Bene, adesso avrei dormito. 
Lo feci. Per mezzo secondo, mi parve, e svegliarmi con Sadie che mi scuoteva e mi chiamava insistentemente.
"Ci hai messo cinque minuti buoni a svegliarti" brontolò. "Ceto è stata così stancante?"
 Bofonchiai un assenso. Uffa, ora c'era da essere del tutto svegli per passare il mio messaggio a Chad senza che Sadie se ne accorgesse. E magari sondare il terreno per un'altra questione. 
"Senti, tu hai pensato a quello che ha detto Nemesi?" arrivai dritta al punto. Ehi, poteva essermi venuta l'idea di parlarne con lei, nessuno aveva detto che dovevo essere stupida.
 "Uh? No" rispose lei, guardandomi a metà tra il confuso e l'interessato. 
"Pensavo solo a quella parente di Chad. Voglio dire, non ci abbiamo pensato più di tanto, ma non aveva poi tante possibilità di sapere di un impresa che riguardava dei vivi. Eppure è stata lei a chiamare Nico. E adesso Nemesi viene a dirci che si assicurerà che abbiamo alleati dovunque lei possa arrivare. Non credi che ..."
 "Sia stata lei a dirglielo? Probabile, sì. Comunque siamo fortunati che Chad abbia una parente a cui importa qualcosa di lui, o saremmo stati un po' persi" 
Chad si rigirò 'nel sonno'. Non lo biasimai per il tempismo, però: capivo bene che l'argomento era troppo delicato per non essere nervosi. Chissà cosa gli stava passando per la testa. 
Bene, questo probabilmente era fatto, adesso dovevo passare all'argomento successivo. Non una discussione vera e pro- 
"Posso chiederti una cosa?" lei mi batté sul tempo. Per che cosa? Avremmo avuto problemi? 
Nel caso, almeno Chad era lì e avrebbe sentito tutto. 
"Ceto ha detto una cosa strana. A quanto pare, ti ritiene responsabile per il fatto che sia finita quaggiù. Hai un'idea del perchè o stava solo delirando?"
 Oh cavolo. Accidenti a quella bestiaccia schifosa. Non poteva tenere il proprio rancore per sé?
 "E' stata una situazione un po' confusa" improvvisai. "Io sono stata la prima a vederla, e ho cercato di combatterla. Ora, hai presente la mia abilità con la spada, no? Me le ha suonate subito, e io le ho augurato di andare al Tartaro. Era una cosa detta senza pensare, una versione nostrana del vai a quel paese, e non ha avuto nessun effetto immediato. E' andata a finire che quella mi ha mollato una botta in testa micidiale, e io nel mio stordimento sono scappata a nascondermi dietro degli arbusti. Poi Nico e Hazelle sono intervenuti a portare a termine il mio augurio" 
Reggeva, tutte le cose considerate? Sì, non vedevo falle.
 "Ma perchè non l'hai detto alla riunione?" 
"Con tutto il casino che è seguito alla mia profezia e a quella cavolata di Chad? Avevo altro a cui pensare"
 Lei annuì comprensiva. Bene, adesso potevo passare a quello che mi interessava?
 "Cambiando totalmente discorso, come stanno andando in questo periodo le cose con Walt?"
 "Benissimo" rispose lei con quel sorriso a trentadue denti che compariva sempre non appena il suo ragazzo era menzionato. Chissà se sarebbe durato una volta che Becky fosse saltata fuori. 
"E' quello che ci vuole per una vita perfetta. Pensa, mi aveva proposto di fare per queste vacanze un weekend in montagna da soli, per imparare a sciare. Ma ovviamente Setne doveva decidere che questo è il momento giusto per combinare i suoi casini, quindi ciccia. Ed è questo il motivo per cui, anche se è già morto, quando ce lo ritroveremo davanti lo ucciderò"
 Ti consiglio di evitare la neve per un po', Sadie. 
"Cosa buona e giusta" 
"Perchè me l'hai chiesto?" fu la sua reazione. 
Ehm, in effetti non ero mai stata una grande fan della vita amorosa di Sadie. Dopo un po', sentire quanto un ragazzo fosse bellissimo, favoloso, irritante, la facesse sciogliere, etc faceva venire un po' di nausea. 
"Non l'hai menzionato in più di una settimana. Non è normale" 
"Pensavo che a te desse fastidio" replicò in tono vagamente accusatorio. Ah, se n'era accorta ...? Molto gentile da parte sua prendere delle contromisure, comunque.
 "Oh? No, non è così" dire la verità le avrebbe solo dato sui nervi, e volevo che continuasse a parlarmi almeno finchè non le avessi cheisto quello che mi interessava. "E' come ti ho detto, non è normale passare un paio d'ore con te senza sentirtelo nominare, figuriamoci qualche giorno. E poi, ero preoccupata per ... quella cosa che ho detto ieri"
 Qui dovevo stare attenta. Se avessi formulato la frase nel modo sbagliato, avrei potuto garantire che Sadie e Walt fossero la famosa coppia morta.
 Lei impallidì leggermente. "Sì ... ci pensavo anch'io, purtroppo. Ma non saremo noi. Con tutto quello che ho dovuto passare per risolvere i miei problemi con quei due benedetti ragazzi, non ho la minima intenzione di passare l'eternità insieme nell'oltretomba prima di esserci davvero goduti la vita" 
"Hai perfettamente ragione" approvai caldamente. "Ma giusto per sicurezza, non riesci a pensare a qualcosa che possa saltare fuori all'improvviso a costituire una minaccia? Non so, un'ex-ragazza di Walt che rifiuta un po' troppo che tu stia con lui adesso, o un qualche divino nemico di Anubi ..."
 "Assolutamente no!" sbottò Sadie con un'occhiata feroce. "Walt non ha mai avuto fidanzate prima di me, il problema della sua malattia sovrastava qualunque altra cosa. E se una qualsiasi ragazza, ex o meno, prova ad arrivare a mneo di tre metri da lui, giuro che la trasformo in un pidocchio. E Anubi non mi ha mai parlato di nessun nemico tra gli dei"
 "Non so" commentai. "Per quanto riguarda l'ultimo, non ne sarei così sicura. Forse con gli egizi è diverso, ma i nostri dei non riescono a stare tutti tranquilli senza litigare tra loro. Magari non te l'ha detto per non farti preoccupare ..." 
"Non gli ho mai chiesto niente del genere" disse Sadie sovrappensiero.
 "Mai?" 
"Non ho mai indagato più di tanto su Anubi. Preferisco concentrarmi sul lato più normale di lui, quello con cui ho davvero a che fare" rispose con un sorrisetto. 
Alla faccia dell'accettare completamente la personalità del proprio partner. E poi, perchè disinteressarsi a tutto quello che di Anubi non coinvolgeva lei? Io, se mi fossi innamorata di una divinità, sarei stata troppo curiosa su di lui da non cercare informazioni. 
Però questo spiegava come mai Sadie non fosse al corrente dell'esistenza di Kebechet, informazione non così difficile da reperire: Luciano e Hazelle l'avevano trovata su Google! 
"Non saprei" le dissi. "Io se fossi in te farei qualche ricerca. Giusto per essere sicura"ù "Sai qualcosa in merito?" mi chiese lei, sollevando un sopracciglio.
 Che stupida! Avrei dovuto metterle un tarlo nell'orecchio in modo sottile, senza che se ne accorgesse. Colpa del sonno.
 "No" mentii. "Non ne so più di te su Anubi, a dire la verità. Però ho una brutta sensazione-" 
"Il che, tutte le cose considerate, potrebbe voler dire che le cose si metteranno bene" osservò Sadie. 
Sorrisi. "Speriamo. Questo vorrebbe dire che andranno male per chiunque si metta contro di noi" 
"Sì, i tuoi poteri sono molto versatili in tal senso. Comunque, farò come dici tu: appena sarò a casa, controllerò Anubi su Google" 
Ma poi non sarebbe servito a niente. A meno che Felix non avesse nel frattempo trovato il modo di esorcizzare Becky, Sadie avrebbe avuto la sorpresa appena tornata a casa.
 E a quel punto cosa sarebbe successo? Setne se la sarebbe cavata, a quanto eravamo riusciti a concludere, e ci aspettava altra guerra. Come avrebbe gestito Sadie una rivelazione simile in un momento simile? Magari era anche il caso di sondare il terreno.
 "Ma a pensarci bene, non lo so" commentai in tono scherzoso. "Magari scopri cose che non avevi bisogno di sapere, tipo che in forma di sciacallo ha un serio problema di pulci, oppure è gà stato sposato, o-"
"Se è così, dio o meno, lo ammazzo" ringhiò Sadie. Fantastico, proprio quello che non volevo sentirmi dire. "Non per le pulci, intendo. Se scopro che ha avuto un'altra rima di me ..." 
"Sei stata il suo primo amore?!" le chiesi in tono sorpreso. 
"Sì, me l'ha detto. Prima di incontrare me, no aveva mai sentito altro che noia per le altre dee" gongolò lei sognante. 
Ahem, informazione non del tutto corretta. Stronzo di un Anubi, che bisogno aveva di raccontarle questa storia? Se  almeno Sadie mi avesse lasciato qualcosa di lui da disintegrare, per far bella figura aveva creato una situazione assurda per tutti! E quell'altro sveglione di Walt, non aveva davvero alcun contrllo su quello che diceva? Perchè non le aveva detto nulla almeno lui? Possibile che nessuno si fosse reso conto del caos che sarebbe potuto succedere se Sadie avesse scoperto di Anput e Becky?
 "Cavolo" sorrisi a Sadie. "Questo è un onore che le madri dei mezzosangue nostrani si sognano. Hai una bella fortuna" 
Mi rispose un sospiro soddisfatto. Okay, probabilmente adesso era persa nel suo mondo dei sogni e qualunque cosa avessi fatto non avrei avuto la sua attenzione.
 Comunque, la conversazione non aveva fatto altro che confermare i nostri timori. Sadie non avrebbe mai accettato la precedente relazione di Anubi (perchè non gliel'aveva detto?!) e men che meno l'esistenza di Becky. Litigio colossale, non gli avrebbe parlato mai più, non avrebbe più collaborato con lui, un sacco di buoni piani sarebbero potuti diventare impossibili, se non l'aveva già fatto Becky sarebbe scappata di sicuro.
 Sadie però non sarebbe mai ruscita ad uccidere il suo ragazzo: prima mi sarei preoccupata io di augurargli un decesso eccezionalmente lungo e doloroso.

Non saprei come descrivere la sensazione di essere svegliati da urla e imprecazioni.
 Significa aprire gli occhi sentendo rumori privi di significato, sollevarti un attimo, ricordare chi sei e dove sei, renderti conti di cosa significhino quei suoni, e schizzare in piedi afferrando la prima arma che ti capita sottomano.
 Io per sbaglio andai a sbattere contro Sadie, che aveva avuto una reazione simile. I ragazzi continuavano a urlare, e quando riuscii a spostare la testa dalla schiena di Sadie, vidi esattamente quale fosse il problema. 
Il tizio che stava davanti a noi era rosso e alto, nel senso che sfiorava il soffitto della galleria con la testa e faceva quasi male agli occhi con la sua brillante pelle rosso ciliegia. Aveva barba e capelli scuri, sopracciglia molto cespugliose e vistose cicatrici. Indossava una camicia che pareva cucita alla bell'e meglio con pelli di pecora. Oh, aveva anche zampe di drago al posto delle gambe. 
Era impegnato nella nobile attività di staccare pietre dalle pareti del Tartaro e tirarle a Chad e Carter, i quali si facevano in quattro per schivare i suoi colpi e contrattaccare con spada e pugnale. Buongiorno a tutti, gente! 
"Coso color ciliegia, sbaglia un po' mira con quelle pietre!" gli urlai, prima di rendere attiva Afanisis e lanciarmi anch'io nella mischia. 
Ciliegia, quando si rese conto che il mio augurio si era avverato, imprecò sonoramente in greco, poi borbottò qualcosa di indistinto su Moros.  Sadie tentò l'incantesimo Tas, ma quelli spezzò la corda come se fosse stata un singolo filo di stoffa. 
Lasciate perdere del tutto le pietre, iniziò a mollare gran calci con le zampe, munite, si scoprì, di robusti artigli. Feci per urlargli di sbagliare mira anche coi calci, quando uno mi colpì in pieno. 
Finii a terra con tagli brucianti sullo stomaco e sulle braccia, incapace di concentrarmi su nient'altro che il dolore. Sentii altre grida di Sadie in egizio, mi ricordai vagamente della situazione, e cercai di rimettermi in piedi. 
Le braccia mi facevano così male che riuscivo a malapena a muoverle, figuriamoci usarle per un combattimento con spada, quindi ritentai la maledizione. Questa volta l'unico motivo per cui mi fu risparmiato il calcio fu che Chad si mise di mezzo e mi buttò a terra in tempo.
 "Ha capito chi sei" disse, lanciando un coltello che colpì Ciliegia nel fianco. "Vuole impedirti di parlare. Ora di' qualcosa che lo blocchi!"
 Ciliegia sollevò una zampa verso di noi. 
"Sbagliatuttiicolpipossibili!" strillai col tutto il fiato che avevo in gola. Magari detto così velocemente non avrebbe funzionato-ah no, al contrario: non solo il suo piede non si abbattè su di noi, ma Carter riuscì a infilzarci in khopesh. 
Ciliegia ululò di dolore, e Sadie urlò in egizio. La terra sotto di noi si spaccò, e Ciliegia sprofondò finchè rimase fuori solo il suo collo. La testa da sola era alta quanto la nostra media. 
Lui ci guardò con assoluto disprezzo. "Questo è esattamente il tipo di pace che non mi piace" brontolò. "la tregua tra due nemici degli dei per annullare l'ordine"
 "Cosa?" gli chiese un confuso Carter.
 "Nulla" sospirò Ciliegia. "Solo un paio di riflessioni in merito alla mia natura. Prego, procedete pure a tentare di uccidermi o a lasciarmi qui incastrato" 
"No, ci riferivamo al fatto che saremmo nemici degli dei" intervenne Sadie. "Da cosa ha dedotto che lo siamo?"
 "Lo spettro del sacerdote egizio mi ha parlato di voi" disse Ciliegia chiarendoci tutto. "Ha raccontato che state cercando di impedirgli la sua missione di creare un legame tra i due mondi a partire dai loro aldilà ... e fatemi indovinare, voi quattro state per dirmi che in realtà voi siete servi devoti degli dei, ed è in realtà l'egizio che vuole scatenare il caos?"
 "Esattamente quello" confermò Sadie. "E per il momento lei ha solo la nostra parola contro la sua, quindi non può sapere quale sia la verità. E con tutto questo ci ha attaccati senza nemmeno cercare di indagare prima!" 
"E' stato sconsiderato da parte mia, in effetti" ammise il gigante rosso. "Ma ancora non ho nessuna certezza del fatto che voi diciate la verità. C'è tempo per un piccolo interrogatorio?"
 "Non ne siamo sicuri" rispose Chad. "Quando ha incontrato quel fantasma esattamente?" 
"Poco fa ... non posso essere davvero sicuro di quando sia stato, non è facile tenere il conto quaggiù, ma di certo non è stato più di un giorno. La risposta vi compiace?" 
"Dipende" borbottò Carter. "Lei sa quanto distino da qui le Porte della Morte?" 
"Non troppo" ecco qualcuno che voleva tenere le cose sul vago in attesa di capire quale fosse la parte giusta. Piuttosto sveglio.
 "Evviva la precisione spazio-temporale" brontolò Sadie. 
"Senta, possiamo trovare un accordo" Carter voleva trovare un equilibrio per tutti? "Noi la lasceremo andare. Lei verrà con noi fino a che non troveremo Setne. A quel punto lo affronteremo, e lei potrà considerare tutto quello che vede per decidere da che parte stare, sempre che voglia parteggiare per qualcuno"
 "Giurate tutti quanti sullo Stige che non mi attaccherete finchè non abbia apertamente deciso di schierarmi contro di voi" richiese Ciliegia. 
Avrei ricavato qualcosa dall'aggredirlo senza motivo no, decisamente no. Giurai senza problemi, gli altri fecero lo stesso, e Ciliegia fu rilasciato.
 "Tra parentesi" chiese Chad, una volta che ci fummo rimessi in cammino con il nostro nuovo compagno di viaggio alto come mezzo grattacielo. "Potremmo sapere chi è lei esattamente?"
 "Credo si tratti di Damasene, se posso rispondere io" replicò Carter. 
Damasene lo guardò incuriosito. "Conosci bene la mitologia greca?"
 "No, conosco Percy Jackson" 
Gli occhi di Damasene si illuminarono. "Percy Jackson è una brava persona ... non illudetevi, questo non garantisce che voi lo siate. Lui come sta?"
 "Al meglio di quanto un mezzosangue possa stare durante uuno scontro con le forze del caos, direi. Non ha ferite disabilitanti e al momento è al Campo Giove con la sua ragazza"
 "E vi ha parlato di me e di Bob?"
 "Potremmo avere un riassunto delle puntate precedenti? Noi non conosciamo Percy così bene da sapere tutte le sue avventure" intervenne Chad.
 "Gigante creato per opporsi ad Ares, ed è quindi un pacifista convinto. Sono stati così contenti di lui che l'hanno cacciato nel Tartaro. Ha incontrato Percy e Annabeth durante la loro discesa quaggiù, e li ha aiutati a oltrepassare le Porte della Morte, al prezzo di rimanere quaggiù bloccato lui stesso" ricapitolò Sadie.
"E di finire nell'elmo di Tartaro" brontolò lui. "Un incubo. E mi è andata bene che sia già riuscito a liberarmene, il povero Bob è ancora lì dentro" 
Ci fu una sorta di brivido collettivo nel gruppo. Fino a quel momento avevamo pensato al Tartaro soprattutto come a un luogo, ma quello era il modo peggiore di ricordrci che, ehi, era anche un'entità senziente. Non ci avevamo mai pensato troppo su, e avevamo preferito sperare che il nostro scontro con Setne non facesse tanto casino da attirare la sua attenzione. Anche se a pensarci bene, eravamo stati ottimisti al limite della stupidità: si trattava di noi, quindi sarebbe andato tutto male per forza. 
"Percy e Annabeth se ne ricordano bene" intervenne Sadie. "Se mai riuscissimo a sconfiggere Setne, forse potremmo trovare il modo di riportarla in superficie ..."
 "E' un tentativo di ingraziarvi presso di me? Voglio ancora vedere il vostro confronto col sacerdote egiziano"
 "D'accordo. Muoviamoci, allora" acconsentì Carter.
 Il resto della camminata fu in silenzio, noi eravamo troppo tesi per lo scontro ormai imminente e Damasene non voleva darci ulteriore confidenza prima di avere le prove della nostra buona fede. Avrei voluto essere già alla fine. Ma quanto mancava?!
 Sentimmo una voce femminile in lontananza, poi le repliche di una maschile. Setne? E ... la nuova fidanzata che si era procurato in quel posto, magari?
 Affrettammo il passo. La galleria di pietra di allargò in un immenso piazzale, con alberi scheletrici piantati qua e là, sulla cui parete opposta a noi erano incastonate porte di ossidiana nera. E due fantasmi vi stavano a discutere davanti.
 Uno era, non c'è neanche bisogno di dirlo, Setne; l'altra la riconobbi mettendoci un po' più di tempo, ma alla fine la idetificai con la nostra vecchia amica Crisippe. Le sue sorelle avevano avuto ragione a preoccuparsi, eh? 
I due stavano discutendo qualcosa a proposito di pulsanti da premere. Bene, qualunque cosa avessero in mente, avrebbe subito qualche modifica, anche se non li avrebbe fermati.
 Damasene tossicchiò, facendoci perdere ogni speranza di attacco a sopresa, ed entrambi si voltarono. 
"D'accordo, carissima" commentò Setne. "A questo punto ho proprio paura che dovremo lasciar perdere i litigi e darci all'improvvisazione"




Ladies & Gentlemen,
aggiornamento sorprendentemente veloce, vero? Perchè sono stata in vacanza in un posto senza wi-fi, e non avevo nient'altro che le mie storie e un po' di studio di cui preoccuparmi. E non sono neanche uscita di casa più di tanto, per colpa di tempo nuvoloso o pelle troppo scottata per andare in spiaggia (la mia abbronzatura da maturanda non era il massimo per affrontare il sole della Toscana ...). 
Comunque, ci stiamo avvicinando agli ultimi capitoli della storia. Nel prossimo capitolo avremo lo scontro finale, seguito da alcuni capitoli per assestare la situazione in vista dell'ultima storia della trilogia. 
Una curiosità, cosa ne pensate dei dialoghi dei due Servi del Kosmos con i fratelli Kane a inizio capitolo? Ho voluto approfittarne per concedere il giusto spazio a personaggi canon, e spero di essere riuscita a renderli IC. Mi è piaciuto soprattutto scrivere quello tra Chad e Carter, perchè ho esplorato un problema che Riordan spesso tralascia nelle sue storie: qual'è, o cos'è, la giustizia? Si può davvero dire che esista? Non so se ci avete fatto caso, ma quasi tutti i suoi protagonisti iniziano tutta la storia con una morale ben precisa (quella corrente nel mondo occidentale, anche se in certi ambiti è piuttosto progressiva) e non la cambiano, nè la mettono in discussione, per tutta la loro vicenda.
 L'unico che lo fa è Carter (vi ricordate la discussione con suo padre in merito?) ed è anche, a quanto mi risulta non avendo letto gli 'Eroi dell'Olimpo', quello che più si avvicina alla tentazione di lasciar perdere tutto e pensare solo a sè stesso. E anche se nella sua 'tentazione' non pone mai in discussione quale sia la cosa giusta da fare, e vorrebbe semplicemente fare quella sbagliata, mi piace molto questo particolare, lo rende molto umano e realistico, come personaggio. Da qui il fatto che quella particolare conversazione con Chad vada a lui. Voi cosa ne pensate?

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Come volevasi dimostrare, la missione è un fiasco ***

















                                           CHAD

COME  VOLEVASI  DIMOSTRARE,  LA  MISSIONE  E'  UN  FIASCO






"Cosa facciamo?" chiese subito Crisippe. 
Io feci volare un coltello nella sua direzione, facendole fare un balzo indietro, e noialtri partimmo alla carica. 
"Premi il pulsante e assicurati che l'ascensore stia giù!" le urlò Setne, iniziando a scrivere geroglifici di protezione sulla sabbia nera del luogo. 
"Solo questo? Io posso fare molto di più! Non osar pensare neanche per un ista-" 
"Lo so che sei una donna capace, e non è il tuo sesso il problema. E' che io conosco questi tizi e so come contrattaccare!" le urlò lui, preparandosi a fronteggiarci dall'interno della sua protezione. Crisippe dovette ritenere la spiegazione valida, perchè non proferì ulteriore verbo. 
Carter fu il primo a tentare di attaccare Setne: il suo khopesh ribalzò sulla muraglia invisibile eretta dagli incantesimi di Setne. 
"Fratellino togliti che ci penso io" ringhiò Sadie con l'usuale garbo, sollevando la bacchetta e strillando qualcosa che non riuscii a capire. Ebbe l'unico effetto di illuminare e far vibrare leggermente la parete di Setne.
 Il fantasma si precipitò a scrivere nuovi simboli sulle pareti, mentre Sadie puntava il suo attacco direttamente ai simboli sulla sabbia. Io tentai di far volare un coltello oltre la barriera ... oh, funzionava. Evidentemente il fatto di essere costituito di ferro dello Stige lo rendeva immune agli incantesimi di un morto. 
Okay, e questo metteva me e Penelope in una situazione un po' del cavolo: se i nostri amici si aspettavano che attaccassimo Setne, visto che eravamo gli unici a poterlo fare, il fantasma chiaramente si aspettava che non lo attaccassimo, visto che eravamo in realtà i suoi servi devoti. Noi, dal canto nostro, avremmo voluto non fare davvero nessuna delle due cose, in modo da poter mantenere la nostra posizione di spie anche nello scontro imminente. 
Setne corse verso una delle pareti rocciose attorno alle Porte, per disegnare altri simboli e allargare il proprio campo di difesa. Gli attacchi di Sadie fecero arretrare la barriera, ma non riuscirono a infrangerla del tutto. 
Io lanciai un altro coltello, che Setne evitò, come avevo inteso. Lui corse anche all'altro lato delle Porte a disegnare i suoi simboli. Sadie smise di attaccare.
 "Devo risparmiare energia" spiegò "Qui ci serve un attacco il più potente possibile. Chad, continua a lanciargli coltelli" 
"E' una parola, è velocissimo quello" brontolai. 
Penelope a quanto pareva non poteva oltrepassare la barriera, come me, ma io avevo dei proiettili in grado di farlo, quindi il compito non era neanche nostro, ma mio.
 Setne decise di passare al contrattacco: colì direttamente il mio braccio, trasformandolo in una canna di papiro. Io imprecai. Era difficile usare foglie per lanciare, e non ero altrettanto capace con l'altra mano. 
Crisippe intanto si ricordò di Damasene. "E tu non dovresti essere dalla nostra parte? Hai disertato per loro o ti piace solo startene lì impalato?" 
"Ho solo ascoltato la loro versione dei fatti" rispose Damasene. "Ho deciso di sospendere il giudizio finchè non raccoglierò ulteriori elementi"
 "Molto saggio, davvero ..." mormorò Setne, gettando un'occhiata nervosa alla propria barriera. La protezione però reggeva, e siccome Sadie era ancora occupata a riguadagnare energia e noialtri eravamo neutralizzati, si dedicò senza problemi a scribacchiare altri simboli direttamente sulle Porte della Morte. 
Stava cercando di prendere controllo delle porte di mio padre: qui ero obbligato a tentare di lanciare un coltello con la sinistra, almeno per salvare le apparenze. Naturalmente mancai Setne di qualche metro, e lui potè terminare tranquillamente il suo incantesimo.
 "Ha-di!" urlò Sadie con tutto il fiato che aveva nei polmoni. L'incantesimo fu così forte che attraversò come niente fosse stato tutte le difese di Setne e fecero crollare buona parte della parete su cui erano inscritti i simboli di protezione. La barriera scomparve e noi avemmo campo libero di attaccarlo. Non ci fu bisogno di altri incoraggiamenti. 
Carter fu il primo a raggiugere Setne, ma ovviamente la sua spada attraversò tranquillamente il fantasma, al massimo rovinandogli la giacca. 
"Ma cos'hai  contro il buon gusto, si può sapere?!" strillò lui indignato. 
"Sul pessimo gusto di mio fratello siamo d'accordo, Setne, ma ciò non toglie che tu stia meglio in altri modi" replicò Sadie, strillando un nuovo incantesimo. 
La giacca di Setne si trasformò in una camicia di forza, che gli bloccò completamente i movimenti. Crisippe strillò. 
"Stai lì ferma!" le urlò Setne. 
Carter afferrò la sua camicia di forza, e il terreno gli si smosse sotto i piedi, mandandolo a gambe all'aria. Oh, grandioso, adesso arrivava qualcos'altro. 
"Chi cerca di demolirmi?"
 La voce metteva i brividi. Sembrava provenire dagli elementi stessi del luogo in cui ci trovavamo, e sembrava ispirare un terrore puro. Sentite, era così inquietante che non so nemmeno bene come descriverla, meglio se chiedete agli altri presenti, o anche a Percy e Annabeth. Damasene imprecò in greco. 
"E tu chi altro sei?" chiese una Sadie più esasperata che spaventata.
 Sentimmo una specie di risatina. "Sono il terreno su cui stai. Sono l'aria che respiri. Sono gli alberi che stai guardando, e le rocce che hai distrutto. Sono l'abisso che ti circonda" 
"Sei Tartaro che cerca di fare il melodrammatico" Ora, probabilmente Penelope voleva dire una cosa spaccona e coraggiosa, ma le uscì in un pigolio terrorizzato. Porca miseria, aveva ragione, Tartaro! 
Setne l'aveva fatto apposta. La sua gabbia protettiva era un diversivo, sapeva che Sadie sarebbe stata in grado di distruggerla e l'aveva spinta apposta ad attaccare Tartaro. Adesso uno degli esseri più antichi e pericolosi dell'universo creato ce l'aveva con noi! 
Un pezzo di roccia quasi cadde addosso a Penelope. "E tu sei qualcuno che cerca di fingersi spiritoso"
 Un albero crollò parzialmente addosso a Sadie facendola cadere a terra. "E tu sei quella che mi ha attaccato direttamente"
 Carter mollò Setne e corse dalla sorella.
 "Hai un titolo anche per noialtri o hai esaurito l'immaginazione?" gli urlai. 
Nota: quando sei terrorizzato, combatti contro un nemico immensamente potente e non sai cosa fare, prendilo in giro. Ti farà ammazzare di sicuro, ma prima ti farà sentire un po' meglio. 
Il terreno si aprì sotto i miei piedi, e io sprofondai fino alle spalle, con le braccia intrappolate. 
"Qualcun altro che cerca di fare lo spiritoso"
 "E io, caro padre?" intervenne Damasene. A quanto pareva, aveva identificato il nemico principale in Tartaro, e riteneva che chiunque non fosse lui fosse automaticamente dalla sua parte in contrapposizione. Tra parentesi, era suo figlio? Bene, forse potevo smettere di farmi tanti patemi: era palese che le relazioni tra genitori e figli potessero andare molto, molto peggio rispetto a un po'di balle e manipolazioni, peraltro dette per il beneficio di tutti
"Tu sei quel mio interessante figliolo troppo debole di carattere per il combattimento, ma che cerca di sembrare eroico. Il sacrificio funziona molto bene in questo senso, vero?Prima lo fai per due mezzosangue, adesso per uno spettro straniero ..." 
Setne! Guardai verso le Porte, ed era sparito. Le Porte erano chiuse, con Crisippe che aspettava davanti ... bene, avevamo fallito come da previsione. Sarebbe stato utile sapere che avremmo combattuto anche contro un'entità primordiale, ma almeno ci eravamo risparmiati una delusione. Qualcuno però non l'aveva fatto ... 
Il fortissimo rumore di qualcosa che si spezzava distolse la mia attenzione. Damasene aveva ritenuto opportuno disintegrare alcuni degli alberi scheletrici di suo papà, forse per danneggiare effettivamente Tartaro, ma io sospettavo che fosse più per dargli sui nervi.
 "Oppure vuoi tornare col tuo amico? Non è ancora riuscito a tirarsi fuori dal mio elmo, magari sente la tua mancanza ..."
E con questa fu Tartaro a dare seriamente sui nervi a Damasene, perchè quest'ultimo iniziò a prendersela con maggior ferocia contro le pareti. Carter iniziò ad aggredire qualche albero, giusto per tentare di fare qualcosa, e Sadie tentò di aiutarmi a uscire dal mio buco. 
"Tartaro, fatti scappare un po' di gente!" gridò Penelope. Il terreno mi sputò fuori alla velocità della luce, regalandomi un pessimo atterraggio. Finalmente si era decisa ad essere un po' utile, quella lì.
 Bene, adesso io ero lì, con un braccio inutilizzabile e ad alto rischio di rottura, e l'altro di poca praticità-a meno che ... io potevo polverizzare la roba sia con la destra che con la sinistra, che diamine! E poi c'era qualcuno con cui dovevo scambiare due paroline. 
"Ehi, Crisippe" urlai, evitando un'ondata di sabbia grigia. "Tu lo sai che per uscire tramite le Porte della Morte c'è bisogno che qualcuno prema il pulsante sotto, vero?" 
"Stai mentendo" replicò lei, con sicurezza adamantina, fissando le Porte e aspettandosi che l'ascensore tornasse giù per lei.
 "Come vuoi. Però ci sta mettendo un bel pezzo quell'ascensore a tornare giù, o sbaglio?"
 Un ramo dritto in faccia mi impedì di udire la risposta della Danaide, sempre che ci sia stata. L'intero posto ormai ci stava muovendo guerra, ed era il caos più totale: il soffitto crollava, le pareti ci sputavano massi addosso, gli alberi si muovevano di loro spontanea volontà per venire a randellarci. Della lava stava iniziando a colare da ogni fenditura presente nel luogo.
E noi non sapevamo cosa cavolo fare. Damasene era l'unico che se la stesse cavando con un po' di dignità, grazie soprattutto alla sta stazza; noialtri non potevamo fare altro che correre qua e là cercando di non farci colpire da tutto quanto sopra. 
"Non riesco ad aprire un portale" disse Sadie. "Me lo starà impedendo lui ... okay, distraetemelo. Io ho bisogno di concentrazione per fare una cosa" 
Tartaro probabilmente l'aveva sentita, perchè gli alberi si gettarono in massa su di lei. Io polverizzai una pianta con il braccio buono, Carter ne fece a pezzi un'altra con il khopesh, Penelope strillava ai detriti di non caderci addosso e alla lava di aggirarci tutti, e Damasene ... si prendeva tutto il resto dell'attenzione di Tartaro, direi. 
Fracassava decine di alberi in un colpo solo, distruggeva pareti, intercettava pezzi di pietra cadenti e li lanciava dove non potevano fare danno. Noi era già tanto se potevamo eliminare una pianta alla volta! 
Tartaro, dal canto suo, sembrava parecchio indispettito da tutta questa opposizione, e manifestava i suoi sentimenti blaterando dell'amico Bob che non era davvero riuscito a riformarsi fuori dal suo elmo ... 
"Confacente" commentò Damasene, fracassando cinque alberi gli uni contro gli altri. "Parole da persona piccola ... adatte al luogo patetico quale sei"
 Udimmo una risatina, ma gli attacchi contro di noi diminuirono, mentre aumentarono quelli contro il gigante.
 "I tuoi tentativi di fare lo spaccone sono un po' malriusciti. Io sono l'abisso primordiale. Il luogo più oscuro esistente. Nessuno può attraversare le mie profondità e uscirne illeso, fisicamente e mentalmente. Io, e gli esseri che vivono nelle mie viscere, siamo l'incarnazione di tutto ciò che atterrisce ogni essere senziente dall'inizio del tem-"
 "Non sei nulla che non si possa trovare in abbondanza nella vita quotidiana dei mortali" tagliò corto Damasene. "Ti glori del terrore che ispiri? Hai davvero tanta paura di non essere niente, che ti accontenti di spaventare e traumatizzare? Caratteristiche che si trovano in qualsiasi essere con problemi di autostima. Sei felice di incarnare emozioni negative? Un po' di disturbo sadico della personalità. Traumatizzi chi ti attraversa - ahia- sia fisicamente e mentalmente? Tipico dei mercati affollati"
 Il gigante aveva avuto un fegato e una pazienza notevoli ad andare avanti con tutto questo discorsetto. Ogni singola cosa che il Tartaro potesse tirarci contro era addosso a lui, colpendolo e bruciandolo con tutta la sua forza. Il che ironicamente confermava tutte le sue parole, ma dubitavo che il terrificante abisso primordiale fosse nello stato d'animo giusto per badarci. 
Carter fece per correre ad aiutare Damasene, ma mentre era a metà strada, Sadie pronunciò il suo incantesimo.
 "Maat" 
La tempesta attorno al gigante si placò, il soffitto e le pareti smisero di tremare, gli alberi tornarono al proprio posto, la polvere si depositò. Il luogo tornò esattamente com'era prima che Tartaro si manifestasse in tutta la sua senzienza. 
Wow ... avevo appena ricevuto un'illuminazione mistica. Io e Penelope eravamo al servizio di un sedativo per entità primordiali.
 Sadie crollò a terra. 
"Sadie!" Carter e Penelope urlarono all'unisono, precipitandosi da lei. Ma tanto era viva. Cioè, al momento non stava respirando, ma sarebbe morta in altro modo, si sarebbe ripresa alla svelta.
 Damasene, d'altro canto ... non si vedeva da nessuna parte. Che ne aveva fatto Tartaro? Saperlo esulava dai miei poteri. Poteva averlo intrappolato di nuovo in quella sua oscurità, oppure averlo fatto sprofondare e seppellito nei suoi abissi. Fatto stava che non era lì. Aveva perso la sua seconda occasione di uscire di lì, e gli dei soli sapevano se ne avrebbe avute altre. Ed era suo figlio ... che schifo. 
Esclamazioni sollevate mi informarono che Sadie aveva ripreso conoscenza, e raggiunsi gli altri. Carter l'aveva aiutata a rimettersi in piedi.
 "Sei stata incredibile" le stava dicendo Penelope.
 Io annuii. Okay, era stato decisamente un bel colpo, sì ... anche se non aveva sistemato proprio tutto. 
"Un gioco da ragazzi, alla terza volta che ci si prova" borbottò lei, ma si sentiva che era esausta. "Ancora un po' di esercizio, e potrò usarlo per riordinare la mia stanza"
 "Dov'è Damasene?" anche Carter se ne ricordò. Non ebbi bisogno di dire niente, potevamo renderci tutti conto della situazione. 
"Ha avuto un fegato assurdo" mormorò Sadie. "Perchè quello schifoso di Tartaro l'ha preso proprio adesso? Mezzo secondo, e ce lo saremmo portati con noi in superficie, altro che fargl il necrologio" 
"Sarebbe stato troppo bello" brontolò Penelope. 
Rimanemmo lì in silenzio, a riposare un attimo e, finalmente, a realizzare che sì, Setne era scappato. Avremmo avuto a che fare con uno psicopatico in carne e ossa, in grado di dire e fare tutto quello che c'era sul Libro di Thoth. Tra parentesi, chissà cosa ne avrebbe pensato mio padre, del fatto che me lo fossi lasciato scappare?
 Sadie scagliò la bacchetta a terra con un'imprecazione, riportandomi al momento presente.
 "Non ci posso credere" brontolò Carter.
 "Siamo fregati" aggiunse Sadie. "Adesso chi gli impedisce di trovare i nomi segreti degli dei e farlo diventare un dio e ..." la ragazza sgranò gli occhi. Un portale, il più insicuro che avessi mai visto eseguito da un mago egizio, si disegnò nel Tartaro.
 "Muoviamoci" disse. "Su, non state lì impalati!" 
"Cosa succede?" chiese Carter, affrettandosi verso il portale. 
"Se conosce i loro nomi segreti, cosa gli impedisce di fare di loro i suoi schiavi?" 
Fu abbastanza per farmi precipitare verso il portale, con la sicuramente inutile preghiera che la nostra missione non fosse ancora non solo diventata molto più complicata, ma saltata proprio.






Ladies & Gentlemen,
non ci credete, vero? Un aggiornamento il giorno dopo l'altro. Il fatto è che per le scorse due settimane mi sono trovava in vacanza nell'unico posto in Italia privo di connessione wi-fi, e quindi non avevo nient'altro che la scrittura e lo studio per distrarmi. Comunque, anche se è stato brevissimo, mi auguro che lo scontro vi sia piaciuto. Sto iniziando a pensare che la formula riordaniana, piena di eroi che affrontano fisicamente mostri, non faccia davvero per me. Posso dirvi che nella prossima storia ci sarà ben poco combattimento fisico, ma un sacco di scontri mentali. 
Un ultima precisazione: contrariamente a quanto ho scritto due capitoli fa, Limos non era un maschio figlio di Nyx, era una femmina figlia di Eris. Non ho idea del perchè fossi così convinta di quello che ho scritto, ma ringrazio Farkas per la puntualizzazione.
E adesso, spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri eroi si renderanno conto della situazione dal punto di vista del Campo Mezzosangue, e Sadie farà una chiacchierata amichevole con una tenera bimbetta.


Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Scopriamo che probabilmente stiamo per morire ***













                                              PENELOPE

SCOPRIAMO CHE PROBABILMENTE STIAMO PER MORIRE







Il portale di Sadie ci aveva trasportati in un punto di Long Island dove il frammento della stele di non so quale faraone era stato strategicamente posizionato vicino al Campo.
 La pensavamo una trovata piuttosto saggia, quella di non essere trasportati direttamente all'interno del luogo, ma solo in un punto in cui si poteva accedere se si era la persona giusta e restare fuori in caso contrario. Il trucco di Dakao poco tempo prima aveva lasciato un ottimo segno, anche se era stata solo una finzione.
 Corremmo difilato al Campo, e la corsa mi diede abbastanza tempo da dare un'occhiata approfondita alla nostra situazione. 
Dunque, Setne era scappato. Probabilmente in quel momento stava dando battaglia al drappello installato dall'altra parte delle Porte.
 Opzione uno: mezzosangue e maghi riuscivano a catturarlo. In tal caso, molto probabilmente sarebbe stato trascinato seduta stante al Tribunale del Giudizio, e la sua anima data in snack a una specie di ippopotamo-coccodrillo. Ma quanto ci piaceva l'eccesso di ordine! 
Senza contare che non avrebbe potuto usare gli incantesimi sul Libro di Thoth: non se l'era portato a dietro negli Inferi, forse per timore che gli avrebbe procurato troppa attenzione da parte degli allegri abitanti del luogo. Quindi le sue formule migliori erano fuori uso, chissà perchè non aveva ordinato che i suoi aiutanti dichiarati corressero a sorvegliare il luogo per impedire che si avvicinassero persone indesiderate?
 Quella storia iniziava ad avere sempre meno senso. Non mi piaceva, puzzava terribilmente di asso nella manica. Ma a quello avrei pensato dopo. 
Ora, se Setne fosse stato catturato, noi come avremmo impedito che fosse distrutto correttamente? Magari i suoi seguaci sarebbero stati abbastanza leali da tentare una missione di salvataggio. Noi avremmo potuto interferire. Sempre che loro non decidessero che la situazione era troppo disperata ed era il caso di tagliare la corda prima di subire ripercussioni ... in tal caso, non sapevo cos'avremmo potuto fare. Avremmo dovuto aspettare lo svolgersi degli eventi, e tentare di trovare un'appiglio. 
Oppure chiedere una mano a Thoth. I testi  antichi dicevano che anche lui aveva il suo ruolo nella pesatura delle anime, e non avrebbe lasciato tutto il lavoro a noi, vero? Tecnicamente, il dio dell'equilibrio era lui!
 Adesso, opzione due. Setne riusciva a tirare fuori il famigerato asso nella manica e- oh dei, avrebbe obbligato Walt ad attaccare i suoi stessi compagni? Il Libro di Thoth poteva fornire il suo nome segreto e chissà quante altre informazioni- no, come avevo riflettuto prima, Setne non aveva quel libro a portata di mano. Il trucco doveva essere qualcos'altro. 
In ogni caso, Setne riusciva a scappare e a mettere davvero le mani su quel libro. A quel punto, avrebbe avuto eccellente materiale di ricatto a propria disposizione. Probabilmente, qualcuno avrebbe ceduto e l'avrebbe divinizzato. E Thoth ... mi auguravo che non fosse stato così maniaco della conoscenza da scrivere anche informazioni su sè stesso. Se l'avesse fatto ... Setne avrebbe avuto abbastanza materiale da convincerlo a rivelare il nostro doppio gioco? 
Chi poteva saperlo. Forse ci riteneva troppo indispensabili al suo mantenimento dell'ordine per sacrificarci. Forse Setne avrebbe minacciato di rivelare la posizione del suo sheut a qualche dio cui stava antipatico, e noi, be', dopotutto eravamo solo dei mortali, e poteva trovare dei sostituti, oppure occuparsi da solo della faccenda. Non lo sapevo. 
Avevamo visto Thoth per poche volte, e si trattava pur sempre di un dio. Era un po' azzardato cercare di supporre cosa gli passasse per la testa. In un modo o nell'altro, eravamo piuttosto fregati.
 Ecco le prime costruzioni del Campo. Alcuni ragazzi ci videro e ci corsero incontro. Carter si accollò il compito di dare la brutta notizia. I ragazzi la diffusero.
 Chirone ci convocò alla Casa Grande, ci chiese un dettagliato racconto della vicenda. Nessuna informazione dall'altra pattuglia. Perchè? Cosa stava succedendo? Quanto stava durando lo scontro? Un barlume di arcobaleno. Luciano e Hazelle di nuovo?
 Percy, Annabeth e Ziah. Malconci e con l'espressione sconvolta e abbattuta. Setne non era con loro. La nostra missione era saltata?
 I miei compagni di viaggio scattarono in piedi, Sadie rovesciando una sedia, e fu lei a chiedere la domanda che certo assillava tutti. 
"Perchè Walt non è lì?"
 Non ci avevo neanche fatto caso, ma alla luce di quel mio timore precedente ... non era una bella cosa, per niente.
 Fu Ziah a rispondere. "Walt è ... Setne deve aver trovato il modo di controllarlo tramite il suo libro. E' stato normale fino a quando le Porte della Morte non si sono aperte ... poi ci ha attaccati. Nel Libro di Thoth c'è abbastanza materiale da ricattare gli dei a fare qualunque cosa, Anubi deve aver preso il controllo completo ... mi dispiace, Sadie" 
Sadie non disse niente. Si limitò ad accasciarsi sul pavimento. Io corsi al suo fianco. Non avevo considerato quel versante della situazione.
 Walt non era solo l'ospite di un dio, qualcuno che Setne avrebbe potuto piegare ai suoi voleri per scappare o attaccarci; era anche il fidanzato di Sadie. Come avrebbe potuto sentirsi la mia amica in quel momento? Oh dei, e se Setne avesse cercato di obbligare Walt ad attaccare Sadie? Cosa sarebbe successo? Non avrebbe ceduto al ricatto per amore della fidanzata, o avrebbe sacrificato lei?
 E proprio adesso che stava saltando fuori la faccenda di Becky. Pregai disperatamente a qualunque dio avesse voglia di sentirmi che al Ventunesimo Nomo fossero riusciti a esorcizzarla via, o Sadie si sarebbe trovata ad affrontare quella situazione completamente da sola.
 Anche Carter si inginocchiò vicino a lei, carezzandole i capelli e mormorando qualcosa a proposito che lui ci sarebbe sempre stato. Io non avevo idea di cosa dire. Sadie comunque ci ignorò entrambi: sembrava troppo concentrata sul non piangere per fare qualunque altra cosa.
 Gli altri invece continuarono a discutere di argomenti di interesse più comune al momento.
 "Qualcuno di voialtri ospita un dio?" chiese Chirone a Carter. 
Lui scosse la testa, distogliendo l'attenzione dalla sorella. "Quando gli dei sono andati in esilio dopo la lotta contro Apophis, hanno rotto tutti i legami con i loro precedenti ospiti. E anche se sono tornati a causa di Setne, non ci sono ancora stati episodi di condivisione del corpo"
 "Quindi nessuno di voi può perdere il controllo e passare dalla parte di Setne assieme al suo dio. Bene"
 "Però i nostri poteri sono tratti dal loro" obiettò Ziah. "Qualora dovessero decidere di cedere a un eventuale ricatto, ci taglierebbero i finanziamenti, per così dire"
 "Saremmo molto, molto più deboli" continuò Carter. "Saremmo costretti a praticare la magia per come era fino a qualche anno fa, senza legami divini e molto meno potente. Dal canto loro, gli dei si ritroverebbero senza ospiti ... compreso Setne, ora che ci penso, qualora volesse diventarlo. La loro possibilità d'azione sarà molto limitata"
 "Qualcosa di positivo, finalmente" commentò Percy. "A meno che quella Regina non faccia l'ospite per tutti, ma dubito che sia possibile. E' solo un'elementalista dell'acqua, non è vero?"
 "Sì, e anche volendo, potrebbe ospitare solo divinità legate all'acqua. Neftis, ad esempio, o più probabilmente Sobek. Ma se i membri egizi dell'esercito di Setne si sono uniti a lui apposta perchè contestavano l'uso della magia divina, dubito che sarebbero disposti a usarla" 
"Ma potrebbero prendere gente a caso" obiettò Carter. "Vi ricordate Serqet al Museo di Brooklyn? E Horus una volta ha posseduto un piccione. Probabilmente non sarebbero utili come un vero mago e si consumerebbero velocemente" si interruppe un istante; in effetti non era un bel pensiero immaginarsi divinità che si toglievano di dosso persone e le buttavano via come abiti vecchi "ma potrebbero comunque fare danno. Non dobbiamo aspettarci completa inazione da parte loro"
 Chirone sospirò.
 Eh già. Avevano appena perso un intero gruppo di alleati, e quelli che restavano erano molto indeboliti. In compenso, Setne era appena diventato molto più forte. Probabilmente un sacco di persone sarebbero morte. Persone cresciute e addestrate sotto la guida di quel centauro, esattamente come le vittime delle guerre precedenti.
 Non avevo mai dato molto pensiero a Chirone, l'avevo sempre visto come una sorta di potenziale ostacolo da aggirare, ma in quel momento, mi sentii davvero dispiaciuta per lui. Come doveva essere passare attraverso quel genere di cose? Restare sempre fisso alla stessa età, addestrando a aiutando giovani con la loro vita, facendoli crescere e diventare persone sicure di sè e mature, per vederli massacrati da qualche mostro, mentre lui restava lì fermo nel tempo a crescere e addestrare nuovi ragazzi che avrebbero probabilmente fatto la stessa fine?
 Come poteva non solo aver mantenuto il suo lavoro, ma continuato a cercare di formare legami con i ragazzi? Io, al posto suo, mi sarei sforzata di vedere quei ragazzi come macchine da guerra da perfezionare, nemmeno umani, e non mi sarei invischiata nei loro problemi e nelle loro vite. Non avrei saputo sopportare una cosa simile. 
Oh, e noi probabilmente avremmo dovuto assicurarci che qualche vittima ci sarebbe stata. Giusto perchè la vittoria non fosse troppo facile. 
Mi sentii improvvisamente stanchissima, come se avessi appena passato anch'io tutto quello che Chirone aveva passato nella sua vita. Ma perchè, cosa mi era venuto in mente di accettare quella missione, quando Thoth l'aveva proposta?
 Perchè non aveva fatto cenno a questo genere di cose, allora avremmo solo dovuto incentivare piccoli criminali e recuperare una corona. Non avevo anticipato niente di tutto questo. La situazione era completamente scappata di mano, e molto probabilmente tra poco l'avrebbe fatto ancora di più. 
"Mi rendo conto della situazione" mormorò il centauro. "Ma al momento non possiamo avere certezze in merito. Siamo costretti ad aspettare che sia Setne a fare la prima mossa, qualunque cosa abbia in mente. Suggerisco che voi torniate tutti, rispettivamente, al Campo e al vostro Nomo. Avete appena affrontato tutti un' impresa incredibile, indipendentemente dal risultato, e so che avete fatto tutto quello che avete potuto. Meritate un poco di riposo"
 "Daremo loro un passaggio con un portale. Arriveranno tra pochissimo" annunciò Ziah, prima di interrompere la comunicazione.
 Noi che eravamo stati nel Tartaro ci trovammo a scambiarci occhiate confuse. Come ci si congedava dopo un'impresa vissuta insieme? Un'impresa fallita, chiaramente, altrimenti dei festeggiamenti sarebbero stati la risposta.
 Fu Sadie a risolvere l'enigma. "Carter, potremmo tornare a casa, per favore? Mi sento poco bene"
 Era verdolina, effettivamente, ma comunque era una buona scusa per tagliare il tutto senza troppi imbarazzi. Suo fratello annuì.
 "Subito ..." decise che comunque un congedo andava inserito. "Sono contento di aver affrontato questa cosa insieme a voi due. Comunque sia andata alla fine, ce l'abbiamo messa tutta, insieme" 
Già, l'importante è partecipare, anche se dal fallimento implicato dipendevano un sacco di complicazioni molto ma molto brutte. Chad borbottò qualcosa sul fatto che ricambiava, anche se ero sicurissima che la pensasse come me, e io cambiai argomento del tutto. 
"Vi dispiace se passo a trovarvi, più tardi? Sadie, ti va di parlare un po' per conto nostro?"
 Ne avrebbe avuto un bisognone, ma probabilmente voleva distendere un poco la mente da tutto quello che era successo. Andare da lei in circa un'oretta sarebbe stato meglio. Sadie annuì e mi guardò con gratitudine, prima di allontanarsi insieme al fratello.
 Uscimmo anche noi, lasciandoci dietro un Chirone troppo pensieroso anche solo per farci caso, e andammo dritti filati alla radura del consiglio dei satiri. Il Sommo Consiglio delle Capre si riuniva solo raramente, e gli spiriti del bosco non gli davano particolare peso quando era in disuso. Un buon punto d'incontro, in parole semplici, quando non potevamo discutere direttamente con Thoth ... e pareva proprio che in quella situazione fosse meglio evitare.
 "Dunque?" chiese Chad. Suonava stanco come mi sentivo io. "Cosa conti di fare? Ci azzardiamo a ripresentarci?" 
"Dove? Alla Piramide Arena o da Setne?" chiesi di rimando.
 "In entrambi i posti. Sarebbe un bell'azzardo: metti che Setne sospettasse già di noi, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata convocare Thoth e chiedergli direttamente di confermare i suoi sospetti. E qui ci sarebbe da vedere se il nostro capo ci ritenga sacrificabili o meno ..."
 "O se non sia riuscito a trovare una scappatoia" ipotizzai. "E' il dio dell'intelligenza, dopotutto. E poi, non sono poi così sicura che Setne sospetti di noi-"
 "Ti ricordi Sisifo?"
 "Stavo per dire, che sospetti di noi nel senso di agenti per conto di Thoth. Sarebbe più facile immaginare che in realtà abbiamo spiegato la situazione per bene al Campo Mezzosangue, e siamo diventati loro spie nel suo gruppo. Non sono sicura che sappia che Thoth era in cerca di assistenti per il suo lavoro, o che aveva un qualsiasi interesse nella situazione"
 "Sì, però se non sospetta lui sospetta Luciano. Andiamo, è difficile pensare che tutte quelle sue strane frasi siano davvero casuali, no?"
 "Luciano non ha a disposizione il Libro di Thoth" gli feci notare. "Anche se sapesse tutto, non avrebbe alcuna autorità su Thoth"
 "Vero anche questo. Ma se Thoth avesse deciso di dire tutto a Setne per ammorbidirselo in vista di qualche altro piano? Oppure, se il solo fatto che Setne sia padrone del suo Libro lo obbliga ad essere sincero con lui anche su argomenti su cui non è interrogato?"
 Contemplai per un istante le due ipotesi. 
"Siamo completamente fregati" conclusi.
 "Ecco" borbottò lui. Per sottolineare la gravità della situazione, non diedi alcun peso al fatto che avessimo appena concordato.
 "Ma le probabilità che questo succeda sono abbastanza ridotte, non ti sembra?" feci comunque notare. Era vero: per Thoth, saremmo comunque stati un'utilissima carta di ripiego. E poi, non sarebbe comunque stato così disposto a sacrificarci, no? 
Be', si trattava sempre dello stesso dio disposto a spingere gente in una vita di crimine e a sabotare la ricerca medica, per l'avanzamento dei suoi scopi. Certo, finora a noi queste non erano sembrate cose così atroci, ma alla luce della nostra recente paranoia, assumevano sempre di più la fisionomia di prove lampanti che Thoth non avrebbe avuto problemi a farci ammazzare con un motivo valido. Begli ipocriti ... 
"Il problema resta comunque quello" riprese Chad. "Andiamo da Setne a controllare la situazione, stanotte, e rischiamo di farci uccidere a vista, o restiamo qui al sicuro e ci perdiamo la possibilità del doppio gioco?" 
Ci riflettei per circa due secondi, perchè praticamente non avevamo scelta.
 "Se non ci presentassimo, non ci limiteremo a perdere il doppio gioco. I soldati di Setne capiranno che siamo dei traditori e vorranno ammazzare noi più di chiunque altro sia al Campo. Questo per certo. Se invece ci presentiamo, non solo abbiamo la possibilità che Thoth non abbia detto niente e che continuino a non sospettare di noi, ma abbiamo anche la possibilità di difenderci in caso di attacco" 
"In due?"
 "Se i nostri attaccanti avranno sfortuna, sì"
 Chad annuì. "Tutto perfettamente logico. Faremo così, allora. Ma se fossimo scoperti e riuscissimo a scappare, cosa conti di fare dopo?"
 "Non lo so" ammisi. "Continuare di nascosto le operazioni per il crimine e la corruzione che Thoth ha predisposto ... e cercare di intervenire in questa guerra lavorando solo nella fazione degli dei"
 "Passare direttamente dalla loro parte non è passato per l'anticamera del cervello neanche a te, eh?" commentò lui con un mezzo sorriso. "Anche perchè la situazione dell'equilibrio non cambia: troppo favore a chi ha vinto troppe volte, e tutto va fuori dalla finestra. Però non sarà facile, senza Thoth"
 Vero: era sempre stato il dio della saggezza a predisporre i piani generali, che noi avevamo adattato a seconda dei cambiamenti nelle situazioni. Non ero sicura che avremmo potuto improvvisarci strateghi con altrettanta efficacia. 
"Probabile, ma ci tocca quello che passa il convento: noi stessi" conclusi. "E adesso credo proprio di dover andare da Sadie. Ti sembra ci sia altro da discutere?"
 "No, quello lo faremo una volta scoperto l'esito del nostro ritorno. Già che sei lì, controlla anche la situazione con la figlia di Anubi" 
Cos'era, voleva che avessi una motivazione strategicamente valida anche per andare a trovare la mia amica? In altre occasioni mi sarei arrabbiata, ma lì ero semplicemente troppo stanca e demoralizzata per farlo. Mi limitai a guardarlo male e a sparire tramite viaggio nell'ombra. 
La situazione al Ventunesimo Nomo era piuttosto deprimente. Contrariamente al solito, nella Sala Grande c'erano pochissime persone, e tutte parlavano tra loro a bassa voce. Gli unici che sembravano un po' concitati erano Carter e Jaz, in un angolo: sentii menzionare Anubi, e capii che la guaritrice stava raccontando di Becky. Pareva proprio che la situazione fosse rimasta brutta ... be', io non potevo farci nulla, non sapevo niente di tutto ciò.
 Il luogo tenne il mio morale piantato fermamente a terra, e non riuscì a risollevarlo nemmeno la visione della statua del mio forse ex capo con un cappello da Babbo Natale in testa. Procedetti difilato verso la stanza di Sadie, trovando la porta chiusa. Bussai.
 "Chi?" fu la risposta. Dalla voce, pareva molto assonnata o molto depressa: possibilissimo che fosse entrambe le cose.
 "Io" risposi. 
"Okay, entra" 
Eseguii. Sadie era spalmata sul proprio letto, con gli auricolari nelle orecchie e intenta a fissare il soffitto. Avvicinandomi, notai che aveva gli occhi arrossati. 
Bene, e io in queste situazioni ero sempre una frana. Non avevo mai avuto veri e propri amici, crescendo, e non avevo mai fatto esperienza di consolare qualcuno che aveva un problema relazionale. Il massimo che potevo ricordare era Chelsea che si lagnava perchè quel ragazzo terribilmente figo della classe al secondo piano non sembrava notarla neanche pagato. Non molto utile quando il fidanzato della mia amica aveva appena mollato lei e la sua squadra dietro ricatto.
 Ma insomma, cosa potevo fare? Ehi, magari le sarebbe bastato sfogarsi, dire quello che pensava, poterne parlare senza che nessuno la giudicasse ... sarebbe fondamentalmente stato come dire i propri pensieri a voce alta, ma magari avrebbe aiutato. 
"Sei riuscita a sentirti meglio dopo averci pensato per un po'?" fu il mio esordio. Naturalmente conoscevo benissimo la risposta, ma era un modo per dare il via alla conversazione.
 "Pensato? E a cosa può essere utile pensare, qui?" sbottò lei, prima di emettere un sospiro frustrato. "Ti rendi conto che adesso il futuro della mia relazione è nelle mani di Setne? Cioè ... dopo tutto quello che ho passato, dopo essermi tormentata tra l'uno e l'altro per un anno, dopo che finalmente ho avuto la mia occasione di essere felice dopo essermi fatta il mazzo a combattere per salvare il mondo ... quel fidanzato che stava quasi iniziando a diventare una parte normale della mia vita sparisce all'improvviso, perchè uno stupido fantasma con chissà cosa al posto del cervello decide che costringerlo a combattere dalla sua parte sia la più grande idea del mondo!"
 Mollò un pugno al cuscino. 
"Che poi, la responsabilità non è interamente di Setne. Cosa diavolo ha Anubi di così importante da tenere segreto, che valga più dell'aiutare noi?"
 Nome segreto? Posizione dello sheut? Vera forma divina? Francamente, c'erano un sacco di cose di cui un dio poteva preoccuparsi, ma Sadie non mi pareva dell'umore giusto per considerarlo.
 "Stupido, stupido di uno stupido! Giuro che, non appena avremo fatto fuori quel fantasma e lui potrà tornare da noi, gliene farò passare la voglia direttamente, ecco. Faccio meglio a dimenticarmelo direttamente. Tu cosa ne dici?"
 "Devi fare quello che vuoi, in questa situazione" mi affrettai a rispondere. Lei annuì, e rimase in silenzio per qualche istante. 
"Pensi che ce la faremo a sconfiggere Setne?" fu la domanda successiva, in tono molto più calmo e pensieroso. Sapevo che la risposta 'giusta' era 'sì, certo, lo ridurremo a una polpetta e recupereremo il tuo fidanzato!', ma non potevo dire che fosse quello che pensavo davvero. 
E lo so, vi starete chiedendo come sia umanamente possibile che proprio io mi faccia problemi a mentire, ma in quel momento non stavo lavorando come spia. Stavo cercando di confortare un'amica, e volevo essere il più sincera possibile nel farlo. Almeno in quelle occasioni.
 Sadie, comunque, interpretò anche il mio silenzio come una risposta. "E' vero. Dovremo uscire di testa a furia di scontri, e ancora non abbiamo niente nemmeno per tentare di fare una previsione. Che vita di merda è?" sbottò, mollando un pugno molto violento al suo cuscino.
 "La vita di mezzosangue e maghi, suppongo" tentai di alleggerire la tensione con una delle battute più usate al Campo.
 "Sarà, ma io ho l'impressione che la mia sia anche un po' peggio. Anche perchè, con quella tua stupida profezia, adesso ho la certezza che io e Walt moriremo probabilmente in modo orribile per vivere romanticamente insieme nell'aldilà. Io volevo farlo in questa vita!"
 Sarebbe stato utile ricordarle che tra Campo e Nomi c'erano un sacco di altre coppie? Qualunque cosa avessi deciso, non potei nemmeno rifletterci: un'improvvisa cacofonia di passi di corsa, urla e imprecazioni fu una buona distrazione.
 "Adesso fanno casino senza me a istigarli ...?" mormorò Sadie, alzandosi per andare a controllare. 
"Sadie! Resta chiusa in camera, qualunque cosa succeda!" urlò Carter, con perfetto tempismo. 
"Che nessuno apra quella porta!" urlai. No, non stavo omaggiando un film horror: ponendo la frase in quei termini, volevo accertarmi che il gusto per la trasgressione di Sadie non la portasse a fare esattamente quello. Perchè se avevo capito cosa stava succedendo, che lei rimanesse al sicuro era la cosa più importante.
 La maniglia si abbassò senza risultato, poi tutta la porta si coprì di uno strato di ghiaccio ("Felix?" mormorò Sadie, confusa) che diventò via via sempre più spesso. Dopodichè andò in mille pezzi. Be' ... non era stata aperta, dopotutto. L'autrice della furbata stava esattamente sull'uscio. 
Becky era il peggior caso di albinismo soprannaturale che si potesse immaginare. Aveva la pelle assolutamente priva di qualsiasi traccia di colore, al punto di essere praticamente traslucida: a guardarla bene in faccia, si intravedevano le linee delle vene, dei muscoli e delle ossa del volto. I capelli lunghi fino alle spalle erano bianco gesso, senza trasparenze di alcun tipo, e gli occhi erano apparentemente privi di iridi (in seguito scoprii che le aveva, solo che erano bianche anche quelle), con le pupille verticali che facevano un contrasto fortissimo con tutto il resto del volto. 
Aveva mantenuto la statura e le dimensioni di Felix; solo, i lineamenti e le proporzioni erano quelli di una bambina molto piccola. Era una combinazione così sbagliata che mi trovai a rabbrividire per il disgusto. Becky decisamente non era quel che si suol dire una bella bambina. 
"Ehm ... e tu chi ... cavolo sei?"
 Tirai un accidente mentale a Sadie per aver detto proprio la cosa sbagliata ... anche se probabilmente una cosa giusta non esisteva.
 "Io sono Kebechet" disse la bambina con rabbia. "La figlia di Anubi e Anput!"
  Jaz piombò sulla scena, cercando di afferrare la dea.
 "Sadie, scappa!" le urlò.
 Becky strillò, e una lama di ghiaccio apparsa dal nulla pugnalò Jaz al braccio. La ragazza mollò la presa sulla piccola dea, urlando, e qualcun altro gridò qualcosa da quella che doveva essere la fine del corridoio. Becky guardò verso di loro, allontanò Jaz con un calcio, poi entrò nella stanza. 
"Cos'hai fatto al mio papà? Dov'è la mamma?"
Sadie era rimasta ferma e immobile per tutto il tempo, probabilmente paralizzata dallo shock della notizia, ma a sentirsi direttamente interpellata fece qualcosa di simile a una ripresa. "Come sarebbe a dire che sei la figlia di Anubi? E .. di chi altro?"
 "Bugiarda!" urlò Becky. "Lo sai chi è! L'hai fatta sparire tu e hai fatto qualcosa al papà perchè ci dimenticasse!" 
Ah ... era così che la piccoletta aveva interpretato le cose. Eravamo ancora più nei casini di quanto avessi immaginato. 
Sadie sembrava sul punto di mettersi a piangere o a urlare, ma ebbe abbastanza buonsenso da tentare di ragionare. "No, io ti giuro che non sapevo nemmeno che Anubi avesse un' ... altra fami-" 
"Basta dire bugie!" strillò la dea. "Non è colpa di papà! Lui ci vuole bene, non sarebbe andato via! E' tutta colpa tua!" 
La vedevo brutta. La mia reazione istintiva sarebbe stato attaccare la dea, sarebbe stato più che valido visto che aveva il potenziale per ammazzarci tutti, ma mi ricordai in tempo che doveva essere un'alleata per noi. Dovevo darle il più possibile una buona immagine di me. 
Okay, intervento il più gentile, calmo e razionale che potevo.
 "Kech ..Chetb ...piccola dea, calmati, per favore. C'è un gigantesco errore dietro a tutto que-" 
Una lama di ghiaccio volò nella mia direzione.
 "Evitami!" urlai appena in tempo. Becky sgranò gli occhi, parve impaurita per un istante, poi la sua espressione si fece determinata e io mi ritrovai bloccata nel ghiaccio prima di potermene rendere conto. Oh merda, merdosissima merda.
 "Che il ghiaccio si sciolga prima che tu possa fare qualcosa a Sadie!" borbottai tutto d'un fiato. La dea non mi sentì, perchè Sadie tornò a reclamare la sua attenzione. 
"No! Lei non c'entra niente con tutto questo!" 
"E' tua amica!" accusò Becky. "E' come te!"
 "Ehi, aspetta, anch'io mi sono ritrovata fregata, a-" 
"Ti ho detto di non dire bugie!" strillò Becky. Le pareti si coprirono di uno spesso strato di ghiaccio, e la temperatura precipitò. "Devi andartene! Devi ridarmi i miei genitori e andartene!"
 "Capisco che tu soffra, ma-" esordii. Il suono di qualcosa che si infrangeva mi interruppe.
 "Sadie!" urlò Carter, diversi passi di corsa per il corridoio ... arrivavano i rinforzi. 
La dea del ghiaccio creò un'altra barriera sulla porta, ma un khopesh verde e luminoso la mandò in pezzi. Becky urlò. Carter si precipitò nella stanza, in un avatar da combattimento di dimensioni adatte a non distruggere il posto.
 "Lascia stare mia sorella!" urlò.
 Ziah si precipitò a sua volta nella stanza, impugnando dei nastri rossi. 
"Trattienila!" urlò a Carter. 
Per quanto divinità giovane e inesperta. Becky arve capire esattamente cosa stesse per succedere. Strillò di rabbia e terrore, e il rettangolo nero di un portale si disegnò a mezz'aria, perchè la bambina ci scomparisse dentro. Svanì subito dopo, lasciando noi quattro in una stanza a temperatura zero, con Sadie traumatizzata e la sottoscritta ancora saldamente incastonata nel blocco di ghiaccio.
 Ziah fece un passo verso di lei, per poi cambiare idea e iniziare a salvarmi dall'ipotermia con il suo bastone. Azione molto benveuta, l'adrenalina iniziava già a mollarmi e a farmi notare quanto facesse freddo esattamente.
 Carter invece si precipitò da sua sorella. "Come stai?" le chiese, studiandola ansiosamente per eventuali ferite.
 "Come ti sembra che possa stare ..?" mormorò Sadie. "Quella ... chi era? Era davvero ...?"
 "La figlia di Anubi" completò Carter, guardando a terra. "Perchè non me l'ha detto nessuno?" sbottò Sadie. "Prima che mi infilassi in una relazione con uno sposato e con famiglia ..." 
"Non lo sapevamo neanche noi" si affrettò a replicare suo fratello.
 "Nemmeno Mr. Wikipedia?"
 "Anubi è famoso, la sua famiglia no. Sua moglie e Kebechet non hanno avuto ruolo attivo in nessun mito, e il loro culto non prese mai particolarmente piede" 
"E perchè adesso lo sapevano tutti tranne me?"
 "Ha iniziato a prendere il controllo di Felix mentre voi eravate nel Tartaro" spiegò Jaz, entrando nella stanza. Aveva una fasciatura molto improvvisata sul braccio. "Abbiamo dovuto fare delle ricerche apposta"
 "E perchè nessuno ha tentato di contattarmi per dirmelo?" chiese Sadie. Il suo tono adesso non era decisamente spaventato: più sul suo arrabbiata-perchè-non-voglio-farvi-capire-quanto-stia-male-davvero.
 "Volevamo tentare di esorcizzarla spiegò Jaz. "Non ci siamo riusciti, l'unica ad avere i mezzi per farlo era Ziah. Volevamo che lasciasse Felix in pace, e che non costituisse un problema per la tua sicurezza o ... per te e Walt, insomma ..." 
"Bene. Così preferivate mollarmi ad avere una relazione con uno che aveva una famiglia segreta, senza dirmi niente. Non volevate rovinare il rapporto di coppia? Non c'è nessun rapporto con lui che mi ha riempita di balle"
 "Pensavamo di confrontare Walt in materia, ma -"
 "Lui? Non me? Fuori. Lasciatemi in pace o giuro che qui saltano i denti a qualcuno"
 Eh, direi che aveva ragione. Ricacciare via Becky e aspettarsi che Sadie continuasse a vivere felice e contenta con qualcuno che l'aveva riempita di balle ...okay, da un punto di vista strategico era la cosa migliore da fare, questo sicuramente. Ma dal punto di vista della considerazione per Sadie ... no, per niente. 
Mi sentivo in colpa anch'io, ve lo assicuro: quando ne avevo discusso con Chad, nessuno dei due aveva portato quell'aspetto della vicenda in considerazione. Ti chiedo scusa, Sadie, per quello che può valere. 
Jaz e Carter filarono via a testa bassa, e Ziah li seguì poco distante, spingendo il blocco di ghiaccio mezzo sciolto contenente la sottoscritta. La porta si chiuse immediatamente alle nostre spalle.
 Bene. Benissimo. Adesso la mia povera amica stava doppiamente da cani. Prima era 'solo' stata separata dal suo fidanzato; adesso scopriva che il fidanzato aveva una figlia, e tra l'altro l'informazione era stata portata da detta figlia assieme a un tentato omicidio. Il tutto nel giro di poche ore. 
Certo, data la situazione di Walt, era improbabile che si ripresentasse al Ventunesimo Nomo, il che tagliava fuori la possibilità che i loro litigi comprom-no, adesso era arrabbiata con chiunque altro. Magari avrebbe iniziato a dare sui nervi a tutti gli stronzi che non le avevano detto niente, per esprimere il suo giusto risentimento si sarebbe anche rifiutata di agire in base a piani che riteneva stupidi ... indipendentemente dal fatto che lo fossero davvero o meno. Quindi il casino restava lì, e con una Sadie ancora più depressa del previsto. Urrà, urrà ...
 "Cos'ha fatto esattamente Kebechet?" chiese Carter. Mi ero quasi dimenticata della loro presenza, se non per Ziah che mi scongelava.
 "Ha tentato di ucciderla" risposi senza troppi giri di parole. "E' convinta che Sadie abbia fatto sparire sua madre e abbia fatto un incantesimo al padre per costringerlo a dimenticarle. Pretendeva che lestituisse la sua famiglia"
 "Io lo ammazzo" borbottò Carter. E sì, aveva l'aria piuttosto omicida. Non fare casini con la sorellina, eh? Iniziavo a dubitare sempre di più che, se Walt si fosse mai liberato dal controllo di Setne, sarebbe tornato in quel Nomo: troppa gente intenzionata a fargli la pelle.
 "E per Felix cosa facciamo?" intervenne Jaz. "Ora la dea ha preso completo controllo del suo ospite. Nelle trasformazioni precedenti, manteneva qualcosa dei suoi lineamenti, e riprendeva il controllo poco dopo ... adesso sono più di sei ore che Kebechet ha il controllo. Da solo, non credo riuscirà a tornare padrone di sè stesso" 
"Abbiamo i Nastri di Hathor" rispose Carter. "Possiamo cacciare il suo spirito da Felix ... certo, sarebbe meglio se riuscissimo a convincerla a restituirgli il controllo, o a trasferirsi altrove ... è una bambina, del resto"
 "Bambina o non bambina, sta privando qualcuno della sua capacità di agire autonomamente" replicò Ziah. "Anzi, lo sta usando per attaccare qualcuno a cui quella persona è affezionata. E ricordiamoci che anche Felix è un bambino. Penelope, ti senti bene?" 
Aveva finito di scongelarmi. Ero bagnata fradicia e avevo freddo, ma almeno avevo libertà di movimento. 
"Tutto a posto, non preoccuparti. E' su Sadie che dovremmo concentrarci" 
"Hai ragione" concordò Carter. "Non so quanto a lungo mia sorella rimarrà in quello stato ... in tal caso, potremmo doverci trovare a pianificare senza poter contare su di lei, e al contempo tenerla al sicuro e cercare di risollevarla"
 Si passò una mano nei capelli. Mi ricordò davvero tanto Chirone. "Lasciamole il tempo di recuperare. Al massimo metteremo degli shabti di guardia sul suo balcone o nella sua stanza, nel caso Kebechet volesse tornare a regolare i conti. Per il resto, dobbiamo solo aspettare che si riprenda"
 Non sembrava per nulla entusiasta della prospettiva: 'Okay, stiamo qui ad aspettare mentre uno dei nostri migliori combattenti potrebbe essere fuori uso a causa depressione, e nel mentre rischia sempre di essere uccisa da una bambina con poteri più grossi di lei. Tale combattente è anche la mia adorata sorella, che rischio di vedere deprimersi sempre di più se non troviamo un modo di riaggiustare le cose'.
 Difficile esserlo, in effetti.







Ladies & Gentlemen,
mi scuso per non aver aggiornato per tutto agosto: ho preferito sospendere la scrittura per concentrarmi sullo studio per l'esame di ammissione all'università, scelta sulla cui ricompensa sto ancora gongolando, quindi non sono dispiaciuta come per gli altri ritardi. Comunque! Questo capitolo serve a preparare le cose per come saranno al Campo Mezzosangue per la prossima storia, e soprattutto a presentare Kebechet. Cosa ne pensate di lei? Personalmente, dico solo che è un personaggio che mi sta dando un sacco di lavoro da fare. 
E ora, spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri eroi si ritroveranno alle prese con una svolta dei fatti davvero imprevista.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Non moriamo, ma non si può dire che la situazione sia molto migliore ***



















                                            CHAD

NON  MORIAMO,  MA  NON  SI  PUO'  DIRE  CHE  LA  SITUAZIONE   SIA  MOLTO  MIGLIORE









Sapete già benissimo quanto io sia intelligente: quindi non sorprenderò nessuno dicendo che una singola occhiata alla faccia di Penelope fu abbastanza per informarmi di tutto l'accaduto. 
"Quella bambina è saltata fuori, eh?" chiesi. Non eravamo nella nostra radura, quindi era meglio tenersi sul vago. Penelope annuì.
 "Era piuttosto isterica" spiegò. "Ha praticamente buttato giù la porta e ha tentato di suonarle alla povera Sadie" fui abbastanza sicuro che 'suonarle' fosse un grosso eufemismo "Poi è scappata quando Carter ha cercato di trattenerla, portandosi a dietro il suo piccolo disgraziato amico" 
Aveva preso completo controllo di Felix, in altre parole. Ed era sparita chissà dove. Bene, al momento Becky non apparteneva a nessuna fazione, se non a quella 'Odio Sadie Kane'. Noi dovevamo cercare di trasferirla alla nostra, il più in fretta possibile. A meno che Setne non avesse già scoperto di lei e deciso che anche una bambina poteva tornargli comoda ... un attimo. Questo mi faceva venire un sospetto.
 "Secondo te i servizi sociali avranno potere di intervenire?" 
Penelope ci mise un paio di secondi a capire a chi mi riferissi (ehi, aveva un senso, l'esercito di Setne si dava un sacco da fare nell'ambito di 'migliorare la società, anche se non per gli scopi abituali). 
"Non lo so. E' esattamente il tipo di persona su cui dovrebbero avere autorità, no?" Tradotto: essendo lei una dea, il Libro di Thoth avrebbe il potere di controllarla.
 "E' vero, ma è anche molto piccola" feci notare. "E ha iniziato a manifestare questi problemi da poco tempo. Magari non hanno abbastanza informazioni per intervenire"
 Tradotto: è possibile che sia nata dopo la stesura del Libro di Thoth. A quanto abbiamo capito, il capo era piuttosto giovane quando l'ha scritto. Probabilmente nessuno a parte i suoi genitori conosce il suo nome segreto - e questo era un problema, con Walt alla mercè di Setne - ma nessuno si era preso la briga di annotare la sua vera forma divina, o i suoi rifugi preferiti. Quanto allo sheut, visto come era stata dimenticata in fretta e per tutto quel tempo, era possibile che non ne avesse nemmeno uno. 
"Non ne sono sicura. Potrebbero intervenire i genitori, del resto" Tradotto: magari Walt sa il suo nome segreto e potrebbe dirlo a Setne.
 Certo, io non ero così completamente sicuro che sarebbe stato disposto a lasciare sua figlia vulnerabile a un soggetto del genere ... ma del resto, Anubi era la stessa persona che a quanto pareva aveva mollato tutto, Becky inclusa, per mettersi con Sadie. Non mi pareva un soggetto di cui fidarsi per la sicurezza della piccola dea. 
"Vero. Meglio parlarne con i diretti interessati, stasera" Tradotto: chiederemo a Setne alla riunione di stasera. 
E okay, lo so che non ne potete più di sentirci parlare di come avremmo risolto tutto alla riunione notturna, visto che ci sono le premesse di un sacco di cose che avreste capito solo dopo parecchio tempo, quindi vi farò un favore: salterò l'avvincente parte in cui ceniamo, fingiamo di andare a dormire e ci trasportiamo di nascosto da fuori dalla capanna, e andrò direttamente al punto. 
Penelope fu prontamente buttata a terra da Calvin, scontratosi con lei mentre saltellava e strillava. Per fortuna l'ambiente circostante era molto più calmo: Hazelle e Regina stavano parlando con una Gaia molto sorridente, Dakao le osservava con un lieve sorriso appoggiato contro la parete, Mortimer si grattava la testa in un angolo, Luciano osservava il tutto completamente impassibile, e Setne faceva lo stesso, solo con un sorriso che gli andava da una parte all'altra del volto. Alcuni risero al vedere Penelope che si districava da Calvin e si rialzava. L'impressione immediata era che non volessero ucciderci.
"Oh, che bello rivedervi in queste circostanze!" fu il saluto di Setne. "Mi sento sollevato. Sapete che stamattina mi avete davvero fatto paura con i vostri attacchi?"
 "Abbiamo dato la stessa impressione anche ai Kane, spero" replicò Penelope. "Comunque, sbaglio o adesso lei può usare il Libro di Thoth?"
 Il sorriso del non-più-spettro si allargò. "Teoricamente, sì. Avrei accesso a tutto il menù degli incantesimi, senza limitazioni di sorta. Però ... ho pensato che sarebbe stata una grana mica da ridere. Insomma, va bene che mi avrebbe conferito il potere su tutti gli dei, però mi avrebbe anche disegnato un bersaglio gigante addosso. Ogni singolo mezzosangue e mago al di fuori di questa stanza sarebbe stato fermamente intenzionato a uccidermi ... sì, anche i più pacifisti penserebbero che io non conto come essere umano, visto che in teoria dovrei essere morto. Senza contare che tutti gli dei greci mi tirerebbero addosso tutto quello che hanno. Sicuro, avrei potuto affrontarli, ma ... perchè correre rischi inutili quando avevo un'alternativa molto migliore?" 
"Cioè non userà il libro?" chiesi. No, questo non aveva senso. Sarebbe rimasto un bersaglio, libro o meno, solo senza la possibilità di controllare le divinità egizie. Non poteva essere così. 
E infatti: "Certo che no. Ho solo praticato un incantesimo simile a quello che aveva fatto chi ha trovato quel libro prima di me. Prima di partire per il Tartaro, ho trascritto gli incantesimi del libro su un altro papiro, e chiuso l'originale in un posticino di mia conoscenza. Dopodichè, ho macerato la copia, l'ho mescolata ad acqua e un paio di altre cosucce magiche, e ho ordinato a Gaia, qui presente, di berla stamattina" 
Gaia arrossì violentemente. Sembrava felicissima e confusa allo stesso tempo. 
"Tecnicamente, avrei-" esordì.
 "Incorporato l'intera sapienza del libro di Thoth!" gongolò Setne, mettendole una mano sulla spalla come a volerla mettere meglio in mostra. "O meglio, diventata una sorta di personificazione del libro. Ogni ordine a qualsiasi divinità da lei pronunciato, avrà lo stesso effetto che avrebbe se letto da quel libro"
 Eh? No ... quest'idea era talmente assurda e inaspettata che era come se mi avessero svuotato la testa. Che benefici avrebbe portato, esattamente? Spostato l'attenzione da lui a una normale ragazza del suo esercito? 
No, prima aveva detto che anche i più pacifisti non avrebbero avuto problemi a ucciderlo, perchè tecnicamente lui sarebbe dovuto essere già morto- ma Gaia no. Gaia era naturalmente viva e vegeta. Un essere umano vivo e vegeto. Una persona che, una volta uccisa, non sarebbe più potuta tornare indietro. 
"E questo incantesimo si spezzerebbe solo con la morte di Gaia, vero?" Penelope doveva essersi fatta un ragionamento simile al mio.
 "Esattamente. E ce lo vedete Jackson, o i Kane, ad uccidere una persona, solo perchè è il veicolo per gli incantesimi più potenti del nemico?" 
Aveva maledettamente ragione. Non importava quanto la morte di Gaia avrebbe risolto le cose sul piano strategico, Percy, Annabeth, i fratelli Kane ... tutti i due Campi e il Ventunesimo Nomo erano pieni di persone che non sarebbero mai state capaci di premeditare l'uccisione di un'altro essere umano. Piuttosto, si sarebbero affannati a cercare un metodo per liberare Gaia dal papiro, e-ah.
 "L'incantesimo è irreversibile, vero?" chiesi a Setne. 
Lui annuì vigorosamente. "Almeno a giudicare dal fatto che quello che l'ha fatto prima di me è stato fatto uccidere dagli dei, è proprio il caso" Ma allora quel foglio non li controllava così tanto! 
"Quindi loro perderanno tempo a cercare un controincantesimo, invece di decidersi ad agire direttamente contro di lei" riflettè Penelope. 
"Esattamente" intervenne Luciano. "Non solo: la loro lealtà nei confronti di un loro simile li spingerà a impedire attivamente che qualcuno più spregiudicato di loro porti a termine il compito. E se possibile, i Greci tenteranno di ostacolare i loro stessi dei, nel caso questi ultimi mostrassero la loro solita considerazione per la vita umana. Attirandosi probabilmente qualche punizione. Tenendo conto del fatto che chi dimostra una simile mentalità vige coincidentalmente tra i migliori guerrieri del Campo, tutto ciò potrebbe esserci di notevole vantaggio" 
Luciano aveva decisamente qualcosa che non andava. Sembrava irritato, ma la sua voce non aveva nulla che potesse suggerirlo. Me ne accorsi poco dopo: era l'assenza del suo solito tono cortese, in favore di una voce completamente atona.
 Il motivo era piuttosto facile da individuare ... era sottinteso che Setne non aveva scelto Gaia per le sue capacità di controllare una simile magia (apparteneva perfino a una cultura diversa ...) ma per la sua fedeltà. Probabilmente, la stimava il membro più leale del suo esercito, o non si sarebbe mai nemmeno sognato di renderla il veicolo di tutto il suo potere. Il che implicava che Luciano godeva di minor fiducia. La cosa urtava, eh?
 Ah ... mi sovvenne che ciò implicava anche che non si fidava così tanto nemmeno di me e Penelope. Poteva essere un indizio che avesse capito cosa stessimo combinando? Ci stava tenendo in serbo una brutta sorpresa per il resto della nottata? Mi riconcentrai su di lui, che stava continuando a parlare. 
"...mente. A nessun altro pare uno splendido piano?" 
Io applaudii. Penelope aprì la bocca, ma ripensò qualunque cosa stesse per dire. "Geniale, semplicemente geniale" concluse. 
"Vero. Con questi incantesimi, siamo inarrestabili. Ragazzi, è tempo di iniziare a fare le cose più in grande. Non ci limiteremo più all'attività di beneficienza- non preoccupatevi, faremo ancora qualcosa - ma inizieremo a progettare veri e propri attacchi contro il Campo Mezzosangue e i Nomi. Con il potere degli dei egizi dalla nostra parte, saremo imbattibili. E una volta che non ci saranno più utili, li esilieremo nella Duat per più tempo di quanto non siano capaci di ricordare. Lo faremo, gente. Ora, i nostri sopra citati amici hanno già deciso le contromosse?" 
"Assolutamente nulla" replicai. "Sono andati completamente nel pallone dopo la defezione degli dei egizi. Si sono rassegnati ad aspettare che noi ci muoviamo per primi"
 Setne annuì compiaciuto.
 "Hanno avuto un altro tipo di problema, però" intervenne Penelope. "Le è già stato detto di Kethc ... della figlia segreta di Anubi?" 
Perchè glielo stava dicendo? Ah, sì: perchè si sarebbe scoperto prima o poi, e si sarebbe anche potuto scoprire che Penelope era presente al momento. Tacere su di lei sarebbe stato molto sospetto. E poi, forse, saremmo riusciti a prendere Luciano in contropiede ...
 "Ah, volevate tutti farmi una sorpresa, vedo!" gongolò Setne. "Mi dispiace che vi sia andata male, ma non preoccupatevi" niente, lo sapeva già. "Ha preso il controllo del suo ospite?" 
"L'ha preso, ha tentato di uccidere Sadie ed è scappata" riferì Penelope. "E' convinta che la Kane sia la causa della separazione della sua famiglia"
 "Povera piccola" Setne finse un sorrisino triste. "Le rovinafamiglie fanno più danni di quanto non valgano. Credo che avrà bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei ... per quanto dea, è pur sempre una bambina, non può restare così allo sbaraglio. La troveremo, gente, ci assicureremo che la sua vicenda abbia un lieto fine. Ma a questo penseremo a partire da domani. Adesso è il momento di rilassarsi e festeggiare. Oggi sono successe abbastanza cose perchè ve lo meritiate" 
Molto probabilmente si trattava di una ripresa dei festeggiamenti, il che spiegava il clima allegro e rilassato che avevamo trovato al nostro arrivo. 
Bene, bene. Adesso c'erano principalmente due cose di cui preoccuparsi. Primo, non eravamo stati ammazzati a vista. Dunque la nostra copertura non era ancora saltata. Thoth non era stato interrogato, o era riuscito a tenere nascosto il nostro coinvolgimento?
 Che ne sapevamo noi. Sarebbe sembrato strano chiedere, nessuno aveva tirato in ballo qualcosa che si avvicinasse anche solo lontanamente all'argomento. Sarebbe stato prudente, una volta trascorso il minimo indispensabile di tempo lì, fare ritorno alla Piramide Arena a controllare la situazione? Di nuovo, che ne sapevamo. Magari così facendo avremmo fatto saltare qualunque trucco Thoth si fosse inventato, magari avremmo ricevuto una buona spiegazione.
 Secondo, ora il potere di Setne sugli dei era legato a Gaia. Se Gaia fosse morta, Setne non avrebbe potuto fare nulla del genere ... aveva ancora l'originale del Libro di Thoth nascosto chissà dove, comunque. Ma l'eventuale morte di Gaia avrebbe probabilmente gettato i suoi piani nel caos, al punto da permettere alla fazione degli dei di contrattaccare in modo decisivo. 
Dunque, il fatto che il mondo non finisse gettato nel caos dipendeva dalla vita di una singola persona, o meglio, dalla sua mor- 
"Non sei esattamente l'anima della festa, o sbaglio?" Luciano ebbe la cortesia di interrompere il mio flusso di pensieri proprio nel momento più importante. 
"Uh?" replicai intelligentemente. "Non hai avuto alcuna reazione all'invito. Stanco per quello che è successo oggi o solo sorpreso che le cose si siano svolte così bene?"
 Questa non mi piaceva. Generalmente Luciano che parlava non mi piaceva, ma quando si rivolgeva esclusivamente a me, ero ancora meno entusiasta. Cosa aveva in mente per avermi avvicinato? Dovevo aspettarmi un bombardamento di frasi ambigue?
 "Un misto di entrambe le cose, suppongo" replicai. 
"Comprensibile, del resto. Una curiosità: come è stata presa la scomparsa di Walt dalla sua fidanzata? Da quanto ho capito di lei, potrebbe aver giurato di precipitarsi al salvataggio, o averlo preso come un tradimento. Ho indovinato bene?"
 "Dovresti chiederlo a Penelope" risposi. "E' lei l'amica che ha dovuto confortarla. Anche se qualunque cosa possa aver provato, la comparsa di Bect ... della piccola congelatrice ha sconvolto ulteriormente le cose"
 Luciano sorrise. "Immagino" 
"Perchè ti interessa tanto saperlo?" Penelope si intromise nella conversazione. 
"Quello che ho detto: volevo sapere se avevo indovinato la sua possibile reazione"
 "E da quando ti interessi alla psicologia?"
 "Sarebbe stata la mia scelta per l'università, se non fossi mai stato coinvolto in tutto questo. Ho passato il test per accedere alla conoscenza?" 
Penelope lo guardò malissimo. "Era sconvolta, naturalmente. E' stata l'unica volta in cui l'ho vista piangere"
 Sadie non aveva pianto, a quanto mi risultava.
 "Ma è una cosa che avrebbe fatto chiunque"
 "Questo è vero. Dunque non è così incrollabile ..."
 "Oh, non contarci troppo. E' andata su tutte le furie subito dopo"
 Luciano annuì. "Capisco perfettamente. Grazie mille" 
"Adesso permetti a noi una curiosità: che fine ha fatto Walt? Non è tornato al Nomo, ed era l'unico degli dei ad avere un corpo fisico al momento. E' tornato nella Duat o l'avete chiuso in una credenza qui?" intervenni.
 "Nello scantinato. Nella credenza non ci entrava"
 Eh? Fino a quel momento, non avevo mai pensato che lo stessero tenendo effettivamente prigioniero. Chissà perchè, mi ero immaginato che sarebbe tornato nella Duat, ad assolvere i doveri di Anubi. 
"Volete parlargli? Potete farlo con tranquillità, non ha alcun mezzo di comunicazione con i nostri avversari. Gli abbiamo sequestrato tutti i suoi amuleti" 
Incluso quello che lo connetteva a Sadie. Saremmo stati al sicuro finchè non fossimo riusciti a privare Setne del suo potere sugli dei, il che mi riportava a- 
"Penso che avremo un paio di cosette molto utili da dirgli" trillò una Penelope molto soddisfatta. Ma così facendo saremmo stati fregati nel momento in cui Walt fosse riuscito a scappare ... o forse era meglio non farsi vedere sospettosi di una simile eventualità?
 Uffa, Penelope si stava prendendo tutte le decisioni strategiche quella notte. Probabilmente perchè non era occupata a rimuginare sul sospetto che era venuto a me.
 Luciano ci fece strada all'interno del quartier generale. Tra parentesi, non sapevo che ci fosse uno scantinato. Quel posto era decorato in stile egizio, e per i primi tempi avevo anche pensato che fosse un rifugio nella Duat costruito in quello stile; ma più tempo ci passavo e più iniziavo a rendermi conto che l'architettura generale era quella di un'abitazione moderna, forse una grande villa. Dove si trovasse esattamente e come avesse fatto Setne a metterci le mani sopra rimaneva un mistero. 
Lo scantinato si rivelò essere una normalissima cantina, grigia e umida, con solo una porta a vetri a dare sull'esterno. Doveva essere pesantemente incantata, per resistere alla magia di Walt.
 Il soggetto in questione era seduto su una branda, lo vedemmo alzarsi quando udì dei passi ... e sgranare gli occhi quando ci vide.
 "Voi due! Come vi ..." probabilmente in un primo momento aveva pensato che fossimo stati catturati anche noi. Si accorse alla svelta dell'errore quando si accorse che non solo non eravamo trattenuti, incapacitati o minacciati in qualsiasi modo, ma eravamo anche piuttosto calmi. Lì connesse i punti abbastanza alla svelta.
 "Siete le loro spie" mormorò. "Non ci avremmo mai creduto ... ci siamo sempre fidati di voi. Vi abbiamo anche scelti per andare a fermarlo -ah, è per questo che abbiamo fallito, vero? Ci avete sabotati dall'interno, voi ..."
 "Fammi indovinare: sta per arrivare un predicozzo" interruppi. Bene, a quel punto probabilmente si era fatto l'immagine di noi come dei mostri bugiardi e ipocriti e niente gli avrebbe fatto cambiare idea, dunque potevo togliermi qualche piccola soddisfazione in cui speravo da quando avevo origliato il discorso tra Sadie e Penelope, la sera prima nel Tartaro.
 "Siete spregevoli" tagliò corto lui. "E io che ti ho anche -" 
"Ah, noi siamo quelli spregevoli?" Penelope lo interruppe di nuovo. "Non il tizio che ha mentito alla sua fidanzata e le ha giurato che lei è stata la prima per lui, che assolutamente non aveva una moglie e una figlia nascoste da qualche parte?" 
Walt fece un passo indietro, ma riuscì a sembrare ancora irritato. "Voi non siete nella posizione di-" 
"Noi non abbiamo abbandonato una bambina per rifarci una vita con una ragazza carina" puntualizzai. 
"Io non ho scelto di abbandonarle. Noi dei siamo più influenzati dall'umanità di quanto crediate. Quando i mortali hanno iniziato a dimenticare Anput e Kebechet, anche i miei ricordi sono stati modificati. Non ero nemmeno consapevole che fossero mai esistite. Non ho mentito consapevomente, a differenza di altri" 
Non si era accorto della falla nella sua storia? 
"Quindi potresti dimenticare Sadie con altrettanta facilità? Visto che nessuno sa che siete insieme ..." rispose Penelope. 
"No! Questi ricordi avranno l'aiuto di una memoria mortale ..." 
Ah, quindi sapeva che c'erano dei trucchi per evitare questo? Che schifo.
 "E non hai pensato di fare qualcosa di simile anche per evitare di dimenticarti di tua figlia? E' un processo piuttosto lento, a quanto ho capito"
 A quanto pareva, non aveva alcuna replica per questo. Si limitò ad abbassare lo sguardo e a tacere. Meglio.
 E questo vale ancora, Walt: ci dispiace per il tradimento, ti ringrazio per avermi insegnato a non polverizzare qualunque cosa toccassi, ma resti uno stronzo.
 "A quanto pare, risponde alle accuse di pessimo fidanzato e orribile padre negandovi la parola" Luciano intervenne per la prima volta nella conversazione. "A meno che non abbiate altre accuse da muovere, suggerirei di tornare al piano di sopra"
 Annuii, e Penelope si avviò per prima verso le scale in risposta.
 "Non immaginavo che le azioni di Walt vi avessero indignato tanto" commentò l'italiano. Be', non avevamo fatto nulla di strano, eravamo nell'esercito di Setne perchè volevamo migliorare il mondo ed eravamo persone profondamente morali, alla fine della storia.
 "Sadie Kane mi piace meno di quanto non dia a vedere loro, ma lo stesso non si merita di essere trattata a quel modo" replicò Penelope. "Nessuno si merita di essere trattato a quel modo" 
"E nessun bambino dovrebbe mai essere coscientemente abbandonato dai genitori" rincarai la dose.
 Luciano annuì. "Adesso mi è tutto più chiaro, anche il motivo per cui non vi siete lasciati smontare dalle sue accuse. Voi state facendo qualcosa di moralmente discutibile per uno scopo ben preciso e utile per tutti, mentre Anubi ha agito senza pensare ad altro che a sè stesso. Logico"
 Gli rispondemmo con grugniti di assenso. Meglio non dargli risposte su cui potesse elaborare, e potevamo farci passare per ancora irritati a causa dell'incontro appena avuto.
 Una sorta di ululato selvaggio interruppe qualsiasi pensiero potessimo avere in quel momento. I festeggiamenti stavano procedendo? Venne spontaneo a tutti andare a investigare. 
L'urlo, però, non era arrivato dal salone principale, ma da un corridoio in cui io non ero mai stato. Calvin uscì da una porta a correrci incontro. 
"Se volete entrare, è una cosa per soli ragazzi" annunciò. "Penelope non può passare"
 "Uhm ... accetterò questo triste destino" commentò lei. Bene, adesso ero sicuro che, qualunque cosa fosse, si trattasse sicuramente di una cavolata, o non ci sarebbero stati limiti a chi poteva saperlo in quell'esercito.
 Io e Luciano procedemmo lo stesso, ed entrammo nella stanza a trovare Mortimer che blaterava insensatamente e Dakao che tentava di zittirlo.
 "Cosa-" feci appena in tempo a esordire. 
"Si è baciato con Gaia!" ghignò Mortimer, indicando un imbarazzatissimo Dakao.
 "Mortimer, ma un bel piatto di affari tuoi-"
 Ah, era solo una questione di relazioni, come se non ce ne fossero già abbastanza- un attimo. Dakao era interessato alla ragazza la cui vita manteneva gli dei sotto il controllo di Setne? Ma questa cosa non poteva durare, la profezia, maledizione!
 "Scherzi? Sei riuscito a beccarti la ragazza al top di questo esercito! Avresti avuto più culo solo se ti fossi beccato Hazelle"
 "Evitiamo di trasformarla in una competizione" sospirò esasperato Dakao. Una discussione scema iniziata da Mortimer su quello che avevo appena realizzato ... questo era surreale.
 "Baciare le ragazze fa schifo" sentenziò Calvin, dando il suo utile apporto alla mia impressione di cui sopra. 
La profezia, Dakao che sarebbe sicuramente stato il nuovo Icaro, la cui morte sarebbe stata provocata da ... 
"Preferisci i ragazzi?" gli rispose Luciano. 
"Baciarsi in genere fa schifo!" 
Avevo la cosa potenzialmente più tragica dell'intera vicenda sotto esame e non riuscivo nemmeno a concentrarmi ...
 "Ma allora questa è una cosa seria?" Mortimer riprese a interrogare Dakao. Meglio di no, si sarebbe risparmiato una bruttissima- 
"Spero di sì, va bene? Adesso, era davvero necessario coinvolgere chiunque in questa cosa?" 
Ecco, appunto. Cioè, non me ne fregava niente della privacy di Dakao, era il fatto che sperasse per una storia seria quello che mi preoccupava. 
Detto chiaramente, Gaia doveva morire. Doveva essere uccisa. Da chi, non me la sentivo ancora di pensarci al momento, ma questa persona avrebbe finito per uccidere, direttamente o no, anche Dakao. E se fosse stato proprio per il suo legame con Gaia?
 "Biasima loro, io ero solo contento per tutti quelli che ci sono dentro, e per me, che adesso ho ancora più possibilità di accedere ad Hazelle" Mortimer guardò con irritazione me e Luciano. "Sempre che voialtri non intendiate mettervi di mezzo!"
 "E' mia sorella ..." mormorò allibito Luciano.
 "Non è il mio tipo" mentii. Okay, i primi tempi ero anche stato un po' interessato ad Hazelle, poi mi ero reso conto che con la sua posizione di sorella di Luciano era una persona troppo ambigua e da cui diffidare il doppio. Se Penelope dice che ciò è merito di una sua strigliata, non credetele mai. 
Mortimer mi guardò ancora storto. "Dovessi scegliere, preferirei Regina" Pregai qualsiasi divinità disponibile al momento perchè la povera Regina non ne sapesse mai niente. 
Finalmente l'imbecille si rilassò, e grazie agli dei non gli passò per la testa di mettere sotto accusa anche Calvin. 
"Questo mi lascerebbe Penelope?" Non si capiva se Luciano fosse contento o meno della cosa. "Comunque, sono impressionato. Gaia ottiene la fiducia più totale da parte del capo, diventa la sua principale fonte di potere, e si trova un ragazzo interessato a una relazione duratura. E' quasi fin troppa felicità per una persona sola, non trovate?"
 Troppa felicità ... una violazione dell'equilibrio, quindi? Qualcosa di cui noi ci saremmo dovuti occupare ... riducendo la sua fortuna ... no, non potevo mettermi a pensarci lì. Probabilmente avrei avuto un crollo nervoso se avessi esaminato oltre le implicazioni della cosa. Tra parentesi, Luciano, grazie mille per aver mollato la frase ambigua dell'occasione!
 "Io direi che va più che bene" borbottò Dakao tutto d'un fiato, come imbarazzato da quella frase.
 "Ehi, avete finito di scambiarvi i vostri importatissimi segreti maschili?!" urlò Penelope da fondo del corridoio. "Io sto morendo di sonno. Chad, tu intendi restare qui o mi raggiungi adesso?"
 "Meglio che vada" informai gli altri. "Sono piuttosto stanco anch'io. Lieto di aver condiviso con voi gli affari di Dakao" il giapponese mi guardò malissimo. "Ci si vede alla prossima riunione" 
Uscii dalla stanza accompagnato dai saluti degli altri.
 "Sono così stanca, dormirei in una tomba" borbottò Penelope. Quella non l'avevo ancora senti- ah, era un modo per dire 'andiamo a controllare la situazione alla Piramide Arena'. 
Quanto sarebbe stato rischioso, esattamente? Avremmo trovato Thoth lì? Sarebbe riuscito a darci direttive, anche se sotto il possibile controllo di Setne? Sarebbe stata una trappola per provare se avevamo davvero qualcosa a che fare con lui? 
Oh, che bello, anche qui nessuna certezza: a meno che non andassimo a controllare di persona. Quanto mi sarebbe piaciuto poter preparare le situazioni prima senza intoppi o casini di sorta ... 
"Sono perfettamente d'accordo con te" le risposi.
 Effettuammo il viaggio nell'ombra.






Ladies & Gentlemen,
aggiornamento davvero veloce, anche perchè questo è un capitolo davvero breve. Ha comunque una rivelazione di estrema importanza per la trama, come avete visto: le varie possibilità di pairing. No, era un tentativo di scherzare, chiaramente. Comunque, il fatto che la prima persona a metter mano sul Libro di Thoth se ne sia bevuta una copia non è una mia invenzione: fa effettivamente parte della leggenda che collega Setne al ritrovamento del Libro. 
Questa persona era il principe Neferkaptah; per punirlo, gli dei gli accopparono moglie e figlio, prima di far fuori anche lui. Il Libro di Thoth fu sepolto con lui (ricordate quando nel terzo libro Thoth dice che Setne violava tombe?) e quando il nostro allora-non-fantasma tentò di soffiarglielo, prima la mummia di Neferkaptah lo sfidò a varie partite di senet, tirandogli pure la scacchiera in testa così forte da farlo sprofondare nel terreno ogni volta che perdeva.
 Poi, dopo che Setne barò senza ritegno e se la squagliò col Libro, gli mandò in qualche modo un trip allucinogeno in cui Setne incontrava una gnoccolona da paura, tale Tabube, che gli imponeva vari sacrifici, uno più atroce dell'altro, per convolare a nozze; salvo poi risvegliarlo dal trip proprio mentre si accingeva a consumare il matrimonio, facendolo ritrovare a bordo strada, con la febbre e senza uno straccio addosso. La leggenda dice che a questo punto Setne decise di riportare il Libro nella tomba; Riordan non sottoscrive.
Fine parentesi Superquark, ora spoiler! Nel prossimo capitolo, ultimo di questa storia, i nostri eroi faranno il punto della situazione, e non sarà una cosa allegra.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Siamo licenziati ***


                                      PENELOPE

                     SIAMO  LICENZIATI









Davvero, fui contenta quando Coriolanus tirò il suo pallone da basket in faccia a Chad più forte che poté. Non per malizia nei confronti del mio collega, ma perchè era probabilmente l'unica cosa rimasta invariata nella Piramide Arena.
 Innanzitutto, i posto era nel caos. Gli ibis non erano seduti ordinati davanti ai loro computer, ma svolazzavano ovunque, starnazzando a pieni polmoni. I babbuini facevano il coro da sotto, saltando qua e là e cercando di tirare giù gli ibis di passaggio, il basket completamente dimenticato. Alcuni computer erano caduti a terra, diversi libri erano fuori dallo scaffale, e ogni singola fiala del laboratorio di chimica era a pezzi sul pavimento, per questa ragione costellato da tracce di esplosioni e plastica fusa. Thoth non si vedeva da nessuna parte. 
"Ma cos'è successo qui ...?"
 "Biglietto su pallone" biascicò Chad, non ancora completamente ripresosi dalla botta. Intendeva dire che al pallone da basket era stato attaccato un bigliettino con una striscia di nastro adesivo. Tentammo di leggerlo ignorando il caos circostante.

'Okay, ragazzi, 
a seguito di circostanze impreviste di cui probabilmente avrete avuto un'idea, mi trovo in una posizione molto difficile per il mantenimento dell'equilibrio. In parole povere, se devo avere Setne che può ficcare costantemente il naso nei miei affari, preferisco non avere affari direttamente. 
Voglio che voi due facciate lo stesso. Siete stati molto bravi finora, ma questo semplicemente non è un lavoro che possiate mandare avanti da soli. Scegliete la fazione che più vi aggrada e aderitevi; se saprò che siete tornati da Setne, darò per scontato che vogliate schierarvi con lui, altrimenti vi riterrò fedeli al Campo Mezzosangue.
 Solo, qualunque sia la vostra scelta, vi dispiacerebbe tornare ogni tanto a fare un po' di pulizie qui dentro? Ho preferito trasferirmi nella Duat per non continuare i miei esperimenti in un posto fisico (voglio il naso di Setne nella mia analisi della sanguisuga quasi meno di quanto lo voglia nel mantenimento dell'equilibrio), e temo che i miei amici qui possano farsi prendere un po' dal panico, se non c'è nessuno con loro. 
Detto questo, buona fortuna con la vostra scelta, ragazzi. Siete stati eccezionali nel vostro compito, finora.
 Thoth'

 La sensazione che avevo provato nel leggere quella lettera era analoga a quella che si può provare a scendere in picchiata assurda dalle montagne russe e poi arrivare finalmente su un percorso piano. Chad aveva un sorriso a trentadue denti, doveva essersi agitato anche più di me.
 "Il capo è un genio" dichiarò lui. 
"E' giocoforza, è il dio dell'intelligenza. Comunque, è abbastanza chiaro che in realtà ci sta chiedendo di continuare il lavoro-"
 "Procurandoci intanto la perfetta copertura, visto che adesso, qualunque cosa Setne gli chieda, potrà rispondere solo che siamo dalla parte del fantasma"
 "Eh?" a questo non avevo pensato. Poi capii immediatamente, ma Chad sentì il bisogno di spiegarmelo lo stesso. 
"Ci ha detto di scegliere un'alleanza definitiva, ma mettendo in questo modo le parole, non avrà la certezza che noi continuiamo a lavorare e invece non torniamo qui solo per le pulizie. Dunque, avendoci detto di scegliere una fazione, potrà assumere con relativa sicurezza che è quello che abbiamo fatto. E visto che senza saperlo abbiamo fatto la cosa migliore, andando quasi subito da Setne, qualora il novello padrone di tutti gli dei dovesse chiedergli qualcosa in merito, il nostro ex capo risponderà che sì, per quanto ne sa lui siamo fermamente dalla sua parte"
 Fissò il bigliettino, fingendo di accigliarsi. "Però doveva comunque pagarci gli arretrati"
 "Finiscila" borbottai. Okay che con il cervellino che si ritrovava probabilmente non aveva capito che quella non era la situazione adatta a scherzare, ma gliel'avrei ficcato in testa alla svelta. "Questo, se non ci sei ancora arrivato, significa che siamo completamente privi di direttive nella situazione più ... più incasinata e schifosa che ci sia mai capitata"
 "Okay, okay" replicò lui in tono molto più serio. "Ci toccherà stabilire il piano dei prossimi mesi, invece di stare ad ascoltare quello che Thoth ritiene più appropriato. Meglio levarci il pensiero prima che succeda qualcos'altro, direi. Da cosa partiamo?"
 "Secondo te?" replicai. L'avrei strozzato se si fosse azzardato a evitare l'argomento. "Gaia deve ... non può restare viva, con tutto quel potere"
 Lui annuì. "Sarebbe stato troppo facile se avessimo potuto risolvere il problema con un po' di lassativi, vero?"
Lo guardai malissimo, prima di rendermi conto che aveva un'espressione più amareggiata che divertita. Continuò, senza più apparentemente voglia di scherzare.
"Le varie profezie concordano, anche. Ti ricordi la prima? 'Dalle messi farà sorgere guerra, e si ucciderà da sè la parte avversa'"
 "Fin troppo chiaro, a questo punto" commentai. "Quello che mi dà più problemi è la seconda. 'Mano non estranea dovrà versare il suo sangue, perchè dei e popoli tornino in pace'. Non c'è nessuna possibilità che Gaia la scampi. Setne ha detto il vero, non c'è nessun modo per toglierle il potere del Libro di Thoth. Quindi deve ... bisogna ..."
 "Ucciderla" completò Chad. "Qualcuno deve ucciderla. Ma ai Campi o nei Nomi non ci sarà nessuno disposto a farlo ... o meglio, qualcuno ci sarà, ma le persone più influenti lì dentro saranno contrarie"
  Ci stavamo avvicinando a un punto che non mi piaceva per niente. "Non solo, ma sono anche estranei. La profezia dice esplicitamente che sarà uccisa da qualcuno che conosce"
 "Qualcuno nell'esercito di Setne?" tentò Chad.
 "Avrebbero ancora meno motivazioni di farlo. E tra l'altro, sono quasi tutte persone con un forte senso della morale. Ti ricordi come hanno reagito quella volta che dovevamo dare fuoco alla Casa Grande?"
 "Tutte profondamente morali ... ci sarebbero Luciano e Hazelle, ma non avrebbero alcun motivo per sabotare i piani di Setne" osservò Chad. "Poi c'è Mortimer, che non ha mai mostrato problemi con l'idea di ferire qualcuno, e con la forza che si ritrova, potrebbe anche essere un incidente"
 "Non lo so. Lui e Gaia vanno piuttosto d'accordo, non alzerebbe mai le mani su di lei, credo"
 "Per scherzo? Per sbaglio?"
 "E come facciamo a essere sicuri che avrà voglia di scherzare? Tra l'altro, non credo che Setne vorrà lasciare la sua arma più preziosa esposta a un simile rischio. Ci sarà sempre qualcuno in giro a monitorare la situazione"
 "Okay, okay, fuori la fazione degli dei e fuori l'esercito di Setne. Chi resta?" chiese ironicamente Chad.
 Mi zittii. Lo sapevo che saremmo arrivati a questo punto, però ... no. Non potevamo uccidere una persona. Sapere che c'era questa ragazza, che avrebbe avuto la possibilità di una vita felice, o comunque di apprezzare quella che si ritrovava, che avrebbe potuto avere amici, un fidanzato, forse una famiglia in futuro, studi, il desiderio di migliorare il mondo in cui viveva, e noi avremmo fermato tutto questo ... niente vita, niente sogni per il futuro, niente amici e famiglia. Gli Inferi, in cambio. Per colpa nostra.
 Riuscivo a malapena a pensarci senza sentirmi terribilmente in colpa. No, basta. Dovevo pensarci. 
Gaia era una persona sola: se Setne avesse continuato con i suoi piani, un numero incalcolabile di persone avrebbe perso tutte queste cose, e la colpa sarebbe rimasta nostra. Bene ... si prospettava come quello che Chad aveva detto a proposito della giustizia, la notte prima: era l'utile di molti. Da questo punto di vista, uccidere Gaia sarebbe stata la cosa più giusta da fare.
 Ma no, non potevamo essere noi a farlo!
 E perchè no? Solo perchè non volevamo? A qualcuno sarebbe pur toccato. E se davvero contavamo come fuori gioco tutte le altre fazioni, saremmo dovuti essere noi, che ci piacesse o meno.
Magari, però, avremmo potuto convincerla a mollare la parte di Setne, e a liberare gi dei dal suo controllo limitandosi a non dare più ordini ... e loro l'avrebbero lasciata vivere, naturalmente, avrebbero apprezzato tanto a sua bontà che avrebbero corso il rischio id un suo cambiamento di opinione. Certo.
 "Non è esattamente quello che avevamo in mente quando abbiamo acconsentito a questo incarico, eh?" commentò amaramente Chad. 
Annuii, e mi parve assurdamente buffo che proprio io fossi stata la prima a dichiararmi disponibile. Tanto erano solo furtarelli e vandalismo! Avremmo escluso gli omicidi, ci aveva detto Thoth. Nemmeno lui si sarebbe aspettato che le cose si sarebbero evolute così.
 Basta. Dovevo smetterla di piangermi addosso. Non era bello ... eufemismo del secolo ... ma era qualcosa che andava fatto.
 E andava organizzato. Non potevamo solo andare lì e cercare di uccidere Gaia, lei avrebbe contrattaccato, e avrebbe avuto rinforzi mica da ridere a disposizione. Senza contare il fatto che non saremmo mai riusciti a farci passare per innocenti e preservare il nostro triplo gioco.
 "Immagino che non possiamo andare lì e finirla, vero?" Chad doveva essersi fatto lo stesso ragionamento. "Dovremo farlo sembrare un incidente, o qualcosa del genere"
 Questo sembrava più probabile. Non completamente privo di falle, però. 
"E se il primo tentativo fallisce? Gaia non è del tutto incapace di difendersi, dopotutto. E se continuassero a capitarle incidenti, praticamente tutto l'esercito si renderebbe conto che c'è qualcosa che non va" 
Mi arrestai un paio di secondi. Mi era venuta un'idea - una bruttissima idea - e mi ci volle qualche istante per elaborarla. 
"Un suicidio, invece, non desterebbe alcun sospetto. E non mi riferisco a ucciderla facendolo sembrare un suicidio, quello avrebbe -"
 "Vuoi spingerla ad uccidersi spontaneamente?!" Chad sembrava da qualche parte tra l'incredulo, l'interessato e l'inorridito. Lo capivo, mi capacitavo a malapena io stessa di averlo suggerito.
 Insomma, si sarebbe trattato di lavorare sulla mente di Gaia per danneggiarla, per spingerla a odiare talmente la vita da voler rinunciare ad essa, e alla causa cui era tanto leale. Non avevo nemmeno idea di dove cominciare - cioè, un attimo, forse la situazione stessa forniva un appiglio.
 "Sarebbe la cosa ideale dal punto di vista del mantenere la nostra copertura. E ci sarebbe anche qualcosa da cui partire, la situazione di Gaia la renderà anche ammirata, ma potrebbe altrettanto facilmente sentirsi considerata solo per il suo ruolo invece che per sè stessa -"
 "Potrebbe funzionare. In particolare visto che ha delle amicizie e una relazione sentimentale all'interno di quel gruppo, se iniziasse a sentirsi considerata da loro solo perchè è il principale strumento di Setne la cosa potrebbe benissimo mandarla in depressione. Aggiungiamoci il fatto che avrà parecchia pressione anche per questo ruolo da solo, e la consapevolezza che dovrà mantenerlo per tutta la vita ... il rischio di suicidio aumenta" ragionò Chad.
 "E sarebbe anche in linea con la profezia. Quale mano è meno estranea della propria?" aggiunsi. Devo dire che quel dettaglio era una delle ragioni principali per cui mi ero azzardata a formulare l'idea. Calzava fin troppo bene con un piano che probabilmente sarebbe stato il più sicuro.
"Inoltre, un sacco di semidei vengono da situazioni difficili. Per qanto ne sappiamo, Gaia può essere uscita da una situazione orribile solo grazie a Setne e al suo esercito, e veder crollare quel piedistallo potrebbe avere un effetto deleterio"
"Questo non lo sappiamo" obiettai. "Non ci siamo mai informati sul background di Gaia. In effetti, l'unica che conosciamo è quella di Dakao, tutti gli altri non hanno mai accennato a come fossero le loro vite prima di seguire Setne"
 "Questo potrebbe suggerire che facciano piuttosto schifo" osservò Chad. "E se così non fosse, restano i motivi di cui abbiamo detto prima. Ma ... semplicemente, come lo facciamo?" sbuffò. "Voglio dire ... ci vorrà del tempo. Dovremo rovinare la vita di questa ragazza, lavorandoci un po' ogni volta che la incontriamo. E' completamente diverso da qualunque cosa abbiamo mai fatto. Sei sicura che lo por-"
 "Me ne occuperò io" replicai. "Finora, nessuno di noi due ha avuto grandi interazioni con lei, ma possiamo farlo giocare a nostro vantaggio. Se io improvvisamente cercassi di diventare assolutamente sua amica, si renderebbe conto del 'motivo'. E sono quella che ha avuto appena un po' più di comunicazione con lei. Tu rischieresti solo di attirarti la gelosia di Dakao"
 Chad non sembrava affatto felice. Cos'era, credeva che gli stessi dando dell'incompetente, e riusciva a offendersi anche in una situazione simile?
 "Sei sicura di riuscirci?" si limitò a chiedermi.
 "No" 
Era vero: quel piano mi faceva quasi troppa paura per portarlo avanti. Distruggere la mente di una persona, spingerla fino a buttar via la propria vita e tutto quello che riteneva importante ... vi rendete conto anche voi di quanto sia orribile, no? 
Però era necessario. Non potevamo davvero fare altro, per assicurare la sconfitta di Setne.
 "Tanto ci tocca lo stesso" sbuffò Chad. "E inoltre, Gaia non sarà l'unica a rimetterci. Hai presente l'altra parte della profezia? Quella che diceva che la stessa mano avrebbe scagliato nel cielo un nuovo Icaro?"
 Dakao. Avevamo ragionato che doveva trattarsi di lui. E a quanto mi aveva detto Gaia stessa, aveva appena iniziato una relazione con lei. La morte della ragazza di cui era innamorato sarebbe stato abbastanza da spingere anche lui a uccidersi?
 No ... che diamine, noi ... non ci piaceva il pensiero di far morire una persona sola, questa cosa andava a trasformarsi in un'ecatombe?
 "Mi sa che hai capito. Lo conferma pure l'altro verso, quello che parla di un amore che si ricongiungerà i morte perchè un altro si ricongiunga in vita. E Dakao avrebbe molte più credenziali per farla finita rispetto alla stessa Gaia. Avvenimento traumatico in passato ... fidanzata morta ... proveniente da una cultura che in genere è tollerante verso il suicidio ..."
 "Tutto vero" borbottai. "Quindi ... se facciamo morire Gaia, è spacciato anche Dakao. E abbiamo già appurato che non possiamo fare nient'altro. Due persone"
 Sbuffai. "Credo che l'amore che si ricongiungerà in vita siano Walt e Sadie. Una volta morta Gaia, lui non sarà più sotto il controllo di Setne e potrà tornare al Nomo e da Sadie. Quanto questa sia una buona cosa dipe-ehi" un altro pensiero mi fulminò. "Ma questo significa che ci rimetteremo il nostro ruolo di spie, almeno sul fronte del Campo. Una volta che Walt sarà libero, la prima cosa che farà sarà dire a tutti del nostro 'vero' schieramento. Se tornassimo lì in seguito a ciò, rischieremmo il linciaggio"
 "Soprattutto se ci ricordiamo quant'è tollerante Percy verso l'idea del tradimento" osservò Chad. "Dovremo fare del nostro meglio per avere quante più informazioni utili sul Campo, per allora.  Comunque, questa non era l'unica cosa che dovevamo 'sistemare'. Come la mettiamo con la f ... la dea del ghiaccio?"
 "Innanzitutto dovremmo capire dove sia sparita" osservai. "Personalmente, credo che sia andata verso l'Egitto. Voglio dire, si è persa parecchi millenni di storia, ed è una bambina piccola. E' probabile che cerchi di raggiungere un posto a lei familiare"
 "Vero. Probabilmente si sarà nascosta in qualche sito funerario, conoscendo la sua natura e il fatto che l'Egitto attuale non somigli molto a quello dei suoi tempi. Ma sarebbe una ricerca interminabile, quindi avevo pensato di preparare qualcosa per attirarla da noi"
 "Cioè?" 
Chad esitò. Il fatto che perfino lui fosse incerto di un suo piano mi fece un effetto stranissimo: come se mi avesse ricordato che la situazione era terribilmente seria, che non ci si poteva permettere di scherzare o lasciare le cose al caso. Come se avessi potuto dimenticarmene.
 "Dobbiamo trovare anche il modo di distrarre Setne dall'attaccare Campi e Nomi. Con le forze che ha adesso, la fazione degli dei non avrebbe scampo. Se invece trovassimo qualcosa per distrarre l'attenzione di Setne, anche solo per un po', potrebbero riuscire ad organizzare una sembianza di difesa mentre noi ... insomma, tu ..."
 "Hai già pensato a una qualche distrazione?" tagliai corto.
 Chad si voltò a guardare la postazione dell'arbitro. La corona di Tolomeo vi troneggiava ancora, circondata dai simboli di protezione ad opera di Thoth.
 "Cosa?" non capivo davvero come potesse pensare che questo potesse funzionare. "Ti ricordi che tu hai accidentalmente distrutto quell'affare, sì?"
"Certo che me lo ricordo, è stata una delle mie idee migliori" Lo guardai malissimo. Gi pareva il momento? "Ma potremmo sempre convincere tutti che quella in mano al Camp fino a poco tempo fa fosse un falso. Insomma, sarebbe anche strano che un artefatto così potente si facesse mandare in polvere dal primo figlio di un dio minore che passa, non trovi?" 
"Ha la sua logica, anche perchè è quello che tutti vorrebber sperare" ammisi. "Ma la cosa sembrerà parecchio sospetta. Insomma, come facciamo a convincerli che la vera corona è sempre stata altrove? Ci servirà della magia potente ..."
"Possiamo sempre ricopiare i simboli che il capo ci ha tracciato attorno. Sono serviti a nasconderla finora-"
"Ma sono stati tracciati da un dio egizio" gli feci notare il piccolo dettaglio. "Noi non siamo nè dei nè egizi-ah, ma questo potrebbe tornarci utile" realizzai d'un tratto. "E' possibile che, se siamo abbastanza precisi nel ricopiarli, funzioneranno lo stesso, ma saranno molto meno potenti di così. Si consumeranno alla svelta. E si potrebbe pensare che dopo tanto tempo di efficacia, l'incantesimo stia cominciando a svanire" 
Chad annuiva vistosamente. Il furbone non aveva notato un piccolo dettaglio.
"Questo non significa che io concordi sull'idea. Ti rendi conto che se Setne riesce a mettere le mani su quell'affare, diventa un cavolo di dio?"
 "Percy e i suoi compagni hanno lottato contro Titani e Giganti" obiettò lui. "E i Kane hanno affrontato non solo dei, ma anche l'incarnazione stessa del Caos. Setne diventerà probabilmente un dio minore, anche perchè tutti i ruoli importanti sono già occupati nel pantheon egizio. Vista così, la situazione non sembra tanto disperata. Inoltre, il fatto di essere un dio lo renderebbe un po' fuori dalla portata del Tribunale del Giudizio, non pensi?"
 "Ha senso" dovetti ammettere. "Inoltre ... ora che ci penso, gli dei, anche quelli peggiori, non sono una rappresentazione del Maat? Quindi, se una rappresentazione dell'ordine fosse distrutta o cacciata via in qualche modo ..."
 "Anche il Caos dovrebbe retrocedere" concluse Chad, che riuscì a imbastire un sorrisino trionfante malgrado la situazione. "Equilibrio mantenuto"
 "Hai anche qualche idea di come arrivare al punto 'la fazione degli dei sconfigge Setne'?"
 "Assolutamente no" me l'aspettavo. "Ci aggiusteremo alle varie situazioni man mano che ci si presentano"
 Annuii. Mi toccava: anche volendo, non avrei saputo come mettere giù un piano per indirizzare così, su due piedi, la situazione nella direzione che volevamo noi.
 "Quindi, conti di usare la corona allo stesso tempo per distrarre Setne e attirare la dea?"
 "Si tratta di un oggetto magico potente, realizzato quando l'Egitto se la cavava ancora. E' probabile che, essendo rimasta da sola in un mondo completamente cambiato, sia attratta da cose del genere"
 "Con la nostra fortuna, è probabile che Setne cerchi di recuperare la corona e trovi anche la piccoletta-"
 "In tal caso, saremo nel gruppo di recupero e ci inventeremo un modo per portar qui la dea. Oppure faremo sapere della corona anche ai Nomi, e faremo parte del loro gruppo"
 Evvai coi piani 'abbozziamo e vediamo che gli dei ce la mandino buona'. Purtroppo, non mi veniva in mente nient'altro. Non ci stavamo rivelando un granché come strateghi. 
"Okay. E anche questo punto è, più o meno, sistemato. Resta il progetto che avevamo iniziato con Thoth" introdussi il nuovo argomento.
 Eh sì, quegli atti terribili che avrebbero senz'altro riequilibrato tutto il kosmos. Senza coinvolgere omicidi, naturalmente, si sa mai che ci sentissimo la coscienza troppo sporca per affrontare un simile lavoro. 
"Il direttore più brillante del mondo, già. Se lo lasciassimo a sè stesso, lo licenzierebbero in un paio di mesi. Però Setne intende continuare con le opere sociali ..." rifletté Chad. 
"Quindi anche a noi conviene andare avanti con il sabotaggio" conclusi. "Ti ricordi il piano che avevamo abbozzato? Creare un piccolo problema facilmente risolvibile, per dargli tutto il diritto di aumentarsi lo stipendio?"
 "Anche tu sei dell'idea di attenerti a quello?"
 "E' già stabilito, e ha ricevuto l'approvazione del capo. Dovrebbe essere garanzia delle sue possibilità di riuscire"
 "Incoraggiante per tutto quello che abbiamo appena discusso. Impariamoci dei manuali di chimica e di istruzioni per i macchinari che usano lì dentro, allora"
 Annuii. "Ti viene in mente altro?" 
"Niente. Credo che possiamo tornare al Campo e vedere se siamo capaci di dormire dopo tutto questo"
 La brutta verità fu che ci riuscimmo benissimo. Avevamo affrontato un entità primordiale e un fantasma, e ricevuto una carrellata di pessime notizie a poca distanza l'una dall'altra: eravamo sfiniti. Certo, io dovetti sforzarmi di dimenticare quello che avrei dovuto fare a Gaia per riuscirci, ma fatto sta che dormimmo come ghiri.
 E adesso, immagino, si arriva al punto cruciale della storia. Insomma, voi non l'avevate capito, finora, che il suicidio di Gaia non era stato una cosa poi così spontanea, no?
 Mi chiedo se riuscirete a pensare di noi peggio di quanto non facciate già. Del resto, poi c'è stata tutta la faccenda di Maisie a informarvi del fatto che no, non consideravamo 'furti e vandalismo' un limite invalicabile, o sbaglio? 
Sentite, in ogni caso non ho intenzione di giustificare quello che abbiamo fatto. Ho già spiegato i nostri motivi, non sto dicendo in nessun modo che rende le nostre azioni più tollerabili. La gente resta morta, da qualunque angolo si voglia guardare la situazione.
 Intendiamo fare un'altra registrazione, e lì vi descriveremo nel dettaglio tutti gli eventi che hanno portato alla conclusione della storia: cos'abbia portato alla morte di Gaia, cosa sia successo a Becky e il motivo delle sue azioni, perchè Maisie sia stata rapita, come sia andato il nostro tentativo di sabotare il centro ricerche e le sue effettive conseguenze.
 Cosa possiamo dirvi? Era quello che era necessario fare. E' anche vero che abbiamo scelto noi questo lavoro, che nessuno ci ha obbligato a farlo, che Thoth ci aveva perfino esonerati dall'incarico, ma sapevamo che quello era ciò che serviva per preservare l'equilibrio. E se non ce ne fossimo occupati noi, chi l'avrebbe fatto?
 Non posso dire che la cosa ci sia piaciuta. Non potevamo fare altro.










Ladies & Gentlemen,
e la seconda storia della serie si conclude con una nota felice. Devo quindi avvertirvi: la terza storia, quella conclusiva, non sarà molto più allegra. Non una depressione totale, farò del mio meglio per lasciare qualche momento più 'leggero' e umoristico qua e là, ma sarà comunque molto più cupa delle prime due. Siete avvisati,che vogliate o meno proseguire nella lettura.
 Oltre a questo, vi informo inoltre che d'ora in avanti la maggior parte degli aggiornamenti sarà nel fine settimana. Non ogni due, solo nel fine settimana. Motivo: trasferimento ad università fuori sede, in un convitto dove c'è la wi-fi, ma controllata, e c'è anche un direttore molto religioso. E io ho in ballo quella trollfic a rating rosso, ricordate? Tornate quindi a controllare la mia pagina solo nel weekend, se avete voglia di prendervi questo disturbo.
E ora passiamo ai ringraziamenti! Grazie davvero a quelle due persone che hanno recensito, di nuovo, incoraggiandomi e facendomi notare gli eventuali errori. Ringrazio anche l'unica persona che ha messo la storia tra le seguite, e quelli che eventualmente vorrebbero fare lo stesso. E grazie anche a chi ha seguito silenziosamente ma costantemente la storia. Grazie davvero!



INIZIO ALTRO SPROLOQUIO SU COME FOSSE IN ORIGINE QUESTA FANFICTION




Ricordate quel noioso e banalissimo piano della storia in cui fecero la prima apparizione Chad e Penelope? Ecco, il suo seguito era poco meglio.
Devo dire, però, che rispetto alle altre due storie, questa è quella che è cambiata meno in fatto di trama. Restava sempre incentrata su un viaggio dei protagonisti nel Tartaro, sempre per fermare il ritorno di Setne al mondo dei vivi. Solo, la missione comprendeva anche Ziah e Walt, e la posizione dei nostri attuali eroi non era affatto ambigua.
O meglio ... la posizione di Penelope non era affatto ambigua perchè era una Mary Sue. Chad invece veniva avvicinato da Setne, il quale cercava di convincerlo a passare dalla sua parte, citando il fatto che lui dovesse sempre vivere all'ombra di un padre decisamente ingombrante come prova del fatto che quegli stronzi del Campo non meritassero il suo aiuto. Ed è praticamente l'unica parte della storia di cui ancora oggi mi sento quasi soddisfatta, perchè lui si comportava un po' come Carter nel terzo libro: non cedeva, ma aveva lo stesso molti tentennamenti e ripensamenti. Mostrava addirittura di avere un carattere.
Per il resto, molti dei difetti della prima storia rimanevano nella seconda: Penelope Sue, personaggi canon che lasciavano ancora più spazio a quelli originali (la lunghezza di un capitolo di Carter in confronto a uno di Penelope era vergognosa ...), e dialoghi molto banali.
Altri dettagli: Penelope in quella storia iniziava ad avere visioni profetiche anche in forma di visione, mentre prima li aveva avuti solo in sogno (upgrade per renderla ancora più suosa!); qui invece sono la sua modalità standard di vedere il futuro.
Una cosa che mi ero dimenticata di specificare nella spiegazione precedente: Setne non aveva un suo esercito in quella storia originale. Agiva completamente da solo, guadagnandosi soltanto alleati occasionali. Tutti i personaggi dell'esercito di Setne sono stati creati apposta per questa versione (tranne Luciano e Hazelle: erano personaggi per fanfiction indipendenti che non ho mai nemmeno scritto, ma mi piacevano e ho trovato modo di infilarli qui).
Inoltre, a questo punto iniziavano a comparire indizi piuttosto palesi di un interesse romantico tra Chad e Penelope. Perchè le Somme Leggi Del Romanticismo Spicciolo proibiscono che due personaggi di qualsiasi sesso che si trovano frequemente opposti l'uno all'altra/o, in una scala che va dal bisticcio al tentato omicidio reciproco, non provino alcuna attrazione l'uno per l'altra/o. In realtà, i due personaggi erano stati pensati in primo luogo come interessi amorosi! 
Poi le cose sono cambiate, perchè: primo, io non ho mai provato un vero amore romantico per qualcuno e quindi non saprei descrivere le emozioni e sensazioni coinvolte; in secondo luogo, per il cambiamento della natura della storia. Chad e Penelope stanno descrivendo le loro azioni meno che piacevoli a persone che sono state da loro tradite: credo sia improbabile che due persone in questa situazione si sentirebbero di parlare nella storia del loro interesse romantico l'uno per l'altra, a meno che non risulti strettamente necessario per spiegare l'evolversi di certi eventi. Questo, per inciso, non nega del tutto che lo siano: sta a voi decidere. Potete pensare che abbiano omesso, o attenervi alla loro versione dei fatti. Questo aspetto della storia è interamente a vostra discrezione!
Da ultimo, questa storia non è neanche stata finita. Ero arrivata più o meno a metà, ed ero sempre meno convinta di quello che stavo facendo, quando è arrivato il provvidenziale problema al computer. E ho iniziato 'La corona contesa'. Ma questo non significa che non avessi piani per la conclusione della triogia ... e a tempo debito, spiegherò anche quelli.

FINE SPROLOQUIO, CHE CONTINUA AD ESSERE PIU' LUNGO DEL CAPITOLO STESSO

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3234180