Raccolta Gruvia - Water and Ice

di Roby_chan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Profumo di casa ***
Capitolo 2: *** Mare ***
Capitolo 3: *** Biscotti ***
Capitolo 4: *** Storia di paura ***
Capitolo 5: *** Abitudine ***
Capitolo 6: *** Difficile ***
Capitolo 7: *** Ricordi del passato ***
Capitolo 8: *** Confessione ***
Capitolo 9: *** Vasca da bagno ***
Capitolo 10: *** G x J ***
Capitolo 11: *** Vestito ***
Capitolo 12: *** Sbronza ***
Capitolo 13: *** Sole ***
Capitolo 14: *** Touch ***
Capitolo 15: *** Vestiti in comune ***
Capitolo 16: *** Futuro ***
Capitolo 17: *** Sogno ***
Capitolo 18: *** Strip poker ***
Capitolo 19: *** Pioggia ***
Capitolo 20: *** La battaglia ***
Capitolo 21: *** Intimo ***
Capitolo 22: *** Dov'è? ***
Capitolo 23: *** Hai perfettamente ragione, eppure... ***
Capitolo 24: *** Yoga ***
Capitolo 25: *** Catena ***
Capitolo 26: *** Bagno ***
Capitolo 27: *** Cameriere ***
Capitolo 28: *** Bracciale d'argento ***
Capitolo 29: *** Nome ***
Capitolo 30: *** La sacra stella del Natale ***
Capitolo 31: *** Coperta blu ***
Capitolo 32: *** Tanabata ***
Capitolo 33: *** Terme ***
Capitolo 34: *** Ballo ***
Capitolo 35: *** Stone age ***
Capitolo 36: *** Gelosia ***
Capitolo 37: *** Taboo ***
Capitolo 38: *** Nuvole ***
Capitolo 39: *** Notizia ***



Capitolo 1
*** Profumo di casa ***



Premessa:
come detto nell'introduzione, scriverò di volta in volta prima della storia, titolo, genere, avvertimenti, ambientazione e raiting, quindi se leggete "spoiler" e non siete al passo con le scan, non dovrete preoccuparvi.
Pubblicherò una storia a settimana e, salvo imprevisti, di sabato. Inoltre, per fare qualcosa di diverso, a fine storia avevo in mente di aggiungere un breve "angolo curiosità" per rendervi partecipi di come mi sia venuta l'idea della fanfic e della mia felicità ogni qual volta mi è venuta l'ispirazione per poter scrivere qualcosa di carino su loro due <3. Ovviamente non siete obbligati a leggerlo, e se non vi piace, potete sempre dirmelo, e provvederò a eliminarlo.
Ultimissima cosa, e poi vi lascio alla storia... parecchie di queste storie, anche se non tutte, sono venute nella mia mente mentre scrivevo dei prompt dell'altra raccolta Gruvia, quindi alcune si potrebbero definire prototipi (anche se molto diversi) di quelle. Non intendo farmi pubblicità da sola, o altro, ma se volete lasciarmi prompt, anche in privato, sarò più che lieta di accettarli e scriverci qualcosa su, pubblicando però nell'altra raccolta, visto che questa è dedicata a ben altro.
Scusate per questa enorme premessa e per la mia arroganza e presunzione. Detto questo, spero che vi piaccia il primo capitolo. Buona lettura ^.^






Prompt: profumo di casa
Raiting: verde
Generi: romantico, sentimentale, slice of life, malinconico
Ambientazione: imprecisata
Avvertimenti: nessuno
 
 
Se n'era andato. Era partito, Gray. Un giorno qualsiasi. Un giorno come tanti, ma che ben presto si era fatto improvvisamente nuvoloso.
Ci aveva pensato a lungo, ed era giunto solo a quella drastica soluzione. Gray non ce la faceva più. Non sopportava più di vederla soffrire per causa sua. "In fondo, se avesse continuato con la sua messinscena di non amarla, alla fine lei di sicuro non l'avrebbe fatto più. Era naturale per una ragazza."
Una lettera. Una semplice quanto banale lettera era ciò che aveva scritto e lasciato poi sul letto di casa. Sapeva che dopo qualche giorno, forse anche di meno, Juvia e gli altri lo avrebbero cercato. Ma lui non voleva essere trovato.
Un allenamento. Era questa la scusa che aveva trovato. La verità era però ben diversa. Non voleva che soffrisse a causa sua. Aveva già sofferto abbastanza. Con un po' di tempo e la lontananza, sicuramente lei lo avrebbe dimenticato, e lui sarebbe riuscito a rinchiudere in una prigione di ghiaccio quei sentimenti traboccanti che esplodevano ogni volta incontrasse il suo sguardo, il suo sorriso.
Passarono lentamente dapprima le ore, poi i giorni, e infine addirittura i mesi... Chissà come se la passavano a Fairy Tail. Chissà cosa stava facendo, lei.
Era da quando era partito, scappando dalla realtà, che avvertiva una stretta al cuore. Una morsa che gli attanagliava lo stomaco e gli mozzava il respiro. Dolore, solo dolore avvertiva. Nella sua vita aveva sempre sofferto, eppure la sofferenza di quel momento era diversa da quella che aveva sempre avvertito. Il suo cuore gli diceva, gli urlava, di tornare da lei, ma la sua fredda mente gli imponeva di controllarsi. Lo stava facendo per il suo bene. Per il bene di entrambi.
O forse il suo era solo egoismo? Era scappato per non dover soffrire ancora, come aveva fatto per i suoi genitori, Ur, Ultear... eppure perchè sentiva ugualmente dolore?
Forse, in fondo al suo cuore, sperava ancora che Juvia non lo dimenticasse, eppure doveva farlo.
I pensieri confusi e contraddittori della sua mente lo tormentarono in ogni attimo di libertà di quei giorni ormai vuoti. Quando non doveva combattere, quando non doveva svolgere un incarico, quando non doveva allenarsi... non poteva che pensare a lei.
E così passò un anno. L'animo del freddo mago del ghiaccio era ormai a pezzi, eppure, anche se frantumato, lui era riuscito a raccoglierlo e a rinchiuderlo in uno stretto vaso di ghiaccio e gelo, che pensava non si sarebbe più riaperto.
Convinto di ciò, decise di aspettare ancora un po' prima di tornare. Quando pochi giorni dopo la sua decisione, aveva letto sul Weekly Sorciere la notizia della più bella coppia dell'anno, un'ulteriore fitta lo colpì, ma fu prontamente repressa. L'articolo parlava di lei. Juvia, da quasi un anno, si era fidanzata con Lyon. In quella foto della rivista, sembravano felici. Juvia appariva però diversa, e se ne sorprese. Non indossava più i suoi soliti vestiti pesanti, e i capelli non erano più rinchiusi in quel cappello nero. Per certi aspetti non sembrava più nemmeno lei.
Alla fine, dopo qualche altro giorno speso a convincersi che la storia con Lyon fosse giusta così, si decise a tornare. Nella sua vera casa, dalla sua famiglia, da Fairy Tail.
Dopo interminabili giorni di viaggio, raggiunse Magnolia. L'espressione impassibile nascondeva un che di nostalgia e sollievo.
Attraversò silenziosamente le vie ancora poco affollate, data l'ora. Era appena l'alba. Gli ci volle più del previsto per raggiungere la gilda. Ogni passo, all'inizio sicuro, si era trasformato in uno più incerto e pesante. Sarebbe stato in grado di sopprimere davvero i suoi sentimenti? Ci era riuscito fino a quel momento, quindi perchè ora doveva essere diverso?
Concentrato su questo pensiero, raggiunse la gilda. Non era cambiata affatto. Dal grosso portone socchiuso si poteva udire la tipica confusione. Ispirò a fondo. Aria di casa, la sua casa.
Spinse di poco il portone per poter entrare. In quel momento, alcuni si girarono, per vedere chi fosse, restando poi ammutoliti. E in poco tempo il silenzio, strano ma vero, si diffuse per tutta la grande sala, alla sua vista.
Ma il suo sguardo non era più rivolto ai suoi nakama.Non più. Di fronte a sè, a una decina di metri, c'erano due persone di spalle. Un ragazzo dai capelli albini e una turchini. L'avrebbe riconosciuta tra mille. Juvia. Anche se indossava solo un leggero abitino bianco, non c'erano dubbi. Pochi attimi dopo anche i due si voltarono, curiosi di sapere cosa avesse tanto attirato l'attenzione dei loro amici. Un'espressione sorpresa e allibita apparve sui volti di entrambi. E a Gray sembrò fermarsi per un attimo il cuore quando i suoi occhi spenti e freddi incrociarono quelli oltremare di lei.
Lyon fu il primo a riprendersi, rivolgendogli un mezzo sorriso, tra il sollevato e il triste. Poi diede una leggera spinta sulla schiena della ragazza al suo fianco, che sembrò risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti. Gli lanciò un'occhiata confusa, ricevendo in cambio un sorriso malinconico. Poi l'albino annuì. Le stava dando il permesso di andare. Era consapevole che così l'avrebbe persa per sempre, ma in fondo era meglio così, e lui già sapeva che sarebbe successo. Era preparato a quel momento, ma faceva male lo stesso. E così rimase fermo e immobile a vedere la ragazza che amava correre verso il suo amico ed eterno rivale.
"In fondo se avesse continuato con la sua messinscena di non amarla, alla fine lei di sicuro non l'avrebbe fatto più. Era naturale per una ragazza."
Eppure, se era così, allora perchè Juvia gli era corsa incontro appena si erano visti? Perchè lo stava abbracciando con tutte le proprie forze con le lacrime agli occhi?
Alzò lo sguardo dalla sua capigliatura turchina e in quel momento arruffata, per guardare con confusione il mago di fronte a sè.
Gli sorrideva con un po' di malinconia e rassegnazione. -Ti ha sempre aspettato- sussurrò tra le labbra, così che solo il moro potesse udirlo.
A quelle parole riabbassò lo sguardo. Juvia era ancora stretta al suo petto, singhiozzante e tremante. Un immenso calore lo avvolse improvvisamente e un sorriso accennato gli apparve sul viso, mentre una felicità crescente si faceva strada nel suo petto. E in un attimo comprese quanto era stato sciocco. Juvia non era una ragazza normale. Juvia, la sua Juvia, lo avrebbe amato per sempre, e, in fondo, anche lui avrebbe sempre ricambiato quel sentimento, che era stato in grado di crescere nel gelo del suo cuore. Il vuoto e il dolore che aveva avvertito nei mesi precedenti era scomparso, dissolto come la nebbia mattutina. E sentì i pezzi della sua anima ritornare insieme e rompere quel vaso di ghiaccio sottile che aveva avvolto il suo cuore. Pensandoci bene, forse già sapeva che sarebbe stato impossibile contenerli. 
Senza più esitazione, la avvolse tra le sue braccia, stringendola a sè. La maga sussultò leggermente a quel gesto. -Sono qui, e non me ne andrò mai più - sussurrò al suo orecchio, ispirando a fondo il profumo della turchina. Non era per nulla cambiato. Era quello, il profumo di casa.



Angolo curiosità:
Avevo intenzione di iniziare questa raccolta con un'altra storia, ma proprio ieri mi è venuta l'ispirazione e così tra ieri e oggi ho buttato giù questa storia. Quindi è fresca fresca, e ho pensato, perchè no? E dopo averla corretta, eccola qui.


Nda:                               
Stavolta non mi soffermerò molto, visto che ho già parlato abbastanza.
Non mi resta che salutarvi. A sabato prossimo, Minna! ^.^
Roby-chan
 

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Capitolo 2
*** Mare ***


Prompt: Mare
Genere: romantico, sentimentale
Raiting: giallo
Ambientazione: imprecisata
Avvertimenti: nessuno
 
 
Erano andati tutti a mare quella mattina. Il caldo era insopportabile e quasi tutta la gilda si era tuffata subito per scampare alla calura estiva. Tra i pochi che se ne stavano ancora sulla spiaggia, chi a prendere il sole, chi ancora intento a spalmarsi la protezione solare, c'era una ragazza dai lunghi capelli turchini che si era ostinata a tenere il pesante cappotto. Vani erano stati i tentativi delle compagne di convincerla. E adesso, eccola lì. Tutta sola, seduta all’ombra di una palma.
Poco distante...
Un ragazzo dai capelli corvini se ne stava a mollo nell'acqua dopo aver affrontato con un certo dragon slayer del fuoco una sfida di nuoto e, a suo parere, aver vinto. Si guardò attorno. Strano. Quella insolita stalker non era nei paraggi. Ma dov’era finita?
-Ehy, Loki!- chiamò lo spirito del leone, che per quell'occasione si era unito alla compagnia. -Hai per caso visto Juvia?- gli chiese con il suo tono indifferente, ma che nascondeva un po' di curiosità. Il biondo si girò verso di lui, rinunciando ai suoi propositi di avvicinarsi alla maga degli spiriti stellari, poco distante. Lo guardò dapprima sorpreso, per poi lanciargli un’occhiata maliziosa. Con finta noncuranza, il leone fece scorrere lo sguardo su tutto il bagnasciuga -Mi era sembrato di vederla ancora sulla spiaggia.- disse pensieroso - Borbottava qualcosa riguardo un costume- aggiunse poi, facendo spallucce e rivolgendo il suo sguardo verso delle palme in lontananza. Gray seguì il suo sguardo, notando però solo che sulle poche sdraio che avevano affittato, lei non c'era -Se vuoi andare a cercarla, però rimettiti il costume- concluse poi il biondo, con tono fintamente indignato, ma si vedeva a un miglio di distanza che si stava divertendo.
-Eh?- il moro sobbalzò a quelle parole, tornando a fissarlo -E perchè mai dovrei cercar...- iniziò con tono scettico, per poi rendersi veramente conto della seconda parte della frase -Oh, cazzo! Ma dov'è finito?- fu la sola mezza replica che riuscì a pronunciare, prima di allontanarsi alla ricerca di Juv... ahem, del suo costume.
 
Dopo una mezz'oretta...
-Ohy, Juvia. Ecco dov'eri finita!- esclamò il moro, vedendola in lontananza. Dopo aver impiegato una ventina di minuti a ritrovare il suo costume, era partito alla ricerca della turchina. Diavolo, non pensava certo che sarebbe stato più semplice trovare lei che non quel dannato indumento! La ragazza non si mosse. Se ne stava inginocchiata in silenzio con il volto basso all'ombra di una palma. -È da più di dieci minuti che ti cerco!- continuò il mago, quando l’ebbe raggiunta. Al sentire quelle parole, la ragazza sobbalzò. Girata di spalle e persa nei suoi pensieri, non l’aveva sentito arrivare.
-Forza, andiamo dagli altri in acqua. Qui si muore dal caldo- la spronò lui, rivolgendo il suo sguardo alla vasta distesa cristallina, già pregustando la freschezza di quell’acqua a contatto con la sua pelle bollente.
-Juvia non viene, Gray-sama. Juvia resterà qua- pronunciò la ragazza, sorprendendolo, incapace di guardarlo in volto.
-Cosa?! Ma non senti caldo con quel coso addosso?- riprese lui, scioccato dalla sua risposta.
-Gray-sama non vuole vedere il costume di Juvia, quindi Juvia si terrà i vestiti addosso- spiegò semplicemente la turchina, ma la lieve punta di tristezza nella sua voce non sfuggì al mago.
In quelle condizioni avrebbe rischiato un colpo di calore. Ma cosa aveva nella testa? Non l'avrebbe mai capito.
Non poteva però permetterle di sprecare in quel modo una delle poche occasioni di andare a mare, o almeno, non poteva per colpa sua. Sì, era una cosa stupida non farsi il bagno per una simile sciocchezza, ma ormai Gray aveva almeno un po’ imparato a conoscere la testardaggine della turchina. Alla fine sospirò esasperato. –E va bene- acconsentì sbuffando -Forza, fammi vedere il costume e poi ce ne andiamo in acqua- continuò sbrigativo. –Ma facciamo in fretta- aggiunse poi. Meglio accontentarla,  altrimenti, conoscendola, sarebbe finita per rimanere lì per tutta la giornata.
La ragazza si girò improvvisamente a quelle parole, per guardare il moro con un misto di sorpresa e gioia. Iniziò così a togliersi lentamente il pesante cappotto proprio davanti agli occhi del mago, che dapprima rimase impassibile e quasi annoiato. Poi però si accorse che pian piano la pelle di Juvia rimaneva scoperta sempre di più. Era impossibile non notare quei pezzi candidi di corpo che venivano mostrati ai suoi occhi lentamente, come a torturarlo. Iniziò a sentire sempre più caldo. Diede la colpa al sole, che di sicuro si era fatto più forte a causa di tutto quel tempo che gli stava facendo perdere.
Mano a mano che la ragazza si toglieva la maglietta, e ancora il pantalone, si accorgeva che quel corpo perfetto veniva risaltato a meraviglia dal costume blu a pois.
-Emm... Gray-sama...- lo richiamò lei una volta finito, risvegliandolo dai suoi pensieri. Aveva portato le braccia dietro la schiena ed era leggermente arrossita, chiaramente accortasi dello sguardo del nakama su di lei. -J-Juvia come sta?- chiese, titubante, sperando in un giudizio positivo, o in un semplice accenno di approvazione.
Il ragazzo distolse allora lo sguardo, come scottato, cercando di ritrovare un po' di controllo.
-C-carina- le rispose semplicemente, quasi in un sussurro, e con le guance leggermente imporporate.
La maga dell'acqua rimase per un attimo sorpresa dalla strana reazione del moro, ma subito dopo sorrise raggiante. -Oh, Gray-sama!- esclamò contenta, cercando di saltargli con le braccia al collo, ma venne prontamente schivata dall'altro che, voltandosi, disse con il solito tono freddo - Forza, andiamo dagli altri.- cercando di far sparire il rossore che ai movimenti della turchina si era accentuato, invece che attenuarsi.
-Sì, Gray-sama! -acconsentì la ragazza, ora finalmente felice, portandosi subito al fianco del mago. Finalmente era riuscita nel suo intento: ottenere l’attenzione del suo Gray-sama, o almeno lo sperava. E quello era solo l’inizio. Sarebbe riuscita a farlo innamorare di lei, ne era certa. Ciò che però non poteva sapere, o forse, avrebbe dovuto accorgersene, era che in realtà lei, agli occhi del moro, già non era più così indifferente.
 
 
 
 
Curiosità: questa è stata una delle prime OS che ho scritto. L'avrò revisionata nelle ultime settimane almeno una decina di volte per aggiustarla. Ho aggiunto un sacco di pezzi nuovi, e rileggendola la prima volta dopo tanto tempo, mi sono resa conto di come scrivevo all'inizio XD
Si può dire che le idee non mancano mai, ma in quanto a stile, quello di prima era abbastanza disastroso XD
Come potete immaginare, era estate quando l'ho scritta, e avevo intenzione di pubblicarla come prima OS di questa raccolta, ma le cose sono andate diversamente ^.^".
Diciamo che questa storia è nata perchè mia cugina voleva provarne a scrivere una, sempre ambientata sulla spiaggia, ma che poi non ha più pubblicato, e inconsapevolmente mi ha dato l'ispirazione XD



Nda:
Sembra quasi che queste curiosità siano equivalenti alle Nda XD
Infatti non so che altro aggiungere XD. Inizio già a ringraziare le persone che l'hanno messa tra le seguite già dal primo capitolo, e coloro che hanno recensito ^.^
Ci vediamo alla prossima settimana (mmm... quale OS dovrei scegliere?)
Baci, Roby-chan XD

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Capitolo 3
*** Biscotti ***


Prompt: Biscotti
Generi: sentimentale, slice of life
Raiting: verde
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler!




 
-Juvia si annoia, Gray-sama -una voce femminile, a lui ben nota, gli fece alzare gli occhi dal giornale che stava leggendo.
Era seduto sul divano della loro piccola casetta quando la ragazza l'aveva chiamato, e subito a quell’affermazione sbuffò con un’espressione alquanto scocciata. Avevano deciso di prendersi un giorno di pausa dai soliti allenamenti quotidiani e ormai era primo pomeriggio, ma nessuno dei due aveva trovato un buon modo per passare il tempo.
-Perché non sistemi i letti?- chiese lui, con un sopracciglio alzato.
-Gray-sama dovrebbe sapere che Juvia li fa ogni mattina- rispose subito lei.
-Mmm - Gray si guardò intorno in cerca di qualcos'altro che la ragazza potesse fare per non annoiarsi.
-Che ne dici dei piatti?- propose nuovamente lui.
-Juvia li ha appena lavati- ribattè lei, scartando subito la nuova idea del ragazzo.
-Pavimento?- provò ancora.
-Juvia lo ha pulito pochi minuti fa.- affermò la turchina. -Gray-sama non se n'è accorto?- aggiunse poi, tra lo scioccato e l’indignato.
Il mago del ghiaccio a quel punto non seppe più se fosse stato un bene o un male, così si limitò a pronunciare un semplice -Ah -rivolgendo il suo sguardo altrove per l'ennesima volta.
-Il bucato?- chiese ancora lui, speranzoso di aver trovato il passatempo per la ragazza e potersi rimettere a leggere le ultime notizie di Fiore sul giornale.
Uno sbuffo. -Juvia l'ha fatto stamattina- rispose lei, esasperata quanto lui.
Ma c'era qualcosa che quella ragazza non avesse fatto? In un attimo si rese conto che l'idea di prendersi un giorno di riposo non era stata geniale. La verità era che stava iniziando a scocciarsi anche lui. Che la noia fosse contagiosa?
Ripensò ai giorni precedenti, sperando che gli venisse in mente qualcosa, quando improvvisamente si ricordò di una conversazione che poteva fare al caso suo.
-Juvia- richiamò la maga, che se ne stava andando sconsolata chissà dove, facendola voltare.
-L'altro giorno non dicesti che volevi preparare dei biscotti?- chiese, nella speranza di aver trovato la soluzione.
Gli occhi di Juvia si illuminarono di felicità e un sorriso prese spazio sul suo volto. -Gray-sama ha avuto una fantastica idea!- esclamò contenta, battendo le mani. -Ma visto che l'ha proposto Gray-sama, allora Gray-sama aiuterà Juvia con l'impasto- aggiunse poi lei, al settimo cielo.
-Cosa?!- il ragazzo sussultò a quello strano ragionamento. Era lei che voleva cucinare, mica lui!
-No, Juvia, aspett…- ma le sue proteste furono inutili e finì per essere trascinato dalla turchina in cucina. Ma chi gliel'aveva fatto fare di proporre una cosa del genere?
 
Qualche minuto dopo…
-Juvia…- chiamò il ragazzo, in evidente disagio. -Perché sto indossando un grembiule... rosa?- chiese scioccato, abbassando lo sguardo sull’oggetto in questione e ricevendo subito un sorriso della turchina. -Ma soprattutto... perché ne hai due uguali?!- chiese ancora più allibito di vedere un grembiule perfettamente uguale a quello indossato dalla ragazza.
-Juvia è previdente- rispose semplicemente, iniziando a sognare ad occhi aperti, non che fosse difficile, visto e considerato che la maglia già non c’era più.
Gray-sama con un cucchiaino di miele tentava di imboccarla dolcemente...-Apri la bocca...ahhh-
Gray-sama che si avvicinava al suo volto per pulire le labbra sporche di panna con le sue...
Gray-sama con SOLO il grembiule addosso...
-Ehy,  Juvia... Juvia..?- la voce del ragazzo la fece riscuotere da quel sogno ad occhi aperti.
-Eh? Gray-sama? -chiese lei, ancora confusa.
-Perché sei tutta rossa?-le chiese, ottenendo solo mormorii confusi da parte della maga.
Sbuffò esasperato. Meglio non chiederle altro. In fondo, ma mooolto in fondo, sia chiaro, aveva sempre un po’ paura di scoprire le sue strambe fantasie. -Forza, facciamo questi biscotti- propose quindi lui, cercando di risultare più convinto e di non far degenerare la situazione.
-Ah, sì, certo, Gray-sama – si riscosse definitivamente la ragazza, concentrandosi sul da fare e prendendo ciotole, fruste e ingredienti vari.
-Gray-sama può iniziare ad aprire la farina?- chiese lei dopo un po’, intenta a cercare il foglio con la ricetta.
-D'accordo- acconsentì il moro, alzando le spalle. Prese due punti della busta e tirò con forza. Forse troppa.
POUF
-Coff, coff!- la tosse del ragazzo la fece voltare preoccupata.
-Gray-sama, ma cos...-iniziò, per poi interrompersi e portarsi una mano alle labbra, cercando di trattenere le risate. Di fronte a lei c’era un Gray tutto bianco, da far invidia ad un fantasma, e con l'espressione più scocciata che mai.
-Juvia- la richiamò lui con tono irritato, facendo irrigidire subito la ragazza.
-Emm... Juvia è dispiaciuta, Gray-sama.-disse lei a testa bassa. E adesso perché si stava scusando?
-Forse è meglio se Gray-sama si fa una doccia. Juvia aspetterà che Gray-sama finisca- disse lei, ancora dispiaciuta.
Un ultimo sguardo perplesso da parte dell'utilizzatore del ghiaccio, prima di dirigersi verso il bagno e fare come gli era stato consigliato.
 
Una decina di minuti dopo...
-Juvia- la chiamò lui, entrando nel salottino collegato alla cucina, per attirare la sua attenzione. Aveva appena finito di fare la doccia, ma quando la vide si fermò per un attimo.
Juvia se ne stava tranquillamente appoggiata al divano, con il giornale sulle gambe. Si avvicinò per osservarla meglio e... sì, si era proprio addormentata. Aveva in volto un’espressione talmente rilassata e felice, che era un peccato svegliarla. Prese delicatamente il giornale dalle sue gambe, attento a non svegliarla, per poi dirigersi in cucina a sistemare le varie ciotole e i vari ingredienti che avevano preso.
Quando si trovò lì, però notò che metà impasto era già stato fatto. Diede uno sguardo alla ricetta. Sospirò. Mancavano pochi ingredienti ed era un peccato buttare tutto quel lavoro. Si fece forza. In fondo, che ci voleva a finire di preparare dei biscotti?
 
Un’oretta dopo...
-Mmm... Gray-sama? –si svegliò lentamente la ragazza, strofinandosi gli occhi assonnati.
Guardò velocemente l'orologio appeso alla parete, per poi preoccuparsi subito dopo. Oh, no! Si era addormentata e adesso Gray-sama sarebbe stato arrabbiato con lei. Ma perché non l'aveva svegliata?
Si diresse subito in cucina, preoccupata, ma quello che vide la sorprese. Tutto era in ordine: il libro di ricette, i recipienti,  gli ingredienti… Il forno invece era stranamente acceso. Si avvicinò. Però ciò che vide la stupì ancora di più, facendola sorridere poco dopo. Gray si era addormentato per terra, davanti al forno, mentre aspettava che i biscotti si cuocessero. Non aveva però un’espressione arrabbiata sul volto, anzi, sembrava piuttosto rilassato e... felice? Chissà cosa stava sognando.
Spostò lo sguardo di nuovo sul forno. I biscotti sembravano pronti. Li estrasse, facendo attenzione a non scottarsi, ma soprattutto a non finire addosso al suo amato e li appoggiò sul tavolo. Bhè, l'aspetto non era dei peggiori... ne prese uno e lo assaggiò. Sul viso un'espressione tra il disgusto e il divertito.
Erano salati.
Guardò un’ultima volta il ragazzo, prima di iniziare a scuoterlo per svegliarlo.
E fu così che quella giornata così noiosa, si trasformò in una giornata alquanto impegnativa per il povero mago. Quando si svegliò, subito la sua attenzione cadde sui biscotti e, nascondendo la sua grande curiosità, ne prese uno e lo assaggiò, per poi portarsi una mano alla bocca scioccato.
Voltandosi poi verso la turchina, che sorrideva divertita, capì che doveva averli assaggiati anche lei. Diamine, aveva combinato un pasticcio!
E fu così che, a fine serata, Gray fu certo di tre cose. Uno, era negato ai fornelli. Due, Juvia avrebbe fatto sicuramente meglio. Non era semplice come sembrava, cucinare. E tre, con Juvia non c'era assolutamente modo di annoiarsi.


Curiosità: l’idea di questa storia è nata sia perché volevo scrivere qualcosa con il prompt Torta, anche se poi la torta si è trasformata in biscotti XD, sia dal prompt Noia che mi avevano suggerito per l’altra raccolta. Ma poiché si finiva per fare tutt’altro, ho deciso di riscrivere quel prompt e questo è rimasto nel pc.
 


Nda:
Bene, che ve ne pare? Devo dire che quando scrissi questo prompt, mi divertii molto, e penso si sia notato XD
Spero solo che Gray non sia risultato OOC. E voi? Come ve la cavate coi dolci? Siete più Gray o più Juvia? Io penso decisamente Gray XD. È difficile che prepari dei dolci, e anche se almeno le cose di base le so fare, non so mai cosa ne può venir fuori XD
E per concludere in bellezza queste Nda, ecco cosa mi sono ritrovata alla fine della storia quando sono andata a rileggerla: altre riflessioni, che sinceramente mi hanno fatto sorridere, e spero che lo facciano anche a voi:
"Ero tentata di continuare la scena e scrivere di Gray che, per rompere le uova, rompeva completamente anche il guscio e combinava i pasticci, ma alla fine riuscivano a cucinare insieme. Alla fine però, dopo che Gray è andato a lavarsi, mi sono improvvisamente ritrovata Juvia sul divano a dormire e non potevo certo svegliarla u.u.  Ed ecco il risultato. Più che noia questo capitolo avrebbe dovuto chiamarsi pasticcio -.-"
E dopo questa breve parentesi, vi lascio.
Alla settimana prossima, Minna!
Baci, Roby-chan

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Capitolo 4
*** Storia di paura ***


Prompt: Storia di paura
Raitng: verde
Generi: romantico, sentimentale
Ambientazione: imprecisata
Avvertimenti: nessuno
 
-La giovane donna si avvicinò lentamente alla porta, che si aprì da sola con un sinistro scricchiolio... Ella deglutì a vuoto, facendosi forza e avanzando. Si sporse dall'uscio, guardando prima a destra e poi a sinistra...- la voce della ragazza rimbombava nel silenzio del bosco.
-E-e cosa vide, Levy-san?- chiese titubante Juvia, incollata al braccio di Gray.
-Nulla...- rispose la blu con voce bassa e inquietante. Juvia deglutì a vuoto.
-La donna si disse che non c'era niente, che si era solo immaginata tutto, che qualcuno dovesse averle fatto uno scherzo... ma lei era da sola in quel castello. Sola con l'inquietante maggiordomo che l'aveva accolta insieme al marito, che dormiva però in una stanza al piano di sotto... e poi...- continuò Levy, avvicinando il viso al fuoco acceso.
-E poi...- Juvia pendeva dalle sue labbra.
-BAM!- si intromise Gajeel, facendola saltare e stringere più forte al braccio del suo Gray-sama.
-Ouch, Juvia, così mi fermi la circolazione- si lamentò il moro, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, anche lui preso dal racconto di Levy. Doveva ammetterlo, era davvero brava a raccontare storie, come quando erano piccoli e la sera spesso tutti si riunivano in gilda per ascoltarla.
-Juvia si scusa- sussurrò lei, allentando di poco la presa. Davvero poco... così che Gray si lasciò sfuggire un sospiro esasperato.
-Ahem, ahem- cercò attenzione Levy, seduta di fronte a loro. -Grazie Gajeel- pronunciò poi,  lanciandogli un'occhiataccia, irritata per essere stata interrotta.
-Figurati gamberetto, ghihi- ghignò il corvino, seduto sul tronco al suo fianco. Lui, Levy, Juvia e Gray avevano preso una missione quella mattina e si stavano dirigendo verso la loro meta, ma il buio li aveva colti e costretti ad accamparsi per la notte. E cosa c'era di meglio di una storia di fantasmi da raccontare davanti al fuoco scoppiettante?  
Stranamente era stato proprio Gajeel a proporlo a Levy. Che gli piacesse sentire la blu raccontare storie, Gray l'aveva già capito, così come Juvia. Ma sapevano entrambi che Gajeel non l'avrebbe mai ammesso.
-Perchè non finiamo questa dannata storia, così ce ne andiamo a dormire?- propose il moro, con fare disinteressato. Prima finiva e prima si sarebbe scollato Juvia di dosso.
-D'accordo- acconsentì Levy di buon grado, ignorando il soprannome di Gajeel. In fondo anche lei era stanca e non vedeva l'ora di riposare un po' -Ahem, come stavo dicendo...- riprese il racconto - ...la giovane donna si voltò e... Bum! - disse, sbattendo le mani e facendo sussultare la povera maga. -Rumori di catene, una risata malvagia...-
-Ghihi- ghignò Gajeel, per darle supporto.
-Ho detto malvagia, Gajeel- lo rimbeccò, guardandolo di sottecchi.
-Perchè, non lo era?- chiese scettico lui. Non le piaceva la sua interpretazione?
Il mago del ghiaccio roteò gli occhi al cielo. Che si prendessero una stanza!
-Muhahahah- riprese allora Levy, facendogli sentire come dovesse essere per lei una vera risata malvagia -La donna fu trascinata in alto in un urlo di terrore. Il fantasma la tirò a destra e a sinistra, a destra e a sinistra, ridendo cupo- proseguì, mimando con le mani il movimento, in modo da renderlo più reale.
-Il marito arrivò appena in tempo...- pronunciò poi, prendendo una lunga pausa di suspense. -E poi BAM! Il fantasma prese anche lui, trascinando entrambi con sè giù dal castello- disse, rabbuiandosi e restando in silenzio per qualche secondo ad occhi chiusi.
-S-si s-sono salvati, Levy-san? - chiese titubante Juvia, premendosi maggiormente contro il corpo dell'amato.
-No, sono caduti e sono schiattati- si intromise di nuovo Gajeel, spaventando ancora di più Juvia.
-Ehy! - esclamò irritata la blu, portandosi le mani ai fianchi.
-Che c'è? Non doveva finire così? Ghihi- chiese il drago del ferro, divertito per le espressioni della scripter.
-Sì, però dovevo ancora raccontare dei loro corpi sfracellati, e del loro ritrovamento, e...- il volto di tutti e tre iniziò a sbancare. Gajeel aveva chiaramente buttato giù quel finale a caso. Nessuno si sarebbe mai aspettato un finale così cruento dalla dolce scripter.
-Va bene. La storia è finita, andiamo a dormire- Gajeel fu il primo a riprendersi e a parlare,  alzandosi subito dopo e trascinando via Levy come un sacco di patate, prima che potesse continuare con ulteriori macabri dettagli. -Gajeel, lasciami!- scalpitò subito lei sulle sue spalle, cercando di scendere, ma invano. -Juvia, non farti impressionare, i fantasmi non esistono- pronunciò infine il corvino, ignorando gli strepitii della compagna, e già conoscendo l'ingenuità della turchina. Si allontanò poi insieme alla nakama, per accompagnarla alla sua tenda e poi andare a dormire nella propria.
-Certo che i finali di Levy non sono mai scontati- commentò il mago del ghiaccio quando i due si furono allontanati, grattandosi la nuca e intenzionato più che mai ad alzarsi e ad entrare nella propria tenda, ma qualcosa lo bloccò.
-Juvia, lasciami andare- sbuffò seccato. La storia era finita, quindi non aveva più un pretesto per stargli incollata addosso. Ma la turchina rimase in silenzio e immobile, cosa davvero strana.
-Juvia? -la chiamò di nuovo lui, adesso un tantino preoccupato. Juvia non si muoveva dalla sua posizione, rigorosamente ancorata al suo braccio. Non gli rivolgeva nemmeno lo sguardo. Poi un pensiero gli attraversò la mente. Non era che Juvia...
-Juvia, hai paura dei fantasmi?- chiese con un sopracciglio alzato.
La ragazza al suo fianco sobbalzò, abbassando ancora di più il volto per non far vedere la sua espressione all'amato.
Oh, andiamo, lei era una ragazza forte e intelligente, una maga di Fairy Tail. Non poteva davvero credere a certe stupidaggini!
Poi vide lentamente Juvia annuire alla sua domanda. Si grattò la nuca in difficoltà. E adesso?
-Quindi per il momento devo supporre che non hai intenzione di lasciarmi andare?- chiese di nuovo, già sapendo la sua risposta. E infatti la maga scosse la testa in senso di diniego.
L'altro sospirò, mantenendo il suo solito sangue freddo. Doveva pensare ad una soluzione...
Un improvviso fruscio tra gli alberi riscosse entrambi dai loro pensieri. Gray si mise all'erta, nel caso si trattasse di un eventuale nemico, e Juvia chiuse gli occhi, stringendosi al petto del moro, ancora terrorizzata.
Un lieve movimento dei cespugli e... una piccola creaturina marroncina e con due guance gonfie si guardava attorno, annusando l'aria.
Il mago del ghiaccio si rilassò a quella vista. -Ehy, Juvia, guarda. È solo uno scoiattolo- pronunciò lui, continuando ad osservare ogni piccolo movimento dell'animaletto.
Juvia a quelle parole staccò leggermente il viso dal suo petto, per assicurarsi che ciò che avesse detto fosse vero. Stupita, iniziò ad osservare anche lei il piccolo roditore, per poi cercare di avvicinarglisi per accarezzalo. Sembrava che in un attimo avesse dimenticato la sua paura.
Gray guardò l'intera scena, non potendo non farsi scappare un lieve sorriso quando lo scoiattolo si allontanò repentinamente nel bosco, proprio quando Juvia lo stava per toccare, lasciandola lì, da sola, con lo sguardo stupito.
Era ovvio che si sarebbe allontanato, ma Juvia sembrava esserci rimasta davvero un po' male.
-Passata la paura?- chiese d'impulso il moro, convinto che la tensione ormai fosse passata del tutto. Brutta mossa.
La ragazza si irrigidì a quelle parole, iniziando a tremare impercettibilmente.
Il moro sbuffò nuovamente. Ma cosa doveva fare con lei?
Grattandosi la testa e valutando in fretta le varie opzioni e le varie conseguenze, arrivò ad una sola soluzione. Sospirò ancora una volta, avanzando verso la turchina, che se n'era rimasta rannicchiata al suolo. Le poggiò una mano sulla spalla.
-Forza, prendi le tue cose. Stanotte dormi con me- le disse seccato, mentre la turchina si voltava di scatto, completamente stupita.
-Ovviamente ti metti nel tuo sacco a pelo- aggiunse poi, evitando di creare stupidi malintesi.
Nonostante ciò, gli occhi della turchina iniziarono a brillare di felicità.
-Juvia arriva subito- disse, scattando in piedi e facendo sobbalzare il moro, che non si aspettava certo una reazione così entusiasta, anche se avrebbe dovuto immaginarlo.
-Grazie, Gray-sama -sentì poi sussurrare dalla turchina, prima che potesse dirigersi verso la sua tenda a prendere il necessario.
Un lieve rossore non potè che imporporare appena le guance del moro, rendendosi conto di ciò che aveva detto. Si portò istintivamente una mano al volto, sospirando stanco.
Senza aggiungere altro, anche lui si voltò per andare a raccattare i suoi vestiti, sparsi per terra. In fondo ciò che le aveva proposto era solo per calmala ed evitare che passasse una notte in bianco, intralciando la riuscita della loro missione. Non è che "un po' "fosse contento di quella situazione. No, affatto.
 


Curiosità: questo è uno dei capitoli più nuovi. L'ho scritto circa un mese fa. Come mi sia venuta l'idea, non chiedetemelo XD È l'unica storia di cui ricordo poco o niente ^.^" Penso però che l'ispirazione sia venuta leggendo un'altra storia del fandom, anche se non saprei dire quale...

 
 
Nda:
Ed ecco qui il quarto capitolo!
Questa storia non c'entra nulla con Halloween, ma visto che si avvicina il 31, quale capitolo migliore se non questo, tra quelli che ho scritto?
Diciamoci la verità... non ha fatto realmente paura a nessuno, e in più Gajeel si intrometteva sempre ^.^" Alla fine però Levy è riuscita per fortuna a terminare la sua storia… bhè, più o meno XD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto,
a presto, Roby-chan

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Capitolo 5
*** Abitudine ***


Prompt: abitudine
Raiting: giallo
Genere: azione, sentimentale, comico
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler! Missing moment

 
-Juvia, devi concentrarti di più -la richiamò il ragazzo, serio.
-Juvia starà più attenta la prossima volta, Gray-sama -disse lei, un po' dispiaciuta.
Erano giorni ormai che i due si stavano allenando tra quelle montagne, eppure Juvia non sembrava aver fatto ancora alcun miglioramento.
Il moro sospirò. -Juvia, facciamo una pausa- propose, assumendo una posizione rilassata.
-No, Gray-sama- lo fermò però lei. - Juvia può ancora continuare- lo rassicurò, decisa.
Il mago la osservò per qualche secondo, valutando la situazione. Questa volta sembrava davvero determinata.
Scosse la testa, arrendendosi -Come vuoi- la assecondò, assumendo nuovamente la sua posizione di attacco.
-Ice make: lance!- lanciò senza indugi l'incantesimo sulla maga, sprigionando un'aura azzurrina attorno a sè.
-Water shield!- esclamò lei, creando uno scudo d'acqua con tutte le sue forze, ma a quanto pare non si rivelò abbastanza resistente. Alcune lance l'attraversarono, per poi colpirla e farla finire a terra.
-Juvia, tutto bene?- chiese leggermente preoccupato il mago, fermandosi, ma comunque senza abbandonare la sua posizione.
-Sì, tutto bene, Gray-sama- lo rassicurò lei, alzandosi. -Continuiamo- lo incitò ancora una volta, e così i due ripresero il loro allenamento.
Qualche ora più tardi...
Era ormai tardo pomeriggio. Non si erano mai fermati, eppure Juvia ancora non mostrava alcun segno di miglioramento.
-Basta così -sentenziò a un certo punto il moro. Era evidente che non sarebbero andati da nessuna parte in quel modo. Che l'approccio adottato non andasse bene?
Entrambi si rilassarono -Juvia è dispiaciuta, Gray-sama -si scusò la ragazza, triste. A quanto pare non era solo un'impressione del moro. Anche lei se ne era resa conto: Juvia non stava facendo alcun progresso.
Il mago la guardò perplesso. Forse il motivo per cui non migliorava era lui? Come insegnante forse avrebbe dovuto darle qualche consiglio. Ma quale? Il mago del ghiaccio iniziò a ripensare al suo passato, a quando lui era ancora un allievo. Ur avrebbe saputo di certo cosa fare in quella situazione. Così iniziò a ripensare a quei giorni di allenamento con la sua maestra. Doveva pur esserci qualcosa che potesse aiutarla, o meglio, sentiva che c'era...
Continuò ad osservare Juvia pensoso. Sembrava stanca e provata da tutte quelle ore di allenamento. Era sudata, era chiaro. I vestiti erano sì bagnati di acqua, ma certamente anche di sudore. Come poteva riuscire sempre a combattere vestita così?
Un' idea gli attraversò la mente. Ma certo! I vestiti! Ur gli aveva insegnato a sopportare il freddo e gli aveva sempre detto che avere tanti strati di vestiti addosso spesso impediva i movimenti e faceva affaticare l'utilizzatore di magia.
-Juvia, perché non ti spogli?- chiese così lui d'improvviso.
-Eh? - la maga lo guardò scioccata, per poi subito arrossire alla strana richiesta del nakama.
Gray la guardava serio e confuso. Aveva detto qualcosa di strano? Ripensò alla frase appena pronunciata... oh, merd... Anche il moro iniziò ad arrossire. Ma perché diavolo si era espresso in quel modo?!
-Emm... intendevo dire che se ti togliessi qualche strato di vestiti, forse riusciresti ad aumentare la tua forza e la tua velocità -si sbrigò subito ad aggiungere, sperando di riparare al malinteso creatosi.
-Ah...ah!- esclamò la ragazza, ancora paonazza. Davvero l'aveva pensato? Ma come poteva aver immaginato che lui le potesse dire una cosa simile? E in una simile situazione poi?!
-D'-d'accordo. Adesso Juvia ci prova- acconsentì allora la turchina, togliendosi il pesante cappotto e restando con una semplice maglia a mezze maniche. L'aria fresca della sera,  combinata alla sua pelle bollente e sudata, la fece rabbrividire per un istante, facendole sparire gran parte del rossore.
-Bene, adesso riproviamo- propose il moro, ritornando serio. Avrebbero subito verificato se il suggerimento fosse giusto.
E infatti, dopo qualche attacco, la differenza fu evidente. Anche se un po' impacciata a causa della strana sensazione del vento direttamente a contatto con la propria pelle, la precisione di Juvia era migliorata, così come la sua difesa e la sua velocità.
Furono però costretti a fermarsi appena un'ora dopo.
-Il sole sta tramontando- si fermò Gray, volgendo lo sguardo al cielo rossiccio. -Direi che sia meglio tornare- propose poi, ricevendo il muto segno di assenso della maga, ormai esausta.
 
Qualche giorno dopo in missione...
-Ben fatto, Juvia- si congratulò il mago, dando un'ultima occhiata ai nemici sconfitti che giacevano di fronte a lui.
-Adesso dobbiamo solo riportare l'oggetto al cliente e...- Gray si bloccò all'improvviso, guardando la maga alle sue spalle.
La ragazza lo stava osservando sorridente. Aveva qualche leggero graffio sul viso. Nulla di strano, se non fosse stato per il fatto che era senza maglietta! Aveva solo il reggiseno a coprirle il petto e quello non era di certo di grande aiuto per la mente del mago...
-Juvia - la chiamò lui, ancora scioccato, mentre le sue gote si imporporavano di imbarazzo.
La maga lo guardò curiosa - I-i tuoi vestiti -disse appena, per poi portarsi una mano sugli occhi, cercando di non fissarla. Non doveva fissarla, non doveva...
La maga lo osservò confusa, per poi abbassare lo sguardo su sé stessa e arrossire di botto. -Kyaa!- Subito si inginocchiò, avvolgendo le braccia attorno al corpo per coprirsi meglio che poteva.
-J-Juvia... J-Juvia...- Non riusciva a parlare, tanto era l'imbarazzo. Solo un misto di frasi senza senso, scuse e confusione.
Alzò poi appena lo sguardo, rossa come i capelli di Erza, stupendosi però a sua volta nell'osservare il mago che aveva di fronte.
Aveva il volto leggermente arrossato e una mano a coprirgli adesso naso e bocca, mentre lo sguardo era rivolto in tutt'altra direzione. Sì, forse un'altra sbirciata l'aveva data, ma se n'era subito pentito. Ma ciò che aveva stupito la turchina non era la sua espressione.
-Gray-sama... I tuoi vestiti!- esclamò la maga tra il sorpreso e l'imbarazzato. Forse più di quello che avrebbe dovuto.
Il moro si riscosse a quelle parole, per poi abbassare lo sguardo e avere la stessa reazione della nakama. -Dannazione! - esclamò, guardandosi in giro per ritrovare la sua camicia e il suo pantalone. Quando entrambi si furono ricomposti, e rivestiti, poterono davvero dire di aver completato la loro missione. Eppure un pensiero ronzava ancora nella mente del moro, o meglio, una certezza. L'idea di suggerire a Juvia di allenarsi con meno vestiti addosso non era stata affatto buona come gli era sembrata in un primo momento. A quanto pare quella mania era fin troppo contagiosa.
"Speriamo che la prossima volta non si tolga nient'altro..." fu l'ultimo pensiero di Gray, prima di ritrovarsi la mantellina di Juvia sulla testa.
-Juvia!- urlò tra l'esasperato e l'irritato. Grande idea Fullbuster. Grande idea...

 
 
Curiosità:
Penso che sia ovvio del come mi sia venuta questa idea. Chi non si è mai chiesto come Juvia abbia preso questa "piccola e innocua" abitudine? Io ho provato ad immaginarlo, ed ecco il risultato XD
Non è una vera e propria curiosità, ma direi che non c’è molto da aggiungere XD
 

Nda:
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e vi abbia strappato almeno un sorriso. E voi? La pensavate come me, o avete altre ipotesi su questa "misteriosa" mania? Ahaha
Volevo inoltre comunicarvi che, poiché le storie spoiler sono parecchie, cercherò di pubblicare, quelle spoiler e quelle non, in maniera alternata, così che tutti siate liberi di leggere.
Detto questo mi dileguo,
A presto, Roby-chan ^.^

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Capitolo 6
*** Difficile ***


Prompt: difficile
Genere: sentimentale, introspettivo
Raiting: verde
Ambientazione: poco dopo la fine dei Dai Matou Enbu
Avvertimenti: nessuno
 
In vita sua niente gli era mai sembrato semplice, ma in quel momento la parola difficile pareva aver assunto un nuovo significato. Seduto al bancone della gilda, Gray stava riflettendo su ciò che stava per dire a Juvia durante la battaglia contro i draghi, proprio poco prima che il drago lo colpisse. Dove aveva trovato tutto quel coraggio? Era stata la foga della battaglia? Adesso tutta quella sicurezza si era dissolta. Una sensazione strana. Che avesse forse.... paura? Paura di perdere la felicità, come già era successo in passato... con Ur e i suoi genitori. Aveva paura di perderla e perdere quella felicità che, doveva ammetterlo, la vicinanza della turchina gli trasmetteva. Perché era tutto così difficile? Perchè non poteva semplicemente prendersi quella felicità e godersela? Perchè?
-Gray-sama, Juvia ti ama tanto!- esclamò all'improvviso la ragazza che affollava i suoi pensieri, avvicinatasi di soppiatto al moro, o forse semplicemente non l'aveva notata. Ma in ogni caso fu prontamente scansata dal mago che si voltò e d'impulso disse -Io no- consapevole che quell'ennesimo rifiuto non l'avrebbe fatta demordere.
Perché doveva essere così difficile?  Perchè con Juvia era tutto così difficile? Quei modi lo mettevano sempre in difficoltà. O forse era solo lui a complicare le cose? Strinse i pugni mentre si allontanava dal bancone per uscire a schiarirsi le idee.
Perchè il suo cuore non prendeva il sopravvento sulla mente? Perchè doveva soffrire? Perchè dovevano soffrire entrambi? Perchè non riusciva ad essere sincero? Voleva proteggerla, ma questo era il metodo migliore? Tutte domande senza risposta, o meglio, ce n'erano così tante di risposte che non sapeva nemmeno lui cosa pensare.
-Juvia sarà sempre al fianco di Gray-sama! -esclamò la ragazza, rialzatasi dal pavimento e con sguardo determinato.
Un leggero sorriso sorse sul volto del moro, girato di spalle. -Sì, lo so- mormorò, consapevole di quella verità.
-Juvia non ti abbandonerà mai. Ti aspetterà per sempre- aggiunse lei, sempre più convinta.
Sì, lo sapeva. Lo ripeteva sempre. L'avrebbe aspettato in eterno. Quindi perché non rivelare subito i propri sentimenti e farla finita con quella stronzata di messinscena che si ostinava a mantenere?
-Juvia ti ama, Gray-sama! -esclamò per l'ultima vota la ragazza, con il suo inconfondibile sorriso e come sempre non intimidita dal suo ennesimo rifiuto. Allora che senso aveva mentire? Tanto glielo avrebbe ripetuto lo stesso, ogni giorno.
-Sì, lo so - sussurrò impercettibilmente, chiudendo per un attimo gli occhi.
-Eh? Juvia non ha sentito, Gray-sama- chiese lei, stupita.
-Ho detto che sei fastidiosa- disse con voce più alta, per poi dirigersi fuori dalla gilda.
Non era pronto. Troppa paura. Troppi i muri che si era costruito attorno, ma era certo che, un giorno, forse non troppo lontano, Juvia con la sua insistenza e la sua testardaggine li avrebbe abbattuti. Per quanto difficile, quel giorno sarebbe arrivato sicuramente, e allora avrebbe afferrato finalmente la sua felicità.


 
Curiosità: l’idea di questo prompt mi è venuta perchè una volta scrissi qualcosa col prompt “semplice”, quindi come opposto, scelsi “difficile”. Sì, lo so che non ha poi tanto senso, ma vabbè. A quanto ricordi, la scrissi a dicembre dell' anno scorso, quando avevo iniziato solo da pochi mesi a pubblicare. Devo dire che quando l’ho riletta ieri, mi sono sorpresa io stessa, perché ero convinta di doverla riscrivere quasi daccapo, ma mi sono ricreduta. Sostanzialmente non l’ho modificata molto, e spero l’abbiate apprezzata.
 



Nda:
confesso che mi sono sempre chiesta cosa volesse dire Gray a Juvia durante la battaglia contro i draghi, e penso di non essere l’unica XD.
Con il tempo però sono giunta alla conclusione che le parole di Gray sarebbero state che lui non poteva ancora darle una risposta sicura ai suoi sentimenti, perché confuso.
Ad ogni modo per come stanno andando adesso le cose tra loro due nel manga, non ci possiamo lamentare ;)
Spero che Gray non vi sia risultato troppo OOC.
Alla prossima, Roby-chan ^.^

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Capitolo 7
*** Ricordi del passato ***


Prompt: Ricordi del passato
Generi: romantico, sentimentale, malinconico
Raiting: verde
Ambientazione: saga di Alvarez, capitolo 484
Avvertimenti: Spoiler! Missing moment
 
 
-Ehy, Juvia- la voce profonda di Gray fece voltare sorpresa la turchina, che stava finendo di sistemare le poche cose che le sarebbero potute servire la mattina successiva prima di ritornare alla gilda.
-Possiamo parlare?- chiese il moro, lanciando poi un'occhiata attorno, dove si affollavano feriti e membri di varie gilde. Era chiaro che intendesse in privato.
-Certo, Gray-sama - acconsentì così la turchina, seguendolo, seppur leggermente perplessa. Di cosa voleva parlarle Gray-sama?
Erano riusciti finalmente a liberare Hargeon dopo un duro pomeriggio di scontri e avevano deciso che, dopo una bella nottata di riposo, sarebbero ripartiti insieme a coloro che potevano ancora combattere, per ritornare a Magnolia e avere un quadro completo della situazione.
-Mi dispiace - pronunciò d'improvviso il mago, dandole le spalle, una volta che si furono allontanati abbastanza dall'accampamento.
Juvia lo guardò confusa. -Che cosa intende Gray-sama? -chiese.
-So che hai affrontato di nuovo Keith - si spiegò meglio il moro, voltandosi finalmente a fissarla negli occhi.
Il cuore di Juvia sussultò a quelle parole e un dolore nel petto le fece portare inconsapevolmente una mano lì, dove batteva. Strinse un pugno e si morse appena il labbro inferiore.
Quando si era riunita con gli altri, al termine degli scontri, aveva provato a non pensarci troppo, a nascondere la ferita che si era riaperta nel suo cuore, e pensava di esserci riuscita.
Affrontarlo di nuovo era stato difficile per lei, perché ad ogni colpo le veniva in mente quella battaglia. Quella in cui aveva dovuto fare una scelta. Quella scelta. E anche se il padre di Gray era d'accordo, anche se Gray-sama l'aveva perdonata... quel ricordo le faceva ancora male nel petto, perché era lei a non essersi perdonata.
Più volte dopo lo scontro aveva ripensato a varie possibili strategie, a un modo per poter evitare tutto ciò. Non era mai riuscita a trovarlo. Lo scontro si sarebbe comunque concluso in quel modo, e anche se lo sapeva perfettamente, lei ancora faticava a perdonarsi.
Tanti erano stati gli incubi nelle settimane successive, quando si erano ritrovati in quel piccolo villaggio. Gli allenamenti le tenevano occupata la mente di giorno, ma la notte... quei pensieri tornavano prepotentemente ad affollare la sua mente ed erano state tante le volte in cui si era svegliata nel cuore della notte, sudata e tremante. Terrorizzata ancora di perdere Gray da un momento all'altro. Era anche capitato che Gray si svegliasse a causa delle urla della maga, preoccupandosi sempre per lei e chiedendole cosa avesse sognato.
Lei non gli aveva mai rivelato i contenuti dei suoi sogni, per non apparire debole ai suoi occhi. Ma in cuor suo sapeva che Gray non era stupido, e probabilmente sapeva benissimo ciò che la tormentava.
-Mi dispiace di non essere potuto stare al tuo fianco- riprese amaramente il moro, riportando l'attenzione della maga su di lui.
-Gray-sama non poteva farci niente- pronunciò lei, abbassando gli occhi e congiungendo le mani -Gray-sama stava affrontando la sua maestra Ur- sussurrò, timorosa di revocargli brutti ricordi, mentre Gray rimaneva sorpreso da quanto sapesse la ragazza -Lyon-san ha detto a Juvia che Gray-sama è stato davvero forte e determinato- continuò lei, sorridendo appena. Lui in quell'arco di tempo durato quasi un anno era migliorato davvero tanto. E non solo in quanto a forza fisica. E lei invece? Che faceva lei? Si faceva ancora intimorire dai ricordi. Era patetica.
-Questo non giustifica il fatto che ti abbia lasciato sola ad affrontarlo- replicò il mago, osservando ogni suo minimo cambio di espressione.
-C'era Meldy con me. È andato tutto bene- lo rassicurò ancora lei, mostrandogli un falso sorriso.
-Non è questo il problema Juvia, e lo sai anche tu- affermò duro il moro, fissandola negli occhi. Era inutile negare la verità. Lui lo sapeva. L'aveva capito già prima che quella conversazione avesse inizio. Il falso sorriso di Juvia si spense.
Gray era consapevole della forza di Juvia. Conosceva la sua determinazione e la sua voglia di vivere, ma ognuno ha i propri demoni interiori. Lui era finalmente riuscito a sconfiggerli proprio grazie a lei e a suo padre, ma quelli di Juvia erano ancora lì. Prepotenti a minacciare il suo cuore e la sua felicità. E così come lei era riuscita a sconfiggere i suoi, anche lui voleva fare altrettanto.
-Ne abbiamo parlato poco, ma tu sai che non è stata colpa tua- pronunciò il mago, serio -Anzi, ciò che hai fatto era la soluzione migliore- proseguì, dicendole le stesse cose che lei stessa si era ripetuta più volte, ma che ancora faticava a credere.
A quelle parole, a quei ricordi, a quelle emozioni, Juvia non ce la fece più e calde lacrime iniziarono a solcare dolcemente il suo volto, illuminato solo dalla luna e dalle luci dell'accampamento in lontananza. Si portò una mano sulla bocca, a cercare di trattenere i singhiozzi, poi qualcosa di caldo l'avvolse. Inizialmente rimase stupita, ma poi capì. Capì ciò che stava succedendo. "Sfogati con me, conta su di me" ecco cosa stava cercando di dirle Gray-sama, abbracciandola.
Lui aveva capito la sua fragilità in quel momento da un semplice sguardo e adesso le stava offrendo aiuto, come lei aveva fatto con lui sulla tomba del padre.
Lei e Gray rimasero così ancora per molti minuti, fin quando le lacrime di Juvia non si furono arrestate.
Aveva promesso a sè stesso che non l'avrebbe più lasciata andare, che non l'avrebbe più fatta soffrire, ed ecco invece che succedeva per la seconda volta. Prima con Avatar e adesso con questo, anche se indirettamente. Ma di una cosa era adesso sicuro. Anche se le circostanze non gli avrebbero permesso di starle sempre accanto, lui ci sarebbe sempre stato per lei. Poteva liberamente sfogarsi con lui ed essere sè stessa, e sapeva che per lui sarebbe stato lo stesso.
Questo era l'unico modo per starle accanto, o almeno, per il momento.


 
Curiosità: questa storia l’ho scritta qualche settimana dopo l’uscita del capitolo in questione. Era da un po’ che non si erano fatti vedere momenti Gruvia, così ci ho pensato un po’… ed ecco ciò che ho scritto. P.s. e come al solito non sapevo che titolo dare XD

 
Nda:
sinceramente penso che sia molto plausibile come scena, quindi mi dico soddisfatta. Mi spiace solo di non averla pubblicata prima, ma come si dice: meglio tardi che mai, no?
Spero che vi sia piaciuta,
alla prossima, Roby-chan

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Capitolo 8
*** Confessione ***


Prompt: Confessione
Genere: romantico, sentimentale, slice of life
Raiting: giallo
Ambientazione: Dai Matou Enbu
Avvertimenti: what if? , OOC
 
 
Era il quarto giorno dei Dai Matou Enbu. Fairy Tail aveva riportato nuove vittorie e stava festeggiando come le altre sere in una piccola taverna.
Era ormai notte tarda. Quasi tutti erano ritornati ai propri alloggi, completamente ubriachi, stanchi o sorretti da qualcuno.
In quella taverna erano rimasti davvero in pochi, e tra di loro solo una persona non era sbronza, o meglio, solo una ragazza dai lunghi capelli turchini. Stava aspettando il suo adorato Gray-sama, che non era ancora crollato, nonostante l'enorme quantità di alcol ingerito. Aveva già provato diverse volte a farlo ragionare, avvertendolo di tornare a casa prima che non ne fosse stato più capace, ma invano.
Un sospiro rassegnato. Sapeva di non poterlo lasciare lì in quello stato, e così alla fine aveva deciso di aspettarlo per riaccompagnarlo all'alloggio. Chissà però quando sarebbe crollato...
Una figura si avvicinò silenziosamente alle spalle della maga, destandola dai suoi pensieri -Ehy,  bellezza, come mai tutta sola?-chiese l'uomo, avvicinando il suo volto a quello della ragazza, che rimase per un attimo spiazzata da quella domanda.
-Eh? - aggiunse lui con un sopracciglio alzato e i volti sempre più vicini.
-Bacchus-san, puzzi di alcol- disse la turchina, portandosi una mano e coprire il naso e voltandosi dall'altra parte -Potresti allontanarti da Juvia per favore? - chiese poi, cercando di non pensare a quell'odore pungente che le stava inondando le narici.
Fu un attimo e un pugno arrivò diritto sul volto del falco ubriaco, che indietreggiò di qualche passo, liberando la ragazza. Nonostante ciò però il mago di Quadro Cerberus non reagì, anzi, sembrò assumere un'espressione piuttosto seria.
La maga si voltò stupita per capire chi fosse stato l'autore di quel gesto così improvviso. Gray era in piedi di fronte ai due. Le guance arrossate e gli occhi annebbiati dall'alcol.
Lo sguardo che stava rivolgendo all'altro però era tutt'altro che rassicurante.
-Lei è mia- sussurrò con voce roca, e a dimostrazione di ciò afferrò da dietro la testa della maga, portando le loro labbra vicine. Un bacio.
Le labbra premute forte contro le sue. Un ghigno soddisfatto si stampò sul suo viso dopo essersi staccato da Juvia, che intanto era rimasta ferma con gli occhi sgranati per ciò che era appena successo.
Un secondo dopo si ritrovò Gray con il viso affondato nel suo petto, profondamente addormentato. Lo afferrò per le spalle appena in tempo per non farlo scivolare a terra, ancora scioccata per l'accaduto.
-Eheh- la voce di Bacchus la risvegliò dalla sua confusione -A quanto pare sei già occupata - pronunciò con un sorrisetto malizioso -Bhè, poco male.- scosse le spalle -Ma se ti andasse di fare un giretto, io sono sempre disponibile, bellezza.- aggiunse ammiccando, per poi voltarsi e uscire dal locale.
Juvia rimase lì ferma ad osservarlo andare via, ancora scioccata per quanto appena successo.
-Wild.... Four!- esclamò l'uomo alzando il braccio prima di uscire definitivamente dal locale.
Ci vollero dieci minuti buoni per riprendersi completamente e attenuare quell'eccessivo rossore che si era impossessato delle sue guance, non tanto per le parole di Bacchus, non gli importava nulla di lui, ma per ciò che aveva fatto e detto Gray-sama!
La ragazza si prese ancora qualche minuto, valutando il da farsi. Provò a svegliare il mago del ghiaccio ancora tra le sue braccia, ma invano. L'unica cosa che le rimase da fare fu quella di trascinare da sola il moro fino al suo alloggio.
....

Era stato davvero faticoso portarlo fin lì con le sue sole forze, e in più era stata una giornata davvero lunga al festival. Era esausta. Appoggiò il corpo ancora addormentato del ragazzo sul letto e si distese al suo fianco. Avrebbe fatto una pausa e poi sarebbe ritornata anche lei al suo alloggio.
....

La mattina arrivò presto, permettendo al sole di entrare dalla finestra e illuminare il suo volto.
Il mago si portò un braccio sugli occhi, provando ad eliminare quel fastidio. Quel maledettissimo sole! Già ad infastidire di prima mattina! Aprì leggermente gli occhi, guardandosi attorno. Era la sua stanza... ma come ci era finito lì?  Vagò ancora con lo sguardo attorno a sè, per poi rendersi conto di chi c'era al suo fianco. Si alzò subito di scatto, per poi sentire un atroce dolore alla testa. Si portò una mano su di essa, iniziando a lamentarsi silenziosamente.
In un attimo gli tornarono alla mente i ricordi della sera prima. Si era ubriacato insieme agli altri, poi Baccus si era avvicinato a Juvia e... oh cazzo! Che cosa aveva combinato!?
Dopo quel bacio chissà quale stramba storia ci avrebbe ricamato su la ragazza. Al solo pensiero un brivido gli percorse la schiena. Ma dopo cos'era successo? Non ricordava niente.
Oh, no, e se... Si voltò allarmato nella direzione della ragazza. Un sospiro di sollievo. Aveva ancora i pesanti abiti del giorno prima addosso. Non era successo nulla. Si ridistese sul letto, ora più calmo.
Si fermò ad osservarla per qualche secondo. Era appena raggomitolata al suo fianco, rivolta nella sua direzione. Aveva i capelli scompigliati sparsi sul lenzuolo. Probabilmente si era agitata nel sonno, ma adesso stava dormendo tranquilla. Gli occhi chiusi erano incorniciati da ciglia lunghissime. Le guance erano leggermente arrossate, probabilmente per il caldo che faceva in quella stanza. La bocca lievemente dischiusa. Le sue labbra sembravano così morbide e invitanti... le aveva toccate la sera prima.
Il mago a quei pensieri distolse lo sguardo, ma non riuscì a resistere. Si girò di nuovo ad osservare quel suo viso così dolce e perfetto, come quello di una bambina. Avvicinò la mano per scostare una ciocca di capelli turchini che vi era finita su.
A quel contatto con la sua mano fredda la ragazza iniziò ad aprire gli occhi. Li sbattè un paio di volte per mettere a fuoco ciò che la circondava.
-Gray-sama...- sussurrò, ancora mezza addormentata.
-Scusa, non volevo svegliarti- le disse lui dopo aver ritirato la mano con uno scatto felino.
-...Gray-sama!?- esclamò all'improvviso la ragazza, alzandosi subito a sedere sul letto. La mente ritornò lucida in pochi istanti, ricordando ciò che era successo la sera prima.
-E-ecco... J-Juvia... Juvia aveva accompagnato Gray-sama al suo alloggio... voleva andarsene, davvero... ma Juvia deve essersi addormentata. - spiegò molto agitata la ragazza. Il volto completamente rosso di imbarazzo.
Il ragazzo era rimasto in silenzio ad osservarla per tutto il tempo con sguardo impassibile. Pensò che fosse davvero adorabile quando arrossiva così.
-J-Juvia se ne va subito Gray-sama.- aggiunse la maga con l'intenzione di andarsene il più in fretta possibile. -Juvia si scusa ancora, Gray-sama.- continuò lei, ma la mano del mago, che intanto si era messo a sedere, la fermò, facendola risedere.
La turchina rimase sorpresa da quel contatto che non si aspettava.
D'altro canto il mago non sapeva il perché lo avesse fatto. Chissà adesso quali fantasie sarebbero sorte nella mente della ragazza. Era meglio mettere in chiaro le cose subito, prima di creare dei malintesi.
-Ecco, per quello che è successo ieri sera...- iniziò lui, distogliendolo lo sguardo e grattandosi la nuca. Non sapeva davvero da dove iniziare.
-Gray-sama non si deve preoccupare. Juvia sa che quello che è successo ieri è stata tutta colpa dell'alcol.- disse la ragazza con una punta di tristezza. Doveva contenere le sue fantasie almeno questa volta e affrontare la dura realtà. -Juvia sa che se al posto suo ci fosse stata un'altra ragazza della gilda, Gray-sama avrebbe fatto la stessa cosa.- continuò con tono leggermente amaro e sguardo basso. Già, probabilmente avrebbe baciato la prima che gli fosse capitata a tiro.
Il mago rimase di sasso. Non sapeva che dire. Avrebbe baciato qualcun'altra? Lo avrebbe davvero fatto? No, non lo avrebbe fatto. Le parole di Erza gli tornarono alla mente e capì. Aveva finalmente capito quali erano i sentimenti che provava nei confronti della maga dell'acqua. Ora lo sapeva. Adesso sapeva cosa doveva dirle.
-Juvia- la chiamò lui, facendole alzare lo sguardo. Gli occhi incatenati ai suoi. - Non avrei baciato nessun altra. Ti avrei protetta comunque.-
-Cosa...?- disse la maga, confusa da quelle parole.
-Quando... insomma...è successo...- continuò lui, leggermente impacciato-...ecco... ci stavo pensando già da un po', ma adesso ho capito- disse con sguardo serio.
La ragazza lo stava ancora osservando confusa.
-I sentimenti che provo quando sono con te sono diversi da quelli che provo stando con le altre...- si fermò un secondo per osservare la sua reazione. Era rimasta immobile, cercando di elaborare ciò che le stesse dicendo.
Il mago si avvicinò piano al suo volto. Non fece resistenze. Una mano fredda sulla sua guancia calda e morbida. Gli occhi socchiusi. Un leggero tocco. Un casto bacio sulle labbra.
I due si staccarono guardandosi negli occhi e arrossendo subito dopo, rendendosi conto della situazione.
-Bhè... ecco...- disse il mago, non sapendo come continuare.- ...insomma...- Non pensava sarebbe stato così difficile da dire.
-Juvia ti ama anche lei, Gray-sama- pronunciò lei contenta, avvicinandoglisi nuovamente per ripetere quel dolce contatto, che questa volta fu passionale.
A malincuore si staccarono e l'imbarazzo l'avvolse nuovamente.- Emm...Gray-sama...- lo chiamò lei, torturandosi il vestito. Lui la guardò curioso.  - È tardi... forse dovremmo andare dagli altri...- sussurrò con una punta di dispiacere.
-Non ti preoccupare- le disse il moro, prendendole la mano.- Oggi il torneo è sospeso e poi, dopo la sbronza di ieri, dubito che ci sia qualcuno sveglio a quest'ora.- la rassicurò.
-Abbiamo tutto il tempo che vogliamo...- aggiunse vicino al suo orecchio con vice maliziosa, bassa e roca, provocandole un brivido di piacere. La turchina arrossì nuovamente, lasciandosi però cullare da quei dolci baci che le stava regalando il suo nuovo fidanzato, e che, di certo, non sarebbero stati affatto pochi...




 
Curiosità: allora, questa è stata una delle prime storie scritte, ovviamente revisionata, per cui ero ancora in quella fase "Gray si deve dichiarare a Juvia! Devono stare insieme!" Ora non è che non pensi questo, ma, conoscendo più a fondo loro e quello che poi hanno dovuto affrontare, ci vado con più calma. Come avrete notato dall'ambientazione, ancora non avevo letto il manga e mi ero fermata all'anime, quindi alla prima parte dei Dai Matou Enbu.


Nda:
Mi spiace che Gray sia inevitabilmente OOC, ma penso che capiate i miei scleri di allora, non che adesso siano diminuiti, anzi. Appena li vedo anche solo nella stessa vignetta sclero come non mai XD
Spero che nonostante tutto vi sia piaciuta. Penso che tra quelle che ho scritto questa sia quella in cui Gray appare più OOC, quindi possiamo tirare un sospiro di sollievo XD
Alla settimana prossima, Roby-chan ^.^

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Capitolo 9
*** Vasca da bagno ***


Prompt: vasca da bagno
Generi: romantico, sentimentale, slice of life
Raiting: giallo
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler!
 
 
-Gray-sama?- chiamò una voce a lui ben nota.
-Uff... che c'è Juvia?- chiese seccato il mago del ghiaccio. Era sdraiato sul divano di quella piccola abitazione che era diventata la loro casa da qualche mese ormai. Il villaggio era tranquillo... fin troppo anche per i suoi gusti. E la noia non mancava mai.
-Gray-sama, Juvia ha un problema. Potresti venire?- chiese la ragazza dall'altra stanza.
Dopo averlo assillato tutta la mattina non era ancora soddisfatta? E adesso che voleva?
Si alzò lentamente dal divano su cui era sdraiato, per dirigersi nella stanza accanto. Si guardò intorno. Juvia non c'era nè in cucina, nè in camera da letto. Allora dove...?
-Gray-sama? - chiamò nuovamente la turchina.
Adesso aveva capito da dove veniva la sua voce. Con la sua solita espressione si avvicinò a quella che era la porta del bagno.
-Juvia, che è successo?- chiese in tono seccato, per poi rimanere a bocca aperta a quella vista.
Juvia era sulla soglia con i capelli sciolti, il viso leggermente arrossato, e solo un asciugamano bianco a coprirle il corpo, lasciando intravedere parte del tatuaggio di Fairy Tail.
-Emm... Gray-sama? -lo chiamò di nuovo lei, leggermente imbarazzata dallo sguardo del ragazzo su di sé.
Riscosso da quella vista, il mago distolse lo sguardo con un lieve rossore sulle guance.
-Allora, cosa volevi dirmi?- chiese di nuovo, cercando di ritrovare il suo autocontrollo.
-La vasca da bagno non funziona più - disse la ragazza con tono dispiaciuto, come se fosse stata colpa sua.
Gray annuì col capo, in segno di aver compreso la situazione, per poi avvicinarsi alla compagna, che si spostò leggermente di lato, per dargli la possibilità di avvicinarsi alla vasca.
Passarono solo pochi minuti che, senza dire altro, il mago uscì dalla stanza per poi ritornare poco dopo con la cassetta degli attrezzi.
Si inginocchiò, per poi estrarre una chiave inglese, tutto sotto lo sguardo attento e curioso della turchina.
-Allora, Gray-sama, cosa è successo? -chiese la ragazza, avvicinandosi al ragazzo.
Gray si girò a quelle parole, per poterle parlare direttamente in faccia, ma il suo volto si fece completamente rosso. Si era avvicinata, sì, ma troppo!
Si era leggermente piegata in avanti, in modo tale da poter guardare meglio, ma probabilmente non aveva tenuto conto di ciò che stava indossando. Il corto asciugamano e la posizione, lasciavano poco spazio alla fantasia del ragazzo, che si ritrovò vicinissimo al suo petto, appena coperto.
-Gray-sama? - cercò di attirare la sua attenzione la maga.
-Eh? - si riscosse appena, portando il suo sguardo sul volto di lei. Ma come poteva fare un'espressione tanto ingenua e non accorgersi della posizione in cui si trovavano?!
Girò subito la testa, tornando a concentrarsi sulla vasca, rosso più che mai.
-Si è allentato un bullone- riuscì appena a pronunciare, ancora perso nei suoi pensieri e combattendo con tutto sè stesso per non voltarsi.
-Emm... Gray-sama? -chiamò ancora una volta lei con tono perplesso.
Uff, e adesso che voleva? Perchè non si spostava? Non si rendeva conto che lo stava facendo impazzire?
-Juvia pensa che Gray-sama stia stringendo tropp...- ma nemmeno il tempo di finire la frase che il bullone saltò via, facendo schizzare acqua dappertutto.
-Merda!- esclamò il ragazzo, portandosi un braccio sul viso, per proteggersi dagli spruzzi intermittenti di acqua. Si era distratto ed ecco il risultato. Dannazione!
-Kyaa!- urlò la ragazza sorpresa, finendo per perdere l'equilibrio e cadere proprio addosso al mago all'interno della vasca.
-Juvia!- la richiamò lui seccato e di nuovo completamente rosso.
Il volto di lei a pochi centimetri dal suo e il corpo perfetto completamente appiccicato al suo. Poteva sentire tutte le forme della ragazza premere contro il suo petto nudo, come al solito.
-Spostati!- esclamò, cercando di levarsela di dosso, ma con pochi risultati. Ma come poteva essere così imbranata? Ma soprattutto, come poteva non rendersi conto della situazione?!
-Juvia è così dispiaciuta, Gray-sama - pronunciò lei, alzando leggermente la testa, così che potesse vederlo in viso.
-Perché Gray-sama è tutto rosso?- chiese subito dopo con tono innocente.
-Juvia!- esclamò per l'ultima volta esasperato.
Ma come poteva essere così... così... così.... ahh! Non lo sapeva neanche lui!
-Ahh, forse Gray-sama vuole dichiararsi a Juvia?- continuò con tono sognante.
-Cos... e questa da dove ti è uscita?!- esclamò sempre più rosso. Quella ragazza l'avrebbe fatto davvero impazzire uno di quei giorni.
E fu così che Gray, a fine giornata, potè essere certo di una cosa: con Juvia era davvero impossibile annoiarsi.
 


Curiosità: inizialmente anche questo doveva essere il prompt noia, solo che non mi sembrava adatto allo scopo. In più già da qualche tempo avevo pensato a una scena del genere da ambientare con il prompt doccia, quindi ne ho approfittato, e, per questioni di spazio, la doccia è diventata vasca da bagno XD


Nda:
Spero sinceramente che vi sia piaciuta questa storia, perché io mi sono divertita davvero tanto a scriverla XD
Adoro mettere in imbarazzo Gray, hihi.
Ci vediamo la settimana prossima,
Roby-chan  ^.^
 

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Capitolo 10
*** G x J ***


Prompt: G x J
Genere: romantico, sentimentale, slice of life
Raiting: verde
Ambientazione: imprecisata
Avvertimenti: nessuno

 
Era una mattina come tutte le altre per il mago del ghiaccio, o almeno fino al momento in cui aveva incontrato per caso Juvia per strada. Entrambi erano diretti alla gilda, così avevano deciso di proseguire insieme... o meglio, la turchina gli si era appiccicata ad un braccio e non lo aveva più lasciato, costringendolo a fare la stessa strada.
Il moro sospirò per l'ennesima volta guardando l'espressione felice della maga al proprio fianco. Sperava che almeno una volta in gilda se la sarebbe scrollata di dosso.
Arrivati sulla soglia dell'imponente costruzione, si accorsero subito che c'era più confusione del solito. Entrarono entrambi curiosi, subito ritrovandosi davanti l'intera gilda posizionata attorno ad un paio di tavoli, al cui centro c'era la bella barista di Fairy Tail.
-Che sta succedendo, Mira-san? - chiese la turchina, una volta avvicinatasi alla folla insieme all'amato, che invece se ne stava impassibile ad osservare alcuni compagni che si davano pacche sulla spalla in segno di consolazione, oppure con sguardi maliziosi.
-Oh, Juvia, ohayo!- salutò l'albina sorridente. -È un nuovo gioco- iniziò poi a spiegare -Una sorta di leggenda dei paesi occidentali - continuò, attirando l'attenzione dei due.
-Si prende una lattina di Coca Cola e la si apre- proseguì, mimandolo gesto -Poi si prende la linguetta e la si fa muovere avanti e indietro finché non si stacca. Ad ogni movimento si deve pronunciare una lettera dell'alfabeto- disse la maga, mentre i due la guardavano confusi, non capendo il senso di ciò -Si dice che la lettera che esca sia l'iniziale dell'amato- concluse poi, alzando un dito davanti ai loro volti e facendo l'occhiolino.
-L'iniziale dell'amato...- pronunciò la turchina con gli occhi sognanti, mente il moro rabbrividiva.
-Vuoi provare Juvia?- le chiese allegramente la diavolessa, porgendole una lattina. La maga l'afferrò sorridente, per poi fermarsi a fissarla titubante.
-Che succede Juvia?- le chiese così la barista, notando il suo sguardo.
-E se la lettera di Juvia non fosse quella che spera lei?- chiese supplichevole la turchina.
-Suvvia Juvia, vedrai che andrà tutto bene- le sorrise subito rassicurante l'altra.
Il moro, d'altro canto, roteò gli occhi. Era solo uno stupido gioco. Che importava di che lettera uscisse? E così pensando, fece qualche passo indietro, ormai libero della presa stritolante di Juvia, che stava reggendo ancora titubante la lattina.
Quello era il momento migliore per svignarsela.
Peccato che qualcuno notò il suo tentativo di fuga, fermandolo. -Che ne dici, Gray? perché non provi anche tu?- chiese la bella diavolessa, afferrandolo per il braccio.
-No, ecco... veramente io...- iniziò a farfugliare impaurito, mentre l'aura attorno alla maga cambiava e la presa si faceva sempre più forte.
-Che c'è, ghiacciolo, hai paura?- si intromise a quel punto Natsu, che stava all'altro capo del tavolo insieme a Lucy e Happy.
-Cosa hai detto bastardo? - chiese irritato il moro, facendo un passo in avanti, mentre Mira lo lasciava.
-Ho detto che te la fai sotto- ribattè l'altro ghignando.
-Prova a ripeterlo se hai il coraggio!- esclamò allora il mago del ghiaccio, alzando un pugno, già pronto alla rissa.
-Bhè, allora basterà che anche Gray faccia il gioco per risolvere la questione- si intromise Erza prima che Mira potesse dire altro. Semplicemente non voleva che la sua torta venisse distrutta come al solito.
-D'accordo- acconsentì deciso il moro, lanciando un'occhiata di ghiaccio al mago del fuoco.
-Natsu, potresti andare a prendere tu la lattina per Gray?- domandò l'albina al rosato, sperando che allontanandolo non avrebbe rovinato i suoi piani.
Il drago acconsentì, sbuffando, per poi dirigersi verso il bancone.
Il moro grugnì il suo disappunto, per poi posare di nuovo lo sguardo sulla maga dell'acqua di fronte a sè. Juvia aveva preso a tremare impercettibilmente. Il mago iniziò così a preoccuparsi, ma non disse nulla.
Improvvisamente Juvia chinò leggermente il capo... e saltò sul posto. -Yeee!- esclamò al settimo cielo, saltellando ancora un paio di volte. -È uscita la G! È uscita la G!- aggiunse poi. -Gray-sama!!!- e inevitabilmente si buttò addosso al mago del ghiaccio, che, sorpreso, per poco non cadeva all'indietro.
Gray le stava già per dire di liberarlo, quando inaspettatamente la maga si staccò. -Adesso tocca a Gray-sama- disse allegra lei.
Il moro sbuffò, distogliendo lo sguardo leggermente imbarazzato dalla dolce espressione della ragazza.
-Ecco la lattina, Mira- giunse a quel punto Natsu, passando il suddetto oggetto all'albina, che a sua volta lo consegnò al mago, raggiante.
Gray lo afferrò, ancora titubante per quella bizzarra situazione. Fissò intensamente prima la lattina e poi la maga dell'acqua, poi di nuovo la lattina, non notando il sogghigno del rosato.
Prese la linguetta e tirò per aprirla.
Pffff
La Coca Cola schizzò fuori dalla lattina, finendo tutta addosso al mago del ghiaccio, che fortunatamente non aveva la camicia addosso.
-Natsu!- urlò il moro irato, lanciandogli un occhiataccia, mentre l'altro rideva a crepapelle.
Anche Mira lo guardò male, certa che ormai Gray non avrebbe più partecipato a quel gioco. Rimase però piacevolmente sorpresa dall'intervento della turchina.
-Juvia vuole sapere che lettera uscirà a Gray-sama- disse con occhi carichi di aspettativa, tanto che il mago la guardò quasi spaventato. Decise così di lasciar perdere, almeno per il momento, la vendetta su Natsu.
Sospirò, prendendo la fatidica linguetta. La spostò prima da un lato e poi dall'altro, sotto l'attenzione sia della turchina che dell'albina.
A, B, C, D....
A, B, C, D.... J 
Track
La linguetta si staccò sotto lo sguardo allibito del moro e della maga dell'acqua.
-Sì!- sussurrò soddisfatta Mira, cercando si riprendere poco dopo il contegno, sotto gli sguardi ancora scioccati dei due.
-È uscita...- iniziò Juvia, guardando il mago del ghiaccio.
-...la lettera J- concluse il moro, più allibito di lei.
-La J è solo la lettera di Juvia- si intromise Mira, dicendo l'ovvio, che però ancora non sembrava essere entrato nella mente dei due.
A quel punto Gray guardò spaventato la turchina, che adesso aveva gli occhi a cuoricino.
-Gray-sama!- esclamò lei felice, prima di saltargli addosso e allacciargli le braccia al collo. Inevitabilmente i due caddero al suolo.
-Juvia!- si lamentò lui con la ragazza partita per le sue fantasie tra le braccia.
Ma insomma, era uno stupido gioco! Perché prendeva tutto così seriamente?!
Non l'avrebbe mai capito. Tuttavia doveva ammetterlo: quando prima a Juvia era uscita proprio la sua lettera, non gli aveva dato affatto fastidio.





Nda:
avete notato qualcosa? Ebbene sì, se ve lo stavate chiedendo fin dall'inizio, questo è uno de prompt per la Gruvia fluff fest di quest'anno. Purtroppo non potrò parteciparvi per via dei prompt. Ahimè, la maggior parte già li ho usati in altre storie, che ho pubblicato o che pubblicherò, per cui non mi è venuta nessuna buona idea in mente, a parte questa.

Spero come sempre che vi sia piaciuta,
baci, Roby-chan ;)

Curiosità: All'inizio devo dire che leggendo il prompt, sono rimasta un po' spiazzata, ma poi mi è venuto, non so come, il colpo di genio mentre parlavo con la mia sorellina, che ringrazio, ed ecco qui questa piccola storia senza pretese.

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Capitolo 11
*** Vestito ***


Prompt: Vestito
Generi: sentimentale, romantico
Raiting: arancione
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: Spoiler!
 
Note: l’idea della storia mi è venuta guardando un disegno pubblicato da Mashima e che vi ho riportato a fine storia, per farvi avere meglio l’idea di cosa sto parlando
 
 
-Può bastare adesso, Juvia- la voce del mago risuonò chiara e risoluta nella piccola radura, dove si stavano allenando fino al momento prima.
Il corpo ansimante della ragazza di fronte a lui si iniziò pian piano a rilassare, come aveva già fatto quello del moro. Quel giorno avevano compiuto forse uno degli allenamenti più duri da quando erano arrivati al piccolo villaggio.
-Juvia va subito a farsi la doccia!- esclamò la maga nonostante la stanchezza, presa da un'improvvisa ondata di eccitazione, mentre uno strano sorriso le appariva sul volto sporco.
Gray non ci fece troppo caso. Sapeva già che sarebbe stato inutile provare ad immaginare cosa le passasse per la mente, quindi si limitò ad annuire, iniziando poi a raccogliere i propri vestiti sparsi in giro.
 
Una mezz'oretta dopo...
Juvia era uscita dalla doccia senza farsi vedere e si era rinchiusa nella camera da letto, mentre uno stanco e annoiato Gray, senza fare domande per lo strano comportamento della ragazza, si dirigeva verso il bagno. Non c'era niente di meglio che una bella doccia fredda dopo un simile allenamento.
Una decina di minuti dopo, uscì anche lui dal bagno, stranamente vestito, e decise di avviarsi ancora una volta verso il salotto, intenzionato a rilassarsi un po', leggendo un giornale o accendendo la lacrima-televisione. Ma quando entrò nella stanza, tutti i suoi propositi andarono in fumo. Una Juvia distesa sul divano se ne stava profondamente addormentata e con un vestito diverso dal solito. Ma come faceva ad addormentarsi così all'improvviso? Si avvicinò per osservarla meglio, senza fare rumore.
Stava indossando una corta gonna color porpora con il bordo bianco e un leggero spacco sul davanti che metteva in bella mostra le lisce e sinuose gambe che quella posizione metteva ancora più in evidenza, facendolo deglutire appena. Risalendo con lo sguardo, potè poi notare una maglia blu a maniche lunghe con della pelliccia bianca posizionata tutta attorno alle maniche e al largo scollo, forse fin troppo, che lasciava poco spazio all'immaginazione. Le braccia portate vicino al viso e il corpo girato di fianco evidenziavano, se possibile, ancora di più le sue generose forme. Il volto di Gray si iniziò a colorare pian piano di rosso, incapace ormai di staccare gli occhi da lei. Risalendo, potè notare anche un piccolo collo di pelliccia, mentre due elastici rossi le raccoglievano i capelli in due lunghe codine, lasciando fuori alcuni ciuffi che le ricadevano dolcemente sul volto addormentato. L'espressione serena, le ciglia lunghe e folte, e le labbra rosee, lo fecero deglutire ancora una volta, mentre iniziava a sentire i boxer farsi più stretti, ultimo indumento che gli era intanto rimasto addosso. Si costrinse a staccare il suo sguardo dal corpo della maga, completamente rosso in viso, mentre decideva il da farsi. In un attimo di lucidità, prese la leggera coperta rossa appoggiata ad una sedia e gliela mise delicatamente addosso, ma con lo sguardo forzatamente puntato in tutt'altra direzione.
Con un gran sospiro finalmente potè dirigersi stanco nel suo letto singolo che lo aspettava nell'altra stanza. Era incredibile come pochi minuti in compagnia di quella Juvia così innocente e inerme gli fossero sembrati più faticosi dell'intero allenamento pomeridiano.
 
Qualche ora dopo...
Juvia si stropicciò gli occhi, aprendoli lentamente per mettere a fuoco la stanza buia. Era ormai notte fonda e la stanchezza l'aveva fatta addormentare senza darle la possibilità di farsi vedere dal suo amato con quel nuovo vestito, che sperava potesse piacergli. Lo aveva comprato non appena l'aveva visto in una vetrina di un negozio nell'ultima città in cui avevano svolto un incarico. L'aveva acquistato in gran segreto per fargli una sorpresa, ma a quanto pare non ci era riuscita. Si mise lentamente a sedere sconsolata, quando notò la leggera coperta rossa che aveva addosso. Non ricordava minimamente di averla messa prima di addormentarsi, quindi.... forse Gray-sama l'aveva vista! Peccato però che non fosse riuscita a vedere la sua espressione. Chissà se gli era piaciuto...
Leggermente abbattuta da quei pensieri, si alzò lentamente dal divano, con lo scopo di andare anche lei nel suo letto singolo, che Gray aveva rifiutato più volte di unire al suo.
Aprì la porta della stanza, leggermente illuminata dal chiarore della luna che arrivava dalla finestra. Si fermò un attimo vicino al letto dell'amato, con l'intenzione di restare lì a contemplarlo per qualche minuto, ma qualcosa la bloccò, facendola arrossire terribilmente e spalancare gli occhi dalla sorpresa. Gray era steso sul proprio letto in una posizione scomposta. Le braccia erano portate leggermente in alto, ai lati della testa, incorniciata dai folti e ribelli capelli neri. I muscoli scoperti erano ben tirati e tonici e si abbassavano e si alzavano leggermente ad ogni suo respiro, rendendolo ancora più attraente. Ma ciò che l'aveva bloccata era ben altro... le gambe erano leggermente divaricate e un solo lembo del lenzuolo era sul suo corpo, a coprirne le parti basse. I boxer erano chiaramente andati, giacendo ai piedi del letto. A quella visione Juvia non ce la fece più, e al vertice della felicità, svenne.
Il tonfo che provocò fu però ben udito dal moro, che si svegliò di soprassalto anche a causa del movimento delle lenzuola che la maga aveva tirato con sé inconsapevolmente.
Gray aveva aperto gli occhi di scatto, mettendosi subito a sedere e cercando di capire a cosa fosse dovuto tutto quel frastuono. -Ma cos... Juvia!- esclamò infatti nella penombra della stanza, mettendola a fuoco, svenuta, ai piedi del suo letto. Potè subito notare sul suo volto un'espressione estasiata. Si portò poi una mano alla nuca, confuso. Perché era svenuta? E soprattutto perché aveva quell'espressione? Decise comunque di alzarsi, nel tentativo di farla rinvenire, o almeno di portarla nel suo letto, quando si rese conto di un piccolo particolare... dov'erano finiti i suoi boxer? Imbarazzato più che mai, li prese dalla sponda del letto dove erano finiti. Una volta non si sarebbe fatto tanti scrupoli a restare completamente nudo, ma, chissà perché, ogni volta che succedeva in presenza di Juvia, l'imbarazzo lo assaliva. Una nuova e più prepotente consapevolezza però lo fece preoccupare ancora di più. Cosa aveva visto Juvia?
Ormai purtroppo il guaio era fatto. Così, senza ulteriori indugi, decise di mettere anche i pantaloni per precauzione, per poi avvicinarsi alla maga.
-Juvia... Juvia...- la chiamò un paio di volte, scuotendola appena. Diavolo, stava ancora indossando quel maledetto vestito! E più la scuoteva, più il vestito si scostava leggermente, lasciando intravedere sempre più lembi nivei della pelle di lei. Cavolo, ma quel vestito ce l'aveva proprio con lui? E perchè Juvia l'aveva comprato? Ormai preda dei suoi ormoni che si facevano sentire al basso ventre, decise di alzarla e metterla sul letto. Brutta mossa. Adesso il corpo di Juvia era completamente premuto al suo torace nudo e la pelle della ragazza a contatto con la sua non faceva altro che eccitarlo di più. Da quando Juvia gli faceva quell'effetto? Con un ultimo e immane sforzo per fare i pochi metri che lo sparavano dal letto, finalmente riuscì nella sua impresa, coprendola subito dopo con il lenzuolo leggero e sperando che, per quella notte, non gli avrebbe più creato problemi.
Ancora scosso dalle forti e inspiegabili emozioni che aveva provato, si rassicurò nel sapere che almeno erano soli in quel villaggio... soli... lui e Juvia... Deglutì un ultima volta, guardandola, per poi scrollare la testa e rimettersi a dormire.
Inutile dire che quella notte il povero Gray la passò in bianco, preso a osservare la figura di Juvia sotto il lenzuolo, leggermente illuminata dai raggi della luna.
 
Il giorno dopo...
-Gray-sama sembra stanco- la voce curiosa e preoccupata della maga gli fece alzare gli occhi dalla sua colazione.
-Stanotte non sono riuscito a dormire -mormorò stanco, portandosi una mano sul volto, mentre sul viso della maga appariva un'espressione interrogativa.
-Non fare domande- sussurrò infine lui, bloccandola prima che fosse troppo tardi.
Ma come poteva essere così dannatamente ingenua al mattino e provocante la notte?
Questo Gray se l'era sempre chiesto. Se lo chiedeva, e se lo sarebbe chiesto ancora tante volte, ma probabilmente non sarebbe mai stato capace di trovare una spiegazione razionale. O meglio, non voleva ancora trovarla… per il momento.
 


Curiosità: quando vidi il disegno di Mashima, esplosi di gioia. Juvia era troppo fluffuosa! E  ho pensato che di certo Gray di fronte a quell’immagine non potesse rimanere indifferente. All’inizio avevo anche pensato di ambientarla durante la festa in gilda per il Natale o il Capodanno, ma alla fine ho capito che non poteva funzionare molto. In questo modo però mi sono divertita ancora di più a scriverla, hihi.

Nda:
e niente, dopo averla riletta stamattina, mi rendo conto che forse sono un po’ sadica… ma è troppo divertente vedere Gray in difficoltà… e Mashima mi dà sempre degli ottimi spunti per farlo XD
Diciamo che è una delle tante scritte di getto dopo aver visto i capolavori di Mashima, perché, anche se pervertito, lo trovo comunque bravissimo.
Spero che vi sia piaciuta, e alla prossima settimana ;)
Baci, Roby-chan
 


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Capitolo 12
*** Sbronza ***


Prompt: sbronza
Genere: romantico, sentimentale
Raiting: giallo
Ambientazione: OVA 4, quindi dopo la sbronza che le ragazze si sono prese all’Akane Beach
Avvertimenti: OOC

 
-Juvia lasciami!!!- esclamò agitato il mago del ghiaccio, cercando di scrollarsela di dosso.
Si trovavano in quella locanda da qualche ora ormai. Quella sera avrebbero dovuto riposarsi per i successivi giorni di allenamento, in vista dei famosi Dai Matou Enbu, ma le cose erano andate piuttosto diversamente, e la situazione stava pian piano degenerando. Gray, Natsu, Happy, Jet e Droy avevano infatti ritrovato la giovane maga dell'acqua ubriaca, come del resto anche le altre ragazze, prima che potessero far nulla. Ed era così che il mago del ghiaccio si era ritrovato una Juvia ubriaca appiccicata al suo corpo e che non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.
-Perché Gray-sama non vuole bere Juvia?- piagniucolò la turchina. - Forse Gray-sama odia Juvia?- e ricominciò a piangere come una fontana.
-A-aspetta Juvia! -riuscì appena ad articolare il mago - Mi stai strozzando! - disse con voce mozzata, ma ricevendo solo un altro moto di lacrime da parte della ragazza.
-Gray-sama non vuole nemmeno che Juvia si avvicini! Ahhhh! Gray-sama è senza cuore!- esclamò tra le lacrime lei.
-N-non ho detto questo- provò, nel tentativo di salvarsi, ma il corpo sinuoso di lei era sempre più appiccicato al suo, come se già l'abbraccio non bastasse a mandargli il sangue al cervello.
-G-Gray vuole bere con Juvia il suo sakè- pronunciò a quel punto il moro sull'orlo dello svenimento, iniziando addirittura a parlare come Juvia.
A quelle parole la ragazza si staccò immediatamente, lasciando un po' di respiro al povero mago del ghiaccio.
-Tieni Gray-sama! - esclamò improvvisamente al settimo cielo la turchina, passandogli una tazzina di sakè.
Il moro la guardò perplesso. L'alcool era in grado di far fare degli sbalzi d'umore pazzeschi.
-G-grazie- balbettò afferrando la tazzina. Non si era ancora ripreso del tutto dall'assalto di poco prima.
Bevve tutto d'un sorso, per poi girarsi nella sua direzione. Sembrava essersi stabilizzata. Forse poteva tirare un sospiro di sollievo. O forse no?
La osservò meglio. Il kimono si era leggermente spostato più in basso, lasciandole scoperta una spalla. Di quel passo sarebbe scivolato giù, e lui non se lo poteva permettere. Non avrebbe permesso a nessuno di vederla così, ma soprattutto... non avrebbe retto ad una simile vista!
-Gray-sama brindiamo insieme! Hic- propose raggiante la turchina con in mano altre due tazzine identiche.
Aveva le gote arrossate per via dell'alcool e gli occhi lucidi. Stava già per piangere di nuovo a causa del leggero ritardo nella reazione del mago, che era impegnato in tutt'altri pensieri.
Quando se ne accorse, capì che doveva  assolutamente risponderle al più presto, ma soprattutto... doveva trovare una soluzione per quello!
Afferrò nuovamente la tazzina e bevve tutto d'un sorso. Avvertì una leggera pesantezza. Che fosse il sakè? Eppure lui era abituato. Non avrebbe dovuto fargli già così effetto. Osservò per un attimo la bottiglia. Che fosse... quel famoso sakè di Akane Beach che ti fa ubriacare in sole quattro tazzine? Allora si spiegava tutto.
Doveva fare in fretta, prima di perdere anche lui la ragione e fare cose di cui non era consapevole. Afferrò Juvia per le spalle, guadagnandosi un'occhiata confusa della ragazza.
Con incredibile nonchalance, le risistemò il kimono sulla spalla.
-Juvia, perché non andiamo a prendere una boccata d'aria? -le propose, sperando di salvarsi da quel supplizio ed evitare l'imminente furia di un'Erza ubriaca.
-Da soli?- Chiese  con gli occhi scintillanti. Annuì.
-Oh,  come sei romantico,  Gray-sama! -esclamò stringendo il braccio del suo amato.
Quello sì che era un comportamento strano... stranamente normale per Juvia!
 
 
Erano usciti fuori. La brezza leggera li aveva accolti in quella notte illuminata dalla luna.
Juvia era ancora appiccicata al braccio del moro, anche se non era poi così stabile. L'effetto dell'alcool sembrava essere più persistente che mai.
-Gray-sama vuole portare Juvia a fare una passeggiata al chiaro di luna, come due fidanzatini?- biascicò lei, ormai quasi incapace di proseguire.
-COSA!?- sobbalzò il mago, per poi riprendere la calma -No, meglio sedersi qui.- le disse, aiutandola a posizionarsi sulle assi di legno del pavimento.
Quando anche lui ebbe fatto lo stesso, la osservò per qualche istante. La sua espressione intontita la rendevano davvero buffa. Non l'aveva mai vista in quello stato.
-Gray-sama è stato cattivo!- ritornò improvvisamente alla carica lei, con l'indice alzato.
-Cosa? -chiese stupito dalla sua affermazione. Ma dove trovava la forza in quelle condizioni?
-Gray-sama non ha voluto guardare il costume di Juvia oggi!- riprese, mettendo su il broncio.
-Ah- non sapeva che dire. Perché era così fissata con quel costume?
-Gray-sama domani deve assolutamente vederlo!- si lagnò. -Gray-sama deve prometterlo!- disse, sporgendosi in avanti.
Sospirò. Ma cosa doveva farci con lei? Proprio non la capiva. -E va bene- si rassegnò.
Sul volto di lei comparve un'espressione soddisfatta e felice.
Si voltarono poi entrambi a guardare la volta celeste, illuminata dalla splendida luna piena e cosparsa di stelle.
Dopo qualche minuto Juvia abbassò lo sguardo. Un lieve sussurro -Gray...-
Il ragazzo si girò sorpreso. Non aveva usato il -sama. Non fece in tempo a capire quello che stava succedendo, che sentì un leggero calore sulla labbra. Il viso a due millimetri di distanza dal suo. Il corpo abbandonato tra le sue braccia, pronte a non farla scivolare.
La staccò da sé in un secondo. Le labbra rosee leggermente dischiuse. Le guance imporporate. Gli occhi chiusi.
Si era addormentata pronunciando il suo nome. Un sospiro. Ma come doveva fare con quella ragazza?
Si alzò e la prese in braccio. Era meglio riportarla in stanza, sperando che le altre ragazze si fossero calmate.
La osservò. Il suo viso dolce e rilassato. I capelli turchini, sciolti. Le ciglia lunghe. Le labbra morbide...
Un pensiero improvviso lo colpì. Le sue labbra. Le sue labbra erano finite accidentalmente sulle sue. Adesso erano le guance del moro ad essere di un bel rosso vivo. Occhi sgranati dalla sorpresa. Quello... quello era... un bacio? Poteva considerarsi tale?
La guardò nuovamente. Dormiva beatamente tra le sue braccia, inconsapevole di quel contatto.
No. Non poteva considerarsi un vero bacio, però un pensiero gli attraversò la mente.
Forse un giorno ci sarebbe stato... un bacio vero... forse. E quando sarebbe arrivato quel giorno, probabilmente, non gli sarebbe affatto dispiaciuto.



 
Curiosità: questo capitolo doveva essere scritto per l’altra raccolta Gruvia, infatti il prompt doveva essere “kiss”, e mi era stato chiesto di ambientarlo dopo la saga di Tenroujima, solo che, per quanto la storia mi piacesse, sentivo che c’era qualcosa che non andava, per cui riscrissi da capo quel prompt, che ora non ha nulla a che fare con l’OVA 4.
Inoltre ho pensato più e più volte di modificare il finale, perché mi sembrava OOC, ma alla fine, dopo vari tentativi, ho capito che mi piaceva di più scritto in questo modo, e con questo finale.
 


Nda:
spero che vi sia piaciuto nonostante tutto.
Eh, lo so, non c’entra molto con il Natale… anzi, per nulla, ma stanno finendo le storie non Spoiler ^.^”
Detto questo, ne approfitto per farvi anche tanti auguri di Buon Natale!
Ci vediamo la settimana prossima, con l’ultimo aggiornamento dell’anno , ma non l’ultimo di questa raccolta ;)
A presto, Roby-chan
 

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Capitolo 13
*** Sole ***


Prompt: sole
Genere: romantico, sentimentale
Raiting: giallo
Ambientazione: dopo la fine del manga
Avvertimenti: spoiler!
 
 
 
Lo scroscio dell'acqua riempiva l'aria in quel piccolo villaggio abbandonato. Rain fall, così si chiamava, e non a caso era un nome piuttosto azzeccato, soprattutto in quella stagione dell'anno.
Il mago del ghiaccio si alzò sbuffando, svegliato dal rumore fastidioso delle piccole gocce di pioggia che si infrangevano al suolo e contro i vetri delle finestre. Ma perché avevano deciso di ritornare in quel villaggio proprio in quel periodo?
Lo sguardo del mago si posò poi sulla ragazza dai capelli turchini che dormiva beatamente al suo fianco. Sorrise appena nel vedere la sua espressione rilassata. Probabilmente a lei quel rumore di pioggia che a lui pareva così fastidioso, doveva essere familiare, visto che ci aveva vissuto una vita intera. E ciò lo riportò a ricordare il perché erano lì. La mente, finalmente lucida e libera dai fili del sonno che ancora la legavano ad esso, gli fece notare che erano lì per una pausa. Già, ormai era passato quasi un anno dalla battaglia contro Alvarez, dalla sua dichiarazione, dal ritorno a Magnolia... eppure quel posto era rimasto nei loro cuori. E così, quando avvertivano il bisogno di staccare un po' la spina per rilassarsi, ma anche per allenarsi, decidevano di ritornare. E stavolta era stata proprio la turchina ad insistere, dicendo di aver nostalgia di quel posto, e così eccoli lì.
Il moro si grattò poi la nuca, indeciso se provare a riaddormentarsi, o alzarsi. Alla fine optò per la seconda, ma solo per sedersi sul divano del piccolo salottino a leggere una rivista che si erano portati da Magnolia. Avrebbe lasciato Juvia dormire, in fondo con quel tempo era impossibile anche solo uscire.
Qualche ora più tardi...
La ragazza si rigirò nel sonno, arricciando poi il naso. I lunghi capelli turchini le erano finiti completamente sul volto, infastidendola. Ancora con gli occhi chiusi e la mente annebbiata, si portò una mano al viso per scostarli, riappoggiandola poi al suo fianco. Avvertì una strana sensazione di vuoto. Lentamente iniziò ad aprire gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco ciò che la circondava. -Gray-sama?- chiamò lei debolmente, accorgendosi solo dopo della sua assenza. Si tirò su a sedere, stropicciandosi gli occhi e dando poi un'occhiata alla sveglia sul comodino. Le 10:10... Cosa?!
Era tardissimo! Dovevano allenarsi. Doveva alzarsi. Che avrebbe detto Gray-sama? Aveva combinato un pasticcio. Forse Gray-sama aveva provato a svegliarla, ma lei inconsapevolmente l'aveva allontanato in malo modo. Forse lo aveva fatto arrabbiare? Forse, forse, forse...
Senza lasciare alla sua mente di continuare con le sue fantasie, si diresse svelta verso il grande salotto collegato alla cucina.
-Gray-sama...- lo chiamò lei, quasi con il fiatone sulla soglia della porta. I capelli ancora un po' scombinati e la corta camicia da notte azzurrina.
-Ehy, Juvia- si limitò a pronunciare lui, alzando gli occhi dal giornale. Aveva trovato degli articoli davvero interessanti e non si era nemmeno accorto dello scorrere del tempo. Ma quando il suo sguardo si posò sulla ragazza, non potè che alzare un sopracciglio, stupito dalla sua espressione. Era un misto tra lo sconvolto e l'imbarazzato.
-Come mai Gray-sama non ha svegliato Juvia? -chiese titubante, avvicinandosi. Voleva sapere la verità, ma allo stesso tempo non voleva che le sue supposizioni si avverassero.
-Piove- le rispose atono, ritornando poi a guardare il giornale. Chissà quali fantasie aveva avuto stavolta... non ci voleva nemmeno pensare.
-Oh- fu l'unica cosa che riuscì a pronunciare la turchina, voltando poi lo sguardo ad osservare la finestra della cucina. Come aveva fatto a non accorgersene prima?
Lentamente si avvicinò ad essa. Vedere la pioggia che cadeva le portava sempre un po' di malinconia. I ricordi di quei giorni ormai lontani della sua vita non potevano che ritornare, seppur subito scacciati via da quelli che aveva vissuto con la sua nuova famiglia, Fairy Tail, e con il suo Gray-sama.
-Juvia è dispiaciuta- parlò di nuovo lei, appoggiandosi al davanzale per osservare quelle piccole gocce che scendevano inesorabili sul terreno.
-E perché?- chiese il moro, guardandola con le sopracciglia leggermente aggrottate. -Non è mica colpa tua- aggiunse poi, sicuro che quella pioggia fosse di origine naturale. Ormai sapeva percepirlo quando qualcosa non andava in Juvia.
-Juvia lo sa- sospirò lei, poggiando il volto sulla mano -Ma ogni volta che piove è più forte di lei- continuò malinconica. -Juvia si sente sempre responsabile- confessò infine, perdendosi nei propri ricordi.
-Non sempre la pioggia è un male- disse Gray, dopo qualche attimo di silenzio.
La ragazza si voltò a guardarlo stupita. -Ma la pioggia non è depressa e malinconica?- chiese lei, aggrottando le sopracciglia. Non riusciva a capire cosa intendesse l'amato.
-Bhè, certo, lo può essere- iniziò a spiegare lui, chiudendo definitivamente il giornale. -Ma è anche vero che la pioggia è acqua e l'acqua porta vita- le fece presente lui, serio.
-Gray-sama sembra diverso dal solito oggi- pronunciò senza accorgersene la maga, rimasta a riflettere sulle sue strane, quanto veritiere parole.
-Dici?- chiese lui, alzando un sopracciglio -Forse perché mi ricorda la prima volta che ci siamo incontrati- aggiunse poi, portandosi le mani alla nuca per appoggiare il capo sul divano. I ricordi di quello strano incontro di qualche anno prima iniziarono a passargli davanti agli occhi. 
-Gray-sama lo ricorda ancora?- chiese ancora stupita la turchina. Non immaginava che anche lui potesse ricordare bene il loro primo incontro... o piuttosto scontro.
-Certo- e come poteva mai dimenticarlo? -È lì che hai detto di aver visto il cielo sereno per la prima volta, no?- le chiese poi, rivolgendole una veloce occhiata.
-Già...- pronunciò lei, abbassando lo sguardo sulle proprie mani, adesso congiunte a stringere la stoffa leggera della camicia da notte. -Quella è stata la prima volta che Juvia ha visto il sole- continuò poi malinconica e con un lieve rossore sulle gote. Ricordava perfettamente ogni sensazione che aveva provato allora, e ogni volta che finiva un temporale le sembrava di avvertire le stesse emozioni.
-Se non ci fosse stata la pioggia, probabilmente non ci saremmo mai incontrati- pronunciò pensieroso il mago, fissando il soffitto.
-Già, e Juvia non si sarebbe mai innamorata di Gray-sama- aggiunse lei, con un leggero sorriso imbarazzato. Ormai ogni traccia di malinconia era svanita nella sua voce.
Anche Gray sorrise appena nel vederla così.
-Però Juvia preferisce comunque il sole- disse poi la turchina decisa. E Gray sapeva già il perché. In passato lo ripeteva spesso: lui era il suo sole perchè era riuscito a far smettere la pioggia che era sempre caduta sul suo cuore. Ma la verità era un'altra...
-Anch'io - mormorò con lo stesso lieve sorriso di prima, perché, per quanto Juvia si ostinasse a pensare che lui fosse il sole, lui sapeva che non era così. Il suo sole era Juvia. Il sole che era riuscito a sciogliere il suo cuore di ghiaccio.
-Oh, Gray-sama, guarda!- esclamò d'improvviso la turchina, con lo sguardo rivolto di nuovo all'esterno. -L'arcobaleno- continuò poi, entusiasta, riappoggiando entrambe le mani sul davanzale. I suoi occhi brillavano di gioia a quella vista spettacolare, a quel miracolo della natura che solo la combinazione del sole e della pioggia potevano creare.
Allora il mago si alzò, per avvicinarsi anche lui e guardare fuori dalla finestra, dove aveva smesso di piovere. Quando le fu abbastanza vicino, la circondò da dietro, appoggiando anche lui le mani sul davanzale, al fianco di quelle di lei.
Dopo qualche attimo speso ad osservare velocemente l'arcobaleno, e con molta più attenzione l'espressione della turchina, piegò il capo di lato, così da avere libero accesso al collo della turchina. Vi poggiò delicatamente le labbra fredde contro.
Juvia non era solo il suo sole, ma anche quell'arcobaleno che rendeva la sua vita colorata e stupenda.
-Gray-sama... - sussurrò appena lei, tremante al suo tocco.
-Mm- mugugnò lui, ancora sul suo collo, e a quanto pareva non tanto intenzionato a lasciarglielo, mentre con una scia di baci risaliva sulla sua pelle nivea.
-È-è uscito il sole- provò lei, sempre più imbarazzata da quelle attenzioni.
-E allora?- chiese semplicemente il moro, interrompendo la sua corsa, ma non allontanandosi.
-L-l'allenamento...- pronunciò lei, ormai completamente rossa.
-L'allenamento può aspettare- le disse deciso, avventandosi di nuovo sul suo collo e stringendola da dietro. Voleva godersi appieno quel momento. Quello del suo sole caldo tra le sue braccia.
 
 
Curiosità: questa storia doveva essere scritta per l'altra raccolta, sempre con il prompt "sole", solo che, avendo avuto la richiesta di una storia no spoiler, mi sono ritrovata con due idee XD
Avevo inoltre scritto la struttura della storia con tutti i dialoghi quando mi venne l'idea, ma solo di recente l'ho completata.
 
 
 
Nda:
In realtà oggi avrei voluto pubblicare una storia un po' più allegra e divertente, visto che è l'ultimo dell'anno, ma a causa di poca connessione internet che mi impediva di caricare immagini, alla fine ho pubblicato questa.
Spero che vi sia piaciuta ^.^
Potremmo considerarlo come un saluto malinconico a quest'anno appena passato e allo stesso tempo come un saluto allegro per quello che verrà.
Buon Anno, Minna!!!
Bacioni, Roby-chan 

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Capitolo 14
*** Touch ***


Prompt: Touch
Generi: romantico, sentimentale, introspettivo
Raiting: verde 
Ambientazione: fine saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler!


Era sera ormai. La giornata era stata piuttosto stancante a causa del lungo viaggio, ma erano finalmente ritornati a Magnolia. Avevano ritrovato i loro nakama e presto avrebbero rifondato Fairy Tail. Ciò che lo costringeva a stare sveglio però erano tutt'altri pensieri. Pensieri su una certa maga dell'acqua che dormiva proprio nella camera accanto. Fairy Hills era stata distrutta durante l'attacco di Tartaros, e così, come la gilda, non era stata ancora ricostruita vista l'assenza dei maghi. Nel tardo pomeriggio, prima di tornare nella sua vecchia abitazione, Gray aveva trovato una Juvia sconsolata tra le macerie della gilda. Gli altri se n'erano appena andati, diretti ai loro alloggi temporanei che avevano trovato in città. Ma per Juvia era stato diverso. Gli aveva spiegato che non aveva jewels con sé, data l'improvvisa partenza e quindi l'impossibilità di permettersi una stanza in una qualche locanda. Alla fine non sapeva nemmeno lui perché glielo avesse proposto. Perché l'aveva invitata a fermarsi da lui fin quando Fairy Hills non fosse stata ricostruita? Forse perché l'aveva vista così abbattuta? Forse perché sapeva che in fondo era già successo che avessero dormito sotto lo stesso tetto? Forse perché, in fondo, le era mancata la sua vicinanza? Ma no! Che andava a pensare? Scosse leggermente la testa, rigirandosi sul divano. Eh, sì. Sfortunatamente non era come al villaggio. Lui non possedeva due letti distinti, ma uno soltanto e così aveva dovuto dormire sul divano del salotto. Era davvero scomodo. Non se lo ricordava così. Forse avrebbe fatto bene a comprare un altro letto. Non perché sperava che la maga si fermasse di nuovo da lui... no! Assolutamente. Era solo... per ogni evenienza... forse.
Dei rumori provenienti dalla cucina lo distrassero dai suoi pensieri e una folata di aria fresca lo fecero corrucciare. Che la finestra si fosse aperta? Decise di andare a controllare. Si alzò lentamente da quello scomodo divano per poi avviarsi nell'altra stanza. 
Si fermò sulla soglia. Ciò che vide l'aveva stupito. Juvia era sveglia di fronte alla finestra e fissava il cielo. La luce bianca della luna illuminava il suo profilo, facendola sembrare quasi eterea. I capelli sciolti sulle spalle, coperte dal pigiama turchese, venivano leggermente scossi dalla leggera brezza fresca e un lieve rossore le imporporava appena le guance come sempre.
Solo dopo svariati secondi si riscosse. -Juvia- chiamò lui. 
La maga sobbalzò al suono della sua voce. Non l'aveva sentito. Si girò sorpresa e imbarazzata per essere stata colta in flagrante, portandosi dietro l'orecchio una ciocca turchina. 
-Che ci fai alzata a quest'ora?- chiese il moro.
-Juvia non riesce a dormire- incominciò lei. -Il ritorno a Magnolia, la riunione con gli altri, la rifondazione di Fairy Tail... - spiegò poi. -È successo tutto così in fretta che Juvia è un pochino agitata- concluse, abbassando lo sguardo e arrossendo. 
-Però...- riprese lei - ...il cielo e la luna riescono a trasmettere a Juvia tranquillità- continuò, rivolgendo gli occhi alla volta celeste. -Il cielo sereno calma sempre Juvia- aggiunse, perdendosi in ricordi lontani. Al loro primo incontro. Al primo cielo sereno che aveva visto.
Gray le si avvicinò. Non capiva cosa ci trovasse di tanto speciale. Si posizionò proprio alle sue spalle, ma lei non si mosse. Nessuna reazione esagerata. Nessuna fantasia. Allora anche lui alzò lo sguardo. Ed era vero. Nonostante i palazzi, nonostante le stelle fossero poche... quella luna e quel cielo di un intenso color blu notte trasmettevano una quiete che non avrebbe mai immaginato. Rimasero così. A fissare la luna splendente e il cielo per un tempo infinito. Quanto era passato? Ore? Minuti? Secondi?
-Juvia- la chiamò di nuovo lui, abbassando lo sguardo. La ragazza si girò lentamente, sorpresa.
E in quel momento Gray fu sicuro di non aver mai visto nulla di più bello. Il gioco di luci ed ombre sui suoi capelli, sul suo viso, su tutta la sua figura, la rendevano un angelo ai suoi occhi. Un tenero angelo dai capelli blu. 
Abbassò lo sguardo in imbarazzo. Ma perché era imbarazzato?
-Io adesso vado a dormire - pronunciò con fermezza, ripresosi da quegli strani pensieri. 
-Non fare tardi. Domani ci aspetta una giornata piuttosto impegnativa con i lavori in gilda- aggiunse poi, guardandola negli occhi.
La maga scosse la testa in segno di approvazione, arrossendo appena per le premure che gli stava dedicando.
Gray esitò ancora qualche istante. Non si spiegava il perché,  ma sentiva il bisogno di accarezzarle la testa. Forse era stata la lontananza di quei mesi, forse perché in fondo sapeva che le era mancata... Mosse appena la mano, ma si fermò. Di nuovo. Non era un comportamento da lui dopotutto. Che fosse quella magica atmosfera a renderlo strano?
-Gray-sama vuole per caso accarezzare Juvia? - chiese d'improvviso la maga, sorprendendolo. 
Sorrideva felice. Ma come aveva fatto a capirlo? Come poteva aver mai intuito i suoi pensieri?
Rimase in silenzio. Non sapeva che risponderle. 
-Ahahah -la risata cristallina della ragazza si sparse nell'aria -Juvia stava solo scherzando, Gray-sama -lo rassicurò lei con il suo solito sorriso. -La faccia di Gray-sama è davvero buffa in questo momento- aggiunse, ridacchiando ancora. 
Gray però la guardava corrucciato. Lo aveva sorpreso e anche un po' spaventato con quella stramba domanda.
-Perché...- riprese lei, abbassando lo sguardo sulle proprie mani congiunte -...Juvia sa che Gray-sama non farebbe mai una cosa del genere- pronunciò con un tono più basso. Era triste. Lo sapeva.
E cos'era quella sensazione che adesso gli stava stringendo il cuore? Era dolore? Tristezza? Era stata lei a provocargliela? Era stata la sua espressione? Le sue parole?
Perchè pensava che lui fosse così freddo? Faceva male. Stranamente e terribilmente male. Quelle parole che una volta avrebbe ignorato, adesso si erano insinuate nel suo cuore come pezzi di ghiaccio. E facevano male. 
Alzò piano la mano, per poi poggiargliela sulla testa. La ragazza alzò lo sguardo sorpresa. Non si aspettava quel gesto. Nessuno dei due se l'aspettava. Ma in fondo che importava?
-Non sono più così freddo come pensi, sai?- pronunciò appena lui, per poi voltarsi e ritornare nel  salotto. Juvia rimase lì. Ferma. In silenzio e con il cuore palpitante ancora per qualche minuto, prima di arrossire all'inverosimile, portandosi le mani al volto e perdendosi nelle sue fantasie.
Mentre Gray però si risistemava sul suo scomodo divano, non potè fare a meno di ripensare alle parole di Erza e a tutto ciò che era successo dopo lo scioglimento di Fairy Tail. Ormai lui era sicuro. Le risposte che cercava le aveva finalmente trovate, e sarebbe stato meglio darle anche a lei.
Così, con il cuore ancora in tumulto, si addormentò, pensando al modo e al momento migliore per dirle la verità. 



Curiosità: l'idea iniziale mi era venuta leggendo il prompt "Milk And cookies" della Gruvia fluff fest dell'anno scorso, solo che poi l'idea si è divisa in due, e, anche se l'inizio è simile, il resto è diverso, e devo dire che entrambe mi piacciono XD
Inoltre, tanto per parlare, vi rivelo che ogni volta che arrivo alla fine di una storia, sono così stanca ( mi ci vuole almeno un'ora per scriverne una di questa lunghezza, perché, lo so, sono terribilmente lenta)che le ultime frasi di solito le correggo in un secondo momento, e questo è stato uno dei pochi casi in cui non l'avevo nemmeno iniziato a scrivere, quindi mi sono fregata da sola ^.^"




Nda: 
Spero che questa storia vi sia piaciuta. Un altro aspetto che mi fa impazzire di Gray è quando cerca di nascondere i propri sentimenti ed è confuso su di essi.
Aww, adoro anche Juvia e il suo modo di sorprendere sempre.
Ok, adesso mi fermo, ma ho bisogno di una gran infusione di Gruvia. Mashima muoviti a farmi rivedere i miei amori!!!!
Bene, prima che continui a sclerare all'una di notte, vi saluto.
Alla prossima settimana ;)
Roby-chan 

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Capitolo 15
*** Vestiti in comune ***


Prompt: Vestiti in comune
Genere: romantico, sentimentale, introspettivo
Raiting: giallo
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: Spoiler!
 
Curiosità: l’ispirazione è venuta quando Mashima ha pubblicato un altro dei suoi disegni, o meglio, lui ha pubblicato Lucy con i vestiti di Natsu, e non so quale genio ha fatto la stessa cosa con Juvia! Vi riporto l’immagine citata alla fine della storia. Potete tranquillamente andare a guardarla prima di leggere per farvi un’idea sull’abbigliamento di Juvia ;)
 
 
 
-Juvia, allora io esco- la avvertì il mago del ghiaccio. Avevano deciso che una volta a settimana, a turno, si sarebbero recati nella vicina città per comprare l'essenziale di cui avevano bisogno.
-D'accordo, Gray-sama - acconsentì lei dalla stanza affianco, mentre l'altro si chiudeva la porta alle spalle, prevedendo già la risposta della turchina.
Ma non appena la porta sbattè, non passarono che pochi minuti che la capigliatura turchina di lei fece capolino dalla cucina, guardandosi con circospezione attorno. Era uscito, vero?
Controllò meglio, aprendo anche la porta d'ingresso per assicurarsi che il moro si fosse effettivamente allontanato. Nulla a destra. Nulla a sinistra. Solo le case abbandonate del villaggio e il fruscio del venticello che si era alzato a scuotere i cespugli qua e là.
Tornò nell'abitazione sospirando sollevata e portandosi una mano al cuore, accelerato per l'adrenalina che aveva iniziato a scorrerle dentro. Un veloce sguardo al Weekly Sorciere appoggiato sul piccolo tavolino di legno di fronte al divano, prima di dirigersi con determinazione verso una stanza in particolare. La camera del suo Gray-sama.
Quando fu davanti alla porta chiusa, prese un altro profondo respiro per calmarsi. Non avrebbe mai pensato di fare una cosa del genere, ma a quanto detto sulla rivista dello stregone, era una cosa comune quando ad una ragazza piaceva qualcuno.
Aprì timorosa la porta di quella stanza proibita, non senza un leggero scricchiolio dei vecchi cardini. Non era mai entrata in quella stanza durante quei tre mesi passati al villaggio. Gray glielo aveva impedito, dicendo che sapeva gestire la sua camera benissimo da solo e che non voleva che lei mettesse le mani tra le sue cose. Di cosa si preoccupava poi tanto Gray-sama? Di certo non gli avrebbe rubato nulla. Al massimo avrebbe preso il suo cuscino per annusarlo e sentire il suo odore, immaginando che fosse lui... O forse Gray-sama le voleva nascondere qualcosa? Una rivale in amore?
Quei pensieri le fecero aggrottare leggermente le sopracciglia. Scosse la testa. No, non era il momento di perdersi nelle sue fantasie. Aveva una missione da compiere. Una missione da portare a termine prima del ritorno del moro.
I suoi occhi vagarono curiosi nuovamente per la stanza disordinata, per poi posarsi sul grosso armadio nell'angolo sinistro. Con cautela aprì le ante del mobile, venendo subito inondata dall'odore pungente del legno, aggiunto ad una fragranza più fresca, di menta. Ormai senza più alcun timore, infilò le sue mani in quella miriade di vestiti poggiati disordinatamente, per poi cacciare fuori una maglietta blu piuttosto larga e una lunga giacca bianca. La stessa che per qualche tempo Gray aveva indossato spesso. Senza ulteriori indugi prese a sfilarsi gli indumenti per mettersi quelli del suo amato. Com'erano freschi e confortevoli...
Si avvolse le braccia attorno al busto, immaginando che fossero quelle del suo amato che la stringevano dolcemente. Successivamente prese i suoi panni e li ripiegò con cura, portandoli nella camera di fronte a quella in cui lei si trovava, la propria.
Dopo li avrebbe ripresi, in fondo non c'era fretta. Prima di uscire però pensò bene che forse sarebbe stato meglio aggiungere un tocco di colore al suo nuovo abbigliamento, e così prese velocemente il paio di codine rosse che aveva comprato qualche settimana prima e che non aveva ancora avuto modo di indossare.
Rientrò infine nella stanza del suo amato, guardandosi ancora intorno curiosa, approfittando della sua assenza. Certo che Gray-sama era davvero disordinato... Osservando meglio la stanza, si accorse della presenza, oltre che del letto sfatto, probabilmente da parecchi mesi, anche di qualche giornale e matita senza punta con la quale cercava gli incarichi da portare a termine con lei. Sorrise ancora, riportando alla mente una ad una tutte le missioni svolte insieme, provando anche un senso di malinconia. Molte di quelle le avevano compiute quando erano a Magnolia, a Fairy Tail.
Inconsapevolmente si portò i lembi del colletto della giacca più vicini al viso, per ispirarne il dolce odore, sperando in un conforto. Ma mentre era ancora immersa nei suoi ricordi, un rumore di passi e lo scricchiolio della porta la fecero sobbalzare.
Il ragazzo che affollava i suoi pensieri era lì, di fronte a lei.
-Gray-sama...- riuscì appena a pronunciare, forse più scioccata di lui.
-Juvia, che ci fai in camera mia?- chiese il moro, avvicinandosi di qualche passo con le sopracciglia corrucciate. C'era qualcosa di diverso in lei...
La squadrò da capo a piedi impassibile, per poi accorgersi di quello che la turchina stava indossando. Una maglia lunga e una giacca. La sua giacca. Perché si era messa addosso i suoi vestiti?
La maga intanto era arrossita a dismisura, stringendosi ancora di più nel colletto della giacca per nascondere il volto imbarazzato.
Il moro la studiò per qualche secondo. I capelli turchini, stranamente legati in due morbide codine che lasciavano uscire alcuni ciuffi ribelli, le ricadevano appena sulle spalle, avvolte dalla stoffa bianca della giacca. Le guance erano lievemente arrossate e lo sguardo tenero quanto imbarazzato per essere stata colta in flagrante. Le labbra rosee e piene leggermente dischiuse per la sorpresa.
Inconsciamente avvertì l'affluire del sangue anche sulle proprie guance. Dannazione, perché la trovava adorabile in quel momento? Si costrinse ad abbassare lo sguardo, ma la situazione non migliorò... La maglia. La sua maglia, seppur lunga, non le riusciva a coprire le gambe lisce e snelle. A stento le fasciava i fianchi, fermandosi al di sopra del marchio turchese sulla sua gamba sinistra.
Deglutì a vuoto, improvvisamente con la gola secca. Si voltò poi di scatto, dandole le spalle.
-Toglili- le ordinò. -Ti stanno male- aggiunse poi con un enorme sforzo.
-D'accordo, Gray-sama -sentì dire la maga con voce dispiaciuta.
Perché? Perché il suo cuore era a mille e non poteva fare a meno di pensare che invece le stessero davvero bene? Cosa gli era preso?
Il tonfo di qualcosa che cadeva a terra lo fece voltare sorpreso.
-Juvia cos...- ma le parole gli morirono in gola, notando come la ragazza aveva fatto scivolare a terra la sua giacca e preso i lembi della sua maglia per sfilare anche quella.
-A-aspetta Juvia...- pronunciò agitato lui, bloccandole le braccia. Lei lo fissò confusa.
-Aspetta almeno che sia uscito -spiegò in fretta lui, con un evidente rossore sulle gote. Lo stesso che si dipinse su quelle di lei non appena realizzò quello che stava facendo.
 
Un paio di minuti dopo...
-Gray-sama...- la voce titubante di Juvia lo richiamò. La ragazza era ancora nella sua stanza, ma aveva aperto solo di poco la porta, giusto il necessario per far uscire la voce e parte del viso. Il moro alzò al testa dal divano sul quale si era appoggiato nel tentativo di ritrovare il suo solito contegno.
-Che c'è, Juvia?- chiese lui, sospirando pesantemente. La vista di prima lo aveva sfiancato in una maniera assurda. Eppure lui non aveva fatto nulla! Ma chi gliel'aveva fatto fare di dimenticarsi la lista della spesa? Sarebbe stato di certo meglio se Juvia avesse fatto quella cosa in sua assenza, se proprio ci teneva. Che poi, da dove le era uscita fuori quell'idea assurda?
-Em... Juvia non sa come dirlo...- iniziò lei, sporgendosi appena, ma restando ancora nascosta dietro la porta della stanza del moro. Il mago, d'altro canto, si avvicinò fino a fermarlesi di fronte, curioso ma anche leggermente irritato per il suo comportamento.
-...Juvia ha dimenticato i vestiti puliti nell'altra stanza- confessò, socchiudendo di poco la porta.
Aspetta un attimo. Allora questo voleva dire che lei era lì dietro... solo in intimo?!
Il mago si portò velocemente una mano al volto per nascondere la nuova, e per lui incomprensibile, ondata di rossore che si stava facendo spazio sulle sue guance.
-D'accordo, cosa ti serve? - le chiese subito dopo, distogliendo lo sguardo. Prima la facevano finita con quella storia e meglio era.
-Juvia pensa che la maglia azzurra e bianca con i pantaloncini blu possano andare bene- pronunciò lei rincuorata, richiudendo di nuovo la porta non appena il moro fu entrato nella sua camera.
Era ordinata, non c'era che dire. Si vedeva il tocco femminile. In confronto alla sua, sembrava una stanza di un castello. Voltò lo sguardo, osservando il letto blu ben sistemato, così come quelle poche cose che si era fatta comprare per abbellire e rendere più confortevole quella triste stanza. Si diresse poi verso il grande armadio, aprendolo. I vestiti erano riposti in ordine, occupando gran parte dello spazio. Ma quanti vestiti aveva? Non si era mai accorto che ne avesse così tanti. Frugò velocemente tra gli indumenti, cercando di non metterli troppo in disordine con i suoi modi poco delicati, ma ad occhio e croce poteva sicuramente affermare che della maglia che cercava la turchina non ce n'era traccia. Si chiese anche se fosse quella che si ricordava lui… in fondo non aveva mai prestato molta attenzione al suo abbigliamento.
Dopo qualche altro secondo sospirò sconfitto, per poi ritornare a mani vuote dalla ragazza.
-Senti, Juvia...- la chiamò lui dall'altra parte della porta, ancora chiusa. -... forse è meglio se ti prendi da sola i vestiti- le propose, aspettando una sua conferma.
-Ma come può fare Juvia ad uscire?- chiese la ragazza perplessa, probabilmente appoggiata alla porta per riuscire a sentirlo.
-Io mi metto sul divano e chiudo gli occhi. Tu intanto vai di là e prendi quello che ti serve- le spiegò lui.
-D'accordo -acconsentì la turchina, per poi attendere ancora qualche secondo prima di riaprire la porta, giusto il tempo di aspettare che Gray-sama facesse come aveva detto.
Silenziosamente sgattaiolò fuori dalla stanza del moro per entrare nella sua. Tirò velocemente fuori dal suo armadio la maglia e i pantaloncini che aveva descritto al moro, avviandosi di nuovo verso l'altra camera.
-Juvia, hai fatto?- chiese il moro, stanco di quella situazione, aprendo poi gli occhi, convinto che fosse entrata nella propria stanza.
-Ops- ma la caduta dalle braccia della ragazza dei pantaloncini le impedirono di sentirlo, accovacciandosi poi sulle gambe per raccoglierli. A volte era davvero sbadata, ma in fondo non era successo nulla di grave...
Tutt'altra reazione colse il moro. La vista di una Juvia accovacciata, e per giunta in intimo, lo fece arrossire come non mai. L'aveva già vista in costume da bagno moltissime volte, eppure quello non gli permetteva di prenderla alla leggera. Insomma, l'intimo era diverso dal costume!
La vide alzarsi dalla sua posizione, notando subito com'era snello e perfetto il suo fisico slanciato. E in un attimo maledisse la sua testa e i suoi ormoni che lo stavano facendo impazzire. Doveva chiudere gli occhi in fretta, prima che Juvia, voltandosi, potesse vederlo.
Con un enorme sforzo si portò una mano sudata al viso in fiamme, forse con troppa forza, perché il rumore che aveva provocato attirò l'attenzione della ragazza.
Autocontrollo. Doveva ritrovare il suo autocontrollo. Ma pensarlo era diverso da farlo, e la presenza della turchina ancora nella stanza non lo aiutava affatto. Cosa aspettava a tornare nella sua camera?
-Gray-sama...- sentì pronunciare in modo incerto.
No, ti prego. Fa che non lo chieda. Fa che non lo chieda...
-...tutto bene?- ecco. Gliel'aveva chiesto.
-Certo- pronunciò meccanico lui, con un tono forse un po' troppo alto per i suoi standard.
La turchina lo osservò ancora per qualche istante, pensando di essersi sbagliata. Così si voltò e ritornò in fretta nella stanza del moro per finire di cambiarsi.
 
Qualche altro minuto dopo...
-Juvia ha fatto, Gray-sama- la voce allegra della ragazza gli arrivò alle orecchie.
-Perché Gray-sama ha ancora la mano sugli occhi?- chiese poi, confusa dalla stana posizione dell'altro. Era rimasto in silenzio e immobile.
-Nulla di particolare- pronunciò lui con il suo tono serio, ma consapevole che se solo l'avesse guardata di nuovo in quel momento, avrebbe perso ancora una volta tutta la sua calma.
Decise però poi di alzarsi, seppur esausto, tenendo lo sguardo basso e togliendosi la mano dal viso.
-Ho trovato la lista, quindi vado a fare la spesa- le disse subito dopo, pronto ad allontanarsi il prima possibile da quella stramba situazione.
-Gray-sama è rosso in viso- gli fece però notare candidamente la turchina, ancora con una punta di confusione nella voce.
Il mago arrossì ancora di più se possibile a quelle parole. -E'-E' colpa della mano sul viso- si affrettò a spiegare.
-Io vado- aggiunse poi, senza lasciare alla ragazza nemmeno il tempo di porgli delle altre domande, ma sbattendo la porta e lasciandola lì, confusa e già persa in nuove fantasie e supposizioni. E chissà che una di quelle più strambe non rispecchiasse proprio la realtà.
Intanto il moro si allontanava da quella piccola casetta, ancora pensieroso su quelle strane sensazioni che aveva provato, chiedendosi poi perché Juvia si comportava sempre in maniera così diversa dalle altre ragazze, anche se proprio questo la rendeva unica. Ma soprattutto... perché  cavolo non era rimasta in camera sua per vestirsi?!


 
 
Nda:
 
Ahh, ma come mi piace vederlo arrossire, ahahah. Sarà tipo la decima volta che lo dico su efp.
Francamente non so che aggiungere, penso che la storia parli da sé… e anche i pensieri di Gray XD
L’innocenza di Juvia è sempre un ottimo modo per vederlo in difficoltà, e io ne approfitto, ihih.
Ad ogni modo spero che la storia vi sia piaciuta come sempre e… alla prossima, minna!
Baci, Roby-chan
 
 

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Capitolo 16
*** Futuro ***


Prompt: Futuro
Generi: sentimentale, malinconico, introspettivo
Raiting: giallo
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler!
 
 
Un mese. Esattamente trenta giorni dalla fine della battaglia di Tartaros, dalla sconfitta dei demoni, dalla morte di suo padre. I ricordi di quella battaglia erano ancora vividi nella sua memoria. Era dal giorno prima che si comportava in maniera più schiva del solito, e di questo probabilmente Juvia se n'era accorta, ma non gliene importava poi tanto. Il peso che gravava sul suo petto, e che grazie a lei si era alleggerito in quei giorni, aveva ripreso a pesare, senza che potesse far nulla. Adesso aveva solo bisogno di pensare e stare da solo. Proprio come faceva tutti gli anni con Ur... e come presto avrebbe fatto anche con il padre.
Con sguardo impassibile Gray si alzò dal letto, cercando di non fare troppo rumore e svegliare la ragazza che dormiva nel letto accanto. Si limitò ad indossare i pantaloni ed una semplice giacca. Era inutile mettere la maglia. Anche se probabilmente quel giorno non si sarebbe spogliato, non gli andava di sentire caldo. Dopo aver indossato anche gli stivali, si incamminò verso la porta di casa, aprendola con un leggero cigolio.
-Gray-sama...- la voce improvvisa della turchina lo fece voltare, lievemente sorpreso. Era in piedi, sulla soglia della porta che separava la stanza da letto dal salottino, che a sua volta si incontrava subito entrando nell'abitazione.
-Juvia, io...- iniziò il moro con sguardo addolorato, lo stesso che aveva anche lei in quel momento. Non voleva lasciarla sola, ma davvero aveva bisogno di un po' di solitudine.
 -Va bene- pronunciò la turchina, poggiando una mano sul proprio petto e chiudendo per un attimo gli occhi -Gray-sama può andare- gli disse, sforzando un sorriso.
Dopo qualche altro secondo di esitazione, il mago del ghiaccio si decise a lasciare l'abitazione. Juvia sapeva. Ricordava che giorno era. Sapeva il perchè delle sue azioni. Lo aveva sempre saputo, come se riuscisse a leggergli dentro, e, anche se a volte la cosa era un po' inquietante, adesso gliene era grato. Senza bisogno di dare difficili spiegazioni, si allontanò in fretta dal villaggio, in cerca di qualche posto silenzioso dove riflettere.
 
La turchina intanto si lasciò andare in un sospiro triste, appoggiandosi allo stipite e stringendo con più forza la camicia da notte all'altezza del cuore.
La mattinata passò così, in totale silenzio. L'assenza di persone al villaggio e di animali, vista la stagione fredda, rendevano il tutto incredibilmente triste e malinconico.
Juvia si occupò delle solite faccende di casa, finendo in fretta grazie all'assenza di allenamenti per quel giorno. Verso mezzogiorno si ritrovò senza riflettere a preparare il pranzo per due, nonostante in fondo sapesse che Gray non sarebbe tornato tanto presto. Toccò appena il cibo che lei stessa aveva preparato, ritenendolo insipido, anche se non lo era. Sparecchiò la tavola, prendendo poi in mano la scopa e iniziando a pulire il pavimento, ma un leggero rumore la distrasse.
Plic.
Un rumore che conosceva benissimo.
Plic Plic.
Si fermò, voltandosi a guardare il cielo fuori dalla finestra. Nuvoloso. Lo era stato fin da quella mattina, ma adesso sembrava proprio che si sarebbe messo a piovere.
Plic Plic Plic...
Ed eccolo, lo scroscio della pioggia battente che si faceva sempre più forte.
La ragazza cadde in ginocchio, lasciando andare la scopa, che fece un rumore sordo contro il pavimento, e portandosi le mani al viso. Gocce. Gocce salate presero ad uscirle dagli occhi, rigandole il viso appena arrossato. Tremiti e singhiozzi iniziarono presto a percuoterla, ma il rumore della pioggia si era fatto così forte e assordante che non si sentivano affatto, come se la pioggia volesse proteggerla e confortarla. La pioggia capiva quello che Juvia provava. L'aveva sempre fatto. La giovane maga si lasciò così cullare da quella ritmica melodia che sapeva di nostalgico.
 
Senza rendersene conto il crepuscolo arrivò, e con quello la consapevolezza che nel giro di qualche ora Gray sarebbe ritornato.
La ragazza si alzò dal pavimento in legno sul quale si era accasciata parecchie ore prima. Era rimasta immobile per tutto il tempo, lasciando che le lacrime scorressero senza sosta e i tremiti la percuotessero. Le gambe le dolevano per essere stata ferma tanto a lungo, ma poco le importava. Con quelle gocce salate che continuavano a scenderle sulle guance, guardò nuovamente fuori. Pioveva ancora. Non solo fuori, ma anche nel suo cuore.
Prese un altro fazzoletto dalla tasca, cercando di pulire il viso al meglio. Quando ebbe finito raccolse la scopa da terra per appoggiarla alla parete e poi si diresse verso il divano, lasciandosi andare. Le gambe e le braccia erano molli, come prosciugate della loro forza vitale. La turchina guardò per l'ennesima volta fuori, concentrando la sua attenzione sulle gocce che scendevano al suolo o che si infrangevano contro i vetri.
Chiuse gli occhi stanchi. -Ancora un po'...- sussurrò a sè stessa -Ancora un po' e poi Juvia tornerà quella di sempre- si disse, facendosi forza -La Juvia di cui ha bisogno Gray-sama- concluse, lasciandosi cullare ancora un po' dal sottile scroscio della pioggia.
 
Qualche ora più tardi il mago del ghiaccio, che era rimasto seduto su quel masso, in quella radura ormai spoglia e silenziosa data la stagione fredda, si alzò.
Aveva riflettuto a lungo su ciò che era successo con Tartaros, con Silver... Aveva anche ripensato al suo passato, a Ur, Ultear... a Juvia.
Tutti loro lo avevano aiutato ad andare avanti. A seguire la strada per il futuro. Per questo sentiva ancora il bisogno di fare una cosa, prima di poter definitivamente proseguire e lasciarsi il passato alle spalle, senza però mai dimenticarlo. Quella sarebbe sempre rimasta una parte di sè. Ormai l'aveva accettata, ma nonostante ciò, sentiva l'impulso di andare, almeno un'ultima volta, alla tomba dei suoi genitori.
Alzò lo sguardo sopra le fronde. Non c'era il minimo segno di un raggio di sole e il cielo era scuro. Probabilmente era piuttosto tardi. Senza ulteriori indugi si incamminò verso il piccolo villaggio. A quell'ora probabilmente Juvia si era già addormentata. Sarebbe entrato in casa per prendere qualcosa da mangiare e lo stretto necessario per partire quella sera stessa. Il luogo dove riposavano i suoi genitori era a tre giorni di cammino, quindi si sarebbe assentato per parecchio. Avrebbe lasciato perciò un breve biglietto a Juvia. Sentiva di doverlo fare. Juvia avrebbe capito.
Ormai mancavano pochi minuti prima di riuscire ad intravedere il villaggio, ma l'improvviso abbassamento di temperatura lo fece insospettire. Più si avvicinava e più sentiva uno strano rumore, come di acqua che scorre. Alzò gli occhi al cielo, notando una grossa nuvola che ricopriva il villaggio. Con sguardo triste osservò come il terreno da quel punto in poi fosse diventato fangoso. Le gocce di pioggia cadevano ad un ritmo regolare e non molto forti per fortuna. Questo voleva dire che Juvia si era calmata almeno un po'. All'improvviso avvertì una forte stretta al petto. Da quanto lei stava piangendo? Per quanto tempo lui si era chiuso in sè stesso, lasciandola sola e non preoccupandosi minimamente di ciò che avrebbe provato lei? In fondo sapeva benissimo che anche la maga fosse a conoscenza di che giorno fosse. Per di più era stata lei stessa l'avversaria del negromante, e si era sempre sentita responsabile, nonostante lui l'avesse perdonata.
Freddo come il ghiaccio, insensibile... ecco com'era lui, Gray Fullbuster, mago del ghiaccio.
Riprese subito a camminare con passo svelto, per raggiungere in fretta la loro abitazione.
Prese un profondo respiro e aprì lentamente la porta.
Si guardò attorno, notando subito alcuni cibi incartati con della pellicola trasparente sul tavolo, segno che lo aveva aspettato, che aveva sperato sarebbe tornato. Il suo sguardo si posò poi sul divano, dove vide la figura di una Juvia addormentata seduta su.
Si avvicinò silenziosamente. Non voleva svegliarla.
La testa era leggermente abbandonata sullo schienale del divano. I lunghi capelli turchini erano in disordine, ma non sembrava perchè si fosse semplicemente appoggiata al divano. Le guance e il naso erano leggermente arrossati, mentre le altre parti del volto erano diventate incredibilmente pallide, più del solito. Le labbra erano leggermente violacee e gonfie, così come le palpebre chiuse. A Gray si strinse il cuore. Non ci voleva un genio per capirlo.
Strinse i pugni. Come aveva potuto lasciarla da sola in un giorno come quello? Era stato solo egoista... pensare solo a sé stesso, quando in realtà sapeva perfettamente che anche Juvia soffrisse allo stesso modo per quella perdita, perchè non aveva potuto fare nulla per impedirla.
Gray guardò ancora una volta il cielo scuro e la leggera pioggia che scendeva all'esterno, per poi far vagare di nuovo lo sguardo sul salotto. Su una sedia era appoggiata una calda coperta rossa, che prese e poggiò delicatamente sulla turchina. Data l'ora tarda era meglio non svegliarla. Sperava almeno che così sarebbe riuscito a lenire almeno in parte le sue sofferenze.
Rimase in silenzio davanti a lei ancora per qualche minuto, immerso nei propri pensieri, quando la ragazza iniziò a muoversi e ad aprire gli occhi gonfi e arrossati.
-Gray-sama!- esclamò lei sorpresa, sbattendo più volte le palpebre appesantite e cercando di mettere meglio a fuoco la figura del mago di fronte a sè.
Lui mantenne il solito sguardo inespressivo e non disse nulla. Eppure alla ragazza sembrava di avvertire una certa tristezza in quegli occhi spenti. In un attimo ricordò il perché. Che giorno fosse, cosa fosse accaduto in quello stesso giorno di un mese prima, la lontananza di Gray-sama, il dolore ancora vivido per quella decisione che aveva dovuto prendere e...
Con uno scatto preoccupato rivolse lo sguardo all'esterno, accorgendosi che stava ancora piovendo.
...che la pioggia stesse ancora rispecchiando il proprio stato d'animo.
-Gray-sama non deve preoccuparsi per Juvia!- si affrettò a dire, guardandolo allarmata. Non voleva che la vedesse in quello stato, né tantomeno che si preoccupasse per lei, visto il suo stesso stato d'animo in quel momento.
-Se Gray-sama ha bisogno di altro tempo per stare da solo, allora a Juvia va bene- continuò, abbassando lo sguardo e rendendosi conto solo in quel momento della coperta sulle sue gambe. Il suo volto si addolcì. Gray-sama l'aveva coperta perchè non prendesse freddo.
Sapeva però che presto non avrebbe più goduto delle sue attenzioni se se ne sarebbe veramente andato. I suoi occhi parlavano chiaro. Aveva ancora bisogno di altro tempo in solitudine.
-Juvia, io...- iniziò il mago del ghiaccio, guardandola triste. Anche in quel momento aveva capito ciò che provasse, ciò di cui aveva bisogno. Ma non era ciò di cui aveva bisogno lei.
-Juvia aspetterà il tuo ritorno, Gray-sama- lo interruppe lei. -Juvia ti aspetterà- continuò, cercando di convincere più sè stessa che l'altro -Per questo Juvia...- proseguì, stringendo convulsamente la calda coperta.
-Non è quello che vuoi davvero- si limitò a dire lui, bloccando le sue parole.
Juvia lo guardò stupita da quella affermazione -C-cosa?- pronunciò appena in un flebile sussurro.
-Stai piangendo - le fece notare lui, distogliendo per qualche attimo lo sguardo, in difficoltà.
Juvia si portò lentamente le mani al viso, rendendosi conto solo in quel momento che fossero di nuovo bagnate senza che potesse accorgersene, senza che potesse far nulla per arrestarle.
Con un sospiro, il mago del ghiaccio decise di sedersi al suo fianco. -Non preoccuparti, non me ne andrò.- la rassicurò lui. - Silver non mi perdonerebbe mai di lasciarti tanto a lungo da sola solo perchè sono ancora un po' depresso per la sua morte.- proseguì, abbozzando un mezzo sorriso ad immaginarlo mentre lo rimproverava.
-Gray-sama...- pronunciò a stento la turchina, mentre una nuova ondata di lacrime iniziò a scorrerle incessante sulle guance. -Juvia è così dispiaciuta...- singhiozzò, portandosi le mani a coprire gli occhi - È così dispiaciuta....- ripetè con voce rotta dal pianto.
Il mago si sorprese di quella reazione. Voleva tirarla su di morale, non farla piangere di più. Una nuova stretta al cuore. Senza pensarci avvolse le proprie braccia attorno alla turchina, portandola a singhiozzare sul proprio petto. La ragazza tremava ancora e le lacrime non si fermavano. Un po' impacciato Gray spostò un braccio, per dare la possibilità alla mano di accarezzarle la testa e i morbidi capelli, liberi dal berretto. A quei tocchi leggeri la ragazza sembrò lentamente calmarsi.
-Non devi essere dispiaciuta- disse in tono serio il mago del ghiaccio. Già. Non doveva essere lei quella dispiaciuta, ma lui... per averla fatta soffrire ancora una volta inutilmente.
-"Prenditi cura di lui". Non ha detto così, il vecchio?- riprese a parlare Gray, ricordandosi le parole del padre che Juvia gli aveva riferito.
La turchina alzò lo sguardo verso di lui, fissandolo stupita per qualche secondo per poi annuire con forza. Adesso era ora di smetterla di piangere. Doveva farsi forza e affrontare anche lei la cosa, come già stava facendo il suo Gray-sama. Non era più il momento di perdersi nel passato. Adesso doveva pensare solo al loro futuro. -E Juvia manterrà la sua promessa- pronunciò convinta, dopo essersi staccata dal mago e asciugata in parte il viso con le maniche della maglia. Lo avrebbe fatto per lui. Lo avrebbe fatto per loro. Avrebbe dato tutta se stessa per guardare avanti, verso il loro futuro.
A quel punto Gray si rialzò stancamente, guardando verso la cucina. -Bene, e adesso che è tutto apposto, direi che è ora di cenare- disse con il solito tono indifferente. -Ho una certa fame...- si lamentò, grattandosi la nuca, ma osservando con la coda dell'occhio l'espressione stupita della turchina. Sapeva perfettamente che Juvia non avesse mangiato nulla dal pranzo, e che, probabilmente, non avesse ancora cenato, vista la quantità di cibo che era stata sigillata sul tavolo.
Lo stomaco di Juvia improvvisamente brontolò, facendola arrossire e abbassare lo sguardo imbarazzata, mentre Gray la guardava piuttosto sorpreso.
-J-Juvia va subito a p-preparare qualcosa- si affrettò a dire lei, alzandosi di scatto per dirigersi verso il bagno a darsi una rinfrescata e lavarsi le mani.
Il mago del ghiaccio guardò nuovamente fuori dalla finestra. Aveva smesso di piovere, e sembrava anche che gran parte delle nuvole si fosse improvvisamente dissolta. Questo voleva dire che Juvia era tranquilla.
Lui rimase fermo in quel punto ancora per parecchi minuti, osservando poi come la turchina, dopo essere uscita dal bagno, si fosse messa ai fornelli.
E in quel momento si rese conto di una cosa: non poteva lasciarla sola, così come nemmeno lui poteva abbandonarsi alla solitudine. Di certo non avrebbero retto se si fossero allontanati. Ma se restavano insieme era ormai sicuro che sarebbero riusciti a sostenersi a vicenda e a curare le ferite dell'altro. E così come Juvia aveva già iniziato a farlo da un mese, o forse anche di più, adesso anche lui l'avrebbe fatto.
Se non avesse visto la pioggia e se Juvia non gli avesse mostrato i propri veri sentimenti, probabilmente lui sarebbe partito senza accorgersi di nulla, o facendo finta di non vedere.
Già aveva perso troppe persone a lui care, e stava per perderne un'altra. Non se lo sarebbe mai perdonato...
-Oh, no!- esclamò Juvia, abbassando la fiamma della pentola, dalla quale era fuoriuscita dell'acqua.
...in fondo era sempre stata quella pazzerella a mettere insieme i pezzi del suo cuore.
 

Curiosità: di tanto in tanto mi vengono questi momenti malinconici, e sebbene io adori metterli in imbarazzo, sento anche un forte impulso verso il contesto malinconico, non drammatico, per carità, se no muoio di lacrime mentre scrivo XD  Ad ogni modo, così è stato questo capitolo. L'ho scritto qualche mese fa, pensando proprio a come si dovesse essere sentito Gray un mese dopo la morte del padre, e ci ho costruito sopra questa storiella
 
 

Nda:
Bhè, che dire, alla fine sappiamo che i propositi di Gray di restarle affianco sono buoni, ma ancora non mi capacità di come quel suo cervello bacato lo abbia poi portato a lasciarla da sola di nuovo. Certo, la missione di Erza era importante... e non voleva farla preoccupare... però che cavolo, Gray!
E dopo essermi un po' sfogata, vi lascio. So che non è allegro come capitolo, ma spero di essere riuscita a cogliere bene i sentimenti di entrambi.
Non mi resta che darvi appuntamento alla prossima settimana  ;)
Baci, Roby-chan 

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Capitolo 17
*** Sogno ***


Prompt: Sogno
Genere: romantico, sentimentale
Raiting: giallo
Ambientazione: imprecisata
Avvertimenti: nessuno
 
Juvia entrò lentamente nell'acqua tiepida di quel lago di montagna, ma senza immergersi completamente. Indossava il suo solito costume a pois, ma i capelli turchini erano sciolti, liberi di ondeggiare ogni qual volta piccoli soffi di vento glieli carezzavano.
Avanzò ancora un po', finché l'acqua non le raggiunse i fianchi e potè immergere le mani in essa. Quella calda sensazione che il contatto con l'acqua le suscitava, la tranquillizzava ogni volta e le sembrava di poter divenire un tutt'uno con essa. Alzò lentamente una mano, in modo tale da poter catturare un po' di quel liquido puro e cristallino, quasi privo di consistenza, per poi inclinare la stessa, lasciandolo scorrere via insieme alle sue preoccupazioni.
Chiuse gli occhi nel sentire beatamente le piccole increspature che il suo corpo provocava sulla superficie piatta del lago, finché non avvertì un'altra presenza. Si voltò nella direzione dalla quale, impercettibilmente, veniva il nuovo movimento dell'acqua, restando sorpresa e anche un po' imbarazzata.
Era Gray-sama. Si era immerso anche lui e la stava raggiungendo lentamente con sguardo enigmatico. Juvia non riuscì a sostenerlo, abbassando il proprio sulla superficie limpida, fin quando il mago non fu abbastanza vicino da riuscire a vederne il riflesso.
-Juvia...- pronunciò lui, con un tono nostalgico.
La ragazza alzò gli occhi per scrutarlo. Avvertiva qualcosa di diverso in lui.
Il moro appoggiò delicatamente una mano sulla sua guancia, facendola sobbalzare e rabbrividire al tempo stesso. La mano fredda e le punte delle dita bagnate a contatto con la propria pelle la fecero arrossire ancora di più e abbassare ancora una volta lo sguardo.
-No, Juvia, guardami- le impose lui con un tono che, per quanto dovesse risultare duro, sembrava più una supplica. E Juvia alzò di nuovo lo sguardo per incatenarlo al suo. Sembrava sofferente.
-Gray-sam...- lo stava per chiamare, ma fu interrotta da due labbra fredde che iniziarono a premere disperate contro le proprie, in un gesto a suo modo dolce.
La maga sgranò gli occhi, osservando poi la sua espressione contrita e disperata. Quando riaprì i suoi occhi blu notte, Juvia non potè far altro che sentire un tuffo al cuore. Ardevano di sofferenza e speranza allo stesso tempo.
-Gray-sama...- provò a chiamarlo di nuovo quando si furono staccati, ma fu ancora una volta interrotta.
-Scusa- pronunciò il mago, guardandola disperato.
-Cos...- Juvia non stava capendo più niente, ma il moro la fermò ancora.
-Mi dispiace di essere stato sempre così freddo con te- pronunciò lui, staccando la mano che ancora sostava sul viso di lei.
Juvia lo guardò sorpresa e confusa. -Mi dispiace di averti rifiutato così tante volte, quando tu invece sei sempre rimasta pazientemente al mio fianco- continuò, mentre la turchina si portava una mano alle labbra, sempre più incredula di quanto appena successo e di quanto stesse sentendo.
-So che è tardi per dirtelo...- pronunciò ancora -...ma questo sentimento che è cresciuto lentamente dentro di me, senza che me ne rendessi conto, adesso sta fuoriuscendo copioso...- proseguì, guardandola con ancora più intensità. -...e io non riesco più a trattenerlo.- continuò -Non voglio trattenerlo- si corresse poi. -Perciò, anche se è troppo tardi, voglio dirtelo...- fece una piccola pausa, che alla turchina fece fermare il respiro -Juvia, ti amo, con tutto me stesso- pronunciò quelle ultime parole con un filo di voce, ma cariche dell'amore che Juvia aveva sempre aspettato. Il mago le poggiò nuovamente una mano sul volto, per asciugare quelle piccole lacrime di felicità che avevano preso a sgorgarle dagli occhi ormai appannati.
-Gray-sama...- singhiozzò lei, con il cuore che le scoppiava di felicità. E quel richiamo e quel sorriso sul volto della maga furono abbastanza per il moro per trovare una nuova ondata di determinazione, fiondandosi ancora una volta su quelle morbide e dolci labbra piene e rosee, stavolta in un bacio passionale, bramoso, che Juvia non faticò a ricambiare, buttandogli le braccia al collo.
I due si sbilanciarono, cadendo all'indietro e facendo schizzare l'acqua tutta attorno a loro. Nulla aveva ormai più importanza, perché Juvia era finalmente tra le braccia del suo Gray-sama, e nessuno avrebbe potuto mai risvegliarla da quello splendido sogno...
 
-Juvia, Juvia, svegliati!- cercò di riscuoterla Lucy, poggiandole una mano sulla spalla.
-Ahh, Gray-sama...- sospirò di piacere Juvia, appoggiata con le braccia incrociate su un tavolo della gilda e la testa su di esse ad occhi chiusi. Stava dormendo beatamente, con tanto di piccola bava da un lato della bocca.
-Gray, ma cosa le hai fatto?- chiese poi la maga degli spiriti stellari, quando il suddetto interessato le passò di fianco.
-E io che ne so?- si strinse nelle spalle il moro con il suo solito tono freddo, ma con una punta di stizza evidente.
-Sembra stia facendo un bel sogno, lasciamola dormire- si intromise Erza, per poi poggiare il suo sguardo materno sulla turchina -Chissà che cosa starà sognando...- si chiese poi, mettendosi una mano sotto al mento, chiudendo gli occhi pensierosa.
-Ahh, Gray-sama...- sospirò felice ancora una volta la turchina, facendo rabbrividire il moro. Sì, proprio rabbrividire, perché solo lei era in grado di riuscirci, nonostante lui fosse un mago del ghiaccio.
-Non lo so e non lo voglio sapere- disse laconico il moro, rispondendo alla rossa e lanciando un'occhiata spaventata alla turchina, che continuava a sospirare il suo nome. Le sue fantasie lo preoccupavano parecchio, perciò era meglio non pensarci. E così, senza aggiungere altro, si allontanò per iniziare una nuova rissa con Natsu, lasciando una Lucy rassegnata, ma divertita, e un'Erza pensierosa che si stava ancora scervellando sulla possibile fantasia dell'amica.
 
Qualche tempo dopo...
Juvia si immerse lentamente nell'acqua pura di quel piccolo laghetto di montagna che lei e il suo Gray-sama avevano trovato di ritorno da una missione. Ormai stavano insieme da qualche mese, e non era più così raro che svolgessero insieme delle missioni. Il contatto con l'acqua leggermente fredda la fece rabbrividire, ma la sensazione che provava stando a contatto con il proprio elemento era sempre qualcosa di fantastico e rilassante. Le mani di Juvia iniziarono a giocare lentamente con l'acqua, tastandone la consistenza effimera.
Sul suo volto comparve un sorriso quando un nuovo spostamento del liquido puro l'avvertì dell'arrivo anche del suo Gray-sama.
La maga si voltò, guardandolo felice mentre si avvicinava con la sua aria impassibile a lei.
-L'acqua è fantastica!- esclamò allegra, facendo passare le mani sulla superficie calma del lago, mentre l'altro annuiva, scrutando le sponde lontane per assicurarsi che fosse tutto sicuro.
-Sai, Gray-sama...- riprese lei in un sussurro -...una volta Juvia ha fatto un sogno in cui eravamo immersi in un lago proprio come ora- si lasciò sfuggire la turchina, ricordando perfettamente l'intera scena.
Quell'affermazione incuriosì il moro, che alzò un sopracciglio sorpreso. -Ah, sì? - chiese -E cosa succedeva nel tuo sogno?- domandò ancora, con un lieve sorriso malizioso sul viso. La ragazza a quelle parole arrossì di botto, abbassando lo sguardo a torturarsi le mani. Proprio come sospettava. Ormai Gray aveva da tempo capito che tutte le fantasie che faceva Juvia e che lo riguardavano, non erano proprio... bhè, caste o non imbarazzanti, sia per lui, che per lei che poi doveva raccontargliele.
-Lo sai che ti amo- le disse d'improvviso, facendole alzare la testa, sorpresa. Non si aspettava di certo un commento simile.
Il moro le circondò i fianchi con le proprie braccia muscolose, lasciandole poi un tenero bacio sulle labbra. Quando si staccarono e riaprirono gli occhi, incatenandoli gli uni agli altri, la turchina non potè che aggiungere -Anche Juvia ti ama tanto, Gray-sama- trasmettendogli tutto l'amore che provava, così come aveva fatto il moro poco prima. E ripresero a baciarsi con trasporto per un tempo che sembrò loro un'infinità. Da soli, in quel piccolo laghetto che sembrava magico. Senza che nessuno potesse disturbarli.
 
 
Curiosità: l'idea di questa storia è molto vecchia. Diciamo che l'ho veramente sognata un anno e mezzo fa ^.^" O meglio, ho sognato la prima parte, quella del sogno di Juvia. Nel mio sogno stavano entrambi nell'acqua e Gray si dichiarava più o meno in questo modo, e il bello è che io impersonavo Juvia!! *^* Se ci penso ancora mi sento... contenta, felice? Non so nemmeno io come definire questa emozione, ma è più o meno quella che provo ogni volta che nel manga succede qualcosa di tenero tra loro XD
Ritornando alla storia... in realtà la fiction l'ho realizzata solo un mesetto fa, perché non avevo mai tempo, e in più, poiché all'inizio ero molto più lenta a scrivere (non che adesso sia migliorata così tanto ^.^") non mi veniva mai voglia di iniziarla, ma sono davvero contenta di esserci finalmente riuscita XD
In più, ciliegina sulla torta, sapete quando l'ho sognato? La notte prima della prima prova scritta della maturità XD non potete immaginare lo shock e la mia gioia, ahahahah. Mi hanno fatto davvero una bella sorpresa XD
 


Nda:
Ehilà minna! In ritardo come al solito, ma spero che vi sia piaciuta questa storia in cui possiamo dire di trovare ben tre Gray diversi! Il primo Gray di sicuro vi sarà parso OOC, ma spero comunque che vi abbia fatto piacere. Insomma, in fondo non desiderereste anche voi qualcosa del genere tra loro due? Anche se ovviamente il solito Gray è il migliore u.u
Spero inoltre di essere riuscita a trasmettervi la stupenda sensazione dell'acqua che vi avvolge e accarezza le dita. Io nuoto, quindi adoro il contatto con l'acqua e ho un po' provato a trasmettervi quello che provo quando mi fermo e appoggio semplicemente le mani sulla superficie ^.^
Ad ogni modo lascio comunque la parola a voi, perché il parere è personale, e a me farebbe tanto piacere sapere il vostro! ^.^
 
P.s. non era mia intenzione, e mi scuso infinitamente, ma proprio non riesco a pubblicare a causa degli esami che si susseguono e del poco tempo che ho. Pensavo di farcela, e invece mi sbagliavo. Ho provato in queste settimane a pubblicare, ma con fatica sono riuscita a completare le storie. Magari qualcuno potrebbe pensare: e quanto tempo ci puoi mai impiegare a pubblicare? Ebbene, non so se anche per voi sia così, ma mi ci vuole circa un'ora, che non è poco, considerando che devo studiare dalla mattina alla sera. Devo rileggere la storia e aggiustare i punti che non mi piacciono, devo scrivere le note, devo passarla a PC e ricontrollare (grazie a word) che non ci siano errori grammaticali che mi siano sfuggiti... Ad ogni modo non sto qui a riempirvi le scatole con le mie giustificazioni. Mi scuso profondamente e vi chiedo solo un po' di pazienza, finché il periodo esami non sarà finito, quindi purtroppo verso la fine di febbraio/inizio marzo.
P.p.s. mi spiace anche di non riuscire a rispondere alle vostre recensioni, ma sappiate che io le leggo e vi sono grata per il sostegno. Appena trovo uno spacco di tempo, vi risponderò.
Grazie per la comprensione, e alla prossima,
Baci, Roby-chan 

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Capitolo 18
*** Strip poker ***



 
Prompt: Strip poker
Generi: sentimentale, introspettivo
Raiting: arancione
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler!
 
Curiosità: la storia è ispirata ad un altro disegno di Mashima, e penso che abbiate già capito, eheh. È quello appunto in cui stanno giocando a strip poker, o qualcosa di simile. Subito ha stuzzicato la mia curiosità, e niente, non c'è molto da aggiungere. Come sempre vi riporto l'immagine a fondo storia nel caso non la ricordiate o conosciate XD
 
 
 
Quella sera avevano completato una missione davvero impegnativa, ma che aveva fruttato loro un bel po' di jewels. Potevano così dirsi soddisfatti perchè, probabilmente, per almeno un mese, avrebbero potuto stare tranquilli e concentrarsi sul loro allenamento al villaggio di Rainfall. Per fare qualcosa di diverso, e svagarsi un po' una volta ogni tanto, Gray aveva proposto di comprare un paio di bottiglie di sakè nella città dove avevano alloggiato per un paio di giorni prima di ripartire. Wuel* era rinomata per il suo ottimo sakè, quindi perchè non approfittarne?
Purtroppo però avevano fatto male i calcoli, e si ritrovarono entrambi ad aver alzato un po' troppo il gomito, nonostante il lauto pasto.
-Juvia è sazia, Gray-sama. Non ce fa davvero più, hic- singhiozzò la turchina, portandosi una mano alle labbra arrossate, così come le proprie guance. La differenza era però che stavolta non era imbarazzo, ma bensì l'alcol che aveva iniziato già da qualche minuto ad entrarle in circolo.
-Forza Juvia, sono gli ultimi due bicchieri, hic- la incoraggiò lui, con l'intenzione di terminare le tre bottiglie di sakè che avevano acquistato.
La ragazza lo guardò diffidente, per poi afferrare il bicchiere che gli stava porgendo il moro. Se era Gray-sama a chiederlo, non poteva di certo rifiutare. E così, dopo qualche altro secondo, lo buttò giù in un solo sorso.
-Hic- la ragazza si portò nuovamente la mano alla bocca, nel tentativo di fermare i singhiozzi. La testa iniziava a girarle in un modo assurdo. Se da un lato lei sapeva di non reggere bene l'alcol come il mago del ghiaccio, dall'altro era anche vero che aveva bevuto appena un terzo di ciò che aveva ingerito il moro, perciò si poteva dire che stavano sulla stessa barca. Nonostante tutto però la turchina riuscì a mantenere ancora per qualche attimo un po' di lucidità, così da essere  cosciente che, con tutto quello che avevano mangiato, mettersi subito a dormire non fosse una buona idea. Ma solo per poco, eh.
-Gray-sama vuole giocare a poker?- chiese lei. Appunto, per poco.
Il moro la fissò per qualche secondo, come ad elaborare quello che gli stesse proponendo. -Che ne dici di strip poker?- ribattè poi, appoggiando un gomito sul tavolo e scrutandola meglio, come se non riuscisse a metterla a fuoco.
Anche la ragazza si prese qualche istante in più per valutare la proposta, ma il mal di testa che si stava facendo strada nella sua mente non l'aiutava di certo a ragionare. -D'accordo- acconsentì infine, alzandosi alla ricerca delle carte da gioco, mentre il moro si spostava nel salottino.
Ci vollero circa dieci minuti buoni per sistemarsi e prendere l'occorrente.
Dopo i primi giri Gray già aveva abbandonato parte del vestiario per il troppo calore che diceva di sentire, accentuato dalla presenza dell'alcol in circolo. E così, dopo una sola sconfitta, si era tolto già maglia, cintura, scarpe e pantaloni, mentre Juvia, più sfortunata col gioco d'azzardo, si era dovuta togliere la mantellina, il cappello e gli stivali.
Nel frattempo era passata già un'ora da quando avevano iniziato, e vista la lentezza di riflessi di entrambi, non c'era da stupirsi. Ma con il tempo che passava, fortunatamente, o forse no, la lucidità stava pian piano tornando, così come la consapevolezza del guaio in cui si erano cacciati volutamente. Bhè, più o meno.
Con l'ennesima vittoria del moro, Juvia fu costretta a togliersi la maglietta aderente. La ragazza, imbarazzata come non mai, iniziò lentamente a sfilarsela dall'alto. La pancia liscia fu la prima parte del corpo ad essere scoperta, portando il moro a fissare, come in trance, i primi lembi bianchi di pelle. Gli occhi del mago, non più così annebbiati come prima, si fissarono sulle sue forme perfette che venivano pian piano mostrate dalla maga. Il corpo snello e flessuoso della ragazza si muoveva leggermente, nel tentativo di sfilarsi completamente la maglia, mentre il moro deglutiva rumorosamente, pensando che fosse dannatamente attraente. O forse era l'alcol a fargli fare quegli strani pensieri? Non lo sapeva, la testa stava iniziando a pulsargli all'impazzata, ma non per questo distolse gli occhi dalla turchina.
Quando finalmente Juvia riuscì a passare la maglia sopra ai seni, coperti solo dal reggiseno blu in pizzo, Gray non potè che sentirsi i boxer improvvisamente stretti e la gola secca. Istintivamente si portò una mano tra le gambe incrociate, approfittando della distrazione di Juvia che si stava liberando completamente della maglietta, per nascondere quel "piccolo problema" che si era creato, e che aumentava ad ogni singolo movimento della turchina, la quale inconsapevolmente stava facendo rimbalzare le sue rotondità come se nulla fosse.
Quando Juvia fu finalmente libera, entrambi erano arrossiti, Juvia per la fatica, e Gray... bhè, per qualcos'altro.
Nessuno dei due disse nulla, troppo presi dai propri pensieri. Come in automatico il moro riprese le carte in mano per mescolarle. E adesso? Si trovavano davvero in un bel guaio. Erano entrambi consapevoli che mancava poco per raggiungere il punto di non ritorno. Adesso l'alternativa era tra i suoi boxer e il reggiseno di lei. Tuttavia Gray era troppo orgoglioso per tirarsi indietro davanti ad una sfida. -Juvia, se vuoi possiamo fermarci- disse così lui, alzando di poco lo sguardo che si era ostinato a tenere fisso sulle carte, nella speranza di un cedimento da parte della turchina, che cercava di coprirsi almeno in parte il petto.
La ragazza sobbalzò a quelle parole. Certo, era davvero imbarazzante, ma non poteva di certo tirarsi indietro di fronte al suo amato. Avrebbe pensato che fosse una codarda, e lei non lo era. In più aveva acconsentito anche lei a quel gioco, quindi adesso dovevano finirlo.
-N-no, non c'è n-nessun problema Gray-sama -lo rassicurò lei, arrossendo se possibile ancora di più e stringendo maggiormente le braccia attorno alle spalle, inconsapevolmente riducendo lo spazio alle sue generose forme. Il moro deglutì ancora a quella vista, iniziando a sudare freddo. E adesso? Come la mettevano? L'unico modo era concentrarsi su altro e sperare che quel gioco terribilmente perverso finisse. Certo, facile a dirsi. Ogni singolo movimento della turchina metteva a dura prova il suo autocontrollo, portandosi addirittura a chiedersi se fosse davvero un mago del ghiaccio.
Il moro riuscì miracolosamente a riabbassare lo sguardo e a riconcentrarsi sulle carte.
Sì! Aveva fatto colore... o meglio no! Oddio, non sapeva nemmeno lui se fosse un bene o un male. Se lui perdeva, doveva togliersi i boxer, ma se lei perdeva...
Purtroppo non poteva farci niente, e, come previsto, Juvia perse con la sua misera coppia.
Doveva togliersi il reggiseno. Il moro deglutì, guardandola mentre, titubante, toglieva le braccia attorno al proprio seno, per portarle dietro, fino al fatidico gancetto.
-Emm... Gray-sama? - si fermò lei, guardandolo in imbarazzo.
-Sì?- chiese l'altro con un tono un po' più acuto del solito.
-Se Gray-sama potesse voltarsi...- chiese lei, a disagio per quello sguardo bramoso su di sè. Ma non era possibile che Gray-sama la guardasse in quel modo, no? Di sicuro doveva essere ancora l'effetto del sakè.
-S-sì, certo, hai perfettamente ragione- acconsentì lui, rigido, indugiando qualche secondo, prima di voltarsi. Teso come una corda di violino era un eufemismo. Ma al diavolo! Non poteva farsi controllare così dai suoi bassi istinti! Dov'era finito il suo autocontrollo e la sua freddezza?
-Juvia ha fatto, Gray-sama - la voce di Juvia gli arrivò alle orecchie come un tuono nella tempesta dei suoi pensieri.
Quando le fu nuovamente davanti, non potè far a meno di osservarla con ancora più interesse.  Il corpo della giovane maga era diventato una calamita per lui. Quelle braccia sopra i seni pieni coprivano ben poco, troppo poco.
-Continuiamo- si costrinse ad abbassare lo sguardo con una forza di volontà che non pensava più di possedere.
Cavolo! Stavolta le carte non erano buone, per niente. Alzò lo sguardo dalla sua mano per osservare l'espressione della turchina e vedere se aveva qualche chance, ma il suo sguardo ben presto si abbassò più giù. Juvia, per prendere le carte, aveva dovuto lasciar andare un braccio, per cui a coprirle il petto ne restava solo uno, e sinceramente non copriva molto. Deglutì a vuoto per l'ennesima volta, mentre perdeva nuovamente il controllo sui suoi pensieri e sui suoi boxer che ritornavano ad essere stretti. Forse anche più di prima.
Quando scoprirono le carte, i due rimasero un po' sorpresi. Juvia aveva vinto.
Giusto il tempo di realizzare quello che ciò comportasse, che il moro impallidì in un attimo. Certo, gli era capitato di ritrovarsi più volte completamente nudo in gilda o in strada... ma adesso era completamente diverso. Adesso c'era Juvia, solo Juvia e nessun altro in quella casa, o meglio, in quel villaggio. A quella consapevolezza si rese conto di essere nei guai fino al collo. D'altro canto Juvia sembrava sollevata e di nuovo felice.
-Yeee! Juvia ha vinto!- urlò di gioia la turchina, lasciando finalmente andare quelle dannate carte e alzando le braccia in segno di vittoria. Un normale gesto che avrebbe fatto istintivamente chiunque per liberarsi dalla tensione accumulata. Peccato che lei era senza nulla a coprirle la parte superiore del corpo.
Gray arrossì di botto, riacquistando tutto il suo colorito. Non riusciva a staccare gli occhi da quella visione, per quanto avrebbe voluto. Insomma, era Juvia! Non una qualunque ragazza di cui non gli importava nulla!
Quando Juvia si accorse dello strano sguardo di lui e realizzò come era conciata... -Kyaaa!-urlò, voltandosi e coprendosi il più possibile con le braccia.
-G-Gray-sama h-ha visto J-Juvia... h-ha vi-visto...- Non riuscì nemmeno a completare la frase che le lacrime minacciavano già di fare capolino dagli angoli degli occhi. Voltò poi appena la testa nella sua direzione, guardandolo in viso con sguardo disperato e accusatore, anche se la colpa per ciò che era successo non era esattamente sua... o forse si.
-J-Juvia...- balbettò lui, non sapendo come reagire. Gli era piaciuto? Ovvio. Le sarebbe volentieri saltato addosso se non avesse urlato? Ma che domande. Ma era giusto così? Ovvio che no, e questo non poteva negarlo. Si sentiva in colpa per ciò che era successo. In fondo era stata la sua stupida mente a proporre quel gioco pervertito. Doveva fare qualcosa.
-Io direi di finirla qua per stasera- pronunciò così, con il tono più neutro che riuscisse ad assumere in quella situazione, alzandosi e avvicinandosi alla porta della propria stanza. -Tu intanto svestiti...- si bloccò, rendendosi conto di ciò che aveva detto. Dannati effetti del sakè! Si girò titubante verso di lei, rischiando di perdere una buona dose di sangue dal naso. Juvia era ancora lì, tremante sul pavimento, con le lacrime agli occhi e un'espressione da cucciolo sul volto, per di più mezza nuda. In quel momento si sentiva tanto un pervertito che cerca di assalire una vergine innocente. Ma che pensieri faceva?
Il moro si voltò nuovamente di scatto -V-volevo dire d-di metterti il pigiama e andare a riposare. Domani ci prendiamo una pausa dagli allenamenti.- concluse, raggiungendo la soglia della propria stanza, collegata al salotto, proprio come quella di lei.
-Ah, e tanto per essere chiari...- iniziò ad aggiungere, senza più voltarsi -Noi siamo ubriachi, chiaro?- si assicurò Gray, guardando di fronte a sè.
La turchina annuì lentamente -Juvia pensa di non essere tanto consapevole delle sue azioni in questo momento- Quella risposta era il suo modo per dire che anche a lei andava bene così.
Perciò, senza ulteriori indugi, ognuno si barricò nella propria stanza a riflettere sulle sensazioni e i pensieri che quella strana esperienza aveva trasmesso loro.
In cuor loro però speravano solo di addormentarsi e dimenticare quella perversa esperienza. Già, lo speravano...

 
 
*Wuel significa sakè in lussemburghese  (ringrazio Google traduttore per l'informazione XD)

 
Nda:
Eccomi qui come promesso! Ritorno alla carica con una nuova Gruvia, eheh. Spero che vi abbia fatto sorridere e vi sia piaciuta. Non ho molto da aggiungere se non sempre le stesse cose, e cioè che adoro mettere Gray in difficoltà, ma questo lo sapete già.
Detto questo, lasciatemi i vostri pareri,
Alla prossima settimana con un nuovo capitolo!
Baci, Roby-chan ^.^


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Capitolo 19
*** Pioggia ***


Prompt: Pioggia
Generi: romantico, sentimentale
Raiting: verde
Ambientazione: dopo Tenroujima 
Avvertimenti: nessuno
 
 
Sette anni. Ben sette lunghi anni erano passati dall'attacco di Acnologia sull'isola di Tenroujima. Così tanto tempo che quasi non potevano crederci. Per tutti coloro che si trovavano sul suolo sacro di Fairy Tail erano passate solo poche ore, ma era evidente che quello purtroppo non fosse uno scherzo. Era stato strano ritornare alla vita di tutti i giorni, e ancor di più sapere che Fairy Tail fosse diventata una delle gilde più deboli. Ma nessuno si era dato per vinto e si stavano dando tutti un gran da fare per riacquistare almeno un po' del prestigio di un tempo.
Senza nemmeno accorgersene il tempo era volato via ed erano passate già un paio di settimane dal loro ritorno a casa, e, come succedeva sempre più spesso, lui e Juvia si ritrovarono a svolgere un incarico insieme. I due si stavano dirigendo sul luogo in cui si trovava il cliente, a circa due giorni di cammino da Magnolia. Dopo quella piccola sosta sarebbero ripartiti per l'ultimo pezzo di strada. Avevano affittato una piccola casetta per la notte al limitare della città, così da riuscire a ripartire il più in fretta possibile la mattina successiva. Peccato che il tempo aveva altri programmi per loro.
Avrebbero dovuto rimettersi in cammino per le otto in punto, se un leggero ticchettio sui vetri della piccola casa non li avesse fatti avvicinare, stupiti. Pioveva. Non una pioggia forte. Piccole gocce scendevano dal cielo, bagnando poco a poco il terreno.
-Juvia...- la chiamò il mago del ghiaccio, sempre con gli occhi fissi sulla vetrata. - Penso sia meglio aspettare che spiova- continuò, osservando l'esterno. Di certo quella non era opera di Juvia. Non avvertiva nessun sentimento negativo in quelle gocce che scendevano giù dal cielo, e per di più Juvia non gli era sembrata triste.
Passò qualche minuto perso nei suoi pensieri, finchè non si accorse di non aver ancora ricevuto alcun cenno da parte della turchina. Strano, di solito Juvia a quest'ora avrebbe già detto qualcosa. Quindi, stavolta perchè era diverso?
Si girò confuso e leggermente allarmato, per poi notare che la ragazza non era più accanto a lui. Si guardò attorno, alla ricerca di qualche indizio che gli dicesse che fine avesse fatto la maga. Poi il suo sguardo si soffermò sulla porta della piccola abitazione. Era aperta.
-Juvia?- chiamò di nuovo, avvicinandosi all'uscio. Guardò fuori e la vide lì. Juvia era là fuori, davanti a lui, sotto la pioggia. I capelli erano sciolti, liberi dal suo inseparabile cappello. Gli occhi chiusi rivolti al cielo. Le braccia erano aperte e le gocce le scendevano lentamente sul viso rilassato.
-Juvia, ma che stai facendo? –chiese, dopo qualche attimo di stupore. Normalmente nessuno si metterebbe mai di sua spontanea volontà sotto la pioggia scrosciante.
La ragazza sembrò sobbalzare a quelle parole. Abbassò le braccia e la testa, per poi rivolgere un dolce sorriso al mago.
-Gray-sama non trova che la pioggia sia bellissima? -chiese felice.
E allora il mago rimase interdetto. Non sapeva davvero cosa rispondere. La pioggia era bella? Non si era mai soffermato su una simile domanda. Ci pensò qualche attimo su, volgendo per poco gli occhi al cielo, e riabbassandoli poco dopo sulla maga. Non aveva una risposta alla domanda di Juvia. La pioggia non è solo pioggia? Gocce d'acqua che scendono dalle nuvole più o meno intensamente? Certo, c'erano molti motivi per i quali a qualcuno non sarebbe potuta piacere la pioggia, ma sinceramente a lui non interessavano.
-Perchè ti piace tanto?- si ritrovò così a chiedere, curioso della risposta dell'altra. Bhè, anche se, trattandosi di Juvia, forse la risposta era scontata. Era ovvio che le piacesse. Era una maga dell'acqua.
Eppure ciò che disse poco dopo lo stupì, anche se non avrebbe dovuto.
-Juvia ama la pioggia da quando ci siamo incontrati la prima volta, Gray-sama.- pronunciò dolce e leggermente in imbarazzo - È stata proprio la pioggia a farmi incontrare Gray-sama.- continuò lei, abbassando il capo e portandosi le mani dietro la schiena mentre si dondolava leggermente avanti e indietro -Juvia non odia più la pioggia- concluse, allargando il sorriso e rialzando il volto.
Gray rimase per un attimo spiazzato da quella dichiarazione così diretta. Era stato davvero lui a farle cambiare idea? Magari per qualcuno poteva sembrare una cosa da poco cambiare opinione su qualcosa, ma Gray sapeva abbastanza sul passato di Juvia da sapere che era profondamente legata alla pioggia, sia nel bene che nel male, quindi quel cambiamento non era assolutamente insignificante.
-Perchè Gray-sama non viene qui con Juvia?- riprese la ragazza, con un nuovo dolce sorriso.
Lo sguardo del moro passò dallo stupito allo scettico in pochi attimi. Ok che a lei piacesse la pioggia, ma perchè mai anche lui avrebbe dovuto volontariamente inzupparsi d'acqua e rischiare di prendere un raffreddore, per quanto improbabile per un mago del ghiaccio?
Ma nemmeno il tempo di finire quei pensieri che le mani della turchina avevano già afferrato il suo braccio e lo avevano condotto lì, sotto quella pioggia. Così fitta, eppure così fine e delicata.
Il mago si guardò le mani, sorpreso da quelle osservazioni. Le gocce si abbattevano su di esse, ma non facevano male. Non erano pesanti. Erano leggere. Leggere e piacevoli. Adesso gli bagnavano il petto, privo come al solito di indumenti e scendevano giù.
Gli bagnavano i capelli, il volto, le guance. E non potè che ripensare a quello che prima aveva detto la ragazza. La prima volta...
La risata cristallina di lei lo fecero voltare. Aveva chiuso di nuovo gli occhi e rivolto il viso sereno al cielo. Le braccia aperte, mentre girava su se stessa. Girava felice. Era uno spettacolo incredibile. Una maga della pioggia che danza nel suo stesso elemento... tutto sembrava svanire attorno a lei. I suoi movimenti fluidi e semplici creavano un'armoniosa danza di cui forse non se ne rendeva nemmeno conto, ma che aveva il potere di riscaldare il cuore di chiunque la guardasse con un po' di attenzione.
...No. Adesso non era più come la prima volta. Allora quelle gocce di pioggia erano pesanti, malinconiche, tristi.
Ora invece erano diverse. Erano diverse come lei. Lei che finalmente sorrideva felice. Lei che rideva allegra. Lei che si divertiva spensierata. Lei che aveva sempre il sorriso sulle labbra.
E il mago del ghiaccio si ritrovò a pensare che non sarebbe stato male se quello stesso sorriso, un giorno, sarebbe stato dedicato anche a lui, e non più solo alla pioggia scrosciante.
Un leggero sorriso apparve anche sul suo volto mentre la osservava felice.
Era proprio cambiata da quel lontano giorno in cui si erano incontrati per la prima volta. E anche lui stava cambiando, lentamente, anche se non se ne rendeva conto. E quella pioggia calda e leggera stava inconsapevolmente iniziando a sciogliere il suo cuore di ghiaccio.
 
 

Curiosità: doveva essere ambientata nella saga di Avatar, quando i due si trovano al villaggio, ma poi rileggendo mi sono accorta che i pensieri di Juvia sulla pioggia e il suo stato d'animo probabilmente non rispecchiavano quel periodo, ma bensì uno precedente, quindi ho modificato alcuni pezzi per renderla adatta.
 


Nda:
Ehy Minna! Allora come va?
Parto subito col dirvi che personalmente mi ha fatto piacere ritornare un po' indietro nel tempo, ancora agli "inizi" del rapporto tra Gray e Juvia.
Inoltre quale capitolo migliore per il tempo pazzo che c'è? Non so da voi, ma qui ieri è uscito uno splendido sole, e stasera già piove di nuovo -.- Come si dice, Marzo è un mese pazzerello, speriamo non troppo XD
E da voi? Com'è il tempo? Che ne pensate della storia?
Vi aspetto col prossimo capitolo ;)
Roby-chan
 

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Capitolo 20
*** La battaglia ***


Prompt: La battaglia
Generi: azione, sentimentale, comico
Raiting: verde
Ambientazione: saga di Alvarez
Avvertimenti: spoiler! What if?
 
 
 
La battaglia continuava incessante. Tanti erano gli scontri. Tanti i nemici.
Gray e Juvia si erano allontanati parecchio dal centro città e, per ciò che sapevano, tutti erano impegnati quanto loro nei combattimenti con i soldati di Alvarez. Dopo aver sconfitto uno degli Spriggan 12, Gray era corso nella direzione in cui aveva avvertito la magia di Juvia. Subito aveva capito che fosse circondata da un grande numero di nemici, perciò, incurante delle numerose ferite, l'aveva raggiunta.
Juvia era lì. Vestiti strappati, eppure ancora in piedi. Stava combattendo. Stava dando tutta sé stessa per vincere. No. Per sopravvivere.
Doveva andare subito ad aiutarla. Aveva bisogno di lui. Ghiacciò in fretta la profonda ferita che aveva al fianco sinistro e si tirò su, pronto a combattere. Pronto a proteggerla.
-Juvia!- la chiamò lui con urgenza, correndo nella sua direzione.
-Gray-sama? - si girò stupita la turchina nel sentire quella voce inconfondibile, non dopo però aver sferrato un ultimo attacco al suo avversario.
-Cosa ci fa qui Gray-sama?- continuò lei, mentre il moro le si portava al suo fianco.
-Mi trovavo a passare di qui- si giustificò l'altro, assumendo il solito tono indifferente.
-Gray-sama è sicuro di farcela?- chiese di nuovo la turchina -È ferito- constatò poi, osservandolo preoccupata.
-Non sarà di certo un graffio a fermarmi- affermò beffardo con lo sguardo deciso. Juvia conosceva quello sguardo. Quello era lo sguardo di chi non voleva arrendersi. Lo sguardo di chi voleva vincere. Lo sguardo di chi voleva proteggere. Proprio come il suo in quel momento.
-Juvia è pronta, Gray-sama - disse allora lei, sicura che nessuno sarebbe riuscito a fermarli se avessero combattuto insieme.
 
 
Dopo una decina di minuti, però, la situazione non si stava mettendo bene come previsto. Gray non riusciva a stare al passo con Juvia. La ferita si era riaperta e in quel momento rischiava di essere solo d'intralcio. D'altro canto però anche la turchina era piuttosto affaticata dal duro scontro. Certo, si trattava solo scagnozzi, ma ne erano fin troppi. Stavano combattendo entrambi da più di un'ora, ed era più di mezz'ora che quelli non accennavano a diminuire. Anzi, aumentavano sempre di più.
-Juvia non ce la fa più, Gray-sama - fu costretta a confessargli dispiaciuta, la maga. Il volto stravolto, i capelli arruffati e il respiro irregolare. I vestiti erano sporchi di sangue non suo e ridotti quasi a brandelli.
-Non possiamo arrenderci- sibilò tra i denti il mago, stringendo i pugni -Non adesso- sussurrò ancora, mentre la rabbia e la frustrazione per la sua impotenza crescevano. No. Non poteva finire così dopo tutto ciò che avevano affrontato insieme.
Gray si tirò su per l'ennesima volta. Non le avrebbe permesso di morire. Avrebbe dato fondo alle sue ultime forze pur di salvarla. Si mise in posizione, pronto a sferrare l'ultimo attacco. Il più potente. Quello decisivo.
-Gray-sama!- chiamò la ragazza, preoccupata. L'aura del moro era strana, sembrava diverso. Sembrava che stesse per fare qualcosa di sbagliato. No, lei lo sapeva. Doveva bloccarlo.
-Fermati, Gray-sama!- Sapeva che non avrebbe sopportato il colpo. Sapeva che quello era lo sguardo di chi era pronto a sacrificare la propria vita. Lo sapeva e non poteva permetterglielo.  Non avrebbe più sopportato di restare di nuovo sola.
-No, Juvia. Non posso e lo sai anche tu- pronunciò però deciso l'altro. Quello era l'unico modo. Almeno lei sarebbe stata salva.
Il moro si circondò di scie di ghiaccio che iniziarono a vorticargli attorno, impedendo così alla maga di avvicinarsi.
-N-no...- la turchina aveva capito la situazione -...ti prego...- lo implorò, cadendo in ginocchio singhiozzando. La voce tremante e le mani al volto nel tentativo di fermare le lacrime.
Un ultimo sguardo da parte del moro. Uno sguardo d'amore. -Non piangere, Juvia- pronunciò con tono insolitamente dolce, ritornando poi a concentrarsi sui suoi nemici. Nuove scie di ghiaccio iniziarono ad avvolgere il suo corpo, mentre la magia fluiva in lui come una bufera di neve.
Un attacco e sarebbe stata salva. Un ultimo attacco e sarebbe tutto finito. Un ultim...
-Ice make: dragon!- una voce proveniente dalla foresta poco distante lo fecero esitare. Poi un enorme drago di ghiaccio apparve tra i cespugli insieme a raffiche di vento nero e spade d'energia.
Il moro interruppe così il proprio incantesimo, mentre le orde di nemici davanti a lui venivano spazzati via in pochi secondi. Conosceva quella magia. Fin troppo bene.
-Hey Gray, ma che combini?- una voce incredibilmente irritante per il moro lo sgridò -Non è da te arrenderti così. - proseguì beffarda, mentre tra i cespugli usciva fuori la persona alla quale apparteneva.
-Lyon!- quasi ringhiò il mago, comunque sorpreso di trovarselo di fronte -Che ci fai tu qui?- chiese, aggrottando le sopracciglia.
- È questo il modo di ringraziarmi?- ribattè il nuovo arrivato, dandogli le spalle e concentrandosi sul suo drago di ghiaccio che continuava a farsi spazio tra i nemici.
Il moro sospirò, seccato per quella stessa sensazione di sollievo che stava provando nei confronti del suo rivale per essere stato appena salvato.
-Comunque non sono solo- aggiunse l'albino, sorridendo e indicando due chiome rosa che stavano uscendo dal bosco per iniziare il vero combattimento.
-Meldy-san! Cheria-san!- esclamò felice la maga dell'acqua, che intanto si era rialzata e aveva asciugato le lacrime.
-Ehilà Juvia! Ne è passato di tempo, eh?- la salutò la prima, facendole un cenno con la mano.
-Anche questa è una forma di amore!- aggiunse l'altra, sorridendo.
-Ancora non hai risposto alla mia domanda, Lyon- gli ricordò Gray, ripresosi dallo stupore iniziale del ritrovarsi le due maghe davanti.
L'albino sospirò, portandosi le mani ai fianchi e scuotendo la testa. -Penso che un grazie non lo riceverò mai, eh? -pronunciò con tono scherzoso.
-Comunque...- riprese poco dopo, facendosi serio. -... la situazione è grave.- continuò, iniziando finalmente a rispondere alla domanda del moro -Anche gli altri sono in difficoltà.- li informò -Per questo noi tre siamo venuti ad aiutarvi.- concluse, non staccando gli occhi dai suoi avversari. Cosa che fece ammutolire entrambi i maghi di Fairy Tail.
In breve tempo i nuovi arrivati riuscirono a sbarazzarsi di tutti gli scagnozzi, avendo trovato poca difficoltà proprio perché non avevano ancora combattuto e, per questo, ancora carichi di energie.
Quando lo scontro fu concluso, Lyon parlò di nuovo.
-Dovete riprendervi in fretta. Non c'è tempo da perdere.- pronunciò, rivolto ai due maghi di Fairy Tail -Cheria? - chiamò poi.
-Sì, Lyon! -rispose prontamente la compagna, che si avvicinò a Gray che era messo peggio per poter usare la propria magia curativa.
Nel frattempo Meredy si avvicinò a Juvia con un sorriso furbetto. -Allora, Juvia? -chiese con tono malizioso.
-Rivale in amore!- sibilò la turchina, completamente intenta ad osservare il suo Gray-sama che veniva curato da Cheria.
La rosa la guardò con espressione perplessa. Non si aspettava una risposta del genere. Stessa reazione ebbe Lyon.
-Non gliel'hai ancora detto?- si rivolse così a Gray, con tono di rimprovero l'allievo di Ur.
-Detto cosa?- chiese il moro, alzando un sopracciglio confuso.
-Non gliel'ha ancora detto. - constatò sospirando Meredy.
-Anche questo è amore!- si intromise anche Cheria.
Juvia li guardò curiosa e perplessa. C'era qualcosa che doveva sapere?
Diversa fu la reazione di Gray, che aveva finalmente capito a cosa si riferissero i tre.
-E questo chi ve l'ha detto?- chiese scioccato l'alchimista, scattando in piedi e assumendo un vago colorito rossastro.
-Ho sempre saputo che il mio fratellino avrebbe fatto la scelta giusta!- disse imperterrito e orgoglioso Lyon. -Ah, e Meredy me l'ha confermato- puntualizzò subito dopo.
Adesso gli occhi del moro erano puntati sulla maga di Crime Sorciere. E lei come faceva a saperlo?
-Io sono stata informata da Gerard, che è stato informato da Erza, che è stata informata da te- rispose la rosa alla sua muta domanda, sorridendo poi tranquillamente, come se spifferare ai quattro venti una cosa così importante fosse normale.
-Juvia non capisce- espresse la propria perplessità la maga dell'acqua. Ma di cosa stavano parlando?
-Nulla di importante- si riscosse d'improvviso Gray, voltandosi di scatto verso la turchina. Sembrava visibilmente agitato e la ragazza si chiese a cosa potesse essere dovuto un simile comportamento.
-Non ti preoccupare, Juvia, presto lo scoprirai- le fece l'occhiolino Meredy con tono birichino.
-Gray- riprese la parola l'altro allievo di Ur, passandogli improvvisamente un braccio sopra le spalle. -Se ti azzardi a farla soffrire...- iniziò, puntandogli un dito al petto, ma non ebbe il tempo di finire la frase che il moro si divincolò dalla sua stretta.
-Ma la volete piantare? Siete più fastidiosi di quell'imbecille infuocato!- sbottò irritato, squadrandoli con severità. Quella era la sua vita, le sue decisioni. Di che si impicciavano?
-Anche questo è amore!- ripetè allegra Cheria, che era rimasta in ascolto.
-Lyon e Gray-sama?- chiese sorpresa la turchina, portandosi le mani alle guance arrossate e perdendosi nelle proprie fantasie.
Come al solito non aveva seguito il discorso. Un gocciolone stile manga scese dalla testa di tutti i presenti.
-Bhè, Juvia è sempre Juvia- ridacchiò Meredy dopo essersi ripresa, mentre Lyon annuiva d'accordo.
Gray sbuffò, portandosi poi le braccia incrociate al petto. -Ad ogni modo sarà meglio spostarsi da qui, è pericoloso- pronunciò, dando uno sguardo in giro. -Raggiungiamo gli altri- concluse poi, mentre anche gli altri maghi si facevano seri e annuivano.
Lyon fu il primo ad incamminarsi, subito seguito a ruota da Cheria e Meredy. Gray li avrebbe subito seguiti se non si fosse accorto che qualcuno ancora non si muoveva. Osservò Juvia per qualche secondo, mentre lei continuava ad arrossire e a sbiancare in maniera alternata, persa nella propria immaginazione. Sbuffò leggermente divertito.
-Juvia, muoviti! - la riscosse poco dopo dal suo stato di trance con il suo solito tono impassibile.
-Ah!- sobbalzò la turchina -Juvia arriva subito, Gray-sama- lo rassicurò l'altra, mettendosi subito al fianco del suo amato per seguire i loro compagni.
 
Lo sguardo di Cheria si posò per qualche secondo sui due maghi di Fairy Tail qualche metro più indietro -Secondo te andrà davvero bene?- sussurrò la rosa all'orecchio dell'albino al proprio fianco, così che nessun altro potesse sentirli.
-Il mio fratellino è un po' idiota, ma se si tratta di Juvia-chan, penso che non ci saranno problemi- la rassicurò il mago senza girarsi, ma con un sorriso malinconico in volto.
-Già, penso proprio che tu abbia ragione- si aggiunse Meredy, che era riuscita a seguire il loro breve scambio di parole.
Adesso restava solo una cosa da fare: terminare in fretta quella stupida guerra, per sé stessi, ma soprattutto per i loro amici.
 
 


Curiosità: l'idea per questa storia è nata quando la saga era ancora agli inizi e tutti aspettavano con ansia l'entrata in scena degli alleati. Non potevo più resistere, quindi iniziai a scrivere questa storia, senza però completarla e pensavo che non l'avrei mai fatto. Poi però la settimana scorsa l'ho riletta, giusto per vedere cosa mi fossi inventata, perchè non lo ricordavo. Ho pensato che nonostante tutto la storia non fosse male, e mi sono anche messa a ridere, per cui ho deciso che valeva la pena completarla e pubblicarla.



Nda:
Spero che la storia vi sia piaciuta, anche se ovviamente i fatti nel manga si sono svolti in maniera ben diversa, e spero di avervi almeno fatto sorridere. 
Detto questo, alla prossima settimana,
Roby-chan ^.^

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Capitolo 21
*** Intimo ***


Prompt: intimo
Generi: introspettivo, sentimentale, comico
Raiting: giallo
Ambientazione: imprecisata
Avvertimenti: nessuno
 
Ma come ci era finito lui lì? Dovevano fare solo la spesa al centro commerciale per la gilda. Come diavolo ci era entrato in quel negozio? Ma soprattutto, perché tutte le ragazze lo stavano fissando?!
 
-Bene ragazzi, adesso faremo il sorteggio per vedere chi deve andare a fare rifornimento al centro commerciale- la voce cristallina di Mira fece voltare tutti nella sua direzione. Si trovava davanti al bancone con la solita urna che usavano per decidere i "poveri sventurati" che si sarebbero accollati le ingenti quantità di buste e bustone da portare. -Questa volta i fortunati sono...- iniziò, prendendo due bigliettini per poi aprirli. -...Gray e Juvia!- esclamò felice, manco avessero vinto alla lotteria. Il mago del ghiaccio subito si irrigidì a quelle parole. -Sì!- tutt'altra reazione colse la turchina, che si alzò di scatto dalla panca, pronta a partire con le sue solite fantasie.
 
Che poi, perché cavolo ogni volta uscivano delle coppie ragazzo e ragazza? Tipo Gajeel e Levy, o Lucy e Natsu. Qual' era la probabilità che venissero sorteggiati entrambi? E l'espressione compiaciuta di Mira non aiutava a smentire i sospetti che nutriva sulla validità del sorteggio. Ma se voleva restare vivo, di certo non avrebbe potuto contestare. Insomma, era con le spalle al muro.
-Gray-sama cosa ne pensa di questo? -la voce della turchina lo riscosse dai propri pensieri. Lo stava raggiungendo saltellando tutta contenta, agitando in aria un... quello era un completino intimo nero e rosso... di pizzo?!
Occhi sgranati, bocca spalancata. Perché Juvia dovrebbe mai comprare una cosa del genere?!
-Forse a Gray-sama piace di più questo?- chiese di nuovo la ragazza, dubbiosa. Un altro completino intimo. Questa volta nero e blu, molto simile al primo.
....
Le guance del moro presero fuoco e in un attimo, senza volerlo, la sua mente era partita ad immaginare come potesse stare Juvia con quei completini provocanti. Non era stata una buona mossa. No, assolutamente! Ma perché doveva metterlo in un simile imbarazzo?!
-O forse Gray-sama preferisce qualcosa di più... audace?- riprese la parola la maga, abbassando lo sguardo con un leggero rossore sulle gote.
E adesso perché era diventata rossa? L'imbarazzo lo doveva provare lui, non lei!
Però... Juvia con biancheria ancora più audace, sempre ammesso che esistesse qualcosa del genere... oh, merda, ancora! Adesso ne era sicuro! Voleva farlo impazzire! Se il fumo ancora non gli usciva dalle orecchie, l'avrebbe fatto presto!
Calma. Calmati, Gray... un bel respiro e ritrova il tuo solito autocontrollo.
-Fa come ti pare- riuscì a scandire finalmente dopo quasi un minuto buono, usando un'incredibile forza di volontà. Lo sguardo era fisso a terra e le guance ancora rosse. Si era portato una mano al naso a nascondere un piccolo rivolo di sangue.
Juvia mise su il suo solito broncio dispiaciuto, per poi voltarsi a posare gli articoli che gli aveva mostrato. Sbuffò. Non era riuscita a capire quali fossero i gusti del suo amato.
Il mago intanto si era già alzato dalla sedia e stava per avviarsi finalmente all'uscita, l'unica sua salvezza, quando la maga lo bloccò con le sue parole.
-Ah, Gray-sama- lo chiamò la turchina, facendolo voltare. Gli occhi di lui di nuovo sulla bella maga dell'acqua. -I vestiti- gli fece notare, indicandolo e arrossendo allo stesso tempo.
Il moro abbassò lentamente lo sguardo su di sé e... -Oh, caz... ma quando?- si domandò, ritornando tutto rosso e addio autocontrollo... Solo lei riusciva ad essere così terribile e dannatamente sexy nei momenti meno appropriati.
La maga si voltò di nuovo, mentre l'altro cercava i suoi indumenti. Un sorriso le apparve spontaneo sulle labbra. Oh, bhè, pazienza. Lei non si sarebbe arresa di certo al primo tentativo ;)
 
 
 
Curiosità: ok, questa avevo davvero il terrore di toccarla. Rientra tra le prime storie scritte, ma non chiedetemi cosa mi passasse per la mente allora, perché davvero non lo so ^.^"
Alla fine ho aggiustato solo l'inizio, aggiungendo il piccolo flashback e apportando delle semplici modifiche ad alcune frasi perché avevo paura che perdesse la "comicità” sempre che si possa chiamare tale.
 
 
Nda:
Mi scuso se il capitolo è stato molto più corto del solito, ma penso che se l'avessi allungato, l'avrei solo rovinato, eppure ancora non ne sono del tutto soddisfatta...
Ad ogni modo, come sempre, fatemi sapere la vostra ;)
Baci, Roby-chan
 

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Capitolo 22
*** Dov'è? ***


 
Prompt: Dov'è?
Generi: triste, sentimentale, drammatico
Raiting: giallo
Ambientazione: dopo la saga di Alvarez
Avvertimenti: spoiler! , What if?
 
 
-Juvia, andiamo!- la voce di Lucy fece voltare la maga dell'acqua nella sua direzione. Avevano appena completato una missione insieme e Juvia si stava godendo il paesaggio da quella verde collinetta che si affacciava sul villaggio del loro cliente.
La terribile guerra conto Alvarez si era conclusa esattamente un anno prima, e nessuno sapeva cosa fosse successo a Zeref. Quando Natsu e gli altri erano arrivati alla gilda avevano semplicemente trovato il corpo del mago oscuro rinchiuso in un imponente blocco di ghiaccio. Nessuno sapeva cos'era realmente accaduto, ma di una cosa era certa. Quando quello strano incantesimo era stato lanciato, lei aveva avvertito un'inspiegabile tristezza pervaderla, e a quanto pare non era stata l'unica. Molti dei suoi nakama erano rimasti confusi nei primi tempi, ma adesso non ci pensavano più. Erano riusciti a seppellire quella insolita sensazione ed erano tornati allegri come al solito, eppure alcuni come lei e Natsu ancora avvertivano nel cuore quel vuoto che sembrava impossibile da colmare.
-Arrivo- le rispose di rimando la turchina, guardandola con un sorriso.
Un ultimo sguardo al paesaggio, e un improvviso soffio di vento gelido le sfiorò la guancia. La maga rimase a bocca aperta per qualche istante. Era estate, eppure da dove veniva quel vento freddo? Le aveva sfiorato delicatamente il volto come se fosse una triste carezza, un ultimo gesto d'addio.
Un'improvvisa ondata di nostalgia invase il cuore della maga e piccole gocce d'acqua presero a scorrerle sulle guance senza che potesse far nulla.
-Eh?- si portò le mani al volto, stupita. Da dove venivano quelle lacrime? Perché stava piangendo? Per chi?
La maga degli spiriti stellari subito le fu accanto -Juvia, tutto bene?- le chiese preoccupata, alzando le braccia per sorreggerla. Le gambe non la tenevano più, e, incapace di far altro, si accasciò al suolo insieme all'amica.
-S-si, certo. Non è nulla di cui la rivale in amore deve preoccuparsi.- pronunciò per rassicurarla, nonostante fosse evidentemente scossa, ma si bloccò subito dopo.
-C-come mi hai chiamata?- chiese stranita l'altra. Da dove veniva fuori quello strano nomignolo? Non l'aveva mai chiamata in quel modo.
-Ehy, Juvia?- chiamò di nuovo la maga degli spiriti stellari, poggiandole una mano sulla spalla, ma non ricevette risposta. Juvia aveva lo sguardo perso nel vuoto e sembrava sconvolta. I battiti del suo cuore si erano fatti più veloci e l'angoscia aveva iniziato ad opprimerla. Immagini sfocate le passarono davanti come pezzi di un video in cui la fotocamera non era riuscita a mettere a fuoco i protagonisti delle scene. La sua entrata nella gilda, i Dai Matou Enbu, l'anniversario dei 413 giorni, Tartaros, una tomba, un villaggio abbandonato, Avatar, Invel... c'era qualcosa che mancava dappertutto, o forse era qualcuno. Qualcuno di estremamente importante per lei. Ma allora come aveva fatto a dimenticarsene?
La voragine nel suo cuore parve allargarsi quando le comparve un nome inconfondibile nella mente. Si voltò scioccata verso l'amica al suo fianco. Lacrime che scendevano copiose, occhi vacui ed espressione straziata.
-Lucy-san, dov'è Gray-sama?-
 

 
Curiosità: questa storia è stata scritta due giorni fa esattamente a mezzanotte. Stavo leggendo una fanfic Gruvia what if in cui Gray moriva per aver usato l'iced shell, ma poi a metà storia mi è nata l'idea per questa e subito l'ho buttata giù. Per fortuna quando sono andata a finire di leggere quella fanficion (tra l'altro stupenda) non si parlava della reazione di Juvia.
 

Nda:
Ad ogni modo sono triste :'( perché questo tipo di storie mi fanno venire un colpo al cuore, ma quando l'ispirazione c'è, non puoi lasciarla scappare. Per fortuna l'ho riletta solo tre volte… e niente, ancora mi mette addosso tristezza L
Spero però che vi sia piaciuta, e fatemi sapere cosa ne pensate ;)
P.s Ringrazio Nightkey e la sua storia, senza la quale questo capitolo non sarebbe mai esistito ^.^
Alla prossima, Roby-chan
 
P.s. la settimana prossima ci sarà la Gruvia week a cui ho intenzione di partecipare assolutamente  (anche se a dir la verità sto ancora in alto mare) e quindi dal 1 aprile al 7 sarò impegnata con quella. Spero che mi capirete, e neanche a farlo apposta inizia di sabato, quindi ho intenzione di riprendere questa raccolta direttamente il 15, spero che non vi dispiaccia. 

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Capitolo 23
*** Hai perfettamente ragione, eppure... ***


Prompt: Hai perfettamente ragione, eppure...
Generi: malinconico, romantico, sentimentale
Raiting: giallo
Ambientazione: saga di Alvarez
Avvertimenti: spoiler!, missing moments
 
La battaglia stava imperversando al di fuori di quelle quattro mura. Stava continuando senza di lui, lui che adesso si trovava in quella casa ormai mezza distrutta dagli scontri. Dalla stanza accanto proveniva un lieve vociferare. Erano Lucy, Happy e Polyushka che stavano parlando sicuramente di Natsu, o forse sarebbe meglio dire E.N.D.
Gray se ne stava adesso seduto con una gamba piegata e un braccio appoggiato ad essa.
Che sarebbe successo da ora in poi? Se Natsu si fosse svegliato come demone, sarebbe riuscito a combatterlo? Ad ucciderlo?
Zeref era la causa di tutto. Alla fine era sempre e solo colpa sua.
Il mago sospirò pesantemente, posando gli occhi sulla figura che giaceva al proprio fianco addormentata. Juvia...
Lei sarebbe rimasta al suo fianco qualunque fosse stata la propria scelta in quella guerra. Ma non poteva comunque per questo prendere una decisione superficiale. Ci doveva essere qualcosa che si potesse fare per risolvere la situazione... ma cosa?
Il moro alzò lo sguardo al soffitto, come se quei mattoni logori potessero dargli una risposta. Rimase ancora in silenzio per altri interminabili minuti, valutando tutte le possibilità che aveva.
Poi un piccolo movimento al proprio fianco gli fece riabbassare lo sguardo.
Juvia si stava svegliando. La ragazza aprì piano gli occhi, tirandosi lentamente a sedere e mantenendosi la testa leggermente dolorante con un'espressione un po' buffa, come solo lei sarebbe stata capace.
Sul volto di Gray sorse un lieve sorriso triste.
-Ti sei svegliata- constatò il moro, ritornando impassibile. La turchina sobbalzò a quelle parole che rimbombarono sia nella stanza vuota, che nella sua testa.
-Gray-sama...- si stupì lei guardandolo, per poi rivolgere il proprio sguardo attorno. Non riconosceva quel posto. Dove si trovavano?
-Dove siamo?- chiese disorientata, soffermandosi per qualche secondo ad analizzare le crepe che riempivano i muri.
-In una vecchia casa abbandonata.- le rispose l'altro, attirando su di sè l'attenzione della maga, che ancora lo guardava confusa.
-Wendy ha usato il suo potere per guarirci- continuò la spiegazione -Nell'altra stanza invece ci sono Natsu, Lucy, Happy e Polyushka- concluse, facendole il punto della situazione.
La maga annuì piano, come se le informazioni le arrivassero in ritardo alla mente ancora annebbiata.
-Quindi siamo da soli...-mormorò appena, portandosi pensierosa una mano chiusa al mento.
Il moro annuì semplicemente. Il fatto di restare da solo con lei non lo turbava, data la situazione, ma qualcosa gli diceva che la maga avrebbe presto avuto una delle sue strane reazioni.
-Gray-sama!- esclamò infatti la turchina alzando le braccia, già pronta per buttagliele al collo. Cavolo, in quella posizione non sarebbe riuscito a scansarla. Qualcosa però bloccò i movimenti della ragazza.
-A-ahi- mugugnò lei, portandosi una mano al fianco, nel punto esatto in cui si era ferita.
L'espressione di Gray subito si fece dura e preoccupata -Non devi sforzarti. Non siamo ancora in forma- la rabbonì con tono severo, più con sè stesso che con la ragazza.
La maga abbassò lo sguardo, evidentemente dispiaciuta.
E in quel momento Gray avvertì una stretta al cuore. Si era ferita a causa sua. Era disposta a sacrificarsi per un inutile come lui. Aveva rischiato di non far più ritorno. Stava per gettare al vento la sua vita, e per chi? Per lui.
Il moro abbassò lo sguardo, ripercorrendo nella propria mente quanto successo con Invel, ripensando alla frustrazione di non riuscire a fare niente, al terrore di averla persa per sempre.
-Non devi farlo mai più- sussurrò flebilmente, stringendo forte i pugni.  
-Cosa, Gray-sama? -chiese confusa la turchina. Non era sicura di essere riuscita a sentire bene.
-Ho detto di non farlo mai più -ripetè con tono più alto, stringendo ancora di più le nocche fino a farle sbiancare.
Juvia rimase interdetta per qualche secondo.
-Non devi più provare a sacrificati per uno come me. Non ne vale la pena- continuò il mago con tono adesso triste. Si sentiva terribilmente in colpa per tutto ciò che Juvia aveva dovuto passare e sopportare a causa sua.
La maga aggrottò però le sopracciglia, prendendo la parola -Perché? - chiese semplicemente, usando un tono piuttosto serio.
A quella semplice domanda, Gray alzò lo sguardo per poggiarlo sulla turchina. Era raro sentire la bella e dolce maga dell'acqua parlare in quel modo. I suoi occhi determinati chiedevano una spiegazione, che di certo lui non le avrebbe negato.
-Juvia, tu sei una ragazza forte e intelligente...- iniziò il moro -...sei una fiera maga di Fairy Tail- continuò, stupendola -Non dovresti pensare ad una persona fredda, egoista e insensibile come me- concluse, abbassando lo sguardo, perché era consapevole che quella fosse la verità. In tutti quegli anni non era cambiato affatto. Era rimasto sempre lo stesso insopportabile ed egoista marmocchio che aveva perso i propri genitori, si era chiuso in sé stesso e rifiutava che altri entrassero nella sua vita senza permesso. Juvia però lo aveva fatto, ci era riuscita, ed ecco il risultato.
-Non è vero- sbottò d'improvviso la maga, facendogli alzare il capo ancora una volta.
Tuttavia Gray non rimase sorpreso dalla sua reazione. Sapeva già che lei lo metteva sempre su un piedistallo, lo aveva sempre visto sotto un'altra luce... in un modo diverso da quello che era.
-Gray-sama è un mago eccezionale, forte e coraggioso- proseguì la turchina, senza che l'altro dicesse nulla. Sapeva che quella era solo l'opinione di Juvia. Nessuno la pensava veramente come lei, per quanto gli avrebbe fatto piacere
-E non è solo Juvia a pensarlo!- esclamò sicura, lasciandolo scioccato. Sembrava che gli avesse letto i pensieri, ma non era possibile... o meglio, forse sì, visto che si trattava di Juvia. -Gray-sama è altruista...- continuò la turchina con sempre più foga -...a volte è un po' testardo e duro con sè stesso, ma farebbe di tutto per i suoi nakama- proseguì, e Gray desiderò per un attimo che la smettesse. Lui non era così. Per quanto l'avrebbe voluto anche lui, lui era diverso.
-Gray-sama è una persona che, per qualsiasi motivo, ne vale la pena- concluse sicura e con un'espressione che non ammetteva repliche. E a quelle parole dette in maniera così sincera, Gray non potè che arrendersi. Avvertì un improvviso e apparentemente inspiegabile calore diffondersi in tutto il corpo.
Alla fine, dopo aver scutato per qualche secondo i suoi occhi blu oltremare, senza trovarvi tracce di indecisione, il moro sospirò stanco, abbassando lo sguardo. Era strano da pensare, ma era incredibile come lei riuscisse sempre a fargli provare qualche strana sensazione. Un mezzo sorriso gli attraversò gli occhi per qualche attimo, prima di ritornare serio.
-La prossima volta però non farlo.- pronunciò, rialzando lo sguardo per scrutarla.
La turchina stava già per ribattere, quando il moro continuò. -La prossima volta sarò io a proteggere te- concluse, sorprendendola.
Dopo qualche secondo, Juvia iniziò a sorridere come se avesse qualcosa in mente -No, Gray-sama -riprese candidamente la parola, lasciando l'altro perplesso.
-Come no?- aggrottò le sopracciglia il mago, tra il confuso e l'irritato. E tutta quella frase ad effetto che aveva appena pronunciato? Lui credeva veramente alle cose che aveva detto. Perché non voleva farsi proteggere?
-Adesso che Juvia e Gray-sama sono pari...- parlò di nuovo la ragazza. -...la prossima volta si proteggeranno a vicenda, e non rischieranno più la vita- spiegò come se fosse la conclusione più ovvia a quell'intricato discorso.
Il moro rimase stupito per qualche momento, per poi chiudere gli occhi e sorridere appena.
-Certo, hai ragione- pronunciò in un sussurro. Ovvio che aveva ragione, come sempre.
D'improvviso una luce abbagliante proveniente dall'esterno inondò la piccola stanza, portando entrambi a chiudere gli occhi per non restarne accecati.
Il regno di Fiore stava tornando come avrebbe dovuto essere. Universe One si stava dissolvendo, e ciò voleva solo dire una cosa: Eileen era stata sconfitta.
 
Quando la luce si affievolì fino a scomparire così com'era venuta, Gray riaprì gli occhi, stupendosi di trovarsi non più in quella diroccata abitazione, ma nello stesso identico punto in cui si trovava insieme a Juvia prima che la luce li avvolgesse per la prima volta.
Una lieve pressione sul suo braccio lo fece voltare. Juvia si era riaddormentata. E come biasimarla? Aveva dato fondo a tutto il suo potere magico fino neanche ad un'ora prima, e il suo corpo era allo stremo nonostante le cure di Wendy.
Il mago si mosse lentamente, facendo attenzione alla turchina, per poi aiutarla a ridistendersi poco più in là.
La osservò per qualche istante, contemplando la sua figura per imprimersela meglio nella mente. Non avrebbe mai voluto arrivare a tanto. Non avrebbe mai voluto ricorrere a quell'incantesimo... ma quello era l'unico modo. Sarebbe stata quella l'ultima volta in cui avrebbe visto il suo volto? A quanto pare sì.
-Hai perfettamente ragione, Juvia...- pronunciò con una vena di tristezza che iniziava a farsi strada dentro di sè -... eppure c'è ancora una cosa che devo assolutamente fare, da solo- continuò, serrando per un attimo i pugni.
-Perdonami- aggiunse, poggiandole un bacio sulla fronte ormai sporca e infine alzandosi a fatica.
-Ma sappi che io veglierò sempre su di te- concluse sofferente. Avrebbe tanto voluto darle la sua risposta, avrebbe tanto voluto passare tanti altri momenti della sua vita con i suoi nakama, con lei. Ma a quanto pare ancora una volta il destino era contro di lui.
-Non ti dimenticherò mai, Juvia- quelle furono le sue ultime parole prima di incamminarsi verso la gilda, verso il suo destino. Le sue parole si dispersero nel vento della sera. Una lacrima a solcare il volto della ragazza addormentata, e poi un alone di tristezza che si sparse tra le macerie della città che le aveva donato tutto e adesso le stava portando via un pezzo di sé.
Ormai l'unico pensiero che occupava la mente del mago era uno solo: “Zeref, adesso a noi due. Non farai più del male a nessuno”.
 
 
 
Curiosità: questa storia è nata esattamente quando Mashima ha iniziato a mostrare ciò che stava avvenendo nella stanza accanto a quella di Gray e Juvia, e cioè i tentativi di aiutare Natsu. Ricordo che in un capitolo furono mostrati un sacco di personaggi... ma non Gray e Juvia, così mi sono chiesta: che stanno facendo loro due? Ed ecco ciò che ne è venuto fuori. In realtà la fine doveva essere un'altra. Gray avrebbe dovuto capire che non doveva più sacrificarsi pur di restare accanto a Juvia... ma andando avanti con i capitoli sappiamo benissimo che non era ciò a cui Gray stava pensando e così ho aggiunto la parte finale della dissoluzione dell'incantesimo di Eileen. Giusto per curiosità vi riporto le ultime parole che per me avrebbe dovuto dire Gray nella mia storia: -Ma sappi che tornerò da te. A qualunque costo- E doveva a questo punto andare ad affrontare Zeref, non tentare di sacrificarsi per l'ennesima volta!!!
 
 
Nda:
Non ce la posso fare… prima che mi arrabbi ancora una volta sia con Gray che con Mashima per ciò che stava per succedere, mi dileguo.
E voi che ne pensate? Cosa hanno fatto Gray e Juvia soli soletti, eheh? Come sempre sono curiosa di sapere la vostra opinione in merito ;)
Baci, Roby-chan 
P.s. Buona Pasqua a tutti!!! ^.^

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Capitolo 24
*** Yoga ***


Prompt: Yoga
Raiting: verde
Genere: slice of life, romantico
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler!
Note: Chiedo scusa, ma non pratico di yoga. Tutto quello che ho scritto l'ho preso da internet, spero di non aver stravolto troppo.
 
 
Era un giorno come gli altri nel villaggio di Rainfall e il mago del ghiaccio si stava allenando già di mattina presto. Ogni giorno ormai era la stessa routine da quando Fairy Tail si era sciolta, e i due maghi cercavano di migliorare le proprie tecniche in vista di scontri futuri. E proprio come ogni mattina, Juvia lo avrebbe sicuramente raggiunto appena avesse finito la propria colazione, o almeno così pensava il moro.
Gray si rimise diritto dopo l'ennesimo incantesimo lanciato in movimento per migliorare i propri riflessi. Guardò per qualche istante verso il cielo limpido per avere un'idea approssimativa dell'ora. Il sole era alto, ma non aveva ancora raggiunto il suo apice, perciò dovevano essere circa le 11 di mattina. Ma Juvia dove diavolo era finita?
Il moro rimase fermo e con le mani ai fianchi per qualche minuto, giusto il tempo di riprendere un po' di fiato e aspettarla ancora un po'. Chissà, forse sarebbe arrivata da un momento all'altro. Ma la pazienza quel giorno non gli era molto d'aiuto, e così ben presto decise di andare a vedere di persona cosa stesse combinando la turchina. Conoscendola, non c'era nulla di cui preoccuparsi veramente, anche se non si poteva mai sapere, trattandosi di Juvia.
Magari si era messa a preparare un dolce, o forse si era intestardita a voler far funzionare quella sottospecie di forno a microonde che si ritrovavano, o ancora si era messa a sgridare lo spigolo del tavolo per finire poi in qualche assurdo modo a fantasticare su di lui...
Ok, forse questo era un po' eccessivo. L'influenza di Juvia iniziava a farsi sentire. Adesso anche lui immaginava cose insensate.
Ma la verità era che probabilmente stava ancora dormendo per colpa della sveglia che aveva rotto lui stesso due giorni prima, ghiacciandola in un moto di malumore mattutino.
Fece un grosso sospiro prima di aprire la porta di casa, e quello che vide lo lasciò di stucco.
-Juvia, ma che cavolo stai facendo?- chiese scioccato il moro.
La turchina si trovava in soggiorno in una strana posizione. Aveva i piedi leggermente distaccati tra loro e le braccia tese in avanti fino a toccare con le mani il pavimento. Sembrava stesse provando a rappresentare una V sottosopra.
-Oh, Gray-sama- si stupì la ragazza, girandosi appena con la testa verso di lui, come se quell'assurda posizione fosse normale.
-Juvia, si può sapere perché stai così?- chiese nuovamente il moro avvicinandosi leggermente, ancora tra lo scioccato e il perplesso.
-Questa è la posizione del cane a testa in giù, Gray-sama- rispose tranquillamente la turchina senza muoversi, come se avesse tutta l'intenzione di passare in quel modo il resto della giornata.
-Di che?- domandò ancora più perplesso il mago, alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
-Juvia voleva provare questo nuovo tipo di allenamento di cui ha letto sulla rivista che Gray-sama ha comprato qualche giorno fa- spiegò meglio la turchina, rimettendosi finalmente in piedi.
Il moro la guardò leggermente stranito. A cosa si riferiva Juvia?
La ragazza, come se avesse letto nei pensieri dell'altro, si avvicinò al tavolinetto del soggiorno per prendere l'articolo a cui si riferiva.
-"Lo yoga è una disciplina orientale mirata a garantire i benefici al corpo, attraverso il potenziamento muscolare e il miglioramento posturale, ma anche alla mente"- lesse la turchina, per poi alzare gli occhi sull'altro. Il moro la stava guardando scettico. Quella cosa funzionava davvero?
-Juvia pensava che potesse essere un buon modo per allenare lo spirito e incrementare i poteri- gli spiegò semplicemente.
Ma il moro non sembrava convinto. -Non so a quanto possa servire, ma in ogni caso preferisco la pratica- pronunciò infatti, portandosi le braccia lungo i fianchi. -Io riprendo il solito allenamento- continuò poi, girandosi verso l'uscita. -Se mi cerchi, sai dove trovarmi- concluse, per poi iniziare ad allontanarsi, ma qualcosa lo bloccò al braccio, o meglio, qualcuno, e Gray già immaginava il perché.
-Juvia vuole fare yoga con Gray-sama!- esclamò infatti la turchina, guardandolo dal basso con gli occhioni oltremare spalancati.
Il moro portò lo sguardo verso l'esterno. -Te l'ho detto: preferisco la pratica- ribadì il mago, fermo nella propria decisione. Cercò poi di fare un passo in avanti e scrollarsela contemporaneamente di dosso, ma con ben pochi risultati.
-Juvia vuole solo provare- lo implorò la ragazza. -Gray-sama può sperimentare stamattina, e se non farà al caso suo, allora Juvia non glielo chiederà più - proseguì la maga con tono supplichevole.
-Ho detto di no- controbatté più duro il moro, facendo qualche faticoso passo verso l'uscita.
Juvia gonfiò le guance indispettita, ma senza lasciare la sua salda presa sul braccio del nakama. Gray-sama avrebbe provato con lei lo yoga. A tutti i costi! Ma come poteva convincerlo?
La maga abbassò lo sguardo, già abbattuta. Non aveva idee, o meglio, una ce l'aveva, ma non si trattava di un modo esattamente "lecito e onesto". L'ulteriore strattone da parte del moro che cercava di liberarsi però la convinse ad agire.
-Se Gray-sama questa mattina non fa yoga con Juvia, allora Juvia non prepara il pranzo-  disse seria, ottenendo subito l'attenzione del moro, che si bloccò per fissarla negli occhi e subito capì che non stava mentendo. Lo avrebbe fatto davvero.
Il mago rimase immobile per qualche secondo, ponderando bene le alternative che gli rimanevano: avrebbe potuto arrangiarsi da solo con qualcosa in frigo, oppure avrebbe potuto raccogliere qualche frutto che aveva intravisto su alcuni alberi nei giorni precedenti... ma sarebbe stata una gran bella seccatura. Nulla era meglio di un buon pasto salutare e completo.  E poi doveva ammettere che Juvia non era affatto male in cucina.
Il moro la fissò un'ultima volta prima di prendere la propria decisione. Il suo sguardo era così determinato che gli passò tutta la voglia di combattere contro di lei. Quando Juvia faceva i capricci non c'era modo di dissuaderla dal suo obbiettivo. E, in fondo, un po' di yoga che male poteva mai fare?
Alla fine Gray si arrese, sospirando pesantemente.
-D'accordo- acconsentì scocciato, guardandola lasciare finalmente la presa sul proprio braccio e mettersi a saltellare contenta.
-Sì, che bello! Juvia e Gray-sama!- esclamò allegra la turchina, senza fermarsi.
-Ma solo per questa mattina- si affrettò a precisare, mentre l'altra continuava a saltare di gioia. Ma l'aveva sentito?
 
Una decina di minuti dopo si ritrovarono entrambi seduti sul pavimento di legno spalle contro spalle e a gambe incrociate. Le mani erano portate sulle ginocchia in silenzio. Quell'esercizio era l'ideale per sincronizzarsi con il proprio partner, per unire i respiri in uno solo e avvertire l'armonia e la sintonia che questo ne scaturisce.
Il silenzio era sceso in quella casa. Si avvertiva solo il sottofondo della natura che veniva appena dalla finestra aperta, con il cinguettio di qualche uccellino e la brezza fresca che li accarezzava. Ma non era quello su cui i due dovevano concentrarsi.
Spalle contro spalle. Schiena contro schiena. Se si concentravano potevano avvertire il respiro dell'altro, dapprima pesante e poi man mano sempre più leggero e in armonia con il proprio.
E Gray potè giurare di sentire persino il battito del cuore di Juvia... com'era bella quella sinfonia che vibrava nell'aria: la sinfonia della vita.
 
 
Tutta quella quiete sembrava quasi surreale. Da quanto tempo si trovavano in quella posizione? Non lo sapeva. Aveva completamente perso la cognizione del tempo. Gray decise così di prendere la parola. Per quanto fosse piacevole, non potevano restare così tutto il giorno.
Tuttavia qualcosa lo bloccò. Avvertiva una maggiore pressione sulla schiena, come se Juvia si fosse di punto in bianco appoggiata completamente a lui.
Il moro rimase in silenzio per qualche secondo, immaginando che di lì a poco Juvia avrebbe iniziato di nuovo a parlare, ma ciò non avvenne.
-Juvia?- la chiamò dubbioso.
Nessuna risposta.
-Juvia?- chiamò ancora, alzando il tono. Che si fosse addormentata?
Ancora silenzio.
Gray sospirò stanco, voltandosi lentamente e sorreggendola con le braccia per non farla cadere lungo distesa sul pavimento.
-Juv...- stava già per dire di nuovo, ma si bloccò guardandola in volto.
Aveva gli occhi sognanti a cuoricino e lo sguardo perso.
Il moro sbuffò scocciato. Quell'espressione significava solo una cosa: stava di nuovo fantasticando su loro due.
Il mago provò a chiamarla e a scuoterla un altro paio di volte, ma solo dopo l'ennesimo tentativo riuscì a risvegliarla.
-Oh, Gray-sama?- chiese lei, sorpresa di trovarsi il vero moro proprio lì, di fronte a lei. Che poi cosa aveva tanto da sorprendersi? Si era scordata che lui era dietro di lei a fare yoga solo perché lei aveva insistito tanto?
La maga d'improvviso sembrò realizzare qualcosa, per poi arrossire violentemente e abbassare lo sguardo. Probabilmente adesso aveva collegato la propria fantasia con il fatto che lui le fosse accanto, e Gray non seppe perché, ma arrossì leggermente anche lui. Le fantasie di Juvia non erano sempre pure e innocenti.
Il moro fu il primo a riprendersi. -Qual è il prossimo esercizio?- chiese alla turchina mentre si rimetteva in piedi e si stiracchiava.
-Ah?- lo guardò confusa la ragazza. -Ah!- esclamò poi, affrettandosi a riprendere la rivista poggiata lì vicino sul pavimento. Lesse velocemente, valutando quale fosse l'esercizio migliore, visto che ormai si era fatto tardi e non rimaneva più molto tempo per continuare. Forse meno di un'ora e avrebbero dovuto smettere. Il suo sguardo si illuminò quando si posò su una delle figure di yoga rappresentate. Quello di certo era un ottimo modo per aumentare la propria concentrazione e il proprio potere magico. Una volta aveva visto la rivale in amore sulla spiaggia insieme a Capricorn fare un esercizio simile.
-La posizione della meditazione!- esclamò allegra la turchina, per poi passare la rivista anche all'amato che dall'alto la guardava scettico.
Lesse velocemente anche lui cosa c'era scritto. Non sembrava essere difficile come cosa.
Si sedette nuovamente al fianco di Juvia, che già aveva assunto la giusta posizione, solo che stavolta non erano più schiena contro schiena, ma l’uno vicino all'altro.
Avevano entrambi le gambe ben incrociate e le mani poggiate sulle ginocchia. Chiusero in contemporanea gli occhi, e senza dire nulla, come se già conoscessero i movimenti dell'altro, presero insieme un grande respiro, buttando poi fuori l'aria accumulata e rilassando i muscoli, mentre la concentrazione aumentava.
Stavano entrambi cercando di visualizzare la loro riserva di potere magico, in una maniera simile a come aveva consigliato loro di fare Ultear quando aveva sbloccato la loro Second origin.
Rimasero così per un tempo che parve loro infinito, o almeno finché stavolta non fu Juvia la prima a riaprire gli occhi. Si sentiva bene e in pace con sè stessa, ma sapeva anche che la cucina l'aspettava se non volevano restare digiuni.
-Gray-sama, Juvia crede che possa bastare per oggi- pronunciò la turchina.
A quelle parole il moro riaprì lentamente gli occhi per mettere gradualmente a fuoco ciò che lo circondava. Gli ci volle qualche secondo in più a causa del tempo in cui li aveva tenuti chiusi e dopo si voltò verso la ragazza. -Sì, penso che tu abbia ragione - concordò lui. Doveva ammetterlo, adesso si sentiva davvero bene e carico per riprendere gli allenamenti del pomeriggio.
Gray fu il primo ad alzarsi, o almeno ci provò. -Agh!- esclamò infastidito. Le gambe gli si erano addormentate senza che se ne rendesse conto. Rinunciò così nel suo intento, sbuffando e distendendo le gambe per cambiare posizione così che il formicolio svanisse.
-Juvia deve andare a preparare il pranzo- riprese la turchina con urgenza. Cercò di alzarsi di scatto, ma le sue gambe non ressero, e così come era successo al moro, ricadde all'indietro. Per fortuna però durante la sua corsa verso il duro pavimento Gray fu abbastanza pronto di riflessi da sporgersi verso di lei e afferrarla per i fianchi, permettendole di adagiarsi dolcemente sulle assi di legno coperte dal tappeto.
-Juvia, fa attenzione- la ammonì piano, lasciando che si appoggiasse a sè.
-J-Juvia si scusa, Gray-sama- balbettò l'altra, imbarazzata per la pessima figura.
Rimasero in quella posizione ancora per qualche minuto. Gray aveva le mani ancora appoggiate ai fianchi di Juvia, e anche se erano separati dal tessuto sottile della maglietta di lei, poteva avvertire la morbidezza della sua pelle. Si trovavano così vicini che riusciva a sentire anche quel dolce profumo di pioggia e lavanda che caratterizzava la turchina. La sua attenzione si posò poi sul collo niveo della ragazza, libero dai lunghi capelli che aveva raccolto in una coda, ormai tutta disordinata che lasciava uscire alcuni piccoli riccioli turchini.
Nel frattempo Juvia non aveva più osato muoversi, e tutto ciò a cui pensava era il corpo del mago a pochissima distanza dal suo e alle sue mani sopra i propri fianchi. Erano incredibilmente calde e sicure, e non fredde come aveva immaginato. Arrossì leggermente a quei pensieri.
Dopo appena cinque minuti però la ragazza prese di nuovo la parola -J-Juvia pensa di essere in grado di alzarsi adesso- pronunciò titubante la maga, scostandosi dal moro e liberandosi dalla sua presa a malincuore. Stavolta si mosse più lentamente, così da evitare ulteriori problemi. Come aveva affermato, alla fine riuscì a rimettersi in piedi, seppur con l’aiuto del tavolino, per poi guardare il moro interrogativa.
Il mago annuì di aver capito le sue intenzioni. -Ora mi alzo anch'io- pronunciò poi, alzandosi con un po' di fatica.
La turchina allora si voltò ancora una volta per dirigersi verso la cucina.
-Ah, Juvia- la richiamò lui, facendola girare incuriosita.
Il moro si grattò la nuca in segno di disagio e spostò per qualche secondo lo sguardo altrove. -Alla fine non è stata così male questa lezione di yoga- pronunciò, guardandola negli occhi. A quelle parole la maga arrossì appena, annuendo con il capo. -Juvia ne è felice, Gray-sama- pronunciò lei, mentre le sorgeva un sorriso spontaneo sulle labbra, che subito le illuminò il volto.
E Gray non potè che rimanere senza fiato da quell'espressione. La maga si voltò poi di nuovo per prendere gli ingredienti da usare. E un piccolo sorriso increspò anche le labbra del moro. Già, alla fine doveva ammetterlo: lo yoga si era rivelato più utile di quanto pensasse. Ma ciò non toglieva il fatto che da domani si ritornava lo stesso al buon vecchio allenamento pratico.
 
 

Curiosità: era da tanto che volevo scrivere e pubblicare questa storia, e avevo anche fatto delle ricerche, solo che non sono più riuscita a scriverla a gennaio e dopo vari tira e molla sono riuscita a completarla la settimana scorsa. Non potete immaginare che soddisfazione è stata vederla completa XD anche se ha necessitato di un bel po' di revisione.
 
 
 
 
Nda:
(Sbuca da dietro un cespuglio con faccia dispiaciuta)... scusatemi!!!!! T^T
Mi dispiace così tanto!!!!
Lo so che avrei dovuto darvi mie notizie, ma è stato un periodaccio. Non riuscivo a scrivere nulla di nulla e penso che sia stata tutta colpa dello stress. Già a marzo faticavo a pubblicare e scrivere nuove storie, ma finalmente l'ispirazione è tornata! Ne ho approfittato in queste ultime settimane per aggiustare/scrivere nuove storie, per cui sono pronta a ricominciare con questa raccolta e le altre pubblicazioni su efp!
Ringrazio coloro che leggeranno questo nuovo capitolo e i prossimi. Mi spiace di avervi fatto aspettare tanto, e spero che mi farò perdonare.
Un bacione,
Roby-chan
 

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Capitolo 25
*** Catena ***


Prompt: catena
Genere: romantico, sentimentale, comico (?)
Raiting: verde
Ambientazione: imprecisata
Avvertimenti: nessuno
Note: la storia è ispirata ad uno dei disegni di Mashima che ho riportato a fine storia.
 
 
-Emm... Gray-sama?- la voce titubante della turchina lo chiamò all'improvviso.
-Che c'è?- chiese di rimando il moro, scocciato per quell'assurda situazione in cui si trovavano.
-Per quanto ancora Juvia e Gray-sama dovranno restare in questa posizione?- chiese la ragazza, arrossendo appena.
Il mago del ghiaccio la fissò per qualche secondo prima di realizzare a cosa si riferisse, e in un attimo anche le sue gote si imporporarono.
Lui e Juvia erano stati costretti a fare quell'inutile set fotografico e non avevano avuto possibilità di replica poichè era stato un ordine diretto del Master. Tuttavia, anche se era quello il motivo, ciò non spiegava il perchè di quella posizione del tutto fuori luogo!
Gray strinse i denti, costringendosi a guardare ancora Juvia negli occhi come aveva chiesto il fotografo, chiudendo poi meglio tra le dita la catena che legava il collo della nakama. Il braccio era ancora alzato contro il muro sopra la testa della turchina e i loro volti erano così vicini che potevano avvertire il respiro dell'altro sulla propria pelle. Riusciva persino a sentire quel profumo di pioggia e di lavanda che emanava la pelle nivea della ragazza, facendolo impazzire ogni secondo di più.
Pensieri simili dovevano passare anche nella mente della turchina, che pian piano arrossì ancora di più, seguita dal moro, che adesso non riusciva più a staccarle gli occhi di dosso.
Click
Un improvviso rumore lo riscosse da quei pensieri.
-Ok, la foto per Mashima-sensei è pronta- la voce del fotografo gli arrivò forte e chiara alle orecchie, ma per un secondo titubò dall'allontanarsi dalla turchina. Una parte di lui, quella più istintiva, chiedeva un maggiore contatto, mentre l'altra gli suggeriva di spostarsi il più velocemente possibile da lei prima che le cose degenerassero.
Alla fine Gray si allontanò, lasciando la catena e permettendo anche a Juvia di staccarsi dal muro. La maga subito abbassò gli occhi, cercando di far diminuire i battiti impazziti del proprio cuore, mentre le guance restavano ancora in fiamme. Anche il moro distolse lo sguardo ancora imbarazzato e si grattò nervosamente la nuca. Ma cosa diavolo gli prendeva?
-Adesso possiamo scattare le altre mille da inviare ai fan per il contest- la voce del fotografo interruppe ancora una volta i pensieri del moro come un fulmine a ciel sereno. Cosa aveva appena detto?!
-Cosa!?- le parole di Gray e Juvia si sovrapposero, uno scioccato e l'altra adorante. Il moro guardò dapprima il fotografo e poi la turchina. Ma scherzavano?! Lui non avrebbe continuato a fare foto di quel tipo con Juvia! Insomma, era di Juvia che si stava parlando!
Il mago del ghiaccio cercò di replicare, ma il volto sorridente e per nulla turbato del fotografo gli suggerirono che non avrebbe cambiato idea. Allora il moro si voltò verso la turchina. Chissà, forse se avrebbero ribattuto insieme a quella proposta, allora forse c'era un modo per scamparla. -Juvia...- iniziò lui, ma fu fermato dalla voce cristallina della nakama.
-Juvia e Gray-sama potranno restare vicini ancora un po'! - esclamò al settimo cielo la turchina, già con gli occhi a cuoricino e le mani congiunte in avanti, segno della propria impazienza.
Gray la guardò inorridito, spostando d'istinto lo sguardo attorno a sè. Si trovavano in una specie di teatro per poter avere le luci migliori per la foto. Non impiegò molto per individuare il pannello verde luminoso che indicava l'uscita. Si guardò ancora in giro con circospezione. Non c'era nessuno che potesse fermarlo od ostacolarlo. Bene. Aveva via libera.
-Io dico che quella foto basta e avanza- pronunciò il moro con il tono più fermo che potè in quel momento. Tutti i propri sensi gli dicevano di scappare, e di farlo adesso!
Senza più indugi, e senza dare il tempo ai due di aggiungere altro, iniziò a correre verso la sua unica via di salvezza.
-Gray-sama, dove vai?- chiese confusa la turchina -Juvia vuole restare ancora un po' vicina a te!- esclamò poi, prima di lanciarsi al suo inseguimento in "modalità cuoricini".
Ci volle qualche secondo perchè anche la ragazza sparisse dal teatro, lasciando di stucco il fotografo, che si riprese solo dopo un po'.
-Oh, bhè... io almeno ci ho provato- pronunciò il ragazzo, stringendosi nelle spalle e con ancora la macchina fotografica pronta a scattare tra le dita.
-Hai fatto comunque un buon lavoro, fotografo-san- una voce dolce riecheggiò improvvisamente nella grande sala ormai vuota, e una figura apparve dall'ombra di un drappeggio.
Una lunga chioma albina si spostò verso il ragazzo, che la guardò dapprima sorpreso e poi malizioso.
Senza aggiungere altro consegnò alla ragazza una busta, per poi sventolargliene un'altra uguale davanti a sè.
-Questa la vado a spedire al sensei- disse il fotografo, mentre il sorriso di Mira si allargava sempre di più.
Senza esitazione la bella diavolessa aprì la propria busta per accertarsi del contenuto. Quello sì che era davvero un bello scatto.
-È stato un piacere fare affari con lei, Mirajane-san- fece un piccolo inchino il ragazzo, per poi voltarsi soddisfatto verso l'uscita.
Lo sguardo dell'albina cadde un'ultima volta sulla fotografia che aveva in mano prima di riporla accuratamente nella busta. Un altro sorriso sinistro e malizioso apparve sul suo volto. Sapeva già cosa doveva farne di quella foto...
 
 
Curiosità: l'ispirazione della storia è nata da uno degli ultimi disegni di Mashima. Era troppo bello e un'occasione troppo ghiotta per non scriverci nulla su. Ovviamente ringrazio la gentile partecipazione di Mira e di fotografo-san, nonchè di Mashima-sensei XD
 
 

Nda:
Rieccomi con questa nuova storia. Spero vi abbia strappato almeno un sorriso e vi abbia divertito come abbia divertito me mentre la scrivevo. Ma la domanda sorge spontanea: secondo voi Mira cosa ne farà della foto? Sinceramente non lo so nemmeno io XD
Ma se qualcuno avesse qualche idea, sono curiosa di sentirla XD.
Detto questo concludo solo dicendovi che, come avrete notato, o forse no, ho deciso di pubblicare ogni domenica, quindi non mi resta che dirvi: alla prossima settimana!
Un bacio,
Roby-chan 



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Capitolo 26
*** Bagno ***


Prompt: Bagno
Generi: romantico, sentimentale, slice of life
Raiting: giallo
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler!
 
-Mmm... Mmm...- la voce cristallina di Juvia inondò in un attimo la stanza calda. Stava intonando una vecchia melodia che ascoltava spesso quando si trovava ancora nel suo comodo appartamento a Fairy Hills.
Raccolse i lunghi capelli turchini in uno chignon e si tolse il bianco asciugamano prima di immergersi nella calda acqua che aveva preparato nella vasca da bagno.
Non si poteva certo dire che quella casetta avesse tutte le comodità del mondo, il che era anche ovvio, trovandosi in un piccolo villaggio abbandonato, eppure, se c'era una cosa ottima, quella era proprio il bagno. Spazioso e pulito, come se fosse nuovo.
-Mmh... ahh- Juvia congiunse tra loro le mani e portò le braccia in alto per stiracchiarsi. Fece poi un sospiro di piacere avvertendo sulla propria pelle la calura rigenerante di quello che era il suo elemento. A Juvia piaceva l'acqua, e ancora di più immergersi in essa. Se avesse potuto ci sarebbe rimasta per delle ore, ma purtroppo in quel momento non era possibile.
Prese la boccetta di sali da bagno e la spugnetta appoggiati sul bordo, iniziando a produrre una schiuma bianca e densa. Com'era rilassante...
Le ci voleva proprio dopo quei giorni di duro allenamento e, come ogni allenamento che si rispetti, anche il suo e quello di Gray-sama aveva bisogno di una pausa di tanto in tanto. Sforzarsi troppo e stressare il proprio corpo era controproducente. Ed era anche per quello che per quel giorno avevano deciso di prendersi una pausa.
Il moro aveva deciso di fare un salto nella città vicina per comprare l'essenziale, mentre lei, dopo essersi dedicata alle faccende di casa per tutta la mattina, si era concessa quel bagno ristoratore. Gray-sama non sarebbe tornato probabilmente prima di due ore, quindi aveva tutto il tempo...
 
Gray entrò in casa prima del previsto. Andare nella città vicina gli aveva riportato alla mente vecchi ricordi, di quando lui e Lyon seguivano Ur in paese per fare compere. Quei pensieri avevano occupato inesorabilmente la propria mente, tanto da non rendersi conto di aver già finito con la spesa. Poteva concedersi ancora del tempo in giro, ma sicuramente quei ricordi dolorosi non sarebbero scomparsi tanto in fretta, così aveva deciso di ritornare. Magari riposarsi un po' sul divano gli avrebbe fatto bene.
Aprì la porta poggiando le buste che aveva in mano sul pavimento della cucina, iniziando poi a sistemare i vari alimenti. Ur lo rimproverava sempre di non mettere mai le cose al posto giusto. Un sorriso amaro gli si dipinse sul volto.
Quando ebbe finito si stiracchiò, scoprendo una stanchezza di cui non era consapevole, sia fisica che mentale. Solo in quel momento si rese conto del silenzio surreale che avvolgeva l'abitazione. Dov'era finita Juvia?
Riportò alla mente ciò che gli aveva detto la turchina quella mattina. Voleva sistemare un po' la casa, ed era anche più che certo che avesse accennato anche al fare il bucato. Probabilmente era fuori a stenderlo.
Senza esitazioni si sbottonò la camicia per farla cadere sul pavimento pulito, dirigendosi poi verso il bagno. Per rilassarsi non c'era niente di meglio di una buona doccia fredda.
Aprì tranquillamente la porta del bagno, per poi essere inondato da un inaspettato calore e un dolce profumo di lavanda. Ma che stava succedendo?
I suoi occhi vagarono per tutta la stanza, per poi fermarsi sulla vasca da bagno.
-G-Gray-sama...- una voce timida e imbarazzata gli arrivò chiara alle orecchie, e poteva appartenere solo ad una persona...
Juvia se ne stava immobile, immersa nell'acqua calda e inondata di schiuma.
Gray si girò nel modo più naturale che potè, uscendo subito dopo dalla stanza.
Solo quando la porta si fu chiusa alle proprie spalle le sue orecchie andarono in fiamme, così come il proprio viso. Ma come aveva fatto a non accorgersene prima?! Com'era possibile che fosse accaduto?!
 
Intanto nel bagno Juvia era diventata, se possibile, ancora più rossa del moro.
-G-Gray-sama... J-Juvia.... bagno...- iniziò a balbettare mentre del fumo iniziava ad uscirle dalla testa, ormai persa in chissà quali imbarazzanti fantasie.
 
Gray prese un profondo respiro, cercando di calmarsi e riacquistare il sangue freddo di poco prima, ma le immagini di Juvia, nella vasca, nuda, non poterono che inondare la propria mente. Erano stati solo pochi attimi, ma a quanto pare la sua mente aveva registrato tutto.
Anche se i vapori invadevano la stanza, era riuscito a vedere chiaramente Juvia con i capelli legati e parte della sua pelle nivea. L'acqua per fortuna le arrivava sopra il busto, ma il sapere che sotto tutta quella schiuma che inondava la vasca lei non indossasse alcun indumento non poteva di certo lasciarlo indifferente. E immaginare l'acqua avvolgere ogni parte di lei era solo la punta dell'iceberg dei suoi pensieri.
Il corpo di Juvia era perfetto, così come aveva sempre potuto appurare da quelle magliette e quei pantaloni stretti che aveva iniziato ad indossare durante i loro allenamenti. E il sapere di essere stato così vicino a lei proprio in quella situazione...
Scosse forte la testa, come a voler dissolvere quelle fantasie che stavano prendendo forma nella sua mente, ma invano.
Continuava a pensare a quelle gote arrossate per il vapore, ai suoi occhi grandi e blu, alle goccioline che scendevano lentamente verso il suo petto, fino all'acqua che lambiva ogni centimetro di quella pelle chiara e delicata...
Un rivolo di sangue gli uscì dal naso, costringendolo a portarsi una mano al volto. Dannazione!
Doveva risolvere quella questione prima che Juvia uscisse dal bagno. Si doveva calmare, e doveva farlo il prima possibile!
 
Da quel piccolo incidente, nei giorni successivi i due si tennero leggermente più a distanza l'uno dall'altro, ancora terribilmente imbarazzati per l'accaduto, e nessuno osò più parlarne per molto, molto tempo...
 
 
 
 
Nda 1:
È finita anche questa storia e io.... certo, come no. Continuate a leggere :P
 
 
Bonus
Gray aprì la porta del bagno dell'appartamento che lui e Juvia condividevano a Magnolia ormai da qualche anno, più o meno da quando si erano fidanzati.
Il vapore e il dolce profumo di lavanda colpirono il moro, che rimase per un attimo spiazzato, come la turchina. Una sensazione di déjà vu colse entrambi nel riportare alla memoria i ricordi di quando erano ancora al piccolo villaggio di Rainfall.
Inconsapevolmente arrossirono entrambi, abbassando poi lo sguardo. Quello sì che era stato imbarazzante. Ma adesso stavano insieme, quindi andava tutto bene, no?
Gray alzò leggermente gli occhi, indeciso sul da farsi, ma a quell'espressione che sembrava voler chiedere il permesso di avvicinarsi, Juvia rispose con un tenero sorriso.
-Juvia sarebbe davvero felice se Gray-sama si unisse a lei- pronunciò candidamente la turchina, e il moro non se lo fece ripetere due volte.
 
 
Nda 2:
Ok, ho un piccolo commento sull'ultima frase... ovvio che non te lo fai ripetere, eh, Gray? XD
Ahahaha, ok, adesso la smetto. Il mio lato di fangirl sta venendo fuori XD
Non so dove inserire le curiosità, quindi lo metto a fine note, e... non ho molto da aggiungere. Come sempre sono curiosa di sapere se il capitolo vi è piaciuto. Alla prossima e un bacione,
Roby-chan  ^.^
 
Curiosità: Ok, sono strana, ma mi faccio i bonus da sola, ahahaha. Vi giuro, quando mi sono accorta del bonus non sapete quanto sono stata sorpresa e felice XD. Ultimamente ho scritto talmente tante storie e le ho ricontrollate così poco che a stento le ricordo, e ogni volta mi stupisco, ahahaha. Ok. Sono ufficialmente strana XD
E con questo passo e chiudo. Alla prossima settimana!
 

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Capitolo 27
*** Cameriere ***


Prompt: Cameriere
Generi: romantico, sentimentale, slice of life
Raiting: giallo
Ambientazione: dopo i Dai Matou Enbu
Avvertimenti: nessuno
 
Era una splendida giornata a Magnolia. Il sole era alto nel cielo e nessuna nuvola era all'orizzonte. Peccato però che il team Natsu non si trovasse a Magnolia, ma nel nuovissimo cafè di Yajima. Avevano accettato il suo incarico il pomeriggio precedente e quella mattina erano giunti ad Hargeon. L'arzillo vecchietto li aveva già messi a lavorare e ad ognuno aveva assegnato il proprio compito. Natsu, Gray ed Happy si sarebbero occupati della cucina insieme a lui, per quanto fosse possibile prima di una rissa, mentre Erza, Lucy e Juvia avrebbero invece servito ai tavoli. Cosa ci faceva Juvia insieme a loro? Semplice. Wendy non era ancora tornata dalla sua missione con Levy e Charle e Juvia si era proposta di accompagnarli. Bhè, sarebbe meglio dire che avesse deciso tutto da sola e, quando Erza aveva detto di essere d'accordo, nessuno aveva osato replicare.
-Juvia come sta, Gray-sama?- chiese allegra la turchina, mostrandosi in uniforme nella speranza di un apprezzamento da parte dell'amato.
Il moro le lanciò un'occhiata veloce, senza soffermarcisi più di tanto e senza commentare.
-Juvia, dobbiamo iniziare il turno- la chiamò seria Erza dall'esterno, già agguerrita più che mai a portare a termine la loro missione.
La maga dell'acqua titubò per qualche attimo sulla figura del moro che adesso le dava le spalle. Non ricevendo attenzioni, decise di seguire la rossa all'esterno, leggermente abbattuta.
 
Il locale non era eccessivamente grande all'interno, con appena un paio di tavoli, e la cucina presentava solo un paio di banconi di marmo, oltre che fornelli, lavandino, frigo e ogni cosa potesse servire ad un locale. C'era poi il piano bar che affacciava direttamente sulla saletta e che era stato affidato a Gray. Per fortuna il lavoro in cucina non era troppo impegnativo, altrimenti Natsu avrebbe di certo fatto prendere fuoco all'intero cafè. E in più, sotto la supervisione di Yajima, che di tanto in tanto si faceva un giro anche fuori a controllare la situazione, i rischi erano molto più bassi. Tuttavia, se il locale da dentro poteva apparire non troppo grande, all'esterno diventava tutto più ampio. C'erano una decina di ombrelloni da esterno sotto i quali si trovavano in totale una trentina di tavolini ben apparecchiati. Il cafè era abbastanza nuovo nel complesso ed era per questo che Yajima aveva chiesto aiuto ad alcune gilde per gestirlo, fin quando almeno non avrebbe trovato dei dipendenti fissi. E quel giorno la gilda che aveva accettato il suo incarico era proprio Fairy Tail.
 
Gray stava preparando in silenzio alcuni drink per un tavolo. Erano passate un paio d'ore da quando avevano iniziato il turno e adesso dovevano essere più o meno le 11:00.
Terminò le ordinazioni per poi mettersi a pulire alcune tazzine da caffè. Quando ebbe finito si rese conto di non avere nient'altro da fare, o almeno per il momento, così si soffermò ad osservare con più attenzione il locale. Le pareti avevano toni caldi che passavano dall'aranciato al beige. Anche i tavoli erano apparecchiati con tovaglie di stoffa degli stessi colori, e al centro di ogni tavolo c'era un piccolo mazzo di fiori di campo. Ma l'attenzione del moro si soffermò maggiormente sull'esterno, o meglio, sulle ragazze che stavano girando per i tavoli a prendere le ordinazioni. Le uniformi da cameriere erano di colore arancione con i merletti bianchi, mentre sul busto c'era in blu il logo del cafè, lo stesso caratteristico che avevano anche gli altri due locali di Yajima. I vestiti erano parecchio corti e le gambe erano coperte solo per metà dalle calze bianche. Come al solito Erza e Lucy stavano bene con qualsiasi cosa addosso, mentre Juvia... era strano vederla con abiti così corti e poco coprenti, ma non le stavano male, affatto. Le fasciavano bene tutte le curve senza però essere volgari o eccesive.
Tra le tre sembrava essere però la più impacciata e un lieve sorriso sorse sul volto del moro quando la vide cercare di tirare la gonna più un basso, imbarazzata.
-Ghiacciolo, hai finito con quelle ordinazioni?- chiese d'un tratto Natsu, affacciatosi dalla cucina.
-Sì, ho finito dieci minuti fa- gli rispose con tono indifferente l'altro. -Tu piuttosto? Non stai battendo un po' la fiacca?- aggiunse, stuzzicandolo.
-Come ti permetti! Io e Happy stiamo lavorando più di te!- ribattè il rosato.
-Non si direbbe- continuò il moro.
-Vuoi fare a botte?- chiese il dragon slayer, alzando un pugno.
Ma prima che il mago del ghiaccio potesse dire altro, due padellate arrivarono sulle teste dei due ragazzi, che si lamentarono per il dolore, massaggiandosi poi la parte colpita.
Yajima era tornato all'interno e li aveva fermati prima che potessero distruggergli il locale.
Happy intanto si era sporto anche lui dalla cucina e aveva iniziato a ridersela sotto i baffi, con le zampette sulla bocca per trattenere l'ilarità.
Il dragon slayer parve farsi serio per un attimo, iniziando ad annusare l'aria. -Sento un odore pungente- disse con espressione corrucciata, non capendo a cosa fosse dovuto quel cattivo odore.
Happy entrò in cucina per dare una controllata.  -Natsu, penso ci sia un po' troppo fuoco qui- pronunciò il micio blu un po' preoccupato.
-Happy, dovevi occuparti tu dei fornelli!- esclamò Natsu, aggrottando le sopracciglia e raggiungendo il compagno nell’altra stanza, il tutto sotto gli sguardi perplessi degli altri due maghi.
-Aye! Ma io non posso tenere sotto controllo tutto quanto. Ho solo due zampette!- esclamò l'exceed. Si sentì poi un rumore come di qualcosa che veniva risucchiato.
Yajima perse tutta la voglia di sgridare Gray e sospirò stanco. Certo che non poteva proprio staccare gli occhi dai ragazzi di Makarov....soprattutto dalle ragazze. Lanciò un'ultima occhiata preoccupata all'esterno prima di ritornare in cucina e vedere che guaio avessero combinato.
 
Passò un'altra mezz'oretta in tranquillità, a parte il lieve odore di bruciato proveniente dalla cucina, che ignorò. Il suo sguardo inconsapevolmente fu calamitato all'esterno ancora una volta, dove Juvia e Lucy stavano servendo i tavoli. Erza era andata a comprare alcune pentole nuove per sostituire quelle bruciate, per cui là fuori erano rimaste in due.
Ma c'era qualcosa di strano. Juvia sembrava in difficoltà. Alcuni clienti avevano fatto cadere un bicchiere e adesso Juvia stava raccogliendo ciò che era finito per terra. Per fortuna i bicchieri non erano di vetro, altrimenti si sarebbe potuta fare male, ma...
Ehy, ma quello stronzo le stava guardando sotto la gonna?
Gray aggrottò le sopracciglia e strinse i pugni. Si costrinse a restare calmo. Stava lavorando, non poteva combinare casini, e per di più di solito si diceva che il cliente avesse sempre ragione. Digrignò però i denti quando vide lo stesso ragazzo insieme all’amico seduto allo stesso tavolo trattenere la ragazza con una mano. Le stava chiaramente chiedendo qualcosa che Juvia stava rifiutando più volte. Ma perché Juvia non si ribellava con più forza? Era una maga, no?
La sua espressione si corrucciò ancora di più nel pensare che probabilmente nemmeno lei voleva creare guai a Yajima. Ma quando il ragazzo la strattonò leggermente a sè con quello sguardo lascivo, Gray non ci vide più dalla rabbia.
Si allentò il nodo della cravatta che aveva dovuto indossare sulla camicia nera e a passo di marcia si diresse verso il tavolo.
Sembravano così presi da quello scambio di rifiuti e proposte che non si erano minimamente accorti della sua presenza. Senza esitazioni afferrò saldamente il polso del ragazzo, facendo voltare i tre interessati. Sul volto di Juvia comparve un'espressione di sorpresa mista a sollievo, mentre gli altri due gli lanciarono occhiate contrariate.
Gray li ghiacciò con uno sguardo gelido. Il ragazzo lasciò subito la presa sulla turchina, ritirando la mano.
-Hai bisogno di qualcosa, amico?- gli chiese poi, irritato.
-Sì, che voi ve ne andiate- pronunciò con tono freddo. Non si fece domande sul perchè fosse tanto arrabbiato, e nemmeno sui danni che avrebbe potuto provocare. Adesso non gli importava più nulla. Avrebbe risarcito lui stesso Yajima per i soldi che gli avrebbe fatto perdere.
-Ehy, ehy, sei sicuro di poterti rivolgere così ad un cliente?- ribattè l'altro, alzandosi in piedi con sguardo strafottente.
Gray lo fissò ancora peggio. Dal suo corpo traspariva chiaramente la rabbia che stava cercando di sopprimere, ma, nonostante ciò, riuscì lo stesso a mantenere un tono calmo.
-Tu non meriti nemmeno di essere definito tale- pronunciò infatti, squadrandolo da capo a piedi come a voler ribadire le proprie parole.
Juvia lo guardò letteralmente allibita. Gray-sama stava prendendo le sue difese.
-Guarda che posso farti licenziare- continuò l'altro, indignato.
Quel tizio iniziava a fargli perdere la pazienza. Il moro stava già per rispondergli a tono quando due mani nivee si posarono sul proprio braccio, ancora coperto dalla camicia nera, tanta era la rabbia. Il mago del ghiaccio la guardò sorpreso.
-Gray-sama...- iniziò con tono basso -...non si deve preoccupare per Juvia- concluse a malincuore. Lei capiva. Capiva benissimo la situazione. Non potevano creare problemi a Yajima-san. In qualche modo ce l'avrebbe fatta. Questo non era nulla in confronto a come veniva trattata prima di Phantom Lord. Avrebbe sopportato.
-Juvia ma che cavolo stai dicendo?- la domanda scioccata dell'altro servì solo a farle inumidire gli occhi e tremare le mani. Gray se ne accorse e iniziò a preoccuparsi. Qualunque cosa Juvia stesse  pensando in quel momento, di certo non poteva dirgli che doveva lasciar stare. Tuttavia Gray si rese conto che fossero davvero poche le volte in cui l'aveva vista così fragile.
-Ecco, vedi. Lei ha buon senso- riprese il ragazzo, sprezzante.
Gray si voltò di scatto, e se avesse potuto congelarlo con il solo sguardo, di certo l'avrebbe fatto.
-Lei è pregato di andarsene- ripetè a denti stretti con veemenza. I pugni si erano stretti fino a far sbiancare le nocche nel tentativo di contenere la rabbia crescente e di mantenere la calma.
-Ehy, amico- lo richiamò l'altro ragazzo seduto al tavolo, alzandosi. Era evidentemente intimorito da Gray. -Forse dovremmo andar...-continuò, poggiando una mano sulla spalla del compagno, che però se la scrollò di dosso, ignorandolo.
-Chiamami il proprietario- disse invece, facendo un passo verso il moro. -Vediamo quanto puoi fare lo sbruffone- continuò, sfidandolo. Male. Molto male. Non sapeva con chi aveva a che fare. Un mago di Fairy Tail di certo non si faceva intimorire da simili situazioni.
Gray lo avrebbe voluto congelare all'istante con in suo Ice Make, ma per quello stronzo era fin troppo. Per lui sarebbero bastati i semplici pugni.
Juvia lo guardò in un misto di dispiacere e spavento.
-Non ce ne sarà bisogno- una voce alle spalle del moro lo fermò dal suo intento.
 -Sono già qui- pronunciò il vecchietto, avanzando verso il tavolo.
-Ah, ecco. Bene!- esclamò soddisfatto il ragazzo. -Vediamo adesso che dic...- stava già gongolando della sua imminente vittoria, quando la voce dell'ex-membro del concilio lo bloccò.
-E sono d'accordo con Gray-kun- affermò, lanciando una veloce occhiata ai due maghi di Fairy Tail che lo guardarono sorpresi.
-Cosa?!- chiese allibito quello.
-Le ragazze non si toccano- ribadì il vecchietto con tono fermo. E il ragazzo stava già per replicare, quando fu nuovamente interrotto.
-Siete pregati di lasciare il mio locale- concluse Yajima, lanciando un'occhiata furiosa da sotto le folte sopracciglia, intimorendo i due.
Dopo qualche altro istante, il ragazzo si voltò furioso prendendo la propria giacca e iniziando ad imprecare contro Gray e il vecchietto, seguito a ruota dall'amico.
Quando sparirono definitivamente dalla loro visuale, Yajima si voltò verso i due maghi.
-Ragazzi, adesso vi chiederei gentilmente di tornare a lavoro- si rivolse loro con tono gentile, facendo poi scorrere lo sguardo sugli altri tavoli. Tutti si erano fermati e li stavano osservando. Avevano combinato davvero un bel trambusto. Dovevano rimediare.
Gray e Juvia si scusarono e ripresero ognuno il proprio posto.
 
La giornata era finita senza altri intoppi e Yajima sembrava abbastanza soddisfatto. Tutto il trambusto causato da quei tizi non aveva fatto altro che spargere la voce in giro, attirando clienti curiosi di vedere i due interessati, per cui alla fine non era stato un completo disastro.
Ad ogni modo Erza si stava scusando per l'ennesima volta a nome di tutti, mentre Lucy, Natsu ed Happy stavano parlando poco distante.
Gray era un po' più in disparte con le braccia conserte.
-Gray-sama- la voce della turchina lo fece voltare. Si era avvicinata piano, quasi indecisa sul da farsi.
-Juvia è dispiaciuta per ciò che è successo- pronunciò alla fine, guardandolo leggermente triste con le mani congiunte in avanti.
-Non devi- ribattè Gray atono -È stata colpa di quegli imbecilli- aggiunse, non senza che l'irritazione ritornasse.
Sul volto di Juvia apparve un'espressione di stupore. Non si aspettava che fosse ancora irritato per la questione, ma ciò le scaldò il cuore.
-Gray-sama- lo chiamò di nuovo, mentre un sorriso dolce le appariva sulle labbra -Grazie per aver protetto Juvia- concluse felice. Gray-sama si era preoccupato per lei e aveva preso le sue difese. Era più di quanto potesse immaginare.
A quelle parole Gray distolse lo sguardo in leggero imbarazzo. Eppure dovrebbe essere normale difendere una nakama. Allora perché si sentiva improvvisamente così a disagio?
-Ragazzi, si torna a casa- le parole della rossa gli impedirono di rifletterci su ulteriormente, e così tutti e sei tornarono finalmente nella loro calda Magnolia.
 
 
 
Curiosità: l'idea per questa storia risale proprio agli inizi della mia iscrizione su EFP, quindi quasi tre anni fa. L'idea mi era venuta, e avevo già scritto la prima decina di righe, solo che non la terminai perché si sarebbe rivelata troppo lunga per la me di quel tempo. Adesso trovo molto più semplice scrivere ed impiego anche meno tempo, quindi ho deciso di completarla ^.^
In più, all'inizio devo confessarvi che il locale doveva essere un ristorante, poi ho pensato a Natsu,  Gray e Happy in cucina… e capito che non si poteva mai fare. Yajima avrebbe subito chiuso. XD

 
Nda:
Anche questa settimana una nuova storia, e spero che vi sia piaciuta e Gray non sia OOC. Più ci penso e più mi vengono i dubbi. Spero che vi sia piaciuta,
Alla prossima domenica!
Baci, Roby-chan
 

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Capitolo 28
*** Bracciale d'argento ***


Prompt: Bracciale d’argento
Generi: sentimentale, malinconico
Raiting: giallo
Ambientazione: dopo la saga di Tartaros
Avvertimenti: nessuno
 
 
 
 
 
 
Era in ritardo. Davvero in ritardo. Aveva scoperto solo poco prima che il giorno successivo sarebbe stato il compleanno del suo amato. Sapeva molte cose di lui: qual era il suo cibo preferito, dove abitasse, quale colore gli piacesse... ma non conosceva ancora la data del suo compleanno. Come aveva fatto a dimenticare una cosa tanto importante? E adesso non sapeva dove andare a cercare qualcosa che potesse piacergli. Aveva pochissimo tempo.
Juvia stava attraversando tutta trafelata la via del mercato in cerca di qualcosa di carino che l’amato potesse sempre portare con sé. Stava scandagliando ogni singola bancarella con uno sguardo così concentrato che molti avevano iniziato a fissarla spaventati, ma lei non ci fece caso. E come poteva, se era tanto impegnata in una cosa così importante? Dopo circa un'oretta aveva fatto il giro di tutte le bancarelle e di tutti i negozietti nelle vicinanze, ma nulla. Nemmeno l'ombra di qualcosa che potesse andar bene. Si sedette abbattuta su una panchina del parco e alzò gli occhi al cielo. Era diventato cupo e la neve di quella giornata invernale stava iniziando a cadere lentamente. Sospirò ancora, chiudendo gli occhi. Chissà, magari ricordando i discorsi di Gray-sama, avrebbe trovato il regalo perfetto da comprargli.
I suoi pensieri però furono interrotti da una voce leggera. -Posso sedermi?- chiese. Juvia aprì gli occhi di scatto, sorpresa. Non aveva sentito nessun passo, né avvertito nessuna presenza. Che si fosse distratta? La turchina osservò con curiosità la figura di fronte a sè. Si trattava di una giovane donna dai capelli lunghi e corvini e la pelle candida. Indossava un cappottino beige con una pesante sciarpa rosa e degli stivali neri e sul suo volto albergava un lieve sorriso gentile che l'ammaliò, rendendola incapace di rispondere. Non potè fare a meno di pensare che somigliasse a qualcuno... ma a chi?
-Non posso?- chiese di nuovo la donna, con tono dispiaciuto. A quelle parole Juvia si riscosse dai propri pensieri. –C-certo che può - si affrettò a dire la turchina, cosicché la misteriosa donna riacquistò il sorriso, sedendosi poi al suo fianco.
Dopo qualche minuto di silenzio la donna parlò di nuovo.
-Se non sono invadente...- iniziò lei -...potrei sapere come mai una ragazza bella come te abbia un'espressione tanto abbattuta? -chiese preoccupata.
Juvia si girò, sorpresa da quella domanda così improvvisa. -E-ecco...- era un po' in imbarazzo.
-...Juvia deve fare un regalo di compleanno per Gray-sama, solo che Juvia ha saputo solo oggi che sarebbe stato domani e quindi non sa come fare- spiegò lei triste.
-Capisco...- pronunciò pensierosa la donna. -E che tipo è questo Gray-sama?- chiese poi, curiosa.
Juvia avvampò di colpo prima di rispondere. Era strano parlarne con una sconosciuta, eppure, nonostante tutto, ciò le sembrava incredibilmente naturale. -Gray-sama è così forte... così gentile... vuole fare il freddo, ma Juvia sa che non lo è -spiegò con lo sguardo di una ragazza innamorata.
La donna sorrise per la tenerezza della ragazza. -Avevi già qualche idea in mente?- indagò ancora.
-Juvia voleva regalare qualcosa di semplice... che Gray-sama potesse tenere sempre con sé e ricordargli Juvia- rispose la turchina, ritornando pensierosa.
-Allora penso di avere qualcosa giusto per te- disse l’altra, scatenando la perplessità della maga.
La donna si sfilò dal polso un braccialetto in argento con un ciondolo finemente lavorato a forma di croce. -Ecco. Che ne dici?- chiese porgendoglielo. Juvia rimase a bocca aperta. Non aveva mai visto una cosa tanto bella.
Osservò di nuovo la donna -Juvia non può prenderlo- pronunciò la turchina, con una lieve nota di tristezza nella voce.
-E perché mai?- domandò allora l'altra, confusa.
-Perchè è vostro. Juvia non può davvero accettarlo- pronunciò a malincuore, allontanando la mano della donna che stringeva il bracciale, cosicché la legittima proprietaria potesse riprenderlo.
-Oh, se è per questo allora non devi preoccuparti- le sorrise dolcemente l'altra. -A me adesso non serve più- pronunciò con un velo di malinconia. Solo allora Juvia si rese conto dell'alone di tristezza e solitudine che sembrava avvolgerla, nonostante il sorriso raggiante sul suo volto.
Juvia non sapeva davvero che dire. Era rimasta scioccata da ciò che le aveva detto e da ciò che aveva avvertito.
La donna si alzò lentamente, dopo averle poggiato il bracciale tra le mani. -Quel bracciale contiene tanti ricordi- pronunciò ancora malinconica. –Perché non provi ad aggiungerci un altro ciondolo?- propose infine, voltando appena la testa.
Juvia era rimasta immobile, come ipnotizzata da quella figura così misteriosa. La donna iniziò poi a camminare, allontanandosi sempre di più. -Addio Juvia- sussurrò infine, mentre la foschia iniziava a rendere sbiaditi i suoi contorni. -Salutami Gray -aggiunse infine, scomparendo definitivamente tra la nebbia che si era alzata.
Juvia scattò subito in piedi, come risvegliatasi da una trance. - Aspetti! - cercò di richiamarla.
-Lei non ha detto a Juvia il suo nome!- continuò, correndo nella stessa direzione della donna, ma non la trovò. Si guardò intorno. Eppure non doveva essersi allontanata già così tanto, ma di lei nemmeno l'ombra. Sparita. Volatilizzata. Come... un fantasma.
 
Il giorno dopo...
-Gray-sama! Juvia vuole essere la prima a darti il suo regalo!- esclamò felice la maga. Si trovavano in gilda, o meglio, Gray non aveva neanche varcato la soglia che si era ritrovato assalito dall'entusiasmo della maga dell'acqua.
-G-grazie - disse a disagio il moro, afferrando il piccolo pacchetto che gli stava porgendo la ragazza.
Inutile dire che il viso di Juvia splendeva di gioia per il fatto che lo avesse accettato senza esitazioni.
Gray iniziò a scartare con sguardo perplesso, lanciando qualche veloce occhiata preoccupata alla maga. E adesso che si era inventata? Sperava davvero che non fosse niente di strano.
Quando aprì la piccola scatoletta rimase stupito. Un bracciale d'argento con una croce come ciondolo e... una goccia d'acqua cristallizzata. Ma ciò che l'aveva veramente colpito era il materiale con cui era stato realizzato. Argento. Proprio come la sua collana e gli orecchini di suo padre. E poi una croce finemente lavorata... poteva capire il perchè della goccia, ma la croce? Ricordi sfocati apparvero nella mente del mago. Quel bracciale lo aveva già visto.
-Juvia, dove lo hai preso?- chiese il moro, improvvisamente agitato. Era raro vederlo così.
-A Juvia lo ha dato una gentile signora ieri al parco- confessò, spostando i piedi in imbarazzo. -Ha detto che conteneva tanti ricordi, ma a lei non serviva più...- aggiunse, ma le parole le morirono in gola quando vide Gray voltarsi di scatto e correre via.
Lo seguì, preoccupata che avesse detto qualcosa di male, o che forse non ritenesse giusto che Juvia avesse accettato quel regalo da quella strana signora, il che era anche ovvio, e anche lei lo sapeva... eppure non era riuscita a comprare un altro regalo. Era come se lo stesso braccialetto volesse arrivare a Gray.
Ma quando la maga dell'acqua raggiunse il moro al parco, lo vide fermo, immobile. C’era di nuovo quella leggera nebbia che era apparsa il giorno prima, solo che stavolta non era sera, nè tantomeno mattina presto, quindi non avrebbe dovuto essere lì.
-Gray-sama...- provò a chiamarlo lei, ma senza risultati.
Quando si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla, la vide. Una singola e solitaria lacrima sul suo volto e gli occhi sgranati. La turchina fu inondata da un senso di confusione e da un'improvvisa tristezza. Forse era stata colpa di Juvia?
-Addio, madre- sentì pronunciare con un fili di voce l'altro, mentre abbassava il volto e serrava i pugni, stringendo il braccialetto tra le dita.  
La maga rimase in silenzio, stupita da quelle parole e da quel comportamento. Era convinta che la madre di Gray-sama non ci fosse più, quindi com'era possibile...
Nella mente di Juvia improvvisamente fu come se una serie di puntini iniziassero a congiungersi, mostrando un disegno più grande.
"A volte avvengono dei miracoli. Succede che lo spirito dei morti riesca a ritornare su questo mondo anche solo per poco" aveva sentito dire Juvia da qualche parte. Ecco il perchè aveva sentito il bisogno di regalare quel bracciale, o meglio, restituire. Ed ecco anche il perchè di quelle sensazioni.
Il cuore le si strinse nel petto a quella rivelazione, e fece l'unica cosa che potesse fare in quel momento. Si portò al fianco del mago, prendendo con una mano quella libera e fredda dell'altro e la strinse piano. Gray sobbalzò leggermente, portando prima lo sguardo sulle loro mani intrecciate e poi sulla figura della turchina. Anche lui strinse appena la presa, rimanendo in silenzio a guardare ancora una volta di fronte a sè per qualche altro minuto.
Poi con un sospiro lasciò la mano della maga, voltandosi per tornare indietro. Portò le mani nelle tasche. -Grazie- sussurrò appena, sotto lo sguardo sorpreso dell'altra. -Torniamo alla gilda- aggiunse infine con un tono più alto, iniziando a camminare. Juvia lo seguì prontamente, portandoglisi affianco, adesso più tranquilla. Come aveva già detto al padre di Gray-sama, lei si sarebbe presa cura di lui anche per loro.
 




Curiosità:
Questa storia era ispirata ad un altro prompt dell’altra raccolta: Mika. Mi sembrava carino far vedere il personaggio della madre di Gray, visto che nel manga viene solo citato il suo nome, senza nessuna immagine, solo che finii per non pubblicarla più per il semplice fatto che... non sapevo più dove andare a parare con il finale ^.^”. Mi ero bloccata a quando Gray torna nel parco, ma non sapevo come concludere. Per fortuna dopo anni ho trovato il giusto finale XD
P.s: mi sono appena accorta che la descrizione originaria della madre di Gray era “leggermente” diversa. Cit: “Aveva dei capelli corti e neri con delle strane sfumature bluastre”. Emm… penso di averle cambiato la descrizione quando l’ho ripresa in mano per aggiustarla, visto che in quel modo sarebbe somigliata troppo ad Ur. Che strano/bello scoprire dettagli sulla storia che erano sfuggiti persino a me XD
 
 

Nda:
questo capitolo è stato un po’ malinconico, ma di tanto in tanto ci vuole anche questo, perchè la vita di Gray e Juvia, come quella di tutti i maghi di Fairy Tail non è mai stata sempre felice e spensierata, e questo va sempre ricordato. Sono proprio come delle persone reali con cui pian piano, leggendo o scrivendo, ciascuno di noi ha preso una certa confidenza, e questo vale per i personaggi di Fairy Tail come anche quelli di altri fandom, e penso che sia proprio questo il bello degli anime.
Spero che la storia vi sia piaciuta, alla prossima settimana!
Baci, Roby-chan
 

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Capitolo 29
*** Nome ***


Prompt: Nome
Generi: romantico, sentimentale, slice of life
Raiting: verde
Ambientazione: dopo la fine del manga e quindi dopo Alvarez
Avvertimenti: nessuno
 

Era un nuovo giorno nella gilda più casinista di Fiore, e come ogni giorno a Fairy Tail, la scena che si ripeteva era sempre la stessa: lo sguardo furioso di Erza, avvolta nella sua aura nera, che faceva arrestare tutti di colpo. Ancora una volta avevano fatto cadere la sua torta fragole e panna durante una rissa, causando la sua ira. Alla fine, com'era prevedibile, dopo pochi minuti tutti i ragazzi della gilda si ritrovarono distesi al suolo semi-coscienti e un po' ammaccati.
L'alchimista del ghiaccio fu tra i primi a rialzarsi, dolorante. Con qualche lamento sull'eccessiva violenza della rossa, si andò a risedere al tavolo dove aveva lasciato Juvia prima di iniziare la precedente rissa.
La turchina lo guardava cercando di trattenere un leggero sorriso. Erza-san era sempre la solita, ma anche i ragazzi non imparavano mai.
Il moro le lanciò un'occhiata di ammonimento, sedendosi al suo fianco, e l'espressione della turchina cambiò in un attimo. -Gray-sama si è fatto molto male?- chiese preoccupata, mentre l'altro si massaggiava la nuca. -Juvia va a prendere subito qualcosa di freddo- aggiunse subito dopo, facendo per alzarsi, ma il moro la bloccò.
-No, aspetta. Non ce n'è bisogno- le disse atono, spostando la mano dal collo al bicchiere di aranciata che stava precedentemente bevendo. Ne prese un sorso mentre osservava la figura della turchina rilassarsi a quelle parole.
Ormai la guerra contro Alvarez sembrava solo un ricordo lontano anni luce, anche se erano passati poco meno di sei mesi. Ed era proprio da allora che Gray aveva risposto affermativamente alla dichiarazione di Juvia. Adesso erano una coppia, e, anche se all'inizio era stato un po' strano, alla fine non era cambiato poi molto da quando avevano vissuto insieme nel villaggio di Rainfall. In fondo Gray non si era mai aspettato che le cose cambiassero, e nemmeno Juvia. A pensarci bene, però, forse c'era qualcosa di diverso: Juvia era diventata meno appiccicosa e gli lasciava più i suoi spazi, e di questo non poteva che esserle grato. D'altro canto invece lui si era un po' addolcito quando si trovava da solo in sua compagnia. Non troppo però.
Adesso che ci rifletteva bene, anche il modo in cui Juvia si rivolgeva a lui era rimasto lo stesso. Ma ora stavano insieme... a lui non importava sinceramente come lo chiamasse, però magari dall'esterno poteva apparire strano. Non era raro infatti che durante le missioni ci fossero stati ragazzi che ci avevano provato con lei, e questo perché il suo modo di rivolgersi a lui non era quello di una normale fidanzata... Inutile dire che i loro tentativi di rimorchio lo avevano fatto infuriare, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.
-Juvia- la chiamò lui, ricevendo subito la sua attenzione, accompagnata da un'espressione curiosa.
-Stavo pensando...- iniziò il moro -...visto da un estraneo può sembrare strano...- continuò, grattandosi con un dito la guancia e poggiando distrattamente gli occhi sul bicchiere, indeciso su come proseguire. La maga lo guardò confusa, aspettando che aggiungesse qualcosa. -...ecco, forse... vedi, penso sia meglio... - continuò in una serie di parole senza senso. Era strano chiedere qualcosa del genere, e poi soprattutto a Juvia. -...forse dovresti iniziare a chiamarmi solo per nome...- proseguì, rialzando titubante lo sguardo. -... si, insomma, senza il -sama - concluse infine, lui stesso non più così sicuro di ciò che le aveva chiesto. Aveva fatto bene a domandarle una cosa del genere? Con Juvia non si poteva mai sapere cosa avrebbe finito per pensare.
Sul volto della maga apparve infatti dapprima un'espressione sorpresa, poi una pensierosa e infine una seria. Forse Juvia aveva capito cosa intendeva e non c'era bisogno di aggiungere altro...
-Gray!- esclamò convinta, tanto che il moro sobbalzò, venendo poi avvolto da una strana sensazione al petto. Non si aspettava che così, di punto in bianco, lo chiamasse semplicemente per nome, anche se era stato proprio lui a chiederglielo... però non era affatto male, anzi. Doveva ammettere che il suo semplice nome pronunciato dalle labbra di Juvia lo aveva reso incredibilmente felice.
Il volto della turchina si fece d'improvviso paonazzo, mentre il suo corpo veniva scosso da piccoli tremiti.
-...s-sama...-mormorò tremante la ragazza, chiudendo gli occhi e abbassando la testa, come se non fosse riuscita a trattenere quella desinenza che aveva provato ad omettere, ma a quanto pare invano.
Il moro impiegò qualche secondo per capire cosa fosse successo, ma non ebbe il tempo di aggiungere altro che la turchina parlò di nuovo.
-Gray... sama...- pronunciò ancora con tono incerto -Gray-sama, Gray-sama. ..- continuò, cercando di sforzarsi, tanto che il moro non seppe più se mettersi a ridere o preoccuparsi. Decise però di fermarla il prima possibile.
-Juvia, non ti preoccupare- le disse, alzando una mano in avanti, come per fermarla -Non è una cosa che devi fare subito- cercò di tranquillizzarla subito dopo.
La vide alzare lo sguardo verso di lui e già si potevano notare delle piccole gocce luccicanti ai lati dei suoi occhi che aspettavano solo di cadere. La sua espressione sembrava quella di una tenera bambina che è dispiaciuta per non essere riuscita a fare quello che le era stato chiesto.
-So che non è facile, perciò prenditi tutto il tempo che ti serve- le disse nuovamente, accennando un sorriso rassicurante.
-Ma Gray-sam...- stava già per contestare la maga, quando si portò istintivamente le mani alla bocca, come ad evitare che quelle parole le uscissero dalle labbra.
Il moro sorrise lievemente. Cosa doveva fare con lei?
Gray portò poi una mano su quelle della maga, facendogliele abbassare lentamente, e il tutto sotto lo sguardo triste e un po' stupito della ragazza.
-Non devi preoccuparti, davvero. Anche Gray-sama va bene- la rassicurò nuovamente il moro, ma la turchina abbassò lo stesso lo sguardo. Forse non era stata una buona idea quella di proporle di chiamarlo solo per nome. Gray sospirò, e stava già per parlare ancora, quando una raffica di parole lo assalì.
-Ma se Juvia non riesce a pronunciare il nome di Gray-sama, allora Gray-sama inizierà ad odiarla, e poi Gray-sama lascerà Juvia, e dopo l'allontanerà da sè, e poi non vorrà più vederla e poi...- aveva iniziato a parlare senza sosta, agitandosi tutta.
Il moro rimase scioccato, perdendosi lui stesso dopo pochi secondi in quella raffica di parole senza senso. Ma quanto poteva essere grande la fantasia di Juvia? Ogni volta finiva per chiederselo e ogni volta quella domanda rimaneva senza risposta. Ormai non riusciva più a starle dietro e come sempre Juvia si era lasciata trasportare troppo. Il moro si portò una mano sugli occhi, sospirando esasperato. Era convinto di aver detto una cosa dolce una volta tanto ed ecco che i suoi sforzi venivano buttati all'aria dalle fantasie di Juvia.
Meglio fermarla il prima possibile. Prese un profondo respiro e poi parlò di nuovo -Juvia- la chiamò lui con tono fermo, guardandola negli occhi. La turchina si bloccò all'istante, rimanendo in attesa che continuasse.
-Ecco...- proseguì il mago, portandosi una mano dietro la nuca in leggero disagio. -...non c'è modo che io possa mai allontanarti... - continuò, distogliendo appena lo sguardo -...insomma, non ci sono riuscito in tutti questi anni, perché adesso che sei al mio fianco dovrei farlo?- concluse, guardandola con la coda dell'occhio.
La turchina rimase immobile per qualche secondo, come se i suoi neuroni si stessero collegando solo in quel momento tra loro per poter analizzare ogni singola parola del ragazzo.
Poi d'improvviso gli occhi di Juvia si fecero più lucidi, mentre la bocca le tramava appena e le guance le si arrossavano.
Sembrava stesse per avere una crisi di pianto, tanto che il mago se ne preoccupò, non senza un po' di paura anche per sè stesso. Sperava solo che non inondasse la gilda come era già successo qualche volta in passato...
D'improvviso la vide sbilanciarsi in avanti in un movimento talmente repentino che non riuscì a fare nulla. E in meno di un secondo si ritrovò Juvia appiccicata addosso, con le braccia al collo, ed entrambi distesi sul duro pavimento di legno della gilda.
-Gray-sama!- piagnucolò lei, con la testa sul petto nudo del ragazzo. -Gray-sama! Gray-sama!- singhiozzò ancora, mentre un paio di lacrime di gioia le iniziavano a rigare le guance, adesso avvolte in un tenero sorriso.
Il mago, dopo un primo attimo di sorpresa, sospirò esasperato per l'ennesima volta. Ma perché andava sempre a finire così?
Il moro portò un braccio attorno alla vita della ragazza, accarezzandola piano, e intanto buttò per qualche secondo l'occhio attorno a sé. Tutti li stavano fissando. Gray riportò allora lo sguardo verso il soffitto e si rese conto che alla fine non gli importava degli sguardi degli altri che li osservavano esasperati o divertiti, e non gli importava nemmeno delle occhiatacce furiose di Erza per aver fatto piangere la sua amica. E in quel momento Gray capì una cosa: alla fine non gli importava davvero cosa pensassero gli altri, o cosa facessero normalmente le altre coppie. Se qualcuno si sarebbe avvicinato alla sua Juvia, doveva solo pensarci lui a fargli cambiare idea, e non c'era bisogno di altri inutili soprannomi. E questo perché loro non erano una coppia normale. Juvia non era normale, e nemmeno lui lo era.
 


Curiosità: per la questione dei nomi, è una cosa che ho notato guardando vari anime scolastici, il che ha anche senso, che effettivamente più una persona entra in confidenza con l'altra, ancora di più se i due si fidanzano, più i suffissi scompaiono. Ho pensato come Gray la potesse pensare a riguardo ed ecco il perché di questa storia XD
 




Nda:
Spero che la storia vi sia piaciuta e Gray non sia parso troppo OOC  >.<
Comunque questa storia è stata scritta se non sbaglio in estate, quando stavo attraversando ancora il mio periodo "no-scrittura" e infatti non ne sono troppo soddisfatta. C'è qualcosa che ancora non mi convince, ma non saprei dire cosa... o forse è solo la mia impressione.
Fatemi sapere cosa ne pensate. Ci sentiamo la prossima settimana  ;)
Baci, Roby-chan 

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Capitolo 30
*** La sacra stella del Natale ***


Prompt: la sacra stella del Natale 
Raiting: verde
Generi: sentimentale, slice of life
Ambientazione: prima di Tanroujima
Avvertimenti: nessuno
Note: i caratteri di Gray e Juvia potranno sembravi diversi dal solito, ma ciò è dovuto all'ambientazione. Prima dell'esame di classe S Juvia era più timida e Gray meno distaccato nei suoi confronti, visto che era entrata in gilda da non molto tempo.
 
 
 
Il Natale si stava avvicinando e in città si poteva avvertire già una dolce aria di festa. Le decorazioni a tema natalizio addobbavano le vetrine dei negozi, riempiendole di caldi colori rossi e dorati, oppure di toni più freddi come il blu e l'argento. Non mancavano però anche decorazioni un po' stravaganti che riprendevano colori non classici e di varie sfumature dalle tonalità più impensabili. Le luci erano già state montate e lasciate in attesa dell'arrivo della sera per poter rendere Magnolia ancora più vivace di quanto già non fosse. Insomma, un'atmosfera di tranquillità e allegria già iniziava a riempire le strade.
Anche alla gilda più casinista di Fiore le risse erano momentaneamente cessate per permettere la decorazione delle sale interne. Tutti si stavano dando da fare, chi con l'ausilio della propria magia, chi senza, ed erano già a buon punto. Le ghirlande e il vischio abbellivano ogni colonna assieme alle luci colorate, mentre sui vari tavoli erano state posizionate delle candele dorate con motivi natalizi. Anche il piano bar era ben decorato con candeline, babbi natale, palline e vischio. Un paio di piccoli alberelli in miniatura erano stati posizionati sul bancone e Mira già indossava il proprio cappello da Babbo Natale.
Gray si sedette stanco ad uno dei tavoli, sospirando pesantemente. La sua attenzione fu catturata per l'ennesima volta in quelle ore dall'enorme albero che svettava in fondo alla sala. Lui era stato uno dei maghi che aveva aiutato a trasportarlo e montarlo lì. Sì, si poteva dire soddisfatto. Tutto sommato stavano facendo davvero un buon lavoro... bhè, senza considerare quel "piccolo" incidente di quella mattina. Come al solito era scoppiata una quotidiana rissa, con la differenza che stavolta Erza si era arrabbiata ancora di più con loro per via dell'imminente festività. Secondo lei ci voleva un giusto clima di pace e tranquillità, e non tutto quel putiferio. La sua voglia di Natale era tanta che si era presentata in gilda vestita di tutto punto con un corto vestitino da Babbo Natale. Finale della storia, un po' sia Erza che gli altri membri di Fairy Tail avevano rotto più tavoli e sedie del solito, oltre che diverse assi del pavimento e del soffitto. Ancora si chiedeva come avesse fatto quella scopa a finire lassù. Ad ogni modo, per ordine del Master, in molti erano andati dal falegname di Magnolia per recuperare il necessario per rimettere in sesto l'interno della gilda. Ed era proprio per questo che Gray era stanco, ma perlomeno soddisfatto. Sospirò nuovamente, riportando l'attenzione sull'albero ormai quasi del tutto addobbato, ma solo per qualche secondo, perché infatti una figura a lui ben nota gli si avvicinò: Juvia.
La turchina era stata una delle ultime ad unirsi a Fairy Tail insieme a Gajeel e Wendy, e doveva dire che a forza di cose stava iniziando a conoscerla pian piano. La maga adesso gli si era fermata davanti con lo sguardo basso e le guance lievemente imporporate. Le mani erano impegnate a torturare un lembo del proprio cappotto, evidentemente indecisa su cosa dire.
Il moro aspettò qualche altro attimo in silenzio, ma non ricevendo altre reazioni da parte della maga dell'acqua, decise di parlare lui per primo. -C'è qualcosa che non va, Juvia?- le chiese, appoggiandosi con un braccio al tavolo. La turchina parve sobbalzare appena. Lo guardò ancora indecisa, ma alla fine prese la parola. -Il Master ha chiesto a Juvia di andare a prendere la "sacra stella", ma... ecco...- si interruppe per qualche attimo, spostando nervosamente lo sguardo prima sul tavolo e poi sul pavimento per un paio di volte. -...Juvia non sa cosa sia questa "sacra stella"- confessò dispiaciuta, guardandosi le mani strette al cappotto.
Gray alzò un sopracciglio, perplesso. -E perché non lo hai chiesto a lui?- gli fu spontaneo domandare. Al che Juvia alzò la testa di scatto, stupita, rendendosi conto della sconcertante evidenza di quella semplice azione. Aprì la bocca come per ribattere, ma alla fine rinunciò, riabbassando abbattuta lo sguardo. A quanto pareva non ci aveva minimamente pensato.
A Gray quasi venne da ridere a quell'espressione. Certo che quella ragazza certe volte era davvero strana, ma questo non voleva dire che fosse per forza una cosa negativa.
-Ad ogni modo io so di cosa stava parlando il vecchio- si schiarì la voce il moro, riottenendo lo sguardo e l'attenzione della maga su di sè.
-Si tratta della stella cometa che mettiamo ogni anno in cima all'albero di Natale della gilda- iniziò a spiegare. -Anche se ormai il Master è l'unico a chiamarla "sacra stella"- un leggero sorriso gli sorse sul volto, mentre vecchi ricordi riaffioravano. -Qui la chiamiamo "Fairy Star"- era stata la piccola Levy a trovare quel nome quando erano ancora dei bambini. Aveva semplicemente espresso la propria opinione in merito al nome e a tutti era subito piaciuta. In realtà sapeva che anche al vecchio Makarov quel nome stava simpatico, solo che si ostinava a voler mantenere almeno lui la tradizione, perciò alla fine ognuno la chiamava come voleva.
-A quanto sostiene il vecchio, fu utilizzata sul primo albero di Natale della gilda dal primo Master Mavis, quindi quasi cent'anni fa- proseguì nella sua spiegazione.
-Una cosa così preziosa...- mormorò affascinata la turchina senza accorgersene, che nel frattempo si era accomodata di fronte al moro per ascoltare meglio la storia. Il mago annuì -Sai, quella stella è particolare- aggiunse, facendo una breve pausa, solo per soffermarsi sull'espressione ancora stupita della ragazza. -È un addobbo magico- proseguì -Si ricarica della magia dei membri di Fairy Tail pian piano durante i dodici mesi, così da trasformarla e rilasciarla una volta l'anno, proprio il giorno di Natale in cima all'albero- concluse, aspettando una reazione da parte dell'altra.
La maga dell'acqua era rimasta chiaramente sorpresa da quella storia, ma sembrava felice di averla ascoltata. -Grazie Gray-sama per aver raccontato a Juvia questa piccola tradizione di Fairy Tail- sorrise felice. Il moro annuì soddisfatto.
Juvia però parve rabbuiarsi all'improvviso -Ma Juvia ancora non sa dove si trovi la Fairy Star...- pronunciò abbattuta.
Un leggero sorriso sorse sul volto del moro a quell'espressione così tenera sul volto della maga. -Io invece sì- riprese la parola il moro, facendo alzare lo sguardo di nuovo stupito alla turchina. -Vieni, ti accompagno- aggiunse, mettendosi in piedi.
La turchina si alzò di scatto, sorridente per quella rivelazione. Gray-sama l'avrebbe aiutata e sarebbe riuscita a passare altro tempo con lui.
Il mago del ghiaccio la condusse in una stanzetta qualche piano più sotto rispetto al grande salone della gilda. La stella veniva custodita lì per evitare danni e un incantesimo impediva alle pareti di ammuffire e alla preziosa decorazione di impolverarsi. Ogni anno Makarov incaricava qualcuno di andare a prenderla quando l'albero era quasi completo per evitare che si rompesse.
Era una stella di puro cristallo trasparente, che appariva molto fragile agli occhi di un inesperto osservatore. La decorazione era infatti intrisa di magia che la rendeva più resistente, anche se nulla poteva dirsi abbastanza contro i maghi di Fairy Tail.
Risalirono in superfice, trovando tutti i maghi ad aspettarli, a conferma di quanto quella stella fosse importante.
I due si avvicinarono alla base del grande abete decorato. Juvia si guardò attorno, insicura.
-Forza, Juvia. Perché non metti la stella sull'albero?- le chiese la bella barista che si era avvicinata insieme al Master, il quale sorrideva al settimo cielo.
La turchina titubò per qualche attimo, esprimendo poi i propri dubbi. -È giusto che lo faccia Juvia?- chiese, abbassando lo sguardo sulla decorazione che stringeva tra le mani. -Juvia è appena arrivata a Fairy Tail... una cosa così importante forse è meglio che la faccia qualcun'altro- si spiegò meglio, non alzando lo sguardo.
-Invece è proprio per questo che vai bene- si intromise Gray, che era rimasto per tutto il tempo qualche passo dietro alla turchina. La maga si voltò sorpresa nella sua direzione.
-Chi più di un nuovo arrivato può capirne l'importanza?- aggiunse tranquillo, come se fosse la cosa più ovvia.
-Juvia, ormai sei parte della gilda. Questo è un semplice modo per farti sentire a casa- si espresse nuovamente l'albina, convincendola, il tutto sotto lo sguardo attento del Master che annuiva in segno di approvazione. Era per questo che aveva chiesto proprio a lei di prendere la Fairy Star.
Rincuorata, Juvia sorrise determinata. -Juvia non fallirà- pronunciò convinta. E il moro si ritrovò a sorridere appena, pensando a come in quel tipo di momenti fosse sempre un po' troppo seria, ma probabilmente solo perché non voleva deludere le aspettative degli altri, e ciò non era di certo qualcosa di negativo, anzi. Si impegnava in tutto ciò che faceva, e un po' l'ammirava per questo.
Il moro decise così di facilitarle la salita, creando una rampa di scale di ghiaccio -Ice Make: stairs- pronunciò, portando un pugno sull'altra mano aperta. Un tenue bagliore azzurrino si diffuse vicino all'albero, e in pochi secondi la scalinata si era materializzata.
Quando arrivò in cima, Juvia posizionò con cura la stella e una lieve ondata calda di magia si propagò nella sala, sorprendendola. A quanto gli aveva finito di raccontare Gray-sama poco prima, era come se si fosse appena avviato un conto alla rovescia che scadeva proprio il giorno di Natale, tuttavia non aveva voluto rivelarle cosa sarebbe esattamente accaduto la notte del 24. Pazienza, avrebbe aspettato con ansia quel momento.
 

24 giorni dopo...
Tutti erano trepidanti d'attesa nella grande sala della gilda. Finalmente era arrivato il gran giorno e, più di tutti, Juvia era entusiasta e curiosa di sapere cosa sarebbe successo scattata la mezzanotte.
Si era seduta al tavolo insieme a Gray-sama, Natsu-san, Erza-san e la rivale in amore. L'attenzione di tutti però adesso era rivolta al grande orologio presente sulla parete di fronte all'ingresso. Tutti avevano preso un bicchiere in mano, chi boccali di birra, chi succhi di frutta e chi anche intere botti.
Mancavano pochi secondi. 5... 4... 3... 2... 1...
-Buon Natale!!!- fu il grido di gioia che si levò nella grande sala. La stella in cima all'albero iniziò a brillare sempre di più, fino a quando la magia contenuta in essa non straripò, diffondendo una luce multicolore nell'intera gilda. Un'ondata di piacevole calore raggiunse poi tutti i maghi lì presenti, avvolgendoli in un piacevole tepore. Quello era il calore e l'affetto degli animi di chi componeva la gilda di Fairy Tail.
Juvia si godé il più possibile quella sensazione, chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare. Il calore pian piano diminuì e pian piano scomparvero anche le luci multicolori che riempivano l'intera stanza, lasciando solo un dolce ricordo nei cuori dei maghi.
La turchina riaprì piano gli occhi, ritrovandosi Gray al proprio fianco che la guardava con un mezzo sorriso sul volto, e Juvia fu più che certa che in quegli occhi scuri si celasse un velo di curiosità.
-È stato bellissimo- sussurrò la maga con un fil di voce, come se il nuovo ricordo di quanto appena provato potesse dissolversi in un istante. -Juvia non ha parole- aggiunse poi, alzando leggermente il tono di voce. Anche se era ancora un po' sorpresa da ciò che aveva appena avvertito, un dolce sorriso non poteva che incorniciarle il volto.
-Mi fa piacere- pronunciò Gray. -Ormai sei un membro di Fairy Tail a tutti gli effetti- continuò, voltandosi poi per guardare appena il grande albero.
Quelle parole riempirono il cuore di Juvia di felicità. Finalmente aveva trovato il suo posto, la sua famiglia, e adesso poteva dire con orgoglio di farne parte.
-Buon Natale, Juvia- aggiunse il moro, guardandola ancora una volta.
-Buon Natale, Gray-sama- pronunciò di rimando la turchina, sorridente.
 
 
 
 
Curiosità: questa storia non era assolutamente in programma. Mia sorella mi aveva chiesto di scrivere qualcosa con il prompt "albero di Natale", solo in un primo momento non mi era venuto in mente niente che non fosse banale, e spero che questa storia non lo sia. Avevo rinunciato, ma poi ho guardato il calendario e mi sono resa conto che domenica, quando avrei dovuto pubblicare, era proprio la vigilia, allora mi sono detta che non potevo lasciar stare e ci voleva davvero una storia a tema natalizio XD
 
 
Nda:
E così come Gray e Juvia si fanno gli auguri, anch'io vi dico Buon Natale!
Anche se in anticipo di qualche ora XD. E voi come lo passerete? Io personalmente andrò da mia nonna e resterò con i miei zii e cugini fino alla mezzanotte. Più tardi c'è la possibilità che andrò dai miei amici per passare la notte tutti insieme, o almeno credo... come si può dire? Non è mai troppo tardi per organizzarsi (?) Ahahaha. Ad ogni modo vi faccio anche gli auguri per il nuovo anno, visto che ho deciso di prendermi una settimana di pausa dalla raccolta. Vi chiedo scusa, ma in questo modo riuscirò, o almeno spero, ad aggiustare le altre storie che sono in cantiere. (E poi diciamo la verità, domenica è proprio il 31, e non riuscirei a pubblicare una storia che non parla di Capodanno, solo che non saprei da dove iniziare per una fic del genere XD)
Vi lascio per quest'anno e ancora Buone Feste a tutti!
Bacioni, Roby-chan  <3

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Capitolo 31
*** Coperta blu ***


Prompt: Coperta blu
Generi: romantico, sentimentale, slice of life
Raiting: giallo
Ambientazione: dopo la fine del manga
Avvertimenti: nessuno
 

-Juvia, sono tornato- Gray posò le chiavi di casa sul mobiletto accanto alla porta. Ormai erano quasi due mesi che stavano insieme e avevano deciso di prendere quell'appartamento nella periferia di Magnolia. In quel momento lui era appena tornato dalla gilda, dove aveva recuperato i propri vestiti... Ehy, e adesso dov'erano finiti?
Un improvviso rumore seguito da un lamento lo distolsero dai propri pensieri. -Juvia?- avanzò verso la camera da letto, preoccupato. La porta era già aperta, perciò entrò senza bussare.
La turchina era per terra dalla parte opposta del letto, per cui poteva vederne solo la chioma scompigliata che gli dava le spalle.
-Juvia, ti sei fatta male?- chiese perplesso.
La maga sobbalzò. Probabilmente non si era accorta che fosse entrato nella stanza. -Gray-sama! - esclamò sorpresa lei, voltando di scatto la testa nella sua direzione.
Si rimise in fretta in piedi -Sì, tutto bene- rispose alla sua domanda, per poi inclinare la testa confusa. Gray era improvvisamente arrossito, il che era piuttosto raro, considerando che il mago cercasse in ogni occasione di nascondere le proprie emozioni.
-Gray-sama, tutto bene? - chiese allora, facendo un passo verso di lui.
Come riscosso da uno stato di trance, il moro si portò una mano sulla bocca, coprendosi anche il naso.
-S-sì- disse, distogliendo lo sguardo -C-cioè no!-esclamò poi, ripuntando gli occhi scuri sulla ragazza. Juvia lo guardò perplessa. Gray-sama si stava comportando in maniera decisamente strana.
-Insomma, mettiti qualcosa di decente addosso!- sbottò dopo qualche attimo il moro, spostando nuovamente lo sguardo, stavolta al pavimento.
Ma Juvia sembrava ancora non capire. -Ma Juvia è vestita, Gray-sama - pronunciò lei, confusa.
Allora il mago prese un profondo respiro, indicandola con un dito dalla testa ai piedi, ma cercando di non alzare lo sguardo. Era dura. Davvero, davvero dura per il suo autocontrollo. -Questo per te è un vestito?- stava sempre più rimpiangendo il periodo in cui Juvia indossava sempre e solo abiti pesanti. Ma perché doveva apparire sempre così dannatamente attraente e innocente allo stesso tempo?!
Juvia abbassò lentamente lo sguardo su di sé per capire cosa non andasse, e in un attimo tutto le fu chiaro.
-Kyaa!- esclamò, abbassandosi per nascondersi il più possibile agli occhi dell'amato. Ma come aveva fatto a non accorgersene? Che stupida che era! Per andare di fretta aveva indossato quella nuova maglia al contrario! Ormai c'era questa nuova moda di portare quel tipo di maglioncino con quella vertiginosa scollatura nella parte posteriore... appunto posteriore!
Che figuraccia!
Si raggomitolò su sè stessa, portandosi poi le mani a coprire il volto, ormai completamente rosso. Adesso Gray-sama l'avrebbe ritenuta una sciocca, non avrebbe più voluto avere a che fare con lei... non l'avrebbe più sposata! Le lacrime iniziarono a pizzicarle i lati degli occhi per uscire.
Il mago del ghiaccio rimase in silenzio per qualche istante con lo sguardo abbassato, ma Juvia non si muoveva, nè dava segni di volersi mettere altro addosso. Così il moro, ancora rosso, alzò titubante gli occhi per vedere come stava la turchina. Era accovacciata su sè stessa con le mani al volto e stava chiaramente borbottando qualcosa. Ormai la conosceva così bene che avrebbe potuto indovinare ad occhi chiusi ciò che le passava per quella mente pazzerella.
Gray sospirò pesantemente, ritrovando in un attimo tutta la propria compostezza. Prese la coperta blu che era appoggiata alla sponda del letto matrimoniale e che Juvia stava utilizzando ultimamente di notte durante quei giorni di inizio autunno.
Le si avvicinò e gliela posò sulle spalle, per poi avvolgergliela attorno. La turchina rimase sorpresa a quel gesto inaspettato, così tanto che alzò lo sguardo verso di lui, stupita.
-Gray-sam...- stava già per chiamarlo confusa quando il moro parlò.
-Juvia, non so di preciso cosa ti passi per la testa in questo momento, ma di certo sono tutte fantasie prive di fondamento- le disse serio.
-Quindi Gray-sama non ritiene Juvia una sciocca?- chiese sorpresa la ragazza, cercando di asciugarsi quelle poche lacrime che le erano sfuggite.
-No- le rispose semplicemente lui, guardandola negli occhi.
-E non pensa di volerla allontanare per sempre da sè? -domandò ancora titubante la maga.
-Non potrei mai- continuò il moro, cercando di far trapelare meno sentimenti possibili, ma comunque rassicurandola.
-Quindi Gray-sama vuole ancora sposare Juvia?- chiese infine, adesso più speranzosa.
-Cert...- stava già per rispondere -...ma che cavolo dici?!- esclamò poi, scioccato. -M-ma come ti vengono queste domande così all'improvviso?!- chiese ancora più stupito. Ma come le era passato per la testa di domandarglielo? L'avrebbe sposata? Ovvio, quelli erano i programmi, ma non poteva di certo rivelarglieli così su due piedi!
-Quindi Gray-sama lascerà Juvia?- si rattristò la turchina, abbassando lo sguardo.
-No, ma come ti vengono queste idee!?- si affrettò a pronunciare allarmato il moro.
-Ma Gray-sama ha detto che...- adesso lo stava di nuovo guardando con gli occhioni lucidi.
-Agh! Juvia, adesso basta!- esclamò spazientito l'altro.
-Non ti lascerò mai e ti terrò sempre al mio fianco!- quasi urlò la propria esasperazione. Solo Juvia riusciva a fargli perdere la pazienza.
La turchina lo guardò dapprima stupita, ma poi un grande sorriso le si dipinse sulle labbra. E solo allora Gray si rese conto di ciò che aveva appena detto. In un attimo le sue gote si colorano di rosso, mentre la turchina gli si gettava al collo felice, facendolo cadere all'indietro sul pavimento freddo.
-Anche Juvia non lascerà mai Gray-sama! -esclamò contenta la maga, e Gray non seppe se quella fosse una promessa o una minaccia, fatto sta che il moro si ritrovò a sospirare. Ancora una volta non era riuscito a tenere a bada quella tenera e pazza testolina turchina...

...
Un pensiero attraversò d'improvviso la mente del moro -Juvia, vestiti!!!- esclamò, arrossendo all'inverosimile nell'avvertire il corpo di Juvia spalmato sul proprio e separato solo da una leggera coperta blu.
 




 
Curiosità: la storia è nata da un'immagine di Juvia che ho visto su internet, ma che purtroppo non sono riuscita a ritrovare e a portarvela. Ad ogni modo la maglietta da cui ho preso spunto era quel maglioncino beige con un'enorme scollatura sulla schiena che praticamente ti lascia quasi nuda. In quel periodo (parliamo forse di un annetto fa) questa maglia era di "moda" e io ancora non capisco se era stata scatenata da qualcuno in particolare o meno ^.^". Fatto sta che la storia è nata senza sapere dove sarei andata a parare, come ultimamente mi succede spesso XD
Tant'è che avevo scritto la prima parte di quando Gray si ritrovava Juvia mezza nuda in casa e poi mi ero fermata non sapendo in che modo potesse reagire. Rileggendola a distanza di un mesetto mi è venuta l'idea della coperta, ovviamente blu eheh, che per miracolo mi ha anche aiutato a trovare il nome alla storia XD
P.s: Ok, avevo già scritto le curiosità, ma vi devo confessare che solo adesso ho riletto la storia dopo parecchi mesi e... non la ricordavo così, ahahah. Scusate, mi sono messa a ridere alla fine e volevo condividere con voi questa mia reazione alla mia stessa storia XD Mamma mia, certo che Juvia è proprio terribile quando vuole, ahahaha
 


 
Nda:
Come promesso sono tornata ad aggiornare. Wow, è la prima storia pubblicata in questo 2018, speriamo che quest'anno non sia disastroso come il precedente XD Anche se io sono ancora qua a scrivere Gruvie, ahahaha.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, che noi ci risentiamo la settimana prossima ;)
Baci, Roby-chan 

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Capitolo 32
*** Tanabata ***


Prompt: Tanabata
Raiting: verde
Generi: romantico, sentimentale, slice of life
Ambientazione: dopo i dai Matou Enbu.
Avvertimenti: nessuno
 
 
La gente affollava le strade di Magnolia, illuminate dalla luce delle bancarelle sistemate per l'occasione. C'era il tiro al bersaglio, la pesca dei pesciolini rossi, i takoyaki, le mele caramellate, i dorayaki, e chi più ne ha più ne metta. Il perchè di tutta quell'allegria che aleggiava tra le strade era dovuto al fatto che quel giorno, secondo tradizione, Hikoboshi e Orihime si sarebbero potuti finalmente rincontrare: era il giorno del Tanabata.
E si sa, ogni occasione è buona per i membri di Fairy Tail per fare festa. Quella sera l'intera gilda si era dispersa tra le lunghe strade illuminate, chi in coppia e chi a gruppetti. Tra questi c'era proprio quello composto da Gray, Juvia, Natsu, Lucy, Erza e Wendy, o meglio, doveva essere così. Già, perché adesso il mago del ghiaccio aveva perso di vista i suoi nakama ed era rimasto da solo con Juvia, che camminava al suo fianco guardando felice le bancarelle variopinte. Gray aveva messo le mani in tasca annoiato. Come al solito aveva già perso la sua camicia, ma non se ne curò più di tanto, anzi, era concentrato su ben altri pensieri. Era convinto che ci fosse stato lo zampino di Erza e Lucy, e doveva "ringraziare" loro se si trovava da solo con quella pazza.
Gray sbuffò scocciato. Era inutile cercare gli altri tra la folla, di certo non li avrebbe trovati facilmente. In più, non poteva lasciare da sola Juvia, né costringerla a correre a destra e a sinistra per Magnolia solo perchè i loro nakama non si facevano i fatti propri.
Il suo sguardo si spostò dalla strada alla turchina che stava osservando proprio in quel momento una bancarella di takoyaki piena di folla. Senza dire nulla, entrambi si fermarono. Gray rimase ad osservare i movimenti della ragazza. Aveva lo sguardo fisso sulle sferette che si stavano cuocendo sulla piastra. Faceva mezzo passo in avanti e poi mezzo indietro, chiaramente indecisa. Eppure Gray poteva notare dalla sua espressione che li desiderava davvero.
Alla fine, seppur titubante, Juvia riprese ad avanzare, spostando lo sguardo leggermente triste sulle altre bancarelle.
-Se li vuoi, valli a comprare- disse atono Gray, non muovendosi dalla sua posizione.
Juvia sobbalzò al suono profondo della voce dell'altro e si girò piano verso di lui con espressione colpevole. -Juvia non vorrebbe far perdere a Gray-sama troppo tempo visto che la fila è lunga- spiegò poi, un po' dispiaciuta.
-Non ho fretta- pronunciò l'altro con il suo solito tono di voce, ma fu abbastanza da rassicurare Juvia sul cui volto apparve un dolce sorriso mentre le guance si imporporarono leggermente.
 
Juvia soffiò più volte sulla piccola sferetta incastrata nello stuzzicadenti, per poi metterla in bocca. -Mmm...- mugugnò, estasiata dal sapore.
-Come sono?- chiese Gray al suo fianco con una piccola nota di curiosità. Avevano ripreso a camminare tra la folla, eppure ciò che attirava di più l'attenzione del moro in quell'istante non erano le bancarelle, bensì la turchina.
La ragazza si voltò verso di lui con la bocca piena e le guance gonfie. Un lieve sorriso apparve sulle labbra del moro. Era davvero buffa. La turchina aspettò di ingoiare del tutto il boccone per poi parlare. -Gray-sama vuole assaggiare?- chiese con un leggero sorriso, preparando già la sferetta successiva.
Il moro parve indugiare per qualche attimo, per poi fare come gli era stato suggerito. Si chinò leggermente con il busto per poi prendere la sferetta di takoyaki dallo stuzzicadenti che Juvia aveva in mano e dal quale precedentemente la ragazza aveva mangiato.
Mmm... non erano male.
Il mago si voltò di nuovo verso la ragazza per dirle di continuare a camminare, ma si sorprese di trovare la turchina completamente paonazza in volto. Perchè era arrossita?
La vide fissare lo stuzzicadenti e poi capì. Senza pensarci aveva messo le labbra proprio dov'erano state quelle di Juvia. Una volta questo non gli sarebbe minimamente importato, ma adesso era diverso. La vicinanza con la turchina lo aveva influenzato fin troppo... e in più le labbra erano proprio quelle di Juvia!
Arrossì di botto anche lui, seppur in maniera meno evidente rispetto all'altra, e distolse lo sguardo. Perché non aveva preso un altro stuzzicadenti?
Rimasero in silenzio ancora per qualche minuto prima di riprendere a camminare tranquillamente.
 
Ormai dovevano essere passate già un paio d'ore da quando avevano perso di vista i loro nakama, o meglio, da quando loro li avevano seminati.
La folla aveva continuato ad aumentare, tanto che era diventato quasi impossibile muoversi.
-Juvia, spostiamoci di qui- disse Gray, completamente schiacciato da quella marmaglia.
La turchina era qualche passo dietro di lui, anche lei incastrata.
-Gray-sama, Juvia non riesce a muoversi- si mortificò lei, cercando in tutti i modi di avanzare, ma senza successo.
Il moro si voltò dietro solo per poterla osservare. Eh sì che era messa peggio di lui. Poi con quel vestito non doveva essere facile muoversi. Aspetta, ma che stava indossando?
Gray parve accorgersi solo in quel momento dell'abbigliamento di Juvia, così concentrato solo sul suo volto e sulla speranza di scorgere i nakama tra la gente. La maga indossava uno yukata floreale, peccato che in quella posizione il moro non potè osservarlo attentamente.
Il moro le allungò una mano per poterla aiutare. La turchina l'afferrò prontamente senza pensarci su due volte, e, seppur con difficoltà, riuscirono a proseguire.
 
Dopo quasi un quarto d'ora erano riusciti finalmente ad allontanarsi da tutta quella gente. Erano saliti su una collinetta poco distante dalle strade illuminate della città. Era la stessa sulla quale sorgeva anche Fairy Hills, anche se erano ancora molto distanti dalla palazzina.
Da lì si poteva vedere chiaramente la scia di luci che percorreva tutte le strade principali di Magnolia, formando quasi una sorta di albero di luci disteso al suolo. Era uno spettacolo fantastico, peccato che non fosse quello a cui erano interessati i due. Infatti Juvia aveva portato una mano al petto per riprendere fiato, mentre stringeva ancora con l'altra la mano dell'amato.
Gray se ne accorse. -Juvia, che ne dici di lasciarmi la mano, adesso?- chiese il moro, leggermente nervoso per quel contatto prolungato.
La turchina portò sorpresa lo sguardo alle loro dita intrecciate, per poi sorridere candidamente.
-No, Gray-sama!- esclamò, per poi saltargli al braccio con tutto il corpo. Il mago sobbalzò -Juvia, staccati!- pronunciò con un tono di voce più alto.
Gli ci vollero altri cinque minuti buoni per riuscire ad allontanarla e a tenerla a debita distanza da sè, e solo allora potè concentrarsi nuovamente sul suo abbigliamento.
Juvia indossava uno yukata azzurrino con motivi floreali rosa pallido che la avvolgeva perfettamente. Portava anche i sandali, il che le aveva probabilmente impedito di camminare più in fretta. Aveva poi raccolto i capelli turchini in una coda alta ornata da un fiore dello stesso tipo e colore di quelli che erano ricamati sul vestito. Legata al polso sinistro poi portava una piccola borsetta contenente probabilmente l'essenziale, e infine il lieve accenno di trucco le risaltava il volto, luminoso e solare come non mai in quel momento. Era incredibilmente felice, e lo si poteva chiaramente vedere, e Gray sapeva anche il perchè. Juvia in quel momento era davvero bella, e questo era un dato di fatto. Nessuno avrebbe potuto affermare il contrario.
Rimasero in silenzio per un po'. Nessuno dei due sapeva cosa dire, e forse non c'era nemmeno bisogno di aggiungere nulla. Quella notte sembrava magica.
Dopo qualche altro minuto, Juvia iniziò a lanciare al moro una raffica di occhiate di sottecchi, tante che lo stesso mago se ne accorse. Che cosa le prendeva?
Juvia era diventata nervosa. Terribilmente. E solo perchè le era passata quell'idea per la mente. Lei era felice e la serata fantastica. Tutto quello che poteva desiderare da quella semplice notte di Tanabata, l'aveva ricevuta, e di questo voleva rendere partecipe anche il moro. Tuttavia, proprio prima di riuscire a pronunciare la sua gratitudine per quella serata, un'immensità di dubbi l'avevano assalita. E se a Gray-sama non era piaciuta? Lei ci sperava, ma se non fosse così? Sarebbe stato da insensibile dirgli che lei si era divertita. Magari poi avrebbe iniziato a considerarla una ragazza troppo superficiale e che non tiene conto delle emozioni degli altri. E magari l'avrebbe man mano allontanata perchè con la sua presenza si sentiva solo a disagio, e, e...
Prima che i suoi pensieri potessero andare del tutto fuori controllo, e prima che Gray indagasse sul suo strano comportamento, un rumore strisciato seguito da un forte botto in un'esplosione di colori nel cielo attirarono l'attenzione dei due di fronte a sè. I fuochi d'artificio.
Se erano iniziati voleva dire che era davvero tardi e che il festival stava per concludersi. Tuttavia nessuno dei due fece più di tanto caso al tempo che era trascorso, bensì rimasero incantati da quella miriade di colori che venivano sparati nel cielo notturno. Erano abbastanza in alto per poterli ammirare e abbastanza distanti da non essere troppo assordati dal rumore delle botte... era il posto perfetto per vederli.
Quella volta, doveva ammetterlo, si erano davvero superati. Gli abitanti di Magnolia aiutati da alcuni maghi di Fairy Tail avevano fatto proprio un bel lavoro.
Lo sguardo del moro non potè però che spostarsi per qualche attimo sulla ragazza al proprio fianco e sulla sua espressione gioiosa. Gli occhi le brillavano di felicità e riflettevano i variopinti colori che stavano inondando il cielo. Quella lieve luce che rendeva il tutto ancora più surreale di quanto già non fosse.
La turchina, dopo un po', si voltò leggermente verso di lui -Grazie per la splendida serata, Gray-sama- pronunciò, adesso più tranquilla e sicura di sè, mentre il colore dei fuochi riempiva ancora il cielo.
-Juvia si è divertita molto- aggiunse, e un lieve sorriso non potè che dipingerle gli occhi e le labbra.
Il moro la guardò per qualche istante, come se si sentisse quasi obbligato a rispondere qualcosa. Ma Juvia non si aspettava nulla di tutto questo. A lei faceva piacere essere riuscita a dire ciò che pensava, e questo era già più che abbastanza. Si rivolse nuovamente ai fuochi con sguardo tranquillo.
Gray la osservò ancora per qualche attimo. -A te- sussurrò quasi, attirando di nuovo l'attenzione della turchina, sorpresa. -Grazie della bella serata- pronunciò, come se fosse la cosa più naturale del mondo, e se ne stupì lui stesso. Ma il volto in quel momento felice e gentile della ragazza fu più che sufficiente a far spegnere istantaneamente i propri pensieri.
La turchina si rigirò ad ammirare ancora una volta lo spettacolo di luci nel cielo che ormai stava volgendo al termine. Lo stesso fece il moro, dopo aver titubato ancora per qualche secondo sulla sua figura serena. Già, non poteva negarlo. Quella era stata davvero una splendida serata.
 
 
Curiosità: l'idea mi è venuta quando tutti hanno iniziato a scrivere per il Tanabata su Efp, solo che non avendo tempo ho rimandato la stesura della storia fino a novembre, o forse era dicembre? Ahahaha. Ad ogni modo è destino che la pubblichi in una stagione che non è la sua XD. Ma alla fine un po' d'estate in inverno non fa mai male, no?
Inoltre, mentre scrivevo mi sono ritrovata Gray e Juvia sommersi dalla folla senza sapere cosa fare! Nella mia mente ho pensato alle classiche situazioni negli anime dove i due si spostano sulle scalinate che portano ad un tempio (che sinceramente non penso sia presente a Magnolia) oppure ad una collinetta. Ero entrata nel panico perché non trovavo una collinetta a Magnolia, essendo una città, e farli scappare in un vicoletto buio non sarebbe stato affatto il caso (addio a tutto il romanticismo). Poi è arrivata l’illuminazione! Mi sono ricordata di Fairy Hills e ho risolto per un soffio, ahahahah. E il bello è che la stavo scrivendo sulla metro, per cui mi sono dovuta contenere per non farmi notare troppo, ahahah.
 
 
Nda:
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e... vi lascio giusto qualche informazione in più su questa festività:
 
Per chi non lo sapesse (tra cui io stessa che l’ho scoperto proprio in questo momento XD ), il giorno di Tanabata cambia ogni anno tra luglio e agosto poiché viene celebrata il settimo giorno del settimo mese lunare. L’anno scorso è capitato il 7 luglio, mentre quest’estate capiterà il 17 agosto.
Vi riporto anche la leggenda legata a questa festività, nel caso in cui non la conosciate già:
La festa di Tanabata trae origine da una leggenda cinese che vede protagonisti due amanti, la tessitrice Orihime e il mandriano Hikoboshi, che rappresentano rispettivamente le stelle Vega e Altair. I due, a causa della loro passione, dimenticarono i propri doveri e furono per questo puniti dal padre di lei, Tentei, il Re del cielo. Furono separati e confinati alle due rive del Fiume Celeste e fu impedito loro di incontrarsi, salvo un solo giorno all'anno, il settimo giorno del settimo mese lunisolare.
(Spiegazione gentilmente scopiazzata su wikipedia :P )
Anche se a dire la verità, preferisco la versione più romantica, probabilmente sentita in qualche anime e non so nemmeno se è vera: cioè che siano proprio le stelle, compassionevoli, a costruire solo nel giorno di Tanabata, e appositamente per i due, un ponte per permettere ai due amanti di rincontrarsi ^.^ (più romantico così, no?)
 
Come al solito spero in un commento positivo, ma sentitevi liberi di dirmi ciò che pensate del capitolo.
Alla prossima domenica,
baci, Roby-chan

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Capitolo 33
*** Terme ***


Prompt: Terme
Genere: romantico, sentimentale
Raiting: giallo
Ambientazione: dopo la fine del manga
Avvertimenti: nessuno
Note: ispirato ad uno degli ultimi disegni di Mashima che vi ho riportato a fine storia
 

Quel pomeriggio erano riusciti finalmente a completare la missione affidata loro dal Master. Era un incarico abbastanza complesso, per questo Makarov era stato costretto a coinvolgere un bel gruppo di maghi, chiedendo anche a Juvia, Gajeel e Levy di unirsi al team Natsu, per la gioia delle ragazze. Difficilmente riuscivano a prendere una missione tutte assieme, visto che ognuna era occupata con il proprio team. Gray non ricordava nemmeno più l'ultima volta che aveva preso un incarico con Levy. Ad occhio e croce dovevano essere almeno cinque anni. Caspita, come volava il tempo. Ad ogni modo la missione si era rivelata impegnativa, proprio come aveva preannunciato loro il Master, ma per lo meno la paga era stata buona, nonostante avessero dovuto spartirla in parecchi. Tutto quello che desideravano adesso era rilassarsi, e cosa c'era di meglio se non andare alle terme per sciogliere i nervi e far scivolare via la stanchezza?
Gray entrò tranquillamente nell'acqua calda delle terme, lasciando che il caldo tepore lo accogliesse. Preferiva ovviamente l'acqua fredda, tuttavia di tanto in tanto un bel bagno caldo gli ci voleva proprio. Si rilassò appoggiando le braccia contro il bordo della vasca e tirando appena indietro la testa. Chiuse gli occhi e ispirò a pieni polmoni per godersi appieno quella sensazione di pace. Non c'era niente di meglio per rinfrancare lo spirito e il corpo.
Dopo secondi che gli parvero un'eternità, avvertì la porta scorrevole in legno aprirsi e richiudersi subito dopo, prontamente seguita dallo scroscio dell'acqua che veniva spostata da qualcuno che entrava nella vasca con un sospiro leggero. La superficie liquida oscillò di poco.
Gray non ci riflettè troppo su, convinto che non potesse che trattarsi di Natsu o Gajeel. Si avvicinò, attento a non fare troppo rumore. Se fosse stato Natsu, gliel'avrebbe fatta pagare per quello che aveva combinato quella mattina. Quando fu a pochi passi dalla figura avvolta dal vapore candido che si elevava dalla superficie dell'acqua, si accorse che qualcosa non andava. Quello non era Natsu, né tantomeno Gajeel.
-Juvia?- domandò, sorpreso di trovarla lì.
-Gray-sama!- la maga si voltò nella direzione del moro, anche lei senza parole.
La prima cosa che venne naturale al moro fu quella di squadrarla da capo a piedi per capire se ci fosse qualcosa che non andava, perchè con Juvia non si poteva mai sapere quando qualcosa iniziava a turbarla, anche per motivi immaginari. Ma in quel momento fu una pessima mossa. Pessima davvero. Il suo sguardo era sceso sulle curve della turchina, parzialmente coperte dallo strato d'acqua e in parte dal vapore. Ma in ogni caso c'era ben poco da immaginare. Voltò di scatto la testa dall'altro lato, imbarazzato. Stessa reazione ebbe Juvia, che si portò le braccia al petto per coprirsi il più possibile, stringendo anche le gambe. Anche Gray si coprì come potè, rendendosi conto che l'asciugamano che aveva messo alla vita prima di entrare in acqua fosse sparito. O meglio, già sapeva che fine potesse aver fatto. Probabilmente lo aveva abbandonato da qualche parte vicino alla vasca, e non si sarebbe stupito se non fosse stata la stessa cosa per Juvia. Diamine. Ma tra tutte le sue cattive abitudini, doveva prendere proprio quella?
Gray deglutì rumorosamente, lasciandosi poi andare ad un profondo sospiro. Calma. Doveva stare calmo. Juvia era la sua ragazza da ormai qualche mese. Non aveva motivo per essere così imbarazzato. Anche se non erano ancora arrivati a quel punto della loro relazione, prima o poi sarebbe stato il momento. Non poteva farsi così tanti problemi, e poi quel silenzio stava diventando insopportabile.
Si voltò di tre quarti dopo essersi dato un po' di contegno.
-Juvia, cosa ci fai qui a quest'ora?- le chiese, non senza che le guance gli si arrossassero almeno un po'. La maga si voltò, leggermente sorpresa da quella domanda così improvvisa.
-Juvia è venuta per farsi un bagno. E Gray-sama?- chiese di rimando, curiosa.
-A-anch’io- rispose il moro, distogliendo leggermente lo sguardo.
Cadde di nuovo il silenzio e Gray si diede dell'idiota. Da una domanda del genere che risposta poteva mai aspettarsi? Ovviamente cosa mai ci poteva fare in una vasca termale? Prendere il sole?!
Agh! Ma perché doveva essere così imbarazzante? Certe volte c'erano ancora situazioni in cui lui non sapeva come comportarsi con Juvia, e quella era proprio una di esse.
-Avevamo deciso di fare a turni per il bagno, no?- riprese il discorso il mago, domandandosi se non fosse stato lui quello a fare confusione. In fondo erano terme miste e le ragazze avevano tutto il diritto di fare il bagno solo tra donne.
Vide Juvia annuire con la coda dell'occhio -Ma Juvia non é entrata in acqua con le ragazze- iniziò a spiegare. -Juvia era andata a prendere qualcosa da bere al bar e ha perso tempo.- continuò nel proprio discorso. -Non pensava di trovare ancora qualcuno...- proseguì mortificata -...e poi Juvia aveva detto alle altre di non aspettarla e che le avrebbe raggiunte dopo, ma...- aveva abbassato il capo dispiaciuta.
-Ma scommetto che al bar a quell'ora c'era folla- la interruppe il moro, capendo la situazione. Per un attimo il mago parve rilassarsi. Adesso sembrava tutto come al solito e l'imbarazzo era sparito, proprio come quando parlava normalmente con Juvia. Già, proprio come se non fossero entrambi nudi e immersi nell'acqua delle term... oh, merda, non doveva pensarci!
Distolse ancora una volta lo sguardo a disagio. -I-in fondo era orario di cena quando sei andata- si affrettò a spiegare con il tono più calmo che potè.
Juvia a quelle parole si fece pensosa per un attimo, come se stesse soppesando attentamente ciò che gli aveva detto il moro. Alla fine si illuminò dalla sorpresa. Gray-sama aveva perfettamente ragione. -Juvia non ci aveva pensato!- esclamò infatti sorpresa, congiungendo tra loro le mani.
Per poco a Gray non uscì un fiotto di sangue dal naso a quella vista. Juvia si era mossa troppo in fretta e adesso la sua visuale sulle curve della bella turchina era maggiore.
-J-Juvia, copriti- borbottò in imbarazzo il moro, portandosi una mano alla bocca e fissando la parte della grande vasca di fronte a sè. Ma chi gliel'aveva fatto fare di voltarsi proprio in quel momento?  
Juvia arrossì di botto, rendendosi conto della propria sbadataggine. Si era rilassata troppo visto che stava parlando così tranquillamente con il suo Gray-sama.
-J-Juvia si scusa. Starà più attenta- si affrettò a pronunciare, riportando le braccia al petto e con il viso completamente in fiamme.
Ancora una volta calò quell'insopportabile silenzio. Così non andava. Doveva fare, dire qualcosa!
-Juvia- il moro si voltò nuovamente verso la maga e per poco non gli prese un colpo. La turchina aveva adesso le guance leggermente arrossate, le labbra piene e invitanti, e gli occhi lucidi per il calore.
Deglutì rumorosamente, non riuscendo a staccarle gli occhi dal viso. In quel momento avrebbe tanto voluto baciarla, impossessarsi di quelle labbra rosee e soffici...
-Gray-sama?- il richiamo confuso e imbarazzato della turchina lo riscossero dai propri pensieri. Perchè Gray-sama stava guardando in quel modo Juvia?
Il moro si schiarì la voce per allontanare la mente da pensieri poco casti che presto avrebbe di certo elaborato. Non era il momento di farsi prendere dagli istinti. Per quello ci sarebbe stato tempo in futuro. Un'altra cosa era più urgente al momento. -Penso che sia meglio che esca- pronunciò il moro, abbassando lo sguardo sulla superficie calma dell'acqua.
Juvia arrossì di botto e Gray si rese conto di non aver finito di spiegare ciò che intendeva fare.
-O-ovviamente basta che chiudi gli occhi per un attimo, giusto il tempo che esca- precisò lui, osservando l'espressione della turchina rilassarsi. Ma in fondo perché era così a disagio? Alla fine Juvia lo aveva visto nudo un sacco di volte a causa della sua mania di lasciare vestiti ovunque. A volte anche troppi.
-Juvia ha capito- fece un leggero cenno affermativo con la testa, sicura.
Gray rimase in silenzio perché lei facesse come le aveva suggerito. Passò un minuto.
Juvia lo stava ancora fissando decisa, senza dar segno di voler abbassare le palpebre per più di un secondo.
-Emm...Juvia?- la richiamò il moro a disagio.
-Sì, Gray-sama?- chiese prontamente lei senza staccargli di dosso il proprio sguardo turchino.
-Non avevamo detto che dovevi chiudere gli occhi?- domandò il moro perplesso.
-Giusto- concordò lei, ma a differenza delle sue parole, i propri occhi rimasero imperterriti fissi sul mago del ghiaccio.
...Gray sospirò stancamente. Qualcosa gli diceva che Juvia non l'avrebbe lasciato andare via tanto facilmente. In fondo erano anche un po' di giorni che non riuscivano ad avere una discussione decente. Tra i preparativi per la missione, i dettagli che aveva fornito loro il Master, le quotidiane risse e la stanchezza accumulata, non riuscivano a parlare nemmeno a casa. Adesso che l'incarico era stato concluso però potevano rilassarsi e parlare in tutta tranquillità.
Pazienza, se Juvia non lo voleva lasciar andare, allora sarebbe stato lui ad aspettare che la ragazza finisse il bagno, e sarebbe stato lui quello a chiudere gli occhi affinché lei potesse uscire dall'acqua. Alla fine, anche se in quell'assurda situazione, non gli dispiaceva poter passare un po' di tempo con la propria ragazza, da solo.
 
 
 
 
 
Bonus

-Gray, dov'eri finito? Ti sei perso una bella sfida- gli rivolse la parola Erza quando fu tornato nella camera dei maschi. Che ci faceva lei lì? Un Natsu e un Gajeel svenuti a terra con due bei bernoccoli in fronte e un paio di cuscini abbandonati sul tatami ai lati gli diedero la risposta. Notò subito anche la presenza di Happy che se la rideva sotto i baffi e di Lucy e Levy che lo guardavano in un misto di esasperazione e divertimento. Di certo doveva essere stato quel folle di Natsu a voler iniziare una sfida con Erza. Si guardò ancora attorno, rendendosi conto della mancanza di Wendy e Charle. Non era difficile immaginare che le due fossero già andate a dormire, in fondo si era fatto più tardi di quanto avesse pensato. Il tempo con Juvia era davvero volato. Il proprio sguardo si posò nuovamente sulla rossa di fronte a sè che lo stava ancora scrutando, aspettando chiaramente una risposta.  
-Ero alle terme- pronunciò il mago, scrollando spalle. Fortuna che Juvia lo aveva trattenuto nella vasca. Si era risparmiato di assistere all'ennesima strage di Erza di cui lui stesso, probabilmente, sarebbe stato uno degli sfortunati.
In quel momento entrò nella stanza Juvia. Aveva ancora i capelli un po' umidi, ma non trovando le altre tre nella stanza riservata alle ragazze, si era diretta in quella dei maschi per cercarle.
-Juvia, ma non eri andata anche tu a farti il bagno?- chiese perplessa Lucy, osservando la nakama.
-Sì, certo. Juvia era con Gray-sama- pronunciò serena la turchina senza pensarci troppo su. Pochi attimi dopo i volti di lei e del moro si tinsero di un bel rosso acceso, rendendosi conto di ciò che la turchina aveva confermato. Happy, dopo il primo momento di stupore, se la rise. -Vi piaceeete- disse, arricciando la lingua. Lucy e Levy avevano iniziato a lanciare ai due occhiate maliziose, ridacchiando anche loro per le facce imporporate dei due.
-C-congratulazioni- balbettò invece Erza a testa bassa, forse imbarazzata quasi quanto loro.
-G-Grazie Erza-san- la turchina si sentì in dovere di risponderle, anche lei con il capo chino.
-Qui non c'è niente da congratularsi!!!- sbottò invece paonazzo il moro -E tu, Juvia, smettila di ringraziare!- continuò Gray con un tono piuttosto alto per i suoi standard. Erano tante le volte in cui Juvia lo aveva fatto sentire in imbarazzo, ma quella, di certo, le batteva tutte.
 
 
 
 
 
 
Curiosità: appena ho visto il disegno di Mashima mi sono detta che qui ci voleva proprio una shot e così mi sono messa e ho immaginato il contesto in cui si potesse essere svolta la scena. Se non che, Mashima stesso una settimana dopo ha aggiunto le altre scene delle terme, quindi, come avrete notato, il resto della storia è completamente diverso da quello che ha immaginato Mashima XD anche se penso che sia abbastanza realistico ccomunque.
 
 
Nda:
Allora, io ADORO quando Mashima disegna i personaggi di Fairy Tail, e in quest'ultimo periodo sta addirittura creando delle storie su di loro! Per chi lo sta seguendo su twitter o qualche pagina di Fairy Tail su Fb dovrebbe sapere a cosa mi riferisco XD Mashima una di noi (?) Ho già detto che lo adoro quando fa così? Ahhahah. Ad ogni modo spero che anche questa mia versione vi sia piaciuta e alla prossima settimana!
Baci, Roby-chan
 
P.s. a causa di mancanza di tempo non sono ancora riuscita a rispondere alle vostre recensioni, ma lo farò di certo nei prossimi giorni. Nel frattempo vi ringrazio qui e ne approfitto anche per ringraziare chi sta seguendo questa raccolta in silenzio ^.^
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Capitolo 34
*** Ballo ***


Prompt: ballo
Raiting: giallo
Generi: romantico, sentimentale
Ambientazione: dopo i Grandi Giochi Magici
Avvertimenti: nessuno
 
Erano ormai le otto di sera e il ballo sarebbe iniziato a breve, doveva prepararsi. La dolce maga dell’acqua era infatti appena stata invitata assieme al suo adorato Gray-sama ad una festa data dal cliente dell’incarico che avevano svolto in mattinata. Era stato facile per i due sconfiggere quel grosso mostro marino che da qualche tempo aveva iniziato ad infestare il limpido lago vicino al castello. La loro Unison Raid era stata perfetta e sembrava anche che ultimamente Gray-sama non la stesse respingendo così duramente come una volta. Ma questo era uno dei tanti pensieri che affollavano la mente di Juvia mentre canticchiava e finiva di prepararsi. Dopo una mezz’oretta sentì qualcuno bussare alla porta della sua stanza, ma già immaginava chi potesse essere a quell’ora, e così, felice, saltellò fino alla porta. La aprì con un grande sorriso in volto, ma alla vista del suo principe azzurro in giacca e cravatta, non potè fare a meno di restare senza parole. D’altro canto, però, anche Gray la stava fissando con un'espressione stupita in volto. Juvia stava indossando un lungo vestito azzurro a sirena senza spalline e impreziosito da alcuni merletti e pietruzze luccicanti. Sembrava quasi che fosse stato creato appositamente per lei per quanto l'avvolgesse in maniera impeccabile. Il moro si rese conto di star trattenendo il respiro solo quando notò l'espressione altrettanto meravigliata dell'altra. Spostò lo sguardo di lato, ritrovando in un attimo tutto il suo contegno e mise su un'espressione neutra.
-Vogliamo andare?- le propose infine, porgendole il braccio. La bella maga dell'acqua sorrise felice a quella richiesta, attaccandosi forse con un po' troppa foga al braccio del moro. Il mago tentennò appena, ma ritrovò subito l'equilibrio.
-Sì, Gray-sama!- esclamò allegra la turchina mentre un sospiro lasciava le labbra dell'altro. Probabilmente non se la sarebbe staccata tanto facilmente di dosso.
 
Rimasero in silenzio per tutto il tragitto dalla stanza di Juvia fino alla grande sala da ballo, già piena di persone eleganti che assaggiavano stuzzichini, ballavano e chiacchieravano tra loro. C’era un enorme buffet sul lato sinistro della sala, imbandito con pietanze di ogni tipo e ogni provenienza. Mai visto tanto cibo in una sola volta, forse solo al ballo tenutosi al palazzo reale di Crocus per festeggiare la fine dei Dai Matou Enbu e la sconfitta sui draghi. Intanto, sul lato destro della sala, c’era un gruppo di musicisti armati di pianoforte, violini, violoncelli e vari altri strumenti che avevano iniziato proprio un quel momento a suonare una dolce melodia. Su quelle note già volteggiavano diverse coppie sulla pista centrale, catturando lo sguardo sognante di Juvia. Un bel ballo con il suo Gray-sama sarebbe stato fantastico.
Scesero lentamente la grande scalinata per evitare così alla maga di rischiare di inciampare. Dopo qualche minuto si avvicinò ai due un uomo grassottello, accompagnato da una donna molto snella, probabilmente la moglie. Quando fu a pochi metri da loro, entrambi lo riconobbero: era il cliente per cui avevano svolto la missione e che li aveva invitati al ballo.
-Buonasera giovanotti!- salutò cordialmente l’uomo con un sorriso.
-Buonasera- risposero educatamente i maghi, ricambiando il sorriso.
-Posso presentarvi mia moglie, Elaysa?- chiese l'uomo, indicando con la mano la signora al proprio fianco -Cara, questi due giovani ragazzi sono i maghi di cui ti avevo parlato oggi- si rivolse alla moglie con una punta di orgoglio nella voce. -Sono stati loro a sconfiggere quel terribile mostro- terminò il signore, non perdendo l'espressione solare.
-Oh, sono loro, caro?- si stupì lei, probabilmente aspettandosi qualcuno in età più avanzata. -Allora devo ringraziarvi per ciò che avete fatto- proseguì la donna, che iniziò a scrutarli attentamente con i suoi occhi piccoli come spilli, in cerca di qualche particolare interessante. E le braccia intrecciate dei due furono proprio ciò che cercava. -Sapete, siete davvero una bella coppia- sorrise maliziosamente la signora. A quelle parole Juvia arrossì vistosamente, portandosi le mani al viso e lasciando così l'amato, mentre sul volto di Gray si dipinse un misto di imbarazzo e incredulità. Solo in quel momento aveva notato che non si erano ancora lasciati da quando erano entrati nel grande salone.
-Oh cara, hai proprio ragione- concordò il marito, giunto in quel momento alle stesse conclusioni della moglie e riportando l'attenzione dei maghi su di loro. -Adesso, se volete scusarci… abbiamo altri ospiti da accogliere- concluse infine il signore, allontanandosi sempre con la donna al proprio fianco e mischiandosi tra la folla.
I due ragazzi rimasero immobili per qualche altro minuto. Gray, evidentemente a disagio, cercava di ritrovare la sua solita freddezza osservandosi attorno per distrarsi, intanto che Juvia iniziava a borbottare qualcosa su matrimonio e figli.
A parte questo primo inconveniente, il resto della serata passò piuttosto tranquillo, ma nel vero senso della parola. Gray si era infatti avvicinato quasi subito al tavolo del buffet, mentre Juvia aveva continuato per circa un’ora a chiedere un ballo al suo amato, ma con poco successo. Ormai stanca dopo tutti quei tentativi fallimentari, decise di fermarsi per un po’. Ci avrebbe riprovato in seguito e Gray-sama le avrebbe concesso un ballo a tutti i costi.
La determinazione iniziale tuttavia era scemata con il passare dei minuti. Aveva osservato Gray-sama per tutto il tempo, ma lui non aveva mai ricambiato il suo sguardo, troppo impegnato sul buffet e sulla sala. Era rimasta seduta lì per una buona mezz’ora dopo aver mangiucchiato anche lei qualcosa come il moro. Decise che era il momento di alzarsi. Si mise in piedi, portando velocemente lo sguardo sul grande orologio antico presente nell'enorme sala da ballo. Si erano già fatte le 11 e di quel passo non sarebbe mai riuscita ad ottenere il suo ballo se non si dava una mossa. Con ritrovata determinazione, decise di alzarsi per tornare all'attacco. Si avvicinò nuovamente al ragazzo.
-Gray-sama, Juvia vuole ballare- pronunciò con misto tra il supplichevole e il cocciuto. A quel punto Gray si girò nella sua direzione, rimanendo ad osservarla per qualche istante, dando così a Juvia la speranza di averlo convinto. Speranza che però subito si dissolse quando il ragazzo parlò -Sai che non mi piacciono queste cose- masticò tra i denti una spiegazione, voltandosi poi nella direzione opposta. Juvia gonfiò le guance indispettita. Dopo quelle parole non poteva lasciare che la tristezza prendesse il sopravvento. Ricacciò indietro le lacrime che avevano fatto capolino agli angoli degli occhi. Che costava a Gray-sama un solo ballo? Non gli aveva chiesto chissà che cosa. Si allontanò dal moro in un misto tra l'arrabbiato e lo sconsolato. Avrebbe preso una boccata d'aria per rimettere in ordine i propri pensieri. Tuttavia una stretta al polso la fece voltare bruscamente. Si aspettava di vedere Gray-sama, ma non era lui. Effettivamente anche il tocco era stato parecchio brusco, così diverso da quello di Gray-sama...
Quei pensieri la fecero rattristire, distraendola dall'invito a ballare che le era stato rivolto dal ragazzo che adesso le stava di fronte.
Senza accorgersene, la maga dell’acqua si ritrovò a centro pista. Si guardò attorno un po’ spaesata. Non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto in quale situazione si fosse cacciata, che il ragazzo che l’aveva trascinata lì prese la parola. -Allora, me lo concede questo ballo, dolce principessa?- le chiese sfacciato, baciandole delicatamente la mano. Da come parlava sembrava che glielo avesse già chiesto una volta, ma non avendo ricevuto risposta, l'aveva trascinata direttamente in pista.  
Juvia era stata così impegnata a pensare a Gray-sama che non aveva fatto caso agli altri invitati. Lanciò una veloce occhiata al mago del ghiaccio. Era fermo nello stesso posto in cui lei lo aveva lasciato. Il proprio sguardo si intristì. Si voltò poi verso il ragazzo che aveva davanti. Massì, un ballo cosa sarebbe mai stato? Eppure anche se la mente gli diceva questo, il cuore la pensava esattamente all'opposto. Era combattuta. Quel ballo di certo non sarebbe stato come quello che avrebbe desiderato con Gray-sama... Un leggero sospiro le abbandonò le labbra. Non ce la faceva proprio ad accettare. Avrebbe declinato gentilmente l'invito di quel ragazzo.
L'altro però interpretò male il lungo silenzio di Juvia e, prendendolo per un sì, le cinse la vita e la avvicinò di più a sè, iniziando a ballare in cerchio. La maga se ne stupì e non riuscì a dire una parola. Ora che le era più vicino, era impossibile non iniziare a studiarlo. Juvia lo osservò con attenzione: capelli biondi, occhi azzurri, un bel viso, senza contare il fisico allenato che si intravedeva attraverso la camicia bianca sotto la giacca blu... ma non era Gray-sama. Quel ragazzo sarebbe stato perfetto come principe azzurro nelle fiabe che leggeva spesso quando era piccola e qualunque ragazza sarebbe caduta ai suoi piedi. Ma oramai da tempo nelle sue fantasie il posto del principe azzurro era riservato al freddo mago del ghiaccio che le aveva restituito il sole e le era stato sempre vicino sia nei momenti tristi che in quelli felici.
-Mi presento- riprese improvvisamente la parola il biondo. -Sono Albert, il principe del regno di Brionia, e tu sei…- la esortò a continuare. Sembrava gentile, eppure in lui avvertiva una nota stonata che non riusciva a ricollegare a nulla.
-Juvia Lockser di Fairy Tail- pronunciò per educazione, abbassando però lo sguardo un po’ intimorita dal suo interlocutore. Certo, era affascinante, ma non poteva far a meno di pensare che ci fosse qualcosa di strano in lui. Lo aveva avvertito fin da quando le aveva afferrato la mano, e più ballavano e più si diceva che c'era qualcosa che non andava. Ed era certa che non era solo perchè non fosse Gray-sama.
-Oh, dunque tu sei una maga? Che dolce sorpresa- pronunciò l'altro con un tono piuttosto divertito. Che c'era da ridere? -Non immaginavo potesse essercene una a questo ballo- lo disse con un tono che di sorpreso però, aveva ben poco -Devi essere eccezionale, oltre che bella, per aver avuto il permesso del conte di partecipare alla sua festa- aggiunse, avvicinandosi sempre di più. Quel tono mellifluo non le piaceva. Non le piaceva affatto. Juvia alzò lo sguardo per fissarlo negli occhi. Sembrava quasi volesse prenderla in giro dal suo tono spudorato, quasi di scherno. Juvia aggrottò le sopracciglia. No, quel ragazzo proprio non le piaceva. Nonostante ciò non riuscì a far nulla quando il biondo le si avvicinò pericolosamente al volto. La sua mano aveva iniziato a scendere dalla schiena sempre più in basso. La bella maga dell’acqua sgranò gli occhi, ma rimase come paralizzata. Cosa avrebbe dovuto fare?
-Sai, potremmo salire sopra...- riprese, sussurrandole all'orecchio -...in una stanza del castello...- continuò lascivo -...tanto c’è tanta gente, troppa gente...- proseguì, accarezzandole la schiena. -...se spariamo per un po’ nessuno se ne accorgerà- aggiunse il giovane con voce suadente, prendendole con la mano libera il mento tra le dita e avvicinando sempre di più le sue labbra a quelle di Juvia. D'altro canto la ragazza era immobilizzata. Completamente alla mercè di quel ragazzo che di angelico aveva solo l'aspetto. Il proprio corpo non rispondeva e forse sapeva anche il perchè. Doveva trattarsi di qualche sorta di incantesimo, ma lei se n'era accorta troppo tardi. Ormai non poteva fare nulla, niente se non chiudere gli occhi inerme. Si preparò a ricevere quel contatto sgradito, quando si accorse di essere stata improvvisamente afferrata per un polso e strattonata leggermente indietro. La sua schiena andò ad impattare qualcosa di duro. Ma lei già sapeva cosa fosse senza bisogno di voltarsi. Aprì gli occhi per vedere la scena. Gray-sama si era avvicinato e l'aveva attirata a sè sotto lo sguardo incredulo dell'altro. Adesso la mano del moro si era spostata a cingerle un fianco con fare protettivo mentre con l'altra stringeva saldamente il polso del biondo.
-Lasciala stare- sibilò con tono minaccioso Gray. Dopo un primo attimo di stupore, il giovane principe si riprese.
-E tu chi saresti per parlare così a me, che sono il principe di Brionia?- chiese con superiorità, strattonando via il proprio braccio dalla presa ferrea del mago.
-Sono Gray Fullbuster, mago di Fairy Tail- gli rispose senza farsi intimorire.
-Come osi rivolgerti a me con questo tono, sporco nudista!- esclamò allora indignato l'altro, facendo un passo indietro con una smorfia disgustata. Lo sguardo di Gray si fece più appuntito e minaccioso. Talmente glaciale da far accapponare la pelle a chiunque.
Quell'occhiata intensa ebbe il suo effetto. Così, visibilmente intimorito, il principe guardò un’ultima volta la maga dell’acqua, ancora impaurita e non completamente conscia di ciò che stava accadendo. -Tsk!- sputò fuori, decidendo che non ne valeva la pena di attirare più di tanto l'attenzione su di sè, così lasciò in fretta la sala da ballo, furioso.
Quando il biondo non fu più visibile, Gray afferrò bruscamente le spalle della nakama, facendola voltare verso di sè.
-Tutto bene, Juvia?- le chiese, leggermente preoccupato, studiandola da capo a piedi. Juvia annuì, ancora un po' frastornata da ciò che era appena accaduto. Sembrava tutto a posto.
D'improvviso però il volto della ragazza divenne di un bel rosso acceso e fu costretta a portarsi le mani sul viso.
-Gray-sama, i vestiti!- esclamò poco dopo, imbarazzata.
Dopo un primo attimo di confusione, il moro si rese conto della situazione. -Merda!- sbottò, portando lo sguardo su di sè. Ma proprio in un momento simile? E pensare che li stavano fissando tutti anche da un bel po’.
 
Gray si sistemò la cravatta blu che fortunatamente era riuscito a recuperare insieme al resto del vestiario. La turchina era al proprio fianco con la testa bassa. Il mago sospirò pesantemente. Aveva intenzione di sgridarla, di dirle di non essere sempre così distratta, ma l'espressione della ragazza già esprimeva tutta la sua mortificazione per l'accaduto.
-La prossima volta sta più attenta, ok?- le chiese in un sospiro stanco. Vide la turchina annuire. Non l'avrebbe mai ammesso, ma si era preoccupato quando l'aveva vista lì, tra le braccia di quel tipo. Aveva subito intuito che qualcosa non andava e infatti non si era sbagliato. Fortuna che l'aveva tenuta d'occhio. Ma la verità era che tutto quello che era successo era stato solo colpa sua, e lo sapeva. Di certo se avesse accettato subito la proposta della turchina, non sarebbe stata così disattenta e non si sarebbe fatta trascinare da quel tipo. Ripensarci gli faceva ribollire il sangue.
Sospirò per l'ennesima volta, cercando di non pensarci e riportando la propria attenzione sulla nakama. Si grattò indeciso la nuca, osservando l'altra ancora con il capo chino. Glielo chiedeva? Massì, che male poteva mai fare?
-Juvia- la richiamò il moro, porgendole una mano e voltando leggermente il capo verso la grande sala da ballo.
La maga lo fissò stupita. Era quello che credeva che fosse? Il suo sguardo passò dal moro alla mano tesa verso di lei e poi di nuovo al mago.
Lui la osservò con la coda dell'occhio, sbuffando mentalmente. Ma ci voleva tanto per afferrare quella stupida mano? Era già imbarazzante così.
Ma Juvia sembrava non volersi muovere. Insomma, lo voleva ancora quel ballo, sì o no?
Prese un profondo respiro prima di voltarsi nuovamente verso di lei. -Mi concederesti l'onore di questo ballo?- chiese con tono distaccato. Aveva fatto uno sforzo immane per pronunciare quelle parole. Lui non era così romantico. Ma Juvia sì, e dopo quello che era successo non voleva vederla ancora con quell'espressione triste sul volto.
-Jubiii!- squittì la turchina, stupendo il moro che se la ritrovò letteralmente tra le braccia, svenuta.
Gray si guardò attorno preoccupato. Non voleva attirare altra attenzione su di sé, o almeno non più di quanta non ne avesse già attirata prima.
-Guarda che mi rimangio tutto- sbuffò il mago, atono, ottenendo l'effetto sperato.
Juvia era di nuovo in piedi in un secondo. -Juvia accetta il ballo!- esclamò seria.
 
In pochi attimi si ritrovarono entrambi catapultati al centro pista. Gray in un primo momento si era trovato impacciato nel non saper esattamente dove poggiare le mani. Non si era mai interessato al ballo, nè tantomeno si era mai preso la briga di osservare il modo in cui si dovessero mettere le mani. L'attenzione però era ben presto scivolata su altro: i passi. Gray in un primo momento non se ne era preoccupato. In fondo si trattava di un lento, bisognava semplicemente fare qualche piccolo passetto qua e là. Cosa ci voleva? Ecco, anche quello si era rivelato un problema. Non riusciva proprio a tenere un giusto ritmo. Lui non era un buon ballerino, tutt'altro. Conosceva le basi, almeno teoricamente, ma non aveva mai avuto modo di metterle in pratica, ed ecco che si ritrovava in quell'imbarazzante situazione.
Ancora un passo sbagliato. -Tsk- borbottò, arrabbiato con sè stesso per non aver mai fatto pratica. In fondo anche quello sarebbe potuto essere utile per svolgere qualche missione.
Un altro passo sbagliato. Stavolta c'era mancato davvero poco che non le pestasse un piede. -Scusami, Juvia- mormorò, concentrandosi sui propri movimenti. Juvia però sorrise.
-Gray-sama non è un grande ballerino- e quella sembrava più una constatazione che una domanda. Il moro si fermò nel mezzo della pista, distogliendo lo sguardo. –Ecco… non è che non sappia proprio ballare...- pronunciò impacciato -... solo che non so dove mettere i piedi- provò a spiegarsi, puntando il proprio sguardo di lato.
-Quindi Gray-sama non sa ballare- dedusse lei divertita, ottenendo un'espressione di disappunto dall'altro. -Se Gray-sama vuole, Juvia può insegnargli come si fa- propose allora la turchina, arrossendo leggermente. Il moro annuì. Sempre meglio che rischiare di combinare altri guai.
-Gray-sama deve seguire i passi di Juvia- iniziò la turchina, spostando lentamente i piedi, subito imitata dall'altro. Continuarono così per circa un minuto.
-Adesso a Gray-sama non resta che seguire il ritmo della musica- aggiunse con un nuovo sorriso quando fu sicura che avesse memorizzato i pochi movimenti da fare. Il moro sembrava adesso già più sicuro di sè.
I due iniziarono a muoversi in sincronia sulle note di quella dolce melodia che aleggiava nella grande sala. Senza rendersene conto, gli occhi scuri di Gray furono calamitati da quelli oltremare della turchina, così come quelli di lei nei propri. Sembrava che tutto attorno a loro fosse scomparso lentamente, offuscato dalla magia di quel momento inaspettato. E il tempo passò come se non fosse mai trascorso. Non si resero conto di nulla finché la musica non si interruppe all'improvviso, spezzando quel sogno ad occhi aperti.
I due si fermarono prima che la musica potesse riprendere con un'altra melodia. Gray si riscosse, allontanandosi di un passo e lasciando la mano dal fianco della ragazza.
Ancora leggermente intontito, si voltò, rendendosi solo dopo conto che c'era qualcosa che lo bloccava. Si rigirò verso la turchina, abbassando lo sguardo sulle loro mani, ancora intrecciate dopo il ballo.
-Adesso puoi lasciarmi- pronunciò, rivolgendosi alla ragazza. La turchina sorrise birichina.
-Un altro ballo, Gray-sama- propose la maga, allegra.
-No- le rispose secco l'altro, fermo sulla propria decisione.
Juvia gonfiò le guance, indispettita. Il moro cercò di tirare via la mano, ma inutilmente. La maga la teneva saldamente con la propria, e aggiunse poco dopo anche l'altra per raddoppiare la presa.
-Juvia, lasciami- protestò il moro, aggrottando le sopracciglia. Non voleva un altro ballo. Già così si sentiva stordito e... strano. Aveva bisogno di riflettere su quelle sensazioni.
-No- si impuntò però l'altra, cocciuta.
Gray la fissò, valutando le varie possibilità. Il moro aggrottò poi le sopracciglia, assumendo un'espressione dura mentre guardava un punto in lontananza alle spalle della maga. La ragazza gli lanciò un'occhiata confusa, per poi voltarsi nella stessa direzione del mago. Cos'è che aveva fatto indurire lo sguardo di Gray-sama? Quel tipo di prima stava tornando? Ma quando si voltò per controllare non vide nessuno.
Gray approfittò della distrazione dell'altra per sfilare via la propria mano da quelle di Juvia e allontanarsi di corsa. La turchina si voltò sorpresa verso il ragazzo che già era distante di qualche metro, intento a svignarsela il più in fretta possibile. Un secondo dopo la maga gli era già alle costole.
-Gray-sama, Juvia vuole solo un altro ballo!- esclamò la turchina, cercando di raggiungerlo.
-No!- ribattè l'altro, lasciando la sala per arrivare all'enorme giardino e sperare di seminarla lì.

 
-Oh, hai visto caro?- la voce della donna attirò l'attenzione dell'uomo al proprio fianco. -Se ne stanno già andando- continuò con una punta di malizia nella voce. Anche l'altro puntò lo sguardo nella stessa direzione della moglie, vedendo le due figure allontanarsi di corsa verso il giardino.
-Ahh, la gioventù- sospirò l'altro, divertito. -Ti ricordi cara quando da giovane...- continuò l'uomo, iniziando a ricordare i bei vecchi tempi.
 




Curiosità:
questa storia era davvero, ma davvero vecchia!!! È stata una delle primissime che ho provato a scrivere, anche se, essendo molto lunga, come avrete notato, non sono mai riuscita a portarla a termine perchè ancora inesperta ^.^" Adesso è finalmente completa, anche se sinceramente sono stata tentata più volte di abbandonarla perché le modifiche da apportare erano troppe. I personaggi erano completamente OOC, per cui ho dovuto cambiare quasi tutte le battute. Ho provato a salvare il salvabile. Alla fine la prima parte della storia riprende quella che era la mia idea originale, solo che il finale è completamente nuovo, sia perché non ero riuscita a scriverlo, e sia perché, in ogni caso, non sarebbe mai stato adatto. Nella mia mente di fangirl volevo che Gray addirittura si dichiarasse, e se quello non era OOC... In pratica Gray doveva parlare a Juvia durante il ballo della sua "cotta" per lui, non ritenendola vero amore perché alla fine era impossibile che lo fosse, considerando che a suo parere si conoscevano ancora da poco (da considerare l'ambientazione). Juvia se la prendeva e scappava in giardino, poi Gray ci ripensava e la inseguiva, finendo per dichiararsi ^.^" Ahh, la mente di una fangirl agli inizi è qualcosa di davvero incontrollabile, ahahah.
 


Nda:
Vi ringrazio per essere giunti alla fine anche di questo capitolo che è venuto fuori più lungo del normale. Vi chiedo scusa se magari lo stile di scrittura possa sembrare leggermente diverso dal solito, e forse addirittura un po' più pesante, ma si trattava di una storia vecchia rimodellata... molto rimodellata.
Spero che vi sia piaciuta ugualmente, e noi ci risentiamo la prossima settimana,
Baci, Roby-chan ^.^
 

P.s Sissi1978 questa è la storia di cui ti ho accennato un po' di tempo fa in cui Gray era geloso e, neanche a farlo apposta, c'entrava anche un ballo XD Ti ringrazio di nuovo perché ormai avevo deciso di lasciarla perdere, ma tu mi hai fatto cambiare idea e... bhè, spero che ti sia piaciuta ^.^

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Capitolo 35
*** Stone age ***


Prompt: Stone age
Generi: commedia, sentimentale, romantico
Raiting: giallo
Ambientazione: Stone age (Omake di Mashima)
Avvertimenti: nessuno
 
 
-Bene, ragazze- la voce di Erza e il battito di mani che ne seguì furono sufficienti per attirare l'attenzione di tutte nel piccolo villaggio. -È arrivato il momento di riunirsi e mettere a punto un piano per salvare Lucy- continuò imperiosa la rossa.
-Erza, io ho già pensato ad una strategia- si fece avanti prontamente Levy.
-Bene- annuì l'altra, soddisfatta. -Un momento però...- la interruppe prima che potesse continuare. Mancava qualcuno.- Ma dov'è Juvia?- chiese la rossa, guardandosi attorno in cerca della lunga capigliatura turchina.
-Ora che ci penso, è da qualche giorno che non la vedo- s'intromise Lisanna con tono preoccupato.
-Chissà, forse avrà trovato qualcosa di interessante...- affermò maliziosa Mirajane, guadagnandosi lo sguardo confuso di molte, e la risatina di Cana.
Erza corrugò le sopracciglia.
 
-Ma dove diavolo si è cacciato?- come ad averlo chiamato, ecco che apparve la persona desiderata da Gray. -Ehi, Natsu! Si può sapere perché non sei ancora andato a sistemare il casino che hai combinato ieri sera con il tuo fuoco?- chiese irritato il moro.
-Uff, che vuoi che ti dica- si avvicinò il rosato, accompagnato dal suo fedele gatto. -Io ed Happy ci scocciavamo- spiegò come se nulla fosse.
-Aye! E poi io non ho fatto nulla, Natsu- si aggiunse il micio -Il pasticcio l'hai fatto tutto tu- scaricò la colpa sull'amico. -Ehi, non è vero!- ribatté indignato Natsu.
-Va bene, va bene. Non mi interessa chi abbia combinato il pasticcio, basta che sistemiate- li fermò prontamente Gray. -Piuttosto...- riprese poi, alzando un sopracciglio. -Che bisogno c'è di portarvela sempre dietro?- chiese, rivolto alla figura bionda alle spalle del rosato legata per i due polsi a quello di Natsu.
-Già, me lo chiedo anch'io- pronunciò esasperata Lucy.
-Lei è mia!- esclamò possessivo il rosato, facendo un passo in avanti, minaccioso.
-Lei ti piiiace- lo prese in giro Happy, arricciando la lingua e mettendo le zampette davanti al musetto, ottenendo un lieve rossore sulle guance dei due interessati.
-Io ci rinuncio- si arrese Gray, alzando le mani -Fa quello che ti pare- aggiunse poi disinteressato, allontanandosi.
Il moro si diresse verso la propria tenda per prendere la lancia. Il grande Master Makarov aveva convocato lui e Gerard la sera prima per dargli l'incarico di cacciare per quel giorno. Scostò appena un lembo di tenda, quando uno strano brivido gli percorse la schiena. Si voltò a destra e a sinistra, alzando la guardia. Poteva dire che fosse una sorta di sesto senso che lo avvertiva del pericolo. Tuttavia quale minaccia poteva esserci nel villaggio? Si guardò attorno con circospezione. Non c'erano animali feroci, quindi cosa poteva essere?
-Gray!- una voce a lui ben nota lo chiamò, costringendolo a voltarsi. -Gerard- pronunciò l'altro, lanciando un'ultima occhiata alle proprie spalle.
-Pronto per la battuta di caccia?- chiese il blu, stringendo la propria arma.
-Prendo la lancia e sono pronto- lo informò il moro, entrando nella tenda e uscendone subito dopo.
 
Gray e Gerard avevano deciso di dividersi per cogliere di sorpresa la loro preda da due diversi lati. Il moro era nascosto tra i cespugli e un grosso cinghiale era a pochi metri da lui. Fu questione di pochi attimi, uno scatto fulmineo, e l'animale fu atterrato dalla lancia del ragazzo.
-Ottimo lavoro- si complimentò Gerard, scostandosi dal proprio nascondiglio e avvicinandosi all'animale steso a terra. Gray fece altrettanto, estraendo l'arma e pulendola sull'erba.
-Vado a dare un'occhiata nei dintorni- pronunciò poi il moro, mentre l'altro era intento a legare le zaampe del cinghiale, così da poterlo trasportare più facilmente.
Gerard annuì a quell'affermazione. Di certo un solo singolo cinghiale non sarebbe bastato per sfamare l'intero villaggio.
Il moro si allontanò di parecchi metri, guardandosi attentamente attorno. Un rumore improvviso di foglie lo fece voltare. Un cespuglio si stava leggermente muovendo, e Gray era più che sicuro che non si trattasse di un animale. Ma allora chi poteva essere?
-Chi va là?- chiese, impugnando più saldamente la propria lancia, pronto per ogni evenienza.
Una lunga capigliatura turchina spuntò tra le foglie. Il moro rimase sorpreso per qualche attimo dal trovarsela lì. Capelli turchini, cappellino e vestito di leopardo: non poteva sbagliarsi.
L'espressione della ragazza era piuttosto imbarazzata e un lieve rossore si stava facendo spazio sulle sue gote. Aveva abbassato lo sguardo, prendendo a torturarsi convulsamente le mani, indecisa sul da farsi. Chiaramente era stata scoperta, ma cosa cercava?
-Cosa ci fai qui?- chiese tagliente, Gray. La turchina lo guardò stupita, segno che non pensava si ricordasse di lei.
-È per la tua amica?- gli fu spontaneo domandare, ricordando di come Natsu l'avesse presa in “simpatia” e non l'avesse più lasciata andare.
Il volto sorpreso della ragazza si rabbuiò all'improvviso, abbassando lievemente il capo.
-Rivale in amore...- mormorò la turchina con un tono piuttosto inquietante. Il moro la fissò perplesso.
-Eh?- chiese stranito, abbassando di poco la guardia. Non sembrava pericolosa, eppure cos'era quella strana sensazione che provava e non voleva abbandonarlo? Inquietudine? Timore? Perchè mai avrebbe dovuto provare quelle emozioni?
Ma se lei non era lì per la sua amica, allora perchè?
-Che sei venuta a fare qui?- ripetè il moro, atono. Quello era il territorio degli uomini.
L'espressione della ragazza mutò ancora una volta, tornando ad essere imbarazzata. Com'era strana.
-J-Juvia... J-Juvia...- balbettò qualcosa di incomprensibile per il ragazzo. Ma che stava blaterando?
Un nuovo rumore proveniente dal sottobosco catturò l'attenzione del moro. Che fosse Gerard?
Una fluente capigliatura rossa si fece spazio tra i rami bassi che intralciavano il suo cammino, spazzando via la supposizione di Gray.
Un brivido percorse istantaneamente la schiena del moro. Era quella ragazza. La stessa che l'ultima volta aveva sconfitto persino Laxus. Subito si mise in posizione difensiva. Doveva stare attento se non voleva fare la stessa fine.
La rossa gli lanciò uno sguardo astioso, impugnando più saldamente la propria lancia. -Juvia, vieni qui- ordinò alla ragazza, afferrandola per un polso e portandola dietro di sé con fare protettivo.
-Ma Juvia...- voleva ribattere qualcosa la turchina, ma fu interrotta.
-Niente, Juvia. Loro sono il nemico- la sgridò l’altra, non staccando gli occhi dal moro.
-Che succede qui?- una nuova figura si aggiunse a quelle già presenti, facendosi largo tra i cespugli e spuntando alle spalle di Gray.
Gerard era arrivato attirato dal lieve parlottio e in pochi attimi aveva già intuito la situazione. Doveva fare qualcosa prima che le cose degenerassero.
-Stavate provando a rapire un'altra di noi!- lo accusò la rossa con rabbia.
-Non sparare sentenze senza essere al corrente della situazione- si offese Gray, mettendosi in posizione d'attacco.
-Juvia allora vuole essere rapita!- si intromise la turchina con gli occhi a cuoricino e le mani congiunte in avanti. I tre si fermarono a guardarla sbigottiti per qualche secondo, per poi ignorare quel commento.
-Calmiamoci e proviamo a parlare- prese la parola Gerard, portando le mani avanti in segno di resa. La propria arma era già stata appoggiata poco più in là.
-Gray di certo non aveva intenzione di rapire nessuno- pronunciò, facendo un passo in avanti verso l'amico. Gli poggiò una mano sulla spalla, guardandolo in volto a suggerirgli di abbassare la lancia. Il moro lo squadrò per qualche secondo, decidendo poi di seguire il suo silenzioso consiglio. In fondo quando si parlava di trattare con qualcuno, Gerard era di certo molto più bravo e calmo di lui.
Erza tuttavia non mutò la propria posizione, ma anzi, si mise ancora più in allerta.
-Abbassiamo tutti le armi e parliamone- ripetè il blu, ritornando con lo sguardo sulla rossa.
Avanzò di un altro passo con cautela, portando una mano verso di lei, proprio come avrebbe fatto nel tentativo di calmare un animale feroce.
La ragazza lo studiò per qualche altro istante, arrossendo appena quando prestò più attenzione al volto e al fisico dell'altro. I capelli blu leggermente spettanti, gli occhi dello stesso colore ma di una tonalità leggermente più scura, calmi e rassicuranti, quel particolare tatuaggio rosso attorno all'occhio destro, i pettorali ben definiti visibili perfettamente da sotto la maglia aderente a giro maniche che indossava... non sembrava una persona cattiva. Erza abbassò la propria arma, ma non diede segno di volerla deporre definitivamente.
Gerard sospirò, almeno una cosa era fatta. -Noi non vogliamo far del male a nessuno- riprese, adesso più rilassato. La rossa lo fissò negli occhi. Era sincero.
-Mi rendo conto di avervi accusato ingiustamente e me ne scuso- pronunciò allora la guerriera, ammettendo il proprio errore. Sembrava una tipa ragionevole.
-Che ne dici di andare a sederci più in là e discutere della situazione?- domandò il blu, volendo approfittarne per spiegare anche la situazione di Lucy e, perchè no, anche per conoscere meglio quella fiera ragazza dalla capigliatura rossa come il fuoco.
La giovane guerriera annuì, lasciandolo avvicinare, mentre un lieve rossore s'impossessava delle sue guance. -S-sì, forse hai ragione- borbottò, mordendosi leggermente il labbro inferiore.
-Perdona la nostra scortesia, non ci siamo ancora presentati- riprese la parola il blu, gentile. -Lui è Gray e io sono Gerard- continuò, facendo cenno di poter sapere altrettanto.
-Erza- mormorò la rossa, non più così dura. Quegli occhi così limpidi avevano il potere di calamitare i suoi e di farla sciogliere in un attimo, abbassando completamente le proprie difese. Cos'era quello che stava provando?
Un lieve sorriso comparve sul volto del blu assieme ad una calda sensazione all'altezza del cuore. Erza... non sapeva perchè, ma sentiva che quel nome le si addiceva perfettamente.
Un'altra voce interruppe quello strano momento di stasi tra i due -Juvia e Gray-sama...- sospirò di felicità la turchina con occhi sognanti, riportando l'attenzione su di sè. I tre la guardarono leggermente perplessi.
Gerard fu il primo a riprendere la parola. -Andiamo di là?- chiese con un sorriso, poggiando delicatamente una mano sulla schiena della rossa che arrossì di botto e annuì meccanicamente.
Juvia non aveva mai visto Erza-san in quelle condizioni, tuttavia già sapeva di cosa si trattava. Un sorrisetto malizioso sorse sulle labbra della turchina mentre i due si allontanavano.
Subito dopo i suoi occhi oltremare si voltarono di scatto a fissare ancora una volta il moro.
Gray sobbalzò. E adesso? 
Juvia si avvicinò lentamente al moro con uno sguardo che non ammetteva repliche. Così ammaliatore da immobilizzarlo. La ragazza sembrava di colpo essere diventata una cacciatrice e lui la sua preda. Deglutì a vuoto, osservando ogni singolo movimento del corpo dell'altra. Dai capelli turchini che ondeggiavano piano, ai suoi fianchi che si muovevano sinuosi, fino ai suoi incredibili occhioni oltremare circondati da lunghe ciglia.
La ragazza, senza nessun preavviso, gli si buttò addosso. -Juvia vuole stare con Gray-sama!- esclamò le proprie intenzioni mentre finivano a terra lungo distesi l'una sull'altro.
-Cosa!?- fu il verso spontaneo e scioccato che abbandonò le labbra del moro. Cosa aveva detto che voleva fare?
-Juvia vuole restare al fianco di Gray-sama- ripetè prontamente la turchina, alzando il volto verso quello dell'altro.
Il moro provò a liberarsi, ma con poco successo. -No, lasciami!- esclamò duro, ma non potè fare a meno di arrossire lievemente subito dopo. Solo adesso aveva realizzato la loro effettiva vicinanza. Poteva avvertire tutte le morbide e generose curve della turchina su di sè, e non poteva di certo dire che gli erano indifferenti.
-Juvia resterà con Gray-sama!- si impuntò però l'altra, fissando lo sguardo determinato in quello scuro e un po' impacciato del moro.
Provò ancora a scrollarsela di dosso, ma invano. Sbuffò pesantemente, lasciando andare le braccia lungo I fianchi.
-Per quanto altro tempo hai intenzione di restare in questa posizione?- le chiese scocciato dopo aver ripreso un po' di contegno.
La turchina parve riscuotersi a quella domanda e si scostò immediatamente, come se si fosse resa conto solo in quel momento della scomoda posizione in cui erano finiti. Si misero seduti, lei in ginocchio e lui con le gambe incrociate.
Il moro si grattò la nuca, indeciso su cosa dirle.
-È meglio che vada- pronunciò alla fine, deciso ad allontanarsi il prima possibile da quella strana ragazza. Un’improvvisa sensazione di dispiacere lo avvolse. Ma che gli prendeva? La propria mente voleva dimenticare al più presto quella stramba esperienza, eppure il corpo sembrava reagire in modo diverso.
Solo in quel momento però si accorse che non poteva effettivamente alzarsi anche se lo voleva. La turchina gli si era avvicinata e si era ancorata al suo braccio. Arrossì a quella vista. Il seno della ragazza era proprio lì, a stringere il suo braccio, e la scollatura dell'abito che indossava era parecchio ampia. Voltò la testa dall'altro lato, cercando di placare il rossore. -Per quanto altro tempo hai intenzione di tenermi il braccio?- sospirò, ritrovata la lucidità, ma sempre senza guardarla.
-Per sempre- affermò candidamente la ragazza con il sorriso sul viso.
Il ragazzo si voltò di scatto, leggermente spaventato, mentre lei si stringeva maggiormente a lui. Gray non potè far a meno di arrossire ancora una volta e borbottare qualche imprecazione sottovoce. Fece poi un altro tentativo, provando a divincolarsi, ma la stretta della ragazza era più forte di quanto immaginasse, e in pochi secondi si ritrovarono ancora entrambi a terra nella stessa posizione di prima.
-Juvia!- esclamò a quel punto, tra l'esasperato e il sorpreso.
Il sorriso birichino lasciò posto allo stupore sul volto della turchina a quell’esclamazione, così decise di alzarsi subito, lasciandolo andare. Gray si tirò su, guardandola perplesso.
-Perché mi hai lasciato?- gli fu spontaneo chiedere, confuso dall'atteggiamento dell'altra. Qualcosa gli diceva che non era semplicemente perché lui le aveva chiesto poco prima di allontanarsi. La ragazza sorrise dolcemente.
-Gray-sama ha chiamato Juvia per nome- gli spiegò candidamente, ricevendo però uno sguardo ancora più confuso da parte del moro.
Scosse la testa. Qualcosa gli diceva che non l'avrebbe mai capita. Era un tipo davvero strano, anche se doveva ammettere che era anche interessante. Un lieve sorriso gli increspò le labbra. -Magari la prossima volta possiamo andare a caccia insieme- propose senza pensarci. Ma cosa gli passava mai per la testa? Invitare una ragazza a caccia? Sul serio?
-A Juvia va bene- lo sorprese la risposta decisa della turchina, le cui guance si erano imporporate. La vide poi abbassare lentamente lo sguardo -Juvia è felice- mormorò tra sè e sè con un sorriso dolce. A quanto pareva non era l'uragano che gli era parsa all'inizio, e sapeva anche essere timida.
Lo sguardo di lei si rialzò e, senza che potesse far nulla, si incatenò inesorabilmente a quello del moro che la stava scrutando. Restarono in silenzio per qualche secondo, o forse qualche minuto, prima che il moro si alzasse, aiutando con una mano l'altra a fare altrettanto.
-Juvia non abbandonerà mai Gray-sama- pronunciò la ragazza con un sorriso, lasciando poi andare la presa del moro. Gray annuì pensieroso. Come doveva considerare quell'affermazione? Era una promessa? O forse solo una sorta di minaccia mascherata?
Bhè, presto l'avrebbe scoperto, e, forse, si sarebbe anche pentito di quell'invito che le aveva porto. Ma non quel giorno, no. Quel momento sarebbe rimasto impresso nelle menti di entrambi per sempre.
 
 
Bonus
-Tanti auguri, Gray-sama!- l'improvvisa esclamazione fece sobbalzare il moro.
-Cosa ci fai tu qui?- domandò, voltandosi verso la ragazza e assicurandosi che nessuno del villaggio l'avesse vista. La turchina era davanti che gli sorrideva. -Perché "auguri"?- domandò poi, ritornando alla strana esclamazione della ragazza. Aveva dimenticato qualcosa?
-Sono passati 413 giorni dal primo incontro tra Juvia e Gray-sama- gli spiegò lei, sempre sorridente.
Un'espressione perplessa apparve sul volto del moro. E da quando si festeggiavano i 413 giorni?
-Juvia ti ha fatto un regalo- pronunciò allegra, porgendogli la sciarpa che teneva nascosta dietro la schiena. Gray la prese tra le mani, osservandola. Era fatta davvero bene, non si poteva dire nulla, e inoltre era fatta a mano. Si sentì però un po' dispiaciuto. Lui non le aveva fatto nulla, anche perché lei non aveva mai accennato a voler festeggiare un simile giorno.
-Ma io non ti ho fatto nulla- si sentì in dovere di dirle. Forse le poteva dare qualcosa di suo? Una collana, o forse un bracciale?
Il sorriso però non abbandonò le labbra della turchina, che si avvicinò al moro. -A Juvia non importa- pronunciò, lasciandogli un lieve bacio sulla guancia. Il moro rimase allibito dal gesto, toccandosi poi la porzione di pelle che era entrata in contatto con le labbra della ragazza. Era calda. -A Juvia basta solo questo- spiegò candidamente, portandosi un dito al labbro, perdendosi per qualche attimo nei suoi pensieri.
Scosse la testa, rivolgendogli un altro sorriso e allontanandosi nella foresta, sparendo in un attimo, così com'era arrivata.
Gray rimase immobile per qualche minuto, riflettendo su ciò che aveva provato e su ciò che ancora stava avvertendo. Perché il suo cuore aveva perso un battito?
Dopo un po’ scosse anche lui la testa, scacciando quei pensieri e riportando l'attenzione sulla sciarpa che ancora stringeva tra le mani. Lui non era un tipo molto freddoloso, anzi, il contrario. E in più non poteva farsi vedere in giro con una cosa del genere. Gli altri lo avrebbero preso in giro.
Sospirò pesantemente, indossandola poi al collo. Vabbè, una volta poteva pur metterla, no?
 


 
Curiosità: l'idea è partita subito quando ho visto l'omake, o meglio, è partita l'idea di voler creare una storia sull'omake. La vera idea è arrivata, ahimè, parecchi mesi dopo perché non avevo la più pallida idea di cosa raccontare, e devo dire che anche allora la trama non era ben definita: Gerard e Erza si allontanavano e poi Juvia e Gray dovevano parlare di qualcosa, ma cosa? ^.^"
Se notate, quando Gray rimane da solo con Juvia, lui pensa: "E adesso?". E io in quel momento ero: "Già, e mo adesso? Ahahah" Sono riuscita per fortuna a districarmi da questo problema XD
P.s l'idea del bonus non era assolutamente prevista. La stavo correggendo e sul finale mi è venuta l'ispirazione XD. Spero che vi sia piaciuta e non vi siano parsi troppo OOC. In fondo è pur sempre un'altra ambientazione e, chissà, magari il loro modo di relazionarsi era un po' diverso ;)
 

Nda:
Allora, innanzitutto mi scuso infinitamente con voi ma ieri non ho proprio potuto pubblicare, perlomeno sono riuscita a rimediare subito ^.^”
Ringrazio la gentile partecipazione della Jerza in questa storia e spero l'abbiate apprezzata. Ditemi voi se poi l'ho resa bene, perché in generale ho scritto davvero poco su di loro. In realtà proprio per questo mi chiedevo se inserirla o meno nella raccolta, ma alla fine ho deciso di metterla qua.
E niente, come al solito aspetto i vostri commenti. Ci rivediamo presto ;)
Roby-chan 

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Capitolo 36
*** Gelosia ***


Prompt: Gelosia
Raiting: giallo
Generi: romantico, sentimentale
Ambientazione: ultimo capitolo del manga
Avvertimenti: spoiler! , Missing moment
 
-A che diavolo stavi pensando?- sbottò Gray quando si furono allontanati dalla grande piazza. Lucy aveva appena vinto un importante premio letterario per il suo romanzo, ma come al solito tutta Fairy Tail si era fatta prendere un po' troppo la mano. Tra alcol, buffet e risse non si capiva più nulla. Gray si era spogliato in un attimo, ma quando anche la turchina aveva iniziato a fare lo stesso, l'aveva trascinata lontano da lì.
-Juvia si scusa, Gray-sama- pronunciò dispiaciuta la ragazza in ginocchio. Il mago del ghiaccio le lanciò un'occhiata veloce.
-È rimasta una cicatrice...- mormorò, osservandola più attentamente.
-Oh- si sorprese la turchina a quella constatazione. -A Juvia non importa- si affrettò ad aggiungere per rassicurarlo, portando una mano su di essa, quasi a volerla nascondere dagli occhi dell'amato.
-Hai chiesto a Wendy se è possibile rimuoverla?- le chiese il moro, pensieroso.
-Anche a te è rimasta una cicatrice, Gray-sama- pronunciò di rimando l'altra, osservandolo. E quella non era l'unica. Gray-sama aveva anche altre cicatrici.
-Per gli uomini è diverso. Il tuo corpo è...- riprese il mago d'impulso, lasciando che le parole gli morissero in gola quando si accorse di ciò che stava per dire.
-Il corpo di Juvia è...- lo esortò lei a continuare, confusa.
-Ecco...- Gray si grattò la nuca in imbarazzo, distogliendo lo sguardo. Sentiva gli occhi di Juvia su di sè che lo scrutavano in attesa -...qualcosa... a cui tengo... perchè tu sei mia...- borbottò infine il mago, evitando di guardarla. Conosceva già l'espressione della turchina che quelle parole le avevano suscitato. Occhi a cuoricino e viso arrossato contornato da un dolce sorriso innamorato.
La osservò con la coda dell'occhio, solo per confermare le proprie intuizioni. Passò qualche altro secondo prima che Gray parlasse nuovamente. -Juvia, aspettarmi qua- pronunciò, richiamando l'attenzione su di sè e non più sulle fantasie che già si stavano facendo largo nella mente della ragazza.
-Dove deve andare Gray-sama?- gli chiese curiosa, alzandosi in piedi.
-Vado a recuperare i nostri vestiti- le spiegò il moro. -Tu non puoi andare in giro in questo modo- le fece poi presente, guardandola da capo a piedi come a sottolineare le proprie parole. Juvia non poteva girare in quello stato. Gli dava un certo fastidio che gli altri la vedessero così. Insomma, era lui il suo fidanzato, non un altro. Le avrebbe volentieri offerto la propria giacca per coprirsi, se solo l'avesse ancora avuta addosso, e di provare a creare vestiti di ghiaccio non se ne parlava affatto.
La turchina intanto lo stava guardando sorpresa. Gray-sama si preoccupava per lei e a quanto pareva era anche un po' geloso. Un sorriso birichino le si formò sulle labbra. -Allora Juvia aspetterà qui, Gray-sama- non gli avrebbe mai detto che le faceva piacere che fosse un po' geloso nei suoi confronti. Di certo Gray-sama avrebbe negato tutto per il troppo orgoglio.
Il moro annuì, vedendola poi sedersi su una panchina poco distante. Non c'era nessuno nei paraggi, quindi poteva stare tranquillo. Sempre meglio che portarsela dietro con tutti quegli sguardi pervertiti e alcuni anche indignati che la fissavano.
Così, a passo di marcia, si allontanò per iniziare la propria ricerca.
 
Dopo un quarto d'ora ancora non era riuscito a trovare nulla. Sbuffò scocciato, grattandosi la nuca. Ma dov'erano finiti? Eppure all'inizio non gli era sembrata un'impresa così difficile. Certo, aveva perso tempo per colpa di Natsu che lo aveva fermato, cercando di iniziare una rissa, ma l'aveva ignorato. Trovare i vestiti aveva la priorità in quel momento. Non poteva far aspettare troppo Juvia.
Lo schiamazzare di alcune ragazze lo distrasse. Si stavano avvicinando a lui ridacchiando e osservandolo da dietro con i loro ventagli di piume. Il moro abbassò nuovamente lo sguardo, indifferente, ritornando alla propria ricerca. Si chinò, alzando le tovaglie bianche di alcuni tavoli. Magari erano finiti lì sotto.
Passò un'altra buona decina di minuti, ma niente. Si rimise in piedi, stiracchiandosi la schiena e guardandosi attorno. Poco distante da lui c'era ancora quel gruppetto di ragazze con i ventagli.
-Allora proprio non vuoi dirci il tuo nome?- gli chiese una di quelle ragazze, sorridendo maliziosa. La guardò impassibile. Da quanto stava provando a parlargli? Però lui non aveva tempo da perdere. Si voltò dall'altra parte con l'intenzione di ignorarle ancora. Non gli interessava fare la conoscenza di quelle tipe.
-Sei un mago di Fairy Tail, non è vero?- riprese la ragazza, non ottenendo la minima attenzione.
-Perché sei senza vestiti?- la domanda gli giunse da una nuova voce, più timida della prima. A quanto pareva non volevano proprio demordere. Il moro si voltò per scrutarle meglio. Erano cinque ragazze vestite elegantemente con degli abiti stile principessa di varie tonalità di colore. Certo, non erano brutte, ma nemmeno belle così come la sua Juvia. Si guardò velocemente attorno. La zona da esaminare della piazza era ancora grande. Almeno se non volevano lasciarlo in pace, avrebbero fatto qualcosa di buono.
Scosse le spalle. Che poteva mai succedere a chiedere un po' di aiuto nella sua ricerca?
-Gray Fullbuster, mago di Fairy Tail- si presentò alle ragazze, ottenendo una serie di sorrisi compiaciuti. -Stavo cercando...- la voce gli morì in gola quando avvertì un brivido freddo percorrergli la schiena. Subito si irrigidì, conoscendo perfettamente quella sensazione e sapendo da cosa fosse stata scaturita.
Si voltò lentamente alle proprie spalle, timoroso di ciò che avrebbe visto.
Juvia era proprio dietro di lui e con un'aura nera tutt'attorno. -Gray-sama cosa ci fa con delle rivali in amore?- chiese con un tranquillo sorriso sulle labbra che fece rabbrividire ancor di più il moro.
Anche le ragazze alle sue spalle si erano irrigidite, poteva avvertirlo. D'altronde quando Juvia era gelosa, solo una cosa si poteva fare, e quella era scappare. Le sentì borbottare qualcosa su uno scrittore famoso che avevano visto da qualche parte, per poi allontanarsi, chiaramente impaurite.
-Emm...- Gray si trovava in difficoltà. Lo sguardo della turchina era ancora fisso su di lui in attesa di una risposta. Il moro si guardò attorno, in cerca di un modo per spiegare la situazione senza farla indispettire.
-Gray-sama non vuole più Juvia, è così?- chiese d'improvviso la ragazza, triste. Il mago si voltò sorpreso a fissarla. L'aura nera che l'avvolgeva era scemata in un attimo e adesso poteva già notare delle piccole lacrime formarsi ai lati degli occhi. -Gray-sama preferisce una ragazza elegante che non si spoglia per sbaglio alla prima occasione...- continuò, abbassando il capo, sempre più triste.
Doveva fare qualcosa, e anche in fretta, prima che le fantasie di Juvia potessero prendere il sopravvento e impedirle di ascoltarlo.
-N-non è vero- borbottò debolmente il mago, portando le mani leggermente in avanti, non senza un po' di imbarazzo. La turchina lo osservò per qualche attimo, valutando la sua affermazione, ma riabbassando poco dopo lo sguardo, evidentemente non convinta. -Non è vero- mormorò lei, cercando di trattenere le lacrime. -Gray-sama si è già scocciato di Juvia e non la vuole più- ripetè la turchina, sotto lo sguardo incredulo dell'altro. E com'era arrivata ad una conclusione simile?
-T-ti assicuro che non è così- riprovò l'altro, avvicinandosi di un passo. Ma perché non riusciva ad usare un tono fermo? Si guardò attorno in cerca di qualcosa per farla distrarre.
I propri occhi si posarono su qualcosa di scuro per terra, qualche metro più in là. Quella era la sua giacca? L'aveva ritrovata. E in quel momento faceva proprio al caso suo.
La raccolse in fretta per poi ritornare dalla turchina che non si era mossa di un millimetro, troppo intenta a fare supposizioni e a cercare di non far uscire le lacrime. Si trovavano ad una festa. Non poteva piangere.
Juvia parve riscuotersi dai propri pensieri solo quando avvertì la stoffa della giacca sulle proprie spalle. Si voltò sorpresa verso il moro che si stava grattando la nuca a disagio.
-Non riuscivo a trovare i vestiti e avevo pensato di chiedere a quelle tipe, visto che non volevano lasciarmi in pace- spiegò sbrigativo mentre la turchina lo osservava sorpresa.
Gray prese un profondo respiro. Juvia era sempre così insicura sul loro rapporto. Aveva sempre paura che lui cambiasse idea e preferisse un'altra a lei, ma di certo non poteva incolparla di ciò. Si era sempre comportato male con lei, finché la sua testa di coccio non aveva capito che anche lui l'amava, e adesso toccava a lui rassicurarla e starle vicino.
-Non potrei mai non volerti più al mio fianco, Juvia- pronunciò il moro, osservandola con la coda dell'occhio. La vide ancora stupita asciugarsi piano le lacrime ai lati degli occhi per poi rivolgergli un dolce sorriso. -Anche Juvia vuole stare al fianco di Gray-sama- sussurrò, per poi buttargli le braccia al collo e lasciargli un bacio a stampo sulle labbra. Il moro si sorprese di quel cambiamento repentino dell'altra, ma per fortuna riuscì a mantenere l'equilibrio, stringendola poi tra le braccia e dandole un altro bacio a fior di labbra. Quella era la sua Juvia, e nessuno li avrebbe mai più separati.



 
Curiosità: perché non avevo ancora pubblicato nulla sull'ultimo capitolo di Fairy Tail inerente alla Gruvia? Semplice, me ne ero proprio dimenticata ^.^" Non del capitolo, s'intende, ma del fatto che avrei potuto scriverci qualcosa su già da tempo. È stata proprio Sissi1978 con la sua recensione qualche settimana fa a farmene accorgere. (Grazie cara <3)
Devo confessarvi che quando l'ho corretto pochi giorni fa ero sicura di aver combinato dei casini come al solito, e invece le correzioni da apportare erano meno del solito (come sempre la frase finale è da rivedere perché quando arrivo a fine storia ho un calo di concentrazione ^.^") Ma a parte questo, era quasi perfetta così com'era, tanto che ne sono rimasta sorpresa. Beh, meglio per me che ho risparmiato tempo per correggere XD e vi volevo rendere partecipi di questa mia piccola gioia XD
 
 
 
Nda:
Bhè, se credevate che qui l'unico geloso fosse Gray, vi sbagliavate di grosso XD
Solo con questo capitolo mi sono realmente resa conto di quanto qui non sia Juvia l'unica gelosa del suo Gray-sama, ma anche il contrario! Incredibile come io mi accorga di certe cose a distanza di così tanto tempo. Sono sempre così sbadata >.<
E voi? Ci avevate mai pensato?
Vi lascio con questa piccola domanda e purtroppo una brutta notizia, almeno per me. Ahimè, sta arrivando il momento che più temevo... la raccolta si sta concludendo :'(
Purtroppo mi rimangono solo tre capitoli da pubblicare, dopodiché dovrò mettere la parola fine a questa stupenda raccolta che mi ha fatto penare, ma mi ha dato anche molte soddisfazioni, soprattutto grazie alle vostre recensioni e il vostro supporto. Avrei altre cose da dire, ma le conserverò per l'ultimo capitolo, sperando che un po' d’ispirazione arrivi per prolungare anche di poco la raccolta.
E con questo vi do appuntamento alla prossima settimana!
Bacione, Roby-chan ;)

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Capitolo 37
*** Taboo ***


Prompt: Taboo
Generi: sentimentale, comico, slice of life
Raiting: verde
Ambientazione: dopo i Dai Matou Enbu
Avvertimenti: nessuno
 
 
Due capigliature, una mora e l'altra turchina, fecero il loro ingresso attraverso il grosso portone della gilda. Quel giorno entrambi erano usciti di casa un po' più tardi del solito e, per pura coincidenza, si erano incontrati per strada. Inutile dire che Juvia si era già attaccata al braccio del mago del ghiaccio, facendolo esasperare. Ma quel giorno Gray non aveva la forza per staccare la ragazza da sé, così l'aveva fatta fare, o almeno per il momento. Appena possibile sarebbe sgusciato via dalla sua presa. Bastava la giusta occasione.
Lo sguardo del moro subito fu attirato dall'innaturale quiete che si avvertiva nella grande sala di Fairy Tail. Ma che stava succedendo? Certo, la gilda era più vuota del solito poiché alcuni maghi erano andati in missione, eppure i più casinisti erano lì, o meglio, forse non era proprio esatto dire così. Gajeel se ne stava in un angolo con il viso innaturalmente rosso e l'espressione corrucciata. Sembrava stesse cercando di evitare a tutti i costi lo sguardo di Levy, seduta dall'altra parte della gilda con un libro in mano. Nulla di strano in lei, se non fosse stato che chiaramente non stava leggendo affatto, ma bensì lanciava occhiate al corvino per poi nascondere il volto paonazzo dietro al volume che aveva tra le mani.
Dall'altra parte c'erano invece Natsu, Lucy ed Happy che stavano chiacchierando stranamente tranquilli, o meglio, Natsu sembrava confuso su qualcosa ed era interessato alla spiegazione di Lucy. Peccato che la maga sembrasse davvero in difficoltà in quel momento, tutta rossa in volto. L'idiota doveva aver fatto o detto qualcosa di ancora più idiota del solito, e Happy che se la rideva non aiutava affatto.
Ma insomma, non era nemmeno mezzogiorno! Ma che diavolo stava succedendo?
Il suo sguardo fu catturato dall'albina dietro al bancone che stava facendo loro segno di avvicinarsi con un sorriso angelico in volto. Brutto, brutto segno.
Gray titubò per un attimo, lanciando poi una veloce occhiata al proprio fianco. Juvia sembrava sorpresa quanto lui dello strano atteggiamento dei nakama. Prese un grosso respiro, già sapendo che poi se ne sarebbe pentito, e si avvicinò al bancone con la turchina.
-Salve ragazzi!- salutò allegra Mira, subito ricambiata dai due.
-Mira-san, ma cos'è successo qui?- chiese Juvia con una punta di curiosità nella voce, e l'altra sembrò capire al volo a cosa si riferisse la maga. Anzi, sembrava che non aspettasse altro che quella domanda.
-Oggi ho proposto un piccolo gioco da fare insieme, giusto per movimentare l'atmosfera- rispose gentile l'albina. Chissà perché, ma a Gray sembrava solo l'ennesimo stratagemma per incastrarli.
-Un gioco?- domandò la maga dell'acqua con gli occhi che le brillavano di curiosità. Tanto entusiasta che lasciò il braccio del moro, il quale poté finalmente prendere un po' di distanze dalla maga e accomodarsi su uno sgabello, subito seguito dall'altra.
-Si tratta di un gioco di una terra lontana- parlò di nuovo la barista con il solito sorriso -Il suo nome è Taboo- svelò poi allegra. -Volete provare?- aggiunse neanche mezzo secondo dopo con fare casuale, come se le fosse appena venuto in mente che forse volevano provarlo anche loro.
-Non ci penso proprio-
-A Juvia farebbe davvero molto piacere- pronunciarono all'unisono, così che entrambi si voltarono l'una verso l'altro, sorpresi.
-Io non voglio giocare- si riprese il moro, guardando la barista con fare serio.
-Juvia invece vuole- si aggiunse la turchina, esprimendo il proprio desiderio.
L'albina li osservò un attimo stupita, per poi mostrare ancora una volta il suo solito sorriso.
-Mi dispiace, ma per giocare bisogna essere almeno in due- disse con naturalezza.
-Perfetto, no? Juvia e Mira- pronunciò con ovvietà il moro, poggiando la testa al palmo della mano.
-Mi spiace, ma io non posso giocare- fu la veloce replica dell'albina. Sul volto del moro apparve un'espressione perplessa.
-Il mio compito è quello di arbitro- aggiunse subito dopo tranquillamente.
-Ma Juvia vorrebbe davvero giocare...- si intromise la turchina con tono mesto.
-Dai Gray, in fondo è solo per un piccola partita. Potete scegliere voi quando smettere- pronunciò l'albina, cercando di convincerlo. Dov'era la trappola? Forse era proprio quel gioco la trappola.
-Gray-sama, ti pregooo- lo supplicò la maga dell'acqua, congiungendo le mani in avanti e guardandolo.
-Ahh, e va bene- sospirò stanco, passandosi una mano tra i capelli mori -Ma solo per poco- aggiunse rassegnato. Sul volto di entrambe apparve un enorme sorriso, anche se Mira si sforzò a contenere parte del proprio entusiasmo. Bene, il primo passo era fatto. Adesso dovevano giocare.
-Grazie Gray-sama- pronunciò felice la turchina. Il moro la osservò solo per qualche secondo prima di parlare di nuovo. -Quali sono le regole?- si rivolse alla barista.
-È semplice: prendete una carta dal mazzo- e Mira fece come aveva detto con fare professionale: prese il piccolo foglietto di carta e lo mostrò loro. -In alto c'è la parola da far indovinare, mentre in basso ci sono le parole taboo, cioè che non potete dire- continuò seria, aiutandosi con un dito nella spiegazione. -Una parola ciascuno e avete un minuto di tempo per indovinarla. Potete provare quante volte volete finché non scade il minuto- concluse con un sorriso.
Il moro annuì pensieroso, soppesando le regole appena sentite. Alla fine non sembrava affatto difficile come gioco.
Si voltò nella direzione della turchina, vedendola già carica e determinata a non perdere. Sul volto del mago apparve un sorriso sprezzante. Che la sfida abbia inizio!
 
-Li toglie sempre Gray-sama- pronunciò seria la ragazza dopo aver preso la prima carta e fatto partire il tempo.
Facile. -Vestiti- rispose sicuro il moro, senza esitazione né imbarazzo.
-Gray-sama!- squittì poco dopo la turchina, portandosi le mani al viso arrossato, fingendo di chiudere gli occhi.
Il mago la osservò perplesso, per poi spostare lo sguardo interrogativo su Mira che sorrideva tranquillamente.
-Gray! I vestiti, hic!- sentì urlare Cana qualche metro più in là, già brilla. Da quando li stava osservando?
Il moro non si scompose più di tanto, recuperando pantaloni e camicia, ma indossando solo i primi, certo che la seconda sarebbe finita di nuovo a terra nel giro di poco.
 
Il moro prese la propria carta, mentre Mira girava silenziosamente la clessidra.
-Lo è Lucy- disse calmo il moro, notando poi il repentino cambio di espressione della turchina.
-Rivale in amore- sibilò con fare omicida, e Gray fu sicuro di aver sentito qualcuno sobbalzare sulla panca dov'era seduto, ma non ci prestò troppa attenzione. Ok, forse Lucy non era stata l'esempio giusto visto chi era la sua avversaria.
-Lo è Loki- riprovò il moro.
-Spirito stellare- rispose la ragazza, certa di aver indovinato. Gray si portò una mano al volto. Ma come aveva fatto a sbagliare?! Chi altro poteva usare per far capire quella semplice parola a Juvia? Si guardò in giro in cerca d'ispirazione.
-Lo è Natsu per me- pronunciò infine, facendo una smorfia. Lo considerava più un rivale, ma per Juvia sarebbe andato bene come esempio.
Il volto della turchina si fece paonazzo e poco dopo abbassò lo sguardo. Ma che aveva capito?!
Un attimo dopo però Juvia sembrò prendere coraggio -Amanti?- e quasi urlò tra lo scioccato e il confuso. Scese un silenzio generale in gilda. La stessa Mira era rimasta basita.
-Ma che idee ti fai?!- sbottò il moro, arrossendo. Ma che aveva in quella testa? Come ci era finita a pensare che lui e Natsu... ahh, non voleva saperlo. Non. Voleva. Saperlo.
-A-amici- bisbigliò allora la turchina, abbassando il capo mortificata. Ce l'aveva fatta. Aveva dato la risposta corretta. Certo però che era stata una faticaccia!
Il moro sospirò già stanco mentre Juvia prendeva mogia la carta successiva, riflettendo per qualche attimo sulle parole che vi erano scritte.
-Lo è Lyon-sama- pronunciò poi, convinta.
-Rivale- rispose subito il mago, convinto.
-No- negò la turchina scuotendo la testa.
-Nemico?- chiese alzando un sopracciglio.
La maga negò ancora.
-Allievo? Mago?- riprovò il moro, ma nulla.
Che cosa poteva essere Lyon? Non gli veniva nulla in mente.
-Tempo scaduto- fu la voce di Mira ad interrompere i suoi pensieri.
-Gray-sama, la parola era "fratello"- disse Juvia, leggermente dispiaciuta.
Il moro la fissò stranito. Fratelli? Beh, sì, forse potevano anche considerarsi tali, ma non gli sarebbe mai venuto in mente.
Pazienza, ormai era fatta. Così il mago prese la sua seconda carta. -Lo crei sempre tu con la stoffa- pronunciò Gray. Su questo non poteva sbagliare.
La turchina sembrò però confusa. -Bamboline Gray-sama?- chiese dubbiosa la ragazza.
Il mago negò.
-Teru teru bozu?- domandò ancora.
Il moro scosse di nuovo il capo.
-Asciugamani Gray-sama? Guanti Gray-sama? Coperta Gray-sama?...- e iniziò ad elencare una serie di cose, e tutte con "Gray-sama" alla fine.
Il moro era impallidito di fronte a quella sfilza di oggetti che probabilmente portavano tutti più o meno la sua faccia.
-Juvia, la parola era pupazzo- si intromise Mira, interrompendo l'elenco infinito della turchina, anche perché Gray era troppo scioccato per dire qualcosa.
-Oh- fu tutto ciò che uscì dalle labbra della maga a quella rivelazione. Come "oh"? Dopo tutto quello che aveva detto, come poteva starsene tranquilla ad aspettare che lui proseguisse con quel pandemonio di gioco?!
-Gray-sama?- la voce candida e interrogativa della turchina lo fecero sobbalzare. Meglio continuare, magari riusciva a distrarsi con la parola successiva. In un attimo riassunse la sua espressione impassibile e le diede conferma che poteva riprendere il gioco.
-Lo è Natsu-san- le fu spontaneo affermare.
-Imbecille, idiota, occhi a punta, sputafuoco, barbecue ambulante, fiammifero...- iniziò a elencare atono senza perdere tempo.
Un -Ehy!- indignato arrivò alle sue orecchie, subito seguito da un -Vuoi fare a botte?- Gray non si voltò nemmeno, perché tanto già sapeva che era inutile visto la fine che avrebbero fatto non appena sarebbe caduta per l'ennesima volta la torta di Erza, perché, di certo, sarebbe caduta a terra. Succedeva sempre, e con tutta la confusione che facevano era anche normale. Alla fine sentì Lucy riuscire a convincere Natsu a calmarsi.
-Gray-sama ha indovinato- pronunciò poco dopo la turchina, impedendo al moro di continuare ad insultare liberamente il rosato. -La parola era fiammifero- spiegò sorridente la maga.
Il mago la fissò per un istante. Era stata brava a pensare a come era solito chiamare Natsu, ma adesso toccava a lui.
-Me l'hai regalata quando abbiamo fatto l'anniversario dei 413 giorni- pronunciò sicuro. Questa non poteva sbagliarla.
La turchina assunse un'espressione dapprima sorpresa. Non pensava che Gray-sama si sarebbe ricordato di quel giorno, anche perché lei aveva fatto una figuraccia non sapendo in realtà che cosa rappresentasse per il mago quella data.
-La sciarpa- pronunciò con un sorriso dolce la turchina. Era felice. E allo stesso tempo anche al moro erano tornati in mente i ricordi di qualche mese prima. Alla fine non era passato troppo tempo da allora, e doveva ammettere che alla fine gli aveva fatto piacere quel piccolo regalo. Senza saperlo Juvia aveva fatto assumere un significato nuovo a quella giornata, non più solamente triste e malinconica. Un lieve sorriso gli si dipinse sulle labbra mentre l'altra si riscuoteva dai propri pensieri e afferrava la carta successiva.
-Lo faranno Juvia e Gray-sama!- esclamò convinta, sporgendosi appena in avanti verso il moro.
Il mago la fissò, perplesso dalla sua foga. A cosa poteva riferirsi? -Un incarico? Una missione?- buttò lì. Poteva essere di tutto.
Juvia scosse energicamente la testa -Qualcosa di più importante, Gray-sama- pronunciò ancora.
Più importante, più importante, più importante... -Una sfida?- qualcosa però gli diceva già che non si trattava di quello, e ne ebbe conferma quando il volto della turchina si rabbuiò.
Un po'gli dispiacque, sembrava tenerci molto. Doveva essere una cosa importante che avrebbero fatto... Ahh, nulla. Più ci pensava e più non gli veniva in mente nulla.
-Per questo giro passo- rinunciò rassegnato, alzando leggermente le mani in segno di resa.
La turchina aveva intanto chinato il capo, triste, e non aveva dato segni di volerlo rialzare. Mira si avvicinò curiosa a Juvia, leggendo velocemente la parola da indovinare. Un leggero sorriso, dolce e sincero, le apparve sulla labbra. Oh, povera Juvia.
-La parola era "matrimonio"- pronunciò l'albina con un tono un po' dispiaciuto.
Gray sgranò gli occhi. Matrimonio?!
-E come diavolo facevo a capirlo?!- si ritrovò a sbottare nel più totale sconcerto, ricevendo due occhiate leggermente perplesse. Il moro parve confuso dalla situazione per qualche attimo. Aspetta. Forse non era quello che avrebbe dovuto dire in primo luogo...
-E poi non ho mai detto di essere d'accordo su questa cosa- si ritrovò a borbottare con le guance leggermente imporporate e lo sguardo basso.
Gli occhi della turchina si spensero e delle lacrime iniziarono a luccicare ai loro bordi. Gray però se ne accorse, ritrovandosi impacciato su come risolvere la situazione.
-No, cioè... voglio dire... a-aspetta, Juvia!- balbettò rosso in viso, in un tentativo alquanto fallimentare.
Gocce fredde iniziarono a rigare il volto pallido della maga senza alcun rumore. In silenzio, come il suo dolore. Il mago si voltò a guardare Mira che lo stava fissando con rimprovero, e sentiva su di sè gli occhi dell'intera gilda.
Ma non poteva ritirare le proprie parole. Sposare Juvia? Lui ancora non ci capiva nulla sui propri sentimenti, figurarsi il matrimonio!
-Ne riparliamo un'altra volta, ok?- chiese con un tono insolitamente basso e sofferto, ma in quel momento era l'unica cosa che poteva fare. Magari se l'argomento sarebbe saltato fuori più avanti in futuro, ne avrebbero riparlato con più calma.
Juvia si asciugò lentamente le lacrime dal viso, grazie anche al fazzoletto che in quel momento Mira le aveva porto. Annuì piano, rincuorata, e Gray si ritrovò stranamente sollevato di averla vista smettere di piangere.
Il moro aspettò che si calmasse del tutto prima di riprendere il gioco. Chissà, magari così riusciva a farla distrarre un po'.
-Lo facciamo quando combiniamo i nostri poteri- pronunciò atono. Sicuro che quella risposta l'avrebbe tirata su di morale.
-Amore!- esclamò con gli occhi a cuoricino la ragazza, e per poco il moro non si strozzò. Beh, a riprendersi, di sicuro si era ripresa in fretta. Ma da dove arrivava quella risposta?!
-No, non è quello- borbottò, poggiando il viso ad una mano, sperando di mascherare il leggero rossore sulle gote. -Quando combattiamo insieme contro un avversario- riprovò il mago. Forse doveva specificare con chi avevano usato quella tecnica? Così sarebbe stato più facile. Ma la risposta corretta gli arrivò alle orecchie prima che potesse aggiungere altro.
-Unison raid!- esclamò candidamente la turchina con un bel sorriso stampato in volto. Sì, si era ripresa completamente. O forse aveva deciso di mettere da parte il discorso di prima per tartassarlo in un secondo momento? Un mezzo sorriso, tra il sollevato e il nervoso, apparve sul viso del moro a quei pensieri.
Intanto Juvia era già andata avanti con il gioco, dando la nuova definizione -È quello che Juvia prova per Gray-sama- pronunciò con un candido sorriso, e Gray si immobilizzò.
Non c'erano dubbi. Non poteva sbagliarsi, ma dirlo voleva dire ammettere di esserne consapevole. E dirlo voleva significare che probabilmente le doveva una risposta...
-Passo- rispose senza alcuna esitazione, distogliendo però lo sguardo. Non era un codardo, ma anche la ritirata strategica era un'ottima opzione.
Juvia gonfiò le guance indispettita, perché aveva capito perfettamente che Gray-sama aveva voluto evitare la risposta. Mira gli lanciò invece un'occhiataccia, per prendere poco dopo, senza farsi notare, una carta di Taboo che aveva precedentemente nascosto sotto il bancone. Di quel passo non sarebbero andati da nessuna parte. Ci voleva una piccola spinta.
-Visto che Gray non ha fatto nemmeno un tentativo stavolta, Juvia, perché non provi con una nuova carta?- chiese gentilmente l'albina, mascherando alla perfezione la leggera irritazione che le era cresciuta dentro a quella palese fuga da parte del moro.
Porse la carta appena citata alla turchina. Conosceva benissimo Juvia, e sapeva esattamente cosa avrebbe detto.
La maga dell'acqua arrossì leggermente quando lesse la parola -Quello che Juvia vorrebbe chiedere a Gray-sama...- pronunciò timidamente, arrossendo appena e torturando il piccolo foglietto di carta con le dita. Gray la guardò perplesso. Ancora?
-Juvia, non so quello che ti passa per la testa- sospirò stanco, grattandosi la nuca indeciso. Sperava di non doverla consolare di nuovo.
La turchina però si imbronciò. Sembrava parecchio delusa e insicura se continuare o meno.
-Gray, un appuntamento potresti anche concederglielo- si intromise Mira, spezzando il silenzio che si era creato. Insomma, lei non era una tipa impaziente, sapeva che per alcune cose ci voleva del tempo... ma quello era troppo!
Il moro la fissò sbigottito per qualche istante, per poi girarsi verso la turchina e dopo ancora verso l'albina.
-Juvia vorrebbe un appuntamento con Gray-sama- sussurrò timorosa la ragazza, attirando nuovamente tutta l'attenzione su di sè.
Ma scherzava? Un appuntamento con Juvia e chissà dove sarebbero andati a finire. No, grazie. Era già stanco così.
Stava già per negare, quando un brivido freddo gli percorse la schiena, e sapeva perfettamente cos lo aveva scatenato, o meglio, chi. L'aura sottile e cupa della diavolessa lo stava pungendo come uno spillo.
Soppesò velocemente la situazione. Meglio un appuntamento con Juvia, che nel migliore dei casi non l'avrebbe fatto esasperare troppo... o continuare quell'assurda tortura? Sì, perché questo si era rivelato quel gioco, con tutte le improbabili reazioni di Juvia e il serio rischio di rimetterci la vita.
Sicuramente la prima opzione era la migliore. E poi forse gli andava bene e Juvia si calmava nel frattempo.
-D'accordo, andiamo- pronunciò risoluto dopo qualche altro secondo, alzandosi di scatto e trascinandosi via la turchina.
-Eh? Come? Cosa? Adesso?- furono le domande confuse della turchina che uscirono spontaneamente dalle sue labbra, non aspettandosi minimamente una risposta affermativa.
Mira li osservò contenta dal bancone mentre si allontanavano, sciogliendo il Take over di Sitri che aveva effettuato istintivamente alla mano destra sotto al bancone.
Lo sguardo azzurro passò poi sulle altre coppie che aveva tormentato quella mattina, soddisfatta.
E anche per quel giorno... Missione compiuta.
 
 
 
Curiosità: in realtà non era questo il capitolo che all'inizio avevo programmato di pubblicare, ma all'ultimo minuto ho chiesto un parere a mia sorella perché quello vecchio non includeva solo la Gruvia, ma anche un'altra coppia che si prendeva parecchio spazio nella storia. Così sono stata costretta a pensare ad un nuovo prompt, ed ecco il capitolo che ne è venuto fuori, anche se più lungo del previsto.
 

Nda:
Vi chiedo infinitamente scusa per le due settimane d'assenza. Non so davvero come farmi perdonare >.<
Ho avuto un contrattempo con la storia, come ho già detto nelle curiosità, e sono stata costretta a scrivere il nuovo capitolo in pochi giorni. Il fatto è che pensavo di completarlo per domenica scorsa e riuscire a pubblicarlo giusto in tempo. Senonché dovevo sostenere un esame e il fatto che sia stato spostato all'ultimo secondo per colpa della neve che è scesa anche qui al sud, sono rimasta sui libri più giorni del previsto. La sera purtroppo la mia mente era completamente fusa e non riuscivo a scrivere. Mi spiace tantissimo per questo enorme ritardo, anche se ho cercato di portarvi il capitolo il prima possibile.
Per sdrammatizzare vi pongo una domanda: anche da voi ha nevicato nei giorni precedenti? Io abito vicino Napoli e non ha mai nevicato qui. E voi? Di dove siete?
(Ovviamente potete anche non rispondere, ma a me è piaciuta tantissimo, forse proprio perché non era mai successo da me XD )
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e, come da programma (stavolta sul serio), ci vediamo domenica prossima con il penultimo capitolo.
Baci e ancora scuse,
Roby-chan

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Capitolo 38
*** Nuvole ***


Prompt: nuvole
Generi: sentimentale, malinconico
Raiting: verde
Ambientazione: saga di Avatar
Avvertimenti: spoiler!, missing moment
 
 
-Gray-sama, Juvia è stanca- ansimò la turchina, portandosi una mano al petto come nel tentativo di riuscire a regolarizzare i battiti.
Il mago si fermò a guardarla per qualche istante, sciogliendo la posa da combattimento che aveva assunto per fare quell'allenamento combinato.
Annuì con il capo, dandole il proprio consenso. Stavano andando avanti con quel combattimento simulato già da un po'. Forse qualche ora?
Ormai era già da un paio di mesi che Fairy Tail era stata sciolta e Gray aveva deciso di iniziare ad allenarsi seriamente in vista di uno scontro futuro con Zeref stesso. Tuttavia doveva prevederlo fin da subito che Juvia lo avrebbe seguito, e quindi ben presto avrebbe dovuto dire addio all’allenamento solitario tra le montagne.
Si erano stabiliti in un piccolo villaggio abbandonato e isolato dal resto del mondo: Rainfall. Era un luogo tranquillo, dove nessuno li avrebbe potuti disturbare. A Juvia era subito piaciuto per le sue caratteristiche casette di legno accoglienti e la natura rigogliosa che circondava il villaggio. Le era subito parso un posto "magico", a detta sua, in cui poter vivere da sola con il suo adorato Gray-sama. D'altro canto, per Gray era un posto come un altro, e non gli importava poi molto dove avrebbe vissuto per i mesi a seguire, anche se, doveva ammetterlo, la compagnia di Juvia non gli dispiaceva affatto. In alcuni momenti aveva anche pensato che forse passare così tanto tempo in solitudine come aveva programmato all’inizio non gli avrebbe fatto bene. La costante e insistente presenza di Juvia gli ricordava perché aveva deciso di intraprendere quel duro allenamento e per cosa stava continuando a combattere. E poi Juvia aveva insistito così tanto per rimanere lì che non era riuscito a ribattere.
La giovane maga dell‘acqua si sdraiò stanca sull’erba fresca di quella mattina primaverile. Gray si mise ad osservarla con un pizzico di curiosità. Aveva lo sguardo assorto puntato verso il cielo.
-Che stai guardando? - le chiese con tono indifferente.
Gli occhi della ragazza si spostarono subito dal cielo per incatenarsi a quelli del mago del ghiaccio -Juvia stava pensando che il cielo è davvero limpido e immenso…- pronunciò, rivolgendo di nuovo lo sguardo verso la distesa chiara sulla propria testa -...la prima volta che Juvia è riuscita a vederlo è stato quando ha incontrato Gray-sama- e un lieve sorriso le increspò le labbra. –Gray-sama è riuscito a diradare le nuvole che si trovavano nel cuore di Juvia, portando il sole e permettendo a Juvia di guardare finalmente il cielo sereno- aggiunse con tono dolce, per poi immergersi nuovamente nei propri ricordi.
Gray arrossì impercettibilmente a quelle parole e si sdraiò al fianco della ragazza per osservare anche lui quel cielo limpido che piaceva tanto alla sua nakama. Gli dava un senso di grande libertà, una libertà che aveva provato quando era ancora con la sua famiglia, con Fairy Tail.
 
Rimasero lì per chissà quanto tempo, entrambi in silenzio e immersi nei propri pensieri, finchè Juvia non parlò improvvisamente -Guarda, Gray-sama! Quella nuvola laggiù non assomiglia alla chioma di Gajeel?- domandò emozionata.
Il moro si girò prima verso di lei. Aveva un sorriso felice in volto e gli occhi le brillavano come quelli di una piccola bambina a cui è stato fatto un regalo inaspettato. Rivolse poi anche lui gli occhi al cielo, osservando le nuvole che si erano formate. -Mm...- mormorò, non sicuro di guardare esattamente ciò che vedeva la turchina.
-Ehi, quello non ti sembra quell’idiota di Natsu che cade dalla sedia?!- chiese meravigliato dopo un po' il moro. Assurdo. Come poteva essere? Erano solo delle semplici nuvole, ma sembravano così realistiche…
–Dove, dove?- la voce eccitata di Juvia lo riscosse dal proprio stupore. Si stava agitando tutta, scandagliando con i suoi occhi turchini l'intero angolo di cielo disponibile e spostando la testa a destra e a sinistra pur di riuscire a vedere le stesse cose dell’amato. Era davvero buffa quando faceva così. Improvvisamente la maga smise di agitarsi e socchiuse leggermente gli occhi -Rivale in amore- le sentì sibilare con sguardo assassino.
Un mezzo sorriso si fece strada sulle labbra sottili del moro. Era incredibile come Juvia riuscisse sempre a vedere Lucy, ovunque andasse. Ma lo sapeva che in fondo la turchina teneva a lei, così come ad ogni singolo membro della gilda. Fairy Tail... chissà quando sarebbe riuscito a rivedere tutti.
-Gray-sama, lì ci sono Lyon-sama e Cheria-san!- riprese la ragazza, indicando con un dito due nuvole vicine. Gray storse leggermente le labbra. Che ci faceva quel bastardo di Lyon anche lì?
 
Alla fine passò in quel modo l'intera mattinata: senza riprendere più l’allenamento, ma godendosi l’uno la compagnia dell’altra.
Ancora una volta fu Juvia a rompere il silenzio -Gray-sama, secondo te li rivedremo ancora tutti insieme?- chiese in un sussurro incerto, la voce tremante come per paura di conoscere la risposta.
Gray si voltò leggermente ad osservarla - Fairy Tail rinascerà sicuramente- affermò deciso, attirando su di sè lo sguardo della ragazza. -Devi solo avere un altro po’ di pazienza, perché anche se abbiamo preso strade diverse, il legame che ci unisce ai nostri nakama non è distrutto.- continuò, alzandosi in piedi. -Ho la certezza che ci ritroveremo tutti insieme. Prima o poi- concluse con un mezzo sorriso, fiducioso delle proprie parole.
Lo sguardo di Juvia si fece rassicurato e determinato a quell'affermazione, concordando con le parole dell'amato. Fairy Tail era una gilda, una famiglia, la loro famiglia, e il loro legame non si sarebbe mai spezzato.
-Ma prima di tutto, che ne dici se andiamo a pranzare?- aggiunse il moro, porgendole una mano per alzarsi.
-Sì, Gray-sama!- esclamò prontamente la turchina, adesso con una nuova luce negli occhi. Ormai di quel velo di tristezza che poco prima li aveva fatti incupire non era rimasta traccia, e ora erano di nuovo colmi di amore e felicità. Afferrò con decisione la mano del moro con un rinnovato sorriso. Quello stesso sorriso, così radioso e pieno di vita, che a Gray piaceva tanto, anche se non lo avrebbe mai ammesso. E questo perchè quell'espressione testimoniava che lei era felice, e se lei lo era, lo era anche lui.
 
 
 
 
 
 
Curiosità: non sapete quanto ho atteso di pubblicare questa storia e quanto mi ha fatto penare, ma finalmente è corretta! Tengo molto a questa storia perché, ebbene sì, è la prima os che ho scritto e completato! Prima di iscrivermi su efp provai a scrivere qualcosa, e tra le tre o quattro long iniziate e mai concluse, insieme anche alle poche os scritte, questa fu la prima che riuscii a completare in quel breve periodo, ma solo per il semplice fatto che non era troppo lunga. Giusto per informazione, il capitolo “ballo” appartiene allo stesso periodo, ma come già avevo detto, non riuscii a completarlo, almeno fino ad un paio di mesi fa.
 
 
 
 
Nda:
so che magari il capitolo non è dei migliori, ma ci tenevo molto a portarlo. Pensavo di modificarlo meno, ma era abbastanza pesante come narrazione, così ho dovuto apportare parecchi cambiamenti, e per di più Gray verso la fine diventava palesemente OOC. Pensate che nell’originale si metteva addirittura “ a ridere e le loro risate riecheggiavano nella quiete del bosco”. L’idea di fondo però è rimasta la stessa, così come gli eventi. Inizialmente avevo pensato di usare questo capitolo a conclusione della raccolta perché, come si dice, “la fine è l’inizio di tutto”, no?
Ad ogni modo ho ritenuto che per la conclusione di questa raccolta fosse adatto un altro capitolo, scritto molto più di recente e con un significato particolare. Non aggiungo altro, se no diventa spoiler XD
Fatemi sapere cosa ne pensate, perché ormai questa storia l’ho letta così tante volte che non so più cosa pensare ^.^”
A domenica con, ahimè, l’ultimo capitolo!
Baci, Roby-chan

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Capitolo 39
*** Notizia ***


Prompt: notizia
Generi: romantico, sentimentale, slice of life 
Raiting: verde
Ambientazione: dopo la fine del manga
Avvertimenti: nessuno
 
Juvia entrò allegramente in gilda. Era circa mezzogiorno, ma la mattinata non si poteva di certo dire persa, tutt'altro. La maga dell'acqua si avvicinò sorridente al bancone dove già aveva adocchiato il suo amato. Dalla battaglia di Alvarez erano passati già un paio d'anni, ed era da allora che Juvia poteva dire orgogliosamente di essere riuscita a far capitolare ai suoi piedi Gray-sama. Erano una coppia ufficiale da allora, e si erano anche sposati. Se ripensava alla cerimonia, le sembrava ancora tutto un sogno.
Si sedette sullo sgabello al fianco del moro, tutta raggiante per la notizia che doveva dargli. Non si era preoccupata minimamente di reazioni negative da parte del mago, tuttavia era curiosa di sapere come avrebbe reagito.
-Gray-sama!- lo chiamò allegra, facendolo voltare verso di lei.
-Juvia- rispose di rimando, guardandola leggermente turbato. Che aveva Gray-sama?
-Buongiorno Juvia!- la salutò la bella barista di Fairy Tail che era appena tornata al bancone dopo aver servito alcuni gildani.
-Buongiorno Mira-san- pronunciò la turchina sorridente.
-Posso portarti qualcosa?- chiese l'albina, ricambiando il sorriso.
-Un bicchiere d'acqua, grazie- le rispose la maga.
Quando la barista le portò ciò che aveva chiesto, si allontanò, riprendendo come al solito a lucidare i bicchieri. Ma non troppo lontano, eh. Sentiva che c'era qualcosa nell'aria, e lei voleva scoprire assolutamente cosa. O al massimo se lo sarebbe fatto spiegare più tardi.
 
Passò qualche altro secondo prima che entrambi riprendessero la parola.
-Juvia deve dirti qualcosa-
-Devo dirti qualcosa- pronunciarono in contemporanea. L'una con tono impaziente e l'altro preoccupato.
-Prima Gray-sama- lo incoraggiò la turchina, senza che il sorriso le sparisse dal volto.
Il moro la osservò leggermente perplesso. Avrebbe voluto dire che era meglio che parlasse lei per prima, ma l'espressione curiosa di Juvia lo fece desistere.
-Si tratta di una missione- iniziò Gray, poggiando un braccio sul bancone. -Erza e gli altri hanno deciso di prendere una missione di classe S- la turchina lo stava ascoltando con attenzione. Ormai erano diventati entrambi maghi di classe S, così come Natsu, Lucy e tanti altri. -Mi chiedevo se per te andasse bene che mi unissi a loro- continuò serio. La turchina lo guardò sorpresa. Anche se non sembrava, Juvia sapeva perfettamente quanto Gray ci tenesse a quella missione. Era capitato che il mago del ghiaccio le raccontasse di quella volta in cui Natsu aveva preso senza permesso un incarico di classe S insieme a Lucy ed Happy, costringendo lui ed Erza a raggiungerli. Poi aveva rivisto Lyon e, beh, era accaduto quel che doveva succedere. Le aveva poi rivelato anche che era da tanto che voleva prendere una nuova missione di quel tipo con l'intero team.
Tuttavia Juvia sapeva che ciò avrebbe implicato che non sarebbe tornato a casa per un bel po'. Potevano essere settimane, così come mesi. Ed era anche per questo che glielo stava chiedendo. Ma adesso, lei, cosa doveva fare?
Juvia strinse leggermente la stoffa del proprio cappottino, per poi mettere su il suo miglior sorriso. -A Juvia va bene, Gray-sama- non voleva obbligarlo a restare con lei. E poi non era mica detto che ci volesse per forza così tanto tempo, no?
Il moro la guardò leggermente perplesso. C'era qualcosa che non andava in Juvia, ma in quel momento non seppe dire esattamente cosa.
-È andato tutto bene da Porlyusica?- chiese poi. Forse era di quello che si trattava. Juvia aveva avuto un po' di nausea la notte precedente, per cui lui le aveva consigliato di andare dall'anziana guaritrice. Si era anche offerto di accompagnarla, ma ovviamente Juvia aveva insistito perché raggiungesse gli altri in gilda, visto che alla fine non si stava più così male.
La turchina sobbalzò a quella domanda. Mise su un altro sorriso, annuendo. -Non era nulla di grave, Gray-sama- pronunciò serena la turchina. - Porlyusica-san ha detto che si tratta solo di un po' di influenza intestinale che sta girando in questo periodo- concluse rassicurante.
Il moro la fissò ancora per qualche secondo, sospirando poi sollevato. Fortuna che non era nulla.
Improvvisamente una sedia finì addosso alla schiena di Gray, frantumandosi in mille pezzi, facendo sorprendere la turchina che si portò una mano alla bocca per lo stupore.
Una vena pulsante si formò istantaneamente sulla fronte del moro assieme ad un sorriso irritato.
-Natsu!- lo richiamò, voltandosi solo per confermare ciò che già sapeva. Quell'imbecille stava facendo di nuovo a botte con Gajeel.
-Stai sempre in mezzo, ghiacciolo- fu il commento disinteressato dell'altro, che alimentò l'irritazione del mago.
Si alzò dal proprio posto e a pugni stretti si avviò verso il rosato, aggiungendosi alla rissa che da lì a poco avrebbe coinvolto tutta la gilda.
Quando il moro fu abbastanza distante, Juvia sospirò pesantemente, perdendo in un attimo il sorriso di poco prima.
-Juvia, è successo qualcosa?- chiese la bella barista, avvicinandosi preoccupata.
-Mira-san...- la maga si voltò nella sua direzione con un'espressione triste.
 
-Secondo me dovresti dirglielo- fu il commento preoccupato di Lisanna.
-Quell'imbecille deve prendersi le sue responsabilità, hic- si aggiunse Cana, che si era già scolata due botti di birra.
La turchina rimase in silenzio con lo sguardo fisso sulle proprie mani.
-Juvia...- la voce dolce e materna di Mira le fece alzare la testa.
-...so che non vuoi creare delle catene tra te e Gray, ma penso che in questo modo la situazione si complicherà soltanto- pronunciò comprensiva l'albina, poggiandole una mano rassicurante sulla spalla. -Vedrai che andrà tutto bene- concluse con il sorriso dolce sulle labbra.
-Mira-nee ha perfettamente ragione. Devi aver fiducia in lui- aggiunse Lisanna. -Vedrai che farà la scelta giusta- continuò, facendole un occhiolino.
-Juvia, Gray non è così insensibile come vuole apparire, e tu dovresti saperlo meglio di tutti, no? Hic- proseguì Cana, sicura.
La turchina sorrise appena, rincuorata dalle parole delle tre. -Grazie ragazze, Juvia ci proverà- disse riconoscente.
 
Nei giorni successivi Juvia rimase piuttosto irrequieta e preoccupata. Non era riuscita a trovare un singolo momento per parlare della questione con Gray-sama, e più il tempo passava e più i dubbi tornavano. In fondo non era detto che la missione dovesse durare a lungo, no? C'era anche la possibilità che nel giro di un paio di settimane riuscissero a completarla. Però era anche vero che Gray-sama aveva il diritto di sapere. Sì, gliel'avrebbe detto di sicuro... ma quando?
Juvia sospirò. Anche quella giornata stava per terminare e mancava solo un giorno alla partenza. Osservò da lontano Gray essere picchiato da un'Erza furiosa, insieme a Natsu e Gajeel. Forse gliel'avrebbe detto domani...
 
Juvia era tornata a casa prima, come era solita fare dal giorno in cui era andata da Polyushka. Tutta quella questione la stava spossando, e non poco. Preparò la cena in fretta, attendendo il ritorno del moro.
La serratura della porta scattò, facendo entrare la figura del mago. -Tadaima- pronunciò il ragazzo, andando in cucina dove sapeva di trovare la turchina. -Okaeri- pronunciò Juvia, mettendo su quel sorriso allegro che aveva messo in piedi da parecchi giorni.
I due cenarono tranquillamente. Era tutto come al solito... eppure c'era qualcosa che non andava. Uno strano senso d'inquietudine si era fatto strada nel petto di Gray già da qualche giorno, ma non ci aveva dato più di tanto peso, associandolo all'imminente partenza. Tuttavia adesso non poteva più ignorarlo, soprattutto perché aveva finalmente capito da cosa fosse causato.
-Juvia- la chiamò il moro, attirando la sua attenzione. La ragazza si sporse oltre la porta della cucina che dava sul piccolo salottino. Avevano finito da poco di cenare e Juvia stava lavando i piatti mentre Gray si era seduto sul divano.
-Sì, Gray-sama?- chiese curiosa, togliendosi il grembiule e poggiandolo momentaneamente su una sedia. Aveva finito proprio in quel momento di lavare le stoviglie che avevano utilizzato quel giorno.
-C'è qualcosa che mi devi dire prima della partenza? - chiese il moro, guardandola dalla sua posizione. La turchina si irrigidì. Che doveva fare? Glielo diceva? Doveva dirglielo? Era la sua occasione, allora perché continuava ad esitare?
Il moro sospirò -Juvia- la richiamò con un tono meno duro. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Era chiaro che Juvia lo stesse evitando, forse anche inconsciamente, in quei giorni. -Siediti qui- continuò pazientemente, battendo piano la mano accanto a sè sul divano.
La ragazza si avvicinò titubante, per poi fare come le era stato detto. Quando si fu accomodata, Gray parlò di nuovo. -Mi dici che ti prende?- le chiese ancora una volta, paziente. La turchina strinse le labbra e abbassò lo sguardo. Le mani erano strette al vestito lungo che indossava.
-Juvia sta bene- No. Non erano queste le parole che voleva pronunciare. Strinse ancora di più la presa sul povero capo d'abbigliamento.
-Devi dirmelo, Juvia- ribattè piano il moro -Non posso partire tranquillo senza sapere la verità- concluse, fissandola con attenzione.
Juvia deglutì, per poi prendere un profondo sospiro. -Juvia è incinta- pronunciò tutto d'un fiato, portando inconsapevolmente una mano alla pancia.
Gray rimase impassibile per qualche secondo, poi la sua espressione cambiò pian piano, passando all'incredulità.
-Cos... Davvero?- chiese, non sapendo cosa dire, mentre la consapevolezza di quella rivelazione si faceva pian piano strada nella sua mente. Juvia annuì con la testa, osservando attentamente l'altro. Gray si portò una mano nei capelli scuri, facendola scorrere poi sul proprio viso. L'espressione era scioccata, ma non si poteva dire negativa. Sembrava... felice?
-Ne sei sicura, Juvia?- chiese nuovamente il moro, ritornando serio e fissandola.
Juvia annuì ancora. E un'altra domanda gli sorse spontanea. -Da quanto?- chiese pacato -Da quanto tempo lo sai?- specificò meglio.
-Da quando Juvia è andata da Porlyusica-san- confessò piano la turchina, abbassando il volto dispiaciuto.
-E perché non me lo hai detto sub... - le parole gli morirono in gola. Era come se tanti piccoli puntini iniziassero lentamente a collegarsi e a creare un'immagine ben definita. Il giorno in cui Juvia era andata da Porlyusica era lo stesso in cui le aveva chiesto della missione di classe S. Non le aveva dato la possibilità di dirglielo. Ormai la conosceva bene e non poteva faticare ad intuire cosa le passasse per la mente. Chiaramente non aveva voluto creargli problemi costringendolo a scegliere tra le due opzioni. Ma un figlio?
Gray sospirò pesantemente abbassando lo sguardo. Era stato cieco. Di nuovo. Come lo era sempre stato ogni volta che si trattava di Juvia.
Rialzò gli occhi per posarli sulla figura della ragazza al proprio fianco. Stringeva convulsamente l'orlo del vestito e aveva un'espressione tremendamente triste. Chissà quali brutti pensieri le stavano attraversando la mente in quel momento.
-Juvia- la richiamò ancora una volta, facendole alzare lo sguardo titubante.
-Non avevi motivo per non dirmi niente- pronunciò calmo. La maga però lo stava ancora guardando preoccupata. Non sembrava che l'avrebbe convinta in quel modo.
Prese un profondo respiro. -Che marito sarei se ti lasciassi da sola?- provò a chiedere per farla ragionare. Gli faceva ancora strano definirsi "marito". -Certo, non nego che c'è sempre l'avventura e gli incarichi, noi siamo maghi di Fairy Tail- proseguì, notando un leggero cambio di espressione da parte della turchina, che si era fatta attenta. -Ma per me la persona più importante...- E qui deglutì. Difficilmente esprimeva così a parole i propri sentimenti. -...sei tu- Lei, che era stata sempre al suo fianco, nonostante il suo egoismo e la sua stupidità. Ed era sempre lei che, prima che potesse rendersene conto, era diventata una parte integrante di lui, con tutta la sua asfissiante quanto dolce e insostituibile presenza.
Juvia adesso lo stava fissando stupita, il che lo fece sentire piuttosto in imbarazzo. Si massaggiò la nuca, distogliendo per qualche attimo lo sguardo, giusto il tempo per riprendere la propria lucidità. -E adesso ci sarà un'altra persona importante nella mia vita- concluse in un sussurro e con un tono così inusualmente dolce che se ne stupì. Poggiò poi una mano su quella della turchina, sorridendole appena. Juvia si rincuorò a quelle parole e un'espressione felice non potè che apparirle in volto.
Gray le si avvicinò piano. Gli occhi dell'uno furono subito calamitati da quelli dell'altra e viceversa. Le labbra si congiunsero piano in un bacio leggero e lento. Si staccarono piano, riaprendo gli occhi.
-Domani avvertirò Erza che non andrò più in missione con loro- pronunciò calmo il moro.
Juvia annuì piano. -E penso che vorranno una spiegazione più che giusta- continuò, riavvicinando il volto a quello della turchina per posarle un altro bacio sulle labbra.
Juvia ridacchiò piano, suscitando la confusione nel mago. La turchina lesse la sua espressione e si spiegò. -Juvia stava pensando alle reazioni degli altri alla notizia- ridacchiò ancora lei. Gray rimase per qualche attimo interdetto, per poi iniziare anche lui ad immaginare la scena. Erza che andava in tilt congratulandosi ripetutamente con loro, rischiando quasi di ammazzarlo con le sue pacche "materne". Mira che li guardava soddisfatta, appuntandosi chissà cosa su quello strano quadernino rosa di cui lui aveva scoperto l'esistenza solo da poco, ma il cui contenuto non poteva faticare ad immaginarlo. Gajeel e il vecchietto che si raccomandavano come sempre. Gli auguri degli altri, e anche qualche presa in giro. La rissa che sarebbe scoppiata con Natsu e che avrebbe coinvolto tutta la gilda con un'Erza fuori controllo e più pericolosa del solito. Rabbrividì al solo pensiero di ciò che lo avrebbe aspettato l'indomani.
La turchina si appoggiò alla spalla del moro, riscuotendolo dai propri pensieri.
-Juvia è felice, Gray-sama- pronunciò serena. Tutto era andato per il meglio, proprio come avevano detto le altre. Tutta la preoccupazione era scivolata via come l'acqua che scorre. Si era dissolta completamente per lasciare spazio al sollievo e alla gioia.
Gray sorrise piano a quell'affermazione, avvolgendola per le spalle. Se lei era felice, allora lo era anche lui.
 
Il giorno dopo, come previsto, ci fu una confusione generale e si avverarono tutti i pronostici di Gray e le fantasie di Juvia. In più Makarov subito aveva dato il via alla festa per la buona notizia. E come sempre, si sa, da cosa nasce cosa, e avevano fatto festa fino al mattino successivo, beccandosi un reclamo da parte del sindaco di Magnolia per schiamazzi notturni. Inutile dire che dopo una giornata del genere, l'unica che aveva ancora le forze per partire era Erza, per cui il team Natsu, assente di Gray, era stato costretto a rimandare la partenza di un giorno.
Da allora il mago del ghiaccio divenne più protettivo nei confronti della turchina, sorprendendo un po' tutti in gilda, e in più, da quel giorno, Gray non prese più missioni che potessero impegnarlo per più di una settimana, sempre preoccupato per la salute di Juvia e del bambino.
 
 
9 mesi dopo...
-Ueee, ueee, ueee- il pianto di un bambino inondò la piccola stanza in cui si trovavano.
Lo sguardo di Gray si posò subito sul nascituro, pieno di amore e di una tenerezza che un tempo mai avrebbe pensato gli sarebbe appartenuta.
Wendy, dopo qualche minuto, porse il fagottino blu tra le braccia di Juvia, stremata, ma felice, sul letto in casa di Porlyusica. La maga osservò sorridente il loro bambino. Aveva un ciuffo di capelli turchini, ma di una tonalità che sembrava un misto tra il suo colore e quello di Gray.
Il moro guardò attentamente l'intera scena, non gli sembrava quasi vero. Juvia si voltò verso di lui con uno splendido sorriso che gli mozzò il respiro per un attimo, prima di poter prendere tra le braccia quel piccolo fagottino che gli stava porgendo la maga.
Un sorriso ancora più grande sorse sul suo volto mentre iniziava a cullare il piccolino. -È bellissimo- sussurrò senza rendersene conto, incapace di staccare gli occhi da quella piccola creatura che stringeva tra le sue braccia. Si voltò poi verso la turchina al proprio fianco, poggiandole un leggero bacio sulla fronte ancora un po' imperlata di sudore. Se quella era la vera felicità, allora era più che contento di condividerla con la sua Juvia e il piccolo Silver.
 
 




Curiosità:
L'idea per quest'ultimo capitolo è arrivata con una recensione che mi fece fenris qualche mese fa e che ringrazio ^.^ Quando parlò di voler vedere "dei piccoli marmocchi" subito ho pensato a cosa potesse succedere ad una Juvia incinta, ed ecco il capitolo. Subito mi è stato chiaro che questo sarebbe diventato l'ultimo capitolo di questa raccolta, perché guarda in avanti, verso il futuro di Gray e Juvia, e del loro bambino.
 



Nda:
E con questo, a malincuore, chiudo definitivamente questa raccolta. Quasi non mi sembra vero. Mi sento un po’ come Gray in questo momento, ahahah.
Sono molto soddisfatta di questa raccolta perché tutte queste storie sono nate così, di punto bianco, nella mia mente in questi anni. E’ più o meno da quando ho iniziato a pubblicare su di loro che volevo creare questa raccolta, e finalmente sono riuscita a completarla. Le storie venivano fuori una dietro l’altra, e già quando erano una decina avevo preso la decisione di creare una raccolta apposita per loro, perché sapevo che il loro numero sarebbe aumentato, anche se non credevo fino a questo punto!  
Non avrei mai pensato che la raccolta si sarebbe rivelata così lunga, ma sono davvero felice di averla creata! Un po' mi mancherà non aggiornarla più ogni settimana, ma di storie ne ho ancora qualcuna, anche se non mi è possibile pubblicarle qui.
Ed ecco che vi ringrazio, davvero. E’ passato più di un anno da quando ho iniziato questa raccolta, ma ricordo la pubblicazione del primo capitolo come fosse ieri, nonostante ci sia stato qualche intoppo durante il percorso. E proprio per questo vi ringrazio, per aver continuato a seguire questa raccolta. Ringrazio tutti coloro che mi hanno recensito e supportato in questi anni, chi ha messo questa raccolta tra le preferite/ricordate/seguite, ma anche ovviamente voi, lettori silenziosi.
Spero che anche l'ultimo capitolo vi sia piaciuto, e vi ringrazio ancora!
Tornerò presto con altre Gruvie ;)
Bacioni, Roby-chan

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