Fahrenheit 32

di 365feelings
(/viewuser.php?uid=54908)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 25 dicembre (Jason/Piper) ***
Capitolo 2: *** 21 dicembre (Will/Nico) ***
Capitolo 3: *** 11 dicembre ***
Capitolo 4: *** 26 dicembre e giorni seguenti (Will/Nico) ***



Capitolo 1
*** 25 dicembre (Jason/Piper) ***


Coppia: Jason/Piper
Rating: verde
Genere: commedia, romantico
Avvertimenti: modern au, In città zero gradi au
Prompt: Jason/Piper, Sul naso ha una spruzzata di lentiggini che si vedono solo molto da vicino
Note: questa storia, come tutte quelle che seguiranno, è ambientata nello stesso universo di In città zero gradi, una modern au che ho scritto l'estate scorsa in occasione della settima edizione del Big Bang Italia. In origine non era prevista una raccolta di missing moments e future fic e al momento ho scritto solo due flash fic, quindi gli aggiornamenti non saranno regolari. Dipenderanno soprattutto dall'ispirazione e dalla pigrizia, per cui se avete dei punti che vorreste veder trattati maggiormente non esitate a dirmelo.
La lettura di In città zero gradi temo sia necessaria per la piena comprensione di questa raccolta. Se non avete mai aperto la fanfiction questa è l'introduzione che potrebbe aiutarvi a farvi un'idea di che cosa sto sto parlando: "Dicembre, New York. Mentre le feste si avvicinano e i bollettini meteo non fanno altro che parlare della terribile tempesta di neve Chione, Annabeth capisce di non essere sua madre, Piper decide di mettersi in gioco, Leo trova finalmente qualcuno con cui condividere i propri sogni e Nico scopre che può essere ancora felice." 
  • Fahrenheit 32 è un richiamo ai zero gradi che compongono il titolo della storia di partenza. 32°F corrispondono infatti a 0°C (ringraziamo Cecilia per avermi suggerito il titolo) (ma ringraziano anche Elena che ogni tanto si sorbisce sempre le stesse lamentele su quanto odio pensare ai titoli)
  • I ristoranti citati esistono veramente e sono tutti molto costosi, molto esclusivi e l'ho già detto molto costosi?
  • Storia scritta per l'iniziativa di San Valentino indetta dal gruppo fb We are out for prompt (ringraziamo ancora Elena per il prompt)



(25 dicembre)

Le note della colonna sonora di King of Sparta si insinuano lentamente ma con insistenza nel suo sogno fino a svegliarla e quando accade non ha il tempo di sbadigliare o di godere del tepore del piumone, nemmeno di lamentarsi per quel risveglio imprevisto. Non appena apre gli occhi, infatti, esce con urgenza dal letto e muovendosi quando più velocemente e silenziosamente possibile abbandona la stanza alla disperata ricerca del telefono.
I tamburi risuonano un'altra volta, in un crescendo di pathos, prima che riesca a rispondere alla chiamata e maledice mentalmente l'acustica perfetta dell'ampio soggiorno. Maledice anche Leo e le suonerie personalizzate che ha impostato per i contatti della sua rubrica.
«Pronto?» bisbiglia.
«Pipes, tesoro, iniziavo a preoccuparmi. A New York è mezzogiorno e non mi hai ancora chiamato. Non è da te. Tutto bene? Perché bisbigli?»
Solo allora la donna si accorge che è giorno.
«Ciao papà, no va tutto bene. Scusami è che...» inizia, alzando un po' il tono, e per fortuna l'uomo dall'altro lato del ricevitore completa la frase per lei.
«Stai cucinando? Sei a pranzo? Ti lascio andare subito, ti faccio solo gli auguri».
«Sì» replica lei immediatamente. Non ha voglia di dire a suo padre che si è dimenticata di chiamarlo il giorno di Natale perché si è appena svegliata. Farlo significherebbe spiegargli il motivo che l'ha tenuta a letto fino a quel momento e che coinvolge un uomo e una nottata di tanto atteso e molto appagante sesso. Decisamente non qualcosa di cui vorrebbe parlare a suo padre, tantomeno per telefono e subito dopo essere stata catapultata giù dal letto.
«Sono a tavola e scusami se non ti ho chiamata, ho avuto tante cose da fare» mente, ripensando fugacemente però alla nottata trascorsa e conclusasi solo poche ore prima.
«Non ti preoccupare, volevo solo assicurarmi che non ci fossero problemi. So che c'è stata una brutta tempesta di neve, ma tu stai bene giusto?»
«Sì, sì. Il peggio è stato la settimana scorsa, ma ormai tutto è tornato alla normalità anche se c'è ancora la neve».
«Sono contento. Buon Natale, Pipes. C'è anche Leo con te? Fai gli auguri anche a lui e salutamelo!»
«Ricambia! Buon Natale anche a te papà. Ci sentiamo nei prossimi giorni e ci vediamo quando torniamo a Los Angeles».
«Ti voglio bene» la saluta Tristan dall'altro capo del mondo.
«Ti voglio bene anch'io» termina la chiamata e un po' le dispiace aver liquidato così velocemente suo padre. Con la scusa che lei ora vive a New York e che lui sta a Los Angeles quando non è, come ora, in qualche località sperduta a girare un film, non si sentono spesso e quando capita ogni secondo in più è prezioso.
Si rincuora all'idea che nell'arco di una settimana saranno entrambi nella stessa città (e avrà quindi occasione per aggiornarlo con tranquillità sulla sua vita) e in punta di piedi raggiunge il bagno. Una volta uscita da lì torna in camera e lo fa sperando che la chiamata non abbia svegliato Jason. Una speranza vana perché la colonna sonora di King of Sparta sveglierebbe chiunque. L'uomo infatti la sta aspettando.
«Scusami» dice non appena avverte lo sguardo dell'altro posarsi su di lei «Non volevo svegliarti».
Jason scuote il capo.
«Non fa niente, in realtà ero già mezzo sveglio» replica e le fa cenno di raggiungerlo sotto il piumone. L'idea di Piper era quella in ogni caso e si affretta a tornare ad occupare il posto di prima. L'attico è ben riscaldato, ma il tepore del letto e del corpo accanto al suo è molto più invitante. Si accoccola perciò contro il petto solido dell'uomo che subito la circonda con il braccio.
«Buon Natale» le augura e Piper alza il capo per osservarlo.
Incontra dapprima il pomo d'Adamo, poi la linea decisa del mento, quindi le labbra (che non sono le labbra più belle che abbia mai visto, ma che le piacciono più di tutte soprattutto per la cicatrice a forma di mezza luna che interrompe il labbro superiore) e il naso dritto spruzzato di lentiggini. È un particolare che normalmente sfugge, bisogna essere davvero molto vicini per notarlo, più di quanto lo sia lei in quel momento. Si prende un istante per assaporare la consapevolezza che davvero poche persone sono a conoscenza che il naso di Jason ospita una inaspettata spruzzata di lentiggini e che lei rientra tra quelle.
Infine ci sono gli occhi: blu, profondi, di una sfumatura che ha visto solo su un'altra persona (e cioè Talia) e che non si stancherà mai di voler sentire su di sé. 
Si sporge per un bacio a stampo che le riscalda il cuore perché l'intimità che stanno condividendo in quel momento non è stata immediata, complici gli impegni lavorativi di lui e la sua insicurezza.
«Cosa preferisci fare per il pranzo? Non penso di riuscire ad ottenere un tavolo al Masa con così poco preavviso, però posso provare con l'Eleven Madison Park» le dice, nominando due dei più rinomati ristoranti della città, e poi aggiunge «Oppure possiamo restare qui. Credo di avere qualcosa in frigo».
La seconda alternativa è quella che la attira maggiormente ed è anche quella che Jason preferisce.
L'uomo comunque ci tiene a precisare che non è che non abbia voglia di portarla in un bel ristorante e Piper lo zittisce con un altro bacio prima che possa continuare a parlare perché davvero non c'è bisogno di giustificarsi. Non dubita che prima o poi accadrà; considerando le loro vite, ci saranno il tempo e le occasioni per indossare abiti eleganti e recarsi in costosi ristoranti.
Ora però è il momento di godere della reciproca compagnia senza che ci sia qualcuno con loro, tanto più che presto saranno a Los Angeles e che tra suo padre e il figlio di Mellie e del Coach non avranno molte occasioni per restare soli.
Mentre schiude le labbra, le mani di Jason scivolano sotto la maglia che le ha prestato per dormire e Piper ormai non ha dubbi che quello sia veramente un buon Natale, decisamente al di sopra di ogni aspettativa per quell'anno.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 21 dicembre (Will/Nico) ***


Autrice: kuma_cla
Coppia: Will/Nico
Rating: verde
Genere: commedia, romantico
Avvertimenti: modern au, In città zero gradi au
Prompt: Percy Jackson, Will/Nico (Notte Bianca #22)
Note: rimando sempre a In città zero gradi e se ci sono cose che vorreste veder trattate ditemi.



(21 dicembre)

Sul terrazzo c'è un metro abbondante di neve, forse due, e la grondaia è orlata da alcune tanto belle quanto pericolose stalattiti.
Se ne è accorto domenica mattina e da allora è passato solo un giorno, ma è ragionevole pensare che il terrazzo sia in quello stato da almeno una settimana, se non di più. Sa che Will è impegnato con il lavoro e che spalare la neve è l'ultimo dei suoi pensieri dal momento che è inverno e che non ha intenzione di usufruire di quello spazio almeno fino a primavera inoltrata (è così freddoloso!), ma non è prudente aspettare che si sciolga da sola. Non quando è sul punto di premere contro le vetrate della stanza, ostruendo tra l'altro la visuale (che scoprirà dare sul muro di un altro edificio, non una grande perdita quindi, ma è una questione di principio e di sicurezza).
Il terrazzo quindi va liberato, come vanno raddrizzati gli occhiali sul naso di Jason, ed è disposto ad occuparsene personalmente. A mandare qualcuno, cioè, qualcuno di competente che spali la neve e rimuova le stalattiti così che Will possa risparmiare il poco tempo libero che ha ed evitare danni al proprio appartamento.
Questo è quello che vorrebbe dirgli, questo è quello a cui ha pensato distrattamente mentre lanciava un'occhiata oltre le vetrate e non vedeva che bianco.
Nell'ultimo quarto d'ora, però, il pensiero del terrazzo è stato soppiantato da un problema molto più urgente ossia prenotare il volo per San Diego.
Will infatti gli ha proibito di servirsi dell'aereo privato del padre, l'unico lusso che Nico abbia mai veramente gradito (insieme Jules-Albert, a cui nel tempo ha finito per affezionarsi). Non ricorda di aver mai viaggiato in compagnia di qualcuno e l'idea di prendere un aereo di linea, insieme a molti altri passeggeri, lo turba. Profondamente. Inoltre il sito internet dell'American Airlines è incomprensibile e lui inizia a spazientirsi.
Will gli ha prestato il suo laptop per prenotare online il biglietto (disgraziatamente ci sono ancora posti disponibili) assicurandogli che avrebbe risolto la faccenda in un baleno, ma i minuti si stanno accumulando e le FAQ non sono di alcun aiuto. Mentalmente si annota di riferire a Jason che la sua compagnia ha un terribile sito internet.
«Devi spuntare quella casella per procedere» gli dice il medico, alzandosi dal letto e raggiungendolo alla scrivania.
Non appena avverte la sua presenza dietro di sé, si irrigidisce involontariamente e Will lo nota perché all'ultimo momento la mano che stava per posarsi sulla sua spalla si posa sullo schienale della sedia.
Mentre l'uomo procede con la prenotazione, riuscendo con pochi click a portarlo alla fase del pagamento, Nico osserva più il suo profilo che lo schermo del laptop.
Lentamente si rilassa e al posto del disagio resta solo un leggero imbarazzo per la vicinanza dei loro corpi che si sfiorano. Uno dei motivi per cui non ha mai avuto una vera vita sentimentale è proprio quello, il disagio causatogli dal contatto fisico con altre persone – unito al fatto che non è un tipo di molte parole e che, oltre a Percy, nessuno gli è mai piaciuto veramente. Fino a quel momento almeno.
Non sa quindi come comportarsi con Will. Non sa come muoversi, non sa cosa fare e cosa dire. È tutto nuovo e inaspettato. Quel mattino si erano dati appuntamento in aeroporto per il ventiquattro dicembre e invece ora si trova nel suo appartamento. È una sorpresa continua.
«Ecco fatto, ora hai il tuo biglietto» gli dice l'uomo una manciata di minuti dopo con aria serena, sorvolando sull'accaduto (al contrario di lui, Will è bravo, sa cosa fare, ha più esperienza) «Manca solo il check in, che può essere fatto online. Meglio pensarci subito. Ci metto due secondi».
Nico, che in vita sua non ha ovviamente fatto nemmeno un check in, è lieto che sia l'altro ad occuparsene al posto suo.
«Grazie» borbotta alla fine e stupendo un po' entrambi, perché le dimostrazioni di affetto sono un altro suo punto debole, si sporge per baciare Will.
Fuori nel frattempo ha ripreso a nevicare. Piccoli fiocchi, radi, che si perdono nella notte. Chione sta lentamente passando.
Il terrazzo, pensa mentre circonda il collo dell'uomo, bisognerà parlargli del terrazzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 11 dicembre ***


Autrice: kuma_cla
Personaggio: Reyna
Coppia: Reyna/Talia
Avvertimenti: modern au, missing moment di In città zero gradi
Prompt: sotto controllo
Note: scritta per la Spring Shower; originariamente qui.


11 dicembre 


Annabeth è andata via da poco e lei sta parlando con Jason quando la sua microscopica pochet inizia a vibrare.
Dapprima è solo un messaggio e lo ignora perché sta conversando ed è positivamente sicura che non si tratti di lavoro.
«Sto quasi pensando di acquistare uno dei lavori di Rachel Elizabeth Dare».
Il telefono vibra un paio di altre volte.
«Dovresti» replica senza distogliere l’attenzione dal suo interlocutore «Un tocco di colore non farebbe male alla tua casa».
Ancora un messaggio.
«Il ricavato, inoltre, va in beneficienza» aggiunge, mentre Jason declina cortesemente un flûte. Non lo ha mai visto bere in pubblico. Sa che non gli piace perdere il controllo di sé ed è una cosa che comprende, che apprezza anche. Tenere le cose, i conti, le persone sotto controllo è qualcosa che le riesce bene e che in una certa misura la fa sentire bene. Le piace l’ordine e le piace la serietà. Le piace Jason, si è sempre sentita a suo agio con lui e sa che è reciproco. Ma. Per quanto siano in sintonia, per quanto tra loro ci sia un’intesa che risale ai tempi di Harvard non sono destinati a stare insieme. Come coppia non funzionano, ci hanno provato e per fortuna si sono fermati in tempo. Con Piper, invece, è tutta un’altra storia. Anche se la donna non si trova lì, Reyna riesce a cogliere l’effetto positivo che ha sull’amico e non può che essere felice per entrambi.
«Che ne dici del salotto come collocazione del quadro?»
«Per iniziare direi che va –»
La pochet contro la sua mano impazzisce e per quanto sia perfettamente in grado di gestire in modo stoico ogni situazione inizia a diventare davvero seccante.
Anche l’uomo se ne è accorto e sorride.
«Lavoro?»
Annuisce distrattamente mentre scopre che il telefono è stato tempestato da un numero spropositato di messaggi. Tutti da parte di Talia Grace e tutti molto espliciti. Non le occorre leggerli dall’inizio per comprendere qual è il messaggio di fondo e cosa la attende se lascia la galleria e torna a casa.
Non deve nemmeno pensarci.
Ringrazia la sua poker face che fa impazzire sia Annabeth che Piper e che ora le permette di congedarsi dai suoi amici e prende un taxi.
Talia condivide con il fratello il cognome, gli occhi e il senso dell’onore. Con lei però le cose non sono mai sotto controllo ed è questo, probabilmente, il motivo per cui Reyna ne è così attratta.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 26 dicembre e giorni seguenti (Will/Nico) ***


Prompt: Will/Nico, Stay - killualePercy Jackson: Will/Nico. Tenersi per mano era una cosa strana. Ma in senso positivo.
Note: la seconda storia (il pezzo sotto gli asterischi) è stata scritta per una delle iniziative del gruppo fb We are out for prompt ed è ambientata sempre a San Diego, uno dei giorni dopo Natale.


26 dicembre e giorni seguenti

I gabbiani gridano nel mattino tiepido di quel fine dicembre che come sempre non ne vuole sapere di neve e ghiaccio, non lì almeno, non dove è cresciuto a corse sulla sabbia e onde. È un rumore familiare a cui si unisce quello dell'oceano poco lontano e, per la prima volta, il respiro addormentato di Nico.
Guarda l'uomo che riposa al suo fianco e che l'ha seguito fin lì stupendo entrambi, guarda la schiena nuda e pallida, i capelli neri come una macchia d'inchiostro contro il cuscino.
Sorride e cercando di non svegliarlo, muovendosi con attenzione, si mette a sedere. I piedi non fanno in tempo a toccare il pavimento che la voce dell'altro lo raggiunge.
«Dove stai andando?»
«A fare una corsa» replica e non gli chiede se vuole accompagnarlo, perché sa che non vuole farlo. Per cui continua così: «Resta pure a letto e fai come se fossi a casa tua».
«Che ore sono?» 
«Le otto e qualcosa».
Il grugnito che si leva dall'uomo gli strappa un altro sorriso. Nico Di Angelo non è una persona mattiniera: odia svegliarsi presto e odia l'inizio di una nuova giornata. Questo è uno dei motivi, il meno serio, per cui lavorare per suo padre non gli è mai piaciuto. Quanto a lui, alzarsi presto non è mai stato un problema, un'abitudine assunta da bambino e che non lo ha mai lasciato, tornandogli utile con il suo lavoro. Se ti capita il primo della giornata o il cerca persone suona all'alba, non hai davvero il tempo di rigirarti sotto le coperte.
«Resta qui» lo sente poi dire. Sul volto gli si dipinge un'espressione sorpresa che l'altro non può vedere perché continua a tenere gli occhi chiusi. Non si aspettava di essere fermato.
Non ottenendo una risposta Nico lo incalza nuovamente e poi «Non te l'ho sentito dire».
Non lo aveva (ancora) visto così. Deve essere il mattino presto e il sonno. Decide che gli piace.
«Resto» replica e sdraiandosi nuovamente aggiunge «Contento?»
«Sì».
La risposta di Nico è semplice e diretta, Will si sente arrossire e ringrazia che l'altro non abbia gli occhi aperti.
«Lo sai che ad un certo punto dovrò alzarmi, vero?» dice dopo qualche minuto di silenzio. L'uomo bofonchia un sì sì per nulla interessato.
«Dato che mi vuoi a letto con te» ritenta poco dopo «Dovresti almeno cercare di intrattenermi».
Gli bacia una spalla, prosegue verso le clavicole sporgenti, gli sfiora la pelle nuda della schiena.
Sotto di sé l'uomo sospira, quindi cerca di allontanarlo come si allontana una zanzara o una mosca fastidiosa. Non esattamente il tipo di reazione che Will si aspettava.
Quel mattino Nico è più imprevedibile del solito.
«Se non vuoi –»
«Resta e stai buono» lo interrompe, cambiando posizione. Ora è supino e senza aggiungere altro gli si avvicina.
Il figlio del magnate del petrolio non ama il contatto fisico e non è incline a pubbliche o private dimostrazioni di affetto. A stento accetta un'intimità fatta per due e non per uno.
Quel mattino, però, appoggia il capo contro la sua spalla e gli sfiora una mano con la propria. Will avverte il respiro tiepido dell'uomo contro la pelle e la sua presenza discreta accanto a sé.
Questo, comprende, è il massimo che Nico può dargli per il momento e lui lo accetta con gratitudine. Gli ha detto (promesso) che sarebbe restato lì con lui e lo farà, in silenzio, ascoltando i rumori familiari di quella casa che profuma d'infanzia e festività.
Il grido dei gabbiani, l'oceano a pochi passi, il respiro dell'uomo che ha scoperto di amare.
In fondo ci sono modi peggiori per spendere un mattino di fine dicembre.


 
***



Il momento che sta vivendo gli appare quasi surreale tanto è lontano da quella che un tempo non lontano era la sua routine e da come credeva avrebbe trascorso il Natale quell'anno.
Sta camminando a piedi nudi su una delle spiagge di La Jolla, il bordo dei pantaloni arrotolato sul polpaccio e il Pacifico contro le caviglie, come fa sempre in quel periodo, ma non è solo.
Nico Di Angelo è lì con lui.
Un mese prima nemmeno lo conosceva, anche se sapeva chi fosse suo padre perché sono davvero in pochi ad ignorare l'esistenza di Ade Di Angelo, magnate del petrolio e proprietario della Exxon Mobil.
Lee forse lo avrebbe rimproverato per la sua avventatezza, però poi li avrebbe visti insieme e avrebbe capito. O almeno immagina, perché Lee non è più lì a guidarlo e dargli buoni consigli da troppi anni ormai e preferisce non pensarci troppo perché ora è sulla spiaggia con Nico e non vuole che la tristezza intacchi quel momento di serenità, vuole assaporarlo per bene, imprimerlo nella sua memoria così che non possa mai essere dimenticato.
La mano dell'uomo è addirittura nella sua, fredda nonostante non ci siano meno di venti gradi e bianca in confronto alla propria.
È una cosa strana tenersi per mano. Ma in senso positivo. E nuova.
È felice di quel contatto che con Nico, così schivo, non dava per scontato. È felice di essere lì con qualcuno. È felice che la sua famiglia sia felice per lui. Lo vedevano già, alla soglia dei trent'anni, solo e costantemente al lavoro; lo sa bene. Invece quel Natale si è presentato a casa con l'uomo che ha recentemente scoperto di amare – sorpresa!
«Ora che ho lasciato la Exxon Mobil, sarò spesso a Boston» lo avvisa Nico ad un certo punto e Will sa cosa sta cercando di dirgli. Che vedersi sarà molto più difficile.
«In ospedale ho a mala pena il tempo di respirare» replica. Nico gli mancherà terribilmente, già lo sa, ma non ha paura. È vero, si conoscono da poco e da ancora meno stanno insieme, ma lo ama e si sente in grado di fare tutto e superare ogni ostacolo. Inoltre non può che essere contento per il suo fidanzato: tutti dovrebbero poter inseguire le proprie passioni e Nico ha trascurato l'archeologia per troppo tempo, sacrificando la sua stessa felicità.
«Avrò molto da fare» lo sente continuare.
«Così io».
«Però Boston non è lontana».
«Trecentosei chilometri» conferma «Un paio di ore in aereo».
Niente di impossibile.
Nico annuisce, si sono capiti e non c'è bisogno di aggiungere altro: continuano a camminare in silenzio, mano nella mano.


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3395576