La vita segreta di un solitario

di Naoya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro (s)gradevole ***
Capitolo 2: *** Un giornata (stra)ordinaria ***
Capitolo 3: *** Un volto (s)conosciuto ***
Capitolo 4: *** Legami (in)aspettati ***
Capitolo 5: *** Una voce (in)dimenticata ***
Capitolo 6: *** Il cugino (s)gradito ***
Capitolo 7: *** Un incontro (non) troppo pericoloso ***
Capitolo 8: *** L'arrivo delle vacanze (finalmente) ***
Capitolo 9: *** Una vacanza (in)dimenticabile ***
Capitolo 10: *** Verità (s)comode ***
Capitolo 11: *** Piano (s)velato ***
Capitolo 12: *** Schiavi di un sogno ***



Capitolo 1
*** Un incontro (s)gradevole ***




Jake sembrava un ragazzo come tanti altri ma aveva una piccola peculiarità, ossia: odiava la società. Non gli piaceva socializzare e considerava tutti come se fossero animali, quando vedeva dei gruppi di amici li paragonava ad un branco di lupi affamanti mentre quando vedeva delle ragazze che facevano pettegolezzi le paragona e dei pappagalli che aprono bocca e gli danno fiato e come ciliegina sulla torta quando vedeva un gruppo di persone fare la stessa cosa lo considerava come se fosse un gregge di pecore mal addestrato. “Una persona marcia con un cuore di pietra” molti ormai lo consideravano così ma a lui non importava il parere ed il giudizio degli altri, proseguiva sempre per la sua strada finché un giorno, un'insegnante preoccupata, decise di richiamarlo «Buongiorno professoressa. Posso sapere cosa vuole?»
«Buongiorno Jake, ti ho convocato in aula insegnanti perché sono preoccupata per te e per il tuo assurdo modo di affrontare il mondo. Temo seriamente per il tuo futuro mio caro».
«Perché si preoccupa tanto? Quello che faccio della mia vita non la riguarda».
«Finché ti troverai dentro questa struttura si! È una questione che mi riguarda in qualità di tuo insegnante e non solo».
«Prima di preoccuparsi per me, perché non si preoccupa di se stessa? Ha quasi 40 anni ed è ancora zitell..»
La professoressa colpì delicatamente il ragazzo sulla testa con un libro e disse «La mia vita personale non ti riguarda, ho 35 anni e poi non sono zitella mi sto sentendo con qualcuno mio caro!»
«Mi chiedo quanto durerà. Conoscendola... non credo molto».
«Hanno ragione quando sento i pettegolezzi su di te che dicono che sei una persona marcia».
«Quello che pensano gli altri non mi interessa, io vivo la mia vita come voglio senza scendere a compromessi se piace bene se non piace non è un problema che mi riguarda. Tutto qui».
La professoressa sospirò e disse «Domani viene una nuova ragazza nella tua classe voglio che tu sia socievole con lei, chiaro?»
«Che senso avrebbe? Tanto alla fine parlerà con altri studenti gli diranno che tipo di persona sono e lei non mi rivolgerà neanche lo sguardo».
«Smettila di essere pessimista».
«Non sono pessimista, sono realista».
«Basta così, esci da qui tra un po' iniziano le lezioni e se ti ho intorno per un altro secondo giuro che  faccio una verifica di scienze soltanto a te e sappi che non ci andrò leggera con le domande!»
«Ok, tolgo il disturbo».
Il ragazzo uscì dalla stanza “Stupida zitella se pensa che prenderò sotto la mia ala un pappagallo abbandonato si sbaglia di grosso, come minimo sarà un'altra di quelle pettegole. Per i miei gusti ce ne sono già troppe in classe” pensò il ragazzo mentre si dirigeva nella sua classe. Le lezioni si svolsero come tutti i giorni e una volta finite il ragazzo tornò a casa fregandosene se l'indomani avrebbe avuto una compagna in più nella sua classe.
Il giorno dopo Jake arrivò a scuola e si sedette al suo solito posto ma qualcosa non tornava, visto che dove sedeva lui c'era un solo banco, all'improvviso se n'era ritrovati due nella sua postazione, non ci impiegò molto a fare due più due e a capire che il posto di troppo era sicuramente una trappola tesa dalla prof. che tanto odiava “Maledetta zitella, devi rendermi sempre la vita complicata in qualche modo. Non importa basterà farmi odiare e tutto tornerà come prima, non voglio un'altra guasta feste visto che una mi avanza” pensò il ragazzo mentre si teneva la testa con le mani e fissava il banco. Poco dopo entrò nella classe la sua professoressa di scienze che introdusse la nuova studentessa «Ragazzi da oggi avremmo una nuova alunna, mi raccomando siate gentili con lei. Prego, entra pure».
Dalla porta entrò una ragazza di media statura, occhi verdi e con capelli castano chiaro, lunghi fino alle spalle e legati a coda di cavallo.
La ragazza si presentò dicendo «Ciao a tutti, mi chiamo Allie Blanc, il mio cognome è dovuto alle mie origini francesi ma fatta ad eccezione di questo, di francese credo di avere ben poco. Uhm... ho finito ieri di traslocare e non conosco nessuno del posto quindi spero che diventiamo amici».
L'insegnante sorrise e disse «Allie, poco prima delle lezioni ti ho preparato un banco a fianco di quel ragazzo che siede da solo».
La professoressa indicò con l'indice Jake il quale mormorò tra se e se «Non lo sa che è maleducazione indicare, zitella che non è altro».
La ragazza raggiunse Jake il quale la fissava con un'espressione minacciosa quasi come se volesse intimorirla ma lei si sedette vicino a lui senza dare peso al suo sguardo, gli porse la mano e sorridendo gli disse «Piacere di conoscerti, io sono Allie e tu come ti chiami?»
Il ragazzo porse la mano, girò la testa per evitare il contatto visivo e disse «Jake».
La ragazza sorrise «Non essere timido, non ti mangio mica».
La professoressa chiamò il ragazzo e gli disse «Jake almeno per questa volta, cerca di fare il bravo intesi?».
Il ragazzo disse mormorando «Vecchia zitella che noi sei altro».
Per sua sfortuna la prof. lo sentì ed un silenzio di tomba pervase la classe finché lei cominciò a mormorare «Vecchia... zitella...»
“Oh cavolo, forse ho esagerato sta volta” pensò il ragazzo con il viso scosso dal terrore, poi l'insegnante cominciò a dare di matto e lo cacciò fuori dalla classe. Il povero ragazzo si ritrovò così nei corridoi della scuola a guardarsi in torno ed a bighellonare e decise di farsi due passi per sgranchirsi le gambe andando in uno dei suoi posti preferiti ossia sul tetto, visto il suo atteggiamento per lui era routine finire fuori dalla classe e quando succedeva andava li fino a quando non fosse finita la lezione. Dopo il suono della campanella il ragazzo tornò in classe senza incrociare la sua prof. e si sedette al suo posto notando che la sua nuova vicina era assente “Chissà magari ha deciso di andarsene per conto suo e non tornare mai più, se così fosse mi risparmia una bella fatica” pensò il ragazzo sorridendo in modo malefico ma la sua fantasia fu subito infranta quando vide la ragazza entrare con dei fogli in mano, si sedette vicino a lui e glie li passò dicendo «Tieni, sono i miei appunti, te li ho fotocopiati così non avrai problemi a studiare quello che la prof. ci ha appena spiegato».
Jake guardò i fogli poi glie li ridò indietro dicendo con tono deluso «Ti ringrazio del pensiero ma non ne ho bisogno».
«Dai non fare complimenti prendi pure, mi dispiacerebbe se poi prendi un brutto voto»
“Che diavolo gli prende a questa? Neanche mi conosce e fa la gentile, ho capito cerca di essere caritatevole così che poi io mi senta in debito con lei. Furba... ma non abbastanza” pensò il ragazzo per poi dirle «Non preoccuparti per me, non sono una mica una stupida scimmia».
«Come ti pare, se non li vuoi non ti costringo a prenderli ma se ne hai bisogno io sono qui. Ah la prof. si è presa la libertà di segnarti qualcosa sul diario».
Il ragazzo prese il suo diario e sfogliò le sue pagine finché non arrivo ad una pagina con scritto:

“Come punizione per avermi chiamato vecchia zitella dovrai studiarti tutto il prossimo capitolo senza spiegazione, inoltre vieni preparato anche sugli argomenti precedenti. A seconda di come mi gira potrei farti qualche domanda extra.

P.S. Sta sera non ci sono a cena quindi cucinati qualcosa da solo e non aspettarti che ti aiuti a studiare. 
-Da: La tua amata zietta-”

“Stupida mantide religiosa... o meglio vedova nera... no, non ho trovato ancora un animale che gli si addica. Credo che mi convenga accettare l'offerta della gallinella dalle uova d'oro, però se lo faccio avrò un debito verso di lei. Meglio vedere le cose come vanno se mai chiederò il suo aiuto” pensò Jake dopo aver letto il messaggio della sua insegnante.
Le lezioni procedettero senza intoppi e all'uscita il ragazzo si avviò a piedi verso casa, visto che non c'erano mezzi pubblici che potevano accompagnarlo, ci sarebbe stata sua zia che poteva dargli uno strappo ma preferiva andare a piedi sia all'andata che al ritorno, dopotutto, meno vedeva quella donna meno pensava ai guai che gli causava ogni giorno. Durante il tragitto però si accorse che Allie lo seguiva così gli chiese «Perché mi segui?»
La ragazza si spaventò e disse «Aaah! Da dove salti fuori?»
«Ma se sono stato tutto il tempo davanti a te, non dirmi che non ti sei accorta».
«No, avevo visto qualcuno davanti a me però...»
«Quindi mi stavi seguendo».
«No, non ti stavo seguendo!»
«Ecco una frase che dicono tutti gli stalker».
«Ma non sono una stalker!»
I due continuarono a bisticciare fino a quando il ragazzo non giunse a casa e disse «Ti saluto, io vivo qui».
La ragazza guardò la sua casa e rimase sorpresa e disse sorridendo «Davvero, abiti qui? Che bello ma allora siamo vicini di casa».
Il ragazzo impallidì e disse balbettando «V-vicini di cosa?».
La ragazza camminò all'indietro con uno sguardo dolce e disse «Non hai capito, te lo ripeto. Sono la tua nuova vicina di casa. Ciao, ci vediamo»
La ragazza fece l'occhiolino e lancio un bacio con le mani a Jake il quale rimase totalmente spiazzato entrò in casa e trovò sua sorella fare aerobica con la nintendo wii decise di ignorarla e si rifugiò nella sua stanza e lì vide il suo gatto nero che faceva un pisolino sopra il suo letto, si avvicinò e gli fece una carezza sulla testa e pensò “Beato te, se non altro vivi in pace. Io invece ora ho una seccatura in più da sopportare”.
Jake preparò la cena spiegando a sua sorella che la loro zia non sarebbe tornata a casa perché aveva da fare, dopo cena loro due giocarono un po' con la console ma il ragazzo era alquanto demotivato e svogliato nel fare i giochi che proponeva la sua sorellina, poi quest'ultima andò a dormire. Il ragazzo rimase alzato ancora per un po' cercando di aspettare la sua zia visto che il giorno seguente sarebbe rimasto a casa, continuò a pensare a quella ragazza ed a quello che gli era successo poco prima ma poi il sonno ebbe la meglio così decise di andare a dormire.
Quella notte il ragazzo ebbe uno strano sogno, era vestito tutto di nero con una specie di divisa militare ed una maschera che gli copriva gli occhi,  inoltre sul fianco sinistro portava una spada giapponese. 
Jake camminando si ritrovò in una foresta dagli alberi spogli e con rovi che spuntavano in ogni direzione, il ragazzo continuò a camminare finché vide un gigantesco albero secolare dove era appesa una persona legata con i stessi rovi che aveva visto prima, era in posizione a croce ed i rovi gli legavano i polsi e si aggrovigliavano sulle gambe ed intorno a quest'albero c'erano delle creature che indossavano indumenti primitivi che sembravano fatti con le foglie degli alberi della foresta ormai spoglia. Vide i rovi ricoprire lentamente sempre più il corpo della persona e pensando che fosse in pericolo decise di andare in suo aiuto, estrasse velocemente la sua spada e cominciò ad eliminare ad uno a uno tutte le creature che si trovarono vicino all'albero fin quando non fu vicino abbastanza da poter vedere chi era l'individuo appeso con i rovi.
Rimase scosso e non seppe più cosa pensare dato che la persona che aveva visto era... Allie..



Angolo autore
Ciao a tutti questa è la mia prima storia romantica che scrivo, al suo interno ci saranno elementi di avventura e sovrannaturali ma per la maggior parte del tempo si parlerà di ciò che combinerà il nostro protagonista e di come si svilupperanno i suoi rapporti. Spero vi piaccia e mi farebbe piacere una vostra opinione :)

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Capitolo 2
*** Un giornata (stra)ordinaria ***


Il ragazzo si riprese dal piccolo shock ritrovandosi circondato dalle creature le quali agitavano le loro asce così conficcò la spada nel terreno e disse «Ankou, esci dalla tua tomba».
Una nuvola nera apparve intorno al ragazzo per poi materializzarsi con la forma di un uomo alto e magro, indossava indumenti da cowboy e portava sulle spalle una grande falce. Jake sollevò la spada e disse «Facciamoli a pezzi».
I due combatterono guardandosi le spalle a vicenda fin quando le creature non furono tutte sconfitte poi Jake si voltò e vide che la pianta spinosa stava ricoprendo quasi tutto il corpo della ragazza così ordinò ad Ankou di tagliare i rovi con la sua falce; la creatura da lui evocata lanciò la sua arma che fece a pezzi le piante che la tenevano prigioniera. Allie cadde ed il ragazzo fu abbastanza svelto da prenderla al volo, la posò a terra, la guardò in viso e disse mormorando «Sì può sapere cosa ci fai tu qui?»
Allie aprì gli occhi e vedendolo mascherato disse «Jake...» per poi perdere di nuovo i sensi, il ragazzo abbassò lo sguardo e vide conficcato nel petto della ragazza una spina all'altezza del suo cuore e le vene del suo collo cambiarono lentamente colore diventando scure “No, non voglio che lei... non potrei mai accettarlo!” pensò il ragazzo a quella vista per poi sentire una voce femminile dire «Vuoi salvarla?»
Jake si guardò intorno dicendo «Chi sei?»
«Il mio nome non ha importanza... per il momento. Ora rispondimi, vuoi salvarla?»
Guardando la ragazza sofferente non ci pensò due volte a rispondergli «Si, non voglio che lei...»
«Bene, ciò che devi fare allora è una cosa molto semplice. Dovrai baciarla».
«B-baciarla? Non c'è un altro modo?»
«No, ti consiglio di muoverti... non ti rimane più molto tempo...»
Jake guardò la ragazza sofferente ed ansimante, fece un respiro profondo e si avvicinò a lei e quando le sue labbra stavano per toccare quelle della ragazza, lei aprì leggermente gli occhi chinò lievemente in alto il capo così che le loro labbra si sarebbero toccate meglio ma quando riuscirono a baciarsi il ragazzo si svegliò di colpo. Respirava affannosamente e pensò “Ma che diavolo... io che faccio sogni in cui mi batto con strane creature vanno bene ma... che ora sogno di baciare una ragazza mi sa un po' troppo” dopo essersi ripreso dallo strano sogno decise di iniziare la sua giornata, si lavò il viso ed andò a fare colazione lì trovò la sua sorellina poco più piccola di lui che lo salutò «Ciao Jaky, oggi esco con Asia forse dopo staremo qui a giocare con la console, per te va bene?»
Il ragazzo mentre si preparava un toast disse «Chiedi alla zitella, è lei il capo».
In quell'istante dal corridoio uscì la loro zia che disse «Smettila di chiamarmi zitella, ti ho sentito e poi ho già acconsentito quindi non farti troppi problemi».
Jake guardò sua zia e gli disse «Sei elegante? Hai una riunione?»
«No, oggi mi vedo con la persona che sto frequentando, forse tornerò verso l'ora di cena quindi sai quello che devi fare».
«Si che lo so, devo: pulire casa, fare il pranzo, studiare e forse anche preparare la cena».
«Ti sei dimenticato del bucato ma apparte questo penso che te la caverai».
«Si, mio padrone indiscusso».
«Mi chiedo perché tu non sia così obbediente a scuola, mha poco importa ci vediamo dopo Jake. Rita cerca di non fare danni mentre sono via, intesi?»
«Certo zia, ci vediamo dopo».
La loro zia uscì e poco dopo fece lo stesso anche la sorella lasciando così il ragazzo in quella casa, non che gli dispiacesse anzi quando era solo si sentiva molto meglio di quando aveva delle persone intorno che siano state parenti od estranei, diede una pulita a casa poi si sdraiò sul divano e poco prima che si appisolasse suonò il campanello, aprì la porta dicendo «Mi dispiace ma non compriamo niente!»
Poi sentì la voce di una ragazza dire «Oh peccato, ed io che sono venuta a vendere i miei saluti».
A quella bizzarra frase aprì gli occhi per vedere chi avesse potuto rispondergli in quella maniera ritrovandosi davanti Allie che lo salutò sorridendo «Ciao, bella giornata vero?»
«Si, più tosto che ci fai qui?»
«Non te lo ricordi? Siamo vicini di casa».
«Ah, si non me lo ricordare, è già abbastanza traumatica come cosa».
«Ahahahaha dai non fare così».
«Che vuoi fare? Vuoi rimanere lì tutto il giorno? Forza entra».
«Che sorpresa, non pensavo sarebbe stato così facile».
«Ora non fare l'impertinente o ti sbatto fuori!»
«Dai, stavo scherzando».
La quiete del povero ragazzo fu nuovamente interrotta ed i due cominciarono a chiacchierare del più e del meno anche se uno dei due non aveva nessun interesse di fare comunella, mentre parlavano Allie tirò fuori dei fogli piegati da una tasca dicendo «Ho una cosa per te».
Il ragazzo li aprì e vide che erano di nuovo gli appunti di scienze, continuò a fissarli finché la ragazza non gli disse «Dai prendili, non fare storie. La prof. mi ha avvisato del tuo atteggiamento quindi mettiti l'anima in pace perché non mi arrendo con te».
«Ci tieni così tanto a farmi sentire in debito?»
«Ma quale debito, questo è solo un favore. Se poi ti senti di dovermi dare qualcosa in cambio bhè che ne dici se dopo usciamo insieme? Così mi fai conoscere un po' la città».
Jake guardò i fogli e pensando che gli sarebbero stati utili decise di approfittare della situazione per non rimanere indietro con gli studi così accettò l'offerta di Allie, i due si salutarono per poi ritrovarsi dopo pranzo.
Più tardi il campanello suonò, era Allie aveva i capelli sciolti ed indossava un vestitino arancione e un cappello di paglia con un fiocco di raso, Jake rimase intontito perché la trovava molto carina e continuò a fissarla finché la ragazza non lo richiamò dai suoi pensieri «Hey, che ti prende? Perché mi fissi in quel modo?»
«Ah, no... scusa...»
«Dimmi, come sto?»
«Sei... carina...»
«Da come lo dici sembra che questa sia la prima volta che fai un complimento a qualcuno, oppure, non dirmi che lo pensi davvero! Per questo sei arrossito, vero?»
«P-piantala di dire cavolate e andiamo...»
I due si incamminarono ed il ragazzo per quanto svogliato mostrò la città alla ragazza la quale sembrava stranamente felice, visitarono i posti di maggiore interesse come il parco, la piazza ed il centro storico e tra una cosa e l'altra la giornata volò, i due ragazzi decisero di rincasare e poco prima di salutarsi la ragazza disse «Sai, ho passato una bella giornata oggi e tu?»
«Si, meglio che passarla tutto il giorno a studiare».
«Se ti va, qualche altra volta possiamo rifarlo».
«No, scordatelo, impossibile, neanche per sogno».
«Sapevo avresti risposto così. A proposito di “sogno”, questa notte ne ho fatto uno veramente bizzarro: ho sognato di essere appesa ad un gigantesco albero e c'erano delle creature che cercavano di fare qualcosa ma non ho capito cosa, poi c'erano dei rovi che mi stringevano e mi facevano male, ma alla fine è intervenuto un ragazzo mascherato che mi ha salvato e mi ha... bhè su questo punto sorvolo ma la cosa che mi incuriosisce è che il ragazzo ti somigliava molto... così tanto che ora mi chiedo se fosse stata più di una semplice somiglianza».
“No aspetta un attimo, possibile che abbiamo fatto lo stesso sogno? Da come lo descrive sembrerebbe di si, se è veramente così allora io e lei... sono fregato” pensò il ragazzo grattandosi la testa, la ragazza lo vide un po' nervoso e gli chiese «Cos'hai? Qualcosa non va?»
«Ah no... tutto bene... credo. Meglio che vada avevo delle faccende da fare ma uscendo con te non ne ho avuto modo».
«Scusami tanto, non pensavo che avevi da fare».
«Tranquilla è tutto ok. Ci vediamo domani».
«Si, ci vediamo. Ciao!»
La ragazza lo salutò lanciandogli nuovamente un bacio con la mano, il ragazzo distolse velocemente lo sguardo ed entrò in casa ma passando per il corridoio notò delle sagome sul divano e così incuriosito decise di dare un'occhiata, vide sua sorella e la sua amica semi spoglie che si stavano baciando con passione sulle labbra, Rita si accorse e disse imbarazzata «J-jaky...»
Il ragazzo distolse lo sguardo e incamminandosi verso la sua stanza disse «Scusate se vi ho interrotto, continuate pure tranquille, pensavo fosse il gatto che stava strappando il tessuto con le unghie».
«Aspetta non è come sembra..»
«Già, questa è la solita frase di chi viene colto in fragrante».
Il ragazzo entrò nella sua camera, chiuse la porta e sospirò trovandosi il suo gatto seduto vicino alla sedia della scrivania ad aspettarlo e quando si avvicinò il micio cominciò a strusciarsi sulla sua gamba e a fare le fusa, lo accarezzò pensando “Delle volte mi chiedo perché non sono nato gatto! Loro si che fanno la vita che voglio io: mangiano, bevono, dormono e cosa fondamentale non devono parlare con nessuno”. Dopo essersi cambiato scese in salotto e vide le due ragazze sedute al tavolo che stavano parlando, si avvicinò e cominciarono a parlare finché la sorella disse «Mi dispiace...»
Jake la guardò e disse «Perché ti scusi?»
«Bhè... ecco...»
«Senti, non devi scusarti di niente. È la tua natura quindi inutile scusarsi, non ce l'ho con te ne tanto meno con la tua amica, l'unica cosa che non mi va giù è il fatto che lo hai tenuto nascosto».
«Mi dispiace...»
«Pensavi davvero che ti avremmo cacciata o rifiutata? Siamo la tua famiglia, non faremo mai una cosa del genere, dovresti saperlo».
«Già, sono stata una stupida...»
«Si, sei una stupida ed ignorante scimmietta, ora lavati le mani così mi aiuti a preparare la cena, la zia avrebbe detto che sarebbe tornata ma a quanto pare non è così. Tu, sei Asia giusto? Che fai ti fermi a cena? Per noi non fa nessuna differenza aggiungere un posto in più».
La ragazza rimase paralizzata senza sapere cosa dire, Rita diede un colpetto alla sua amica e gli disse «Ti ha appena invitato e sappi che non lo fa spesso, anzi questa è la prima volta che lo vedo fare qualcosa di simile».
La ragazza sorrise nervosamente e declinò l'offerta dicendo che tra un poco sarebbe passato il suo ultimo pullman così Rita accompagnò Asia alla fermata dell'autobus e Jake si mise a cucinare “Ma tutte a me devono capitare? Non che mi importi di quello che fa l'importante è che non soffra, veder piangere di dolore la mia sorellina è l'ultima cosa che voglio. Ha due anni meno di me eppure teneva dentro di se un segreto così, mi chiedo cos'altro nasconde quella scimmietta” pensò il ragazzo mentre tagliava le verdure. Poco dopo rientrò sua sorella ed il ragazzo si avvicinò a lei asciugandosi le mani dicendogli «Allora? Hai salutato la tua amica? O dovrei dire fidanzata? Uhm.. anche così mi sembra di sbagliare».
«È tutto ok. Non preoccuparti».
«Mi fido sulla parola, allora sicura di stare bene?»
«Io sto benissimo e tu? Sicuro di stare bene?»
«Finché sei felice io sto bene quindi non preoccuparti per me, non sono debole come pensi».
La ragazza abbracciò suo fratello e cominciò a piangere «Jaky... Jaky...»
Jake accarezzò la testa della sua sorellina «Su, dai non piangere».
«Scusa... è solo... che sei così... comprensivo con me... ti voglio bene, te ne voglio tantissimo!»
Il ragazzo strinse la sorella tra le sue braccia «Te ne voglio anch'io, ora però muoviti e vai a lavarti le mani, mi devi aiutare visto che la zitella sarà qui a momenti».
«Ok! Lascia fare a me». Disse Rita asciugandosi le lacrime.
Poco dopo dalla porta di casa entrò la zia dei ragazzi, Jake andò a salutarla dicendogli «Oh, sei tornata finalmente, la cena è quasi pronta ma non aspettarti troppo visto che la scimmietta di mia sorella mi ha aiutato».
La donna abbracciò suo nipote in lacrime dicendo «Jaky... Jaky...»
“Anche lei a piangere? Ma cos'è la giornata dei pianti? Anche se vista la situazione, qualcosa mi dice che è stata scaricata... di nuovo” pensò il ragazzo mentre abbracciava sua zia, poi gli disse «Cos'è successo? Ti hanno rubato la borsa?»
«No... peggio... sono stata scaricata... di nuovo...»
Jake alzò lo sguardo e pensò “Che novità?” Poi, per consolare sua zia disse «Vuol dire che non era quello giusto per te, tranquilla un giorno lo troverai».
«Si ma ogni volta finisce così...»
«Per forza! Se quando uno non ti risponde ad un messaggio ti vengono attacchi di tipo ossessivo compulsivo e mandi sms o chiamate a raffica, è normale che dopo quel qualcuno si spaventa!»
«... Sei crudele quando fai così!»
«No, sono realista. Ora vatti a lavare le mani».
«M-mi consoli prima?»
«Ti consoli con la cena che ti abbiamo preparato e poi se ci tieni tanto dopo ti consolerò un po'».
«... Ok... grazie Jaky... te l'ho mai detto che ti voglio bene?»
«Si e me lo dimostri con i compiti di scienze che mi rifili».
I due continuarono a parlare fin quando Rita non li richiamò così andarono entrambi a lavarsi le mani e si misero a cena. Dopo aver mangiato Jake e Rita consolarono la zia e cercarono di fargli dimenticare la brutta esperienza amorosa facendola giocare perfino con la console fin quando la sorella del ragazzo non si addormentò sul divano, quest'ultimo la prese in braccio e la portò nella sua camera da letto per poi tornare dalla sua zia che si stava versando un bicchiere di liquore con ghiaccio «Ne vuoi uno?» 
Disse la donna guardando suo nipote il quale rispose «No, non sono un alcolista e non intendo diventarlo».
«Me lo immaginavo che avresti risposto così».
«Sono davvero così prevedibile?»
«No, anzi delle volte sei un vero e proprio mistero, perfino per me che ti conosco da quando eri piccolo. Delle volte mi chiedo cosa pensi, anche se qualcosa mi dice che sarebbe meglio non saperlo».
«Uhm... Senti devo dirti una cosa... riguardante mia sorella... ecco non so come dirtelo ma lei è...»
«Ah, te ne ha parlato?»
«Non mi hai neanche lasciato finire, comunque tu lo sapevi?»
«Certo ma non ti ho detto niente perché era una sua decisione, voleva fosse lei a dirtelo e a quanto pare, oggi ci è riuscita».
«Bhè... diciamo che l'ho colta con le mani nel sacco».
«Davvero? E come?»
«Questo è un punto che vorrei sorvolare».
«Allora lasciamo stare, comunque... oggi ti ho visto che uscivi con quella ragazza e bravo il mio nipotino fai tanto il solitario e in meno di un giorno conquisti il cuore di una bella ragazza, non ti facevo così furbo».
«È tutta colpa tua! Non so cosa gli hai detto ma ora lei si è accollata a me e come se non bastasse siamo vicini di casa, bella mossa, davvero!»
«Cosa? Abita nella casa accanto? Ahahahaha e chi se lo sarebbe immaginato, si vede che è destino per voi due stare insieme e comunque... gli ho raccontato un po' di te e gli ho chiesto se poteva essere il più amichevole possibile, pensavo rifiutasse ma invece non l'ha fatto».
«Sicuramente sarà per via del fatto che qui non conosce nessuno, si stancherà presto di me, ne sono convinto e poi così tornerà tutto com'era prima senza o quasi nessun piantagrane».
«Dici sempre così di voler stare solo ma... ti rendi conto che tutto questo un giorno finirà, le cose non staranno ferme per sempre e se non farai nulla oggi, un giorno ti ritroverai veramente solo come un cane abbandonato a se stesso, senza che nessuno si prenda cura di te. Dimmi, è questo quello che vuoi?»
Jake abbassò lo sguardo e freddamente disse «Vado a dormire...»
Entrò in camera sua e si sdraiò sul letto “Rimanere solo sarebbe una delle mie gioe più grandi, la società fa schifo e chi ci vive dentro non fa altro che sfruttare il prossimo per un fine propriamente egoistico per poi mettere in ridicolo chi li aiutati. Sarebbe questa l'umanità in cui molti credono? No, questo è soltanto un gioco creato dai potenti e come tale un giorno finirà. I bugiardi, i traditori e tutti quelli che fanno parte di questo ridicolo giochetto, presto o tardi dovranno affrontare quelli come me che hanno scelto di isolarsi per poter vivere la propria vita seguendo le proprie regole, i propri ideali ed i propri sogni. Certo, non mi dispiacerebbe trovare qualcuno che mi comprenda così non rischio di ridurmi come la zitella” pensò il ragazzo mentre si girava nel letto ma non riuscendo a dormire decise di aprire la finestra della sua stanza e quando si sporse fuori vide Allie che stava ammirando le stelle dalla sua finestra, la ragazza si accorse di lui, gli sorrise e lo salutò con la mano, il ragazzo ricambiò il gesto ripensando a ciò che gli aveva detto poco prima la sua zia “Si vede che è destino per voi due stare insieme” rimase a guardare il vuoto e quando si riprese si accorse che la ragazza era andata a dormire. Jake si sdraiò nuovamente nel letto pensando “Ho deciso! Cercherò di fare amicizia con lei, non mi sembra come le altre pecore che si vedono in giro quindi se è come penso... forse... potremmo essere amici...”



Angolo autore
Ciao a tutti, ecco il secondo capitolo della mia storia, se avete delle opinioni da darmi sentitevi liberi di esprimerle anche le critiche vanno bene ho le spalle larghe ma non siate troppo crudeli :3

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Capitolo 3
*** Un volto (s)conosciuto ***




Erano passate alcune settimane ed il rapporto tra Jake ed Allie sembrava procedere in una buona direzione nonostante il carattere del ragazzo, il quale, preferiva stare per la maggior parte del tempo in disparte ad osservare il comportamento della ragazza, inoltre i due andavano e tornavano da scuola insieme alla sorella di Jake cosa che sembrava avere un buon effetto sul loro rapporto. Un giorno, quando iniziò la pausa pranzo, Jake si alzò come al solito per  far perdere  le sue tracce avendo così campo libero per recarsi nel suo classico posto in cui non c'era mai anima viva  in quel momento della giornata, ma Allie lo prese per il braccio dicendogli «Eh no! Oggi non scappi carino».
Jake fece una smorfia annoiata e fu così costretto a seguire la ragazza, fin quando qualcuno non saltò sulle sue spalle, poi sentii la voce della sua sorellina «Jacky, che strano vederti in giro, come mai non sei nel suo solito posticino?»
Il ragazzo sospirò e dopo essersi scrollato di dosso la sua sorella disse «Sono stato costretto contro la mia volontà a fare due passi nei corridoi della scuola».
Allie gli diede una pacca sulla sua spalla dicendogli «Dai, ora non fare il depresso come al solito! Volevo soltanto pranzare insieme a te, vedi? Ho fatto un pranzetto con i fiocchi».
J: «Eh? Sai cucinare? Wow, sono così commosso che mi viene da piangere ora».
A: «Ahahaha.... detto in maniera così deprimente poi...»
R: «Non badare a lui, Jaky fa sempre così».
A: «Si... ho notato...»
Jake ed Allie salutarono Rita la quale andò a pranzare con Asia, poi i due si diressero sul tetto della scuola dove lì potettero pranzare in tranquillità, durante la pausa la ragazza si voltò verso il ragazzo e gli chiese «Jake, ti dispiace se ci scambiamo i numeri di cellulare?»
«Così mi chiami 24 ore su 24, per sapere se sono vivo o morto o meglio ancora: per sapere cosa sto facendo in ogni singola ora del giorno...»
«Dai non fare il difficile ora».
Jake sbuffò annoiato ma poi cedette «E va bene, ma se mi assilli ti metto nella mia lista nera».
«Davvero? Ed io che pensavo che già mi ci avevi messo, sono sorpresa».
«Ah... che pazienza che devono avere i miei poveri nervi...» 
Dopo essersi scambiati i numeri Allie si diresse in classe mentre il ragazzo ne approfittò per andare in bagno, quando ritornò senti sulle scale, una ragazza parlare «Ehi Allie, ma per quale motivo ti ostini a voler conoscere un tipo come lui? È soltanto uno scorbutico, egoista che non fa altro che starsene in disparte, è una persona marcia e penso che dovresti evitare tipi come lui!»
Jake rimase nascosto sotto la rampa di scale ad ascoltare la risposta della ragazza, la quale, non si fece attendere «Dimmi, tu quanto conosci Jake per dirmi questo? Credo che non gli hai mai parlato o come minimo non ci hai mai provato seriamente, non nego che i suoi modi di fare siano alquanto discutibili ma... penso di conoscerlo meglio io di tutti i nostri compagni messi assieme. Quindi ora mi chiedo chi sia veramente la persona marcia qui dentro, se voi... o lui».
La ragazza rimase senza parole a quella risposta ed Allie se ne andò come se nulla fosse successo mentre Jake cominciò a sorridere “Però, l'ho sottovalutata... quella piccola serpe” pensò dopo essere uscito dal suo nascondiglio, dopo quel fatto la giornata procedette senza intoppi e i tre tornarono a casa insieme.
Quella notte Jake ebbe di nuovo uno strano sogno, si trovava in un sentiero tutto distorto e pieno di curve ed ai margini di esso c'erano delle zolle di terra fluttuanti con tanto di un prato fiorito. Il ragazzo cominciò a camminare scorgendo in lontananza uno spazio aperto. Una volta che giunse sì ritrovo in una piazzola con al suo interno una linea dei binari che entravano in una galleria, si avvicinò ma arrivato a metà dello spazio vide difronte alla galleria una figura umanoide ad aspettarlo, era vestito con abiti da maggiordomo completamente bianchi fatta ad eccezione di un piccolo collarino nero a cui era appesa una chiave, quando Jake vide in faccia la figura rimase sorpreso nel vedere che la sua testa era quella di un coniglio. L'essere mise una mano sul petto e chinando la testa disse «Buonasera, io sono Bunny Man ma tu puoi chiamarmi semplicemente Bunny, lieto di fare la tua conoscenza... cavaliere mascherato».
Il ragazzo si grattò la testa cercando di capire cosa fare «Per tua informazione mi chiamo Jake, comunque cos'è quella, la tua faccia o una maschera?»
«Diciamo... entrambe le cose».
«Non lo sai neanche tu vero?»
«Uhm.... a dire il vero... no. Comunque sia, sono qui per metterti alla prova».
Bunny estrasse dalle sue maniche due pugnali e si scaglio con grande rapidità addosso al ragazzo ma Ankou, il suo spirito, lo protesse con la sua falce respingendo l'attacco della creatura «Non male coniglietto, ora perché non ti levi dai piedi e torni a mangiare carote?»
«Spiritoso!»
Il combattimento durò pochi minuti fin quando Bunny ripose le sue armi e fece cenno al ragazzo di seguirlo, i due entrarono nella galleria ed in fondo ad essa c'era una porta illuminata da una luce di emergenza rossa, Bunny si tolse la chiave che portava nel collarino e la usò per aprire la porta facendogli segno di entrare per primo. Una volta entrato il ragazzo si ritrovò in una gigantesca cattedrale la quale aveva una parte del tetto che sembrava esploso verso l'esterno e le parti mancanti fluttuavano, quasi come se per quei pezzi il tempo si fosse fermato, sentì una voce rimbombare per tutta la struttura «Finalmente sei arrivato, stavo perdendo le speranze ormai».
Il ragazzo riconobbe subito quella voce, era la stessa che aveva sentito quella volta quando salvò Allie dalla pianta di rovi. Subito si guardò in torno, poi vide una ragazzina con capelli biondi ed occhi azzurri sedere su una sedia antica molto raffinata. Vestiva con abiti gotici e ad una prima occhiata sembrava quasi una bambola, il ragazzo si avvicinò a lei camminando sul tappeto rosso e quando fu vicino a lei gli disse «Sbaglio o sei stata tu ad aiutarmi quella volta?»
«Si, sono stata io ad aiutarti a salvare quella ragazza, mi chiamo Juliet. Juliet Van Rozenbergh per l'esattezza ed ora, se non ti dispiace, gradirei che ascoltassi ciò che ho da dirti. Sarò breve, ho bisogno del tuo aiuto per uscire di qui».
«Che vuoi dire?»
«Semplice, voglio uscire dal mondo dei sogni. Sono rinchiusa qui da molto tempo ed ora vorrei tornare nella dimensione conscia».
«Da quanto sei qui?»
«Da molto, anzi... da troppo tempo ormai. L'unica cosa che so è che quando sono entrata qui ero una ragazzina come mi vedi ora e quindi materialmente parlando non so quanto il mio corpo sia cresciuto in mia assenza. A differenza di me tu sei forte e quindi vorrei chiederti di eliminare i 4 angeli caduti nella dimensione dei sogni e raccogliere le loro reliquie, da sola non ne sarei mai in grado. Fatto ciò dovrai usare questi oggetti per creare la “chiave dei sogni” uno strumento che è in grado di aprire un portale che mi consentirà di tornarmene a casa. Allora, mi aiuterai?»
«Mmm... non sarà facile ma ci proverò. C'è nient'altro che devo sapere?»
«Si, delle volte vedo degli strani numeri che sono esattamente 247».
«Sembra essere il numero di una stanza».
«Non saprei, è un numero che appare spesso qui dentro che sia sotto forma di graffito o come le pagine di un libro, credo sia collegato al mondo reale».
«Che sia la stanza di un'ospedale? Non credo il tuo corpo privo di coscienza starebbe in un albergo».
«Non saprei, però mi farebbe piacere se indagassi».
«Vedrò che posso fare».
Il ragazzo usci dalla stanza e ripercorse la galleria al contrario una volta uscito si ritrovò di nuovo nella piazzola ma quando fu al centro di essa sì ritrovò circondato dalle strane creature del sogno precedente, Jake evocò Ankou e i due cominciarono a combattere finché non si udirono degli spari di fucile e quasi tutte creature furono sconfitte grazie a colpi di arma da fuoco provenienti da una posizione ignota finché Jake non vide una figura saltare sulle zolle di terra fluttuanti. Quando la cosa che aveva visto raggiunse la piazzola si rese conto che era una ragazza vestita con abiti medievali verdi, aveva anche un cappello dello stesso colore con una piuma di fagiano attaccata.
La ragazza si avvicinò e quando fu abbastanza vicino da vederla in volto Jake si accorse che assomigliava molto ad Allie: occhi verdi, capelli castano chiaro. Più la guardava e più gli sembrava che fosse lei “No, non può essere una semplice somiglianza. Lei è sicuramente Allie, ne sono convinto!” pensò il ragazzo guardandola nel volto, poi la ragazza parlò «Ciao, ah scusa se ti ho rubato quei mostriciattoli ma sai, avevo un piccolo conto in sospeso con loro e gli stavo dando la caccia. Dopo tutto, mi hanno legata su albero quelle piccole pesti»
“È lei, non ho più dubbi ormai!” Pensò dopo aver sentito quelle parole «Certo... che ci sei andata pesante con loro».
«Ma che, mi stavo appena scaldando, ah e comunque ti ho riconosciuto... sei stato tu a salvarmi quella volta, quindi ora dimmi... come ti chiami?»
«Dovresti essere tu a presentarti per prima visto che salti fuori dal nulla e di poco mi beccavo uno dei tuoi proiettili. Poi che bisogno hai di sapere come mi chiamo!»
«Bhè... diciamo che tu quella volta... si... lo sai... non farmelo dire... è imbarazzante... comunque il mio nome è Allie e tu, come ti chiami?»
Il ragazzo trovandosi all'angolo decise di vuotare il sacco «Mi chiamo J...» Ma in quel momento suonò la sveglia e Jake fu costretto a svegliarsi “Di nuovo uno strano sogno, ma cosa mi sta succedendo? Possibile che lei sia la causa di tutto?” pensò il ragazzo mentre si riprendeva dalla dormita. Mentre faceva colazione il campanello suonò e alla porta era Allie che come ogni mattina passava a prendere Jake e la sua sorella per andare a scuola, una volta che i due ragazzi ebbero salutato la sorella di Jake, giunsero in classe e sentirono due ragazze chiacchierare di un loro compagno di classe che avendo avuto un incidente era stato costretto da qualche giorno a stare all'ospedale. Jake non diede peso alle loro chiacchiere e si sedette come al solito nel suo posto e così fece Allie, le lezioni si svolsero tranquillamente e durante il ritorno il ragazzo si ricordò che doveva fare una commissione per conto della zia, così lasciò tornare le ragazze a casa. Una volta uscito dal negozio guardò la busta per vedere se aveva preso tutto e facendo mente locale gli venne in mente che era vicino all'ospedale in cui era ricoverato il ragazzo di cui parlavano le sue compagne di classe quella stessa mattina, ripensò anche al sogno che aveva fatto quella notte e decise di usare il ragazzo come scusa per aggirarsi nell'ospedale senza dare sospetti per cercare la stanza. Una volta entrato nell'ospedale disse alla receptionist che era venuto a visitare il suo compagno di scuola e che voleva sapere in quale stanza era stato messo, l'addetto non sospettò nulla e gli disse che il numero della stanza era la 240 “Perfetto, così posso vedere chi c'è nella 247 senza troppa fatica” pensò il ragazzo dopo aver saputo il numero della stanza. Jake si diresse nel piano in cui erano entrambe le stanze e notando che la numero 240 che era aperta decise di fare un salto da lui per mantenere il profilo più basso possibile; sul ciglio della porta lo vide mentre guardava la televisione, biondo occhi verdi, lo riconobbe subito era Kyle il ragazzo più popolare della classe se non di tutta la scuola, la sua popolarità era dovuta: al suo bell'aspetto, alle sue buone prestazioni in tutte le materie e anche dalla posizione prestigiosa della sua famiglia.
Kyle si accorse di lui e si stupì della sua presenza poi lo salutò come era suo solito modo «Yo! Come va?»
“Non fare l'amico con me, se sono passato è soltanto perché mi conveniva” pensò Jake a quel suo solito modo di salutare «Ciao, va tutto bene ma... a quanto pare a te no».
«Eh già, sono sorpreso di vederti Jake, anzi tu sei l'unica persona che non mi aspettavo di vedere. Com'è strano il mondo, vero?»
«Così pare... che ti è successo?»
«Ah... niente di grave, soltanto un malore. I medici mi hanno trattenuto a causa di mio padre troppo protettivo e quindi sono stati pagat... costretti a fare tutti gli accertamenti possibili ed inimmaginabili».
«Eeeh... non credo sia facile essere l'unico erede di una famiglia prestigiosa come la tua dico bene?»
«Già, però la cosa che mi stupisce veramente è perché nessuno dei miei amici sia venuto a trovarmi, tu sei la prima persona che vedo proveniente dalla nostra scuola».
Jake sorrise leggermente poi gli rispose «Pensi davvero di avere tanti amici? Il fatto che molte persone ti ronzano intorno come delle mosche, non significa che si preoccupano realmente di te e se pensi ancora il contrario lasciatelo dire... sei patetico, così patetico che mi viene quasi voglia di darti un abbraccio. Insomma, forse detto da me può sembrare ridicolo ma non credo che un vero amico ti abbandoni quando hai bisogno di lui».
Kyle sorrise ma con una chiara espressione malinconica stampata sul volto «Questa è una cosa che ho sempre sospettato, ho sempre avuto tante persone intorno e molte volte ho faticato a distinguere di chi fidarmi e di chi no, speravo che in un ambiente scolastico sarebbe stato diverso ma a quanto pare non è andata come mi aspettavo».
«Fattene una ragione, la società è crudele per questo la combatto alienandomi da tutto e da tutti».
«Hai ragione. Penso... che io e te siamo entrambi soli in questo mondo, tu vieni lasciato solo a causa del tuo atteggiamento finendo così per l'essere odiato mentre io sono solo perché non ho amici pur avendo molte persone che mi danno attenzioni a causa della mia posizione, anche se ultimamente ho visto che stai facendo amicizia con Allie, da come ho capito è una tipa sveglia quindi tieni gli occhi aperti».
«Lo farò, non preoccuparti».
Kyle sorrise questa volta in maniera un po' più allegra «Sai, mi piacerebbe, se io e te diventassimo amici. Per quanto vuoi far credere di essere antipatico, asociale o semplicemente cattivo, in realtà non lo sei per niente. Certo i tuoi modi diretti sono alquanto fuori luogo delle volte ma... in fondo sei un bravo ragazzo».
Il ragazzo porse la mano a Jake, il quale la strinse con esitazione dicendogli «Si, diciamo che ci sono giorni in cui mi sento molto caritatevole».
Tra una una chiacchiera e l'altra il turno delle visite finì e Jake salutò il ragazzo per poi riprendere la sua missione da dove l'aveva interrotta, contò le porte fino ad arrivare alla 247 e quando vide il nome scritto sulla porta stentava a credere che vi fosse scritto... “Juliet Van Rozenbergh”.



Angolo autore
Ecco il terzo capitolo della mia storia romantico/sovrannaturale, spero vi piaccia e che la suspence causata da questo finale non vi uccida :3 scherzi a parte,  non esitate a dirmi cosa ne pensate dopotutto mi farebbe soltanto che piacere :D

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Capitolo 4
*** Legami (in)aspettati ***




Nei due giorni seguenti Jake fece delle ricerche per conto proprio e scoprì molte cose riguardanti i Van Rozenbergh ma nulla che portasse a Juliet, sembrava quasi come se lei non fosse mai esistita o che nessuno abbia mai provato la sua esistenza. Il terzo giorno, si sedette come suo solito accanto ad Allie che gli parlava presa dalla sua vivacità finché dalla porta non entrò Kyle, tutte le ragazze andarono subito da lui a dargli attenzioni così come alcuni maschi, Jake rise in modo quasi compiaciuto nel vedere la faccia sorridente ma delusa del ragazzo “Ehehehe... a quanto pare hai di nuovo le mosche che ti ronzano attorno, quasi come un pollo arrosto lasciato fuori dal frigorifero. Poverino, mi fai quasi pena” pensò il ragazzo a quella vista. 
Kyle dopo essersi liberato dei suoi fan andò da Jake e lo salutò «Yo! Come va?» Ma questa volta, il suo sorriso sembrava molto più sincero rispetto a prima.
Jake lo guardò e sbuffando quasi per darsi un'aria di superiorità gli rispose «Dovresti smetterla di fare il finto amico, è una sceneggiata che ormai non ti si addice più!»
Kyle si sedette difronte a lui e gli rispose «Credo hai ragione, è deludente vedere che le persone ti cercano solo perché gli fa comodo. Comunque anche tu dovresti smetterla di essere così diretto, delle volte non sei molto carino, lo sai?»
Jake incrociò le braccia «Se la mia lingua non è affilata come un coltello non sarei me stesso e poi non mi intessa di essere carino, non sono mica un orsacchiotto e quindi la tenerezza non fa per me».
Allie era sorpresa ed intervenne «Cosa? Da quando in qua voi due andate così d'amore e d'accordo? Se non sbaglio voi due neanche vi guardavate fino a qualche giorno fa ed ora sembrate così amichevoli».
Jake alzò la testa quasi come in maniera di superiorità e disse «Questa non è una discussione amichevole, stiamo soltanto confrontando in modo pacifico le nostre opinioni. Tutto qua».
Kyle si grattò la testa e rispose «Diciamo che lui è stato l'unica persona che è venuta a farmi visita questi giorni e devo dire che per quanto la cosa fosse inaspettata è stata molto piacevole».
Jake guardò male il ragazzo «Ora mi fai passare per bravo ragazzo».
«Perché? Non è così?» Chiese Allie.
«No, per niente!»
I tre rimasero a parlare ancora per qualche altro minuto fin quando entrò la professoressa; la giornata trascorse tranquillamente dopodiché i ragazzi tornarono a casa. Quel giorno non erano previste lezioni pomeridiane quindi Jake ne approfittò per fare un pisolino, ma poco prima di addormentarsi gli arrivò un SMS, sbuffò e prendendo il cellulare disse «Chi è che rompe a quest'ora? Non lo sanno che c'è gente che vuole riposarsi dopo una giornata di dolce far niente?»
Aprì il messaggio ed era di Allie, diceva “Ciao Jaky, ti va di venire da me? Ho preso un brutto voto in matematica l'ultima verifica e visto che tu sei bravo mi chiedevo se potevi darmi una mano ;) Porta i tuoi quaderni, i tuoi appunti e tutto ciò che può esserci utile, è un ordine! P.S. Ti aspetto, quindi non metterci troppo altrimenti vengo io da te.”
Il povero ragazzo guardando il telefonino pensò “E la mia opinione? Prima mi ha chiesto se mi andava, come se mi avesse dato un'occasione per rifiutare e poi me la toglie obbligandomi, ma che le prende?” Jake prese tutto il necessario e si diresse alla porta di casa ed aprendola notò che il cielo si stava ingrigendo, per precauzione prese un ombrello e mentre andava da lei pensò “Certo che oggi è una giornata grigia eh... sembra quasi che voglia fare un bel temporale”. Suonò al campanello ed Allie gli aprì la porta dicendo «Oh, sei arrivato! Pensavo che ti ci sarebbe voluto più tempo».
«Non fare la spiritosa. Avevo programmi molto interessanti per oggi».
«Ah si? Di che tipo?»
«Dormire, bighellonare, giocare con la console, fare una ricerca in internet di cose inutili, fare uno spuntino e dormire».
«Uhm... hai detto dormire due volte...»
«Dormire è una cosa seria!»
I due entrarono dentro l'abitazione e si misero in salotto, aprirono i libri e cominciarono a studiare, si impegnarono per due ore circa poi presero una pausa, la ragazza preparò del tè ed entrambi si accorsero che fuori diluviava. I due parlarono del più e del meno fin quando cadde un fulmine, il suo rombo era fortissimo, la luce andò via e la ragazza si spaventò finendo addosso a Jake, quest'ultimo guardò la ragazza impaurita e le disse «Se volevi la mia compagnia perché avevi paura del temporale, potevi anche dirmelo invece che usare una scusa per farmi venire».
«N-non è vero, volevo anche studiare e se c'è un temporale ora... è solo una coincidenza».
«Eh... peccato che ti sei fregata da sola dicendo “volevo anche studiare”, per cui deduco che lo studio era un secondo motivo. Domanda: qual'è la vera ragione per la quale sono qui? Hai paura del temporale e volevi qualcuno vicino? Oppure... altro?»
La ragazza si allontanò da lui e cominciò a guardare in basso poi con un filo di voce disse «No... avevo solo paura... tutto qua...»
Jake sospirò e vedendola che stava arrivando al punto di piangere decise di abbracciarla «Scema, tutti hanno paura di qualcosa. Non vergognartene...»
«Uhm... ok....»
I due rimasero in silenzio per un po' ascoltando la pioggia battente e Jake si accorse di quanto fosse fragile quella persona che teneva tra le braccia, sentiva come che se avesse stretto di più la presa su di lei sarebbe stato in grado ucciderla anche se sapeva benissimo che se lo avrebbe fatto non sarebbe successo. Il ragazzo decise di rompere il silenzio «Certo, che è strano. Una come te che si ritrova così, insomma sei sempre così solare, allegra e devo dire anche perfida delle volte».
«Non sono perfida!»
«Si che lo sei.... ti ho sentito quando quella nostra compagna di classe ti ha chiesto perché “mi stai facendo amico” se così vogliamo dire. Bella risposta che gli hai dato, almeno questo te lo concedo».
«Se ho risposto in quel modo.... è perché... io sono come te... prima di trasferirmi qui venivo sempre lasciata sola dai miei compagni tanto che sono giunta con l'odiarli dal primo al ultimo. È stata una benedizione che mia madre ha dovuto traslocare per lavoro e quando sono venuto a sapere che in classe c'era una persona simile a me ho sentito come il desiderio di stargli vicino e di non abbandonarla. A me è successo e so quanto fa male, se posso evitare questa sofferenza a qualcuno, agisco, di certo non rimango con le mani in mano».
«Capisco... quindi vuoi evitare che rimanga solo vero? Ti ringrazio del pensiero anche se rimanere solo è uno dei miei desideri. La società fa schifo così come le persone che la vivono, per questo ho deciso di andare controcorrente alienandomi da tutto e da tutti. Però lo ammetto, ci sono delle volte in cui mi sento bene quando sto con te, non so il motivo... ma è così».
«Vale lo stesso per me sai....»
In quel momento si toccarono leggermente la mano per poi guardarsi intensamente negli occhi, sentivano i loro cuori battere all'impazzata, la loro distanza diminuì sempre di più e quando i loro nasi si sfiorarono sentirono una forte attrazione l'uno verso l'altro, la ragazza gli disse mormorando «Baciami...»
Il ragazzo esitava, aveva paura che la sua vita sarebbe cambiata radicalmente ed il fatto di perdere la sua posizione lo spaventava, finché la ragazza gli sussurrò «Cosa aspetti.... lo hai già fatto in quel sogno.... sii uomo e baciami...»
Jake prese il volto della ragazza con la sua mano destra e la baciò sulle labbra, finirono a terra l'uno sopra l'altro e continuarono a baciarsi in maniera sempre più intensa tenendosi per mano ed intrecciando le loro dita. Fu breve, ma intenso e quando finirono di baciarsi, continuarono a guardarsi negli occhi e poi ritornò la luce ed i due si resero conto di cosa avevano appena combinato, si alzarono e si sedettero sul divano senza dire niente, erano in imbarazzo ed il ragazzo pensò "Cavolo, cavolo, cavolo cavolo. Ma cosa diavolo mi è preso? Perché l'ho baciata? Specie poi in quella maniera così... violenta? No darebbe un idea sbagliata. Aaaah, sono fregato in tutti i sensi possibili ed inimmaginabili. Non mi stupisco se questa notte avrò un altro di quei stupidi sogni. Aspetta... ci sono, ma si... perché sono stato così stupido da non accorgermene? È solo un'ipotesi ma, è possibile... che lei sia la causa delle stranezze che sto vivendo? Non so cosa stia realmente succedendo ma è meglio stare attenti!”
La sessione di studio si concluse senza altri “incidenti” e Jake tornò a casa. Entrò nella sua abitazione notando che la sua zia non era tornata, si diresse in camera sua e una volta entrato vide il gatto dormire raggomitolato sul suo letto, si sedette e sospirò, cercò di pensare ma sentiva dei rumori provenire dalla stanza affianco e pensando che fosse sua sorella che si scatenava con la consolle decise di dargli una calmata. Si avvicinò ed aprì la porta con irruenza dicendo «Stupida scimmia, la finisci di fare baccano? C'è gente che sta.... cercando.... di pensare....»
Il ragazzo rimase spiazzato nel vedere Rita ed Asia insieme nello stesso letto in intimo e mormorò «Ah... devo ancora abituarmi a certe cose...»
Rita prese il suo cuscino e glie lo tirò in faccia dicendo «Jaky, vattene! Maiale che non sei altro!»
Dopo essersi preso il cuscino in faccia pur rimanendo impassibile per via dello shock, chiuse la porta dicendo «Continuate pure, io tolgo il disturbo».
Il ragazzo sospirò ed andò in salotto “Fammi andare a preparare la cena, voglio concludere questa giornata prima che mi capiti qualcos'altro” pensò il ragazzo mentre cercava il grembiule e dopo averlo trovato si mise ai fornelli, mentre cucinava vide le ragazze passare di soppiatto davanti alla cucina e gli disse «Inutile che imitate i ninja se poi fate rumore come carri armati!»
Le due rendendosi conto di essere state beccate si scusarono con imbarazzo per ciò che era successo poco fa, Jake ascoltava distrattamente quello che avevano da dire le due combina guai, poi gli rispose «Sentite... per quanto mi riguarda potete fare quello che volete, quindi non ce l'ho con voi. L'unica cosa che vi chiedo è di chiudere la porta a chiave, sapete è imbarazzante anche per me vedere certe cose».
Dopo essersi chiariti Rita accompagnò Asia alla stazione dei pullman e Jake continuò a preparare la cena come tutte le sere.
Il giorno dopo il ragazzo andò a scuola con la sorella ma Allie non era presente, dopo quello che era successo il giorno prima si sarebbe aspettato una cosa simile. Una volta arrivato in classe si sentii stranamente solo, senza quella piantagrane che con la sua vivacità movimentava un po' le sue cupe giornate, si sentiva vuoto, come se mancasse qualcosa. Decise di uscire dalla classe e di fare due passi per i corridoi e mentre camminava incontrò Kyle «Yo! Come va?»
Jake si voltò e gli rispose «... Ciao, va così e a te?»
«Non mi la mento, più tosto, dov'è Allie? Se non sbaglio state sempre insieme».
«Non so dov'è, è da ieri sera che non la sento».
«Capisco, ti lascio alla tua passeggiata allora, cerca di non fare tardi ok?»
«Si...»
Jake se ne ritornò sui suoi passi girando un po' per la struttura, poi guardando l'orologio e vide che si stava avvicinando l'ora della prima lezione e decise di tornarsene in classe, ma, nel corridoio incontrò Allie che aveva appena finito di salire le scale, si guardarono negli occhi senza dire niente poi la ragazza si avvicinò sorridendo e con la sua solita allegria lo salutò «Ciao Jaky! Che fai lì impalato? Forza muoviamoci le lezioni stanno per iniziare».
«Oh... certo, hai ragione». Disse il ragazzo sorpreso.
I due seguirono le lezioni come ogni giorno e durante la ricreazione, mentre parlavano del più e del meno, Jake gli chiese «Dimmi una cosa... ieri quando hai detto: “lo hai già fatto in quel sogno”, cosa intendevi?»
«Uhm.... ecco... diciamo che ho sognato una tua versione mascherata che mi ha baciato... ed ho avuto la sensazione che fossi realmente tu...»
«Capisco... bene, diciamo che la sensazione che hai avuto è stata più reale di quanto pensi, visto che anche io... ho fatto lo stesso sogno...»
«Lo so...»
Jake rimase colpito dalla sua risposta quasi sussurrata “Sapeva tutto fin dall'inizio? Oppure sospettava qualcosa ed ha avuto la conferma da me in questo istante? Fatto sta che quando ieri mi ha detto in quel modo, mi ha fatto tornare in mente il bacio nel sogno e non sono più riuscito a pensare lucidamente. Meglio stare attenti da adesso in poi, credo di essere entrato in un campo minato senza accorgermene” pensò il ragazzo mentre mangiava il suo panino.
Dopo le lezioni i studenti tornarono a casa ma Jake diede una scusa ad Allie e sua sorella per restare nell'istituto, aveva bisogno di riflettere e trovava i corridoi della scuola il posto ideale per farlo. Mentre passeggiava nell'istituto si ritrovò sulle finestre che davano sulle piste per la corsa ad ostacoli e lì notò una figura, sembrava zoppicasse o comunque sia in difficoltà e incuriosito decise di dare un'occhiata più da vicino, si avvicinò senza attirare attenzione e vide che la persona in difficoltà era Kyle. Andò da lui e gli disse «Yo! Come va?»
Il ragazzo riconobbe la voce sarcastica del ragazzo e gli rispose «Diciamo che sono stato meglio...»
«Non sforzarti e rimani fermo, rischi di peggiorare le cose. Cosa ti è successo? Hai preso una storta?»
«Credo di si, ho messo male il piede e sono caduto. Ho cercato di rialzarmi ma il dolore è troppo forte».
«Ma possibile che ti fai sempre male? Prima un malore, ora questo. Faresti meglio a trasferire la residenza all'ospedale visto che lo visiti spesso». Disse Jake caricando sulle spalle il ragazzo.
«Sai, ci stavo pensando giusto questi giorni, dopo tutto li si sta anche bene visto le infermiere carine che ci sono e si prendono cura di te. Potrei anche abituarmici».
«Cos'è, sei un masochista per caso? Non sapevo avevi certi gusti».
«Non sono masochista, mi piacciono le infermiere, tutto qua».
«Certo che sei strano, mi chiedo se tutti i ricchi sono così. Ah una cosa, mettiti un deodorante, puzzi».
«Ahahaha.... grazie del complimento ma lo avevo messo prima di correre».
«Allora cambia marca, su di te questo non funziona».
I due continuarono a bisticciare amichevolmente fino all'infermeria ma li non trovarono nessuno se non una ragazza, aveva lunghi capelli neri ed occhi azzurri ed appena vide i due ragazzi fuggi di colpo senza dire niente, Jake sospirò e disse «Tranquillo, scappano tutte appena mi vedono».
«Allora dovrei assumerti come repellente».
«Tratti le femmine come insetti, sei peggio di quanto credessi».
«Ahahaha, non intendevo in quel senso».
«Ti sistemo qui, ora mando un messaggio a mia zia».
«Tua zia?»
«Si, capirai presto».
Dopo aver messo Kyle seduto su uno dei letti mandò un messaggio alla sua zia che poco dopo entrò con irruenza dicendo «Jacky, tesoro, cosa ti sei fatto?»
Kyle rimase di stucco vedendo la professoressa di scienze preoccuparsi così tanto, per un momento si chiedeva cosa stesse realmente succedendo visto che in classe loro litigavano sempre poi si ricordò che aveva nominata una certa “zia” e scoprendo la verità disse «Cosa? Fammi capire, la prof. con cui litighi ogni giorno... è tua zia?»
«Sorpresa... la zitella è mia zia».
La donna colpì Jake sulla testa dicendogli «Se non la pianti di chiamarmi zitella, giuro che ti mando al creatore con le mie stesse mani!»
Il ragazzo accarezzandosi la testa gli rispose «Sei anche bipolare? Ora capisco perché sei ancora single».
Dopo aver bisticciato un po', la professoressa medicò la gamba di Kyle il quale sembrava essersi slogato la caviglia, la donna gli disse «La buona notizia è che non hai niente di rotto, la brutta è che molto probabilmente non verrai a scuola per qualche giorno e se ci vieni dovrai affidarti alle stampelle. Meglio che ti riposi, non vorrei che peggiorasse».
Jake guardò il ragazzo e gli disse «Ti è andata di lusso, peccato che non incontrerai le infermiere».
«Così sembra». Rispose Kyle sorridendo.
Dopo essersi scambiati i numeri di cellulare per aggiornarsi su ciò che accadeva a scuola il ragazzo chiamò a casa e si fece venire a prendere con un auto molto lussuosa mentre il povero Jake andò a casa a piedi continuando a pensare ad Allie e a ciò che avrebbe dovuto fare con lei.
Quella sera, Jake rimase sveglio ad aspettare la sua zia, aveva detto che sarebbe uscita con dei colleghi di lavoro e avrebbe mangiato fuori ma quando lei rientrò a casa era ubriaca e diceva cose senza senso mentre una sua collega era stata costretta dalla situazione ad accompagnarla all'entrata della porta, il ragazzo vedendo la scena aiutò la donna a portare dentro casa sua zia per poi sdraiarla sul divano. La donna si avvicinò Jake e gli disse «Scusa per tutto il disturbo, gli avevo anche detto di smettere ma non ha voluto ascoltarmi».
«Non si preoccupi, sono abituato a vederla così professoressa Ashley ».
«Lo immagino. Il tuo nome è Jake, dico bene?»
«Così dicono all'anagrafe».
«Ahaha, avrei bisogno di un piccolo favore, ti spiegherò tutto domani mattina quindi vieni a trovarmi nell'aula insegnanti, d'accordo?»
«Ok, come vuole».
“Spero soltanto di non cacciarmi nei guai visto che ultimamente me ne capitano di tutte i colori” pensò il ragazzo.
Dopo aver salutato la sua professoressa, il ragazzo portò sua zia nella sua stanza e dopo averla messa a dormire si rifugiò nella sua camera, controllò il suo cellulare e vide un messaggio da parte di Kyle che diceva “Yo Jake! Grazie per avermi aiutato prima, mi hai salvato. Sapevo che eri un buon amico, grazie ancora.” 
Il ragazzo chiuse il telefono pensando “Mi consideri già un tuo amico? Spero solo che non prendi un altro granchio, sarebbe davvero triste se lo facessi. Comunque il fatto che mi considera un suo amico è una cosa che non mi dispiace, visto che tra solitari ci si intende a vicenda”.
Dopo essersi messo il pigiama il ragazzo andò a dormire ma quella notte entrò di nuovo nel mondo dei sogni, sì ritrovò in una specie di giungla, ed addentrandosi in essa vide Allie che sembrava seguire le tracce di qualcosa, si avvicinò a lei e gli chiese «Dai la caccia a qualcosa?»
La ragazza si voltò «Jake... che piacere vederti, si sto dando la caccia ad una strana creatura che si aggira da queste parti».
«Ti dispiace se ti seguo?»
«No, anzi, se ci sei tu mi sento più sicura».
Dopo aver seguito le traccie si ritrovarono difronte un grandissimo albero e su di esso era legato con dei rami Kyle, il quale sembrava privo di conoscenza. Jake provò ad avvicinarsi ma un'aura oscura lo bloccò, sembrava quasi come una specie di fumo nero molto denso e quando cominciò a diradarsi apparve una creatura simile ad un gigantesco ghepardo eretto sugli arti inferiori di colore rosso, le zampe anteriori somigliavano molto alle braccia di un qualsiasi essere umano mentre sulle mani aveva una sorta di tirapugni con delle punte molto affilate; la creatura si presentò dicendo «Io sono Flauros, uno dei quattro angeli caduti. Difenderò il padrone, fino al mio ultimo respiro. State certi che da quest'incubo non ne uscirete vivi».
La creatura alzò i suoi pugni acquistando così una postura da combattimento; era chiaro che ormai lo scontro era inevitabile.

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Capitolo 5
*** Una voce (in)dimenticata ***


Lo scontro cominciò con Faluros che sì scagliò sui due ragazzi, saltò in aria e colpì il suolo con un pugno potentissimo. Jake ed Allie evitarono il colpo e dopo un salto acrobatico estrassero le loro armi, il ragazzo colpì la creatura con la sua spada ma lui si protesse con i suoi tirapugni, lo scontro tra i due era impetuoso ed Allie che era stata messa in disparte decise di intervenire evocando il suo demone «Barbatos, diamo fuoco alle polveri!»
Dietro la ragazza apparve una polvere nera molto fine e volatile dalla quale si materializzò una figura che indossava abiti simili a lei con tanto di capello piumato, aveva la barba lunga ed orecchie a punta, il suo volto ricordava un uomo di mezz'età ed attorno a lui fluttuavano quattro piccoli esseri alati muniti di piccole trombe. L'essere era armato con un lungo moschetto il quale non sembrava aver bisogno di ricariche ogni volta che sparava, Barbatos puntò Flauros alla testa e fece fuoco ma il colpo sembrò rimbalzare a causa dello strano pelo di quest'ultimo, la creatura rossastra si voltò verso Allie ma non ebbe modo di attaccarla perché Jake lo colpì alle spalle. Combattuto su due fronti Flauros decise di scatenare la sua ira, gridò in modo selvaggio ed il suo urlo di battaglia era così forte da far tremare addirittura il terreno sotto i loro piedi ed i poveri ragazzi dovettero interrompere il combattimento e coprirsi le orecchie. Dopo il suo urlo la creatura passò all'attacco, colpì Jake con un calcio facendolo finire vicino ad Allie poi fece un salto e percosse il suolo con un pugno devastante scaraventando la ragazza addosso ad un albero. La ragazza aprì gli occhi ma non riusciva a rialzarsi e vedendo la creatura avvicinarsi puntò con la sua mano tremolante il suo fucile su di essa e fece fuoco più e più volte ma senza successo, Flauros rideva compiaciuto e disse «Sciocchi, pensavate davvero di potermi battere? Avreste fatto meglio a fuggire».
La creatura si avvicinava lentamente ad Allie e la vista della ragazza cominciava a sfocarsi mentre la sua mano tremava in maniera sempre più vistosa a causa della situazione. Jake si stava riprendendo dal colpo di prima e vedendo la scena ordinò al suo corpo di muoversi e di salvarla ma esso non rispondeva ai suoi comandi “Muoviti! Devo salvarla o lei... dannazione” pensò in quell'istante, ma niente il suo fisico non si muoveva di un millimetro era come se fosse paralizzato. Ad un tratto sentì una pulsazione nella sua mano destra, poi un'altra ed un'altra ancora, era la sua spada che stava cominciando ad emanare un'aura rossa e da lì a poco cominciò a sentire l'energia scorrere nel suo corpo il quale si rialzò, Jake guardò Flauros che stava per prendere Allie e pensò “Non la toccare!” 
In un istante il tirapugni sulla mano sinistra andò in mille pezzi, Flauros guardò dove prima si trovava il ragazzo ma non vide nessuno poi udì la sua voce «Si può sapere dove stai guardando gattone?»
Il ghepardo rosso si voltò e vide Jake avvolto completamente dall'aura rossa, il suo sguardo era di ghiaccio e la sua spada emanava un'energia oscura «C-cosa? Come fai tu...»
Il ragazzo con un ghigno malefico disse «È ora che ti renda pan per focaccia, non credi?»
Diede un calcio sullo stomaco della creatura la quale finì ad una velocità pazzesca nella foresta, schiantandosi violentemente contro gli alberi circostanti abbattendoli. Flauros si rialzò e mormorò «Ah... ragazzi... questo lascerà il segno, ne sono sicuro».
Jake si mosse ad una velocità impercettibile quasi come una sorta di teletrasporto ritrovandosi così a pochi passi dal suo nemico «Pensi che quel misero calcio ti lascerà il segno? Poverino, mi chiedo cosa dirai dopo che ti avrò colpito nuovamente».
In quel momento un'ombra scura apparve alle spalle del ragazzo, era Ankou che con la sua falce colpì l'essere in pieno ed il suo manto cominciò a perdere il suo intenso colore rosso trasformandosi in grigio «No! Cosa mi hai fatto? Il mio manto, sta cambiando colore... com'è possibile?»
Con un sorriso malvagio stampato in faccio il ragazzo gli rispose «Semplice, ho usato la falce di Ankou per strapparti via la tua immunità, l'ho notato sai? Quando ti colpiamo, i colpi sembrano rimbalzare sulla tua pelliccia come se essa agisse da scudo. Ora sei indifeso, gattone».
Il ragazzo fece una sorta di verticale dando due calci a Flauros il quale finì in aria «È ora di fare casino!» 
Disse Jake per poi saltare colpire ripetutamente la creatura a grandissima velocità, sotto i suoi colpi Flauros rimase impotente e in quegli attimi pensò “Questa velocità.... questa forza.... quest'energia.... non ci sono dubbi. Padrone, perché state facendo questo al vostro umile servo?” Il corpo di Flauros si dissolse come granelli di sabbia al vento e dove prima c'era il suo corpo apparve una reliquia all'interno di un cristallo rosso, quando il ragazzo toccò l'oggetto si svegliò. Era nel suo letto ma qualcosa sembrava opprimerlo “Caldo... cos'è questo calore? Urgh... e poi cos'è questa puzza? Sembra... alcool!” Jake si alzò di colpo e vide che sua zia dormire profondamente «Jaky... ti voglio tanto bene...»
Disse la donna mormorando nel sogno, Jake gli diede uno scossone e lei si svegliò, guardò Jake e cercò di abbracciarlo «Jacky, vieni qui e abbraccia tua zia».
Il ragazzo si allontanò disgustato «Togliti zitella che non sei altro, puzzi di alcool e per giunta sei andata a dormire con i vestiti che portavi la sera prima, ora il tuo puzzo si è attaccato a me e sulle lenzuola e per colpa tua dovrò farmi una doccia!»
«Bhè, allora falla con me».
«Scordatelo! Sei ancora ubriaca e faresti meglio a tornartene a dormire prima di fare altri danni!»
Jake si alzò e si chiuse in bagno e cominciò a farsi una doccia mentre sua zia ritornò a dormire nel suo letto ancora per un po'. Qualche minuto dopo Jake uscì in fretta e furia di casa e mandò un messaggio ad Allie dicendogli che non sarebbe potuto venire a scuola con lei e sua sorella perché aveva da sbrigare una faccenda. Entrato dentro l'istituto si recò subito in aula insegnati dove trovò la professoressa Ashley ad aspettarlo «Jake, non pensavo saresti arrivato così presto».
«Voglio soltanto risolvere al più presto la questione, ora posso sapere cosa vuole chiedermi?»
La professoressa controllò l'orologio «Visto che è così presto voglio mostrarti una cosa, ti spiegherò tutto una volta arrivati in aula disegno».
I due andarono nell'aula e la prof. prese un quadro e lo mostrò a Jake il quale rimase agghiacciato da ciò che vide “No... che cosa significa?” pensò il ragazzo vedendo il dipinto. 
«Si chiama Evelyn Bell l'autrice del disegno. Bello vero? La cosa che più mi meraviglia è che ne ha fatti altri simili a questo e tutti con lo stesso soggetto. Visto che il protagonista di questi dipinti ti somiglia mi chiedevo se potevi avvicinarti a lei, magari gli fai da modello o qualcosa di simile».
Vedendo il ritratto che immortalava il momento in cui combatteva contro Flauros il ragazzo rispose «È solo questa la motivazione? Vuole che io faccia da modello a questa persona? Oppure, c'è dell'altro che dovrei sapere?»
L'insegnante, con un espressione rattristita gli rispose «Lei ha perso la voce ed i medici non hanno trovato una causa che possa spiegare quanto gli è successo. Ironia della sorte, il suo più grande sogno era quello di essere una cantante ma...»
«Senza voce non vai da nessuna parte, quindi ha preferito darsi alla pittura, giusto?»
«Sei perspicace».
«Non bisogna essere dei geni per fare due più due!»
In quel momento la porta dell'aula si aprì ed entrò una ragazza, Jake la guardò e notò che era la stessa del giorno precedente la quale rimase sorpresa di vedere i due mentre osservavano il suo disegno, la professoressa vedendo la alunna disse «Ah, buongiorno Evelyn. Scusa se abbiamo preso un tuo ritratto ma credo che questo ragazzo possa farti da modello visto che somiglia al protagonista dei tuoi dipinti».
La ragazza tirò fuori un taccuino e scrisse “Non si preoccupi... è tutto ok, grazie del pensiero.” 
L'insegnate si avvicinò al ragazzo e gli mormorò «C'è un'altra cosa che devi sapere. A causa del suo mutismo non sembra avere molti amici, la vedo spesso in classe soffrire la solitudine non so se è a causa del fatto che non possa usare la sua voce per comunicare o per altri motivi. Vorrei solo che gli stessi vicino, almeno per un po'. Per favore».
«Ah... certo... vedrò che posso fare...»
La professoressa Ashley se ne uscì dall'aula ed il ragazzo pensò “E come al solito mi ritrovo tra i piedi un'altra piantagrane. La cosa positiva è che non ha la parlantina di Allie. Ora però la cosa che mi lascia perplesso sono i suoi dipinti, meglio fargli qualche domanda così da capire qualcosa in più.” Jake prese il dipinto che stava osservando in precedenza e gli disse «Bello, non male come disegno».
Evelyn scrisse sul taccuino “Ti piace davvero?”
«Certo che si, i colori sono stupendi e l'ambientazione è dir poco surreale. La prof. mi ha detto che ne hai fatti altri, potrei vederli?»
“Ora non puoi, gli altri sono a casa mia.” Scrisse la ragazza.
«Peccato, mi sarebbe piaciuto vederli. Certo che ha ragione la professoressa a dire che il protagonista mi somiglia. Dimmi ti sei ispirata a qualche libro? O film?»
La ragazza assunse un'espressione spiazzata e con la penna in mano esitava a scrivere la risposta a quella domanda, ma poi scrisse qualcosa “A dire il vero no, ti vedo sempre a ricreazione che girovaghi per la scuola ed ho pensato che eri d'ispirazione per i miei quadri.”
«Ah... capisco...»
“Eeeeh.... non sa mentire la ragazza, lo vedo distante un chilometro che quello che dice non sta in piedi, considerando anche il fatto che difficilmente esco dalla classe durante la ricreazione mi chiedo come possa vedermi ogni giorno” pensò il ragazzo leggendo la risposta. Jake controllò l'ora e si rese conto che la prima campanella stava per suonare, disse alla ragazza che si sarebbero rivisti presto ed i due si salutarono facendosi un cenno con la mano per poi dirigersi verso le proprie aule. Le ore trascorsero poi giunse la ricreazione, Allie come al solito cercava di trascinare Jack per i corridoi ma poi intervenne Kyle il quale si teneva con delle stampelle a causa della storta «Yo! Come va?»
«Yo!» Dissero Allie e Jack insieme.
“Cavolo questo modo di salutare è contagioso, peggio di un virus o di una pandemia!” Pensò il ragazzo, per poi dirgli «Come va la caviglia?» 
Il biondo gli rispose «Dolorante ma sto bene. Sapete, questa notte ho fatto un sogno veramente buffo. Ve lo racconto perché c'eravate voi due e vorrei farvi fare due risate. Comunque c'eri tu Allie che indossavi un travestimento da... ladro medievale, stile Robin Hood ma con la gonna, mentre Jake era travestito come una sorta di cowboy a causa del cappotto nero che portavi ma senza il classico cappello. Io invece ero legato come un salame ad un albero e vedevo voi due combattere contro una strana creatura, il sogno era confuso e per questo non ricordo molto ma i vostri costumi erano davvero simpatici».
I due rimasero sorpresi di quello che gli aveva appena raccontato e Kyle trovava strano il loro stupore. Durante la pausa, Jake ed Allie stavano mangiando insieme ed il ragazzo con una chiara perplessità in volto disse alla ragazza «C'è qualcosa che mi turba, dimmi... anche tu hai fatto lo stesso sogno di Kyle?»
La ragazza guardò Jake «Si, scommetto che anche tu hai fatto lo stesso sogno, dico bene?»
«Già... ma la cosa che mi lascia perplesso è che questa mattina una professoressa mi ha chiesto di avvicinarmi ad una ragazza, si chiama Evelyn e la cosa straordinaria è che ha fatto dei ritratti che riguardano i nostri sogni».
«Davvero? Incredibile... perché non ce la presenti?».
«E perché mai?»
«Più siamo, più ci divertiamo. E poi credo sarebbe divertente avere un'altra femmina nel gruppo».
“Gruppo? Da quando in qua io faccio parte di un gruppo? Non che mi dispiaccia anche se l'idea mi sa un po' scomoda perché così perderei la mia indipendenza, speriamo almeno che nessuno cerchi di togliermi il diritto all'iniziativa personale” pensò il ragazzo a quella risposta; mentre Jake era immerso nei suoi pensieri la ragazza gli diede un bacio inaspettato sulla guancia, lui si voltò arrossendo e la ragazza con un innocente sorriso gli disse «Sei così carino quando ti concentri sui tuoi pensieri che non ho saputo resistere».
Il ragazzo cercò di dire qualcosa ma era balbuziente e si arrese quasi subito finendo la frase con un imbarazzante silenzio, Allie a quella scena cominciò a ridere a crepapelle e Jake vedendola sorridere in quel modo si sentì stranamente felice. Le ore di lezione trascorsero tranquillamente e all'uscita Jake era in compagnia di sua sorella ed Allie, mentre si dirigevano al cancello principale videro una ragazza ad aspettarli che si avvicinò e Jake disse «Allie, è lei la ragazza di cui ti parlavo... Evelyn»
Evelyn fece un saluto con la mano e il ragazzo ricambiò, tirò fuori il taccuino ci scrisse sopra e si avvicinò a Jake per farglielo leggere “Ciao, loro sono tuoi amici?”
J: «Uhm... una specie, lei è Allie: vicina di casa e di banco. Lei è mia sorella Rita. Ragazze vi presento Evelyn, se vi state chiedendo perché scrive su un taccuino è perché ha perso la voce e non i medici non sanno la causa!»
A: «Ti sembra una cosa da dire così direttamente?»
R: «Sei crudele Jacky!»
E: “Tranquilli, non me la prendo per così poco.”
I quattro rimasero a parlare per un po' poi decisero di fare ritorno alle loro dimore, vista l'assenza di attività pomeridiane quel giorno Jake accompagnò le ragazze a casa e nel pomeriggio decise di fare due passi per conto suo, durante la passeggiata incontrò una cartomante seduta sul ciglio della strada la quale notando il ragazzo gli disse «Salve straniero, io e lei non ci conosciamo ma sento che la sua vita è stata costruita su un grande sentiero. La prego si sieda e peschi una carta, ciò che il suo futuro ha in servo per lei non si scarta».
Jake guardando la donna rispose «Non mi interessa».
«Non chiedo ne ricompense ne denaro, quello che faccio è soltanto un umile regalo».
“Non mi piacciono i tipi che parlano in rima figuriamoci poi se indossano un vestito viola con dei veli verdi e violaci a mo di cappuccio così da celare il volto. Mha... se tanto non chiede niente in cambio posso sempre dare un'occhiata” pensò il ragazzo per poi sedersi, la cartomante gli aprì il mazzo facendo un arco di carte sul tavolo «Cassandra è il mio nome, ora peschi una carta signore».
Jake guardò le carte coperte sul tavolo e ne prese una, la girò e vide disegnato una sorta di ciondolo a forma di una conchiglia conica e guardando la carta il ragazzo vide nella sua mente delle immagini che raffiguravano il mondo dei sogni, scorrevano ad una velocità assurda poi gli apparve di nuovo l'immagine del ciondolo e in quel momento sentì una voce nella sua testa dire “Il ciondolo è la chiave”. Quando il ragazzo si riprese notò che era rimasto solo e che la carta era diventata completamente bianca e sul dorso di essa c'era attaccato un biglietto da visita con scritto un indirizzo e la frase “Se sei in cerca di risposte, Cassandra può guidarti aprendoti le sue porte.”
Jake rimase di sasso ad una cosa simile ma decise di tenersi entrambi i souvenir, sentiva come se quelle cose che ora possedeva gli sarebbero tornati utili in qualche modo.
Si fece buio e tornato a casa Jake si fiondò in camera sua, si tolse la giacca e si sdraiò sul letto guardando la carta, poi si alzò e si sedette sulla sedia della sua scrivania, cominciò a guardare fuori dalla finestra e poco dopo vide la luce della stanza di Allie accendersi, il ragazzo diresse lo sguardo verso la camera della ragazza e la vide che mentre entrava vestita solo di un accappatoio “Oh cavolo... che sta succedendo?” pensò il ragazzo a quella vista. Allie ignara che il ragazzo era nella stanza difronte si tolse lentamente l'accappatoio che portava mostrando prima le spalle, poi il seno, i suoi fianchi e a quella vista il ragazzo cadde dalla sedia, poi si avvicinò alla finestra e cominciò ad osservare la ragazza in procinto di rivestirsi “Cavolo, cavolo, cavolo, cavolo, ma che diavolo sto facendo? Non dovrei spiare eppure... non riesco a distogliere lo sguardo. È così sexy... aaah! Jake, smettila di pensare a cose sconce, meglio se me ne vado!” Jake trascorse una serata tranquilla anche se la sua testa era invasa da mille pensieri riguardanti Allie, per quanto cercasse di non pensare a lei i suoi pensieri sembravano avere la ragazza come loro meta finale. Si addormentò pensando alla ragazza e quella notte tornò nuovamente nel mondo dei sogni. Giunto là, Jake cominciò a chiedersi se la ragazza a cui tanto pensava fosse la causa di questi sogni nonché l'esistenza stessa di quello strano mondo ma questa era una domanda a cui non sapeva ancora dare una risposta.
Il ragazzo vide una grandissima dimora in lontananza e si incamminò verso di essa, durante il tragitto incontrò Allie la quale stava ammirando il cielo e quando notò il ragazzo sì voltò «Ciao... Jake»
Disse sorridendo leggermente mentre il vento muoveva i suoi capelli setosi, il ragazzo rimase stordito dalla sua bellezza tanto che non fu in grado di dire nulla, la ragazza si avvicinò a lui, gli prese la mano e disse «Andiamo?»
«Si...» Rispose Jake arrossendo.
Attraversarono il sentiero circondato dagli alberi e giunsero alla dimora dove videro di spalle un individuo il quale era vestito con la pelliccia di un leone rosso e portava come elmo la testa dell'animale, si voltò ed entrambi i ragazzi notarono che era Kyle «Hey ragazzi, anche voi qui? Che sorpresa. Certo che i vostri costumi sono veramente buffi».
Jake con un tono indifferente gli disse «Parla per te, con quel costume da leone sembri un cogl-»
Allie interruppe il ragazzo «Suvvia, non c'è mica bisogno di essere volgari».
Dopo una risata i tre entrarono nella dimora ma non videro nessuno, poi la porta si chiuse di colpo e sì formò un sentiero fatto di fiamme fluttuanti, i ragazzi seguirono la strada luminosa fino a quando si ritrovarono in una gigantesca sala, era così grande che al suo interno erano presenti dei giardini con tanto di alberi, poi sì udì una voce «Siete arrivati finalmente, che carini che siete. Quasi mi dispiace mettervi fuori gioco, però volendo potreste diventare i miei schiavi».
I ragazzi si diressero verso l'origine della voce e li la videro, capelli neri lunghissimi, occhi color oro, orecchie a punta e un corpo formoso ma non completamente umano. Per metà era come quello di una donna affascinante per l'altra come quello di un gigantesco e mostruoso serpente le cui scaglie erano di un colore blu scuro «Sono Lilith una dei quattro angeli caduti, piacere di conoscervi».
Vicino a lei c'era Evelyn la quale era chiusa all'interno di un prisma priva di coscienza, Jake ed Allie estrassero le loro armi e cercarono di studiare l'avversario ma Kyle si fiondò su di lei e cercò di colpirla a mani nude, Lilith si spostò velocemente «Sei lento biondino».
A quel punto Jake cercò di coglierla di sorpresa con la sua spada ma lei parò il colpo con la sua coda «Con quel giocattolino che hai in mano non riuscirai nemmeno a scalfire una delle mie scaglie lo sai?»
Dopo aver sbilanciato il ragazzo l'essere lo colpì con la coda scaraventandolo lontano, Kyle vide il suo compagno rialzarsi e si avventò su di lei evocando il suo demone «Non lascerò che tu tratti uno dei miei amici in quel modo! Marbas, è il momento di un assalto selvaggio!»
Sì udì un ruggito ed una energia rossa uscì dal corpo del ragazzo dalla quale si materializzò in una creatura alta e muscolosa, il suo volto era come quello di un leone ed aveva una criniera rossa, sulla fronte aveva due corna nere, possedeva delle catene spezzate legate ai polsi ed indossava soltanto dei pantaloni  dove sui stinchi erano presenti delle protezioni in oro. Marbas si scagliò sulla creatura la quale teneva testa al suo modo di combattere particolarmente feroce.
Lilith trovandosi in difficoltà decise di sfoderare il suo asso nella manica «Stupida di una bestia ora ti faccio vedere di che pasta sono fatta!»
Lilth fece un respiro profondo e il ciondolo che portava al collo si illuminò di una luce viola poi rilasciò un potentissimo urlo molto più acuto e potente di quello di Flauro, i tre si coprirono le orecchie e Marbas scomparve. Finito quello straziante suono i ragazzi erano confusi e storditi e la creatura ne approfittò per colpire i due ragazzi, usò la sua coda ed in un solo colpo fu in grado di colpirli entrambi più e più volte. Allie si era nascosta nella vegetazione presente e quando si riprese evocò Barbatos il quale colpì la Lilith alla spalla destra, la creatura si voltò ma non vide nessuno, poi ricevette un altro colpo questa volta al fianco sinistro, si guardò nuovamente intorno ma non c'era nessuno, la creatura allora prese un altro respiro profondo e si preparò per urlare di nuovo quando sì udì la voce di Allie dietro un cespuglio bisbigliare «Jake ora! Strappagli il ciondolo al collo, è la nostra unica occasione!»
Jake vedendo il ciondolo illuminarsi risentì quella voce nella sua testa dirgli “Il ciondolo è la chiave” e senza indugiare il ragazzo scattò e strappò dal collo il ciondolo alla creatura, la quale cercò di urlare ma senza emettere nessun suono. In quell'istante il prisma che conteneva Evelyn si incrinò e Lilith vedendolo cercò di fuggire ma Jake gli corse dietro «Prima cerchi di ammazzarci e poi fuggi? Non mi sembra una cosa molto carina da fare, non credi anche tu?»
“Dannazione! È troppo veloce, di questo passo scapperà, non posso lasciare che accada” pensò il ragazzo, dopodiché la sua spada pulsò, si voltò verso essa e vide che il filo della lama risplendeva di una luce azzurra e ad un tratto sì sentì leggero come l'aria, in pochi secondi raggiunse la creatura dicendogli «Andavi da qualche parte? Lascia almeno che ti accompagni all'uscita».
Lilith tentò di colpire il ragazzo con gli artigli ma uno scudo di energia avvolse il suo corpo respingendo l'attacco, ormai sbilanciata la creatura rimase indifesa e Jake ne approfittò per dargli il colpo di grazia. Come Flauros il suo corpo si dissolse come sabbia al vento e al suo posto apparve una reliquia racchiusa in un cristallo di colore azzurro, afferrò l'oggetto e si diresse verso i suoi amici e gli domandò «State tutti bene?»
K: «Sì, niente di rotto».
A: «Tutto ok, un po' stordita ma sto bene»
J: «Sarai anche stordita ma devo ammettere che sei stata eccezionale. Ora, cosa me ne faccio di questa collana?»
K: «Dalla a me, se Marbas usasse il potere di quel ciondolo diventerebbe inarrestabile».
J: «Mmh...»
A: «Distruggila, non vedo il motivo di tenerla. Credo porterebbe solo guai».
J: «Io ho un'idea migliore».
Jake si avvicinò ad Evelyn la sollevò e gli mise la collana al collo per poi riposarla delicatamente a terra, in quel momento il ciondolo cominciò a brillare intensamente ed il ragazzo si svegliò.
Era mattina e come ogni giorno Jake andò a scuola con sua sorella ed Allie ma quando vide quest'ultima si sentiva in imbarazzo a causa di quello che aveva visto la sera precedente quindi decise di evitarla per quanto possibile, giunto in classe si sedette al suo posto e notò un biglietto sotto il banco che diceva “Appena leggi questo biglietto vieni in aula disegno da solo”, il ragazzo si alzò ed Allie curiosa gli chiese «Dove vai?»
«Uhm... un secondo in bagno, torno subito».
«Muoviti, le lezioni stanno per cominciare!»
Jake si diresse in fretta e furia in aula disegno dove lì trovò Evelyn ad aspettarlo; la ragazza quando lo vide sorrise in modo sereno, si avvicinò a lui e gli disse con un filo di voce «Gra... zie...»
Sul volto della ragazza cominciarono a scendere ininterrottamente lacrime di gioia e presa dall'emozione Evelyn abbracciò il ragazzo e lo strinse più forte che poteva «Grazie, grazie, grazie».
Continuò a ripetere la ragazza e Jake capì che non soltanto i sogni che faceva erano collegati con la realtà che lo circondava ma anche che essi avevano delle ripercussioni sul mondo in cui viveva.

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Capitolo 6
*** Il cugino (s)gradito ***




Molti giorni passarono da quando Evelyn ritrovò la sua voce. Quasi tutti credevano che ciò era successo fosse stato frutto di un miracolo e la ragazza non poteva contraddirli vista la situazione. Decise di unirsi al gruppo di Jake dove conobbe anche Kyle e i due, grazie alla personalità amichevole del ragazzo non ebbero difficoltà a stringere amicizia. Allie era felice che questa nuova ragazza si era unita al gruppo, ora aveva un'altra femmina con cui parlare e la cosa la emozionava molto. A Jake la cosa era indifferente, per lo meno in apparenza, in realtà rifletteva molto sulle cose che gli stavano succedendo di recente e preso dal dubbio decise di visitare la cartomante. Un giovedì pomeriggio dopo aver fatto in maniera sbrigativa i compiti, prese il biglietto e uscì di casa. Orientandosi con le poche informazioni stradali e chiedendo in giro, Jake raggiunse il luogo in cui doveva trovarsi la donna, bussò alla porta ma si accorse che era aperta e decise di entrare “Spero che entrare così non sia violazione di domicilio, ho bussato quindi per legge dovrei essere apposto” pensò il ragazzo mentre metteva il piede sinistro nella dimora, poi udì la sua voce «Ti stavo aspettando».
Il ragazzo sbuffò quasi innervosito e gli rispose «Scommetto che lo dici a tutti quelli che entrano per impressionarli».
«Mio caro Jake se lo dicessi per comodità, come mostrerei le mia abilità?»
«Uh! Come fai a sapere il mio nome? Mha poco importa se sai che sarei venuto sai anche cosa sono venuto a chiederti. Primo: perché faccio questi strani sogni? E secondo: perché non sono il solo a farli?»
«Le risposte a queste domande saranno rivelate, se l'origine dei sogni voi cercate. Ciò che lega l'uomo al sogno, è generato da qualcosa di più grande che un semplice bisogno. Tutto ciò che la mente vede mentre dorme, non è altro che la proiezione di mondi multiforme».
«Bene... almeno credo... comunque per quanto riguarda la seconda domanda, che mi dici?»
«Tu sei sempre stato in grado di entrare senza volerlo in quel bizzarro mondo, qualcosa ti impediva di farlo fino a poco tempo fa quando ti è successo qualcosa di fremebondo. Il motivo per cui i tuoi amici entrano è solo uno, il legame che hai stretto con loro non lo hai mai avuto con nessuno. A tutte le tue domande non posso rispondere ma posso darti un talismano, questo prezioso oggetto di sicuro ti darà una mano».
«Come può un coso simile, darmi una mano?»
«Sarai in grado di entrare nei sogni quando vorrai, così potrai cercare le risposte ogni volta che dormirai».
Il ragazzo salutò la donna la quale, poco prima che chiudesse la porta gli disse «Fa attenzione, presto o tardi riceverai un bel po' di agitazione».
Jake ascoltando quelle ultime parole quasi prive di significato se ne andò con più domande che risposte. Tornato a casa trovò sul divano Asia e Rita che si stavano baciando sul divano e quest'ultima esclamò «Jaky!»
Il ragazzo sospirò «Se non altro questa volta avete ancora i vestiti addosso, continuate pure basta che non fate troppo chiasso. Credo che andrò a farmi un pisolino».
Jake andò in camera sua e mise l'oggetto sotto il cuscino e si sdraiò, si girò nel letto più e più volte ma i troppi pensieri lo tenevano sveglio così decise così di prendersi una boccata d'aria fresca e aprendo la finestra vide Allie che faceva i compiti, il ragazzo guardandola si sentì rasserenato quasi come se tutti i suoi pensieri sparirono alla vista di quella ragazza. Jake decise per ora di lasciar perdere la storia del talismano e di vedere come si sviluppava la situazione e di agire di conseguenza.
Passarono due settimane da quando Jake fece visita alla cartomante e le cose sembravano filare lisce, i sogni sembravano aver allentato la loro presa sulla vita del ragazzo in quanto non si presentarono più e lui sembrava avere una vita normale... fino a quel giorno. Uscendo da scuola dopo le lezioni pomeridiane il gruppo di Jake vide una sagoma ad aspettarli al cancello, poi cominciò ad avvicinarsi ma con il sole sugli occhi i ragazzi avevano difficoltà a distinguere chi fosse, finché non si udì una voce maschile «Hey! Ciao a tutti oppure dovrei dire, piacere di conoscervi?»
Nello stesso istante in cui finì la frase, la sagoma si mise all'ombra e a Jake si palesò davanti ai suoi occhi l'origine del suo odio verso la società; era un ragazzo affascinante poco più alto di lui e come Jake aveva capelli neri ed occhi castani, indossava una maglietta nera a maniche corte, un paio di jeans grigio fumo e un paio di converse nere e bianche.
Il ragazzo guardandolo disse irritato «Tu! Razza di sottospecie di essere umano, cosa diavolo sei venuto a fare qui?»
Il misterioso individuo gli rispose con un sorriso compiaciuto «Ti sembra questo il modo di salutare il tuo amato cugino? Certo, ti ricordavo schizzinoso ma non così scorbutico. Però, a quanto pare ti sei fatto un bel gruppo di amici, nonostante il caratteraccio che tieni».
«Izac, ovunque ci sei tu, c'è sempre qualcosa di losco che bolle in pentola. Niente di sorprendente visto che quelli come te sono il peggio del peggio della società».
«Dammi tregua non sono neanche arrivato che già mi vorresti sbranare per qualcosa che non ho neanche pensato». Rispose Izac per poi mettergli un braccio intorno alla spalla «E pensare che una volta mi volevi bene come un fratello».
Jake lo guardò freddamente negli occhi «Toglimi quelle tue luride mani di dosso!»
Izac tolse la sua mano e sorridendo quasi divertito disse «Oh mamma, come siamo acidi oggi».
Poi puntò Allie, si avvicinò a lei e mentre la osservava disse «E lei? È la tua ragazza? Sarai anche schizzinoso ma hai buon gusto, fratellino».
Allie arrossì e Jake gli rispose «Lasciala in pace, lei non la devi neanche guardare! E poi sei ripugnante quando mi chiami in quel modo».
Il cugino di Jake guardò Evelyn e disse «E la piccoletta dove l'hai trovata? Ahahah è così bassa che può farmi da poggia gomiti».
La ragazza arrabbiata disse «Hey! Non chiamarmi piccoletta soltanto perché tu sei poco più grande di me, prepotente che non sei altro».
Izac rideva di gusto «Ahahahaha e dai stavo scherzando».
Ed in quell'istante intervenne Kyle che posando una mano sulla spalla di Izac disse «Smettila! Stai esagerando e ci stai dando fastidio con il tuo comportamento!»
Con il suo sorriso compiaciuto il ragazzo gli rispose «Oh! Ti chiedo scusa, o potente Kyle».
Il biondo rimase sorpreso che Izac sapesse il suo nome «Tu... come fai a-»
«Sapere il tuo nome? In realtà vi conosco tutti, Kyle, Allie ed Evelyn. Come faccio a conoscervi? Mha diciamo che da quando il mio cuginetto si è avvicinato ad una certa persona molto influente in ambito finanziario, il mio interesse verso di lui è cresciuto da zero a mille in un attimo e più informazioni ricevevo più mi veniva voglia di incontrarti... e di romperti un po' se le scatole come ai vecchi tempi».
In quell'istante si udì la voce risoluta di una donna provenire alle spalle dei ragazzi «Cos'è che volevi fare come ai vecchi tempi?»
Tutti si voltarono ed Izac vedendo la donna disse «Ah zietta, o dovrei dire zitella? Non sei cambiata molto dall'ultima volta che ci siamo visti, dovresti riguardarti un po' il look, a molti uomini non piacciono le donne antiche lo sai?»
La donna con aria adirata gli rispose «Come osi chiamarmi antica razza di delinquente che non sei altro! Ti ricordo che non ho neanche 40 anni e poi la mia vita sentimentale è un qualcosa che non deve interessarti. Ci sono volte che mi vergogno di essere tua parente».
Izac rise «Ahahahaha dai non prendertela con me, più tosto ritenta sarai più fortunata. Ho saputo come è andato il tuo ultimo appuntamento e sarei venuto a consolarti ma c'era già qualcuno che si stava già occupava di te. Mha, ci vediamo si sta facendo tardi ed ho delle commissioni da fare».
Izac si avviò all'uscita ed una volta giunto al cancello alzò la mano e salutò in maniera vistosa «Bye bye, ci vedremo presto Jake».
“Speriamo non molto presto" pensò il ragazzo dopo aver visto suo cugino andarsene la professoressa si avvicinò a lui dicendogli «Mi chiedo cosa lo porta realmente qui, sarà meglio stare attenti. Dove c'è lui c'è sempre qualche casino pronto ad esplodere».
«Già!» Esclamò Jake con aria perplessa.
Qualche giorno dopo, poco prima di andare a scuola Jake aprì la cassetta della posta dove trovò una busta indirizzata a lui, l'aprì e su di essa c'era scritto: 

“Vieni nel magazzino delle attrezzature sportive dopo la scuola”
Da: Allie

Jake rimase perplesso, sentiva che qualcosa puzzava ma decise di far finta di niente e di stare al gioco. Dopo le lezioni il ragazzo fu chiamato da due compagni di classe che sembravano intrattenerlo con discorsi superficiali “Ma cosa diamine vogliono queste cimici? Mi hanno assaltato peggio di un pomodoro rosso e bello maturo, sarà meglio che me ne liberi in fretta” pensò Jake partecipando a quella discussione «Uhm... ragazzi, scusate se ve lo dico ma... dovrei andare in bagno e poi vorrei andarmene a casa a riposarmi. Vi dispiace se continuiamo questa conversazione un'altra volta?»
I due annuirono e lasciarono andare il ragazzo il quale dopo essere uscito dalla classe si diresse nel magazzino situato all'esterno della scuola, una volta dentro vide Allie ad aspettarlo «Hey sei arrivato, ma insomma prima mi dici che devi parlarmi in privato e poi fai anche tardi?»
In quell'istante la porta del magazzino si chiuse, sì udirono le voci di due studenti e poi il rumore dei loro passi che si allontanavano, Jake cercò di aprire la porta ma era tutto inutile in quanto era chiusa a chiave «Izac, sicuramente c'è lui dietro tutto questo!»
Nello stesso momento in cui finì la frase un aereo di carta entrò dalla piccola finestra, il ragazzo lo raccolse e lo lesse “Ciao, ti ho dato l'occasione di fare cose ero(t)iche con la ragazza che ti piace, mi ringrazierai a tempo debito ora goditi questo momento. Non preoccuparti manderò qualcuno che frequenta le lezioni pomeridiane a liberavi, non voglio mica essere indagato per sequestro di persona. Ahahaha scherzi a parte, cerca di divertirti prima che ti mandi qualcuno a guastarti la festa sul più bello, bye bye!”
Dopo aver letto il messaggio Jake strappò il foglio in mille pezzi e guardando Allie disse «Siamo fregati. Izac deve aver corrotto qualcuno per farci questo scherzo ed ora siamo chiusi qui dentro, manderà qualcuno a liberarci ma sicuramente non prima della fine delle lezioni pomeridiane».
Allie si tolse la forcina che teneva legati i suoi capelli e con l'oggetto in mano disse «Tranquillo ho un piano in mente». La ragazza si avvicinò alla porta e mise la forcina nel buco della serratura «Quando frequentavo le medie ho imparato a forzare le porte dei bagni visto che erano difettose e dato che ero brava ho continuato ad allenarmi, quindi non dovrei avere problemi ad aprirla».
Qualche secondo dopo si sentì un click, la porta sì aprì ma qualcosa la bloccava dall'esterno i due spinsero e presero a spallate la porta ma niente non si apriva di un millimetro «Dannato Izac, lo odio quando fa questi stupidi scherzi!» Disse Jake con un tono adirato.
Allie, senza demordere disse «Ho un'altra idea, che ne dici di provare ad usare i nostri cellulari?»
Jake tirò fuori il suo telefonino e guardandolo disse «Sarebbe un ottimo piano se non fosse per il fatto che siamo isolati».
La ragazza guardò la finestra e disse «Possiamo arrampicarci fin lassù e provare a vedere se riceviamo del segnale».
Jake sospirò «Proviamoci, tanto non abbiamo nulla da perdere».
I due formarono una sorta di torre con gli step presenti nel magazzino, Allie ci salì sopra grazie all'aiuto del ragazzo e cercò di mettere la mano fuori per cercare segnale ma perse l'equilibrio e scivolò, Jake che era sotto di lei esclamò «Attenta!»
Allie cadde sopra al ragazzo il quale dolorante disse «Ahi ahi ahi... stai bene?»
La ragazza alzò il busto e disse «Si, nulla di rotto».
I due si ritrovarono l'una sopra l'altro e cominciarono a guardarsi negli occhi senza dire niente, Jake fissava quei suoi occhi verdi e si sentiva come ipnotizzato da essi, anche se cercava di distogliere lo sguardo non riusciva a smettere di fissarli, Allie sorrise e gli disse mormorando «Jaky... se mi guardi così io... rischio davvero... che mi viene voglia di...»
«Allie...» Mormorò Jake
La ragazza mise la sua mano sul suo volto e guardandolo negli occhi cominciò ad avvicinarsi lentamente alle sue labbra fino a sfiorargliele con un leggero bacio, poi si sfiorarono ancora una volta e a Jake gli rivennero in mente le parole di sua zia “Si vede che è destino per voi due stare insieme”, mise delicatamente la mano sulla sua guancia e gli mormorò «Se mi vuoi veramente, smettila di giocare e baciami!»
A quelle parole Allie cedette gli diede un bacio sulle labbra e lui strinse la ragazza tra le sue braccia; ormai non gli importava se la sua vita sarebbe cambiata o se non fosse stato più solo, l'unica cosa che veramente gli interessava in quel momento era la felicità che stava provando con quella persona. Felicità che inconsciamente desiderava da moltissimo tempo ma che a causa del suo orgoglio rinnegava sempre a se stesso, così come il fatto che a lui, Allie, piaceva veramente.
Dopo il bacio i due si sedettero l'uno accanto all'altra mentre si tenevano per mano, Allie arrossita disse «È passato un po' di tempo dal nostro primo bacio eppure... le emozioni che ho provato sono esattamente le stesse. E pensare che ultimamente credevo di non interessarti visto che sembravi evitarmi».
«È perché mi sentivo nervoso ogni volta che ti vedevo e non riuscivo a parlarti».
“Non posso certo dirgli che l'ho vista mezza nuda, che figura ci farei?” Pensò il ragazzo.
«Capisco anche io ero nervosa quando ti incontravo, sentivo che il mio cuore batteva all'impazzata ogni volta che ti guardavo negli occhi, ogni volta che parlavo con te ed ogni volta che ti pensavo».
Jake abbassò lo sguardo e sorridendo leggermente disse «Sai... sono stanco di correre, di combattere da solo ogni giorno della mia vita, sono stanco di tutta questa solitudine che mi sono creato con le mie stesse mani».
Allie si mise davanti al ragazzo e stringendolo al petto gli disse «Tu non sei solo... non più... ora al tuo fianco hai Evelyn, Kyle... e me. Insieme guariremo la nostra solitudine che ci affligge... dobbiamo soltanto volerlo».
Jake abbracciò la ragazza e con le lacrime agli occhi disse «Grazie... tu si che sei un vero angelo».
I due continuarono ad abbracciarsi ancora per qualche istante per poi darsi di nuovo un bacio sulle labbra, dopo di che la ragazza gli disse «Credo che ormai sia chiaro che tu... mi piaci...»
«Anche tu mi piaci... da impazzire. I tuoi occhi verdi, i tuoi capelli così setosi, il tuo carattere così splendido, mi piace tutto di te e poi... sei stata l'unica che è stata in grado di dare un po di amore a questo lupo solitario che sono io».
Allie sorridendo disse «E tu sei l'unica persona che è stata in grado di accettarmi per quello che sono, una ragazza vivace ed un po' matta».
«Il matto sono io... ho cercato di fuggire da questi sentimenti ed ora che li ho accettati, per la prima volta nella mia vita mi sento realmente felice... e tutto grazie a te».
In quell'istante la porta si aprì, i due uscirono e videro due ragazzi allontanarsi di corsa così Jake decise di inseguirli ma Allie lo fermò dicendogli «Loro non c'entrano niente, lasciali stare e torniamo a casa».
«Ok...»
I due rincasarono parlando del più e del meno tenendosi per mano.
Passarono tre giorni da quel dì e Jake mentre si faceva una passeggiata da solo, passò per il parco e mentre era seduto su una panchina a contemplare le persone che passeggiavano e si divertivano fu approcciato da una donna alta dai capelli lunghi e neri e gli occhi castani; indossava una camicia a maniche corte, una gonna elegante ed un paio di mocassini neri. Si sedette vicino a lui e guardando i passanti disse «Sono Nika e lavoro per tuo cugino Izac, sapeva che oggi saresti venuto qui visto che è una tua routine settimanale. Mi ha ordinato di consegnarti questa busta».
La donna diede la busta a Jake il quale prendendola in mano disse «Non mi fido, conoscendolo sarà uno dei suoi stupidi scherzi».
Nika alzandosi disse «Non mi è dato sapere il contenuto della busta, ma posso assicurarti una cosa. Io non sono tua nemica, sto cercando di vendicarmi dopo che lui si è impadronito della società che mi ha lasciato in eredità mio padre, grazie ai suoi sotterfugi sono diventata da padrona a schiava di quell'essere».
«Eh? Schiava?»
«Non fraintendere, per schiava intendo domestica e segretaria».
«Oh... capisco».
«Arrivederci Jake, sono sicura che ci rincontreremo presto».
La donna se ne andò sparendo tra la folla e Jake aprì la busta che gli era stata appena recapitata, lì vide una mappa con scritto l'indirizzo in cui alloggiava suo cugino, dietro di essa c'era scritto un messaggio che diceva “Hey Jake, se ti servono informazioni di qualsiasi natura sappi che sono una fonte affidabile e visto che sei mio cugino ti farò anche uno sconticino. Vieni a trovarmi mi sto annoiando qui da solo, oppure preferisci che mi faccia vivo io? Bye.” Jake accartocciò il pezzo di carta e pensò “Quello stupido se pensa che mi faccia vivo per chiedergli qualcosa allora rimarrà a bocca asciutta. Però potrebbe sapere qualcosa riguardo Juliet, che cosa faccio? Sicuramente se andrò da lui cadrò nella sua ragnatela come uno stolto ma se non ci vado rischio di brancolare nel buio per chissà quanto tempo. Potrei usare il talismano che mi ha dato quella strega ma trovo irrazionale che un oggetto possa portarmi nel mondo dei sogni ogni volta che lo voglio, però devo ammettere anche che di cose illogiche me ne sono successe di recente. Credo sia ora di raccontare agli altri le cose come stanno ed ascoltare un loro parere”.
Il giorno dopo, prima delle lezioni Jake radunò Kyle, Evelyn ed Allie in aula disegno, quest'ultima incuriosita disse «Jaky cosa c'è? Perché volevi vederci così presto? Ti mancavamo?»
J: «Si mi mancavate tantissimo, così tanto che mi viene da piangere ora che siete qui. Scherzi a parte devo parlarvi di una cosa molto importante».
K: «Parla, ti ascoltiamo».
Jake raccontò ai suoi amici cosa gli era successo riguardo a Juliet Van Rozenbergh, la cartomante e dell'ambiguo invito di Izac, Kyle ascoltando la storia disse «Van Rozenbergh? Questo nome non mi è nuovo. La mia famiglia ci è entrata in contatto tempo fa ma a causa della loro rigidità non siamo riusciti a creare un accordo finanziario. Questo è successo quando ero piccolo ma mio padre me la racconta spesso questa storia. Riguardo a questa Juliet non saprei dirti molto visto che è la prima volta che la sento nominare».
E: «È strano, di solito si trovano sempre informazioni riguardanti membri di famiglie facoltose, che sia internet o i notiziari».
A: «Odio doverlo dire ma... credo dovresti accettare il suo invito, sicuramente sa qualcosa a riguardo».
J: «Ok, ma se per voi va bene, vorrei che voi veniate con me. Mi sentirei più sicuro se ci fossero... i miei amici con me».
Kyle si avvicinò al ragazzo e posandogli una mano sulla spalla disse sorridendo «Non ti abbandono di certo amico mio!»
Evelyn si avvicinò a lui e stringendogli il braccio disse «Non ti lascio solo neanche se lo vuoi!»
Allie gli prese la mano «Conta pure su di me».
Vedendo l'affetto mostratogli il ragazzo chiuse i suoi occhi e delle lacrime scesero dai suoi occhi e mormorando disse «Grazie...»
Quel pomeriggio dopo le lezioni i ragazzi si diressero all'appartamento di Izac il quale vedendo nel videocitofono il suo cugino aprì senza tropi indugi, i quattro salirono con l'ascensore ed una volta arrivati Nika aprì loro la porta «Jake, sapevo che ci saremmo rivisti ma non credevo così presto e per lo meno qui in questo posto. Loro sono tuoi amici? Prego entrate non fate complimenti».
«Grazie, con permesso».
Una volta entrati nell'appartamento la donna condusse i ragazzi nello studio di Izac che vedendo i suoi ospiti si alzò dalla sedia e sorridendo disse «Ah! Benvenuti a tutti nella mia umile dimora, ricevere una visita così maestosa mi riempie di gioia sapete?»
«Piantala di dire cavolate Izac e poi questa sarebbe un'umile dimora? Ma guardati intorno, questo lusso è degno di una suite di un albergo a cinque stelle!»
«Che c'è? Mi piace trattarmi bene, dovresti saperlo. Più tosto sei venuto con la scorta? Pensavi davvero che ti rapissi o cosa?»
«Da uno come te posso aspettarmi anche di peggio!»
«Ahahahahahahahaha sei così divertente che mi fai venire la nausea. Mha lasciamo stare, sei venuto qui per un motivo ben preciso, dico bene? Per caso vuoi fermarti a pranzo dal tuo amato cugino insieme ai tuoi amici per fare comunella? Oppure sei qui per chiedermi qualcosa di più particolare?»
Kyle gli mise una mano sulla spalla e Jake ricordandosi di non essere solo decise di calmarsi, dopo aver fatto un respiro profondo disse «Juliet Van Rozenbergh, ti dice niente?»
Izac si sedette e fece un giro completo con la sua sedia da ufficio dicendo «Mmm Juliet Van Rozenbergh eh? Vediamo, secondo le informazioni di cui dispongo la persona di cui parli dovrebbe essere passata a miglior vita ormai da molto tempo a causa di un farmaco sperimentale della Kozlov Corporation. Sembrerebbe che questa famiglia così prestigiosa si trovasse sull'orlo del fallimento e quindi hanno deciso di usare quella povera piccola creatura come fonte di profitto ma l'esperimento si è concluso nel peggiore dei modi e la famiglia decise di occultare lo scandalo facendo in modo di cancellare perfino la sua stessa esistenza, che cosa crudele non trovi? Mha, le persone farebbero questo ed altro per soldi».
«Lo dici come se la cosa non ti riguardasse».
«Perché? Dovrebbe essere il contrario? Sei strano lo sai? Niente di nuovo dopo tutto, visto e considerando che frequenti i chiaroveggenti».
Jake rimase allibito nel sentire quella cosa «Tu... come fai a...».
Izac sorridendo con aria furba gli disse «Sapere quello che fai? Sei mio cugino, devo informarmi su quello che combini, quindi non venire a dirmi che sono strano visto che tu frequenti certe persone».
Il cugino di Jake sì alzò e si avvicinò a quest'ultimo con una busta in mano «Ora passiamo al modo in cui puoi sdebitarti di questa informazione. Dimmi, hai programmi per quest'estate?»
Jake era confuso a quella buffa richiesta «Uh? Che cos'hai in mente?»
«Niente di che. Voglio soltanto che accetti il mio piccolo regalo. Una piccola vacanza per te ed i tuoi amici nella mia spiaggia privata, ovviamente vi fornirò anche di vitto ed alloggio presso il mio personalissimo resort».
«Ci regali una vacanza e tu lo chiami piccolo regalo?»
«Per me lo è. I soldi non sono un problema, quindi accetta senza fare storie. Ti ho appena fatto un favore oppure sei così smemorato da non ricordarti più? Accetta e ti sdebiterai, semplice no?»
Jake accettò con riluttanza la busta ed automaticamente l'invito di suo cugino il quale sorrise con aria furba e compiaciuta, Nika dopo la discussione accompagnò fuori i ragazzi e poco prima che uscissero dalla stanza Izac disse «Hey cuginetto, mi è appena arrivata una notizia flash ma te la dico a titolo gratuito. Una tua vecchia conoscenza sta venendo qui e sembra che ti stia dando la caccia. Mi chiedo proprio che intenzioni abbia con te, mha non credo siano affari miei. Bye bye!»
Il ragazzo uscendo dalla stanza pensò “Non crede siano affari suoi ma di sicuro ci ha già messo il naso, meglio guardarsi le spalle con un tipo come lui nei paraggi”. All'uscita dell'appartamento Nika era turbata e Jake vedendola gli chiese «Tutto bene?»
La donna facendo di “no” con la testa gli disse «No che non va bene, quello che ha raccontato Izac è soltanto parte della storia. È vero che Juliet è stata vittima di un incidente e che la loro famiglia ha insabbiato lo scandalo facendo sparire addirittura la loro figlia ma la parte sconvolgente di tutta la storia è arrivata qualche anno fa. Dovete sapere che la Kozlov Corporation era di mio padre e visto che qualche anno fa è venuto a mancare la società è passata a me. Comunque a quei tempi mio padre stava lavorando ad un sedativo che avrebbe sostituito la morfina con qualcosa di più leggero, più economico e più facile da smaltire per il corpo ma pur mantenendo i stessi benefici, tuttavia la sacca che conteneva questo farmaco fu scambiato accidentalmente con qualcos'altro e lei è finita in uno stato di trans-coma. Sei anni fa, Izac si è presentato per la prima volta nel mio studio accompagnato da Mr. Rozenbergh in persona ed ha cominciato a discutere dell'incidente avvenuto anni prima e mostrandoci le prove capimmo che non stava bluffando. Per farla breve lui si è impadronito del 90% delle azioni della mia società e inoltre ha adottato “illegalmente” Juliet per mantenere il silenzio sull'accaduto. Questo è tutto, come si suol dire».
I ragazzi rimasero allibiti dalla storia di Nika e Jake abbassando lo sguardo disse «Se ci fosse un modo per risvegliarla? La società tornerebbe a te?»
Nika guardando freddamente il ragazzo gli rispose «Non credo ci sia modo di risvegliarla e poi dopo che la ragazza è passata in mano ad Izac si sono perse quelle poche traccie che c'erano di lei. Soltanto lui sa dove si trova ora».
«Ti sbagli, io so dov'è. Si trova qui in questa città, all'ospedale stanza 247».
«Mi prendi in giro?»
«Se non ci credi, controlla tu stessa».
La donna non sembrava credere al ragazzo ma stava considerando anche il fatto che entrambi avevano un nemico in comune e quindi decise di credergli, per ora «Se lei si svegliasse, lui perderebbe il potere che ha acquisito e Juliet tornerebbe alla sua famiglia come giusto che sia, a quel punto lo scandalo uscirebbe allo scoperto comunque ma se non altro possiamo influenzare i mass media dicendo che di recente è stato creato un antidoto che l'ha fatta tornare cosciente... anche se non vedo come ciò possa accadere».
Jake vedendo lo sgomento della donna disse sicuro di se «Lascia fare a noi. Salveremo Juliet, costi quel che costi!»

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Capitolo 7
*** Un incontro (non) troppo pericoloso ***


Passarono alcuni giorni dall'incontro con Izac nel suo appartamento ed una sera Jake decise di usare il talismano che gli aveva dato la cartomante, era da tanto che non entrava nel mondo dei sogni ed il fatto di entrarci di sua spontanea volontà lo aveva sempre terrorizzato ma sapeva anche che quello era l'unico mezzo con il quale avrebbe potuto salvare Juliet dal suo lungo sonno “Bene siamo in ballo tanto vale ballare” pensò il ragazzo guardando l'oggetto, poi lo mise sotto al cuscino ed andò a dormire. Come aveva detto la donna, Jake fu spedito nel mondo dei sogni e per quanto strano, sentiva di essere più cosciente rispetto alle altre volte. Si trovava su un'immensa pianura, c'era l'erba ed il cielo era limpido, guardandosi intorno il ragazzo vide delle sfere fluttuanti ed avvicinandosi ad esse scoprì che si trattava di acqua, guardandole con più attenzione scorse al loro interno ciò che accadeva nel mondo reale. Era stupefatto, vedeva cose che accadevano in Giappone, in America e nel resto del mondo, ma quel senso di euforia e di sorpresa fu subito sostituito da un senso di solitudine e rancore. In una delle tante sfere vide il suo passato, più guardava quella cosa più sentiva l'odio crescere dentro di lui finché non apparve il volto di una persona, una ragazza che aveva dato il colpo di grazia al ragazzo nella sua adolescenza e vedendola sorridere tagliò la sfera con tutta la forza che aveva in corpo gridando «Basta!»
Jake ansimava, si sentiva stanco come se quella cosa avesse in qualche modo prosciugato la sua energia mostrandogli cosa si nascondeva nel suo cuore e fu in quel momento che udì la voce di una donna provenire dietro di lui «È così che affronti il tuo passato? Hai un metodo originale ma non credo sia quello giusto».
Il ragazzo si voltò e la vide; era una donna dalla bellezza stordente, aveva lunghi capelli bianchi occhi color oro e due orecchie da volpe, aveva un chimono di colore nero e rosso, era scalza e portava un campanellino come orecchino che suonava ogni volta che si muoveva, ma la cosa che più sconcertava il ragazzo erano le sue nove maestosissime code, guardandola a fatica gli rispose «...Chi... sei? O... cosa sei?».
L'essere accarezzandosi i capelli con un aria da superiorità rispose «Mi chiamo Krystal, sono una kyubi e per tua informazione questa è casa mia. Grazie alle sfere che ci sono qui posso vedere e sentire tutto quello che accade nel mondo».
«Io sono Jake e... se quello che dici è vero… allora saprai dirmi perché mi sento così stanco… vero?».
«Certamente, avvicinandoti alla sfera hai permesso ad essa di interagire con il tuo cuore mostrandoci così il tuo passato in cambio della tua energia. Semplice no?» Krystal cominciò a scodinzolare leggermente ed avvicinandosi al ragazzo gli chiese «Dimmi la verità... provi così tanto rancore verso quella ragazza, da perdere così il controllo quando la vedi?»
Il ragazzo sospirando rispose «No, l'unica cosa che provo per lei è la totale indifferenza».
«Dal modo in cui hai reagito non si direbbe proprio, avanti parla e raccontami questa interessante storia, magari poi potrei darti una mano con quello che cerchi».
Il ragazzo decise di accettare l'offerta, se quelle sfere erano in grado di mostrare tutto ciò che accadeva nel mondo era un'occasione più unica che rara per scoprire qualcosa in più su cosa stava nascondendo Izac «É accaduto tutto un bel po' di anni fa, frequentavo gli ultimi anni delle medie ed era un periodo in cui mi stavo distaccando dalla società ma non di certo per mia scelta. Avevo un bel po' di amici ma ad uno ad uno mi abbandonarono tutti. Durante i giorni ero solito girovagare per i corridoi della scuola ma per quante persone potessero esserci a me sembravano vuoti; vuoti come i ragazzi che vedevo ogni giorno, tanto che ero arrivato a chiedermi se la mia esistenza avesse un senso. Finché finii coinvolto in un percorso di studio a coppia e la mia partner fu Amelia, una ragazza bionda considerata da tutti come la più bella della classe, era gentile e sempre molto vivace, nonostante la mia svogliatezza lei mi convinceva a dare sempre il meglio e... non ci volle molto prima che io mi innamorai di lei, sentivo come se quel qualcosa che mi mancava fosse ritornato al suo posto».
«Ma poi la ragazza ti ha umiliato facendoti passare come uno zimbello davanti a tutti, distruggendo in modo traumatico quello che provavi per lei, vero?»
Jake a quelle parole alzò lo sguardo chiedendosi come effettivamente lei sapesse questo fatto e guardandola vide che teneva in mano una sfera il quale mostrava la sua sventura «Interessante, Jake ma ti sfugge un dettaglio. La causa del suo comportamento è stato frutto di uno scherzo».
«Scherzo? Di che cosa stai parlando?»
«Le sfere non mentono e se ti dicessi che lei non voleva renderti ridicolo di fronte a tutti devi credermi in quanto... io sono onnisciente e posso dirti con certezza che lei è stata ricattata».
«Da chi?»
«Dovresti saperlo visto che ti ha causato sempre guai in passato in maniera più o meno diretta».
Il ragazzo si fermò a pensare e poi gli venne un'illuminazione «Izac... perché mai lo avrebbe fatto?»
«Sembra per divertimento e anche per una piccola ma non indifferente questione d'immagine, pensa  a cosa possano fare dei compagni di classe specialmente se sono ignoranti, quando vengono a sapere cose come un genitore che usa sostanze stupefacenti, di certo ti prenderanno sempre in giro fino a farti isolare o per lo meno questo è quello che si aspettava cosa sarebbe successo se non avesse collaborato».
«Qual'era l'accordo tra i due?»
«Una mano molto preziosa al padre e la bocca chiusa sulla sua situazione in cambio di un'umiliazione pubblica come quella che ti è capitata».
Jake era amareggiato e molto arrabbiato per quanto accaduto ma sentiva che il tempo stava scadendo, in lontananza sentiva il suono della sveglia e dietro di lui la realtà cominciava a distorcersi e a sgretolarsi, Krystal gli si avvicinò dicendo «Forse già lo sai ma non fidarti di quel di tipo è losco e sta progettando qualcosa che va oltre la tua immaginazione».
«Cosa? Cosa sta progettando?»
Il sogno si stava sgretolando via via sempre più velocemente «Stai attento, il vaso di pandora è stato aperto e purtroppo non esiste il modo di richiuderlo. Presto o tardi dovrai affrontare un male molto potente che purtroppo sembra crescere dentro di te».
Con quelle sue ultime parole Krystal spinse il ragazzo il quale rendendosi conto di cadere nel vuoto si svegliò sobbalzando nel letto, una volta fatta mente locale di ciò che aveva appena vissuto guardò la sveglia e vedendo l’ora si alzò dal in fretta e furia dal letto convinto che avrebbe fatto tardi per la scuola ma guardando il calendario si rese stupidamente conto che quel weekend sarebbe rimasto a casa per via di un ponte, assonnato e confuso si rimise a letto ma poco dopo sentì bussare alla porta ed il ragazzo infastidito rispose «Va via! Non voglio comprare niente, ne fare colazione figuriamoci alzami».
Si girò nel letto e chiuse gli occhi cercando di riaddormentarsi ma sentì dei passi e convinto che fosse la sua zia decise di ignorarla finché non sentì un bacio sulla guancia, il ragazzo si voltò di scatto e con il volto shockato rispose «S-si può sapere cosa ti salta in mente zitella che non sei altro?»
Ma si rese subito conto che la persona che l'aveva baciato era in realtà Allie, la quale rispose «Hey, non sono una zitella!»
«Oh... sei tu. Meno male, mi sarebbe preso un infarto se fossi stata un'altra persona».
In quell'istante una voce provenire dalla stanza accanto rispose «Ti ho sentito stronzetto e se continui così ti darò razione quadrupla di compiti di scienze!»
Jake rise nervosamente per poi essere ripreso da Allie «Allora cosa fai in pigiama? Forza mettiti qualcosa addosso che si esce!»
«Devo proprio?» Rispose il ragazzo con un aria che puntava alla più totale indifferenza.
«Si visto che ci sono Kyle ed Evelyn ad aspettarci, quindi non farti tirare più di quanto non sto facendo e datti una mossa!»
«Non sforzarti troppo, ti verrà un ernia se continui così».
Jake si preparò ed uscì con i suoi amici, dopo una passeggiata il ragazzo confessò ciò che gli era successo quella notte, tutti erano incuriositi dalla storia ed allo stesso tempo anche terrorizzati. Sapevano che avrebbero dovuto affrontare qualcosa che non erano in grado d'immaginare figuriamoci di gestire e la cosa che più li spaventava era quella profonda consapevolezza dell'ignoto che li attendeva. Evelyn cercava di mantenere la calma pensando in maniera razionale ma non ci riuscì, si reggeva la testa e si sentiva confusa ma Kyle la calmò abbracciandola «Hey, forza non fare così. Troveremo una soluzione tutti insieme, vero?»
«Si... ci faremo venire in mente qualcosa». Rispose Jake con aria perplessa.
In quell'istante Allie con la sua vivacità decise di smuovere le acque «Bene, basta deprimersi! È arrivato il momento di divertirci, abbiamo un week end tutto nostro e non voglio buttarlo nella pattumiera deprimendomi su come possa finire il mondo!»
Jake, vedendo la vivacità della ragazza si sentì felice ma allo stesso tempo gli tornarono in mente cose che lo turbavano dal profondo ma cercò di non pensarci. La giornata trascorse in modo sereno tra scherzi, risate e piccole dimostrazioni di affetto finché i quattro tornarono a casa. Dopo aver cenato Jake si sentiva ansioso e decise di fare due passi per schiarirsi la mente, mentre camminava verso il distributore poco lontano da casa vide una persona a fissare la macchinetta. Ad un primo sguardo gli sembrava Evelyn ma indossava abiti punk mentre la sua amica era una che indossava abiti casual e molto più sobri così ignorando questo dettaglio andò avanti e si prese un succo di frutta ai frutti di bosco come era solito fare incurante della persona poco distante da lui. Preso il succo si incamminò verso casa quando la misteriosa persona gli disse «È buono? Il succo?»
Jake guardò la ragazza e rispose indifferentemente «Si, non è male. Se hai soldi da spendere prendilo».
La ragazza sorrise «Io preferisco il succo alla pesca».
«Eh allora non sai cosa ti perdi, mha non che mi importi visto che ognuno ha i propri gusti».
Jake guardò l'orologio «Si sta facendo tardi... meglio che vada, stai attenta anche se sei conciata come una punk qualcuno potrebbe aggredirti lo stesso».
Lei sorridendo leggermente rispose «Starò attenta... Jake...»
Dopo aver sentito pronunciare il suo nome il ragazzo si voltò ma non vide più nessuno “Raccapricciante come cosa... meglio tornare a casa, non voglio diventare il protagonista di una storia horror moderna” pensò per lo spavento.
Il giorno seguente Jake si svegliò tardi come al suo solito e nel pomeriggio uscì di casa per conto suo, andò al parco e si sedette su una panchina “Ah che bella giornata, speriamo che almeno oggi non mi capitano stranezze!” Finito di pensare la frase davanti a lui apparve la ragazza della sera precedente “Ecco come non detto, speriamo almeno che quando me ne andrò non mi pedini stile stalker per poi combinare chissà cosa” pensò il ragazzo mentre lei si avvicinava con aria sorridente «Ci incontriamo di nuovo».
«G-gia... così sembra...»
«Non sembri molto entusiasta».
Jake calmò i suoi nervi e guardò la ragazza negli occhi con il suo solito sguardo lancinante con cui era solito guardare gli altri rispose «Chi sei? Ieri sera ti ho sentito pronunciare il mio nome prima di sparire, quindi... presumo che mi conosci».
La ragazza rispose facendo la vaga «Di cosa stai parlando? Non mi sembra di aver pronunciato il tuo nome».
«Pochi scherzi, non sono un tipo da grasse risate! Potrò sembrare distratto ma fidati sono molto attento a tutto quello che mi circonda e so per certo che tu sai il mio nome. Ora mi chiedo: chi sei? E cosa vuoi da me?»
La ragazza abbassò lo sguardo e cominciò a sorridere «Certo... che non ti si può nascondere niente, vero Jake?»
Si tolse la parrucca nera che indossava e sotto di essa i suoi capelli erano biondi, Jake guardandola mormorò «A-amelia...»
«Sapevo che mi avresti riconosciuto subito senza di questa ma la cosa che mi sorprende è che ti ricordi il mio nome, pensavo fosse finito nel dimenticatoio come quello di tutti gli altri».
«Difficile dimenticare qualcuno dopo quello che ha fatto. Dimmi la verità, mi stavi cercando non è vero?»
«Come fai a saperlo?»
«Ho le mie fonti».
«Scommetto che è stato tuo cugino».
«Eeeeh, non ti ricordavo così perspicace. Quindi? Per quale motivo in particolare vorresti che io ti degnassi della mia attenzione?»
Amelia prese un respiro profondo «So che è passato molto tempo e credo che sia da egoisti e da egocentrici ma... vorrei che accettassi le mie scuse».
Il ragazzo guardandola con un aria indifferente, rispose con un tono quasi apatico «Si, sei egoista, egocentrica ed anche un bel po' da stupida a farmi una richiesta simile, ma ti perdono. Non sono un tipo che porta rancore, o per lo meno sto cercando di smettere di essere quel tipo di persona visto che ho imparato che ci sono cause molte più grandi per quali battersi».
«Certo... che sei cambiato, sei più forte e maturo mentre io... io sono rimasta la solita debole di sempre. Ogni giorno indosso una maschera che mi fa sembrare una tipa tosta, vivace e che non ha paura di niente ma quando parlo con te sento come se la mia anima venisse messa a nudo mostrandomi per come sono realmente. Forse è per via della tua natura solitaria che mi succede questo, ma di una cosa sono sicura, questo tuo lato così misterioso mi ha sempre affascinato... sia allora... sia adesso. Potrà sembrare fuori luogo però mi piacerebbe se potessimo ricominciare a sentirci...»
Il ragazzo chiuse gli occhi e quasi seccato rispose «Lascia stare, ho già abbastanza piantagrane attorno».
«Che intendi dire?»
Jake sì alzo dalla panchina e guardando il vuoto rispose «Se ci tieni a saperlo domani vienimi a ronzare intorno come una mosca. Capirai presto di cosa parlo».Per poi andarsene lasciando così la ragazza immersa nei suoi pensieri, durante la sua passeggiata Jake ricevette un messaggio, il numero non gli era familiare visto che non l'aveva salvato in rubrica ed incuriosito decise di leggerlo “Ciao Jake sono Nika, ho “preso in prestito” il cellulare di tuo cugino ed ho copiato il tuo numero. Se ti scrivo è per dirti che sono contenta, sono andata all'ospedale e seguendo le tue indicazioni ho trovato Juliet. Sembra stare bene anche se da allora il suo stato ti trans-coma non sembra essere cambiato di una virgola. Ti terrò informato su eventuali aggiornamenti anche se credo non saranno molti visto che come minimo Izac sospetterà che stia facendo la spia con te.”
Jake leggendo il messaggio mormorò «Quel tipo come minimo saprà già che entrambi abbiamo trovato Juliet, figuriamoci se gli importa se fai la spia anzi, conoscendolo potrebbe usare questo fatto per usarti meglio».
Jake girovagò per la città tra negozi e vetrine ancora per un po' finché non tornò a casa.
Il giorno seguente il ragazzo si svegliò stranamente presto e visto che non riusciva a riaddormentarsi decise di alzarsi, vide un biglietto in cucina che diceva “Io e la zia siamo uscite a fare compere, nel pomeriggio uscirò con Asia e faremo cose romantiche e non cercare di spiarci altrimenti ne pagherai le conseguenze. Scherzo ricordati di chiudere la porta se esci. A dopo!”
Il ragazzo sorrise divertito leggendo il messaggio e pensò “Quella scimmietta che non è altro, non ha capito che sono state coincidenze se l'ho beccata in momenti non molto opportuni? O forse dovrei dire con le mani nel sacco?”
Qualche minuto dopo il campanello suonò, Jake andò ad aprire la porta e trovò Allie «Oh sei già sveglio? Domani nevica».
«Con una temperatura superiore ai venti gradi? Ne dubito fortemente».
«Spiritoso, comunque ti va di uscire oggi?»
«Ci sono anche Evelyn e Kyle?»
«Ovvio. Cos'è? Volevi stare solo con me?»
«S-scema, che vai pensare?»
«Però ammettilo che l'idea non ti dispiace».
«Smettila di stuzzicarmi, tanto già la sai la risposta».
La ragazza sorrise allegramente gli diede un bacio sulle labbra «Visto che non possiamo stare soli dopo... che ne dici di approfittarne adesso?»
I due entrarono in casa e dopo aver chiuso la porta si abbracciarono guardandosi intensamente negli occhi ed avvicinarono le loro labbra fino a baciarsi, Jake accarezzò la schiena della ragazza fino a toccargli i capelli dietro la testa, ad ogni secondo che passava il bacio tra i due si faceva sempre più intenso fino a quando i due presi dalla passione si ritrovarono sul divano, l’uno sopra l’altro. La mano di Jake finì accidentalmente sul seno della ragazza e questa arrossendo rispose «Pervertito…»
«Ah… s-scusa…io…»
Allie mise la sua mano sopra la sua e con uno sguardo ammaliato rispose «Se si tratta di te… non mi importa».
La ragazza sbottonò la sua camicia e mostrando il reggiseno disse «Ti piace questa vista? Dalla faccia che fai si direbbe di si».
«N-non stuzzicarmi così, potrei non rispondere delle mie azioni dopo».
«Davvero?»
I due tornarono a baciarsi ma presi dal momento non si accorsero che qualcuno era entrato in casa e qualche istante dopo la sorella di Jake vedendo la scena disse «Ah! Cosa state facendo voi due? E perché Allie ha la camicia sbottonata? N-non dirmelo che quel bruto di mio fratello ti ha costretto!»
Il ragazzo confuso rispose «Ehm… ti faccio presente che sono io quello che sta sotto quindi in teoria è lei che sta facendo tutto… e poi non eri uscita con la zia?».
Rita  puntando il ragazzo disse «Si, ma mi sono dimenticata una cosa!»
Finita la frase entrò la zia del ragazzo il quale vedendolo tra le braccia della ragazza disse «Aaaah! Jaky non credevo avresti tradito tua zia così presto, cosa ne sarà della nostra relazione ora?»
Il ragazzo rispose con un tono alterato «Dannata zitella, smettila di fare la stupida complichi solo le cose!»
Allie durante la discussione si riassestò i vestiti e dopo che le acque si calmarono i due spiegarono la situazione «Quindi… voi state insieme?» Domandò la zia curiosa.
A: «Si».
R: «Da quanto? Da quanto?»
J: «Uhm… qualche settimana, giorno più giorno meno».
A: «Non fare il vago come solito tuo, stiamo insieme da un mese e mezzo»
Z: «Battuta dal mio nipote solitario, ora si che mi sento vecchia e zitella. Mha.. sono anche felice di vedere Jake così cambiato, hai fatto uscire il mio nipotino dalla sua torre d’avorio riuscendo così dove molti hanno fallito»
A: «Bhè, il merito non è soltanto mio. Anche Kyle ed Evelyn hanno fatto la loro parte».
Z: «Capisco, ma sei stata tu a dare il via a tutto. Sapete, in un certo senso me l’aspettavo che voi due avreste combinato qualcosa. Si insomma si vede che siete affiatati nonostante l’apparente indifferenza di Jaky».
J: «Non è apparente, è ben recitata. La cosa è diversa visto che ho una reputazione da mantenere».
R: «Si quella dell’asociale fortunato che si ritrova una bella ragazza al suo fianco».
J: «Cos’è? Sei gelosa per caso?»
R: «G-gelosa? M-ma che vai a pensare?»
I quattro rimasero a parlare fino a quando Rita e sua zia non uscirono di nuovo per andare a fare compere lasciando così Jake ed Allie nuovamente da soli, la ragazza gli si avvicinò e gli baciò le labbra dicendo «Mi piacerebbe continuare da dove eravamo rimasti ma purtroppo devo scappare. Continueremo un’altra volta, ok?» Disse concludendo la frase facendo l’occhiolino.
«V-va bene, se ci tieni così tanto».
Nel pomeriggio il gruppo di Jake si ritrovò sotto casa sua ed i quattro uscirono insieme passando così l’ultimo giorno della loro piccola vacanza insieme e mentre passeggiarono nel parco udirono una voce femminile provenire dalle loro spalle «Hey, ciao Jake».
I quattro si voltarono ed il ragazzo vide subito che si trattava di Amelia, la quale avvicinandosi disse «Non scherzavi mica quando dicevi di avere un bel gruppetto al tuo fianco, mi sento quasi commossa ora… o forse no?»
Jake con il suo modo di fare sgarbato rispose «Smettila di fare la falsa, questo atteggiamento da lupo non si addice ad un tenero agnellino, vero Amelia?».
Allie incuriosita chiese al ragazzo «Chi è? La conosci?»
«Si, diciamo che è una mia vecchia conoscenza. Una di quelle di cui farei volentieri a meno».
“Anche se quello che è successo è stato per volontà altrui” pensò il ragazzo dopo aver risposto alla ragazza.
Amelia abbassò il capo e disse sorridendo «Ah Che peccato. E pensare che volevo stuzzicarti un po’, perché devi essere sempre così crudele?»
«Non sono crudele, sono soltanto realista». Rispose il ragazzo con un’aria indifferente.
Kyle era incuriosito «Possiamo sapere chi sei?»
La ragazza a quella domanda rispose «Oh? Jake non ve ne ha parlato? Poco importa, mi chiamo Amelia e sono una sua vecchia compagna di classe».
“Ecco che torna a fare la dura? Cos’è? Anche lei soffre di bipolarismo?” Pensò il ragazzo dopo aver ascoltato la sua risposta
Il biondo fece le dovute presentazione «Io sono Kyle, lei è Allie e per finire lei è Evelyn».
«P-piacere di conoscerti!» Disse Evelyn imbarazzata ed un po’ intimorita da quella ragazza.
Amelia si avvicinò e prese Jake per il braccio dicendo «Ve lo riporto subito, devo soltanto chiedergli una cosa»
Dopo essersi allontanati il ragazzo chiese perplesso «Uhm? Che cosa vuoi?»
«Niente di che, volevo chiederti che tipo di rapporto hai con loro».
«Non dirmi che sei talmente vigliacca da non riuscire a farmi questa domanda davanti a loro? Oppure ti sentiresti in imbarazzo se uno di loro rispondesse per me?»
«Uffa, rispondi e basta una buona volta senza fare commenti inutili! Hai per caso… una relazione con una delle due ragazze?»
Jake alzò le spalle con disinteresse «Scoprilo da sola se ci tieni così tanto». Per poi tornarsene dal suo gruppo.
Kyle si avvicinò ad Amelia «Che ne dici di venire con noi? Conosci Jake quindi non vedo perché dovresti stare in disparte».
Il ragazzo a quelle parole sì voltò verso il suo amico e con il terrore in volto cominciò a fare cenno di no ma Kyle insistette e con il sorriso stampato in faccia disse «Più siamo e più ci divertiamo no?»
“Ma cosa diavolo combini biondo che non sei altro? Ora sono nei casini se si venisse a sapere che io un tempo io e lei ci piacevamo… Chissà cosa penserà Allie? Non oso neanche immaginare la sua reazione apocalittica” Pensò il ragazzo a quella proposta, Amelia sembrava felice dell’offerta ma declinò dicendo di avere delle commissioni in sospeso tuttavia prima di andarsene scambiò il suo numero di cellulare con quello dei membri del gruppo, la giornata si concluse senza altri intoppi e in serata Jake tornò a casa. 
Quella notte senza volerlo Jake entrò nel mondo dei sogni, si ritrovò alle porte di un immenso castello e lì trovò il suo gruppo di amici: la ladra medievale Allie, il selvaggio leone Kyle e per finire la new entry del gruppo Evelyn, quest’ultima era vestita come un’idol ed indossava una camicia con ricami di pizzo sulle maniche e sulle spalle con un piccolo cravattino nero, una gonna rossa con ricami neri, Kyle guardandola esclamò «Certo Evelyn che con questo abitino sei veramente carina!».
La ragazza arrossì come un pomodoro e presa dall’imbarazzo rispose «N-non dire cavolate… scemo che non sei altro, fai tanto il ricco e poi sei vestito peggio di Tarzan. Uuummm, senza contare che questa gonna è troppo corta per i miei gusti».
«Kyle ha ragione». Ribatté Allie sorridendo «Sei molto carina vestita così».
«Ehy mi dispiace rovinare questo momento commovente ma credo sia ora di andare non credete?» Disse Jake guardando il castello, i suoi amici annuirono ed il gruppo si incamminò verso l’immensa entrata della struttura. Una volta dentro il portone si chiuse da solo e le candele presenti sui candelabri si accesero mostrando così il suo interno, era tutto in rovina con muri piene di crepe e le piastrelle del pavimento rovinate o assenti ma la cosa che lasciò i ragazzi senza fiato erano le scale, alcune rampe avevano gradini sia sopra che sotto e delle strane creature sembravano salire e scendere da entrambi i lati quasi come se la gravità non esistesse, Evelyn si avvicinò a Jake e prendendolo per il braccio gli disse «Ho un brutto presentimento… qualche notte fa ho sognato che ci battevamo contro un angelo all’interno di un castello».
Jake guardò la ragazza e gli rispose «E lasciare Juliet nelle mani di quel serpe? Ricordi che abbiamo promesso di aiutarla?»
La ragazza annui e a malincuore decise di seguire il gruppo. Avventurandosi nel castello i ragazzi videro molte stranezze come un liquido nero che colava dalle pareti oppure gli occhi dei ritratti che li seguivano con lo sguardo, tutti erano spaventati e intimoriti ma facendosi coraggio l’uno con l’altro trovarono la forza di proseguire, finché, trovandosi in una grande sala Jake chiese «Uhm… è per caso questo il posto in cui dovremmo incontrare il nostro angelo?»
Evelyn guardandosi intorno rispose «Si, è questo il posto. Come ho gia detto l’ho sognato qualche notte fa».
Kyle rispose «Sognare di trovarsi dentro un sogno? È buffa come cosa ma utile, ti ricordi anche che aspetto aveva quest’angelo?»
E: «Uhm… spaventoso e molto forte».
A: «Bhè quando troviamo qualcosa che ci fa paura allora avremmo fatto bingo».
J: «Problema. Qua il 90% delle cose fa paura o inquietudine».
K: «Bhè anche tu non hai tutti i torti».
I ragazzi decisero di separarsi e di esplorare meglio l’immensa stanza finché Jake non trovò su un muro tre strane sculture che sembravano raffigurare delle strane maschere; sapendo di aver trovato qualcosa il ragazzo chiamò gli altri «Ehy, venite tutti qui presto!»
I tre si diressero verso di lui ed Evelyn vedendo le sculture esclamò «No… presto allontaniamoci subito! È qui… ora ricordo meglio… cosa ho visto…»
Kyle con un’aria preoccupata incitò la ragazza a parlare «Cosa? Cosa hai visto? Diccelo per favore».
La ragazza timorosa si fece coraggio e parlò «Ho visto che l’angelo contro cui ci batteremo… ci sconfiggerà…cancellandoci dall’esistenza…»
Nello stesso istante in cui finì la frase il liquido nero che i ragazzi avevano visto prima cominciò ad uscire dalla bocca e dagli occhi delle sculture, Evelyn indietreggiò e impaurita disse «Oh no! È cominciato, dobbiamo fuggire e subito!»
Ma quando si voltò le porte si chiusero ed un’aura malsana ricoprì le vetrate delle finestre trasformando così la luce da neutra a violacea, il liquido uscito dalle sculture cominciò ad addensarsi e a prendere una forma indefinita dalla quale uscirono due sottili ma enormi zampe, due possenti braccia con degli artigli aguzzi, una piccola coda che non toccava terra e due ali scheletriche per finire sulla cima di questa massa era presente una parte più chiara in cui risiedeva un grande occhio. Con una voce rauca e profonda la creatura si presentò «Io sono Abaddon, il distruttore, l’angelo caduto. Avete eliminato due dei miei fratelli ed ora, per mano mia, cadrete nell’abbandono e nella rovina».
Abaddon dispiegò le sue ali ed il suo occhio cominciò a fissare il gruppo il quale si preparò per l’imminente battaglia.

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Capitolo 8
*** L'arrivo delle vacanze (finalmente) ***


Jake si fece coraggio ed evocò il suo spirito Ankou il quale si scagliò su Abaddon colpendolo con la sua falce ma quest'ultimo non sembrava aver risentito del colpo infertogli, tanto che la ferita si richiuse quasi istantaneamente «Sciocco, non puoi farmi nulla con attacchi così deboli».
Disse Abaddon per poi colpire lo spirito con la sua coda, Ankou cadde al suolo ma si riprese e tornò dietro le spalle del ragazzo, Allie decise di usare la sua carabina ma senza successo in quanto i colpi sembravano venire assorbiti dall'angelo. Kyle rimase ad osservare il comportamento di Abaddon e se ne un taglio netto, ne i colpi a distanza lo avevano scalfito pensò che di certo la forza bruta non avrebbe risolto la situazione così si mise davanti ad Evelyn per proteggerla, la creatura fissava con il suo enorme occhio i quattro ragazzi i quali sentivano la minaccia incombere su di loro. Abaddon cominciò a muovere vigorosamente la sua coda finché non  cominciarono ad uscire fitte nubi di locuste, ce n'erano a milioni ed il gruppo ormai dentro un turbine di questi insetti si ritrovò confuso e smarrito «Ah… dannazione non vedo più niente!» Disse Jake.
A: «Cosa facciamo?»
K: «Dobbiamo trovare un modo per uscire di qui, che domande».
E: «L-lasciate fare a me».
Con un po' di timore e di incertezza Evelyn portò il microfono che aveva in mano all'altezza della bocca e disse «Banshe, prestami la tua voce».
Dalle spalle della ragazza apparve un'aura azzurra che si materializzò in una donna, aveva la parte superiore del viso coperta da un cappello ed indossava una vestaglia celeste quasi bianca, portò le sue mani al petto e con un canto soave paralizzò tutte gli insetti che fino a pochi secondi prima si muovevano a gran velocità. «Cosa?» Disse Abaddon «Come puoi aver fermato le mie locuste? Non importa tanto questa sarà la vostra tomba!»
L'occhio dell'angelo si illuminò e le locuste a terra cominciarono a risplendere di rosso per poi esplodere a catena, i ragazzi a terra e doloranti per i colpi furono protetti dai loro spiriti ma a causa di ciò non avevano più la forza di rialzarsi, Abaddon si avvicinò a loro e disse «Sciocchi, pensavate davvero di potermi battere? La vostra stupida ambizione sarà la vostra rovina». 
L'occhio dell'angelo si illuminò di un intenso colore rosso caricandosi così di energia, Jake si rialzò ed esclamò «Non stiamo combattendo per ambizione!»
«E allora per cosa state rischiando la vita? Siete alla ricerca di potere?»
«No… stiamo combattendo per una causa molto più grande».
«Niente è più importante del potere, ed io ve ne sto dando conferma».
«Ti sbagli… perché la vita… è la cosa più importante e non il potere!»
In quel momento un bagliore azzurro avvolse il filo della spada di Jake “Devo proteggerli… tutti quanti, anche a costo di rimetterci la pelle” pensò il ragazzo, grazie a questa determinazione il cristallo azzurro che teneva sigillata la reliquia si ruppe, il ragazzo sentì l'energia come quando aveva affrontato Lilith e creò uno scudo di fronte a se, Abaddon che si era caricato completamente disse «Sparisci microbo che non sei altro!»
Lanciò un poderoso fascio di luce contro il ragazzo il quale fu protetto dallo scudo, l'angelo era incredulo nel vedere che la barriera non aveva subito danni «N-non è possibile…» Lanciò una serie di raggi addosso a Jake il quale sembrava reggere senza tanta difficoltà quei colpi «No! Non può essere».
Mentre il ragazzo resisteva ad i colpi della creatura Evelyn aprì gli occhi e vide Jake che stava contrastando l'immensa forza di Abaddon “Jake… non puoi… non puoi continuare da solo, se lo farai non reggerai ancora per molto” pensò la ragazza rialzandosi ma una volta in piedi la barriera si ruppe. 
Jake cadde in ginocchio stremato e privo di forze, con il capo chino e gli occhi vuoti “È la fine?” pensò spaventato ma senza muovere un muscolo, era paralizzato e la sua spada gli scivolò tra le mani, sentiva la creatura parlare ma non distingueva le sue parole, tutto ciò che udiva era un fastidioso gorgoglio. L'occhio di Abaddon si stava caricando ancora una volta ed ormai pochi secondi separavano il gruppo da loro fine ma, in quel momento, il ragazzo udì una canzone nella sua mente, la melodia riecheggiava nella sua mente sempre più forte finché quel senso di paralisi e di spossatezza scomparve. Si guardò le mani e notò un'aura verde che lo avvolgeva e quando prese la spada in mano l'aura esplose in un impulso di energia e a seguire ce ne furono altri tre, Jake non capiva cosa stava succedendo finché non vide gli altri due suoi compagni rialzarsi e in quel momento capì che era stato lui a rinvigorire e a guarire i suoi compagni, Abaddon approfittò del momento per scagliare con tutta la sua forza il raggio di luce ma Jake tese la mano sinistra e con la sua barriera parò il colpo «Troppo debole… monocolo». Poi ruotò la sua spada e guardando i suoi compagni disse «Forza ragazzi, è arrivato il momento di fare casino!»
In quel momento l'aura verde assunse una colorazione rossa facendo sentire al ragazzo la stessa forza furiosa di quando aveva affrontato Flauros e grazie a ciò il cristallo che sigillava la reliquia si ruppe, Jake si scagliò su Abaddon tagliandogli le ali e l'angelo cadde a terra, poi intervenne Kyle «Forza Marbas, è il momento di un assalto selvaggio!» Il biondo ed il suo spirito diedero un violento pugno al suolo e la creatura si ritrovò stordita e sospesa a mezz'aria, fu allora che Allie giocò il suo asso nella manica «Barbatos diamo fuoco alle polveri, Dread Shot!» Un proiettile ad alto livello di perforazione lo colpì all'addome rivelando così un nucleo solido all'interno di Abaddon, Jake evocò Ankou ed entrambi si scagliarono sul cuore della bestia la quale nei suoi suoi ultimi istanti disse «Tu… quei poteri… ora capisco… chi sei veramente… Camio ti dirà chi o cosa sei realmente microbo… preparati perché la verità potrebbe mettere in pericolo te e tutto ciò che ami». Con queste sue ultime parole di avvertimento il corpo di Abaddon si dissolse lasciando al suo posto una reliquia racchiusa in un cristallo di colore verde «È fatta!» Disse Kyle allegro e sorridente.
Evelyn sospirò e disse «Meno male, per un momento ho avuto realmente paura. Grazie Jake per averci salvato».
J: «Prego, è stato un piacere».
A: «Qualcosa non va? Ti vedo ansioso».
J: «No niente, ho soltanto un brutto presentimento».
Nello stesso istante un cui finì la frase un onda di energia di color oro colpì violentemente il suolo facendo volare via il gruppo di ragazzi. Jake si ritrovò sdraiato, la sua vista era confuso ma riusciva a distinguere il cielo e le nuvole poi sentì un delicato tocco dietro la testa e si rese conto di ritrovarsi sulle gambe di qualcuno, cercò di guardare chi era e pensando che fosse Allie pronunciò il suo nome «Allie, sei tu?»
Ma guardando la faccia sorridente ed amorevole di quella persona disse «A-amelia...» Non finì la frase che una lacrima gli uscì dagli occhi e sbattendo le palpebre la sua vista tornò un po' più nitida rendendosi conto che la persona al suo fianco era Krystal «Mi dispiace Jake, sono semplicemente io».
Il ragazzo era sorpreso non tanto per il fatto che vicino a lui ci fosse quella splendida creatura ma per il bizzarro motivo di aver visto Amelia vicino a lui, la donna vedendo il suo stupore gli chiese «Ti sei emozionato… nel vedere il suo volto?»
Jake distolse lo sguardo e rispose «Io… non lo so, è tutto così strano e non so più cosa pensare. È tornata solo da poco ed io mi sento così confuso.»
«Qual'è la persona che ami?»
Il ragazzo rimase in silenzio e guardando l'orizzonte vide apparire una figura in lontananza seguita da altre due, capendo che erano i suoi amici il ragazzo mormorò «Allie...» Per poi svegliarsi.
Si alzò dal letto tutto spettinato e rintontito, andò al bagno e si lavò il viso per un'istante i suoi occhi guardarono lo specchio e vide la sua immagine riflessa sorridere con un aria malefica, sbatté velocemente le palpebre ma il riflesso era tornato normale “Forse sto ancora dormendo con gli occhi aperti” pensò il ragazzo dopo quella buffa esperienza. Dopo aver fatto colazione si avviò per andare a scuola accompagnato da sua sorella ed Allie, poi si aggiunsero anche Kyle ed Evelyn. I cinque giunsero a scuola e la giornata trascorse come le altre nella solita normale routine quotidiana, dopo le giornate precedenti a Jake mancava questa monotonia tanto che ogni volta che ci pensava sul suo volto appariva sempre un'espressione serena. Dopo le lezioni i ragazzi decisero di andare all'ospedale a trovare Juliet, la trovarono Nika che notando i ragazzi si voltò verso di loro e li salutò «Oh, ciao a tutti. È un piacere vedervi»
«Ciao Nika, come va?» Disse Jake
N: «Tutto bene, se non fosse per quella sotto specie di verme di Izac».
J: «Immaginavo che avresti detto qualcosa di simile».
K: «Come sta Juliet?»
N: «Come sempre, non migliora e non peggiora. Mi chiedo cosa potrete mai fare voi ragazzi per salvarla».
J: «Anche se te lo dicessimo non ci crederesti, dacci tempo e fidati di noi. Se tutto va bene lei si sveglierà presto»
N: «E se qualcosa va storto?»
J: «Sarebbe meglio non pensarci… non credi?
In quel momento sì udì una voce fuori dalla porta «Uh, cos'è questo? Una riunione di famiglia?»
Tutti quanti si girarono e videro Izac, quest'ultimo salutò tutti quanti dicendo «Hey, ciao». Si avvicinò al lettino e disse «E così avete trovato Juliet, oh già dimenticavo… ero io che facevo finta di niente. Ahahahaha bhè Nika i tuoi amichetti hanno ragione sul fatto che si risveglierà presto. Ma la domanda è: Cosa succederà quando questo accadrà?»
Jake rispose in modo alterato «Smettila di fare l'indovino».
I: «Tu di indovini te ne intendi vero? Ahahahaha comunque ti ricordo che tra meno un mese la scuola finisce, quindi ricordati di adempiere all'accordo che ci siamo fatti… intesi?»
Izac così come era venuto se ne andò dicendo «Quanto mi dispiace dovervi salutare ma ho delle faccende da sbrigare. Bye bye».
Il gruppo guardò il cugino di Jake andarsene poi Kyle chiese a Nika «È venuto qui soltanto per fare il buffone?»
N: «No, ha soltanto voluto dimostrare la sua rete di informazioni. In qualche modo sapeva che noi tutti eravamo a conoscenza di Juliet».
K: «Per andare bene dovremmo riuscire a scoprire chi lavora per lui e dissuaderlo dal continuare».
N: «Il problema più grande è che i “suoi dipendenti” sono persone normali dal basso profilo, individuarle non sarà facile».
J: «Per il momento comportiamoci normalmente e se notiamo qualcuno di sospetto dobbiamo dirlo».
N: «Io nel frattempo frugherò nell'agenda di Izac e se troverò qualcosa ve lo dirò».
Dopo essersi salutati i ragazzi tornarono ognuno nella propria dimora; dopo cena Jake si mise a guardare la televisione insieme a sua zia e gli raccontò di aver incontrato Izac mentendo tuttavia sul luogo dell'incontro ma la sua parente sembrava quasi come disinteressata, troppo concentrata a guardare il talk show che parlava di politica. Vedendo il disinteresse Jake smise di raccontare e andò in cucina a bere un bicchiere d'acqua “Dannata zitella, sembra quasi che non gli importi nulla. Vorrei raccontargli tutte le cose assurde che mi succedono ed avere qualche consiglio ma conoscendola sarebbe meglio di no, non mi crederebbe e mi darebbe compiti di scienze per farmi tornare con i piedi per terra” pensò il ragazzo guardando sua zia mentre commentava le opinioni dei politici poi rimise l'acqua in frigo e mentre usciva dalla cucina vide un biglietto sul tavolo, gli ricordava il biglietto da visita che gli aveva dato Cassandra la misteriosa indovina visto che il tipo di carta usato era lo stesso ma su di esso non c'era scritto niente, decise di tenerselo ma senza dire niente a sua zia poi tornò in camera ed andò a dormire.
Altri giorni passarono ed il gruppo di ragazzi si guardava costantemente intorno per scoprire possibili spie continuando a comportarsi naturalmente senza attirare attenzione ma senza successo, una domenica pomeriggio Jake ed Allie erano usciti per passare un po' di tempo insieme, si trovavano al parco ed il ragazzo notò qualcosa di strano, una persona che dirigeva spesso lo sguardo verso la coppietta e armeggiare con il cellulare così Jake decise di fare un esperimento, si avvicinò all'orecchio di Allie gli bisbigliò «Vedi quel tipo laggiù sulla panchina in fondo? Ho notato che si comporta stranamente, credo sia una spia. Ora provo ad allontanarmi e se noto che mi segue mi dirigerò verso i bagni, tu rimani qui».
«Perché devo rimanere a fare il baccalà qui?»
«Eh non dirmi che vuoi entrare nel bagno dei maschi».
«S-scemo non intendevo questo, volevo soltanto darti una mano».
«Fammi da vedetta e mandami un messaggio se vedi movimenti sospetti o se qualcuno si dirige ai bagni».
«Ok, lascia fare a me».
Jake si alzò dalla panchina e si diresse verso il bar mentre il misterioso ragazzo lo seguiva con lo sguardo, a quel punto si voltò verso Allie la quale fingeva di armeggiare con il telefonino così vedendo la ragazza apparentemente distratta decise di seguire Jake, quest'ultimo si accorse di essere pedinato e decise di dirigersi verso i bagni. Allie si alzò e senza farsi vedere si arrampicò su un albero per controllare la zona dall'alto. Una volta nel bagno Jake si chiuse in uno dei  gabinetti ed aspettò il suo pedinatore, udì qualcuno entrare e poi dei rumori di cellulare come se qualcuno stesse scrivendo qualcosa a quel punto Jake uscì e questo ragazzo alla sua vista assunse involontariamente un'espressione quasi di stupore per tornare subito normale, mise il telefonino nella sua tasca e si diresse ai WC ma poco prima di varcare la porta Jake gli disse «Di un po'… Izac ti paga bene per pedinarmi?»
Il ragazzo rimase per un momento in silenzio poi balbettando rispose «D-di cosa s-stai parlando? I-izac? Io non conosco nessun Izac».
«Non fare il finto tonto. Mi dispiace ma non sei stato molto intelligente, bhé non c'è da meravigliarsi da uno stupido maiale che grugnisce ad ogni passo che fa, sai... hai fatto un bel po' di errori: Il primo guardavi me e la mia ragazza per poi armeggiare con il cell, il secondo mi hai seguito fin qui, terzo ti sei sorpreso quando ti ho colto in flagrante».
Sapendo di essere alle strette il ragazzo corse via e Jake lo rincorse «Dannato fermati, non ho finito con te!» Il pedinatore passò sotto l'albero in cui si trovava Allie e quest'ultima vedendolo passare sotto di lei gli saltò addosso «Preso! Da qui ora non scappi».
Jake raggiunse Allie e si sorprese vedendo che era stata in grado di catturare la spia, si avvicinò e disse «Bene bene, a quanto pare il nostro maialino è stato appena catturato. Ora dimmi: Chi sei? Dove sono le altre spie? Ma soprattutto chi sono?»
«M-mi chiamo Micheal, e non so niente».
Jake prese per il cravattino il ragazzo e con uno sguardo rancoroso gli disse «Parla altrimenti questa sera non tornerai a casa con le tue gambe, schifoso maiale che non sei altro!»
Il ragazzo preso dal panico decise di vuotare il sacco fornendo una lista di nomi e di luoghi in cui erano solite trovare le spie, i due lasciarono andare il ragazzo assicurandosi che non avrebbe causato più problemi cancellando i numeri ed i messaggi correlati ad Izac per poi tornare a rilassarsi sulle panchine, Allie guardò Jake e gli chiese «Non credi che ci siamo andati un po' pesanti con quel tipo?»
«Non farti venire i sensi di colpa per così poco, con Izac certe cose non servono».
«Forse hai ragione, ma dirgli quelle cose mi è sembrato un po' esagerato».
«Un po' di intimidazione serve per farli parlare e comunque non gli avrei fatto del male».
«Capisco… ehi ti va di fare qualcosa?»
«Che cosa hai in mente?»
«Stavo pensando ad un pigiama party tra noi amici, l'ultimo giorno di scuola. Così festeggiamo la fine del periodo scolastico e l'inizio delle vacanze».
«Non sembra male come idea, perché no? Dopo tutto ci siamo guadagnati una bella pausa non trovi?»
«Certo».
I due girarono per la città fino a quando non si fece sera per poi tornare a casa e dopo aver cenato Jake chiamò Nika, Kyle ed Evelyn aggiornandoli sulle novità, passarono i giorni e le spie furono tutte fermate e neutralizzate; arrivò così l'ultimo giorno di scuola ed i ragazzi erano tutti in fermento per via delle lezioni pomeridiane in quanto gli insegnanti avevano concesso ai studenti di ritrovarsi in cortile per fare una guerra di gavettoni, la scuola venne divisa in due squadre: Blu contro rossi, i sorteggi di chi entrava in una squadra erano dati in modo casuale, i studenti prendevano da delle scatole dei bracciali che a seconda del colore determinavano l'appartenenza ad una squadra, Jake non voleva partecipare perché considerava l'evento una perdita di tempo ed energie  ma Allie ed i suoi amici costrinsero il ragazzo a partecipare, così controvoglia pescò il bracciale il quale era blu, poi toccò a Kyle il quale pescò il bracciale del medesimo colore mentre Allie ed Evelyn pescarono i bracciali rossi, Allie presa dall'entusiasmo disse «Ah! Non avete scampo, preparatevi farvi una doccia».
K: «Se sei così tanto sicura che ne dici di fare una scommessa?»
A: «Ci sto, se vinciamo noi per un giorno voi due sarete i nostri schiavetti, farete tutto quello che vi diremo senza ribattere».
K: «Se invece saremmo noi a vincere sarete voi a fare ciò che vogliamo».
A: «Ok, ci sto biondino»
J: «Ehm… la vostra idea è carina e tutto il resto ma dov'è finita la mia opinione? E quella di Evelyn?»
K: «Eddai non fare il guasta feste proprio ora».
Dopo il suono della campanella che indicava la fine dei sorteggi ogni alunno si diresse verso la propria base dove i capitani spiegarono le regole del gioco e le varie strategie, l'obbiettivo del gioco era semplice bagnare il capo della squadra avversaria ma se nessuna delle due squadre sarebbe riuscita nell'intento, la squadra più asciutta avrebbe vinto la sfida. La battaglia ebbe inizio con il suono di tre campanelle prolungate, la squadra blu si divise in piccole unità e si nascose in punti strategici mentre la squadra rossa si divise in gruppi e cominciò la sua caccia, Jake e Kyle si erano nascosti tra i cespugli del cortile, quest'ultimo eccitato disse «Hei Jake ti confesso che non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno».
«So che me ne pentirò ma, per quale motivo non vedevi l'ora che arrivasse questo giorno?»
«Pensaci… gavettoni più ragazze uguale?».
«Magliette bagnate?»
«Esatto!»
«E allora?»
«Non ci arrivi? Con le magliette bagnate l'intimo che portano sotto si vedrà e la cosa mi eccita tantissimo».
«Pervertito… delle volte sei peggio di una scimmia arrapata».
«Ahahahaha però dai ammettilo che tu muori dalla voglia di vedere Allie con la maglietta tutta bagnata eh? Eh?»
«Scemo… non mettermi sul tuo livello, io la voglio vedere perché è la mia ragazza non di certo perché sono un depravato»
Con il sorriso stampato in faccia Kyle gli rispose dandogli una pacca sulla spalla «Bhè è cosi che si comincia».
Poco dopo davanti a loro apparvero Allie ed Evelyn, il biondo decise di attirare l'attenzione di quest'ultima uscendo allo scoperto e tirandogli un gavettone mentre Jake cercava di fermarlo «Stai cercando di farci ammazzare?»
«Scusa amico si vive una volta sola, e poi fa caldo dentro il cespuglio quindi se mi bagnano mi rinfresco, giusto?».
«E la sfida?»
«L'importante è che vince la squadra, se noi due ci bagniamo poco male».
«Fa come vuoi, io non ho voglia di correre per tutto l'istituto».
Kyle uscì fuori e colpi alle spalle Evelyn con un gavettone gridando «Ehi sceme sono qui».
La ragazza si voltò con fare rabbioso e cominciò a rincorrere il biondo dicendo «Allie tu riunisciti col gruppo a questo stronzetto ci penso io»
«O-ok….» Allie rimase allibita e meravigliata dalla risolutezza della sua amica visto che normalmente era sempre timida e riservata, nel fra tempo il biondo cercava di fuggire dalla sua inseguitrice nascondendosi nell'aula di arte, si imbucò dentro un armadietto e dalle piccole fessure della porta vide la ragazza entrare con un gavettone in mano «Ti ho visto Kyle, so che sei qui».
Evelyn cercò in lungo e in largo dentro la stanza ma senza trovarlo, poi si sporse alla finestra per vedere cosa succedeva nel cortile e a quel punto Kyle uscì dall'armadietto di soppiatto, si mise davanti alla porta e disse «Heilà, si può sapere dove guardi? Io sono qui!»
La ragazza si voltò e fu colpita al torace da un palloncino d'acqua «Eheheh ti ho presa, però devo ammettere che sei sexy conciata così».
«Ah, s-smettila di guardarmi pervertito che non sei altro». Evelyn si coprì imbarazza mettendosi le mani sopra la maglietta bagnata la quale faceva vedere in trasparenza parte del reggiseno, Kyle si avvicinò e gli tolse delicatamente la mano dal seno la guardò negli occhi e gli sussurrò «Non fare la timida… tu… mi piaci».
Kyle cominciò ad avvicinarsi lentamente alle labbra della ragazza ma quest'ultima, con il volto pieno di rossore, diede una sberla al ragazzo e fuggì via gridando «S-scemo… non si gioca con il cuore di un'innocente fanciulla».
I due passarono un'ora e mezza ad inseguirsi e a lanciarsi gavettoni finché Evelyn non imboccò per sbaglio un vicolo cieco, il ragazzo accelerò il passo vedendola scomparire dalla sua vista ma quando svoltò l'angolo si ritrovò la ragazza ad un palmo dal naso e la travolse, i due finirono a terra l'uno sopra l'altro e Kyle si preoccupò subito per lei «Ahi ahi, che botta. Ti sei fatta male?»
«No sto bene… credo».
Quando i due aprirono gli occhi rimasero a guardarsi in silenzio per qualche istante, poi la ragazza gli chiese timidamente «È vero? Insomma… del fatto… che ti piaccio?»
Kyle arrossì e gli rispose con un sorriso d'imbarazzo «Bhè… si… tu mi piaci, anzi no io... io sono innamorato di te, ti ho trovato carina fin da quel giorno che ti ho incontrata in infermeria con Jake ma poi sei fuggita. Da quel giorno mi chiedevo se avrei mai avuto la possibilità di parlarti e poi con tutto quello che è successo… trovavo incredibile il fatto che ci fossimo avvicinati così tanto».
La ragazza mise una mano sul petto del ragazzo «Forse eravamo destinati fin dall'inizio ad incontrarci… forse è stata la nostra solitudine interiore a farci diventare un gruppo così… unico… l'unica cosa che so per certa è che anche io...»
«Anch'io… cosa?»
«Anch'io mi sono innamorata… di te...».
Evelyn abbracciò il ragazzo e lo tirò giù per poi baciarlo sulle labbra ed un brivido passò sulla schiena di entrambi, cominciarono a rotolarsi nell'erba e ad accarezzarsi reciprocamente i capelli; in quell'istante passò Jake che vedendo la scena si bloccò “Eeeeeh i due piccioncini si danno fare qua eh? Meglio allontanarsi prima che sia troppo tardi. Adios ragazzi” pensò il ragazzo per poi andarsene. Dopo essersi allontanato Jake pensò che la giornata si stava tirando troppo per le lunghe, era bagnato fradicio, non era riuscito a bagnare nessuno e cosa che più gli dava peso moralmente Allie non lo lasciava in pace un attimo visto che sembrava trovarci gusto a bagnarlo, così si ricordò che l'anno precedente una sua conoscenza aveva nascosto nella scuola un fucile ad acqua, sapeva dove era nascosto e si fiondò subito nel laboratorio di scienze dove trovò sua zia a sventolarsi con il ventaglio e ad ansimare per via del caldo, vedendo l'opportunità di una piccola rivincita Jake colse l'occasione e tirò un gavettone alla sua prof. dicendo «Hai caldo zietta? Perché non ti rinfreschi le idee!»
«Aaaah! È freddissima! Ma si può sapere cosa ti salta in mente?»
«Ti vedevo sofferente così ti ho... voluto… aiutare…»
«Uhm? Si può sapere cos'hai? Perché ti sei incantato così?»
La professoressa abbassò lo sguardo e vedendo che dalla sua camicia bianca si intravedeva il reggiseno si coprì, Jake voltò il capo e nervosamente disse «I-io non ho visto nulla...».
«Ah si? Allora non saprai di che colore porto il reggiseno, vero?»
«Nero… cioè volevo dire... non lo so».
«Non sapevo che avevi dei complessi verso tua zia… pervertito».
Jake sussurrò tra se e se «Come se ti dispiacesse essere guardata o toccata da un uomo».
Sua zia gli tirò il cancellino in testa e disse «Ti ho sentito demente! Più tosto cosa ci fai qui? Non dovresti esserti li fuori a bagnarti?»
«Sono già bagnato abbastanza, per questo sono venuto qui a prendere questo gioiellino».
Trafugando negli armadietti Jake trovò il fucile ad acqua «Ora facciamo un po di casino».
«Eh? Un fucile ad acqua? Ma questo non è barare?»
«Il regolamento non vieta di usare armi quindi… no, tutto regolare. Ci vediamo dopo, ora ho una faccenda da risolvere».
Con il fucile in mano Jake si fiondò nei bagni più vicini e caricò i serbatoi poi andò a stanare il capo dell'altra squadra, ogni membro della squadra avversaria ora fuggiva alla sua vista tranne Allie la quale provocava il ragazzo «Hai un bel giocattolino tra le mani, mi chiedo se almeno così riuscirai a bagnare qualcuno».
«Sta zitta cicala e preparati perché tornerai a casa con un bel raffreddore sta sera».
I due si rincorsero e Jake bagnò moltissimo Allie la quale si copriva imbarazzata per non mostrare troppo il suo intimo fin quando il ragazzo non vide il capitano della squadra avversaria, si fiondò su di lui e fece fuoco ma il serbatoio era scarico, il capitano fuggì e Jake lo rincorse; spaventato e alle corde il rivale corse senza rendersene conte verso una postazione della squadra blu e quando fu a tiro fu bagnato senza nessuna pietà.
La squadra blu si era aggiudicata la vittoria proprio a pochi minuti dello scadere del tempo, bagnato ed esausto il gruppo andò a cambiarsi per poi ritrovarsi a casa di Jake per il pigiama party, i ragazzi trascorsero una bella serata ma a causa dell'affaticamento si addormentarono tutti prima del previsto.
Quella notte Jake ebbe uno strano sogno, si trovava in una stanza con uno specchio che rifletteva per intero la sua immagine, si avvicinò e lo toccò ma lo specchio cominciò ad incresparsi come quando un sassolino cade nell'acqua. Il ragazzo fece un passo indietro e cercò di capire cosa stesse succedendo poi udì la sua stessa voce «È incredibile come la realtà di un individuo sia simile ad uno specchio d'acqua, limpida e calma ma basta un elemento estraneo per farla diventare torbida ed agitata».
In quell'istante lo specchio si fermò facendo apparire un'immagine distorta del ragazzo che disse «E quando poi l'elemento di disturbo viene rimosso è sempre troppo tardi, perché i danni che ha causato ormai sono irreversibili».
La figura deforme uscì dallo specchio assumendo le reali fattezze del ragazzo pur avendo un'aura oscura tutta intorno a lui, Jake lo guardò e spaventato gli chiese «C-chi sei?»
L'essere sparì dalla sua vista in un battito di ciglia per poi ritrovarselo dietro di se con un braccio sulle spalle mentre gli sussurrava «Io sono ciò che più di oscuro e profondo si nasconde dentro la tua anima, un male cresciuto col tempo che si è nutrito dal rancore che porti addosso. Se non lo hai ancora capito… io sono te».
«C-cosa vuoi?».
«Niente di particolare, voglio soltanto mostrarti una cosa».
La creatura batté le mani e nello specchio apparve la vita di Jake «Guarda ragazzo, voglio soltanto ricordarti chi sei veramente. Un ragazzo solitario che ha deciso di vivere la sua vita per conto suo, tu non hai mai avuto bisogno di nessuno eppure ora sei circondato da delle stupide mosche che non fanno altro che ronzarti intorno. Ti senti cambiato, non ti riconosci più e ti stai chiedendo “sono diventato anch'io una di quelle orrende cose?” Sai già la risposta, tu odi ancora la società, ma cosa più importante… tu stai cominciando ad odiare te stesso per ciò che sei diventato, una stupida pecora come tutte le altre serva di un sistema corrotto… e tutto… per causa sua...»
Nello specchio apparve l'immagine di Allie e Jake scrollandosi di dosso il suo alter ego disse «Basta così!» Si svegliò nel salotto, era sdraiato sul divano, si rese conto che vicino a lui c'era Allie che lo stava abbracciando e vedendo la dolce espressione della ragazza mentre dormiva il ragazzo la strinse a se sussurrandogli «Non potrei mai odiare qualcuno che per me ha fatto così tanto, neanche se lo volessi. Ti amo Allie».
Jake tornò a dormire con una voglia sempre più grande di lasciarsi il passato alle spalle.

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Capitolo 9
*** Una vacanza (in)dimenticabile ***


La mattina seguente, mentre Jake ed i suoi amici furono svegliati da un'inaspettata visita. Suonò il campanello e Rita aprì la porta per vedere chi era e si ritrovò davanti il suo cugino Izac «Heilà piccola, è da un pezzo che non ci vediamo eh?»
Rita senza dire niente chiuse la porta in faccia al ragazzo il quale la bloccò mettendo un piede in mezzo «Che scortese, non ci vediamo da chissà quanto tempo e mi saluti in questa maniera».
«Non è di certo colpa mia se il mondo ti odia, quindi adesso vattene».
«Eh mi odi anche tu? Che peccato, ed io che ti volevo così tanto bene da invitarti a fare una vacanza nel mio resort. Uh bè... me ne farò una ragione».
«Resort?»
La ragazza aprì la porta ed eccitata disse «Intendi un resort con spiaggie bianchissime, mare cristallino e cibo squisito? Oppure è una delle tue fregature?»
Izac diede delle foto a sua cugina dicendo «Bhè giudica tu stesso».
Mentre Rita guardava le foto, Izac approfittò della distrazione per entrare e vedendo il gruppo di Jake dormire chi per terra, chi sul divano esclamò «Uh ma guarda siete tutti qui?! Oh che bello, questo mi risparmia la fatica di girare di casa in casa».
Cominciò a sbattere le mani dicendo ad alta voce «Forza pigroni, è ora di alzarsi. Avete fatto le valigie?»
Jake si svegliò mormorando «Ma chi è sto pagliaccio?» Poi vedendo Izac indossare una camicia hawaina, bermuda ed un paio di occhiali da sole disse disse «Ah... sei tu il pagliaccio».
Ascoltando quelle parole Izac sospirò e mormorò tra se e se «Che brutta cosa quando nessuno ti ama».
Andò in cucina dicendo «Oh bè, a mali estremi, estremi rimedi».
Prese un bicchiere e lo pienò d'acqua poi tornò da Jake e glie lo versò in faccia dicendo «Tsunamiiiii!»
Il povero ragazzo si svegliò all'improvviso tossendo ed ansimando, mentre si riprendeva Izac cominciò a ridere a crepapelle «Ahahahahahaha o mio dio che faccia che hai fatto, ahahahaha eri cosi buffo»
«Che stronzo, giuro che uno di questi giorni ti faccio secco con le mie stesse mani!» Esclamò Jake.
«E dai, di cosa ti preoccupi? Sono quaranta gradi all'ombra ti asciugherai subito».
«Non è questo il problema».
«Basta chiacchiere e preparati visto che per un bel po' di tempo staremo insieme come ai vecchi tempi, oh sveglia i tuoi amici e digli di incontrarmi a mezzo giorno e mezzo alla piazza principale, bye».
Izac se ne andò con il suo solito modo di fare compiaciuto e snervante, Jake svegliò i suoi amici e li aggiornò sulla situazione, così i ragazzi tornarono nelle proprie dimore a preparare le valigie.
Si ritrovarono tutti nel luogo dell'incontro all'orario stabilito, la trovarono Nika che li aspettava vicino ad una limousine «Ciao ragazzi, tu devi essere Rita dico bene?»
La ragazza sorpresa rispose «Si, lei chi è? Non ricordo che ci siamo mai incontrati».
«Sono Nika Kozlov e anche se mi secca ammetterlo lavoro per quel serpe di Izac, da qualche tempo mi sono avvicinata a tuo fratello e hai suoi amici, spero che diventeremo amiche proprio come lo sono con loro».
«Si, lo spero anche io». Rita sembrava incantata dalla bellezza e dalla classe di quella donna fin quando Jake non la riprese «Muoviti scimmietta altrimenti ti lasciamo qui».
«Hey, aspettatemi!»
Il gruppo di ragazzi salì sull'auto e la limousine cominciò il suo viaggio verso una meta sconosciuta, Allie incuriosita chiese «Hey Nika, possiamo sapere dove stiamo andando?»
La donna rispose continuando a guardare svogliata fuori dal finestrino «Al porto, Izac ci sta aspettando sul mi… sul suo yacht».
Tutti si sorpresero ed in coro dissero «Yacht?»
«Già… visto che lui ora ha la maggior parte dell'azienda fondata da mio padre anche lo yacht che veniva usato per eventi importanti è passato in mano sua, l'unica cosa buona è che da quando c'è lui i nostri profitti sono aumentati di molto».
Kyle incuriosito chiese «Abbiamo sentito che ha un resort, anch'esso fondato con i soldi dell'azienda?»
«No, quello l'ha costruito con i suoi soldi. È davvero bravo a gestire grandi flussi di denaro, mi chiedo come faccia. Di certo qualcosa mi puzza».
Jake con un tono quasi irritato rispose «Con lui la puzza di imbroglio è all'ordine del giorno, non ti stupire più di tanto. Visto che ci lavori dovresti saperlo».
«Già...» Rispose Nika con un'espressione malinconica in volto.
Dopo una mezz'ora di viaggio i ragazzi giunsero a destinazione, la trovarono Izac a prua della barca affacciarsi con il sole dietro la testa e con le braccia aperte quasi come fosse un dio dicendo «Yo, benvenuti. Forza salite su non siate timidi che ci divertiremo come non mai».
Jake gli disse «Se devo divertirmi con te tanto vale che mi do in pasto agli squali da solo».
Izac fece finta di non aver capito e gli chiese «Eh? Hai detto qualcosa fratellino?»
Jake seccato rispose «Tsk, no nulla». Per poi bisbigliare tra se e se «Coglione».
Il gruppo salì a bordo e dopo un'ora e mezza di viaggio giunsero su una piccola isola in cui era presente una struttura a più piani, tutti conoscevano quel posto a causa di una pubblicità che lo riprendeva ma nessuno si sarebbe aspettato che il resort di Izac fosse uno dei più cari di tutta la regione. Dopo aver ormeggiato i ragazzi sbarcarono e lo spavaldo ragazzo li guidò fino alla struttura dove incontrarono l'hostess di turno che assegnò loro le camere e Jake si ritrovò così in camera con Allie la quale vedendo il letto matrimoniale si sentì in imbarazzo «Un letto matrimoniale? D-dobbiamo dormire insieme?»
«Di che ti preoccupi, tanto sta notte hai dormito avvinghiata a me peggio di una serpe».
«Sul serio? Non credo di averci fatto caso».
«Lo sto notando». Rispose Jake con un aria quasi seccata
I ragazzi sentirono bussare alla porta e i due udirono la voce di Izac fuori della porta «Tock! Tock! Hey fratellino mettiti il costume che andiamo in spiaggia a farci il bagno, muoviti i tuoi amici si stanno già preparando, a dopo».
Jake sospirò e capendo di non avere scelta disse «Cambiati tu per prima io devo cercare il costume, sinceramente non ricordo neanche se l'ho preso»
«Sei sempre il solito smemorato, dovresti stare più attento».
Il ragazzo sospirò nuovamente e si mise a cercare il costume mentre Allie andò a cambiarsi. Poco dopo la ragazza uscì dal bagno indossando un bikini di colore verde e blu, un paio di shorts, infradito e gli occhiali da sole sulla testa. Si avvicinò a Jake e vedendo il disordine gli chiese «Allora lo hai trovato?»
«Uhm… aspetta… si trova… to»
«Cos'hai? Perché ti incanti così?»
Il ragazzo arrossi e disse fissando la ragazza «Sexy… troppo sexy...»
«H-hey non fissarmi con quell'aria da pesce lesso e vatti a cambiare, muoviti io nel frattempo sistemo un po di casino che hai fatto».
«Ok, grazie».
Poco dopo Jake ed Allie uscirono ed i due si diressero in spiaggia e si riunirono con il gruppo, Jake incuriosito chiese a sua sorella «Hey scimmietta, posso chiederti che tipo di camera hai? Stiamo tutti in coppia ma tu?»
Intervenne Izac dicendo «Gli ho dato una suite».
«Una suite? E a noi ci hai rifilato le camere normali?»
«Anche se sono normali non vuol dire che non siano di lusso, o sbaglio?»
«Come vuoi, tanto giri sempre la frittata come ti pare e piace. Più tosto, dov'è Evelyn?»
Nika guardando i camerini disse «A cambiarsi, credo abbia fatto ma si vergogni ad uscire».
J: «Non poteva cambiarsi in camera?»
K: «Glie l'ho detto di cambiarsi in camera, ma come dire… è troppo timida ed ha preferito usare i camerini qua fuori».
A: «In quale camerino si trova?»
K: «Gli ho mandato un messaggio, dice di stare nel terzo a sinistra di quelli rosa».
A: «Vado a raccattarla».
I ragazzi aspettarono le due e quando si presentarono videro che Evelyn era rossa dall'imbarazzo nonostante indossasse una canottiera e degli shorts a coprire il suo costume che si intravedeva leggermente, una volta unito il gruppo si diresse alla spiaggia che distava pochi passi. Tutti si divertivano, giocavano e l'atmosfera non poteva essere delle migliori ma nonostante tutti sapevano che Izac era un tipo di cui non fidarsi sembrava che stava stringendo amicizia con il gruppo di Jake, cosa che seccava tremendamente il ragazzo e quest'ultimo vedendo Evelyn ancora indossare i suoi abiti gli chiese «Ehy, ma non hai caldo con quella roba addosso?»
«No, sto bene».
«Ti imbarazza stare in costume?»
La ragazza annui imbarazzata per poi rispondere «Non ho bel fisico come quello di Nika, insomma guardala quel costume bianco che indossa la fa sembrare così sexy, anche Allie non è messa male mentre io… non mi sento così bella».
«Sai anche se non ti senti bella non vuol dire che tu non lo sia, insomma... se si è belli per la persona giusta non credo che bisogna importarsene del giudizio altrui».
Evelyn a quelle parole sorrise dolcemente e rispose «Grazie Jake, tu sei sempre così gentile con me e con gli altri, metti noi prima di tutto anche se ciò ti porta a soffrire e a caricarti tutto sulle spalle come in quel sogno quando abbiamo affrontato Abaddon. Trovo carino da parte tua preoccuparsi ma non sovraccaricarti, siamo amici e se devi affrontare qualcosa tanto vale farlo tutti insieme. Noi ti vogliamo bene e non ci piace vederti soffrire».
Jake si voltò e guardò i ragazzi mentre si divertivano e con un leggero sorriso rispose «Grazie».
Il pallone con cui stavano giocando gli altri finì sui piedi della ragazza per poi udire la voce poco distante di Kyle «Heeey! Smettetela di fare gli asociali voi due venite in acqua forza».
Jake prese il pallone e disse alla ragazza porgendo la mano «Io vado, vieni anche tu?»
Evelyn sorrise ed afferrò la sua mano dicendo «Ok, arrivo».
La ragazza si spogliò restando in costume e quando entrò in acqua tutti si stupirono del fatto che avesse trovato un po' di coraggio, portava un costume a pezzo unico di colore bluastro con dei piccoli dettagli bianchi e Kyle a quella vista non aspettò a fargli i complimenti «Evelyn sei magnifica, mi piaci molto». Disse con un sorriso stampato sulla faccia.
La ragazza imbarazzata rispose «G-grazie… sono felice che io ti piaccia».
Jake diede una piccola gomitata al biondo sussurrandogli «Aaaah smettila di fare il latin lover che cerca di rimorchiarla, ti ho visto mentre ci davate dentro ieri a scuola».
Kyle sentendo Jake arrossì e gli saltò addosso, i due caddero in acqua per poi riemergere ed il biondo disse a tutti «Io e Jake dobbiamo fare due chiacchiere, voi continuate».
I due si allontanarono e Kyle disse «C-come? Quando ci hai visti?»
«Passeggiavo senza metà evitando di farmi bagnare da Allie quando accidentalmente mi sono imbattuto in voi mentre pomiciavate per terra, bella scena davvero. Avrei voluto farti un video ma mi sono risparmiato per questa volta».
«Sinceramente non pensavo che qualcuno ci potessi beccare».
«Capita e poi sono contento per voi due, si insomma, state bene insieme».
«Grazie amico, mi fa piacere sentirtelo dire».
I due tornarono dal gruppo e ricominciarono a giocare e a stare insieme, nel pomeriggio Nika si avvicinò ad Evelyn e gli disse «Non male il costumino ma, non credi sia ora di metterti qualcosa di più carino?»
«Eh? Che vuoi dire?»
«Poco distante c'è un negozio di costumi, ti va farci un salto a vedere se trovi qualcosa che ti piace?»
«Uhm… ok, tentar non nuoce. Credo».
Izac si intrufolò nella conversazione dando un piccola somma di denaro ad Evelyn dicendo «Tieni, offro io. Consideralo un piccolo regalino da parte mia».
La ragazza cercò di rifiutare ma Izac insistette dicendo «Possiedo uno dei resort più lussuosi, i soldi non sono un problema, quindi non fare complimenti».
Timidamente accettò l'offerta e le ragazze andarono tutte al negozio di costumi, poco dopo uscirono ed Evelyn indossava un bikini a gonnellino rosso con i pois bianchi, Kyle era eccitato di vederla in quel modo specialmente per la sua totale innocenza che spingeva la ragazza a tirare un po' il gonnellino dicendo «Ah… che imbarazzo… forse avrei meglio a prendere il pareo».
Kyle alzò il pollice ed entusiasta disse «Sei perfetta!»
«Sicuro?»
«Al cento per cento!»
Grazie al biondo la timidezza della ragazza si affievolì e tutti trascorsero la giornata tra giochi e scherzi fino al tramonto quando rientrarono per la cena, dopo aver mangiato una hostess si avvicinò a Jake e gli diede una lettera  anonima ed incuriosito decise di aprirla e leggere il suo contenuto. 

“Incontrami alla spiaggia da solo, ti aspetto. 
-Izac.” 

Dopo aver letto la lettera la stracciò e se pur riluttante decise di accettare l'invito, una volta alla spiaggia si guardò intorno ma non vide nessuno così pensando che fosse uno dei suoi stupidi scherzi decise di andarsene, ma nel momento in cui voltò le spalle udì una voce femminile «Jake...»
Capì subito che la voce che aveva sentito era quella di Amelia e quando si voltò vide la ragazza con alle spalle una meravigliosa luna piena che si rifletteva sul mare, la ragazza sorpresa gli chiese «Cosa ci fai tu qui?»
«Izac mi ha costretto a venire e a quanto pare sembra che mi abbia mandato un falso messaggio in cui diceva di volermi incontrare».
«Sai… tempo fa Izac mi ha invitato a venire qui, accettai perché mi piaceva un sacco il posto, ma ora credo volesse soltanto che noi due ci incontrassimo».
«Conoscendolo è possibile, ti ha chiesto anche lui di venire questa sera qui?»
La ragazza annui «Mi ha telefonato e mi ha detto di incontrarlo qua, ma non avrei mai immaginato di incontrare te».
«Capisco».
I due si sedettero sulla sabbia a guardare insieme il mare e a ricordare insieme i vecchi momenti, mentre parlavano Amelia si avvicinò lentamente al ragazzo fino a toccargli la mano «Jake… mi dispiace di come le cose siano andate storte tra noi… Izac mi ha costretto a fare quello che ho fatto e sappi che ci sono stata male anche io, mi sono vergognata di me stessa per averti fatto del male».
«Lo so che ti ha costretto a farmi diventare lo zimbello di tutti deridendo e prendendo in giro ciò che provavo per te a quei tempi ma… è acqua passata e sinceramente non voglio più pensarci».
Amelia abbassò lo sguardo e disse «Mi fa piacere saperlo».
«Più tosto, dopo tutto quello che ha fatto ancora stai dietro a quella serpe. Perché?»
«Perché sapevo che era l'unico modo per arrivare a te e farti le mie scuse, era uno dei due pesi che volevo togliermi».
«Due? Ce n'è un altro?»
«Ecco… si….»
La ragazza si voltò verso di lui e senza dire niente lo baciò sulle labbra; Jake si sentì spiazzato non sapeva cosa fare, entrambi sentivano brividi sulla schiena ed i loro cuori battevano all'impazzata, quando Amelia si staccò dalle sue labbra disse «So che è tardi e che sto facendo un nuovo errore ma… se non fosse stato per quell'incidente io avrei accettato i tuoi sentimenti ad occhi chiusi quella volta… io... ti amo».
Jake era sorpreso e rispose «Io… apprezzo sul serio i tuoi sentimenti, dico davvero ma… come hai detto è troppo tardi, io amo già un'altra persona. Da quando l'ho incontrata mi è stata sempre vicino… certo delle volte è appiccicosa e seccante ma lei mi ha dato l'unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento… affetto. Se non fosse stato per lei ora io sarei dentro quella dannata torre d'avorio che mi ero creato con le mie stesse mani e che mi ha fatto perdere così tanto tempo, così tanti anni sprecati che ormai non torneranno più indietro, passati a rincorrere un'ideale, una falsa felicità che dava un senso effimero alla mia stessa esistenza, quando poi, l'unica cosa di cui avevo bisogno era qualcuno che trovasse le chiavi giuste per entrare nel mio cuore. Mi fa male rifiutare i tuoi sentimenti specie se considero quello che provavo per te ma… ormai ho voltato pagina ed il passato va rivisto soltanto per evitare di rifare i stessi errori. Se ti fa piacere... possiamo tornare ad essere amici ma... non credo che possiamo andare oltre».
Una lacrima uscì dagli occhi della ragazza che rispose «Non pretendevo che accettavi i miei sentimenti… ma… il fatto che dopo tutto ciò che è successo tu vuoi tornare ad essere mio amico… mi rende felicissima… ti voglio bene Jake… ti ho sempre voluto bene… avrei… avrei voluto tornare da te e scusarmi prima ma… sapevo che mi avresti odiata… e non mi avresti rivolto la parola...»
Jake abbracciò la ragazza dicendogli «Ho capito, ho capito. Te l'ho già detto una volta, ho smesso di portare rancore visto che ci sono cause più grandi per cui battersi».
Amelia pianse tra le braccia del ragazzo sfogando così tutto il dolore che si portava dentro mentre Jake la stringeva a se senza dire niente fissando la luna chiedendosi se Krystal la stesse osservando in quel momento. Quando finì di piangere i due tornarono al resort e dopo essersi salutati si diressero verso le loro stanze.
I giorni passarono e la vacanza per quanto piacevole corse via velocemente, Amelia aveva stretto amicizia con il gruppo di Jake e sembravano andare tutti d'accordo. 
Giunse così l'ultimo giorno di vacanza e dopo una giornata trascorsa al mare, Nika organizzò una grigliata all'aperto, Jake si avvicinò alla donna e gli disse «Sembri felice, cos'è ti piace lavorare per Izac ora?»
Nika sospirò e rispose «No, è che mi piace cucinare e mi diverto quando lo faccio. Sai, era da un bel po' che non mi divertivo così, siete ragazzi in gamba e stare con voi mi rallegra. Ah… se solo fossi più giovane avremmo potuto stringere un'amicizia più stretta».
«Non mi sembri poi così tanto vecchia, insomma sei una bella donna e non credo sia mai troppo tardi per stringere amicizie e divertirsi».
«Cos'è? Stai flirtando con me ora?»
Jake arrossì ed imbarazzato rispose «M-ma che vai pensare…»
«Ahahaha voi ragazzi siete così innocenti e prevedibili. Però mi fa piacere, che pensi questo di me. Grazie».
Il ragazzo distolse timidamente lo sguardo e rispose «F-figurati».
La cena si svolse in modo sereno e sul tardi Nika si mise a guardare il mare fuori dal balcone ed in quel momento Izac si avvicinò a lei con una bottiglia di vino e due bicchieri di vetro dicendo «Ci facciamo un drink?»
Con un'aria indifferente la donna rispose «Come vuoi».
I due si sedettero sul divano ed il ragazzo versò il vino in entrambi i bicchieri mettendosi a parlare del più e del meno, lui sembrava godersi la conversazione mentre Nika si mostrava impassibile come suo solito fin quando, il ragazzo gli chiese «Allora, hai stretto una bella amicizia con Jake e gli altri… vero?»
«Quello che faccio non sono affari tuoi».
«Dai non fare l'acida, dopotutto, sono felice che il mio fratellino abbia trovato qualcuno con cui fare comunella anzi, delle volte mi sento quasi invidioso di lui tanto da volermelo tenere tutto per me».
«Non dirmi che hai dei complessi verso tuo cugino».
Izac sospirò e rispose «Nha non sono messo così male. Se devo dirla tutta... credo che ultimamente mi stia piacendo molto una persona».
«Te stesso? Non mi sorprende visto che sei uno stupido narcisista».
Il ragazzo chiuse gli occhi e con un aria scoraggiata rispose «Che crudele che sei, e pensare che la persona che mi sta piacendo sei proprio tu».
A quelle parole Nika rimase in silenzio ed Izac aprendo un occhio per vedere la sua reazione disse «Che succede? Non dici niente?»
La donna lo fissò con un aria seccata e gli rispose «Posso darti un pugno?»
Izac con il suo sorriso ambiguo e compiaciuto disse «Se proprio vuoi farmi male un rifiuto sarebbe stato più efficace».
«Vero… ma non avrei avuto la soddisfazione di farti male fisicamente».
Izac si alzò «Eeeh, non ti facevo così violenta».
«Fidati, sono molto più pericolosa di quanto tu possa immaginare!»
«Buono a sapersi, se non altro ora so che devo guardarmi meglio le spalle. Mha io vado a letto, notte notte».
Nika vedendolo entrare nella camera da letto mormorò a se stessa «Come se avesse tenuto la guardia abbassata fino adesso».
La donna sorseggiò ancora del vino pensando a come Jake e gli altri sarebbero stati in gradi di salvare Juliet e di sistemare il casino che si era creato per poi andare a dormire.

Angolo Autore: Spero che la storia vi stia piacendo, se volete potete lasciate un feedback (recensione) così mi dite cosa ne pensate, mi fa sempre piacere sapere una vostra opinione anche se è una critica pur che sia costruttiva. Grazie per aver letto il capitolo.

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Capitolo 10
*** Verità (s)comode ***


Dopo un breve ma intenso viaggio il gruppo di amici tornò a casa, la fine delle vacanze era ancora lontana ed i ragazzi avevano tempo e voglia di uscire e divertirsi tutti insieme, tutti, tranne Jake.
Appena tornato a casa il ragazzo salutò la sua zia per poi chiudersi in camera sua dove trovò il suo gatto nero ad aspettarlo seduto di fianco alla scrivania, si avvicinò a lui e lo accarezzo sulla testa ed il gatto si mise a fare le fusa, Jake vedendo la reazione del micio disse mormorando «Ti sono mancato Black?»
Il gatto miagolò e scodinzolo quasi come per esprimere la gioia di riavere il proprio padrone a casa, Jake si sentì leggermente più rasserenato e dopo aver coccolato un po il gatto si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi per poi sentire il gatto salire sul letto e raggomitolarsi vicino a lui mentre faceva le fusa, ma dentro la sua mente cominciò a sentire una voce confusa e distorta “Stai... ancora fuggendo... da te stesso? Non puoi… dimenticare. Tutto ciò… mi sta nutrendo. Io… sono il tuo dio...”
Jake si alzò dal letto con il gatto sfuriargli contro, andò al bagno e si lavò il viso cercando di dimenticare la brutta esperienza, ma quando si guardò allo specchio vide la sclera del suo occhio sinistro completamente nera e il colore della sua iride color rosso sangue, Jake rimase paralizzato a quella vista mentre la voce che aveva sentito prima continuava a parlagli “Sono dentro di te… mi sto nutrendo del tuo dolore… dei tuoi rimorsi… presto… mi impadronirò del tuo corpo e di te… del tuo mondo... non resterà nulla...”
Jake riprese coscienza ansimando quasi come se fosse stato sott'acqua ed avesse trattenuto il respiro fino al limite rendendosi conto di stare ancora nel suo letto con accanto a se il suo gatto dormire tranquillamente. “È stato un sogno? No… un vero e proprio incubo. Cos'era? Cosa mi sta succedendo? Ho bisogno di risposte, forse... è meglio se torno dalla cartomante!” Pensò il ragazzo per poi controllare l'ora sul telefono rendendosi conto che aveva dormito tutto il giorno.
Dopo essersi alzato dal letto andò in cucina dove trovò sua sorella finire di apparecchiare la tavola «Ah finalmente ti fai vedere! Dormivi come un ghiro però mi sembravi turbato, qualcosa ti fa fare brutti incubi?»
«Forse, chi può saperlo? Non ricordo cosa ho sognato». Disse Jake dissimulando la cosa.
«Comunque sia lavati le mani, ho preparato una cenetta sfiziosa».
«Brava scimmietta. Ma la zia dov'è?»
«Diceva che aveva da fare questa sera, probabilmente tornerà a casa ubriaca».
«Mi stupirei del contrario».
Dopo aver cenato Jake si preparò per uscire e una volta all'ingresso disse a Rita «Io esco, che fai vieni?»
«No, va da solo. Io sono stanca e penso che andrò a dormire presto!» Disse sbadigliando.
«Ok, buona notte e chiudi casa se non sono tornato».
Il ragazzo cominciò a camminare per le vie della città e dopo essersi fatto una bella camminata raggiunse finalmente l'indirizzo della cartomante, bussò alla porta ma così facendo la porta si aprì quasi come se fosse accostata e non chiusa completamente. Jake entrò dicendo «C'è nessuno?»
Una voce femminile rispose «Entra pure Jake, sapevo che saresti arrivato. Hai bisogno di risposte oppure vuoi che il tuo futuro ti venga svelato?».
«Sarebbe bello avere entrambe, ma per il momento mi accontenterò della prima».
I due si misero a sedere su un tavolo dove erano presenti un cerchio con una stella disegnata al suo interno, una sfera di cristallo poggiata sopra ed un mazzo di carte. Erano l'uno davanti all'altro mentre un candelabro situato su un ripiano illuminava lievemente la stanza, Jake raccontò dei suoi due incubi mentre Cassandra lo ascoltava con interesse, poi la donna gli chiese «Dimmi Jake, c'è qualcosa che ti turba ultimamente?»
«Cosa vuoi dire?»
«Mentre mi raccontavi le tue vicende, notai qualcosa di apparentemente assente».
Il ragazzo gli mostrò il foglietto che trovò in cucina qualche tempo fa che sembrava essere fatto con la stessa carta del biglietto da visita che gli aveva dato la cartomante, giusto per dissimulare la situazione, ma lei rispose «È questo ciò che ti turba? Mi spiace ma non credo alle tue parole. Non aver paura di dirmi la verità anche se è poco piacevole».
Il ragazzo prese un respiro profondo e confessò «Ho rincontrato una mia vecchia conoscenza, quando ero più piccolo andavamo a scuola insieme. È una ragazza di cui tempo fa ero innamorato ma a causa di una situazione spinosa ho finito per l'odiarla. Portai rancore nei suoi confronti ma poi ci siamo rincontrati e ci siamo “chiariti” e qualche giorno fa… lei mi ha confessato ciò che provava e prova tutt'ora e... ci siamo baciati».
«Allora la risposta è chiara. Sei triste e stai soffrendo per aver rifiutato i suoi sentimenti, oppure stai soffrendo per aver portato un inutile rancore nei suoi confronti. Stai incolpando te stesso per come sono andate le cose, ciò porta le tue colpe ad essere rumorose. Per tua fortuna credo di avere la soluzione a questo tuo problema».
La cartomante prese il biglietto che gli mostrò Jake, poi tirò fuori una candela e l'accese con un fiammifero e ci passo sopra il foglietto. Pian piano sul quel pezzo di carta cominciò ad apparire un cuore e quando fu completamente visibile la donna disse «La risposta è  l'amore, ma la domanda è: chi ami di più? Allie o per caso, il fantasma di Amelia?»
Jake rimase in silenzio ed insospettendosi sulla sua vera identità, alzando leggermente lo sguardo notò un particolare: dal velo che copriva il volto della donna riuscì a vedere un piccolo nevo sul mento nel lato sinistro del suo viso, gli sapeva familiare e così decise di smascherare la cartomante cogliendola di sorpresa; prese una moneta dalla sua tasca e la lanciò causando un tintinnio nel momento in cui toccò il suono, la donna si voltò nella direzione da cui proveniva il rumore e Jake approfittò del momento: si alzò all'improvviso e rapidamente gli tolse velo e cappuccio lasciando il volto della donna completamente scoperto, lasciando il ragazzo completamente spiazzato nel vedere che la misteriosa cartomante Cassandra era in realtà sua zia «Zia Katy… cosa… perché?»
La donna rimase con gli occhi chiusi ed un lieve sorriso per poi rispondergli «A quanto pare sono stata beccata eh? Come minimo sarà stato Izac ad insegnarti questo trucchetto».
«C-che cosa significa tutto questo?»
«Sapevo che ti stava succedendo qualcosa Jake ed avevo percepito che la tua energia stava cambiando, sia perché stai facendo nuove amicizie sia perché l'affetto che stai provando sta risvegliando qualcosa in te».
«Cosa?! Cosa si sta risvegliando?»
«Io... non lo so… l'unica cosa che posso dirti è che stai togliendo nutrimento ad una bestia ed ora sta reclamando ciò che gli spetta di diritto. Ti diedi l'amuleto per poterti farti entrare nel mondo dei sogni in modo autonomo così che potessi recarti da Krystal a chiedere qualche indizio ma sembra che perfino lei abbia intenzione di rimanere in silenzio».
«Tu... conosci quella creatura?»
«Mi è apparsa in sogno quando era piccola ed è stata lei a darmi questo potere dicendo che mi sarebbe stato utile per una persona a me importante. Ma non avrei mai immaginato che si sarebbe trattato di te».
«Se sapevi tutto fin dall'inizio perché non mi hai aiutato in maniera più diretta?»
«Avrei voluto farlo ma non dovevo interferire direttamente con il tuo destino, inoltre sono una donna di scienza e se ti avessi detto che sono una cartomante avrei perso la mia credibilità come scienziata!»
Jake con il suo solito tono indifferente ma sarcastico rispose «Sei soltanto una professoressa di liceo senza neanche un dottorato, hai quasi quarant'anni e per giunta sei zitella. Pensi davvero che sarebbe stato tanto problematico se perdevi la credibilità di una professione che ti appartiene per metà? Inoltre non sei molto intelligente visto che conoscendoti non hai usato i poteri da cartomante per te stessa».
La donna diede un colpo in testa al ragazzo dicendo «Chiudi quella dannata fogna teppista altrimenti ti riempio di compiti e ti massacro di interrogazioni quando si riapre la scuola!»
«Ahi! Almeno dimmi se ho torto oppure no senza che diventi violenta».
«Bhè… ci ho provato… ma non sono mai stata in grado di usare i poteri da cartomante su me stessa».
Jake sospirò e ringrazio sua zia per poi tornarsene a casa insieme a lei, una volta arrivato prese il talismano e lo mise sotto il cuscino per poi andare a dormire.
Quella notte entrò nel mondo dei sogni, si ritrovò in un giardino pieno di fiori con un piccolo gazebo di legno dalla forma ottagonale dove al suo interno notò la presenza di qualcuno. Si avvicinò alla struttura guardandosi intorno notando isole di terra fluttuanti ed il cielo di un colore indefinito quasi come se i colori dell'arcobaleno si fossero uniti in unico colore, una volta arrivato al gazebo vide che l'individuo al suo interno era una creatura umanoide: aveva la testa di un uccello, due braccia e le gambe come quelle di un rapace ed una coda simile a quella di un serpente; indossava abiti ottocenteschi molto eleganti ed sul fianco portava nel fodero uno stocco. La creatura quando vide il ragazzo gli disse «Ah! Un ospite. Prego siediti e vieni a gustarti una tazza di tè».
Jake accettò l'offerta e si sedette, quando la creatura gli porse la tazza disse «Io sono Camio, mio fratello Abaddon deve averti parlato di me, vero Jake?»
«Quindi… tu sei l'ultimo angelo».
«Si, ma non intendo combattere. Per lo meno non in questo magnifico posto».
«Abaddon prima di scomparire mi ha detto che tu sai chi o cosa sono io realmente».
«Certo che lo so. Tu sei un demone o per lo meno questo è ciò che si trova dentro di te, ossia: il nostro padrone unico ed indiscusso Asmodeus. Noi angeli caduti non siamo altro che i suoi umili servitori».
«C-cosa?»
«La tua vita piena di rancore e solitudine erano una fonte di nutrimento per il nostro signore ma la tua vita è cambiata e ciò ha reso possibile il tuo arrivo nel mondo dei sogni, eliminando noi angeli hai cominciato a raccogliere delle reliquie dico bene? Ebbene tali artefatti altro non sono che i frammenti di anima del nostro padrone, quindi la domanda è: cosa succederà quando tutti e quattro i frammenti si riuniranno? La risposta è molto semplice: Asmodeus risorgerà e visto il nutrimento che ha ricevuto da te sarà in grado di aprire un portale per il mondo cosciente e dominarlo».
Jake rimase attonito a quella verità che gli era sfuggita fino ad ora e si chiedeva se tutte le sue battaglie erano servite a  qualcosa, se l'essere cambiato fosse servito a qualcosa. Jake udì nuovamente la voce della creatura «Ora hai due possibili scelte. La prima: continui su questa strada mandando l'umanità incontro ad un destino oscuro e crudele. La seconda; torni ad essere ciò che eri in passato lasciando stabilizzare la situazione. Così facendo i miei fratelli risorgeranno e saranno in grado di mantenere dormiente il nostro padrone».
Il ragazzo rimase in silenzio immerso nei suoi pensieri: “Possibile? Possibile che tutto quello che ho fatto sia stato inutile? Possibile che io sia costretto a vivere in questa maniera? Io… io non voglio questo… vorrei poter stare con gli altri, con Allie e…  salvare Juliet”.
Jake si svegliò con le lacrime agli occhi, si alzò e si mise una mano sul volto cercando di fermarle ma non riusciva a smettere di piangere. Cercò di urlare ma dalla sua bocca non uscì alcun suono, ne un lamento, ne un singhiozzio. Si voltò e guardò la sveglia notando che erano soltanto le tre e mezza del mattino.  Andò al bagno e si sciacquò il viso notando che i suoi occhi erano rossi ed irritati a causa dello sfogo emotivo, decise così di mettersi un collirio e di tornare a dormire ma senza riuscirci in quanto i suoi pensieri lo tennero sveglio per il resto della notte.
Passarono i giorni e Jake era confuso ed insicuro su cosa avrebbe dovuto fare, cominciò a non rispondere alle chiamate ne ai messaggi dei suoi amici chiudendosi in camera da letto a guardare film di vario genere anche se di tanto in tanto dirigeva il suo sguardo nella finestra di Allie, finché un giorno la sua ragazza decise di fargli visita. Bussò alla porta e Rita gli aprì, la fece entrare dicendogli che suo fratello ultimamente si comportava stranamente anche a casa così la ragazza, preoccupata, si diresse nella sua stanza e cercò di aprirla ma senza successo in quanto la porta era chiusa a chiave dall'interno «Jake, amore mio. Apri la porta per favore».
Il ragazzo ignorò completamente Allie e continuò a guardare il film finché dall'altra parte della porta udì il singhiozzante pianto della ragazza «Perché… perché non vuoi vedermi? C-cosa ti ho fatto? Perché non rispondi ne alle chiamate ne hai messaggi che ti mandiamo? Non capisci… non capisci quanto mi manchi… e quanto sto male...»
A quelle parole Jake aprì la porta e la ragazza quando lo vide gli saltò addosso abbracciandolo in lacrime «Jake, amore… perché ti stai comportando così?»
Il ragazzo rispose con un tono malinconico «Io… non lo so… voglio stare solo e...».
Allie strinse ancora di più il ragazzo «No! Non non voglio lasciarti solo e non lo vogliono neanche Kyle ed Evelyn. Ti vogliamo bene e tu sai benissimo ciò che provo per te, quindi... perché vuoi tornare ad essere il solito solitario che eri un tempo? Non ti eri lasciato quel vecchio io alle spalle?».
Jake mise una mano sulla schiena della ragazza e gli rispose «Mi spiace… ho fatto uno stupido errore, ho finito per farmi degli amici e di amare la ragazza perfetta. È stato meraviglioso ma… non sono riuscito a fuggire dalle mie stesse ombre ed ho finito per baciare Amelia. Mi dispiace...»
Allie allentò la presa dicendogli «È veramente questo il motivo per cui ti comporti così?»
La ragazza si allontanò e guardò negli occhi il ragazzo per poi dargli una sberla «Piantala! Sapevo del tuo bacio con Amelia, è stata lei a dirmelo dopo che è successo ma ho perdonato l'accaduto perché so che mi ami e che è stata lei a prendere l'iniziativa senza il tuo consenso. E poi… trovi davvero che sia stato un'errore amare e farti degli amici? Non l'hai desiderata anche tu questa felicità?»
«Io...»
Allie strinse la maglia tra le sue mani e guardando in basso disse «Dimmelo per favore… cos'è che ti turba al punto da chiuderti nuovamente in te stesso?»
Jake rimase in silenzio per qualche secondo, poi abbracciò la ragazza e la strinse forte tra le sue braccia dicendogli «Io non voglio farvi del male!»
Il ragazzo spiegò la situazione nel modo più semplice e chiaro possibile ed una volta finito disse «O distruggo l'umanità oppure torno ad essere ciò chi ero un tempo… preferisco tornare un solitario più tosto che fare del male a voi e agli altri».
«Se scegli questa strada, chi salverà Juliet? Abbiamo promesso a Nika che l'avremmo salvata e tu lo hai promesso alla stessa July che l'avresti tirata fuori da quel sogno senza fine. Vuoi veramente tirarti indietro ora?»
Jake rimase in silenzio fissando la ragazza negli occhi e dopo un momento di silenzio Allie si avvicinò e spinse il ragazzo sul letto facendolo sdraiare per poi andargli sopra e baciarlo con passione, le loro lingue si toccarono facendo sentire ad entrambi brividi di piacere su tutto il corpo ed il ragazzo preso dal momento finì per allungare le mani toccandogli il fondo schiena. Lei interruppe il bacio e scese cominciando a baciare e leccare di tanto in tanto il collo del ragazzo il quale faceva fatica a trattenere i gemiti, fece scendere la mano fino a toccarlo “sotto la cinta” e sentendo la sua eccitazione attraverso i pantaloni cominciò a stuzzicarlo dicendo «Allora cosa hai deciso di fare? Ti arrendi, oppure andiamo in fondo alla storia fino alla fine e salviamo Juliet? Sappi però che ti torturerò così fino a quando non mi dai una risposta soddisfacente!»
«Ah… no smettila… e-e va bene… salveremo Juliet….»
«Hmm… ti sei scordato una di dirmi una cosa che mi piacerebbe sentirti dire».
Jake guardò la ragazza negli occhi e toccandogli i capelli disse «Ti amo Allie».
La ragazza sorrise e con un fare provocante rispose al ragazzo «Bravo ragazzo, ora credo che sia giunto il momento di darti una ricompensa».
I due ripresero da dove avevano sospeso spendendo insieme un pomeriggio romantico.
Il giorno dopo Jake ed Allie uscirono ed andarono al parco dove incontrarono Kyle ed Evelyn ed il ragazzo preso dall'imbarazzo delle sue azioni decise di scusarsi «Ragazzi io… mi dispiace di come mi sono comportato ultimamente».
Kyle si avvicinò e poggiandogli una mano sulla spalla gli disse «Sarai anche una testa dura ma sei e rimarrai nostro amico»
Evelyn si avvicinò e guardandolo negli occhi disse «C-ci sei mancato molto, quindi per favore… non farci più scherzi del genere».
I due abbracciarono Jake e poi si unì anche Allie all'abbraccio di gruppo, il ragazzo sentì tutto l'affetto delle persone che gli erano state vicino fino questo momento e a stento riusciva a trattenere le lacrime; lacrime che uscivano interrottamente dagli occhi di tutti e quattro i ragazzi e Jake preso dal momento disse singhiozzando «M-mi avete dato così tanto… c-che io non potevo chiedere di più… e-eppure mi sono voltato inseguendo una strada che mi stava lasciando nuovamente vuoto. Riuscireste mai a perdonarmi?»
I ragazzi strinsero leggermente più forte Jake ed Allie gli sussurrò «Noi ti abbiamo già perdonato».
Dopo aver passato il pomeriggio insieme ed aver spiegato la situazione a Kyle ed Evelyn i ragazzi decisero di tornare a casa e poco prima di arrivare Jake ed Allie incontrarono Izac quasi come se li stesse aspettando, il ragazzo si avvicinò con il suo solito sorrisetto per poi dire «Bel tramonto non trovate? L'ideale per una passeggiata romantica».
Jake freddamente gli rispose «Cosa vuoi?»
«Brrr che freddo che mi fai venire con quello sguardo di ghiaccio. Ahahahaha scherzavo, sei buffo come un neonato che ti guarda male».
Izac mise una mano sulla spalle del ragazzo «Comunque ti devo dire parlare un secondo in privato, se non ti dispiace».
I due si allontanarono da Allie ed Izac tirò fuori dalla tasca un anello in cui era incisa una croce «Tieni è un piccolo regalo da parte mia. Ti sarà utile presto o tardi».
«Sicuramente lo hai rubato, mi dispiace ma non lo prendo».
«Come sei schizzinoso e pensare che l'ho fatto costruire apposta per te».
Il ragazzo si avvicinò all'orecchio di Jake per poi sussurrargli «Sarebbe un vero peccato se quel demone distruggesse l'umanità, giusto?»
Izac mise l'anello nella tasca dei pantaloni di Jake e quest'ultimo disse «Aspetta, ma tu…»
Il cugino di Jake se ne andò salutandolo con il suo classico modo di fare «Bye, bye. Ed abbi cura di quell'anello».
Dopo essersi riunito con Allie i due tornarono a casa.
Jake andò a dormire se pur con timore di ciò che avrebbe sognato e quando chiuse gli occhi entrò nuovamente nel mondo dei sogni. Si ritrovò su un sentiero dove ad aspettarlo c'erano già i suoi amici, Jake si tolse la maschera che portava sul volto dicendo «Allora, andiamo a salvare Juliet?»
Kyle entusiasta gli rispose «Siamo qui per questo giusto?»
Allie roteando la sua carabina come un cowboy ruota una pistola sul suo dito disse «Io sono pronta, quando vuoi possiamo andare!»
Evelyn timidamente rispose «Io… se siete pronti voi… lo sono anch'io...»
Jake muovendo i primi passi verso l'orizzonte disse «Bene, andiamo!»



Angolo autore: Scusate se questo capitolo ci ha messo molto ad uscire ma sono stato impegnato con altri progetti e tra un inconveniente e l'altro ho finito per ritardarne più volte l'uscita. La storia è in fase di conclusione mancano pochi capitoli (forse 2 ma non sono ancora sicuro su questa incognita), spero vi stia piacendo e se volete darmi la vostra opinione sarò felice di leggerla. Grazie e alla prossima :)

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Capitolo 11
*** Piano (s)velato ***


Nel frattempo nell'appartamento di Izac, Nika stava guardando la TV e ad alta voce disse «Hey, hai finito di guardare quei fogli?» 
Ma da Izac non arrivò nessuna risposta «Spero sia morto». Disse la donna tra se e se.
Andando a controllare trovò il ragazzo dormire sul divano, decise così di dare una sbirciata al suo computer ma come previsto trovò una password a proteggere i suoi dati. Tornò nella sua stanza e rispolverò da uno dei cassetti il suo camice da scienziata, lo indossò, mise la mano dentro una delle tasche ritrovando un oggetto per lei di fondamentale importanza: un chiper per scoprire e manomette la password dei computer. Tornò nuovamente alla scrivania ed inserì il dispositivo nella porta USB e pochi secondi dopo si ritrovò dentro il sistema. Cominciò a cercare i file riguardanti la Kozolv Corporation e fatta ad eccezione di fatture ed estratti conto non trovò nulla che attirasse particolarmente il suo interesse, andò quindi sulla schermata del desktop e notò la presenza di un programma a lei familiare che serviva per controllare i parametri vitali dei suoi pazienti. Incuriosita avviò il programma notando con sua sorpresa che era direttamente collegato a Juliet “Izac, quel bastardo… ha tenuto Juliet sotto controllo a distanza senza dire nulla. Ed io che pensavo che era soltanto un menefreghista!” Pensò Nika a quella vista. 
Spulciò qua e la altre cartelle e curiosando nel sistema trovò un file protetto da una password, usò nuovamente il chiper scoprendo che la password che proteggeva il file era “GO AWAY!” 
Un brivido di paura scosse la donna alla vista della parola “vattene” ma nonostante ciò non si fermò ed aprì il file. Il monitor del computer divenne completamente nero per poi riaccendersi, scoprì che si trattava di un file di testo ma il suo contenuto non la convinceva. Continuò a leggere nonostante lo scetticismo notando che non si trattava di un file scaricato da internet ma ben si di una ricerca effettuata dallo stesso Izac, decise quindi di ricominciare a leggere il documento dall'inizio prestandogli la massima attenzione «Mondo dei sogni… ma che diavolo è questa cosa?» Mormorò la donna mente leggeva.
Nika leggendo il file notò una dicitura che attirò particolarmente la sua attenzione “Chiunque si addormenta entra inconsciamente nel mondo dei sogni, chiunque non si risveglia pur rimanendo in vita resta intrappolato al suo interno fino al risveglio del suo corpo”.
Per istinto la donna pensò immediatamente a Jake ed i ragazzi ricordandosi di quello che gli aveva detto il ragazzo tempo fa “Se ci fosse un modo per risvegliarla? La società tornerebbe a te? “ Fu allora che si accorse ciò che aveva in mente il cugino di Izac ossia: forzare il risveglio della ragazza portandola via dal mondo dei sogni.
Nonostante la deduzione, Nika rimase scettica riguardo tutta questa storia ma più leggeva il documento più il suo scetticismo sembrava venire meno. Sentì il mugugnare di Izac e capendo che si stava svegliando estrasse dal cassetto la sua pistola e quando il ragazzo la notò disse compiaciuto «Oh ma guarda! Non ti avevo detto che quel computer era off-limits?»
«Piantala e dimmi cosa stai tramando!»
«Uhm? Pensi davvero che io stia progettando qualcosa?»
«Lavoro per te da 6 lunghissimi anni, ti conosco e so quanto puoi essere infimo!»
«Così mi offendi». Disse Izac sorridendo «Oppure no?»
Nika si alzò e puntò la pistola al ragazzo il quale non sembrava per nulla intimorito ed avvicinandosi alla donna le disse guardandola negli occhi «Ti sei presa anche il mio giocattolino preferito senza chiedermi il permesso, sei davvero una ragazzina viziata lo sai? Uhm, cos'è? Vuoi spararmi? Avanti fallo se ne hai il coraggio!»
Nika aveva il dito sul grilletto e sentiva il desiderio di sparargli ma a malincuore sapeva anche che se lo avesse ucciso non avrebbe avuto l'occasione di capire le sue vere intenzioni, fin quando lui non le disse «Un oggetto pericoloso come quello non si addice ad una donna di classe come te».
«Piantala altrimenti….»
«Altrimenti cosa? Non hai il coraggio di farlo! Sei soltanto una codarda, proprio come lo era il tuo paparino dopo tutto, vero Nika Kozlova?».
La donna urlandogli contro disse «Non osare parlare in quella maniera di mio padre!»
Presa da uno scatto d'ira la donna sparò più colpi in rapida successione, Izac cadde sul divano e la donna andò a controllare se lo avesse effettivamente colpito, ritrovandosi a pochi passi da lui il ragazzo sorrise compiaciuto «Hai finito di spararmi? Se continui sveglierai i vicini».
«C-come...»
«Come faccio ad essere vivo? Forse perché è caricata a salve. Ah già dimenticavo, a te non piace il cognome Kozlova, ti fa sentire lontana dalla persona che hai ammirato più al mondo in tutta la tua vita».
Izac prese la pistola e la posò sulla scrivania «Comunque, dovresti studiarti meglio le armi da fuoco visto che non riconosci una pistola falsa da una vera».
Nika cercò di colpire il ragazzo con uno schiaffo ma lui bloccò il colpo afferrandogli il polso per poi sbatterla al muro e guardandola negli occhi le disse «Sai, quell'espressione arrabbiata... rovina il tuo splendido viso».
Prese delicatamente il suo mento, si avvicinò alla sua bocca e la baciò sulle labbra, lei si dimenò ma non riuscì a resistergli finendo inconsciamente per accettarlo, finito il bacio il ragazzo la guardò dicendole «Ero serio quando ti dissi che mi piaci e se proprio ci tieni, ti dirò tutto, anche se la verità potrebbe spiazzarti».
Nika imbarazzata rispose «O-ormai tutto quello che fai mi spiazza… in un modo o nell'altro».
Izac si sedette sulla sua sedia ed aprì il programma che mostrava i parametri vitali di Juliet, fissò il monitor per qualche istante per poi dire alla donna «Il mio piano originale era un altro, ma a quanto pare ho dovuto fare qualche modifica».
«Che vuoi dire?»
«Come avrai letto, il mondo dei sogni non è altro che la proiezione di una realtà parallela alla nostra. È dominato da quattro entità chiamate “angeli caduti” e se essi vengono sconfitti rilasciano una reliquia. Collezionale tutte e chi è rimasto intrappolato dentro questa realtà avrà magicamente una chiave che lo farà uscire e rientrare nel suo corpo. Tuttavia...»
«Tuttavia cosa?»
«Riunendo i frammenti si risveglia una sorta di protettore, un demone per così dire. Diciamo che tale individuo non ha buone intenzioni in quanto userebbe la “chiave dei sogni” per entrare nel nostro mondo e distruggerlo».
«Cosa?!»
«A patto che non ci sia qualcuno che lo ha “gentilmente” tirato fuori dal buco in cui si trova ora».
«Dove vuoi arrivare a parare?»
«Non ci arrivi da sola? Sono diventato il “padre” di Juliet solo per poterla sacrificare e prendermi il potere di questo demone, ma la cosa credo sia sfuggita di mano anche a me. Per questo motivo ho fatto un piccolo regalino al mio fratellino».
«Uh?»
«Gli ho regalato un anello, lavorando con i rosa-croce mi sono guadagnato la loro fiducia ed hanno accolto la mia richiesta a braccia aperte costruendomi un anello che, almeno in teoria, dovrebbe essere in grado di togliere temporaneamente i poteri a questa creatura».
«Quindi tu sapevi che Jake e gli altri?»
«Certo che lo sapevo, altrimenti non avrei organizzato tutto ciò. Sinceramente mi aspettavo che entrasse da solo e che avrebbe affrontato le “sfide” in solitaria, ma a quanto pare ha trovato un gruppo con cui fare comunella e grazie a ciò il mio piano è andato in fumo. Ah che peccato… andiamo a mangiare una pizza?»
«Pensi a mangiare quando il mondo è sull'orlo del baratro?»
«Che vuoi farci a volte anche i migliori sbagliano e se proprio devo morire per lo meno voglio farlo a pancia piena, anche se non credo che il mondo finirà questa notte».
«Cosa vuoi dire?»
«Jake è il tipo che non si arrende facilmente, continua a lottare anche se agli occhi altrui sembra essere il contrario. Combatte a modo suo e se ha un motivo valido, allora stai tranquilla che lotterà con le unghie e con i denti».
«Ti fidi così tanto di lui?»
«Si… ma a quanto pare la fiducia non sembra essere ricambiata».
«Oso solo immaginare il perché».
«Lo so, non sono stato un bravo cugino e se gli chiedessi scusa sicuramente mi sputerebbe sul viso per poi prendermi a sassate e bastonate. Gli darò una mano indirettamente anche se non credo  che questo cambierà la sua idea sul mio conto, ma se non altro avrò la soddisfazione di aver fatto qualcosa di buono».
«La tua testa è più contorta di un labirinto»
Izac a quella battuta sorrise per poi rispondere divertito «Forse sarà per questo motivo che sono un tipo così imprevedibile».
«Ora non farmi diventare volgare».
Il ragazzo sospirò e le rispose «E poi dicono che sono io quello cattivo».
Izac si alzò dalla sedia e dopo aver spento il computer, prese un mazzo di chiavi, le ruotò sul suo indice e sorridendo disse alla donna «Forza andiamo, la notte è ancora giovane. Ti va di fare un giro?»
Lei sospirò e se pur seccata rispose «D'accordo, andiamo».

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Capitolo 12
*** Schiavi di un sogno ***


Il gruppo di Jake si muoveva all'interno del sogno alla ricerca di Camio, camminarono nel lungo sentiero che li portò in una prateria con in cielo una splendida luna piena. Li trovarono la creatura che li aspettava mentre osservava imperterrito un cristallo di colore giallo in cui vi era rinchiusa Juliet, si voltò e vedendo i ragazzi disse «Ci incontriamo di nuovo Jake, quindi è lei la ragazza che stai cercando di trarre in salvo eh?»
Jake guardò Camio negli occhi e senza nessuna esitazione rispose «Allora non ho bisogno di protrarmi oltre. Dammi la tua reliquia».
«E lasciare che il mondo finisca? Scordatelo, dovrai strapparmela via con la forza!»
Estrasse il suo stocco e piccole sfere di luce cominciarono a fluttuare attorno al suo corpo, la creatura si avventò su Jake ma fu respinta dalla barriera azzurra del ragazzo «Argh! Dimenticavo che hai padroneggiato i poteri dei miei fratelli».
Jake estrasse la spada dal fodero e un'aura rossa circondò il suo corpo, puntò la punta della sua lama sul collo della creatura «Ah!»
«Te lo chiedo con le buone per l'ultima volta, dammi la reliquia!»
«Mai!»
La creatura spiccò il volo afferrando la spada con il becco trasformando le sue braccia in ali, una volta in aria riprese l'arma con la mano destra mentre teneva il braccio sinistro con la forma di un ala per poter planare «Mangia questo!»
Camio lanciò dei fendenti che proiettarono onde di energia di colore giallo oro, erano veloci e molteplici, soltanto la barriera che aveva creato prima Jake era in grado bloccarli, ma una non bastava ne servivano di più. In quel momento il cristallo verde si ruppe dando a Jake un nuovo potere, flussi di energia uscivano dalla spada del ragazzo collegandosi con i cuori dei suoi amici rendendoli così in grado di usare i suoi stessi poteri; si creò così un'enorme barriera che fu in grado di proteggere tutti.
La creatura fu sorpresa e pensò “Cavolo, non credo che riuscirò a batterli. L'unica cosa che posso fare è guadagnare tempo e sperare che si svegli.”
In quell'istante Allie disse ad alta voce «Lo butto giù io!» Fece fuoco con la sua carabina colpendo di striscio «La prossima volta non sarò così clemente».
Caricò un altro colpo e puntò nuovamente la creatura che pensò “La ragazza non scherza, meglio filarsela prima che mi trasformano in un corvo arrosto.” Mise la spada sulla sua bocca e cominciò ad allontanarsi «Ehy, sta scappando!» Esclamò Allie.
A quel punto Kyle caricò Jake sulle spalle dicendogli «Ti va di volare anche tu?»
«Non so cosa hai in mente, ma se ci tieni tanto a farmi volare».
Kyle cominciò a correre più veloce che poteva dicendo «Cerca di metterti in piedi sulle mie spalle ed al mio segnale salta».
«Sei sicuro che sia sicuro?»
«Sicurissimo!»
Vedendo i due Allie disse ad Evelyn «Speriamo solo che non si ammazzano per dare la caccia a uno stupido uccello».
«Abbi un po di fiducia».
«Con quei due scavezzacollo la fiducia non esiste in certi casi».
Dopo qualche secondo di corsa Jake si ritrovò rannicchiato con i piedi sulle spalle del ragazzo, le mani sulla sua testa e con la spada in bocca, Kyle guardò Camio che volava sopra di lui e disse «Sei pronto?»
Jake cercò di rispondere ma con la spada in bocca gli risultò impossibile «Hmmm, hmmm, hmm».
«Lo prendo per un si».
Kyle evocò Marbas «Adesso!»
Jake saltò finendo sulla mano dello spirito che lo catapultò sopra la creatura, prese la spada con la mano destra mormorando «E fortuna che la mamma dice sempre di non correre con gli oggetti appuntiti, figuriamoci di fare un salto di dieci metri».
In quel momento un'aura dorata circondò la spada di Jake ed il ragazzo provò a fare qualche fendete come aveva fatto Camio poco fa, linee luminose apparvero al passare della spada e delle sfere di luce giallo oro cominciarono a fluttuare per poi scagliarsi contro la creatura. Dopo essere stato colpito Camio cadde a terra e Jake si scagliò su di lui usando l'energia rossa di Flauros. Quando la polvere si diradò la creatura disse stremata «Mi hai battuto… peccato che non ce la farai questa volta. Prendi… l'ultima reliquia… spero sei consapevole... che grazie a te… il mondo finirà di esistere. Noi angeli siamo stati creati… proprio per evitare tutto questo… ma a quanto pare… abbiamo fallito miseramente...»
Con quelle ultime parole il corpo della creatura si dissolse come sabbia al vento e Jake prese l'ultimo cristallo, che si ruppe appena lo toccò. Le quattro reliquie raccolte dal ragazzo si unirono in una magnifica esplosione di luce creando così la chiave dei sogni, l'oggetto fluttuò fino ad arrivare al corpo di Juliet e mentre tutti aspettavano la venuta del mostro sì udì una voce provenire da dietro un albero «Finalmente, dopo tutto questo tempo».
Uscì allo scoperto Bunny, il guardiano di Juliet che con fare meschino disse «Grazie mille, ora potrò vedere Asmodeus e prendermi il merito di averlo evocato io stesso. Insieme a lui mi dirigerò nel mondo reale per poi dominarlo»
Jake rimase attonito a quella dichiarazione e Kyle alterato disse «Cosa significa?»
«Non ci arrivi biondino? Ho usato questa ragazzina ed i suoi impavidi amici per uscire da questo buco, non lo sapete? Chiunque evocherà il demone avrà il controllo indiscusso su di lui, a patto che la volontà di chi lo evoca non ostacoli la volontà di Asmodeus stesso».
In quell'istante si sentì un gorgoglio provenire dal suolo e si aprì una voragine dalla quale uscì un miasma rosso come il sangue, il cielo si frantumò come uno specchio e la luna divenne si tinse di colore rosso. Dalla voragine uscì una gigantesca mano ossea e Bunny vedendola uscire esclamò «Eccoti finalmente!»
Ma la mano schiacciò la creatura ed usando il suolo come punto d'appoggio usci fuori dalla voragine l'intero scheletro: era gigantesco completamente rosso con l'energia che gli fluiva in tutte le ossa, mentre i suoi occhi vuoti presagivano la morte; lo scheletro infine tirò fuori la mano destra sulla quale vi si trovava un ragazzo in piedi. Aveva lunghi capelli neri, carnagione pallida ed intensi  occhi rossi, il suo volto ricordava in tutto e per tutto quello di Jake.  Era vestito con una divisa di colore nero con rifiniture gialle, sopra portava una giacca lunga che arrivava fino ai piedi il cui interno era di colore rosso, aveva uno spallaccio nero con rifiniture in oro e punte molto acuminate sulla spalla destra, guanti neri privi di dita con rifiniture dorate ed una sciabola con l'elsa che ricordava quella di uno stocco: sferica e dalle linee sinuose. La creatura scese dalla mano dello scheletro ed avvicinandosi a al gruppo di ragazzi disse «Jake, finalmente ci incontriamo… amico mio»
Jake guardò con  sguardo truce rispose «Tu non sei mio amico».
«Che peccato, ed io che pensavo di avere qualcuno vicino a me da poter definire come tale».
Il gruppo di ragazzi capì immediatamente che il mostro difronte ai loro occhi, oltre ad avere l'aspetto di Jake, possedeva anche la personalità di Izac.
Jake attivò la furia rossa di Flauros e si scagliò su di lui a velocità impercettibile ma il demone con altrettanta rapidità estrasse la spada dal fodero e parò il suo fendete «Vedere i miei stessi poteri ritorcersi contro è un po doloroso sai?» Disse Asmodeus con un sorriso compiaciuto.
«Tsk!»
Jake calciò la spada del demone per poi fare una capriola all'indietro, appena i suoi piedi toccarono terra si scagliò nuovamente su di lui mentre Allie cominciò a muoversi di soppiatto cercando di avvicinarsi a Juliet.
Le loro spade si scontravano impetuose facendo sferzare scintille in tutte le direzioni, Kyle approfittò del momento per avvicinarsi al demone e colpirlo di sorpresa mentre Evelyn cominciò a cantare una canzone che dava forza e coraggio ad i suoi amici. Il biondo sferrò un pugno ma si bloccò poco prima di colpire il volto del demone «Sciocco, un attacco a sorpresa del genere difficilmente va a segno con me. Si vede che non sei alla mia altezza».
I suoi occhi brillarono e Kyle fu spinto da una forza oscura schiantandosi violentemente contro un robusto albero «Aaaah!»
Evelyn andò a soccorrerlo correndo disperatamente verso di lui «Kyle! Kyle amore mio, stai bene?»
«D-diciamo che stavo meglio prima».
Jake saltò in aria ed usando il potere appena acquisito disse «Non permetterò che tu tratti i miei amici in quel modo!»
Creò nuovamente le sfere di luce dorate che si scagliarono contro il demone causando esplosioni consecutive all'impatto, quando la polvere si diradò la creatura sembrava non aver battuto ciglio.
Allie approfittò della situazione ed arrivò a Juliet, sparò dei colpi al cristallo che la teneva prigioniera ma era tutto inutile. Lo scheletro si accorse della presenza della ragazza e cercò di schiacciarla con un pugno, Jake usò l'aura verde di Abaddon per collegarsi alla ragazza che fu in grado di creare uno scudo che la protesse.
Asmodeus si ritirò tornado dal suo spirito e toccando il cristallo che teneva prigioniera Juliet disse «È lei, la ragione di tutte le tue battaglie? Stai cercando di riportarla indietro? Sai, potrei aiutarti ma non credo sarebbe logico visto che poi distruggerei il mondo».
«Come se te lo lasciassi fare!»
Il demone mise la spada nel fodero per poi schioccare le dita creando così un immensa forza gravitazionale che paralizzò a terra il gruppo di Jake «Cosa speri di poter fare sentiamo?»
La creatura si avvicinò a lei, prese i capelli del ragazzo e tirandoglieli lo costrinse a guardalo negli occhi «Sei soltanto una mia brutta copia, per certi versi non dovresti neppure esistere!»
Quattro sfere di luce: una rossa, una azzurra, una verde e l'ultima gialla uscirono dal corpo del ragazzo finendo nel palmo della creatura «Se non ti dispiace mi riprendo ciò che è mio. Ti ho dato i poteri per invogliarti a dominare il mondo, ma tu li hai usati per proteggere i tuoi amici. Che delusione, speravo in un epilogo diverso».
Asmodeus si diresse verso il suo spirito che aprì le sue costole mostrando un nucleo pulsante al suo interno, la creatura mentre si accingeva a mettere la chiave dei sogni al suo interno disse «Bene, è il momento passare alle cose serie».
Jake non riusciva a muoversi, avrebbe tanto voluto ma per quanto forte era la sua forza di volontà, non riusciva a muovere un muscolo; si ricordò poi del regalo che gli aveva fatto Izac e guardandosi la mano si accorse di avere l'anello al dito, non sapeva come ci era finito ma decise di usarlo visto che si trattava della sua ultima speranza. Si concentrò quanto poteva per attivarlo e subito dopo, dall'accessorio usci un'ombra che cominciò a strisciare come un serpente fino ai piedi del demone avvinghiandosi alla sua caviglia. La creatura cadde in ginocchio priva di forze dicendo «Cosa succede? Perché mi sento così debole?»
Jake si rialzò e gli rispose «Te l'ho gia detto una volta, tu non distruggerai il mondo!»
Allie vedendo il ragazzo in piedi disse «Jake no… non puoi farcela da solo».
Ma lui la ignorò, raccolse la sua spada e si diresse verso di lui determinato più che mai a concludere la battaglia; il demone guardò il ragazzo e disse «Sei più duro di quanto pensassi».
«Dovresti conoscermi, visto che per certi versi sei parte di me».
«Allora non ti dispiacerà se giocherò sporco».
La creatura fece uscire dal suo petto un'energia oscura che si collegò con la testa del ragazzo per poi formare una sorta catena di costrizione su tutto il suo corpo «Senti, tutto il dolore accumulatosi nel tuo cuore. Non puoi fuggire da tutto ciò che si trova dentro di te. Le amicizie che hai stretto sono effimere come la tua stessa esistenza. “Siamo tutti pupazzi, servi di un sistema corrotto. Facciamo i gentili e poi quando ne abbiamo l'occasione ci sbraniamo a vicenda come animali!” Lo riconosci, questo è uno dei tuoi mille pensieri che avevi e che nel profondo hai tutt'ora».
Kyle si rialzò mettendosi in ginocchio e vedendo il suo amico con le mani sulla testa mentre urlava di dolore disse «Non ascoltarlo! Sei venuto da me come un fulmine a ciel sereno, non mi aspettavo che tu venissi a farmi visita quei giorni quando ero ricoverato. Sei stato l'unico che mi abbia mai trattato come un suo pari, come un ragazzo qualunque. Te ne sono riconoscente, stando al tuo fianco ho capito uno dei valori fondamentali della vita: la fiducia. Tu non sei solo Jake!»
Una piccola sfera rossa uscì dal petto di Kyle e si avvicinò al ragazzo entrando dentro di lui, mentre Evelyn si appoggiò al biondo per aiutarsi a rialzarsi «Jake… quando ci siamo conosciuti io non potevo parlare. Tu mi hai dato il dono della parola, degli amici e l'amore della mia vita». Una lacrima scese dagli occhi della ragazza «Tu… mi hai dato speranza Jake ed ora farò lo stesso con te».
Una piccola sfera azzurra uscì dal petto di Evelyn che entrò in Jake, Allie vedendo le catene allentarsi capì che era giunto il suo turno «Io ero come te: sola, disprezzata ed incompresa. So quanto fa male essere soli ma quando ti ho incontrato ho sentito l'impulso di starti vicino, eri simile a me forse per questo sono stata in grado di avvicinarmi  nonostante la tua riluttanza iniziale. Ho seguito il mio cuore e grazie a te… ho scoperto la gioia di amare qualcuno».
Una piccola luce verde uscì dal petto della ragazza e come le altre entrò dentro Jake, in quel momento il ragazzo sentì ciò che provavano i suoi amici verso di lui e, nell'oscurità in cui era finito riuscì a scorgere le loro mani fatte di pura luce, tese la sua mano pensando “Sono loro… i miei amici. Stanno illuminando il mio cuore con il loro amore. Ora lo so… ne sono convinto più che mai... io non sono più solo… io non ho paura!”
Un'aura dorata apparve tutt'intorno al corpo di Jake che gridò «ESCI DALLA MIA MENTE!»
Le catene che tenevano imprigionato il ragazzo si ruppero ed i poteri della creatura furono annullati «I-impossibile! Come puoi...»
Il demone non finì la frase che il suo stupore aumentò a dismisura vedendo i compagni del ragazzo rialzarsi circondati ognuno della propria aura, mentre i vestiti del ragazzo cambiavano colore da nero a bianco. «Questa è la tua fine!» Disse Jake con sguardo minaccioso.
Allie puntò la spada del ragazzo mentre Evelyn e Kyle toccarono le spalle della ragazza che fece fuoco, la lama di Jake cominciò a brillare ed il ragazzo disse «È il momento di fare casino!»
Jake si spostò ad una velocità appena percettibile dall'occhio umano e distrusse il cristallo che teneva imprigionata Juliet, per poi scagliarsi contro il demone «Ankou, esci dalla tua tomba!» 
La creatura estrasse la lama dal suo fodero e parò il colpo ma fu tutto inutile, la sua spada si spezzò e Jake, insieme al suo spirito, lo colpì causandogli una ferita su tutto il torace. Kyle si fiondò su Juliet che stava cadendo nel vuoto e scivolando la prese al volo «Presa, Juliet è salva!»
Il demone era allo stremo delle forze, cadde in ginocchio e poggiò la mano destra sulla ferita dalla quale usciva una luce viola ed ansimante disse «Ho perso… non l'avrei mai detto. Tieni ragazzo, è tua… la chiave dei sogni. Detesto ammetterlo ma te la sei meritata». Il corpo della creatura cominciò lentamente a svanire nel nulla «Se ora pensi... che stia morendo... ti sbagli amico mio, finché questo posto esisterà io vivrò con lui… si consapevole almeno di questo».
Il corpo del demone si dissolse lasciando al suo posto una debole luce violacea che fu catturata da Krystal che disse «Anche se esisterai non vuol dire che ti lascerò uscire come hanno fatto i tuoi schiavetti. D'ora in poi gestirò io questo posto, che ti piaccia o no! Jake, ti consiglio di muoverti questa realtà non resisterà ancora per molto».
Il ragazzo annui e con la chiave in mano si diresse verso il nucleo pulsante dello scheletro, lo inserì aprendo così un portale verso il mondo cosciente. Il sogno cominciò a deframmentarsi ed ogni secondo che passava il collasso aumentava gradualmente di velocità, Jake incoraggiò i suoi amici ad attraversare il portale dicendo «Forza dobbiamo uscire di qui insieme a Juliet, veloci!»
Senza esitare il gruppo saltò nel portale insieme alla piccola, Jake fu l'ultimo a saltare e dopo aver ringraziato la meravigliosa creatura la salutò facendo un gesto con la mano.
Jake si svegliò con il suono della sveglia saltando dal letto e vestendosi velocemente andò a sbattere contro la porta della sua stanza. Uscì in fretta e furia da casa senza neanche salutare la zia e sua sorella che stavano facendo colazione, Rita vedendo suo fratello sbrigarsi disse «È successo qualcosa a Jaky?»
«Probabile». Rispose la donna sorridendo.
Uscito in cortile vide che Allie stava uscendo da casa sua proprio in quel preciso istante ed entrambi cominciarono a correre verso l'ospedale in cui era tenuta Juliet, dopo qualche minuto di corsa furono accostati da un'auto nera, Kyle apri il finestrino e disse «Serve un passaggio?»
«Volentieri». Rispose Allie
I due salirono trovando anche Evelyn seduta nell'auto, i quattro si diressero poi all'ospedale. Salirono al piano in cui era Juliet per poi dirigersi verso la sua stanza ma quando si trovarono vicino all'uscio della porta videro un'ombra spostarsi per poi uscire. Davanti ai loro occhi apparve finalmente Juliet seduta una sedia a rotelle spinta da Nika con dietro a lui un uomo con i capelli brizzolati. I lunghi capelli biondi e setosi della ragazza ipnotizzavano tutti e quattro i ragazzi così come i suoi occhi azzurri come il cielo, la bionda con un filo di voce disse «Grazie… finalmente sono sveglia… Jake».
Nika era ancora incredula che fosse realmente sveglia e guardando i ragazzi disse «Izac sapeva tutto, ha studiato il mondo in cui siete stati più volte ed ha architettato il suo piano di conseguenza. Stento ancora a crederci che qualcosa di simile possa esistere, se me lo aveste detto sicuramente non ci avrei creduto nemmeno io».
Jake guardando la donna le rispose «Lui dov'è?»
«Se ne è andato mezz'ora fa, le carte sono state sistemate e il signor Van Rozenbergh è nuovamente il padre di Juliet. Come giusto che sia dopotutto».
L'uomo si avvicinò al ragazzo e gli strinse la mano «Grazie per riavermi ridato mia figlia. Io e la mia società faremo in modo di riparti al meglio possibile».
«Non voglio ricompense. Vedere Juliet cosciente, vigile e sorridente è abbastanza per me e  per tutti noi».
Juliet si avvicinò al ragazzo spostandosi con le ruote della sedia ed allungò le sue mani, Jake glie le afferrò e la ragazza si fece forza sollevandosi sulle sue fragili gambe per poi abbracciarlo, i due rimasero in silenzio, un silenzio dalle mille parole che fecero capire al ragazzo che le battaglie che aveva affrontato fino ad ora lo avevano portato a questo.
Juliet cominciò la riabilitazione qualche giorno dopo e, passato qualche mese, cominciò ad ottenere dei piccoli ma preziosi risultati, continuò a riprendersi ogni giorno sempre di più finché non fu nuovamente in grado di camminare da sola.



-5 Anni dopo-

Erano passati ormai cinque anni da quando Juliet fu salvata dal suo sogno senza fine, la sua famiglia e quella di Kyle riuscirono a trovare un accordo finanziario che avrebbe giovato ad entrambi. Fu organizzata una festa ed Evelyn fu la cantante che intrattenne il pubblico con la sua meravigliosa voce, al party furono invitati come ospiti d'onore anche Jake ed Allie. Durante un momento di pausa il ragazzo si appoggiò sul balcone con un bicchiere di spumante in mano, fissava la luna ripensando a tutto ciò che aveva passato negli ultimi anni. Aveva legato un'amicizia molto stretta con Kyle, Evelyn e Juliet mentre Allie era ancora la sua dolce metà, ma sentiva che non bastava, voleva un cambiamento nella sua vita e visto che ormai aveva trovato un lavoro stabile e remunerativo grazie all'aiuto di Nika e della Kozlov Corporation decise che era arrivato il momento di passare all'azione. Jake salì sul palco e prese il microfono «Ecco… salve a tutti, mi chiamo Jake ed avrei un annuncio da fare. Ma prima vorrei che Allie mi raggiungesse sul palco».
La ragazza salì timidamente sul palco, indossava un elegante vestito rosso che lasciava scoperta la sua schiena e tutti la guardavano, sia per la sua bellezza, sia per la situazione curiosa che si era venuta a creare. Jake guardò la ragazza nei suoi occhi smeraldi e con imbarazzo le disse «E-ecco, vorrei dirti una cosa… una cosa molto importante e vorrei che mi ascoltassi».
La ragazza arrossì e rispose «J-jake non potevi fare in privato… c-ci guardano tutti...»
«Meglio così». Il ragazzo si inginocchiò e tirò fuori una scatolina dalla sua tasca ed aprendola disse «Allie… vuoi sposarmi?»
Tutti si sorpresero alla proposta di Jake, perfino i suoi amici, ma Allie era quella più colpita e, con le lacrime agli occhi, rispose «S-si… lo voglio Jake».
Jake mise l'anello al dito di Allie che dopo aver ricevuto il prezioso oggetto, prese con le sue mano tremolanti di sentimento il suo viso e lo baciò sulle labbra. Gli invitati sorrisero ed applaudendo fecero gli auguri alla coppia che dopo qualche mese celebrò il matrimonio, che avrebbe portato con se, un nuovo capitolo della loro vita.

Angolo autore: Ciao a tutti, spero la mia storia vi sia piaciuta, so che il genere romantico è stato mischiato ad un genere sovrannaturale e per certi versi anche fantasy (specie in quest'ultimo capitolo) ma ho voluto proporre qualcosa di originae, di nicchia per così dire. Grazie mille per aver seguito la storia fino alla fine, se avete delle opinoini a riguardo sentitevi liberi di esprimere il vostro pensiero. Alla prossima :)

P.S. Ho aggiunto delle foto nei capitoli precedenti che rispecchiano alcuni momenti della storia, se vi va date pure un'occhiata :)

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