Mixtapes » Lashton

di autopilot_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Untitled 1 ***
Capitolo 3: *** Untitled 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


La sala d'attesa era proprio come immaginavo: piccola, per nulla accogliente, sedie di plastica attorno a dei tavolini bassi con sopra qualche rivista da leggere, tende chiare come il resto della stanza e le finestre chiuse per mantenere caldo l'ambiente. 
 

La mia voglia di aspettare così tanto per fare una semplice visita dal medico a causa di un mal di gola era al di sotto dello zero.
 

Le lancette dell'orologio arrivarono alle cinque e mezza, sbuffai esasperato.
 

"Scusi" mi rivolsi alla segretaria, chiaramente spazientito, "quanto manca?"
 

Lei distolse lo sguardo da una rivista per donne e si rivolse a me altrettanto annoiata, "il dottore ha un paziente che non sta affatto bene, se ha fretta di fare altro può passare dopo."
 

Avevo già pronta sulla punta della lingua una frase tutt'altro che cortese, ma mi trattenni, alzandomi dalla sedia che mi aveva appiattito il sedere ed uscì dalla sala d'attesa, la puzza di alcool etilico e pulito abbandonò finalmente le mie narici, lasciando il posto all'odore della pioggia, che fino a poche ore prima era così forte da far volare via persino il mio ombrello.
 

Mi strinsi nel cappotto che, seppur caldo, non poteva contrastare il freddo dell'inverno e mi avvolsi la sciarpa attorno al collo per non peggiorare il mio mal di gola, certamente non era molto estetica, ma non volevo passare il resto dei miei giorni a bere minestre con le cannucce.
 

L'unica pecca di Detroit sono le piogge frequenti, per il resto credo sia una delle zone migliori in cui poter vivere, riuscivo a sentirmi a mio agio persino io, e ce ne vuole.
 

Il cielo non prometteva nulla di buono, infatti delle leggere gocce d'acqua iniziarono a cadere sopra i miei ricci, segno che dovevo tornare nel mio appartamento il più in fretta possibile.
 

Cominciai ad affrettare il passo, incespicando tra i miei piedi e le cartacce lungo i marciapiedi che il vento aveva portato con se, la città in queste circostanze sembrava davvero uno schifo.
 

Poi la punta delle mie scarpe toccò qualcosa di solido, facendolo scivolare per alcuni metri tra l'asfalto.
 

Solo in quel momento mi accorsi della cassetta gettata a terra, con il nastro sparso un po' ovunque sopra il terreno umido accanto alla spazzatura. Mi avvicinai a quell'oggetto così fuori luogo e lo raccolsi, la violenta pioggia di poche ore prima aveva rovinato l'inchiostro nero sopra la piccola etichetta bianca, ma potevo leggere con un po' di fatica la scritta "mixtape n°4- L".


---



Vado subito ad inserire tutto ciò che c'è da sapere sulla storia, per non creare confusione se mai qualcuno dovesse leggerla.


Punto primo: è una Lashton, non saranno presenti gli altri personaggi della band perché voglio che sia incentrata solamente tra Luke ed Ashton, anche se non ho mai fatto una cosa del genere credo sia giunto il momento, ovviamente senza avere nulla contro Calum e Michael.

Punto secondo: tutte le canzoni che Luke canterà nei mixtapes sono realmente esistenti, ma nella storia saranno scritte da lui e la base musicale sarà spesso suonata con il pianoforte perché sarà l'unico strumento che il biondino avrà a disposizione.

Terzo ed ultimo punto: il ratings della storia potrebbe cambiare in seguito, da giallo potrebbe passare a rosso visto che sono una burlona e che storia è senza smut??

E nient'altro da dire, le recensioni sono sempre gradite (soprattutto se costruttive) ma non sono necessarie, nel senso, le recensioni aumentano il proprio ego ma non sono indispensabili per andare avanti.

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Capitolo 2
*** Untitled 1 ***


Di solito non ero il tipo di persona che raccoglie oggetti da terra e li porta in casa, ma quella piccola cassetta aveva suscitato in me qualcosa, forse era la mia curiosità, proprio lei più volte mi aveva fatto cacciare nei guai, anche quando ero bambino.
 

Guardai con attenzione il nastro nero che senza ombra di dubbio non doveva essere al posto giusto e pensai alla mia prossima mossa, avrei buttato via quell'oggetto misterioso o avrei cercato di capire quale era il suo contenuto? Magari era stato buttato perché vuoto, ma la scritta che avevo fissato per più volte mi aveva spinto a saperne di più.
 

C'erano quattro viti che tenevano insieme l'oggetto di plastica e gli impedivano di aprirsi e far sì che il suo interno fosse rivelato, ma proprio al centro della cassetta c'era una crepa, proprio in quel punto il nastro aveva trovato la sua via d'uscita.
 

Picchiettai con l'indice la struttura di legno del tavolo e mi venne in mente l'idea di svitare quelle piccole viti in modo da poter sistemare il nastro e magari sapere il suo contenuto, speravo solo di avere il cacciavite giusto.
 

Mi alzai dalla sedia con la curiosità che mi scorreva nelle vene come non mai, sembravo non essere un ventiduenne, bensì un bambino alle prese con un nuovo giocattolo.
 

Ormai seduto sopra il pavimento freddo del bagno aprii una delle ante del mobile bianco, rivelando la cassetta degli attrezzi, che oramai erano pieni di polvere visto che non erano mai stati usati e cominciai a frugare al suo interno, cercando di trovare un cacciavite adatto.
 

Dopo cinque minuti di ricerca non trovai nulla di minimamente adatto per togliere quelle piccole viti ed esaminare il contenuto del nastro, ero quasi deluso, quasi perché in un certo senso mi mancavano anche gli altri strumenti per far riuscire quel mio lavoro, innanzi tutto, chi aveva ancora un lettore cassette o come diamine si chiamava? E poi con la pioggia probabilmente era impossibile che quella cassetta fosse intatta.
 

Proprio quando il mio interesse nei confronti di quell'oggetto stava per svanire pensai alla scritta rovinata sopra di esso: mixtape n°4-L.
 

Se quella cassetta fosse la quarta di una lunga serie? O meglio, se in giro ce ne fossero altre? Forse stavo esagerando con questa storia, magari erano delle vecchie cassette buttate perché inutili e senza alcun apparente significato, ma questo non mi impedì di approfondire di più la mia stramba ricerca.
 

Ovviamente non avrei frugato nei cassonetti, no, non sarei arrivato a quel punto, la cosa migliore sarebbe stata chiedere in giro, ma in una città grande come Detroit non era facile incontrare le persone giuste che ti avrebbero aiutato a cercare delle stupide cassette, era già difficile trovare una persona scomparsa, figuriamoci un po'.
 

Pensando alle possibili soluzioni da adottare non mi accorsi che la più semplice era dietro l'angolo. Letteralmente.
 

Un negozio che vendeva dischi, strumenti musicali ed ogni tipo di oggetto che ricordasse la musica era proprio a meno di trecento metri dal mio appartamento, alcune volte mi sforzavo troppo per trovare una soluzione talmente semplice.
 

Con l'appunto mentale di andare il giorno dopo in mattinata a chiedere informazioni riguardanti la riparazione di vecchie cassette, cominciai a fare quello che non mi sarei mai aspettato di fare: pulire.
 

Ed ero una frana nel farlo, dovevo ammetterlo, ma avevo delle strane manie di tenere ogni cosa al proprio posto e se avessi avuto un giorno delle graziose compagnie all'improvviso di certo non fa un buon effetto la casa che sembra un campo di battaglia.
 

Anche se al momento l'unica cosa che occupava la mia mente era quello strano oggetto sopra il mio tavolo da pranzo, forse era strano ed inutile provare a capire di cosa si trattasse, poteva anche essere un vecchio porno.
 

Magari non c'era scritto mixtape ma sextape, ma la pioggia mi aveva impedito di leggere correttamente quella scritta disordinata.
 

~~

Prima cosa da dire: i capitoli saranno abbastanza corti visto che vorrei pubblicarli spesso, però non riesco a farlo se devo scrivere migliaia di parole ogni volta...

Le cose si faranno più interessanti verso il quarto capitolo o forse anche prima, quindi boh spero di arrivarci??

Non ho da dire altro a quanto pare, quindi enjoy!🔆

(Sì, il titolo del capitolo è davvero untitled 1....)

 

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Capitolo 3
*** Untitled 2 ***


Non pensavo di rimanere sorpreso per così poco, visto che di strumenti musicali ne avevo visti così tanti che avevo quasi finito per odiarli.


Ma in quel negozio c'erano così tanti oggetti, non si poteva non esserne incuriosito e quasi affascinato, alcuni strumenti  sembravano fuoriusciti da chissà quale epoca e mi pentii di aver portato il portafogli con un terzo di stipendio dentro: avrei finito per comprare tutto.

 

L'unico aspetto negativo di quel luogo era chi ci lavorava,  perché di tre persone nessuna riusciva a prendere una chitarra che era in esposizione su uno scaffale più alto della scala che stavano utilizzando per cercare di arrivare all'oggetto così tanto ambito.
 

Una voce femminile interruppe poi i miei pensieri, costringendomi a voltare la  testa in direzione del 'salve' che mi  aveva accolto così calorosamente.
 

"Le serve aiuto? Sembra piuttosto spaesato" chiese la ragazza con i capelli color mogano, cercai con lo sguardo la targhetta dove avrebbe dovuto essere trascritto il suo nome, ma dopotutto la vita non è un film, non c'era scritto nient'altro che il nome del negozio.
 

Alzai lo sguardo neanche un millesimo di secondo dopo, non volevo credesse che le stessi guardando il seno, anche perché dal poco che avevo visto non ero neanche sicuro che lo avesse.
 

Un po' incerto per quello da dire mi strinsi nel cappotto scuro, tirando fuori da una tasca la piccola cassetta quasi distrutta, lasciando tutto il tempo necessario alla ragazza di osservarlo.


"L'ho trovata vicino ad un cassonetto e volevo sapere di che cosa si tratta, sempre se sia possibile visto che è stata sotto la pioggia" dissi con la voce un po' rauca a causa del mal di gola.

 

Lei prese l'oggetto dalle mie mani, osservando le scritte un po' sbiadite prima di rivolgermi uno sguardo quasi incuriosito prima di annuire, "certo, mi dia solo un momento" concluse poggiando la cassetta sopra il bancone accanto a lei, sparendo poi dietro una porta con una scritta a caratteri cubitali in cui si intimava al personale non autorizzato di restare fuori.
 

Sobbalzai quando sentii un tonfo poco lontano da dove mi trovavo e subito mi voltai dove prima avevo visto i tre dipendenti del negozio cercare di prendere quella chitarra. Proprio come avevo previsto lo strumento musicale era a terra, fortunatamente quasi intatto, ma al  suo lato potevo vedere delle piccole crepe nel legno chiaro e immediatamente due dei tre ragazzi iniziarono a discutere.
 

"Quando ti parlo mi ascolti o no? Ti avevo detto di stare attento e invece te la sei fatta scivolare dalle mani?" Cominciò quello con i capelli più chiari, chiaramente rivolto ad uno solo di loro, ignorando totalmente l'altro.
 

"Scusa se ho un taglio sul palmo della mano per colpa tua e di quel dannato bicchiere! Che ti aspetti quando mi premi con una chitarra una ferita fresca?" Ribatté l'altro, mentre li osservavo notai che avevano alcuni lineamenti simili, a differenza dell'altro ragazzo che in imbarazzo li guardava.


"Potevi dirmelo prima!" Concluse con tono di voce autoritario mentre raccoglieva d terra lo strumento, esaminando i danni che avevano causato.

 

"Ma i gemelli non si leggono tipo nella mente?" Chiese quella stupida domanda in modo tanto innocente il ragazzo più basso e con i capelli neri, che fino a quel momento era rimasto  in silenzio ad osservare quel battibecco.


Quelli che dovrebbero essere gemelli gli rivolsero un'occhiata stupiti da una domanda così sciocca, quasi infastiditi dal suo chiaro 'infantilismo', se così poteva definirsi, forse voleva soltanto sciogliere la tensione che si era creata.

 

"Eccomi, purtroppo non ho il materiale adatto per riparare l'oggetto e probabilmente la pioggia avrà  rovinato il nastro, ma ho altro da dirle" disse la ragazza una volta uscita da quella stanza, la guardai quasi contrariato, intimandole di andare avanti.


"Abbiamo delle cassette simili in magazzino, l'anno scorso qualche persona venne a chiederci se in un modo o nell'altro si potesse risalire al mittente visto che arrivavano direttamente nelle loro cassette della posta."


Sbiancai, forse quella cassetta non conteneva nulla di buono, forse erano l'opera di qualche pazzo che si divertiva ad inviarle a delle persone, spaventandole.


Forse la ragazza capì i miei pensieri, perché ridacchiò e "tranquillo" aggiunse, "non è niente di sconvolgente, le ho ascoltate anche io ed è solo un ragazzo che parla e canta, se sei curioso posso prestartene qualcuna."


Annuii ancora un po' incerto, guadagnandomi un altro sorriso dalla ragazza, che nuovamente tornò nella stanza solo per il personale autorizzato, lasciandomi il tempo per guardare di nuovo l'oggetto.


"Farai meglio a non terrorizzarmi, L, oppure verrò a cercarti" brontolai contro la cassetta, mettendola nuovamente in tasca prima di essere nuovamente raggiunto dalla dipendente, che in mano teneva altri tre nastri, tutti con lo stesso titolo ma con numeri diversi.

 

 

~~  

 

C I A O.

Maybe I'm back.

Capitolo  un po' noioso, ma non mi aspettavo niente di meglio
visto che è solo l'inizio e pian piano diventerà tutto più interessante,
o almeno ci provo visto che sono una persona tutt'altro che interessante...

Di solito si dice: opinioni?? Che ne pensate??
Ma so già la risposta quindi nulla, alla prossima!

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