TUTTO QUELLO CHE LA MEYER NON DISSE... E CHE ADESSO DICO IO!!! XD

di puffolettaHP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** QUELLO CHE NESSUNO HA MAI SAPUTO DI JACOB BLACK E DEL SUO LATO ROSA BARBIE ***
Capitolo 2: *** I MARIA’S FRIENDS OVVERO COME CARLISLE CULLEN DIVENTO' UN VAMPIRO ***
Capitolo 3: *** LO SCHELETRO NELL'ARMADIO DI JASPER ***



Capitolo 1
*** QUELLO CHE NESSUNO HA MAI SAPUTO DI JACOB BLACK E DEL SUO LATO ROSA BARBIE ***


QUESTA ONE SHOT è DEDICATA A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO E RECENSITO LA MIA STORIA “LA VERA STORIA DI EDWARD E BELLA” ED IN PARTICOLARE A NESSIE93, CHE MI HA CHIESTO DI SCRIVERLA. SPERO CHE VI PIACCIA E OVVIAMENTE… RECENSITE!

 

 

QUELLO CHE NESSUNO HA MAI SAPUTO DI JACOB BLACK E DEL SUO LATO "ROSA BARBIE"

 

Jacob Black era un ragazzo tanto buono e dolce. Viveva con il suo padre handicappato in una casetta in mezzo al bosco che si trovava in mezzo ad altre casette in mezzo al bosco. Quelle casette in mezzo ad altre casette in mezzo al bosco si chiamavano La Push. Inizialmente il vero nome era Push Up, perché le ragazze là giravano con le tette all’altezza delle orecchie, ma poi avevano dovuto modificare il nome perché l’Ispettore capo Swan non aveva gradito.

Nonostante il cartello all’inizio del sentierino dicesse “La Push”, però, gli abitanti del luogo continuavano a chiamarlo Push Up. Jacob non era molto bravo in inglese anche se Forks si trova negli Stati Uniti dove teoricamente si dovrebbe parlare inglese, comunque lui non era bravo in inglese e punto. Anzi, non sapeva proprio parlarlo, perché lui parlava il linguaggio dei segni dei pellerossa. Quindi non sapeva cosa fosse il push up, anche se lui se lo metteva ogni giorno perché aveva delle tendenze leggermente omosessuali.

La sua ultima cotta era Sam Uley, che però non ricambiava. Sam infatti, dopo aver messo due corna grandi così a Leah Clearwater (=Water chiaro cioè pulito, perché gli abitanti di Push Up erano molto igienizzati) con la cugina Emily, e dopo aver picchiato Emily per avergli fatto notare che non era molto carino tradire Leah in quel modo, aveva deciso di piantarla con le storie d’amore. Così tutti i perizomi fucsia di pizzo che Jacob si era comprato non erano serviti a un cazzo. Inoltre Jacob si sentiva depresso perché, dopo quindici anni che lui Embry e Quil si cambiavano nella stessa stanza, aveva detto loro di essere gay ed i due, dopo aver provveduto a coprirsi con due foglioline di fico (tipo statue greche) lo avevano giustamente mandato a fan culo.

Perciò Jacob aveva deciso di buttarsi sul lavoro per dimenticare la sua vita dolorosa ed il suo amore non corrisposto e, ispirato dal video di “shut up and drive” di Rihanna, aveva deciso di diventare un meccanico. Dopo mesi di inutili tentativi era finalmente riuscito a montare la sua Lamborghini (rosa Barbie, ma lasciamo perdere che è meglio) usando anche qualche pezzo rubato dai lego di Quil, per vendicarsi di essere stato mandato a fan culo.

Così, quella mattina, Jacob uscì di casa mostrando il dito medio al padre. Ma non pensiate che fosse così volgare, nel linguaggio dei gesti dei pellerossa significa “vado a scuola”. Comunque uscì di casa, solo che ovviamente non andò a scuola. Lo avevano cacciato anni prima per aver tentato di stuprare il professore di ginnastica, anche se non lo aveva ancora detto a suo padre. Così Jacob prese la sua bella auto rosa Barbie e, inserite le chiavi con il portachiavi di Hello Kitty nel quadro, mise in moto. In quel momento si sentì un:

-          Oh, sisisi Ken!

Jacob sorrise, soddisfatto: quando si cambiava marcia partiva quella suoneria, mentre quando si frenava si accendevano le luci rosa appiccicate sul bagagliaio dell’auto e una vocina diceva “Frena, Barbie!”.

Jacob patì sgommando, estasiato dalla sua nuova macchina personalizzata e firmata Barbie. Prima o poi – si disse – avrebbe dovuto farsela autografare da Zac Efron (ehhhhh, si… il mondo è proprio triste ragazzi, ma anche Jacob Black ascoltava le canzoni di High School Musical).

Ebbene, il nostro sfegatato fan di Zac Efron stava guidando nell’autostrada canticchiando.

-          Ui ar soren flaien ders not e star in even det ui kent ric!

Ve l’ho detto che non lo sapeva l’Inglese. La traduzione di sta roba, per chi fosse interessato, è “we’re soarin’, flyin’, ther’s not a star in heaven that we can’t reach”. In quel momento stava passando accanto alla scuola superiore di Forks, dove c’erano quel sex symbol di Edward Cullen e quei due suoi fratelli uno più gnocco dell’altro, con cui avrebbe fatto volentieri le corna a Sam, tralasciando il dettaglio che lui non stava con Sam e che nessuno dei tre Cullen ci sarebbe stato. In quel momento, però, qualcuno sollevò la sua Lamborghini e lo lanciò via, a un paio di chilometri di distanza (chi avesse letto LA VERA STORIA DI EDWARD E BELLA saprebbe che la Lamborghini serviva ad Alice per picchiare Edward). Jacob non ebbe nemmeno il tempo di capire quello che stava succedendo che si schiantò per terra e battè la testa su un sasso. Poi fu tutto nero.

 

Visto che Jacob Black non può morire, quando vide quella strana luce alla fine del corridoio buio, con Gesù Cristo e gli angeli che cantavano Jingle Bells (avevano un repertorio di canzoni un po’ scarsetto a dire il vero…) ebbe uno dei suoi rarissimi lampi di buonsenso, e decise di non andare verso la luce. Saggia scelta Jacob.

 

Jacob Black riaprì gli occhi, massaggiandosi la testa. Si trovava in una foresta, disteso sull’erba soffice e bagnata, che gli aveva smerdato tutti i vestiti. Constatando di essere tutto sporco, decise di andare a lavarsi al fiumiciattolo che scorreva lì vicino, perché ovviamente tutti gli eroi che si rispettano trovano un fiume ogni volta che si accorgono di puzzare. Così, ancora un po’ rincoglionito, fece cadere i vestiti nel fiume e quelli furono portati via dalla corrente. Jacob Black fece spallucce e si lavò, come avrebbe fatto qualsiasi maschio etero. Fortunatamente per lui, non si era accorto di indossare un perizoma fucsia ed un Push Up. Dopo essersi lavato, andò alla ricerca di una foglia di fico e la trovò subito, nonostante a Forks non crescessero fichi. Ma la fogliolina di un fico è un classico e poi ormai l’ho scritto e non ho voglia di cancellare. Troppa fatica (ihihi).

Una volta lavato e vestito (si fa per dire) Jacob si sedette all’ombra del fatidico fico inesistente e si riaddormentò.

 

Quando Jacob si risvegliò era ormai l’alba del girono dopo (come il film) e si sentiva riposato ma ancora confuso. Non sapeva bene come fosse arrivato in quel posto, anzi, a ben pensarci non sapeva proprio un bel niente. Non gli veniva in mente nemmeno il suo nome.

A questo punto dovremmo tutti ringraziare Alice, che ha fatto perdere la memoria a Jacob. E dico ringraziarla perché Jacob, come saprete, aveva frequentato si e no un paio di semestri a scuola e li aveva passati a fare fantasie erotiche sui suoi compagni di classe (maschi). Per cui non era una gan perdita. Inoltre Jake non aveva la minima idea di essere stato un gay convinto fino a poche ore prima, il che potremmo dire che sia un bene, anche se Edward non concorderebbe, visto che Jacob poi se la farà con Bella. Ma insomma, questi son dettagli.

In quel momento Jacob capì di aver perso la memoria e cominciò a spaventarsi: non sapeva dove andare, a chi rivolgesi. Cosa poteva fare?

In quel momento si sentì un fruscio ed una lupa grigia spuntò dal sottobosco.

-          Ehi, ragazzo, ti sei peso?

Gli chiese, in Inglese. Perché lei l’Inglese lo sapeva, ma Jacob no. La lupa, vedendo la faccia confusa di Jacob, ripeté la domanda in tutte le lingue che conosceva, ma Jacob continuava a non capire. Quando alla fine la povera bestia provò con il linguaggio dei segni dei pellerossa, più per disperazione che per altro, Jacob si portò una mano sulle palle e con l’altra fece il segno delle forbici. Il che, tradotto, vuol dire:

-          Non lo so. Non so più chi sono.

La lupa, che ne aveva già viste di cotte e di crude, ebbe pietà di lui e mimò:

-          Povero cucciolo, hai perso la memoria?

-          Si… credo.

-          Bhe… puoi stare con me finché non ti ricorderai di nuovo chi sei.

Jacob era colpito dalla generosità della lupa, e non voleva disturbarla.

-          Davvero? Ma non ti do fastidio?

-          Ma figurati, mi sono sopportata quei due rompicoglioni di Romolo e Remo, ce la farò anche con te!

-          Chi sono Remolo e Romo?

-          Ma tu ci vai a scuola?

-          No, mi hanno espulso.

-          Sul serio? E come?

-          Non lo so, me lo sono inventato. Ti ho già detto che non mi ricordo un cazzo.

-          Povero piccolo. Magari prima eri anche intelligente…

Jacob non colse l’insulto implicito. Si poteva anche essere dimenticato delle sue tendenze omosessuali, ma di certo da stupido non era diventato intelligente.

-          Ma allora, chi sono Remolo e quell’altro?

Chiese il ragazzo.

-          Bha, due scemetti. Italiani, figurati.

Jacob cosa fosse l’Italia non l’aveva mia saputo, neanche prima di perdere la memoria.

-          Sai, sono vissuti più di duemila anni fa…

-          Ma come, e tu eri viva?

Chiese Jacob, grattandosi la testa e scoprendovi un fiocco rosa equivoco. Lo lanciò via e tornò a fissare la lupa con aria interrogativa.

-          Certo che ero viva! Io sono una lupa-vampia, cosa credi, pirlastro di un licantropo smemorato!

-          Ah, ecco perché puzzi…

Borbottò Jacob, colto da un’improvvisa intelligenza. Poi però la lampadina si rispense subito, perché fra un po’ il petrolio finisce e le bollette bisogna pagarle.

 

Jacob rimase quattro giorni in compagnia della lupa, finché non fu ritrovato da suo padre Billy che nonostante l’handicap si era messo a cercarlo. Bhe, in verità Billy era contento che il figlio si fosse tolto dalle scatole, ma mentre faceva una passeggiata nel bosco a bordo della sua sedia a rotelle, aveva trovato Jacob ed allora si era inventato di essere andato a cercarlo.

Billy, trovando suo figlio vestito di foglie di fico ed in compagnia di una lupa-vampira, decise che avrebbe dovuto dedicarsi un poco di più a lui, perché il poveraccio gli sembrava proprio depresso. Anzi, doveva essere in piena crisi adolescenziale, perché andava in giro ripetendo:

-          Chi sono io? E chi sei tu? Dove siamo? Dove andiamo?

-          Andiamo a casa, ecco dove andiamo rincoglionito di un licantropo!

Billy se lo trascinò dietro attaccandolo alla sedia a rotelle con lo scotch e lo portò a casa. Povero Jacob, gli sembrava davvero in crisi. Per tirargli un po’ su il morale avrebbe dovuto presentargli la figlia di Charlie, Bella. Magari sarebbero andati d’accordo e si sarebbero messi assieme. Billy non aveva mai saputo delle tendenze omosessuali del figlio, ma visto che in quel momento anche Jacob ne era ignaro, il piano avrebbe anche potuto funzionare.

 

… e fu così che Jacob Black diventò etero, anche se ogni volta che si trasformava con Sam gli guardava il… bhe, dai, avete capito. com'è che si dice, ah, si, la lupa perde il pelo ma non perde il vizio. 

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Capitolo 2
*** I MARIA’S FRIENDS OVVERO COME CARLISLE CULLEN DIVENTO' UN VAMPIRO ***


I MARIA’S FRIENDS

OVVERO COME CARLISLE CULLEN DIVENTÒ UN VAMPIRO

 

 

C’era una volta, e più precisamente nel diciassettesimo secolo, un giovane uomo che viveva a Londra. Il suo nome era Carlisle Cullen, e suo padre era il pastore della chiesa Anglicana di Santa Maria, conosciuta dai più come la chiesa consacrata alla Vergine, e dai pochi appartenenti alla confraternita dei “Maria’s Friends” (predecessori degli Hippy, che non c’entrano niente con gli Amici di Maria DeFilippi) come la chiesa di Santa Maria in Canna. L’erba per intenderci.

I Maria’s Friends erano uomini dediti alla coltivazione ed al commercio della preziosa erba, anche se, a voler essere sinceri, meno della metà dell’erba che producevano veniva rivenduta, perché un buon sessanta per cento usciva dalla chiesa di Santa Maria in Canna dal comignolo, sotto forma di fumo. Comunque non perdiamoci in queste divagazioni che non sono poi così importanti ai fini della nostra storia, e torniamo a parlare delle fiorenti attività commerciali dei Maria’s Friends.

Essi infatti facevano soldi a palate con i loro traffici che, a quel tempo, erano illegali solo se a beccarti era qualcuno che non poteva venir corrotto con un sano (si fa per dire, ma a quell’epoca gli effetti collaterali delle droghe non erano molto conosciuti) spinello. E queste persone erano: Gesù (sfortunatamente deperito qualche millennio prima in seguito ad accidentale crocifissione), Hamtaro (criceto giapponese non ancora inventato) e Neville Paciock (il quale, non conoscendo accendini né fiammiferi babbani e non essendo in grado di evocare un fuoco con la magia, non saprebbe come accendersi la canna).

Quindi potremmo concludere che i Maria’s Friends fossero una potentissima organizzazione segreta, con lucrosi traffici clandestini. Un’associazione a delinquere? Bhe, loro preferivano chiamarsi “un’associazione a fumare”. E comunque non si potrebbero paragonare alla mafia: prima di tutto non parlavano il siciliano, e poi loro erano animati da buoni propositi e ferme convinzioni religiose. Infatti i Maria’s Friends, oltre a commerciare l’erba, si riunivano ogni sabato a mezzanotte nella chiesa di Santa Maria in Canna, per pregare ed intonare le loro lodi alla divinità che veneravano: la Maria. Ah, e non dimentichiamo la cosa più importante che facevano nelle loro riunioni settimanali: fumavano spinelli, ovvio. Così, una volta che erano fatti al punto giusto, intonavano i loro canti religiosi che più che altro sembravano canti da ubriaconi all’osteria. Si ha ragione di credere che, secoli più tardi, le loro odi religiose furono plagiate da Giuseppe Verdi che, essendo a corto di idee, prese alcune di quelle canzoni inserendole nelle sue opere. Tanto – si disse il furbacchione, e non aveva tutti i torti – schifezze assieme ad altre schifezze si sposano perfettamente, no? E queste canzoni fanno tanto schifo che tutti crederanno che le abbia davvero scritte io!

Oggi sono in vena di divagazioni, mi sembra che si sia capito. Ma andiamo avanti con il nostro racconto.

Quella sera, era un sabato, Carlisle Cullen e suo padre si trovavano nella loro chiesa. Stavano preparando la solita riunione della confraternita, ma quella volta c’era qualcosa di diverso, perché quella sarebbe stata una notte speciale. Infatti sull’altare, oltre ai soliti foglietti da arrotolare ed alle solite foglioline dall’inconfondibile forma di mano (e non erano foglie di platano) c’erano anche dei paletti di legno dalla punta affilata.

Quella notte era la notte in cui i fedeli seguaci della Maria avrebbero dovuto combattere gli infedeli che volevano gettare il seme… (di che cosa, dei tulipani? Sorry, ho perso l’ispirazione a metà frase) come dicevo, il seme dell’infedeltà tra i credenti. Era una guerra santa da combattere con coraggio e determinazione, e i Maria’s Friends saranno anche no violence e tutte queste cose qua, ma quando ci vuole ci vuole, e che cavolo!

Detto in parole povere, i vampiri avevano cominciato a commerciare la Cocaina a Londra, e gli ex affezionati fumatori di Marijuana avevano gradito la nuova polverina bianca a tal punto che avevano rinnegato la loro fede nella Maria. A quel punto i Maria’s Friends, che consideravano la diffusione della Maria nel mondo la loro santa missione, avevano deciso di agire per riportare i credenti sulla retta via.

-          È tutto pronto, figlio mio?

Gli chiese suo padre e Carlisle annuì, sistemando sulla tovaglia di lino bianco dell’altare una ciotolina colma d’erba. Poi, esitando, disse.

-          Padre, siete sicuro che tutto ciò che ci accingiamo a fare sia per il bene supremo?*

-          Sono anche io contrario all’uso della violenza! – rispose il padre, cominciando ad arrotolarsi uno spinello – ma in questo caso è necessario estirpare l’infedeltà e la corruzione dalla nostra città! La nostra signora Maria – possa sempre essere fumata – ci perdonerà per questo.

Carlisle annuì, poco convinto: facendo un paio di conticini, si era reso conto che se avessero fatto un po’ di sconti e qualche pubblicità con Pamela Anderson, sarebbero riusciti a tornare a vendere la Santa Erba. Ma suo padre, che era un conservatore, non aveva voluto saperne di tettone in bikini e promozioni prendi due, paghi tre. Diceva che non avrebbero funzionato e, vedendo l’abilità matematica di Carlisle, che l’aveva portato ad elaborare la complicata offerta del “prendi due, paghi tre”, suo padre aveva anche ragione. In quel momento la porta della chiesa si spalancò ed entrarono due uomini con il volto nascosto da mantelli neri.

-          Ehi, fratelli! – disse uno, alzando la mano per mostrare il tatuaggio a forma di foglia di Maria che distingueva i membri della confraternita – veniamo in pace per la santissima celebrazione della nostra dea e padrona, la Maria – possa sempre essere fumata.

-          Entrate nel tempio della nostra signora, fratelli amati, e bruciamo assieme un’offerta alla sua misericordia!

Esclamò il padre di Carlisle, accogliendo i nuovi arrivati con calore. Il concetto di “bruciare delle offerte alla Maria” andava inteso più come un “fumare delle offerte”, dal momento che l’unica cosa che si bruciava era l’estremità della canna, per accenderla. I quattro devoti credenti, così, si fecero velocemente il segno della Maria (reinterpretazione del segno della croce XD) davanti alle ciotole d’erba e poi si accesero quattro spinelli, aspettando che anche gli altri confratelli arrivassero.

A mezzanotte, nella chiesa si era riunito un gruppo di un centinaio d’incalliti fumatori di Marijuana, tutti con uno spinello acceso in mano. In quel momento il padre di Carlisle salì sul pulpito e si schiarì la voce, aspettando che anche l’ultimo spinello fosse spento (con parecchio rammarico del fumatore che lo stava allegramente fumacchiando).

-          Fratelli – disse il prete, con voce tonante – questa notte è una notte speciale! Questa notte è la notte della vendetta della vera fede e dell’estirpazione dei sacrileghi e dei profani dalle mura di questa città!

Un coro di assensi si levò dai confratelli e quelli che erano arrivati in chiesa per primi, e che per passare il tempo si erano fumati già una mezza dozzina di spinelli, cominciarono a gridare parole inesistenti, levando i pugni al cielo. Il pastore Marijuano fece di nuovo silenzio e proseguì il suo discorso.

-          Quindi, fratelli, in nome della nostra santissima patrona Maria…

-          Possa sempre essere fumata! – esclamarono tutti, con fervore.

-          Vi chiedo – proseguì il prete, squadrando tutti i confratelli – siete pronti a fare questo sacrificio per far valere la vera fede e per diffondere la Maria in tutto il mondo?

-          Si!

Gridarono tutti, agitando spade, archi e forconi che si erano portati da casa per far fuori i vampiri. Il pastore annuì e, alzando le braccia al cielo, esclamò:

-          E allora io vi dico, fratelli, bruciamo le nostre offerte alla Maria (possa sempre essere fumata) e preghiamo il suo aiuto in questa guerra santa, e poi riversiamoci nelle strade e spediamo alla clinica di riabilitazione** tutti i miscredenti!

Un nuovo grido di assenso si levò dai fedeli al culto della Marijuana, poi tutti s’inginocchiarono e fecero silenzio, mentre Carlisle vuotava una ciotolina di erba dentro ad un porta incenso (riadattato a porta Marijuana) ed accendeva una candela sacra. Il padre di Carlisle si schiarì la voce, prese la candela e disse:

-          Dopo la cena, Gesù prese la Maria, rese grazie, la fumò, la passò ai suoi discepoli e disse: prendete e fumatene tutti, questa è l’erba di Dio, bruciata per voi e per tutti in redenzione dei peccati. Fumate questo in memoria di me.

E così dicendo il pastore Marijuano appiccò fuoco alla Maria contenuta nel porta incenso. Poi anche lui e Carlisle s’inginocchiarono e tutti assieme recitarono la preghiera alla Maria:

 

Ave o Maria

Piena di droga

Il signore fuma te

Tu sei benedetta fra le erbe

E benedetta sia colei che si fa con te

La canna

Santa Maria

Erba di dio

Rallegra noi fumatori

Adesso e fino all’ora della nostra morte

Amen

 

Finita la preghiera, i fedeli si sedettero tutti in cerchio e presero ad arrotolare le loro “offerte alla Maria”, passandosi la sacra candela per accendersi gli spinelli. Rimasero a fumare in silenzio per alcuni minuti, assorti nella meditazione. Poi, quando anche l’ultimo spinello giacque sul fondo di un portacenere, i Maria’s Friends si alzarono ed imbracciarono fiaccole, forconi e paletti di legno, ponti a sradicare l’infedeltà da Londra.

Uscirono nelle strade intonando i loro canti religiosi che, oltre ad assomigliare spaventosamente alla musica dell’Aida di Verdi (non ancora scritta), ricordavano vagamente delle canzoni dei Pooh (anch’esse non ancora inventate, o copiate, che dir si voglia). Non ci volle molto prima che trovassero i vampiri, o meglio che i vampiri trovassero loro: infatti, mentre Carlisle, suo padre e gli altri confratelli stavano percorrendo un angusto vicoletto, due figure incappucciate balzarono davanti a loro, come se fossero comparse dal nulla. Entrambi si tolsero il cappuccio, rivelando due bellissimi volti dagli occhi rosso cupo. “Ehi, ma guarda te che gnocca! Magari dopo, io e lei…” pensò Carlisle, guadando la vampira più bassa, una donna bellissima dai capelli castani. Poi però si rimproverò subito per i suoi pensieri “ma sono impazzito? Farmela con una vampira cocainomane? Neanche morto! Non rinnegherò così il culto della Maria – possa sempre essere fumata!”.

Il padre di Carlisle puntò il forcone contro i due eretici cocainomani, minacciandoli.

-          Eretici, infedeli, la vostra ora è giunta! Morirete per i vostri peccati, ma non bruceremo i vostri corpi perché il vostro lezzo infernale non si mescoli al dolce fumo della santissima Maria – possa sempre essere fumata – che noi fumeremo per festeggiare gioiosi dopo aver compiuto la nostra santa missione!

Il vampiro maschio ridacchiò, ma ovviamente non ritenne opportuno far notare ai Maria’s Friends che se non avessero bruciato i loro corpi, si sarebbero riattaccati. E poi, piccolo dettaglio che i confratelli erano troppo fatti per considerare, non era poi così facile fare a pezzi due vampiri, nemmeno se quelli avessero voluto farsi fare a pezzi. Comunque gli arditi Maria dipendenti continuarono a puntare le loro armi improvvisate contro ai due vampiri, ed alcuni di loro si accesero degli spinelli, in un chiaro segno di sfida.

-          Vi intimiamo – disse in quel momento Carlisle, facendo un ampio gesto con la torcia – di lasciare le sacre mura della nostra città e di portare la vostra polverina demoniaca in altri luoghi!

La vampira scoppiò a ridere, e parlò con la sua voce cristallina:

-          E perché mai dovremmo darvi ascolto? Qua gli affari vanno alla grande, non avete idea di quanti drogati ci siano in questa città!

-          Si che ce l’abbiamo, invece – strillò il reverendo Cullen, infuriato – e prima che arrivaste voi a rompere le palle erano tutti dei fedeli credenti della Maria – possa sempre essere fumata!

Notare il repentino cambio di linguaggio, dovuto alle troppe canne ed alla rabbia del momento. dopotutto, anche i preti Marijuani seicenteschi, a volte, si lasciavano andare a cotali epiteti. E notare che questi seicenteschi mi stanno anche contagiando… da quando in qua scrivo cotali? Comunque, vorrete tutti sapere come andò avanti la vicenda, immagino.

-          Sentite, drogatelli da quattro soldi – sbottò il vampiro – ma chi vi credete di essere? È molto meglio la coca di quella verdurina da conigli che vi fumate voi!

-          Ah, davvero? – urlò il reverendo Cullen, offeso nel profondo – io non credo proprio! La Maria – possa sempre essere fumata – è cinquecento volte meglio di quella vostra sbora liofilizzata!

E qui il vampiro perse la pazienza.

-          Ehi! Modera i toni, umano! Io sono su questa terra da molti più anni di te e ti dico che la coca è…

-          No, ascolta cosa ti dico io, stronzo cocainomane! – sbottò il prete Marijuano - Se sei a questo mondo da così tanto tempo e non hai ancora capito che la Maria (possa sempre essere fumata) è meglio della coca, allora non hai capito proprio niente della vita!

-          È meglio la coca! – strillò la vampira, gesticolando con le braccia.

-          La Maria, ti dico, sniffatrice dei miei stivali!

-          La coca, razza di cretino! Ma ti sei fumato i neuroni, oltre che quell’erbaccia schifosa?

-          Non bestemmiare, eretico!!! Parli tu, che ti sei sniffato il cervello! 

Dopo che il reverendo Cullen ebbe pronunciato quelle parole tanto ardite, i due vampiri, stufi marci di stare ad ascoltare quei drogati fissati con la religione, si avventarono sul gruppo di estremisti religiosi Marijuani, che scoprirono troppo tardi che tutte le leggende sull’aglio e sui paletti di legno erano solo frottole inventate da qualche mamma per far stare buoni i bambini.

I primi confratelli dei Maria’s Friends furono miseramente sgozzati dai due vampiri, che però avevano una gan voglia di correre a casa a fasi qualche striscia, perciò lasciarono l’opera incompiuta. Infatti, mentre si allontanavano, Carlisle prese a strisciare verso un luogo sicuro dove farsi uno spinello, stringendosi il doloroso taglio a forma di mezzaluna che gli squarciava la spalla. 

 

 

 

*Linguaggio seicentesco, che volete farci XD spero che non siate troppo traumatizzati dai dialoghi che sono stati lasciati in pseudo-latino manzoniano, ma ho pensato che fosse meglio lasciarli nella forma originale.

**Clinica di riabilitazione = per i credenti del culto della Marijuana, è l’equivalente dell’inferno.

 

 

 

 

 

spazio autrice

ringrazio tutti quelli ke hanno letto, e soprattutto ki ha recensito. Questo episodio è venuto parekkio lungo, e ho pensato di scrivere un seguito, in cui si parla del traumatico risveglio di Carlisle che scopre di essere un vampiro cocainomane e cerca di suicidarsi… ho delle perplessità su questo capitolo, cmq, ma ho pensato di postarlo cmq xk vi servirà x capire la strana avversione di Carlisle per le feste di tanya e x la coca in generale, cosa strana per uno che si fa allegramente di canne! Mi riferisco ovviamente al prossimo cap di LA VERA STORIA DI EDWARD E BELLA. già che ci sn, volevo ingraziare tantix tutte le mie appassionate lettrici pazzoidi cm me: questo capitolo è dedicato a tutte voi, ma soprattutto a SIRYA95!

 

A proposito, mi stavo quasi dimenticando di kiedervi un parere su questo capitolo ke è un po’ azzardato xk l’ho scritto in modo più serio degli altri e nn so se questo ha rovinato o meno l’effetto comico… se si mi farò perdonare tornando a scrivere le solite cazzate! E ditemi, su ki sarà il prossimo cap?

 

Tra parentesi, stavo anke pensando ke dovrei scrivere le controindicazioni e gli effetti collaterali di queste ff, come dietro alle aspirine! XDXD

 

Un grazie enorme a:

ilaila95, grazie x la recensione… questo Jacob… bhe, nessuno lo conosceva, considerato ke lui ha dimenticato tto! XD

patu4ever, gazie mille anke a te, ke te ne pare di questo cap?

BlAcK_Berry, anke me ti adora XD grazie, spero ke continuerai a seguire le mie storie

HpK00, la mia adorata kiaretta! Cm va? Hai qualke suggerimento su personaggi x le prossime storielle? Io avrei in cantiere qualcosina su jasper… ma è sl un’idea ancora vaga x ora…

Nessie93, grazie anke a te x la recensione! Era d’obbligo dedicarti la one shot di Jacob, e anke questa raccolta è dedicata, in parte, a te, xk se nn mi avessi kiesto di scrivere la storia di jake nn sarebbe mai esistita!

SoReLLiNaMaLfoY, un milione di grazie anke a te, spero ke continuerai a seguire questa raccolta demente!

SIRYA95, ke mi hai dato l’idea di trasformare la one shot in una raccolta… ke dire, ho postato in fetta, contenta? Un bacio enormoso!

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Capitolo 3
*** LO SCHELETRO NELL'ARMADIO DI JASPER ***


In questa one-shot si parlerà di Jasper Hale, meglio conosciuto come Jasper Cullen ( o Culo n.d.), il celeberrimo vampiro biondo di casa Cullen, che si spaccia per il gemello di Rosalie (si, ti piacerebbe – Rose, n.d.).

Come potrete facilmente capire dal titolo, questa volta si parlerà di un segreto del nostro vampirastro biondo… ma il titolo si presta anche a un’interpretazione più letterale, vi ho incuriositi?

 

 

LO SCHELETRO NELL’ARMADIO DI JASPER

 

 

“C’era una volta… indovinate un po’ chi?”

“Biancaneve?” “Acqua…”

“Cenerentola?” “Sempre acqua…”

“Pinocchio?” “Mare aperto…”

“La Bella Addormentata nel Bosco?” “Fuoco, anzi, incendio!…”

“Una piastrella?” “Oceano Atlantico… -.-”

Cosa cavolo c’entra la piastrella? No, ma dico, non avete letto il titolo?

“C’era una volta uno scheletro!”

BUM… BUM… BUM… (sto sbattendo la testa sul muro, lasciate un messaggio in segreteria telefonica… Bella docet).

“No, ci sono! C’era una volta… un armadio!”

“Tu sei Edward Cullen travestito, vero? Cavoli, non è possibile che ci siano così tanti idioti su questo mondo, e tutti in una sola fan fiction per di più! Comunque ve lo dico io chi c’era: Jasper Hale!”

“Ahhhh… lo sapevo!”

“Sì, certo, come no, ora lasciatemi scrivere la mia one-shot, prima che i lettori si accorgano che soffro di crisi da personalità multipla.”

Come stavamo, cioè stavo dicendo, c’era una volta Jasper Hale. Dei fratelli Cullen era l’unico ad aver abbracciato la dottrina del padre, da qui la sua perenne faccia da drogato (avete presente il film, no?).

Inoltre, avendo letto, da piccolo, troppe fiabe, col tempo si era convinto di essere la Bella Addormentata nel Bosco, un altro dei motivi per cui si ritrova la faccia che si ritrova.

Ma forse, sarebbe il caso di approfondire l’argomento “Bella Addormentata nel Bosco”, perché ritengo che sia piuttosto interessante per lo studio di particolari patologie mentali e psicologiche.

Lo sapete, vero, che durante metà della fiaba la Bella Addormentata… dorme?

E lo sapete, no, che i vampiri… non dormono?

Una delle paranoie esistenziali di Jasper, infatti, era quella di non poter dormire, essendo lui, fino a prova contraria, un vampiro.

“Come farà la strega a farmi cadere nel sonno di 100 anni se io non posso dormire?” si chiedeva il povero Jasper-Auroro, disperato.

Alla fine, aveva trovato una soluzione che, secondo il modesto parere della scrittrice (che non lo è ma, dopo aver accettato e fumato un rotolino offertole da Carlisle, è convinta di esserlo), è una gran cazzata.

Infatti Jasper aveva deciso di spacciarsi per sonnambulo, in modo che il Principe Azzurro lo credesse addormentato e gli desse il magico bacio del vero amore. Suppongo ora capiate perché se ne va in giro con quella bella faccina da rincoglionito.

Posso dirvelo un segreto? Alice si era messa con lui perché, vedendolo per la prima volta, lo aveva creduto un visionario in trance e, ovviamente, lo aveva reputato il suo degno compagno.

Qualcuno farà poi notare che, nel film, quando Jazz vede Bella ha sempre la faccia di uno a cui - come dice Lavi_Linalee – hanno ficcato un bastone su per il… il quello, insomma. Vero, ma c’è una spiegazione anche a questo. Bella si chiama Bella, ed è umana, perciò può dormire. E quando dorme, diventa una Bella Addormentata. E a Jasper, ovviamente, non fa piacere avere concorrenza.

Ma non siamo qui per parlare di Belle Addormentate nei Boschi, anche perché se mai è esistito il Principe Azzurro, ha girato al largo da Jasper-Auroro (allora c’è qualcuno di intelligente in questa ff! Mi sento realizzata…).

Siamo qua per parlare del segreto segretoso di Jasper.

Quale? – direte voi.

Uno scheletro nell’armadio – dirò io.

E voi allora – Sì, abbiamo capito, smettila di fare metafore cretine e dicci questo cavolo di segreto!

Uno scheletro nell’armadio! – risponderò prontamente io, prima che qualcuno si stufi e mi prenda a calci nel sedere.

Sta di fatto che nell’armadio di Jasper c’era DAVVERO uno scheletro. Premetto che Jazz faceva collezione di gomme da masticare masticate (intelligente, il ragazzo) e non di scheletri. Ma allora che ci faceva uno scheletro lì dentro?

Vorreste saperlo, eh?

Bhe, potrei dirvelo subito, ma vi rovinerei la storia. E allora aspetterete, così imparate a prendermi a calci nel sedere!

 

 

È in una piovosa mattina di metà aprile che comincia la nostra storia. I sette Cullen erano seduti attorno al tavolo della cucina, con davanti sette bicchieri di sangue di cervo, nutrienti ed appetitosi come aria fritta. Carlisle, tutto entusiasta, si era improvvisato dietologo ed aveva prescritto quella terribile dieta a tutta la famiglia, sostenendo che, oltre a far dimagrire, quella dieta sarebbe stata un ottimo modo per essere solidali con i poveri bambini morti di fame del Terzo Mondo, che però, in quel momento, anche se erano già morti, mangiavano più dei sette Cullen messi assieme.

In effetti, se i vampiri avessero potuto morire di fame, i Cullen sarebbero già stati sottoterra.

L’unico entusiasta della dieta era, ovviamente, Carlisle, che tirava avanti allegramente a sangue di cervo e canne. Esme non aveva ancora tentato di ammazzarlo per via dei suoi doveri di moglie, ma i figli stavano pianificando l’omicidio, cercando il modo per renderlo più doloroso possibile.

Guardandoli, erano tutti magri e smunti, anche più pallidi del solito: Carlisle era diventato più anoressico di Kate Moss, Edward, Emmett, Alice e Rosalie avevano perso un bel po’ di chili ed Esme, quando saliva sulla bilancia, non riusciva nemmeno a far spostare l’ago di qualche grammo. L’unico ancora bello in carne era Jasper, che diceva di essere stato salvato dal suo metabolismo lento.

E gli credevano? Ovviamente sì, furbi com’erano.

-          Allora, ragazzi, prima di bere proporrei di fare una preghierina. – disse Carlisle – Intoniamo tutti assieme: “Ave o Maria, erba di…”

Ma gli altri sei vampiri avevano già svuotato i bicchieri ed ora stavano guardando quello ancora pieno di Carlisle con gli occhi iniettati di sangue. Carlisle lasciò perdere la preghiera e si affrettò a svuotare il suo bicchiere, poi, per farsi perdonare per non aver detto la preghiera, si accese una canna.

Mentre Carlisle si dedicava con passione al culto della Maria, gli altri Cullen tornarono ad occuparsi dei cavoli loro: Edward si mise a scrivere una canzone intitolata “quanto è buono il sangue”; Alice cominciò a disegnare una nuova collezione di abiti chiamata “ho sete”; Rosalie iniziò a dipingere un quadro dove Dracula beveva il sangue di una bella fanciulla, Emmett inventò un nuovo sport chiamato “dissangua l’umano” (una variante di acchiappa la talpa) ed Esme intraprese il progetto di un supermercato dove si vendeva esclusivamente sangue.

Eh, sì, poveri vampirastri, erano ridotti proprio male.

Ma Jasper? Il biondastro era misteriosamente sparito nel nulla.

 

 

Passarono sei giorni senza che nessuno lo vedesse e, al settimo giorno, Dio riposò ed ammirò tutto il cesso che aveva fatto nei sei giorni precedenti. Ok, questo non c’entrava un tubo. In quel momento Dio stava giocando a Super Mario sulla Wii con San Pietro e l’Arcangelo Gabriele, che erano costretti a lasciarlo vincere se non volevano essere mandati all’inferno sia a parole che di fatto. Ma neanche questo c’entra con la storia. E poi la Dea di questa fiction, non dimentichiamolo, è la Maria. Quindi smettiamola di parlare di cose pagane e parliamo dei nostri Vampiri che, mentre Dio giocava alla Wii, avevano cominciato a chiedersi dove fosse finito Jasper.

Cerca e ricerca, frugarono a Forks e a LaPush, dove trovarono solo una gran quantità di reggiseni e perizomi gettati in un cassonetto della Caritas (Jacob, una volta diventato etero, non sapeva più che farsene), guardarono nei bidoni della spazzatura e sotto ai sassi, ma trovarono solo bucce di banana e vermi. Allora cominciarono ad impensierirsi e, dopo altri tre giorni, realizzarono che magari era il caso di preoccuparsi, visto che Jasper non si faceva vivo da dieci giorni. Riuniti in cucina, davanti ai soliti bicchieri di sangue di cervo (che è tanto salutare ti fa fare plin plin, così sei bello fuori e pulito dentro… solo che i vampiri non fanno plin plin…), i Cullen discussero a lungo sui provvedimenti da prendere.

-          Beviamoci sopra, ragazzi!

Propose Carlisle, alzando il suo bicchiere. Visto che nessuno era dell’umore giusto per brindare alla perdita del biondo fratello (nonostante quel tragico evento avesse innumerevoli lati positivi), Carlisle sollevò anche gli altri bicchieri, uno ad uno, e fece cin cin da solo.

Fregandosene di quella scena decisamente patetica, gli altri spremettero inutilmente i loro vampireschi (e sottosviluppati, aggiungerei) cervelli per scoprire dove fosse andato Jasper. Dopo alcune ore di pensa, pensa, pensa (in stile Winny the Pooh) Emmett ebbe l’unica idea intelligente che ha mai avuto e mai avrà nel corso di questa fan fiction, e cioè disse.

-          Eureka, ragazzi, ho un’idea! Potremmo andare a vedere se è in camera sua!

Idea idiota, banale e stupida, a prima vista, ma sta di fatto che i Cullen non avevano mai pensato di andare a vedere se il biondastro fosse in camera sua prima di allertare la polizia e chiamare l’unità cinofila di LaPush (i cui cani erano in verità lupi che erano in verità licantropi e che se ne fregavano altamente di quello che succedeva a Jasper, perciò non s’impegnarono molto a cercarlo).

Così Alice, Emmett e Rosalie salirono le scale e bussarono alla porta, accanto alla quale era stato appiccicato un cartello con su scritto “Principe Azzurro per di qua” ed una freccia che indicava la stanza di Jasper. I tre Cullen sentirono improvvisamente un certo trambusto, seguito dal rumore di una porta sbattuta e subito dopo dall’inizio di “so chi sei vicino al mio cuor ogni or sei tu, so chi sei di tutti i miei sogni il dolce oggetto sei tu…”, che, per chi fosse così spaventosamente ignorante in materia di Classici Disney, è la canzoncina della Bella Addormentata nel Bosco. A quel punto i tre Cullen decisero di entrare e…

Musica da film horror… tensione… paura… tensione… paura… tensione… paura… tensione… paura… tensione… paura… tensione… ok, basta con i copia-incolla.

… e trovarono Jasper comodamente disteso sul suo letto, con una parrucca di lunghi riccioli biondi, un vestito rosa da principessa delle fiabe, certamente sottratto dall’armadio di Jacob (tanto ormai lui non se se faceva più niente), ed un mazzo di rose rosse in mano. Teneva gli occhi chiusi e si era scritto sulla fronte “sto dormendo”, sfortunatamente, avendolo scritto davanti allo specchio, aveva tracciato molte lettere al contrario e non si capiva niente.

-          Ehm… Jazz?

Disse Emmett, incerto, cominciando ad avere serie preoccupazioni per la salute mentale del vampiro.

-          Sto dormendo, baciami! – esclamò lui, senza muoversi né aprire gli occhi – ah, e per la cronaca parlo nel sonno, è per questo che sto parlando adesso. Orsù, vieni e baciami.

Emmett si avvicinò con circospezione, per controllare se sul comodino di Jasper ci fossero siringhe o pastiglie strane. Non ne trovò ma, approfittando della sua vicinanza, Jasper lo attirò a sé e lo baciò con trasporto.

-          Ma che cazz…?!?

Esclamò Emmett, facendo un salto indietro e buttando Jazz a terra. Il biondastro allora aprì gli occhi e, trovandosi Emmett davanti, fece una faccia molto delusa.

-          Oh, non sei il Principe Azzurro…

-          No, razza di gay! – sbraitò Emmett, incazzato nero.

Jasper parve molto offeso da quell’insinuazione sui suoi gusti sessuali e si affrettò a difendersi.

-          Gay? Perché gay scusa? Io sto con Alice, non lo sai? – vedendo lo sguardo feroce di quella che teoricamente avrebbe dovuto essere la sua fidanzata, e che era un po’ incazzata al momento (ma come biasimarla, il suo ragazzo aveva appena baciato un maschio davanti a lei) Jasper chiese – vero che sei la mia ragazza, Alice?

-          Di questo ne parleremo dopo.

Sibilò lei, gelida. Intanto Rosalie, con molto tatto, fece notare a Jazz che, avendo lui appena baciato Emmett, rientrava nella categoria dei gay.

-          Ma no! – esclamò il biondastro – cosa hai capito? Io non volevo mica baciare Emmett, l’ho scambiato per il Principe Azzurro!

Alice, Em e Rose si guardarono, sconcertati. Poi, parlando molto lentamente e scandendo bene le parole, Emmett spiegò:

-          Anche il Principe Azzurro è un maschio, Jazz, e il fatto che tu voglia essere la Bella Addormentata nel Bosco mi pare abbastanza…

-          Abbastanza niente! – strillò Jazz, vicino ad una crisi isterica – io volevo essere il protagonista, che cavolo! Tutte queste discriminazioni contro i maschi mi fanno davvero schifo!

Ci fu una pausa durante la quale Alice e Rosalie si rivolsero delle occhiate preoccupate, mentre Emmett era occupato a pulirsi la lingua con il disinfettante. 

-          Jazz, non c’è nessuna discriminazione – tentò di spiegargli Rosalie, con tutta la calma di cui era capace – semplicemente la Bella Addormentata nel Bosco è una femmina…

-          E cosa ne sapevo io?

Strillò Jasper, isterico. A quel punto i tre decisero di lasciar perdere, visto che Jazz era un caso disperato, ed Emmett, tanto per cambiare discorso, commentò:

-          Ma che razza di rossetto hai, Jazz? Sa di sangue umano!

Jasper-Auroro fece una faccia strana e si affrettò a leccarsi via la poltiglia rossa che aveva sulle labbra.

-          Fa parte della nuova linea di rossetti della Hello Kitty…

Spiegò, con un’aria vagamente colpevole.

 

 

Ma cosa c’entrerà mai lo scheletro? Come, non ci siete arrivate? Bhe, allora ve lo dirò io, che sono tanto buona, e finalmente potrete scoprire questo misterioso mistero sclerotico.

 

 

Pochi giorni dopo Ed, Carlisle, Esme, Alice, Emmett e Rose erano ancora più magri e pallidi del solito, sembravano ebrei appena usciti da un campo di concentramento.

Jasper, invece, aveva messo su qualche chiletto di troppo.

Il che avrebbe dovuto far insospettire gli altri ma, affamati com’erano, i sei vampiri denutriti erano interessati alla ciccia di Jazz solo quando prendevano in considerazione il cannibalismo.

In effetti, era da un paio di giorni che Jasper aveva una strana sensazione: i suoi fratelli lo guardavano con gli occhi iniettati di sangue, come se volessero mangiarlo.

Ma non poteva essere, dai! Sicuramente si stava facendo delle paranoie inutili.

Una sera, mentre Jasper era in camera sua a bearsi della sua collezione di gomme da masticare masticate, Carlisle fece irruzione in camera sua, tutto agitato.

A vederlo si sarebbe detto che Esme fosse finalmente morta di fame, dando la prova che anche i Vampiri possono morire di anoressia, o che una banda di cocainomani si fosse accampata nel giardino di casa sua, o che qualche disgraziato avesse cominciato ad urlare bestemmie (come porca Marijuana ed affini).

In verità la situazione era ben peggiore. Era tragica. Anzi, peggio, catastrofica.

Edward si era messo con un Licantropo? No, non può essere sempre colpa sua, poveraccio.

In verità… Carlisle aveva finito l’erba. Ed era in piena crisi di astinenza. Non era una bella cosa da vedere, fidatevi. Era in piena fase  di sclero totale.

Bene, se ricordate Jazz era l’unico dei Cullen, a parte Carlisle, a fumare la Maria. Perciò il nostro credente Marijuano aveva ben pensato di andare a cercare l’erba nell’armadio di Jasper.

Quando il biondo intuì le sue intenzioni, corse davanti all’armadio e sbarrò la strada a Carlisle, con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.

-          Papy che ci fai qua?

Gli chiese, avvinghiandosi all’armadio perché il vampiro non lo aprisse.

-          Spostati! – gli ordinò Carlisle, con voce imperiosa – o subirai le conseguenze del tuo gesto! Non puoi separarmi dalla Maria – possa sempre essere fumata – ed infatti io voglio fumarla, perciò spostati, perché ho finito la mia scorta!

Jazz, per tutta risposta, si appiccicò ancora di più all’armadio. Peccato che Carlisle non fosse esattamente nelle condizioni e nell’umore adatti a ricordarsi dei suoi ideali no violence. Voleva la sua erba, e nulla avrebbe potuto impedirgli di fumarla.

-          Ma papy – cercò di farlo ragionare Jazz – perché ti ostini a fumare così tanto? Ti rovini i polmoni, la salute ed il cervello, lo sai che fa male! E poi è contro la legge, tu non vorrai mica fare qualcosa contro la legge, no?

-          Spostati!

Ma Jasper non si diede per vinto, e continuò ad arringare il padre.

-          Dai, papy, sii ragionevole: lo sai che io ti voglio tanto, tanto, tanto bene e che non farei mai qualcosa se non fosse per il tuo bene! Non è proprio il caso di fumare a questa ora, non preferiresti forse un bel bicchiere di sang…

-          Spostati, eretico!

Ringhiò Carlisle, fuori di testa per l’astinenza dalla Maria, e lo scaraventò sul letto. A quel punto aprì l’armadio e cominciò a cercare l’erba con le pupille a forma di fogliolina di Marijuana, buttando tutti i vestiti fuori, finché…

-          Cos’è questo?

Chiese, tirando fuori uno scheletro dall’armadio. Jasper, che stava cercando di svignarsela, si fermò sulla porta con l’aria di un assassino scoperto sulla scena del delitto. Prese lo scheletro e cercò di buttarlo fuori dalla finestra, dicendo.

-          Ehm… niente, papy, niente…

Ma Carlisle riprese lo scheletro e lo esaminò attentamente. Così vi riconobbe (con l’intuito di un medico, non si sa bene come) una ragazza che era scomparsa la settimana prima, e di cui nessuno aveva avuto più notizie. Insospettito, e incazzato un po’ per l’astinenza ed un po’ per quel fatto, fulminò Jasper con un’occhiata cattivissima.

-          Cosa ci faceva questo, nel tuo armadio?

-          Ma niente, papy, dai, non t’incazzare – piagnucolò il biondastro – l’ho trovato per strada e mi sembrava artistico… volevo usarlo come soprammobile, sai, a scopo decorativo…

Ma Carlisle non se la bevve e, arrabbiatissimo, esclamò.

-          No, no, signorino! Tu hai mangiato un’umana, altro che! Ecco perché non dimagrivi come tutti noi, brutto imbroglione! E così, eh, facevi questi fuori pasto ipercalorici, butto schifoso! Ho capito, adesso!

Effettivamente Jasper aveva fatto qualche piccolo sgarro alla dieta, e più di una volta… di solito occultava i cadaveri, ma quando Em, Rose ed Alice avevano bussato alla sua stanza, qualche giorno prima, aveva nascosto lo scheletro in fretta e furia nell’armadio e poi, troppo impegnato a disperarsi perché la Bella Addormentata nel Bosco era una femmina, se l’era completamente dimenticato.

-          Allora – lo interpellò Carlisle, arrabbiatissimo – è così, non è vero? L’hai mangiata?

-          Non parlerò se non in presenza del mio avvocato.

-          Oh, tu palerai, invece!

Urlò Carlisle, rincorrendolo per tutta la casa sotto gli sguardi divertiti di Emmett, Edward, Rose e Alice, che avevano tirato fuori pepsi e pop corn e stavano cominciando a fare scommesse.

***

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ECCOMI QUI, CON UN RITARDO ENORME COME AL SOLITO, MA TANTO ORMAI CI SIETE ABITUATE... BHE, POCO MALE, LA SHOT SU JASPER E' VNUTA FUORI, ANCHE SE NON SO COME SIA... RIMETTO IL GIUDIZIO A VOI! TRA PARENTESI, RINGRAZIO TUTTI DI CUORE, MA NON HO IL TEMPO DI RISPONDERE PERSONALMENTE AD OGNI RECENSIONE... COME AL SOLITO, PERO', FATEMI SAPERE CHI VOLETE CHE SIA IL PROSSIMO PERSONAGGIO... MAGARI MI VERRA' UN'ALTRA IDEA E NON VI ASCOLTERO', MA VOGLIO CAPIRE CHI SONO I VOSTRI BENIAMINI... PER ORA MI SEMBRA CHE CI SIANO EM, ROSE E ALICE... MMM... 

E COMUNQUE NON CHIEDETEMI XK PROPRIO L'ARANCIONE, NON LO SO. ^^ 

BACI, ALLA PROSSIMA MARGHE


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