Cuore in tempesta

di Gioiss76
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** L'isola di vetro ***
Capitolo 3: *** Alcool e dichiarazioni ***
Capitolo 4: *** Avvicinamenti pericolosi ***
Capitolo 5: *** Distrazioni ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


Si sentiva una ragazza normale. Era bella e intelligente, ma aveva i suoi difetti, come l’essere molto autoritaria sugli altri, ma soprattutto era molto legata ai soldi e alle cose materiali di alto valore. In verità lei era una ragazza molto insicura e la causa di questo fu il suo movimentato passato. Cercava di non ricordare certi periodi della sua vita e certe perdite, nonostante tutto era andata avanti e adesso poteva definirsi felice e con una vera famiglia. Aveva deciso infatti qualche anno prima di unirsi a una ciurma di pirati, con i quali affrontò mille avventure. La nave su cui viaggiava era la sua casa e i compagni erano come veri e propri fratelli, ma lei si sentiva incompleta, aveva il bisogno di riempire quel vuoto che ogni giorno diventava sempre più grande. La causa di tale disagio si chiamava Roronoa Zoro, l’unico ragazzo che la faceva incazzare più di chiunque altro, ma allo stesso tempo le provocava sensazioni inspiegabili. Non era innamorata di lui, almeno non ancora, ma provava un’attrazione fortissima verso lo spadaccino; lo aveva sempre trovato sexy e affascinante, ma stavolta le cose erano diverse: lui era una calamita, una calamita pericolosa.

L’attrazione vera e propria era cominciata qualche settimana prima, una sera in particolare, quando Sanji le chiese gentilmente di portare la cena a Zoro, che non si era fatto vivo durante la serata. La ragazza, sebbene scocciata di dover sempre combattere con quel marimo, decise di incamminarsi verso la palestra e arrivata alla porta, la aprì delicatamente trovando davanti a sé il compagno completamente addormentato.

 

La visione di quel corpo statuario ancora sudato, a causa dell’allenamento precedente, risvegliò gli ormoni della navigatrice, che si avvicinò per osservare meglio tutti i dettagli del suo compagno.

Zoro era disteso per terra con le braccia dietro la schiena, indossava solo i pantaloni e quindi parte del suo corpo ora si mostrava all’intrusa. Nami si soffermò sui pettorali e sugli addominali, scolpiti da lunghi e faticosi allenamenti, poi passò al viso che era rilassato, ma su cui spiccava il solito ghigno, anche quando dormiva aveva la solita espressione. Passarono molto minuti e la navigatrice continuava a fissare quel corpo da divinità greca, fino a quando un urlo di sotto non la riportò alla realtà.

“NAMI TESORO TUTTO BENEEE?”

Le parole del cuoco arrivarono anche alle orecchie di qualcun altro e infatti poco dopo lo spadaccino cominciò a grugnire e a muoversi, Nami fece appena in tempo a uscire di lì e correre di sotto.

 

Da quella sera Nami guardava Zoro con occhi diversi, lo spogliava con lo sguardo. In verità non le piaceva solo fisicamente, ma anche caratterialmente. Nonostante Zoro fosse orgoglioso e arrogante, il suo carattere la attirava perché sapeva che aveva anche dei pregi, infatti era molto coraggioso e altruista, avrebbe dato la vita per i suoi compagni e lei lo sapeva benissimo.

 

Ma non sapeva che le cose da ora in poi sarebbero state complicate e che una nuova figura e diversi avvenimenti avrebbero sconvolto completamente la sua vita.

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Capitolo 2
*** L'isola di vetro ***


Erano giorni che navigavano e le scorte stavano finendo, Nami suggerì di fermarsi il prima possibile su un’isola per rifornirsi e la più vicina era la cosiddetta “Isola Glass”. L’unica che ne aveva già sentito parlare era Nico Robin, che disse ai suoi compagni che quell’isola era famosa per essere un luogo di passaggio per tutti i pirati e soprattutto per la sua città. La ciurma di pirati decise navigare verso quest’isola.

La mattina seguente il mare sembrava diverso dal solito, era fin troppo calmo e la cosa più assurda è che era così cristallino e trasparente da poter guardare il fondale. Tutti i Mugiwara si affacciarono per poter ammirare quello spettacolo, infatti il fondale era costituito da rocce e coralli di vetro, anche i granelli di sabbia sembravano essere di vetro e solo i pesci, che avevano colori molto vivaci, creavano un netto contrasto. Di sicuro non era una cosa di tutti i giorni trovare un tratto di mare così particolare.

“Siamo sul mare di Glass, la parte di mare che circonda l’isola di vetro… Avevo letto che i fondali sono spettacolari, ma non pensavo che potesse esistere un posto del genere” disse l’archeologa.

“Ma come può essere tutto di vetro? E’ incredibile…” disse Usop stupito.

Nico Robin gli spiegò su quell’isola c’erano molte leggende e che non si sapeva molto sulla storia dell’isola.

“Guardate ragazzi!” urlò Rufy indicando un punto all’orizzonte.

Sullo sfondo comparve un’isola , che spiccava su quel mare cristallino. Avvicinandosi sempre più notarono che anch’essa sembrava fatta di vetro e non vedevano l’ora di scendere per visitarla. Decisero di gettare l’ancora e cominciarono a incamminarsi verso la spiaggia. Messi i piedi in terra si accorsero che la sabbia era composta da granellini di vetro, gli unici che sembravano non essere di vetro, almeno in parte, erano gli alberi; le palme infatti avevano il tronco di vetro, ma le foglie erano vere e verdi, anche se notarono che brillavano più del solito. Si incamminarono verso la foresta e spuntarono su un sentiero che saliva verso una collina, arrivati in cima si bloccarono di colpo. Davanti a loro si estendeva una città, costruita interamente in vetro, le case e i palazzi erano di vetro, le strade erano di vetro, anche se spiccavano tra gli edifici perché erano più scure, anche i lampioni erano di vetro con delle lampadine rotonde e bianche, ovviamente spente perché era giorno.

“Wow..”  esclamarono tutti in coro. Si trovavano davanti al paradiso degli architetti, perché non solo tutti gli edifici erano di vetro, ma erano davvero moderni.

“Che ne dite di andare ad informarci meglio su quest’isola? Lì c’è una locanda” disse Nami indicando un punto preciso in mezzo agli edifici.

“Hai una vista fantastica, mio amore” le rispose Sanji con il solito tono da gentiluomo.

Così la ciurma si diresse verso la città ed entrò nella locanda, ammirando i tavoli, il bancone e le sedie costituite da vetro. In quel momento non c’erano clienti e un bizzarro vecchietto si avvicinò a loro vedendoli disorientati.

“Benvenuti all’isola Glass, più comunemente chiamata Isola di Vetro, voi siete forestieri immagino, se volete posso darvi qualche informazione a riguardo”

“Si, grazie”

“Allora, intanto quest’isola non è sempre stata così, prima era una comunissima isola, ma la leggenda narra che un uomo si trasferì qui e cominciò a costruire una città, costruendo tutto con il vetro, ma non si sa come fece, visto che è impossibile costruire tutto dal nulla e senza materiale, inoltre come avrete notato anche gli elementi naturali come la sabbia, gli alberi, le rocce e i coralli sono di vetro… E’ tutto avvolto dal mistero, c’è chi dice che l’isola è sempre stata così e chi invece afferma che quell’uomo mangio un frutto del diavolo, che gli donò il potere di trasformare ciò che voleva in vetro” concluse il vecchio.

“Si spiegherebbero molte cose” disse Nico Robin.

“Sicuramente è così, comunque miei cari io sono il proprietario di questa locanda, abito su quest’isola da moltissimo tempo. Questo luogo è famoso per le feste ed è un luogo di ritrovo per molti pirati, la maggior parte di loro alloggia al Glass Hotel che si trova nel quartiere più importante, come avrete notato una parte della città è costituita da case semplici e l’altra parte da palazzi alti e moderni, se volete divertirvi e incontrare molta gente dovete andare verso la parte più moderna, famosa per essere il centro della vita notturna”

Tutti i membri della ciurma decisero di andare a esplorare la città.

“Io voglio andare a fare shopping” disse Nami, indicando un gruppo di negozi e facendo l’occhiolino a Robin.

“Ragazzi ci vediamo qui tra due ore” disse Robin e le due ragazze si staccarono dal resto del gruppo.

I maschi della ciurma, invece, andarono un po' in giro per la città tra negozi e locande, Sanji comprò qualcosa per la cena, Chopper invece comprò dei medicinali che mancavano, mentre gli altri guardavano i numerosi oggetti esposti nelle vetrine.

Due ore più tardi tornarono nel punto in cui si erano dati appuntamento con le ragazze e le trovarono con almeno una quindicina di buste, si erano comprate vestiti, scarpe, profumi, trucchi e addirittura dei pupazzi di pezza.

“Ma che problemi avete? E poi cosa sarebbero QUELLI?” esclamò Zoro indicando i pupazzi.

“Pupazzi, erano carini e quindi abbiamo deciso di prenderli” gli rispose Nami fiera dei suoi acquisti e continuò: “Ah e dei tizi ci hanno detto che domani sera ci sarà un party con musica e molto alcool”sottolineò la parola alcool.

La sera dopo quindi tutti decisero di andare a questa festa.

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Capitolo 3
*** Alcool e dichiarazioni ***


Nami era in camera sua e stava decidendo cosa mettersi quella sera, il giorno prima lei e Robin avevano fatto del sano shopping e quindi aveva l’imbarazzo della scelta sui vestiti. Aveva comprato anche due vestiti da sera, uno rosso e uno nero, quest’ultimo particolarmente sexy e due paia di décolleté. Quella sera voleva osare e quindi dopo almeno un’ora optò per l’abito nero e un paio di scarpe rosse con tacco 15, si mise davanti lo specchio e provò entrambi. Wow, si disse, sembrava molto più grande, il vestito era cortissimo e le risaltava tutte le forme e le scarpe spiccavano per il loro colore rosso acceso, nell’insieme era davvero bellissima, ma molto provocante. Chissà forse Zoro così l’avrebbe notata…

 

Nel frattempo in cucina, i ragazzi si erano radunati per discutere dei loro piani sulla serata.

“Chissà quante belle ragazze ci saranno, non vedo l’ora di andare alla festa e magari portarmene a letto qualcuna…” disse Sanji con aria sognante.

“Ma che devi fare tu cuoco da strapazzo, parli tanto ma non concludi mai niente” gli rispose Zoro. Sanji lo fulminò con lo sguardo.

“Ah si? E tu invece, hai mai concluso qualcosa? Non mi pare”

“Saranno cazzi miei cuoco”

“Facciamo una cosa, stasera il primo che si abborda una ragazza e riesce a concluderci qualcosa vince, così staremo a vedere chi è il migliore tra noi due in questo campo”

“Mmm… va bene tanto io vinco sempre”

“Ragazzi, scusate se mi intrometto, ma non mi sembra una buona idea” disse Usop a entrambi, ma ormai era fatta, la sfida era stata lanciata.

 

Dall’altra parte della nave Nico Robin raggiunse Nami.

“Nami sei bellissima! Ma come mai questo look così sexy, vuoi fare colpo su qualcuno?”

“No, voglio solo essere diversa per una sera…”

“Non mi convinci, secondo me c’è sotto qualcosa, anche perché è un po' di tempo che sei pensierosa e ho notato che spesso guardi una persona su questa nave”

“Io?! Ma non è vero”

“Vabbè, lo sai che il tuo segreto è al sicuro con me”

Niente, era inutile replicare, Robin si accorgeva sempre di tutto. Anche quest'ultima si cambiò ed entrambe cominciarono a truccarsi e sistemarsi i capelli. Nami si mise un po' di eyeliner e mascara e stese uno strato di rossetto rosso sulle labbra, Robin invece si truccò un po' di meno, solo con mascara e gloss.

Entrambe le ragazze scesero sotto e trovarono i ragazzi già pronti ad aspettarle.

“Yohohohohho ma chi sono queste due, le conosciamo?” disse Brook.

“NAMI, ROBIN SIETE BELLISSIME, LE MIE DEE MERAVIGLIOSE” esclamò Sanji andando a baciare le mani delle due ragazze.

Zoro, che era messo un po' in disparte, non poté non guardare Nami, era stupenda e molto sexy, fin troppo. Per la prima volta la guardava davvero, rendendosi conto di quanto fosse cresciuta e cambiata, era molto più donna, in quel contesto la parola “mocciosa” non le si addiceva.

Tutta la ciurma si diresse verso la città di vetro, che era tutta illuminata e arrivarono di fronte al Glass Hotel, dove ci sarebbe stato il party. L’Hotel, infatti una volta la settimana si trasformava in una discoteca.

C’era molta confusione già all’ingresso, ma riuscirono a entrare quasi subito. Nonostante fosse poco illuminato all’interno, era possibile distinguere le sagome dei vari arredamenti, al centro di questa infinita stanza c’era una fontana (rigorosamente in vetro) con sopra una statua di uomo sconosciuto, il cui volto sembrava loro vagamente familiare, i banconi ai lati della stanza erano in vetro, ma di diversi colori, che riprendevano un po' le luci del locale.

I vari componenti della ciurma si divisero, alcuni andarono a bere e altri a ballare, Nami e Robin andarono a sedersi al bancone e ordinarono da bere, poco dopo il barista portò loro due cocktail.

“E’ davvero bello questo posto” disse Robin all’amica, sorseggiando il drink.

“Si, hai ragione.” le rispose Nami pensierosa.

“A che pensi?”

“A niente perché?"

“Dai Nami, ti conosco troppo bene, perché non mi…” ma fu interrotta dall’arrivo di un uomo alle loro spalle.

“Buonasera fanciulle, come mai due belle ragazze come voi sono sole?” chiese il tizio.

Quell’uomo poteva avere una trentina d’anni ed emanava un forte odore di alcool, il classico individuo che cerca di rimorchiare le donne in discoteca.

“Veramente non siamo proprio sole, quindi gira al largo” gli rispose freddamente Nami.

“Ehi rossa, lo sai che sei davvero sexy? Potresti farmi compagnia dopo… ” continuò l’uomo.

La navigatrice stava per dargli uno schiaffo, ma Zoro, sbucato dal nulla, si intromise.

“Qualche problema?” chiese lo spadaccino, guardando male l’uomo che aveva di fronte.

I due si guardarono un attimo e poi l’uomo se ne andò borbottando qualcosa, sicuramente la stazza di Zoro lo aveva intimorito.

“Non avevamo bisogno del tuo aiuto”

“Ah si? La prossima volta fatti stuprare, mocciosa irresponsabile”

“Idiota, come ti permetti”

“ZORO!” lo chiamò Sanji. “Mi sa che stasera vincerò io ahah”

“Maledetto cuoco, devo rimediare…” disse Zoro allontanandosi.

“Di cosa stanno parlando quei due? Non mi convincono”

“Non ne ho idea, andiamo a ballare?”

Le due ragazze raggiunsero la pista e cominciarono a ballare, ma nemmeno il tempo furono circondate da un gruppo di ragazzi, così decisero di andare a vedere che facevano gli altri. Videro Sanji al settimo cielo, circondato da un bel gruppo di ragazze, poi trovarono tutti gli altri che ballavano e scherzavano in un angolo della pista, ma all’appello ne mancava uno e si trattava di Zoro. Nami lo cercò con lo sguardo, ma niente, forse, pensò, si era perso. Ma come accidenti potrebbe perdersi dentro un locale?! Vabbè che lì dentro era molto grande, ma comunque era impossibile, continuò a guardarsi intorno, ma ad un tratto preferì non averlo fatto; Zoro era lì, seduto su un bancone a bere con due ragazze, e sembrava anche molto felice di condividere il tempo con loro. Una delle due ragazze gli stava letteralmente addosso. Ma Nami cosa poteva fare, andare lì e prenderle a schiaffi? No, non ne aveva nessun diritto, ma non riusciva nemmeno a guardare quella scena. La ciliegina sulla torta fu quando quella ragazza cominciò a baciargli il collo. Non poteva guardare ancora, chissà a che punto sarebbero arrivati, così Nami, con le lacrime agli occhi si diresse verso il bancone, il più lontano possibile da lui, per bere il più possibile e non pensare più a niente. Era sbagliato, lo sapeva benissimo, ma in quel momento le sembrava l’unica cosa da fare.

 

Nel frattempo Zoro, qualche metro più in là, si faceva coccolare per bene dalle due ragazze, ma lo faceva solo per la scommessa con Sanji, voleva vincere ad ogni costo. Per un attimo si girò e vide Nami che si scolava interi bicchieri di alcolici, aveva un’aria triste, molto diversa da quella che aveva prima, chissà cosa le era successo… Una delle due ragazze gli chiese di accompagnarla in bagno con tono malizioso e lui pensò subito a come vincere la sfida, si alzò, fece segno a Sanji e fu trascinato dalla ragazza in direzione bagno.

 

Quando Zoro le passò accanto mano nella mano con quella tizia e scomparve nel nulla, Nami si sentì morire e chiese al barista di portarle altri due bicchieri, che le annebbiarono completamente la ragione. Si alzò e andò a ballare in maniera decisamente troppo provocante e si ritrovò appiccicata a un ragazzo che cominciò a toccarla.

“Nami, che cavolo stai facendo!” le urlò Robin, prendendola per un braccio e portandola dagli altri. “Ma si può sapere che stai combinando?”

Nami cercò di rispondere, ma svenne e per fortuna fu presa da Franky.

Decisero di tornare alla nave e andarono a recuperare Sanji e Zoro; usciti dall’hotel i due ragazzi chiesero loro che era successo e il perché Nami fosse in quello stato. Quest’ultima riprese i sensi e si diresse verso Zoro barcollando.

“Tu… mi hai rovinato la serata, spero almeno che ti sia divertito” gli disse a bassa voce Nami

“Perché ti avrei rovinato la serata?”

“Sai non pensavo di reagire in questo modo, non avrei dovuto essere così debole, ma tu mi rendi così buzzurro antipatico, quando ti ho visto andar via mano nella mano con quella puttana non ho capito più nulla… perché tu mi piaci, non sai quanto” disse sussurrando la navigatrice, talmente piano che Zoro dovette avvicinarsi fino a sfiorarle il viso.

L’alcool si era impossessato di Nami, l’aveva costretta praticamente a dichiararsi. Il danno era fatto e lei in quel momento non se ne poteva rendere conto.

“Nami io…”

“Non importa, sono abituata a soffrire, solo che non pensavo di poter star male per uno come te. La verità è che non solo quest’isola è fatta di vetro, anche il tuo cuore è di vetro”

“Fammi spiegare, non è come sembra” ma Nami svenne di nuovo e lui la prese in braccio.

“Zoro, che sta succedendo?” gli chiese il capitano.

“Niente, è ubriaca fradicia e si è messa a dire cose insensate. Direi che è ora di tornare sulla Sunny.”

Si diressero verso la spiaggia, dove era ancorata la nave.

“Zoro, a proposito della sfida, lasciamola stare. Lo so che hai vinto tu perché sei riuscito a farti quella ragazza, ma mi sono reso conto di aver sbagliato, avrei dovuto tener d’occhio Nami” gli disse Sanji a bassa voce per non farsi sentire dagli altri.

“Sanji io in verità non ho fatto proprio nulla, mi sono fatto trascinare da quella in bagno solo per farti vedere che ero in vantaggio, ma arrivato lì l’ho lasciata stare. Io non mi abbasserei mai a quei livelli.”

Era vero, sapeva di essere un bel ragazzo e di fare un certo effetto sulle donne, ma non riusciva ad approfittarsene così. In passato era successo qualche volta, ma era diverso, non voleva più fare gli stessi sbagli. Ora era lì, con Nami in braccio, che gli aveva dichiarato di essere cotta di lui e si sentiva uno schifo.

Arrivato sulla nave poggiò la navigatrice sul suo letto, spense la luce e andò a dormire insieme agli altri.

 

Qualche ora più tardi Nami si svegliò in preda al panico, le girava la testa e non ricordava quasi nulla. Guardò il letto accanto, con Robin addormentata e si alzò, aveva bisogno di aria, quindi aprì la porta e si diresse fuori. Era l’alba, il sole cominciava ad alzarsi nel cielo e illuminava ogni singolo granellino di sabbia, facendolo brillare. Decise di farsi una passeggiata in spiaggia e mentre camminava cominciarono a riaffiorarle i ricordi… Aveva visto Zoro con quella, si era ingelosita, si era ubriacata in infine gli aveva dichiarato i suoi sentimenti. Oddio, no… Non poteva essere, ma cosa diamine aveva combinato?

Un rumore di passi dietro di lei la fece ritornare alla realtà.

“Ehi bambolina, perché quell’aria triste?”

“Scusa, ma chi saresti?”

“Piacere, mi chiamo Trafalgar Law”

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Capitolo 4
*** Avvicinamenti pericolosi ***


Quella mattina Zoro si svegliò prima del solito, aveva troppi pensieri in testa e decise di uscire sul ponte per schiarirsi un po' le idee.

Non poteva non pensare alla serata del giorno prima. Una sola parola, Nami. Quel nome aleggiava  nella sua mente. Era stato un idiota, non solo perché aveva inconsapevolmente ferito la navigatrice, ma soprattutto perché non era da lui accettare una sfida del genere, ma il suo orgoglio e la sua voglia di essere migliore in tutto non l’aveva fatto ragionare. Aveva ferito la sua compagna, che a quanto pare era cotta di lui e non se ne era mai accorto, o meglio, non ha voluto accorgersene. Aveva notato che spesso lei lo guardava con un’aria diversa, ma lui era troppo preso dai suoi allenamenti, non si sarebbe fatto distrarre da una ragazza, che era anche una sua compagna sulla nave, sarebbe stato troppo complicato. Intrigante, pensò, ma non era proprio il caso. Nami era la navigatrice della nave, una ragazza intelligente, ma troppo insopportabile e poi era una mocciosa. Una bellissima mocciosa, gli disse una vocina dentro di lui, l’unica che sapeva tenergli testa su quella nave. Aveva bisogno di parlarle, doveva chiarire.

 

 

“Da quanto tempo sei su quest’isola?” chiese la rossa al ragazzo appena conosciuto.

“Più o meno da una settimana, dovrei partire, ma per ora non ho nessuna intenzione di andarmene da quest’isola”

“In effetti si sta davvero bene qui…”

“Allora perché quell’espressione malinconica?”

“Non sono affari tuoi”

“Ok bambolina, ma almeno dimmi che ci fai qui da sola”

“Stavo facendo una passeggiata, la mia nave è poco più in là”

“Capisco” disse Trafalgar guardando il mare.

“Bene, ora dovrei andare”

“Non così in fretta, che ne dici di vederci stasera? Così ci conosciamo un po' meglio”

Non le piacque il tono con cui disse questa frase, ma in effetti il pensiero di poter staccare un po' la spina l’attirava. Voleva dimenticare la brutta figura fatta la sera prima e voleva, soprattutto, dimenticarsi di Zoro. Guardò bene il ragazzo che aveva di fronte, era bello doveva ammetterlo, con quello sguardo tenebroso e con quei profondi occhi grigi, il suo ghigno le ricordava un po' Zoro.

“D’accordo”

 

 

“NAMI TESOROO DOVE SEI? EHI TESTA D’ALGHE HAI VISTO LA MIA PASTICCINA?”

“No cuoco dei miei stivali”

“COME TI PERMETTI…”

“Eccomi, scusate se vi ho fatto preoccupare, ero in spiaggia a fare un giro” rispose la navigatrice sorridente.

Non riusciva a guardare in faccia Zoro, come poteva farlo dopo quello che era successo? Si diresse in cabina, dove trovò Robin sdraiata sul suo letto a leggere un libro. Aveva bisogno di sfogarsi e l’unica che poteva aiutarla in quel momento era la sua amica, così le raccontò dei suoi sentimenti per lo spadaccino, le cose che gli aveva detto la serata precedente e l’incontro con il ragazzo sulla spiaggia.

“Nami, io mi sono accorta che provi dei sentimenti per lui. Comunque hai sbagliato ad ubriacarti in quel modo ieri, hai solo peggiorato la situazione.”

“Ma che potevo fare, lui si stava divertendo con una tizia e io come una deficiente mi sono fatta prendere dal panico!”

“Da quello che ho capito lui e Sanji avevano fatto una scommessa, ma non mi sembra abbiano concluso qualcosa alla fine.”

“Cosa?”

“Si, ho sentito che ne parlavano e Zoro ha detto a Sanji che la sua era tutta una messa in scena”

“Ma anche se fosse io come faccio a risolvere la situazione? Aiutami Robin”

“Parla con lui, è l’unica soluzione”

L’idea di andare a parlare con quel buzzurro non l’attirava per niente, ma Robin aveva ragione, doveva affrontare la situazione. Salì in palestra, aprì la porta e si ritrovò davanti lo spadaccino mezzo nudo.

“Zoro, ma un minimo di dignità, copriti!”

“Senti chi parla, quella che sta più nuda che vestita ogni giorno e poi io sono nella MIA palestra, quindi posso fare quello che voglio”

“Antipatico buzzurro”

“Stupida strega”

Dopo una serie di insulti cadde un silenzio imbarazzante.

“Zoro…io…”

“Mocciosa…”

“Zoro non so cosa mi abbia preso ieri sera, ero ubriaca, devi dimenticare tutto ciò che ho detto”

“Non posso dimenticare”

“Si invece. Devi”

“Dimenticarmi che io ti piaccio e che sei gelosa di me? Non posso”

“Ero ubriaca, non capivo…”

“Capivi benissimo. Ti conosco, non sei una che si ubriaca facilmente, eri solo un po' brilla e ne hai approfittato per rivelarmi i tuoi sentimenti.”

“Io non provo nulla per te, non so cosa mi abbia preso, te l’ho detto”

Zoro a quel punto si avvicinò pericolosamente al suo viso, prendendole una mano e portandola sul suo petto muscoloso.

“Dimmi chiaramente che non provi nulla per me” le disse a pochi centimetri dal suo viso.

“Io n-non provo… nulla per te”

“Ne sei sicura?” le richiese alitando sul suo collo, facendola rabbrividire.

“Si… no… Zoro si, mi piaci ok? Sei contento adesso?”

“Un po'”

Era soddisfatto di fare quell’effetto sulla ragazza, avrebbe voluto farla sua proprio in quel momento, ma non doveva cedere. Lui era uno spadaccino, a quasi un passo dal coronare il suo sogno, non poteva permettersi di innamorarsi di lei e nemmeno si approfittarsene anche solo per un momento.

“Mocciosa devi dimenticarti di me, non sono il tuo tipo, lasciami perdere”

“Ma non eri contento?”

“Si perché mi piace essere desiderato. E tu sei una delle tante”

Aveva colpito in pieno.

“Sei uno stronzo!” urlò Nami, ormai con le lacrime agli occhi.

Una delle tante. Una delle tante. Solo una delle tante. Quelle parole l’avevamo trafitta come pugnali. Scappò via lasciandosi alle spalle lo spadaccino che l’aveva ferita, non con le spade, ma con semplici parole.

 

“Mi dispiace Nami, è l’unico modo per farti allontanare da me”

Era stato un bastardo, si sentiva terribilmente in colpa, ma non poteva farci nulla. Il suo sogno stava sopra ogni cosa, non poteva permettersi nessuna distrazione.

 

 

Nel frattempo dall’altra parte dell’isola di vetro…

“Trafalgar che ci fai qui, hai scoperto qualcosa?” chiese un uomo con i capelli rosso fuoco.

“Si, non siamo gli unici pirati su quest’isola. Pirati forti intendo…”

“Chi c’è?”

“Cappello di paglia e la sua ciurma, la loro nave è ancorata vicino la spiaggia a sud”

“Davvero? Hanno delle taglie altissime, soprattutto il capitano e il cacciatore di pirati, è una bella occasione”

“Lo so mio caro Eustass Kid, ma a me piace fare le cose per bene”

“Cosa vuoi fare?”

“Ho incontrato una ragazza che fa parte della loro ciurma e mi è venuta una brillante idea”

“Sarebbe? Non mi tenere sulle spine”

“Voglio sedurre la ragazza e farmi portare da lei sulla sua nave, quando avrò ottenuto completamente la sua fiducia tenderò una trappola a tutta la ciurma e a quel punto mi servirà il tuo aiuto”

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Capitolo 5
*** Distrazioni ***


Nami era distesa sul suo letto, avrebbe incontrato di nuovo il misterioso ragazzo tra qualche ora e mille pensieri le invadevano la testa. Era il terzo giorno su quell’isola. Come potevano essere successe tutte quelle cose solo in tre giorni, si chiedeva nella sua mente. Era stata una stupida a parlare con Zoro, non doveva e adesso doveva pagarne le conseguenze. Se la sarebbe spassata con Law, dopotutto ormai dopo tutti i danni che aveva fatto, uno in più o uno in meno non avrebbe fatto nessuna differenza. Ma la verità è che stava troppo male, non lo avrebbe mai ammesso a nessuno, nemmeno a sé stessa. Le parole di Zoro l’avevano ferita come tante lame affilate, sapeva che era uno stronzo, ma non si sarebbe mai aspettata certe parole, ma non capiva quello sbalzo di umore dello spadaccino mentre le parlava, perché qualche secondo prima era compiaciuto del fatto che lei gli avesse confessato i suoi sentimenti e un attimo dopo si era rabbuiato? Lo avrebbe scoperto prima o poi.

Qualche attimo dopo entrò Robin.

“Nami ti va di fare una passeggiata?”

“Certo! Andiamo”

Le due ragazze decisero di andare un po' in spiaggia, la navigatrice era pensierosa e taciturna, così Robin ruppe il silenzio.

“Nami, sei sicura di fare la cosa giusta uscendo con quel ragazzo stasera?”

“Ho bisogno di distrarmi e poi non è mica un appuntamento!”

“Si, ma non sai nulla di lui, potrebbe anche provarci…”

“Ma io non ho nessuna di intenzione di starci se lui ci prova. Sarà una semplice uscita, tanto per conoscerci meglio”

“Va bene, ma stai attenta lo stesso. Lo hai già detto agli altri che stasera non ceni con noi?”

“Ehm…no”

 

Qualche ora dopo…

Nami era davanti lo specchio, quasi pronta per l’uscita con Trafalgar Law. Aveva scelto una canotta bianca con una scollatura a “V”, che lasciava intravedere parte delle sue forme, una minigonna nera e dei sandali con il tacco, anch’essi neri. Mancava solo il trucco all’appello, dopò qualche indecisione optò per un make up semplice, un po' di gloss trasparente, mascara e un velo di blush.

 Chissà cosa le avrebbero detto gli altri a proposito dell’uscita…

Entrò in cucina dove c’erano Sanji, che cominciava a preparare la cena, Usop, Chopper, Rufy e stranamente Zoro, seduto in una sedia con i piedi sul tavolo.

“Ragazzi stasera non ceno con voi”

“E perché mai, mia dolce Nami?” rispose il cuoco.

“Perché devo uscire con una persona.”

“E CHI SAREBBE?” rispose nuovamente il cuoco.

“Un ragazzo che ho conosciuto stamattina, mi ha chiesto di uscire e io ho accettato. Un’uscita per conoscerci meglio, come amici ovviamente” sottolineò.

“Ma tesorino, nemmeno lo conosci, potrebbe essere un maniaco”

“O uno zombie!” esclamò Usop.

“O un serial killer!” esclamò Chopper.

“O uno spacciatore di carne!” esclamò Rufy per concludere.

“Ahaha ragazzi non fate gli stupidi e non vi preoccupate, tornerò presto”

“Stai attenta pasticcina mia”

In tutto questo Zoro era lì, aveva ascoltato ogni singola parola, ma non disse nulla.

Una parte di lui, però, era estremamente gelosa.

 

 

Si erano dati appuntamento all’ingresso della città di vetro e lui era già lì.

“Ehi bellissima”

“Ciao Law”

 “Dove vorresti andare?”

“Non saprei, fai tu”

“Ok, non resterai delusa”

La portò in un piccolo ristorante alla periferia della città. Era a due piani con ogni singolo centimetro di costruzione in vetro, circondato da piccoli lampioni che illuminavano tutto il perimetro. Entrarono e subito un cameriere gli venne incontro.

“Signori avete prenotato un tavolo?”

“Si, a nome di Trafalgar Law”

“Perfetto, seguitemi”

Il cameriere portò i due fuori, dove c’era una terrazza nascosta che mostrava una vista mozzafiato. Essendo su una collina, il ristorante mostrava una parte della città e sullo sfondo il mare. Era semplicemente fantastico. Si accomodarono su un piccolo tavolino di vetro azzurro, al cui centro c’erano dei fiori e una candela. Ordinarono e poi parlarono del più e del meno, adesso la navigatrice era a suo agio e doveva ammettere che le piaceva quella compagnia, riusciva a parlare tranquillamente con lui, si era quasi dimenticata dei suoi problemi sentimentali, ma poi Law toccò un argomento delicato:

“E come mai una come te è ancora single?”

“Diciamo che nel campo dell’amore non sono molto fortunata, ma potrei fare la stessa domanda a te.”

“Non ho trovato la persona giusta. Comunque chiunque ti abbia rifiutata o fatta soffrire è davvero un idiota”

“La verità è che non siamo mai ricambiati da chi ci piace sul serio, ma adesso ho voltato pagina”

“Hai fatto bene bambolina, ma dimmi, la cena è stata di tuo gradimento?”

“Si, tutto buonissimo grazie”

Dopo aver pagato il conto Law la portò un po' giro per la città, era incredibile quanta confusione ci fosse la sera, su tutte le strade erano state montate tantissime bancarelle, le case erano talmente illuminate da brillare e in lontananza la luna illuminava una parte di mare, in cui si intravedeva la sagoma di una nave, la sua nave, la Thousand Sunny. Chissà Zoro che stava facendo…

 

Lo spadaccino era sul ponte della nave, appoggiato al muro con le braccia incrociate dietro la testa e fissava la luna. In quel momento chissà cosa stava facendo Nami con quello sconosciuto, non era molto tranquillo, voleva essere sicuro che tornasse sana e salva, era pur sempre una sua compagna e quindi decise di aspettarla lì. Sbadigliò e si addormentò, tanto al minimo rumore si sarebbe svegliato.

 

“Ho passato davvero una bella serata, ma adesso dovrei tornare sulla nave, è tardi”

“Ma certo, però lascia che ti accompagni, camminare da sole a quest’ora può essere pericoloso”

Così i due si diressero verso la spiaggia e dopo qualche minuto arrivarono.

“Grazie di tutto Law”

Lui la guardò senza dire nulla, si avvicinò e la baciò all’improvviso. Un bacio delicato, ma molto intenso. Nami non si ritrasse, anzi ricambiò. Si staccarono e lui le sorrise.

“Grazie a te, domani se vuoi potremmo rivederci”

“Mi farebbe piacere”

“Buonanotte bambolina”

 

Nami salì sulla nave, ancora scossa dal bacio appena ricevuto. Sul ponte regnava la completa oscurità, stava per entrare, ma una voce la fermò.

“Finalmente ti sei fatta viva” esclamò lo spadaccino.

“Cosa te ne importa?”

“Veramente mi importa, visto che siamo compagni su questa nave”

“Ah quindi ti importa, strano, mi hai ignorato tutto il giorno e ora ti importa qualcosa, ma per favore”

“Sei una strega antipatica”

“No sei tu che sei un buzzurro antipatico, arrogante ed egoista. Menomale che esistono persone gentili come Law”

“Ah quindi si chiama Law?”

“Si e lo rivedrò anche domani, ora buonanotte” concluse la navigatrice sbattendo la porta.

 

Zoro non sapeva perché, ma aveva un brutto presentimento, inoltre gli dava fastidio l’atteggiamento di Nami nei suoi confronti. Ma era tutta colpa sua, lui aveva voluto tutto questo, pensò. Se ne stava già pentendo amaramente.

 

Il giorno dopo passò velocemente, ogni componente della ciurma stava facendo qualcosa, tranne Rufy, che continuava a lamentarsi di aver fame con Sanji, che cominciava dare segni di una crisi isterica. Nami era nel suo studio a disegnare cartine, era da tanto che non ci lavorava e quel giorno aveva deciso di impegnarsi; alzò lo sguardo e vide una busta nella finestra, la prese e la aprì:

 

Bambolina, ieri sono stato davvero bene con te, stasera vorresti passarla nuovamente con me? Ti aspetterò nella piazza principale.

Law

 

Come aveva fatto a mettere quella busta lì? Che fosse salito sulla nave? Impossibile. Comunque non sapeva che fare, sapeva che lui ci avrebbe provato ancora di più, solo il giorno prima si erano baciati. Quel ragazzo però le piaceva, con quell’aria misteriosa e quel modo di fare intrigante, era anche un modo per dimenticare Zoro, a modo suo. Decise di uscire anche quella sera con Law.

 

Qualche ora più tardi Zoro vide Nami uscire dalla sua stanza, indossava un vestitino blu aderente, si era truccata abbastanza, doveva ammettere che era bellissima, ma non era sua, ormai era solo di quello sconosciuto. Aveva sbagliato tutto, non ce la faceva più a sopportare che lei uscisse con un altro, dopo che aveva dichiarato i suoi sentimenti a lui. Cosa poteva fare? Non lo sapeva ancora, ma avrebbe trovato un modo.

 

Cenarono in un piccolo ristorante al centro della città, poi passeggiarono un po' per le vie di vetro della città e Law le propose di andare a bere qualcosa nel pub, lei accettò ed entrarono. L’interno di quel posto era cupo, c’erano molte persone, quasi tutti ubriachi. Si misero in un angolo dell’immenso bancone e chiesero da bere.

“Bambolina vacci piano”

“Bere è una mia passione, lo faccio sempre sulla mia nave e con…”

“Con?”

“Con i miei compagni”

“Capisco, ma stasera sei con me. Anche io sono un asso duro con l’alcool”

“Io sono una campionessa”

“Voglio proprio vedere”

Quello che doveva essere solo un cocktail si trasformò in una gara, non sapevano nemmeno quanto avevano bevuto, Nami era già brilla e Law ancora non cedeva.

“Buonasera” si intromise un uomo dai capelli rossi e dall’aspetto un po' punk.

“Ciao Kid”

“Chi è questa bella fanciulla?” chiese Kid.

“Lei è Nami”

“Molto piacere Kid” disse Nami stringendo la mano del rosso.

Kid si avvicinò all’orecchio di Law.

“E’ completamente brilla, divertiti stanotte” E se ne andò.

“Ok bambolina, basta bere, sennò come torni sulla nave”

“Noo, voglio restare qui, anzi mi voglio sdraiare, mi gira la testa”

“Vieni ti porto in camera mia”

L’Hotel in cui alloggiava Law era a due passi dal pub, lo stesso in cui si era tenuta la festa a cui aveva partecipato la ciurma. La stanza era al penultimo piano, quindi presero l’ascensore. Nami si avvicinò felina a Law e lo baciò all’improvviso, sorprendendolo. Il ragazzo ricambiò subito il bacio e loro bocche diventarono sempre più infuocate, la passione di quel momento finì quando l’ascensore si fermò, aprendosi. Fecero qualche passo e Law aprì la sua stanza. Era davvero bella, con gli arredamenti molto moderni e una finestra enorme che mostrava il panorama della città.

Law la prese in braccio e la distese sull’enorme letto matrimoniale, si baciarono con la stessa passione e desiderio di poco prima e cominciarono a svestirsi.

“Sei sicura bambolina?”

“Sicurissima”

Law le tolse il vestito lasciandola in intimo, lei fece lo stesso, poi con violenza le tolse anche mutandine e reggiseno e cominciò a toccarla nel suo punto più intimo, facendola gemere. Lei gli tolse i boxer e prese subito in mano il suo membro, stuzzicandolo. Dopo qualche preliminare passarono subito al sodo, Law entrò con decisione dentro di lei e cominciò a muoversi, facendo urlare Nami di piacere, dopo un po' entrambi raggiunsero l’apice e si accasciarono l’uno sull’altra.

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