La leggenda di Wanheda

di Kristen92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Ricerca ***
Capitolo 2: *** La Ricerca Pt.2 ***
Capitolo 3: *** L' Assemblea. ***
Capitolo 4: *** Lezioni ***
Capitolo 5: *** Heda, mai più ***
Capitolo 6: *** Combattimento all'ultimo sangue ***
Capitolo 7: *** Occhi Blu ***
Capitolo 8: *** Occasione ***
Capitolo 9: *** Potere ***
Capitolo 10: *** Passeggiata ***
Capitolo 11: *** Punti deboli ***
Capitolo 12: *** Fuoco ***
Capitolo 13: *** Incubi ***
Capitolo 14: *** Tondc ***
Capitolo 15: *** Pauna ***
Capitolo 16: *** Lincoln ***
Capitolo 17: *** Decisioni ***
Capitolo 18: *** Mount Weather ***
Capitolo 19: *** Wanheda ***
Capitolo 20: *** Stella cadente ***
Capitolo 21: *** Skaikru ***
Capitolo 22: *** Passato ***
Capitolo 23: *** Purgatorio ***
Capitolo 24: *** L' Arca ***
Capitolo 25: *** Debolezze ***
Capitolo 26: *** Viaggio ***
Capitolo 27: *** Perdono ***
Capitolo 28: *** Guerra ***
Capitolo 29: *** Povero Smeraldo ***
Capitolo 30: *** Vivere ***
Capitolo 31: *** Tradimento ***
Capitolo 32: *** Sacrificio ***
Capitolo 33: *** Dalle ceneri, risorgeremo. ***
Capitolo 34: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** La Ricerca ***



Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Prefazione.

La morte, nella maggior parte dei casi, arriva inaspettata. Dolce, flebile, quasi come un sussurro. Porta via le nostre speranze, i nostri sogni. Ma a volte, la morte, porta il
riposo dove la vita non ha regalato altro che sofferenza, angoscia ed eterna tristezza. Avete mai immaginato di incontrarla? Che fattezze avrebbe? L' immaginate come un entità astratta o con aspetto quasi umano? Una donna o un uomo? Sinceramente non mi sarei mai posto queste domande. Per me, la morte, era qualcosa di conosciuto, era in ogni giorno della mia vita. La vedevo portare via bambini, anziani, familiari e amici. La morte era come un lupo affamato che doveva essere evitato a tutti i costi. Se si vuole sopravvivere. Mai avrei creduto, invece, di vedere con i miei occhi la morte prendere forma. Di poterla sentire e toccare. La morte, che terrorizza anche il più crudele e vile degli uomini. Lei.

Non è niente, non è nessuno. È morte. Lei è Wanheda. Colei che comanda la morte. Colei che ha la forza di distruggere ogni cosa e ogni persona, colei che vede i morti.
Wanheda, pensavo, fosse solo una leggenda, una storia che si racconta per terrorizzare gli uomini. Non poteva esistere un essere del genere. Comandare la morte? Neanche Heda aveva mai avuto un potere simile. Eppure stava proprio lì. Davanti a me, di spalle, si ergeva in tutta la sua oscura figura. Le spalle larghe, i capelli color del sole, figura possente che si sta per abbattere sul mondo intero.
Quel giorno, sotto una pioggia fitta, incontrai la morte. Ma invece di intrappolarmi insieme a lei, la morte mi aveva appena salvato.



<< Questo non è il momento adatto Titus >>
<< I clan si stanno allontanando! Devi ricomporti e rafforzare la tua posizione sui confini! Non possono assolutamente mettere in discussione la tua parola! Quello che dici è legge! >> tuonò Titus.
<< Io sono Heda! Loro sono i miei sottoposti e faranno come dico io! >> rispose la ragazza.
<< Lexa, devi tornare al nostro piano. L'amore è una debolezza. Se continuerai a pensare al passato tutti non faranno che considerarti debole! >> si avvicinò cercando di guardare negli occhi la ragazza.
<< Basta. Ho capito, Maestro >> la ragazza si allontanò dal suo consigliere.
Mentre usciva dalla stanza privata della ragazza, Titus sussurrò:
<< Ti serve un aiuto che io non sono più in grado di darti, mia giovane Heda >>



Titus si recò nel suo santuario. Lì vi era conservata tutta la storia del suo popolo. I muri della sala erano decorati con vari disegni, che raffiguravano le leggende, pilastri della loro cultura.
Titus si fermò dinnanzi ad una figura in particolare e disse:
<< Ho paura che mi servirà il tuo aiuto >>




Note dell'Autrice: Salve a tutti!  Questa è la prima FanFiction che pubblico, dopo tanto tempo a pensarci su, finalmente mi sono decisa a pubblicare un mio scritto. Scrivere è una mia semplice passione e mi scuso se troverete degli errori! Mi auguro che la mia storia vi piaccia. Sarei molto contenta di leggere la vostra opinione e i vostri consigli e critiche, così da poter migliorare.
Buona Lettura.
Kristen.

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Capitolo 2
*** La Ricerca Pt.2 ***



Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



La Ricerca

Un cavallo galoppava nella folta foresta. Il cavaliere era coperto da una lunga mantella col cappuccio grigio scuro. Titus aveva un solo obbiettivo da mesi: doveva portare a termine quella missione, anche se gli sembrava più un suicidio che altro. Ma per Heda avrebbe dato la sua vita mille volte, la sua devozione non era messa in discussione. Superò la terra dei Floukru e dei Trikru, si stava avvicinando al confine nord, quello degli Azgeda. L'aria si stava facendo sempre più gelida. Era arduo superare Azgeda senza riportare un graffio, ma la sua determinazione era tale che riuscì ad addentrarsi nel territorio senza subire alcun danno.
 Riuscì ad arrivare fino alla terra che tutti evitano di attraversare, la terra della desolazione più assoluta. Il territorio di nessuno era una vasta foresta desolata, dove vi erano solo pericoli ad aspettarti dietro ogni albero o pietra. Nessuno osava addentrasi, i pochi stolti che avevano tentato non erano più tornati a casa. L'unica piccola informazione che Titus ricordava era quel luogo. Non era sicuro che avrebbe trovato quello che cercava ma doveva provarci. Gli equilibri di quel mondo che lui e Heda avevano,con fatica, costruito si stavano sgretolando e lui non poteva permetterlo. Camminò e vagò per quella terra per giorni, quando arrivò nel luogo che cercava. Era una grotta semi nascosta dalla vegetazione. Si fermò   un attimo prima di entrare, prese alcuni lunghi respiri e pensò:
“ Ci siamo. Dev'essere qui. Ti prego fa che sia qui ”.
Entrò.  Avanzava a piccoli passi nell'oscurità della notte con solo la luce della luna che filtrava dalle rocce a fare un po' di chiarezza. Arrivato ad uno spiazzo circolare si fermò. Cercò di capire dov'era finito quando una voce lo fece rabbrividire.

<< Guardate chi ha portato la notte buia, un piccolo stolto che entra nelle dimore altrui,senza neanche annunciarsi.. >> la voce era bassa e roca.
<< Chiedo scusa per la mia scortesia, sono venuto qui per cercare una  persona >> disse Titus guardandosi intorno per capire da dove provenisse quella voce.
<< Una persona? Non troverai persone qui. Solo loro. Nulla, nessuno.. >> disse la voce.
<< Cerco chi non ha un nome, chi non ha una casa, cerco il nulla e chi comanda la morte >> 
<< Wanheda.. >> sussurò la voce.
<< Si, chiedo l'aiuto di Wanheda, il tempo è giunto >> disse Titus con decisione.
Improvvisamente Titus si ritrovò sbalzato indietro, una mano gli stringeva la gola spinto contro la parete di roccia. Il dolore giunse lancinante e Titus pensò che forse non era stata poi una così bella idea entrare lì dentro.
<< Il tempo è giunto??? Chi sei tu, misero ammasso di carne, per dire che il tempo è giunto? Sei forse una divinità travestita da pecora? Parla! Chi sei tu?? >> Tuonò con forza. Titus annaspava in cerca d'aria, la stretta era ferrea e potente. Cercò di vedere chi fosse quella persona che avesse così tanta forza ma il viso era coperto nell'ombra da un cappuccio nero. Allora decise di provare a rispondere, non gli rimaneva altra scelta.
<< F-Fleim-K-Kepa.. >> sussurrò, ormai senza fiato.
<< Titus? >> di colpo la presa si sciolse, Titus cadde a terra ansimante, alla ricerca di più aria possibile. Si portò le mani alla gola, il dolore era ancora presente.
<< Tu sei... Titus? >> domandò ancora la voce.
Titus alzò lo sguardo e riuscì a vedere quegli occhi che lo tormentavano da molti anni ormai, quegli occhi di ghiaccio cosi pieni di oscurità che il solo guardarli ti faceva tremare. Era lei. L' aveva trovata finalmente.
<< Wanheda... >> disse cercando di schiarirsi la voce ormai roca per colpa della stretta di Wanheda.
<< Vi supplico...ascoltatemi >> pregò.
<< Non dovresti essere qui. Tieni così poco alla tua misera vita, Titus? >> Ringhiò Wanheda.
<< So che non mi sarei più fatto vedere da voi, per la mia vita. Ma la mia vita è nulla paragonata a quella della mia protetta. Ti supplico Wanheda, Heda ha bisogno di te! >> Teneva lo sguardo a terra, pregava che le sue parole venissero ascoltate, ma in un lampo si ritrovò scaraventato dall'altra parte della grotta, l'impatto fu talmente violento che pensò di aver sentito le costole incrinarsi.
<< Come osi?? Come osi presentarti alla mia vista dopo quello che hai fatto? Avevo giurato che se ci saremo rivisti ti avrei ucciso! >> Titus si ritrovò preso per il colletto della sua tunica, i piedi non toccavano più terra.
<< E ora avrò l'immenso piacere di farlo, finalmente >> disse lentamente.
<< Ti prego, se è la mia morte che desideri, l'avrai! Ma aiuta Heda ti supplico! Solo tu puoi farlo... >> prego ancora Titus.
<< Non mi sottometterò mai ad un altro Heda! >> Continuò sbattendo ancora la schiena di Titus contro la parete.
<< Lei è diversa! É speciale! Sai perfettamente che non ti potrai mai redimere se non fai ciò che sei destinata a portare a termine!! >> con forza Wanheda lo scaraventò ancora per terra. Titus cercò di rialzarsi, ma le gambe non avevano più forze. Rimase in ginocchio ansimando. Wanheda si girò, emettendo un rantolo di disperazione. Irrigidì la schiena e fissò al suo lato.
<< Dovrei ucciderlo, merita di morire, più di quanto lo avreste meritato voi...nhggg uscite dalla mia testa!! >> urlò.
Titus era immobile. Aveva sempre saputo che Wanheda portava un fardello davvero grande, la sua croce, la sua punizione eterna. Si rassegnò, non sarebbe uscito vivo da quella grotta. Ma all'improvviso una risata lo svegliò dai suoi pensieri. Era così inquietante che il sangue gelò nelle sue vene.
<< Ahahahah....vattene. Vattene Titus. Non tornare mai più. Ti assicuro che la prossima volta non sarai così fortunato >> gli disse Wanheda con una calma agghiacciante.
Titus, allora, si alzò con fatica. Tenendosi il fianco si avviò verso l'uscita, prima di imboccarla si girò verso Wanheda e disse:
<< Ha il suo stesso sguardo, la stessa scintilla di determinazione che ardeva in lei. Ti prego, non lasciare che quella scintilla non divampi. Lei è quella che stavi sempre aspettando >> con queste parole riprese la strada che portava all'uscita.

Non era mai stato un uomo ironico, al contrario, la sua serietà era ciò che l'aveva sempre caratterizzato. Ma in quella situazione, Titus, non potè notare l'ironia che si celava dietro al suo gesto. Non solo aveva trovato Wanheda ma le aveva anche parlato e ,ora, stava cercando di ritornare a casa. Era viv, a mani vuote, ma vivo. Non pensava di uscire integro da quella grotta, invece, aveva  solo qualche costola rotta e qualche graffio qui e la, Wanheda non l'avrebbe mai aiutato, non lui.
Mentre cavalcava per uscire da quella terra di nessuno, all'improvviso cadde a terra. Un branco di lupi affamati l'avevano già circondato, i loro occhi erano iniettati di sangue. Ferito non poteva neanche sperare di poter tentare di scappare. Quando vide i lupi intenti a saltargli addosso, chiuse gli occhi aspettando. Non accade nulla. Quando gli riaprì vide Wanheda che scaraventava un lupo contro un albero e con il braccio staccare la testa ad un altro. Ringhiando, i lupi scapparono impauriti. Ancora di spalle, come quella volta, pensò Titus. La stessa figura imponente.

<< Solo io posso ucciderti >>.
<< Segui quel sentiero, ti porterà verso il fiume Durka, da lì conosci la strada >> gli disse Wanheda indicandogli la via.

Titus guardò verso la direzione indicatagli e quando si voltò verso Wanheda ,questa era scomparsa nel nulla. Come se non fosse mai stata li.

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Capitolo 3
*** L' Assemblea. ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


L'Assemblea.


Una moltitudine di voci rimbombava nella sala del trono. Gli ambasciatori si parlavano uno sopra l'altro e nessuno riusciva a trovare un accordo per poter stabilire l'ordine nelle loro terre. Lexa aveva smesso di ascoltare quel' accozzaglia già da parecchio. Non ne veniva a capo.  Aveva cercato di farli ragionare, ma dopo un po' di calma il caos riprendeva. Titus con voce tonante urlò:

<< Abbiate un po' di rispetto per questa sala e per la nostra Heda! Come osate continuare con questi
 battibecchi indegni! >>.

<< FleimKepa, nelle mie terre le incursioni dei nomadi sono sempre più frequenti! Il mio popolo perisce per mano di quei mostri, e Heda non ha fatto nulla per aiutarci! >> protestò l'ambasciatore Boudalankru, Grainer.

<< Per non parlare degli uomini della Montagna! Sono secoli che questo nemico ci affligge! >> disse un altro ambasciatore.

<< Forse Heda non è cosi potente e forte come vuole far credere... >> insinuò l'ambasciatore dell'Azgheda.

<< Come Osi Optik? Non.. >> urlò Titus.

<< Pleni!! >> tuonò Lexa alzandosi dal trono.

Ne aveva abbastanza di questo processo nei suoi confronti e, in particolare, ne aveva abbastanza di sentir parlare l'ambasciatore del Azgeda. Voleva solo scaraventarlo dalla torre, per farlo tacere. Tutti i membri dell'Ice nation le provocano solo ira e sete di sangue. Jus drein jus daun, sangue chiama altro sangue. Avrebbe sognato di radere al suolo tutto quel inutile territorio ma il piano era un altro. Mantenere le dodici tribù  unite in una coalizione che avrebbe portato la pace in tutti i territori. Ma la situazione le stava sfuggendo di mano. Non riusciva più ad andare avanti. Era quello che desiderava Nia, dopo tutto. Non aveva più le forze. E nonostante avesse affianco persone come Titus, Indra, Gustus e Anya. Non riusciva a togliersi l'immagine della testa di Costia sul suo letto.

<< So che ci sono molte difficoltà,sia nei confini del sud,  sia per quanto riguarda gli uomini della montagna, dobbiamo stare uniti. Se incominciamo ad azzannarci come cani affamati non sconfiggeremo i nostri nemici! Ho già inviato delle truppe ai confini e per quanto riguarda gli uomini della montagna, vi prometto che pagheranno per quello che ci stanno facendo. Ora andate, l'assemblea è sciolta! >> detto questo uscì dalla sala del trono e si diresse verso le sue stanze sbattendo la porta.

Dopo pochi minuti sentì bussare.
<< Avanti >>.

<< Heda, mi dispiace disturbarvi ma volevo sapere se domani potevate essere presente all'allenamento
 dei Natblida >> chiese Titus.

<< Si, ho mancato per troppo tempo questo compito Titus, scusami >> Disse esausta Lexa.

<< Mancare per questioni urgenti è un dovere di Heda. >> le ricordò Titus.

<< Si, comunque ci sarò, prepara i Natblida al mio arrivo. E... Titus? >>.

<< Si, Heda. >>.

<< Quella questione di cui dovevi occuparti...è andata come speravi? >> chiese Lexa, un po' curiosa di che fine avesse fatto il suo Maestro per tutto quel tempo che era stato via. Per poi ritornare pieno di lividi.
 Aveva chiesto spiegazioni ma Titus aveva sviato l'argomento con un semplice “ soliti problemi di viaggio ” il che, ovviamente, non la convinse affatto.

<< No Heda. >> Rispose brevemente Titus.

<< Mi dispiace.. >>

<< No Heda, non dispiacetevi per me >> rispose Titus prima di ritirarsi.

Titus, pensò Lexa, era sempre stato un po' un enigma per lei. Era devoto al suo ruolo di Fleimkepa , devoto a lei e alla loro missione. Non faceva trapelare nulla, né su di lui, né, tanto meno, sul suo passato. Sapeva solo che fin da quando era arrivata a Polis le aveva sempre insegnato che l'amore era una debolezza, e che il suo unico dovere andava verso il suo popolo. Lexa questo lo sapeva bene. Titus aveva ragione, si era dimostrata debole e ne aveva pagato un caro, carissimo prezzo.


Titus entrò nel suo santuario, era scosso per come era andata l'assemblea. Heda stava perdendo sempre più potere. Veniva messa in discussione per ogni cosa. Tutto quello che stavano cercando di creare sarebbe crollato e non poteva fare nulla per impedirlo. Per la frustrazione scaraventò dei libri a terra.
<< I libri servono più appoggiati su un tavolo che per terra, non trovi? Fleimkepa... >> Disse una voce.

Quella voce, pensò Titus, no, non poteva essere. Si girò verso il più importante santuario della tradizione dei Grounders, il trono di Becca Pramheda, la prima Heda. Spalancò gli occhi, sul trono seduta scomposta stava Wanheda. Il cappuccio nero sempre sopra la testa, vestita con quelli che Titus non poteva considerare che stracci. Era lei, Wanheda era li  , a Polis.

<< Tu....ma come? >> chiese confuso Titus, ma subito, ripreso dal momento di stupore, esclamò:

<< Vuoi alzarti dal trono, per favore? Il tuo disprezzo verso i manufatti sacri della nostra gente non è  affatto cambiato >> rimproverò Titus.

<< Non giocare al maestrino con me Titus, non sono uno dei  tuoi Natblida che puoi rimproverare quando vuoi >> rispose Wanheda alzandosi dal trono e facendo un giro per la stanza.

<< Perché sei qui? >> domandò Titus.

<< Da quando hai fatto irruzione, non invitato, nella mia grotta queste piccole voci, che mi fanno sempre tanta compagnia, hanno alzato il loro tono e sono diventate abbastanza insopportabili >> rispose Wanheda sempre curiosando in giro.

<< Il tuo senso di colpa non ti lascia in pace >> rimarcò Titus.

<< E il tuo, Titus? Il tuo senso di colpa si fa sentire, ogni tanto? >> si voltò di scatto irritata.

Continuò dopo aver scosso la testa:
<< Sai, hai la rara capacità di irritarmi appena apri bocca. Non ci è riuscito mai nessuno >> disse ritornando a curiosare.

<<  Vuoi avere un udienza con Heda? Posso fare in modo che si liberi subito >> disse impaziente Titus.

<< Ho già ascoltato la tua Heda alla proficua assemblea di oggi, hai fatto davvero un bel lavoro con lei Titus, è come gettare un neonato in pasto ad un branco di lupi...è affascinante, vedere come ogni membro del branco riesca a prendere anche un pezzettino di carne tutto per se >> disse con ironia Wanheda.

<< Eri all'assemblea?? come hai fatto a superare le guardie? >> chiese scioccato Titus.

<< Ho i miei metodi >> rispose semplicemente Wanheda.

Titus ci pensò su un attimo, non poteva perdere questa occasione allora disse:
<< Voglio proporti un accordo, aiuta la mia Heda, salvala da questi lupi come hai fatto con me quel giorno, salvala e in cambio... >>

<< In cambio? >> rispose scettica Wanheda.

<< In cambio avrai me >> terminò Titus.

<< Avrò te? >>

<< Si, potrai farmi ciò che vuoi, uccidermi, torturarmi, quello che più ti aggrada per avere la tua vendetta  >> continuò con freddezza Titus.

<< Cosa ti fa pensare che non possa averla qui, adesso? >> disse Wanheda.

<< Lei non te lo permetterebbe. So che vedi anche lei, è stato cosi anche quel giorno, alla grotta. Potevi uccidermi ma non l'hai fatto  >> disse con sicurezza Titus.

<< Se fossi in te non ne sarei cosi sicuro >> rispose arrabbiata.

<< So che vuoi portare a termine la tua missione, e per farlo hai bisogno di Lexa. Lei è quella che stavi aspettando >> insistette Titus.

<< Tu non sai chi stavo aspettando. Ucciderti ora sarebbe troppo prevedibile comunque. Accetto la tua offerta Titus, ma...per ora, mi limiterò ad osservare. Vedremo se questa Heda è così speciale come affermi che sia >> disse Wanheda.

Titus abbasso per un attimo la testa sospirando, quando rialzò lo sguardo su Wanheda lei non c'era più. Come sempre, andava e veniva come uno spirito.
Titus andò verso una parete particolare, dove c'era raffigurata una donna con i capelli scuri.
<< Grazie... >>.

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Capitolo 4
*** Lezioni ***



Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Lezioni.


Una leggera brezza soffiava nel grande giardino, circondato da rocce e alberi possenti. Rumori di lunghi bastoni  che si scontravano, echi fervori, piccole e delicate gocce di sudore che colavano lente, sul viso dei giovani fanciulli e fanciulle  impegnati nel durissimo allenamento con la loro Heda. Titus, osservava il giovane Aden, il più promettente tra i Natblida, concentratissimo nel suo duello con Lexa. Era migliorato tanto in questi anni. Grazie ai suoi insegnamenti ma, in particolare, a quelli di Lexa, sarebbe diventato, in futuro, un ottimo Heda.
 Ovviamente, se il mondo non si dimostrava effimero, come Titus sapeva bene. I suoi pensieri si spostarono altrove, alla sera precedente, quando Wanheda aveva accettato il suo accordo. Aveva accettato di osservare. Titus comprendeva bene il significato di quella parola. Sarebbe rimasta a Polis, avrebbe avuto un occasione, finalmente.
Si guardò intorno per un momento, pensando se tra i folti alberi che proteggevano la piccola arena, si nascondeva lei. Wanheda aveva la grande e fastidiosa, pensò Titus, abitudine di trovarsi sempre nei posti  impensabili. Un momento era lì e ,quello seguente, svaniva nel nulla.

<< Bene così Aden, cerca di ricordare di coprirti sempre, non lasciare che il tuo nemico veda le tue debolezze >> disse Lexa, terminando il duello.

<< Ho capito Heda, grazie. >> rispose il giovane dai capelli biondi e gli occhi grigi.

<< Ora vai ad allenarti con gli altri >> Aden fece un lieve inchino e si diresse dai suoi compagni.

<< Aden è quasi pronto. È migliore di quanto non lo fossi io alla sua età >> disse Lexa a Titus.

I due si diressero verso una piccola terrazza naturale da dove si poteva ammirare un bellissimo panorama della città. Stavano uno di fianco all'altro, entrambi con le mani incrociate dietro la schiena.
<< Sei taciturno Titus. Hai paura che il nostro piano possa fallire? >> chiese Lexa, guardando il panorama.

<< Heda, i nemici si fanno sempre più numerosi. Ci accerchiano come un branco di bestie affamate. Ora più che mai, bisogna essere forti >> disse Titus.

<< Pensi che sia debole >> disse stringendo con forza la mascella, Lexa.

<< Ho servito altri due Heda prima di voi, nessuno è mai arrivato dove siete ora.  Avete riunito tutti i clan e fermato i conflitti che imperversavano sulle nostre terre. Voi siete speciale, Lexa >> disse Titus.

<< Non mi sento affatto speciale. Non riesco a portare la  pace. La coalizione è più debole che mai. >> rispose amaramente Lexa.

<< La pace è ardua da raggiungere e, per riuscirci, sono necessari dei sacrifici. La strada per arrivarci sarà sempre tempestata di ostacoli. Quello che Heda deve fare e  trovare il modo per superarli >> spiegò Titus.

<< Tu sei forte Lexa. Guarda sempre avanti a te, non voltarti mai indietro. Sgombra la mente da ogni turbamento, concentrati solo sul tuo obbiettivo. Il dovere di Heda dev'essere concentrato solo verso il suo popolo >> Le mise una mano sulla spalla, in segno di conforto.

 << Le risposte arriveranno presto >> Detto questo si voltò e andò via. Lasciando Heda ai propri pensieri.

Nella sala del trono, Gustus, Indra e Anya aggiornavano Heda della situazione nei confini del sud.
<< Comandante, le truppe sono state schierate lungo i confini e per ora le incursioni si sono fatte meno frequenti, ma non mancherà molto, prima che quei barbari attacchino ancora >> spiegò Anya appena ritornata dai confini. << Il cibo è scarso e c'è urgente bisogno di tantissimi guaritori >> proseguì abbattuta.

<> chiese al generale.

<< Non siamo ancora riusciti a capire dove si nascondano, sembra che la terra li sputi letteralmente fuori >> disse frustata.

<< Gli uomini della montagna sono solo mostri, non sappiamo che fare con le loro strane armi. Mostri che non riusciamo ad uccidere >> riflettè.
 
<< Comandante, un spia ha comunicato che qualcosa si sta muovendo ad Azgheda. L'altro ieri sono arrivati dei generali da Boudalankru. Sembra che Nia stia tramando qualcosa >> comunicò Gustus.

<< Le intenzioni di Nia non sono un segreto Gustus, continua a tenere la situazione sotto controllo e manda una spia anche nel territorio dei Boudalan >> disse Lexa.

<< Comandante, con tutto quello che sta succedendo ho pensato di rimanere al vostro fianco, se per voi va bene >> chiese Anya preoccupata per la sua ex allieva.

<< No, mi servi al confine. Poi ho Gustus con me. É abbastanza >> disse rivolgendo lo sguardo alla sua guardia personale.

Dopo averli congedati Lexa entrò nella sua camera. Si tolse la giacca e si sedette sul letto. Portò le braccia a coprirsi il volto. Sospirò e pensò che avrebbe tanto voluto sprofondare in un buco nero e non uscirne mai più.

<< Fleimkepa, è vero che nella battaglia di Zanzur Wanheda ha sconfitto un Pauna solo con le proprie mani? >> chiese Tox, il più piccolo dei Natblida. Aveva passato da poco solo sei inverni.

<< Non è il momento per queste storie adesso. Dovete riposare la mente. Domani dovete essere concentrati per la vostra lezione >> tutti si misero nelle loro brande, pronti per dormire.

<< Io so che i Pauna erano due.. >> bisbigliò un altro Natblida.

<< Riposate ho detto! >> gli sgridò ancora Titus.

Prima di chiudere la porta sentì ancora:
<< Erano sicuramente due >>.

Sospirò e si diresse verso le sue stanze. Non fece in tempo ad accomodarsi nel letto che vide Wanheda seduta per terra, intenta a fissare una delle pareti. Dopo un iniziale sorpresa esclamò:

<< Vedo che la parola invadenza vi caratterizza... >> Non ottenendo risposta continuò:

<< Come va la vostra opera di “ osservazione ”? Le idee iniziano a prendere forma nella vostra testa? >>

<< La mia testa è abbastanza piena. L'osservazione è abbastanza noiosa, specialmente quando la tua presenza è coinvolta >> rispose sempre fissando la parete.

<< Chiedo umilmente scusa >> disse ironico.

<< La posizione del Comandante è sempre più compromessa. In più, è in costante pericolo, con Nia che sta pronta ad ogni occasione buona. Dovreste mostrarvi subito a Heda. Ha bisogno di una guida >> insistette. Non ricevendo nessuna risposta sbottò:

<< Mi state a sentire almeno? >>  Wanheda sospirò e si girò verso Titus, alzandosi in piedi.

<< Hai messo una bambina nella gabbia delle belve senza domarle, cosa pensi che sarebbe successo? Le belve, per natura, sono difficili da domare, o ci si riesce o le si uccide. Il problema sta nel portare a termine una di queste  due alternative, altrimenti la bambina viene sbranata >> spiegò con calma.

 << Il tuo Comandante è debole. Quando un comandante è debole, muore. Io non posso fare nulla >> sentenziò.

<< No! Lexa non è debole! Ha smarrito solo la strada. Insegnale ciò che sai. Vi  dimostrerà che è forte. Io lo so! >> ribatté Titus con forza.

 << Ha bisogno di Wanheda >>.

<< Nessuno ha bisogno di Wanheda. Non più ormai >> rispose.

<< Lexa ha bisogno di te. Io non posso più aiutarla. Ma con i vostri insegnamenti e la vostra guida può diventare
 ciò che avete sempre desiderato >>.

<< Ho detto che osserverò e lo farò. Non farò altro >> si diresse verso l'uscita.
 
Prima di aprire la porta disse:
<< Comunque i Pauna erano due... >>.





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Capitolo 5
*** Heda, mai più ***



Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


 Heda, mai più

Le acque del piccolo fiume scorrevano dolci, nell'aria si poteva udire i suoi movimenti, lo scontro fra le piccole rocce. Clarke guardava il fiume scorrere, seduta a terra con le braccia attorno alle gambe. Un'oscura figura sempre col cappuccio. Il respiro flebile. Gli occhi di ghiaccio fissavano quel bel spettacolo che la natura, gentilmente, le offriva.

<< Hai intenzione di stare qui ad ammuffire Clarke? >> le domandò una voce affianco a lei.

<< Ho sempre amato questo posto. L'aria è così leggera qui >> rispose sempre con lo sguardo fisso di fronte a lei.

<< Hai intenzione di rimanere nascosta per sempre? >> continuò a domandare la voce.

<< Provarci sembra un'impresa impossibile, con voi tutti che mi riempite la testa con le vostre chiacchiere >> disse Wanheda.

<< Sai cosa devi fare, ma esiti, perchè? Hai forse paura? >>
 
<< Se avessi paura, non sarei qui >> rispose.

<< Non sempre la storia si ripete Clarke, puoi cambiare le cose, se davvero lo desideri >> continuò la voce.

Wanheda sorrise lievemente. Sospirò e chiuse leggermente gli occhi, godendosi una leggera brezza che iniziò a soffiare.
<< Proteggi Titus, Clarke. Ti supplico. Il perdono può essere concesso anche ai nostri nemici. Me l'hai insegnato tu... >> disse con calma la voce.
Clarke si cullava ascoltando quella voce. Era così bella, così familiare. Le trasmetteva un senso di casa, di pace.

<< So che farai la scelta giusta, Clarke >> Wanheda guardò verso l'orizzonte e sussurrò:
<< Una fredda tempesta sta per arrivare >>.

Nella sala del trono, tutti gli ambasciatori dei dodici clan erano riuniti. Alcune truppe di Azgeda avevano invaso il territorio dei Trikru.
 
<< Comandante, vi assicuro che non ci sono cattive intenzioni da parte della mia Regina, era semplicemente un'esercitazione >> disse l'ambasciatore di Azgeda.

<< Un'esercitazione? >> protestò incredula Indra.

<< Voi offendete l'intelligenza di Heda usando queste misere scuse per coprire quello che non è altro che un atto di guerra! >> disse con rabbia Titus.

<< Forse la nostra cara Heda non è così intelligente come vuole farci credere, vero Lexa? >> Dall'ingresso della sala apparve la Regina Nia, con alcune guardie al suo seguito, suo figlio Roan e la sua guardia personale la giovane Ontari.

<< Nia, non ti aspettavo. A cosa devo l'onore >> disse Lexa, sapendo perfettamente perché la Regina che tanto odiava si trovava li.

<< Avete deluso tutti enormemente Lexa, e sia io che gli altri capi abbiamo deciso che questo problema non dev'essere ignorato. Heda, mai più!>> proclamò.

La maggioranza degli ambasciatori seguì uno ad uno:
<< Mai più >>

Titus furibondo scese quei pochi scalini, come Lexa non l'aveva mai visto prima, e gridò:

<< Questò è un affronto inaudito!! Guardie arrestate tutti questi traditori, immediatamente! >>

<< Traditori? L'unica traditrice qui, è seduta sul quel trono >> rispose Nia.

<< Pleni Titus! >> disse tranquillamente Lexa.

<< Non giriamoci intorno Nia, dimmi che cosa vuoi >> disse tranquillamente Lexa.

<< Uno scontro all'ultimo sangue >> sentenziò.

<< Bene >> rispose Lexa.

<< Scelgo come mio campione, mio figlio! Il principe Roan >> proclamò Nia. Dietro di lei Roan, non sembrava affatto felice della decisione presa dalla madre.

<< Heda lasciatemi questo onore >>. Si fecero avanti sia Indra che Gustus.

<< No, io sono Heda. Nessuno combatte al posto mio >> disse con fermezza Lexa.

<< Ma Heda... >> tentò subito Titus.

<<  Basta così! Avrai il tuo scontro, ritiratevi ora >> e con queste parole chiuse l'assemblea. Dopo che tutti si ritirarono, Titus seguì Lexa nella sue stanze.

<< Siete forse impazzita! Lasciate che Indra o Gustus combattano per voi, non capite che è chiaramente una trappola! >> urlò Titus.

<< Io sono Heda, Titus! Nessuno combatte per me >> ribattè Lexa.

<< Questo non è affatto vero Heda! Se solo mi lasciaste spiegare, c'è qualc... >> ma Lexa era furiosa e interruppe subito Titus:

<< NO ho detto! Ora basta! Io combatterò e non c'è nulla che possiate dirmi per farmi cambiare idea..e ora andatevene! Adesso!! >> urlò furiosa ancora.

Titus uscì in tutta fretta e si precipitò nel suo santuario aprì di scatto la porta e come una furia iniziò a gran voce:

<< So che sei qui! Fatti vedere immediatamente! >> si guardò un attimo intorno e continuò, dopo non aver ricevuto risposta, affannato:

<< Mostrati, maledizione!! >>

<< Calmo Titus...le vene ti esploderanno nella testa ed io non potrò più divertirmi >> disse improvvisamente Wanheda alle sue spalle. Titus si voltò di scatto e subito disse:

<< Perché hai taciuto? Perché non ti sei proposta come suo campione? >>

<< Non erano questi gli accordi Titus, e poi il tuo Comandante è abile abbastanza per sconfiggere il principe.. >> disse tranquillamente.

<< Ma...è una trappola!! Ne sei consapevole meglio di chiunque altro che lo è! Perché non hai fatto il tuo dovere?? >> gli chiese disperato.

<< Dovere? Il mio “ dovere ” è cessato da molto tempo ormai. Avevo detto che avrei osservato e così ho fatto >> rispose Wanheda. Titus sconcertato alzò le mani in aria:

<< Sai che è una trappola! La  uccideranno e tutto il resto crollerà...vuoi veramente che accada questo? >> domandò furioso.

<< Non mi riguarda più ormai >> sentenziò Wanheda.

<< Per quanto tempo continuerai a nasconderti? Per quanto tempo ci lascerai da soli?! >> Wanheda rimaneva li col capo inchinato sempre coperto da quel cappuccio nero.

<< Vattene allora!! Se non hai intenzione di portare a termine il tuo compito, vattene!! >> gli urlò contro Titus. Gli diede le spalle, e mentre era girato le disse:

<< Tornatene in quella grotta sudicia da dove sei venuta...... né io, né lei avremo mai pensato che saresti stata una cosi grande delusione.. >> disse risentito.

Quando si rigirò Wanheda era sparita.





Note dell'Autrice: Salve a tutti! Volevo ringraziare chi ha recensito, chi segue e chiunque abbia speso un pezzettino del proprio tempo per leggere la mia storia. Spero vi appassioni nello stesso modo in cui appassioni me scriverla. Nei prossimi capitoli vedremo la sfida di Lexa e il grande atteso incontro tra lei e Clarke....Finalmente!! Spero che continuerete a seguire la mia storia e, come sempre, commenti....critiche sono sempre ben accetti!
Buon fine settimana cari lettori.
Spero alla prossima,
Un bacio,
Kristen92.

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Capitolo 6
*** Combattimento all'ultimo sangue ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



Combattimento all'ultimo sangue.


L'arena era molto grande. In quel luogo si disputavano le più grandi sfide. Il popolo accorreva numeroso per assistere ai combattimenti. Nella parte più alta, si ergeva un largo palco. Dove, seduti, stavano le maggiori cariche della coalizione. Con tutti gli stemmi delle tribù appesi in bella mostra.
 Prima di lasciare andare Lexa a posizionarsi nell'arena affianco al suo avversario, Titus si avvicinò e le disse:

<< Heda, state in guardia. Non sappiamo cosa potrebbe tramare Nia, nonostante il perimetro dell'arena sia controllato, non possiamo immaginare che cosa abbia architettato >>

<< Ho tutto sotto controllo, Titus. Se dovesse arrivare la mia ora, sai cosa fare...Fleimkepa >> rispose Lexa.

<<  Io non ho alcun dubbio sulla vostra vittoria, Heda. Fate solo attenzione >> e dopo questo, si incamminò verso il palco.

Lexa si posizionò affianco al principe. Il suo volto era dipinto di nero, una maschera di lacrime nere le cadevano sulle guance. Il suo trucco di guerra. Il comandante del sangue, si ergeva in tutta la sua potenza. Il suo sfidante, con il volto dipinto di bianco, i colori di Azgeda, stava fermo immobile, fissando intensamente la madre. Nia si trovava sul palco assieme agli altri capi, aspettava di vedere la rovina di Heda. Dietro di lei, Ontari, sua ombra ovunque. Lexa sapeva perfettamente quanto fosse  abilissimo e letale Roan. Non sarebbe stato facile batterlo. Ma la voglia di vendetta era tantissima. Lei era Heda, e avrebbe distrutto chiunque mettesse in dubbio la sua forza.

<< Popolo di Polis, siamo qui riuniti per vedere questi due valorosi guerrieri, affrontarsi in una sfida all'ultimo sangue.  Finché uno di loro non sarà morto, la sfida non sarà conclusa. Combattete! >>  proclamòTitus.

 Lexa e Roan, presero le proprie spade. Lexa fece a malapena in tempo a   tirare fuori la sua spada dal fodero che Roan l'attaccò subito. Ma Lexa schivò, agilmente l'affondo e ferì subito Roan al braccio. La folla esultava per la sua amata Heda.
 Fra gli spettatori, Aden e gli altri Natblida osservavano il loro Comandante combattere. Lexa si muoveva agile, bloccando i colpi di Roan. Ma quest'ultimo non era da meno. I due sfidanti erano impegnati in una danza, sinuosa e agile. Titus tremò quando Lexa finì, per un momento a terra. Sembrava che Roan avesse, finalmente la meglio, quando con un magnifico colpo di reni, il Comandante ritornò in piedi facendo cadere a terra Roan con una mossa agilissima.
 Lexa, ora, si ergeva, solo con qualche graffio e con un po' di sangue nero come la pece che le colava dal naso e dal labbro, sulla figura sconfitta del suo sfidante. Il popolo esultava, elettrizzato dalla vittoria della sua Heda. Aden e gli altri Natblida guardavano la scena orgogliosi.  
Il nome di Heda si sentiva riecheggiare tra la folla.

<< Alzati subito! Ti ordino di alzarti! Che disonore porti a tua madre... al tuo popolo? >> disse con rabbia Nia, vedendo il figlio ormai sconfitto.

<< Avanti, falla finita >> disse Roan a Lexa.

Un attimo prima che quest'ultima proferì parola, un rumore fortissimo seguito da un boato si udì al di là della folla. Di corsa, si avvicinò una figura enorme, un guerriero tutto dipinto di bianco, alto, muscoloso, gli occhi neri come la pace, denti affilati come zanne. Gustus e Indra assieme alle guardie non fecero in tempo a reagire, subito quel mostro si scagliò verso Lexa, scaraventando via tutti gli spettatori.
 Lei si voltò velocemente, pronta ad affrontarlo. Sentì Titus gridare il suo nome. Quando, all'improvviso, si ritrovò spinta a terra. In un primo momento rimase un po' stordita poi, alzò il volto e quello che vide la lasciò senza parole.
Una scura figura, con un cappuccio nero stava combattendo con quell'essere. Era talmente agile, che schivava gli affondi del nemico come se fosse la cosa più semplice del mondo. Sentì due braccia che l'afferrarono ed era Titus assieme a Gustus. 
Lexa stava per andare in  aiuto di quel guerriero misterioso quando Titus l'afferrò per il braccio, costringendola a rimanere ferma.

<< No Heda, guardate! >> le disse indicando con un accenno della testa il combattimento.

Il guerriero misterioso, scivolò velocemente sotto le gambe del nemico, scalò con un'abile mossa la sua schiena e con due spade, decapitò quell'essere enorme.
Lexa era incredula. Quel guerriero aveva una tecnica impressionante.
Affannato il guerriero foderò le spade sulla schiena. Lexa venne trascinata via da Gustus e le altre guardie, perdendolo di vista.


Nelle proprie stanze Lexa si stava facendo controllare dai suoi guaritori. Dopo aver bussato, entrarono Gustus e Indra, seguiti da un silenziosoTitus.

<< Allora, dove sono finiti Nia e Roan? >> chiese Lexa.

<< Heda, temo siano fuggiti, diretti dritti ad Azgeda sicuramente. >> Rispose Gustus.

<< Codardi >> rispose schifata Indra.

<< Nia ha portato un suo animaletto con se, a quanto pare, Titus aveva ragione. Ha sempre un asso nella manica. Per fortuna si è rivelato del tutto inutile >> disse Lexa, mentre Niko le stava fasciando il braccio ferito.

<< Il guerriero col cappuccio è scomparso. Abbiamo cercato ovunque ma non ve n'è traccia. >> disse Indra.

<< Raddoppiate le guardie e le sentinelle in città. Non voglio altre brutte sorprese
per questa notte >>

<< Certamente Heda >> disse eseguendo subito Indra.

<< Gustus voglio che controlli tutti gli ambasciatori e i leader degli altri clan...vedi se qualcuno sa che piani esatti escogitava Nia, un altro tradimento del genere non può essere tollerato >> ordinò Lexa.

<< Sarà fatto Heda >> anche lui uscì subito dalla stanza, seguito dai guaritori che avevano finito di medicarla.

Rimase Titus, che non aveva proferito neanche una parola.

<< I Natblida sono tutti incolumi? >> chiese Lexa.

<< Stanno tutti bene, orgogliosi della vittoria della loro Heda >> rispose Titus.

<< Parla sinceramente Titus...>> ordinò Lexa.

<< Heda...ricordate del mio viaggio di poco tempo fa? >> domandò Titus.

<< Si, quello da dove ne sei tornato ferito. So che non mi hai detto la verità. La domanda è, perché? Cosa mi stai nascondendo, Maestro? >> chiese con calma Lexa.

<< Ho affrontato quel lungo viaggio per cercare aiuto Heda, io non potevo aiutarti, quindi ho cercato qualcuno che l'avrebbe fatto >> spiegò.

<< Aiutarmi in cosa Titus? >> chiese Lexa un po' irritata.

<< Per completare il nostro piano. Ti serviva aiuto...ho cercato di portarti quello che ti serviva. Pensavo di aver fallito, ma invece... Heda, ci sono riuscito >>

<< Il guerriero vestito di nero...lo conosci? >> chiese Lexa cercando di capire.

<< Si Heda, lo conosco. Ma non è un guerriero qualsiasi....é Wanheda >> confessò finalmente Titus.

<< Wanheda? >>

<< Si, Heda >>  Lexa rimase un attimo stranita, poi sorrise lievemente e replicò:

<< Wanheda non esiste Titus, è solo una leggenda che si racconta ai bambini per spaventarli >>

<< No Heda, lei esiste! È reale. So che può sembrare assurdo ma lei è reale. Ed è qui, a Polis >> continuò Titus.

<< Mi stai dicendo, che Wanheda, quella Wanheda...colei che ha la forza di mille eserciti, che comanda la morte,
esiste ed è qui, per aiutare me? >> domandò ironica.

<< Si Heda, è la verità >> rispose Titus.

 Lexa sospirò, credendo che il suo maestro stesse dicendo solamente assurdità.

<< Ora è tardi, Titus, ho bisogno di riposo. Non di stupide leggende senza più valore. Reshop Fleimkepa >> sentenziò Lexa.

<< Heda, vi prego... >> riprovò.

<< Fuori >> disse bruscamente Lexa.

Dandole una lieve buonanotte Titus uscì dalla stanza.


Non voleva più sentire nulla, per quella notte. Era stata una giornata terribile.
Tutti i muscoli sembravano macigni e le ferite le dolevano. Si sdraiò nel grande letto matrimoniale, coprendosi con le pesanti pelli.
 Quando all'improvviso nella semi oscurità balzò, seduta nel letto, puntando il coltello, che aveva sempre sotto il cuscino, alla gola di quella figura che era a due passi da lei.
Ma non fece in tempo ad usarlo perché una mano forte e sicura le fermò il polso. Il coltello puntato alla gola di quella figura che Lexa pensava non fosse altro  che un assassino.

<< Così, tu saresti la nuova Heda... >> sussurrò quella figura.

 La voce era calma e, Lexa pensò, terribilmente calda.
La luce della luna illuminò la stanza, e Lexa si scontrò, per la prima volta, con due occhi blu, talmente intensi e profondi
che il respiro le si fermò in gola.

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Capitolo 7
*** Occhi Blu ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Occhi Blu.


Non riusciva a respirare. Quegli occhi erano talmente penetranti, talmente intensi che Lexa ebbe la sensazione di trovarsi nuda di fronte ad essi. Erano blu come l'oceano. Si ritrovò faccia a faccia con una donna, più precisamente una ragazza. Faceva difficoltà a vedere chiaramente il suo viso, ma era sicuramente una ragazza. Il capo coperto sempre da quel cappuccio nero, vestita di quelli che le sembravano stracci. Lexa si ricordò che le aveva rivolto la parola quindi rispose, ancora turbata dalla vista di quegli occhi:

<< Tu....tu sei il guerriero di oggi... >> passato il momento di stupore, cercò di spingere il coltello ancora più vicino alla gola di quella ragazza.

<< Chi sei? >> ordinò.

Continuava a fissarla, come se stesse cercando qualcosa dentro di lei.

<< Chi sei, ho detto?! >> richiese alzando di più la voce.

<> chiese tranquillamente, sempre fissandola negli occhi. Lexa rimase ancora stordita da quella voce suadente.

 Di scatto si alzò, divincolandosi dalla sua stretta che era diventata quasi una carezza. Anche la ragazza si alzò, erano molto vicine. Lexa notò che non era tanto più alta di lei. Ma la sua figura aveva qualcosa di fiero, imponente, ma allo stesso tempo, qualcosa di davvero pericoloso.
 
<< Perché sei qui? Che cosa vuoi da me? >> ringhiò Lexa.

<< Io....non lo so... >> rispose la figura.

Sentendo i rumori e la voce della loro Heda le guardie entrarono di colpo nella stanza. Lexa si voltò un attimo verso di loro, ancora con il coltello puntato nella direzione della ragazza.

<< Heda tutto bene? >> chiesero le guardie.

<< Che fate li? Prende.... >> Non finì la frase perché la ragazza in questione era volatilizzata.

“ Ma come è possibile? “ si chiese.

Titus si era appena svegliato, era appena l'alba, quando la sua Heda, infuriata, entrò nelle sue stanze.
<< Spiegami, Titus, come quel guerriero, che ha sconfitto il giocattolino di Nia, era  nella mia stanza ieri notte?? >> chiese arrabbiata.

<< Nella vostra stanza? Heda ma.... >> rispose Titus non capendo ancora bene le sue parole.

<< Che sta succedendo? Parla sinceramente, adesso! >> ordinò puntando il dito a terra davanti a se.

<< Heda, come stavo cercando di spiegarvi ieri...vi ho portato quello che vi serviva >>

<< Non ricominciare con la storia di Wanheda! >>

<< Ma è la verità Heda! Questa è....la verità! So che vi sembrerà assurdo, so che io stesso vi raccontavo che fossero solo delle leggende, ma, invece, è la verità...Wanheda esiste  >> disse avvicinandosi.

<< Non può essere Titus, non può esistere Wanheda...quel guerriero, era solo una ragazza... >> disse non credendoci.

<< Anche voi siete una ragazza, eppure siete molto altro...so che è difficile da comprendere, so benissimo che il solo pensiero sia assurdo, credimi lo so bene. Io stesso a mio tempo stentavo a crederci, ma io ho visto...Lexa,  io l'ho vista! É lei, è Wanheda. >> disse Titus disperato che il suo Comandante potesse crederlo.

<< Ti prego Heda, fidati di me... >> pregò Titus.

<< Questa volta, le tue parole sono difficili da credere, mio Maestro >>.

<< Permettimi di mostrarti la mia sincerità Heda... >> tentò ancora Titus, dirigendosi verso il santuario. << Seguimi >>. Aprì le porte ed entrò, Lexa dietro di lui. Quel posto era il posto più sacro per il suo popolo.
 Tutta la loro storia, la sua, era custodita lì dentro. La grande stanza era illuminata dalle solite candele, seminate un po' ovunque. Andò affianco a Titus, aspettando e chiedendosi che dovessero fare lì...

<< Vi prego.....Wanheda >> disse, all'improvviso, Titus.  Lexa aspettò ma non accadde nulla, pensò che il suo maestro stesse dicendo solo assurdità quando udì:

<< Titus >> si girarono di scattò e la ragazza di quella notte era lì, a pochi passi da loro.

<< Wanheda >> disse Titus, facendo un lieve inchino col capo. << Lei è la nostra Heda, Lexa kom Trikru, il Comandante del sangue, ti ringraziamo per la tua presenza... >>

<< Risparmiami i ringraziamenti Titus, mi hai trascinata tu qui >> 

<< Tu...tu sei davvero Wanheda? >> chiese Lexa facendo un passo verso di lei.

<< Mi chiamano in tanti modi, Wanheda è solo uno di questi >> disse semplicemente.

<< No, non è possibile.....sei solo un assassina che gioca con le menti degli altri, fingendosi una leggenda che non può esistere. Un persona codarda  che non ha manco il coraggio di mostrare il proprio volto. >> disse amaramente Lexa.

<< Heda! >> la rimproverò Titus.

<< Sempre uguali....>> disse Wanheda.

 Alzò le braccia e lentamente si abbassò il cappuccio. Sollevò lo sguardo, e in quel momento il sangue di Lexa si gelò nelle vene, il respirò le morì in gola. Quegli occhi, che la notte prima erano blu come l'oceano, ora erano gelidi come il ghiaccio.
 Lexa per la prima volta in vita sua si pietrificò. Non riusciva a muoversi. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quegli occhi che la facevano tremare di paura.
Ma di fronte a lei, si trovava anche, la ragazza più bella che Lexa avesse mai visto. I capelli biondi, come il sole, le ricadevano oltre le spalle, mossi da delle leggere onde. La pelle chiara, le spalle larghe, forme muscolose ma, al contempo, sinuose,  che potevano tentare chiunque. Lexa notò due cicatrici incastonate in quel bellissimo viso: una sul sopracciglio sinistro e un'altra sulla guancia destra.

In un attimo, si ritrovò quella ragazza proprio davanti, vicinissima.
<< Sento la tua paura Heda, le tue incertezze, i tuoi rimpianti...riesco a scorgere le tue debolezza. Vuoi fuggire...nasconderti e sprofondare in un buco nero senza fine... >>  rimase impietrita.

<< Chi sei tu? >> chiese con timore Lexa.

<< Io....non sono nessuno >> rispose la ragazza continuando a fissarla.

<< Perché mi hai spinta via dall'attacco di quel mostro ieri? >> chiese Lexa.

<< Perché non eri in grado di sconfiggerlo >> le rispose semplicemente.

<< Cosa? >>  come osava  dubitare delle sue abilità di combattimento.

 La ragazza la ignorò, si   voltò verso Titus e disse:
<< Se si dimostrerà all'altezza potrò aiutarla, altrimenti, io non perdo tempo >>

<< Ho capito >> rispose Titus.

<< Non vederci nulla di più Titus >> disse mentre si ricopriva con il cappuccio e uscì.

Lexa rimase immobile, non credeva a quello che stava succedendo. L'unica cosa che le ritornava in mente erano quei profondi, bellissimi e letali occhi blu.



















Note dell'Autrice:  
Salve a tutti cari lettori!! Vi ringrazio per i vostri bellissimi commenti, per me è sempre una gioia sapere che ne pensate!! Le due si sono incontrate, parlate e finalmente abbiamo "scoperto" il viso della nostra Wanheda! Che ne pensate?? Vi assicuro che ci sarà molto, molto altro nel prossimo capitolo....le due avranno una "conversazione" alquanto interessante....forse! Non vi svelo di più! Come al solito ringrazio sempre tutti quelli che trovano due minuti del loro tempo per leggere la mia storia.
Grazie di cuore! Se volete fatemi sapere che ne pensate!
Spero alla prossima!! Buon fine settimana cari!
Un bacio,
Kristen.

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Capitolo 8
*** Occasione ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.




Occasione.



Stavano una di fronte all'altra. Circondate dall'oscurità della notte, nella piccola  e deserta arena dei Natblida. Fissavano una gli occhi dell'altra, determinazione contro calma. Si trovavano lì, in attesa di iniziare. Lexa si chiedeva come avesse fatto a trovarsi lì, quella sera. La sua mente era un miscuglio di domande che attendevano una risposta. In quel momento le tornarono in mente i giorni precedenti...

Nella sua stanza, intenta ad osservare delle mappe, Lexa si domandava se la guerra contro Azgeda fosse inevitabile.

<< Heda, mi avete fatto chiamare? >> entrò Titus, camminando con le mani dietro la schiena.

<< Ora mi spiegherai ogni cosa, non lascerai questa stanza senza avermi detto tutto quanto. Sono stata chiara? >> disse Lexa sollevando lo sguardo e posandolo verso il suo maestro.

<< Che cos'era quella farsa di ieri? >> chiese.

<< Non era una farsa, Heda. Vi ho messa al cospetto di Wanheda. So che avete dei dubbi sulla sua reale identità, ma ciò non toglie che vi ho portato quello di cui avete bisogno >> rispose.

<< Una ragazza, abile nel combattimento, ma sempre una ragazza..... non avrà più dei miei anni...una ragazza in carne ed ossa  >>

<< Ricordate i miei insegnamenti, Heda. A volte, le cose,  non sono necessariamente
come appaiono  >>

<< Sei veramente convinto che sia Wanheda, Titus? E se fosse una spia di Nia...degli uomini della montagna? Ci hai pensato a questo? >> chiese Lexa, frustata.

<< Vi posso assicurare che non è nulla di tutto questo. Vi ho istruito fin da quando siete arrivata qui a Polis...vi ho servito meglio di quanto ho potuto, io credo in voi. Ora, vi chiedo di avere fiducia in me  >> supplicò Titus.

<< Se fosse vero, come sarebbe possibile? Wanheda è una leggenda tramandata dai nostri antenati tantissimo tempo fa. Come può essere qui, ora? >> disse confusa.

<< Per Wanheda, il tempo, non ha significato... è sempre stato cosi >> rispose Titus.

<< Un Mostro.... >>

<< Si penso che possiamo anche definirla così, come vi ha detto...Wanheda, è solamente uno dei tanti modi in cui viene chiamata... >>

<< Ricordo le sue leggende, mio padre me le raccontava quando ero piccola... come può esistere davvero? >> chiese Lexa.

<< Se Heda ha difficoltà a credere, può sempre vedere con i propri occhi >> continuò Titus:

<< Parlatele, lei vi mostrerà la giusta via...Wanheda è sempre al servizio di Heda >> rispose.

<< Non sembrava una persona che volesse stare al servizio di qualcuno... >> rimbeccò Lexa.

<< Lo sarà, se le date un valido motivo per farlo...vi ha già dato un occasione, forse dovreste fare altrettanto >> suggerì Titus.

<< Un occasione... >>

<< Si, così vedrete se le leggende hanno, infondo, un briciolo di verità... >> disse Titus.

<< E se ti sbagli? >> chiese.

<< Allora non dovreste più preoccuparvi di me, Heda >> rispose.

<< Come fai a conoscerla? >>

<< Ero un allievo del precedente Fleimkepa, la incontrai qui a Polis...   >> disse abbassando la testa.

<< Dove l'hai trovata? >> chiese curiosa Lexa.

<< In una grotta abbandonata nella terra di nessuno... >> rispose.

<< Ti ha aggredito? >> chiese.

<< Wanheda è come un leone in gabbia, se qualcuno  si avvicina troppo tira fuori gli artigli....ma credo che con me, le cose siano ben peggiori... >> disse amaramente Titus.

<< Vi prego, datele un occasione >> disse, infine, congedandosi.


L'aria era pungente, Lexa non credeva che avrebbe funzionato, in realtà,  non sapeva bene che stesse facendo. Ma ormai la sua vita era talmente  vuota e inutile che anche fare qualcosa di avventato come questo non la spaventava.
Era uscita dalla sua stanza, ordinando a Gustus e alle altre guardie di non seguirla. Ora era lì, ad ammirare il panorama della sua Polis, nell'arena dei Natblida. Sospirò,  tutto era così complicato, ma qualcosa  occupava la  sua mente in quei giorni.
Da quando aveva incrociato quegli occhi...

<< Una ragazza non dovrebbe andarsene in giro la notte da sola, specialmente il Comandante dei dodici clan.... >>

Lexa si girò lentamente e vide ancora quella ragazza, li in piedi di fronte a lei. Il cappuccio stranamente sulle spalle. Stessa figura imponente e inquietante di giorni fa.

<< E' proprio perché sono il Comandante posso permettermi di girare la notte da sola e poi,  potrei dire la stessa cosa di te.....Wanheda >> disse pungente Lexa.
<< Hai detto di chiamarti così, vero? >>

<< Non importa come mi chiami....sei qui perché vuoi capire se il tuo saggio maestro ha perso la ragione? >>

<< Ho i miei dubbi, si, ma non su Titus....su di te >>

<< E come vorresti scioglierli questi dubbi? >> chiese Wanheda.

<< Una sfida >> disse Lexa.

<< Una sfida? >> chiese Wanheda inclinando il capo di lato.

<< Se vinci, ascolterò quello che mi dirai... >>

<< E se perdo? >> chiese curiosa.

<< Te ne andrai per sempre da Polis, non tornerai mai più ... >>

<< Esilio? >> chiese sorridendo Wanheda.

<< Titus crede che sei la risposta a tutti i nostri problemi, personalmente credo sia una follia,
 ma voglio dargli un occasione >> disse Lexa.

<< Stai attenta a chi dai un'occasione... >>

<< Accetti o no? >> rimbeccò Lexa.

Wanheda annuì con un lieve accenno del capo.

Una di fronte all'altra, con i bastoni dei Natblida, in posizione. Lexa prese l'iniziativa e sferrò subito un attacco all'avversario.
Wanheda schivò subito gli attacchi di Lexa. Sembrava che non assortissero nessun effetto su di lei...schivava ogni mossa come se fosse la cosa più semplice del mondo.
 Lexa, ormai infuriata, si lanciò con tutta la forza che possedeva su Wanheda, allora quest'ultima con una velocità che il Comandante non aveva mai visto da nessuno prima, le scaraventò il bastone per terra.  Lexa cadde di schiena e si ritrovò il bastone puntato in gola. Non riusciva a crederci. Era successo tutto cosi velocemente.

<< Ho vinto >> disse Wanheda.

 Lexa la guardava stupefatta. Possedeva una velocità incredibile. Ancora sotto shock per essere stata battuta, non notò subito che il bastone era stato sostituito con una mano.

Quella ragazza le stava porgendo la mano per aiutarla ad alzarsi. Lexa la fissò negli occhi, e quei occhi freddi come il ghiaccio erano diventati di un caldo blu intenso. Come quando li vide per la prima volta. In quegli occhi Lexa vide un anima antica, saggia e potente. Ancora una volta si sentì nuda sotto quello sguardo.
Afferrò la mano, era ruvida come la sua...ma tremendamente calda. L'aiutò ad alzarsi, erano vicinissime.
Si fissarono per un tempo che a Lexa parve infinito.

<< Domani, quando il sole sarà tramontato, sarò qui  >> disse Wanheda.

Lexa rimase imbambolata per pochi secondi mentre Wanheda lasciò andare la sua mano e si voltò andando via.









Note dell'Autrice:  Salve a tutti cari lettori!! Come sempre vi ringrazio per i vostri commenti!! Sono felicissima di leggerli, ovviamente ringrazio anche i
 " lettori silenziosi " che dedicano due minuti del loro tempo per leggere la mia storia! Insomma, grazie a tutti! Scusate il ritardo ma ho avuto problemi di linea , quindi non ho potuto caricare prima il capitolo! Allora, vi aspettavate questo primo dialogo/scontro tra le due?? Eheheh le cose si fanno sempre più interessanti tra le nostre due protagoniste! Nel prossimo capitolo ci sarà una conversazione molto interessante....
Come sempre fatemi sapere, se volete, che ne pensate!
Ancora grazie mille e, spero, alla prossima!

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Capitolo 9
*** Potere ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



Potere.



Heda era seduta sul letto. Le prime luci dell'alba rischiaravano pian piano il cielo. Rifletteva.
Guardò la propria mano e si ricordò dello scontro della notte prima. Aveva perso miseramente, in un paio di secondi tutto quello che Anya e Indra le avevano insegnato era stato inutile.
 Aveva fatto la figura di un Natblida alla sua prima lezione di combattimento. Poi un altro ricordo prese il sopravvento: quella stretta forte, sicura e calda. Sicuramente colei che si definiva Wanheda era un abilissimo guerriero, ma Lexa pensò, che ci fosse molto altro.
Trasmetteva paura, autorità, ma anche in un certo senso, sicurezza. Non riusciva a spiegarsi tutte quelle sensazioni che stava provando.
 Ma quella più presente era la curiosità. Quella ragazza la intrigava, voleva sapere di più sul suo conto. Per Lexa, non capitava da tanto tempo, di interessarsi così ad un'altra persona.
 Aveva paura di fidarsi, avrebbe continuato ad indagare per capire davvero le sue intenzioni. E così, si ritrovò, inspiegabilmente ad attendere con impazienza che scendesse subito la notte.

<< Avanti >> disse Lexa dopo che bussarono alla porta.

<< Heda, ho fatto come mi avete ordinato...alcuni ambasciatori e capi erano perfettamente consapevoli dei piani di Nia...altri, invece, ne erano totalmente all'oscuro... >> disse Gustus.

<< Presumo che i Boudalankru sapessero già tutto...Nia sceglie con molta attenzione i suoi alleati. Libera gli altri, i traditori pagheranno per le loro stolte decisioni. >> disse Lexa.

<< Subito Heda >> ripose Gustus congedandosi. Lexa vide subito dopo Titus entrare.

<< Heda.. >> salutò inchinando il capo. Lexa attese che le guardie richiusero la porta e iniziò:

<< Titus...i  Boudalankru hanno tramato con Nia alle mie spalle, domani giustizieremo il loro ambasciatore e il loro capo, tutti devono capire che nessuno può allearsi con gli Azgeda o ci saranno delle conseguenze >>

<< Ho capito Heda...ma questo metterà  tutto il popolo dei Boudalankru contro di voi. Nia ne approfitterà sicuramente >>

<< Sono già contro di noi Titus. Devono capire qual'è il loro posto. Rispettare la Coalizione è essenziale  >> disse Lexa.
Guardò un attimo Titus e proseguì:

<< Ho incontrato quella ragazza ieri... >>

<< Wanheda? >> chiese stupito Titus.

<< Se vuoi chiamarla così....si, ho seguito il tuo consiglio, volevo capire >> spiegò.

<< Di cosa avete discusso? >> chiese interessato Titus.

<< L'ho sfidata in combattimento, nell'arena dei Natblida >> confessò.

<< L'avete sfidata....Cosa???? Lexa! Ma cosa ti è saltato in mente?! >> esplose Titus, non si aspettava di certo quella risposta.

<< Tu mi hai detto che dovevo darle un occasione, volevo capire...quale modo migliore che sfidandola in combattimento? >>

<< E cosa avete capito da questo combattimento se posso chiederlo? >> domandò ironico Titus.

<< Che è un eccellente e letale guerriero. Possiede una velocità che non ho mai visto prima... mi ha sconfitta dopo pochi secondi... >> confessò.

<< Ti ha fatto del male? >> chiese preoccupato.

<< No...mi ha solo battuta >>

<< Quando ho detto di darle un occasione non mi riferivo a sfidarla in combattimento! >>

<< Titus, ho affrontato allenamenti peggiori...quando mi battevo con Anya finivo sempre con qualcosa di rotto...non è stato neanche paragonabile a quello. Non sono riuscita manco a sfiorarla. Ha svolto un combattimento leale >> cercò di calmarlo.

<< Gradirei essere presente la prossima volta che hai un “incontro” con lei >> disse Titus.

<< La rivedrò questa sera, ma preferisco parlarle da sola. Devo capire se mi posso fidare >>

<< Non sono d'accordo ma se questo è il volere di Heda... >>  chinò il capo e si voltò, andando verso l'uscita.

<< Titus, sei sicuro che ci potrà aiutare? >>

Titus si voltò verso di lei e disse:

<< Wanheda sa sempre come risolvere i problemi degli altri...quelli che non sa risolvere sono proprio i suoi...se le darai ascolto lei ti aiuterà... >> detto questo uscì chiudendo la porta.


Titus finì la sua lezione con i Natblida. Entrò nel santuario e vide subito Wanheda di spalle.
Con la mano tracciava le linee dei disegni sulla parete. Il cappuccio sceso sulle spalle, i capelli non tanto puliti come Titus si ricordava. Non più splendenti come il sole.

<< Heda mi ha informato sul vostro duello di ieri sera. Posso considerarlo un fatto che non ricapiterà in seguito? >> chiese Titus severo.

<< Il tuo Comandante non crede che io sia Wanheda >> detto questo, si voltò verso di lui.

Titus posò subito il suo sguardo a terra.

<< Guardami. >> impose lei. Titus la guardò negli occhi. Due pozze gelide e vuote. Wanheda sospirò e continuò:

<< Ha insistito. I suoi modi non sono molto ordinari >>

<< Heda apprende molto su una persona nel combattimento. Anche se non condivido i suoi modi, se è il volere di Heda.... >>

<< Obbedisci...come un cane col suo padrone, vero? >> sbottò.

<< Il mio compito è servire Heda. Un tempo era lo stesso per voi... >>

<< Attento Titus. Credimi, so dove vuoi arrivare. Non mettere alla prova la mia pazienza >>

<< Lexa è incuriosita da voi, non avrebbe accettato di rivedervi se non fosse così. Ha bisogno del vostro aiuto >>

<< Io non posso aiutare più nessuno Titus. Non sarà una mia allieva, mi sono spiegata? >>

<< Potevate andarvene, quella volta. Non l'avete fatto, siete rimasta e l'avete salvata. Perché?  >>
Wanheda non rispose subito, fissò intensamente Titus. Poi guardò accanto a lui.  Il suo sguardo cambiò, riprese per un momento quel bagliore presente tanto tempo fa.

<< Perché era la cosa giusta da fare >>.


Lexa giunse nella piccola arena dei Natblida. Era sola. Si guardò intorno per vedere se quella ragazza si stesse nascondendo da qualche parte.
Ma non vide nessuno. Si udiva solo il cullare del vento.

<< Anche se mi stessi nascondendo qui attorno non saresti capace di vedermi >> disse la ragazza.
Lexa si voltò di scatto e la vide. Come la sera precedente aveva il viso scoperto, in bella mostra.

<< Non sarai un po' troppo sicura delle tue abilità? >> le chiese ironicamente.

<< Dico solo la verità >> replicò. Superò Lexa camminando lentamente verso il piccolo cornicione, da cui si poteva vedere il bellissimo panorama. Lexa la fissava. I vestiti erano logori e sporchi, anche i capelli non erano come quando la vide nel santuario.
 Aveva un aspetto più trasandato, forse, pensò, era da quel giorno che non si faceva un bagno. Dove stava per tutto il tempo? Dove dormiva? Mangiava? Lexa si ritrovò a porsi tutte queste domande quando la voce della ragazza interruppe i suoi pensieri:

<< La mia mente è molto affollata, di solito...se hai delle domande ponile...il tuo pensare in silenzio mi sta infastidendo >>

<< Posso farti avere un posto dove dormire, mangiare e farti un bagno se vuoi...penso che non fai tutte queste cose da un po' di tempo... >> disse Lexa gentilmente.
 La ragazza la fissò sorpresa per un attimo.

<< Queste cose sono superflue. Se voglio mangiare mangio, se voglio dormire mi addormento, se voglio farmi un bagno c'è il lago a ovest... Non sono qui per questo >>

Lexa si irritò, voleva solamente essere ospitale, infondo l'aveva aiutata con il giocattolino di Nia.

<< Certo, sei qui per aiutarmi no? >>

La ragazza la fissò per un attimo chinando la testa da un lato.
<< Sono qui perché è la cosa giusta >> le disse prima di voltare lo sguardo di nuovo sulla città. Lexa la raggiunse, erano fianco a fianco.

<< Hai diversi problemi: i confini stanno cedendo, la tua coalizione si sta sciogliendo rapidamente, gli uomini della montagna, Nia.... >>

<< So bene quali siano i problemi, non ci volevi tu per capirlo >>

<< Non riesci a risolverli, stai cadendo in una voragine sempre più profonda e non sai come uscirne.  Non puoi gridare, né chiamare aiuto... nulla a cui aggrapparti  >> disse sempre guardando il panorama.

<< Se hai una risposta a questi problemi, parla allora. Non mi piace tergiversare
 né perdere tempo >> disse ormai stufa.

 Stava per andarsene quando Wanheda continuò:

<< Potere >> disse voltandosi e guardando Lexa. << La risposta ai tuoi problemi è il potere >>

<< Io sono Heda, ho già il potere >>

<< Sbagliato >> continuò << Essere Heda non basta, il potere va guadagnato e mantenuto >>

<< Ho messo fine ai conflitti che imperversavano sulle nostre terre. Ho riunito tutti i clan in un unica Coalizione! Ho portato la pace dove c'era solo guerra! Mi sono guadagnata il mio potere! >> Rispose Lexa arrabbiandosi.

<< Pace? La Pace è solo  un'illusione.  Pensi che nelle tue terre ci sia la pace??  >>

<<  Allora cosa devo fare?? Avanti, dimmelo! >> urlò Lexa.

<< Devi ottenere potere. Sei concentrata su Nia, la odi, vuoi eliminare Azgeda... >>

<< Si, è vero >> confessò Lexa senza pensarci.

<< Ma il pericolo maggiore non è Nia, dico bene? >> chiese Wanheda.

<< I confini... >>

<< Rifletti >> ordinò Wanheda.

<< Gli uomini della montagna >>

<< Il dovere di Heda è verso il suo popolo. Il tuo popolo soffre  >>

<< Nessuno ha mai sconfitto gli uomini della montagna. Hanno armi troppo potenti. Non riusciamo manco ad avvicinarci, sconfiggerli è impossibile >>

<< Nulla è impossibile >> disse Wanheda. << Tutto è collegato, i clan sono divisi..dagli qualcosa che li unisca, uno scopo più grande. Se Heda è pronta a combattere tutti la seguiranno.. >>

<< Azgeda e i suoi alleati non marceranno con me >>

<< Marceranno. É difficile resistere al potere. Tutti lo desiderano. Se sconfiggerai il nemico del popolo...avrai il potere necessario per ricompattare la tua coalizione, mettere fine ai conflitti nei confini e distruggere Nia... >>

<< Questo è il tuo consiglio? Marciare contro il nostro acerrimo nemico e sacrificare tutti i miei guerrieri in un impresa impossibile? >> chiese Lexa.

<< Si >> rispose semplicemente.

<< E come pensi possa riuscirci? Col tuo aiuto? >>

<< Io non combatto per nessuno >> disse duramente Wanheda.

<< Allora? Abbiamo sempre fallito >>

<< Devi imparare ad ascoltare >> le disse.

<< Ascoltare cosa? >>

<< Gli altri Heda >> disse Wanheda.

<< Come scusa? >> disse allibita Lexa.

<< Loro ti parlano, nel sonno...ti mostrano cose, ti fanno sentire emozioni...comunicano con te quando non sei cosciente >>
<< Come fai a sapere dei miei sogni? >> chiese sconcertata Lexa.

<< La conoscenza è un arma. Devi imparare a usarla a tuo vantaggio, la mente è un arma mille volte più potente di qualsiasi altra cosa...controllala e potrai usarla in ogni momento  >> spiegò Wanheda.

<< Chi sei? Come fai a sapere tutte queste cose su di me? >> chiese Lexa.

<< Io sono Wanheda >> rispose. << Se vuoi portare la tua agognata pace in questo mondo farai come ti ho detto...lo capirai da sola prima o poi... >> si incamminò per andarsene, passò accanto a Lexa quando questa l'afferrò per il bracciò avvicinando il viso al suo.

<< Io non mi fido di te >>

<< Neanche io mi fiderei, ma sembra......che tu non abbia altra scelta >> le rispose Wanheda, fissandola con quegli occhi blu, profondi come l'oceano.

<< Il tuo nome... >> disse lievemente Lexa.

<< Come? >>

<< Vorrei sapere se hai un nome...uno vero... >> le chiese incantata da quegli occhi.

<< Clarke >>

<< Clarke? Che strano... >>

Clarke le prese il braccio e delicatamente si svincolò dalla sua presa, continuava a fissare quegli occhi verdi e disse:

<< Trova la tua ragione per combattere....Lexa >>

Detto questo se ne andò. Lasciando Heda senza fiato.

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Capitolo 10
*** Passeggiata ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



Passeggiata.



Con un secchio di acqua fredda, Titus svegliò una Wanheda addormentata sul trono sacro della prima Heda.

<< Bugiardo!!! >> urlò all'improvviso Wanheda.

<< Puzzate >> disse  Titus.

<< Non farlo mai più... >> ringhiò Wanheda alzandosi.

<< Dovreste farvi un bagno, non è un problema mio se mangiate o meno, ma vorrei almeno essere risparmiato da questo tanfo insopportabile....e mostrate rispetto per i nostri antenati! >> rimbeccò duro Titus.

<< Ti ripeto....non farlo mai più >> Wanheda rimase lì a fissare per un momento il trono, si girò verso Titus e poi verso la porta.

<< Vi prego, almeno se incontrate Heda... >> insistette.

Wanheda uscì. Odiava quel posto, odiava Titus e odiava rendere conto a qualcuno. Camminava per le vie di Polis. Mercati all'aperto. Bambini che giocavano. Persone sorridenti e cordiali. Era tutto diverso da come si ricordava. Lexa aveva cambiato molte cose...
Era questo che faceva da un paio di giorni, osservava in silenzio, senza farsi notare. Osservava le persone, i loro atteggiamenti, aveva osservato tutta Polis.
Si sedette al solito posto, le cose sembravano essere più leggere li...

<< Ciao >> disse una piccola vocina. Clarke si voltò e vide una bambina. Era piccola, magra con delle ciocche bionde che le spuntavano da un fazzoletto colorato che le raccoglieva i capelli.

<< Ho perso la mia capretta, tu l'hai vista? >>




Trova la tua ragione per combattere...

“ La mia ragione “ pensò Lexa.
 In piedi, guardava la sua bellissima Polis, ergersi nel calore di quella mattina. Era una bellissima giornata, il sole rischiarava e scaldava i suoi cittadini, immersi nella loro routine, nella loro vita..
Lexa aveva avuto una ragione per combattere. Chiuse gli occhi e la vide chiaramente, capelli castani ricci, pelle ambrata, due occhi scuri, profondi e caldi. Sorriso che illuminava tutto, mano tesa verso di lei, sempre alla sua ricerca, alla sua attenzione.
 Sospirò...non avrebbe mai più visto quel viso, non avrebbe mai più udito quella voce, non si sarebbe più inebriata del suo profumo, delle sue carezze.
Aveva perso la sua ragione per combattere. Sapeva bene che cos'era il dovere di Heda, ma ora tutto non aveva più senso. In realtà, si sentiva solo persa.
<< Se solo fossi qui...sapresti darmi la forza.. >> disse con un sospiro.

<< Oggi è una bella giornata, non trovate Heda? >> disse alle sue spalle Titus, appena entrato.

<< Si....sembra proprio cosi >> disse voltandosi andando verso il tavolo dove sopra vi erano le carte geografica del suo territorio.

<<  Ho avuto un'interessante conversazione con Clarke, certo che quella ragazza è veramente strana, e anche pazza....sai mi ha det- >>
Lexa si voltò e vide Titus fermo con gli occhi spalancati.

<< Che c'è? >>

<< Cosa avete detto? >> chiese stupito.

<< Che ho fatto una chiacchierata con la tua Waneda... >>

<< No, come l'avete chiamata? >>

<< Ah...Clarke, perchè? Non si chiama così? >> chiese stranita Lexa.

<< Si ma....vi ha detto lei di chiamarla cosi? >>

<< Le ho chiesto il suo vero nome e mi ha detto Clarke...che c'è Titus? Non dirmi che si sta prendendo gioco di me perchè sai sarebbe davv- >>

<< No, Heda....perdonatemi. Era solo che non sentivo quel nome da molto tempo... >>

<< Titus, è solo un nome >> disse Lexa, esasperata.

 Non aveva capito ancora il legame tra il suo maestro e Clarke, aveva intuito, però, che quei due non erano in buoni rapporti. La sua curiosità verso....Clarke, cresceva sempre di più. Avrebbe indagato presto.

<< Posso sapere di cosa avete parlato, Heda? >> chiese cambiando argomento Titus.

<< Mi ha detto che dovrei prendere i miei uomini e marciare contro gli uomini della Montagna....il che è assurdo e completamente impossibile. Ha detto che quello che mi serve è maggior potere e qualcosa sugli altri Heda....di ascoltare gli altri Heda....sinceramente tutto quello che ha detto mi è sembrato assurdo e impossibile >> disse fustrata.

<< Wanheda ha un modo di risolvere tutto suo....ma tutto quello che dice  può essere portato a termine.... >> Titus, sospirò.

<< Gli altri Heda ti parlano nei tuoi sogni, ti mostrano cose, la conoscenza è la miglior arma Heda...>>

<< Mmff, l'ha detto pure lei....Non posso chiedere ai miei guerrieri di morire inutilmente, la Montagna non è mai stata sconfitta...e gli altri clan non mi seguiranno mai... >>

<< Forse lo faranno....se vedessero Wanheda inchinarsi al volere di Heda >> disse Titus.

<< Non è Wanheda Titus, e poi...non mi sembra il tipo che si inginocchia di fronte a nessuno >> rispose Lexa.

<< Wanheda protegge Heda, sta al suo cospetto, fa tutto ciò che le viene ordinato, sacrifica la sua spada, la sua esistenza e il suo potere per la sua Heda...lei sarà ciò che tu vorrai....é sempre stato così. Wanheda è lo strumento di Heda. È la sua arma e la sua corazza. Wanheda è grande perchè Heda è grande >>

<< Non esiste una persona cosi Titus....e quella ragazza non ha la minima intenzione di stare al cospetto di nessuno >> rispose Lexa.

<< Forse non avrà bisogno di nessuno....ma so per certo che se Heda avrà Wanheda dalla sua parte, tutti la seguiranno >> disse Titus, avviandosi alla porta.

<< Nessuno sfida la morte, Heda >>

Lexa era seduta su di una roccia nell'arena dei Natblida, seduti in cerchio ascoltando la lezione della loro Heda:
<< Quali sono i tre pilastri fondamentali per diventare Heda? >> chiese.

<< Saggezza.......compassione......e forza >> risposero alcuni Natblida.

<< Queste sono le caratteristiche che ogni Heda deve avere per poter essere in grado di compiere il proprio dovere verso il suo popolo...>> spiegò Lexa.

<< Ora andate, Titus vi sta aspettando >> li congedò.

I Natblida fecero un rispettoso inchino e si avviarono verso la torre.
<< Pensavo che Heda non perdesse più il suo tempo ad impartire lezioni....non hai il tuo burattino per quello? >> domandò Clarke, saltata fuori all'improvviso come faceva lei.

<< Spii sempre gli altri tu? Ah no aspetta....tu osservi vero? >> la schernì.

<< Come mai sei qui...non farà notte ancora per un po' >> continuò sorpresa di vedere la ragazza alla luce del sole. La osservò per un momento, era un disastro....occhiaie scure le segnavano il viso stanco, non si doveva fare un bagno da un bel po'....

<< Seguimi... >> disse Clarke, incominciando a camminare verso i confini della città.

<< Aspetta dove stai andando? >>

<< Devo mostrarti una cosa....cammina >> disse senza rallentare di un passo.

Lexa la seguì, irritata dal suo comportamento. La curiosità verso Clarke era qualcosa di inspiegabile, voleva sapere cosa aveva in mente.
Si muovevano in modo discreto, le teste ricoperte dai cappucci, per passare inosservate.
Mentre camminava Lexa non poté che fissare la schiena della ragazza. Aveva le spalle larghe, be almeno più larghe di quelle di Lexa. Camminava in un modo regale, ma allo stesso tempo come se avesse il peso del modo su di sé. Come un Leader. 
All'improvviso andò a sbattere su quella schiena. Non si era accorta che Clarke si era fermata.

<< Fa attenzione....sentivo i tuoi pensieri entrarmi in testa... >> disse Clarke.

Lexa non disse nulla, imbarazzata.
<< Allora, perchè siamo qui? >> chiese un po' bruscamente. Si trovarono vicino a delle case di legno, la periferia era diverso dal centro della città...meno agiata.

<< Quella è la casa del falegname...ha una moglie e tre figli... >> le indicò Clarke.

La casa in questione era molto decadente, si vedevano tronchi di legna sparsi ovunque...attrezzi in rovina. Vide una donna, tagliare con fatica alcuni ceppi...poi vide tre bambine ritirare delle lenzuola. Non capì perchè Clarke l'avesse portata li.

<< Bene...perchè siamo qui? >> le chiese ancora osservando la casa.

<< Il marito di quella donna, il falegname, è stato preso dagli uomini della montagna...non è più tornato  >> disse Clarke.

Lexa non fece tempo a dire nulla che subito Clarke si diresse verso un altra abitazione non lontano.

<< Quell'uomo ha perso sua moglie e sua figlia. Le hanno violentate e uccise davanti ai suoi occhi..Azgeda. >>

Continuarono il giro, Clarke non faceva altro che descriverle le perdite e i torti subiti da intere famiglie. Non poteva più andare oltre.

<< Ora basta! Che senso ha tutto questo? Perchè mi dici queste cose? >> urlò irata.

<< Ti sto mostrando il tuo popolo. Hai fatto molto per Polis, è vero, ma guarda queste persone. Sono sole, inascoltate. Vengono qui a Polis da tutte le terre circostanti perchè cercano aiuto...una speranza. Ma non sono ascoltati. Hai abbandonato il tuo popolo >>

<< Ma come osi? Non posso occuparmi di ogni singola persona, faccio ciò che posso per il mio popolo.. >>

<< Nella tua città c'è almeno una persona che ha perso un padre, una madre, un fratello o una sorella, i propri figli a causa degli uomini della montagna >>   spiegò sempre con calma Clarke.

<< Pensi che non sappia tutte queste cose? Che non abbia provato a fermali? Non so come sconfiggere il mio nemico! >>

<< Non hai provato abbastanza. Non hai combattuto per loro. Hai creato la coalizione, ma non hai protetto il tuo popolo da un nemico che li sta decimando >> continuò Wanheda.

<< Pensi che abbia abbandonato il mio popolo? Per questo siamo qui? >> domandò Lexa avvicinandosi pericolosamente a Clarke.

<< Fa male? >> chiese Clarke spiazzando Lexa.

<< Cosa? >>

<< Perdere qualcuno...fa male? >> chiese guardandola negli occhi. Lexa rimase paralizzata. Quegli occhi le stavano leggendo dentro.

<< Se fa male...vuoi che il tuo popolo provi questo dolore? Il tuo popolo grida aiuto....perchè Heda non risponde? >> domandò semplicemente Clarke.

<< Io... >> Lexa rimase senza parole...non sapeva più che cosa obbiettare...in realtà sapeva che aveva ragione.

<< Eccola...la ragione per combattere >> disse fissandola.

<< Il dolore è forte, Lexa....divide, tormenta e prosciuga tutti. Ma sai cosa serve per combatterlo? >>  Lexa abbassò lo sguardo ferita.

<< La speranza >> disse Clarke.

Lexa la fissò negli occhi stupita.

<< Puoi esserlo per loro...puoi portare la speranze nei loro cuori, puoi far si che la vedano, che la sentano quando alzano lo sguardo verso di te. Heda è la speranza che loro cercano >>. Lexa continuò a fissarla. Come faceva a saperlo?

<< Si sta facendo buio...forse è meglio rientrare...>> continuò Clarke tornando indietro alla torre.

Ritornate alla piccola arena dei Natblida, Lexa si sentiva esausta. Rifletteva sulle parole di Clarke e all'improvviso disse:
<< Non so come fare... >> guardò Clarke e si avvicinò.

<< Non so come fare a dargli una speranza...Titus ti chiama Wanheda...non so se sia vero, io non so cose devo fare per fare la cosa giusta, ma so che non posso aiutare il mio popolo da sola... >>

<< Aiutami >> chiese con decisione.

E Clarke la vide, lì, in quel preciso istante, vide quella fiamma che ardeva forte in quegli occhi color della foresta. La fiamma della speranza.
 
<< Incominciamo domani >> rispose Clarke.

Lexa le sorrise e si incamminò verso la torre. Lasciando Clarke ferma lì.






Una bambina con i capelli biondi e raccolti in una fascia stava trascinando l'acqua dentro casa quando sentì un rumore. Andò sul retro e li vide la sua capretta legata al palo.

<< Madre venite! La nostra capretta è tornata! >> urlò contenta.








Clarke guardò la scena e se ne ritornò nell'oscurità della notte. Arrivo nel suo posto tranquillo...

Assasina        Mostro     Piaga    Tu ci hai fatto questo!    É colpa tua     Guarda cosa ci hai fatto!     Muori!         Muori!  
  
 
Arrivò sulla riva e incominciò a spogliarsi,  lentamente entrò in acqua. Guardò la luna e le stelle che brillavano nel cielo. Si immerse.
Quando uscì sulla riva del fiume vide un sorriso familiare e quegli occhi che possedevano la stessa fiamma vista poco prima.

<< Bentornata.......Clarke >>.








Note dell'Autrice:  
Salve a tutti cari lettori!! Spero che abbiate passato buone vacanze! Vi chiedo scusa per la mia prolungata assenza, ma il mio pc ha scelto proprio il periodo di Natale per rompersi, quindi non potevo caricare i capitoli! Vogliate perdonarmi!!! Spero che continuerete a seguirmi...le cose si stanno facendo interessanti per le nostre protagoniste e nei prossimi capitoli vedremo come si svilupperà il loro rapporto e poi vedremo cosa stanno tramando Nia e gli altri! Beh, spero che continuerete a seguirmi. Grazie a tutti voi!!
Alla prossima!







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Capitolo 11
*** Punti deboli ***


  Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.                 





 Punti deboli.




Nella sala del trono, Gustus, Indra e Anya stavano fissando la loro Heda come se all'improvviso le fossero spuntate tre teste.

<< Fatemi capire, volete riunire tutti i clan, marciare verso la Montagna e distruggerla. In che modo, se posso chiedere? >> domandò scettica Indra.

<< Il piano preciso è ancora da definire, ma la nostra priorità, da questo momento in poi, sarà sconfiggere gli uomini della Montagna. Jus drein jus daun >> rispose Lexa.

<< Heda, abbiamo cercato tante volte di sconfiggerli, ma tutto è stato inutile. Ci aspetta solo morte. >> disse Gustus.

<< Per non parlare che gli altri clan non si uniranno mai a noi. Ricordiamoci di Azgeda e di  Boudalan, non accetteranno mai >> aggiunse Anya.

<< Accetteranno. Non avranno altra scelta >> rispose decide Lexa.

<< Heda, come faremo a sconfiggerli? Non sappiamo neanche come fare ad entrare nel loro territorio per via di quella strana nebbia che uccide, per non parlare delle loro strane armi >> continuò Indra.

<< So che il nostro nemico è forte. Ma il nostro popolo soffre da troppo tempo, non posso più ignorarlo. Vi chiedo, semplicemente, di fidarvi di me. Troveremo un modo >> affermò Heda.

Quando stavano per uscire Lexa ordinò:

<< Anya, rimani >>

<< Si, Heda >> rispose fermandosi.

<< Pensi che sia una pessima idea? >> chiese Lexa andando verso il balcone, si voltò

<< Parla sinceramente >>.

<< Sconfiggere quei mostri è sempre stato il mio obbiettivo primario, Heda. Mi hanno privato della mia famiglia. Sangue chiama sangue...ma ho paura per voi >>

<< Non credi che potremo vincere? >> chiese.

<< Questo nemico è potente...Lexa perchè ora? So che è difficile per te, ma concentrarsi proprio su questo nemico adesso, non mi sembra il momento giusto >> confidò Anya, preoccupata.

<< Hai osservato il nostro popolo Anya? Padri, madri, figli e figlie non hanno fatto ritorno dalle loro famiglie. Non si sa che fine hanno fatto. Soffrono >> spiegò Lexa.

 << Voglio che questo....che quello che è capitato al mio mentore, non ricapiti mai più. Voglio dare al mio popolo una speranza >>.

<< Non so come potremo riuscirci >> rispose Anya.

<< Neanche io...ma forse ho trovato qualcuno che potrebbe aiutarci. Anya, se pensi che qualcuno avesse tutte le risposte che cerchi, se questa persona ti offrisse il suo aiuto, ma non sai praticamente nulla di lei, accetteresti? >> chiese Lexa e per un momento Anya rivide quella bambina timorosa di tanto tempo fa.

<< Se il suo aiuto potrà dare beneficio per gli scopi di Heda, accetterei. Ma indagherei affondo su quella persona. Perché vuole aiutarmi? Qual'è il suo scopo? Proverei a rispondere a queste domande >> rispose Anya.

<< Sarà difficile scoprirlo... >> sussurrò Lexa.

<< Lexa, chi è questa persona? >> chiese Anya.

“Non lo so....qualcuno di pericoloso...” pensò Lexa.
Non sapeva chi realmente fosse Clarke, se davvero fosse chi Titus pensasse, ma era sicuramente pericolosa. Sapeva molte cose di lei, sapeva leggerle dentro solamente guardandola negli occhi, come nessuno aveva mai fatto. A  Lexa questa cosa non piaceva affatto.
Se Anya, Gustus o Indra avessero saputo che si incontrava con Clarke di nascosto, sarebbero stati guai grossi. Ma Lexa non poteva farne a meno. Voleva conoscere tutto di Clarke.

<< Nessuno >> rispose al suo mentore.

 << Vorrei che tornassi a Tondc insieme ad Indra. Perlustrate tutta la zona, cercate di capire dove si nascondono i Rapers >> chiese.

<< Come volete, Heda. >> disse andando verso l'uscita.
 
<> si voltò un attimo.

<< Si? >>

<< Stai attenta >> disse Anya e uscì.





<< Sai perchè l'attenzione di Heda si è improvvisamente incentrata sugli uomini della montagna? >> chiese Indra osservando Titus armeggiare con delle mappe.

<< Heda fa ciò che ritiene giusto per il suo popolo >> rispose senza neanche alzare il suo sguardo.

<< Dal giorno del duello si comporta in modo strano... >>

<< Heda sta solo cercando di fare il suo dovere. Forse tu dovresti fare il tuo, Generale >>

<< Occuparsi degli uomini della montagna è pericoloso...spero che tu consigli Heda nel migliore dei modi...Fleimkepa >> rispose con astio Indra.

<< Io mi fido di Heda, dovresti farlo anche tu, Generale >> disse infine Titus.







Era scesa la sera a Polis. Lexa durante tutta la giornata non aveva fatto altro che pensare ad un piano  di azione per poter sconfiggere gli uomini della montagna, ma senza nessun risultato. I suoi pensieri tornavano sempre a Clarke.
 Quegli occhi, due pozze blu, che le leggevano l'anima. Quell'aria oscura, che nasconde chissà quali segreti. Clarke, pensò Lexa, aveva qualcosa di terribilmente magnetico. Arrivò a quello che era, ormai diventato, il loro luogo d'incontro.
 Quella sera non soffiava un filo di vento, le stelle illuminavano chiaramente il cielo nero.

<< Come al solito... il tuo pensare è assordante >> disse Clarke.

Lexa si voltò e rimase spiazzata da quello che vide. Pantaloni scuri che fasciavano le gambe muscolose, giacca più corta della sua, grigia,  che copriva quelle larghe spalle, sotto si intravedeva una maglia blu, capelli biondi ,luminosi come il sole, semi raccolti che mettevano più in mostra il suo viso. Quelle due pozze blu.
Clarke si era sicuramente data una ripulita. Lexa non poté che pensare a quanto fosse bella.
<< Tu sei... >>

<< Pulita? >> chiese Clarke.

<< Stavo per dire diversa >> disse Lexa ancora guardandola.

<< Ho fatto solo un bagno... >> .

<< Hai fatto bene, stai meglio....così... >> continuò Lexa.

Clarke si limitò a fissarla. Lexa si schiarì la gola e distolse lo sguardo.

<< Bene, hai detto che oggi avremo incominciato, vorrei sapere a fare cosa.. >> disse Lexa.

<< Oggi incominceremo il tuo addestramento >>

<< Addestramento? Io ho già avuto un addestramento.. >>

<< Tu sei forte, ma non abbastanza. Ti aiuterò a diventare più forte, il tuo corpo e la tua mente >> spiegò Clarke.

<< Cosa c'entra questo con l'aiutarmi a sconfiggere gli uomini della montagna? >> chiese stufa Lexa.

<< Vedi gli altri Heda solo nei tuoi sogni, non capita spesso che ti parlino. Se il tuo corpo è forte anche la tua mente lo è. Se mente e corpo sono forti, potrai sentire e vedere a tuo piacimento gli altri Heda. La conoscenza è l'arma più grande. >> rispose Clarke.

<< Io voglio solo che mi aiuti a distruggere la Montagna, non a combattere! >>

<< Non ti insegnerò a combattere....ma a sconfiggermi. Battendo me, diventerai abbastanza forte >> spiegò Clarke.

<< Ti senti così sicura di te? Pensi che non potrei batterti? >> replicò Lexa arrabbiandosi.

<< Sappiamo entrambe che non puoi >> disse semplicemente Clarke.

<< Sai che sei incredibile?? >>

<< Si lo so >>

<< Non era un complimento >> disse scioccata Lexa.

<< Complimento? >> chiese Clarke.

<< Voglio solo che mi aiuti a capire come battere il mio nemico! >>

<< Sto facendo questo. Per battere il tuo nemico devi essere pronta...tu non lo sei >> disse ancora Clarke.

<< Sei insopportabile >> disse Lexa frustata.

<< Perché dico la verità? Se vuoi posso andarmene, come ti ho detto..non ho tempo da perdere >> disse tranquillamente Clarke.

<< Va bene... >> disse Lexa frustata.

Clarke lanciò un bastone a Lexa.
<< Se mi batterai anche solo una volta, allora sarai pronta per il tuo nemico >> disse Clarke.

All'improvviso, con una mossa fece cadere Heda a terra.
<< Mai essere impreparati, il tuo mentore non te l'ha insegnato? >> chiese Wanheda, alzando il sopracciglio.

“ Non ci credo.....mi aspetta davvero questo.... ”.  Pensò Lexa, mentre era con la schiena a terra.

<< Adesso vedrai! >> disse rialzandosi.

<< Non vedo l'ora >> rispose Clarke.

Le due andarono avanti così per ore. Wanheda non mostrava alcuna difficoltà ad atterrare Lexa. Era più veloce e più forte. Lexa era brava, la sua tecnica era elegante e letale. Ma Clarke aveva affrontato ben altro. Notò con piacere che Lexa ogni volta che finiva giù si rialzava velocemente.  Aveva carattere, pensò Clarke...

<< Ancora >> disse Wanheda, dopo che Lexa era finita nuovamente a terra.

“ Ma come fa ad essere così veloce...è incredibile, non faccio in tempo a vedere le sue mosse. La sua tecnica è impressionante...dove ha imparato a battersi così? ”.

<< Dove hai imparato a batterti cosi? >> dette voce ai sui pensieri Heda.

<< Ho combattuto con molti nemici >> rispose semplicemente Wanheda. << Ancora >>

Lexa fissò Clarke per qualche istante. La sua posizione di combattimento, i muscoli contratti... improvvisamente le vennero in mente le storie che le raccontava suo padre...Wanheda. Guerriero letale, chioma bionda che acceca i nemici. Occhi della morte.
Lexa si ritrovò ancora una volta a terra.

<< Fa attenzione >> le disse Clarke.

No, non era Wanheda. Era semplicemente una ragazza irritante.

Alzò lo sguardo e ancora una volta si ritrovò di fronte la stessa mano dell'altra volta. Guardò i suoi occhi, le stesse pozze calde.
Clarke l'aiutò ad alzarsi, continuò a tenerle la mano.
<< Non conosci il tuo nemico, non sai come batterlo, continui a perdere e a perdere...ma continui a rialzarti, continui a combattere. Osserva il modo in cui combatto, studiami, trova il mio punto più debole. Come puoi battermi? >> le chiese Clarke guardandola negli occhi.

<< Io sono gli uomini della montagna...se sconfiggi me, sconfiggerai anche loro. Il loro anello più debole....di solito, si inizia sempre da lì Lexa. Chi sono i loro punti deboli? >> chiese Wanheda.

<< I Reapers... >> rispose Lexa, stupita.

<< Utilizza i loro punti deboli contro di loro >> affermò Clarke.

<< Loro sono mostri, incontrollabili >> spiegò Lexa.

<< Tutti i mostri si possono controllare Lexa >>

<< Anche tu >> le uscì senza pensare, se ne pentì subito dopo.

<< Si, anche io >> disse Clarke lasciandole la mano.

<< Scusa, non volevo dire... >> si affrettò a scusarsi Lexa.

<< Sei strana >> la interruppe Clarke, pensierosa.

<< Perché vuoi aiutarmi? Cosa ci guadagni? >> chiese Lexa.

<< Perché è giusto >> rispose semplicemente Clarke. 

<< Per oggi è tutto. Vai pure a riposarti. >> la congedò.

<< ...Clarke? >> la chiamò Lexa. Clarke la fissò.

<< A domani >> disse facendo un lieve inchino col capo. Si girò e se ne andò.

<<  A domani....Lexa >> sussurrò Clarke, guardando la schiena di Lexa.



Le due ragazze non si accorsero che più lontano, gli occhi dubbiosi e speranzosi di Titus le stavano fissando.











<< Sembra che la nostra Heda abbia la testa da un'altra parte in questo periodo >> disse una spia di Azgeda, inchinato davanti alla propria regina.

<< Allora è il momento perfetto per colpire...prepara tutto il necessario. É arrivato il momento di spazzare via la sua eredità >> disse sorridendo.

<< Come ordinate, mia Regina >> disse l'uomo prima di andarsene.

Nia tese la sua mano e un'altra l'afferrò.

<< Il tuo tempo giungerà presto...mia Ontari >> .









Note dell'Autrice:  Salve a tutti cari lettori! Grazie ancora a tutti quelli che commentano e che,semplicemente, leggono la mia storia!! Vi dico solamente una parolina riguardante il prossimo capitolo: Infuocato! ihihihih
Alla prossima carissimi!

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Capitolo 12
*** Fuoco ***


 Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.                  




Fuoco.


Il rumore dei fort icolpi, riecheggiavano nell'arena.

<< Ok, forse è meglio finirla qui per oggi >> annaspò Lexa, per l'ennesima volta a terra.

L'addestramento con Clarke era sempre più pesante e snervante. Lexa provava e riprovava a trovare il punto debole della ragazza ma senza successo.

<< Vuoi già arrenderti? >> le chiese ghignando Clarke.

Lexa si alzò velocemente, lasciando cadere a terra il bastone disse :
<< Mai >> cercò di colpire Clarke con una serie di pugni, ma quest'ultima li schivò facilmente.
 Fermò un dritto di Lexa con la mano. Vicinissimo al suo viso. La osservò per un secondo: gocce di sudore le cadevano dalla fronte, il respiro affannato. Si impegnava davvero tanto.

<< Stai cercando di battermi con la forza, ma non sarai mai più forte di me.. >>

<< Sei sempre così piena di te? >> le chiese Lexa sorridendo lievemente. Le due vennero improvvisamente interrotte da un grido:

<< Heda!! >> videro Gustus correre insieme ad altre due guardie con le spade sguainate.

Le loro intenzioni erano abbastanza chiare. Lexa si innervosì, aveva ordinato che non voleva essere seguita.

<< Pleni Gustus >> d'istinto si posizionò di fronte a Clarke.

Quest'ultima trovò la cosa curiosa. Lexa faceva sempre le cose più strane, pensò.

<< Chi sei tu? Allontanati subito da Heda, presto! >> continuò Gustus minaccioso.

<< Gustus, va tutto bene...ci stavamo solo allenando >> disse seccata Lexa.

<< Ma, Heda... >> continuò incerto Gustus.

<< Questa sarebbe la tua guardia personale? >> si rivolse piano Clarke a Lexa. Quest'ultima annuì con il capo.

<< È....alto >> disse osservando Gustus dalla testa ai piedi. Il guerriero si avvicinò a pericolosamente a Clarke.

<< Se solo le sfiori un capello o provi a guardarla in un modo che non mi piace, ti strappo la gola con le mie mani >> disse fissandola.

Clarke alzò la testa per contraccambiare lo sguardo di sfida. Sorrise.

<< Mi piacerebbe vederti provare >>

<< Pleni! Gustus, io e Clarke ci stavamo solo allenando >> non potè continuare che si udì un'altra voce:

<< Pleni Gustus kom Triku, quel guerriero è con me >> Titus arrivò con calma, le mani sempre posizionate dietro la schiena, perentorio.

<< Ho procurato alla nostra Heda un avversario per i suoi allenamenti, ora se non vi dispiace ci sono delle questioni urgenti di cui devo discutere
 con Heda >> disse fissando Gustus.

<< Heda.. >>

<< Va tutto bene Gustus, puoi andare >> lo congedò Lexa.

Dopo che le guardie se ne andarono, Lexa non poté non  accorgersi del cambiamento che avvenne in Clarke.  La postura prima rilassata, nonostante la minaccia di Gustus, svanì di colpo appena il suo maestro mise piede nell'arena. Lexa voleva sapere che cosa fosse successo per innescare, nella donna, una simile reazione.

<< Heda...Wanheda... >> disse Titus facendo un lieve inchino col capo ad entrambe.

<< Bene, la lezione è finita  >> disse Clarke senza degnare Titus di uno sguardo.

<< Ci vediamo domani? >> chiese Lexa subito. Clarke annuì leggermente e superò Titus sempre senza dire una parola.

Il maestro e la sua pupilla la seguirono con lo sguardo.

<< Si è data una ripulita, finalmente.. >> esclamò Titus. Lexa dal canto suo, spostò lo sguardo su Titus.

<< Che c'è? >> disse lui.

<< Qual'è la ragione? Perché Clarke non ti può vedere? Cos'è successo tra voi? >> chiese incuriosita Lexa.

<< Temo che questo dovrete chiederlo a lei, Heda >> le rispose Titus, evasivo.

<< Ho domandato a te, Titus >> disse dura.

Lui la fissò per qualche secondo e abbassando lo sguardo disse:

<< L'ho tradita.... >>

<< Cos'è successo? >> chiese con calma Lexa.

<< Lexa, alcune cose è meglio che restino sepolte. Perché dopo che vengono allo scoperto non sai cosa potresti scatenare... >> le disse Titus guardandola negli occhi.

<< Wanheda è uno strumento Lexa, non dimenticarlo mai questo >>. Lexa non aveva mai visto Titus così serio.
Tradita. Come poteva averla tradita? Lexa si ritrovò ad avere più domande di prima.




Titus, dopo aver letto delle pergamene, si preparava a ritornare nel suo alloggio. Si fermò e rimase a fissare, per un  attimo, una parete del suo santuario.

 
<< Promettimelo Titus....Promettimi che non la lascerai sola, qualunque cosa accada, tienila al sicuro >> lui fissò i suoi occhi blu.

<< Lo prometto, Wanheda >> disse con decisione.


<< Mi dispiace....mi dispiace così tanto... >> sussurrò Titus.

Improvvisamente, si udì un esplosione. Proveniva dagli alloggi dei Natblida. Titus si precipitò fuori e tutto quello che vide fu il fuoco.



Lexa fu svegliata dal vociare e dalle grida fuori dalla sua stanza. D'improvviso le guardie spalancarono la porta.

<< Heda! Un incendio! Nell'alloggio dei Natblida! >> Lexa si rivestì più velocemente che poté e insieme alle guardie corse verso l'edificio che ospitava gli alloggi dei piccoli Natblida.

Gustus e Titus, insieme alle ancelle e alle guardie stavano cercando un modo per spegnere le fiamme e per portare in salvo i Natblida.
 Ma l'incendio era molto grave, più della metà dell'edificio era sommerso dalle fiamme e gli ingressi erano fuoco, non si poteva entrare in alcun modo, senza che si venisse bruciati.
All'improvviso, avvolti dalle coperte bagnate iniziarono a uscire di corsa i Natblida. Lexa egli altri accorsero in loro soccorso e una ragazzina disse in preda al panico:

<< Heda!! Aden è rimasto li dentro! Ci ha fatto uscire ma è rimasto lì!! >> le fiamme all'improvviso provocarono un esplosione.
Lexa d'istinto si precipitò verso l'entrata ma venne fermata da Gustus:

<< Aden! >>

<< Heda è troppo pericoloso! >>

<< Lasciami andare, Aden è ancora lì dentro! >>

Tra le fiamme che ardevano sempre più alte, il giovane Aden cercava un via di fuga, tutte le uscite erano bloccate dalle fiamme e il fumo rendeva difficile respirare. Aden tossiva e, ad un tratto, si ritrovò un guerriero davanti, aveva il volto ricoperto di bianco, Azgeda. Si faceva più vicino con in mano un grosso coltello.
Aden era disarmato, non riusciva a respirare e non sapeva che fare. Il guerriero si fece più vicino alzando il pugnale, pronto a colpire. Ma una spada spuntò fuori da suo petto.
Aden cadde a terra sorpreso, la vista stava incominciando ad offuscarsi. Il guerriero cadde a terra, morto. Il giovane intravide una figura con una chioma bionda.
 All'improvviso qualcosa cedette ed una lastra rovente stava per finire proprio sopra al ragazzo, quando la figura la fermò con il braccio. Aden vedeva quella figura sfocata, proteggerlo. Sentì odore di carne bruciate e una voce che gli disse :

<< Non avere paura >>  Aden perse conoscenza.

Clarke scaraventò con forza la parete che era ceduta. Prese il ragazzo, ora incosciente fra le braccia. Tutto stava cadendo a pezzi. Il fuoco stava divorando ogni cosa. Clarke agilmente, si districò tra le fiamme e con un balzo uscì appena in tempo, da una delle finestre.
Dopo tutto crollò.
Lexa cercava di togliersi di dosso Gustus, quando vide una figura uscire da una delle finestre. Giusto poco prima che l'edificio crollasse.
Tutti andarono in soccorso di quella figura e Lexa notò che altri non era che Clarke.
Quest'ultima si alzò e Lexa vide Aden tra le sue braccia.

<< Aden! >>

<< Sta bene...ha solo perso conoscenza per il fumo. Un po' d'acqua gli farebbe bene. >> disse Clarke posando Aden tra le braccia di Lexa.

 Dopo aver osservato il viso di Aden, Lexa notò il braccio di Clarke. Era praticamente quasi tutto ustionato e sanguinava.

<< Gustus chiama subito Niko, corri! >> ordinò Heda.

Mentre Gustus corse a chiamare il guaritore, Titus sopraggiunse, controllando la salute del piccolo Natblida.

<< Clarke l'ha tirato fuori appena in tempo... >> gli disse Lexa voltandosi per indicare Clarke. Ma la ragazza era sparita.

Tutti i Natblida erano in salvo. Aden aveva ripreso conoscenza, Lexa si sedette vicino a lui, per controllare le sue condizioni.

<< Heda...>> sussurrò Aden.

<< Va tutto bene, stai tranquillo, hai bisogno di riposo >> gli disse piano.

<< Heda, come stanno i miei fratelli e sorelle? Ho cercato di farli uscire tutti... >>

<< Stanno tutti bene. Hai fatto un ottimo lavoro Aden...sono fiera di te. >> A queste parole il viso di Aden si illuminò di gioia.
Aveva reso la sua Heda fiera di lui.

<< Quel guerriero voleva uccidermi... >> disse tornando serio.

<< Quale guerriero? >>

<< Azgeda... >> le rispose Aden.

<< Ma quella ragazza l'ha ucciso....quella ragazza dai capelli biondi....mi ha salvato >> disse Aden, affaticato e debilitato da quella notte, chiuse gli occhi addormentandosi.

“ Azgeda... “ pensò Lexa, stringendo i pugni. Nia, era stata lei. Quella vipera, era lei la causa di tutto questo. Aveva cercato di sterminare la sua eredità.

….ma l'ha ucciso...quella ragazza dai capelli biondi....mi ha salvato...

Clarke, pensò all'improvviso Lexa. Clarke era ferita. Lexa si precipitò a cercarla. Lasciando il comando a Gustus e a Titus. I Natblida e Aden vennero trasferiti nella torre. E le fiamme stavano piano piano morendo.
 Lexa non sapeva dove cercarla. Era sparita subito dopo aver salvato Aden. Senza una parola. Lexa si ricordò del suo braccio. Doveva trovarla e assicurarsi che stesse bene, l'avrebbe portata da Niko per medicarle il braccio.




Clarke arrivò lentamente al suo posto preferito. Si aggrappò ad un albero intravedendo il fiume.
Si sedette vicino alla riva. Trattenne il respiro e con un movimento deciso si tolse di dosso la giacca.
Nel farlo si strappo dei lembi di pelle dal braccio ustionato. Fece una smorfia di dolore.

Assassina.....fa male vero...il fuoco... è questo che ti meriti....devi morire....soffrire tra le fiamme....come hai fatto con tutti noi....

Clarke mise la testa tra le gambe, cercando di non ascoltarli, di non guardarli. La circondavano...quei corpi straziati, mutilati, bruciati.
 I loro occhi la fissavano senza mai chiudersi. Erano rossi, e spalancati. Erano morte.

<< Andate via... >> disse in un sibilo.

<< Clarke! >> udì la voce che non si sarebbe mai aspettata di sentire. E per un momento le altre voci sparirono. Era Lexa.
Venne verso di lei. Si inginocchiò affianco a lei.

<< Clarke che ci fai qui? >> le chiese preoccupata.

Clarke non rispose. Si limitava a fissarla.

<< Clarke il tuo braccio è ferito, vieni andiamo da Niko, ti curerà la fe... >> Lexa si interruppe.

Aveva preso delicatamente il braccio di Clarke per controllare la gravità dell'ustione. Ma quello che vide la lasciò senza parole. Lì dove la pelle era ricoperta da una grave ustione e tanto sangue, c'era solo una grande macchia rossa. Piano piano si riduceva.

<< ...rita... >> Lexa era sbalordita.

“ Ma cosa diavolo... “ pensò. C'era l'ustione. L'aveva vista perfettamente. Il braccio era ferito, non l'aveva immaginato. Non riusciva a credere ai suoi occhi.

La ucciderai......farai morire anche lei......tutti intorno a te muoiono.....la farai a pezzi.....tu sei solo morte....

Clarke osservava Lexa passarle delicatamente le dita sul braccio. Dove prima c'era l'ustione. Ignorò i brividi che qual gesto le provocava lungo la schiena.

<< Ora....hai paura di me >> le disse Clarke.

Lexa posò i suoi occhi su quelle pozze blu. Ancora profonde e calde. Fissò quegli occhi per un tempo che parve infinito.
<< Dovresti stare lontana da me...io sono solo morte >> continuò Clarke.

<< Grazie...... >> le disse Lexa. Clarke rimase scioccata da quella parola. I suoi occhi si spalancarono.

<< Grazie di aver salvato Aden e....di aver salvato anche me. Grazie, Clarke. >> disse con calma Lexa, lasciando Clarke senza parole.






Le porte del santuario si aprirono all'improvviso. Titus vide la sua Heda turbata andargli in contro.

<< Penso che tu abbia ragione.....forse Clarke.... è davvero Wanheda >> affermò, tutto d'un fiato.









Note dell'Autrice:  Salve a tutti cari lettori! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Nel prossimo scopriremo qualcosa in più sul passato di Clarke e anche su quello di Lexa!! Se avete un po' di tempo fatemi sapere che ne pensate!!
Alla prossima carissimi!
Grazie ancora!!












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Capitolo 13
*** Incubi ***


 Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.                  




Incubi.



Le pesanti coperte si spostarono di lato. Una veste nera, delicata, ricopriva un corpo giovane e forte, piedi scalzi che si posarono sul pavimento freddo. Passi lenti verso la grande finestra che dava sulla vista privata della città. Alle prime luci dell'alba, Lexa fissava un punto lontano.
Non aveva chiuso occhio quella notte. Sospirò...


<< Penso che tu abbia ragione.....forse Clarke è davvero Wanheda >>

<< Heda... >> disse Titus stranito.

<< Ho visto....ho visto l'ustione sul suo braccio...l'hai vista anche tu, vero? Ma poi, non c'era più nulla.... >> disse Heda ricordando di aver visto l'ustione sul braccio di Clarke.

<< Si, è così >> la interruppe Titus.

<< Com'è possibile? >> chiese.

<<  Wanheda è sempre esistita e sempre esisterà. Per quanto ci abbiano provato, nessuno è mai riuscita ad ucciderla. Guarisce più rapidamente di qualsiasi forma vivente sulla Terra. >> spiegò il maestro.

<< Quel potere...perchè a me? >> chiese Lexa.

<< Perchè Wanheda appartiene ad Heda...lei farà tutto ciò che vorrai, ti obbedirà, ti guiderà, ti ascolterà, Wanheda è lo strumento di Heda >>
<< Clarke non è così... >> disse Lexa.

<< Wanheda ha abbandonato i suoi doveri....ma per te, ritornerebbe. Tu sei tutto ciò che lei ha sempre voluto. L' Heda che avrebbe salvato questo mondo...l'Heda degno di essere servito, l'ho pensato dal primo momento che ti ho vista.  >> disse  Titus avvicinandosi alla sua protetta.

<< Lexa, tu vuoi portare la pace...ma non riuscirai a farlo da sola...
Wanheda può guidarti e aiutarti, non sai di quello che è capace >> continuò.


<< Le leggende sono...tutte vere? >> chiese Lexa.

<< Il potere di Wanheda supera qualsiasi cosa io abbia mai visto >> le rispose Titus.

<< Mi ha chiesto se avessi paura di lei... >> disse all'improvviso Lexa.

<<  E hai paura? >>

Lexa si portò una mano sulla fronte. Massaggiandosi le tempie. Non aveva paura di Clarke, pensò, non quella paura che pensava Titus...aveva paura degli occhi blu, magnetici di Clarke del calore che emanavano. Aveva paura del brivido che aveva sentito quando le aveva sfiorato il braccio. Stava impazzendo, sì, credeva di impazzire.


Clarke aspettava Lexa nell'arena. Sentiva un po' d'ansia, cosa nuova per lei. Lexa non aveva detto nulla a proposito di quello che aveva visto. Non era scappata terrorizzata. Ma Clarke aveva il timore  che la ragazza ora provasse timore nei suoi confronti.
Se crede davvero che sia Wanheda, pensò, allora sicuramente avrà paura. La paura, il terrore...di solito erano questi i primi sentimenti che faceva nascere negli altri.
Vide Lexa camminare verso di lei. Un po' incerta.

<< Lexa >> disse per prima Clarke.

<< Clarke >> ricambiò Lexa, andando subito a prendere il bastone per l'addestramento.

<< Come sta il giovane Natblida? >> chiese Clarke, per smorzare un po' la tensione che si era subito creata.

<< Ah...Aden? Si sta molto meglio >> rispose distratta.

<< Incominciamo? >> disse subito dopo.

<< Certo >> rispose Clarke, mettendosi in posizione.

Clarke si accorse subito che Lexa non c'era con la testa. Assente, finiva a terra più del solito.
“ Mi sto battendo con Wanheda, ecco perchè sa battersi così “  Lexa stava fissando Clarke. La sua posizione, fiera e dura.
Un guerriero imbattibile. Come avrebbe fatto a sconfiggere una leggenda?

<< Forse è meglio finirla qui, per oggi >> le parole di Clarke la risvegliarono dalla sua trance.

<< Cosa? >>

<< Sei distratta >> le disse Clarke.

<< Mmh...si non, non ho riposato bene questa notte >> spiegò Lexa.

<< Forse è meglio che vada, ci...ci vediamo domani >> si congedò e andò velocemente via.

Clarke la seguì con lo sguardo, sospirando, appoggiò il bastone al muro. Paura, terrore...ora anche il disagio.





Fissava le mura dipinte del santuario. Cosi la mente le diventava più leggera. Clarke guardava storie di battaglie, tradizioni, culti e volti.

<< Pensavo che foste all'addestramento con Heda >> disse Titus alle spalle di Wanheda.

<< La tua Heda ha paura di me >> rispose sempre fissando le pareti.

<< Se non ricordo male, ci vuole sempre un po' di tempo quando riveli agli altri chi sei...dalle un po' di tempo >> le disse Titus andando a sedersi al grande tavolo, pieno di libri.

<< Tu non avevi paura >> disse Clarke.

Titus incominciò ad osservarla. Seduta lì, con le gambe avvolte dalle braccia. Sembrava quasi una bambina.

<< Aden ci ha parlato del sicario di Azgeda, Heda è sempre più in pericolo...ho aumentato i guerrieri della scorta, ma non penso che Nia demorderà >> disse preoccupato.

<< Ogni volta che ho la sfortuna d' incontrarti, non fai altro che dirmi che la tua Heda è in pericolo... >> disse prima di alzarsi, andando verso l'uscita si fermò davanti al tavolo.

<< Si tratta di Heda, Titus...lei sarà sempre in pericolo >>.




Dopo aver discusso praticamente tutto il giorno con Titus e Gustus sui nuovi piani di difesa della città, per tenere alla larga quell'invasata di Nia e i suoi scagnozzi, Lexa ritornò nelle sue stanze. Dopo un bagno rilassante, si mise a letto e non bastò molto prima che si addormentò.

<< Lexa! Lexa dove sei finita? >> la chiamò una voce.

<< Eccoti finalmente! Sai che non ti devi allontanare troppo >> la sgridò suo padre.

<< Perdonatemi Padre... >>

<< Su, ritorniamo a casa >> si chinò vicino a lei e vide che Lexa fissava qualcosa.

<< Padre, è morto? >> un po' più in lontananza giaceva la carcassa di un lupo.

<< Credo proprio di si, cercava sicuramente di proteggere il suo branco >> spiegò il padre.

<<  Perché non è scappato? >> chiese innocentemente la bambina.

Il padre la prese in braccio e s'incamminò verso casa.
<< Lexa, ti ricordi la storia che ti piace tanto? >>

<< Quella di Wanheda >>

<< Esatto, nella battaglia di Fendor l'esercito di Heda stava per essere spazzato via dal nemico. Tutti erano in difficoltà. La grande Wanheda poteva andarsene e lasciare il comando ad uno dei generali. Ma non lo fece.
 Rimase con quei guerrieri fino alla fine e sconfisse il nemico, salvando la maggior parte dei guerrieri >>

<< Wanheda è coraggiosa >> disse sorridendo Lexa.

<< Si...Wanheda è il guerriero più coraggioso che esista. Sai un vero Leader non abbandona il suo popolo....mai, farebbe qualunque cosa per proteggerlo. Come il lupo con il suo branco. Quel lupo è morto per salvarli, la sua morte va onorata. Scappare solo perché abbiamo paura, o perché siamo in svantaggio rispetto al nemico, non ci deve impedire almeno di tentare >> le spiegò suo padre.
La mise a terra. La guardò negli occhi e le disse:
<< Non scappare mai dai problemi Lexa, proteggi sempre la tua gente, ad ogni costo >>.


Si girò nel letto, aprì gli occhi e vide due pozze marroni che la fissavano.

<< Da quanto tempo sei sveglia? >> le chiese.

<< Da un po', mi piace osservarti dormire, sei così serena, senza nessuna preoccupazione, né rughe sul viso >> disse sogghignando.

<< Rughe? Quali rughe? >> disse facendole il solletico all'improvviso.

<< Adesso te le faccio venire io le rughe >>

 La risata di Costia le riempiva il cuore.


Quelle risate si trasformarono in grida disumane. All'improvviso, vedeva le sue mani e fra di esse la testa di Costia ricoperta di sangue.

 L'amore è debolezza......uccidi la tua debolezza.....

L'oscurità la inghiottì. Camminava attraverso la sala del trono...
 Vide una figura scura, di spalle. Si girò piano.
Clarke stava lì. I capelli biondi ricoperti di sangue, sangue nero, ovunque. Sul suo viso non c'erano segni delle cicatrici. Occhi neri come la pece.

<< Mi dispiace... >>





Lexa si svegliò di soprassalto. Il sudore le impregnava tutto il corpo. Ansimante, si portò una mano al petto cercando di calmarsi. Scorse una figura, seduta sul bordo della grande finestra. Clarke stava  li, fissava fuori.

<< Clarke? Ma che ci fai qui? >> chiese ancora agitata Lexa. D'istinto si coprì con la pelliccia.

<< Come sei entrata? >>

<< Ho i miei metodi >> disse, sempre guardando fuori.

<< Che ci fai qui? >> le chiese Lexa, sorpresa.

<< Hai una bella vista da quassù >> Clarke non dava cenni di voler posare lo sguardo su di lei.

<< Sei venuta qui...per la vista? >> le chiese Lexa, stupefatta.

<< Osservare le cose belle, aiuta sai...analizzarle nella loro pienezza, imprimere tutti i particolari,
trovare le cose che ci piacciono. Dovresti provare. >> disse on calma.

<< Aiuta a cosa? >> chiese non capendo.

<< A volte, è difficile ignorare i nostri incubi...ma se concentri la tua attenzione su qualcosa che ti piace, qualcosa che occupa tutta la tua mente, allora puoi imparare a ignorarli >> le spiegò.

Lexa deglutì...ripensò al suo incubo...

<< Anche tu hai degli incubi? >> le chiese.

<< Si >>

<< Riesci.... ad ignorarli? >>

<<  A volte.....i miei incubi sono più difficili da ignorare, mi seguono sempre...di giorno,
anche ora >> disse sempre guardando fuori.

Lexa si distese sul letto. Lo sguardo sempre rivolto a Clarke. Iniziò a fissarla. La luna le illuminava metà figura. I capelli biondi, lucenti. Il viso stranamente rilassato, ma triste. Lexa fissò le cicatrici.

<< Quelle sul tuo viso non sono sparite? >> le chiese.

Clarke ci mise qualche minuto a rispondere.

<< No...queste sono rimaste >>

<< Mio padre mi raccontava alcune storie di Wanheda... >> Clarke rimase ad ascoltare in silenzio.

<< Mi piaceva quella sulla battaglia di Fendor, mio padre diceva sempre che Wanheda era il guerriero più coraggioso di tutti, non abbandonava mai nessuno >>

<< Sembra una bella storia >> disse Clarke.

Lexa continuava a guardarla, era la creatura più strana e più bella che avesse mai visto.
<< Perchè odi Titus? >> le chiese.

Clarke non rispose, Lexa la vide stringere il pugno. Continuò a fissarla, il suo dolce profilo, i suoi occhi che guardavano lontano. Vedeva il petto alzarsi e abbassarsi lento. La cullava, l'immagine di Clarke seduta sul cornicione della sua camera era qualcosa di rassicurante.
 La sua presenza la faceva sentire al sicuro. Come l'abbraccio di suo padre.

Mentre le palpebre le si chiudevano, vinta dalla stanchezza, sussurrò:

<< Anche tu dovresti stare lontana da me... >>



Clarke con la coda dell'occhio si accorse che Lexa si era riaddormentata. La guardò per un po'. Poi si alzò, con passi lenti e silenziosi arrivò al bordo del grande letto. Afferrò delicatamente la pelliccia e le coprì le spalle scoperte.

<< Mm....Costia...non lasciarmi... >> mormorò Lexa nel sonno. Una piccola lacrima le solcò la guancia.

Clarke continuava a fissarla. Con incertezza mosse la mano, asciugò delicatamente  quella piccola lacrima, con una dolce carezza.









Titus stava leggendo un libro quando Wanheda apparve di fronte a lui.

<< Dovresti smetterla di fare così! >> gli disse spaventato.

Wanheda si avvicinò lentamente.

<< Dobbiamo proteggerla  >> Titus alzò gli occhi di scatto.

<< Proteggiamo Lexa >>.














Note dell'Autrice:  
Salve a tutti cari lettori! Eh si...nuovo capitolo in anticipo!! Spero che vi sia piaciuto! Cercherò di aggiornare il prossimo capitolo il prima possibile! Le cose si stanno facendo molto interessanti tra le nostre protagoniste....Lexa ha trovato qualcosa, meglio.... qualcuno di bello su cui concentrarsi! Per il prossimo capitolo due cose: Tondc e Reapers!!
Grazie a tutti!! Fatemi sapere che ne pensate! Spero alla prossima!!



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Capitolo 14
*** Tondc ***


 Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.   





Tondc.





Due uomini, uno con indosso gli abiti di Azgeda, il secondo, con quelli dei  Boudalankru, stavano parlando, nascosti dal cuore della foresta, che si estendeva fuori Polis. Il loro atteggiamento appariva sospetto, anche agli occhi di un bambino. Continuavano la loro conversazione,ignari, che una figura nascosta, non poco lontano, li osservava.

<< Mi servono dei nomi Titus. L'attacco ai Natblida è stato opera di Nia, vuole il trono di Heda, ma credo che abbia un piano ben preciso...non bisogna sottovalutarla. I Boudalankru sono suoi alleati, ma sono deboli, per delle informazioni bisognerà occuparsi prima di loro >> disse Wanheda rivolta verso una delle pareti della stanza.

<< Ho bisogno di conoscere tutti gli ambasciatori, tutto ciò che puoi darmi sarebbe utile >> spiegò Wanheda.

<< Avrai tutte le informazioni che desideri. Sto tenendo d'occhio Nia e i suoi alleati da un bel po' di tempo ormai...Azgeda ha dimostrato che vuole impadronirsi del trono di Heda e sciogliere la Coalizione >> spiegò Titus.

<< Le intenzioni di Nia sono molto chiare, ma penso che abbia ancora qualcosa di cui noi, non siamo a conoscenza >> disse Wanheda.

<< Vuoi indagare per conto tuo? >> le chiese Titus.

<< Lexa deve concentrarsi sulla Montagna ora, quando si parla di Azgeda la sua attenzione scivola via. Terrò d'occhio io Azgeda. >> rispose Wanheda, incrociando le braccia.

<< I piani erano di recarsi a Tondc, raggiungere Indra e Anya, carpire più informazioni possibili sul nemico, ma con l'attacco ai Natblida cambierà idea... >>  spiegò Titus.

<<  I piani non devono cambiare >> disse autoritaria Wanheda.

<< Mi assicurerò che vada a Tondc. Ho rafforzato la guardia, ma... >>

<< La terrò d'occhio io... >> interruppe Wanheda.

<< Voglio le informazioni che hai raccolto sugli uomini della Montagna e sui Reapers... >> ordinò.

<< Vi darò tutto quello che ho... >> rispose Titus.

<< Bene >>

<< Wanheda, posso chiedere perché? >> disse un po' incerto Titus.

<< Perché avete cambiato idea? >> chiese.

<< Lexa è....diversa, credo >> rispose.

<< Si, è diversa....Heda è limpida....credo sia proprio per questo che non riuscirà a fare quello che deve, fino in fondo... >> disse Titus, preoccupato.

<< Allora, sarò io a farlo >> rispose lei risoluta.
Si voltò verso Titus:

<< Al posto suo... >>

Andò verso l'uscita.

<< Questo rimarrà tra me e te, Fleimkepa >>


Il ricordo dell'incontro con Titus, svanì dalla mente di Wanheda quando vide che la conversazione tra i due giungeva al termine.
 
<< Allora riferirai queste parole alla tua Regina, dopo l'assemblea, ci rivedremo >> disse l'uomo dei  Boudalankru.

 L'altro non ebbe il tempo di rispondere, che una lama gli tagliò la testa. Il corpo cadde a terra e, al suo posto, Wanheda afferrò l'altro per la gola.

 Gli occhi spalancati dalla paura e dalle sorpresa.

<< Ora, se non ti dispiace....parlerai con me >>





Lexa riposava nel suo grande letto. Dopo una giornata passata a cercare di battere Clarke, inutilmente, evitare Titus che la inseguiva ovunque, cercando di convincerla a non rinviare la partenza per Tondc, si sentiva sfinita. Il sonno prima tranquillo, divenne agitato.

Ancora il sorriso di Costia....
La sua testa mozzata fra le sue mani...
Il sorriso divertito e compiaciuto di Nia....

Entrò nella sala del trono, come l'altra volta. Camminava piano, una figura di spalle. Si voltò. Clarke, ricoperta dal sangue nero...i suoi occhi come la pece...

<< Mi dispiace...ma ora...dovrò ucciderti >>

Si svegliò di soprassalto. Il respiro affannoso. Per istinto, il suo sguardo si posò sul cornicione della finestra.
E lì, come l'altra notte, stava Clarke. Sempre seduta, guardava fuori. Lexa la fissò per un po'. Aveva sempre quello sguardo perso e triste.
Calmò il respiro e ritornò distesa. Continuando a fissare la ragazza.

<< Non posso andarmene, non ora che sono stata attaccata >> disse piano.

<< Chi viene prima? Heda o il suo popolo? >> chiese Clarke, non distogliendo mai lo sguardo.

<< Quando tornerò, tu sarai qui? >> le domandò Lexa.

<< Si, io sarò qui >> rispose Clarke.

<< Nia ha ucciso la persona che amavo. Ho trovato la sua testa in questo letto >> confidò Heda.

Clarke si voltò verso di lei. Abbassò lo sguardo.

<< È stata colpa mia, dovevo proteggerla >> una lacrima le sfuggì.

<< Come posso salvarli, se non sono riuscita a proteggere colei che amavo? >> chiese.

<< Non puoi salvare i morti...ma puoi provare a proteggere i vivi, evitare che loro provino quello che hai provato tu >> rispose Clarke.

<< Hai mai perso qualcuno...qualcuno che amavi? >> le chiese Lexa.

Clarke riprese a guardare fuori. Il suo sguardo si fece incredibilmente duro e triste.

<< Si... >> rispose.

<< Mi dispiace >> disse Lexa, incominciando a riaddormentarsi.

 << Non andare via... >> sussurrò.

Clarke la fissò. Aveva il viso rivolto verso di lei, le guance bagnate dalle lacrime. Quando dormivano, pensò Clarke, erano sempre sereni.
 Ma Lexa era diversa. Pura, pensò.

<< Non vado da nessuna parte... >> sussurrò Clarke.




Lexa montò sul suo cavallo. Era tutto pronto per la partenza. Gustus e gli altri guerrieri della guardia aspettavano.

<< Sono lieto che Heda abbia cambiato idea >> disse Titus.

<< Non ignorerò più il mio popolo, non dovranno soffrire più. Bada ai Natblida e accertati che tutto sia sotto controllo fino al mio ritorno,
Titus  >> disse Lexa.

<< Ovviamente, Heda >> promise Titus.

<< Titus, assicurati che non se ne vada...hai capito? >> chiese Lexa.

Titus capì a chi si stesse riferendo la sua Heda.

<< Ho capito >> disse salutandola con un lieve inchino del capo.




Lexa e i suoi guerrieri erano in marcia verso Tondc. La sua terra. Dove lei, Anya e Indra erano cresciute. Amava Tondc. Amava la grande e verde foresta. Lì, era a casa. I suoi pensieri si diressero alla scorsa notte.
 Al sogno che aveva fatto. Quella era sicuramente Clarke, ma era diversa, non aveva le cicatrici che aveva ora sul viso. I suoi occhi, non li aveva mai visti a quel modo. Clarke le aveva detto che gli altri Heda le parlavano attraverso i sogni. Ma cosa significava?

 Mi dispiace...ma ora...dovrò ucciderti

Era forse un avvertimento? Doveva stare attenta a Clarke? In realtà, più Lexa stava in compagnia della ragazza, più aveva l'impressione che volesse solamente aiutarla.
Aveva avuto mille occasioni per ucciderla, ma  Clarke non aveva fatto altro che aiutarla. I suoi pensieri vennero interrotti dalla presenza di Gustus al suo fianco.

<< Qualcosa vi turba, Heda? >> chiese il guerriero.

<< No, stavo solo pensando >>

<< A quella strana ragazza? >> gli chiese Gustus.

<< Intendi Clarke? >>

<< Non mi fido di lei, perché Titus l'ha portata a Polis? >> gli chiese.

<< Titus ha detto che Clarke può aiutarmi con gli uomini della montagna >>

<< Non sappiamo nulla sul suo conto, se fosse un assassina? >> chiese.

<< Gustus....io mi fido di Titus. Clarke non è un pericolo >> disse Lexa.

<< Spero che Heda non si sbagli >> gli disse Gustus, preoccupato.

<< Fai il tuo dovere,allora...proteggimi. Ma non preoccuparti di Clarke >> disse Lexa.


Dopo un po', arrivarono a Tondc. Ad attenderli, trovò Indra e altre guardie.

<< Bentornata Heda, il viaggio è andato tutto bene? >> chiese Indra.

<< Tutto bene Indra, grazie. Anya? >> chiese subito, cercando con lo sguardo il suo mentore.

<< Anya tornerà fra poco...è in perlustrazione >> rispose Indra, facendole largo per andare nella tenda
 che avevano montato appositamente per Heda.

<< Bene, andiamo. Abbiamo molte cose di cui discutere >> disse Lexa.

Dentro la grande tenda, Lexa si sedette sul piccolo trono. Dopo un po' sia Anya  che Gustus raggiunsero la tenda.

<< Qualche novità sul nascondiglio dei Reapers? >> chiese Lexa.

<< No, Heda.  Abbiamo trovato solo alcune grotte dove potevano nascondersi. Quei mostri continuano ad apparire dal nulla. Abbiamo dovuto interrompere la ricerca molte volte, per via della strana nebbia >> spiegò Anya.

<< Altre persone continuano a sparire...troviamo guardie e sentinelle brutalmente uccise e mangiate da quei mostri >> continuò Indra.
<< Sono inarrestabili, Heda >> disse Anya.

<< I Reapers vengono dalla Montagna....se capiamo la loro connessione e dove si nascondono, avremo più informazioni sul nostro nemico >> disse Lexa.

<< Heda, con tutto il rispetto, per quale motivo volete muovere contro la Montagna? Perché adesso? >> chiese Indra. Lexa posò lo sguardo su di lei.

<< Non tollererò altra sofferenza da parte del mio popolo >> disse decisa Heda.

Dopo aver detto che sarebbe andata con Anya a perlustrare la zona, l'indomani, Heda congedò tutti. Prima di andare Indra le disse:

<< Ho saputo dell'attacco ai Natblida.  Nia vuole la guerra >> le disse.

<< I Natblida stanno tutti bene. Per ora i piani di Nia non mi interessano. Voglio solo distruggere la Montagna Indra >> le disse.








La notte fitta, faceva da cornice alla luna piena. Un guerriero, alto, con la pelle scura, impregnata di sangue, le vesti ricoperte di pelli di animali...gli occhi vuoti...
Il guerriero si fermò, annusò l'aria, emise una specie di grugnito roco. Vide una figura non poco distante.
Strinse con fermezza la sua spada e si diresse alla carica. Affondò la spada, ma la figura sparì. Ringhiò dalla rabbia e si girò di scatto pronto a colpire il nemico. Quando la sua spada cadde a terra. Fu scaraventato contro un albero. Cercava di divincolarsi.

<< Calmo....calmo >> udì, poi il buio.

Il guerriero era ammanettato alla parete di una grotta. Si svegliò lentamente, quando capì di essere in trappola iniziò ad urlare.

<< Piano...su stai calmo >> una ragazza dai capelli biondi stava di fronte a lui.

<< Quindi tu saresti un Raeper? >> lui andò verso di lei, trattenuto dalle catene.

Wanheda notò i segni su una spalla. Tatuaggi e memorie delle vittime uccise.

<< Sei un Trikru... >> disse, sempre studiandolo.

<< Bene, mi aiuterai a capire >> disse semplicemente.

Lincoln la fissò e poi il buio riapparve.






Un campo pieno di fiori....
La sua mano che accarezzava l'erba....
In lontananza, il suono melodioso di una risata....

<< Che fai li? Vieni? >>

Nella sala del trono, per la prima volta si trovava lì....
Un uomo, con una tunica, le mani dietro la schiena...

<< Lexa kom Trikru, io sono Titus >>


La sala del trono cambiò, era tutto decorato per una celebrazione. Davanti a lei vide Clarke.
Aveva  un abito lungo, blu...il suo viso era dipinto...era bellissima, pensò...

Si inginocchiò davanti a lei....

<< Giurò la mia fedeltà a te, Heda..... >>



Clarke si girò lentamente....

<< Mi dispiace.....ma ora....dovrò ucciderti >>

Si svegliò all'improvviso, il suo sguardo cercò davanti a sé, quella figura seduta a pochi passi da lei, con la luna che le illuminava il viso. Ma non c'era nessuno.







Ancora quel sogno, pensò, mentre stava camminando lungo le vie di Tondc. I guerrieri e gli abitanti, vedendola passare, la salutarono con un inchino, e con un caldo “ Heda “. 
Anya la stava aspettando per la perlustrazione, con la sua squadra.
 
<< Avete riposato bene Heda? >> le chiese Anya vedendo il viso stanco, del suo secondo.

<< Diciamo di si...Andiamo? >>  chiese, superando la squadra.

Stavano perlustrando la zona, dovevano coprire varie arie così da escludere determinate zone. Mentre camminavano attenti.
 All'improvviso dagli alberi, spuntarono fuori alcuni Reapers. Si scagliarono contro gli uomini di Lexa.
 Erano inarrestabili e feroci. Anya e Lexa non avevano problemi ad ucciderli. Nel fervore della battaglia, si udì un suono distinto. Un ruggito.
 
Lexa e Anya si guardarono un attimo.

<< Pauna!! Ritiratevi, presto!! >> Urlò Anya.

Successe tutto in pochi secondi. Lexa si ritrovò separata dalla sua squadra, a terra e confusa. Alzò lo sguardo e il Pauna si stava scagliando su di lei.








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Capitolo 15
*** Pauna ***


 Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.    



Pauna.




Non sapeva come, esattamente, fosse successo. Lexa si ritrovò sbalzata giù in un piccolo dirupo, cadendo, aveva sbattuto la spalla, le faceva male. Era confusa, alzò lo sguardo e vide il Pauna scagliarsi su di lei. Era finita? Pensò. Chiuse gli occhi, pronta ad affrontare la morte.
 Non sentiva dolore, strano...

Aprì leggermente gli occhi. Quello che vide la scioccò. Sopra di lei stava Clarke. I suoi occhi erano fissi su di lei, quelle pozze blu, calde e profonde. Era a pochi millimetri da lei. I loro nasi si sfiorarono. I respiri si univano.
Lo sguardo di Clarke era contorto in una piccola smorfia di dolore. Lì, Lexa si accorse che Clarke, la stava proteggendo dall'attacco del Pauna. La bestia feroce, stava battendo i suoi grandi pugni su di loro. Clarke le stava facendo scudo con la sua schiena.
Lexa era terrorizzata, solo una volta nella sua vita si sentì così. Era senza fiato. Sentiva il rumore delle ossa di Clarke rompersi. Ma le sue braccia non cedettero mai. Continuava solo a fissarla.
L'attenzione del Pauna venne catturata da qualcos'altro, perché, dopo aver emesso un ruggito acuto, se ne andò.
Lexa continuò a fissare Clarke, stupefatta.
Quest'ultima, ricambiava il suo sguardo.
All'improvviso, le sue braccia cedettero e si ritrovò, letteralmente sopra Lexa.  Sentiva il calore che emanava il corpo di Clarke, sentiva le sua forme, premute contro di lei.
 Il cuore di Lexa iniziò a battere all'impazzata. Sentiva il respiro di Clarke contro il suo orecchio.

<< Possiamo....rimanere così...per qualche minuto >> le chiese, flebilmente Clarke.

Lexa era paralizzata. Ci impiegò un po' per rispondere.

<< Si...tutto il tempo che vuoi >> le sussurrò.

Stavano ancora lì, una sopra l'altra. Lexa sentiva il respiro affannoso di Calrke sulla sua guancia.

Dopo un po' udì dei suoni strani, seguite da della vibrazioni. Capì, dai piccoli lamenti di Clarke, che le sue ossa si stavano saldando da sole. La straordinarietà di questo, non le importò. Sentiva solo Clarke emettere dei piccoli lamenti.
 D'istinto, quasi con incertezza e con calma, sollevò il braccio sano e strinse delicatamente il braccio muscoloso di Clarke.
Voleva rassicurarla, confortarla. Stava soffrendo, stava soffrendo per colpa sua. L'aveva salvata, protetta, ancora una volta.
I rantoli finirono, ma Clarke rimase ancora, sopra Lexa.

<< Sei....sei qui >> sussurrò Heda.

Clarke si sollevò, ritornando nella posizione di prima. La fissava sempre negli occhi.

<< Sono qui >> rispose Clarke.

 Le due continuavano a fissarsi. Lo sguardo di Lexa percorse tutto il viso di Clarke.
 Il respiro si fece più veloce.
In quel momento, le venne l'incredibile desiderio di baciare quelle labbra rosa. Era come una forza invisibile.
 Quelle due pozze blu, le leggevano dentro, la tormentavano. Sia di giorno che di notte.

Lentamente, Clarke si alzò. Spostandosi da sopra di lei. In piedi, le tese la mano, come faceva  all'addestramento. Lexa l'afferrò come sempre, nel rimettersi in piedi, sentì un dolore lancinante alla spalla.

<< Sei ferita? >> chiese preoccupata Clarke, avvicinandosi.

<< Nnggh....credo, alla spalla >> disse Lexa tenendosi il braccio.

<< Fammi vedere >> disse Clarke.

<< Non è nulla di grave >> disse scostandosi, non voleva mostrarsi debole di fronte a Clarke.

Quest'ultima inclinò la testa da un lato, incuriosita da quella reazione. Si guardò intorno, erano finite in un dirupo.

<< Non possiamo tornare da lassù, vieni...andiamo per di qua >> le disse facendole strada.

Arrivarono in un piccolo spiazzo, vicino ad un piccolo ruscello.

<< Vieni,siediti qui >> le disse Clarke, indicandole una grande roccia.
 
Lexa si sedette, sempre tenendosi il braccio con l'altra mano.

Clarke si mise in piedi accanto a lei.

<< Fammi vedere  >> disse cercando di toccarle il braccio, ma Lexa insistette di lasciar perdere che non era nulla di grave.

 Allora Clarke le diede un piccolo colpo, facendola urlare dal dolore.

<< Non mi sembra che non sia nulla....non fare la bambina e lasciami guardare >> la sgridò.

<< Ok, ma non farlo mai più >> disse Lexa.

Per guardarle la spalle, doveva toglierle il bustino che le copriva il petto.

<< Posso? >> chiese.

L'imbarazzo che sentiva, in quel momento Lexa era indescrivibile. Annuì,arrossendo lievemente.
La faceva sentire sempre come un allievo alle prime armi. Clarke non fece caso allo strano comportamento della ragazza e iniziò, lentamente e con attenzione, a toglierle il bustino.
Strappò la maglia, all'altezza della spalla. Provocando a Lexa un brivido lungo la schiena. Esaminò con attenzione la spalla. Era slogata.

<< È slogata....devo rimetterla bene >> disse.

<< Mm....sai farlo? >> chiese Lexa.

<< Si, farà un po' male >> le disse. Lexa annuì, strinse forte l'altro pugno.

<< Al mio tre....uno, due >> prima di arrivare al tre, con una manovra veloce, le rimise apposto la spalla.

Lexa si lamentò del dolore.
<< Ahhg.....avevi detto al tre! >> disse arrabbiata.

<< Si...è vero >> disse tranquillamente Clarke.

Poi si strappò la parte bassa della maglia e le fasciò il braccio. Lexa la osservava con attenzione. L'espressione concentrata, le mani delicate... Clarke era veramente una brava guaritrice.

<< Dove hai imparato? >> le chiese curiosa Lexa.

<< Conobbi un guaritore tempo fa, mi insegnò lui >> rispose.

<< Quindi Wanheda è anche una guaritrice... >> ghignò Lexa.

Clarke finì di bendarle il braccio.

<< Lascialo a riposo per un po'....ritornerà come nuovo >> le disse.

<< Dove siamo esattamente? >> chiese Lexa guardandosi attorno.

<< Siamo ad un giorno di cammino da Tondc >> le rispose Clarke.

<< Ci siamo allontanati così tanto.. >> pensò a voce alta Lexa.

<< Per ora è meglio rimanere qui, presto farà buio >> spiegò Clarke.

Si diresse verso un tronco d'albero caduto.

<< Riposati qui, io vado a prendere la legna per il fuoco >> disse allontanandosi.

Lexa si alzò, e si sedette con la schiena contro il tronco. Il braccio le pulsava. Ripensò all'attacco dei Raepers, al Pauna e a Clarke.
 Chiuse gli occhi, sospirando. Forse si addormentò per qualche minuto, perché  quando riaprì gli occhi vide Clarke inchinata sul fuoco acceso.
La giacca che prima indossava, ora era sopra le sue spalle. Fissava la schiena di Clarke, ricordandosi il rumore delle osse rotte...quella schiena l'aveva protetta senza esitazione.
 Allungò il braccio, e con le dita, iniziò una lieve carezza. La maglia era strappata in alcuni punti, ma non era presente neanche un graffio del Pauna. Sentiva le ossa e i muscoli sotto le dita, intatti, forti. Sentì Clarke irrigidirsi al contatto, ma non le importò, continuava quella carezza lenta.

<< Stai bene? >> le chiese Lexa, comunque.

<< Sto bene... >> le rispose Clarke, non scostandosi da quel contatto.

<< Mi hai salvata di nuovo....grazie >> disse dolcemente Lexa, continuando:

<< Continui sempre ad apparire quando ho bisogno >>

<< Non mi fido delle tue guardie...poi sembra che hai l'insana abitudine di metterti nei guai >> le disse Clarke, fissando la lenta danza delle fiamme.

<< Perché?....La morte è inevitabile, non devi metterti in pericolo per me >> disse triste Lexa.

Clarke si girò lentamente verso di lei, la fissò negli occhi.

<< Perché non posso farne a meno >> le rispose.

E lì,in quel momento, Lexa capì. Capì il punto debole di Clarke. Quello che aveva cercato tutte le volte che si scontravano, nell'arena.
 Lei. Era lei, il punto debole di Clarke. Semplicemente, non poteva farle del male.
Wanheda, pensò, appartiene ad Heda, è il suo strumento, la sua corazza....non può fare del male a Heda.
Era così....triste, pensò, Lexa.

<< Rimarrai qui? >> Con me, pensò Lexa.

 Clarke, si alzò e si sedette vicino a Lexa. Le loro spalle si sfioravano.
Lentamente, Lexa appoggiò la testa sulla spalla di Clarke.

<< Si...rimarrò qui >> rispose.

E Lexa, si sentii al sicuro. Dimenticò tutto, Nia, la montagna...ogni cosa. Erano solo loro due, che fissavano la lieve danza delle fiamme.

Clarke osservò Lexa, si era addormentata. Sentiva quello strano calore nel petto...



<< Troverai qualcuno da amare, Clarke....io lo so...e quando lo farai...mostraglielo >> le disse guardandola negli occhi.

<< Cosa? >> le disse, senza capire.

<< Il tuo cuore >>



Lexa aprì lentamente gli occhi, quella notte, non aveva avuto incubi. Si guardò affianco, ma Clarke non c'era.
 Si alzò, il fuoco ormai morto.

<< Ti sei svegliata... >> disse Clarke, apparendo dal nulla come sua abitudine.

 Lexa la guardò, un po' imbarazzata per la notte precedente.

<< Si... allora andiamo? >> chiese.

<< Si, come va la spalla? >> domandò.

 Lexa si accorse che aveva ancora la sua giacca sulle spalle. Se la tolse e la porse.

<< Bene, grazie >> Clarke prese la giacca, indossandola.


Camminarono per un po' quando udirono, ancora, il verso del Pauna. Clarke si fermò, ascoltava attentamente.
Si voltò verso Lexa e la tirò dietro un grosso albero.
Le premette  la schiena contro,   le mise un dito sulle labbra , per farle capire di non emettere un fiato. Poi si sporse per vedere dove fosse la creatura. Si avvicinò all'orecchio di Lexa e sussurrò:

<< Rimani qui....e non emettere un fiato >> si distaccò per andarsene, quando Lexa l'afferrò per il braccio, chiedendo spiegazioni con lo sguardo interrogativo e preoccupato.

Clarke le rivolse uno sguardo rassicurante.
<< Fidati di me >>



Lexa rimase li un po' di tempo. Clarke era scomparsa e immaginava di aver portato, dietro di se il Pauna. Iniziò a camminare verso Tondc quando sentì gridare il suo nome.
Vide Anya con altri soldati e sentinelle andarle incontro.

<< Lexa! Lexa, stai bene?? >> le chiese il suo mentore, preoccupata.

<< Si, sto bene Anya. Mi sono solo slogata la spalla >> disse rassicurandola.

<< Pensavamo che il Pauna ti avesse attaccata, per fortuna stai bene, Heda >> disse sorridente.

Lexa stava per replicare ma sentirono dei ruggiti e dei rumori, poco lontano. Lexa si girò di scatto e preoccupata sussurrò:

<< Clarke >> Iniziò a correre verso quei ruggiti.

Anya e gli altri la inseguirono, esortandole di fermarsi. Ma Lexa pensava solo a Clarke. Poteva guarire velocemente, sì...ma, si ricordò delle ossa rotte, della bruciatura sul suo braccio....dell'espressione di dolore sul suo volto.
Sentiva il dolore...lo sentiva...e a Lexa questo non piaceva.
Arrivò sopra una collina e più in basso, vide Clarke combattere contro il Pauna. Rimase immobile.
Gli altri la raggiunsero e rimasero paralizzati di fronte a quella scena.

<< Ma che cavolo... >> sfuggì ad Anya.

Nessuno combatteva un Pauna da solo. Solo uno che desiderava la morte l'avrebbe fatto.
Ma quella ragazza stava combattendo da sola con quella bestia. La tecnica di Clarke era qualcosa di impressionante. Lexa la vide, saltare da una parete rocciosa e finire sulle spalle del Pauna.
Colpirlo ripetutamente con un pugnale. Alla base del collo. Era strabiliante. Il Pauna cercò di scrollarsela di dosso ma Clarke continuava a colpirlo e a non cadere.
Alla fine, stremato, il Pauna si accasciò a terra, senza vita. Vide Clarke ancora sopra la sua schiena, stava per scendere da lei ma un urlo disumano la fermò.
Clarke urlava con tutto il fiato che aveva in corpo. Si alzò e fissò la carcassa del Pauna sotto di lei.
Si mi se le mani tra i capelli, sporcandoseli di sangue.

<< ANDATE VIA!! >> urlò.

E con una forza che Lexa, aveva visto solo il giorno prima, Clarke iniziò a tartassare la carcassa di pugni. Batteva i pugni, come il Pauna aveva fatto sulla sua schiena. Colpiva, colpiva, in continuazione. Senza fermarsi.

Lexa venne bloccata da Anya, mentre tentava di andare verso Clarke.
<< Ferma! Ha perso i controllo >> le disse.

<< Lasciami >> la minacciò Heda.

Anya si fece da parte.

Lexa scese e andò verso Clarke. Si avvicinava a passi lenti. Si fermò e sussurrò:

<< Clarke >>

Clarke si fermò di colpo, si voltò lentamente, era zuppa del sangue del Pauna.

Lexa rimase pietrificata. Quel momento, così simile, a quella scena.

<< Clarke... >> ripetè.  

Quegli occhi di ghiaccio la fissavano. Clarke scrollò un attimo la testa, come per scacciare qualcosa, notò. Si girò completamente verso di lei. Iniziò ad andarle incontro, con passi lenti.


Uccidila.......Meritano di morire.....uccidila come hai fatto con noi.....porterai solo morte......distruzione.....morirà.......lei morirà......come tutti noi.....mostro.....


Clarke si fermò di fronte a Lexa. Il respiro affannato. Era ricoperta di sangue. Lexa ricambiava il suo sguardo.
 Gli occhi di Clarke erano gelidi, un brivido non tanto piacevole, le passò lungo la schiena. Ma la guardò con dolcezza.
Non aveva paura di Clarke.

<< Clarke >> ripetè.

Lentamente, Clarke fece un passo in avanti, chinò il capo e la sua fronte finì sulla spalla sana di Lexa.
Era un gesto talmente, intimo, pensò Lexa, sorpresa.

<< Falli andare via.......ti prego.........falli andare via........ >> disse in un lamento.

Lexa sollevò il braccio sano e con la mano accarezzò il capo di Clarke.

<< Va tutto bene.....ci sono io qui....andrà tutto bene >>



















Note dell'Autrice:  Salve a tutti cari lettori!! In origine questo capitolo e il precedente erano insieme....ma per motivi pratici li ho divisi! Spero che questi due capitoli vi piacciano!! Grazie ai meravigliosi commenti che mi scrivete! Siete tutti fantastici!! Per quanto riguarda i prossimi capitoli......vedrete vedrete! Cose interessanti  stanno per accadere!! Buon fine settimana! Se volete, fatemi sapere che ne pensate!
Grazie ancora a tutti!! Spero alla prossima!!




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Capitolo 16
*** Lincoln ***


 Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.   




Lincoln.





Come un furia, Lexa entrò nella sua tenda. Iniziò a camminare avanti e indietro, si fermò e con il pugno colpì il tavolo. Mentre fissava la sua mano, ricordò le parole di Anya :

<< Si può sapere chi è quella??? >>  le chiese afferrandola per il braccio. Stava per rientrare nella sua tenda, voleva solamente dormire. Clarke era scomparsa nel nulla, mentre stavano rientrando a Tondc.

<< Te l'ho già detto...é il guerriero che ha chiamato Titus, per aiutarci con gli uomini della montagna >> le rispose stanca.

<< No Lexa, non pensare di cavartela così! Hai visto che è successo? Che cosa ha fatto? >> le chiese non capendo l'atteggiamento della sua Heda.

<< Si, ho visto >>

<< Lexa, ascoltami bene...un guerriero abile, forte e coraggioso non affronterebbe mai un Pauna da solo...quello che è successo...non so neanche come sia stato possibile, ma so che è pericoloso, quella ragazza è pericolosa! >> l'avvertì Anya.

<< No, tu ascoltami bene! Clarke non è pericolosa. Lei mi sta solo aiutando, mi ha salvata...non una, ma due volte.
So quello che faccio ok? >> le disse spazientita.

<< E cosa stai facendo? >> le chiese, poi con un sospiro si avvicinò ancora di più e continuò:

<< Non so che cosa mi stai nascondendo Lexa...ma il modo in cui si è comportata....Lexa è instabile...l'hai vista no? >> le chiese.

<< Clarke non è affar tuo Anya, né di chiunque altro....me ne occuperò io, hai capito? >> disse con rabbia.

<< Spero davvero, che tu sappia ciò che stai facendo >> detto questo se ne andò.

Era stanca, stanca che tutti le dicessero cosa fare, come comportarsi. Si era dovuta assorbire anche la ramanzina di Indra e Gustus. Lei era Heda, sapeva che cosa fare, maledizione!
Ripensò a Clarke, alla sua espressione sofferente e vuota. Ai suoi capelli soffici sotto la sua mano.
Al calore del suo corpo, a quegli occhi freddi e distanti. Che cosa ti è successo? Chi ti ha ridotto così? Non aveva potuto fare a meno di rassicurarla...
Ricordò le sue parole:

 ...i    miei incubi sono più difficili da ignorare, mi seguono sempre...

<< Quali demoni stai combattendo, Clarke? >> sussurrò a se stessa.



L'oscurità della piccola grotta era rischiarata solo dalla luce di due torce. Lincoln vedeva sfocato, la figura davanti a sé...
Tanto più il bisogno diventava forte, tanto più lui diventava debole. Ringhiava e grugniva contro quella ragazza che l'aveva imprigionato. Lei lo fissava, in silenzio, con le braccia incrociate.
Il petto gli faceva male, aveva la febbre e brividi sul tutto il corpo.
Ne aveva bisogno....il dolore stava diventando insopportabile.
La ragazza gli tirò un pezzo di carne, come una belva iniziò a divorarlo.

<<  Penso sia diversa dalla carne che sei abituato a mangiare...vero? >> disse Clarke, studiandolo.

Sudorazione, pupille dilatate, comportamento violento...
Mentre lo studiava, notò dei segni sul suo braccio. Andò vicino, Lincoln spaventato cercò di attaccarla ma la ragazza lo bloccò con una forza incredibile. Gli prese il braccio e l'esaminò. Vide dei segni, simili a delle punture d'insetto. Mollò la presa, allontanandosi.
Lincoln si sentì debole e cadde a terra. Il respiro affannoso.

<< Ti prego....ne ho bisogno >> pregò alla ragazza.

<< Di cosa hai bisogno? >> gli chiese Clarke.

<< Io ne ho bisogno >> continuò lui.

<< Ti hanno addestrato proprio bene, vero? Ma cosa ti hanno dato? >> parlò fra sé e sé.

<< Ti prego......uccidimi >> sussurrò lui. Clarke lo fissò, inclinò la testa di lato.

<<  No, tu mi servi..... >> gli rispose.




Dopo essersi fatta mettere una lozione per la spalla da Niko, Lexa tornò alla tenda. Si tolse la giacca, con un po' di fatica. Si voltò per appoggiarla su una sedia, quando vide Clarke.

<< Come fai ad evitare ogni volta le guardie? >> le chiese.

Clarke non rispose.

<< Come va la spalla? >> le chiese, invece.

<< Molto meglio...Niko ha detto che la fasciatura era perfetta >> disse Lexa.

Andò a coricarsi sul letto. Clarke era li in piedi, in mezzo alla tenda.

<< Non ci sono finestre qui, né panorami da contemplare >> le disse Lexa.

Clarke rimase lì immobile, con lo sguardo basso.

<< Puoi stenderti qui se vuoi >> chiuse gli occhi e indicò lo spazio del letto affianco a lei.
 
<< Tu dormi vero? >> le chiese poi guardandola.

Clarke la fissò un attimo, poi lentamente andò verso il letto e si sdraiò affianco a Lexa.

<< Si... >> rispose Clarke.

Per un po' rimasero lì, in silenzio. L'una affianco all'altra. Poi Lexa si mise su un fianco, girata verso Clarke. Iniziò a fissarla come faceva sempre. Clarke aveva gli occhi chiusi, sembrava rilassata. Lexa fissò il suo profilo, il petto che si alzava e abbassava lento.

<< Clarke... >>

<< Si... >>

<< Hai ucciso molti Pauna prima? >> le chiese Lexa.

<< Alcuni... >> le rispose sempre con gli occhi chiusi.

<< Clarke... >>

<< Si... >>

<< Cos'è successo, esattamente? >> gli chiese.

Clarke sospirò..

<< A volte....non riesco a controllarli, urlano talmente forte nella mia testa... >> disse aprendo gli occhi.

<< Chi sono loro? >> gli chiese, curiosa Lexa.

<< Quelli che ho ucciso >> disse Clarke, guardando un punto lontano.

<< Tutti i guerrieri vedono i loro fantasmi, Clarke >> disse Lexa, pensando a sé stessa.

<< Loro sono ovunque.....mi ricordano sempre cosa ho fatto e che cosa sono >>

<< E cosa saresti? >> le chiese dolcemente Lexa.

Clarke si voltò verso di lei, guardandola nei suoi occhi verdi.

<< Un mostro >>  sussurrò.

<< Tutti noi abbiamo ucciso Clarke....la morte è inevitabile >> cercò di consolarla.

<< Tu, non hai idea...di cosa ho fatto >> le disse Clarke, rompendo il contatto con i suoi occhi.

Lexa continuava a fissarla, voleva chiedere, sapere ogni cosa di Clarke...

<< Li senti anche ora? >>

<< No...va meglio quando sono con te >> disse.

Lexa stava piano piano scivolando nel sonno, la voce di Clarke, cosi calda e profonda, la cullava. Voleva sentirla ancora.

<< Rimarrai qui, vero? Non te ne andrai via? >> le chiese Lexa.

<< No...rimarrò qui >>

<< Bene...anche per me va meglio quando ci sei >> sussurrò Lexa.

Clarke sentì il respiro di Lexa farsi sempre più lento. Capì che si era addormentata. La fissò. Pensava che Lexa fosse un Heda strana. Bella, pensò, all'improvviso. E come i suoi panorama preferiti, si mise a memorizzare, ogni particolare del suo viso, sulla sua mente.


Labbra delicate e dolci sulle sue....
<< Ai hod yu in....Lexa >> sussurrò,dolce Costia.


<< L'amore è debolezza Lexa! Heda deve stare da sola!! >> la riproverò, per l'ennesima volta Titus.

<< Non m'importa!! Non rinuncerò a Costia! >> urlò lei, aprendola porta per andarsene.


Camminava nella sala del trono, Clarke era di spalle nel grande balcone. Si fermò, al suo fianco.

<< Voglio che diventi una di loro....se conquisterai la loro fiducia sarà tutto più semplice e quando saranno più vulnerabili.....li ucciderai tutti. Hai capito, Wanheda? >>

<< Come ordinate, Heda >>


Si trovava nella sua stanza, notò che l'arredamento era diverso...
teneva un ferro in mano...
sollevò il capo e vide Clarke, in ginocchio, le braccia aperte tenute tese da delle catene.

<< Tu, sei solo mia... >>



Clarke di spalle nella sala del trono... si girò lentamente...
Occhi neri come la pece, una lacrima le solcava il viso...

<< Mi dispiace....ma ora....dovrò ucciderti... >>



Lexa si svegliò di scatto. Il respiro affannato.
Ancora quel sogno. Non capiva che cosa volesse dire. Aveva visto Clarke, nel balcone. Poi ripensò a quelle parole.
 
<< Tutto bene? >> disse una voce affianco a lei. Lexa si girò, sorpresa di vedere Clarke ancora affianco a lei nel letto.

<< Sei ancora qui? >> le chiese.

<< Mi hai detto di rimanere... >> le rispose Clarke, fissandola un po' stranita.

<< Si, ma...non mi aspettavo di trovarti ancora qui >>

<< Va tutto bene? >> le chiese.

<< Si....credo, credo di avere un idea per entrare dentro la montagna >> le disse Lexa.


Indra, Gustus e Anya stavano fissando Lexa, straniti.

<< Fammi capire bene... >> iniziò Anya

<< vorresti fingerti un Reapers ed entrare dentro la montagna dalle loro grotte?? >> le chiese per sapere se avesse capito bene.

<< si...se riusciamo ad entrare potremo distruggerli dall'interno, invece che attaccarli frontalmente. La nebbia non ci permette di avvicinarci alla grande porta...non sappiamo come aprirla. Ma avendo un uomo all'interno, potremo riuscirci >> continuò Heda.

<< È impossibile >> decretò Indra.

<< I Reapers non fanno prigionieri e non sappiamo il punto esatto dove si nascondono >> continuò.

<< Possiamo provare a catturarne uno... >> disse Gustus.

<< No, si ucciderebbe, come hanno fatto tante volte. Sono peggio delle bestie...grignano e basta >> continuò Anya.

<< Possiamo provarci almeno >> disse Lexa.




Wanheda tornò alla grotta per portare ancora qualcosa da mangiare al Reaper.
Lexa le aveva detto il suo piano. Era rimasta colpita, e aveva proprio ciò di cui aveva bisogno.
Quando entrò vide il ragazzo a terra. Si inchinò per controllarlo e con la mano gli tocco la fronte. Scottava e il respiro era irregolare.

<< Maledizione.... >> tolse in fretta le catene, se lo caricò sulle spalle.

<< Su andiamo... >> disse.




Niko stava preparando l'unguento per la spalla della sua Heda quando sentì un tonfo sul tavolo. Una ragazza dai capelli biondi aveva appena messo sul tavolo un guerriero, per l'esattezza un Reaper.

<< Ma chi diavolo.... >> iniziò, s'interruppe subito quando vide che il Reaper non era altro che il suo amico Lincoln.




Le ricerche del nascondiglio dei Reapers non portarono a nulla. Lexa sapeva che fosse la strada giusta. Non sapeva il motivo, ma sentiva che il piano avrebbe funzionato.
All'improvviso sentì schiamazzi e urla provenire dall'esterno. Uscì dalla tenda e vide Indra e altri guerrieri andare verso la tenda di Niko.
 Li raggiunse di corsa assieme a Gustus. Quando scostò la tenda vide Niko e
Clarke su quello che riconobbe essere Lincoln. Indra urlava, intimando a Clarke di allontanarsi.
<< Clarke ma cosa... Indra Pleni!! >> urlò Lexa.

<< Chi è questa? >> chiese Indra.

<< Indra va tutto bene...lei è Clarke, Titus l'ha chiamata per aiutarci con la Montagna >> le spiegò in fretta.

<< Cos'è successo? Quello è Lincoln? >> chiese Lexa cercando di capire cosa fosse successo.

<< Questa ragazza l'ha portato pochi minuti fa....ha la febbre molto alta...penso che stia morendo >>  disse Niko.

<< Non morirà >> disse Clarke.

<< Prepara un infuso di Echinacea, presto! >> disse Clarke.

Scoprendo il torace di Lincoln.
Niko guardò Heda per sapere se dovesse obbedire.

<< Fai come ha detto Niko >> disse Lexa.

Quest'ultimo si mise subito a lavoro.
<< Che cos'ha Clarke? >> gli chiese Lexa.

<< Credo sia sotto l'effetto di qualcosa...è molto potente e credo che il suo organismo ne sia dipendente >> disse prendendo un coltello e passandolo sulla fiamma di una candela.

<< Dove l'hai trovato? >> gli chiese Heda.

<< L'ho catturato qualche giorno fa, nel bosco >> gli spiegò Clarke.

<< L'hai catturato? >> le chiese sbalordita Lexa.

<< Si, dovevo studiare i Reapers >> gli disse guardandola un attimo.

Poi, prese il braccio di Lincoln e gli fece alcuni tagli. Fece scorrere bene il sangue, prima di cauterizzare le ferite.
<< Devono avergli iniettato qualcosa, una specie di veleno...>> continuò.

Niko gli diede l'infuso, ma subito dopo Lincoln iniziò a dimenarsi, in preda a delle convulsioni. Smise di respirare.
Niko lo controllò.
<< È morto, la sua battaglia è finita >> disse.

 Clarke guardò prima lui, poi Lexa e gli altri nella stanza.
<< Non credo...lui ci serve >> disse.

Iniziò a toccargli il petto, trovò il punto giusto e iniziò a dargli dei colpi proprio all'altezza del cuore.
<< Clarke! Che stai facendo?? >> urlò Lexa. Indrà era sul punto di attaccarla.

<< Avanti... >> disse Clarke continuando.

D'improvviso Lincoln spalancò gli occhi e riprese a respirare. Tutti rimasero impietriti dalla scena.
L'aveva riportato in vita.
<< Ma come è possibile? >> disse Indra.

<< Lincoln, amico mio >> disse Niko, prendendogli la testa dalle mani.
 
Lexa fissava Clarke, senza parole.
Lincoln si girò verso Clarke.

<< Tu.... >> sussurrò.

<< Tu....mi hai salvato >> le disse.

<< Sei stato bravo....non hai mollato >> rispose.

<< Riposati ora, verrò a controllarti più tardi >> e con questo andò verso Lexa.

Ma una punta di spada la bloccò. Indra teneva la spada puntata sullo stomaco di Clarke.

<< Chi sei tu? >> le chiese.

Clarke la fissò un attimo, iniziò a camminare conficcandosi, di conseguenza, la spada nello stomaco.
<< Io non sono nessuno >>

<< Indra Pleni! >> urlò Lexa abbassando la spada di Indra.

Poi prese Clarke per un braccio e la portò fuori.
<< Mi spieghi che è successo là dentro?? >> chiese frustata Lexa.

<< Hai detto che volevi sapere dove si nascondevano i Reapers...ecco ti ho fornito la riposta >>

<< Hai catturato Lincoln per sapere il nascondiglio dei Reapers? >> le chese.

<< L'ho catturato per studiarlo. I Reapers sono la tua gente...sono Trikru, Azgeda,  Floukru...gli uomini della montagna li trasformano in queste bestie >> spiegò Clarke.

<< Com'è possibile? >> chiese Lexa.

<< Non so come facciano, ma non fai altro che combattere la tua gente >> le disse Clarke.

 Lexa rimase in silenzio, sconcertata.
<< Ma ora sappiamo che possiamo curarli...ora possiamo sapere il loro nascondiglio e come entrare nella montagna >> le disse.

<< Hai tenuto in vita Lincoln solo perché ti servivano delle risposte? >> le chiese Lexa, fissandola negli occhi.

<< È così che si vincono le guerre Lexa >> le rispose Clarke.



Indra fissava Lincoln.
<< Da quanto tempo quella ragazza gira intorno a Heda? >> chiese ad Anya.

<< Penso da un po', ormai >>

<< Il Fleimkepa.....è stato lui a portarla a Polis? >> gli chiese.

<< Si, Heda ha detto per aiutarla con gli uomini della montagna >>

<< Non mi piace, Titus nasconde qualcosa e anche quella ragazza >> disse stringendo i pugni.

<< Ha salvato Heda dal Pauna, Indra...non ho mai visto nessuno battersi come lei, avere così tanta forza...e ora, questo! >> disse Anya preoccupata.

<< Solamente una persona può controllare la morte >> disse Indra, voltandosi verso Anya.

<< Wanheda >>



Lexa fissava la luna, sdraiata sull'erba. Clarke aveva salvato Lincoln, solo per il suo piano, se non le sarebbe servito, sicuramente l'avrebbe ucciso.
<< Posso? >> le chiese Clarke, sedendosi affianco a lei.

<< Ancora una volta sento i tuoi pensieri rimbombarmi in testa. Ho fatto qualcosa di sbagliato? >> le chiese.

<< Se Lincoln non ti sarebbe servito, l'avresti ucciso? >> le chiese Lexa.

<< Si >> rispose sinceramente Clarke.

<< Togli così facilmente la vita alle persone? >>

<< Tu no? >> le chiese Clarke.

Lexa sbuffò, mettendosi seduta.
<< Non se posso evitarlo, no se capisco che è qualcuno del mio popolo! >> le disse.

Clarke la fissò senza riuscire a capirla.
<< Non capisco....ho solo fatto quello che ti serviva, ora sei più vicina al tuo nemico >> disse Clarke.

<< Io non ti ho chiesto di fare nulla Clarke! >> disse frustata Lexa.

<< Io ho fatto solo, ciò che era meglio per Heda >> disse Clarke, non riuscendo a capire cosa avesse sbagliato.

<< Perché non mi hai detto nulla? >> le chiese Lexa.

<< A cosa sarebbe servito? Era pericoloso incontrarlo....l'importante è che sia vivo >> disse subito Clarke.

<< Lincoln era nella mia guardia Clarke, è un Trikru, un mio amico....sai che cosa vuol dire? Perché non mi hai detto che cosa avevi intenzione di  fare? >> Clarke abbassò lo sguardo. A quel gesto Lexa si calmò.

<< Non voglio più essere tenuta all'oscuro....hai capito Clarke? >> le chiese più gentilmente Lexa.

Clarke alzò lo sguardo, rimase un attimo a fissarla.

<< Ho capito...Lexa è diversa... >> disse.

<< Da chi sarei diversa? >> le chiese, fissando il viso di Clarke.

<< Dagli altri Heda >> le rispose Clarke.

Lexa la fissò intensamente.
<< E com'erano gli altri Heda? >> le chiese.

<< Diversi... >> le rispose distogliendo lo sguardo.

<< Ti davano,sempre, degli ordini? >>

<< Si..... Heda comanda e Wanheda obbedisce >> le rispose in automatico.

<< Anche se quegli ordini non erano giusti? >>

<< Non esistono ordini giusti o sbagliati... ciò che Heda vuole, ottiene >> le spiegò Clarke.

Lexa continuava a fissarla. C'era qualcosa di servizievole nel tono di Clarke...
 Non le piaceva per niente.
<< Io non ti darò mai degli ordini, Clarke >> disse sinceramente.  

Quest'ultima  si voltò ancora, sollevò la mano e le sfiorò la guancia, lentamente, in una carezza.
<< Si...Lexa è diversa >>



Clarke accompagnò Lexa alla sua tenda, avevano camminato in silenzio. Ma a nessuna delle due dispiaceva. Mentre Clarke si stava dirigendo verso la tende di Niko, per controllare le condizioni di Lincoln, venne intercettata e fermata da Indra. Le si mise di fronte, sbarrandole la strada.
<< Vieni con me >> le ordinò Indra.

Clarke alzò un sopracciglio, curiosa.
Seguì Indra lontano da occhi indiscreti. Da dietro gli alberi comparirono Gustus e Anya.
Tutti armati, notò Clarke.
<< Sarebbe una trappola? >> chiese con calma ad Indra.

<< Non siamo senza onore >> rispose tagliente Indra.

<< A cosa devo allora, questo onore, Generale? >> chiese Clarke.

<< Chi sei? A quale Kru appartieni, e specialmente, quali sono le tue intenzioni? >> le chiese Indra.

<< Penso, generale, che tu abbia già le risposte a queste domande >> le rispose tranquillamente.

<< Come osi! >> disse Indra avvicinandosi minacciosa.

<< Rispondi! >> le disse Anya.

<< Sono qui per aiutare Lexa....tutto qui >> disse Clarke sospirando.

<< Aiutarla in cosa? >> chiese Gustus.

<< In ogni cosa >> rispose.

<< Heda non ha bisogno del tuo aiuto >> disse Indra.

<< Vista la situazione....credo proprio di si >>

<< Chi sei tu? >> le chiese Anya.

Clarke fece qualche passo verso Indra. Quest'ultima sguainò la spada e, come un attimo prima, la puntò verso di lei.
<< Se avessi voluto uccidere la vostra Heda....lei sarebbe già morta.....e voi, non potreste fare nulla, per fermarmi....credetemi >> disse seria.

 Clarke fissò Indra negli occhi, uno sguardo gelido e penetrante, che paralizzo il Generale.
<< Vi assicuro che il mio solo scopo, è quello di aiutarla >>



Lexa entrò nella tenda dove riposava Lincoln. Era sdraiato su un piccolo letto. Lexa osservò il suo respiro regolare, l'espressione rilassata. Ormai era fuori pericolo. Si sedette affianco a lui. Lei e Lincoln erano cresciuti insieme, prima che lei venisse portata a Polis per l'addestramento erano inseparabili. Poi cambiò tutto. La posizione di Heda le impediva di avere legami, Costia era un eccezione.
Ma Lincoln, ricordava, era sempre gentile e disponibile con lei. La sua natura era calma, rassicurante. E ora, gli uomini della Montagna, l'avevano trasformato in una bestia.
<< Mm...H- Heda... >> Lincoln aprì lievemente gli occhi, svegliandosi.

<< Tranquillo Lincoln... >>

<< Sei...sei stata tu....a mandarla da me? >> chiese flebilmente.

<< Mandare chi? >> chiese Lexa non capendo.

<< Wanheda... >> disse Lincoln, socchiudendo ancora gli occhi.

<< Hai mandato Wanheda per salvarmi... >> disse un attimo prima di sprofondare nel sonno.

Lexa strinse i pugni, non aveva fatto nulla per la sua gente. Nulla! Era sopraffatta dal dolore, per la perdita di Costia, e aveva lasciato il suo popolo a soffrire tra le fauci di quelle bestie. Avrebbe distrutto la Montagna, l'avrebbe rasa al suolo con il suo esercito.




Clarke stava lì, in piedi, sul bordo del letto. Come aveva fatto tante volte, guardava la figura di Lexa dormire. Osservò il suo viso contorto, il suo sonno disturbato dai soliti incubi. Il destino di Heda era sempre stato effimero. Sempre pieno di sofferenza, sacrifici....
Ma mai le era importato prima, non era suo compito, dopotutto. 
Heda doveva stare al sicuro, Heda doveva avere il controllo e il potere. Questo contava...obbedire ad Heda, fare tutto ciò che le veniva comandato. Ora, invece, osservava la ragazza di fronte a lei.
Non poteva far altro che desiderare di poter prendere quel fardello e portarlo lei al posto suo. Desiderava starle accanto, aiutarla, senza che lei gliel'ordinasse.  Mai, prima, si era sentita così.
Per la prima volta, aveva paura di Heda.
Clarke le scostò una ciocca di capelli dal viso, con delicatezza le accarezzò la guancia.

<< Io ti proteggerò.....anche da me stessa >> .











Note dell'Autrice:  
Salve a tutti carissimi lettori!!! Finalmente è riniziata la nuova stagione di The 100, spero che abbiate visto la prima puntata! Questo capitolo è più lungo rispetto ai precedenti, spero di avervi accontentati! Volevo dire a titolo informativo, che come avrete già capito la relazione tra Lexa e Clarke crescerà piano piano....non troppo piano XD Volevo semplicemente rassicurarvi!! Ci saranno scintille tra le due....promesso!!
Nel prossimo capitolo......Mount Weather e...sorpresa!
Grazie a tutti!! A chi commenta e a chi no! Non sapete quanto vi adori!
Spero alla prossima, come al solito, fatemi sapere che ne pensate se volete!









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Capitolo 17
*** Decisioni ***


 Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.    





Decisioni.




Seduta sul trono Lexa e gli altri, ascoltavano Lincoln che,  con l'aiuto delle carte, indicava i punti dove si trovavano le grotte per accedere alla Motagna, erano delle vecchie miniere. Lincoln, con un po' di difficoltà aveva raccontato che dopo essere stato catturato l'avevano portato in una di quelle miniere , dopo di che, varcata una porta che solo gli uomini della montagna potevano aprire, l'avevano portare dentro una stanza, lavato e poi legato ad una sedia.
Descrisse l'uomo che gli aveva iniettato quel liquido rosso. Descrisse le torture, i combattimenti con altri guerrieri.

<< Sei sicuro che riusciremo ad entrare? >> chiese Indra.

<< Escono per prelevare alcuni dei Reapers...e per rapire altre persone, hanno delle strane armature,  il volto coperto da quei vetri... >> spiegò.

<< Sai se ci sono altri di noi all'interno? >> chiese Anya.

<< Non so, so solo che i Reapers siamo noi >> disse toccandosi la testa.

<< Ci controllano, emettendo un suono da quelle strane apparecchiature, con quello ci obbligano ad attaccare, è più forte di noi >> disse diventando sempre più agitato.

<< Se aprono quella porta, possiamo entrare >> disse Lexa.

<< Si accorgeranno della nostra presenza, sembra che sappiano sempre se superiamo il loro perimetro, noteranno sicuramente un esercito >> spiegò Linoln.

<< Noterebbero molti di noi, ma uno solo, potrebbe passare inosservato >> disse Gustus.

<< Se un nostro uomo riuscirebbe ad entrare e a distruggere la nebbia... l'esercito potrebbe avvicinarsi alla porta principale >> disse Lexa.

Rimase un attimo a riflettere.
<< Dovrebbe anche aprire la porta principale.... >>

<< Heda, nessuno saprebbe come muoversi li dentro, nessuno è mai scappato dalla Montagna, vivo per raccontare >> disse Indra.

<< Lincoln potrebbe guidare un piccolo gruppo >> propose Anya.

<< Il ragazzo si sta rimettendo da poco, è ancora instabile >> si oppose Gustus.

<< Se andassi con lui? >> si propose Anya.

<< No, è troppo rischioso >> disse Lexa, alzandosi e dando un occhiata alle carte.

<< Fatemi trovare una soluzione. Comunque, è il miglior piano che abbiamo al momento. Anya, perlustra la zona e ora che sappiamo chi sono, davvero i Reapers, se li incontrate sapete che fare >> ordinò Lexa.

<< Certo Heda >> si congedò.

<< Indra, manda un messaggero ad ogni clan della Coalizione...digli che Heda li chiama alla battaglia >> ordinò.

<< Sarà difficile che tutti i clan accetteranno, senza un piano preciso >> disse Indra.

<< Faranno ciò che io decido >> disse dura Lexa.

<< Vado subito >>

<< La piccoletta bionda potrebbe dare una mano, non credete Heda? >> consigliò Gustus.





Clarke stava aspettando Lexa in uno piccolo spiazzo d'erba. Il Comandante, le aveva detto che avrebbe voluto allenarsi un po'. Era stata enigmatica, pensò, Clarke. Come se le stesse nascondendo qualcosa.
In realtà Clarke notò, un cambiamento in Lexa, dovuto, sicuramente, ai suoi incubi. Clarke aveva notato che il sonno di Lexa era sempre più agitato.

<< A che stai pensando così intensamente? >> le domandò,all'improvviso Lexa, appena arrivò.

<< Nulla... >> rispose  << Incominciamo? >> chiese prendendo i bastoni che aveva intagliato, poco prima.

<< Non useremo quelli, prendi la spada >> le ordinò Lexa, seria.

Clarke rimase un po' stranita da quell'attegiamento, ma obbedì comunque.
Le due presero le spade, iniziando a studiarsi, muovendosi in tondo. Clarke aspettava che Lexa iniziasse l'attacco come faceva sempre, ma questa volta, non si mosse. Incuriosita, Wanheda colpì per prima, Lexa bloccò con abilità gli attacchi, ma sapeva bene che sarebbe durato poco. All'improvviso, però, Heda fece qualcosa che sconcertò e colse Clarke di sorpresa.
Fece cadere la spada a terra un attimo prima che quest'ultima stava dando un affondo. Con prontezza di riflessi, Wanheda spostò la traiettoria della spada andando a conficcarsi sulla corteccia di un albero.
Approfittando della distrazione, Lexa con un abile mossa, fece cadere Clarke a terra. Prese il suo coltello dal fodero che aveva nella gamba e glielo puntò alla gola.
Wanheda la fissava, con gli occhi spalancati.

<< Ho vinto >> disse Lexa, sogghignando.

<< Io...sono io il tuo punto debole >> continuò.

Le offrì la mano, come faceva tante volte Clarke.
Quest'ultima la strinse e si alzò in piedi.

<< Complimenti....adesso sei pronta >> le disse Clarke.

Lexa sorrise.
<< Sapevo che non potevi farmi del male >> le disse.

A quelle parole, l'umore di Clarke cambiò all'improvviso. Gli occhi caldi, divennero freddi, l'espressione compiaciuta sparì per far posto ad una maschera di serietà assoluta. Andò verso di lei, quasi con fare minaccioso, che per un momento spaventò Lexa. La costrinse a sbattere la schiena contro un albero.

<<  Ti sbagli >> le disse fredda.

Lexa rimase paralizzata dall'espressione dura di Clarke.

<< Non pensare neanche per un momento, che non possa farti del male >> disse sempre dura.

<< Clarke... >> provò a dire Lexa.

<< Io scelgo di non farlo.... >> prese il mento di Lexa, delicatamente tra le dita.

<< Non vuol dire che non potrei...hai capito? >> disse con più calma ora.

<< Ho capito, Clarke >> le rispose Lexa, scostando con delicatezza la mano di Clarke, dal suo mento.

Le due ragazze vennero interrotte da Gustus che insieme ad altre guardie arrivò di corsa.

<< Heda, vieni presto! Anya....Anya è sparita >> a quelle parole, Lexa scattò e andò verso di lui.

<< Che cosa vuol dire sparita? >> chiese mentre camminavano velocemente.

Arrivarono nel luogo dove avevano rapito Anya. Delle strane capsule di metallo si trovavano per terra.

<< Gli uomini della Montagna... >> disse Indra, toccando quell'oggetto.

Lexa era a dir poco furiosa. Continuava a fissare il suolo.
<< Maledetti >> disse.



Avevano speso tutto il resto della giornata nelle ricerche, ma non avevano trovato nessuna traccia. La preoccupazione di Lexa era altissima.
Il suo mentore era stato rapito e chi veniva rapito dagli uomini della montagna, non tornava più.
 Era nella tenda principale, esaminando le mappe, aveva urlato di non fermare, per nessun motivo, le ricerche. La frustrazione che sentiva crescere, esplose in un attacco di rabbia e scaraventò il tavolo all'aria. Sentì, due mani forti stringerle le spalle, si voltò di scatto facendo volare il pugno, ma venne fermata dalla mano di Clarke.
Il respiro di Lexa era affannoso, per via della rabbia.
Clarke la fissava con un espressione indecifrabile.

<< È tutto inutile! >> le urlò contro Lexa.

<< Non importa cosa facciamo...sono sempre... >> si fermò, con l'altra mano iniziò battere il pugno sul petto di Clarke.
 Quest'ultima, non si mosse, incurante.

<< Li distruggerò! Raderò al suolo quella Montagna! >> continuava ad urlare e a battere i pugni contro Clarke.

<< Perchè? Perchè non riesco a proteggerli? >> domandò, iniziando a calmarsi piano piano.
 Lasciò il pugno chiuso contro il petto di Clarke. Respirava pesantemente, si vergognò, d'improvviso, della scenata.
 Chinò il capo, guardando a terra. E con calma, premette la fronte contro il petto di Clarke. La stretta sul suo polso si fece leggera. Sentì la mano di Clarke accarezzargli la testa, come aveva fatto lei il giorno del Pauna.

<< Verresti con me in un posto? >> le disse, all'improvviso Clarke.
 Come se quella scenata non fosse mai successa. Lexa la guardò in volto, e vide il suo viso calmo e rassicurante.



Stavano camminando da un po', ormai era notte. Non sapeva dove Clarke la stesse portando. Dietro dei grandi cespugli e piante, le si presentò il posto più bello che Lexa avesse mai visto.
Nella folta foresta, si apriva una profonda gola, da dove scendeva una grande cascata. La luna, illuminava la foresta scura e si rifletteva sul grande lago, creando un gioco di luci simile a mille cristalli.

<< È bellissimo... >> contemplò in adorazione Lexa.

<< Sì...è uno dei miei panorami preferiti >> confessò Clarke.

Si trovarono su una sporgenza che dava sul lago.  Clarke avanzò di qualche passo e si sedette.
 Lexa la raggiunse. Rimasero qualche minuto a godersi la vista.
 
<< Non è colpa tua >> disse all'improvviso Clarke.

 Lexa si voltò verso di lei.

<< Anya >> precisò.

<< L'ho mandata io in perlustrazione >> disse Lexa ritornando a guardare davanti  a sé.

<< Non puoi proteggere tutti in ogni momento, Lexa.  

Anya è una guerriera, ha fatto il suo dovere >> spiegò Clarke.

<<  Tu ci riesci...  >> disse all'improvviso Lexa, si voltò ancora.

<< Tu ci riesci sempre....me, Aden... >> continuò.

L'espressione di Clarke divenne triste, guardava lontano come se stesse ricordando qualcosa.
<< No...neanche io ci riesco >> disse triste.

Lexa riposò lo sguardo sulla cascata. Sentì la mano di Clarke sulla sua. Si voltò sorpresa.
<< Permettimi di combattere per te >> disse con quello sguardo intenso, di cui Lexa ormai si stava innamorando.

<< Non capisco... >>

<< Ti farò entrare dentro la Montagna...solo io posso farlo >> disse sicura.

<< Vuoi entrare dentro? >> chiese Lexa.

<< Aprirò le porte al tuo esercito, marcerai dentro la Montagna e la raserai al suolo....vendicherai Anya, Lincoln e tutto il tuo popolo >> disse con gli occhi incollati sui suoi.

<< Non puoi farlo da sola, sai quanto è pericoloso? >> le chiese Lexa, preoccupata.

<< Lexa...non so se mi credi o no. Sinceramente, non m'importa...ma non è la prima missione pericolosa che affronto. Fidati di me. Ho promesso che ti avrei aiutata... >> cercò di convincerla.

<< Non ti chiederei mai una cosa del genere >>

<< Non me lo stai chiedendo, mi sto offrendo... >> le spiegò Clarke, prese la mano di Lexa fra le sue. Iniziò ad accarezzarle dolcemente.

<< Mi hanno sempre dato ordini Lexa...da quando ho memoria. Non hanno mai chiesto il mio parere su nulla...eseguivo gli ordini, è questo che faccio. Non ho mai voluto fare una cosa per qualcuno... >> Clarke le fissava la mano, Lexa capì che era in difficoltà.

<< Quando dico che sei diversa...è perché, non ho incontrato nessun altro Heda come te >> continuò Clarke, alzando la testa per guardarla negli occhi.

<< Penso che diventerai una grande Heda, Lexa....sarebbe un onore combattere per te >> le disse sinceramente.

<< Clarke... >> disse incerta Lexa.

<< Permettimi di aiutarti... >> le chiese ancora Clarke.

Lexa tolse la mano da quelle di Clarke e la posò sul suo petto.
Clarke rimase immobile al contatto.
<< Il fatto è....che non voglio che ti ferisca >> confessò Lexa.

<< Potrai anche essere invincibile Clarke, guarire più velocemente di chiunque altro, ma provi dolore...l'ho visto...e non voglio che questo succeda >> confesso Lexa.

<< Non mi accadrà nulla Lexa...te lo prometto >>

Lexa la fissò negli occhi. Clarke era li, di fronte a lei. Il viso illuminato dalla luna, come quando sedeva alla sua finestra, bellissima. Oscurità e Luce. Con la mano percorse la distanza dal petto di Clarke, alla sua guancia. Sfiorò le cicatrici con le punte delle dita.
Gli occhi di Clarke erano così caldi e profondi che Lexa voleva annegarci dentro.
Lentamente, si avvicinò a quel viso, così vicino che i loro respiri si mescolarono. Le labbra di Lexa, sfiorarono delicate, quelle di Clarke, in un bacio leggero. I loro cuori battevano all'impazzata. In quel momento, Lexa non voleva altro che baciare Clarke per sempre.
 Il bacio, prima leggero, delicato...divenne più profondo.
All'improvviso, Lexa si staccò.
 Stupita. I respiri delle due ancora affannati. Lexa fissò Clarke negli occhi, quest'ultima rimase scioccata. Gli occhi spalancati dalla sorpresa.

<< I- Io..... Forse è meglio rientrare >> disse velocemente Lexa.

Clarke non disse nulla, la fissava. Poi come se avesse appena sentito quelle parole, annuì col capo e si alzò.


Lexa ritornò alla sua tenda. Il cuore le batteva forsennato nel petto. Aveva baciato Clarke, sentiva ancora il sapore delle sue labbra sulle sue. Era stato...straordinario ma, al tempo stesso, terrificante.
Clarke era seduta su un albero, si sfiorò le labbra...poi si toccò il petto.
<<  Fa male....Fa tanto male >>




<< Avanti Lexa! Alzati su! Un vero Trikru si rialza sempre >>

<< Si Anya >> rispose Lexa, piena di lividi rialzandosi da Terra.

<< Un giorno, diventerai un guerriero formidabile....ma mai quanto me! >> sorrise Anya.




<< Tutti i tuoi consiglieri e amici, ti dicono di non vedermi più >> disse Costia, mentre le accarezzava la schiena nuda.

<< Perchè continui? >> le chiese

<< Perchè ti amo... >> rispose.


Vide Clarke inchinata di fronte a lei...

Le prese il mento tra le mani...forzandola a guardarla

<< Come al solito, i tuoi servigi sono stati impeccabili....Wanheda >>

<< Grazie Heda >>



Clarke nella sala del trono...
<< Mi dispiace....ma ora dovrò ucciderti.. >>

Sentì la lama di una spada trafiggerla, il dolore era lancinante.



Si svegliò di soprassalto. Ansimando, si controllò lo stomaco, dove aveva sentito la lama trafiggerla.  Nulla, ovviamente.
 Era così reale.  Doveva raccontare a Titus di questi sogni.




Nella tenda erano radunati tutti i generali dei dodici clan. Lexa sul trono mosse la mano, per zittirli.

<< Generali dei dodici clan, vi ringrazio per aver risposto alla mia chiamata. Siamo qui, perché abbiamo un piano per distruggere il nostro acerrimo nemico...la Montagna.. >> iniziarono i mormorii di tutti.

<< Sappiamo, che i Reapers non sono altro che i nostri guerrieri...la nostra stessa gente, che viene trasformata in quei mostri....e abbiamo, finalmente scoperto, come entrare nella Montagna... >>

<< Heda come faremo ad entrare? Quella nebbia non ci farà avvicinare >> disse uno generali.

<< Non ci sarà alcuna nebbia, non vi chiedo di mandare uno dei vostri uomini, vi chiedo di marciare con me e quando le porte principali si apriranno....entreremo >> spiegò Lexa.

<< Chi sarà ad entrare? >> chiese un altro.

<< Un mio guerriero...non fallirà >> disse perentoria.

Passò qualche minuto in silenzio....poi tutti si inchinarono.
<< Marceremo con voi, Heda >> dissero.



<< Sei sicura che la piccoletta bionda riuscirà a disattivare la nebbia e a farci entrare? >> chiese Gustus.
<< Clarke non fallirà >> rispose, sicura Lexa.

<< Questo è un pessimo piano...pessimo! >> disse frustrata, Indra.

<< Ci stiamo affidando ad una persona che nemmeno conosciamo! >> continuò.

<< Pleni Indra! Ho fiducia in Clarke, lei non fallirà! >> sentenziò Lexa.






Lincoln stava riguardando per la millesima volta le mappe. Aveva ancora dei problemi a mantenere la calma e la lucidità.
Niko lo stava aiutando, ma era dura. Sentì la tenda aprirsi e vide la ragazza bionda, Clarke, così Lexa la chiamava, entrare.
<< Spero di non disturbarti >> disse gentile.

Linoln la guardò bene, la sua figura incuteva un certo timore.

<< No...stavo riguardando le mappe >> disse distogliendo lo sguardo.

<< Posso vedere? >> chiese.

<< Si certo.. >> le fece spazio.

Si avvicinò e notò le cicatrici... rimasero un po' in silenzio.
Poi Clarke parlò.

<< Mi dispiace per la grotta e le catene, so che non sono piacevoli >> disse mentre guardava ancora le carte.

Lincoln si stupì.

<< Mi avete salvato...mi avete riportato alla vita, sono io che devo ringraziarvi >> disse inchinando il capo, con rispetto.

<< Puoi darmi del tu... >> disse Clarke, sorridendo.

<< Non capita tutti i giorni di parlare con la leggendaria Wanheda >> disse piano.

Clarke alzò il sopracciglio...
<< Leggendaria eh? >> chiese.

<< Fin da quando ero piccolo, sono cresciuto ascoltando le vostre storie... mi ispiravano >> confessò Lincoln.

<< Non credo di essere d'ispirazione per qualcuno... >> disse seria Clarke.

<< Lo siete, anche per Heda. Quando eravamo piccoli, giocavamo alla lotta e lei impersonava sempre voi...la grande Wanheda >> disse con un sorriso.

Clarke, arrossì. Poi sorrise.
<< La realtà, è diversa dalle leggende >> disse poi.

<< Ora che Wanheda è al fianco di Heda....non dovremo più temere periodi bui >> disse Lincoln fiducioso.

<< Vorrei avere il tuo ottimismo >> gli disse Clarke.

<< Quando arriverò alla grotta, tornerai indietro e starai al fianco di Heda >> disse seria Clarke.

<< Ma Wanheda...gli ordini di Heda.. >> tentò Lincoln.

<< Non ti sei ripreso ancora bene...se ti avvicinassi troppo potresti perdere il controllo. Io me la caverò...sono Wanheda giusto? >> gli sorrise Clarke.






Lexa era sdraiata sul letto. Rifletteva. Domani Clarke e Lincoln si sarebbero introdotti nelle miniere , e poi Clarke all'interno della Montagna. Non poteva far altro che essere in ansia. Ripensava alle parole di Clarke, ai suoi occhi caldi, alle sue labbra.
Aveva forse sbagliato a baciarla? No, Lexa sapeva che l'avrebbe fatto mille volte.
Sentì il letto inclinarsi da un lato, si voltò e vide Clarke stendersi affianco a lei. D'istinto, come una Natblida alle prime armi, le dette la schiena. Clarke la guardò con la coda dell'occhio, non disse nulla.
Il battito del cuore di Lexa accelerò. Voleva guardare Clarke, imprimersi ogni dettaglio del suo viso, nella mente.
 Ma era terrorizzata.....dopo Costia, aveva paura di tenere così tanto a qualcuno, di legarsi a tal punto da non volerlo più lasciarlo andare. E domani, Clarke sarebbe entrata nella Montagna. Da quei mostri. Che cosa le farebbero se la catturassero?
Se avessero qualcosa, un arma che potrebbe ucciderla? Lexa continuava a porsi queste domande.

Quando, ad un tratto, sentì due braccia forti avvolgerla. La mente di Lexa smise di funzionare. Sentiva solamente il corpo di Clarke, premuto sulla sua schiena. Vedeva le braccia circondare le sue. Le mani sulle sue. Sentiva il respiro caldo di Clarke, solleticarle il collo. Il suo cuore battere  forte contro la sua schiena. Le gambe che si intrecciavano.
Era da parecchio tempo, che nessuno l'abbracciava così.

<< Non avere paura... >> le sussurrò Clarke.

Lexa rimase immobile...il profumo e l'abbraccio dolce di Clarke, la facevano sentire al sicuro.

<< Promettimi...che tornerai  > le disse Lexa.

Clarke la strinse più forte.

<< Promesso... >> a quella promessa, Lexa si rilassò.

Strinse le braccia di Clarke più strette al suo petto e chiuse gli occhi.




Lexa, Indra e Gustus stavano guardando Clarke e Lincoln, sistemare gli ultimi preparativi, prima di partire verso le miniere. Erano vestiti come i Reapers. I capelli biondi di Clarke, sporchi di fango.
Clarke si avvicinò al trio.

<< Ricordatevi, quando vedete il fumo, la nebbia sarà disattivata...fino ad allora rimanete entro il perimetro >>

<< Tu cerca di non morire >> le disse Indra.

<< Io non morirò >> disse sicura Clarke.

<< Arrogante... >> disse Gustus.

Clarke spostò lo sguardo su Lexa, si avvicinò, le offrì il braccio.
 Lexa lo strinse.
<< May we meet again >> le disse Clarke, e prima che Lexa potesse aggiungere altro, andò via con Lincoln.




Arrivati all'entrata della miniere, Clarke si voltò verso Lincoln.
<< Ora vai, prima che facciano uscire quella nebbia e ricordati...Proteggi Lexa >> gli disse, si voltò ed entrò nella miniera.
Lincoln la guardò un attimo, fece un inchino col capo e tornò indietro.




Clarke si ritrovò sdraiata su una strana sedia, arti e collo tenuti fermi da delle cinghie. Vide una donna vestita di bianco. Stava leggendo qualcosa su un pezzo di carta. Guardò Clarke e disse:

<< Guarda, guarda....e tu chi saresti? >> non fece a tempo a controllare nel foglio che Clarke strappo la cinghia col braccio e le afferrò la gola.

<< La vostra fine >> .










Note dell'Autrice:  
Salve a tutti carissimi lettori!!! Considerate questo aggiornamento come un bisogno compulsivo di Clexa....
Che dire, spero che questo capitolo vi piaccia....
Voglio davvero sapere che cosa ne pensate, quindi se vi va, fatemi sapere! Grazie di cuore!!
Vi auguro un buon fine settimana!!
Alla prossima!!







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Capitolo 18
*** Mount Weather ***


 Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 



Mount Weather.



<< Guarda, guarda....e tu chi saresti? >> non fece a tempo a controllare nel foglio che Clarke strappò la cinghia col braccio e le afferrò la gola.
<< La vostra fine >> .

Clarke uscì da quella stanza, lasciando al suo interno il corpo senza vita di quella donna. Non aveva più le sue spade. Percorreva i lunghi ed intricati corridoi, cercando altre stanze.
Molto spesso vedeva degli uomini con delle strane uniformi, si nascondeva, cercando di capire dove potesse trovare quello che stesse cercando. Si accorse che degli uomini stavano venendo verso di lei, notò delle porte aprirsi e si infilò dentro. All'interno di quella stanza quadrata, senza porte né finestre c'era una ragazza. I capelli mossi neri, vestita con abiti mai visti prima. Le tappò subito la bocca con una mano, impedendole di urlare.
<< Se non vuoi che ti strappi la gola, ti conviene fare ciò che dico e non urlare >> le disse Clarke.

La ragazza annuì, terrorizzata.

<< Te lo spiego nel modo più semplice: la tua gente morirà, ma puoi salvare la maggior parte di loro, se mi aiuti... >>

<< La nebbia che utilizzate per tenerci lontani...come faccio a disattivarla? >> le chiese.

<< Io...Io non lo so...come hai fatto a venire fin qui? >> le chiese terrorizzata.

Clarke la prese per la gola e la spinse contro la parete.

<< Forse non sono stata chiara? >> le chiese.

<< La sala controllo ai piani superiori....lì dentro controllano tutto. Non andrai molto lontano con le telecamere >> le disse con fatica la ragazza.

<< Telecamere? >> chiese Clarke.

<< Si, servono per vedere posti che sono lontani...registrano tutto >> le spiegò.

<< Come faccio a non farmi vedere? >> le chiese Clarke.

<< Ti prego...non farmi del male >> la pregò.

<< Non lo farò...se mi aiuterai >> la ragazza annuì.

Clarke mollò la presa sul collo, e notò che la stanza si stava muovendo verso l'alto.

<< Stavo andando nella sala lettura, la sala controllo si trova più in alto....ma non potrai disattivarla da li...la sala macchine, li si trovano gli accumulatori...e da li che si crea il gas acido >> spiegò la ragazza.

<< Ma tu chi sei? >> le chiese, fissandola spaventata.

<< Mi chiamo Clarke, il mio Comandante mi ha dato l'ordine di disattivare la nebbia >> le disse fissando la ragazzina. Era giovane, pensò Clarke.
<< Io sono Maya >> le disse.

<< Sei scappata dalla quarantena? >> le chiese.

<< Che vuol dire? >> la ragazza si spaventò e si allontanò da lei.

<< L'aria esterna è tossica per noi, per via delle radiazioni... >>

<< Non ho queste radiazioni... >> disse Clarke.

<< Dammi la tua giacca >> ordinò poi.

La ragazza se la tolse e gliela porse.

<< Portami dove posso disattivare la nebbia >> le ordinò.  

La ragazza le disse che le servivano dei vestiti adatti per passare inosservata. Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Clarke prese la ragazza per il braccio, minacciandola di fare come ordinava. La ragazza la portò in una stanza, dove c'erano degli strani indumenti. Si diede una veloce ripulita, si cambiò la maglia con una canottiera bianca.
Quando uscirono la ragazza la stava portando ancora verso l'ascensore, quando Clarke, notò una stanza particolare.

<< Che c'è li dentro? >> chiese.

<< Nulla.... >> disse titubante la ragazza.

<< Portami lì >> le ordinò.

La ragazza cercò di dissuaderla e Clarke le strinse più forte il braccio.

<< Fallo >> disse decise.

Entrarono e Clarke notò subito degli strani macchinari. Camminava, all'erta, guardandosi intorno. Poi vide qualcosa che la spiazzò.
Una moltitudine di gabbie. Si avvicinò e vide che dentro a ciascuna gabbia, c'era una persona. Clarke notò i tatuaggi sui corpi nudi di quelle persone, e capì. Erano le persone rapite. La sua gente, quella di Lexa. Rinchiuse tutte in queste gabbie. Continuò osservandole una ad una. Quando all'improvviso, notò un volto familiare.

<< Anya.. >> sussurrò.

Andò più vicino e mise le mani sulla sbarre, chiamandola più forte:

<< Anya? >> la donna si girò lentamente, per vedere chi aveva pronunciato il suo nome.

<< Tu? >> disse flebilmente.

Clarke non perse tempo, strinse forte le sbarre e aprì la gabbia. I prigionieri e Maya fissarono stupiti la scena. Clarke si avvicinò ad Anya.
<< Non avere paura, va tutto bene ora.... >> la prese delicatamente tra le sue braccia.

Anya era troppo debole per alzarsi da sola, così l'aiutò ad uscire.

<< È tutto finito...Heda sta arrivando >> sussurrò.

Anya alzò lo sguardo per guardarla negli occhi. Quegli occhi blu, caldi e rassicuranti.

<< Lexa...Lexa sta venendo qui? >> chiese, con un po' più di vigore.

<< Si...presto sarà qui >> la rassicurò Clarke.

La mise delicatamente a terra. Si tolse la giacca e gliela mise sulla spalle.

<< Che cosa succede qui? Che ti hanno fatto? >> le chiese.

Anya la fissò negli occhi.

<< Ci hanno rapiti....prendono due di noi, quelli più forti...ci mettono a testa in giù,
come animali... >> indicò una strana macchina più lontano.

<< Vogliono il nostro sangue, lo tolgono con quelle macchine.... >> disse agitandosi.

Clarke, disgustata, si girò verso Maya. Era infuriata.

<< Per cosa vi serve il sangue? >> le chiese minacciosa.

<< Mi...mi dispiace, ma noi non possiamo sopravvivere, fuori le radiazioni sono tossiche, più passa il tempo, più ci ammaliamo. Il vostro sangue...è l'unica cosa che riesce a contrastare le radiazioni..ci permette di sopravvivere  >> spiegò.

Appena finì di parlare, entrò un uomo in uniforme.

<< Maya che ci fai- >> non fece in tempo a finire la frase, che Clarke gli spezzò il collo. Sotto gli occhi terrorizzati di Maya.
Dopo, andò verso Anya.

<< Devo disattivare la nebbia, per permettere a Heda di entrare...puoi rimanere qui e liberare gli altri, nel frattempo? >> le chiese iniziando a togliere i vestiti dal corpo della guardia.

<< Qual'è il tuo piano? >> le chiese Anya.

<< Non sapevamo che foste ancora vivi...ora Heda ha due eserciti.. >> le spiegò Clarke.

<< Che intendi? >> le chiese Anya.

<< Loro, sono l'altro esercito di Heda....liberalo e faremo in modo che Heda non trovi nessuna resistenza quando arriverà >> concluse.

<< Non sono tutti guerrieri...sono persone normali e sono ferite >> gli spiegò Anya.

<< Se vorranno sopravvivere...combatteranno >>

<< Combatteremo >> disse una voce nella gabbia affianco a quella di Anya.

Una donna aveva ascoltato le sue parole.

<< Liberali Anya... aspetta qui fino al mio ritorno >> le disse.

<< Con cosa può aprire queste gabbie? >> domandò a Maya.

Lei prese le chiavi dalla cintura del cadavere e gli porse la chiave.
Clarke la diede ad Anya.
<< Ricordati Anya....aspetta fino al mio ritorno >> e con Maya si diressero verso l'uscita, quando Anya la chiamò:

<< Assicurati di ritornare intera.. >> le disse.

<< Tornerò >> assicurò.

<< Arrogante... >> sussurrò tra se Anya, iniziando a liberare gli altri.


Clarke e Maya arrivarono all'ingresso della sala macchine.
<< Non posso farti entrare...non ho accesso a questa zona, ma potresti farcela passando per i condotti di ventilazione >> la portò in un'altra zona.

Indicò una grata.
<< Da qui potrai strisciare fino alla sala macchine >> le spiegò.

<< Parlami di come funziona la nebbia....come faccio a disattivarla? >> le chiese.

<< Io non sono un'esperta...ma il gas è racchiuso in dei contenitori particolari, se fai alzare la pressione, il gas esploderà >> le disse.

<< Se il gas fuoriesce dalle celle, cosa accadrebbe? >> chiese.

<< Il contatto con l'aria innescherebbe un esplosione e tutto quanto prenderebbe fuoco >> spiegò.

<< Bene >> disse aprendo la grata con le mani. Maya la fermò..

<< Morirai lì dentro.... >>

<< Non credo >>

<< Mi dispiace, so che quello che facciamo è sbagliato....ma noi vogliamo solo vivere >> le disse triste.

<< Raduna le donne e i bambini...le persone che vuoi salvare, chiederò al Comandante di risparmiarvi la vita >> le disse Clarke.

<< Davvero lo faresti? >> le chiese.

<< Il Comandante entrerà qui, in un modo o nell'altro, è compassionevole, vi lascerà in pace se vi arrenderete, hai la mia parola >> le disse.




Lexa stava in piedi al limite del confine. Con indosso la sua armatura e il viso ricoperto dalla sua pittura da guerra: una maschera con delle lacrime nere che le scendevano dagli occhi. Dietro di lei Indra, Gustus e il grande esercito. Tutti attendevano il segnale che gli avrebbe permesso di avanzare verso l'entrata della Montagna.

<< Ancora nessun segnale...ci sta mettendo troppo >> disse Indra.

<< Ci vorrà il tempo che ci vorrà >> disse Lexa, fissando la Montagna in lontananza.

<< L'avranno già uccisa >> disse Gustus.

<< Clarke ci riuscirà....deve riuscirci >> disse Lexa.




Clarke strisciava attraverso i condotti, sgattaiolò fuori. E furtiva, cercava la cella che racchiudeva il gas. Vide alcune guardie, silenziosamente le fece fuori. Poi vide un grande contenitore d'acciaio, con sopra inciso il simbolo di un teschio, collegato a dei grossi tubi.
Con tutta la forza che aveva iniziò a tirarli, per staccarli.
Iniziò a spingere con tutta la sua forza, quando sentì dei colpi. Alcune guardie stavano avanzando verso di lei, con delle armi da fuoco. Iniziarono a spararle. Clarke andò verso di loro, disarmandoli e uccidendoli.
 Vide un'altra cella, più piccola, la sollevò e con tutta la forza che aveva la scaraventò contro la cella del gas. Un esplosione fortissima la investì. Venne scaraventata nel vano dell'ascensore. Cercò di alzarsi urlando dal dolore, metà viso e parte del corpo era gravemente ustionato.



Lexa sentì un rumore fortissimo, come un tuono. Sollevò lo sguardo, assieme agli altri e vide del fumo fuoriuscire dal lato della Montagna. Ecco, il segnale.

<< C'è l'ha fatta >> sussurrò incredula Indra.

Heda sorrise, sapeva che Clarke non avrebbe fallito. Sguainò la spada e con tutto il fiato urlò alla carica. L'eco degli urli di battaglia riecheggiarono fino alla Montagna. Heda e il suo esercito marciarono verso l'ingresso della Montagna.



Anya e gli altri prigionieri sentirono l'esplosione. Ormai tutti erano usciti dalle gabbie. Alcuni deboli e feriti, si tenevano l'un l'altro, spaventati. All'improvviso la porta si aprì, pronta ad aggredire il nemico, Anya si fermò sbalordita quando vide chi entrò. Una Clarke, tutta ustionata e ferita venne avanti. Anya rimase senza parole.

<< Che cosa ti è successo? >> le chiese andandole incontro.

<< Sto bene... >> disse dolorante.

<< Non sembra proprio... >> le disse, tutti gli altri la guardarono terrorizzati.

<< Hai distrutto la nebbia? >> chiese Anya.

<< Si, ora Heda ha il via libera...dobbiamo solo aprire la grande porta... >> guardò gli altri :

<< Loro sono pronti? >> chiese, affannata.

<< Sono terrorizzati, molti hanno paura di uscire da qui, non sanno neanche combattere.. >> Clarke, sospirò. 

Superò Anya e si mise di fronte a quella gente, spaventata e debole.

<< Sono stata mandata qui, per aiutarvi! Per permettere ad Heda e al suo esercito di conquistare la Montagna! La vostra Heda in questo momento è la fuori!! >> urlò, indicando dietro di lei.

<< È qui per mettere in ginocchio il nemico che vi ha fatto questo!! Dobbiamo combattere, affinché possano entrare qui dentro!! So che siete feriti...che avete paura...ma voi siete il popolo di Heda!!  Il suo esercito!! Jus drein Jus daun!! Vendichiamoci!! Combattete, per Heda...per voi e per la vostra libertà!!! >> urlò con tutta il fiato che aveva in corpo.

 E Anya e gli altri la seguirono, incitati da quelle parole. Anya osservò Clarke e non poté che ammirare la sua forza, il suo potere. Un leader, pensò....Wanheda.

<< Sarà un onore, combattere al suo fianco...anche se è una Trikru >> disse la donna che stava nella cella accanto a quella di Anya.

<< Sarà un onore combattere anche al tuo fianco, anche se sei una Azgeda >> disse Anya.

<< Jus drein jus daun >> disse Echo.

Anya annuì e seguì il coro di tutti:
<< Jus drein jus daun!!! >>

Clarke sorrise, si girò verso l'uscita.

<< E adesso? >> chiese Anya al suo fianco.

<< Ora...li uccidiamo tutti >> le disse Clarke.


Anya, Echo e gli altri correvano dietro a Clarke. Quest'ultima cercava di abbattere il nemico per prima, cosi da proteggere gli altri. Mentre correvano verso l'uscita, uccidevano tutti quelli che contrastavano il loro cammino. Combattevano come delle furie, per poter riuscire a scappare.
Una delle porte davanti a loro venne giù, chiudendosi; senza pensarci due volte, Clarke,  si mise sotto di essa e la bloccò con le braccia. La spinta era talmente forte che finì in ginocchio.

<< Forza, andate!! >> urlò agli altri, impedendo alla porta di chiudersi, per poter far passare tutti.

Gli allarmi suonavano, Anya che aiutava gli altri a passare vide altre guardie armate sopraggiungere, quando l'ultima persona attraversò la porta,  incominciarono a sparare. Anya si voltò verso Clarke:

<< Avanti vieni! >>

<< No! Devo ancora aprire la porta principale! Qui sarete al sicuro, aspettate che l'ingresso si apra! >> Anya capì,  fece due passi in avanti e quando sentì gli spari si voltò e vide ancora Clarke inginocchiata venir colpita ripetutamente dalle pallottole. Ma non mollava. Quando si accertò che tutti erano al sicuro vide la porta chiudersi, con Clarke  rimasta dall'altra parte. Continuò a sentire rumori di spari, grida e il piccolo vetro della porta si macchiò completamente di rosso.




Il Presidente Wallance era nella sala di controllo, insieme a suo figlio Cage.
 Emerson entrò:

<< Le donne e i bambini dovrebbero essere al sicuro. Stiamo cercando di fermare i prigionieri ma ora non riusciamo più a raggiungerli >>

<< Non riusciranno mai ad entrare qui dentro! Chi diavolo è stato a fare tutto questo macello? >> chiese, infuriato.

<< Lei... >> disse il Presidente Dante.

Indicando nello schermo la figura di Clarke.
<< Chi diavolo è ? >> chiese Cage.

Ad un tratto sentirono rumori di spari fuori dalla porta. Emerson tirò fuori la pistola e la puntò verso la porta. Quest'ultima, all'improvviso, si piegò. Come se qualcuno ci avesse sbattuto contro qualcosa.
La porta cadde a terra all'improvviso e Clarke entrò.

<< Ferma! >> urlò Emerson sparando.

Clarke con un calcio lo fece volere, letteralmente, contro il muro. Cage arretrò, invece, Dante, si mise davanti a lui. Con le braccia alzate.

<< Chiedo scusa, non ci siamo ancora presentati, sono il Presidente Dante Wallance, lui è mio figlio Cage >> disse con tono calmo.

<< Possiamo parlare un attimo? Vorrei capire che cose vuoi e forse trovare un accordo, ci sono persone innocenti qui....non voglio che corrano pericoli inutili, se possono essere evitati >> disse.

<< Non ci sarà nessun accordo >> rispose Clarke, respirando affannosamente.

 Dante notò in che condizioni fosse, vide il sangue colarle dalle braccia, fino a terra.
<< Una persona qualunque, sarebbe già morta dopo le tue ferite...invece sei qui, davanti a me, è straordinario >> disse, osservandola ancora.

<< Devi essere la grande Wanheda, di cui i selvaggi parlano tanto >> disse.

<< Tu che ne sai di Wanheda? >> chiese Clarke.

<< Siamo qui da molto tempo, la leggenda di un guerriero forte e valoroso, che combatte al fianco del Comandante, che comanda addirittura la morte...è giunta anche fin qui >> disse.

<< So che vuoi salvare la tua gente, siamo entrambi dei Leader....anche io voglio salvare il mio  popolo. Quello che abbiamo fatto, l'abbiamo fatto solamente per sopravvivere, come voi ora, per questo.... farò uscire i prigionieri e voi ve ne andrete senza più tornare indietro >> le offrì.

<< Così tutte e due avremo ciò che desideriamo >> concluse.

Clarke lo guardò un attimo, inclinando la tesa di lato.
<< Pensi che me ne importi qualcosa? Delle tue motivazioni? >> gli chiese.

Il sorriso, cordiale di Dante sparì.

<< Pensi, che mi importi qualcosa, del mio popolo? >> incominciò a ridere.

Poi seria disse:
<< Sono qui... solo perché il Comandante ha bisogno di questo posto...ha bisogno di distruggerlo, tutto il resto non conta... >> disse avvicinandosi di due passi.

<< Io non sono un Leader, non sono compassionevole, non ho onore.... >> continuava ad avanzare.

<< Voi morirete tutti, non potete evitarlo >> disse.

Cage tirò fuori una pistola e incominciò a sparare a Clarke. Lei avvertiva i colpi ma non smetteva di avanzare.

<< PERCHE' NON MUORI?? >> urlò Cage.

Clarke si trovava davanti a lui ora, gli strinse la mano alla gola e lo sollevò da terra.

<< Non puoi uccidere la morte >>  e con l'altro braccio, lo divise, letteralmente, in due.

Dante assistette, sconcertato, alla scena.

Wanheda ricoperta di sangue, si voltò verso Dante, che era finito a terra. Prese la pistola, la puntò verso di lui, come aveva visto fare a Cage, poco prima, e gli disse:
<< Ora aprirai le porte >> .




Lexa e tutti gli altri si trovavano davanti all'ingresso. Lincoln si mise affianco a Lexa, dicendogli che Clarke gli aveva detto di stare al suo fianco. Degli spari dalle colline gli fecero arretrare dietro delle rocce.

<< Indra, tu e Lincoln andate alle miniere, vedete se riuscite a trovare un passaggio >> ordinò.

<< Si, Heda >> rispose Indra e con un contingente s'incamminarono.

<< Dobbiamo ripulire le colline >> disse Lexa a Gustus.

 Iniziò a correre con alcuni suoi soldati che la seguirono e la proteggevano dai colpi. Arrivati sulle colline, neutralizzarono il nemico.
Ritornati alle porte, Lexa aveva del sangue sul viso. All'improvviso le porte incominciarono ad aprirsi. Le gride di battaglia dell'esercito riecheggiavano nell'aria. Gli arcieri puntavano l'ingresso, nel caso in cui il nemico uscisse. Lexa, osservò attentamente e vide uscire per prime delle persone, nude e ferite. Vide i tatuaggi e capì che erano il suo popolo.
 
<< Fermi!! Non attaccate!! >> ordinò.

Iniziò ad avanzare verso di loro. Quelle persone urlavano e chiamavano Heda! Ordinò agli uomini di portarli in salvo e di chiamare i guaritori, quando tra quelle persone, riconobbe un volte familiare, Anya.

<< Anya!! >> urlò Lexa precipitandosi verso di lei.

<< Heda... >> prima che potesse cadere a terra, Lexa l'afferrò.

<< Anya!! Credevo fossi morta >> disse accarezzando il viso del suo mentore.

Chiamò Niko, che subito comparve al suo fianco, esaminandola.

<< Anya, cos'è successo? >> le chiese Lexa.

<< Quella ragazza...quella ragazza ci ha liberati... >> disse affaticata.

<< Clarke? >> chiese sorridendo Lexa.

<< Clarke vi ha liberati? Ora dov'è? Sta bene? >> le chiese velocemente.

<< Lexa....non...non lo so...è stata ferita, l'ultima volta che l'ho vista lei è stata....è riuscita ad aprire la porta, non so però se...credo sia molto grave >> disse tentennando.

Lexa non disse nulla, il suo viso si trasformò in  una maschera di preoccupazione, ordinò a Niko di occuparsi di Anya e degli altri, poi con il suo esercito, incominciò ad entrare dentro la Montagna.




Dopo aver ucciso sia Dante, che Emerson, Clarke camminava verso la sala grande. Dove erano radunati gli altri abitanti della Montagna.
Appena arrivò, tutti, impauriti, indietreggiarono. Maya sbucò dalla folla, sollevata di vedere Clarke.

<< Clarke... >> disse.

Anziani, donne, bambini...persone innocenti. Osservò, Clarke che si avvicinava, davanti a lei.

<< Lexa è diversa, è un Comandante giusto e compassionevole, non macchierà mai
il suo onore >> disse Titus.
<< Non succederà....sarò io a farlo al posto suo... >> gli rispose.

 La guardò negli occhi e sussurrò:
<< Mi dispiace.... ma devo farlo io..... >> come una furia, le afferrò il collo.



Lexa e gli altri non avevano incontrato grandissima ostilità. Le guardie vicine alla porta, dopo che fu aperta, morirono bruciate...
Trovò Indra e Lincoln, ed insieme andarono verso quella che sembrava una grande sala.
Quando entrarono videro uno spettacolo spaventoso. Il cuore di Lexa si fermò. Al centro della sala di spalle stava Clarke. Quello che risaltò subito agli occhi fu, semplicemente, il rosso. Rosso ovunque. Sotto i loro piedi si trovava un lago di sangue, la sala era piena di corpi smembrati. Lexa ispezionò con lo sguardo, la sala....uomini, donne, bambini. I suoi guerrieri arretrarono, impauriti alla scena.
 Clarke, era ferma lì, si udiva solo il suo respiro. Lexa osservò con attenzione la sua figura. Era piena di sangue e di ferite. Fece un passo verso di lei ma subito, Gustus e Indra la bloccarono:

<< Heda è pericolosa! >>

<< Lasciatemi >> titubanti obbedirono.

Lexa si avvicinava, piano.

Quella scena....come il suo sogno, pensò.
<< Clarke... >> la chiamò.

Nessuna risposta.
<< Clarke >> disse più forte.

Clarke raddrizzò la schiena, prima, leggermente curva. Lexa notò che si fissava le mani.
 Si girò lentamente. E Lexa si impietrì.
 Quegli occhi blu, dolci e rassicuranti che ricordava, erano ora neri, neri come la pece. Come il suo sogno. E si bloccò dal terrore. Il suo viso era inespressivo, vuoto.

<< C..Clarke?  >> disse interrogativamente.  

Poi Clarke, la fissò negli occhi e, all'improvviso, si inginocchiò, davanti a lei.

Lexa rimase sconcertata.

<< La Montagna è vostra.....Heda >> .






A Polis, Titus guardava fuori dal balcone nella sala del trono. Una guardia arrivò e gli annunciò:

<< La nostra Heda ha sconfitto e preso la Montagna! Il nostro nemico è stato sconfitto! >>

<< Qualche prigioniero? >> chiese Titus, sempre guardando davanti a se.

<< No, Fleikepa....sono tutti morti >>

A quelle parole, Titus, sorrise.














Note dell'Autrice:  
Salve a tutti carissimi lettori!! Ecco a voi un nuovo capitolo! Spero vi piaccia! Vi ringrazio davvero tantissimo per i bellissimi commenti!
Vi adoro tutti! La nostra Wanheda ha fatto un bel casino!! Nel prossimo capitolo ( che arriverà presto ) scopriremo qualcosa in più sul suo passato e qualcosa di molto importante succederà.....
Come sempre, fatemi sapere che ne pensate, se vi va!
Grazie mille a tutti!
Alla prossima!!!
















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Capitolo 19
*** Wanheda ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 





Wanheda.





L'esercito di Heda stava ripulendo la Montagna dai corpi. Per ordine di Lexa, dovevano essere bruciati, così che gli spiriti non rimanessero intrappolati in quel luogo e tutte le vittime potessero riposare in pace. Era loro tradizione. Gustus e Indra osservarono tutti quei corpi, oltre all'orgoglio, provarono anche una sorta di orrore.
 Quelle morti, per la maggior parte, erano state causate solamente da una persona. Colei che ha fatto questo, pensarono, va temuto.
I guerrieri erano in fermento per la grande festa che si sarebbe celebrata dopo la vittoria. Tutti attendevano questo momento.
 Il giorno in cui la Montagna non avrebbe più causato vittime. La piaga era stata annientata. La loro Heda aveva sconfitto il loro acerrimo nemico.
Le voci ormai, si erano sparse velocemente: la leggendaria Wanheda, era tornata...ora la morte aveva di nuovo il suo comandante.

Lexa fece visita ai sopravvissuti, feriti sia fisicamente che nello spirito. I loro occhi erano diversi. Indra aveva catturato molti Reapers,
che attendevano di essere curati. In questo Lincoln si era dimostrato di grande aiuto.
Sapeva rapportarsi a loro, meglio di chiunque altro.
Nel mentre che passava, che osservava il suo popolo che veniva soccorso, si ritrovò occhi grati, fissarla. Molti la ringraziavano, toccandole le mani.
Aveva parlato con Anya, quello che aveva saputo l'aveva fatta inorridire. Quei mostri li rapivano per il loro sangue.

<< È stato orribile...non potevamo neanche difenderci, morire a quel modo, dev'essere stata una tale vergogna >> disse flebile, Anya, ripensando ai suoi genitori.

<< Ora che il nemico è stato sconfitto, tutti riposeranno in pace >> cercò di consolarla, Lexa.

<< Già, i morti sono morti, ora i vivi hanno fame >> si ripeté Anya, poi posò lo sguardo sulla sua Heda.

<< Sono orgogliosa di te....Lexa >> le disse con ammirazione.

<< Non sono io che ti ho liberato Anya.... >> disse il suo secondo, distogliendo lo sguardo.

<< Quella ragazza non avrebbe fatto nulla, se non fosse stato per te. Dov'è andata? >> chiese.

<< Sparita, come sempre. Penso che voglia stare da sola. >> le disse.

<< Lexa....non ho mai visto nessuno fare una cosa del genere. Era inarrestabile...ho pensato che non fosse reale, sai? C'è stato un momento, in quella gabbia...volevo solo morire, poi ho visto i suoi occhi... >> Lexa ascoltò le parole incerte e confuse di Anya.

<< Clarke tende ad avere quell'effetto sulle persone... >> disse.

<< Farebbe qualunque cosa per te...questo, mi fa davvero paura Heda >> confidò Anya.

<< Un simile potere....è giusto averlo? >> chiese a Lexa.

<< Non lo so... >> non sapeva se fosse giusto, ma sapeva che Clarke aveva salvato quelle persone, aveva salvato Anya.

<< Wanheda è potente e pericolosa Lexa, stai attenta con questo potere >> le disse, infine, Anya, rimettendosi a riposo.


Lexa osservava quel luogo. Prima sconosciuto e inquietante, ora appariva tranquillo, come il mare dopo una tempesta.
Avanzava lentamente, fra i grandi alberi. Camminare nella foresta, la calmava sempre, fin da quando era piccola.
Arrivò in una radura piena di fiori. I raggi della luna, la illuminavano solo in parte, facendo scoprire sempre più colori.
Quando le nuvole si diradarono, un nuovo fascio di luce, illuminò una sagoma  posta di spalle, appoggiata ad un albero.
Lexa capì e questa volta, rimase lontano. Nascosta, nell'oscurità della foresta.
 Perchè molto poteva sopportare, poteva riuscire a reggere, ma non allo spettacolo che le si presentò di fronte.
Clarke stava piangendo, urlando di dolore. Dai fori della sua schiena, uscivano lentamente i proiettili che l'avevano colpita.
 Lentamente, tutte le ferite e le bruciature stavano sparendo. Clarke batteva i pugni sul tronco dell'albero, singhiozzando.
Ripeteva, straziante:

<< Mi dispiace.....mi dispiace....mi dispiace >> un mantra, fra i singhiozzi.
A quella vista, delle lacrime scesero dal viso di Lexa.


Heda stava in piedi, su una pedana in cui sopra, erano posizionate le pire dei caduti.

<< Guerrieri della Coalizione, nel fuoco, leniamo il dolore del passato... yu gonplei ste odon  >> con una torcia, diede fuoco alle pire.

 Tutti i guerrieri erano li, in piedi. Ad assistere alla fine di questo incubo.

Dalla folla, si levarono vari mormorii, i guerrieri lasciavano il passaggio a Clarke, che camminava lentamente verso le pire.

<< Wanheda >> sussurravano.

 Tutti la fissavano.
Ma la folla che vedeva Clarke non era quella dei guerrieri della Coalizione. Al loro posto, le persone che aveva ucciso, la fissavano. Non staccavano gli occhi da lei. Arrivò vicino al fuoco, i suoi occhi incontrarono quelli del Presidente Dante, di Cage, Emerson.....Maya....tutti quelli che aveva ucciso.

<< In pace, may you leave this shore. In love, may you find the next. Safe passage on your travels, until our final  journey to the ground. May we meet again. >> recitò, mentre delle lacrime le cadevano dal viso. Poi inchinò, lievemente, il capo. Rispettosamente.

Lexa la fissava. Wanheda, pensò, è pericolosa e letale. Tutti dicevano questo, anche nelle storie che le raccontava suo padre, era sempre stata descritta in quella maniera. Ma non trovava nulla di pericoloso, nulla di potente o letale in quella scena. Vedeva solo un' immensa sofferenza.



I festeggiamenti iniziarono. I guerrieri, bevevano, cantavano e facevano a botte. Lexa conversava con Indra e Gustus, con un bicchiere in mano. L'atmosfera festosa non coinvolgeva tutti però.
I guerrieri di Azgeda, in disparte, non erano molto felici che Heda Lexa avesse avuto successo.
La loro Regina sarebbe andate su tutte le furie. Echo fissava Clarke, seduta su un tronco, in disparte, fissandosi intensamente le mani.

<< Dobbiamo dire alla nostra Regina, che Wanheda è ricomparsa >> disse fissando con timore Clarke, per quello che rappresentava.

Mostro......li hai uccisi tutti.....bambini....donne....persone innocenti.....le tue mani sono e rimarranno sempre, sporche di sangue.....

Clarke fissava le sue mani, le vedeva sporche, sporche del sangue di Maya, di tutte quelle persone...poi il sangue da rosso divenne nero...

<< Sei stata straordinaria....sono così orgoglioso di te....la mia Wanheda >> sussurrava piano, al suo orecchio.

Una voce la chiamava, insistentemente.  Si risvegliò dalla sua trance, alzò lo sguardo e vide Lincoln, di fronte a lei, che teneva due bicchieri fra le mani.

<<  Perdonatemi Wanheda, volevo solo offrirvi da bere >> le disse timido.

<< Mi dispiace, ma non bevo >> disse dopo un po' Clarke.

<< Scelta molto saggia. Non finire in quella maniera sarebbe meglio >> le disse, indicando dei guerrieri che non si reggevano più, neanche in piedi.

Clarke sorrise leggermente, guardandosi ancora le mani. Lincoln notò il suo umore e disse, cercando di distrarla:
<< Ho vinto una scommessa venendo qui a parlarvi >> sorrise.

Clarke si voltò a guardarlo interrogativa.
<< Sembra che incutiate molta paura a tutti questi guerrieri grandi e grossi >>.

<< Così sembra...spero che la vincita sia stata cospicua,  almeno >> disse più calma.

<< Si sono molto soddisfatto >> disse, sorridendo.

Clarke, notò Lexa, in lontananza, che li stava fissando, appena si accorse degli occhi di Clarke su di se, distolse subito lo sguardo.
<< Potreste offrire da bere a Heda >> le disse, ad un tratto, Lincoln.

Si voltò curiosa.
<< Perché dovrei farlo? >>

<< Beh, per parlare con lei >> gli disse ovvio Lincoln, intendendo qualcosa che a Clarke era evidentemente sfuggito.

<< Se voglio parlarle mi alzerei e andrei a farlo >> disse non capendo Clarke.

<< Certo, ma io intend... >> le parole di Lincoln vennero interrotte da  Anya che con tono autoritario gli disse di andare a controllare i Reapers.

Dopo che Lincoln andò via,  Anya si sedette al suo posto.
Clarke continuava ad osservare Lexa e, ad Anya,  quel gioco di sguardi non sfuggì.
<< Non pensarci neanche >> disse.

<< A cosa? >> chiese Clarke.

<< A quello che stai pensando, non provarci neanche >> le disse dura.

<< Non so di cosa tu stia parlando >> si girò e Anya vide gli occhi
interrogativi di Clarke .

Non stava affatto pensando a quello, costatò. La grande Wanheda, pensò.
Iniziò a ridere.
Clarke la guardava stranita,  non capendo il perché di quella reazione.
<< Vedo che stai meglio... >> le disse.

<< Oh si, sto molto molto meglio >> disse prima di tornare seria.

<< Dopo quello che hai fatto, tutti vorranno il tuo potere >> le disse guardando Lexa.

<< Non avevo più visto quello sguardo preoccupato, da tanto tempo...non metterla in pericolo, lei farà di tutto per proteggerti, anche se nel tuo caso, non credo tu ne abbia bisogno....non metterla in pericolo, d'accordo? >> disse seria Anya, guardandola.

<< Non ne ho intenzione >> disse vedendo Lexa sorridere.

Anya la guardò per qualche altro minuto, anche un bambino l'avrebbe capito, solamente notando il modo in cui la guardava, poi si alzo:
<< Bene, buona notte Wanheda >> disse inchinando il capo in segno di rispetto.

Clarke capì che era un grazie.




Lexa entrò nella sua tenda, congedandosi dai festeggiamenti. Aveva osservato Clarke per tutta la notte. Era preoccupata, percepiva il suo tormento e questo non le piaceva affatto.
Aveva notato che nessuno si era avvicinato a lei, tutti quelli con cui aveva discusso le esprimevano i loro timori, dubbi.
 La leggenda di Wanheda era bella quando rimaneva solo una storia, ma quando questa  leggenda diventa reale....il timore e la paura iniziano e crescere.
Ripensò a Lincoln e Anya, seduti vicino a lei. I sorrisi gentili di Lincoln, la risata di Anya...
Non dovrebbe sentirsi cosi.
Vide Clarke entrare. Si stava limitando a guardarla in silenzio. Lexa notò la postura rigida della ragazza. I suoi occhi si chiudevano ripetutamente, scuoteva leggermente la testa, come per scacciare un rumore fastidioso.
 Si avvicinò e le prese la mano. La accompagnò nel grande letto, la fece sedere.

<< Guardami Clarke >> occhi chiusi, capo chino.

Lexa si inginocchiò di fronte a lei.
<< Clarke...guardami >> insistette dolce, le prese il viso fra le mani, sollevandolo.

Clarke cedette, aprì gli occhi e si ritrovò due pozze verdi che la fissavano.
Gli occhi di Lexa, pensò, sono come la foresta, sono casa.
Ma quelle voci erano così insistenti.

<< Guarda me...guarda solo me >> le disse Lexa.

<< Ascolta solo la mia voce >> continuò.

Clarke fece proprio così, si concentrò solo su quegli occhi verdi e sulla sua voce, dolce e calda.

<< Li ho uccisi >> disse, piano.

<< Lo so >>

<< Li ho uccisi tutti >> continuò, respirando velocemente.

<< Lo so >>

<< Non volevo farlo....io...ma ho dovuto >> disse, con fatica.

<< Non sei costretta a fare nulla Clarke....non sei costretta a uccidere se non vuoi >> le disse Lexa. Clarke la fissò, un po' confusa.

<< Ma io devo farlo...per te >>  Lexa le accarezzò lentamente la guancia.

<< Hai massacrato donne e bambini per me? >> chiese dura Lexa.

Clarke inchinò il capo:
<< Io faccio solo quello che Heda non può fare... >>

<< No, infatti, non mi sarei mai comportata in un modo così disonorevole >> disse Lexa.

<< Quello che hai fatto...è semplicemente sbagliato, non si uccidono coloro che non possono difendersi... >> continuò, cercando di far capire a Clarke la gravità delle sue azioni.

Clarke rimase sempre in silenzio, torturandosi le mani, come se stesse cercando di togliere via qualcosa.

<<  Non devi uccidere per me, Clarke. Posso farlo benissimo da sola... >> le disse.

<< No... >> sussurrò  guardandola, lentamente le sfiorò anche lei la guancia.

<< Non voglio che Lexa soffra ancora.....sarò io a farlo per te >>

Lexa la guardò negli occhi e avvicinò il suo viso a quello di Clarke. La baciò. Come aveva fatto qualche tempo prima. Clarke rimase ancora sorpresa, poi ricambiò. Le loro labbra si toccavano. Lexa l'attirò ancora di più a se, con una mano accarezzava quelle onde bionde, soffici.
 Il bacio divenne sempre più passionale. Lexa spinse Clarke sul letto, continuando a baciarla. Voleva divorarla, perdersi in Clarke.
Il fuoco che le labbra di Clarke le scatenavano dentro, era qualcosa che la sconvolgeva. Si staccò, leggermente, per riprendere fiato.
 Mentre guardò  Clarke, quest'ultima, improvvisamente, capovolse la posizione, portando Lexa sotto di se. Emise un sospiro, sorpresa.
In quel momento, notò gli occhi di Clarke. Non erano più caldi e dolci, ma freddi e distaccati.
Le portò con forza le braccia sopra la testa, bloccandole i polsi con una mano. La baciò con forza e irruenza. Poi scese verso il collo.
Lexa ansimò:

<< C-Clarke... >> l'altra mano le percorreva la pancia, salendo sempre di più.

Non era dolce o delicata....qualcosa non andava.

<< a-aspetta Clarke >> ma Clarke non si fermava, premette con forza la mano sul suo seno.

<< Clarke!! >>

<< Cosa c'è? Ad Heda non piace? >> disse Clarke fissandola con quegli occhi vuoti.

<< Non...non così... >> le disse, incerta.

<< E come allora? In che modo dovrei compiacere Heda? >> chiese sempre fredda.

<< Compiacere? Lo...lo vuoi anche tu....vero? >> Clarke non disse nulla.

Lexa se la scostò di dosso.
<< Vattene >> disse senza guardarla.

Clarke allora, tornò in sé.
<< Lexa io... >>

<< Sparisci! >> disse dura.

Clarke scostò lo sguardo, in colpa.
<< Io.... >> rinunciò a finire la frase e uscì.

Lexa rimase seduta nel letto. “ Stupida ” pensò, “ sei solo una stupida “.



 Clarke andò verso una delle entrate della Montagna. Respirando affannosamente, tirò un pugnò alla parete di cemento che ricopriva quella parte della Montagna. Era infuriata con se stessa, confusa su quelle sensazioni mai provate prima.

<< Di cosa hai paura? >>  le chiese quella voce che conosceva bene.

<< Non so che sta succedendo...che mi sta accadendo? >> chiese.

<< Hai paura di amare Heda, Clarke? O....hai paura di ucciderla? >>  

Si porto una mano al petto.

<< Perché fa male? >>

<< Sai già la riposta..... >>

Clarke alzò lo sguardo e si ritrovò sola. Si, pensò, so la risposta.





Lexa tornò a Polis assieme agli altri. Ora che gli uomini della Montagna erano stati sconfitti, Heda poteva dedicarsi alla Coalizione e ad  Azgeda. Quando entrarono in città, vennero accolti da una grande folla. Tutti gridavano fieri il nome di Heda. All'entrata della torre Titus e i Natblida l'aspettavano.
 Titus fece un inchino, salutandola:

<< Bentornata Heda, congratulazioni per la grande vittoria >>

<< Grazie Titus >> rispose Lexa, dopo anche i Natblida la salutarono, già pieni di domande sulla battaglia.

Titus le si avvicinò e le disse:

<< Un bagno caldo vi sta aspettando nella vostra stanza e dopo vorrei discutere con voi, se non vi dispiace >> le chiese.

<< Va bene, anche io ho delle cose di cui devo parlarti >> le disse Lexa.

Le sue ancelle la stavano aspettando, l'aiutarono a spogliarsi. Lexa si rilassò mentre era nella vasca.

Quando uscì, le portarono da mangiare. Le sua ancelle erano titubanti ad andarsene, così Lexa chiese spiegazioni:

<< Perdonateci Heda, volevamo chiederle se Wanheda è davvero così bella come raccontano le storie  >> dissero le ragazze.

<< Non ho tempo per queste sciocchezze, ora andate >> disse sgarbata.

Pochi minuti dopo Titus entrò nella sua stanza.

<< Heda >> salutò Titus.

<< Di cosa volevi parlarmi Titus? >> chiese.

<< Dobbiamo organizzare subito la cerimonia, direi il prima possibile...dobbiamo solo convocare tutti gli ambasciatori e gli altri leader >> disse Titus.

<< Aspetta, che cerimonia? >> gli chiese stranita Lexa.

<< Il giuramento,  Heda >> disse ovvio Titus.

Lexa continuò a guardarlo stranita.
<< Il giuramento di fedeltà di Wanheda >> si spiegò.

<< Giuramento di fedeltà? >> chiese stupita Lexa.

<< Wanheda si inchinerà a te, di fronte agli ambasciatori e ai leader della Coalizione, per affermare che il suo potere appartiene a te >> disse Titus.

<< Clarke deve inginocchiarsi davanti a tutti? >> chiese Lexa.

<< È la tradizione Lexa,  da quello che ho saputo l'ha già fatto nel campo di battaglia... >> disse Titus, non capendo la titubanza di Heda.

<< Clarke sa di questa cerimonia? >> chiese Lexa.

<< Certamente >> disse Titus.

Lexa rimase in silenzio.
 Aveva detto a Clarke che non le avrebbe chiesto nulla, invece doveva inchinarsi a lei, per far sapere che lei, Heda, controllava il potere di Wanheda.

<< Qualcosa non va Heda? Sapete dov'è Wanheda? >> gli chiese.

<< Non so...non la vedo da Tondc >>

<< Ovviamente...beh, sarà sicuramente qui intorno a impicciarsi degli affari altrui >> le disse, alzando gli occhi al cielo.

<< Titus...ho bisogno di parlati di una cosa >> disse, cambiando discorso.

<< Ditemi Heda >>

<< Sto facendo degli strani sogni, prima capitavano raramente, ma da quando Clarke è comparsa...cono sempre più frequenti >> gli disse Lexa.

<< Che tipo di sogni? >>

<< All'inizio sono solo ricordi, la mia infanzia, Costia....ma poi cambiano, vedo Clarke, le sto parlando nella sala del trono, lei si inchina davanti a me, la vedo qui nella stanza da letto...poi sempre la stessa scena. Clarke nella sala del trono, di spalle. Si volta lentamente, è ricoperta di sangue...nero come i suoi occhi...mi dice che le dispiace ma deve uccidermi...e poi una lama mi trafigge lo stomaco >>  raccontò, fissò Titus e vide la sua espressione sorpresa.

<< Non credo siano semplici sogni, penso siano tutti ricordi... >> disse Titus.

<< Ma io non avevo mai visto Clarke prima >> le disse Lexa, cercando di capire.

<< No, tu ovviamente no...ma gli altri Heda si >> spiegò Titus.

<< Quelli che vedi sono ricordi dei precedenti Heda >> le disse.

<< Ma come è possibile? >>

<< La fiamma è in te, come era in loro...alla morte di Heda il suo spirito sceglie un altro successore, ma lo spirito rimane sempre uno >> spiegò Titus, guardando attentamente Lexa.

<< Non capisco, perché mi fanno vedere sempre quella scena? È un avvertimento? >> chiese Lexa.

Titus sospirò.
<< Forse, i precedenti Heda vogliano dirti qualcosa... >> disse Titus.

<< Clarke ha ucciso un precedente Comandante? >> gli chiese.

Titus, la fissò.
Lexa si accorse che il suo Maestro era diventato triste.

<< Si... >> le rispose, guardandola negli occhi.

<< Ma, Wanheda non può fare del male ad Heda, la protegge... >> disse Lexa, confusa continuò:

<< Clarke non farebbe mai del male ad Heda >>

<< Ci sono dei casi in cui anche la fedeltà di Wanheda può venir meno >> spiegò Titus.

<< Clarke mi ha salvato...lei ha preso la Montagna per me... >> disse un po' persa.

<< Lexa, Wanheda serve sempre Heda, non cambia mai, compie, sempre,  il suo dovere.
Ma gli Heda cambiano, non sono mai uguali >> cercò di spiegare.

<< Non tutti erano come te Lexa >>

<< Sai com'erano? >> chiese.

<< Molti Heda erano compassionevoli, pacifici e forti...altri deboli, stolti e crudeli >> gli rispose Titus.

<< Le hanno fatto del male...vero? >> chiese Lexa, guardandolo negli occhi.

<< Alcuni Heda, avevano paura di lei e del suo potere, altri...lo bramavano così tanto...che fecero delle cose terribili per assicurasi che quel potere, rimanesse di loro proprietà >> spiegò Titus, guardando un punto lontano.

<< Wanheda fa tutto quello che Heda le ordina...lei non conosce altra esistenza al di fuori di questa... >>  continuò in un sussurro.

Lexa ripensò alla Montagna, Clarke le aveva detto di aver massacrato quegli innocenti per lei...ora capiva, lei semplicemente crede di fare tutto per il mio bene...

<< Gli altri...ecco...le ordinavano anche di condividere il loro letto? >> chiese improvvisamente.

Titus, si voltò a guardarla curioso.
<< Si, capitava anche questo. Heda poteva desiderare la compagnia di Wanheda in qualsiasi momento, lei esaudirebbe ogni richiesta di Heda, anche quelle... >> disse.

<< Lei non ha mai voluto nulla da loro >> disse tra se Lexa.

Ora aveva capito. Clarke pensava che lei le stesse chiedendo di condividere il suo letto, baciandola all'improvviso, le aveva fatto credere questo. Ricordava il suo viso stupito, quando l'aveva baciata e le sue parole:

<< Sì....Lexa è diversa >>

Era disgustata. Come aveva potuto essere tanto avventata. Clarke le aveva dato la sua fiducia e lei, se n'era approfittata.

<< Wanheda è fatta per soddisfare Heda, Lexa >> affermò.

Lexa lo guardò arrabbiata.
<< Lei non è un oggetto, Titus! >>

Titus guardava la sua pupilla negli occhi...La stessa fiamma, pensò....

<< Lo so benissimo, Heda >>

Lexa lo fissò, per qualche momento, poi gli chiese:

<< Perché ha ucciso Heda?  >>

Titus si allontanò di qualche passo:

<< Perché le ha portato via l'unica persona che amava... >> disse Titus e Lexa pensò, che non aveva mai visto il suo Maestro così triste.

<< Lexa....Wanheda non è brava con i sentimenti, ma...penso, che lei ami più di chiunque altro >>




Linclon stava strigliando i cavalli, lo aiutava a rilassarsi. Quando, vide Wanheda con una spazzola fra  le mani, fare la stessa cosa. Uno di fronte all'altro, pulivano lo stesso cavallo.

<< Posso chiederti una cosa? >> domandò incerta.

<< Certo Wanheda.. >>

<< Chiamami Clarke....ecco...se fai arrabbiare una persona, non intenzionalmente però, come fai?
Si, insomma, a far tornare tutto come prima? >> le domandò impacciata.

Lincoln la fissò, dietro al cavallo.

<< Si potrebbe iniziare col chiedere scusa >> disse.

<< Solo scusa? E se le scuse non bastassero? >> chiese continuando a pulire il cavallo.

<< Beh, potresti accompagnarle con dei doni >> continuò Lincoln.

<< Doni? Che genere di doni? >> chiese curiosa.

Linclon la fissò, non credeva che Clarke potesse capire certe cose.

<< Credo che il miglior modo sarebbe dire la verità, spiegare il perché di quel determinato comportamento...le motivazioni, se non si ha l'intenzione di ferire qualcuno, basta semplicemente raccontare la verità, quello che uno ha provato in quel preciso momento... >> spiegò, guardandola.

<< Quello che ha provato... >> ripeté, Clarke, riflettendoci un attimo.

Sollevò lo sguardo verso Lincoln, sorrise. Lui rimase interdetto, non aveva mai visto Wanheda sorridere.
<< Grazie Lincoln >> e andò via.

Lincoln iniziò a ridere di gusto, dopo tanto tempo.





Clarke entrò nella sala del trono, cercando Lexa. Voleva fare come le aveva consigliato Lincoln, doveva chiederle scusa. Ma non trovò la ragazza, bensì Titus.

Il Fleimkepa fece qualche passo verso la sua direzione.

<< Wanheda >> salutò, chinando il capo.

<< Titus...dov'è Lexa? >> chiese subito.

<< Heda ha accolto tutti i leader della coalizione, tutti tranne Nia ovviamente, la Regina ha bandito il principe Roan...stanno avendo un colloquio in questo momento >> disse osservandola.

<< Sarà più facile capire i piani di Nia ora che abbiamo suo figlio >> disse tra sé.

<< Cosa volevate da Heda? >> chiese, curioso.

Clarke si corrucciò e rispose sgarbata:

<< Non ti riguarda >>

Titus, la fissò, sembrava stesse meglio, ma lui capì che quello che aveva fatto alla Montagna non era stata un azione senza conseguenze.

<< Avete fatto il vostro dovere Wanheda >>

<< Non ti azzardare Titus! Non farlo... >> disse minacciosa.

Titus si fermò subito, inchinò ancora il capo.

Lexa entrò in quel momento, sorprendendo i due. Notò, Clarke rilassarsi al suo arrivo, l'aria era ancora pesante.

<< Clarke >> disse Lexa, salutandola.

Prima che Clarke potesse ricambiare, Titus incominciò:

<< Heda se è tutto pronto potremo organizzare la cerimonia per stasera, se per voi va bene >> Lexa guardò Clarke fissare di traverso Titus per averla interrotta.

<< Se Clarke è d'accordo.. >> disse Lexa, voltandosi verso di lei.

Clarke rimase sorpresa da quelle parole. Nessuno le aveva mai chiesto la sua approvazione per la cerimonia.

<< Certo, qualunque cosa per Heda >> rispose.

Lexa a quelle parole si incupì, abbassò lo sguardo e strinse il pugno.

<< Bene, allora procederò subito con i  preparativi...se Wanheda vuole seguirmi nella sue vecchie stanze >> disse Titus avanzando fra le due.

<< Avevi delle stanze? >> le chiese Lexa.

<< Si, vicino a quelle di Heda >> rispose. Notò che l'atteggiamento di Lexa era strano. Sicuramente, pensò, era ancora arrabbiata con lei.

<< Dovremo prepararci allora >> disse Lexa andando verso la sua stanza.

 Clarke la seguì con lo sguardo e Titus si accorse dello strano comportamento delle due ragazze.

<< Non c'è bisogno che mi accompagni, conosco la strada >> gli disse bruscamente.






La sala del trono era stata adibita per la cerimonia. Veli di colore rosso e nero, addobbavano la grande stanza.
 Tutti gli ambasciatori e i propri Leader, accompagnati dalle loro poche guardie personali stavano in piedi, ai lati. Sul trono, anch'essa in piedi, stava Lexa, Titus al suo fianco destro e Indra a quello sinistro.
Con indosso un abito lungo, nero, le spalle scoperte con un grande scollo sul davanti. Il contorno dei suoi occhi dipinti di nero e rosso, la pittura usata per le cerimonie e in mezzo alla fronte il simbolo di Heda.
All'improvviso, le porte si aprirono e Wanheda fece il suo ingresso. A Lexa mancò letteralmente il respiro.
Wanheda avanzava fiera, con indosso la sua armatura da guerra. Il corsetto stretto, nero, veniva coperto dalla corazza rossa, come il sangue, che le copriva il petto e le spalle. Schinieri e bracciali lavorati, anch'essi di colore rosso, coprivano le braccia e le gambe.
 Le due spade incrociate sulla schiena. Sul viso la pittura nera e blu che le incorniciava gli occhi, facendo risaltare il loro profondo colore.
I capelli acconciati all'indietro in sottili trecce. Wanheda in tutta la sua potenza. Tutti ammiravano il suo passaggio a bocca aperta, intimoriti.
Lexa sentiva gli occhi di Clarke legati ai suoi. Non aveva distolto lo sguardo neanche un secondo.
Quando arrivò all'inizio dei pochi gradini, davanti a Lexa, si inginocchio. Portò il pugno sul cuore e proclamò:

<< Giuro fedeltà a te, Lexa kom Trikru, Comandante del Sangue, Heda dei dodici Clan, distruttrice della Montagna. Le tue battaglie saranno le mie, i tuoi bisogni i miei e il tuo popolo il mio. Il mio potere è tuo, Heda >> a quelle parole, tutti si inchinarono.

 Solo Heda rimase in piedi, colpita da quella scena.

<< Benvenuti guerrieri dei dodici clan >> disse Heda.

<< Comandante del Sangue >> risposero tutti.

<< Alzatevi >> ordinò.

Wanheda e gli altri si alzarono. Lexa, fissò intensamente Clarke. Dopo di che, Titus passò un pugnale a Lexa con il quale tagliò leggermente il palmo della mano di Clarke. Il sangue finì in un ampolla tenuta da Titus, dopo fu il turno di Lexa. Il sangue nero di Heda si mescolò a quello rosso di Wanheda.

<< Il potere di Wanheda appartiene a Heda ora!!! >> proclamò Titus, alzando l'ampolla così da mostrarla a tutti.

Un coro lento si stava alzando dalla folla.
<< Heda! Heda! Heda! >>



Dopo la cerimonia tutti erano invitati al banchetto. Lexa conversava amabilmente con tutti. Clarke aveva la schiena appoggiata ad una parete, in disparte. Alcuni avevano provato ad avvicinarsi ma appena lei alzava lo sguardo su di loro , questi rinunciavano. Troppo intimoriti.
Patetici, pensò, Clarke.

<< Sembra che nessuno abbia il coraggio di rivolgerti la parola, beh è solo Wanheda, dopo tutto >> le disse Roan. Si avvicinò da solo, senza il suo ambasciatore.

<< Questo non vale per il principe di Azgeda, a quanto vedo >> gli rispose.

Lui sorrise, intrigato.
<< Devo dire che la mia immaginazione, non ti rendeva affatto giustizia, Wanheda >> disse avvicinandosi ancora.

 Lei l'osservò un attimo. Il principe poteva incutere un certo timore guardandolo bene, ma ovviamente, non a lei.

<< Ora che Heda ha il potere di Wanheda nelle sue mani tutti tremeranno >>

<< Se ci sarà da tremare, lo faranno >> gli disse Clarke.

<< Ovviamente... >>  Clarke si scostò dal muro, si voltò verso di lui e gli disse:

<< Sono davvero ansiosa di conoscere tua madre, mi hanno detto che è una persona davvero squisita >> sorrise.

 A quelle parole un brivido di terrore attraversò la schiena di Roan. Inchinò il capo e con rispetto disse:

<< È stato un onore, Wanheda >> e andò via.

Mentre Wanheda passava, tutti inchinarono il capo rispettosamente.
Vide Lexa parlare con una donna dai capelli bianchi, lunghi e lisci. La pelle abbronzata, era molto bella, notò. I loro sguardi si incrociarono e la donna glie ne riservò uno letale.

<< Luna kom floukru >> disse Titus, comparendo al suo fianco.

<< È una Natblida, perché non è morta insieme agli altri? >> chiese non distogliendo lo sguardo dalle due.

<< Abbandonò il Conclave, Lexa la lasciò andare...era la favorita >> rispose contrariato Titus.

<< Una codarda...e tu l'hai lasciata in vita? >>

<< Ordini di Heda >> disse.

<< Ovviamente.. >> rispose Clarke.

Più continuava ad osservarle, e più voleva fracassare il cranio di quella donna.



<< Dove l'ha trovata Titus? >> chiese Luna a Heda.

<< In una grotta nella terra di nessuno penso.. >> rispose Lexa, sentendo gli occhi di Clarke addosso.

<< Ha sterminato un popolo intero >> le disse inorridita, Luna.

<< Non penso abbia avuto molta scelta... >> rispose.

<< Puoi raggiungere i tuoi obbiettivi anche senza spargere sangue Heda >> rispose.

<<  La vittoria si erge a seguito del sacrificio >> disse Lexa.






Lexa sentiva il suo popolo festeggiare la sconfitta della Montagna, per le vie della città. Sentiva canti, musica e risate. Sorrise, finalmente le sofferenze del suo popolo erano finite.
Era ritornata nella sua stanza, dopo il banchetto. Tutti si erano congratulati con lei, aveva notato un cambio di atteggiamento nei suoi confronti. Erano spaventati, spaventati che potesse scagliare Wanheda su di loro. Sentì una presenza dietro di sé, si voltò e vide Clarke.
Si era cambiata, indossava la sua solita giacca blu con sotto la maglietta grigia. I capelli sciolti, formavano leggere onde.
 Il viso ora pulito, come quello di Lexa.

<< Clarke, che ci fai qui? >> le chiese.

Clarke la guardava, sembrava in difficoltà.

<< Io...ecco >> si interruppe, Lexa non capiva, era strana.

<< Tutto bene? >> provò avvicinandosi.

<< Io... >> guardava per terra, come se stesse cercando qualcosa.

Poi alzò gli occhi e incontrò quelli di Lexa.
Con due falcate, la raggiunse, le prese il viso tra le mani e la baciò. Lexa rimase stupita, con gli occhi aperti. Le labbra di Clarke rimasero posate delicate sulle sue. Socchiuse leggermente gli occhi, quando d'improvviso si stacco.

<< No, Clarke. Non devi >> disse.

<< Perché? >> chiese piano.

<< Non è necessario, non devi fare nulla di tutto questo >> le disse Lexa, guardandola negli occhi, poi continuò:

<< Mi dispiace per l'ultima volta...io, non voglio niente da te >>

<< Ma io voglio >> disse Clarke, cogliendola di sorpresa.

<< Scusa....ti chiedo scusa per l'ultima volta...non voglio che tu sia arrabbiata con me >> disse Clarke, abbassando lo sguardo.

Poi con la mano accarezzò la guancia di Lexa.

<< Io....io voglio te >> disse baciandola ancora.

A quelle parole, Lexa cedette. Questa volta, si baciarono più profondamente. Lexa avvicinò il corpo di Clarke al suo. Avrebbe voluto baciarla per sempre. Il fuoco divampò tra le due, le loro lingue si muovevano in una danza sensuale.
Una mano di Clarke accarezzò i capelli soffici di Lexa, spingendola più vicino a lei. Era uno scontro, tutte e due volevano prevalere.
Le mani di Lexa finirono sul petto di Clarke e le sfilarono la giacca, che cadde a terra. Clarke, la spinse, lentamente, verso il letto.
Le loro bocche sempre unite. I respiri si confondevano e i mormorii di piacere incominciarono a riempire la stanza. Lexa, con le sue labbra scese sul collo di Clarke, procurandole brividi su tutto il corpo. Poi le mani di Lexa andarono sul bordo della maglietta  e gliela tolse.
Le accarezzò la base del mento con le mani, quando i suoi occhi caddero sul petto di Clarke, proprio sotto la base del collo.
Spalancò gli occhi.

<< Il mio simbolo... >> sussurrò, sorpresa.

Il simbolo di Heda era impresso a fuoco sulla pelle di Clarke. Lexa ci passò delicatamente sopra, le dita,  in una lieve carezza.

<< Ti hanno marchiato >> disse sconcertata, sollevò lo sguardo.

<< Chi è stato? >> chiese.

<< Wanheda appartiene ad Heda >> rispose Clarke, facendole capire che era stata Heda a  farlo.

Lentamente, coprì con la sua mano quella di Lexa, era appoggiata sul suo petto, sopra il marchio.

<< Ma Clarke.....appartiene a Lexa >> le sussurrò.

Una lacrima scivolò lenta dal viso di Lexa. Si guardarono negli occhi, non c'era più bisogno di parlare. Lexa baciò nuovamente Clarke, con maggiore passione. Voleva far scomparire la sofferenza da quell'anima ferita. Lexa si sedette sul bordo del letto, Clarke la fissava in adorazione. Le slegò i lacci del vestito nero e la fece adagiare sul letto. Continuavano a baciarsi, le labbra, il collo...
Clarke ansimando, si scostò leggermente per ammirare Lexa sotto di se. Le labbra gonfie e rosse per via dei tanti baci.
 Gli occhi verdi, vogliosi...Il respiro di Clarke divenne irregolare.

<< Tu...tu sei la cosa...più bella che io abbia mai visto >> le disse con occhi pieni di quello che a Lexa parve solo una cosa: Amore.
Il respiro di Clarke era sempre più irregolare, era agitata.

<< Io...ecco.. io non ho mai...fatto questo, non così >> le confessò. Lexa capì, Clarke non aveva mai fatto l'amore con nessuno prima, l'avevano avuta solo senza che lei lo desiderasse davvero.
Lexa capì che non aveva mai ricevuto gentilezza da nessuno.
Lexa invertì le posizioni. Accarezzò il viso di Clarke:

<< Va tutto bene...io non ti farò mai del male, Clarke....mai >> le disse e poi la baciò.

Quella notte, oltre ai canti, alle danze e alle risate di gioia della popolazione di Polis, si udirono anche gemiti di piacere, respiri che si scontravano, il rumore dolce di due corpi, che si scoprivano, si cercavano e, infine, si amavano.












Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori!! Non dico nulla su questo capitolo, solamente che mi piacerebbe, davvero tanto, che mi diceste che ne pensate!! Vi è piaciuto??
Oggi vorrei solo dirvi una cosa:
Ricordate che siete tutti unici e bellissimi! Non vergognatevi di chi siete e, specialmente, di chi vi innamorate!!
Detto questo, vi auguro un buon fine settimana a tutti voi!!
Grazie sempre a tutti!!!
Un bacione!!

P. S.  Spoiler prossimo capitolo: Skaikru!!

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Capitolo 20
*** Stella cadente ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 



Stella cadente.




<< Ne sei assolutamente certa? >> chiese la Regina seduta sul suo trono.

<< Si mia Regina, il suo potere appartiene a Heda ora >> confermò, inginocchiata, Echo.

<< Vedremo se continuerà ad essere suo... >> disse amaramente, Nia.

<< Così Wanheda è tornata >> continuò, affianco a lei, la giovane Ontari sorrideva.


I raggi del sole entrarono furtivi, attraverso le tende, illuminando prima precariamente poi sempre di  più, la stanza da letto.
Quella luce risalì fino al viso di Lexa, sentire quel calore la svegliò. Aprì lentamente gli occhi e si ritrovò ad osservare il bordo della finestra.
Un altro calore, più dolce, l'abbracciava..
I ricordi della notte precedente le ritornarono in mente:
le parole di Clarke, la sua dolcezza, il suo abbraccio, i suoi baci roventi, l'incertezza e l'infinita adorazione dei suoi occhi, quegli occhi...l'avrebbero fatta impazzire. La scrutavano, leggevano la sua anima. Ricordava il modo in cui si muoveva,  così sensuale.
Il modo in cui la toccava, dolce e passionale.
Le braccia forti di quella notte, si strinsero, inconsciamente, ancora di più al suo corpo. Lexa si voltò lentamente e il viso di Clarke le apparve vicinissimo al suo. Lexa l'osservò. La linea delicata del suo naso, le ciocche di capelli che le ricadevano sul viso...quelle labbra dolci, rosa.
 Era semplicemente stupenda. Bellissima. In questo momento, non voleva altro che rimanere così, in quell'abbraccio.
Al sicuro.
La fronte di Clarke iniziò a corrucciarsi, sul suo viso, prima rilassato, iniziarono a formarsi delle piccole smorfie di dolore. Clarke si agitò e, d'improvviso, si mise seduta, annaspando. Lexa si tirò su, aveva avuto un incubo, pensò.

<< Che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto? >> sentiva Clarke, rantolare.

<< Clarke >> la chiamò, dolcemente, accarezzandogli la schiena.
A quel tocco Clarke si voltò. I suoi occhi spalancati, si rilassarono alla vista della ragazza.

<< Clarke...è solo un sogno >> le disse Lexa, cercando di tranquillizzarla.

Clarke si avvicinò, le accarezzò il viso.

<< Sei qui... sei reale... >> disse più a se stessa.

<< Sono qui... >> Lexa coprì la mano con la sua. Con calma la riportò distesa, appoggiando la testa sulla spalla di Clarke.

Rimasero in silenzio per un po'. Era piacevole, rimanere così. La mano di Lexa accarezzava il marchio, sul petto della bionda.

<< Qualcuno mi ha consigliato di guardare attentamente qualcosa di bello, sembra che aiuti dopo che hai avuto un incubo >> disse alzando lo sguardo, notò che Clarke la stava fissando, accarezzandole lievemente i capelli.

<< Quel qualcosa di bello, penso che sia proprio di fronte a me >> disse guardando Lexa negli occhi.

Lexa sorrise e si sollevò bene con le braccia per poter baciare Clarke.
Il bacio divenne, presto, infuocato. Clarke finì sopra Lexa, le baciò il collo, poi tornò a baciarle la bocca.

<< Buongiorno >> le disse Clarke.

<< Giorno >> le rispose Lexa.

Le tolse una ciocca di capelli dal viso.

<< Va tutto bene? >> le chiese seria.

<< Si, tutto benissimo...tu? >> le chiese un po insicura ora.

<< Si, benissimo >> le rispose.

<< Vuoi raccontarmi il tuo sogno? >> le chiese Lexa, curiosa.
 
Clarke abbassò lo sguardo.
<< Solo, sai....le cose che ho fatto... >> Lexa capì.

<< Tutti abbiamo fatto cose di cui non andiamo fieri Clarke....è questa la nostra vita, così sopravviviamo >> le disse cercando di confortarla.

<< Tu non sai cosa ho fatto.... se mi vedessi davvero...se vedessi la vera me...non saresti qui >> le disse, triste.

<< Ho visto quello che hai fatto alla Montagna...e sai una cosa? So che ti dispiace per quelle persone, questo non fa di te un mostro >> disse.

 Lexa, accarezzandole la guancia.

<< Io so chi sei Clarke... >> le disse prima di baciarle le labbra.

Clarke ricambiò.

<< Tu sei...bellissima >> le disse quando si staccarono.

Clarke continuò a baciarla, Lexa la scostò lievemente.
<< Anche se odio rovinare questo momento, credo che dovremo alzarci....Titus sarà qui fra poco >>  le disse.

<< Hai decisamente rovinato l'atmosfera >>  disse Clarke cadendo pesantemente su Lexa, sbuffando.

Lexa rise. A volte era proprio infantile.
Lexa si alzò e Clarke non poté far altro che studiare il suo corpo, quelle forme sensuali. Non aveva mai desiderato così tanto toccare una persona, come con Lexa.
Quest'ultima si girò, sentendo gli occhi di Clarke addosso.

<< Stai ammirando uno dei tuoi panorami? >> chiese sorridendo.

<< Il mio preferito, in assoluto >> disse Clarke sorridendo.

Dopo che si rivestirono, Lexa fermò Clarke, prima che uscisse.

<< Quello che è successo...va bene vero? >> disse Lexa, un po' insicura.

<< Si, certo >> disse andando e posando un lieve bacio sulle sue labbra.

<< Nessuno deve saperlo Clarke >> disse poi, serissima.

Clarke la guardò curiosa.
<< Se sapessero....saresti in pericolo >> disse preoccupata che potesse succederle qualcosa, com'era capitato a Costia.

<< Va bene >> disse, poi aggiunse:

<< Lexa, io farò tutto ciò che desideri. Non ho mai...ecco...questo >> indicò lei e Lexa.

<< Non devi preoccuparti per me, nessuno è mai riuscito a sbarazzarsi di me, per quanto duramente ci abbiamo provato.. >> le disse, rassicurandola.

<< Preferirei non rischiare >> disse lei, se Titus lo scoprisse, tornerebbe ad assillarmi con le sue solite prediche, pensò.

<< Se Titus lo scoprisse...sarebbe tutto più complicato >> diede voce ai suoi pensieri.

<< Non ti devi preoccupare di Titus, Lexa. Comunque faremo tutto ciò che tu deciderai..io voglio solo te >> disse Clarke sorridendole, prima di uscire dalla stanza.

Lexa rimase lì a fissare la porta. Sospirò, alzando gli occhi per guardare il soffitto. Clarke, pensò, mi avrebbe uccisa. Il cuore le batteva all'impazzata. Questi sentimenti...così forti ed intensi. Era da tantissimo tempo che non li provava.





Titus camminava verso il santuario, Heda era impegnata con i Natblida per tutto il resto della mattina. Quando entrò, trovò Wanheda in piedi di fronte al solito muro, fissava quelle immagini in continuazione. Con una mano sfiorava quella sagome incise nel cemento.

<< Pensi mai a come sarebbero potute essere le cose ora Titus? >> chiese, sempre fissando il muro.

<< Heda richiede la vostra presenza nell'arena dei Natblida >> disse, ignorando la domanda.

Clarke sorrise beffarda.
<< Ovviamente... >> si voltò e incominciò a fissarlo intensamente. Titus distolse lo sguardo.

<< Wanheda penso che dovreste parlare con il Principe Roan, ora che lui è qui a Polis possiamo approfittarne per sbarazzarci di Nia, una volte per tutte...  >> disse sempre evitando il suo sguardo.

<< Vuoi che uccida Nia, Titus? >> chiese.

<< No, io... >>

<< Vuoi che rada al suolo Azgeda? Che faccia estinguere un altra popolazione? >> gli disse, avanzando lentamente verso di lui.

Titus sollevò lo sguardo.
<< Non ho detto questo, Wanheda >>

<< Ma l'hai pensato...so che l'hai fatto. Sarebbe tutto più semplice no? >> chiese.

<< Ma se facessi questo, Lexa non mi perdonerebbe... >> sussurrò.

<< Non ho detto questo, ma so che lo faresti, per il bene di Heda >> disse lui sicuro.

<< Non spetta a me uccidere Nia >> disse lei girandosi nuovamente verso le pitture.

<< Si, è vero >> rispose Titus, sapendo che l'unica che poteva farlo era solo Heda.

<< Parlerò con il Principe, scopriremo di più sulle intenzioni di Nia....da li decideremo, insieme ad Heda, il futuro di Azgeda >> concluse, Titus la guardava di spalle.

<< Se a Wanheda occorresse ancora quel posto, non ha che da chiedere >> disse Titus, Clarke si voltò arrabbiata.

<< Non devi controllarmi Titus >>

<<  Voglio solo che non ci siano incidenti, mi occuperò io di tutto.... >> disse, ma venne interrotto.

<< Non mi fido di te Titus....non più >> disse duramente.

<< Si....ma vorrei ricordarvi, comunque, che io sono qui >> affermò lui.

<< Non ho bisogno di te...non ho bisogno di nessuno! Ho tutto sotto controllo >> disse, sempre più infastidita.

<< Perdonatemi allora, Wanheda >> si scusò inchinando leggermente il capo.

Clarke si mise di fronte a lui, la sua figura minacciosa troneggiava su di lui.
<< Ricordati cos' è successo al tuo predecessore.....non metterti sulla mia strada Titus >>  minacciò e uscì sbattendo la porta.

Titus, sospirò e posò lo sguardo sulla figura che Wanheda fissava un momento prima.

<< Ci penso in ogni momento... >> rispose alla precedente domanda.





Nell'arena dei Natblida, Lexa stava cercando, con grande difficoltà, di contenere l'entusiasmo che i giovani allievi stavano dimostrando per Wanheda. Saputo che la leggendaria Wanheda era a Polis, in carne ed ossa, chiedevano una curiosità dietro l'altra. A mala pena Lexa riusciva a rispondere a tutte, in fin dei conti non sapeva molto di Clarke.

<< È vero che Wanheda riesce ad affrontare un esercito intero da sola? >>

<< Riesce a deviare i corsi dei fiumi e uccide i Pauna? >>

<< Comanda davvero i morti? >>

<< Ora Wanheda servirà Heda? >>

Lexa non sapeva neanche dove incominciare.

<< Wanheda rimarrà a Polis, ci aiuterà a proteggere il nostro popolo, ricordate, questo, è lo scopo di Heda >>

<< Dicono che possiede la forza di mille Pauna >> ripresero le domande.

Una voce interruppe la loro conversazione.
<< Mille? Credo sia un po' esagerato >> tutti i Natblida si girarono e videro Wanheda avanzare lentamente verso di loro.

Tutti si ammutolirono, la guardavano con gli occhi spalancati, timorosi.
Lexa sorrise, divertita dalla scena.

<< Potete porre direttamente a Wanheda le vostre domande, ora >> disse, ma tutti rimasero in silenzio.

<< Forse un animale selvatico ha mangiato le loro lingue >> scherzò Clarke.

<< O forse hanno paura? >> continuò, alzando il sopracciglio.

<< Non abbiamo paura >> disse Aden.

Clarke l'osservò un attimo, sorridendo lievemente.

<< Siete tornata a combattere al fianco di Heda? >> continuò, il giovane.

Clarke guardò un attimo Lexa, poi annuì col capo.
Tutti i fanciulli si guardarono compiaciuti.

<< Temo che la nostra lezione sia finita, potete andare ora >> disse Lexa, congedandoli.

<< Aden resta >> disse al ragazzo.

<< Clarke, questo è Aden, è molto probabile che alla mia morte diventerà il nuovo Heda >> disse compiaciuta.

<< Aden >> rispose Clarke, inchinando lievemente il capo.

Aden continuava ad ammirarla, estasiato.
<< W- Wanheda è un onore >> disse facendo un inchino.

<< Grazie per avermi salvato, quella volta >> continuò grato.

<< Hai pensato prima a mettere in salvo i tuoi compagni e solo dopo a te stesso, hai dimostrato molto coraggio...Heda dev'essere sicuramente fiera di te, non deluderla >> gli disse.

Lui alzò la testa contento del complimento ricevuto.
<< Non lo farò, Wanheda >> Lexa sorrise, congedando Aden.

Le due si ritrovarono fianco a fianco, guardando il ragazzo andarsene contento.
<< È un guerriero promettente, sono tutti molto bravi, ma Aden, penso sia già pronto >> disse Lexa.

<< È un ragazzino in gamba, hai fatto un buon lavoro con lui >> rispose Clarke.

<< Hanno moltissime domande su di te, come tutti....vorrei che parlassi con loro qualche volta >> disse guardandola, si aspettava una conferma da parte di Clarke, ma vide solo il suo viso intristirsi.

<< Che c'è? Qualcosa non va? >> chiese.

<< È meglio di no.....non è il mio compito addestrare i Natblida >> disse Clarke.

<< Non ho detto di addestrarli, solo di raccontargli un po' delle tue esperienze, potrebbe essere istruttivo per loro >> spiegò.

Lexa notò l'incertezza di Clarke, era come se avesse paura di avvicinarsi troppo ai Natblida.

<< Va bene.... >> acconsentì.

<< Grazie >> le disse dolce Lexa.

Clerke rimaneva sempre sorpresa da quella parola.
<< Titus, ha gentilmente consigliato, di parlare con Roan >> incominciò Clarke.

<< Penso che tu e Titus tramiate troppo alle mie spalle >> disse scherzando.

<< Credimi....ne farei volentieri a meno >> disse Clarke.

<< So che dobbiamo parlare con Roan, Nia sta nascondendo qualcos'altro....ha sempre un piano >> disse incupendosi.

<< Qualunque cosa sia, fallirà >> disse sicura Clarke.

<< Si, lo so >> disse Lexa, guardando Clarke negli occhi.

Sembrava di malumore.

<< Tutto bene? Titus ti ha fatto arrabbiare? >> chiese avvicinandosi un po' di più.

<< Titus ha l'innata capacità di irritarmi >> rispose.

<< Penso che non sei l'unica a pensarla così >> rispose Lexa sorridendo.






Le porte della stanza di Roan si aprirono e Lexa fece il suo ingresso, seguita da Wanheda.

<< Ma guarda, sono solo Heda e Wanheda... >> disse avvicinandosi.

<< A cosa devo questo onore? >> disse sarcastico.

<< Dobbiamo parlare >> disse autoritaria, Lexa.

<< Sappiamo che tua madre sta complottando qualcosa, ovviamente, vorrebbe il trono tutto per lei...   >> continuò.

<< Se sapete già il suo scopo perché siete qui? >> chiese, scocciato.

<< Vuoi tornare a casa, vero? >> chiese Heda.

<< Certo >> disse lui.

<< Ti consiglio di cooperare allora. Perché colpire i Natblida, perchè non direttamente me? >> chiese Lexa.

<< Mia madre ha un modo tutto suo per ottenere ciò che vuole >> disse lui, andando verso un tavolo dove stava una brocca di vino. Se ne versò un po' in un calice.

<< Non vuole più solo il trono...vero? >> chiese Heda.

Roan indicò con il calice Clarke, che stava appoggiata ad una parete con le braccia incrociate davanti al petto.

<< Avete fatto un gran scalpore sconfiggendo la Montagna...prendendo il potere di Wanheda, avete attirato ancora più interesse, Heda >> disse.

<< Vuole il potere di Wanheda >> disse lei, Roan sorrise, osservando Clarke, languidamente.

<< Chi non vorrebbe quel potere? >> disse, irritando maggiormente Lexa.

<< Vorrebbe distruggere la mia eredità e prendersi il potere di Wanheda >> disse beffarda Lexa.

<< Credo che non dobbiamo temere Nia, giusto? >> chiese Clarke, parlando per la prima volta.

<< Ovviamente, Wanheda si dimostra all'altezza del suo nome >> disse compiaciuto.

<< Temo che non dobbiate preoccuparvi di mia madre.....ma di Ontari >> continuò.

<< Ontari? La sua protetta?  >> chiese Lexa.

<< È una Natblida >> disse Roan, spostando lo sguardo su Clarke.

<< Ma tu ne eri già al corrente, vero? >> chiese.

<< Avevo qualche sospetto >> disse semplicemente.

<< Una Natblida? Devono essere portati tutti a Polis, per l'addestramento >> spiegò Lexa.

<< Mia madre ama avere dei giocattolini >>

<< Si è tenuta una Natblida tutta per se....per farla diventare Comandante >> capì Lexa.

<< Con un Comandante di Azgeda, la Regina avrebbe il controllo su tutti i territori, senza che nessuno possa obbiettare >> continuò.

<< E sappiamo tutti che Wanheda serve solamente Heda >> disse Roan.

<< Ontari non va sottovalutata, è giovane, ma molto abile... >> continuò.

<< Non posso uccidere una Nablida >> disse Lexa.

<< Se ti daremo ciò che vuoi,riusciresti a tenere Ontari sotto controllo? >> chiese Clarke a Roan.

<< Ovviamente, la mia lealtà risiede in Heda >> disse inchinando il capo verso Lexa.

<< Allora ti faremo diventare Re >> concluse Clarke.






Nel santuario, Titus stava camminando nervosamente, avanti indietro.

<< Una Natblida?? Quella creatura disgustosa! Come ha osato tenerla nascosta! >> disse alzando la voce.

<< Non tutti sono ligi alle regole Titus. Sappiamo che Nia desidera il trono da tanto tempo, ormai, sapevo che avrebbe tirato fuori qualche sorpresa >> disse Lexa.

<< Dobbiamo fermarla! La tua eredità, il tuo lascito...ora sono davvero in grave pericolo! >> disse sempre più agitato.

Si voltò verso Clarke, che stava seduta al solito posto, di fronte alla parete.

<< Devi ucciderla >> disse.

<< Titus! >> l'ammonì Lexa.

<< È il solo modo! >> insistette.

<< Nessuno può toccare i Natblida, dovresti saperlo meglio di chiunque altro! >> disse dura Lexa.

<< Wanheda può farlo >> disse, indicandola.

<< Perché  continui a parlare come se lei non ci fosse? >> disse Lexa, arrabbiata.

<< Si tratta della tua discendenza! Hai idea di quello che accadrebbe con un comandante di Azgeda?? >> le chiese Titus.

<< Ontari va catturata e portata a Polis, non posso uccidere una Natblida! >> disse.

<< Wanheda! >> disse Titus.

La testa di Clarke stava per esplodere. Sospirò e si alzò.

<< Ontari è un pericolo per Heda >> disse, rassicurando Titus.

<< Ma non andrò contro il volere di Heda. Se dice che non possiamo ucciderla, non lo faremo >> disse, facendo sorridere Lexa.

Titus si avvicinò a lei, troppo vicino, pensò Lexa.
<< Sai meglio di tutti che la fiamma non può andare ad un Azgeda....sono brutali, bestie senza controllo! >> disse duro.

Clarke lo fissò, penetrante e glaciale.
<< Sai bene che le bestie si possono trovare anche altrove >> disse tagliente.

<< Faremo come dice Heda, Titus >> disse minacciosa.

<< Ovviamente... >> rinunciò, lui.

<< Dobbiamo fermare Nia >> disse Lexa.

<< Se Heda vuole marciare contro Azgeda, dobbiamo prima occuparci dei Boudalankru >> spiegò Clarke.

<< Sfoltire i loro alleati, per poterli colpire quando sono più vulnerabili >> continuò.

<< Domani ne parlerò con gli altri leader, all'assemblea....iniziare una nuova guerra... >> sospirò Lexa.

<< Per ottenere la pace, bisogna attraversare la tempesta >> disse Clarke.







Clarke e Lexa, entrarono nelle stanze di quest'ultima. Domani avrebbe convocato tutti i leader per sapere come agire nei confronti di Azgeda. Un'altra guerra alle porte, pensò Lexa, avrebbe messo a dura prova, ancora, il suo popolo. Ora che la Montagna era sconfitta, un altro pericolo era alle porte. Guerra, sempre distruzione e morte. Osservò Clarke, che accendeva qualche candela.
Un ondata di calore e tranquillità l'invase. Dopo che Clarke finì, si voltò verso di lei, sorridendo.
Era così, tremendamente bella.
Lexa le si avvicinò, colmando lo spazio che c'era fra loro. Premette con passione la bocca contro la sua.
 Il bacio, come quella mattina, divenne subito rovente.

<< Posso? >> chiese Lexa, prendendo tra le mani i bordi della giacca di Clarke.

Quest'ultima annuì, tornando a baciarla.
Ancora i loro corpi si incontravano in quella sensuale danza, di cui, in poco tempo, erano diventate schiave. Clarke si mise sopra di lei, le portò le braccia sopra la testa, scese,  accarezzandole i fianchi.

<< Sei così bella...Lexa >> le disse, mentre le sue pozze blu s'immergevano nel verde.

Continuarono finché, stanche, si addormentarono.



<< Avanti Lexa, prendimi se riesci! >> disse correndo Costia.

<< Vieni qui >> disse ricorrendola.

Correva in mezzo ad un campo pieno di fiori...

La chioma castana scomparve e un precipizio la inghiottì...

Urlò...


Due braccia forti la presero, impedendole di cadere.

<< Presa >> disse Clarke.

Il suo volto era talmente sorridente, come non l'aveva mai visto.

<< Sei al sicuro ora >> le disse dolcemente, mettendola a terra.

<< Sei qui >> le disse lei.

<< Dove altro potrei essere? >> le chiese, prendendole dolcemente il viso tra le mani e posando un dolce e leggero bacio sulle sue labbra.

Quando si separarono, si udì un rumore sordo.

L'espressione sorridente di Clarke scomparve. Attorno al suo collo si formò una linea rossa.

Clarke si portò le mani sul collo e di colpo la sua testa cadde per terra.

Davanti a lei Nia rideva.





Lexa si svegliò di soprassalto. Ricoperta di sudore, si voltò subito alla sua sinistra. Clarke era lì, dormiva profondamente. Il suo stesso braccio le faceva da cuscino. Stava bene.
Calmò il respiro irregolare, sembrava vero, pensò. Si alzò, portandosi una coperta per coprire il suo corpo nudo.
Andò verso il piccolo balcone.
Uscì, respirando l'aria fredda della notte. Aveva paura, paura di perdere ancora la persona che la faceva sentire viva...
Sapeva quanto Clarke fosse speciale, diversa. Ma aveva paura ugualmente, paura che qualcosa o qualcuno l'avrebbe portata via da lei.
Se avessero trovato il modo di farle del male. Non voleva pensarci. Da quando aveva accolto questo sentimento, il terrore era riapparso. La cosa più terrificante, era che la presenza di Clarke, il suo calore, la sua voce, i suoi piccoli sorrisi....spazzavano via ogni cosa, ogni timore.
Avrebbe fatto qualunque cosa per proteggerla, nessuno le avrebbe fatto del male....mai più.
Non avrebbe permesso a nessuno, di portargliela via.
All'improvviso, sentì due braccia forti avvolgerla da dietro. La testa di Clarke si posò sulla sua spalla.
Lexa sentì il suo corpo nudo contro la schiena.

<< Il tuo pensare troppo mi ha svegliata.... >> disse posandole un lieve bacio sulla base del collo.

<< Cosa ci fai qui al freddo? >> chiese dolcemente.

Lexa sorrise, stringendo ancora più forte le braccia di Clarke sulla sua pancia.

<< Guardavo le stelle....sono splendide no? >> disse alzando la testa ad osservare il cielo scuro.

Clarke fece lo stesso.
<< Mm....si, sono bellissime >>

<< Clarke? >>

<< Si? >>

<< Non lasciarmi mai >> disse Lexa.

Clarke la strinse più forte.
<< Mai >> promise.

Chiusero tutte e due gli occhi, godendosi questo momento.
Lexa aprì gli occhi e guardò ancora le stelle.

<< Clarke.... >> disse, stavolta spaventata.

Clarke aprì gli occhi.
<< Si? >>

<< Che cosa è quella? >> Clarke seguì lo sguardo di Lexa, nel cielo nero, incorniciato di stelle.

Una palla di fuoco precipitava, come una stella cadente e si schiantò al suolo, non lontano da Tondc.
Lexa, si voltò verso Clarke, dubbiosa.
Sul volto di Clarke si dipinse un espressione preoccupata.

<< Niente di buono >>.














Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori!! Per prima cosa vorrei ringraziarvi per i bellissimi commenti che mi avete scritto! Siete tutti/e così meravigliosi!!! Grazie infinite!! Mi fa piacere che la storia vi piaccia!! Grazie anche a quei lettori silenziosi....vi adoro tutti!! Questo capitolo fa d'apertura al prossimo filone narrativo, incentrato sugli Skaikru. Vedremo ancora tantissime altre cose...spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Ovviamente, se vi va fatemi sapere che ne pensate!!
Nel prossimo capitolo vedremo i nostri cari personaggi Skaikru.....e come reagiranno le nostre protagoniste??
Spoiler: sta per arrivare qualche nuova informazione sul passato della nostra Wanheda!!!
Grazie ancora carissimi!!! Spero alla prossima!!


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Capitolo 21
*** Skaikru ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 





Skaikru.



Al sorgere del sole, nella folta foresta, il fumo creato dall'impatto della navicella cominciava, sempre  più, a diradarsi, fino a scomparire del tutto. Il canto degli uccelli venne coperto da un suono metallico. Il portellone incominciava ad aprirsi.
Una figura iniziava a scorgersi, una ragazza dai capelli scuri e il volto angelico.
Guardò indietro, poi piano, con incertezza, incominciò a fare un passo, poi un altro...
I suoi piedi si posarono sul  terreno. Respirò a pieni polmoni quell'aria fresca. Il sole che le scaldava il viso, davanti ai suoi occhi:
il cielo, gli alberi verdi...la Terra.
Con un sorriso smagliante gridò a pieni polmoni:

<< Siamo tornati stronzetti!!!! >>



Nella sala del trono, tutti i leader e i loro ambasciatori discutevano animatamente. La paura era scolpita su ognuno dei loro volti.  Quella grossa stella cadente, che secondo Lexa, tanto stella non era, aveva creato il panico tra la popolazione e tra i loro leader.
Ovviamente, per placare le loro paure e timori, avevano chiesto udienza al loro Comandante.

<< Heda, questa cosa, potrebbe essere davvero un pericolo per noi tutti! >> disse uno degli ambasciatori.

<< Sicuramente non era una stella, era troppo grande >> continuò un altro.

<< Dobbiamo subito accertarci che quella cosa non sia pericolosa >>

<< Gli antichi spiriti stanno abbattendo la loro ira su di noi >> disse un'altra.

La testa di Lexa stava esplodendo. Ogni volta il vociare inutile di questi stolti, le schiacciava la testa. Ripensò alla discussione che aveva avuto con gli altri, alle prime luci dell'alba.

Lei, Clarke, Titus, Gustus, Indra e Anya si trovavano nel santuario, per discutere di quella cosa piovuta dal cielo.

<< Non era una stella vero? Era in fiamme e di  grandi dimensioni.. >> disse incerta Anya.

<< Anche se sia molto improbabile, non si può di certo escludere >> disse Gustus.

<< Non era una stella....potrebbe essere un altro oggetto caduto dal cielo >> disse Titus.

<< Parlare qui, serve solo a perdere tempo! Il mio villaggio si trova a pochi metri da dov'è caduta quella cosa....
potrebbero esserci feriti! >> disse irritata Indra.

<< Indra ha ragione...dobbiamo andare a controllare se ci sono stati danni >> disse Lexa.

Clarke se ne stava in disparte, con le braccia incrociate davanti al petto.
<< Indra....io, Gustus e Anya ti raggiungeremo appena finita l'assemblea. Questa cosa ha subito generato il panico a Polis.
Devo parlare con la Coalizione, saranno già in fermento >> disse.

<< Andrò io >> parlò per la prima volta, Clarke.

Lexa si voltò verso di lei, con sguardo contrariato.
<< No, tu rimarrai qui a Polis >> insistette.

<< I clan insisteranno perché vada, in più....tu devi rimanere qui a Polis.  Nia non aspetta altro che tu sia lontana per attaccare, rimanendo nella capitale, sarai più protetta. Non attaccherà ancora, direttamente,la città >> spiegò tranquillamente.

<< Wanheda ha ragione, Heda >> disse Titus.

<< Io e Anya raggiungeremo Indra dopo l'assemblea...potrebbe essere un masso che è caduto dal cielo...non sarebbe la prima volta >> disse avvicinandosi a Lexa.

<< Perché disturbare Heda inutilmente? Andremo lì, vedremo di cosa si tratta e torneremo subito a Polis... >> disse cercando di rassicurarla.

<< E se...non fosse un masso? >> chiese irritata.

<< Beh...allora meglio che ci sia io, che qualcun altro, no? >> disse.

<< Wanheda ha ragione...perlustreremo la zona e ci assicureremo che tutti stiano bene >> aggiunse Anya.

Lexa guardò Clarke, e acconsentì.

Era ovvio che Clarke si sarebbe offerta per una simile missione, pensò, seccata, Lexa. Non riusciva a rimanere lontana dai guai.

<< Pleni!! >> disse irritata.

<< Anya e i suoi uomini andranno a controllare, dobbiamo assicurarci che nell'area colpita non ci siano feriti >>

<< Andrà anche Wanheda vero? >> chiese un ambasciatore.

Lexa posò il suo sguardo sopra l'uomo anziano. Nei suoi occhi vide una luce di speranza.
Il pensiero che Wanheda potesse essere lì, per proteggerli, portava a tutti sollievo.

<< Si, Wanheda andrà con loro >>

Detto questo, vide la maggior parte dei volti impauriti, rilassarsi.




<< Sono un po' preoccupato >> disse Titus a Clarke, che stava preparando le ultime cose, prima di partire.
 
<< Preoccupato? Tu? Che novità.. >> disse, distrattamente la bionda.

<< Negli antichi testi si parla di stelle e massi che cadono dal cielo e sono sempre sintomo di presagio >> disse Titus, fissandola.

<< Non credo alle tue strane credenze Titus...se troveremo una minaccia di qualche tipo, la neutralizzeremo... >> disse sicura.

<< Heda sembrava contrariata dal fatto che partissi... >> disse all'improvviso.

Clarke si fermò un attimo a quelle parole, guardò Titus.
<< Se le capita qualsiasi cosa, in mia assenza....questa volta, ti ucciderò >>

Titus contraccambiò il suo sguardo, poi fece un lieve sorriso.
<< Ovviamente >>




Mentre, Anya e Lincoln preparavano i cavalli, pronti con gli altri guerrieri, alla partenza,
Clarke entrò nella sala del trono, vide subito la sagoma di Lexa dietro le tende che davano al balcone.
Arrivata scostò le tende e rimase a fissarla un attimo.
Nella sua armatura, la schiena rigida, tesa, i lunghi sospiri. Sapeva che era contrariata..

<< Vuoi rimanere li a fissarmi ancora per molto, Clarke >> chiese Lexa.

<< Posso? >>

<< A quanto pare no, visto che buttarti a capofitto in una situazione pericolosa sembra essere la tua specialità >> disse amaramente.

Clarke l'affiancò, sospirò.
<< È buffo. Prima non facevano altro che ordinarmi di risolvere tutte le peggiori situazioni possibili e ora...devo starci lontana >> disse ironicamente.

<< Non ci trovo nulla di buffo >> disse Lexa, continuando a guardare avanti, seccata.

Clarke la fece voltare verso di lei, con delicatezza. Cercò di incontrare gli occhi di Lexa.

<< Lexa...io so fare questo. Non devi rischiare la vita di qualcun altro >> disse.

<< Non voglio rischiare la tua >> protestò.

<< La mia vita non sarà mai a rischio Lexa >> la rassicurò Clarke, accarezzandole, lievemente, una guancia con le nocche della mano.

<< Andrà tutto bene, perlustreremo la zona e staremo più attenti possibili >>

Lexa annuì, coprendo la mano di Clarke con la sua, chiuse gli occhi godendosi quel calore che le cresceva nel petto ogni volta che la bionda la toccava.




Anya e Clarke cavalcavano verso Tondc, dietro di loro seguiva quieto Lincoln.

<< Perché il Reaper viene con noi? >> chiese Anya.

<< Lincoln conosce bene i boschi vicino a Tondc...e poi mi piace >> disse sincera Clarke.

<< Ti piace? >>

<< Non è impulsivo...è calmo e non si perde in chiacchiere inutili o in ramanzine varie >> rispose.

<< Aspetta...io non ti faccio ramanzine! E, di certo, non mi perdo in chiacchiere.. >> affermò offesa.

Clarke si limitò a guardarla.

<< Tze.. come vuoi. Non so che ci trovi Lexa in te... >> proseguì, lasciando dietro una Clarke divertita.



Arrivati a Tondc, organizzarono una piccola truppa per andare in ricognizione. Percorsero un paio di chilometri.
Arrivarono ad un fiume. Nascosti tra gli alberi e dalla folta foresta, stavano cercando con lo sguardo un punto dove poter attraversare, quando delle voci, richiamarono la loro attenzione.
Clarke si nascose insieme a Lincoln. Anya si trovava dalla parte opposta.
Scorsero un gruppo di persone, che camminava, guardandosi intorno, ridevano e scherzavano. Erano ragazzi, notò Clarke. Giovani.
Vestiti con abiti strani, simili agli uomini della Montagna.
Erano venuti dallo spazio? Com'era possibile?
Due ragazze con i capelli scuri e tre ragazzi. Camminavano incuranti dei mille pericoli che li circondavano.
Arrivati sulla riva del fiume una delle ragazze incominciò a spogliarsi e si buttò in acqua.
Clarke notò lo sguardo di Lincoln fisso sulla giovane, scosse il capo e sorrise.

<< Andiamo ragazzi! Non sapete che vi perdete! >> urlò la ragazza.

<< Non credo sia una buona idea Octavia >> disse l'altra ragazza.

Un ragazzo stava seguendo la ragazza in acqua, quando lei urlò e finì sott'acqua.

<< Octavia!! >> urlarono gli altri, notando una specie di serpente in acqua.

Lincoln vista la scena scattò per andare in soccorso della giovane. Ma Clarke lo bloccò e si fiondò in acqua al posto suo, senza farsi notare dai ragazzi.
Sott'acqua, Clarke vide il serpente marino trascinare la ragazza più affondo.
Nuotò velocemente, li raggiunse e riuscì a liberare la ragazza uccidendo con il coltello, il serpente.
Octavia, nonostante fosse terrorizzata vide quella figura dai capelli chiari, uccidere il serpente. Tornò in superficie e i suoi amici l'aiutarono.

<< Stai bene?? >> le chiese Jasper, preoccupato.

<< Si, sto bene >> rispose, buttando fuori un po' d'acqua.

<< Cosa diavolo era quella cosa? >> chiese Raven.

<< Un serpente gigante, credo... >> le rispose Monty.

<< Sicura di star bene >> disse preoccupato Finn.

<> disse.

<< Qualcuno? >> dissero in coro.

<< Penso...che non siamo soli qui >> disse Octavia.






Ritornati al campo vicino a Tondc, Anya avanzò come una furia contro Clarke.

<< Spiegami, per tutti gli spiriti, che diavolo ti è preso? >> urlò infuriata.

<< Ho salvato quella ragazza >> rispose tranquillamente, Clarke, superandola.

Tutti i guerrieri avevano gli occhi puntati su di lei.

<< Perché l'hai fatto?? >> chiese incredula.

<< Sono dei ragazzi, esplorare così incautamente  una terra sconosciuta, senza nessun tipo di arma...sono dei bambini >> disse.

<< Non sono tuoi problemi, questi! Se vogliono ammazzarsi ancora meglio, ci risparmieranno il disturbo >> disse, ancora furiosa.

<< Non hanno fatto ancora nulla di male, non sappiamo da dove vengano e che cosa ci facciano qui.... >> spiegò Clarke.

<< Pensi che me ne importi qualcosa? >> disse Anya.

<< Dovrebbe! Nuova gente è arrivata sui territori di Heda, gente che non abbiamo mai visto, diversa da noi...sicuramente saranno molti di più! Non sappiamo se siano armati o meno, le loro intenzioni >>

<< Si, infatti! Perché hai salvato una di loro allora?? >> chiese Anya.

<< Ora sono in debito.....ora ho una scusa per tentare di guadagnarmi la loro fiducia >> disse Clarke.

<< Vorresti....spiarli dall'interno? >> chiese incredula, Anya.

<< Dobbiamo sapere con chi abbiamo a che fare... >> concluse Clarke.






Bellamy camminava avanti e indietro, cercando di accettare, in qualche modo, le parole che aveva appena sentito.

<< Quindi ci sono altre persone? Come hanno fatto a sopravvivere alle radiazioni e dopo tutto questo tempo? >>

<< Non lo so Bell....ma qualcuno mi ha salvata! >> rispose Octavia.

<< Dobbiamo essere prudenti, abbiamo visto quella specie di cervo, mostri marini e ora, sappiamo che non siamo soli >> continuò Bellamy.

La notte era illuminata solo da dei piccoli fuochi accesi dai ragazzi per riscaldarsi, il silenzio e l'oscurità dominavano.
Quando la maggior parte dei cento dormiva, un urlo straziante, squarciò la notte. Bellamy, Finn e Raven furono i primi a catapultarsi fuori dai loro rifugi, costruiti, con i vari pezzi della navicella, si precipitarono verso le grida, arrivati,  tra la folta foresta, scoprirono alcuni dei loro compagni morti. Quando Bellamy si avvicinò per esaminarli, notò che erano stati colpiti con delle frecce.
Ritornati al loro accampamento, Bellamy iniziò a parlare, catturando l'attenzione di tutti:

<< Ok ragazzi, statemi a sentire un momento! Oramai, abbiamo capito che non siamo soli qui...ci sono altre persone, terrestri...sono chiaramente pericolosi! Se vogliamo sopravvivere, dobbiamo trovare un modo per difenderci! >>

<< Chi ti ha dato la nomina di capo qui? Ti sei auto eletto cancelliere per caso? >> disse un ragazzo, Murphy.

<< Io non sono il cancelliere....sto solo dicendo che moriremo se non iniziamo a organizzarci! >> rispose spazientito Bellamy.

Mentre i ragazzi, discutevano e decidevano un piano d'azione,  per proteggersi e per trovare del cibo, Octavia, stufa di tutti quei battibecchi, iniziò a esplorare la foresta. Mentre camminava, notò una cosa blu fluorescente, posarsi su di un albero. Si avvicinò e si accorse che era una farfalla, diversa da come i libri di scienza le raffiguravano. Era bellissima. Provò a toccarla, quando la farfalla volò via, sentì un rumore tra i cespugli, qualcuno era lì.

<< Ei ragazzi, non è divertente! >> disse, sperando che fosse uno degli altri.

Una freccia le sfiorò il viso, spaventata, iniziò a scappare. Corse, cercando si seminare chi la stava seguendo, quando presa dalla fretta e dalla paura, non fece in tempo a vedere un fossato nel terreno, sbatté la testa contro una roccia e perse i sensi.






Clarke si stava cambiando nella sua tenda, quando Anya entrò. Vide subito la schiena di Clarke, decorata con alcune cicatrici e bruciature.

<< Il tuo piano è pericoloso, questo lo sai vero? >> le disse.

Clarke, si voltò.
<< Come intrufolarsi dentro la Montagna, mi pare che si è rivelata una buona idea, quella volta...ti ho salvata >> rispose con calma.

<< Si e se non ricordo male hai ucciso tutti >> disse Anya.

Clarke la guardò negli occhi.
<< Qual'è il punto qui, Anya? >> disse, sospirando.

<< Perché loro sono diversi? Uccidendoli metteremo fine ad eventuali pericoli....per Tondc, per Heda,
 non ha già Azgeda di cui preoccuparsi? >> disse cercando di convincere Wanheda.

<< Non massacrerò un altro popolo...non senza un buon motivo. Heda non ne sarebbe contenta >> rispose Clarke.

<< Se Heda sapesse che vuoi intrufolarti nel loro campo da sola, in quel caso, non sarebbe contenta >>

Clarke, sorrise. Sicuramente Lexa sarebbe stata contraria.

<< Heda non è qui adesso >> disse, sempre ghignando, poi aggiunse:

<< Anya, devi fidarti di me...puoi aiutarmi, se vuoi, ma non intralciarmi...so quello che faccio >>

Clarke si mise la giacca e superò, si voltò e disse:

<< Tutto ciò che faccio è per il bene di Lexa >> uscì.

<< Chiaramente >> disse tra sé Anya.

Mentre Clarke camminava in mezzo al campo, tutti i guerrieri inchinavano la testa al suo passaggio, in segno di rispetto. In realtà, sapeva benissimo che si trattava di timore. Avevano tutti paura di Wanheda.
Si fermò di fronte a Lincoln, seduto di spalle, stava disegnando qualcosa su un quaderno.

<< Sono molto belli >> disse, facendo spaventare l'uomo.

<< Oh...è solo Wanheda >> disse sarcastico.

<< Clarke >> corresse lei.

<< Giusto, Clarke... >> disse lui tornando al disegno.

<< Sei bravo >> disse.

<< Grazie Clarke, è solo un passatempo.. >> disse timido lui.

<< Anche a me piace...dar forma alle cose belle è piacevole >> spiegò, sedendosi affianco a lui.

<< Ti piace disegnare le cose belle? >>  chiese Lincoln.

<< A volte, si...ma, disegno anche i ricordi, se gli dai forma, è più facile non dimenticare >> spiegò e il suo sguardo si perse nei ricordi passati.

<< Ho difficoltà a rimanere concentrato, questo aiuta >> si confidò lui.

<< Col tempo andrà meglio, vedrai.. >> cercò di confortarlo.

Clarke si alzò, guardò ancora verso di lui e disse:
<< Stai attento Lincoln....può essere molto pericoloso >> indicandogli il disegno che raffigurava la ragazza caduta dal cielo che aveva salvato dal serpente.






Bellamy, Finn, Raven, Murphy e gli altri erano appena tornati da un edificio che avevano scoperto. Lì, avevano trovato tantissime armi e ora potevano procurarsi il cibo e proteggersi dai terrestri.
Bellamy si rese, improvvisamente conto, che Octavia non c'era. Non l'aveva vista dal giorno prima.
Si preoccupò subito quando, dopo aver chiesto in giro, nessuno l'aveva vista.
Organizzarono una squadra di ricerca e si ritrovò a cercare la sorella assieme a Finn.
Octavia riprese,piano, i sensi. La testa le faceva male e aveva un taglio sulla gamba. Cercò di alzarsi, capì di essere in una caverna.
Era legata ad una catena. La paura prese subito il sopravvento. Cercò di liberarsi, senza successo. Sentì una voce e quando si voltò, vide un uomo. Pelle scura, testa rasata, muscoloso, vestito con strani abiti. Le si avvicinò:

<< Stammi lontano! Chi diavolo sei? Che ci faccio qui? >> gridò lei.

L'uomo non rispose, continuò ad avvicinarsi. Si inchinò e mise qualcosa sopra la ferita.

Octavia era spaventata, ma c'era qualcosa in quell'uomo che la attraeva, anche.

<< Perchè mi hai portata qui? Chi...chi sei? >> chiese piano.

Il terrestre la fissò negli occhi, senza dire nulla. Continuò solamente a medicarle la ferita.


Octavia non sapeva da quanto tempo fosse lì, ma quello che aveva capito, era che il terrestre non capiva nulla di quello che diceva. Aveva provato a dirgli il suo nome. Ma lui non rispondeva.
Sembrava che vivesse in quella caverna. Aveva cibo e acqua, altre cose varie. Octavia notò un quaderno vicino a lei. Lo prese e incominciò a sfogliarlo. Era pieno di paesaggi e di scritte che Octavia non conosceva. C'erano dei ritratti, di varie persone...una colse la sua attenzione.
Era una donna, una bella donna...il viso coperto da delle cicatrici, i capelli ondulati, semi raccolti dietro. Aveva un aria familiare e imponente allo stesso tempo. Proseguendo vide la sua immagine. Il suo viso, i suoi occhi. Lei che guardava la farfalla, la sua figura addormentata.
Si spaventò quando il quaderno le fu strappato dalle mani, dal terrestre.

<< Quelli, sono davvero belli >> disse Octavia.

Lui continuava a fissarla, sorrise lievemente.
All'improvviso, due figure entrarono nella caverna, aggredendo il terrestre, lui si difese e accoltellò uno dei ragazzi. Bellamy, con un colpo gli fece perdere i sensi.
Suo fratello e Finn l'avevano salvata.

<< Oddio O, stai bene? >> chiese preoccupato Bellamy.

<< Si sto bene, non mi ha fatto del male >> rispose lei, poi il suo sguardo si posò sul povero Finn, a terra, ferito gravemente.

<< Bisogna portarlo alla navicella >>

<< Anche lui viene con noi >> disse Bellamy legando Lincoln.








Clarke aveva notato l'assenza di Lincoln. Provò a cercarlo nel campo ma non riuscì a trovarlo. Provò nella foresta, vide una caverna e decise di dare un'occhiata. Quando entrò vide che qualcuno era stato lì. Trovò a terra un quaderno e si accorse che era quello di Lincoln, vide anche del sangue.
Meno male che l'avevo avvertito, pensò Clarke, ritornando al campo.

<< Lincoln è sparito, penso che l'abbiano catturato quegli skaikru >> disse ad Anya e Indra.

<< Come catturato? Dove? >> chiese Anya.

<< Ho ispezionato una caverna non lontano da qui, ci sono segni di lotta e del sangue, e poi...ho trovato questo >> alzò il braccio facendo vedere il quaderno.

<< È di Lincoln >> disse.

<< Quello stupido Reaper! Ora basta! Attaccheremo il loro campo, preparatevi alla battaglia >> ordinò.

<< No, aspetta. Ci penso io >> disse Clarke.

<< Io non prendo ordini da te >> disse minacciosa Indra.

<< Vuoi sacrificare i tuoi uomini? Hanno delle armi da fuoco ora, proprio come quelle degli uomini della Montagna, lascia che me ne occupi io >> disse Clarke.

<< Devo lasciare anche questo attacco impunito? >> chiese Indra.

<< Ti sto dicendo che puoi evitare perdite tra il tuo esercito...esercito che serve per combattere Azgeda, non un branco di ragazzini spaventati! Generale, si deve fidare di me >> insistette, Clarke.

<< Ha ragione, Indra, lascia che si introduca nel campo e recuperi Linoln >> aggiunse Anya.

Indra ci pensò su, sospirò e disse alla fine:

<< Ok, libera il Reaper... >> si avvicinò a Clarke, faccia a faccia:

<< Io servo Heda...lei e nessun altro >>

<< Io e te siamo uguali, Indra >> rispose a tono Clarke.







Lincoln riprese i sensi, si guardò intorno, non riconobbe quel posto. Si trovava in una strana stanza, piena di metallo e tubi vari. Aveva le braccia divaricate e tese, legate. Tentò di liberarsi, invano. Aveva abbassato la guardia ed era stato catturato. Improvvisamente, si ricordò della ragazza. Dov'era finita? Stava bene? Indra e Anya l'avrebbero ucciso.
Dal pavimento si aprì una botola ed entrarono delle persone. Skaikru, pensò, due ragazzi seguiti da due ragazze, una delle quali Octavia.
Il primo ragazzo parlò:

<< Chi sei? Perché hai rapito mia sorella? Che cosa volete da noi?! >> urlò arrabbiato.

Lincoln non rispose, continuò a fissare il ragazzo.

<< È inutile Bell, te l'ho detto...non capisce la nostra lingua! >> protestò Octavia.

<< Capirà... >> disse Bellamy.

<< Chi siete? Perché ci state attaccando? >> continuò con le domande, ma Lincoln non rispose a nessuna.

<< Prova con le maniere forti, magari quelle le capisce >> disse Murphy.

<< Bellamy no! Non mi ha fatto nulla te l'ho detto! Mi ha curato la ferita alla gamba, se mi voleva far del male non l'avrebbe mai fatto! >> protestò Octavia, preoccupata per il terrestre.

<< In quanti siete là fuori? Rispondimi maledizione! >> lo colpì con un pugno.

Ma Lincoln rimase sempre in silenzio.

<< Raven porta via Octavia, per favore >> disse Bellamy.

<< No! Bell ma che vuoi fare? Torturarlo? Non capisce la nostra lingua! >> protesto vivamente Octavia.

Venne trascinata via da Raven.
Murphy e Bellamy si guardarono, avvicinandosi a Lincoln. Iniziarono a colpirlo ripetutamente. Linclon sopportava sempre in silenzio.
Più tardi, Octavia riuscì a sgattaiolare via, ed entrò nella stanza dove era tenuto il prigioniero.
Era ridotto male. Prese un panno e un po' d'acqua e chiese, piano, se poteva avvicinarsi.
Lincoln si lasciò pulire il sangue dal viso.

<< Mi dispiace... >> sussurrò Octavia.

<< Lincoln... >> disse flebile lui.

<< Come? >>

<< Lincoln >> ripeté.

<< È il tuo nome? >> chiese lei.

Lui annuì, col capo.

<< Tu, mi capisci? >> chiese lei.

Annuì ancora.

Octavia, stupita, decise di non chiedergli altro, per ora. Il panno si spostò sul petto e notò dei tatuaggi e delle piccole cicatrici...
La botola a terra si aprì, Octavia si voltò aspettando di vedere suo fratello o uno degli altri ma, invece, si ritrovò davanti una ragazza con i capelli biondi.
Lincoln era incredulo, Wanheda era riuscita a trovarlo. Vide Clarke, afferrare Octavia per la gola, d' istinto cercò di fermarla ma non poteva muoversi.

<< Wanheda beja! >> implorò.

Clarke, spostò lo sguardo su Lincoln e lasciò andare la ragazza.

<< Laik yu klir? ( Stai bene? ) >> domandò Clarke, vedendo le condizioni in cui fosse.

<< Sha... nou harm em ( Si....non farle del male ) >> implorò Lincoln.

<< Tu...Tu chi diavolo sei? >> chiese Octavia, toccandosi la gola.

<< Sono quella che ti ha salvato la vita >> rispose Clarke.

<< Tu..Tu sai parlare la nostra lingua? >> disse stupita Octavia.

<< Domanda ovvia, non ti pare? >> rispose seccata Clarke.

<< Calmo, ora ti tiro fuori da qui.. >> disse avvicinandosi a Lincoln.

Ma mentre stava per liberarlo, senti un rumore alle sue spalle seguito da una voce che intimava:

<< Allontanati da lui! >> Bellamy e Murphy erano entrati proprio in quel momento e puntavano le armi contro Clarke.

<< Voltati lentamente >> continuò Bellamy.

Lincoln si scambiò un occhiata con Wanheda e dopo, questa si voltò.
Bellamy rimase un attimo sorpreso. Era una ragazza, della sua stessa età o poco più. Ma nell'osservarla, aveva  notato che avesse qualcosa di maturo, imponente, le cicatrici sul viso le conferivano un aspetto duro. Ma i suoi occhi erano semplicemente bellissimi, mai visti occhi cosi azzurri.

<< Allontanati dal prigioniero >> insistette.

Clarke l'osservò, era teso, non era abituato a quelle situazioni, ma cercava di mantenere la calma. Fece un passo verso di loro che arretrarono di un passo, sorpresi. Continuavano a puntarle contro quelle armi.

<< Wanheda.. >> sussurrò Lincoln, agitato.

<< Chilla Lincoln... ( Clamo Lincoln ) >> disse Clarke.

<< Chi sei? Che cosa ci fai qui? >> chiese Bellamy.

<< Sono qui per lui >> rispose Clarke.

<< Tu...tu parli la nostra lingua? >> disse scioccato Bellamy.

<< Si.. >>

<< Chi sei? >> chiese sempre con il fucile puntato.

<< Mi chiamo Clarke >>

<< Chi siete? >>

<< Siamo guerrieri >>

<< Ci avete attaccati...perché? >> chiese Bellamy, facendo un passo in avanti.

<< Siete sul nostro territorio >> rispose semplicemente Clarke, alzando le spalle.

<< Lui ha rapito mia sorella e ferito uno dei nostri! >> continuò indicando Lincoln.

<< L'ho protetta, era ferita >> disse Lincoln, parlando per la prima volta.

<< Non vogliamo farvi del male, credimi >> disse Clarke.

<< Ah no? E come mai un nostro compagno e di sotto con un coltello nello stomaco? >> disse urlando Bellamy.

<< Bell, è stata lei a salvarmi al fiume >> si intromise Octavia.

Bellamy stupito chiese:
<< Sei stata tu? Perché? >>

<< Senti non voglio che nessuno qui, si faccia male. Sono qui per proporvi un accordo... >> disse Clarke.

<< Che tipo di accordo? >> chiese Murphy.

<< Lasciatelo andare...prenderò io il suo posto >> disse Clarke, indicando Lincoln.

<< No! Wanheda >> protestò subito Lincoln.

<< Pleni! >> ordinò Clarke.

<< Vorresti prendere il suo posto? >> chiese Murphy.

<< Cos'è il tuo ragazzo? >> continuò.

<< È mio amico >> rispose semplicemente Clarke.

Bellamy ci stava pensando.
<< Posso aiutarvi con il vostro se volete...so bene come curare le ferite, posso dargli un'occhiata >> disse Clarke.

<< Lasciatelo andare, credetemi, sono molto più preziosa come prigioniera >>  continuò.

Bellamy guardò Octavia, che implorava di lasciare andare il terrestre.

<< Va bene, prenderai il suo posto >> disse Bellamy.

Quando stava liberando Lincoln, sempre sotto mira, il guerriero si avvicino a Clarke e le disse:

<< Wanheda, che state facendo? >>

<< Ti avevo detto che era pericoloso, Lincoln. Torna al campo...di ad Anya che è andato tutto secondo i piani >> disse piano.

<< Mochof...Wanheda >> liberarono Lincoln che, con fatica, si diresse verso il campo.



<< Ora aiuta il nostro amico >> ordinò Bellamy.

Portarono Clarke di sotto, tutti avevano lo sguardo puntato su di lei.
<< Cavolo e tu chi saresti? >> le si avvicinò un ragazzo magro.

<< Jasper, levati >> ordinò Bellamy.

<< Bellamy! Credo stia peggiorando.. >> disse una ragazza.

Clarke si avvicinò al ragazzo e esaminò la ferita.

<< Chi diavolo è questa? >> disse Raven, come una furia.

<< Può aiutarlo >> disse Octavia.

<< Il coltello non ha lesionato organi vitali, ma la lama era intrisa di veleno >> disse Clarke, odorando la ferita.

<< Veleno? Che tipo di veleno? >> chiese Raven.

<< È molto comune da queste parti, l'antidoto è una pianta che cresce sotto i grandi alberi...ha dei fiori color rosso e gialli >> disse Clarke, si voltò verso il gruppo di ragazzi.

<< Dovrete far presto, io non posso andarci >>.

Bellamy mandò Murphy, Jasper e Monty a cercarlo.

Il ragazzo continuava a tenere d'occhio la bionda che stava pulendo la ferita di Finn, accanto a lui, Raven gli teneva la mano.
<< Dove hai imparato? >> chiese Octavia.

<< Un guaritore mi ha insegnato, tempo fa >> rispose Clarke.

<< Siete sopravvissuti alle radiazioni? >> chiese Raven.

<< Radiazioni? >> domandò, Clarke.

<< La terra è stata colpita da dei missili nucleari, sono morti tutti >> spiegò Raven.

<< Tra la mia gente si chiama Pramfaya, riuscimmo a sopravvivere e a creare il mondo in cui vi trovate ora >> disse Clarke.

<< In quanti siete? >> chiese Bellamy.

<< In molti, alcuni direbbero troppi...i territori sono sotto la dominazione dei vari clan >> rispose Clarke.

<< Clan? >> disse Octavia.

<< Esistono dodici clan, riuniti sotto una Coalizione...superati i confini ci sono mercenari e ribelli >>

<< Questo è il territorio del tuo clan? >> chiese Bellamy.

<< Questo è il territorio dei Trikru, il popolo delle foreste, ma no, non è il mio clan >> rispose, guardando Bellamy.

<< E a quale clan appartieni? >> chiese.

<< A nessuno...io servo solo il Comandante >> rispose.

<< Comandante? >> chiesero.

<< Il comandante dei dodici clan >> spiegò.

<< È una specie di re? >> chiese Octavia.

<< No, il comandante è al di sopra di re e regine >>

Arrivarono gli altri con la pianta, Clarke preparò il siero e Finn si stabilizzò.
<< Grazie >> le disse Raven.

Clarke, inchinò leggermente il capo.
Bellamy la riportò di sopra, legata.
<< So che sei qui per un altro scopo, voglio sapere qual'è >> disse Bellamy.

Erano soli ora, Clarke l'osservò. Un altro giovane, come Lexa, ad avere il peso del suo popolo sulle spalle.
<< Se vuoi salvare la tua gente, devi fare un accordo con il Comandante >> disse Clarke.

<< Siete pochi, da quello che ho visto, siete inesperti, non conoscete la zona, la foresta e non sapete cacciare, né conservare la carne...siete numericamente inferiori e in caso di uno scontro perdereste >> disse Clarke.

<< Cosa proponi dunque? >> chiese irritato.

<< Protezione >> disse Clarke.

<< Il Comandante può garantirvi la sua protezione dagli altri clan, la sua parola è legge, e possiamo insegnarvi a sopravvivere >>  continuò.

<< Cosa ti fa pensare che non ci riusciremo? >> chiese Bellamy.

<< Si sta per scatenare una guerra, ragazzo...io sceglierei con cura da che parte stare >> disse seria Clarke.

<< Guerra? >> chiese Bellamy.

<< Azgeda, un clan del nord, dichiarerà presto guerra al Comandante, la loro regina vuole il suo trono. Altri clan li seguiranno, altri rimarranno fedeli al Comandante, ma sarà un massacro. Azgeda è il clan più brutale e pericoloso, sono valorosi e forti e non avranno pietà per voi, stupreranno le ragazze, uccideranno gli altri e prenderanno le vostre armi  >>

<< E dovremo seguire voi? Ci avete attaccati! >> disse arrabbiandosi Bellamy.

<< Abbiamo visto una palla di fuoco cadere dal cielo...che ti aspettavi? Non sappiamo chi siate e che cosa volete, avete delle armi che abbiamo visto solo una volta qui e credimi, i loro possessori non erano gentili. La mia gente ha solo paura >>

<< Cosa dovremo fare allora? Unirci a voi in chissà quale battaglia? >> chiese Bellamy.

<< Azgeda vorrà le vostre armi, verrà qui e se le prenderà con la forza. Noi vi chiediamo di schierarvi col Comandante...senti,  nessuno vuole obbligarvi, ma io mi guarderei bene dal popolo del ghiaccio...credimi, il Comandante vi garantirà la sopravvivenza >> disse Clarke.

<< Dovrei rischiare la vita della mia gente sulla tua parola?? >> chiese Bellamy, avvicinandosi.

<< No, ma io posso farti avere un udienza col Comandante...avrai la sua parola >> tentò ancora Clarke.

<< Quando arriveranno gli altri, questi problemi non esisteranno più >> disse Bellamy.

<< Gli altri? >> chiese curiosa Clarke.

<< Noi siamo solo dei piccoli delinquenti mandati sulla Terra per accertarne la vivibilità....la mia parola vale poco >> spiegò.

<< Vuoi dire che altri oggetti cadranno dal cielo, con altri di voi? >> disse Clarke.

<< Si, l'Arca non può più sopravvivere nello spazio e ora che sanno che la Terra è vivibile, torneranno. I cancellieri prendono le decisioni, di certo non io >>

<< Potresti farlo. Non vedo paura in te...hai già guidato i tuoi, loro ti ascoltano, questo è potere, il potere di un capo >> disse Clarke.

<< Come facevi a sapere che non ti avremo uccisa? Perché sacrificare la tua vita così? >> chiese curioso Bellamy.

<< La mia vita non è mai stata in pericolo >> rispose, tranquillamente, Clarke.

<< Dammi l'opportunità di farti vedere che i nostri popoli possono collaborare... >> gli chiese.





Dopo una lunga riunione con tutti i ragazzi, Bellamy decise di andare a parlare con il Comandante, e di concedere a Clarke una possibilità.
Lincoln era rimasto in contatto con Octavia e avevano pianificato un incontro con il Generale, per poi andare ad incontrare il Comandante. Clarke sarebbe andata con loro, come assicurazione.
L'incontro avvenne sopra un antico ponte che collegava i due margini opposti del fiume.
Anya con altri guerrieri camminava verso Clarke e Bellamy.

<< Anya >> salutò con un sorriso, Clarke.

<< Wanheda...vedo che siete ancora viva >> disse sarcastica.

Lo sguardo di Anya si spostò su Bellamy. Aveva la mano stretta al braccio di Clarke, per evitare di farla scappare, illuso, pensò. Se Heda avrebbe visto una cosa del genere sarebbe già morto.

<< Quali sono le tue condizioni Skaikru? >> chiese dura.

<< Clarke ha detto che possiamo avere un accordo con il Comandante... >> disse Bellamy.

<< Volete incontrare il Comandante? >> chiese Anya, furiosa con Clarke.

<< Anya...gli Skaikru sono disposti a allearsi con noi, se non facciamo loro del male...bisogna stipulare un accordo, che garantisca una pace fra i popoli, altri di loro arriveranno presto >> disse Clarke.

<< Quanti? >> chiese Anya, spostando la sua attenzione sul ragazzo.

<< Molti, dodici stazioni >> spiegò.

<< Spetta al Comandante decidere >> disse Clarke.

<< Va bene, solo due di voi, il vostro leader e un ambasciatore...nessun altro e niente armi >> disse Anya.

<< Si va bene.. >> disse Bellamy.

<< Riconsegnerete il prigioniero a noi >> disse perentoria.

Bellamy fissò Clarke negli occhi, non voleva lasciarla andare, ma doveva.

<< Vedrai che andrà tutto bene, Bellamy kom Skaikru, hai la mia parola >> disse rassicurante, Clarke.





Lexa era nella sua stanza quando Titus entrò.

<< Heda, è arrivato un messaggero da Tondc, a quanto pare nuova gente e caduta dal cielo, Anya e Indra richiedono la vostra presenza, al più presto >> disse.

Gente che cade dal cielo? Pensò, stupita Lexa.

<< Prepara subito il necessario per la mia partenza >> ordinò.
Sto arrivando, Clarke.


















Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori!! Ecco a voi il capitolo dedicato agli Skaikru, spero vi sia piaciuto! Ora le cose si faranno sempre più interessanti! Bellamy e Lexa riusciranno a stipulare un accordo? Riusciranno Skaikru e Trikru a convivere pacificamente? Queste domande avranno risposta nel prossimo capitolo! Grazie mille a tutti voi! Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate!!
Il titolo del prossimo capitolo sarà " Passato " ....eh si, qualcosa che attendete da tempo capiterà! Spero di avervi incuriosito!
Spero alla prossima!!
Grazie ancora a tutti!!



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Capitolo 22
*** Passato ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 







Passato.





Bellamy osservava la giovane bionda, trascinarsi dietro la carcassa di una pantera. Attraversò la modesta recinzione che avevano creato con legno e parti della navicella e si avvicinò a lui.

<< Cosa diavolo è quello? >> chiese stupito.

<< Un regalo, avete detto che eravate a corto di cibo, questo fa al caso vostro >>  mostrò la carcassa dell'animale.

<< L'hai cacciato da sola? >> chiese Jasper, elettrizzato.

Clarke annuì col capo.

<< Forte >> rispose lui.

Bellamy osservò attentamente Clarke. Si chiese come potesse essere capace di fare certe cose.

<< Io e Raven ci stavamo preparando per venire al vostro campo >> spiegò, quest'oggi avrebbe finalmente incontrato il famoso Comandante di cui Clarke gli aveva tanto parlato.

<< Si, sono venuta a prendervi, meglio che vi accompagni >> disse la ragazza, tranquilla.

Vide Raven venirle incontro assieme ad un ragazzo, lo stesso che aveva salvato.

<< Ciao Clarke! >> salutò la ragazza sorridente.

<< Raven >> ricambiò Clarke.

<< Io sono Finn, grazie per avermi salvato la vita >> disse il ragazzo, grato.

Clarke alzò le spalle, non era abituata a quella parola.

<< Siete pronti? >> chiese.






Arrivati a Tondc, Raven e Bellamy osservavano curiosi quella piccola cittadina. La gente e gli altri guerrieri li oguardavano curiosi e un po' dubbiosi. Ma quello che notarono, furono gli sguardi e gli inchini che rivolgevano a Clarke. Tutti avevano dipinti nei loro volti sguardi di ammirazione e, al contempo, di terrore. Ripetevano “ Wanheda “ .

<< Sei una importante eh Clarke? >> chiese Raven, prima che arrivassero di fronte a una grande tenda.

Un' enorme guerriero si mise davanti a loro e con tono minaccioso gli avvertì:

<< Se solo osate guardarla nel modo sbagliato, vi taglio la gola >>

Deglutirono, intimoriti.
<< Entrate >> disse Clarke.

Bellamy entrò.  Seguirono Clarke e la videro inchinarsi di fronte ad una donna, o meglio ragazza, pensò Bellamy, seduta su un trono.

<< Heda >> disse solennemente Clarke.

<< Wanheda >> rispose la ragazza.

<< Quindi siete voi i famosi Skaikru piovuti dal cielo  >> disse la ragazza.

Raven notò, che nonostante dimostrasse i suoi anni, il suo aspetto incuteva timore e rispetto.

<< E tu sei il Comandante....una ragazza? >> chiese tentennando, voltandosi verso Clarke.

<< Mostra rispetto >> gli ordinò lei.

Lui abbassò il viso, per scusarsi.

<< Mi è stato riferito che avete catturato due dei miei uomini e ne avete anche torturato uno >> disse giocando con un coltello.

<< Voi avete ucciso alcuni dei nostri >> spiegò Bellamy.

<< Sei coraggioso...Bellamy kom Skaikru, ma tu e la tua gente siete nel mio territorio...questo complica le cose...cosa volete? >> chiese guardandolo negli occhi.

<< Sopravvivere >> disse lui.

<< Voglio che alla mia gente non sia fatto del male... >> continuò.

<< Un volere legittimo, ma ogni cosa ha un costo >> disse Lexa.

<< Si, Clarke mi ha parlato di un accordo >> disse il ragazzo, guardando ancora la bionda.

<< Clarke? >> chiese lei, osservando un attimo la ragazza.

<< Gli Skaikru non sanno come sopravvivere qui, mostriamo loro come fare, in cambio, si uniranno alla Coalizione, contro Azgeda >> spiegò Clarke.

<< Clarke ci ha parlato di questi Azgeda, noi chiediamo solo di essere lasciati in pace e quando arriveranno gli altri, faremo di tutto affinché i nostri popoli collaborino >> spiegò Bellamy.

<< Gli altri? >> chiese Lexa.

<< L'Arca...la nostra astronave è ancora nello spazio, ma non sarà lì ancora per molto tempo, tutta la mia gente arriverà qui sulla Terra >>  spiegò Bellamy.

<< Heda, le armi degli Skaikru sono uguali a quelle degli uomini della Montagna >> spiegò Clarke.

<< Sei sicuro di poter far accettare questo accordo agli altri? >> chiese Lexa.

<< Ci proverò, noi...ci proveremo >> disse Bellamy.

<< Penserò a questa proposta, sarete miei ospiti per stasera...domani vi darò una risposta >> disse e Indra e Gustus li scortarono fuori.

Lexa notò che il ragazzo, aveva guardato la bionda, come per avere una rassicurazione.
Quando uscirono tutti, Lexa si alzò in piedi e andò verso Clarke.

<< Così, ti sei offerta al posto di Lincoln come ostaggio, per guadagnarti la loro fiducia e...hai salvato una di loro da un serpente gigante >> disse dura.

<< In realtà ho salvato due di loro... >> disse Clarke.

<< Ovviamente....che stai tramando? >> chiese sospirando Lexa.

<< Hanno molte di quelle armi, se cadessero nelle mani di Azgeda le sorti del conflitto potrebbero cambiare...possiedono un sapere mai visto, dopo il Pramfaya, dobbiamo essere cauti...portarli dalla nostra parte >> spiegò.

<< Sembra che il ragazzo si fidi di te >> disse Lexa.

<< Bellamy diventerà un buon leader....va solo indirizzato verso la strada giusta >> disse Clarke, avvicinandosi.

<< Ti hanno fatto del male? >> chiese Lexa, toccandole il braccio.

<< No, Lexa >> rispose Clarke, accarezzandogli una guancia.





Bellamy e Raven osservavano le persone bere e ballare allegramente. Era strana quell'atmosfera. Notarono che la bionda se ne stava in disparte, seduta da sola. Nessuno della sua gente le rivolgeva la parola.

<< Wanheda non è una persona festosa >> disse Lincoln avvicinandosi assieme ad Anya.

<< Wanheda? >> chiese Bellamy.

<< Clarke... >> disse Lincoln, indicando la ragazza.

<< Cosa vuol dire Wan..Heda? >> chiese Raven.

<< Comandante della morte >> disse Anya.

Bellamy e Raven si guardarono stupiti.
<< Nel nostro mondo, Wanheda è una leggenda....il guerriero più letale che esista, colei che comanda la morte...risorta dalle ceneri, combatte al fianco di Heda >> continuò, il Generale.

<< Per questo nessuno si avvicina? Hanno paura di lei? >> chiese Bellamy.

<< Solo uno sciocco non temerebbe la morte >> rispose Anya, fissando Clarke.

Guardando la bionda, Bellamy vide solo una ragazza, sola.






Lexa si stava svestendo quando sentì qualcosa di caldo premere sulla sua schiena. Clarke era dietro di lei, il suo viso vicinissimo ai suoi capelli, odorava il suo profumo. Rimase dietro di lei così, senza fare altro. E solo quello bastò a Lexa per impazzire.
Si girò e fissò gli occhi bellissimi di Clarke.

<< Mi sei mancata >> le disse, prima di baciarla.

Il bacio divenne subito infuocato. Lexa tolse la giacca a Clarke e subito dopo la maglia, trascinandola nel letto.






Lexa e Bellamy strinsero l'accordo, il ragazzo doveva assicurarsi la collaborazione della sua gente e i Trikru avrebbero insegnato loro come sopravvivere sulla Terra.
Clarke e Lexa tornarono a Polis, dovevano occuparsi della capitale e della minaccia costante di Azgeda.
Dopo sarebbero ritornate a Tondc.





Quando arrivarono alla torre, le due ragazze andarono nel santuario per informare Titus, dell'accordo con gli Skaikru.

<< Non mi piaceva il modo in cui ti guardava quello Skaikru >> disse Lexa, mentre apriva la porta.

<< Perché come mi guardava? >> chiese ingenuamente Clarke, non avendo capito dove Lexa volesse arrivare.

Heda alzò gli occhi in alto, sorridendo.
Quando guardò davanti a sé, il suo sguardo si posò subito sulla stanza tutta messa sotto sopra e sul corpo di Titus, disteso a terra in una pozza di sangue.

<< Titus!! >> gridò, subito correndo al suo fianco.

Il suo Maestro era gravemente ferito, qualcuno l'aveva aggredito brutalmente e pugnalato.

<< Titus!! Clarke aiutami! >> gridò, girando il corpo Titus.

Il respiro era debole.

<< Clarke chiama Niko presto!! >> ordinò Lexa, agitata. Ma nulla.

<< Clarke! >> provò ancora e si voltò verso di lei. Quello che vide la spiazzò completamente.

Wanheda era immobile, con gli occhi spalancati che fissavano il corpo di Titus a terra.

Lexa non aveva mai visto un volto così spaventato prima, era pietrificata. Immobile.

<< Clarke ma che ti prende? Aiutami!! >> provò, alzando ancora più la voce, ma Clarke non sentiva.

Le guardie sentendo il trambusto entrarono e subito aiutarono Heda e il Fleimkepa.
Niko arrivò subito dopo, chiamato velocemente da una delle guardie.
Clarke non capiva nulla. Vedeva solo il sangue di Titus. Le voci ovattate, rimbombavano nella sua testa.
Quando una voce debole e flebile sussurrò:

<< B- Bouda-lankru.. >> emise con un sospiro Titus.

<< Non parlate Flaimkepa >> disse Niko, tamponandogli la ferita.

Titus venne, subito portato sulle sue stanze e adagiato sul letto.

<< Tranquillo Titus, ci siamo noi ora.. >> disse preoccupata, Lexa.

Niko si dedicò subito alle cure del Maestro.
Dopo che ebbe finito si avvicinò ad Heda.

<< Le ferite sono molto gravi, ma abbiamo suturato tutto quello che potevamo, non penso abbia danni interni...ma gli è salita la febbre...mi dispiace Heda, ora sta a lui lottare >> disse il guaritore.

<< Grazie Niko... >> disse Lexa, avvicinandosi al suo Maestro.

Si sedette affianco a lui e gli prese una mano.

<< Vedrete che andrà tutto bene... >> disse più per se stessa.

 Il volto del suo maestro era pallido e ricoperto di sudore.
Si fece notte e le condizioni di Titus non miglioravano. Aveva la febbre alta.
Lexa con un panno bagnava la fronte del suo Maestro, entrò Gustus:

<< Heda, abbiamo cercato per tutta la città ma dei sicari ancora non vi è traccia >> disse, sconfortato.

<< Trovateli >> ordinò Lexa, furiosa, quando la voce flebile di Titus, attirò la sua attenzione:

<< D-Devi F-fermarla....l-lei non si f-fermerà.....f-finchè non l-li a-vrà u-uccisi....tutti >>

<< Titus? >> Lexa non capì.

<< C-Clarke....devi f-fermala, t-ti prego.....Sha..ri >> la supplicò, prendendole il braccio.

Lexa si voltò, Clarke non c'era più.

<< Trovate Wanheda >> ordinò a Gustus e gli altri.








I sicari del  Boudalankru galoppavano via, nella foresta. Quando in lontananza davanti a loro videro un ombra scura. Fermarono i cavalli e i loro volti si deformarono dal terrore.


<< Tu sei mia!! Nessuno ti può portare via da me!! >> urlò una voce.

<< Clarke...noi siamo una famiglia e la famiglia rimane insieme per sempre >> disse una voce dolce, un sorrise splendente.

<< Proteggi Titus, Clarke....promettimi che lo proteggerai sempre >>

<< Promesso >> rispose lei.



<< Per quanto mi sforzi...non riesco a prendere una decisione diversa, sono un debole...io non riesco a non amarla >> disse, il giovane.

<<  So che farai la cosa giusta...promettimi solo che la proteggerai...Titus.. >> disse lei.




 << Un giorno troverai una persona che ti faccia perdere la testa...e quel giorno ti dirò che avevo ragione! >> una lieve risata..

<< Fammi un sorriso no? Sempre così seria... >>




<< Proteggi Titus, Clarke >>



Ansimava, in cerca di aria. Le braccia stringevano forte le due spade. Attorno a lei, carcasse di un sacco di guerrieri sparse per la foresta. Il volto, i capelli e gli abiti sporchi di rosso. Le mani le tremavano.

<< Ah...ah....ahahah....ahahahahahahaha! >> un'isterica risata, si levò.

Cadde in ginocchio e urlò a squarciagola, un urlo terrificante.







Lexa stava ancora affianco a Titus, non l'aveva lasciato un momento solo. Come avevano osato! L'avrebbero pagata cara.
Titus aprì gli occhi e la fissò.

<< Titus? >> disse lei.

<< Sei....tu... >> disse lui e lievemente alzò la mano, posandola sul viso di Lexa.

<< Shari... >> disse, con un sorriso.

<< No Titus, sono Lexa >> disse lei, non capendo a chi si stesse riferendo.

<< Mi dispiace Shari.....mi dispiace tanto... >> le lacrime gli bagnarono il viso.

<< Ti prego....perdonami... >> implorò.

Lexa non sapeva cosa dire. Chi era Shari? Prese la mano di Titus fra le sue.

<< Tranquillo... >> disse cercando di confortarlo.





Mentre Lexa parlava con Niko,non si accorse che Clarke entrò nella stanza.
Sporca di sangue si posizionò affianco al letto, con lo sguardo rivolto verso Titus.

<< Sei sempre il solito...vero? >> disse in tono accusatorio, quasi divertito.

<< Il solito codardo....avevamo un accordo...l'hai dimenticato? >> chiese, stringendo con forza i pugni.

<< Come hai osato? Non ci si può..mai  fidare di te! >>

 Lexa fece ritorno nella stanza e notò Clarke. Stava per andarle incontro ma si fermò di colpo.

<< SOLO IO POSSO UCCIDERTI!! >> urlò la ragazza.

Lexa notò le spalle di Clarke rilassarsi. S'inchinò vicino al letto.

<< Tu.....non.....ti prego... >>

<< Ti prego....non lasciarmi >> disse con la voce rotta.

<< Non lasciarmi sola >> implorò, fra le lacrime che le riempivano il viso.

Lexa notò che Clarke alzò lo sguardo di fronte a lei,  dall'altra parte del letto, dove non c'era nessuno.

<< Ti supplico....>>

<< Ti prego....non portarmelo via!! >> implorò al nulla.

Clarke vide la ragazza con i capelli neri, guardare adorante Titus e con la mano accarezzargli il viso, in un gesto pieno d'amore.
Clarke osservò la scena in una maschera di pura agonia.

<< Sha..ri >>  ripeteva Titus.

Lexa osservò l'agonia di Clarke e non potè fare a meno di piangere. Non sapeva cosa fosse successo tra di loro, ma non aveva mai visto due persone soffrire così tanto.

<< Heda >> la chiamò Gustus.

<< Dovete venire a vedere una cosa >> disse.




Lexa si stava guardando intorno da un bel po' di tempo ormai. Non credeva ai suoi occhi. Attorno a lei corpi straziati e sangue ovunque.

<< Sono loro? >> chiese.

<< Credo di si... >> rispose inorridito Gustus.

<< Wanheda.... >> continuò.

<< Ripulite questa roba >> ordinò Lexa.







La mattina, quando Lexa tornò da Titus, questo era sveglio, di Clarke non c'era traccia.

Niko le disse che Titus aveva superato la notte e che poteva considerarsi fuori pericolo.

<< Maestro >> salutò Lexa.

<< Heda... >> disse debole Titus.

<< Come vi sentite? >>

<< Sono vivo... >> rispose, facendole cenno di avvicinarsi.

<< Mi avete spaventata... >> disse Lexa.

<< Mi dispiace Heda...sono stato colto di sorpresa...i sicari? >> chiese.

<< Non vi dovete preoccupare di loro....pensate solo a guarire >> disse lei.

Lui la fissò.

<< Dov'è Wanheda? >> chiese.

Lexa attese un momento prima di rispondere.

<< Non lo so...non la vedo da ieri sera >> disse sinceramente.

<< Li ha uccisi vero? >> chiese lui.

Lexa lo guardò sorpresa.

<< Dovete trovarla....si starà sicuramente torturando da qualche parte >> disse lui.

<< Ha massacrato tutti... >> disse lei.

Lui annuì.

<< Titus, chi è Shari? >> chiese Lexa, all'improvviso.

Il Maestro la guardò, sorpreso da quella domanda.

<< Avete pronunciato spesso quel nome...non l'avevo mai sentito prima >> disse lei.

Lui aspettò un attimo, si sistemò meglio sul letto e disse:

<<  Shari...era la donna che amavo >> confessò.

Lexa rimase sorpresa.

<< Già...ho amato anche io, una volta....solo quella volta >> disse con un lieve sorriso.

Lexa lo guardò, aspettando che continuasse.

<< Ero solo un ragazzo all'epoca....studiavo come apprendista >> disse con amarezza.

<< L'hai incontrata qui a Polis? >> chiese lei.

<< Si...lei...era una Natblida >> confessò lui.

Lexa rimase scioccata.

<< E...il secondo di Wanheda >> continuò, guardandola.

<< Clarke...aveva un secondo? >> chiese stupita.

Titus sospirò.
<< Non sono stato sincero con voi Heda....perdonatemi >> chiese scusa.

<< Perché Clarke vuole ucciderti? >> chiese, non capendo, Lexa.

Titus sorrise.
<< Wanheda mi salvò la vita....quando ero piccolo, dei mercenari attaccarono il mio villaggio. Uccisero tutti, anche la mia famiglia. Riuscì a fuggire nella foresta, ma quegli uomini mi raggiunsero. Pensai che fosse la fine, quando qualcuno mi salvò. Affrontò tutti i guerrieri e li uccise.  Ricordo che vidi delle ciocche bionde sotto la pioggia fitta. Mi ero nascosto, poi una voce dolce mi rassicurò:

Una mano tesa verso quel bambino spaventato. Due pozze blu profonde.

<< Vieni...non aver paura >>

Wanheda camminava con in braccio, quel bambino che si aggrappava forte a lei.


Ricordo solo un calore, mai provato prima. Mi sentì, per la prima volta, al sicuro. Rividi quella persona solo anni dopo, mentre studiavo per diventare il successore del Flaimkepa. Avevo scelto di dedicare la mia vita a Heda, ai Natblida....a Wanheda >> sorrise.

<< Quando la rividi, non credetti che potesse essere davvero la Leggendaria Wanheda. Stava sempre al fianco di Heda, non si allontanava mai...tutti l'ammiravano e la rispettavano. Io volevo semplicemente, che lei fosse fiera di me... >> disse Titus, triste.

<< Ma un giorno incontrai lei....Shari >>

<< Dovevo avere pochi contatti con i Natblida, ma li incontravo quando finivano le loro lezioni. Era una delle più grandi.
 All'inizio, la ignorai e basta. Poi, un giorno, la vidi fronteggiare Wanheda >>


La ragazza dai lunghi capelli neri, il viso dolce, ma determinato, gli occhi verdi, si mise di fronte a Wanheda.

<< Voglio essere il tuo secondo >> proclamò.

Wanheda alzò un sopracciglio e la scansò bruscamente.


<< Era stata la cosa più coraggiosa a cui assistetti. Nessuno si metteva sulla strada di Wanheda. Ma quella ragazza provò e riprovò, finché non accettò >> sorrise ripesando ai svariati tentativi della ragazza.

<< Dopo poco tempo, divennero inseparabili...e io e Shari...beh...ci innamorammo >> spiegò.

<< La persona che Clarke amava? >> chiese Lexa.

Titus sospirò.

<< Il rapporto che si instaura tra il primo e il secondo è speciale, come sai...ma loro due erano come sorelle, Shari divenne la sua famiglia....la sua unica famiglia.. >> disse, triste.


<< Non posso chiamarti sempre Wanheda! Non hai un nome vero? >> chiese Shari.

<< Mi hanno sempre chiamata cosi... >> disse Wanheda, alzando le spalle, come se non fosse importante.

<< Mmm....che ne dici di Clarke?? >> chiese entusiasta.

<< Clarke? >>

<< Si...è strano...ma bello! Come te! >> disse ridendo.

<< Chiamami come vuoi....ma concentrati ora, l'allenamento è importante >> la rimproverò Wanheda.


<< Diventammo inseparabili, noi tre insieme. Shari non faceva che ripetermi quanto in realtà, Clarke fosse fragile... >>


<< Clarke ama più di chiunque altro....ecco perché dobbiamo proteggerla Titus >>


<< Wanheda con lei, cambiava completamente. Si illuminava. Shari le mostrò cos'era la vita, che poteva essere amata... >> disse, triste.

<< Poi, un giorno....tutto questo finì >> sospirò.

<< Wanheda era stata mandata oltre i confini per una missione, il giorno dell'Ascensione era vicino e tutti si stavano preparando, ma io e Shari volevamo scappare via da Polis....dovevamo partire dopo il ritorno di Wanheda, perché Shari voleva a tutti i costi cercare di convincerla a venire con noi...sapevamo che sarebbe stato inutile, Wanheda non poteva abbandonare Heda,
 ma Shari come sempre, voleva tentare un ultima volta.... >>

<< Che cosa accadde? >> chiese curiosa Lexa.

Titus si toccò il volto con le mani. I suoi occhi divennero lucidi.

<< La sistemò nella sala del trono.....fu lì che Wanheda la trovò.... >>

<< Shari... >> disse Lexa, sapendo bene che cosa fosse successo.

<< Non sembrava neanche lei.... >> disse con voce spezzata.

<< Perché? >> chiese Lexa, non capendo il motivo che aveva portato all'uccisione della giovane.

<< Nessuno poteva portargli via Wanheda....lui era ossessionato da lei, doveva essere solo sua >>

<<  Per avvertirla, gli ha portato via l'unica cosa che abbia mai amato... >> disse triste, Lexa.

<< Quando arrivai, era già tutto finito.... >>



Titus aprì le porte e vide Wanheda per terra, tra le sue braccia, un corpo. Si avvicinò e capì...
Wanheda la stringeva forte a se e urlava...
Urla disumane.


<< Le sento ancora...quelle urla...Wanheda aveva perso il controllo >>

<< Ha ucciso Heda... >> disse Lexa, immaginando il dolore di Clarke.

<< Lei...uccise tutti.... >> si voltò verso di lei.

<< Tutti...Heda, il Fleimkepa, i Natblida...tutti, tranne me >>


<<  Se mai ti rivedrò....ti ucciderò >>


<< Fu colpa mia, mi fidai di Heda....mi disse che voleva solo parlare con Shari....la mandai da lui...e lui... >> disse piangendo.

<< Promisi a Wanheda di proteggerla sempre, ma ho fallito. L'ho delusa, ho deluso tutte e due... >> continuò.

<< Ma Clarke non ti ha ucciso...lei, penso che lei tenga molto a te >> disse Lexa, ricordandosi della sera precedente.

Titus sorrise.
<< Lei la vede.... so che è così. L'ho capito quel giorno e anche nella caverna... lei la vede continuamente. Per questo non mi ha ancora ucciso. La colpa che sente Wanheda continua a logorarla, come me... >> spiegò Titus.

<< Heda....Clarke distruggerà ogni cosa,  ecco perché non si lega a nessuno. Quando perde il controllo...diventa un mostro >>

<< Si sente in colpa per Shari e per Heda vero? >> chiese Lexa.

<< Wanheda ha ucciso Heda, la persona che doveva proteggere sopra ogni altra....crede di aver fallito la sua missione >> spiegò Titus.

<< Ecco perché è andata via... >> disse lei.

<< Dal giorno della morte di Shari scomparve, uccise tutti i leader e gli ambasciatori dei clan...da allora ritornò ad essere una leggenda... >>

<< Clarke è molto più di questo >> disse Lexa.

<< Heda, dovete trovarla...non potete immaginare quanto sia profondo il tormento che prova, ogni volta che le sue mani si macchiano di sangue l'oscurità la divora...e credetemi, non avete idea di quanto crudele possa essere la morte >> .







Lexa cercò ovunque, ma non trovò Clarke da nessuna parte. Pioveva forte e ormai era calata la notte. Lexa tentò vicino al fiume, dove aveva trovato Clarke dopo l'incendio.
La vide lì, stava in piedi a fissare il nulla. Si avvicinò piano, per evitare di spaventarla.

<< Clarke... >> la chiamò.

La bionda si girò e Lexa notò i suoi occhi neri come la pece. Come il suo sogno.

<< Clarke >> provò ancora, avvicinandosi piano.

<< Li ho uccisi.. >> disse piano Wanheda.

<< Clarke.. >> disse Lexa triste, vedendo in che condizioni fosse.

<< Non li ho protetti >>

<< Clarke, Titus sta meglio ora.... >> le confermò Lexa.

<< Le avevo promesso che sarebbe stato al sicuro.... >> disse Clarke, non ascoltando una parola della mora.

Lexa si avvicinò e le prese la mano.

<< Vieni...andrà tutto bene >>







Lexa portò Clarke nella sua stanza. La fece sedere sul letto, le tolse la giacca fradicia e la maglia. Prese un telo e incominciò ad asciugarla, il viso, il corpo e i capelli. Gli occhi di Clarke, ora tornati blu, osservavano i movimenti di Lexa con attenzione.

<< Avrei dovuto resistere... >> disse ad un tratto, in un sussurro.

Lexa si fermò e la guardò negli occhi.

<< Ma loro....lei....era così diversa.... >> disse, mentre Lexa ascoltava.

<< Nessuno mi aveva mai guardata prima....nessuno...loro stavano di fronte a me...e mi vedevano...vedeva me >> disse, fissando Lexa negli occhi.

<< Dovevo resistere... >> disse ancora.

<< Non possiamo scegliere di non amare Clarke....succede e basta... >> disse lieve, Lexa.

<< Aspettava un bambino >> confessò Clarke, Lexa spalancò gli occhi sorpresa.

<< Le ha squarciato il ventre....e l'ha appesa al soffitto....il suo bellissimo sorriso...non c'era più. Il dolore che vidi negli occhi di Titus... >> disse piangendo.

Lexa l'abbracciò, la strinse forte a sé, cullandola. Capiva perfettamente, ricordava ancora la testa di Costia fra le mani. Ma Lexa aveva amato prima ed era stata amata...i suoi genitori, Indra, Gustus, Titus, Anya e Costia....tutti le avevano mostrato che tenevano a lei. Ma Clarke, non aveva mai avuto nessuno..
L'unica persona che aveva mai amato le era stata strappata via.
Clarke si scostò e guardò Lexa negli occhi.

<< Devi stare lontana da me...io sono solo morte >> disse, accarezzando il viso di Lexa, dolcemente con la mano.

<< Se ti dovesse succedere qualcosa.... >> continuò.

<< Non mi succederà nulla Clarke... >> la rassicurò Lexa, baciandole la fronte teneramente.

<< Io ho te....e tu hai me >> disse, poi la fece sdraiare nel letto e l'abbracciò da dietro.

<< Ci sono io con te.....non sarai mai più sola >> disse dolcemente.

Clarke si fece cullare dal calore di quell'abbraccio, chiuse gli occhi e si addormentò.






Quando si svegliò, Lexa era ancora acconto a lei. Era ancora più bella quando dormiva.
Clarke si alzò piano, senza svegliarla. Andò a trovare Titus.
Era accanto a lui, fissò il suo volto segnato dagli anni. Si ricordava del ragazzo dai capelli castani sempre posato e rispettoso, che le sorrideva. L'amore scolpito nei suoi occhi, ogni qual volta guardava Shari.

Shari le posò la mano sul suo ventre, sorridente.

<< Qui dentro c'è il frutto dell'amore mio e di Titus. Voglio dare a questa creatura una vita vera...non pensi che la meritiamo tutti? >> chiese guardando la sua mentore negli occhi.


Non era riuscita a proteggere quell'amore. Era stata debole e Titus e Shari, avevano pagato.

<< Sei tornata... >> le disse Titus, appena svegliato.

<< Smettila di angosciarti.... >> continuò tossendo leggermente.

<< Sono passata per ricordarti che non puoi infrangere il nostro accordo >> disse dura Clarke.

Titus, sorrise.

<< Non ho intenzione di farlo, Wanheda...tranquilla >>

<< Stai più attento allora >> disse alzandosi.

<< Clarke.. >> chiamò lui.

Lei si fermò. Era da tanto tempo che non la chiamava cosi..

<< Non mi arrenderò così facilmente... >>

<< Puoi mandarmi via quanto vuoi...ma non mi arrenderò così facilmente! Io diventerò il tuo secondo! >>

Clarke sorrise, andando via.














Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori!! Beh??? Che ne pensate??? Primo mistero svelato! Ora sappiamo perchè Clarke è arrabbiata con Titus!! Abbiamo un nuovo tassello del passato della nostra Wanheda, ma ancora tanto c'è da scoprire. Ora sappiamo che la persona che Clarke amava era una giovane Nablida, che la bionda considerava come una sorella! Il rapporto tra il Flaimkepa e Wanheda ha radici profonde....
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ringrazio ancora tutti voi che leggete, commentate...vi adoro!
Vi auguro un buon fine settimana!!!
Grazie!! Spero alla prossima!

P.S. E poi vai al cinema a vedere Resident Evil e vedi la torre di Heda sullo schermo e dici " Oh Lexa " con la mano che va a posarsi, automaticamente, sul cuoricino.


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Capitolo 23
*** Purgatorio ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 





Purgatorio.




Titus stava incominciando a guarire del tutto, dopo un periodo passato a sopportare gli ordini restrittivi di Lexa, sul non esagerare troppo. Dopo l’attacco, Heda aveva fatto triplicare il numero di guardie nella torre e su tutta Polis.
Nia e Ontari erano sempre in agguato e con l’attacco al suo Flaimkepa, aveva capito che erano pronte a tutto, pur di prendere il potere.
Un’altra persona che preoccupava, non poco Lexa, era Clarke.
Da quando aveva scoperto di più sul suo passato, la sua preoccupazione per la bionda era aumentata notevolmente.  Aveva notato che le sue visioni, le voci, comparivano con costanza maggiore, dopo l’attacco al suo Maestro.
La bionda era sempre più cupa e più nervosa. Lexa avrebbe voluto alleviare le sue pene il più possibile, ma ogni cosa che tentava era vana. Clarke si sentiva sempre più in colpa per le vite che aveva tolto e il suo animo era sempre più logorato.
Ma le cose peggiorarono, ulteriormente, quando una mattina, Titus entrò nella sua camera, trovando lei e Clarke nude abbracciate nel letto.
Lexa ripensò alla scena­:


La porta si aprì all’improvviso Lexa senti la voce di Titus, infurioto:

<< Per tutti gli Spiriti! >>

Le due si svegliarono di soprassalto, Lexa cercò di coprire Clarke con la coperta, ma quest’ultima non parve preoccuparsene.

<< Titus! Non si usa più bussare? >> chiese adirata Lexa.

Titus era scioccato. Si compose e disse:

<< Potresti scusarci, Wanheda >>

<< Non sono affari tuoi Titus, non iniziare con le tue solite ramanzine >> ribatte assonnata Clarke.

<< Potresti scusarci? >> insistette il Flaimkepa.

Clarke fissò Lexa, dopo che ricevette un assenso col capo, si rivestì e uscì.

<< Puoi spiegarmi che cosa ti è passato per la testa? >> chiese irato Titus.

Lexa rispose, mentre si rivestiva:
<< Con chi condivido il mio letto, non sono affari che ti riguardano Titus >> rispose seccata.

<< Lo sono, se la persona in questione è Wanheda! Sai, quanto tutto questo sia pericoloso? >> chiese.

<< Da quando il sesso è pericoloso? >> disse Lexa, cercando di chiudere la conversazione il prima possibile.

<< Non prenderti gioco di me! Ti conosco Lexa! L’amore rende deboli! Questi sentimenti sono pericolosi…hai idea di quanto Clarke sia instabile? >> chiese alzando la voce.

<< Pleni! Non hai il diritto di dirmi cosa posso o non posso provare! Quello che c’è tra me e Clarke non ti riguarda! >> urlò Lexa.

<< Lei è pericolosa Lexa! Non è un cucciolo che puoi addomesticare…i suoi fantasmi la divorano e lei diventa sempre più imprevedibile, hai visto come ha ridotto quei sicari? Vuoi essere la sua prossima vittima? >> urlò.

<< Clarke non mi farebbe mai del male  >> disse lei, subito.

<< Anche un altro Heda ha pronunciato queste stesse parole ed è finito scuoiato e appeso ad un palo >> disse Titus.

Lexa rabbrividì a quelle parole.

<< Io tengo a Clarke, e lei tiene a me…questo ci rende più forti. Ho tutto sotto controllo. >> disse Lexa.

<< L’amore è una debolezza…ma per Clarke, è la perdizione >> disse, infine, Titus uscendo adirato..

Lexa non voleva pensare alle parole di Titus. Voleva solamente continuare a stare lì, distesa nel letto, affianco a Clarke, che la stringeva forte, proteggendola da tutto e da tutti.
La bionda incominciò a muoversi leggermente. Si stava svegliando, pensò Lexa. Le notti di Clarke, erano diventate sempre più agitate e prive di sonno. Si girò verso di lei, pronta a confortarla, quando all’improvviso due mani forti le strinsero la gola.
 Il respirò le mancò di colpo, spalancò gli occhi dalla paura e vide Clarke, sopra di lei, che la strangolava.
Gli occhi neri, come la pece, lo sguardo glaciale e duro.

<< Tua…è tutta colpa tua.. >> sussurrava.

Lexa cercò di togliere le mani, ma la presa di Clarke era talmente ferrea che non ci riuscì. Tentò, allora, di togliersela di dosso, ma le forze incominciavano a venirle meno. Cercò i suoi occhi, neri, inespressivi, e cercò di implorarle di lasciare andare la presa.
All’improvviso le porte si aprirono ed entrarono due guardie con Titus.

<< Heda!! >> urlò il Flaimkepa, accorrendo vicino al letto.

<< Wanheda lasciatela andare subito! >> gridò, ma Clarke non sentiva nulla.

<< Sei stato tu….siete sempre voi..  >> continuava a dire la bionda.

<< Clarke!! È Lexa!! Stai facendo del male a Lexa!! Vuoi uccidere la persona più importante per te Clarke? Heda è Lexa!!! >> disse Titus.

A quelle parole Clarke lasciò la presa. Batté le palpebre uscendo dalla trance in cui era prigioniera. Lexa, riacquisendo aria, tossì, portandosi le mani alla gola, ansimando. Titus accorse al suo fianco, chiedendole se stesse bene. Clarke fissava le sue mani, respirando pesantemente.

 “ Cosa aveva fatto? “ pensò. Guardò Lexa e cercò di avvicinarsi ma d’istinto la bruna si scostò. Era disgustata. Aveva fatto del male a Lexa. Riguardò le sue mani, si alzò di scatto e sparì dalla stanza.

<< Lexa stai bene? >> le chiese Titus, preoccupato.

Lexa non rispose. Per la prima volta, aveva avuto davvero, paura di Clarke.




Niko stava visitando Lexa, spalmava un unguento sul collo, dove già erano presenti i segni delle mani di Clarke.

<< Questo dovrebbe attenuare il dolore, non sforzatevi di parlare, la vostra gola potrebbe bruciarvi per qualche giorno >> disse il guaritore.

Lei annuì. Titus sparì alla ricerca di Wanheda. Lexa era preoccupata per lei. Clarke aveva fin troppi sensi di colpa e questo peggiorava, notevolmente, le cose. Lexa si malediceva. Era stata una stupida. Clarke era instabile, doveva essere più attenta vicino a lei.
Sapeva che non era colpa di Clarke. I suoi incubi, le facevano rivivere i momenti più brutti della sua vita.
 E Clarke ne aveva passati parecchi. Rabbrividì, però, ripensando a quegli occhi e alle sue parole, così piene di odio.

Lexa aveva capito…il problema era Heda. Clarke odiava Heda.





Titus trovò Wanheda nel santuario. Era accovacciata contro la parete, aveva graffiato talmente tanto il muro che ormai le dita erano piene di sangue.

<< Un mostro….sono un mostro… >> ripeteva.

<< Wanheda….Clarke >> la chiamò Titus.

Clarke si voltò verso di lui.

<< Aiutami >> implorò.

Titus sapeva cosa fare.








Era notte fonda, Lexa camminava avanti e indietro nella sala del trono. Titus entrò, appena Lexa posò gli occhi su di lui, gli andò incontro.

<< L’hai trovata? Sta bene? >> chiese svelta.

<< Si…l’ho trovata >> ripose Titus.

<< Dov’è? Voglio vederla.. >> incominciò subito.

<< Questo non è possibile, Wanheda sta bene…ha solo bisogno di un po’ di tempo >> le spiegò Titus.

<< Ho detto che voglio vederla! >> disse irata.

<< Non è saggio al momento…e poi, lei non desidera vederti >> disse Titus.

<< Devo parlare con lei, assicurarmi che non si senta in colpa, accertarmi che stia bene! >> insistette la giovane.

<< Per Wanheda ora, la cosa migliore e stare da sola…non puoi vederla Lexa >> decretò Titus.

<< Non è stata colpa sua >> disse subito, difendendola.

<< Non devi punirla! >>

<< So bene che non è stata colpa sua. La colpa è solo tua! Ti avevo avvertita che era pericoloso, che lei non era stabile! Ma non hai voluto ascoltarmi! >> disse duro Titus.

<< Avevi ragione, va bene! Ma ora devo vederla! >>

Titus sospirò.
<< Lexa… deve cercare di affrontare i suoi fantasmi da sola, solo così può cercare di perdonare se stessa. Dalle del tempo… >> le consigliò Titus.

<< Dov’è? >>

<< In un posto che è stato creato, apposta per lei >> rispose Titus.







La stanza era fredda e buia. Nell’oscurità, echeggiava un tintinnio. Le grosse catene erano sparse ovunque. Al centro una struttura di metallo, imprigionava la ragazza dai capelli biondi. I lunghi perni appuntiti, entravano in profondità nella carne, non permettendole alcun movimento.

<< Guarda guarda…la grande Wanheda ancora in trappola nella sua stanzetta >> disse ridendo una voce profonda.

Nell’oscurità comparve un uomo alto, spalle larghe, muscoloso, capelli neri e occhi di ghiaccio.

<< Giochiamo? >>

Clarke si dimenò e dalla sua bocca usci un urlo disumano.







Erano passati giorni, e ancora Titus non aveva detto una parola su dove si trovasse Clarke. Lexa aveva perso la pazienza.
Ordinò al suo maestro di portarla dalla ragazza.
Titus dopo un po’, cedette.
Lexa si ritrovò nella Santuario, Titus aprì una botola nel pavimento, prese la torcia e scese giù, seguito da Heda.
Si guardava intorno sorpresa.

<< Che posto è questo? >> chiese al Maestro.

<< Questo è stato costruito per cercare di imprigionare Wanheda >> rispose.

<< Imprigionare? >>

<< Non tutti gli Heda volevano avere a che fare con un potere simile >> Titus si fermò davanti ad una grande porta d metallo.

<< Questa è la stanza di Wanheda.  Heda Tristan decideva di imprigionarla qui ogni volta che voleva punirla >> spiegò a Lexa.

<< Heda Tristan? >> chiese Lexa non conoscendo il nome di questo suo predecessore.

<< L’Heda che uccise Sha-ri >> spiegò.

<< Aprirò la porta, quello che vedrete non vi piacerà. Ma non posso farvi entrare lì dentro. Non è sicuro per voi al momento >> disse Titus.

<< Apri >> ordinò Lexa.

Titus aprì la porta con una chiave speciale. All’inizio Lexa non vide nulla, solo oscurità. Ma quando Titus entrò con la torcia Lexa…. vide.
Un sacco di catene dal soffitto della stanza convergevano al centro su una struttura di metallo che imprigionava il corpo di Clarke.
Lexa notò il sangue che fuoriusciva.
Inorridita si affrettò ad entrare nella stanza, Titus la fermò impedendole di proseguire.

<< Lasciami andare! Come hai osato farle questo! >> disse irata.

<< L’ha chiesto lei di essere messa qui! È pericolosa Lexa! >>

<< Clarke! >> gridò Lexa.

Clarke aprì gli occhi e non appena i suoi occhi si posarono su Lexa, incominciò a dimenarsi verso di lei.

<< AHHH TU!! SEI TU!! >> urlò.

Lexa si pietrificò. Le catene incominciarono a muoversi all’impazzata. Clarke cercava disperatamente di liberarsi.

<< È tutta colpa tua!! >> continuò ad urlare.

Il sangue continuava ad uscire, Lexa guardava Clarke, i suoi occhi neri, il suo viso contorto dalla furia.

<< Clarke… >> sussurrò Lexa, le lacrime iniziarono a solcarle il volto. Si voltò verso Titus.

<< Fa qualcosa! >>

<< Di solito era Sha-ri a calmarla,  non so cosa fare >> spiegò lui.

<< Fa qualcosa Titus! Morirà così! >> implorò disperata.

Titus allora spinse via Lexa e chiuse la porta alle sue spalle, chiudendola  fuori.

<< Titus che stai facendo? >>

<< Clarke…so che sei li >> provò Titus.

<< Vattene via!! >> urlò lei arrabbiata.

<< Sono Titus Clarke! È colpa mia se Sha-ri è morta…l’ho mandata io da lui, ricordi? >> disse Titus.

<< So che la persona che odi di più non è Heda, non sono neanche io vero? È Sha-ri. >> continuò.

<< Sei arrabbiata con lei vero? So perché la vedi…ero infuriato anche io >>

<< Taci >> sussurrò Clarke.

<< Sei arrabbiata con lei perché ti ha lasciato >> continuò Titus.

<< Pleni! >> urlò lei.

<< Puoi avercela con lei Clarke…va bene avercela con lei >> disse Titus.

Clarke vide Sha-ri, come sempre.

<< Clarke… >> disse lei.

Clarke si scagliò contro di lei.

<< Come hai potuto?? Perché mi hai abbandonata?? Perché mi hai lasciata sola?? >> urlò piangendo.

<< Mi dispiace Clarke…mi dispiace tanto >>
 
Clarke smise di muoversi e continuò a piangere. Titus allora aprì la porta e trovò Lexa piangendo anche lei.
Titus ritornò vicino a Clarke. La liberò e, sfinita lei cadde sulle sue braccia. Titus la sostenne.

<< Va tutto bene…è passata >> la consolò.

<< Titus….mi dispiace >> sussurrò Clarke.

<< Mi dispiace di non avervi dato un futuro >>

Titus non disse nulla, si limitò a stringere Clarke forte.





Lexa era nella sua camera. Fissava dalla finestra le stelle. Sentì qualcuno avvicinarsi, si girò e vide Clarke fermarsi distante.

<< Puoi avvicinarti Clarke.. >> disse calma Lexa.

Clarke titubante e con lo sguardo basso si avvicinò. Era accanto a Lexa.

<< Mi dispiace…per quello che hai visto e… >> disse indicando con la mano il collo di Lexa.

<< …Per questo… >>

Lexa incominciò a fissarla. La postura di Clarke era rigida.

<< Non c’è nulla di cui scusarsi, Clarke. So che non è colpa tua. Tutti abbiamo i nostri fantasmi, i tuoi ti fanno reagire in questo modo…non devi angosciarti per questo >> disse tranquilla.

<< Ti ho fatto del male… >> continuò la bionda, accarezzando, con incertezza la guancia della bruna.

Lexa la guardava con così tanta tristezza.

<< Mi dispiace per quello che hai dovuto subire….mi dispiace per Sha-ri >> le disse.

Clarke abbassò lo sguardo.

<< Per tutta la mia esistenza, non ho fatto altro che uccidere…io li vedo tutti, sempre. Ma quando stavo con lei, con Titus, tutto spariva. C’erano solo i loro sorrisi, le loro risate, i loro battibecchi. Nient’altro  >>

Prese la mano di Lexa e incominciò ad accarezzarla.

<< Succede lo stesso con te >>

Lexa alzò lo sguardo.
<< Odi Heda per tutto quello che ti hanno fatto. Odi anche me.. >> disse la bruna.

<< Ho odiato e amato Heda per tanto tempo. Ma ora non potrei mai odiare Heda, perché adesso lei è Lexa >> rispose.

<< Quando sto con te, tutto si ferma. C’è solo verde e calore. Pace. >> continuò, Clarke.

Lexa a quelle parole, l’abbracciò. Fortissimo.

<< Non sarai mai più da sola. Qualunque cosa ci riservi il futuro, l’affronteremo insieme >> le disse Lexa.

<< Insieme >> ripeté Clarke.

Le due si guardarono negli occhi e sigillarono quella promessa con un bacio.  






Dal cielo iniziò a cadere una grandissima astronave. L’Arca stava precipitando sulla Terra.

















Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori!! Vi chiedo scusa per il grandissimo ritardo! Ho avuto problemi col PC di conseguenza ho perso tutto ciò che avevo....anche i capitoli nuovi e tra lavoro e il resto....ritardissimo! Grazie per chi ancora segue questa storia... che voglio finire assolutamente! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Dal prossimo inizierà un po' di azione e vedremo nuovi personaggi! Clarke e Lexa saranno più unite che mai! Vi ringrazio ancora tantissimo per i commenti! Fatemi sapere che ne pensate!
Spero alSpero alla prossima!

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Capitolo 24
*** L' Arca ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 





L'Arca.





Dopo aver visto l’astronave precipitare, Lexa e Clarke decisero di partire al sorgere del sole, per Tondc.
Le due andarono a dormire, ma nella notte, Lexa si svegliò di soprassalto.
Aveva avuto un incubo: Clarke con i suoi occhi neri, come la pece, la strangolava.
Istintivamente, si portò la mano alla gola, ansimando. Si accorse che Clarke non era al suo fianco, alzò lo sguardo e la vide seduta nel bordo della grande finestra. Come faceva prima.

<< Clarke? >> domandò.

La bionda la fissava, con gli occhi pieni di colpa.
<< Perché sei lì? Vieni… >> le disse Lexa, battendo con la mano accanto a lei.

<< Hai avuto un incubo? >> le chiese la bionda, non muovendosi di un centimetro.

<< Si ma, non era nulla… cosa c’è che non va Clarke? >> chiese Lexa, intuendo il timore della bionda.

Clarke si guardò le mani, tremavano.
Lexa si alzò, con la sua vestaglia nera da notte. Si inginocchiò di fronte alla bionda.

<< Clarke, guardami… >> le chiese gentilmente.

Le mani continuavano a tremare, così Lexa le prese fra le sue.

<< Non mi farai del male… >> le disse, cercando di calmarla.

<< Si, invece. L’ho già fatto >> disse piano Clarke.

<< Non eri in te… >> cercò di farla sentire meglio l’altra.

<< Non voglio rischiare di farti ancora del male.. >> disse triste Clarke.

<< Non succederà…io mi fido di te >> confessò Lexa.

Prese Clarke per le mani e la fece alzare.
La bionda prima di arrivare al grande letto, si fermò.

<< Non voglio chiudere gli occhi. Ogni volta che succede…cerco di ucciderti >> confessò la sua paura.

Ogni volta che chiudeva gli occhi, riviveva quel momento terribile.
Lexa a quelle parole, lasciò le mani di Clarke. Continuò a fissare quegli occhi blu, quei bellissimi e profondi occhi blu.

<< Allora non chiuderli >> le disse mentre si sfilò lentamente la veste, rimanendo nuda davanti alla bionda.

Clarke spalancò gli occhi. Cercò di mantenere lo sguardo su quelle pozze verdi ma, non ci riuscì. Ammirò Lexa in tutta la sua bellezza.
 Non sapeva se esistessero davvero gli dei di Titus, ma il suo corpo poteva benissimo essere quello di una Dea.
Non aveva mai visto nulla di più meraviglioso, sembrava cantasse per lei, chiamarla.
Clarke si avvicinò, allungò una mano e accarezzò delicatamente la guancia della ragazza. Col pollice sfiorò il suo labbro inferiore, scese giù fino ai segni che le aveva lasciato sul collo. Lexa ansimò, il respirò le si spezzò in gola.

<< Non li chiuderò mai >> disse piano Clarke, attirò Lexa a sé e la baciò.

Era uno di quei baci, pensò la bruna, che potevano letteralmente, uccidere qualcuno. Così tanta passione, desiderio. Le loro lingue danzavano sensuali. Lexa incominciò a spogliare Clarke. Le sue mani. dal collo, finirono sulla spalle della bionda, poi sulla schiena. Sentiva sotto le dita, tutte le cicatrici, le accarezzava una ad una. Continuavano a baciarsi, sul collo, sull’incavo dei seni. Lexa la trascinò sopra di sé.
Clarke era incerta, come la priva volta. Ma i suoi occhi non si chiusero mai, erano fissi su quelli di Lexa.

I loro corpi, come le loro anime si unirono per tutta la notte.








Titus stava sistemando alcune carte per Heda, quando davanti a sé, comparì Clarke.
Stava semplicemente di fronte a lui, appoggiata ad un tavolo.

<< Wanheda, avete preparato tutto per il viaggio? >> chiese continuando a raccogliere tutti i fogli.

<< So che non approvi >> disse Clarke, ignorando la domanda dell’uomo.

Titus sollevò lo sguardo verso di lei, sorpreso.

<< Ma quello che è successo non accadrà mai più >> continuò la ragazza.

<< So bene che non ricapiterà, Clarke. Farai la cosa più giusta per Lexa. Ma non sono certo, che lei farà altrettanto >> disse Titus.

<< Che cosa intendi? Non ti fidi di Heda, Titus? >> chiese, Clarke, alzando un sopracciglio.

Titus sospirò, si avvicinò a lei e disse:

<< Il giudizio di Heda potrebbe essere offuscato dai sentimenti che prova per te. È già capitato in passato…metterà quei sentimenti al primo posto. Metterà te, al primo posto >>

<< Lexa saprà fare il suo dovere Titus >> disse sicura Clarke.

<< Confido che Wanheda l’aiuterà in questo >> disse ancora preoccupato.

<< Non ti devi preoccupare di questo  >> disse Clarke, andò alla porta ma le parole di Titus la bloccarono.

<< L’amore acceca tutti Clarke, ma per Lexa… è solo debolezza. Farà qualsiasi cosa per te… >> disse Titus.

Clarke si girò, lo guardò negli occhi e se ne andò.
 









Arrivate a Tondc, non fecero nemmeno in tempo a scendere da cavallo, che Indra incominciò subito a lamentarsi.
Avevano tutti visto la grande nave precipitare, alcuni pezzi erano finiti in altri territori, compreso Azgeda.
Indra camminava affianco a Lexa, aggiornandola sugli ultimi sviluppi. Clarke le seguiva poco più indietro.

<< La grande Wanheda fa ritorno per sistemare le cose con gli altri Skaikru vedo! >> disse Anya, affiancandola.

Clarke la guardò e rispose:

<< Heda è qui per sistemare le cose, io vado dove va lei >>

<< Ovviamente >> disse Anya ghignando.

Clarke sbuffò e affrettò il passo. Nella grande tenda allestita per il Comandante, Indra, Anya e Gustus stavano esponendo le loro idee, su come procedere con gli Skaikru. Clarke ascoltava, con le braccia conserte sul petto, appoggiata ad una colonna.

<< Non sappiamo le loro intenzioni Heda! Potrebbero non aver dato ascolto al ragazzo…potrebbero già essere in marcia, per attaccarci >> disse Indra, insistendo per muovere per primi.

<< Heda, abbiamo perlustrato la zona, le sentinelle hanno detto che sono moltissimi ora e hanno quelle armi >> disse Anya, preoccupata.

<< Andare ora sarebbe uno sbaglio, sembrerebbe un attacco e non erano questi gli accordi >> disse Lexa, autoritaria.

<< Aspettare troppo sarebbe rischioso Heda, le loro armi sono potenti >> disse Gustus.

<< Metteremo più guardie nel perimetro e pattuglieremo i boschi circostanti, continueremo a tenerli d’occhio per ora. Diamo un po’ di tempo al ragazzo >> disse Lexa.

Clarke osservò gli altri annuire.









<< Voi non capite! Noi non conosciamo questo posto, sono morte delle persone qui! Per colpa vostra! L’unica possibilità di sopravvivere è allearsi col Comandante! Ci ha aiutati… >> insistette Bellamy.

Di fronte a lui Jaha, Kane e Abby, gli unici rimasti del consiglio, lo guardavano come se fosse pazzo.

<< Sei solo un ragazzo Bellamy, non puoi prendere queste decisioni >> disse Jaha.

<< Dobbiamo rimanere uniti, difenderemo questa terra ad ogni costo >>  disse Kane.

<< Bellamy, ora ci pensiamo noi >> disse Abby.





Bellamy frustato uscì fuori dalla stanza. L’Arca, nonostante si fosse divisa in varie parti, era comunque utilizzabile.
Gli ingegneri sopravvissuti si stavano mettendo a lavoro per riparare le parti che sarebbero servite alla loro sopravvivenza.
Bellamy uscì frustato. Non gli davano retta e ora, con una guerra alle porte, non sapeva che avrebbe detto al Comandante…a Clarke.

<< Ci ascolteranno, troveremo un modo >> disse Raven.

<< Ci hanno mandato qui a morire…certo ci ascolteranno sicuramente! >> esclamò Jasper,ironico.

<< Jasper ha ragione…siamo tornati sull’Arca ora >> disse Monty.

<< Dobbiamo dirlo al Comandante, magari lei può fare qualcosa >> disse Octavia.

Dopo che tutti si ritirarono per la notte, Bellamy stava per rientrare nell’Arca quando qualcosa lo trascinò nel buio.
D’istinto si divincolò e girandosi, pronto a colpire il suo aggressore con un pugno, si fermò di colpo.

<< Clarke.. >> sussurrò sorpreso.

<< Che diavolo ci fai qui? >> continuò guardandosi intorno.

<< Come hai fatto ad entrare? >>

<< A quale domanda rispondo per prima? >> chiese la bionda.

<< È pericoloso >> disse lui preoccupato.

<< Non lo è, non per me. Dimmi hai parlato con gli altri? >> chiese subito.

Bellamy si tocco dietro il collo.

<< Si, ma non mi danno retta…il cancelliere non negozierà mai con il Comandante, vogliono essere lasciati in pace >> disse il ragazzo.

<< Non esiste la pace. Azgeda presto attaccherà, chi pensi che sarà il suo primo obbiettivo? Il grande esercito di Heda..o dei bambini che non sanno neanche accendere un fuoco? >> chiese la bionda.

<< Noi abbiamo le armi… >> iniziò Bellamy, ma Clarke interruppe subito:

<< Pensi che un paio di armi da fuoco fermino un armata che vuole solamente la guerra? Se Azgeda attaccherà…voi morirete. Senza l’aiuto di Heda…sarete morti >> disse semplicemente.

<< Non so come convincerli >> disse Bellamy.

Clarke lo fissò negli occhi, si avvicinò.

<< Un leader sa cosa è meglio per il suo popolo, lotta per loro… >> disse Clarke.

<< Ci considerano solo dei bambini >> disse arrabbiato, il ragazzo.

<< Vi hanno mandato qui a morire. Ma non siete morti, mi sbaglio? Siete sopravvissuti. Tu sai cosa è meglio per il tuo popolo Bellamy? >> chiese Clarke.

Bellamy la guardò negli occhi. Sapeva cosa Clarke gli stesse dicendo, e questo, lo terrorizzava.

<< Ho capito >> disse.

Clarke gli sorrise.

Prima che il ragazzo se ne andasse, Clarke disse:

<< Bellamy, se non riuscirai a convincerli, dovrò farlo io…e credimi, non ti piacerà >> gli disse seria.











Lexa si stava allenando con Anya, quando quest’ultima notò i segni sul collo. Alla fine dell’allenamento, l’accompagnò nella tenda, Lexa si stava togliendo la giacca quando si ritrovò il suo mentore vicinissimo. Le scostò la giacca e le toccò il collo. Lexa, istintivamente, la fermò.

<< Che cosa ti è successo? >> chiese Anya.

<< Nulla… >> disse Lexa, voltandosi.

Anya rimase zitta per qualche secondo.

<< È stata Wanheda? >> chiese alla fine.

Lexa si fermò, ripensò agli occhi neri di Clarke, alla stretta ferrea…scacciò subito quel pensiero, si voltò:

<< Non sono affari tuoi >> disse dura.

Anya rimase incredula.

<< Ha cercato di strangolarti?! >> alzò la voce arrabbiata.

<< Non era in sé…non sai cosa è successo! Tu non sai niente di lei! >> ribatte Lexa dura.

<< Perché tu si? Per tutti gli spiriti Lexa! Lei non è una persona normale! Non è come noi! Come puoi anche provare questi sentimenti per lei?! Lei non è Costia! >> continuò Anya sempre più infuriata.

<< Pleni! >> urlò Lexa sbattendo il pugno sul tavolo.

<< Non osare mai più a parlarmi così >>

Anya era senza parole. Come una furia uscì.
Lexa sapeva che il suo mentore le voleva bene, ma non poteva capire, nessuno poteva. Sapeva che Clarke era diversa, ma non le importava…quello che aveva passato, non poteva immaginare, come potesse essere sopravvissuta a tutto quel dolore, ogni giorno, senza nessuno accanto.


Clarke stava camminando, tornando alla tenda di Heda quando, in lontananza vide Anya infuriata, marciare verso di lei. Clarke non ebbe tempo di aprire bocca che subito un pugno la colpì in pieno viso. Tutti i presenti, si stupirono e arretrarono.  Nessuno colpiva Wanheda.
Clarke guardò Anya e capì, dalla furia dei suoi occhi.

<< Tu… >> disse il guerriero.

La bionda non disse nulla, non si spostò di un centimetro, mentre un altro pugno e poi, subito un altro, la colpivano. Lincoln e Indra cercarono di allontanare il guerriero, ma Clarke li fermò:

<< No…lasciatela continuare >> disse sputando il sangue.

<< Come hai osato?! >> disse Anya, come una furia continuando ad aggredirla.

Più colpiva e più i segni di Clarke incominciavano a sparire. Nessun danno.

<< Proprio Tu! >> continuò Anya.

Clarke la guardò e la guerriera vide la disperazione e un dolore così tale, che per un momento si fermò, frastornata. Due braccia la tirarono per le spalle e la buttarono a terra.
Lexa guardò Clarke. Vide il sangue sul suo viso.
Come una furia si scagliò contro Anya:

<< Come hai osato toccarla! >>  stava per colpirla con un pugno quando una mano la fermò.

Clarke le bloccò il braccio.

<< No…ferma >> Lexa si voltò stupita, i segni sul viso della bionda stavano già scomparendo.
Tornò a guardare Anya e se ne andò via.
Wanheda mise il coltello nella mano di Anya, incredula, e dopo si accoltellò il petto. Tutti rimase sbalorditi, compresa Anya che ritirò, subito via, la mano.
Clarke si tolse il coltello, fece una piccola smorfia di dolore.

<< Non importa quanto colpisci, purtroppo …è tutto inutile >> disse andando nella direzione in cui era andata Lexa.




Le mani di Lexa tremavano, era rientrata nella tenda, e stava esplodendo di rabbia. Scaraventò il piccolo tavolino, lontano.

<< Quel tavolo non ti ha fatto nulla >> disse Clarke.

Lexa si voltò, il volto della bionda era macchiato di sangue ma nessuna ferita era più presente. Le andò velocemente vicino, il respiro affannato per la rabbia.

<< Coma ha osato anche solo pensare di toccarti!! >> urlò.

Clarke la guardò, stupita. Non aveva mai visto Lexa così, prima.

<< Vedo che alcune cose di Heda rimangono uguali >> disse piano Clarke.

<< Che? >> chiese stupita Lexa.

<< Anya è il tuo mentore, tu sei il suo secondo....stava solo proteggendo chi ama. Al suo posto, non mi sarei limitata a dei semplici pugni…se qualcuno tentasse, anche solo di farti del male, sarebbe morto >> spiegò Clarke.

A quelle parole, Lexa si avvicinò ancora di più alla bionda, le accarezzo la guancia sporca di sangue.

<< E non pensi che io possa provare la stessa cosa per te? >> chiese calmandosi.

<< Lexa….io non muoio >> rispose la bionda.

<< Non importa che armi usino, quanto forte colpiscano…è tutto inutile…non sai quante volte ci ho provato…. >> s’interruppe, guardandola negli occhi.

<< Hai…hai provato a ucciderti? >> chiese sbalordita la bruna.

<< Si…tante volte in realtà >> disse sorridendo.

Lexa era rimasta senza parole. All’improvviso, le prese il volto fra le mani e, seria, le disse:

<< Promettimi…promettimi che non lo farai mai più! >>

Clarke la guardò, sorpresa. A nessuno era mai importato di lei, a parte Sha-ri e Titus, come importava a Lexa.

<< Perché dovrei farlo….ho te ora >> rispose semplicemente, Clarke.

Lexa posò la sua fronte su quella della bionda e inspirò profondamente.

<< Lexa, perdona Anya….lei vuole solo proteggerti…qualcuno deve proteggerti da me >> continuò la bionda.

Lexa la guardò ancora negli occhi.

<< Nessuno deve farti del male…non permetterò a nessuno di fartene ancora >>









Bellamy era riuscito a convincere Jaha, Kane e Abby ad incontrare il Comandante. Solamente un colloquio. Ma i tre Skaikru tutto si sarebbero aspettati, tranne Lexa scendere da cavallo. Scortata dai suoi uomini. Tra cui, con grande sorpresa di Abby, una ragazza bellissima, dai capelli biondi. Le cicatrici sul volto le conferivano un aurea pericolosa.
Bellamy e Raven stavano dietro di loro, con alcune guardie armate.
Jaha guardò Gustus e disse:

<< Voi sareste il Comandante, presumo? >>

Tutti i Terrestri ghignarono.

<< No >> disse Gustus, duro.

<< Sono io il Comandante >> Lexa superò Gustus e si fece avanti.

Clarke fece a sua volta un passo avanti, per controllare meglio Heda.

<< Oh…scusatemi, non mi aspettavo…ecco >> disse Jaha, imbarazzato.

<< Una donna? >> chiese Lexa.

<< Una ragazzina >> disse Abby, e tutti si girarono verso di lei.

<< Attenta donna! >> disse Gustus.

<< Spero che Bellamy vi avrà informato della situazione… >> incominciò Lexa.

<< Ha detto che ci sono dodici clan e che voi siete il Comandante…e poi ha parlato di un’imminente guerra >> disse Kane.

<< Io comando tutti i dodici Clan, sotto una coalizione che permetterà pace e prosperità…ma alcuni Clan non sono d’accordo, Azgeda…la tribù più a nord, ha dichiarato guerra alla coalizione e quindi a me >>  spiegò Lexa.

<< Cosa centriamo noi in tutto questo? Avete ucciso dei ragazzi >> disse Abby, arrabbiata.

<< Chiunque entri nelle mie terre senza permesso è mio nemico…non sapevamo chi fossero…gli scontri possono portare a delle perdite >> disse Lexa, fissando Abby negli occhi.

<< Erano ragazzi… >> disse Abby.

<< Mandati dai voi qui, a morire >> replicò Lexa.

I tre Skaikru si guardarono colpevoli.

<< Non conoscete questa terra….non sapete sopravvivere qui. Pensate che le vostre armi basteranno a proteggervi, o la vostra strana tecnologia…Abbiamo sconfitto già persone come voi! Un intero popolo spazzato via…le loro armi non hanno potuto salvarli. Unitevi a me e vi aiuteremo >> disse Lexa.

<< Unirci a voi? Per cosa? Per combattere una guerra che non è nostra? >> disse Jaha.

<< Se non vi unirete a noi….morirete. Azgeda non è così compassionevole come lo sono io >> disse Lexa.

Abby non ce la fece più, prese la pistola che Kane portava dietro di se la puntò contro Lexa.
Tutti i Trikru erano immobili, tesi, pronti ad intervenire.

<< Fermi >> disse Lexa.

<< Noi non ci uniremo a nessuno…vogliamo solo essere lascati in pace! Quindi ti consiglio di andartene dal nostro territorio >> detto questo tutti Skaikru puntarono le loro armi contro i Terrestri.

Bellamy e Raven cercarono di fermarli ma vennero ignorati.

<< Non abbiamo bisogno di una bambina… >> disse Abby, continuando a puntare la pistola contro Lexa.

Lexa non si mosse di un centimetro, indurì la mascella. “ Stupida Skaikru “ pensò.
All’improvviso un ombra la coprì, Clarke si era messa davanti a lei.

<< Spostati ragazza >> disse Abby.

Clarke la fissava e con calma avanzava verso di lei.

<< Ferma dove sei o sparo! >> disse Abby, ma la ragazza non arretrava, anzi avanzava sempre di più.

Tutti puntarono le armi contro di lei. Wanheda guardò Abby e, all’improvviso,  la pistola non c’era più.
Wanheda teneva Abby per il collo, sollevata da terra.

<< Se rivolete il vostro medico salvo…metterete giù le armi >> disse  agli altri.

<< Mettetele giù >> disse subito Kane, spaventato per la donna.

<< Bene… >> disse Wanheda, guardando nuovamente la donna.

<< Come osi…. >> disse arrabbiata.

<< Clarke Pleni! >> ordinò Lexa.

Abby faceva fatica a respirare, la presa era ferrea, guardò quegli occhi neri come la pace della ragazza. “ Cosa diavolo era? “ pensò.

<< Se non vi unirete a noi….vi sterminerò tutti, uno ad uno….prima che lo facciano gli Azgeda, e tu… >> disse continuando a guardare Abby negli occhi.

<< Tu li guarderai tutti morire >> disse crudele.

<< Wanheda! >> disse ancora, più dura Lexa.

Clarke lasciò la presa e Abby cadde per terra, ansimante. Lexa si avvicinò, ora tutti i Trikru  erano armati e pronti.

<< Vi aiuteremo col cibo e vi insegneremo le nostre tradizioni…non vogliamo farvi del male se non sarà necessario. Ma  questa Terra è nostra! >> disse dura.

<< Abbiamo capito…non vogliamo che nessuno si faccia male >> disse Kane.






<< Che diavolo ti è preso? Volevi far secco il nostro medico? >> disse arrabbiata Raven a Clarke.

Kane e Lexa stavano parlando nell’Arca di un eventuale accordo. Clarke era insieme ai ragazzi Skaikru.

<< Non le ho fatto nulla… >> disse alzando le spalle.

<< L’hai sollevata ad almeno un metro da terra >> disse sempre più sbalordita, la bruna.

<< Davvero? Mitico >> disse Jasper, dando un cinque a Monty.

<< Volevo solo spaventarla…con la paura si ottengono molte cose >> disse Clarke.

<< Perché non l’hai fatto con Jaha? >> chiese Murphy.

<< Già te ne saremo stati grati >> disse Jasper.

<< Finitela! >> disse Bellamy.

<< Posso parlarti? >> chiese a Clarke.

La ragazza annuì e i due si allontanarono.
<< Ecco, volevo dirti grazie…per quello che mi hai detto l’altra volta, non ci sarei mai riuscito a convincerli se non mi avessi detto quelle parole >> disse un po’ imbarazzato.

<< Bellamy, tu sarai un buon leader un giorno…continua sempre a fare tutto quello che devi per il tuo popolo, vedrai che loro ti seguiranno >> disse Clarke.

<< Tu sei…ecco… straordinaria >> le disse.

La ragazza alzò il sopracciglio.
<< Straordinaria….non mi avevano mai chiamata così prima… >> disse pensandoci su.

<< È un complimento >> disse lui.

<< Cosa sarebbe? >> chiese Clarke, non capendo quella parola.

<< Beh… >> Bellamy stava iniziando a spiegarsi, ma venne interrotto da della urla.

Clarke e Bellamy corsero verso quella direzione e un battaglione di Azgeda stava attaccando gli Skaikru fuori l’Arca.
Insieme a loro un gruppo di lupi enormi.
 Sentito il caos, Lexa e Kane assieme agli altri uscirono fuori e videro gli Skaikru sparare ai guerrieri Azgeda e ai lupi.
Lexa sguainò la spada e andò con i suoi uomini ad aiutarli. Gli Skaikru e i Trikru stavano combattendo insieme.
Ad un tratto, Lexa fu attaccata da un guerriero con una strana maschera. Era molto agile e bravo in combattimento.
Lexa, con una mossa,  fece cadere la smaschera e vide Echo, l’assassina più letale di Nia.

<< Dovevo aspettarmelo >> disse la bruna.

<< La mia Regina ti manda i suoi saluti >> disse Echo, prima di ritornare all’ attacco.





Clarke stava uccidendo più guerrieri che poteva, affianco a lei Bellamy sparava con la pistola. Non si accorse dell’arciere che l’aveva puntato, ma prima che la freccia lo colpisse Clarke lo scaraventò a terra, salvandogli la vita.

<< Fai ritirare tutti dentro! Su vai! >> ordinò la bionda.

Clarke vide Raven e Jasper in difficoltà prese un ascia da terra e correndo, scivolò a terra affianco al nemico e gli conficcò l’ascia sulla gamba facendolo cadere a terra. Uccise l’atro guerriero e permise ai due skaikru di scappare.




Abby aveva notato una donna e una bambina in pericolo. Un grande lupo li aveva intrappolati.
Con la pistola colpì molte volte il grande lupo ma non morì.
All’improvviso, dall’alto, una figura finì sopra il lupo, colpendolo con un coltello. Abby riconobbe la ragazza dai capelli biondi che l’aveva sollevata per aria.
Cadde a terra e si mise di fronte a quella madre e alla sua bambina. Non si scostava da li.
Il lupo attaccò e le morse il braccio. Ma lei non indietreggiò. Con le mani aprì la bocca del lupo e con una forza, che Abby non aveva mai visto prima, gli stacco la mascella ed, infine la testa.
Quando si girò gli occhi della ragazza erano neri. Era inquietate, pensò Abby, ma aveva salvato la sua gente.






Lexa stava continuando a combattere contro Echo, che era in difficoltà. Quando si udì il suono dei corni per la ritirata.

<< Non finisce qui…Heda >> disse Echo, ritirandosi.

<< Tutto bene? >> le chiese Clarke, ora affianco a lei.

<< Si…e tu? >> chiese la bruna notando il braccio.

<< Passerà >> rispose la bionda.

Tornando dagli altri, Kane e Abby stavano aiutando i feriti.
<< Chiamerò Niko per darvi una mano >> disse Lexa.

<< Chi erano quelle bestie? >> chiese Kane.

<< Azgeda >> rispose Lexa.

<< Ci avete aiutato…grazie >> disse Kane, porgendole la mano.
Lexa la strinse.

<< Noi aiutiamo sempre i nostri alleati >> disse, sancendo così l’alleanza tra i due popoli.

<< Fammi dare un’occhiata al tuo braccio >> disse Abby, avvicinandosi a Clarke.

La bionda nascose il braccio e indietreggiò.

<< Non c’è bisogno…il mio guaritore se ne occuperà >> disse cercando di uscire da quella situazione.

<< Stai perdendo molto sangue, su fammi vedere >> insistette il medico.

Clarke glielo porse. Abby rimase esterrefatta. Le ferite, pian piano, si stavano chiudendo da sole.
<< Ma come diavolo… >> disse.

<< Vedi…è tutto ok >> disse ritirando il braccio.

<< Cosa sei tu? >> chiese scioccata e spaventata, Abby.

Clarke distolse lo sguardo e sussurrò:

<< Io sono Wanheda >>

<< Wan..? >> ripeté Abby.

<< Qui abbiamo finito >> interruppe Lexa, fulminando Abby, con lo sguardo.

<< Non guardarla mai più così >> minacciò Heda.










Più lontano sulla collina adiacente all’Arca una figura col cappuccio nero, in groppa ad un cavallo ordinò:

<< La lancia >>

Echo le passò la lancia. La figura scese da cavallo. Puntò lontano e lanciò la lancia con tutta la sua forza.




Lexa, Anya e Kane stavano discutendo sulle misure difensive, assieme a Raven e altri ingegneri. Quando un fruscio, in lontananza, fece voltare Lexa. Non fece in tempo a capire che cosa stesse succedendo che si ritrovò a terra.
 Guardò cos’era accaduto e vide Clarke in piedi davanti a lei, con una grossa lancia conficcata nel petto.
Spalancò gli occhi, scioccata.
Clarke fece un passo indietro e poi guardò in alto, verso il punto da dove era stata lanciata.
Afferrò la lancia con la mano e, lentamente, l’estrasse...rantolando dal dolore.

<< Clarke!  >> disse allarmata, Lexa.

<< Wanheda! >> dissero gli altri.

La bionda continuò a guardare verso la collina.

<< Interessante… >> disse la figura, sorridendo.

Clarke, allora, lanciò la lancia, con una potenza tale da graffiare il volto di quella persona, facendole cadere il cappuccio.
Ontari, non così tanto sorpresa, rise leggermente.

<< Così tanto potere >>






Lexa si avvicinò a Clarke.

<< Clarke stai bene? >> chiese preoccupata.

La bionda voltò il capo verso di lei, fece un leggero sorriso, ma all’improvviso, sputò del sangue dalla bocca e cadde in avanti.
Lexa fece appena in tempo a sorreggerla.

<< Clarke? >> la chiamò, ma la bionda non rispose.

<< Clarke?! >> nulla.

<< CLARKE!!! >>





















Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori!! Grazie infinite per continuare a seguire questa storia e alle bellissime recensioni che mi scrivete, vi adoro!! Ecco un altro capitolo....beh? Cosa ne pensate?? Fatemi sapere!!
Ops.....Clarke avrà qualche piccolo problemino nel prossimo capitolo....che farà Lexa? Ontari sembra un tipetto tosto...vero??
Grazie ancora!!!
Spero alla prossima!!!

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Capitolo 25
*** Debolezze ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 





Debolezze.




La ragazza mise il sangue nero sulla fiala, dal suo pugno colava abbondantemente.

<< Sei sicura che funzionerà? >> chiese Echo.

La ragazza dai lunghi capelli neri, sollevò lo sguardo verso l’assassina e rispose:

<< Non esiste nulla di certo a questo mondo…se Wanheda si è mostrata, allora funzionerà >>

Prese la fiala e la guardò attentamente, all’interno del sangue nero, s’intravedeva una strana sfumatura di rosso.
 
<< Altrimenti….avrà una morte lente e dolorosa  >> disse sorridendo Ontari.











All’interno della grande tenda di Heda, entrarono di fretta Gustus e Lincoln, portando in braccio Wanheda.
Lexa liberò di fretta il tavolo.

<< Mettetela qui sopra, presto! >> ordinò.

Gustus e Lincoln facevano fatica a tenere la bionda. Clarke continuava a gridare dal dolore e a sputare sangue, contorcendosi e dimenandosi.

<< AHHH!!! >> urlò, sputando altro sangue.

Dopo averla messa sul tavolo, tutti indietreggiarono. Lexa andò subito al suo fianco.

<< Chiamate Niko!! Muovetevi! >> disse agitatissima.

Clarke continuava a gridare e a stare male.

<< Forza Clarke…andrà tutto bene >> disse cercando di prenderle la mano, ma la bionda si contorse ancora, impedendoglielo.

Niko arrivò di corsa, appena vide Wanheda sul tavolo,  si avvicinò.

<< Aiutala!! >> ordinò Lexa.

<< È stata colpita da qualcosa? >> chiese il guaritore.

<< Una lancia…forse era intrisa di veleno, non lo so …fa qualcosa! >> ordinò Heda.

Niko strappò la maglietta di Clarke, esaminò la ferita. Sentì il profumo del sangue per capire che tipo di veleno fosse ma non sentì nulla di strano.

<< Non sembrano esserci tracce di veleno >> disse occupandosi della ferita, ma più cercava di chiuderla e fermare il sangue, più la situazione peggiorava.

<< AHHHG!!! >> le urla di Clarke si facevano più forti.

<< Fa qualcosa maledizione!! >> gridò Lexa, sempre più spaventata.

Cercò di avvicinarsi ma Niko la fermò.

<< No Heda! Non sappiamo che veleno sia, potrebbe essere pericoloso! >>

Nella tenda entrò anche Anya accompagnata da Bellamy e Abby.

<< Ho pensato che forse la guaritrice degli Skaikru potesse essere d’aiuto >> disse Anya, con gli occhi spalancati appena vide Clarke.

Abby andò vicino a Niko e insieme cercarono di capire cose stesse succedendo.
Il medico le somministrò delle medicine, ma non fecero effetto.

<< BRUCIA!!! Vi prego… ahhhhhhh >> urlò, all’improvviso, Clarke.

Lexa le andò vicino. Non sapeva che fare, vedeva Clarke sussultare e gridare dal dolore e lei rimase impietrita.

<< Non può….non può essere…lei….lei guarirà….come sempre >> sussurrò, indietreggiando.

Anya andò al suo fianco.
<< Heda… >> disse toccandole il braccio.

<< Lei non può morire….guariscono sempre…ogni volta….lei,  è diversa >> farfugliò sotto shock.

<< Lexa… >>

La bruna la guardò, con quello sguardo spaventato, come quando era piccola.

<< Non può morire Anya…lei non può! Cosa devo fare? Non so che fare >> disse disperata.

Anya si voltò verso Clarke. Abby e Niko l’avevano girata su un fianco, per non permettere al suo stesso sangue di soffocarla.
<< Dobbiamo chiedere aiuto…. >> disse.

Lexa si riprese di colpo.

<< Titus… >>

<< Fai venire Titus! >> ordinò.

Anya non se lo fece ripetere due volte e partì immediatamente.
Intanto, Clarke, continuava a peggiorare.







Wanheda camminava nei corridoi di Polis.

Un bambino chinato di spalle, giocava con un cavallino di legno.

<< Ciao >> disse il bambino voltandosi.

<< Ciao…dove mi trovo? >> chiese Clarke.

<< Sei nel mio castello…ti piace? >> disse il bambino, continuando a giocare con il cavallino.

Clarke l’osservò per un momento.

<< Tristan.. >> disse.






<< Tristan… >> disse in un rantolo Wanheda.

<< Clarke…mi senti? >> disse Lexa, provando a attirare l’attenzione della bionda.

<< P-perché sono qui? >> sussurrò.





<< Perché sono qui? >> chiese.

<< Per giocare con me….sei la mia principessa…vuoi giocare con me? >> chiese il bambino.

Ora era nella sala del trono.

<< Non abbiamo più giocato insieme… >> disse un uomo alto, con i capelli neri, quasi ricci, occhi verde grigio, bellissimo.

<< Io ti ho ucciso… >> disse Clarke.

<< Si…l’hai fatto. È stata una bella morte… >> disse sorridendo.

<< Non capisco….cosa sta succedendo? >> chiese Wanheda.

<< Ti stanno mettendo alla prova…o stai morendo, non saprei sinceramente >> disse ridendo.

<< È tutto nella mia testa… >> disse Clarke.

<< Stavamo aiutando i feriti, quando qualcosa…Lexa! Dov’è Lexa? >> chiese arrabbiata.






<< Lexa! LEXA! >> gridò Clarke.

<< Sono qui Clarke, cerca di stare calma! >> disse Lexa, avvicinandosi.

<< Andrà tut- >> le parole le morirono in gola quando vide comparire,  sul volto di Clarke, delle vene verdi, gli occhi erano rossi come il sangue…il veleno si stava facendo strada nel suo corpo.










Titus e Anya galoppavano più veloci che potevano per riuscire ad arrivare a Tondc, in tempo. Quando la donna era arrivata a Polis dicendo che Wanheda stava male, il Flaimkepa aveva pensato che Clarke avesse perso il controllo. Ma quando Anya gli raccontò l’accaduto, la paura aveva preso il sopravvento.
Arrivati finalmente al campo, il Flaimkepa si precipitò subito alla tenda.
Appena entrò quello che vide lo sconcertò.
Clarke era sopra un tavolo, con delle bende che le fasciavano il petto, il posto era pieno di sangue.
Vide Niko e un'altra donna sfiniti. Poi vide Heda, in un angolo con le mani sulla testa, sull’orlo delle lacrime.

<< Heda… >> disse.

Appena Lexa udì la voce del suo maestro, si risvegliò e si precipitò da lui.
<< Titus… >>

Il Flaimkepa si avvicinò al tavolo e quello che vide lo inorridì.
Il corpo della bionda era pallido e vene verdi le rigavano il volto, occhi rossi che sanguinavano, come anche, la profonda ferita al petto.

<< Titus…non guarisce…ti prego…fa qualcosa! >> disse Lexa disperata.

Titus non aveva mai visto niente di simile. Wanheda aveva sopportato di tutto, qualsiasi veleno e ferita…ma tutto passava, nulla faceva effetto.

<< Wanheda >> chiamò lui.

 Clarke ormai aveva smesso di gridare e dimenarsi.

<< Wanheda… >> riprovò.

Clarke spostò leggermente il capo verso di lui aprì gli occhi.

<< Ti..tu.s… >> sussurrò, i suoi occhi erano completamente rossi.

<< Si…sono io… >> disse con un sorriso.

Alzò il volto e disse.
<< Tutti fuori…subito >> ordinò.

Tutti un po’ incerti, obbedirono, tranne ovviamente Lexa.
<< Heda…anche voi >>

<< Io non vado da nessuna parte >> disse la ragazza, con forza.

<< Non puoi fare nulla per lei…tu sei Heda…il tuo posto è la fuori non qui! >> disse duro.

<< Non la lascio sola… >> disse disperata.

<< Non sarà sola…Lexa, sai bene che lei vorrebbe che tu facessi la cosa giusta >> disse Titus.

Lexa guardò Clarke per un attimo e dopo uscì.




Titus si avvicinò ancora alla ragazza. Le accarezzò, delicatamente, la fronte.

<< Ci penso io a te… >> disse.

Vide la lancia, capì che era quella la causa della ferita. L’esaminò e notò la punta nera.
Prese la sua sacca e tirò fuori degli strumenti. Prese un piccolo coltello.
Prese il braccio di Clarke, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa la voce della ragazza sussurrò:

<< N-non a-aver p-pau-ra >>

<< Non andrai da nessuna parte…. >> disse Titus.

Iniziò a fare delle profonde incisioni su tutto il corpo di Clarke.





Lexa aspettava fuori. All’improvviso, sentirono delle urla disumane. Clarke stava urlando ancora, ma questa volta le urla squarciavano il cielo.
Tutti fuori, le udirono.
Lexa si precipitò, come una furia verso l’entrata, ma Anya la fermò.

<< Lasciami!! >> ordinò.

<< Non puoi entrare lì dentro! Hai sentito il Flaimkepa! >> disse Anya, mettendosi di fronte a lei e puntandole la spada contro.

<< Che fai? >> disse stupita, Lexa.

<< Non ti permetterò di entrare! >> disse sicura.

Lexa rimase senza parole.

<< Non ti permetterò di deludere Wanheda con la tua debolezza >> disse Anya.

A quelle parole Lexa, capì.

<< Lei è Wanheda…è forte e valorosa! Combatterà! >> disse ancora.

Lexa aveva capito…stava mostrando la sua debolezza. Clarke non avrebbe voluto questo.




Titus era tutto macchiato di sangue, la bionda aveva perso i sensi.

Il Flaimkepa si avvicinò e prese la mano della giovane.

<< Ora tocca a te…combatti! >> disse stringendole forte la mano.





Camminavano in riva al lago. Il sole illuminava l’acqua, facendola brillare come cristalli.

<< È così bello qui >> sussurrò la bionda.

<< Bellissimo vero? >> le sorrise Sha-ri.

<< Non dovrei stare qui… >> disse Clarke, guardando il lago.

<< Sarebbe bello se rimanessi qui…vero? C’è pace, serenità e leggerezza >> disse l’altra respirando a pieni polmoni.

<<  E ci sei tu >> disse Clarke, con un sorriso.

L’altra ricambiò e le prese la mano.

La mano di Sha-ri si sovrappose a quella di un’altra persona.

<< Titus.. >> disse Clarke.

<< Il desiderio più grande, sarebbe quello di avervi tutte e due qui con me….come prima >> disse lei, guardandosi la mano.

<< Ma non è ancora il momento…vero? >> chiese lei, alzando la testa e guardandola negli occhi, sorridente.






Un grande albero si ergeva, imponente, con i suoi alti rami. Antico, profumava di ricordi.

<< Sei ancora qui… >> disse una voce.

Clarke si voltò e vide una donna, alta, capelli neri lisci.

<< Tu…io ti conosco… >> disse Clarke, cercando di ricordare.

<< Si Clarke…qui è dove abbiamo parlato la prima volta >> disse indicando l’albero.

<< Becca? >> sussurrò Clarke.

<< Ti dissi quale doveva essere il tuo compito, ricordi? >> chiese con un sorriso d’incoraggiamento.

<< Si…proteggere Heda… >> rispose Clarke.

<< Guidarla… >> continuò Becca, accarezzandole la guancia.

<< Il nemico è potente…Wanheda deve stare al fianco di Heda, per guidarla… >> disse.

<< Siamo più forti quando siamo uniti…no? >> chiese, con un sorriso.

Clarke la guardò negli occhi.

<< Tu… >> sussurrò.

<< Svegliati ora…. >> disse.







Titus guardava Clarke immobile.

<< Se qualcuno può superare tutto questo…quella sei tu! Svegliati! Combatti! Tu sei Wanheda…abbiamo bisogno di te! Heda ha bisogno di te! >> disse con forza.

<< Io ho ancora bisogno di te >> disse con le lacrime agli occhi.

<< Quel giorno….tra le tue braccia, mi sono sentito al sicuro, protetto….a casa. Tu sei la sola famiglia che mi resta, Clarke. Non ci abbandonare… >> disse piangendo.






Lexa entrò e vide Titus accanto a Clarke.

<< Titus… >> chiamò.

Il Flaimkepa si alzò, asciugandosi velocemente il volto. Andò verso Heda.

<< Tocca a lei ora >> disse uscendo, lasciando le due sole.

Lexa andò vicino alla bionda. Sembrava che Clarke dormisse.
Le accarezzo delicatamente una guancia.

<< Sono tutti preoccupati per te…hai fatto piangere persino Titus, Clarke….voglio che ti vanti per questo.. >> si sedette sul tavolo, affianco alla ragazza.
 Le prese la mano e la baciò delicatamente.

<< Va bene se vuoi riposarti ancora un po’….ok? Penserò io a tutto, promesso >> disse.

Fissò ancora una volta il suo viso. Si avvicinò e la baciò, delicatamente, sulle labbra.

<< Ai hod yu in , Clarke… >> le sussurrò.

Le baciò la fronte e uscì.








Tutti stavano aspettando notizie. Trikru e Skaikru. Notizie della grande Wanheda.
Lexa uscì con passo deciso, tutti gli occhi erano puntati su di lei.
Anya le andò vicino, ma Lexa continuò a camminare. Si posizionò in mezzo alla folla e gridò:

<< Oggi siamo stati tutti attaccati da Azgeda! Skaikru e Trikru, hanno subito perdite preziose…amici, familiari…tutto perché Azgeda vuole qualcosa che non le appartiene! Questa Terra appartiene a tutti noi! A tutti i clan!! Azgeda vuole portare il terrore, il sangue, l’oscurità sul nostro mondo….non possiamo permetterlo! >>

Tutti iniziarono ad avvicinarsi a lei, ad annuire alle sue parole.
Anya, Gustu, Indra e Titus la guardavano con orgoglio.

<< Marciate con me! E tutti insieme assicureremo pace al nostro popolo! Io sarò al vostro fianco!! Per un nuovo futuro! Uniti in un solo Clan!! >> urlò ancora.

Tutti gridarono entusiasti. Sia Trikru che Skaikru.

<< La divisione porta solo guerra, morte e distruzione! Uniti, invece….vinceremo! >>

Tutti sguainarono le spade e incominciarono a incitare il nome di Heda.

<< Heda! Heda! HEDA!! >>

<< Marcerete con me?? >>  chiese ancora Heda.

Tutti acconsentirono urlando, pronti alla battaglia.





<< Marcerò con te >> gridò una voce, all’improvviso. Tutti si girarono, sbalorditi, fissavano Wanheda, in piedi, davanti alla tenda.
Si udivano i sussurri attoniti, mentre la ragazza bionda si faceva strada tra la folla.
Lexa rimase immobile.
Clarke si mise di fronte a lei,  ancora debole e affaticata.

<< Uniti >> disse e si inchinò,  portandosi il pugno al petto.

Anya, fu la prima a seguirla, inchinandosi e dicendo:

<< Uniti! >>

Tutti uno ad uno imitarono Wanheda. Trikru e Skaikru, insieme.




Dopo,  tutti iniziarono a prepararsi per la battaglia.
Titus raggiunse la bionda che faceva fatica ad alzarsi.
Lexa l’aiutò, senza dire nulla.

<< Wanheda… >> disse Titus.

Clarke si aggrappò a lui, pronto a sorreggerla.
<< Mi hai salvata Titus… >> disse sorpresa.

<< Non state ancora bene…andiamo >> disse riportandola alla tenda.

Anya li affiancò e chiese con lo sguardo il permesso di aiutarli.
Clarke sorrise, posando il braccio dietro il collo della guerriera.





L’aiutarono a sedersi sul letto. Lexa e gli altri, li seguirono all’interno. Niko andò subito a controllare le ferite della ragazza.

<< Allora… cosa ti ha ridotta così? >> chiese Anya.

Clarke scambiò uno sguardo con Titus.

<< Non è stato un veleno a ridurre così Wanheda…..è stato sangue >> disse quest’ultimo.

<< Sangue? >> chiese Abby.

<< Nightblood >> precisò, il Flaimkepa.

<< Ma non è possibile…tutti i Natblida sono a Polis >> disse Indra.

<< Ontari >> disse Lexa, aprendo bocca per la prima volta, dopo aver visto Clarke sveglia.

<< Si…penso che abbia modificato il suo sangue, in qualche maniera… per colpire Wanheda >> disse lui, guardando Lexa.

<< Ha mirato a me, perché sapeva che Clarke mi avrebbe protetta >> disse tra sé Heda.

<< Ontari mi ha messo alla prova >> disse all’improvviso, Clarke.

<< Per quale motivo? >> chiese Gustus.

<< Per vedere se ero davvero Wanheda >> spiegò lei.

<< È più furba e forte di quanto mi aspettassi >> disse tra sé, non riuscendo a trattenere una smorfia di dolore.

<< Bene…andiamo a ucciderla! >> disse Anya.

<< Dobbiamo organizzare l’esercito prima di progettare l’attacco >> disse Indra.

<< Quello che dobbiamo fare ora e partire… >> disse Clarke.

Lexa la guardò, non capendo.

<< Heda vuole combattere come un unico Clan…per battere Nia, ci servirà aiuto…. >> spiegò.

<< Alleati… >> disse Titus.

<< Dobbiamo convincere gli altri clan ad unirsi a noi…per questo io e Heda partiremo il prima possibile >> disse cercando di alzarsi.

<< Tu vuoi partire? In queste condizioni? >> disse rimproverandola, Anya.

<< Guarirò sicuramente prima del viaggio >> disse Clarke, sempre guardando Heda, che continuava a rimanere in silenzio.
Titus, guardò le due, e congedò tutti lasciandole sole.






Nessuna delle due disse una parola. Lexa osservò il tavolo e il pavimento sporchi ancora di sangue.

<< Lexa… >> disse Clarke, ma l’altra fissava ancora il pavimento, rigida.

La bionda si alzò con fatica e fece qualche passo verso Lexa.

<< Lexa >> la chiamò ancora.

<< Non….ti avvicinare >> ordinò, facendo un passo indietro.

Clarke notò che stava tremando, vide una lacrime caderle dal viso e capì, che Lexa si stava trattenendo.
Con grande sforzo, allora, si avvicinò, velocemente, e la strinse fra le sue braccia.

<< Va tutto bene Lexa…puoi lasciarti andare ora >> disse dolce Clarke.

Alla sensazione del calore della bionda contro il suo corpo, Lexa ricambiò l’abbraccio e scoppiò a piangere.
Un pianto disperato. Stringeva fortissimo Clarke, come se avesse paura che sarebbe morta, se avrebbe mollato la presa.

<< Va tutto bene ora…sono qui >> disse Clarke, accarezzandole i capelli.

<< N-non riuscivo a respire…..ho creduto di perderti >> continuò l’altra tra le lacrime.

<< Shh…va tutto bene Lexa >> disse Clarke, scostandosi un po’ per poter osservare il viso della bruna.  

<< Va bene essere deboli Lexa….se vuoi possiamo esserlo insieme >> disse baciandole la fronte.

<< Non ti avrei mai lasciata da sola… >> disse Clarke.

<< Ti amo anche io, Lexa >> sussurrò, prima di baciarla con passione.

Lexa era sorpresa, pensava che Clarke non avesse sentito le sue parole.
Il cuore le esplose, l’amore che provavano l’una per l’altra era talmente forte che nulla avrebbe mai potute allontanarle.
Continuarono a baciarsi per ore, ma la stanchezza della bionda si fece sentire. Così Lexa le propose di fare un bagno, per pulire il sangue e rilassarla.
Nude dentro la vasca, Lexa passò le dite sulla ferita ormai chiusa di Clarke, là dov’era penetrata la lancia.

<< Non scomparirà vero? >> chiese Lexa.

<< Non credo…. >> rispose Clarke.

<< Vuole te… >> disse Heda.

<< Vuole Wanheda >>

<< Non devi sottovalutarla Lexa, è più forte di quello che pensavamo >> disse Clarke accarezzando la spalla nuda della bruna.

<< Se tu sei con me….non ho paura >> disse l’altra,  girandosi e posandosi sopra il petto di Clarke.

Quest’ultima sorrise.
<< Raduneremo gli altri Clan e poi metteremo fine a questa storia…è una promessa >> disse baciandole la testa, dolcemente.




Ontari puliva la sua spada.

<< Allora? >> chiese.

Alle sue spalle, Echo rispose:

<< È ancora viva e vegeta…ti avevo detto che era lei >> disse l’assassina.

Ontari sorrise a quelle parole.

<< Molto bene >> disse riponendo la spada nel fodero.

<< Presto…la Leggendaria Wanheda si inchinerà a me >>










Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori!! Ecco un nuovissimo capitolo!! La nostra Clarke ha corso un grave rischio questa volta! La debolezza di Lexa potrà essere anche la sua più grande forza?? Nel prossimo capitolo faremo un viaggetto negli altri Clan...molti carini, altri un po' meno...
Lexa si troverà ad affrontare qualcosa/qualcuno del suo passatto! Ontari??? Che ne pensate??? Fatemi sapere!
Grazie a tutti, vi adoro!!
Spero a presto!

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Capitolo 26
*** Viaggio ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 







Viaggio.




Heda marciava assieme ai suoi compagni: Anya, Gustus, Clarke e Titus. Quest’ultimo aveva deciso di restare ancora per un po’, per accertarsi che Wanheda stesse bene.
Lexa in groppa al suo cavallo, fissava la schiena di Clarke. Dalla postura si vedeva benissimo che ancora non era guarita del tutto. Voleva aspettare qualche altro giorno, ma Clarke aveva insistito, dicendo che non avevano più tempo. Bisognava fare in fretta.
Titus cavalcava al fianco della bionda, in silenzio. Clarke detestava averlo sempre intorno. Sospirò, la ferita stava guarendo lentamente, riprendendo le forze. Ma non si sentiva al meglio.

<< Fermiamoci per un po’ >> disse a voce alta, il Flaimkepa.

<< Hai bisogno di riposo Titus? >> chiese dura Clarke.

<< Fermiamoci >> intervenne Heda.

<< Sto bene >> disse adirata la bionda, guardando torva l’uomo.

<< Avete la febbre…le vostre mani tremano >> disse Titus, facendo capire che teneva sott’occhio di continuo la bionda.

Quest’ultima alzò gli occhi al cielo, fissò Lexa, che ripetè duramente:

<< Fermiamoci >>
 
Obbedirono, e appena Clarke mise i piedi a terra barcollò.

<< Wanheda… >> disse Titus subito andandole vicino.

<< Allontanati….non c’è bisogno che mi fai da balia >> disse bruscamente.

Guardò Lexa e Anya, che la fissavano.
Camminò lentamente e si sedette ai piedi di un albero. Sospirò, chiudendo gli occhi.
Dopo un po’ udì il rumore di passi familiari. Non c’era bisogno di aprire gli occhi per sapere chi fosse.
Lexa si inchinò di fronte a lei, le toccò la fronte, perlata di sudore. Aprì gli occhi, immergendosi, subito, nel verde familiare di quelli della bruna.

<< Sto bene >> sussurrò.

Lexa continuava a guardarla, poi le mise un bicchiere di fronte.

<< Bevi…Titus mi ha detto di dartelo, per la febbre >> disse scostante.

La bionda alzò un sopracciglio. Da quando erano partite Lexa era diversa….arrabbiata.
Bevette la medicina, poi si guardò intorno. Prese un fiore, che stava accanto a lei. E lo porse alla bruna, che la guardò stupita.

<< Per te…. >> disse, sorridendo.

Lexa lo prese e sorrise lievemente.

<< Mi perdoni? >> chiese Clarke.

<< Dovevamo aspettare qualche giorno…non eri ancora nelle condizioni di partire >> disse Lexa.

<< Starò bene…non preoccuparti >> e si alzò.

<< Non mi piace quando sei arrabbiata con me >> confessò la bionda.

Lexa la fissò, mentre camminava verso gli altri.








Avevano acceso il fuoco e Clarke dormiva per terra accanto ad esso. Con il braccio che le faceva da cuscino.
 Lexa e gli altri, stavano finendo di mangiare. Titus leggeva, seduto in disparte.

<< Quell’intruglio che le hai preparato ha fatto il suo effetto >> disse Anya, osservando la bionda dormire profondamente.

<< Avrebbe messo a riposo un intero esercito….starà così ancora per un po’ >> rispose il Flaimkepa, non distogliendo lo sguardo dal libro.

<< Wanheda è veramente forte….niente può sconfiggerla >> disse con ammirazione Gustus.

Tutus sorrise, sardonico.

<< Com’è possibile? Dovrebbe essere morta da tempo ormai…è davvero stupefacente >> si chiese Anya.

Lexa guardava la figura di Clarke addormentata, vedeva il suo viso contorto dalla sofferenza.

<< Ho finito di pormi questa domande….l’unica cosa che mi chiedo…è come faccia a non impazzire del tutto….questo va al di là della mia comprensione >>  disse Titus, posando lo sguardo sulla ragazza.

<< La conoscete da molto tempo? >> domandò Gustus, curioso.

Titus fissò la bionda agitarsi lievemente.

<< Mi ha salvato la vita….quando ero piccolo >> confesso, attirando l’attenzione di Lexa.

<< Avevi detto che l’avevi incontrata a Polis >> disse.

<< Il mio villaggio fu attaccato, io scappai nel bosco….mi trovarono, ma dal nulla,  comparve lei…. >> raccontò il Flaimkepa.

Tutti ascoltavano con attenzione.

<< Non credevo che mi sarei mai trovato davanti….alla morte in persona…ero terrorizzato…poi, vidi i suoi occhi >> disse ricordando quegli occhi blu, caldi e rassicuranti.

<< Una sensazione di pace e tranquillità mi pervase…mi prese fra le braccia e mi disse di non avere paura….
e così fu…mi sentì a casa, protetto >>

<< Capisco quella sensazione….anche alla Montagna è successa la stessa cosa >> disse Anya, ricordandosi.

<< Allora non sapevo che quel gesto, le avrebbe procurato tanto dolore…. >> confessò Titus, triste.

<< Che intendi? >> chiese Lexa.

Titus guardò Heda.

<< Quando Wanheda uccide….perde sempre un po’ di umanità….i suoi demoni compaiono…tutti coloro che ha ucciso…ma non quelli che ha salvato >>

<< Come fa a conviverci? >> sussurrò Anya.

<< Heda….è grazie a lei che sopravvive e va avanti >> rispose Titus, fissando Lexa.

<< Deve aver combattuto al fianco di moltissimi Heda >> disse Gustus.

<< Tristan….com’era? >> chiese, all’improvviso, Lexa.

Titus si voltò verso di lei, sorpreso.

<< Perché vuoi saperlo? >> chiese curioso.

<< Ha pronunciato il suo nome, quando stava male… >> chiarì Lexa.

Titus chiuse il libro.

<< Era uno degli Heda più forti delle ultime generazioni….intelligente, scaltro, abilissimo in combattimento… uno dei più promettenti >> spiegò il Flaimkepa.

<< Non combacia con quello che mi hai detto… >> disse Lexa, dubbiosa.

<< Cambiò totalmente….quando incontrò Wanheda… >>

<< Come mai? Cosa accadde? >> chiese Anya.

Titus fissò Lexa.

<< Si innamorò di lei >>

Lexa rimase sorpresa.

<< Il suo amore diventò ossessione, bramosia…crudeltà… voleva possedere Wanheda in tutti i modi possibili.
Quel potere….lo fece impazzire >> spiegò, ricordando l’uomo.

<< Dev’essere stato difficile servire un uomo così… >> disse Gustus.

Titus distolse lo sguardo.

<< Per Wanheda, non importa chi sia Heda….la sua esistenza è votata a servire il Comandante in tutto, proteggerlo e obbedire ai suoi ordini, anche se questi, possono essere terribili >> continuò fissando la bionda.

<< Deve aver fatto cose orribili >> disse Anya.

<< Per lei….conta solo la parola di Heda >>

<< L’ha ucciso però… >> disse Lexa, scatenando la sorpresa degli altri.

Titus si ricordò di quella terribile scena.

<< Era stato un volere di Heda…. >>

<< Tristan conosceva bene Wanheda….ha fatto quello che doveva per poter essere fermato >>

<< Sapeva che l’avrebbe ucciso…. >> disse Lexa, sconcertata.

<< Clarke non l’avrebbe mai fatto, mai…per nessun motivo…ma lui ha fatto l’unica cosa imperdonabile… >> disse ricordando Sha-ri frale braccia della bionda, morta.

<< Quale cosa? >> chiese Anya, curiosa.

Lexa si voltò verso il suo mentore:

<< Le ha portato via la persona che amava >>

Anya rimase sorpresa.

<< Non ci vuole molto per scatenare il potere di Wanheda… >> disse Titus, fissando Lexa.

Se fosse capitato qualcosa alla bruna, fuoco, sangue e morte sarebbero scesi su questa terra.



Tutti dormivano, Lexa fissava Clarke ancora addormentata. Le scostò delle ciocche bionde dal viso. Il cuore le doleva…









Arrivarono nel villaggio di Luna. Un villaggio sul fiume, pieno di vita. Pescatori, bambini che intrecciavano le reti, donne che sorridevano. C’era un aria di pace.
Luna e delle guardie gli accolsero.

<< Heda, quale onore, avervi nel nostro villaggio >> disse salutandola rispettosamente.

<< Tze….Traditrice del sangue >> sussurrò sdegnato Titus.

Clarke alzò gli occhi al cielo.

<< L’onore è mio Luna….Posso parlarti in privato? >> disse Lexa, appena scese da cavallo.

<< Certamente, andiamo nella mia tenda >> disse facendole strada.

Clarke e Anya, fecero per seguirla ma la bruna le fermò.

<< Ci penso da sola… >> disse, scaturendo la curiosità e un po’ di fastidio nella bionda.

<< Ovviamente, parlano sempre sole quelle due >> disse Anya, notando la postura rigida presa subito dalla bionda.

<< Sono molto….intime…non trovi? >> chiese a Clarke, stuzzicandola.

La bionda la guardò e se ne andò da Titus.

<< Il vostro viso è rivelatore….Wanheda >> disse Titus, impegnato a preparare un altro siero per la bionda.

<< Non ti ci mettere pure tu… >> disse sgarbata.

L’uomo sorrise, poi porse il bicchiere alla bionda.

<< Come vi sentite? Emorragie, tremiti, febbre? >> chiese, serio.

Clarke finì di bere.

<< Sto bene >> rispose la bionda.







<< Quindi fammi capire bene….vuoi che io e il mio popolo ci unissimo a te, contro Azgeda? >> chiese conferma la donna dai capelli bianchi.

<< Si, esatto >> confermò Lexa.

<< Sarà un massacro….non puoi cercare di ragionare con Nia? Trovare un accordo per la pace? >> chiese la donna.

<< Ho già provato a negoziare con lei…guarda cosa è successo! Hanno attacco la Trikru e anche gli Skaikru! Nia vuole il mio trono….niente la fermerà >> ragionò Lexa.

<< Gli Skaikru si sono uniti alla Trikru….unisciti a noi >> chiese Lexa.

<< Chi sono questi Skaikru? Non conosciamo nulla di loro….se dovessero tradirti? >> chiese Luna, guardinga.

<< Non lo faranno…..non è nel loro interesse. Anche loro vogliono la pace >> rispose sicura, Lexa.

<< Allora perché combattere e perdere così un sacco di vite innocenti? >> chiese Luna, non piacendole l’idea di un conflitto.

<< A volte per ottenere la pace, bisogna combattere, uccidere e sacrificarsi >> sentenziò Lexa.

<< Sono parole tue queste…o di Wanheda? >> chiese, assottigliando lo sguardo la donna.

<< Sono parole mie, Luna! >> rispose dura, Heda.

<< Perdonatemi….ma non condannerò il mio popolo ad una morte certa. La Floukru resterà fuori da ogni conflitto >> disse convinta la donna.

<< Così stai condannando il tuo popolo Luna! Sai bene quanto me, che Nia non avrà scrupoli….non le importerà.. se non scegli con chi schierarti >> disse Lexa, cercando di convincere l’altra Nightblood.

<< Non cambierò idea, Lexa >> ripetè.







Quando Lexa e Luna uscirono dalla tenda, Anya si avvicinò.

<< Allora? >> chiese a Lexa.

Quest’ultima scosse il capo.
Lexa cercò Clarke, si stupì quando vide la bionda conversare tranquillamente con una bambina. Sembrava che la fanciulla fosse entusiasta di incontrare Wanheda.

<< Adria!!! Allontanati subito da lei!! >> urlò Luna, camminando velocemente verso le due.

Lexa rimase sorpresa come Clarke, che al vociare della donna alzò lo sguardo verso di lei.
Luna prese la bambina per il braccio e l’allontanò dalla bionda.

<< Non devi avvicinarti a lei, hai capito?? >> la riproverò Luna.

<< Io e Clarke stavamo solo parlando >> si giustificò la ragazzina.

Lexa a quella scena si avvicinò.
Luna si girò verso Clarke, tenendo la ragazzina dietro di sé, proteggendola. Clarke, che aveva assistito alla scena senza dire una parola, si alzò.

<< Non devi avvicinarti a lei….ne parlarci hai capito? >> chiese, minacciosa Luna.

Clarke la fissava negli occhi.

<< Ehi…che cosa ti prende si può sapere? >> chiese Lexa, arrabbiata.

<< Non deve avvicinarsi a mia figlia! >> disse dura Luna.

<< Stavano solo parlando… >> disse Lexa, trattenendo la rabbia.

Clarke la guardò, facendole capire di lasciare perdere.

<< Luna kom Floukru ha accettato l’alleanza? >> chiese Clarke, guardando Heda.

Lexa fece segno di no col capo. La bionda allora, posò il suo sguardo sulla donna davanti a lei, fece un passo verso di lei.

<< Il tuo popolo, allora….morirà >> disse semplicemente.

Spostò lo sguardo sulla bambina.

<< Anche tua figlia >> decretò.

Poi fece due passi indietro e andò dove c’erano Anya e Gustus.


Lexa la guardò andare via, poi il suo sguardo ritornò, severo, sulla donna.

<< Quella creatura….è portatrice di morte…Heda >> disse Luna.

A quelle parole Heda afferrò il braccio di Luna, stringendolo forte.

<< Io starei attenta alle tue parole >>







Il popolo di Luna guardava la bionda con paura. Lexa guardava i loro occhi velati di terrore e tutto questo la faceva imbestialire.
Titus e Clarke stessa, sembravano non accorgersene, stavano in disparte e parlavano tra di loro, anche a cena. Titus si era rifiutato di sedere allo stesso tavolo di Luna, così mangiava in diparte con Clarke.
 




La bionda uscì, aveva bisogno di stare per un po’ all’aria aperta. Si sedette appoggiata ad un albero, guardava il lento scorrere del fiume. Chiuse gli occhi ed inspirò, piano. La testa le doleva e faceva fatica a riprendere le forze, per la prima volta credette di morire….non che la cosa le dispiacesse, ma ora…aveva Lexa a cui pensare.

<< Sgattaioli qui senza dire una parola, non hai fatto preoccupare abbastanza la nostra Heda? >> chiese Anya, rimanendo in piedi accanto a lei.
La bionda rimase con gli occhi chiusi.

<< Mi piace il silenzio…. >> disse.

Anya la osservò per un po’ di tempo.

<< Saresti disposta a fare tutto per lei…vero? >> chiese, all’improvviso.

<< Si >>

<< Arriveresti ad annullarti per lei….questa è la cosa che più mi terrorizza >> spiegò la guerriera.

Clarke aprì gli occhi, fissava il fiume.

<< La mia esistenza…non significa nulla….Non so perché sono in questo mondo….ma so che finché lei avrà bisogno di me….io ci sarò >> disse sicura.

Anya la guardò, comprendendo una cosa.

<< Avresti voluto morire… >> le disse, scioccata.

Clarke fece un mezzo sorriso, poi si voltò, verso la donna.

<< Quando sarà il momento….mi lasceranno andare >> disse sfinita.
 
Anya la fissava allibita, la sofferenza che traspariva da quegli occhi la trafisse come una lama incandescente.


All’improvviso, udirono delle grida in lontananza. Andarono a controllare e videro degli uomini che aggredivano Adria e un'altra ragazza. Senza pensarci due volte, Anya e Clarke si precipitarono ad aiutarle. I cinque guerrieri, appena si resero conto delle due si divisero, per attaccarle, uno di loro teneva Adria in ostaggio, con un coltello puntato alla gola.
Anya avanzò attaccando i primi due e subito dietro di lei, sbucò Clarke che attaccò gli altri. In poche mosse riuscirono a uccidere i nemici, tranne quello che teneva la figlia di Luna in ostaggio.
Clarke camminò lentamente verso di lui.

<< Ferma!! O le taglio la gola >> minacciò il guerriero.

Clarke chinò il capo di lato.

<< Tu sei già morto >> disse.

Una spada lo trafisse, e Adria si precipitò nella braccia di Clarke. Anya era riuscito a sorprenderlo.

<< Azgeda? >> chiese Anya, non capendo di che clan fossero gli aggressori.

Clarke si inchinò appoggiando la mano sulla spalla della bambina.

<< Va tutto bene ora….sei stata molto coraggiosa >> le disse gentile.

Poi si alzò e andò verso Anya:

<< Non credo sia opera di Nia….accompagnala dalla madre >>

<< E tu? >> chiese la guerriera.

<< Arrivo subito >> disse.





Adria corse subito nelle braccia della madre, che appena aveva saputo era corsa fuori, insieme a Lexa.

<< Cos’è successo? Stai bene? >> disse preoccupata alla figlia.

<< Si…Clarke e Anya mi hanno salvata >> disse abbracciandola.

<< Cos’è successo? >> chiese Heda.

<< Hanno attaccato la piccola….credo volessero rapirla >> spiegò.

<< Dov’è Clarke? >> chiese subito Lexa.






Wanheda si inchinò sul guerriero ferito, ormai morente.

<< È stata lei a mandarti? Ontari? >> chiese.

L’uomo tremava, gli occhi spalancati che guardavano la bionda.

<< L-Lei….vuole….te >> disse, prese il braccio della bionda.

<< M-mi….o-onoreresti? >> chiese.

Wanheda prese la sua spada e disse:

<< La tua battaglia è finita >>

Gli tagliò la testa.




Anya stava per rispondere alla sua Heda, quando tutti si girarono, guardando alle sue spalle.
Wanheda camminava, con in mano le teste degli aggressori. Tutti, spaventati dalla scena, la fecero passare.
La bionda si fermò, davanti a Luna, e le gettò ai piedi le teste mozzate.
Luna guardò le teste, poi sollevò lo sguardo verso Clarke. Si avvicinò e disse:

<< Hai salvato il futuro del mio clan….la mia vita >> guardò la bionda negli occhi, poi si girò verso Lexa e si inginocchiò.

<< Io, Luna kom floukru, combatterò con te….Heda >> proclamò.

Tutti gli altri del suo clan la imitarono.

Lexa guardò un attimo Clarke. Poi disse:

<< Combattiamo come un unico clan! >>

Tutti esultarono.
Anya e Gustus sorrisero, compiaciuti.





Mentre stavano preparando le cose per ripartire. Luna si avvicinò a Clarke.

<< Wanheda….vorrei porgerti le mie scuse e ringraziarti per aver salvato Adria >> disse, chinando il capo rispettosamente.
Clarke la fissò.

<< Penso che ci sia voluto molto coraggio….nel tradire il tuo sangue… >> disse, stupendo la ragazza.

<< Tua figlia ha il tuo stesso coraggio >> disse infine.

Luna, stupita, sorrise, capendo che quelle parole significavano “ non c’è di che “ .
Chinò il capo, ancora, in segno di rispetto e andò verso Lexa.




Titus si avvicinò alla bionda.

<< Quella Natblida inizia a spaventarmi >> esordì.

Clarke si girò verso di lui, capendo subito che non si riferiva a Luna.

<< Sta giocando con me >> disse al Flaimkepa, che a quelle parole si gelò.

<< L’ultima volta che ho sentito quelle parole… >>

<< Già….quella volta per poter vincere, ho dovuto perdere… >> disse dura, la bionda, voltandosi a guardare Lexa.

<< Questa volta non andrà cosi >> sentenziò.









Lexa si affiancò al cavallo di Clarke, mentre erano dirette al prossimo clan.

<< Grazie a te Luna ha accettato >> disse con un sorriso.

Clarke si voltò e disse.

<< Tutto per la mia Heda >> sul suo volto comparve un leggero ghigno.

<< Con il Trishanakru dovrebbe essere tutto più semplice, sono leali alla Coalizione e, in più, il loro Leader, Caris,  odia profondamente gli Azgeda >> spiegò Lexa, osservando la postura regale e fiera di Clarke.

La bionda fece un cenno d’assenso col capo.

<< Come stai? >> chiese seria Lexa.

Clarke la guardò e dolcemente le disse:

<< Tutto è passato Lexa…sono di nuovo in forze >>

La bruna si fidò, notando un cambiamento positivo nella bionda.

<< Meno male >> sospirò.

<< Solamente tu potresti uccidermi >> disse scherzando Clarke.

A Lexa non piacevano quelle battute.








Arrivati dai Trishanakru, moltissime guerriere  le accolsero. Da una delle grandi abitazioni uscì una donna altissima, con lunghi capelli rossi, raccolti in delle sofisticate trecce, legate dietro la testa. Occhi verdi.  La sua grande figura le conferiva un aria minacciosa, ma al tempo stesso, sensuale.

<< Heda, è da tanto tempo che non ci onori con una visita….a cosa devo questa lieta occasione? >> disse con un sorriso.

<< Caris kom Trishanakru, temo che la mia visita non porti buone notizie…possiamo parlare? >> chiese Lexa, dopo essere scesa da cavallo.

Prima di rispondere la donna notò la bionda dietro di lei e disse:

<< Voi… >>

Clarke osservò la donna senza dire nulla. Caris non continuò e, invece, disse:

<< Voi e i vostri sarete stanchi….Desi fai accomodare tutti loro e offri da bere e da mangiare >> ordinò aduna guerriera.

Lexa e Caris entrarono nella dimora di quest’ultima. Seguite da Anya.

<< Allora Heda, per quale motivo siete qui con il tuo generale e anche il Flaimkepa? >> chiese versando alla ragazza da bere.

<< Voglio marciare contro Azgeda >> disse semplicemente.

La donna rise di gusto a quelle parole.

<< Bene….finalmente >> disse, bevendo.

<< Unisciti a noi >>

<< Noi? >> chiese curiosa.

<< Trikru, Floukru e Skaikru >> disse Lexa.

<< Sarei curiosa di conoscere il popolo del cielo, ma la cosa che mi sorprende è che quella codarda di Luna abbia accettato >> disse sorridendo.

<< Azgeda ha attaccato Adria… >> dopo le sue parole, lo sguardo della donna cambiò, diventando furioso.

<< Quelle bestie >> disse schifata.

<< Combatteremo insieme! Come un unico Clan >> sentenziò Lexa.

<< Sai bene che non ci tiriamo indietro di fronte alla guerra >> disse la donna, strappando un sorriso soddisfatto a Lexa.

<< Ma questa volta voglio qualcosa in cambio…. >> disse ad un tratto.

Lexa alzò il sopracciglio.

<< E cosa sarebbe? >> chiese la bruna.

La rossa ghignò, dicendo:

<< Wanheda >>

Anya guardò subito Lexa, mise la mano sull’elsa della spada.

L’espressione di Heda, divenne subito seria.

<< Wanheda? >> ripeté dura.

L’altra sorrise.

<< Una notte con lei >>

Lexa a quelle parole rimase allibita.

<< Come scusa? >> chiese, sperando di aver capito male.

<< Hai capito benissimo….voglio Wanheda nel mio letto, per una notte. Questo è il prezzo per la mia alleanza >> disse sempre sorridendo.

Anya spalancò gli occhi e fissò Lexa, i suoi pugni si strinsero e la rabbia era dipinta sul suo viso.

Si alzò di scatto e con tono duro disse:

<< Allora faremo a meno del vostro aiuto >> stava per andarsene quando Caris le disse:

<< Rinunceresti al nostro aiuto, per non concedermi una notte con Wanheda? Sono queste le tue priorità quindi? Sai bene che le donne con me rimangono sempre soddisfatte…sarebbe come un premio… >> disse sempre ghignando.

Lexa neanche si voltò.

<< Partiamo domani >> disse andandosene.

Caris rise, Heda, pensò, è così facile da leggere.






<< Allora Caris ha accettato? >> chiese Titus, appena Lexa e Anya entrarono nella dimora che avevano messo a disposizione per tutti loro.

<< No….faremo a meno di loro >> disse Lexa, arrabbiata.

<< Ma pensavo che non vedesse l’ora di attaccare Azgeda >> disse il Flaimkepa.

<< Ho detto che partiamo il prima possibile! >> urlò, tutti si stupirono di quell’atteggiamento.

Clarke osservò sorpresa la bruna, si avvicinò e le chiese:

<< Vuoi che ci parli io…magari posso… >>

<< Tu devi stare lontana da lei hai capito? >> sputò arrabbiata.

<< Lexa… >> disse Anya cercando di calmarla.

<< Che cosa è successo? >> chiese Titus.

Anya guardò Lexa e poi disse:

<< Caris ha posto una condizione alla partecipazione del suo clan alla battaglia >>

<< Quale condizione? >> chiese Gustus.

<< Wanheda… >> disse Anya, guardando la bionda che sentendosi in causa, spostò lo sguardo verso il Generale.

<< Una notte con Wanheda >> spiegò.

<< Oh…. >> disse Gustus.

Titus guardò subito Lexa.

<< Non vedo quale sia il problema >> esordì Clarke, attirando l’attenzione di tutti.

<< Posso trascorrere una notte con il loro Leader >> continuò, facendo capire di non aver capito le implicazioni.

<< Intende… condividere il suo letto, Wanheda >> spiegò Titus.

<< Oh….non avevo capito >> disse Clarke, rifletté per un po’ e poi continuò:

<< Beh se questo permetterebbe la loro partecipazione alla guerra…. >> ma fu interrotta dalla voce gelida di Lexa.

<< Vuoi andare a letto con lei? >>  tutti alternarono i loro sguardi fra le due, decisero che fosse meglio lasciarle sole così uscirono.

Clarke fece un passo verso la bruna e disse semplicemente:

<< Non mi sembra una richiesta tanto impossibile, non implica nulla di pericoloso….la loro alleanza è necessaria per la tua vittoria… >>

<< Vuoi andare a letto con lei? >> ripeté ancora la bruna, inespressiva.

<< Se questo li porterà dalla nostra parte…. >> disse non capendo l’atteggiamento di Lexa.

<< Che hai? >> disse avvicinandosi e cercando di toccarle il braccio ma Lexa, si scostò, bruscamente.

<< Non…toccarmi! >> ordinò alla ragazza.

Clarke rimase spiazzata da quel gesto, non capiva perché Lexa fosse arrabbiata con lei.

<< Perché sei arrabbiata? >> chiese.

<< Non sono arrabbiata….vai pure a letto con chiunque, non sono affari miei >> disse e uscì adirata.

Clarke rimase lì senza capire che fosse successo.





Si fece buio e Lexa rientrò,  dopo aver conversato con Gustus su dove poter proseguire il viaggio.
Mentre rientrava, incontrò Titus che leggeva uno dei suoi libri.

<< Che fai qui fuori? >> chiese la bruna.

<< Leggevo >> rispose, sollevando lo sguardo verso la ragazza.

<< Sai, credevo che col tempo avessi imparato a mascherare le tue emozioni….a quanto pare mi sbagliavo >> incominciò il Maestro.

Lexa guardò in basso, arrabbiata.

<< Non m’importa con chi condivide il letto Wanheda >> disse.

Titus sorrise.

<< Ha bisogno di sentirselo dire Lexa >>

La bruno lo guardò non capendo.

<< Clarke ha sempre fatto ciò che desiderava Heda…ciò che era necessario perché il suo regno prosperasse. Non è la prima volta che succede una cosa come questa, se a Heda serve una cosa Wanheda farà tutto ciò che è necessario per procurarla… >> spiegò Titus.

<< Clarke non ha mai avuto una relazione…non sa cosa vogliano dire il possesso o la gelosia…non ha mai provato queste cose…devi aiutarla tu, se vuoi che non condivida il letto con nessun’altro glielo devi dire… >> continuò l’uomo.

<< Io non devo ordinarle nulla >> disse Lexa.

<< Non è ordinare…è farle capire ciò che vuoi….lei sta aspettando solo questo >> finì Titus.

<< Insegnale >>.








Anya stava affilando la sua lama quando si ritrovò la bionda davanti a sé, silenziosa.
Alzò lo sguardo verso di lei con sguardo interrogativo.

<< Penso che Lexa sia arrabbiata con me >> esordì Clarke, seria.

A quelle parole, Anya scoppiò a ridere. Continuò per un po’ poi ritornò a fissare la bionda e vide che la sua espressione seria e preoccupata era ancora lì.
Il Generale sospirò.

<< Per essere su questa terra da tanto tempo non sai proprio nulla di relazioni umane… >>

<< Credo di averla fatta arrabbiare, ma non capisco come >> spiegò Clarke, sedendosi affianco alla ragazza.

<< Non ti piace che Lexa sia arrabbiata con te? >> chiese Anya, sogghignando.

<< No >> rispose la bionda, disegnando dei cerchi sul terreno.

Anya sorrise, la ragazza che aveva di fronte ora, non sembrava affatto l’impavida Wanheda.

<< Luna ha condiviso molto spesso il letto di Lexa >> disse il generale.

Clarke smise di disegnare e voltò velocemente il capo verso di lei. Gli occhi scuri e la mascella contratta.

<< Ecco….ora hai capito. Quella è gelosia, se ami una persona vorresti solamente che fosse tua, non vorresti che venisse toccata da qualcun altro >> spiegò Anya.

Clarke rifletté un momento.








Caris trovò la bionda ad aspettarla, nelle sue stanze.

<< Heda ha acconsentito >> disse sorridendo.
Indossava una veste sottile color porpora, che lasciava molto poco all'immaginazione.
Si avvicinò alla bionda, le girò attorno, studiandola.

<< Devo dire che le leggende non ti fanno giustizia, possiedi la bellezza di una Dea >> si complimentò.

Avvicinò la mano al volto, per toccarlo, ma quella di Clarke la fermò subito.
Caris fissò quegli occhi blu. Un brivido le percorse la schiena, era questa allora, pensò, lo sguardo della morte?

<< Non vuoi? Sono molto brava >> disse sensuale.

Clarke osservò la donna, era sicuramente bellissima e sensuale, ma lei non vedeva nessuno se non la sua Lexa.

<< Nessuno può toccarmi >> disse Clarke.

<< Sei solo di Heda >> disse capendo.

<< di Lexa >> corresse la bionda.

<< Nessuno tranne lei può toccarmi >> continuò decisa.

Caris guardò stupita la bionda di fronte a lei. Quegli occhi….
Sorrise.

<< Capisco… >>

<< Sono contenta che la nostra amata Heda abbia te >> disse compiaciuta.

Andò a sedersi su una poltrona.

<< Vorrei che la Leggendaria Wanheda mi raccontasse di come ha sconfitto il popolo del fango, è una delle mie storie preferite >> disse gentilmente.

<< L’alleanza… >>

<< Ho capito subito che la nostra Heda è innamorata di te….volevo solo stuzzicarla, mi diverte prenderla in giro >> disse sorridendo.

Clarke inchinò il capo di lato, curiosa.

<< Voi siete una strana donna  >>








Quando Lexa entrò nella tenda trovò Caris che si stava rivestendo.
 
<< Lei dov’è? >> chiese irata.

<< Oh…ma guarda la nostra Heda! Devo dire che quello che si dice di Wanheda è del tutto vero….che energ- >> non fece a tempo a finire la frase che un pugno la colpì in pieno viso.

Caris si asciugò il sangue che le usciva dal labbro spaccato. Rise.

<< Che ardore!! Dovresti avere più fiducia nella tua Wanheda….anche se avessi voluto, lei non si sarebbe fatta toccare….
come ha detto “ lei appartiene a Lexa “ >> disse la donna, facendo capire alla bruna che non era successo nulla.

Lexa la guardò sorpresa.

<< È andata a cercarti credo….mi porgerai le tue scuse più tardi…Heda >> disse Caris, sorridendo.

Lexa uscì di corsa.
Lexa cercava Clarke tra la gente, dirigendosi verso la loro abitazione. Ad un certo punto, intravide la sua figura di spalle. Camminava lentamente guardandosi intorno, scrutando anche lei tra la folla.
Si voltò e vide quegli occhi illuminarsi appena si posarono su di lei. Si precipitò verso di lei, rallentando quando era ormai vicina.

<< Ti ho trovata finalmente >> disse sorridendo leggermente.

Lexa non disse nulla, continuò a fissarla.

<< Senti Lexa, volevo dirti che, ecco… >> iniziò imbarazzata, toccandosi dietro il collo con la mano.

<< Non è successo nulla con Caris…io ho capito…non essere arrabbiata ok? >> disse preoccupata.

Lexa continuò a fissarla. Il modo in cui Clarke le parlava, il modo in cui i suoi occhi guardavano ovunque incerti, la sua figura così potente e fiera sostituita da quella incerta e dolce. I suoi occhi così innocenti e sinceri. Come aveva fatto a pensare che a Clarke non importasse di poterla in qualche modo, ferire?
Lexa si avvicinò e le mise un dito sulle labbra, zittendola.

<< Vieni con me >> ordinò, prendendo la bionda per mano e dirigendosi verso il bosco.






Camminarono per un po’ e raggiunsero una piccola radura, circondata dagli alberi.
Lexa si voltò e guardò il volto della bionda curioso. Allungò la mano, accarezzandolo.

<< Mi dispiace Clarke… >> si scusò dolcemente.

<< Tu non hai fatto nulla Lexa....io non sono molto brava con le relazioni umane >> disse Clarke, ripetendo le parole di Anya.

Lexa sorrise triste.

<< Nessuno è bravo Clarke….noi cerchiamo di arrangiarci come meglio possiamo >> disse Lexa guardandola negli occhi.

Le prese il viso dalle mani e disse:

<< Io ti amo Clarke….e ti desidero….voglio possedere il tuo cuore e il tuo corpo, voglio tutto di te e voglio che sia soltanto mio >>

<< Il solo pensiero che qualcuno ti tocchi….mi fa impazzire…. >> confessò, seria.

Clarke non capiva bene cosa stesse succedendo, ma il suo cuore le faceva male, batteva all’impazzata e non riusciva a controllarlo.
Guardò la bruna e la baciò con passione. L’ardore con cui iniziò il bacio era talmente forte che finirono contro un albero. Lexa pensò che non era mai stata baciata così prima di allora.
Clarke si staccò e posò la fronte contro quella della bruna, il respiro spezzato.

<< Io sono tua….non voglio essere di nessun’altro se non di Lexa…. >> sussurrò dolcemente.

A quelle parole Lexa la baciò con tutta la passione e l’amore che provava. Clarke la fece voltare e ora la bruna aveva la faccia contro l’albero. I vestiti vennero tolti alla svelta. La pelle di Lexa andava a fuoco a causa del tocco della bionda.
 
<< Ai hod yu in >> sussurrò Clarke all’orecchio di Lexa, mentre con una passione mai provata prima, fecero l’amore per tutta la notte.





Non sapeva dove si trovasse, tutto era strano e nuovo.
Vide una figura girata di spalle…

<< Clarke? >> chiamò.

Ma la ragazza non era la bionda.

<< Costia? >> disse sorpresa.

<< Perché? >> chiese la ragazza.

Lexa la guardò interrogativa.

<< Perché mi hai dimenticata? >>

<< Non l’ho fatto…io.. >> disse velocemente.

Poi una risata la fece voltare.
Una figura con i capelli neri, il volto segnato da delle cicatrici, rideva crudele.

<< Non potrai mai fermarmi…Lei, sarà mia >> disse gelida.

Davanti a lei comparve Clarke, occhi neri come la pece, sguardo perso.

<< Uccidila >>

Una spada le trapasso lo stomaco.
Sollevò il volto verso Clarke, sorrideva.




Lexa si svegliò improvvisamente. Il respiro ancora agitato.
Le braccia di Clarke la stringevano forti come sempre, in un abbraccio protettivo.
Guardò il volto della bionda, ancora addormentato.
Era terrorizzata di perderla.
Le spostò una ciocca di capelli dal viso, delicatamente.

<< Mm….Lexa? >> disse la bionda svegliandosi.

<< Buongiorno >> disse Lexa, baciandole la fronte.

Clarke la fissò un attimo, capì che qualcosa non andava.

<< Buongiorno…tutto bene? >> chiese preoccupata.

<< Si…ho fatto solo un brutto sogno >> disse sospirando, sforzando un sorriso.

Clarke spostò la testa di lato, rifletté per qualche secondo e si alzò, rivestendosi.

<< Dove stai andando? >> chiese Lexa non capendo il suo comportamento.

Clarke farfugliò un veloce “ aspetta qui “ e si allontanò.
Lexa rimase lì senza capire che stesse facendo la bionda, poi dopo un po’ rivide Clarke tornare, la ragazza s’inchinò di fronte a lei e le porse dei fiori.

<< Per te >> disse semplicemente.

Lexa rimase a fissare i fiori, sorpresa. Guardò Clarke, che guardava il mazzolino, cercando di tenerlo bene.
Sorrise.

<< Mi piace quando sorridi >> confessò Clarke.

Lexa rimase a fissarla per qualche secondo, in silenzio. Al mattino gli occhi della bionda erano di un blu meno intenso, ma più brillante.
Clarke era una creatura talmente meravigliosa.

<< Come mai ricevo così tanti fiori da te? >> chiese scherzosamente.

Clarke guardò il mazzolino e rispose:

<< Ho notato che quando li guardi sorridi…e poi sono belli, come te >>

Com’era possibile che delle semplici parole come quelle, potessero farle scoppiare il cuore?
La cosa che faceva sorridere Lexa, non erano i fiori….ma la ragazza che glieli porgeva.

<< Grazie Clarke >> ringraziò, dandole un bacio.




Titus decise di ritornare a Polis, scortato da due guerrieri. Il Flaimkepa doveva indagare su Ontari, questi erano stati gli ordini di Clarke, trovare tutte le informazioni possibili sulla natblida.
Mentre erano in viaggio verso il confine, nella strada trovarono alcuni piccoli villaggi. Pacifici e ospitali che erano lieti di veder passare la loro Heda.
Durante una delle loro fermate, Clarke e Gustus andarono in perlustrazione, prima che il sole calasse del tutto.
Clarke ne approfittò per cacciare un po’, quando la sua preda, un giaguaro, iniziò a seguire qualcosa. Un giovane con un arco, scappava velocemente. Inciampò e il giaguaro era pronto a saltargli addosso ma una spada gli recise la testa, poco prima che azzannasse il giovane.
Il ragazzo guardò spaventato l’animale, voltandosi per cercare il suo salvatore. Dai cespugli sbucò una ragazza. Capelli biondi mossi in delicate onde, occhi blu come il cielo.
Il ragazzo rimase senza fiato  alla vista di quella figura, incuteva timore e rispetto. Lei si  avvicinò alla carcassa e raccolse la spada da terra. Poi si voltò dal giovane e si avvicinò.
Lui indietreggiò, spaventato.

<< Tranquillo ragazzo….non voglio farti del male… >> disse la donna, inchinandosi e prendendogli la caviglia fra le mani.

<< È slogata….posso rimetterla apposto se vuoi >> disse, guardandolo negli occhi.

Lui rimase a fissare quegli occhi.

<< Il giaguaro ti ha mangiato la lingua? >> chiese seria.

<< N-no….scusate…si >> rispose balbettando.

<< Si cosa? >> chiese lei.

<< S- si potete metterla apposto >> disse arrossendo.

Clarke sorrise, divertita.

<< Farà male >> disse, avvisando il ragazzo.

<< Lo so… >>

<< Al mio tre…uno…due… >> non finì che con un movimento nettò gli sistemò il piede.

Il ragazzo gemette per il dolore.

<< Agh….anche mia sorella faceva così >> disse.

Clarke lo guardò. Doveva aver passato da un po’ sedici inverni, più o meno. Aveva i capelli ricci castani, come gli occhi.
Clarke l’aiutò a sollevarsi.

<< Non sforzarla per qualche giorno… >> disse.

<< Si lo so….grazie ehm… >> disse lui non sapendo il nome della donna.

<< Clarke >>

<< Clarke….io sono Zoran, il mio villaggio è da quella parte.. >> indicò verso Est.

<< Volevi cacciarlo col tuo arco? >> chiese Clarke.

<< Ehm…si, non sono molto bravo >> disse in imbarazzo.

<< Per ucciderlo ci vuole più di un colpo….dovresti mirare fra gli occhi… >> consigliò la bionda.

<< Tieni tutte e due gli occhi aperti la prossima volta >> disse mentre prendeva la carcassa.

<< Tu sei una guerriera vero?  >> chiese il ragazzo tutto eccitato.

Clarke lo guardò un attimo e rispose:

<< Diciamo di sì…sarà meglio che ritorni al tuo villaggio >> gli disse.

Zoran si avvicinò, zoppicando, tese il braccio e inchinò il capo, in segno di rispetto.
Clarke afferrò il braccio.

<< Grazie per avermi salvato la vita Clarke….se dovessi aver bisogno di qualsiasi cosa, io e il mio villaggio saremo felici di aiutarti >> ringraziò, grato.

Clarke sorrise.
<< Ti conviene andare, si sta facendo buio >> rispose la bionda.

Il ragazzo le sorrise, gentile e s’incamminò verso il proprio villaggio.
Clarke sorrise.







Il giorno seguente, dopo aver raccontato brevemente l’incontro con il ragazzo a Lexa, decisero di fermarsi in quel villaggio. Appena arrivarono tutti accolsero calorosamente Heda. Mentre Lexa scese da cavallo, una voce che la bruna conosceva bene la fece voltare di scatto.

<< Lexa kom Trikru? >>

Lexa si voltò e vide due figure che non vedeva da tantissimo tempo.

<< Voi….siete i genitori di Costia >> disse, sorpresa.

A quelle parole, Clarke si voltò, guardando la coppia. La donna e l’uomo avevano il viso segnato dalla vecchiaia.
Lexa insieme ad Anya si avvicinarono lentamente a porgere i loro saluti. Improvvisamente, Clarke udì il rumore di un arco che si tendeva e il fruscio di una freccia.

Non ci pensò due volte e si parò, ancora una volta, di fronte a Lexa. La freccia centrò perfettamente il cuore.

<< Heda!! >> disse Anya proteggendola.

<< Siamo sotto attacco! >> urlò Gustus, tutti sguainarono le spade, pronti alla lotta.

<< Clarke!! >> urlò Lexa, andando vicino alla bionda e guardandole la ferita.

Clarke prese la freccia con la mano e la sfilò. Il sangue zampillò fuori per un po’….poi la ferita iniziò a chiudersi.

<< Tranquilla…sto bene >> disse, rassicurando la bruna.

Lexa si voltò, l’ira sul suo volto si sgretolò quando vide chi aveva scoccato la freccia. Un ragazzino, di sì e no sedici anni, stava lì con le lacrime agli occhi, tremando.

<< Tu…Tu hai ucciso mia sorella >>

Zoran, il fratello minore di Costia.


















Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori!! Mi scuso per il grandissimo ritardo!! Ma come ho detto nell'altra storia ho avuto un po' di problemi questo periodo....Allora ecco a voi un nuovo capitolo!! Spero che vi sia piaciuto!! Bom What??? Ai Ai.....le cose si fanno un po' complicate per la nostra Lexa ora...affrontare il proprio passato non è mai semplice! La nostra Wanheda sembra essere ritornata in sè....ma come prenderà questa situazione?? Ontari sta tramando sempre di più.....La guerra si avvicina!
Grazie davvero tantissimo per i meravigliosi commenti....davvero siete grandi! Vi adoro tutti!!
Alla prossima!!


P. S. Andrò in ferie questo fine settimana e mi faccio una piccola vacanzuola....penso che il prossimo capitolo arriverà i primi di Agosto! Sorry!

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Capitolo 27
*** Perdono ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 





Perdono.





Lexa camminava avanti e indietro, percorrendo tutto lo spazio all’interno della grande tenda. Toccandosi, ripetutamente, la fronte, cercava di trovare una soluzione.

<< Deve morire  >> disse Gustus, senza mezzi termini.

<< Non è così semplice! >> riabbatté Anya, voltandosi verso il compagno.

<< Ha infranto la legge, attentare alla vita di Heda significa solo morte! >> insistette l’uomo.

Clarke, seduta su una sedia, con le gambe sul tavolo e la mano che sorreggeva il mento, fissava attentamente la bruna che, assorta nei suoi pensieri, continuava a fare avanti e indietro.

<< È un ragazzino! Sai bene che è più complicato di così! >> replicò Anya.

<< Pleni!! Tutte e due! >> tuonò all’improvviso Lexa.

I due sorpresi, si voltarono in silenzio verso di lei.
Clarke guardò i due e poi si alzò, sospirando leggermente.

<<  Lasciateci sole >> ordinò quasi.

I due guardarono prima la bionda e poi Heda ed, infine, uscirono.
Lexa respirava affannosamente, si voltò dando le spalle alla bionda, con frustrazione appoggiò le mani e la testa su uno dei pali che teneva in piedi la tenda.

<< Perché ha fatto una cosa tanto stupida? >> chiese più a sé stessa che a Clarke.

<< I ragazzini agiscono senza pensare alle conseguenze. La sua rabbia ha offuscato il suo giudizio. >> disse la bionda, fissando la schiena della bruna.
Lexa si girò verso di lei.

<< Non posso uccidere il fratello di Costia >> disse, arrabbiata.

<< Ma se non lo faccio…tutti capiranno che possono attentare alla mia vita e rimanere impuniti >> disse frustrata.

Lexa guardò Clarke negli occhi.

<< Non posso dirti che cosa fare Lexa…Heda deve saper prendere decisioni difficili, specialmente in tempo di guerra >> disse Clarke avvicinandosi, circondando la bruna nel suo forte abbraccio.
La tensione e la frustrazione che scorrevano nel corpo della bruna, sparirono, all’improvviso.
La testa di Lexa poggiava nel petto di Clarke, sentiva il dolce suono ritmico del cuore della bionda.

<<  Ha ragione…è stata colpa mia >> sussurrò triste.

Le braccia di Clarke si strinsero maggiormente attorno a lei.

<< Non possiamo cambiare il passato, Lexa. Anche se, alcune volte, è l’unica cosa che desideriamo >> .





Tutto il villaggio era sotto shock per quello che era accaduto. Nei loro volti si leggeva la paura e il terrore. Uno dei loro ragazzi aveva attentato alla vita della loro Heda, erano terrorizzati dalle conseguenze di quel terribile gesto.

<< Heda non si può permettere di apparire debole…non adesso >> disse perentorio Gustus.

Anya fissava  preoccupata, la tenda dove stava la sua Heda. Diede un colpo a Gustus per voltarsi.
Dalla tenda sbucò Wanheda. Camminava verso di loro, con passo deciso.
Tutti la fissavano e si scansavano al suo passaggio, impauriti.
Lo stupore per aver visto Wanheda prendere quella freccia al posto di Heda, dritta al cuore e togliersela come se nulla fosse, li aveva meravigliati e terrorizzati all’istante.

<< Come sta Heda? >> chiese Anya, appena la  bionda si avvicinò a loro.

<< Sta riflettendo….dov’è ora il ragazzo? >> chiese Wanheda.

<< Rinchiuso nelle prigioni >> rispose Gustus.

Clarke annuì senza ribattere e si incamminò verso il posto, suscitando la curiosità dei due guerrieri.






Zoran era seduto, dentro la cella, con la schiena appoggiata alle parete ruvida.
Sentì dei rumori e poi la grande porta si aprì, rivelando la figurapossente di Wanheda.
Il ragazzo si mise subito in piedi, come se qualcosa l’avesse morso.

<< W- Wanheda….voi siete Wanheda >> disse balbettando.

<< Allora è vero che sei stupido >> disse Clarke, avvicinandosi alla cella.

Il ragazzo abbassò il capo, ora intimidito dalla bellissima ragazza dai capelli biondi.
Clarke sorrise leggermente.

<< Quando ti ho consigliato come colpire con l’arco non mi aspettavo che avresti scagliato una freccia alla nostra Heda >> disse Clarke, inclinando il capo di lato.

<< Non è la mia Heda… >> sussurrò il ragazzo, stringendo i pugni.

Clarke assottigliò lo sguardo, poi sorrise.

<<  Così tanto rancore in un essere così piccolo >> affermò la bionda.

<< Io non sono piccolo! >> urlò il ragazzo, sollevando di scatto la testa.

Subito, pentito, riabbassò lo sguardo.

<< Così tanta rabbia… >> continuò Clarke.

<<  Sei arrabbiato con Heda per la morte di tua sorella? >> chiese subito dopo.

Zoran la guardò, e rispose subito:

<< Sì >>

<< Ma non è stata Heda a uccidere tua sorella…è stato Azgeda >> gli rispose Clarke, camminando piano, toccando con la mano le sbarre.

<< Se l’avesse protetta…non sarebbe successo >> disse arrabbiato il ragazzo.

<< Quindi tua sorella era debole? Non mi hanno mai parlato di lei…ora capisco…debole come suo fratello >> continuò Clarke, con un ghigno.

<< Non osare parlare così di mia sorella! Lei non era debole! >> urlò il ragazzo furioso.

<< Hai detto che tua sorella aveva bisogno di protezione… >> disse Clarke.

<< È colpa sua! Se non fosse andata con Heda tutto questo non sarebbe successo!! L’hanno ammazzata perché era con lei! >> urlò avvicinandosi alle sbarre.

Clarke sorrise.

<< È normale essere arrabbiati con chi ci ha abbandonato …ma tua sorella era consapevole delle conseguenze delle sue scelte…e credimi, non scegliamo noi chi amare…capita è basta >>  gli spiegò, lentamente,  la bionda.

<< Oggi hai disonorato tua sorella, hai cercato di fare del male ad una delle persone che amava…non credo che ne sarebbe contenta >> finì Clarke.

Zoran strinse le sbarre, gli occhi gli si riempirono di lacrime.

<< Il rancore consuma tutto il nostro essere ragazzo….non sprecare così la tua vita. Impegnati ad essere migliore delle persone che te l’hanno portata via >> disse Clarke.

<< Che cosa mi succederà ora? >> chiese tremante il ragazzo.

<<  Hai messo Heda in una situazione difficile, ora dovrà decidere se togliere la vita alla persona che Costia amava di più o....mostrarsi debole e vulnerabile ai propri nemici >> disse prima di uscire.




Lexa ripensava all’espressione di Zoran, ai suoi occhi riempiti di rabbia e rancore.
Poi rivide le immagini della testa di Costia tra le sue mani. No! No! Come avrebbe potuto giustiziare suo fratello? Ripensò al sogno che aveva fatto…alle parole di Costia.
È per caso una punizione? Gli spiriti mi stanno punendo perché, tra le braccia di Clarke, si sentiva nuovamente felice?
Scostò la tenda, guardò all’esterno.
Vide i genitori di Costia, abbracciati, disperati per la sorte del figlio.
I suoi occhi incrociarono quelli della madre e una preghiera, una supplica silenziosa di salvezza veniva pronunciata in silenzio.
Poi la donna inchinò il capo, in segno di rispetto.
Odiava tutto questo.
Ma lei era Heda…aveva accettato Azgeda nella Coalizione, aveva guardato Nia negli occhi e non l’aveva uccisa.
Tutto per il bene della sua gente, del suo popolo. Non poteva essere Lexa, doveva essere Heda.






<< Lexa…dobbiamo procedere con la sentenza >> le disse Anya, dopo che era entrata nella tenda.
Heda annuì.



Portarono Zoran al centro della grande piazza era legato ad un palo. In attesa della decisione di Heda.
Tutto il villaggio, compresi i genitori del ragazzo erano radunati lì, in attesa di ascoltare la sentenza.
Lexa si fermò di fronte al ragazzo, il suo sguardo vagava tra la folla in cerca dei genitori.
Anya e Gustus erano rispettivamente al fianco di Heda. Clerke, invece, stava leggermente più indietro.

<< Come saprete, sono in viaggio alla ricerca di alleati >> iniziò a voce alta, Lexa.

<< Il nostro storico nemico, Azgeda, ha dichiarato guerra alla Coalizione, a me e…a tutti voi! Per colpa della loro crudele e vile Regina, abbiamo perso tantissime persone a noi care: padri, madri, fratelli e…sorelle >> disse guardando negli occhi Zoran.

<< So cosa si prova a perdere qualcuno che si ama….il dolore è così insopportabile che l’unica cosa che riesce a placarlo è la rabbia! >> urlò.

<< Zoran ha commesso un crimine molto grave. Ma è giovane…e noi siamo in guerra! Quindi non posso perdere anche solo uno dei miei uomini! >> tutti si guardavano stupiti.

<< I giovani sono la parte più importante è preziosa per il nostro futuro…. per questo villaggio! Il ragazzo verrà, comunque punito, per il suo errore. Cinquanta frustate al palo! >> ordinò perentoria.

La madre di Zoran pianse tra le braccia del padre. Zoran la guardò spaventato, ma sollevato che Heda avesse mostrato clemenza nei suoi confronti.

<< Con il permesso di Heda vorrei andare al posto del ragazzo…prenderò io la sua colpa >> urlò una voce dietro la bruna.

Lexa si girò di scatto.
Clarke la guardò negli occhi e poi si inginocchiò portando il pugno al petto.

<< Vi prego Heda >>  chiese Clarke.

Tutti guardarono la scena senza parole. Lexa rimase pietrificata da quel gesto e dalle parole di Clarke.
Anya e Gustus alternarono lo sguardo tra le due.

<< Wanheda, con me!! >>  grignò furiosa, Lexa.

Quando Clarke si alzò, i suoi occhi incrociarono quelli stupiti di Zoran.








<< Per gli Spiriti Clarke!! Che cavolo hai intenzione di fare?? >> chiese furiosa Lexa, entrando nella tenda.

<< Ti sto aiutando >> rispose, calma, la bionda.

<< Facendoti frustare al posto del mio attentatore??  >> urlò Lexa.

<<  Il ragazzo deve imparare una lezione, non servirà a nulla frustrarlo, farà crescere solamente la sua rabbia >> spiegò Clarke alla bruna.

<< Non posso mostrarmi debole adesso! Non siete forse voi a ripetermelo?! >> continuò la bruna infuriata.

<< Non ti dimostrerai debole….al contrario >> continuò Clarke, avvicinandosi.

<< Ti conosco Lexa, non vuoi far del male al fratello di Costia  >> disse la bionda, guadagnandosi un’occhiataccia da parte della bruna.

<< …e sai bene che non imparerà nulla in questo modo >> continuò prendendole la mano.

<< Ti prego, Lexa…fidati di me >> implorò con lo sguardo.

<< Ho giurato! Ho giurato di non farti mai del male… >> disse guardandola dritta in quelle pozze blu.

Clarke sorrise, accarezzandole il viso.

<<  Non mi farai del male… >> Lexa allontanò la mano.

<< Lexa…il compito di un Leader è guidare il suo popolo >> Lexa a quelle parole alzò gli occhi al cielo.

<< Ma non solo in guerra…anche e soprattutto, nella vita >> spiegò la bionda.

<< Tu puoi fare questo per loro! Fammi essere, semplicemente,  il tuo strumento >> disse riprendendole la mano.

Lexa guardò le loro mani intrecciate.

<< Sai che ho ragione >>




Lexa uscì dalla tenda furiosa, con passo deciso.

<< Slega il ragazzo >> ordinò a Gustus.

<< Ma Heda… >> disse Anya.

<< Wanheda prenderà il posto di Zoran e espierà la sua punizione! >> disse a voce alta.

Clarke camminava verso il centro della piazza. Lexa prese la frusta dalle mani di Gustus.

<<  Che diavolo vuoi fare? >> chiese Anya alla bionda.

Clarke si voltò tranquilla:

<< Tranquilla, fai in modo che il ragazzo guardi >> ordinò.

Anya sospirò e andò affianco al ragazzo, facendolo girare a guardare.
Arrivata al palo, due guardie, incerte sul da farsi, si inchinarono a prendere le catene.

<< Non saranno necessarie quelle >> disse Clarke.

I due annuirono e si allontanarono.





Lexa si posizionò dietro a Clarke, quest’ultima si girò lievemente e annuì.
Heda strinse forte il manico della frusta nella sua mano.
Odiava tutto questo.
Clarke si tolse la giacca e infine la maglia. Un mormorio si sollevò alla vista della schiena della bionda.
Zoran sgranò gli occhi. Lexa era, semplicemente, furibonda. Si voltò verso il ragazzo, i suoi occhi verdi erano scuri, pervasi dall’ira.
Clarke si appoggiò con le braccia al palo. Lexa si rese conto che non era la prima volta che le succedeva questo, tutto ciò la disgustava.
Lexa chiuse gli occhi “ mi dispiace Clarke  “ ferrò il primo colpo di frusta.
Wanheda non emise un lamento. Gustus contava i colpi, mentre Lexa continuava. Come le aveva detto Clarke poco prima, non ci andò affatto leggera.

Mentre il conto delle frustate saliva, la schiena di Wanheda iniziò a sanguinare. La mano di Lexa tramava.
Zoran e tutti gli altri guardavano allarmati.
Dopo un colpo particolarmente forte, Clarke scivolò in avanti, abbracciando il palo. La fronte era permeata di sudore, le gambe le tremavano e dalla bocca sputò un po’ di sangue.
Anya s’irrigidì, non era guarita ancora del tutto dal sangue di Ontari. Si accorse che Zoran abbassò lo sguardo, subito lo strattono, alzandogli il volto.

<< Guarda stupido ragazzino! Guarda le conseguenze delle tue azioni! >> disse arrabbiata.

Wanheda non cedette e abbracciata al palo, con le gambe tremanti, resistette.
Il suo sguardo si spostò avanti a sé. I volti delle persone del villaggio cambiarono. Eccoli, pensò lei. Le sue vittime la guardavano, senza occhi, insanguinati e smembrati. Guardavano compiaciute.

Un altro colpo.

Tra la folla, una sagoma si fece avanti. Alta, muscolosa…
Quegli occhi.... un misto di verde profondo, come la foresta dei Trikru, e di un grigio chiaro, come le nuvole prima di un temporale, la fissavano sempre con la stessa intensità.


Un altro colpo.


<< Vuoi che smetta? >> chiese con quella voce profonda.

<< No… >> rispose flebile Clarke.


Un altro.


<< Noi siamo sempre qui Wanheda…pensi che lei sia diversa, ma non è così… >> Tristan avvicinò il viso al suo.

<< No… >> ripeté Clarke.


Ancora un altro.


<< Non potrai mai scappare…mia Principessa >> le sussurrò all’orecchio.

Clarke si sollevò perfettamente dritta, sollevò il mento. Ora faccia a faccia con lui. Gli occhi di Wanheda penetrarono quelli verde/grigi di Tristan.

 
Con l’ultimo colpo di frusta, Tristan svanì.


Nella piazza, calò un silenzio irreale.
Il respiro di Lexa, pesante e affannato, spezzò quell’atmosfera. I suoi occhi si posarono per la prima volta sulla schiena di Clarke.
Lasciò cadere la frusta.
Anya si precipitò dalla bionda. Gustus affiancò Lexa, che continuava a guardare avanti, con occhi spalancati.
Anya si mise di fronte a Clarke. Le toccò leggermente il braccio.

<< Wanheda >> la chiamò piano, lo sguardo della bionda era smarrito.

Ad un tratto i suoi occhi incontrarono quelli della donna, preoccupati.

<< A-Anya… >> disse lievemente Clarke e cadde in avanti.

Anya la sorresse subito.

<< Wanheda! >> esclamò, ma subito la bionda si alzò sulle sue gambe e disse:

<< Sto bene >>

Il suo sguardo si posò di lato, vide Zoran con gli occhi spalancati, impaurito.
Si diresse verso di lui. La schiena dritta, il sangue colava mentre continuava la sua camminata.
Zoran la guardò, stupito.

<<  Spesso le tue azioni non si ripercuoteranno solamente su di te…ma anche sulle persone che ti stanno vicino >> disse Wanheda.

Gli occhi di Zoran si riempirono di lacrime.

<< Perdonala >> concluse, accarezzandogli il capo.

Al suo passaggio, tutti si scostarono, facendola passare. Anya andò al suo fianco, seguita a ruota da Gustus.





Lexa continuò a guardare il palo, a terra la pozza del sangue della bionda, poi guardò la sua mano. Subito dopo, si voltò verso Zoran e, a passi svelti lo raggiunse, trascinandolo assieme a lei per un braccio.

Andarono al limitare del bosco. La prima cosa che fece la bruna,  fu accovacciarsi di fronte ad un albero e vomitare.
Zoran era scioccato dalla scena. Non aveva mai visto Heda in quello stato.
Lexa si asciugò la bocca con la mano, prese due bei respiri profondi e si voltò verso il ragazzo.

<< La prossima volta che vuoi uccidermi….fallo quando non ci sono testimoni >> disse la bruna, guardandolo torva.

Zoran abbassò lo sguardo.

<< Essere Heda non è semplice….avrò sempre persone intorno che vorranno proteggermi, che si sacrificheranno per me…. >> continuò, alzandosi in piedi.

<< Amavo tua sorella, l’amavo davvero molto…. >> confessò.

Zoran la guardò negli occhi, ripensò alle parole di Clarke.

<< Mi dispiace…io non volevo fare del male a nessuno >> si scusò Zoran.

<< Ero furioso con lei, aveva promesso che sarebbe tornata da noi e invece…. >> disse con il groppo alla gola.

Lexa, in quel momento, vide solamente un ragazzino ferito.

<< Me l’aveva promesso! >> urlò e scoppiò in lacrime.

In quel mondo, insegnavano ai bambini ad essere forti. Ma ora Lexa capiva, non c’era vergogna nel mostrarsi deboli, i giovani non sarebbero cresciuti meno forti, al contrario.

Lexa andò verso di lui e l’abbracciò. Poi si scostò e si inginocchiò di fronte a lui.
Zoran interdetto da quel gesto, la fissò con occhi spalancati.

<< La tua Heda ti ha deluso. Non sono stata capace di proteggere la tua amata sorella…perdonami >> disse, guardandolo negli occhi.

Zoran in quel momento capì. Negli occhi della bruna, vide riflessi lo stesso tormento e dolore che erano presenti nei suoi e in quelli dei suoi genitori.
Heda si stava scusando con il suo popolo.

Zoran si inginocchiò, come aveva fatto Wanheda.

<< Sono io che devo essere perdonato dalla mia Heda >> pregò.

Lexa si alzò, gli accarezzò la testa e disse:

<< Accetto le tue scuse >>

Zoran si sollevvò, guardò Lexa negli occhi e ancora in lacrime disse:

<< Mi manca così tanto… >>

Lexa gli asciugò le lacrime.

<< Anche a me >> 






Clarke era sdraiata a pancia in giù, sopra il tavolo, all’interno della grande tenda.  Anya e Gustus chiamarono subito il guaritore.
Clarke chiuse un attimo gli occhi.

<< Ma quanto ci mette quel vecchio? >> disse spazientita Anya, uscì insieme a Gustus, per cercarlo subito.

La bionda rimase immobile. D’un tratto, udì dei passi leggeri, una mano esile, stretta intorno ad una benda,  si allungò per toccarle la schiena. Subito Clarke la fermò. Aprì gli occhi e vide una donna: capelli castani, viso e occhi stanchi.

<< No >> disse ferma Clarke.

La donna la guardò interrogativa.

<< Lascia >> disse ancora Clarke, allentando la presa.

Lo sguardo della bionda era diretto su un punto, impreciso dietro la donna, poi chiuse gli occhi e mollò la mano.
La madre di Costia la fissò per qualche istante, poi con delicatezza le scostò una ciocca di capelli biondi dal viso.
Poi s’inchinò, rispettosamente.

<< Mochof, Wanheda >>





Quando la madre di Costia uscì, incontrò fuori dalla tenda Lexa, che stava per entrare.

<< Voi… >> disse la bruna interrogativa, vedendo le bende e la brocca che teneva in mano la donna.

La donna la guardò negli occhi.

<< Solo Heda può guarire le ferite della nostra Wanheda… >> disse tristemente, chinando il capo.

Lexa entrò, seguita da Anya e Gustus, assieme al guaritore, ma si fermarono subito.
Heda andò verso la bionda, che nel frattempo si era messa su un fianco.

Lexa si mise di fronte al viso della bionda, inginocchiata accanto al tavolo.

<< Clarke? >> la chiamò Lexa.

<< Dobbiamo curarti quelle ferite >> disse piano, allungò una mano per accarezzarle il viso ma la bionda si scostò, spaventata.
Lexa la guardò sorpresa, abbassò la mano.

<< Clarke…sono io >> disse Lexa.

Lo sguardo della bionda vagava da una parte all'altra della tenda.
Lexa capì che la bionda stava vedendo ancora i suoi demoni.

<< Clarke…guardami… >> disse dolcemente.

Lentamente le accarezzò la guancia, la bionda al tocco fremette leggermente, ma non si scostò.

<< Guarda solo me… >> ripeté la bruna.

Gli occhi blu di Clarke fissarono quelle pozze verdi.
Erano tristi e addolorati, pensò la bionda.
Guardò profondamente quegli occhi….

No, lei non è come loro.

Doveva averlo detto ad alta voce, perché lo sguardo di Lexa, divenne subito angosciato.

<< Clarke… >> implorò.

<< Lexa… >> sussurrò Wanheda, si sedette.

Lexa l’aiutò, sorreggendola.

Clarke l’attirò, lievemente a sé, appoggiò la testa sulla spalla della bruna.

<< Falli andare via…. >> sussurrò.

Lexa rimase immobile, impietrita.

<< Ti prego, Lexa….falli andare via >> implorò la bionda, sospirando.

Anya, Gustus e il guaritore, rimasero fermi e in silenzio ad osservarle.
Anya li costrinse ad uscire, facendole rimanere da sole.

Lexa accarezzò i capelli morbidi di Clarke.

<< Perdonami Amore mio… >> disse Lexa, piangendo.






Lexa rimase accanto a Clarke per tutta la notte. La bionda.  dopo essersi calmata stava dormendo profondamente. Il guaritore aveva pulito e fasciato le ferite di Wanheda. Con grande rammarico, Lexa notò che le ferite non si rimarginarono, stavano solamente cicatrizzando.

<< Come sta? >> chiese Anya, versandosi un bicchiere d’acqua.

<< Meglio… >> rispose Lexa esausta.

<< Dovresti dormire un po’ Lexa >> le consigliò il suo Primo.

<< Si butta sempre in queste situazioni…. >> sospirò la bruna osservando la donna che amava dormire.

<< Idiota….ma un’idiota davvero coraggioso >> disse con ammirazione Anya.

<< Oggi avete dato prova di essere un grande Leader, Heda….questa lezione non sarà dimenticata >> le disse, mettendole una mano sulla spalla.







Lexa guardava il vasto prato di fronte a lei. Il cielo azzurro che si estendeva sopra la sua testa, le trasmetteva un senso di leggerezza. La leggera brezza le accarezzava i capelli, il sole stava sorgendo e tutto era circondato dalla calma più assoluta.

<< Ti sarebbe piaciuta questa vista. Tutto qui sa di te, il cielo, il fruscio del vento, i lievi raggi del sole… >> disse lievemente.

<< Mi mancano i tuoi sorrisi, i tuoi saggi consigli, il modo in cui ti portavi i capelli dietro all’orecchio….il tuo profumo… >>

<< Tuo fratello ti somiglia moltissimo, ha il tuo stesso coraggio e la tua stessa forza… >> strinse i pugni.

<< Fra poco la guerra incomberà su di noi….so che non saresti affatto d’accordo >> sorrise.

Guardò il sole sorgere.

<< Ho paura che tutto vada in frantumi….ma sai? Sono riuscita a trovare la mia forza…. >> disse,  prendendo un respiro profondo.

<< Lei ti sarebbe piaciuta, ne sono certa….testarda, forte, impavida e coraggiosa, ma anche dolce, sincera e fragile…. >> disse dolcemente.

<< Grazie per averla mandata a proteggermi >> disse e una lacrime le scese sul viso.

<< Mochof….Costia >> e con questo disse addio a quella parte di lei.




Si voltò e Clarke era lì, in piedi, ad aspettarla.

Lexa si avvicinò.

<< Bel panorama, vero? >> chiese con la voce un po’ roca.

Clarke la fissò, poi guardò davanti a sé.
Chiuse gli occhi e inspirò.

<< Bellissimo >> disse guardando Lexa.

<< Hai salutato? >> chiese la bionda.

Lexa guardò ancora il paesaggio.

<< Si….ora sono pronta >> disse la bruna.

<< Ho perdonato me stessa e Costia >> confessò, poi il suo sguardo si posò sulla donna al suo fianco.

I raggi del sole colpivano il suo viso, i suoi capelli d’oro brillavano di una luce talmente intensa da poter accecare.

<< E tu quando perdonerai te stessa? >> chiese.

Clarke la guardò stupita da quelle parole. Si perse ancora, in quei meravigliosi occhi verdi.
Accarezzò la guancia di Lexa, lievemente, con un leggero sorriso.

<< Se solo fosse così semplice >>

Lexa l’attirò a sé e la baciò con passione, stringendo le braccia alle sue forti spalle.
Desiderando, di poterla salvare dall’oblio.




















Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori!! Non sono scomparsa, anche se poteva sembrare! Mi scuso tantissimo, ma ho cambiato lavoro e diciamo che il mio tempo libero scarseggia...Comunque non è una scusa!! Vi prometto che aggiornerò le mie storie con più regolarità! Promesso! Che dire di questo capitolo?? Un cerchio si è chiuso! Il perdono porta nuova pace alla nostra Lexa, ma adesso dovrà affrontare il confitto con Azgeda!! Guerra nei prossimi capitoli! Succederà un po' di trambusto.....
Grazie per chi continuerà a leggere questa storia!! Vi ringrazio ancora e mi scuso nuovamente!
Spero alla prossima e fatemi sapere che ne pensate!

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Capitolo 28
*** Guerra ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 










 Guerra.




                                                   Allora è questo che si prova? È questa, la sensazione?

              
                                                                      E come se camminassi all’indietro, vedendo le cose che hai fatto, quello che hai provato…

Solo un attimo, il tempo di un respiro...
                                       
Allora è così che capita?
                                                                                                         La vedo…
               Cerca di raggiungermi, di afferrarmi…
                                                                                                                                                  Eccola…

Allunga la sua mano candida verso di me…

                                                                                                                                            Con le fattezze di una Ninfa, dagli occhi blu…
                                    Allora è questa....
              

…la Morte?






Il rumore degli zoccoli dei cavalli, riecheggiava nell’aria, trasportato dalla leggera brezza che soffiava quella mattina. Dopo aver lasciato il villaggio di Costia, Heda e il suo seguito stavano per tornare a Polis.
I mormorii dei soldati, i rimproveri di Anya e i sogghigni nascosti di Gustus, rendevano quella cavalcata piacevole.
Il sole splendeva alto nel cielo limpido, gli occhi verdi della bruna intravidero, immediatamente, la città.

La sua torre si ergeva alta e maestosa, il vociare del suo popolo nei mercati, i gridolini dei bambini che giocavano felici.
La guerra imminente che stava per piombare nelle loro vite, sembrava non esistesse. La sua città sembrava come sempre, in pace, tranquilla.
Ma a svegliarla dal quell’immagine immacolata e serena c’erano due pozze blu, che la seguivano, sempre di fianco a lei. Lo sguardo serio e pensieroso della bionda stonava con quell’atmosfera.

Arrivati dentro la città vennero accolti dall’affetto delle persone che, al loro passaggio, rispettosamente, inchinavano il capo.
All’entrata della torre, come sempre, ad aspettarle stava Titus, dritto e composto.

<< Heda, spero abbiate fatto un buon viaggio di ritorno >> disse, inchinando il capo in segno di saluto.

Lexa notò subito lo sguardo irritato dell’uomo, posarsi sulla bionda accanto a sé.

<< Si Titus, grazie…i nostri ospiti sono arrivati? >> chiese Lexa, dopo essere scesa da cavallo, dirigendosi ai piani superiori, nelle sue stanze.

<< Si Heda, stavano aspettando il vostro ritorno >> rispose Titus, seguendo il Comandante.

Clarke, appena scese da cavallo, venne subito raggiunta da delle voci.

<< Clarke! Ehi Clarke! >> la chiamarono Octavia e Raven.

La bionda si girò verso le due ragazze e rivolse subito un mezzo sorriso ad entrambe.

<< Ma guarda…due Skaikru nella bella Polis >> disse la bionda, guardando le due ragazze.

<< Finalmente siete tornate, abbiamo quello che ci serve? >> chiese Octavia.

La bionda la guardò attentamente: gli abiti dei Trikru, l’aria fiera e dura come tutti i giovani guerrieri.

<< Indra si sta comportando bene con te? >> chiese ironica la bionda.

<< Indra è….Indra >> rispose la ragazza.

Clarke rise lievemente.
<< Sei fortunata ad avere un mentore come lei….se farai ciò che dice, diventerai una grande guerriera >> poi il suo sguardo si posò su Raven, che sembrava impaziente di comunicarle qualcosa.

<< Che c’è? >>

<< Avrei costruito qualcosa…..credo si possa usare in battaglia… >> disse grattandosi la testa.

<< Che genere di arma? >> chiese curiosa la bionda.

Raven le sorrise, beffarda.








Appena arrivata nella sua camera, Lexa si tolse la sua armatura di Heda, si sedette sul divano e sospirò. Titus la fissò, seriamente.

<< Perché quello sguardo Titus? Sei arrabbiato con me? >> chiese la bruna senza guardarlo.

<< Perché dovrei essere arrabbiato con voi Heda? >>

<< Forse perché ho frustato Wanheda in pubblico? >> disse Lexa, toccandosi la fronte.

Titus si avvicinò, sempre con le mani dietro la schiena.

<< Wanheda agisce sempre per il bene di Heda, se si è fatta frustare al posto di quel ragazzo…vuol dire che era la cosa giusta da fare >> disse, in modo un po’ sarcastico.

<< Capisco…non sei arrabbiato con me >> disse Lexa, con un mezzo sorriso.

Ci fu un attimo di silenzio, poi Heda continuò:

<< Mi ha guardata con uno sguardo…dopo intendo. Non avevo mai visto quello sguardo… >> disse turbata.

Titus non disse nulla, il suo sguardo si intristì.

Lexa sollevò il capo verso di lui.

<< Mi ha guardata come se… >>

<< Come se si meritasse quella punizione? >> continuò Titus per lei.

Lexa sospirò.

<< Wanheda non riesce a perdonare sé stessa…i suoi demoni non lo permettono >> disse l’uomo, avvicinandosi alla sua protetta, si inchinò di fronte a lei e le mise una mano sulla spalla.

<< Lei comprende i tuoi doveri e la tua posizione…non ti angustiare per questo >> la consolò.











Clarke stava portando il suo cavallo e quello di Lexa nelle stalle, non era ancora entrata nella torre, l’espressione di Titus le aveva fatto capire che avrebbe ricevuto una delle sue ramanzine stressanti e tediose.

<< Wanheda che ci fate qui? >> chiese Lincoln, appena vide la bionda.

<< Sono venuta solo a far riposare loro…ora vado >> rispose, dopo aver accarezzato i cavalli.

<< Wanheda aspettate! >> chiamò il ragazzo.

Clarke si fermò, in attesa.

<< Avete parlato con Octavia? >> chiese, grattandosi dietro il collo.

<< Si, l’ho vista prima insieme a Raven…mi ha detto che Indra le sta dando filo da torcere >> disse compiaciuta.

<< Si, è vero….ma vi ha detto altro per caso? >> chiese Lincoln, in ansia.

Clarke l’osservò attentamente, qualcosa non andava.

<< Che ti prende Lincoln? Cosa avrebbe dovuto dirmi? >> chiese seria la bionda.

Il ragazzo abbassò lo sguardo.

<< Mm allora non ti ha detto nulla >>

<< Parla >> disse autoritaria Clarke.

Il ragazzo sospirò.

<< Avrei bisogno del vostro aiuto Wanheda…ecco, io e Octavia…..beh, tra noi…ecco >> tergiversava, imbarazzato.

<< Lincoln so che tu e Octavia siete diventati intimi….che cosa c’è che non va? >> chiese curiosa.

<< Vorremo unire i nostri Spiriti e le nostre vite di fronte a Heda >> confessò velocemente.

Clarke alzò il sopracciglio.

<< Sappiamo che questa guerra sarà difficile…e che molti potrebbero non sopravvivere…vorremo farlo prima di andare in battaglia >> continuò il ragazzo, con sguardo serio.

<< Oh….ho capito >> disse Clarke, poi curiosa chiese:

<< E come dovrei aiutarvi? >>

<< Io sono un Trikru e Octavia una Skaikru….sappiamo che non saremo mai accettati. Tu sei Wanheda, Heda Lexa ti ascolta >> disse il ragazzo, facendo capire alla bionda la sua richiesta.

<< Se vuoi che parli con Heda, non ci sono problemi….ma dovresti chiedere direttamente a lei. Solo tu sai l’importanza della tua richiesta, se esponi a Heda le tue motivazioni, sono certa che le ascolterà >> spiegò la bionda, poi gli sorrise lievemente.

<< Lexa capirà >>

Lincoln annuì.

<< Ci accompagni? Io e Octavia vorremmo che tu fossi presente >> spiegò il ragazzo.

Clarke si stupì, poi annuì con un sorriso.










Clarke si tolse la sua giacca e le scarpe, si sgranchì il collo.

<< Vedo che siete tornata tutta intera….questa volta >> disse Titus, dopo essere entrato nella stanza della bionda senza nemmeno bussare.

<< Vedo che sei sempre la solita spina nel fianco Titus >> disse Clarke, senza voltarsi.

<< La vostra impertinenza vi caratterizza sempre di più, come la vostra innata capacità di fare le cose… >> le parole gli morirono in gola, appena vide la schiena nuda della bionda. Durante il loro battibecco, infatti,  la bionda continuò a spogliarsi.

<< … senza riflettere >> finì, osservando le nuove cicatrici delle frustrate.

Clarke si mise una canottiera grigia, pulita e si voltò.

<< Ho fatto tutto per il bene di Heda, dovresti essere contento >> disse beffarda.

<< Prendendo il posto di uno stupido ragazzino?! Perché sacrificarsi per lui?! >> continuò lui.

Clarke sospirò.

<< Lexa non voleva farlo…avrebbe sofferto >> spiegò all’uomo.

<< Frustare te è stato meglio, invece? >> chiese sarcasticamente, Titus.

Clarke si rimise le scarpe.

<< Heda può usarmi se vuole…non è vero? >> sorrise la bionda, andandogli di fronte.

<< Non devi preoccuparti per me Titus….sto bene, il sangue di Ontari non è più in circolo nel mio corpo…sono pronta >> disse sicura e determinata.

Titus sospirò, toccandosi il mento.

<< Tu sei pronto Fleimkepa? >>










Tutti gli alleati si trovavano già nella sala del trono, aspettavano tutti l’arrivo di Heda. Quando entrò, tutti si alzarono. Un grande tavolo circolare era stato posizionato al centro. Le carte e le mappe del territorio aperte.
La bruna si posizionò di fronte, Wanheda e Titus al suo fianco, poi Indra e Gustus, Luna e Caris, Abby, Marcus e Jaha affianco a loro, indietro Bellamy e Raven, la loro presenza voluta fortemente da Wanheda.

<< Le nostre spie e le nostre sentinelle hanno riferito che l’esercito di Azgeda si sta già mobilitando, hanno anche riferito che altri quattro battaglioni di mercenari stanno arrivando >> iniziò Lexa, mostrando nella mappa la posizione dei nemici.

<< Nia non ha avuto proprio scrupoli questa volta, quella cagna maledetta! >> esordì Caris, con disprezzo.

<< I suoi numeri sono maggiori dei nostri…dovremo inventarci qualcosa >> esordì Indra, analizzando il territorio.

<< Non vi è dubbio che il suo obbiettivo è Polis, vorrà prendere la città, detronizzare subito Heda >> continuò Luna, guardando la bruna.

<< Dobbiamo spostare la battaglia fuori le mura della città >> disse Lexa, controllando il posto più adatto.

<< Qui…. >> indicò Clarke, nelle carte.

<< È un ampia pianura, con una piccola catena montuosa sul lato destro. Ideale per gli arcieri >> spiegò.

Tutti fissarono il punto indicato e annuirono.

<< I loro numeri sono maggiori, è vero…ma noi abbiamo le armi degli Skaikru, possono colpire a distanza come i nostri archi e sono molto più letali >> spiegò Wanheda, fissando Bellamy e Raven.

<< È vero, possiamo creare due fronti opposti con due coperture differenti >> spiegò Gustus.

<< A Raven è venuta in mente un’idea… >> disse Clarke, rivolgendosi a Lexa.

Poi guardò la ragazza e le fece cenno di parlare.

<< Oh…si ecco, posso creare degli esplosivi, possiamo farli saltare a distanza, con i pezzi dell’Arca potrei crearne un numero considerevole >> rifletté.

<< Esplosivi? >> chiesero gli altri.

<< Sono armi potenti che fanno saltare in aria qualsiasi cosa si nelle immediate vicinanze >> spiegò sommariamente Marcus.  

<< Si sapete…BOM!! >> disse Raven, mimando un esplosione con le braccia.

<< E sei morto >> finì, imbarazzata.

Clarke sorrise, Caris entusiasta si girò verso la latina.

<< Grandioso!! Mi piace >>

<< Questo potrebbe coprire la differenza… >> disse Lexa.

<< Ma cosa ci importa dei numeri, abbiamo le strane armi degli Skaikru e non dimentichiamo che abbiamo Wanheda >> disse Caris, guardando la bionda.

Titus si irrigidì a quelle parole.

<< Non bisogna sottovalutare il nemico, specialmente Nia >> ribatté duramente Lexa.

Tutti annuirono.

<< Sicuramente porterà alcune delle sue creaturine… >> disse Luna.

<< Mi occuperò io di loro >> disse subito Wanheda.

Lexa si trattene dal girarsi di scatto verso di lei.

<< L’ideale sarebbe aprire due fronti… >> disse Indra.

<< Heda dovrebbe guidare il fronte primario…cavalleria e fanteria >> spiego Wanheda.

<< Gli arcieri dovrebbero posizionarsi qui, nascosti dalle rocce, assieme agli Skaikru >> continuò Lexa.

<< Possiamo posizionare lì i nostri migliori tiratori >> spiegò Marcus, mentre Jaha annuiva.

<< Se li attiriamo qui in questo punto potremo utilizzare le armi della ragazza skaikru >> disse Caris, indicando un piccolo stretto.

<< Sarebbe l’ideale…così Raven potrebbe posizionarsi qui su, assieme agli altri >> indicò il punto sulla mappa, Bellamy.

<< E il fronte secondario? >> chiese Gustus.

<< Il secondo fronte lo guiderò io >> annunciò Clarke.

<< Wanheda deve stare al fianco di Heda! >> esclamò Indra, contrariata.

Lexa si girò verso la bionda preoccupata.
La bionda invece guardò Titus un attimo e poi disse, analizzando la cartina:

<< Si aspetteranno che io sia insieme a lei…così li coglieremo di sorpresa… >>

<< È vero, sul campo cercheranno subito Heda e Wanheda, gli obbiettivi principali saranno loro >> disse Anya.

<< Ma nessuno vorrà venire con te >> disse Luna, portando l’attenzione di tutti su di se.

Heda le lanciò subito uno sguardo di rimprovero.

<< Solo i più valorosi stanno al fianco di Wanheda in battaglia, ovviamente tu non sei una di queste >> disse sprezzante Titus.

Clarke sospirò.

<< Bastano un po’ di volontari >>  disse guardando Luna.

Subito Bellamy e Raven si fecero avanti, provocando i sorrisi di Anya e Gustus.

<< Non prendo bambini con me >> disse seria Clarke, facendo rimanere male i due.

<< Può funzionare…per ora formiamo i due fronti, visto che il nemico sta venendo qui, lo incontreremo a metà strada.. >> disse Lexa, ottenendo l’approvazione di tutti.

<< Voglio una squadra che rimanga qui a Polis e protegga i Natblida >> disse guardando Titus e Gustus, che annuirono.

<< Gli Skaikru si occuperanno delle loro armi, se vi serve aiuto non esitate a chiedere…non abbiamo molto tempo, temo >> disse, guardando gli Skaikru che subito si misero a lavoro.

<< Abby vorrei che tu e Niko organizzaste un campo per accogliere i feriti >> ordinò Heda e Abby annuì, uscendo assieme agli altri.

Caris e Luna uscirono, mentre decidevano su chi dovesse unirsi a Wanheda. Mentre Indra e Gustus s’incamminarono Clarke fermò il Generale.
Appena si aprirono le porte per far uscire gli altri, Lincoln e Octavia entrarono.

<< Heda, potreste concedere un’udienza veloce a Lincoln kom Trikru e Octavia kom Skaikru? >> chiese solennemente Wanheda.

Indra alzò gli occhi al cielo, aspettandosi questa svolta.
Lexa guardò curiosa la bionda e annuì. Clarke, allora, si girò verso i due giovani che stavano in piedi di fronte alla bruna, mano nella mano e disse:

<< Puoi dar voce alla tua richiesta Lincoln >> sorrise, rassicurante.

Lincoln e Octavia si inginocchiarono, rispettosamente, poi Lincoln incominciò a parlare:

<< Heda, sono qui oggi al vostro cospetto e a quello di Wanheda e del Generale Indra, per chiedervi il permesso di unire la mio spirito a quello di Octavia kom Skaikru! >> proclamò con decisione.

Lexa, guardò stupita i due, fissò per un attimo le loro mani unite. Dietro di sè, sentì il sospiro esasperato di Titus.

<< So che apparteniamo a due Kru diverse, a due mondi diversi…ma in Octavia ho trovato la mia casa. So che il nostro futuro è incerto, per questo desidero che quando la nostra battaglia sarà finita, il mio spirito non abbandonerà mai il suo…. >> confessò, guardando Heda negli occhi.

Lexa capiva quello sguardo.

<< Se dovessi rifiutare la tua richiesta, che intendi fare Lincoln? >> chiese curiosa la bruna.

Lincoln continuò a guardarla negli occhi, poi sollevò la testa, fiero.

<< Lascerò la mia Kru e mi unirò agli Skaikru, se mi accetteranno… >> disse deciso.

<< Un traditore?! Come osi offendere Heda in questo modo?! >> lo sgridò, Indra.
Lexa alzò il braccio.

<< Vedo che hai preso la tua decisione…. >> commentò la bruna, poi spostò lo sguardo su Otavia, occhi decisi come quelli del guerriero accanto a lei.

Lexa sorrise.

<< Non sarà necessario abbandonare la tua Kru….se anche il Leader degli Skaikru è d’accordo, potrete procedere alla cerimonia >> acconsentì.

<< Come ho detto…un solo popolo, una sola Kru >> proclamò, provocando il sorriso compiaciuto di Clarke.

<< Vi ringrazio Heda >> dissero, contemporaneamente,  i due giovani, pieni di emozione.

<< Se vi accontenterete di una cerimonia modesta, potremo procedere prima della partenza… >> continuò Lexa, facendo alzare i due.

<< Grazie Heda…sarebbe fantastico >> disse Octavia.

Lexa si avvicinò e mise una mano sulla spalla di Lincoln e disse:

<< Sono molto felice per te Lincoln >> Lincoln ringraziò la sua Heda, anche Indra si avvicinò ai due.

Clarke notò con la coda dell’occhio la figura di Titus che si allontanava.












Tutti i preparativi erano finiti, gli Skaikru, in un primo momento titubanti, avevano, infine, accettato di buon grado le nozze.
Lexa era nella sua camera, aveva appena finito di cambiarsi, indossava un lungo abito nero, che le scopriva la schiena, mostrando il suo bellissimo tatuaggio.

Andò verso il grande letto quando sul divano, trovò Clarke, intenta a studiare una mappa. Il suo viso concentrato, le braccia posate sulle cosce, i boccoli biondi semi raccolti…nonostante portasse gli stessi abiti di poco prima, la sua figura incuteva sempre un certo fascino.
Non si accorse dello sguardo della bruna su di sé.

Lexa, lentamente, camminò fino ad arrivare dietro di lei, osservò la mappa, era del campo di battaglia…
Lo sguardo della bruna, scivolò sulla sua ampia schiena…altre immagini si sovrapposero: quella stessa schiena nuda, lacerata dalle ferite…ferite che le stessa aveva provocato.

I pensieri di Clarke vennero interrotti da due braccia che la circondarono da dietro la schiena. I muscoli tesi si sciolsero immediatamente, appena la bionda avvertì il profumo della bruna.

<< Così studiare il territorio diventa difficile >> disse, Clarke ironica.

Lexa strinse ancora di più le braccia.

<< Perché vuoi condurre il secondo fronte? >> chiese la bruna, all’improvviso.

Clarke non fece in tempo a rispondere che la ragazza continuò:

<< Non è solo perché si aspettano di trovarci insieme, vero? >>

La bionda sorrise.

<< Ontari vuole giocare con me… >> disse Clarke.

<< L’ultima volta che qualcuno l’ha fatto è successo qualcosa di terribile… >> confessò.

<< Sha-ri… >> sussurrò Lexa.

<< No… >> disse Clarke, serissima.

<< Mi sono persa…. >> confessò, poi si girò verso la bruna, che la guardava curiosa, non capendo le sue parole.

Clarke osservò il vestito di Lexa, sorrise.

<< Si…il più bel panorama… >> sussurrò, poi si tirò su e posò un dolce bacio sulle sue labbra.









Lincoln e Octavia stavano in piedi uno di fronte all’altro, Heda univa le loro mani, intrecciate con una stoffa…uniti, disse…uniti per l’eternità.

<< Avresti dovuto impedirglielo >> disse Titus, mentre osservava la scena.

<< Perché? Non si meritano un po’ di felicità? >> chiese Clarke, accanto al Fleimkepa.

<< Se uno dei due morirà in battaglia, l’altro vagherà da solo sulla terra, uno spettro vuoto…questa la chiami felicità? >> chiese l’uomo, sospirando.

Clarke l’osservò con attenzione, poi posò ancora lo sguardo verso i due ragazzi.

<< Vivere uno sguardo, il suono della sua voce, una lieve carezza, un bacio…quella sensazione di completezza…vale la pena di vagare in questa terra…vale la pena, Titus? >> gli domandò la bionda guardandolo negli occhi.

Titus non distolse lo sguardo dai due sposi che felici, si scambiavano un appassionato bacio. Per un momento chiuse gli occhi. Quando gli riaprì sorrise, tristemente. Poi si voltò e si ritirò, consapevole che quelle due pozze blu continuarono a fissarlo.







La bionda fece le congratulazioni ai due nuovi sposi. Iniziarono i festeggiamenti, tutti bevevano e cantavano.
Iniziarono le danze, persone, guerrieri di Kru diverse, ballavano, cantavano e scherzavano insieme.
Raven e Octavia offrirono a Clarke da bere, rompendo quella solitudine che caratterizzava sempre la bionda in queste occasioni.
Ad un tratto, durante la serata, Anya le apparve di fronte, serissima.

<< Anya… >> incominciò la bionda ma venne interrotta:

<< Sarebbe per me un grande onore, marciare al tuo fianco domani >> disse inchinando il capo in segno di rispetto.

Clarke la fissò un attimo stupita, poi sorrise.

<< L’onore sarà mio, Anya kom Trikru >> rispose, inchinando anch’essa il capo.








Questa notte era così bella, pensò Lexa, mentre osservava tutti questi popoli, così diversi, divertirsi e sorridere insieme. Avrebbe voluto che domani non arrivasse mai, ma era realista, sapeva che questa felicità non sarebbe durata…
Ma avrebbe combattuto per questo, per questi sorrisi, per queste amicizie e alleanze che vedeva nascere, per questo Amore, pensò, osservando Lincoln e Octavia danzare innamorati.

Sorrise quando vide il suo mentore, parlare con Clarke. Osservò la bionda attentamente, sempre in disparte, silenziosa, come un’ombra.
Si avvicinò, le sorrise e lei subito ricambiò.

Lexa le prese la mano e lentamente la portò verso la grande piazza dove tutti ballavano. Il verde sempre nel blu.
Lexa si mise in posizione, alzando la mano della bionda, che si posò leggera sulla sua, palmo contro palmo. Le due iniziarono a girare in tondo, come quando studi il tuo avversario, in combattimento. Lexa vedeva solo quel blu intenso, tutto il resto, sparì.

Clarke all’improvviso, le alzò le braccia, accarezzando poi il suo profilo con le mani. Lexa poi allontanò la bionda leggermente, mettendo una mano sul petto, respingendola.
Ballavano una danza antica e sensuale, gli occhi di tutti erano catturati da quella strana battaglia. Le mani della bionda, accarezzavano il viso della bruna con gentilezza.

Poi all’improvviso la sollevò in alto. Clarke non aveva occhi che per la sua Lexa. Heda sorrise, accarezzando il viso della bionda, in una carezza dolce e gentile.
Tutti gli spettatori rimasero in silenzio, ammirando quella danza, che a tutti esprimeva solo Amore.

<< È così strano… >> disse Luna.

<< Cosa? >> chiese Caris, stringendo in mano un boccale di liquore.

<< Che la Morte abbia dei sentimenti… >> disse, contemplando le due ragazze che si guardavano negli occhi, ignorando tutto il resto.









Lexa aprì la porta del dormitorio dei Natblida, entrò silenziosamente, senza svegliarli. Camminò lentamente, osservandoli dormire.

<< Heda? >> chiese Aden, appena aprì gli occhi, con voce impasta ancora dal sonno.

Lexa si avvicinò alla sua branda.

<< Scusami Aden, ti ho svegliato? >> chiese Lexa, sedendosi sul bordo del lettino.

Il giovane scosse la testa.

<< Domani andrete in battaglia con Wanheda? >> chiese curioso.

<< Si…domani io e Wanheda affronteremo i nostri nemici >> confermò Lexa.

<< Heda…hai paura? >> chiese inchinando il capo, imbarazzato.

Lexa rimase un attimo a pensare.

<< Si >> confessò al giovane.

<< Anche io avrei paura… >> disse il ragazzo.

<< Lo so….è per questo che sarai un grande Heda un giorno, Aden >> gli disse Lexa, accarezzandogli la testa.

<< Ora dormi…altrimenti Titus ti metterà in punizione >> disse Lexa, sistemandogli la coperta.

Mentre richiuse la porta, trovò Titus ad aspettarla.

<< Titus… >>

<< Heda….posso parlarvi? >> chiese inchinando il capo.

La bruna acconsentì, camminarono per i corridoi, uno affianco all’altro, in silenzio.

Arrivarono nel campo di allenamento dei Natblida, si fermarono a contemplare il panorama che si estendeva di fronte a loro.

<< Qualcosa ti turba Maestro? >> chiese la bruna, osservandolo.

Titus continuava a guardare il panorama.

<< Ho pochissimi ricordi della mia infanzia, a volte ho la sensazione di non averla vissuta affatto >> disse beffardo.

<< Alcuni ricordi, invece, sono impressi nella mia mente come se fossero accaduti ieri. Un ricordo in particolare…. >> disse, voltandosi verso Lexa.

<< Sei preoccupato per Clarke? >> chiese la ragazza, non riuscendo a capire dove volesse arrivare.

<< Stavamo cenando, accanto al fuoco…io, lei e Sha-ri… >> disse, ricordando quel momento.

<< Un ricordo così semplice, eppure così prezioso…eravamo felici, ridevamo…eravamo come…una famiglia >> continuò sorridendo lievemente.

Poi si voltò verso la bruna, il volto serio.

<< Per lei ho desiderato sempre questo…una famiglia, un Heda che fosse alla sua altezza… >> tocco lievemente la guancia di Lexa.

<< Sii alla sua altezza domani! Promettimi che penserai solamente a raggiungere il tuo obbiettivo >> disse, solennemente.

Il suo Maestro era un tale mistero per lei.

<< Sarò alla sua altezza, Maestro >>











Appena Lexa entrò nella sua camera, trovò Clarke appoggiata al bordo della terrazza, che guardava le stelle. La bruna rimase sullo stipite della grande finestra ad osservarla.

<< Non sapevo sapessi danzare così bene >> disse, facendo voltare lentamente la bionda, che le sorrise divertita.

<< Ci sono ancora tante cose che non sai di me >> rispose, rimanendo appoggiata al bordo.

Lexa la fissò.

<< Tu e Titus, siete un tale mistero >> sussurrò a voce alta.

Si ritrovò la bionda di fronte, le accarezzò la guancia, come aveva fatto poco prima il suo Maestro.

<< Non aver paura…Lexa >> le disse dolcemente.

Lexa la guardò negli occhi. In realtà, era terrorizzata per domani, terrorizzata di essere sconfitta, di perdere le persone a cui teneva….di perdere questa misteriosa creatura, che la guardava con così tanto amore e dolcezza.

<< Non voglio pensare a domani… >> disse, mettendo la mano su quella della bionda.

<< Voglio pensare solo a questa notte, solo a te >> sussurrò, attirando a sé la bionda e baciandola con passione.

Clarke ricambiò subito il bacio, con le mani, scostò le spalline del vestino nero della bruna, facendolo scivolare delicatamente a terra. Portò le mani dietro il bustino e lo strappò.
Lexa le sfilò di dosso la canottiera, le sue mani, come d’abitudine, ormai, andarono a tracciare i bordi della cicatrice sul petto di Clarke, il suo simbolo.
Clarke la prese in braccio, i baci divennero roventi, i respiri affannosi. Appena caddero sul letto Clarke si fermò e guardò il viso di Lexa, illuminato dalla lieve luce delle candele, arrossato, le labbra piene e umide a causa dei suoi baci.

<< Per l’eternità… >> sussurrò la bionda, ripetendo le ultime parole che Lincoln e Octavia avevano pronunciato durante il rito nuziale.

Lexa non poté dire nulla, baciò la bionda con tutta la passione e l’amore che provava in quel momento.
I loro corpi si unirono per tutta la notte.









Clarke stava in piedi, in mezzo al Santuario, contemplando i dipinti sulle pareti. Con addosso una veste nera, allungò un braccio e subito Titus le infilò la sua armatura rossa. Il Fleimkepa sistemò tutto, meticoloso.
Quando ebbe finito, si voltò e prese una spada, la porse alla bionda.

<< Questa è… >> sussurrò Clarke sorpresa.

<< Se userai questa lama oggi….tu ci onorerai >> disse Titus, alzando il mento fiero.

Clarke osservò la spada, la prese nella sue mani.

<< Era qui…tutto questo tempo >> disse, accarezzandola.

<< Aspettava qualcuno degno di lei >> disse Titus.

Clarke la strinse fra le mani e chiuse gli occhi, ricordando la ragazza che la brandiva. Poi guardò Titus negli occhi.

<< Tieni a mente il tuo compito ragazzo  >> gli disse la bionda.

Titus si inginocchiò di fronte a lei.

<< Giuro che non vi deluderò più, Wanheda >> disse solennemente.

Clarke gli toccò la testa, contornata dai suoi tatuaggi sacri.







Lexa era pronta, nella sua armatura scura, con il mantello rosso che caratterizzava il titolo di Heda, il viso dipinto di nero. Al suo fianco Indra e Anya, pronte anche loro alla battaglia.
Tutti i guerrieri aspettavano il suo comando, così da poter partire verso il campo di battaglia, ad un tratto tutti rimasero in silenzio.
Wanheda aveva fatto la sua comparsa, con affianco il Fleimkepa. La sua figura incuteva terrore. Sul petto, dipinto sulla sua armatura rosso sangue, un teschio nero…il simbolo della Morte, il simbolo di Wanheda.
La bionda andò subito al fianco della bruna, la quale, guardò il suo enorme esercito e disse a gran voce:

<< In marcia!! >>







Nelle retrovie, era stato allestito il campo dove Abby e Niko preparavano tutto il necessario per soccorrere i feriti.
Un esploratore arrivò di corsa a cavallo.

<< Heda l’esercito nemico sta arrivando! >> disse subito.

Lexa annuì, si voltò verso Clarke.

<< Mettiamoci subito in posizione, quando arriveranno dobbiamo essere pronti >> ordinò.

Clarke annuì.

Mentre la bionda si recava dai suoi guerrieri, Lexa la richiamò.
La bionda si voltò.
Lexa avrebbe voluto dirle di stare attenta ma si limitò a fissare negli occhi la bionda.

<< Ci vediamo sul campo di battaglia, Heda >> disse Clarke, sorridendo, rassicurante.










Il primo fronte guidato da Lexa si avvicinò all’inizio della grande pianura. Heda si ergeva, sul suo cavallo bianco, al suo fianco Indra, Gustus e Luna. Il suo fronte formato da cavalieri e fanteria.
Gli Skaikru assieme agli arcieri già posizionati.
I tamburi degli Azgeda riecheggiavano, minacciosi.
Lexa si voltò, guardando il suo esercito.

<< Oggi! In questo giorno, scriveremo la storia! I nostri figli e i figli dei nostri figli, racconteranno di questo giorno! Quando le Kru si sono uniti in un unico grande popolo!! Uniti!! Combattiamo!! Uniti!!! >> urlò, sfoderando la spada e puntandola verso l’alto.





Sulla collina adiacente, in mezzo agli alberi e alle rocce, il fronte secondario, formato solamente da cavalieri era schiarato, pronto alla carica.
Wanheda sul suo cavallo nero come la notte, era in testa, contemplando l’orizzonte, dove si vedeva l’esercito nemico, venire verso di loro.

<< Fatevi guardare miei valorosi guerrieri! >> disse Clarke, voltandosi verso di loro.

<< Voi non siete né uomini, né donne…voi, oggi,  siete MORTE!!! >> disse con ardore.

I guerrieri, comprese Caris e Anya, incominciavano ad intonare il sussurro di guerra.

<< Cavalcate con me! E faremo grondare la terra di sangue!! >>

<< Jus! Jus! Jus! Jus! Jus! >> ripetevano i guerrieri.





Dalla parte opposta, Nia assieme agli altri traditori, dette il via alla carica.

<< Heda, al vostro comando >> disse Indra.

Lexa guardò sulla collina e vide Clarke in groppa al suo destriero.





Anya si voltò verso Wanheda.

<< Per Heda >> disse la bionda, sorridendo.

<< PER HEDA!! >> urlarono tutti e la bionda urlò, andando alla carica assieme al fronte secondario.





<< Quella pazza vuole morire >> disse Luna, osservando la bionda e il resto della armata che si scagliavano, impavidi,  all’assalto.

<< UNITI!! >> urlò Lexa, sguainando la spada e partendo alla carica.

<< YAHHHHHH!!!! >> urlarono tutti i guerrieri, seguendola.








L’esercito guidato da Lexa, si scontrò frontalmente con quello di Azgeda. Lexa attraversò il nemico a cavallo, spazzando via chiunque le si presentava davanti, con una furia mai vista prima.
Il fianco dell’esercito dei nemici venne sventrato dal fronte guidato da Wanheda, i suoi guerrieri erano spietati e letali.
Lexa cadde dal suo cavallo, ma subito si rimise in piedi, con grande agilità, uccidendo i nemici che venivano verso di lei.
Indra e Gustus sempre vicino a lei, cercavano di proteggerla. Gli Skaikru sparavano ai nemici, cercando di dare copertura ai loro alleati sul campo.
Anya venne attaccata da due assassini di Azgeda, finì a terra, quando uno di loro stava per sferrarle il colpo fatale, una lama gli trafisse il torace.
Wanheda le aveva salvato la vita, un’altra volta.

<< In piedi Generale! >> disse le bionda afferrandola per il braccio e tirandola su.

Delle frecce, scagliate dal nemico, la fecero girare. Clarke si scagliò, velocemente, verso l’arciere e con un fendente gli tagliò la testa.
Mentre Heda e gli altri avanzavano, all’improvviso, due enormi e feroci orsi polari bianchi, sbucarono dal fondo del campo di battaglia. Luna e Lexa si guardarono e incominciarono ad arretrare velocemente.
Uno di loro venne intercettato dal fuoco degli Skaikru, riuscirono a spostarlo sul lato della collina, venne fatto saltare in aria da Raven, che nascosta, aveva azionato l’esplosivo.

L’altro esemplare puntò Lexa e iniziò a correre verso di lei. Gustus accortosi del pericolo con altri due guerrieri si precipitò, coraggiosamente, verso la bestia.

<< Gustus NO!! >> urlò Lexa, vedendo il suo amico che veniva sbranato dall’animale, ormai fuori controllo.

<< Proteggete Heda!! Presto!! >> ordinò Indra, vedendo che l’animale continuava a puntare la bruna.

Il gruppo aspettava l’agguato dell’orso ma un attimo prima che si lanciasse contro di loro, Wanheda arrivò come un fulmine e placcò l’orso, finirono, così, tutti e due a terra.

<< Clarke!! >> urlò Lexa, vedendo in che condizioni era ridotta la bionda.

Ricoperta di sangue, il corpo era trafitto da una marea di frecce.
Wanheda si rialzò, anche l’orso, che subito puntò la sua nuova preda e ringhiò forte contro di lei. Clarke si guardò un attimo in corpo e, velocemente, recise con la spada la parte finale delle frecce che erano conficcate nella sua carne.

La bionda iniziò a correre verso di lui, con un grande salto, si posizionò sulla schiena e gli conficcò le due spade sul collo.
L’orso finì a terra, senza vita.
Lexa vide che tutti i guerrieri intorno a lei la guardavano con timore e ammirazione.

Dopo un po’ i guerrieri di Azgeda si fecero avanti, tutti insieme per cercare di fermarla. Scagliavano frecce e lance. Vide Wanheda camminare verso di loro, calma, come non l’aveva mai vista. Li uccideva uno ad uno, con agilità e immediatezza. Le conficcavano spade, frecce ma nulla sembrava fermarla.
Clarke era una furia, dopo aver finito di massacrare quegli uomini si voltò verso Lexa.
I suoi occhi erano neri come la pece.

<< Clarke… >> sussurrò.

La bionda ricambiò lo sguardo e i suoi occhi tornarono normali.
Lexa venne, improvvisamente, attaccata ma abilmente riuscì a uccidere i suoi aggressori. Ad un tratto, si rese conto che né Nia, né Ontari erano più presenti sul campo.

Andò verso Indra:
<< Indra chi comanda il resto delle loro truppe?! >> chiese agitata.

Indra si guardò intorno e non trovò più la Regina.

Lexa capì, all’improvviso.

<< Polis….sono andate lì >> disse a voce alta.

Indra la guardò terrorizzata.

Lexa si mise a correre, fermò un cavallo, salì in groppa e incominciò a galoppare veloce verso la città.
Clarke vide la bruna e si voltò verso Anya.

<< Anya prendi un gruppo di guerrieri e rientra a Polis, svelta!! >> ordinò e incominciò a correre verso la bruna.





Lexa stava tornando indietro quando vide affianco a lei una sagoma bionda.
Clarke agilmente salì dietro.

<< Clarke! >> disse, sorpresa.

<< Nia e Ontari sono a Polis… >> disse, capendo subito la situazione.

Lexa fece andare ancora in cavallo più veloce.






Arrivate in città, tutti erano al riparo, come aveva ordinato la bruna.
 Lexa e Clarke si fermarono all’entrata della torre, dove le guardie erano morte a terra. Ontari, Echo e altri guerrieri erano lì ad accoglierle.

<< Ma guarda…sembra che, dopo tutto, il piano della Regina sia stato scoperto >> disse Ontari.

<< Heda Lexa…. >> disse guardando di sfuggita la bruna, il suo sguardo si spostò immediatamente sulla bionda. Quegli occhi di ghiaccio si posarono famelici, su di lei.

<< Wanheda >> disse, con ammirazione, inchinando lievemente il capo.

Lexa fece un passo avanti, pronta allo scontro, lo sguardo di Ontari si posò nuovamente su di lei.

<< Ti consiglio di incominciare ad entrare Lexa….non vorrai fare tardi >> disse, con un lieve sorriso.

Lexa si voltò verso Clarke, che annuì col capo. La bruna la fissò un attimo, poi si affrettò ad entrare nell’edificio.





Lexa arrivò nella sala del trono e quello che trovò, quando aprì le porte le fece gelare il sangue.
I Natblida, i suoi ragazzi erano a terra, massacrati. Il sangue nero, copriva la maggior parte del pavimento.
Nia era seduta sul suo trono e sorrise, appena vide la bruna.

<< Bentornata a casa….Lexa >> disse, lanciandole qualcosa.

Lexa abbassò lo sguardo e vide la testa di Aden, rotolare verso di lei.
Lexa era impietrita, non riusciva a muoversi. Nella stanza c’erano altri guerrieri, notò Titus trattenuto da due guardie, ferito.
Lacrime di rabbia scesero sul viso della bruna, guardava ancora verso la testa del giovane Aden.

<< Che cosa c’è Lexa? Pensavo che ti fossi abituata ormai…ora sei sola… >> disse, Nia crudele.

Lexa incominciò a tremare.

<< Arrenditi a me o affronterai la stessa sorte dei tuoi giovani Natblida… >> minacciò.

Il rispiro di Lexa era diventato più pesante.

<< Erano davvero coraggiosi….e stupidi…sono subito accorsi a combattere per difendere il trono della loro amata Heda >> disse Nia sorridendo.

<< Tu…. >> sussurrò Lexa.

<< Come? >>

<< MOSTRO!!! >> urlò Lexa, scagliandosi con tutta la sua furia verso la Regina.

Le guardie di Nia intervennero, ma Lexa agilmente, li eliminò subito.

<< Combatti codarda!! >> urlò puntando la spada contro la Regina, che estrasse la sua lama, pronta allo scontro.

Titus, guardava il tutto preoccupato.








<< Sai è veramente stupefacente… >> disse Ontari, guardando Clarke.

<< …sei proprio qui, di fronte a me >> continuò.

Clarke non disse nulla, il suo sguardo si spostava verso tutti i suoi avversari.

<< La grande Wanheda mi farebbe l’onore di incrociare la spada con la mia? >> chiese seriamente la ragazza, facendosi avanti e inchinando il capo, rispettosamente.

Clarke la fissò negli occhi, c’era qualcosa di familiare in quello sguardo.

Wanheda estrasse la sua spada.

<< Vediamo di cosa sei capace….ragazzina >> disse rimanendo immobile.

Ontari iniziò a girarle intorno e a studiarla, poi ferrò il primo colpo. Clarke schivò e con un abile mossa si rigirò per colpire la ragazza, ma con sua grande sorpresa il suo attacco venne bloccato.

<< Non sono una ragazzina >> disse Ontari contrattaccando.

Clarke non credeva che esistesse qualcuno che riuscisse a tenerle così testa. Non solo era agile con la spada, ma era veloce e incredibilmente forte.








Lexa venne ferita al fianco, si inginocchiò a terra. Titus cercò di alzarsi, inutilmente.

Ma quando la Regina alzò la spada per sferrare il colpo fatale, Lexa, fece cadere la donna, con un abile mossa, si rimise in piedi e conficcò la sua spada sul petto della Regina.

<< Jus drein jus daun >> disse.

Poi, urlando di rabbia, le tagliò la testa.








Ontari guardò, un attimo, oltre la bionda e con un’abile mossa, cogliendo Clarke di sorpresa le conficcò un pugnale sul fianco.

<< Fate il possibile per trattenerla qui! >> ordinò Ontari agli altri e si voltò, entrando nell’edificio.

Clarke si inginocchiò, estrasse subito il coltello, che capì essere intriso del sangue della ragazza.
Scosse la testa, un po’ stordita e subito si rialzò per fronteggiare gli altri.









Laxa fissava ancora il corpo della sua nemica, finalmente, aveva vendicato Costia, ma a quale prezzo, pensò, guardando i corpi dei giovani Natblida.

<< Cosa si prova? >> domandò Ontari, entrando nella sala.

Lexa si girò, impugnando subito la spada.

<< Tu…dov’è Clarke? >> chiese, preoccupata e arrabbiata.

<< Clarke?? Oh…le hai dato un nome. Sai, volevo sapere che cosa si prova, ad averla per sé >> chiese ancora, girandole intorno e fermandosi vicino al cadavere della sua Regina.

<< È finita, la tua Regina è morta! >> disse Lexa.

Ontari fissò ancora il cadavere.

<< Si, è stato sciocco da parte sua pensare di batterti. Il suo piano non era dei migliori… >> disse, spostando lo sguardo sui corpi dei Natblida.

<< Mi dispiace per i bambini….ma era necessario >> disse sospirando.

<< Necessario?! >> urlò Lexa.

Ontari la guadò da capo a piedi.

<< Sai Nia non riusciva a capire, era ossessionata da te, e beh, non riusciva a capire quale fosse in realtà il vero potere >> spiegò.

<< Di cosa stai parlando? >> chiese Lexa, non riuscendo a capire dove volesse arrivare.

<< Ma io so quale sia….e sarà mio >> disse, sguainando la spada.

<< La fiamma che controlla quel potere…. >> disse, prima di colpire.






Lexa era a terra, era stata sconfitta da Ontari.

<< Non voglia ucciderti, non ho mai voluto farlo… >> disse, dandole un calcio e facendola girare a pancia in giù.

<< Voglio solo il potere >> disse, facendo un taglio sul collo della bruna.

<< Che cosa diavolo credi di fare??? >> urlò Titus a terra.

<< Quello che è necessario, per svegliare Wanheda >> disse Ontari, poi sussurrò:

<< Ascende Superius >> e la fiamma venne fuori dal corpo di Lexa.

In quel momento Clarke fece irruzione nella sala, appena vide la scena si pietrificò.

<< Lexa.. >> disse preoccupata.

Appena Ontari si rese conto che la bionda era entrata, sollevò la bruna, ormai incosciente da terra e la prese in ostaggio, puntandole un coltello alla gola.

<< Ah ah….io starei buona se fossi in te >> disse la ragazza, che aveva ormai, in mano il cip, la fiamma.

Wanheda si voltò verso Titus, che la guardava scioccato.

<< Lasciala >> disse Clarke, minacciosa, facendo un passo avanti.

<< Ferma! >> disse Ontari, indietreggiando verso il balcone, che dava sul vuoto.

Clarke si fermò, fissava il volto della bruna.

<< Che cosa vuoi? >> chiese Clarke, trattenendo la rabbia.

Ontari la guardò.

<< Voglio solo liberarti… >>

<< Liberarmi? >> chiese Clarke.

<< Si, questa non sei tu. Ti hanno sempre tenuta in gabbia, costringendoti ad essere qualcuno che non sei… >> spiegò la ragazza.

<< Io voglio vedere la vera Wanheda, so che è lì dentro… >> disse indicando la bionda.

Clarke guardava Lexa, che piano riprendeva conoscenza.

<< Mmmn…. >> Lexa, aprì piano gli occhi e vide Clarke davanti a lei, preoccupata.

<< C- Clarke? >> sussurrò.

<< Lexa! >> disse la bionda facendo un passo in avanti.

Ontari guardò l’espressione preoccupata della bionda.

<< Hai paura…per lei?? >> disse Ontari, incredula.

<< Tu sei Wanheda!!! Non dovresti provare queste sciocchezze!! >> continuò, guardando Lexa.

Clarke si voltò velocemente verso Titus, i due si scambiarono un segno d’intensa.

<< Che cosa vuoi Ontari? >> chiese Wanheda.

<< Voglio che ti inginocchi a me, subito! >> disse, puntando il dito di fronte a lei.

Clarke fece per inginocchiarsi, il suo volto andò verso Titus e annuì.

Il Fleimkepa, allora, con un’abile mossa si liberò dalle guardie e lanciò un coltello circolare verso la mano di Ontari, recidendola.
La ragazza urlò dal dolore, ma non perse la lucidità e spinse via Lexa dal balcone.

<< NOOOO!! >> urlò Clarke, che con uno scatto, corse velocemente, lanciandosi nel vuoto, per salvare Lexa.

La bruna aprì gli occhi, mentre cadeva, vedeva la figura di Clarke che le veniva incontro. La mano tesa per afferrarla.

“ Allora, è questa…la morte? “ 

Pensò, mentre chiudeva gli occhi, pronta al suo destino.
Clarke riuscì a raggiungerla e l’abbracciò, ribaltò la posizione in aria, proteggendo la bruna con il suo corpo.

<< Non avere paura >> sussurrò alla bruna prima di schiantarsi al suolo.












Lexa aprì lentamente gli occhi, la vista in un primo momento sfocata, dopo un po’ mise a fuoco un tetto di legno. Non udiva più soldati, ne cavalli…sentiva solo il cinguettio degli uccelli.
Spostò la testa di lato, era su un letto morbido, in quella che sembrava una stanza spoglia, con un comodino affianco al letto.
Provò a muoversi ma un dolore lancinante le attraversò tutto il corpo. La porta si aprì e una figura, coperta da una luce intensa entrò e disse
:
<< Ti sei svegliata, finalmente… >>.























Note dell'Autrice:  
Salve a tutti carissimi lettori!! Ecco a voi un'altro capitolo! Devo dire che per me è stato un po' complicato mettere insieme tutte le idee che mi sono venute in mente per questo capitolo, spero che il risultato sia accettabile! Allora che caspita è successo?? La fiamma/ cip di Lexa le è stata rubata, strappata dalla fredda Ontari che sembra sapere moltissimo sulla fiamma e sulla nostra Wanheda....come mai??? Lexa è stata sconfitta, Clarke si è letteralemnte gettata dalla torre per salvarla! Cosa succederà adesso alle nostre protagoniste? Chi tutto è sopravvisuto alla battaglia? E...adesso che Lexa è priva della fiamma cosa le capiterà??? Eheheheh mi piace moltissimo sparare domande così....Per saperlo dovrete aspettare il prossimo capitolo!!
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate!
Vi ringrazio per le bellissime recensioni che mi scrivete e per continuare a leggere questa storia!
Grazie, specialmente, per sopportare i miei ritardi epici!
Spero alla prossima carissime/i!!!

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Capitolo 29
*** Povero Smeraldo ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 







 Povero Smeraldo.




<< Ti sei svegliata, finalmente… >>

La figura che aveva pronunciato quelle parole, si fece avanti. La luce alle sue spalle si dissipò, rivelando una donna dai capelli biondi e dagli occhi incredibilmente blu.

<< D-dove…mi trovo? >> sussurrò la bruna, cercando di spostarsi leggermente, per guardarsi intorno.

<< No, Lexa! Non muoverti...devi stare ferma o le ferite si riapriranno >> disse la bionda, avvicinandosi per toccarla.
 Lexa si ritrasse, guardò la bionda con timore e disse:

<< C-Chi sei tu? >>

La mano della bionda si fermò, immediatamente, sospesa. La ritirò e si sedette affianco al letto.
La fronte di Lexa era impregnata di sudore, il respiro pesante e irregolare, le palpebre pesanti.

<< Chi sei? >> sussurrò ancora.

Clarke le sistemò la coperta, delicatamente.

<< Puoi fidarti di me… >> disse, guardandola negli occhi, ma ormai, la bruna era tornata incosciente.

Clarke le accarezzò il viso dolcemente, con il dorso della sua mano.

<< Sei al sicuro adesso… >>













4 giorni prima…

Gli occhi di Lexa si spalancarono, riprese conoscenza, emettendo uno strano lamento. I suoi occhi verdi erano incorniciati da un miscuglio nero e rosso .  Non sentiva nulla, solamente freddo…
Cos’era successo? Pensò, cercando di muoversi, ma senza successo. Il suo corpo era scosso da tremiti incontrollati e dalla bocca sputò del sangue.
Con fatica alzò leggermente la testa. Con la vista sfocata e incerta, vide della terra e qualcosa di indistinto, sotto di lei.
Poi come un lampo, ricordò quei occhi blu, che la fissavano determinati e spaventati.

<< Non avere paura >> ricordò quelle parole.

<< C-Cla..rke? >> sussurrò, provando a muovere la mano, per tastare il terreno.

<< Clarke! >> chiamò con un po’ più di forza.

Le sue dita, incerte, tastarono un liquido, freddo…troppo freddo.

<< C-Clarke >> sussurrò, poi si rese conto che percepiva solamente, un silenzio tombale.

Troppo silenzio.

Non udiva più il costante e forte battito della bionda, che sempre riusciva a tranquillizzarla.

<< Heda!! >> urlarono.

Qualcuno arrivò, udì gli zoccoli dei cavalli e il rumori degli stivali contro il terreno.

<< Lexa!!! >> urlò Anya, precipitandosi dal suo secondo.

<< Heda!! >> la raggiunse, Indra.

Appena le due arrivarono vicino al piccolo cratere che si era formato per terra, i loro occhi si spalancarono dalla scena che gli si presentò davanti.

<< Per tutti gli Spiriti >> sussurrò Anya, inorridita.

Indra si avvicinò alla bruna, assieme a Niko, che deglutì appena si avvicinò alle due.

<< Lexa riesci a sentirmi? >> chiese Indra preoccupata, Niko al suo fianco le tastò il polso.

<< Ha il battito debole, dobbiamo portarla subito da Abby >> disse il guaritore.

<< C- Clarke? >> rantolò la bruna, colpita da vari spasmi.

<< Presto! >> ordinò Indra, cercando di sollevare la bruna più delicatamente possibile.

Il corpo della bruna era trattenuto da qualcosa, Anya aveva le lacrime agli occhi, disgustata e scioccata.
Indra afferrò quello che sembrava un pezzo del braccio di Wanheda e lo scostò dalla bruna.
Niko e Indra, assieme ad altri guerrieri presero Heda e la misero su una barella.
Lexa continuava a rantolare il nome della bionda.

<< Anya! Andiamo presto! >> ordinò la donna, osservando la figura della sua compagna che immobile, continuava a fissare quella carcassa informe che era il corpo della bionda.

<< Non possiamo lasciarla qui >> sussurrò, con gli occhi spalancati.

<< Anya!! Dobbiamo pensare a Heda adesso!! >> insistette Indra.

<< Ma… >> tentò la giovane.

<< Non puoi fare nulla per lei! Andiamo! >> ordinò Indra, iniziando ad andare.

Anya frastornata, si voltò e seguì gli altri.






Indra, Niko e Anya arrivarono subito nel campo che avevano allestito fuori Polis. Appena scesero da cavallo videro, Abby, assieme a Marcus, Raven e Octavia, correre verso di loro.

<< Cosa abbiamo? >> chiese veloce Abby.

<< È Heda >> disse Indra, facendo capire alla donna la gravità della situazione.

<< Che cosa le è successo? >> chiese la donna cominciando a dare un’occhiata alla bruna, si accorse subito che le sue condizioni erano gravi.

<< È precipitata dalla Torre, penso che abbia molte ossa rotte e lesioni al suo interno >> disse Niko, accompagnandoli dentro.

<< Cosa? Dalla Torre? Quella Torre?! >> disse Raven scioccata.

Misero subito Lexa sul tavolo, Abby incominciò subito a controllarla.

<< Se fosse così sarebbe già morta >> disse controllandole le pupille.

<< Wanheda ha attutito la caduta con il suo corpo… >> spiegò Niko, facendo voltare tutti, increduli.

<< Dov’è adesso? >> chiese Raven, preoccupata.

Anya abbassò la testa, provava vergogna ad averla lasciata lì.

<< Temo che Wanheda…non c’è l’abbia fatta >> disse tristemente, Indra.

Tutti si guardarono, affranti.

<< C-Clar..ke… >> sussurrò Lexa, si voltarono al suono di quel richiamo flebile, quanto disperato.

<< Cla…rke >> chiamò ancora, cadendo nuovamente incosciente.









Le strade di Polis erano deserte, si udivano solamente i zoccoli di alcuni superstiti dell’esercito di Azgeda. Le truppe Trikru erano in perlustrazione per liberare del tutto la città, ormai, fantasma.
Una leggerla brezza soffiava nella gelida notte.

Dei passi incerti si avvicinarono al piccolo fossato. Titus guardò in basso, sospirò pesantemente e lentamente, a causa delle ferite, si avvicinò.
La carcassa di Wanheda era incastrata nel terreno, stretto, quasi, in uno strano abbraccio. Parti del corpo ormai recise, tutt’intorno un vero bagno di sangue. Gli occhi azzurri spalancati, spenti.
La mano di Titus, tremante, le toccò un parte ancora visibile del collo. La ritrasse, sospirando.

<< Va bene…va tutto bene, ci penso io a te ora >> disse, iniziando a smuovere il terreno circostante, poi prese il corpo sotto le ascelle.

<< Hai fatto il tuo dovere…sei stata brava >> continuò, mentre con fatica la trascinava fuori.

Notò una parte della gamba staccarsi.

<< Andrà tutto bene >> disse, continuando a trascinarla.

Udì il rumore degli zoccoli di un cavallo avvicinarsi.

<< Fleimkepa! >> chiamò Anya, vedendo l’uomo trascinare il corpo di Wanheda.

Titus si fermò, alzando lo sguardo verso la ragazza.

<< Aspetta ti aiuto io >> disse Anya, scendendo da cavallo e con una coperta si avvicinò ai due.

<< Come sta Heda? >> chiese alla ragazza.

<< Niko e la guaritrice degli Skaikru se ne stanno occupando, è grave ma sembra che se la caverà >> rispose, coprendo il corpo della bionda.

<< Bene…ora dobbiamo andare >> disse l’uomo, posando la mano sul corpo di Clarke.

Anya posizionò il corpo sopra il cavallo e, insieme al Fleimkepa, si diressero verso il campo.







Arrivati, dei guerrieri li aiutarono. Titus ordinò che il corpo venisse sistemato all’interno di una tenda.
Appena lo adagiarono, entrarono Raven, Bellamy, Octavia e Lincoln. Titus scoprì il corpo.
Anya subito si girò, afferrando Raven per le spalle, facendola allontanare, cercando di impedirle di vedere.

<< Oh mio Dio!! >> urlò Raven portandosi le mani alla bocca, scioccata e disgustata.

<< Clarke!! >> urlarono Bellamy e Octavia.

Lincoln guardava il corpo di quella che per lui era diventa un’amica, con le lacrime agli occhi, quella visione era straziante.
Bellamy si voltò e vomitò. Octavia abbracciò Lincoln, che continuava a piangere silenziosamente.

<< Non possiamo fare più nulla per lei >> disse Anya, sorreggendo una Raven tremante nelle sue braccia.

Titus chiuse gli occhi della bionda. Prese una caraffa e iniziò a lavare quel che restava del corpo.

<< Andate via ora…bisogna darle solo del tempo >> disse Titus, poi non ricevendo risposta, si voltò e urlò:

<< VIA!! >>

Tutti gli spettatori uscirono.
Titus pulì tutto il corpo, poi posò una mano sulla fronte della bionda.

<< Non metterci troppo…Lexa ha bisogno di te >> sussurrò, poi la coprì con un telo bianco.

Uscì e andò da Lexa.







Quando entrò nella sala, vide molti feriti. Poi si diresse verso il fondo, dove c’era una grande tenda bianca tirata.
Quando entrò vide il corpo di Lexa, stesa su un tavolo, con dei tubi attaccati a delle macchine Skaikru.

<< Come sta? >> chiese a voce alta. Subito Indra si avvicinò.

<< Aveva una grave emorragia interna, ma l’abbiamo operata e adesso è stabile >> disse, ricontrollando la ragazza.

<< Ha una commozione celebrale e moltissime ossa rotte, compreso il bacino, molte lacerazione, di cui una molto profonda alla base del collo >> spiegò, controllando delle strane sacche di liquido, poi alzò lo sguardo verso di lui.

<< È un miracolo che sia viva >> disse, poi si avvicinò e gli prese la mano.

<< Si sieda, ha una brutta ferita al braccio >> disse facendolo accomodare su una sedia.

Abby iniziò a medicarlo.

<< Ha ripreso conoscenza? >> chiese, sempre guardando la sua protetta.

<< Non ancora…ma vedrete che si riprenderà >> disse confortandolo.

Quando Abby finì, Indra gli chiese:

<< Che cosa è successo? >>

Titus si toccò la testa.

<< Nia ha sterminato tutti i Natblida, Heda si è vendicata ma poi è arrivata Ontari e… >> s’interruppe, c’erano troppe persone lì.

Sospirò, poi aggiunse:

<< Wanheda si è buttata per salvarla… >> disse infine, guardando tristemente la bruna.










Era circondata da un ammasso di macerie, edifici crollati, ovunque.
Il sole che sorgeva, giocava a nascondino con quel panorama devastato.

<< Non sarà facile >> disse una voce alle sue spalle, si voltò e vide una donna alta con i capelli neri, con indosso una tuta arancione.

<< Ma ricostruiremo…insieme >> le disse con un sorriso.

Tornò a guardare il sorgere del sole di fronte a lei.

<< Diventerà più bello di così >> disse, posandole una mano sulla spalla.








Sedute ai piedi di un grande albero, contemplavano il vento. Quella donna, ormai invecchiata, aprì gli occhi e si voltò verso di lei.

<< Sai qual è il tuo compito? >> chiese, gentilmente.

<< Proteggere la fiamma che arde in Heda, controllare che svolga bene il suo compito >> rispose automaticamente Clarke.

<< Si esatto, e se Heda sbagliasse? >> chiese ancora.

<< Fermare Heda >> rispose Clarke, guadandola.

<< Si…fermarla >> disse Becca, accarezzandole il viso, tristemente.

<< Mi dispiace così tanto… >> sussurrò.

<< Per cosa Heda? >> chiese curiosa Clarke.

<< Per averti portato in questo mondo…ma avevo paura, di affrontare tutto questo da sola >> disse, sorridendo tristemente.

<< Ma tu non sei sola, ci sono io qui >> disse Clarke.

Becca sorrise.

<< Non avrei mai immaginato…che saresti stata così… >> disse, contemplandola.

Clarke inclinò il capo di lato, non comprendendo, del tutto, le sue parole.

<< Esaudiresti, un ultimo mio desiderio? >> chiese Becca.

<< Certo, qualsiasi cosa per te, Heda >> disse Clarke.

<< Mi aiuteresti a morire? >> chiese, sorridendole.






Si trovava in una stanza bianca.

<< Eccoci ancora qui…io e te >> disse la donna, con un vestito rosso.

Clarke si voltò verso di lei.

<< Devo tornare indietro >> disse Clarke.

<< Si, credo che dovresti >> rispose, poi la bionda intravide della sagome dietro la donna dal vestito rosso, che avanzavano.

<< Devo tornare da lei! >> disse più convinta.

La donna le si avvicinò e le posò una mano sulla guancia.

<< Svegliati >>







Gli occhi si aprirono, rivelando quel blu acceso, che sempre caratterizzava la bionda. Si destò, prendendo un grande respirò.
Lo sguardo vagava intorno, provando a capire dove potesse essere. Poi si guardò le mani, le rigirò, analizzandole.
Tutto era tornato alla normalità, il corpo martoriato e smembrato, era nuovamente integro.
Confusa e con il respiro pesante, cercò di mettersi in piedi, senza successo, cadde rovinosamente a terra.

Raven e Bellamy sentito il rumore, entrarono. Trovarono la bionda a terra, che cercava di rialzarsi.

<< Clarke! >> urlarono, correndo subito ad aiutarla a rimettersi in piedi.

Appena la toccarono, la bionda prese per il collo il ragazzo, con una forza impressionante.

<< D-dov’è lei? >> ordinò subito.

<< Clarke è Bellamy! Gli fai male così! >> urlò Raven, spaventata dalla reazione della bionda.

Clarke spostò lo sguardo verso la ragazza, lasciò andare il ragazzo.

<< Lexa è nella stazione medica, assieme ad Abby e Niko >> spiegò subito, capendo l’urgenza della bionda.

L’aiutarono a rimettersi in piedi e insieme si diressero verso l’edificio.











<< Che cosa è successo ad Heda, Fleimkepa? >> domandò Indra, a bassa voce.

Titus, guardava la bruna, ancora stesa sul lettino, incosciente.

<< Come ha fatto a precipitare da lì? >> chiese, ancora, severamente.

<< Adesso ogni cosa, cambierà >> disse, quasi a sé stesso, l’uomo.

D’improvviso, la tenda che delimitava la zona dove riposava Lexa, si spalancò.
Rivelando la figura intera di Wanheda. La veste scura strappata e logora, ancora ricoperta per la maggior parte di sangue.
Tutti appena la videro, rimasero a bocca aperta.

<< Clarke >> sussurrò Titus, andandole incontro.

<< Titus… >> sussurrò la bionda.

Titus le toccò il braccio per sincerarsi che fosse davvero lei.
Poi lo sguardo di Clarke, andò subito sulla bruna. Con passo incerto si avvicinò al lettino e fissò il suo viso.
Gli occhi della bionda divennero tristi, esaminarono il corpo della bruna con attenzione.

<< C-come sta? >> chiese, non spostando di un millimetro il suo sguardo.

Tutti la guardavano come se fosse una specie di miraggio, erano letteralmente a bocca aperta.
Abby, si schiarì la voce e rispose:

<< È stabile per ora, l’abbiamo sedata, aspettiamo che riprenda conoscenza >> spiegò la donna.

Lo sguardo di Clarke si fece sofferente, poi allungò lentamente la mano, con una lieve carezza le sfiorò la guancia.

<< Wanheda, Ontari… >> incominciò Indra.

Udire quel nome, fece subito scaturire una cieca rabbia nella bionda che strinse fortissimo il pugno al suo fianco.

<< Crediamo sia fuggita verso nord… >> continuò Indra, come a chiederle degli ordini.

<< Titus…vieni con me >> ordinò la bionda, non rispondendo al Generale.

Titus annuì col capo  e seguì la bionda verso l’uscita.

<< Indra, Anya…anche voi >> disse, voltandosi un ultima volta verso la bruna, prima di varcare la soglia e andare fuori.







Arrivati nella tenda dove Wanheda si era risvegliata, Clarke si girò verso di loro:

<< Quello di cui discuteremo qui, non dovrà lasciare questa tenda, mi sono spiegata? >> disse, più a Indra e Anya.

Tutti annuirono.

<< Titus, dimmi che hai fatto il tuo dovere... >> disse, voltandosi verso l’uomo.

Il Fleimkepa scostò la sua tunica e prese qualcosa al suo interno. Aprì la mano, mostrando a Wanheda la fiamma.

<< Ma quella! >> disse Indra, sconvolta.

Anya fissava la fiamma con gli occhi spalancati.
Clarke lasciò andare un sospirò e mise una mano sopra la spalla dell’uomo.

<< Sapevo che non mi avresti delusa >> disse, con orgoglio.

<< Che cosa significa? >> chiese preoccupata Indra.

Clarke la guardò.

<< Significa che Lexa non è più Heda >> confessò la bionda, provocando nei volti delle due donne sconcerto e preoccupazione.

<< Ontari ha sconfitto Lexa in combattimento e, non so come, è riuscita a privarla della fiamma >> continuò.

<< Ma solo un Fleimkepa è in grado di estrarre la fiamma >> disse Indra, non riuscendo a capire.

<< Non so chi sia, in realtà, quella ragazza ma conosceva il modo… >> disse Clarke, guardando Titus.

<< Ci sono moltissimi discepoli della fiamma Wanheda, ma solo il suo custode è in grado di far ascendere Heda >> disse Titus.

<< Che cosa succederà adesso a Lexa? >> chiese preoccupata Anya.

Tutti rimasero per un attimo in silenzio.

<< Ontari è pericolosa, è forte, non come me, ma più di qualsiasi altro io abbia mai incontrato….lei sa troppe cose >> disse Clarke, ripensando alle parole della ragazza.

<< Bisogna ucciderla >> disse Anya, categorica.

La bionda rimase a riflettere, per un po’.

<< Devi portarla via di qui…Ontari voleva la fiamma per possedere il mio potere, verrà a cercarla >> disse a Titus.

<< Partirò appena mi darai l’ordine Wanheda >> disse Titus, annuendo.

<< Dovremo cercare un altro Natblida? >> chiese Anya.

<< I piccoli sono tutti morti, Luna? >> chiese Clarke.

<< Caduta in battaglia, con onore >> le rispose subito Indra.

La bionda sospirò, toccandosi la fronte.
<< Andrò immediatamente alla ricerca, bisogna sbrigarsi >> disse, impaziente Titus.

<< E Lexa? >> chiese ancora Anya.

Clarke la fisso negli occhi.
<< A lei penserò io... >> rispose.

<< La porterò in un posto sicuro, lontano da qui… >> continuò, pensando già al luogo adatto.

<< Non puoi semplicemente portarla con te! È ferita e lascerai Polis senza Heda! >> contestò Indra.

<< Se resterà qui, morirà! >> disse autoritaria, la bionda.

<< Io vengo con voi >> disse subito Anya.

<< No…Ontari avrà già mandato le sue spie qui intorno. Poi ho bisogno che tu vada con Titus >>  ordinò la bionda.

<< Wanheda… >> cercò di ribattere l’uomo.

Clarke si girò di scatto verso di lui.

<< Devi proteggere la fiamma, questo è un ordine, Titus! >> disse con forza.

Poi il suo sguardo si addolcì.

<< Non deve accaderti nulla >>

Titus annuì, ma il suo sguardo si fece preoccupato.

<< Indra devi rimanere qui e proteggere Polis, lascio a te il comando >> disse la bionda.

Indra alzò lo sguardo, fiera.

<< Sarà un onore per me, in attesa che Heda faccia ritorno >> disse, speranzosa.

Il viso di Clarke si fece scuro.







Appena Indra e Anya uscirono, Titus si girò di colpo verso Wanheda, il suo viso era una maschera di preoccupazione.

<< Se non dovessi trovare un altro Natblida per depositare la fiamma tu… >>

Clarke gli afferrò il braccio.

<< Ragazzo, pensa solamente al tuo dovere, ok? >> gli disse.

<< Ma Wanheda… >> provò lui, ancora spaventato.

Clarke gli sorrise lievemente.

<< Io proteggerò sempre Lexa… >> confessò.

Il Fleimkepa annuì, quando stava per uscire la voce della bionda lo fece voltare:

<< Non devi preoccuparti per me Titus >>

<< Credo sia diventata un’abitudine ormai, Wanheda >> disse l’uomo, tristemente e uscì.











Clarke mise le ultime cose sulla Jeep.

<< Sei sicura di aver capito come si fa? >> le chiese Raven per la millesima volta.

<< Si è tutto chiaro, Raven, grazie ancora >> rispose grata la bionda.

<< Tutto per la mia coppia preferita >> disse sorridendo.

<< Abby andrà su tutte le furie quando scoprirà che le hai rubato la paziente da sotto il naso >> continuò ghignando.

<< Difficile non accorgerti se ti rubano qualcosa da sotto il naso >> disse Clarke, non capendo chiaramente, cosa intendesse la latina.

Raven le diede una pacca sulla spalla.
<< Certo…cerca di stare attenta ok? >>

<< Promesso >> rispose la bionda, salendo alla guida e mettendo in moto la jeep.
 
Titus si affacciò al finestrino.

<< Ricordati quello che mi hai promesso Titus >> gli disse la bionda.

<<  Wanheda >> annuì abbassando il capo.

Clarke salutò con la mano, Anya e Raven e nella notte partì. Sul retro della Jeep stava una barella, con sopra Lexa, ancora incosciente.










Sentì la risata di sua madre, vide suo padre tornare dalla caccia…

Sorridenti, felici, vivi…

Anya che le spiegava come mettere a terra l’avversario…

Lincoln che correva in mezzo alle rocce…

Costia che le prendeva la mano, sorridendole imbarazzata…

Gustus e Indra che l’accompagnavano al campo…

Titus, con i suoi libri e le sue lezioni…

Poi vide quegli occhi…quelle pozze blu che la fissavano con curiosità…

Sentì la mano ruvida e calda afferrare la sua…

Percepii, attraverso le sue dita, i muscoli della sua grande schiena…

Le braccia che l’avvolgevano in un abbraccio protettivo…

I capelli biondi che splendevano al sole, e quegli occhi come il mare che la seguivano con amore e devozione…





Lexa aprì, leggermente gli occhi e vide la figura della bionda accendere il fuoco.

Poi si avvicinò e sentì qualcosa di fresco, posarsi sulla fronte.

<< Questo ti aiuterà ad abbassare la febbre >> disse la ninfa dagli occhi blu.

Poi richiuse gli occhi ricadendo nell’oscurità della sua mente.









Vide la bionda sorriderle, porgendole un fiore…

La vide danzare assieme a lei, così sensuale e affascinante…

Poi sotto di lei, ansimare, con i capelli sparsi nei cuscini…

Tum Tum…Tum Tum…Tum Tum…

La vide nella sua camera, contemplando il panorama…

Tum Tum…Tum Tum…

Sopra di lei, che la proteggeva dai pugni del Pauna…

Tum Tum…

Mentre si voltò verso di lei, con la lancia conficcata nel petto…

Tum…

Mentre allungava la mano, tentando di afferrarla…
…    




Aprì, nuovamente gli occhi. Sentì dei rumori, qualcuno stava lottando.
Vide la ninfa che uccideva degli uomini col volto dipinto di bianco.
Quando tutto finì, si voltò subito verso di lei…
Il suo viso era macchiato di sangue.
Richiuse gli occhi.









Clarke, continuava a remare, il corpo di Lexa steso davanti a lei, aveva cercato di essere il più delicata possibile, nel sistemarla sulla barca.
Durante la notte, toccarono la riva. Clarke aveva pensato che non ci fosse posto più adatto di quell’isola.
Appena aveva posato la barella di Lexa, si accorse che qualcuno la stava spiando. Fece finta di nulla e iniziò a trascinare la bruna verso l’interno.
Arrivò non lontano dalla spiaggia, su una piccola pianura, dove c’erano le rovine di una vecchia abitazione di roccia e legno.

Controllò velocemente il perimetro e poi l’interno, c’era del lavoro da fare, ma poteva andare, pensò.
Dopo aver messo al sicuro Lexa, si voltò e vide una vecchia con un bastone che si avvicinava, con due grossi uomini al suo fianco. Erano tutti di carnagione scura, la vecchia aveva lunghi capelli bianchi, la schiena ricurva, era bassottina, con profonde rughe che le segnavano il viso.
I due uomini avevano solo una veste che copriva la loro intimità. Alti e muscolosi, con la pelle dipinta di tempera azzurra e i capelli neri, rasati da una parte e lunghi dall’altra, decorati con strane trecce. Erano armati di lunghe lance.
Si avvicinarono lentamente, quando si fermarono, la vecchia iniziò a parlare in una lingua, che Clarke, sapeva essere antichissima:

<< Non vogliamo guai nella nostra Isola, Straniera >> disse la vecchia, con lo sguardo rivolto verso la bionda, nonostante Clarke avesse notato che fosse cieca.

La bionda si fece avanti allora, uscendo dall’ombra.

<< Oh… >> sussurrò la vecchia, sorpresa da qualcosa.

<< Vi assicuro che non ho cattive intenzioni  >> disse Clarke, inchinando il capo in segno di rispetto.

L’anziana donna, inclinò il capo di lato, ponderanno.

<< Che cosa cerchi in questo luogo? >> chiese, curiosa.

<< Riposo >> disse Clarke, fissandola.

All’improvviso si udirono i leggeri lamenti di Lexa.
I due guerrieri fecero un passo in avanti, puntando le lance verso la bionda, che subito si irrigidì.
La vecchia capì e alzò la mano, fermando subito i due.

<< Non per te, immagino… posso? >> chiese, facendo un passo avanti.

Clarke annuì e insieme andarono dove si trovava la barella di Lexa.
Appena gli occhi cechi della donna si posarono sulla bruna, divenne triste e sul suo viso comparve un segno di comprensione.

<< Il tuo povero smeraldo sta molto male… >> sussurrò, voltandosi verso la bionda.

<< Sono qui perché possa guarire >> confessò la bionda, tristemente.

La donna ritornò a fissare Lexa.

<< Capisco… >> disse e si girò, tornando verso i due uomini.

<< Potete restare… >> poi si voltò, ancora verso la bionda.

<< Non farmene pentire… Seishin >> abbassò il capo e poi si allontanarono.






Quando Lexa riaprì, brevemente gli occhi, catturò l’immagine della bionda che lavorava per aggiustare l’abitazione.
Poi richiuse gli occhi.






La bionda aveva rimesso in sesto quella piccola casetta, all’interno c’era una stanza da letto e un piccolo soggiorno. Non era molto, ma pensò che sarebbe bastata.
In quei giorni aveva curato le ferite di Lexa, aveva fatto dei tonici per la febbre e con l’acqua fresca di un lago non lontano, le faceva degli impacchi per far abbassare la temperatura.
Sapeva che Lexa poteva essere diversa ora…ma cercava di non pensarci.
Entrò nella stanza, si sedette affianco a letto, come faceva sempre, in quei giorni e le cambiò l’impacco sulla fronte.
Rimase lì, immobile, a vegliarla.








Occhi verdi si aprirono, la prima cosa che videro, fu un tetto di legno, sentiva l’odore del mare. Sbattè le palpebre e piano, scostò la testa di lato, dalla fronte cadde un pezzo di stoffa bagnato.
Gli occhi videro la bionda, seduta su di una sedia,  accanto al suo letto. Le braccia lasciate cadere verso il pavimento e la testa inchinata, il petto che si abbassava e si alzava regolarmente.
Dormiva.
Clarke…

<< Clarke >> sussurrò Lexa, continuando a contemplarla.

La bionda si ridestò, guardando subito la bruna. Si alzò, avvicinandosi ancora di più al letto.

<< Ti sei svegliata >> disse, con una nota di timore, preparandosi a non essere ancora riconosciuta.

<< Clarke >> ripeté Lexa.

La bionda sgranò gli occhi, sorpresa, poi sospirò.

<< Lexa >> disse sorridendo, contenta che la bruna l’avesse riconosciuta.

Lexa tentò di muoversi ma la bionda le posò una mano sulla spalla.

<< No Lexa, non muoverti. Hai molte fratture e ferite, devi stare ferma >> le disse, cercando di farla tranquillizzare.

<< Cos-cos’è successo?? D-dove siamo? >> chiese agitandosi.

<< Calma, calma…siamo su l’isola di Kohi a sud >> le rispose Clarke.

<< Sei stata ferita, Abby e Niko ti hanno curata… ora sei al sicuro >> continuò la bionda, accarezzandole, lievemente, la fronte.

<< I-Io n-non capisco… >> disse Lexa confusa, poi in un lampo delle immagini iniziarono a scorrerle nella mente :
l’iniziò della battaglia, Gustus che veniva sbranato, Indra che come una furia accorreva al suo fianco, la corsa a cavallo verso Polis,
 Nia…Aden..i Natblida, poi…Titus ferito, lei che sguainava la spada contro Ontari…Ontari.
Gli occhi le si riempirono di lacrime. Quel dolore lancinante, come se le avessero strappato il suo spirito…

<< Lexa >> la chiamò Clarke, preoccupata.

Poi i suoi occhi pieni di lacrime, incontrarono quelli blu della bionda. Quegli occhi, che la rincorrevano preoccupati.

<< Non avere paura >>

La mano di Lexa afferrò, velocemente, il braccio della bionda.

<< Clarke! >> scoppiò in lacrime, stringendo forte il braccio.

Ricordò l’istante in cui non udì più i battiti del cuore della bionda, quel silenzio surreale, quel liquido freddo…

<< Clarke!! Clarke!! >> singhiozzò, disperata.

<< Lexa, calmati! Sono qui, sei al sicuro adesso >> disse la bionda, prendendole la mano.

Sembrava che la bruna stesse avendo un attacco di panico.

<< Sono qui Lexa, respira >> disse Clarke, cercando di farla calmare.

<< Sono qui >> le ripetè, ancora e ancora, finché la bruna, sfinita per il pianto si addormentò.







<< Gustus è morto, vero? >> disse Lexa, una volta sveglia. Clarke era seduta sulla sedia e la guardava.

<< Si >> rispose la bionda.

<< I Natblida e…A-Aden… >> continuò la bruna.

<< Si >>

<< Nia è morta >>

<< Si >>

<< Sono stata sconfitta >>

<< Si >> le rispose Clarke, sempre guardandola.

<< Non sono…più Heda >> disse, piangendo.

<< No…non sei più Heda >> le confermò Clarke, provocando, ancora, più lacrime.

Lexa si voltò dall’altra parte, non rivolgendo più lo sguardo alla bionda.

<< Lasciami sola…ti prego >> sussurrò, chiudendo gli occhi, cercando di trattenere le lacrime.

Clarke la guardò, triste. Si alzò e uscì. Appena chiuse la porta della stanza, si lasciò cadere a terra. Rimase lì, per terra contro quella porta, ad ascoltare i singhiozzi del suo povero smeraldo.







I giorni passarono lenti, Clarke andava a prevalentemente a pescare, continuava ad aggiustare la casa  e con cura controllava, puliva e rifasciava le fasciature di Lexa. Fisicamente la bruna iniziò a migliorare, anche se a causa delle varie fratture, specialmente quella al bacino, non poteva muoversi molto.
L’umore, invece, era sempre peggio. Lexa era entrata in una grave depressione, farla mangiare era diventata una battaglia dietro l’altra. Clarke provava a prepararle sempre cose diverse, si era recata persino nel piccolo villaggio per prendere qualcosa di più saporito del solito pesce, ma costantemente, la bruna rifiutava.

Si ricordava ancora di quel giorno:

Aveva preparato uno stufato di verdure, quando la bionda l’aveva assaggiato era rimasta sorpresa dal buon gusto saporito che aveva.
Entrò nella stanza della bruna, appoggiò il vassoio affianco al piccolo comodino che aveva trovato. Sempre presente,  un fiore che aveva colto poco prima, per la bruna.

<< Non ci crederai, ma ho cucinato uno stufato di verdure buonissimo >> disse, entusiasta, la bionda.

<< Mi dai un parere? >> disse cercando di guardarla negli occhi, la bruna, come al solito, si rifiutava di guardarla e parlarle.

<< Non ho fame >> disse solamente.

<< Lexa, devi mangiare…così non riuscirai a rimetterti in forze >> le ripeté la bionda.

<< Vattene >> disse gelida.

Clarke sospirò, prese il piatto e lo porse alla bruna.

<< Solamente un po’ dai…vedrai che ti piacerà >> insistette la bionda.

<< Ho detto di no!! >> urlò Lexa, colpendo il piatto con il braccio, facendolo cadere a terra.

Clarke guardava a terra e stringeva forte il pugno.

<< Vattene Clarke >> disse Lexa, con rabbia.

La bionda si inchinò e raccolse i cocci del piatto, ormai rotto, da terra.
Poi mentre si dirigeva verso la porta disse:

<< Non riuscirai ad allontanarmi da te >>

Uscì, chiudendo la porta alle sue spalle.
Gli occhi di Lexa si riempirono di lacrime.








Clarke le cambiava le fasciature, cucinava sempre qualcosa di diverso, le portava sempre dei fiori, le parlava dell’isola e delle cose che trovava per la casa, mentre andava in perlustrazione.
La prendeva in braccio e la portava al piccolo lago, la spogliava e la lavava. Sempre con delicatezza e cura. Le asciugava e spazzolava i capelli. La rivestiva, poi si coricava nella brandina che aveva messo dalla parte opposta della camera da letto, per paura che Lexa  tentasse di fare qualcosa di avventato.
La bruna se ne accorse, vedeva la preoccupazione in quei occhi blu, quando Clarke era distratta.
Era un peso, pensava. Si sentiva vuota, spezzata. Più Clarke era gentile e amorevole, più Lexa si detestava.
Non capiva…perché stava ancora lì, con lei. Non era più Heda, aveva perso…ma la bionda era sempre lì.

<< Che ne dici di provare ad alzarti? >> chiese una sera la bionda.

<< Proviamo insieme ok? Devi cercare di muovere le gambe altrimenti sarà più difficile camminare >> spiegò la bionda, avvicinandosi.

Fece per toccarla ma la bruna si scostò.

<< Non osare toccarmi!! >> ringhiò.

Clarke si fermò, stupita da quel tono.

<< Lexa, non ricominciare >> disse stanca Clarke.

<< Non voglio mangiare! Non voglio camminare! Perché non lo capisci che devi lasciarmi in pace! >> disse, alzando sempre di più il tono della voce.

<< Io non vado da nessuna parte >> disse seria la bionda.

<< So che è difficile, ma devi sforzarti…vedrai che starai meglio >> continuò Clarke.

Lexa si voltò di scatto verso di lei, arrabbiata.

<< Meglio?? Che cosa ne sai tu eh?! >> disse, sempre più irata.

<< Ho perso della persone anche io, Lexa… >> disse Clarke.

<< Tu non sai niente! Dovresti andartene, non sono più Heda quindi lasciami in pace!! >> urlò con rabbia.

<< Lasciarti in pace? Io ti amo Lexa! >> urlò di rimando Clarke, oramai, stanca dell’atteggiamento della bruna.

Lexa rise con scherno.

<< Mi ami? Tu non sai nemmeno cosa voglia dire amare! Non sei neanche un essere umano. Sei solo un mostro che porta morte e distruzione ovunque vada!! Cosa puoi sapere tu dell’amore?!! >> urlò con forza verso la bionda, che a quelle parole spalancò gli occhi, immobile.

Lexa la guardò negli occhi, sorpresa e subito pentita dalle sue parole.
Clarke abbassò lo sguardo.

<< Già…che cosa potrei mai saperne… >> sussurrò, poi si girò e se ne andò, sbattendo forte la porta, che si riaprì a causa del colpo.

Lexa continuava a guardare davanti a sé, sconcertata. Singhiozzò e si porto subito le mani davanti alla bocca. Incominciò a piangere.
Che cosa aveva detto? Come aveva potuto dire quelle cose a Clarke.




Clarke andò verso il mare, stava piovendo. Si sedette sull’erba, sospirando.




Lexa continuava a guardare la porta.

<< Clarke! Clarke! Aspetta! >> chiamò, ma la bionda non tornò.

<< Clarke!! Clarke!! Non….non intendevo…Clarke!! >> continuò, senza ricevere una risposta.

Che cosa aveva fatto?

<< Clarke! Torna qui! Clarke!! >> iniziò a respirare velocemente.

Iniziò a prenderle il panico, cercò di alzarsi ma cadde a terra.

<< CLARKE!! >> chiamò ancora, ma della bionda nessuna traccia.

Incominciò a trascinarsi, piangendo e chiamandola, imperterrita.

Arrivata fuori casa incominciò ad urlare, disperata:

<< CLARKE TI PREGO!!! NON LASCIARMI SOLA!! >>

<< TI PREGO CLARKE!! NON ANDARTENE >>

<< CLARKE!!! >>

Urlava, continuando a trascinarsi con le braccia, ormai bagnata completamente dalla pioggia.





Mentre Clarke stava rientrando, sentì le grida.

<< Lexa? >> disse, vedendo la bruna a terra, disperata.

<< LEXA!! >> gridò, precipitandosi verso di lei.

Lexa udì la sua voce e alzò il viso.

<< Clarke... Clarke!! >> chiamò, continuando a piangere.

La bionda si inchinò vicino a lei, la prese per le spalle.

<< Lexa che cavolo ci fai qui fuori?! Non vedi che sta piovendo?! >> la rimproverò Clarke, arrabbiata.

<< Clarke!! Sei qui! >> disse Lexa, sul viso le lacrime si mischiavano con la pioggia.

<< Non lasciarmi sola Clarke, ti prego! Non andartene via >> la pregò, prendendole il viso fra le mani tremanti.

<< Non me ne vado tranquilla >> la rassicurò la bionda.

<< Mi dispiace…Clarke, mi dispiace tanto >> disse la bruna, gettando le sue braccia intorno al collo della bionda, stringendola forte.

<< Mi dispiace… >> continuava.

Clarke l’abbracciò, accarezzandole i capelli ormai bagnati.

<< Lo so…tranquilla… >> la rassicurava.

<< Andiamo dentro >> disse poi, prendendo la bruna in braccio e rientrando in casa.

Clarke la posò sopra una sedia, nel soggiorno. Si inginocchiò di fronte a lei e le scostò con le mani i capelli bagnati, dal viso.

<< Stai bene? Ti fa male da qualche parte? >> le chiese preoccupata.

Lexa la guardò dritta negli occhi.

<< Ti ho uccisa Clarke >> disse, con voce tremante Lexa, fra le lacrime.

<< Cosa? >> chiese Clarke, confusa.

<< Sei morta…ti sei buttata per salvarmi…e sei morta >> disse, ricordando la caduta.

<< No Lexa… >> disse Clarke, accarezzandole ancora il viso.

<< Eri morta…il tuo cuore si è fermato… >> urlò disperata, singhiozzando.

<< Lexa…Lexa guardami, sono qui…sono qui con te >> cercò di calmarla la bionda.

<< Eri sotto di me…ed eri morta…ho sentito il tuo corpo freddo e il tuo sangue… >> continuava a singhiozzare la bruna.

Clarke allora la baciò, poi l’avvolse in un abbraccio.

<< Sono qui…senti, sono qui con te…starò sempre qui con te Lexa >> promise, premendola contro il suo petto per farle sentire il battito del suo cuore.

<< Non ti lascerò mai…rimarrò sempre al tuo fianco, per l’eternità >> le promise, continuando a stringerla.

Lexa sentiva il suo calore e il battito forte del suo cuore.

<< Perciò, ti prego…combatti, combatti per restare con me >> le disse Clarke.

<< Io non so più chi sono >> confessò Lexa, impaurita e fragile.

Clarke si scostò, per guardarla negli occhi.
Le prese il viso tra le mani.

<< Non ho più la fiamma, non sono più Heda! Ti ho delusa… >> continuò.

Clarke le accarezzò il viso.

<< Tu sei Lexa kom Trikru, un Leader, una guerriera valorosa e una donna straordinaria! Non potresti mai, mai deludermi! >> le disse Clarke, ma Lexa scosse il capo.

Clarke la costrinse a guardarla negli occhi.

<< Guardami! Tu sei Lexa! La fiamma amplifica solo ciò che Heda già è…sei sempre tu! Sempre la mia Lexa >> le disse guardandola dritta negli occhi.

<< Tutto quello che devi fare adesso e vivere! Viviamo…insieme! >> disse la bionda, con ardore.

Le lacrime continuavano a scendere dagli occhi verdi della bruna, che guardava incantata la bionda.

<< Insieme >> sussurrò, accarezzandole il viso bagnato dalla pioggia, mentre posava la sua fronte contro quella dell'altra.







Due figure incappucciate uscirono da una tenda.

<< Ancora niente, credi che riusciremo a trovarne altri? >> chiese la donna.

<< Continueremo finché non completeremo la nostra missione >> disse l’uomo, perentorio.









Clarke osservava Lexa, ormai addormentata, sul letto. Si avvicinò al suo volto e la baciò sulla fronte.

<< Dormi bene, mio splendido smeraldo >> sussurrò, dopo.

Ormai la pioggia era cessata e uscì un attimo per prendere della legna.
Mentre rientrava sentì queste parole:

<< Mentire al tuo Amore, non ti sembra terribilmente sbagliato? >>

La donna dai capelli lunghi neri, con il vestito e labbra rosse, sbucò al suo fianco.

Clarke si fermò e si voltò verso la donna, che le sorrideva tristemente.






<< Dobbiamo fare presto! >> disse l’uomo estraendo dalla sua veste, una scatola di metallo, con inciso sopra un teschio.

L’aprì e con l’altra mano si abbassò il cappuccio.
Lo sguardo di Titus si posò sulla fiamma, che, lentamente, stava diventando nera.





















Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori e lettrici!! Allora, parto con la spiegazione di questo capitolo, in realtà questa è solo una parte di quello che doveva essere, ma visto le dimensioni enormi del tutto, ho preferito dividerlo in due. Quindi considerate questa parte un po' come transitoria.
Già, che pizza vero?? XD Abbiate pietà del mio cervello che non riesce a sintetizzare! Clarke non è morta!! Lexa nemmeno!! Yeeeh!! Avevate paura eh? Non credo!! Ma che cosa sta succedendo alla fiamma?? Lexa ha perso tanto, vedremo come riuscirà a mettere insieme i pezzi!
Ormai si sta avvicinando il finale miei cari, eh già...mi sto concentrando di più su questa storia perchè voglio che tutto sia il più perfetto possibile...ci proviamo almeno! E poi mi sento ispirata, non so...XD
Grazie mille a tutti/e quelli che trovano sia un minutino per lasciare una recensione o un commento, grazie, grazie, grazie e anche quelli che continuano a leggere questa storia, che ha un posto particolarmente speciale nel mio cuoricino!
Vi adoro tantissimo!!
Spero alla prossima!!

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Capitolo 30
*** Vivere ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 




Vivere.





Quando la tempesta si placa, c’è un momento di assoluta calma. Il vento vorticoso e impetuoso, diventa flebile e calmo. La pioggia fitta e costante, diventa qualche piccola goccia, sparsa qua e là. Il sole, prima nascosto,  crea un varco attraverso le nuvole scure…
E il cielo, prima cupo e nero, si schiarisce, diventando di un azzurro limpido.

Lexa guardava la bionda che sistemava il pesce appena pescato. La canottiera nera bagnata e i pantaloncini corti, che lasciavano scoperte le gambe lunghe e muscolose. Le cicatrici sembravano splendere come cristalli, a causa delle gocce d’acqua illuminate dal sole. I capelli sciolti e bagnati.

L’odore del mare, portato dalla leggera brezza, rendeva, quel momento, semplicemente perfetto.
Era passato un mese da quel giorno e tutto sembrava essere piombato in uno stato di profonda calma. Le cose non erano, di certo, perfette, ma le due ragazze affrontavano tutto giorno per giorno.

Lexa, con l’aiuto di Clarke, aveva iniziato ad alzarsi. Ogni giorno per almeno due ore, provavano a camminare. La bionda le massaggiava sempre le gambe e l’aiutava con i movimenti, riabituando il suo corpo.
Provava dolore, ma non si lamentava mai. Era impossibile con la bionda che la spronava sempre con parole d’incoraggiamento. Sempre accanto a lei, pronta ad afferrarla se dovesse vacillare.

La bionda, intuendo di essere osservata, si voltò verso la bruna. Subito, sul volto di Clarke, apparve uno splendido sorriso. Si avvicinò, lentamente all’ingresso e disse:

<< Vuoi venire a vedere il pesce che sono riuscita a pescare? >> chiese, tendendole la mano.

Lexa, aveva capito perfettamente, l’intenzione della bionda. La bruna stava comodamente seduta fuori il piccolo portico, che Clarke aveva costruito tempo prima.
Non era ancora riuscita a fare quei due scalini. Lexa guardò negli occhi la bionda, che la ricambiava speranzosa.
Si alzò lentamente, iniziò a scendere il primo gradino, poi al secondo, la gamba cedette. Subito due braccia forti la presero, impedendole di cadere a terra.

<< Ciao >> le disse Clarke, sempre con il sorriso.

<< Non è andata tanto bene >> disse Lexa, frustrata.

<< Sei riuscita a venire fin qui, con le tue gambe, è fantastico! >> rispose, invece entusiasta, la bionda.

Lexa rise leggermente, all’entusiasmo della bionda.

<< Non sono arrivata fin qui per vedere il pesce >> affermò la bruna, mettendo le sue braccia intorno al collo di Clarke.

<< Ah no? E per cosa allora? >> chiese, curiosa, non riuscendo a capire.

<< Per questo >> disse Lexa, trascinando la bionda a sé e baciandola dolcemente.

Clarke rimase, per un attimo, sorpresa. In tutto quel tempo, infatti, la bruna non era stata molto propensa al contatto, la bionda aveva compreso che lo stato sia fisico che mentale di Lexa era fragile.
Dopo l’iniziale sorpresa, la bionda ricambiò il bacio, sempre dolcemente.
Lexa la guardò negli occhi e le scostò una ciocca bagnata dal viso.

<< È stato più interessante del pesce >> confessò Clarke, facendo sorridere la bruna.

<< Ti va di andare in un posto? >> chiese, subito dopo, la bionda.

<< Andare? >>

<< Ti porto io, non ti preoccupare >> disse la bionda, girandosi e inchinandosi, invitando così la bruna a salire sulla sua schiena.

Lexa rimase ferma un attimo, poi si aggrappò alle ampie spalle della bionda, che subito si alzò.

<< Tieniti forte, ok? Se senti dolore da qualche parte mi fermo subito >> le disse Clarke, afferrandola bene.

<< Ok >> rispose la bruna, stringendo forte le braccia attorno al collo della bionda.

Sentiva il profumo dei suoi boccoli bagnati, il calore del suo corpo nonostante fosse umido.
Mentre Clarke camminava, Lexa ne approfittò per ammirare il bellissimo paesaggio dell’isola. Il verde dei boschi contrastava il deserto della vasta spiaggia bianca.
Il rumore delle onde del mare si mischiava con quello flebile del vento, in una musica lenta e rilassante.
Ascoltava la bionda descrivere alcuni posti particolari che aveva scoperto nelle sue escursioni. Lexa posò il capo sulla spalla della bionda e chiuse gli occhi. Percepiva il battito regolare della bionda e, quella, pensò, era l’unica melodia che valesse la pena ascoltare, per il resto della vita.

<< Eccoci, siamo arrivate >> le parole della bionda la ridestarono.

Lexa aprì gli occhi, alzando la testa vide il mare azzurro che si estendeva per chilometri. Erano su una piccola scogliera, circondata da palme e sabbia. Piccole piante spuntavano attorno alle pietre.
Clarke si avvicinò e la fece sedere su di una roccia. Il sole alto, illuminava l’acqua, creando dei piccoli cristalli che brillavano, luminosi.

<< È bellissimo qui >> sussurrò Lexa, estasiata da quella vista.

<< Ti piace? Ho scoperto questo posto un paio di giorni fa…ti fa sentire in pace, vero? >> chiese la bionda, sedendosi a terra.

Lexa osservava quel panorama così bello, il cuore le si strinse nel petto. Si voltò ad osservare la bionda, che con gli occhi chiusi, si godeva il sole e la leggera brezza marina. I capelli biondi, ormai quasi asciutti, incominciarono ad arricciarsi, formando delle onde delicate che danzavano lentamente al vento.
Che creatura magnifica, pensò.
Ritornò a guardare il panorama e il volto le si riempì di lacrime, che silenziose le scendevano sulle guance.

  << È ingiusto, vero? >> disse all’improvviso la bionda, continuando ad osservare il mare.

Lexa a quelle parole si voltò verso di lei.

<< Che noi siamo qui, a poter godere di questa splendida vista, ed altri, invece, no. A Sha-ri sarebbe sicuramente piaciuta… >> disse sorridendo leggermente.

<< Il senso di colpa non passerà mai…sia per Gustus, i Natblida,  Aden... Penserai sempre a cosa avresti potuto fare di diverso, che non sei stata all’altezza, ti colpevolizzerai…ti odierai…ma loro, comunque, non torneranno >> continuò, tristemente.

<< L’unica cosa che puoi fare e onorarli, affrontando giorno per giorno…vivendo  >> si voltò verso la bruna che la guardava piangendo.

<< Sono morti per colpa mia, sono debole… >> disse Lexa.

<< Sono morti per amore…amavano sia te, sia il loro popolo. Morire per difendere ciò che si ama…c’è bellezza in questo >> disse ritornando a guardare il mare.

<< Clarke >> chiamò Lexa.

La bionda si voltò, capendo la muta richiesta della bruna.
Si alzò e si posizionò di fronte a lei.

 << Siamo un completo disastro >> disse, ironica, poi con il dorso della mano, asciugò le lacrime della bruna.

<< Loro non vorrebbero che tu ti senta in colpa, onoriamoli insieme >> disse baciandole dolcemente la guancia.

Si guardarono negli occhi, blu e verde, poi Lexa sorrise tristemente:

<< Cosa ho fatto per meritarti? >> chiese più a sé stessa che alla bionda.

A quelle parole, lo sguardo di Clarke, divenne triste, una tristezza, pensò, che non aveva mai visto prima.








Una sera, Lexa chiese a Clarke di portarla al lago, aveva voglia di immergersi nell’acqua e di sentirsi leggera.
Appena arrivate, come tutte le volte, Clarke l’aiutò a svestirsi, sempre con la solita delicatezza. Le ferite ormai divennero sottili cicatrici, nulla paragonate a quelle della bionda, ma sempre visibili a chi prestava attenzione.
Appena la bionda tentò di sollevarla, Lexa la fermò, afferrandole il braccio.

<< Anche tu >> disse, semplicemente.

Clarke la guardò curiosa, di solito la bionda rimaneva vestita.
Si scostò e si tolse i vestiti, sotto gli occhi attenti di Lexa. Poi la prese in braccio e entrarono in acqua.
Lexa con le braccia aggrappate al collo di Clarke, si voltò verso di lei, guardandola negli occhi. Con la mano le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi lentamente scese, accarezzandole la guancia, la mascella, il collo, poi le sue dita iniziarono a tracciare la cicatrice del marchio di Heda.

Il respiro di Clarke divenne irregolare, a causa delle carezze della bruna, la sua pelle tremava e bruciava.

<< Non voglio trascinarti nell’oscurità assieme a me >> sussurrò la bruna.

Clarke la fissò per un momento, ammirando i lineamenti delicati del suo viso.

<< Sono già lì >> a quella risposta, la bruna sollevò il viso, incontrando quei profondi occhi blu.

<< In ogni momento, ovunque… >> continuò, con quello sguardo che alla bruna pareva stesse leggendo il suo spirito.

<< Per sempre con te >>

Una lacrima le bagnò la guancia e con tutta la passione che potesse avere, Lexa, la baciò. Le sue mani si strinsero, ancora più forte, al collo della bionda. Pelle contro pelle, nonostante l’acqua che le circondava, il calore esplose violento, pronto a bruciare ogni cosa.
Lì, in quel lago illuminato dalla luna piena, continuarono a baciarsi e a legare, inesorabilmente, le loro fragili anime.











Con il passare del tempo, tutto divenne più semplice. Lexa aveva ripreso a camminare, non era stato facile, ma alla fine, si stava riprendendo.
Lexa aprì gli occhi, si voltò dall’altra parte del letto, trovandolo vuoto. Clarke spesso si alzava prima, per preparare l’attrezzattura per la pesca. Si alzò, sistemò il letto e andò nel piccolo soggiorno. Le pareti metà in legno e metà in pietra, conferivano alla casa un aspetto particolare e accogliente.

Sul tavolo, come tutte le mattine, trovò un mazzo di fiori colorati. La bionda ogni giorno gli coglieva per lei, sempre di colore diverso.
Lexa sorrise dolcemente, alle attenzioni della bionda.
Quando Clarke faceva ritorno, l’accoglieva sempre con un sorriso caldo e raggiante, dandole sempre un leggero bacio sulle labbra.

Passeggiavano sulla spiaggia bianca, abbracciandosi e baciandosi. Nulla contava, solamente loro due. Lexa immergeva i piedi in riva e, approfittando della distrazione della bionda, la schizzava, per poi ridere alla sua espressione sorpresa.  Clarke, di rimando, la prendeva in braccio e, giocando, fingeva di buttarla in acqua. Risate, gridi di gioia echeggiavano intorno a loro, rendendo le giornate spensierate.

Non indossavano più i vestiti della Kru. Lexa indossava sempre dei vestiti leggeri fino al ginocchio. Clarke ne aveva fatti fare diversi dalla sarta del villaggio. La prima volta che si era presentata con due di loro, la bruna non poté che sorridere, osservando la faccia imbarazzata della bionda.

Di notte, dopo aver cenato, guardavano le stelle, accanto al fuoco. Le braccia di Clarke la circondavano, facendola sentire al sicuro. Il suo viso era  posato sulla sua spalla, sentiva il suo respiro solleticarle il collo, accompagnato da dolci baci.
Ogni giorno, si raccontavano un pezzo della loro storia, di solito Clarke le raccontava dei mille posti che aveva visto e Lexa della sua infanzia assieme ai suoi genitori. Aneddoti, momenti ormai passati, il cui ricordo riaffiorava all’improvviso.
Quella sera, Lexa pronunciò le parole che per molto tempo aveva trattenuto.

<< Ti ricordi qualcosa di prima che diventassi Wanheda? >> chiese, incerta.

I baci s’interruppero, ma la bionda rimase al suo posto, senza sciogliere l’abbraccio.

<< Vuoi dire…di quando si è piccoli? >> chiese per capire la bionda.

<< Si…non ti ricordi i tuoi genitori o com’eri prima? >> chiese, voltandosi verso la bionda.

Clarke ci pensò un attimo e poi disse:

<< Da che ho memoria sono sempre stata così…non sono mai cambiata >> spiegò.

<< Le leggende dicono che Wanheda sia sorta dalle ceneri >> si lasciò scappare Lexa.

<< Beh…non ricordo ceneri ma… >> disse ironica la bionda.

<< Qual è la prima cosa che ricordi? >> chiese allora, la bruna.

Clarke rimase un attimo in silenzio.

<< Macerie, detriti e un grande albero >> confessò.

Lexa la guardava sorpresa.

<< E poi, ricordo lei… >> continuò la bionda, incrociando i suoi occhi verdi.

<< Becca Pramheda >> disse la bruna.

Clarke annuì col capo.

<< Com’era? >> chiese curiosa Lexa.

Clarke prese un grande respiro, prima di rispondere:

<< Era coraggiosa, forte, intelligente, determinata e… >>


Becca le sorrideva dolcemente, accarezzandole il viso.


<< Gentile >> finì, ricordandosi della donna.

Lexa rimase ad osservare la sua reazione e poi chiese curiosa:

<< È morta in battaglia come dicono i testi? >>

<< L’ho uccisa io >> disse all’improvviso, Clarke.

Lexa si voltò completamente verso di lei, impietrita.

<< Mi ha chiesto di farlo…e io l’ho fatto >> disse, abbassando il capo.

Lexa le accarezzò il viso, sollevandolo.

<< Questo è molto triste… >> disse, accarezzando la guancia della bionda.

<< È da allora che li vedo >> confessò Clarke.

<< Quelli che hai ucciso? >>

Clarke annuì. In quel momento, Lexa capì quanta sofferenza aveva dovuto procurarle quell’azione. Clarke aveva trasformato il suo senso di colpa e il suo dolore, in una punizione personale.

<< Vedi sempre anche Tristan? >> chiese, conoscendo già la risposta.

Gli occhi di Clarke si fecero più freddi e annuì di nuovo.

<< Gli volevi bene, vero? >> chiese Lexa.

Clarke sciolse l’abbraccio e si mise affianco a lei, toccandosi i capelli.

<< Incontrai Tristan quando era piccolo…vinse il Conclave molto presto. Era intelligente, sveglio e testardo. Pensai che potesse diventare un grande Heda ma… >> s’interruppe, ripensando a quegli occhi verde/grigio, così vuoti e spenti.

<< Il suo Spirito era, come spezzato…la sua mente era fragile, troppo fragile…non è riuscito a controllare tutto quel potere >> spiegò Clarke.

Lexa le strinse, forte, la mano.

<< Ma un attimo prima di morire, ho visto sollievo nei suoi occhi. Credo che alla fine, volesse, solamente, essere fermato >> confessò, facendo un triste sorriso.

<< Era lo stesso sguardo che aveva lei… >> continuò, riferendosi a Becca.

Lexa rimase ad osservarla in silenzio per un momento, poi distolse lo sguardo e disse:

<< Abbiamo perso così tanto… >> sussurrò, la bruna.

<< Lexa >> disse Clarke, riportando l’attenzione su di se.

<< Sono stanca di uccidere…stanca della morte >> confessò, esausta.

Si coricò, appoggiando la testa sulle cosce della bruna.

<< Tanto stanca… >> lamentò, chiudendo gli occhi.

<< Lo so, amore mio…anche io >> sussurrò Lexa, accarezzando i boccoli biondi.









Non era la prima volta che Clarke la portava al villaggio. Era, un luogo, secondo Lexa, così tranquillo, semplice e pieno di vita allo stesso tempo. Gli uomini erano altissimi e muscolosi, le donne, avevano la pelle dipinta, con dei bellissimi bracciali decorati sulle braccia.
I bambini correvano allegri e spensierati, giocando insieme.

Quel villaggio le ricordava tantissimo la sua amata Polis, la sua bellissima città, il suo affollato mercato.
Clarke aveva evitato, all’inizio, ma un giorno Lexa le chiese semplicemente se volesse compagnia, così andò assieme a lei. S’innamorò di quel luogo.

Vedeva Clarke imbarazzata, parlare con Talah, una signora in carne, con degli occhi dolcissimi. Vendeva la verdura e, dalla prima volta che l’aveva vista, Lexa pensò che non conoscesse, affatto, il significato di “ spazio personale “.
 Clarke si grattava la testa, cercando di placare l’entusiasmo della donna, che cercava di venderle ogni tipo di verdura.
Aveva notato che Clarke, invece dei quattro pesci concordati, ne portava sempre qualcuno in più, la sua generosità aveva conquistato tutti.
La bruna, guardandosi intorno, non scorgeva più visi spaventati e timorosi, ma solo sorrisi e sguardi gentili, rivolti verso la bionda.

Qui Wanheda non esisteva, nessuno era a conoscenza dell’identità della bruna. In questo luogo, erano, semplicemente, Clarke e Lexa.
Lexa si inebriava di quei momenti, seduta sul bordo di un piccolo pozzo, continuava ad osservare Talah che stringeva Clarke in un abbraccio stritolante.

Delle ragazzine si avvicinarono a lei.

<< Galloh sim on ka? >> le chiese una ragazza dai lunghissimi capelli neri, sorridendole.

Lexa non riusciva ancora a capire bene la loro lingua, aveva chiesto a Clarke di insegnarle, ma non aveva fatto molti progressi.

<< Ahm…mi dispiace ma non capisco >> si scusò.

<< Trip kon camup >> disse sogghignando maliziosa, voltandosi verso la bionda.

<< Mi dispiace, ma… >>

<< Ti ha chiesto se sei legata a quella donna >> disse, all’improvviso, una vecchietta con un bastone.

Si avvicinò alla bruna, facendo fuggire le ragazze.
Lexa si girò a guardarla, curiosa. Notò i suoi occhi quasi del tutto bianchi. Clarke le aveva parlato dell’anziana del villaggio, colei che aveva dato il permesso per restare sull’Isola.

Lexa inclinò subito il capo, in segno di rispetto. La vecchietta rise lievemente e lentamente si sedette affianco alla bruna.

<< Ha detto che hai fatto un' ottima scelta >> continuò, con lo sguardo rivolto verso la bionda.

Lexa continuò ad osservarla.

<< Si, è vero >> rispose, voltandosi anche lei verso Clarke.

<< La tua ninfa rischia di bruciarsi, se vola troppo vicino al sole >> disse poi, criptica.

Lexa si voltò a guardarla curiosa e stranita da quelle parole.

<< Davvero i suoi occhi non vedono? >> chiese subito.

La vecchia rise, sonoramente.

<< I miei occhi riescono a vedere il colore delle persone…quando la persona è nel pieno della sua vita, l’intensità di quel colore è al massimo >> spiegò, tranquillamente.

<< Il loro colore? >> chiese la bruna, non riuscendo a capire.

<< Tutti hanno un loro colore, per esempio, il tuo è un verde intenso e brillante, come quello della foresta…è il colore di un capo >> disse la vecchia, spostando il suo sguardo sulla bruna.

<< Verde… >> sussurrò Lexa.

<< Il colore brilla come il proprio spirito >> continuò la donna.

Poi il suo sguardo si posò su Clarke.

<< Gli opposti, si cercano, si attraggono e alla fine si scontrano… >> disse seria.

Lexa fissò un attimo Clarke.

<< Quel’è il colore della mia Ninfa? >> chiese Lexa, curiosa.

Il viso della vecchia si fece cupo e serio.

<< Lei non ha un colore >>

Il sorriso di Lexa svanì, aggrottò la fronte e disse:

<< Non vede nulla? >>

La vecchia sospirò.

<< Più il tempo passa e più il colore, dopo un po’, inizia a sbiadire, quando gli inverni si susseguono…e alla fine, quando sopraggiunge la morte…sparisce >> spiegò.

A quelle parole il sangue le si gelò e si voltò subito verso la bionda, che continuava a sorridere a Talah.

<< Ma lì…è come se non esistesse nulla, come se non ci fosse mai stato nulla >> disse la vecchia.

<< Sa chi siamo, vero? >> chiese Lexa, con voce ferma e autoritaria.

La vecchietta sorrise.

<< Solamente il Comandante del Sangue si legherebbe ad un Seishin… >> rispose.

Lexa la guardò sconcertata.

<< Oh, stai tranquilla, stiamo solo parlando >> disse poi voltandosi verso Clarke, che ora era in piedi, di fronte a loro.

Clarke le tese la mano ed aiutò la vecchia ad alzarsi.

<< Stai giocando ad un gioco pericoloso, Seishin >> sussurrò la vecchia alla bionda.

Lo sguardo di Clarke divenne triste e inchinò il capo, con rispetto.

Appena se ne andò via, Clarke prese la mano di Lexa.

<< Torniamo a casa >> disse, sorridendole dolcemente.





 Arrivate a casa, mangiarono e Lexa continuava ad osservare la schiena della bionda, ripensando alle parole dell’anziana.
Lexa si alzò dalla sedia e con passi incerti, si avvicinò lentamente alla bionda, abbracciandola da dietro. Posò la testa di lato, sulla sua schiena ampia e prese un bel respiro profondo, percependo il suo dolce profumo.

<< Stai facendo progressi, forse dovrei cambiare tattica >> disse, ridendo la bionda.

Le braccia della bruna si strinsero più forte.
Clarke si voltò, notando il suo strano comportamento. Le accarezzò la guancia e le sorrise, dolcemente.

<< Cosa ti turba? >> chiese, guardandola negli occhi.

<< Andiamo in camera >> disse, semplicemente la bruna.

Clarke aggrottò un attimo la fronte, ma subito si inchinò per prenderla in braccio, ma la bruna la fermò.
Le prese la mano e lentamente, camminarono insieme, verso la camera.
Appena la porta si chiuse, Lexa andò verso Clarke, che, non aspettandosi che la bruna riuscisse a camminare così in fretta, indietreggiò e cadde seduta sopra il grande letto.
Clarke notò che gli occhi della bruna, erano di un verde così inteso, che sembrava fosse ritornata nel cuore della foresta più profonda.

<< Lexa, cosa… >> cercò di domandare, ma venne interrotta dal dito della bruna, posato subito, sulle sue labbra.

<< Non dire nulla, voglio solo che mi guardi >> disse, la bruna, con voce profonda.

Clarke fece come richiesto, continuò a guardare la bruna, che piano piano, si allontanava dal letto.

<< Guardami, voglio sentire i tuoi occhi su di me… >> disse, mentre sensualmente, si abbassava le sottili spalline del vestito nero.

Gli occhi di Clarke si allargarono e poi iniziarono a farsi più scuri.

<< Continua a guardarmi >> ordinò, facendo scivolare l’indumento lungo le sue forme, sul pavimento.

Il respiro di Clarke si fece più intenso e veloce. Lexa, osservava quelle pozze blu che la divoravano, ogni centimetro del suo corpo, lungo in collo, sui suoi seni…

<< Quello sguardo…mi fa impazzire >> disse, accarezzandosi con una mano, lungo l’incavo dei seni.

Clarke continuava ad ammirarla, deglutendo. Il suo sguardo, pensò Lexa, era famelico.

<< So che ti stai trattenendo, perché hai paura di farmi male… >> disse, ricordando il comportamento sempre rispettoso della bionda.

<< Non devi più trattenerti, non voglio più che ti trattieni… >> confessò.

<< Voglio i tuoi occhi e le tue mani…su di me >> dichiarò Lexa.

Clarke aveva le mani strette al bordo del letto, si sporse un po’ in avanti.
Fissò Lexa negli occhi, poi si alzò lentamente e fece qualche passo in avanti.
Sembrava un leone, che sta per azzannare la sua preda. Ora, una di fronte all’altra, così vicine da potersi toccare, continuavano a fissarsi.
Nella piccola stanza, si udivano solamente i loro respiri. Clarke alzò, lentamente,  la mano con una dolcezza disarmante, le accarezzò la guancia. I suoi occhi fissarono un attimo quelli di Lexa, poi l’attirò a sé e la baciò. Le loro lingue iniziarono una danza sensuale.

La bionda la prese in braccio, le due continuarono a baciarsi, senza smettere un secondo. Clarke si girò e, con foga, la fece cadere sul letto. Lexa le strappò, letteralmente, i vestiti di dosso, le sue mani graffiavano quelle spalle larghe e possenti. Clarke le baciò il collo, accarezzando poi, con la lingua,  tutti e due i suoi seni.
Sedute sul letto, una di fronte all’altra, si amavano. La testa della bruna era inchinata all’indietro, il piacere che le stava procurando la bionda era tale, che le sembrò di perdersi.
Ritornò a guardare la bionda, le prese il viso arrossato tra le mani e la fissò.

<< Tu sei qui >> disse ansimando.

<< Sei reale >> affermò con decisione, poi l’attirò a sé e continuarono quella danza sensuale.

Le loro mani intrecciate, mentre i loro corpi si legavano, ancore e ancora.




Quando Lexa aprì gli occhi, la mattina seguente, si voltò trovando al suo fianco il viso ancora addormentato della bionda. Sembrava così fragile e innocente, mentre dormiva. I suoi occhi si fermarono sulle sue cicatrici, quanto dolore doveva celarsi dietro a quel viso etereo.
Quando vide quelle pozze blu guardarla a sua volta, sorrise.

<< Buongiorno >>

Clarke si stiracchiò e si avvicinò al suo viso, dandole un dolce bacio sulla fronte.

<< Buongiorno >>









La loro vita trascorreva tranquilla nel loro piccolo e semplice nido d’amore. Sulle pareti della casa, Clarke aveva appeso i ritratti di Gustus, Aden, Costia, Sha-ri e degli altri Natblida. Per non dimenticare, aveva detto.
Sopra il tavolo di legno, il mazzo di fiori appena raccolti.

Quella sera, Lexa stava osservando Clarke intagliare dei giocattoli per i bambini del villaggio e all’improvviso disse:

<< Ti legheresti a me, Clarke? >>

La bionda la guardò, sorpresa.

<< Noi siamo già legate…più di una volta direi >> rispose, confusa.

<< Intendevo come Lincoln e Octavia >> chiarì, guardandola seriamente.

<< Mi sposeresti? >>

Clarke s’impietrì a quelle parole.

<< Vorrei legarmi a te, in ogni modo possibile >> spiegò.

Clarke continuò a guardarla senza parole.

<< Non vuoi? >> chiese, un po’ incerta, la bruna, vedendo la reazione della bionda.

Il viso di Clarke divenne, improvvisamente, rosso.

<< Ah…io, ecco…tu >> iniziò balbettando.

Lexa rise, osservando la reazione della bionda.

<< Non sapevo che per mettere in crisi la grande Wanheda bastava chiederle di sposarla >> scherzò.

Clarke si grattò la testa, poi il suo sguardo divenne curioso.

<< Perché me? >> chiese, non riuscendo a capire.

Il viso di Lexa, si fece nuovamente serio.

<< Perché non posso farne a meno >> disse sinceramente.

A quella risposta, il viso di Clarke divenne triste, spostò il suo sguardo di lato.
Notando quel cambiamento nella bionda, Lexa si avvicinò, inginocchiandosi di fronte a lei.
Le prese il viso tra le mani.

<< Sei molto di più di quel che credi…se potessi vederti con i miei occhi Clarke… >> disse, accarezzandole una guancia.

<< Se potessi vedere,  davvero, quanto io ti ami >> confessò, sorridendole.

Da quei profondi occhi blu, cadde una lacrima.

<< Sarebbe un onore per me, sposarti…mio splendido e prezioso smeraldo >> disse, prima di baciarla con passione.










<< Sei sicura di quello che fai, Seishin? >> disse la vecchia del villaggio, mentre Clarke aspettava l’arrivo della bruna.

<< Non sapevo cosa fosse essere egoista, non ho mai voluto nulla per me…ma questo, questo è quello che voglio >> rispose, guardando un attimo la vecchia.

<< Consideralo il mio ultimo desiderio >> disse, sorridendole tristemente.

La vecchia sospirò, poi il suo sguardo si spostò.
Quando Clarke si voltò a guardare nella stessa direzione, pensò che il cuore potesse scoppiarle nel petto.
Lexa aveva un vestito verde, semplice. I capelli sciolti in delicate onde, sul capo una corona di fiori.
Clarke aveva un vestito blu, che le fasciava il corpo alla perfezione.
Si trovavano ai piedi del lago, di fronte ad un grande albero.

Lo sguardo di Clarke si perse, nella bellezza della bruna. Arrivata affianco alla bionda, Lexa sorrise e le prese la mano.

<< Bene, ora possiamo procedere >> disse la vecchia, iniziando il rituale.

Ad un certo punto prese le loro mani, le unì con una stoffa. Poi osservò Lexa e le fece un cenno col capo.

<< Lego il mio corpo, il mio spirito e la mia vita alla tua…da adesso in poi, non una ma un tutto, con te >> la vecchia le porse un coltello e si tagliò il palmo della mano.

<< Lego il mio corpo, il mio spirito e la mia vita alla tua…da adesso in poi, non una ma un tutto, con te >> ripeté Clarke, aggiunse prima di tagliarsi il palmo:

<< Per sempre >>

Lexa la guardò negli occhi.

<< Per sempre >>

La vecchia unì le loro mani e il loro sangue.

<< Unite, d’innanzi agli Spiriti >> proclamò.

Detto ciò, le due si baciarono, sancendo così la loro unione.








Le due erano abbracciate nude nel grande letto. Clarke accarezzava delicatamente i capelli di Lexa, che si godeva quel momento.

<< Ho una cosa per te >> disse Clarke, all’improvviso, alzandosi e prendendo qualcosa dall’armadio.

Lexa si sollevò e osservò, curiosa, la bionda.

<< Mi hai fatto un regalo? >> chiese, sorridendo.

Clarke si sedette sul letto, affianco a lei e le porse una piccola scatolina.

<< Octavia il giorno delle sue nozze, mi disse che è tradizione degli Skaikru donare alla propria sposa un anello. Non ho trovato anelli qui, ma ho fatto fare questa >> disse, mentre Lexa aprì la scatola.

Al suo interno trovò un piccolo ciondolo blu, era delicato e bellissimo allo stesso tempo.

<< È bellissimo >> disse Lexa, prendendolo tra le mani, esaminandolo.

<< Talah ha detto che ha il colore dei miei occhi >> confessò Clarke.

Lexa accarezzò il ciondolo delicatamente, sorridendo.

<< Così mi avrai sempre con te, anche quando non ci sarò >> le disse seria.

Lexa si voltò verso di lei, le sorrise dolcemente.

<< Non c’era bisogno di questo…ora io e te siamo legate per sempre, non ti libererai così facilmente di me >> scherzò la bruna, non riuscendo a capire, in realtà, la terribile verità, di quelle parole.

<< Grazie mia dolce sposa >> disse Lexa, baciandola con passione.





Era notte fonda, Clarke si svegliò all’improvviso, il fiato corto, fradicia di sudore. Si voltò trovando la schiena nuda della bruna, ancora addormentata.
Scese dal letto e uscì dalla stanza, le gambe le tramavano e la vista era sfocata.
Uscì di casa e si allontanò per un tratto, arrivando sfinita a poggiarsi su una quercia vicino.
Con affanno, si portò una mano al viso, ma rimase impietrita. La sua mano, non riusciva più a vedere la sua mano. Sgranò gli occhi e dopo un po’, riapparve, per poi riapparire sgranata. Come quei monitor che aveva visto nella navicella degli Skaikru.
Si afferrò il braccio, ansimando.

<< È già cominciata >> disse Becca.

<< Non hai più molto tempo ora, amica mia >>

Clarke crollò a terra, in ginocchio, vide la sua mano tornare normale.
Calde lacrime le bagnarono il viso.

<< Perdonami…. >> singhiozzò.

<< Perdonami Lexa >> ripeté, chinandosi su sé stessa, in una marea di lacrime.










Lexa camminava tranquilla per le vie del piccolo villaggio, salutando, sorridente, i suoi abitanti.

<< Clarke Amore, non sai quante cose buone aveva oggi Talah…credo che siamo le sue più fidate clie- … >> disse, mentre entrò a casa, ma le parole le morirono in gola, quando incrociò lo sguardo serio e preoccupato della bionda, seduta sulla sedia davanti ad altre due figure.

<< Heda >> dissero contemporaneamente, Titus e Anya.














Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori e lettrici!! Ancora una volta mi devo scusare per il terribile ritardo! Ho cambiato lavoro e in pratica non ho molto tempo libero a mia disposizione! Chiedo ancora scusa!! Voglio davvero sapere cosa ne pensate di questo capitolo! Che dire, l'amore che sentono le nostre protagoniste è sfociato in un matrimonio...atteso o inatteso?? Ma sembra che la loro pace sia minacciata ancora una volta, cosa accadrà alla nostra bionda preferita? Come reagirà Lexa all'improvvisa comparsa di Titus e Anya?? Nel prossimo capitolo avremo più risposte e avremo una conversazione importantissima!! Grazie mille per continuare,nonostante i miei super ritardi a seguire questa storia! Vi adoro!!
Spero alla prossima!!!

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Capitolo 31
*** Tradimento ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 






Tradimento.





Lexa rimase immobile a fissare i due ospiti, per lei, in quel momento, indesiderati.

<< Titusa, Anya….che ci fate qui? >> chiese, dopo essersi ripresa dalla sorpresa.

Il suo sguardo si posò subito su sua moglie, che sospirò alzandosi in piedi ed avvicinandosi.

<< Li ho trovati sulla spiaggia… >> disse la bionda, prendendo il cesto della frutta dalle sue mani.

Lexa la guardò negli occhi, poi le accarezzò il braccio.

<< Grazie >> disse, per il cesto.

<< Lexa! Meno male che stai bene, eravamo tutti così preoccupati! >> disse Anya alzandosi e andando verso la bruna, che evitò il suo mentore con freddezza e si avvicinò di più alla bionda.

<< Perché siete qui? >> chiese subito, fissandoli con sguardo duro.

In quel momento, Titus notò le due donne insieme.

<< Il tuo popolo ha bisogno di te, Heda e anche di Wanheda >> aggiunse, serio.

<< Io non sono più Heda, Titus >> rispose glaciale la bruna.

L’uomo sospirò.
<< Quello che è successo è irrilevante, siete Heda finché non sarà scelto un successore >> spiegò.

<< Allora sceglilo! Io non sono più il Comandante, sono stata sconfitta! >> disse Lexa, incominciando ad arrabbiarsi.

<< Lexa tu sarai sempre la nostra Heda >> disse Anya, stupita dalla sua reazione.

<< Non puoi scappare dai tuoi doveri! Come Wanheda non può rimanere segregata su quest’isola! >> disse brusco, Titus.

All’improvviso, il pugno di Lexa colpì il tavolo, facendo calare il silenzio nella stanza.

<< NON chiamarla così…Mai più!! Lei è Clarke! Non Wanheda! NON ME LA PORTERETE VIA! >> urlò piena di rabbia.

Il braccio della bionda, le circondò le spalle. Il suo viso, fra i suoi capelli.
<< Ai Houmon , calma >> le sussurrò all’orecchio, per calmarla.

Titus e Anya assistettero sconcertati alla reazione della bruna.
Lexa si calmò, posò la mano sul braccio della bionda e si voltò a guardarla.

<< Sarete stanchi per il viaggio, potete rimanere per riposare >> disse, sempre voltata verso la bionda, poi si girò verso i suoi ospiti.
<< Poi ve ne andrete…lasciateci in pace >> e con queste parole uscì, sbattendo la porta.

Clarke rimase a fissare l’uscita per un po’, poi emise un leggero sospiro e si voltò verso di loro.

<< Mi dispiace, non si aspettava una vostra visita…neanche io a dire il vero. Sapevi che ero qui? >> chiese la bionda all’uomo.

<< Una volta hai parlato di questo posto, ho solo sperato di non sbagliarmi. Wanheda, la missione… >> provò Titus, ma venne interrotto, immediatamente, da Anya.

<< Sta bene? >> chiese, riferendosi alla bruna.

Clarke le sorrise, tristemente.

<< Ne ha passate tante…vedrete che le passerà >> disse, rassicurandoli, poi fece un cenno di scuse col capo e uscì, andando dalla bruna.




Trovò Lexa seduta sull’erba, poco lontano dalla loro casa, ammirando il panorama.
Clarke si sedette di fianco a lei.

<< Non dovremo accogliere i nostri ospiti, invece di urlargli contro? >> domandò ironica la bionda.

Lexa si voltò verso di lei, lo sguardo serio.

<< Vogliono portarti via da me >>

Clarke sorrise.
<< Nessuno riuscirebbe ad allontanarmi da te >> disse, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

<< Solamente tu potresti farlo >> continuò, rassicurandola.

<< Sono cambiata, non sono più la stessa >> confessò, abbassando lo sguardo.

Clarke le alzò il mento.
<< Allora mostraglielo >> le rispose.

Lexa annuì, avvicinandosi per farsi abbracciare. Le braccia di Clarke l’avvolsero subito, forti e sicure.






Quando rientrarono, Lexa si scusò e invitò i suoi ospiti ad accomodarsi per la cena.
Anya osservò attentamente, come le due interagivano tra loro. C’era qualcosa di diverso, sembravano come due calamite, attirate l’una all’altra. Osservò il sorriso di Lexa, spontaneo e radioso, come non l’aveva mai visto prima. Lo sguardo si spostò sulla bionda, anche lei con un’espressione simile, ma Anya notò nel suo sguardo, un velo di tristezza.

Poi osservò il ciondolo che portava la bruna al collo, aveva già visto quel blu intenso, il suo sguardo si posò su Clarke, che con attenzione e cura aiutava Lexa a mettere la carne e l’insalata, sul piccolo tavolo di legno di fronte a loro.
Era il colore dei suoi occhi. E all’improvviso, capì.
Si erano appena seduti a tavola quando il giovane generale diede voce ai suoi pensieri:

<< Siete sposate adesso >> non era una domanda, ma una constatazione.

Le due, rimasero soprese, da quelle parole improvvise. Lo sguardo di Titus si posò, immediatamente, sulla bionda.

<< Sì, io e Clarke ci siamo sposate >> rispose la bruna, guardando incantata e con amore la bionda, che era intenta, di rimando ad osservare, di sottecchi la reazione dell’uomo.

Anya sospirò, le sorrise e rispose:
<< Mi congratulo con entrambe allora >>

Lexa la ringraziò, poi il suo sguardo si spostò sul suo maestro, che aveva la testa china e stava in silenzio.




Mentre Anya e Lexa rimasero dentro, Clarke e Titus, uscirono, con la scusa di tagliare un po’ di legna.
Anya camminava lentamente per il piccolo soggiorno, notando i veri ritratti e i disegni, appesi alle pareti.

<< Questi sono bellissimi >> affermò, fermandosi ad osservarne uno in particolare: Lexa sorridente con un fiore tra i capelli sciolti, mossi dal vento.

<< Li ha fatti tutti Clarke, per non dimenticare… >> disse, chinando il capo, tristemente.

<< Hai dimenticato però, i tuoi guerrieri, la tua gente…la tua famiglia >> la rimproverò, quasi.

Lexa si voltò, verso il ritratto di Aden e degli altri Natblida.

<< Non potrei mai dimenticare… >> poi si voltò verso la donna.

<< Ma non sono più quella di prima, quel giorno, si è spezzato qualcosa dentro di me…credevo di essermi persa per sempre >> spiegò, ricordando quei giorni.

<< Quel vuoto che sentivo, però, si è riempito, Clarke mi ha aiutato a farlo, ha preso i vari pezzi di me e li ha rimessi insieme, poco a poco, piano e con pazienza >> disse, guardandola negli occhi.

<< Non credevo di avere più il diritto di stare qui, su questa terra, dopo aver deluso tutti voi, il mio popolo…ma Clarke ha combattuto per me, ogni giorno…mi ha mostrato che dovevo qualcosa alle persone che avevo perso, dovevo continuare a vivere >> disse, accarezzando il ritratto con le dita.

<< Concedermi la possibilità di vivere davvero e essere realmente felice… >> sussurrò, sorridendo.

Anya sospirò, capiva il suo secondo perfettamente, aveva sempre sognato questo per lei.
Continuò a camminare, osservando la piccola casa. Percepiva calore e amore in ogni singolo angolo. Si avvicinò al piccolo tavolo e notò un piccolo vaso di terracotta con dentro dei bellissimi fiori colorati. Sfiorò i petali, delicatamente, con le dita.

<< Clarke li raccoglie per me, tutte le mattine >> spiego la bruna.

E Anya capì, che la sua Heda non avrebbe più fatto ritorno.







<< Sposate! >> disse Titus, adirato.

<< Dal tuo tono capisco che non ne sei compiaciuto >> disse sorridendo, la bionda.

Titus le si parò di fronte, arrabbiatissimo.

<< Che cosa ti è preso?? Come hai potuto fare una cosa simile?! Non hai pensato alle conseguenze?! >> continuò, sbraitando.

Clarke rimase lì a fissarlo un attimo.

<< Mi rendo perfettamente conto, Titus >>  sospirò, rassegnata.

<< La missione è fallita! Non sono riuscito a trovare un altro Natblida! >> urlò frustato, mettendosi le mani in testa.

<< Lo so Titus, va bene così >> disse calma la bionda.

L’uomo si voltò guardandola sconcertato.

<< Va bene così…va bene così?! Vuoi andartene è questo che vuoi?? Ci lascerai nel momento che abbiamo più bisogno di te? Lascerai Lexa ad una vita vuota?! >> urlò furioso.

<< Lexa prenderà il suo posto di Comandante e avrà te, Anya e Indra ad aiutarla, andrà tutto bene Titus >> cercò di calmarlo, ma sembrava inutile, la sua ira sembrava aumentare.

<< Vuoi morire? È questo che vuoi? Allora perché sposarla? Non hai idea di come si sentirà dopo? Beh io si, sopravvivrà ad una vita fatta di ombre e di oscurità, ti odierà! >> continuò irato.

Clarke lo guardò negli occhi e disse:

<< Ricordi un momento, dove sei stato inspiegabilmente e meravigliosamente felice? Quella felicità da toglierti il fiato… >> chiese all’uomo, che a quelle parole si calmò, ricordando quel momento.

<< Si… >>
<< Quel giorno è stato il più bel giorno della mia intera esistenza >> confessò la bionda, avvicinandosi.

<< Sono qui da moltissimo tempo, Titus…ho visto e fatto tantissime cose, ma non mi sono mai, MAI, sentita così prima di quel giorno >> disse con più foga.

<< Lexa mi fa sentire…reale! >> disse mentre calde lacrime le bagnavano il viso.

<< Lei mi guarda e vede me! ME, Titus! >> disse, toccandosi il petto.

Il Fleimkepa a quelle parole iniziò a piangere.
<< So che sono stata egoista! Io, ne sono consapevole e mi ODIO per questo! Ma è stato così bello…essere reali per qualcuno, anche solo per un momento! >> continuò tra le lacrime.

Titus alzò lo sguardo verso di lei, spalancò gli occhi terrificato.

<< Wanheda… >> sussurrò, osservando metà del corpo della bionda scomparire per un attimo.

Clarke cadde in ginocchio, subito Titus si precipitò, afferrandola per le spalle. La sua figura compariva e scompariva a intermittenza.

<< È già incominciato, vero? >> chiese l’uomo, sconcertato.

Clarke si strinse su sé stessa, ansimando, dolorante.

<< D-devi lasciarmi a-andare….t-ti prego, ragazzo >> supplicò la bionda, afferrandogli le spalle.

<< Sono tanto stanca…lasciami andare >> supplicò.

Titus l’abbracciò forte, temendo che potesse scomparire da un momento all’altro.





Mentre stavano rientrando, ormai tutto era passato.
<< Lexa non sa nulla, vero? >> chiese, Titus.

Clarke annuì col capo.

<< Partiremo domani, vi lasceremo in pace. Ma Wanheda, dovete dirglielo prima o poi >> disse preoccupato. Tirò fuori la fiamma dalla sua tunica mostrandola alla bionda.

Clarke la prese e la guardò.

<< Sembra che non abbiate così tanto tempo. Non ho mai capito il vostro legame… >> commentò, indicando la fiamma.

Clarke continuò ad osservare quell’oggetto minuscolo.

<< Questa è la mia maledizione >> sussurrò, ripensando alle parole di Becca.

“ Se la fiamma continuerà ad esistere in Heda, tu continuerai il tuo compito…non sai quanto mi dispiace, per questo “.

La bionda alzò lo sguardo verso Titus.
<< Lexa non dovrà saperlo…se solo immaginasse, beh…mi preoccupa ciò che potrebbe fare >>





Lexa porse una tazza al suo mentore.

<< È forte, gli uomini del villaggio lo ricavano da una pianta >> spiegò, poi osservò la donna.

<< Indra sta bene? >> chiese Lexa, ansiosa di sapere del suo generale.

Anya sorseggiò la bevanda, fece una smorfia, era davvero forte, pensò, poi continuò a bere, compiaciuta.

<< Sì, Octavia è diventata il suo secondo, lei e Lincoln stanno facendo davvero molto. Ma Ontari… >> si fermò appena disse quel nome e guardò la bruna che non si scompose minimamente.

<< Ha preso possesso di Polis, la città ora è sotto il controllo di Azgeda. È molto cambiata >> confessò, amaramente.

<< Riuscite ad entrare? >> chiese Lexa.

<< Il ragazzo Skaikru, Bellamy e gli altri hanno trovato dei passaggi. Poi Raven sta costruendo ogni tipo di esplosivo per poterne creare altri… >>

<< Raven? >> chiese Lexa, arcando un sopracciglio.

<< Si, beh…la Skaikru…BOM! Hai presente? >> disse incerta e imbarazzata.

Lexa sorrise.

<< Si, ricordo Raven. È una donna forte >> disse, sorridendo.

Anya arrossì leggermente e scosse il capo.

<< Non finirò come te e la tua bionda >> disse rapidamente.

Lexa rise alle sue parole, poi tornò seria.

<< Mi dispiace…per tutto. Per non essere stata la Heda che meriti… >> disse tristemente.

Anya le prese la mano.

<< Lexa…tu sei e sarai sempre la mia Heda >> disse con orgoglio.

<< Ora non so che piani abbia il Fleimkepa, ma io ritornerò e combatterò ancora per la mia Heda >> dichiarò con decisione.

<< Perché, che cosa c’entra Titus? >> chiese curiosa Lexa.

<< Beh, ora che la sua missione è “ fallita “, non faceva che ripeterlo in questi giorni… >> divagò, non notando il volto confuso della bruna.

<< Quale missione? >>

Anya la guardò.
<< Trovare un altro Natblida che ti succeda, sembrava impazzito quando non ne abbiamo trovato nessuno, era devastato >> raccontò.

Gli occhi di Lexa si allargarono e la preoccupazione affiorò.





Quando Titus e Clarke fecero ritorno, Lexa notò il volto pallido e l’atteggiamento taciturno di Titus.
Anya e il Fleimkepa si addormentarono, Clarke e Lexa uscirono per andare al lago.
Mentre camminavano, fianco a fianco, mano nella mano, Lexa chiese:

<< Titus e Anya stavano cercando un Natblida, ne eri al corrente? >>

Clarke si voltò subito a guardare la bruna.

<< Titus è il Fleimkepa, Lexa…è suo dovere proteggere la fiamma e assicurarsi una discendenza >> spiegò.

<< Non ne ha trovato nessuno…questo vuol dire che il tempo degli Heda è finito? >> chiese preoccupata.

Clarke si fermò, alla riva del lago, si mise di fronte a lei e le prese il volto tra le mani.

<< Anche se la fiamma non dovesse trovare un altro Natblida, non è detto che sia la fine degli Heda. Lexa, una volta ti ho detto che la fiamma amplifica, solamente, quello che già c’è…un vero leader, rimarrà tale, anche senza la fiamma >> spiego, dandole un bacio sulla fronte.

<< E tu? >> chiese Lexa.

<< Io cosa? >> chiese Clarke, alzando un sopracciglio.

<< Cosa accadrà a Wanheda? >> chiese, seria.

Clarke si allontanò e iniziò a spogliarsi. Sorrise.

<< Io sono solo Clarke ora,  giusto? >> disse ridendo, lanciando i vestiti addosso la bruna e correndo per tuffarsi in acqua.
Lexa dopo un attimo di sorpresa, sorrise e seguì subito la bionda.




Dietro la piccola cascata, si notavano le due sagome, muoversi in sincrono. I loro gemiti e respiri si confondevano con i rumori della notte.
Lexa era sopra aggrappata alle spalle ampie della bionda, i suoi seni all’altezza del suo viso. La bruna inarcò la schiena, portando indietro la testa.
Clarke la guardò, estasiata da quell’immagine.

<< N’è valsa la pena…. >> sussurrò, attirando l’attenzione della bruna.

<< …sopravvivere all’eternità per incontrarti >> disse, guardandola negli occhi, con un intensità tale, che il cuore di Lexa, sembrò scoppiare.

La bruna le prese il viso tra le mani:

<< Ai hod yu in ai houmon >> sussurrò, prima di baciarla con passione e desiderio.
 




Lexa si svegliò, si voltò ad osservare sua moglie che dormiva profondamente, accanto a lei.
Aveva notato che il suo sonno non era più agitato, ma profondo e duraturo. Clarke si alzava sempre molto presto, ma in quest’ultimo periodo, la bionda dormiva moltissimo, sembrava sempre stanca.
Le scostò una ciocca bionda dal viso e posò un leggero bacio sul suo capo.
Si alzò, silenziosamente, andando fuori, a prendere un po’ d’aria. Sul piccolo portico, incontrò Titus, intento ad osservare qualcosa che aveva nella mano.
Appena si accorse della bruna, la nascose, velocemente, nella sua tunica.

<< A quanto pare non sono la sola a non riuscire a dormire >> esordì la bruna, sedendosi affianco al suo maestro.

<< La notte porta consigli che durante il giorno non arrivano >> rispose Titus, guardando le stelle.

<< Questo posto è molto antico >> sussurrò, sempre osservando il cielo scuro.

<< Si, la vecchia del villaggio è una donna molto misteriosa e criptica…mi ricorda te >> confessò Lexa, sorridendo leggermente.

<< Misterioso e criptico? Non è la prima volta che mi chiamano così >> disse accennando un lieve sorriso.

<< Non devi colpevolizzarti, se la tua missione è fallita… >> disse Lexa, voltandosi verso di lui.

Titus la guardò, sconcertato e sorpreso.

<< Anya mi ha detto che stavate cercando un altro Natblida, per diventare il mio successore >> spiegò.

Titus, deglutì, poi riprese a fissare lontano.

<< Clarke mi ha detto che si può essere un Leader anche senza la fiamma…credi abbia ragione? >> chiese curiosa.

<< Wanheda è saggia, sicuramente c’è fondatezza nelle sue parole >> rispose, velocemente e amaramente.

<< Sei arrabbiato per il matrimonio? >> chiese poi.

Titus si girò a guardarla negli occhi, emettendo un lieve sospiro.

<< No Lexa, ho sempre voluto la completa felicità per te…e mi dispiace, che a causa della tua posizione, non sei riuscita ad ottenerla, pienamente, prima >> spiegò, seriamente.

<< Appena ti ho vista, ho capito che eri destinata a grandi cose…pensavo di fare il meglio per te, ma forse avrai dovuto salvarti da questa vita >> confessò, rammaricato.

<< Titus, grazie a te ho conosciuto la saggezza, la disciplina e il controllo…sono diventata più forte e ho potuto conoscere persone straordinarie… >> disse ricordando Gustus e Luna.

<< Ho incontrato l’Amore della mia vita >> continuò, sorridendo, pensando alla bionda.

Titus, si voltò, verso di lei, il suo volto era bagnato da calde lacrime e la sua espressione era tormentata.

<< Mi dispiace…. >> sussurrò, guardandola con un’espressione così affranta, che Lexa non aveva mai visto.

La bruna era confusa da quella reazione.

<< Mi dispiace così tanto…. ai goufa >>

Lexa non riusciva a capire.

<< Perché mi chiedi scusa? Che cosa mi stai nascondendo Titus? >> chiese la bruna, agitandosi.

<< Diglielo! >> disse Anya, all’improvviso.

Lexa si voltò verso il generale, non si era accorta della sua presenza alle loro spalle.

<< Dirmi cosa? >> chiese, stavolta con più autorità.

<< Il Fleimkepa nasconde qualcosa, parla! Per tutta la nostra ricerca non ha fatto altro che nascondere qualcosa, non sono stupida! Che cosa ti ordinato Wanheda? >> chiese Anya avvicinandosi.

Il volto di Titus si fece duro, sigillò le labbra e non rispose.
Lexa si voltò verso il suo maestro:

<< Cosa c’entra Clarke? Rispondi Titus! >> ordinò autoritaria.

Il volto dell’uomo rimase imperturbabile.

<< Che cosa mi stai nascondendo?! >> chiese, ora furiosa, Lexa.

Titus la guardò, dritta negli occhi.

<< Non tradirò un’altra volta la fiducia di Wanheda…anche se così facendo, tradisco la mia amata Heda >> dichiarò, solennemente.

A quel punto, successe una cosa inaspettata: Lexa, spinse Titus contro la piccola staccionata e gli puntò un coltellino alla gola.

<< LEXA! >> disse, sorpresa Anya.

Titus era impietrito.
<< Dimmi cosa sta succedendo, ADESSO! >> disse furiosa, la bruna.

Titus non si scompose e disse:

<< Tu sai già la risposta a questa domanda, devi solo accettarlo >> rispose il Fleimkepa.

Lexa frugò nella tasca della sua tunica e tirò fuori la fiamma, al suo tocco brillò leggermente, con una luce spenta.
La bruna guardava con occhi spalancati la fiamma, ormai quasi del tutto nera. La mano tremò.

<< Clarke…sta, sta morendo >> disse, con voce rotta.

Anya rimase sconcertata da quelle parole.
<< Ma Waneda non può morire >> disse, ricordando il corpo della bionda dopo la caduta.

<< Senza deporre la fiamma in un nuovo Natblida, Clarke….la mia dolce Clarke… >> disse, ormai sotto shock, Lexa.

<< Wanheda scomparirà >> decretò Titus.

<< È già cominciato >> finì, con le lacrime agli occhi.

<< Ci sono io, usa me >> disse subito Lexa.

L’uomo scosse il capo.
<< Non funziona così….serve un involucro inutilizzato…un Natblida ancora non segnato >> disse Titus, Lexa continuava a pensare, la sua mente correva, vedeva Clarke ridere in spiaggia, pescare, mentre dormiva tranquilla, accanto a lei, mentre facevano l’amore…

<< NO! >> disse con rabbia, la bruna.

<< Non permetterò che accada! >>

Titus, la guardava, distrutto.

<< Non c’è nulla che tu possa fare, Wanheda ha già preso la sua decisione >> dichiarò infine Titus.

Lexa lo guardò sconcertata e impietrita.

<< Che decisione? No, non vorrà…no! Lei non può fare questo! >> disse Lexa, iniziando a piangere, il suo respiro si fece più veloce.

Stava per venirle un attacco di panico.
Anya andò subito al suo fianco, posando la mano sulla sua spalla.

<< Lexa, calmati >>

<< Lei non può…lei mi-mi ha detto, che dovevo vivere… >> disse tra le lacrime.

Titus la guardava, aveva causato così tanto dolore alla sua amata pupilla.

<< Lexa, devi capire…Clarke si è unita a te. Per lei legarsi con un nuovo Heda sarebbe come tradirti! È stanca Lexa, ha vissuto per moltissimo tempo e adesso che non ci sono altre possibilità, ha accettato la sua fine, ti prego….lasciala andare >> supplicò il suo maestro, ormai sfinito.

Lexa continuava a fissarlo, incredula da quello che stava accadendo. La sua mente era un groviglio, confuso, di pensieri, era ansiosa e spaventata. Non poteva perdere Clarke, non poteva perdere la sua unica ragione di vita, la persona che l’aveva slavata più e più volte, la persona da quel sorriso splendente e rassicurante, dagli occhi caldi e amorevoli. No! La sua mente vagò, fin quando una soluzione, amara e orribile le si palesò.

<< Ti supplico Lexa >> le parole di Titus la fecero risvegliare dai suoi pensieri.

Calde lacrime le rigavano il viso e lentamente annuì. Si alzò e iniziò a camminare nella notte.




Ad un tratto sentì una mano afferrarle il braccio, facendola voltare.
Anya la stava chiamando già da un po’, senza ricevere risposta.

<< Lexa! >> disse, il suo mentore preoccupato. Poi occhi verdi la raggiunsero.

<< Devi fare una cosa per me…è un ordine, mi sono spiegata! >> disse decisa, la bruna.

<< Cos’hai in mente Lexa? Che vuoi fare? >> chiese Anya, preoccupata dalla risposta della bruna.

<< Voglio che riferisci un messaggio ad una persona per me >> ordinò la bruna.







Lexa ritornò a letto, si sedette, voltandosi a guardare la figura della bionda che ancora dormiva profondamente.
Le accarezzò i capelli biondi e si stese al suo fianco. I suoi occhi piangevano lacrime silenziose, mentre continuava ad analizzare ogni centimetro del suo viso.

<< Perdonami…. >> sussurrò, flebilmente.

<< Ma non posso vivere senza di te >>







La mattina di Clarke era iniziata come tutte le altre, il sole che entrava dalla piccola finestra le illuminava il viso, sentiva il rumore flebile e distante delle onde e l’odore del mare.
Pace. Era da un po’ di tempo che risvegliarsi non era più un tormento, ma una gioia irrefrenabile, l’attesa di trascorrere una giornata con la bruna, Titus e Anya le donava un sentimento di euforia.
Appena si voltò trovò due occhi verdi ad osservarla, c’era qualcosa di diverso però, ma, in quel momento non ci badò. Subito catturò quelle labbra gustose che amava così tanto, le sorrise.

<< Buongiorno ai houmon >> disse Clarke dolcemente.

Gli occhi di Lexa continuavano a fissarla, sorrise leggermente e le rispose dandole un bacio più appassionato.
Quando uscì di casa, si aspettava di vedere Titus e Anya ma, invece, non trovò nessuno. Sorpresa si voltò verso Lexa, che aveva un’espressione indecifrabile.

<< Dove sono Titus e Anya? >> chiese, corrucciando la fronte.

Poi notò la stranezza della bruna, si avvicinò e le accarezzò il viso.

<< Che hai? >>

Lexa la guardò negli occhi e poi sussurrò:

<< Mi dispiace, ma era l’unico modo >> disse, guardando dietro la bionda, la quale si girò subito.

Ontari e un paio di uomini erano lì, assieme ad Anya, di fronte a loro.
Subito la bionda si mise di fronte a Lexa, protettiva.

<< TU! >> disse con rabbia, guardando Anya.

Lexa le prese il braccio, cercando di calmarla.

<< Wanheda, finalmente ci rincontriamo >> disse Ontari, aveva il simbolo di Heda sulla fronte, le mancava la mano tagliata da Titus.

<< Oh non prendertela con il Generale, lei è solamente il messaggero. È stata la tua ragazza a condurmi qui da te >> disse, con un ghigno beffardo.

Clarke si girò un attimo verso la bruna, poi ritornò a guardare di fronte a lei, analizzando la situazione.
<< A quanto pare, hai bisogno di me, Wanheda >> disse Ontari, seria.

<< Che… >> Clarke, si voltò ancora verso la bruna.

<< Che cosa hai fatto? >> chiese, sconcertata.

<< Perché mi hai mentito? Avevi detto che dovevo vivere, ma poi scopro che stai morendo?? >> chiese Lexa, quasi impazzita.

<< Non posso permetterlo! Non permetterò che tu muoia! >> urlò, con decisione.

Clarke la guardò, in colpa per non averle detto la verità.

<< Questa non è la soluzione Lexa! Ti prego, ai houmon, ascoltami! >> pregò Clarke, ma mentre stava per continuare, udì la voce di Titus gridare:

<< Lasciatemi! >> l’uomo sbraitava, in volto, un evidente livido.

<< Titus! >> gridò Clarke, andando verso di lui, ma un guerriero puntò subito un coltello alla gola del Fleimkepa.

<< Ferma, altrimenti il tuo caro Fleimkepa morirà >> disse Ontari.

La bionda, ora, aveva un espressione furiosa.
<< Come osi minacciare il tuo Fleimkepa! >> disse.

<< Oh…lui non è il mio Fleimkepa, il mio ci sta aspettando a Polis, a casa tua >> disse, allungando la mano e i suoi uomini le porsero la fiamma.

<< Vieni con me Wanheda, non rimanere molto tempo ormai >> disse seria, la ragazza dai capelli neri.

Clarke osservò Titus e poi Lexa, subito, la bruna, si mise di fronte a lei.

<< Devi andare con lei Clarke, così vivrai! Io ti verrò a prendere, te lo prometto! >> sussurrò.

Il respiro di Clarke, agitato dalla rabbia si calmò. Guardò negli occhi Lexa.
<< Come hai potuto? Proprio tu…mi stai allontanando da te >> disse con voce rotta.

Lexa negò col capo, ma la bionda continuò:
<< Perché? Perché non vuoi lasciarmi libera? >> chiese e una lacrima le rigò il viso.

<< Allora? >> disse Ontari.

<< Clarke, no…ascolta >> disse Lexa, cercando di spiegarle, ma la bionda si scostò e la superò.

<< Verrò con te, ma non far loro del male >> disse, con sguardo deciso.

Ontari sorrise.

<< Hai la mia parola, voglio solo aiutarti, Wanheda >> disse sinceramente.

<< NO! WANHEDA!! >> urlò Titus, cercando di scappare.

Clarke si voltò verso di lui, intimandogli di smetterla con lo sguardo.

<< Titus, ti prego….proteggila >> supplicò la bionda.

Titus la guardava sconcertato.

<< Clarke! >> la chiamò Lexa, andando verso di lei, ma prima che potesse afferrarle il braccio, la bionda si voltò. Lexa non aveva mai visto gli occhi della bionda, così spenti e feriti.

<< Devi stare lontana da me! La prossima volta che ti rivedrò…ti ucciderò >>
 
A quelle parole, Lexa si gelò, immobile, vide la propria sposa andare via col nemico.






Durante il viaggio, Ontari le si avvicinò.

<< Fra poco, sarai finalmente libera, Wanheda >> disse, solennemente, inchinando il capo in segno di rispetto.

Clarke guardò lontano, lo sguardo perso.

<< Quella non è libertà >>







<< Che cosa hai fatto? >> ripeté, quasi a se stesso, Titus.

Si avvicinò a Lexa, che stava in ginocchio.

<< HAI IDEA DI COSA HAI FATTO??!! >> le urlò, con rabbia.

Lexa si voltò, in lacrime.

<< So benissimo cosa ho fatto!!! Le ho salvato la vita! >>

Titus la guardava sconcertato.

<< Tu non hai proprio capito, vero? Ragazzina ignorante!! Ci hai condannati tutti!! Specialmente Clarke!! >> urlò, strattonandole il braccio.

<< Di cosa parli? >> chiese Anya.

<< Quando la fiamma si insidierà in quella bestia, Wanheda sarà libera! >> spiegò, toccandosi il capo.

<< Ho fatto quello che dovevo per salvare Clarke! >> urlò Lexa.

<< Non ci sarà più nessuna Clarke! >> urlò, l’uomo.

<< Cosa? Che stai dicendo? >> chiese spaventata Lexa, non capendo.

<< Ontari vuole la VERA Wanheda, e credimi se ti dico che quella che avete visto finora era solo una pallida immagine >>

<< La vera Wanheda? >> chiese Lexa.

<< Pensi che fosse Clarke quella che hai visto alla Montagna? Quella che hai visto, per tanto tempo, nei tuoi sogni? Beh non era lei, io l’ho vista la Morte… e credimi, non si controllerà, non si placherà…finché non rimarrà più nessuno!! >> spiegò Titus.

<< La fiamma controlla Wanheda, se Heda liberasse quel potere, non potremo più tornare indietro! Hai scatenato una piaga su tutti noi…una piaga talmente terribile che fermarla è impossibile! >> disse Titus in lacrime.

<< Le avevo promesso… che non si sarebbe mai più persa…. >> sussurrò l’uomo, toccandosi il volto con tutte e due le mani, singhiozzando.

<< Come hai potuto tradirla in questo modo?! >> le urlò addosso, poi si allontanò.

Lexa rimase impietrita e stravolta in ginocchio, piangeva, ripetendo:

<< Mi dispiace >>  









Appena arrivate a Polis, a Clarke le si presentò di fronte, uno spettacolo che aveva già visto in passato, ma che sperava, di non rivedere mai più.
Corpi martoriati appesi a dei pilastri che formavano delle X. Per le strade, non più la gente e i bambini correre spensierati, solo tanto sangue. La città era ripiombata nelle tenebre, ma la cosa che più la terrorizzava era che di lì a poco, sarebbe diventata la Regina di quell’oscurità.
Titus stava preparando la sua roba, in tutta fretta.

<< Titus dove stai andando? >> chiese Lexa.

<< Dobbiamo sbrigarci! Questo è il primo posto dove ci cercherà.. >> disse, affrettandosi.

<< Titus mi vuoi spiegare! >> urlò Lexa, facendolo voltare.

Titus le afferrò le spalle e la fissò, spaventato,  negli occhi.

<< Lexa, appena Ontari diventerà Heda, Wanheda ti troverà e stai certa che quando accadrà nessuno sopravvivrà! Quando Clarke mi ha detto di proteggerti….intendeva da se stessa. Lei mi ha affidato il suo cuore e io non la deluderò! >> promise.

<< Diventerà davvero così? >> chiese, distrutta, la bruna.

<< Peggio…quando è morta Sha-ri ha raso al suolo un’intera città, uccidendo chiunque le si presentasse davanti  >> spiegò alla bruna.

<< Non possiamo fare nulla? >> chiese, preoccupata.

<< Forse… >> rispose, Titus, evasivo.

<< Dimmi Titus! Ti prego! >> implorò la bruna.

<< Una volta lessi in uno dei diari di Heda, che esisteva un luogo di verità, così diceva il libro…credo che risalga al tempo di Becca Pramheda, forse lì troveremo delle risposte >> spiegò, finendo i preparativi.

<< Se qualcuno sa come fermare Wanheda, quella è Becca >> sentenziò, sicuro Titus.

<< Con te si è fermata però…non ti ha ucciso >> le sfuggì.

Titus smise di muoversi e si girò a guardarla, ricordò gli occhi neri e vitrei della bionda, la spada puntata al petto.

<< Mi dispiace….non sono riusciti a proteggerli >> .

Ricordò la lacrima che solcò il viso della bionda e quegli occhi neri, ridiventare blu, come il cielo.

<< Non so perché…ma mai,  più che in quel momento, ho meritato la morte >>








Appena arrivate nella sala del trono, Clarke notò una figura incappucciata ad aspettarle.

<< È un onore rincontrarti, Wanheda >>

<< Gaia? >> chiese Clarke, sorpresa.

<< Non ti aspettavi di rivedermi, vero? >> disse, una donna di colore dell’età di Titus, con lunghi capelli bianchi.
 
Clarke spostò lo sguardo da lei ad Ontari.

<< Quindi ci sei tu dietro a tutto questo >> disse, vedendo la ragazza andare subito al cospetto della donna.

<< Ho trovato una Natblida degna di diventare l’ Heda che hai sempre aspettato, quella che finalmente, ti libererà >> disse, compiaciuta.

<< Titus è il Fleimkepa, Gaia, non tu >> disse la bionda, suscitando, subito l’ira della donna.

<< Il tuo pupillo ha fallito! Guarda a cosa ti ha portato! Wanheda sta per scomparire grazie a lui…ma non temere, io e Ontari ti riporteremo alla tua antica gloria >> dichiarò, prendendo la fiamma.

<< Non sei cambiata molto, ecco perché Notorius non scelse te come suo successore >> -

<< Non mi ha scelto solamente perché sapeva che Titus era il tuo preferito, aveva paura di offenderti! Ero io la più preparata, l’onore doveva essere mio!! >> disse con rabbia.

<< Essere il Fleimkepa non è un onore, ma un sacrificio…tu questo non l’hai mai compreso, è per questo che non sei adatta >> le rispose, con cruda sincerità.

Gaia incassò il colpo, senza controbattere.

<< Non importa, Ontari ti servirà bene adesso, ti riporterà indietro, così che tu posso portare a termine il tuo compito >> disse, sorridendo.

<< Sarebbe? >> chiese beffarda, la bionda.

<< Riportare l’equilibrio sulla nostra terra, sterminando gli empi e i non meritevoli >> dichiarò, la donna.

Clarke la fissò, per qualche secondo. La sua pazzia era aumentata. Sospirò, ancora una volta, doveva ritrovarsi di fronte un’invasata, ubriaca di potere.

<< Il mio compito è di servire Heda, non il contrario…sono stata creata solo per questo >> dichiarò, poi guardò Ontari e con sguardo triste le disse:

<< Non voglio più uccidere, sei ancora in tempo per vivere la tua vita, non sprecarla in questo modo >>

<< I miei genitori mi hanno abbandonata quando ero ancora in fasce, Nia mi ha presa con sé e non è stata affatto gentile…poi Gaia mi ha trovata. Mi ha insegnato le sacre scritture, mi ha fatta diventare più forte, mi ha resa degna di te >> disse avvicinandosi alla donna.

<< No, ti ha resa solo un mostro…e quando riceverai la fiamma, desidererai di essere morta >> le disse, conoscendo bene, l’effetto che aveva sulle menti deboli, come quella di Ontari.

<< La tua ragazza ti ha abbandonata, ti ha tradita! Non meritava un simile potere, ora, le farò vedere cosa vuol dire essere Heda! >> disse con rabbia, poi si inchinò, dava le spalle a Gaia, che pronunciò subito le parole:

<< Ascende superius >>

Dalla fiamma uscirono dei piccoli tentacoli che si andarono ad insinuare dentro il collo della ragazza.
Ontari urlò di dolore, Clarke guardava la scena come aveva fatto tantissime volte in passato. Sentì quella strana e familiare sensazione. Si inginocchiò, una lacrima le solcò il viso e, dopo, chiuse gli occhi, ripensando alla bruna che camminava felice in riva al mare.

Ontari perse conoscenza, per un momento. Gaia si precipitò, subito, al suo fianco.






Lexa, Titus e Anya cavalcavano veloci, verso Tondc. Ad un tratto udirono il suono del corno.
Si fermarono, sotto la pioggia.

<< Quel suono >> disse Anya.

<< L’ascensione ha avuto successo >> disse lapidario,  Titus.

Lexa guardò lontano, verso la torre.

<< Clarke >> sussurrò preoccupata.

<< Non abbiamo più molto tempo…. >> disse Titus.






Ontari era seduta sul trono, accanto a lei, Gaia. Al loro cospetto, ancora inginocchiata, stava la bionda.

<< Alzati, Wanheda, ora sei finalmente libera >> proclamò Ontari.




<<… lei sta arrivando >> finì Titus.





La bionda si alzò, ergendosi in tutta la sua potenza, aprì gli occhi, rivelando due pozze di ossidiana nere.



















Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori e lettrici!! Ancora una volta mi devo scusare per il terribile ritardo! Ma il lavoro mi ha totalmente sommersa questo periodo e non ho davvero molto tempo libero. Le ferie non so manco che sono! Comunque ecco a voi questo nuovo capitolo, spero vi piaccia! Vi aspettavate quello che è successo?? Adesso sono guai davvero grossi per Lexa e i nostri friends! Almeno sappiamo che Clarke è salva ma non sarà più la stessa! Manca ormai pochissimo alla fine, credo sui due capitoli! Ne vedrete delle belle! Grazie mille per chi continua a lasciarmi un commento anche dopo i miei ritardi...vi chiedo ancora scusa! Grazie per la pazienza!
Spero alla prossima!



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Capitolo 32
*** Sacrificio ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.




Sacrificio.




A volte, la vita può essere davvero effimera, possiamo andare in giro per questo mondo, non incontrandoci mai. Ma, talvolta, capita di incrociare la strada di un'altra persona, per puro caso. Il caso, pensò Titus, o Destino, come prefiriva chiamarlo lui, l’aveva condotto lì, in quel preciso momento. Sotto quella pioggia fitta e amara, come quel fatidico giorno di molti anni prima. Il giorno in cui la Morte lo salvò.





Il viaggio per Tondc era stato estenuante. Finalmente, Lexa, Anya e Titus arrivarono nella città dei Trikru. Con grande rammarico di Lexa, quella non era la Tondc che ricordava. Sembrava un grande accampamento. Trikru, Floukru, Skaikru… tutti riuniti insieme, per combattere il nemico.
Appena Indra si accorse del loro arrivo, corse ad accoglierli.

<< Heda! State bene per fortuna! >> disse, aspettando che la bruna scendesse dal suo destriero.

<< Sto bene Indra, non preoccuparti. Ma credo di non essere più la tua Heda ormai >> disse riferendosi all’ascensione.

<< Quell’Azgeda non sarò mai la nostra Heda, noi tutti, continuiamo a seguire te, Lexa kom Trikru. >> disse, toccandole la spalla.

Dietro il Generale, arrivarono Octavia e Lincoln.

<< Lexa! Anya! Siete arrivate finalmente >> salutò la giovane guerriera. Lexa notò i vari tatuaggi e le cicatrici.

<< Ma dov’è Wanheda? >> chiese Lincoln, ansioso di rivedere la ragazza.

Lo sguardo di Lexa si rabbuiò, una fitta le attraversò il petto, ripensando allo sguardo spento e tradito della bionda.

Titus si fece avanti:

<< Dobbiamo parlare >> disse, andando verso la tenda del Generale.









<< Quindi state dicendo che Clarke, la nostra Clarke, è diventata una super macchina per uccidere assetata di sangue e….che non sappiamo come fermarla? >> ricapitolò Raven, che nel frattempo si era unita a loro, assieme a Bellamy.

Anye era al suo fianco e le diede una leggera gomitata, ammunendola, per il poco tatto.

<< Che c’è? Ha detto questo in pratica >> disse la latina, indicando Lexa e Titus.

<< È molto peggio... >> disse il Fleimkepa. Tutti si voltarono a guardarlo.

<< Immaginate una gradissima distesa d’acqua racchiusa in dei confini vasti ma fragili, adesso, quei confini che Clarke ha sempre cercato di tenere in piedi, sono crollati. L’acqua sgorgerrà e spazzerà ogni cosa incontri nel suo cammino. La vera Wanheda è come quell’acqua, imparziale, letale e incontrollabile >>

<< Com’è potuto accadere una cosa del genere? >> chiese Bellamy.

<< È colpa mia >> disse Lexa, tutti gli occhi erano su di lei.

<< Sono stata io >> confessò, stringendo i pugni.

Octavia le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, per confortarla.

<< Hai fatto quello che dovevi per salvarla! Al tuo posto avrei fatto lo stesso >>

<< Possiamo fermarla? Aiutarla a ritornare in sé? >> chiese Lincoln.

Lexa si voltò verso Titus, il quale ricambiò brevemente lo sguardo, per poi spostarsi sugli altri.

<< Una volta lessi di un posto, nei diari di Heda, un posto dove si possono trovare tutte le risposte che si desidera. Il testo faceva riferimento a Becca Pramheda. Non so se esista davvero, ma credo che ci sarà d’aiuto…almeno io lo spero >> disse abbassando lo sguardo.

<< Sai dove si trova questo luogo? >> chiese Indra.

<< No…ma il testo è nel mio Santuario… >> disse, alzando gli occhi e fissando il volto cupo degli altri.

<< Oh…fantastico >> disse Raven.

<< Entrare a Polis è pericoloso al momento e non è una passeggiata >> rispose Bellamy.

<< Anya mi ha detto che stai creando una via alternativa per entrare >> disse Lexa a Raven.

La latina guardò la donna al suo fianco e sospirò.

<< Si abbiamo creato dei tunnel, ma le guardie di Azgeda controllano tutti gli accessi alla città, arrivare alla torre sarà diffcile >> spiegò, con tono professionale.

<< Il Santuario si trova leggermente più indietro…possiamo tagliare da qui >> disse Anya, indicando un punto nella mappa sul tavolo affianco a lei.

<< Ci vorranno un po’ di  guerrieri >> disse Bellamy.

<< Noi siamo pronti Heda, sempre ai tuoi comandi >> affermò subito Indra, raddrizzando la schiena, come Octavia e Lincoln.

<< Tutto per Clarke >> aggiunse Lincoln.

Lexa sospirò, ancora una volta, c’erano persone, amici, pronti a combattere e a morire per lei. In quel momento avrebbe voluto sentire le braccia della bionda che la stringevano forte.

<< Va bene, raduna gli uomini >> disse Lexa, poi aggiunse.

<< Verrò anche io con voi >>

A quelle parole, Anya e Titus si voltarono.

<< Lexa… >> dissero insieme.

<< È mia moglie >> disse semplicemente e uscì dalla tenda.








Una collina, immersa nella nebbia, troneggiava su di un villaggio non lontano da Tondc. Due figure a cavallo aspettavano ed osservavano.

<< Sei sicura che sia una buona idea? >> chiese Gaia, guardandosi attorno.

Ontari fissava il villaggio, seria.

<< Vedrai, saranno loro, a venire da noi >> rispose.

 Poi, all’improvviso, dal villaggio arrivarono urla strazianti.
Ontari, udito quel suono, sorrise.

<< Sono solo traditori >> poi aggiunse compiaciuta:

<< È magnifica, vero? >>









Una donna terorrizata, pregava e supplicava, con in braccio la sua bambina. Ma quelle pregherie sembrava non fossero ascoltate.

<< Ti prego…Wanheda >> suppliccò, piangendo terrorizzata.

Due occhi neri come la pace guardavano imperturbabili, la donna. Non un ombra di companssione in loro, solo oscurità.
Wanheda inclinò il capo di lato, non comprendendo la richiesta della donna. Il suo volto era privo delle solite cicatrici, i suoi capelli lunghi erano mossi in delicate onde bionde, indossava un armatura nera, con le sue due spade, ricoperte di sangue.
Sembrava una Ninfa dell’oscurità, bellissima e letale.

<< Ti prego… >> ripetè, disperata la donna.

<< Ho una bambina >> lo sguardo della bionda si posò sulla bambina, che si stringeva alla madre, terrorizzata.

Il capo della bionda oscillò dall’altro lato, fece un passo avanti sollevò la sua lama e con un fendente secco, le uccise tutte e due.
Rinfoderò la lama insanguinata, dietro la schiena. Si voltò e riprese a camminare. Il suo sguardo vitreo, delle piccole vene rosse, come il sangue, incominciarono ad adornare quei terribili occhi, completamente neri.
Mentre camminava lentamente, i guarrieri di Azgeda, al suo passaggio, si scostavano, terrorizzati da quello che Wanheda fosse in grado di fare. La nebbia si dissolveva ad ogni suo passo, camminava ed intorno a lei, si ergeva un panorama di morte e distruzione. Tutti, in quel villaggio erano morti.








Tutto era pronto, il piano era stato studiato nei minimi particolari. Dovevano entrare nella città nella notte, così da non essere visti.  Mentre si stavano dirigendo verso Polis, Lexa e gli altri, si ritrovarono di fronte, uno spettaccolo raccapricciante. Un villaggio era stato, letteralmente, dato alle fiamme. Devastato, distrutto, tutti erano stati uccisi. Uomini, donne, anziani e bambini. Nessuno era stato risparmiato. E mentre osservava, scandalizzata, quei corpi mutilati, la scena le risultò nauseamente familiare. Sembrava di essere finiti ancora a Mont Wether.
Mentre attraversavano quello scempio, un lamento, fiebile, attirrò la sua attenzione. Una donna a terra, sanguinante muoveva, impercettibilmente, le dita della mano.
Lexa, scese immediatamente, dal suo cavallo e raggiunse la donna, sotto i rimproveri di Indra, Anya e Titus.
Lexa si tirò giù il suo mantello rosso, indossato come un cappuccio. Aiutò la donna a girarsi a pancia in giù, scoprendo le gravi condizioni in cui versava.

<< Niko! Vieni qui presto! >> il guaritore si precipitò, esaminado velocemente la donna, capì subito che non c’era più nulla da fare.

<< H-Heda…s-siete v-voi? >> sussurrò, la donna, ormai in fin di vita.

<< Si, resistete! >> la incoraggiò la bruna, voltandosi verso il guaritore, che, triste, scosse la testa in segno d’impotenza.

<< L-la mia…b-bambina….vi…prego…a-aiutate la mia…bamb >> non fece in tempo a finire la sua supplica che emise il suo ultimo respiro.

Lexa la strinse forte e spostò lo sguardo davanti a sé, il corpo di una giovane bambina, giaceva lì nel fango. Lo spettaccolo era così raccapricciante che rimanere a guardare era straziante. Calde lacrime scesero sul viso della bruna. Si girò frustrata e arrabbiata verso Titus.

<< È opera sua? >> chiese, sapendo già la risposta.

Il Fleimkepa annuì tristemente.

<< Dobbiamo fare presto, Heda…non possiamo più fare niente per loro >> disse Indra.

Lexa sistemò il corpo della donna e sussurrò:

<< Mi dispiace >>













Erano accampati nella foresta, all’ingresso della città. Lexa era seduta fuori la sua tenda, osservava gli altri, seduti che mangiavano la loro razione. Osservava il modo in cui Octavia, accarezzava la spalla di Lincoln, un gesto automatico, ma pieno di tenerezza. Osservava Anya passare gentilmente la razione a Raven, che sorrideva complice alla donna. Vedeva amore in quei gesti, dolcezza. La stessa che le riservava sempre la bionda. Ricordava le sue carezze, i suoi sorrisi dolci, i suoi baci così pieni d’amore...
Poi il corpo di quella madre e di quella bambina le tornarono in mente, quei cadaveri mutilati e lasciati lì a marcire. Strinse forte i pugni, sospirando, esausta.
Titus si sedette affianco a lei, porgendole un piatto. Lei non si mosse, non aveva fame, lo stomaco era, ormai, chiuso.

<< Devi mangiare Lexa >> gli disse il suo Maestro.

Lexa lo fissò, non sembrava turbato, aveva sempre quell’espressione indecifrabile, che Lexa odiava.

<< Non ho fame >> rispose, seccata.

<< Devi mantenerti in forze, coraggio mangia >> ordinò adesso.

Lexa prese il piatto tra le mani, senza fare nulla.

<< Lei non è così… >> disse, all’improvviso, sempre osservando gli altri.

<< All’esterno sembra fredda e crudele, l’aria di quel potere aleggia tutt’ intorno a lei, come se fosse uno scudo impenetrabile…ma se guardi attentamente, in quegli occhi blu, trovi solo calore, protezione e…amore, non ho mai conosciuto nessuno che amasse così tanto >> continuò, ricordando la bionda sull’isola.

<< Lei non è così >> ripetè, più a se stessa questa volta.

Titus teneva lo sguardo su di lei, ammirando quella coraggiosa e bellissima donna che era diventata.

<<  No…non lo è >> rispose Titus, spostando lo sguardo sugli altri.

<< Ti sei mai chiesto il perché? Perché lei? >> gli chiese, spostando lo sguardo sull’uomo, che a quelle parole rispose:

<< Perché lei può sopportarlo…lei può sopportare al posto nostro. Perché lei è, semplicemente, Wanheda >> la guardò negli occhi.

<< Mi odierà per questo >> confessò, il suo timore più grande.

Titus sorrise.

Due pozze nere lo fissavano, la lama puntata sul petto. Poi quelle pozze nere ritornarono blu come il cielo.
Terrorizzata, in quel momento, Clarke, sembrava terrorizzata.

<< Vattene! La prossima volta che ti vedrò, ti ucciderò Titus >> disse, abbassando la spada.




<< No…non potrebbe mai odiarti, Lexa >> la tranquillizzò, poi le mise una mano sulla spalla.

<< Mai… >> ripetè, guardandola dritta negli occhi.

<< Odierà unicamente sé stessa >> concluse, tristemente.









Fuoco, rovine, sangue…i cadaveri giacevano, quasi prostati, ai suoi piedi. Il suo viso di porcellana era bagnato da una maschera rossa. Occhi neri, come l’oscurità che risiedeva dentro di lei.
Non un suono, non un rumore…solo il silenzio.

<< Forse abbiamo commesso un errore >> disse all’improvviso Gaia. La donna sembrava terrorizzata dalla piega che avevano preso gli eventi.

<< Errore? >> domando, stranita Ontari.

<< Stiamo portando a termine il nostro piano, quale errore vedi? >> chiese, con tono tagliente.

Gaia aveva notato il cambiamento nella ragazza, la sua cieca pazzia.

<< Dico solo che questo non era il nostro piano >> osò sussurrare.

Ontari, si alzò. Lentamente si diresse verso la donna che l’aveva cresciuta. Si fermò a fissarla.

<< Mi dispiace molto che la pensi così, Flaimkepa >>

Ad un tratto, una spada trafisse il torace della donna. Gaia, sconcertata e spaventata, sputò del sangue dalla bocca, dopo di che, la lama scomparve e la donna cadde a terra, agonizzante.
Wanheda stava lì in piedi, osservando il corpo, con in mano la spada macchiata di sangue, poi il suo sguardo fissò la ragazza di fronte a lei.
Puntò la lama contro Ontari, che la guardò, sorpresa e, per un momento terrorizzata. La spada della bionda, era puntata, dritta, verso di lei, come se non la riconoscesse.
Ontari indiettreggiò, i suoi occhi si illuminarono, di un blu acceso.

<< Sono Heda, posa la spada >> ordinò immediatamente.

Wanheda a quel comando, abbassò l’arma, facendola cadere a terra.
Con respiro irregolare, la ragazza osservò il corpo esanime del suo mentore, atterra.
Poi, il suo sguardo ritornò su Wanheda, notò che le vene intorno agli occhi neri, divennero sempre piu rosse.
 









Nella notte, il gruppo capitanato da Lexa, riuscì ad entrare di nascosto nella cità. La bruna era sconcertata dallo stato in cui perversava la sua amata Polis. Riuscirono ad entrare nel Santuario, non prima di aver sistemato le guardie che presiedevano l’entrata.
Titus si affrettò a cercare immediatamente il libro.

<< Fa presto Fleimkepa! Non possiamo farci scoprire dalle altre guardie >> disse con urgenza Indra.

Lexa e Anya aiutavano l’uomo nella ricerca e gli altri facevano la guardia.

<< Che razza di posto è questo? >> chiese Bellamy, osservando le pitture e i disegni che adornavano le pareti.

<< È il nostro posto più sacro, qui è raccolta tutta la nostra storia, le nostre tradizioni e le nostre leggende >> rispose Indra, sempre controllando l’entrata.

Raven osservò con attenzione le pitture, alcune raffiguravano mostri, altre guerre, una figura, in particolare, attirò la sua attenzione.

<< Lei chi è? >> chiese, indicando una figura vestita di rosso, con capelli neri.

Anya alzò, velocemente lo sguardo.

<< Lei è Becca Pramheda, il primo Comandante >> spiegò, ritornando velocemente alla ricerca.

<< Sembra che sia arrivata anche lei dalle stelle… >> sussurrò.

Ad un tratto la voce di Titus, gridò.

<< Trovato! >> mostrò il piccolo libro che teneva in mano.

<< Bene! Ora possiamo andare! >> ordinò Lexa.

Mentre tutti si diressero verso l’uscita, Titus prese un altro libro, nascondendolo sotto la tunica.
Stavano uscendo dalla città quando delle guardie, li scoprirono e diedero subito l’allarme.
Indra, Anya e Octavia sguainarono immediatamente le spade e affrontarono alcuni di loro, mentre con velocità si affrettarono per raggiungere nuovamente la foresta.
Ma mentre scappavano, Lexa si guardò indietro e vide con sorpresa, Clarke che avanzava con alcune guardie. La sua camminata era calma e costante.

<< Clarke? >> sussurrò, sorpresa.

Poi si piombò verso la sua direnzione, ma venne immediatamente fermata da Titus e Anya.

<< No Heda fermatevi!! >> disse subito Titus.

<< Clarke!! >> urlò Lexa, cercando di divincolarsi.

La bionda si fermò e prese una lancia dalle mani di un guerriero Azgeda di fianco a lei.
La fece rotolare tra le mani, e poi, con forza, la lanciò dritta su Lexa. La quale, d’istinto, spinse sia Anya e Titus a terra, evitandola.
I suoi occhi si spalancarono quando vide che la lancia aveva traffito un suo guerriero, dietro di loro. Lexa guardò Clarke con sconcerto, poi vide la bionda sguainare la spada.

<< Clarke? >> domando, quasi a se stessa la bruna, scioccata.

<< Dobbiamo andare, presto!! >> disse Titus, trascinando la donna con sé.

Seminarono tutti e riuscirono a giungere all’interono della foresta.
Tutti si accasciarono, sfiniti, contro gli alberi.








<< Avete visto i suoi occhi? >> spezzò il silenzio Octavia.

<< Ha scagliato quella lancia a metri e metri di distanza >> disse Bellamy, sconcertato.

<< Mirava a Heda >> disse Indra, posando il suo sguardo preoccupato sulla bruna, che guardava sotto shock a terra, con occhi spalancati.

Titus le mise una mano sopra la spalle e le chiese preoccupato:

<< State bene? >>

Lexa rivide la bionda, il suo corpo maestoso e rigido, i suoi occhi neri come la pece.
Poi guardò il suo meastro e scostò bruscamente la sua mano da sopra la sua spalla.

<< No! No che non sto bene! >> urlò, in collera, si alzò velocemente e si allontanò dal gruppo, seguita a ruota da Anya che le andò dietro.
Mentre camminava, Lexa ripensava allo sguardo suppliccante di Clarke quando l’aveva tradita. Aveva tradito il suo amore, trasformandola in un mostro.







<< Lexa! Lexa aspetta! >> la chiamò Anya.

Lexa si fermò, ormai con le lacrime agli occhi.

<< Non è colpa tua… >> provò la guerriera.

<< È colpa mia invece!! >> urlò di rimando, voltandosi di scatto verso l’amica.

<< Sono stata io a farle questo!! L’ho tradita!! >> urlò, sfogando tutta la sua rabbia e il suo rammarico.

<< L’hai salvata Lexa, sarebbe morta altrimenti >> continuò Anya.

<< Me l’aveva detto! Mi aveva detto che non voleva più perdersi, ma non avevo capito!! Sono stata una stupida! Una stupida egoista!! >> disse disperandosi, mentre piangeva.

<< Lexa… >> disse Anya, andadole incontro, odiava vedere il suo secondo in quello stato.

Le braccia del Generale circondarono il corpo ormai stremato della bruna.

<< Mi dispiace… >> continuò a sussurare la bruna, tra le braccia del suo mentore.











<< Allora dove si trova questo posto? >> chiese Indra.

<< Nella valle di Hipsyo >> rispose Titus, leggendo il diario.

<< Non ha un nome molto rassicurante >> disse Raven, guardando Bellamy.

<< È molto lontano? >> chiese il ragazzo.

<< A due giorni da qui >> rispose Lincoln, voltandosi verso Lexa, ritornata con Anya, proprio in quel momento.

<< Dobbiamo affrettarci allora >> disse Lexa, salendo sul cavallo.

Titus, ripose il libro nella tunica, poi si voltò, verso Polis, un’ultima volta.

<< Ancora un po’….sopportate ancora un po’ >> disse, rivolgendosi alla bionda.








Ontari nelle sue stanze, scaraventò tutto l’arredamento per terra. Infuriata, non poteva credere che quei traditori si fossero infiltrati nella sua città.
<< Trovateli!! >> ordinò a Wanheda, che era ferma immobile nella stanza.

<< Devi ucciderli tutti!! Hai capito?? È un ordine!! >> urlò in faccia alla bionda, che annuì semplicemente con il capo e partì, immediatamente, alla ricerca dei traditori assiame a un gruppo di guerrieri Azgeda.








La valle di Hipsyo era una piccola distesa paludosa, disabitata da tempo. La nebbia ricopriva ogni cosa, rendendo il cammino del gruppo molto tortuoso. Titus continuava a tenere sotto’occhio il diario, per guidarli alla loro meta.

<< Allora ancora nulla?? >> chiese spazientita la latina.

<< Sappiamo almeno cosa stiamo cercando, esattamente? >> chiese, Bellamy.

<< Fate silenzio, è pericoloso qui >> li riproverò Anya, sempre guardandosi attorno, allerta.

Lexa siaffiancò a Titus, che si era fermato.

<< Dovremo proseguire a piedi >> disse l’uomo.

Lexa diede il comando e iniziarono ad addentrarsi a piedi, all’interno di una folta foresta.
Camminarono per un po’, sempre in guardia. All’improvviso, di fronte a loro, intravidero un edificio. A Raven e Bellamy sembrava un vecchio bunker dell’era passata.

<< Credo che ci siamo >> disse Titus, voltandosi verso la bruna.

Lexa annuì e con cautela iniziarono ad avvicinarsi. Arrivati a quella che sembrava un’entrata, forzarono il grande portone che avevano di fronte.
Quando entrarono, gli attese il vuoto totale: un ambiente spoglio, arruginito e logoro dal tempo. Sembrava non ci fosse nulla ma, all’improvviso, Raven trovò qualcosa.

<< Venite qui! >> gli altri accorsero, la latina era appollaiata per terra, osservando uno scomparto mezzo aperto.

<< È un pannello di controllo >> disse tra sé, finì di scardinarlo e un mucchio di fili fece la sua comparsa.

<< Ci dev’essere una porta da qualche parte >> disse Bellamy.

<< Riesci ad aprirla? >> domandò Anya.

<< Certo, sono un genio >> rispose la ragazza, già mettendosi all’opera.

Dopo un po’ sentirono uno scatto e una porta si aprì. Lexa e gli altri entrarono, l’ambiente che gli si presentò davanti era totalmente diverso da quello precedente. Arredamento nuovo, del vecchio mondo. Un bunker intatto, con divani e stanze mediche e una sala controllo. Stanze da letto e una cucina.

<< Wow >> disse Raven, guardando Bellamy.

<< Ti ricorda qualcosa? >> gli disse, il ragazzo annuì, sembrava l’Arca.

<< Che posto è questo? >> chiese Indra, guardandosi spaesata.

<< Forse è un vecchio bunker, prima del disastro nucleare >> rispose Raven.

Lexa si guardò attorno, poi all’improvviso gli schermi si accesero e una figura comparse davanti a lei.
Tutti si armarono, pronti all’attacco.
Una donna vestita di rosso, comparve per poi scomparire.

<< Per gli Spiriti >> disse Lincoln.

<< Non era uno spirito, ma un ologramma >> disse Raven, che si mise seduta nella sala di controllo e iniziò a lavorare.

Dopo un po’, tutto si accese e la donna riapparse.

<< Benvenuti all’ala est di controllo, come posso esservi utile? >> chiese.

Tutti si guardarono, meravigliati.
Titus era sbigottito.
Lexa si fece avanti e chiese:

<< Cos’è questo posto? >>

La donna la fissò:

<< Attesa autorizzazione….attesa autorizzazione >> continuava a ripetere.

<< Lexa prova a venire qui >> la chiamò Raven.

<< Prova a mettere il dito qui >> le disse, indicando una spece di schermo con all’interno una punta.

Lexa appoggiò i dito che le venne punto, prelevando una goccia del suo sangue. Dopo di che tutto si accese, la donna dal vestito rosso comparve più chiara.

<< Autorizzazione approvata >> disse, poi ripetè.

<< Come posso aitarvi Comandante? >> a quelle parole Lexa rimase immobile, come tutti.

<< Voglio sapere di Wanheda >> provò a chiedere.

<< Mi dispiace ma non ho riscontri a proposito >> disse automaticamente.

Raven, che stava ancora armeggiando con il computer trovò un file. “ Progetto A.L.I.E. “ lesse ad alta voce. L’aprì e adesso la donna con il vestito rosso, scomparve. Comparve la stessa donna ma vestita con una tuta blu, pù vecchia della precedente.

<< Benvenuta, Lexa kom trikru >> disse, rivolgendosi a Lexa, che la guardava sconcertata.

<< Chi sei tu? >> chiese Lexa.

<< Sono il Comandante Riggs, ma puoi chiamarmi Rebecca >> le disse, sorridendole amorevolmente.

<< Becca? >> disse Titus, allibito.

<< Sì, Becca è il mio diminutivo >> rispose, sorridendole.

<< Sei il primo Comandante >> disse Anya, con rispetto.

<< Sì…sono la prima Heda >> confermò.

<< Com’è possibile? >> chiese Lexa.

<< Ho creato una memoria artificiale, per essere d’aiuto alle generazioni di comandanti future >> spiegò, guadando Lexa.

<< Puoi chiedermi quello che vuoi, risponderò ad ogni tua domanda >> continuò, per poi rimanere in attesa.

Lexa si voltò verso Titus che annuì, incoraggiandola.

<< Voglio sapere di Wanheda >>

La donna la fissò, sembrava una persona reale.

<< Non ho informazioni a questo nome >> spiegò.

<< Prova con il proggetto A.L.I.E. >> disse Raven.

<< Il proggetto A.L.I.E. è stato creato per combattere i confillti che si stavano venendo a creare nel vecchio mondo. Abbiamo cercato di creare un Intelligenza artificiale senziente, il cuo obbiettivo primario era quello di rendere la vita migliore per tutta l’umanità. Ma qualcosa andò storto e A.L.I.E. individuò il problema nella sovrapopolazione del pianeta Terra. Così lanciò un attacco nucleare che disttrusse il vecchio mondo >>

<< Non siamo potuti tornare sulla Terra per moltissimo tempo >> disse Bellamy.

Rebecca annuì.

<< Ho cercato di risolvere il problema. Dovevo a tutti i costi fermare A.L.I.E. così creai una sua nemesi Alie 0.2 un’intelligenza artificiale che risiede in un impianto cibernetico, per consentirle di interfacciarsi direttamente con il cervello umano e aumentarne le sue capacità. A.L.I.E era incapace di comprendere come fosse realmente un essere umano, quindi dovevo creare qualcosa che risolvesse questo problema >>

<< La fiamma >> disse Titus.

<< Il cip doveva essere impiantato in un essere umano, ma avevamo visto che un programma genetico normale non supportava il cip, quindi ho modificato il genoma del sangua umano, il sangue nero dei comandanti. Così era l’unico modo di collegare la fiamma Alie 2.0 alla corteccia celebrale umana >>

Lexa si tocco dietro il collo, sentendo la sua cicatrice.

<< Ma questo non bastò, infatti riscontrammo un’altra anomalia: amplificando le capacità individuali di ogni essere umano, diverso da individuo ad individuo, Alie 0.2 essendo un IA passiva, amplificava anche tratti negativi del soggetto ospitante: egocentrismo, crudeltà, fragilità emotiva, psicosi… >> a quelle parole Titus pensò a Tristan.

<< Dovevo creare un programma di controllo, qualcosa che monitorasse sempre Alie 0.2, affinchè tutto procedesse nel migliore dei modi… >>

<< Wanheda… >> disse Titus.

<< Creai una IA, con il suo interno un programma di controllo, che le permettesse di autoconservarsi per sempre, all’interno di Alie 2.0. Così facendo le due sarebbero state legate per sempre. Quando creai il programma, dovevo darle un aspetto rassicurante, che legasse gli esseri umani insieme…una madre per tutto il genere umano >> tutti pensarono alla bellezza di Clarke, ai suoi occhi rassicuranti, al modo in cui sapeva unire gli altri.

<< Ma quello che non avevo calcolato era come le due IA si sarebbero legate e imprignate l’una con l’atra… >> disse, abbassando lo sguardo, quasi ricordando.

<< L’unità di controllo, che all’inizio era un embrione puro e innocente, si modificò a contatto con il modo reale. Quando scesi sulla Terra, con il mio sangue nero modificato, attivai l’unità di controllo. Avevo paura che Alie 0.2 mi avrebbe fatto impazzire. Non avevo calcolato il fattore esterno e, alla fine, l’unità di controllo si rivelò empatica con le emozioni umane. Provava sentimenti: rabbia, dolore, felicità, amore… >> disse, guardando Lexa.

<< Avevo creato un essere umano perfetto, dotato di coscienza. Le diedi lo scopo di proteggere il Comandante, di proteggere Alie 0.2, con questo scopo le sue abilità divennero impressionanti, aveva una forza anormale, il suo corpo cambiava a suo piacimento, il programma si interfacciava con la realtà, modificandosi a seconde delle esigenze, copiava la realtà ma solo in apparenza >>

<< Con l’unità di controllo al mio fianco, Alie 0.2 rimase stabile… >> s’interruppe, non continuando.

<< Fino a quando Clarke non ti ha uccisa >> disse Lexa.

Rebecca la guardò, tristemente.

<< Si…fino a quando non ho rovinato tutto >> disse.

<< La vita sulla Terra era difficile, gli uomini non erano cambiati affatto, sempre alla ricerca della distruzione, del potere. Così chiesi alla mia unità di controllo, di uccidermi. Volevo essere certa che non ci fossero difetti, per le generazioni future. Ebbi subito conferma, nei suoi occhi lessi qualcosa che mi terrorizzò. Paura, incredulità e un’infinita tristezza. Avevo creato una vita, una persona…e mi resi conto, in quel momento, ormai troppo tardi, di aver rovinato tutto >>

<< Resi il mio programma imperfetto, difettoso…perché grazie a Alie 0.2 lei obbedì, come aveva sempre fatto, ma subito dopo il carattere distintivo di A.L.I.E. venne fuori, infettandola: distruzione completa >> spiegò.

<< A.L.I.E. ha infettato l’unità di controllo, come un virus, per distruggere Alie 0.2. >> disse Raven, capendo cos’era effettivamente successo.

<< A.L.I.E. non permetterebbe mai ai Comandanti di esistere, infetta tutto ciò con cui viene a contatto >> spiegò Rebecca.

Raven pensò a Ontari, a come il suo sangue infetto aveva reso Wanheda in quello stato. Era un attacco per Alie 0.2. La latina capì ogni cosa.

<< Wanheda…Clarke…la mia Clarke, l’hai creata tu? >> sussurrò, con voce tremante Lexa.

<< Lei…non è reale? >> chiese scioccata.

Titus guardava scioccato il pavimento.

<< NO! >> urlò Lexa, si avvicinò all’ologramma di Rebecca.

<< Io l’ho toccata! Ho visto il suo spirito e il suo cuore! La mia Clarke è reale!! >> disse con foga.

Rebecca la guardò negli occhi.

<< Sono felice che lai abbia incontrato te >> disse, rassicurata.

<< Come possiamo fermare l’attacco di A.L.I.E. all’unitò di controllo? >> chiese Raven.

Rebecca spostò lo sguardo sulla latina.

<< Alie 0.2 deve essere reinserita nel programma, le due IA si sono divise, devono rientrare in contatto >> disse criptica.

<< In che modo? >> chiese frustato Titus.

Rebecca lo guardò bene, il suo sguardo si assottigliò, poi dalle sue labbra, uscirono queste parole:

<< Tu sai come, ragazzo >>

Subito dopo, l’ologramma svanì.
Titus e gli altri rimasero interdetti.

<< Ma che diavolo! >> esclamò Octavia.

<< Che cosa significa? >> chiese Anya a Raven.

La latina sospirò, abbassando il capo.

<< Non lo so…ma ho trovato Clarke >> disse, Lexa si voltò di scatto verso di lei.

<< Che vuoi dire? >> chiese, non capendo.

Raven si spostò di lato e indicò lo schermo. Una serie di 0101010101 riempiva lo schermo.

<< Questa è lei >>

Lexa fissò la latina e poi lo schermo.

<< È qualcosa che non avevo mai vista prima, la sua programmazione è straordinaria >> non fece in tempo a continuare che Lexa diede un pugno allo schermo, rompendolo.

<< Quella non è Clarke >> disse e poi uscì di corsa.



Titus la inseguì.

<< Un programma?? >> disse Lexa, ridendo instericamente.

<< Lexa… >>

<< UN PROGRAMMA?? >> urlò Lexa in preda alla rabbia.

Titus l’abbracciò da dietro, cercando di calmarle le disse:

<< Non importa!! Lexa non importa che cosa sia Clarke! Noi la conosciamo, noi abbiamo visto….lei è ancora la nostra Clarke! È la nostra Clarke!! >> ripetè, piangendo come la bruna.






<< Cosa facciamo adesso? >> chiese Bellamy, mentre tornavano tutti ai cavalli.

<< Torniamo a Tondc e cerchiamo di inventarci qualcosa, con i computer dell’Arca magari >> disse Octavia guardando Raven, che stava scrivendo qualcosa sul suo quaderno.









Incominciò a piovere, la pioggia divenne sempre più fitta, quando, all’improvviso, una freccia colpì Lincoln alla spalla. Octavia si precipitò su di lui e gli altri sguainarono le spade e presero in mano le pistole.
Guerrieri di Azgeda cominciarono a venirgli incontro, attaccandoli, Lexa sguainò la spada e si mise subito di fronte a Titus, proteggendolo. Iniziò subito uno scontro. Anya proteggeva Raven che, di rimando incominciò a sparare coprendo l’altra.
Bellamy e Indra erano di fronte a Octavia e Lincoln. I guerrieri di Azgeda erano superiori numericamente.
Un tuono squarciò il cielo, i lampi illuminarono la figura di Wanheda che camminava verso di loro, minacciosa.
Lexa la vide fare fuori alcuni suoi uomini, si girò verso gli altri, guardando per ultimo Titus negli occhi.

<< Porta gli altri dentro! Presto!! >> ordinò.

<< Heda! >> urlò preoccupato Titus.

Ma Lexa si era già incamminata verso Clarke.
Prese un’altra spada da terra e continuò ad avvicinarsi alla bionda. Quando Wanheda arrivò vicino, tutti si fermarono.
Lexa potè osservare meglio la bionda. Gli occhi neri, che aveva visto moltissime volte nei suoi sogni, erano circondate da vene rosso sangue, la sua espressione era completamente assente. Nessuna cicatrice sul suo dolce viso. Era perfetta. Un perfetto Spirito di Morte.

<< Clarke… >> disse Lexa. La bionda non si mosse di un millimentro.

La pioggia continuava a cadere fitta su di loro. Lexa strinse ancora più forte le spade e disse con tono autoritario.

<< Non ti permetterò di fare un altro passo >>

Gli altri la guardavano preoccupati, nessuno sfidava Wanheda, specialmente quella Wanheda.
Clarke inclinò il capo da una parte.

<< Non constringermi a farti male Clarke >> le disse, minacciosa.

A quelle parole, Wanheda l’attaccò. Con rapidità Lexa riuscì a schivare il colpo e subito le due iniziarono a duellare.
Combattevano sotto la pioggia. Lexa era veloce, ma la forza di Clarke era superiore. Quando Lexa, ad un certo punto, si ritrovò a terra. Anya, Indra e Octavia andarono in suo aiuto. Ma Wanheda, ferì sia Indra che Anya ad un braccio e scaraventò Octavia a terra con un calcio.
Allora Bellamy e Raven iniziarono a spararle, ma i colpi non producevano nessun effetto.

<< Basta!! >> urlò Lexa, che si era rialzata.

<< Lei è mia!! >> urlò, irata.

Clarke si girò verso di lei e Lexa, corse dritta verso un albero, si diede lo slancio sul troco con la gamba e saltò, piombando dall’alto su Wanheda. La bionda schivò il colpo e poi, le due si girarono una verso l’altra, ritrovandosi faccia a faccia, con le loro spade incrociate. La forza di Lexa sorprese tutti. Aveva bloccato Wanheda.

<< C-Clarke, ti prego….tu non sei così! >> le disse, Lexa, tra i denti. Sforzandosi di bloccarla.

La bionda era impassibile.

<< Torna in te, ti prego Amore…COMBATTI! >> urlò, ma la bionda era imperturbabile e all’improvviso, sussurrò, in una voce che Lexa non riconobbe come umana:

<< La tua Clarke è morta >> Lexa spalancò gli occhi, scioccata e poi la bionda la spinse via le sferrò un colpo di spada letale.






Tuoni e fulmini, squarciarono il cielo. La pioggia continuava a cadere. Lexa chiuse gli occhi, aspettando, ormai senza speranze, di sentire la lama trafiggerle la carne e l’oscurità inghiottirla. Ma nulla di tutto ciò accadde.
Quando Lexa aprì gli occhi, vide solamente, la schiena di Titus, sovrastarla. Vide la punta della spada, insanguinata. Gli occhi di Lexa si spalancarono dal terrore.






Il respiro di Titus era affannato, il sangue gli colava dalla bocca.

<< Wan…Wanheda…O-ora bas…ta >> disse alla bionda che rimase immobile, fissando la spada conficcata sul petto dell’uomo.

Vedeva il sangue bagnarle le mani.

<< C..Clarke >> la chiamò l’uomo.

Wanheda alzò lo sguardo e incrociò i suoi occhi.
Titus le toccò il braccio, spinse la lama più a fondo.

<< Non avere paura… >> sussurrò…







Aveva sentito le grida strazianti, era andata a controllare. Vide dei guerrieri, mercenari della peggior specie, finire di attaccare un villaggio di contadini. Li fece fuori tutti, tranne alcuni che scapparono nella foresta.
Li trovò e li uccise.
Udì un respiro flebile, sentì l’odore della paura.
Si voltò e nascosto dietro a dei tronchi, in mezzo a dei cespugli vide un bambino. Era magro e terrorizzato.
Si stringeva le braccia attorno al corpo tremante, ma i suoi occhi incontrarono i suoi. La guardarono dritti,senza esitazione.

<< Non avere paura… >> gli disse, tendendogli la mano.

Il bambino, tremante, l’afferrò.

Lo prese in braccio e lo portò con sé.

Clarke ritornò nella sua tenda, la campagna contro i mercenari del confine indetta da Heda, stava procedendo bene.
Le sue ferite, si stavano rimarginando, come sempre. Si sedette sulla branda e si tolse l’armatura. Rimanendo solo con una camicia logora e i pantaloni sporchi ancora di sangue.

Sospirò, stanca, di tutta quella morte e distruzione. Sentì un tocco fresco sulla spalla, voltandosi, vide quel ragazzino con in mano una garza bagnata, sopra una delle sue tante ferite.
L’osservò, per pochi secondi, concentrato a pulirle la ferita, che dopo pochi secondi svanì, lasciandolo interdetto.

<< Non funziona con me… >> gli disse, costringendolo ad alzare lo sguardo verso di lei.

Spostò lo sguarda dalla sua spalla al suo viso.

<< Hai paura? >> gli chiese lei.

I suoi occhi incontrarono, ancora una volta i suoi. Lui negò con la testa e ritornò a pulirle la spalla.

<< Sei proprio strano ragazzo… >>

<< Titus… >> sussurrò lui.

Lei si voltò ancora.

<< Mi chiamo Titus >> lo guardò ancora negli occhi, poi gli tolse la garza dalle mani e mise la sua pelliccia ai suoi piedi, assieme al suo cuscino.

<< Ora dormi, ragazzo...ci sono io qui, nessuno ti farà del male >> disse, facendolo stendere e coprendolo con la coperta.

Lo guardò, vegliandolo tutta la notte, mantenendo così la sua promessa.










Gli occhi neri di Wanheda divvennero, nuovamente blu.
L’orrore e la disperazione presero il soppravvento.

<< no…no…NOO!! >> urlò, estraendo la spada e accogliendo fra le braccia il corpo dell’uomo.

<< TITUS!!! >> urlò la bionda, disperata.

<< Che cosa ho fatto?? Che cosa ho fatto??!! >> disse disperata.

Lexa pianse, fissando la scena scioccata, il suo Maestro l’aveva protetta con il suo corpo.

<< Clarke…sei…sei tornata >> disse Titus sorridendo.

<< Che cosa ti è saltato in mente ragazzo?! >> disse lei infuriata, premendo sulla ferita, cercando di fermare il sangue.

<< Dovevo…provare…ti avevo promesso che l’avrei protetta >> disse spuntando del sangue dalla bocca.

<< Maestro!! >> disse Lexa andando al suo fianco, si girò verso Niko, chiamandolo.

<< No…no vi prego… >> sussurrò lui, sofferente.

Si girò verso Lexa e la guardò.

<< Sono contento…di aver dato la mia vita per proteggerti… >> le accarezzò il viso, pieno di lacrime.

<< Dalla prima volta che ti ho vista…ho…ho desiderato che mia figlia…potesse essere come te…fiera e coraggiosa, dolce e compassionevole…una grande Heda >> disse guardandola amorevolmente.

<< La mia Heda… >> sussurrò, poi si voltò verso la bionda che lo guardava scioccata.

<< Non potevo lasciarti fare del male al tuo cuore….noi a-abbiamo promesso di proteggerlo… >> disse, poi la guardò negli occhi.

<< Ti…ti ricordi, quel giorno sull’isola….mi…mi hai chiesto se mi ricordavo un giorno, un giorno in cui sono stato, immensamente…felice…ti ti ricordi? >> chiese, tossendo.

Clarke lo fissò, piangendo.

<< Si…si mi ricordo >>

Lui annuì, felice:

<< Eravamo seduti accanto al fuoco, tu io e Sha-ri….ridevamo felici….in quel momento, è stato come avere di nuovo una famiglia…. >> le disse, poi le prese il braccio.

<< Tu sei stata la nostra famiglia, Clarke….la nostra casa…so che mi hai, se..sempre protetto… >> gli disse piangendo.

<< Ho sempre desiderato, che tu fossi fiera di me… >> continuò tossendo.

Clarke gli prese la mano, stringendola forte.

<< Io sono fiera di te, ragazzo! Non potrei essere più fiera >>

Lui sorrise, piangendo, poi il suo sguardo incominciò a farsi vacuo.

<< Va tutto bene… >> gli disse, la bionda, Lexa la guardò. Il suo tono era calmo, come una ninna nanna.

Gli accarezzò la testa.

<< Puoi andare ora… >> gli disse, lui la fissò, come se stesse aspettando il suo permesso.

<< Va da loro, ragazzo….va da Lei >> gli disse dolcemente.

I suoi occhi guardarono il cielo, finì di piovere e i raggi del sole incominciarono a squarciare le nuvole.

<< Sha..ri >> sussurrò, dolcemente.

Vide la ragazza, voltarsi verso di lui e sorridergli, con amore.

Poi i suoi occhi si spensero.

Lexa pianse a sinhiozzi, sollevò lo sguardo verso Clarke.
La bionda piangeva in silenzio, poi prese la testa di Titus e lo portò al suo petto, lo strinse forte a sè. Si udì prima un singhiozzo, poi un urlo disumano che squarciò la terra.








<< Perché? >> chiese a Becca.

<< Non vuoi obbedire? >> le chiese lei, incuriosita.

La bionda la guardava, triste.

<< No… >>

<< Perché no? >> chiese lei, ormai rassegnata.

<< Io...perchè non ti rivredrò più…non voglio questo >>

<< Capisco… >> disse lei, calde lacrime le bagnarono il viso.

<< Mi dispiace tanto… >> disse accarezzandole il viso.

<< Ma questo è un ordine >> le disse Becca.

Clarke allora l’abbracciò, strinse il suo viso al suo petto e non la lasciò più andare, anche quando lei incominciò a opporre resistenza, per puro istinto.
Per la prima volta gli occhi della bionda si bagnarono di lacrime.
Un urlo squarciò la terra, i suoi occhi blu divennero, per la prima volta, neri.




Clarke sembrava un fatasma, in silenzio, sollevò il corpo di Titus da terra, passò attraverso i guerrieri, fermi in segno di rispetto.
Lexa si sollevò e guardò la figura della bionda allontanarsi, con in braccio il corpo del suo Maestro.














Note dell'Autrice: Salve a tutti, carissimi lettori e lettrici! Mi dispiace davvero tanto per il ritardo nel postare questo capitolo, ma lavoro, lavoro e ancora lavoro....il tempo è veramente poco! Vi ringrazio con tutto il cuore per seguire ancora questa storia, ormai siamo alla fine, il prossimo sarà l'ultimo capitolo di questa avventura, piango già. Ma torniamo a noi! Beh, che ve ne pare?? Vi aspettavate questa verità sulla nostra Wanheda?? Cosa ne pensate del sacrificio del nostro Titus? Fatemi sapere!!
Nel prossimo capitolo ci sarà di tutto....come finiranno le cose per le nostre amate protagoniste?? A.L.I.E. è il vero nemico??
Vi aspetto al finale di questa storia!!
Grazie ancora per il vostro supporto e per la pazienza immensa!
Spero alla prossima!!




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Capitolo 33
*** Dalle ceneri, risorgeremo. ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.






Dalle ceneri, risorgeremo.




 

La pioggia cadeva fitta e pesante sul terreno ormai zuppo. Nel silenzio, ogni singola goccia che s’infrangeva al suolo, produceva un rumore assordante, che squarciava il cielo a metà. 

Clarke osservava le fiamme muoversi, sinuose, in una pericolosa danza. I suoi occhi, ora tornati al suo naturale blu, erano vuoti e infinitamente tristi. Il corpo di Titus era adagiato sulla pira funebre che aveva costruito poco prima. Nonostante la pioggia, il fuoco ardeva, come se fosse alimentato non dalla legna, ma dall’ira della bionda.

La pioggia cessò pian piano, un timido sole, si face largo tra le nuvole. Le ceneri di Titus vennero spazzate via dal vento. Clarke rimase immobile, a fissare quelle minuscole particelle andarsene lontano.

<<  Mi dispiace… >> sussurrò.

 

 

 

 

La tenda di Titus era avvolta dall’oscurità. All’interno, il caos più totale regnava, ogni cosa era sparsa sul pavimento: libri, mappe, vestiti…

In un angolo, nascosta, sedeva stanca, Lexa.

Il viso gonfio per le troppe lacrime versate, gli occhi rossi e spenti. Il suo respiro pesante, come se avesse corso per moltissimo tempo.

Appena aveva messo piede all’interno della tenda, l’immagine del suo maestro la colpì improvvisamente:

Il primo giorno che l’aveva visto, alto e rigido, nella sua postura. Imperturbabile.Poi gentile e calmo, mentre le raccontava le antiche storie degli Heda, prima di andare a dormire.Infuriato, quando la rimproverava. E poi, lì, di fronte a lei. Sanguinante e morente, ma con una sguardo di determinazione negli occhi.

Aveva perso anche il suo amato maestro, per colpa della sua debolezza.

Strinse i pugni e, improvvisamente, iniziò a scaraventare tutto per aria. Alla fine si ritrovò seduta lì, in quell’ angolo.

Mentre il suo sguardo vagava, perso, qualcosa attirò la sua attenzione. Era un libro, aveva la copertina di pelle logora e Lexa non ricordava di averlo mai visto prima.

Si alzò lentamente e lo raccolse.

Incominciò a sfogliarlo e il respiro le si fermò in gola.

Era la scrittura di Titus.

Si lasciò cadere nuovamente terra e iniziò a leggerlo.

 

Wanheda, così viene chiamato lo Spettro. WANHEDA. Penso sia un nome strano ma importante.

Oggi ho pronunciato quel nome a voce alta per la prima volta, non sembrava infastidita da quel nome, penso che inizierò a chiamarla sempre così.

 

Devo mangiare di più, Wanheda ha detto che sono troppo magro. Devo diventare presto grande e forte…voglio aiutarla.

 

Ho provato a combattere con una spada oggi. Non sono molto bravo. Wanheda mi ha detto che devo imparare, se voglio sopravvivere. Ho sempre molta paura, mi ritorna, costanetemente in mente, l’attacco al villaggio. Ogni tanto sento quegli occhi blu posarsi su di me, sempre tristi che mi osservano.

<<  Devi imparare a controllare la tua paura, altrimenti ti distruggerà completamente. >>

 

Polis, la mia nuova casa, queste sono state le parole di Wanheda, questa città grande e affolata, sarà la mia nuova casa. Casa…ho alzato lo sguardo su di lei, mi ha posato la mano sulla testa, delicatamente.

<< Non avere paura >>. 

Si, questa sarà la mia casa.

 

Wanheda oggi mi ha portato dal Fleimkepa, ha detto che dovrò comportarmi bene e imparare tutto quello che mi insegnerà.

 

Lexa continuava a leggere. Perlopiù, erano periodi brevi.

 

Le giornate passano molto velocemente, il Fleimkepa dice che sto migliorando sempre di più. Bugiardo. Nei suoi occhi vedo solo disprezzo e paura. Wanheda continua a proteggermi come sempre.

Non vedo l’ora che faccia ritorno, anche se le sue ferite guariscono, i suoi occhi sono sempre più tristi. Voglio dirle delle parole del Fleimkepa, spero che le facciano piacere.

Wanheda è ritornata. Come sempre è molto turbata. Faccio sempre finta di nulla quando parla con gli spiriti, ma so che si accorge del mio sguardo. Deve vederne davvero molti, credo che le faccia male la testa.

 

Wanheda mi ha detto che non mi devo fidare di nessuno. Le ho risposto che mi fido solo di lei. Non credo le sia piaciuta la mia risposta. La prossima volta risponderò solo “ ho capito”.

 

Il nostro Heda è morto. Waneda è rimasta in silenzio per tutto il giorno.

 

Continuava a scorrere quelle pagine, capiva che il suo Maestro non scriveva tutti i giorni:

 

Oggi Tristan ha vinto il Conclave. Wanheda era contenta, ha detto che promette bene. Ho anniuto, ma, in realtà, Tristan mi fa davvero paura, i suoi occhi sono come il cielo grigio prima di riversare le sue acque sulla Terra.

 

Lexa continuava a girare quelle pagine logore, immersa nei ricordi del suo Maestro.

 

È passato un po’ di tempo da quando ho scritto l’ultima volta. Purtroppo i miei studi si sono via via intensificati. Il Fleimkepa continua ad avere nei miei riguardi un atteggiamento sfuggente, la sua pupilla Gaia, fa sempre di tutto per mettermi nei guai. Non racconto mai nulla di tutto questo a Wanheda, lei è impegnatissima con l’addestramento di Tristan.

Il nuovo giovane Heda sta diventando sempre più forte, il suo bell’aspetto e la sua pacatezza crea nel popolo un’amore spontaneo, che raramente mi è capitato di leggere nei vecchi diari. Le sue spalle possenti, i capelli mossi scuri e quegli occhi grigi, gli conferiscono un’aurea quasi regale.

Tristan ha sempre Wanheda al suo fianco, penso che passino praticamente tutto il tempo insieme. Non mi piace il suo sguardo, specialmente quello rivolto a Wanheda, sembra un lupo affamato, mi fa paura.

 

Oggi ho incontrato una Natblida nella sala dei testi, non doveva essere li, quando le ho fatto presente la cosa, si è voltata verso di me e mi ha detto di mantenere il segreto. Strana, ho subito pensato. Ho ripreso le mie letture, ma il volto di quella ragazza mi tornava prepotentemente in mente.

 

Sha-ri, è questo il suo nome, me l’ha detto un paio di giorni dopo il nostro primo incontro, nell’arena di allenamento dei Natblida. Io non ho risposto, non mi è permesso parlarle. Mi ha chiesto se una pantera mi avesse morso la lingua. Sempre più strana.

Prima di andarmene le ho detto semplicemente: Titus.

Ha sorriso.

 

Wanheda è tornata ferita oggi, i suoi abiti erano strappati e il suo viso era ricoprto di abrasioni e lividi.

Mi sono precipitato a prendere dell’acqua e un panno, per pulirle il sangue. Mentre tamponavo delicatamente il suo viso, mi sono accorto che niente stava passando, tutte le ferite erano lì.

La mia mano si è fermata.

<< Queste non se ne andranno >>  Ha allontanato la mia mano, con delicatezza e mi ha detto:

<< Non c’è nulla di cui preoccuparsi, ragazzo >>.

Sono molto, molto preoccupato.

 

Oggi sono rimasto, letteralmente, stupefatto. Quella natblida, Sha-ri, ha fermato Wanheda davanti a tutti gli altri Natblida e le ha chiesto se potesse diventare il suo secondo. Ho visto per la prima volta Wanheda colpita, ma subito ha scansato la ragazza, andandosene. Non pensavo che fosse così coraggiosa, strana sì, ma anche coraggiosa. Nessuno sbarra la strada a Wanheda.

I giorni passano, e quella strana e coraggiosa ragazza, continua a pedinare Wanheda. Le chiede ininterrottamente di diventare il suo seondo. Penso che Wanheda stia per perdere la pazienza.

 

Oggi Sha-ri, mi ha chiesto che cosa avesse quella bionda, in un primo moemento non ho capito a chi si stesse riferendo, dopo aver capito, non so perché mi sono uscite queste parole:

<<  Dovresti cercare di avere maggior rispetto per Wanheda, non vedi che la stai infastidendo?  >>

<<  Ti piace Wanheda Titus? >> mi rispose, schietta.

La guardai stupito.

<< Il tuo comportamento ti metterà in pericolo >>  le risposi sinceramnete, ignorando quell’assurda domanda.

Lei sorrise e si avvicinò.

<< Sei preoccupato per me? Per caso…ti piaccio? >>  mi disse con una smorfia.

Arrossì, per la prima volta in vita mia.

Lei si mise a ridere, poi tornò seria, improvvisamente.

<< Gli occhi di Wanheda sono sempre così tristi, vero? >>

Mi stupì di quelle parole, lei mi guardò intensamente negli occhi prima di andarsene.

 

 

Con mia grande sorpresa, Wanheda ha preso come secondo Sha-ri. Quella giovane natblida non ha la minima idea in cosa si è andata a cacciare. L’allenamento è molto duro, ciononostante, quella ragazza è sempre di buon umore. Ma la cosa che mi ha lasciato a bocca aperta è stato il fatto che ha inizato a chiamare Wanheda, Clarke.

<< Titus, che ne dici di Clarke? Non è un nome perfetto? >> mi chiese un giorno tutta contenta.

Fissai Wanheda dietro di lei, fece un leggero sospiro e sollevò un sopracciglio, ormai rassegnata.

<< Clarke? >> ripetei.

Sha-ri emise un gridolino di gioia entusiasta.

<< Vedi a Titus piace! È perfetto! >> disse voltandosi verso di lei.

Wanheda la guardò e con mio grandissimo stupore, sorrise lievemente.

<< Clarke… >> sussurrai, sì… perfetto.

 

 

Gli inverni passano velocemente e io, Sha-ri e…Clarke passiamo sempre più tempo insieme, più che altro, grazie a Sha-ri. Più il tempo passa e più sento che i miei sentimenti per la giovane Natblida cambiano, da semplice mera curiosità si sono trasformati in qualcosa di più forte. Come la mia preoccupazione per Clarke.

Sha-ri è venuta da me la scorsa notte, era sconvolta. Ha detto di aver visto Heda far del male a Wanheda, non ho capito molto ma penso che non sia la prima volta.

<< Dobbiamo proteggere Clarke, Titus >> mi ha detto spaventata.

Non sapevo cosa dirle, proteggere Wanheda…anche il solo pensiero mi era estraneo. Nessuno proteggeva Wanheda, era lei a proteggere gli altri.

Ho stretto forte Sha-ri in un abbraccio, è stata l’unica cosa che mi è venuta in mente.

 

È successo, credevo di essere una persona diversa, grazie ai miei studi e alla guida del Flaimkepa. Credevo di non poter provare questi sentimenti, ma, credo, di essermi sbagliato.

L’amore è debolezza.

Sono queste le parole che ci ripeteva, in continuazione, Wanheda. Come se sapesse, come se vedesse. Credo che se ne sia accorta, le scuse blande, le nostre sparizioni, gli sguardi e le carezze rubate. Dovrei avere paura? Il fatto, puro e semplice, è che non ne ho. Sono felice, con lei, sono immensamente felice.

So che Wanheda sarà contraria, lei è un sangue nero, è proibito. Non m’importa…non soffocherò questa felicità, anche se, così facendo, deluderò Clarke.

 

Io e Sha-ri abbiamo parlato con Wanheda, oggi. Come immaginavo, sa tutto e non l’ha presa molto bene. Sono spaventato ora, perché ho visto preoccupazione nei suoi occhi blu. Wanheda ha un progetto per Sha-ri. So che per lei, rappresenta l’Heda migliore che potesse incontrare, quella che aspettava da sempre e, ora, le porto via questa occasione. Sono consapevole di essere una grande delusione per lei.

 

Sha-ri vuole andarsene da Polis, vuole fuggire insieme a me e a Clarke. Sono giorni che non mi parla d’altro, ogni volta che ci incontriamo, come fossimo due clandestini, nell’oscurità, bisbigliando. È terrorizzata da Tristan. L’Heda giovane e promettente, era cambiato. Crudele, ossessivo e calcolatore. I suoi occhi sono completamente vuoti. Tutti hanno il terrore di stargli accanto, tranne Wanheda. A volte manca per settimane, so che Tristan la tiene rinchiusa in quella maledetta stanza. È ossessionato dall’idea di perderla, che quel potere gli venga portato via. Quindi parlare di fuggire e portare Clarke con noi, è un’idea molto, molto pericolosa.

 

 

Sha-ri è incinta.

 

Diventerò padre.

 

Se dovessi descrivere il momento perfetto, credo sia stato ieri notte. Noi tre insieme, seduti attorno al fuoco, in una bellissima radura. Sha-ri rideva felice, io che passavo loro da mangiare e da bere, gli occhi di Clarke, quei occhi caldi e blu,  che posavano su di noi, come una carezza. Non parlavamo di nulla d’importante. In quell’istante non eravamo né l’orfano studioso, la giovane natblida e né la spaventosa e gloriosa Wanheda.

Ma solo Titus, Sha-ri e Clarke.

Famiglia.

Ecco cosa eravamo, cosa siamo e seremo per sempre. Una famiglia.

Io e Sha-ri ci siamo guardati negli occhi, è stata lei...ecco il pensiero che abbiamo condiviso in quel preciso momento, è stata lei…a trovarci.

 

Quando Lexa sfogliò la pagina, un’altra e un’altra ancora, non trovò nulla, solo pagine bianche. Continuò, affamata di trovare altre parole del suo maestro, quando una semplice frase comparve sotto ai suoi occhi.

 

Sono stato io, l’ho uccisa io.

 

Lexa capì, che il suo amato maestro aveva perso tutto, capiva bene quel dolore. Proseguì e trovò altre pagine scritte, sembravano recenti.

 

Lexa,

se leggerai questo quaderno, io non ci sarò più. Come credo, dalle parole pronunciate da Becca, questo è l’unico modo. Mi dispiace, davvero. Sai ho moltissimi rimpianti, ma su di una cosa sono sempre stato certo: Tu.

Dalla prima volta che ti vidi, lì, poco più che una bambina, capì che saresti diventata una grande Heda. Perché, nei tuoi occhi verdi e profondi, vidi subito Lei. Hai gli stessi occhi, la stessa fiamma che ardeva con ardore e calore in Sha-ri. Rimasi scosso all’inizio, non ci potevo credere. Ti chiedo perdono per essere stato così duro con te. Ma sai, dopo averti conosciuta, in me si insinuò subito un sentimento che credevo di non poter più provare…la paura di perdere ancora una persona cara.

Così ho cercato di prepararti, tenendomi a distanza, ho cercato di proteggerti come Clarke ha cercato di fare con noi. L’amore è debolezza, questo era fondamentale, perché sapevo bene quanto potesse essere doloroso.

Ma non è bastato. Dopo Costia sono diventato ancora più distante e mi dispiace, sapevo bene che cosa stessi provando, ma non sapevo come aiutarti…non sapevo guarire le mie ferite, come avrei potuto lenire le tue?

Poi ho capito, quando ti ho vista con Clarke.

Sai, Clarke non ha mai guardato nessuno come guarda te.

Dopo Costia, non hai cercato vendetta, hai aspettato e hai pensato prima al tuo popolo, anche se eri distrutta dal dolore. È stato in quel momento che ho pensato che quel potere, non ti avrebbe cambiata, trasformandoti in un mostro.

In realtà, dopo ho capito che avevo bisogno del tuo aiuto. Per salvarla.

Clarke vive i suoi giorni nell’oscurità, sempre in tensione, che la bestia che dimora dentro di lei si scateni. Ma quando vi guardo, quando vi ho viste lì su quell’isola. Non avevo mai visto Clarke così felice e in pace. Ci sei riuscita.

Grazie. Hai donato amore alla nostra Clarke. Sha-ri e io abbiamo sempre voluto questo per lei. Una vita normale e serena, piena di gioia.

Clarke mi ha salvato la vita, arricchendola con l’amicizia e l’amore. Le sarò sempre grato per questo. Io e Sha-ri volevamo proteggerla, ma sai una cosa? Clarke non ha bisogno di protezione, ha bisogno solamente di essere presa per mano. Stalle accanto e sorreggila nei momenti difficili, tutto il resto verrà da sé.

Ti ho amato come una figlia, Lexa.

Grazie per avermi reso così orgoglioso.

 

Per sempre,

Titus.

 

Gli occhi di Lexa erano piani di lacrime, la vista annebbiata. Le parole del suo maestro le spezzavano il cuore. Alzò lo sguardo e davanti a lei, in mezzo alla tenda, si ritrovò Clarke. Spalancò gli occhi, sorpresa.

<< Clarke… >> sussurrò.

 

 

Lo sguardo della bionda era fisso su di lei. Quegli occhi, prima neri e vuoti, ora erano di un blu scuro, tristi. Lexa si alzò, ancora il volto rigato dalle lecrime. Non sapeva cosa dire.

Vergogna. Questo provava, una grande vergogna. Per colpa sua, per il suo egoismo, aveva perso il suo Maestro, e, di conseguenza, aveva distrutto la persona più importante. Ricordò quel campo pieno di morti. Come poteva guardarla negli occhi? Alzò, incerta lo sguardo. La bionda stava ancora lì in piedi, immobile.

<< Io… >> provò a parlare, ma scoppiò ancora in lacrime.

Mentre stava piangendo, sentì i passi della bionda farsi sempre più vicino. Ma non osova, ancora, alzare lo sguardo.

Ad un tratto, si sentì avvolgere delicatamente dalle braccia della bionda. Immobile, Lexa guardava dritta verso l’entrata della tenda, incredula che dopo tutto quello che fosse successo Clarke potesse anche solo toccarla. Sentiva le braccia stringersi sempre di più attorno a lei. Il corpo di Clarke, nonostante i vestiti bagnati, emanava un forte calore. Le era mancata così tanto, pensò.

La testa di Clarke era vicino al suo viso, sentiva i suoi pesanti sospiri.

<< Stai bene…grazie agli spiriti, stai bene >> sussurrava, con voce tremolante.

Gli occhi di Lexa si riempirono, copiosamente, di nuove lacrime.

La sua Clarke era tornata e la prima cosa…la prima, era stata preoccuparsi per lei.

<< C-Clarke…. >> disse, piangendo.

<< Mi dispiace….mi dispiace così tanto >> continuò singhiozzando. Ricambiò l’abbraccio, le sue mani si stringevano, con forza, alla maglia della bionda.

Clarke continuò ad abbracciarla, senza dire nulla.

 

Si ritrovarono sedute, una accanto all’altra, circondate da quella devastazione, provocata poco prima dalla bruna.

Lexa aveva la testa appoggiata sulla spalla della bionda. Le loro mani intrecciate.

<< I miei errori sono davvero arrivati ad un livello inimagginabile… >> sospirò Lexa.

<< Errare è umano, Lexa. Non devi angustiarti per quello che è successo. È stata una scelta di Titus >> rispose le bionda, accarezzandole la mano.

<< Ti ho tradito…io che avevo promesso di non farlo…come puoi perdonarmi? >> chiese, ricacciando le lacrime.

Clarke sospirò.

<< Nessuno, prima d’ora…nessuno, aveva mai lottato così per me. Anche se hai sbagliato, i tuoi propositi erano buoni…Io e Titus abbiamo commesso l’errore di tenerti all’oscuro, per proteggerti >>

<< Ti ho allontanata da me…non merito il tuo perdono. E Titus… >> disse, voltando lo sguardo rigato di lacrime.

Clarke le girò delicatamente il volto, per guardarla negli occhi.

<< Lexa…io ti amo. Titus, ti amava. Ha seguito, semplicemente, il suo cuore. Come io seguo il mio >> le asciugò una lacrime con le dita.

<< Gli sarò, per sempre grata. Ti ha salvata da me >> disse, ricordando le atrocità che aveva fatto.

Lexa notò la sua tristezza.

<< Clarke…niente di quello che è successo è colpa tua. Non eri in te >> cercò di consolarla, ma Clarke aveva provato talmente tante volte quei sentimenti, quella colpa, che sorrise amaramente.

Rimasero in silenzio per un po’. Poi Lexa le chiese:

<< Cosa faremo adesso? >> Clarke capì che in quella domanda, era racchiuso tutto il loro futuro. La bionda sapeva cosa fare. Aveva raggiunto la piena consapevolezza, mentre osservava le ceneri di Titus volare via.

Guardò Lexa negli occhi. Le prese il viso tra le mani e la baciò, dolcemente. Dopo posò la sua fronte su quella della bruna. Con le mani le accarezzava i capelli.

<< Potremo andarcene…tornare a casa >> sussurrò la bruna, in un disperato tentativo. Aveva capito benissimo le intenzioni di Clarke. Aveva capito tutto da quel bacio che sapeva di addio.

Clarke sorrise.

<< Casa.. >> sospirò.

<< Si…nella nostra bellissima spiaggia… >> sussurrò Lexa, calde lacrime le rigavano il viso.

<< Clarke….torniamo a casa? >> chiese, disperata.

Clarke sorrise, le baciò quelle lacrime. Lexa aveva capito. Non aveva bisogno di una risposta, le intenzioni di Clarke erano chiare. Sapeva che dovevano portare prima la pace a Polis. Per Titus, Indra, Anya…per tutti i popoli. Era compito loro.

<< Io e te insieme. Questa volta non ci divideremo >> le sussurrò Clarke all’orecchio, abbracciandola forte.

Lexa annuì, baciandola con passione.

 

Prima di uscire dalla tenda, per andare a parlare con gli altri, Lexa porse il diario di Titus a Clarke. Clarke scosse il capo:

<< Tienilo pure tu, non era destinato a me. Loro due saranno con me per sempre, in fin dei conti siamo una famiglia >> disse con un lieve, amaro sorriso.

 

Appena uscirono dalla tenda, ad attenderli c’erano Anya, Indra, Lincoln e Octavia con le spade sguainate. Lexa capiva, avevano il timore che Clarke potesse essere ancora quella Wanheda.

Quando la bionda uscì, subito dopo di lei, tutti s’irrigidirono.

<< Potete rinfoderare le votre spade >> ordinò con tono autoritario.

Clarke, al suo fianco, lì fissò uno ad uno. Quando i suoi occhi incontrarono quelli degli altri, tutti, pian piano abbassarono le armi.

<< Wanheda…siete voi? >> chiese Lincoln, speranzoso.

<< Si sono di nuovo io, Lincoln… >> fece un passo in avanti e fece un leggero inchino col capo.

<< Vi chiedo perdono, per quello che ho fatto. Ho mancato al mio compito di proteggere Heda, chiedo, umilmente, il vostro perdono >> disse, sempre col capo chino.

Indra rifoderò la spada, il braccio bendato per via della ferita. Posò una mano sulla spalla di Clarke:

<< Siamo contenti che la nostra Wanheda sia tornata >>  Clarke alzò lo sguardo, rincuorata.

Tutti sorrisero e annuirono. Anya si avvicinò e le porse il braccio, Calrke lo strinse.

<< Non scomparire mai più in quel modo, intesi? >>

<< Questo è il piano >> rispose la bionda sorridendo.

<< Mi dispiace per Titus…ho pianto per lui >> disse sinceramente.

Clarke le mise una mano nella spalla.

<< Anche a me >>

 

Entrando nella grande tenda, i rapresentanti rimasti degli Skaikru, Trikru e degli altri popoli, aspettavano le parole di Heda.

<< Allora qual’è il piano? >> chiese Raven, subito. Anya la guardò torva, lei sussurrò un “ scusa “.

Lexa guadò Clarke poi si fece avanti e disse:

<< Ora combattiamo >>

<< Sappiamo che Ontari è nella torre, gli Azgeda non si sposteranno lontano sapendo che la loro Heda è vulnerabile >> continuò.

<< Siamo certi che sia vulnerabile? >> chiese Bellamy.

<< Quando sono tornata in me…ho sentito il legame che si spezzava. Senza il mio potere e con la pazzia di Ontari, la fiamma è instabile >> spiegò Wanheda.

<< La torre sarà assediata dai suoi uomini, dobbiamo trovare il modo di sfondare le loro difese >> disse Indra.

<< Non vi chiedo questo. Ci serve solamente un diversivo, così io e Clarke entreremo >> spiegò Lexa.

<< Non potete entrare da sole, ci saranno altri uomini all’interno >> si oppose Indra subito.

<< Io andrò con loro >> si propose subito Anya.

<< Anche io >> disse Octavia.

Lexa e Clarke si guardorono, non potevano rifiutare.

<< Va bene… >>

<< Scusate se faccio la guastafeste…ma come intendete sconfiggere Ontari? Il cip amplifica le sue capacità fisiche, specialmente adesso che è instabile, non sarà facile ucciderla e, sinceramente, credo che sia impossibile >> si ritrovò tutti gli occhi puntati addosso.

<< Cosa intendi con impossibile? >> chiese Anya.

Raven sospirò.

<< A.L.I.E. ha contaminato la fiamma, pensate che una spada o le pistole possano fermarla? Insomma…fermano per caso Wanheda? No. Anche se arrivate a lei, non potrete comunque ucciderla >> spiegò la latina.

Tutti riflettevano su quelle parole.

<< Raven ha ragione >> disse Wanheda.

<< Concentriamoci sul piano per entrare nella torre, poi penseremo al resto >> disse Lexa, avvicinandosi al tavolo.

<< Raven posso parlarti? >> chiese Wanheda.

Lexa si voltò, interrogativa, verso la bionda.

<< Si dimmi >>

Clarke si avvicinò alla latina.

<< In privato se non ti dispiace >> Raven stupita, guardò incerta Anya che annuì, preoccupata però per la bionda.

Quando le due uscirono dalla tenda, lo sguardo di Anya si sposto verso Lexa, che fissava, turbata, l’uscita.

 

 

Andarono a parlare nella tenda degli Skaikru, dove Raven teneva le sue attrezzature.

<< Cosa c’è Clarke? >> chiese subito la latina.

<< Hai trovato la fonte vero? Becca… >>

Raven si stupì, non credeva che Clarke sapesse.

<< Non so cosa sono esattamente, ma quando non ero in me…ho visto delle cose, ricordato alcune parole di Becca >> disse guardando la latina.

<< So che Lexa sa, riesco a vederlo nei suoi occhi e so, che non vuole ferirmi… >> Raven la guardava preoccupata.

<< Puoi spiegarmi bene cosa hai scoperto esattamente? >> chiese, seria la bionda.

Raven fece un sospiro e iniziò a raccontarle a grandi linee, quello che avevano scoperto. Delle parole di Becca e della storia di A.L.I.E. Vedeva, pian piano, lo sguardo della bionda rassegnarsi, come se si aspettasse quelle parole.

<< Mi dispiace Clarke… >> le disse Raven, quando concluse il racconto.

<< Ho sempre saputo di essere diversa…è bello poter darmi una definizione precisa >> sorrise.

<< Tu sai come fare vero? Sai come poter sconfiggere Ontari. >> le chiese, aveva visto lo sguardo di Raven nella tenda.

<< Non ne sono sicura…ma credo di si. E credo che lo sappia anche tu >> disse tristemente.

Clarke sorrise. Si, pensò, aveva capito come fare. Ma a Lexa non sarebbe piaciuto per niente.

<< A Lexa non piacerà per niente >> Raven diede voce ai suoi pensieri.

<< Non c’è bisogno che lei lo sappia adesso >> disse la bionda.

<< Ma… >>

<< Raven....al momento giusto, Lexa avrà tutte le informazioni e allora spetterà a lei, unicamnte a lei, prendere questa decisione >> le spiegò Clarke.

<< È così crudele >> disse Raven.

Clarke le mise una mano sulla spalla.

<< Sono certa che non sarà così…lei ha voi >> disse, con un sorriso.

 

Al momento di ritirarsi per la notte, Lexa aspettò Clarke all’uscita della tenda.

S’incamminarono nel bosco. Indra, appena le vide, voleva fermarle, ma Anya le disse subito:

<< Lasciale andare….hanno bisogno di stare un po’da sole. Torneranno prima dell’alba >>

 

 

Clarke camminava davanti a Lexa, la bruna fissava la sua grande schiena. Si ricordò di quando l’aveva conosciuta, quella stessa schiena, adesso sembrava più piccola, più stanca.

Non si era accorta che Clarke si era voltata e la fissava.

<< Che c’è? >> le chiese.

<< Camminiamo insieme >> le disse, porgendole la mano.

Lexa la prese subito, la sensazione che le trasmetteva il tocco della bionda era subito di sicurezza.

Camminarono per un po’ mano nella mano, in silenzio.

<< Raven ti ha parlato di quello che abbiamo scoperto, vero? >> chiese subito Lexa.

<< Si >>

Lexa si fermò e fece voltare Clarke verso di lei, per guardarla negli occhi.

<< Non c’è bisogno di agitarsi Lexa, sapevo che non ero normale >> disse Clarke cercando di rassicurarla.

<< Sono su questa terra da molto tempo, in realtà credo di averlo sempre saputo, solo che col tempo penso di averlo quasi dimenticato… >> spiegò, con un mezzo sorriso.

Lexa la guardò dritta in quei occhi blu.

<< Per me, sei sempre stata solo e unicamente Clarke >> le disse, prendendole il viso fra le mani.

<< La mia dolce e coraggiosa Clarke >> ripetè, baciandola con passione.

Clarke ricambiò il bacio, stringendo la bruna forte fra le sue braccia.

<< Quando tutto questo sarà finito, torneremo a casa e vivremo felici, per tutto il tempo che ci resta >> disse Lexa, sperando che le sue paure scomparissero.

Clarke sorrise, accarezzandole i capelli.

<< Ai Houmon…Ti amo >> le disse, prima di baciarla ancora una volta.

Quella notte, si amarono così intensamente, che sembrava che i loro cuori, come i loro corpi, si fondessero insieme. Sentendosi al sicuro, felici, come quando correvano insieme nella loro splendida spiaggia. Senza pensare al domani, ma, vivendo solo, quel meraviglioso momento.

 

 

Lexa indossava ancora una volta la sua armatura, erano tutti schierati insieme, come un unico popolo. Al suo fianco Wanheda indossava la sua armatura, la spada di Sha-ri nella sua mano.

Lexa guardò Clarke, con gli altri avevano pianificato di estrarre la fiamma da Ontari e poi gli Skaikru, guidati da Raven avrebbero studiato un modo per neutralizzare A.L.I.E.

Lexa sapeva che era rischioso, se non ci fossero riusciti, senza un Natblida, Clarke non sarebbe sopravvissuta, come stava accadendo in precedenza. Ma vivere anche solo altri momenti, come quello della scorsa notte, era abbastanza. Non sarebbe stata più egoista, il suo unico pensiero, era Clarke. Nient’altro importava, solo la sua bellissima sposa.

<< Uniti!! >> urlò con ardore.

<< Uniti!! >>  ripeterono tutti e, insieme, si scagliarono contro gli avversari. Non c’erano più schieramenti, un unico fronte, composto insdistintamente da Trikru e Skaikru. 

Tutti insieme, si scagliarono in battaglia.

 

Lexa e Clarke riuscirono, grazie agli altri a passare le linee nemiche e ad entrare nella torre. Al loro seguito, agguerrite più che mai, stavano Anya e Octavia.

<< Andate! Ci pensiamo noi a loro >> disse Anya, in direzione degli uomini di Azgeda che controllavano l’ingresso della sala del trono.

Le due annuirono ed entrarono dentro.

Nella stanza c’erano quattro guardie e poi Ontari, che appena le vide urlò:

<< Uccidetele!! >>

Le guardie partirono subito all’attacco, ma in poche mosse, Clarke e Lexa le neutralizzarono.

Col respiro pesante per lo sforzo della battaglia e il viso imbrattato del sangue dei nemici, le due ragazze si fecero avanti.

<< Insieme >> le disse Clarke.

<< Questa volta, l’affronteremo insieme >> continuò voltandosi un attimo verso la sua sposa, che annuì.

 

Una risata agghiacciante riempì tutta la sala. Ontari sguainò la spada.

<< Come osate presentervi qui?? Come osate sfidarmi!! >> urlò, il suo corpo era in preda a degli spasmi, la faccia era contorta dalla collera e il suo respiro non sembrava manco più umano.

<< La Fiamma…la sta uccidendo >> disse Lexa.

Clarke si fece avanti.

<< Ontari, ascoltami! Fatti aiutare da noi, la fiamma ti sta distruggendo dall’interno, è instabile, ti prego….non deve andare per forza in questo modo >> Clarke tentò, come aveva fatto con tantissimi altri Heda prima, come aveva fatto con Tristan tantissime volte.

<< Aiuto?? Non mi serve nessun aiuto! Voi due morirete, vi sventrerò come animali >> disse ridendo.

<< TU!!! >> urlò poi verso Lexa.

<< Sei stata tu!! Tu mi hai portato via il potere! È COLPA TUAAA !!! >> urlò piena di rabbia e si scaraventò sulle due.

La sua spada si scontrò subito con quella di Clarke, che prontamente la fermò. Lexa andò subito in suo aiuto. Le tre iniziarono subito un scontro durissimo. Ontari aveva una forza sovraumana, Clarke stessa faceva fatica.

<< Non riuscirete mai a sconfiggermi!! >> urlò Ontari, colpendo il braccio di Lexa con un fendente.

La bruna cadde all’indietro, ma prima che Ontari potesse colpirla nuovamente, Clarke si scagliò contro di lei. Le due iniziarono un duello all’ultimo sangue.

<< Ti ridurrò in cenere!! Finalmente sarò libera dal tuo controllo!! >> il suono della sua voce non sembrava nemmeno più umano.

Clarke strinse i denti e con una mossa, velocissima, riuscì ad atterrarla. Prese il coltello e le fece un’incisione sulla parte posteriore del collo.

<< Ascende superius >> disse, ma delle scosse elettriche fuoriuscirono del taglio.

Lexa si precipitò ad aiutarla e con la punta del pugnale, riuscì a far uscire il cip, che cadde poco lonatano da loro, a terra, ancora vibrando elettronicamente.

Lexa si precipitò a prenderlo, quando Ontari con un movimento inaspettato si mise in piedi e infilzzò Clarke al petto.

<< Clarkeee!!! >> urlò Lexa.

La bionda afferrò Ontari per il braccio e la bloccò, imprigionandola tra le sue braccia.

<< Fallo Lexa!! >> urlò la bionda, guardandola negli occhi.

Lexa era impientrita.

<< Nooo!! >> ulrò Ontari cercando di divincolarsi.

<< Fallo!! >> le urlò nuovamente la bionda.

Lexa scuoteva la testa, nel suo viso la disperazione e l’indecisione.

Clarke la guardò, i suoi occhi blu erano calmi e rassicuranti. Annuì sorridendole.

E in quel momento, Lexa prese la sua decisione.

Con forza, colpì il cip con la sua spada. L’impatto fu talmente forte, che ci fu un esplosione.

Lexa caddè all’indietro, poi il silenzio.

 

Sentì Clarke cadere in ginocchio, aprì gli occhi e la vide sfilarsi la spada dal petto, tossì sangue.

<< C-Clarke…CLARKE!! >> urlò, correndo, disperata verso di lei. Andò subito al suo fianco, abbracciandola.

<< L-Lexa…. >> sussurrò la bionda, la bocca le si rigò di sangue.

<< No, no, no! Guardami! Clarke guardami >> le disse frenetica, le controllò la ferita, stava perdendo molto sangue.

<< Vedrai che adesso passerà, ok? Passa sempre >> le disse, premendo sulla ferita.

<< AIUTO!! >> urlò, disperata.

<< Le…Lexa >> la chiamò ancora Clarke. Lexa la guardò negli occhi.

<< Ci sei…ci sei riuscita >> disse la bionda, sorridendole.

<< Ti…Titus aveva ragione…eri tu, sei sempre stata tu >> disse con fatica, bloccata dai colpi di tosse.

<< Andrà tutto bene mi senti, starai bene >> continuava Lexa, vide Anya e Octavia comparire alla porta.

<< Octavia chiama Niko, presto!! >> urlò Anya, precipitandosi dalle due, appena vide il cip distrutto a terra, si mise una mano in faccia. Adesso sapeva che non c’era più nulla da fare.

<< Adesso arriverà Niko e ti guarirà ok? Starai bene >> le disse, sistemandola bene tra le sue braccia.

<< Ho…ho sempre saputo che ci saresti…ri..riuscita >> disse la bionda guardandola.

<< Sei l’Heda che ho sempre aspettato, de…desiderato…gra…grazie, per avermi liberata >> gli occhi di Anya si riempirono di lacrime. Lexa le accarezzò il viso, anche lei stava piangendo.

<< Non dire così ok? Abbiamo tempo…abbiamo ancora tempo >>

La mano tremante di Clarke le accarezzò lievemente il viso.

<< Ai …Ai Houmon, gr…grazie per avermi amato >> sussurrò.

<< Clarke! Clarke! Guardami! Non abbiamo ancora finito io e te ok? Resisti! Dobbiamo tornare a casa ricordi? Nella nostra casa, in riva al mare, nella nostra bellissima spiaggia…do..dove tu mi porterai sempre dei fiori diversi e io indosserò quel vestito che ti piace tanto….resisti ok…perché dobbiamo andare a casa! >> disse singhiozzando.

Il corpo di Clarke piano piano iniziò a svanire, sembrava che stesse bruciando dall’interno, stava diventando cenere.

<< Ca…sa >> sussurrò la bionda, con un sorriso.

<< NO! A…aspetta! ASPETTA!! CLARKE!! CLARKEE!! >> Lexa osservava impietrita il corpo della sua Clarke svanire. Frammento, dopo frammento, volare via…fino a quando non rimase nulla.

Octavia arrivò in quel momento con Niko, i due rimasero contriti.

Lexa era inginocchiata a terra, gli occhi spalancati e impietriti fissavano il nulla.

<< AAAHHHHHHHHHHHH!!!!! >> la bruna urlò talmente forte, che tutti udirono quel suono straziante.

Si buttò a terra, piegata dal dolore, non riusciva più a respirare.

Anya si precipitò subito al suo fianco, abbracciandola.

<< NOOOOO!! >> urlò ancora la bruna, disperata.

Anya la teneva fra le braccia, cercando di sorreggerla, quando per un attimo alzò lo sguardo e rimase pietrificata da quello che vide.

<< Le…Lexa, guarda… >> disse, spaventata.

Quando Lexa alzò lo sguardo, davanti a lei vide un sacco di ombre, prima indistinte e poi sempre piu nitide. Lexa spalancò gli occhi sorpresa.

Davanti a lei, un ragazzo. Alto, con i capelli neri e gli occhi grigi.

<< Tristan… >>

Heda, pensò. Tutti gli Heda erano lì, in quel momento.

Tristan le sorrise e poi inchinò la testa. Tutti gli Heda, la salutarono con rispetto. E lì Lexa capì. Erano liberi, adesso potevano riposare in pace. Quegli spettri, che torturavano e seguivano sempre Clarke…adesso potevano riposare.

In un attimo scomparvero.

<< Heda >> disse Anya, guardandola negli occhi.

Lexa ricambiò il suo sguardo, le lacrime le rigarono il viso e si accasciò sopra il suo mentore.

 

 

Tempo dopo…

 

Dopo quel giorno, molte cose cambiarono. Polis, distrutta da quella guerra, ritornò pian piano la città rigogliosa di un tempo. Tutto venne ricostruito e vennero messe le fondamente per Arcadia, la nuova città degli Skykru. Lexa riunì i capi di tutti i clan e lasciò loro la decisione sul da farsi.

Tutti erano d’accordo. Non più clan divisi, ma un unico popolo governato dalla loro Heda. Tutti s’inchinarono davanti a Lexa, non per dovere o per costrizione, ma per scelta. Tutti volevano lei al comando.

Octavia diede alla luce un bellissimo bambino, Clarke. Lexa sorrise, quando Lincoln le chiese il permesso.

<< Come me, lei ne sarebbe onorata >> gli rispose, con un sorriso.

 

Anya e Raven stavano insieme a Polis, Lexa era felice per il suo mentore. Tutto stava tornando alla normalità…niente più fiamma, niente più Natblida, niente più guerre. Azgeda aveva capitolato, dimostrandosi un popolo fedele. Finalmente si respirava aria di pace.

 

Lexa guardava il panorama, seduta sulla soglia della sua finestra. Nella sua veste nera da notte, la sua mano accarezzava il suo ciondolo blu. Blu come i suoi occhi. Subito dopo quel giorno, aveva provato rabbia verso la bionda. Pensava di poter avere più tempo, invece si era sbagliata. Come al solito, Clarke aveva un piano tutto suo. Ora sorrise, tristemente. Il vuoto che sentiva era qualcosa che la divorava. Amava così tanto Clarke che il pensiero di non averla più con sé, di non vedere più il suo sorriso, di non sentire più il suono della sua voce….pensava d’impazzire.

Chiuse gli occhi e le vide, quelle due pozze blu, così calde e intense.

<<  Mi manchi… Ai Houmon >> .

Note dell'Autrice: Salve a tutti, carissimi lettori e lettrici! Esatto, sono io! Non sono scomparsa, anche se vi ho dato modo da dubitare!! Sorry! Non mi dilungherò tantissimo. Finalmente ecco l'ultimo capitolo di questa storia, il prossimo sarà l'Epilogo. Spero che questa conclusione vi sia piaciuta, quanto è piaciuta a me scriverla. Mi auguro che, nonostante il brutto periodo che tutto il mondo stia vivendo in questo momento, voi e tutti i vostri cari stiate bene!
Coraggio a tutti/e!! Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate! ( Anche se so di non meritarlo! Visto il mostruoso ritardo! ).

Grazie ancora per il vostro supporto e per la pazienza immensa!
Spero alla prossima!

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Capitolo 34
*** Epilogo. ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Epilogo
.

 

 

<< Mamma! Mamma! Mi hai vista?? >> Madi si girò, chiamandola con entusiasmo.

<< Sei bravissima >> le rispose Lexa, per poi vedere sua figlia cadere sotto lo sguardo severo di Octavia.

<< Regola numero tre: mai dare le spalle al nemico! >>

<< Non era la seconda quella? >> chiese la ragazzina, massaggiandosi il fondoshiena.

<< In piedi e fai attenzione! >> la rimproverò nuovamente Octavia.

 

Lexa si voltò, sentendo la risata di Anya.

<< Octavia potrebbe essere peggio di me >>

Lexa rise:

<< Non credo ci sia qualcuno peggiore di te, ricordo ancora i miei muscoli doloranti per colpa tua >>

<< Si e guarda come sei venuta bene >> le rispose l’amica ridendo.

Lexa fissava sua figlia, ricordava ancora il giorno in cui la incontrò, nei boschi. Rannicchiata in un buco:

<< Ehi…va tutto bene >> le disse, avvicinandosi.

Le tese la mano:

<< Non aver paura >> i loro occhi s’incrociarono e subito sentirono un legame tra loro.

Lexa la prese in braccio.

<< Tranquilla, sei al sicuro con me…nessuno ti farà del male >>.

Quando la portò a Polis e scoprì che era una Natblida, l’unica rimasta, rimase incredula. Tutti dicevano che fosse un segno, ma Lexa non voleva addossare nessun peso a quella bambina. E comunque, ormai non esissteva più nessuna Fiamma, nessun cip.

L’allevò come sua, come aveva fatto Clarke con Titus. Grazie a Madi il suo cuore iniziò a battere nuovamente.

<< La bionda sarebbe orgogliosa di te >> disse Anya, guardando la sua Heda.

<< Sarebbe stata una bravissima mamma >> disse Lexa, guardando la sua Madi che si esercitava con il bastone.

<< Beh alla scimmietta sarabbe piaciuta subito….non fa altro che parlare delle gesta della grande Wanheda >> disse Anya, alzando gli occhi al cielo, ricordando quante volte ascoltava quelle storie, ora completamente diverse dalle precedenti. Nessuna oscurità, nessun terrore scaturiva da quel nome. Solo coraggio, altruismo, amicizia e amore.

<< Alcune leggende vanno la pena di essere raccontate, specialmente se sono vere…non pensi? >> le chiese Lexa, continuando a guardare la sua nuova famiglia.

 

 

 

 

Lexa aprì gli occhi.

Cercò di ricordare…ieri sera si era addormentata presto, Madi al suo fianco, che l’aiutava a coricarsi. Ormai i suoi inverni si erano accumulati, uno dopo l’altro.

 Si guardò intorno, non era a Polis. Che strano, pensò. Iniziò a camminare, non sapeva dove fosse o dove stesse andando esattamente, era come se una forza invisibile la guidasse.

 

Sentì il rumore delle onde, in lontananza…l’odore del mare. Quell’odore era così familiare…

Apparteneva ad un ricordo, forse.

Camminò, finchè davanti a lei comparve la figura di una casa…aveva qualcosa di familiare, le assi di legno spesso, il tetto di palme e tegole.

Dove si trovava?  Cos’era questo posto così familiare?

<< Ciao >>

Quella voce. Lexa si voltò, si coprì gli occhi accecati dalla luce del sole. E poi, la vide.

Gli occhi di Lexa misero a fuoco: le spalle grandi, quei capelli mossi e biondi, che splendevano al sole….quegli occhi….quegli occhi blu.

Le si avvicinò. Il suo volto era perfetto, nessuna cicatrice.

<< Ti stavo aspettando >> le disse, con quella voce…la sua voce.

<< Clarke >> appena Lexa parlò, capì che era la sua voce, quella di tanto tempo fa.

La bionda le si avvicinò, le accarezzò il viso. Gli occhi verdi di Lexa si riempirono di lacrime. Se sapesse, pensò, se sapesse quanto mi era mancata.

<< Sono a casa >> le disse Lexa, lacrime di felicità le bagnavano il viso.

<< Bentornata….. Ai Houmon >> sussurrò Clarke, prima di baciarla. E mentre Lexa, riassaporava le dolci labbra della sua sposa, pensò che non era mai stata più felice e a casa, che fra le braccia del suo Amore.

 

 


Note dell'Autrice: Salve a tutti, carissimi lettori e lettrici! Con  questo siamo giunti alla fine di questo viaggio. Spero che questa conclusione vi sia piaciuta. Vi ringrazio per aver speso anche cinque minuti del vostro tempo per leggere questa storia! 

Grazie ancora! 

Spero alla prossima! Chissà, con nuove avventure!

 

 

 

 

 

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