"Severus,
lasciali perdere! Non riesco a capire come quei quattro possano trarre
gusto
dal vederti soffrire. Tu non riusciresti mai a far soffrire nessuno!".
"Grazie, Lily" rispose Severus, sentendo crescere in sè il
desiderio
di essere come la sua amica lo vedeva.
Punto e accapo. Ancora una
volta tutto sembrava ricominciare
dal principio. Ma questa volta era diverso. Da ragazzo, lui, non aveva
un passato
terribile alle spalle, non aveva niente da recriminarsi, ora
invece… . Severus
si alzò dal letto e mettendosi
addosso la vestaglia raggiunse il camino della sua camera, per sbucare
nell’ufficio di Silente grazie a un po’ di polvere
volante.
Il preside diede
un’occhiata all’orologio sulla scrivania,
poi rivolgendosi a Severus disse: “Sono le cinque del
mattino, Severus! Già in
piedi?”.
Il professore non aveva
voglia di essere pungente e,
lasciandosi cadere su una sedia, cominciò: “ Come
posso essere sicuro che
questa volta non farò errori?”.
“Scusa?”
domandò Silente “Di che cosa parli?”.
“Di cosa parlo?
Parlo di Harry! Di cosa altrimenti?” rispose
con amarezza.
“Ragazzo mio,
non mi pare che abbia commesso degli errori
con Harry. Lui ti vuole bene e ha
fiducia in te!”.
“Perché
non sa chi sono!” rispose il professore.
“Ti sbagli, lui
ti vuole bene perché sa chi sei”.
Severus sollevò
lo sguardo: “E me ne vorrebbe se sapesse chi
sono stato?”.
“Perché
dovrebbe saperlo?” domandò spensieratamente il
preside.
“Albus, non
prenderti gioco di me! Sai bene anche tu che
prima o poi, in un modo o nell’altro, lo verrà a
sapere!”.
“Allora il
problema non è Harry, ma Lily!”
constatò Silente.
“Ti rendi conto
che io sono stato la causa della morte dei
genitori di Harry?” domandò con rabbia e dolore il
professore.
“Se è per questo sei stato anche la causa della morte dei
McNomm, dei Surmes,
dei… “.
Severus si
sollevò di scatto e urlò: “Non
è assolutamente
vero! Lo sai anche tu che non è vero! Voldemort era deciso
ad ucciderli perché
loro stavano organizzando la resistenza nel Galles! Lo sai anche tu che
nessuno
era in grado di fermare Voldemort, li avrebbe raggiunti
ovunque!”.
“Esatto,
Severus! Nessuno avrebbe potuto fermare Voldemort!
Avrebbe raggiunto ovunque i McNomm, i Surmes e anche i
Potter” rispose con
pacatezza e amore Silente.
Severus si
bloccò e per la prima volta nella sua vita disse:
“Forse hai ragione. Ma la profezia… “.
“Se non gliela
avessi riferita tu, lo avrebbe fatto qualcun
altro. Forse avrebbe rapito la Cooman e gliela avrebbe estorta. Come
sai, non
gli mancavano i mezzi per
farlo”
continuò Silente.
“Io avrei dovuto
ascoltare Lily, non sarei dovuto diventare
un Mangiamorte!” disse Severus “Non sono riuscito a
essere ciò che lei
desiderava, e non potrò mai essere ciò che Harry
vorrebbe! Un uomo buono che
non farebbe mai del male a nessuno!”.
“Severus basta!
Non puoi continuare a tormentarti in questo
modo. Tu sei già ciò che Harry vuole, non provi
piacere nel vedere soffrire gli
altri, e se anche ne hai provato in vita tua ora sei un uomo diverso!
Lily era
dalla parte giusta ma ciò non vuol dire che il suo
comportamento fosse sempre
giusto. Tu più di chiunque altro dovresti sapere che il
mondo non è diviso in
bene e male ma che ci sono tante vie di mezzo!”.
Il professore era pronto a
ribattere ma una musica si diffuse
nell’aria.
“Harry sta
bussando alla porta del mio appartamento. Ti devo
lasciare Albus”.
“Non
c’è problema, Severus e
ricordati che quando hai bisogno, io sono sempre qui” rispose
il preside che
lesse un sentimento di gratitudine negli occhi del suo giovane amico.
Severus si
ritrovò nella sua camera, corse in fretta verso
la porta d’ingresso e aprì giusto in tempo per
vedere Harry andarsene. Subito
lo richiamò: “Harry! Harry, aspetta!”.
Il bambino si
voltò e disse: “Scusa, non volevo disturbarti.
Mi sono svegliato e non riesco più ad addormentarmi. Mi
dispiace, ti ho
svegliato?”.
“No, non mi hai
svegliato e soprattutto non mi hai
disturbato. Vieni, entra dentro!” rispose l’uomo.
Harry, scalzo e con solo
il suo pigiama addosso, raggiunse
frettolosamente il professore per entrare nel suo appartamento. “Come mai non
hai le ciabatte?” chiese
Severus.
Harry si
dondolò sui piedi nudi, e a voce bassa disse: “Zio
Vernon non vuole che usi le ciabatte, solo gli zoccoli di legno oppure
le
scarpe vecchie di Dudley!”.
Severus rimase stupito:
“Ti ricordi che qui sei ad Hogwarts,
vero?”.
“Hai
ragione!” disse sconsolato il bambino “Mi sono
dimenticato, sai… “.
“Che cosa,
Harry? Cosa dovrei sapere” .
“Niente!
Sai… in quella camera c’era tanto freddo come nel
sottoscala della mia vecchia casa!”.
Miseria! Severus e Silente
non avevano pensato che nei
sotterranei ci potesse essere troppo freddo per Harry ed evidentemente
il
bambino si era svegliato proprio perché la temperatura non
era confortevole, e
ciò lo dimostravano i suoi piedi bianchissimi tendenti al
violaceo.
Il professore prese il
bambino e lo avvicinò al camino dove,
con un colpo di bacchetta, fece comparire le fiamme. Harry sorrise e
Severus
fece comparire delle morbide pantofole ai piedi del piccolo.
Una
volta riscaldato, Harry si
riaddormentò e Severus dopo averlo avvolto in una coperta lo
distese sul
divano.
Erano
le nove quando
il professore svegliò Harry.
“Dai, maghetto!
E’ ora di alzarsi dobbiamo andare a fare
compere!”.
In breve Harry si
alzò, andò nella sua camera, si lavò,
si
vestì e si ripresentò alla porta di Severus che
fu molto soddisfatto nel vedere
il bambino già preparato.
Andarono a Diagon Alley e
comprarono la bacchetta da
Olivander. Severus spiegò che la bacchetta non era un
giocattolo, ma un potente
strumento che ogni mago possedeva e con il quale si potevano porre in
essere
dalle magie più semplici a quelle più complesse.
I maghi non se ne
dovevano mai separare
perché
tutte le magie, anche quelle non verbali, non potevano funzionare senza
di
essa.
Harry teneva stretta la
sua bacchetta nella mano e la
guardava affascinato, avrebbe voluto esercitarsi un po’ con
il suo
amico-professore ma Severus alle undici aveva lezione e
perciò lo lasciò nel
cortile della scuola e gli disse: “Puoi esercitarti qui
all’aperto. Punta la
bacchetta in aria e dì –Alohomora- stasera
proverai con le porte della tua
camera e del mio appartamento”.
Il bambino
salutò il professore e una volta che questo fu
entrato nel castello, cominciò a muovere la bacchetta e a
gridare
l’incantesimo. Era divertente, però non succedeva
niente! Ovvio, non c’erano
porte!
Allora Harry si
ricordò la strada che portava alla capanna
di Hagrid e, una volta raggiunta, gridò:
“Alohomora!” . La porta si aprì,
facendo sobbalzare Hagrid e Thor. Harry cominciò a ridere e
scappò via, entrò
nel castello e sempre ridendo corse lungo i corridoi lanciando
l’Alohomora a
tutte le porte che incontrava.
Il rumore delle porte che
si spalancavano dell’aula di
Trasfigurazione, di Rune Antiche, di Erbologia e di Pozioni si
propagò nel
castello con uno strano effetto ad “eco”.
E mentre il professore di
Pozioni diventava livido in volto
e Harry rideva nei corridoi, due ragazzi Grifondoro pensarono di aver
trovato
un “potenziale” grande amico.
Eccomi col terzo capitolo.
Scrivere questa ff è più
difficile del solito perché voglio
spiegare tutto per bene e non saltare neanche uno dei punti che ho
nella mia
testa, e che per essere sicura di ricordare dovrei appuntare su un
foglietto!
1° Severus non
è il diretto responsabile della morte di Lily
2° Lily era dalla
parte giusta, ma ciò non significa che si
sia comportata in modo giusto con tutti in ogni momento della sua vita
3° Non bisogna
vivere sperando di essere ciò che gli altri
vogliono che noi diventiamo, ma essendo ciò che vogliamo
essere.
A tal proposito vi
lasciò qui una breve frase di un autore
di cui non ricordo il nome. Io l’avevo scritta su un
cartoncino e appesa al
muro della mia camera quando ero adolescente. “Io sono io e
tu sei tu. Non sono
al mondo per soddisfare le tue aspettative e tu non sei al mondo per
soddisfare
le mie. Io sono io e tu sei tu, e se il destino ci fa incontrare
è una cosa
meravigliosa!”.
Adesso passiamo a noi!
Pervinca Potter: Grazie
per la fiducia. Credo che non avrai
problemi a identificare i due Grifondoro di cui parlo.
PAMPAM: Silente
è invadente perché cerca di essere presente
e fare del bene, sa che ha molto da farsi perdonare.
kamy: Harry ha paura un
po’ di tutti, ma avrà modo di
accorgersi che al mondo ci sono tante persone buone. Inoltre
più che da un
ragionamento razionale, è mosso dall’istinto di
sopravvivenza che ha sviluppato
dai Dursdley.
Shiho93: sono felice di
ritrovarti qui. Spero che la storia
non ti deluda. Fammi sapere
LMP. Grazie! Molti pensano
che il mio stile non vada bene
per un pubblico adulto (e comunque io preferisco scrivere per i giovani
e
giovanissimi) ma io penso che ci sia bisogno di naturalezza e
spontaneità e che
la semplicità di linguaggio sia il modo migliore per
spiegare le grandi verità.
Sssweety: Non potevo
negare ad Harry una bacchetta, non
tanto per quello che succederà nei prossimi capitoli quanto
per quello che
accadrà molto più avanti..
Malfoina89:
Si! Il mio Severus è tragicamente buono e
dolce, molto OOC! Sono felice che tu l’apprezzi. Fammi sapere
se ti piace come
la storia si sta sviluppando. Baci. Scusa ma non so perchè
la risposta alla tua recensione abbia un "carattere" diverso dal resto
del testo. Il pc è impazzito!
chiaramalfoypotter: stesso problema di "carattere" . Sorry. Sono
felicissima di ritrovarti. Grazie per aver definito le mie idee
"ottime". Posso correre spedita verso il prossimo capitolo...
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