Letter To You

di FunnyYoungMe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Letter To You ***
Capitolo 2: *** Here I Am ***
Capitolo 3: *** Rised ***
Capitolo 4: *** Join hands with me ***
Capitolo 5: *** Let's start again ***



Capitolo 1
*** Letter To You ***


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Seoul, 20 Novembre 2015

 

Solo. È la prima parola che mi viene in mente ora. Potrò anche essere attorniato da tante persone, parenti, amici, colleghi… ma nessuno di loro è te.

È strano come noi due, così diversi in tutto, siamo diventati amici in poco tempo, la musica come intermediaria. Ricordo che per puro caso, una sera in un bar, scoprimmo che ascoltavamo la stessa musica e da lì in poi, ogni volta che ci incontravamo era un continuo scambiarci informazioni sull'ultimo album che Tizio aveva pubblicato e l'ultima canzone live che Caio aveva cantato.

Lo sai, non sono bravo con le parole. Sono una persona piuttosto taciturna, timida, che aspetta sempre che gli altri facciano il primo passo. Tu non sei affatto così. Sei l'opposto. Sei vivace, estroverso, dici quello che ti passa per la testa.

Come abbiamo fatto a distanziarci così tanto in poco tempo? Posso incolpare il mio lavoro, ma non è quello. Posso dire che sei tu che ti stai facendo strada nel mondo degli “adulti”. Posso inventarmi qualunque scusa, ma niente potrà far tornare le cose a come erano prima che tu terminassi gli studi.

È ironico come una volta volessi stare sempre con te, anche se non lo davo a vedere, e ora mi senta a disagio, come se non mi sentissi più parte del tuo mondo. Qualche giorno fa stavo aspettando l'autobus e ti ho visto arrivare da lontano. Volevo avvicinarmi, ma appena ho visto che eri accompagnato da dei ragazzi, ho provato una sensazione sgradevole allo stomaco. Forse gelosia? Sono tornato a casa e mi sono dato per malato a lavoro; in realtà ero in camera, con le tende tirate, che mi autocommiseravo. Patetico, vero?

Questa situazione non mi aiuta molto, soprattutto se ci aggiungo il fatto che comincio a dubitare del mio lavoro e della direzione che la mia vita sta prendendo. Come si fa ad avere delle crisi esistenziali a 26 anni? Capisco uno di 22 anni, come te, che non sa cosa fare nella vita, o gli uomini di mezza età che entrano in conflitto con sé stessi e pongono in dubbio tutta la loro esistenza. Ma io? Ho 26 anni, migliaia di porte da spalancare e scoprire cosa celano, e cosa faccio? Mi nascondo nella mia “tana”, pensando che basterà a risolvere tutto.

Ma in tutto ciò, perché mi sento solo, vuoto? Ti starai domandando: “Be’, gli altri tuoi amici?” Ed è questo il punto. Non sei mio amico. Sei la mia metà. Io sono quello per il quale la serietà e la puntigliosità sono tratti importanti, tu sei quello che ritiene che si debba prendere la vita con il sorriso sulle labbra e che si dovrebbe allentare la presa ogni tanto. Sono pessimista, negativo, misantropo e cinico; tu l'opposto.

Tu ti sei reso conto dello stato in cui mi trovo e cerchi di farmi parlare, di aprirmi a te, ma non ce la faccio. Nonostante i tuoi sforzi, mi sento sempre più solo, inutile nella tua vita.

Credo sia questo il capolinea della nostra amicizia. Sì, saremo sempre amici, o almeno spero, ma non saremo più quelli che condividono qualunque cosa, che si sentono a tutte le ore del giorno e a cui piace prendersi in giro a vicenda, sapendo che quello che si dice non è vero.

È questo il nostro addio, Kyuhyun? Mi fa male anche solo scrivere queste parole. La voglia di piangere è tanta, ma mi ripeto che è per il bene di entrambi, in primis il mio. Altrimenti, io rimarrò per sempre bloccato in questo cerchio di autocommiserazione e odio verso me stesso.

Spero che quando leggerai questo tu abbia trovato il tuo cammino. Il mio, per ora, è andare via, in un altro paese. Sono un codardo per non avertelo detto subito, ma sapevo avresti cercato di fermarmi.

Kyuhyun, sii felice. Goditi la vita e divertiti, incontra tanta gente. Se mai dovessi aver bisogno di aiuto, io ci sarò sempre per te, d'accordo?

Grazie per avermi fatto sperimentare la vera amicizia, e per avermi insegnato che non è un problema mostrare il proprio affetto verso gli altri.

 

Con affetto,

Tuo Jongwoon


Accetto suggerimenti, correzioni e quello che volete, anche se volete dirmi di continuarla, magari con la risposta di Kyuhyun, o se volete dirmi di far succedere qualcosa tra loro e che diventino più che amici. Insomma, sono aperta a qualunque tipo di suggerimento. Ho scritto questa ff ieri sera, quindi potrebbero anche esserci degli errori. Questa è la mia prima angst e mentirei se dicessi che non mi piace. L'ho adorata dalla prima parola.  Risultati immagini per letter

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Capitolo 2
*** Here I Am ***


Seoul, 25 novembre 2015

 

Te ne sei andato per davvero. Ieri sono andato a casa tua, visto che non rispondevi più ai miei messaggi e alle mie chiamate, e tua madre mi ha detto che eri partito, per dove non si sa, e che mi avevi lasciato una lettera. Una lettera! Rimbambito che non sei altro, chi scrive lettere di questi tempi? Tu e il tuo strano lato romantico che si fa presente quando meno me lo aspetto. Credi basti solo quello ad acquietare il mio cuore?

Perché non ti sei aperto con me quando parlavamo? Lo so che ti trattenevi dal raccontarmi tutto solo per il periodaccio che stavo attraversando, ma almeno qualcosina potevi dirmelo! Invece no. Ti sei tenuto dentro tutte le tue paure ed insicurezze, lasciando che ti facessero cadere nel baratro di solitudine che tanto stai odiando. Ai miei “come va?” rispondevi sempre “bene”, e quando insistevo per saperne di più, tu dicevi “non ora”. Tu ti sarai sentito solo, ma io mi sono sentito ignorato.

È vero, sono cambiato, come dici tu, ma non vuol dire che sia stato in negativo. Non mi hai dato neanche l'opportunità di farti conoscere il nuovo me! So che hai paura, l'ho visto nei tuoi occhi le poche volte che riuscivamo a vederci. Ma come potevo aiutare te, se io stesso faticavo a tenere insieme i miei pezzi?

Credi non abbia notato come ti trattenevi quando eravamo insieme? Come non parlassi direttamente a me, ma parlassi agli altri? Perché hai così tanta paura? Cos'è che ti frena dall'accettare tutto ciò? Mi piacerebbe tanto tu fossi qua, così potrei abbracciarti e coccolarti, facendoti provare quanto tu valga per me.

Come puoi pretendere che rimaniamo amici, se poi tu sparisci, lasciandomi un misero pezzo di carta dove accenni ma non spieghi nulla? Perché sì, hai fatto quello per me. Tutto ciò che provi è ancora custodito nel tuo cuore e, ancora una volta, lo hai chiuso con una doppia mandata. Quando mi reputerai degno di aprirlo e vedere tutte le tue sofferenze?

Ti prego Jongwoon, torna. Io ti aspetto e non smetterò mai di farlo. La lettera la lascerò a tua madre, nella speranza che tu la chiami e le dia un indirizzo, cosicché te la invii.

Sarai sempre il mio migliore amico, testone.

 

Tua spalla destra,

 

Kyuhyun

 

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Capitolo 3
*** Rised ***


Un posto, 30 novembre 2015

 

C'è un limite alla scemenza umana? O anche solo alla tua, per dire… Tu credi mi diverta sparire dalla circolazione? Che mi piaccia allontanarmi dalla mia famiglia, dai miei amici… da te? Hai una vaga idea di quanto mi senta uno schifo in questo momento? Se ce l'hai, cosa di cui dubito altamente, allora per favore, smettila. Di fare cosa, ti chiederai. Be’, piantala di fare l’amicone quando capita perché mi ferisci ulteriormente; dacci un taglio con le tue effusioni d'affetto nei miei confronti perché allargano la mia ferita; poni fine ai vezzeggiativi che mi rivolgi perché mi fanno sentire preso in giro.

Non mi sono mai lamentato di quello che possedevo: una famiglia che mi ama nonostante le nostre divergenze, degli amici che mi accettano per quello che sono. Ma adesso non è più così. La nostra amicizia, ultimamente, mi stava logorando, spezzando il cuore in tanti piccoli frammenti, e non potevo continuare con la farsa.

D'accordo, lo ammetto, sono io che non ha cercato di contattarti, è colpa mia se non ci vedevamo più spesso. Ma tutto ciò lo devo al fatto che stavo già male. Tutta questa storia è cominciata qualche mese fa, nel periodo in cui eri tu che avevi bisogno di aiuto. In quel momento mi sono accorto di non essere nessuno. Non potevo farti ridere, eri apatico, eri triste, e io? Io ti ero vicino come potevo, facendoti qualche sorpresa, dandoti dei regalini. È ironico perché ora non so neanche cosa ci hai fatto con l'agenda che tanto volevi e che ti ho preso. Sono venuto anche a casa tua! Ma non è servito. Mi sono sentito messo da parte.

Poi, dopo aver preso una decisione che ha dato una svolta definitiva alla tua vita, hai ripreso a cercarmi. Intendiamoci, apprezzo il fatto che tu, quando mi vedevi nel nostro solito bar, ti avvicinassi per stare con me, ma anche solo sentirmi per telefono mi sarebbe bastato, anche perché il mio crollo era già cominciato. Dopo un po' di tempo, abbiamo ripreso a scriverci, anzi, rettifico: ho ripreso a scriverti. Tu non scrivevi più e io, chiuso nel mio dolore, evitavo di farlo, almeno non tutti i giorni.

Sai cosa mi distrugge di più? È che io potevo dire di tutto in modo velato, piangere di nascosto… e tu non hai mai chiesto niente. Perdinci, ho 26 anni e mi ritrovo nello stato mentale di una ragazzina in piena adolescenza, alle prese con le prime cotte!

Kyuhyun, io ti voglio un bene dell'anima, lo sai. Non sarò la persona più espansiva nell'universo, o quella più affettiva, ma con te lo ero. Non hai idea di quanto tu mi abbia cambiato. Lo sai che sono così emotivo perché tu mi hai insegnato che non si può essere sempre stoici? Lo sai che ho riso di più con te, che durante la mia adolescenza? Oserei dire che ti voglio più che bene, che ti amo… Ma se davvero fosse così, preferirei dirtelo di persona. Mi rifiuterai, ma almeno sarò capace di accettarlo.

La mia decisione di andare via potrà esserti sembrata troppo estrema, addirittura una dimostrazione di codardia, ma avevo bisogno di un ambiente nuovo e tu sai quanto io adori viaggiare, quanto mi piacerebbe utilizzare le lingue che ho imparato a scuola.

Kyuhyun, ricordati che nella vita si può soffrire per tante ragioni. Ma è importante sapere che il dolore si supera con qualunque mezzo che il nostro cuore reputa necessario. Per me è stato andare via. Per te? Cos'è che vorresti fare di fronte alla perdita di un'amicizia solida come la nostra? Sappi comunque una cosa: cadiamo tante volte, ma ci rialziamo altrettante volte.

 

Un abbraccio,

 

Jongwoon
 

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Capitolo 4
*** Join hands with me ***


Seoul, 5 dicembre 2015
 
Certo che sei pesante, lo sai? Ed è inutile che scrivi “un posto” se tanto poi sulla busta viene indicata la città dalla quale scrivi. Bucheon, eh? Dove, di preciso? No perché, avrei una grandissima voglia di venire da te e darti qualche schiaffo.

1)Ma che cavolo ti salta in testa di scrivere una quasi dichiarazione?
2)Smettila di frignare e torna a casa.

Premesso che non sono un tizio romantico… Mi sarei aspettato una dichiarazione stile film americano, io che sto per lasciare il paese e tu che mi raggiungi in aeroporto, gridando il tuo amore eterno per me davanti al gate d'imbarco. Diabetico, ma dolcissimo. Che poi, cosa dici che ti rifiuterei? Hai per caso un qualche aggeggio per cui riesci a leggere all'interno dei cuori della gente? Ma dico io… Sai come puoi scoprire cosa ti risponderei? Tornando a casa e portandomi fuori. Poi il continuo della serata sta alla tua mente malata (sì, hai qualche problema, visto quello che pensi di te) da sviluppare. Potremmo finire insieme, come potremmo allontanarci. È una tua scelta.

E ora, passiamo ad altro, prima che ti insulti pesantemente. Non capisco perché hai detto di essere andato via dal Paese, se tanto sei a Bucheon… Potevi semplicemente dire che volevi stare da solo, senza per forza provocare un attacco di cuore a tuo madre che si è preoccupata come non mai. Capisco non volessi vedermi, ma per risolvere i problemi, c'è prima da parlarne.

Lo so che non sono stato molto presente nella tua vita ultimamente, ma non ho mai smesso di pensare a come tu stessi. Che non ti cercassi, è un altro discorso. So che tu preferisci stare da solo, sbollire la rabbia con le tue sole forze; infatti, raramente chiedi aiuto agli altri. È per questo che non sono intervenuto subito, ma se avessi saputo ciò che covavi nel cuore, allora mi sarei fatto in quattro più del dovuto per parlarti.

Tu non sai di essere una persona meravigliosa. Sai prenderti cura delle persone, governare una casa, lavorare sodo per quello che desideri, farti strada nel cuore delle persone. Non fai schifo, non sei strano: sei Jongwoon, unico nella tua specie e speciale per molti. Ed è questo che mi ha colpito dalla prima volta che ti ho visto. Sì, te ne stavi per conto tuo in quel bar, ma quando mi sono avvicinato a te, mi hai aperto il tuo cuore, se non tutto in gran parte. Eri sincero, diretto, rispondevi alle mie dimostrazioni d'affetto e sorridevi più spesso.

Forse non ti piace il cambiamento, ma prima o poi nella vita c'è da affrontarlo. Non rimarremo sempre dei ragazzini spensierati: la vita bussa alla porta, e noi dobbiamo aprirle prima o poi, sennò resteremo chiusi in casa per sempre. Se hai paura di quello che verrà, prendimi per mano e affrontiamo insieme l'incognita del nostro futuro. In due si lavora meglio che in uno col cuore spezzato, non credi?

Ovvio, non tutti i problemi si risolveranno all'istante, non comincerai a pensare positivo da quando leggerai questa lettera, ma piano piano, al mio fianco, troverai la forza per affrontare le tue paure. Non tenere sulle tue spalle tutto questo peso che ti opprime: condividilo.

È per questo che ti ho detto di asciugarti le lacrime e tornare a casa. Perché non sarai solo ad affrontare ciò che ti spaventa. Se non ti starà bene una cosa, dimmela. Farò il possibile perché tu ti senta a tuo agio con qualunque situazione sgradevole ti metta con le spalle contro il muro.

Tu credi in me? Perché io assolutamente credo in te. E in noi. Te lo chiedo ancora: torna a casa. Ti starò aspettando.
 
Con affetto,
 
Kyuhyun romanticone
 
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Capitolo 5
*** Let's start again ***



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Jongwoon lesse più volte la lettera che gli era appena arrivata da Seoul, direttamente dalla casa di Kyuhyun, a quanto pareva.

Quella mattina, prima di trovare la busta indirizzata a lui, era rimasto mezz'ora seduto al tavolo della cucina di un suo vecchio amico a pensare a cosa avrebbe dovuto fare. Non poteva continuare a stare da Junho, non poteva neanche stare così tanto lontano dal suo lavoro. Ovviamente si era preso le ferie, ma non voleva sprecare tutti suoi giorni di vacanza rinchiuso in una casa che non era neanche sua. E poi, il suo responsabile lo chiamava tutti i giorni per sapere quando tornava.

Per cui, quando aveva trovato tra le buste portate dal postino quella indirizzata a lui, la prima cosa a cui aveva pensato era “mi hanno licenziato”, e quindi il suo umore non era dei migliori. Quando poi aveva letto l'intera lettera, aveva sorriso come un deficiente, preoccupando a morte il fratello di Junho.

“Belle notizie?”, domandò questi, notando che il moro non aveva alzato lo sguardo dal foglio e aveva il sorriso dello Stregatto stampato in volto.

“Forse. Devo scoprirlo”, mormorò in risposta Jongwoon prima di alzarsi da tavola e correre in camera, la lettera in una mano e il cellulare nell'altra.

Per prima cosa telefonò il suo responsabile e lo informò che sarebbe rientrato a lavoro l'indomani, poi contattò sua madre, e la avvisò che quella sera sarebbe stato a casa, pregandola di non dire a Kyuhyun che sarebbe tornato e di invitarlo solo a cena.

Per il resto della mattinata preparò la valigia e sistemò la stanza degli ospiti, facendo bene attenzione a pulire ogni angolo. Quando poi giunse l'ora del pranzo e Junho tornò a casa, Jongwoon lo ringraziò per la sua gentilezza e per averlo fatto sentire a casa, ma era comunque ora di tornare ad affrontare tutto ciò che lo opprimeva.

Jongwoon aveva ormai deciso che era arrivato il momento di prendere in mano la propria vita e darle un senso, partendo dalle piccole cose che in realtà erano importanti per lui: ristabilire i suoi legami con Kyuhyun e la sua famiglia.

“Non mi farò mettere i piedi in testa da un ragazzino”, pensò Jongwoon guardando fuori dal finestrino del vagone sul quale stava viaggiando.

 

 

“Certo signora Kim, stasera ci sono”, affermò Kyuhyun prima di riattaccare.

Era appena rientrato dall'università e tutto quello che avrebbe voluto fare era rilassarsi con un bagno caldo e poi sotto le coperte, ma la madre di Jongwoon l'aveva chiamato e invitato a cena, scombinando i suoi piani.

Erano cinque giorni che aveva spedito la lettera, erano quattro giorni che aspettava una risposta. Era nervoso e frustrato, perché pensava di non aver fatto e scritto le cose giuste. Ormai era convinto che Jongwoon non gli avrebbe più parlato, né scritto né guardato.

Visto che ormai mancava poco all'orario della cena, Kyuhyun si fece una doccia rapida e si vestì in fretta, non perdendo mai di vista l'orologio, preoccupato di fare tardi. Alle otto meno venti, uscì di casa e camminò verso il quartiere dove abitava la famiglia di Jongwoon.

Giunto davanti alla casa, la famigliare villa a schiera rosa a due piani che ormai conosceva come se fosse la propria, suonò il campanello e gli venne subito aperto.

“Ciao caro!”, squittì la signora Kim prima di inglobarlo in un abbraccio stritola-ossa.

“Salve signora Kim.”

“Ti ho già detto di chiamarmi mamma… Comunque entra, accomodati pure”, ribatté la donna sorridendo, facendosi da parte e lasciandolo passare.

Kyuhyun non sapeva come mai, ma quella casa gli sembrava proprio un luogo… pacifico. L'ingresso si affacciava su una stanza parecchio grande da contenere sala da pranzo e salotto, davanti c'era il corridoio della stanza dei genitori e le scale per il piano dove dormivano Jongwoon e suo fratello minore, Jongjin. Tutti i mobili, tranne quelli della cucina, erano in legno, rendendo l'atmosfera più intima. 

“Mentre finisco di preparare la cena, ti lascio questo lettera che è arrivata stamattina”, lo informò la signora Kim, passandogli una busta prima di andare in cucina.

Kyuhyun prese tra le mani la lettera e sperò con tutto il cuore che ci fossero belle notizie.

 

Bucheon, 10 dicembre 2015

 

Non sei un tipo romantico, eh? Infatti neanche io lo sono. Non mi aspettavo di certo che tu dichiarassi il tuo amore infinito per me, nemmeno dopo che io l'ho quasi fatto nell'ultima lettera. Ti chiederai perché quasi fatto, vero? Ti ricordo che ho scritto che il sentimento poteva essere amore, ma se lo fosse stato, avrei preferito dirtelo di persona. Non ho detto che ero innamorato di te. Sei così pieno di te.

Secondo te, dopo delle lettere così piene di sincerità, dove entrambi ci siamo aperti… dovrei tornare a casa? Posso farlo, ma sai che la paura è tanta e io sono un fifone per queste cose. O almeno avresti dovuto capirlo a questo punto della corrispondenza.

Se ti dicessi che non ho intenzione di tornare? Che qui a Bucheon ho ripreso a vivere, finalmente? Cosa penseresti di me, se non tornassi a casa e non ti dichiarassi niente? Lo so che non verresti a prendermi e mi lasceresti in pace per un po' di tempo, cioè fino a quando non ti stancherai di aspettare e mi chiamerai incessantemente al cellulare.

Ti ringrazio per le belle parole che mi hai scritto nell'ultima lettera, erano sincere e mi avrebbero potuto spronare a tornare a casa. Però hai letto bene. Ho detto 'avrebbero potuto’. Mi spiace, ma non mi sento affatto pronto a confrontarmi con te di persona. Sono sicuro che dopo qualche periodo di apparente normalità, i miei trip mentali tornerebbero e io cadrei di nuovo nel baratro di autocommiserazione.

Tutto ciò non significa che non ci vedremo più. Stai certo che tornerò, solo non ora e neanche nell'immediato futuro. Sei la miglior persona che potessi incontrare nella mia vita. Ci sentiamo Kyuhyun.

 

Con affetto,

 

Jongwoon

 

Kyuhyun lasciò cadere la busta e tenne lo sguardo fisso davanti a sé. Non poteva crederci che dopo tutto quello che si erano detti e quello che si sarebbero voluti dire, alla fine Jongwoon avesse deciso di non tornare. Si sentiva stordito, come se gli mancasse una parte di sé. Non poteva sopportare un altro periodo di lontananza, era deprimente.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime e il respiro accelerò, la vista gli si appannò e quando sentì una mano morbida posarsi delicata sulla sua, il suo petto venne scosso da singulti.

“Ehi, ehi. Sono qui, non devi piangere”, gli mormorò dolcemente una voce all'orecchio.

L'attacco di pianto non si interruppe, per cui la persona che cercava di confortarlo gli mise le mani su entrambe le guance e con i pollici gli asciugò le lacrime, sussurrandogli parole di conforto all'orecchio.

Quando Kyuhyun si ebbe calmato, dopo essersi asciugato gli occhi, guardò la persona che lo aveva aiutato. E davanti a sé, con gli occhi che esprimevano affetto e un sorriso dolce che gli adornava le labbra, vide Jongwoon, che mantenne le mani sulle sue guance.

“Non pensavo fossi un piagnucolone.”

“Non è vero. Lo sai che lo sono; mi prendi sempre in giro”, ribatté Kyuhyun tirando su col naso.

“Hai ragione. Sono abbastanza stronzo, vero?”, commentò il moro allontanandosi di poco dall'amico e togliendo le mani da sopra le sue guance.

“Abbastanza? Sei lo Stronzo, con la esse maiuscola”, rispose Kyuhyun, sentendo la mancanza di quelle mani così adorabilmente piccole sulle sue guance.

“Be’, lo fossi veramente, non sarei neanche tornato.”

“Mi hai fatto prendere un infarto con questa lettera!”, esclamò Kyuhyun lanciando uno sguardo d'odio al foglio che giaceva abbandonato ai piedi della poltrona sulla quale era seduto.

“Me ne rendo conto, ma dovevo vedere con i miei occhi come reagivi”, si difese l'altro prima di prendere il più piccolo per mano e tirarlo su. “Mia madre ha finito di preparare la cena.”

“E tu pretendi che io vada a…”

Kyuhyun non terminò la frase perché Jongwoon gli aveva dato un bacio sulla guancia, zittendolo completamente. Mentre il primo cercava di formulare delle parole di senso compiuto, il secondo sorrideva soddisfatto e trascinava in cucina un Kyuhyun ancora stordito.

I genitori di Jongwoon non fecero domande e durante la cena parlarono soprattutto con Jongjin, ogni tanto guardando nella direzione degli altri due ragazzi che sembravano persi nel loro mondo.

“Come facevi a sapere che non… che non ti avrei picchiato?”, riuscì finalmente a dire Kyuhyun, senza però alzare lo sguardo dal suo piatto.

“Perché sei troppo buono per farlo”, rispose Jongwoon con sicurezza.

Kyuhyun avrebbe anche continuato la conversazione, ma sapeva che non sarebbe riuscito a dire niente di sensato e inoltre, gli piaceva vedere lo sguardo pacato e pieno di affezione che gli stava rivolgendo il moro. Sentiva che Jongwoon gli era mancato, anche più di quanto avrebbe voluto ammettere, e che c'era qualcosa che lo aveva portato sull'orlo di una crisi isterica.

Da parte sua, Jongwoon aveva capito che Kyuhyun ci stava pensando, stava davvero valutando la possibilità che fra di loro ci fosse qualcosa. Gli era dispiaciuto moltissimo averlo lasciato da solo senza preavviso e per tre settimane, però sapeva che quel periodo era servito ad entrambi per capire meglio dove li aveva portati la loro amicizia. La scelta sembrava facile, da una parte amore e dall'altra amicizia, ma in realtà era difficile per entrambi, soprattutto per Kyuhyun, che non aveva mai preso in considerazione l'idea di uscire con il suo migliore amico.

 

Dopo una cena passata nel silenzio, a guardarsi di sottecchi, i due amici si trovarono sulla veranda di casa, pronti a darsi la buonanotte.

“Se vado a casa, sono sicuro che domani ci sarai ancora?”, domandò il più alto dei due senza alzare gli occhi da terra.

“Sì, anche se domani lavoro”, rispose Jongwoon sorridendo.

Kyuhyun accennò un sorriso e prima che potesse cambiare idea, si chinò e diede un bacio sulla guancia all’amico.

“Do-domani, dopo il lav-la-lavoro, passo a pre-prenderti”, balbettò Kyuhyun a bassa voce, sentendo le guance imporporarsi prima di correre verso casa sua, senza dare la buonanotte al maggiore.

Jongwoon sorrise ampiamente, sapendo perché gli avesse dato un bacio sulla guancia e perché fosse scappato. Per lui, quel bacio, valeva più di mille 'buonanotte’ ed era sicuro che ce ne sarebbero stati molti altri da quel giorno in poi.

Se anche Kyuhyun non si fosse spinto oltre il confine dell'amicizia, a Jongwoon sarebbe bastato quanto aveva da offrirgli il migliore amico. Si sentiva comunque felice ad avere una persona come il più piccolo al suo fianco. Una persona che lo aveva fatto cambiare caratterialmente, ma che lo avrebbe accettato anche se fosse stato la persona più scostante nell'intero pianeta.

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