Hunters Adventure!!

di Meirouya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** GonxAmy: My little pure love ***
Capitolo 2: *** L'occhio Di Osiride ***
Capitolo 3: *** Risveglio x Kiss x York Shin City ***
Capitolo 4: *** Killua x Myrabel ***
Capitolo 5: *** Kurapika x Yuki ***
Capitolo 6: *** SakuraxLeorioxMigliore amico(?) ***
Capitolo 7: *** Telefonata x Amy x Bugie ***
Capitolo 8: *** 8.TsukikoXRicordiXNimph ***
Capitolo 9: *** Incontri ***
Capitolo 10: *** Presentazioni e racconti ***
Capitolo 11: *** ricordi e incarichi ***
Capitolo 12: *** L'occhio di Athena e l'incontro ***
Capitolo 13: *** InformazioniXAstridXPhoenix ***



Capitolo 1
*** GonxAmy: My little pure love ***


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Capitolo 2
*** L'occhio Di Osiride ***


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Capitolo 3
*** Risveglio x Kiss x York Shin City ***


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Capitolo 4
*** Killua x Myrabel ***


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Capitolo 5
*** Kurapika x Yuki ***


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Capitolo 6
*** SakuraxLeorioxMigliore amico(?) ***


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Capitolo 7
*** Telefonata x Amy x Bugie ***


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Capitolo 8
*** 8.TsukikoXRicordiXNimph ***


TsukikoXRicordiXNimph

Il paesaggio si srotola sotto i miei occhi, al di là del finestrino contro cui avevo appoggiato il capo, in un gesto esausto ed esasperato. Stavo viaggiando in treno da ore, ininterrotte, diretta a York Shin City.

" ma chi me l’ha fatto fare?" penso,  giunta al limite della mia pazienza. Detestavo stare seduta a far niente, mentre c’erano così tante cose da fare…

Flashback


Pioveva.
D’altronde, in quella foresta, pioveva praticamente sempre.
Lo squillo del mio telefono, che era rimasto pressoché dimenticato in un angolo, mi svegliò di colpo dai miei turbolenti sogni.
Secondi di ricerche, mezz’addormentata, poi finalmente trovai il fastidioso apparecchio.
- pronto? – esclamai, trattenendo uno sbadiglio.
- Nimph – mi rispose una voce cupa, maschile, usando un nome che non sentivo da anni. Il nome in codice che usavo quando facevo il Black List Hunter.
- chi parla? – domandai, sentendo il cuore accelerare i battiti.
- lo sai benissimo, cara mia – ribatté l’uomo, in tono neutro.
Io sospirai, ogni traccia di sonno svanita al sentir quel nome che celava in sé un passato che volevo dimenticare.
Come aveva fatto ad avere il mio numero di telefono? Anzi, come aveva fatto a trovare quel numero di telefono?
Eppure ero certa di aver sepolto il mio passato, di esser riuscita a togliermi da quel giro troppo pericoloso per me. Non che in passato non avessi amato il brivido di paura del pericolo, ma ero cambiata da allora, ero maturata.
- cosa vuoi? – sbottai, arrabbiata con lui che turbava la mia quiete.
- ho un lavoro per te – mi rispose lui, laconico.
Sbuffai, spazientita.
- affidalo a qualcun altro – dichiarai, facendo per attaccare.
- ricordati di Ninaive – disse lui, forse intendendo che volevo chiudere la comunicazione.
Un brivido mi percorse, un groppo in gola m’impedì di parlare.
Ninaive.
Roukya Namanamashii.
La mia migliore amica. Una sorella, per me.
Morta per colpa mia. Perché non avevo accettato una chiamata di loro e lei non ce l’aveva fatta.
L’avevano uccisa a causa del mio testardo orgoglio.
Ecco, quello era uno dei tanti motivi per cui avevo deciso di cambiare, di diventare Hunter Selvaggio, ossia Hunter che proteggono la natura.
L’altro motivo era che avevo scoperto di avere un Hatsu di Caratterizzazione, oltre al mio “normale” Hatsu ( o Nen ) di Emissione. Riuscivo a comunicare con gli animali.  Non so come, ma fatto sta che riuscivo a capire, direi anche parlare, con gli animali.
- senti…lo sapete che io sono uscita dal giro da un bel po’  - osservai, anche se ormai sapevo che avrei accettato.
- si, lo sappiamo…difatti abbiamo affidato l’incarico a qualcun altro, molto capace – mi rivelò lui, con tono cordiale – solo che abbiamo deciso di chiamarti per chiederti di dare una mano – spiegò.
Sospirai.
- che devo fare? – domandai, arrendendomi completamente. Non volevo rischiare altre vittime. Non volevo altre colpe gravare sulle mie spalle.
Mi sembrò ci fosse quasi un sospiro dall’altro lato della cornetta, ma poi lui mi spiegò tutto con voce neutra, mentre io ascoltavo attentamente.
- chi è l’altro che hai contattato? – chiesi, incuriosita, alla fine.
- Phoenix –

Fine Flashback

Sospiro, appannando per pochi attimi il vetro fresco.
Osservo il mio riflesso sulla finestra:  lo sguardo mi viene restituito da sue irritati occhi verde giada, sormontati da lunghe ciglia nere che spiccavano sul viso dalla pelle abbronzata, incorniciato da lunghi e lisci capelli viola scuro.
I ricordi m’assaliscono di nuovo, sommergendomi e impedendomi di scacciarli, di nuotare per liberarmi dal loro doloroso peso…

Flashback

La pioggia ticchettava sul vetro della finestra della mia casetta solitaria in mezzo alla foresta dove svolgevo il mio lavoro.
Ero seduta comodamente su una poltrona di cuoio, con in mano un libro che aveva assorbito interamente la mia attenzione.
Si sentiva, come sottofondo, solo le gocce di pioggia e i lievi sussurri degli animali che non avevano trovato riparo dal temporale.
Un tuono squarciò il silenzio quasi totale, senza però turbarmi minimamente.
Pochi attimi dopo, però, un insistente bussare alla porta mi fece balzare in piedi, con il cuore che batteva all’impazzata.
Sono sempre stata una tipa abbastanza nervosa, mi diceva sempre Ninaive.
Qualche secondo per calmarmi, poi andai ad aprire.
Mi trovai davanti un ragazzo, bagnato da capo a piedi, che mi fissava coi suoi penetranti occhi scuri.
Sorrise.
- salve – esclamò, venendo interrotto da un altro tuono. – potrei chiederti ospitalità finché il tempo non migliora? – domandò, fissandomi in un modo che mi tolse il respiro.
Temetti di esser arrossita.
- ma certo, accomodati – riuscì a dire, facendomi da parte per lasciarlo entrare.
- non vorrei disturbare bagnandoti tutta la casa – si scusò, sedendosi vicino al caminetto che avevo acceso qualche ora prima, dato che iniziava a fare freddo.
- ma no, stai tranquillo – lo rassicurai, chiudendo la porta e voltandomi verso di lui, che fissava con malinconia le fiamme danzare nel caminetto.
- se vuoi, posso trovarti degli abiti, così puoi lasciare quelli bagnati vicino al camino per farli asciugare prima – proposi, interrompendo il silenzio che si era creato. La mia mente pratica, sempre presente.
Lui si voltò a guardarmi, con un lampo di stupore negli occhi.
- non vorrei disturbarti troppo – disse con tono serio e un accenno di un sorriso. Io scossi la testa , tranquillizzando di nuovo, poi andai nella mia stanza da letto, per vedere se avevo qualcosa che andasse bene, tra le tante cose che non avevo avuto il coraggio di buttare.
Trovai un paio di pantaloni e una camicia larga che erano appartenuti a mio fratello e che non avevo avuto il cuore di buttare, per paura di separarmi completamente dal mio passato.
Tornai in salotto e rimasi paralizzata vedendo che il ragazzo, coi lunghi capelli biondi pieni dei riflessi delle fiamme, era in piedi con in mano il libro che stavo leggendo poco prima.
Alzò lo sguardo, intuendo la mia presenza.
- gran bel libro – commentò con un sorriso, mettendo il volume dove lo aveva trovato.
Io annuì e gli porsi i vestiti.
- se vuoi cambiarti, il bagno è dietro quella porta – esclamai, indicando la porta interessata. Lui annuì  si chiuse in bagno, mentre io tornavo al mio libro.
Non riuscivo, però, a concentrarmi nella lettura. Avevo come l’impressione di aver già incontrato, in un passato lontano, quel ragazzo.
I miei pensieri vennero interrotti da lui, che si chiuse alle spalle la porta del bagno e si sedette sulla poltrona di fianco a quella dov’ero seduta io.
- grazie – mi disse, guardandomi negli occhi.
Io arrossì ed abbassai lo sguardo.
- non c’è bisogno di ringraziarmi,non è nulla – minimizza, fissando il cappello porpora che lui aveva posato vicino al caminetto. – comunque, mi chiamo Tsukiko, piacere di conoscerti – aggiunsi, voltandomi a fissarlo.
Lui sorrise e mi porse la mano, che strinsi, sentendo le guancie andarmi in fiamme.
- il mio nome è Kaito, e il piacere è tutto mio – rispose – anche se noi ci siamo già incontrati, sebbene forse tu te ne sei dimenticata – aggiunse, sorridente e calmo.
- ho avuto quest’impressione, ma non ricordo quando ci siamo incontrati… - rivelai, stupita.
- beh, non è che ci siamo proprio incontrati, diciamo che ci siamo visti – specificò lui – abbiamo fatto l’esame per diventare Hunter nello stesso anno – spiegò.
Io annuì, ricordandomelo: un ragazzo sempre sulle sue, silenzioso e davvero bravo.
- si, ora ricordo… - borbottai, ricordando anche come m’aveva colpito, affascinato…
- Tsukiko – mi chiamò lui, in un sussurro, sporgendosi verso di me.
Io arrossì, senza riuscire a distogliere lo sguardo da lui.
Un fulmine squarciò il buio della notte, seguito a ruota da un tuono che disperse le nostre parole nel nulla.
Le sue labbra si posarono sulle mie, rendendo ormai inutili quelle parole che con tanta fatica cercavo di trovare nel mio cervello. Rendendo futile ogni domanda.

Fine Flashback

Mi tocco, in un gesto istintivo, le labbra, al ricordo di Kaito, del mio Kaito. Avevamo passato quasi un mese insieme, felici e in completa (o quasi) solitudine, finché lui non era dovuto ripartire per chissà dove.
Col senno di poi, dopo quasi sei mesi, mi sono convinta che avrei dovuto trattenerlo in qualche modo, oppure seguirlo. Invece l’avevo lasciato andare. Anzi, era lui che se n’era andato…

Flashback

Mi svegliai al suono del canto degli uccelli.
Cantavano di Sole, di fiori e di nidi da costruire, figli da allevare, uova a cui badare.
Come cambia il mondo, solo sentendo più cose rispetto agli altri.
Subito capii che qualcosa non andava.  La parte del letto alla mai destra era vuota.
Mi alza di scatto e, ancora mezz’addormentata, barcollai in giro per la casa, alla ricerca di quello che mancava: il mio Kaito.
Giunsi al salotto  vidi, sopra il libro che none ro mai riuscita a finire dall’arrivo di Kaito, un oggetto sconosciuto.
Lo presi in mano: si trattava di un sasso bianco e piatto, grande come il mio palmo aperto.
Sopra c’erano incise poche parole:
Tornerò da te, amore mio. Il tuo Kaito.

Fine Flashback

Trattengo le lacrime, mentre una mano, inconsapevolmente, si tende verso la mia borsa,alla ricerca del sasso bianco che mi porto sempre con me, mentre l’altra mano va a stringere il nastro di raso nero, regalo di Kaito, che porto legato al collo.
Niente da fare, non riesco a dimenticarlo.
Mi ha promesso di tornare da me, ma non si è più fatto sentire né vedere.
Forse, anche per quel motivo, ho deciso di accettare l’incarico affidatomi come Ninph e di andare a York Shin City.
Per allontanarmi dai ricordi, ancora una volta. Per non stare ferma ad aspettare uno che probabilmente non tornerà mai più.
Un altro sospiro, alzo la testa e mi stiracchio.
Il treno, intanto, si sta fermando: finalmente sono arrivata.
Adesso non mi resta che trovare questa Phoenix.


Bien, Bien...e così fu che anche la Pazza Mey s'aggiunse alla Fiction di NostraSignoraEtCapo Shiida xD
Comunque, spero vada bene...dato che mi sono aggiunta dopo, non vorrei che qualcosa non colimasse ^__^
Ah, scusate i tanti Flashback, ma mi è sembrato l'unico modo di spiegare un po' il passato di Tsukiko (Kiky per gli amici xD) senza appesantire o rendere meno scorrevole la narrazione...poi magari così è peggio -___-'''
Ah, mi scuso profondamente con Angy per averle "fregato" il turno * me si inchina*
Va beh, spero vada bene xD un Grande Arigatou (Grazie) a Shiida, Angy, Danielle, Kura e Crystal per avermi lasciato aggiungermi xD

ok,ok *me fissa con sguardo impaurito la mitragliatrice puntata contro di me* chiudo qui ^__^
Ah, ho messo Kiky in coppia con Kaito (perchè non sapevo con chi metterla >__<) spero che poi Kaito non si riveli un "vecchietto"...cioè io lo immagino 24enne nella Fiction, poi non so se ho cannato completamente xD
Ri-Ah, Tsukiko = Luna(Tsuki)+Ko (non ricordo se vuol dire qualcosa e se si che cosa xD), mentre il suo cognome è Murasakiiro = Viola ...quindi verrebbe qualcosa come "Luna Viola" in giapponese xD
mentre Roukya = Rou(assenza)+Kya(mio soprannome) (no, scherzo xD il nome l'ho preso da un personaggio di Bleach, Rukia Kuchiki...modificandolo un pochino xD) mentre Namanamashii = verde...quindi verrebbe tipo "Roukya(assenza/mancanza+??) verde" dal giapponese, ovviamente xD
Ok, fine tiritera sui significati dei nomi (cosa che mi ha semrpe affascinata, ma non c'entra nulla xD)
Ri-Ri-Ah, ultimissima cosa (giuro!)...Tsukiko ha come nome in codice Nimph, perchè volevo spiegare la sua "aggiunta al gruppo" come complice di Phoenix xD spero che non mi linciate per questa mia piccola uscita ^^
Ok, adesso davvero chiudo qui ^____^

Meiroya, per gli amici Mey

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Capitolo 9
*** Incontri ***


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Capitolo 10
*** Presentazioni e racconti ***


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Capitolo 11
*** ricordi e incarichi ***


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Capitolo 12
*** L'occhio di Athena e l'incontro ***


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Capitolo 13
*** InformazioniXAstridXPhoenix ***


InformazioniXAstridXPhoenix

Mi sistemo meglio sul divano, fissando la mia attenzione sulla ragazza di fronte a me.

Sono passati anni dall’ultima volta che ci siamo viste, ma lei è rimasta quasi completamente uguale a quella volta…

Flashback

La notte, col suo manto nero d’ombre, trasformava completamente il paesaggio circostante.
Era una bella notte. Le stelle illuminavano il cielo come capocchie di spilli, mentre un vento fresco smuoveva invisibili foglie d’alberi. Il silenzio era spezzato solo da brevi e sporadici richiami d’uccelli notturni.
Una risata s’alzò nel  vento, avvolgendo la ragazza di una luce quasi magica, pericolosa.
- sei riuscita a raggiungermi,  complimenti – esclamò, con un sorriso sarcastico.
D’istinto, mi venne da restituirle il sorriso.
- grazie, è il mio mestiere – ribattei, sorridendole tranquillamente.
Anche lei era tranquilla, probabilmente mi sottovalutava. Avevo capito subito che era una tipa decisa.
- comunque, non ti restituirò il ciondolo solo perché sei riuscita a raggiungermi – osservò lei.
Annuì.
- ovviamente, se no che ladra saresti? –
Peccato che fosse una ladra e io una Black List Hunter, se no probabilmente mi sarebbe anche potuta essere simpatica. Un po’ troppo piena di sé, ma può essere un pregio, a volte.
Scoppiò di nuovo a ridere.
- sei Nimph, giusto? – mi chiese.
- e tu sei Astrid, giovane ed esperta ladra di tesori vari – affermai, sorridendo. – puoi anche chiamarmi Tsukiko, se ti va… -
Sorrise in risposta, attorcigliandosi una ciocca di capelli neri al dito.
- lo terrò a mente – acconsentì, scrollando le spalle.
Mi venne da ridere. Aveva davvero un’immensa considerazione di sé.
Da un certo punto di vista, mi ricordava la mia piccola sorellina Ninaive.
- sei molto brava, devo ammetterlo – osservai, passandomi una mano tra i capelli, resi neri come quelli della mia avversaria, spettinati dal vento.
- anche tu, ma non credere che sarà facile riprendere il ciondolo –  ribatté lei, col suo tono sicuro.
Il mio sorriso si fece duro, preparandomi alla battaglia.
- vedremo –

Fine Flashback

Alla fine era riuscita a fuggire, anche se l’avevo ferita ad un fianco.
Col passare degli anni, avevo iniziato a rispettarla, anche se poi non c’eravamo  più “scontrate”.
Rispettavo la sua bravura, sebbene non approvassi il suo lavoro.
Ma ognuno, alla fine, fa le sue scelte no?
Mi porto la tazza di tè alle labbra, soffiandoci sopra per raffreddare il liquido speziato. I miei occhi non si staccano dai suoi.
Per un po’ beviamo in silenzio, ognuna  aspettando la mossa dell’altra.
I miei sensi sono all’erta. La rispetto e so che non sarebbe mai scesa ad avvelenarmi senza motivo, ma ciò non vuol dire che mi fido di lei. In fondo è mia nemica.
Buffa la vita, penso,  che ti porta ad allearti coi tuoi nemici.
Un piccolo sorriso increspa le mie labbra. Già, la vita fa strani scherzi…
- cosa sai sul conto degli individui con cui stavo parlando prima? – mi domanda, spezzando il silenzio.
Dalla luce che è passata nei suoi occhi capisco che è molto interessata. È importante per lei sapere.
Davvero utile per me. Mentalmente ringrazio il mio Kaito, perché è merito suo se so quel che so riguardo Feitan e Phinks.
Mi era quasi venuto un infarto, vedendo Astrid parlare con quei due.
- so qualche cosa, ma in cambio voglio un’informazione – ribatto, sorridendo. Non rifiuterà, dal suo sguardo si capisce che muore dalla voglia di sapere qualcosa su quei due.
O forse si tratta di uno dei due?
Interessante, sempre di più…
Ci pensa un po’ su, anche se le si legge in faccia che accetterà, d’altronde se fin dall’inizio aveva intenzione di rifiutare non mi avrebbe portata nel suo appartamento.
Sorseggio il mio tè, guardandola mentre combatte interiormente contro sé stessa.
Di sicuro nutre rancore nei miei confronti, conoscendola. Beh, non la conosco bene, ma i suoi pensieri sono facili da decifrare per me, abituata a parlare con gli animali.
Okay, non è la stessa cosa, non leggo nel pensiero agli umani, ma il mio Nen mi aiuta a capire meglio qualsiasi essere vivente.
- cosa vorresti sapere da me? – s’arrende, alla fine.
Sorrido, sorseggiando ancora il mio tè.
- in realtà mi piacerebbe sapere tante cose – confesso – ma l’informazione che mi serve è una: dove si trova e chi è Phoenix? –
- a me sembrano due informazioni – osserva lei.
Il mio sorriso s’allarga. Tipa tosta.
- prendere o lasciare –
- cosa ti fa pensare che io sappia di questa Phoenix? –
Domanda più che lecita. In realtà non so bene perché sono andata da lei.
Quando l’ho vista in compagnia di quei due, notando come si comportava lei…come se non sapesse chi sono…allora questo piano s’è formato nella mia mente.
D’altronde, le miei intuizioni sono sempre state corrette, per ora.
Forse l’unico errore è stato Kaito, ma, se si tratta veramente di uno sbaglio, sono più che felice di averlo commesso.
Una parte di me, ancora, spera di rivederlo, di riabbracciarlo…per quanto impossibile sembra alla mia parte razionale e pratica.
Quando perdi qualcosa, lo è per sempre.
Ninaive.
La mia vecchia vita.
Kaito.
La mia pace nella foresta.
Nella mia vita ho perso sempre tutto. Eppure mi ostino a costruirmi qualcosa di nuovo ogni volta, qualcosa che so verrà distrutto, prima o poi.
- tu sei una ladra, ovviamente, per il tuo bene, scopri più che puoi sul conto dei Black List Hunter – rispondo, optando per la spiegazione più razionale.
Annuisce, continuando ad arrotolarsi una ciocca corvina al dito.
- a proposito, che fine ha fatto la tua comare, Ninaive? – domanda, incuriosita.
Un colpo su una ferita ancora aperta. Inconsciamente mi ha pugnalato al cuore.
- morta – rispondo con tono inespressivo.
Un lampo di sorpresa passa per i suoi occhi viola, per poi scomparire nell’indifferenza.
-  capisco –
- che fine ha fatto il ciondolo? – domando. Risposta per risposta.
Sorride.
- è al sicuro – risponde, con un lampo astuto negli occhi. Sorrido anch’io.
- Quelli con cui stavi parlando quando t’ho vista, Feitan e Phinks, sono due esponenti del Genei Ryodan, il clan del Ragno – rivelo, guardandola con serietà.
I suoi grandi occhi viola si spalancano per la sorpresa, poi la sua espressione torna neutrale.
- Phoenix è una ragazzina, coi capelli corti e neri, tranne una ciocca rossa. Si veste con una tuta aderente, davvero esagerata secondo me. Gira insieme al suo ragazzo, credo, che ha i capelli verdi neri, dall’aria davvero infantile. Mi sembra di aver sentito che si stavano dirigendo ad un incontro nel parco –
Annuisco, immagazzinando le informazioni.  Bene, non credo che ci siano tante coppie così che girano per il parco.
- grazie, è stato un piacere fare affari con te – esclamo con tono ironico, alzandomi e dirigendomi alla porta.
Un attimo prima di uscire, mi volto verso di lei.
- sai, vero, la leggenda di quel ciondolo? – chiedo, incuriosita.
D’altronde, io l’ho scoperto qualche tempo dopo che lei l’aveva rubato.
- ovviamente –
Annuisco.

Flashback

Sfogliai il quaderno che tenevo fra le mani, curiosa. Era piccolo, circa quindici centimetri per dieci, rivestito da una copertina blu scuro. Niente di che, a prima vista.
L'avevo visto per terra, vicino alle cose di Kaito e mi aveva incuriosita parecchio.
Così, sentendomi come un'intrusa, avevo preso a sfogliarlo, trovandoc dentro strani appunti, tutti scritti con la grafia odinata e spigolosa del mio Kaito.
Tra tutti quegli appunti, che spaziavano da cose della vita di tutt i giorni a misteri vari, avevo vsto un brano che aveva attirato il mio sguardo, sopratutto perchè era scritto con una grafia differente, più elegante, del resto.
Si narra che le pietre furono create dai tre più potenti popoli del pianeta allo scopo di aiutare coloro che non avevano poteri molto forti. I popoli erano ovviamente Egizi, Greci e Latini.

Ogni pietra custodiva in sè un potere singolo, legato al possessore, e se unita ad altre quattro permetteva di esprimere una richiesta di ordine superiore.
I possesssori delle pietre, che all'inizio erano i loro creatori, ne avevano il controllo dei poteri e vivevano in pace aiutando le persone coi loro poteri che attivavano appieno trasformandosi, a seconda del loro carattere in Magici (Fate o Folier, Streghe o Maghi e Elfi). Erano chiamati Custodi.
Come nel casodella Pizia di Delfi o delle Vestali Romane, la Pizia e la Gran Sacerdotessa erano le Custodi delle pietre di Apollo e Vesta.
Tuttavia i grandi poteri sono oggetto di grandi invidie e ben presto degli Umani, che volevano a loro volta il potere, cominciarono ad uccidere i Custodi per impossessarsi delle pietre. Inutile dire che fu un massacro. Fedeli contro bramosi di potere, Custidi da soli schiacciati venti a uno dalle folle...
I pochi superstiti allora, per impedire un uso sconsiderato del potere, decisero di bloccare le pietre e di disperderle. Gli unici che potessero utilizzarle erano, e sono tutt'ora, i Custodi.
Con la scomparsa di molti di loro si dovette trovare un rimedio al problema della successione, la soluzione più sempllice parve di far scegliere alla pietra stessa a chi legarsi, donare i suoi poteri e la possibilità di diventare Magici a loro volta. Dato che da quella decisione le pietre potevano "vedere" a chi legarsi venne stabilito il nome di Occhi.
Venne inoltre redatto il libro degli Occhi. Perchè in fondo i Magici non provavano rancore verso gli Umani e volevano che i meritevoli potessero comunque usufruire del loro dono-prestito. O quantomeno conoscerlo.
Questo accadde grosso modo nel periodo della seconda Guerra Punica, nello stesso periodo delle Guerre Macedoniche.
Le pietresono divise in gruppi ben precisi. Le pietre devono essere raggruppate secondo etnia divina, quindi funzionano solo se si raggruppano le cinque dello stesso popolo.
Sono inutili, tranne nel caso che ad usarle sono i loro Custodi, essi sono in grado di sfruttare le capacità della loro pietra, riescono a riconoscersi tra loro anche senza essere trasformati e percepiscono la vicinanza degli Occhi, siano essi custoditi o meno.
Un altro modo per trovare le pietre è quello di utilizzare un ciondlo magico, detto Occhio di Cleopatra.
Circa due secoli dopo la dispersione la regina Egizia Cleopatra volle rintracciare le pietre per favorire la vittoria di Antonio su Ottaviano. Non riuscendovi con i metodi di ricerca classici decise di creare un metodo alternativo: con i suoi poteri creò un amuleto in grado di rintracciare gli Occhi. Tuttavia volendo strafare decise che l'amuleto avrebbe anche potenziato i poteri degli Occhi. E questa fu la sua rovina. L'amuleto assorbì tutta la sua energia vitale stroncandola visto che il potere per crearlo richiedeva più energia di quanta lei ne avesse. Quella del suicidio tramite il serpente era solo una fola creata per nobilitare l'amore della regina per il suo amante. L'amuleto, chiamato Occhio di Cleopatra, passò poi in mano alla famiglia di Ottaviano, il che spiega la potenza di Roma nel periodo successivo. Non si sa bene quando Roma perse il potere delle pietre, si sa solo che ora l'amuleto è disperso. E che può essere usato solo da chi "ha animo di regina", così dice il libro.
 
Scritta con la grafia di Kato, c'era una nota:  il Clan di Sanne custodisce una delle pietre, ma è a conoscenza di soli sette Occhi.
- Kiky! - m'interruppe Kaito, comparso sulla soglia.
Rossa di vergogna per esser stata colta in fallo a curiosare tra le sue cose, abbassai il capo e mormorai delle scuse, mettendo il libro dove lo avevo trovato.
Kaito mi guardò in modo strano, ma non disse nient'altro, limitandos ad andarsene di nuovo. Lasciandomi impalata a rimproverarmi da sola, finchè non decii di ignorare tutt e tentare di dimenticarlo...

Fine Flashback

- solo chi ha animo di regina potrà servirsi dell’Occhio di Cleopatra – cito, ricordando la leggenda.
- e il suo compito sarà di riunire gli Occhi degli Dei, per far tornare splendente il Grande Popolo dei Figli di Rah – conclude lei, in tono serio.
- quindi vuoi riunire questi Occhi? – domando, con un’idea che si forma in testa.
Annuisce.
- si, ma non pensare che lavorerò con te – mi apostrofa sorridendo.
- vorresti unirti al Genei Ryodan? – chiedo, incredula. Ma cosa le passa per la testa?
Scrolla le spalle in risposta, continuando ad attorcigliarsi una ciocca di capelli al dito.
Sospiro, rassegnata.
- quindi ci troveremo ad essere di nuovo avversarie – concludo, aprendo la porta.
- buona fortuna, Astrid – aggiungo, uscendo.
- buona fortuna, Tsukiko -  

  ***

La porta sbatte alle mie spalle, chiudendo definitivamente ogni contatto con la mia "nemica".
Avversaria, suona meglio.
Cinque minuti e sono di nuovo in strada, tra la massa brulicante di vita della città.
Mi sento estranea, come un alieno che è precipitato d'improvviso per errore su un pianeta sconosciuto.
Mi sento fuori posto tra tutti questi estranei. Ognuno di loro ha i suoi problemi, le gioie e i dolori di una vita normale.
Ma nessuno, nessuno ha mai vissuto ciò che ho vissuto io, oppure ciò che ha vissuto Astrid o, ancora, ciò che ha vissuto qualsiasi Hunter.
Persone normali. Persone con un tetto sopra la testa, una familiare sicurezza, una vita opaca e monotona.
No, non fa per me.
Un piccolo sorriso m'increspa le labbra mentre m'avvio al parco, camminando normalmente, persa nei miei ricordi.
Si, la vita in città non fa per me, preferisco la quiete della foresta, il silenzio e la tranquillità.
Ciò non vuol dire che disprezzo la compagnia umana o detesto la città.

Flashback

- Semplicemente, non siete compatibili - concluse Kaito, guardandomi con un sorriso divertito e affettuoso.Non potei evitare di restituirglielo.
- più o meno, diciamo che preferisco la pace della foresta al caos della città -
- la solita eremita incompresa... - mi prese in giro lui.
Ci guardammo per un attimo in silenzio, poi io sbuffai e mi sdraiai di nuovo sull'erba fresca.
Il cielo, sopra di noi, era d'un azzurro fiordaliso, spruzzato da boccoli di nuvole bianche. Il sole riscaldava dolcemente il terreno, asciugando le foglie e l'erba dalla rugiada notturna.
Si sentiva l'odore della primavera, carico di profumi e suoni ormai familiari al mio udito.
Socchiusi gli occhi, assaporando quel dolce torpore, dimenticando per un attimo il mondo che mi circondava.
Una carezza sulla guancia mi fece riaprire gli occhi, solo per trovarmi immersa nell'oceano scuro degli occhi di Kaito.
- scusa, mi ero distratta... - balbettai, arrossendo. 
Ma perchè, quando sono con lui, mi sento sempre in imbarazzo?
Kaito scoppiò a ridere vedendo la mai faccia. Si, dovevo sembrare buffa in quel momento.
- ecco, non mi ascolti mai quando parlo... - mi accusò schersozamente, passandomi una mano tra i capelli.
Sorrisi, allungando una mano per accarezzargli una guancia.
- è colpa tua, non sai attirare la mia attenzione... -
Non riuscii a finire la frase che le labbra di lui erano sulle mie, mentre le sue braccia mi circondavano delicatamente.
- adesso ho attirato la tua attenzione? - mi sussurrò ad un orecchio, facendomi rabbrividire.
- direi di si - risposi, facendolo scoppiare a ridere di nuovo.
Mi unii alla sua risata, senza poter fare a meno di bearmi di quel suono che adoravo.
Non rideva quasi mai, tranne quando io riuscivo a farlo ridere.
E, quelle volte che ci riuscivo, volevo sentirlo all'infinito ridere. Se rideva, voleva dire che era felice, che stava bene.
Era la cosa più importante per me.
Un'altra carezza, dolce e leggera come una piuma.
- a cosa pensi, Kiky? - mi domandò lui, guardandomi in modo indecifrabile.
Sorrisi, sentendomi arrossire. Era più forte di me, mi sembrava di essere una bambinetta quando stavo con lui.
A fatica distolsi lo sguardo dai suoi occhi che mi fissavano dolcemente, volgendomi a guardare il cielo tra le fronde verdeggianti degli alberi.
- penso a te, alla tua risata che vorrei sentire per sempre - risposi, sincera.
Il viso di Kaito s'addolcì e lui si chinò ad abbracciarmi, tringendomi a sè, cullandomi, tenendomi stretta al suo petto.

Fine Flashback

Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia, come se con tutto sè stesso mi stesse proteggendo dal mondo circostante.
Peccato solo che, alla fine, non fosse riuscito a proteggermi da sè stesso, dal dolore che mi ha causato la sua perdita.
O forse mi sono solo immaginata tutto, forse quel senso di sicurezza era una mia fantasia?
Sospiro.
Basta perdermi nel passato, non ci ricavo nient'altro che agrodolci ricordi inutili. Pensieri masochisti.
Un altro sospiro, mentre alzo lo sguardo sul Sole che splende allegramente.
È una bella giornata estiva, si sta davvero bene. L'ideale per una passeggiata nel parco.
Eggia, il parco.
Devo concentrarmi e trovare il prima possibile Phoenix perchè, se decidesse di partire senza di me, sarebbe più complicato rirovarla.
Non che io non sia capace, ma preferirei evitare fatiche inutili.
M'incammino, a passo deciso, verso l'entrata del parco, perdendomi ad ammirare il verde delle foglie, i canti degli uccelli.
Il mondo è pieno di lingue, di melodie nascoste...
Mi lascio trasportare dai suoni della Natura, così come mi aveva insegnato il mio Kaito. Solo lui, difatti, era riuscito a farmi davvero amare la vita selvaggia e incontaminata.
Cammino, beandomi del soleche m'accarezza la pelle, dl fresco vento che giocherella coi miei capelli, tra le fronde degli alberi.
Improvviamente mi blocco, sentendo un rumore diverso, una melodia differente, interrompere, eppure legarsi, fondersi, con i canti della natura.
Suono di voci. Voci umane.
Da di fianco ad un albero osservo la scena vicino alla fontana del parco: un gruppo di ragazzi, di diversa età, sta chiacchierando. In quel momento arrivano altri due ragazzi, un uomo giovane vestito in modo elegante, dai capelli castani e la camminata sicura di sè e una ragazza di circa la stessa età, bionda e allegra. O almeno, percepisco la sua presenza allegra di fianco a quella dell'uomo, più seria.
Uno dei ragazzini del gruppo li nota, quello coi capelli verde scuro, fiondandosi e facendo cadere a terra l'uomo.
Il ragazzo che accompagnava Phoenix. Bene, l'ho trovata. Una veloce occhiata me lo conferma: eccola, che fissa innamorata il ragazzino.
Una fitta di gelosia che soffoco con decisione. Che senso ha essere gelosa dell'amore degli altri? forse perchè loro possono condividerlo, mentre io sono qui a marcire nel mio brodo, sprando nel ritorno di qualcuno che forse non tornerà.
Ma lasciamo perdere, mi concentro sulla scena.
- Leorio! come stai? com'è andato il viaggio? - domanda il ragazzino, somemrgendo di domande Leorio, l'uomo bruno. Sembrano quasi tutti divertiti dall'esuberanza del ragazzino, come se si fossero già affezzionati a lui... anch'io, un poco, lo trovo già simpatico.
- Gon, per la seconda vota, non soffocarlo - lo rimprovera un altro ragazzo, più o meno della stessa età, coi capelli bianchi e un'aria pericolosa che si vede tiene nascosta.
- appunto. faccelo salutare anche a noi - aggiunge un biondino, un po' più grande de due ragazzini. Mi sembra pacato, tranquillo esteriormente, eppure dilaniato da un odio profondo che nasconde.
Il mio spirito è tentato di aiutarlo, di farlo star meglio, ma una presenza, come protwttrice, mi rassicura: quel ragazzo è già aiutato dalla ragazza dai capelli neri e gli occhi violetti vicino a lui. Da lei emana anche una certa urgenza, come se dovesse andare ad un impegno a cui non vuole partecipare ma deve.
Comunque, quindi Phoenix è innamorata di questo Gon. Probabilmente sono anche fidanzati, da quel che posso dedurre. Ovvio, le mie sono solo supposizioni...
Gon...perchè questo nome mi risulta familiare?
- Ehi Leorio, ma quella è la tua ragazza? - domanda l'albino, con una nota schersoza. Lo sta prendendo in giro, si capisce a chilometri di distanza. La ragazza vicino a lui, da capelli castani e vestita seriamnte, gli tira una schersoza pacca sulal testa. Un gioco, quasi. Eppure a me sembra anche un gesto affettivo.
Oh ecco, sono finita in emzzo ad una riunione d amici con le rispettive ragazze.
Ma quindi Phoenix cosa sta architettando?
- non fare il maleducato - lo rimprovera la ragazza, mentre lui le tira fuori la lingua.
Scherzi tra innamorati. Sono teneri, davvero. Perfettamente assortiti, completamente "giusti" l'uno epr l'altra.
Kiky, concentrati! non devi perderti dietro ragionamenti che potrebebro portarti ad un punt doloroso che non vuoi sfiorare.
Eppure, non penso sempre, costantemente, al mio Kaito?
Per quello, forse, ho accettato l'incarico di aiutare Phoenix, forse spero di ritrovare Kaito, se anche lui è partito alal ricerca delle pietre.
Ma perchè, poi, non mi ha detto tutto, non mi ha chiesto di aiutarlo?
Vicino alla fontana, intanto, si stanno presentando. Cos`scopro che Phoenix si chiama Amy, l'albino Killua, la sua ragazza Myrabel, il biondino Kurapika e la protettrice del biondo si chiama Yuki.
- Il mio negozio è qui vicino...a chi va una torta al cioccolato? - domanda Sakura, la migliroe amica i Leorio.
Anche se, dalle sensazioni che emana, mi pare che vorrebbe esser di più che una buona amica...
affari loro, insomma.
Da quando sono diventata così ficcanaso? Così gelosa degli altri, dell'amore degli altri?
Eggia, mi sento impazzire...o forse sono già pazza...
Sospiro, seguendo con lo sguardo il gruppo che, intanto, si sta allontanando.
- scusate, ma io dovrei andare, mi dispiace - sento la voce di Yuki che lancia anche uno sguardo a Kurapika. - tu resta coi tuoi amici, poi ti riferirò tutto - aggiunge, zittendo il biondo.
Le costa lasciarlo, ma sa che si trova in buone mani.
Mi sta sempre più simpatica, quella ragazza...
La seguo con lo sguardo, dpo che ha salutat il gruppo e se ne è andata di corsa.
Vorrei seguirla, parlarle, consocerla, ma il mio compito è parlare con Amy. Spiegarle chi sono e che devo aiutarla nelal ricerca degli Occhi.
Quegli Occhi che, ne sono certa, mi hanno rovinato la vita.....



Well, Well...rieccomi qui ^.^
Comunque, ecco che posto (tipo il giorno dopo Cry xD ma tanto non ho problemi a scrivere ^^ basta avere tempo ^.^) finalmente xD
Well, so che è forse un po' lunghino(stile papiro infinito xD o Rotoloni Regina xDxDxD), ma  dopo una chiacchierata con Danielle, abbiamo deciso di anticipare con questo capitolo un pezzo che non era ancora stato deciso quando postare ^.^''
Per il resto, spero che piaccia come capitolus xDxD
ah, ho aggiunto l'ultimo pezzo così x
D spero che Kura non mi linci perchè ho fatto andare via Yuki senza Kurapika xDxD ma dato che c'ero.....(al massimo chiedo perdono ^^)
Well, questo è tutto xDxD

Kisses-Kisses

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