Change

di Lady Koyuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo ***
Capitolo 6: *** 6° Capitolo - Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo ***


Bene.
Ero indecisa se iniziare a pubblicarla ora, non essendo ancora completa o aspettare; ma mi sono detta che infondo valeva tentare; questa storia non sarà lunghissima ma mi sembrava eccessivo farla su un solo capitolo.
Per prima cosa: mi sto davvero innamorando tantissimo di loro *^* non riesco a smettere di avere idee e spunti su storie con loro come protagonisti, ma alla fine quelle che nascono e vengono pubblicate sono veramente poche.
Secondo: ho messo doppia coppia (Het e Yaoi) in quanto in effetti non so come considerarla ed in effetti in parte ci sono entrambe [vi chiederete come è possibile, ma è così xD].
Infine posso aggiungere solo che questa storia è un po' strana e complessa ma creata giusto per far comparire qualche sorriso; ho messo rating giallo in quanto non penso di sfociare oltre, ma nel caso il prossimo capitolo uscirà con un rating più alto, aggiornerò la cosa.
Detto questo, ho finito, vi auguro buona lettura sperando che questa storia non sia troppo orribile.
A presto,
Koyuki :3



 

- CHANGE -


Mandò giù in un secondo l’ennesimo boccale di alcool; qualunque cosa c’era dentro a quel bicchiere, l’unica certezza era che fosse alcolico.
Erano approdati su quell’isola solo quella mattina ma il tempo di arrivare all’ora di pranzo ed erano già tutti in una taverna della cittadina a bere come spugne; lasciò il manico del boccale poggiando la sua pesante protesi meccanica sullo schienale di quello scomodo divano.
- Altro giro Kidd? - gli chiese il suo vice, che sapeva già la risposta conoscendolo come le sue tasche,
- Certamente Killer – rispose allegro, forse anche a causa dell’alcool.
Mentre il biondo si era alzato per rifornire il suo bicchiere e quello del suo capitano ormai vuoti, un cigolio rumoroso della porta preannunciò un nuovo arrivato; Kidd non ci fece caso e andò avanti a chiacchierare con i suoi uomini, fino a che l’uomo appena entrato non gli si piantò davanti.
- Buongiorno Eustass-ya –
Solo quella frase fece ribollire il sangue al rosso.
- Trafalgar Law, qual buon vento – disse sarcastico.
- Volevo farmi una bevuta, penso che possa unirmi a voi no? – chiese mentre già occupava posto accanto a Kidd.
- Anche se ti dicessi di no, sei già seduto, quindi… - rispose, lasciando la frase in sospeso e ricevendo un ghigno soddisfatto dal moro.
- Allora, dove hai lasciato Mugiwara? – chiese a un tratto il rosso, cercando di nascondere qualsiasi emozione.
- Da qualche parte, in giro - rispose l’altro – perché sei geloso Eustass-ya? –
Kidd s’innervosì non poco.
- Assolutamente no, non m’interessa cosa fai con quel dannato bamboccio – rispose piccato.
- Oh bene allora, perché ho ricevuto delle interessanti avance dalla sua archeologa – continuò il moro allegro.
All’improvviso Kidd sbatté violentemente una mano sul tavolo, alzandosi in piedi mentre Killer stava tornando al loro tavolo con i bicchieri ricolmi.
- Non mi interessa – concluse irato il rosso, reazione dovuta forse anche all’alcool nel suo corpo, per poi indirizzarsi verso la porta – Killer lascia pure il bicchiere a quel dottorino del cazzo – disse al suo vice prima di sparire fuori dal locale.
Percorse pochi metri nelle vie desolate della cittadina prima che una voce lo fece fermare esasperato.
- Non credevo che il grande Eustass Capitano Kidd potesse essere geloso – disse Law che lo aveva seguito all’esterno del locale.
- Io non sono geloso – rispose girandosi per osservare negli occhi il moro.
- Quindi non ti dispiace se accetto le avance dell’archeologa? – chiese con finto tono innocente.
Il rosso iniziò allora ad avvicinarsi all’altro che portava la sua tipica spada appoggiata alla spalla sinistra; con il braccio meccanico, Kidd gli circondò la vita avvicinandolo a se e osservandolo negli occhi a pochi centimetri dal suo viso.
- Il fatto che non sia geloso non implica che tu possa andare con qualcuno che non sia io, chiaro? -  gli disse deciso osservandolo con i suoi occhi dorati.
Il moro sorrise allegro.
- Ovviamente. – rispose l’altro.
 
***
 
Dopo aver lasciato Kidd nella piazza della città, il moro aveva deciso di tornare velocemente al suo sottomarino; erano arrivati da poco su quell’isola ma sperava di doverla lasciare prima possibile. Non gli piaceva restare fermo per troppo a lungo, soprattutto su quell’isola che emanava qualcosa di sinistro; mentre girovagava, osservava l’aspetto del villaggio, molto socievole e non troppo animato, oltre la quale si stagliava un enorme palazzo probabilmente della marina.
Stava ancora camminando attraverso le strade cittadine, quando, sorpassando un piccolo vicolo alla sua destra, una signora gli andò addosso senza volerlo.
- Oh mi scusi, mi spiace – disse la donna; indossava una lunga mantella marrone con il cappuccio, abbassato sulle spalle appena sotto a dei corti capelli castani e aveva un aspetto alquanto vecchio e stanco.
- Dovresti stare più attenta a dove vai, vecchia – gli rispose Law, in tono scocciato – potresti trovare persone che se la prenderebbero a male – continuò.
La donna sorrise, gentilmente.
- Lei deve essere Trafalgar Law, giusto? – chiese la donna, curiosa.
- Dovresti fare attenzione anche alle domande che poni, potrebbero trovare come risposta una spada infilzata nel petto – rispose il moro con un ghigno sinistro.
- Ha ragione. Prendo la sua risposta comunque per un si; tenga, per farmi perdonare le regalo questa – disse, porgendogli una strana barretta incartata - E’ cioccolata – spiegò lei, notando lo sguardo sospetto del ragazzo.
Alla parola “cioccolata”, Law non se lo fece ripetere due volte; prese la barretta e continuò il suo cammino.
- Sta attenta la prossima volta, vecchia – gli urlò ormai lontano.
La donna lo osservò allontanarsi, attenta a non perderlo di vista.
Sorrise nuovamente, un sorriso inquietante.
 

Il suo sottomarino non era troppo distante dalla città, ma nemmeno troppo visibile; appena raggiunto, salì a bordo intimando ai suoi uomini di mettersi di guardia.
Era decisamente stanco quel pomeriggio e ordinò a tutti di non disturbarlo fino al giorno successivo; tranquillamente s’indirizzò alla sua cabina, chiudendosi all’interno. Il tempo di appoggiare la spada al muro e si buttò malamente sul letto con ancora indosso i jeans e una maglietta nera leggermente troppo grande per lui.
Sbuffò, rassegnato. Avrebbero comunque dovuto aspettare qualche giorno prima di partire e la cosa non gli piaceva; oltretutto stranamente quella sera era più stanco del solito e si sentiva strano. Sperava sinceramente che una dormita lo avrebbe rimesso in sesto e in poco cadde preda di Morfeo, senza quasi nemmeno accorgersene.
Dormì a lungo e in un sonno agitato che lo rese assai nervoso la mattina successiva; era abituato a dormire poco ma non a dormire a sbalzi come quella notte.
Aprì gli occhi solo a mattina inoltrata; si sentiva molto strano, più strano, ma con ancora i segni del sonno, non ci fece caso; lentamente si diresse in bagno, dove cercò di sciacquarsi la faccia per rimuovere gli ultimi segni di sonnolenza. Quando alzò lo sguardo, osservando il suo riflesso nello specchio, gli venne un colpo.
Un urlo, non proprio mascolino, si propagò all’interno di un conosciuto sottomarino giallo, facendo alzare tutti i presenti terrorizzati; ci volle qualche secondo per capire che l’urlo proveniva dalla cabina del capitano e così il vice ed un altro paio di uomini s’indirizzarono da lui.
Bussarono alla cabina di Law, chiamandolo, senza ricevere risposta.
- Pensate stia bene- chiese Bepo preoccupato, osservando i due uomini accanto a lui.
- Che abbia ricevuto un brutto tiro da quel bastardo rosso? – sussurrò Penguin, cercando di ascoltare qualsiasi rumore proveniente da dentro la cabina.
- Che diavolo dici Penguin, Law non si fa fregare così – disse Shachi deciso – dobbiamo entrare, potrebbe stare male –
I tre allora aprirono la porta, osservando la camera del loro capitano completamente in ordine; di Law non c’era traccia.
- Capitano? – mormorò allora Bepo, ansioso.
Penguin indicò agli altri due la porta dall’altra parte della parete da cui proveniva una leggera luce giallastra; si avvicinarono lentamente, in ansia su cosa potesse essere successo.
- Capitano, tutto okay? – chiesero quasi in coro bussando leggermente.
Dalla porta si sentirono delle imprecazioni, qualcosa riferito a qualche strana vecchia e un “No, non è un cazzo tutto okay!”
I tre, ormai preoccupati all’inverosimile, si osservarono cercando una risposta ai loro quesiti; nessuno sapeva cosa fosse successo e l’unico che poteva rispondere alle loro domande era chiuso dietro quella porta.
- Che cosa è accaduto esattamente? – chiese l’orso.
Da dentro si sentì qualcosa rompersi, come una boccetta di vetro.
- Una catastrofe ecco cosa – rispose il moro, con una voce leggermente isterica e leggermente… non sua.
- Almeno ci permetta di darle una mano – aggiunse Penguin, oramai più curioso che preoccupato.
A quella frase, si sentì un “clanc” familiare e il cigolio della porta che si apriva; nulla avrebbe preparato i tre a quello che videro. Davanti a loro c’era si Law, ma aveva qualcosa in più. E qualcosa in meno, anche.
La maglietta che il giorno prima gli cadeva larga e scomposta sul busto, ora era decisamente attillata, dovuto soprattutto al fatto che gli era cresciuta qualche taglia di seno; i tre lo / la guardarono stupiti domandosi come il loro capitano fosse passato da uomo a donna in una notte.
Rimasero qualche minuto shockati dalla cosa mentre il moro attendeva una loro reazione; intanto che Bepo cercava di pensare a una causa di ciò, gli altri due trattennero a stento una risata, sapendo benissimo, anche dallo sguardo omicida del loro capitano, che un’azione così avventata avrebbe portato catastrofiche conseguenze per loro.
- Come diavolo è successo? – chiese l’orso, ignorando gli altri due.
- Deve essere stata quella dannata vecchiaccia – rispose Law, appoggiato allo stipite della porta osservando ancora Penguin e Shachi, pronto a beccarli su un possibile passo falso.
- Quale vecchia? – chiese allora uno di questi due.
- Una tizia che ieri mi ha urtato – disse, indirizzandosi verso la poltrona ai piedi del letto – e che per scusarsi mi ha porto una barretta di cioccolato. Chissà cosa diavolo ha messo dentro di altro – continuò, indossando una delle sue lunghe e larghe giacche nere.
I tre lo guardarono interrogativi.
​- E ora cosa pensi di fare capitano? – chiese Shachi curioso.
- Vado a cercare quella donna, ovviamente e a trovare un modo per tornare normale – rispose mentre si allacciava la lunga giacca fino al mento, in modo da coprire le vistose curve che ora possedeva.
- Potresti rimanere così, non stai male infondo – disse un Penguin scherzoso, ricevendo uno sguardo omicida dal proprio capitano – Sto scherzando, scusa. Devi assolutamente trovarla, concordo – concluse, cercando di farsi piccolo piccolo.
- Voi occupatevi della nave; Bepo vieni con me, andiamo a cercare quella vecchiaccia, ORA! – ordinò, indossando il suo solito cappello maculato, cercando di nascondere i capelli leggermente più lunghi, per poi indirizzarsi verso il ponte.
- Credi che tornerà “Normale”? – chiese Shachi al suo compagno di avventure quando gli altri due furono usciti.
- Sinceramente, anche così non mi dispiace – rispose l’altro – ma non dirgli mai che l’ho detto. Potrebbe uccidermi. O peggio – continuò preoccupato, pensando alle migliaia di possibili punizioni per quel pensiero.
- Peggio: potrebbe usarti come cavia per i suoi esperimenti Penguin, quindi attento a ciò che dici in giro – gli rispose ghignando maleficamente.
L’altro rimase un attimo immobile terrorizzato da quell’affermazione prima di dire un veloce “Hai ragione, me ne sto zitto” per poi seguire il compagno sul ponte.


 

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo ***


[Non sapevo sinceramente come sistemare gli aggettivi: maschili o femminili? Non ho minimamente pensato alla complicanza che questa cosa avrebbe creato xD
Alla fine ho optato per femminili, infondo fino a che rimane così, è una donna in tutto e per tutto.]


 

- CHANGE -



Erano arrivati alla piazza della cittadina; era prima mattina e la città sembra rinata, piena di persone. Law guardò il suo vice dubbioso.
- Dividiamoci; dobbiamo trovarla assolutamente! – disse a Bepo, che la guardava interrogativo – è una vecchia con una mantella marrone e all’apparenza fin troppo debole; ha dei capelli castani e un sorriso bastardo. La dovresti riconoscere subito appena la vedi – rispose alle domande non poste dell’orso prima di allontanarsi alla ricerca della donna. L’altro fece lo stesso, sapendo che la situazione del suo capitano poteva essere risolta soltanto con quella vecchia.

Aveva camminato in lungo e in largo per tutta la mattina; di quella dannata vecchia non c’era nemmeno l’ombra. Law era alquanto stanca e tranquillamente si sedette su una panchina sotto a un grande albero.
-Allora, come va questo bel cambiamento? – senza che lei l’avesse minimamente vista, la vecchia che stava disperatamente cercando gli apparve da parte, come dal nulla e nel completo silenzio; furiosa si alzò in piedi prendendola per la collotta.
- Cosa diamine mi hai fatto dannata? – le chiese, irata.
-Ti ho solo cambiato un po’, non stai così male. – gli rispose.
- Fammi tornare subito come prima, o la pagherai! – intimò allora la piratessa.
- E cosa potresti farmi? Solo io posso dirti come invertire il processo e tornare uomo. – disse la donna con un tono fintamente dispiaciuto.
- Come faccio? – chiese più tranquillamente allora la mora.
- Dovrai farmi un favore. –
- Scordatelo! – rispose lei senza tanti giri di parole.
- Allora non ti rimane che aspettare che forse prima o poi l’effetto svanisca, ma questa è una cosa molto rara, oppure restare così per sempre, a te la scelta. – gli spiegò la vecchia, ghignando.
- Oppure, posso ucciderti qui e ora! – sentenziò Law, alzando ancora più in alto la vecchia che ora non toccava più il terreno.
- No invece, se mi uccidi non saprai mai come tornare uomo! – continuò la donna, prima di staccare con forza la mano della mora e ricadere delicatamente a terra – quindi quando avrai cambiato idea, vieni a cercarmi. – concluse, prima di correre via velocemente.
- Aspetta vecchiaccia! – gli urlò la mora, cercando di inseguirla, inutilmente; anche se vecchia era dannatamente veloce. In pochi minuti la perse di vista; era davvero troppo rapida e seguirla era un impresa. Nonostante ciò, continuò a cercarla per la città imperterrita, con un’andatura fin troppo veloce; sapeva benissimo si sarebbe stancata di nuovo e anche molto presto, non aveva la stessa resistenza della sua controparte maschile.
Era talmente presa dalla ricerca della vecchia che non si accorse più di chi o cosa aveva intorno, finché non andò a sbattere contro qualcuno; sarebbe rovinosamente caduta a terra se una strana e gigantesca mano non la trattenne per la vita impedendogli di cadere e facendo anche rimbalzare la pesante spada sulla sua spalla.

- Ma guarda chi c’è, Trafalgar Law. – Quella voce. Non ora.
La mora avrebbe voluto incontrare chiunque, meno che LUI. Fortunatamente la visiera del suo cappello gli nascondeva abbastanza il viso e approfittandosene, si coprì ulteriormente.

- Vattene Eustass-ya, non è aria. – disse, cercando di essere il più aggressiva possibile mentre il rosso la teneva ancora per la vita.
- Ma davvero? – chiese sarcastico il rosso.
- Si! Togliti di mezzo! – rispose l’altra, notando di come la voce gli usciva molto più acuta ora e non fu l’unica ad accorgersene.
- Stai male? – domandò Kidd sembrando preoccupato – hai decisamente una voce strana. – continuò, cercando di guardarla negli occhi senza successo. La mora allora si staccò bruscamente dalla mano meccanica dell’altro, superandolo scocciata.
- Non sto male, sta tranquillo – disse cercando di camuffare la sua voce mentre riprendeva a camminare alla ricerca della vecchia, sistemandosi meglio la sua migliore amica nell’incavo del collo – fatti comunque gli affari tuoi! - 
Il rosso sbuffò, insoddisfatto; non era normale che Law lo evitasse così ma soprattutto la cosa lo infastidiva, e parecchio. Prima che potesse allontanarsi troppo, Kidd alzò una mano verso la mora, deciso a farla tornare da lui, anche se doveva usare i suoi poteri.
Un attimo dopo, Law sentì che la sua spada la stava trascinando indietro e non gli ci volle molto per capire che stesse succedendo; tenne salda la sua arma cercando di resistere al magnetismo dell’altro, inutilmente.

- Eustass-ya non rompere le palle! – urlò, mentre veniva trascinata verso il rosso. Niente riuscì a fermarla fino a che la mano destra e integra del rosso non la prese da dietro, tenendola ferma in un abbraccio quasi soffocante.
- Non puoi pretendere di andartene così, senza nemmeno salutare. – disse tranquillamente, mentre con il braccio che attraversava obliquamente il petto della mora, notò qualcosa di veramente strano che non riuscì momentaneamente a concepire.
- Ma che diavolo..- non fece in tempo a finire la frase che Law prese il braccio che la teneva facendo ruotare Kidd fino a farlo sbattere pesantemente contro un muro accanto a loro.
- Lasciami in pace! – disse, senza far vedere il suo volto, per poi partire e tornare alla sua più importante ricerca. Kidd intanto era ancora fermo appoggiato al muro che non capiva; Law aveva qualcosa di strano, più strano e non solo mentalmente, anche il suo corpo aveva qualcosa di diverso e il rosso lo aveva sentito, ma non sapeva definire cosa fosse. Oltre al fatto che non si era mai fatto guardare in faccia. Che diavolo era successo?
Curioso, ma forse preoccupato senza volerlo dare a vedere, si mise a seguire la mora deciso a sapere cosa diavolo fosse successo; la vide allontanarsi come alla ricerca di qualcosa e tentò di raggiungerla in fretta,

- Law, vuoi fottutamente fermarti? – gli urlò a qualche metro di distanza, sapendo benissimo che lei lo aveva notato.
- Smettila di seguirmi, Eustass-ya – gli rispose; Kidd fece per attirarla di nuovo tramite la spada, ma lo stesso trucco non funziona due volte, si sa.
- La smetti di stressare?! – gli ribadì Law, mentre con un piede che faceva da perno, ruotò attorno alla spada che scivolava lentamente verso il rosso tirandogli un calcio in pieno petto.Kidd si spostò veramente di poco e la cosa lo sorprese ancora di più; da quando Law aveva così poca forza?
La mora, davanti a lui, teneva la visiera del cappello abbassata con una mano, come a volersi nascondere.

- E’ una faccenda complicata, stanne fuori per favore. – disse prima di cominciare nuovamente a camminare per sparire poco dopo in un vicolo alla sua sinistra.
- Oh, no non ti liberi di me così facilmente – mormorò il rosso, correndo velocemente in una via alla sua sinistra cercando di anticipare la mora attraverso una scorciatoia. Fortunatamente Law non si aspettava che il rosso fosse così ostinato; stava percorrendo senza alcuna fretta la piccola via appena imboccata quando all’improvviso un Kidd (selvatico) gli apparve alla sua destra prendendola di sorpresa per un braccio scaraventandola contro il muro, come la mora stessa aveva fatto poco prima con Kidd.
Law mugugnò un verso di dolore, pronta a combattere contro chiunque; non pensava davvero che l’altro fosse così dannatamente perseverante. La fortuna volle che Kidd non vide bene il viso della mora, ma conoscendola, gli bloccò ogni possibilità di fuga poggiando il braccio meccanico accanto alla sua testa e la mano ancora intatta sul suo fianco.
Mossa forse sbagliata, per Law ovviamente.
Sentiva che c’era qualcosa di diverso a quel contatto con il corpo della mora ma non sapeva ancora identificare cosa.

- Si può sapere che succede? – chiese esasperato, cercando un contatto visivo con l’altro – e soprattutto perché mi eviti? – domandò, con un leggero tremolio nella voce. Nessuno si sarebbe accorto di ciò, ma Law non era NESSUNO.
- Preferirei non dirtelo. Non ora. – rispose tristemente l’altra – aspetta quando sarà tutto finito. – sussurrò, con un tono leggermente infastidito.
- Se invece me ne parli potrei aiutarti idiota! – gli urlò lui, irato. Possibile che quel deficiente fosse così orgoglioso da non farsi nemmeno aiutare da lui? Capiva se era circondato dalla sua ciurma, ma ora erano lì solo loro due. E nessun altro.
- Non mi aiuteresti e non voglio il tuo aiuto! – ribadì la mora, decisa.
- Perché mai? Spiegami questo almeno! – insisté il rosso ormai al limite dell’esasperazione.
​- Perché non voglio che tu sappia come sono stato ridotto ora.  – disse Law deciso.
- Che diavolo ti può essere successo di così terribile? – chiese nuovamente il rosso cercando di sdrammatizzare, senza però ricevere risposta. La mora rimase in silenzio per qualche secondo, non sapendo cosa rispondere; in quel momento voleva solo andarsene, cercare quella vecchiaccia, tornare uomo e forse dopo avrebbe trovato del tempo per Eustass Kidd.
Non apprezzava minimamente le donne e di certo avere un corpo femminile non la rallegrava; per di più non sapeva la reazione che avrebbe avuto il rosso a questa cosa: disgusto? Divertimento?
Entrambe le cose non sarebbe riuscito a sopportarle.

- Non è una cosa che ti interessa. Finiscila! – disse, prima di sfuggire alla presa di Kidd. Il rosso però non volle arrendersi e prima che Law se ne andasse, la prese nuovamente per un braccio tirandolo a sé mentre con la mano destra gli cingeva la vita; stavolta però la fortuna non era dalla parte della mora che, non accorgendosi della mossa di Kidd, aveva stavolta il viso scoperto, totalmente soggetto ai penetranti occhi ambra del rosso.
Il tempo di un solo sguardo e quest’ultimo rimase letteralmente shockato.

- Ma che cazzo…? – 




Bene Bene.
So che ho aspettato tanto ad aggiornare, ma volevo fare in modo di avere diversi capitoli già scritti per non rischiare di lasciarla in sospeso... Ma non ci sono riuscita >_<
Non temete comunque! Ho deciso di mettermi alla prova e aggiornare mensilmente le mie storie in corso, una appartenente proprio ad un altro fandom.
Quindi non dovrete aspettare molto per il prossimo capitolo :D
Detto questo, che dire della storia?
Allora, come già ribadito, non ci saranno grandi scene forti tra questi due grandissimi pirati, però sto iniziando ad essere abbastanza contenta di come sta andando la storia. Pensavo uscissero tre o quattro capitoli, ma mi sa andremo un pochino per le lunghe, spero comunque che continuerete a seguirla e che possa continuare a piacervi.
Come avrete notato, ho preferito cambiare tutti gli aggettivi riferiti a Law; mi sembrava decisamente strano e mi risultava difficile raccappezzarmi sul genere, ma ho deciso di tenerlo così... o tenerla? xD 
Bè, poco importa, fatto sta che Law continuerà ad avere gli aggettivi femminili essendo lui stesso donna ora.
Quindi, vi è piaciuta? Spero immensamente di si!
Ringrazio chiunque abbia recensito il primo capitolo, chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite e chiunque sia arrivato fin qui! E' già un traguardo!
A Presto,
Koyuki :3

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Capitolo 3
*** 3° capitolo ***


 

- CHANGE -



Il rosso stava ancora ridendo; Law era rimasto immobile per qualche minuto in attesa della reazione di Kidd, ma appena aveva iniziato a sghignazzare, la mora aveva deciso che doveva morire. Male anche.
Scocciata, si girò velocemente, pronta ad andarsene alla ricerca di quella vecchietta senza badare minimamente a Kidd.

- No aspetta Trafalgar! - gli urlò il rosso, piazzandosi davanti a lui. La ragazza lo osservò con uno sguardo omicida, in attesa di tirare fuori la sua amata spada e farlo fuori seduta stante.
- Non ti chiederò scusa per aver reagito cosi, devi ammettere che é una situazione strana, anche se avrei potuto decisamente arrivarci prima. - iniziò Kidd cercando di essere pacifico, inutilmente e rischiando di scoppiare nuovamente a ridere.
- Così mi tenti sempre di più a farti fuori Eustass-ya. - disse la mora, continuando a fulminarlo con gli occhi.
- Cosa diavolo ti é successo? Ora sono curioso. - continuò il rosso, cercando di smettere di sghignazzare. L’altra sbuffò, cercando di superarlo per andare a riprendere la sua importante ricerca ma sapeva che Kidd non l'avrebbe lasciata in pace.
- É stata una vecchietta di merda e l'ha fatto per ricattarmi, - iniziò la mora mentre riprendeva il cammino sicura che il rosso la stesse seguendo - ed é lei che sto cercando per fare in modo di tornare normale. - concluse, continuando a guardarsi intorno.
- E che vuole da te? –
- Che diavolo ne so! – rispose la ragazza irata.
- Ma, sinceramente, che fretta c'è di tornare normale? - chiese Kidd con un sorriso malizioso che la mora però non vide.
- Forse che mi inorridisce rimanere in un corpo femminile? - Chiese Law sarcastico - Sai quanto detesti la corporatura esile delle donne, figurarsi essere cambiato di sesso. - aggiunse, girandosi finalmente verso Kidd. Lui la stava ancora osservando con uno sguardo pensieroso e un sorriso che non prometteva nulla di buono.
- Che hai da guardarmi così ora? - chiese la mora sospettosa non intuendo minimamente le intenzioni del rosso. All'improvviso, il ragazzo partì verso di lei prendendola per una mano e tirandola verso chissà quale meta; preoccupata che qualcuno potesse vederla, Law si tirò giù la visiera del cappello, non riuscendo così a vedere nemmeno dove stessero andando.
- Dove diavolo mi stai portando ora? - chiese preoccupata al rosso non ricevendo mai una risposta. Poco dopo, sentì una porta aprirsi e un signore salutare Kidd il quale lo ignorò bellamente; la mora continuava a tenere la testa bassa anche quando iniziarono a salire una rampa di scale.
La loro corsa finì quando il rosso, entrato in una stanza, buttò la povera (si fa per dire) ragazza su un letto, malamente, facendole cadere la spada a terra, mentre questa si guardava in giro preoccupata. Erano decisamente in una stanza d'albergo, munita di diverse poltrone e anche una scrivania oltre ovviamente al letto.
Kidd velocemente chiuse la porta alle sue spalle prima di concentrarsi ancora su di lei facendo uscire nuovamente il suo sguardo assolutamente malizioso.

- Visto che sei così, - disse tranquillamente - tanto vale approfittarne no? -
Law di solito afferrava subito le cose sottintese, soprattutto di quel tipo e soprattutto quelle del rosso, ma preso dalla disperata ricerca di quella vecchiaccia, non aveva afferrato veramente cosa intendesse Kidd nel vicolo, e ora che lo aveva fatto si stava mentalmente maledicendo.

- Scordatelo, No, non ci pensare nemmeno! - gli rispose irata, allontanandosi dal rosso per finire rannicchiata contro la testiera del letto. Kidd di rimando mise il broncio ma dopo essersi tolto la pesante pelliccia ed averla appoggiata su una delle poltrone assieme alle sue armi, si avvicinò a lei sedendosi sul letto.
- Non é giusto però, averti qui così e non approfittane, tanto la vecchia non scappa - ribadì il rosso, prima di prendere all'improvviso Law per le caviglie e tirarla con tanta forza da farla sdraiare. Law non si aspettò quel gesto e tentò di alzarsi appoggiandosi almeno sui gomiti ma Kidd l’anticipo tenendola ferma dai fianchi e avvicinandosi pericolosamente.
- Eustass-ya, prova ad insistere e ti uccido veramente. - proruppe Law che si trovava momentaneamente immobilizzata nonostante sapeva potesse liberarsi veramente con poco.
- E perché mai? - chiese il rosso avvicinandosi ulteriormente - in fondo, mica sei tu quello a cui piace sperimentare? - aggiunse, sottolineando l'ultima parola.
La mora cercò di alzare le braccia per spingerlo via e replicare, ma prima che potesse aprire bocca, il rosso iniziò a morderle il collo lentamente; detestava essere in un corpo femminile ma detestava ancor di più che l'effetto dell'attrazione per il rosso mandasse a quel paese i buoni propositi di tornare normale prima di approfittarsene.
- Ti odio! - disse Law mentre le sue mani passarono dalle spalle di Kidd alla sua chioma rossa.
- Non é vero - rispose l’altro, mentre cominciò a slacciarle l'immenso cappotto nero e con calma iniziava a lasciare una scia di baci scendendo verso il seno della ragazza - e lo sai. - aggiunse, prima di immergersi completamente in ciò che stava facendo.
- Invece ti odio. - ribadì Law, che venne percorsa però da un brivido lungo tutta la schiena di cui l’altro si accorse.
- A quanto pare non ti dispiace. - aggiunse, in un attimo di tregua nella sua lenta discesa di baci sul corpo della mora.
Quanto odiava Kidd ma odiava ancora di più l'effetto che lui sembrava farle nonostante avesse cambiato sesso; quella notte sarebbe stata lunga e nonostante prima avrebbe potuto dubitarne, ora era certa che non le sarebbe nemmeno dispiaciuta.
 
 
Osservava il soffitto pensierosa; la piccola luce del sole che filtrava dalle finestre l’aveva svegliata, dannato il suo sonno leggero.
Si girò lentamente su un fianco, continuando a tenere appoggiata la testa sul petto del rosso; quest’ultimo stava dormendo bellamente e russando.
Ormai Law c’era abituata.
Sbuffò, rassegnata a doversi alzare e riprendere la sua ricerca per tornare uomo; si interrogava ancora su cosa potesse volere quella vecchia da lui, ma più ci pensava, più riteneva che la questione era al di fuori dei suoi affari e avesse preso il primo pirata che gli era capitato a tiro.
Di malavoglia si alzò a sedere, raccogliendo i suoi vestiti sparsi per la stanza; alla fine, dovette purtroppo ammettere, quella notte non le era per nulla dispiaciuta, ma non l’avrebbe mai confessato davanti a Kidd.

- Dove diavolo vai? –
Immersa nei suoi pensieri, non si era nemmeno accorta che il russare del rosso era cessato; si voltò osservando il viso del ragazzo, sorridendo.
- Devo trovare quella vecchia il prima possibile; non posso concedermi pause, non so quando ritornerò me stesso e sinceramente non so nemmeno se posso ritornare uomo! – iniziò con calma ma finì per urlare quasi.
- E qual è il problema? – chiese Kidd sarcastico.Law lo squadrò male, davvero male.
- Non scherzare. Odio avere un corpo femmine. – ribadì.
- Lo so, lo so, e non le apprezzi nemmeno le donne. – gli rispose Kidd, mentre si alzava lentamente.
- Tu si invece a quanto pare. – sentenziò Law,cercando di assumere un sorriso malizioso.
Kidd la guardò un attimo confuso, mentre l’altra sbuffò, rassegnata.
- Appena hai scoperto che sono stato… cambiato di sesso – disse fastidiosamente – la prima cosa che hai fatto è stata portarmi qui. – continuò, senza specificare a cosa si riferisse, sperando che l’altro capisse.
In realtà la cosa lo infastidiva un po’, forse parecchio; non è proprio il massimo sapere che il tuo… bè, definirlo ragazzo sarebbe eccessivo, ma più o meno era così, preferirebbe un corpo femminile al tuo, ma cercava di occultare la cosa a Kidd.
Ultimamente però sembrava non riuscire bene a nascondere le cose.
Il rosso le sorrise di rimando prima di posizionarsi davanti a lei, appoggiare le mani sul letto e osservarla dritto negli occhi.

- Il grande Chirurgo della morte inizia a essere insicuro? -  chiese divertito.
- Non dire cazzate. – rispose di rimando l’altra infastidita, cercando di alzarsi inutilmente, dato che il rosso non si spostava.
- Oh, no le mie non sono cazzate, – ribadì Kidd, sorridendo – ma sappi che ti ho portato subito qui perché eri TU. Non pensare che ho interesse per l’altro sesso, ho interesse solo per il TUO di corpo, femminile o maschile che sia – continuò deciso – l’unica persona che voglio sei TU! – concluse, sempre con il suo sguardo malizioso.
Law si sorprese parecchio per quella frase; non era di certo da Kidd ma diavolo quanto le aveva fatto piacere.
- A quanto pare invece il grande Capitan Kidd si sta addolcendo? – rispose, cercando di imitare il tono divertito del rosso.
La cosa fece imbarazzare leggermente quest’ultimo che si tolse velocemente andando a recuperare i suoi vestiti.
- Non dire idiozie! Ho solo detto le cose come stanno! E ora andiamo a cercare quella dannata vecchia! – rispose, irritato.
- Ah, ma non volevi sperimentare? – aggiunse Law, alzandosi, sempre con il suo sorriso malizioso.
- No! Ti preferisco decisamente da uomo, meno discorsi del genere almeno! E meno ormoni impazziti! –
Law rise, concordando però con il rosso.
Dovevano trovare quella dannatissima vecchia, il più presto possibile.























Ed eccomi tornata assolutamente puntuale!
Però come sospettavo, i capitoli pronti finiscono qui. T.T Il lavoro e i vari hobbies mi hanno preso più del dovuto e nonostante i più tentativi di mettere giù il prossimo capitolo, non sono ancora soddisfatta del risultato.
Ma sempre convinta di rispettare la pubblicazione mensile, mi sono già imposta di lavorarci domani! Non mi arrendo!

Tornando a questo di capitolo; chiedo per prima cosa immensamente scusa se i personaggi sono risultati un po' OOC. Per Law donna, ho comunque pensato che il cambio momentaneo di sesso abbia confuso anche un po' la mente del nostro chirurgo non rendendolo proprio impassibile a tutto come sembra solitamente; per quanto riguarda Kidd, ci sono pochi elementi per caratterizzarlo già così da solo, figurarsi in una coppia. 
Spero comunque la cosa non abbia urtato qualcuno. >-<
Oltre a questo, aggiungo che la base di questa storia è appunto l'amore incondizionato di questi due; premetto che mi sono invaghita follemente di questa coppia e li trovo bene assieme in qualsiasi forma essi siano (intendo donna-uomo/uomo-uomo...) per questo motivo ho voluto sottolineare il fatto che per loro conta solo stare con loro, nel senso l'uno con l'altro, indiferrentemente dalla forma.
Oh, suvvia, questi due si amano nonostante tutto e tutti, è innegabile ù.ù

Scherzi a parte, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto nonostante tutto e ringrazio chiunque lascerà una recensione, inserirà o ha già inserito la mia storia nelle varie liste; mi fa davvero un immenso piacere e sapere che qualcuno apprezza ciò che scrivo mi rende felice!
Grazie davvero!
A Presto,
Koyuki :3

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Capitolo 4
*** 4° Capitolo ***


 

- CHANGE -


- Quindi questa vecchietta ti ha cambiato di sesso senza un motivo preciso? – chiese forse per la decima volta il rosso.
- Si, te l’ho già detto. Non so chi sia. – rispose la mora continuando a camminare.
- Okay, ma le avrai fatto pur qualcosa! – ribadì nuovamente Kidd.
- Non le ho fatto assolutamente niente, – disse nuovamente l’altra, girandosi verso il rosso – e l'abbiamo cercata dappertutto in questa dannata isola ma sembra scomparsa nel nulla da stamattina. – continuò, irata.
- Se davvero vuole qualcosa da te, tornerà lei non serve cercarla in lungo e in largo. – mormorò Kidd, cercando di mantenere la calma, convincendosi che la situazione richiedeva che almeno uno dei due non fosse altamente irritabile e nervoso, – Se davvero l’hai cercata dovunque, non ti resta che… - prima di poter finire la frase, vide Law che aumentare la velocità diretto verso sud.
- E ora dove diavolo vai? – gli chiese, cercando di farla fermare.
- Forse so dove si trova. – 
 


Certo, dei pirati appostati davanti ad una base della marina, fermi e immobili, avrebbero dato sospetti per chiunque; per questo Law aveva scelto di stare molto lontano dalla base ma avendola comunque sottocchio.

- Cosa ci facciamo alla base della marina? – chiese Kidd, dubbioso.
- Hai detto che nonostante l’ho davvero cercata dovunque, se lei ha bisogno di me, verrà a cercarmi, – iniziò la mora, non staccando gli occhi dalla porta della base – ma c’è un posto ancora in cui non ho guardato: questo. – aggiunse, girandosi verso di lui.
- E mi spieghi cosa ci farebbe una vecchia nella base della marina? – chiese scettico, posizionandosi davanti alla ragazza.
Lei sorrise di rimando, avvicinandosi al rosso.
- So benissimo che non è un marine, ma potrebbe avere un figlio o un marito in marina, il che spiega perché oggi abbia passato tutto il giorno lì dentro. – iniziò, allegramente – I marine in alcune basi sono costretti a restare all’interno della loro fortezza a meno che abbiano doveri al di fuori, per cui l’unico modo per vederli è entrarci. – concluse.
- Okay, allora perché non sfondiamo la porta, troviamo quella vecchia e facciamo un po’ di casino? – domandò, allettato dalla prospettiva Kidd.
Law sbuffò, guardandolo male.
- Possibile che tu devi sempre fare le cose in grande e distruggendo tutto? – ribadì – Non entreremo eliminando qualunque cosa ci capiti a tiro, perché con questo la vecchia potrebbe rifiutarsi di farmi tornare come prima. Quindi la aspettiamo qui. –
- Così non è divertente – aggiunse il rosso, appoggiandosi a un albero lì accanto.
- Tu con il broncio si però. – ribattè Law, osservandolo attentamente, sorridendo sornione.
Infondo quella giornata, nonostante il cambio di sesso, non stava andando poi così male.
 
 

Aspettarono diverse ore nascosti fra gli alberi, tanto che Kidd iniziò a dubitare dell’idea avuta dalla mora; d’altra parte, questa, stava fissando intensamente la porta della base senza staccare gli occhi dalla struttura.
Il rosso aprì la bocca per esprimere i suoi pensieri, ma non fece nemmeno in tempo a dire una parola.

- No, credo ancora fermamente che lei sia nella base. – disse anticipandolo Law.
- Io non ho detto nulla! – ribadì seccato l’altro.
- Ma lo stavi per fare, o sbaglio? – chiese, girandosi verso il rosso.
Kidd cercò di formulare qualcosa senza successo, sbuffando subito dopo rassegnato.
- Stare così tanto tempo assieme non va bene. – proruppe, infastidito, suscitando un sorriso all’altro.
Mentre discutevano, la porta della base si aprì improvvisamente, attirando la loro attenzione; Law riconobbe subito la vecchia che lo aveva trasformato, ma prima che il rosso potesse scattare verso di lei, lo fermò.
- Siamo troppo vicini alla base – proruppe – so che fare casino è il tuo divertimento, ma mi serve calma e pazienza per parlare con lei. – aggiunse girandosi verso Kidd – Quindi allontaniamoci un bel po’ da qui e poi la raggiungeremo.-
Controvoglia e lamentandosi, il rosso fece come aveva detto la mora e seguirono la vecchia per diverse decine di metri, sicuri che, se quella avesse voluto chiedere aiuto, sarebbe stato futile.
All’improvviso però, la vecchia si girò verso di loro, puntandoli con lo sguardo.

- Volete venire qui o mi seguirete fino al villaggio? – chiese, ghignando.
- Immaginavo che ci sentissi vecchia – disse Law avvicinandosi – visto come sai destreggiarti nel combattimento.
- Oh, sei tu. Allora trovato modo di tornare normale? –
- Smettila di fare la spiritosa e fallo tornare come prima. – proruppe Kidd raggiungendo i due solo in quel momento.
- Sei in compagnia per incutermi più timore? – domandò nuovamente.
- Finiscila di cercare di irritarmi, non ci riesci. Ora, fammi tornare come prima senza storie! – disse tranquillamente la mora, senza distogliere lo sguardo dalla vecchia ma tenendo d’occhio comunque anche Kidd.
- Sai che voglio qualcosa in cambio…. – ribadì sorridente.
- Non cediamo a ricatti! – dissero in coro i due, conoscendo benissimo i pareri l’uno dell’altro.
- E allora niente cambio, mi spiace. – concluse, girandosi per andarsene.
Kidd stava per alzare le mani sulla donna ignorando fosse vecchia e malandata, ma venne nuovamente fermato da Law; il rosso lo guardò interrogativo, ma ricevette solo uno sguardo apatico che gli intimava di non fare nulla.
- Cosa vorresti vecchia? – disse allora la mora, facendo girare nuovamente la donna.
- Sei seria? – chiese questa, sorpresa.
Ricevendo un segno positivo, si riavvicinò ai due, come a non volersi fare sentire da altri.

- Sai, all’inizio ti avrei chiesto di approfittarti di un uomo, spregevole uomo, ma credo che…-
- Che diavolo vuoi dire vecchia? – intervenne nuovamente Kidd, fin troppo irato.
- Ma credo che a questa cosa preferiresti rimanere donna per sempre. – concluse, ignorando il rosso.
- Deduci bene. – rispose Law, dando un occhiataccia al rosso; sapeva voleva sinceramente aiutarlo, ma diavolo, così rischiava di complicare il già complicato.
- Per cui vorrei che uccidessi un uomo.-
- Scusa, non potevi chiederlo a chiunque altro e in modo civile? – proruppe Law, che nonostante l’immensa pazienza in più del rosso, stava esplodendo pure lui.
- Certo, non sai quanti pirati accettano di uccidere qualcuno gratuitamente, soprattutto se persone di una certa leva sociale. – ribadì sarcastica la donna.
- Quindi hai trasformato il primo pirata che ti è capitato a tiro in donna, per uccidere un uomo, o meglio, per vendicarti in modo spregevole di un uomo senza dover dare nulla in cambio? – chiese cercando di trattenersi Kidd.
- Si, esatto – rispose lei sorridendo.
- Trafalgar, dammi un motivo per cui non dovrei ucciderla seduta stante, uno. – disse il rosso irato.
- Nonostante in questo preciso istante la farei fuori con le mie stesse mani, – rispose Law, rassegnata e sbuffante – è l’unica che mi può far tornare normale. E uccidere un uomo che non risulta proprio un santo, non mi crea un problema. – concluse, guardando la vecchia.
- Benissimo! – rispose sorridendo lei. 
 
























Eccomi qui! 
In ritardo di una mezz'oretta xD
Bene. La fine si sta avvicinando e forse non sarà come vi aspettate; personalmente, l'assurdità della fine di questa storia mi piace, ma ho paura non soddisferà tutti voi; vedremo tra un paio di capitoli.
Come vedete, ora trovano la famosa vecchietta, ma cosa avrà contro questo misterioso uomo?
Lo scopriremo ù.ù
Law tornerà uomo o resterà donna per sempre?
Sinceramente a me donna non dispiace poi tanto xD
Comunque sia, so che la base del Cambio è molto semplice e banale, ma la storia in sè non mi spiace e come citato sopra, nemmeno la fine che le darò; certo, questo forse causerà degli scontenti, e mi spiace, ma sono abbastanza soddisfatta di questa storia e spero possa piacere anche a voi.
Detto questo, ringrazio nuovamente tutti e spero che nonostante la discesa e l'arrivo verso la fine, la storia possa continuare a piacervi!

A Presto,
Koyuki :3

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Capitolo 5
*** 5° Capitolo ***


 

- CHANGE -



Nel locale c’era un casino immenso; era ormai sera e tutti i viaggiatori si erano recati nella locanda per trovare un alloggio mentre i cittadini del piccolo villaggio passavano la serata tra alcool e bella compagnia.
In un angolo lontano da occhi indiscreti, due facce note stavano osservando la loro “vittima”.
- Ti ha spiegato almeno il motivo di tutta questa faccenda? –
Eustass Kidd era assai irritato per quella storia; quando Law aveva accettato quell’accordo assurdo, si erano messi in un posto appartato per parlarne, mentre il lavoro di vedetta toccò al rosso.
- Più o meno. – rispose la ragazza, appoggiando un bicchiere vuoto sul tavolo - a quanto pare è suo marito. – rispose, guardando più attentamente dall’altra parte del locale.
- Quello, suo marito? – chiese scettico l’altro, girandosi anch’egli.
L’uomo in questione era seduto, o meglio, stravaccato su un divanetto del locale, ubriaco e circondato da donne non proprio caste; indossava ancora la divisa della marina, probabilmente avendo appena finito il suo turno.
- Si, esattamente, ma come vedi, non è proprio un santo. – disse la mora.
- Anzi, un miserabile. – aggiunse il rosso.
- Detto da te suona strano. – rispose sorridendo l’altra, guadagnandosi un’occhiataccia – Però lo sai quando detesto i traditori e il piano di quella donna era davvero orrendo ma malefico al punto giusto. – continuò Law, versandosi un altro bicchiere dalla bottiglia ormai vuota.
- Che vuoi dire? – chiese Kidd scettico, non avendo potuto ascoltare nemmeno una parola del discorso tra la vecchia e la mora.
- La signora voleva si prendere un pirata ma originariamente non per uccidere suo marito, – iniziò sorridendo malignamente Trafalgar – bensì voleva che si approfittasse di lui, come stanno facendo quelle eleganti signorine, per poi rivelargli che era un pirata e un uomo. Una vendetta al quanto sadica no? – concluse sempre con il ghigno sul volto.
- Non attuabile per te, penso che tu lo sappia? – domando il rosso, leggermente irato.
- Saresti geloso? –
- Per niente! – rispose cercando di nascondere l’ira.
- Tranquillo, non sarei comunque mai andato a letto con un altro uomo, – disse sorridendo a Kidd – forse però una donna… – aggiunse.
- Crepa, Trafalgar! – gli urlò, mentre questo sceso dalla sua sedia gli girava attorno.
- Ho un piano ben peggiore per quell’uomo, – mormorò la mora, allungando la spada verso il rosso e aprendosi leggermente il soprabito – Sai quanto detesto le persone infedeli. Lo trovo decisamente immorale. – concluse, sorridendo malignamente.
- Fare la puttana è compreso nel piano? – aggiunse Kidd, osservando l’attuale formoso corpo della ragazza attraverso la scollatura che si era appena creata.
- Hai detto che non sei geloso, – rispose Law, sorridendo e girandosi lentamente – E poi, tu hai detto che tanto vale approfittarne finchè ho questo corpo. – aggiunse, allontanandosi verso l’angolo opposto del bar.
- Dannato Trafalgar – sussurrò il rosso irato, appoggiando malamente la spada al bancone – questa me la paghi! –
 


Si avvicinò lentamente all’angolo opposto del locale; sentiva benissimo lo sguardo di Kidd che le perforava la schiena, ma cercava di non badarci.
Non avrebbe mai ammesso di essere geloso, ma Law non era stupida e capirlo per ora le bastava.
Quando fu a pochi passi dal tavolo che le interessava, l’uomo alzò gli occhi verso di lei curioso; la mora si era data solo un veloce sguardo allo specchio quella mattina, ma aveva fatto in tempo ad accorgersi che il suo corpo non era male, anzi, molto interessante per così dire.
Si stava maledicendo per quello che avrebbe fatto di lì a poco; ringraziava qualunque dio che non ci fosse la sua ciurma in quel locale, sarebbe stato un trauma. L’unico che avrebbe potuto raccontare la cosa era Eustass, ma fortunatamente era troppo irato a causa della sua gelosia per sfotterlo. Almeno, sperava terribilmente sarebbe stato così alla fine.
Con passo misurato, si avvicinò al gruppo, poggiando una mano sul legno del tavolo, sorridendo sornione.
- Buonasera, spero di non disturbare. – disse, piegandosi leggermente in avanti.
L’uomo la squadrò da capo a piedi, leccandosi le labbra e causando ribrezzo nella ragazza.
- Oh, no affatto, accomodati pure. – disse il marine, indicando uno spazio vicino alle altre signorine.
- Non amo molto la folla, sa… – aggiunse lasciando la frase in sospeso, osservandolo maliziosamente.
L’uomo emise un fischio interessato prima di cacciare via le altre donne in malo modo; appena il divanetto fu libero, Law prese posto accanto a lui. Puzzava terribilmente di alcool e qualcosa di nauseabondo, non sapeva come altro definirlo; la domanda spontanea che le venne in mente fu: come aveva fatto quella donna a sposarlo? Non voleva pensare nemmeno se avevano avuto dei figli, che orrore.
- Piacere, Jonh. E tu sei? – chiese, mentre la mora si sedeva – quel cappello mi sembra famigliare. –
Law, ormai accanto all’uomo, si ricordò tardi del copricapo molto singolare; velocemente se ne sbarazzò, poggiandolo sul tavolo e sistemandosi sensualmente i capelli.
- E’ un cappello comune – disse, cercando di fuorviare il discorso – comunque sono solo una ragazza di passaggio, mettiamola così. – rispose, cercando una posizione per evitare il contatto con l’uomo.
Questo, ignorando la cosa, le passò un braccio intorno alle spalle; a Law passarono in testa mille modi di ucciderlo seduta stante, ma sapeva benissimo che il suo piano avrebbe causato più  dolore che una morte istantanea.
- Misteriosa la ragazza. –
- Molto; di lei invece cosa mi dice? – chiese avvicinandosi a fatica al viso dell’uomo – sembra sposato. – continuò indicando una fede sul dito del marine. Colto alla sprovvista, l’altro rispose nervosamente.
- Vedovo, tristemente. –
- Oh, e in onore di sua moglie passa le serate in questo locale? – domandò, poggiando una mano sulla coscia dell’uomo.
- Potrebbe darsi. – rispose incerto.
Un tonfo sordo fece voltare lo sguardo di Law verso il bancone; se si era fatta solo un graffio, Kidd l’avrebbe pagata assai cara.


 
***

Trafalgar si era appena seduto con quell’uomo; era riuscito a cacciare via tutte le donne dal divanetto e tenere solo quel marine per lei.
Che diavolo di baldracca. E ora pure donna.
- Signore, vuole un altro giro? –
Kidd si girò verso il cameriere guardandolo peggio che in cagnesco, facendolo letteralmente scappare; detestava ammettere di essere geloso di quel dottore da strapazzo, ma era così. Non lo poteva vedere neanche flirtare con qualcuno che sbottava. Anche se versione donna.
Nel mentre vorticava nei suoi pensieri, il marine mise un braccio intorno alla mora, cosa che fece alterare nuovamente il rosso; doveva ucciderlo o aveva cambiato idea e aveva accettato di approfittarsene?
- Non la passi liscia Trafalgar! – sussurrò a sé stesso.
Poco dopo, però, Law appoggiò una mano sulla coscia dell’uomo e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso; già irritato da tutta quella situazione, non riuscì a reggere anche quello. Per il rosso quel piano era assurdo oltre che destabile.
E menomale che Law detestava le persone infedeli; velocemente si alzò dal suo posto, deciso ad interrompere quel disgustoso teatrino ma, dimenticatosi della spada di Law, la fece cadere a terra rovinosamente.
- Oh cazzo. –

 
***
 
Law non si girò effettivamente a osservare la causa di quel rumore, giacché con lo sguardo aveva intravisto un Eustass in piedi e aveva velocemente dedotto la cosa; ma ormai era quasi a piano concluso, non si sarebbe fermato anche se Kidd si sarebbe piantato lì davanti.
- Sai, tua moglie, Elizabeth, mi ha accennato della tua capacità di mentire sempre e costantemente. – mormorò lentamente.
L’uomo si agitò non poco a quell’affermazione, cercando di allontanarsi dalla donna.
- Ti ha ingaggiato lei? – chiese preoccupato
- Potrebbe darsi. – rispose, sorridendo malignamente.
-  Ah, che vuoi che mi faccia una donna? – domandò scettico, nascondendo una lieve preoccupazione mentre cercava di allontanarsi dalla donna.
- Ma io non sono una donna normale – disse Law, alzandosi in piedi rivoltando il tavolo e poggiando un piede sul divanetto tra le gambe dell’uomo – e ora vedrai cosa posso farti.–
Velocemente, creò una room per riprendersi cappello e spada, sfoderando quest’ultima pronto ad attaccare.
- Odio le persone traditrici, per di più con chi tiene a un rapporto tanto da reggere una vita assieme ad un verme del genere. – mormorò.


 
***

Kidd che intanto si era avvicinato al tavolo, vide volargli via la spada dalle mani; vedendo Law in piedi capì  che quell’assurdo piano era giunto al termine, ma ciò che vide lo terrorizzò. Solo lievemente, cioè, Eustass Kidd non si terrorizza, ma diciamo che si era leggermente preoccupato.
Nessuno vide granchè di ciò che fece Law, eccetto il rosso, ma ciò che si sentì fu un urlo disumano prima del caos assoluto.












Bene.
Eccomi qui.
Sono in ritardo di qualche giorno ma questo capitolo non voleva uscire; sono riuscita a butarlo giù solo domenica sera.

Che dire, so che è molto strano, ma l'idea iniziale era questa e ho voluto rispettarla; Law forse è uscito un pochino OC, ma credo davvero che sia una persona contraria a tradimenti e infedeltà, soprattutto nei confronti di persone buone. In effetti un ragionamento assurdo, ma da come sto leggendo il manga, non poi così tanto assurdo.
Insomma, spero che nonostante questo vi sia piaciuto il capitolo e ci vediamo alla prossima, con l'ultimo capitolo; pensavo sarebbe uscita più lunga ma invece, eccoci qua, già in dirittura di arrivo!
E niente, avevo detto che era leggermente una cavolata, ma spero sia stata apprezzata comunque :D

Grazie davvero!
A Presto,
Koyuki :3

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Capitolo 6
*** 6° Capitolo - Epilogo ***


Buonasera!
Sono in ultra-ritardo lo so, chiedo perdono!
Ho avuto un tremendo blocco ultimamente oltre a poca voglia di fare qualunque cosa; è stato un periodo no in generale e nonostante i tentativi di buttare giù questo ultimo capitolo, niente di ciò che scrivevo mi convinceva.
Alla fine, in un moto di "Scrivi o scrivi!", sono riuscita a mettere giù qualcosa di decente credo, per me soddisfacente; quindi eccomi finalmente qui con l'ultimo capitolo.

Un paio di premesse: sono dubbiosa, sinceramente, se dovrei cambiare rating per una frase detta in questo capitolo; non ci sono effettivamente scene violente (forse definibili anche forti) ma è presente solo un riferimento a queste.
Nel caso fosse, vi chiedo di avvisarmi e cambierò il rating della storia.

Secondo: già prima di iniziare a pubblicare questa storia ero decisa a farla finire così; come già accennato, forse la fine non piacerà a tutti essendo molto semplice e forse strana, ma spero comunque risulti un pochino interessante.

Finito con le premesse, ringrazio chiunque abbia sprecato qualche minuto a leggere questa storia, recensirla o segnarla nelle varie liste; oltre che rendermi fiera delle cose che scrivo, mi rendo conto che non sono poi così male nel fare ciò che mi piace. 

Detto questo vi lascio alla lettura, a presto!
Koyuki :3








 

- CHANGE -



- Hai esagerato. -
Kidd stava seguendo lentamente Law diretto verso la sua nave; dopo il casino, letteralmente, e il panico che il chirurgo aveva creato nella locanda, non avevano perso tempo. Subito si erano diretti al sottomarino giallo del dottore dove la vecchia avrebbe dovuto aspettarli.
- Dici? Almeno così la malefica signora sarà sicura di non venir più tradita. – rispose calma la mora, sorridendo, o meglio, ghignando.
Il rosso venne percorso da un piccolo brivido lungo la schiena, nonostante non vedesse il volto della ragazza che camminava davanti a lui; amava la sua sete di vendetta e perversione ma lì ne aveva messa davvero troppa.
- Ricordami di non tradirti. Mai! – ribadì Kidd, leggermente ansioso.
Law rise, girandosi verso di lui.
- Paura Eustass-ya? – chiese, sorridendo sornione.
- No, però vorrei essere sicuro di non perdere parti importanti. – aggiunse, ricambiando il sorriso.
Ripresero a camminare più veloce battibeccando per tutto il tragitto; la nave non era molto lontano ma loro non avevano tanta fretta. Ben presto, il metallo giallo del conosciuto sottomarino comparve alla loro vista insieme ad un Penguin che, appena li vide, iniziò a sbracciarsi come un ossesso.
Law lo ignorò mentre il rosso commentò come fosse dannatamente fastidioso quel ragazzino; nonostante l’ormai lunga convivenza dovuta al suo rapporto strano con Trafalgar, lui non riusciva proprio a sopportarlo.

- Bentornato Capitano! – disse quando iniziarono a salire sul ponte, ma era insicuro mentre osservava insistentemente Law – O devo dire Capitana? –
Trafalgar lo squadrò male, cercando di ignorare la battuta sul suo aspetto mentre raggiungeva il suo sottoposto.
- Dov’è la donna? – chiese, duramente.
- Scusi capitano. Di là. – disse, indicando l’entrata del sottomarino.
La mora senza dare risposta, prese a camminare nella direzione indicata sempre seguita da Kidd; aveva dato indicazioni alla vecchia di raggiungere la sua nave e restare lì in attesa che lui tornasse.
Appena entrato all’interno dell’imbarcazione, tutti i suoi uomini si girarono verso di lui, compresa la vecchia, seduta su una delle sedie appartenente alla cucina.

- Oh, sei tornata! – disse allegramente la donna, osservando Law – Allora, è morto? – chiese curiosa.
- No, mi spiace. – disse tranquillamente la mora, avvicinandosi alla ciurma mentre Kidd entrava silenziosamente dalla porta appena dietro di lei.
- Come sarebbe a dire? – domandò allora l'altra preoccupata.
- Tranquilla vecchia, non arrivare a conclusioni affrettate. – aggiunse il rosso, ghignando, appoggiandosi al muro accanto all’entrata.
- Eustass-ya ha ragione; puoi star comunque sicura che ora nessuna donna lo vorrà. E anche dandogli una sistemata, saranno ben poche quelle che lo accetteranno, con un gran caro prezzo anche. – disse Law, sedendosi su una sedia davanti alla vecchia.
- Che state insinuando? – chiese ancora più confusa.
- Detto in parole povere, non possiede più la materia prima per tradirti, mettiamola così. – rispose atono Kidd, osservando la vecchia – Trafalgar è alquanto crudele quando vuole. – aggiunse, osservando la mora che ghignava soddisfatta.
L’anziana fece una faccia sconvolta mentre tra la ciurma c’era chi sorrideva al gesto del capitano e chi ne rimaneva inquietato, nonostante tutto il tempo passato su quell’imbarcazione.
- Ti ho gia detto di ricordarmi di non tradirti mai? –  domandò dubbioso il rosso, rivolto alla mora.
- Si, Eustass-ya – rispose l’altra, sempre sorridendo.
- Okay, volevo esserne certo. – ammise, ricambiando il sorriso e provocando una leggera risata alla ragazza.
- Bene, ora che ho fatto, più o meno quello che volevi, – iniziò Law, sporgendosi verso la vecchia – fai quel che devi. –
La vecchia, sorrise, prima di tirare fuori una strana bottiglietta rosa che frizzava; non ispirava molta fiducia ma lei la teneva con una cura disarmante.
- Ecco qua; nonostante tutto l'obbiettivo che volevo l'ho raggiunto grazie a te, quindi te la meriti. - disse, allegramente - Devi bere questa e in qualche ora tornerai normale. – affermò, porgendo la pozione a Law.
- Ne sei certa? – chiese dubbiosa la mora, prendendo la bottiglietta.
- Sicura! – ribadì l’altra.
Law si alzò in piedi, guardando la vecchia e la sua ciurma; sospirò, stancamente, prima di infilarsi quella strana sostanza in tasca.
- Bene. Ora puoi andartene.  – le disse, prima di girarsi verso i suoi uomini – E voi, di guardia, domani si parte, quindi preparate le ultime cose. – intimò, prima di uscire dalla stanza diretta verso la sua cabina.
Kidd la seguì a ruota, in religioso silenzio; solo quando ebbero raggiunto la loro destinazione si decise ad aprire bocca.
- Quindi ora bevi quella cosa e aspetti di tornare normale? –
Law stava tentando di aprire quella strana bottiglietta, ma si girò scettico, osservando il rosso.
- Si, non dovrei? – chiese, curiosa e sospettosa allo stesso tempo.
- Potremmo ancora approfittarne prima di usare quella cosa. – disse, togliendosi la pesante pelliccia e sedendosi sul letto della mora.
- No. Scordatelo! – rispose senza ammettere repliche ma prima di poter finalmente bere il suo agognato antidoto, venne brutalmente tirata sul letto addosso all'altro.
- Non ci riesco. – ribadì Kidd, con finto sconforto, mentre con un gesto veloce rubò la boccetta dalle mani della ragazza. – Per cui, ora tu fai ciò che ti dico. – concluse, sorridendo sornione.
- Io non prendo ordini da nessuno, men che meno da te! – urlò la mora, irata.
- Certo, ma hai un problema, ora l’antidoto è in mano mia! – ribadì, tenendo lontano da Law la bottiglietta.
- Sei uno stronzo. – mormorò l'altra, furiosa, cercando invano di riprendersi la pozione.
- Mai quanto te. – disse il rosso, prima di mettere l’antidoto in salvo e occuparsi dell’amante – Ma ti prometto che domani tornerai te stesso. – aggiunse sorridendo.
- Sarà meglio per te! – minacciò la mora prima di cadere preda di Kidd.
Infondo, quella giornata non era dispiaciuta a Law. Di certo, non lo sarebbe stata quella notte.
 
 


 
FINE

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