- UN PASSATO da RICORDARE- di Viandante88 (/viewuser.php?uid=66819)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo due estranei. ***
Capitolo 2: *** Sensazioni ***
Capitolo 3: *** Riavvicinamento. ***
Capitolo 4: *** Ti Riconquisterò. ***
Capitolo 5: *** Bugie e Sentimenti ***
Capitolo 6: *** Forse doveva andare così... ***
Capitolo 7: *** Troppi Pensieri ***
Capitolo 8: *** Confronto ***
Capitolo 9: *** Avvertimento ***
Capitolo 10: *** Chiarimenti ***
Capitolo 11: *** ... Io e Te ... ***
Capitolo 12: *** Tra Verità e Leggenda ***
Capitolo 13: *** Non ho Paura ***
Capitolo 14: *** Ti devo Parlare. ***
Capitolo 15: *** Imbroglio ***
Capitolo 16: *** Vendette e Sofferenze. ***
Capitolo 17: *** Un Passato recuperato. Un Presente da Vivere! ***
Capitolo 1 *** Solo due estranei. ***
-UN
PASSATO da RICORDARE-
(Twilight)
1:
Solo due estranei
Mi
presento il mio nome è Isabella Swan, ma tutti per semplice
comodità
mi chiamano Bella. Abito a Forks, una piccola cittadina nello Stato
di Washington.
Vivo
qui con mio padre da quando ha divorziato dalla mamma,
Renèe, a lei
non è mai piaciuto vivere qui, Forks è uno tra i
paesi più piovosi
in America credo, mentre lei ama il sole, il caldo, al contrario di
Charlie, mio padre, che è invece molto affezionato a questo
luogo,
e
lui non è un tipo a cui piacciono i cambiamenti,
è invece molto
abitudinario, proprio come la sottoscritta.
Renèe
ora vive in Florida con il suo nuovo compagno, ma ci sentiamo ogni
giorno e ci vediamo regolarmente durante le feste, l'estate e qualche
volta vado a trovarla anche durante i week end.
Nel
complesso devo ammettere di essere abbastanza soddisfatta della mia
vita, non posso lamentarmi!
“Tesoro
io vado, ci vediamo stasera!”
Mio
padre è una figura molto importante in questa sperduta
cittadina,
lui è per tutti il
Capo
Sceriffo Swan, e io ne sono molto orgogliosa, ad esclusione di quando
mi porta in giro per la città con la macchina della polizia,
non è
una cosa che amo fare, soprattutto quando mi tratta ancora come se
avessi due anni e mi domanda se voglio accendere le sirene!
Però
lui è così, anzi a dire il vero penso che per
ogni padre le loro
figlie sono sempre bambine!
“Buongiorno
amore!”
Lui
è Mike, ed è il mio ragazzo, siamo insieme da
circa un anno.
E'
il classico belloccio, alto, biondo, occhi azzurri, fisico scolpito e
sportivo, piace molto alle ragazze, ma a lui non interessa, non ne
capisco ancora oggi il motivo preciso, ma ha scelto me, e io ne sono
più che felice ovviamente!
“Buongiorno!”
Mi
avvicinai baciandolo teneramente.
“Voi
due! Sempre dietro a coccolarvi!”
Lei
è Jessica una delle mie migliore amiche, è un
tipo estroverso e
socievole, ma anche un tantino egocentrica e logorroica, per questo
spesso la prendiamo in giro, e lei, che ho dimenticato di dire,
è
anche molto suscettibile, mette subito il broncio, ma poi ci perdona!
“Ciao
Jessica! “ la salutai dandole due baci sulle guance. Mike
fece lo
stesso.
“Allora
sei pronta per il compito di inglese?”
le
domandai già conoscendo la risposta.
“Lasciamo
perdere! Non ci capisco nulla! Ma tanto c'è la mia amica che
mi
aiuta..”
disse
guardandomi con due occhi da cerbiatta, sbattendo le ciglia.
“Ah
no! Lei deve già aiutare il sottoscritto! “
esclamò Mike
porgendomi un braccio attorno al collo. “Ecco guarda,
perché non
lo chiedi a lei!”
e
allungando il braccio indicò Angela, l'altra mia grande
amica, che
ci stava raggiungendo.
“Angela!
Mia cara amiconaaa!”
Jessica
le corse incontro urlante.
“E
no mia cara, non ti aiuterò nel compito un'altra
volta!”
replicò
lei anticipando la richiesta prevedibile di Jess.
“Ti
prego! Prometto che questa è l'ultima!” insistette.
“E'
ciò che mi hai detto anche settimana scorsa!”
Angela
faceva la finta arrabbiata.
“Ma
questa volta è vero! Ti preeego!”
“E
va bene, ma è l'ultimissima, d'accordo?!” cedette
infine Angy
esasperata.
“Evviva!
Grazie, grazie!”
esclamò
Jessica portandole la mani al collo sollevata.
Io
e Mike intanto ridevamo divertiti davanti a quella scena, che si
ripeteva puntualmente
ogni
volta che c'era un compito in classe.
“Oh
eccoli che arrivano! Come sono belli!”
Improvvisamente
Jess si voltò, portando lo sguardo verso una volvo argentata
che si
era appena fermata in un parcheggio non molto distante da noi.
I
suoi proprietari sono i Cullen.
Due
femmine e tre maschi, sono stati adottati dal dottor Carlisle Cullen,
medico noto di Forks, e dalla rispettiva compagna, Esme Cullen,
entrambe persone deliziose e altruiste,
mio
padre dice che è una fortuna che si siano trasferiti da noi,
ed
effettivamente è così.
“Buongiorno
a tutti.”
Lui
è Edward, seguiamo diversi corsi insieme, è un
ragazzo molto bello,
dai capelli bronzei tenuti spettinati, una carnagione pallida con
delle marcate ed evidenti occhiaie, ma che non stonano per nulla su
quei lineamenti perfetti, e con un fisico asciutto e muscoloso.
“Giorno
Edward!”
risposi
con il mio consueto sorriso sulle labbra, lui non era solito a
sorridere, ma quando se lo concedeva il suo volto si illuminava
rendendolo ancora più bello.
Intendiamoci,
io amo Mike, ma la bellezza di quel ragazzo non si poteva negare!
“Uffa!
Non mi piace come ti guarda quel tipo!”
Sbuffò
geloso Mike.
“Ma
dai! Lo sai bene che a me piaci tu, non lui! E' solo un compagno di
scuola!”
Lo
consolai stampandogli un bacio sulla guancia, lui mi sorrise
più
sollevato:
“Va
bene allora!”
“Ragazzi
la campana, andiamo!”
esclamò
Angela, sempre contenta di andare a scuola, per lei un ritardo era
una tragedia!
“Edward,
ormai per lei è passato. Hai preso una decisione, fatti
coraggio...”
“Lo
so Jasper, lo so... ma mi manca da impazzire.”
Ciao
a tutti! In verità non so se ho fatto bene o male a
pubblicare
questa ff, forse è un po' strana non so... Be spero comunque
che
possa piacervi!
Se
ce ne sarà occasione alla prossima!!
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Capitolo 2 *** Sensazioni ***
2:
Sensazioni
La
giornata stava passando in fretta, eravamo già alla terza
ora,
biologia.
Mike
mi accompagnò fin davanti alla soglia della porta,
sbirciando
curioso al suo interno.
“Uff..
quello non salta mai una lezione!”
si
lamentò vedendo Edward Cullen seduto puntuale al suo posto,
non era
mai mancato una volta da quando avevamo quel corso assieme.
“Sta
tranquillo! Ora vai, o farai tardi.”
gli
dissi con aria di rimprovero.
Lui
sbuffò: “Va bene, va bene, vado... A dopo
amore.”
e
mi stampò un baciò in fronte.
“A
dopo!” lo salutai con la mano guardandolo allontanarsi. Alle
volte
si faceva delle paranoie completamente inutili!
“Ciao!”
esclamai
raggiungendo il mio banco.
“Ciao.”
mi
rispose Edward voltando subito lo sguardo.
“Che
hai non ti senti bene oggi?”
Gli
chiesi vedendolo strano.
Lui
scosse il capo lentamente e mi sorrise. Ecco il suo viso illuminarsi.
L'imporporarsi
delle mie guance fu spontaneo.
“Ho
solo un po' di mal di testa.” continuò poi.
“Non
è che stai covando l'influenza? E' il periodo sai? Aspetta
fammi
sentire..”
dicendo
ciò portai una mano verso la sua fronte.
“No!”
Urlò
lui scattando in piedi e facendo cadere a terra lo sgabello sul quale
era seduto.
Ritirai
subito il braccio spaventata da quella sua reazione.
“S-scusami.”
Mi
sentivo in colpa, ma non sapevo precisamente il motivo, non mi
sembrava di aver fatto nulla di male.
Edward
tirò su la sedia e riprese posto, lo sentì
prendere un respiro
profondo.
“Scusami
tu Bella.”
Sentire
pronunciare il mio nome da lui, mi fece provare una strana
sensazione.
Il
cuore aveva preso a battermi all'impazzata, e la testa mi girava.
Mi
poggiai con il gomito al banco e con una mano mi tenni il capo.
Non
stavo male, cioè mi sentivo benissimo, ma non appena dalla
sua bocca
era uscito il mio nome mi sentii come svenire... dalla gioia
però.
Ora
che ci pensavo in tanto tempo che frequentavamo il corso di biologia,
l'unico in cui eravamo seduti vicini, non mi aveva mai chiamata,
anzi
a dire la verità non lo aveva mai fatto e basta.
D'un
tratto mi sentivo confusa, come se tali particolari a cui fino ad
oggi non avevo dato importanza in realtà un significato lo
avevano.
Lo
guardai di sottecchi e notai che anche lui mi stava osservando.
Mi
schiarii la gola e feci finta di nulla.
Proprio
in quel momento il professore entrò in classe e la lezione
cominciò.
Forse
fu solo un impressione ma nello istante in cui il prof.
iniziò a
spiegare Edward sussurrò qualcosa, qualcosa di
impercettibile, ma,
sarà una stupidata, mi parve di sentire
distintamente
al contrario delle altre, la parola AMO.
“Non
sai quanto ti invidio! Essere seduta accanto ad Edward Cullen, che
fortuna sfacciata!”
Jessica
ogni santo giorno in mensa mi ripeteva sempre la stessa cosa,
e
io le rispondevo come al solito:
“Jess
ti ho già detto e ripetuto che i Cullen non sono dei mostri,
per
cui se ti piace fatti avanti
e
parlagli, non ti mangia mica!”
“Mi
farei mangiare volentieri da lui comunque...”
affermò
guardandolo e mordendosi il labbro inferiore.
Io
mi portai una mano sulla faccia, esasperata, poi mi voltai appena
verso il loro tavolo,
che
per tutti era come un luogo irraggiungibile,sembrava ci fosse una
barriera invisibile
che
ci divideva. Vidi Edward sorridere leggermente a suo fratello Jasper,
poi
girò di scatto la testa volgendola verso la mia direzione,
quel
gesto improvviso mi fece sussultare, e ritornai subito a guardare
fisso davanti a me.
Ma
che diamine... possibile che si fosse accorto del mio sguardo?
I
suoi occhi.. Anche se li avevo intravisti per un attimo mi erano
sembrati come
pieni
di una disperazione smisurata.
“Aaaaa!
Hai visto Bella? Hai visto? Mi ha guardata! Oddio, che
emozione!”
Cominciò
a strillare Jessica portandosi le mani sulle guance.
“Bella..
hei ci sei? Pronto?!”
comiciò
a sventolarmi davanti agli occhi il tovagliolo, scossi la testa e
ritornai
alla
realtà: “Oh si perdonami..”
“Perdonami??
No ma dico hai capito cosa ti ho appena detto? Mi ha
guardata!”
ripete
nuovamente esaltata.
“Ah..
si ho visto! Vedi che ti avevo detto..”
mi
sentivo stranita, forse mi ero sbagliata e il suo sguardo era stato
veramente rivolto a jess.
“Eccoci!
Scusate il ritardo ma il professore ci ha trattenuti in
classe!”
Mike
arrivò con Angela e prese posto al mio fianco.
“Ciao
mia stupenda ragazza! Allora ci siamo persi qualcosa in questi cinque
minuti?”
Mike
non poteva sapere dell'enorme sbaglio che aveva fatto facendo tale
domanda!
Io
lo guardai colpevole, per scusarmi di non averlo avvertito subito.
Angela
capii al volo cosa celava quella mia occhiata e prese un respiro
profondo
per
prepararsi mentalmente a ciò che ci aspettava...
“Si!!
Non potete immaginare che cosa meravigliosa è successa
proprio poco
fa! Non è vero
Bella?!
Ora vi dico tutto...”
Jessica
cominciò a raccontare del suo scambio di sguardi con Edward,
il che
può sembrare una cosa corta da dire, ma non espressa da lei,
con
Jess anche la frase romantica che si trova dentro
i
cioccolatini diventa un poema!
Mike
ci guardò dispiaciuto, ora era lui che si sentiva in colpa.
“Perdonami..”
Mi
disse guardandomi con i suoi occhi da cucciolone e dandomi un bacio
sulla mano.
Io
sorrisi e poggiai la testa sulla sua spalla, rassegnata ma anche
curiosa di sentire
che
cosa avrebbe aggiunto questa volta di mai accaduto!
In
quel momento sentii uno spostamento d'aria accompagnato da un profumo
dolce
ma
leggero che mi diede subito alla testa, anche il cuore reagii a
quello stimolo olfattivo,
istintivamente
sollevai il capo e lo respirai profondamente, mi sembrava
così
familiare,
mi
voltai e vidi che proprio al mio fianco, comparsa come dal nulla
c'era Alice Cullen.
Jessica
cessò immediatamente di parlare tappandosi la bocca per
paura di
aver fatto una figuraccia.
Il
mio sguardo andò istintivamente al loro tavolo che era ora
vuoto,
poi tornò su di lei.
“Ciao
a tutti.” ci rivolse uno splendido sorriso.
“Ciao
Bella. Potrei parlarti un minuto?”mi chiese poi gentilmente.
Quella
sua richiesta mi lasciò senza parole.
Alice
si era sempre dimostrata carina nei miei confronti, pur non
conoscendoci molto,
ma
non ci eravamo mai soffermate a parlare.
Che
cosa doveva dirmi di così importante?
Ciao
a tutti! Che dire oltre a GRAZIE!
Non
credevo ma a quanto pare questa ff è piaciuta e ne sono
davvero
contenta!
Vi
ringrazio infinitamente, spero che questo secondo capitolo non vi
deluda1
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
pacci! Anzi Socia! Hihihi
*Grazie
Shinalia spero tanto ti piaccia anche questo! Grazie!
*Grazie
mary_cullen90 spero di soddisfare almeno un po' la tua
curiosità con
questo
capitolo!
Spero ti piaccia!
*Grazie
CriPattinson, eccoti il secondo, spero tu non rimanga delusa! Grazie!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete, spero continuerete a farlo!
Bacioni!
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Capitolo 3 *** Riavvicinamento. ***
3:
Riavvicinamento.
Rimasi
per un momento imbambolata di fronte a tale richiesta.
Avevo
la convinzione che Alice Cullen non mi avrebbe mai veramente rivolto
la parola,
a
parte il consueto 'ciao', il motivo non lo sapevo, me ne ero convinta
e basta.
Mike
mi diede una lieve gomitata che mi risvegliò dai miei
pensieri.
Mi
guardava impaziente di sentire la mia risposta, e Jessica e Angela
non erano da meno.
“Ah,
ehm, ma si certo, dimmi pure.”
riposi
infine mostrandole un timido sorriso. Lei ricambiò in pieno.
Peccato
che il suo di sorriso fosse mille volte migliore del mio, ma non solo
quello,
Alice
era una ragazza splendida, dalla carnagione chiara, dai capelli neri
delicati tenuti in modo sbarazzino e dalla camminata estremamente
elegante, dava l'impressione di danzare ad ogni passo.
Tutti
non potevano che rimanerne incantati, come del resto accadeva con
tutta la famiglia Cullen.
“Fantastico!
Ecco vedi io, ehm, ti volevo chiedere ...”
esitò
nel continuare, come se ci stesse pensando al momento..
“Già
ti volevo chiedere se saresti disposta a darmi delle ripetizioni di
letteratura!”
esclamò
poi tutto d'un fiato.
“Ri-ripetizioni?
Io? A te?”
ero
allibita da tale richiesta, anche tutti gli altri al mio tavolo
avevano gli occhi sgranati.
“Ma
si certo! Eddi mi ha detto che tu sei una delle migliori nel vostro
corso, così ho
pensato
di chiederti questo favore!”
continuò
lei pienamente convinta delle sue parole.
“Be
ecco, veramente se hai parlato con tuo fratello dovresti sapere che
lui mi supera di gran lunga..”
ammisi
con un po' di imbarazzo ma stranita nello stesso tempo.
“Oh..
già. Si ma vedi lui è.. troppo.. troppo..
scorbutico! Già, perde
subito la pazienza, e io alla fine non capisco comunque nulla, magari
con te è diverso, sembri decisamente più
paziente..
poi
così potremmo conoscerci meglio! Non credi Bella?”
Ero
senza parole. Aveva fatto un discorso infinitamente strano... a dir
poco, e sicuramente
non
molto convincente, ma nonostante ciò accettai. Il conoscerci
meglio
mi convinse.
“Be
se la metti così ti aiuterò volentieri
Alice.”
“Davvero?
Ma è meraviglioso! Grazie!”
Mi
venne vicina e abbassandosi mi porse le mani al collo, entusiasta.
Quel
contatto improvviso mi fece venire i brividi, ma non perché
mi
dispiacesse, anzi provai una sensazione stupenda e molto
confidenziale.
Sentii
nuovamente il suo profumo invadermi e lo respirai a fondo,
mi
sentivo un po' come quando da bambina la nonna mi faceva i biscotti,
e nel tempo ogni volta
che
potevo risentire quel dolce profumo mi rievocava ricordi ormai
dimenticati perché passato troppo tempo. Ecco il suo mi
rievocava
qualcosa, mi sforzai di ricordare ma l'unica cosa che ottenni fu un
lieve giramento di testa.
Alice
si allontanò.
“Bella
ti senti bene?”
mi
domandò con tono preoccupato.
Io
annuì.
“Si
si scusami, mi girava un po' la testa, ma è già
passato!”
affermai
più convincente possibile per non far preoccupare nessuno.
Per
un istante dopo quelle mie parole mi parve di vedere nello sguardo di
Alice lo stesso
sentimento
di disperazione che avevo colto poco prima in quello di Edward.
“Bella!
Hei mi senti sei sicura di star bene?”
Ancora
una volta Mike mi riportò alla realtà, sbattei le
palpebre e scossi
la testa,
questione
di un secondo e sul viso di Alice era tornato il sorriso...
Che
fosse stata una mia impressione?
Mi
voltai verso di lui:
“Ehm,
si sto bene. Sono andata in tilt per un attimo!”
“Mi
hai fatto spaventare! Non farlo più!”
Mi
rimproverò Mike cingendomi il collo con un braccio
portandomi
delicatamente verso di lui.
Alice
sospirò, quasi impercettibilmente, ma ero certa di averlo
udito.
Mi
accigliai guardandola.
“Allora
per te va bene sabato a casa tua?”
mi
domandò improvvisamente, come se per qualche ragione ora
avesse
fretta.
“Ok,
va bene. A che ora?”
le
chiesi continuando a guardarla.
“Dopo
pranzo. Vengo io da te. Ora devo andare! Grazie ancora, ciao!”
esclamando
ciò si allontanò velocemente verso l'uscita, non
dandomi neanche il
tempo di risponderle.
Rimasi
con una mano sollevata per aria in segno di saluto.
Mike,
Angela e Jessica mi guardavano stupiti.
“Che
c'è?”
domandai
allora sapendo che mi avrebbero tempestata, fino e dopo il nostro
incontro.
“Bella
ma Alice Cullen sa dove abiti?”
mi
chiese poi Angela riprendendo a mangiare la sua pizza.
Questa
domanda mi prese alla sprovvista.
“No,
effettivamente.. non lo sa...” riflettei io.
“Be
me lo chiederà domani!”
affermai
poi mettendomi in bocca una forchettata di pure di patate.
“Ehm,
tesoro, domani è SABATO!”
Affermò
poi Mike guardandomi seriamente preoccupato.
Ingoiai
il boccone deglutendo.
“Davvero?”
chiesi
poi con tono strozzato.
I
tre annuirono contemporaneamente!
“Allora
non lo so!”
esclamai
stranita, come faceva a venire da me se nemmeno sapeva dove abitavo?
“Tra
l'altro c'è un altro fatto strano...”
Cominciò
Jess pensierosa.
“Cioè?”
le
chiesi incuriosita evitando di mettere qualcos'altro in bocca...
“Come
cioè? Bella! Ti risulta che da mondo è mondo i
Cullen, no dico i
CULLEN, abbiano bisogno di ripetizioni? Sono tutti dei geni in quella
famiglia, e non mi pare proprio che Alice sia da meno!”
concluse
bevendo un sorso di aranciata.
“Già
Bella, una volta tanto Jessica ha pienamente ragione... C'è
qualcosa
che non va in questa faccenda..”
aggiunse
Angela dando un altro morso alla sua pizza ormai fredda.
“Che
vuoi dire con questo?!”
disse
Jess offesa, Angi si voltò facendo finta di nulla...
“Hei,
aspettate un momento! Non è che sta facendo un favore a quel
Edward??
Avevo
ragione! Probabilmente tu gli piaci e ha mandato zitto zitto la
sorellina a tastare il terreno!”
Mike
si era innervosito parecchio e dando un leggero pugno al tavolo fece
rovesciare il suo bicchiere, fortunatamente già vuoto.
“Ma
dai Mike, non fare sempre il bambino, non è
così..”
cercai
di tranquillizzarlo io.
“Ah
no? E allora perché per parlarti ha aspettato che i suoi
fratelli
lasciassero la sala mensa?
Avevano
architettato tutto!”
Continuò
senza darmi retta.
“Be
può essere un opzione...”
disse
Angela.
“Visto?
Lo dice anche lei!”
si
atteggiò lui rafforzato.
Io
lanciai ad Angi un'occhiataccia, con un gesto della mano mi chiese
scusa.
“Bah,
io non credo che sia così... Insomma io credo che Edward
abbia dei
canoni molto più alti,
senza
offesa ovviamente...”
affermò
Jessica continuando sorseggiare la sua bibita.
Non
capii se lo avesse detto per darmi una mano con il mio ragazzo o se
invece lo pensasse
davvero...
Conoscendola opterei per la seconda però...
Mike
al mio fianco sbuffò.
Io
sospirai: “Dai è inutile disperarsi.. Primo viene
lei a casa mia,
per cui Edward non ci sarà, e se comincia a 'tastare il
terreno'
come dici tu mio caro sbuffone di certo non otterrà nulla,
secondo
nemmeno le ho detto dove abito, per cui probabilmente neanche
verrà!
Ok?”
Guardai
Mike ancora imbronciato.
“Ok..
Mi rispose lui...”
“Che
teneriiiiii!”
esclamarono
insieme Angela e Jessica, e scoppiammo tutti a ridere.
Chissà
cosa sarebbe accaduto l'indomani...
Il
Giorno Seguente...
“Buongiorno
papà...”
salutai
Charlie sbadigliando scendendo le scale.
“Buongiorno
tesoro. Come mai così presto? Di solito il sabato ronfi fino
a
tardi!”
mi
domandò con tono ironico.
“Ah
aspetta ho capito! Esci con il giovane Mike anche oggi, non
è vero?”
scoppiò
a ridere, questa volta l'ironia mi era sfuggita...
Lo
guardai male.
“E'
per evitare queste battute che non mi alzo presto il sabato mattina
papà!”
replicai
io dirigendomi verso la cucina.
“Uff..
Che antipatica!”
rispose
lui mettendosi le scarpe.
“Comunque
mi sono svegliata presto perché ieri sera mi sono
dimenticata di
avvertirti
che
nel pomeriggio forse verrà qui una mia compagna di scuola,
facciamo
i compiti insieme..”
la
buttai li, sperando non mi chiedesse particolari.
“Ah
ah, va bene ...”
forse
l'avevo scampata..
“Chi
è?”
continuò
poi togliendomi ogni speranza.
“Ehm,
Alice Cullen, papà..”
gli
risposi dandogli le spalle mentre prendevo dalla dispensa i cereali.
“Alice
Cullen? La figlia del dottor Cullen? Non sapevo vi
conosceste...”
ecco
che viene fuori il suo fare da poliziotto...
“Infatti
papà, o almeno non bene.. Solo che ha saputo da suo fratello
che
sono brava in letteratura,
e
mi ha gentilmente chiesto di aiutarla..”
Pregai
a fin che l'interrogatorio fosse finito.
“Certo
ho capito..”
questa
volta aspettai prima di cantare vittoria...e feci bene..
“Edward
Cullen lo conosci bene?”
ecco
che viene fuori il suo fare da padre...
“Non
molto, frequentiamo qualche corso insieme, nient'altro.. Comunque non
è sicuro che
Alice
venga...”
cercai
di essere più dispersiva possibile...
“Be
va bene, basta che facciate le brave. Ora vado se no faccio tardi. A
stasera tesoro.”
Mi
salutò e si chiuse la porta alle spalle.
Sospirai
sollevata e cominciai a fare la mia deliziosa colazione.
Casa
Cullen:
“Ciao
a tutti! Io esco!”
Alice
corre verso la porta d'ingresso, sperando di non essere fermata da..
“Dove
stai andando?”
Edward
più rapido che mai la raggiunge sospettoso.
“Ehm
ecco io..”
Alice
si sforza di non pensare a nulla, o meglio di pensare a qualcosa che
non fosse
la
verità!
“Dove
vuoi che vada Edward?”
Carlisle
intervenne tranquillo con un libro di medicina tra le mani, e un dito
a tenerne il segno.
“Ti
ricordo che tra poco sarà il compleanno di Jasper,
starà andando a
prendergli il regalo...”
continuò
cercando di dare un'idea a Alice, che accolse l'occasione al volo.
“Si
esatto! Proprio così!”
esclamò
sperando di averlo convinto.
“Ma
manca ancora più di un mese...”
Edward
insistette, ancora con fare sospetto.
“Oh
ma dai figlio mio adorato, la conosci tua sorella, lei è
sempre in
anticipo!”
Anche
Esme intervenne in loro aiuto, sostenendoli.
Edward
lanciò un'ultima occhiata a tutti circospetto.
“Va
bene, ho capito. Io vado a caccia, ci vediamo in serata.”
disse
infine rinunciando e dirigendosi fuori, chiudendo la porta alle sue
spalle.
Alice
aspettò qualche istante poi sbirciò dalla
finestra per assicurarsi
che fosse andato sufficientemente lontano, una volta accertata
tirò
un sospiro di sollievo.
“Alice...”
la
chiamò Esme che teneva suo marito a braccetto.
“Non
hai nulla da dirci?”
continuò
a ruota Carlisle poggiando il libro sul tavolino.
“Ehm
io? No.. Nulla..”
cercò
Alice con tono più convincente possibile.
Suo
padre e sua madre la guardarono intimidatori, facendole capire di
aver compreso.
Lei
sbuffò: “E va bene, d'accordo, sto andando da
Bella...”
ammise
infine.
“Alice
lo sai che tuo fratello ha espresso il desiderio di...”
“Non
mi importa!” esclamò decisa interrompendo Carlisle.
“Lui
si è comportato da egoista! Bella era anche una mia
amica!”
riprese
sfogandosi.
Carlisle
e sua moglie si guardarono dispiaciuti.
“Alice
cara, voi non eravate ancora amiche...”
provò
a consolarla Esme avvicinandola.
“Ma
lo saremmo diventate di li a poco, io l'ho visto e lo vedo ancora!
Come vedo tutt'ora
benissimo
la sua trasformazione! Nemmeno io ho mai avuto amici a parte i miei
fratelli,
e
lui mi ha tolto l'unica opportunità che avevo di
averne..”
Alice
era ora arrabbiata, guardava a terra stringendo i pugni, per i suoi
genitori
era
raro vederla così.
Carlisle
le si avvicinò porgendole una mano sulla spalla.
“Figlia
mia, sai che Edward non l'ha fatto per egoismo, se lo avesse fatto
per questo non avrebbe interrotto tutto con lei, se ha preso quella
decisione lo ha fatto per il bene di Bella...”
“Affidando
lei e tutte le persone a lei vicine ad un nomade sconosciuto con un
potere fortissimo?
Poteva
essere pericoloso! Ha detto quel vampiro stesso che può
avere delle
ripercussioni sugli umani!”
Alice
era quasi sconvolta, non riusciva a capacitarsi di ciò che
era
accaduto.
“Ha
detto anche molto raramente Alice, lo sai... e come puoi tu stessa
vedere non è accaduto nulla
a
nessuno di loro.. stanno tutti bene...”
Riprese
Esme alzando delicatamente il mento della figlia.
“Lo
so... ma ha fatto tutto da solo, senza chiedere a nessuno, non ha
detto nulla nemmeno a lei..
Poi..
non lo vedete come è triste? Aveva ripreso a sorridere era
felice, e
guardatelo ora...”
disse
Alice in tono preoccupato nei confronti del fratello.
Esme
e Carlisle le sorrisero.
“Già.
Ma non possiamo farci nulla, è stata una sua scelta e
dobbiamo
rispettarla.”
concluse
suo padre sempre col sorriso sulle labbra.
Alice
ricambiò.
“Mi
dispiace. Ma anche io ho fatto la mia scelta. Scusatemi.
Così
dicendo uscì di casa rivolgendo un ultimo saluto ai suoi
genitori,
senza dar loro
il
tempo per replicare.
“Alice
vuole molto bene a Edward.”
affermò
Esme poggiando la testa sulla spalla di suo marito.
“Già.”
rispose
Carlisle carezzandole dolcemente i capelli.
“Credo
che presto, rivedremo il sorriso sulle labbra di nostro
figlio.”
Ciao
a tutti!
Inizio
col dirvi GRAZIE per l'interesse che state dimostrando per questa ff,
di certo non me lo aspettavo, ma è un vero onore!
Questo
capitolo è un po' più lungo, spero tanto di non
averlo fatto
noioso, ma che possa interessarvi ed incuriosirvi come i primi! Non
so, ditemi voi..
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
mille pacci, cioè collega (hihihi) avevi ragione, Alice non
poteva
stare con le mani in mano.. bacio!
*Grazie
CriPattinson, sono felice che ti incuriosisca sempre più,
spero di
aver fatto bene anche in questo!
*Grazie
ely4890 spero di non averti deluso con questo capitolo, sono contenta
che ti piaccia!
*Grazie
Shinalia vedrai che il nostro Edward si riprenderà.. hihihi
grazie
*Grazie
cullengirl. Allora Edward e Bella non sono mai stati ufficialmente
assieme,diciamo che Edward ha impedito che arrivassero a quello
stadio..
non
posso anticiparti nient'altro, ma spero che con questo capitolo si
capisca un po' di più! Speriamo ti piaccia!
*Grazie
3things, dai visto che ho ripreso presto? Poi alla fine Alice ha
imbrogliato, neanche lei sapeva cosa doveva dire! Hihihi spero ti
piaccia!
*Grazie
_ ki _ mi fa piacere ti incuriosisca! Spero sia lo stesso con questo
capitolo! Fammi sapere!
*Grazie
civia93! Troppo gentile! Mi commuovi, sono felice ti piaccia tanto,
speriamo
di aver fatto un buon lavoro anche con questo!
*Grazie
Nessie93 spero di aver aggiornato abbastanza presto! Hihihi! Graziee!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete, spero davvero continuerete a farlo!
Ovviamente
accetto consigli!
Bacioni!!
|
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Capitolo 4 *** Ti Riconquisterò. ***
4:
Ti Riconquisterò.
Il
telefono squilla... di nuovo..
“Pronto?”
Bella
risponde con tono esasperato, già sapendo la voce che
sentirà
dall'altra parte della cornetta..
“E'
arrivata ora?”
“No
Mike! Esattamente come non c'era due minuti fa! Per favore piantala
di chiamare, ti prometto che ti chiamerò io, se e quando
arriva,
d'accordo?”
gli
risposi per l'ennesima volta... Quando si ci metteva quel ragazzo
sapeva essere proprio pesante.
Si
sentì sbuffare.
“Va
bene, non chiamo più.. però..”
“Ah
ah.. niente però Mike! Devi fidarti di me!”
Un
altro sbuffo.
“Hai
ragione... perdonami amore. Allora ci sentiamo dopo...”
Disse
infine con tono rassegnato e colpevole.
Lo
salutai e riattaccai, in quello stesso istante qualcuno
suonò alla
porta.
Mi
girai di scatto e per un momento rimasi immobile, come se si fosse
trattata di una semplice impressione, e rimasi con l'orecchio in
ascolto teso verso l'entrata.
il
campanello risuonò.
A
passi svelti allora mi diressi verso l'ingresso, portai una mano
sulla maniglia, e prima di aprire
presi
un respiro profondo...
Ma
perché diamine mi sentivo così nervosa?
Senza
altre esitazioni aprii, Alice era li, davanti a me.
“Ciao!”
esclamò
tutta contenta rivolgendomi uno splendido sorriso.
La
fissai per un secondo, quasi incredula, poi ricambiai.
“Ciao
Alice. Entra pure!”
le
dissi infine più cortese che potevo. Mi sentivo imbarazzata,
ma non
solo, improvvisamente
anche
estremamente .. felice. Non ne sapevo il motivo, ma era così.
“Ti
disturbo? Per caso stavi ancora pranzando?”
mi
chiese poi vedendomi un po' riluttante.
“No,
figurati non disturbi, ho finito poco fa di mangiare. Tu invece hai
già mangiato?”
Chissà
forse avevo capito male e dovevamo pranzare assieme...
Il
suo sguardo si fece per un attimo perplesso e le sue labbra si
piegarono in un sorriso.
'Ieri
per la precisione..' pensò Alice tra se prima di rispondere.
“Si
si.. ho già mangiato, ti ringrazio...”
“Bene,
allora possiamo cominciare se vuoi..”
C'era
tensione nell'aria, non sapevo bene come comportarmi.
Lei
annuì solamente e senza che le facessi strada si diresse in
cucina,
anticipandomi.
Mi
grattai la testa stupita, mi sentivo quasi io l'ospite, e questo
pensiero mi fece sorridere.
Alice
era proprio una ragazza strana, eppure anche non conoscendola bene,
provavo una
grande
stima nei suoi confronti.
Ci
accomodammo al tavolo quadrato, e, se pur con evidente malavoglia da
parte di entrambe,
cominciammo
a fare i compiti. Aprì il mio libro già messo
anticipatamente sulla
tavola, e mi portai
il
quadernino davanti. Nonostante non sapessi se realmente sarebbe
venuta, ne avevo una speranza.
Alice
fece lo stesso, tirando fuori dalla sua bella borsa in pelle i suoi
appunti
e
gli esercizi che le erano stati assegnati dal professore.
All'improvviso
mi venne in mente una cosa.
“Senti
Alice..”
cominciai
attirando la sua attenzione concentrata sul libro.
“Dimmi!”
mi
rispose in tono allegro. Aveva sempre il sorriso stampato in volto,
anche non volendo
riusciva
a contagiarti.
“Ecco,
mi chiedevo come hai fatto a sapere dove abito... Ieri mi sono
dimenticata di darti il mio indirizzo e non ero sicura tu
venissi...”
confessai
in tono tranquillo e curioso nello stesso tempo.
Non
mi rispose subito, sembravo averla presa alla sprovvista, e non so
perché ma mi sorpresi
di
ciò..
“Oh
be, l'ho chiesto a mio padre, o meglio gli ho chiesto dove abitasse
il ' capo Swan'...”
affermò
infine convinta, riportando lo sguardo immediatamente al compito.
Era
una possibilità a cui non avevo pensato, ma dopo tutto mio
padre
conosceva il dottor Carlisle,
per
cui non era così strano...
“Ehm
senti Bella, non è che mi spiegheresti questa parafrasi?...
non la
capisco bene..”
mi
chiese poi come per cambiare argomento.
“Ma
si certo.”
mi
avvicinai con la sedia,il suo profumo ancora una volta mi
portò
quella strana sensazione
di
ricordo... di familiarità..
Le
spiegai l'esercizio con un po' di vergogna, in verità non mi
sentivo
all'altezza di tale ruolo,
cercavo
esprimermi il meglio possibile, non volevo che pensasse di essersi
sbagliata nei
miei
riguardi.
“Ma
certo! Ora è chiaro, grazie mille!”
cominciò
subito a trascrivere ciò che le avevo appena detto,
entusiasta.
Istintivamente
sulle mie labbra nacque un sorrisetto, quella ragazza mi ricordava
una bambina,
era
spettacolare il suo modo di fare così genuino.
“Ecco
fatto! Finito!”
esclamò
all'improvviso sollevando per aria il suo quaderno tenendolo tra le
mani soddisfatta.
“Anche
io!”
Ecco
che il suo entusiasmo mi aveva contagiata, mi sentivo estremamente di
buon umore.
“Pausa!”
affermammo
poi insieme. Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere di gusto.
Quel
momento fu interrotto dallo squillo del telefono, e allora mi
ricordai..
“Oh
no, Mike!”
urlai
quasi, correndo a rispondere. Mi ero completamente dimenticata di
avvisarlo
dell'arrivo
di Alice.
“Pronto?
Ciao, ehm si si è qui.. Lo so mi dispiace, mi è
passato di mente!
Dai
scusami, non l'ho fatto apposta! D'accordo, d'accordo.. Ci sentiamo
dopo. Ciao.”
Riattaccai
e ritornai da Alice che mi guardava interrogativa.
“Tutto
a posto?”
mi
domandò allora.
“Ah
si. Era Mike, il mio ragazzo. Gli avevo promesso di chiamarlo quando
tu fossi arrivata,
ma
me ne sono completamente dimenticata!”
le
dissi tutto senza nemmeno che ve lo avesse chiesto, ma mi venne
spontaneo, parlare con lei
mi
riusciva facile, come se fosse già una mia grande amica.
“Mi
dispiace.”
si
scusò lei con tono colpevole.
“No!
Che centri tu, sono io che sono un po' sbadata!”
cercai
di rassicurarla, non era certo colpa sua.
“Siete
insieme da molto?”
mi
chiese poi guardandomi seria.
“Ehm,
dieci mesi, giorno più giorno meno...”
le
risposi un po' imbarazzata.
“Non
è poco!”
rispose
lei, questa volta con un accenno di sorriso sul volto.
“N-no,
direi di no..”
mi
limitai a risponderle, il clima si era fatto all'improvviso pesante..
“Lo
ami?”
mi
chiese poi tutto d'un tratto.
Sollevai
la testa di scatto e guardandola mi accorsi che il suo sguardo era
austero, rigido.
I
suoi occhi profondi sembravano spenti.
“Be,
io..”
non
sapevo cosa dire, quella sua espressione mi aveva paralizzata.
“Scusami..”
disse poi scuotendo la testa.
“Non
sono affari miei, perdonami!” continuò chiudendo
il libro.
I
suoi occhi ora erano tornati come sempre, accesi e peperini.
Che
cosa le aveva provocato quell'improvvisa compostezza?
“Oh,
n- non ti preoccupare non importa...”
le
risposi sforzandomi di sorridere e di non dare a vedere la mia
sorpresa e la mia perplessità
per
quella sua reazione.
Mi
sorrise colpevole. Aveva capito in pieno.
“Ora
è meglio che vada.”
affermò
poi rimettendo le sue cose in borsa e alzandosi elegantemente,
mettendo a
posto
la sedia. Ci mancavano ancora un paio di esercizi da completare, ma
non dissi nulla al riguardo, si era venuta a creare una strana
atmosfera, era meglio non influire.
Mi
alzai anche io e l'accompagnai silenziosa alla porta.
“Ti
ringrazio molto dell'aiuto Bella, spero vorrai aiutarmi
ancora.”
disse
poi guardandomi speranzosa.
Io
le sorrisi: “Certo, non c'è problema.”
Ci
sorridemmo e fece per uscire, ma prima che potesse girare la maniglia
la fermai.
“Alice..”
lei
si voltò ancora sorridente verso di me, io allora ripresi:
“Ad
essere sincera non lo so, da una parte so di esserlo, ma dall'altra
sento come
se
ciò che sto provando è solo una piccola parte di
ciò che si può
provare in amore...”
Non
ero tenuta a risponderle, ma volevo farlo. Non l'avevo mai confessato
a nessuno,
temendo
di passare per una persona egoista e superficiale, ma dentro di me
sapevo che lei
non
mi avrebbe giudicata per questo.
Mi
si avvicinò, aveva un sorriso stampato in viso ma i suoi
occhi lo
contraddicevano
esprimendo
tristezza.
“Io
so Bella che presto non sarà più
così...”
dicendo
ciò mi carezzò teneramente i capelli, sentii un
piccolo brivido
percorrermi la schiena.
Non
le chiesi nessuna spiegazione, perché io mi fidavo di lei.
Aprì
la porta, un'altra sorpresa ci attendeva.
“Edward!”
esclamò
immediatamente Alice trovandoselo difronte, la mia sorpresa non era
da meno.
“Ciao.”
disse facendo cenno con una mano, mentre l'altra la teneva in tasca.
Fuori
piovigginava ma lui non aveva nessun ombrello o cappuccio,
parcheggiata in strada dietro la macchina di sua sorella c'era
però
la sua volvo argentata.
I
suoi capelli erano comunque bagnati, come se fosse li fuori da un
po',ma ciò non lo rendeva meno bello, ma anzi più
attraente, la sua
magliettina a maniche corte bianca diventava trasparente al contatto
con l'acqua, il che lasciava intravedere
il
suo fisico scolpito, perfetto come quello di una statua. Le mie
guance si imporporarono istintivamente.
“Che-
che cosa ci fai qui?”
domandò
Alice facendo un passo indietro, quasi spaventata da lui.
“Esme
mi ha detto che eri qui, dobbiamo andare via tra poco, così
sono
venuto a chiamarti.”
rispose
semplicemente e sul suo bellissimo volto apparve un sorriso sghembo
che mi tolse il fiato.
Non
so di preciso che cosa, ma c'era qualcosa di estremamente diverso da
quelli che mostrava di consueto, certo sempre meravigliosi ma come
spenti, in questo invece c'era... convinzione.
Per
un momento Alice si immobilizzò fissando il vuoto, dopo di
che vidi
Edward annuire,
ma
il movimento fu talmente veloce che pensai di essermelo immaginata,
so solo che sua sorella urlò di gioia.
“Evviva!”
esclamò
voltandosi verso di me.
Io
li guardavo perplessi e stranita. Ma che succedeva?
“Avete
finito i compiti?”
chiese
poi Edward rivolgendosi questa volta a me.
Reggere
il suo sguardo era difficile, non arrossire era impossibile, e sulla
mia carnagione
chiara
era fin troppo evidente quando accadeva, così abbassai
leggermente
il capo.
“Ehm,
no veramente ci mancano ancora un paio di esercizi..”
gli
risposi io esitante.
“Be
Alice allora perché domani non fai venire Bella da
noi?”
A
quella frase alzai subito la testa, ero sconvolta. Andare a casa
Cullen? Io?
“Si,
si, si! Che splendida idea! Allora domani a casa nostra!”
Alice
decise tutto da se, senza chiedere conferma.
“Non
essere maleducata, magari è impegnata e non
può..”
la
rimproverò suo fratello con lo sguardo rivolto a me.
“Oh
ma si che può! Non è vero?”
mi
chiese lei guardandomi speranzosa.
Mi
sentivo come incastrata, ma non fu per quello che accettai, io VOLEVO
andare.
Annuì
sorridendole e Alice in tutta risposta mi abbracciò forte,
questa
volta io ricambiai
abbracciandola
a mia volta.
“Ci
vediamo domani!”
esclamò
in fine dirigendosi verso la sua auto.
“Ciao.”
Edward
sollevò la mano salutandomi, io feci lo stesso.
“Ciao.”
Rientrai
in casa,chiudendomi la porta alle spalle. Mi sentivo le gambe molli,
il cuore non voleva rallentare, anzi sembrava battesse sempre
più
veloce.
Il
suono improvviso del telefono mi fece sussultare. Sentivo le gambe
cedermi e poggiandomi ovunque arrivai all'apparecchio.
“Pronto?
Ciao Mike.. Uscire domani? Ehm, No mi dispiace domani preferisco
rimanere a casa.”
Sentivo
che qualcosa stava cambiando, qualcosa che avrebbe sconvolto la mia
realtà
in
maniera definitiva.
“Edward
è bellissimo che tu abbia cambiato idea!”
Alice
era entusiasta per la decisione presa dal fratello.
“Non
credere che non sia arrabbiato con te per le tue intenzioni...
Nonostante
ciò le tue parole mi hanno fatto riflettere, mi dispiace se
ho
coinvolto anche te facendoti soffrire sorellina..” disse
scompigliandole i capelli.
“Mi
hai sentita?”
chiese
lei sorpresa.
“Non
ci vuole molto a capire quando mentite sai? Sopratutto quando lo fate
con uno che
legge
nel pensiero... e i vostri erano troppo incasinati..”
Alice
li fece una linguaccia scherzosamente.
“Comunque,
ho deciso.. Non voglio lasciare che me la portino via..
Le
farò ricordare, e se non ci riuscirò
farò di tutto per
riconquistarla, perché io LA AMO.”
Ciao
a tutti! Ancora una volta Grazie a tutti voi!
Spero
di aver aggiornato abbastanza presto, per la verità non sono
molto
soddisfatta di questo capitolo, purtroppo però non ho il
tempo di
riscriverlo, per cui spero comunque possa
piacervi,
ditemi voi!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Nessie93! Ecco a te il quarto capitolo con la speranza che possa
piacerti!
Be
ci vorrà un po' si per rivedere la nostra coppietta assieme,
ma già
dal prossimo capitolo
tutto
verrà sconvolto e diciamo che anche Mike avrà la
sua parte in
questo, ma non posso dire
più
nulla!
*Grazie
cullengirl, sono felice di essere riuscita a far capire qualcosa,
meno male! Spero tanto ti
piaccia
anche questo capitolo!
*Grazie
ely4890, sono contenta tu abbia trovato bellissimo lo scorso
capitolo, forse questo non
sarà
proprio bello, comunque spero possa piacerti!
*Grazie
Confusina_94, vedo che Mike non piace proprio a nessuno! Ahahah! Non
temere,
Bella
si riaccorgerà presto di Edward! Spero ti piaccia questo
capitolo!
*Grazie
Shahrazad eccoti il quarto capitolo, con la speranza che ti possa
piacere anche questo!
*Grazie
pacci! Non vedo l'ora di sapere che ne pensi di questo! Anche se io
non ne sono
molto
convinta!
*Grazie
3things siete in tante a non sopportare Mike! Esme le ha detto
così
perchè Alice si
riferiva
a visioni di lei e Bella ormai grandi amiche e non solo
superficialmente, anche se è
vero
che da subito si sono volute bene! Spero ti possa piacere anche
questo!
Ringrazio
poi ovviamente tutti voi che leggete, spero continuerete a farlo!
Bacioni!
|
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Capitolo 5 *** Bugie e Sentimenti ***
5:
Bugie e Sentimenti
La
mattina dopo mi alzai di buona lena.
Durante
la notte ci avevo messo un po' per prendere
sonno,
mi sentivo agitata e nervosa, come prima di un esame o di un compito
importante,
l'ansia
però era differente, non era accompagnata da paura ma da
impazienza.
Non
riuscivo ancora a credere che quel giorno sarei andata a casa Cullen,
chi
mai se lo sarebbe aspettato?
In
un solo giorno la mia vita aveva preso una piega davvero strana, ieri
avevo detto una bugia
a
Mike dicendogli che non me la sentivo di uscire oggi.
Non
era mai successo prima, mi piace stare con lui,
ma
l'invito di Alice e di Edward era stata per me una tentazione troppo
grande,
che
mi aveva indotto perfino a mentire al mio ragazzo.
C'era
qualcosa che non andava in me?
Doveva
essere per forza così, perché se non lo era mi
veniva in mente solo
un'altra
motivazione,
e non poteva non DOVEVA essere quella.
Scesi
in cucina per fare colazione. Sulla tavola c'era un biglietto
lasciato da Charlie:
'Buongiorno
tesoro, sono andato a pesca con Billy e Harry, tornerò nel
pomeriggio sul tardi.
Tu
esci pure se devi, ma mi raccomando fai
la brava!
A dopo, papà.'
Non
mancava mai
di dirmi quella tipica frase da padre apprensivo, che nel bene o nel
male,
mi
faceva sempre
sorridere. Mi avvicinai alla finestra e guardai fuori, il tempo non
era dei migliori, non pioveva, ma le nuvole non promettevano nulla di
buono, avevo idea che papà
sarebbe
tornato
prima questa volta!
Ritornai
in
cucina e mi feci la mia solita tazza di latte e cereali. Il giornale
era aperto di fronte
a
me alla pagina
centrale, parlavano di cinque omicidi avvenuti a Seattle nel giro di
tre giorni,
erano
ancora
sconosciuti colpevole e movente, ancora non si sapeva che strada
seguire,
le
vittime erano
tutte diverse tra loro, non avevano nulla in comune, a partire
dall'età finendo
con
il ceto
sociale, una cosa sola coincideva, gli omicidi erano avvenuti tutti
dopo il tramonto..”
Un
brivido mi
percorse la schiena.
'Mi
sa che per un
po', eviterò di andare da quelle parti..'
pensai
tra me e
me portandomi alla bocca una cucchiaiata di corn flakes.
Appena
finito
lavai tazza e cucchiaio, dopo di che mi diressi in camera mia, non ci
eravamo
accordate
sull'orario preciso in cui vederci, per ciò avevo deciso di
prepararmi subito,
per
quanto ne
sapevo poteva arrivare anche tra un'ora, oppure dopo pranzo, come il
giorno prima. Comunque sia non volevo farmi trovare con un pantalone
della tuta largo di un nero
ormai
sbiadito, e
una magliettina bucherellata di color grigio. Preferivo essere
presentabile!
Mi
recai in
stanza, presi la biancheria per il cambio e cominciai a scrutare
tutti i miei vestiti
in
cerca di
qualcosa di decente da mettermi.
Aperto
l'armadio
a primo impatto mi parve tutto così ..antico e sciatto!
Cosa
potevo
mettermi?
Cominciai
ad
aprire i cassetti, scompigliai tutto al loro interno, finendo per
stropicciare la maggior parte delle cose già stirate, avrei
dovuto
rifarle, ma non mi importava, dovevo trovare qualcosa.
“Ecco! Questa
potrebbe andare!”
esclamai
d'un
tratto, trovando nel fondo del terzo cassetto una graziosa camicetta
colore blu,
elegante
ma
comoda nello stesso tempo, da indossare assieme optai per un paio di
jeans scuri, con delle piccole pietruzze azzurre attorno alle tasche.
Ora
che avevo
trovato cosa mettermi potevo andare a farmi una doccia rilassante,
ne
avevo
bisogno..
Adesso
rimaneva
solo un dilemma? Come tenere i capelli?
Prima
di tutto me
li asciugai, ma senza stirarli, tanto con l'umidità che
c'era fuori
non avrebbero retto dieci minuti! Alla fine decisi di farmi una
treccia laterale, così almeno una volta sciolti
avrebbero
anche
avuto un effetto mosso, ma soprattutto sarebbero rimasti in ordine!
Al
collo mi misi
un punto luce regalatemi da mia madre, semplice e carino.
Ecco!
Ora ero
pronta!
Guardai
l'orologio erano le appena le dieci e un quarto. Sbuffai.. E ora che
facevo?
Prima
di tutto mi
misi a preparare lo zaino con il libro ed il quaderno da portarmi,
poi
tornai di
sotto, mi ricordai di avere del bucato da fare, almeno avrei perso
ancora un po' di tempo. Una volta concluso pensai di iniziare a
preparare la cena, ma dovetti cambiare
idea,
sicuramente
Charlie sarebbe tornato con del pesce o con dei gamberi,che avrebbe
voluto mangiare, per cui abbandonai quella faccenda.
Erano
appena le
undici... ormai sicuramente Alice sarebbe venuta a prendermi dopo
pranzo,
per
il giorno
seguente non avevo compiti ma per martedì probabilmente si.
Tornai
nella mia
stanza e presi il diario.
“Esercizi di
matematica.. Ok, facciamoli ora!”
Non
amavo
particolarmente quella materia, ma pur di far passare i minuti mi
misi a farli.
Squillò
il
telefono, il suono improvviso mi fece sussultare.
“Pronto?”
“Ciao Bella!”
“Hei Angela,
ciao.”
“Come stai?”
“Ehm, bene,
perché?”
“Be Mike ci ha
detto che non te la sentivi di uscire, ho immaginato non stessi
bene..”
Giusto,
era tutta
una catena. Mentito a uno.. avanti l'altro.. presi un respiro
profondo.
“Ah, si ecco..
ieri non mi sentivo molto bene, e oggi preferisco stare tranquilla,
per
sicurezza.”
“Oh capisco..
Be noi andiamo a fare un giro a Port Angels, se cambi idea..”
“Va bene, ti
ringrazio Angy.. Salutami Jess e... Mike per favore.”
Riagganciai.
Angela non era una stupida, sicuramente aveva capito che qualcosa non
andava,
mi
sentivo in
colpa, mi sentivo una stronza.
Avevo
'abbandonato' i miei amici di sempre per delle persone che conoscevo
appena..
Ma
allora perché
non vedevo l'ora di andare? Perché non vedevo l'ora di stare
assieme
a loro?
Perché?
Riportai
i
pensieri ai miei compiti, ormai era quasi mezzogiorno, non appena
finito
avrei
mangiato
qualcosa.
Non
avevo molto
appetito, così alla fine optai per un semplice toast al
prosciutto e
formaggio
ed
un bicchiere
di latte fresco, risciacquai il bicchiere e pulii la tavola,
in
quello stesso
istante il campanello suonò.
'Eccola!
E'
arrivata!' pensai tra me un po' in fermento.
Mi
recai subito
verso la porta, feci apparire sul volto un raggiante sorriso e aprii.
“Heila.”
Edward
era li,
davanti a me, bello più che mai.
Per
un momento
rimasi imbambolata. Cosa ci faceva lui qui?
Cercai
di
guardare alle sue spalle in cerca di Alice, ma l'unica cosa che vidi
fu la sua volvo
argentata
parcheggiata nel vialetto dietro al mio pick up.
“Tutto a
posto?”
mi
chiese poi non
ricevendo risposta.
Scossi
la testa
per riprendermi da quello stato catatonico.
“Ah ehm, si,
tutto a posto... Tua sorella non è con te?”
gli
domandai
ancora speranzosa.
“No, è rimasta
a casa a capovolgere la casa per renderla più presentabile
possibile,
lei
è
estremamente pignola e perfezionista, così mi ha chiesto se
potevo
venire io,
spero
non ti
dispiaccia..”
concluse
mostrandomi un timido sorriso che fece comunque sobbalzare il mio
cuore.
Era
inutile, per
me reggere il suo sguardo era troppo.. troppo tutto!
Abbassai
gli
occhi portandoli al pavimento, in cerca delle mie scarpe.
Come
avrebbe
potuto dispiacermi??
“No, no
figurati. Solo non me l'aspettavo..”
ammisi,
dopo
tutto era la verità ed era anche normale essere sorpresa.
Indossai
le
scarpe da ginnastica nere e il mio giubbino dello stesso colore.
“Ok, possiamo
andare.”
affermai
poi
ritornando a guardarlo. Come faceva ad essere sempre così
perfetto
quel ragazzo?
I
suoi capelli
bronzei tenuti spettinati gli davano un'aria enigmatica, la sua
carnagione così chiara
lo
faceva
somigliare in tutto e per tutto ad una statua, una bellissima statua,
i suoi occhi erano
come
dorati, che
strano colore.. che fosse la luce?
Mi
costrinsi a
risvegliarmi da quei miei assurdi pensieri, e prendendo le chiavi sul
mobiletto
mi
chiusi la
porta alle spalle.
Fuori
aveva
cominciato a piovigginare, così sollevai il leggero
cappuccio della
giacca.
Raggiunsi
la
macchina e feci per aprire la portiera ma con un movimento rapido
Edward
mi
anticipò.
Rimasi di stucco, nemmeno lo avevo sentito avvicinarsi.
“Prego.”
mi
disse poi
invitandomi ad entrare nell'abitacolo con un cenno della mano.
“Grazie.”
sussurrai
non
poco in imbarazzo. Una volta seduta tirai giù il cappuccio,
mi
aspettavo che chiudesse, ma mi stupii ancora una volta quando
delicatamente tirò la cintura e me la allacciò.
Sentii
il tipico
rumore d'inserimento, e nello stesso istante sentii anche il respiro
freddo
e
fruttato di
quel ragazzo, che ora teneva il viso a pochi centimetri dal mio.
Fu
solo per
qualche secondo, un secondo che per me durò
un'eternità.
Senza
che potessi
rendermene conto era già al posto di guida, al mio fianco.
Sentivo
le mie
guance imporporarsi, il battito del mio cuore accelerare...
Mi
mostrò un
fantastico sorriso sghembo, che non migliorò la situazione,
e mi
costrinse
a
voltarmi verso
il finestrino.
'Rallenta
cuoricino, rallenta..'
continuavo
a
ripetere tra me, da quanto batteva forte mi sembrava che rimbombasse
in tutto l'abitacolo, avevo paura che Edward potesse sentirlo, anche
se mi rendevo conto
dell'assurdità
di tale timore...
Accese
il motore
ed uscì dal vialetto in retro marcia, era affascinante anche
quando
faceva
una cosa
comune come guidare!
Con
la coda
dell'occhio guardai verso di lui, impossibile non rivolgergli
un'occhiata.
Aveva
in dosso un
aderente maglioncino grigio chiaro dal quale collo fuori usciva il
colletto
di
una camicia
bianca, e un paio di jeans neri che gli stavano a pennello,
ma
probabilmente
nulla gli stava male!
Continuando
a
scrutarlo di nascosto mi accorsi di un particolare.
“Edward ma tu
non ti metti la cintura?”
gli
chiesi
all'improvviso voltandomi completamente verso di lui.
Scoppiò
in una
fragorosa risata, che rese inutile la fatica che stavo facendo per
far rallentare
il
battito, anzi,
mi parve ancora più veloce e rumoroso di prima, mi sentii le
guance
invase da un calore bruciante, evidentemente da un rosso normale ero
passata ad uno acceso!
“L'importante è
che l'abbia tu, Bella.”
mi
rispose infine
fissandomi dritto negli occhi. Questa volta non distolsi lo sguardo,
quelle
due
fessure color oro avevano su di me un effetto magnetico, me ne
sentivo ipnotizzata,
era
persa nella
loro profondità, e non badai minimamente al piccolo
particolare che
lui non
stesse
per nulla
guardando la strada, anzi, non mi importava affatto.
Tutta
quella
situazione non mi parve nuova, era come se l'avessi già
vissuta,
come
se mi
trovassi di fronte ad un flash back.
Durante
la strada
non parlammo, come sotto fondo avevamo solo il rombo del motore di
quella volvo c30, ma non c'era un clima di tensione, anzi al
contrario, saperlo al mio fianco mi tranquillizzava.
“Eccoci. Siamo
arrivati.”
disse
poi
svoltando all'improvviso in piccola strada sterrata costeggiata da
alti e imponenti alberi, che nemmeno avevo visto, passava del tutto
inosservata.
Passammo
veloce
lo sterrato, e in meno di un minuto ci ritrovammo in uno spiazzo
enorme, nella parte sud di questo si trovava una grande casa a due
piani, bianca,
e
apparentemente
non poco antica.
Mentre
ero presa
ad osservare quell'edificio così particolare la mia portiera
si
aprì,
Edward
me la
teneva aperta mostrandomi un meraviglioso sorriso, incoraggiandomi ad
uscire.
Deglutì
e facendomi coraggio uscì.
Quel
posto
sembrava completamente isolato, sapevo che i Cullen abitavano fuori
città, ma
chi
avrebbe mai
immaginato una cosa del genere...
“Grazie
Edward.”
lo
ringraziai per
quei modi così cortesi. Edward era proprio uno di quelli che
si
poteva definire
'uomo
d'altri
tempi', un vero gentiluomo. Era pieno di piccole attenzioni,
particolari a cui ormai pochi davano importanza, quei particolari che
a una donna però fanno sempre piacere.
Guadai
nuovamente
la casa, mi sentivo sovrastata e in soggezione.
“Forza vieni.
Alice sarà impaziente di vederti.”
mi
disse
d'improvviso facendomi un cenno con la testa di seguirlo, io
annuì.
Camminavamo
fianco a fianco, le nostre braccia si sfioravano.
Entrammo
e il mio
stupore aumentò.
Mi
si presentava
di fronte un enorme salone, nel quale padroneggiava un bellissimo
pianoforte
posto
su un
rialzo. Il tutto era completamente arioso e luminoso, tutta la parete
in fondo
era
occupata da
una meravigliosa porta vetrata, e lasciava alla vista un panorama
mozza
fiato. Alla
mia sinistra c'era poi una grande scalinata che conduceva ai piani
superiori.
Nel
centro di
questo salone era sistemato un lungo divano di colore chiaro, con un
tavolino di fronte e tre poltrone attorno, su una delle quali era
comodamente seduta una donna dall'aspetto esile, dalla carnagione
chiara, proprio come Edward, sembrava quasi una bambola di porcellana
da
quanto era
bella.
Vedendoci
si alzò
elegantemente e con passi altrettanto eleganti si diresse verso di
noi
con
uno splendido
e caloroso sorriso in viso.
“Ciao cara. Tu
devi essere Bella! Io sono Esme, la madre di Edward .
E'
per me un vero
piacere fare la tua conoscenza..”
mi
si presentò
con estrema educazione. Le mie guance arrossirono di nuovo.
“Oh, il – il
piacere è tutto mio signora Cullen..”
Risposi
facendo
un leggero inchino con la testa.
“Chiamami Esme
cara.”
replicò
lei
sempre con fare dolce, io annuì sorridendole.
“Mi spiace che
tu non possa vedere mio marito, ma è di turno in ospedale,
tornerà
in serata.”
concluse
poi.
Doveva essere una mamma meravigliosa, e molto affettuosa.
Stavo
per
risponderle ma fui bruscamente interrotta.
“Bellaaaaaa!”
Alice
si
precipitò giù dalle scale, ma pur correndo come
una forsennata non
emetteva
il
ben che minimo
rumore e soprattutto non perdeva la sua innata grazia.
In
un secondo il
mio collo fu circondato dalle sue braccia esili, e io risposi con
piacere
a
quell'abbraccio
così pieno d'affetto.
“Finalmente sei
arrivata!”
continuò
poi
allontanandosi ma senza smettere di sorridere.
“Forza pigrone,
andate di sopra e cominciate i vostri compiti...”
esclamò
ironico
Edward facendo la linguaccia a sua sorella.
“Hei! Pigrone
sarai tu! Bleah!”
Alice
era
piuttosto suscettibile, e rispose con foga a quel gesto.
Io
scoppiai
immediatamente a ridere, Esme fece lo stesso.
Fu
solo per un
attimo ma al suono della mia risata mi parve di vedere il volto di
Edward
illuminarsi,
allora io mi bloccai di colpo, colpita da quella espressione.
“Bene! Allora
andiamo di sopra Bella! Voglio farti vedere il resto della
casa!”
Alice
mi prese
per mano, interrompendo quell'istante, il suo tocco era gelido e la
sua pelle sembrava dura come marmo,
ma
nonostante ciò
sentii un immenso calore in quella stretta.
Mi
trascinò via
senza darmi neppur il tempo di dire bah, ma riuscì comunque
a
rivolgere
un
ultimo sguardo
a lui, che ancora mi fissava.
“E' bello
rivederti così sai figlio mio?”
Esme
si avvicinò
a Edward carezzandolo dolcemente in volto.
Lui
le rivolse un
sorriso.
“Già. Lo è
anche per me mamma. Il suo sorriso mi fa gioire.”
Casa
Swan:
“Arrivo!
Arrivo!”
Charlie
corre ad
aprire la porta.
“Oh ciao Mike!”
“Salve signor
Swan, Bella?”
chiese
Mike con
tono rilassato ma preoccupato nello stesso tempo.
“Bella? Pensavo
fosse con voi.. Io era andato a pescare sono tornato prima per via
della
pioggia e
lei non c'era...”
La
mia vita aveva
preso una strana piega, una piega inaspettata, ma alla quale non
volevo rinunciare.
Ciaooooo!
Ecco a voi il quinto capitolo! Anche questo non molto corto, spero
di
aver aggiornato presto ma soprattutto che sia di vostro gradimento!
Dopo tutto questo
è
il mio obbiettivo!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Nessie93! Ma figurati sono io che ti devo ringraziare perchè
mi
recensisci sempre!
Sono
stra contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto, spero sia
lo stesso con questo!
*Grazie
ely4890! Be per il momento non è successo molto a casa
Cullen, ma
tutto deve
ancora
accadere! Spero ti piaccia anche questo!
*Grazie
Giuliii! Già infatti probabilmente il nostro Edward non
dovrà fare
molto... ahahah!
Speriamo
ti piaccia anche questo capitolo!
*Grazie
Confusina_94! E già, Bella comincia a mentire, il problema
è che
viene anche scoperta!
Come
reagirà ora Mike? Hihihi Spero ti piaccia!!
*Grazie
cullengirl! Allora no, con la perdita della sua memoria centra solo
Edward, è stata una sua scelta, i Volturi a dirti il vero
non so
ancora se avranno un ruolo in questa storia.. Però
c'è il nomade
misterioso..! Spero ti piacerà anche questo!
*Grazie
Bellas! Come sono felice che ti piaccia così tanto! Grazie
davvero!
Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta, e soprattutto che ti
piaccia anche questo capitolo!
*Grazie
Shahrazad! No infatti non sarà molto ardua come impresa..
comunque
staremo a vedere che accadrà dopo.. hehe! Grazie, speriamo
ti
piaccia!
*Grazie
civia93! Allora ti posso dire solo che la tua mente malata è
proprio
come la mia, e questo è già un grande indizio!
Però c'è ancora
tanto da scoprire, quindi non temere le sorprese ci saranno, e lo
saranno anche per me visto che ancora devo pensarci bene! Ahahahah!
Grazie
ancora, spero ti piaccia anche questo!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete la mia ff, e tutti coloro che mi hanno
messa tra i preferiti e tra le loro seguite, è davvero un
onore!
Spero continuerete a seguirmi!
Probabilmente
non riuscirò ad aggiornare fino a lunedì,
comunque spero questo
capitolo riesca
a
soddisfarvi!
Bacioniiii|!
|
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Capitolo 6 *** Forse doveva andare così... ***
6:
Forse doveva andare così...
“Un momento
solo... devo averlo messo qui da qualche parte.
Uffa,
ma dov'è?”
“Ehm.. Alice
forse lo hai lasciato a scuola...”
Alice
blocca la
sua ricerca pensierosa.
“Be, può
essere! Sai allora che faccio? Vado a prendere quello del mio
Jasperuccio di diario,
così
guardo sul
suo che numero è l'altro esercizio!”
“Oh, quindi
lui.. c'è?”
Non
avevo ancora
visto nessuno degli altri fratelli, ed ero curiosa di sapere se erano
in casa..
Gli
occhi di
Alice si spalancarono come sorpresi, poi tornarono rilassati.
“No, sia lui
che Emmett e Rosalie sono andati .. in campeggio! Già..
spesso lo
facciamo in famiglia!”
Mi
rispose
continuando a sorridere.
Automaticamente
il mio sguardo andò alla vetrata e soprattutto alla pioggia
che
cadeva fitta.
Non
mi sembrava
esattamente il tempo giusto per campeggiare.. Rimasi un po' allibita.
Stavo
per
domandarle anche questo, ma lei mi anticipò.
“Va bene,
allora vado a prendere il diario! Faccio subito!”
e
così dicendo
senza che me ne rendessi conto uscì dalla stanza,
avvicinando la
porta alle
sue
spalle.
Un'altra volta mi diede come l'impressione che avesse voluto evitare
l'argomento,
se
non avessi
saputo che era impossibile, avrei creduto sapesse già che le
dovevo
chiedere!
Sorrisi
scuotendo
la testa a quel bizzarro pensiero,e riportai l'attenzione sul mio
quaderno, ancora
un
paio di
domande e avrei finito.
La
mia
concentrazione fu però nuovamente interrotta.
'
Ma da dove
viene questo suono così dolce?' mi chiesi tra me.
Dal
corridoio
proveniva una musica, lenta e piena d'amore.
Senza
nemmeno
rendermene conto mi diressi fuori dalla camera, quel meraviglioso
suono
proveniva
dal
piano inferiore. Come incantata scesi le scale e raggiunsi il salone
all'ingresso.
Mi
guardai
attorno, desiderosa di capire da dove provenisse, fin che non lo
vidi.
Era
l'immagine
più bella che si potesse vedere, ne rimasi paralizzata, non
ebbi il
coraggio
di
andare oltre
quell'ultimo scalino. La mano poggiata sul corrimano, la bocca semi
spalancata
dallo
stupore..
Poi il suono si interruppe.
“Perdonami...
Ho disturbato i tuoi studi?”
Edward
era
splendido seduto a quel pianoforte.
Non
riuscii a
fare altro se non scuotere la testa e arrossire violentemente.
Lui
mi sorrise.
“Perchè non
vieni a sederti qui a fianco a me, Bella?”
Ecco
il mio cuore
rispondere alla sua voce suadente nel pronunciare il mio nome.
Mai,
mi era
capitato di sentirmi così, mai avrei pensato che ci si
potesse
sentire in quel modo.
La
mia mente mi
diceva di rifiutare, di tornare di sopra finire ciò che ero
venuta a
fare e andarmene, ma il cuore, il mio corpo erano completamente in
disaccordo, senza che potessi farci niente le mie gambe mi guidarono
verso di lui, il suo sguardo sempre fisso su di me, come speranzoso.
Mi accomodai al suo fianco.
L'imbarazzo
si
era impossessato di me, non sapevo che dire, cosa fare...
“Ti piace la
musica?”
domandammo
poi
simultaneamente. Ci guardammo e scoppiammo a ridere.
Ora
mi sentivo
più rilassata,e mi sembrava anche lui. Presi un respiro
profondo.
“Si, a- a me
piace moltissimo. Claire De Lune è .. uno dei miei brani
preferiti.”
ammisi
un po'
incerta.
Mike
mi prendeva
sempre in giro per questi miei gusti 'antichi', come li definisce
lui.
“Ti piace
Debussy?”
mi
chiese allora
lui con tono tranquillo, non particolarmente sorpreso ne divertito.
Annuì
rivolgendo
i miei occhi verso Edward.
“Anche a me,
molto.”
concluse
poi.
Senza distogliere lo sguardo da me, posizionò le mani sui
tasti e
con immensa
eleganza
cominciò
a suonare.
Starlo
a guardare
era uno splendore, il mio cuore batteva all'impazzata, ma il mio
corpo era completamente trasportato da quella musica così
dolce.
Istintivamente
chiusi gli occhi per potermela godere al meglio, e intanto ciondolavo
lentamente la testa. Furono minuti indescrivibili, quando finì
non riaprii subito gli occhi, lo feci poco per volta, quella
melodia era ancora nella mia testa e non voleva uscirne.
“Sei
bravissimo Edward.”
affermai poi con
decisione in
maniera spontanea, ero meravigliata da tale bravura.
Le sue labbra si
piegarono in un
leggero sorriso.
“Ti
ringrazio.”
Ecco nuovamente i
nostri sguardi
incrociarsi, ecco nuovamente quegli occhi magnetici ed
intensi dal quale
era impossibile
staccarsi, dal quale NON VOLEVO staccarmi.
Ero persa dentro
quello sguardo,
persa dentro quei piccoli tondi che offrivano però un mondo
immenso.
I nostri visi
erano a poca distanza
l'uno dall'altro, e lentamente si fecero ancora più vicini,
ormai
potevo sentire il suo respiro gelido sulle mie labbra a filo con le
sue...
Poi qualcosa mi
fece sussultare..
“Il
cellulare ti squilla..”
affermò
Edward allontanandosi.
Avrei voluto
sbattere la testa
contro il muro per quella interruzione, chi accidenti era
ad avere un
tempismo così
perfetto?!
Tirai fuori il
telefonino dalla
tasca dei jeans.
“Papà?”
mi chiesi a bassa
voce, avevo un
brutto presentimento...
“Ti
lascio sola.”
mi disse cortese
lui alzandosi e
avviandosi verso le scale.
Sbuffai e mi
decisi a rispondere.
“Pronto
papà?”
“BELLA!
MA DOVE DIAMINE SEI? SI
PUO' SAPERE!?”
Charlie si mise
subito a strillare
ansioso e non poco arrabbiato.
“Papà..stai
tranquillo son..”
“STAI
TRANQUILLO? COME ACCIDENTI
FACCIO A STARE TRANQUILLO QUANDO NON SO DOVE SIA MIA FIGLIA?”
Mi interruppe lui
continuando ad
urlare costringendomi ad allontanare il cellulare dall'orecchio.
“HAI
IDEA DI CHE COSA HO PROVATO
QUANDO I TUOI AMICI SONO VENUTI QUI A CERCARTI E TU NON ERI CON
LORO?”
Continuò
lui.
“Cosa?
I-i miei amici? Oh no..”
“ORA
PUOI VENIRE A CASA PER
FAVORE?”
Avevo
l'impressione di essermi
cacciata in un brutta, orribile situazione...
Salutai Esme e
Alice, scusandomi con
lei di non aver potuto concludere i compiti, fu Edward
a riaccompagnarmi
a casa.
“Mi
spiace che tuo padre si sia
arrabbiato.”
mi disse
guardandomi con
preoccupazione.
Questa volta in
confronto all'andata
guidava piano, come se avesse voluto prendere tempo.
“Oh be,
non è colpa tua! Sono io
che non gli detto dove andavo...”
Ora la mia
preoccupazione non era
per Charlie ma per Mike.
Che cosa avevo
combinato? Perché
avevo mentito in quel modo? Per quale motivo non avevo detto
semplicemente la
verità?
Sapevo che doveva
avercela
tremendamente con me, e non potevo dargli torto.
Mi sentivo in
colpa per ciò che mi
ero permessa di provare con Edward.
“Siamo
arrivati.”
Edward mi
risvegliò dai miei
pensieri, girando lo sguardo notai di essere davanti a casa, nel
vialetto l'auto
della polizia.
“Senti
Edward, non è che potresti
accompagnarmi in un altro posto prima?”
Dovevo andare
subito da lui, non
avevo tempo da perdere. Avrei potuto prendere il mio pick up ma le
chiavi erano in casa, e non potevo rischiare di essere trattenuta da
una lunga ramanzina di mio padre, certo giustificata ma che sarebbe
arrivata nel momento sbagliato!
Edward mi
guardò stranito, poi
chinò la testa leggermente, aveva sicuramente capito,
si
rivoltò verso di me e annuì.
Sapevo che
ciò da me chiesto era
inappropriato, soprattutto dopo ciò che era accaduto poco
prima tra
noi, ma io non ero così, io non ero solita a mentire, non
ero solita
ad imbrogliare, e dovevo spiegare a Mike ogni cosa...
“Mike! Mike
aspetta! Coraggio non te la prendere, forse ha una buona
motivazione!”
Jessica
cercava
di fermare Mike furioso e dispiaciuto nello stesso tempo.
Teneva
un passo
svelto ed era difficile per lei stargli dietro, ma non voleva
lasciarlo da solo in quello stato.
“Senti Jes
lasciami in pace ok? E' inutile che la giustifichi! Mi ha mentito e
non ha scuse!
Tu
non puoi
capire cosa sto provando!”
Si
bloccò
improvvisamente abbassando il capo e stringendo forte i pugni.
Jessica
gli si
avvicinò con cautela, si fermò al suo fianco e
con entrambe le mani
gli strinse
uno
di quei pugni
portandolo verso le sue labbra.
Mike
sorpreso si
voltò verso di lei, e vide scorrere sulle sue guance delle
lacrime.
“Io ti capisco,
Perché io amo da sempre una persona che però non
mi ricambia..”
affermò
con un
sorriso forzato guardandolo negli occhi.
“Jessica...”
Mike
era stupito,
con un dito delicatamente le asciugò le lacrime che ancora
le
rigavano il volto..
“Ecco, fermati
pure, è li!”
Non
appena finii
di pronunciare quelle parole i mie occhi si riempirono di sorpresa
e
sentii il
respiro mancarmi.
Davanti
ai miei
occhi a pochi metri di distanza da noi il mio ragazzo Mike e la mia
migliore
amica
Jessica si
baciavano dolcemente.
Ecco
l'ennesima
piega inaspettata nella mia vita.
Che
sia però
quella giusta?...
Ciao
a tutti! Eccovi il sesto capitolo! Scusatemi se è un po'
corto ma
accidenti questo tempaccio non ispira per nulla... per cui spero mi
sia riuscito bene e che possa piacervi!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
confusina _94! Ecco a te il sesto! Si effettivamente non è
molto
furba, ma forse è stato giusto così hihihi! Spero
ti piaccia anche
questo!
*Grazie
Bellas! Allora ecco a te la reazione del nostro Mike... che ne pensi?
Era
quella che ti aspettavi? Hehe! Spero ti piaccia!
*Grazie
Nessie93! Chissà forse sarà proprio Mike a
farglielo capire... e
lui ha capito
magari
qualche cos'altro...! comunque si la sfiga la perseguita,
però
intanto nella sfiga
c'è
sempre la fortuna (Edward!) ahahahah! Spero tanto possa piacerti
anche questo!
*Grazie
Giuliii! Come vedi Mike non ha rovinato nulla.. cioè almeno
non tra
Bella e Ed!
Hihihi!
Spero ti piaccia anche questo sesto capitolo!
*Grazie
civia93! Uhmmm, torta al cioccolato...buonaaa! Hai ragione quando
sia ha una grande mente, non ci si può fare nulla...
ahahahah! Che
modestia eh? Hihi
Comunque..
mi fa tanto piacere che tu lo abbia trovato dolce era ciò
che volevo
esprimere!
Spero
ti piacerà anche questo, se pur non sia proprio un gran che
(colpa
della pioggia! Hehe)
Grazie
mille poi per il brava, non so se me lo merito, ma grazieeeee!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete, spero continuerete a farlo!
Bacioni!!
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Capitolo 7 *** Troppi Pensieri ***
7:
Troppi Pensieri
Il
mio ragazzo e
la mia migliore amica. Il mio ragazzo e la mia migliore amica.
Quell'immagine
continuava a balenarmi per la testa. Ero incredula e non avevo
parole.
Senza
rendermene
conto dagli occhi cominciarono a scendere delle lacrime, rigandomi le
guance.
Mi
portai una
mano sul volto e me ne asciugai una, guardandola poi sul palmo
tremante.
Piangevo
ma senza
volerlo, mi sentivo improvvisamente vuota, vuota di emozioni, di
sentimenti,
come
risucchiata
da un tunnel oscuro, come se il tempo si fosse improvvisamente
fermato.
Alla
mia sinistra
d'improvviso sentii un piccolo botto accompagnato da un leggero
ringhio,
che,
mio
malgrado, mi riportarono alla realtà.
Edward
stringeva
forte il volante con una mano mentre con l'altra era già
pronto ad
aprire la portiera,
il
suo piede si
muoveva ritmicamente estremamente agitato, il suo sguardo fisso nel
vuoto esprimeva
rabbia.
Forse era
la luce della sera, forse i miei occhi appannati da quelle gocce
salate,
ma
il colore ora
era diverso, era nero, completamente oscurato.
Con
uno scatto
improvviso fece per uscire dalla macchina e istintivamente lo fermai
tirandogli
la
maglietta con
le dita. Un gesto leggero, un gesto insignificante, a cui non tutti
avrebbero dato importanza, ma lui non era 'tutti', lui era Edward.
Si
fermò
all'istante rivolgendo quella sua espressione furiosa verso di me.
Io
scossi
violentemente la testa, le parole ancora non mi uscivano, ma con gli
occhi lo supplicavo
di
lasciar
perdere, cosa che capì al volo.
Si
risedette
composto alla guida senza mai smettere di guardarmi, i suoi occhi ora
non esprimevano più furia ma si poteva scorgere
preoccupazione
sincera. Alzò lentamente un braccio e con cautela lo
avvicinò al
mio viso ancora attraversato dalle lacrime, poi mi accarezzò
teneramente.
Il
suo tocco era
gelido, marmoreo, ma comunque il tocco più rassicurante che
potessi
desiderare.
Poggiai
la testa
su quel 'pezzo di pietra' e chiusi gli occhi, lasciandomi trascinare
dalle emozioni che
ora
ricominciavano a farsi sentire.
“Per favore
Edward, portami a casa.”
Fu
l'unica cosa
che riuscii a dire. Alzai lentamente le palpebre che mi sembravano
tremendamente
pesanti.
“Come tu
desideri.”
Mi
rispose lui
con infinita dolcezza rivolgendomi quel sorriso sghembo che solo lui
sapeva fare.
Fece
inversione e
tornammo indietro. Nel mio specchietto si poteva ancora intravedere
l'immagine
di
due persone
abbracciate, l'immagine del mio PASSATO.
Ecco
la macchina
fermarsi nuovamente davanti casa mia, che ora non mi sembrava
più
così terribile,
perfino
la
ramanzina di Charlie mi sembrava invitante.
Improvvisamente
la portiera si aprì, di fronte a me in piedi Edward che me
la teneva
aperta paziente.
Gli
sorrisi per
ringraziarlo e quasi inanimata uscii.
Stavo
per
salutarlo, ma con un movimento improvviso mi prese con delicatezza la
mano e mi condusse alla porta, non aveva intenzione di lasciarmela,
lo sentivo, per cui non replicai.
Quella
stretta
fredda mi trasmetteva un calore immenso e mi dava coraggio, non
l'avrei lasciato mai.
Prima
che potessi
aprire mio padre mi anticipò.
“Bella!
Finalmente ma dove...”
si
interruppe non
appena vide chi c'era al mio fianco.
La
sua mano non
stringeva più la mia, ma non me ne ero accorta,
poiché il calore
ancora l'avvolgeva.
“Mi scusi
davvero capo Swan, è colpa mia e di mia sorella Alice se non
ha
trovato in casa Bella stamani.”
Affermò
sicuro
Edward facendo un elegante inchino con il capo in segno di scuse.
Mio
padre rimase
perplesso e con lui anche io.
“Oh be ecco
io...”
Charlie
cominciò
a balbettare parole incomprensibili grattandosi la testa imbarazzato.
“Vede mia
sorella si è improvvisamente accorta di aver dimenticato
alcuni
esercizi importanti per un compito in classe che avrà
domani, e ha
chiesto a Bella se poteva urgentemente aiutarla.
Sua
figlia come
ben saprà è molto altruista e non ha saputo dire
di no.
Quindi
la prego
di non prendersela con lei, ma con noi signore.”
Ero
ammaliata da
quell'essere così perfetto.
Credevo
perfino
io alle sue parole, e sapevo come veramente erano andate le cose!
“Ecco, in
questo caso va bene. Ehm ehm. Allora ti ringrazio per la
spiegazione... Edward giusto?”
Domandò
incerto
papà.
“Esatto signor
Swan, è un piacere conoscerla.”
Aveva
completamente soggiogato mio padre con quei suoi modi di fare
così
antichi e cortesi.
Le
mie labbra si
piegarono spontaneamente in un timido sorriso.
“Be vi lascio
salutarvi. Ci.. vediamo dentro Bella, tra un minuto!”
Affermò
chiudendosi la porta alle spalle. Sapevo che lo avrebbe contato quel
minuto!
Accompagnai
Edward alla macchina in silenzio.
“Grazie mille
Edward. Sei stato gentilissimo, io non...”
Fui
interrotta.
“Io non ho
fatto nulla per cui tu debba ringraziarmi Isabella Swan.”
disse
guardandomi
fisso negli occhi. I nostri sguardi erano come incatenati.
“Ciao.”
esclamò
poi
aprendo la portiera.
“Ciao.”
risposi
semplicemente con tono strozzato.
Lo
guardai
allontanarsi veloce dal vialetto, presi un respiro profondo ed
entrai, preparata comunque
ad
una predica.
Charlie
era
sdraiato sul divano con davanti una pizza iniziata e una lattina di
birra tra le mani.
“Bella..”
mi
chiamò non
appena si accorse della mia presenza.
'Ci
siamo.'
pensai tra me.
“Dimmi papà.”
risposi
rassegnata.
“Scusami se ti
ho sgridata senza lasciare che mi spiegassi.”
affermò
con tono
imbarazzato senza distogliere lo sguardo dalla tv.
Quelle
sue scuse
mi arrivarono come mille coltellate alla coscienza, ero stata io a
mentire,
lui
non mi doveva
nessuna scusa.
“No, papà, tu
non devi...”
provai
a
replicare ma non me ne lasciò l'opportunità.
“Non ti
preoccupare, siamo a posto così tesoro. Ora mangia qualcosa
ti farà
bene, sembri così pallida!”
Disse
con tono
ironico strizzandomi l'occhio.
Mi
feci scappare
una risatina.
“Già perché
di solito sono ben abbronzata non è vero..?”
gli
risposi
mantenendo lo stesso tono, e mi recai in cucina. Non avevo molta
fame,anzi in verità
lo
stomaco
sembrava aver chiuso per 'malattia', per cui mi limitai a bere un
bicchiere di succo d'arancia e ad inghiottire a forza un paio di
biscotti.
Erano
appena le
otto, ma mi sentivo affaticata come se avessi un macigno sulle
spalle, la partita non mi interessava particolarmente, quindi mi
diressi in camera.
“Bella, vai già
a letto?”
Mi
domandò
Charlie mentre stavo per salire le scale.
“Ah si papà.
Sono un po' stanca, inoltre vorrei farmi anche una doccia.”
Gli
risposi
cercando di essere più convincente possibile.
“D'accordo
allora. Buona Notte tesoro.”
“Buona Notte
papà.”
Mi
feci svelta la
doccia che al contrario di quanto sperassi non mi aiutò a
sciogliere
i muscoli.
Ero
tesa, come
mai prima. Lasciai i capelli bagnati, non avevo voglia di asciugarli,
mi misi il mio
pigiama
color
azzurro chiaro formato da pantaloncini corti e magliettina, poi mi
buttai sul letto
a
pancia in giù,
sprofondando la testa nel cuscino.
Era
stata davvero
una giornata intensa, piena di emozioni, belle e brutte.
Mi
voltai
mettendomi a fissare il soffitto, tenendo però il cuscino
tra le
braccia.
'Mike
stava
baciando Jess, ma come è possibile?' Me lo buttai sulla
faccia e
spalancai le braccia.
Rimasi
in quella
posizione persa nei miei pensieri.
'Chissà
se
andava già avanti da tempo... se si frequentavano anche
prima...
Possibile
che ero
stata così stupida da non rendermene conto?
No,
Mike non mi
avrebbe mai fatto una cosa del genere, lui mi amava!
Amare...
che
parola importante.
Forse
il nostro
non è mai stato amore, forse abbiamo scambiato l'affetto per
un
sentimento più forte,
forse
siamo
destinati a persone diverse.
Mi
addormentai
così, pensando a questo, ancora involontariamente rigata da
una
piccola lacrima sfuggita al mio controllo.
Una
leggera
folata d'aria fredda, un tocco gelido sulla mia guancia.
Lentamente
riaprii gli occhi, svegliata da quel gelo improvviso, era buio, ma di
fronte al letto intravidi una figura...
“Edward!”
Sussurrai
sorpresa. Mi affrettai a cercare l'interruttore della abat jour, ma
la luce fece svanire quell'immagine. Mi portai una mano sulla testa,
confusa. Avevo sognato?
Mi
ributtai
indietro sul letto sospirando.. Che mi stava accadendo?
Mi
resi conto
solo in quel momento di essere sotto le coperte, lo ricordavo bene,
mi ero addormentata
sopra
le
lenzuola.. Forse Charlie come sempre era entrato in camera e mi aveva
coperta..
Certo,
era
sicuramente andata così.
Edward.
Chissà
perché
quel ragazzo mi ispirava fiducia, chissà perché
con lui mi sentivo
protetta, al sicuro, chissà perché avevo quella
strana sensazione
di conoscerlo già da tempo...
Cominciò
a
girarmi piano la testa, lo stesso male che mi era arrivato in mensa
mentre parlavo con Alice la prima volta, ora che ci pensavo...
Sentivo le palpebre pesanti, mi riaddormentai.
“Tesoro, sto
entrando. Sei sveglia?”
Charlie
aprì
piano la porta della stanza di sua figlia.
“Bella ma sei
ancora a letto? Io sto uscendo è ora che ti alzi..”
continuò
dirigendosi verso di lei.
“Papà.. non mi
sento molto bene oggi..”
esclamai
con voce
roca, girandomi verso di lui.
Charlie
le portò
una mano in fronte insospettito dal suo colorito più bianco
del
solito.
“Oh accidenti
tesoro, ma hai la febbre! Aspetta vado a prendere il
termometro..”
Corse
di sotto,
confusionario com'era ci avrebbe messo mezz'ora per trovarlo!
Sentii
anche io
la mia fronte, effettivamente ero bollente, provai a tirarmi su, ma
la stanza cominciò a girare, per cui ritenni opportuno
rimettermi
sdraiata. Guardai la radio sveglia al mio fianco.
“Le sette e
mezza..” sussurrai tra me sbuffando. Avevo fatto raramente
delle
assenze a scuola, e quando capitava mi scocciava sempre, poi mi
ritornò fulminea in mente l'immagine di Mike e Jessica, e
improvvisamente conclusi che forse era meglio starmene a casa oggi,
l'idea di dovermi confrontare con loro mi fece salire la febbre, ne
ero certa!
“Ecco l'ho
trovato! Mettilo sotto il braccio e tieni il tempo...”
Charlie
tornò di
fretta, chissà che confusione aveva fatto di sotto..
“Io vado a
prepararti un po' di latte caldo.”
concluse
ridirigendosi al piano inferiore.
“Papà non ce
ne è bisogno, vai pure al lavoro, me la caverò
tranquillo!”
Preferivo
stare
sola, mio padre in queste occasioni diventava più apprensivo
della
mamma,
e
io odiavo
ricevere troppe attenzioni, anche quando ero ammalata! A proposito di
Renèe, non appena verrà a saperlo mi
tempesterà di telefonate...
Sbuffai al pensiero del continuo squillare.
“D'accordo, ora
vado. Ma prima ti preparo il latte, e non accetto repliche!”
affermò
deciso.
Charlie sapeva come ero fatta, perché lui era uguale a me,
per
questo mi accontentava in queste occasioni.
Ok,
potevo tirare
fuori il termometro, lo guardai.
“Trentotto e
otto... wow..” sussurrai tra me.
Chissà
cosa
avrebbero pensato a scuola... Be in fin dei conti 'loro' non sanno
che io so dopo tutto..
anzi
magari non
ci sarebbe nemmeno stato un confronto, forse lo avrebbero tenuto
nascosto...
Il
giramento di
testa aumentò al solo pensiero. Mi imposi di calmarmi.
'Basta
Bella,
libera la mente.. libera la mente...” ripetevo tra me.
“Ecco qui del
lattino bello caldo tesoro, te lo lascio qui sul comodino, lascialo
raffreddare un po',
ma
poi bevilo
capito? Che ti fa bene!”
esclamò
con tono
dolce e affettuoso Charlie entrando in camera.
“Allora quanto
hai di febbre?”
continuò
poi
preoccupato, prendendo il termometro da sopra il comodino.
“Oh ma è
altissima!”
disse
quasi
urlando.
“Dai, non
esagerare..”
cercai
di
tranquillizzarlo io.
“Uff.. va bene,
va bene...”
Si
rassegnò.
“Grazie papà.”
“Ma figurati.
Mi raccomando riposa, ora vado.”
disse
dandomi un
leggero bacio in fronte.
Lo
salutai e non
appena sentii la porta chiudersi sospirai, ora ero più
tranquilla,
alle volte il silenzio era la migliore delle compagnie., anche se
purtroppo aveva un difetto, ti induceva a pensare e pensare,
così
pur di
evitarlo cercai di riaddormentarmi, e forse ci riuscii, ma quando
all'improvviso sentii suonare il campanello mi sembrò
passato un
attimo.
Aprii
gli occhi
con fatica e vedendo ancora un po' offuscato rivolsi lo sguardo alla
sveglia, erano quasi le undici.
'Accidenti'
pensai tra me. Faticosamente mi alzai, il male ora era un po' passato
ma fare le scale mi richiedeva uno sforzo non indifferente, il mio
equilibrio era già scarso quando non ero malata, figuriamoci
in
questo momento!
Con
respiro
affannato arrivai all'ingresso e aprii appena la porta per vedere chi
fosse.
“Edward..”
esclamai
con voce
rotta e roca.
Mi
rivolse il suo
fantastico sorriso sghembo.
“Ciao. Posso
esserti d'aiuto?”
Quella
frase mi
lasciò senza parole, il mio cuore batteva all'impazzata e
sentii il
calore che già mi avvolgeva aumentare, tutto questo mi fece
sentire
improvvisamente debole, vidi tutto sfocato,
poi
il buio più
totale.
Qualcuno
mi
teneva in braccio delicatamente, mi sembrava di essere sollevata in
aria, avevo l'impressione di essere leggera, di levitare...
Quando
mi
risvegliai ero nuovamente nel mio letto, avvolta dalle coperte.
Mi
guardai
attorno, poi ricordai.
“Edward!”
esclamai
alzandomi di botto e causandomi un ulteriore mal di testa.
“Non dovresti
agitarti in questo modo.”
Eccolo,
bello più
che mai, seduto acanto alla finestra. Allora non avevo nuovamente
sognato tutto?
“Edward ma …
che ci fai qui?”
domandai
poi più
lucida.
“Ho saputo che
non stavi bene, e ho pensato che potessi esserti d'aiuto..”
“Hai saputo?
Co-come?”
la
confusione si
impossessò di me.
Ma
non ebbi
nessuna risposta solo un sorriso deciso ed enigmatico. In fondo
nemmeno mi interessava,
l'importante
è
che era qui, con me.
“Allora, hai
fame?”
mi
chiese
d'improvviso alzandosi.
Guardai
di nuovo
l'orario, l'una e mezza... non potevo crederci, mi era rimasto
accanto tutto quel tempo?
“Ecco io...”
Non
finì, vidi
l'espressione di Edward cambiare radicalmente da dolce a furiosa,
come la sera precedente. Qualche secondo dopo il campanello
suonò,
facendomi sussultare.
Possibile
che già
lo sapesse?
“Ti accompagno
ad aprire.”
affermò
deciso
risvegliandomi dai miei pensieri.
Io
annuì e feci
per alzarmi, ma ancora una volta lui mi anticipò prendendomi
tra le
sue braccia.
Le
mie guance si
imporporirono violentemente e lo guardai stupefatta.
Mi
rivolse un
leggero sorriso, anche se i suoi occhi rivelavano ben altro, erano
scuri, chiusi a fessura,
ma
sapevo che non
era per me, quell'espressione era per chiunque si trovasse dietro la
porta.
Non
appena
arrivammo davanti mi ripose delicatamente a terra ma senza
allontanarsi.
Aprii
e non
appena vidi chi era capii il perché di quella reazione.
“Mike.”
Ciao
a tutti! Ecco finito anche il settimo capitolo! Allora che ne
pensate?
Io
spero tanto vi piaccia come gli altri!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
ely4890! Ecco a te un altro capitolo, spero possa piacerti,
fammi
sapere! Bacio
*Grazie
free09! Nel prossimo capitolo scopriremo come si sente Mike,
mentre per Bella mi pare ormai evidente
cosa
sente, deve solo rendersene conto! Grazie, spero ti piaccia anche
questo!
*Grazie
nuni92! Ti ringrazio davvero, sono stra felice che la mia ff
ti
piaccia, spero che sarà lo stesso con questo capitolo!
*Grazie
Ele _ Cullen! E si Bella pian piano si accorge del legame che
la
lega a Edward... chissà quando si ricorderà
proprio tutto...
hihihi! Ti ringrazio tanto, spero possa piacerti anche questo!
*Grazie
Bellas! Come hai potuto leggere Edward non era molto
tranquillo,
ma come sempre la sua Bella riesce a tenerlo buono! Spero mi farai
sapere il tuo pensiero anche su questo, con la speranza che ti
piaccia!
*Grazie
Nessie93! Ti ringrazio per il complimento, sono felice che ti
sia
piaciuto il sesto! Comunque Nel prossimo vediamo un po' che
dirà
Mike... hehe! Grazie spero ti piacerà anche questo!
*Grazie
Confusina_94! Ancora non posso dirti nulla, ma come
andrà a
finire tra Bella e Mike lo saprai nel prossimo capitolo non temere!
Intanto ti lascio con questo, sperando possa piacerti!
*Grazie
mery123! Sono felicissima che la mia ff ti abbia
appassionato,
spero tanto continuerai a leggerla e a trovarla
bella!
Grazie!
*Grazie
Giuliii! Ahahah! Si effettivamente Mike non è
molto normale...
comunque staremo a vedere che ha da dire in sua difesa o in sua
colpa! Hihihi! Spero ti piaccia anche questo!
*Grazie
barbyemarco! Wow! Tutta d'un fiato, ne sono stra felice,
grazie!
Spero tanto possa piacerti anche questo!
*Grazie
damaristich! E già, è proprio la
coppia più bella, hai
ragione! Speriamo che lei ricordi presto...
Comunque
grazie mille sono felice che questa storia ti piaccia, spero
continuerà a piacerti!
Ringrazio
poi di cuore tutti voi che leggete e che continuate a seguirmi, spero
continuerete a farlo!
Bacioni!
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Capitolo 8 *** Confronto ***
8:
Confronto
Rimanemmo
a
fissarci per qualche secondo. Quella situazione era assurda.
Fu
lui a parlare
per primo. Squadrò dapprima Edward, poi si rivolse
direttamente a
me,
senza
degnarsi di
salutarlo.
“Ciao Bella,
posso entrare?”
mi
domandò
accigliato e più serio che mai. Non lo avevo mai visto
così,
insomma Mike era sempre stato il 'simpaticone' della compagnia,
quello che non prendeva mai le cose sul serio, e invece,
per
la prima
volta, era imbronciato e in apparenza anche piuttosto sicuro di se.
“Entra pure.”
Gli
risposi poi,
mi sentì addosso un'occhiataccia, sicuramente Edward non
aveva
capito il perché di quella mia scelta, non aveva capito il
motivo
per cui non lo avessi mandato a quel paese sbattendogli
la
porta in
faccia. D'altra parte come avrebbe potuto? A malapena lo sapevo io...
L'unica cosa di cui ero certa era che quella non sarebbe stata la
giusta conclusione.
“Allora io
vado. Se stai meglio ci vediamo domani scuola. Ciao.”
Edward
uscì
senza neanche darmi il tempo di rispondere, di salutarlo. Era
arrabbiato, lo avevo capito, ed era comprensibile. Sospirai.
“Come ti
senti?”
mi
domandò
d'improvviso Mike, mantenendo le distanze. Aveva un atteggiamento
estremamente
formale,
teneva
le braccia incrociate, era rigido e teso.
“Ehm, meglio,
grazie.”
Non
era poi tanto
la verità, ma non desideravo ricevere compassione da lui,
desideravo
che mi dicesse ciò che era venuto a dirmi senza incertezze,
senza
scrupoli.
“Il professore
di inglese mi ha detto che eri a casa con la febbre.”
Continuò
lui
fissando il pavimento.
'Ora
capisco come
Edward ha saputo che non stavo bene, anche lui segue quel corso,
deve
aver
sentito!' pensai tra me lasciandomi deviare dal discorso.
Scossi
la testa
per riprendere in mano la situazione.
“Vieni
sediamoci.”
Gli
dissi
solamente conducendolo in cucina. Solitamente quando veniva a
trovarmi ci sedavamo, anzi forse sarebbe più corretto dire
ci
buttavamo, sul divano, sorridenti e spensierati, ora invece
sembravamo
due
estranei. Pensarci mi fece venire un nodo alla gola.
Ci
sedemmo,
nessuno dei due si azzardava a cominciare, alla fine fu nuovamente
lui a a parlare.
“Quindi ieri
sei andata a casa SUA.”
Cominciò,
ponendo un accento su quell'ultima parola.
Io
annuì.
“Si esatto.”
Cercavo
di essere
più decisa possibile, ma la voce mi tremava.
“Perché non me
lo hai detto Bella?”
Domandò
stringendo a pugno la mano che teneva poggiata alla tavola.
“E perché tu
non mi hai detto che te la facevi con la mia migliore amica?”
Scattai
di botto
io, presa dal nervoso. Non potevo crederci che era venuto qui, a casa
mia,
per
farmi sentire
in colpa di una cosa così insignificante rispetto a
ciò che aveva
fatto lui!
Lo
vidi
spalancare gli occhi dalla sorpresa non appena pronunciate quella mie
parole,
lo
avevo preso
completamente alla sprovvista. Continuavo a guardarlo accigliata, e
non poco
arrabbiata
ora,
volevo proprio sapere che cosa avrebbe detto a sua discolpa.
Prese
un respiro
profondo.
“E' vero. Io e
Jessika ci siamo baciati...”
Ammise
subito.
Teneva lo sguardo rivolto al piano del tavolo.
Io
non sapevo
cosa rispondergli, non mi aspettavo lo ammettesse subito. Rimasi di
sasso.
Alzò
lo sguardo
verso di me, in attesa evidentemente di una mia reazione.
“Ma tu lo hai
fatto con Edward no?”
mi
chiese subito
dopo non ricevendo risposta.
Lo
guardai
esterrefatta.
“Che cosa?”
gli
risposi a fil
di voce.
“Ah certo hai
ragione, con uno così sarai andata anche oltre, è
con me che facevi
tanto la preziosa.”
Nemmeno
finì di
pronunciare quell'ultima frase che lo colpii in viso con una sonora
sberla.
La
mia mano
tremava e a dirla tutta mi faceva anche un po' male.
“Come ti
permetti di insinuare una cosa simile! Non ti permettere mai
più!”
Gli
urlai poi
contro facendo uscire tutta la rabbia che avevo in corpo. Senza che
me ne rendessi conto le lacrime cominciarono a rigarmi le guance,
provocate dal nervoso, non certo dal dispiacere.
Mike
si portò
una mano sulla guancia colpita e dolorante.
“Mi dispiace.
Scusa.”
disse
lui con
voce colpevole.
“Non dovevo.”
Mi
risedetti
sulla sedia, non lo guardavo, non ci riuscivo.
Per
qualche
minuto rimanemmo in silenzio. Questa volta fui io a prendere la
parola.
“Tra me e
Edward non c'è stato nulla...”
“Va bene
però...”
mi
interruppe lui
“Fammi finire
Mike.”
affermai
con tono
aspro fissandolo autoritaria. Lui si zittì.
“Ieri, sono
andata a casa Cullen solo per aiutare Alice a finire i suoi
compiti...”
Feci
una pausa,
pensò che avessi finito e stava per prendere parola ma lo
bloccai
con un gesto della mano, come un vigile che ferma le macchine per far
attraversare i passanti.
“Però...”
continuai io “ è anche vero che in questi giorni
mi sono resa
conto di provare qualcosa per lui Mike...”
Un'altra
pausa,
questa volta non cercò minimamente di intervenire.
“Io mi sono
resa conto anche di non aver mai provato... amore nei tuoi confronti,
ma solo un profondo affetto.”
Tutto
ciò che
sembrava stessi confessando a lui in realtà lo stavo
confessando per
la prima volta
anche
e
soprattutto a me stessa.
“Quindi tu, sei
innamorata di LUI?”
Mi
domandò
guardandomi dritta negli occhi.
“Si, io sono
innamorata di Edward Cullen.”
Finalmente
lo
ammisi, finalmente mi ero rassegnata a quel sentimento che
già
sapevo cosa fosse,
ma
al quale non
volevo dare ascolto, al quale non volevo dare importanza. Ma ora non
ce la facevo più a negare, ne a lui ne a me.
Gli
sfuggì una
risatina nervosa.
“E tu in che
rapporti sei con Jessika?”
gli
domandai
vedendolo esitante e non intenzionato a parlare.
Il
sorrisetto gli
scomparve dal viso, e non ne ero sicura, ma mi parve di vederlo
arrossire.
“Be vedi, ieri
sera Jess mi ha confessato di essere da sempre innamorata di
me.”
Rimasi
paralizzata a quella sua affermazione.
Come
era
possibile una cosa simile? La mia migliore amica era sempre stata
innamorata del mio ragazzo e io non me ne ero mai accorta?
Ero
allibita,
confusa.
“Ieri l'ho
baciata perché quei suoi sentimenti mi hanno reso felice, in
quel
momento di disorientamento mi ha fatto capire che c'era qualcuno che
mi voleva bene, bene davvero...”
Dicendo
queste
due ultime parole mi fissò accigliato. Frecciatina giunta a
destinazione.
“Però..”
riprese guardando il pavimento “non so cosa provo per lei,
perché
i miei sentimenti per te Bella erano veri, io ho provato del vero
amore, anzi lo provo tutt'ora, non è un semplice affetto
io
ti amo.”
Si
alzò e si
diresse verso di me.
“Ti prego
Bella, non mi lasciare, torna con me.”
Si
inginocchiò
per riuscire a osservarmi in viso e prese le mie mani tra le sue.
Mi
guardava con
occhi supplichevoli e speranzosi, la sua voce esprimeva tristezza.
Mi
lasciò senza
parole. Io avevo appena confessato di essere innamorata di un altro,
come poteva chiedermi una cosa del genere??
“Mike, io
non...”
mi
interruppe,
mostrandomi un sorriso timido.
“Già, lo
immaginavo. Be, io ci ho provato.”
Esclamò
alzandosi.
“Ti sei
comportato di merda con Jessika..”
Gli
dissi io non
appena mi diede le spalle per dirigersi alla porta.
“Lo so.”
Ammise
senza
voltarsi.
“Ma cercherò
di rimediare. Jess mi piace molto, chissà magari non appena
ti
dimentico
potrei
innamorarmene, non posso escluderlo sai?”
Si
portò davanti
alla porta, sollevò un braccio in segno di saluto, la
aprì ed uscì.
Tirai
un respiro
di sollievo, non ce la facevo più a fingere di stare bene.
Poggiai
immediatamente la testa sulla tavola.
“Evviva, un po'
di fresco...” sussurrai tra me, mi sentivo davvero bollente,
la
febbre mi era risalita,
tutta
colpa del
mio orgoglio.
Però
da una
parte ora mi sentivo decisamente più sollevata, Mike di
certo mi
sarebbe mancato, ma in un certo senso era come se dentro me
già
sapevo da tempo di non provare amore per lui, o meglio il mio cuore
ne era consapevole la mia testa un po' meno. Comunque dicendo addio a
lui, alla nostra storia, in qualche modo avevo detto addio ad una
parte della mia vita, da quel momento in poi ne sarebbe cominciata
un'altra, mi rimaneva solo una cosa da fare,
confessare
i miei
sentimenti ad Edward... Chissà se mi avrebbe ricambiato... o
meglio
chissà in quale strano universo parallelo mi avrebbe mai
ricambiato
un tipo così!
Ma
c'erano ancora
dei quesiti che dovevo risolvere riguardanti lui, cose che non
capivo,
ma
che gli avrei
rivolto presto...
“Alla fine ce
l'hai fatta a portarmela via... Bravo.”
Mike
si soffermò
poco distante da casa di Bella.
Edward
era
poggiato alla portiera della sua volvo, non si era mai mosso di li,
nonostante
piovesse a dirotto.
“Hai fatto
tutto da solo, mi spiace deluderti.”
Gli
rispose lui
serio e con tono certo non socievole.
“Già, come
no.. Ti ho sempre considerato un tipo poco raccomandabile, Bella non
si immagina nemmeno quanto rimarrà delusa da uno come te. La
userai
e la sbatterai via. Mi fai schifo.”
Affermò
Mike
deciso portandosi di fronte con fare arrogante.
Edward
voltò il
capo dall'altra parte, non voleva fare nulla di impulsivo, cercava di
trattenersi.
“Non ho nulla
da dire ad un bastardo come te. Fino a prova contraria sei tu che hai
usato una tua amica per consolazione personale.”
“Ma come...?”
Mike
era rimasto
di sasso, a bocca aperta.
Edward
gli
rivolse un sorriso, anzi un ghigno, i suoi occhi scuri chiusi in una
fessura.
“Ricorda una
cosa, prova a farle ancora del male, e non risponderò delle
mie
azioni.”
Dicendo
ciò si
allontanò dirigendosi verso la porta di casa di Bella.
“Ma chi diamine
si crede di essere...”
sussurrò
fra se
Mike innervosito, ma spaventato nello stesso tempo da quello sguardo,
senza sapere ovviamente che un misero sussurro per la persona che
aveva di fronte poteva essere un urlo...
'Il
tuo incubo
peggiore.”
pensò
tra se
Edward scuotendo la testa divertito di quelle sue stesse parole,
guardandolo allontanarsi.
Suonò
il
campanello, sul volto un sorriso soddisfatto.
Bella
aprì la
porta rimanendone appoggiata per la debolezza.
“Edward...”
Non
ci pensò un
secondo e si buttò tra le sue braccia, lui la accolse pronto,
proteggendola
dalle gocce che cadevano ritmicamente dalla tettoia.
Le
poggiò la
bocca sulla fronte.
“Tu scotti...
devi metterti a letto.”
Il
suo tocco
fresco mi diede sollievo.
Sollevai
lo
sguardo, le nostre labbra erano ora a pochi centimetri di distanza, i
nostri sguardi incatenati l'uno nell'altro.
Solo
in quel
momento mi resi conto davvero di quanto avessi in tutto quel tempo
desiderato baciarlo,
ed
ora finalmente
il mio desiderio si era avverato.
“Caro il mio
Edward. L'accordo non era questo.”
Un
ombra scura
nella notte li osservava indisturbati, l'ombra di qualcuno che non
avrebbe
atteso ad
agire.
Ed
eccovi qui l'ottavo capitolo?
Allora
che ne pensate dei nostri piccioncini? E della misteriosa 'ombra'?
Spero
tanto vi sia piaciuto anche questo!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Bellas! Eccoti un altro capitolo! Ti è piaciuta la
svolta che
ha preso la storia? Spero tanto di si!
*Grazie
Confusina_94! Hai visto non ti ho fatta aspettare molto!
Spero ti
piaccia anche questo!
*Grazie
damaristich! Come hai potuto leggere il nostro Edward
è sempre
superiore, anche se ammettiamolo, anche solo con le parole lo ha
steso! Hihihi! Spero ti piaccia!
*Grazie
mery123! Siete in molte a non sopportarlo Mike! Ahahah!
Comunque
niente violenza, ma è stato 'sconfitto' lo stesso! Spero ti
sia
piaciuto anche questo!
*Grazie
Giuliii! Mi spiace, ma in verità lo faccio apposta
ad
interromperli così..(lo so sono crudele, perdono!) comunque
spero
tanto ti sia piaciuto, e che almeno un po' ti abbia tolto la
curiosità!
*Grazie
Pacci! Non ti preoccupare, l'importante è che ti
sia piaciuto!
Grazie!
*Grazie
Nessie93! Come hai potuto leggere Edward non lo ha ammazzato,
ma
per la testa gli è di certo passato! Mi spiace ma non ti
posso
ancora dire della febbre (Anche perchè in verità
devo ancora
pensarci bene!) comunque spero tanto ti sia piaciuto questo capitolo!
*Grazie
Ele_Cullen! Ecco a te la varie reazioni! Allora che ne pensi?
Spero ti sia piaciuto!
*Grazie
civia93! Ma figurati, addirittura in ginocchio, che teneraaa!
Però non devi le tue recensioni
ti
fanno già perdonare, mi fanno sempre ridere, e soprattutto
mi fanno
piacere! Comunque come hai letto Bella non si è comportata
da
cretina dai, Mike invece direi di si! Ed hai letto da te il finale..
hihihi! Spero tanto ti sia piaciuto! A presto!
*Grazie
barbyemarco! Niente pugni come hai letto, ma direi che Edward
è
stato abbastanza chiaro con lui.. hehe! Spero ti sia piaciuto!
Ringrazio
di cuore tutti voi che leggete! Devo essere sincera questa ff l'ho
iniziata un po' per gioco, e ogni capitolo è nuovo anche per
me, non
ho programmato nulla, la storia c'è a malapena nella mia
testa e
ogni volta che scrivo metto giù ciò che mi viene
in quel momento! Spero continuerete a seguirmi, (anche dopo questa mia
confessione!
Hehe!) Grazieeee!
Bacioni!
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Capitolo 9 *** Avvertimento ***
9:
Avvertimento
Non
appena le
nostre labbra si allontanarono, il cuore che fino a quel momento era
rimasto quieto in silenzio, cominciò a battere forte, come
se si
fosse volontariamente trattenuto, o forse aveva sempre battuto in
quel modo e io me ne rendevo conto solo ora...
Ero
più propensa
per la seconda, anzi, sicuramente era andata così.
D'altra
parte in
un momento come quello come avrei potuto stare attenta ad un
particolare talmente insignificante? L'unica cosa alla quale avevo
fatto caso era la perfezione con la quale le mie labbra si erano
modellate alle sue, il loro bisogno di poggiarsi al più
presto su
quella bocca fredda ma piena di calore nello stesso tempo, come se ne
fossero state senza troppo tempo, come se avessero sopportato
'un'astinenza'
ora diventata impossibile da reggere ulteriormente.
Tutto
il mio
corpo lo reclamava.
Mi
sentivo
bollente, ma sapevo benissimo che tale sensazione non era data dalla
febbre...
Lentamente
riaprii gli occhi e subito vidi i suoi intenti ad osservarmi
dolcemente.
Con
una mano
cominciò ad accarezzarmi teneramente il viso, spostandomi i
capelli
dietro l'orecchio,
mentre
l'altra la
teneva poggiata al mio fianco.
Le
mie invece
davano l'impressione di essere molto più impacciate, se ne
stavano
chiuse a pugno, poggiate ai suoi addominali statuari. Non appena me
ne resi conto le tolsi imbarazzata, la sola idea di toccare quel
corpo così perfetto mi metteva soggezione, come davanti ad
un'opera
d'arte troppo bella per essere vera.
Edward
mi sorrise
come per rassicurarmi.
“Stai bene? Sei
tutta rossa...”
Mi
chiese poi con
tono apprensivo.
Voltai
il capo
come per nascondermi.
“Ehm, si ecco..
è per la febbre...”
cercai
di dire
più convincente possibile grattandomi il naso vergognosa.
Si
lasciò andare
in una rumorosa risata, dopo di che mi strinse ancora tra le sue
braccia
prendendomi
alla
sprovvista. Mi carezzò i capelli mentre con una mano mi
cingeva
forte a se,
poi
sussurrò
qualcosa di incomprensibile, mi parve di sentire 'mancata', ma
sicuramente mi ero sbagliata, e comunque poco importava, non volevo
perdermi quell'istante. Feci per appoggiare la testa al suo petto ma
prima che potessi farlo con un movimento veloce Edward mi
allontanò.
“Ora devo
andare.”
Disse
dandomi un
buffetto sul naso.
Non
avevo capito
il perché di quella reazione, ma non replicai, mi limitai ad
annuire
abbassando lo sguardo. Lui allora con delicatezza mi tirò su
il
mento in modo tale da potermi osservare negli
occhi.
“Mi mancherai
da morire Bella, anzi, mi manchi già.”
Se
possibile il
mio cuore aumentò ancora di velocità e le mie
guance arrossirono
ulteriormente.
Gli
sorrisi.
“Anche tu.”
Fu
l'unica cosa
che riuscii a dire.
Mi
diede un
tenero bacio in fronte.
“Ora fila a
letto, devi riposare.”
Esclamò
spingendomi con dolcezza oltre la soglia di casa, poi
indietreggiò
senza mai perdermi
di
vista e
raggiunse la macchina, sotto la pioggia era magnifico.
Alzò
un braccio
in segno di saluto già con le chiavi in mano,
io
feci lo stesso
e lo guardai andarsene seguendolo con lo sguardo fin dove mi era
possibile.
Entrai
in casa
chiudendomi la porta alle spalle, poi mi appoggiai da essa con la
schiena e mi lasciai scivolare a terra. Le gambe non mi reggevano
più, le sentivo molli come gelatina, e il mio cuore non
sembrava
volerne sapere di calmarsi.
Però
ero felice,
felice davvero.
Decisi
di
prendermi l'antibiotico e di andarmene a letto, per nessun motivo al
mondo volevo mancare l'indomani a scuola!
Mi
sdraiai e mi
misi a ripensare a tutto ciò che era accaduto in soli due
giorni,
ero
andata a casa
Cullen, avevo conosciuto meglio Alice, sua madre,
avevo
visto il
mio ragazzo baciarsi con la mia migliore amica che avevo scoperto
esserne innamorata da sempre,e infine lo avevo lasciato rendendomi
conto di essermi innamorata di Edward Cullen e scoprendo di essere, a
quanto pareva, corrisposta...
Diventai
nuovamente rossa al ricordo di quanto era accaduto poco prima, ancora
non riuscivo a credere che fosse successo proprio a me, era
incredibile. Mi ritrovai a sorridere da sola come una stupida, poi
qualcuno bussò alla porta riportandomi al presente.
“Tesoro.. posso
entrare?”
Mio
padre era
tornato, non lo avevo nemmeno sentito salire le scale.
“Si papà,
entra pure.”
gli
risposi con
voce squillante. Non potevo farci nulla, ero... contenta.
Lentamente
aprì
facendo sbucare la sua testa.
“Ciao... come
ti senti?”
Mi
chiese
preoccupato.
“Molto meglio
grazie mille.”
Lo
vidi sorridere
sollevato.
“Hai visto che
a starsene tranquilli nel lettuccio si guadagna?”
esclamò
soddisfatto tutto allegro mentre mi si avvicinava. Se solo avesse
saputo...
Mi
posò una mano
sulla fronte.
“Meno male, la
febbre è scesa, anche se non è ancora passata...
Hai preso
qualcosa?”
Ora
aveva il tono
da padre apprensivo.
“Si, già
fatto.”
Gli
risposi per
tranquillizzarlo.
“Ma allora devi
assolutamente mangiare! Vado a prepararti della pastina o del
riso..”
disse
avviandosi
verso l'uscita.
“Mi raccomando
commestibile!”
esclamai
ironica.
Lui
imitò una
risata divertita. Squillò il telefono.
“Oh questa deve
essere la mamma. Le ho detto io di chiamare in serata perché
dovevi
riposare,
se
no ti avrebbe
sommerso per tutto il giorno..”
urlò
da già
quasi al piano di sotto.
“Grazie papà!”
Io
adoravo
Charlie, alle volte...
Renée
mi chiese
come stavo, se avevo mangiato, come era messo il mio stomaco e dopo
essersi assicurata per centinaia di volte che ora stavo meglio, mi
domandò della scuola e infine, di Mike.
Cosa
risponderle?
Optai per una mezza verità.
Le
dissi
chiaramente che ci eravamo lasciati e dovetti darle ragione,
ricordando quella volta quando lo aveva conosciuto e mi aveva detto,
prendendomi in disparte:
“Sai tesoro,
che ti piace si vede... ma ti manca qualcosa, ti manca quella luce
negli occhi tipica di chi è innamorato... Tu sei sicura di
esserlo?”
All'epoca
le
dissi che era solo un'impressione, e che forse quella 'lucina' non
l'avevo perché ormai era già da qualche mese che
eravamo assieme,
ma ripensandoci ora mi rendo conto che se c'è l'amore,
quello vero,
essa non si 'spegne', nemmeno a distanza di anni.
Comunque
non le
dissi nulla di Edward, del fatto che ora si, ero veramente
innamorata, ma d'altra parte lei non me lo chiese, quindi non la si
può considerare una bugia, ma più un omissione...
Casa
Cullen.
“Ciao a tutti!”
Edward
entra in
casa felice, come da tanto non si mostrava, ma questa sua euforia non
dura molto...
“Edward!
Edward!”
Alice
scende
veloce le scale, in viso un'espressione preoccupata.
Gli
si ferma di
fronte, nella testa di sua sorella c'è confusione, ma riesce
comunque a capire...
“Ma perché è
qui?”
Domanda
lui in
risposta ad una muta affermazione.
“Io non lo so
Ed, non vedo in lui cattive intenzioni, come non lo vedo attaccare,
sento solo l'intenzione
di
parlare con
te. Sarà qui tra poco..”
Continuò
Alice.
Nonostante non sentiva pericolo la sua espressione non mutava, era
preoccupata e non ne capiva nemmeno lei la ragione...
“Be anche se
decidesse di attaccarci noi saremo pronti a riceverlo!”
esclamò
Emmett
intervenendo nella discussione.
“Quella sarà
l'ultima cosa figlio mio. Forse è qui solo per sapere come
vanno le
cose.
Non
si passerà
all'azione, a meno che lui non dimostri di essere venuto per tale
ragione.”
Lo
interruppe
Carlisle.
“Jean Paul non
mi dava l'impressione di essere cattivo, sicuramente è qui
per un
motivo.”
Continuò
poi
rivolgendosi a Edward.
“E' strano che
sia già tornato da queste parti. Un nomade torna raramente
nello
stesso posto, e comunque se lo fa di solito passa del tempo.”
Anche
sul volto
di Edward c'era timore, ma non per loro, era il timore che potesse
accadere qualcosa
alla
sua Bella.
“L'unica cosa
che possiamo fare è attendere che arrivi. Inutile fasciarsi
la testa
prima.”
Intervenne
Jasper
raggiungendo la sua Alice e cingendola con un braccio per
tranquillizzarla.
“Sta
arrivando.”
Esclamò
lei
improvvisamente, il suo compagno la strinse di più.
Qualche
minuto
dopo qualcuno suonò alla porta.
Fu
Carlisle ad
aprire.
“Buona sera a
tutti, Perdonate il disturbo.”
Disse
il nomade
con tono tranquillo e pacato.
“Jean, è un
piacere rivederla. A cosa dobbiamo questa visita?”
Gli
rispose in
maniera cortese il dottore, nonostante il suo sguardo lasciasse
trapelare del sospetto.
“Sono qui
perché avrei il desiderio di conferire con vostro
figlio.”
Dicendo
ciò
rivolse i suoi occhi a Edward, che già sapeva e si era fatto
più
vicino.
Carlisle
lo fece
entrare educatamente.
“Molto bene, vi
lasciamo soli.”
disse
poi facendo
cenno agli altri di salire di sopra.
“Oh, non ce ne
bisogno. Suppongo che comunque in questa famiglia sia difficile
mantenere segreti,
per
cui non
importa se rimanete.”
Replicò
Jean
sorridendo.
Si
accomodarono
uno di fronte all'altro, mentre gli altri presero posto al loro
fianco.
“Dimmi pure.”
Per
Edward non
era semplice leggere nel pensiero di tale nomade, percepiva solo in
minima parte,
in
quanto vi era
troppa 'confusione' nella sua testa...
per
cui provava
davvero curiosità nel sapere precisamente cosa dovesse
dirgli, cosa
che raramente gli accadeva, o per dirla meglio, come solo con
un'altra persona accadeva.
“Edward, quando
ci siamo incontrati e mi hai chiesto il 'favore', se così
possiamo
chiamarlo, di usare il mio potere su degli umani, io ho accettato, ma
tra noi c'era un accordo se non sbaglio..”
cominciò
Jean
osservandolo.
“Ti ho chiesto
più volte se eri certo di ciò che facevi, e
nonostante non mi davi
per niente quell'impressione, ho voluto aiutarti comunque
perché mi
sembrava la cosa più giusta da fare..”
“Si, e lo era.”
Lo
interruppe Ed
serio, non capendo bene dove volesse arrivare.
Sorrise,
un
sorriso enigmatico.
“Lo era..? E
ora non lo è più?”
Gli
domandò
facendogli chiaramente capire di averlo visto in compagnia
dell'umana.
“Non cambiare
idea è da stupidi.”
gli
rispose
solamente Edward, guardando il pavimento.
“E' vero, ma
risulta stupido farlo quando c'è di mezzo
l'incolumità di
qualcuno.”
Edward
alzò di
scatto la testa non appena sentì quella frase.
“Incolumità?”
Ripete
con tono
preoccupato.
“Che intendi?”
“Ti avevo
avvisato che il mio potere può avere degli effetti
collaterali,
certo è molto forte, non lo metto in dubbio, ma in quanto
tale ha
appunto dei 'difetti'.”
Rimase
interrogativo.
“Spiegati
meglio!”
lo
intimò Edward
cominciando a stancarsi di quella conversazione fatta ad indovinelli.
“La tua amica
mio caro NON DEVE ricordare, altrimenti il suo cervello
riporterà
delle lesioni.”
Tutti
si
stupirono a quelle parole, spaventati da una tale affermazione.
“Ma che
significa?!”
domandò
immediatamente Alice al nomade, sconvolta.
Lui
la guardò
impassibile.
“Io ho la
capacità di assorbire ricordi, parte della memoria di una
persona
solo toccandole la fronte.
Nel
caso di un
vampiro questa operazione risulta più complicata in quanto
il loro
cervello non emette più funzioni, è morto,
proprio come tutto il
resto di loro, di conseguenza non risulta dannoso.
In
un essere
umano invece è differente, certo più semplice ma
comunque molto più
pericoloso, il loro cervello è attivo ed è
ovviamente
indispensabile per le funzioni vitali, ogni qual volta usufruisco del
mio potere su di loro causo un piccolo shock sopportabile e
momentaneo, se però essi dovessero riacquisire i ricordi da
me
sottratti sarebbero sottoposti ad un altro shock, il quale
però
risulterebbe insopportabile per tale organo. D'altra parte stiamo pur
sempre parlando di un qualcosa di sovrannaturale, e che non ha nulla
a che fare con la natura umana.”
Si
interruppe in
attesa di reazioni che non tardarono ad arrivare. Il suo sguardo era
come di sfida,
rivolto
unicamente ad Edward.
“Mi stai
dicendo che devo per forza starle lontano altrimenti potrebbe
morire?!”
Edward
scattò in
piedi agitato ed emettendo un ringhio.
“Perchè non mi
hai parlato subito di questo?”
Continuò
con il
medesimo tono, questa volta scoprendo i denti.
Jean
non si
scompose minimamente, rimase seduto, si limitò a sorridere,
cosa che
fece scaldare
ancora
di più il
vampiro.
“Non pensavo
sarebbe accaduto ciò. Non puoi dare la colpa a me,
è stata una tua
scelta.”
Di
nuovo
quell'espressione di sfida e soddisfatta nello stesso tempo, sembrava
quasi aver omesso volontariamente quel 'piccolo' particolare, come se
avesse voluto arrivare proprio a quello.
Edward
si mise in
posizione di attacco verso costui, Emmett gli si avvicinò
assieme a
Rosalie, pronti a fermarlo nell'eventualità partisse
all'attacco.
“Bella non deve
per forza recuperare la memoria però.”
Esclamò
improvvisamente Carlisle rivolgendosi al nomade, ancora seduto
tranquillo.
Questo
lo guardò
interrogativo e il dottore riprese.
“Insomma voglio
dire che Edward non deve per forza mirare a farle ricordare
ciò che
è accaduto in passato, può semplicemente
ricominciare tutto da
capo. E' una ragazza estremamente deduttiva, esattamente come la
prima volta non ci metterà molto a capire ciò che
sei figliolo, e
dopo che lo avrà scoperto avrà acquisito nuovi
pensieri, nuovi
ricordi, il segreto sta nel crearne di recenti. O sbaglio?”
concluse
rivolgendosi sempre a Jean.
Questo
sembrò
per un istante guardarlo quasi infastidito, poi recuperò
quel suo
sorriso fastidioso.
“Si è vero.”
ammise,
e
continuò:
“Effettivamente
c'è questa possibilità, se tu farai in modo di
ricostruire come se
non fosse mai accaduto nulla, la parte di memoria da me sottratta
sarà riempita, diciamo così, da dei nuovi
pensieri che quindi
andranno completamente a sostituire quelli cancellati e il pericolo
sarà superato.
Rimane
comunque
il fatto che sarebbe un 'operazione estremamente complicata, insomma
c'è un rischio non indifferente.”
Edward
aveva
recuperato la calma, ma non disse nulla, guardava Carlisle che
probabilmente lo incoraggiava a non agitarsi.
“Tu come hai
fatto a capire ciò che stava accadendo? Sei rimasto qui a
Forks per
tutto il tempo?”
chiese
poi Alice
che si sentiva stranamente confusa.
“No, non ero da
queste parti, ma per me è semplice sapere. Assorbendo i
ricordi di
conseguenza gli acquisisco io, per cui riesco benissimo a rendermi
conto quando questi cominciano a non essere più nella mia
testa e mi
abbandonano per ritornare ''in quella d'origine'”
Rispose
ridendo
di quella sua risposta, sempre pacato e cominciando ad alzarsi dalla
poltrona.
“E'
straordinario...”
sussurrò
fra se
Alice, stupita da un tale potere.
“Lo so.”
Rispose
con un
ghigno sul viso, fiero di quella capacità, avviandosi verso
l'uscita.
Si
fermò prima
di aprire la porta rivolgendosi nuovamente ad Edward.
“Dimenticavo.
La febbre è un segnale chiaro che sta ricordando qualcosa.
Fortunatamente le è durata poco, ma sta attento la prossima
volta
potrebbe non essere così fortunata.”
Si
udì una
risatina poi uscì rapidamente inoltrandosi nel bosco.
Edward
si lasciò
scappare un rumoroso ringhio, se i suoi familiari non fossero
intervenuti lo avrebbe inseguito senza pensarci due volte.
“Maledizione!”
esclamò
slegandosi dalla presa ferrea di Emmett e Jasper.
“Coraggio Eddi,
vedrai che andrà bene.”
cercò
di
incoraggiarlo Alice avvicinandosi a lui.
“Io non posso,
NON VOGLIO lasciarla andare di nuovo..”
il
suo tono era
pieno di disperazione. Alice lo abbracciò e tutti gli altri
gli si
avvicinarono in segno di conforto.
“Noi siamo con
te figliolo, avrai tutto l'aiuto possibile.”
Lo
incoraggiò
Esme, Carlisle annuì in segno di conferma.
“Non vedo l'ora
che arrivi domani.”
Bella
ancora non
dormiva era affacciata alla finestra serena, inconsapevole del
pericolo che incombeva su di lei.
Ma
ciao! Ecco qua il nono capitolo! Allora nonostante ci abbia messo un
po' a scriverlo, credo mi sia venuto abbastanza bene. Ho cercato di
scrivere più chiaro possibile sperando di esserci riuscita!
Finalmente
è stata svelata la misteriosa ombra, cioè il
misterioso nomade,
speriamo che non vi abbia deluso come personaggio, anche se
è ancora
tutto da scoprire...
Non
era semplice da spiegare il potere di Jean Paul, è difficile
estrapolare le cose dalla testa e riportarle sulle carta accidenti...
non so ditemi voi, e ovviamente se non vi è chiaro domandate
pure!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Pacci! Spero ti sia piaciuto anche questo!
*Grazie
samy88! Quanti complimenti, mi fai commuovere, ti ringrazio
tanto! Spero tanto ti piacerà anche questo capitolo!
*Grazie
Bellas! Eccoti la spiegazione, be ancora mancano dei dettagli
ma
li spiegherò più avanti non temere, comunque in
parte ho svelato!
Io adoro le scene romantiche e scriverle mi piace da morire! Ti
ringrazio tanto spero ti sia piaciuto anche questo, un po' di
romanticismo c'è, anche se nel prossimo ce ne
sarà un tantino di
più.. hihihi basta ho detto troppo!
*Grazie
civia93! Come sono felice che tu abbia trovato l'ottavo
stupendo, grazie! L'ultima frase in realtà non era prevista,
ma
mentre scrivevo ho pensato ci stesse bene un po' di mistero, sono
felice sia piaciuta! Spero di cuore che troverai bello anche questo!
*Grazie
mery123! Ahahah! Bene mi fa piacere siate così
felici che Mike
si sia tolto dalle scatole!
Comunque
come hai potuto leggere non era nessuno dei nemici abituali, mi
sembrava giusto aggiungere qualcuno di nuovo... Spero ti sia piaciuto
anche questo!
*Grazie
Giuliii! Purtroppo ancora non possono tornare alla
normalità, o
meglio per far si che accada il nostro Edward dovrà stare
molto
attento.. Comunque spero tanto ti sia piaciuto!
*Grazie
Confusina _94! Esatto hai proprio indovinato! Finalmente
questo
nomade è uscito allo scoperto! Spero tu abbia trovato bello
anche
questo!
*Grazie
barbyemarco! Come hai letto non è uno dei volturi,
fortunatamente! Hehe! Spero ti sia piaciuto!
*Grazie
Nessie93! Effettivamente si, poveri i nostri piccioncini,
riusciranno mai a stare in pace?
Ahahah!
Spero tanto ti sia piaciuto anche questo capitolo!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete, spero continuerete a farlo!
Bacioni!
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Capitolo 10 *** Chiarimenti ***
10:
Chiarimenti
Ci
misi un po'
quella notte per addormentarmi, ma quando ci riuscii dormii
profondamente e non mi svegliai fino a quando non suonò la
sveglia.
Era da molto tempo che non dormivo così bene,
certo
forse la
stanchezza e la debolezza causatemi dalla febbre aveva contribuito,
ma non era solo quello, per la prima volta dopo tanto mi sentivo
serena.
Sollevai
le
braccia ancora sdraiata, stiracchiandomi rumorosamente, notavo solo
ora una leggera luce fastidiosa filtrare dalla finestra, luce che
raramente si poteva vedere a Forks.
Corsi
ad
affacciarmi, spostai la tenda e si dimostrò molto
più che leggera,
il sole era alto in cielo, non c'era l'ombra di una nuvola, solo una
leggera brezza piacevole tipica della primavera inoltrata.
“Che bella
giornata!”
Esclamai
allegra.
Io adoravo il caldo, se non fossi stata così affezionata al
mio
paese sicuramente sarei stata bene a vivere con mia madre in Florida,
ma ormai alle nuvole e alla pioggia mi ci ero abituata!
Mi
portai una
mano in fronte, era fresca, fortunatamente la febbre era passata. Ero
preoccupata che dopo aver preso tutto quel freddo e non avendo
riposato, oggi mi sarei sentita ancora peggio, invece per mia fortuna
non era così!
Corsi
in bagno,
mi feci una doccia veloce, raccolsi i capelli in una coda di cavallo
mi vestii e una volta finito mi precipitai di sotto a fare colazione,
il mio stomaco reclamava dopo aver mangiato niente o quasi per tutto
il giorno prima!
Charlie
era già
uscito, mi aveva lasciato il solito bigliettino sulla tavola.
'Buongiorno
tesoro, spero oggi tu stia meglio ma se così non fosse
rimani pure a
casa. Ti ho preparato sul tavolo la tua tazza ed i tuoi cereali, mi
raccomando mangia. Noi ci vediamo stasera. A dopo, papà.'
Sorrisi,
era
tenero quando era così premuroso.
Peccato
che
sapevo benissimo che prima di uscire era passato da camera mia a
sentirmi la fronte,
per
cui già
sapeva che stavo meglio, d'altra parte se no che padre sarebbe!
Presi
il latte
dal frigorifero e mangiai due belle tazze di Corn Flakes, non appena
finito lavai ciò che avevo sporcato e guardai l'ora, le otto
meno
venti. Era presto, ma era inutile rimanere li, ormai ero pronta, per
cui decisi di uscire. Mi misi le scarpe e presi dal mobiletto in
corridoio le chiavi del mio fidato pick up. Non appena uscii chiusi
gli occhi e mi godetti quel magnifico profumo di caldo, facendomi
carezzare il volto da quell'arietta rilassante.
Non
vedevo l'ora
di arrivare, avevo una voglia matta di vedere Edward, ma non appena
entrai nel parcheggio della scuola mi ricordai di una questione a cui
non avevo più dato importanza,
a
poca distanza
da dove mi trovavo c'erano Mike, Jessika e Angela.
Come
dovevo
comportarmi?
Dovevo
andare da
loro come se nulla fosse salutandoli normalmente? Oppure avrei dovuto
evitarli?
Dopo
tutto Angy
non mi aveva fatto proprio niente...
Il
panico
cominciò ad impadronirsi di me.
Ancora
seduta al
posto di guida cominciai a guardarmi attorno in cerca di
un'automobile precisa,
la
bellissima
volvo C30 argentata, osservai più volte tutti i parcheggi ma
non la
vidi.
'Forse
hanno
preso la macchina di Alice!'
Pensai
tra me
ricominciando la ricerca, ma non trovai neppure quella.
Demoralizzata
scesi dal Pick up, per un po' finsi di cercare qualcosa nello zaino,
non sapevo cosa fare, dove andare,e alla campana mancavano ancora
quindici minuti.
“Hei Bella.”
Jessika
comparve
alle mie spalle, alzando un braccio in segno di saluto, o forse per
farmi presente che 'veniva in pace'...
“Ciao Jess..”
Le
risposi
rinunciando alla misera messa in scena e richiudendo la cartella.
“Possiamo
parlare?”
continuò
lei,
aveva un tono insolitamente pacato.
“Ehm, si
certo.”
Non
potevo
negarle una chiacchierata, inoltre ero curiosa di sapere di che
voleva parlarmi,
con
la coda
dell'occhio mentre ci dirigevamo alle panchine del cortile vidi Mike
che ci osservava.
Che
strana tutta
quella situazione, pensare che fino a pochi giorni fa era tutto
diverso...
Raggiungemmo
una
panchina e ci accomodammo sul suo schienale con i piedi poggiati
sulla parte sotto.
“Bella io ti
devo delle scuse.”
Cominciò
subito
lei guardandomi negli occhi, i suoi erano già lucidi, pronti
ad
esplodere da un momento all'altro.
“Oh Jess io...”
Cercai
di
intervenire, non volevo le sue scuse, le cose sarebbero andate
comunque così, quell'evento mi aveva solo aiutato a
comprendere
maggiormente tutto quanto, e poi io non mi ero comportata meglio con
loro.
“No lasciami
finire per piacere.
Vedi
a me è
sempre piaciuto Mike, fin dalla prima media. Come sai eravamo in
classe insieme, ma non sono mai riuscita a dichiararmi e lui usciva
con altre. Arrivati alle superiori mi ero finalmente fatta coraggio,
ma si innamorò di te dalla prima volta che ti vide, e da
quel
momento non parlò più d'altro, allora ci
rinunciai convincendomi
che non potevo continuare così e decisi di riversare le mie
attenzioni su qualcun altro, in verità qualsiasi altro
carino
vedessi...”
Affermò
con un
timido sorriso.
“Poi si mise
assieme a te, nel frattempo ci eravamo conosciute e tu eri diventata
una mia grande amica, quindi ho rimosso tutto ciò che avevo
provato
per lui, almeno fino all'altra sera..
Io-io
non so
perché l'ho fatto, non volevo che voi vi lasciaste io l'ho
visto
così giù e...”
“Jessika.”
La
interruppi
mettendogli una mano sul braccio per rassicurarla, le lacrime le
rigavano le guance,
era
una
sofferenza vederla così.
“Io non ce l'ho
affatto con te.”
Affermai
in
maniera più convincente possibile.
“Dici davvero?”
mi
chiese lei con
voce strozzata.
Io
annuì.
“Non è stato
per te, ma solo per me Jess. Io.. non ero più innamorata di
Mike,
anzi se devo essere sincera ho idea di non esserlo mai stata
veramente, voglio un gran bene a quel pasticcione, ma...
nulla
di più.
Per cui se tu lo ami, se tu provi quel qualcosa che io invece non ho
mai provato è giusto che lo esprima, è giusto che
lui lo sappia,
che sia amato davvero da una persona speciale.”
La
guardai con un
sorriso, anche io sentivo un nodo in gola, ma dovevo, volevo
resistere, non era certo il caso.
Jessika
mi
guardava perplessa, sicuramente non si aspettava di sentire tali
parole.
Con
una mano si
asciugò le lacrime.
“Grazie.”
Esclamò
portandomi le braccia al collo, facendomi sbilanciare e rischiammo di
cadere entrambe a terra.
Non
accadde
fortunatamente, e ricambiai volentieri l'abbraccio.
“Quindi amiche
come prima?”
Domandò
allontanandosi, questa volta con più attenzione, e
porgendomi una
mano.
“Amiche come
prima!”
Le
confermai io
stringendogliela, dopo di che scoppiammo a ridere sollevate.
Poco
dopo suonò
la campanella ed entrammo, salutandoci raggiungemmo le nostre aule.
Inglese,
ovviamente di fianco a Mike.
“Ciao.”
Mi
salutò lui
facendomi un lieve cenno con la mano.
“Ciao.”
risposi
facendo
lo stesso mentre mi sedevo.
“Quindi tu e
Jess avete parlato?”
continuò
giocherellando con la matita.
“Già, è...
tutto a posto ora.”
In
verità non
avevo molta voglia di parlare con lui, ma c'era una cosa che volevo
sapere.
“Ehm, tu e lei,
state..”
“Insieme?”
mi
anticipò lui
vedendomi esitante, poi scosse il capo.
“Le ho chiesto
di perdonarmi per il mio comportamento dell'altra sera, ma ora ho
bisogno di un po' di tempo, se mi mettessi con lei subito farei un
errore, perché sono ancora innamorato di un'altra.”
Mi
fissò negli
occhi pronunciando quest'ultima frase. Non era mai stato
così
diretto prima d'ora, e istintivamente arrossì. Mi girai per
non
farglielo notare.
“E tu, invece?
Stai con ...”
“No, cioè, forse... non lo
so.”
Già
era proprio
così, non ne avevo idea.
“Bella.”
riprese
lui di
nuovo fissandomi con decisione.
“Voglio che tu
sappia che se quello ti farà star male, io ci
sarò sempre.”
Non
feci in tempo
a rispondere, e in realtà non avrei saputo cosa dire...
Il
professore
entrò in classe risparmiandomi tale imbarazzo, aprii il
libro e
seguii la lezione.
Fu
una
giornata... diversa. A pranzo ci comportammo tutti normalmente,
ridevamo, scherzavamo e parlavamo del più e del meno.
Nonostante la
forzatura fosse evidente continuammo così per tutto il
tempo. Quando
finalmente le lezioni terminarono salutai tutti e raggiunto il pick
up tirai un sospiro di sollievo. Mi sentivo già stressata al
solo
pensiero di un'altra giornata come quella!
Inoltre
ero
triste perché ne Edward ne nessun altro della sua famiglia
erano
venuti a scuola, probabilmente come spesso accadeva in queste
giornate di sole erano andati a campeggiare con il dottor Cullen e
Esme, ma speravo che dopo ciò accaduto tra noi, anche lui
non
vedesse l'ora di vedermi e che quindi avrebbe rinunciato alla gita e
sarebbe venuto.
Chissà
forse
dopo tutto mi stavo solo illudendo, a ripensarci non avevamo definito
nulla, in fondo
a
malapena ci
conoscevamo...
Presa
dai miei
pensieri senza nemmeno rendermene conto ero di fronte a casa.
Per
tutto il
pomeriggio rimasi in attesa di una telefonata e ogni volta che il
telefono squillava il cuore sussultava nella speranza che fosse lui,
ma non accadde mai.
Alla
fine andai a
letto più demoralizzata che mai,e questa volta nervosa al
pensiero
del giorno seguente, l'euforia era passata.
La
mattina dopo
feci più fatica a svegliarmi, sarei volentieri rimasta a
letto.
Dalla finestra questa volta non filtrava nessuna luce, nemmeno
minima, il brutto tempo aveva fatto ritorno.
“Bentornato.”
sussurrai
tra me
alzandomi. La pioggia era davvero triste ma sembrava rispecchiare
completamente il mio umore. Mi preparai e scesi a far colazione, al
contrario del giorno prima non finii nemmeno una tazza di cereali e
aspettai fino all'ultimo per uscire, misi le scarpe, presi le chiavi
della mia fidata automobile e uscii. Non appena fuori spalancai la
bocca dalla sorpresa lasciandole cadere a terra.
“Buongiorno
signorina. Posso darle un passaggio?”
Edward
era li,
poggiato alla fiancata della sua volvo, bello più che mai.
Indossava
una magliettina aderente color verde militare ed un paio di pantaloni
neri. Probabilmente qualsiasi cosa mettesse
gli
stava a
pennello... che invidia.
Improvvisamente
ricordai di non aver fatto minimamente attenzione al mio di
abbigliamento!
Avevo
preso delle
cose a caso, senza nemmeno vedere se stavano bene assieme, mi ero
messa un maglietta nera con disegno nel mezzo e un paio di jeans
chiari semplicissimi...
Be,
diciamo che
poteva anche andarmi peggio conoscendomi...
“Edward... che
ci fai qui?”
Mi
decisi poi a
rispondere.
“Scusa se ti do
fastidio me ne vado...”
disse
facendo per
aprire la portiera.
“No, no, non mi
dai fastidio affatto! Anzi al contrario!”
Urlai
allungando
un braccio per fermarlo. Non volevo andasse via, il solo vederlo mi
faceva star meglio.
Si
mise a ridere,
allora mi resi conto che mi stava solo prendendo in giro.
“Uffa! Che
antipatico!”
Esclamai
imbronciandomi e voltando lo sguardo. In un attimo senza che potessi
rendermene conto era li, a pochi passi da me, questa vicinanza
improvvisa mi fece arrossire. Avvicinò il suo viso al mio,
quando fu
a pochi centimetri mi disse:
“Quest'oggi mi
farò perdonare per la mancanza di ieri, ti
porterò in posto
speciale...”
sussurrò
tali
parole e il mio cuore rispose cominciando a battere sempre
più
forte.
“Andiamo?”
Mi
domandò poi
offrendomi una mano.
Un
ragazzo
meraviglioso mi offriva di passare una giornata assieme in un posto
scelto
unicamente
da lui
per me..
Come
potevo
dirgli di no? Chi mai avrebbe fatto una cosa talmente stupida?
Sarei
dovuta
tornare prima di Charlie, altrimenti mi avrebbe ucciso, ma che
diamine, un po' di rischio nella vita ci vuole!
Gliela
strinsi
forte e mi mostrò quel suo fantastico sorriso sghembo che
ogni volta
mi faceva sciogliere.
Non
avevo dubbi,
sarei andata in capo al mondo con questo ragazzo.
Come
sempre mi
aprì la portiera e mi invitò a prendere posto,
poi si sporse per
allacciarmi con cura le cinture, in men che non si dica fu al posto
di guida, inserì la chiave nel quadro, posò una
mano sul cambio,
poi si voltò verso di me con una espressione enigmatica:
“Reggiti forte!”
Ciao
a tutti! Ecco a voi il
decimo capitolo!
Prima
di tutto inizio con lo scusarmi perché avevo promesso
sarebbe stato
romantico, perdonatemi! ma all'ultimo mi è tornato in mente
che
prima dovevo chiarire appunto alcune cose, come tra Bella e Jessika,
ma nel prossimo il romanticismo è assicurato!
Spero
comunque vi sia piaciuto!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Giuliii! Si in effetti non deve essere una cosa piacevole, e
anche io farei di tutto per ricordare, comunque tranquilla, tutto
deve ancora succedere!
*Grazie
Bellas! Spero tanto ti sia piaciuto questo capitolo
nonostante
io non abbia inserito le scene romantiche promesse.. mi spiace!
*Grazie
Nessie93! Esatto, avevi proprio indovinato, la febbre di
Bella
era dovuta al suo potere..ora è tutto nelle mani di Edward!
Spero
tanto ti sia piaciuto questo capitolo e scusa per l'attesa!
*Grazie
barbyemarco! Qualcosa in testa ce l'ha il nostro 'amico'
nomade,
poi lo scopriremo... Povera Bella, comunque si, in effetti mal che
vada diventerebbe una bella vampira! Hihihi! Grazie, spero ti piaccia
anche questo!
*Grazie
Mapi! Mi fa piacere che apprezzi la mia fantasia e che invece
non
la consideri malata! Ahahah! Comunque ti posso dire che a me
piacciono le storie che finiscono bene.. per cui... hihi! Grazie,
spero ti sia piaciuto anche questo!
*Grazie
civia93! Be le nostri menti ragionano in maniera simile per
cui
non avevo dubbi, ahahah! Spero ti piaccia anche questo, e ti
ringrazio per avermi recensito nonostante dovessi andar via! Grazie!!
*Grazie
Cullenuzza! Mi fa piacere che la mia storia ti piaccia, spero
sia
stato lo stesso per questo capitolo, e non temere Mike ormai
è
passato, almeno per Bella..!
*Grazie
Confusina_ 94! Ma figurati, anzi grazie per avermi recensito,
mi
fa sempre piacere! Spero ti sia piaciuto anche questo!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete la mia ff, spero continuerete a farlo!
Tra
l'altro ho un'altra idea che mi gironzola per la testa ultimamente,
poi ve la esporrò così mi dite che ne pensate!
Grazie
a tutti!
Bacioni!
|
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Capitolo 11 *** ... Io e Te ... ***
Ciao
a tutti! Ed eccovi l'undicesimo capitolo, come promesso dedicato ai
nostri piccioncini! Non so quanto mi sia venuto bene a dire il vero,
i continui starnuti non aiutano, hehe, però mi sono
impegnata, per
cui spero di cuore che possa piacervi!
Buona
Lettura!
11:
… Io e te …
A
tutta velocità si diresse verso casa sua, dalla parte
opposta alla
scuola.
Ero
non poco
intimorita da quella guida spericolata, con una mano mi tenevo
all'apposita maniglia mentre con l'altra stringevo forte il sedile,
guardando fisso davanti a me.
Edward
non aveva
indosso nemmeno la cintura di sicurezza non sembrava neanche fare
attenzione
a
ciò che
faceva, seguiva la strada istintivamente con gesti spontanei, tenendo
il volante con una sola mano.
Dopo
qualche
minuto mi resi conto che non c'era nulla da temere, nonostante la
velocità alla quale stavamo viaggiando mi sentivo al sicuro,
e pian
piano cominciai a rilassarmi lasciando entrambe le prese.
“Tu guidi
sempre così?”
Domandai
già
sospettando della risposta.
Lui
non rispose
si limitò a sorridere beffardamente, capii al volo che era
una
conferma.
Cominciai
a
pensare a dove potesse portarmi, ero curiosa e un po' agitata.
Che
stessimo
andando a casa sua?... Magari non c'è nessuno ora, saremmo
soli...
Ma
a che diamine
mi metto a pensare! Scossi la testa per scacciarmi quei pensieri di
dosso.
Edward
mi guardò
interrogativo a quel mio movimento e lo vidi sbuffare infastidito,
anche
se non ne
capii la motivazione.
In
quel momento
mi accorsi che ci stavamo inoltrando in quella piccola strada
sterrata, contornata da maestosi alberi che la rendevo quasi
invisibile. Che avessi indovinato?
Ci
fermammo, come
previsto parcheggiò di fronte all'enorme casa bianca antica.
Rimasi
con gli
occhi spalancati, il cuore cominciò a battermi forte senza
spiegazione.
D'un
tratto la
mia portiera si aprì, mi girai di scatto verso il posto del
guidatore, ma Edward non c'era più. Come era possibile? Fino
a pochi
secondi prima era li, proprio accanto a me, non lo avevo sentito
scendere... Sentii una fitta alla testa che mi fece stringere forte
gli occhi. Fu fulminea ma intensa.
“Bella
che ti succede?”
Domandò
lui preoccupato sporgendosi verso di me.
“Non
è niente, tranquillo!”
affermai
rialzando il capo, ed era li a pochi centimetri da me, i nostri nasi
quasi si sfioravano da quanto eravamo vicini. Sentii le mie guance
arrossire violentemente e le mie labbra prendere fuoco per la voglia
di baciarlo che avevano.
Non
mi sarei mai abituata a quelle bellezza smisurata.
Lentamente
si allontanò, e per un momento lo vidi accigliarsi
pensieroso, poi
ritornò quell'espressione dolce e apprensiva. Si diresse
verso il
bagagliaio dell'auto e ne estrasse uno zaino non molto grande, dopo
di che si riavvicinò a me.
“Vieni,
andiamo.”
Mi
disse porgendomi nuovamente la mano invitandomi ad uscire, cosa che
non mi feci ripetere due volte. Era gelida e dura, ma comunque la
più
accogliente che avessi mai stretto.
Ci
incamminammo, mi diressi verso la porta ma mi sentii tirare il
braccio, allora mi voltai.
“Dove
stai andando?”
Mi
chiese Edward rivolgendomi un meraviglioso sorriso.
“Ehm,
io pensavo che...”
Non
finii la frase, il mio sguardo involontariamente si diresse verso la
casa, e lui capì al volo.
Scoppiò
a ridere.
“Be,
non sarebbe poi un posto tanto speciale, non trovi?”
Mi
disse poi strizzandomi l'occhio, e provocandomi un'altra ondata di
rossore.
“Da
questa parte.”
Continuò
poi facendomi un cenno con la testa e tirandomi delicatamente verso
una stradina che si apriva timida nel profondo del bosco.
Rimasi
un po' sbigottita, non era proprio ciò che mi aspettavo,
anzi in
verità era tutto un po' inquietante...
Poi
non osavo pensare alle figuracce che avrei fatto, conoscendomi, goffa
e sbadata come ero, sarei caduta almeno una decina di volte,
inoltrarmi li dentro sarebbe stato un suicidio per me!
Ero
paralizzata, non mi mossi dal mio posto.
“Che
ti prende?”
Mi
chiese Edward vedendomi esitante.
Non
sapevo che rispondere, mi vergognavo ad ammettere il mio 'handicap',
ma non mi sembrava giusto inventarmi delle scuse, così optai
comunque per la verità.
“Ecco,
vedi, il fatto è che io,sono un tantino instabile nei...
movimenti..”
Era
difficile spiegargli senza passare per imbranata.
Lo
vidi sorridere, ma non per prendermi in giro, bensì un
sorriso
rassicurante e comprensivo.
“Prometto
che non ti lascerò cadere. Ti fidi di me Bella?”
Ti
fidi di me? Ti fidi di me...
continuavo
a ripetermi questa splendida frase in testa., mi sembrava quasi di
essere finita in un film,
in
una favola.
Se
mi fidavo di lui... Come avrei potuto non farlo?
Non
gli risposi, ma gli feci chiaramente capire qual'era la mia risposta
stringedogli ulteriormente la mano e facendo un passo verso di lui.
Sul
suo volto apparve un'espressione sorpresa che si trasformò
ben
presto in felicità, lo potei leggere chiaramente.
Sentii
aumentare la presa anche da parte sua, poi ci incamminammo, di nuovo.
La
stradina non era messa così male, certo le radici sporgenti
per me
erano da evitare e lo stesso valeva per il fango, ma per il resto con
un po' di attenzione non avrebbe dovuto darmi problemi.
Il
folto degli alberi impediva alla leggere pioggia di filtrare su quel
sentiero, solo ogni tanto qualche goccia mi cadeva sulla testa.
Non
sapevo dove mi stesse portando, e nonostante glielo avessi domandato
più volte non avevo avuto risposta, ad esclusione di un
sorrisetto
enigmatico.
Comunque
non mi aveva mai lasciato la mano, e quelle due o tre volte che avevo
rischiato di inciampare o di scivolare, senza il minimo sforzo e
soprattutto senza mettersi a ridere, mi aveva trattenuta in piedi.
Camminavamo
ormai da quasi venti minuti, quando Edward si bloccò di
fronte a me
e io, intenta ad osservare per terra, mi ritrovai a sbattere contro
la sua schiena e con mia grande sorpresa mi feci anche male...
Possibile che avesse dei muscoli così possenti?...
'Accidenti..'
pensai tra me, e per un attimo mi vennero alla mente pensieri
riguardanti il suo petto nudo, senza maglietta, così
statuario e
perfetto...
Ancora
una volta mi ritrovai ad arrossire e con il battito accelerato. Gli
scacciai dalla testa, mi sentivo tanto pervertita, quando stavo
assieme a Mike non avevo mai provato un desiderio così
profondo di
vederlo.. 'diversamente' …
“Siamo
arrivati.”
Affermò
lui risvegliandomi da quelle assurdità.
Davanti
a noi riuscivo a vedere sono del fogliame, ma non appena lui lo
spostò creando un varco per passare oltre dovetti portarmi
una mano
davanti alla bocca per coprire l'immensa sorpresa.
“Allora..
Ti piace?”
Mi
domandò lui, vedendomi ferma immobile senza dire una parola.
Era
un luogo splendido.
Un
fiume scorreva a non molta distanza da noi, disperdendo nell'aria il
suo fruscio delicato, il lato della riva nel quale noi ci trovavamo
era totalmente coperto da un maestoso albero, forse una quercia, che
faceva da tetto ad uno spiazzo di verde erba e fiori colorati.
“Se,
se mi piace? E' stupendo...”
risposi
quasi in un sussurro dirigendomi verso quel prato così..
vivo.
Mi
abbassai e con una mano cominciai a sfiorare i fili d'erba e i
fiorellini tra di essi, avvicinai il naso per sentirne il profumo che
si mischiava con quello dell'umidità creata dalla pioggia,
un
profumo buonissimo.
“Aspetta.”
Esclamò
lui prima che potessi sedermi a terra.
“Ti
sporcheresti i jeans.”
E
così dicendo aprì quello zaino che si era portato
dietro fino ad
ora e ne tirò fuori un telo piegato accuratamente, poi
aprendolo lo
distese sul terreno.
“Prego,
si accomodi signorina.”
Mi
incitò con voce suadente, facendomi un gesto con il braccio.
Obbedì
senta ribattere, le gambe mi facevano un po' male,e avevo proprio
voglia di riposarmi,
con
lui al mio fianco naturalmente.
Infatti
subito dopo con movimento rapido si accomodò vicino a me.
“Va
tutto bene?”
Era
così tenero e premuroso.
“Si,
va tutto... benissimo.”
Benissimo
era anche riduttivo, stavo meravigliosamente.
Si
sdraiò, portandosi le mani dietro la nuca come poggia testa
e chiuse
per un attimo gli occhi,
godendosi
quell'atmosfera così quieta e rilassante.
Nonostante
mi avesse portato in un luogo davvero fantastico, non c'era certo
paragone con lui.
Edward.
Rappresenta tutto ciò che una donna può
desiderare. E' bello da
mozzare il fiato, dire che è perfetto e un eufemismo,
è dolce,
premuroso, gentile, ironico...
Forse
conoscendolo meglio qualche difetto lo avrei anche trovato, ma credo
che comunque avrei dovuto scavare in profondità.
Improvvisamente
riaprì quelle due meravigliose fessure color dell'oro,
rivolgendole
a me.
Accorgendomi
della figuraccia fatta, voltai immediatamente il viso, nuovamente
porpora dall'imbarazzo. Mi aspettavo dicesse qualcosa per prendermi
in giro, ma non sentendo nulla mi rivoltai e lo trovai seduto ancora
più vicino, il suo volto a pochi centimetri dal mio, il suo
fiato
freddo e fruttato
a
contatto con le mie labbra, il suo profumo inebriante mi invadeva il
respiro, divenendo in quel momento l'aria per me vitale, i nostri
sguardi incatenati l'uno dentro l'altro.
Forse
avrei dovuto scansarmi, avrei dovuto voltare il viso, ma non ce la
feci, o meglio,
non
volevo farcela.
Le
mie labbra richiedevano le sue, i miei occhi richiedevano i suoi, il
mio corpo pretendeva un
contatto. Non avevo il coraggio di accontentarlo però, avevo
paura
di fare una stupidaggine, di sbagliare, di fare un errore a cui poi
non avrei potuto rimediare.
Edward
stesso mi fece capire che non sarebbe stato così.
Lentamente
sollevò un braccio e portò la sua mano affusolata
verso di me,
carezzandomi dapprima una guancia teneramente,e facendo poi lo
stesso con l'altra.
Il
mio viso era avvolto dal freddo calore delle sue possenti mani, mi
sentivo bruciare dentro,
probabilmente
sarei svenuta da un momento all'altro, ma non mi importava, ero li
vicino a lui, solo questo era importante.
Spontaneamente
mi trascinai leggermente ancora più verso Edward, che
rimase
fermo immobile, accogliendo la mia ulteriore vicinanza.
Le
nostre bocche ormai si sfioravano, il mio respiro si fece
più
intenso e affannoso. Desideravo baciarlo come mai mi era accaduto
prima, come mai avevo voluto baciare.
Piegò
leggermente il capo da una parte e percorse quella minima distanza
rimasta tra noi.
Chiusi
gli occhi...
Le
nostre labbra erano ora l'una contro l'altra.
Quel
contatto però durò un istante, lentamente gli
riaprii e vidi che
lui stava facendo lo stesso.
Non
ci muovemmo di un millimetro.
Spostò
la sua mano tra i mie capelli mentre l'altra la lasciò
delicata
sulla guancia,
poi
l'incanto ricominciò.
Di
nuovo le sue labbra sulle mie, e questa volta senza alcun distacco.
Ci
baciammo appassionatamente. Sentivo la sua mano muoversi esperta tra
i miei capelli e l'altra scivolare timidamente sul collo,
carezzandolo dapprima piano poi con sempre più foga, fino a
quando
improvvisamente con decisione si allontanò.
Respirava
affannosamente e mi guardava come incredulo.
Non
capivo. Forse non li era piaciuto?...
“Ehm,
scusa...”
dissi
istintivamente trovandomi di fronte a tale reazione.
Spalancò
gli occhi come sorpresi, poi abbassò il capo.
“Non
mi devi nessuna scusa. Sono io che dovrei scusarmi Bella.”
Affermò
con tono colpevole.
Rimanemmo
in silenzio e lontani per qualche minuto, che a me parvero
un'eternità.
In
quel poco tempo pensai di tutto. Da che si fosse reso conto del fatto
che non gli piacessi, a che non mi ritenesse alla sua altezza...
Poi
queste paranoie furono interrotte da un rumore delicato proveniente
dall'altra riva. Mi girai.
“Oh,
quanto è carino!”
Esclamai
a bassa voce vedendo un cerbiatto abbeverarsi. Mi alzai lentamente e
a passi felpati mi diressi di più verso l'acqua, non avevo
possibilità di arrivare all'altra sfonda, non vedevo nessun
ponticello o qualcosa di simile, per cui mi accontentai di guardarlo
da li.
Vedendo
il fiume così da vicino mi accorsi di quanto il livello
fosse alto,
probabilmente dovuto alla tanta pioggia, e anche di quanto la
corrente fosse forte.
Poi
accadde tutto rapidissimamente.
Complice
la mia goffaggine inciampai su un sasso incastonato nel terreno,
perdendo l'equilibrio e rischiando quindi di caderci dentro.
Strinsi
gli occhi e mi preparai ad urlare spaventata, ma non ne ebbi il
tempo. In men che non si dica mi ritrovai tra le braccia di Edward
nuovamente sul telo.
Lo
guardai con occhi sgranati. Ma come aveva fatto?
“Ora
è scappato...”
affermò
lui improvvisamente riferendosi al cerbiatto, interrompendo i miei
pensieri.
“G-già...
che stupida.”
risposi
abbassando la testa. Quella nuova vicinanza mi imbarazzava, inoltre
mi sentivo non poco confusa.
Accorgendosi
di ciò mi ripose sulla coperta con cura, come se avesse tra
le mani
un delicato vaso di cristallo, dopo di che si sedette al mio fianco,
mantenendo un certo distacco.
Io
continuavo a non capire. Lui non mi era accanto, era più
lontano.
“Edward
ma..”
Mi
interruppe.
“Bella...”
cominciò.
Aveva un'espressione seria, triste.
'Oh
no, vuole dirmi ciò pensavo non è vero? Vuole
dirmi che non intende
più vedermi!'
Pensai
tra me dimenticando tutto il resto, il panico mi invase, non volevo
ascoltarlo, non volevo finisse tutto e forse era stata proprio quella
mia stupida azione a farlo giungere a tale decisione.
“Mi
dispiace! Prometto che mi impegnerò di più per
essere alla tua
altezza!”
Affermai
allora anticipandolo piena di vergogna.
Mi
guardò allibito senza capire, poi sorrise.
“Bella,
tu sei... Perfetta, non devi cambiare neanche di una virgola, io ti
voglio così come sei.”
Disse
prendendomi la mano e baciandola dolcemente.
Ecco
il cuore rispondere sussultando a quel semplice contatto e la mia
pelle imporporarsi.
Non
potevo credere a ciò avevo sentito, mi riteneva perfetta? A
me?
“Bella..”
continuò
poi senza lasciare la delicata stretta.
“Io
desidero stare con te con tutto me stesso, ma voglio essere certo che
tu lo voglia realmente.”
Dicendo
ciò mi fissò negli occhi, speranzoso.
Non
riuscii ad impedirlo, le lacrime cominciarono a rigarmi le guance,
una per volta.
“Io-
io, voglio stare con te Edward, lo voglio più di qualsiasi
altra
cosa al mondo!”
Esclamai
con voce spezzata dai singhiozzi.
Lui
mi mostrò quel suo sorriso sghembo che tanto mi piaceva, poi
si
avvicinò e mi baciò le lacrime
ferme
sul mio viso.
“E
così sarà.”
Affermò
poi deciso.
Un'affermazione
rivolta anche a se stesso.
Tornammo
indietro che era l'ora di pranzo, non rimanemmo molto, Edward doveva
andar via coi suoi fratelli, ma mi promise che ci saremmo visti
l'indomani.
Raggiungemmo
la macchina e in men che non si dica ci ritrovammo davanti a casa
mia, per tutto il tempo mi aveva tenuto la mano e io non avevo avuto
il coraggio di rivolgergli la parola.
Come
di consueto mi aprì la portiera e mi aiutò ad
uscire, poi mi
accompagnò alla porta.
“Allora
a domani.”
“Già.
A domani.”
Mi
diede un bacio dolce in fronte, poi quando non era più
possibile
mantenerla lasciammo la presa e si diresse verso la volvo, ma prima
che potesse entrarvi lo fermai.
“Edward.”
Lo
chiamai. Si voltò immediatamente, le labbra piegate in un
sorriso.
Il
mio tono però era serio, c'era qualcosa che non mi
convinceva,
Edward aveva qualcosa,
qualcosa
di diverso, volevo sapere cosa fosse, volevo sapere che cos'era
capitato poco prima al fiume.
Stavo
per domandarglielo, quando all'improvviso si girò di scatto
verso la
strada accigliandosi, come rabbioso.
“Scusa
Bella, ora devo andare. A domani.”
Senza
lasciarmi il tempo di rispondere salì in auto e mise in
moto,
sfrecciando veloce fuori dal vialetto.
Qualche
secondo dopo un'altra auto comparve. Era quella di Billy Black, amico
fidato di famiglia,
guidata
da Jacob, suo figlio.
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Little _ Princess _In _A _LoveStory!
Sono molto felice che la mia storia ti piaccia, e spero tanto ti sia
piaciuto anche questo capitolo!
*Grazie
Confusina_94!
Non sai quanto
io sia contenta che la mia ff ti piaccia, e spero questo capitolo ti
sia piaciuto come gli altri!
*Grazie
SweetCherry!
Grazie davvero!
Ovviamente spero ti sia piaciuto anche questo, la nostra coppietta ha
passato un po' di tempo assieme finalmente!
*Grazie
Bellas!
Sono felice che il
decimo ti sia piaciuto, ed ora spero sia lo stesso per questo, e
spero ti farà sognare!
*Grazie
Nessie93!
No dai, non
dovrebbe avere altre crisi, di problemi ne ha altri ora! Comunque
eccoti un po' di romanticismo, spero di averlo fatto bene e che ti
sia piaciuto!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete, spero di cuore continuerete a farlo!
Bacioni!
|
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Capitolo 12 *** Tra Verità e Leggenda ***
Un
saluto a tutti!
Allora
prima di lasciarvi al dodicesimo capitolo, volevo scusarmi con tutti
voi che leggete la mia ff! Giustamente Bibina_88 (che ringrazio) mi
ha fatto notare che effettivamente ho tralasciato di spiegare nello
specifico alcuni particolari parlandone invece solo in maniera
superficiale, per cui lo faccio ora sperando di riuscire a spiegarmi
al meglio, come ho già detto per me spesso è
difficile estrapolare
le cose che ho in testa e descriverle per cui mi capita di non
riuscire ad esprimerle chiaramente!
Allora
premetto che questa storia non ripercorre la stessa di Twilight,
bensì intende andare a 'sostituirla' (naturalmente in modo
modesto,
ovvio che non c'è paragone!) quindi niente di ciò
scritto sul libro
è accaduto in questa ff ad esclusione di quello
già descritto.
Quando
Edward ha preso la decisione di chiedere al nomade incontrato 'per
caso' di far dimenticare determinate cose a Bella e ad altri, tra
loro due ancora non era accaduto nulla di ciò invece
successo in
Twilight ad esclusione della scoperta di chi lui fosse realmente, di
un primo bacio e della sua conseguente intenzione di farsi
trasformare pur di rimanere con lui per l'eternità. Per cui
lei non
è mai stata con lui nella radura, non l'ha mai visto al
sole, ne
tanto meno gli ha visti giocare a baseball.
Ora
l'obbiettivo di Edward è quello di creare insieme a lei
nuovi
ricordi che non vadano a ripercorrere quelli da lei
dimenticati.(quindi ad esempio stessi discorsi in stessi luoghi
ecc..)
In
questo
dodicesimo comunque qualcosa si spiega.
Ok,
spero
di essermi spiegata bene questa volta, ovviamente in caso contrario
fatemi qualsiasi domanda, sarò più che lieta di
chiarirvi
qualsiasi dubbio!
Vi
chiedo
ancora scusa e spero questo capitolo vi piaccia!
12:
Tra Verità e
Leggenda
Aspettai
ad entrare.
Jacob
parcheggiò nel vialetto e vedendomi sorrise, io ricambiai.
Si fermò
e una volta sceso si precipitò ad aiutare sua padre,
paralizzato.
Tirò fuori la sedia a rotelle e lo aiutò a
sedercisi.
“Ciao
Bella!”
Esclamò
poi guardandomi e mostrandomi un sorriso a trentadue denti.
“Ciao!”
Esclamai
allo stesso modo. Quel ragazzo aveva l'innata capacità di
'contagiare' con la sua spontaneità chiunque gli fosse
vicino.
Ci
conoscevamo da sempre, da piccoli giocavamo sempre assieme, mentre
negli ultimi anni le nostre vite avevano preso ovviamente strade e
amicizie differenti, ma vederlo era sempre un piacere per me.
“Bella.”
Mi
salutò Billy con un'espressione insolitamente seria.
“Ehm,
ciao Billy.”
Risposi
io sforzandomi di sorridere, sembrava quasi ce l'avesse con me, ma
non aveva motivo, almeno
per
quanto ne sapevo io.
Vidi
Jake al suo fianco grattarsi la testa come imbarazzato, per poi
alzare gli occhi al cielo.
Era
una strana situazione, fortunatamente in quello stesso momento
arrivò
Charlie, che parcheggiò veloce la volante e si diresse
immediatamente a salutare il suo amicone di vecchia data.
“Billy!
Puntuale come un orologio!”
Esclamò
mio padre stringendogli affettuosamente la mano.
“Ovviamente,
ti pare che mi perderei gli spot degli sponsor?”
rispose
ironico ricambiando la stretta.
Charlie
rise.
“Allora
che aspettiamo? entriamo!”
Affermò
poi guidandolo in casa.
Io
rimasi indietro con Jacob che camminava a testa bassa, non
intenzionato a guardarmi negli occhi.
“Jake.
Che ti succede? Stai male?”
Gli
chiesi vedendolo così innaturale. Insomma quello non era
certo lo
stesso Jacob di sempre.
Non
mi rispose nulla, si limitò a farmi un gesto con un dito,
facendomi
capire che me lo avrebbe detto dopo.
Io
continuavo a non capire. Che stava succedendo?
Non
appena dentro papà e Billy si piazzarono davanti alla
televisione.
“Tesoro
perdonami ti dispiacerebbe portarci un paio di birre?”
Mi
chiese poi cortese.
Sbuffai.
Non mi aveva nemmeno salutato e la prima cosa che mi chiedeva era di
portargli da bere??
Era
proprio vero che se si parla di sport non sentono più
nient'altro.
Gliele
presi e con foga le poggiai sul tavolino di fianco al divano
facendoli sobbalzare entrambi,
poi
mi girai offesa tornando in cucina.
Alle
mie spalle sentii una risatina, mi voltai, era Jake che si tratteneva
appena.
Lo
guardai inarcando un sopracciglio.
“Be..
che c'è?”
domandai
infastidita.
“Niente,
scusa. E' solo che.. sei troppo una forza!”
esclamò
poi scoppiando in una fragorosa risata.
Ancora
una volta riuscii a coinvolgermi e scoppiai anche io, seguendolo a
ruota.
“Ma
scusa, io non sono la cameriera di nessuno! Nemmeno sapevo che mio
padre sarebbe tornato a casa prima!”
Mi
bloccai per un momento, e ringraziai di essere tornata così
presto,
altrimenti sarei finita in guai grossi!
“A
proposito...”
continuai
poi.
“Che
dovevi dirmi di così 'segreto' ?”
Domandai
ponendo quell'ultima parola tra le virgolette.
Anche
la sua risata cessò e il suo viso tornò serio. Si
voltò un attimo
indietro e diede un'occhiata
in
salotto. Probabilmente per accertarsi che suo padre non sentisse.
“Ok.
Vedi, il fatto è che papà è
più che convinto di aver visto una
macchina andar via mentre stavamo arrivando...”
Si
interruppe guardandomi di sottecchi come in attesa di una conferma.
“Be,
si, in effetti è così.”
Mi
voltai verso il lavandino cominciando a sistemare i piatti
nell'apposito mobile sopra il lavello.
“Un
mio compagno mi ha dato un passaggio fino a casa.”
Continuai
sempre evitando di guardarlo in faccia.
“Il
vecchio Pick Up ha qualche problema?”
Mi
chiese lui con forzata preoccupazione.
“Ehm,
no, in effetti no, oggi ho semplicemente cambiato un po'.”
Mi
limitai a rispondere cercando di tagliare corto, non mi andava di
raccontare proprio a lui
determinate
cose, e comunque non capivo dove stava il problema, insomma, qual'era
il punto della questione?
“Alla
guida di quell'auto non c'era .. Edward Cullen, vero?”
mi
domandò poi quasi sperando che non fosse così.
Per
un momento rimasi zitta, non sapevo cosa rispondere, poi riflettei e
mi chiesi come faceva lui a conoscere Edward, così infine
optai per
la verità, forse poteva portarmi delle risposte.
“Veramente...
si, era proprio lui.”
Ammisi
e subito dopo lo sentii sospirare e prendere posto su una sedia. Mi
voltai per osservarlo in viso.
Aveva
la testa poggiata su una mano, con alcune dita tra i capelli che si
muovevano nervosamente.
“Be?
Dove sta il problema?”
domandai
io non vedendolo intenzionato a continuare, mostrandogli un
sorrisetto forzato e timoroso nello stesso tempo.
“No,
non è niente, non ti devi preoccupare Bella.”
Mi
rispose cercando di essere convincente e rassicurante, ma lui era
proprio come la sottoscritta,
incapace
di mentire a meno che obbligato.
“Jake..”
Lo
chiamai con tono di rimprovero, lui sbuffò.
“Ma...
riguarda quella leggenda dei Quileute, sai quella per i quali noi
discendiamo dai lupi...”
“Ah
si, quella in cui si parla di antenati Licantropi che si
trasformavano solo quando sentivano ci fosse del pericolo nelle loro
terre.”
Affermai,
anche se non molto convinta.
“Si
esatto, più o meno è quella. Be sai, il pericolo
appunto, come lo
chiami tu, per i Licantropi è
rappresentata
da un'altra determinata specie...”
“Cioè?”
dovetti
incoraggiarlo io. Per farlo parlare dovevo estorcergli le parole di
bocca!
“Cioè...
Dai.. Freddi.”
Affermò
lui cercando di rimanere sul vago e mantenendo un tono di voce basso.
Mi
accigliai pensierosa, non sapevo per quale motivo ma ero convinta di
sapere già questo particolare, solo che non mi era stato
detto da
Jacob ma da...
Improvvisamente
cominciai a sentire un'intensa fitta alla testa che mi
provocò
vertigini facendomi perdere momentaneamente l'equilibrio, dovetti
reggermi al bordo del lavandino per non cadere.
“Bella!
Che hai?”
Jake
mi si avvicinò subito, preoccupato, e facendomi appoggiare a
lui mi
aiutò a sedermi su una sedia, senza però
lasciarmi.
Il
dolore ora era passato, anche se sentivo ancora come un fastidioso
ronzio nelle orecchie, che man mano andava a diminuire.
“Aspetta
chiamo tuo padre!”
Mi
disse poi cercando di farmi poggiare delicatamente al tavolo prima di
allontanarsi, ma io
lo
fermai tirandolo per la maglietta, ora stavo meglio e l'ultima cosa
che desideravo era ricevere le attenzioni opprimenti di Charlie che
si manifestavano in quelle situazioni.
“E'
passato tranquillo Jake, lascia perdere.”
Gli
dissi guardandolo con occhi imploranti per convincerlo.
Lui
sospirò. “E va bene.”
disse
rassegnato riprendendo posto al mio fianco.
Fino
a quel momento non me ne ero resa conto ma mi stava tenendo stretta
la mano tremando leggermente.
La
sua presa a differenza di quella di Edward era estremamente calorosa,
la sua mano grande e accogliente, solo ora mi soffermai su quanto
Jacob fosse esteticamente cambiato da quando eravamo più
piccoli,
ora aveva il fisico di un uomo.
La
sua pelle color ruggine in apparenza così liscia e levigata,
un viso
bellissimo e regolare con zigomi
sporgenti
e il mento un po' arrotondato, che li da l'aria ancora da bambino.
Gli
occhi scuri ed intensi, i suoi capelli di un nero lucido più
o meno
lunghi raccolti in un 'ordinata coda di cavallo e un'altezza, non
indifferente, di un metro e ottantacinque circa.
Già,
era proprio... diverso.
“Bella?”
Mi
chiamò riportandomi alla realtà.
Non
appena mi accorsi dell'intensità con la quale lo stavo
osservando
scossi la testa per riprendermi, imbarazzata. Anche lui lo era,
potevo chiaramente vedere sulle sue gote del rossore,
e
non so per quale motivo ma di conseguenza arrossii anche io.
“Be,
comunque... dicevamo?”
cercai
id interrompere quel momento di totale vergogna, mostrando un sorriso
forzato.
“Ehm
, ecco, vediamo... Ah si dei .. Freddi!”
Esclamò
lui ad alta voce, e subito lo vidi preoccupato tapparsi da solo la
bocca e voltarsi veloce verso il salotto. Fortunatamente erano ancora
seduti tranquilli sul divano, a bere birra e a lamentarsi se la loro
squadra sbagliava.
Jake
tirò un sospiro di sollievo e io mi lasciai scappare una
sottile
risatina che per tutta risposta
provocò
da parte sua una linguaccia scherzosa.
“E
quindi tutto ciò che cosa ha a che fare con
Edward?”
Gli
chiesi ancora col sorriso sulle labbra.
“Be,
secondo la Leggenda..”
riprese
con il suo precedente tono di voce cauto.
“I
Cullen appunto sono stati coloro che hanno provocato una nuova
trasformazione ai tempi di mio nonno...”
Cercò
di spiegarsi al meglio, se pur nel suo tono poteva scorgersi la
diffidenza che provava per tale storia.
“Ma
scusa, i Cullen se non sbaglio, sono arrivati qui due o tre anni fa,
non di più.”
Ero
confusa, c'era qualcosa che mi sfuggiva ma che non riuscivo a
cogliere.
“O
forse sono RITORNATI.”
Affermò
serio accigliandosi.
Io
lo guardavo con occhi sgranati, come era possibile?
Poi
Jacob scoppiò a ridere divertito.
“Che
faccia Bella! Ma dai non ci crederai sul serio!”
Esclamò
senza smettere prendendomi in giro.
Sul
mio viso comparve un sorriso, certo era una leggenda in fin dei
conti, ma allora perché
non
mi sembrava così ridicolo?
“Comunque
mio padre teme per te che li stai frequentando, tutto qui.”
Concluse
poi sempre sorridendo.
“Dici
che dirà qualcosa a Charlie?”
Gli
domandai preoccupata.
“Non
credo in verità, è più probabile che
prima o poi ne parlerà con
te.”
Mi
rispose tranquillo e non curante.
Tirai
un sospiro di sollievo, questa volta fu Jake a ridere a quel mio
gesto e la linguaccia
partii
da parte mia.
Dovevo
parlare al più presto con Edward.
Casa
Cullen.
“Quindi
ora lo sa.”
Edward
era seduto sul divano, in compagnia di Alice e Carlisle, tutti e tre
con espressione preoccupata.
“Esatto,
Ed.”
Si
limitò a rispondere Alice, senza alzare lo sguardo.
“Figliolo
doveva andare così, se lo avesse scoperto da sola come la
prima
volta il ricordo non sarebbe cambiato e rimanendo lo stesso in
seguito sarebbe... stata male. Ora l'unica cosa che devi fare
è
impedire che Bella te lo dica nello stesso luogo in cui è
avvenuto
in precedenza, la situazione deve essere diversa.”
Cercò
di rassicurarlo Carlisle in maniera razionale, come era suo solito
fare.
“Lo
so Carlisle, ma non posso fare a meno di temere per la sua
incolumità. Io sto cercando di ricostruire insieme a lei un
percorso
nuovo, l'ho portata in un posto dove non eravamo mai stati,
ma
ho sempre paura di poter sbagliare e di far provare a lei le
conseguenze.
Sono
stato così stupido!”
Nella
voce di Edward c'era disperazione, nel pronunciare quell'ultima frase
si prese stretta la testa tra le mani.
“Fratellone,
vedrai che ce la farai. Ricorda che per fortuna, se così si
può
dire, non avete passato molto tempo assieme, in quanto tu hai preso
la decisione di... farle dimenticare non appena ha scoperto la tua
vera identità e ti ha detto che pur di rimanere per sempre
con te
avrebbe rinunciato alla...
sua
vita. Per cui
creare nuovi
ricordi non sarà complicato, devi solo stare attento a non
ripercorrere gli stessi attimi.
Quindi
se ragioniamo il fatto che lei ora ci arrivi attraverso la Leggenda
dei Quileute è assolutamente positivo, questo
cambierà il corso
degli eventi, ed è proprio ciò che deve
accadere!”
Alice
aveva iniziato a parlare con tono triste e un po' scoraggiato, ma
assieme al suo discorso aveva poi preso anche lei una piega positiva,
rendendosi conto quanto fosse vero ciò da lei appena detto.
Così
si voltò verso Edward con un sorriso di soddisfazione.
“E'
proprio così Edward, se le cose procederanno in tale
maniera, Bella
presto sarà fuori pericolo.”
Concluse
Carlisle sostenendo la tesi di sua figlia e riuscendo a farlo
sorridere convinto.
“Avete
ragione, se mi arrendo ora finirò solo per sbagliare. Io ce
la farò,
non lascerò che le accada nulla di male.”
Affermò
quindi deciso.
“E
noi ti aiuteremo fratellone!”
Esclamò
Alice dandogli una pacca sulla spalla scherzosa.
“Certamente,
la tua famiglia è a tua completa disposizione.”
Concluse
Carlisle sorridendogli rassicurante.
“Lo
so.”
“E
così le cose sembra si stiano sistemando. Mi dispiace mio
caro
Edward, ma non lascerò
che
la tua umana scampi così il pericolo. Tu devi soffrire
esattamente
come ho sofferto io, solo allora la mia vendetta sarà
compiuta.”
Purtroppo
non tutti si rendono disponibili ad aiutarlo, qualcuno brama contro
di lui, Jean Paul cela una verità, una verità che
presto verrà
allo scoperto.
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Bibina_88!
Prima di tutto mi
scuso ancora con te e spero tanto ora ti sia un po' più
chiaro!
Sono
comunque contenta che la mia ff ti piaccia e spero di cuore
continuerai a seguirla!
*Grazie
Confusina_94!
Anche Jacob
vedo non vi sta molto simpatico! Ahahah! Spero ti sia piaciuto!
*Grazie
barbyemarco!
Sono contenta
che ti sia piaciuto il precedente, grazie! Spero ti piaccia anche
questo!
*Grazie
Bellas!
Meno male, mi fa
piacere ti sia piaciuto il romanticismo, spero sia lo stesso per
questo!
*Grazie
Nessie93!
Come hai potuto
leggere infatti l'ha aiutata per fortuna e non poco! Sono felice il
capitolo undici ti sia piaciuto e hai ragione dovrebbero essere
teneri più spesso! Hihi! Spero ti piacerà anche
questo dodicesimo!
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Capitolo 13 *** Non ho Paura ***
13:
Non ho paura
Siamo
già a metà settimana. Anche ieri, come gli ultimi
giorni, è stata
una giornata strana.
Prima
Edward mi è venuto a prendere davanti casa e mi ha portata
in un
posto incantevole,
noi
due soli. Ci siamo baciati con trasporto, e ho provato una sensazione
unica, poi mi ha salvata da una caduta in acqua causata ovviamente
dalla mia inguaribile goffaggine, infine una volta arrivata a casa ho
trovato Billy e suo figlio Jacob, dal quale ho scoperto un
particolare interessante riguardo i Cullen. Secondo infatti un'antica
Leggenda dei Quileute questi rappresentano i Freddi, volgarmente
chiamati Vampiri.
Un
brivido mi percorse la schiena pensando tale parola.
Possibile
fosse veramente così?
Riflettendoci
molte cose avrebbero avuto una spiegazione.
Edward
esattamente come Alice e sua Madre Esme, è gelido e duro
come pietra
al tatto,
ha
una velocità e un'agilità nei movimenti
straordinaria, fuori da
ogni normalità, poi...
poi
c'è un altro particolare che mi ha lasciata senza parole.
Quando ci
siamo baciati nel bosco ho poggiato per un momento la mia mano sul
suo petto e non ho sentito nulla, nemmeno un piccolo battito.
Certo
c'era una probabilità che mi fossi sbagliata, forse ero
troppo presa
dal momento e non sono riuscita a percepirlo, ma mi era comunque
rimasto impresso.
Un'altra
cosa mi lasciava basita. Nonostante sapessi che esisteva una
possibilità concreta che i
Cullen
fossero Vampiri, non provavo paura, non provavo timore nei loro
confronti, e soprattutto non ero minimamente spaventata dal mio
Edward.
Forse
era in me che c'era qualcosa che non andava, chissà.
Comunque,
qualunque fosse la verità lo avrei senz'altro scoperto
l'indomani,
volevo sapere, ne avevo bisogno. Mi addormentai con questi pensieri
nella testa e non mi svegliai fino alla mattina.
Quella
notte lo sognai di nuovo, ma questa volta lo sognai come Vampiro, un
Vampiro che abbracciavo calorosamente.
“Sveglia
tesoro! Io sto uscendo!”
La
voce di Charlie poco prima che potesse farlo la sveglia mi fece
aprire gli occhi, ancora assonnati.
Mi
stiracchiai portando in alto le braccia e guardai l'ora, mancavano
ancora dieci minuti ma decisi di alzarmi comunque.
Sbadigliai
rumorosamente strofinandomi il viso poi mi misi seduta sul letto.
Certo avevo dormito, ma nonostante ciò mi sentivo stanca,
forse più
psicologicamente che fisicamente.
Mi
ritornò alla mente il sogno fatto, il mio inconscio aveva
lavorato
proprio bene assieme alla mia fantasia durante la nottata. Scossi la
testa per riprendermi e tornare alla realtà, ma
chissà magari
quella
sognata tra poco lo sarebbe stata davvero.
Aprii
l'armadio e dopo aver dato un'occhiata veloce alla finestra notando
il solito cielo uggioso,
optai
per una magliettina di cotone con cappuccio grigia e rossa e un jeans
chiaro abbastanza aderente, assieme alle All Star rosse non sarei
stata male.
Mi
lavai velocemente e per fare in fretta legai i capelli in una
semplice coda bassa laterale, poi mi diressi di sotto a fare
colazione.
Questa
volta sulla tavola non c'era nessun bigliettino, solo la mia tazza
con a fianco i miei cereali,
ultimamente
mio padre me li preparava sempre, dovevo ringraziarlo.
Tirai
fuori il latte dal frigorifero lo versai e cominciai a mangiare.
Poggiato sul tavolo bello disteso c'era il giornale, in prima pagina
ancora la notizia sui misteriosi omicidi avvenuti a Seattle.
'Sono
passati diversi giorni e
l'ondata di omicidi che ha colpito Seattle catapultandola nel puro
terrore continua indisturbata. Le indagini sono ancora lontane dal
scoprire il o i colpevoli, si perché ancora non si sa
nemmeno da chi
questi atroci delitti siano commessi. La polizia locale ha ipotizzato
però che si tratti di più assassini, un gruppo
per la precisione,
in quanto gli elementi in comune di tutte le vittime sono realmente
troppo pochi per poter avere la convinzione che si tratti di un
serial killer.
Intanto il
numero dei morti è
salito a quindici nel giro di soli tre giorni, nelle strade di
Seattle il panico si propaga sempre di più, dopo il tramonto
è
ormai raro vedere persone in giro e coloro che sono obbligate a farlo
per lavoro e altre occupazioni hanno paura. Speriamo i nostri agenti
riescano a risolvere la questione il più presto possibile,
per il
momento siate prudenti.'
L'articolo
si concludeva con questa frase, un'altra ondata di brividi mi
percorse la schiena.
Certo
che il mondo stava andando proprio allo sfascio, pensare che a
così
pochi chilometri di distanza dal mio paese ci fosse un assassino o
più assassini spietati che uccidevano chiunque gli capitasse
a tiro
non era certo una cosa tranquillizzante!
Quella
si che era una cosa che mi spaventava...
Il
mio sguardo distrattamente finii all'orologio.
“Oh
cavoli! E' tardissimo!”
Esclamai
vedendo che erano già quasi le otto. Riposi la tazza nel
lavello e
misi a posto tutto il resto, veloce mi precipitai di sopra a lavarmi
i denti, poi infilai le scarpe il giubbino smanicato, presi le chiavi
del Pick Up ed uscii chiudendo veloce la porta alle mie spalle.
“Di
fretta stamani?”
Eccola,
la voce più bella del mondo.
Mi
girai di scatto, il cuore aveva cominciato a battere veloce a quel
suono così melodico.
“Edward...”
Ero
sorpresa, non pensavo di trovarlo davanti a casa,inoltre la sua
bellezza era così incredibile da lasciarmi senza parole ogni
qualvolta lo vedessi.
Era
li, di fianco alla suo Volvo, come il giorno prima, impassibile sotto
la leggera pioggia che gli bagnava i capelli già spettinati,
ma
comunque perfetti.
Indosso
aveva una semplice maglietta a maniche corte di cotone di un bianco
che si mostrava trasparente al contatto con l'acqua e un paio di
Jeans neri leggermente sbiaditi.
Certo
ormai eravamo a primavera inoltrata, ma l'arietta timida che ci
frustava il viso di tanto in tanto
era
fresca, possibile che lui non sentisse il freddo?
Eccolo,
un altro elemento da aggiungere alla lista, la mia convinzione saliva
sempre più.
“Buongiorno.”
Mi
salutò mostrandomi il suo fantastico sorriso sghembo.
“Posso
darle un passaggio?”
Mi
chiese poi aprendo la portiera del passeggero.
“Oggi
ci dirigiamo a scuola però... giusto signor
bigione?”
Gli
domandai io ironica ponendo le mie chiavi in tasca.
“Se
proprio insiste...”
rispose
lui con il mio stesso tono.
Gli
sorrisi.
“D'accordo
allora, per questa volta ti concederò tale onore.”
Affermai
incamminandomi verso l'auto con finta presunzione.
Anche
Edward sorrise scuotendo la testa, e quando arrivai al suo fianco e
feci per sedermi mi fermò per un braccio, tirandomi
delicatamente
verso di lui, poi prendendomi completamente alla sprovvista
mi
baciò, un bacio tenero che mi fece girare la testa e fermare
il
respiro.
Quando
si staccò io rimasi esattamente nella stessa posizione,
paralizzata
completamente.
“Ora
non fai più tanto la preziosa vero?”
Mi
sussurrò all'orecchio con voce suadente, mi sentii come
bruciare
dentro, il viso in fiamme.
Era
inutile provare a batterlo, vinceva sempre lui.
In
macchina tenni il broncio, sforzandomi di essere offesa per quanto
accaduto poco prima,
nonostante
i miei occhi esprimessero chiaramente l'opposto.
Edward
continuava a ridere di quel mio atteggiamento da bambina, e ad ogni
sua risata il mio cuore
rispondeva
aumentando il suo battito già irregolare.
“Sei
proprio buffa, sai? E anche infinitamente tenera.”
Disse
improvvisamente ancora con le labbra piegate in uno splendido
sorriso, prendendomi una mano che fino a un minuto prima tenevo
saldamente incrociata all'altra, ma non dovette sforzarsi,
mai
avrei potuto resistere ad un contatto con lui, neppure se
così
piccolo.
Io
comunque non risposi, dovevo mantenere la mia sceneggiata, ma in
realtà mi sentivo non poco imbarazzata e un po' lusingata.
Parcheggiò
e questa volta non fece in tempo ad aprirmi la portiera che qualcun
altro lo anticipò …
“Bella!”
Alice
mi tirò con foga per un braccio per aiutarmi ad uscire.
“A-Alice
la, la cintura!”
Le
dissi prima che potesse soffocarmi.
“Ops..
Pardon..”
Si
scusò lasciandomi.
“Sempre
la solita.”
Jasper
sbucò alle sue spalle scompigliandole dolcemente i capelli.
“Ehm,
ehm. Ci penso io.”
Intervenne
immediatamente Edward chiaramente infastidito.
Molto
elegantemente mi offrì la sua mano e senza pensarci la
strinsi.
Non
appena fuori Alice mi cinse forte le braccia al collo. Per essere
così esile ne aveva di forza... pensai tra me ricambiando
comunque
di cuore l'abbraccio.
Il
profumo della loro pelle mi faceva impazzire, lo avrei respirato per
sempre.
“Bella,
lui è mio fratello Jasper.”
Disse
Edward senza lasciarmi, indicandomi un ragazzo di estrema bellezza,
con occhi color dell'oro, proprio come Edward, capelli biondo miele,
di costituzione magra ma non poco muscoloso.
“E'
un piacere fare la tua conoscenza Bella.”
Affermò
facendo un lieve inchino con la testa e rimanendo a distanza.
“Anche
per me.”
Risposi
incuriosita dal suo modo di fare, nonostante sapessi già
benissimo i
nomi di tutti,
la
loro fama li precedeva.
“Bene,
bene, e io chi sono? Non mi presenti fratellino?”
Esclamò
Emmett avvinghiando il collo di Edward con un braccio strofinandogli
a mano chiusa i capelli.
“Lui...
non è essenziale conoscerlo.”
Affermò
tranquillo Ed spostando senza sforzo il muscoloso braccione che lo
avvolgeva,
poi
tenendomi per mano si incamminò verso l'entrata, lasciandomi
un po'
perplessa ma divertita nello stesso tempo.
“Che
cosa? Hei dico io, è più che importante conoscere
il sottoscritto!”
Urlò
Emmett rincorrendoci.
Alle
sue spalle vidi Rose, meravigliosamente bella con i suoi capelli
biondi lunghi e leggermente ondulati, il suo corpo statuario da fare
invidia a qualsiasi modella, il suo viso perfetto e delicato, il suo
sguardo d'orato rivolto verso di me leggermente accigliato. La sua
espressione non mi sembrò molto socievole, anzi provai
soggezione e
mi rivoltai deglutendo.
“Stai
bene?”
Mi
chiese premuroso Edward rivolgendo il suo magnifico sguardo
preoccupato verso di me, provocandomi un'altra ondata di rossore.
Abbassai
il capo.
“Oh,
si si, tutto a posto.”
Risposi
con tono pacato, certamente non potevo dirgli che ero rimasta
intimorita da sua sorella...
“Ah
senti Edward, io... vorrei parlarti!”
Esclamai
d'un tratto senza pensarci. Era mia intenzione deviare il discorso
cambiando argomento, ma non appena finii di pronunciare la frase mi
pentii rendendomi conto di aver attirato l'attenzione di tutti loro,
che mi guardavano come sconvolti e preoccupati nello stesso tempo.
In
quello stesso istante suonò la campanella.
“Più
tardi potrai dirmi ciò che vuoi, promesso.”
Mi
disse Edward dolcemente carezzandomi i capelli e mostrandomi un
favoloso sorriso.
Ricambiai
appena, un po' delusa a dire il vero. Entrammo assieme, sempre mano
nella mano e mi accompagnò davanti alla mia aula. Vidi i
suoi occhi
accigliarsi per un istante guardando alle mie spalle, mi voltai per
vedere cosa lo innervosisse, e vidi Mike seduto al suo posto,
ovviamente al mio fianco. Gli sfiorai teneramente il braccio
sorprendendolo, poi gli rivolsi un sorriso più rassicurante
che
potevo, volevo fargli capire che non doveva preoccuparsi di nulla,
cosa che percepì al volo sorridendomi a sua volta. Feci per
entrare,
ma un'altra volta mi fermò avvicinandosi e mi diede un
leggero bacio
in fronte.
“A
dopo.”
Mi
sussurrò poi all'orecchio.
Alla
fine entrai praticamente barcollando, tutti mi guardavano ma non ci
feci caso,mi sentivo svenire, sulla faccia un sorriso da ebete che
evidentemente fece innervosire il mio 'vicino di banco' che nemmeno
mi salutò.
Alla
fine della seconda ora Edward si era fatto trovare davanti all'aula
con il sorriso sulle labbra ed eravamo andati assieme in quella di
biologia, ormai era diventato il mio corso preferito, il fatto di
averlo accanto a me mi rendeva serena. Certo non era facile
concentrarsi sulla lezione, infatti fui richiamata più d'una
volta,
ma non potevo farci nulla, il suo viso era di gran lunga più
interessante!
La
pausa pranzo arrivò in fretta, gli sguardi di tutta la mensa
rivolti
a noi, curiosi, e alcuni invidiosi.
Fu
in quel momento che mi resi conto di non aver calcolato
qualcosa
di estremamente importante.
Il
mio sguardo cadde immediatamente verso due tavoli, da una parte il
solito nel quale mi sedevo coi miei amici, e dall'altra quello
più
bramato nell'intera scuola, il tavolo dei Cullen.
Ora
stavo insieme ad Edward è vero, ma non mi sembrava giusto
abbandonare così le mie amiche.
“Bella,
perché non ti siedi con loro, sono certo che le tue amiche
ne
sarebbero felici.”
Fu
lui a rispondere a quel mio quesito silenzioso, il solo pensiero di
allontanarmi mi faceva star male, ma forse quella era per ora la cosa
più giusta...
Possibile
però che a lui non importasse nulla di separarci?
Probabilmente ero
io che esageravo.
Annuì
tristemente.
“V-va
bene. Allora … ci vediamo dopo..”
Mi
mancava l'entusiasmo per quanto mi impegnassi ad essere convincente.
Così
ci dirigemmo in due direzioni differenti, e in quel momento sentii
una fitta al cuore,
mi
sentivo come se lo stessi perdendo, come se il mio corpo e la mia
mente volessero dirmi di non farlo andar via. Sospirai raggiungendo
il posto di fianco ad Angela.
“Ciao
a tutti!”
Salutai
genericamente, il fatto che Mike non mi avesse ancora rivolto la
parola mi aveva condizionato in ciò, se li avessi salutati
uno per
volta ci sarebbe stato l'imbarazzante momento del 'salutarlo o no?'
per
cui optai per quello più conveniente.
“Bella!
Finalmente torni tra i comuni mortali!”
Esclamò
Angy abbracciandomi con tono ironico. Senza volere mi scappò
una
risatina nervosa, quella sua battuta mi aveva fatto ritornare alla
mente tutte le domande per le quali volevo delle risposte.
Mi
voltai automaticamente verso di lui, ma non mi stava guardando, ne
rimasi più delusa di quanto dessi a vedere.
“Comunque
sia non abbiamo bisogno della tua carità.”
Esclamò
con tono aspro Mike, senza nemmeno guardarmi svegliandomi dai miei
pensieri.
Quella
sua affermazione mi spiazzò, fino ad ora non mi aveva mai
parlato in
quel modo, si era sempre rivolto a me con gentilezza, anche quando
non eravamo assieme.
Le
cose allora erano proprio cambiate...
“Mike!”
Jessika
lo rimproverò, tirandogli uno scappellotto sulla testa.
“Scusalo
Bella, è solo un po' nervoso!”
Cercò
di giustificarlo lei. Lui non disse nulla, continuò
impassibile a
mangiare.
Il
clima era teso, il silenzio imbarazzante.
Avrei
voluto confidare loro come andavano le cose, ma sapevo che se lo
avessi fatto avrei ferito ancora di più Mike, e di
conseguenza
Angela e Jess non ne sarebbero state felici, per cui rinunciai,
la
fame mi era passata ma cercai comunque di buttare giù
qualcosa,
giusto per non rimanere con le mani in mano.
“Io
lo rompo!”
Sbottò
Edward sbattendo un pugno sul tavolo.
“Dai
Ed calma! Dopo tutto tu le hai rubato la ragazza, è
comprensibile si
comporti così.”
Cercò
di calmarlo Jasper.
“Sai
quanto mi importa di lui! se si azzarda di nuovo a trattarla
così
giuro che lo ammazzo!”
“Se
vuoi ti aiuto!”
Esclamò
Emmett esaltato e ricevendo in tutta risposta un'occhiataccia dalla
sua Rosalie.
“Il
solo vederla vicino a lui mi fa imbestialire... Meglio che non
peggiori la situazione!”
Affermò
Edward per niente intenzionato a calmarsi.
“Doveva
andare la, lo sai bene, altrimenti ti avrebbe esposto i suoi dubbi
le sue curiosità qui,
proprio
come avvenuto la prima volta e non sarebbe stato un bene!”
Lo
fece ragionare Alice.
“Lo
so, lo ho fatto solo per quello infatti.”
Disse
più calmo.
“Io
non capisco perché abbiate tanta pena per lei, avevi fatto
la scelta
più giusta, non bisogna mai
tornare
indietro.”
Affermò
Rose con decisione e con tono aspro rivolgendosi al fratello.
“Non
potrai mai capire
Rose.”
Si
limitò a risponderle lui rivolgendole uno sguardo accigliato.
Per
tutta risposta lei offesa voltò il viso dall'altra parte.
“Allora
la porterai a casa Ed? Hai deciso?”
Domandò
Alice per cambiare argomento.
Lui
annuì.
“Esatto.
Credo sia il luogo più adatto per farle riscoprire la
verità.”
“Lo
penso anche io. Non preoccuparti vedrai che andrà
bene.”
Alice
posò una mano su quella del fratello che rifletteva
preoccupato.
“Ciao,
tu sei Mike, non è vero?”
Mike
sulla via di casa si ritrovò di fronte un ragazzo, alto,
più o
meno sulla ventina d'anni,
dai
capelli color castano scuro lunghi fino alle spalle tenuti indietro
da una fascia, e dagli occhi di un rosso scuro, leggermente
accigliati.
“Il
mio nome è Jean Paul, potrei parlarti?”...
Ciao
a tutti! Siamo arrivati al tredicesimo capitolo, perdonatemi se
aggiorno solo oggi ma da pochi giorni ho preso una cagnolina, per
carità molto bella e tenera ma anche sfiancante, per cui non
so come
sia venuto, ma spero tanto vi sia piaciuto!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Bellas! Eh
già Edward non
può stare mai tranquillo povero! Hihi! Spero ti sia piaciuto!
*Grazie
Bibina_88!
Non sai quanto
sono felice di essere riuscita a spiegarmi e anche di esser riuscita
in un impresa non facile a quanto mi dici! Hihi! Ti ringrazio, spero
che possa esserti piaciuto anche questo!
*Grazie
barbyemarco!
Ahahah! Be dai
se lo faccio far a pezzi subito è tutto troppo bello, no?
Hihihi!
Spero ti sia piaciuto questo capitolo!
*Grazie
Nessie93!
Purtroppo come hai
potuto leggere il nostro 'amico' nomade ha intenzione si di
intromettersi... povero Edward! Spero che ti sia piaciuto!
*Grazie
pacci! Ma
sai che forse già
lo avevo capito che jacob ti piacesse? Ahahah! Grazie!!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete sempre la mia ff, spero continuerete a
farlo!
Bacioni!
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Capitolo 14 *** Ti devo Parlare. ***
14:
Ti devo
Parlare.
Le
ore di scuola passarono in fretta, ed esattamente come all'andata
Edward mi riaccompagnò.
'Forza
e coraggio Bella, ora è il momento, devi esporgli i tuoi
dubbi e le
tue teorie, tanto se ciò che penso e sostengo si dimostra
falso al
limite si farà quattro risate e comunque io avrei delle
spiegazioni.
Devo
dirglielo!'
Cercavo
di incoraggiarmi pensando tra me e me, tra poco saremmo arrivati a
casa e io non ero ancora riuscita a spiccicare parola, il clima in
macchina era teso ed imbarazzante, anche se lui non sembrava farci
caso.
“Senti
Bella, ti va di venire a casa mia nel pomeriggio?”
Edward
mi prese alla sprovvista facendomi tale domanda, e persi
così il
momento giusto.
“Ehm..
Si certo, devo avvertire Charlie, ma dovrebbe andar bene.”
Ero
un po' incerta, sul suo viso c'era un'espressione enigmatica che non
riuscivo a decifrare.
“Ottimo.”
Mi
rispose semplicemente lui rivolgendomi un suo fantastico sorriso.
Un
minuto dopo eravamo davanti casa mia e io avevo perso un'altra
occasione da stupida,
comunque
sia avrei passato il resto della giornata in sua compagnia quindi
avevo ancora del tempo...
Come
di consueto in un attimo fu dalla mia parte ad aprirmi cortesemente la
portiera, gli sorrisi per ringraziarlo e lui ricambiò in
pieno.
Mi accompagnò fino alla porta e aspettò che
l'aprissi.
“Bene,
allora passo a prenderti tra poco.”
Disse
con tono pacato per poi sporgersi verso di me e darmi un bacio sulla
fronte.
“A
dopo.”
Concluse
allontanandosi leggermente.
“A
dopo.”
Risposi
io completamente porpora in viso e con il battito accelerato.
Lo
guardai andare via, poi mi chiusi la porta alle spalle e sospirai.
“Sei
proprio una stupida Isabella Swan!”
Esclamai
dandomi un leggero scappellotto in fronte. Fino al giorno prima ero
più che decisa di dirgli tutto ciò che pensavo
riguardo lui, ma non
appena i miei occhi avevano incontrato i suoi tutta la mia sicurezza
era svanita in un istante lasciando posto alla codardia e
all'imbarazzo.
Ancora
una volta mi accorsi quanto fosse difficile vincere contro Edward
Cullen!
Mangiai
qualcosa di veloce accompagnato da un po' di succo d'arancia, poi
andai in bagno a darmi una sciacquata e una pettinata, come era
accaduto la prima volta l'idea di andare a casa Cullen mi
innervosiva, davanti a loro, così dannatamente perfetti, mi
sentivo
sempre un pesce fuor d'acqua.
Mi
cambiai alla svelta la maglietta mettendone una a maniche corte
bluette, su cui poi avrei messo un giubetto di jeans e mi lasciai i
capelli sciolti. Non sapevo esattamente a che ora Edward sarebbe
passato a riprendermi, aveva detto solamente 'tra poco', ma per
quanto ne sapevo il suo poco poteva indicare anche più di
due ore...
In
quello stesso istante suonò il campanello, impossibile fosse
lui,
insomma mi aveva accompagnata nemmeno un'ora fa e probabilmente
doveva mangiare, forse cambiarsi, anche se …
In
quel momento aprii, era lui.
“Sei
tu...”
Dissi
spontaneamente con occhi sgranati.
“Aspettavi
forse qualcun altro?”
Domandò
perplesso a quella mia affermazione.
“Ah,
ehm.. no, cioè... nulla lascia stare.”
Tagliai
corto alla fine, aveva la straordinaria capacità di
confondermi.
Lui
si mise a ridere, per l'ennesima volta era riuscito a prendersi beffa
della sottoscritta.
“Sei
solo un antipatico ecco!”
Esclamai
facendoli la linguaccia.
“Si,
però tu sei innamorata di questo antipatico.”
Affermò
avvicinandosi di più a me e mettendomi con le spalle al muro.
Il
suo viso a pochi centimetri dal mio, il suo fiato gelido sulle mie
labbra.
“Ti
piacerebbe...”
Replicai
io sfuggendo per la prima volta al suo incantesimo, nonostante il
rossore sulle mie guance,il bruciore sulla mia bocca, questa volta ce
la feci.
I
suoi occhi d'orati mi scrutavano attenti, le labbra ancora piegate in
un leggero sorriso, poi si accostò al mio orecchio.
“Non
immagini nemmeno quanto.”
Sussurrò
con voce suadente, facendomi provare brividi lungo tutta la schiena,
non so che cosa mi impedì di svenire tra le sue braccia in
quel
momento.
Si
allontanò godendosi chiaramente l'espressione che aveva
scatenato
sul mio volto, mi prese delicato per mano accompagnandomi alla sua
macchina e invitandomi a salire.
Il
mio orgoglio ancora reclamava per non essere riuscita a reagire
prontamente, ma il mio cuore batteva all'impazzata dalla
felicità
per quelle sue parole.
Possibile
non si fosse accorto di quanto io fossi irrimediabilmente innamorata
di lui?
In
men che non si dica arrivammo davanti a casa Cullen, nonostante ci
fossi già stata la sua imponenza mi intimoriva ogni volta.
Arrivati
davanti alla porta presi un respiro profondo per provare a calmarmi.
“Stai
bene?”
Mi
chiese Edward accorgendosene.
Io
mi limitai ad annuire, se avessi usato la voce si sarebbe accorto che
stavo mentendo spassionatamente.
“Permesso..”
Dissi
soltanto una volta oltrepassata la soglia. Mi aspettavo di vedere
Esme ad accoglierci come la scorsa volta, o Alice precipitarsi
giù
dalle scale pronta a saltarmi al collo, ma non accadde nulla,
completo
silenzio.
Mi
girai verso di lui guardandolo stranita e interrogativa.
“Non
c'è nessuno in casa.”
Disse
rispondendo a quella mia domanda silenziosa.
Deglutì.
“Ne-
nessuno?”
Ripetei
improvvisamente agitata ed imbarazzata.
“Esatto.”
Lo
sentì ridere di sottecchi. Che intenzioni aveva?
“Vieni.”
Mi
intimò poi prendendomi per mano e portandomi verso le scale.
Non
riuscii a rifiutare quel contatto e non opposi resistenza, anche se
in quel momento cominciarono a venirmi in mente i più
strambi
pensieri, da che volesse rivelarmi il suo 'vero aspetto' a che forse
volesse... tremai solo pensandola quella parola, poi non era
possibile, in fondo lui era il mio ragazzo giusto? lui mi voleva
bene, ero certa che non mi avrebbe mai fatto del male, mi fidavo di
lui.
Cominciai
così a tranquillizzarmi, a recuperare la calma.
Ad
un tratto si fermò e solo in quel momento mi resi conto di
dove ci
trovavamo.
“Questa
è camera mia Bella, tu non l'hai mai vista.”
Affermò
con quel sorriso sghembo che adoravo.
Camera
sua, camera sua.. continuavo a ripetere queste parole tra me,
eccitata e agitata nello stesso tempo. Aprì la porta, e non
potei
che rimanere sorpresa da ciò che mi si presentava davanti.
Come
in tutto il resto della casa anche la sua parete era completamente
occupata da una vetrata attraverso il quale si vedeva benissimo il
bosco, mentre l'altra alla mia sinistra, era totalmente occupata da
centinaia e centinaia di cd. In un angolo era sistemato un impianto
stereo estremamente sofisticato, uno di quelli di ultima generazione
che io avrei disfatto solo guardando.
Non
c'erano letti, ma solamente un divano in pelle nera e sul pavimento
era disteso un grande tappeto
d'orato.
“Entra
pure.”
Mi
disse Edward facendomi accorgere di essere rimasta ferma immobile
sulla soglia.
“Mettiamo
su un po' di musica ti va?”
Chiese
cortese avvicinandosi a quegli immensi scaffali pieni zeppi di
compact disc,
io
intanto mi guardavo intorno, con gli occhi sgranati, poi la sentii,
la 'nostra ' canzone.
“Claire
De Lune...”
Sussurrai
rivolgendo il mio sguardo verso di lui, lo vidi annuire e avvicinarsi
a me.
Si
accomodò sul divano invitandomi subito a sedermi al suo
fianco.
Con
la schiena era appoggiato al muro mentre le sue mani erano sistemate
dietro la nuca, anche in quella posizione così comune
risaltava la
sua bellezza.
Mi
sedetti come da lui chiesto senza esitare, ogni volta che si trattava
di stargli vicino le mie gambe si impossessavano di vita propria
camminando spontaneamente verso Edward.
“Allora
se non erro stamani mi hai detto che volevi parlarmi...”
Mi
osservò guardingo con quei suoi occhi color dell'oro.
“Be,
dimmi pure. Ora sono a tua completa disposizione.”
La
sua posizione esprimeva disinvoltura, ma nel suono della sua voce
c'era qualcosa che non andava,
come
se stesse cercando di trattenersi, di risultare tranquillo anche se
realmente non lo era.
Rendendomi
conto di ciò dedussi qualcosa che in quel momento mi
sconvolse.
“Tu...
Tu, già lo sai, non è vero?”
Domandai
incerta e impaziente.
Di
scatto si voltò verso di me, i suoi occhi pieni di stupore e
timore
nel medesimo tempo, uno sguardo che fin ora non gli avevo mai visto.
Improvvisamente
squillò il telefono facendomi sobbalzare.
Edward
scosse per un secondo la testa e rispose immediatamente.
“Pronto?”
“Edward...”
“Alice.”
La
sua voce sconvolta mi intimorì ancora di più.
Che
diamine stava accadendo?
“Tu..
chi sei?”
Chiese
Mike indietreggiando spontaneamente.
“Il
mio nome è Jean. Perdonami se ti ho spaventato il fatto
è che ho
una cosa di vitale importanza da dirti... riguarda Edward
Cullen.”
“Tu
sei.. un suo amico?”
Mike
era incerto, ma smise di allontanarsi.
“Be
diciamo che lo ero, ma adesso non mi piace molto come si sta
comportando con quella povera ragazza.”
Affermò
il nomade con falsa tristezza, guardando di sottecchi l'espressione
del ragazzo.
“Bella?
Stai parlando di lei?! Che le vuole fare quel bastardo?!”
D'istinto
Mike si riavvicinò di botto a Jean, urlando di rabbia.
Il
vampiro non si mosse, rimase completamente impassibile, il capo
basso, le sue labbra nascoste piegate in un sorriso tetro.
Poi
rialzò la testa, mostrandosi dispiaciuto.
“Già,
proprio lei. Io so per certo che lui la sta solo prendendo in giro.
La userà Mike per poi buttarla.”
Il
suo tono di voce si era fatto deciso e calcato.
Il
ragazzo era sconvolto, e la rabbia aumentava.
“Devo
andare ad avvertirla!”
Mike
fece per correre via ma fu immediatamente fermato dal nomade.
“Aspetta!
Non essere precipitoso. Probabilmente lei non ti crederebbe mai, ti
considererà solo geloso
o
invidioso. Lascia che le parli io. E' meglio per tutti, pensa solo a
portarla da me.”
Ciao
a tutti! Allora inanzi tutto vi chiedo scusa per il ritardo con cui
ho aggiornato, ma in questi giorni sono piena di cose da fare, il
tempo da trovare è difficile, infatti come potete vedere il
capitolo
non è molto lungo, ma spero tanto vi sia piaciuto, quindi mi
raccomando fatemi sapere!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Bellas!
Come hai potuto
leggere il nostro 'caro' nomade non ha delle buone intenzioni...
povera
Bella. Spero ti sia piaciuto questo capitolo nonostante non sia molto
esauriente!
*Grazie
Nessie93!
Io! Io ci sto!
Pronta a firmare, e pronta con altra legna! Hihihi! Spero ti sia
piaciuto!
*Grazie
barbyemarco!
Grazie davvero
per il sostegno, spero che possa esserti piaciuto anche questo!
*Grazie
Bibina_88!
Allora credo che
anche tu aderirai alla petizione per distruggere il nomade.. bene,
bene! Hehe! Chissà che accadrà alla nostra Bella,
mah..! In effetti
mi sta distruggendo, stancarmi è troppo poco, comunque
grazie!
Hihihi! Spero ti sia piaciuto!
Ringrazio
poi tutti voi che continuate a leggere la mia ff, spero di cuore
continuerete a farlo e che mi perdonerete se non sono in effetti
perfetti questi ultimi capitoli... Grazie ancora!
Bacioni!
P.S.
Dimenticavo di ringraziare tutti voi che avete letto e commentato la
mia one-shot Ed-Bella,
in
effetti non so se seguite anche questa ff, ma siccome mi sembra
giusto ringraziarvi ci provo! Sono felice che in molte mi abbiamo
chiesto un continuo, prometto che ci farò un pensierino!
Grazie
ancora!
|
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Capitolo 15 *** Imbroglio ***
15:
Imbroglio
Edward
riattaccò rivolgendo immediatamente il suo sguardo, ora
accigliato,
a me.
“Devo
riportarti a casa Bella. Mi dispiace.”
Lo
guardai stranita.
“Hei
ma cosa sta succedendo? Cosa ti ha detto Alice al telefono?”
Esclamai
io infastidita da quel suo atteggiamento improvvisamente misterioso.
Dopo aver sentito sua sorella al telefono il suo umore era
completamente cambiato e io volevo saperne il motivo.
Lui
però non rispose, le rivolse un occhiata fuggitiva per poi
dirigersi
verso la porta.
“Edward!
Ti ho fatto una domanda... Rispondimi!”
Mi
innervosii ulteriormente io vedendolo indifferente davanti a tale mia
richiesta.
“Non
è questo il momento.”
Pronunciando
queste parole dalla sua bocca uscì un ringhio soffocato, che
mi
provocò dei brividi lungo la schiena, ma non si
voltò, continuò a
camminare imperterrito. Fui io a corrergli incontro.
Lo
afferrai per un braccio tirandolo con tutta la forza che avevo
cercando di farlo girare verso di me,
ma
mi resi conto all'istante dell'impossibilità di tale gesto.
Edward
non solo non si mosse di un centimetro ma sembrò non
accorgersi
nemmeno di quella presa nella quale io avevo posto tutta la mia
potenza.
Mi
allontanai istintivamente e mi guardai la mano indolenzita, come se
avessi cercato di estrarre una grossa roccia incastonata nel terreno.
“Bella,
perdonami, prometto che ti spiegherò tutto.”
Ora
ne ero certa, lui sapeva benissimo cosa io sapevo.
Mi
sentivo presa in giro, umiliata, così senza attendere oltre
mi
sfogai.
“Perché
ti stai prendendo gioco di me?! Perché non mi dici
chiaramente ciò
che sei?!
Io
lo so, tu … tu sei un vampiro!”
Gridai
con tutto il fiato che avevo in gola. Strinsi forte i pugni per
esprimere la mia rabbia.
Lo
sfogo non era però servito, mi sentivo tesa e …
stupida.
Mi
pentii subito del modo in cui avevo appena espresso i 'miei
pensieri'.
Attendevo
una sua reazione, una sua replica che però non
arrivò. Rimase di
spalle, notai che tremava leggermente, provai ad avvicinarmi, volevo
vedere la sua espressione, volevo scusarmi.
Stavo
per sfiorargli la mano ma d'un tratto mi venne in mente un
particolare.
Lui
non aveva negato. Non rideva, anzi, era più che mai serio.
Edward
era davvero... un Vampiro!?
“Parleremo
poi di questo.”
Si
voltò verso di me cauto.
“Ma
ora ti prego, qui non sei al sicuro, devo portarti a casa. Fidati di
me.”
Concluse
porgendomi la mano incerto.
In
quel momento notai qualcosa di diverso nei suoi occhi, il colore. Non
erano più le mie adorate fessure color dell'oro, erano
scuri,
ombrosi, completamente vuoti e rancorosi.
Quella
sua espressione mi intimorii e istintivamente indietreggiai portando
le mie braccia dietro la schiena.
“Coraggio
andiamo.”
Si
mostrava impassibile ma il suo tono sofferente lo tradiva.
Aprì
la porta e mi invitò ad uscire, cosa che non mi feci
ripetere due
volte. Senza aspettarlo mi diressi verso la volvo che trovai
già
aperta e mi precipitai dentro sbattendo la portiera.
Per
tutto il tragitto non mi rivolse la parola e io non fui da meno. In
cinque minuti scarsi arrivammo, attesi un attimo prima di scendere,
speravo mi dicesse qualcosa.
“Mi
raccomando, non uscire di casa.”
Ecco
l'unica frase che mi rivolse. Sul mio viso comparve un sorriso amaro.
Scossi la testa, gli occhi già colmi di lacrime. Mi
precipitai
dentro casa senza nemmeno salutarlo, neanche il tempo di affacciarmi
alla finestra che l'auto era già sparita dalla strada.
“E'
stato fin troppo facile.”
Il
nomade aveva assistito a tutta la scena, e ora sorrideva soddisfatto
dalla situazione che si
era
venuta a creare.
“E'
il momento di agire.”
Le
lacrime trattenute fino a quel momento uscirono tutte insieme, mi
portai il viso tra le mani e mi lasciai scivolare fin che non toccai
il pavimento, perfino la freddezza di quest'ultimo mi
ricordò lui,
cosa
che mi fece piangere ancora di più.
Non
capivo, non riuscivo a capire.
In
quello stesso istante il campanello suonò, Alzai di scatto
il capo
che avevo tenuto poggiato alle ginocchia e con fatica mi rimisi in
piedi. Desideravo vedere oltre quella soglia solo una persona,
nessun
altro al mondo.
Ma
questo mio desiderio non fu esaudito.
“Ciao
Bella.”
Un
ragazzo, all'incirca sulla ventina d'anni, alto più di un
metro e
ottanta, dai capelli di un castano scuro raccolti in un piccolo
codino e dagli occhi color rosso, rosso sangue.
In
principio vedendolo indietreggiai spaventata, quel ragazzo aveva
qualcosa che non mi piaceva.
“Non
voglio farti del male Bella, anzi tutt'altro, io sono qui per dirti
tutta la verità, quella verità che fino ad ora ti
è stata
crudelmente negata.”
Affermò
lui rivolgendole un sorriso dolce e rassicurante.
Sapevo
che avrei fatto un errore lasciandolo entrare, sapevo che avrei
potuto ritrovarmi nei guai, ma sapevo anche che costui diceva di
sapere ciò che io volevo sapere più di qualsiasi
altra cosa al
mondo e sapevo che probabilmente nessun altro me l'avrebbe mai detta.
D'altra
parte in quegli ultimi giorni il rischio era diventato un po' un
abitudine, perché cambiare?
“D'accordo
entra.”
Dissi
soltanto facendogli un gesto con il braccio.
“Ti
ringrazio.”
Mi
fece un cenno con la testa senza togliersi quel sorriso inquietante
dalle labbra.
Capii
all'istante che anche lui non era come me,
certo
obbiettivamente era proprio bello, ma al contrario di Edward lui mi
faceva paura.
Si
accomodò sul divano in attesa che io lo raggiungessi, cosa
che feci,
la curiosità ebbe la meglio sul mio timore.
“Il
mio nome è Jean Paul. Non ho molto tempo cara, quindi
sarò rapido.”
Riprese
scrutandomi, d'un tratto mi si avvicinò accostando il suo
naso al
mio collo, lo sentì come inspirare profondamente anche se
non
percepii nemmeno un filo d'aria.
“Che
buon profumo.”
Sussurrò
al mio orecchio per poi tornare al collo e poggiare delicate le sue
labbra gelide su esso.
Brividi
mi percorsero la schiena, il panico si impossessò di me,
tutte le
migliori storie dell'orrore raccontavano di due piccoli buchini su
quella parte del corpo. Deglutì al pensiero.
Lui
rise, una risatina divertita.
“Non
temere, so controllarmi perfettamente, anche se devo ammettere che
quando mi lascio andare
non
scherzo... Un po' mi è dispiaciuto di aver diffuso il
terrore in
quella città, come si chiama...”
“Seattle...”
Lo
anticipai parlando a bassa voce. Sul mio viso un espressione
sconvolta.
“Ah
già, giusto giusto.. Ti ringrazio.”
Possibile
che riuscisse a parlare con tale leggerezza della morte di povere
persone innocenti?
Subito
dopo mi venne in mente un pensiero che mi fece tremare d'istinto.
'Anche
Edward … anche lui...?'
No,
io sapevo che era diverso, non dovevo farmi condizionare, ancora non
sapevo nulla, e non avrei tratto conclusioni affrettate fin che non
sarebbe stato lui stesso a darmi spiegazioni. Mi venne un leggero
giramento di testa che passò in pochi secondi, ma non me ne
preoccupai.
Ora
l'unica cosa che avevo da temere era questo … questo...
Vampiro, di
nome Jean Paul.
“Alice!
Eccomi! Dov'è? Dove si trovano?”
Edward
era inferocito, i suoi occhi sempre più scuri la sua voce
sempre più
roca.
Prima
che lei potesse rispondergli il suo sguardo lo vide e senza pensarci
scattò verso di lui,
Jasper
prontamente lo trattenne prima che potesse commettere una sciocchezza
in pieno giorno
di
fronte a decine di persone.
“Lasciami!
Lasciami Jazz! E' morto, è morto!”
Esclamò
Edward con tono di voce basso ma del tutto fuori controllo.
Mike
si trovava a pochi metri di distanza da loro, seduto su una panchina,
come in attesa di qualcuno.
“Non
fare scemenze Ed! Vuoi forse far correre un rischio del genere a
Carlisle? Alla tua famiglia?”
Cercò
di dissuaderlo il fratello che oramai lo tratteneva a fatica.
Quelle
parole centrarono l'obbiettivo. Edward cercò immediatamente
di
recuperare la calma, ma i suoi occhi di certo esprimevano il
contrario.
“Allora,
come agiamo?”
Chiese
rivolgendosi a Alice che in quel momento aveva un espressione
confusa.
“Alice?
Che ti prende?”
Il
suo tono di voce era ora preoccupato, quando la sorella guardava a
quel modo nel vuoto non voleva dire nulla di buono.
“La
visione sta... sta cambiando...”
Sussurrò
lei. Jasper le si fece più vicino e con un braccio la cinse
affettuoso.
“Amore
che succede? Cosa vedi?”
“Alice!”
La
intimò Edward meno delicato, ricevendo in tutta risposta
un'occhiata
contrariata di suo fratello.
“E'
un imbroglio! E' tutto un imbroglio!”
Esclamò
poi piena di terrore.
I
tre fratelli si guardarono negli occhi sconvolti poi senza perdere
tempo si precipitarono in auto e corsero indietro.
Arrivarono
in pochi minuti davanti a casa Swan e senza esitare entrarono
spalancando la porta.
“Tu!
Bastardo!”
Edward
non appena vide il nomade comodamente seduto sul divano gli si
scagliò contro, ancora una volta fermato in tempo da Jasper.
“Lasciami
andare! Perché cazzo mi fermi?!”
urlò
rabbioso ringhiando.
“Ed!
Bella...”
Disse
soltanto guardandosi attorno.
Solo
in quel momento si accorse anche lui che la sua adorata non c'era.
“Dov'è?
Dove l'hai portata?!”
Lo
strattonò prendendolo per il colletto della maglia.
“Mi
dispiace mio caro. E' troppo tardi.”
Sul
volto un sorrisetto maligno che esprimeva tutta la sua soddisfazione.
Edward
sgranò gli occhi oscurati e spontaneamente lasciò
Jean Paul che
prontamente si allontanò da lui.
“Che
cosa le hai fatto?”
Ed
ringhiò con tutta la sua forza mostrando i denti, il suo
corpo in
preda ai tremori per la rabbia.
Jasper
gli era al fianco, mentre Alice si sforzava di ' vedere'.
“L'unica
cosa che potevo fare per farle del male.”
Affermò
lui convinto guardandolo con sfida.
Edward
non ci vide più gli si lanciò addosso
scaraventandolo a terra.
“Sei
un figlio di puttana! Bella non doveva ricordare della nostra storia!
Non
doveva ricordare che già ci conoscevamo ...”
“No Edward! Non parlare!”
Cercò
di bloccarlo Alice ma senza riuscirci.
“Che
ci amavamo!”
Dicendo
ciò fece per tirare un poderoso pugno sul viso, ma nello
stesso
istante si sentì un rumore di vetri frantumati e un botto
sordo.
“Bella!”
Edward
si precipitò verso di lei accasciata a terra con la testa
tra le
mani.
“Oh
mio dio! Bella!”
Furono
raggiunti da Alice e Jazz.
Bella
intanto era in preda al dolore, fitte intense le colpivano la testa,
i ricordi stavano ormai tornando.
“Pensavi
davvero che ti avrei tolto tale onore mio caro Edward?”
Scoppiò
in una fragorosa risata.
“Povera...
era solo andata a prendere un oggetto regalatele dal suo ex ragazzo
Mike da dare a me per far si che glielo riportassi ...”
Continuò
a ridere soddisfatto.
“E'
stato tutto talmente facile! Usare quell'umano è stato
semplice
almeno quanto imbrogliare le visione di questa piccola veggente...
Sei
stato tu a fare tutto. Tu le hai fatto ricordare e sempre tu l'hai
ridotta in questo stato.
Dovevi
sapere cosa si prova!”
Per
un secondo l'espressione maligna fu sostituita da una sofferente.
Nuovamente
Edward fece per precipitarglisi addosso ma fu preso per le braccia
dai suoi fratelli.
“Ed
non c'è tempo ora! Dobbiamo portarla subito da
Carlisle!”
Esclamò
Alice cercando di farlo ragionare sentendo le urla sempre
più deboli
e straziate della ragazza.
Il
nomade approfittò di quella distrazione per scappare.
“Non
temere. Ci rivedremo!”
Rapidamente
uscì ancora ridendo.
Lui
non ci pensò due volte e seguì il consiglio della
sorella, prese
tra le braccia il corpo ormai privo di sensi della sua amata.
“Edward
io resto qui, qualcuno deve avvisare Charlie.”
Affermò
Alice con tono deciso ma con sguardo colpevole.
“Non
è colpa tua.”
Disse
lui capendo il suo stato d'animo.
“E'
solo mia.”
Detto
ciò si precipitò fuori seguito da Jasper che
prima diede un bacio
alla sua compagna per rassicurarla.
“Non
temere amore, ti
salverò.”
Ben
trovati a tutti! Siamo così arrivati al quindicesimo
capitolo e mi
duole dirvi uno degli ultimi.
(Devo
ammettere che mi dispiace.. sigh! )
Spero
tanto possa essere stato di vostro gradimento, in questo ci ho messo
un po' più d'impegno, per cui non dovrebbe essere venuto
male dai,
comunque naturalmente aspetto le vostre opinioni in merito, che mi fa
sempre un gran piacere leggere!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Bellas!
E infatti avevi indovinato riguardo il nomade... Però ti
posso dire
che una motivazione ce l'ha..! Spero ti sia piaciuto!
*Grazie
barbyemarco! Sono felice che ti piaccia
la mia ff.. grazie! Spero ti sia piaciuto
anche questo capitolo come gli altri! E già il tempo
è tiranno come
si suol dire! Io gli esami gli ho dati l'anno scorso per cui ti
capisco perfettamente il panico in questi giorni mi aveva
già
completamente sopraffatto, solo al ricordo mi viene ancora l'ansia...
Ti
faccio un grosso in bocca al lupo!
*Grazie
Nessie93!
In verità Alice era stata imbrogliata per l'appunto dal
nostro
'amicone' nomade,
comunque
poi spiegherò meglio.. hehe! Spero possa esserti piaciuto!
Comunque
ragazze volevo davvero ringraziarvi perché non mi fate mai
mancare
una vostra recensione e ne sono davvero onorata! GRAZIE!
Ringrazio
poi tutti voi che continuate a seguirmi con tanta assiduità,
spero
continuerete a farlo!
Bacioniiiii!
|
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Capitolo 16 *** Vendette e Sofferenze. ***
Ciao
a tutti! Inanzi tutto vi chiedo scusa se aggiorno solo ora dopo tanto
tempo, ma ad essere sincera non riuscivo più a continuare
questo
capitolo, l'ho scritto e riscritto più volte e questo
è quello che
alla fine è venuto fuori... Spero che non vi
deluderà..
Buona
lettura!
16:
Vendette e Sofferenze.
Arrivarono
a casa Cullen in pochi minuti, Edward non aveva lasciato la sua Bella
nemmeno per un istante, lasciando guidare suo fratello continuando a
intimargli di andare più veloce.
“Carlisle!
Carlisle presto!”
Non
esitò ad urlare non appena oltrepassata la soglia.
Il
dottore era già pronto a riceverli.
“Presto
portala nel mio studio figliolo.”
Delicatamente
la poggiarono sul lettino.
“Il
suo battito è molto debole.... Da quanto tempo è
priva di sensi?”
chiese
ai suoi figli mentre attento le metteva una flebo.
“Pochi
minuti. Ce le farà Carlisle? Ti prego dimmi che ce la
farà!!”
urlò
Edward sconvolto ma con rabbia nello stesso tempo.
Il
dottore si voltò verso di lui, sul volto uno sguardo
rassegnato.
“Farò
di tutto per salvare Bella, ma non posso farlo qui, devo portarla in
ospedale...
A
casa non posso provvedere ad una persona in stato.. comatoso.”
Ed
indietreggiò non appena sentite quelle parole, i suoi occhi
si
fecero ancora più scuri, la sua ira stava per esplodere.
Senza
pensarci ringhiando rumorosamente uscii di casa.
“Ti
troverò Jean Paul!”
Gridò
mentre correva più veloce della luce per i boschi, sentiva
chiaramente il suo odore, come se il nomade lo avesse lasciato
appositamente per farsi trovare da lui.
Percorse
diversi chilometri quando una volta arrivato alla riva del fiume lo
vide, era li davanti a Edward a cibarsi di un cervo come se niente
fosse.
“Finalmente
sei arrivato.”
affermò
costui girandosi lentamente mentre con un braccio si puliva la bocca
dal sangue dell'animale.
Il
vampiro senza pensarci gli si buttò addosso atterrandolo
dapprima,
ma questo rapido si rialzò posizionandosi su un albero
divertito.
“Che
c'è vampiro dei miei stivali? Stai soffrendo?!”
Lo
provocò il nomade con un ghigno perfido sul volto.
Edward
immediatamente lo raggiunse, si colpirono a vicenda cadendo a terra
con un tonfo sordo, ma non persero tempo e continuarono a sfidarsi.
Per quanto potesse essere più esile di Ed, Jean Paul aveva
una forza
non indifferente, inoltre si era appena cibato e ciò lo
rendeva più
energico, quindi in vantaggio rispetto a lui.
Ormai
entrambi erano fuori controllo e il nomade sembrava avere la meglio,
li porse le mani attorno al collo paralizzandogli tutto il resto del
corpo, Edward si trovava in difficoltà, la debolezza
cominciava a
farsi sentire.
“Hei
fratello! Bisogno di aiuto?”
Emmett
con un calcio ben assestato fece capitolare a terra Jean Paul
liberando Ed dalla sua presa, che quindi fu libero di alzarsi.
“Grazie
Em!”
Lo
ringraziò con un sorrisetto sofferente.
“Pensa
a cibarti! Intanto lo intrattengo io!”
Esclamò
l'orso divertito e carico.
Edward
non perse tempo, per la prima volta si sentiva davvero debole,
saltò
addosso al primo cervo che vide e poi un altro, dopo di che
più
rapido che mai tornò indietro dal fratello che senza la
minima
fatica rispondeva ai colpi del nomade.
“Bene
Emmett, ora ci penso io!”
Senza
attendere conferma gli si precipitò contro e questa volta fu
lui a
bloccarlo a terra senza dargli possibilità di fuga.
“Stai
pronto a morire!”
Esclamò
Edward ringhiando inferocito e fuori controllo, il fratello gli si
avvicinò per cercare di dissuaderlo ma non gliene diede
possibilità,
era talmente furioso che avrebbe attaccato chiunque.
“Credi
che io abbia paura della morte?”
disse
Jean Paul con voce rauca e soffocata.
“Be
ti sbagli caro vampiro, non aspetto altro da più di
ottant'anni
ormai, da quando tu mi hai trasformato!”
Edward
istintivamente lasciò il nomade indietreggiando, in viso
un'espressione sconvolta.
“Fratello..
ma.. che vuole dire?”
domandò
Emmett altrettanto turbato da quelle parole.
Jean
Paul ormai privo di forze cercò di trascinarsi
più lontano
portandosi una mano al collo indolenzito.
“Certo..
ora fai quella faccia, ma quando mi hai aggredito e poi lasciato li a
soffrire come un cane non sembravi tanto pentito!”
Continuò
urlando al meglio che poteva.
“In
quel periodo accadevano dei fatti strani in città, di diceva
che ci
fosse un vendicatore che puniva tutti i criminali e gli uomini non
meritevoli di vivere... In molti ne erano contenti, si sentivano
più
sicuri per le strade anche la sera tarda, ed è stato proprio
in una
di quelle sere che tutto è accaduto...”
Si
interruppe per un momento portandosi una mano davanti al viso, se
avesse potuto avrebbe sicuramente pianto.
“Camminavo
felice, quel giorno avevo preso la decisione di chiedere in sposa la
mia amata, le avevo comprato un anello, non era nulla di speciale, ma
lei era così semplice che ero certo le sarebbe piaciuto.
All'improvviso in un vicolo buio e isolato sentì provenire
delle
urla disperate, urla di una ragazza, mi feci coraggio e corsi a
vedere che succedeva, un uomo, probabilmente ubriaco stava cercando
di violentarla, decisi di intervenire non potevo far finta di nulla e
alla fine riuscì a cacciarlo procurandomi qualche livido, la
donna
nel frattempo era svenuta e anche io sentendomi debole le caddi
addosso, nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che mi sentii
scaraventare a terra e subito dopo l'unica cosa che ricordo
è un
dolore atroce al polso, delle urla... Quando mi risvegliai ero
così.”
I
suoi occhi erano pieni di rancore e di sofferenza, guardava fisso
Edward, incredulo di fronte a tale racconto.
“Quello
che mi ha fatto questo sei tu! In quel momento stavano
passando
delle persone e convinto di aver finito ormai il tuo 'nutrimento' mi
buttasti sotto i sacchi della spazzatura nascondendomi, nonostante
la sofferenza mi stesse uccidendo per mia sfortuna non persi subito i
sensi e ti vidi chiaramente scappare, scomparire nella notte.
Perché?!
Perché mi hai fatto questo? Perché non hai usato
i tuoi
stramaledetti poteri per leggere la mia innocenza!?!”
Gridò
con tutta la voce che aveva in gola nonostante il collo indolenzito.
“Io...”
Edward
era senza parole, non riusciva a credere di aver commesso uno sbaglio
simile.
“Ed...”
Emmett
li si avvicinò posandogli una mano sulla spalla che
però scansò
nettamente, gli occhi persi nel vuoto, si portò una mano sul
viso
sofferente.
“Ti
senti in colpa Mostro? E' ciò che volevo! E non solo questo,
tu devi
provare che significa perdere la donna che ami per mano
tua...”
Continuò
rabbioso Jean Paul.
“Esattamente
come è accaduto a me!”
Edward
alzò di scatto il capo confuso.
Lei...
mi attendeva preoccupata... io tornai a casa tre sere dopo
inconsapevole di ciò che mi era accaduto, sentivo uno strano
desiderio dentro e non appena la vidi capii che cosa era...
Avevo
fame. Katlin mi abbracciò felice e io... io...
Non
ti perdonerò mai!!”
Senza
pensarci preso dall'odio il nomade gli saltò addosso
atterrandolo
senza fatica, Ed era completamente paralizzato e per quanto ci
provasse non riusciva più a reagire contro quell'uomo, anzi
ora
aveva la convinzione che toccasse a lui morire, toccasse a lui pagare
per quell'errore fatto tanti anni prima. Ma le cose andarono
diversamente.
Il
nomade lo lasciò prima che Emmett potesse intervenire,
indietreggiò
e guardando Edward pronunciò queste parole:
“Non
finirà in questo modo, non avrai la soddisfazione di essere
ucciso,
tu devi soffrire ancora. Provvedete voi al resto per favore.”
Così
dicendo Jean Paul si portò entrambe le mani al collo e
usando le
ultime forze rimastegli si girò la testa rompendosi l'osso e
cadendo
immediatamente pesantemente in terra.
Edward
non si mosse da dove era, rimase fermo immobile, fu Emmett a
provvedere a tutto, prese il corpo e lo portò nell'altra
riva dove
più inoltrato possibile concluse 'la questione'.
“Oh
Bella! Sei sveglia!”
Esclamò
Alice accanto alla ragazza che lentamente stava riaprendo gli occhi.
“A-
Alice...”
Sussurrò
con voce rauca e debole.
“Non
temere è tutto finito. Vado a chiamare tuo padre.”
Le
disse carezzandole dolcemente i capelli.
“Bella!”
Poco
dopo ecco la voce di Charlie irrompere nella stanza e correrle
incontro.
Lei
riaprii gli occhi che aveva nuovamente chiuso per la debolezza.
“Papà...
va tutto bene..”
li
disse per rassicurarlo. Sapeva quanto lui e la mamma si
preoccupassero.
“No
invece! Non va bene per nulla, tu sei qui!”
Strillò
lui facendole presente che si trovava in ospedale.
“E'
stata colpa mia, non ho provveduto a cambiarti le gomme di quel
maledetto pick up, dovevo immaginare che con questa pioggia sarebbero
slittate facendoti andare fuori strada!”
Continuò
poi con tono disperato e colpevole mentre le teneva la mano.
Bella
guardò alle sue spalle dove Alice le faceva con la mano
segno che le
avrebbe spiegato dopo.
“Tranquillo
papà. Dovevo stare più attenta.”
Disse
allora capendo al volo.
Charlie
si limitò ad annuire ancora preoccupato.
“Vado
a chiamare il dottore!”
Esclamò
poi uscendo dalla stanza dopo averle dato un tenero bacio sulla
fronte.
La
ragazza subito si voltò verso la vampira.
“Ma
si può.. sapere che cosa è successo? L'ultima
cosa che ricordo è
Edward che mi doveva parlare ...”
Chiese
confusa.
“Ah
si... vedi..”
Cominciò
Alice con la convinzione che Bella si riferisse a ciò
accaduto poche
ore prima, d'un tratto però si accorse di un particolare;
senza
pensarci le era stata accanto fino al suo risveglio non badando al
fatto che probabilmente quando avrebbe riaperto gli occhi non si
sarebbe ricordata di lei come amica, ma di Alice Cullen come semplice
conoscente e compagna di scuola, invece Bella le parlava del tutto
normalmente...
“Voi
vampiri fate proprio una vita movimentata... Sono felice che
nonostante non abbiamo avuto molto tempo per conoscerti tu sia qui al
mio fianco. D'altra parte me lo avevi detto che 'saremmo diventate
grandi amiche', no?”
Esclamò
la ragazza con un sorriso sulle labbra girando la testa a fatica.
Queste
furono le parole che diedero alla vampira la conferma a ciò
che
stava pensando, Bella aveva recuperato la memoria passata.
“Oh
Isabella!”
Alice
le portò le braccia al collo entusiasta..
“Aio..
Alice mi stritoli...”
Esclamò
Bella dolorante.
“Oh
scusami!”
Rispose
lei mostrando il suo sorriso radioso e splendente.
“Senti...”
cominciò
la ragazza.
“Lui...
dov'è?”
Il
viso della vampira si fece serio al pensiero di ciò che,
sapeva
bene, era accaduto poco prima.
In
quel momento entrarono in stanza Charlie con al seguito il dottor
Cullen e l'infermiera.
“Alice
dobbiamo visitarla.”
Le
disse il padre sorridendole amorevolmente, lei si limitò ad
annuire,
salutò Bella con un cenno della mano ed uscì.
“Amore!”
Jasper
la chiamò correndole incontro insieme a Emmett e a Rose.
“Allora?”
Chiese lei rivolgendosi al fratello orso.
“Ha
detto che doveva riflettere... nient'altro.”
Le
rispose lui scuotendo la testa.
“Già...
lo vedo seduto nel bosco.”
Disse
lei.
“Meglio
lasciarlo solo per il momento.”
intervenne
Jazz posandole una mano sulla spalla.
Jean
Paul era morto, ma prima aveva rivelato una cruda verità,
verità
che aveva completamente soggiogato Edward facendolo morire dentro
come da tanto non accadeva.
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
Nessie93! Come hai potuto leggere la nostra Bella non è
diventata
una vampira, fortunatamente si è salvata... nel prossimo
capitolo
darò tutte le spiegazioni! Spero ti sia piaciuto!
*Grazie
Confusina_94! Ecco a te anche se in super ritardo un nuovo capitolo,
sperando che possa esserti piaciuto!
*Grazie
barbyemarco! Anche a me dispiace che presto finirà... nel
frattempo
spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete la mia ff, spero continuerete a farlo e che
mi farete sapere che ne pensate!
Bacioni!
Alla
prossima!
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Capitolo 17 *** Un Passato recuperato. Un Presente da Vivere! ***
17: Un
Passato recuperato. Un Presente da Vivere!
Per
tre lunghi giorni fui costretta a rimanere in ospedale, giorni in cui
Edward non si fece vedere neppure una volta. Avevo chiesto a Alice
notizie ma non mi dava mai risposte complete rimanendo sempre sul
vago, e comunque non vedevo nemmeno lei da ventiquattro ore ormai,
persino il dottor Cullen era sparito, da un giorno all'altro mi si
era presentato un altro medico senza che mi dessero nessuna
spiegazione in merito.
Avevo
detto milioni di volte ai dottori che mi sentivo benissimo e di voler
ritornare a casa mia, ma non mi davano ascolto, erano straniti dal
fatto che dopo il coma il mio cervello fosse tornato completamente
normale senza lasciar segni di anomalie o lesioni, dopo lo stato di
gravità in cui ero caduta. Certo ne ero stupita anche io, ma
ormai
mi avevano sottoposta a miliardi di esami e ognuno di questi
risultava perfetto, così alla fine, dopo mie infinite
richieste e
suppliche, acconsentirono a farmi tornare a casa, dove però
avrei
dovuto riposare, riposare e ancora riposare.
“Mi
raccomando signorina Swan, se dovesse avvertire anche un lieve mal di
testa non esiti a venire in ospedale, d'accordo? Ah e mi raccomando
si...”
“Riposi!”
Lo
anticipai io.
“Stia
tranquillo dottor Stuart.”
Lo
rassicurai poi con tono tranquillo ma scocciato nello steso tempo.
Nel
tragitto verso casa Charlie non mi staccò gli occhi di dosso
nemmeno
un secondo chiedendomi come stessi ad ogni mio movimento, e ad ogni
mio respiro un po' più profondo...
“Papà!
Stavo sbadigliando!”
Lo
rimproverai io dopo l'ennesima preoccupazione, sarebbe stata la sua
apprensione a farmi star male in quei giorni, già lo sapevo!
Non
appena nel vialetto scese subito dalla macchina aprendomi la portiera
e porgendomi un braccio per aiutarmi a scendere tenendomi fino alla
soglia, prima di entrare mi guardai istintivamente un attimo alle
spalle con un'unica speranza, quella di vedere lui osservarmi in
lontananza, o semplicemente di sentire la sua presenza, ma la mia
illusione scomparve subito. Edward non era li.
Quella
sera non mangiai molto, mio padre cercò di farmi un po' di
brodo e
per non offenderlo ne ingurgitai un po' ma non riuscii a finirlo, non
solo perché era praticamente immangiabile, ma anche
perché la
stanchezza stava avendo la meglio, quelle notti in ospedale non avevo
chiuso occhio invasa da mille pensieri e ora il mio corpo e la mia
mente lo richiedevano.
Prima
di andare a dormire fortunatamente convinsi Charlie ad andare pure a
lavorare il giorno seguente senza badare a me, gli dissi che avevo
chiamato Alice e che sarebbe venuta lei a farmi compagnia, una cosa
che avevo notato era che ultimamente le bugie mi riuscivano meglio di
prima.
Figuriamoci
se avrei avuto il coraggio di chiamare casa Cullen, non che non ci
provai almeno per una ventina di volte ma le mie dita si
paralizzavano sulla tastiera del telefono, impedendomi di comporre il
numero, poco importava comunque, ormai avevo deciso, sarei andata io
da loro.
“Quindi
è tornata a casa?”
Domandò
Esme al marito appena tornato dal suo turno di lavoro.
“Esatto
tesoro, ho controllato io stesso i suoi esami più volte, sta
benone.
Fortunatamente il suo male è svanito con.. la morte di Jean
Paul e
così anche il suo potere su di lei...”
Le
rispose lui sedendole accanto.
“Ma
scusate... Quindi Bella ha recuperato la memoria che il nomade le
aveva cancellato e viceversa ha dimenticato quella di quest'ultimo
anno?”
Chiese
confuso Emmett riferendosi al padre.
“Esattamente.”
Gli
rispose tranquillo lui sorridendo.
“Allora
un'altra cosa non mi è chiara...”
Continuò
l'orso di casa con espressione basita mentre la sua amata Rose li
carezzava dolcemente i suoi riccioli scuri.
“Come
lei anche a tutti gli altri che avevano subito il suo potere
è
successa la stessa cosa, giusto?”
Domandò
gesticolando con le mani.
Il
dottore si lasciò andare in una risata divertita seguito
dalla
moglie.
“No
Emmett. Vedi per loro è stato facile sostituire i ricordi
cancellati
con ricordi del tutto nuovi, non avevano particolari legami con noi,
è stata una precauzione che ha voluto prendere tuo fratello,
altrimenti sarebbero stati i suoi amici a farle ricordare qualcosa.
Mentre per Bella è diverso, lei non solo conosceva alla
perfezione
il nostro segreto e aveva un legame con noi, ma provava anche dei
sentimenti, sentimenti forti e sinceri verso Edward, per sostituire
ciò avrebbe dovuto provare nuovamente quelle stesse
sensazioni, cosa
che non è accaduta se non con lo stesso Edward anche se non
in modo
completo, Jean Paul è intervenuto prima....”
“Uff..
ragazzi che confusione...”
Esclamò
Em grattandosi la testa con un dito.
“Forza
scimmione mio... non è difficile..”
Intervenne
Rosalie un po' incoraggiandolo e un po' prendendolo in giro.
Risero
insieme per qualche attimo poi i loro pensieri tornarono a Edward.
“Alice
è da lui?”
Domandò
Carlisle cercando di trattenere la sua preoccupazione.
“Si.
Anche Jazz..”
Gli
rispose Esme.
“O
amore si riprenderà non è vero?!”
Chiese
poggiando la sua testa al petto di lui esasperata.
Lui
la strinse forte a se.
“Certo
mia cara. Vedrai che riuscirà a superare anche
questa.”
Quella
notte come era prevedibile lo sognai, sperai che non fosse un gioco
del mio inconscio, sperai che si trovasse li, davanti a me per
davvero, ma ancora una volta la delusione ebbe la meglio.
Mi
mancava, mi mancava da morire, mi sentivo come se non lo vedessi da
tanto di quel tempo...
mi
sembrava di impazzire, avevo bisogno di vederlo.
Guardai
distrattamente la sveglia, erano le sei, tra poco mio padre sarebbe
uscito, allora mi sarei alzata e sarei andata immediatamente da lui,
senza attendere oltre.
D'improvviso
la porta della camera si aprì lentamente, chiusi gli occhi
facendo
finta di dormire, sentì le labbra morbide e baffute di
papà
baciarmi la fronte, poi non appena la sentì richiudersi mi
alzai
dirigendomi verso la finestra, aspettai che partisse, dopo di che un
po' a fatica mi preparai.
Non
ero ancora al massimo delle mie forze, ma sapevo che tanto non lo
sarei stata fino a che non avrei visto ancora il sorriso sghembo del
mio vampiro preferito, fino a che non avrei toccato nuovamente quella
sua pelle marmorea, fino a che non avrei sentito il mio battito
accelerare per la sua vicinanza, fino a che le sue labbra gelide non
avrebbero sfiorato ancora una volta le mie.
Non
so esattamente cosa indossai ma poco mi importava, volevo arrivare il
prima possibile.
Mi
infilai le scarpe e prima di uscire presi dal mobile le chiavi del
mio pick up, mi fece una strana sensazione prenderle in mano, mi
sembrava di non guidare da un eternità!
Aprii
subito la porta, feci per richiuderla alla mie spalle ma mi bloccai
non appena la vidi.
Alice
era li, in piedi di fronte a me, i suoi occhi spenti come non gli
avevo mai visto, sul suo volto era chiara un'espressione di
sofferenza.
“Ti
porterò io da lui Bella. Edward ha estremo bisogno di te in
questo
momento.”
Sul
vialetto notai parcheggiata la Mercedes dai finestrini oscurati del
dottor Cullen, e solo in quel momento mi resi conto che, come
accadeva raramente a Forks, il sole stava uscendo allo scoperto
liberandosi per qualche istante dallo strato di nubi che sempre lo
imprigionavano.
Senza
fare domande, se pur sorpresa, seguii Alice in macchina e mi feci
portare dove solo lei sapeva stavamo andando. Imboccammo la stradale,
non eravamo diretti a casa Cullen, per cui cominciai seriamente a
provare un senso di paura mista a preoccupazione, cos'era accaduto a
Edward?
Improvvisamente
ci fermammo, parcheggiò sullo sterrato sul ciglio della
strada,
nemmeno sapevo se fosse consentito lasciarla li, ma poco mi
importava.
Davanti
a me si estendevano immensi e numerosi alberi bloccando la mia vista
che si soffermava al loro intenso fogliame.
“Dobbiamo
andare per di qui.”
Mi
informò Alice indicando con lo sguardo l'interno di quella
boscaglia.
La
guardai interrogativa, se fossi entrata li dentro come minimo ne
sarei uscita con una gamba rotta, ogni minima radice sporgente poteva
essere mortale per la sottoscritta!
“Non
temere, ovviamente ti porterò io. Non abbiamo tempo da
perdere.”
Affermò
anticipando ogni mio timore.
“Sali.”
Mi
intimò poi piegandosi leggermente in avanti e porgendomi al
sua
delicata schiena.
In
verità lo avevo già fatto con Edward, ma con lui
era diverso,
nonostante fossi a conoscenza della loro straordinaria forza la
vedevo troppo esile ed esitai per paura di farle male.
Non
feci però in tempo a cambiare idea che Alice
inaspettatamente mi
prese per un braccio e con un movimento rapido mi posizionò
sul suo
corpo massiccio cominciando all'istante a correre, o per meglio dire,
volare!
“Reggiti!”
Esclamò
poi sentendo la mia presa troppo leggera, non me lo feci ripetere due
volte, certo era la seconda volta per me ma ricordando il senso di
nausea provata alla prima non ne ero molto contenta, così
alla fine
decisi di non commettere lo stesso errore e subito chiusi stretti gli
occhi e nascosi il mio viso tra il suo collo e la sua spalla,
lasciandomi frustare dall'aria che violenta mi colpiva la schiena.
Improvvisamente
tutto finì, quando sollevai il capo eravamo ferme, Alice mi
aiutò a
scendere, subito mi guardai intorno nella speranza di vederlo, ma non
c'era nessuno.
“Non
è qui Bella.”
Mi
informò guardandomi triste cercando di sorridere.
“Da
qui in poi devi proseguire da sola. Se solo mi avvicinassi di qualche
altro metro Edward sarà in grado id leggere i miei pensieri
e così
saprebbe che ti sto portando da lui approfittandone per scappare
più
lontano.”
Abbassò
lo sguardo nel pronunciare quelle parole, poi lo rialzò
rivolgendolo
a me.
“Tu
.. sei l'ultima speranza, ti prego, fallo ragionare.”
Mi
disse poi poggiandomi entrambe le mani sulle spalle, i suoi occhi
supplichevoli e colmi di sofferenza.
Io
non capivo, mi sentivo confusa, ma mi ritrovai istintivamente ad
annuire decisa.
Allora
lei sorrise, forse più sollevata.
“Bene..
allora adesso devi proseguire sempre dritta senza mai voltare, tra
pochi metri troverai poi uno spiazzo tondo, libero dagli alberi, li
troverai Edward.”
Riprese
lei indicandomi il sentiero da seguire.
“D'accordo.”
Le
dissi semplicemente io un po' spaventata ma comunque vogliosa di
rivederlo il prima possibile.
Cominciai
a camminare dirigendomi dalla parte da lei indicata.
“Bella.”
Mi
fermò chiamandomi, io mi girai interrogativa.
“Grazie.”
Mi
sorrise dolcemente, dopo di che sparì nel nulla, esattamente
come
eravamo arrivate.
Camminai
avanzando sempre dritto, proprio come mi era stato detto e quando
ormai cominciavo a pensare di esser stata capace di perdermi notai a
pochi passi da me uno spiazzo aperto più luminoso,
circondato da
alberi che ne lasciavano però libero il cielo, facendo
penetrare a
pieno la luce del sole.
Mi
fermai per un istante, provavo timore anche se non sapevo neppure io
per cosa, ormai c'ero e se Edward davvero si trovava li mi aveva
già
sentita arrivare.
Con
un ultimo passo entrai in quella radura, vederla da vicino mi
lasciò
senza parole, era davvero straordinaria, il terreno ricoperto da
soffice erba color verde acceso tra i quali fili risaltavano colorati
fiorellini e intorno ai quali svolazzavano farfalle altrettanto
colorate, era l'unica parte di quel bosco buoi e tetro ad essere
'viva'.
“Cosa
ci fai qui?”
Una
voce fredda e rauca mi risvegliò dai miei pensieri facendomi
sobbalzare.
Mi
guardai in giro ma in principio non vidi nessuno, allora alzai il mio
sguardo verso l'alto e finalmente eccolo, il mio Edward, accovacciato
su un albero con la schiena poggiata ad un tronco.
Non
appena i miei occhi incrociarono i suoi si riempirono di lacrime,
lacrime che cominciarono a solcarmi le guance sfuggendo al mio
controllo.
Alla
loro vista il viso di Edward cambiò radicalmente e i suoi
lineamenti
tornarono all'istante morbidi e delicati, facendo cadere la maschera
tenuta fino a quel momento.
Rapidamente
saltò a terra con un'abilità che mi sorprendeva
ogni volta e si
posizionò a pochi passi da me, fece per allungare una mano
verso la
mia guancia ma d'improvviso si bloccò ritraendola veloce.
“Edward!”
Esclamai
allora io correndogli incontro desiderosa di abbracciarlo forte, ma
quando credetti di averlo finalmente tra le mie braccia mi resi conto
che lui si era spostato finendo a più di un metro di
distanza da me
e alla piena luce del sole.
Spalancai
gli occhi dalla sorpresa e incredula gli accigliai.
Edward
era uno spettacolo meraviglioso, la sua pelle risplendeva come
formata da tanti piccoli diamanti incastonati in essa, mostrando un
qualcosa di incredibile.
Ora
capivo il perché non si mostrassero al sole, lui mi aveva
promesso
più volte che prima poi mi avrebbe resa partecipe anche di
quel lato
della sua natura, ed eccolo ora, li di fronte a me, più
bello che
mai. Cercai però di non farmi distrarre, ora era
più importante
sapere che gli stava accadendo.
“Che-
che succede?”
Gli
chiesi spontaneamente mentre mi sentivo come paralizzata sul posto.
Lui
si girò dandomi le spalle, vedevo chiaramente il suo corpo
percosso
da tremori.
“Devi
andartene, tu devi cercare qualcuno che possa essere alla tua
altezza, tu.. ti meriti il principe azzurro, mentre io... io sono
solo un mostro senz'anima!”
Urlò
dando un violento pugno ad un albero che subito sul suo tronco
mostrò
una crepa profonda.
Mi
portai le mani davanti alla bocca allibita da quelle parole, poi
senza pensarci un momento di più mi lanciai verso di lui
cingendolo
stretto alla vita e poggiando la mia testa sulla sua marmorea a
gelida schiena.
Lo
sentì sobbalzare sorpreso di quella mia reazione, lo vidi
scuotere
il capo e probabilmente stava per dirmi qualcosa di spiacevole ma non
glielo permisi anticipandolo.
“Non
ho intenzione di andarmene, quindi sappi che qualsiasi cosa tu abbia
intenzione di dirmi non sarà sufficiente a convincermi,
perché io
voglio rimanere qui con te!”
Esclamai
tra i singhiozzi mentre la mia stretta si faceva più ferrea,
sapevo
che con un piccolissimo sforzo sarebbe riuscito a scansarmi ma
speravo non lo facesse, avevo bisogno di quel contatto.
“Tu
non capisci...”
Cominciò
con voce strozzata portandosi una mano davanti agli occhi come in
segno di disperazione.
“Io..
io ho quasi ucciso una persona innocente, condannandola poi ad
un'esistenza maledetta!
Sono
solo un mostro, io non merito amore, io non...”
“Basta!!”
Lo
interruppi io gridando. Mi portai di fronte a lui, gli occhi colmi di
lacrime, lentamente trascinai una mia mano verso il suo viso reso
scuro dalla rabbia ma pur sempre luminoso e bello, e lo carezzai
dolcemente.
“Tu-tu
non sei un mostro...Edward, ognuno di noi, essere umano o no, in
passato ha commesso degli errori... Perché non riesci a
capire che
in quella situazione tu stesso eri la vittima?! Perché
continui a
considerarti il cattivo quando anche a te è stato inferta la
stessa
sorte? Ma tu, tu al contrario di altri hai fatto una scelta alla
fine, hai scelto di reagire a questa tua natura, hai scelto di
cambiare...
Come
fai a definirti un essere senz'anima quando hai fatto una decisione
che solo da una persona stracolma di questa poteva essere
fatta?”
Non
sapevo se quelle mie parole avevano un senso, non sapevo se potessi
essere all'altezza di dar lui dei consigli su una questione della
quale io ero completamente estranea, e quando lo vidi impassibile
davanti a quel mio sfogo feci per ritrarre la mia mano, lasciando
così, con mio intenso dispiacere, la sua fredda guancia , ma
prima
che potessi farlo Edward mi anticipò trattenendola e
riconducendola
sul suo volto teneramente.
Spalancai
gli occhi dalla sorpresa e il mio cuore si riempì di gioia
quando
vidi le sue splendide labbra
schiudersi
in un fantastico sorriso, il mio sorriso sghembo preferito.
“Edward!”
Senza
pensarci lo abbracciai poggiando la mia testa sul suo petto scolpito,
dopo qualche istante di esitazione ricambiò l'abbraccio.
“Grazie
mio amore.”
Mi
sussurrò poi all'orecchio facendo imporporare le mie guance
e
battere all'impazzata il mio cuore.
Lui
si mise a ridere.
“Mi
mancavano queste reazioni.. umane!”
Disse
poi scherzosamente dandomi un buffetto in fronte.
“E
a me mancavano questi comportamenti da vampiro frustrato e
complessato!”
Esclamai
in tono ironico ma di rimprovero allo stesso tempo.
“Stupida!”
Esclamò
facendo finta di accigliarsi guardandomi in malo modo, io scoppiai a
ridere ributtandomi tra le sue braccia.
“Idem!”
Mi
limitai a rispondere, ed ecco le lacrime ricomparire più
nitide che
mai, ma questa volta non me ne preoccupai perché
… erano lacrime
di gioia!
“E'
fatta?”
Chiese
Emmett aspettando curioso ed impaziente la risposta di sua sorella
insieme a tutti gli altri della famiglia, posizionati sul divano e
sulle poltrone con gli occhi sgranati e speranzosi rivolti a Alice,
intenta a concentrarsi.
Improvvisamente
alzò lentamente il capo, aveva gli occhi chiusi, le labbra
serrate,
nulla che potesse preannunciare una bella notizia.
“Si!
E' fatta!”
Esclamò
poi felice facendo tirare, se pur metaforicamente, un respiro di
sollievo a tutti i presenti.
“E
brava Bella!”
Affermò
l'orso di casa dando il cinque a Jasper.
“Già,
devo ammetterlo.”
Confermò
Rose sedutagli accanto accennando un sorriso.
“E'
meraviglioso.”
Disse
invece Esme guardando il suo amato.
“Già,
lo è.”
Annuì
lui abbracciandola forte.
Nei
giorni successivi Edward spiegò a Bella tutto ciò
che era accaduto,
le raccontò di Jean Paul e della richiesta che gli aveva
fatto,
rischiando di essere bruciato dalla sua amata che non l'aveva presa
proprio bene, la informò di ciò che era accaduto
in quell'anno da
lei rimosso, le disse di Mike, della loro storia, della situazione
imbarazzante con Jessika, e le confessò di non averla mai e
poi mai
persa di vista in quell'asso di tempo, ammettendo di esserci stato
al loro primo appuntamento, al loro primo bacio, a tutte le loro
uscite, soli o in compagnia, insomma, di averla tenuta sotto stretta
sorveglianza. Soffrendo ad ogni minimo contato tra loro, ad ogni
minima parola dolce che lei gli rivolgeva, ad ogni minima occhiata
che si lanciavano...
“Be..
te la sei cercata!”
Gli
dissi scherzosa facendo finta di mettergli il muso guardandolo di
sottecchi.
Lui
allora mi abbracciò cingendomi in vita e appoggiando il suo
viso
sulla mia spalla.
“Può
anche essere. Ma d'ora in poi non ti lascerò più
andare.”
Mi
sussurrò all'orecchio.
Arrossi
istintivamente, ma mi feci coraggio e mi voltai baciandolo.
“E'
ciò che voglio infatti.”
Gli
risposi decisa, dopo di che riprendemmo a baciarci, un bacio lungo
appassionato, dolce e coinvolgente, un bacio che le mia labbra
bramavano di dare da più di un anno ormai, un bacio che
d'ora in
avanti non avrebbe più avuto fine.
... La
Fine …
Ok,
eccoci arrivati all'ultimo capitolo! Che ne pensate? Piaciuto? Be, io
spero di si!
A
dire la verità mi dispiace un po' che questa storia sia
conclusa e
nel scrivere il finale mi sono commossa, per cui spero di aver fatto
un buon lavoro!
RINGRAZIAMENTI:
Allora
che dire ringrazio di cuore tutti voi che mi avete seguita e
recensita dall'inizio alla fine, in particolar modo:
Nessie93,
confusina_94, barbyemarco, Amalia89, Bellas, Bibina_88, civia93,
Giuliii, poi naturalmente tutti gli altri che non finirei
più di
elencare!
Un
ringraziamento speciale a tutti voi che mi avete messa tra i
preferiti:
1 - 3things [Contatta]
2 - acqua1879 [Contatta]
3 - Ali96 [Contatta]
4 - Amalia89 [Contatta]
5 - AmyGoku [Contatta]
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18 - Confusina_94 [Contatta]
19 - cristycar [Contatta]
20 - Crystal90 [Contatta]
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Grazie
di cuore! E anche a tutti voi che mi avete messa tra le seguite:
1 -
aliceundralandi [Contatta]
2 - Amo90 [Contatta]
3 - Athena87s [Contatta]
4 - BAMBOLOTTA [Contatta]
5 - Barbara767 [Contatta]
6 - bellacullen889 [Contatta]
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10 - Cullenuzza [Contatta]
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39 - SaraMasenCullen [Contatta]
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42 - Sophie x Daniel [Contatta]
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Senza
dimenticare coloro che hanno sempre letto capitolo per capitolo!
Un
ultimo grazie poi a pacci, che mi consiglia e mi sostiene sempre!
GRAZIEEEEEEEEEEEE
A TUTTI!
Spero(
e vi invito) continuerete a seguirmi anche nelle altre mie fan
fiction e a darmi i vostri pareri.
Alla
prossima!
Bacioni!
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