Crescere, ritrovarsi, amarsi

di Lisa Lawer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo.

Akane era nella sua stanza quella domenica mattina. Sbirciava fuori dalla finestra Ranma che si allenava con il padre in cortile, che approfittavano di quella bella giornata primaverile.
La scuola stava per terminare e tra poco dovevano prendere decisioni importanti per il loro futuro. Ma Akane non riusciva a vedere un futuro roseo. Dal mancato matrimonio lei e Ranma quasi non si parlavano più, non si rivolgevano la parola nemmeno per litigare. Lui sembrava sempre assorto nei suoi pensieri.
Era certa che il loro fidanzamento fosse oramai rotto e che lui non avesse semplicemente il coraggio di dirlo.
Cercò di allontanarsi dalla finestra per smettere di guardarlo. Cosa le importava di lui? Niente! Anzi era il caso che pensasse di più a se stessa. E seguendo quel filo di pensiero, si avvicinò alla sua scrivania e tirò fuori dal cassetto una brochure. “ Scuola di arti marziali di Tottori.” Oramai questa era diventata la scuola di arti marziali numero uno del Giappone e sapeva che non poteva pensare di concentrarsi solo sulle tecniche della sua famiglia. Per crescere nel campo delle arti marziali è necessario essere umili e confrontarsi anche con altri combattenti.  Erano anni che risparmiava per poterci andare. E l’avrebbe tenuta lontano da casa almeno due anni.
“Cosa avrebbe detto Ranma?”
“Il padre glielo avrebbe permesso?”
“cosa ne sarebbe stato del fidanzamento?”
Lei non poteva più vivere nell’attesa di un matrimonio che molto probabilmente non ci sarebbe mai stato.
 
Quella sera prima di cena Akane incrociò Ranma in palestra, erano soli. Lui come al solito le fece un cenno senza guardarla negli occhi.
  • Ranma, vorrei parlarti. –
Lui le prestò attenzione senza dire nulla.
  • La scuola sta per finire e dobbiamo decidere le nostre strade. Soprattutto per il bene delle nostre scuole. –
Ancora nessuna reazione da parte sua.
  • Io ho preso una decisone e mi sembrava corretto dirlo a te per primo.  Mi iscriverò alla scuola di arti marziali di tottori. –
  • Tottori? – finalmente aveva suscitato in lui una reazione.
  • Si, sai benissimo anche tu che al momento è la migliore del Giappone.  La domanda è pronta in camera mia. Se mi accettano, sarò li per due anni. –
  • Ok. –
  • OK? Avrò solo questo come risposta? –
  • Akane, anche io dopo lo scuola partirò. Stavo aspettando solo il momento giusto per dirtelo. –
  • E dove andrai? – chiese lei cercando di avere lo stesso atteggiamento impassibile di lui. Dentro di se era sconvolta.
  • In Cina e partirò da solo. – quel “da solo” valeva più di mille altre spiegazioni.
  • Credo che sia il caso di dare l’annuncio a cena. Oramai le decisioni sono prese. –
La cena fu un completo disastro. Aprì il discorso Ranma e Akane ne seguì la scia.
  • Tottori? Figlia mia ti rendi conto di quanto sia lontano? E poi stiamo già unendo le tecniche di 2 scuole. A cosa serve conoscere quelle di una terza!?!? - si zittì e il suo sguardo mutò, consapevole di qualcosa di spaventoso – e…e… il matrimonio? –
Genma mise una mano sulla spalla del suo amico e non disse nulla, scosse solamente la testa e Soun capì.
  • Non erano questi i patti Akane. –
  • Papà i “patti” li hai decisi tu! Io non sono mai stata presa in considerazione. Mi fai decidere qualcosa della mia vita? –
  • Vuoi decidere qualcosa? Ebbe scegli questo: o continui a vivere qui come mia figlia e porti avanti la nostra scuola sposando Ranma, oppure vai a Tottori, ma uscirai per sempre da questa famiglia. –
  • Papà che dici? – disse Kasumi
Anche Nabiki intervenne: - Papà stai esagerando! Il matrimonio si può anche rimandare! –
  • Voi due statene fuori! – disse gridando. Erano anni che non vedevano il padre così infuriato. – Akane ti ho dato tutto nella vita e a desso ti vuoi trasferire a più di 600 km di distanza? Senza protezione, da sola! –
  • Protezione, papà? Ma scherzi? Sai benissimo che sono più forte di molti maschi in giro per la città! E poi che siamo, negli anni 50? Tutti vanno fuori a studiare. Ho scelto Tottori solo perché è la migliore. –
Soun – Ranma tu non dici niente? –
  • Cosa devo dire, lei è libera di fare le sue scelte. Io di fare le mie. –
Genma – in giro per la Cina, ma cosa pensi che sia facile? Stupido figlio che non sei altro, state per finire la scuola, dovete prendervi le vostre responsabilità. –
  • Papà – disse Akane – dammi 2 anni, ti prego. –
  • NO! Se permetto questa separazione, voi due non vi sposerete più. Sia chiaro Akane, sono più che serio. O resti qui oppure scordati di diventare la mia erede. –
  • Bene papà, da oggi hai solo due figlie. -  disse alzandosi da tavola e andando in camera sua.
Nabiki e Kasumi la rincorsero, mentre Genma cercava di far ragionare il figlio.
  • Ranma vai a parlarle, lei infondo è la tua fidanzata. –
  • A quanto pare non più, papà.  –e se ne andò anche lui. Lasciando i due genitori nella loro disperazione.
Intanto nella camera di Akane, le due sorelle cercavano di calmare la più piccola.
  • Dai Akane – disse Kasumi – fai solo calmare papà, gli chiedi scusa e fate la pace. Non potete di certo salutarvi in questo modo.  Sarai via per molto tempo, vi dovete lasciare bene. –
  • E poi che ne sarà della scuola di arti marziali tendo? Tu sei nata per questo! Questa scuola è parte del tuo essere. –
Akane abbracciò le sorelle. Mi dispiace, ma sapete che papà non cambierà idea.
  • E Ranma? Come farai con lui? – chiese Nabiki
  • Posso passare la vita ad attendere il matrimonio? Sarò qualcosa di più che un patto fatto anni fa? Se avesse voluto davvero stare con me, mi avrebbe sposata mesi fa. –
  • Ma che dici, voi siete fatti l’uno per l’altra! Io lo vedo Akane, il modo in cui vi guardate è unico, soffrirete a stare lontani per così tanto tempo! –
  • Kasumi, ma hai sentito anche quello che ha detto lui? Anche ranma va via! Mi dispiace, ma questo discorso non lo voglio più continuare, mie care sorelle, ho preso la mia decisione che papà l’accetti o meno. –
 
Era mezzanotte, quando Ranma sentì bussare alla porta della sua camera e aprendola vi trovò Akane.
Uscì per non svegliare il padre. – cosa ci fai sveglia a quest’ora? E perché sei vestita così? – le chiese notando che non era in pigiama.
  • Sto partendo Ranma –
  • Di già?  E con  la scuola? –
  • Mancano pochi giorni e se salto la cerimonia del diploma non sarà una tragedia. Non posso restare qui, è meglio anticipare la mia partenza. –
  • Chi lo sa? –
  • Solo tu… -
  • Parlane almeno con tuo padre, gli vuoi troppo bene, non lasciatevi così. –
  • No Ranma, e lo sai anche tu. Adesso o mai più. –
Inaspettatamente, lui la strinse a se. – mi dispiace essere stato un pessimo fidanzato. –
Lei non disse nulla, ma cercò di godersi quel momento speciale tutto per loro. – ti auguro tanta fortuna, Akane Tendo. Sei la persona migliore che abbia mai conosciuto. –
Detto questo le diede un bacio sulla fronte e rientrò nella sua camera. Oramai aveva gli occhi lucidi. Anni sprecati ad essere un pessimo fidanzato, regalandole tante lacrime e pochi sorrisi. Questo era il più grande fallimento della sua vita, infatti Akane aveva scelto di andare via e di litigare con il padre, piuttosto che restare e sposare lui.
Ma lui doveva partire e crescere. Essere un uomo migliore di quello che era al momento. Non era in grado di gestire una relazione, non era in grado di dirle quello che provava, anche se il pensiero di non rivederla mai più lo faceva star male.
Akane lasciò un semplice biglietto al padre e nient’altro.
Lasciò la casa in silenzio, sicura che Ranma non l’avrebbe tradita rispettando la sua decisione.
Non poté fare a meno di piangere. Stava lasciando la sua casa e i suoi affetti, il lite con il padre, ma soprattutto oggi il “patto” era stato ufficialmente annullato con la sua decisione. Ora sarebbe stata una delle sue sorelle a sposare Ranma in quanto lei non considerata più una erede.
Si aspettava di provare sollievo, ma non fu così. In fondo lo amava , almeno a se stessa poteva smettere di mentire.


 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


 
Ciao a tutti! Si ritorna a scrivere! Questa volta sono Ranma e Akane ad ispirarmi. Spero che la storia vi piaccia e di riuscire a trasmettervi tante emozioni!
Vorrei ringraziare Alile e pazzadilui (Aka Roxi) per a recensione lasciata. Mi ha davvero fatto molto piacere ^_^! Inoltre ne approfitto per ringraziare anche Beatry e Lottyrouge per aver messo la storia tra quelle seguite!
Buona lettura a tutti!

 
Capitolo 1
  • Bene Ragazzi, le tecniche viste oggi sono molto difficili. Allenatevi anche a casa, ma tranquilli che le rivediamo la prossima volta. Chiaro? –
  • Si Akane – san! –
Quindici bambini in kimono,  di circa dieci anni, erano intenti a salutare rispettosamente la loro insegnante.
Anche Akane fece loro l’inchino e andò nello spogliatoio degli insegnanti.
  • Ciao Takashi! – disse lei sorridendo. Un uomo alto e muscoloso le si avvicinò e le diede un bacio sulle labbra.
  • Ciao amore, com’è andata con i bambini? –
  • Una meraviglia, sono dolcissimi. Tra qualche mese saranno pronti per l’esame, credimi! –
  • Lo so amore, disse mettendole le mani sui fianchi, tu sei una fantastica insegnante. Sono certo che andrà tutto per il meglio. –
La mano destra di lui scendeva intanto verso le sue natiche, mentre le labbra si avvicinavano pericolosamente al suo collo.
  • Taka… non mi far eccitare qui… resisti fino a stasera… -
  • Mmm… è difficile attendere mentre ti ho qui, sexy, con questo kimono che ti sta divinamente… -
lei rise e si godette i baci caldi sul collo.
  • Voi due prendetevi una stanza! -  disse una donna entrando nello spogliatoio. Era alta anche lei con i capelli di un nero corvino splendente, corti e degli occhi grandi da non sembrare nemmeno giapponese.
  • Beccati! – disse il ragazzo ridendo
  • Keiko, potevi aspettare 5 minuti, no? Qui eravamo indaffarati. – disse Akane scherzando
  • Fra 10 minuti io avrei una lezione, altrimenti il sig. CAPO Takashi mi fa una ramanzina se faccio tardi! Ora io me ne vado in cabina a cambiarmi, voi due non fate gli zozzoni! –
Takashi  diede un ultimo bacio alla sua bella Akane e tornò nel suo ufficio.
La ragazza sciolse i suo bellissimi capelli oramai tornati lunghi. E si fece una doccia bollente. La giornata lavorativa era finita e tra poco lei e Takashi sarebbero tornati casa.
“casa” … era una parola che dopo 6 anni, faceva ancora fatica ad associare a Tottori.
Dopo quella notte non era più tornata a casa, a Tokyo. Arrivò a Tottori il giorno dopo la sua partenza, l’obiettivo era quello di cercare subito casa, ma come inizio sarebbe stata in hotel. Spaesata riuscì a trovare la scuola e come prima cosa consegnò la domanda di ammissione. Venne subito ricontattata dalla palestra per un colloquio e trovandosi già sul posto si presentò il giorno dopo , pronta per essere esaminata. E fu in quell’occasione che conobbe Takashi.
Lui era l’erede e unico maestro delle arti marziali di Tottori, dopo che il nonno era deceduto anni prima, nonché proprietario della scuola. Dopo aver combattuto contro di lei e averle fatto un colloquio conoscitivo,  la prese subito, riconoscendo immediatamente le grandi doti di combattente della ragazza. Venendo a sapere che aveva bisogno di lavorare, le propose inizialmente di pulire la palestra a fine giornata, era un modo per allenarsi e guadagnare qualcosa.
Ad Akane stava finalmente andando qualcosa per il verso giusto. Intanto riuscì anche a trovare un altro lavoretto. La mattina consegnava i giornali e lo faceva correndo così da intensificare i muscoli delle gambe.
Anche la ricerca della casa fu veloce, in meno di una settimana trovò un monolocale, un po’ fatiscente, ma almeno economico. Con i due lavoretti che aveva, riusciva a sopravvivere e a mettere da parte poco a poco i soldi per la retta dell’anno successivo. Nel giro di una settimana aveva praticamente prosciugato ogni suo risparmio.
Le lezioni iniziarono tre settimane dopo, dove Akane dimostrò di essere stata una valida scelta.
La mattina consegnava i giornali, il pomeriggio si allenava e la sera puliva la palestra, e così ogni giorno per un anno, fino a quando Takashi non le propose di diventare insegnante del gruppo dei bambini, dopo che l’insegnate precedente era andata via. Lei accettò volentieri ed erano oramai 5 anni che insegnava, in una scuola che purtroppo non era la sua. Ma ciò le permetteva di avere un buon stipendio e così lasciò il lavoro del mattino per dedicarsi esclusivamente alle arti marziali sia come allieva che come insegnante.
Le cose con Takashi si evolsero solo 4 anni prima. Lui la invitò a cena dopo una lezione, nulla di formale, una semplice uscita in un fast food e poi una birra in un pub. Ma poi le uscite proseguirono e man mano lui iniziò ad essere più chiaro nelle sue intenzioni. Akane si rese ben presto conto di apprezzare queste attenzioni da parte del ragazzo, fino a quando, dopo un mese di corteggiamento serrato, la baciò dichiarandole il suo amore.
Con Takashi era tutto diverso. Lui non la chiama maschiaccio, bensì “bambina”, soprannome che lui le aveva dato vista la loro differenza di età, circa 10 anni. La considerava sexy, simpatica e l’amava nonostante la sua cucina facesse pietà. Anzi lui passava ore intere ai fornelli ad insegnarle come si cucinava e poco a poco la ragazza imparò, seppur con risultati appena sufficienti. Inoltre, il loro, era un rapporto maturo, dove venivano esternati apertamente i sentimenti, dove non c’erano fidanzate qua e la per la città che ogni tanto facevano visitine a sorpresa… era diverso e anche lei lo era.  La Akane adolescente di Tokyo era scomparsa, adesso c’era Akane donna di Tottori.
Nonostante vivesse in una città diversa da Tokyo, non aveva mai smesso di sentirsi con le sorelle, mentre con il padre non vi era mai stata comunicazione, soprattutto per il modo in cui lei era andata via di casa. Adesso era Nabiki che doveva sposare Ranma, ma la sorella non ne aveva nessuna intenzione e poi, anche Ranma non tornava a casa da ben 6 anni.
Ma lei sapeva benissimo cosa stesse facendo. Il ragazzo era diventato un maestro di Arti marziali di fama mondiale. Spesso si parlava di lui in tv per le numerose vittorie o per le comparizioni nei canali sportivi. E poteva rimanere incanta per ore a guardare le sue mosse e le nuove tecniche apprese. Era chiaro che lui era 10 passi avanti a lei. I suoi movimenti erano così raffinati da sembrare quasi una danza.
Per quanto riguarda invece la palestra di arti marziali indiscriminate Tendo, al momento Nabiki la gestiva dal punto di vista finanziario facendola anche crescere come nome. Aveva assunto qualche maestro, ma sperava che presto sia Ranma che Akane tornassero, perché nessuno era alla loro altezza.
Finita la doccia, che era anche durata fin troppo,  Akane raggiunse Takashi in ufficio.
  • Amore sono pronta, possiamo tornare  a casa. –
  • Finalmente, non vedo l’ora di divorarti tutta. –
Lei rise di gusto, felice di ciò che si prospettava. Non pensava che la sua vita sarebbe stata lontano da Tokyo, ma ora era felice, le andava bene così. Takashi l’amava e lei amava lui. Un futuro radioso l’attendeva.
***
La sera dopo tutti i maestri della scuola erano riuniti come ogni giovedì alle 20.00 per una lezione con il maestro Takashi in persona. Dopo due ore di lezione intensiva, fece accomodare tutti i suoi allievi, Akane inclusa, per dare un annuncio.
  • Bene ragazzi miei, ho una sorpresa per voi! Non vi ho detto nulla prima per non illudervi, ma oggi ho avuto la conferma che dopodomani avremo un ospite speciale qui da noi, che sarà ben lieto di farvi da maestro per tutta la giornata. E si fermerà anche domenica. –
Si stava divertendo a tenere tutti sulle spine. Qualcuno guardava Akane, aspettandosi che lei fosse a conoscenza di tutto, ma il ragazzo aveva fatto in gran segreto.
  • Sarà nostro ospite il famosissimo Maestro di arti marziali indiscriminate Ranma Saotome!!  –
Mentre tutti esultavano per la splendida notizia, solo Akane era completamente sconvolta.
  • Ora potete andare tutti! Mi raccomando non prendete impegni sabato e domenica! Non si ripeterà una seconda volta questa occasione! –
Takashi andò da Akane che era rimasta seduta a terra e le allungò una mano per aiutarla ad alzarsi.
  • Felice amore? – ma lei lo guardava sconvolta. Takashi non sapeva nulla, cosa poteva rispondere?
  • Akane, sei così felice da non avere parole? –
  • Ecco io… -
  • Dai non fare la timida! Lo so che sei una sua fan! –
  • Cosa? – chiese lei spaventata
  • Dai, diverse volte a casa di ho visto che seguivi tutte le sue apparizioni in tv e sul giornale. E le vostre posizioni di attacco e difesa sono uguali. Dai ammettilo che ti sei ispirata a lui! –
Lui aveva notato tutto questo? – ehm si, sai prima di conoscere te presi lui come riferimento. –
  • Allora sei contenta? – oddio era il caso di rispondere, altrimenti glielo avrebbe chiesto almeno altre 100 volte.
  • Si amore, sono contenta. - ma dentro di se, il vuoto.
Il brutto di convivere con il tuo ragazzo è quello di non avere un posto tutto tuo dove poter piangere. Questo era quello che voleva fare, piangere e basta. Ma no, invece doveva mantenere un contegno e non lasciar trapelare nulla. Takashi non sapeva nulla del suo passato. Sapeva solo che aveva  due sorelle e di essere in pessimi rapporti con il padre. Quando lui le aveva chiesto se lei faceva parte dei “Tendo della scuola indiscriminata” lei rispose di no, e che era solo un caso portare quel cognome. Lui non sapeva di Ranma, che la sorella gestiva la palestra, non sapeva nulla di nulla e così doveva essere. Non avrebbe permesso al ragazzo di spifferare tutto. Lei avrebbe saltato la lezione fingendo un malore, e la questione si sarebbe risolta .
Quando la sera lei e  Takashi tornarono a casa, il suo “geniale” piano venne smontato in 5 minuti. Lui le raccontò che dopo mesi e mesi di tentativi era finalmente riuscito a contattarlo e lui aveva accettato di buon grado. Stava pagando la lezione un bel po’ e tutto per fare una sorpresa a lei! Ma cavoli! Poteva essere più dolce? Takashi era così pieno di premure nei suoi confronti, quanto lo amava!
Akane si accoccolò sul divano accanto al suo fidanzato. Il corpo statuario , i muscoli ben definiti e la barba leggermente incolta lo rendevano molto sexy. – Takashi non era necessario, grazie, ti amo… -
  • Anche io ti amo piccola. Mi amerai anche quando non sarò più il numero 1?
  • Eh? -
  • Sai tra poco rischio di non essere più la scuola numero uno del Giappone. –
  • Come mai? –
  • Saotome sta ritornando in patria per aprire la sua scuola e sembra che ci sarà un fusione con un’altra scuola, ma ancora non hanno rivelato quale. Sarà tutto ufficializzato da un matrimonio. –
“Ranma torna in Giappone per sposarsi? Unione con una scuola? Questo significa che sposerà Nabiki…”
Il panico l’assalì.
  • Piccola, tutto bene? –
Akane si mise a cavalcioni su di lui ed iniziò a baciarlo sull’orecchio, passando poi al collo e prendendo infine la sua bocca. Lui le toccava sensualmente i seni. –Takashi, per me tu sarai sempre il numero uno. -  disse ansimando tra un bacio e l’altro. Oramai le mani di entrambi erano perse nel corpo dell’altro. Quella sera fecero l’amore, ma Akane aveva in mente un altro uomo.
***
Ciaooo! Eccoci alla fine del capitolo! Mi dispiace ma per vedere Ranma c’è da pazientare ancora un pochino… pazientate ancora un chappy epoi sarà li per tutte noi, in tutta la sua magnificenza! Spero che la storia vi piaccia. Un saluto a tutti!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Ciao!! Grazie mille per le recensioni, mi hanno resa davvero felice!
Piccola nota per Shine: non mi hai per nulla offesa, Anzi quei pallini neri sono il mio incubo!  Miei dialoghi sono sempre rinchiusi tra i trattini (-)ma nel formato html, quelli iniziali, diventano pallini!!! Comunque forse ho capito il problema e quindi se non ne troverete più significa che ho vinto la mia piccola battaglia con la formattazione! ^_^
Se invece li troverete ancora li, mi scuso anticipatamente e ci riproverò nel prox capitolo!
Ci sarò riuscita? Lo scopriremo solo pubblicando! Buona lettura!
 
Capitolo 2.
Il tempo può passare molto lentamente… tranne quella volta! Il sabato arrivò in un baleno.
Akane erano due giorni che non dormiva, appena si era trovata da sola aveva chiamato sua sorella Nabiki per raccontarle tutto. L’altra era tranquilla, era sicura che Ranma non stesse tornando per il matrimonio e che certamente si trattava di una voce.
- Come hai deciso di comportarti? Ti fingerai malata? –
- E come potrei, Nabiki! Mi sentirei in colpa da morire! Ha fatto tutto questo casino anche per me! –
- E allora quale sarà la tua strategia? –
- Userò la “tecnica finale della scuola Saotome” ovvero la fuga a gambe levate! –
Nabiki era all’altro capo del telefono che rideva a crepapelle. – dai almeno non ti è passato l’umorismo! Senti Akane, vivi alla giornata, tanto non sarete mai soli. Cerca di rilassarti altrimenti Takashi potrebbe capire tutto.  E comunque,  anche se fosse che Takashi scopre tutto? –
-Ma come, saprà che gli ho mentito! –
- E capirai, qual è il problema! – disse esasperata – saprà che sei quella Akane Tendo, di quella scuola di arti marziali indiscriminate, ma il resto? Tanto tra te e Ranma non c’è più nulla e vi siete lasciati oramai da sei lunghi anni. –
 - Non gli ho mai detto del fidanzamento. –
- Senti Akane, non penso che lui abbia voglia di sbandierare ai quattro venti fatti della vostra vita privata che risalgono a 6 anni fa, soprattutto ora che lui è diventato un personaggio pubblico. –
- A questo non ci avevo pensato. Senti Nabiki, cambiando discorso… come sta lui? –
- Intendi papà? Sta benissimo e come al solito cerca di carpire informazioni su di te utilizzando sotterfugi. Mentre tu mi chiedi di lui e ti rifiuti di vederlo. Ahhh e io mi ritrovo in mezzo! –
- Grazie come sempre dei tuoi preziosi consigli sorellona. A presto!  –
- Ciao sorellina “che cerca sempre di cambiare discorso” in bocca al lupo… attendo tue notizie! –
Il momento era arrivato. Erano le dieci di sabato mattina. Lei e gli altri 5 colleghi della palestra, erano nella sala ad attendere l’ospite e tutti erano visibilmente eccitati. Takashi si era offerto di andarlo a prendere dall’hotel e quindi mancava anche lui.  Quando si aprirono le porte del dojo Ranma e Takashi fecero il loro ingresso e tutti si misero in piedi e si inchinarono rispettosamente.
Takashi – Ragazzi, è per me un onore conoscere e preservi la stella del momento della arti marziali indiscriminate, Ranma Saotome! –
L’applauso fu inevitabile.
- È un piacere conoscervi. –
- Venga, le presento personalmente i miei allievi diretti e insegnati di questa scuola. –
Presentò uno ad uno gli allievi, descrivendone i punti di forza e la disciplina di specializzazione. E poi arrivò ad Akane.
- Lei è la più giovane delle mie allieve, è arrivata solo 6 anni fa ed ora insegna anche alla classe dei più piccoli. È una piccola macchina da guerra. Lei è Akane Tendo. –
Entrambi non poterono fare a meno di sussultare quando finalmente incrociarono i loro sguardi. Akane fu bravissima a rimanere composta e a non far trapelare nulla dalla sua voce. Ranma era cambiato, era più alto, e come se fosse ancora possibile, i suoi muscoli erano ancora più definiti. Non indossava la sua solita casacca cinese, ma un tradizionale kimono giapponese. E… e dove cavolo era il suo codino? Akane era incredula! lo aveva tagliato! Nell’ultima apparizione in tv lo aveva ancora!
- Piacere  di conoscerla – disse Akane porgendogli la mano.
- Il piacere è mio – disse lui stringendogliela
Fecero durare il contatto quel secondo di troppo che provocò loro una scarica elettrica enorme.
Ranma per un attimo si perse negli occhi di lei, incantato da tanta bellezza. Ora il suo viso era maturo, era quello di una donna.
Iniziarono la lezione, il primo scoglio era stato superato! Ranma le aveva retto il gioco, quindi tutto poteva che andare in salita. Ma non era così facile. Almeno la prima ora, Akane, perse una miriade di volte il filo del discorso, la sua mente non riusciva a contrarsi perché troppo impegnata ad analizzare muscolo per muscolo il profilo perfetto del giovane. I sui occhi erano profondi come sempre e ora un velo di barba gli copriva le guance. Ranma evitava sempre di guardarla e cerca vi rivolgersi a lei il meno possibile.
Diede una dimostrazione anche pratica della tecnica che voleva insegnare loro e poi gli divise per coppie, mentre lui provava direttamente con Takashi. Si trattava di una tecnica molto difficile che solo con il tempo avrebbe appreso pienamente, ma in questi due giorni avrebbe dato loro le basi per poter riuscire a proseguire in autonomia.
All’ora di pranzo fecero una pausa veloce al dojo per poi proseguire con la lezione.
Nel pomeriggio tutti avrebbero provato a combattere contro il “maestro Saotome”.
Riuscì a battere i presenti in meno di un minuto, tranne Takashi, che seppe tenergli testa, e comunque riuscì a batterlo. Tutti furono allibiti dalla sconfitta di quest’ultimo che riconobbe la tecnica perfetta del giovane.
Poi fu la volta di Akane. Si misero uno di fronte all’altro e fecero l’inchino di rito. Era palese anche ai colleghi oramai, che Akane e Ranma assumevano la stessa posizione iniziale di attacco. Mantennero sempre lo sguardo visivo, erano incatenati uno all’altra. Nonostante tutto, proprio nel momento di combattere, Akane riacquistò tutta la sua lucidità. E ci mise tutta se stessa.
Ma questo combattimento andò in modo diverso da quello degl’altri.  Ranma attaccò per primo, “di certo” pensò Akane “ era sicuro che avrei iniziato io”.
Akane schivò il primo colpo e contrattaccò. Anche Ranma Schivò il colpo. Ed andarono avanti per un po’ riuscendo a schivarsi a vicenda, poi Ranma riuscì a penetrare nella difesa della ragazza, cercando in tutti i modi di metterla ko. Nonostante in questi 6 anni le loro tecniche fossero migliorate, soprattutto quelle di Ranma, entrambi non potevano dimenticare come l’altro combattesse. Ma dopo 10 minuti di combattimento, ben tre in più rispetto a quello con Takashi, Ranma mise Ko Akane, mettendosi a cavalcioni su di lei e bloccandole un braccio.
- Come ai vecchi tempi – sussurrò il ragazzo e non poté fare a meno di sorriderle. – sei diventata ancora più brava. –
- Già, merito del maestro Takashi. – disse lei, non perdendo il contatto visivo. Il cuore le stava per scoppiare dal petto. Non riusciva a crederci di averlo li, su di lei e che avessero combattuto come facevano anni addietro. Quanto gli era mancato!
A quelle parole Ranma si alzò subito, anche perché poteva sembrare sconveniente la posizione in cui si trovavano.
Partì un applauso entusiasta da parte di tutti i suoi colleghi, eccitati dal fatto che la più giovane e la più inesperta tra di loro fosse riuscita a tener testa al grande maestro.
Alle 19.00, finita la lezione del primo giorno, decisero tutti di incontrarsi due ore più tardi per andare a cena fuori. Ranma propose il ristorante dell’hotel dove alloggiava e tutti accettarono.
Arrivati a casa, Akane cercò di capire il motivo del fatto che Takashi fosse diventato improvvisamente silenzioso. Lo abbracciò – amore cosa succede? –
- Akane – disse lui sospirando profondamente e ricambiando il suo abbraccio. – erano anni che non venivo sconfitto in combattimento. –
- Davvero? –
- Già… quasi otto. E credimi, per me è sempre un onore confrontarmi con i grandi maestri, e nonostante sapessi che sarebbe andata a finire così, comunque la cosa mi brucia un po’. –
Lei lo strinse ancora di più a se – sei stato magnifico. –
- 7 minuti, e il tuo combattimento è durato 10 minuti! Ma lo sai che non riuscivo a riconoscerti? Da dove sono uscite quelle tecniche? –
- Ecco, sono vecchie tecniche che non mi piace utilizzare, ma mi è venuto spontaneo utilizzarle contro di lui. –
- Nemmeno contro di me ti sei mai impegnata tanto! Voglio vederti nuovamente in azione e sappi che ti sfiderò. –
- Va bene, come vuoi amore, ma sappi che ora ci dobbiamo preparare per andare a cena! – gli diede un bacio sulla guancia – forza, vatti a lavare! –
Quella sera Akane si mise un tubino color tortora con le maniche lunghe di pizzo e le decolté in tinta. Come sempre si truccò in modo leggero, osando con un filo di rossetto rosso. I suo capelli fluenti gli aveva lasciati sciolti e ondulati. Takashi rimase a bocca aperta, in rare occasioni Akane si vestiva così. – amore mio sei bellissima. Adoro quando ti vesti così. Ma anche in jeans sei stupenda. –
- Ti sei salvato in calcio d’angolo!  -  disse ridendo – grazie Takashi, anche tu stai molto bene. –
Lui era vestito in giacca e cravatta, alla fine il ristorante scelto era quello del Grand Plaza, quindi super lusso!
Arrivarono tutti puntuali e si accomodarono, riuscendo subito ad ordinare. Ranma riuscì a mettere la tavolata a loro agio creando un’atmosfera rilassata. Akane era seduta di fronte a lui, il quale cercava sempre di evitare il suo sguardo.
La ragazza si recò alla toilette per allontanarsi da quel tavolo, nonostante tutto le attenzioni dei suoi colleghi erano tutte rivolte su di lui. E si parlava solo di lui. Lei non voleva sentire, non voleva sapere… voleva solo che se ne andasse.
Entrò nel disimpegno che separava il bagno degli uomini da quello delle donne. Dato che era li decise di lavarsi le mani e magari avrebbe controllato il trucco.
- Mai distrarsi… -
Akane sollevò, spaventata, lo sguardo verso lo specchio di fronte a lei e vide Ranma alle sue spalle. I loro corpi non si sfioravano, ma poteva sentire il respiro caldo di lui sul suo collo.
“non l’ho avvertito… continuo a non avvertirlo nemmeno ora…”
- Ciao Akane… - continuò lui, con la sua bellissima voce roca che le fece venire un brivido lungo tutto il corpo.
La calma che aveva mantenuto dalla mattina, era ormai svanita. Questa sua vicinanza aveva vanificato tutto. Il cuore le batteva all’impazzata, il corpo era immobile. Riusciva solo a guardarlo attraverso lo specchio perché il coraggio di girarsi, non lo aveva. Dove era finita la spavalderia che aveva dimostrato durante il combattimento?
- Non avverto il tuo ki –
Lui rise – dopo sei anni, mi dici solo questo? – disse girandola verso di se. Ora i loro visi erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
- Ciao Ranma. – disse con un soffio di voce
- Come stai Akane? –
- Bene… grazie per avermi retto il gioco oggi. –
- Tranquilla… ho visto che alla cena sei arrivata con Takashi. –
- Si, io e lui conviviamo, è il mio fidanzato. –
- Non sembrava così al dojo. –
- A lavoro siamo professionali, fuori è un’altra cosa. –
I due erano ancora molto vicini, Ranma era inebriato dall’odore di lei. – sei stata brava oggi. –
- Ho solo voluto rispolverare qualche vecchia tecnica. Anche tu sei diventato molto bravo. –
- È bello rivederti. – disse accarezzandole una guancia. Akane chiuse gli occhi e si godette ogni singolo istante di quel momento – Anche per me – poi senza aggiungere altro si scostò ed uscì dal bagno per tornare al tavolo.
Ranma gli raggiunse qualche minuto dopo per non destare sospetti e continuò a rivolgersi a lei il meno possibile. Ma Akane invece non ci riusciva più. Era inebriata dalla sua voce, dal movimento di quelle labbra carnose e poi voleva che lui la guardasse, che guardasse solo lei come aveva fatto nel bagno! Voleva sentire il tocco delle sue mani sul suo corpo e… ed accadde tutto all’improvviso. La sua collega, seduta accanto a Ranma, si alzò dalla sedia per andare al bagno e non si accorse della cameriera che portava delle brocche d’acqua con ghiaccio per gli altri tavoli.
- Attento Ranma! – gridò Akane, attirando l’attenzione di tutti verso di lei. Ma fu tutto vano poiché l’acqua si versò tutta sul ragazzo.
Mentre la sua collega si scusava in tutti i modi possibili con il Maestro Saotome e con la cameriera, Akane cercava di riprendersi dal momento di terrore vissuto. Lui non si era trasformato. Eppure quella era acqua fredda, ne era sicura… quello sul tavolo era ghiaccio. Ranma non reagì, si limitò a guardare Akane intensamente negli occhi e capendo il suo sgomento  e i suoi dubbi, prese uno dei cubetti di ghiaccio sparsi sul tavolo e glielo mostrò sorridendo. Ranma non si era trasformato!
- Akane – disse Takahi, cercando di non  farsi sentire  – chiedi scusa. Da dove ti è uscito questo tono informale? –
La ragazza si ridestò dai suoi pensieri. – eh, cosa? Io… -
- Non si preoccupi! Non è successo nulla! – intervenne Ranma. – e ora scusatemi, mi assento qualche minuto, vado a mettermi una camicia asciutta. Faccio subito. –
In attesa che il maestro Saotome si cambiasse, i commensali ritardarono l’uscita dei primi piatti. Akane ne approfittò per prendere una boccata d’aria e godere della vista della città da una delle terrazze del ristorante che era situato al 46esimo piano del grattacielo. Takashi la raggiunse quasi subito. Lei non gli diede modo di dire nulla, lo attirò a se e lo baciò con passione ma anche tanta disperazione. Dentro di se era completamente sconvolta, non riusciva a capire. Chi era quell’uomo? Era davvero il Ranma Saotome che lei conosceva? In quei sei anni cosa era successo?
- Akane cosa ti prende? – chiese lui confuso, dopo che riuscì a staccarsi da lei
- Ma che domande sono? Ti volevo solo baciare, ho voglia di te. –
Takashi la guardò per un attimo dubbioso e poi tornò a baciarla. Non capiva, ma qualcosa di strano stava accadendo.
Ranma era nella sua camera intento a cambiarsi. Non sapeva se ridere o piangere: non voleva che Akane lo scoprisse a quel modo, ma la sua faccia stupita nel non vedere la trasformazione fu troppo soddisfacente.
Vide la sua immagine allo specchio e si chiese cosa avesse provato Akane nel rivederlo. Non era più il mezzo uomo/adolescente impacciato di sei anni prima. Ora era uomo… in tutto e per tutto! era stato un lungo percorso, ma quando tre anni prima riuscì a immergersi in quelle fonti maledette, la sua agonia finì. Poi iniziò anche la grande ascesa nel mondo delle arti marziali indiscriminate. La sua vita andava per il meglio ma ora doveva riprendersi colei per il quale aveva fatto tutto: Akane.
Prese il cellulare e fece una chiamata
- E allora? Non dovresti essere ad una cena tu? –
- il caso ha voluto che mi cadesse addosso una brocca di acqua fredda e ora mi sono dovuto cambiare. –
- noo, davanti a lei?
- esatto! –
- oddio! E come ha reagito? Sono anni che mi fai tenere questo segreto! Lo sai di dovermi una bella somma, giusto? –
- si, Nabiki, non preoccuparti -  disse lui ridendo
- dai racconta tutto! –
- non è il momento, devo tornare al ristorante. Inoltre sono certo che ti chiamerà lei domani! –
- questo è sicuro! –
- piuttosto, ci sono alcune cose che non mi avevi detto: ad esempio che Akane è MOLTO fidanzata! –
- sono dettagli –
- no che non lo sono, Nabiki! E poi non riesco a stare solo con lei! –
- Ranma lo avevi promesso! La devi riportare a casa! Me lo devi! –
- e come faccio!?! Fa finta di non conoscermi! Non ho modo per parlarle solo! –
- e allora sbugiardala! –
- si, così tua sorella mi odierà a morte! –
-Ranma, non mi interessa. Fai quello che ti pare, ma i patti sono patti! Devi convincere Akane a tornare a casa e deve fare pace con papà! Non vorrai mica rischiare di sposare me, giusto? –
- non sia mai! Averti come amica è più che sufficiente! –
- bene, questa amica cerchiamo di farla diventare cognata, va bene?! –
- va bene, ora vado, altrimenti penseranno che mi sono perso nell’armadio. –
-ciao cognatino, in bocca al lupo! –
 
La serata finì verso mezzanotte. Tutti andarono di corsa a casa poiché i giorno dopo c’era la seconda lezione in programma e non volevano arrivarci stanchi.
In auto, tra Akane e Takashi ci fu uno strano silenzio che proseguì fino a casa. Lei all’inizio non ci badò, presa dalla miriade di domande che avrebbe voluto fare a Ranma, poi vide che Takashi a mala pena la guardava negl’occhi.
- Amore, tutto bene? –
Lui la guardò gelido – non lo so –
- scusami, ma che risposta è? –
- senti, non so che dirti ma… oggi non sei tu! –
- Takashi, non capisco! –
- oggi sembri una ragazzina adolescente alla sua prima cottarella, che ha incontrato l’idolo della sua boy band preferita. –
- come, scusa?! – chiese lei infastidita
- guarda, ero contento di averti fatto una sorpresa, ma ora me ne sto pentendo!e poi che cos’era quel tono informale? Che figura! –
- suvvia! Stava per cadergli l’acqua addosso! Ho reagito d’istinto! –
-Akane, anche quando ci siamo messi insieme, ci ho impiegato due mesi a farti smettere di chiamarmi maestro, mentre lui lo chiami per nome alla prima occasione? –
- senti Takashi, stai esagerando! –
-io starei esagerando? Tu pendevi dalle sue labbra! –
- oh kami! Takashi, era il nostro ospite d’onore! Tutti facevano domande a lui, tutti VOI eravate interessati solo a lui, quindi non mi sembra di essere stata l’unica ad avergli dato attenzioni!  A me sembra piuttosto che tu sia geloso.. cos’è, la sconfitta ti ha fatto ammattire? –
- è sleale dire questo! –
- ma senti almeno quello che dici?
- so benissimo quello che dico e so benissimo quello che vedo!  Akane, sembri diversa! E poi come pensi che mi sia sentito quando ti ho visto utilizzare tecniche che non ti avevo mai visto usare? Sei nella mia Scuola e combatti con le tecniche di chissà chi! –
Lei decise di porre fine alla discussione. Lo abbracciò e baciò – per me ci sei solo tu,gli altri sono un contorno. E poi domani è l’ultimo giorno che sarà qui. Finita la lezione, potremmo dire addio al maestro Saotome! –
Lui si calmò, rincuorato  dalle parole di Akane e l’abbracciò ricambiando il suo bacio.
L’amore provato per Takashi era immenso, ma Ranma rappresentava tutto quello che lei era a Nerima.
La ragazzina impulsiva era ormai un ricordo, ma Ranma, con la sua sola presenza, le portava alla mente tutto.  Le gioie e i dolori della sua adolescenza riaffioravano con il solo suono della sua voce. Oggi per lei era stato inevitabile utilizzare le vecchie tecniche. Le stesse tecniche che lei rinnegava dal suo arrivo a Tottori. Da quando, per seguire Takashi e crescere, aveva preferito che il padre non la considerasse più la sua erede.  Aveva lavorato sodo per due anni e alla fine, al momento del diploma, quando si rese conto che a Nerima non c’era più nulla per lei, capì che non poteva lasciare quella città e che si doveva dedica al suo nuovo maestro. Quindi decise di restare li  e ora dopo sei anni, LUI era apparso come per magia distruggendo parte delle certezze costruitasi. Le domande erano un milione, ma questa era la sua vita. Ranma non avrebbe rovinato tutto e non lo avrebbe fatto nemmeno lei. Takashi era il suo futuro e la sua casa. Il passato non contava più.
 
Eccoci alla fine di questo capitolo! Spero che vi piaccia, intanto io proseguo con l’altro!
Un ringraziamento speciale va a baby, shine,gabele e alile! Alile ho adorato il tuo commento! Sono contenta di aver raggiunto lo scopo! Non ho risposto pienamente alle tue domande, ma ti chiedo di darmi tempo e man mano sarò più chiara, anche se già con questo capitolo hai ottenuto qualche risposta!
Arrivederci al prossimo capitolo,
baci
Lisa!
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Holaaa! New chappy! Spero che vi piaccia anche se corto! Ci sentiamo a fine capitolo!
 
La domenica mattina Akane non era molto riposata. Aveva dormito, si o no due ore. L’immagine di Ranma che non si trasformava era limpida nella sua mente e poi il suo tocco, quando in bagno l’aveva accarezzata….ahhh ma come poteva reagire così! Aveva vissuto senza di lui per ben 6 anni e ora… beh ora si comportava come aveva detto Takashi: Una adolescente alla sua prima cotta. Aveva voglia di parlare con lui in privato, ma sapeva che ciò non era possibile.
Quando lo rivide in palestra aveva solo voglia di prendere un secchio d’acqua e lanciarglielo contro, solo per essere sicura di non aver sognato nulla.
La lezione iniziò nuovamente con un po’ di teoria e poi passarono alla pratica. Anche questa volta, dopo la pausa pranzo, Ranma decise di combattere contro gli allievi. La prima fu la sua ex ragazza.
Il combattimento iniziò e questa volta fu Akane a partire. Ranma era costantemente in posizione di difesa e lei iniziò ad innervosirsi un pochino. Lui non sembrava intenzionato ad agire e la guardava con un sorrisetto soddisfatto.
- e allora? Combatti o no? – disse lei nel modo più silenzioso possibile, appena gli fu vicino.
- lo sto facendo, non vedi? –
- no stai solo giocando, combatti come facevi ieri! –
- chi lo sai, forse sto giocando o forse no… -
La provocazione colse nel segno e Akane reagì totalmente d’istinto, ma ogni suo singolo attacco arrivava un istante dopo il necessario e Ranma non faceva altro che schivare con movimenti ridotti al minimo. Quando lui le diede un leggero colpo sul capo, lei rovinò a terra completamente sbilanciata. Rialzatasi quasi immediatamente, fece un profondo respiro, cercando di calmarsi e ricominciò ad attaccare questa volta concentrata.
- che cosa sono queste tecniche? –  chiese lui con scherno
- quelle della mia scuola! –
- la tua scuola è quella di arti indiscriminate Tendo… combatti come si deve! -
Questa volta riuscì quasi ad arrivare a bersaglio e Ranma iniziò ad impegnarsi visibilmente di più. Akane stava finalmente combattendo usando principalmente le tecniche delle arti indiscriminate Tendo/Saotome, mischiate a quelle della scuola di Tottori. Cercò di prenderlo alla sprovvista con un fendente improvviso al volto, gli anni di allenamento di Ranma però reagirono prima che se ne rendesse conto. Lui la guardò con un sorriso un po’ sghembo, quasi di apprezzamento e  questo la infiammò ancora di più, continuando con una serie di attacchi e finte più controllati ed efficaci.
- così mi piaci, Akane! – disse alzando fin  troppo la voce
- tu concentrati piuttosto! – rispose lei dimenticando di avere spettatori. Oramai nella palestra era come se ci fossero solo loro.
- lo lo sono perfettamente. –
Akane stava accusando la stanchezza. Il combattimento stava durando da un po’. Comunque riusciva a mescolare le vecchie tecniche con quelle apprese negli ultimi sei anni. Takashi l’aveva fatta crescere, l’aveva rimodellata e aveva fatto di lei una nuova combattente.
Ranma incominciò un po’ ad accusare l’assalto prolungato e non aveva più quell’aria sorniona, ogni attacco andava gestito e controllato ma con stupore, per un attimo, si rese conto di non riuscire a contrattaccare.
Akane si illuse di poter ribaltare le sorti dell’incontro , ma proprio mentre era convinta di poter assestare il colpo decisivo si fermò… Ranma era alle sue spalle e senza capire come, si ritrovò proiettata al suolo con l’articolazione del ginocchio in posizione innaturale che le causò un dolore indicibile. Lui comodamente seduto su di lei, dimostrando chiaramente che avrebbe potuto concludere in qualunque momento avesse voluto. – la prossima volta utilizza le tecniche della tua scuola! Smettila di emulare  quell’idiota! – le disse all’orecchio.
Lui si rialzò quasi subito e fece per allontanarsi verso le panchine per bere un po’ d’acqua.
- torna qui! – disse Akane gridando mentre si rialzava, ignorando di star utilizzando un tono informale – come ti permetti! -  
Lui tornò verso di lei, incurante delle altre persone che allibite guardavano la scena. Anzi Ranma aveva quasi raggiunto il suo scopo, ora la doveva solo far andare a briglia sciolta.
- hai qualcosa da dirmi Akane? – disse lui a pochi centimetri dal suo viso.
- ne avrei di cosette da dirti, baka che non sei altro! –
- AKANE TENDO! – la voce profonda di Takashi riecheggiò in tutta la palestra, facendola sussultare, ricordandole di non essere sola con Ranma.
Lei, sorpresa, guardò il suo fidanzato il quale era livido di rabbia.
Lanciò un’occhiataccia a Ranma, ma quasi immediatamente si scusò per il comportamento della sua allieva. Non gli piaceva il modo in cui la guardava e non gli piaceva il modo in cui reagiva lei. – Akane, nello spogliatoio… adesso!! –
- non mi sembra necessario -  disse Ranma.
- la prego di non immischiarsi. Lei continui a tenere la lezione. – detto questo, Takashi si portò Akane nello spogliatoio, tirandola per un braccio.
Entrati nello spogliatoio lui non le diede nemmeno il tempo di parlare. Era livido di rabbia.
-mai, e dico MAI sono stato insultato in questo modo! Come osi mancare di rispetto al nostro ospite e di mancarmi di rispetto così!?! Te l’avevo già detto che non ero stato contento di com’era andata il primo combattimento e tu lo rifai? Quelle tecniche non mi sono nuove e sappi che prima o poi mi verrà in mente dove le avrò viste! Io,mia cara signorina,ho un nome nel campo delle arti marziali! Me lo sono sudato con anni di allenamenti! Sei tu che ti sei presentata alla mia porta e sei tu che ha presentato la domanda per i due anni di corso! Ancora TU, alla fine dei due anni mi hai chiesto di restare una mia allieva, nonostante ti abbia fatto anche il grande onore di essere una delle mie insegnanti! E ora che abbiamo un ospite, che tra l’altro ho pagato profumatamente per tenere questa lezione, tu mi fai questo? Se ti piacciono così tanto le arti marziali indiscriminate, ebbene mia cara, hai sbagliato scuola! –
- Takashi, io… -
- no Akane, in questo momento non sta parlando Takashi, il tuo fidanzato, ma il maestro Takashi. E ora puoi tornartene a casa. – lui se ne tornò alla lezione lasciandola lì sola, confusa e in lacrime.
Ranma non era mai stato così impaziente da terminare una lezione. Dopo il loro combattimento, Akane non era più rientrata. Un Takashi nervosissimo gli aveva detto di continuare e così lui fece.
Al termine prese volentieri un taxi per tornare in hotel. Era stato un disastro e di sicuro per colpa sua ora Akane era a piangere da qualche parte. I muri in quella palestra erano sottili e Ranma aveva sentito tutta la conversazione. Gli avrebbe voluto tirare un pugno a quel cretino!
Rientrato in hotel, una receptionist gli venne incontro, dicendogli che qualcuno lo attendeva. Quando vide Akane seduta sul divanetto della hall, quasi non voleva crederci. Lei aveva gli occhi arrossati, di sicuro aveva pianto tantissimo, lo sguardo chino, tanto è che non si accorse dell’arrivo di lui.
- Akane –
- Ranma… -
Lui non disse altro, le fece solo segno di seguirla. Andarono nella suite di lui al 52esimo piano. Entrati, Akane a mala pena notò la bellezza del salotto d’ingresso. Le grandi finestre regalavano uno spettacolo unico sulla città di Tottori. Una grande porta chiusa, sicuramente portava alla zona notte della suite.
Lei non badava a nulla di tutto ciò, squadrava solo il ragazzo da capo a piedi, il quale alzò gli occhi al cielo. – avanti, fallo – le disse
Lei continuava a guardarlo e non diceva nulla. Restava solo a qualche metro da lui, non si era nemmeno accomodata sullo splendido divano rosso.
-Avanti, so che vuoi farlo – disse ridendo
Vedendo che lei non reagiva, Ranma andò verso il frigo bar presente nel salotto , prese una bottiglia d’acqua dal suo interno e gliela porse.  
Lei la prese imbarazzata, poi la aprì e gliela versò addosso. Ranma rideva contento. Akane fece cadere a terra la bottiglietta e si portò le mani alla bocca. – Allora è tutto vero! –
- già! E ora se permetti, vado a prendere un asciugamano! Dovevi proprio svuotarmela tutta addosso? – continuò lui dolcemente e continuando a sorridere. Era troppo felice di averla li con lei.
- Accomodati, arrivo subito. –
Qualche minuto dopo ritornò nel salotto totalmente cambiato e intento a tamponarsi i capelli con un asciugamano. Si sedette sul divano, vicino ad Akane.
- immagino che tu abbia molte domande da farmi. –
- non sai quante – disse lei guardando il pavimento.
Lui le prese il mento, costringendola a guardarlo – sono qui ora, chiedimi tutto quello che vuoi. – poi la mano si spostò verso la guancia, ed Akane non riuscì a non chiudere gli occhi. – sono contento che tu sia venuta qui. –
Lei si staccò da lui e gli fece la domanda più ovvia, ovvero quella relativa alla sua trasformazione.
Fu allora che Ranma le raccontò quello che accadde dopo la sua partenza. Lui intraprese il viaggio verso la Cina, dove dopo tre anni e mezzo riuscì ad arrivare alle famose sorgenti e riuscì ad immergersi nella nan nichuan. Il suo viaggio era stato molto lungo, nel frattempo si allenava, lavorava ogni tanto per sostenere le spese, fermandosi presso qualche villaggio. Fu così che divenne più forte ed iniziò ad essere notato.  Man mano proseguì la sua ascesa fino ad essere diventato il grande maestro Saotome delle arti marziali indiscriminate.
- perché sei qui? – chiese lei con un filo di voce
- per tenere una lezione. – disse lui serio
Non era la risposta che si aspettava e la sua faccia era un libro aperto.
- suvvia, Akane! Cosa vuoi che dica? Ovvio che sono qui per te! Per quale altro motivo sarei qui altrimenti? –
Il cuore di lei si fermò per un attimo.
- Akane, mi dispiace per quanto accaduto oggi. –
- non è colpa tua, ho fatto tutto di testa mia. E poi come potevamo combattere io e te se non usando le nostre tecniche? – gli disse con un sorriso amaro – ma questo mi ha portata ad essere cacciata da un’altra scuola! –
- ci parlerò io, gli spiegherò! –
- no ti prego! Lui scoprirebbe tutto! in caso devo essere io a dirglielo. –
- Akane, tu devi tornare a casa –
- ci vado tra poco – disse lei delusa
- Akane, per casa tua intendo Nerima, da tuo padre,nella tua palestra… -
-no, non posso! Mio padre mi ha messo davanti ad una scelta ed eccomi qui, l’ho presa! Oramai la mia vita è qui a Tottori. La tua a Nerima, con mia sorella Nabiki. –
- Akane, non dire sciocchezze, mi ci vedi sposato con Nabiki!? Prendi la valigia e torna a casa con me, tu devi fare pace con tuo padre e riprendere il tuo posto come erede della scuola! –
- la mia vita è qui, ora! –
- a fare cosa!?! L’allieva di un tizio qualunque? – oramai erano in piedi, nessuno dei due riusciva a stare seduto
- lui non è uno qualunque! –
Poi le fece, a bruciapelo, la domanda che a lui premeva di più – tu lo ami? –
- Si… -
Ranma le si avvicinò, guardandola negli occhi e mettendole le mani sui fianchi –lo ami quanto amavi me? –
Akane distolse lo sguardo, ma non si scostò. Il suo corpo era come paralizzato al tocco di lui, il suo cuore batteva all’impazzata, il cervello annebbiato.  – guardami… - disse in un sussurro con la sua voce roca, che provocò l’ennesimo fremito in Akane. Lei lo guardò e il suo cuore stava andando in frantumi. – non potrò mai amare nessuno quanto amavo te. –
La mano destra di lui risalì fino al collo di Akane, il suo tocco era gentile. Ranma stava per accorciare la distanza tra loro due e lei lo stava facendo fare. Poi all’improvviso si scostò da lui.
- TU… tu non ne hai il diritto! –
- cosa? -  chiese lui confuso
- TU non ti puoi presentare dopo 6 anni e sconvolgermi la vita! No, Ranma,non te lo permetterò!  Vai a casa, sposa Nabiki, sposa chi vuoi…ma io non posso! Ora ho un fidanzato e un bel futuro! Non voglio rovinare tutto! non ne ho le forze! Sai cosa sia stato per me venire qui sei anni fa? È stata dura ma ce l‘ho fatta,ed ho fatto tutto da sola! – oramai aveva gli occhi pieni di lacrime – per sei anni ho vissuto in pace, non ho mai rischiato di morire, Takashi non ha fidanzate sparse per la città… per lui ci sono solo io. E oggi sono stata pessima. –
- Akane… - fece per avvicinarsi
- no, ti prego, resta li dove sei… io… -
 - “Io” cosa, Akane? – disse prendendola per le braccia, avvicinandola nuovamente a se. – cosa, Akane? – questa volta lo disse con calma e il cervello di lei smise nuovamente di ragionare. Le lacrime le scendevano da sole –  non puoi aver dimenticato semplicemente tutto,  aver dimenticato noi… dimmi che non mi ami più ed andrò via. Ma io non ci credo, non posso credere che non ci sia più possibilità per un noi… -
Lei si staccò nuovamente da lui, ora era furiosa – hai avuto la tua possibilità! Sei anni fa! Io ero lì pronta a sposarti! Ora basta! Non ho vissuto questi ultimi anni in attesa di te! Io non ti aspetto più Ranma! La mia vita è andata avanti e tu non ne fai più parte! Ma cosa credi che io voglia continuare a vivere nell’incertezza di essere amata? No, non rivivrò tutto, perché al mio fianco ho Takashi ora. Addio, Ranma… addio. –
Lui la vide uscire dalla porta. Non l’aveva fermata, ancora una volta l’aveva fatta scappare. Akane aveva ragione, lui aveva avuto la sua possibilità ed aveva rovinato tutto. MA questa volta non lo avrebbe fatto. Avrebbe lottato per lei… avrebbe lottato per quel noi.
 
Eccomi!!! Ciao a tutti! Questo capitolo è stato difficilissimo da scrivere, soprattutto l’ultimo pezzo! Bacio si, bacio no? Vi prego non mi uccidete! Prometto che non vi deluderò! Ancora una volta voglio ringraziarvi per le recensioni! Sono così dettagliate che le adoro e sappiate che siete voi a spronarmi a scrivere ed ad aggiornare. Attendo le vostre reazioni! Alla prossima!
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


 
Rieccomi!!! Ciao a tutte e scusatemi per l’attesa ma ho traslocato e per giorni sono stata senza internet! Ma tra un pacco e l’altro ho scritto! Spero che il lavoro e il trasloco non mi portino via molto tempo, ma la storia è quasi alla sua conclusione, non temete! Spero che vi piacciano anche questi capitoli! Un bacione!
 
 
*6 anni prima*
- ti auguro tanta fortuna, Akane Tendo. Sei la persona migliore che abbia mai conosciuto. –
Ranma chiuse la porta e la sentì scendere per le scale. Non riuscì a stare fermo in camera e seguì Akane di nascosto fino alla stazione. Lei prese il treno un’ora dopo e solo allora Ranma rientrò a casa. Si rimise sul futon ma non riuscì più a dormire. Stava lasciando andare l’unica persona che lo capiva e che in un modo o nell’altro lo considerava normale, peccato che lui non si considerasse tale.  Riusciva a vedere chiaramente tutte le sue mancanze come fidanzato e come la sua maledizione fosse diventata anche quella di lei.
 
Indistinte furono le urla di Kasumi, la mattina dopo, la quale trovò per prima la lettera della sorella, poi fu la volta di quelle di Soun, il quale iniziò a piangere disperato. Intanto si svegliò anche Genma e a quel punto non poteva più far finta di dormire.
Ben presto la famiglia fu al completo nella sala da pranzo a decidere il da farsi. Soun era già intenzionato a riprendersi la figlia, non poteva accettare che fosse partita così nella notte, da sola! Chi avrebbe badato a lei? Chi Le avrebbe dato un tetto sopra la testa? Quella sua figlia era identica alla sua defunta moglie: era terribilmente testarda, quando decideva qualcosa non c’era verso di farle cambiare idea.
Ranma rimase in silenzio per molto tempo, poi prese la parola.
- Sig. Tendo, lasci andare Akane. –
- MA come Ranma! Proprio tu mi dici questo? La mia bambina! –
- Akane non è più una bambina, ora è il momento che diventi  una donna. Lei vuole fare questa esperienza anche per crescere nel campo delle arti marziali. –
- ma il matrimonio… -
- Sig. Tendo, è mia intenzione sposare Akane, ma prima devo togliermi la maledizione. Tornerò come un uomo migliore, come un vero uomo e… e io la amerò, la rispetterò fin che morte non ci separi. – Ranma era un peperone. Non sapeva da dove fossero uscite quelle parole.
- Akane ha scelto! Ha disonorato questa famiglia scegliendo un’altra scuola. Sono irremovibile, il vostro matrimonio è annullato, sarà Nabiki a sposarti! –
- cosaaaa? – gridò la figlia sentendosi chiamata in causa – io non lo voglio sposare! –
- non subito figlia mia, intanto Ranma patirà e appena tornato vi sposerete. Ne hai di tempo per abituarti all’idea. Akane sapeva a cosa andava incontro decidendo di partire! –
- Soun, amico mio, sei sicuro? –disse Genma, il quale stranamente non parlava. Cosa stava succedendo a quel padre strampalato? Come mai, si chiedeva Ranma, lui non stava intervenendo con qualche frase inopportuna? Anzi sembrava anche favorevole a quanto stesse accadendo.
La discussione andò avanti per molto. Soun voleva indietro la sua “bimba” ma allo stesso tempo, ferito nell’orgoglio, per lui Akane era fuori dalla linea di successione alla scuola. Andando via di casa aveva rinnegato tutto, aveva rinnegato i Tendo.
Ranma  riuscì a rifugiarsi in camera, ma presto venne seguito a ruota dal padre.
- figliolo, è il caso di parlare. – Genma era molto serio. Era raro per il figlio vederlo così.
- papà non mi farai cambiare idea. –
- non sono qui per questo. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. È da quando è saltato il matrimonio che ci pensi, non è vero? –
- si –
- senti – disse aprendo il suo armadio ed uscendo una cassettina dal suo interno – io non ho molto,ma ho cercato di risparmiare il più possibile. Prendi questi soldi, non sono molti ma come inizio potrebbero essere utili. –
- papà… -  Ranma era senza parole
- ti chiedo una promessa in cambio. Ti prego torna, fai quello che devi fare, ma torna. Fallo per questo tuo povero vecchio e fallo per Soun che ti ha accolto come un figlio. Fallo per Akane che a modo suo ti ama e che tu… beh sono certo che a modo tuo la ami anche tu. – il padre si inchinò sul tatami di fronte al figlio – io non sono un bravo padre, ma fidati quando ti dico che questo matrimonio sarà la cosa migliore per te, Akane ti salverà il cuore. –
Ranma avrebbe voluto rispondere a modo suo, sprezzante come sempre, ma non ne ebbe le forze. Il padre che aveva sempre desiderato era li davanti a lui, finalmente. – te lo prometto. –questo fu quello che riuscì a dire.
Qualche ora dopo fu la volta di Nabiki – Allora questa storia della partenza è seria… -
- Come vedi tua sorella è già partita e presto lo farò anche io… ma prima devo fare ciò che non ho mai avuto il coraggio di fare e che mi ha portato via Akane: devo dire chiaro e tondo a quelle pazze che non le ho mai considerate le mie fidanzate. –
- tornerai Ranma? –
- si, l’ho promesso.
- mi riporterai indietro Akane? Lo sai che potrai riuscirci solo tu. Lei ragiona solo con te! –
Ranma rise, nonostante fosse sempre lui a far arrabbiare la ragazza, si rendeva conto che il loro rapporto era unico nel suo genere e che riuscivano sempre a far ragionare l’altro.
Nei giorni successivi prese il coraggio a due mani ed andò  a parlare con le ragazze, la prima fu Kodachi. La pazza ginnasta fece fatica a capire quanto lui le stesse dicendo, rifiutava di ascoltare ogni sua parola. Ma Ranma fu irremovibile, voleva iniziare il suo nuovo percorso di vita come una persona nuova, con un po’ di ordine nella sua vita, sempre dominata dal caos.
Ukyo fu la più comprensiva, in fondo al suo cuore era consapevole del fatto che lei e Ranma erano solo buoni amici. Lo abbracciò aspettandosi da un momento all’altro un altro invito al matrimonio tra lui e Akane. La voce della partenza di quest’ultima non si era ancora diffusa.
Con Shampoo fu un disastro . La cinesina urlò, pianse e fu quasi più teatrale di Kodachi. Cercò in tutti i modi di convincerlo. Dopo un’ora, Ranma era esausto – Shampoo, amo un’altra persona e tu non potrai mai eguagliarla ne per bellezza, intelligenza, simpatia e calore. Io non ti ho mai considerata la mia fidanzata e nemmeno come amica. Stai sprecando la tua giovinezza con me che non sarò mai interessato a te. Noi non abbiamo un futuro e mi dispiace non aver mai avuto il coraggio di dirti queste cose prima. Addio, ti auguro tanta felicità. – forse non aveva mai visto l’amazzone senza parole. Lo guardò piena di odio. Effettivamente Ranma con lei aveva dovuto essere più brutale. Ma non aveva nessuna intenzione di fare l’ennesimo discorso inconcludente.
Voleva lasciare a Nerima il Ranma adolescente e iniziare finalmente il percorso per diventare uomo.  Già l’aver parlato alle ragazze lo faceva sentire meglio.  Doveva ammettere che molte volte era lusingato da tutte quelle attenzioni, che andavano a colmare il vuoto creato dalla sua metà donna.
Dopo la consegna dei diplomi il ragazzo intraprese il viaggio che ora lo aveva portato ad essere una persona migliore e che gli aveva permesso di diventare qualcuno nel campo delle arti marziali. Nonostante non si trasformasse più in donna, gli mancava una parte di lui: ed era Akane. I sei anni separati lo avevano solo reso più consapevole dell’amore provato per lei ed ora doveva riaverla con se, questa volta per sempre.
 
Eccoci! Eh si, questo capitolo intermedio porterà tutte voi ad uccidermi! :) ma ripubblico presto! Baci e grazie ancora per le recensioni!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


 
 
Rieccomi! Mi devo far perdonare o no? Ebbene, immagino non sarete rimaste contente dal “capitolo” precedente ma ritenevo giusto che anche Ranma avesse un piccolo spazio. Ecco un altro piccolo capitolo tutto per voi! Baci!
 
Akane tornò a casa verso le 22 e trovò Takashi a letto, intento a guardare la tv.
- Ciao Takashi. – ma da lui nessuna risposta, non la guardò nemmeno in faccia. Lei si sedette sul letto. –mi dispiace, oggi mi sono comportata in modo pessimo. Ma voglio spiegarti le ragioni che vi sono dietro, voglio dirti la verità. Così capirai che non avevo la minima intenzione di offenderti. Ti amo troppo per farlo.  –
Ancora nessuna reazione. – Partiamo dal principio. Io sono Akane Tendo, figlia di Soun Tendo maestro delle arti indiscriminate della scuola Tendo. – Takashi spense la tv.
- Tu sai che non mi parlo con mio padre e ti dissi solo incomprensioni familiari, ma la verità e che lui mi ha diseredata perché avevo deciso di iscrivermi alla tua scuola. – Takashi la guardò per la prima volta da quando era rientrata in casa, era allibito. – e Ranma lo conosco. Lui è… il promesso sposo di mia sorella Nabiki. Io e lui ci conosciamo da anni e abbiamo passato l’adolescenza insieme. –
- quelle tecniche! – ora al ragazzo quadravano di più le cose – perché avete fatto finta di… -
- di conoscerci? Non lo so! Avevo paura che tu scoprissi tutto e lui senza nemmeno accorgersene mi ha retto il gioco. – si avvicinò di più a lui – Takashi, amore, per me è un grande disonore essere stata cacciata dalla palestra di mio padre e un grande dolore non parlare più con lui. È vero, le arti marziali indiscriminate le amo, ma sono il passato. Però, quando ho combattuto contro Ranma… è stato più forte di me, le vecchie tecniche uscivano da sole, era naturale combattere così. Sai per quante ore io e lui abbiamo combattuto? Infinite! –
- ma ti rendi conto che tutto ciò non ha senso? E poi chi è l’Akane che ho ora davanti? Pensavi mai di dirmi queste cose? –
 - certo che si,ma non era mai il momento giusto! O almeno io non ero capace di trovarlo! Ma devi capire che sono sempre io! - si mise su di lui e gli prese il viso tra le mani – essere tua allieva e fidanzata per me è la cosa più bella del mondo, io ti amo, ti prego guardami negli occhi e vedi se sono sincera quando ti dico che mai e dico mai vorrei intenzionalmente offenderti o ingannarti. –
Lui le diede un casto bacio sulle labbra e l’abbracciò facendola sedere accanto a se.
- senti Akane, io non mi sono mai voluto intromettere, non ho mai conosciuto la tua famiglia, ma devi far pace con tuo padre. Non posso sapere di esserne in parte la causa. –
- Anche io vorrei far pace con lui, ma è così testardo! –
- come se tu non lo fossi! –
- non è facile come sembra, ci sono tante cose da chiarire –
- mi spieghi come fa ad essere facile dopo sei anni che non vi vedete? Dovresti andare a chiarire tutto. –
- mi manderà via, tu non lo conosci! –
- io non lo conosco, è vero, ma penso che sia il caso di presentarmi. Akane, pensiamo al nostro futuro insieme. Io vorrei essere accettato dalla tua famiglia. I nostri figli li vorresti far crescere senza un nonno? Privare tuo padre di questa gioia? –
- figli? –
- certo sciocchina, oramai per noi vedo solo il matrimonio, non riesco a pensare ad altro che a te che percorri la navata in abito bianco. –
- è una proposta? –
Lui sorrise e la baciò – sarà ufficiale quando avrai almeno tentato di chiarire con tuo padre. E ci sarà anche un anello! –
- oh Takashi, si, si si! Ti amo! Ci proverò andrò a Nerima e prometto di far pace con mio padre. –
- ora sbrigati, facciamo i bagagli, partiamo il prima possibile. –
Lei sbiancò – partiamo? Vieni anche tu? –
- certo, mi presenterò ufficialmente a tuo padre e chiederò la sua benedizione. –
Ecco quello che accadeva a dire mezze verità, che si rischiava di essere scoperti ancor prima che si fosse finito di dirle.
 
 
Intanto Ranma…
- voi due mi farete ammattire! È da ieri sera che non ho notizie! Tu non mi chiami, mia sorella mi chiude le chiamate! E solo ora vengo a sapere tutto questo!?! -
- Nabiki, per ora dobbiamo tardare il mio rientro a casa, come prevedevo non è stato così facile convincerla. Cosa pensavamo che lei mi perdonasse in due minuti? E poi è innamorata di quello li… -
- ohh quanto sei stupido! L’ha detto lei che non potrà amare mai nessuno quanto ama te! Hai raggiunto i tuoi obiettivi, Ranma io ci sono sempre stata per te! Ho aspettato che ti prendessi i tuoi tempi, ma ora è il vostro momento! Non la puoi lasciare nelle braccia di un altro! Voi siete Ranma e Akane! E se il vostro amore ha in qualche modo superato la vostra stupidità adolescenziale, stai certo che potrà sopravvivere a tutto! –
- io non mi sono arreso, ma di certo mi sono crollate molte sicurezze. Come potevo credere che lei mi avesse aspettato? –
- il suo cuore lo ha fatto, fidati! Senti nessuna reagirebbe come a fatto lei alla vicinanza dell’uomo che si ama! E poi devi capire che… -
- Nabiki, ci sei ancora? –
- oh kami! –
- cosa succede? –                           
- Sei un grande Ranma! Mia sorella mia ha appena inviato un messaggio! Torna a casa! Torna a casa per parlare con papà!!! –
- grandioso! –
- oh… -
- cosa c’è ora? –
- mi ha inviato un altro messaggio. Viene anche Takashi. –

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Due settimane dopo.
Akane era a casa sua a Tottori. Era seduta al tavolo della sala a pranzo e guardava da quindici minuti il pezzo di carta bianco davanti a se. In quei ultimi giorni la fortuna l’aveva assistita. Nonostante le buone intenzioni del ragazzo, Takashi non riusciva a lasciare la palestra a causa dei vari impegni presi in precedenza. Questo per Akane fu un sollievo perché sapeva di non poterlo portare a casa a Nerima, ma lui non lo voleva capire… o per lo meno, non lo poteva capire. Cosa gli avrebbe detto quando gli avrebbero rivelato del fidanzamento con Ranma? Avrebbe scoperto le altre bugie… e lei non poteva permetterlo.
E ora era indecisa: aspettare di andare a Nerima con Takashi e rischiare, oppure precederlo?
Ma la decisione era semplice Takashi: non doveva andare con lei. E così gli scrisse un biglietto.
“ è il caso che affronti mio padre da sola. Dammi tre giorni e poi sarò a casa. Ti amo, Akane”
Il fidanzato era al lavoro e non sarebbe tornato prima di quattro ore. Akane aveva trovato un volo per Tokyo che sarebbe partito entro due ore. Tutto era calcolato e sembrava andare per il verso giusto. Chiamò un taxi e si recò in aeroporto, giusto in tempo per prendere il biglietto e recarsi ai controlli.
Prima di spegnere il telefono inviò un semplice messaggio a Takashi: “ ti amo”. Sapeva che si sarebbe arrabbiato ma non poteva assolutamente rischiare.
Rimettere piede a Tokyo fu per lei un misto di emozioni contrastanti. Gioia, sofferenza, ansia… nemmeno lei sapeva cosa provare. Con riluttanza accese il telefonino e i messaggi di Takashi non tardarono ad arrivare. Così come la sua chiamata e rispose.
- ma cosa ti è saltato in testa? – Takashi gridava – un biglietto! E te ne vai così,senza dirmi nulla! Ma dimmi Akane, io per te non valgo nulla? –
- Takashi io… -
- ma questo è un rapporto tra adulti, o cosa? Ma non ne potevamo parlare? Akane, ultimamente non ti riconosco più… -
- MI dispiace… era una cosa che dovevo fare da sola… poi ti presenterò a loro, promesso. –
- ne riparleremo quando sarai a casa. Ora sono troppo deluso per ascoltarti. -  e chiuse la conversazione.
La ragazza pianse ma non era assolutamente pentita della sua scelta. Anzi ora che si trovava a Tokyo, nonostante i timori nel rivedere il padre, si pentiva di non averlo fatto prima. Si recò in hotel dove posò il suo piccolo bagaglio e dopo essersi rinfrescata, si recò a casa Tendo.
Una strana quiete aleggiava sulla casa. Abituata com’era al trambusto giornaliero di gente che si autoinvitava qua e la e che cercava, seppur involontariamente, di distruggere casa, oppure alle discussioni tra ranma e il Sig. Genma… quella vita le mancava un po’.
Non aveva ancora avuto il coraggio di bussare, che il suo volto era  già rigato dalle lacrime. Era li ferma sul ciglio della porta, quando la vide aprirsi e una splendida NAbiki in tailleur intenta ad uscire.
Rimasero a fissarsi per qualche momento. Anche Nabiki iniziò a piangere, commossa dal ritorno della sorella minore. Si abbracciarono: tornare a casa si stava rivelando una buona idea.
La maggiore delle due prese il telefonino: - annulla tutti i miei appuntamenti… si anche quelli di domani… e quelli di dopodomani… per i prossimi giorni non ci sono per nessuno, intesi? –
- sempre indaffarata, eh Nabiki? –
 - lo sono per colpa tua! Finalmente ci sarai anche tu a gestire la palestra! E ora entriamo! –
Akane esitò per un attimo
- suvvia! Andrà tutto bene, vedrai! – nabiki l’abbracciò e la invitò ad entrare in casa. Il tempo sembrava si fosse fermato a casa Tendo. Anche l’arredamento era rimasto sempre lo stesso. di diverso avrebbe trovato solo l’assenza di Kasumi, la quale oramai viveva con il Dottore già da un paio d’anni. trovarono Soun nel portico, come di consueto, intento a giocare shoji con l’amico di sempre Genma.
Akane rimase invece sorpresa quando, guardando il padre, notò come i suoi capelli e baffi avessero oramai delle sfumature di bianco e di come le rughe solcassero il suo volto.
Nabiki cercò di catturare la sua attenzione – papà, abbiamo visite… -
- mh… si, chi? – disse continuando a concentrarsi sulle pedine.
- papà… - la voce di Akane gli fermò quasi il cuore. Soun alzò gli occhi verso la figlia minore, tremante e incredulo.
Anche Genma non voleva crederci e rimase senza parole.
- Akane… - Soun aveva già le lacrime agl’occhi, ma l’orgoglio lo fece restare al suo posto.
La figlia minore si inginocchiò. – mi dispiace papà, mi dispiace per come mi sono comportata e per come ho lasciato la casa. Mi dispiace di essere stata una figlia ingrata e per non essermi mai fatta sentire per tutto questo tempo. Non volevo deluderti o disonorarti.  –
Lui si alzò ed andò dalla figlia. Akane era ancora con il volto chino e non vide che il padre fece un po’ di fatica ad alzarsi. Lui la invitò a sollevarsi e l’abbracciò. Non dissero nulla, piansero solamente. Per Soun, la quale età iniziava oramai a farsi sentire, riavere Akane a casa era tutto quello che poteva desiderare. Dopo aver perso una moglie in giovane età, non poteva sopportare l’idea di non rivedere più la figlia. Si malediceva di averlo capito solo ora che l’aveva rivista. Il suo stupido orgoglio gli aveva impedito di andarsela a riprendere e riportarla a casa.
Nabiki non si aspettava nulla di tutto ciò, non sperava lontanamente che tutto si potesse risolvere così facilmente, ma aveva ignorato i sentimenti di un vecchio padre che soffriva da troppi anni per l’assenza dell’amata figlia.
Soun e Akane parlarono da soli per un bel po’ di tempo e lei gli raccontò quello che era successo negli ultimi anni, omettendo la parte su Takashi. Ancora non era pronta.  Intanto, mentre i due conversavano, Ranma fece rientro a casa. Trovò suo padre, Nabiki e Kasumi, la quale era arrivata poco dopo, in silenzio nella sala da pranzo e l’atmosfera era serena ma strana.
- cosa sta succedendo? –
Kasumi, ancora con le lacrime agl’occhi prese la parola – è tornata, Ranma! Akane è qui. –
Lui non riusciva a crederci! Finalmente! Quelle due settimane erano state un inferno. Dopo il messaggio ricevuto da Nabiki, si aspettavano che lei tornasse subito a casa ed invece dopo quindici giorni ancora niente. Ed ora…
- lei dov’è? –
- stanno parlando nella stanza accanto, figliolo. –
Il ragazzo non riuscì a controllarsi, andò in direzione della stanza che gli avevano indicato e senza neppure dar voce, aprì in modo veemente il shoji. Padre e figlia sussultarono per l’improvvisata ma non ne furono infastiditi. Ranma e Akane si guardarono intensamente.
- tu… tu sei tornata! –
- ehm, si… - Akane non sapeva cosa rispondere, quel “sei tornata” aveva due significati diversi per i ragazzi.
- tu sei tornata!! – ripeté questa volta esternando la sua felicità, poi gli guardò entrambi e notò la serenità nei loro occhi – e avete fatto pace! –
Un urlo di felicità arrivò dall’altra stanza. Soun rise - vieni bambina, andiamo in sala da pranzo, raggiungiamo gli altri –
Ranma voleva abbracciarla, sollevarla in aria, felice come non mai, ma notò comunque che Akane non cercava il contatto fisico, ma manteneva ogni volta che poteva quello visivo.
Soun voleva subito far preparare la camera di Akane, ma l’entusiasmo si smorzò quando lei disse di stare in hotel.
- Papà, io sono fidanzata con un uomo di Tottori. – Soun sbiancò. – Si chiama Takashi ed è il maestro ed unico erede della scuola di arti marziali di Tottori.
- Akane! – gridò Nabiki – tu devi sposare Ranma! –
- sbaglio o eri tu la sua promessa sposa? – rimbecco Akane.
- Akane ma che cosa dici? – disse Ranma inquieto.
Nabiki  - Papà diglielo tu! –
- Nabiki, figlia mia, se Akane ora è fidanzata non possiamo farci nulla. Ora sei tu l’erede della scuola e sarai tu a sposare Ranma. –
Nonostante tutto, queste parole ferirono profondamente Akane.
- Io Ranma non lo sposerò mai! Akane perché devi comportarti così? Cosa ti succede? –
- Soun io non sposerò Nabiki e Lei lo sa. –
Il capofamiglia ignorò i due ragazzi e si rivolse alla figlia più piccola. – Tesoro, questo ragazzo non so se ti renda felice, ma accetterò la tua decisione. Ma sappi che lui non farà mai parte di questa famiglia e mai le nostre scuole si uniranno. Lo conoscerò, ma mai lo potrò considerare come un figlio. –
- Ma papà! Vedrai che Takashi è un bravo ragazzo, saprà farsi amare! –
Kasumi trattenne la sorella facendole capire con lo sguardo di non insistere. La maggiore delle tre capiva che per il padre, tutte quelle emozioni , erano state troppe per un solo pomeriggio. Ma a quanto pare non erano destinate a concludersi.
- quindi – prese parola Ranma – non sei tornata – disse scandendo l’ultima parola.
Lei capì subito cosa voleva intendere. – io torno a Tottori tra tre giorni. Io e Takashi viviamo insieme e lui mi ha chiesto di sposarlo. -
In tutto questo Genma non aveva ancora parlato e  continuò a restare in silenzio. Si limitò solo a porgere un bicchiere di saké al suo amico.
Kasumi era incredula a quello che stava ascoltando e non aveva idea di cosa rispondere.
Nabiki e Ranma invece  non riuscivano a contenersi. Erano assolutamente convinti che una volta tornata, Soun ripristinasse il fidanzamento tra Ranma e Akane. Cosa significava invece questa accettazione del fidanzamento con quest’altro tizio? Di un’altra scuola! E nemmeno di arti indiscriminate!
Soun cercò di calmare gli animi. Invitò le figlie a cucinare qualcosa per poter cenare tutti insieme.
Le tre sorelle si recarono in cucina.
- finalmente hai fatto pace con papà! Finalmente potrò sposarmi con Ono! –
- cosa centra questo, con il tuo matrimonio? –
- avevo deciso di sposarmi solo se tu avessi fatto pace con papà! Ho pregato ogni giorno per questo momento! Oh, Akane, tu non puoi immaginare quanto sia felice. Papà sta invecchiando e noi siamo la sua famiglia. Sei stata via fin troppo! –
- lo sai che continuerò a vivere a Tottori, vero? –
- ah, cavolate! – sbottò Nabiki
 - come scusa? –
- sono cavolate, Akane! Tottori? La tua vita è qui! Gestire la scuola e sposare il tuo grande amore! –
- il mio grande amore si chiama Takashi! –
- ma non darmela a bere! Tks! Sono sicura che quell’uomo non vale nemmeno la metà di quanto vale Ranma! –
- ma non lo conosci nemmeno! –
- ma conosco Ranma! –
- tranquilla, tra poco te lo potrai sposare! –
- ma io non lo voglio! Soprattutto non voglio un uomo che ama mia sorella! –
- Nabiki, non prendiamoci in giro, lui non mi ha mai amata. –
- sei tu che sei la solita ottusa. Tu non capisci Akane e non capirai mai l’amore che quell’idiota prova per te. Soffermati a guardalo negli occhi e vedrai… capirai… -
- Akane – si intromise Kasumi , con l’intento di calmare i toni – quello che c’era tra te e Ranma era unico e speciale. Non riesco a credere che tu sia riuscita a sostituire quei sentimenti con quelli di un altro. -
Akane non rispose, sopraffatta dall’insistenza delle sorelle. Ma come non facevano a capire il suo stato d’animo? E poi Takashi non era un “altro”. Lui era un uomo maturo e gentile, che le dava sicurezza e che l’amava, lui ci teneva davvero a lei. Ma le sorelle non lo avrebbero mai capito.
La serata proseguì tranquilla. Akane rincontrò Ono quando venne a prendere Kasumi, felice del ritorno di Akane e che finalmente poteva sposare la sua amata! Nonostante vivessero insieme, cosa che aveva scandalizzato non pochi, non gli piaceva questa situazione da “conviventi”, lui voleva formalizzare il tutto. accettare la decisione di Kasumi di non sposarsi senza la sorella, fu per lui un duro colpo, ma l’accettò comprendendo i sentimenti di lei.
Akane si recò al bagno e non resistette alla tentazione di entrare nella sua vecchia camera. Contrariamente da quanto temesse, la trovò esattamente come l’aveva lasciata. Entrando si limitò ad accendere la luce della scrivania. Si guardò intorno, emozionandosi al pensiero di trovarsi li. Aprì il cassetto della scrivania e tolto un doppio fondo, ne uscì 3 foto che raffiguravano tutte lei e ranma, felici…
- anche io conservo le stesse foto. –
Akane sussultò – ma che cav…. Ranma sei tu!?! – disse cercando di nasconderle – e quando saresti entrato!?! – era agitata, la porta della camera era chiusa e voleva evitare di restare sola con lui. – dovremmo tornare giù… -
Fece per mettere le foto nel cassetto e andarsene, ma lui la fermò trattenendola dolcemente per il braccio.
- ti prego, non andare.. resta un attimo qui con me… -
Lei non disse nulla, ma restò in camera dandogli le spalle. Si avvicinò alla finestra in modo da avere una scusa per non guardarlo. Ma lui le si avvicinò e ruppe per primo il ghiaccio.
- sono contento che tu abbia fatto face con tuo padre. –
- anche io… avrei dovuto farlo prima. –
- com’è andata con Takashi? –
- perché, ti interessa? – chiese infastidita. “perché ha nominato Takashi? a lui cosa importa?”
- si. – disse lui serio
- non penso siano affari tuoi. –
La fece voltare ma lei evitava sempre il suo sguardo “non ce la faccio a guardarlo negli occhi”
- forse, ma tu sarai sempre un “affar mio” e mi preoccuperò sempre per te. –
Lei non seppe come replicare.  – gli ho raccontato la verità, gli ho detto che ci conoscevamo. –
- e cosa ha detto quando ha saputo che eravamo fidanzati? –
- ecco, questa parte non la sa –
Lui non replicò. Un barlume di speranza si aprì nel suo cuore.
- perché non mi guardi? – chiese lui avvicinandosi ancora di più a lei
- io, non ce la faccio… non sono abbastanza forte… io… -
Ranma non la fece finire di parlare, le prese il viso tra mani, la guardò intensamente negli occhi e poi la baciò. Tutto quello che poteva dire non era paragonabile a quello che le stava trasmettendo in quel momento. Il  corpo di Akane venne percorso da una scarica elettrica. Nel giro di quattro secondi il suo corpo e la sua mente cedettero e permise  a Ranma di approfondire.
Poi qualcosa in lei scattò, lo allontanò bruscamente da se e gli tirò uno schiaffo,mentre ancora ansimava  e il corpo tremava per l’eccitazione.
Si guardarono per qualche secondo senza dire nulla, poi Akane si riavvicinò a lui e Ranma, senza indugiare, riprese a baciarla. Questa volta Akane era in completa balia di lui. Era un bacio carico di amore, ma anche di frustrazione per i sentimenti repressi.
Ben presto Akane si ritrovò spalle al muro. Ranma era passato baciarle il collo, mentre con le mani esplorava il suo corpo. Dapprima la schiena, per poi passare ai fianchi e al seno. Akane sentiva andare in fiamme ogni lembo di pelle sfiorato dalle dita di lui. Non era in grado di regolare la sua respirazione per quanto fosse eccitata. Con le mani esaminava ogni muscolo scolpito di lui. Quanto le era mancato l’odore del suo corpo e ora non poteva che esserne totalmente dipendente. Era intenta a sbottonargli la camicia quando si sentì chiamare da KAsumi dal piano inferiore –Akane, tutto ok? Sto servendo il dolce! –
La ragazza si staccò da ranma e questa volta gli impedì di riavvicinarsi.
 - ehm…si KAsumi, scendo tra un momento! – gridò
Guardava Ranma spaventata, ansimava, ma l’eccitazione si stava trasformando in paura e consapevolezza.
- Akane… -
- Stai zitto! – disse lei furiosa – non mi parlare! Non ti avvicinare! – ora era in totale panico. – cosa ho fatto!? Cosa diavolo stavo facendo!? –
- quello che avremmo dovuto fare anni fa… -
- Ma che cavolo dici? Io sono fidanzata! –
- sembravi essertene scordata un minuto fa! –
- si tratta di un errore, è semplicemente questo! –
- beh allora se tu decidi di chiamarlo errore, io decido di chiamarlo con il suo vero nome! Amore! E se  tu non provassi quello che provo io per te, a quest’ora non staremmo discutendo di quanto accaduto! –
- tu sei pazzo! Io non provo proprio nulla! –
Detto questo Akane uscì dalla sua stanza. Ranma la sentì dal piano di sopra che salutava i suoi parenti, dicendo che era stanca e che voleva tornare in hotel. vani furono i tentativi del padre a convincerla a restare per la notte. Era fermamente intenzionata ad andar via. In realtà lui lo sapeva benissimo che lei stava solo scappando da lui. Ma era felice, ora era fermamente convinto che nulla era perduto, la sua Akane era ancora li e non l’aveva perduta per sempre. Aveva temuto di averci messo troppo tempo per tornare da lei e invece una speranza c’era.
La porta della camera si riaprì e ne entrò Nabiki – si sentiva un certo trambusto… -
- abbiamo avuto una piccola discussione…. –
- mia sorella sembrava abbastanza sconvolta, Ono la sta riaccompagnando in hotel. –
- diciamo che quando Kasumi l’ha chiamata, ci avete interrotti –
- voi? Voi due? – disse cercando di non ridere troppo dalla felicità
- se ne è già pentita, sappilo. –
- ne dubito –
Ranma sorrise e mostrò a Nabiki le foto che Akane aveva provato a nascondere poco prima. – me lo auguro proprio. La riavrò Nabiki, non temere, ci riuscirò! –
 
 
Ciao a tutti! Questo capitolo è stato un parto! Trasloco a parte, la tastiera del portatile non va e impiego 30 minuti per scrivere 3 frasi… e in questo modo la voglia di scrivere passa completamente.
Mi scuso per tutti gli errori di questo capitolo per le maiuscole assenti, ma ho deciso di pubblicare prima di buttare tutto all’aria! Appena avrò modo, correggerò tutto!
Grazie per le recensioni e grazie per aver atteso così tanto. Molto probabilmente il prossimo sarà l’ultimo capitolo! Baci!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Akane chiuse la porta della sua camera alle spalle. Si ricompose e scese giù, cercando di mantenere un contegno, in realtà, dentro di se era sconvolta. Il suo cuore batteva ancora all’impazzata e le sue labbra andavano a fuoco. Ed era come se Rama fosse li accanto a lei, sentiva ancora il tocco deciso delle sue mani sul suo corpo.
Cercò di salutare i suoi parenti  il più in fretta possibile, ma in un modo o nell’altro cercavano tutti di trattenerla.  Ma lei doveva andar via da li. Non sapeva se aveva voglia di ridere, di piangere o semplicemente di urlare!
Le venne in soccorso Ono  il quale mise fine alle insistenze e si offrì di riaccompagnarla in hotel.  L’aveva salvata ancora una volta.
Camminarono in silenzio per un po’ uno accanto all’altro, fu il dottore a prendere la parola per primo.
- ne vuoi parlare? –
Per lei fu inaspettato, non si aspettava questo tipo di domanda  – e di cosa? –
- della discussione che hai avuto con Ranma? –
- Oddio! – Akane si mise le mani sul viso per la vergogna – avete sentito tutto? –
- non si capiva nulla di quello che dicevate, tranquilla, ma sicuramente stavate litigando e tu ne sei sconvolta.  – lei non disse nulla e lui le sorrise – e se te lo stai chiedendo, si, si nota –
La ragazza riuscì a sorridere ma dentro di se regnava ancora il caos.
- senti Akane, se non ne vuoi parlare va bene, ma mi raccomando, domani torna a casa. Non puoi capire quanto sia importante il tuo ritorno per tutti noi. –
- cosa? –
- da chi inizio, da tuo padre? Sarà pure cocciuto, si sarà comportato come si è comportato, ma oggi, dopo sei anni l’ho visto sorridere come noi mai. Sei comunque la sua piccola che è andata via di casa. Racimolava informazioni su di te dalle tue sorelle, facendo finta di essere disinteressato. Oppure Genma, chiedeva di te in modo tale da mantenere saldo l’orgoglio dell’amico. Oggi gli hai dato una felicità indescrivibile ma non credere che non abbia subito un duro colpo quando gli hai detto di Takashi.
E poi passiamo a Nabiki. Si ritrova invischiata in questo fidanzamento… -
- ti ricordo che anche io ero nella sua stessa situazione –
- esatto, stessa situazione, con la differenza che tu e Ranma siete maturati insieme e vi siete innamorati, mentre quei due non si amano. Akane, Ranma prima di partire è stato chiaro con tuo padre e gli ha detto che avrebbe amato te e sposato te. Ma prima… beh prima doveva crescere… e anche tu dovevi. Effettivamente, eravate troppo piccoli per tutto quello che avete passato e non eravate pronti all’amore, ma ora… siete cambiati entrambi e Ranma ha messo a tacere i suoi demoni. E poi Akane…  - sospirò, forse stava parlando troppo – Nabiki è già fidanzata. –
- ma cosa stai dicendo, Ono? –
- esatto e ha tutta l’intenzione di sposarselo! È un avvocato divorzista di Tokyo. È perfettamente a conoscenza di tutta la situazione e tuo padre ovviamente non ne sa nulla, ma sai quanto sia difficile per lei? –
- Perché non lo dice a papà e non se lo sposa? –
- Akane, far uscire tuo padre dalla depressione, dopo la morte di tua madre, è stato difficile e tu lo sai. Dopo la tua partenza sembrava fosse ricaduto in quel baratro e le tue sorelle non erano pronte a rivivere tutto questo.  Durante l’assenza di Ranma, Nabiki ha continuato con la sua vita ed ha incontrato Arima. –
- non mi ha mai detto nulla. – disse delusa
- lo so, ma sei stata via per molto tempo, non puoi pretendere di essere presente con qualche telefonata a settimana. –
Quelle parole la ferirono più di quanto si aspettasse e il dottore se ne accorse.
- lo so, ti sto dicendo cose che forse non dovrei essere io a dirti, ma penso che sia arrivato il momento che tu apra gli occhi. Sai, in questo elenco ci siamo anche Kasumi ed io. Io la amo Akane, la voglio sposare. Ma il discorso matrimonio a casa tua non si può nemmeno aprire dopo che tu te ne sei andata! Tuo padre si sente responsabile di quanto accaduto al tuo matrimonio, per il fatto di non essere riuscito a regalarti il tuo giorno più bello. Inoltre, Kasumi rabbrividiva al solo pensiero di sposarsi senza te accanto. Io voglio davvero sposarla e sono stanco di aspettare. Al costo di rapirla, sposerò Kasumi Tendo. E questa volta ci devi essere, devi restare un po’ a casa, lo devi alle tue sorelle. Loro si sono occupate di tutto, anche di gestire la palestra. E Genma… beh lui è stato meraviglioso, e io non ci avrei scommesso uno yen. Si è occupato di tutto e tutti dopo che tu sei andata via. È stato lui che ha riportato il buon umore in famiglia. –
- io non pensavo che… -
- che tutti avessimo sofferto per la tua partenza?  Si, abbiamo sofferto tutti. Poi è partito subito dopo anche Ranma e due persone molto importanti sono state via per sei anni. –
- mi sento un’egoista –
- no, non devi. Quello che hai fatto ti è servito e si vede, credimi. Oggi vedo in te una donna. E ne avevi bisogno. Tua sorella Kasumi è maturata subito dopo la morte di tua madre, ne è stata quasi costretta, ma non ha mai vissuto la vita fuori da quella casa, non conosce il mondo. Stesso discorso per Nabiki. Lei è sempre stata più matura di te e la sua intraprendenza la aiuta in tutto quello che fa, ma Akane, la vita vera è anche quella che è fuori casa Tendo. Te lo dovevi, era un percorso che era necessario fare ma ora mi chiedo: la tua vita è davvero a Tottori, tra le braccia di un altro? –
- tu non lo conosci, Takashi è…. Lui è… una bravissima persona e ci tiene così tanto a me. È sempre gentile e mi ama. E io amo lui. –
- ok –
- ok? Quindi non replicherai? Tsk, forse sarai l’unico a farlo. –
- non direi nulla di quello che già non sai. Forse devi solo accettare il fatto che sarai sempre un po’ innamorata di Ranma, l’importante è che questo non ti impedisca di andare avanti.* –
Akane scoppiò in lacrime e Ono l’abbracciò. – Io non so lo, pensavo che tutto fosse passato! Poi è ricomparso nella mia vita e da allora che il mio cervello non ragiona più! È tutto così confuso!  - piangeva senza ritegno – e questa sera… io…io… - oramai non riusciva più  a parlare. Il corpo era scosso dai singhiozzi.
La conversazione terminò. Finalmente arrivarono all’hotel e, solo dopo che Akane si fu calmata, lui se ne andò.
La ragazza entrò nella sua camera e si buttò di peso sul letto. Ignorò il cellulare pieno di chiamate perse di Takashi. Non lo voleva sentire. Lo stava tradendo. E se Kasumi non li avesse interrotti…  lei cosa avrebbe fatto? Sarebbero andati avanti? Avrebbero fatto l’amore?
Chiuse gli occhi e improvvisamente venne ricatapultata nella sua stanza. Ranma che la spingeva contro il muro e che baciava ogni lembo della sua pelle.  Non era pronta a tutto questo.
 
 
Quella notte, Akane riuscì a dormire giusto un paio d’ore. Era così confusa che i pensieri non la lasciavano riposare. Decise di farsi una doccia e scese in sala colazioni. Tornata in camera prese il cellulare. Trovò altre chiamate perse di Takashi e molte altre di sua sorella Nabiki. Quando richiamò quest’ultima, venne praticamente aggredita al telefono.
- ma dove caspita eri??? Ti ho chiamata in camera, sul cellulare! Sbrigati e vieni a casa! –
- tranquilla sto per incamminarmi. –
- prendi un taxi! Vieni alla velocità della luce! –
- ma che sta succedendo? –
- Akane, Takashi è qui. –
L’ansia l’assalì. Era in totale panico… come aveva potuto! Gli aveva chiesto 3 giorni e lui… - sta parlando con papà? – chiese con la voce tremante. - ti prego Nabiki, trattienilo, non farlo parlare con Takashi… potrebbe dire cose che lui non sa… -
- allora sbrigati a venire qui! –
In fretta e furia scese giù ed entrò nel primo taxi che trovò all’uscita dell’hotel. Non stava succedendo per davvero… e se il padre… o se Ranma gli avessero detto del matrimonio… oh kami, non riusciva nemmeno a pensarci! Si malediceva per non avergli detto tutta la verità quando ne aveva avuto l’occasione.
Arrivò in poco tempo a casa sua e si precipitò nella sala da pranzo, dove vi trovò suo padre, Takashi, Ranma e Nabiki. – tu che ci fai qui? –
- ciao Akane. – disse il suo fidanzato. Il suo sguardo era severo.
- figlia mia, è modo di accogliere gli ospiti? –
- scusami papà. Ciao Takashi. E ora andiamo via. –
- Non penso sia il caso, mi sto presentando alla tua famiglia. –
- non era una cosa che dovevi fare tu! E ora , per favore, andiamo via. –
Soun – Akane, oramai è qui. Anzi offriamogli almeno una tazza di te. Da quando non siamo ospitali in questa casa? –
- ci vado io – disse Nabiki – Sorellina, tu resta pure qui. –
Akane si sentiva gli occhi di Ranma su di se, mentre Takashi evitava il suo sguardo e sembrava analizzasse tutti.
Si presentò a Soun come il capo palestra della scuola di Tottori e raccontò qualcosa di se per farsi conoscere. Akane trasaliva ogni qual volta che il padre apriva bocca e temeva che Ranma raccontasse qualcosa di troppo.  Per fortuna per un bel po’ si limitarono a convenevoli mentre Ranma restava in silenzio. Intanto Nabiki era tornata e servì il te a tutti. La più piccola delle sorelle sperava di riuscire a calmarsi, ma così non fu. Era abbastanza sicura che la cosa fosse palese a tutti.
- Sig. Tendo, io amo sua figlia. Ho scoperto solo ora il motivo del vostro litigio e per questo me ne dolgo. Le arti marziali non dovrebbero mai dividere una famiglia. –
Soun non replicò e guardò la figlia. – forse dovresti parlare con lui Akane. C’è qualcosa che non gli hai detto, mi sembra. – poi si rivolse a lui – Ragazzo, apprezzo il fatto che tu sia venuto qui e che ti sia presentato. Penso che sia il caso che tu e la mia Akane dobbiate chiarirvi. Poi ci rivedremo. Akane io non voglio perderti, per me sei troppo importante e sono troppo vecchio per passare altro tempo senza la mia adorata figlia. Accetterò qualunque tua decisione. –
Il capofamiglia si congedò senza dire altro. Un silenzio imbarazzante era sceso nella sala. 
Takashi si rivolse immediatamente ad Akane, ignorando gli altri – di cosa dovremmo parlare? C’è altro che dovrei sapere? –
Lei non riusciva a guardarlo negli occhi, imbarazzata anche dalla presenza di Ranma e Nabiki.
- Sorellina, forse dovremmo… -
- Nabiki – prese coraggio – me la caverò da sola, ti ringrazio. Takashi, per favore, andiamo in hotel da me e parliamo. –
- cosa ci impedisce di farlo qui? –
- preferirei avere privacy –
- va bene, l’importante che questa sia la chiacchierata definitiva… sto scoprendo le cose a puntate. E si, Saotome, mi riferisco anche a te. Fare quella parte nella mia palestra, ma cosa vi è saltato in  mente?! –
Ranma, già infastidito dalla presenza del fidanzato di Akane, era già pronto a dirgli tutto quello che pensava. Ma venne fermato da Akane che trascinò Takashi fuori dalla casa.
I due presero un taxi e andarono in hotel. La ragazza per tutto il tragitto si era chiesta come avrebbe iniziato la conversazione.  Non ci fu molto su cui riflettere. Takashi moriva dalla voglia di mettere in chiaro un po’ di cose. Ringraziava i kami che non avesse iniziato a fare piazzate in taxi, ma che si fosse trattenuto fino in camera.
- Allora Akane, parliamo di quello che sta succedendo? Tu che sparisci di punto in bianco, tuo padre che allude a qualcosa che mi hai nascosto… mi vorresti dire, di grazia, a che gioco stiamo giocando? Io sarei lo scemo del villaggio? –
Lei si sedette sul letto. Erano solo le 11 del mattino e le sembrava di avere il peso del mondo sulle spalle.
- senti Takashi, io non vedevo la mia famiglia da sei anni. Non potevo presentarmi con te! Dovevo gestire la situazione da sola! –
- non ne potevamo parlare? Io volevo venire con te per farti coraggio! Per aiutarti a riconciliarti con tuo padre, mica volevo impicciarmi! Io non capisco cosa ti stia passando per la testa… te ne vai senza dire niente, senza nemmeno provare a parlarne insieme… da quando hai rivisto Ranma che non sei più la stessa. – poi si interruppe. Fu colpito dalla reazione di lei, che sussultò nel sentire quel nome. – cosa centra Ranma in tutto questo? –
Akane chiuse un attimo gli occhi, si ricompose e gli riaprì guardandolo negli occhi. Ora doveva essere sincera e avere coraggio. In fondo il passato era passato.
- la vera motivazione che sta alla base del litigio con mio padre, non è stato il fatto di entrare a far parte della tua scuola, ma il fatto che mio padre sapeva che il mio matrimonio sarebbe saltato… di nuovo –
- come, scusa?  Matrimonio? E con chi? –
- Con Ranma -
La consapevolezza prese possesso del viso di Takashi. Molte cose gli erano più chiare ma mancava ancora qualche tassello del puzzle.
Akane gli raccontò del fidanzamento forzato e di come lei accettò di sposarlo, senza accennare mai alla maledizione di Ranma.  Gli disse delle loro avventure, delle giornate  a scuola, delle numerose sfide affrontate insieme…
- ti si è illuminato il volto, lo sai? –
- ecco io… -
- io sono qui Akane, sono qui per te. Ho mollato tutto e tutti e mi sono precipitato a Tokyo con il primo volo trovato. Sono qui per noi e per il nostro futuro, ma è difficile averne uno se non sei sincera. E ora devo capire se vale la pena lottare. Il punto è che io non capisco… perché non mi hai detto nulla?
- ecco, io non lo so –
- tutti abbiamo un passato amoroso, pure io ti ho raccontato il mio, e tu non hai mai pensato di dirmi che ti stavi per sposare? – lei era ammutolita – Akane, rispondimi!! –
Takashi era incredulo dal mutismo di lei -Tu sei andata via sei anni fa ed  hai pensato di aver lasciato qui tutte le tue questioni in sospeso. In realtà è un bagaglio che hai portato sempre con te! – tante parole, ma non riusciva a farle la domanda, la vera e unica questione che doveva porre – Tu lo ami ancora? –
Forse fu il suo sguardo spaventato o il fatto che lei ci impiegò quei secondi di troppo a trovare una risposta, ma Takashi sentì improvvisamente mettere una parola fine al suo rapporto con Akane. Si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla fronte, mentre il viso della ragazza si inondava di lacrime. – Addio Akane. –
- No Takashi, ti prego, non mi lasciare! –
- ti rendi conto che ancora non mi hai dato una risposta? –
- no, non lo amo, va bene? Ti prego resta qui! –
- sai, ora come ora mi pento di essere venuto fin qui. Ma ho avuto la sensazione che tu stessi fuggendo via da me. E non avevo la minima intenzione di perderti e di non lottare. Ora non so se ne vale la pena, non voglio vivere all’ombra di qualcun altro. -
- Non permettere che il mio passato rovini il nostro futuro. –
- ma se tu non riesci a lasciar andare il tuo passato, come pretendi di chiedermi un futuro!? –
Akane non era più in grado di replicare. Le parole le morivano il gola e le lacrime le rigavano il viso.
Questa volta nemmeno Takashi disse nulla. Akane lo vide uscire in silenzio dalla porta e lei non lo fermò. Aveva rovinato tutto. Iniziò a piangere sempre più forte, consapevole di dove le bugie l’avessero portata. Di come la sua indecisione avesse rovinato il suo rapporto stabile con lui.
Si alzò di scatto dal letto quando, mezz’ora dopo sentì bussare insistentemente alla porta.
- Taka… ah sei tu Ranma, vai via! -
- Akane, parliamo. – disse lui cercando di convincerla a farlo entrare in camera.
- ti ho detto di andar via! – disse lei con la voce rotta dal pianto. Ma Ranma non l’ascoltò ed entrò comunque nella sua camera.
- che vuoi?!? –
- volevo sapere come stai. –
- ecco come sto! Sto piangendo! E sto buttando all’aria tutto! –
- dov’è Takashi? –
- mi ha lasciata, Ranma! Ho fatto un casino! –
- e va bene, hai fatto un casino, e allora? Se è davvero lui l’uomo della tua vita, che ci fai ancora qui? Inseguilo, spiegagli tutto più e più volte e vivi per sempre felice con lui! Ma se mi ami ancora, io sono qui per te. Sono un uomo migliore, ora sono davvero un uomo. Tutti i demoni del mio passato non ci sono più. Sono davvero maturato in questi sei anni e la cosa che non è mai cambiata è stato il mio amore per te! Tutto quello che ho fatto è stato per te! Il mio obiettivo sei sempre stata solo tu. La mia vita non ha senso senza di te. Stare separati mi ha dato solo conferma che sei tu la donna della mia vita. Non volevo un matrimonio come quello che è andato a monte. – le si avvicinò e le prese le mani, mentre lei incredula lo guardava – io voglio portarti in un posto romantico e, dopo essermi inginocchiato, darti l’anello di fidanzamento. Poi organizzare il matrimonio dei tuoi sogni e formare la nostra famiglia, dove i nostri bellissimi figli saranno circondati dal nostro amore. – lui si chinò a baciala. Questa volta non fu un gesto carico di disperazione, ma al contrario fu dolce e pieno di amore. Akane schiuse leggermente le labbra per consentire al ragazzo di approfondire il bacio. Questa volta non ne fu pentita. Si staccarono per riprendere fiato. Ranma la teneva vicino a se e temeva in un ripensamento della ragazza.
- *Dimmi che non ha significato niente e io me ne andrò all’istante e quando ci vedremo potremo anche far finta di non conoscerci.  -
- Sai che ha significato qualcosa per me -
- Ma che stiamo facendo Akane, non siamo più due adolescenti perché stai con quel tizio?* –
- Ranma – la sua voce era calma – cosa pretendi, che la mia vita non sarebbe andata avanti? Non capisci che ho lasciato Tokyo per non vederti più? Non avevo più le forze di aspettarti, di vedere altre donne che credevano di essere tue… Io! io ero la tua fidanzata! E non mi sentivo tale! Io avevo capito di essere solo una delle tante, con l’unica differenza di essere riuscita a portarti all’altare!–
- ma non capisci che se non ci fossi stata tu me ne sarei andato? Ci sei sempre stata solo tu! –
- Tu non hai mai avuto il coraggio di respingerle, di mettere le cose in chiaro! Mentre io venivo trattata male! Maschiaccio, priva di sex appeal, vita larga… te li ricordi questi appellativi? Erano tutti da parte tua! –
- lo so, mi comportavo da stupido e non riuscivo a parlarti chiaramente dei miei sentimenti! Cosa credi Akane che mi arrenderò? No, mai! È vero ho avuto la mia occasione , ma cosa credi che non me ne sia mai pentito? Ci penso ogni secondo della mia vita! Ma pensaci bene, volevi davvero sposare il Ranma di un tempo? –
- si che lo volevo! – disse con tutto il fiato che aveva in corpo – io ti amavo! E credevo che mi amassi anche tu! Dopo tutto quello che era successo in Cina io credevo… io credevo che… -
- si che ti amavo anche io! Ma per una stupida botte di acqua ho rovinato tutto! Le mie insicurezze continuavano a crearci problemi! Akane… io ero un mezzo uomo! Non ero degno di te! –
- Io ti amavo così com’eri! –
- ma io non amavo la mia condizione e come potevo darci un futuro quando non ero nessuno! Da quando il matrimonio è saltato il mio unico scopo di vita è stato cambiare per noi! –
- tu non mi hai mai detto niente! –
- ero un adolescente, Akane! Sai benissimo anche tu che non eravamo pronti, che non potevamo affrontare un matrimonio, quando ancora dovevamo capire noi stessi! Adesso sono la persona che ti potrebbe dare la vita della quale sei sempre stata degna! Io ti amo Akane Tando e, se me lo permetterai, voglio passare il resto dei miei giorni a renderti la donna più felice al mondo. – le si avvicinò nuovamente e questa volta non si staccarono più.
Mentre la baciava, Ranma la condusse lentamente verso il letto, dove la fece distendere.  Akane si abbandonò totalmente a lui. Nuovamente le mani di lui ricominciarono ad esplorare il suo corpo. Ogni tocco, ogni carezza era per Akane motivo di eccitazione. Le labbra del ragazzo erano di fuoco e lei bruciava ad ogni bacio.
- Akane, io ti voglio ora… per sempre… io ti amo. - disse guardandola negli occhi e accarezzandole il viso.
Lei sorrise.
- ti amo Ranma – a lui non servì altro.
Takashi l’aveva amata e lei aveva amato lui, ma Ranma sarebbe sempre stato al primo posto nel suo cuore. Doveva rischiare e rimettersi in gioco. Donare nuovamente tutto il suo cuore alla persona che amava di più al mondo.  Ma questa volta era sicura che tutto sarebbe andato per il meglio. Era pronta ad affrontare tutto accanto a lui. Ognuno ha un proprio posto nel mondo e lei ne era certa: il suo era a Nerima con la sua famiglia… con Ranma.
 
 
 
ciao a tutti! Abbiamo riesumato un vecchio e piccolo portatile che fa il suo dovere! Che bello avere una tastiera funzionante! Questa volta ci ho messo tanto perché è stato davvero difficile per me concludere questa storia. Era nata per essere lunga massimo 3 capitoli e poi, come succede spesso, i personaggi hanno preso vita ed hanno fatto tutto da soli XD! È stato bello tornare a scrivere dopo tanto tempo e grazie per il vostro sostegno. Vi ringrazio per le recensioni, una più bella dell’altra, vi adoro! Baby come vedi la chiacchierata con Ono era in programma!
In questo periodo mi sono rivista Ugly Betty e le frasi con l’asterisco sono citazioni dal telefilm. Sembravano fossero li per me e non ho resistito, dovevo inserirle nella storia!
In tutto questo un ringraziamento speciale è rivolto a mio marito che mi ha sostenuta e che, poverino, si è sorbito tutte le mie idee per portare avanti la storia!
Un saluto a tutti! Grazie ancora e alla prossima!

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