THAT YEAR

di Emmas_dreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** THAT YEAR ***
Capitolo 2: *** Usa ***
Capitolo 3: *** First day ***
Capitolo 4: *** Party ***
Capitolo 5: *** Homework ***
Capitolo 6: *** Dinner ***
Capitolo 7: *** Kiss me ***
Capitolo 8: *** Bad or good? ***
Capitolo 9: *** Winter prom ***
Capitolo 10: *** Friends? ***
Capitolo 11: *** The dress of love ***
Capitolo 12: *** Cinderella ***
Capitolo 13: *** Christmas ***
Capitolo 14: *** Broken heart ***
Capitolo 15: *** New relationship ***
Capitolo 16: *** Wanna play? ***
Capitolo 17: *** Mine ***
Capitolo 18: *** I'm non your secret ***
Capitolo 19: *** Jordan ***
Capitolo 20: *** Valentine's day ***
Capitolo 21: *** Gelous ***
Capitolo 22: *** Secrets ***
Capitolo 23: *** Sherlock holmes ***
Capitolo 24: *** Sofia ***
Capitolo 25: *** Back In 2014 ***
Capitolo 26: *** I'm yours ***
Capitolo 27: *** Bitch ***



Capitolo 1
*** THAT YEAR ***


Nella vita non sai mai cosa ti aspetta, cosa succederà nel futuro e cosa ti porterà a fare determinate scelte.
Sono ora qui sull'aereo diretta a tornare a casa dopo un anno, un anno pieno di emozioni ed avventure inimmaginabili per una ragazzina come me che aveva visto così poco.
Ma anche piena di sofferenze e di delusioni purtroppo.
Quell'anno è stato sicuramente il più bizzarro e bello della mia vita, ho conosciuto molte persone fantastiche ma soprattutto l'amore.
Qualcosa che ti mangia vivo e ti distrugge dentro lentamente soprattutto se non corrisposto ed è per questo che quando mi arrivò una sua chiamata mentre ero sull'aereo pronta a decollare decisi di rispondere un'ultima volta, solo per farmi ancora più male.
"Ti amo Emma" sentii dall'altro capo del telefono e in quel momento realizzai. 
Quell'anno mi sarebbe restato dentro per sempre.




Ma ora torniamo al principio di tutto, quando ancora non sapevo cosa sarebbe successo...

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Capitolo 2
*** Usa ***


Le mani fremevano, il cuore batteva all'impazzata e l'emozione era alle stelle, ecco cosa provavo quando mi trovai appena fuori dall'aereo e respirai per un breve attimo l'aria americana. 
Mi chiamo Emma Evans, mio padre è americano ma io sono nata e vissuta in Italia a Milano dato che mia madre è appunto italiana. Ho 17 anni e sono partita per il mio anno all'estero, mai avrei creduto che ce l'avrei fatta ad ottenere un'opportunità così unica, mia madre mi accompagnò piangendo all'aeroporto mi sarebbe mancata molto come io a lei e per le successive 12 ore non ho fatto altro che fantasticare durante tutto il viaggio su come sarebbe stata la mia "nuova famiglia" e la scuola nuova, se mi sarei fatta tanti amici e chissà se avrei magari conosciuto anche qualcuno ma quello era un remoto pensiero che a volte mi infastidiva la mente.
Dopo che aspettai per circa 10 minuti i miei bagagli con fretta li presi tutti e li misi nel carrello, dato che dovevo stare via un anno dovevo portarmi tutto l'occorrente.
Uscii e guardai la folta folla fuori dal mio gate che aspettava, cercai con gli occhi qualcuno che in realtà non avevo neanche mai visto e quando vidi un signore vestito in modo molto elegante con un foglio con su scritto: Signorina Evans pensai fosse uno scherzo, lentamente mi avvicinai e gli sorrisi gentilmente, sarebbe stato il mio nuovo "papà?" 
"Salve sono Emma Evans" dissi con sicurezza per farmi riconoscere, il signore mi guardò attento poi fece un segno con il capo salutandomi ed iniziò a prendere tutte le mie valigie senza che io potessi replicare.
"I signori Clark sono molto dispiaciuti di non essere venuti a prenderla ma avevano importanti impegni lavorativi, ora la porterò nella sua nuova dimora, comunque molto lieto io sono Albert e per qualsiasi cosa può sempre rivolgersi a me"
Fece la sua breve introduzione che mi schiarii tutte le idee ma me ne creò altre mille.
La mia nuova famiglia aveva un autista personale? Erano così ricchi? 
Dove abitavano? 
Mia madre mi aveva proposto di vedere tutti i dettagli riguardanti la famiglia ma non avevo voluto rovinarmi tutta la sorpresa, ma in quel momento pensai di essere stata un scema e non guardarli. sapevo solo che avevano un figlio anche lui all'ultimo anno e che era la prima volta che ospitavano qualcuno ma che avevano degli ottimi referenti.
Vidi Albert mettere tutte le valigie in macchina e poi salire, io senza pensarci salii al suo fianco e non me ne pentii anche se notai il suo sguardo alquanto sorpreso ma sempre molto composto, io gli sorrisi cordialmente prima di allacciarmi la cintura e guardare fuori dal finestrino il fantastico mondo che mi circondava.
Il mio sogno si stava avverando, avrei fatto quell'anno a Los Angeles e sarebbe stato il migliore della mia vita, poi sarei tornata in Italia a finire le superiori e in fine sarei ritornata qui per frequentare l'UCLA l'Università di Los Angeles, era tutto già programmato nella mia mente o ogni giorno mi impegnavo sempre di più per cercare di realizzare i miei sogni.
Mi distrassi un attimo a causa dei miei pensieri durante il viaggio in macchina ma quando lessi il cartello beverly Hills e notai che Albert stava salutando una guardia che intanto ci apriva il cancello la mia mente iniziò ad esplodere.
Ma che ca**o?!?! BEVERLY HILLS? 
Ecco i miei raffinatissimi pensieri che si facevano sempre più insistenti, la pazienza di conoscere tutti i dettagli della mia nuova vita stava sparendo le case che mi circondavano erano grandi e lussuose, gente vestita elegante ma anche non camminava per le strade poco affollate e ben alberate, era tutto così bello da sembrare finto, iniziai a fremere di gioia quando l'auto si fermò. 
Scesi velocemente dalla macchina e per poco non ebbi un mancamento.
Mi ritrovai davanti ad una villa, o reggia, o castello dipende da come uno la vede ma era comunque molto grande, la più grande tra quelle che avevo visto fino a quel momento entrata a beverly Hills.
Era tutta bianca ed in stile vittoriano con grandi balconi e lasciava intendere un grande giardino sia all'ingresso che sul retro con siepi molto curate.
Do fianco c'era una piccola casetta a 2 piani che osservai chiedendomi a cosa servisse.
"È la casa dei dipendenti quella" mi disse Albert facendo sparire ogni mio dubbio, finsi di averlo pensato subito fingendomi poco sorpresa ma non avevo mai minimamente immaginato un ambiente simile a quello neanche nei miei sogni.
Entrai in casa subito dopo albert e mi ritrovai in un ampio corridoio che lasciava intravedere un'enorme sala ben arredata e moderna, prima che potessi esplorare oltre sentii una voce, la voce di una signora e il rumore di tacchi avvicinarsi velocemente verso di me sorridendomi, sorrisi a mia volta cercando di non sembrare nervosa ma vedendo com'era vestita lei e vedere il suo ambiente mi faceva sembrare una stracciona a confronto con addosso le mie converse e un vestito bianco con motivi floreali semplici.
"Cara tu devi essere senz'altro Emma! Piacere io sono Meredith sono molto felice di averti qui" disse stringendomi in un abbraccio caloroso che ricambiai volentieri, sembrava una donna perfetta e anche molto amabile.
"Piacere mio signora Clark ha davvero una casa splendida e grazie per avermi permesso di restare qui" dissi io sorridendo timidamente, 
"Tesoro chiamami Meredith davvero" disse lei convinta e io annuii.
"Ecco la nuova arrivata" disse una voce maschile e profonda, vidi un signore sulla cinquantina avvicinarsi alla moglie, la salutò con un veloce bacio sulla fronte poi si voltò verso di me sorridendomi calorosamente.
"Ciao Emma sono Peter spero tu possa trovarti al meglio in questa famiglia, purtroppo a quanto mi hanno appena detto mio figlio Travis non c'è ancora ma ti porge il suo saluto" disse e notai il leggero fastidio nella sua voce mentre pronunciava quelle parole ma non ci feci caso feci caso più che altro al "mi hanno appena detto" è suo figlio dovrebbe sapere lui dove sia no? Ignorai quei pensieri e risposi cordialmente.
"Grazie mille davvero per l'accoglienza " dissi sincera e loro mi sorrisero.
"Beh scusa ma sono pieno di lavoro da fare mia moglie ti mostrerà la casa cosa che ama fare con gli ospiti per qualsiasi cosa chiedi a noi o al personale"
Disse veloce prima di voltarsi e andare congedandosi solo con un gesto del capo, sorrisi e mi voltai verso Meredith che diceva ad Albert di aiutarmi a portare su le valigie.
"Riesco a portarle io non c'è problema"  dissi convinta ma loro non si arresero e mentre Albert le portava su Meredith mi mostrò la casa, al piano terra c'era la grande sala, di fianco un altrettanto grande sala da pranzo ,una cucina davvero moderna e tutta vetrata, una stanza del pianoforte che non avevo idea a cosa servisse ma l'adoravo perché suonavo e in fine lo studio di Peter.
Al primo piano c'era la sala cinema che non pensavo nemmeno esistesse nelle case, un bagno per gli ospiti e una camera, la loro camera con il loro bagno e una stanza con dentro la sauna e un idromassaggio al terzo invece c'era la biblioteca era enorme e molto luminosa, sapevo già che ci avrei passato molto tempo li, la camera di travis che però non vidi perché era chiusa a Chiave e a quanto dedussi non da meredith e camera mia, entrai e ne rimasi davvero stupefatta.
Era tutta bianca e beige con un grande letto a baldacchino e una nicchia sotto una delle grandi  finestre per leggere, c'era inoltre un balcone e una grande cabina armadio, in fine un bagno davvero grande con vasca, doccia e ben due lavandini era tutto così enorme che non potevo crederci, in confronto la miamvecchiamcamera era uno sgabuzzino.
Rimasi a bocca aperta nell' ammirare ogni piccolo dettaglio di quella camera stupenda che sentivo già mia e Meredith se ne accorse.
"Sono contenta che ti piaccia" disse e io le sorrisi raggiante.
"È davvero stupenda" dissi sognante 
"Emma volevo chiederti un enorme favore" mi disse lei supplicante e io non potei fare a meno che prestarle tutta la mia attenzione curiosa di sapere cosa volesse dirmi
Annuii lentamente incitandola a continuare.
"Beh vedi nostro figlio, travis sta attraversando una fase della sua vita molto particolare, non è mai a casa non sappiamo con chi esce e cosa faccia ma torna spesso ubriaco o fatto e a scuola sta andando male, io e peter abbiamo pensato che magari con la presenza di qualcuno, con la tua di presenza,  possa magari capire le cose importanti, quelle che contano per il futuro come quella che stai facendo tu ora quindi ti chiedo solo di non escluderlo subito per il suo carattere difficile ma se riesci a diventare sua amica e fargli capire che sbaglia te ne saremmo infinitamente grati, ovviamente devi fare sempre ciò che sentì tesoro solo che noi non sappiamo più cosa fare ormai" disse tutto d'un fiato e io non potei che provare rabbia per questo travis, aveva dei genitori fantastici e li deludeva cosi per fare l'idiota? 
"Certo meredith farò il possibile" dissi sorridendole, avrei potuto aiutarla ma non credevo che ci sarei riuscita, non mi conosceva neanche questo ragazzo come io non conoscevo lui e a giudicare dalla sua descrizione era pure un tipo da evitare capivo però il perché avessero aperto la loro casa per la prima volta ad una sconosciuta per un anno, avevano bisogno di aiuto e io avrei fatto ciò che potevo per aiutarli.
"La mattina ha già detto che puoi andare a scuola con lui se vuoi, di solito esce di casa alle 8.30" disse la donna e dopo un breve saluto di congedò lasciandomi riposare.
Erano circa le 9 di sera, avevo già cenato, parlato con i miei genitore e informato le mie amiche che stavo bene e che il posto era stupendo, avevo già pianificato tutta la giornata scolastica per il giorno dopo dato che dovevo partire al massimo.
Mi affacciai un attimo alla grande finestra che dava sul giardino sul retro, non potei non notare l'enorme piscina azzurra con anche l'idromassaggio e mi venne da ridere a pensare che a Milano abitavo in un modesto appartamento.
Mentre mi mettevo il pigiama sentii dei rumori proveniente dal corridoio, potei dedurre fosse travis dato che non si era fatto vivo tutto il pomeriggio.
Presa dalla curiosità di conoscere questo mio nuovo "fratello" uscii velocemente dalla camera e mi diressi verso la camera di fianco la mia che aveva la luce accesa e la porta aperta, non mi vergognai di star indossando dei pantaloni della tuta e una maglietta orrenda come pigiama perché era l'ultima cosa che mi interessava in quel momento, arrivata sulla soglia bussai lievemente sulla porta aperta e all'improvviso una figura imponente si mise davanti a me esterrefatta, riuscivo a scorgere gli occhi verdi con qualche spruzzata di azzurro che mi guardavano con tanta intensità e perplessità, capelli corvini e di alta statura, davvero alta, metteva timore questo si è potevo notare la forte somiglianza con sua madre , era davvero bello ma a quanto pare anche idiota.
Prima di rimanere imbambolata a fissarlo mi ricomposi lievemente porgendogli la mano.
"Sono Emma sai, dello scambio, sono arrivata oggi " dissi sorridendogli ma lui continuava a fissarmi senza dire una parola ne ricambiò il mio gesto, si avvicinò soltanto e in quel momento persi un battito, stava per dire qualcosa lo leggevo nei suoi occhi ormai molto più vicini ai miei ma alla fine non disse nulla e con un movimento veloce chiuse la porta della camera davanti a me, per poco non mi arrivò in faccia.
Lo insultai in italiano a bassa voce sicuro che non avrebbe mai capito e tornai in camera al quanto delusa.
Prima di addormentarmi mi chiesi cos'avrebbe portato questa nuova avventura e se Travis si sarebbe mai degnato di trattarmi in modo civile. Non che mi importasse ma lo conoscevo da tipo 5 minuti e già era al primo posto della mia lista nera.
Mi addormentai con questi pensieri che mi frullavano nella mente eppure non riuscii a non sognare quegli occhi verdi che mi guardavano con rimprovero e quei capelli corvini che risultavano molto morbidi.

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Capitolo 3
*** First day ***


Alle 8.30 precise ero davanti alla macchina di Travis e lo stavo aspettando per andare a scuola, era il primo giorno per tutti e due ed ero molto emozionata, lo vidi per la prima volta dalla sera prima mentre usciva lentamente dalla porta di casa, aveva dei levis che gli fasciavano alla perfezione le gambe lunghe ed una maglietta nera aderente ma non troppo che metteva in risalto il suo petto tonico, io invece mi ero limitata ad un top semplice e dei jeans a zampa di elefante per poter mettere delle scarpe con un po' di tacco e poter risultare un po' più alta di ciò che sono, cioè davvero bassa.
Finalmente il ragazzo si accorse di me e alzò gli occhi al cielo quando si ricordò cosa l'aspettava, dal canto mio cercai di essere positiva e velocemente entrai nella lussuosa e nera macchina dopo di lui.
"Sia chiaro, vieni con me solo perché i miei mi hanno detto che mi avrebbero tolto la macchina se non l'avessi fatto non perché voglia io" disse velenoso e io lo guardai torva.
Ma che problemi aveva? Era così con tutti o solo con me? Quando feci per chiedergli quale fosse il suo problema lui accese la radio, probabilmente non voleva che parlassi ed era meglio per lui o l'avrei insultato e non poco.
Dopo poco Mi squillò il telefono e rimasi sorpresa nel leggere il nome di mio padre sopra, non mi chiamava mai e non lo vedevo spesso, era sempre in giro per il mondo per lavoro, contenta accettai la chiamata e vidi la faccia sorpresa di Travis quando notò che con mio padre parlavo in inglese, ma lui non sapeva.
Quando finì la breve chiamata abbassò lievemente la radio.
"Cos'è sta stronzata?" Disse lui serio e evidentemente arrabbiato.
"Cosa scusa?" Chiesi io calma ma comunque irritata dal suo modo di rivolgersi a me.
"Tu non sei mica italiana? Allora perché con tuo padre parli inglese eh? Vuoi prenderci per il culo?" Disse quasi urlando ed io mi spaventai, okay aveva davvero seri problemi.
"Sono nata e cresciuta in Italia a Milano ma mio padre è americano per questo con lui parlo inglese e so parlare bene questa lingua non devi scaldarti così tanto per una cosa così futile e soprattutto non sto cercando di prendere per il culo nessuno"
Finii il mio breve discorso e nella macchina calò un silenzio tombale, lui non rispose ed io non aggiunse altro.
Quando finalmente arrivammo davanti alla scuola scesi di corsa non volendo più restare in quella macchina con lui che sembrava volermi solo schiacciare.
Nel cortile della scuola tutti mi guardavano straniti, si vedeva che era una scuola piccola quindi evidentemente vedere una nuova arrivata era una cosa rara e che faceva scalpore.
Entrai subito dentro ignorando le occhiate e mi diressi verso la segreteria che non sapevo dove fosse quindi quando vidi un ragazzo apparentemente normale aprire il suo armadietto gli andai in contro per cercare informazioni.
"Scusa?" Dissi piano e lui si voltò di scatto guardandomi, si guardò intorno come se qualcuno ci stesse spiando, ed era così avevamo tutti gli occhi addosso ed era fastidioso.
"Volevo solo chiederti dove fosse la segreteria, sai sono nuova e non so proprio dove devo andare" continuai io incitandolo a rispondermi cosa che fece subito dopo essersi ricomposto, era davvero un bel ragazzo, alto con gli occhi neri e grandi ed i capelli biondo scuro.
"Certo scusami, è li infondo a destra vuoi che ti accompagni?" Chiese leggermente a disagio ed io annui sorridendogli.
In quel momento qualcuno lo spinse violentemente facendogli cadere i libri che aveva in mano, mi affrettai a raccoglierli io dato che era evidente che si fosse fatto male e gli e li porsi, gesto che fece scioccare tutti i presenti, mi voltai verso il colpevole e quando vidi il volato di Travis con di fianco due amici che mi guardavano torvi decisi che era giusto fare qualcosa, ma non troppo così gli sorrisi come se non fosse successo nulla, uno di quei sorrisi disarmanti che lanciano una sfida e tornai a rivolgermi verso il mio nuovo amico senza vedere la reazione dell'idiota.
"Grazie mille vieni andiamo" disse prendendomi per un braccio ed io lo seguii svelta sistemandomi la borsa meglio sulla spalla.
"Come ti chiami?" Mi chiese mentre camminavamo per il corridoio ormai affollato.
"Emma Evans tu?" dissi io piano e lo vidi voltarsi di scatto verso di me.
"Oddio sei l'italiana che sta dai Clark??? Comunque tyler "  Disse come se fosse la cosa più orrenda di questo mondo mi affrettai a rispondere per difendere quella famiglia, ovviamente non Travis.
"Si la casa è stupenda e i signori Clark sono davvero amabili" dissi sicura di me.
"Certo non lo metto in dubbio ma stare nella stessa casa di Travis deve essere un incubo" disse e prima che potessi chiedere il perché ci ritrovammo davanti alla segreteria, entrai e mi presentai, chiesi l'orario delle mie lezioni è una piantina per trovare le classi. Un signore uscì dalla camera affianco alla segreteria e tyler si affrettò a salutarlo.
"Salve preside" disse serio e il preside ricambio con un cenno del capo prima di rivolgersi a me.
"Vedo che hai già conosciuto Tyler, Emma giusto? Benvenuta alla BHHS" disse sorridendomi e stringendomi la mano mentre annuivo.
"Grazie mille" dissi ricambiando il gesto cortese.
"Beh spero tu possa trovarti bene ora andate o farete tardi, Tyler falle da mentore grazie" disse il preside scherzoso, sembrava si conoscessero molto bene.
Il ragazzo annuì e quando il preside rientrò nello studio lui lasciò un sospiro di sollievo, c'era qualcosa che non andava me lo sentivo ma feci finta di nulla.
"Hai matematica alla prima ora è di fianco alla mia aula di scienze vieni andiamo" prima di entrare in classe mi fece vedere anche il mio armadietto e andai ad appoggiarci tutte le cose non  necessarie poi lo richiusi ripetendomi la combinazione a mente come un mantra.
"Ti verrò a prendere alla fine dell'ora a dopo" disse sorridendomi e io ricambiai.
Le successive tre ore le passai a spiegare ai professori e alle diverse classi la mia storia e a confrontare i programmi scolastici, come mi dissero i miei professori in Italia ero molto più avanti rispetto a loro ma era meglio così perché dovevo cercare di iniziare a capire le lezioni in lingua. Non avevo avuto lezioni con Tyler che era venuto a prendermi alla fine di ogni ora per portarmi nelle classi, era davvero gentile e simpatico e avevamo molto in comune, per fortuna non vidi nemmeno Travis tutta la mattina speravo di non aver nessuna lezione in comunque con lui ma parlai troppo presto.
Tyler mi aveva appena lasciato nell'aula di spagnolo, mi sedetti in fondo sperando di non dover più ripetere la storia della mia vita decisamente poco interessante e quasi non mi venne un colpo quando qualcuno entrò con violenza e in ritardo in classe e quel qualcuno era Travis.
"Clark porque tú eres siempre en retraso? Ahora siéntate delante la chica nueva y no hablar!" Disse la professoressa ovviamente in spagnolo e a me venne da ridere per l'espressione scocciata e confusa di travis, appena mi vide alzò gli occhi al cielo e con poca delicatezza si sedette di fianco a me.
Cercai di prestare attenzione alla lezione ma mi era impossibile, sentivo il suo sguardo bruciare sulla mia pelle e quando mi venne la malsana idea di voltarmi verso di lui mi persi nelle sue iridi così chiare come le mie solo che le sue erano decisamente più belle dopo qualche secondo smisi di guardarle e tornai a concentrarmi sulla lezione e così a quanto pare fece lui, non ci scambiammo più un solo sguardo e quando la campana suonò lui uscì velocemente dalla classe senza dire nulla.
Mi presentai brevemente alla prof di spagnolo poi uscii notando tyler intento a dire qualcosa a Travis, appena mi videro smisero di parlare, uno venne verso di me cercando di mascherare il suo nervosismo mentre l'altro mi fece un sorrisetto provocante che mi procurò molti brividi in tutto il corpo, ovviamente in modo negativo.
"Che ti ha detto?" Chiesi cercando di fare la vaga ma morivo dalla voglia di sapere tutto.
"Mmh niente di importante è solo un' idiota vieni andiamo a pranzo che ti presento i miei amici" disse contento e capii che il discorso era concluso ma non mi sarei mai arresa così facilmente, entrammo nella grande sala da pranzo e li tutti i film che avevo visto e che pensavo fossero solo sciocchezze si avverarono davanti ai miei occhi, i tavoli erano composti da tutti i gruppi scolastici, c'erano i secchioni, i punk, i giocatori di football insieme alle cheerleader e altri gruppi un po' meno rilevanti, riuscii a scorgere Travis ovviamente tra i giocatori, aveva in braccio una ragazza mora che continuava a baciargli il collo ma lui non le prestava la minima attenzione, quando mi diressi nel tavolo di fianco al suo mi notò così come i suoi amici di quella mattina che iniziarono a fissarmi.
"Shaw ti sei trovato la fidanzatina straniera perche qui nessuno te la da dato che sei il figlio del preside?" Disse uno dei ragazzi facendo diventare Tyler rosso in viso per la rabbia e li realizzai il perché del suo strano rapporto con il preside, cavolo che situazione complicata.
"State zitti per favore" disse lui stanco di tutte le prese in giro per sostenerlo mi avvicinai a lui e lo intimai di andare così prese a camminarmi davanti, guardai un'altra volta i suoi nemici e vidi Travis che non la smetteva di lanciarmi sguardi pieni d'odio, quel giorno decisi di non fare nessuna polemica ma se sarebbe successo gli e ne avrei dette quattro, nessuno poteva trattare così un ragazzo solo perché era il figlio del preside che cosa centrava?
MI sedetti accanto a Tyler che ormai si era calmato e mi presentò tutti i suoi amici.
"Ciao sono Ester" disse una ragazza con i capelli Rossi mentre mi stringeva la mano.
"Io Sandy" disse un'altra con i capelli corvini sorridendomi.
"Io Josh"  disse un altro ragazzo moro piuttosto carino.
"E io Lucas, piacere"  
Si presentarono tutti cordialmente e così feci io, partirono le solite domande sulle mie origini a Cusa del mio cognome e della mia pronuncia quasi perfetta e io risposi come una cantilena come facevo da tutto il giorno.
"Avete visto quanto se la tira quella poco di buono di Lucy? Adesso sta attaccata a Travis quando prima diceva di odiarlo perché lui l'aveva chiaramente tradita con Charlotte!" Disse Ester guardando verso il tavolo che loro definirono dei vip.
"Si beh ma si sa che Travis se le fa tutte senza problemi mi chiedo quanto cazzo di tempo abbia ho sentito che se ne fa tipo 4 diverse al giorno!"  Disse Josh scioccato ed io sputai l'acqua nel bicchiere per l'informazione appena ricevuta, mi guardarono tutti divertiti a Causa della mia improvvisa reazione.
"Quattro?" Ripetei io con gli occhi spalancati e loro annuirono ridendo.
"Eh si piccola funziona così qui" disse Lucas sorridendo e io arrossì per il nomignolo appena ricevuto.
"Lascialo perdere fa sempre il cascamorto con tutte" disse Sandy sorridendomi e vidi Tayler annuire divertito così Risi mentre Lucas si fingeva offeso.
Parlammo ancora del più e del meno e sembrava che Travis fosse al centro di ogni argomento riguardante pettegolezzi scolastici e a quanto pare anche dell'intera beverly Hills, ero scioccata da tutte le cose che dicevano su di lui eppure mi erano utili per valutare bene la situazione e chi avevo in casa.
"Non so come farai tu a vivere con lui un anno" disse di punto in bianco Tyler mentre tutto gli altri nel gruppo si voltarono e mi guardarono scioccati.
"Stai dai Clark???" Chiesero tutti all'unisono ad io annuii.
"Oddio non volevamo spaventarti dicendoti tutte quelle robe su Travis scusaci, sono vere eh però vabbè puoi sempre venire da noi nel caso succeda qualcosa di strano, oddio scusa lo sto rifacendo" disse agitata Ester e io la tranquillizzai sorridendole.
"Tranquilla i suoi genitori sono fantastici e a me basterà ignorarlo tanto non c'è mai a casa" dissi ovvia e loro mi sorrisero.
Mi resi conto che quella giornata a scuola era stata davvero piena di eventi e bizzarra sarebbero state tutte così?
Mi avviai nei cortile della scuola cercando la macchina di Travis, vi era appoggiato e mi guardava mentre mi avvicinavo ma una bionda lo raggiunse prima di me buttandosi su di lui, mi guardò un attimo ancora prima di salire e far salire con lui la ragazza e partire in quarta. 
Fantastico.
Pensai mentre iniziai ad avviarmi a piedi, non sapevo dove dovevo andare ne quanto ci avrei messo, odiavo Travis con tutta me stessa in quel momento.
"Ti serve un passaggio?" Mi chiese uno dei ragazzi al tavolo di Travis che riconobbi grazie alla maglia della squadra.
"No grazie vado a piedi" dissi secca non volendo a vere niente a che fare con le persone che tormentavano il mio amico.
"Non sono amico di Travis ne ho mai preso in giro Tyler se lo vuoi sapere, anzi mi sta anche abbastanza simpatico" disse continuando ad andare in macchina a passo d'uomo di fianco a me, lo guardai un attimo, era davvero bello, uno di quei classici ragazzi americani, mascella definita, occhi azzurri e capelli biondi. 
Vidi dal suo sguardo che era sincero così accennai un sorriso ed entrai in macchina dicendogli dove abitavo ma lui lo sapeva già.
Quella giornata era stata DAVVERO strana.

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Capitolo 4
*** Party ***


Era passata una settimana di scuola, la mia prima settimana li.
Avevo stretto molta confidenza con tyler e il suo gruppo tanto che mi invitarono quel sabato sera ad una festa di una delle cheerleader che faceva annualmente il primo sabato dopo l'inizio della scuola, sarebbero venute a casa Sandy ed Ester per prepararsi con me, avevo detto io a loro di venire da me perché almeno capivano che l'ambiente clark non era così male, per tutta la settimana io e Travis ci eravamo ignorati, al contrario di me e Chris, il ragazzo che mi portò a casa il primo giorno e tutti i giorni dopo era com un'abitudine non cercavo neanche più la macchina di Travis all'uscita e non volevo nemmeno cercarla, Chris era davvero carino e iniziava ad interessarmi e questo le ragazze lo sapevano.
"Sicuramente ci sarà anche Chris quindi Emma dovrai assolutamente splendere" disse Ester sognante ed io Risi.
"Ha parlato quella cotta di tyler dal primo anno" urlò Sandy mentre ammirava la mia cabina armadio in cerca di qualcosa da mettersi tra i miei vestiti.
Ad un certo punto sentimmo bussare la porta lentamente.
"Avanti" dissi io dirigendomi verso essa e vidi Meredith entrare in stanza con un piatto pieno di biscotti.
"Rosa ha cucinato questi per voi ho pensato di portarveli così Emma finalmente mi presenti le tue nuove amiche" disse poggiando i biscotti profumati cucinati dalla cuoca della casa che io adoravo dato che era simpaticissima.
"Grazie mille signora clark non doveva, comunque piacere io sono Sandy lei è Ester, ha una casa davvero bella" disse la ragazza mentre porgeva gentilmente la mano e così fece anche l'altra mentre meredith le ringraziava per il complimento.
"Figuratevi fa sempre piacere sentire delle risate genuine, in questa casa purtroppo ne circolano davvero poche" disse con un velo di tristezza in volto che venne rimpiazzato subito dalla sua solita espressione dolce, si congedò risalutandoci e le mie amiche mi guardarono sconvolte.
"Come fa quel mostro ad avere una mamma così?!" Disse Ester come al solito poco delicata ed io risi per il suo commento.
"Ve l'avevo detto a parte Travis qui sono tutti fantastici" dissi assaggiando uno dei biscotti gustosissimi e le altre mi seguirono a ruota.
"Comunque, tyler eh?" Dissi io riprendendo il discorso di prima non volendo far entrare Travis nei miei pensieri più del dovuto.
Era strano ogni notte quando tornava in casa sentivo che apriva la porta di camera mia  guardava dentro giusto un attimo in cui sospirava per poi richiuderla ed andare a dormire, non sapeva che io ero sempre sveglia e questo fatto mi lasciava davvero interdetta ogni volta, mi creava mille domani a cui non potevo rispondere.
"Beh diciamo di sì dai"  a quanto sapevo Sandy e Josh stavano insieme da circa due anni e a Ester piaceva Tyler solo che non aveva ancora avuto il coraggio di dichiararsi, che intrecci...
Ci preparammo per la festa, i ragazzi sarebbero venuti a prenderci alle 9, ci truccammo io poco perché non mi piaceva molto e soprattutto non ne ero capace.
Misi solo un po' di mascara, di ombretto marrone chiaro e un po' scuro per dare sfumatura ed Un rossetto nude, Ester e Sandy invece erano delle vere esperte, applicarono pure l'eye-liner.
"Vuoi che te lo metta?" Chiese Sandy speranzosa, scossi lievemente la testa ma non si arrese.
"Dai una linea sottile giuro però devi essere stupenda sta sera!!" Disse entusiasta allora acconsentii ridendo.
 Il risultato era meglio di quello che mi aspettavo, era una linea molto sottile con una punta non troppo lunga ma mi stava bene per cui la ringraziai.
Io indossavo una gonna bianca corposa con sopra un top rosa che lasciava la schiena scoperta, delle parigine bianche che arrivavano fino a poco sopra il ginocchio e delle scarpe con il tacco non troppo alto, Ester indossava un vestito nero in contrasto con i suoi capelli rossi e delle scarpe verdi con il tacco mentre Sandy indossava un mio vestito che le stava benissimo, era giallo canarino piuttosto stretto sulla vita e delle scarpe nere.
Decidemmo di farci qualche foto insieme vestite e truccate poi quando arrivò la chiamata di Josh sul telefono di Sandy capimmo che era ora di andare.
Passammo di fianco alla camera di Travis, non era ancora tornato, non capivo cosa facesse tutto il giorno ma francamente non lo volevo nemmeno davvero sapere.
Salutammo rosa e Albert che ci fecero un'altra foto dicendo che eravamo molto belle e dicemmo loro di salutarci Meredith e peter che quella sera avevano una cena di lavoro con i colleghi di Lui.
Uscimmo dalla porta di ingresso e ci trovammo davanti, tyler, Josh e Lucas tutti vestiti con jeans e camicia, stavano davvero bene, Sandy salutò con un bacio il suo ragazzo e partirono dei fischi d'approvazione da parte di tutti noi che ridevamo.
Eravamo un po' stretti in macchina dato che era per 5 e noi eravamo 6 ma ci stringemmo comunque, Lucas guidava attento e dopo circa 5 minuti di viaggio arrivammo nella casa già gremita di gente dato che si erano fatte le 9.30 tra foto saluti e infilarsi tutti i macchina. 
Parcheggiammo e tutti insieme ci avviammo verso la grande casa, era più piccola di quella dei clark ma era comunque enorme.
Quando entrammo fummo travolti da una moltitudine di persone, la proprietaria scese le scale teatralmente con addosso un vestito decisamente corto e rosso fuoco, non dico cosa sembrava perché sarebbe brutto, vidi che andava contenta verso qualcuno, e quel qualcuno era ovviamente Travis che non perse tempo a palparla impudicamente.
Decidemmo di andare a prendere da bere per non assistere a quella scena odiosa, in cucina era piano di alcolici e di gente che beveva o versava da bere ad altri, li intravidi Chris che mi veniva incontro sorridendo.
"Hei bellissima" disse lasciandomi un bacio sulla guancia, diventai rossa nel sentirlo pronunciare quel nomignolo.
"Vuoi qualcosa da bere?" Mi chiese sotto lo sguardo attento dei miei amici che mi incitavano.
"Solo una birra se c'è grazie" dissi sorridendogli e nel giro di un secondo andò a prenderne uno per portarmela.
"Wow Emma fa conquiste" disse Ester guardandomi complice.
"Tyler non la smette di guardarti perché non vai a chiedergli di ballare piuttosto" le dissi piano in modo che solo lei e Sandy che intanto annuiva contenta mi sentissero, la rossa divenne immediatamente nervosa e si girò verso il diretto interessato per vedere se ciò che dicevamo era vero, lo vide fissarla e lo colse alla sprovvista così si avvicinò piano a lui e noi ridemmo contente.
"Ecco la birra" disse Chris porgendomela dolcemente ed io gli sorrisi.
Un'ora dopo stavamo ballando in sala abbracciati, Lucas era salito con una ragazza conosciuta quella sera, tyler e Ester non si erano staccati un attimo e Josh e Sandy commuovevano tutti con la loro dolcezza.
Io ero un po' ubriaca e questo Chris lo vide perché rise di me per ogni battuta idiota che facevo.
"Devo andare in bagno sai per caso dov'è?"  Chiesi al biondo che mi diede le indicazioni sopra tutto quel baccano.
Salii le scale trovandomi in un ampio corridoio con tutte le porte chiuse, non volevo immaginare cosa facessero dentro quelle stanze, Lucas era in una di quelle e mi venne da ridere a pensarci, troppo ubriaca per pensare aprii una porta a caso e avrei davvero voluto non averlo fatto.
Dentro c'era Travis senza maglietta che stava discutendo con la proprietaria di casa.
"Sei per caso diventato gay? Perché non vuoi più farlo con me?" Chiese lei urlando e lui alzò le spalle in segno di indifferenza.
"Semplicemente mi hai rotto i coglioni" disse per poi voltarsi e mi vide sulla soglia con la bocca aperta per ciò che avevo appena visto, avevo appena fatto una figura di merda epica.
"S-scusate stavo cercando il bagno" dissi piano ma mentre richiudevo la porta la voce della ragazza mi costrinse a non farlo.
"No aspetta me ne vado non ho niente da fare qui" disse superandomi con violenza e lasciandomi allibita per il vestito che le lasciava scoperto metà sedere e questo Travis lo notò perché si mise a ridere, era la prima volta che lo sentivo ed era bello so creavano delle leggere fossette sul suo volto e i suoi occhi si illuminavano, mi voltai verso di lui sorridendogli.
"Sono ubriaca" dissi senza guardarlo ma notai il suo sguardo su di me.
"Non sei con mister perfezione?" Chiese con sarcasmo il ragazzo così finalmente mi decisi a voltarmi verso di lui.
"Chi Chris?" Chiesi come un'idiota era ovvio che parlasse di lui.
"Torni sempre con lui a casa no?" Chiese lui, si vedeva che era ubriaco o non mi avrebbe mai rivolto la parola.
"Si perché tu sei sempre troppo occupato a portare altre da qualche parte invece di me a casa" dissi tutto d'un colpo senza pensare alle conseguenze, si voltò verso di me e mi guardò intensamente, così tanto da farmi quasi paura.
"Non sono obbligato a portarti a casa e nemmeno allettato nel farlo" disse serio e fu come un colpo per me, perché mi odiava così tanto?
"Perché mi odi?" Chiesi seria e lui si mise a ridere.
"Perché dovrei odiarti?" Chiese sarcastico enfatizzando l'ultima parola.
"Non mi rivolgi la parola eppure viviamo insieme, mi guardi sempre male e quando mi parli lo fai per prendermi in giro, perché?" Chiesi di colpo quasi urlandogli addosso, questo lo fece arrabbiare e si vede perché mi spinse contro la parete, il suo tocco sulla mia vita mi cosparse di brividi, mi guardava attento con occhi di fuoco dalla rabbia e dall'alcool 
"Fai troppe domani ragazzina non è che siccome purtroppo vivi in casa mia allora dobbiamo parlare per forza capito? Tu non sei nessuno per me e non lo sarai mai"  disse duro e io li persi la pazienza, mi ritrassi dal suo tocco e me ne andai ma prima di raggiungere le scale mi voltai verso di lui intenta a dirgli ciò che pensavo.
"Allora evita tutte le notti di aprire la porta di camera mia per vedere se ci sono" dissi lenta prima di iniziare a scendere , sentii un rumore forte come se qualcuno avesse tirato un pugno al muro e sapevo che quel qualcuno era Travis ma non ci feci caso, avevo vinto per la prima volta nonostante le sue parole facevano male e continuavano a tormentarmi.
Scesi trovando i miei amici intenti a parlare animatamente tra di loro mi avvicinai e loro mi salutarono contenti.
"Emma Lucas è stato male dobbiamo portarlo a casa" disse Tyler alzando gli occhi al cielo scocciato.
"Tranquilli se dovete andare lo capisco chiedo a Chris un passaggio di ritorno" dissi io, non volevo perdessero tempo per accompagnare me dato che loro abitavano tutti vicini.
Mi salutarono uno ad uno augurandomi buona serata e quando se ne andarono iniziai a cercare Chris che però non trovai.
Passò un'altra mezz'ora e ancora non l'avevo trovato, il panico si stava impossessando di me, era ormai tardi e la gente stava iniziando a diminuire nettamente, non sapendo cosa fare decisi di chiedere un passaggio all'ultima persona a cui avrei voluto sperando avrebbe accettato.
"Ehm Travis" chiamai il ragazzo che mi dava le spalle intento a parlare con un suo amico, si girò verso di me e mi scrutò attentamente.
"Eccoti mi chiedevo quando saresti tornata a scusarti" disse ridendo, era ancora più ubriaco e li capii che sarei stata io a portare lui a casa.
"Non mi sto scusando voglio solo chiederti le chiavi della tua auto, torniamo a casa vieni" dissi prendendogli il braccio, quel contatto mi fece di nuovo tornare i brividi ovunque, lui non volle muoversi.
"Aspetta TU che non hai nemmeno la patente vorresti guidare?"  Rise lui.
"Esatto si da il caso che io sappia guidare e tu sei troppo ubriaco per farlo quindi forza  andiamo" continuava a non volersi muovere così, notando le chiavi dell'auto sporgersi un pochino dalla sua tasca le presi velocemente e iniziai a correre verso l'uscita sapendo mi avrebbe seguita.
Sentivo le sue urla mentre nel parcheggio cercavo la macchina, quando la trovai mi affrettai ad aprirla, ma mentre mi dirigevo verso la meta qualcosa, o meglio, qualcuno mi fermò prendendomi per il polso e facendomi voltare.
"Ora ti odio ragazzina" disse guardandomi attento, sapevo che lo diceva solo perché era arrabbiato ma comunque ci rimasi male.
"Tranquillo, la cosa è reciproca" dissi io velenosa e notai che gli spuntò un sorrisetto sghembo sul viso mentre lentamente lasciava la presa sul mio braccio, salì in macchina senza fare storie così feci io.
Cercai di ricordarmi tutti i passaggi che mia madre mi aveva insegnato proprio in caso di queste situazioni e guidando lentamente ci avviammo verso casa.
"Così arriveremo domani" disse lui lamentandosi.
"Stai zitto mi deconcentri così" dissi io secca e lui sbuffò.
Quando arrivammo, per miracolo lui non si reggeva in piedi, dovetti aiutarlo a salire le scale, quando salimmo in camera sua gli presi le chiavi dalla tasca e l'aprii.
Era tutta bianca e nera molto fredda e pulita, non c'era nulla che la personalizzasse e questo mi rattristò, lo aiutai a stendersi sul letto e quando feci per andarmene lui mi fermò.
"Se racconti a qualcuno di tutto questo mi incazzo" disse prima di addormentarsi secco.
Chiusi la sua stanza e mi diressi verso la mia, mi lavai e struccai prima di mettermi il pigiama e fiondarmi nel letto erano le 3 del mattino ed ero distrutta.
Non sapevo cosa aspettarmi dal giorno dopo, Travis era davvero strano ma forse chissà saremmo potuti  diventare amici, Risi a quell'assurdità e anche io lentamente mi addormentai sognandolo.

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Capitolo 5
*** Homework ***


Erano passati 2 giorni dalla festa, era un solito martedì come tutti, io e Travis avevamo ancora meno rapporti comunicativi di prima.
I suoi genitori si erano arrabbiati molto con lui dato che era tornato ubriaco la sera prima e aveva i postumi e perché continuava a prendere insufficienze a scuola o non si presentava affatto quindi pure lui era molto nervoso.
Fu molto bizzarro per me quindi quel martedì pomeriggio sentir bussare alla porta di camera mia e ritrovarmi di fianco Travis con dei libri in mano mentre studiavo per il test di biologia.
"Si?" Chiesi fingendo indifferenza, dopo ciò che mi aveva detto alla festa non volevo più avere nulla a che fare con lui.
"Devi aiutarmi a prendere dei buoni voti o quegli stronzi dei miei genitori mi renderanno la vita ancora più un inferno di quella che è già" era davvero un'ipocrita a pensare di avere una vita di merda dato che aveva l'opposto.
"Allora prima cosa devi portare rispetto verso i tuoi genitori seconda cosa non sono ai tuoi ordini quindi chiedimelo gentilmente magari" lui mi guardò torvo, si stava innervosendo e si notava molto.
"Se è una supplica quella che vuoi sappi che speri troppo ragazzina perché non l'avrai mai" stavo per replicare quando mi resi conto che facendo così non saremmo andati da nessuna parte.
"Cosa devi fare per domani?" Chiesi sconfitta e lui sorrise con un ghigno vittorioso.
Mi mostrò i tre capitoli di storia su cui aveva la verifica e io mi misi le mani nei capelli.
"Iniziare prima a studiare no eh?" Chiesi sarcastica e lui ghignò in risposta.
Eravamo lì a studiare da almeno un'ora e mezza, sua madre era pure entrata in camera mia per chiedermi di andare a fare shopping ma quando vide sui figlio intento a studiare con me quasi svenne e se ne andò a dir poco soddisfatta. Io Risi per l'accaduto e notai lo sguardo omicida di Travis nei miei confronti che ovviamente ignorai
"Allora quindi hai capito? I diritti delle persone di colore erano pari a zero la guerra civile era per ristabilire equilibrio tra la popolazione americana" dissi io tentando di spiegargli le cose.
"Facciamo una pausa" disse lui prima di prendere ed alzarsi senza aggiungere altro.
Ne approfittai per leggere i messaggi dei miei e rispondere e quelli del mio gruppo di amici, a quanto pareva facevano un'uscita a quattro sabato sera e mi chiedevano se volevo venire con Chris. Ester e Tyler avevano iniziato a frequentarsi e quest'ultima era impazzita di gioia e noi per lei.
Sorrisi rispondendo alle loro suppliche quando sentii Travis rientrare in camera, aveva i capelli un po' bagnati e si era cambiato, segno che era andato a farsi una doccia.
Ricominciamo a studiare per un'altra oretta in cui gli spiegai l'ultimo capitolo che aveva per il giorno dopo. 
Lui mi ripetè tutto senza esitazione e quando finimmo senza pensarci mi buttai in un abbraccio su di lui contenta.
"Avevo paura che saremmo invecchiati su questo libro" dissi ridendo e quando mi resi conto del gesto che avevo appena compiuto mi staccai lentamente trovandomi Travis pericolosamente vicino al mio viso.
"Studiare con me è solo una scusa per saltarmi addosso vero?" Disse ghignando e io mi staccai del tutto da lui disgustata, lui se ne accorse e si alzò dalla sedia prendendo tutte le sue cose.
Prima di uscire dalla porta mi guardò attentamente.
"Mi piace" disse con un sorriso di chi la sapeva lunga ed uscì velocemente dalla camera lasciandomi impietrita per le sue parole così piene di malizia e doppi sensi.
Velocemente mi affacciai alla finestra e vidi che era in giardino e stava salendo in macchina, come al solito andava a trovare una delle sue amiche o a fumare.
Io sospirai e appoggiai la testa sulla scrivania stanca e piena di pensieri per la mente, quel ragazzo mi faceva andare fuori di testa.
Il giorno dopo mi trovai con Chris al mio armadietto, al mio fianco c'erano Ester e Sandy con cui avevo legato talmente tanto che stavamo sempre insieme.
"Quindi ti va sabato sera?" Chiese il mio presunto ragazzo speranzoso, a causa del mio studio e dei suoi allenamenti non riuscivamo mai a vederci e questo mi dispiaceva molto.
"Certo, possiamo andare con loro al bluberry ti va?" Gli chiesi sorridendogli smagliante per fare in modo che non potesse dirmi di no, lui rise divertito ed annuì.
"Va bene piccola a dopo" disse e mentre mi avvicinavo per salutarlo con un bacio sulla guancia notai che lui si girò velocemente e mi lasciò un leggero bacio a stampo che fece fermare tutte le persone in corridoio.
Se ne andò subito dopo lasciandomi parecchio confusa.
"Oddio ti ha appena baciata" disse Ester battendo le mani come una bambina ed io Risi.
"In qualche modo significa che state più o meno insieme lo sai vero?" Disse Sandy sempre più  composta come suo solito, prima che io potessi replicare però Ester mi interruppe.
"Avete visto come lo guarda Travis? Sembra voglia ucciderlo" disse la rossa ridendo e noi ci voltammo verso il diretto interessato, Travis guardava davvero male Chris che intanto riceveva pacche sulle spalle dai suoi amici ed io rimasi perplessa da questo fatto.
"Travis guarda sempre male tutti" dissi io cercando di sminuire la situazione ma le mie amiche mi guardavano con un sorrisetto che indicava: "si certo come no se lo dici tu" così io le guardai male in risposta e loro risero, andammo nelle rispettive classi promettendoci di vederci a pranzo al solito tavolo.
Per le successive tre ore fantasticai su quel weekend, a pranzo poi però dovetti rifiutare l'invito di Chris nel sedermi con lui al suo tavolo, non perché non volessi ma perché c'era Travis e sarebbe stato imbarazzante, a scuola ci ignoravamo nessuno poteva pensare cosa ci fosse sotto realmente.
Andai verso il tavolo dei miei amici mentre sentii la voce del mio vicino di stanza prendere in giro Chris per il mio rifiuto.
Dopo pranzo avevo matematica con Sandy e Lucas così ci avviammo insieme dalla sala principale.
La carta bianca del mio quaderno era piena di inchiostro raffigurante disequazioni di ogni tipo, i miei amici guardava la lavagna come se fosse un alieno così io mi misi a ridere e cercai di spiegargli brevemente i passaggi di quelle più complicate.
"Dovresti dare ripetizioni sei bravissima" disse Lucas scherzando dopo avermi detto di avergli aperto un mondo nuovo.
"Le faccio già a Travis" dissi senza pensare ed i miei amici si voltarono verso di me scioccati, mi pentii immediatamente di averlo detto ma ormai era fatta.
"Certo ripetizione con i suoi addominali scolpiti" disse Sandy sarcastica ed io la guardai male per poi ridere vedendo l'espressione disgustata di Lucas  dai nostri discorsi.
All'uscita Dovetti chiedere ad Ester un passaggio a casa dato che Chris aveva gli allenamenti, ma mente percorrevamo il cortile in direzione della sua macchina vidi Travis appoggiato alla sua intento a fumarsi come al solito una sigaretta, mi scrutava lentamente il suo sguardo andava dritto sul mio corpo.
"Terra chiama Emma" disse Ester ridendo 
"Mmh? Si scusa stavo solo pensando" dissi distratta e tornai a guardare l'apice della mia attenzione, era solo quella volta, forse la prima in cui lo vedevo solo appoggiato alla macchina.
"Mi sa che è lì per te sai?" Disse Ester capendo la situazione.
"Ma tu da che parte stai?" Le chiesi ridendo mentre mi spingeva delicatamente verso la macchina.
"La tua" disse facendomi l'occhiolino e andandosene con un sorriso beffardo dipinto sul viso.
Lentamente mi avvicinai a Travis.
"Bella macchina mi fai fare un giro?" Dissi imitando le solite ragazze che lui di solito porta realmente in giro, lui ridacchia leggermente prima di rispondere.
"Mi dispiace ma non sei il mio tipo" Disse reggendomi il gioco e a me venne da ridere.
"Infatti sono qui per la macchina, non per te" dissi e potei intravedere il leggero fastidio sul suo volto che scomparì quando mi misi a ridere.
"Dai sali" disse serio e così feci.
Era la prima volta che tornavo con lui e non mi dispiaceva, nella macchina regnava il silenzio ma era giusto così, il nostro rapporto si basava su quello perché sapevamo che se uno dei due avesse parlato saremmo finiti a litigare senz'altro.
Arrivati a casa lui venne dritto in camera mia seguendomi e appoggiando i suoi libri sulla scrivania, io mi tolsi la felpa e presi i miei compiti.
"Hai qualche verifica a per domani?" Chiesi 
"No" disse lui e iniziò solo a fare i compiti per il giorno dopo, decisi di non dire altro perché sapevo che se l'avessi fatto se ne sarebbe andato.
E fu così che passammo i seguenti pomeriggi fino a venerdì.
Io facevo i miei compiti e lui i suoi e quando aveva qualche verifica o interrogazione lo aiutavo a studiare, capitava spesso che il suo sguardo finisse su di me o su ciò che stavo facendo così come il mio non si tratteneva quando lui mordicchiava la matita per la concentrazione, era davvero bello anche se stupido.
Stavamo bene così, nessuno parlava ma bastava avere la presenza dell'altro per non sentirci soli, spesso notavo che lui finiva i compiti prima di me eppure stava lì a guardarmi senza dire nulla e io cercavo di concentrarmi il più possibile sotto il suo sguardo indagatore.
I suoi genitori continuavano a non crederci che io riuscissi a farlo studiare ma in realtà era lui che veniva da me per farlo e finché avesse voluto per me andava bene.
Quel venerdì pomeriggio però eravamo tutti e due poco concentrati in vista del weekend e mentre finivamo i compiti per il lunedì lui parlò.
"Domani sera c'è un'altra festa" disse soltanto ed io annuii in risposta prima di parlare.
"Io esco con Chris e gli altri" dissi piano, in quei giorni a scuola Chris mi stava sempre attaccato, non che mi dispiacesse eh solo che lo trovavo strano dato che non avevo mai avuto un vero ragazzo.
"Allora è vero che tu e mister perfezione state insieme eh?" Disse lui sarcastico e finalmente mi voltai per guardarlo negli occhi.
"Non stiamo esattamente insieme e di certo non sono cose di cui parlerei con te" dissi dura per poi aggiungere
"e poi dovresti solo stare zitto tu con tutte le oche che ti porti sempre dietro" dissi senza pensare e me ne pentii subito dopo quando notai il suo sguardo sorpreso rimpiazzato poi da un sorriso provocatorio.
"Sei gelosa ragazzina?" Disse schietto.
In tutta risposta mi alzai dalla sedia per aumentare la distanza da lui cosa che non funzionò, continuava a venire verso di me fino a quando con la schiena toccai la superficie fresca del muro e li capii di essere in trappola.
Mi prese con forza il fianco destro, tutti i ricordi della festa mi balenarono in mente, eravamo esattamente nella stessa situazione. Dovevo reagire.
"Perché dovrei essere gelosa di qualcuno di cui non mi interessa niente?" Dissi cercando di sostenere il suo sguardo freddo, lui la prese come una sfida e non come un modo poco carino per dirgli di levarsi.
"Se non ti interessassi mi lasceresti fare questo?"  Chiese prima di mettere fine ai miei dubbi baciandomi delicatamente il collo, il suo tocco mi pervase il corpo di brividi  e provai una scarica elettrica immensa oltre che un fuoco dentro, non sapevo cosa stavo provando ma percepivo le sue labbra sotto la mia mandibola, sulle scapole e sul collo, era una tortura che non sapevo se definire paradisiaca o infernale, il suo corpo spingeva delicatamente sul mio e la sua altra mano mi teneva fermo il viso mentre lavorava lentamente con le sue labbra carnose mordicchiava e accarezzava con la lingua ogni punto come se volesse esplorare ogni parte possibile, quando finì ricominciai a respirare ma per poco.
"O questo?" Disse prima di avvicinarsi fino a far sfiorare i nostri nasi, istintivamente chiusi gli occhi quando pure le nostre labbra, seppur per un brevissimo periodo si sfiorarono e li sentii proprio di star andando in fiamme, era tutto così nuovo per me che non sapevo cosa fare, volevo baciarlo e questo mi terrorizzava ma volevo anche urlargli di levarsi.
Riaprii lentamente gli occhi solo per vedere lui che lentamente si allontanava e si dirigeva a prendere i libri dove li aveva lasciati, una sensazione di vuoto pervase il mio corpo e non mi piaceva.
"Non puoi competere con me ragazzina" disse solo prima di lasciarmi sola in quella stanza.
Ero immobile e arrabbiata con me stessa, corsi a fare una doccia cercando di togliermi di dosso quella sensazione fastidiosa che provavo, sapevo che i suoi gesti erano costruiti e quando mi resi conto che lo faceva con tutte non potei non provare una sensazione di disgusto nei suoi confronti, cercai di lavarmi via tutte le preoccupazioni e i dubbi senza successo.
Finita la doccia mi asciugai lentamente e mi vestii comoda per andare a fare una passeggiata, ne avevo davvero bisogno.
Presi il telefono e misi le cuffie, quando uscii dalla porta di casa vidi Travis intento ad armeggiare con l'auto, quando mi vide mi fissò con aria interrogativa sul volto ma io lo ignorai completamente, non volevo più avere nulla a che fare con lui, di nuovo. 
Lentamente andai verso il cancello e quando uscii mi sentii libera di sfogarmi in un pianto silenzioso. Stavo impazzendo.

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Capitolo 6
*** Dinner ***


Mi svegliai di malavoglia con un leggero mal di testa dovuto ai troppi pensieri che occupavano la mia mente, venerdì sera per la prima volta da quando ero lì Travis ha cenato a casa dato che la sua auto non funzionava, peter e Meredith però erano come al solito a qualche cena di beneficenza o di lavoro quindi eravamo solo noi con il personale, andai poi nella sala cinema e mi guardai le pagine della nostra vita giusto per aggiungere depressione nelle mia vita, entrò anche lui ma appena vide come lo guardai mentre stava per sedessi accanto a me disse
"Cazzo vuoi ero solo venuto a vedere se era libera la stanza mica voglio vedere sue merdate con te" disse e mi lasciò sola con tanto disprezzo nei suoi confronti 
Andai a sciacquarmi il viso e mi lavai i denti, quella sera avrei avuto l'appuntamento e nessuno me l'avrebbe rovinato, nemmeno Travis.
Scesi contenta in cucina dove trovai rosa che cucinava bacon uova e pancake come ogni sabato e mi venne subito l'acquolina, seduto c'era anche lo scorbutico con cui non volevo nemmeno respirare la stessa aria.
"Tranquilla rosa mangio in camera non stare ad apparecchiare per me" dissi sorridendole prima di salire verso il mio rifugio con il cibo.
Per il resto della mattinata studiai per le verifiche che avrei avuto la settimana dopo, la scuola lì non era affatto pesante come in Italia però comunque c'era da studiare e se volevo avere una borsa di studio per l'UCLA dovevo andare bene e soprattutto dovevo iniziare un'attività sportiva per avere più possibilità.
Dopo circa tre ore di agonia chiusi tutti i libri e scrissi alle mie amiche de volevano venire qui per fare un tuffo in piscina e prepararci insieme.
Sentii immediatamente il telefono squillare segno di una loro risposta.
Da Ester 
Ovvio che siiiiii porto il mio costume sexy?
Da Sandy 
Ne sarei molto lieta 
Risi per la differenza tra le due risposte e andai a cercare un costume pure io da indossare.
Quando arrivarono andammo dritte verso le sdraio a mettere gli asciugamani, c'era una bella giornata era perfetta per fare un bagno.
Ci turammo in acqua e iniziammo a scherzare o parlare del più e del meno quando sentimmo delle voci provenire dal cortile ci zittimmo ed io uscii dall'acqua per andare a vedere chi fosse.
Mi ritrovai davanti quasi tutta la squadra di football che si toglieva la maglia, tra cui Travis che appena mi vide sbiancò.
"Travis stiamo facendo il bagno noi" dissi scocciata ma lui fece l'indifferente.
"Emma che succede?" Dissero le altre venendomi incontro, quando si ritrovarono davanti esattamente cinque ragazzi della squadra scolastica quasi non svennero.
"Bene ragazzi direi che possiamo andare avete le birre?"  Disse Travis e tutti annuirono, noi tornammo indietro cercando di occupare più acqua possibile ed era davvero ironico da fare.
Andammo direttamente nell'idromassaggio almeno lì ci avrebbero lasciato in pace ma quando Travis si unì a noi volevo uccidermi, si sedette accanto a me ed io lo guardai torva.
"L'hai fatto apposta ad invitarli vero?" Dissi puntandogli contro un dito.
"Forse ragazzina, dovresti stare attenta a quel costume perché lascia intravedere troppo, così come le tue amiche" disse beffardo a noi lo guardammo scioccate.
"Dopo ieri non devi più rivolgermi la parola intesi?" Dissi io e mi maledii subito dopo.
"Che è successo ieri?" Chiese Ester e Travis rise, mi aveva messo nei casini apposta.
"Dai diglielo ragazzina, dille come ti lasciavi toccare senza dire nulla" aprii la bocca per replicare ma le mie amiche mi interruppero iniziando ad urlare frasi sconnesse del tipo: perché non sappiamo mai niente o: perché ti fai toccare da questo maniaco.
"Okay okay la festa è finita" dissi io alzandomi dal mio posto e passando davanti a Travis che mi guardava senza pudore, le mie amiche mi seguirono a ruota non prima di aver insultato i ragazzi che facevano commenti poco casti sui nostri corpi.
Quando entrammo in camera mia finalmente potremmo parlare.
"Emma che è successo tra te e Travis?" Chiese Sandy calma ed io sbuffai.
Raccontai tutto, di noi che studiavamo e della discussione di ieri, di ciò che mi fece e di come mi sentii subito dopo.
Loro mi ascoltarono attente sempre più sorprese dalla situazione più complicata di quanto pensassero.
"Ma a te non piace Travis vero?" Disse Ester sperando in una conferma.
"Ovvio che no! Non sono un'idiota" dissi io velocemente, sapevo bene che Travis non mi piaceva ne ero certa però non potevo negare di aver sentito qualcosa il giorno prima ma probabilmente si trattava solo di attrazione fisica.
Per il resto del pomeriggio parlammo d'altro per distrarci dell'accaduto, Travis e i suoi amici se n'erano andati circa un'ora dopo di noi così finalmente potemmo ritornare a prendere ancora un po' di sole prima che iniziasse a fare buio.
"Hai già pensato cosa metterti?" Mi chiese Sandy mentre tirava fuori dal suo zaino i completi che aveva selezionato così come Ester.
Guardai un po' il mio armadio e optai per un semplice vestito, era rosa salmone, stretto in vita leggermente scollato ma con una gonna che cadeva morbida fino a due terzi della coscia, sotto indossai dei sandali con il tacco abbastanza alto che slanciavano la mia figura e come trucco optai per del mascara e un rossetto nude come al solito.
Le mie amiche invece si misero dei veri e propri abiti da cocktail che risaltavano molto le loro figure.
Quando finimmo andammo verso il locale dove i ragazzi ci stavano già aspettando, quando Chris mi vide sorrise ampiamente e mi venne in contro baciandomi le labbra dolcemente, mi piacque quel contatto me comunque non sentii quella scarica elettrica del giorno prima.
Cercai di togliermi del tutto Travis dai pensieri e mi focalizzai sulla bella serata che ci attendeva.
Ordinammo tutti quanti una pizza e qualche birra, parlammo della scuola e dell'Università, io raccontai un po' dei miei progetti futuri, per fortuna Chris era molto gentile con i miei amici e spesso li trovavo a parlare delle loro cose da maschi e a ridere insieme.
"Quindi Chris tu ed emma state insieme ora?" Chiese Josh beffardo guadagnandosi una leggera gomitata dalla sua fidanzata.
Chris mi guardò sorridendo prima di rispondere, non sapevo cos'avrebbe detto e non sapevo cos'avrei voluto che dicesse. 
"Direi proprio di sì vero piccola?" Disse baciandomi la fronte ed io sorrisi, ero contenta perché lui mi piaceva molto però c'era sempre qualcosa dentro di me che non era del tutto convinta di ciò che stavo facendo, qualcosa che perso decisi categoricamente di ignorare non volendo rovinare tutto come al solito.
La serata proseguì bene, ballammo un po' quando misero la musica e ci divertimmo soprattutto nel vedere tyler cercare di ballare, mancava Lucas in questo quadretto ma aveva insistito di non voler venire e che preferiva andare alla festa di charlotte come Travis e tutti gli altri, a quanto pare pure Chris.
"Emma io devo raggiungere gli altri alla festa, gli e l'avevo promesso ti va se ti accompagno a casa poi vado?" Disse sopra la musica, vedevo che era dispiaciuto e non mi arrabbiai ero un po' stanca quindi mi andava più che bene.
Salutai gli altri promettendo che domani saremmo usciti tutti insieme con anche Lucas, recuperai la borsa e la giacca di jeans ed uscii insieme al mio ragazzo.
Il viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso ci scambiammo solo qualche parola su quanto fosse stata gradevole la serata e fine.
"Ho saputo ciò che è successo oggi pomeriggio" disse d'un tratto facendosi serio ed io capii subito a cosa si riferisse.
"Si avevo invitato Ester e Sandy in piscina e ovviamente Travis invito quasi tutta la tua squadra per fare l'idiota e darmi fastidio" dissi ancora scocciata per l'accaduto.
"Si ha invitato praticamente tutti tranne me, se continua così lo prendo a schiaffi giuro" disse serio ed io iniziai a preoccuparmi per le sue parole, mi avvicinai e lo baciai per calmarlo.
"Tranquillo Travis è solo uno scemo che si diverte a fare questi giochetti ma noi siamo nettamente più superiori da rispondere alle sue scemenze" dissi io tenendogli il viso tra le mani e baciandolo di nuovo, ormai ci eravamo fermati davanti alla grande casa Clark.
"È per questo che mi piaci, sai sempre cosa dire o fare" disse lui visibilmente più rilassato, gli diedi un altro bacio prima di scende dalla macchina e salutarlo promettendogli che ci saremmo sentiti il giorno dopo.
Quando finii di lavarmi e di mettermi il pigiama era già mezzanotte e mezza, andai sotto le coperte e cercai di addormentarti nonostante tutti i pensieri soliti su Travis e la scuola, odiavo pensare a lui perché mi faceva capire che per me aveva un ruolo rilevante cosa che rifiutavo categoricamente.
Dopo che passai ore a rigirarmi nel letto sentii dei rumori forti provenienti dal corridoio, decisi di non alzarmi non volendo vedere il ragazzo che stava tornando chiaramente ubriaco dalla serata, calò il silenzio per un attimo prima che la porta della mia camera si aprisse, drizzai la schiena e mi voltai velocemente verso di lui che intanto aveva acceso la piccola luce al lato del mio letto.
Senza dire nulla si sfilò le scarpe lentamente e si sedette sul bordo del materasso sempre continuando a fissarmi.
"Dormo qui" disse serio e io risi sarcasticamente.
"Non se ne parla hai una camera, vacci" dissi io ma lui non ne voleva sapere, si sdraiò al mio fianco e mi catturò tra le sue braccia nonostante continuassi a divincolarmi dalla sua presa.
"Shh dai non fare i capricci non voglio farti niente per carità solo che non voglio andare in camera" disse ed io alzai gli occhi al cielo recuperando il mio cuscino ma lui si alzò prima di me quasi come se avesse capito la situazione.
"Non dovrei essere qui dato che sei solo una stupida come tutte le altre che credono di potermi avere" disse ghignando e io mi sentii sprofondare alle sue parole.
"Beh io non ti voglio ho già qualcuno mi dispiace deludere il tuo ego smisurato" dissi innervosendomi, eravamo tutti e due al centro della stanza con circa un metro di distanza, ci stavamo ferendo, uccidendo e colpendo con lo sguardo nessuno dei due sapeva che avrebbe vinto, lui si stava lentamente riprendendo ed io ero in confusione totale.
"Credi che mister perfezione sia ciò che vuoi?" Disse serio ed io annuii sicura facendolo poi ridere.
"Allora perché non ti sei spostata ieri? Sei come tutte appena ti so da un attimo di attenzione ti butti tra le braccia di chiunque" quelle parole furono dei veri e propri coltelli nel petto, cercai di mostrarmi più forte di quando mi sentissi in quel momento e mi avvicinai a lui lentamente.
"Sei tu che ti sei buttato su di me, sei tu che di diverti a fare questi giochetti con me, sei tu che hai cercato di dormirmi accanto e sei tu qui ora a sputare dove sei stato rifiutato" dissi io seria e lui per poco non mi scaraventò sul pavimento per le mie parole, era incazzato nero e si vedeva ma quello era ciò che pensavo, ammetto di averlo assecondato per mio grande errore.
"Sei tu che vuoi qualcosa che non puoi avere ragazzina mettitelo bene in testa sei qui da tre settimane e credi di poter dettare leggi come ti pare" disse lui avvicinandosi sempre di più a me, avevo paura ma iniziavo a sentire di nuovo quella scarica elettrica come il giorno prima.
"È inutile che mi resisti so ciò che vuoi" disse sempre più vicino.
Come avevamo fatto a passare dall'urlarci contro ad essere sempre più vicini?
Quando fu abbastanza vicino accarezzò il mio viso lentamente e mi pietrificai, gli arrivavo al petto a Causa della mia statura quindi dovetti alzare lo sguardo per vederlo, mi passò il pollice sulle labbra prima di abbassarsi lentamente, volevo farlo , volevo baciarlo ma qualcosa dentro di me mi disse che se l'avessi fatto me ne sarei pentita.
"Non farlo per poi dirmi che sono come tutte" dissi sulle sue labbra e quelle parole è come se lo risvegliassero da uno stato di trans, lentamente si allontanò spostando la sua mano dal mio viso come avevo previsto, per lui era solo un gioco, si divertiva a torturarmi ma evidentemente aveva capito che quella volta non era il caso perché se ne andò di fretta dalla mia stanza come se potesse pentirsi da un momento all'altro, mi lasciò li interne con ancora il suo tocco sulla mia pelle ed il mio orgoglio ferito.
Io non ero come le altre e presto l'avrebbe capito.

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Capitolo 7
*** Kiss me ***


L'autunno stava arrivando, se prima andavo a scuola in maniche corte ora mettevo sempre la felpa o una giacchetta, mi piaceva molto l'autunno per i suoi colori in Italia, ma qui, in California sembrava ci fosse solo una stagione il che mi confondeva parecchio non essendoci abituata.
Erano passare tre settimane da quando io e Travis ci eravamo quasi baciati e da lì il nostro rapporto era completamente cambiato, non cercai di ignorarlo per non fare il suo gioco, anzi, ogni giorno lo salutavo con un sorriso raggiante anche a scuola quando gli passavo davanti con Chris,  a casa iniziavo conversazioni normalissime come se non fosse successo nulla, come se fossimo amici da una vita e puntualmente lui mi guardava male e se ne andava, questa situazione lo infastidiva molto e a me piaceva, volevo che capisse che non mi interessava nulla di ciò che mi disse quella sera.
Le ragazze che si portava a letto erano aumentate così come le sere in cui tornava fatto o ubriaco, non volle più farsi aiutare con i compiti nonostante io gli e l'avessi proposto ed i suoi genitori l'avessero incitato a farlo, fui comunque soddisfatta nel vedere che nelle verifiche per cui avevamo studiato insieme aveva preso voti eccellenti.
Era un comune venerdì mattina, eravamo tutti stanchi ma soprattutto esaltati, quella sera a casa mia ci sarebbe stata una mega festa, meredith e peter erano partiti per il weekend per il loro anniversario e avevano lasciato la casa in nostre mani, Travis senza dirmi nulla organizzò una festa e io venni a sapere che era stata organizzata da delle voci di corridoio il giorno prima, davvero bello.
"Tu emma sarai in teoria la padrona di casa cosa ti metterai?" Mi chiese Ester mentre pranzavamo.
"Non volevo nemmeno partecipare a questa festa" dissi io sbuffando, la casa il giorno dopo sarebbe stata un macello ed io non volevo saperne di pulire.
"Dai non fare la guastafeste ovvio che ci sei e noi con te!" Disse Sandy contenta.
"Esserci dove?" Chiede Chris sedendosi di fianco a me dopo aver salutato i suoi compagni e me con un bacio veloce.
"Alla festa organizzata da quello stupido di Travis a casa sua che guarda caso è anche casa mia" dissi passandomi le mani tra i capelli per la frustrazione 
"Dai piccola dicono che sarà grandiosa ci divertiremo poi dato che sei la padrona di casa potrai vagare tra le camere quando ti pare e piace" disse l'ultima frase più sottovoce in modo che solo io sentissi ed intendessi il significato.
Cosa? Chris era ovvio che volesse fare qualcosa ma così presto? 
Sorrisi lievemente per cambiare argomento e quando arrivarono Lucas tyler e Josh comunque parlammo della famosa festa e di tutto il resto che ne riguardava.
L'ora dopo avevo spagnolo con Travis e questo mi fece decisamente innervosire.
Mi sedetti al solito posto infondo e dato che lui arrivò in ritardo si sedette di nuovo di fianco a me, cominciavo a pensare che arrivasse in ritardo apposta ma scacciai subito via quel pensiero non volendo illudermi inutilmente. Ero arrabbiata con lui così gli feci un bigliettino veloce quando si sedette.
Dirmi che avresti organizzato una festa nella casa in cui abito pure io no eh? 
Lui lesse lentamente prima di ghignare e rispondere.
Presi avidamente il bigliettino intenta a voler sapere che scusa si sarebbe inventato.
Non è colpa mia se sei sempre occupata con mister perfezione
Chris in quella settimana era venuto qualche volta a studiare da me e puntualmente Travis aveva portato qualche ragazza a casa facendomi fare la figura di quella che ogni giorno è costretta a subire gemiti e schiamazzi dall'altra stanza.
Strappai il bigliettino sotto il suo sguardo attento e non gli rivolsi più ne la parola ne uno sguardo, ne avevo già abbastanza.
Mi feci accompagnare a casa da tyler dato che come al solito quell'incompetente aveva altro da fare.
"Sicura che non vuoi che rimanga con te?" Disse lui capendo la situazione imbarazzante.
"Tranquillo vai pure da Ester ci vediamo sta sera grazie mille per il passaggio" dissi dandogli un bacio sulla guancia, uscii dalla piccola macchina e andai dritta in camera notando che Travis era arrivato.
Quella di quel giorno era particolarmente rumorosa, cercavo di studiare da circa un'ora ma mi risultava impossibile a causa di questa gallina che sembrava stesse girando un film porno grafico. Ormai stufa andai a bussare alla porta di Travis, o meglio quasi buttarla giù.
Ci furono degli attimi di silenzio poi la porta si aprì lasciando intravedere un Travis in boxer che usciva dalla camera Rosso in viso dalla rabbia.
"Spero ci sia un valido motivo per il quale tu mi abbia appena interrotto"  disse lui incrociando le braccia al petto ed io deglutii.
"Si non riesco a studiare di alla tua ragazza di urlare di meno" risposi secca e arrabbiata.
"Non è colpa mia se le piace così tanto" disse beffardo ed io indietreggiai per il disgusto di quelle parole.
"Sei proprio un maiale che non ha rispetto ne delle persone che usi ne di te stesso che ti accontenti di questo per credere di essere completo o felice" sputai velenosa e lui sia avvicinó di scatto a me.
"Non sai niente di me quindi evita di sparare cazzate" disse lui prima di voltarsi ed entrare in camera di nuovo.
Dal canto mio decisi di andare in biblioteca a studiare, lì c'era un bell'ambiente luminoso e accogliente, mi misi sul grande tavolo al centro ed iniziai a ripetere le varie lezioni e a completare gli esercizi per il lunedì successivo.
Quando finalmente finii notai che il cielo si stava colorando di un arancione luminoso così mi avvicinai alla grande finestra ed iniziai ad ammirare il cielo.
In quei momenti mi mancava casa mia e la mia famiglia, la mia vita ed i miei amici poi però mi ricordavo di tutte le opportunità che avevo qui e mi riprendevo
Lentamente, una piccola lacrima solitaria scese lungo la mia guancia destra e con fretta la pulii prima di voltarmi per andare in camera a prepararmi.
In corridoio c'era finalmente silenzio, decisi di attaccare la musica alle casse mentre mi preparavo ed iniziai a saltellare per la camera improvvisando balletti e utilizzando una spazzola come microfono.
"Sei brava mi dicono" disse una voce che bloccò velocemente i miei movimenti, in quel momento avevo solo i pantaloni della tuta ed il reggiseno addosso.
"Oddio Travis cosa ci fai qui bussa almeno potevo essere nuda" urlai correndo a prendere una maglia da mettere.
"È quello che speravo"  disse lui ghignando ed io alzai gli occhi al cielo.
"Non ti è bastata la tua amica urlona?" Dissi io ridendo al ricordo di quella sfigata.
"No, non mi bastano mai" disse lui serio iniziando ad avvicinarsi verso di me.
"Cosa vuoi Travis perché sei qui?" Chiesi io andando dritta al punto per fare in modo che se ne andasse il più velocemente possibile da camera mia in modo che potessi vestirmi in pace.
"Nulla volevo solo dirti di muoverti perché la gente arriva tra poco" disse lui guardandomi attento mentre cercavo le cose da mettermi nell'armadio, tirai fuori un tubino nero che mi ero comprata insieme a Sandy e Ester la settimana prima in un negozio lì vicino e quando lo buttai sul letto notai l'espressione sorpresa di Travis.
"Non puoi metterti quel vestito lo sai vero?" Disse autoritario ed io feci spallucce.
"Perché? È un vestito come tutti non c'é nulla di male non vedo dove sia il problema" dissi superandolo e recuperando l'abito insieme alle scarpe, mi diressi poi in bagno per indossarlo.
"Vuoi per caso che provino a farti chissà cosa?" Disse il ragazzo.
"Stai forse parlando di te Travis?" Risposi a torno divertita e sentii il ragazzo imprecare e chiudere la porta velocemente uscendo dalla mia stanza.
Alle 9 la casa era già piena di gente, avevo appena fatto il mio ingresso in sala per raggiungere i miei amici amici e Chris che quando mi vide mi sorrise ampiamente dandomi un bacio.
"Sei stupenda sta sera"disse lui ed io lo ringraziai.
Decidemmo di andare a ballare nella grande sala, per fortuna avevo chiuso camera mia a chiave insieme a quella dei signori clark perché c'era già gente che saliva su per cercare posti appartati.
Dopo un'oretta  Andai in cucina a prendere da bere e li lo vidi, intento a bersi una birra e a fumarsi una sigaretta, era più bello del solito, indossava dei jeans stretti ed una camicia bianca che lasciava intravedere tutto il suo addome, come richiamato dalla mia presenza si voltò verso di me e dopo qualche secondo sorrise lievemente ed io ricambiai il gesto avviandomi verso il bancone degli alcolici.
"Ma che bella festa vero? Ci conosciamo per caso?" Disse lui mentre mi versavo in uno dei tanti bicchieri Rossi un po' di birra.
"Mmh non saprei magari ci siamo visti in giro" dissi io ridendo per quello scambio di battute, non saremmo mai cambiati io e lui me lo sentivo, litigavamo e ci riprendevamo da più di un mese ormai, ogni giorno che passava mi sentivo sempre più legata a lui e questo non mi piaceva affatto.
"Sei stupenda sta sera" stesse identiche parole ma dette da lui mi fecero un effetto completamente diverso, era la prima volta che mi faceva un complimento e ne rimasi sorpresa, mi voltai verso di lui ringraziandolo e gli sorrisi e forse quella fu una delle prime volte in cui lo feci genuinamente con un vero sorriso che lasciava trasparire l'effetto che il suo complimento aveva avuto su di me e lui se ne accorse perché ricambiò seppur in minima parte.
 Era passata un'ora e non trovavo più Chris, io e i miei amici ballammo tutti insieme in sala e potevo notare i costanti sguardi che Travis mi lanciava, spesso cercava di raggiungermi ma veniva sempre bloccato da qualcosa o qualcuno e io di certo non sarei andata da lui.
Salii le scale verso la mia camera, ero stanca ma le chiavi le aveva appunto Chris in tasca dato che io non potevo tenerle non avendo ne una borsa ne tasche, quando mi trovai davanti camera mia sentii dei rumori decisamente ambigui, sbiancai in un secondo e quando lentamente aprii la porta non volevo credere ai miei occhi.
C'era Chris senza maglia che stava baciando la ragazza della festa che Travis aveva rifiutato, rimasi lì immobile senza riuscire a dire o fare nulla e quando si accorsero di me fu anche peggio.
"Emma aspetta" urlò Chris mentre velocemente me ne stavo andando da quella camera, dovevo raggiungere il giardino al più presto per prendere Aria, dietro di me continuavo a sentire delle urla ma le ignorai fino a quando non sentii una stretta al polso e non era quella di Travis che conoscevo ormai bene.
"Emma sono ubriaco e mi è saltata addosso non ho ragionato scusa per favore" disse lui supplichevole e si vedeva che diceva la verità ma io non ne volevo sapere, non in quel momento.
"Non toccarmi" dissi a denti stretti e prima che lui potesse replicare ci pensò qualcun altro.
"Ti conviene fare come dice lei e andartene" disse una voce che ormai conoscevo con troppo bene alle mie spalle, eravamo ancora nel corridoio del terzo piano non sapevo come mai Travis fosse salito ma in quel momento non mi importava.
"Va bene" sussurrò il ragazzo di fronte a me con aria sconfitta e senza che io lo degnassi di uno sguardo se ne andò lasciandomi in balia di un pianto silenzioso.
"Mi dispiace emma" disse travis piano accarezzandomi lievemente i capelli e il resto del corpo come se potessi rompermi da un momento all'altro, restò con me per il resto della serata per assicurarsi che stessi bene ed io mi sentivo terribilemte in colpa.
"Se vuoi puoi andare davvero" dissi piano.
"Non dire cazzate adesso se ne stanno comunque per andare tutti perché sono già le 2"  disse lui guardando l'orologio che avevo sulla parete ed io annuii.
Lo vidi avvicinarsi leggermente al letto verso di me con uno sguardo serio e pieno di lussuria che lasciava trasparire tutto ciò che pensava in quel momento.
"Non ho mai pensato che tu fossi come tutte" disse soltanto e li il mio cuore perdette un battito, feci qualcosa che non mi aspettavo avrei mai fatto soprattutto in un momento come quello soprattutto conoscendomi e sapendo di non essere pratica in queste cose.
Dopo un mese e mezzo di desiderio lo baciai e lui fu preso alla sprovvista da questa situazione, lo baciai con passione e il mio corpo andò in fiamme completamente quando lui ricambió senza esitare, le nostre Lingue  si accarezzavano, i nostri corpi cercavano sempre più il contatto e i nostri fiati erano ormai corti, lui teneva una mano dietro la mia schiena e una intorno alla mia guancia per avvicinarmi di più a lui per quanto fosse possibile, io avevo allacciato le mie braccia  dietro il suo collo, era un bacio travolgente e pieno del desiderio che entrambi provavamo ma che nessuno era in grado di controllare, di malavoglia ci staccammo per riprendere fiato quel bacio fu molto di più di mille parole e questo lo sapevamo entrambi solo che avevamo paura di ammetterlo era come se avessimo materializzato qualcosa che prima era impercettibile e difficile da scorgere.
Avevamo le facce arrossate, ansimavamo i nostri nasi si sfioravano, stavamo per ricommettere le nostre labbra  come se fossimo capaci di fare solo quello e ne sentissimo il bisogno quando qualcuno ci interruppe.
"Emma sei qui? Sono tyler con gli altri siamo preoccupati non ti abbiamo più visto alla festa ci sei?" Chiese il mio amico ed in quel momento senza pensarci due volte mi staccai dal corpo di Travis ed andai ad aprire.
I miei amici entrarono preoccupati e quando videro Travis ma soprattutto com'eravamo conciati ci sorrisero come degli ebeti e questo lui lo notò.
"Shaw non è successo nulla non farti strane idee" disse lui prima di andarsene dalla stanza lasciandomi con davanti persone che necessitavano risposte immediate e così io raccontai tutto, però non del bacio, volevo tenerlo per me quello come se così avessi potuto tenerlo al sicuro tra i miei pensieri, non ero ancora pronta a renderlo del tutto reale. La storia la potete trovare anche sull'app wattpad sempre con lo stesso titolo e nome d'autore. Baci alla prossima :)

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Capitolo 8
*** Bad or good? ***


Normalmente dopo un bacio come quello che aveva travolto me e Travis due persone cercano di avvicinarsi sempre di più per condividerne altri e cominciare qualcosa insieme, ovviamente come in ogni situazione quello non era il nostro caso.
Da quella notte fu Lui ad ignorarmi completamente ed io ci stavo male, non perché provassi qualche tipo ti attrazione che non fosse fisica Nei suoi confronti ma perché non capivo il suo comportamento così distante in certi momenti eppure così vicino a me in altri.
In quella settimana dopo la festa Chris aveva provato a farsi perdonare in tutti i modi, portandomi dei fiori o invitandomi a Cena fuori e io ogni volta l'avevo rifiutato persino le mie amiche erano categoricamente d'accordo con me, per cui non ci stupimmo quando quel lunedì Chris si avvicinò al mio armadietto solo che sta volta con noi c'era pure tyler.
"Emma" disse il ragazzo piano, mi faceva molta pena questo si, ma mi aveva tradita e non era una cosa che si poteva perdonare in un secondo.
Anche tu l'hai tradito tecnicamente carissima.
Mi ricordava puntualmente il mio subconscio maligno che odiavo.
"Dimmi Chris" chiesi voltandomi a guardarlo con di fianco i miei amici schierati pronti a difendermi.
"Possiamo parlare soli un attimo"  disse titubante ed io scossi la testa, non poteva mica dettar leggi quando era lui nel torto.
"Non c'è niente che tu non possa dirmi in presenza dei miei amici qui" dissi io seria ed impassibile.
Restò zitto un attimo per valutare la situazione, non sapeva cosa dire era ovvio eppure dentro di me mi pentii di avergli risposto in quel modo e dopo mi resi conto del perché.
"Tutti sanno che tu e Travis vi siete baciati alla festa" mi aspettavo tutto, davvero tutto ma non quello, tra i miei amici cadde un silenzio tombale, non gli e l'avevo ancora raccontato e so che mi avrebbero ucciso per questo, la mia mascella rischiava di toccare terra dallo stupore, se io non l'avevo detto a nessuno era ovvio che fosse stato l'altro protagonista della vicenda a farlo.
"C-come lo sai scusa?" Dissi io fingendo sicurezza ed indifferenza.
"È stato lui a dirmelo" e li mi cadde tutto addosso, non voleva che avessi una relazione con qualcun altro ma non voleva nemmeno più parlarmi dopo un bacio? Avrei dovuto fare due chiacchiere con quel ragazzo problematico.
"Beh è successo dopo e non per colpa mia tu hai fatto molto peggio" dissi subito sulla difensiva e notai come tyler stava tossendo con occhi spalancati verso qualcuno, mi voltai di scatto notando il diretto interessato della nostra conversazione intento a farsi sempre la solita ragazza della festa, avrei dovuto scoprire il nome di quella e polverizzarla perchè era davvero assurdo che riusciva ad averne due su due ed io neanche mezzo.
"Che c'è tyler? A me non interessa nulla di quel mentecatto e nemmeno della sua amica come al contrario interessa a Chris no?" Chiesi io rigirando la frittata in modo da tornare a dare la colpa al ragazzo davanti a me.
"Okay Emma ho sbagliato e me ne pento davvero tanto, tutti e due abbiamo sbagliato e capita ma io ti chiedo un'altra occasione per dimostrarti che io non sono così per favore, mercoledì sera, solo io e te e ne parliamo va bene?" Vidi i suoi occhi luccicare leggermente e mi resi conto che era sincero e non voleva davvero fare ciò che fece, mi voltai un attimo per vedere di nuovo Travis avvinghiato a quella però ora il suo sguardo era su di noi, titubante mi rivoltai verso Chris annuendo leggermente e ci abbracciammo come segno di aver fatto pace, mi era mancato abbracciarlo, era coma una casa un senso di sicurezza e mi piaceva.
"Bene a mercoledì allora" disse lui visibilmente più felice e rilassato mentre io gli sorrisi come saluto.
"Okay Emma devi spiegarci un bel po di cose" disse Ester abbracciata a Tyler mentre mi guardava con occhi decisamente assatanati.
Le Mimai un: a pranzo mentre la campanella suonava indicandoci che era giunta l'ora di entrare nelle rispettive classi e così feci sedendomi nella classe di letteratura inglese che purtroppo avevo in comune con il troglodita che grazie a dio non si sedette vicino a me ma continuò a fissarmi durante tutta la lezione.
Quando entrai insieme ad i miei amici nella sala pranzo mi sentii come se avessi avuto la faccia da alieno perché tutti mi fissavano e mormoravano qualcosa ed era molto imbarazzante, c'era a chi piaceva quel tipo di attenzione, beh io non ero tra quelle persone.
Come al solito passammo di fianco al tavolo vip ma feci finta che nemmeno ci fosse intrattenendo una conversazione inutile con Lucas sul film che aveva visto ieri sera.
"Ester devo chiederti un favore" dissi io sconfitta, dovevo farlo.
"Dimmi emma" rispose lei curiosa per mia richiesta 
"Tu conosci tutti e sai tutto no? Beh mi serve il numero di Travis, devo scrivergli per parlargli del perché diamine ha detto a tutti quella storia" dissi io sempre più nervosa e Sandy annuii in accordo con me.
"Si emma dovresti farlo perché sennò le voci continueranno a girare e aumenteranno fino ad arrivare a voi due che fate sesso insieme a Chris" disse ridendo tyler come se avesse detto la battuta del secolo, ridacchiai pure io non tanto per quello che disse ma per la sua faccia mentre lo raccontava, intanto Ester smanettavi con il suo iPhone.
"Eccolo sapevo di avercelo, tieni" disse lei porgendomi il telefono ed io iniziai a copiare il numero.
"Hei perché hai il suo numero scusa?" Chiese tyler fingendosi offeso.
"Bisogna sempre averlo il suo numero, sai non si sa mai" disse Sandy scherzando guadagnandosi un' occhiataccia da Josh.
"Okay ragazzi ci sono" dissi io e tutti restarono in silenzio mentre digitavo sul telefono in fretta e furia.
A Travis Clark
Dopo scuola a casa dobbiamo parlare.
Appena lo inviai ci girammo tutti verso il tavolo vip per vedere il ragazzo prendere il telefono squillante dalla tasca e leggerlo attentamente, un ghigno gli si formò sul volto e si girò verso di noi subito dopo che distolsi lo sguardo per non sembrare troppo ridicola.
Da Travis clark 
Saresti scusa? 
Feci leggere la risposta ai miei amici che si innervosirono al mio posto
"Ma che presuntuoso del cazzo che è" disse Lucas facendoci ridere come al solito.
A travis Clark
Senti sono emma idiota sii puntuale che non ho tempo da perdere con te
Gli e lo inviai e lui non rispose più grazie a dio.
La giornata a scuola passava più lenta del solito, forse perché cercavo in tutti i modi di rimandare il momento in cui avrei dovuto parlare a quattr'occhi con il mio vicino di stanza.
All'uscita salutai i miei amici e mi diressi a passo svelto verso la sua macchina prima che qualcun altro potesse farlo, lo trovai li fermo come al solito mentre si fumava la sua solita sigaretta e mi guardava attento.
Salii in macchina senza degnarlo di uno sguardo e lo sentii sbuffare mentre saliva lentamente pure lui.
Il viaggio fino a casa fu silenzioso, molto silenzioso, nessuno dei due voleva iniziare ma avevamo entrambi molto da dire così appena arrivati in casa lo presi per un braccio e lo condussi velocemente in camera mia.
"Se vuoi fare altro bastava dirlo subito ragazzina" disse lui ovviamente prendendo alla leggera la situazione.
"Dimmi cosa ti è saltato in mente di dire a Chris e a tutta la scuola quello che è successo" urlai io furiosa.
"Calmati ragazzina io l'ho detto solo a Chris solo che negli spogliatoi c'è sempre molta gente che origlia" tentò pateticamente di giustificarsi e questo mi fece ancora di più arrabbiare.
"Non ha senso, quello che ti chiedo è perché l'hai fatto non come" dissi io incrociando le braccia al petto e camminando avanti e indietro per la stanza.
"Doveva saperlo" disse semplicemente e questo mi fece imbestialire.
"Ma perché? Sei tu che lo frequentavi? No, ero io quindi non avevi nessun diritto di farlo, sappi solo che i tuoi piani malvagi sono scaduti ormai perché usciremo mercoledì per chiarire" dissi io velenosa rinfacciandogli la proposta ricevuta quella mattina e lui sembró lievemente sorpreso.
"Bene sono contento per voi non che me ne freghi qualcosa di te e quel coglione" urlò lui e li io persi le staffe.
"Se tu non ti fossi allontanato così io non avrei mai accettato sappilo" dissi senza pensare e più a bassa voce.
Lui si voltò verso di me e si avvicinò lentamente.
"Credi davvero che con uno stupido bacio senza senso sarebbe cambiato qualcosa tra di noi? Tu puoi uscire con chi vuoi a me non interessa" disse freddo talmente freddo che sentii qualcosa dentro anche se in minima parte spezzarsi alle sue parole.
Era possibile che fosse lo stesso ragazzo che mi accarezzava dolcemente la guancia e non voleva lasciarmi andare? Non ci volevo credere alle sue parole.
"Vattene" dissi soltanto voltandomi verso la finestra per non guardarlo più in faccia.
Lo sentii sospirare profondamente prima che uscisse sbattendo la porta, rimasi in quella posizione Fino a quando non vidi la sua macchina partire velocemente verso chissà dove e li finalmente potei lasciarmi andare in un altro pianto silenzioso, me ne causò molti in quel periodo e questo non mi piaceva affatto.
Era ormai da due mesi che lo conoscevo e non avevo ancora capito nulla di lui.
Non si capiva se fosse cattivo o buono o se volesse una cosa o l'opposto ed io mi ero già stancata dei suoi giochetti, me ne sarei tirata fuori una volta per tutte.
Intanto le lacrime scorrevano anche sotto la doccia, mi stavo sfogando un po' per tutto, per Chris, la mia famiglia, lo stress della scuola, Travis e più ci pensavo più le immagini dei suoi occhi sognanti che mi guardavano si facevano spazio nella mia mente, quegli occhi così simili ai miei eppure così diversi che mi condizionavamo fin troppo.
Però quella sarebbe stata l'ultima volta, almeno, così sperai.




Note d'autore
Salve a tutti ed eccomi con una nuova storia per voi!!!!!
Spero davvero che vi piaccia perché ci sto mettendo me stessa, se volete lasciare qualche commento mi farebbe davvero molto piacere! Scusate se questo capitolo è più corto ma era decisamente di passaggio..
Vabbè non mi dilungo più ahaha alla prossima baciiii

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Capitolo 9
*** Winter prom ***


Mi stavo preparando per uscire con Chris, avevo optato per qualcosa di semplice dato che non volevo sembrasse che aspettavo questo appuntamento da una vita, e non era vero.
Misi un top a maniche lunghe e dei jeans chiari, mi truccai leggermente e quando sentii il telefono squillare capii che era l'ora di andare.
I signori clark erano in sala con degli ospiti così passai per educazione a salutarli.
"Buona sera" dissi piano e loro si voltarono raggianti verso di me.
"Emma cara stai uscendo?" Mi chiese Meredith contenta ed io annuii
"Perché non fate venire anche lei domani? Scommetto che la nostra Madison ne sarebbe davvero lieta" disse una signora che avrà avuto all'incirca 35 anni, accanto a lei c'era un uomo decisamente più vecchio e quando capii che erano sposati e non parenti mi viene da ridere e la nausea nello stesso momento.
"Emma ti andrebbe di venire con noi e Travis domani sera a cena dai Franklin?"
Mi chiese Peter speranzoso e nonostante non volessi minimamente annuii, non volevo sembrare scortese con delle persone che mi davano così tanto.
"Bene ora vai pure o farai tardi cara a dopo" disse Meredith ed io salutai nuovamente tutti sorridendo, prima di scomparire dalla sala e correre verso l'ingresso, non so se sarei riuscita a sopportare un'intera serata con gente del genere e poi, chi diamine era Madison?
In giardino c'era parcheggiata l'auto di Chris e non quella di Travis segno che era uscito, per fortuna, mi avvicinai verso di lui salutandolo con un bacio sulla guancia.
"Sei molto bella" disse ed io gli sorrisi per ringraziarlo.
"Allora dove mi porti di bello?"chiesi mentre salivamo in macchina e ci allacciavamo le cinture, la sua auto profumava di cocco e vaniglia al contrario di quella dello scemo che sapeva di fumo e menta.
Mi maledissi mentalmente per associare ogni cosa a lui e cercai di concentrarmi solo sulla serata che mi attendeva, cosa molto difficile da compiere.
Optammo alla fine per una pizzeria e mentre mangiavamo le nostre ordinazioni Chris si fece improvvisamente più serio.
"Emma voglio ricominciare con te" disse lui ed io non sapendo cosa dire sorrisi timidamente.
"Ti andrebbe di venire al ballo d'inverno con me?" Chiese speranzoso è quasi non mi strozzai con l'acqua.
"Il cosa?" Chiesi io, in Italia queste cose non esistevano minimamente per cui era davvero difficile per me capire a cosa si riferisse, notando la mia confusione rise leggermente prima di spiegarmi meglio.
"Tra circa un mese si farà il ballo di inverno sai tutte quelle cose che si vedono in giro o nei film, ecco più o meno così e mi chiedevo se ti andava di venirci con me" disse lui nuovamente speranzoso, sarebbe stato carino ma non l'avevo ancora perdonato del tutto quindi dovevo pensarci.
"Vedi Chris mi piacerebbe molto ma non lo so ancora, devo prima lasciarmi alle spalle tutta questa storia spero che per te non sia un problema" dissi sincera, mi piaceva davvero Chris ma volevo essere sicura che non risbagliasse una seconda volta o li mi sarei davvero fatta male.
Lui capii le mie intenzioni e mi sorrise per tranquillizzarmi baciandomi la mano.
La serata andò avanti tranquilla e parlammo un po' del ballo e della scuola in generale, quando mi riaccompagnò a casa Clark indugiò un pochino in macchina, quello era il momento più imbarazzante in cui nessuno sapeva mai cosa fare.
"Mi piaci davvero Emma spero che tu lo sappia" disse lui ed io annuii.
"Anche tu Chris ma devo essere sicura di potermi fidare di te" dissi io seria ma utilizzando un po' di dolcezza nella voce e lui annuì, si avvicinò lentamente per baciarmi ed io gli e lo lasciai fare.
Desideravo con tutta me stessa di poter provare con lui la scarica elettrica che provai con Travis ma non successe nulla nemmeno una piccola scintilla, il bacio era semplice e morbido, le nostre lingue si toccavano appena e le nostre labbra facevano movimenti circolari e studiati.
Dopo poco ci staccammo ed io scesi dalla macchina salutandolo velocemente. Ero davvero in una situazione scomoda per non dire altro.
**********
"Quindi lui ti ha invitato al ballo d'inverno e tu gli hai detto che ci devi pensare?" Ester continuava a ripetere questa frase da circa 20 minuti non approvando il mio metodo e io ogni volta ridevo per la sua faccia sconvolta.
"Fa bene Ester almeno vede se si può fidare di Chris o no" disse come al solito la saggia Sandy.
"Grazie Sandy meno male che ci sei tu" dissi io ridendo e la rossa riprese a parlare.
"Che palle a me tyler non l'ha ancora chiesto e non so nemmeno se lo farà" disse incrociando le braccia al petto, cosa che faceva sempre quando qualcosa la tormentava.
"Ester fidati che lo farà secondo me vuole aspettare a pranzo quando vi vedrete per più di due minuti o non so" dissi io mentre camminavo insieme a loro verso le aule della prima ora.
La scuola era piena di bigliettini di ogni tipo, c'era chi faceva le "prom" più disparate e esilaranti che mettevano di buon umore tutti, ovviamente tranne Ester che continuava a lamentarsi insultando il povero tyler.
Le salutai davanti alla mia aula di storia promettendole che ci saremmo viste a pranzo e così fu.
Quel giorno nessuno stava fermo, nessuno era triste a parte chi veniva rifiutato o non aveva nessuno da invitare, durante le lezioni nessuno riusciva a prestare del tutto attenzione, cercavano tutti il momento perfetto per chiedere alla loro cotta adolescenziale di andare con loro al ballo ed era al quanto esilarante considerando che in Italia si faceva a mala pena il teatrino di Natale o la lotteria.
Quando entrammo a pranzo fu uguale, passammo come al solito di fianco al tavolo dei vip, non parlavo con Travis da lunedì, in macchina la mattina non ci guardavamo nemmeno e in casa le poche volte che c'era era come se non esistesse.
Quella sera avremmo avuto la cena a casa dei Franklin ed ero molto nervosa non sapendo cos'aspettarmi, mi voltai di scatto sentendo Ester urlare e così fece tutta la mensa.
Tyler aveva un mazzo di fiori blu segno del colore invernale in mano ed un bigliettino con su scritto: prom? Tutto colorato. Lei gli saltò in braccio ed io iniziai battere le mani seguita poi da tutta la mensa che li acclamava, tutti tranne uno.
"Fai tanto lo spavaldo ora che finalmente qualcuna te l'ha data nonostante sei un raccomandato?" La voce di Travis sovrastava tutta la mensa e calò il silenzio tombale, Tyler divenne rosso in faccia per ciò che il ragazzo aveva appena detto.
"Come scusa?" Chiese avvicinandosi al tavolo dei vip ed io gli presi subito un braccio per fermarlo e mi piazzai davanti a lui.
"Tyler, è uno sfigato non ascoltarlo davvero" dissi io a bassa voce per calmarlo.
"Ti fai ancora difendere da lei come il primo giorno? Sei proprio patetico" insistette il coglione e li io mio amico perse le staffe, si avventò contro Travis ed iniziò a prenderlo a pugni, dal canto suo, il ragazzo ricambiò con la stessa moneta, si vedeva che il mio vicino di stanza era più forte e quindi dopo che si creò tutto un cerchio di persone intorno a loro io, Ester e Lucas ci buttammo in mezzo per fermarli, io presi Travis dalle spalle ma mi scaraventò a terra facendomi sbattere il braccio contro qualcosa di pungente, quando si rese conto cos'aveva fatto venne di colpo verso di me sotto lo sguardo attento di tutti.
"Hei ragazzina tutto bene? Scusa non volevo farti male non pensavo fossi tu" disse cercando di prendermi la mano per farmi rialzare ma io indietreggiai spaventata non potevo credere a ciò che aveva appena fatto.
"La festa è finita" disse Chris spostando Travis dal mio corpo e iutandimi a rimettermi in piedi, il braccio mi sanguinava mi ero tagliata con un pezzo di vetro per terra, Travis sembrò sbiancare e Tyler era più arrabbiato di prima.
"Emma mi dispiace non volevo" disse quest'ultimo paralizzato dalla paura.
"Tranquillo Tyler non è colpa tua" risposi io tranquillizzandolo mentre Chris mi portava verso l'infermeria, mi bruciava molto e quando uscimmo dalla mensa udimmo il preside urlare addosso a tutti i presenti, era proprio un bel prom day.
In infermeria mi estrassero il pezzo di vetro che si rivelò decisamente più grosso di quello che pensavo e chiamarono i signori clark sia perché mi ero fatta sia perché la causa era proprio loro figlio.
Mentre ero seduta sul lettino bianco e il braccio fasciato ad aspettare sentii qualcuno entrare.
"Hei"  appena senti quella voce drizzai la schiena e guardai freddamente il ragazzo di fronte a me, Chris se n'era dovuto andare poco dopo per proseguire le lezione e di Tyler non avevo più notizie.
"Cose vuoi?" Dissi io senza guardarlo in faccia e lui si avvicinó piano e me.
"N-non volevo farti male dannazione non farne un dramma"  disse Travis frustrato passandosi una mano tra i capelli.
"Ho un fottuto taglio sul bicipite solo perché tu hai provocato il mio migliore amico ed io cercavo di fermarti dal fare sciocchezze quindi si, ne faccio un dramma se non ti dispiace" dissi secca e lui sbuffò sconfitto ma comunque continuó ad avvicinarsi a me fino a prendermi la guancia sinistra con la sua grande mano, mi alzò il viso in modo che potessi guardarlo negli occhi, anche se mi costava molto ammetterlo mi era mancato il suo tocco delicato, sentii la familiare scarica elettrica invadermi tutto il corpo ed era la sensazione più bella che potessi mai provare.
"Travis per favore" dissi io supplicandolo di non fare sciocchezze, si avvicinó fino a darmi un bacio sulla fronte, poi senza aggiungere altro se ne andó lasciandomi parecchio confusa e sola.
Poco dopo entrarono Ester, Sandy e gli altri a salutarmi, Tyler era ancora in presidenza a subirsi la ramanzina da suo padre.
"Come stai?" Mi chiese Lucas indicando il braccio.
"Mmh potrebbe andare meglio questa giornata" dissi io ridendo ed Ester sorrise.
"Pensa me che aspettavo questo giorno da 4 anni, in compenso si è battuto per difendere il nostro onore e questo fa di lui il mio futuro marito" disse lei ridendo e noi la seguimmo riusciva sempre a trovare il lato positivo nelle cose e questa sua caratteristica mi piaceva molto.
"Emma evans? I signori clark sono qui" disse la grossa infermiera guardando male i miei amici che erano entrati abusivamente.
"Ehm noi andiamo emma ci sentiamo dopo scuola va bene?" Disse Sandy prendendo per mano Josh e portandolo fuori, io annuii sorridendo e mi rimisi in piedi cercando la giacca e la mia borsa.
Il viaggio in macchina fu davvero orrendo, peter guidava mentre Meredith era al suo fianco, dietro c'eravamo io e Travis.
"Si può sapere come ti è saltato in mente di fare botte a scuola? Di nuovo!"
Chiese Peter urlando furioso.
"Pensa ad emma! Ti stava separando dal compagno e hai avuto il coraggio di scaraventarla a terra, ma che razza di persona sei?" Continuò mentre Meredith gli accarezzava la spalla dicendogli di calmarsi un attimo.
Travis era furioso continuava a fremere e non stava fermo un attimo così io lentamente gli appoggiai una mano sul ginocchio per dimostrargli il mio appoggio, sapevo che non dovevo farlo ma mi dispiaceva per lui e per le cose che gli stavamo dicendo i suoi genitori, mi guardò sorpreso ed io gli sorrisi prima ti togliere la mano dato che suo padre aveva ricominciato a parlare.
"Emma tu stai bene?" Mi chiese lui visibilmente più calmo ed io annuii.
"Si signor clark non si preoccupi è solo un graffio Travis evidentemente non aveva capito che fossi io" tentai di difenderlo per quanto possibile.
"Capisco emma ma vedi Travis è un bambino, ancora non capisce quando deve smetterla ed iniziare a crescere una volta per tutte" e dopo quella frase Travis uscì di corsa dall'auto dato che eravamo arrivati e si mise ad urlare in cortile.
"Non parlate come se io non ci fossi so che lo vorreste ma guardate un po' ! Esisto!" E dopo questa frase corse in camera sua ed io nella mia.
"Emma tesoro sei pronta? Sicura di voler venire?" Disse Meredith 
"Si certo" dissi io infilandomi le scarpe con il tacco.
Indossavo un vestito blu scuro che arrivava fino a metà coscia aderente e delle scarpe nere, Meredith era come al solito bellissima e Peter non perse tempo nel farglielo notare.
Se prima volevo andare per essere cortese in quel momento volevo andarci solo per aiutare Travis a superare la serata dopo l'incidente di quel pomeriggio, lo odiavo ancora moltissimo ma comunque mi dispiaceva.
Uscì dalla camera con addosso un completo elegante ed in quel momento sentii il mio cuore cedere lentamente.
Il viaggio in macchina fu, grazie a dio, silenzioso, Travis non tolse mai la sua mano dalla mia coscia ed io non sapevo come interpretare quel gesto ma feci finta di nulla.
Quando arrivammo davanti alla grande casa quasi  mi venne un colpo, mi ricordavo di averla già vista ma non dove, quando ci aprirono la grande porta ebbi la conferma su tutto.
Madison, Madison era quella che aveva dato la festa e che Travis aveva prima rifiutato e ora secondo qualche voce di corridoio si diceva che fossero tornati insieme ma proprio insieme, era quella che aveva pure baciato Chris, insomma la mia acerrima nemica.
Fui tentata per un attimo di tornare in macchina e questo Travis lo vide perché si mise a ghignare, la ragazza mi squadrò dalla testa ai piedi mentre cordialmente salutavo suo padre e la sua rispettiva compagna.
"Travis da quanto tempo" disse lei e non perdendo tempo lo bació sulle labbra davanti a tutti che sembravano abituai a quella scena, tutti tranne me.
Quella serata sarebbe stato un inferno ed io non avevo via di scampo.

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Capitolo 10
*** Friends? ***


La cena era più lenta di quanto mi aspettassi, io parlavo con i signori clark e Franklin mentre Travis e Madison si erano già alzati da tavola da una buona mezz'ora e tutti sapevano per fare cosa ma nessuno voleva dirlo ad alta voce.
Quando finalmente tornarono non resistetti più, erano spettinati e avevano tutti e due i vestiti allacciati male, era una scena davvero imbarazzante.
Mi alzai da tavola senza pensare catturando  lo sguardo di tutti i presenti.
"Ehm scusate devo andare un attimo a rinfrescarmi" dissi io prima di andare a passo svelto da qualsiasi parte che non fosse quella stanza.
Con le mani ai lati del lavandino mi guardavo allo specchio chiedendomi chi me l'avesse fatto fare, sentii bussare lievemente alla porta del bagno dopo circa cinque minuti che ero dentro e con voce flebile intimai a chiunque ci fosse di entrare, non mi aspettavo però di vedere Madison.
"Sai è triste non poter avere ciò che vuoi perché ce l'ha qualcun altro vero?"  Disse lei avvicinandosi a me con spavalderia ed in quel momento mi misi a ridere di lei come si permetteva di trattarmi in quel modo?
"Se ciò che vuoi tu è fare la figura della poco di buono davanti a molte persone solo per dimostrare qualcosa, beh finirai come la fidanzata di tuo padre allora" dissi sorridendole prima di uscire dandole una spallata, nessuno poteva permettersi di giudicarmi in determinate situazioni, figuriamoci una come lei.
Quando tornai giù Meredith mi guardò con compassione, aveva capito tutto.
Travis invece era inerme, non diceva e non faceva niente e io mi diedi di nuovo della stupida per essergli stata così vicino da scottarmi un'altra volta.
"Grazie mille per essere venuti tornate presto" ci disse la fidanzata del signor Franklin che a fine serata non avevo ancora capito come si chiamasse, io annuii sorridendo anche se sapevo che non avrei mai più messo piede in quella casa neanche sotto tortura.
Madison aveva continuato per il resto della serata a stare attaccata a Travis per farmi un dispetto anche se non capiva che a me non faceva né caldo né freddo, quest'ultimo però non sembrò molto partecipe nemmeno quando lei gli si sedette in braccio.
"Mi dispiace emma" disse Meredith in auto e tutti ci voltammo a guardarla, io capivo cosa intendesse e la ringraziavo per quelle parole.
"Grazie Meredith, passa tutto" dissi io guadagnandomi un'occhiata interrogativa da Travis che ignorai volutamente.
Appena arrivammo a casa Salii in camera velocemente, quella sera non volevo vedere più nessuno, ero ferita dentro e fuori, non riuscivo a credere come Travis potesse avere così poco rispetto nei miei confronti quando io ho sempre cercato di andargli incontro ed essergli amica.
Mentre chiudevo la stanza sentivo la voce di Meredith in corridoio.
"Lasciatelo dire Travis sei proprio uno sciocco, quella ragazza è venuta alla cena per te perché non voleva lasciarti solo con me e papà arrabbiati e tu l'hai trattata in quel modo dopo che le hai pure fatto male oggi? Non ti riconosco più ormai" disse ferita prima di andarsene, non volevo succedesse tutto questo non volevo nemmeno andare a quella stupida cena eppure l'ho fatto e me ne sono pentita.
Sbuffando Andai a farmi una doccia per scaricare la tensione accumulata in quelle ore cosa che risulto più difficile di quanto credessi e quando uscii in accappatoio trovai Travis guardare delle mie foto sulla scrivania.
"Cosa ci fai qui?" Chiesi io fredda mentre mi avviavo a prendere il pigiama sotto il cuscino del grande letto.
"Ti fermi un attimo cristo" disse lui come al solito imprecando ed io mi fermai gocciolante stringendomi nel lungo accappatoio.
"Fai veloce che sono stanca" dissi io guardando l'orologio che segnava le undici e il giorno dopo avremmo avuto scuola.
Lui si avvicinò lentamente a me guardandomi attentamente.
"Sono un coglione" disse e quelle parole furono musica per le mie orecchie, alzai gli occhi al cielo e lui continuò.
"Dopo che ci siamo baciati non sapevo cosa fare" era la prima volta che si confidava davvero così lo lasciai proseguire attenta alle sue parole.
"Così ho fatto come faccio sempre cioè lo stronzo, poi ho scoperto che tu e mister perfezione vi eravate rimessi insieme ed ero incazzato" disse e io sprofondai lentamente alle sue parole, dopo due mesi era riuscito ad accennare a qualche sorta di sentimento ed io non riuscivo a crederci.
"Perché non me ne hai parlato?"  Dissi io seria guardandolo negli occhi.
"Che cazzo potevo dirti? Dai sai come sono non sono bravo in queste cose" disse lui ed io annuii capendo cosa intendesse.
Non l'avevo perdonato e non sapevo nemmeno se avevo intenzione di farlo ma in quel momento trovai un po' di pace con le sue parole.
"Mi hai fatto male Travis" dissi io e lui colse tutti e due i sensi infatti si avvicinò ancora di più a me facendo sfiorare i nostri nasi, quel contatto lo cercavo dall'ultima volta che l'avevo avuto e questo mi spaventava, volevo baciarlo e diamine l'avrei fatto se lui non avesse aperto la bocca per parlare.
"Senti io non sono il tipo da relazioni lo sai ma tutto ciò che posso darti è una roba fisica non so se intendi" disse e in quel momento rovinò tutto ciò che aveva appena costruito, indietreggiai leggermente con gli occhi spalancati per le sue parole e lui se ne accorse.
"Dai emma andiamo non fare la Santa tutti scopano nella vita" disse lui cercando di sdrammatizzare.
"Tu Travis vuoi solo portarmi a letto vero?" Urlai ma lui non rispose mi guardava e basta con uno sguardo indecifrabile.
"Dimmelo" dissi seria e in quel momento finalmente rispose.
"Mentirei se ti dicessi di no ma-" cercò di continuare ma lo fermai.
"Ma niente non puoi avere tutto quello che vuoi io non voglio essere una delle tue tante avventure e mai lo sarò mettitelo in testa non so nemmeno perché sono ancora qui a parlarti quindi per favore esci dalla mia camera" dissi con una freddezza tale da sentire io stessa il gelo delle mie parole.
Travis sospirò ed uscii lentamente dalla mia camera chiudendo la porta.
Credevo che finalmente si fosse aperto con me e che provasse almeno un minimo di interesse, invece per lui ero come tutte, voleva solo portarmi a letto e io non gli e l'avrei mai permesso, mi promisi di non piangere più per lui ma quella sera fu davvero difficile.
Mi misi il pigiama e quando fui sotto le coperte qualcosa nella mio petto iniziò a farsi strada ovunque, una consapevolezza che speravo di non avere mai.
Io provavo qualcosa per Travis, seppur minima io la provavo.
*************
Il ballo si stava avvicinando mancavano solo una settimana e mezza e tutta la scuola era indaffarata a fare la sua parte.
Io e Chris ci eravamo del tutto riavvicinati in quella settimana e mezzo passa dopo la cena, avevo accettato volentieri il suo invito ed eravamo spesso usciti insieme e anche con gli altri che pian piano lo perdonarono come feci io.
Sentii in giro che Travis sarebbe andato al ballo con Madison perché lei l'aveva praticamente obbligato ma non mi interessava più  di tanto ormai.
Dopo quella sera ogni volta che lo vedevo o sentivo la sua voce abbassavo lo sguardo, non cercavo nemmeno più di stare al suo gioco dopo ciò che il mio subconscio mi spiattellò davanti, eppure nonostante l'odio che provavo per Lui quella sensazione fastidiosa nel petto c'era sempre e non voleva mai lasciarmi andare, faceva male, ma iniziavo a conviverci 
Quel giorno tyler e Ester avevano discusso perché lei doveva di nuovo fermarsi a scuola il pomeriggio per organizzare tutto dato che era nel comitato per il ballo e lui non era d'accordo perché diceva che non passavano mai tempo insieme.
"Dai tyler hai una ragazza di successo nell'ambito organizzativo dovresti esserne fiero" gli dissi mentre prendevamo i vassoi del pranzo e ci facevamo mettere dentro tutte quelle poltiglie disgustose.
"Si lo so ma vorrei stesse più con me non usciamo da un sacco" disse il mio amico mentre passavamo vicino al tavolo dei vip, Chris si alzò per fare in modo che lo salutassi con un bacio e tutti nel tavolo fischiarono e batterono le mani in segno di approvazione facendomi arrossire, tutti tranne Travis che osservava la scena impassibile ed io lo ignorai seguendo poi tyler al nostro tavolo.
"Adesso il ballo è quasi pronto vedrai che nel giro di qualche giorno tornerà tutta tua" dissi io facendolo ridere, Sandy e Josh erano già seduti mentre Lucas si era seduto in un altro posto pieno di ragazze a fare conquiste come suo solito.
"Non smetterà mai vero?" Disse Sandy ridendo 
"Mi sa di no" le rispose Josh baciandola dolcemente, ero davvero convinta che quei due si sarebbero sposati prima o poi.
Ester ci raggiunse poco dopo mentre parlava con un suo compagno del comitato sugli addobbi da utilizzare e quando si sedette lasciò uno sbuffo.
"Sono davvero piena di lavoro quando mai ho accettato questo incarico" disse e noi ridemmo per l'affermazione proseguendo poi la conversazione su quel discorso.
Dopo pranzo avevo spagnolo e come dall'inizio dell'anno Travis si sedette vicino a me, ormai era abitudine e più passavano i giorni più questa cosa mi destabilizzava, sentire il suo profumo, averlo così vicino, mi faceva male.
"Hei" provò lui ma io lo ignorai.
"Capito sei ancora arrabbiata a caso" disse ed io mi voltai verso di lui per guardarlo male, a caso? Davvero l'aveva detto?
"Lasciami in pace Travis ti conviene" risposi secca
"Perché? Il tuo fidanzatina si arrabbia se no?"  Rispose lui sarcastico ed io gli tirai un calcio sullo stinco da sotto il banco per farlo tacere ma la cosa lo divertì.
"No la tua di fidanzatina si arrabbia a quanto pare"  dissi indicandogli con lo sguardo Madison che ci stava guardando a dir poco male, io le sorrisi salutandola e questa si voltò dicendo qualcosa alle sue amiche, Travis rise per il mio gesto ed io pure.
"Evans y clark  silencio por favor!" Disse la prof ed io mi zittii all'istante mentre Travis continuò a parlarmi indisturbato.
"Senti stavo pensando che magari potremmo ricominciare da capo"  disse lui d'un tratto ed io credetti di star sognando mi voltai verso di lui incitandolo a continuare.
"Si insomma potremmo provare ad essere amici, abitiamo insieme e frequentiamo la stessa scuola sarebbe meno complicato dell'odiarsi no?" Riflettei sulle sue parole, mi sentii una sciocca per aver sperato in altro ma comunque ero contenta del fatto che anche lui non ce la faceva più con questa situazione.
"Ci sto" gli dissi porgendogli la mano come la prima volta che ci eravamo conosciuti, lui la guardò un attimo poi però me la strinse lievemente, contatto che mi lasciò impietrita ma non lo diedi a vedere.
Fuori da scuola lo vidi con Madison ma sta volta lui la mandò via dalla macchina, evidentemente aveva altri piani in mente, mi scrutò attentamente fino a quando non sentii delle braccia avvolgermi da dietro.
"Ti accompagno io a casa piccola" disse baciandomi dolcemente e portandomi verso la sua macchina che era nella direzione opposta a quella di Travis che intanto continuava ad osservarci.
In macchina Chris mi parló dei suoi allenamenti e di come avessero vinto la partita del giorno prima contro un altro liceo lì vicino ed io fingevo di ascoltare annuendo quando in realtà pensavo ad altro mi dispiace trascurarlo così ma proprio non ce la facevo.
Quando arrivammo lo salutai con un veloce bacio sulle labbra e salii in camera intenta a chiamare mia madre dato che non lo facevo da due giorni e mi mancava.
"Pronto emma" disse contenta.
"Hei mami come stai?" Le chiesi io, mi faceva così strano parlare in italiano che quasi non ci riuscivo.
"Tesoro hai lo stesso accento di tuo padre ora" disse lei ridendo, parlammo un po' della scuola qui e le raccontai del ballo e di Chris, lei era molto contenta, dopo che ci scambiammo qualche: mi manchi e ti voglio bene chiuse la chiamata lasciandomi lì a riflettere di nuovo su Travis e ciò che mi aveva detto quel giorno.
"Posso?" Disse proprio lui, era come se ogni volta che la mia mente si connetteva a lui casualmente spuntava fuori, tipico.
"Certo entra" dissi io ancora seduta sul letto.
"Pensavo di fare la prima cosa da amici, andare a fare un tuffo in piscina finchè c'è ancora bel tempo" disse sorridendomi ed io fui al quanto sorpresa dalla sua proposta e da come lo disse, accettai volentieri intimandolo di uscire dato che dovevo cambiarmi.
"Posso restare se vuoi" disse lui ed io gli schiaffeggiai il braccio scherzosamente per la battuta squallida che fece, così  lui ridendo uscì Dalla stanza.
Erano poche le volte in cui Travis clark era di buon umore, ma buon umore proprio come una persona normale e quella era una di quelle volte che non potevo certo lasciarmi sfuggire.
Corsi giù dalle scale con l'asciugamano sulla spalla già in costume e quando arrivai li lo vidi, a petto nudo solo con i pantaloncini mentre sistemava l'asciugamano su una delle sdraio, credetti di star sognando davanti a un simile spettacolo.
"Smettila di fissarmi pervertita" urlò lui ed io mi ricomposi.
"Certo ti piacerebbe" risposi io sarcastica sistemandomi sulla sdraio.
"Che fai non vieni in acqua?" Disse lui contento ed io scossi la testa volevo prima scaldarmi un po' al sole.
Appena chiusi gli occhi però sentii qualcuno sollevarmi di peso e sapevo esattamente chi.
"Travis ti prego mettimi giù" dissi allacciando le mie braccia al suo collo, gesto che li fece fermare un attimo, solo poco prima che si ricompose e continuasse a scendere gli scalini della piscina con me in braccio.
"Ti odio" dissi io guardandolo ed in quel momento mollò la presa per farmi cadere ma io riuscii a bagnarmi solo fino a metà busto dato che mi aggrappai a lui allacciando le gambe dietro la sua schiena mentre entrambi ridevamo.
"Oh scusa" dissi cercando di staccarmi ma lui me lo impedì.
"No" disse soltanto bloccando i miei movimenti, eravamo fermi in acqua abbracciati, i nostri nasi si sfioravano e le nostre bocche si bramavano, lentamente si avvicinò alla mia fino ad assaporarla e tutto ciò che sentii quasi un mese prima baciandolo si era intensificato, sentivo il mio corpo bruciare di un calore mai sentito prima, i miei movimenti reagivano perfettamente ai suoi, le sue mani mi tenevano le natiche per sollevarmi meglio cosa che normalmente mi avrebbe dato parecchio fastidio ma li, in quel momento riuscivo a pensare solo a lui e alle sue labbra che massaggiavano delicatamente le mie.
All'inizio il bacio era dolce e lento ma presto si trasformò e divenne pieno di passione e desiderio, lentamente e di malavoglia ci staccammo per riprendere fiato.
"Anche io ti odio ragazzina"  disse lui ed io gli sorrisi prima di ribaciarlo, era come vivere in un sogno, non percepivo altro se non lui.
Non sapevo quanto tempo restammo lì a nuotare insieme, a schizzarci per poi riprenderci e ribaciarci ma sapevo soltanto che quel pomeriggio non l'avrei scordato.

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Capitolo 11
*** The dress of love ***


Mancava un  giorno al ballo e fino a quel momento avevo avuto una sorta di doppia vita.
A scuola, stavo con Chris e facevo finta di odiare Travis che lasciava che le altre ragazze ci provassero con lui ma a casa eravamo sempre insieme.
Avevamo visto un film il giorno dopo la piscina che scelse lui, cioè sucide sqaud che stranamente mi piacque nonostante i suoi commenti poco casti sulla protagonista.
Avevamo anche "studiato" insieme quando siamo solo finiti a letto a baciarci tutto il tempo e siamo pure andati nell'idromassaggio al secondo piano, erano stati dei giorni bellissimi in cui lui non la smetteva di baciarmi e accarezzarmi come se fossi sua, come se fossimo una cosa sola e questo mi mandò completamente in confusione coma al solito.
Insomma la situazione ci era un po' sfuggita di mano, nessuno dei due sapeva cosa stesse succedendo e entrambi avevamo paura di etichettarlo anche perché avevamo un'altra vita. Lui non aveva relazioni ed io ce l'avevo con un ragazzo fantastico che non volevo certo soffrisse per la mia indecisione e le mie insicurezze.
Avevo comunque deciso che entro il ballo o subito dopo la fine avrei fatto la mia scelta nonostante qualcuno in ogni caso avrebbe sofferto.
Alla prima ora avevo spagnolo e stranamente non vedevo l'ora, Travis arrivó in ritardo come al solito e si sedette di fianco a me appoggiando subito la sua mano sinistra sulla mia coscia e quel gesto mi fece completamente andare in fiamme soprattutto perché avevo la gonna quel giorno e mi maledissi mentalmente per averla messa, anche se una parte di me amava il suo tocco delicato sulla mia pelle.
"Mi piacerebbe togliertela questa gonna dopo" disse lui ed io spalancai gli occhi per le sue parole.
"Mi dispiace ma è off limits" dissi sorridendogli falsamente e lui ghignó in risposta.
Si, era decisamente strana quella situazione, non sapevo cosa provavo per Travis e soprattutto non sapevo cosa provasse lui per me, sapevo solo che erano passati praticamente tre mesi e noi avevamo iniziato a tollerarci solo in quei giorni.
Quando finì l'ora di malavoglia il ragazzo dovette togliere la mano ed io tornai a respirare normalmente, non mi salutò neanche, uscì dalla classe e fine, non c'ero rimasta male solo che di solito si degnava di un saluto almeno così sbuffai per la sua bipolarità.
Uscii  dalla classe e per le successive 3 ore fino a quella di pranzo pensai al ballo e ad una soluzione per tutto il caos che si stava creando nella mia mente.
"Che vestito indosserai?" Mi chiese Sandy mentre entravamo nella grande sala insieme.
"Oddio voi ragazze e le vostre fissazioni inutili" disse Lucas ridendo e superandoci per andare al tavolo della sua nuova fiamma con cui sarebbe andato al ballo, noi ridemmo superando il tavolo dei vip e non potei non notare Travis che si faceva infilare la lingua in bocca da una ragazza che non era Madison.
"Hei piccola" disse una voce al mio fianco, mi voltai per vedere Chris seduto al tavolo, tutta l'attenzione si spostò su di noi, anche quella dei due piccioncini intenti a scambiarsi effusioni sul cibo degli altri. Osceno.
"Ciao Chris" dissi io lasciando che mi disse un live bacio a stampo.
"Allora domani passo a prenderti alle 9 va bene?" Me l'aveva già detto almeno venti volte nell'ultima settimana ed io per la ventesima volta annuii distratta, troppo impegnata a guardare altrove.
Lo risalutai sorridendogli e mi avviai con tyler sempre in ritardo al nostro solito tavolo.
"Allora io avrò un vestito azzurro senza maniche e con del pizzo arriva circa a metà coscia" disse battendo le mani entusiasta Ester, Sandy le aveva fatto la stessa domanda e lei non perse tempo a descrivere tutti i dettagli del suo abito.
"Si tesoro però magari volevo fosse una sorpresa per me" disse tyler ridendo e lei gli diede un bacio sulla guancia per zittirlo.
Mi guardarono tutte e due come attendendo una risposta da parte mia ma la verità era che non sapevo cosa mettere.
"Ehm io sono ancora un po' in decisa ma ci sto lavorando vedrete" dissi cercando di guardare altrove tranne le mie amiche che si sarebbero rese subito conto se avessi raccontanti una balla o meno.
La giornata continuò così, le decorazioni erano già appese e tutti non stavano più nella pelle per il ballo.
All'uscita corsi verso la macchina di Travis e lo trovai lì come al solito ad aspettarmi, gli andai incontro sorridendo ma il suo sguardo si focalizzò su qualcuno dietro di me.
"Travis mi porti a fare un giro?" Disse la nuova ragazza saltandogli addosso.
Abbassai lievemente lo sguardo imbarazzata prima di voltarmi e andarmene capendo che non c'era più posto per me e diavolo con tutta me stessa sia lui che lei, quando mi allontanai dopo poco sentii qualcuno prendermi il polso e avrei riconosciuto quel tocco tra altri mille, mi voltai trovando Travis con la sua solita espressione corrucciata che mi guardava.
"Stiamo andando a casa emma puoi venire con noi se vuoi" disse ed io sperai stesse scherzando, mi guardai intorno per vedere e sperare ci fosse qualche altra alternativa ma ormai tutti i miei amici erano andati e Chris doveva allenarsi quindi senza dire nulla entrai nel sedile posteriore della macchina dato che quello anteriore era occupato.
"E tu chi saresti scusa?" Disse la ragazza squadrandomi.
"La sua coinquilina" risposi fredda indicando il ragazzo che aveva iniziato a guidare attento alla strada.
Il viaggio fu uno strazio, ogni carezza che lei gli faceva, ogni bacio che gli dava era un pugno in più dritto al mio petto.
Appena arrivammo non aspettai nemmeno che parcheggiasse, scesi dalla macchina e corsi nel verso senso della parola in camera pronta a chiudermi nel mio mondo e non uscire più, non capivo cosa gli fosse preso, credevo che finalmente avessimo trovato una stabilità, che tenesse seppur poco a me e invece mi ero immaginata tutto come al solito, i giorni passati insieme erano stati troppo belli per essere veri.
Mentre sistemavo i vestiti in camera in cerca di quello per la festa sentii qualcuno bussare.
"Se sei Travis puoi anche andare a quel paese e non tornare più" dissi urlando non immaginando che in realtà fosse Meredith.
"Oddio scusa Meredith non intendevo..." dissi ma mi morirono le parole in bocca per la figuraccia appena fatta.
"Tranquilla cara non preoccuparti" venne verso di me e si affacciò alla finestra per vedere suo figlio nella calda piscina con una nuova ragazza intento a baciarla.
"Non so più cosa fare con lui" disse sbuffando ed io annuii a disagio non sapendo cosa rispondere ma mi trovavo nella sua stessa situazione.
"Ho saputo che domani avete il ballo e mi sono chiesta se avessi il vestito" disse cercando di rincuorarsi ed io le sorrisi.
"Purtroppo nulla di adatto" risposi io leggermente imbarazzata allora lei mi prese per mano trascinandomi verso la sua stanza.
"Se vuoi cara posso prestarti il mio di quando ero all'ultimo anno, è stato proprio quello a far innamorare Peter, chissà magari funziona con tutti i clark" disse e io improvvisamente diventai viola per l'imbarazzo, di nuovo, e cominciai a balbettare frasi sconnesse sul fatto che non volessi fare colpo su Travis.
"Oh tesoro ho avuto anche io la tua età e sopratutto riconosco una ragazza davvero interessata da una non " disse facendomi l'occhiolino e tirando fuori il vestito avvolto in una pellicola trasparente per non farlo sgualcire.
Quando lo tirò fuori mi vennero le lacrime agli occhi per quanto fosse bello, era di un azzurro scuro, stretto con una gonna che arrivava fino ai piedi anch'essa stretta, la parte sopra era tutta in pizzo trasparente e si connetteva a quella di tessuto con una sottile cinturina, era davvero splendido.
"È bellissimo" dissi io continuando ad ammirarlo.
"Provalo avanti avevo la tua stessa taglia all'epoca" disse con occhi sognanti ed io risi per la sua espressione.
Ci misi un po' a metterlo per paura di romperlo o rovinarlo ma quando lo indossai capii che era proprio la mia taglia, uscii dal bagno lentamente e vidi Meredith intenta a guardare altri dei suoi vestiti, quando mi vide le vennero le lacrime agli occhi.
"Sei davvero belle emma" disse venendo ad abbracciarmi ed io ricambiai contenta.
"Grazie di tutto Meredith" le dissi e quel grazie conteneva proprio tutto, i consigli e la generosità avuta nei miei confronti.
Mi tolsi l'abito e andai in camera a metterlo nel mio armadio, lo osservai per qualche minuto ed inizia davvero a sperare che quello che aveva detto Meredith fosse vero.
Sentii le risate provenire dal corridoio di Travis e la sua amica così decisi di uscire dalla camera prima ancora che cominciassero non volendo ascoltate nulla delle loro divertenti interazioni intime, aprii la porta e me li ritrovai davanti intenti a baciarsi con foga tutti bagnati mentre lui cercava di aprire la porta della sua camera, quando si voltò verso di me e mi guardò negli occhi, con quegli occhi che mi avevano regalato tanto affetto non ce la feci più e sentii delle lacrime scendere piano sul mio viso mentre lentamente camminavo per il corridoio superandoli.
"Che sfigata quella madonna Santa" disse la sua amica ed io mentre camminavo alzai il dito medio verso l'alto per farle capire che avevo sentito la sua patetica frase.
Decisi di andare in una stanza che non avevo ancora avuto il coraggio di utilizzare, quella del pianoforte.
Salutai rosa mentre passavo per la cucina ed Albert che era lì che la guardava con occhi sognanti, erano una bella coppia.
Mi sedetti sullo sgabello del grande pianoforte a coda e come se non fosse passato neanche un giorno dall'ultima volta che suonai lasciai che le mie dita vagassero suoi tasti armoniose.
Non so per quanto tempo restai lì a suonare, so solo che mi aiutò a schiarirmi la mente, mi lasciò sfogare in un pianto agonizzante che racchiudeva tutte le mie paura, lente gocce che cadevano sui tasti mentre la mia mente si svuotava su di essi.
Mi sentivo finalmente libera da tutto ciò che mi circondava e mi fermai solo quando sentii qualcuno battere le mani.
"Sei molto brava" mi disse Peter appoggiato allo stipite della porta mentre mi sorrideva.
"Grazie signor clark"  risposi io sincera.
"Anche Travis lo suonava sempre prima che smettesse di credere nei suoi valori" disse immergendosi nei pensieri ed io mi chiesi quale fu la causa che creò quella profonda crepa tra genitori e figlio, ma non l'avrei di certo chiesto a Peter.
"Vabbè torno al lavoro, Meredith mi ha detto del vestito, sono molto contento che possa indossarlo tu. Quel vestito ha un vero potere" disse sorridendomi prima di andarsene e li tornai a riflettere sulle parole di sua moglie riguardanti l'abito. Doveva avere davvero un valore profondo per i signori clark se lo consideravano addirittura magico.
Tornai di malavoglia al terzo piano sperando che avessero finito e quando non sentii più rumori lasciai un sospiro di sollievo che durò solo poco.
"Ma che brava, ora suoni pure?" Disse Travis uscendo dalla sua stanza con addosso solo dei pantaloni.
"Non mi parlare Travis per favore, se hai un minimo di rispetto nei miei confronti non parlarmi" risposi io ormai stanca di tutto ciò che mi aveva fatto.
"Non avevo mai accennato che fossimo qualcosa" rispose lui duro ed io mi misi a ridere sarcasticamente.
"Certo ed io stavo per dire a Chris che non sarei più andata al ballo con lui perché invece dal tuo comportamento mi sembrava ci fosse altro, che stupida che sono no?" Dissi sempre ridendo per l'esasperazione.
"Ci siamo solo un po' divertiti in questi giorni emma sai come la penso" rispose secco cercando di addolcire la voce, forse gli facevo pena.
"No Travis non dirmi più sto cazzate perché le persone normali non fanno così okay? Ed io non voglio essere trascinata da te in questo circolo malsano per cui stammi lontano abbiamo provato ad essere amici e non ha funzionato quindi limitiamoci solo ai saluti va bene?" Dissi io finalmente guardandolo negli occhi mentre cercavo con tutta me stessa di non far cadere altre lacrime per lui in quel corridoio luminoso.
"Se è ciò che vuoi" rispose lui alzando le spalle ed io mi avvicinai puntandogli un dito contro.
"No Travis è quello che vuoi tu, ti ho dato fin troppe possibilità ora sono stanca e onestamente non vedo dove sia l'aspetto positivo di dartene un'altra"
Dissi io girandomi poi per entrare in camera sbattendo la porta.
Sperai solo che quel vestito mi avrebbe davvero aiutata.

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Capitolo 12
*** Cinderella ***


Avevo appena finito di prepararmi per il famoso ballo, decisi di truccarmi un po' di più per l'occasione cercando di ripetere la sottile linea di eye-liner che mi fece Sandy per la festa e non mi venne così male.
Finii di vestirmi e mi misi le scarpe, ero pronta.
Chris sarebbe passato a prendermi nel giro di qualche minuto così ne approfittai per scendere e far vedere il vestito a Meredith e Peter dato che ci tenevano.
Appena aprii la porta avanzai lentamente verso le scale e appena iniziai a scenderle potei sentire le loro voci dal salotto.
"Come mai non ci vai con Emma al ballo?" Chiese Peter fingendo indifferenza.
"Ho già chi portare e lei ha già chi la porta fine" disse soltanto lui ed in quel momento raggiunsi la fine delle scale guadagnandomi lo sguardo di tutti i presenti, feci finta di non aver ascoltato la sua frase anche se purtroppo l'avevo fatto.
"Oddio emma sei un incanto" disse Meredith venendomi incontro e baciandomi la guancia con le lacrime agli occhi.
Anche Peter mi sorrideva in approvazione mentre Travis era fermo in mezzo alla stanza che mi fissava senza pudore.
"Momento della foto!" Urlò Rosa dall'altra stanza facendo ridere tutti tranne il ragazzo accanto a me.
"Travis sorridi o la rovinerai" dissi io dandogli una gomitata che lo fece ghignare giusto in tempo per la foto.
Lui indossava un completo nero simile a quello che aveva a casa di Madison non sapevo come fosse possibile che qualcuno fosse riuscito di nuovo a farglielo indossare perché lui voleva categoricamente rifiutarsi di rimetterlo.
"Io non volevo nemmeno andarci a questo stupido ballo se non fosse che mi danno dei crediti extra per cui non facciamo più foto ne altro" disse lui duro alzando la voce in modo che lo sentissimo tutti ed io alzai gli occhi al cielo.
Il campanello suonò dopo pochi minuti, segno che Chris era arrivato a prendermi.
"Divertiti cara sei davvero bella" mi disse Albert ed io lo ringraziai salutando anche tutti gli altri, Travis ne approfittò per uscire con me dato che doveva andare a prendere Madison il che era imbarazzante, quando fummo alla porta nessuno dei due aveva il coraggio di aprirla, sapevamo che le nostre strade si sarebbero divise in quel momento e nonostante ci fossimo urlati addosso il giorno prima nessuno era preparato a questo.
"Sei davvero bella" disse silenziosamente Travis e mi resi conto che probabilmente voleva solo pensarlo perché dalla faccia si vedeva che se n'era pentito, annuii sorridendogli mentre dentro mi scioglievo lentamente, poi decisi io di aprire la porta e uscire, sembrava un gesto così futile ma che per noi significava così tanto, la fine di qualcosa e l'inizio di un'altra e forse era meglio così.
"Oddio emma" disse Chris con un mazzo di fiori in mano, gli sorrisi e lo baciai dolcemente sulle labbra prendendo in mano il suo bel regalo.
"Potrei stare a guardarti tutta la sera per quanto sei bella"  disse e prima che potessi replicare una voce dura ci interruppe.
"Si abbiamo capito ora leva la machina che devo uscire" disse come al solito Travis scontroso , ed io alzando gli occhi al cielo salii in macchina con il mio ragazzo che intanto lo insultava sottovoce dandogli del maleducato facendomi ridere io anche se ripensavo ancora e ancora al suo complimento così semplice eppure che aveva suscitato in me un tornado di emozioni come al solito e mi odiavo per questo.
La palestra addobbata per il ballo era qualcosa di assolutamente magnifico, sembrava di essere in un mondo incantato, pieno di luci azzurre, blu e bianche i colori dell'inverno.
Quando entrammo tutti ci fecero un applauso, la gente guardava il mio vestito e si complimentava chiedendomi dove l'avessi preso, e la cosa mi imbarazzò molto dato che non mi era mai piaciuto avere gli occhi della gente addosso, quando vidi Sandy ed Ester corsi verso di loro che quando mi videro mi sorrisero ampiamente fiere di meper il mio abito.
"Oddio ma sei stupenda!" Urlò Ester abbracciandomi che era ancora più bella, con addosso il suo tutto in pizzo, Sandy invece ne aveva uno blu da principessa che le stava divinamente in contrasto con i suoi capelli più scuri, erano tutte e due stupende ed anche Josh, tyler e Lucas nei loro completi eleganti da pinguini non erano niente male.
Iniziammo a ballare tutti insieme a ritmo del dj ingaggiato proprio da Ester per la serata, continuava a vantarsi da giorni dicendo "  è il più Figo e fa la musica più figa"
Risi al suo commento almeno sei volte dato che continuava a ripeterlo ogni volta che metteva una nuova canzone e puntualmente tyler alzava gli occhi al cielo scocciato dai complimenti che la sua ragazza riservava ad un altro ma sapeva che scherzava quindi non se la prese più di tanto.
"Vado un attimo dai miei amici" disse Chris dopo circa mezz'oretta indicando il gruppo della squadra di football che era vicino alle bevande ed io annuii acconsentendo.
Dopo circa cinque minuti che se ne andò iniziò un lento e dato che Chris non si decideva a tornare andai anche io a prendere da bere all'altro tavolo delle bevande per non se,barre una sfigata totale che lo implora di ballare.
"Il tuo principe ti ha lasciato sola?" Chiese quella tanto familiare e roca voce, bevvi un sorso della mia coca cola prima di voltarmi verso di lui guardandolo male.
"Ci voleva" dissi io riferendomi sia alla sua frase che alla bevanda e lui se ne accorse perché rise di gusto alla mia battuta crudele su Chris ma non riuscii a trattenermi e ridi di gusto anche io.
"Travis su andiamo a ballare"  disse Madison spintonando il ragazzo che continuava a sbuffare, lei come al solito indossava il vestito più corto persino al ballo della scuola il che era deprimente, lo odiavo davvero con tutta me stessa anche perché Travis quella sera era davvero stupendo, più del solito e guardarlo era Come un tuffo al cuore ogni volta.
"Oh guarda cenerentola" disse riferendosi a me ed io le sorrisi falsamente prima di andarmene verso l'uscita a prendere un po' d'aria,  aveva ragione, quel vestito non era nemmeno mio e non aveva avuto lo stesso effetto che ebbe con i signori clark all'epoca quindi ero una cenerentola sfigata sotto molti punti di vista.
Mentre ridevo per i miei stessi pensieri Travis mi affiancó subito dopo fumandosi la sua solita sigaretta.
"È una stupida" disse riferendosi a Madison ed io annuii concordando, almeno su una cosa eravamo d'accordo.
Dopo qualche minuto di silenzio sentii Il dj mettere una delle mie canzoni preferite, avevo chiesto a Ester se riusciva ad obbligarlo a metterla e lei rise accontentandomi, non potevo perdermi quel momento e qualcuno accanto a me se ne accorse.
"Ti piace questa canzone?" Disse il ragazzo al mio fianco ed io annuii contenta.
"Si non posso non ballarla ho obbligato io Ester a farla mettere" dissi mentre intanto mi avviavo verso l'entrata della palestra ma qualcosa mi bloccò facendomi voltare velocemente come al solito.
"Aspetta" disse raggiungendomi a passo lento e costante.
"Entriamo insieme mh?" Disse di nuovo ed io risi entrando con lui al mio fianco, era decisamente strano.
"Sei proprio bipolare lo sai vero?" Gli dissi mentre lui avvicinava il mio bacino al suo e tentava di ballare in modo decente ma non sapeva fare altro che dondolare e questo mi faceva ridere di gusto.
"Hai messo il vestito di mia madre per cercare di accalappiarmi?" Chiese lui ironico cambiando discorso ed io alzai gli occhi al cielo per il suo egocentrismo, eravamo molto vicini, i nostri nasi quasi si sfioravano, le mie braccia erano allacciate dietro il suo collo e i suoi palmi erano appoggiati sulla parte bassa della mia schiena come se avesse paura che scappassi.
"Puó darsi" risposi io sorridendo maliziosamente e lo sentii ridacchiare.
"Beh potresti avercela fatta ragazzina" disse di nuovo e in quel momento sentii di star per morire , lo guardai negli occhi mentre si avvicinava lentamente alla mia bocca ma di malavoglia lo fermai.
"Non posso più farmi prendere in giro da te Travis" dissi io con molta fatica e notai il suo sguardo cambiare radicalmente da rilassato a nervoso, nel giro di un secondo.
"Si tanto era solo uno stupido bacio come gli altri quindi non farti strane idee" disse prima di staccarsi da me e lasciarmi da sola sulla pista da ballo perplessa e frustrata.
Era davvero impossibile quel ragazzo.
Come ogni cenerentola che si rispetti a mezza notte ero seduta sulle gradinate della palestra a mangiare gelato per l'esasperazione.
Chris non si era più fatto vivo e Travis continuava a stare appiccicato a Madison e viceversa, i miei amici erano occupati tra di loro e persino Lucas era insieme alla sua nuova fiamma il che mi faceva sentire ancora di più una perdente.
Ormai stanca di tutta quella situazione che mi schiacciava e basta decisi cos'avrei fatto una volta per tutte, in un momento di poca razionalità e lucidità mi avviai verso la pista da ballo, me ne sarei pentita, lo sapevo ma non mi importava, in quel momento pensavo solo a Travis e a tirare uno schiaffo a Madison.
A passo svelto li raggiunsi, toccai la spalla di lei, con poca grazia, in modo da avere la sua attenzione e quando ebbi quella di tutte e due lo feci.
Presi Travis per un braccio e lo trascinai violentemente lontano, all'uscita fuori dagli sguardi indiscreti e dalle urla di Madison.
"Emma ma che-" disse lui prima che lo interrompessi baciandolo come non avevo mai fatto prima, cosa che sorprese più me che lui.
Inizialmente fu, appunto,molto sorpreso e titubante ma poi ricambiò velocemente lasciando trasparire il desiderio che provava nel farlo.
Le nostre lingue si cercavano e accarezzavano lentamente, il mio corpo reagiva alla perfezione al suo, io tenevo le mani ai lati del suo viso come se la sua figura potesse scomparire da un momento all'altro mentre lui mi stringeva forte i fianchi facendomi quasi perdere il fiato, eravamo una cosa sola e questo mi mandava completamente fuori di testa.
Ansimavamo ed avevamo il viso arrossato ma non ci importava in quel momento perché  era come se avessimo trovato la pace anche solo per poco, come se riunendoci avessimo messo a tacere tutti i demoni che portavamo dentro.
"Vieni, torniamo a casa" disse lui conducendomi  velocemente verso la sua auto sempre tenendo un palmo sulla mia schiena per non perdere il contatto. Avrei voluto salutare i miei amici ma in quel momento l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era proprio al mio fianco ed ero davvero felice che lo fosse.
Anche la cenerentola sfigata era riuscita a vincere. Ed era tutto merito del vestito, ovviamente. 



Note d'autore 
Scusate gente se il capitolo è più corto degli altri ma era un po' di passaggio ;) non gioite troppo per questo capitolo fin troppo romantico perché il nostro Travis è sempre lo stesso purtroppo Ahahaha 
Se avete qualche domanda in merito alla storia o altro chiedetemi pure sarò felice di risponderviiii.
With All The love❤️❤️

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Capitolo 13
*** Christmas ***


Il Natale in casa clark non era esattamente come in tutte le altre case.
Peter e Meredith lavoravano e il pranzo lo cucinava rosa insieme ad albert, ma quell'anno fu davvero speciale.
"Travis piantala o si chiederanno dove siamo finiti" dissi al ragazzo che continuava a baciarmi ogni punto del corpo nella vasca interna dell'idromassaggio.
"Come se mi importasse qualcosa" rispose lui ghignando e tornando poi al suo lavoro, avevo tutto il collo pieno di segni viola ormai ed erano difficili da nascondere, ma questo sembrava piacergli molto perché me ne faceva in tutto il corpo come per far vedere che gli appartenevo e cominciavo a pensare fosse vero.
"Beh a me importa" dissi io alzandogli il viso in modo che mi guardasse negli occhi, gli diedi un veloce bacio sulla labbra prima di uscire dalla vasca in cui eravamo stati dentro almeno un'ora.
"Ti pentirai di averlo fatto quando ti renderai conto di cos'hai perso" disse lui indicandosi da solo ed io Risi mentre mi avvolgevo nell'asciugamano.
"Sto già piangendo guarda" gli dissi fingendomi triste e lui ridacchiò decidendosi ad uscire finalmente dalla vasca.
Le vacanze natalizie erano iniziate una settimana dopo il bello ed eravamo solo al secondo giorno.
Durante quella settimana io e Travis a scuola facevamo quasi finta di non conoscerci.
Era come se volessimo che tutto ciò che accadeva in casa restasse lì per paura che si rompesse da un momento all'altro, in realtà era lui a volerlo perché io quella situazione non la reggevo più, dopo le vacanze di natale avrei lasciato Chris ma volevo aspettare a dirlo a Travis che invece a scuola vedevo sempre meno impegnato con le sue conquiste, non le calcolava più e quando mi vedeva le mandava via per venire a parlare con me anche se per poco, ma comunque sapevo che c'erano e non potevo farci nulla dato che non eravamo nulla io e lui.
Dopo esserci asciugati e vestiti andammo velocemente in sala dato che c'era la cena con degli ospiti di Peter a cui noi dovevamo partecipare.
"Ah eccovi" disse Meredith guardandoci complice, sapeva quello che stava succedendo tra noi due perché ogni volta che entrava in camera mia c'era Travis e poi si poteva dedurre tutto dal suo improvviso buon umore che mi faceva riempire il cuore sapere che fosse causato da me anche solo in minima parte.
Ci sedemmo vicini e lui non perse tempo ad accarezzarmi la coscia con la sua mano destra mentre io fingevo indifferenza agli occhi di tutti.
"Quindi figliolo finalmente hai trovato una fidanzata" disse uno dei colleghi di Peter e sentii Travis strozzarsi con l'acqua così gli picchiettai la schiena mentre tossiva e divertita dalla situazione risposi io.
"Oh si stiamo insieme da un po' ormai, vero amore?" Dissi sarcastica e notai i signori clark ridacchiare per il mio tono divertito.
"È un ragazzo così tenero sa? Non so come abbia fatto ad essere single per tutto questo tempo" ripresi e notai i presenti che mi ascoltavano assopiti nel mio discorso e,addolciti dalle mie parole.
"Si okay ora basta" disse Travis che intanto si era ripreso dal suo attacco ed io risi vedendolo leggermente a disagio mentre i colleghi di suo padre gli chiedevano dettagli sulla nostra relazione.
Era come vivere in un sogno.
Avevamo ripreso a studiare insieme per il nuovo quadrimestre, a volte invitavo tutti i miei amici a casa e anche se all'inizio Travis era contrariato Iniziò ad andare quasi d'accordo pure con tyler e questo mi rendeva molto felice.
Vivevamo nella nostra piccola bolla di sapone che si sarebbe scoppiata i primi giorni di gennaio e noi lo sapevamo ma non volevamo rendercene conto troppo occupati a scambiarci effusioni per pensare al futuro.
"Ti voglio emma" disse una sera, la sera prima di Natale mentre eravamo distesi sul mio letto a parlare di cose inutili come al solito, mi voltai veloce verso di lui e lo osservai mentre con i suoi polpastrelli tracciava linee invisibile sulla mia spalla lasciata scoperta dalla maglietta che cadeva leggermente.
Anche io lo volevo ma era troppo presto e non mi sarei lasciata intortate da due parole dolci così presi un cuscino e gli e lo tirai addosso facendolo ridere.
"Ma vaffanculo"  disse iniziando a farmi il solletico ovunque come tortura mentre io mi dimenavo cercando di liberarmi.
"Non puoi competere con me ragazzina" disse ricordando la frase che mi disse ormai mesi prima, mi sembravano così lontani quei tempi eppure così vicini, la situazione era davvero cambiata in quasi quattro mesi che non lo credevo ancora possibile.
"Si invece" dissi io ribaltando la situazione. Mi sdraiai sopra di lui a cavalcioni e lo baciai lentamente , come al solito mi teneva saldamente i fianchi mentre cercava di farsi spazio con la sua lingua nella mia bocca ed io gli e lo concessi come ogni volta, appena ci baciavamo sentivo quel famigliare fuoco che si accendeva dentro di me e invadeva il mio corpo fino a farlo bruciare per lui.
"Ti ho preso un regalo" dissi io senza pensarci e notai l'espressione sul suo viso cambiare.
"Perché?" Chiese lui alzandosi lievemente costringendomi a spostarmi, il panico si impossessò di me dato che non sapevo se avevo fatto una buona cosa a prenderglielo o meno.
"Perché è Natale e a Natale si fanno i regali" dissi io cercando di mostrarmi indifferente e notai il suo viso visibilmente più rilassato.
"Non aspettarmene uno da me perché non sono il tipo" disse ed io alzai gli occhi al cielo.
"Tu non sei mai IL TIPO" dissi enfatizzando l'ultima parola per rimarcarne il significato e lo sentii ridacchiare.
"Eppure sei nel letto con me ragazzina" rispose secco cercando di provocarmi.
"Chi si lamenta?" Risposi io baciandogli lievemente le labbra prima di alzarmi dal letto e prendere un cambio.
"Vado a farmi una doccia e dovresti pure tu sai?" Dissi prendendolo in giro, ovviamente non lo pensavo perché era sempre perfetto in tutto ma mi divertito a tormentarlo anche se in minima parte rispetto a come faceva lui con me.
"Mi stai forse chiedendo di fare la doccia con te?" Disse lui sorridendo beffardo ed io in risposta chiusi a chiave la porta del bagno mentre lui rideva.
A cena eravamo tutti e sei con anche Albert e rosa pronti a gustarci una cena del 24 dicembre con i fiocchi dato che il giorno dopo avrebbero avuto la giornata libera decidemmo di cenare tutti insieme nonostante travis volesse restarsene in camera a guardare un film e quindi io dovetti supplicarlo per farlo scendere ma alla fine siccome sono una donna avevo vinto abbastanza facilmente.
"I tuoi genitori sono tristi di non averti in casa quest'anno?" Mi chiese Robert ed io annuii assaggiando le patate al forno con l'arrosto.
"Si ma mio padre è sempre in viaggio e mia madre lavora molto quindi non la sentiranno poi così tanto la mia mancanza" dissi prima di rendermi conto che era più o meno la loro situazione e che quindi avevo appena fatto una figura davvero di merda.
"Mi ricorda qualcuno" disse infatti Travis ed io gli presi la mano per calmarlo.
"Però vabbè lo fanno per me e per garantirmi un futuro quindi lo apprezzo" continuai cercando di rimediare e notai Meredith ringraziarmi con lo sguardo.
La cena era davvero deliziosa e nonostante Travis fosse molto nervoso fu anche molto piacevole, quando finimmo io e lui andammo nella sala cinema per guardarci un dvd ma qualcosa ci interruppe troppo presto.
"Rispondi" disse il ragazzo al mio fianco dopo che il mio telefono iniziò a squillare insistentemente, appena lessi il mittente ero tentata di non rispondere ma vedevo lo sguardo di Travis che mi incitava a farlo.
"Pronto Chris" dissi e appena pronunciai quelle parole lui si voltò verso di me visibilmente irritato.
"Hei piccola non ti sei fatta più sentire in questo periodo" disse lui ed io non sapendo cosa dire inventai una scusa idiota.
"Eh si mi dispiace sono stata un po' impegnata ultimamente" dissi con non molta convinzione nella voce.
"Capisco ci vediamo uno di questi giorni?" Chiese speranzoso ed io mi sentii una Stronza per come lo stavo trattando.
"Senti Chris non ne vorrei parlare al telefono ma credo di voler insomma chiudere" dissi guardando in basso, non riuscivo a sostenere lo sguardo di Travis e non volevo nemmeno immaginare che faccia avesse in quel momento.
"Cosa? Perché? È ancora per Madison?" Disse lui preoccupato.
"No no non è per Madison, comunque ne parleremo poi quando ci vedremo va bene? Mi dispiace" dissi con davvero tanto dispiacere nella voce, non volevo andasse a finire così ma non potevo prendere in giro ne lui ne me stessa portando avanti quella relazione.
"Va bene poi ne parleremo allora, passa delle buone vacanze" disse lui con voce triste.
"Grazie Chris anche tu"   Risposi piano prima di attaccare la chiamata e finalmente guardare il ragazzo di fronte a me che restava impassibile, aveva stoppato il film e mi scrutava attentamente.
"Perché l'hai fatto?" Chiese lui impassibile.
"Me lo stai davvero chiedendo Travis?" Dissi io incrociando le braccia al petto, che domanda del cavolo era?
"Si perché non vedo come mai tu debba lasciarlo" ribadì il concetto ed io iniziai ad arrabbiarmi.
"Non puoi fare finta di nulla okay? Guarda cosa sta succedendo in questi giorni e non lo puoi negare non potevo più prendere in giro ne me stessa ne lui continuando questa farsa!" Dissi tutto d'un fiato.
"Lo sai vero che non cambieranno le cose anche se l'hai lasciato?" Disse ed io sprofondai nella poltrona della sala cinema.
Era sempre il solito Travis, quello egoista e a cui non importava niente di nessuno, mi ero di nuovo fatta illudere tra carezze e dolci parole, credevo che tornati a scuola la situazione sarebbe cambiata un minimo, magari poteva evitare di portarsi a letto altre ragazze non gli chiedevo certo di sposarmi eppure lui non era intenzionato a cambiare di una virgola.
"L'ho fatto per me stessa non per te" dissi io prima di alzarmi ed andare in camera.
"Certo va via come sempre" urló lui ancora dentro la sala ed io feci finta di non ascoltarlo troppo occupata a pensare a quando idiota fossi stata a cascarci di nuovo. Lo odiavo.
Mi svegliai lentamente la mattina dopo con la consapevolezza che fosse Natale, corsi giù in sala com'era mia abitudine fare e trovai molti regali sotto l'albero posizionati evidentemente da albert prima che partisse per il weekend insieme a rosa, li ammirai tutti e non credetti che fossero così tanti per così poche persone.
D'un tratto mi venne in mente la litigata con Travis del giorno prima quando notai il mio regalo per lui tra gli altri, un po' perché era Natale e un po' perché odiavo discutere con lui salii velocemente le scale fino ad arrivare davanti alla sua porta e bussare, ma nessuno rispose.
Sapevo che lui fosse nel torto e non volevo chiarire con lui per buttarmi ai suoi piedi ma bensì per trovare un compromesso giusto per entrambi una volta che saremmo tornati a scuola e magari trovarlo civilmente, sapevo che,manche se poco, Travis provava qualcosa per me perché non avrebbe mai fatto così durante questo periodo se avesse pensato che sono come tutte le altre ragazze che frequentava, eppure sapevo che non sarei mai riuscita ad estrargli quell'informazione anche se lo volevo con tutta me stessa.
Tornai sconfitta in camera per farmi una doccia e prepararmi a scendere, mi misi una gonna nera che arrivava fino a metà coscia un top Rosso con una renna stampata sopra, era imbarazzante lo sapevo bene ma era mia tradizione indossarlo.
Quando scesi le scale vidi meredith e Peter preparare la tavola, per la prima volta vidi lui con addosso solo jeans e maglietta e mi sembrò così strano che se l'avessi incrociato per strada probabilmente non l'avrei riconosciuto.
"Hei emma" disse la donna ed io le andai incontro sorridendo.
"Buongiorno, sapete per caso dov'è Travis?" Chiesi imbarazzata ed in quel momento spuntò fiori la sua voce.
"Bella maglia" disse mentre era stravaccato sul divano a guardare una partita di basket, io alzai gli occhi al cielo e andai a sedermi vicino a lui guadagnandomi le occhiate dolci dei suoi genitori.
"Non voglio litigare" iniziai io lentamente il discorso per avere la sua attenzione.
"Ma credo che dovremmo trovare dei giusti compromessi per rispetto di entrambi o per me questa cosa, qualsiasi cosa sia finisce qui" sapevo di essere un po' troppo drastica ma non ce la facevo più con questa situazione di tira e molla continua da quasi quattro mesi, il ragazzo mi guardò attentamente prima di annuire ed alzarsi dal divano.
"Ne parliamo dopo che ora ho fame" disse prima di prendermi una mano ed aiutarmi ad alzarmi dal divano fin troppo comodo.
Mangiammo tutti insieme una pasta al sugo preparata da Meredith che io gradii molto e quando finimmo decidemmo di scartare i regali, io li avevo presi per tutti i presenti quando ero andata al centro commerciale con Sandy e Ester la settimana prima, solo che a robert e rose gli e l'avrei dati quando sarebbero tornati.
Peter si alzò ed andò a prendere il primo pacco.
"Per Meredith da, me" disse ed io sorrisi.
Andammo avanti per circa mezz'ora a scartare pacchi, Meredith mi aveva regalato un bellissimo abito che aveva definito :per il prossimo prom party e Peter una collana di libri di jane austen in lingua originale che sapeva adorassi dato che mi aveva visto più volte cercarli in biblioteca.
A Meredith piacque molto il mio regalo, era un libro che raccontava di donne in carriera che dovevano fare pure le mamme, appena lo vidi mi sembrò adatto a lei e infatti fu molto contenta, a Peter non sapevo bene cosa regalare così mi limitai ad una cravatta con stampe semplici ma eleganti, beige che sapevo ne aveva poche.
Era il momento del mio regalo per Travis, stavo per porgerglielo ma mi fermò.
"Prima il mio" disse ed io spalancai gli occhi per la sorpresa.
Scartai il regalo è quasi non morii nel trovarmi una scatoletta in velluto davanti, lentamente la aprii e apparve un bellissimo bracciale con ciondolo che raffigurava un sole e una luna che si intrecciavano ed io colsi subito il significato.
"Me lo metti?" Gli chiesi contenta e lui me lo allacciò cautamente intorno al polso sinistro.
"Si siamo corsi io e lui sta mattina a prenderlo perche si era svegliato il giorno di Natale per prendere i regali" disse scherzando Meredith e li capii come mia quella mattina non c'era, voleva fare pace con me come io volevo con lui solo che per dimostrarmelo mi aveva regalato un ciondolo stupendo, gli diedi un veloce bacio sulle labbra che lo lasció sorpreso e poi gli porsi il mio di regalo.
"Chissà che assurdità è" disse lui prendendomi in giro.
In confronto al suo il mio faceva schifo però non avevo idea che mi avrebbe regalato un oggetto simile.
Quando lo aprì si fermò un attimo ad osservarlo ed io in imbarazzo mi sentii in dovere di spiegarli il perché di quel regalo.
"Ecco ho pensato che dato che non hai ne foto ne cornici in camera tua era il caso di cominciare" dissi leggermente a disagio non sapendo se avesse gradito o meno il regalo.
Era una cornice semplice nera con dentro una foto di lui appoggiato alla sua auto doposcuola che fumava la sua solita sigaretta, indossava gli occhiali da sole e il vento gli scompigliava un po' i capelli, lo trovavo così bello che dovetti scattargli una foto e così poi la feci stampare ed incorniciare.
Lui sorrise sghembo come suo solito e si avvicinò per baciarmi dolcemente.
"Grazie ragazzina" disse e quello per me fu sufficiente per capire che l'aveva più che adorato.

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Capitolo 14
*** Broken heart ***


Le vacanze erano ormai finite e tutti erano traumatizzati dal fatto che bisognasse nuovamente alzarsi presto e andare a scuola.
Io e Travis avevamo trascorso altri giorni magnifici, ovviamente avevamo discusso spesso come sempre ma eravamo riusciti sempre a trovare la pace e finalmente un compromesso.
"Quindi in pratica io non posso più fare sesso con nessuna ragazza perché TU mi chiedi di farlo? " Ripetè lui in macchina ancora allibito dalla mia richiesta ed io annuii convinta delle mie parole.
"Esattamente" risposi ridendo per la sua espressione corrucciata e scocciata, speravo solo che avrebbe mantenuto il "patto".
Io avrei lasciato Chris e per non creare drammi e rovinare tutto a scuola avremmo continuato ad essere semplici conoscenti però nessuno doveva più avere una doppia vita che non si riusciva più a gestire, ed eravamo anche troppo dentro quella situazione per anche solo pensare di averla.
"Non ti prometto nulla ragazzina, lo sai" disse ed io annuii facendo l'indifferente anche se le sue parole mi colpirono come pugni, riusciva a farmi deprimere e gioire nel giro di venti secondi era assurdo.
I miei sentimenti per Travis crescevano ogni giorno ed io non sapevo come controllarli o almeno contenerli, se prima credevo di avere una semplice cotta, durante le vacanze mi resi conto che a me piaceva molto, non potevo parlare di amore ancora perché ero lontana dall'amarlo, per mia fortuna, ma comunque i miei sentimenti erano abbastanza forti da farmi male nel caso di una rottura o di una sua solita cavolata che rovinava sempre tutto che ovviamente avrebbe fatto lui ed ero quasi certa sarebbe successo, non è incoraggianti incominciare una sorta di relazione che si sapeva già sarebbe stata dolorosa e piena di liti, ma ero disposta a combattere e a quanto sembrava pure lui.
Quando arrivammo davanti a scuola mi bació velocemente a stampo sulle labbra e scendemmo dall'auto, era come se avessimo una relazione clandestina e se da una parte era eccitante dall'altra era anche molto faticosa da mantenere.
Mi ero tenuta molto aggiornata con i miei amici durante quelle due settimane e mezzo e gli avevo raccontato a grandi linee tutta la situazione.
"Hei" disse una voce che mi risvegliò dai miei pensieri mentre posavo i libri nell'armadietto e prendevo quelli che mi servivano per la prima ora, mi voltai per vedere Chris, era leggermente cambiato, aveva un filo di barba e una faccia più stanca del solito, provai un senso di colpa dilaniante nei suoi confronti ma cercai di non darlo troppo a vedere.
"Ciao Chris" dissi io piano.
"Ho riflettuto sulle tue parole e credo che tu abbia ragione, i miei impegni e i tuoi erano troppo distanti e non riuscivamo quasi mai a vederci per cui nonostante mi dispiaccia davvero tanto accetto la tua decisione" disse ma riuscii ad intravedere un luccichio nei suoi occhi che mi fece stare ancora più male. Ero davvero una persona orribile.
Senza pensarci due volte lo abbracciai forte come non avevo mai fatto, era un addio, questo si, ma volevo che sapesse che tenevo a lui anche perché era stato il mio primo e vero ragazzo e non me lo sarei certamente scordato.
"Grazie di tutto Chris" dissi io staccandomi lentamente dall'abbraccio.
"Ci si vede in giro piccola" disse lui prima di lasciarmi un bacio sulla guancia ed andarsene a testa bassa. Che strazio. 
Rimasi imbambolata per un po' poi riuscissi di scatto l'armadietto e mi avviai stanca e avvilita verso l'aula di scienze.
"Quindi tu e Chris vi siete lasciati?" Mi chiese Sandy a pranzo mentre tutti gli altri stavano attenti alla conversazione.
Lucas era seduto con noi dopo tanto tempo e con lui c'era la sua nuova ragazza, Melissa, non ascoltarono molto la nostra conversazione dato erano impegnati a coccolarsi impudicamente davanti a tutta la scuola ma noi eravamo felici per loro.
"Esatto" dissi io annuendo e bevendo un sorso di coca.
"E quindi stai con Travis?" Chiese josh ed io annuii di nuovo, solo a sentire il suo nome iniziai a sorridere come un'ebete.
"Si beh non proprio insieme diciamo che è complicato però una specie" dissi io spiegandomi meglio con amarezza nella voce.
"Allora perché si sta facendo Madison?" Chiese Ester visibilmente irritata ed io sbiancai di colpo.
Non era possibile. Mi voltai di scatto e vidi Madison che gli stava in braccio e se lo slinguazzava tranquillamente come ai vecchi tempi, restai per non so quanto a guardare quella scena a bocca aperta allibita, credevo che avrebbe resistito almeno una settimana ma così era davvero troppo.
"Oh cazzo" disse Tyler quando di scatto mi alzai facendo decisamente troppo rumore con la sedia, tutto il tavolo dei vip che era il più vicino si voltò verso di me a causa del rumore e così fece pure Travis, mi guardò intensamente come se avesse capito che la mia reazione era dovuta a ciò che stava facendo lui e mi odiavo per essere stata così sciocca da farglielo notare.
"Mi è caduta una forchetta" dissi a bassa voce prima di risedermi lentamente e buttare la testa sul tavolo.
"Mi dispiace emma" disse Ester sentendosi in colpa.
"Lì avrei visti comunque tranquilla, solo che non capisco davvero come mai faccia così ogni singola volta" risposi io frustrata sempre con la testa sul tavolo mentre cercavo di cancellare dalla mia mente quell'immagine disgustosa, cosa che risultò più difficile del previsto.
"Dovresti andare lì e tirargli un pugno Tyler" disse Josh prendendo in giro l'amico ricordandogli di quando loro avevano fatto a pugni ed era stato chiaramente battuto da Travis, in tutta risposta il ragazzo gli tirò una patatina in faccia.
"Stai zitto va" rispose lui offeso e noi ridemmo per la sua reazione.
All'uscita mi feci accompagnare a casa da Ester senza nemmeno voltarmi a vedere se Travis era solo o meno, non volevo saperlo.
"Sei sicura di stare bene? Se vuoi resto da te" disse ed io scossi la testa, avevo molto da studiare e non volevo farla deprimere con la mia stessa depressione.
"Tranquilla ho delle cose da fare" dissi io e lei annuí capendo cosa intendessi e che volessi solo stare sola.
"Grazie per il passaggio Es" dissi prima di scendere velocemente e percorrere il vialetto in pietra che portava fino alla grande casa e andai verso la mia camera.
"Non volevi un passaggio oggi?" Disse la solita voce che sognavo e desideravo sempre, mi voltai di scatto per vederlo appoggiato allo stipite della porta che mi fissava attentamente.
"Pensavo fossi troppo impegnato con Madison" risposi io secca cercando di concludere lì la conversazione.
"Beh non sembrava pensassi questa cosa sta mattina mentre eri abbracciata a mister perfezione, o sbaglio?" Disse ed in quel momento fu tutto più chiaro, capii come mai aveva baciato Madison e come mai si comportasse così, pensava che l'avessi preso in giro e che non avessi lasciato Chris, mi misi a ridacchiare sotto il suo sguardo attento e interrogativo. Era decisamente un'idiota.
"L'avevo appena lasciato Travis, è comunque stato importante per me, l'ho abbracciato in segno di amicizia e di conclusione di una storia, non ci posso credere che tu abbia subito dubitato di me" risposi io seccata dalle sue accuse.
Lui restò zitto un attimo, aveva capito che aveva sbagliato e questo mi dava molta soddisfazione.
"Come faccio a sapere che non mi prendi per il culo?" Insistette dato che voleva sempre averla vinta ed io li andai su tutte le furie. Non poteva solo accettare di aver fatto una cavolaia e stare zitto?
"Ma davvero? Travis davvero sei l'unico che non capisce cosa provo per te? Sei così cieco da pensare che possa ancora interessarmi Chris? Beh ti facevo più intelligente" dissi tutto d'un fiato e me ne pentii subito notato la sua faccia visibilmente più nervosa.
"Aspetta cosa? Provi qualcosa per me? Ma è ridicolo" disse lui credendo stessi scherzando ma purtroppo ero seria.
"È così assurdo da credere?" Risposi io e li lui capí che ero seria.
"Emma lo sai che odio queste cazzate dei sentimenti" rispose lui e fu un altro pugno al petto quel giorno.
Se prima speravo provasse qualcosa per me in quel momento fui certa di aver immaginato tutto.
"Lo so ma è successo e basta" risposi io cercando di restare tutta d'un pezzo e non crollargli davanti agli occhi come sentivo il bisogno di fare.
"Emma non proverò mai dei sentimenti per te che non vadano oltre l'attrazione fisica, ammetto che in questo senso mi prendi più delle altre o non sarei qui a parlarti ma niente di più, credevo di averlo ribadito più volte" rispose lui e li io mi sentii letteralmente morire dentro.
Il mio cuore si frantumò in mille pezzi e tutte le immagini dell'ultimo mese e mezzo insieme si fecero strada nella mia mente mentre lui mi guardava in attesa di una mia qualsiasi reazione che non riuscivo a lasciar trasparire.
"E questo allora?" Risposi lievemente alzando il braccio per mostrargli il bracciale.
"Volevo chiarire con te e mia madre mi ha detto che quello sarebbe stato un bel regalo allora te l'ho preso" rispose facendo spallucce ed io sorridendo amaramente mi tolsi il bracciale che segretamente non avevo mai tolto e lo lasciai cadere a terra.
"Che cazzo fai mi è costato un sacco" sbottò lui seccato.
"Rivendilo già che ci sei allora"  riposi impassibile, mi aveva appena tolto tutto, gli avevo concesso tutto il mio affetto, la mia fiducia e le mie energie e lui era stato capace di prendersele senza dare mai nulla in cambio, anzi disgustare ciò che si era preso.
"Ti odio Travis, non capisci proprio nulla, resterai solo tutta la vita e sarà solo colpa tua perché prima o poi nessuno vorrà più avere a che fare con uno come te" dissi io urlando in preda ad una crisi isterica e lui impassibile si avvicinò a me guardandomi dritto negli occhi.
"Questo lo pensi tu" rispose prima di voltarsi e andarsene in camera sua lasciandomi lì in corridoio, quel corridoio che ormai era costituito solo dalle mie lacrime e dalla luminosa luce del sole.
Iniziai a piangere senza avere la forza di fermarmi ed iniziai a valutare l'opzione di cambiare famiglia e magari quartiere, non sarei riuscita a vivere un solo minuto di più con lui e non volevo nemmeno farlo, avevo rinunciato a tutto per lui, ai miei valori, ad un ragazzo che teneva davvero a me e spesso alla mia dignità per cosa? Per essere trattata come uno straccio che una volta usato viene buttato via.
Continuai a piangere fino a quando non mi addormentai ormai sfinita e senza lacrime in corpo cercando di scacciare tutti i ricordi e pensando positivamente, odiavo avere delle crisi adolescenziali come quelle ma era stato più forte di me, era come se fosse passato un uragano e avesse spazzato via tutto senza pietà ed io avrei ricominciato piano piano a ricostruire tutto fino a quando non mi sarei rimessa in piedi più forte di prima. Speravo solo che fosse vero o non so cos'avrei fatto in caso contrario?
Ero certa però che quel maledetto anno non l'avrei mai dimenticato.

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Capitolo 15
*** New relationship ***


TRAVIS' POV 
Non sai mai quanto tieni ad una persona fin quando non la perdi, ed era quello che era successo a me e credevo fosse meglio così all'inizio.
Dopo quel giorno non mi parlò più, mi evitava completamente, non che io cercassi chissà quale tipo di contatto però non sentire più la sua fastidiosa voce e le sue impertinenti regole mi lasciava uno strano presentimento che non mi piaceva assolutamente.
Non volevo una relazione e non provavo sentimenti che non fossero l'attrazione fisica, non perché pensassi di non esserne capace, semplicemente le trovavo delle stronzate che ti portavano via tempo e lucidità e a me non servivano proprio per niente.
"Travis dai perché non mi presti attenzione?" Disse Madison seduta come ogni pranzo sulle mie ginocchia, la guardai male e lei sbuffando se ne andò facendo l'offesa cosa di cui non me ne fotteva nulla, me la sarei scopata comunque da scazzata o meno.
Mi voltai nuovamente verso di lei, era al solito tavolo che rideva perché quel fottuto tyler le aveva detto qualcosa sulla sua amica rossa che a quanto pare era tanto divertente, odiavo guardarla ma non riuscivo a non farlo, sapevo che volevo solo farmela per togliermi questa soddisfazione e una volta fatto sarebbe sparita qualsiasi tipo di attrazione come succedeva con tutte eppure quando ebbi l'occasione non lo feci e mi maledicevo per questo, ero un fottuto coglione e me ne rendevo conto ma lei voleva qualcosa che non potevo e non volevo darle e se questo significava perderla, beh l'avrei fatto.
"Travis sembri un cazzo di stalker smettila di fissarla" mi disse il mio amico Toby e quando mi voltai a guardarlo per tirargli un pugno dato che si era intromesso in faccende in cui non centrava un cazzo vidi quell'ebete di Chris sorridermi in modo saccente.
"Che cazzo vuoi?" Gli dissi io incazzato per il suo atteggiamento, come al solito voleva fare il superiore ed io lo odiavo così fottutamente tanto che mi chiedevo sempre come mai non l'avessi ancora pestato.
"Fa quell'effetto vero?" Disse semplicemente prima di alzarsi dal tavolo e dirigersi verso quello di Emma per salutarla con un bacio sulla guancia che lei ricambiò ed uscire dalla mensa sorridendomi. Cazzone.
Era già passata una fottuta settimana da quel pomeriggio e io continuavo a chiedermi se avessi fatto la cosa giusta o meno, mi ripetevo costantemente nella mente che era come tutte le altre e più lo facevo più cominciavo a dubitarlo e mi dava parecchio fastidio, dovevo fare qualcosa alla svelta prima che la situazione iniziasse a degenerare completamente, rendendomi più ridicolo di quanto già ero, iniziavo a percepire il fatto che forse quella per lei non era solo attrazione fisica ma non volevo crederci e non volevo che succedesse per cui dovevo ideare una strategia per dimenticarla sin dal principio e farmi odiare per sempre da lei, non sapevo se fosse quello che volevo ma sapevo che fosse quello che dovevo fare e forse avevo già un'idea.
EMMA'S POV
Una settimana, una cavolo di settimana che con tutta me stessa cercavo di ignorarlo, ogni volta che lo incrociavo a scuola o a casa era un pugno dritto nel petto in più ed ogni volta che lo guardavo immagini di noi due si facevano spazio nella mia mente dilaniandola lasciandomi senza fiato, era una situazione davvero straziante che speravo vivamente sarebbe finita presto anche se lo dubitavo.
"Vado a spagnolo ci vediamo all'uscita" dissi ai miei amici allontanandomi lentamente dalla mensa per raggiungere l'ultima classe di quell'estenuante giornata che sembrava non voler mai terminare.
Mi sedetti al mio solito posto pregando mentalmente affinché Travis arrivasse giusto in modo da sedersi altrove, ovviamente come ogni volta che speravo in qualcosa succedeva sempre l'opposto, arrivò giusto stranamente ma nonostante questo si sedette indisturbato di fianco a me che cercavo di spostare la sedia sempre più lontana da lui che intanto se ne accorse dato che ghignò guardandomi.
"Ragazzina mica ho l'ebola" disse e risentire la sua voce fu come sentirla per la prima volta, un suono così intenso e così semplice che mi lasciava sempre spiazzata e con il desiderio di sentirla di nuovo.
Senza rispondere mi voltai verso la prof che intanto era entrata in classe e aveva già iniziato a spiegare i nuovi argomenti, prendere appunti mi risultava davvero difficile dato che percepivo lo sguardo insistente del ragazzo seduto accanto a me, scocciata da quella situazione mi voltai di scatto verso di lui.
"Si può sapere cosa vuoi?" Dissi urlando a bassa voce per non farmi sentire dalla prof intenta a scrivere qualcosa alla lavagna.
"Ma se non ho detto nulla" si difese lui fingendosi innocente.
"Bene allora smettila di fissarmi sei irritante" risposi io tornando a guardare il mio quaderno anche se per poco.
"Qualcuno è nervoso oggi, hai per caso le tue cose?" Disse ghignando ed in quel momento sbottai.
"Senti non so cosa tu non abbia capito della frase: non mi rivolgere più la parola ma ti consiglio di seguire questo consiglio se non vuoi che ti tiri un calcio" risposi prima di pensare all' assurdità delle mie parole, come se io sarei davvero riuscita a fargli male con un misero calcio.
"Aiuto adesso ho paura" rispose lui ghignando ed io non risposi più non volendo stare al suo gioco.
"Mi sono fidanzato" disse ed in quel momento mi sentii sprofondare, mi voltai lentamente verso di lui con gli occhi spalancati dallo stupore, doveva essere uno scherzo senz'altro.
"C-cosa?" Dissi io con voce flebile, gli occhi lucidi ed il labbro tremante, dovevo uscire dalla classe o sarei scoppiata in un altro pianto isterico davanti a tutti e non sarebbe stata certo una bella cosa.
Lui sembrò notare la mia espressione perché rimase impassibile ma per poco perché poi sospirò sconfitto e continuò a torturarmi.
"Si insomma me ne farò una sola non so come vuoi definirlo tu" rispose schietto ed io pregai nuovamente che non fosse Madison ma quando mai la fortuna era a mio favore?
"Madison" sussurrai lentamente senza accorgermene e lui annuì impercettibilmente mettendo fine ad ogni mio dubbio è distruggendo le briciole rimaste delle mie speranze  in un ipotetico futuro con lui.
Il vero problema alla fine non si era rivelato la sua incapacità di provare emozioni e di avere una relazione ma ero io, ero io il vero problema, lui non mi voleva e questo dovevo iniziare ad accettarlo.
Presi un respiro profondo chiudendo per qualche secondo gli occhi cercando di calmarmi e quando li riaprii lo vidi mentre mi guardava interrogativo come in cerca di una mia qualsiasi reazione.
"Congratulazioni" dissi solo prima di rivoltarmi verso la prof e non provare più a girarmi dalla sua parte fino la fine della lezione, mi sentivo a pezzi dentro ma questo lui non doveva saperlo.
Quando finalmente suonò la campanella presi di corsa la mia borsa e mi fiondai fuori dalla classe correndo verso l'uscita, avevo bisogno di aria e niente in quell'edificio poteva aiutarmi in questo.
"Emma tutto bene?" Mi chiese Ester avvicinandosi a me velocemente.
"No, possiamo andare a casa?" Chiesi io con voce flebile e lei capendo la situazione mi sorrise piano e iniziammo ad avviarci insieme verso la sua macchina dopo aver salutato gli altri fiori da scuola.
"Mi vuoi dire che succede?" Chiese lei dopo che accese il motore della sua mini Cooper rosa, tipico suo.
"Travis si è fidanzato, con Madison" risposi io impassibile guardando davanti a me per non incrociare il suo sguardo o sapevo che sarei scoppiata in un pianto pazzesco.
Lei  tacque per qualche minuto, come se dovesse valutare la situazione e pensare a qualcosa di adatto da dire.
"Non posso dirti di dimenticarlo perché non si può dimenticare una persona, mai ma posso solo dirti che il dolore passerà un giorno e tutto questo sarà solo parte di un ricordo dell'esperienza che stai vivendo qui" per la prima volta da quando la conoscevo Ester aveva messo da parte il suo carattere estroverso è ironico per dire qualcosa di veramente ma veramente serio, le sue parole furono molto più utili di qualsiasi consiglio che trovi sulle pagine Tumblr Instagram riguardanti l'amore e in quel momento fui davvero felice di avere un'amica come lei al mio fianco.
"Grazie Ester, davvero" le risposi questa volta guardandola.
"Emma sei stata tu a fare in modo che io e tyler iniziassimo a vederci sotto un'altra prospettiva, senza di te non sarebbe mai successo nulla per cui il minimo che possa fare è trovare un modo per renderti più felice" rispose sorridendo ed io annuii in risposta.
Quando arrivammo davanti al grande cancello di casa clark scesi salutandola e ringraziandola per tutti i preziosi consigli e per il passaggio, percorsi il vialetto ormai familiare ed entrai nell'enorme villa diretta verso la mia camera.
"Davvero Travis? Vuoi che io sia la tua ragazza? Mi prendi in giro?"
Sentii la familiare e stridula voce di Madison provenire dalla camera del coglione e per un attimo rimasi lì ad origliare, sapevo fosse sbagliato e che mi avrebbe solo fatto stare peggio, ma era davvero più forte di me.
"Senti non voglio etichettarti così sai che odio tutte ste cazzate delle relazioni ma ho bisogno che tu almeno a scuola faccia finta di non scoparti nessun altro okay? Non fare domande neanche a me piace sta situazione ma per un po' ti chiedo di fare così" mi allontani di scatto incredula alle sue parole, non capivo come mai a spagnolo mi avesse detto quelle cose se poi ciò che pensava davvero era quello.
Confusa ed irritata da tutti questi segreti valutai l'opzione di correre in camera mia e chiudermici per sempre ma volevo saperne di più sul perché Travis stesse facendo questo doppio gioco malsano.
"Okay Travis ma sei strano in questo periodo sappilo" disse lei con voce scocciata prima di continuare a blaterare.
"È forse per quella sfigata che viva qui?" Disse riferendosi a me ed io non potei fare a meno di alzare gli occhi al cielo e pensare seriamente di tagliarle tutti i capelli così da vedere poi se parlava ancora, cosa che ovviamente sapevo non avrei fatto.
"Non parlare di lei in questo modo cazzo smettila" disse lui, la sua voce era irritata e si stava trattenendo dall'urlare.
"Okay va bene ma se mi stai usando solo per levartela dai piedi dimmelo subito sarei molto felice di aiutarti" disse lei ed io sentii le lacrime trattenute quel giorno iniziare a scendere piano.
Per qualche secondo non si udì più nessun rumore nella stanza a parte i sospiro sommessi di Travis.
"Si voglio questo" disse e appena pronunciò quelle parole mi staccai dalla porta e mi accasciai lì a terra non mi importava se mi avrebbero scoperto o meno ma non ero nelle condizioni di fare altro se non stare seduta e piangere, non capivo come potesse essere così cattivo da illudere una persona con baci, carezze e dolci parole per poi dire che vuole solo che stia lontana da lui, era assolutamente un contro senso a cui non riuscivo andare a capo, ero confusa, spezzata in due dalle sue parole, e solo mentre mi avviai in camera piangendo silenziosamente mi resi conto di una cosa che iniziò a farmi battere il cuore all'impazzata.
Forse mi stavo innamorando di Travis clark.



Note d'autore 
Ed eccoci qui con un nuovo capitolo non dedicato ai tremma (ahahah uccidetemi per questo nome osceno) comunque ho deciso di iniziare a mettere vari travis'pov per farvi capire meglio il personaggio, cosa pensa, perché fa così ecc... insomma per darvi più chiarezza ma non per dare più chiarezza alla povera emma che intanto non capisce cosa sta succedendo, vabbè dai vedrete che non sono così cattiva;)
A presto baciiiii

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Capitolo 16
*** Wanna play? ***


 "Eddai emma vieni alla festa ti pregooooo" mi chiese per l'ottava volta quel giorno Ester mente Sandy annuiva divertita, non volevo assolutamente andare alla festa di Madison, di nuovo.
"Non so ragazze, non voglio sembrare una scema ad andare"
Risposi io sospirando sconfitta, ero passata da un no assoluto ad un forse in quattro ore, quella ragazza ci sapeva proprio fare a convincere le persone.
"Fidati che lo sembri di più se non vieni, deve vedere cosa si è perso, sta giocando con te? Bene reggi il gioco e fagli vedere chi è emma Evans una volta per tutte" disse Sandy ed io riflettei attentamente alle sue parole.
Erano passati  tre giorni da quando origliai la conversazione tra Travis e Madison, parole che mi rimbombavano costantemente nella mente e non mi abbandonavano mai.
Forse le mie amiche avevano ragione, forse dovevo semplicemente lasciarmi andare e far vedere di cos'ero capace, ma non lo sapevo nemmeno io in realtà di cosa fossi in grado di fare.
"Mi aiuterete?" Chiesi sottovoce e le mie amiche iniziarono a battere contente le mani correndo verso la mia cabina armadio.
Erano venute da me quel sabato per "studiare" anche se avevamo passato il tempo a parlare dei cavoli nostri ed avevamo fatto un salto nell'idromassaggio, okay un salto durato un'ora e mezza ma quelli erano dettagli.
"Mettiti questo" disse improvvisamente Sandy ed io guardai il vestito rosso che aveva in mano aveva una gonna larga ma la vita era stretta, non mi convinceva.
"Questo?" Provò Ester tirando fuori un completo che non sapevo nemmeno di avere, minigonna di jeans con un top viola aperto dietro la schiena.
"Non voglio sembrare Madison ragazze!" Dissi io divertita.
Andarono avanti a tirar fuori cose per circa mezz'ora poi finalmente Sandy lo trovò, il vestito perfetto.
"Eh beh questo è una vera bomba" disse Ester ed io sorrisi soddisfatta dell'ottima scelta.
"Travis si mangerà le mani vedendoti con questo vestito emma fidati" disse Sandy ed io risi per l'affermazione mentre iniziavo ad indossarlo.
Ci preparammo insieme truccandoci, Ester mi disegnó una sottile linea di l'eye-liner sulle palpebre che mi enfatizzava lo sguardo, così come diceva lei.
Alle 9 eravamo tutte pronte i ragazzi ci avrebbero aspettato lì dato che Ester aveva la macchina.
Indossavano tutte e due dei vestiti davvero belli, Ester uno verde menta che arrivava fino a metà coscia senza spalline e Sandy uno blu con la gonna che arrivava alle ginocchia molto ampia e la vita stretta, erano molto belle.
"Eccociiiii pronta leonessa?" Mi disse Ester ed io risi per la sua affermazione scendendo dalla macchina ed avviandomi verso la grande casa con le mie amiche.
Appena varcammo la porta fummo investire da una marea di gente, ce n'era di più rispetto all'altra volta e non credevo affatto fosse un bene, persi subito di vista le mie amiche che erano andate a cercare i loro rispettivi ragazzi e mi avviai verso la cucina per prendere qualcosa da bere o non avrei mai superato quella serata.
TRAVIS' POV
un'altra stupida festa a casa di Madison mi attendeva quella sera, non ne avevo per niente voglia ma c'erano anche gli altri e si fumava quindi decisi di andarci comunque.
"Sicura di non voler venire emma? " passai di fianco alla sua stanza e sentii la voce di quella che doveva essere la sua stupida amica rossa.
"No grazie" rispose lei ed io lasciai un respiro di sollievo, non volevo venisse o sapevo che sarei stato nei cazzi, senza ascoltare oltre presi la giacca ed uscii per andare da quel coglione di Toby.
"Cazzo clark guarda" disse appunto il mio amico tirandomi un pungo sulla spalla mentre perso nei miei pensieri bevevo un po' di quella che doveva essere vodka fruttata, schifosa.
Mi voltai per vedere chi indicava Toby, pensai subito fosse una delle solite  succinte ragazze che piacevano a lui ma quando la vedi quasi non sputai il liquido fin troppo dolce nel bicchiere.
Emma si stava versando un po' di birra in uno di quei bicchieri Rossi, ovviamente non avrebbe mai bevuto a canna e questo mi fece ghignare divertito, era sempre la solita.
Ad attirare la mia attenzione e a quanto vedevo in giro non solo la mia era io suo vestito e lei in generale, indossava un abito nero abbastanza corto e decisamente stretto con dei tacchi piuttosto alti, era elegante e non come quelli di Madison ma era comunque arrapante come i suoi.
Vidi un coglione andare verso di lei per chiederle se voleva qualcosa da bere, lei scosse la testa mostrandogli la sua birra ma quello non si arrese.
"Amico così lo spacchi" mi disse Toby riferendosi al bicchiere che tenevo tra le mani, lo stavo stritolando senza accorgermene facendo uscire molto del liquido che era contenuto all'interno ma quel cazzone non si levava di torno e stava iniziando a darmi sui nervi senza che capissi come mai e questa cosa non mi piaceva.
Appena vidi che questo iniziò a strattonarle il braccio per fare in modo che lei lo seguisse non ci vedi più dalla rabbia e andai verso di loro, gli avrei spaccato la faccia a quel coglione se l'avesse toccata.
"Non vuole venire con te lasciala stare o ti tolgo io quel sorrisetto dalla faccia coglione" dissi a denti stretti, Emma era visibilmente spaventata dal tizio che quando ascoltò le mie parole la lasció bruscamente e se ne andò sotto il mio sguardo furioso, cretino.
"G-greazie Travis" disse lei piano che quasi non la sentii, la guardai negli occhi e quello fu l'errore più grosso di quella cazzo di sera, era più bella del solito con quel trucco non troppo pesante e mi sentii un fottuto idiota a pensarlo ma era più forte di me, era per evitare ste cazzate che avevo messo in scena la mia relazione con Madison ed era per questo che volevo che non venisse alla festa ma ovviamente la mia solita fortuna non giocava a mio favore, eppure non potevo non essere felice di vederla lì quella sera. Ero proprio un coglione.
Alzai le spalle in risposta e mi voltai verso Toby per tornare da lui ed allontanarmi il più possibile dai suoi occhi ,da lei,  ma qualcosa me lo impedì, la sua piccola mano si avvolse intorno al mio braccio per richiamare la mia attenzione ed io sbuffando mi voltai di nuovo nella sua direzione.
"Non sono riuscita a salutare Madison fallo tu per me e dille che la festa è molto bella" disse piano, cercava di essere sicura ma potevo leggere nel suo sguardo che ormai conoscevo a memoria che non lo era e in quel momento mi resi conto del perché lei fosse lì, vestita così e perché mi stesse dicendo quelle cose.
Lo stava facendo per farmi impazzire ancora di più, avrei voluto scoparla lì all'istante ma cercai di calmarmi e di pensare a tutt'altro mentre il suo sguardo attento era su di me in cerca di una qualsiasi reazione che mi divertii a non darle, anche con i tacchi era una nana e questo mi fece sorridere lievemente.
"Ci si vede in giro ragazzina" dissi prima di voltarmi e andarmene, ero fottuto e me ne resi conto in quell'esatto momento, ogni cosa che facevo per tenerla lontana da me e dalla mia mente perversa era inutile, non sapevo più cosa fare e qusto succedeva davvero molto raramente, la odiavo con tutto me stesso per questo eppure non riuscivo a non ripensare a lei abbracciata a me in acqua mentre mi baciava con le sue labbra morbide o lei sul letto che rideva e mi parlava di cose inutili che io non ascoltavo troppo impegnato ad immaginare cos'avrei potuto farle in quei momenti.
Sei davvero fottuto caro mio 
Disse il mio subconscio di merda che ignorai tornando a bere e cercando di distrarmi con l'arrivo di Madison anche se risultò molto difficile.
EMMA'S POV
era passata un'ora da quando avevo visto Travis e la nostra conversazione era stata alquanto bizzarra, prima mi aveva difeso da un tipo che voleva farmi chissà cosa e poi si mostrò completamente indifferente a me o alla situazione, mi faceva completamente impazzire e lo odiavo per questo, non riuscivo a capire cosa provasse o cosa pensasse, diceva a Madison che non voleva avermi in giro perché a quanto pare gli facevo così schifo da ripudiarmi ed inventare una scusa per fare in modo che gli stessi lontana ma poi veniva a "salvarmi" e mi guardava in quel modo? 
Mi faceva venire il mal di testa oltre che farmi innervosire sempre di più.
Cercai di calmarmi accettando l'invito di Ester e gli altri a ballare con loro e non potevo non percepire gli occhi di Travis dall'altra parte della pista che mi scrutavano attenti.
Mi muovevo a ritmo di Happy di Pharrell williams mentre mi divertivo con i miei amici e quando mi voltai nuovamente verso la postazione di Travis lui non c'era più, lo cercai con lo sguardo in giro ma era come sparito così leggermente delusa continuai a ballare cercando di non pensarci.
"Allora emma contenta di essere venuta?" Mi urlò Lucas cercando di sovrastare la musica.
"Si Ester e Sandy mi ci hanno praticamente trascinata ma dettagli" risposi io ridendo.
"Zitta che saresti stata a casa a guardare twilight e deprimerti" rispose Ester ed io le feci la li giaccia in risposta.
"Emma c'è qualcuno che ti chiama qui" disse Sandy facendomi L'occhiolino, mi voltai nella direzione in cui guardava la mia amica per veder ricomparire Travis, era solo e appena notò il mio sguardo fece un cenno con il capo in segno di seguirlo.
"Dovrei andare?" Chiesi in panico totale ai miei amici.
"Emma rilassati vedi cosa vuole al limite torni qui e lo picchiamo noi, davvero, rischia" mi disse tyler ed io annuendo mi allontani da loro avanzando lentamente verso quel meraviglioso ma bastardo ragazzo che continuava a scrutarmi attento come a non volersi perdere ogni mio minimo movimento, quando arrivai davanti a lui restammo qualche secondo in silenzio, era come se la presenza dell'altro dicesse tutto ma io avevo bisogno di sapere.
"Vieni andiamo" mi prese saldamente per il polso e mi condusse in un'area della casa che non avevo mai visto, la biblioteca.
Dentro non c'era nessuno e questo fece aumentare la mia ansia e di non poco.
"Cosa c'è Travis?" Risposi un po' scocciata dal suo repentino cambio d'umore.
Non disse niente in tutta risposta si fiondó su di me ed iniziò a baciarmi con passione e desiderio, rimasi del tutto sorpresa da quel gesto ma decisi di non ricambiare, non mi sarei illusa un'altra volta.
"Baciami emma" disse lui quasi con voce supplicante ed io li non ressi più, aprii lentamente la bocca lasciando spazio alla sua lingua che intanto aveva iniziato ad accarezzare la mia con movimenti lenti e dolci ma anche pieni di bisogno e desiderio, era un bacio travolgente che toglieva il fiato, le sue mani erano intorno al mio viso come a volermi avvicinare ancora di più a lui anche se impossibile da fare e le mie braccia erano allacciate intorno al suo collo, sembrava che non fosse mai cambiato nulla tra di noi.
Quando ci staccammo, di malavoglia lui appoggiò la fronte contro la mia, entrambi ansimavamo leggermente a causa del bacio appassionato e in un momento di lucidità mi staccai allontanandomi, ci ero cascata di nuovo.
"Che c'è?" Disse lui impassibile come sempre.
"Non voglio più farmi prendere in giro da te Travis" risposi io secca e lui mi guardò confuso.
"In che senso?" Chiese visibilmente più irritato.
"Ti ho sentito sai? Parlare con Madison l'altro giorno della vostra finta relazione che serve solo per tenermi lontana da te, perché mi baci se ti faccio così schifo eh? Perché ti avvicini ogni volta?" Urlai in preda alla frustrazione ed in cerca di risposte.
Lui sembrò sorpreso dal fatto che sapessi il suo piccolo segreto ma restò zitto.
Sembrò pensare un attimo a cosa dire ed alla fine parlò.
"ragazzina ti avverto di starmi lontano non sono ciò che vuoi!" Disse lui in tono serio e che metteva i brividi, i suoi occhi verde menta con la solita e familiare spruzzata di azzurro erano in forte contrasto con i suoi capelli corvini ed io in quel momento non seppi se avevo più paura di lui o di me stessa e di ciò che provai in quel momento a sentirgli dire quelle parole, sconfitta e ormai stanca decisi di arrendermi all'inevitabile.
Restai quelli che parvero almeno cinque minuti in silenzio mentre lo osservavo poi finalmente mi decisi a rispondere.
"Va bene" dissi piano e mentre feci per andarmene qualcosa mi bloccò, o meglio, qualcuno.
Travis mi stringeva forte il polso e mi fece girare di scatto verso di lui come al solito.
Ci guardammo per un attimo persi nei nostri pensieri e nelle nostre insicurezze, era un silenzio di quelli assordanti che ti mangiava vivo e non ti lasciava respirare, sapevamo entrambi che in quel momento sarebbe cambiato tutto a prescindere dalla sua risposta ed io sentivo il cuore martellarmi all'impazzata nel petto rendendomi il fiato corto.
"Però tu sei ciò che voglio io" disse il ragazzo piano e li mi sentii sprofondare lentamente, non potevo credere che l'avesse detto, lo guardai confusa notando che per la prima volta sembrava quasi vulnerabile, gli sorrisi debolmente e prendendogli il viso tra le mani e lo baciai lentamente, niente più bugie, niente più giochetti, in quel momento c'eravamo solo io, lui e i nostri cuori finalmente in sintonia ed era una sensazione stupenda.
Ci eravamo persi tante volte senza mai incontrarci davvero ma quella volta capimmo di essere nei guai tutti e due e che non c'era più via di scampo.
Quell'anno si stava facendo sempre più indimenticabile ed io mi stavo perdendo in quegli occhi così freddi ma che mi trasmettevano così tanto colore da bastarmi per una vita intera.







Note d'autore 
Hei Hei heiiiii
Questo per ora è il mio capitolo preferito ho superato me stessa, il POV di Travis fa capire un po' di più cosa pensa e prova e poi quella frase awwwwww sono fantastici lo so lo so, volevo inoltre ringraziarvi per le più di 100  views a capitolo in neanche una settimana che la storia è uscita, siete fantastiche via amo troppo.
Sappiate che però la strada non sarà tutta in discesa purtroppo, ci sono ancora ben 7 mesi e mezzo di emozioni che dovranno vivere e poi? Si scoprirà.
Baci a presto❤️

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Capitolo 17
*** Mine ***


ATTENZIONE capitolo contendente atti sessuali se non si vuole leggere saltate avanti, non tutto il capitolo li contiene. (Possibilmente vietato ai minori di 16 anni) 

"Perche hai detto a Madison quelle cose?" Dissi io dopo qualche minuti di silenzio in cui ci siamo ammirati, come se fosse la prima volta ma anche l'ultima, come se volessimo catturare tutti i dettagli fisici dell'altro ed imprimerli nelle nostre menti.
"Perché sono un coglione" rispose lui ed io annuii, sapevo che non voleva rispondermi ammettendo di aver sbagliato e spiegandomi fino in fondo il perché delle sue azioni ma comunque quelle sue parole mi bastarono per capire che se n'era pentito.
"Andiamo a casa" disse lui iniziando a baciarmi dolcemente il collo ed io annuii, lo rivolevo tutto per me e quello non era certo né il momento ne il luogo adatto.
Uscimmo velocemente dalla biblioteca e con mio grande stupore lui mi prese per mano davanti a tutti i presenti alla festa e chi non era troppo ubriaco per prestarci attenzione se ne accorse perché ci guardavano allibiti per poi commentare la scena tra di loro.
"Travis!" Urlò la proprietaria venendoci incontro, appena vide le nostre mani intrecciate sorrise amaramente.
"Goditi il momento finché puoi cara, non durerà" disse solo e se ne andò scocciata.
Sapevo che le sue parole erano state dette di proposito solo per ferirmi ma comunque non potei non pensarci infatti lui se ne accorse.
"Lasciala perdere dice solo stronzate" mi disse il ragazzo di fianco a me ed io annuii convinta anche se non lo ero più di tanto ma in quel momento non mi importó.
Mentre ci dirigevamo verso la porta intravidi i miei amici che mi guardavano contenti ed io alzai il pollice in su per dirgli che era tutto okay e che me ne stavo andando.
"Hai finito di fare segnali di fumo?" Chiese Travis divertito mentre finalmente uscimmo da quella casa film troppo affollata, ridacchiai per le sue parole annuendo e lui scosse la testa divertito.
In macchina teneva costantemente una mano sulla mia coscia e quel contatto mi destabilizzava e non poco, per me lui era come una droga, più ne assaggiavo più ne volevo e non riuscivo a smettere di volerlo, era frustrante ma tutta la situazione era anche adrenalinica e piena di emozioni che speravo sarei riuscita a controllare.
Quando arrivammo in casa c'era un silenzio quasi inquietante, salimmo su fino al terzo piano e lui mi seguii come sempre in camera mia.
"Sei davvero sexy con questo vestito" mi disse prima di abbracciarmi da dietro e baciarmi dolcemente ogni punto del collo procurandomi una lieve scarica elettrica e molti brividi sparsi per il corpo.
"Guarda come il tuo corpo reagisce al mio" proseguì con la sua lenta tortura dopo quest'affermazione ed io intanto cercavo di trattenere il respiro o sarei crollata da un momento all'altro, mi voltai di scatto verso di lui, lo baciai dolcemente sulle labbra senza far connettere le nostre lingue poi decisi che era l'ora di affrontare il discorso che mi ero mentalmente preparata in macchina.
Mi sedetti sul letto e lo invitai a fare lo stesso, senza dire nulla vi si buttò a peso morto e quando ebbi finalmente la sua attenzione iniziai a parlare cercando di mantenere un contatto visivo per non sembrare una codarda.
"Sappi Travis che io non ti ho perdonato per quello che mi hai fatto, ci vorrà un po' prima che lo faccia. Volevo dirti che non sarò per sempre ad aspettarti quindi questa volta ti conviene non fare scemate solo perché hai paura di tenere ad un'altra persona che non sia e stesso,, dunque per ora abbiamo fatto solo a modo tuo ed è andata sempre male, ti chiedo quindi di fare a modo mio, cioè non ci si ignora scuola e non si fanno giochetti, se sei disposto a farlo bene sennò questa è l'ultima volta che tireremo fuori il discorso di un ipotetico ''noi" e tutto questo che sta succedendo finisce qui" dissi tutto d'un fiato consapevole dei rischi che stavo prendendo dicendo quelle cose, non mi sarei più lasciata prendere in giro da lui e questo doveva capirlo.
Mi guardò attentamente come a valutare i pro ed i contro, dopo poco annuì silenziosamente come se non volesse dire ad alta voce l'impegno che stava prendendo e che io avevo ragione, come sempre.
Dopo che lui disse di si sentii il mio cuore fare i salti di gioia così iniziai a baciarlo con passione mentre eravamo sul letto, lui ricambiò il bacio con altrettanto desiderio, iniziò a sfilarmi il vestito ed io un po' perché avevo bevuto qualche birra e un po' perché ero presa dal momento gli e lo lasciai fare slacciandogli a mia volta la camicia lentamente, mi ritrovai in mutante e reggiseno abbracciata a lui che era a petto nudo, la sua pelle era morbida nonostante la durezza dei suoi addominali che sarebbero stati in grado di far sciogliere qualsiasi essere femminile esistente sulla terra.
Lui inizió a baciarmi il petto lentamente, mordicchiando su alcuni punti che mi fecero sobbalzare, scese poi sulla pancia continuando a baciarmi fino ad arrivare All'elastico dei miei slip, lo guardai sgranando un po' gli occhi, okay non ero una puritana ma comunque non avevo mai avuto quel tipo di esperienze, non perché non volessi ma perché non ce n'era mai stata l'occasione e non mi ero mai sentita abbastanza pronta.
Ero un po' presa dal panico e lui se ne accorse.
"Ragazzina voglio farti stare bene" disse prima di baciarmi nuovamente sulle labbra e intanto infilare una mano nel mio intimo.
Inizialmente accarezzò la parte più nascosta e preziosa del mio corpo cosa che mi fece impazzire solo a pensarci, quando nemmeno me ne resi conto infilò un dentro di me iniziando a muoverlo su e giù, era la sensazione più strana ma piacevo che avessi mai provato, c'erano punti che riuscivano a farmi andare oltre il limite da me immaginato, mentre pompava velocemente facendomi impazzire mi baciava le labbra, il collo, il petto, qualsiasi parte del mio corpo mentre io mi contraevo sotto il suo tocco ed ansimavo per il piacere, riuscivo a sentire la sua eccitazione anche se teneva ancora indosso i jeans e questo mi procurò ancora più piacere dato che io non stavo nemmeno facendo nulla per aumentargli il desiderio, continuò a pompare fino a quando con un altro dito toccò un punto a me sconosciuto della mia intimità, un punto che mi fece vedere improvvisamente tutto bianco, lasciando che il mio corpo subisse una scarica di adrenalina e di piacere immensa, subito dopo mi rilassai ansimando più che mai per i dieci secondi appena trascorsi più intensi della mia vita.
"Ma cosa" riuscii solo a dire imbarazzata ma più che altro sorpresa per tutta la situazione, per cosa lui era riuscito a fare al mio corpo.
"Te l'ho detto che ti avrei fatto stare bene ragazzina" disse prima di baciarmi di nuovo ed io ricambiai un po' frastornata.
Non sapevo se voleva che pure io facessi qualcosa e lui se ne accorse dal mio sguardo imbarazzato che si alternava tra il suo viso e il suo membro leggermente più grande della norma, ridacchiò beffardo prima di accarezzarmi una guancia.
"Vorrei davvero che tu ricambiassi ma per sta sera va benissimo così"  disse ed io annuii capendo cosa intendesse, non voleva forzarmi dato che avevo appena avuto la mia prima esperienza e ne fui davvero grata.
Ci mettemmo sotto le coperte, lui si tolse pure i jeans, restammo abbracciati fino a quando non mi addormentai allora li riuscii a percepire solo una presenza accanto a me baciarmi la fronte per poi staccarsi lentamente dal mio corpo mentre io mi ero abbandonata tra le braccia di Morfeo.
"Cosa mi stai facendo ragazzina" disse una voce flebile, sentii lievemente il rumore di una porta chiudersi e poi solo buio e silenzio che mi fecero sognare il ragazzo scontroso che abitava nella stanza accanto alla mia.
"Buon giorno" dissi lunedì entrando in cucina saltellante e trovando rosa che cucinava e la signora Clark che intanto beveva il caffè e leggeva il giornale.
"Buon giorno cara Travis ti aspetta fuori" disse Meredith ed io la ringraziai prima di dirigermi verso la porta.
Avevamo passato tutto il weekend insieme, eravamo pure andati al cinema anche se lui era assolutamente contrario ma accettò dato che gli promisi che avrebbe scelto lui il film, scelse un horror terribile che mi fece pentire tutta la sera di esserci andata e lui sembrava molto divertito dalla mia reazione cosa che mi portò come al solito ad insultarlo.
"Sei in ritardo ragazzina" disse venendomi incontro e prendendomi con forza il bacino trascinandomi verso di lui e facendo connettere le nostre labbra come se non lo facessimo da una vita.
"Così non migliori la situazione" dissi con la fronte appoggiata alla sua dopo il breve bacio.
"Se tu non ti fossi messa quella maglietta che lascia intravedere anche troppo dicerto non mi starei distraendo così tanto" disse ghignando ed io gli diedi un leggero schiaffo sul braccio.
"Sei un depravato" dissi io facendogli la linguaccia e salendo in macchina, lui alzò gli occhi al cielo e compì il mio stesso gesto, mise in moto la macchina e quando si scaldó bene il motore partì a razzo verso la scuola.
Quando arrivammo al parcheggio erano già quasi tutti dentro a parte i ritardatari come noi, io correvo verso l'ingresso mentre Travis camminava tranquillamente fumandosi una sigaretta come se fosse addirittura in anticipo.
"Ci vediamo dopo" gli urlai io già più avanti e lui in tutta risposta mosse il capo in segno che aveva sentito, restava sempre il solito Travis inespressivo ma stranamente mi piaceva anche per quello.
Corsi al mio armadietto e misi velocemente dentro la borsa prendendo il libro di filosofia e dirigendomi a passo svelto verso la classe.
"Scusi per il ritardo" dissi io entrando leggermente ansimando per la corsa appena fatta e il professore alzò gli occhi al cielo.
"Che sia la prima e ultima volta signorina Evans" disse ed io annuii andando a sedermi al solito banco, vicino ad Ester.
Filosofia era l'unico corso che avevamo insieme, mi ero iscritta il mese prima perché volevo all'inizio dell'anno mettermi in pari con le materie più importanti.
"Come mai questo ritardo signorina Evans?" Mi chiese la mia amica imitando la voce del professore.
"Travis" dissi soltanto e lei sorrise beffarda annuendo.
"Sei sempre la solita" dissi io alzando gli occhi al cielo per la sua stupidità ma l'adoravo anche per questo.
"Se certo, come mai hai tre succhiotti sul collo?" Disse ed io sbiancai, mi abbassai in modo da farmi coprire del tutto dal ragazzo che stava seduto davanti a me e prendendo lo specchietto che Ester teneva sempre nell'astuccio vedi che effettivamente avevo tre segni violacei in punti diversi del mio collo, non me n'ero resa conto dato che avevo tenuto i capelli sciolti ma in quel momento avevo la coda e si notavano davvero tanto.
Pensai subito alla figuraccia appena fatta con il professore e buttai sconfitta la testa sul banco.
"Che idiota" mi dissi silenziosamente e la mia amica mi picchiettò leggermente sulla schiena in segno di finta consolazione.
"Eh si è proprio da sfigati farsi fare succhiotti dal ragazzo più sexy della scuola che guarda caso ora è anche il tuo ragazzo" disse lei con finta voce compassionevole ed io risi sottovoce per la sua affermazione.
Era ancora strano pensare a me e a Travis come coppia ma non mi dispiaceva affatto quella visione delle cose, avevo raccontato tutto come al solito ai miei amici durante il weekend in cui ci eravamo solo sentiti dopo la festa a causa dei diversi impegni, erano tutti scioccati per il fatto che Travis avesse accettato, d'altronde lo conoscevano da più tempo di me ed evidentemente era proprio una cosa surreale ciò che stava accedendo e questo non poteva che farmi ancora più felice.
Le altre ore passarono veloce e quando suonò la campana che indicava la pausa pranzo con calma mi avviai verso la mensa incontrando tyler in corridoio mentre anche lui andava nella mia stessa direzione.
"Ciao signora clark" urlò attirando l'attenzione della gente vicino a noi, lo bruciai con lo sguardo per la sua affermazione ma poi sorrisi quando vidi che si mise a ridere per le sue stesse parole, era proprio un'idiota.
Quando arrivammo in mensa ero in panico totale, non sapevo come e se dovevo salutarlo, certo ora non dovevamo più fingerci estranei ma ufficializzare davanti a tutti nella grande sala dei pettegolezzi la nostra relazione era un po' da pazzi anche se non era raro vedere Travis farsi qualche ragazza durante la pausa pranzo, passai di fianco al suo tavolo e vidi che mi fissava, okay era il momento adatto.
"Ciao Travis" dissi io sorridendogli sotto lo sguardo attento dei presenti seduto con lui che intanto mormoravano qualcosa, lui alzò la mano in segno di saluto ed io per fare di meno la figura della cogliona salutai anche Chris.
"Hei" dissi al ragazzo seduto poco lontano da me, lui non tardò ad alzarsi in piedi e a darmi un bacio sulla guancia che io ricambiai, non potevo non notare la differenza di comportamento tra i due ragazzi ma cercai di ignorarla.
"Okay puoi anche smetterla di fissarle le tette ora" urlò Travis a Chris che intanto lo guardava in cagnesco, io alzai gli occhi al cielo subito dopo essermi tirata più su la maglia che a parer mio e delle mie amiche non era nemmeno scollata.
Feci per andare a sedermi al tavolo quando venni affiancata proprio da quest'ultimo.
"Ti unisci a noi?" Dissi sorridendogli beffarda e lui alzò gli occhi al cielo.
"Solo perché non sopporto quel cazzone di Chris" disse prima di sedersi di fianco me e ai miei amici scioccati per l'avvenimento.
Durante il pranzo cercai il più possibile di coinvolgerlo nel discorso ma era comunque strano dato che il 90% delle volte a pranzo era proprio lui l'oggetto dei nostri pettegolezzi e delle nostre conversazioni.
Dovevo ancora abituarmici a quella situazione ma comunque mi piaceva.
Sentii poi la mano di Travis appoggiarsi sulla mia coscia e fare dei cerchi invisibili sopra il tessuto dei miei jeans ed io gli sorrisi contenta per il contatto.
Era strano si, ma era fottutamente bello sentirlo mio anche se a modo nostro.

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Capitolo 18
*** I'm non your secret ***


"Siamo in ritardo per colpa tua" mi disse Travis mentre velocemente guidava la macchina e sorrideva beffardo.
"Ma cosa se sono stata Ad aspettarti qui fuori chissà cosa stavi facendo in casa!" Dissi io con finta innocenza nella voce.
La realtà era che eravamo in camera mia a baciarci pure di prima mattina e non ci eravamo accorti dell'ora, erano passati due giorni da quando aveva pranzato con me e gli altri in mensa, a scuola stranamente non lo vedevo mai come se scomparisse, lui mi diceva che doveva correre da una classe all'altra o gli avrebbero dato troppi ritardi anche se mi suonava un po' strano dato che non badava molto a quelle cose.
"Ci sei?" Mi chiese prima di baciarmi dolcemente le labbra e scendere dall'auto.
"Emma!" Disse Ester ed io la raggiunsi felice di vederla, a quanto pare pure lei era in ritardo.
Salutai Travis con un cenno ed entrai con la mia amica a scuola pronta per iniziare una nuova giornata.
"Non è strano che prima a scuola te lo trovavi sempre davanti e ora solo a pranzo?" Chiese la mia amica con tono indagatorio.
"Ma non so magari ha iniziato a prendere seriamente le lezioni e non arriva più in ritardo" dissi io anche se ogni volta che avevamo letteratura inglese e spagnolo, cioè le uniche due materie che avevamo in comune, arrivava comunque in ritardo.
"Mh se lo dici tu" disse prima di dirigersi al suo armadietto salutandomi ed io le feci un cenno prima di andare a matematica con Sandy e Lucas. 
"Emma domani c'è una festa a casa di uno dei giocatori di football tu unisci a noi? Dicono che sarà una cosa piuttosto tranquilla solo noi della BHHS ci saremo" mi disse quest'ultimo durante la lezione ed io mi chiesi come mai Travis non me ne avesse parlato, di sicuro ne era a conoscenza dato che lui andava sempre a tutte quelle feste.
"Certo perché no? Venite a prepararvi da me?" Dissi guardando Sandy che intanto annuiva felice battendo le mani.
La lezione passò in fretta tra spiegazioni su argomenti a dir poco incomprensibili e chiacchiere sulla festa, appena sentii la campanella corsi fuori diretta a spagnolo e per la prima volta da quando io e Travis stavamo insieme lo vidi di fianco al suo armadietto intento a parlare con dei suoi amici, vicino a lui c'erano le solite poco di buono che cercavano di attirare attenzione che lui però non dava e questo mi sollevò, ero tentata di andare da lui a salutarlo ma quando mi vide notai sul suo sguardo colmo di disagio e capii che non era il caso.
Ma che gli prendeva? 
Lo guardai torva prima di dirigermi in classe senza più voltarmi, cercare di capire quel ragazzo era assolutamente impossibile ed io mi ero stancata dei suoi giochetti inutili.
Durante la lezione lo ignorai completamente, cercava sempre di distrarmi per attirare la mia attenzione ma non cedetti così dopo circa mezz'ora di tentativi si arrabbiò e smise di provocarmi, ero arrabbiata e doveva capirlo, non poteva andare sempre come voleva lui.
"In pratica ti ha visto e non è venuto da te?" Disse Tyler confuso mentre eravamo seduti al solito tavolo e pranzavamo.
"Esatto" risposi io giocando un po' con il cibo, non avevo più fame avevo troppi pensieri per la testa a causa di quell'idiota che sembrava non riuscisse a fare mai qualcosa di buono per la nostra relazione, se così poteva chiamarsi.
"Magari era solo un po' imbarazzato" tentò josh ed io gli sorrisi per la sua gentilezza, Travis non era mai imbarazzato se avesse voluto salutarmi davanti ai suoi amici l'avrebbe fatto di questo ero certa.
"Emma non è che non vuole far sapere della vostra relazione?" Chiese piano Ester quasi come se stesse insultando qualcuno.
Pensai un attimo alle sue parole che al momento avevano un senso logico davvero corretto e mi salì subito un nodo in gola.
"Senti tu non dirgli nulla della festa fai finta di non saperlo okay? Se lui ti chiederà di andarci vuol dire che ci siamo sbagliati e che davvero magari è solo imbarazzato e non sa come comportarsi, sennò beh vuol dire che vuole tenerti come segreto tra le lenzuola" disse Sandy e tutti la guardammo, come al solito era un genio, aveva ragione non bisognava scoraggiarsi subito, sorrisi debolmente annuendo e guardai verso il ragazzo oggetto dei nostri discorsi, parlava con il suo amico Toby e quasi come se si accorse del mio sguardo su di lui si voltò a guardarmi ed io distolsi gli occhi velocemente da lui non riuscendo ad incrociare i suoi.
"Va bene vi terrò informate, Ester vieni anche tu domani da me a preparati?"chiesi cercando di cambiare discorso e lei annuì contenta iniziando a parlare del suo vestito, mi persi subito tra i miei pensieri fingendo di ascoltarla ma proprio non ci riuscivo, volevo disperatamente che Travis mi chiedesse di andare con lui alla festa o sarei dovuta trarre a terribili conclusioni che non volevo realmente accettare.
L'ultima ora passò come al solito in un lampo e quando mi trovai nel cortile della scuola vidi come al solito il mio ragazzo aspettarmi appoggiato alla macchina mentre fumava, una scena così familiare ma così nuova allo stesso tempo, non mi ci abituavo mai a vederlo così bello mentre mi aspettava, anche se ero arrabbiata con lui non riuscivo ad essere razionale a causa dei forti sentimenti che provavo e che spesso mi terrorizzavano.
"Ciao" mi disse soltanto quando arrivai davanti a lui e annuendo soltanto salii in macchina.
"Perché non parli?" Disse accarezzandomi il ginocchio come se non fosse successo nulla ed io mi sciolsi sotto il suo tocco delicato, non riuscivo a reggere davanti a lui e mi maledicevo costantemente per questo, mi voltai e lo guardai attenta.
"Nulla sono solo stanca è stata una giornata pesante" dissi sorridendo Debolmente.
Volevo che mi dicesse della festa non potevo far saltare il piano mostrandogli che ero arrabbiata con lui.
"Beh allora adesso andiamo a letto e dormiamo che pure io ho sonno" disse facendomi l'occhiolino ed io non riuscii a non ridacchiare per la sua affermazione.
Quando parcheggiò l'auto nel familiare vialetto mi prese per mano e mi trascinò in camera, questa volta, per la prima volta, in camera sua.
"Come mai qui?" Chiesi io un po' stupita per il cambiamento, l'idea non mi allettava molto dato che se le faceva tutte sul suo letto che guardai con disgusto e lui se ne accorse.
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò dolcemente.
"Ragazzina ci sei tu ora okay? Non guardare quel letto in quel modo, volevo solo portarti un po' nel mio mondo" disse ed io intesi il significato, come poteva dopo queste parole vergognarsi di avere una relazione con me a Tal punto da nasconderla? Mi sembrava così assurdo in quel momento che sorrisi, per la prima volta veramente in quella giornata e lui mi baciò ancora con trasporto facendo incontrare le nostre lingue che si cercavano costantemente a vicenda, finimmo sul suo letto sempre abbracciati mentre ci scambiavamo effusioni, voleva lasciarmi entrare nel suo mondo, era un passo importante per lui e lo capivo solo in quel momento.
Mi tolse la maglia e feci lo stesso con lui, entrambi sentivamo il bisogno sfrenato dell'altro.
Quando mi tolse i pantaloni sentii un brivido, eravamo alla fine di gennaio quindi faceva ancora un po' fresco, lui se ne accorse perché mi prese tra le sue braccia iniziando a baciarmi ogni parte del corpo scaldandomi.
"Mi fai impazzire, davvero" disse lui mentre io mi contorcevo sotto il suo tocco così delicato ma così intenso.
Erano passato un po' di giorni dalla nostra prima e ultima esperienza intima e questo mi spaventava un po', volevo procurargli piacere ma non sapevo esattamente come.
Lo fermai dai suoi movimenti sul mio corpo e gli slacciai i pantaloni fingendo sicurezza, lui con uno sguardo bramoso se li levò dandogli poi un calcio finale come se volesse che sparissero dalla faccia della terra, gli baciai il petto e lentamente appoggiai una mano sopra i suoi boxer stringendo lievemente.
"Oddio" disse risucchiando un respiro strozzato, iniziai a massaggiarlo da sopra i boxer ed in fine con tutto il coraggio che avevo in corpo lo tirai fuori e lo osservai attenta, era davvero grande e non potevo credere a come Travis avesse tutte le qualità che un ragazzo dovrebbe avere, insomma era davvero perfetto sotto TUTTI i punti di vista.
Lui sembrò divertito dalla mia reazione davanti al suo membro e prima che potesse ricomporsi e dire qualcosa che mi avrebbe distratto dal mio improvviso coraggio iniziai con la mano a fare su e giù, gesto che lo fece subito ansimare e più andavo veloce più lui imprecava e godeva e questo mi piaceva tantissimo.
"Oddio ragazzina verrò se continui così" disse con un filo di voce ma io insistetti ancora di più, mi faceva un po' male il braccio a causa dello sforzo ma in quel momento mi importava solo di lui e del piacere che provava e che mi trasmetteva, aveva detto che c'ero solo io per lui e volevo dimostrargli quanto potesse essere felice della sua scelta.
Ad un certo punto del liquido bianco sporcò il suo petto tonico e contratto, lui ansimava leggermente mentre si passava una mano tra i capelli ed io indecisa su cosa dovessi fare lasciai delicatamente il suo membro e mi avvicinai al suo viso sorridendogli soddisfatta del risultato.
"Sei fantastica ragazzina" disse prima di baciarmi con passione le labbra, il collo, il petto, tutto il corpo.
Dopo poco però si alzò e andò a farsi una doccia lasciandomi lì in balia dei miei pensieri, persa nel profumo delle lenzuola che sapevano di noi e persa nei miei sentimenti per lui che si facevano sempre più profondi.
"Non te l'ha ancora chiesto?" Mi disse Ester mentre uscivamo da scuola.
Grazie a dio era venerdì e quel giorno ci sarebbe stata la famosa festa a cui Travis non mi aveva ancora invitata, il giorno prima dopo la nostra esperienza intima studiammo un po' e poi dopo cena andai subito a dormire stanca per la giornata intensa che avevo avuto, non aveva accennato niente della festa ma in compenso non riusciva a non baciarmi e toccarmi ovunque cosa che mi destabilizzava profondamente e faceva crescere il mio desiderio nei suoi confronti.
Guardai la mia amica che mi sventolava una mano davanti alla faccia e mi ricomposi dai miei pensieri poco casti.
"No non ne abbiamo avuto l'occasione ora in macchina gli chiedo cosa fa sta sera, voi venite da me alle 4 giusto?" Dissi io sorridendole e lei annuì prima di salutarmi con un cenno della mano e andare verso la sua auto ed io verso quella del mio ragazzo.
Quel giorno era davvero volato, erano tutti in estasi per la festa come ogni volta che ce n'era una d'altronde.
Avevo visto Travis solo a pranzo e si era limitato a farmi l'occhiolino e sorridermi, non riuscivo a capire quel ragazzo, vedevo tutte le coppie della scuola non staccarsi un attimo durante le pause dalle lezioni e poi ceravamo noi che sembravamo quasi degli estranei. Ovviamente io e Travis non eravamo normali e questo l'avevamo capito da subito.
"Hei" dissi io salendo in macchina e lui ricambiò sorridendomi.
Ci fu silenzio per qualche minuto mentre lui faceva scaldare il motore e partiva velocemente verso casa, era il momento perfetto.
"Che fai sta sera?" Chiesi io facendo finta di niente e guardando la strada davanti a me  per non incrociare il suo sguardo.
"Vedo degli amici, andiamo a casa di Toby  perché?" Disse lui rigirando la frittata, tipico suo.
"Nulla per sapere, vengono Ester e Sandy alle 4 e passeremo la serata insieme" dissi io sentendo una morsa al petto, magari non andava davvero alla festa ma per scoprirlo dovevo andarci per forza.
"Capisco, beh io me ne andrò via prima delle 4 quindi grazie a dio non le vedrò" disse ghignando ed io gli tirai uno schiaffetto sul ginocchio cosa che lo divertì molto.
Quando arrivammo a casa andai dritta in camera mia cercando di elaborare un piano, poi chiamai le mie amiche appena vidi la macchina di Travis lasciare il vialetto e nel giro di quindici minuti arrivarono con pure i rinforzi.
"Tieni bevi, ti aiuterà" disse Ester passandomi la bottiglia di vino rosso, erano ormai le 8 e noi non avevamo ancora finito di prepararci, per le precedenti quattro ore avevamo parlato dei ragazzi, della scuola, di cosa indossare e del piano per smascherare Travis, avevo raccontato cosa mia aveva detto, tralasciando la parte su di loro, e le mie amiche mi dissero che l'unico modo per vedere se mentiva era andare alla festa proprio come avevo dedotto io.
Finimmo di truccarci, io misi solo del mascara ed indossai una gonna nera, degli stivaletti blu ed un top dello stesso colore, era tutto molto semplice ma andavo lì in missione e non per fare colpo su qualcuno.
Le mie amiche invece come al solito erano bellissime, Ester indossava un vestito nero stretto che arrivava fino al ginocchio e le risaltava le curve mentre Sandy un completo top e pantalone che le fasciava alla perfezione le gambe magre e la faceva sembrare ancora più alta.
Quando fummo pronte Andammo con la macchina di Ester verso la casa di questo jake, così era il suo nome e mi avevano detto che era un grande amico di Chris, quindi sfortunatamente ci sarebbe stato pure lui alla festa.
"Eccociiii" disse Ester battendo le mani e noi scendemmo dirigendoci verso la grande casa.
Si notava che c'era meno gente rispetto alle altre feste e ne ero molto felice però comunque non eravamo di certo in pochi.
"noi andiamo a cercare gli altri tu Travis, se lo vedi avvisaci ci troviamo in qui in sala okay?"  Mi disse Sandy alzando la voce per sovrastare la musica ed io annuii alle sue parole.
Feci un giro completo della casa e fui davvero sollevata nel non trovare Travis ma purtroppo per me parlai troppo presto.
Mi affacciai alla terrazza che dava sul giardino sul retro e lo vidi lì con Toby e degli altri suoi amici, si stavano fumando una canna e con loro c'erano Madison e delle altre oche, mi sentii immediatamente una stupida, le mie amiche avevano ragione, lui si vergognava di me e faceva davvero male scoprirlo in quel modo.
Uscii in terrazza con grande forza di volontà trattenendomi dallo scoppiare a piangere e grazie anche all'alcool che avevo in corpo da diverse ore, quando mi vide sembrò leggermente sorpreso e questo non mi dispiacque, andai di fronte a lui, gli presi la canna che aveva in mano e la buttai per terra schiacciandola con il tacco dello stivale.
"Che cazzo fai?!" Disse lui urlando, lo guardai dritta negli occhi, e non lo riconobbi, ce li aveva rossi e più chiusi del solito, sembrava stanco e mi venne voglia di tirargli uno schiaffo detto in faccia.
"Non sono e non sarò il tuo segreto Travis clark" dissi puntandogli il dito contro prima di andarmene sotto Lo sguardo attento di tutti i presenti.
Compreso il suo.

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Capitolo 19
*** Jordan ***


Ritrovarsi sui gradini di una casa piena di gente che si diverte mentre tu sei lì a strapparti i capelli non è esattamente il massimo, stavo male, molto.
Credevo che fosse un minimo cambiato invece era sempre lo stesso ma ero più arrabbiata con me stessa che con lui per avergli permesso di entrare un'altra volta nella mia vita.
"Cosa ci fa qui una ragazza tutta sola?" Disse una voce, alzai il volto e vidi un ragazzo molto bello con la pelle olivastra e un filo di barba che mi sorrideva.
"Mi deprimo al freddo" dissi io sorridendo lievemente, lo sentii ridacchiare prima che  si sedette accanto a me.
"A chi lo dici, io sono Jordan piacere" mi disse sorridendo, non ero in vena di conversazioni con nessuno ma quel Jordan sembrava una brava persona e un po' di compagnia mi avrebbe fatto bene, gli strinsi un po' titubante la mano sorridendo.
"Io emma" risposi.
"Lo so" disse lui non accennando a distogliere lo sguardo dal mio viso, rimasi confusa alle sue parole e lui se ne accorse perché si affrettò a darmi ulteriori spiegazioni.
"Diciamo che conosco Travis" disse lui iniziando a guardare davanti a se e così feci io, restammo lì senza dire nulla, bastava la presenza dell'altro per calmare i nostri demoni interiori.
Quanto feci per alzarmi e tornare nella casa per dire ai miei amici che volevo andarmene via da quel posto e da LUI una voce mi bloccò costringendo me e il mio nuovo amico a voltarci.
"Bene vedo che alla fine il traditore e la Santa si sono incontrati" disse Travis offuscato dall'alcool e dalla droga, era quasi irriconoscibile.
"Travis va via" dissi io dura piazzandomi tra il mio amico e quello che pensavo fosse il mio ragazzo.
"No torna a casa con me" disse lui prendendomi un polso e facendo scattare Jordan, guardai quest'ultimo rassicurandolo.
"Non verrò da nessuna parte con te Travis, ti ho dato la tua occasione, l'hai buttata per cosa? Per fare quello figo senza relazioni? Per poterti scopare chiunque? È questo quello a cui ambisci? Non sai come cavolo ci si senta ad essere amati per davvero e ad amare tu vuoi privarti di questo e lo vuoi privare pure a me, io non ci sto più davvero con me hai chiuso" dissi tutto d'un fiato con le lacrime che minacciavano di uscire ma che cercai comunque di trattenere il più possibile per non dargli quella soddisfazione, non dovevo crollare davanti a lui o sarebbe stata la fine.
Lo guardai attenta, sembrava stesse per ribattere ma qualcosa dentro di lui gli impedì di farlo perché richiuse la bocca dopo poco, lo guardai con amarezza prima di voltarmi.
"Jordan ti dispiacerebbe darmi un passaggio?"  Dissi piano.
"No no no tu non vai con lui cazzo!" Disse Travis urlando ma io lo ignorai volutamente, era fuori di testa.
"Certo ti do il passaggio, andiamo" disse il ragazzo e scendemmo lentamente gli scalini.
"Emma torna qui non posso stare senza di te" continuava ad urlare Travis, le lacrime senza che me ne accorgessi avevano iniziato a scorrere velocemente sul mio viso, ogni parola era un pugno nel petto.
Mi voltai un'ultima volta verso il ragazzo in delirio, una massa di persone era lì che ci guardava interdette e curiose a causa della inusuale scena, non capitava tutti i giorni che Travis si mettesse a delirare perché una ragazza andava via con un altro e non con lui, gli stava bene.
"Vaffanculo Travis" urlai a mia volta prima di salire in macchina insieme al mio nuovo amico che mi guardava rassicurandomi.
In macchina Jordan non disse nulla mentre silenziosamente lasciavo sfogo alle mie lacrime.
"Non posso tornare a casa verrà subito a cercarmi" dissi tra i singhiozzi.
Lui mi guardò attento per poi rivoltarsi a guardare la strada, stava pensando e si vedeva dato che aveva le sopracciglia aggrottate dopo qualche minuto si rigirò verso di me e mi guardò.
"Puoi venire da me a dormire, ti lascio il letto e io dormo sul divano" disse piano.
Rimasi sorpresa per la sua proposta ma avrei accettato volentieri pur di non vedere Travis.
"Tranquillo dormirò io sul divano, ai tuoi va bene?" Chiesi io curiosa di sapere di più su questo mio nuovo e strano amico, Travis l'aveva chiamato traditore, voleva dire che sotto c'era qualcosa e che si conoscessero molto meglio di quello che voleva far vedere Jordan e io avrei scoperto perché.
"Vivo da solo da un anno" disse lui sorridendomi cordialmente ed io annuii decidendo di non insistere oltre.
Il resto del viaggio fu silenzioso anche perché io non ero dell'umore di parlare e lui l'aveva capito.
Avevo ignorato tutte le chiamate di Travis sul telefono ed ero arrivata a spegnerlo dato che non la smetteva, lui voleva solo scopare e non sarebbe cambiato nulla a prescindere da ciò che facessi io.
Arrivammo circa 20 minuti dopo davanti ad un palazzo che capii subito non fosse di beverly Hills, ero a Los Angeles da ormai quasi 5 mesi e non avevo ancora fatto un giro completo di tutta la città ero davvero vergognosa.
"Casa dolce casa" disse lui scendendo dall'auto e sorridendomi, io seguii i suoi movimenti in silenzio, prendemmo l'ascensore e lui schiacciò il bottone del sesto piano, era tutto molto imbarazzante, all'inizio mi sembrava una buona idea venire da lui per sfuggire da Travis ma in quel momento non ne ero più così convinta.
Entrammo nel suo appartamento ben arredato e, stranamente, pulito.
"Fai pure come se fossi a casa tua, vado a prenderti delle coperte per la notte" disse prima di lasciarmi sola nella stanza buia, cercai un abat-jour da qualche parte e quando la trovai e accesi vidi meglio l'ambiente che mi circondava, la sala era di media grandezza, c'era un divano e di fronte un tavolino su cui era poggiata una grande TV, infondo alla stanza c'era invece un tavolo da pranzo per circa 4 persone, non era molto decorata la casa, si vedeva che abitava lì da poco perché non c'erano effetti personali sparsi, foto o libri.
"Ecco se hai bisogno di altro la mia camera è infondo al corridoio, sicura che vuoi dormire qui?" Disse premuroso ed io annuii.
"Si si sei già stato gentilissimo a permettermi di restare per la notte" dissi e lui fece un cenno con il capo come dire "non è nulla"
Quando fece per andarsene, spinta dalla mia stupida curiosità lo fermai.
"Travis ha detto che sei un traditore, come mai?" Chiesi piano, quasi come se volessi che lui non sentisse.
Si voltò vero di me e mi guardò attento, poi si sedette sul divano e mi fece cenno di seguirlo, con calma seguii i suoi movimenti, l'ansia mi stava mangiando viva, forse avrei potuto avere delle risposte.
"Non so se dovrei parlartene, Travis mi ammazzerebbe" disse lui ghignando.
"Beh Travis non è qui" risposi io calma e lui sorrise alla mia risposta, l'avevo convinto facilmente.
"Quando avevamo circa 15 anni io e Travis eravamo inseparabili, migliori amici fin da piccoli, dopo il primo anno di liceo io cambiai scuola perché i miei con la separazione non potevano più permettersela e mi trasferii poco più lontano da beverly hills, Travis si arrabbiò e iniziò per ripicca a frequentare Toby e sai tutti gli altri della BHHS, iniziò a bere e a fumare fino a diventare com'è ora. Una sera mentre ero fuori con la mia ex ragazza, Sofia, lo incontrai in un bar insieme a quelli, iniziò ad insultarmi e a prendermi per il culo davanti a lei così io arrabbiato andai da lui e beh, finimmo per prenderci a cazzotti, il mese dopo ho scoperto che Sofia mi aveva tradito con lui, così io tornai da lui e parlai prima con i suoi genitori, poi ci incontrammo per "parlare" solo noi e li finì davvero male, io avevo il braccio rotto, lui la gamba, infatti come hai notato lui sta sempre con la squadra di football ma non gioca, questo perché l'anno scorso con la gamba rotta non si è potuto quasi muovere e da quest'anno non ha neanche fatto i provini per entrare come se non gli interessasse, sapevo che per lui quello sport fosse tutto, era bravissimo, il migliore della squadra, infatti è peggiorato nell'ultimo anno, poi beh sei arrivata tu" 
Le sue parole mi lasciarono a bocca aperta, non pensavo ci fosse così tanto sotto questa storia, ma soprattutto non credevo così cattivo Travis da addirittura rovinare la relazione di quello che un tempo era il suo più caro amico, ora tutto aveva più senso solo che non riuscivo a capire come mai non avessero più cercato di risolvere.
"Non avreste voluto risolvere?" Risposi io con voce flebile.
"Beh io ero disposto a perdonarlo, lui non ne ha voluto sapere" disse piano ed io annuii non sapendo cosa dire, certo jordan gli aveva rotto la gamba sapendo cosa avrebbe provocato nella vita di Travis, ma comunque aveva le sue valide ragioni anche se non era giustificato, poi anche lui ci ha rimesso un braccio.
Ero confusa, tutte quelle informazioni mi facevano venire il mal di testa e brutte consapevolezze, era come se con quel racconto avessi capito molte cose che non mi tornavano e se da un lato era liberatorio, dall'altro avrei preferito non saperle.
"Mi dispiace" sussurrai come se fosse stata tutta colpa mia ma non sapevo che altro dire.
"Non dispiacerti emma tranquilla" disse prima di alzarsi e riavviarsi verso la sua stanza.
Lo fissai attenta poi si rivoltò verso di me come se volesse dirmi qualcosa che gli costava davvero tanto da dire.
"Lui ci tiene a te, davvero, sei forse l'unica che ho mai visto a cui lui tiene così anche se mi scoccia ammetterlo" disse e prima che potessi realizzare le sue parole o rispondere la porta della sua camera si chiuse con un leggero tonfo lasciandomi sola, illuminata solo dall'abat-jour.
Era tutto un casino.

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Capitolo 20
*** Valentine's day ***


Era da una settimana che evitavo costantemente Travis, lui ormai l'aveva accettato dato che non tentava nemmeno più di parlarmi come aveva anche accennato Jordan il mattino dopo che sono andata a dormire da lui e odiavo il fatto che avesse ragione, era semplicemente tornato lo stesso di prima.
Tornava sempre o fatto o ubriaco la sera a casa e i suoi lo sgridavano in continuazione ma lui se ne fregava, non studiava più con me quindi non studiava affatto e beh era tornato da Madison e MOLTE altre, mi faceva male vederlo così perché mentre prima lo faceva perché un minimo gli interessava farlo ora aveva lo sguardo spento, vuoto, perso e sapevo che era anche mia la causa anche se era stato lui a rovinare tutto come sempre.
Il giorno dopo sarebbe stato San Valentino e il fatto che sentissi i gemiti della ragazza che procurava piacere a quello che pensavo fosse il "mio" Travis non fece che peggiorare tutto.
Volevo tornare a casa e dimenticarmi di lui e del dolore che mi stava causando ma ero lì per uno scopo ben preciso, il mio futuro, tutto quel dolore sarebbe solo servito a farmi tornare più forte e decisa su ciò che volevo dalla vita.
"Bambina mia perché piangi?" Chiese mia madre, avevo bisogno di qualcuno che mi conoscesse davvero, che potesse tirarmi su il morale e lei era perfetta in questo.
"Nulla solo che mi mancate, mi manca casa" dissi piano, non volevo turbarla troppo raccontandole di Travis, sapeva che era il mio ragazzo anche se quel titolo non era più appropriato e probabilmente non lo era mai stato.
"Amore mancano ancora 7 mesi e poi ci vediamo di nuovo, ne sono già passati 5 abbi forza, ci saranno sempre momenti no nella tua vita ma tu devi riuscire a superarli al meglio" disse ed io annuii come se potesse vedermi, aveva assolutamente ragione.
"Grazie mamma, ora vado che devo studiare" dissi prima di prometterle che non avrei più pianto e che l'avrei richiamata nei prossimi giorni, mi salutò dicendomi che le mancavo pure io poi chiuse la chiamata e la realtà si abbattè su di me come prima non dovevo nemmeno studiare, non potevo distrarmi su nulla purtroppo.
Uscii dalla camera solo quando sentii i gemiti finire, dovevo davvero fare pipì e non ce la facevo più a tenerla anche se avrei voluto stare in camera per altre 8 ore come minimo.
Aprii lentamente la porta e sbucai nel largo corridoio senza prima, stupidamente, controllare che non ci fosse nessuno e quando li vidi, lì fu il momento peggiore di tutti.
Travis baciava la ragazza che lo teneva stretto a se come se potesse fuggire da un momento all'altro, quello era proprio il corridoio delle lacrime perché altre gocce salate scesero giù dal mio viso senza che potessi fermarle e iniziai a singhiozzare disturbandoli dal loro teatrino, mi sentivo così stupida e tradita.
Non mi importava che mi vedessero, volevo che Travis sapesse cosa mi causava, volevo che vedesse che nonostante tutto io ero lì a piangere per lui e quando mi vide sembrò come se i nostri cuori avessero smesso di battere all'unisono.
Eravamo lì in piedi a fissarci, le lacrime nei miei occhi erano intrattenibili, tempeste che si sprigionavano nei suoi e dolore, tanto dolore, palpabile nell'aria come il troppo profumo della ragazza accanto a lui che intanto se n'era andata scocciata per il fatto che lui non la guardasse più, che stupida.
Decisa camminai in avanti, sfortunatamente il bagno era accanto alla sua camera, lui non accennava a muoversi così a testa alta anche se dentro di me ero a terra camminai lenta verso la mia meta.
"Emma" sossurrò lui quando gli passai accanto, non aveva il suo profumo addosso, quello che amavo, aveva quello della sgualdrina di prima e questo mi convinse a girarmi e guardarlo con disprezzo.
"Spero tu sia soddisfatto Travis" dissi prima di correre verso il bagno e chiudermici dentro per versare altre lacrime, volevo solo che tutto finisse, volevo che lui mi amasse come io amavo lui, volevo sentirglielo dire e sentirgli dire che ero l'unica per lui ma purtroppo questo non sarebbe mai accaduto, lui era Travis clark ed io una ragazza sventurata che gli aveva donato il suo cuore per poi sentirlo frantumarsi lentamente sotto i suoi occhi.

TRAVI'S POV
La guardavo mentre velocemente si chiudeva in bagno e mi chiudeva fuori dalla sua vita di nuovo, ero stato uno stronzo era distrutta ed io avevo lasciato che si affezionasse a me sapendo cosa le avrei fatto, mi era impossibile stare lontano da quella ragazza e solo in quel momento, dopo la festa, quando la vidi andare via con quel pezzo di merda di Jordan capii che non mi era più indifferente, non potevo parlare di amore, sapevo di non amarla e sapevo che se mai avessi amato qualcuno sarebbe stato molto peggio di questo ma sapevo che mi piaceva e tanto, mi piaceva tutto di lei, sentirla ridere o lamentarsi perché fumavo, il suo profumo, il suo corpo e la sua gioia di vivere imbattibile che mi aveva riportato a credere che ci fosse di più dello scopare e divertirsi.
Sapevo che non l'amavo ancora ma sapevo che l'avrei amata, era un presentimento che creava una voragine nel mio petto e non mi lasciava respirare, una consapevolezza che nonostante avessi voluto ignorare non avrei mai potuto e per questo corsi in camera a vestirmi, il giorno dopo sarebbe stato San Valentino ed io dovevo fare qualcosa, qualsiasi cosa pur di avere di nuovo la sua risata, il suo amore, non me ne fregava un cazzo se sembravo un coglione, non l'avrei più delusa.

EMMA'S POV
Mi trovai davanti alla scuola con Ester che intanto era intenta a parlare al telefono e a lamentarsi, immaginai subito che tyler fosse in ritardo e quando avvicinandomi sentii lei dire il suo nome capii che i miei sospetti erano fondati.
"Ti pare che è San Valentino è quello scemo è in ritardo?" Disse scocciata.
"Magari si sta inventando qualcosa come per la winter prom" dissi io prendendola un po' in giro e lei rise alle mie parole.
Parlare di San Valentino mi faceva venire da vomitare, appena mi chiusi in bagno il giorno prima, sentii Travis uscire di casa sbattendo violentemente la porta, è rientrato per cena ed è stato a casa, stranamente, i signori clark non potevano crederci ma io per non vederlo decisi che non era il caso scendere per cena e quindi non mangiai dicendo che stavo male.
Mi ritrovai la mattina la colazione davanti alla porta con un bigliettino scritto da lui.

Sto bruciando all'inferno, l'inferno di me stesso
Mi farò perdonare.

Lo lessi almeno tre volte prima di comprenderne bene il significato, volevo bruciarlo all'istante ma non ce la feci, lo lasciai sulla scrivania e uscii di casa prendendo la brioche che mi aveva lasciato, almeno aveva fatto qualcosa di buono.
"Oh cazzo" urlò al mio fianco Ester distogliendomi dai miei pensieri, iniziai a guardarmi in giro per capire di cosa parlasse, eravamo entrate a scuola da poco e quando capii mi si bloccò il fiato e quasi non caddi a terra.
Tutto il corridoio era pieno di rose rosse che indicavano la strada verso il mio armadietto, anche quello pieno di rose, c'era scritto emma in gigante con delle candele all' inizio della via e poi c'era lui, Travis, appoggiato al mio armadietto con le braccia incrociate che guardava attento la mia espressione come per vedere se la sua idea era stata buona o meno, tutta la scuola mi guardava e stava ai lati del capolavoro per non rovinarlo, Ester mi spinse all'interno della via di rose ed io con le gambe tremanti avanzai guardando il ragazzo che mi aspettava alla meta, e quella volta era proprio lui.
Quasi mi vennero le lacrime agli occhi, aveva fatto tutto questo per me, anche se ero ancora ferita per ciò che aveva fatto non potevo non essere al settimo cielo in quel momento, quando lo raggiunsi restammo a guardarci un attimo, era da una settimana che non gli stavo così vicino, profumava di nuovo di lui, di quel profumo che amavo alla follia, era bellissimo anche se aveva delle profonde occhiaie dovute alla mancanza di sonno e un po' di barba gli era cresciuta sul mento e sulle guance, era comunque perfetto.
"Mi dispiace, non so se potrai mai perdonarmi, non dovresti, se fossi in te me ne andrei ora ma vedi, posso provarci, questa volta davvero, se tu me lo permetterai" disse leggermente nervoso, era la prima volta che lo vedevo in quello stato ed era adorabile, lo amavo, lo amavo alla follia e l'avrei perdonato, mi starete dando della pazza ora lo so, ma quando vuoi una cosa da perdere la testa non c'è nulla che tu possa fare per tenerla lontana da te.
Presi il suo volto tra le mani e lo guardai negli occhi che iniziavano ad addolcirsi, poi davanti a tutti che in quel momento sembravano essere spariti lo presi e lo baciai come non avevo mai fatto, c'era bisogno nel nostro bacio, desiderio e amore, tutto il dolore era stato spazzato via sostituito da noi di nuovo insieme e contenti.
Mi era mancato più di quanto potessi immaginare e a giudicare da come mi teneva stretta a lui dedussi che la cosa era reciproca, la sua lingua accarezzava dolcemente la mia, le sue labbra erano morbide e il suo tocco era deciso, avevo sempre adorato quando mi baciava ma in quel momento stavo letteralmente impazzendo.
Quando ci staccammo perché la campanella aveva iniziato a suonare tutti iniziarono a battere le mani e come un idiota lui mi prese per mano e si inchinò portandomi ad inchinarmi con lui davanti a tutti.
"Sei un'idiota Travis" dissi sorridendogli, mi facevano male le guance da quanto stavo sorridendo ma non mi importava.
"Lo so" disse prima di far riconnettere le nostre labbra bisognose.
Come San Valentino non era iniziato male dai. 







Note d'autore 
Hei Hei heiiii capitolo fatto da pianti e da gioie eh? Ahahah okay ho pianto anche io scrivendolo quasi per cui spero faccia commuovere pure voi.
Che dite Travis si sarà messo la testa a posto? Nessuno li ostacolerà più? 
Lo scopriremo alla prossima puntata ;) 
Ahaha baci a prestooo

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Capitolo 21
*** Gelous ***


Da circa una settimana ero la persona più felice del mondo.
Travis ci stava provando davvero questa volta ed io apprezzavo i suoi sforzi, a scuola veniva a salutarmi ad ogni cambio dell'ora baciandomi davanti a tutti, in corridoio e a mensa si sedeva spesso con noi, cosa che mi rendeva davvero felice, avevo cercato di spiegare a Chris la situazione e che mi dispiacesse per tutto ciò che era successo dato che lui mi aveva fermato un giorno in corridoio dicendo che provava ancora qualcosa per me, ovviamente non l'ho detto a Travis o sarebbe stata la fine per il povero Chris, ecco, l'unico piccolo problema era la sua gelosia incontrollata, lo era anche prima che stessimo effettivamente insieme ma era molto meno rispetto ad ora, infatti qualche ora prima stavo parlando con un mio compagno della classe di storia davanti al mio armadietto e quando Travis mi raggiunse si comportò davvero da maleducato.
"Che vuoi dalla mia bellissima ragazza" disse al povero Norman che intanto era terrorizzato dalla presenza di Travis, come capitava a tutti i miei compagni che osavano anche solo guardarmi.
Per calmare le acque gli presi il viso e gli lasciai un leggero bacio a stampo per tranquillizzarlo, quel tocco funzionó subito perché si rilassò visibilmente.
"Tesoro Norman è un mio compagno di storia stavamo discutendo degli appunti" dissi calma ma Travis teneva ancora la presa sul mio fianco molto stretta, troppo, come a far vedere che ero solo sua e se da un lato era sexy dall'altro era estenuante.
"B-beh emma ci vediamo a lezione, ciao Travis" disse il mio amico prima di scappare senza ricevere una risposta, mi voltai verso Il mio ragazzo irritata.
"Potevo evitare di terrorizzarlo così" dissi ponendo i libri nel mio armadietto tutto decorato all'interno, c'era una foto di me e Travis prima del ballo di inverno e una foto di me Ester e Sandy a casa dei signori clark, qualche foto con la mia famiglia e adesivi sparsi che rendevano il mio armadietto speciale per me.
"Emma sei mia devono capirlo" disse lui come se fosse una cosa da nulla, mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi, quasi mi ci persi dentro dalla loro profondità e bellezza ma mi ricomposi subito, non potevo fargliela passare liscia.
"Lo sanno tutti che stiamo insieme non devi esagerare con la gelosia" dissi prima di lasciargli un altro bacio a stampo questa volta soffermandomi un po' di più sulle sue labbra, quel tocco non sembrò rilassarlo, anzi sembrò quasi irritarlo, mi staccai perplessa e lo guardai.
"Che c'è?" Dissi alzando gli occhi al cielo.
"Dici che vuoi che mi comporti da fidanzato e poi ti lamenti? E comunque non sono geloso che sia chiaro semplicemente odio i cazzoni che ci provano" disse serio, ignorai il fatto che avesse appena ammesso di essere geloso subito dopo aver detto di non esserlo e risposi il più dolcemente possibile per non farlo irritare, non avevamo quasi mai litigato in quei giorni ed era un record rispetto al solito per cui dovevo cercare di mantenere io la calma dato che tra i due quella ragionevole e responsabile era la sottoscritta.
"Tesoro ma stai facendo un ottimo lavoro davvero, quello che sto dicendo è che dovresti un po' controllarti riguardo questi cosiddetti cazzoni dato che qualsiasi cosa accada io tornerò sempre a casa con te, va bene?" Dissi sorridendogli da cucciolo per sciogliere le sue tensioni, cosa che sembrò funzionare anche se era ancora visibilmente irritato.
"Va bene" dissi accennando un sorriso e prendendomi di nuovo per la vita e avvicinandomi a se per baciarmi, questa volta con passione e desiderio, le nostre lingue si accarezzavano lente e le nostre labbra piene si massaggiavano a vicenda, sapeva come sempre di fumo e menta ma adoravo quel sapore su di lui e adoravo lui.
"Dai andiamo a mangiare" disse prima di prendermi per mano e portarmi verso la mensa dove avrei mangiato con lui e i miei amici, continuavo a guardarlo camminare e intanto sorridere ancora per il bacio appena ricevuto, lo amavo, davvero tanto e lo volevo con tutta me stessa, avevo solo paura che avrei finito per scottarmi un ennesima volta aprendomi del tutto con lui, non sapevo quali fossero i suoi reali sentimenti, sapevo che gli piacevo, questo si, ma non sapevo se si trattasse di amore anche per lui ed il pensiero di non essere ricambiata mi faceva stare male.
Mi attaccai involontariamente di più al suo braccio e quando mi guardò confuso gli diedi un bacio sulla spalla per tranquillizzarlo dato che non ci arrivavo alla sua faccia nemmeno se mi mettevo in punta di piedi e per questo lui mi prendeva sempre in giro.
Quando entrammo in mensa tutti ci fissavano come al solito, era imbarazzante, lui sembrava fregarsene altamente degli sguardi degli altri e mi mise un braccio su una spalla avvicinandomi a se.
"Trav ci guardano tutti" dissi io piano facendomi sempre più piccola.
"Beh piccola ci guardano tutti perché sei stra figa" disse lui facendomi l'occhiolino e facendomi ridere e dimenticare di essere lì, fissata da tutti.
Amavo Travis anche per la sua capacità di trasmettermi felicità e tranquillità, quando voleva, dato che a volte invece mi faceva stare peggio di chiunque altro.
Ci avviammo verso il mio tavolo e per mia gioia Travis si sedette con noi, Sandy e Ester avevano degli sguardi adoranti verso il mio ragazzo ed io sorrisi divertita dalla loro reazione, Josh e tyler invece erano più seccati che divertiti, Lucas era sparito con la sua nuova ragazza, si era appena lasciato ma questo non lo scoraggió da trovarsi, come definiva lui, una nuova e bella puledra, termine per cui si era beccato uno schiaffo da me, Ester e Sandy e dei cinque da parte di tyler e Josh.
"Tutti ci fissano più del solito oggi che fastidio" dissi io alzando gli occhi al cielo e posando il vassoio tra Ester e Travis.
"Ma come non l'hai saputo?" Mi chiese tyler curioso, io e il mio ragazzo ci guardammo un attimo straniti poi mi rivoltai verso il mio amico negando con la testa.
"In pratica per farla breve tutti i ragazzi della scuola pensano che tu ce l'abbia d'oro dato che stai con Travis che beh solitamente non sta con nessuna" disse Ester precedendo il suo ragazzo e gli altri al tavolo annuirono avviliti.
Ebbi un attimo di esitazione nel voltarmi verso Travis per paura della faccia che avrebbe avuto, ed avevo ragione ad averne, era rosso in viso e stringeva talmente forte la forchetta da avere le nocche bianche.
"Trac non ascoltare queste voci non sanno che dicono" dissi io accarezzandogli il viso per tranquillizzarlo ma lui si alzò di scatto facendomi sobbalzare.
"La cosa divertente è che non me l'hai neanche data, ancora" disse sussurrandomi l'ultima parola all'orecchio prima di sparire tra la folla e andarsene fuori dalla mensa, sapevo che doveva sbollire la rabbia o sarebbe scoppiato per cui non lo seguii e non lo trattenni con noi, mi limitai a voltarmi verso i miei amici e sbuffare mettendomi le mani sul viso, la sua gelosia dopo questa frase sarebbe solo aumentata del 110%, certo anche io lo ero molto di lui considerando tutte quelle con cui era stato solo che cercavo di non farmi prendere dalla rabbia ogni volta che qualche ochetta gli passava di fianco sculettando e sorridendogli cercando di provocarlo.
"Tranquilla emma le voci spariranno con il tempo" mi disse Sandy allungandosi sul tavolo e accarezzandomi il braccio per tranquillizzarmi, lei sapeva esattamente come fare per calmare l'animo turbato di tutti e l'amavo per questo.
"Grazie Sandy sei la migliore" dissi sorridendo, sentimmo un colpo di tosse e ci voltammo verso Ester.
"E io scusa?" Disse divertita lanciandoci poi delle patatine e facendomi tornare il buon umore, avevo le amiche migliore di sempre.
Dopo pranzo non mi sentii molto bene così decisi di tornare a casa un'ora prima,Travis non mi aveva ne scritto ne altro per cui non vidi il motivo di farlo io, doveva imparare a controllarsi.
L'aria fresca fuori da scuola mi risvegliò un po' facendomi anche sospirare, scesi gli scalini diretta verso la stazione dell'autobus quando mi arrivò un messaggio.
Da sconosciuto
Non si saltano le ore di scuola X

Rilessi un'altra volta il messaggio prima di capire che quella J fosse di Jordan, come aveva avuto il mio numero? Cosa ci faceva davanti alla mia scuola?
Mi guardai intorno in cerca della sua macchina e lo vidi poco più distante da me che mi fissava esattamente nella stessa posizione che faceva Travis quando mi aspettava fuori da scuola, andai verso di lui per capire cosa volesse, stava anche lui fumando una sigaretta, indossava una giacca di pelle e dei jeans scuri che gli stavano molto bene, era davvero bello, una bellezza particolare in grado di confonderti e darti sicurezza nello stesso momento.
"Vuoi un passaggio?" Chiese lui sorridendomi.
"Cosa ci facevi qui?" Chiesi io a mia volta senza rispondergli.
"Beh stavo passando di qui ti ho vista e mi sono fermato pensando che appunto volessi un passaggio" disse lui calmo per nulla turbato dalla mia domanda, io annuii, d'altronde era solo Jordan, il ragazzo gentile che mi aveva salvato alla festa, annuii sorridendogli a mia volta e salendo in macchina.
"Allora come mai sei uscita prima?" Chiese lui mentre guidava attento verso casa clark, al contrario di Travis che guidava sempre come uno spericolato credendosi Schumacher.
"Non stavo molto bene allora ho deciso di tornare a casa prima" risposi io continuando a guardare dritto.
"Ho saputo che tu e Travis avete chiarito, anzi si è pure messo la testa a posto per te a quanto pare" disse lui sorridendo con amarezza, non mi ero nemmeno accorta che eravamo già arrivati davanti a casa, il viaggio era stato molto breve nonostante lui avesse guidato rispettando tutti i limiti di velocità, mi voltai verso di lui per rispondergli e salutarlo.
"Beh ho deciso di dargli un'altra possibilità, mi ricordo ancora quello che mi hai detto l'altra sera quindi sta cercando di conquistarsi la mia fiducia al meglio che può" dissi io sorridendogli cordialmente.
"Grazie ancora per il passaggio a presto Jordan" dissi di nuovo vedendo che non rispondeva prima di scendere dalla macchina senza aspettare una sua risposta, lo vidi sfrecciare nella direzione opposta da quella in cui eravamo arrivati, era strano quel ragazzo ma dopo tutto quello che aveva passato potevo capirlo, Travis non si era comportato bene con lui era ovvio che portasse rancore.
Salii in camera dopo aver salutato Meredith e Rosa, volevo riposare un po' dato che ero davvero stanca non stavo per niente bene, era stata una giornata faticosa è stressante, fissai un attimo il cellulare indecisa se scrivere o meno a Travis, mi convinsi a farlo dato che sennò mi avrebbe aspettato inutilmente fori da scuola e si sarebbe arrabbiato il doppio non trovandomi, sbuffai leggermente ed iniziai a digitare sullo schermo piatto e ben illuminato.
A Travis 
Sono a casa non stavo bene, quando ti deciderai a smetterla di essere arrabbiato con me sai dove trovarmi X
Scrissi prima di mettere il telefono sul comodino e chiudere gli occhi, mi addormentai quasi subito, aiutata dal silenzio in casa e dalla stanchezza.
Come Succedeva spesso da un po' di tempo ormai sognai occhi verdi, espressioni corrucciate e troppa gelosia.


Buon giorno bella gente, scusate se il capitolo è un po' di passaggio ma dal prossimo ci saranno novità interessante, cosa ci faceva Jordan davanti alla scuola? Diceva la verità? Mmmhhh si scoprirà presto ;)
Volevo inoltre augurare a tutti un buon natale in anticipo, grazie mille ancora per tutti i vostri commenti e visualizzazioni mi fanno davvero piacere!!!
Beh a molto presto, baciii

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Capitolo 22
*** Secrets ***


Pensavo che l'amore fosse un sentimento misurabile, controllato, cauto e sicuro.
Dei sentimenti da cui potessi sfuggire chiudendo gli occhi e in cui potessi immergerti riaprendoli, non pensavo che la vita di una persona potesse condizionare a Tal punto la mia e soffrivo, soffrivo ogni giorno non sentendomi mai abbastanza contraccambiata, cercavo di fare finta di nulla, Travis aveva fatto enormi passi avanti dopo quella festa che mi sembrava così lontana ma che in realtà non era avvenuta neanche un mese prima.
"A che pensi?" Mi chiese lui mentre finivamo il nostro gelato passeggiando per venice beach, eravamo usciti un po' in giro per la città quella mattina dato che io non l'avevo ancora vista del tutto, eravamo andati a vedere tutte le stelle nel marciapiede di tutte le varie star anche se mi vergognavo un po' per il fatto che ne conoscessi solo poche e poi avevamo preso un gelato facendo un giro per la spiaggia, c'era una bella giornata anche se il vento che veniva dal freddo oceano mi faceva svolazzare tutti i capelli e mi pungeva la pelle del viso ormai rossa.
"A quanto sia diverso tutto questo da dove abito io" risposi mentendo, non del tutto.
Pensavo spesso a quanto fosse diversa l'Italia dagli Stati Uniti, menti diverse, città diverse e soprattutto gente diversa, non a caso tutto il mondo sognava di vivere qui, si respirava libertà e potere e se da un lato era fantastico dall'altro sapeva essere un po' opprimente cercare di essere sempre i primi nel mondo in qualsiasi cosa.
"Ti manca?" Mi chiese lui e non potei non notare un po' di seccatura nella voce, gli dava fastidio parlare di casa mia?
"Beh si la mia famiglia, i miei amici, Milano" sospirai io e lui si voltò a guardarmi sorridendo malizioso.
"Non mi sembra che qui ti trovi male" disse prima di prendermi il viso tra le mani e baciarmi in mezzo alla spiaggia, era un bacio casto ma pieno di sentimento com'eravamo ormai abituati a baciarci.
"Vieni ti porto un po' in giro oggi" disse facendomi l'occhiolino e prendendomi per mano portandomi vero la sua macchina.
"Mi piace molto la tua auto" dissi sinceramente mentre sotto il suo sguardo attento mi allacciavo la cintura, lui alzò gli occhi al cielo dato che ogni volta mi diceva che non era necessario però io preferivo essere sempre prudente in macchina cosa che lui non riusciva mai a capire.
"Bene quindi vedi di non sporcarla" disse in tono autoritario ma potevo scorgergli un piccolo sorriso che minacciava di spuntare fuori ed illuminare il suo bel viso scolpito, era perfetto sotto ogni punto di vista ed io non facevo che meravigliarmi di come uno come lui potesse stare con una come me, cercavo sempre di non pormi queste domande ma ogni volta che lo guardavo era come se il mio cervello facesse tutto da solo riportandomi alla realtà.
"Certo signor perfettino" dissi io ridendo e lui per ignorarmi accese la musica ad un volume fin troppo alto ma non osai toccare la radio o sapevo avrebbe iniziato a fare storie.
Viaggiammo per circa 20 minuti in silenzio, beandoci della musica e della giornata soleggiata e piena di aspettative, io guardavo fuori dal finestrino, avevamo superato il mare già da un po' e ora stavamo salendo sempre di più inoltrandoci nelle colline dietro la grande città, quando pensai che finalmente fossimo arrivati Travis scese e venne ad aprirmi la portiera.
"Da qui si va a piedi ragazzina" disse facendomi l'occhiolino ed io annuii contenta, non mi dispiaceva camminare in una giornata così, c'era il sole ma non faceva troppo caldo, era quasi primavera quindi si stava più che bene.
"Ma dove mi stai portando?" Dissi io ridacchiando per il suo modo impacciato di scavalcare le rocce e le sue imprecazioni sul caldo e sul sole.
"Ora vedi dai lumaca che non sei altro" disse prendendosi gioco di me così per fargli vedere che in realtà andavo piano per non finire ridotta come lui, cioè senza fiato salii saltellando come una gazzella e superandolo di qualche metro.
Appena arrivati in cima notai diverse persone che ammiravano l'orizzonte, ignorando i richiami di Travis mi voltai lentamente verso l'entroterra e la vidi, la grande scritta "Hollywood" il grande monumento della città di Los Angeles, probabilmente l'unico monumento, era molto più grande di quanto pensassi e anche se vi eravamo un po' lontani si riusciva a vedere benissimo, davanti a me invece c'era solo l'oceano aperto e una vasta vista della città che si era fatta sempre più piccola sotto i miei occhi.
"Aspettare no eh?" Sentii dire ad una voce dietro le mie spalle che soffiava sul mio collo provocandomi tanti piccoli brividi sparsi in tutto il corpo.
Mi voltai verso il ragazzo che stava dietro di me e senza pensarci due volte gli presi il viso tra le mani e lo baciai, era un bacio pieno di urgenza e desiderio, volevo che capisse cosa tutto ciò che faceva significasse per me e come avesse la capacità di rendermi felice.
Dal canto suo lui ricambiò subito il bacio, mi cinse la vita con le sue forti braccia in cerca di maggior contatto, i nostri petti ormai sudati per la camminata si scontrarono, le nostre bocce si massaggiavano e le nostre lingue si accarezzavano con movimenti circolari e ben connessi tra di loro.
"Adoro come il tuo corpo risponde al mio" disse Travis tra un bacio e l'altro lasciandomi senza fiato come faceva sempre, lo volevo, in tutti i modi possibili, sapevo che era ancora presto e che avrei dovuto aspettare ma se fossimo stati in casa in quel momento probabilmente non mi sarei opposta più di quanto avrei in realtà dovuto fare.
"Grazie Trav è stupendo qui" dissi io sorridendogli sinceramente e rivoltandomi verso l'orizzonte, ormai erano quasi le 5 p.m. Si riusciva a scorgere il bagliore del sole che calava piano e il cielo si stava tingendo di un arancione misto al blu del primo pomeriggio, era uno spettacolo davvero da togliere il fiato, quando mi voltai verso il ragazzo che era stato in silenzio per tutti quei minuti vidi che mi fissava, con occhi dolci e pieni di desiderio, sapevo di avere pure io la stessa espressione, me lo sentivo, speravo solo non fosse così evidente come lo era con lui ma sapevo bene che in realtà era più che evidente.
"Se non fossimo su questa stupida collinetta non hai idea di cosa ti farei emma" disse contro il mio orecchio rendendomi impossibile far prendere aria ai polmoni per qualche secondo, aveva la capacità di spiazzarmi soltanto con qualche parola, il mio stomaco si era riempito più che di farfalle di uno stormo di gabbiani impazziti e il desiderio verso di lui cresceva ogni istante.
Sentendomi più audace del solito decisi di rispondergli per le rime e non stando in silenzio.
"E cosa mi faresti?" Chiesi un po' insicura delle mie parole, non ero mai stata una che faceva molte avance con i ragazzi, tutte le mie esperienze le avevo avute con Travis in questi mesi e mi andava più che bene, non ero una suora di clausura solo che non avevo mai trovato qualcuno che mi piacesse abbastanza da condividere esperienze intime  di quel tipo, nemmeno con Chris.
"Beh come prima cosa ti toglierei questa stupida camicetta e i jeans" disse indicando i miei vestiti con la testa ed io improvvisamente mi pentii di averglielo chiesto, non sapevo esattamente se avrebbe risposto o meno ma di certo non ero in grado di intrattenere una conversazione di quel tipo con lui su una stra maledetta collina che si affacciava sull'oceano Pacifico.
"Poi toglierei anche le mutande e il reggiseno" disse stringendomi sempre di più i fianchi e facendo aderire la mia schiena contro il suo petto, riuscivo a percepire la sua eccitazione premuta sulla parte bassa della mia schiena dato che ero molto più bassa di lui.
"Devo continuare?" Disse poi lasciandomi un casto bacio sul collo, volevo che continuasse e non sapevo nemmeno il perché, non mi erano mai piaciute quel tipo di allusioni ma con lui era tutto diverso, lo era sempre stato e dovevo abituarmici.
Annuii solennemente continuando a guardare davanti a me, incapace di sostenere il suo sguardo di fuoco in un momento di elettricità simile.
"Beh poi ti farei mia, ti entrerei dentro e faremmo sesso per ore ed ore fino a quanto tu n-" disse ma non lo lasciai continuare presa da un'ondata di imbarazzo misto a desiderio e pura passione.
"Okay okay ho capito" dissi io imbarazzata e quando alzai gli occhi su di lui vidi che ghignava, lo divertiva la mia reazione lo sapevo bene.
"Dai andiamo" disse prendendomi per mano e riportandomi lentamente nella stradina che riportava alla macchina.
Non sapevo se voleva andare a casa per praticare ciò che aveva detto poco prima ma speravo di avere abbastanza tempo per tornare lucida e per impedire quella cosa, lo volevo si, ma non in quel momento, era troppo presto e noi ci eravamo trovati davvero da poco, non volevo rischiare di essere scottata di nuovo e dandogli subito ciò che voleva sapevo sarebbe cambiato qualcosa e non volevo, dentro di me anche se lo respingevo spesso si insinuava il pensiero che lui volesse solo fare sesso con me per poi scaricarmi come faceva con tutte le altre anche se in realtà sapevo che non era così o sarebbe finita da un pezzo.
Quando vidi la macchina mi meravigliai di quanto poco ci avessimo messo al ritorno anche se me lo aspettavo dato che la strada era in discesa, in tutto silenzio lui accese l'auto mentre mio mi allacciai la cintura, nessuno dei due sembrava aver voglia di parlare dopo quello scambio di battute bollenti, i nostri pensieri erano già troppo caotici e rumorosi e noi volevamo solo rimuginare su quanto fosse successo per poter trarre conclusioni e vedere cosa fare.
Durante il viaggio verso la lussuosa beverly Hills guardai fuori dal finestrino il cielo diventava sempre più arancione e il sole calava sempre di più, stava per fare sera, avevo passato una giornata splendida e speravo sarebbe continuata così.
"Ti dispiace se ci fermiamo un attimo a fare benzina? Sono quasi a secco" disse serio Travis ed io annuii in risposta mentre entravamo nel distributore più vicino, scendemmo dalla macchina, io volevo comprare una bottiglietta d'acqua e lui intanto apriva il serbatoio dell'auto per fare il pieno di diesel.
Mi beai del fresco all'interno del mini market e a passo spedito mi avviai verso il frigo prendo una bottiglietta d'acqua gasata che sapevo piaceva anche a Travis, subito dopo mi avviai verso la cassa ed estraendo il portafoglio pagai il grosso signore che intanto masticava uno stuzzicadenti con le monetine rimaste nel portafoglio.
"Arrivederci" dissi io prendendo il resto e avviandomi verso la porta senza ricevere una risposta verbale ma solo un solenne cenno con il capo.
Quando intravidi Travis notai che non era solo, accanto a lui c'era una ragazza mora che era intenta a parlargli ma lui sembrava scocciato, quasi arrabbiato dalla sua presenza.
"Hai già fatto abbastanza vattene via" disse lui a denti stretti, mi stavo avvicinando sempre di più ma nessuno dei due sembrava accorgersi della mia presenza, chi era quella ragazza? Non l'avevo mai vista prima a scuola.
L'oggetto del mio interesse si voltò verso di me squadrandomi da capo a piedi prima di rivoltarsi verso Travis.
"Beh vedo che hai compagnia ci vediamo trav non puoi evitarmi per sempre" disse prima di girare i tacchi e andarsene senza aggiungere altro lasciandomi parecchio confusa e facendo infastidire ulteriormente il ragazzo accanto a me.
"Sali in macchina" disse in tono piatto e così feci senza controbattere, quando faceva così mi faceva quasi paura e non osavo contraddirlo o sapevo sarebbe finita male.
Mise in moto e partì il più velocemente possibile cercando di smontare qualsiasi tipo di conversazione accendendo la radio ad un volume ancora più alto di prima, la serata era stata rovinata da quella misteriosa ragazza e il suo umore non faceva altro che peggiorare, il viaggio fu noioso e caotico, mi balenavano costantemente pensieri in testa che vennero cancellati dall'arrivo di un sms, pensai subito fosse di Ester o di Sandy ma quando lessi il nome di Jordan rimasi sorpresa, dopo lo strano passaggio in macchina di qualche giorno prima non ci eravamo più visti o sentiti per cui mi sembrò davvero strano quel messaggio.
Da Jordan
Ricorda, non è sempre oro ciò che luccica.
Lo rilessi qualche volta pensando che magari avesse sbagliato numero ma non mi mandò altri messaggi per confermare la mia ipotesi ed io bloccai stranita il telefono non sapendo cosa rispondere, c'era qualcosa che non andava, qualcuno si stava divertendo a tenermi all'oscuro di qualcosa ed io avrei scoperto cosa.
"Chi era quella ragazza?" Chiesi finalmente dando sfogo alla mia curiosità mentre scendevamo dall'auto.
"Nessuno di cui debba interessarti" rispose secco Travis mentre aprivamo il portone di ingresso e ci avviavamo a passo spedito verso i piani alti della grande casa.
"Beh a me sembra di sì vista la tua reazione" risposi io sbuffando e avendo finalmente la sua completa attenzione, mi guardò con sguardo truce e si avvicinò a passo pesante verso di me.
"Il passato spesso tende a fare brutti scherzi, che ti basti come risposta, ciao" disse velocemente prima di chiudersi in camera senza nemmeno aspettare una mia risposta o reazione, in quel momento capii che c'era molto di più sotto che io non sapevo e mi venne in mente solo lì che forse Jordan non mi aveva raccontato tutta la storia, dovevo farmi dire la versione di Travis anche se non sapevo bene come.

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Capitolo 23
*** Sherlock holmes ***


(CAPITOLO DA CORREGGERE)

JORDAN's POV
"Non ci credo che Travis abbia una ragazza devo fare assolutamente qualcosa per farla levare di torno altrimenti tutto quello che abbiamo preparato va a monte" urlò frustrata la ragazza di fronte a me mentre io tranquillo mi fumavo una sigaretta, a me emma piaceva, era carina e simpatica non meritava di stare con uno come Travis e non riuscivo nemmeno a capacitarmi del perché Travis avesse scelto proprio lei tra tutte, non era affatto il suo tipo eppure li avevo osservati in quei giorni e lui sembrava proprio preso, la cosa mi faceva incazzare perché uno come lui non meritava di essere felice in nessun caso riguardiamoci con una ragazza come emma al suo fianco pronta a salvarlo da tuta quella merda che lo circondava, scossi lievemente la testa per i miei stessi pensieri, quel bastardo l'avrebbe pagata per tutto ciò che aveva fatto.
"Mi stai ascoltando Jordan?" Disse di nuovo la bruna facendomi voltare verso di lei, mi odiava ed era giusto che lo facesse, le avevo rovinato la sua grande occasione di sistemarsi una volta per tutte ed essere felice per una stronzata ed ora mi sentivo quasi in dovere di aiutarla a recuperare tutto anche se comportava di nuovo ferire Travis, non che mi importasse più di tanto ormai, tutto quello che era successo era successo per un motivo ben preciso e se avessi potuto tornare indietro nel tempo avrei rifatto esattamente le stesse cose, l'unica differenza era che non si trattava più solo di Travis, c'era emma di mezzo e odiavo l'idea di doverla coinvolgere in questo schifo.
"Si ti sto ascoltando ora dimmi, che hai in mente di fare?" Le chiesi tranquillo mentre lei camminava per il mio salotto facendo rumore solo con i suoi tacchi a spillo ed io buttavo la sigaretta ormai finita giù dal balcone, come facesse a camminare tutto il giorno con quei cosi secondo me non lo sapeva nemmeno lei ma chi ero io per giudicare?  Ognuno faceva le scelte che voleva o che era costretto a fare e lei rientrava nella seconda categoria.
"Beh tu vuoi vendetta e i rivoglio la mia vita per cui iniziamo" disse sei sorridendo maliziosa ed io annuii, Travis avrebbe pagato per tutto e quando sarebbe finita tutta quella merda mi sarei portato via pure emma così da fargli capire di nuovo che ero in grado di privarlo di tutto, speravo solo che fossero così stupidi da lasciarsi ingannare abbastanza facilmente anche se mi resi conto più avanti che non fu così semplice come previsto.

EMMA's POV
Travis era come assente in quei giorni, da quando avevamo visto quella misteriosa ragazza al benzinaio era stato sempre vago, non veniva più la sera da me per un film o per stare insieme, a scuola era tornato da Toby e i suoi amici poco raccomandabili anche se ogni tanto mi lanciava qualche occhiata.
Continuavo a ripensare a cosa potesse essere accaduto quel giorno della settimana prima, a chi fosse quella ragazza, al messaggio di Jordan subito dopo averla vista e alla risposta del tutto vaga di Travis ma niente nella mia mente aveva un senso logico, avevo provato a chiamare Jordan in quei giorni per chiedergli spiegazioni ma non avevo mai ricevuto risposta, mi sentivo quasi come Sherlock Holmes a caccia di indizi mentre cercavo di ricostruire il passato con le poche informazioni che avevo.
"Che hai emma sei strana in questi giorni" disse Sandy mentre mi sedetti, di nuovo da sola, al tavolo con loro immersa nei miei mille pensieri.
"L'altro giorno io e Travis siamo andati in giro per la città ed è stato stupendo poi quando siamo andati a fare benzina l'ho visto mentre parlava con una bruna, se,brava stessero quasi litigando e quando gli ho chiesto chi fosse ha dato una risposta vaga sul passato e da lì ora non mi parla più, sta chiuso in se stesso e ha ricominciato anche a fumare, non so cosa fare o chi sia questa ragazza che l'ha ridotto così in meno di 5 minuti di conversazioni, a scuola non l'ho mai vista però potrebbe essere comunque della zona" dissi spiegando brevemente la situazione ai miei amici seduti con me al tavolo che ascoltavano attenti il mio breve racconto, quando finii si misero tutti a pensare nel caso conoscessero una ragazza con i capelli castani che poteva essere la diretta interessata, gli avevo già chiesto anche di Jordan una volta ma loro dissero che i primi due anni delle superiori non sapevano quasi chi fosse Travis perché se ne stava per i fatti suoi, sapevano che alla fine del secondo qualcosa era cambiato, qualcosa era successo e da lì era diventato ciò che era in quel momento, mi dissero anche che si, si era rotto la gamba al terzo ma era una lieve frattura e che dopo qualche mese ha tolto il gesso anche se a preferito non continuare a giocare a football.
Tutte quelle informazioni all'inizio mi se,gravano superflue, era più o meno la versione di Jordan ma queste nuove? Cosa dovevo pensare?
Sbuffando finii di malavoglia il pranzo e andai a lezione di spagnolo salutando i miei amici in corridoio diretti verso le loro classi.
"Tranquilla emma vedrai che si risolve tutto" mi disse Tyler dandomi un bacio sulla guancia e seguendo la sua fidanzata verso la classe di geografia.
Misi i libri inutili nel mio armadietto e presi quello di spagnolo dirigendomi poi verso la poco lontana classe, ci sarebbe stato anche Travis speravo solo che almeno mi parlasse e o facesse qualcosa, cominciavo a non sopportare più quella situazione, facevamo dei passi avanti e dopo qualche settimana ne facevamo altrettanti indietro, doveva aprirsi con me o la nostra relazione non si sarebbe mai evoluta davvero ed io prima o poi mi sarei stancata di stargli dietro e soffrire per lui.
Mi sedetti al mio solito banco e quando la lezione iniziò vidi che lui continuava a non arrivare, mi distrassi alle parole di Miss. Alvarez, cercavo in tutti i modi di concentrarmi sulla lezione ma non facevo che pensare, pensare e pensare, avevo bisogno di distrarmi con qualcosa o la testa sarebbe scoppiata.
"Muy bien chicos la clase es terminada tenéis que hacer los deberes para la próxima semana"  disse la prof annunciando l'imminente fine della lezione, copiai i compiti scritti alla lavagna sul diario e quando sentii la campana suonare mi fiondai fuori da scuola in cerca del mio ragazzo, i miei occhi vagavano tra tutte le macchine del parcheggio ma nessuna era la sua.
"È andato a casa tesoro" disse una voce alle mie spalle, mi voltai per vedere con mio grande orrore Madison che masticava una gomma rosa e si toccava insistentemente i capelli.
"Grazie, ciao" dissi io mentre ricominciai ad avanzare verso la strada ma la ragazza proseguì ignorando le mie parole.
"Finirà presto lo sai? Ci fa sentire tutte speciali per un po' cara ricordalo" disse lei prima di girarsi e andarsene con le sue amiche che intanto ridacchiavano, che stronza.
Lei non sapeva nulla di me e Travis quindi non aveva diritto di parola su un bel niente.
Cercai di chiamarlo per  chiedergli dove fosse ma non mi rispose, ero sempre più frustrata e confusa così  mi venne in mente di chiamare l'unica persona che non avrei dovuto contattare ma dovevo sapere cosa stesse succedendo per cui ignorando il mio istinto premetti il tasto e rimisi il telefono vicino all'orecchio sperando in una risposta momentanea che non tardò ad arrivare.
"Emma" disse la sua voce calda, mi rilassai all'istante dato che aveva risposto poi mi affrettai a parlare.
"Dove sei? Potresti portarmi a casa? Dobbiamo parlare" dissi fredda sperando non rifiutasse la mia affermazione, ci furono attimi di silenzio da una cornetta all'altra ma dopo qualche minuto rispose.
"Certo, ti vedo già stai ferma lì che arrivo" disse la sua voce prima di riattaccare e lasciarmi sola con il telefono in mano in mezzo alla strada, respirai profondamente iniziando a pensare a cosa chiedergli, c'erano così tante cose che volevo sapere e dovevo mettere in ordine il cervello per non fare confusione anche se era difficile in una situazione simile, ignorai la chiamata in arrivo sul mio telefono senza neanche guardare chi fosse, dovevo concentrarmi e prendere in mano la situazione, sapevo che c'era sotto molto di più di quello che tutti volevano farmi credere, lo vedevo negli occhi di Jordan, di Travis e per un attimo anche in quelli di Tyler, forse lui sapeva ma non voleva dire nulla, d'altronde era il figlio del preside, ogni cosa che succedeva all'interno della scuola la veniva a sapere e di conseguenza anche suo figlio.
Il telefono smise di squillare ed io sospirai, ma dov'era? Ha detto che mi vedeva già. 
Iniziai a guardarmi intorno per vedere se la sua macchina stava arrivando e quando lo vidi feci un sospiro di sollievo, pensavo mi avrebbe lasciata qui senza dirmi nulla invece era venuto a prendermi.
Quando la macchina si fermò mi affrettai a salire dal lato del passeggero e a mettermi la cintura di sicurezza com'era mia abitudine fare, poco dopo la macchina ripartí ed io mi voltai verso il guidatore.
"Grazie per il passaggio Chris" dissi lievemente imbarazzata.
"Stavo tornando a casa ma quando mi hai chiamato sono tornato indietro per questo ci ho messo un po', dimmi tutto" rispose lui calmo, guardava la strada di fronte a se con i suoi soliti rayban che gli donavano molto, era un ragazzo davvero bello ma per me non era nulla in confronto a Travis, erano due bellezze diverse, uno biondo con gli occhi azzurri, palestratissimo e dolce, l'altro moro occhi verdi più alto e leggermente più asciutto a causa della sua superiore altezza e carattere decisamente difficile, non si poteva scegliere obiettivamente con due ragazzi così e a quanto pare a me piaceva la categoria di Travis anche se fino a qualche mese prima mi sarei messa a ridere scegliendo Chris tutta la vita.
"Ho bisogno di sapere cos'è successo a Travis alla fine del secondo anno, perché è diventato così e cosa c'entra Jordan con tutto questo" appena finii la frase il ragazzo si voltò stupito verso di me.
"Come conosci Jordan?" Disse lui con aria preoccupata ed io rimasi stranita dalla sua reazione.
"L'ho incontrato ad una festa e mi ha raccontanti cos'è successo, la sua versione almeno solo che l'altro giorno mentre ero con  Travis ho visto una bruna che parlava con lui e litigavano quasi e da quando l'abbiamo vista Travis non si dà pace e continua ad essere scontroso e non so che fare, volevo sapere se tu sai cos'è successo e chi sia questa ragazza, ti prego se sai qualcosa dimmelo" dissi io pregandolo mentre lui era tornato a guardare impassibile la strada di fronte a se, quando fin troppo presto arrivammo davanti al cancello di casa clark lui si rivoltò verso di me.
"Ascolta devi starne fuori a questa storia okay? Non parlare più con Jordan è davvero non immischiarti" disse duro mentre io combattuta scendevo dalla macchina, non avevo ottenuto nessuna risposta.
"Sofia" disse poi guardando davanti a se seccato, mi rivoltai verso di lui confusa dalle sue parole e non esitò a darmi ulteriori spiegazioni.
"La ragazza che avete visto l'altro giorno, si chiama Sofia" disse prima di far ripartire la macchina e sfrecciare via davanti ai miei occhi e lasciandomi ancora più confusa.
Sofia, non mi era nuovo quel nome solo non ricordavo bene dove l'avessi sentito.
"Emma" disse una voce alle mie spalle, mi voltai e vidi Travis che mi veniva incontro abbracciandomi.
"Sono un cazzone lo so solo che ho avuto qualche problema in questi giorni" disse prima di baciarmi lievemente ma con bisogno, mi sciolsi all'istante capendo quanto mi fosse mancato e quanto avessi bisogno di lui.
"Dai entriamo" disse prendendomi per mano e portandomi dentro casa, guardai velocemente il telefono mentre lo seguivo e notai che la chiamata era di Jordan e c'era pure un messaggio.
Da Jordan
Lo Sherlock holmes più carino che conosca.
Rimasi paralizzata nel leggere quelle parole e seriamente preoccupata, come diavolo faceva a sapere che stavo cercando di scoprire se lui dicesse la verità o meno?
Improvvisamente la verità mi colpì come un secchio d'acqua gelido.
Sofia era la ragazza di Jordan che Travis gli aveva portato via, così diceva lui.
Come mai avevo l'impressione che invece fosse stato il contrario? 

Tadannnnnnnn la storia si infittisce sempre di più con colpi di scena eclatanti ahahah 
Ho aggiornato subito perché non volevo farvi aspettare troppo e fino all'inizio della scuola cercherò di aggiornare più che posso.
Baci amanti del mistero❤️

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Capitolo 24
*** Sofia ***


(Capitolo da correggere)

La realtà che mi aveva colpito come uno schiaffo in pieno viso non faceva che continuare a crearmi altri pensieri e sospetti, non riuscivo a capire cosa diavolo stesse succedendo e il filo logico della situazione.
"Emma dai saliamo" disse Travis che ancora mi teneva per mano e cercava di farmi salire le scale, non mi ero nemmeno accorta di essermi fermata, troppo distratta a riflettere sull'informazione appena data.
"S-Sofia" dissi piano, quasi sussurrando ma questo bastò a fargli strabuzzare gli occhi e a guardarmi come se avesse visto un alieno.
"Come cazzo fai a sapere il suo nome?" Disse ringhiando e lasciando andare la mia mano, la perdita di contatto mi provocò dei brividi in tutto il corpo e il suo tono iniziava a mettermi a disagio, cosa era successo con loro? 
"Cosa vuole da te?" Dissi io non rispondendo alla sua domanda e iniziando ad alzare pure io la voce.
"Dimmi chi cazzo ti ha detto il suo nome" disse lui avvicinandosi cercando di calmarsi ma vedevo che era molto arrabbiato.
Non volevo dirgli di Jordan perché poi avrei dovuto spiegargli i messaggi e che l'avevo visto e questo sapevo l'avrebbe fatto arrabbiare il  doppio e non volevo nemmeno che si infuriasse con Jordan, non sapevo ancora le sue intenzioni e non volevo che Travis si cacciasse nei guai.
"L-ho sentito a mensa" dissi inventando una balla e sperando di essere credibile nonostante il mio tono incerto, non sapevo raccontare bene le bugie e questo non giocava a mio favore.
"Da chi l'hai sentito?" Disse lui sorridendo scherno, aveva capito fin dove mi sarei spinta con questa bugia, sapeva che stava mentendo poi mi venne in mente un'idea.
"Ho sentito sentito quelli della squadra di football dire che avevano rivisto questa Sofia e che era tornata e a giudicare dai loro commenti sembrava proprio la tua amica" dissi iniziando a giocare pure io, vidi la sua espressione contrarsi per l'ultima frase ed iniziò a sbuffare.
"Bene ed evita certi commenti la prossima volta" disse prima di entrare e chiudersi in camera.
Ero arrabbiata per quello che aveva detto, avevamo appena chiarito e la pace era durata ovviamente circa 5 minuti, ma da un lato ero contenta al fatto che avesse creduto alla mia storia, voleva dire che questa Sofia era davvero della scuola, perché Ester e gli altri non la conoscevano?
L'unico che parve incerto quando chiesi loro di lei fu Tyler anche se aveva poi detto a mensa di lasciar perdere e così avevamo poi cambiato discorso. 
Avrei dovuto chiedere a lui e capire bene chi fosse questa ragazza dato che nemmeno chris voleva dirmi qualcosa. 
Entrai in camera mia sbuffando sonoramente e guardai il telefono, il messaggio di Jordan era ancora lì a ripetermi cosa diavolo stesse succedendo ma cercai di non pensarci, mi diressi verso la biblioteca decisa a distrarmi con un buon libro e quando ne sfogliai qualcuno che pareva interessante la mia curiosità venne catturata da un enorme fascicolo che era ancora sul tavolo, qualcuno doveva averlo guardato di recente e si era scordato di metterlo via.
Guardandomi un attimo intorno per vedere se non ci fosse nessuno mi avvicinai e lessi l'etichetta stampata sullo spesso fascicolo.
Travis clark 
Pratiche aziendali e matrimonio 2014
Rilessi strabuzzando gli occhi prima di sentire la porta della biblioteca essere aperta violentemente, presi il primo libro che mi capitó sotto mano e mi sedetti su una sedia lontana dal tavolo dove stava il fascicolo che mi aveva appena scatenato una tempesta dentro, feci finta di leggere quando sentii una presenza alle mie spalle, sapevo chi fosse.
"Cosa ci fai qui?" Disse lui serio mentre io continuavo a fissare la pagina piena di scritte che realmente non leggevo.
"Volevo distrarmi, non posso?" Dissi seccata e chiudendo il libro con freddezza.
"Stavi leggendo "come imparare il tedesco in 1 mese"?" Chiese lui alzando il sopracciglio e indicando il libro tra le mani, ovviamente tra tutta la biblioteca avevo beccato quello meno credibile.
"Ja Herr clark"  dissi io cercando di ricordarmi quelle poche parole di tedesco che sapevo giusto per non fare una figuraccia.
"Okay beh io sto uscendo" disse lui poco convinto e voltandosi per andare verso la porta ma lo bloccai.
"Parlami Travis" dissi io esattamente dietro di lui, la mia mano gli accarezzavo la schiena tesa.
"Ci sono cose che non sei tenuta a sapere emma non insistere" disse lui sempre dandomi le spalle e stringendo sempre di più le chiavi dell'auto nel suo palmo destro, quella frase mi fece rimanere un po' male, credevo che potessimo dirci tutto io e lui ma ovviamente dovevo ricordarmi che l'attaccamento che avevo nei suoi confronti era più forte di quello che aveva lui nei miei.
"Okay vorrà dire che lo scoprirò da sola" dissi staccando la mano dalla sua schiena e superandolo mentre cercavo di andare il più velocemente possibile in camera, quando stavo per aprire la porta sentii la mano forte di Travis avvolgersi intorno al mio polso sinistro costringendomi a fermarmi e a voltarmi verso di lui.
"Stanne fuori emma lo dico per te" disse lui guardandomi serio, non capivo che io c'ero già in mezzo a quella storia e non potevo fare nulla per uscirne illesa sapendo già così tanto.
"Si invece che ci sono dentro in teoria sto con te e se qualcosa turba così tanto te da arrivare a trattarmi di merda beh allora si riguarda anche me" dissi seria mentre lui rimaneva in silenzio davanti a me, aveva già lasciato la presa dal mio polso, vedendo che si stava leggermente calmando decisi di dare sfogo alla mia curiosità e al mio tormento.
"Sei-sei sposato?" Dissi abbassando lo sguardo e parlando con voce incerta, dovevo saperlo per quanto assurdo potesse sembrare, sul fascicolo c'era scritto matrimonio 2014 quindi due anni prima e quindi quando lui era in seconda, tornavano tutti i collegamenti, cos'era successo? Lui non era nemmeno maggiormente quell'anno come poteva sposarsi?
"No emma non sono sposato" disse lui sbuffando, tirai un sospiro di sollievo che non sapevo nemmeno di star trattenendo, la situazione ci stava sfuggendo di mano e lo sapevamo entrambi.
"Bene" risposi io iniziando a voltarmi verso la porta ma la sua voce mi fermò.
"Cerca di curiosare di meno in casa mia grazie" disse lui calmo ma percepivo la nota di fastidio nella sua voce, mi voltai verso di lui sorridendo, cosa che lo lasciò sorpreso, si aspettava una scenata probabilmente e non un sorriso ma non riuscivo a non trattenermi.
"Sappiamo bene entrambi che non la smetteró tesoro" dissi prima di lasciargli un veloce bacio a stampo che rilassò momentaneamente i suoi muscoli ed entrare in camera veloce, se mi avesse trattenuto un'altra volta non so come sarebbe andata a finire la conversazione, ero contenta che non fosse sposato ma una ragazza di 18 anni non dovrebbe avere preoccupazioni del genere con il suo ragazzo, sicuramente anche i signori clark sapevano tutto ma non potevo chiederglielo sfacciatamente, ci avrei provato con Meredith facendo qualche domanda e sperando che almeno lei non so sarebbe rifiutata di rispondermi, sembrava che tutti si divertissero a tenermi all'oscuro di tutto.
Seduta sul letto decisi di chiamare Tyler, se sapeva qualcosa doveva dirmelo assolutamente.
Aspettai che rispondesse, il telefono squillava quindi voleva dire che non l'avesse spento, dopo un po' quando ormai stavo per chiudere la chiamata rispose tutto affannato.
"Hei emma scusa stavo correndo dimmi tutto" disse lui mentre cercava di regolare il respiro, era davvero buffo, tenevo un sacco a lui dato che era stato il mio primo amico in quella scuola, era davvero un bravo ragazzo e non sopportavo l'idea che la gente lo prendesse in giro solo perché suo padre era il preside, non eravamo mica all'asilo anche se a quanto pare alcune persone di mentalità ci restavano fino ai 50 anni.
"Chi è sofia? So che tu lo sai Ty non mentirmi" dissi io secca, sapevo che lui sarebbe stato l'unico che mi avrebbe detto qualcosa perché non sapeva mantenere i segreti e teneva troppo a me per riuscire a tenermi nascosto qualcosa di così apparentemente grosso.
"Emma coma fai a sapere il suo nome?" Mi disse lui piano con voce un po' preoccupata.
"Lo so e basta" risposi io un po' troppo dura e quando me ne resi conto cercai di rimediare.
"Me l'ha detto un ragazzo che si chiama Jordan alla festa dove me ne sono andata perché Travis aveva fatto il coglione" dissi con voce più dolce e lo sentii quasi trasalire.
"Emma devi stare lontano da quello è una pessima influenza" disse lui serio quasi sgridandomi ed io non capii, a me Jordan era se,beato un ragazzo per bene e molto gentile non capivo perché tutti pensassero il contrario di lui, pensai per un attimo che avendo litigato con Travis magari quest'ultimo avesse potuto spargere voci sul suo conto però non era da Travis, lui si faceva i fatti suoi e odiava chi si metteva in mezzo alle sue cose non era proprio il tipo che andava ad infamare qualcuno come una liceale incallita.
"Non capisco perché a me sembra un ragazzo a posto" dissi pensando ai messaggi che mi aveva mandato, okay non proprio a posto.
"Emma non posso parlartene al telefono è una storia lunga e non la so nemmeno tutta comunque domani a mensa andiamo nel cortile del retro e te la racconto basta che mi prometti che poi ne esci fuori eh! Non si scherza con i Robinson" disse lui ed io rimasi confusa.
"I robinson?" Chiesi io piano cercando di non farmi sentire da Travis che non era ancora uscito di casa, per quanto ne sapessi io poteva essere fuori dalla mia porta con un bicchiere di vetro ad origliare anche se mi faceva ridere quell'improbabile possibilità.
"Si sono i genitori di Sofia erano una delle famiglie più potenti di tutta Los Angeles e di torni ma come ti ho detto ti spiego domani" disse e sentii il disagio nella sua voce per cui non insistetti più.
"Va bene non preoccuparti grazie mille per il tuo aiuto sei un amico Ty" dissi io pensandolo davvero, ero contenta che mi avrebbe finalmente dato le risposte che cercavo, magari non tutte ma almeno ci avrei capito di più.
"È il minimo emma a domani sta attenta" mi disse prima di chiudere la chiamata e lasciarmi da sola ai miei pensieri.
Quella sofia non riusciva ad uscire dalla mia mente è la cosa mi dava parecchio fastidio, chi era? Cosa voleva da Travis? 

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Capitolo 25
*** Back In 2014 ***


Continuavo a camminare per la stanza senza riuscire a fermare i miei pensieri e calmare il mio animo, dovevo fare qualcosa, non potevo aspettare fino al giorno dopo.
Presi la mia felpa comoda e con il cappuccio e me la misi, mi infilai le scarpe e guardandomi un'ultima volta allo specchio riuscii a notare che il nervosismo mi aveva creato delle sottili roche sulla fronte, avevo lo sguardo corrucciato e concentrato e la cosa non mi piaceva affatto.
Scesi di sotto salutando Rosa che intanto preparava la cena, le dissi che non sarei tornata in tempo e una volta fuori da quella casa mi sentii subito meglio, l'aria fresca del tardo pomeriggio mi alleggeriva la mente mi calmava, iniziai a camminare per il vialetto ed uscendo dal cancello che dava sul giardino della grande villa, non sapevo esattamente dove Tyler abitasse ma ricordo che una volta mi aveva detto la via, la digitai su google maps e scoprii con gioia che era a pochi isolati da casa Clark quindi non ci avrei messo molto.
Durante il tragitto pensai alla situazione.
La comparsa di quella ragazza che avevo sentito nominare solo da Jordan, il cambiamento di Travis, il silenzio di Chris e le poche rivelazioni di Tyler, il libro della biblioteca con referti di due anni prima il momento in cui è scoppiato tutto il casino di cui non ero ancora a conoscenza e il presunto matrimonio di Travis che lui mi aveva assicurato non fosse mai stato celebrato.
Tutte informazioni che iniziavano a creare varie piste nella mia mente che si lasciava andare alle ipotesi peggiori e che cercavo in tutti modi di scacciare.
Quando dopo circa 20 minuti di cammino arrivai nella via di Tyler pensai di chiamarlo non sapendo il numero civico, tirai fuori il telefono dalla tasca e digitai sul suo contatto sperando mi avrebbe risposto.
"Emma?" Disse la sua voce dopo tre squilli ed io mi sentii subito più sollevata.
"Qual' è il tuo numero civico?" Chiesi io mordendomi l'interno guancia, forse non era stata una grande idea piombarmi a casa del figlio del preside il giovedì sera.
"57 perché?" Disse lui confuso ed io iniziai con passo veloce ad avanzare cercando casa sua.
"Ho bisogno di risposte ora Tyler e non c'è posto sicuro in cui parlare a scuola" dissi io sperando non mi avrebbe urlato contro ma conoscendolo avrebbe solo sospirato e accettato la mia idea malsana.
"Sei proprio inarrestabile vero?" Disse lui ridacchiando e intanto io mi trovai davanti alla sua grande villa color panna, non era grande come quella dei Clark o di Madison ma comunque molto spaziosa e con un delizioso giardino frontale che affacciava sulla poco trafficata via privata di Beverly Hills.
"Già e sono davanti a casa tua ti conviene prendere una felpa fa un po' freddo qui" dissi io ridacchiando per le sue parole e lo sentii subito dopo sospirare.
"Mio padre non c'è si è fermato a scuola per dei colloqui puoi entrare" disse lui prima di riattaccare la chiamata e aprirmi il cancello del giardino, non avrei mai smesso di stupirmi di tutto il lusso che circondava questo posto, con il lusso anche segreti e situazioni scomode, ero convinta che tutta la storia di Travis fosse solo un puntino nel grande casino che era la vita in questo quartiere pieno di vizi e capricci di cui io non volevo fare parte.
"Emma entra che inizia a fare freddo fuori" mi disse il mio amico risvegliandomi dai miei pensieri e aprendomi il portone di casa.
"Grazie per avermi permesso di venire anche con così poco preavviso" dissi io abbracciandolo per salutarlo e facendomi avvolgere dal calore all'interno della casa.
"Mia madre è in cucina, vieni te la presento" disse prendendomi il polso gentilmente e portandomi verso la grande cucina vicino al salotto, trovai una donna davanti ai fornelli che canticchiava la canzone alla radio e mi venne da sorridere per la semplicità dell'immagine che avevo davanti, da noi cucinava sempre Rosa e mi ero scordata che non tutti potevano permettersi di avere una governante a tempo pieno.
"Mamma ti presento emma la mia amica dell'Italia di cui ti ho parlato" disse Tyler tossicchiando per ricevere la sua attenzione e quando la donna si voltò notai la profonda somiglianza tra i due, mi sorrideva cordialmente e venne verso di me per stringermi la mano.
"Molto piacere cara, sono Judith" disse lei calorosamente.
"Piacere mio signora" dissi io sorridendole per poi voltarmi verso Tyler che ci guardava scuotendo la testa divertito.
"Resti a cena con noi?"  Mi chiede gentilmente ed io accetto volentieri la proposta, non volevo cenare a casa, il signor clark non ci sarebbe stato come sempre, Meredith per colmare la mancanza del marito avrebbe invitato qualche amica o avrebbe cenato al club e Travis si sarebbe fatto mandare la cena in camera, le mie aspettative per la serata non erano certo allettanti.
"Grazie mille per la proposta" dico cordialmente e lei fa cenno con la mano come ad indicare che non è nulla.
"Bene mamma noi andiamo" disse Tyler prima di prendermi per mano e farmi salire quasi a sua gradini alla volta le scale che credevo avrebbero condotto a camera sua e così fu.
"Bella camera" dissi ridacchiando notando il colore blu leggermente infantile delle pareti e i vari palloni da football o basket per terra.
"Si lascia perdere, allora deduco tu sia qui per la robinson" disse subito diretto sedendosi sul letto e facendomi segno di sedermi accanto a lui cosa che feci di buon grande, ero un po' stanca per la camminata.
"Dimmi tutto" dissi io impaziente di scoprire quanti più dettagli su questa Sophia Robinson che mi stava tormentando la vita senza nemmeno che la conoscessi.
"Ti avviso che non so esattamente bene la storia e mio padre mi ha proibito di dirla in giro per cui non dire nulla" disse lui leggermente a disagio e li capii come mai non me l'avesse detto la prima volta che gli e l'ho chiesto a mensa di lei.
Annuii solennemente mettendomi una mano sul petto in segno di fedeltà e facendolo ridacchiare leggermente, poi prese un grande respiro e così feci io ed iniziò.
Ero un po' tremante non sapevo quanto la situazione fosse realmente grave fino a quando non iniziò la storia.
"Era il secondo anno quindi 2 anni fa, Travis era capitano della squadra di football, aveva appena iniziato ad essere popolare a scuola solo quelli del primo e secondo anno lo conoscevano dalla terza poi diventó il mito di tutti. Andava sempre in giro con un certo Jordan, erano ,migliori amici sin dall'infanzia e facevano tutto insieme, un giorno da quanto ho capito hanno litigato pesantemente per questa Sophia e sono saltate fuori cose strane, era la fidanzata di Travis allora e girava voce che i suoi genitori per accettare la fusione della società Clark avrebbero dato in promessa loro figlia a Travis e i clark accettarono e così la loro compagnia divenne quella che è ora, un colosso degli Stati Uniti, la cosa ovviamente a Travis non piacque e da lì ruppe il rapporto con i suoi, credo che sofia lo abbia pure tradito per Jordan e per questo lui l'aveva lasciata solo che da contratto in teoria loro dovrebbero sposarsi.
I genitori di lei la mandarono in un collegio di suore perché avevano sentito la storia di Jordan e le due famiglie unite fecero in modo che lui cambiasse zona e scuola per non averlo più tra i piedi, Travis non fece nulla per impedirlo e la loro amicizia si ruppe, credo pure che Travis si sia rifiutato di tenere conto del contratto, secondo quello che dici i due dovrebbero sposarsi a 22 anni o un'età simile solo che se non gli da retta il padre rischia di perdere tutto e i Robinson sono famosi per la loro mescolazione con la malavita di Los Angeles non so se mi spiego e quindi ci sarebbero davvero gravi conseguenze, questo saltó fuori quando due sicari spaccarono una gamba a Travis in una rissa per avvisarlo che se avesse rifiutato Sophia ancora gli sarebbe successo altro e da lì il signor clark capì di aver fatto male ad accettare e cercò di rimediare con il figlio solo senza successo, finché però Travis non vuole non può sposare Sophia quindi l'ultima parola resta la sua e se quel Jordan non si sa bene il motivo non l'avesse trombata tutto questo casino non sarebbe successo anche se non credo tu saresti qui ora" 
Disse ed io mi pietrificai per tutte le informazioni assimilate, ora era tutto chiaro, ogni cosa aveva senso, ogni piccolo pezzo accumulato in queste settimane di ricerca aveva finalmente completato il puzzle nella mia mente, ed era un puzzle orribile, leggevo dalla faccia di Tyler dispiacere e comprensione, non volevo essere compatita ma cavolo Travis probabilmente si sarebbe sposato con la figlia di un mafioso ed io in questo momento rappresentavo un problema per loro, iniziai ad avere paura e lui lo notò.
"Per questo tutti vogliono che tu stia fuori da questa storia, se la voce della vostra relazione arriva ai Robinson non so cosa potrebbe accaderti, con quelli non si scherza"  disse lui preoccupato mentre io rimanevo paralizzata da tutto.
"Ragazzi è pronto!" Sentimmo la voce della madre di Tyler provenire da sotto e così ripresi un po'  i sensi.
"Sto bene tranquillo andiamo a mangiare" dissi con voce apatica e nonostante lui se ne fosse accorto non disse niente, sapeva che ora che la bomba azionata mi era stata messa davanti era mio compito riuscire a neutralizzarla o lasciarla scoppiare coinvolgendo anche me, avevo paura in quel momento ma più che altro la cosa che mi spaventava di più era non avere un ipotetico futuro con Travis dato che lui avrebbe sposato un'altra in un modo o nell'altro l'avrebbe fatto sicuramente.
Me ne sarei dovuto andare da Los Angels sei mesi dopo ma sarei comunque tornata per fare l'università e i miei progetti di vita riguardavano quella città tanto bella quanto piena di insidie e pericoli.
Niente nella mia mente aveva più senso in quel momento, nulla era certo solo che non avrei mai permesso che Travis facesse parte di tutto quel casino.
Mi era inevitabile in quel momento provare un certo sentimento di odio verso i signori Clark anche se erano sempre stati molto gentili con me ma come fai a "scambiare" un figlio per una fusione aziendale?
Scendevo le scale lenta,ente facendomi cullare dal dolce profumo di pollo arrosto che proveniva dalla cucina e fui felice di non vedere il preside seduto in uno delle sedie intorno al tavolo, il lavoro doveva trattenerlo davvero molto.
"Sta sera non c'è a cena" disse Tyler colmando i miei dubbi dato che aveva notato il mio sguardo vagare tra i posti vuoti presenti.
Sua madre mi sorrise cordialmente ed io mi accomodai pronta e affamata, volevo solo godermi la serata in compagnia di un amico e della sua dolce madre avrei pensato ai problemi che mi tormentavano solo quando avrei riaperto gli occhi il giorno dopo. 




Tadannnnn 
Ecco a voi la tanto attesa spiegazione del tutto ma sappiate che le sorprese non finiscono qui perché nel prossimo capitolo succederà qualcosa di ancora più strambo fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Baci a presto 

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Capitolo 26
*** I'm yours ***


(Capitolo non consigliato ai minori di 16 anni ma se volete leggere fate pure basta che poi non vi lamentate)

Tyler è stato molto gentile da accompagnarmi a casa in macchina, gli ho chiesto di andare piano, volevo rimandare al più tardi possibile la conversazione che avrei senz'altro avuto con Travis quella sera, avevo paura della sua reazione, magari si sarebbe arrabbiato con Tyler perché mi aveva detto tutto ed era l'ultima cosa che volevo, la realtà delle cose mi aveva aiutato a ragionare più lucidamente e a prepararmi a cosa sarei dovuta andare incontro, mi mancava un sacco il mio ragazzo, quello dolce che si era mostrato nell'ultimo mese, quello pieno di passione con cui avevo scambiato gesti e momenti intimi sui nostri letti e nonostante non ci fossimo mai spinti troppo oltre non mi metteva fretta, sapeva che fossi vergine e lo rispettava ed io lo amavo ancora di più per questo, esatto amare, una parola e mille significati.
Quando sei innamorato non riesci a dormire perché la realtà è più bella dei sogni, sei piano di aspettative e cambi totalmente percezione della vita, inizi a pensare più ad un altro che a te stesso, diventi geloso e irrazionale e ogni cosa che riguarda la tua vita non vedi l'ora di raccontarla alla persona con cui condividi i momenti più belli.
Non sapevo se Travis mi amasse e probabilmente in quel momento non lo faceva, almeno non quanto lo facessi io, faceva male si, ma gli avrei dato il suo tempo come lui lo dava a me, dopo tutto quello che aveva passato era ovvio che non riuscisse più a fidarsi completamente di qualcuno e non lo biasimavo ma volevo aiutarlo, fargli credere ancora che amare una persona non ti distrugge ma ti salva, soprattutto se è corrisposto ed io di sicuro lo corrispondo, non ci resta ormai tanto tempo insieme e voglio vivere l'altra metà del mio anno solo con lui non come la prima in cui siamo stati solamente in conflitto, staccati l'uno dall'altra per paura dei nostri sentimenti e delle conseguenze provocate da essi.
"Siamo arrivati" mi disse Tyler risvegliandomi dai miei pensieri che ovviamente erano sul ragazzo all'interno della casa, me lo sentivo che non sarebbe uscito quella sera e infatti notavo da fuori la luce della sua camera accesa.
"Tyler non so come ringraziarti sei davvero l'amico migliore che si possa avere e ringrazia tua madre per la cena, è stata molto dolce" dissi dandogli un bacio sulla guancia per salutarlo mentre mi sorrideva complice e quando scesi partì subito dopo avermi fatto un cenno con la mano.
La cena con lui e sua madre era stata meglio di quanto immaginassi, erano entrambi molto simili e divertenti e sua madre era davvero gentile, le ho parlato dell'Italia, in particolare di Milano e mi piaceva l'idea che qualcuno si appassionasse della mia regione, l'Italia è il paese più bello del mondo, quello più ricco di storia, di meraviglie naturali ma quello meno valorizzato artisticamente è quello governato peggio da gente avida che pensa solo ai propri interessi e odiavo che tutto il resto del mondo lo usasse come pretesto per prendere in giro la mia gente e dire che noi siamo solo rumorosi, furbi e falsi, è naturale che dicano queste cose se chi ci rappresenta è esattamente così.
Scossi leggermente la testa pensando che non fosse il momento adatto per farsi prendere dai patriottismi italiani ed entrai in casa.
"Ciao cara" mi disse Meredith mentre pure Des era con lei, era tornato prima quella sera ed erano in sala a guardare la TV con una bottiglia di vino aperta appoggiata sul piccolo tavolino di cristallo poco distante dalle loro gambe.
"Buona sera, ero a mangiare dal mio amico Tyler, il figlio del preside Johnson" dissi sorridendo spiegando cordialmente il motivo della mia assenza, non potevo fare a meno però di guardare quelle due persone che mi sembravano tanto straordinarie con occhi diversi.
"Va bene cara, Travis è di sopra buona serata pure a te" mi disse Des ed io annuii congedandomi con un gesto del capo e salendo velocemente le scale, se prima volevo evitare il discorso in quel momento volevo solo chiarire con lui e riaverlo tra le mie braccia mentre mi sussurrava cose dolci all'orecchio dopo aver condiviso esperienze intime.
Quando mi ritrovai davanti alla sua porta riluttante bussai leggermente aspettando con impazienza che aprisse e mi lasciasse affondare tra le sue braccia, dopo tutto ciò che avevo scoperto non volevo più separarmi da lui, lo volevo mio e avevo paura di perdere oda un momento all'altro.
Quando sentii la maniglia abbassarsi lentamente per poi vedere la porta aprirsi lasciando solo uno spiraglio di luce dall'interno capii che voleva che entrassi.
"Tyler Johnson eh?" Disse seccato mentre estraeva una Marlboro dal suo pacchetto e se la accendeva accanto alla finestra, io ero ancora imbambolata davanti alla porta ormai chiusa alle mie spalle, era bellissimo, senza maglietta solo con dei pantaloncini della tuta e mentre fumava i muscoli del suo braccio si flettevano sotto la luce fioca della lampada, un dio, un dio del sesso e dell'amore, ecco a cosa pensai mentre lo guardavo.
Non ci pensai un attimo e subito andai verso di lui e lo abbracciai, come non avevo mai fatto, cercando di trasmettergli il mio amore e quanto mi fosse mancato.
Quando rialzai lo sguardo su di lui vidi che mi sorrideva dolcemente così mi avvicinai a lui e lo baciai senza pensarci due volte.
Inizialmente era lento e anche un po' impacciato per la voglia di assaggiarci che avevamo, lui avevo posto la sigaretta sul davanzale per potermi prendere il viso con entrambe le mani, io avevo le braccia allacciate dietro il suo collo, pian piano il bacio divenne sempre più profondo e pieno di desiderio, sapevamo entrambi cosa volevamo in quel momento, non mi importava più di nulla, volevo solo averlo, avremmo parlato più tardi, ci saremmo urlati contro per essere degli idioti un'altra volta ma in quel momento volevo solo che mi facesse sua una volte per tutte, non mi importava più di nulla ormai, la sua pelle contro la mia mi dava vita e il sapore di fumo e menta nella sua bocca mi accendeva.
"Mi sei mancata ragazzina" disse piano contro la mia bocca cercando di prendere fiato mentre io gli lasciavo morbido baci sul collo, di solito non prendevo io questo tipo di iniziative ma mi sentivo più sicura di me stessa, di noi, era come se sapere che avrei potuto perderlo da lì a un giorno mi avesse dato una nuova consapevolezza e voglia di averlo, non sapevo se era giusto concedersi completamente a lui in quel momento ma non riuscivo a ragionare lucidamente con lui così vicino che mi guardava bramoso è pieno di aspettativa, speravo solo che dal mio sguardo non fosse così evidente i, desiderio che avevo di lui ma sapevo esattamente che era così.
"Vieni piccola" mi disse portandomi verso il suo letto e una volta stesa mi fece inarcare la schiena per togliermi la maglietta e lasciarmi scoperta, dei piccoli brividi per la perdita di contatto si formarono sul mio corpo e lui se ne accorse perché cominciò a baciarmi piano ovunque, sulla pancia, sul collo, sulle labbra, sulle guance, sul seno coperto solo dal reggiseno che ero pronta a lanciare in un angolo per poter sentire meglio la bocca del fantastico ragazzo che stava sopra di me e mi sussurrava parole dolci.
Si svilò velocemente i pantaloncini e così fece con i miei e con il mio reggiseno, tutto velocemente e rudemente, mi desiderava e si vedeva, iniziavo Ad avere un po' più di ansia ma mi fidavo di lui e non pensavo ad un momento migliore per perdere una cosa così preziosa come la verginità, lo volevo a tutti i costi e sapevo non me ne sarei pentita perché sapevo che il giorno dopo lui sarebbe stato lì a sussurrarmi che era stato stupendo, me lo sentivo dentro come non mai.
"Ti voglio così tanto" disse contro la mia bocca mentre mi accarezzava ovunque.
"Anche io Travis" dissi e lui si fermò di colpo per guardarmi con attenzione, aveva colto il vero significato delle mie parole, aveva capito che erano un consenso, che andava bene, che poteva finalmente farmi sua una volta per tutte, il suo viso si illuminò per poi rabbuiarsi subito dopo.
"Non voglio che tu lo faccia solo perché abbiamo litigato, sarei tornato da te comunque e sempre, lo sai vero?" Disse piano baciandomi a stampo le labbra dopo le sue parole, io annuii incapace di fare altro, era così premuroso ad assicurarsi che fossi davvero convinta al 100% nonostante fossimo in un momento di totale bollore con gli ormoni impazziti.
Nel giro di una settimana lui avrebbe fatto una settimana ed io nel giro di due mesi, eravamo entrambi grandi e consenzienti e non riuscivo a pensare di passare un altro momento senza averlo mio del tutto.
"Sono sicura" dissi baciandolo per tranquillizzarlo e lui annuii visibilmente più rilassato e felice.
"Mi fai impazzire lo sai emma? So che sono un cazzone in queste cose ma tengo a te voglio che tu lo sappia" disse sorridendo debolmente e quella frase fu tutto ciò che mi serviva per concedermi totalmente a lui, volevo aspettare a dirgli che lo amavo, una notizia del genere non potevo certo dirla in un momento del genere avrei senz'altro rovinato tutto e non volevo.
Si alzò dal letto per andare verso il comodino e aprire il cassetto, iniziò a frugarvi dentro e finalmente trovò l'oggetto del suo interesse, il piccolo pacchetto azzurro era stretto le sua mano ed io intanto restavo lì a letto a pensare a quanto fossi felice in quel momento e che volevo viverlo al meglio che potevo.
"Farò piano prometto" disse abbassandosi i boxer e togliendomi gli slip senza prima avermi baciato sul petto e sulla pancia per poi soffermarsi un po' di più sull'inguine, sentivo bruciare la mia intimità dal desiderio e potevo notare dalla sua grande erezione che era lo stesso pure per lui, eravamo entrambi pronti ed impazienti ma dovevamo andare con calma.
Strappò con i denti la bustina facendomi ridacchiare e poi si infilò con un gesto rapido ed esperto il preservativo, cosa che mi fece purtroppo pensare a quante volte avesse fatto quel movimento meccanico e ormai di routine per lui ma cercai di cacciare i pensieri in un angolo remoto della mia mente.
"Era diverso con loro" disse leggendomi nel pensiero, capiva subito se in me c'era qualcosa che non andava o che mi tormentava e sapeva sempre cosa.
"Lo so ma tu sei così esperto ed io beh io sono vergine" dissi abbassando la testa e facendomi coprire la faccia dai capelli, stavo rovinando tutto per la mia stupida insicurezza.
"Non dire nemmeno per scherzo queste cose, non l'ho mai fatto con una vergine ma voglio essere solo io ad avere questo privilegio con te, voglio essere l'unico e voglio che tu sia l'unica emma" disse baciandomi, chi era quello? Dov'era finito il Travis scontroso e maleducato di sei anche se ormai quasi sette mesi prima?
Annuii sorridendo e finalmente mi stesi sul letto pronta a qualsiasi cosa lui volesse fare, ero sua, completamente e profondamente in ogni più piccola cosa sua e lui era mio, ci bastava sapere quello per essere felici.
"Pronta?" Mi chiese lui sorridendo, era leggermente nervoso e si vedeva ma cercava in tutti i modi di non farmi agitare e lo apprezzavo molto.
Annuii convinta, ero di poche parole quella sera, troppo occupata ad immaginare il resto, a pensare a lui.
Sentii la sua erezione prominente contro la mia coscia e senza che nemmeno potessi accorgermene entrò in me.
In un primo momento fu un dolore lancinante, per i successivi venti secondi trattenevi le lacrime e gli urli di dolore cercando di calmarmi, lui era fermo dentro di me che aspettava con impazienza una mia reazione, io tenevo gli occhi chiusi e quando li riaprii lo vidi preoccupato.
"S-sto bene m-muoviti così mi ab-abituo" dissi balbettando mentre cercavo di prendere fiato e lui fece come gli chiesi, iniziò a muoversi lento dentro di me andando sempre più a fondo, il dolore iniziare si stava leggermente dissolvendo lasciando spazio al piacere, un piacere che avevo solo immaginato e che mai avevo avuto l'onore di provare.
Si muoveva lento e ritmico, si stava sforzando per mantenere il controllo e non farmi male.
"Sei bellissima" disse baciandomi lentamente ed io ricambiai mentre bisognosa di più contatto alzai i fianchi per sentirlo di più, gesto che lo lasciò spiazzato.
"Oh così ragazzina non riuscirò a controllarmi" disse ridacchiando leggermente ma andando un po' più forte come da me richiesto.
Il dolore c'era sempre solo dieci volte meno rispetto all'inizio, il piacere aveva invaso tutto il mio corpo, lui faceva vanti e indietro lentamente ma con spinte profonde che mi portavano oltre il limite, le nostre pelli si toccavano, le nostre labbra si assaggiavano e i nostri respiri erano sconnessi e affannati, era bellissimo, lui era dentro di me che mi faceva sua ed io mi sentivo finalmente completa e appagata.
Dopo altri cinque o dieci minuti di pura passione arrivammo al culmine più o meno nello stesso momento, un piacere immenso che invase il mio corpo e mi fece vedere bianco per alcuni secondi non facendomi sentire più dentro al mio corpo, facendomi sconnettere il cervello da tutto il resto e rilassandomi come non mai, mi sentivo viva e felice.
Travis si sdraiò accanto a me dopo essersi tolto il preservativo usato e infilandosi sotto le coperte mi prese tra le sue braccia.
"È stato stupendo" dissi piano mentre mi accarezzava il ventre un po' infiammato per l'esperienza appena compiuta.
"Anche per me" disse baciandomi i capelli ed io gli credetti.
E fu così che mi addormentai, ubriaca d'amore e felice come non ero mai stata, c'è che avrebbe potuto giudicarmi una sfacciata per averlo fatto dopo appena sei mesi e senza avere la certezza che mi amasse, ma il tempo e le parole non servono a nulla quando i fatti valgono più di tutto e lui mi aveva dimostrato cambiando per me che ci teneva e che mi avrebbe aspettata nonostante tutto.

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Capitolo 27
*** Bitch ***


(Provvederò la prossima settimana alla correzione di tutti i capitoli scusate se ci sono degli errori)

Avete presente quando siete talmente felici che esserlo vi sembra quasi un reato per chi non lo è?
Ecco così era come mi sentivo in quella settimana, la più bella della mia vita.
Era il primo aprile, stavo finendo di organizzare una festa a sorpresa per Travis per i suoi 18 anni che avrebbe fatto due giorni dopo, di sabato, i signori clark sarebbero stati fuori per il weekend ed io anche se di malgrado avevo contattato i suoi amici per lasciare in mano loro la parte degli invitati, conoscevano Travis da più tempo di me quindi sapevano meglio chi frequentava e chi no anche se dalla loro risposta credo che avrebbero invitato direttamente tutta la scuola, tutta beverly Hills, ero molto orgogliosa del mio lavoro e del fatto che fossimo riuscito a tenerlo nascosto al mio ragazzo che sapevo bene sospettasse qualcosa ma non voleva dirmelo per non farmi rimanere male ma a me andava benissimo così.
"Ti voglio" mi disse lui interrompendomi dai miei pensieri mentre studiavamo spagnolo per la verifica del giorno dopo, ma continuava a stuzzicarmi, baciarmi e accarezzarmi rendendomi molto difficile concentrarmi.
In quella settimana non ci eravamo mai staccati, non riuscivamo a stare lontani un attimo, adesso che ci eravamo connessi ad un livello più profondo lui mi voleva sempre di più così come io volevo lui, mi dava appuntamento ai bagni che io prontamente rifiutavo, non volevo essere trattata come una di quelle che si faceva prima di me e questo lui lo capiva e si scusava dicendo è che ho sempre troppa voglia di te 
Frase molto dolce quanto eccitante, appena arrivavamo a casa ci davamo da fare per recuperare le ore che avevamo passato separati e la sera dormivamo sempre insieme o in camera mia o sua, era tutto perfetto se non fosse che non gli avevo ancora detto nulla di ciò che sapevo.
Qualche giorno prima avevamo parlato e lui mi aveva detto che dovevo lasciar perdere tutta la situazione o si sarebbe arrabbiato davvero, nonostante capissi il motivo della sua preoccupazione le parole mi morirono in bocca e non riuscii a dirgli che Tyler mi aveva detto tutto perché io l'avevo praticamente obbligato a farlo, ero bloccata in un vicolo cieco, non potevo ignorare la situazione e non l'avrei fatto ma non potevo nemmeno parlarne con Travis per cercare in qualche modo di capire meglio e risolverla o avremmo finito per litigare di nuovo e il fatto che avessi aspettato così tanto a dirglielo l'avrebbe fatto arrabbiare ancora di più ed io non volevo.
"Metti via questo stupido quaderno" disse facendo voltare il mio viso verso di lui e togliendomi gli occhiali che usavo per studiare.
"Per quanto ti stiano bene devo toglierteli" disse facendomi l'occhiolino ed io ridacchiai per le sue parole.
"Dobbiamo finire di studiare o prenderemo tutti e due un brutto voto" dissi sicura avvicinandomi sempre di più a lui perché era il mio corpo a controllare la situazione, non la mente e questo non sapevo se fosse un bene o un male.
"Di sicuro tu non prendi un brutto voto semmai io e ti voglio quindi possiamo anche smetterla con queste cazzate" disse facendo finalmente connettere le nostre labbra con foga e passione, lo amavo così tanto ed era una tortura non poterglielo dire anche se era la cosa giusta almeno per il momento. 
Continuammo a baciarci per qualche istante poi con impazienza Travis mi prese in braccio portandomi verso il letto, le sue mani bruciavano contro la mia pelle, il desiderio era alle stelle e la passione incontrollabile, era un vortice di emozioni che travolgeva entrambi non lasciandoci via di scampo, eravamo incatenato l'uno all'altra i nostri sentimenti ce lo tenevamo ancora per noi ma non c'era bisogno di dire a parole ciò che veniva già dimostrato da tutti e due.
Mi tolse la maglietta e così fece anche con la sua, prese a baciarmi il petto sussurrandomi complimenti mentre io ansimavo per il desiderio di lui dentro di me com'era già successo più e più volte in quella settimana, il dolore non c'era più, solo piacere immenso provocatomi dal bellissimo ragazzo davanti a me che intanto finiva di spogliarsi.
"Tocca a te ora" disse ghignando indicando i miei vestiti e così presa da un po' di coraggio iniziai a spogliarmi da sola, lentamente, per accrescere la sua voglia ed ebbi esattamente la reazione che cercavo, i suoi occhi erano bramosi, si passava una mano tra i capelli per cercare di calmarsi ma appena ebbi finito di togliere le mutandine strappò l'involucro che conteneva il preservativo che aveva precedentemente preso dal cassetto del mio comodino (si lì aveva portato pure in camera mia definendolo più pratico) e con una rapidità che fece immaginare tutta la sua voglia di avermi entrò dentro di me.
All'inizio come sempre fu lento per fare in modo che mi abituassi ma poi inziò ad andare sempre più veloce e sempre più affondo, ansimavamo entrambi, sudati sul mio letto mentre sussurravamo i nostri nomi e facevamo connettere le nostre labbra, il piacere che mi procurava era imparagonabile e le sue spinte si facevano sempre più decise e bisognose di maggior contatto dentro di me.
"Travis" sussurrai contro la sua nelle mentre gli lasciavo piccoli baci sul collo che sapevo lo facevano impazzire, andammo avanti così per almeno altri 10 minuti fino a quando sfiniti e soddisfatti dopo essere entrambi venuti ci sdraiammo sul letto, respiri irregolari, pelli sudate l'una contro l'altra e tanto amore nell'aria, era così che volevo passare i miei ultimi 5 mesi lì e il fatto che ne mancassero così pochi non faceva che ricordarmi quanto io in realtà volessi restare lì con Travis fino a quando lui avesse accettato di avermi al suo fianco.
"Mi sa che ci tocca studiare" dissi ridacchiando mentre piano mi alzai e andai a rivestirmi, dovevamo davvero finire dato che l'argomento della verifica era più complesso rispetto agli altri e se lui non si fosse mosso non ce l'avremmo mai fatta.
Prese a lamentarsi come al solito ma dopo essersi infilato di nuovo i boxer e i pantaloni mi diede retta e sedendosi accanto a ma inizió a ripetermi tutti i tempi verbali come gli avevo insegnato, forse ce l'avremmo fatta nonostante le nostre varie e insolite pause.
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"Muoviti siamo in ritardo come al solito" disse Travis mentre velocemente saliva in macchina, era il giorno prima del suo compleanno, io toby e qualche suo vecchio amico della squadra di football avevamo organizzato tutto nei minimi dettagli, loro lo avrebbero portato fuori il pomeriggio per fare in modo che io avessi casa libera e quindi poter coordinare tutte le decorazioni e dove far mettere gli alcolici ecc... poi loro lo avrebbero riportato qui dicendo che avrebbero fatto una festicciole tranquilla solo tra di loro e me e invece entrando in casa si sarebbe ritrovato tutta la BHHS in casa sua, speravo gli sarebbe piaciuta l'idea anche perché avevo faticato un sacco per realizzarla e se non avesse apprezzato l'avrei preso a schiaffi.
"Ci sei?" Mi chiese mentre salii in macchina il più velocemente possibile, eravamo davvero in ritardo e alla prima ora avevamo la famigerata verifica di spagnolo, per me era più facile perché essendo italiana c'era una forte somiglianza tra le due lingue ma per lui era come parlare arabo più o meno. 
In macchina ripassammo scherzando tutte le cose studiate il giorno prima, in due ore avevamo fatto almeno 3 pause per fare altro e con altro intendo fare l'amore, vi starete chiedendo se è possibile avere così tanta voglia ed energia per poterlo fare così tante volte al giorno, ed avete ragione a chiedervelo ma era come se non riuscissimo appunto a stare lontani, ci volevamo in qualsiasi momento che avevamo disponibile, eravamo ancora agli inizi poi i nostri spiriti bollenti si sarebbero piano piano calmati o almeno così succedeva a tutte le coppie normali.
"Quindi sei pronto?" Gli chiesi sorridendo mentre scendevamo entrambi dalla sua grande e lussuosa macchina nera che io personalmente adoravo.
"Certo chica" disse baciandomi a stampo dolcemente e prendendomi per mano conducendomi all'interno dell'edificio.
Mentre andavamo a passo svelto verso la classe di spagnolo ci accorgemmo che tutti gli studenti presenti nei corridoi ci fissavano intensamente, l'immagine di noi due insieme aveva fatto scalpore per le prime settimane ma gli animi degli studenti curiosi si erano appianati con il tempo vedendo che comunque non ci saremmo lasciati e che dovevano quindi smetterla di infastidirci con domande inopportune e sguardi insistenti, quel giorno però mi sembrava di essere tornata al primo giorno, quello di San Valentino, erano passati quasi due mesi da quando avevamo resa pubblica la nostra relazione a me sembrava passata appena  una settimana, il tempo passava fin troppo veloce che non riuscivo ad acchiapparlo, tenerlo stretto a me e implorarlo di scorrere più lentamente per concedermi più momenti come quelli che stavo vivendo in quei giorni.
"Ci fissano tutti" dissi a bassa volte a Travis che, al mio fianco, stava iniziando ad agitarsi sotto tutti quegli sguardi insistenti.
"Magari perché sei troppo bella" disse lui sorridendomi per cercare di tranquillizzarmi ed io gli risposi con un veloce bacio sulle labbra prima di entrare definitivamente in classe pronta per la verifica e ancora stranita dagli sguardi altrui.
Come mi aspettavo il compito fu il più difficile tra tutti quelli che avevo svolto il semestre prima ma riuscii comunque a farlo bene grazie allo studio del giorno prima seppur scostante, durante le successive tre ore dopo quella gli sguardi su di me si fecero sempre più intensi e non avevo neanche più Travis al mio fianco che mi tranquillizzava, avrei scoperto cosa succedeva all'interno della scuola solo poco dopo quando entrando in mensa mi ritrovai davanti tutta la scuola che mi guardava ma il problema era che non ero l'unica ad essere oggetto d'interesse di tutta la scuola.
"È tornata" mi disse Tyler all'orecchio, non mi ero nemmeno accorta che mi avesse affiancato mentre mi dirigevo verso il mio solito tavolo, ero troppo impegnata ad osservare il caos che mi si presentava davanti agli occhi, la rabbia prese posto allo stupore nel momento in cui mi resi conto di tutta la situazione.
Sofia Robinson era seduta al tavolo della squadra di Football e faceva ondeggiare i suoi capelli scuri continuando ad ammiccare in direzione di Travis che sembrava a dir poco scioccato quando seccato dalla sua presenza.
Quando entrambi si accorsero di me lei mi guardò sorridendo con aria di sfida, sapeva che io sapevo ed era chiaro che avesse sentito della mia relazione con Travis, era tornata per portarmelo via e non l'avrei mai permesso, se voleva giocare avrei iniziato pure io nonostante ci fossero mille ragione per cui avrei dovuto starne fuori non l'avrei fatta passare liscia a quella ragazza.
Travis mi guardò intensamente ed io riuscii a leggere nel suo sguardo che aveva capito che sapevo tutto, da scioccato divenne arrabbiato ed io tirai dritto verso il mio tavolo cercando di ignorare la gente che mi guardava e cercando di dimenticare gli ultimi 5 minuti di quella giornata.
I giochi erano aperti ed io non sapevo se sarei stata abbastanza brava da competere contro una come Sofia.


Hei Hei amatemi perché sto aggiornando il più possibile dato che non so se la prossima settima riuscirò così tanto.
Ora che Sofia è tornata potrà mettere in moto il piano dei lei e Jordan!!! Cosa farà la povera emma? E travis? Ci cascherà o sarà fedele?
Volevo anche ringraziarvi per tutti i commenti positivi che scrivete siete davvero le migliori vi adoro mi fa piacere che mostrate così tanto interesse per la mia storia e mi facciate sapere cosa ne pensate
Detto ciò a presto baci❤️

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