Sempre. E' una Promessa.

di Viandante88
(/viewuser.php?uid=66819)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sempre. E' una Promessa. ***
Capitolo 2: *** Avviso! ***
Capitolo 3: *** L'Amore Perduto ***
Capitolo 4: *** Non mi incanti ... (?) ***
Capitolo 5: *** Non lo sopporto! ***
Capitolo 6: *** Strane reazioni ***
Capitolo 7: *** Quello stesso giorno... (Edward) ***
Capitolo 8: *** Odio? No. Amore! ***
Capitolo 9: *** E se ... ? ***
Capitolo 10: *** Pensieri + Domande = Confusione! ***



Capitolo 1
*** Sempre. E' una Promessa. ***


- SEMPRE. E' UNA PROMESSA. -




* 20 GIUGNO, 1901. CHICAGO, ILLINOIS.


Edward


Signora è un bellissimo maschietto, eccolo qua!”

Esclama la levatrice avvolgendo accuratamente il piccolo in una copertina per poi consegnarlo alla madre.


Oh, è bellissimo...”

Afferma questa con tono affaticato accogliendolo tra le sue braccia stanche.


Mia cara è un bambino davvero stupendo. Hai già deciso che nome dargli?”

Esclama Renée, amica intima della famiglia Masen, avvicinandosi lentamente e sfiorandone la delicata manina.


Elizabeth raccoglie tutte le sue forze e lo solleva leggermente guardandolo in viso.

Edward.”

Esclama poi.

Edward Anthony Masen. Questo sarà il suo nome.”

Teneramente lo riconduce al suo seno, dove il bimbo che appena aveva iniziato a piangere si calmò all'istante persuaso dal calore innato della sua mamma.


Che nome importante questo piccolino.”

Disse Renèe sorridendogli dolce.


Il nome del tuo papà e quello di tuo nonno. Entrambi in cielo, ma sempre nei nostri cuori.”

Le lacrime cominciano lente a solcare le guance di Elizabeth, che stringe di più a se il suo bambino, senza fargli del male. Lacrime di dolore al ricordo del suo defunto marito, lacrime di gioia al pensiero di suo figlio Edward Anthony, che era sicura avrebbe onorato il nome del padre.



Una settimana è passata da tale miracolo della vita, dalla nascita del piccolo Edward.




* 27 GIUGNO, 1901.


Isabella


Congratulazioni Signora. E' una bellissima bambina!”

Esclama la levatrice avvolgendo accuratamente la piccola in una copertina, per poi consegnarla alla madre.


Benvenuta bambina mia.”

Afferma Renèe con voce roca e affaticata guardando per la prima volta il viso pacifico di sua figlia.


Guarda Edward, lei è Isabella.”

Esclama Elizabeth avvicinandosi con il suo piccolo in braccio.


Già, la mia piccola Bella.”

Ripete Renèe senza staccarle gli occhi di dosso, occhi già pieni di lacrime gioiose.


Mia cara, è stupenda!”

Charlie con rapidità si accosta al letto dove sua moglie è distesa e tiene tra le braccia la tanto attesa primogenita.

Le sfiora delicato una guancia. Ha gli occhi lucidi, ma cerca a tutti i costi di trattenere le sue gocce salate, così da mantenere la parte 'dell'uomo'.


I nostri piccoli cresceranno insieme e si vorranno bene. Non è così cara Elizabeth?”

Domanda Renèe rivolgendo il suo sguardo verso la sua amica, e le allunga una mano.


Ma certamente. un bene immenso.”

Risponde lei prendendola dolcemente.


Una presa, una promessa.


I due bambini crescono felici, sereni, e proprio come previsto dai rispettivi genitori, pieni di bene l'uno per l'altra.



Ma dai! Lezioni di cucito? Tu?”

Edward scoppia in una fragorosa risata.


Guarda che io so cucire benissimo!”

Replica Bella mostrandogli la lingua.

E anche cucinare. La mia insegnate privata dice che ho del talento.”

Continua poi voltandosi indispettita e aumentando il passo.


Hei ti sei offesa? Dai scherzavo!”

Lui la raggiunge senza problemi e gli si posiziona davanti cercando di guardarla in viso.

Mi perdoni? Mi perdoni? Mi perdoni?”

Comincia a dire Ed senza interruzione.


Uffa! Va bene, basta però!”

Esclama alla fine Isabella rassegnata. Lei cedeva sempre, non riusciva mai a resistergli.


Io invece non appena avrò l'età mi arruolerò nell'esercito, proprio come il mio papà!”

Dice Edward d'improvviso recuperando la sua posizione al suo fianco.


Bella si gira di scatto verso di lui, e lo guarda con occhi tristi.

Sul serio?”

Domanda con tono pieno di tristezza.


Edward annuisce.

Sul serio! Mio padre sarebbe orgoglioso di me, mia madre me lo dice sempre!”


Tua madre non vorrebbe che tu ti arruolassi, lo sai benissimo.”

Lo interrompe Bella che abbassa la testa e comincia a guardare fisso il pavimento.


Io tornerò vincente, e se così non fosse morirei da eroe!”

Esclama Ed impassibile con un luccichio esaltato negli occhi al pensiero della gloria bellica,

la stessa che dopo anni circondava ancora suo padre.


Capisco... Quindi non ti potrò vedere per tanto e tanto tempo...”

Non era una supposizione, Bella lo disse con certezza.


Be... Io non lo so questo.”

Edward si volta verso di lei e nota i suoi occhi già colmi di lacrime, si ferma e le prende dolcemente la mano, poi le mostra un sorriso sghembo che sapeva bene a Bella piaceva tanto.

Io non ti lascerò mai. Prometto che tornerò sempre da te!”

Afferma deciso lui inarcando entrambe le sopracciglia e ponendo il mignolo alla sua amica.


Lei lo guarda stupita e rossa in viso.

Parli seriamente?”

Chiede incerta.


Certo!”

La rassicura lui.


Davvero davvero?”

Continua lei ancora diffidente.


Davvero davvero!”

Le risponde lui mantenendo lo stesso tono sicuro.


Tu tornerai sempre da me?”

Chiede speranzosa guardandolo dritto in volto.


Sempre.”

Conferma Edward avvicinandole maggiormente il mignolo.


Bella li sorride, uno di quei sorrisi radiosi che a lui piacciono tanto, poi glielo stinge.


E' una promessa.”

Conclude Edward stringendo a sua volta.



Da quel giorno sono passati nove anni. Oggi Edward e Isabella hanno diciassette anni .


Lui un ragazzo di bell'aspetto, fiducioso in se stesso, innamorato di Bella. Lei non lo sa.

Lei ragazza di bellezza non indifferente, perfetta donnina di casa, innamorata di Edward.

Lui non lo sa.


Quindi hai deciso... settimana prossima ti arruolerai...”

Quella di lei non era una supposizione, proprio come anni prima si trattava di una certezza.


Esatto. Ho già rimandato di un anno a causa della malattia di mia madre, ma ora che lei sta meglio non ho più alcun motivo per rimandare oltre.”

Le risponde lui fingendo decisione.


Certo è giusto.”

Afferma solamente Bella, presa dallo sconforto. Non osa guardarlo in viso, anche una piccola occhiata la avrebbe fatta scoppiare in lacrime.

Sono felice che Elizabhet stia meglio.”

Cambia poi argomento provando così ad allontanare anche i pensieri.


Be..”

Edward non riesce a continuare colpito da una forte ondata improvvisa di tosse.


Ed stai bene?!”

Bella preoccupata li si avvicina sostenendolo.


Tranquilla. Ora va meglio.”

Afferma lui ancora con voce roca allontanandosi e facendo un cenno con la mano per rassicurarla.

Domani mi aspetta la mia festa di 'arrivederci', non posso certo star male!”

Cerca di rassicurarla con tono spiritoso e sorridendo.


Riesce nell'obbiettivo e lei si tranquillizza un po'.

Sarà splendida vedrai. Avrai un bel ricordo da portare con te.”


Ne ho già molti.”

Afferma lui interrompendola serio e guardandola dritta negli occhi.

I due lentamente si fanno più vicini, passo dopo passo...


Signorini! Signorini presto!”

Kate, cameriera personale di Isabella, corre verso di loro con espressione sconvolta, raggiungendoli in giardino.


Kate che sta succedendo?”

Bella spaventata da quella sua agitazione le va incontro.


La- la signora Elizabeth, presto!”

Esclama infine affannosamente.


Edward spalanca gli occhi e senza attendere altre informazioni si precipita dalla madre.

Bella lo segue istintivamente fino a giungere alla stanza da letto nella quale Elizabeth è ospite in questo periodo di malattia.

Quando i ragazzi aprono la porta Renèe è già li, poggiata preoccupata alla finestra, mentre un dottore visita con sguardo rassegnato la donna.


Dottore! Dottore! Che ha mia madre?!”

Edward si precipita vicino ad essa accorgendosi che sua madre è senza sensi, in delirio per la febbre, in preda ad attacchi convulsi di tosse.


Tua madre è affetta da influenza spagnola figliolo. I polmoni sono già pieni di sangue.

Dobbiamo portarla immediatamente in ospedale.”

Afferma il medico sollevandola tra le sue braccia non curante della malattia.

Edward in quel momento tossisce nuovamente attirando la sua attenzione.

Da quanto hai quella tosse ragazzo?”

Domanda con espressione preoccupata.


Da poco...”

Edward viene prontamente interrotto da Bella.

Non è vero, è da giorni che ce l'ha!”


Devi venire con me.”

Non ha bisogno di ripeterlo un'altra volta, Ed lo avrebbe seguito anche senza una sua richiesta pur di stare accanto alla mamma.


Bella e sua madre rimasero in casa per quel pomeriggio, disinfettando su consiglio del medico la stanza, indossando mascherine per non rischiare ulteriormente di riscontrare il virus.

Solo Bella però sembrava essersi accorta di un particolare. Lui, quell'uomo dagli occhi color dell'oro, l'aveva presa in braccio senza niente in viso, senza minimamente pensare alla possibilità di contagio.

Come era possibile?


Il giorno seguente anch'esse si recarono in ospedale, una volta arrivate non ricevettero però nessuna buona notizia...


Oh eccolo il Dottor Cullen!”

Esclama Renèe correndogli in contro seguita a ruota da Bella che intanto con lo sguardo cerca il suo Edward aspettandosi di trovarlo seduto in attesa. Ma non c'è, da nessuna parte.


Signora, purtroppo non ho buone notizie.”

Bastarono queste parole per far scoppiare in lacrime Renèe che si prese il viso tra le mani sconvolta.

Elizabeth era morta durante la notte. Non ce l'aveva fatta.


Edward! Dov'è Edward?”

Chiede Bella cercando di trattenersi, stringendo forte i pugni.


L'espressione del medico non cambia.

E' in condizioni disperate. Non supererà la notte.”

Afferma poggiando delicato la mano sulla spalla della ragazza, un tocco gelido.


Una intensa e dolorosa fitta le trafisse il cuore, come mille lame insieme.

Il pianto di Renèe aumenta a quelle parole e si accascia su una panca alle sue spalle.

Cerca di abbracciare sua figlia ma viene dolcemente respinta con un sorriso forzato, poi si volta nuovamente verso il dottor Cullen.

Voglio vederlo.”

Afferma guardandolo fisso e decisa. Gli occhi lucidi.


Il medico non replica e fa cenno alla ragazza di seguirlo.


Torno subito mamma.”

Intanto un infermiera le si avvicina per sostenerla, e Bella si incammina.


Arrivati davanti alla stanza prima che il dottore possa aprire la porta lei lo ferma, sorprendendolo

con delle parole inaspettate.

Per favore lo salvi.”

Afferma estremamente sicura di se. Le lacrime cominciano a solcarle le guance.

Come solo lei può fare.”

Conclude poi mordendosi il labbro inferiore.


Il dottor Cullen non parla è in silenzio e riflette su tale richiesta, una richiesta a cui solo lui può dare significato.

Vuoi 'salutarlo'?”

Le domanda senza aggiungere altro.


Bella annuisce sorridendo.

Entra nella stanza. Edward è sofferente nel letto, trepidante dalla febbre, si agita nel letto sudato.

Gli si avvicina con cautela, nel frattempo il dottore entra chiudendosi la porta alle spalle.

Lei gli prende una mano e gliela stringe forte.

Edward vedrai starai .. bene..”

Ormai è impossibile trattenere le lacrime, la sofferenza è troppa.

Lo accarezza in volto senza lasciare la presa.

S-Sappi che ti amo più della mia stessa vita, ti amo da sempre e per sempre ti amerò.”

Dicendo ciò il suo mignolo stringe delicato quello del ragazzo delirante.

E'.. è, una Promessa.

A quelle parole gli pare di sentir stringere anche da parte sua, come per dare conferma.

Lo bacia in fronte bollente al tatto, un'ultima carezza al sua amato, un ultimo sguardo.

Abbia cura di lui.”

Afferma poi rivolgendosi al dottor Cullen.

Lui è...”

Bella si interrompe per i singhiozzi e cerca di recuperare un po' di quella poca forza rimastagli.

Speciale. Proprio come lei.


Detto ciò si avvia fuori dalla stanza dando ancora un'occhiata al medico, che impercettibilmente annuisce alla sua richiesta.

E così sarà.”

Sussurra una volta rimasto solo. Poi si avvicina al ragazzo e si accosta al suo orecchio...



Sono ormai passati sette anni. Bella ne compierà esattamente tra una settimana venti quattro ,

oggi è il venti giugno.

Lei e i suoi genitori come accadeva ormai regolarmente in quegli ultimi anni si recano al cimitero per fare tanti auguri al loro caro Edward, il cui corpo non è presente nella bara perché nella confusione di quella pandemia, che colpì il paese tra il 1918 e il 1919 causando più di cinquanta milioni di morti nel mondo, venne tragicamente 'perduto'.


Solo Bella, sa che non è stato così, solo lei sa che chissà dove e chissà come lui vive,

e soprattutto sa che Edward Anthony Masen Cullen vivrà sempre nel suo cuore. Perché...



E' una promessa Bella. Sempre. Io sarò Sempre qui.








Ciao a tutti! Eccovi un'altra One-Shot uscita dalla mia testa sempre più bacata!

Ieri sera mi è venuta un'improvvisa ispirazione e ho cominciato a scrivere, be, questo è il risultato di una notte insonne... hihihi! Devo confessarvi che mi sono rattristata da sola mentre la scrivevo... Comunque spero possa piacere, e perchè no, far provare anche una piccola emozioncina!

Mi raccomando fatemelo sapere!

Bacioni!


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Avviso! ***


GRAZIE!!!!!!!!!!


Ciao a tutte!

Allora considerando le vostre disperate richieste (siete tenerissimeee! Sono commossa)

prometto che continuerò questa ff nata come One-Shot.

Vi ringrazio di cuore perché le vostre recensioni mi hanno onorata!

Allora alla prossima! Grazie ancora!

Bacioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'Amore Perduto ***


Ciao a tutti! Allora come promesso ecco a voi il secondo capitolo di questa ormai ff nata come semplice One-Shot! Per cominciare vi ringrazio ancora per avermi chiesto in così tante di continuarla mi ha fatto davvero piacere e soprattutto non me lo aspettavo proprio!

Comunque questo capitolo in verità è stato scritto da me un po' come 'capitolo prova', cioè vorrei che foste voi a dirmi se un continuo del genere potrebbe piacervi. La mia intenzione iniziale era quella di far ritrovare a Edward la sua Bella anni dopo come vampira, poi però mi è venuto in mente che già avevo scritto che Bella appunto, era oramai arrivata a ben venti quattro anni e sinceramente parlando la differenza di età forse sarebbe stata troppo e la storia avrebbe avuto un cambiamento troppo radicale ..

Boh, non so... Aspetto un vostro parere a tal proposito!

Spero comunque possa piacervi e che non vi deluda!






2: L'amore perduto



Eccoci. Questa è Forks.”

Afferma Carlisle una volta passato il cartello con la scritta:


Benvenuti a Forks.


rivolgendosi alla sua amata, Esme, e a suo figlio adottivo Edward, seduto scomposto nel posto posteriore con lo sguardo fisso fuori dal finestrino.


Non sembra male.”

Esme mostra un caloroso sorriso al marito, che in tutta risposta le prende delicatamente la mano.


Edward era sempre preso da quei gesti così dolci tra loro, e ogni volta gli osservava come perso nei suoi pensieri, come se in cuor suo se ne sentisse rapito, e un po' geloso.


Oltrepassando la piccola cittadina attirarono l'attenzione di tutti passanti, non per il loro aspetto, del quale ancora nessuno si era accorto, ma per i modelli di macchine sul quale viaggiavano, troppe belle e sofisticate per un paesino come quello.


La famiglia Cullen, questo il loro nome, non aveva acquistato una casa in città, ben si qualche chilometro al di fuori di questa, tra i boschi.


Benissimo, siamo arrivati.”

Così dicendo Carlisle parcheggiò in uno spiazzo di fronte ad un immensa casa bianca, dall'apparenza antica e malandata, ma comunque di estrema bellezza.

Uscì dalla sua Mercedes e senza farla attendere aprì la portiera a sua moglie che scese ringraziandolo.

Appena dietro di loro c'era un'altra macchina guidata da Emmett, assieme a Rosalie, Alice e Jasper, anch'essi figli adottivi del signor Cullen e signora.


Wow, certo che qui non è poi così diverso dall'Alaska!”

Esclama Emmett notando il cielo uggioso e scuro saltando agile giù dall'enorme Hummer scura, alla quale prima di allontanarsi da una pacca sul cofano.


Già, con la sola piccola differenza che qui ci saranno almeno venti gradi in più...”

Disse Alice con tono ironico avvicinandosi alla maestosa dimora.


Questo non è vero! In estate è uguale!”

Replica lui guardandola di sottecchi e ricevendo per tutta risposta un'occhiataccia dalla sua fidanzata, Rose.


Già, proprio così. Lui, soprannominato l'orso di casa per il suo aspetto rude e massiccio, dalla grossa muscolatura e dal viso d'angelo contornato da deliziosi riccioli neri, è da sempre insieme a Rosalie, la così detta, barbie, la classica ragazza alta, magra, con un fisico da fare invidia alle miglior modelle, dai capelli lunghi, biondo d'orato che le ricadono leggermente ondulati sulla schiena.


Alice invece, dall'aspetto esile e divino, dalla corporatura magra ma ben distribuita, dai capelli corti tenuti sbarazzini color nero e dalla personalità eccentrica, sta assieme a Jasper, un biondino dall'aria misteriosa e un po' sbadata, dal fisico magro ma con una muscolatura non indifferente, dall'aspetto semplice ma incantatore.


Poi... be, e poi c'è Edward.

Un'aria enigmatica lo circonda, sempre serio e diffidente, ma con un'espressione ipnotica, un viso meraviglioso dai lineamenti perfetti, capelli bronzei tenuti scompigliati, un fisico asciutto ma visibilmente muscoloso, statuario.

Non ha ancora trovato la sua 'anima gemella', preferisce tenersi alla larga da tutte le 'ragazze'

che con evidenza, dimostrano un interesse nei suoi confronti.


Da ciò i suoi genitori si dimostrano affranti, per quanto loro facciano è raro rubargli un sorriso, e quando accade è sempre per un istante dopo il quale recupera la sua consueta serietà.


Carlisle, anzi il Dottor Cullen, è un uomo che dimostra sulla trentina d'anni, dai capelli biondi che fanno da contorno ad un viso divino, dall'aspetto affascinante e attraente, in molti lo considerano 'un angelo sceso in terra'.

Esme è una donna magra, dall'aspetto esile, di una bellezza delicata che ricorda tanto quella di una bambola di porcellana, moglie comprensiva e madre amorevole, vuole bene ai suoi ragazzi più di qualsiasi cosa al mondo, li considera figli naturali.


Allora ragazzi mi sono già occupato personalmente delle vostre iscrizioni scolastiche, domani potrete iniziare regolarmente. Il liceo di Forks è a dieci minuti di distanza da qui, o almeno questo sarebbe il tempo in occasioni normali...”

Dice Carlisle rivolgendosi ai suoi figli.


Che palle! Si ricomincia di già?”

Esclama Emmett passando un dito su un mobile impolverato.


Coraggio figliolo!”

Il padre gli da una pacca su una spalla come segno di incoraggiamento, ridendo di quella sua lamentela.


Forza, ora al lavoro! Questa casa ha bisogno di una bella ripulita!”

Esme si dimostrava sempre entusiasta in queste occasioni, lei adorava abbellire le cose!


D'accordo!”

Rispondono tutti insieme carichi, ad esclusione del piccolo orso, che sbuffa al pensiero!





Sono felice che tu sia tornata qui con me Bella.”

Afferma Charlie guardando sua figlia mentre sono a tavola a pranzare.


Anche io papà sono felice di essere qui.”

Risponde lei piegando le labbra in un timido sorriso.


Suo padre la osserva stranito inarcando un sopracciglio.


Sto parlando sul serio!”

Replica lei vedendo il suo sguardo sospetto.


Be, comunque credi che domani riuscirai a farti degli amici a scuola?”

Continua lui sorseggiando un bicchiere di latte.


Papà, sai bene che la maggior parte li conosco già, eravamo alle elementari insieme, in un paesino come questo la gente è sempre la stessa no?”

Gli rammenta lei alzando gli occhi al cielo.


Charlie scuote la testa.

Già, che sbadato, hai ragione. Ma dopo tutto manchi da sei anni...”

Nel pronunciare le ultime parole il suo volto si rattrista.


Ma ora sono qui.”

Lo rassicura Bella, sorridendogli questa volta in maniera più calorosa, lui le risponde più sereno.


Il mio nome è Isabella Swan, mia madre mi ha chiamata così in ricordo della mia bisnonna, proprio come lei è stata chiamata Renèe in ricordo della sua. Inoltre per una straordinaria coincidenza mio padre possiede lo stesso nome e cognome del mio bisnonno, il che è assolutamente incredibile! Insomma girando e rigirando i nomi nella nostra famiglia rimangono sempre gli stessi!


Nella mia vita non ho mai vissuto in un posto fisso per più di qualche anno. I miei genitori si sono sposati molto giovani e a oggi il loro matrimonio lo considerano un po' un 'errore ' di gioventù. Hanno divorziato poco dopo la mia nascita, io in principio ho vissuto con mia madre e mia nonna a Chicago, città nel quale lei era nata e dalla quale non voleva separarsi per via delle tombe dei genitori, mio papà lo vedevo solo durante i week end e così è andata avanti fino a che non ho compiuto sei anni, anno in cui la mia nonnina purtroppo ci ha lasciati, anche lei ha voluto esser sotterrata li, vicino a loro, vicino ai suoi di nonni e vicino ad un caro amico di sua madre del quale lei le parlava sempre, morto molto giovane di influenza spagnola, non ricordo il nome però.


Dai sei agli undici anni ho vissuto invece qui a Forks con mio padre, fin tanto che la mia mamma trovasse un lavoro che le permettesse di mantenere me e una casa decente, quando questo accadde mi trasferì da lei in Florida, dove non solo era riuscita a trovare ciò che stava cercando ma si era anche fidanzata con un giocatore semi professionista di baseball, e ora rieccomi qui.

Renèe e Fhil, il suo ormai marito, si sono per l'appunto sposati, lui ha avuto un'offerta di lavoro a Jackson Ville e ora si trovano entrambi li, di nuovo alla ricerca di una casa dove vivere tutti insieme.


Non sono un tipo particolarmente loquace, forse proprio a causa di questa mia vita non poco incasinata, tendo ad essere riservata, silenziosa, non amo attirare l'attenzione, anche se a causa della mia innata goffaggine delle volte non riesco a farne a meno!

Il mio carattere l'ho preso dal mio papà, anche lui è una persona particolarmente introverso, ha molti amici e anche nemici essendo qui a Forks il capo della polizia, è altruista e diffidente nello stesso tempo, in tanti però gli vogliono bene, me compresa ovviamente.


Siamo a gennaio, secondo trimestre, domani comincerò la scuola, sperando di attirare meno pettegolezzi possibili...




Ma che tristezza... non trovate?”

Esclama Emmett grattandosi la testa guardando la struttura addetta a liceo.


Be, in effetti, non è il massimo...”

Conferma Rose prendendolo per mano.


Forza scendiamo e cerchiamo di non farci caso.”

Dice Edward aprendo lento la portiera preparandosi mentalmente ad un altro stupido anno alle superiori.

Non appena i Cullen scesero dalla loro auto, tutti quanti, ragazzi e ragazze, presenti nel parcheggio bloccarono all'istante ciò che stavano facendo e li osservarono meravigliati e circospetti, alcuni anche con la bava alla bocca. Al loro passaggio si scansavano per permettergli di passare indisturbati mentre i loro occhi non smettevano di fissarli.

La loro bellezza non poteva non prendere attenzione, il loro modo di muoversi non poteva non attrarre.


Cercando di far finta di nulla e ormai abituati a qual genere di occhiate entrano in segreteria a ritirare gli orari delle lezioni lasciando senza fiato perfino la segretaria.

Fu proprio in quell'istante che Edward si rese conto che 'quest'altro stupido anno di scuola' non sarebbe stato come gli altri.


Davanti a lui, in piedi poggiata al bancone che compilava un foglio, c'era lei, il suo unico amore, il suo amore perduto.






RINGRAZIAMENTI:

*Grazie gerby88! sono felice che la one shot ti sia piaciuta e spero ti sia piaciuto anche questo continuo!

*Grazie francycullen! Come vedi ho deciso di continuarla, con la speranza che ti sia piaciuta!

*Grazie Axel_Twilight_93! Mi fa piacere che la mia one shot ti sia piaciuta, anche io mi sono intristita nel scrivere il pezzo finale..! Spero apprezzerai questo continuo.

*Grazie RenesmeeCurlyCullen! Ecco a te un continuo! Spero possa esserti piaciuto!

*Grazie Roxyz! Desiderio avverato, eccoti un continuo, spero ti piaccia!

*Grazie Wind! Come hai potuto vedere ora diventerà un po' più lunga, spero possa piacerti!

*Grazie BluRose89! Ti ringrazio molto per i tuoi consigli anticipati, spero possa esserti piaciuto un continuo di questo tipo! Fammi sapere!

*Grazie antimarella94! Ecco a te un continuo, spero ti sia piaciuto!

*Grazie Cullenuzza! Non sai quanto mi abbiano fatto piacere le tue recensioni, e se sei contenta sono contenta anche io! Grazie ancora, spero che come continuo possa piacerti!

*Grazie BellaCullen88! Ma grazie, che bello saper di riuscire a far provare emozioni!

Spero possa esserti piaciuto anche questo!

*Grazie Fedekikka! Eccoti i continuo! Con la speranza che ti sia piaciuto!

*Grazie jadis96! Mi fa piacere che ti piaccia come scrivo e spero ti sia piaciuto questo secondo capitolo!



Ringrazio poi ovviamente tutti voi che leggete questa ff, tutti quelli che mi hanno messo (onorandomi) tra i preferiti e le seguite! GRAZIEEEE!

Allora aspetto i vostri consigli e le vostre opinioni!

Bacioni!



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Non mi incanti ... (?) ***


Ciao a tutti! Allora eccoci arrivati al terzo capitolo, ad essere sincera l'ho riscritto più volte perché non mi convinceva mai e anche ora non è che ne sia entusiasta... (Ispirazione dove se finita??) Bah, spero vi piaccia.

Buona lettura!



3: Non mi incanti … (?)



Bella.”

Sussurrò Edward in maniera impercettibile, almeno ad orecchio umano, guadagnandosi degli sguardi straniti ed interrogativi dei suoi fratelli.


Buon giorno ragazzi, voi dovete essere i Cullen, giusto? I figli del dottore!”

Esclamò la segretaria accogliendoli con un gran sorriso dopo uno stupore iniziale.


Si esatto, siamo noi!”

Si fece avanti Alice rispondendo anch'essa sorridendole educatamente e facendosi a fianco della ragazza ancora impegnata a scrivere.


Benissimo! E' un piacere avervi qui, io sono Susan. Prego compilate questo modulo e poi potrete ritirare i vostri orari.”

Affermò la signora dai capelli rossi porgendo loro dei fogli.


La ringrazio.”

Disse Alice afferrandoli e dando un'occhiata fuggitiva alla ragazza vicino a lei, che tanto aveva attirato l'attenzione di suo fratello.

Posso?”

Le chiese poi indicando la penna che aveva appena finito di usare.


Oh si, prendila pure!”

In quel momento mi voltai per la prima volta verso quei ragazzi appena entrati e notai subito la loro straordinaria bellezza, per un istante ne rimasi abbagliata. Uno di loro, il più magro in apparenza, mi fissava con insistenza senza sbattere nemmeno le palpebre.

Scossi la testa cercando di riprendermi, e imbarazzata presi il mio orario e feci per uscire.


Oh Isabella tesoro, hai dimenticato la cartina! Ti servirà per orientarti in questi primi giorni!”

La chiamò Susan porgendole il foglio.


Forse mi sbagliavo ma mi parve di vedere quel ragazzo, dai capelli ramati, sussultare nell'udire il mio nome, ma probabilmente era stata solo un'impressione.

La segretaria si schiarì la gola per recuperare la mia attenzione.


L-la ringrazio molto, che sbadata!”

Affermai infine grattandomi leggermente la testa piena di vergogna, lo presi ed uscii.

Una volta fuori tirai un sospiro di sollievo, non sapevo il motivo ma improvvisamente li dentro si era creato un clima di tensione insostenibile, poi se c'era una cosa che mi dava fastidio era proprio essere fissata in quel modo, non lo sopportavo!


Decisi di non pensarci più, la giornata era appena iniziata e non volevo rovinarmela per così poco.

Diedi un'occhiata alla cartina consegnatemi, la prima lezione era inglese, area uno, aula quattro,

mi guardai intorno con lo sguardo per aria per leggere i numeri.


Hai bisogno di aiuto?”

Una voce squillò alle mie spalle facendomi sobbalzare, mi voltai pronta a rifiutare ma non feci in tempo...

Oh, ma guarda chi si rivede! Isabella, Isabella Swan!”

Esclamò d'un tratto urlando ai quattro venti il mio nome attirando l'attenzione di tutti i ragazzi che si girarono perplessi.

Ti ricordi di me? Sono Mike Newton!”

Continuò non curante degli sguardi curiosi.


Ah, ma certo. Ciao Mike, come stai?”

Mike, un vecchio compagno delle elementari.


Tutto alla grande! Tu invece? Tornata alla pioggia?”

Mi chiese ironico avvicinandosi ulteriormente.


Eh già... mi mancava avere i capelli sempre inumiditi!”

Esclamai mantenendo il suo stesso tono.


Sei davvero tu allora!”

Ecco aggiungersi un'altra voce bella squillante che mi fece girare istintivamente.


Jessika, ciao.”

Un'altra mia vecchia compagna, alle elementari non andavamo particolarmente d'accordo, e se ricordo bene la causa era proprio... Mike, già... Lui preferiva la mia compagnia a quella di lei così a sua volta Jess se la prendeva con me, facendomi come si chiamava un tempo 'lo stacca pace.'


E' un piacere rivederti!”

Mi si avvicinò dandomi due baci sulla guancia sfiorandomi appena, il suo sorriso però sembrava sincero, dopo tutto erano passati più di cinque anni e ormai eravamo cresciute.


Allora Bella che lezione hai ora?”

Mi chiese Mike mantenendo il suo sorriso a trenta due denti.


Riguardai il foglio delle lezioni.

Ehm, inglese.”


Ma dai! E' la nostra stessa lezione...”

Affermò Jessika sempre col sorriso sulle labbra.


Che fortuna!”

Aggiunse lui chiaramente entusiasta.


Mi avviai quindi assieme a loro nonostante anche tra noi ci fosse un clima un po' pesante, riuscivo a percepirlo in maniera chiara, soprattutto dalle occhiate che ogni tanto Jess mi lanciava.


Presi di nuovo un respiro profondo cercando di infondermi coraggio tra me e me, ad un tratto ebbi una strana sensazione. Qualcuno mi stava osservando.

Meccanicamente mi girai guardandomi alle spalle, era di nuovo di lui.

Il suo sguardo era così intenso e profondo...


Bello vero?”

La voce di Jessika mi riportò alla realtà facendo svanire l'incanto.


Ehm, già...”

Risposi sperando di tagliare corto.


Il suo nome è Edward Cullen, lui e i suoi fratelli si sono trasferiti qui dall'Alaska, anche se... be non sono proprio 'fratelli fratelli', solamente i due biondini hanno un legame di sangue,

sono stati tutti adottati dal Dottor Cullen il nuovo e rinomato medico dell'ospedale di Forks e dalla moglie, signora Cullen, almeno credo siano sposati.”

Era incredibile, erano appena arrivati e già sapeva ogni cosa sul loro conto.


Non far caso a lei, è una pettegola ambulante.”

Disse Mike come rispondendo ad una mia domanda silenziosa.

Sorrisi leggermente poi il mio sguardo tornò a Edward. Così quindi si chiamava, ma non c'era più, mi guardai attorno, ma nulla... Chissà forse era già andato a lezione.


Entrammo in classe, consegnai il mio foglio in maniera tale da farla firmare al professore che, ringraziando il cielo, mi risparmiò l'imbarazzante rituale della presentazione invitandomi, a sedermi nel primo posto vuoto.

Le prime tre ore passarono in fretta e la pausa pranzo giunse in un baleno. In sala mensa mi accomodai allo stesso tavolo di Mike e Jessika al quale erano già accomodati altri ragazzi.

Gli sguardi di ogni singolo individuo li presente erano rivolti ad un solo tavolo, quello coi fratelli Cullen, acui anche io non negai un' occhiata.


Allora Bella loro sono tutti. Tutti lei è Bella!”

Affermò Mike cercando di fare lo spiritoso e distraendomi dall'oggetto della mia attenzione .

A guardarlo bene non era cambiato per nulla da quando avevamo sei anni, si era solo fatto più alto, mantenendo i suoi capelli biondo cenere, le sue sporadiche lentiggini su naso e guance e il suo sorriso sempre infantile.

Jess invece la trovavo un po' più robusta, me crescendo è normale cambiare costituzione, inoltre in quanto a fisico non aveva comunque nulla da invidiare.

Seduta al suo fianco si trovava un'altra ragazza estremamente magra, dai capelli castano chiaro e occhi dello stesso colore coperti da un elegante paio di occhiali rossi.

Piacere, il mio nome è Angela.”

Si presentò educatamente porgendomi la mano mentre l'altra la teneva saldamente stretta a quella di un ragazzo di nome Heric.

Di fronte a me, non che di fianco a Mike, era invece seduto in maniera estremamente scomposta Tyler, un tipo in apparenza simpatico e immaturo.

Comunque tutte persone molto piacevoli, gli sono grata dell'aiuto che mi hanno dato in un giorno come questo, rendendomelo sereno anzi che ansioso.


Uffa! Si torna già in classe!”

Esclamò Tyler poggiando la testa sul tavolo.


Dai Tay .. Sveglia!!”

Dicendo ciò Mike prese un bicchiere d'acqua mezzo pieno e glielo versò sui capelli.


Comincia a scappare! Se ti prendo!”

Affermò lui a sua volta cominciando a rincorrerlo.


Ciao ragazze! Ci vediamo dopo!”


Ciao Mike... Sempre i soliti...”

Disse Jessika scuotendo la testa e piegando le labbra in un sorriso divertito.


Anche io mi lasciai andare in una semi risata, non potevo negare che erano buffi!


Che lezioni hai ora Bella?”

Mi chiese col suo tono timido e pacato Angela mentre ci alzavamo dalla tavola.


Rovistando nelle mie tasche tirai fuori il mio foglietto ormai tutto stropicciato.

Ehm, vediamo un po'... Biologia!”

Affermai infine abbastanza contenta, era una materia che mi aveva sempre affascinata.


A noi invece tocca storia...”

Disse Jess facendo un'espressione scocciata.

A dopo!” Concluse poi facendomi un cenno con la mano.

Prima di andare mentre ci mettevo qualche minuto di troppo a raccogliere il mio zaino, mi guardai alle spalle, ma loro non c'erano già più. Sospirai e mi incamminai.


L'aula di biologia era a due passi dalla sala mensa per cui non feci fatica a trovarla e non appena entrai in classe i miei occhi si spalancarono dalla sorpresa.

Il ragazzo dai capelli ramati, Edward, era li davanti a me, impegnato a far firmare il professore, ma immediatamente nel momento in cui oltrepassai la soglia vidi i suoi occhi, fino a qualche secondo prima impegnati, puntare su di me, occhi ombrati, scuri come la notte.

Io deglutii meccanicamente aspettando che lui si allontanasse per prendere il suo posto vicino alla cattedra.


Oh bene, un'altra nuova alunna. Ecco a lei la mia preziosa firma signorina Swan. Si accomodi pure la in fondo vicino al signor Cullen.”

Il mio cuore cominciò a battere velocemente solo a al pensiero di una vicinanza con lui.

Mi sedetti ansiosa come non mai, non sapevo se salutarlo, se rimanere in silenzio, cercavo anche di non guardarlo, di rimanere voltata, ma i miei occhi ogni tanto sfuggivano al mio controllo agendo di testa loro, in quelle occhiate l'unica cosa che riuscii a notare fu che si teneva saldamente una mano sul naso, come per evitare un cattivo odore e che muoveva ritmicamente la gamba sotto il tavolo facendolo ballare a sua volta.

Cercando di non farmi vedere mi odorai ascelle e capelli che con mio sollievo profumavano!

Non riuscivo a capire...


Tutta la lezione fu un totale disastro, non ascoltai una parola del professore che mi richiamò più volte esattamente come ad Edward, solo che lui, al mio contrario, rispose perfettamente a tute le domande di comprensione della lezione.


Non appena suonò la campanella si diresse veloce fuori dalla classe. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Chi diamine si credeva di essere per comportarsi in quel modo?

Solo perché aveva un bell'aspetto non ne aveva il diritto!


Mi alzai di scatto e lo seguii a ruota più innervosita che mai, lo intravidi uscire nel cortile e nello stesso istante la campana che indicava l'inizio della quinta ora suonò, allora mi fermai per un attimo indecisa sul da farsi, ma ero troppo fuori controllo inoltre avrei avuto educazione fisica e qualche minuto di quella lezione potevo anche perderlo.


Mi ritrovai fuori a cercare con lo sguardo quell'essere così spregevole per potergliene dire quattro, e ad un tratto lo vidi, poggiato ad un muretto con lo sguardo perso nel vuoto. La determinazione cominciò a svanire nel nulla ma cercai di recuperarla, la sua bellezza non poteva incantarmi di nuovo!

A passi svelti e rabbiosi mi diressi verso di lui a pugni stretti come per trattenere la mia rabbia, per non farla 'scappare'.


La sua reazione non fu però quella che mi aspettavo, lentamente si sollevò dal suo appoggio e rivolse i suoi occhi, che ora mi sembravano leggermente più chiari, verso di me, a quello sguardo così sofferente mi fermai senza avvicinarmi completamente.


I pugni si schiusero, ecco la mia determinazione scivolare via, lasciando al suo posto una luce ammaliata nei miei occhi.







RINGRAZIAMENTI:

*Grazie Elrilin! Sono felice che la mia ff ti piaccia e spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!

*Grazie nanerottola! No, lei non se lo ricorda perché questa Bella non è altro che la pronipote della Isabella che lui conosceva... Chissà come reagirà lui.. hehe! Spero ti sia piaciuto!

*Grazie Night Sakura! Anzi Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! Hihihi! Spero ti sia piaciuto anche questo!

*Grazie Cullenuzza! Sono felice ti sia piaciuto! E lo so, anche a me sarebbe piaciuto far rimanere la Bella originaria, ma quando ho scritto la one shot non immaginavo un seguito per cui tante cose non coincidevano, spero comunque ti sia piaciuto! P.S: si è vero, mi piace interrompere sul più bello.. hehe, ma non lo faccio per crudeltà!

*Grazie kikka_la cantante di edward! Meno male che ti piace anche così e spero sarà lo stesso per questo terzo capitolo!

*Grazie ishizu! Io sono invece felice che tu mi abbia aggiunto nei tuoi preferiti e nelle tue seguite, è un onore per me, grazie! Spero ti possa esser piaciuto anche questo!

*Grazie CullenDipendent! E già... cose che capitano... uhm..! Hehe! Grazie mille, sono felice che la mia ff ti piaccia e spero ti possa piacere anche questo capitolo!

*Grazie Axel_Twilight_93! Che bello, sono stra contenta che tu sia contenta (scusa il gioco di parole!) che io abbia continuato questa ff e spero ti sia piaciuto anche questo terzo!


Ringrazio poi tutti voi che leggete e spero continuerete a farlo e farmi sapere le vostre preziose opinioni e consigli (che mi sarebbero utili!) Grazie ancora!

Bacioniiiiii!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Non lo sopporto! ***


Ciao! Ok, eccoci arrivati al quarto capitolo, l'ho scritto un po' di fretta, ma spero comunque che la svolta presa dalla storia posso piacervi, ho voluto solo cambiare un po'... Fatemi sapere!

Buona lettura!


4: Non lo sopporto!



Hai bisogno di qualcosa?”

Edward mi guardava con uno strano sorrisetto sulle labbra, intanto si era accovacciato a terra e sfiorava con un dito i fili d'erba stando attento a non strapparli. Nei suoi occhi c'era tristezza riuscivo a scorgerla chiaramente.


E-ecco io...”

Avevo d'improvviso perso le parole, non ricordavo nulla di ciò che ero corsa a dirgli, la sua espressione era riuscita a soggiogarmi completamente, l'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento non era sgridarlo, non era arrabbiarmi con lui, era andargli vicino, stringerlo forte come fa una mamma con il suo bambino in lacrime e carezzarlo dolcemente dicendogli che andava tutto bene. Questi erano i sentimenti che quel ragazzo del quale conoscevo solo il nome, riusciva a tirarmi fuori solo con uno sguardo.

Mi arresi, e presa da questi strani pensieri feci per andarmene senza dirgli nulla, lasciandolo li solo con la sua sofferenza.


Ehm, scusate .. non disturbo vero?”

Una ragazza mi si piazzò d'improvviso di fronte bloccandomi la strada.

Mi guardò in principio con aria di sfida poi il suo sguardo passò a lui.

Ciao, il mio nome è Megan, ma tu puoi chiamarmi Meg o Meggy, come meglio credi.”

Cominciò a parlare sorpassandomi e facendosi più vicina a Edward, come se io non esistessi.

In compenso ancora non le aveva risposto nulla i suoi occhi erano fissi su di me,

non appena la ragazza se ne accorse fece un passo laterale così da coprirgli la visuale e riprese a parlare.

So che può sembrarti inopportuno ma ti andrebbe di uscire insieme, io e te?”

I miei occhi si spalancarono dalla sorpresa. Che razza di faccia tosta questa tipa! Non solo aveva interrotto maleducatamente una conversazione, o almeno un inizio, osava perfino chiedergli di uscire davanti alla sottoscritta, non calcolandomi minimamente, insomma per quanto ne sapeva io potevo benissimo essere la sua .. la sua ragazza, no?


Ecco la rabbia fare ritorno, avrei voluto girarmi e esigere rispetto da questa Megan o Meg o Meggy o come cavolo si chiamava, ma non lo feci, senza rivolgergli ulteriori sguardi e attenzioni a passo svelto me ne andai, sbattendo alle mie spalle il portone del cortile.


Lui non mi fermò, probabilmente era un normalissimo adolescente con i problemi classici che questo periodo comporta, e io era stata tanto egocentrica da pensare che il suo atteggiamento fosse dovuto a me. A me, una semplice ragazzina di città, dalla bellezza comune e dal carattere solitario, perché mai uno così, bello impossibile, avrebbe dovuto avere un interesse, positivo o negativo che fosse, nei miei confronti?

Alle volte sapevo essere proprio una stupida.


In confronto a me quella tipa era una modella, alta, snella, capelli color del miele curatissimi, vestita alla moda...

Al diavolo! Tanti problemi per uno del quale sapevo a malapena il nome!

Mi diressi così verso la palestra cercando di pensare ad una scusa plausibile per il mio ritardo, per lo meno un alto positivo in tutta questa situazione c'era, avevano già iniziato una partita di pallavolo, per cui io avrei dovuto attendere la fine per giocare, ma per mia fortuna si prolungò fino al suono della campanella e io rimasi tutto il tempo seduta su un materassino a sbuffare nervosa tra me e me.


Hei Bella!”

Mi girai sentendomi chiamare, vidi Mike assieme a Jessika sbracciarsi.

Mi raggiunsero di corsa.

Come ti senti?”

Lo guardai interrogativa, senza capire.

Non sei stata bene prima no? Ora come stai?”

Mi chiese lui con tono preoccupato.


Giusto, dimenticavo la scusa del ritardo.

Oh, ma certo. Ora va meglio, grazie, ho... ho avuto solo un capo giro, nulla di grave.”

Risposi cercando di essere più convincente possibile.


Ah meno male.”

Disse Jess visibilmente sollevata toccando il braccio a Mike, anch'esso con un sorriso più sereno in viso.

Senti ti serve un passaggio?”

Mi domandò poi facendomi vedere le chiavi del suo suburban.


Ehm, no grazie.”

Gli risposi scuotendo a mia volta quelle del mio fidato, vecchio pick up.

Si misero a ridere.

D'accordo allora a domani!”

Ci salutammo e mentre mi dirigevo alla mia auto mi meravigliai nel vedere Mike cingere con un braccio Jess e tirarla dolcemente a se baciandola sulle labbra.

Ora capivo il motivo per cui lei era così tranquilla nei miei confronti, ormai stava già coltivando l'amore tanto desiderato e a quanto pareva non temeva niente e nessuno.

Ero felice per loro, quel fatto mi fece finalmente sorridere e nello stesso tempo provare un po' di gelosia, anche a me sarebbe tanto piaciuto avere accanto una persona 'speciale' che sapesse volermi bene e al quale volere bene...


Sospirai e misi in moto, in quello stesso istante vidi Edward che assieme a suoi fratelli stava salendo sulla volvo argentata.


Ciao ciao Ed!”

Una voce squillante attirò la sua attenzione facendolo voltare.


'Ancora lei!”

Sbottai tra me stringendo forte un pugno e digrignando i denti nervosa.

Lui però non andò oltre una leggera occhiata facendola rimanere chiaramente delusa, invece rivolse immediatamente il suo sguardo a me. Eravamo lontani, almeno ad una decina di parcheggi di distanza e io ero già in auto, ma me ero certa, stava guardando proprio me, fisso, poi le sue labbra si schiusero in un sorrisetto enigmatico, dopo di che salii in macchina e partì.


Ma che diamine ha da ridere quello?!”

Esclamai sbattendo il pugno sul clacson facendolo suonare e attirando così l'attenzione di tutti.

Mi feci più bassa sul sedile e senza pensarci due volte feci retro marcia e mi diressi verso casa, l'unico luogo in cui in quel momento avrei voluto essere!



Eddi chi era quella barbye menosa?”

Chiede Alice guardando il fratello accigliata e circospetta.


Una.”

Si limita a rispondere lasciando crogiolare sua sorella nella curiosità.


Lei si gira imbronciata.

Sappi che non è prevista nel tuo destino.”

Gli rammenta incrociando le braccia.


Be, nemmeno i cambiamenti improvvisi sono nel tuo.”

Replica rimanendo impassibile indossando gli occhiali da sole.


uff!”

Sbuffa Alice poggiando la testa sulla spalla del suo amore sempre pronto a consolarla.




Ciao!”

Esclama Edward non appena oltrepassata la soglia di casa.


Oh, ehm.. ciao figliolo!”

Risponde sorpresa Esme, presa alla sprovvista da questa suo tono estroverso.


Si dirige subito su per le scale mantenendo un sorriso leggero sulle labbra.

Esme guarda stranita tutti i suoi figli.


Ah non chiedere a me, ti sembrerà strano ma non so nulla...”

afferma Alice con un tono di voce chiaramente scocciato tirando su le braccia in segno di resa.



Carlisle... Posso entrare?”

Edward bussa allo studio di suo padre aprendo lentamente la porta.


Certo Ed, entra pure.”

Risponde poggiando il libro che stava leggendo sulla scrivania facendo una leggera piega per tenere il segno.

C'è qualcosa che non va?”

Domanda subito dopo notando sul viso del figlio una strana espressione.


Edward si accomoda sulla poltroncina proprio di fronte.

Io... ho visto Bella.”

Confessa poi senza indugiare fissando Carlisle negli occhi.


Bella?”

Ripete stupito lui.


Edward si limita ad annuire, ora i suoi occhi sono fissi sul pavimento.


Figliolo, sai meglio di me che non...”

Che non è possibile?”

Lo anticipa prontamente lui.

Lo so bene, non può essere lei, io non c'ero al momento della sua...”

Si interruppe per un attimo, il suo sguardo mostra sofferenza.

Però l'ho vista da adulta, o almeno a vent'anni superati...”

continua poi evitando però di pronunciare quella parola.

Eppure non può essere una coincidenza.. Carlisle lei, lei si chiama Isabella Swan!”

Conclude con tono deciso ma confuso nello stesso momento.


Il dottore si appoggia riflessivo allo schienale portandosi il mento tra l'indice e il pollice.

Dici che tra loro c'è...”


Un legame di sangue?”

Lo anticipa ancora una volta.

Sicuro, il suo, proprio come quello della mia Bells, mi attrae in maniera logorante.

Quel profumo... canta per me.”

Si porta una mano sul volto come per nascondersi.


Edward, è molto probabile, come hai tu stesso intuito, che questa Isabella sia una sua parente prossima...”

Affermò il dottore poggiando entrambi i gomiti sulla scrivania, facendosi più vicino al figlio.


Cosa devo fare papà?”

Chiede con tono insicuro, triste...


Figliolo caro, la soluzione più ovvia sarebbe anche la più giusta... Ma sono certo che sarà il tuo cuore a scegliere per te...”

Disse Carlisle guardandolo dritto negli occhi e mostrandogli un sorriso rassicurante.

Il mio cuore?”

Ripete Edward con tono ironico.

Il cuore di un mostro non può certo consigliarmi...”


Edward...”

Cercò di fermarlo il padre.


Non preoccuparti, ho capito cosa intendi, conosco la tua idea. Chissà forse ci proverò...”

Affermò alzandosi e dirigendosi fuori facendo un cenno di saluto al dottore.


Il tuo cuore ti consiglia più di quanto tu creda...”

Sussurrò Carlisle.


Sul volto di Edward, apparve un timido sorriso.





Hei tesoro! Come è andata oggi a scuola?”

Mi domandò Charlie rientrando dal lavoro.


Ciao papà. E' andata... Bene...”

Gli risposi con tono più convincente possibile mentre finivo di servire la cena.


Ah si? Mi fa piacere! Uhmm, senti che buon odorino!”

Esclamò mio padre portandosi una forchettata di lasagne alla bocca.

Uon aetito!”

Disse masticando.


Buon appetito anche a te.”

Gli dissi scuotendo la testa col sorriso sulle labbra.


Hai per caso conosciuto i Cullen? I figli del nuovo medico... Lui è davvero una persona straordinaria!”

Riprese la conversazione ingoiando il boccone con un sorso di latte.


A quella domanda mi fermai per un istante al pensiero di quell'antipatico, poi ripresi a mangiare con più foga.

Solo di vista!”

Risposi infine nuovamente nervosa.


Charlie inarcò un sopracciglio e mi guardò stranito.

Ho capito... Be, senz'altro saranno dei bravissimi ragazzi con un padre del genere!”

Continuò sorvolando sul mio strano comportamento .

Pensa che tante persone non gradiscono la loro presenza qui da noi, invece dovrebbero essere solo onorati che un medico di grande fama e bravura come il dottor Cullen abbia deciso di venire a lavorare in una cittadina come questa anzi che in una grande città, dove avrebbe guadagnato il doppio se non il triplo!”

Anche Charlie si innervosì d'improvviso cominciando a mangiare al mio stesso modo.


Sembrava gli avesse presi in simpatia.

Chi sono queste persone?”

chiesi incuriosita dalla sua agitazione.


Bahh.. è Billy...”

Rispose scocciato.


Billy?”

Ripetei io accigliandomi.


Billy Black, il mio amico di La Push, colui che ti ha dato il tuo Pick Up... Tu e suo figlio Jacob giocavate spesso assieme quando eravate piccoli”

Rispose per farmi capire meglio.


Ohhh, certo Billy.. me li ricordo! Come mai non gli piacciono i Cullen?”

Non ne sapevo il motivo ma quell'argomento mi interessava, nonostante mi fossi ripromessa di non pensare più a quell'arrogante...


Lascia stare... Stupide superstizioni di secoli fa, non ci pensare ora!”

Affermò Charlie mettendosi nel piatto una seconda porzione di lasagne.

Così grande e ancora così credulone..”

Si limitò a balbettare poi.


Quella questione mi incuriosiva, chissà di che superstizione si trattava?

Una cosa però era certa, leggende o no, io con quel tipo non avrei mai avuto a che fare!





RINGRAZIAMENTI:

*Grazie Axel_Twilight_93! Ecco a te il nuovo capitolo, in effetti il nostro Edward un po' confuso è... Spero possa esserti piaciuto!

*Grazie BluRose89! Sono felice che ti piaccia come l'ho continuata, mi fa davvero piacere, e spero possa esserti piaciuto anche questo come gli altri!

*Grazie tittitrilli89! Sono contenta ti sia piaciuto il precedente e spero sia stato lo stesso per questo!

*Grazie Elrilin! Sono felice che questa Bella un po' diversa ti piaccia, d'altra parte qualcosa di diverso doveva averla dalla sua bisnonna! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!

*Grazie ishizu! Eccoti il quarto capitolo, con la speranza che possa esserti piaciuto!

*Grazie CullenDipendent! Ma figurati, anzi grazie per aver trovato il tempo di recensirmi!

Spero possa esserti piaciuto anche questo quarto capitolo!


Ringrazio poi tutti voi che continuate a leggere la mia ff, e spero continuerete a seguirla!

Bacioni!


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Strane reazioni ***


5: Strane reazioni



Un'altra giornata ha inizio, come sempre in questa piccola cittadina, il cielo è uggioso, ma dopo tutto rispecchia esattamente quello che è oggi il mio umore, per cui non mi lamento.

Allora vediamo... che metto oggi?”

Esclamo spalancando l'anta dell'armadio mentre mi lascio andare in uno sbadiglio rumoroso.

Tenendo conto del tempo alla fine opto per una semplice magliettina di cotone blu con cappuccio e un paio di pantaloni in lino neri. Scendo di sotto, Charlie ovviamente è già uscito, tiro fuori dal frigorifero il latte, prendo dalla dispensa i cereali e una tazza dal lavello, dopo di che mi metto svogliata a mangiare mentre distrattamente penso al giorno precedente, a quel tipo così tremendamente odioso e al mio desiderio di far andare meglio questo secondo giorno.

Certo è anche tremendamente affascinante e enigmatico e misterioso...

Ma a che diamine mi metto a pensare?”

esclamo risollevandomi con la testa fino a quel momento poggiata ad una mano.

No! No! No! Esci dai miei pensieri, brutto antipatico!”

Continuo alzandomi di scatto versando così la scatola dei corn flakes sulla tavola.

Uffa! Ecco... è solo colpa sua!”

Borbotto pulendo.

Il mio sguardo va poi meccanicamente all'orologio.

Oh no, ma è tardissimo!”

Grido vedendo la lancetta corta ormai sull'otto e quella lunga quasi sul dodici.

Corro verso la porta, indosso il mio giubetto, prendo le chiavi dal mobiletto ed esco veloce chiudendomi la porta alle spalle.


'Meno male sono arrivata in tempo...'

penso tra me mentre scendo cauta, stando attenta a non cadere, dal mio pick up.


Ma guarda, non pensavo che quei modelli così antichi potessero ancora circolare...”

Megan mi passa vicino squadrando schifata la mia auto e sventolando indifferente le chiavi della sua Porche Carrera Coupè.


Non mi sforzai nemmeno di risponderle, e mi voltai sbuffando dall'altra parte, udendo una risatina divertita da parte sua.

Chissà perché poi ce l'aveva con me, nemmeno la conoscevo, se voleva quel Edward poteva anche prenderselo, che mi importava!


In quello stesso istante al mio fianco, a pochi passi da me, eccoli, i Cullen al completo.

Non potevo, cioè non riuscivo a rimanere indifferente di fronte a tale bellezza, tale eleganza sfoggiata in maniera così semplice, e non come quella figlia di papà...

I miei occhi istintivamente vanno alla sua ricerca, ed eccolo, serio e impassibile, coi capelli leggermente bagnati da alcune gocce che avevano cominciato a cadere e che li donavano un'aria ancora più straordinaria.

Anche lui si voltò verso di me, per un secondo mi parve di vedere i suoi occhi spalancarsi di sorpresa, ma dopo un solo movimento di palpebre tutto era tornato come prima.


Scossi la testa come per riprendermi e in quell'istante suonò la campanella, corsi per non arrivare in ritardo.


Hei hei! Rischi di cadere se corri così!”

Esclama Mike di fronte al suo armadietto vedendomi arrivare correndo.

Non preoccuparti, il professore di inglese arriva sempre cinque minuti dopo, per cui...”

si interruppe guardandosi l'orologio al polso.

Abbiamo ancora ben tre minuti!”

concluse poi tutto sorridente.


Spontaneamente sorrisi anche io, mentre cercavo di recuperare un respiro decente.

Jessika?”

domando poi non vedendola stranamente vicina a lui.


Oh oggi è rimasta a casa, già ieri sera non si sentiva bene ...”

mi rispose con tono dispiaciuto.

Infatti oggi farò un eccezione e per lei starò attento a tutte le lezioni per prendere appunti!”

Esclamò infine cercando di farsi coraggio.


Da quanto state insieme?”

chiesi istintivamente incuriosita.


Be, ormai è quasi un anno!”

rispose Mike fiero e felice.


Cavoli, complimenti!”

esclamai allora io. Un anno insieme ad una persona... io al massimo avevo raggiunto un mese...

Sbuffai demoralizzata.


Che ti succede?”

Mi chiese Mike sentendomi.


Nulla , nulla!”

Dissi io con tono più convincente possibile.


Le prime tre ore passarono in fretta, Mike si impegnò davvero nel seguire le lezioni, anche se ogni tanto lo vedevo distrarsi giocherellando con la matita, recuperando però subito l'attenzione.


Hei Bella, ci vediamo in sala mensa, vado un attimo a chiamare Jess!”

Esclamò Mike salutandomi con la mano.


Io ricambiai e mi diressi a pranzo.

Non appena entrata la mia attenzione ricadde su un tavolo verso il fondo e sgranai gli occhi allibita.

Megan, la smorfiosa, era seduta sola con Edward e chiacchieravano socievolmente.

Non sapevo cosa fosse, ma fui invasa da una strana sensazione, rabbia sicuramente mista però a qualcos'altro...


Senza pensarci a passi svelti mi sedetti al primo tavolo libero disponibile, dimenticando anche di prendere il vassoio e da mangiare. Sbattei lo zaino vicino la sedia e mi accomodai rumorosamente, attirando l'attenzione della maggior parte dei presenti.


Ehm.. ciao Bella.. Va-va tutto bene?”

Alzai lo sguardo ancora accigliato, era Angela visibilmente preoccupata ma intimorita nello stesso tempo.


Cercai di calmarmi e di risponderle cauta, dopo tutto lei non centrava nulla.

Si, si, va tutto bene...”

Dissi solamente. Avrei voluto inventarmi qualche scusa ma non mi venne in mente nulla di credibile.


Ok, allora.”

Rispose lei sedendosi al mio fianco stranita.


Di sottecchi mi guardai alle spalle. Erano ancora la, lei con il suo sorrisino irritante sulle labbra e lui...be lui non la degnava di uno sguardo e nemmeno di un sorriso veramente, almeno da quanto riuscivo a vedere io da quella posizione.


Bella? Mi hai sentito?”

mi domandò Angela svegliandomi dal mio 'ipnosi'.


Mi girai di scatto verso di lei confusa in volto.

Oh, scusa... dicevi?”


Sei sicura di sentirti bene?”

Mi richiese mangiando un po' della sua insalata inarcando un sopracciglio.


Ehm, ecco... no, in verità ora che ci penso ho un po' di mal di testa, forse è meglio che vada a prendere una boccata d'aria.”

Esclamai alzandomi e recuperando lo zaino da terra.


Forse stai covando l'influenza, è periodo..”

mi disse Angela con tono premuroso.


Già, chissà.. Be, ci vediamo dopo..”

Le risposi andandomene e salutandola con un cenno di mano, che lei ricambiò.


Non appena fuori tirai un respiro profondo. A pochi metri da me vidi un albero in mezzo al prato e decisi di mettermi li per calmarmi un po' e capire che diamine mi stava accadendo.

Mi sedetti e poggiai la schiena contro il tronco, che per quanto duro mi risultava molto più comodo di una sedia.

Rimasi li così, impalata con gli occhi chiusi, mentre il vento leggero mi carezzava il viso e mi scompigliava i capelli.


Hei.. hei … Bella addormentata...”


D'improvviso sentii una voce, come in lontananza, che mio malgrado mi costrinse a riaprire gli occhi.

Lentamente e con fatica sollevai le palpebre che sentivo pesanti e davanti a me vidi una figura sfocata.

Mi strofinai il viso e istintivamente sbadigliai.


Ben svegliata.”

continuò quella voce, incantevole e melodiosa.


Riguardai quella che fino a pochi secondi prima mi sembrava un ombra senza volto.


Aahhh! Tu??”

sbottai non appena mi resi conto a chi apparteneva.

Edward era li, accovacciato a pochi passi da me e mi fissava intensamente.


Che – che ci fai tu qui?!”

ero come sconvolta, cercavo di indietreggiare ma il tronco alle mie spalle ovviamente me lo impediva.


Ma che ringraziamenti eleganti...”

commentò lui soltanto sedendosi completamente in maniera comoda, i suoi occhi per un millesimo di secondo si spostarono da me al terreno per poi tornare rapidi sul mio viso.


Ri-ringraziarti?? E di cosa scusa??”

Mi sentivo confusa, che voleva da me? Che ci faceva li??


Be di averti svegliata ovviamente, ti sei già persa biologia e ti stai perdendo anche l'altra lezione ora.”

Mi rispose lui strappando un filo d'erba per poi lasciarlo volare trasportato dal vento.


Non potevo farci nulla, per quanto quel tipo poteva risultarmi così antipatico e presuntuoso, non riuscivo a non trovarlo affascinante in tutti i suoi lati, in tutti i suoi gesti, anche quelli più insignificanti, come quello appena compiuto, fatti da lui risultavano speciali.

D'un tratto mi resi conto di ciò che aveva detto...

Che cosa ?!”

Non potevo credere di essermi addormentata in quel modo stupido, di certo mi stava prendendo in giro.

Stai mentendo!”

lo accusai più speranzosa che convinta.


Ah davvero?”

mi rispose lui inarcando un sopracciglio.

Allora guarda un po'...”

continuò poi mostrandomi il suo polso e mettendo in mostra il suo magnifico rolex.


Lo osservai come richiesto, per un attimo mi strofinai gli occhi, come se le cose potessero cambiare.

Non è possibile!!”

Esclamai incredula poi, buttandomi verso di lui e prendendo tra le mani il suo braccio d'istinto per vedere meglio, notando all'istante quanto la sua pelle fosse gelida, poi accadde tutto velocemente. Con agilità e rapidità Edward lo sottrasse dalla mia presa e si allontanò rialzandosi in piedi, facendo perdere l'equilibrio a me e di conseguenza facendomi cadere.

D'istinto per non sbattere la faccia portai le mani in avanti sbucciandomele entrambe.


Scusa... devo andare.”

disse con sguardo fisso verso il terreno per poi andarsene svelto, lasciandomi li perplessa e dolorante.

Non riuscivo a capire che cosa gli era preso, perché avesse avuto quella reazione. Sentii un bruciore e mi guardai le ferite, sanguinavano.

Meglio andare in infermeria.”







Eccoci arrivati al quinto capitolo, spero tanto vi possa esser piaciuto, vi chiedo scusa se non è molto lungo, ma il tempo in questi giorni è tiranno! Fatemi sapere!


RINGRAZIAMENTI:

*Grazie BluRose89! Ecco a te il quinto, spero ti sia piaciuto! Comunque anche io non sarei stata zitta, ma prima o poi esploderà... Grazie ancora!

*Grazie lory_lost_in_her_dreams! Che gentile quanti complimenti, arrossisco non me li merito, ma sono stra felice che la mia ff ti piaccia e spero sia stato lo stesso per questo capitolo! Comunque esatto lei è la pronipote ed è vero .. Megan è più che odiosa!

*Grazie Elrilin! Sono contenta e spero ti sia piaciuto anche questo!!

*Grazie Axel_Twilight_93! Caspita sono riuscita nel mio intento allora con questa megan, è davvero odiata, meglio così! Hehe! Grazie per il complimento e spero ti sia piaciuto anche questo quinto!

*Grazie gerby88! Non preoccuparti sono felice che comunque ti siano piaciuti e spero sia stao lo stesso per questo nuovo! Grazie ancora!

*Grazie ishizu! Ecco a te anche il quinto! Spero ti sia piaciuto come gli altri!

*Grazie tittitrilli89! Allora per il momento a dire il vero tra Bella e Jake non c'è nessun rapporto particolare solamente un'amicizia iniziata durante l'infanzia ma ancora non si sono rincontrati, più avanti però accadrà sicuramente, credo... hihihi! Grazie ancora e spero possa esserti piaciuto anche questo!


Ringrazio poi ovviamente tutti voi che leggete, spero davvero continuerete a farlo!

Bacioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Quello stesso giorno... (Edward) ***


Ciao a tutti! Ecco a voi il sesto capitolo! Allora come qualcuna di voi ha intuito alla grande, si tratta dello stesso giorno vissuto però da Edward, quindi saprete i suoi pensieri, il perché delle sue reazioni e anche il motivo per cui era seduto al tavolo con Megan...

Che dire di altro... spero possa piacervi!

Buona lettura!



6: Quello stesso giorno... (Edward)



Hei Edward! Andiamo!”

Esclama Emmett già pronto ad uscire sulla soglia di casa. Accanto a lui, immancabile, la sua Rose, con quel suo viso fiero e stupendo.

Ma dove si è cacciato? In questa scuola i professori la menano per i ritardi... pensate che ieri mi hanno messo una nota per quaranta minuti di ritardo alla terza ora, secondo loro ingiustificati... ba, come sono rigidi...”

continua lui guadagnandosi occhiatacce da parte di tutti i presenti.

Come se potessimo arrivare in ritardo...”

Replica Jasper con fare ovvio.


Vado io a vedere come mai non scende.”

Afferma Carlisle, anch'esso già pronto per andare al lavoro.

Figliolo? Posso entrare?”

chiede bussando leggermente alla porta della camera. Era strano per lui fare tale gesto in quanto di solito veniva sempre preceduto.


Lentamente si apre e dietro compare Edward tranquillo, sereno, non certo quello che il dottore si aspettava.

Si, va tutto bene.”

Rispondo io alla sua domanda ancora non fatta portandomi lo zaino dietro le spalle.

Sai Carlisle, non so esattamente il motivo ma... mi sento felice... un po'.”

Dico mostrando un timido sorriso guardandolo, dopo di che mi dirigo verso le scale per raggiungere i miei fratelli impazienti, lasciandolo in preda a pensieri confusi.


Non sapevo esattamente cosa fosse, mi trovavo in una strana situazione, situazione che mi causava una confusione che da parecchio tempo ormai non provavo più. Ma nello stesso momento l'aver visto quella ragazza, mi aveva come riempito un vuoto, un vuoto che piano piano mi aveva mangiato dentro facendomi indossare per anni e anni una maschera che non mi apparteneva e ora sentivo che finalmente stava per cadere.


Hei Eddi...”

Esclama Alice affiancandomi una volta scesi dalla macchina, arrivati davanti a scuola.

Mi piace!”

mi sussurra poi con un sorriso radioso.

In verità non vedo ancora gran che... tra tutti e due non so chi è più indeciso...”

continua con tono un po' scocciato e alzando gli occhi al cielo.

Ma ciò che so è che mi piace!”

Conclude poi facendomi l'occhiolino e raggiungendo col suo fare aggraziato Jasper.


Non riesco a trattenere una risatina soffocata, inutile arrabbiarsi, esattamente come me per lei era impossibile non farsi gli affari altrui.

Chiudo la macchina e mi avviò verso l'entrata quando in lontananza la vedo. E' di fianco al suo Pick Up e parla con quella tipa ossigenata che il giorno prima mi aveva rivolto la parola, non ricordavo minimamente il suo nome, non era importante.

Continuo a camminare e non appena le passo accanto i miei occhi non possono fare a meno di andare alla ricerca dei suoi, ed eccoli. Non riuscì a non stupirmi nel vederli, nel vedere lei, così familiare, così meravigliosa bagnata da quelle leggere gocce che avevano cominciato a cadere, come se fosse l'unica barriera a dividerci.

Cerco subito di recuperare la mia maschera seria ed impassibile non era ancora giunta l'ora di rivelarmi, c'erano ancora troppe cose che dovevo capire.

Intravedo quella tipa che accenna un saluto ma mi volto impedendoglielo, non era certo il suo saluto che volevo...

Ecco il suono della campana, uno spostamento d'aria veloce, il suo odore mi invade il respiro, corre verso l'entrata.

'Come vorrei conoscere i suoi pensieri...”


Eddi...”

Alice mi guarda stranita ed interrogativa.


Nulla sorellina tranquilla.”

Le rispondo scompigliandole i capelli.


Aaahhh! I miei capelli!”

Replica lei risistemandoseli senza fatica.


Le prima tre ore durarono un'eternità, tutte lezioni già fatte e rifatte, finalmente la pausa pranzo, posso vederla.


Mi avvio verso la mensa dove i miei fratelli già mi attendono come di consueto, ma non appena oltrepassata la soglia vengo fermato da una tipa che mi si para davanti.

'O no, ancora questa...”

penso tra me non poco irritato, odiavo la gente insistente ed appicicaticcia.

Ciao Ed!”

esclama in tono confidenziale, spostandosi dietro le spalle una ciocca di capelli con fare malizioso.

Avrei bisogno di parlarti di una cosa di estrema importanza, potresti sederti un minuto con me?”

mi chiede poi mantenendo lo stesso tono e mostrandomi un sorrisetto convincente.


Al momento non sapevo che rispondere, cercavo di leggere di cosa volesse parlare ma l'unica cosa che riuscivo a percepire erano i suoi pensieri riguardanti la mia bellezza. Seguendo l'istinto le avrei risposto di no e me ne sarei andato, ma aveva parlato di 'una cosa di estrema importanza'...

Mi insospettì .

D'accordo.”

Le risposi solamente.


Benissimo! Vieni andiamo a sederci la!”

Esclamò soddisfatta indicandomi un tavolo sul fondo dell'aula.

Mentre camminavamo tutti si giravano verso di noi con fare stupito, molti pensavano a quanto stessimo bene assieme, altre impazzivano dall'invidia nei suoi confronti, ma l'odio che provavano era più che leggibile anche solo attraverso i loro occhi infiammati.


Ci accomodammo.

Tu non hai preso nulla da mangiare?”

Mi domandò vedendomi senza vassoio.


Scossi la testa.

Nemmeno tu vedo.”

Le dissi poi giusto per non risultare troppo maleducato, almeno fino a che non mi avesse parlato di quella questione tanto urgente.


Ma certo.. ecco qui il mio pranzo.”

Mi mostrò una barretta dietetica che tirò fuori dalla sua cartella color rosa sciocking insieme ad un succo di frutta.


Alzai gli occhi al cielo e per un istante mi voltai verso il tavolo dei miei fratelli, mi guardavano tutti allibiti ad eccezione di Alice, lei sapeva già di cosa volesse parlarmi e compresi che non si trattava di una cosa importante, anzi...

Allora cercai di tagliare corto per andarmene al più presto da li.

Dimmi pure. Di cosa volevi parlarmi?”


O giusto!”

mi rispose lei ingoiando il boccone che aveva in bocca.

Vedi caro Edward, tra un paio di mesi ci sarà il ballo di fine anno, non so se tu sai che in questa scuola per questo grande evento vengono selezionati due rappresentanti, un maschio ed una femmina, che si occupano della gestione e della sua organizzazione. Ovviamente la ragazza sono io, è così da tre anni, sai com'è, essere popolari ha le sue conseguenze... Per i ragazzi invece ho da fare sempre una sfiancante ricerca, me ne serve uno bello, dalla popolarità per lo meno simile alla mia e... be ancora bello, proprio per questo ho pensato a te...”


Avevo smesso di ascoltare ciò che aveva da dirmi non appena aveva definito un ballo un 'grande evento'... In quel momento alle sue spalle eccola apparire sulla soglia della sala mensa.

Sola, con un viso un po' demoralizzato, per un istante i suoi occhi incrociano i miei, per poi dimostrarsi stupiti da ciò che vedevano. La guardai, stando attento a non farmi notare, avviarsi a passi svelti e decisi verso un tavolo ancora vuoto e sedercisi rumorosamente attirando l'attenzione di molti.

Istintivamente sulle mie labbra comparve un leggero sorriso che cercai di celare alla ragazza di fronte a me, ancora intenta a parlare.

Dopo qualche minuto la vidi guardarci nuovamente di sottecchi per rigirarsi svelta come infastidita.


Allora? Che mi dici?”

Mi chiese la tipa ossigenata in attesa di una risposta facendomi deviare lo sguardo.


Mi dispiace ma... non è una cosa che fa per me. Non amo particolarmente questi ' grandi eventi.'

Ma sono certo che troverai qualcun altro.”

Feci per alzarmi, non ce la facevo più, tutto in me esprimeva il desiderio di avvicinarmi a Bella, di parlarle, così mi decisi a farlo, ma non appena voltai lo sguardo verso il posto dove lei era fino a poco prima seduta, dovetti rinunciare non vedendola più.

Guardai meglio attorno, ma nulla.


'Eddi, è uscita.'

sentii i pensieri di mia sorella Alice che mi guardava sorridendo.


Senza salutare mi diressi allora verso l'uscita sentendo prima di sfuggita i pensieri della ragazza bionda.

'Come osa lasciarmi sola in questo modo? A me?'

Istintivamente le mie labbra si piegarono in un sorriso, soddisfatte. Una volta fuori la cercai, ma non la vidi, poi notai la porta del cortile socchiusa e il suo profumo inconfondibile chiamarmi.

Ed eccola, bella come non mai, seduta con la schiena poggiata contro ad un albero, i suoi occhi socchiusi, quasi dormienti, i suoi capelli mossi dalla leggera brezza che le frustava dolcemente il viso leggermente arrossato.

Aspettai qualche minuto prima di avvicinarmi a lei, poi la campanella suonò, sarei dovuto andare in classe ma non lo feci, a passi felpati mi portai al suo fianco, sapendo che anche camminando normalmente non mi avrebbe sentito, ma il suo sonno mi sembrava così delicato che mi venne spontaneo.

Per un'ora intera rimasi ad osservarla. Il suo respiro lento, le sue palpebre tremanti ad ogni minimo rumore, il suo corpo inerme e indifeso.

Tutto di lei mi ricordava la mia Bella.

Meccanicamente allungai una mano verso una sua candida guancia e in quello stesso secondo la campanella, che segnava la fine della quinta ora, suonò.

'Forse è meglio svegliarla...'


Hei.. hei... Bella addormentata...”

Lentamente riaprì gli occhi, mi osservò confusa per qualche secondo per poi strofinarseli con la mano sbadigliando rumorosamente.

Ben svegliata.”


In quel momento credo realizzò chi fossi.

Aahhh! Tu??”

Sbottò d'improvviso vedendomi.

Io ero accovacciato a pochi passi da lei e la fissavo intensamente.

Che – che ci fai tu qui?!”

Continuò come sconvolta cercando di indietreggiare, cosa che le era impedito dall'albero.


Ma che ringraziamenti eleganti...”

Le risposi io sedendomi a terra completamente, spostando per un millesimo di secondo i miei occhi che poi ritornarono immediatamente su di lei.

Ri-ringraziarti?? E di cosa scusa??”

Sembrava confusa.


Be di averti svegliata ovviamente, ti sei già persa biologia e ti stai perdendo anche l'altra lezione ora.”

Le risposi strappando un filo d'erba per poi lasciarlo volare trasportato dal vento.

Per qualche istante rimase a fissarmi, avrei pagato oro per sapere a che diamine pensava, era logorante per me non riuscire a leggerla...


Che cosa ?!”

Esclamò poi con tono incredulo.

Stai mentendo!”

Mi accusò più speranzosa che convinta però.


Ah davvero?”

Le risposi io inarcando un sopracciglio.

Allora guarda un po'...”

continuai poi mostrandole il mio polso sul quale si trovava un rolex regalatomi da Alice.


Osservò stranita il mio orologio, per poi strofinarsi gli occhi, come se l'ora avesse potuto cambiare.

Non è possibile!!”

Esclamò incredula per poi buttarsi inaspettatamente verso di me cingendomi il braccio.

Rapidamente mi spostai sottraendomi alla sua presa, alzandomi subito in piedi.

Così facendo le feci perdere l'equilibrio, facendola cadere di conseguenza.

Fortunatamente si portò le mani in avanti per non sbattere la faccia, feci per avvicinarmi e scusarmi, con l'intenzione di aiutarla a rialzarsi, ma nello stesso momento sollevò le mani, entrambe sbucciate, entrambe sanguinanti.

L'odore del suo sangue mi invase completamente, istintivamente mi obbligai ad indietreggiare per paura di commettere qualche sciocchezza, per timore di non sapermi controllare.

Scusa... devo andare.”

dissi allora tenendo lo sguardo fisso a terra per poi andarmene svelto, lasciandola, con mio grande rammarico, li perplessa e dolorante.

Ancora una volta la mia dannata natura aveva avuto la meglio su di me, ancora una volta il mostro mi aveva sovrastato.

Mi diressi subito verso la mia macchina chiudendomici dentro.

Dannazione!”

Esclamai dando un pugno al volante infervorato.

Avevo assoluto bisogno di calmarmi così accessi la radio e misi su una delle poche musiche che riusciva in questo intento, Claire De Lune, poi mi abbassai sul sedile facendo giungere quella melodia soave dritto al mio cuore, che forse realmente mi stava guidando verso la strada giusta, io dovevo solo limitarmi a seguirla.





RINGRAZIAMENTI:

*Grazie ishizu! Come hai potuto leggere non è perché è antipatico (o meglio forse un po', hihihi)

Comunque spero possa esserti piaciuto questo capitolo!

*Grazie Axel_Twilight_93! In effetti non si può non trovarlo bello, bello e affascinante.. hehe!

Sono felice che il precedente capitolo ti sia piaciuto e spero sia stato lo stesso per questo!

*Grazie lory_lost_in_her_dreams! Sono felice che la mia storia ti piaccia, e spero sia stato lo stesso per questo capitolo!

*Grazie free09! Eccoti la risposta, come hai potuto leggere di quella al nostro Ed non gliene frega nulla.. le sta bene hehe! Grazie mille per il complimento, in verità non credo di scrivere molto bene ma faccio del mio meglio l'importante per me è trasmettere almeno qualcosina ..

Grazie ancora, spero ti sia piaciuto anche questo!

*Grazie tittitrilli89! Che dirti... hai proprio indovinato, complimenti! La mia intenzione era proprio quella di riscrivere il capitolo dal punto di vista del nostro Ed per farvi capire meglio ciò che provava lui, i suoi pensieri.. spero di esserci riuscita e spero ti sia piaciuto!

*Grazie BluRose89! Non sei l'unica a non sopportarla, a me viene il nervoso e lo scrivo io.. hihi!

Comunque il nostro Edward si sentiva in colpa come hai potuto leggere, do averla lasciata la, povero... Spero ti sia piaciuto!


Grazie mille poi a tutti voi che continuate a seguirmi, spero continuerete a farlo!

Alla prossima!

Bacioni!





Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Odio? No. Amore! ***


7: Odio? No. Amore!


Uscii dall'infermeria medicata e con due grossi cerotti sui palmi, ormai mancavano quindici minuti alla fine delle lezioni per cui decisi che non valesse la pena raggiungere la palestra, questa volta la professoressa non mi avrebbe presa sul serio, le avrei fatto le mie scuse l'indomani.

Mi diressi verso l'uscita con l'intenzione di accomodarmi nel mio fidato Pick Up e ascoltarmi un po' di musica, così da rilassarmi per quanto possibile.

Tirai fuori le chiavi dalla tasca in basso dello zaino e mi diressi verso l'auto, mentre camminavo notai parcheggiata a poca distanza dalla mia, la volvo argentata dei Cullen, mi impalai per un momento a fissarla per poi sbuffare scuotendo la testa. Feci per riportare il mio sguardo sulla portiera quando vidi al suo interno qualcosa muoversi, osservando meglio notai che erano dei capelli, capelli color bronzo.

Stupita mi lasciai cadere le chiavi di mano, immediatamente mi abbassai per raccoglierle e quando mi rialzai i suoi occhi erano fissi su di me.

Possibile avesse udito il rumore?

Mi schiarì la gola e facendo finta di nulla salii in macchina indecisa sul da farsi, mettere in moto o aspettare i dieci minuti che restavano?

Alla fine decisi per la prima opzione, mi sentivo tesa e avevo bisogno di andarmene a casa a riposare, prima di partire però decisi di dare un'ultima occhiata a lui, ma non appena girai la testa mi spaventai vedendolo li, ancora una volta a pochi passi da me.


Con un gesto mi chiese di abbassare il finestrino e intanto fece un passo avanti senza però avvicinarsi troppo.

Feci come mi era stato chiesto se pur con un po' di indecisione.


Come ti senti?”

Mi chiese immediatamente con tono freddo ma nel quale si udiva chiaramente preoccupazione.


Deglutì prima di rispondere, in verità mi sentivo un po' confusa e... stranita.

M- mi chiedi come sto?”

Gli risposi con un'altra domanda guardandolo accigliata.


Be... si.”

disse semplicemente lui come fosse la cosa più ovvia del mondo.


Io scossi leggermente la testa.

Ehm... sto.. bene grazie. Cioè non grazie a te ma... bene.”

affermai con tono ironico e un po' acido nello stesso tempo.

In verità mi aspettavo le sue scuse visto che era a causa della sua improvvisa e immotivata reazione che ero caduta a terra, certo non era una cosa che mi accadeva di rado ma questa volta non era certo stata per la mia goffaggine!


Feci per mettere in moto ma fui immediatamente fermata dalle sue parole.

Ti chiedo di perdonarmi per poco fa, non avrei dovuto lasciarti li da sola.”

affermò con tono colpevole fissandomi negli occhi, mi accorsi solo in quel momento dello strano colore di questi, erano come ombrati, facevano un gioco di chiaro scuro... forse vedevo male...


Ecco comunque tutta la mia rabbia scivolare via come se non mi avesse mai nemmeno sfiorata.

Il suo sguardo, così intenso e sincero mi fece capitolare in meno di un secondo, meccanicamente sentii il viso imporporarsi, e mi voltai verso il volante sperando di non fargliene accorgere.

N-non importa, cosa vuoi che siano due cerottini alle mani...”

dissi alzando le spalle.

Sono abituata a cose peggiori.”

conclusi poi senza mai guardarlo nonostante la tentazione fosse enorme.

Il mio tono si era ora fatto più dolce e tenue, non c'era più ironia.


Non sentendo risposta con la coda dell'occhio cercai di vedere se era ancora li, non sentivo il minimo rumore, neppure un minimo respiro e ciò mi insospettì, ma lui era la, immobile.

Mi voltai allora completamente mostrandogli un timido sorriso, anche le sue labbra seguirono le mie. Rimanemmo così, persi l'uno nello sguardo dell'altra per qualche secondo che sembrarono durare un'eternità, neanche se mi fossi obbligata, nemmeno con una pistola puntata alla testa avrei distolto i miei occhi dai suoi.


Il mio nome è Edward Cullen. Non mi sono ancora presentato.”

In quel momento notai che si era fatto più vicino.


Isabella Swan.”

Mi presentai di risposta un po' imbarazzata, in quei casi di solito ci si stringeva la mano, ma lui non me l'aveva offerta per cui evitai anche io.

Certo averlo così vicino mi causava un batti cuore assurdo, sentivo perfino la pelle d'oca, non avevo mai provato nulla di simile, era tutto così ... assurdo.


In quell'istante suonò la campanella e la confusione si diffuse all'esterno, urla, schiamazzi, saluti... atmosfera completamente rovinata insomma, ed ecco spuntare a poca distanza da noi anche i suoi fratelli.

Devo andare.”

Mi disse lui subito, senza aver bisogno di vederli, come se già lo sapesse...


Ehm, certo... Ciao..”

dissi mostrando nuovamente un leggero sorrisetto.


Ciao Bella.”

Dei brividi mi percorsero la schiena sentendolo pronunciare il mio nome, avrei pagato per farglielo ripetere mille e mille volte ancora.


Si unì agli altri che in quel preciso istante ci stavano passando a fianco, una di loro, una ragazza bionda, stupenda, mi guardò con sospetto quasi fulminandomi, istintivamente mi voltai non riuscendo a reggere il suo sguardo, misi in moto e partii.

Sovrappensiero arrivai davanti casa, il cuore mi batteva ancora forte non riuscivo proprio a calmarmi, mi sentivo strana.

Non appena entrata in casa mi posai una mano sul petto: tu-tum tu-tum tu-tum tu-tum...

Feci un respiro profondo e mi sedetti sul divano nella speranza di recuperare un battito decente.

Che mi succede? Perché mi sento così?”

Sussurrai tra me.

Appena penso a lui mi sento come se... come se avessi... le farfalle nello stomaco...”

Mi interruppi per un istante.

Oh no! Non mi starò innamorando di lui?!”

Sobbalzai d'un tratto rizzandomi in piedi.

No! No! No! No!”

Esclamai scuotendo violentemente la testa tenendomela tra le mani.

Tutti i 'sintomi' coincidevano, batticuore quando lo vedevo o solo quando pensavo a lui, quella strana sensazione di agitazione poco prima di vederlo, la rabbia nel vederlo in compagnia di un'altra, arrossamento, farfalle nello stomaco, pensarlo di continuo, desiderare di rivederlo al più presto...

Non è possibile...”

Affermai ributtandomi all'indietro sul divano ormai resa, mi portai le mani davanti alla faccia come per nascondermi.

Mi sono innamorata di un tipo antipatico, presuntuoso... bello all'inverosimile, gentile, con un sorriso mozza fiato, due occhi profondi da svenimento... Mi sono innamorata di Edward Cullen.”

Ammisi tra me.

Ecco il mio primo amore impossibile, completamente fuori dalla mi portata... finirò per soffrire e basta già lo so! Devo scordarmelo!”

Non volevo più pensare, ne a lui ne a nient'altro che lo riguardasse, decisi così di uscire, sicuramente mi sarei distratta.

Di corsa raggiunsi il mio pick up misi in moto e mi diressi verso Port Angeles, non avevo pensato nemmeno a darmi una sciacquata alla faccia ne tanto meno a mangiare dato che avevo saltato a scuola... poco importava, avrei preso qualcosa fuori se mi fosse venuta fame, cosa che in quel momento non avevo.

Parcheggiai in una via poco prima prima del centro, nel frattempo aveva ricominciato a piovigginare e fui costretta a tirarmi su il cappuccio della maglia per proteggermi la testa, fortunatamente sembrava non dover durare molto, il cielo non era ancora così annuvolato, nonostante non ci fosse un minimo spiraglio di sole.


'Da queste parti se non erro tempo fa c'era una libreria...'

pensai tra me scrutando i negozi, certo ne erano passati di anni e le possibilità che ci fosse ancora erano minime... infatti non riuscii a vedere nulla che potesse assomigliarle ad eccezione di uno strano negozio dal nome The Leggend.. la cui vetrina era piena di strane cianfrusaglie,amuleti, pietre colorate e altri oggetti assurdi, e un po' inquietanti, da me mai visti...

'Forse è meglio mettere qualcosa sotto i denti... già ho saltato il pranzo e la testa comincia a girarmi seriamente!'

Pensai distogliendo lo sguardo da esso.

A pochi passi da me vidi un fast food, buono ed economico... insomma non mangiavo hamburger ma anche le insalate con il tonno non erano male.

Non appena entrata fui scoraggiata dalle lunghe file alle casse, ma il mio stomaco reclamava per cui rimasi in attesa del mio turno.

Come deciso optai per l'insalata e un the al limone come bibita, trovare un tavolo libera era davvero un impresa, mi guardai attorno più volte e alla fine se ne liberò uno dove fino ad un secondo prima era seduta una coppietta.

Che persecuzione...”

Sussurrai tra me accomodandomi.

'Per quanto provi a non pensarci mi torna sempre in mente... ma poi chissà per quale arcano motivo è venuto a chiedermi scusa, insomma avrebbe dovuto pensarci prima... è facile venire dopo!

Certo è stato estremamente gentile, e poi la sua espressione era così dispiaciuta...

Oh insomma! Basta Bella!!'

Mi ordinai scuotendo la testa come per fare uscire quei pensieri dalla mia mente.


Ciao! Ti senti bene?”

Una voce maschile improvvisamente mi riportò alla realtà, alzai lo sguardo e in piedi di fronte a me vidi un ragazzo, ad occhio e croce sulla ventina d'anni, esteticamente abbastanza carino, che mi mostrava un sorriso ammiccante.


Ingoiai il boccone che avevo in bocca, poi un po' esitante gli risposi.

Ehm, si.. si, ti ringrazio.”

Dissi solamente sperando se ne andasse.


Ne sei sicura? Se vuoi io e i miei amici possiamo farti compagnia... Sei tutta sola...”

continuò lui senza perdere quell'espressione maliziosa.

Automaticamente mi voltai e vidi alla mia sinistra altri tre ragazzi sempre sulla stessa età, che ridacchiavano divertiti assistendo alla scena.


No, non ce ne bisogno, mi devo incontrare con degli amici...”

Mentii sperando di riuscirci in maniera convincente, solitamente ero una vera frana nel dire bugie, i miei occhi e il mio tono di voce mi tradivano sempre!


E' un vero peccato... Be, se dovessi cambiare idea noi saremmo lieti di averti tra noi...”

Disse avvicinandosi sempre di più fino a sfiorarmi leggermente il mento con un dito.

Allora arrivederci...”

Mi sussurro poi all'orecchio.


Deglutì aspettando che si allontanasse e quando avvenne tirai un profondo sospiro di sollievo, intanto lui raggiunse i suoi amici che lo accolsero con schiamazzi e fischi, lanciandomi occhiate ammiccanti.

Fortunatamente andarono a sedersi in un tavolo lontano dal mio e fuori dalla mia vista, così immediatamente mi alzai buttai via la poca insalata che mi era rimasta e la bibita ormai vuota, dirigendomi all'uscita il più velocemente possibile, se fosse stato uno non mi sarei fatta problemi a fronteggiarlo, ma erano in quattro.. c'era una maggioranza notevole ed era meglio non rischiare!

Erano già le due passate, nonostante tutto non avevo ancora voglia di tornare a casa così decisi di entrare in un negozio di cd musicali era da molto che non ne compravo uno, non ero nemmeno al corrente delle ultime novità a dire il vero...

Dopo di che mi diressi, se pur svogliatamente in un negozio di vestiti e accessori, giusto per passare il tempo. Notai un paio di scarpe da ginnastica a poco prezzo, le provai, la misura andava bene, ma non volevo spendere soldi per quello in quel momento, magari sarei ripassata tra qualche giorno...

Uscita da li le campane suonarono indicando quattro rintocchi...

'Cosa? Già le quattro?'

Pensai tra me.

'Forse è meglio tornare a casa...'

Nell'avviarmi verso la macchina ripassai di fronte a quello strano negozio, mi fermai ad osservarne meglio la vetrina, non so il motivo ma al contrario di poco prima mi sentii incuriosita così entrai.

C'era un ciondolo in alto vicino alla porta ad indicare il mio ingresso che tintinnò attirando l'attenzione del negoziante.

Buona Sera signorina.”

Mi accolse con un sorriso accogliente se pur minimamente accennato.

Anche lui come il resto in quel posto era un po'... strano. Una carnagione olivastra, due occhi a fessura scuri, dei capelli di un nero lucido lunghi fino ai fianchi tenuti indietro da una sottile fascia ricamata con perline, il viso segnato da marcate rughe che li davano un'aria saggia.


Buona sera...”

Risposi tranquilla cominciando a dare un'occhiata in giro. Al contrario di quanto mi aspettassi non mi venne dietro a chiedermi se avevo bisogno, rimase fermo al suo posto dietro al bancone ad armeggiare con le mani, non vedevo cosa stesse facendo ma era molto impegnato.

Arrivai ad un'intera scaffalatura piena di libri, a giudicare dalla copertina libri di una certa antichità, abbastanza impolverati e dai titoli stravaganti.

'Le ore della luna piena; Miti Fantastici; Creature dell'Aldilà.' e altri di questo tipo. Stavo per voltarmi quando ne vidi uno che attirò totalmente la mia attenzione:

'Creature Leggendarie: e se fossero tra noi?'

Esattamente non ne capii il motivo, ma mi venne istintivo prenderlo tra le mani.

La copertina era di un nero ormai sbiadito, e la scritta era in rilievo color argento, dietro essa solo una leggera luna piena.

Cominciai a sfogliarlo, anche le pagine erano ingiallite, piene di figure raffiguranti creature mistiche, leggendarie appunto... Lo presi.

Mi diressi alla cassa, in quel momento notai che l'uomo era impegnato nell'intagliare delle statuine in legno con una sottile lama argentata, e con abilità sorprendente.

Interruppe per un attimo il suo lavoro e prima di passare il prezzo guardò sorpreso il libro acquistato per poi rivolgere il suo sguardo a me.

Spero tu sia pronta a leggerlo...”

Disse poi con tono serio e speranzoso nello stesso tempo, dopo di che pagai me lo mise in un sacchettino e mi salutò.

Buona serata.”


G-grazie, anche a lei.”

Ricambiai uscendo notando la sua espressione grave.

Per un attimo mi spaventai, insomma era solo un libro, mica avrei risvegliato una mummia...

Almeno speravo!

Accidenti le nuvole si sono intensificate, meglio fare ritorno.”

sussurrai tra me vedendo il cielo ormai scuro, in giro la gente era notevolmente diminuita e istintivamente aumentai il passo, impaziente di raggiungere il mio pick up.

Non appena arrivata alla via fuori dal centro nel quale avevo parcheggiato cominciai a sentirmi un po' più rilassata, ma questa mia sensazione svanì all'istante non appena vidi chi c'era a pochi passi da quello.

Poggiati alla fiancata della macchina accanto c'erano i quattro ragazzi di poco prima che mi osservavano da lontano con le labbra piegate in sorriso, meccanicamente indietreggiai, ma come potevo fare? La mia auto era la...

Decisi di farmi coraggio, probabilmente erano tutto fumo e niente arrosto, dovevo solo arrivare al mio furgoncino aprirlo velocemente e partire alla velocità della luce.


Cominciai così a camminare, ma poco prima che potessi raggiungere la portiera fui fermata da uno di loro che mi si parò davanti.

Ciao bella... sono felice di rivederti.”

esclamò facendosi più vicino, io feci allora un passo indietro ma fui fermata da qualcosa, uno di loro si era messo alle mie spalle prevenendo una mia fuga.


Ehm, scusate devo andare.”

Affermai cercando di farmi strada, ma un altro mi fermò tirandomi per un braccio.


Ma no dove vai... possiamo divertirci un po' prima...”

Disse cominciando ad accarezzarmi il viso, cercai di scansarmi ma la presa era troppo forte.

Lentamente mi stavano circondando e il panico cominciò ad impossessarsi di me, non sapevo più cosa fare, quando all'improvviso in lontananza si udì il rombo di un motore e subito dopo una frenata spaventosa a pochi passi da noi che fece istintivamente allontanare quei ragazzi da me.

Hei! Ma come cazzo guidi??”

Gridò uno di loro con tono intimidatorio. Non appena si spostò liberandomi la visuale anche io guardai quella macchina e subito dovetti spalancare gli occhi dalla sorpresa.

Davanti a noi c'era la più bella Volvo argentata che avessi mai visto.






Ecco a voi il settimo capitolo! Allora, che ne pensate? Be, io spero ovviamente possa esservi piaciuto! Fatemi sapere!

RINGRAZIAMENTI:

*Grazie BluRose89! Si, si è vero, ha fatto bene a lasciare così Megan... hihihi! Comunque sono certa che si farà perdonare...! spero ti sia piaciuto!

*Grazie lory_lost_in_her_dreams! E si poveri tutti e due in effetti... ti ringrazio molto per i complimenti, mi fai arrossire ^\\\\^ spero ti sia piaciuto anche questo!

*Grazie Nessie93! Ma che bello avere una tua recensione anche in questa ff! Chiedi pure ciò che non hai capito, non essendo stata programmata come una ff è molto probabile che non mi sia spiegata bene in qualcosa, considerando poi il fatto che improvviso ad ogni capitolo! Comunque sono felice che ti piaccia e spero sia stato lo stesso per questo capitolo!

*Grazie Cullenuzza! Infatti avevi indovinato, povero il nostro Eddi! Grazie per il complimento e spero tanto ti sia piaciuto anche questo!

*Grazie tittitrilli89! Come hai letto sicuro il nostro Edward si è già fatto perdonare, meno male che c'è lui! Spero possa esserti piaciuto!

*Grazie ishizu! Sfigato è dir poco! Ahahah! Spero ti sia piaciuto anche questo settimo capitolo!

*Grazie Axel_Twilight_93! Si in effetti in quanto a dolcezza non si smentisce mai, ma ancora tutto deve accadere! Spero ti sia piaciuto!


Ringrazio di cuore poi tutti voi che leggete, spero continuerete a farlo e che mi esporrete le vostre opinioni!

Bacioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** E se ... ? ***


8: E se...?


Avevo gli occhi spalancati dallo stupore, il cuore aveva cominciato a battere più forte, ma non per la paura...

Rapidamente la portiera dell'auto si aprì e ne uscì lui, Edward.

Istintivamente il ragazzo che fino a quel momento mi aveva trattenuta, mi lasciò facendo un passo indietro e ne capii il motivo non appena scorsi la sua espressione illuminata sotto la luce fioca di un lampione che cominciava ad accendersi.

I suoi occhi completamente scuri, come fossero un tutt'uno con la pupilla, fissi sui quattro ragazzi,

i denti lasciati scoperti dal labbro superiore ripiegato e leggermente tremante lasciandolo intendere come un segno di 'attacco'.


Sali in macchina!”

Mi intimò interrompendo il silenzio che si era venuto a creare facendomi sobbalzare, non me lo feci ripetere due volte e senza guardare nessuno di quei quattro tipi a testa bassa mi incamminai verso la volvo, portandomici dentro al volo. Mi sentivo però doppiamente spaventata anzi che rilassata, ero in pensiero per lui, per quanto potesse essere arrabbiato loro erano in quattro, una netta maggioranza.


Si può sapere di che ti impicci? Pensi di farci paura?!”

esclamò il ragazzo che mi aveva trattenuta avvicinandosi a lui ed estraendo dalla tasca un coltellino per poi portarselo davanti come per difesa e intimidazione.

Non so cosa successe dopo, Edward mi dava le spalle e non capii se aveva detto qualcosa o fatto qualche gesto, fatto sta che sentii il coltello cadere a terra e subito dopo vidi i quattro aggressori correre via senza voltarsi.

Nel giro di un secondo Edward era in macchina, ma i suoi occhi non erano cambiati, avevano mantenuto l'oscurità, rimase fermo immobile per qualche minuto, con le mani poggiate al volante e lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse cercando di calmarsi, nonostante non riuscissi ad udire nessun tipo di respiro affannato, anzi il suo petto dava l'impressione di non muoversi affatto.

Non sapevo se dire qualcosa o comunque che cosa, quindi rispettai il suo silenzio cercando a mia volta di riprendere un respiro normale e provare a bloccare quell'ondata di domande che già mi stavano invadendo il cervello.


Stai bene?”

Mi chiese improvvisamente con tono di voce rauco senza voltarsi.


Deglutì prima di rispondere un po' intimorita.

Ehm, si.. si sto bene.”

Riuscii a dire a fatica.

Non feci in tempo a terminare la frase che senza che me ne rendessi conto eravamo in strada, nel frattempo la pioggia aveva cominciato a scendere fitta ricoprendo completamente tutto il parabrezza impedendomi così di guardare dove stavamo andando e facendomi cadere nel panico più totale.

Edward! I tergicristalli!”

Esclamai allora non poco agitata.


Non ne ho bisogno.”

Mi rispose soltanto continuando a guidare con una mano.

Solo in quel momento guardando fuori dal finestrino mi resi conto della velocità alla quale stavamo viaggiando, non riuscivo a distinguere nulla. Alberi, marciapiedi, strade mi sembravano tutte la stessa cosa. Mi voltai allora verso di lui terrorizzata e istintivamente mi aggrappai al sedile con entrambe le mani.

Mi prudono le mani... Dimmi qualcosa che possa impedirmi di tornare da quei bastardi...”

Mi disse d'un tratto facendomi passare il terrore che fino a un secondo prima mi possedeva.

Mi stava facendo chiaramente capire che se non avessi trovato un modo di calmarlo sarebbe tornato indietro da quei quattro...

Cominciai a pensare e pensare, ma quando ti servono si sa, le idee non arrivano mai!

Un rumore forte e gorgogliante ruppe quel silenzio riflessivo, parlando al mio posto.

Mi portai istintivamente una mano sulla pancia imbarazzata.


Hai fame?”

Mi chiese con tono più rilassato e un po' divertito, sommerso da una timida risata.


Ehm..”

Non finii che ancora una volta fu il mio stomaco a rispondere per me.


Questa volta si lasciò andare in una fragorosa risata, risata che mi fece sussultare il cuore e arrossire allo stesso tempo.

Abbiamo superato da poco una pizzeria. Ti va una pizza?”

Disse poi finalmente guardandomi. I suoi occhi erano fortunatamente tornati chiari, di quel giallo dorato che tanto mi stupiva.


Mi limitai ad annuire voltandomi verso il finestrino incapace di reggere il suo sguardo così intenso, mi rigirai però di scatto lasciandomi scappare senza pensarci una domanda.

Ma scusa.. come hai fatto a vederla?”

Lo presi allo sprovvista, lo vidi chiaramente sorpreso.

Insomma... io nemmeno riuscivo a distinguere un albero da quanto stavamo andando veloce!”

continuai poi senza lasciar lui il tempo di rispondere.


Ho una buona vista.”

Si limitò a rispondermi con un sorrisetto enigmatico sulle labbra.

Io lo guardai con occhi sgranati, incredula di quanto potesse essere bello anche quando faceva l'arrogante.

Intanto si fermò di fronte a quel locale, parcheggiando a poca distanza dall'entrata.

Rimasi in silenzio, non sapevo che dire, poi prima di entrare mi ricordai una cosa di fondamentale importanza.

'O cavoli... ho speso tutti i soldi, non mi basteranno mai per una pizza!'

urlai dentro di me bloccandomi sul posto.

Edward che nel frattempo stava aprendo la porta di fermò e mi guardò perplesso.

Che ti succede?”

Mi chiese incuriosito e accigliato.


Ehm, ecco vedi io...”

non riuscii a continuare la frase, mi vergognavo.


Su coraggio, dopo lo spavento che ti sei presa il minimo che posso fare è offrirti qualcosa da mettere sotto i denti, no?”

Rimasi sbalordita di quelle sue parole, era come se avesse capito al volo quale fosse la mia preoccupazione, sorrisi timidamente e mi accinsi ad entrare, mentre lui molto cortesemente mi teneva aperta la porta.

Non appena dentro nella pizzeria piombò il silenzio, interrotto solo da leggeri sussurri e risatine composte, gli sguardi di tutti erano rivolti a lui, esattamente come accadeva a scuola.


Prego, posso esservi d'aiuto?”

Una ragazza, davvero carina, ci si avvicinò, mostrandoci, o meglio, mostrandogli un sorriso accogliente.


Si, la ringrazio. Vorremmo un tavolo per due, meglio se appartato.”

rispose Edward in maniera impeccabile con tono serio.


Certamente, seguim... ehm, seguitemi..”

si corresse immediatamente.

Involontariamente mi lasciai sfuggire un respiro scocciato che Edward non mancò di notare, infatti subito si voltò verso di me con un sorriso sghembo da svenimento, provocando in me una tachicardia esagerata e un arrossamento immediato.

Ecco, spero che questo vada bene.”

Disse la cameriera accompagnandoci ad un tavolo per due, sistemato in fondo alla sala vicino ad finestra.


Va benissimo.”

Disse solo lui ringraziandola con un cenno della testa.


La vidi arrossire compiaciuta.

Allora, cosa posso portarvi?”

Continuò rivolta solo a lui mostrando un sorrisetto ammiccante.


Bella?”

Edward, con mia soddisfazione, rivolse invece i suoi occhi a me, invitandomi con una mano a scegliere sul menù.


La ragazza lo porse un po' scocciata di doversi voltare, lo aprii e cominciai a scrutarlo, in effetti avevo un po' fame, ma l'imbarazzo totale che provavo in quel momento mi chiudeva lo stomaco.

Una.. pizza margherita e una fanta...”

esclamai infine con voce flebile.


Bene. E a te cosa posso portare?”

Cambiò immediatamente la sua traiettoria usando ora una voce più cordiale.


Per me nulla grazie.”

Le rispose senza distogliere il suo sguardo da me che intanto tenevo il capo chino incapace di reggerlo.

La sentì sbuffare e allontanarsi delusa.


Co-come mai nulla? Non hai fame?”

Domandai cercando di togliermi da quella situazione.


Già mangiato.”

Mi rispose semplicemente continuando a scrutarmi.


Capisco.”

dissi cominciando a giocherellare con la busta di grissini presente sulla tavola.

Edward...”

continuai poi evitando sempre di guardarlo, così da evitare che potesse farmi passare il coraggio.

Come facevi a sapere dove ero?”

Chiesi poi curiosa.


Per un istante regnò il silenzio,dopo di che mi rispose.

Mi trovavo da quelle parti per caso.”

Fu la sua risposta netta.


Alzai la testa di scatto, tutto mi aspettavo ad eccezione di una risposta così banale!

Ah, ma... ma certo.. Be, che fortuna.”

Cercai di togliermi d'impiccio. In quel momento la cameriera tornò con al mia pizza che posò pesantemente davanti a me rivolgendo ogni sua occhiata a Edward.


Sicuro che non posso portarti proprio nulla caro?”

Richiese con tono dispiaciuto.


Sicuro.”

Le disse deludendola ancora una volta.


Non riuscii a trattenere una risatina che non le sfuggì e in tutta risposta mi rivolse un'occhiata fulminante. Ma insomma, ben le stava, dopo tutto per quanto lei ne sapesse potevamo davvero essere una coppia e il suo comportamento era davvero detestabile!


Sono felice di essere arrivato in tempo però...”

riprese prendendomi di sorpresa mentre portavo alla bocca il mio primo boccone.

In confronto alla mia faccia il sugo doveva sembrare pallido in quel momento.


Già! Che fortuna! Be ma sono certa che non sarebbe accaduto nulla... sai come sono quei ragazzi, tutto fumo e niente arrosto!”

Cercai di minimizzare io ridendo.


Tu non puoi sapere quanto fossero disgustosi i loro pensieri!”

Sbottò d'improvviso con tono basso ma rabbioso nello stesso tempo.


Rimasi di sasso e deglutì nonostante non avessi ingoiato nulla.

Tu... tu si?”

domandai poi incerta e sbalordita.


Mi guardò con occhi spalancati come se si fosse pentito di ciò appena detto.

Ma- ma no... certo che no. Solo che non è difficile immaginarli.”

Esclamò cercando di recuperare una tonalità più serena, ma nei suoi occhi l'astio era chiaro come il sole.


Per qualche minuto regnò nuovamente il silenzio, per me era difficile mangiare, i suoi occhi erano puntati sul mio viso in maniera insistente, rendendomi così estremamente complicato ogni minimo boccone, al quale inoltre mi pulivo la bocca per paura di essermi sporcata.

Fu poi lui a parlare:

Dove sei nata?”

Mi chiese d'improvviso senza smettere di scrutarmi.


Ingoiai il pezzo di mozzarella che per la sorpresa mi stava andando di traverso, bevvi un sorso di aranciata e gli risposi:

Be... Sono nata qui a Forks, ma quando avevo pochi mesi i miei genitori si sono separati e io sono andata a vivere con mia madre a Chicago assieme a mia nonna Elizabeth fino all'età di sei anni...”


Elizabeth??”

Mi domandò Edward interrompendomi con tono di voce sorpreso.

Ehm, già...”

Non sapevo che altro rispondere, non capivo il motivo per il quale potesse interessargli il nome di mia nonna.


Lo vidi rincomporsi.

Scusa... dicevi?”

Mi invitò a continuare.


Be ecco... quando avevo sei anni appunto mia nonna purtroppo morì... e io sono tornai a vivere qui con mio padre Charlie mentre mia madre Renèe cercava casa altrove.”

Ancora una volta vidi i suoi occhi sgranati e sorpresi sempre più ad ogni mia parola.


Stavo per chiedergli se stava bene ma mi interruppe di nuovo.

Sono... dei bei nomi...”

esclamò con tono sereno ma con sguardo accigliato.


Ah davvero? Sono tutti nomi ripetuti!”

Esclamai allora io prendendo una delle ultime fette di pizza e morsicandola.


Ripetuti? Che intendi?”

Chiese Edward con strano interesse.


Ecco, mia madre si chiama come la sua bisnonna ad esempio, e da quanto ne so invece il nome Elizabeth è stato dato a mia nonna in ricordo di una vecchia amica della mia bisnonna che per l'appunto si chiamava esattamente come me, Isabella Swan! Be in verità il cognome è una coincidenza, il caso ha voluto che mio padre avesse lo stesso nome e cognome del mio bisnonno, Charlie Swan! E' incredibile no?”

Finii la mia confusa spiegazione con entusiasmo, ma non appena scorsi la sua espressione questo passò. Era come sconvolto.


Quindi la tua bisnonna si chiamava Isabella Swan??”

Domandò poi ancor più interessato mantenendo quell'espressione.

Io annuì un po' spaventata e intimorita.

Ancora piombò il silenzio per un dieci minuti buoni, e non osai interromperlo, Edward sembrava completamente perso nei suoi pensieri, il suo sguardo perso nel vuoto.


Forse è meglio andare ora... Si è fatto tardi.”

Disse d'improvviso proprio mentre sorseggiavo l'ultimo goccio di aranciata, la pizza la avevo già finita, ma era rimasta in attesa.

Ci alzammo, Edward lasciò i soldi in mezzo al menù e da quanto ero riuscita a vedere non erano certo contati, ce ne erano almeno venti di troppo.

Durante il viaggio di ritorno non aprii bocca e io feci lo stesso, in men che non di dica fummo davanti a casa mia, le luci erano ancora spente, Charlie non era ancora rientrato, tirai un sospiro di sollievo per ciò.


Be, allora grazie per oggi...”

Presi il sacchetto con dentro il libro acquistato quel pomeriggio lasciato fino a quel momento sul sedile posteriore e feci per scendere, ma una volta aperta la portiera mi fermò con una domanda incompiuta.


La tua bisnonna è...”

Non concluse la frase, abbassò il capo come per trattenere le lacrime.

Non importa... Ciao.”


C-ciao.”

Partì prima che potessi finire di salutarlo, io rimasi ferma immobile confusa.

C'erano tante cose che non mi erano chiare, tante cose di cui avrei voluto avere risposte,

per esempio perché era così interessato alla mia bisnonna? O al mio passato in generale?

Perché soffriva nel sapere che lei fosse morta?

Certo si era interrotto, ma era facile capire cosa volesse chiedermi.


Entrai in casa e in quello stesso istante squillò il telefono, corsi a rispondere.

Pronto?”

Ciao tesoro! Sono la mamma!”

Ciao mamma.”

Allora come stai? Come va li? La scuola? Tutto a posto?”

Mamma una domanda per volta!”

Oh scusami amore, ma mi manchi così tanto!”

Anche tu mi manchi, comunque va tutto benone tranquilla.”

Mi limitai a risponderle, non ero proprio dell'umore adatto per chiacchierare allegramente.

Sicura?”

Sicura.”

Ah tesoro mi dovresti fare un favore...”

mi disse con vocina mielosa. Quando mi diceva così c'era sempre da temere.

Nello sgabuzzino di Charlie dovrebbe esserci dentro ad una scatola la mia vecchia divisa da cheerleader del liceo... puoi guardare se c'è ancora? Sai vorrei fare una sorpresa a Fhil e...”

Mamma!”

La interruppi immediatamente io.

Il favore te lo faccio, ma tu fammi quello di non finire la frase!”

esclamai disgustata al solo pensiero.

D'accordo... allora mi fai sapere?”

Certo..”

Grazie piccola! Baci baci!”

Baci mamma.”

Renèe non aveva ancora capito che certi particolari ai figli non interessano!

Mi diressi verso il ripostiglio, non appena lo aprii un ondata di polvere mi invase il naso facendomi starnutire più volte.

Io odio la polvere...”

borbottai tra me. Su uno scaffale in alto notai una scatola colorata, di sicuro era quella la divisa, allungai il braccio per tirarla giù ma era troppo in alto per me, così mi misi in punta di piedi, riuscii a farla cadere ma assieme ad essa cadde anche un'altra piccola scatola che non appena toccato il pavimento si rovesciò, sparpagliando ovunque delle vecchie fotografie.

Oh .. ma questa è la mamma da piccola!”

esclamai prendendone in mano una.

E questa è lei assieme alla nonna! Oh .. e questa?”

domandai vedendone una evidentemente vecchia, in bianco e nero, più che una fotografia sembrava un ritratto.

Ma la bisnonna...”

dissi sorpresa.

Come era giovane... è proprio vero che le somiglio!”

esclamai soddisfatta.

Ne vidi poi un'altra simile nascosta sotto le altre, la presi in mano, c'era ritratta ancora la nonna e vicino a lei c'era una ragazzo, non si vedeva molto bene in viso, oramai era parecchio rovinata e stropicciata, però mi parve familiare. La voltai e nel retro notai una dedica.

La data risaliva ad aprile del 1918, e al scritta diceva così:


'A Isabella Swan.

Per sempre insieme. E' una promessa.'

'Con affetto;

Edward Anthony Masen.'


Non è possibile...”

Rigirai di botto il ritratto che avevo tra le mani, non appena lessi quel nome una lampadina mi si accese nella testa...

In quel momento capii perfettamente perché quel viso mi sembrasse così dannatamente familiare.




Ciao a tutti! Allora, che ne pensate di questo nuovo capitolo? Spero tanto possa esservi piaciuto!

Perdonatemi per il ritardo, ma per farmi perdonare l'ho fatto un pochino più lungo, sperando non sia troppo pesante o noioso!


RINGRAZIAMENTI:

*Grazie lory_lost_in_her_dreams! Troppo gentile, non mi merito tutti questi complimenti arrossisco.. ^\\\\^ comunque già, meno male che è arrivato lui come sempre a salvarla! Spero ti sia piaciuto anche questo!

*Grazie BluRose89! Spero possa esserti piaciuto anche questo capitolo!

*Grazie tittitrilli89! Come hai potuto leggere ha già cominciato a farsi qualche domanda, figuriamoci quando aprirà quel libro... hihihi! Spero ti sia piaciuto!

*Grazie Axel_Twilight_93! Chi non si innamorerebbe di lui... hehe! Comunque è vero.. proprio un super eroe! Spero possa esserti piaciuto anche questo!

*Grazie Skiribilla! Troppo gentile davvero, per me è un vero piacere che la mia sia una di quelle storie che ti abbia convinto a continuare a leggerla! Ti ringrazio tanto per i complimenti, e anche per aver trovato il tempo di recensirmi nonostante tu non ne abbia molto, ne sono onorata!


Grazie poi a tutti voi che leggete la mia ff, spero continuerete a seguirmi!

Bacioni a tutti!

Alla prossima!



Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Pensieri + Domande = Confusione! ***


Ciao a tutti! Allora, è da un bel po' di tempo che non scrivo più sul sito e mi dispiace tanto!

In questi ultimi giorni, tra una cosa e l'altra, ho ritrovato il tempo di rileggere tutte le mie storie qui pubblicate e rileggendo questa, ho travato opportuno (tempo permettendo!) provare a continuarla, visto che era molto seguita da tutti voi, e vi ringrazio per questo!

Che dire di altro, spero possa piacervi e vi chiedo scusa se vi risulterà un po' corto, ma il tempo è davvero tiranno! Sperando di riuscire nuovamente a coinvolgervi, vi auguro Buona Lettura!



9: Pensieri + Domande = Confusione!



Quella notte non chiusi occhio, continuai a pensare e a ripensare alla foto trovata, e all'impossibilità del fatto che, realmente, potesse trattarsi dell'Edward che io conoscevo.

Era una cosa assurda, risaliva ad anni e anni prima, e lo ritraeva esattamente come ancora oggi

si presentava: adolescente.

Mi girai e rigirai nel letto, cercando di trovare risposta a delle domande che erano senza senso,

eppure una spiegazione doveva pur esserci...


Quando riaprii gli occhi mi resi conto, infine, di essermi addormentata, se pur per poche ore; la

mia radiosveglia segnava le sette e venti, tra dieci minuti sarebbe suonata, e a tentoni, con la

mano, cercai l'interruttore per evitarlo, dopo di che mi stirai rumorosamente e

mi tirai su. Rimasi a guardarmi attorno, scombussolata, per qualche secondo, con una strana sensazione addosso, come se avessi momentaneamente scordato qualcosa di essenziale, poi

tutto mi tornò in mente. Mi alzai scattante e mi diressi verso la mia scrivania in ciliegio, dal quale cassetto, estrassi la fotografia trovata il giorno prima, e la osservai per la milionesima volta.

L'unico modo per sapere, è portarla a lui.”

Sussurrai tra me, determinata. Di corsa mi vestii e andai di sotto a fare colazione; come sempre Charlie era già uscito e mi aveva lasciato sulla tavola la mia tazza da latte, tonda e bassa.

Presi i cereali dalla dispensa e il latte dal frigorifero, versandoli contemporaneamente per fare prima, e li mangiai in fretta e furia. L'orologio segnava le otto meno dieci e decisi di uscire; non appena spalancai la porta, vedendo il mio Pick up, mi tornò in mente la conversazione

avuta con mio padre la sera precedente. Avevo dovuto inventarmi una scusa al momento, sul perché la mia macchina non fosse parcheggiata nel vialetto; mi prese alla sprovvista, in quanto i miei pensieri erano concentrati esclusivamente su Edward, e non ricordavo minimamente di non esser tornata a casa con la mia auto, per ciò, su due piedi, dissi che ero andata a fare un giro a Port Angeles e che il Pick up aveva improvvisamente deciso di non mettersi in moto e, per questo, avevo preso un taxi per tornare a casa.

Charlie, dopo avermi osservata con fare circospetto, aveva prontamente chiamato Steve, proprietario del carro attrezzi, e si era fatto accompagnare a riprenderlo, dopo essersi fatto spiegare dove era parcheggiato; pensate la sorpresa quando, accendendolo, è partito senza esitazione...

Fortunatamente, riuscii a fingermi giustamente stupita ed entusiasta...

Sospirai al ricordo della fatica e dell'agitazione che avevo provato!

Dopo di che scossi la testa e recuperai il mio obiettivo: trovare Edward Cullen.

Misi in moto e mi diressi verso la scuola, parcheggiai al primo posto libero, poi iniziai a scrutarmi attorno, alla ricerca della mitica Volvo argentata, ma non la vidi da nessuna parte.

Non può non venire proprio oggi!” esclamai tra me, continuando a sparare occhiate a destra e a manca.

Se pensi che lui abbia un'interesse per te, sappi che ti sbagli, e di grosso!”

Una voce acida e alquanto sgradevole, interruppe le mie ricerche, attirando la mia attenzione; mi voltai e con enorme dispiacere, vidi alle mie spalle Megan, poggiata comodamente alla sua

Carrera Coupè, intenta a specchiarsi in un piccolo specchietto rosa.

Mi sentii offesa solo dal fatto che nemmeno mi riteneva degna di esser guardata, quando

mi concedeva 'l'onore' di parlarmi, e non so cosa mi trattenne dal colpirla in modo tale da scompigliarle i suoi preziosi capelli, forse semplicemente non mi sembrava il caso, considerando la mia netta superiorità.

Di che parli?” le chiesi con fare disinteressato, mentre ripresi a cercare i Cullen.

Di Edward mia cara.” Disse con fare ovvio. “Mi sembra abbastanza palese che tu...”

si interruppe guardandomi dall'alto in basso con espressione quasi schifata. “Tu.. non sia affatto alla sua altezza, per cui volevo solo dirti di non illuderti troppo. Un consiglio da 'amica.”

concluse con tono fintamente socievole, dopo di che mi mostrò un sorrisetto falso e scansandomi,

si allontanò.

Sculettando in quel modo prima o poi ti slogherai il bacino!!” Borbottai tra me, sbuffando scocciata.

Che succede Bella? Megan ti da delle noie?” la voce di Mike mi risvegliò dai miei pensieri.

Al mio fianco c'era lui cinto a Jessika, ed entrambi mi osservavano accigliati e interrogativi.

Scossi la testa. “No, figuriamoci. E' un problema suo...” dissi tagliando corto. Non avevo nessuna voglia di spiegare tutto, soprattutto non lo ritenevo opportuno.

Be, comunque se hai bisogno, chiedi pure!” esclamò Jess determinata. “Quella non l'ho mai potuta vedere! Fa la gatta morta con mezza scuola, ma quando ha provato a miagolare con lui...”

indicò Mike con un cenno della testa. “L'ho rimessa nella sua cuccia!” disse fiera.

Risi. “Bene, allora nel caso, so a chi rivolgermi!”

Lei annuì frettolosamente. “Assolutamente!”

In quell'istante suonò la campanella e ci dirigemmo in classe, prima di varcare la soglia, però mi voltai ancora indietro, speranzosa, ma la delusione mi sovrastò di nuovo. Sospirando rumorosamente feci per entrare in classe, quando Jessika mi ridiede le speranze.

Guarda com'è bello oggi Edward!” Mi sussurrò all'orecchio, dandomi una leggera gomitata.

Senza attendere seguii il suo sguardo, ed eccolo, bello più che mai, camminare verso di noi; aveva indosso una giacca a vento nero a tre quarti, sotto la quale si intravedeva un maglioncino bianco dal collo alto, perfettamente intonato ai jeans scuri e alle scarpe.

Lentamente si avvicinava, passo dopo passo, e il mio cuore batteva forte, sempre di più; quando poi mi passò a fianco il suo profumo mi invase il respiro e mi sentii quasi svenire.

Ti ha sorriso!” esclamò saltellando Jessika, entusiasta. “E' incredibile...” continuò sorpresa.

So-sorriso?” ripetei stranita.

Mi guardò attonita. “Non te ne sei accorta!?” domandò sbalordita.

Mi ero incantata a guardarlo e a pensare talmente tanto al suo intenso profumo, che nemmeno mi ero resa conto che mi aveva sorriso!

Allora! Volete entrare!” La voce grave del prof. di inglese mi riportò alla realtà, e dovetti resistere alla voglia di corrergli dietro, per entrare in classe.

Non feci minimamente attenzione alla lezione, e fui più volte rimproverata dal professore, ma poco importava; l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era a lui, a lui e ancor a lui, nient'altro.

Mi toccai la tasca dei jeans, dove avevo riposto la foto prima di uscire e cercai di recuperare la sicurezza con la quale ero partita quella mattina.


Finalmente arrivò la pausa pranzo, il momento in cui avrei potuto parlare con lui senza più attendere; entrai in sala mensa ma non presi nulla da mangiare, lo stomaco aveva automaticamente indotto come delle barriere anti cibo, soltanto al pensiero che tra poco gli avrei parlato. Sapevo che toccava a me andare da Edward, come sapevo che non sarebbe stato facile affiancarmi a quel tavolo, da tutti osservato ma da nessuno avvicinato, un tavolo figurativamente avvolto da una bolla a parte, una bolla divisoria tra noi e i Cullen.

Mi feci coraggio e presi un respiro profondo, poi, senza notare nemmeno Mike e Jess intenti a salutarmi, iniziai a camminare decisa, stringendo i pugni per darmi coraggio; vidi tutti i presenti voltarsi all'istante verso di me e trattenere il respiro per qualche millesimo di secondo, impazienti.

Per fino quell'ossigenata di Megan mi guardava contrariata ma stupita nello stesso tempo.

Cercai di non badare a quelle occhiate troppo inquisitrici e continuai la mia avanzata, determinata più che mai a parlare con lui; ed eccomi ormai al loro tavolo.

Anche i loro occhi erano puntati meravigliati e interrogativi su di me, a esclusione di quelli della bellissima ragazza bionda, che mi guardava come se fossi una minaccia, un moscerino da schiacciare all'istante.

Ehm... Edward dovrei parlarti, per favore.” mentre pronunciavo quelle parole un timore improvviso si impossessò della mia mente; e se mi avesse detto di no? Cosa avrei fatto? Ma soprattutto... che razza di figuraccia davanti a tutti, davanti a Megan!

Stavo per ritrattare tutto quanto e andarmene, quando lui mi prese alla sprovvista.

Certo.”

Una sola parola, ma magnifica, che mi fece battere il cuore a mille e imporporare le guance.

Il sorriso sghembo che mi mostrò nel rispondermi sarebbe stato capace di farmi svenire come una pera cotta, e forse dentro di me lo ero già.

In privato?” mi domandò poi alzandosi dalla tavola senza fare il minimo rumore.

Oh, s-si.” dissi deglutendo, emozionata e anche spaventata per quello che mi aspettava ora.

Uscimmo dalla mensa e ci dirigemmo nel cortile interno, dove il giorno precedente mi aveva svegliata e anche fatta cadere a terra, e ci fermammo nella parte più lontana dalle finestre e dalla porta, così da esser certi dell'assenza di sguardi e orecchie indiscrete...

Si accomodò su una panchina, leggermente sporca e, con un gesto della mano, mi invitò a fare lo stesso; quel gesto mi stranii, era inconsueto da parte sua, solitamente manteneva molto attentamente le distanze.

Dimmi.” proruppe nei miei agitati pensieri, riportandomi alla strana realtà.

Si, ecco vedi io...” all'improvviso fu come se avessi perso tutte le parole, come se la memoria si rifiutasse di farmi arrivare le giuste informazioni; l'unica cosa che riuscivo a pronunciare era un flusso di parole senza senso, che mi uscivano di bocca senza controllo, nonostante io cercassi di evitarlo!

Scoppiò a ridere fragorosamente, divertito, io gli lanciai uno sguardo fulminante per poi sentirmi estremamente in imbarazzo. “Le somigli molto..” Pronunciò una frase che non riuscii a capire, la tonalità che aveva usato mi risultò troppo bassa e lo guardai sconcertata e accigliata.

In quel momento anche i suoi occhi si diressero nei miei e rimanemmo a osservarci intensamente per qualche secondo, che mi sembrarono un'eternità.

Tra poco suonerà la campana...” fu lui a interrompere il silenzio, mettendomi al corrente del tempo. Fu come risvegliarmi da un fulmineo sonno, ma ora era giunto il momento. Rapida e senza attendere oltre tirai fuori dalla tasca la fotografia e gliela porsi.

Ieri, in una vecchia scatola di famiglia ho rinvenuto questa foto. So che i volti non si vedono chiaramente, ma sono convinta del fatto... che questo... questo sia tu! Quindi, gradirei una spiegazione!”

Dissi tutto quanto in un sol fiato, senza interruzioni e con tono più determinato che mai.

Vidi i suoi occhi spalancarsi leggermente, poi le sue labbra rosee si piegarono in un sorriso lieve.

Ebbene si Sono io.”


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=357599