Alya Elettra Malfoy: una stella perduta.

di pureblood18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sangue del mio sangue. ***
Capitolo 2: *** E strega fu. ***
Capitolo 3: *** Un nuovo addio. ***
Capitolo 4: *** Inevitabili conseguenze. ***
Capitolo 5: *** Serpe di platino. ***
Capitolo 6: *** Orgoglio Serpeverde. ***
Capitolo 7: *** Perché tutte a me? ***
Capitolo 8: *** Il fantasma del Maniero. ***
Capitolo 9: *** Oscuro Presagio ( Parte Prima ). ***
Capitolo 10: *** Oscuro Presagio ( Parte Seconda ). ***
Capitolo 11: *** Mai più come prima. ***
Capitolo 12: *** Alyssa? Chi è Alyssa? ***
Capitolo 13: *** Verità Nascoste. ***
Capitolo 14: *** Zia Bella è qui. ***
Capitolo 15: *** A costo della vita. ***
Capitolo 16: *** Sotto mentite spoglie. ***



Capitolo 1
*** Sangue del mio sangue. ***


Oltre al capitolo a sé, annesso ad esso allegherò un'immagine che, man mano che la storia andrà avanti, rispecchierà la fisionomia o una caratteristica caratteriale del personaggio. Spero che questa mia idea vi piaccia, fatemelo sapere.

In seguito troverete il link che vi mostrerà la foto che ho scelto. Buona lettura!


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5 Giugno 1980 - Malfoy Manor; Regno Unito.

Una mattina di tarda primavera dei gemiti intermittenti pervasero le mura del  Maniero Malfoy, raggiungendo perfino le orecchie dell'allora padrone di casa: Abraxas Malfoy, il quale in quel fatidico istante si trovava all'esterno dell'abitazione, intento ad aggiornarsi sulle attuali notizie che riguardavano il mondo magico.

Era diventato nonno di due splendidi bambini,  Draco ed  Alya,  identici in tutto e per tutto al padre, Lucius che, fiero delle sue creature, sedeva ai piedi del letto ove i due sonnecchiavano insieme alla madre: Narcissa.

Abraxas, nonostante le due creature fossero in buona salute ed avessero tutti i tratti somatici tipici dei Malfoy, non sembrava tanto felice del gioioso evento. Corrugò la fronte, ripiegò il giornale su cui aveva posato gli occhi e si diresse rapidamente verso la camera dove i due bambini emisero il primo gemito. Entrò in camera e chiese ad entrambi i neogenitori di lasciare le stanza, desiderava ardemente chiacchierare in maniera riservata con il medico che aveva aiutato Narcissa a dare alla luce i due figli.

Le intenzioni del nonno, maggiore dei Malfoy, non erano affatto benevole, difatti, l'uomo dal crine canuto voleva sbarazzarsi, se così possiamo dire, della nipote, prima di una stirpe costituita interamente da uomini. Per riuscire nel suo intento, però, aveva bisogno dell'uomo che per primo vide i due gemelli aprire gli occhi,  quest'ultimo, però, non si fece corrompere facilmente, esigeva una ragione per la quale avrebbe dovuto strappare dalle braccia della madre una creatura così innocente.

Controvoglia, dunque, Abraxas dovette rivelare ciò che tempo addietro suo padre aveva raccontato a lui. Prese posto in una delle due poltrone dinanzi al letto e consigliò al medico di fare lo stesso.

« Rufus, mi rammarica tale decisione, ma è per il bene della mia famiglia. Molto tempo fa, pochi giorni prima del mio ultimo giorno di scuola ad Hogwarts, mio padre mi invitò a fare quattro passi lungo il giardino di famiglia, il quale costeggia tutt'ora quest'abitazione. Egli mi raccomandò di non fare parola con nessuno di ciò che stava per confessarmi, di perire piuttosto che lasciarlo giungere a malevole orecchie.. »

Il medico parve alquanto interessato alla conversazione e lasciò che il padrone di casa continuasse senza alcune interruzione. Si limitò, quindi, ad annuire e a prolungare l'attenzione su di essa.

« ..Come ben sai, i Malfoy sono una stirpe che dura da secoli oramai. Armand, colui che diede il via a questo susseguirsi di generazioni, fu il primo a mettere piede in questa casa ed è grazie a lui che la nostra famiglia è ciò che è.. »

Abraxas si fermò, un colpo di tosse ostacolò il fluire delle parole e soltanto quando essa si stabilizzò riprese a parlare.

« ..Tutto è partito da lui, almeno così mio padre mi disse, fu lui che avvertì le generazioni postere del pericolo che avrebbe intaccato la stirpe e che avrebbe messo la parola fine a tale casata: la venuta di due bambini, identici fra loro, uniti dal sangue e dalle virtù, i quali però avrebbero dovuto inevitabilmente separarsi per il bene della discendenza. E' per tale motivo che ti imploro di dar via la bambina, mi occuperò io stesso della sua incolumità, ma non è qui che deve stare. Alya, così come ha scelto la madre, deve dividersi da Draco e vivere la sua vita lontano da questa casa. Se tu sei d'accordo, imbroglieremo ai due genitori la morte improvvisa di codesta e faremo in modo che il suo certificato di nascita venga smarrito. Il suo nome non sarà più Alya Elettra Malfoy, ma avrà un nome fittizio. Un nome che entrambi sceglieremo e che non dovrà uscire da queste mura. »

Pronunciò irrevocabilmente il platinato, lasciando così sbigottito colui che gli sedeva dinanzi. Il medico si sentì parecchio spaesato, ma non avrebbe mai negato nulla ad uomo così austero ed influente come Abraxas Malfoy. Si mise, dunque, su due piedi e porse la mano destra al padrone di casa, scuotendola e sancendo l'inizio del patto che si sarebbe protratto per molto, molto tempo.

« Abraxas, qui c'è tutto ciò che ci occorre per far sì che l'inscenata morte della piccola appaia veritiera agli occhi dei due genitori: certificato di nascita, nuovo nominativo, eventuale famiglia adottiva. Alyssa sarà il suo nome da ora in poi, poni la tua fiducia in me, non te ne pentirai. »

Abraxas annuì, inscatolando e nascondendo frettolosamente ciò che il medico gli aveva rapidamente ceduto, permettendo successivamente a costui di occuparsi della bambina nel modo più veloce possibile.

« Padre. »

Sussurrò Lucius quasi impercettibilmente dalla parete opposta della camera, Narcissa era visibilmente stanca e preoccupata, avrebbe voluto riposare e occuparsi dei suoi bambini. Appena, però, Malfoy Junior non ottenne alcuna risposta da parte del padre, fece pressione contro la maniglia della porta e spalancò quest'ultima, rendendosi conto solamente qualche attimo dopo della mancanza della bambina.

« Dov'è Alya? »

Domandarono in simbiosi Lucius e Narcissa, evidentemente allarmati dalla culla vuota ove giaceva il corpicino.

« Lucius, figliolo. Mi addolora molto informarti di una terribile tragedia, una morte fatale: sfortunatamente il cuoricino della piccola Alya è stato arrestato repentinamente da un malformazione congenita e Rufus non ha potuto far nulla. Adesso la bambina è con lui, le darà una degna sepoltura. Draco sta bene, Draco fortunatamente è sano. »

Confessò quasi come se le sue parole fossero acqua di sorgente Abraxas, mentre il volto di Narcissa fu scosso da un'ineluttabile fitta al petto e le labbra non riuscirono a proferire alcun suono, Lucius non ebbe nemmeno la capacità di osservare le iridi cobalto del padre e si rifugiò fra le mani di Draco, stringendo quest'ultimo forte al petto.

« L'importante è che uno dei due stia bene, Lucius. E' questo ciò che importa. »

Mormorò pentito, ma allo stesso tempo convinto che fosse la decisione giusta da prendere. Avanzò di qualche passo verso la nuora, posandole come conforto una mano sulla spalla.

« Dovete farvi forza, dovete reagire. Draco ha bisogno di voi, ha bisogno della vostra presenza nella sua vita, ha bisogno di una famiglia. Non negategli tutto ciò per un dolore inesorabile, per qualcosa che non poteva essere evitato. »

Continuò Abraxas, avvicinandosi al nipote e, con il consenso di Lucius, prese il bambino fra le braccia e lo dondolò lievemente come parecchi, moltissimi anni prima fece col figlio.

Narcissa si catapultò fra le braccia del marito che, seppur sconfitto, cercò in tutti i modi di consolare la moglie e da quel momento in poi promise a se stesso che niente e nessuno avrebbe procurato del male alla propria famiglia. 

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Capitolo 2
*** E strega fu. ***


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4 Giugno 1991 - Nottingham, Inghilterra.
Trascorsero lieti e spensierati undici anni dalla nascita di Alyssa, pseudonimo di Alya e niente o nessuno lasciava presagire al cambiamento che, a breve, la bambina avrebbe effettuato . Lei era febbricitante all'idea di trasferirsi in Scozia e festeggiare il suo undicesimo compleanno nella nuova casa, luogo ove i due genitori adottivi avevano trovato un lavoro più equo e da cui avrebbero ricavato profitti sostanzialmente maggiori, le sue iridi cobalto lasciavano trasparire tutta la contentezza scaturita da tale evento. La professione che entrambi gli inglesi Joanne e Neill Morgan esercitavano era l'insegnamento. Ambedue, infatti, erano docenti di Filosofia e fu proprio la passione per quest'ultima che li fece incontrare. « La Scozia, nonostante il clima sia molto freddo, è una nazione più tranquilla rispetto alla caotica Inghilterra. Ti piacerà, vedrai. » Disse incoraggiante l'uomo, rivolgendosi con tono affettuoso alla figlia. Dopodiché, raccolsero le ultime valigie e corsero in aeroporto, dove avrebbero preso il volo che li avrebbe portati a Prestwick, nell'Ayrshire Meridionale. « Papà, papà! » Cercò Alyssa di attirare l'attenzione dell'adulto. « Qui dentro fa molto caldo e voglio scendere. » Continuò sbuffando e raccolse i lunghi e liscissimi capelli biondi in un pugno, cercando invano di alleviare il calore che essi stessi le procuravano. « Manca molto? » Domandò, stavolta alla madre che, flebilmente infastidita, tentò di placare l'animo impaziente della figlia. « Piccina, tesoro, fra pochissimi minuti scenderemo e ci dirigeremo dritti dritti a casa. Va bene? » Alyssa parve calmarsi, almeno inizialmente, scuotendo il capo a destra e a manca, ansiosa di mettere piede in terraferma. Giunti in aeroporto, l'intera famiglia, carica di bagagli, saltò sul primo taxi disponibile e si diresse verso l'abitazione che aveva preso in affitto pochi giorni prima. Alyssa non perse tempo e, nello stesso momento in cui spalancò la porta d'ingresso, si fiondò rapidamente in quella che sarebbe diventata la sua camera.

5 Giugno 1991 - Prestwick, Scozia.
Il cotanto atteso giorno arrivò, finalmente la piccola di casa avrebbe ricevuto in regalo ciò che tanto desiderava: un enorme orso di peluche accompagnato da quel vestitino che tanto aveva aspettato di indossare: un abito non molto lungo, con delle spalline leggere e di un tono simile allo smeraldo, colore di cui Alyssa andava matta. Scese frenetica la rampa di scale e si diresse in cucina dove ad attenderla sorridenti vi erano Joanne e Neill che, contenti, le mostrarono l'enorme peluche con accanto il vestito. La bambina, gioiosa, volle subito indossarlo e pregò la madre di scattarle una foto che, ad inizio anno scolastico, avrebbe esibito davanti ai nuovi compagni di classe. « Non sono bellissima? » Continuò a ripetere, circondandosi dalle risa stupefatte dei genitori. « Sei molto vanitosa. » Quasi esclamò il padre, divertito dalla situazione e lanciò uno sguardo d'intesa alla moglie che annuì più che convinta. L'orgogliosa sfilata della neoundicenne venne interrotta. Repentinamente una sfilza di missive invase il salotto di casa e Alyssa accorse veloce, curiosa di conoscere la ragione per la quale quell'ammasso di lettere fosse pervenuto così tanto insistentemente: si piegò sulle gambe e protese una mano, afferrandone una. Subito focalizzò la sua attenzione su quello strano stemma posto sul lato anteriore della lettera, non ne aveva mai visto uno del genere e, ansiosa di sapere, volse lo sguardo verso i due genitori che, tanto stupiti quanto lei, negarono di essere al corrente di cosa ciò potesse significare. Scartarono, dunque, la lettera e rimasero conseguentemente sbigottiti da ciò che essa conteneva. « Cara Alyssa Morgan, siamo lieti di informarla che è stata accettata alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. » Lesse sempre più sbalordito il signor Morgan, osservandosi intorno smarrito. Non avrebbe mai pensato che la propria figlia adottiva potesse diventare una strega. « Sarà dovuto alla sua famiglia d'origine. » Sussurrò ignorante in materia alla moglie che, scioccata ma allo stesso tempo contenta, osservava Alyssa dimenarsi ed allungare le esili braccia per poter leggere autonomamente la restante missiva. « Sono una strega? » Domandò entusiasta alla madre. « Ma se voi non avete alcun dono magico, come è stato possibile per voi generare una strega? » Domandò ancora una volta, inconsapevole del fatto che non erano Joanne e Neill i suoi veri genitori biologici. I due coniugi Morgan, durante i minuti seguenti, rimasero in silenzio e si limitarono a dissuadere la figlia dai quei pensieri, almeno momentaneamente, e spostare la di lei attenzione sui festeggiamenti che da lì a poco sarebbero cominciati.

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Capitolo 3
*** Un nuovo addio. ***


Image and video hosting by TinyPic 18 Agosto 1991 - Prestwick, Scozia.
In un'afosa giornata di metà Agosto la famiglia Morgan si occupava a trascorrere più tempo possibile fuori dalle quattro mura: il calore dei raggi solari e l'impazienza di Alyssa rendevano intollerabile la permanenza all'interno dell'abitazione. Inoltre, i due coniugi avevano scelto proprio quell'arco di tempo per trascorrere un paio di giorni in vacanza da alcuni amici. La loro meta, il luogo che avevano prefissato, era la vicina Irlanda: Neill amava quei posti ed aveva convinto la moglie Joanne a passare alcuni dì in tranquillità tra le scogliere del Moher, a picco sul mare blu. Quando i bagagli furono pronti, tutti e tre si apprestarono a raggiungere il posto nel più breve lasso di tempo, cosicché da non perdere il volo che li avrebbe portati lì prima del tramonto.

18 Agosto 1991 - Moher, Irlanda.
I tre, giunti a destinazione, vennero calorosamente accolti dagli amici di vecchia data che, contenti della loro presenza, si affrettarono ad accomodarsi dentro in loro compagnia. « Alyssa, vieni qui! » Esclamò Joanne, indicandola e chiese alla bambina di avvicinarsi a sé. « Ti piacerebbe mostrare ad Isabella la lettera che hai ricevuto? » Alyssa annuì e corse immediatamente a sfilare dalla propria valigia la missiva da Hogwarts. « Eccola qua. » Disse sorridente la piccina, protendendo una mano verso la donna che li stava ospitando. « Questa è la lettera che mi è stata inviata qualche mese fa, il giorno del mio compleanno. » Aggiunse, ansiosa di sondare la reazione della donna. Codesta, però, non fu molto eclatante: Isabella, infatti, sgranò sbalordita gli occhi e lanciò un'occhiata impassibile alla bambina. « Alyssa, posso parlare un attimo con la tua mamma? » Domandò la donna dal crine corvino e dai lineamenti marcati. Alyssa non poté fare a meno di esaudire la richiesta della mora e raggiungere in salotto il padre che, in quel momento, si trovava insieme al padrone di casa: Alexander Jenner, marito di Isabella. « Tesoro, vieni qui. » Sussurrò Neill, scostandosi appena per fare spazio alla figlia che, felice ed ignara di ciò che la padrona di casa stesse dicendo alla madre, riservò un sorriso di cortesia ad Alexander. Non trascorsero nemmeno dieci minuti dall'inizio della conversazione, che Joanne chiamò a sé il marito. « Neill, potresti raggiungerci un attimo? » Chiese gentilmente la donna dalla chioma scarlatta. L'uomo dal pelo bruno non perse tempo e lasciò che la figlia continuasse a guardare la tivù in compagnia del Signor Jenner, uomo non molto alto e dagli occhi verdi come lo smeraldo. « Caro, siediti pure qui. » Proferì con aria cupa la signora Morgan, l'uomo prese posto accanto alla moglie e guardò preoccupato il di lei viso. « Neill. » Cominciò Isabella, mostrando all'uomo la lettera che aveva antecedentemente visto e rivisto tante volte. « Hai idea di cosa significhi tutto ciò? Hai idea di cosa questo voglia dire? » Continuò con tono convinto la corvina, condividendo lo sguardo con l'amica. « Avete mai sentito parlare di magia oscura? E se Alyssa fosse una di quelle? E se il sangue che le scorre nelle vene fosse intaccato dal marchio della pece? » Acquistò un attimo respiro, presa dalla foga, per poi continuare con il silenzio protratto dei due genitori. « Avete mai notato qualcosa di strano in lei? Nessun mago e nessuna strega sono mai stati di buon auspicio e ben presto questo vi si presenterà agli occhi. » Allungò il collo in direzione del salotto per scorgere la figura della bambina. Essa, poi, intrappolò il labbro inferiore fra i denti. « Fateci caso, non vi è mai stato dato il suo estratto di nascita, non conoscete nemmeno il luogo in cui questa bambina sia nata e poi, avete notato la maniera in cui il medico ve la affidò così frettolosamente, come se volesse sbarazzarsi di lei a tutti i costi? » Concluse, lasciando poi parlare i due Morgan. « Neill, tu cosa ne pensi? » Chiese preoccupata la donna, prendendo la mano del marito. Joanne si era affezionata tantissimo ad Alyssa ed il solo pensiero di doversi separare da lei le dava il tormento. Sebbene, però, tale sentimento fosse giustificato, doveva comunque prendere in considerazione la decisione del marito. « E se fosse vero? D'altronde hai visto anche tu la fretta negli occhi di quell'uomo. » Neill rispose, poi rimase taciturno, annuendo e riflettendo sul fatto che ogni minima cosa l'amica avesse riferito loro coincideva perfettamente. La moglie tentò inutilmente di persuadere il marito a cambiare idea. Se questo fosse servito a salvaguardare la propria famiglia, Neill avrebbe provveduto a dare in adozione la piccola Alyssa.

30 Agosto \ 1 Settembre 1991 - Londra, Inghilterra. 
 Erano trascorsi pochi giorni dal momento in cui i genitori adottivi di Alyssa avevano scelto di riportarla nel luogo in cui undici anni prima la videro per la prima volta: uno degli orfanotrofi più efficienti del Regno Unito. Joanne, però, seppur non vedesse la bambina da giorni, volle comunque rimanerle accanto e continuò a farsi sentire. L'umore di Alyssa era a terra, la bambina, quasi adolescente, sentiva molto la mancanza dei due genitori e nutriva allo stesso tempo tanto rancore nei confronti di quelle persone che credeva fossero la sua famiglia. Stringeva fra le mani quella lettera, documento che aveva fatto sì che l'idea di casa si sgretolasse, ancora non riusciva a capire il motivo per il quale tale missiva avesse portato così tanta defezione da costringere i due coniugi Morgan ad abbandonarla lì. Gocce trasparenti scivolavano leggere sulle imposte della finestra della stanza ove la bionda soggiornava da un po', il tempo cupo rispecchiava appieno le emozioni che in quel momento la neostrega in cuor suo provava. Osservò più e più volte la lettera inviata da Hogwarts e si sentì impotente dinanzi ad essa, naturalmente non avrebbe potuto lasciare l'orfanotrofio senza alcun permesso o senza che qualcuno la prendesse in affidamento. Cominciò, dunque, a fantasticare sugli abiti e gli effetti personali che avrebbe portato all'interno della valigia e al lungo cappotto scuro che desiderava tanto indossare, sul suo primo giorno da strega e al fatto che avrebbe conosciuto molte persone in quell'arco di tempo. I pensieri di Alyssa, però, dovettero essere accantonati. Una figura piuttosto imponente ostacolò il protrarsi del suo viaggio mentale: un uomo apparentemente più anziano dell'età biologica, vestito completamente di nero, colore che rimandava ai toni della stessa chioma, a braccia incrociate, la osservava con aria severa. « Lei è Alyssa, giusto? » Domandò lo sconosciuto. « Prima deve essere lei a dirmi chi è, lei è entrato in stanza e lei ha il dovere di presentarsi. » Così rispose Alyssa alla domanda dell'uomo. Quest'ultimo, irrigidì i lineamenti, facendo una smorfia e, riluttante, si presentò alla giovane strega. « Io sono Severus Piton e sono stato mandato qui dal Preside in persona, Albus Silente, per aiutarla a raggiungere Hogwarts senza alcun intoppo. » Pronunciò pacato e preciso l'uomo dal crine come la notte. « Lei sarà il mio professore? » Chiese, curiosa com'era, Alyssa. L'uomo, però, non le rispose. « E come potremmo fare? Non posso mica lasciare questo posto così, mi cercherebbero in ogni dove. » Replicò la giovane, rivolgendosi all'insegnante. L'uomo, prontamente, rispose ai dubbi della bionda. « Philius Phillies, direttore dell'orfanotrofio, è un mago sotto copertura, scacciato dal Ministero della Magia perché entrato in contatto con dei Mangiamorte durante la prima guerra magica. E' già stato avvertito da Silente. » Alyssa, quindi, accertatasi che tutto si svolgesse nel migliore dei modi, si aggrappò al braccio dell'insegnante, pronta al trasferimento. I due vennero catapultati a Diagon Alley, villaggio dove la bionda avrebbe potuto acquistare tutto ciò che le sarebbe servito durante l'anno scolastico. « Urca! » Esclamò estasiata Alyssa, roteando su se stessa per ammirare quel groviglio di gente e negozi stracolmi di oggetti magici. « Per prima cosa dovremmo rivolgerci ad Ollivander, ha bisogno di una bacchetta, dopodiché sarà necessario un Gufo a sua scelta. » Proferì Severus, osservando la reazione dubbiosa della bambina. « Sono gratis? Io non ho una Sterlina! » Esclamò nuovamente Alyssa. « Ho già pensato a tutto io, lei deve solo occuparsi di racimolare quello che le serve. » Aggiunse l'insegnante, introducendosi insieme ad Alyssa all'interno del negozio di bacchette. « Salve, dolce pulcina. » Biascicò il proprietario del negozio da cui esso stesso aveva preso il nome. « Sono sicura che questa sia la bacchetta giusta. » Rispose senza esitare, porgendo, dopo aver frugato qua e là, una bacchetta di Tiglio Argentato alla strega. « E' molto rara, sa? » Le confessò, rivolgendo uno sguardo d'intesa al Professor Piton. « Su, la agiti! » Incoraggiò il Signor Ollivander, Alyssa. La bambina impugnò la bacchetta e, agitandola, percepì una sensazione di beatitudine e soddisfazione nell'averla maneggiata. « Non avevo dubbi. » Proseguì l'anziano mago. « E' questa la sua bacchetta. » Concluse, lasciando che Alyssa portasse con sé il rarissimo legno magico e salutò con un cenno di capo l'insegnante di Pozioni. « Adesso manca solamente un Gufo, poi possiamo dirigerci verso l'Espresso. » Asserì Severus, permettendo alla bambina di scegliere quale volatile meglio le garbasse. « Mi piace questo! » Sobbalzò, indicando un Gufo Siberiano. Piton annuì e diede la possibilità ad Alyssa di portare l'animale con sé. « Lo chiamerò Lux, che vuol dire Luce, sarà la mia luce. » Mormorò all'apice della contentezza la bionda, ritrovandosi in un battibaleno al binario 9 e 3\4. « Come ci siamo arrivati qui? » Chiese assetata di sapere. « Fa troppe domande, il tempo è denaro, il treno sta per partire. Vorrebbe per caso rimanere qui? » Ipotizzò sarcasticamente l'uomo dal crine corvino. Alyssa non perse altro tempo e, aiutata dall'insegnante, raggiunse il treno e prese posto in uno dei vagoni disponibili. Seduta al suo fianco vi era un ragazzo occhialuto, dall'aria dispersa tanto quanto lei. « Io sono Alyssa, piacere di conoscerti. » Si presentò al ragazzo, porgendole la mano destra. « Io invece sono Harry, molto lieto. » Controbatté l'occhialuto. » I due, insieme a coloro i quali si sarebbero aggiunti dopo, Ronald Weasley ed Hermione Granger, rispettivamente purosangue e natababbana, trascorsero un viaggio tranquillo e per niente noioso.

1 Settembre 1991 - Hogwarts.
Giunti al luogo destinato e scesi dalla locomotiva, Alyssa, seguita dai compagni di vagone, venne accolta da un uomo dall'aria tenera alto più di due metri e da una folta chioma scura con annessa barbara fitta e lunga: Rubeus Hagrid, custode delle chiavi di Hogwarts. « Primo anno! Primo anno! » Esclamò il mezzo gigante, raccogliendo dietro di sé un'ampio gruppo di adolescenti pronti a varcare per la prima volta le porte del Castello. I ragazzi, insieme al custode, raggiunsero la scuola tramite delle barche che, attraversando il Lago Nero, lasciarono i futuri studenti in terraferma. « Adesso sarà la Professoressa McGranitt ad occuparsi di voi, Direttrice della Casa dei Grifondoro. » Precisò Hagrid, accompagnando i ragazzi all'interno del Castello, dopodiché lasciò questi ultimi in mano alla donna. « Sono a conoscenza del fatto che alcuni di voi conoscano già come funzioni la suddivisione all'interno della scuola, ma devo comunque introdurvi tale discorso. Non vorrei che molti novellini giungessero in Sala Grande confusi e spaesati. » Iniziò con tono placido l'insegnante dai lineamenti delicati. « Le case sono quattro: Tassorosso, Corvonero, Grifondoro e Serpeverde. Ognuno di voi verrà smistato in una di esse tramite il Cappello Parlante. Da quel momento in poi dovrete riporre fedeltà alla vostra Casa d'appartenenza, ogni punto dato a voi verrà aggiunto alla vostra Casa e, di conseguenza, ogni punto sottratto, verrà automaticamente tolto alla vostra Casa. » Concluse la McGranitt, per poi guidare l'intero gruppo all'interno della Sala. « Hermione Granger..Grifondoro! » Esclamò sicuro il Cappello Parlante. « Draco Malfoy.. Serpeverde! » Asserì quasi senza pensarci il copricapo magico. « Alyssa Morgan! » La bionda venne interpellata dalla Professoressa e prese posto sulla sedia. «.. Ambizione e sete di conoscenza, tanta furbizia e determinazione vedo, la tua magia sarà fonte di furbizia ed intraprendenza. E' Serpeverde che ti aiuterà sulle vie della grandezza! » Esclamò solenne il Cappello, ricevendo come risultato la gioia e l'entusiasmo della bambina che, frenetica, si diresse immediatamente verso il tavolo dove prese posto. « Guarda, Malfoy. Abbiamo un'altra platinata al nostro tavolo. » Intervenì Blaise, amico di quest'ultimo, lasciandosi scappare una risata di scherno. « Vorrà mica dirci il suo nome, fanciulla? » Domandò sardonico il Serpeverde, rivolgendosi ad Alyssa che sedeva accanto al platinato. « Mi chiamo Alyssa Morgan. » Sussurrò imbarazzata, guardando di sottecchi Draco. « Io sono Draco, Draco Malfoy. » Si presentò immediatamente il purosangue, inclinando il capo e aggrottando lievemente la fronte per capire se avesse mai visto prima la nuova compagna. La somiglianza con quest'ultima non fece, poi, scaturire così pochi dubbi. La curiosità di Malfoy si incrementò sempre di più, di conseguenza si apprestò a sapere altro su quella neocompagna che aveva suscitato in lui uno sviluppato interesse. « I tuoi genitori sono babbani? » Chiese curioso Draco. « Non ho mai conosciuto i miei veri genitori, sono stata adottata. » Rispose affranta Alyssa, destando così maggiormente la sete di sapere del concasato. « Non hai mai provato a cercare di conoscerli? » Le domandò, determinato a sedare i propri dubbi. « No, sfortunatamente ancora no, ma non ho intenzione di mollare. Tanto m'impegnerò che li troverò, vivi o morti. » Concluse la Serpeverde, lasciando trasparire dalle proprie iridi bigie tanta tristezza. Si trovò, successivamente, di fronte l'aria soddisfatta di Draco che, nonostante conoscesse la compagna da meno di quindici minuti, era intento ad aiutarla. Come se qualcosa lo spingesse a farlo, come se fosse in dovere di compiere tale gesto. Da quel momento in poi, Alyssa poté contare sull'appoggio e la alquanto strana benevolenza del suo nuovo amico di banco: Draco Malfoy. Il platinato, infatti, era ostinato nel conoscere e stringere un legame sempre più compatto con la neostrega, in modo tale da poter permettere alla propria curiosità di svanire e scoprire qualcosa in più sulla Serpeverde.

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Capitolo 4
*** Inevitabili conseguenze. ***


Ecco a voi il quarto capitolo! Spero vivamente possa piacervi la mia idea di ostacolare un po' i piani ad Alya! Vi aspetto sempre con tanti consigli e suggerimenti! Baci, Pureblood18.


Image and video hosting by TinyPic 3 Novembre 1991, Campo da Quidditch.
Erano trascorsi appena due mesi dall'inizio dell'anno scolastico ed Alyssa non riusciva ancora ad integrarsi perfettamente. Nonostante avesse interagito e instaurato dei legami, sia con alcuni compagni appartenenti a casate diverse, sia con il platino dei Serpeverde, si sentiva messa da parte. Uno dei suoi sogni era, dal primo momento in cui posò i pugni sulla scopa che le aveva regalato Piton, entrare a far parte della squadra di Quidditch. Aveva tentato più e più volte di accedere alla rosa della squadra e, sebbene il professore l'avesse presa a cuore, non venne ugualmente ammessa. I concasati, non molto propensi ad accoglierla, fecero di tutto pur di ostacolarle qualsiasi manovra e portare, così, la bionda ad arrendersi. Ostinata a non cedere, però, Alyssa attese che passassero le vacanze natalizie per riprovare e cercare di convincere il resto delle squadra delle proprie capacità.

11 Gennaio 1992 - Hogwarts, Regno Unito.
Le vacanze natalizie erano appena terminate, Alyssa le aveva interamente trascorse all'interno delle mura di Hogwarts, assieme al resto dei compagni che non avevano lasciato, per un motivo o per un altro, la scuola. Nessuna visita, nessun regalo, non aveva ricevuto niente di tutto ciò. La sua anima sarebbe rimasta sconsolata se non fosse giunto lei quel piccolo pensiero da parte di quella persona che le aveva tenuto compagnia durante i primi mesi dentro il Castello, Draco. Il compagno, sebbene i genitori non fossero affatto d'accordo con la sua decisione e avessero tentato più volte di persuaderlo, prese piuma e calamaio e mise nero su bianco le motivazioni per le quali sfortunatamente non poté farsi sentire durante i giorni passati all'esterno di Hogwarts. "Cara Alyssa, Preferirei omettere ciò che sto per scriverti, ma sento il bisogno di scusarmi con te per non aver mantenuto la promessa, ovvero scriverti almeno una volta durante le vacanze. Purtroppo i miei genitori, come ben hai capito, non amano elargire gesti affettuosi e, nonostante abbiano cercato di farmi cambiare idea, sono riuscito a convincerli..o, perlomeno, a convincere mia madre. Ho approfittato del fatto che mio padre non fosse in casa, "affari del Ministero" così mi ha detto. Ho sentito molto la tua mancanza in questi giorni e non vedo l'ora di tornare ad Hogwarts per mostrarti ciò che mio nonno Abraxas mi ha regalato per Natale: è la divisa da Quidditch. Sì, non sono nemmeno membro della squadra, ma sono sicuro che un giorno riuscirò a farne parte. E' bellissima, bianca ed argento. Sono stracerto ti piacerà. Ps: Ah sì, come stai? Obbrobrioso il cibo natalizio di Hogwarts, eh? Ci vediamo a scuola, Draco." Alyssa, seppur avesse voluto rispondere prontamente al concasato, non volle causargli ulteriori problemi. Conosceva benissimo la figura del padre o almeno come gli altri lo dipingevano e non voleva assolutamente che il rapporto fra Draco e suo padre si guastasse per colpa sua.

12 Gennaio 1992, Hogwarts.
Le vacanze natalizie erano davvero terminate e il brusio all'interno della scuola lasciava presagire che essa fosse colma di studenti, palesemente riluttanti, e per niente pronti a riprendere le lezioni magiche. Alyssa fu una delle prime studentesse ad arrivare in aula, dove si sarebbe svolta la lezione di Pozioni, seguita dalle compagne di stanza e dal principe delle Serpi. Quest'ultimo tentò inutilmente di attirare l'attenzione della compagna, la bionda, infatti da un lato voleva avvicinarsi e sapere tutto sulle vacanze del concasato, dall'altro non aveva intenzione di cedere nei propri propositi e rovinare il legame fra lui e il padre. Draco non si arrese e, avvicinandosi a Millicent e a Pansy, chiese loro se fosse accaduto qualcosa che avesse spinto la loro compagna a distaccarsi da lui. Le due, ovviamente, cercarono di fuorviare la verità e risposero immediatamente al platinato in questa maniera: « Molto presumibilmente si sarà stancata di te, d'altronde, non può una come lei competere con uno come te. » Conclusero con lo sguardo confuso di Draco. Il ragazzo continuò caparbio nel contattare Alyssa ed attese che la lezione finisse per fermarla e chiederle spiegazione. Sfortunatamente, però, la bionda dovette lasciare l'aula prima del termine: la Professoressa McGranitt desiderava parlare con lei riguardo a delle verifiche svoltesi prima delle vacanze. Da quel giorno in poi, Alyssa riuscì, a mala pena, ad evitare Draco e, nonostante fosse la scelta giusta, si sentiva particolarmente in colpa.

27 Febbraio 1992, Corridoio Principale, Hogwarts.
« Alyssa Morgan? » Domandò quasi sarcasticamente l'uomo che si era presentato così d'improvviso ai suoi occhi. Alyssa si voltò ed annuì semplice, intuì con cospicua immediatezza quale fosse l'identità del mago: occhi cerulei, capelli lisci, lunghi e quasi bianchi, abbigliamento facoltoso e spalle dritte. Quell'uomo era sicuramente Lucius Malfoy, padre di Draco ed indiscusso purista. « Lucius Malfoy, molto piacere. Ho una lettera per lei. » Riprese a parlare con sguardo algido il purosangue, poi protese la missiva verso la Serpeverde. « Le consiglio di leggerla ed al più presto, non vorrei far nuovamente ritorno ad Hogwarts. Sa, sono molto impegnato al Ministero, ho tanto lavoro da svolgere. » Continuò, sollevando un sopracciglio. « La leggerò sicuramente, signor Malfoy. » Rispose la bionda, accennando un sorriso di cortesia. Quella figura la metteva parecchio a disagio. « Sarà meglio per tutti. Spero di rivederla presto, signorina Morgan, buon proseguimento. » Concluse Lucius con tono distaccato, procedendo a ritroso verso l'uscita del Castello. « A presto. » Si congedò biascicando Alyssa che, invece, si diresse verso il dormitorio, fremente nel leggere la lettera che Lucius Malfoy le aveva consegnato.

3 Marzo 1992, Sala Comune Serpeverde\Lago Nero.
« Alyssa, Alyssa! » Esclamò Draco, agitando la mano sinistra per attirare l'attenzione della compagna e finalmente rompere quel velo di lontananza che si era formato fra i due. Avanzò, poi, a passo svelto verso di lei, quando notò che quest'ultima sembrava non volergli dare retta. « Mi dici, per Salazar, che ti succede? » Domandò ad alta voce il platinato, bloccando istintivamente il polso della ragazza. « Mi spieghi perché stai tentando di evitarmi? Ti ho per caso causato qualcosa involontariamente? Eppure sono sempre stato pronto ad aiutarti nelle ricerche riguardanti i tuoi genitori o mi sbaglio? » Continuò a blaterare Draco, non accorgendosi del fatto che il candido viso di Alyssa fosse intriso di lacrime silenziose. La Serpeverde continuò per la sua strada, finché non volle confessare ciò che le era accaduto poco tempo prima. Oramai, non riusciva più a sopportare quel peso che si portava dietro da giorni. « Vieni con me..» Sussurrò la bionda, trascinando con sé il concasato verso un luogo un po' meno affollato e ove avrebbe liberamente potuto sfogarsi e rivelare a Draco la verità sul suo improvviso distacco nei suoi confronti. « Siediti qui.. » Mormorò Alyssa, accovacciandosi per poi sedersi sull'erba fresca che fronteggiava il Lago Nero e lo stesso fece Draco, ansioso di sapere quale fosse la ragione di tale discordia. « Leggi questa, è da parte di tuo padre. » La Serpeverde infilò la mano dentro il tascone della divisa e, con le iridi ancora brillanti, porse la lettera al compagno, consigliandogli di leggerne il contenuto a bassa voce. "Cara signorina Morgan, Le consiglio vivamente di stare lontana da mio figlio, non è il genere di persona con cui vorrei lui confabulasse. Nel caso in cui, dovessi venire a sapere di un vostro riavvicinamento, stia certa che farò in modo di prendere provvedimenti nel più breve tempo possibile. Non ho intenzione di lasciar frequentare a mio figlio gente che non merita la sua attenzione. Se non fosse stato per la sua egregia educazione, molto presumibilmente non l'avrebbe degnata di uno sguardo. PS: A tal proposito, dia un'occhiata al retro della busta, non vorrei cambiasse idea. Ossequi saluti, Lucius Malfoy." Draco, osservò con sguardo sprezzante ciò che il padre aveva trascritto. Non avrebbe mai pensato che avesse potuto superare il limite del buon senso, si fidava di lui ed aveva espressamente detto che Alyssa non conosceva i suoi veri genitori e, di conseguenza, il suo essere "babbana" avrebbe potuto essere solo una condizione temporanea. Per di più, dopo aver terminato di leggere, il platinato, voltò lo sguardo sulla parte posteriore della lettera. Suo padre, Lucius, aveva fatto in modo che la ragazza tacesse, regalandole, se così possiamo dire, la permanenza all'interno della squadra di Quidditch. Di fatti, Alyssa non avrebbe avuto l'onere di partecipare alle selezioni, dato che Lucius Malfoy in persona avrebbe garantito per lei. « Quando l'hai ricevuta? » Domandò Draco, chinando il busto in avanti per poter sondare meglio lo sguardo della concasata. « Qualche giorno fa.. » Rispose mormorando Alyssa, osservando di sottecchi il compagno. « Stavo cercando il manuale di Pozioni, sai, una delle ricerche ordinate dal Professor Piton e - e mi sono imbattuta in tuo padre, è stato lui stesso a consegnarmela. » Continuò, intrecciando l'un l'altra le falangi dal nervoso e issò pian piano lo sguardo verso il platinato. «Comportati come sempre, fai in modo che tuo padre non lo venga a sapere. Io - io te l'ho confessato solamente perché credevo fosse corretto tu lo sapessi e perché mi sentivo terribilmente in colpa, nient'altro. » Sussurrò la bionda, tirando su il capo per ammirare il cielo imbrunirsi e scacciar via quei cupi pensieri. « Dovremmo allontanarci, quindi? » Domandò con aria visibilmente afflitta il ragazzo, deglutendo a vuoto. « Troveremo un modo pur di vederci, ci deve per forza essere un modo per farlo. » Obiettò oramai sconfitto, sollevando a sua volta le iridi cobalto verso il cielo, consapevole del fatto che avrebbe dovuto rinunciare a quel legame e che, molto probabilmente, non avrebbe più potuto aiutare Alyssa nelle sue ricerche. La ragazza, però, riservò uno sguardo a Draco che riassunse tutto ciò che in quel momento avrebbe potuto dire, ma che sarebbe stato oltremodo difficile solamente pronunciarlo.

28 Giugno 1992, Dormitorio Femminile Serpeverde.
Trascorsero più di tre mesi dall'ultimo incontro ravvicinato tra i due Serpeverde, tanto simili, quanto differenti. Draco si era concentrato, gran parte del tempo, a stuzzicare il trio appena formatosi, composto da Harry, Ron ed Hermione. Alyssa, invece, seppur restia, continuò ad evitare Draco e scostò la sua totale attenzione sui libri e sull'allenamento per la squadra di Quidditch. Le due compagne di stanza Pansy e Millicent sembravano, inoltre, non voler aver niente a che fare con la strega dal crine come il Sole. « Devo prepare le valigie.. » Sussurrò sbuffando Alyssa, non desiderava altro che rimanere ad Hogwarts per tutto il tempo. Non le piaceva affatto l'idea di dover ritornare in quell'orfanotrofio, grigio e colmo di solitudine. « Uff.. » Sbuffò ancora una volta, rimettendo al proprio posto tutto ciò che aveva portato con sé il primo giorno di scuola. « Così va via. » Una voce cauta e profonda scosse la Serpeverde dalla manovra, Alyssa intuì immediatamente da che persona provenisse, non avrebbe potuto non riconoscerla. Severus Piton, insegnante che fin dal primo giorno di scuola la tenne sott'ala, come a volerla proteggere da chissà quale infimo inganno. « Sì, Professore. Il treno per Londra sta per partire e non vorrei arrivare in ritardo, deve per caso dirmi qualcosa? » Chiese la bionda, richiudendo la valigia con uno schiocco di bacchetta. « Non tornerà a Londra quest'oggi. » Biascicò flebilmente l'uomo. « Recentemente, il Professor Silente, che ben conosce, mi ha espressamente chiesto di trovare qualcuno che potesse prendersi cura di lei. » Continuò, seppur fosse contrario a tale iniziativa. « L'avete trovato? Di chi si tratta? Sono anch'essi dei maghi? » Sbottò Alyssa con una sfilza di domande che, però, ebbero risposta solamente qualche attimo dopo. « Si calmi, signorina Morgan. Sì, li abbiamo trovati e sì, sono dei maghi. Mi raccomando, non mi faccia cambiare idea. Potrei benissimo rispedirla in quell'orfanotrofio in men che non si dica. » Concluse Severus, incitando la ragazza a calmarsi ed affrettarsi. « Non mi ha ancora detto a chi si riferisce, Professor Piton. » Sbuffò nuovamente la Serpeverde. « Lo scoprirà al suo arrivo. » Aggiunse l'insegnante, prendendo sottobraccio l'alunna, pronto a smaterializzarsi e a raggiungere quella che sarebbe stata la nuova famiglia della ragazza. Alyssa rimase in silenzio e, ansiosa, impugnò il braccio destro in quello dell'uomo e serrò gli occhi, in attesa di arrivare a destinazione

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Capitolo 5
*** Serpe di platino. ***


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28 Giugno 1992; Londra - Famiglia Tonks
Alyssa, accompagnata dal Professor Piton, raggiunse, avvolta in un vortice, la residenza dei Tonks. La bionda non ebbe nemmeno il tempo di proferire parola che la figura di una donna dal crine corvino ed i lineamenti spigolosi le si avvicinò, piazzandosi dinanzi a lei. Alyssa sgranò gli occhi, non aveva mai visto quella donna, ma penso fosse colei che l'aveva presa in affidamento. Il suo sguardo, dunque, si posò sull'insegnante che confermò con le sue iridi scure la supposizione della ragazza: la donna al loro fianco era Andromeda Tonks, padrona di casa e persona che si sarebbe presa cura di lei. Alyssa, immediatamente, porse la mano destra in corrispondenza della stessa della mora, stringendola saldamente. 
« Tu devi essere Aly- Alyssa. Io sono Andromeda Tonks. » Pronunciò, dopo aver esitato, Andromeda. Alyssa, invece, si limitò a sorridere ed annuire. Dagli occhi della sua nuova madre traspariva uno sguardo loquace, la Tonks, antecedentemente era stata avvisata da Piton e fu proprio perché conosceva l'identità della ragazza che volle prenderla con sé. Non avrebbe permesso che qualcun'altro ospitasse in casa propria sua nipote. I pensieri di Andromeda, però, vagarono in diversi spazi: da un lato era contentissima di avere la Serpeverde fra le proprie mura, dall'altro, detestava sempre più il modo in cui Abraxas fosse riuscito a sbarazzarsi del sangue del suo sangue senza alcun pentimento. Il Professor Piton rimase quasi immobile dinanzi alla scena e si fece avanti solamente quando una delle due lo interpellò. « Professor Piton, rimarrà o deve già andare via? » Chiese flebilmente la bionda, trascinando con sé i bagagli che aveva portato da Hogwarts. L'uomo chinò il capo in direzione di Andromeda e rispose. « Non credo ci sia più bisogno di me al momento. Nel caso in cui sentissi la necessità di incontrarmi, potrai rimanere in contatto con me tramite dei Gufi. In caso contrario, ci rivedremo ad Hogwarts ad inizio anno scolastico. » Il tono di voce di Severus era quello di un uomo impassibile a qualsiasi forma di percezione e sentimento, nonostante in realtà fosse totalmente opposto. 
Alyssa si voltò verso Andromeda, poi posò lo sguardo sul Professore. « Va bene, Professore. Se dovessi avere bisogno di lei, la contatterò sicuramente. » La neostrega si congedò dall'insegnante e si diresse verso l'androne di casa, dove ad attenderla vi era un uomo molto slanciato, dalla chioma e dalle iridi visibilmente più chiare della donna incontrata in precedenza. Subito intuì si trattasse del marito. Quest'ultimo andò incontro ad Alyssa e l'aiutò coi bagagli. 
« E' un piacere averti qui, Alyssa. Io sono Ted, Ted Tonks. Sono il marito di Andromeda e il padre di Ninfadora, la ragazza che fra poco conoscerai. » Pronunciò schietto e sicuro il padrone di casa, mentre accoglieva la bionda all'interno dell'edificio. Alyssa si guardò intorno, roteando lo sguardo, finché non incrociò quello di una giovane donna dai capelli color lilla. Non c'erano dubbi, la ragazza che aveva posato lo sguardo su di lei era Ninfadora, la figlia dei Tonks. 
« Una Serpe bionda, che déjà-vu. » Disse ironica la strega dal crine violaceo, avanzando verso Alyssa che, un po' timorosa, aspettò che fosse l'ex Tassorosso ad accostarsi. « Piacere di conoscerti, sono Tonks. » Si presentò agli occhi della bionda che dapprima esitò, per poi presentarsi a sua volta. « Alyssa, il piacere è tutto mio. » Rispose, aggrottando poi la fronte. « Tuo padre mi ha - mi ha appena detto che ti chiami N.. » Alyssa non fece neppur in tempo a continuare la frase che il fluire delle sue parole venne interrotto dal repentino intervento della ragazza di fronte a sé. « Non chiamarmi Ninfadora! » Esclamò la più adulta fra le due, replicando. « Se vuoi andare d'amore e d'accordo, non chiamarmi col mio nome di battesimo. Non mi piace e lo detesto, Tonks va bene. » Alyssa irrigidì i lineamenti e scostò lo sguardo sulle iridi castane della ragazza che erano nettamente puntate su di lei, come successivamente il dito indice. 
« Va benissimo Tonks, allora. » Biascicò titubante la Serpeverde, mentre Ninfadora proseguì a ritroso verso la rampa di scale. « Ah sì, per me sarai Serpe di Platino. Non per male, eh, ma credo che sia l'unico soprannome adatto a te. » Aggiunse Tonks, facendo cenno ad Alyssa di salire. « Non vorrai mica rimanere impalata lì per tutto il tempo? Suvvia, devi disfare i bagagli o stasera niente cena! » Sarcastiche parole uscirono dalle labbra della strega di casa, parole che smossero la temporanea rigidità di Alyssa che, udendo ciò, sobbalzò sul posto e, cautamente, strascicò la propria valigia verso la stanza dove avrebbe trascorso il suo tempo al di fuori di Hogwarts.
« Questa è la tua stanza. » Confermò Ninfadora, spalancando la porta per poi mostrare alla Serpeverde una camera non molto ampia, luminosa e dalle pareti dipinte di un blu chiaro, ciano. Alyssa ne rimase folgorata. Seppur non fosse molto grande, conquistò subito il suo cuore. Inoltre era posizionata accanto a quella di Ninfadora, questo la fece sentire sempre più a proprio agio: avrebbe potuto rifugiarsi dalla sorellastra nel caso in cui ne avesse avuto bisogno. 
« Ti lascio alle tue cose. » Disse con voce trascinata l'ex Tassorosso, strizzando l'occhio destro. « Grazie mille. » Proferì istintivamente la purosangue, sorridendo di rimando a quel gesto. Dopodiché, appena Ninfadora chiuse la porta dietro di sé, Alyssa iniziò a inserire la propria roba all'interno degli spazi appositi e, di tanto in tanto, si applicò ad ammirare il meraviglioso panorama che la sua stanza le donava.  

21 Luglio 1992 - Londra, Famiglia Tonks. [ Ore 10:30 ]
« Andromeda? Sei qui? » Una voce squillante si sentì in sottofondo, era Alyssa che cercava disperatamente la madre adottiva. Aveva terribilmente bisogno di Ninfadora, ma non riusciva a rintracciarla. « Andromeda? » Ripeté la bionda, finché la mora catturò il suono emanato dall'alto timbro di voce della Serpeverde. « Arrivo! » Esclamò la padrona di casa, affrettandosi nell'uscire dalla vasca bagno e, avvolta in un'ampia asciugamano, raggiunse allarmata il piano inferiore ove si trovava Alyssa. « Cos'è successo? Stai bene? » Domandò preoccupata la donna, scorgendo un cambiamento d'espressione sul viso della figlia. « Sì sì, sto bene. Cercavo Tonks, devo - devo chiederle di aiutarmi riguardo - riguardo a una faccenda di scuola. » Ingarbugliò ciò che prima le venne in mente e spero che la donna mandasse giù quella innocente bugia. Andromeda, di rimando, issò un sopracciglio e, dopo aver sospirato rumorosamente, annuì e rivelò lei il luogo dove si era recata la figlia. « Ninfadora è in Accademia, ma fra poco sarà qui. » Rispose senza alcun indugio la mora, suggerendo così alla bionda di attendere il ritorno dell'ex Tassorosso. Nel contempo Andromeda rivolse un pieno sorriso ad Alyssa e le fece intuire il bisogno di raggiungere il piano superiore per mettersi qualcosa addosso. La Serpeverde, a sua volta, ricambiò il sorriso e si piazzò dinanzi alla porta d'ingresso aspettando impaziente l'arrivo della sorellastra. Fortunatamente l'attesa di Alyssa non durò a lungo, un tornado color lilla sbucò dal camino e la raggiunse così velocemente che la bionda non ebbe nemmeno il tempo di elaborare cosa stesse accadendo. « Serpe di platino! » Esordì vivacemente Ninfadora, smorzando poi il tono di voce non appena vide il grigiore sul viso di Alyssa. « Che succede, biondina? » Le chiese, posizionandosi al suo fianco, e adagiò ambedue le mani sulle spalle ossute della Serpeverde. Alyssa trattenne, per forza maggiore, le lacrime e mostrò alla strega più adulta le iridi farsi brillanti. « Non riesco a non pensarci, la rileggo e rileggo così tante volte che l'ho imparata a memoria. » Confessò con voce rotta la bionda, avvicinando agli occhi di Ninfadora la lettera che Lucius Malfoy le aveva consegnato personalmente. « E' del padre di Draco, leggi tu stessa. » Le suggerì, lasciando accaparrare la missiva dalle lunghe falangi dell'ex Tassorosso che, velocemente, la scartò e diede inizio alle lettura. Man mano che quest'ultima andava avanti, i lineamenti del viso della Metamorfomagus si incurvarono in un cipiglio urtato. « Te l'ha data lui? » Domandò quasi certa, osservando le iridi cerulee della bionda. « Sì, stavo dirigendomi verso la biblioteca quando mi scontrai con lui che non perse tempo a darmela. Il suo essere cortese nei miei confronti era solo una parvenza. » Aggiunse Alyssa, stringendo le mani in dei pugni e, prima che Ninfadora potesse proferir parola, volle mettere le cose in chiaro. « Tonks, io ti ho messa al corrente di ciò perché volevo che qualcuno lo sapesse e desideravo sfogarmi con qualcuno di cui posso fidarmi ciecamente. So perfettamente che genere di persona tu sia ed è per codesta ragione che ho deciso fossi tu l'ulteriore custode di questo segreto. » Spiegò la Serpeverde, ritraendo la lettera che qualche attimo prima l'ex Tassorosso le aveva restituito. Quest'ultima non concesse neppure la possibilità di continuare alla sorellastra che protese le braccia verso l'esterno per poi avvolgere quella "Serpe di platino" in un abbraccio. « Stai tranquilla, Serpe. Nessuno verrà a sapere di ciò. Ma, se dovesse farti del male, non esitare a confessarmelo. Potrei fargli arricciare quella parrucca liscia che spaccia per capelli, intesi? » Sussurrò al suo orecchio, scostandosi poi di poco per scorgere l'espressione negli occhi della bionda. « Grazie, Ninf- Tonks. Te ne sarò sempre grata. » Concluse Alyssa, beandosi ancora per qualche minuto di quel gesto d'affetto così inconsueto per una come Ninfadora.

21 Luglio 1992, Londra - Famiglia Tonks [ Ore 00:30 ] 
Remus attese giusto il tempo che Alyssa rientrasse in casa per porre delle domande alla fidanzata. 
« Lucius Malfoy hai detto? Perché uno come Malfoy avrebbe dovuto scrivere una lettera alla tua sorellastra? » Cercò di capire l'uomo, increspando la fronte. 
Ninfadora, in un primo momento, tentò di sviare il discorso, ma inutilmente. Dovette, forzatamente, esaudire la richiesta di Remus e reputò corretto metterlo al corrente dei fatti. « Alyssa è una Serpeverde, è amica di Draco e questo Lucius non riesce a tollerarlo. Nonostante non sappia niente riguardo alla ragazza, vuole comunque che stia lontano da suo figlio. Alyssa, inizialmente, non aveva accettato la sua imposizione, ma poi s'è dovuta ricredere. Malfoy, venuto a sapere della  smisurata passione della bionda per il Quidditch, ha deciso di comprarsi il suo silenzio e la sua lontananza da Draco concedendole di entrare a far parte della squadra senza nemmeno dover sottoporsi alle selezioni. » Confidò a bassa voce la donna dal crine color lilla. « Alyssa non vuole che si sappia, conosce l'antipatia di mia madre nei confronti del platinato e sa che potrebbe inveire contro di lui. Inoltre, lei sembra tenere molto a Draco e non vorrebbe rovinare il rapporto tra lui e suo padre. » Aggiunse, terminando, per poi lasciare la parola a Remus. 
« Quindi Malfoy ha praticamente minacciato Alyssa od ho capito male? » Sboccò contrariato, portando le mani ai fianchi. « Quell'uomo non ha nessun senso del pudore. Minacciare una bambina solo per non intaccare il suo stramaledettissimo purismo. » Sboccò nuovamente, mentre Ninfadora tentò di placare il suo animo, adagiando una mano sulla spalla di lui. 
« Alyssa sa difendersi da sola e, anche quando testa di Serpe dovesse solamente sfiorarla, stai tranquillo che non gli permetteremo la passi liscia. » Ribatté sicura la giovane donna, agganciando le iridi castane a quelle altrettanto scure dell'uomo. « Sono a conoscenza del fatto che odi quell'uomo e, credimi, per me è lo stesso, ma devo rispettare la decisione di Alyssa. Non possiamo fare nient'altro. » Incurvò le gote in un leggero sorriso, issando poi la punta dei piedi per schioccare un bacio sulle labbra di lui. 
« Ti amo.. » Sussurrò Remus, apparentemente più tranquillo e si lasciò andare ai baci ed agli abbracci che Ninfadora gli concedeva. 
« Ti amo anch'io, Remus.. » Rispose allo stesso modo la strega, posando una delle guance contro il petto dell'uomo e chiuse gli occhi, godendosi quei pochi minuti rimastele insieme alla persona che amava. 

Qualche minuto prima.. [ 23:30 ]
« Tonks, Tonks! » Esclamò dalla finestra Alyssa, aveva udito un rumore strano provenire dal giardino che fiancheggiava la casa e, presa dalla curiosità, si affacciò per assicurarsi che tutto fosse tutto al proprio posto. « Tonks, Tonks! » Esclamò con un tono di voce lievemente più alto, decidendo in fine di percorrere la rampa di scale e raggiungere di persona il luogo fonte del tonfo sordo. Si addentrò fra le siepi, scorgendo dapprima la sagoma di un uomo che non aveva mai incontrato. Cautamente, dunque, avanzò verso di esso e si nascose dietro al tronco di un albero per constatare da vicino la situazione. 
« Remus..» Una voce tenue si aggiunse ai sospiri affannosi di Alyssa, era Ninfadora. Quell'uomo era giunto in casa Tonks proprio per lei. « Remus, conosci bene mio padre, questo non è il momento ed il luogo adatto per incontrarci. D'altronde, come ti ho raccontato, da quando è arrivata la Serpe di Platino è più vigile, quasi fossi una carcerata. » Si confidò la giovane donna, portando le mani a stringere quelle dell'uomo. 
« Tonks, sono un uomo e non un ragazzino. Tuo padre deve farsene una ragione, prima o poi. Non possiamo continuare così e questo tu lo sai, io non posso at- » L'uomo misterioso dovette interrompere il proprio disquisire a causa di un suono grave che lo fece istintivamente voltare, scostando così l'attenzione dalla fidanzata. 
« Ahia, Mannaggia a Merlino.. » Sfiatò la Serpeverde a causa di un secco e grosso ramo precipitatole sul capo che segnalò la sua presenza alle orecchie dei presenti, accorgendosi solo qualche attimo dopo che gli occhi dei due fidanzati erano indirizzati verso di lei. Allorché, Alyssa finse un lieve ghigno e issò una mano a massaggiare la nuca. 
« E' lei la Serpe di Platino? » Ipotizzò quasi certo Remus, rivolgendosi a Ninfadora. Quest'ultima annuì e si avvicinò ad Alyssa, intrappolando nervosamente il labbro inferiore fra i denti. « E tu che ci fai qui a quest'ora? Non dovresti essere già a letto? »
« Potrei farti la stessa domanda. » Replicò infastidita la bionda, interponendosi fra il mago e la strega. « Ho avvertito dei rumori provenire da qui e, non ricevendo alcuna tua risposta, volevo accertarmi non ti fosse successo nulla. Tutto qui. » Raccontò, continuando a massaggiare la nuca sempre più dolorante. « Non capisco per quale ragione tu sembra ce l'abbia sempre con me. » Sbuffò, per poi riempire i polmoni d'aria fresca. 
Remus osservò divertito la scena tra le due, inclinando successivamente il capo verso Ninfadora, come a voler cercare di capire qualcosa. 
« Non ce l'ho con te, Serpe. E' solo che sei capitata proprio nel momento più sbagliato della mia vita e mio padre non mi perdonerebbe mai quest'infrazione. Se solo sapesse che Remus è qui.. » Esordì, diminuendo pian piano il timbro di voce. Quasi le dispiacesse dover riversare tutte le proprie mancanze su Alyssa, ma in quel momento un groviglio di emozioni stava travolgendo il suo stato d'animo. Da una parte era arrabbiata con Alyssa perché era stata troppo curiosa, dall'altra conosceva benissimo la motivazione di tale comportamento da parte di Remus e di certo non era colpa della platinata. 
« Facciamo così, se tu terrai la bocca chiusa con mio padre, io non gli dirò nulla della lettera di Lucius Malfoy, ci stai? » Patteggiò l'ex Tassorosso, sapendo quando Alyssa volesse che tale missiva rimanesse segreta. La Serpeverde, dunque, non poté fare a meno di accettare la proposta della sorellastra e scosse la testa, annuendo impotente. 
« Va bene, non dirò nulla a tuo padre. Me ne torno in camera mia. » Mormorò, scrollando le spalle e, dopo aver salutato con un cenno di mano Remus, si avviò verso l'ingresso dell'abitazione, lasciando che i due continuassero la loro discussione senza ulteriori interruzioni.

Alyssa sembra proprio aver preso a cuore la sorellastra, nonostante il carattere di quest'ultima sia d'entità scontrosa e ribelle. Successivamente vedremo come il contatto con la famiglia Tonks cambierà per sempre il futuro della Serpeverde e porterà lei gioie a dolori che, nel corso degli anni, la aiuteranno a diventare una donna forte e coraggiosa. 
Mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto, aspetto un vostro responso.
Giada!
 

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Capitolo 6
*** Orgoglio Serpeverde. ***


Buon pomeriggio, quest'oggi vi presenterò il sesto capitolo di questa fanfiction. Sono contenta del fatto che molti di voi la seguano costantemente e che vi interessi così tanto. Mi auguro che anche questo possa essere di vostro gradimento. In questo capitolo non inserirò nessun'immagine, non vogliatemi male, ma il mio pc sta dando i numeri e mi viene anche un po' difficile pubblicare con cadenza costante. Spero di essere riuscita a farmi perdonare per le sviste precedenti. 
Adesso vi lascio alla lettura,
Giada. 


31 Agosto 1992, Malfoy Manor - Swindon, Wiltshire, Regno Unito.
Era una normale mattinata di fine Agosto quando la quiete del Maniero dei Malfoy venne troncata dal forte disquisire dei due coniugi di casa. Narcissa inveiva contro Lucius perché, secondo il suo parere, l'uomo non rispettava appieno i canoni del perfetto purosangue. 
« Lucius, hai minacciato una bambina di soli 12 anni, ti rendi conto della avventatezza delle tue azioni? In che maniera stava intaccando il tuo animo? » Cissy era perentoriamente decisa a far trapelare la verità dalle labbra del marito. Da quando Draco aveva conosciuto Alyssa, il padrone di casa sembrava non vederci più dalla rabbia. La donna, naturalmente, desiderava ardemente conoscere il motivo per il quale avesse dovuto allontanare la ragazza dal figlio. Lucius, dal canto suo, non sprecò altro tempo e rispose alla moglie, convinto che l'istintività delle sue azioni fosse più che motivata. « Cissy, non crederai davvero alle parole di Draco? Io non ho minacciato nessuno men che men una ragazzina, ha travisato la verità. » Sospirò sonoramente, guardando la moglie. « Al contrario, ho dato solamente la possibilità a quella ragazzina di poter avverare il suo sogno. Non credo sia illegale concedere la possibilità ad una persona di poter esaudire il proprio desiderio. » Aggiunse sempre più ostinato Lucius, sollevando le spalle come per dimostrare la propria estraneità ai fatti. Dopodiché, permise alla moglie di dire la propria. 
« Lucius, Draco non avrebbe mai mentito a me e qualora l'avesse fatto, avrebbe avuto certamente una chiara motivazione. Per quanto riguardo il tuo gesto caritatevole, non ho nulla da obiettare. Ciò che mi ha infastidita è il fatto che tu ti ponga con questa bambina come se fosse una semplice mezzosangue. Non conosci nulla di lei e, per quello che sappiamo, potrebbe essere anch'ella avere nobili origini. » Narcissa si fermò un attimo, avanzando con passo felpato verso il coniuge. « D'altronde, nessun mezzosangue è mai stato smistato a Serpeverde. Perché mai avrebbe il Cappello Parlante concesso ad una natababbana o ad una persona dal sangue impuro di potersi inserire nella Casa dei Purosangue? Riflettici, è praticamente impossibile. » Cercò la donna in tutti i modi di convincerlo, intrecciando le falangi a quelle del biondo. Quest'ultimo parve sciogliersi dinanzi al gesto della moglie e sollevò lo sguardo, lasciando trasparire ciò che in quell'istante stava pensando. 
« Tenterò di non mettermi più in mezzo a loro, ma solo quando scoprirò la verità. Se Alyssa è una purosangue, sarò ben lieto di accoglierla. In caso contrario, dovrà categoricamente stare ben lontana da mio figlio. » Ribadì Lucius con il consenso della moglie e permise a quest'ultima di adagiare il proprio capo sul suo petto. 


1 Settembre 1992, King's Cross Station, Binario 9 e 3\4.
Il nono mese dell'anno era appena iniziato e questo significava solamente una cosa: ogni mago o strega, di età compresa tra gli undici ed i diciassette anni, si sarebbe diretto verso Hogwarts. La stazione di King's Cross non era mai così affollata come quel giorno, centinaia di maghi e streghe attendevano lì l'Espresso, pronti ad iniziare un altro anno scolastico. 
« Alyssa, non dimenticare Lux! » Esclamò Andromeda che si era gentilmente offerta di accompagnare la figlia alla stazione. Era la prima volta che Black vedeva Alyssa in fiera uniforme Serpeverde. 
« Sono qui! » Alyssa tornò indietro e, indaffarata, piegò la spalla in modo tale da permettere al pennuto di posarsi su di essa. Un bacio tenue si posò sulla sua chioma platinata: Andromeda voleva salutarla per bene, sicuramente non l'avrebbe rivista prima delle festività Natalizie. 
« Fai attenzione, mi raccomando e scrivici ogni tanto. » Mormorò lievemente emozionata la mora, carezzando lentamente i lineamenti della Serpeverde. Dopodiché la lasciò andare in direzione del treno. 
« Alyssa.. » Una voce quasi impercettibile tangé le vispe orecchie della bionda. Istintivamente quest'ultima si voltò e scorse in flebile lontananza la figura del compagno di casa, Draco. In un primo momento indugiò, poi si ricordò delle sprezzanti parole di Malfoy Senior e non volle assolutamente sottostare alle regole di un patriarca senza scrupoli. 
« Draco.. » Rispose altrettanto cautamente Alyssa, avvicinandosi e prendendo posto accanto al platinato. « Come sono andate le vacanze? » Domandò per rompere il ghiaccio e posò la schiena contro la spalliera del sedile. 
« Molto bene, mio padre mi ha appena informato del fatto che ci saranno le selezioni per entrare a far parte della squadra di Quidditch ed ha aggiunto che con "molta probabilità" io vi entrerò senza alcun problema. » Rispose orgoglioso Malfoy, cosciente della manovra diabolica del padre, ritorcendo poi la stessa domanda alla concasata. « Tu? Invece? E' stata un'estate noiosa in orfanotrofio? » Specificò, sbattendo le palpebre. 
Alyssa si guardò intorno, poi dovette giustamente rispondere alla domanda di Draco. « Bhe.. non è stata poi così noiosa. Non lo sai, ma il Professor Piton mi ha aiutata a trovare qualcuno per me, una nuova famiglia. » Dal viso della bionda si intravide un lampo di gioia che irradiò anche i lineamenti delicati del purosangue.
« Di chi si tratta? » Chiese curioso, incrociando le braccia al petto. 
« Si tratta dei Tonks, li conosci? Andromeda e Ted Tonks. Hanno anche una figlia, Ninfadora. » Spiegò Alyssa, notando l'espressione di Draco rabbuiarsi, il ragazzo sembrava piuttosto irritato nell'udire tali nominativi. Sollevò un angolo della bocca, arcuando le sopracciglia. « Quella sporca traditrice.. » Biascicò, pensando sottovoce. 
« Hai detto qualcosa? Li conosci già? » Ribatté Alyssa, ricevendo dal compagno come risposta un mero silenzio. Da quel momento in poi, la bionda, per tutto il viaggio, rimase sulle sue e si mise a riflettere su quale fosse la ragione per la quale Draco fosse rimasto così spiazzato nel sentire i nomi dei suoi nuovi genitori. 


1 Settembre 1992, Hogwarts. 
Alyssa e Draco entrarono sincronicamente all'interno della Sala Grande per deliziarsi del pranzo che gli elfi preparavano ogni giorno per loro. Le tavole delle rispettive quattro case erano imbandite, brusii provenivano da ogni parte della gigantesca stanza e quasi tutti erano intenti a spilluzzicare tutte le pietanze presenti. 
« Lì ci sono dei posti. » Indicò Alyssa, voltandosi verso Draco che, indifferente, si avviò verso i posti a sedere che la bionda gli aveva fatto notare. Entrambi presero posto e, nello stesso momento in cui la Serpeverde stava cominciando ad assaggiare un cupcake al gusto di fragola, avvertì un tocco leggero sulla spalla. 
« Blaise! » Esclamò Alyssa, rivolgendo lo sguardo al compagno di casa che si era inserito fra i due fratelli. 
« Biondina. » Rispose Zabini, flettendo il capo lateralmente per osservare con più precisione il viso della ragazza. « Mia madre mi ha detto che ti ha vista insieme ai Tonks, allora è tutto vero.. » Aggiunse schietto l'Italiano, determinato a stuzzicare l'amico al loro fianco. Draco, però, rimase impassibile e continuò il proprio pranzo. 
« Sì, è tutto vero. Sono molto gentili con me e non capisco per quale motivo Draco se la sia presa così tanto. » Replicò la Serpeverde, addentando il cupcake che poco prima aveva adocchiato e proiettò la propria espressione di dissenso al platinato. 
« Ma come? Non lo sai? Andromeda Tonks, prima di sposare Ted, era una Black, proprio come la madre di Draco. Andromeda e la Signora Malfoy sono sorelle, biologicamente la signora Tonks è sua zia. » Spiegò solennemente Blaise, constatando lo sguardo fulminante di Draco e quello sbalordito di Alyssa. 
« Continuo a non capire. » Scrollò le spalle Alyssa, mordendo ancora una volta il dolcino. 
Blaise cercò di frenarsi, ma fu più forte di lui. L'essere al centro dell'attenzione ed il poter attirare quella della bionda lo allettava parecchio. « I Black sono una famiglia purosangue, proprio come la mia e quella di Draco, e non ammette che ci si imparenta con qualcuno che non lo sia. Specialmente se si tratta di un Nato Babbano. Andromeda si contrappose agli ideali puristi della sua famiglia e sposò ugualmente Tonks, facendo sì che i propri  genitori la ripudiassero. Druella e Cygnus Black, esattamente come Bellatrix e Narcissa, reputano Andromeda una traditrice del proprio sangue e Ninfadora il frutto di un'infamia. » Terminò il ragazzo dai toni scuri. 
« Quindi..anche se, cioè, io e Draco siamo cugini? Cioè, pur non essendo davvero figlia di Andromeda? » Domandò senza riuscire a credere alle proprie parole. 
« Blaise, perché non chiudi quella boccaccia? » Esordì Draco, sbottando rumorosamente. « E comunque, vorremmo tantissimo ascoltare il tuo sproloquiare, ma siamo impegnati ad allenarci per la prima partita di Quidditch dell'anno. » Continuò ironicamente Draco, puntando lo sguardo su Alyssa. Quest'ultima divise lo sguardo tra Blaise e Draco e, in un secondo momento, decise che forse sarebbe stata la scelta migliore. Se solo avesse continuato a chiedere all'Italiano di sedare le proprie curiosità, molto presumibilmente i due avrebbero litigato. 
« Sì, ehm, Draco ha ragione. L'allenamento sta per iniziare e se arriviamo in ritardo, il Professor Piton ci bacchetta. » Tentò di smorzare l'aria pesante e, rigirandosi, simultaneamente a Draco, salutò Blaise e lasciò la Sala Grande. 
« Ci vediamo in Sala Comune? » Ipotizzò Draco, in procinto di recarsi nella propria stanza. Alyssa annuì semplicemente e si diresse verso il proprio dormitorio frettolosamente per indossare la propria divisa da Quidditch che un destinatario anonimo le aveva nobilmente regalato. La Serpeverde, infatti, era la cacciatrice della Squadra. 
Messa la divisa, la bionda si ammirò continuamente allo specchio, perdendo così la cognizione del tempo.  « Oh, benedetto Salazar. E' tardissimo! » Urlò nervosamente e lasciò rapidamente la camera per raggiungere la Sala Comune. 
« Draco? » Chiamò affannosamente la Serpeverde, scorgendo la figura del concasato sulla soglia della porta. Il platinato si voltò immediatamente dopo essere stato interpellato e, senza fiatare, trascinò la compagna nel campo da Quidditch. 
La corsa, però, dei due Serpeverde venne ostacolata dall'arrivo della Squadra che avrebbero a breve affrontato: i Grifondoro. 
« Ci siamo già noi. » Esordì Harry Potter, nuovo Cercatore della squadra rossodorata in simbiosi con il resto del team. 
« Non ha importanza, Potter. E' stato il Professor Piton in persona a darci il consenso per l'allenamento. Adesso anche noi abbiamo un nuovo cercatore. » Esplose Flint, membro dei Serpeverde, indietreggiando appena per dare spazio a Draco. 
« Il Signor Malfoy ha gentilmente regalato la nuova Nimbus 2001 ad ogni membro della Squadra. » Aggiunse il moro Serpeverde con un solco canzonatorio sulle labbra. 
« Qualche problema, Potter? » Si aggiunse il platinato con affianco Alyssa che, timidamente, salutò l'occhialuto. Harry  rimase in silenzio, volendo ignorare l'arroganza di Malfoy.
« Dai confidenza a certi elementi? » Domandò Draco ad Alyssa, notando una certa confidenza fra la bionda e Potter. Alyssa continuò a non capire, ovviamente non era al corrente della storia di Harry e dei Malfoy, quindi non riusciva a comprendere gli atteggiamenti del compagno nei confronti dell'altro. Rispose, quindi, a Draco con un semplice scrollo di spalle. 
I Grifondoro, dunque, dovettero arrendersi dinanzi alla pergamena trascritta da Piton in cui autorizzava la squadra della casa di cui era il direttore ad allenarsi proprio in quell'arco di tempo. Amareggiati e colmi di rancore, lasciarono il Campo e diedero via libera ai Serpeverde che, con un gesto d'ovvietà, diedero inizio ai giochi. 


14 Ottobre 1992, Campo da Quidditch. Match: Serpeverde - Grifondoro. 
« Che la prima partita dell'anno abbia inizio! » Urlò dagli spalti Lee Jordan, cronista della partita. Mentre in campo le squadre, l'una dalla direzione opposta dell'altra, occupavano l'ampio spazio verde ove avrebbero giocato. Alyssa, insieme a Draco ed al resto della squadra, impugnò la scopa che, per forza maggiore, Lucius Malfoy dovette regalare anche lei. 
La professoressa Rolanda Hoch (Bumb), insegnante di volo, era anche stata incaricata di arbitrare la partita. La strega attese solamente che le due squadre si disponessero ai propri posti e diede il via allo scontro. 
« A..adesso! » Esclamò ad alta voce la Professoressa, osservando dalla tribuna le due squadre scontrarsi. A dare vita al match vi erano i Serpeverde, acerrimi rivali dei Grifondoro, la squadra che stavo sfidando. C'era molta tensione fra gli ospiti ed i tifosi che da un lato sventolavano bandierine rossodorate, mentre dall'altro inneggiavano alla vittoria dei verdargento. Tra gli spettatori presenti vi era anche Lucius, padre di Draco che colse subito l'occasione di assistere alla prima partita del figlio. Accanto al nobile purosangue si accomodò una delle poche persone che quest'ultimo avrebbe mai pensato di vedere: Ninfadora Tonsk. La metamorfomagus non si lasciò sfuggire questo attimo di fortuna e tutte le volte che le fu possibile lodò le straordinarie qualità della sorellastra, destando così il totale dissapore di Malfoy Senior. 
Protagonisti della partita erano Draco Malfoy ed Harry Potter. Da quando l'occhialuto aveva rifiutato la stretta di mano del platinato, quest'ultimo iniziò a screditarlo e non perdeva tempo nell'infastidirlo. L'unica che sembrava tenere a freno la presunzione del purosangue era Alyssa, concasata e cacciatrice della squadra. La ragazza sembrò dapprima fuori luogo, ma con il passare dei minuti e percependo la tensione incrementarsi, si lasciò andare e fece immediatamente guadagnare molti punti ai propri compagni. 
Draco lanciò uno sguardo soddisfatto alla bionda. « Ben fatto, Morgan! » Esordì, sblilanciandosi poi nel confrontarsi faccia a faccia con il cercatore dei Grifondoro. 
« Serpeverde guadagna punti, la squadra di Salazar è in netto vantaggio. Chissà cosa penserebbe Godric di questo risultato! » Blaterò Lee Jordan, cercando evidentemente di incoraggiare i Grifoni ad impegnarsi di più. 
Alyssa rimase attenta per tutta la partita e scrutò ogni minimo dettaglio le fosse servito a difendere e\o aumentare la possibilità alla propria squadra di portare a casa la vittoria. Draco, invece, continuò ad infastidire Potter che, intento ad afferrare il boccino, esultò nel vedere uno dei cacciatori dei Grifoni accaparrarsi la prima manciata di punti. 
« Non è ancora finita, Potter. » Sussurrò beffardo il Serpeverde, voltandosi verso Alyssa che, senza sprecare altro tempo, ostacolò la manovra del Grifone di fronte a sé e recuperò la pluffa, portando altri punti dalla parte dei Serpeverde. 
« Manca ancora poco, manca ancora poco. » Biascicò la bionda senza perdere l'attenzione e con la coda dell'occhio, di tanto in tanto, controllava i movimenti di Draco, cercatore e colui che doveva accalappiare il boccino d'oro per assicurare la vittoria. 
« Dai, Draco. Dai. » Continuò sottovoce Alyssa, sollevando le spalle in un grosso respiro. « Su, su. » Sospirò, finché non vide Malfoy e Potter scontrarsi in definitiva. Finalmente la partita era in mano loro e solamente la vittoria di uno dei due avrebbe decretato il trionfo di una delle due squadre. 
« Non lascerò che uno come te vinca la partita. » Sprizzò di rabbia Harry che, sebbene fosse ripetutamente spintonato dal Serepverde, riuscì con grande lode a resistere. « Credi che tu sia meglio, s-f-r-e-g-i-a-t-o? » Sillabò ghignante Draco, approfittando della distrazione del rivale per appropriarsi del boccino d'oro e sancire la vittoria dei verdargento. 
« Malfoy recupera il boccino, Serpeverde vince la partita. » Affermò Jordan apparentemente costernato dal risultato, mentre tutti i devoti a Salazar festeggiarono entusiasti  questa rivincita. Alyssa, fra loro, si congratulò con Draco.
« Sei stato spumeggiante fino alla fine, Draco. Anche se Harry non è stato niente male. » Rise sotto i baffi, tentando di infastidire il concasato che, accorgendosi del pizzico di sarcasmo nella voce della bionda, a sua volta scoppiò a ridere e insieme a lei si unì ai compagni per dare inizio ai festeggiamenti. 


31 Ottobre 1992, Torre D'Astronomia, Hogwarts.
Erano trascorse all'incirca due settimane dall'ultima partita che vide i Serpeverde vincitori e Draco continuò costantemente a farsi beffa dei Grifondoro. Alyssa non era d'accordo con gli atteggiamenti superbi del concasato e tentò molte volte di dissuaderlo, inutilmente. Ciò che infastidiva la bionda era anche la maniera in cui il verdargento si rivolgeva ad una delle sue amiche, se non l'unica, Hermione Granger. Malfoy amava ribadire le proprie origini puriste e non tollerava assolutamente elementi come la Grifondoro all'interno del Castello. Hermione, essendo una natababbana, veniva spesso e volentieri etichettata con l'appellativo dispregiativo di "mezzosangue", ovvero mago o strega senza origini magiche. 
Quella sera si sarebbe svolta la festa di Halloween, festività particolarmente non digerita da Alyssa. Nonostante trovasse questi festeggiamenti inutili e sopravvalutati, dovette ugualmente mettere l'anima in pace ed attendere che tutto ciò terminasse. Riluttante nel prodigarsi ad aiutare i concasati nelle decorazioni, la Serpeverde si diresse verso la Torre di Astronomia per bearsi di alcuni attimi di silenzio, dove, al suo arrivo, con grande sorpresa, trovò proprio Hermione intenta a girovagare con la mente chissà dove. 
Alyssa si avvicinò velocemente verso la Grifondoro e si posizionò al suo fianco. « Hermione! Come mai qui tutta sola? » Domandò curiosa, adagiando ambedue i gomiti contro la balconata, mentre la riccia nascondeva un sorriso parvente. 
« Molto probabilmente dovrò trascorrere le vacanze natalizie qui, Alyssa. » Confessò prontamente, sollevando il mento verso la compagna. « I miei genitori dovranno partire per lavoro e sicuramente non faranno ritorno in tempo per Natale. » Espose dettagliatamente, chinandosi un bel po' per allacciare una stringa. 
« Mi dispiace tantissimo, Herm. Ma..ho un'idea, potrei chiedere ad Andromeda di ospitarti. Che ne pensi? » Annuì Alyssa, voltandosi flebilmente per catturare lo sguardo della natababbana. « Sono strasicura che non disdegneranno una strega in più. D'altronde siamo amiche ed è in questo modo che le amiche si comportano. Giusto? » Ipotizzò pressoché certa la Serpeverde, issando il viso non appena la compagna si rimise su due piedi. 
« Non vorrei disturbare e, poi, dovrei chiedere il permesso ai miei genitori. » Specificò la Grifondoro, riflettendo sulla proposta dell'amica. « Se loro accetteranno, verrò volentieri a tenerti compagnia. » Esplose poi un sorriso trattenuto e posò una mano sulla spalla della bionda.
« Appena potrò scriverò una lettera ad Andromeda. Vedrai, ne sarà entusiasta. » Aggiunse Alyssa, sorridendo appieno e inclinò lateralmente il viso, contenta di aver convinto l'amica a raggiungerla per le feste. 
« Adesso devo proprio andare, molto presumibilmente Harry e Ron mi staranno cercando. Ci vediamo in Sala Grande per la festa? » Chiese Hermione, notando il tentennio di capo della compagnia.
« Mi spiace, Herm. Ma quasi certamente mi rintanerò in stanza, detesto Halloween e preferisco recuperare Erbologia. Sono rimasta parecchio indietro. » Scrollò le spalle, roteando le iridi cerulee. 
« Va bene, allora ci vediamo a lezione? » Domandò Hermione, muovendo le braccia in un gesto d'ovvietà. 
« Sì, sicuramente a lezione. Tanto nemmeno Draco parteciperà alla festa. » Puntualizzò Alyssa, avviandosi verso le scale e lasciò insieme a lei la Torre. 
« Allora, a domani! » Salutò la Grifondoro, agitando la mano destra.
« A domani! » Rispose la Serpeverde, imitando il gesto compiuto poco prima dalla riccia. 

 

In questo capitolo notiamo come una semplice divisa non sia diversa dall'altra. Alyssa, seppur Serpeverde, non si lascia influenzare dagli ideali perseguiti dal resto dei concasati e cerca in ogni modo di aiutare chiunque ne abbia bisogno, difenderlo se necessario. Nonostante sia amica di Draco, purista indiscusso, Alyssa non disdegna la compagnia della natababbana, vede in lei il vero significato di amicizia e tenta di sviare il compagno dalla strada dell'arroganza. 





 

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Capitolo 7
*** Perché tutte a me? ***


Eccoci con il settimo capitolo, tutto incentrato sulle festività natalizie. In questo capitolo troverà spazio un'Alyssa completamente diversa, pronta ad andare avanti con la propria vita, per poi lasciar trasparire la sua vera natura. Inoltre, saranno presenti tutte le persone con le quali ha instaurato un vero e proprio rapporto in questi quasi due anni ad Hogwarts. Vi lascio alle lettura e tantissimi auguri di Buon Natale!



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3 Novembre 1992, Dormitorio Femminile Serpeverde.

Alyssa ammirava con tanta concentrazione la finestra che dava sull'esterno e si immedesimò in una piccola goccia di pioggia che, leggiadramente, scivolava lungo la vetrata già intaccata dal battente alluvione. La Serpe, dato che non le era possibile uscire a causa del tempo uggioso, ne approfittò per scrivere una lettera ad Andromeda. La suddetta missiva doveva contenere ciò che qualche giorno prima aveva proposto all'amica Hermione. La ragazza, infatti, aveva gentilmente invitato la Grifondoro a passare le vacanze natalizie in sua compagnia. I signori Granger, poiché dovevano partire per ragioni lavorative, non avrebbero potuto trascorrere il Natale con la loro unica figlia.

La bionda prese penna e calamaio con la mano sinistra e si sedette su una delle sedie disponibili, poggiando ambedue i gomiti sulla scrivania.

"Cara Andromeda,

Sono sicura che la mia lettera possa farti felice. Qui il tempo è orribile. Voi come state? Ninfadora frequenta ancora l'Accademia o si è messa nei guai come al solito? Io sto benissimo e, anzi, ho una notizia da darti..o..perlomeno, una proposta da farti. Ricordi Hermione? La mia amica Grifondoro? Ecco, sfortunatamente i suoi genitori non potranno far ritorno per le vacanze a causa del lavoro e quindi rimarrebbe a casa da sola. Dunque, le ho chiesto se magari le facesse piacere trascorrere le giornate fuori da Hogwarts con noi. Lei mi ha risposto che deve innanzitutto chiedere il permesso ai suoi genitori, prima di donarmi un responso. Potresti PER FAVORE contattare tu i signori Granger? Sarebbe fantastico per me poter finalmente festeggiare il Natale in vostra compagnia ed insieme ad Hermione. Attendo vostre notizie.

Vi voglio bene,

Alyssa."

La bionda imbeccò la lettera al suo Lux e attese la conferma da parte dei suoi genitori adottivi, augurandosi il consenso dei Granger.

20 Dicembre 1992, Sala Comune Serpeverde.

Halloween era passato oramai da quasi due mesi e le vacanze natalizie stavano avvicinandosi: la Sala Grande era pluridecorata, luci e fiocchi di neve dappertutto, addobbi sparsi lungo i tavoli ove gli studenti erano soliti cibarsi. Il Natale era, per eccellenza, la festività più attesa dell'anno.

Alyssa, dal canto suo, non attendeva altro. Aveva iniziato a dedicarsi ai regali ed alla decorazione della propria stanza in netto anticipo, con visibile disappunto delle compagne. Le due, oltre a non digerire la presenza della bionda, non perdevano occasione di dimostrar lei quanto il suo essere lì per loro fosse un peso. La Serpeverde, però, non diede molta attenzione ai comportamenti delle due purosangue e perseguì le proprie idee con cospicua indifferenza. Solamente poche persone riuscivano a tollerare il suo fare giocoso ed eccitato che si presentava durante il periodo natalizio: Draco Malfoy ed Hermione Granger, da quest'ultima Alyssa attendeva una risposta certa. Difatti, quasi due mesi prima, la bionda aveva chiesto alla compagna di trascorrere il Natale insieme a lei ed alla sua nuova famiglia.

Quando Draco venne a sapere di tale proposta, ribadì tutto il proprio astio nei confronti della riccia, avvalorando il proprio pensiero.

« Alyssa, non dovresti frequentare gente del genere. Insomma..i suoi genitori sono babbani, sono..strani. » Delle voci puerili risuonarono fra le mura della Sala Comune dei Serpeverde: Alyssa e Draco erano intenti a chiacchierare prima dell'inizio delle vacanze.

« Per tua informazione, anche i miei genitori potrebbero essere babbani, per quel che si sa. » Puntualizzò una stizzita Alyssa, incrociando le braccia al petto. « Inoltre sei tu che NON dovresti giudicare una persona dal sangue che le scorre nelle vene. » Aggiunse, introducendosi all'interno della Sala.

« Io ti ho avvisata, non venirmi a dire che poi non te l'avevo detto. » Replicò il biondo, salutando la compagna per poi dirigersi nel proprio dormitorio, pronto a prendere i bagagli.

« Sì, stai tranquillo. Se dovesse infettarmi con il suo "sangue impuro"..» Rispose la Serpeverde, sgranando gli occhi comica. « ..lo terrò per me. » Concluse, recandosi nella propria stanza.

21 Dicembre 1992, Hogwarts.

« Alyssa! » Una voce a lei conosciuta la chiamò dal fondo del corridoio. « Alyssa, mi vuoi stare a sentire?! » Replicò la riccia, velocizzando il passo verso un'indaffarata Serpeverde.

« Hermione.. » Esordì Alyssa voltandosi verso la compagna. « Scusami, non ti avevo sentita, ma stavo cercando proprio te. » Confidò sinceramente, indicando i bagagli al suo fianco. « Allora, verrai con me a Natale? » Domandò, notando la giovane Weasley avvicinarsi a loro.

« Stavo appunto informandoti che i tuoi genitori hanno contattato i miei e.. » L'espressione di Hermione si incrementò di suspense. «..e passerò le vacanze insieme a te. » Aggiunse la Grifondoro, sorridendo ampiamente e sollevò le spalle contenta.

« Davvero? Dici sul serio? » Chiese ancora stupefatta Alyssa, saltellando dalla gioia. Finalmente avrebbe trascorso il Natale non solo con la sua nuova famiglia, ma anche con colei che le era stata accanto per tutto il tempo. « Quando sei pronta, andiamo. » Le parole della bionda vennero sospese dall'arrivo di Ginny, sorella minore di Ronald, al suo primo anno ad Hogwarts.

« Vi disturbo? » Chiese una timida rossa, guardando prima Hermione, poi Alyssa. « E' solo che volevo salutare Hermione prima di tornare a casa. » Confessò, osservando timidamente la verdargento. « Io sono Ginny Weasley, comunque. Sorella di Ron. » Specificò, presentandosi.

« Io invece sono Alyssa, Alyssa e basta. » Asserì la Serpeverde dal crine come il sole, allungando e stringendo la mano alla Weasley. Non andava molto fiera delle sue origini adottive. Da quando Joanne non si era più fatta sentire, aveva perso ogni contatto con la sua vecchia famiglia e aveva omesso il proprio cognome. « Adesso vi lascio da sole, così potrai salutare Hermione per bene. » Disse Alyssa, strizzando un occhio e si congedò dalle due Grifondoro per poi avviarsi verso la Sala Comune dove avrebbe salutato Draco e Blaise prima delle vacanze.

« Hai visto Draco? » Domandò una volta arrivata, rivolgendosi all'unico Serpeverde presente in stanza: Blaise.

« Draco è lì, sta arrivando proprio adesso. » Rispose il verdargento dai toni scuri, puntando l'indice della mano sinistra contro il platinato.

« Draco..» La bionda avanzò verso il purosangue, ostacolandone l'uscita dalla Sala. « Sono venuta qui per salutarti prima di tornare a casa. » Continuò, sorridendogli.

« Hai intenzione di sparire durante le vacanze? » Un Draco schizzinoso si rivolse ad Alyssa. « Non mi dispiacerebbe se ti facessi sentire ogni tanto. » Aggiunse, inchiodando lo sguardo a quello della concasata.

Alyssa sbuffò, poi rispose. « Non preoccuparti, ti scriverò appena potrò. » Ribadì, inclinando il capo di lato. « E lo stesso vale per te, Malfoy. » Concluse con un pizzico di sarcasmo.

« Mantengo sempre le promesse, Morgan. » Draco era a conoscenza del fatto che Alyssa odiasse essere chiamata col proprio cognome e utilizzava questo modo di appellarla giusto per infastidirla un po'.

« Lo spero per te, comunque io ora devo assolutamente andare. Hermione si trova già al portone d'ingresso ed i miei genitori mi stanno aspettando al Binario. » La bionda scrollò le spalle, sorridendo ancora una volta all'amico.

«..Granger, come non detto. » Respirò profondamente, inarcando un angolo della bocca.

« Buon Natale, Draco. » Il tono di voce di Alyssa si fece sempre più fermo, preferì lasciar scorrere l'espressione di Draco accompagnata al nome dell'amica e lo salutò, sorridendogli ancora una volta ed agitando la mano destra.

« Buon Natale, Alyssa. » Rispose il platinato, osservando la figura della concasata farsi sempre meno nitida ai propri occhi.

22 Dicembre 1992, Binario 9 e 3\4 \ Casa Tonks.

Alyssa, insieme ad Hermione raggiunse il Binario, dove ad aspettarle vi erano i coniugi Tonks, accompagnati da Ninfadora.

« Serpe di Platino! » Esclamò la metamorfomagus raggiante, avvicinandosi alla bionda. Poi l'abbracciò. Alyssa rimase folgorata dall'allegria con cui la ragazza l'aveva accolta.

« Sorella.. » Biascicò con voce sfiatata la Serpeverde, essendo stretta alla sorella non poteva parlare in maniera naturale.

« Come stai? » Le porse Ninfadora, staccandosi dal busto della sorella. « Hai visto? Anche quel pantofolaio di mio padre ha lasciato la propria tana per rivederti. » Asserì ironica l'ex Tassorosso, voltando poi il collo verso la Grifondoro.

« Tu devi essere Hermione Granger, vero? » Domandò quasi sicura, spettinando appena i capelli alla riccia. « Alyssa c'ha detto tutto di te. » Rivelò la Tonks, sorridendole. Mentre Alyssa avanzò trepidante verso la coppia.

« Andromeda! Ted! » Disse con enfasi la bionda, stringendosi ai due genitori. « Mi siete mancati moltissimo e starei ad abbracciarvi per ore ed ore, ma..tornare a casa lo gradirei di gran lunga.» Confidò ridacchiando e indietreggiò di poco per poter osservare il mago e la strega negli occhi.

« Inoltre, io ed Hermione abbiamo..molto sonno. » Aggiunse, voltandosi lievemente verso la compagna che annuì poco disinvolta.

« Allora direi che possiamo andare.. » Attaccarono i due Tonks contemporaneamente.

Alyssa ed Hermione, con accanto Ninfadora, senza perdersi in chiacchiere, seguirono Andromeda e Ted e si agganciarono a loro nel momento in cui i due maghi più adulti si smaterializzarono insieme alle tre streghe più giovani.

« Eccoci arrivati. » Pronunciò certo Ted, lasciando la possibilità alla compagnia femminile di precederlo e fece ingresso in casa subito dopo di loro. La casa era abbondantemente addobbata in stile natalizio e il grandissimo albero, posto al centro del salotto, era il protagonista principale della stanza. Le tantissime luci blue e argento era accompagnate dalla moltitudine di sfere colorate appese ad ogni ramo.

« Alyssa, mostra ad Hermione la tua camera. Dormirà con te. » Puntualizzò la mora, aiutando, insieme al marito, le ragazze coi bagagli. Alyssa percorse la rampa di scale con affianco la Grifondoro e mostrò lei la stanza ove poco dopo i coniugi Tonks avrebbero portato le valigie.

« Ti piace? » Curiosa fu la domanda della bionda. La stanza di Alyssa era circondata dai colori verdargento: sulla parete destra vi era lo stemma dei Serpeverde, su quella sinistra lo stendardo di Salazar.

« Un po' troppo..verde. » Rispose Hermione ridendo, notando poi una fotografia che spiccava dalla parete centrale. Quest'ultima ritraeva Alyssa in compagnia di Ninfadora, era uno degli oggetti a cui la bionda teneva di più. La riccia sorrise e fissò la fotografia per svariati secondi, prima di venire interpellata dalla compagna.

« Puoi sistemare pure la tua roba qui, Herm. Andromeda ha appena posato la tua valigia dinanzi alla porta. » Suggerì amichevolmente la Serpeverde, disfacendo la propria.

« Trascorrerai il Natale più bello della tua vita! » Disse enfatica Alyssa, avvicinandosi all'amica per poi scomporre affettuosamente la chioma arruffata di Hermione.

« Ne sono sicura. » Rispose convinta la Grifondoro, accovacciandosi appena per afferrare la valigia e posizionarla sopra il letto che la famiglia Tonks aveva aggiunto per lei.

« Io adesso vado a dormire. » Alyssa informò la natababbana, gli occhi della bionda erano parecchio stanchi ed il sonno continuava a farsi sentire.

« Io vado appena termino di sistemare la divisa. » Aggiunse specificando Hermione, guardando la compagna.

« Allora buonanotte. » Sbadigliò la Serpeverde, infilandosi nelle coperte.

« Buonanotte..» Mormorò Hermione, sfilando dalla valigia la divisa dei Grifondoro.

24 Dicembre 1992 - Casa Tonks.

Quella mattina Alyssa si alzò di buon'ora, richiamata dal vocio che risuonava all'esterno dell'abitazione. Con cautela e senza svegliare la compagna, si avvicinò in punta di piedi verso la finestra e notò uno splendido candore posarsi sull'asfalto: stava nevicando e Tonks, insieme a Ted, si trovavano in piena tenuta montanara, intenti ad abbozzare un pupazzo di neve. La bionda si catapultò, ancora in pigiama, sul letto della riccia e la scosse dal suo sonno profondo.

« Hermione, svegliati. Sta nevicando! » Urlò, privando la Grifondoro delle coperte. Quest'ultima aprì gli occhi ancora impastati di sonno e rivolse un'occhiataccia alla compagna che era un tutto dire.

« Alyssa, ma che ti salta in mente?! » Sbottò, socchiudendo le braccia in un pesante respiro. « Hai visto che ore sono? Non saranno nemmeno le 7! » Ribadì, inclinando il viso in direzione della finestra. « Non hai mai visto nevicare, per caso? Neanche fossi una bambina. » Continuò, rigirandosi nel letto.

Alyssa corrugò la fronte e, senza opporsi, lasciò il letto di Hermione e si diresse sconsolata verso la cucina, dove sicuramente Andromeda aveva imbandito la colazione. Con sguardo afflitto, salutò la donna con un cenno di capo e prese posto, allungando disinteressatamente una mano verso uno dei croissant ancora caldi.

« Tesoro, che succede? » Domandò premurosa la mora, posizionandosi alle spalle della figlia. « Qualcosa non va? » Insistette.

« Niente, Andromeda. Hermione sembra presa dai draghi stamattina. Volevo svegliarla, ma mi si è aizzata contro. » Sospirò dispiaciuta la Serpeverde, issando il mento verso la donna. « Non svegliarla, io mi vestirò ed uscirò fuori con Ted e Tonks. » Pronunciò sprezzante la bionda, mangiucchiando il croissant.

« Va bene, tesoro. Prometto che non la sveglierò, ma giurami che farete pace o non manterrò la promessa. » Specificò l'ex Serpeverde, accennando un sorriso.

Alyssa annuì semplicemente e risalì le scale, sfilando un vestiario piuttosto pesante dall'armadio e si intrufolò in bagno, docciandosi e vestendosi in maniera adeguata per stare a contatto con la temperatura esterna.

Nel frattempo Hermione si svegliò di soprassalto, non riuscendo più a dormire. « Forse ho esagerato. » Pensò sottovoce e, dopo aver stiracchiato gli occhi e reso presentabili i propri capelli, uscì dalla camera e, ancora assonnata, percorse la rampa di scale e si rifugiò in cucina alla ricerca di Alyssa. Il risultato non fu quello aspettato, la bionda non era lì.

« Signora Tonks? » Sussurrò la riccia, protendendo il collo verso la porta della cucina. Andromeda si trovava seduta sul pavimento, indaffarata a dare un'ultima sistemata ai regali di Natale.

« Hermione, ben svegliata! » Esclamò la corvina, facendo cenno alla ragazza di avvicinarsi a lei. Hermione le diede retta immediatamente e si sedette al suo fianco.

« Cercavo Alyssa..» Mormorò dispiaciuta, sollevando le spalle sospirante. « Prima non ho risposto come di dovere e..forse ho esagerato un po'. » Confessò alla padrona di casa, giocando con l'orlo della gonna. Si sentiva davvero in colpa per quel piccolo screzio avuto con l'amica e voleva scusarsi con lei.

« Alyssa scenderà fra qualche minuto, sta preparandosi per la battaglia di neve insieme a quel bambinone di mio marito ed a Ninfadora. Perché non metti qualcosa addosso e trascorri del tempo fuori anche tu? » Propose la Tonks, afferrando le mani della ragazza.

Hermione deglutì e lasciò che la donna stringesse le proprie mani, poi si confidò a lei, esternando il suo reale stato d'animo. « Il mio umore è un po' giù in giorni come questo, so che non dovrebbe essere così, che dovrei essere entusiasta di una festività come il Natale. In realtà, però, mi mancano i miei genitori..»

Alyssa, udendo dei vocii di sottofondo, scese a passo lento verso il salotto e poggiò l'orecchio, in modo tale da poter sentire ciò che le due stessero dicendo.

«..Questo è il primo Natale in cui loro non ci sono e mi sento così vuota. Ho accettato la proposta di Alyssa perché so quanto tenga a questa festa e non volevo rovinarle il primo Natale insieme alla sua famiglia. Non voglio si senta sola, tengo molto a lei.» Continuò Hermione, inconsapevole della presenza di Alyssa alle loro spalle. Andromeda incurvò le labbra in un ampio sorriso e strinse la Grifondoro in un abbraccio.

Alyssa, d'altro canto, non seppe trattenersi e si fiondò su di loro, abbracciandole a sua volta.

« Sono mortificata, Aly. Non volevo offenderti poco fa. » Biascicò una triste Hermione.

« Non fa nulla, Herm. Anzi..se proprio vuoi che io ti perdoni, devi andarti a vestire e combattere con me..sulla neve! » Esclamò con tono ironicamente sfidante la bionda, ricevendo in cambio il sorriso spiazzante dell'amica che, senza perdersi in altro, si diresse verso la camera in cui aveva dormito e si prodigò a vestirsi il più veloce possibile.

Andromeda rimase soddisfatta della resa di Alyssa, conosceva benissimo la bionda e sapeva che con la sua indole orgogliosa era complicato averla vinta. Si alzò da terra e, dopo aver indossato il pesante cappotto, uscì dall'abitazione e raggiunse il marito e la figlia in giardino. Alyssa, invece, attese Hermione per poter subentrare.

Qualche minuto dopo..

« Eccomi! » Un'Hermione saltellante, raggiunse il parquet del salotto ed allungò una mano verso la compagna. « Su, andiamo! » Esclamò, trascinando la bionda fuori di casa.

« Eccomi, eccomi! » Rispose Alyssa, aggiungendosi agli altri membri della famiglia che si trovavano già fuori.

Svariate ore più tardi..

Una tavola imbandita padroneggiava nella enorme cucina ove i Tonks, in compagnia di Hermione, erano seduti, pronti a cibarsi della copiosa cena di Natale che Andromeda aveva preparato per l'occasione. Alyssa sedeva tra Hermione e Ninfadora, i due genitori, invece, avevano preso posto alle due estremità del tavolo. Tutto lasciava presagire ad un Natale coi fiocchi ed era proprio questo che tutti i presenti si aspettavano.

Il primo a prendere parola fu Ted. « Questo è il nostro primo Natale insieme ad Alyssa, la nostra Serpe di Platino, come è solita chiamarla Ninfadora. Oltretutto abbiamo anche una componente extra, la Grifondoro più Corvonero che esista. Io e Andromeda abbiamo provveduto a fare in modo che questo Natale rimanga impresso per molto tempo nelle vostre ancora plasmabili menti..» Il discorso del maggiore di casa venne interrotto dagli sbuffi continui della figlia che, senza nemmeno esitare, lasciò trasparire tutta il proprio dissenso nei confronti del padre. L'ex Tassorosso, infatti, aveva chiesto al natobabbano di poter invitare anche Remus Lupin, il suo ragazzo, ma l'uomo glielo negò improrogabilmente. Ninfadora non aveva preso tale decisione nel migliore dei modi e non perdeva occasione per esternare il proprio rancore nei confronti della sua scelta.

« Ninfadora, sai perfettamente quanto io sia contrario a questa relazione. Ribellandoti, peggioreresti solamente le cose. » Controbatté il mago con il pretto silenzio di tutti. La metamorfomagus, a questo punto, fece per andar via. Quando notò, però, l'espressione rattristita di Alyssa, sbuffò nuovamente e prese di nuovo posto al tavolo.

« Rimango solo per Alyssa, spero sia chiaro. » Replicò Ninfadora, scompigliando il crine biondo alla sorella che, intenerita dal gesto, posò un lieve bacio su una delle gote di lei. « Grazie..» Sussurrò.

Le guance di Hermione si colorarono di un rosso vivace e, imbarazzata, chinò appena il capo per nascondere il viso arrossato.

« Suvvia, beiamoci di queste succulenti sfiziosità. » Esordì ridacchiando Andromeda, invitando i presenti a congratularsi con lei per il lavoro svolto.

« Sì, Andromeda, sei stata grandiosa. » Si introdusse Alyssa con voce trascinata e con tono sarcastico, poi esplose in una risata di gusto. Andromeda le riservò un'occhiataccia, poi tutti iniziarono a mangiare.

Circa un'ora dopo..

« I primi regali sono i miei! » La Serpeverde sobbalzò dalla sedia e si fiondò in salotto, accaparrando tutti i regali che aveva impacchettato qualche giorno prima. Si avvicinò, poi, ai quattro e divise ad ognuno di loro il regalo che aveva scelto.

« Questo è per Andromeda, questo è per Ted, quest'altro per Ninfadora ed in fine questo è tuo, Hermione. » Le reazioni dei quattro furono esattamente tutte uguali perché i regali erano sul serio uguali per tutti. Alyssa, infatti, ad ognuno di loro aveva deciso di regalare un ciondolo dorato con annessa iniziale incisa sopra. Accanto all'iniziale di ciascuno di essi, vi era una dedica la quale diceva:

"A te, che hai reso, con il tuo costante affetto, la mia vita migliore.

Ti voglio bene,

Alyssa".

Ninfadora fu la prima a lasciare il proprio posto per catapultarsi fra le braccia della bionda. « Sei una lurida Serpe di Platino. » Sussurrò emozionata, stringendosi a lei. Gli altri presenti si goderono la scena, donando in un secondo momento i propri regali a ciascuno. Andromeda, Tonks e Ted regalarono ad Alyssa una nuova divisa, mentre Hermione le regalò uno dei libri che preferiva maggiormente: "Le favole di Beda il Bardo".

Quel giorno fu uno dei più felici per Alyssa, finalmente aveva ricevuto l'affetto e il calore che l'anno precedente gli erano stati sottratti.

25 Dicembre 1992, Casa Tonks.

« Alyssa, Ninfadora, Hermione! » La voce richiamante di Andromeda interruppe il silenzio di quella mattina natalizia, la donna aveva preparato in netto anticipo la colazione e voleva trascorrere quella mattinata libera insieme a loro. Purtroppo, Ted dovette abbandonare l'abitazione improvvisamente, un vecchio zio dell'uomo gravava in condizioni serie e necessitava della presenza del nipote per poter alleviare il proprio dolore prima dell'ultimo viaggio.

La padrona di casa, però, non ostacolò l'entusiasmo delle ragazze e raccontò loro che l'uomo era dovuto necessariamente andar via per lavoro.

« Alyssa? Ninfadora? Hermione? » Le tre parvero cadute in un sonno indissolubile, così la mora si avviò verso le camere delle giovani streghe e bussò alternativamente alle loro rispettive porte. « Sveeeeeglia! » Esclamò l'ex Serpeverde.

Immediatamente e quasi in simbiosi, le tre si apprestarono a rendersi presentabili e raggiunsero la Tonks in cucina.

« Eccoci! » Sbuffarono contemporaneamente, per poi sedersi al tavolo dove si trattennero per quasi un'ora.

« Adesso che papà non è a casa, potremmo..invitare Remus? » Ninfadora lasciò scivolare il labbro inferiore in un broncio e guardò con occhi pietosi il viso della madre che, roteando i propri, accettò con un semplice compromesso.

« Ma ad una condizione, rimarrà solamente per cena. Dopodiché dovrà andar via. » Aggiunse puntualizzando e trattenendo invano le risa che le espressioni impiccione di Alyssa ed Hermione mostravano. « Siete troppo curiose voi due. » Insinuò, incrociando le braccia. « Adesso dobbiamo preparare il pranzo, il nostro ospite speciale deve rimanere di stucco. »

Il viso di Alyssa tentennò. « Ma è proprio fissata col cibo tua madre..» Sussurrò alle orecchie della metamorfomagus che annuì istantaneamente.

« Aly, non è educato parlare alle orecchie. » Una puntigliosa Hermione fulminò con lo sguardo la Serpeverde che, subito dopo, sbuffò rumorosamente.

« Eddai, Herm. Non è mica un reato..» Continuò tempestiva la bionda, pizzicando una guancia della riccia.

« Questa te la perdono, ma che non riaccada. Lo odio. » Precisò, raggiungendo poi insieme alle altre due streghe Andromeda per poter dare inizio ai preparativi per il pranzo.

Poche ore più tardi..

Un suono del campanello echeggiò all'interno dell'abitazione dei Tonks, la prima a fiondarsi sulla porta fu Ninfadora, certa fosse colui che stava aspettando.

« Remus, finalmente! » Esclamò la metamorfomagus non appena spalancò la porta. « Eravamo in attesa del tuo arrivo..» Continuò sorridente, scaraventandosi fra le braccia dell'uomo.

« Sono in ritardo, vero? Ho perso tempo al Ministero, una lunga chiacchierata con Shacklebolt. » Si giustificò, stringendo a sé la donna. Poi, estese il collo in direzione della cucina e notò una figura a lui già nota: Alyssa stava fissando i due con aria sognante.

« Serpe di Platino! » Esordì il licantropo, ridacchiando di gusto. Aveva da subito intuito la natura prettamente curiosa della bionda.

« Remus. » Rispose accorta la Serpeverde, portando le labbra a distendersi in un tenero sorriso.

« Ho dei regali per voi, per te, per Tonks e per tua madre. » Aggiunse Remus, accorgendosi solamente qualche attimo dopo della presenza della Grifondoro. « Non mi avevi informato ci fosse anche un altro ospite quest'oggi. » L'ex Grifondoro aggrottò la fronte e rivolse uno sguardo spaesato alla fidanzata.

« Sì, mi son scordata. Ma vedrai, Hermione non ci farà nemmeno caso, non se la prenderà. » Asserì l'ex Tassorosso, permettendo all'uomo di accomodarsi in casa. Quest'ultimo si staccò dalle braccia della strega e si diresse in cucina per salutare Andromeda e presentarsi ad Hermione.

Alyssa, invece, attese che Ninfadora li raggiungesse per fare lo stesso. « Mamma ha preparato un pranzo coi fiocchi. » Disse indicando la tavola piena zeppa di pietanze.

« La mamma? » Reclamò tagliente Alyssa in un cipiglio arruffato. « Ognuno di noi ha fatto la sua parte. » Puntualizzò, inarcando un sopracciglio. Hermione rimase in silenzio e si limitò a sorridere al nuovo arrivato.

« Da dove deriva tutta questa avversione? » Chiese la metamorfomagus, prendendo sottobraccio Remus.

« Sarà questione di DNA. » Rispose pungente la bionda, ghignando qualche attimo dopo.

Le iridi di Andromeda si dilatarono fulminee all'udir quelle parole, come se non potesse biasimare la figliastra. Remus notò lo sguardo attonito della mora e trattenne per sé un risolino, quasi sapesse a cosa si riferisse. Nonostante Ninfadora non sospettasse nulla, Lupin aveva scorto una mera somiglianza coi Malfoy: occhi azzurri, capelli color platino, Serpeverde, astuta e determinata.

« Comunque, il pranzo si fredda, conviene sedersi subito. Divideremo dopo i regali. » Specificò la padrona di casa, lasciandosi precedere dagli altri e prese posto in tavola per ultima.


Dopo quasi un'ora dall'inizio del pranzo, Remus tirò nuovamente fuori i presenti che aveva gentilmente portato e li divise alle tre streghe, poi si giustificò con Hermione. « Ti chiedo umilmente scusa, Hermione. Non ero al corrente della tua visita e non ho potuto donare un pensiero anche a te. »

« Non c'è alcun problema, signor Remus. E' stato comunque gentile da parte sua scusarsi. » Rispose Hermione schietta e sincera, sorridendo poi all'adulto.

Allorché Remus, sollevato, attese che Alyssa, Andromeda e Ninfadora scartassero i regali: ad Alyssa venne regalato un bracciale dai toni verde ed argento con sopra le iniziali A&M, ad Andromeda una collana di perle ed a Ninfadora un anello d'argento, simbolo del suo amore per lei.

Le tre donne di casa rimasero soddisfatte del regalo e ringraziarono senza indugiò colui che si era ricordato di loro.

Qualche ora dopo..

Andromeda ricevette una lettera da parte del marito, in cui l'avvisava che avrebbe fatto ritorno a casa la mattina seguente. Dopo aver letto la missiva, la donna fu costretta a mettere al corrente le figlie dell'assenza del padre.

« Alyssa e Ninfadora, vorrei parlarvi un attimo. » Proferì ad alta voce la mora, le due streghe erano impegnate nello spettegolare insieme a Remus ed alla Grifondoro riguardo alle novità che circolavano all'interno del Mondo Magico.

« Siamo qui.. » Mormorò la Serpeverde, legando i lunghi capelli biondi in una coda. Mentre Ninfadora arcuò le sopracciglia, inquieta per l'espressione costernata della madre. Ambedue presero posto accanto a lei, sul divano del salotto e aspettarono che dicesse qualcosa.

« Papà purtroppo non farà ritorno a casa stasera, uno zio paterno si trova in gravi condizioni e non se la sente di abbandonarlo. Tornerà domattina, me lo ha promesso. »

Le due ragazze rimasero spiazzate dalla notizia e sospirarono meste quasi in contemporanea. « Sembrava troppo bello per essere vero. » Biascicò Alyssa, mutando totalmente espressione. Quella novità l'aveva resa più vulnerabile di quanto già non lo fosse di suo. Ninfadora, vedendo il viso spento della sorella, le avvolse il busto con un braccio e posò una gota sulla sua spalla. « Vedrai che Ted si farà perdonare, stai tranquilla. » L'ex Tassorosso cercò di sollevare l'umore abbattuto della bionda e riuscì a strapparle un lieve sorriso. Andromeda, invece, si strinse fra le braccia e invitò le due sorelle a raggiungere gli ospiti in cucina.

« Andiamo su, non vorremo mica lasciare gli ospiti da soli.. » Sussurrò sospirante la donna dal crine corvino e si rifugiò in compagnia degli altri nella stanza contigua.

« E' quasi ora di cena, voi andate pure a fare un giro. Penserò io a tutto. » Si fece avanti la padrona di casa, orientando i propri occhi in direzione dei quattro di fronte a lei. « Sarebbe fantastico se voi mostraste il villaggio a Remus ed Hermione. Che ne dite? » Propose, congiungendo le mani.

« Sì, sarebbe un'ottima idea prendere una boccata d'aria. » Affermò pienamente d'accordo Alyssa, voltando lo sguardo a destra ed a manca per ricevere il consenso visivo degli altri. Questi ultimi non esitarono e, dopo aver salutato temporaneamente Andromeda, si armarono di cappotti e sciarpe pesanti e si recarono in giardino per poter attraversare il vialetto, pronti per la passeggiata pomeridiana.

« Hermione, fai presto. Dobbiamo tornare a casa prima che faccia buio, sennò Andromeda ci bacchetta! » Esclamò Alyssa, indossando rigorosamente la sciarpa dei Serpeverde. Hermione fece lo stesso ed avvolse al collo quella dei Grifondoro. Ninfadora, eccentrica com'era, si sbizzarrì di colore e indossò tinte apparentemente in contrasto fra loro. Remus, invece, era vestito semplicemente di blu notte.

I quattro si rilassarono e si bearono dei copiosi addobbi e, di tanto in tanto, si lasciarono andare a delle lotte con la neve che, abbondante, rivestiva l'asfalto ed i tetti delle abitazioni.

Trascorsero fuori circa due ore, facendo poi ritorno in casa. Il cielo stava oramai imbrunendosi e non era consono rimanere fuori con le temperature così gelide.

« Mamma, siamo tornati! » Esclamò Ninfadora allegra, i restanti invece si spogliarono dei cappotti e si diressero in cucina dove, evidentemente, si sarebbero aspettati Andromeda indaffarata nel cucinare. Quando, però, le tre streghe ed il mago raggiunsero la stanza, la padrona di casa era sparita. Nessuna lettera, nessun bigliettino, niente di niente. Ninfadora risultò subito allarmata dalla assenza della madre, proprio come Alyssa, mai la Tonks avrebbe lasciato l'abitazione senza neppure avvisarle. Remus perquisì e setacciò ogni camera del piano inferiore, ma di Andromeda nessuna traccia. Hermione, dal canto suo, non rimase con le mani in mano e frugò fra gli scaffali della cucina alla ricerca di qualche messaggio, intensificando sempre di più le proprie ricerche e si soffermò particolarmente sul salotto: luogo ove aveva visto per l'ultima volta l'ex Serpeverde.

Subito dopo, Alyssa insieme agli altri si recò al piano di sopra dove notò un'Andromeda parecchio triste e frustata.

« Mamma, che succede? Qualcosa non va? E' per caso accaduto qualcosa a papà? » La sfilza di domande da parte della metamorfomagus asfissiò Andromeda a tal punto che dovette forzatamente rispondere alla figlia. « Purtroppo ho una terribile notizia da darvi, ragazze.. » Rispose con voce algida e singhiozzante, voltandosi verso le due. « Sfortunatamente, durante il viaggio di ritorno, vostro padre ha avuto un incidente e..non potrà più tornare a casa. » Il tono strozzato della mora e i suoi occhi colmi di lacrime che le solcavano il viso non lasciavano presagire niente di buono.

Tutti i presenti sgranarono gli occhi, Ninfadora si gettò fra le braccia della madre, Remus ed Hermione rimasero immobili dinanzi a tali parole, Alyssa, invece, cadde su se stessa, scoppiando a piangere. Quello fu il colpo di grazia, le speranze della Serpeverde si frantumarono in un solo istante.

« Aly.. » Mormorò Hermione angosciata, accovacciandosi per stringere a sé l'amica. Remus si unì all'abbraccio fra madre e figlia, cercando di consolare le due donne.

Quel Natale sarebbe rimasto impresso nelle loro menti per sempre, nessuno avrebbe mai potuto cancellare così tanto dolore. 

Perdonate il mio esser stata "cattiva" in questo capitolo, ma volevo far sì che il vero carattere di Alyssa fuoriuscisse. In questo modo, la Serpeverde dovrà convivere con un dolore così grande che la porterà a diventare più cinica e diffidente nei confronti della vita, gestendola a proprio piacimento. Non sarà più la stessa e questo suo lato si presenterà molte volte nel corso dell'intera storia.
In fine, molto probabilmente continuerò a scrivere al termine delle festività.
Ancora Buon Natale e Felice 2017!
Tanti baci e tanti regali,
Giada. 


 

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Capitolo 8
*** Il fantasma del Maniero. ***


Salve a tutti, Potterheads e ancora buon anno! Mi scuso anticipatamente per aver reso quest'attesa un po' più lunga, ma queste festività mi hanno letteralmente rapita e non ho avuto molto tempo per pubblicare. Fortunatamente ho trovato uno sprazzo di "libertà" e sono riuscita a completare la storia, spero di essere stata capace di farmi perdonare. Se desiderate avere delle anticipazioni sulle storie o sapere anzitempo la data della loro pubblicazioni, potete dare un'occhiata sulla pagina Facebook che ho creato qualche settimana fa: https://www.facebook.com/pureblood18efp/?fref=ts.
Ecco a voi l'ottavo capitolo, dove troviamo un inaspettato nuovo personaggio che stravolgerà la vita di Alya e non. Nonostante la Rowling non ne faccia mai accenno, ho voluto costruire questa figura da me. Spero possiate gradire la mia idea. Grazie dell'attenzione!
Ps: Aggiornerò le altre storie a breve!
Buona lettura! 



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01 Gennaio 1993 - Famiglia Tonks.

Trascorse una lunga settimana dalla repentina morte e dal funerale di Ted e l'umore di tutti gli abitanti della casa era a terra. L'aria che si respirava era pesante, impossibile da sopportare. Troppo era il silenzio che aleggiava, l'unica fonte di suono era il lieve motivetto emanato dalle luci canterine dell'enorme albero di Natale. Tonks era totalmente distrutta, sia psicologicamente che fisicamente, si adagiava alla sola cosa che in quel momento le trasmetteva qualcosa di positivo: l'amore e la profonda dedizione di Remus nei suoi confronti. Andromeda, nonostante cercasse di celare i suoi occhi intrisi di dolore alle figlie e ai restanti presenti, non riuscì a trattenersi a lungo: la mancanza e l'assenza del marito si facevano sempre più marcate e trascorreva gran parte del tempo a singhiozzare. L'unica che parve non essere stata intaccata minimamente era Alyssa: la bionda era divenuta impassibile a qualsiasi fatto esterno, niente e nessuno riusciva a scalfirla, il suo sguardo era assente come se la sua mente si trovasse in altri luoghi ed avesse lasciato lì il suo corpo impotente. Ella non aveva intenzione di buttarsi giù ulteriormente e voleva solamente aiutare le persone al suo fianco. Se solo Andromeda e Ninfadora l'avessero vista triste e sconsolata, il loro umore sarebbe calato a picco più di quanto già non lo fosse. Hermione, seppur Alyssa le avesse esplicitamente consigliato di tornare a casa dai suoi genitori, volle rimanere accanto all'amica ancora un po', pronta ad aiutarla qualora avesse avuto bisogno di una spalla su cui piangere. Infine abbiamo Remus, uomo dall'infanzia difficile, uomo che patì tali sofferenze. Egli fu l'unico che davvero fu capace di donare quella forza che al cuore delle tre giovani donne in quell'istante serviva. 

Nel frattempo al Maniero Malfoy.. 

Draco si svegliò di buon'ora ed approfittò del fatto che i due genitori stessero riposando per scrivere una lettera ad Alyssa. Purtroppo nei giorni precedenti non gli era stato possibile e, come ben immaginava, la bionda non si era fatta minimamente sentire. Egli era pronto a ricordare all'amica della promessa non mantenuta ed informarla che le avrebbe tenuto il muso per qualche tempo. Il biondo, dunque, prese piuma e calamaio e si fiondò sulla sedia, sospingendosi col busto verso la scrivania posta nella parete opposta al letto nella propria stanza. La pergamena era stata posizionata alla sua destra, aveva antecedentemente scritto a Blaise e chiesto lui se avesse ricevuto un qualsivoglia messaggio da Alyssa. L'Italiano, naturalmente, negò qualsiasi contatto con la Serpeverde, confidandogli che non aveva avuto alcuna risposta dalla concasata. 


"Cara Alyssa,
Innanzitutto come stai? Io ho appena aperto gli occhi ed ho approfittato del fatto che mio padre stia riposando per scriverti. Nonno Abraxas, sfortunatamente, non è potuto restare con noi per ragioni lavorative, tornerà nel pomeriggio, e abbiamo festeggiato l'arrivo dell'anno nuovo soltanto con i genitori di mia madre. Una palla, non c'è che dire. Tu come hai passato le vacanze? I Tonks si sono comportati a dovere? Comunque, non hai mantenuto la promessa, avevi solennemente giurato che m'avresti scritto durante le vacanze almeno una volta. Sappi che questa non te la perdonerò facilmente.
Attendo con impazienza una tua risposta,
Draco." 


Draco non fece nemmeno in tempo a porgere la missiva al proprio gufo che una furia platinata di soppiatto glielo impedì. Lucius Malfoy aveva aperto gli occhi qualche minuto prima e, udendo il bubolare del gufo in quel distinto silenzio, si catapultò in camera del figlio e notò quest'ultimo intento ad imbeccare la pergamena ancora fresca d'inchiostro. Il ragazzo, all'arrivo del padre, parve percepire una scossa e sgranò gli occhi impaurito. Sperava che l'adulto non si accorgesse del destinatario o che, almeno, lasciasse correre per una volta. Lucius, però, non sembrò essere proprio di buon umore quella mattina. La mancanza del padre ed il protrarsi delle feste lo rendevano sempre più scontroso. 
« Draco, a chi è destinata la lettera? » Domandò il biondo, legando i lunghi capelli biondi in una lenta coda, mentre avanzava verso il volatile del figlio. 
« A Blaise, papà. Purtroppo non ho potuto scrivergli prima e, dato che mi son svegliato di prima mattina, ho colto l'occasione di farlo. » Il cuore di Draco triplicò i battiti, le iridi cerulee erano puntate contro quelle gelide e trasparenti del padre. 
« Da quando in qua Blaise ha preferito cambiar nome in Alyssa? » Domandò nuovamente e con tono sarcastico il padre, strappando dal becco del gufo la lettera. « Ti avevo espressamente vietato di frequentare quella ragazza e scriverle fa parte del divieto. » La voce di Lucius diventò più fredda e sprezzante. « Come ti è venuto in mente di opporti alle mie decisioni? Finché non sarai un adulto come si deve, devi ubbidire a ciò che ti dico. » Il tono aumentò man mano che le parole uscivano dalla sua bocca, tanto era forte la sua voce che quest'ultima destò Narcissa dal sonno. 
La donna non perse tempo e, indossando la vestaglia, si rese presentabile e si avviò verso la camera del figlio. Quando la raggiunse e notò con più certezza il diverbio tra i due, si interpose fra loro e rivolse momentaneamente le spalle a Draco.
« Lucius, di cosa abbiamo parlato noi in precedenza? Ti sembra questo il modo di rivolgerti a nostro figlio? Neanche avesse commesso un crimine. Lui non ha ascoltato la tua parola, ma tu non hai mantenuto la MIA promessa. » Esordì affranta la strega dalla chioma bicolore. « Ma ti rendi conto che ti stai mettendo in mezzo a due ragazzini? Come ti viene in mente di ostacolare una semplice amicizia? Non hanno mica stipulato un patto matrimoniale! Per Salazar, torna in te e non lasciarti annebbiare dalle parole fuorvianti di tuo padre. Se lui ha sbagliato con te, non vuol dire che tu debba fare lo stesso con tuo figlio. Sei identico a lui! » Continuò la donna, rivolgendo uno sguardo loquace al marito e, afferrata la lettera, fece cenno al figlio di seguirla.
« La colazione è già pronta, tesoro. Tuo padre ci raggiungerà quando tornerà in sé, se sempre lo farà. » Puntualizzò velenosa Narcissa, voltandosi solamente qualche attimo per sondare la reazione di Lucius. « E per la cronaca, andremo io e Draco di persona da Alyssa, che ti piaccia oppure no. » Il purosangue deglutì e, riempiti i polmoni, adagiò ambedue i gomiti sul bordo inferiore della finestra. Diede spazio ai propri pensieri, ammirando la vista dall'alto dell'immenso giardino del Maniero. 

Qualche ora dopo.. 

Draco e Narcissa erano pronti a partire verso l'abitazione ove risiedeva Alyssa, prima di farlo però, la donna cercò, nonostante sapesse già la risposta, di convincere il marito a seguirli. 
« No, Cissy. Andate pure voi. Io sto bene qua, divertitevi. » Esordì Lucius quasi sputasse veleno e salutò i due che pian piano si allontanarono dall'ingresso. Cissy lo ignorò e prese sottobraccio il figlio.
« Tesoro, la lettera. » Draco porse gentilmente la missiva alla madre. Cissy, naturalmente, non conosceva l'indirizzo esatto e, non appena collegò quest'ultimo all'abitazione della sorella, intuì che la famiglia che si stava prendendo cura della Serpeverde erano i Tonks. Draco non aveva raccontato nulla alla madre a riguardo.
Un lungo sospiro le percorse il petto, non incontrava Andromeda da più di vent'anni e non sapeva quale potesse essere la di lei reazione nel momento in cui si fosse presentata alla porta. Senza perdere altro tempo, la Signora Malfoy prese nuovamente sottobraccio il figlio e si smaterializzò in direzione dell'abitazione della sorella. 
Fortunatamente non ci impiegarono moltissimo, per Draco quella era la prima volta in cui si cimentava in tale "mezzo di trasporto" e diciamo che non ne risultò così estasiato. 
« Mamma, ma se non mi permetteranno di vedere Alyssa? » Domandò un timoroso Draco, senza lasciare il fianco della madre. « Non preoccuparti, tesoro. Vedrai che non sarà così. Non sono così velenosi come tuo padre. » Aggiunse la donna, ancora  furente per la discussione col marito, avanzando verso la porta d'ingresso: allungò una mano verso il campanello e pigiò l'indice su quest'ultimo, facendo sì che il suono si propagasse all'interno dell'edificio. 
« Vado io! » Esclamò Alyssa, dirigendosi velocemente verso l'ingresso di casa. Tanta era la fretta che nemmeno controllò chi fosse, aprì e basta. Quando la porta si spalancò le iridi della bionda si dilatarono, mai avrebbe pensato che due personaggi come loro si sarebbero mai presentati alla porta di casa. 
« Draco..Signora Malfoy. » Sussurrò Alyssa, voltandosi poi verso la madre alle sue spalle. Conosceva la storia delle due donne più adulte e non sapeva se avesse potuto farli accomodare oppure no. 
« Entra. » Rispose distaccata Andromeda. 
Alyssa si scostò appena dalla porta per non ostacolare l'entrata ai due Malfoy e, dopodiché, chiuse la porta dietro di sé. 
« Allora, come mai qui? » Chiese la bionda al concasato. « Avresti dovuto avvisarmi. » Aggiunse, indicando la propria tenuta da casa. Narcissa, invece, parve non staccare gli occhi dalla figura della bionda, quasi fossero inspiegabilmente incollati a lei. 
Alyssa non ci mise molto tempo a scovare lo sguardo insistente della strega e le rivolse un semplice sorriso. Il primo dopo una lunga serie di pianti silenziosi. Andromeda, invece, rimase sulle sue, indifferente di fronte alla presenza della sorella. Sebbene questa tentasse di avvicinarsi a lei, il risultato non fu quello sperato. 
« Meda.. » Sussurrò Cissy, imperterrita, non era assolutamente pronta ad arrendersi. Aveva intuito che qualcosa non fosse andato per il verso giusto. 
Andromeda si lasciò andare ad un grosso respiro e non permise al proprio astio prolungato nei confronti della sorella di impedire a quest'ultima di redimersi. 
« Ted..Ted è stato vittima di un incidente e..e l'abbiamo perso per sempre. » Biascicò fra le esili braccia della sorella, quella stretta consolidò il legame che anni e anni prima si era interrotto. Cissy non poté credere a quelle parole e strinse allibita e ancora con più forza l'ex Serpeverde. 
Alyssa, invece, si trovava sola insieme a Draco in cucina. Ninfadora era uscita a fare quattro passi con Remus, mentre Hermione stava preparando i bagagli. I genitori erano da poco tornati a casa e la Grifondoro venne, dopo un lungo indugio, convinta dall'amica a raggiungerli per poter completare le vacanze in un ambiente più tranquillo.
« Alyssa, cosa c'è che non va? Ho visto l'espressione di quella e.. » Draco non fece in tempo a finire la frase che le parole della bionda lo ostacolarono. « Draco, Ted è morto.. » Sussurrò con occhi lucidi, torturandosi le mani dal nervoso. Malfoy rimase spiazzato dalla confessione della concasata e immediatamente le porse le proprie braccia, stringendola a sé. Seppur il platinato non vedesse di buon occhio quella famiglia, non tollerava il fatto che Alyssa potesse soffrire ancora, proprio quando aveva finalmente trovato qualcuno che potesse diventare una figura di riferimento per lei. « Sono desolato, mi dispiace.. » Mormorò il Serpeverde, carezzando lentamente le spalle della bionda, occupate dalla lunga chioma così simile alla sua. 
« Andiamo di là.. » Sussurrò Alyssa, sciogliendo l'abbraccio e si avviò insieme al tentennante Draco verso il salotto, dove si trovavano le due sorelle. Queste ultime si voltarono inevitabilmente verso i due giovani Serpeverde e, istintivamente, Cissy si avvicinò ad Alyssa e la strinse forte a sé.  Conosceva la storia della ragazza e non riusciva ancora a concepire il pensiero così freddo del marito. La bionda rimase sbalordita dal gesto della Signora Malfoy, proprio come Draco. Andromeda, invece, sembrò quasi godersi appieno la scena. 
Dopo aver stretto la piccola Serpeverde, la donna dalla chioma bicolore si rivolse alla sorella maggiore. « Alyssa potrebbe passare qualche giorno con Draco al Maniero? Un po' di svago le gioverebbe in questo momento. » Ipotizzò, dividendo lo sguardo tra i tre presenti. Andromeda, dapprima, risultò titubante, ma poi rifletté sul fatto che alla fin fine era sua madre che glielo stava chiedendo. Sorrise appena ed annuì con naturale gioia di Draco ed Alyssa. 
« Trattatemela bene, mi raccomando. » Asserì la più adulta fra i quattro e si chinò lievemente per lasciare un tenero bacio sulla fronte della bionda. 
« Vado a preparare la valigia, allora! » Esclamò la Serpeverde, mentre Draco si avvicinò all'albero, scrutandolo da cima a fondo. 
 « Come farai con Lucius? » Chiese la Tonks, conoscendo il carattere poco affabile del cognato. « Non mi sembra molto contento della presenza di Alyssa nella vita di Draco. »
Cissy non poté fare a meno di concordare con ciò che la sorella le aveva appena riferito. « Sì, abbiamo avuto un battibecco proprio stamattina. Non preoccuparti, lo terrò a bada e lo dissuaderò dal suo atteggiamento così ostile nei confronti di una ragazzina. » Rispose, continuando. « Non devi temere nulla, finché ci sono io in quella casa, Alyssa sarà la benvenuta. Purtroppo è uguale a suo padre e questo non potrà mai cambiare. » Concluse la donna, contrariata dal comportamento ingiustificato del marito. 

Circa un'ora più tardi..

Un terremoto platinato percorse la lunga rampa di scala che separava il piano superiore da quello inferiore, Alyssa aveva preparato armi e bagagli per trascorrere un paio di giorni al Maniero Malfoy. La bionda, nonostante fosse un po' titubante, venne convinta da Andromeda che, rassicurandola, le spiegò che passare un po' di giorni in tranquillità le avrebbe solamente fatto bene. Alyssa, dunque, salutò Andromeda ed attese l'arrivo di Hermione per fare lo stesso. I Signori Granger sarebbero arrivati a momenti e le due amiche si sarebbero riviste ad Hogwarts al ritorno dalle vacanze. 
« Ciao, Herm. Sono sicura che questi ultimi giorni di vacanza insieme alla tua famiglia saranno fantastici, non pensare a quello che è accaduto e goditi il meritato riposo che ti meriti. La biblioteca di Hogwarts può ancora attendere! » Esclamò la Serpeverde, stringendo in un caloroso abbraccio la Grifondoro nel momento in cui mise piede sull'uscio di casa. La riccia ricambiò la stretta della coetanea e sorrise appieno al suo breve discorso. 
« Non preoccuparti, ti prometto che penserò ai libri il meno possibile e mi dedicherò completamente ai miei genitori. Dobbiamo recuperare il tempo perso, questo è certo. » Rispose la natababbana, voltando lo sguardo infastidita verso quello altrettanto riluttante del platinato vicino a lei. Draco non sopportava proprio vedere l'amica insieme alla "mezzosangue" che lui tanto detestava. Sfortunatamente Malfoy si aggrappava agli ideali utopistici del padre, ovvero non avere nessun tipo di contatto con maghi o streghe dal sangue "impuro". Ciononostante, Narcissa tentò di riportare il figlio sul giusto cammino e riservò un lieve sorriso alla Grifondoro. 
« Draco, smettila. Sii più educato e non ascoltare tuo padre ogni tanto. » Sussurrò all'orecchio del Serpeverde, adagiando una mano sulla sua spalla. 
« Allora noi possiamo andare. » Si fece avanti nuovamente Alyssa, raccomandando alla padrona di casa di salutare Ninfadora e Remus da parte sua. « Mi raccomando, scrivimi in questi giorni. Voglio sapere tuuutto e, se dovessi avere bisogno di me, non indugiare: mandami una lettera ed io sarò subito da te. » Concluse la bionda, trascinando verso la porta il bagaglio che avrebbe portato al Maniero. Narcissa salutò la sorella ed uscì di casa dopo Alyssa e Draco, chiuse la porta ed, insieme, vennero catapultati nella datata residenza dei purosangue. 
Alyssa venne fulmineamente folgorata dalla maestosità del palazzo, non aveva mai visto edificio più grande ed imponente in vita sua. Voltò il delicato viso verso Draco che, orgoglioso, tirò su il capo e sorrise compiaciuto alla madre. Quest'ultima invitò i ragazzi ad entrare e si piazzò dinanzi alla porta per permettere loro di accomodarsi. Non fece neppur in tempo ad allontanarsi da essa che una figura a lei conosciuta avanzò verso di lei: Abraxas Malfoy, padre di Lucius e nonno di Draco, si trovava di fronte all'uscio di casa quasi fosse a conoscenza dell'arrivo imminente della bionda. Alyssa, seppur l'uomo non passasse affatto inosservato, venne letteralmente rapita dall'arredamento del palazzo: l'atrio era vasto, poco illuminato e arredato con sfarzo. Per terra, invece, vi era un ampio tappeto che ricopriva gran parte del pavimento.
« Benvenuta, Alyssa. Sei un'amica di Draco? » Si inserì fra i due Abraxas, destando la bionda dall'ammirare gli affreschi appesi alle pareti viola, uno di questi ritraeva proprio il maggiore dei Malfoy. 
Alyssa si girò e indirizzò lo sguardo verso l'ex Serpeverde. « Salve, Signor Malfoy. Sì, sono un'amica di Draco. Suo nipote mi ha parlato spessissimo di lei, anche se si è molto dispiaciuto per la sua assenza ieri. » Aggiunse la bionda con ancora il bagaglio fra le mani che le venne successivamente sottratto dall'elfo di casa: Dobby. Era per lei la prima volta che incontrava un esserino del genere. « Grazie, signore. » Sussurrò sorridente la Serpeverde, porgendo la valigia al gentile elfo. Dobby saltellò contento nel sentirsi appellare come signore e si dileguò verso la camera dove avrebbe soggiornato la platinata, solitamente i Malfoy non trattavano con riguardo opportuno il servo del Maniero. 
Mentre Dobby metteva al proprio posto la roba della Serpeverde, Abraxas continuò ad osservare orgoglioso la bionda accanto al nipote. Non sembrava per niente irritato dalla presenza della Serpeverde, tutt'altro. Narcissa, invece, lasciò i due al suocero e avanzò verso la rampa di scale per raggiungere il marito in salotto. 
« Lucius.. » Mormorò la donna, credendo che il marito fosse indaffarato in uno dei tanti incarichi che gli venivano affidati dal Ministero. « Lucius.. » Mormorò ancora una volta, schiudendo flebilmente la porta del salotto. Lucius non era affatto occupato in uno dei suoi affari, ma era rimasto dinanzi alla finestra per tutto il tempo, allontanandosi da esso solamente per bearsi del calore emanato dal camino di marmo sormontato da uno specchio con una cornice dorata a volute che troneggiava sulla parete sinistra.
« Alla fine l'hai portata qui! » Esclamò innervosito l'uomo dal crine lungo e dorato. Non aveva assolutamente digerito la decisione della moglie. Narcissa, d'altro canto, non rimase impassibile dinanzi alla reazione spropositata del coniuge. 
« Sì, Lucius. L'ho portata qui perché nonostante tu sia un uomo adulto, ti comporti come un ragazzino. Nemmeno tuo padre ha reagito in questo modo, ha accolto Alyssa come qualsiasi altro ospite. Perché tu non puoi fare lo stesso? » Domandò oramai sfinita Narcissa, portando le braccia agli ossuti fianchi. Lucius non sembrava aver capito l'antecedente discussione avuta con la moglie e continuò ad avere un modo di fare totalmente opposto a quello che aveva promesso a lei. 
Al piano inferiore Abraxas mostrava ai due giovani Serpeverde, in particolare ad Alyssa, il giardino che costeggiava l'abitazione. Quest'ultimo era circondato da siepi di tasso e tra di esse si trovavano dei pavoni ed una fontana. Alyssa rimase estasiata da cotanta bellezza, amava i fiori e tutto ciò che la attorniava in quel momento. Draco le stava sempre affianco, accompagnato dal nonno che non distoglieva nemmeno per un attimo lo sguardo dai due platinati. 

Verso l'ora di cena.. 

Tutti gli sguardi dei presenti in sala da pranzo erano puntati su Alyssa, soprattutto quello di Lucius. L'uomo non tollerava la presenza della bionda, men che meno il fatto che la moglie e il padre fossero così d'accordo nell'averla in casa. Sembrava piuttosto preferire ritrovarsi al cospetto di Dobby che avere Alyssa intorno. 
La Serpeverde raggiunse la tavola per ultima, accompagnata dall'elfo di casa e dalla signora Malfoy, quest'ultima pareva essersi prettamente concentrata sulla giovane ed aveva lievemente trascurato il marito. Il mago finse che tutto procedesse nel migliore dei modi, non voleva rovinare ulteriormente il proprio umore. Alyssa prese posto accanto a Draco, Abraxas si trovava a capotavola, mentre Narcissa e Lucius sedevano parallelamente ai due giovani maghi. I due Serpeverde indossavano degli abiti che richiamavano i colori della casata di appartenenza, i più adulti, invece, vestivano abiti dai toni dorati e corvini. 
Abraxas era piuttosto interessato a saperne di più sulla vita di Alyssa e cercava di attirare la di lei attenzione inserendo Draco nella conversazione. I due disquisirono del più e del meno fino al momento in cui il capostipite della famiglia le riservò una domanda alquanto elementare. 
« Draco mi ha raccontato della particolarità della tua bacchetta, insinuando fosse simile a quella che possiedo io da più di 50 anni. Mi daresti l'onore di vederla? »
Alyssa, timidamente, sfilò la bacchetta dalla giacca posta sulle spalle della sedia e la porse con cautela al mago che desiderava ammirarla. 
« Eccola! E' questa la mia bacchetta, Signor Malfoy. »
Abraxas, nel momento in cui notò la surreale somiglianza con la propria bacchetta, inclinò il capo e rigirò più e più volte quest'ultima tra le lunghe e rugose falangi. Rivolse successivamente uno sguardo al figlio che sembrò imperturbabile a tutto ciò. 
« E' - è molto bella. » Si limitò a dire il mago più adulto in tavola e restituì la bacchetta di Tiglio Argentato ad Alyssa. 
« Non mi sembri molto portata per la Legilimanzia o la Veggenza. » Esordì Lucius che venne immediatamente fulminato dalla moglie. Il riferimento alle due arti magiche era dovuto alla leggenda secondo la quale il proprietario di una bacchetta di Tiglio Argentato fosse predisposto a tali capacità. 
Alyssa chinò lo sguardo e tentò di manifestarsi disinteressata alla freddura appena proferita dal padre di Draco, riponendo la propria bacchetta all'interno della tasca. La bionda la portava sempre con sé, non se ne separava neppure un attimo. 
« Mangiamo? Io ho fame.. » Sussurrò Draco al nonno, cercando di smorzare l'aria alquanto pesante che si era creata. Abraxas annuì e ordinò all'elfo di casa di portare la cena in tavola. 
Il pasto si svolse in quasi totale silenzio, l'unico che appariva piuttosto interessato era Abraxas, intento a chiedere più cose possibili alla bionda.  
 

10 Gennaio 1993, Hogwarts. 

Alyssa trascorse circa tre giorni al Maniero Malfoy per poi far ritorno dalla propria famiglia adottiva. In quei giorni rimastele pensò e ripensò molte volte allo sguardo algido di Lucius Malfoy, quasi come se in quel momento fosse puntato ancora su di lei. Non si capacitava del fatto che in quella famiglia fosse l'unica persona a non riuscire a sopportarla. Perché si atteggiava diversamente dal padre? Perché Abraxas si comportava inspiegabilmente in maniera così solerte nei suoi confronti? Se era così identico a lui, perché il maggiore dei Malfoy l'aveva accolta così gioiosamente al Maniero? Inoltre, la vicenda avvenuta qualche giorno prima al Maniero l'aveva letteralmente sconvolta. Questi ed altri erano i dubbi che si aggiravano nella mente della Serpeverde e niente e nessuno pareva poterla aiutare. Ella, nonostante ciò, promise a se stessa che non avrebbe rinunciato a far ritornare la propria mente in subbuglio ad uno stato di ordine. 
Le vacanze erano giustappunto terminate e l'ora di tornare ad Hogwarts era scoccata. Alyssa aveva preparato ogni cosa per l'occasione, un ritardo non l'avrebbe proprio accettato. Così pignola com'era, avrebbe borbottato per giorni interi. 
Andromeda rimase in casa, furono Remus e Tonks ad accompagnarla al Binario 9 e 3\4 dove giunsero qualche minuto dopo aver lasciato l'abitazione. La Serpeverde aveva entrambe le mani occupate: da un lato strascicava il bagaglio, dall'altra teneva avvinghiata alle dita la gabbia ove riposava Lux, il suo gufo siberiano. 
« Alyssa, mi raccomando. Fai in modo che non si perdano le tue tracce, è chiaro? » Urlò dalla stazione Ninfadora, mentre Alyssa stava indirizzandosi verso uno dei vagoni. 
« Sta tranquilla, manderò un gufo a te e a Remus. Ah sì, proprio tu, Remus. Non dimenticarti della cioccolata, una scorta sarebbe gradita. » Aggiunse la bionda con sguardo confuso della metamorfomagus, l'ex Grifondoro invece si liberò di una risatina trattenuta a lungo. 
« Sarà fatto, Serpe di Platino! » Esclamò Remus, agitando la mano destra per salutare la platinata. 
Il viaggio verso Hogwarts si proclamò fonte di tranquillità per Alyssa, quest'ultima utilizzò quelle ore sul treno ed approfittò del fatto che al suo fianco non ci fosse gente a lei nota per dileguarsi in lunghi ed importanti pensieri che si protrassero fino all'arrivo al Castello. 

Parecchie ore più tardi..

  La Sala Grande era stracolma di studenti, docenti e, perché no, fantasmi. Quello che tra i tanti dava più nell'occhio era Sir Nicholas, detto Nick Quasi Senza Testa, fantasma della casa dei Grifondoro. Quest'ultimo non si limitava a sorvolare le lunghe tavolate imbandite, ma interagiva, per così dire, con chiunque gli desse corda. 
Alyssa era seduta al tavolo dei Serpeverde accanto a Draco e Blaise, Tiger e Goyle si trovavano dalla parte opposta del tavolo, di fronte a loro. Hermione, che aveva preso posto al tavolo dei Grifondoro tra Harry e Ron, notò l'arrivo dell'amica e con un cenno di mano e con un alticcio bisbiglio cercò di attirare la sua attenzione. Era troppo timida per avvicinarsi al tavolo dei verdargento. 
« Alyssa..Alyssa.. » Mormorò in quell'attimo di silenzio la riccia, catturando lo sguardo della Serpeverde.
« Hermione! » Esclamò Alyssa, sorridendo contenta nel vedere la compagna. Hermione le era mancata e, seppur le avesse scritto, non l'aveva più rivista dopo la tragedia che intaccò in maniera indelebile la vita della famiglia Tonks per sempre. 
« Ci vediamo dopo la cena. » Aggiunse Hermione con mero assenso della Serpeverde che, in fretta, afferrò una coscia di pollo, pronta ad addentarla. 

Dopo cena..

Le due giovani streghe, dopo aver goduto delle innumerevoli leccornie della Sala Grande, decisero di incontrarsi nella Torre di Astronomia prima dell'arrivo del coprifuoco. 
Alyssa si riparò dal forte vento che spirava tramite il lungo mantello e, arrivata in anticipo sul luogo dell'incontro, si piazzò in un angolo per non esporsi troppo alle insistenti folate. Hermione sembrava essere in ritardo e la bionda cominciò a preoccuparsi, non era da lei essere così imprecisa. Proprio nel momento in cui la Serpeverde stava arrendendosi, la Grifondoro si fece avanti e dapprima cercò la compagna con la coda dell'occhio, dopodiché pronunciò il di lei nome. 
« Aly..Alyssa..» Sussurrò la riccia, tentando di farsi sentire. Il vento copriva in parte il suono della sua voce. « Alyssa.. » Ripeté.
« Hermione, sono qui.. » Mormorò la platinata, avanzando di qualche passo verso l'amica, non appena udì la sua voce richiamarla. 
« Oh, eccoti. Pensavo avessi cambiato idea. » Aggiunse la rossodorata, accostandosi alla Serpe per ripararsi anch'ella dal vento gelido. 
« Devo assolutamente confidarti una cosa.. » Iniziò ancora tremante Alyssa, congiungendo le mani l'un l'altra per poi sfregarle per produrre un minimo di calore che le sarebbe servito a non perdere temporaneamente la sensibilità di esse. 
« Racconta. » Asserì Hermione, sollevando appena il capo, curiosissima di sapere. 
« Sei a conoscenza del fatto che sono stata invitata dalla Signora Malfoy a trascorrere un paio di giorni al Maniero, no? Ecco, durante il giorno andava tutto a meraviglia. Ciò che mi incuteva un po' di timore nel rimanere lì era la notte. » Prese a parlare la bionda, passando la lingua fra le labbra secche per irrorarle. 
« Non bisogna aver paura della notte, Alyssa. E' una parte della giornata come un'altra. Se non ci fosse la notte, non potremmo goderci la luce del sole al mattino. Nemmeno l'alba o persino il tramonto. » Aggiunse in posizione eretta la Grifona, più Corvonero del solito. Alyssa roteò le iridi cerulee, quasi conoscesse l'amica a dovere. Poi continuò.
« Posso o dovrò assistere ad una lezione di Astrofilosofia? » Ridacchiò la verdargento, portando le mani alla bocca per riscaldarle. 
« Adesso ti racconto, non prendermi per matta. Ascoltami e basta. »

FLASHBACK

Era una serena notte di Gennaio fra le mura del Maniero Malfoy, ogni membro della casa era caduto in un sonno profondo e Alyssa non era da meno. La bionda stava riposando come non faceva da tempo, da quando aveva perso una delle persone a lei più care, non riusciva a dormire come si deve. Trascorreva le nottate ad osservare il luccichio delle stelle fuori dalla finestra o a leggere uno dei tomi che il Professor Piton aveva assegnato a lei ed ai suoi compagni per le vacanze. 
Tutto andava a meraviglia, era così rilassata che le sembrò giacere in paradiso. Tutto andava a meraviglia, finché una folata di vento le raggrinzì la diafana pelle. Di soppiatto, spalancò gli occhi e girò il capo, prima a destra e poi a sinistra. Niente di strano, se non fosse stato per l'imposta della finestra apritasi indipendentemente da qualunque comando. Pensando fosse il vento, si alzò, infreddolita, chiuse la vetrata e tornò a dormire. 
Non passarono nemmeno cinque minuti che un gelido sospiro le si posò su un orecchio. Qualcuno o meglio "qualcosa" era alla ricerca di una persona in particolare. Ella si svegliò nuovamente, mettendosi seduta e adagiò le scapole sulla spalliera del letto. 
« Alya, ti stavo aspettando.. » Una voce femminile la fece sobbalzare dal letto, mentre il cuore cominciò a battere con veemenza. Gli occhi cercavano la provenienza di tale suono, ma non ottennero nessun risultato. 
« Alya, sono qui.. » Continuò, ma Alyssa non riuscì ancora a capire. Chi era questa Alya? E perché mai la voce di questa donna si era scagliata contro di lei? 
Improvvisamente una figura eterea si identificò come la padrona della voce che la Serpeverde aveva antecedentemente udito. Alyssa rimase sbalordita da tale evento, si chiedeva se stesse sognando o fosse tutto vero. Non che fosse la prima volta che i suoi occhi incrociassero un fantasma vero e proprio.
« Chi è? » Domandò la giovane strega, acchiappando immediatamente la bacchetta pronta ad utilizzarla qualora fosse stato necessario, nel contempo la figura cominciò a farsi più nitida: si trattava di una donna, sulla quarantina circa, bellissima, dagli occhi scuri e dalla chioma di un biondo cenere. Quest'ultima era raccolta in uno chignon e delle ciocche ondulate le lambivano le marcate gote, i suoi abiti dal pregiato tessuto evidenziavano il suo elevato stato sociale: un lungo vestito scuro; stretto ai fianchi; con delle balze dorate sulla gonna e sulle maniche, una piccola scollatura che metteva in risalto l'accennato seno ed un leggero ciondolo di diamanti che copriva parte del collo. 
« Io sono Elettra, sono stata via per molto tempo, ma adesso sono tornata. » Biascicò la donna, carezzando il viso ancora basito della ragazza. « Sei così bella, somigli molto a tuo padre.. » Sussurrò, inclinando il capo lateralmente. 
« Elettra? Chi è Elettra? Chi è Alya? » Chiese Alyssa, ponendosi numerosi interrogativi. 
Gli occhi della donna però si spalancarono e le spalle si irrigidirono. 
« Sono Elettra Malfoy, la nonna di Draco e la tua, Alya. »
« Io non sono Alya, sono Alyssa. Si sbaglia. » Ribatté parecchio confusa, non capiva cosa c'entrasse lei in tutta quella misteriosa storia. « Io non ho mai conosciuto i miei genitori e non credo lei sia in grado di scoprirlo, i Signori Malfoy mi hanno soltanto cortesemente ospitato, niente di più. » Aggiunse la Serpeverde, notando la donna piazzarsi ai piedi del letto. 
« Eppure è proprio così che mi immaginavo Alya, la mia piccola Alya. Ho sempre creduto fosse morta ed invece eccoti qui. » Elettra era ostinata a far capire alla strega che non avrebbe taciuto finché non fosse riuscita nel suo intento, ossia metterla al corrente della verità. 
« Le ripeto che si sbaglia, io non conosco nessuna Alya. » Controbatté la bionda, sospirando pesantemente.
 « Fidati di me, tesoro. Il giorno in cui tu e tuo fratello siete venuti al mondo, i vostri genitori erano felicissimi.. »
« Io e mio fratello? Non.. » Alyssa tentò di fermare il disquisire della donna, ma invano. Ella continuò senza badare all'interruzione di Alyssa.
« Non hai mai fatto caso al modo in cui Draco e Narcissa ti trattano? Come se tra voi ci fosse un legame? Non hai mai pensato al fatto che Draco non tollera nessuno al di fuori della propria cerchia, ma ha bisogno di te? Hai notato la maniera in cui Abraxas ti ha accolta in casa? E 'Meda? Avrebbe mai permesso a te di lasciare la casa per qualche giorno pur di restare qui? Purtroppo il destino, o meglio dire, il freddo cuore di qualcuno ha deciso per voi. »
Le iridi di Alyssa si dilatarono man mano che la donna proferisse parola, ogni singolo dubbio, ogni pensiero confuso si schiarì repentinamente. 
« L'Albero, Alya. L'Albero e vedrai che tutto torna.. » 
« Dove va? Di che albero sta parlando? » Domandò Alyssa allarmata. « Per Salazar, posso almeno sapere il motivo per cui dovrei crederle? » Le domande di Alyssa non ebbero risposta, la donna in un lampo scomparì dalla finestra. 

FINE FLASHBACK 

Hermione rimase ad ascoltare con particolare attenzione la storia che l'amica aveva così necessità di raccontarle. Seppur, all'inizio trovò tale racconto sbalorditivo e surreale, dovette successivamente ammettere che tutto tornava. Non perse altro tempo ed espresse la propria opinione alla bionda che, fremente, attendeva una qualsivoglia reazione dalla riccia. 
« Alyssa, non credevo potessi mai dirtelo, ma credo proprio che quella donna ci abbia azzeccato. Insomma, non hai mai saputo nulla riguardo alla tua famiglia d'origine, tutti i Serpeverde provengono da genitori purosangue e, inoltre, hai mai scorto la somiglianza con quel figlio di papà? A volte sembra proprio ossessionato da te. » Rispose la Grifondoro, convinta della propria teoria. « Infine, compiete gli anni lo stesso giorno. L'ho sentito da Draco durante la lezione. Parlava di una festa al Maniero. » Continuò annuendo e incrociò le braccia al petto. 
« Hermione? Ma che vai blaterando? Sono solo delle mere coincidenze, niente di più. Il fatto che i Malfoy non siano tutti questi paladini della simpatia e generosità, non vuol dire che in fondo non lo siano. E poi, nonostante io e Draco siamo nati lo stesso giorno non significa nulla. Tu sei sorella di chiunque compia gli anni il tuo stesso giorno? » Si contrappose una decisa Alyssa, anche se alla fin fine non ci credeva neppure lei. 
« Mooolto in fondo, mia cara. » Ribatté ironica Hermione, lasciando una pacca sulla spalla della compagna. « Comunque, s'è già fatto tardi, dovremmo recarci nei nostri dormitori o Gazza ci becca e potremmo essere espulse. » La natababbana sollevò le spalle, inarcando un angolo della bocca. 
« Sì sì, molto in fondo. Andiamo su, non hai tutti i torti. » La Serpeverde, sconsolata, scrollò le spalle e seguì l'amica sulle scale, pronta ad addentrarsi nei sotterranei dove avrebbe raggiunto la propria camera. 


Eccoci alla fine del capitolo, dove vediamo trasparire ancora con più insistenza l'astio che Lucius prova nei confronti di Alya, inspiegabilmente. Alya, inoltre, nota la differenza con cui Lord Malfoy(Abraxas) l'accoglie e intuisce che l'idea che si era fatta di lui era piuttosto sbagliata. Draco, infatti, aveva sempre ribadito che suo padre era identico al nonno. "Abraxas Junior", così lo chiamava il giovane verdargento. Anche Narcissa sembrò essere stupefatta dall'atteggiamento del suocero verso la platinata, quasi non credeva ai propri occhi. Infine, Alya riuscirà a decifrare il piccolo rebus che la "nonna fantasma" le ha rivelato? Hermione sarà capace di aiutare l'amica a risolvere e placare i di lei dubbi? 



 

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Capitolo 9
*** Oscuro Presagio ( Parte Prima ). ***


Salve, Potterhead. Ecco a voi il nono capitolo di questa fanfiction. Devo, però, dirvi in anticipo che molto probabilmente non potrò aggiornare con costanza, causa impegni familiari. Spero che questo capitolo vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me. Inoltre, vorrei ricordarvi la pagina facebook sulla mia passione per la scrittura: "Giada's Writing". Adesso non voglio dilungarmi troppo, vi lascio alla lettura!

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16 Febbraio 1993 - Biblioteca di Hogwarts. 

Hermione, dopo la confessione dell'amica e gli insistenti dubbi, cominciò a tartassare di visite l'ampia biblioteca della scuola, non trascorse giorno in cui la Grifona non vi varcò la soglia. Il suo essere precisa e meticolosa la portò a leggere innumerevoli libri e a trovare qualcosa che potesse collegarsi al discorso che Alyssa le aveva fatto. 
« Devo assolutamente trovare qualcosa. » Pensò a bassa voce Hermione mentre sfogliava l'ennesimo tomo. 
La Grifondoro non aveva accennato nulla all'amica riguardo alle ricerche da lei effettuate, la Serpeverde sembrava già impegnata di suo e la riccia non voleva sobbarcarla ulteriormente. 
Appena la natababbana si assicurò che ciò che aveva letto fosse collegato alla storia di Alyssa, si avviò verso il cortile interno della scuola e cercò la  compagna. 
Giunta all'interno dello spazio ricreativo, Hermione si guardò intorno alla ricerca della platinata e tutto ciò che vide fu un gruppetto di fanciulle Serpeverde intente a spettegolare fra loro. Dapprima la Grifona fu tentata dal cedere e tornare quando la ricreazione fosse terminata, ma poi rifletté che non poteva farsi intimidire da delle studentesse tali e quali a lei. Avanzò, dunque, verso le ragazze e chiese loro se avessero visto o sentito Alyssa quel giorno. 
La prima a farsi avanti, naturalmente, fu Pansy che non perse tempo nel mettere in risalto tutta l'ostilità che provava nei suoi confronti e in quelli della platinata. Tutti a scuola sapevano della sua cotta per Draco e la vicinanza di Alyssa al purosangue la mandava in bestia.
« La cocca del Professor Piton è in Sala Grande, voleva fare quattro chiacchiere con lei. La troverai lì. »
Rispose acida la Serpeverde, Hermione sussurrò qualcosa misto ad antipatia ed intolleranza per poi dirigersi verso l'immensa sala dove avrebbe certamente trovato l'amica. 
« Alyssa, allora sei qui. » Esordì la riccia nel momento in cui mise piede in Sala Grande, il professor Piton invece mise a freno la lingua come se ciò di cui stesse parlando con la Serpe non poteva essere rivelato alla Grifona. Spazientito l'uomo osservò Alyssa e le mormorò soltanto qualche parola. « Ne riparleremo a tempo debito, vi lascio sole. »
Dopo che l'insegnante lasciò la Sala, Hermione iniziò a proferir parola. « Siediti, mi urge parlarti. Ho scoperto delle cose riguardo a ciò che mi hai raccontato l'altro giorno. »
Alyssa si sedette senza dire una parola ad uno dei tavoli e lo stesso fece l'amica. Quest'ultima attese fossero andati via i restanti presenti per cominciare a parlare. « Allora.. »
« Hermione, suvvia. Arriva subito al punto. » Sbuffò la bionda, ticchettando le esili falangi contro le ginocchia. 
« Sì, dunque. Ho portato avanti delle ricerche sull'incubo che mi hai raccontato poco tempo fa e ho scoperto qualcosa che potrebbe essere riconducibile all'albero di cui parlava la nonna di Draco.. » Hermione sfilò uno dei tomi che aveva preso in prestito dalla biblioteca e lo sfogliò sino a raggiungere la pagina desiderata. 
« Ecco! » Indicò con un dito alcune frasi trascritte a metà pagina. « Questo libro sostiene che ogni famiglia purosangue che si rispetti possieda un albero genealogico e, solitamente, viene posto in una delle pareti delle loro abitazione. La nonna di Draco, Elettra, certamente si riferiva a quel genere di albero. Molto presumibilmente voleva aiutarti nello scovare la verità e, per fare tutto ciò, devi naturalmente recarti al Maniero. Soltanto così potrai scoprire ciò che si cela dietro le parole di quella donna. » La Grifona mise nero su bianco tutto quello che aveva individuato sull'argomento.
« Quindi, tu credi sul serio che Elettra possa riferirsi all'albero genealogico dei Malfoy? Perché mai avrebbe bisogno che io lo veda? Se così fosse, dovrò aspettare ancora un po'. Per il momento il Signor Malfoy non vuole vedermi e dovrò attendere il compleanno di Draco per andare al Maniero, non voglio assolutamente mettere zizzania fra i due. » Rispose Alyssa, tamburellando i talloni contro il pavimento. « Peccato tu non possa venirci, sarebbe fantastico poter avere ancora il tuo aiuto. » Continuò dispiaciuta la Serpeverde, allargando le braccia per poi stringere l'amica a sé. « Grazie mille, Herm. Sono in debito con te. »
« Non devi affatto ringraziarmi, Serpe. E' solo che ti voglio bene e questo potrebbe arrecarti dei danni. » Ridacchiò ironica la natababbana, ricambiando il gesto della platinata. 
« Adesso, però, è arrivata l'ora di andare. Il Professor Piton mi aspetta nel suo ufficio al più presto. » Aggiunse Alyssa, sciogliendo l'abbraccio. « Ci vediamo qui stasera, per cena. »
« Certamente, ti aggiornerò nel caso in cui dovessi ottenere delle altre informazioni. » Puntualizzò Hermione, alzandosi e si avviò verso l'aula dove si sarebbe tenuta la lezione di Storia della Magia.
« A più tardi! » Esclamò la riccia prima di sparire lungo il corridoio.
« A più tardì! » Ripeté Alyssa, allontanandosi dopo la compagna per raggiungere l'insegnante di Pozioni.

18 Febbraio 1993 - Sala Grande. 

Il castello era strapieno di decorazioni, da ogni parte traspariva l'aria di festa che era solita giungere in quel periodo dell'anno. Il Carnevale veniva festeggiato come qualsiasi altra festa ed era per questo che Alyssa cercava di ribadire più e più volte ai propri amici che non vi avrebbe mai partecipato. Come Halloween, la Serpeverde era, per modo di dire, allergica, alle feste in maschera. Detestava tutto quel tipico folclore solamente per un evento così insignificante come quello. 
Hermione aveva tentato di indurre la compagna ad andare alla festa, ma la bionda risultò parecchio incaponita e granitica di fronte a tale scelta. La Grifondoro aveva optato per un semplice abito dal toni sul ciano, non molto sfarzoso. 
« Andiamo? Dai, ci sono tutti, manchi soltanto tu. Persino Ron c'andrà e tu no. »
« Hermione, ho detto no e no rimarrà. Chiedermelo fra dieci minuti non cambierà niente.» Ribatté Alyssa, ricevendo uno sbuffo da parte della riccia.
« E va bene, ma sappi che così facendo non concluderai nulla. Ted non avrebbe voluto vederti in questo modo.» Sussurrò Hermione, sedendosi di fianco alla compagna.
« Non mettere in mezzo Ted, io non c'andrò e basta. Non perdere altro tempo, Herm. No, punto.» La rossodorata parve oramai sconfitta e salutò brontolando l'amica, per poi lasciare la stanza e dirigersi verso la Sala Grande.
Hermione non fu l'unica a cercare di persuadere la mente della Serpeverde, anche Draco vi provò più e più volte, ma senza risultati. 
Alyssa, dunque, rimase sola nella propria stanza, le due concasate erano uscite tutte imbellettate, pronte per l'inizio della festa.
« Almeno avrò il tempo di riprendere il capitolo di Erbologia. » Rifletté sottovoce, allungando una mano verso il tomo che aveva in mente di leggere. 
« Alyssa..? »
Una voce sottile la scosse dalle sue intenzioni e, adagiato il libro sul letto, si affacciò sul corridoio per constatare chi fosse. 
« Sono io..» Una chioma platinata le si avvicinò, l'omino tutto agghindato era Draco. 
« Non vieni alla festa? » Domandò il Serpeverde.
« No, non verrò. Non mi piacciono le feste in maschera e poi tutta quella gente mi mette agitazione, non la sopporto assolutamente. » Alyssa rispose sicura, non nascondendo minimamente il suo repellere determinati inviti. 
« Così mi farai perdere la scommessa con Blaise. Eddai, metti qualcosa e vieni con me. » 
« Anche se volessi, non avrei niente da mettere e dì a Blaise che pago io la scommessa, ma non vengo. » Ripeté la bionda inamovibile. 
« Sei una strega, no? Troveremo qualcosa per te. » Rispose il purosangue, aggrottando la fronte. 
Alyssa sospirò, per poi convincersi. « E va bene, verrò. Dammi solo il tempo di trovare qualcosa con cui vestirmi e arrivo. »

Circa mezz'ora dopo..

« Eccomi..» Biascicò Alyssa, sbucando dalla porta. Draco fissò lo sguardo su di lei, era un incanto. La bionda indossava un abito di color smeraldo, privo di spalline e con una leggera scollatura, la gonna raggiungeva appena il ginocchio. Il crine dorato era legato ai lati, con il resto, lievemente arricciato, lasciato sulle spalle. 
« Come sto? » Domandò imbarazzata la verdargento, osservando l'espressione del concasato.
« Stai molto bene. » Sussurrò altrettanto imbarazzato il Serpeverde, permettendo poi, qualche minuto dopo, alla compagna di attraversare l'arco della Sala Grande. Tutti gli occhi erano puntati su di lei, Blaise sembrava essersi incollato alla figura della bionda. Mentre le due compagne di stanza furono letteralmente sopraffatte dal suo arrivo, soprattutto nel momento in cui vennero a sapere che era stato proprio Draco a convincerla. 
« Allora ti sei convinta! » Esordì Hermione, felicissima di vedere arrivare l'amica. 
« E' stato Draco a convincermi, non farci l'abitudine però. » Specificò, fulminando con lo sguardo sia Draco che Blaise che se la ridevano tra loro. 
« Sì sì, ma adesso andiamo a bere quel succo di idromele, è buonissimo. Ginny mi ha detto così. » Aggiunse la riccia, osservando di sottecchi il purosangue. Draco attirava parecchio la sua attenzione, ma non lo dava a vedere. Non avrebbe mai permesso a quel bel faccino di mettere da parte l'astio che provava nei suoi confronti. 
« Idromele hai detto? Arrivo! » Alyssa fu subito entusiasta, aveva una certa predilezione per quella bevanda così particolare, ma non aveva mai avuto l'occasione di assaggiarla. Nella Londra Babbana non ne esistevano del genere.
La festa durò circa tre ore e per tutto il tempo Alyssa si divise tra Draco ed Hermione, cercando di non trascurare nessuno dei due. Alla fine di essa, sia la Serpeverde che la Grifondoro si ritirarono nelle loro stanze. Alyssa ebbe un breve screzio con delle iene sotto forma di concasate, mentre Hermione non perse altro tempo e si addormentò rapidamente. 

28\29 Marzo 1993 - Dormitorio Femminile Serpeverde \ Bagno Femminile del Secondo Piano. 

Il silenzio incombeva fra le mura del castello, la notte aveva fatto ingresso già da qualche ora e non c'era l'ombra di anima viva che girovagasse tra i corridoi, nella Sala Grande o nelle aule adiacenti. Alyssa, terminata la cena, si era speditamente diretta verso il proprio dormitorio. Le compagne di stanza: Millicent e Pansy arrivarono giusto qualche minuto dopo di lei.
Infilatasi sotto le pesanti e morbide coperte, la bionda si stiracchiò e si lasciò andare ad un inconfutabile sbadiglio. Non impiegò molto ad addormentarsi, cadde in un sonno profondo solamente alcuni minuti dopo essersi distesa.

Qualche ora dopo..

Trascorsero circa due ore, due ore e mezza, da quando Alyssa chiuse gli occhi ed il silenzio continuava a diffondersi imperterrito: l'unico suono che si riusciva a percepire era il respiro affannoso e pesante di Millicent. La bionda, oramai, c'aveva preso l'abitudine e Pansy dovette fare lo stesso. 
Mentre la Bulstrode, dopo un colpo di tosse, riprese a dormire, Alyssa cominciò a dimenarsi fra le coperte: ciò che la sua mente stava mostrandole non era di suo gradimento. 
Si trovava al secondo piano del Castello di Hogwarts, le sue sembianze erano però state mutate e la visione che aveva di esso era totalmente diversa. Niente braccia, niente gambe, non riusciva ad aver il controllo del proprio corpo. Tutto ciò che era capace di fare era strisciare, strisciare e basta, come fosse un serpente. 
I suoi occhi si indirizzarono verso il corridoio principale del piano, precipitandosi verso il bagno delle ragazze: il suo obiettivo era addentrarsi al suo interno senza che nessuno potesse notarlo. Era insospettito, gli occhi indagatori si allungarono in ogni direzione e, soltanto quando si accertarono che tutto fosse al proprio posto, esso si avviò verso i bagni dove ad attenderlo vi era un giovane ragazzo dalla chioma castana, apparentemente uno studente della scuola, che parve soddisfatto del suo arrivo. Ciò che però entrambi non si sarebbero aspettati era la presenza di un'altra persona all'interno dei bagni. Infatti, una giovane studentessa dai capelli corvini e con degli occhiali spessi che le coprivano parte della fronte, da topo da biblioteca, era proprio lì e, nel momento in cui sentì una voce maschile in un luogo della scuola ove dovessero esserci solamente ragazze, uscì dall'angolo in cui si era nascosta e si espose al giovane compagno. Non ebbe nemmeno il tempo di capire chi fosse che, gli occhi sbarrati che si erano impossessati di Alyssa, si scagliarono contro la ragazza che, immediatamente, cadde a terra inerme. 
Incurante della scena, l'essere strisciante proseguì la sua corsa insieme al ragazzo e, rapidamente, si infilò in uno dei rubinetti. Effimeri istanti più tardi, dopo aver sussurrato un termine in una lingua sconosciuta, percorse un lungo corridoio che lo immise in una sala. Quest'ultima era molto lunga, lievemente illuminata da una luce fioca, incisi sui pilastri vi erano dei serpenti avvinghiati che si elevavano fino al soffitto ed emanavano una strana oscurità verdastra che avvolgeva il luogo. 
D'improvviso tutto sparì ed Alyssa si ritrovò catapultata in una strana stanza, stracolma di oggetti di ogni tipo, ciò che però attirò la sua attenzione fu un vecchio articolo di giornale su cui quasi inciampò, la data riportata era quella del 19 Gennaio 1943: 

"Natababbana assassinata dal Basilisco, si teme la riapertura della Camera dei Segreti. Importanti indizi portano al molto noto custode di Hogwarts: Rubeus Hagrid. Ogni studente è pregato di lasciare il Castello al più presto!"

 
Repentinamente un bizzarro luccichio le picchiò le iridi cerulee e, a passo felpato, a causa della forte luce, raggiunse la fonte del bagliore. Non ci mise molto a capire di cosa si trattasse, l'oggetto che diffondeva tale fulgore era uno specchio a forma circolare dal manico di legno d'acero sui cui bordi vi era cesellato il nome di una delle persone che più le erano state accanto il quel periodo: Hermione Granger. Il vetro rifletteva l'immagine di un gigantesco essere dagli occhi come il grano e dalla pelle evidentemente squamosa. Con cospicua immediatezza intuì si trattasse di colui che aveva preso il controllo delle sue membra.
Alyssa, lì per lì, non fu capace di collegare ciò che aveva antecedentemente vissuto con la propria compagna di scuola. Intrisa di sudore e col cuore in trambusto trasalì e si svegliò dal lungo e tumultuoso sonno. Gli occhi erano spalancati, il respiro era ansante, si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra, aprendo le imposte e si affacciò, tentando di rimettersi in sesto e capire cosa quel sogno stesse a significare, cosa volesse predirle. 

Il mattino seguente..

Alyssa tentò inutilmente di tornare a dormire, sfortunatamente lo strano sogno la tenne sveglia per tutto il resto della nottata. Quando la luce del sole batté contro il suo viso, la Serpeverde iniziò a vestirsi e si recò in Sala Grande dove spiluccò qualcosa, per poi lasciare l'enorme stanza immediatamente. 
« Alyssa, che succede? Non hai proferito parola oggi al tavolo! » Esclamò un allarmato Draco che, di conseguenza, abbandonò il posto a sedere per rincorrere la compagna. 
Alyssa si voltò e, dopo varie esitazioni, arrestò il passo e diede retta al verdargento. « Non ho dormito bene stanotte e mi scoppia la testa, non è che potresti avvisare tu la McGranitt? Non riuscirei proprio a reggermi in piedi, devo assolutamente riposare. »
« Oh, mi spiace. Informerò la professoressa senz'altro e, non appena le lezioni saranno terminate, voglio incontrarti in Sala Comune. Ho tanto da raccontarti. » Aggiunse il platinato, infilando ambedue le mani nei tasconi del mantello. 
« Sarà fatto, non temere. Giusto il tempo di riposarmi e poi sarò tutta orecchie. Alle 12 va bene? » Domandò la Serpeverde, reggendosi contro un pilastro. 
« Alle 12 va benissimo. Ci vediamo lì allora, io vado a lezione. » Draco agitò la mano destra per poi allontanarsi e seguire i compagni verso l'aula ove l'insegnante di Trasfigurazione avrebbe tenuto la lezione.
Alyssa ricambiò il gesto e stava indirizzandosi verso il proprio dormitorio, quando una stretta al polso sinistro le ostacolò il cammino. 
« Dove credi di andare? » Esordì una Hermione più riccia del solito, i di lei capelli quella mattina parvero aver attraversato un tornado. « Te ne vai senza salutarmi? Ho ascoltato la conversazione tra te e Malfoy. » Puntualizzò la Grifondoro, issando la tracolla che portava sulle spalle. « Cosa c'è che non va? »
« Non volevo evitarti, ma ho avuto una nottataccia e preferirei dormire piuttosto che fare lezione. A malapena riesco a concentrarmi su di te. » Rispose la bionda, stringendosi nelle spalle e sollevò appena il capo sospirando. « Ho fatto un brutto sogno e non sono più stata capace di riprendere a dormire. »
« Di che genere di sogno parli? Dev'essere stato davvero cruento per far sì che rimanessi ad occhi aperti tutta la notte. » Ipotizzò la natababbana, consigliando all'amica di appartarsi in modo tale da poter sfogarsi con un po' più di riservatezza. 
Quando Alyssa spiegò per filo e per segno ciò che aveva visto coi propri occhi durante il sogno, Hermione sbarrò le iridi nocciola e trattenne le compagna dalle spalle: aveva intuito con considerevole solerzia quale fosse l'identità della ragazza assassinata. « Dobbiamo senz'altro rivolgerci a Mirtilla, soltanto lei sarebbe in grado di raccontarci tutto. Nessuno, nemmeno Hagrid potrebbe. Al momento, almeno così mi ha detto Harry, è impegnato a svolgere degli obblighi per conto di Silente e non tornerà prima di domani.»
« Mirtilla? Il fantasma del bagno delle ragazze? » Chiese stupita Alyssa, arcuando le sopracciglia. Non ci mise però molto a convincersi, Hermione non si sarebbe mai sbagliata. « Sarebbe fantastico andarci, ma adesso hai una lezione a cui assistere e la McGranitt non te la farebbe passare liscia. » Puntualizzò, portando il dito indice contro il petto della rossodorata. 
« Dirò ad Harry e Ron di giustificarmi, inventerò una improvvisa influenza. Hai bisogno di me e non ti lascerò in balia di quel fantasma. Mirtilla è molto strana, ultimamente mi dicono che abbia sparso in giro la voce che stiano accadendo nuovamente cose strane all'interno del bagno. Dunque vengo con te. » Hermione sembrò irremovibile e convinse Alyssa in un batter d'occhio.
« Okay, andiamo, ma solo per oggi. Avvisa Harry e Ron, ti aspetto in corridoio fra dieci minuti esatti. »
Come concordato, le due amiche si ritrovarono di nuovo insieme dinanzi al corridoio che le avrebbe portate al secondo piano. Percorsero le scale, raggiungendo l'ingresso dei bagni e, seppur flebilmente timorose, varcarono la soglia ed entrarono. Immediatamente vennero assediate dal fantasma dell'ex Corvonero. 
 « Finalmente qualcuno qui, pensavo nessuno venisse più a trovarmi. Se non fosse per la Grifondoro..come si chiama? Ah sì, la Weasley, rimarrei sola soletta in questo bagno isolato. » Mirtilla si fece avanti e svolazzando a destra e a manca, scrutò da capo a piedi le due ragazze. « Non avevo mai visto una Grifondoro e una Serpeverde insieme.. » Aggiunse ridacchiando, per poi lasciar parlare le due giovani streghe. 
« Ginny? Che ci farebbe Ginny qui? Ha sempre avuto timore di questo luogo.. » Pensò sottovoce Hermione, dopodiché diede la parola ad Alyssa.
« Mirtilla, sono cosciente del fatto che riportare alla luce un evento così tragico potrebbe ferirti e farti ricordare cose che non vorresti, cose che non dimenticherai mai veramente, ma ho bisogno del tuo aiuto. Stanotte, mentre riposavo nella mia camera, repentinamente, fui catapultata in un sogno davvero bislacco. » Prese fiato, ritornando a parlare qualche attimo dopo. 
« Ho sognato di essere..di essere un..un serpente. Sì, un serpente. Ma non un serpente..no-normale, un serpente GIGANTE. Quest'ultimo era come se si fosse impossessato della mia volontà e mi mostrò una vicenda di cui ancora oggi si parla. Il suo corpo massiccio si strascicò lungo il corridoio del piano in cui siamo adesso, fino a raggiungere questo bagno. Ad attenderlo vi era un ragazzo, un Serpeverde.. Sì, Serpeverde perché indossava un mantello con lo stendardo della mia casa. Aveva un'espressione astrusa, come se fosse impaziente di portare a termine un piano, uno scopo. Repentinamente, pronunciò una parola che non riuscii a decifrare, come un codice segreto. Dopodiché il serpente cercò di scagliarsi contro uno dei rubinetti, ma qualcosa..o qualcuno, tu sai naturalmente chi, glielo impedì e, invece di continuare per la sua strada, si precipitò verso la ragazza e la..e la..la uccise.» Alyssa abbassò istintivamente gli occhi, proprio come Hermione. Sapeva che tutto questo fosse doloroso per Mirtilla, ma quest'ultima non lo diede a vedere e si voltò, facendo cenno alla Serpeverde di continuare.
« Quando ti..ti uccise, riprese il suo cammino e da questi rubinetti apparì un infinito corridoio che lo immise in una sala enorme, circondata da incisioni di serpenti, serpenti ovunque. Poi, il buio, mi ritrovai inspiegabilmente in una stanza piena zeppa di oggetti di ogni tipo: dai libri alle sedie, da scaffali a lampadari. Non ci capivo più niente. Nel cercare una via d'uscita, inciampai su un foglio di giornale e..e da lì scorsi un articolo alquanto sbalorditivo. Parlava di te e del fatto che qualcuno potesse aver aperto la Camera. Ma di quale Camera parlava? » Domandò Alyssa preoccupata, tentava in ogni maniera di capirci qualcosa. 
Hermione rimase in silenzio, stava cercando di collegare la morte di Mirtilla alla Camera di cui la Serpeverde tanto parlava. Mirtilla, invece, rispose immediatamente in lacrime alla bionda.
« Vedi, ciò che mi uccise aveva degli occhi gialli e grandissimissimi. Non fui capace di capire cosa fosse, di cosa si trattasse o di elaborare il tutto che come un fulmine mi ritrovai in questo stato. La Camera di cui parla è la Camera dei Segreti. E' stato Salazar Serpeverde in persona a costruirla, soltanto il suo erede sarebbe in grado di aprirla nuovamente. » 
« Quindi il ragazzo che Alyssa ha visto è l'erede di Serpeverde? » Domandò pensierosa la riccia.
« Sì, esatto. E' proprio lui, Tom Riddle o meglio conosciuto con il nome di "tu sai chi". Se lui è davvero tornato, molti natibabbani potrebbero essere in pericolo. Non baderà all'identità di chiunque lo ostacoli, lui uccide e basta. E' malvagio e senza scrupoli, lascia perdere. Fidati di me. » Mirtilla fece sì che il buon senso di Alyssa venisse a galla. Non voleva che qualcuno le procurasse del male. Se solo avesse proferito parola con qualcuno di ciò che lei le aveva appena detto, questo si sarebbe ritorto contro la sua persona. 
« Va bene, Mirtilla. Promesso, non ne faremo parola con nessuno, vero? » La bionda si rivolse all'amica che annuì senza indugiò e sollevò le spalle. Alyssa omise il fatto di aver trovato, tra quella miriade di oggetti, lo specchio di Hermione su cui era riflesso il mastodontico rettile. Il discuisire di Mirtilla l'aveva intimorita e non aveva intenzione di far preoccupare ulteriormente la Grifondoro.  
Dopo aver sedato i propri dubbi, le due streghe dovettero separarsi. Alyssa tornò in Sala Comune, dove dopo circa mezz'ora la raggiunse Draco per una esaustiva chiacchierata, mentre Hermione si recò in aula per assistere alla lezione di Storia della Magia, (disciplina molto interessante, a suo dire).

15 Aprile 1993 - Aula di Trasfigurazione\ Sala Comune Serpeverde. 

La professoressa McGranitt era appena entrata in aula ed ogni studente era pronto ad iniziare un nuovo giornata. Tra gli studenti in prima fila si trovavano Alyssa e Draco, la prima era piuttosto pensierosa, mentre il secondo sembrava più che altro annoiato all'idea di dedicarsi alla Trasfigurazione. 
« Qualcosa non va? Ti trovo..strana. Pensi ancora a Ted? » Domandò Draco allungando di poco il collo per portare l'attenzione di Alyssa su di sé. 
« No, Draco. Ho solo fatto un brutto sogno qualche settimana fa, non è nulla di grave. » Rispose la Serpeverde immediatamente. « Stai tranquillo, è tutto okay, va tutto bene. » Continuò, mentre Draco la guardò un po' confuso. 
« Va bene, come vuoi. Ne parleremo in un altro momento. » Asserì il platinato, zittendosi nel momento in cui l'insegnante diede inizio alla lezione. 

Mezz'ora più tardi.

Era solamente passata mezz'ora dall'inizio della lezione, ma già alcuni degli studenti sembravano piuttosto annoiati dall'ascoltare la lezione della professoressa. Il tedio di un Grifondoro in particolare smorzò il loquace discorso della donna. 
« Professoressa, volevo chiederle..insomma, girano voci sulla Camera dei Segreti, molti sostengono sia stata aperta. »
Il viso dell'insegnante si contrasse, le spalle si tirarono su mentre le iridi si dilatarono attonite. Cercò in qualche maniera di mettere a tacere la curiosità dell'alunno. « Signor Finnigan, non so dove lei abbia potuto udire tali dicerie, ma le assicuro che niente di tutto ciò è vero. »
« Professoressa! » Un'altrettanto curiosa Hermione sollevò la mano destra per attirare l'attenzione della Direttrice della Casa. « Secondo il mio pensiero, non credo siano soltanto dicerie. Insomma, maghi astuti e adulti ne parlano in giro e sono assolutamente sicura di quello che le mie orecchie hanno udito. »
Minerva non poté fare a meno di annuire e, lievemente in imbarazzo, spiegare nel modo più semplice possibile la storia che si aggirava attorno alla Camera. 
« Ognuno di voi è a conoscenza del fatto che la nostra scuola è stata fondata più di mille anni fa dai due maghi e le due streghe più famosi dell'epoca: Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde. Ebbene, tre dei quattro fondatori vivevano in immensa armonia fra loro. Uno, invece, sfortunatamente, no. » 
La donna sospirò, per poi continuare. « Salazar Serpeverde desiderava essere più selettivo su coloro da ammettere a Hogwarts. Era convinto che il sapere magico andasse custodito nelle famiglie di soli maghi o, come meglio vengono appellati, i Purosangue. Decise, di conseguenza, di abbandonare il Castello. Allora, secondo la leggenda, Salazar aveva costruito in questa scuola una camera nascosta, conosciuta come la precedentemente nominata "Camera dei Segreti". Bene, qualche tempo prima del suo allontanamento, egli la sigillò, attendendo il giorno in cui fosse arrivato nella scuola il suo vero e unico erede. Solo l'Erede sarebbe stato capace di aprire la Camera e fare scaturire da quest'ultima gli orrori contenuti, e, così facendo, epurare la scuola da tutti coloro i quali, secondo il fondatore, erano indegni di studiare la magia. »
« I nati babbani, quindi.. » Mormorò Hermione. 
« Signorina Granger, la scuola è stata setacciata da cima a fondo e nessuna Camera del genere è mai stata trovata. Indi per cui, non c'è nulla di cui allarmarsi. » Rispose la McGranitt leggendo la paura trasparire dagli occhi della riccia. 
« Quindi, nel caso in cui esistesse, che cosa conterrebbe la Camera? » Domandò nuovamente la Grifondoro. 
« Sempre secondo la leggenda, questa..Camera è la dimora di qualcosa che soltanto ed esclusivamente l'erede di Salazar può gestire. Si dice che questa sala nascosta sia abitata da un essere mostruoso. »
« Grazie, professoressa. » Rispose a sua volta la natababbana, ricevendo un sorriso di cortesia dall'insegnante di Trasfigurazione. La riccia aveva capito subito si trattasse del Tom Riddle di cui qualche tempo prima aveva sentito parlare Mirtilla, inoltre il sogno di Alyssa metteva sempre più fine ai suoi dubbi.
« Bene, ragazzi. La lezione per oggi è terminata, siete liberi di andare. » Minerva congedò gli studenti che, sollevati, si dispersero fra le mura del Castello.
« Hermione, Hermione. Fermati, per Salazar! Devo parlarti! » Urlò tra la folla Alyssa, rincorrendo senza fermarsi l'amica che parve immersa in così tali copiosi pensieri da non concentrarsi su nient'altro. 
« Hermione! » Esclamò ancora una volta la bionda, interponendosi tra la riccia e l'uscita del castello. 
« Alyssa, scusami. E' solo che sono preoccupata per la situazione che si sta venendo a creare. Ho sentito bisbigliare alcune Serpeverde a lezione, sostengono che l'erede di Salazar attaccherà chiunque non appartenga ad una famiglia di purosangue. » Hermione sobbalzò sospirando e osservò la compagna dritta negli occhi. 
« Non c'è nulla di cui preoccuparsi, sono solo dicerie che rasentano il ridicolo. Credi ancora a ciò che dicono quelle arpie di Pansy e Millicent? L'avranno certamente fatto di proposito, sai che non si lascerebbero mai scappare l'opportunità di mettersi in mezzo. » Specificò Alyssa, cercando di rasserenare l'animo inquieto della Grifondoro. 
« Tu credi che sia sul serio così? Non vorrei stavolta quelle due serpi avessero ragione. » Ripeté Hermione non ancora del tutto convinta della teoria. Era a conoscenza del fatto che Alyssa avrebbe fatto di tutto pur di tranquillizzarla, anche mentire per il suo bene. 
« Fidati di me, vedrai che non mi sbaglierò. » Rispose positiva la verdargento, protendendo ambedue le mani verso il viso di Hermione. « Che ne dici di tenermi compagnia durante gli allenamenti di Quidditch? » Domandò la bionda, stirando le gote della natababbana sino a formare un sorriso. 
« E va bene, ma solo se potrò portare con me il libro di Erbologia. La professoressa Sprite ci ha chiesto una ricerca sulle Mandragore, ricordi? » 
« Sì sì, ricordo. Ma adesso andiamo, attendono solo me. » Ridacchiò Alyssa, trascinando a braccetto con sé l'amica. 

Qualche giorno dopo..

Alyssa si trovava insieme a Draco in Sala Comune, quando tutto ad un tratto il ragazzo sembrò parecchio pensieroso. Alyssa, di conseguenza, notando il mutamento d'espressione del compagno, fletté il viso di lato e sorresse quest'ultimo con il palmo della mano sinistra. Credeva che il biondo fosse alquanto turbato dalle vicende che precedentemente avevano colpito il Castello: Mrs Purr, gatta di Gazza, era stata pietrificata e così anche Colin Canon, un Grifondoro di un anno più piccolo. Dunque, non perse altro tempo e domandò all'amico cosa lo turbasse.
« Draco, qualcosa non va? Ti vedo piuttosto pensieroso. »
« Cercavo Tiger e Goyle, quei due babbei sembrano essersi volatilizzati dopo la lezione. » Rispose il platinato, mordendosi nervoso il labbro inferiore. « Ogni qualvolta ho bisogno di loro non ci sono mai. »
« Saranno in giro a cercare del cibo, sai come son fatti. Farebbero qualsiasi cosa per mettere qualcosa fra i denti. Ti ricordi la settimana scorsa? Quando hanno inseguito un povero Tassorosso per un semplice pancake? Suvvia, Draco, non sono affatto astuti come sembrano. » Ribatté Alyssa, provando a placare il concasato. Fortunatamente i due Serpeverde, però, spuntarono dalla porta d'ingresso e si indirizzarono verso Draco ed Alyssa. 
« Dove diavolo eravate finiti voi due? » Chiese irritato il purosangue, mentre i due compagni presero posto sul divanetto di fronte a lui.
« A-avevamo solo fame. » Rispose Tiger immediatamente, cercando di reggere il meno possibile lo sguardo del platinato. 
Alyssa scorse un non so che di strano in loro, non ne conosceva il motivo, ma credeva proprio tramassero qualcosa. Il modo di fare di Tiger e Goyle appariva davvero inconsueto per due come loro e anche un po' troppo intelligente, se possiamo dirlo. Attese, quindi, la prima mossa falsa da parte loro per giungere ad una conclusione. 
« Come immaginavo. » Draco corrugò la fronte ed annuì, sollevando le spalle. « Comunque, avete sentito cosa è successo? Oltre all'inservibile gatta di Gazza, Mrs Purr, anche quell'inutile Grifondoro è stato pietrificato. » Aggiunse spocchioso, mentre Alyssa si voltò verso di lui, riservandogli degli occhi che, se fossero state lame, l'avrebbero trafitto all'istante. 
« Peccato che per il momento, qualsiasi cosa sia, si sia fermata. Avrei preferito assistere ad un altro spettacolo, magari con qualche Weasley come protagonista. » 
Tiger irrigidì le spalle e portò i denti a torturare le labbra, Alyssa non capiva per quale motivo la antecedente affermazione di Draco potesse in qualche modo infastidirlo. Fece finta di nulla e lasciò che i tre continuassero la discussione. 
« I Weasley, non li definiresti dei purosangue. Guarda come si vestono, come si comportano e poi vivono in quel tugurio che loro chiamano casa. Mettono in imbarazzo tutto il mondo dei maghi. » Continuò il Serpeverde, sbuffando nel vedere l'espressione contrariata di Alyssa. 
« Alyssa, dovresti  ascoltarmi ogni tanto. Se solo non frequentassi quella sanguemarcio della Granger.. » Aggiunse ghignando, scatenando una reazione furente in Tiger, mentre Goyle tentava di calmare l'amico. Alyssa, da quel gesto, intuì che in realtà non si trattava di Tiger e Goyle. Nessuno di loro due avrebbe reagito in tal modo, figuriamoci pure ribattere a qualcosa proferito da Draco. 
« Quindi anche la Granger potrebbe essere colpita dall'erede.. » Biascicò Goyle, cercando di soppesare una qualsivoglia reazione da parte del platinato.
Quest'ultimo parve incomprensibilmente frastornato da tale scena e aggrottò la fronte nettamente in disaccordo. « Perché credi che dovrebbe toccare a lei?! La Granger è troppo intelligente per potersi fare abbindolare da uno qualsiasi. »
Alyssa, invece, rivolse uno sguardo meravigliato al biondo, mai si sarebbe aspettata cotanto coinvolgimento dalla di lui parte, dato che l'aveva appellata come mezzosangue fino a poco prima. La bionda, rapidamente, seguì i due Serpeverde che, senza pensarci,  sgattaiolarono via dalla Sala Comune dei Serpeverde.
« Lo sapevo io! Ronald ed Harry! Che diavolo avevate in mente? Miseriaccia, se solo Piton venisse a sapere della pozione Polisucco! » Esclamò innervosita la verdargento, portando le mani ai fianchi. I due non poterono far altro che voltarsi e confermare la teoria della bionda. 
« Alyssa, volevamo solamente scoprire se.. » Esordì l'occhialuto, ostacolato poi dalle parole a manetta della bionda.
« Se l'erede di cui si parla è Draco? No, non è Draco. » Rispose sbottando Alyssa, voltandosi di spalle verso il dormitorio. 
« Alyssa. » Sussurrò Harry andandole incontro. 
« Tranquilli, non ho visto niente. Solo: fatevi i fattacci vostri la prossima volta. » Precisò la Serpeverde, ancora irata per lo svolgersi della conversazione, con grande sollievo dei due Grifondoro. Dopodiché i tre presero direzioni differenti: Potter e Weasley si recarono verso la Sala Comune dei Grifondoro, mentre la verdargento nei sotterranei. 


Continua..


  Mi auguro che sia stato di vostro gradimento. Ho voluto scindere in due questo capitolo perché desideravo che captare ogni singolo avvenimento al suo interno: dal sogno di Alyssa, a Mirtilla, fino alla reazione di Draco. Qualsiasi cosa non vi sia chiara, potete contattarmi benissimo in privato. Sarò felicissima di chiarirvi le idee. Mi auguro di poter leggere qualche vostro commentino a riguardo.
Spero di poter pubblicare presto la seconda parte, per il resto abbiate pazienza (please). <3
Baci e grazie ancora per avermi seguito fino a qui,
Giada.


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Capitolo 10
*** Oscuro Presagio ( Parte Seconda ). ***


Salve, miei meravigliosi lettori. Ho notato che con il passare del tempo siete aumentati, adesso siete quasi 35. Sono felicissima e vorrei ringraziarvi per il vostro sostegno, è solamente grazie a questo ed alla mia passione per la scrittura che questa storia va avanti. Inoltre, vorrei scusarmi per avervi fatto aspettare troppo, ma sono diventata mamma di una fantastica bambina circa due mesi fa e i suoi capricci mi occupano molto tempo. Per il resto, spero che con questo capitolo pieno di svolte possa farmi perdonare. Buona lettura!

25 Aprile\3 Maggio 1993 - Hogwarts. 

Trascorsero alcuni giorni dallo svolgersi dell'ultima chiacchierata tra i due Serpeverde ed i due Grifondoro, dalla faccenda che vide coinvolti  Mrs Purr, Justin Finch-Fletchley e Colin Canon, ma soprattutto dalle ultime parole fatidiche della professoressa McGranitt. Alyssa era abbastanza turbata sia a causa delle ultime vicende avvenute all'interno delle mura di Hogwarts, sia per i pensieri insistenti che rimandavano al sogno premonitore della bionda. Era certa che prima o poi la situazione si sarebbe ritorta contro l'amica Grifondoro, lo specchio e la vicenda di Mirtilla non erano solamente delle coincidenze. Alyssa, presa dall'ansia, cercò di rintanarsi nella propria stanza, tentando di evitare le lezioni il più possibile.  La Serpeverde non voleva sobbarcare i propri amici di ulteriori pensieri: se soltanto la verdargento ne avesse fatto parola con la grifona o con il coetaneo platinato, molto probabilmente avrebbero fatto di tutto per dissuaderla da tormenti così sopravvalutati.  Inoltre, le compagne di stanza sembravano non accorgersi minimamente del malumore della concasata, anzi, non perdevano occasione per rivolgersi a lei con tono di scherno. Pansy non riusciva a sopportare il fatto che Alyssa avesse catturato le attenzioni di Malfoy e Millicent, dal canto suo, non si sognava nemmeno di contraddire l'adolescente dalla faccia da carlino. 
Nel momento in cui Alyssa era china a scrivere una missiva liberatoria alla sorella adottiva, delle nocche pesanti urtarono con frenesia il materiale legnoso della porta della stanza. La platinata, senza pensarci due volte, saltò giù dal letto per poter scoprire chi si celasse dietro di essa. Non appena spalancò sicura la porta, si accorse che dinanzi a sé si stagliava la figura del Professor Piton: questi aveva avuto il compito di avvertire la ragazza di un tremendo avvenimento. 
« Professore.. »  Sussurrò la ragazza, arcuando la fronte per cercare di capire se avesse fatto qualcosa a discapito della sua sempre impeccabile condotta o se avesse commesso atti talmente disdicevoli da far scomodare uno come Severus. 
« Mi segua. » Disse con voce placida l'uomo dal crine come la pece. Alyssa indossò il soprabito nero dei Serpeverde e chiuse la porta dietro di sé. « Sfortunatamente la signorina Granger è stata vittima di una terribile conseguenza. » Annunciò lui, lasciandosi seguire dalla verdargento verso l'infermeria. Al suono di quelle parole, la giovane strega sgranò le iridi cangianti e accelerò il passo per poter guardare l'insegnante negli occhi e poter scoprire qualcosa in più. 
« Cosa vuol dire? Una terribile conseguenza? Non mi dica che..che c'entra qualcosa quel dannatissimo serpente?! » Urlò infastidita, ma con un pizzico di aspettativa, attirando lo sguardo equivoco dell'adulto. 
« Serpente? Nessuno ha mai parlato di un Serpente, Morgan. » Rispose più sicuro che mai l'insegnante di Pozioni, mantenendo comunque  quella sua inequivocabile impassibilità. « Chi gliene ha parlato? »Continuò,  augurandosi di non dover fornire altre spiegazioni ad una semplice studentessa. 
« Nessuno, nessuno me ne ha mai parlato. Mi sono solamente occupata di alcune ricerche, tutto qui. » Biascicò la bionda incerta, arrestando il passo così da rimanere indietro di qualche metro. « Ma c'è una cura per far sì che sia Hermione che gli altri possano guarire, in un certo qual modo? » Chiese all'apice della preoccupazione e riprese velocemente il passo, ma ottene come risposta un semplice cenno di capo. Dopodiché, il professore lasciò che Alyssa entrasse in infermeria con la compagnia di Madama Chips e due strani ma noti Grifondoro, poi scomparì lungo il corridoio. Harry e Ron sedevano al capezzale del letto come se si aspettassero il risveglio della concasata da un momento all'altro, non staccando nemmeno per un momento gli occhi dalla ragazza e, nell'istante in cui Alyssa mise piede tra quelle pareti, essi si voltarono istintivamente verso di lei e accennarono un fiacco sorriso. 
« Harry..Ron. Non si è ancora svegliata? » Domandò frenetica Alyssa, rivolgendo poi un simile quesito alla veterana infermiera della scuola. 
 «Tesoro caro, la Professoressa Sprite si sta occupando del succo di Mandragora. Come ben sai, ultimamente, ha riscontrato dei problemi con quelle dannate piante e di conseguenza fa molta fatica a racimolarne qualcosa. Però mi ha riferito che, con molta probabilità, sarà pronta fra pochi minuti, a tal punto potremmo far in modo che la ragazzina lo assuma e possa sbloccarsi da quest'intorpidimento semi-permanente. In seguito faremo lo stesso con gli altri. » La donna anziana non aveva alcun dubbio, d'altronde lavorava lì da moltissimo tempo e sapeva benissimo quale fosse il motivo di tale pietrificazione e la adeguata cura da seguire per poter far tornare tutto come prima. 
« Grazie, Madama Chips. Sono certa che dal succo preparato dalla professoressa otterremo risultati positivi. » Aggiunse la bionda speranzosa, ringraziando gentilmente la donna. Poi, si avvicinò al moro e al rosso e si fece spazio fra loro. 
« Da quanto tempo è in queste condizioni? Il Professor Piton ha avvisato anche voi? » Chiese curiosa quanto agitata, dividendo lo sguardo tra i due rossodorati. 
Harry rispose immediatamente e senza alcun indugio, Ron invece si limitò a sospirare pesantemente. « Presumibilmente da qualche ora, era occupata a specchiarsi e forse è stato un bene. Se solo l'avesse osservato coi propri occhi, adesso non sarebbe più fra noi. Inoltre è stata la Professoressa McGranitt a metterci al corrente. » Il tono di voce dell'occhialuto era alquanto debole, era anche lui, come gli altri due presenti, estremamente preoccupato, ma allo stesso tempo speranzoso, per le condizioni della riccia. 

Qualche minuto dopo.. 

Una figura tozza, dai tratti bislacchi, dagli abiti bizzarri e dalla corporatura pesante attraversò l'uscio della infermeria e, con un sorriso a trentadue denti, protese la mano destra, occupata da una strana borraccia, verso Madama Chips che, sollevata, chiese aiuto ad Alyssa e fece bere il cotanto succo desiderato alla natababbana. La Professoressa Sprite, insegnante di Erbologia, era riuscita a trarre un copioso succo dalle sue Mandragore da coltivazione.
Non trascorsero nemmeno sessanta secondi dall'assunzione che il corpo di Hermione cominciò a sgranchirsi e gli occhi si aprirono subito dopo con lo stupore di tutti coloro i quali si trovavano lì, accanto a lei. 
« Hermione! » Le voci entusiaste dei tre ragazzi partirono all'unisono, come se avessero preparato una coreografia, e tutti e tre si catapultarono tra le braccia della giovane amica che, felice quanto loro(o forse ancor di più), si unì a questi ultimi per un abbraccio di gruppo.
Fortunatamente la cura funzionò anche per Colin, Finch-Fletchley e Mrs Purr, la gatta del custode Gazza. C'era però un ultimo problema: Ginny Weasley. In che modo avrebbero potuto trovarla e perché mai uno come Tom Riddle avrebbe dovuto trascinarla in quell'incubo ad occhi aperti? Era davvero così potente come si ostentava credere?
Fu solamente qualche giorno dopo che venne svelato il misfatto: Lucius Malfoy, padre di Draco, sotto comando di Voldemort, aveva dato, all'insaputa persino della stessa ricevente, un "diario" alla più giovane dei Weasley, cosicché da poterla rendere più vulnerabile agli occhi del Signore Oscuro e di conseguenza avrebbe ottemperato alla sua richiesta. Questi, sotto l'influsso della maledizione Imperio, guidò la giovane rossa verso la Camera dei Segreti. 
Perché mai Ginny? Semplice, oltre a non essere ancora stata "svezzata" in tutti gli incantesimi di protezione - frequentando il primo anno-  Ginny era una bambina ancora suggestionabile e, stando a cuore al bambino sopravvissuto, avrebbe certamente attirato l'attenzione del giovane mago che, senza rimuginarci sopra, si sarebbe proiettato lì dove l'avrebbe tratta in salvo e dunque Tom Riddle avrebbe raggiunto il proprio scopo. 
Fu così che, grazie all'intuito ed alla forza d'animo di Harry che Ginny poté riabbracciare i propri familiari. Inoltre, l'impavido Grifondoro  riuscì anche nell'intento di porre fine alla vita del basilisco. Certo, non fu per niente elementare confrontarsi con un mostro dalle tali dimensioni, per non parlare del giovane Tom, ma fu capace, non solo di eliminare la bestia, ma anche di distruggere uno dei sette Horcrux che allora venne semplicemente identificato come un libro: il diario di Tom Marvolo Riddle, ovvero l'anagramma di Lord Voldemort. 

4 Giugno 1993, Casa Tonks. 

Il secondo anno scolastico era appena terminato ed Alyssa aveva da poco salutato i suoi compagni di scuola: Hermione, Ron, Harry, Draco, Blaise ed aveva da qualche settimana instaurato un nascente legame anche con la nuova arrivata ad Hogwarts, Astoria Greengrass, Serpeverde anch'essa. Con quest'ultima la bionda, assieme ad Hermione, aveva stipulato un patto: non perdersi mai durante le vacanze estive. 
Tutto procedeva nel migliore dei modi a casa Tonks, anche se la mancanza di Teddy si faceva sempre più marcata ed Alyssa ne stava soffrendo parecchio. Fra non meno di ventiquattro ore sarebbe stato il suo tredicesimo compleanno, il primo senza il padre adottivo da quando era stata presa in affidamento dai Tonks. Oltre all'assenza tangibile del natobabbano, uno dei pensieri che più attanagliava la mente della verdargento era l'invito che Draco Malfoy le aveva consegnato prima di partire. Il platinato, difatti, come Alyssa, avrebbe compiuto gli anni lo stesso giorno: il 5 di Giugno. 
La Serpeverde non avrebbe mai tollerato ancora una volta il fare autorevole del padre di Draco, Lucius non avrebbe sopportato nemmeno l'idea di vedere la platinata accanto al figlio. L'ultima volta che il patriarca dei Malfoy aveva incontrato Alyssa non si era dimostrato particolarmente indulgente nei suoi confronti. 
La presenza di Malfoy Senior non era l'unica cosa che rendeva la Serpeverde inquieta: cosa avrebbe indossato per quell'occasione? Di certo non avrebbe mai potuto accontentarsi di un semplicissimo abito preso alla bell'e meglio dal proprio guardaroba. Lì, sicuramente, avrebbero partecipato persone d'alto rango sociale e non sarebbe passata inosservata con un vestiario inadeguato alla situazione, essendo al centro delle chiacchiere del festeggiato. E il regalo? Cosa avrebbe regalato al festeggiato?
Inoltre, che comportamento avrebbe dovuto adottare? Si sarebbe sicuramente sentita a disagio, aggiungendo il fatto che sarebbero state presenti anche Pansy e Millicent che, antipatiche com'erano, le avrebbero reso la serata insostenibile. 
« Meda, Meda! » Esclamò Alyssa, scendendo dalle scale. Andromeda era indaffarata nel preparare la colazione per le due donne rimaste in casa con lei. Ninfadora, invece, sarebbe rientrata a momenti dall'Accademia degli Auror. 
La mora rispose immediatamente all'appello della figlia adottiva, avvicinandosi di qualche passo verso la rampa di scale. 
« Tesoro, eccomi. Sono qui. La colazione è pronta. » Urlò per farsi sentire, adagiata contro lo stipite della porta.  
Nel momento in cui la bionda mise piede in cucina, uno scricchiolio proveniente dalla porta attirò l'attenzione delle due streghe: la metamorfomagus era appena rientrata, sorridente più che mai.
« C'entrerà qualcosa Remus.. » Sussurrò sarcastica all'orecchio della mora Alyssa, ridacchiando. 
« Sì, si tratta di Remus, malvagia Serpe di platino. » Sogghignò l'ex Tassorosso, avanzando verso la sorella e la madre. « Vi accontenterò e vi racconterò tutto a tavola. » Continuò, attendendo che tutte fossero al proprio posto. Poi, le imitò, facendo lo stesso.
« Allora.. » Si pronunciò con tono solenne a collo dritto Ninfadora, poi tirò un profondo respiro. « Remus mi ha promesso che mi concederà l'onore di conoscere sua madre fra qualche giorno ed io non vedo l'ora di incontrarla. » Dagli occhi della giovane traspariva un senso di gioia e soddisfazione e cercava la medesima sensazione negli occhi delle sue "coinquiline".
« E' una notizia splendida, tesoro. Questo vuol dire che per lui è molto di più di una semplice storia. Sapevo Remus si sarebbe distinto dagli altri. Non credi anche tu, Aly? » Chiese l'ex Serpeverde sorridente, mentre mordicchiava famelica una fetta di pane caldo.
« Sì, sono dello stesso parere. Mi auguro soltanto che la Signora Lupin sia simpatica e gentile tanto quanto lo è Remus, mi dispiacerebbe se non fosse così. Non mi stanno molto a cuore le persone maleducate ed imperiose. » Rispose la bionda con tono ambiguo, sotterrando lo sguardo sull'omelette disposta sul piatto dai bordi dorati. La risposta della bionda aveva preso una piega alquanto rigida ed Andromeda aveva inevitabilmente intuito che la figlia si riferisse a qualcun'altro e non proprio alla Signora Lupin. 
« Qualcosa ti turba, tesoro? Dovresti essere felice, domani è un giorno speciale e come tale dovresti trascorrerlo in piena tranquillità e serenità. » Sussurrò materna Andromeda, allungando la mano sinistra per accarezzare il viso della giovane. 
« Niente di che.. soltanto, uff.. domani è il compleanno di Draco, anche.. e lui mi ha invitata alla festa che si terrà al Maniero. Non ho né un abito, né un regalo, né un modo per far sì che il signor Malfoy non mi fissi in cagnesco per tutta la serata. » Disse liberatoria la verdargento, tagliuzzando disinteressatamente l'omelette oramai fredda. 
« E che problema c'è? » Domandò indifferentemente la più adulta fra le tre. « Domattina, io, tu e Dora andremo ad acquistarne uno così bello da far suscitare l'invidia di tutte le ragazze presenti. Vedrai, con il fisico che ti ritrovi, non sarà affatto difficile riuscirci. » Aggiunse rincuorante, cercando l'assenso di Ninfadora che, con la bocca colma di cibo, avrebbe sicuramente fatto meglio a tacere. 
« Il vestito, okay. Ma il regalo? E con il Signor Malfoy come facciamo? »Ribatté stufa Alyssa, gonfiando le guance dopo aver lasciato a metà la colazione, mentre la giovane Tonks cominciava a dare una ripulita alla cucina. 
« Per quanto riguarda il regalo, troveremo certamente qualcosa di carino. Per il resto, non pensarlo nemmeno, parlerò con mia sorella e troveremo una soluzione. Narcissa sembra averti presa a cuore e, conoscendola, credimi, la conosco bene, non permetterà mai più a Mister Bei Capelli di importunarti con il suo modo di fare autoritario e schernitore. Sfortunatamente lo è nei confronti di chiunque non segui la sua filosofia di pensiero. » Controbatté Andromeda, terminando ciò che la figlia aveva da poco iniziato. Alyssa, sollevata dalle parole della madre, si convinse e si aggiunse al duo, sistemando insieme ad esse il restante disordine. 

Molte ore più tardi.. 

Andromeda, con cospicua immediatezza, aveva avvertito la sorella minore delle preoccupazioni che balenavano nella mente della Serpeverde. Era sicura che la donna, conoscendo perfettamente il coniuge, avrebbe trovato con certezza un modo per eludere il comportamento ipocrita di quest'ultimo verso la compagna del figlio. Alyssa, in fin dei conti, non aveva nulla di così grave da poter giustificare le battutine sardoniche di Lucius. 
Con grande gioia, qualche ora dopo l'invio della missiva, Narcissa rispose ad Andromeda, invitando la sorella maggiore a far leggere tale risposta anche alla figlia adottiva. Così la donna, rapidamente, si indirizzò verso la camera della platinata e, bussando alla sua porta, grattò la fronte, sperando che la giovane strega non stesse già dormendo. 
« Alyssa, apri. E' urgente. » Mormorò la mora per non svegliare anche la figlia maggiore che riposava nella stanza contigua. Portò in avanti la gamba sinistra, poi ticchettò alternativamente punta e tallone, punta e tallone del piede corrispondente sino a che Alyssa socchiuse, per poi aprire la porta. 
« Stavi già riposando? Ti ho disturbata? » Domandò un po' risentita la donna, associando i capelli arruffati, l'abito da notte e le palpebre semichiuse della bionda ad una profonda dormita. 
« No no, fa pure. E' accaduto qualcosa a Ninfadora? » Chiese Alyssa  trasalita, si sedette e si mise a dondolare le gambe alternativamente. Poi notò la missiva che Andromeda teneva in una mano, focalizzando successivamente lo stemma di ceralacca piazzato sulla parte anteriore della busta.  Lo stemma dei Malfoy le fece rapidamente intuire si trattasse della cotanto attesa risposta di Narcissa alla richiesta della Tonks. 
« Tua sorella ti ha risposto, vero? » Certa, liberò la lettera dalle falangi della madre adottiva e s'accorse ch'era già stata aperta e, molto possibilmente, letta da qualcun'altro. « La lettera è per te o per me? » Continuò curiosa, roteando il collo per sgranchirlo un po'.
« Narcissa ha scritto a me, ma vorrebbe leggessi anche tu. Io, invece, ho scelto di parlartene a voce, credo sia la cosa migliore da fare. » Storse le labbra, poi riprese a parlare. « Ha scovato un espediente per sfuggire alle grinfie di quel purista ipocrita. » Dalle labbra della Tonks sembrò fuoriuscir veleno, come se la sua bocca fosse quella d'un serpente. 
« Dici sul serio? E in che maniera potremmo riuscirci? Lucius non mi pare un tipo così sciocco da cadere in una semplice sceneggiata, scoprirebbe tutto all'istante. » Alyssa, seppur non conoscesse appieno le abilità dell'ex Serpeverde, non avrebbe mai dubitato delle potenzialità di quest'ultimo. 
Andromeda si avvicinò maggiormente alla strega, posando temporaneamente la lettera ai piedi del letto. « Alla festa di Draco saranno presenti tantissime persone, una moltitudine di gente invaderà quel Maniero come calamite. Ci sarà così tanta folla da non poter nemmeno notare l'assenza o la presenza di un tizio o di un altro, dunque faremo in modo che nessuno possa scoprire la tua vera identità. Infine, Narcissa giocherà un ruolo importante in tutto ciò. La Polisucco ti coadiuverà, prenderai le sembianze di una lontana parente di Severus Piton. » Spiegò, gesticolando di tanto in tanto. « Ah..non allarmati, il professore è già stato avvisato. » Concluse la donna, annuendo e passò la lingua fra le labbra per irrorarle. Era sicura, al mille per mille, che il piano avrebbe funzionato. 
« Sul serio tua sorella ha organizzato tutto ciò per permettermi di andare alla festa? » Alyssa spalancò le iridi chiare sbalordita e issò un sopracciglio ancora incredula. Mai si sarebbe aspettata che una donna come la Signora Malfoy avrebbe studiato tutti i modi possibili per aiutarla. Che la nonna di Draco, con le sue parole, mirava a questo? 
 « Dovrò bere la Polisucco direttamente dai Malfoy o verrà lei qui a prendermi? » La curiosità della bionda si acuì, si fece più impellente e le domande cominciarono ad incrementarsi.
« Verrà qui Piton stesso a prelevarti e, dopodiché, raggiungerete il Maniero in compagnia di Narcissa. » Spiegò ancora per filo e per segno, scostando una ciocca ribelle dietro un orecchio, poi piegò le labbra in un flebile sorriso. 
Alyssa sospirò, sollevando lo sguardo stanco, poi rivolse esso stesso alla madre. « E se Lucius lo venisse a sapere? » Nonostante le esaustive delucidazioni della padrona di casa, la bionda non era del tutto convinta potesse andare a buon fine.
 « Non devi preoccuparti nemmeno di questo, perché mai Lucius dovrebbe dar conto ad una lontana parente di un uomo asociale come Severus? Il massimo che potrà fare sarà salutarti, niente di più, semplici onori di casa. » La donna provò a tranquillizzare la giovane, ma invano. Convincere una come Alyssa non era poi affatto così semplice. 
« E come giustificherei la mia conoscenza con Draco? E se si insospettisse? » La verdargento sembrò proprio non rasserenarsi e intrecciò le dita l'une alle altre, tentando di rimanere calma. Le gambe si fermarono, ritraendosi verso il petto di lei.
« Ti scambierà senz'altro per una compagna di scuola. Credi conosca sul serio tutti i concasati di Draco? Per quanto abbia spirito d'osservazione, è prettamente impossibile. » Rispose Andromeda spazientita. « Stai tranquilla, sarà anche il tuo compleanno, sì o no? »
« Hai ragione, Meda. Il Signor Malfoy non si accorgerà di nulla, almeno spero, e tutto procederà a meraviglia. Mi fido di voi e so che non fareste niente di negativo che possa, qualora, ricadere su di me. » Le labbra di Alyssa si arcuarono in un grosso sorriso che sottolineò le fossette sulle gote chiare e i lineamenti finalmente si rilassarono. 
« Su, adesso torna a dormire. Domattina la sveglia suonerà presto, Madama McClan ci aspetta! » Espresse ad alta voce la più grande delle due, protendendo il viso verso quello della Serpeverde, poi vi lasciò un affettuoso bacio e posò una pacca sulle sue spalle. Fece, in seguito, pressione sugli arti superiori e scese dal letto. 
« Buonanotte! » Esclamò a sua volta Alyssa, afferrando la lettera ai suoi piedi, la adagiò sul comodino e si rinfilò poco dopo sotto le coperte. Si rigirò a pancia in giù e tornò a dormire. 
« Notte, piccina. » Rispose con tono sereno l'ex Serpeverde, allontanandosi dal letto. « Sogni d'oro. » Aggiunse allo stesso modo, uscendo lentamente dalla stanza, poi spense la luce e chiuse con cautela la porta prima di addentrarsi nella propria camera da letto. 

5 Giugno 1993, Casa Tonks\Diagon Alley. 

Alyssa si alzò alla buon'ora svegliata dalle insistenti urla di Ninfadora, la sorella, infatti non le aveva dato tregua fin dalle prime luci del mattino. Troppa era la contentezza della metamorfomagus che non diede nemmeno retta alle lancette sull'orologio a parete. 
« Su, sveglia, dormigliona. Oggi è il tuo compleanno, non vorrai mica passare tutta la giornata a letto?! »
Ninfadora aveva pure spalancato le tende di un verde petrolio e la luce del sole era talmente forte da infastidire le iridi chiare della bionda che, strofinate più volte, accennarono un lieve rossore. 
« Dora, ma è ancora presto! Avevo già puntato la sveglia e non sono nemmeno le sette! » Alyssa manifestò il suo dissenso verso il modo di fare della sorella, a volte, così irriverente. Tale broncio però dovette far spazio ad un mega sorriso: Ninfadora aveva posizionato alla destra del letto, sul comodino, un delizioso cupcake alla nocciola su cui vi era lievemente affondata una candela dai colori simili a quelli che padroneggiavano la stanza. 
 « Tantissimi auguri alla mia Serpe preferita! » Esclamò la Tonks allegra, poi porse il dolcetto alla sorella che, un po' emozionata, lasciò che l'ex Tassorosso accendesse la candela. 
« Grazie mille, Tonks. Il mio ultimo compleanno non è stato dei migliori, ma, grazie al fatto di sapervi accanto a me, questo non lo sarà altrettanto. » Biascicò commossa la platinata, abbracciando istintivamente la sorella e quest'ultima ricambiò senza esitare. 
« Prima di soffiare, devi esprimere il tuo più imo desiderio. Mi raccomando, non prendere la cosa sottogamba, è molto importante che tu lo faccia. » Puntualizzò Ninfadora, quella banalità doveva certamente avere un grosso significato per lei. 
Alyssa annuì ed ascoltò il consiglio dell'aspirante Auror, portò il cupcake alle labbra e serrò le palpebre, pregando dal profondo del cuore, chissà chi, di riuscire nell'intento di trovare i suoi veri genitori. Dopodiché strinse le labbra, lasciando spirare un non molto pesante respiro, e spense la candela. 
« Sìììì! Sìììì! » Urlò felice Ninfadora battendo le mani. Estrapolò, poi, senza intaccare la glassa, la candela dal dolcetto. « Adesso puoi mangiarlo. » Le sorrise, era davvero felice di poter festeggiare quel giorno speciale insieme a lei. 
La Serpeverde non se lo fece ripetere due volte e, preso tra le mani il delizioso manicaretto, lo addentò e lo terminò in meno di due minuti. 
« Appena puoi, scendi. Mamma vuole vederti. » Disse ad alta voce, puntualizzando,  la metamorfomagus. Alyssa saltò giù dal letto e si diresse verso il salotto, dove intravide, già fin dalle scale, Andromeda con in mano un sacco di lettere. 
« Sono per me? Sono per me? » Domandò elettrizzata Alyssa, scendendo le scale freneticamente. 
« Sì, sì! Sono per te. » L'ex Serpeverde scoppiò a ridere, osservando la reazione della ragazza, poi le sorrise radiosamente e corse incontro alla figlia che l'abbracciò senza pensarci. « Buon compleanno, tesoro. »
La bionda, più entusiasta che mai, cominciò a scartare le missive e notò, con enorme meraviglia, una lettera proveniente anche da Astoria: la ragazzina che aveva appena conosciuto. Oltre alla Greengrass, i mittenti delle lettere d'auguri erano Draco, Hermione e Blaise. 
Alyssa si sedette su una delle poltrone disposte in salotto, adagiò le scapole contro lo schienale, portò le gambe al petto ed iniziò a leggerle ad una ad una. L'unico momento in cui si soffermò fu quando, leggiucchiando la lettera di Astoria, capì che anche lei sarebbe stata presente alla festa che si sarebbe svolta al Maniero la sera stessa. 
Allorché la giovane strega non se la sentiva di ricambiare tale gentilezza, piantandola in asso e, dunque, decise di avvertire la neocompagna del cambiamento momentaneo che avrebbe adottato durante il compleanno. Lasciò le restanti lettere sul tavolo del salotto e salì in camera, pronta a scrivere una lettera di risposta alla concasata. 
 
❝ Cara Astoria,
Innanzitutto vorrei ringraziarti per il fatto che ti sia ricordata del mio compleanno. Secondo punto: come stai? Hai seguito il mio consiglio? Blaise non fa per te, te lo assicuro. Gli italiani, solitamente sono simpatici e solari, ma c'è un'eccezione in tutto e purtroppo è capitata a noi. Pft, ne parleremo meglio quando ci vedremo. 
A parte ciò, avrei voluto risponderti di persona, ma il  motivo per cui ho deciso di non farlo è la maniera in cui avrei dovuto avvertirti di certe cose . Ci sarà molta gente alla festa e non credo sia opportuno parlarne lì, in mezzo a tante orecchie indiscrete. 
Conosci il padre di Draco, giusto? Ecco, credo proprio non mi possa sopportare. Quando, l'ultima volta, sono stata ospite al Maniero, egli non ha esitato a farmi sentire inferiore rispetto agli altri compagni di Draco. A parer suo, dato che non conosco le mie origini, potrei benissimo essere una natababbana e lui questo non lo tollera. Fortunatamente, non tutti i membri di quella famiglia lo pensano, Draco in primis. La Signora Malfoy e Abraxas, il nonno di Draco, mi hanno sempre trattata con riguardo e come se non avessi niente in meno degli altri. Ultimamente, anche in maniera strana. 
Tornando alla festa, la mamma di Draco, sorella della mia, ha deciso di rendermi partecipe nonostante l'ingiustificato astio del marito. Insomma, desiderano che io partecipi alla festa senza essere..me. Hai capito bene: me. Ti spiego meglio, al compleanno di Draco ci saranno moltissime persone e se io mi infiltrassi sotto falso nome, nessuno se ne accorgerebbe, nemmeno suo padre. Quindi, avevano pensato di farmi assumere le sembianze di una lontana parente del Professor Piton, anche lui invitato. Tu che ne pensi? Credi sia una buona idea o solo una sciocchezza che potrebbe evitarsi? 

Ps: Ti aggiornerò sulla nuova "me" prima del mio arrivo al Maniero. 
Tanti tanti baci,

Alyssa. ❞ 

Circa due ore dopo..

Alyssa si imbellettò, pronta a girovagare per i negozi di Diagon Alley: per tale occasione aveva optato per un abito lungo fino al ginocchio di colore blu, le scarpe non erano molto alte, anche perché le gambe erano già longilinee di natura, i capelli erano stati lasciati volutamente sciolti sulle spalle, trattenuti solamente da un cerchietto nero. 
Anche Ninfadora ed Andromeda erano prontissime e, dato che il quartiere in cui vivevano non era di certo conosciuto per il suo folclore magico, la Signora Tonks decise di sfruttare la passaporta posta sullo specchio del bagno, al piano superiore, ossia una semplicissima spazzola bianca. Nessun babbano avrebbe mai sospettato di un così normalissimo oggetto.
Le tre, quindi, raggiunsero il bagno e afferrarono contemporaneamente la spazzola che, come in un vortice, le catapultò proprio in uno dei villaggi più frequentati da maghi e streghe ed il quale avevano scelto: Diagon Alley. 
La loro prima tappa fu Madama McClan, "Abiti per tutte le occasioni", così citava la vetrina del negozio. Prima Andromeda, poi Alyssa ed in seguito Ninfadora entrarono in negozio, in attesa del proprio turno. 
Il grande atelier era stracolmo di commesse intente a seguire gli ordini della proprietaria, alle pareti erano esposti i più disparati abiti, da quelli più semplici a quelli più elaborati. L'abito che però attirò immediatamente l'attenzione di Alyssa fu un finissimo vestito da sera, di seta verde smeraldo lucida, plissettato, con una scollatura che lasciava parte della schiena scoperta. 
Andromeda notò subito lo sguardo fisso della bionda su quell'abito e chiamò a sé Madama McClan che, destata dal proprio lavoro, sgranò gli occhi alla vista della giovane Serpeverde.
« Che raggiante fanciulla, identica a sua padre! » Esclamò ironicamente la donna dai lineamenti spigolosi, la chioma di un castano ramato era stata raccolta in un perfetto chignon, le labbra erano sottili, mentre gli occhi verdi erano così grandi da poter immergervisi dentro. « Non mi dire che i rapporti con tua sorella hanno avuto finalmente un tregua? » Aggiunse, rivolgendosi ad Andromeda che sbiancò al solo sentir paragonare Alyssa a quell'uomo che tanto detestava. Il carattere della negoziante era pressoché uguale a quello della cugina materna Rita Skeeter, magigiornalista presso la Gazzetta del Profeta, uno dei periodici più letti da maghi e streghe.
« Più o meno, ma per il momento vado coi piedi di piombo.  Comunque lei è la ragazza che ho preso in affidamento, sono qui perché oggi è il suo compleanno ed un abito è il regalo che ho scelto per lei. » Rispose vaga la mora, voltandosi prima verso la Alyssa, poi verso la figlia alle proprie spalle. « Questa è Dora, non so se ti ricordi. » Disse, tentando di sviare lo sguardo dalla platinata. Andromeda non entrava in quel negozio da molto tempo.
La platinata arricciò lo sguardo e intuì, senza sforzare la mente, a chi la sarta si stesse riferendo con quel complimento spropositato. Abbassò lo sguardo e le tornarono in mente le parole proferite dalla donna che le apparì durante un effimero soggiorno al Maniero Malfoy, Elettra Selwyn, nonna di Draco e madre di Lucius.  
« Comunque, io avrei già scelto. » Si intrufolò Alyssa tra le due in preda ad una crisi di nervi, roteando gli occhi infastidita. Il suo umore ebbe la peggio, però, quando la porta del negozio si spalancò nuovamente e lasciò che un uomo dalla faccia dritta e l'abbigliamento di chi poteva permettersi di tutto le rubò la scena: Lucius Malfoy era appena arrivato, la moglie gli aveva affidato l'incarico di ritirare un nuovo splendido vestito per il compleanno del figlio.  Egli, come volevasi dimostrare, attirò l'attenzione di tutte le dipendenti della McClan che, senza ritegno, portarono gli occhi curiosi verso il loro capo.
«  Salve, Artemisia. » Biascicò Malfoy Senior, ignorando la presenza delle tre altre donne presenti nel salone. 
« Lucius. » Rispose Madame McClan come chi conoscesse molto più affondo il purosangue di quanto si potesse pensare. Non si sa bene come o per quale motivo, ma i due sembravano conoscersi molto di più rispetto a quello che mostravano. « Narcissa mi ha avvertita poco fa del tuo arrivo, il suo abito è pronto. Prima, però, dovrei servire Miss..» I lineamenti della signora si contrassero, cercando una qualsivoglia risposta dalla biondina in fondo al negozio. 
« Alyssa, il mio nome è Alyssa. » Sussurrò parecchio a disagio, guardando di sottecchi colui che tanto la disprezzava. « Come può sua moglie sopportarlo giorno e notte..» Il suono della sua voce, stavolta, fu quasi impercettibile, ma non così tanto da non arrivare all'orecchio di Andromeda che rispose alla confessione della figlia con un ghigno beffardo. 
« Esatto.. Miss Alyssa. » Concluse Artemisia con voce diplomatica, scostando lo sguardo ancora una volta verso il capostipite dei Malfoy che risultò parecchio turbato dalla studentessa di Hogwarts.
Lucius inarcò un angolo della bocca e assottigliò le iridi di ghiaccio, limitandosi a sospirare. « Attenderò lo stretto necessario, dopodiché passerò nuovamente più tardi. Non ho affatto intenzione di perdere tempo dietro a certa gente. » Si pronunciò appena, lasciando una scia di veleno dietro di sé. Avanzò verso il sofà posto sulla parete opposta ai camerini, si sedette ed attese alquanto irritato che giungesse il proprio turno.
Nel frattempo, la proprietaria del negozio sfilò l'abito prescelto dalla gruccia ed accompagnò Alyssa in uno dei camerini, cosicché potesse finalmente indossarlo. 
 Alcuni minuti più tardi Alyssa abbandonò il camerino alle sue spalle e si portò avanti di qualche passo, mostrandosi agli occhi curiosi di coloro i quali presenziavano al salone: il lungo vestito esaltava le delicate forme della Serpeverde, il crine dorato era stato intenzionalmente raccolto in un toupet in modo da mettere in mostra le spalle scoperte. Ella, estasiata, fece un giro su se stessa ed ammiccò un occhiolino alla madre adottiva. L'ingenuità della bionda, però, evidenziò la voglia a forma d'astro sulla scapola sinistra identica a quella del fratello gemello. 
« Farai un figurone al tuo compleanno! » Esclamò Artemisia, avvicinando le mani congiunte al mento, Alyssa arrossì inevitabilmente.
In un primo momento, Lucius, seduto comodamente in uno dei sofà, rimase impassibile all'entrata della ragazza ma, quando scorse quella marcata similitudine col figlio, la somiglianza con quest'ultimo e quella semplice esclamazione della proprietaria, fece due più due, drizzò il capo e sgranò le iridi cerulee che si dilatarono autonomamente, il respiro si fece più corto e i pugni strinsero con maggior vigore il pomello del bastone che strascicava sempre con sé. In un attimo rivide il passato tornare a galla. Nella mente del purista indiscusso tornarono pensieri e ricordi oramai sotterrati da tempo, la morte della figlia aveva portato il platinato ad assumere un comportamento più algido e scontroso nei confronti della vita. L'uomo non ebbe alcun dubbio, ogni caratteristica presente nella ragazza rimandava alla sua piccola Alya, colei che gli era stata strappata ancor prima di avere la possibilità di stringerla. Colei che credeva fosse deceduta, in realtà gli era stata tolta senza alcuna pietà. Egli cominciò a rimuginare su tutti quegli anni trascorsi senza di lei, all'atteggiamento che aveva avuto nei suoi confronti, fino a qualche momento prima non aveva esitato ad affermare la propria superiorità su di lei e l'aveva nettamente ignorata come fosse un'estranea. Una improvvisa fitta al cuore gli strinse il petto ed i sensi di colpa lo tartassarono senza alcun ritegno.
Nel contempo, Alyssa ritornò in camerino e rindossò gli abiti con cui era giunta in negozio. Andromeda la aiutò, mentre Ninfadora non distolse lo sguardo indagatore dal platinato e notò gli occhi di lui fissi sulla voglia della Serpe di platino come fossero ago e filo. 
« Lucius, ti sei perso? » Accennò una risata sarcastica Artemisia, accorgendosi della temporanea assenza mentale dell'uomo. La metamorfomagus constatò inequivocabilmente un radicale cambiamento nello sguardo dello zio non appena Alyssa mise in mostra il nuovo abito. 
« No, no, è tutto okay. Non potrebbe andare meglio, è solo..ehm, dovrei scappare. Si è fatta una certa ora e mia moglie mi starà aspettando, passerà lei stessa più tardi. » L'ex Serpeverde cercò un'escamotage per fuggire dal negozio, evitando un ulteriore scontro con la giovane bionda e, senza aspettare una qualsiasi risposta dalla negoziante, la salutò appena e uscì in fretta e furia per poi smaterializzarsi chissà dove. 
« Lord Malfoy si è spazientito ed è andato via di soppiatto? E' stato troppo per lui essere soppiantato per un così lungo tempo? » Chiese sardonica Alyssa, arricciando poi il naso all'occhiata interrogatoria dell'ex Tassorosso. « Che c'è? Non ti piace? » Le domandò esclamativa, intrappolando ansiosa il labbro inferiore fra i denti. 
« Non è l'abito che mi preoccupa, piccola Serpe. » Sbottò l'aspirante Auror, rivolgendo uno sguardo fulminante alla madre che stava saldando il conto.
« Mamma, devo parlarti un attimo..da sole. » Specificò, trascinando la madre fuori dal negozio e, quando s'accertò la loro conversazione non potesse essere spiata, cominciò a tirar fuori le unghia e mettere al corrente la donna degli accumulati sospetti. 
« Tu lo sapevi, non è vero? » Proferì furente la più giovane, agganciando le iridi nocciola a quelle altrettanto scure della madre. Le lunghe falangi, nervose, stringevano con forza l'orlo delle maniche della giacca beige che indossava.
« Non ti seguo, Dora. Cos'è che io saprei di preciso? Non riesco a capirti. » Rispose elusiva Meda, incrociando le braccia sotto al seno e imitando un'espressione di stupore. 
« Alyssa, parlo di Alyssa. Non è una coincidenza che lei e Draco siano nati lo stesso giorno, non lo è nemmeno il fatto che si somiglino da far impazzire, per non parlare della maniera in cui hai lasciato che tua sorella si prendesse cura di lei per qualche giorno al Maniero, non è vero? » Le parole uscirono dalle labbra della metamorfomagus senza filtri e senza freni, senza pensare realmente a ciò che stessero proferendo. Tanta era la delusione che non recò minimamente alcun attenzione allo spazio circostante, gli occhi erano indissolubilmente legati a quelli della Black. 
Meda rimase indifferente soltanto per alcuni secondi, poi dovette ammettere l'evidenza dinanzi alla figura della figlia. « No, non sono delle semplici coincidenze, Alyssa e Draco sono fratelli..gemelli. Abraxas ha fatto in modo che la bambina fosse mandata via prima ancora che, secondo la sua mente diabolica, lei potesse affondare i Malfoy per sempre. » Le iridi dell'ex Serpeverde luccicarono e le spalle si irrigidirono, gli arti superiori sciolsero l'intrecciò e le mani cercarono quella sicurezza che avevano repentinamente perduto. 
« Mannaggia a Salazar, lo sapevo, io lo sapevo. Anche Remus aveva intuito qualcosa. Perché non me l'hai detto? Perché hai tenuto tutto celato? » Ninfadora non si spiegava assolutamente la scelta presa dalla madre, men che meno quella del più anziano della famiglia purosangue. Sapeva che uno come Malfoy non avrebbe avuto alcuno scrupolo affinché il proprio volere venisse esaudito, ma non credeva davvero avesse potuto esporre il sangue del proprio sangue ad un destino così avverso. « Chi altri ne è a conoscenza? » Ninfadora si adagiò contro uno dei pilastri del negozio ed ampliò lo sguardo sulla madre.
« Ho dovuto farlo, per il suo bene..Dobbiamo proteggerla, Dora. Se solo si sapesse il reale legame tra Alyssa o Alya, quel che sia, coi Malfoy, anche lei sarebbe costretta, un giorno, a diventare ciò che suo padre è stato e sarà. Non ho assolutamente intenzione di lasciar che diventi una Mangiamorte senza scrupoli. » Pronunciò la mora, rispondendo poi al quesito successivo. « Abraxas, Piton, Shacklebolt, Silente e..e lo sapeva anche tuo padre. » La chiacchierata delle due fu interrotta dall'arrivo della nipote che, notando l'aria pesante, prese entrambe sottobraccio, inamovibile nel raggiungere i Tre Manici di Scopa per festeggiare in maniera sobria il compleanno.  Lì, avrebbero raggiunto Hermione, già in attesa del loro arrivo.

5 Giugno 1993, Maniero Malfoy. 

Lucius Malfoy fece ritorno, prima del previsto e senza indugio, in casa propria. "Casa", troppo riduttivo a parlare con lui. Se dovessimo usare termini suoi, la descriveremmo come una reggia, anche se, a dirla tutta, non ha proprio tutti i torti. 
Narcissa, sentendolo rientrare, seguì quasi premurosamente i suoi passi lenti e cercò di anticiparlo raggiungendolo nell'immenso salotto, luogo dell'edificio che il marito più preferiva. Entrò nell'ampia stanza, ma senza alcun risultato: questa volta si era sbalorditivamente sbagliata. Allorché, stupita, ella uscì dal salotto, si immise nel corridoio e lo chiamò a gran voce. Lo chiamò talmente forte che Draco, sito nella propria stanza, pensò stessero discutendo, ma non tentò affatto di capirne la ragione. Rimase in camera ad impartire strampalate raccomandazioni all'elfo di casa: Dobby.
« Lucius, tesoro. » La strega dalla chioma bicolore, si piazzò in corridoio furiosa, l'uomo, fortunatamente per lui, le rispose immediatamente. 
« Cara, sono qui. » L'uomo sbucò da una stanza poco distante da quella in cui si trovava la moglie parecchio alterata. Lucius dovette far fronte allo sguardo gelido dell'ex Serpeverde che però, sollevata, gli rivolse un'occhiata piuttosto discutibile e camminò a passo svelto verso di lui. La camera in cui il marito era ubicato era una delle meno frequentate del palazzo.
« Come mai qui? L'ultima volta che vi hai messo piede è stato dopo la morte di tua madre. » Gli ricordò melanconica e vi fece ingresso, indicando l'arazzo familiare presente sulla parete centrale della stanza. L'uomo rimase come pietrificato e non diede alcun cenno di risposta. « Lucius, che diavolo ti prende? Si può sapere? » La moglie lo scosse allarmata, avvinghiandosi ad un di lui braccio. Fu solamente così che il purosangue si distrasse dal fissare con strana meticolosità l'albero genealogico. 
« Qui è stato compiuto un incantesimo, non c'è altra spiegazione. » Il suo pensiero, più che alla moglie, era rivolto a se stesso. Fu, perlomeno, un lieve bisbiglio che però non sfuggì alla donna al suo fianco. « Factum Deletus*, un incantesimo occlumante. Ma certo, come ho potuto essere così stupido? E' così semplice. »
« Incantesimo? Factum cosa? Per la barba di Merlino, di che diamine stai parlando, Lucius? » Pronunciò evidentemente confusa Narcissa, sollevando un sopracciglio. 
« Alya.. » Sussurrò voltando il viso contratto verso di lei. « Alya non è morta, ce l'hanno solamente tolta e.. se dovessi scoprire chi ha infamato sulla vita di mia figlia, stanne certa, non la passerà liscia. » Si confidò ancora sotto shock e colmo di rabbia il platinato, osservando gli occhi increduli della coniuge e strinse, preso dall'impeto, con vigore i pugni.
« Ma..non capisco.. » Cissy scosse forsennata il capo, era veramente sconvolta, tutta la sua vita stava acquisendo una piega completamente differente. Si strinse nelle spalle e si aggrappò con maggior forza al braccio del marito. « No..non può essere, tutto questo tempo. La mia bambina, no.. non può essere.. » Calde gocce salate lambirono il viso ossuto della strega che tentennava ininterrottamente, non riusciva tuttora a credere a ciò che il marito le avesse appena rivelato. 
« Dove si trova adesso? Sta bene? Dove è vissuta fino ad ora? » Domandò singhiozzante in un secondo momento e il suo petto trattenne più volte l'ansante respiro. 
Lucius sospirò una, due, tre volte. Poi decise di aprire interamente il suo cuore alla donna che lo aveva affiancato in ogni sorta di situazione e dirle tutta la verità. « Alya..» Si prese un momento, riprendendo a respirare. « La conosci benissimo, Alya è Alyssa. » Pronunciò come se non riuscisse ancora a crederci e ogni qualvolta rimembrava il viso di quella giovane strega veniva pervaso da una sensazione di inquietudine e tristezza, percezioni che lo avevano accompagnato in ogni singolo momento dopo la "finta" scomparsa della figlia.
 La donna tentò di interromperlo più volte, ma egli glielo impedì e rimandò il suo intervento di qualche minuto.  Essa adagiò il viso sulla di lui spalla come a volersi proteggere da ciò che il marito le stava per raccontare. « Stamani, come mi avevi chiesto, son andato da Artemisia per ritirare il tuo abito e l'ho incontrata, era in compagnia di tua sorella e della figlia, la mezzosangue, stava provando un abito.. E, repentinamente, quando ella uscì per sondare il parere delle due, notai un particolare abbastanza familiare. Lei, come Draco stesso, possiede la medesima voglia sulla scapola sinistra. Inoltre..» Sospirò ad occhi bassi, tentando di nasconderne l'arrossamento. « Oggi è il suo tredicesimo compleanno. » Terminò l'uomo quasi impercettibilmente, non staccando le iridi ferrigne da quelle scure di lei che, silenziose, non smisero di lacrimare neppure per un attimo. Poi scoppiò a piangere, esasperato dal tradimento che aveva ricevuto. In cuor suo immaginava l'artefice della mancanza, ma provò, almeno per il momento, a concentrarsi sullo stato mentale e fisico della moglie.
I di lei arti inferiori cedettero, lasciandole urtare le ginocchia contro il pavimento, Malfoy Senior non fece in tempo a rialzarla, che la donna si accasciò a terra, piegando il busto in avanti e adagiò il viso coperto dalle mani sulle gambe. Era totalmente distrutta, dilaniata. « Chi ha mai potuto causarci un dolore così grande? » Sussurrò con la voce strozzata dalle lacrime. Era stata derubata del dono più grande. Lucius, a quel punto, si abbandonò a se stesso e si prostrò ai piedi di lei, stringendola come non aveva fatto mai in quei lunghi anni insieme. « Tesoro, ti prometto che riuscirò a scoprire chi ci ha privato di nostra figlia, fosse l'ultima cosa che faccio. » Mormorò e serrò gli occhi, rimanendo stretto a lei ancora per molto tempo. 

*Dal Latino "Factum" ( Fato, Destino, Evento ) e da "Delere" ( Distruggere, Obliviare ) . 

Rieccoci qua: siamo al decimo capitolo e già parte della trama è stata svelata. Il far scoprire molti altari è stato causato di proposito, volevo mettere nero su bianco ciò che avevo in mente di svelarvi da tempo, non vedevo l'ora. 
Mi auguro che le mie idee non siano state troppo inopportune o fuori luogo e che la mia decisione sugli eventi accaduti sia stata di vostro gradimento. Il vostro parere per me è fondamentale, è per questo che vorrei conoscere anche il vostro punto di vista. Alyssa, da questo momento in poi, non sarà l'unico personaggio principale della storia. Vedremo come si comporteranno i coniugi Malfoy dopo l'accaduto e cosa decideranno di fare nei riguardi della Serpeverde. Ninfadora, furiosa con la madre, riuscirà ad accettare il legame di Alyssa coi Malfoy? Io spero di sì, in fondo, è una donna molto tollerante e colma di umanità. Andromeda conoscerà l'epilogo che ha visto come protagonisti la sorella e il cognato? Draco verrà messo al corrente di tutto ciò? Questo devo ancora deciderlo, ma sicuramente il susseguirsi della storia sarà in modo particolare influenzato dalla mia mente diabolica e contorta. (?)
Spero di poter scrivere presto,
Un bacio,
Giada.
 


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Capitolo 11
*** Mai più come prima. ***


Salve, eccomi ancora qui. Questa è l'undicesima parte della mia tanto amata fanfiction! Come promesso, non vi ho fatto attendere molto e mi auguro che questo capitolo possa piacervi tanto quanto avete apprezzato quello precedente. Buona lettura e semper fidelis! 
Giada. 


5 Giugno 1993 - Ore 14:00 \Maniero Malfoy\Casa Tonks.

Lucius, dopo quel protratto abbraccio, invitò la moglie ad allontanarsi dalla stanza insieme a lui. L'uomo esigeva discutere dell'evento recentemente accaduto per mettere una buona volta in chiaro ogni cosa. Se solo Abraxas avesse colto un qualsivoglia mutamento nel rapporto di Lucius con la ragazza, l'iniziativa di quest'ultimo avrebbe subito un brusco declino.
Giunti in salotto i coniugi si stravaccarono in due delle poltrone collocate nel vasto e pluridecorato soggiorno e misero da parte il loro comprensibile turbamento per dare spazio a vicissitudini più attuali. Lucius acquistò l'abituale postura eretta, mentre Narcissa, avvilita, posò la schiena dritta, adagiò le falangi sugli appoggiabràccia della poltrona e attese che le labbra del marito si schiudessero per proferire anche una sola dannatissima parola. Draco, invece, era ancora rintanato nella propria camera, l'unico a gironzolare per il Maniero era Dobby che, tediato, era alla ricerca di qualcosa da fare. 
« Mio padre non deve venire a sapere nulla riguardo a ciò che è accaduto quest'oggi. Non vorrei essere precipitoso, ma il mio cuore mi suggerisce che è stato colui che mi ha donato la vita a strapparmi il sangue del mio sangue. Mio padre mi ha propinato tutta quella inverosimile menzogna soltanto per mettere a tacere la mia anima angusta, non ha proprio pensato al bene dei miei figli, della mia famiglia. Ha solamente pensato a se stesso, lo ha sempre fatto e sempre lo farà. » Lucius deglutì, quasi a voler inghiottire quel disinganno. Cissy in cuor suo conosceva la cruda realtà in cui viveva, Abraxas non le era mai andato a genio, ma - come possiamo ben immaginare - dovette digerirlo per far sì che il proprio matrimonio non venisse ostacolato dalla sua cupidigia e manie di protagonismo. « Draco, per il momento, deve rimanere all'oscuro di tutto. Non voglio che mio figlio venga messo in mezzo in un contesto che ancora non lo riguarda. Scoprirà la verità quando sarà tempo. » Il biondo lasciò torpido la poltrona su cui era seduto, si avvicinò alla moglie che non aveva disgiunto le labbra nemmeno per un secondo, ed afferrò dolcemente le sue mani. « Ti prometto che lei tornerà da noi e lui pagherà per l'afflizione che ci ha dato in pasto per tutti questi anni. Adesso, però, bisogna accantonare il nostro supplizio e fare in modo che tutto proceda secondo i piani. Alya non verrà informata di nulla o mio padre potrebbe venirne a capo e sottoporre la ragazza a una minaccia maggiore. » 
Prima di intervenire, Cissy intrappolò il labbro inferiore fra i denti: se in quel momento Abraxas fosse stato presente, con molta probabilità, gli avrebbe scagliato contro ogni singola maledizione in suo possesso. D'altronde chi gli aveva arrogato il diritto di derubare una madre della propria figlia? Fatto sta che dovette gravarsi di quest'altro peso e dare ascolto alle parole del marito. « Procederemo in questo modo, ha già causato troppo malcontento alla nostra famiglia e per colpa sua la mia bambina è stata privata dell'amore di un padre e di una madre. » La voce della strega si espanse nella stanza in maniera affatto melliflua, come se fosse costretta a trattenersi dal confessare come realmente lo considerava. « L'unica cosa che ora abbiamo il compito di fare è recarci da Andromeda, affidare ad Alya la pozione polisucco e attendere che giunga il crepuscolo. » Indugiò alcuni secondi. « Mia sorella mi aveva chiesto di escogitare un modo per permettere alla ragazza di aderire alla festa e l'unico espediente che mi è venuto in mente è stato quello di farle assumere delle sembianze differenti in maniera tale da non indirizzare maggiormente le tue attenzioni su di lei. » Confessò al marito, ignaro delle antecedenti intenzioni della donna. « Tu, naturalmente, dovrai continuare ad atteggiarti come hai sempre fatto. Questa volta sarà più arduo, ma è per il suo bene. » Gli occhi della donna si arrossarono repentinamente. Quanto avrebbe voluto sfogare il proprio livore nei confronti del suocero in quell'istante! Ella, a ogni modo, non si lasciò andare all'impulsività, determinata nel seguire il piano che aveva progettato. Si alzò dalla poltrona, prese il marito sottobraccio, dopodiché si diresse da Draco, esortandolo ad affrettarsi nel rendersi presentabile. Da lì a poco avrebbero raggiunto la Passaporta che li avrebbe fatti piombare nel quartiere ove era ubicata l'abitazione dei Tonks. Draco, ovviamente, non perse altro tempo e reclamò Dobby a sé che, stacanovista com'era, si avviò ansimante verso la camera del padroncino. 
« Dobby arriva subito, signore! »
Svariati minuti più tardi il ragazzo dai capelli dorati si presentò in salotto dove ad aspettarlo vi erano ambedue i genitori. In seguito, i tre Malfoy lasciarono il Maniero e si piazzarono dinanzi alla Passaporta posta sul retro dell'edificio precedentemente alla nascita del piccolo di casa. Draco si aggrappò indissolubilmente alla madre e non ebbe nemmeno il tempo di fare mente locale che si ritrovò con alle spalle il domicilio della famiglia Tonks. Lucius iniziò a recitare la parte che sarebbe stato obbligato a portare avanti per molto altro tempo, Cissy e Draco si avviarono per primi verso la porta d'ingresso. « Lucius, suvvia, andiamo. La recita non è ancora iniziata. » Egli, dunque, si aggiunse a loro. Il più giovane dei tre pigiò il dito indice sul campanello situato sulla destra e attese che qualcuno venisse ad aprire. Andromeda, il caso volle che fosse fuori sede in quel momento: i genitori di Ted vollero incontrarla per appurare le dinamiche dell'incidente che vide vittima il figlio. Ninfadora, come quasi ogni qualvolta si trovasse a casa, era occupata a mettere in pratica ciò che aveva imparato in quel lasso di tempo in Accademia. Alyssa, con accanto una corroborante tazza di tè, stava rispondendo alla lettera d'auguri da parte di Blaise, conoscendo, però, alla perfezione la sorellastra, fece prima a posticipare la stesura della missiva e si catapultò giù. Dopo aver sfregato il palmo delle mani sul tessuto blu del vestito che indossava, si alzò sulla punte per poi aprire felicitante la porta. 
« Draco! » Non diede neppure la possibilità al compagno di salutarla che gli si gettò fra le braccia. Draco arrossì violentemente, Cissy lasciò scappare una flebile risatina, mentre Lucius grugnì per segnalare la propria presenza alla bionda. Quest'ultima percepì l'ammonimento di Lord Malfoy e si staccò immediatamente da Draco. 
« Come mai qui? Non dovresti essere nel tuo lussuoso Maniero a incipriarti come una vera dama? » Il tono della Serpeverde era inequivocabilmente sarcastico, ma Draco parve proprio non agitarsi alle parole della concasata, anzi, le riservò una risata fragorosa. « Sono così bello che non ho intenzione di sprecare il mio prezioso tempo in trucco e parrucco. »
Alyssa ridacchiò. « Piuttosto, perché non vi accomodate? Non vorrete davvero rimanere lì, Signor Malfoy? Santi lumi, le si potrebbe inumidire la folta chioma?! » Lucius roteò gli occhi e voltò il viso verso la moglie, poi fece ingresso riluttante in casa insieme al resto della famiglia. Di certo, quella semplice abitazione non poteva essere minimamente paragonata all'immensità del Maniero di cui era abituato attorniarsi.
« Andromeda non c'è al momento, Ninfadora è..» Dovette interrompersi. «..Fai piano, mannaggia ai baffi di Silente! » Alyssa apostrofò imprecando la sorellastra che non recava affatto attenzione al trambusto che provocavano i suoi innumerevoli incantesimi. Poi sbuffò. « Non fateci caso, è solo un po'..fuori di testa. » Bisbigliò, rivolgendo un'occhiata divertita all'amico gongolante. 
Il Signor Malfoy si allontanò dalla bionda e girovagò lievemente malmostoso lungo il perimetro del salotto dei Tonks. « Questo posto lo utilizzerei, a stento, come rimessa per le scope. » Si pronunciò disgustato, in modo tale da far intuire alla ragazza il disprezzo che nutriva per quella famiglia. 
« Lucius.. » Lo reguardì la moglie. Egli, dunque, arrestò il passo e rimase a contemplare il paesaggio  all'esterno della imposta, come a volersi estraniare dalla discussione. Fuori era iniziato improvvisamente a piovere e stilli d'acqua cominciarono a battere contro il vetro. Poco dopo l'uomo chiamò Draco a rapporto per concedere la possibilità alla moglie di appartarsi da sola con la ragazza e poterle dare la polisucco da lei preparata. « Draco, che fai lì impalato? Certi argomenti da donna non dovrebbero minimamente interessarti. » 
« Cosa ha inventato a suo marito per convincerlo a venire qui oggi? » La verdargento si mise in disparte insieme alla donna dalla chioma bicolore, aspettandosi chissà cosa.
Narcissa allungò il collo in direzione del salotto, dopodiché sfilò dalla propria borsetta incantata l'intruglio che avrebbe permesso ad Alyssa di partecipare alla festa senza impedimento alcuno. « Mio marito non sospetta nulla, lui crede che siamo qui semplicemente per augurarti buon compleanno, niente di più e niente di meno. » Prese le mani della giovane strega e le strinse alla proprie. « Non farne parola con Abraxas, mai, mi raccomando. » Sillabò, intensificando lo sguardo su di lei. Alyssa annuì. « Non si preoccupi, signora Malfoy. Resterò muta come un pesce. » Lasciò, poi, la presa e nascose l'ampolla in uno degli scaffali della cucina. 
« Adesso noi abbiamo necessità di andare, la festa inizierà alle 7 in punto e temo che alcuni invitati possano presentarsi prima del previsto. » Sbuffò. « Non dimenticare che l'effetto della polisucco dura solo tre ore, successivamente dovrai assumerne una cospicua quantità fino a che la festa non sarà terminata. » Queste furono le ultime parole di Lady Malfoy, poi ella fece ritorno in salotto e premurò il figlio di salutare in fretta la compagna. « Tesoro, saluta Alyssa. Io e tuo padre ti aspettiamo fuori. »
Draco, con il suo fare altezzoso, quasi a voler imitare l'andatura del padre, si affiancò ad Alyssa e la salutò con un semplice abbraccio. « Ci vediamo alla festa. Mi raccomando, sii puntuale. » La ragazza scosse la testa, ricambiò la stretta e raggiunse i Malfoy alla porta d'ingresso, fece un timido cenno di mano alla signora, poi attese che i tre scomparissero in quel vortice tumultuoso e chiuse la porta dietro di sé.

Qualche ora più tardi..
Andromeda fece ritornò a casa circa quarantacinque minuti dopo e trascorse tutto il tempo a rimuginare sulla chiacchierata che aveva avuto con i suoceri nel primo pomeriggio. Ninfadora aveva salutato entrambe le donne di casa e, frettolosa, si era diretta verso l'Accademia. « Torno più tardi. » La metamorfomagus avrebbe, poi, terminato la giornata passando le ultime ore in compagnia di Remus. Alyssa, in preda all'ansia, dopo il ritorno di Andromeda, si imbellettò nella maniera più minuziosa possibile, poi scese giù in cucina, spalancò trepidante l'anta dello scaffale e impugnò l'ampolla. 
« Andromeda, potresti aiutarmi un attimo?! Sono pronta..! » Alzò la voce per farsi sentire con più chiarezza. La madre sussultò dal divano e la raggiunse. 
« Che incanto che sei! » La mora non esitò a mostrare la propria contentezza nell'ammirare la bionda in quella elegante tenuta da sera. « Sei sicura di volerlo fare? » Le domandò un'ultima volta, assicurandosi che fosse cosciente di ciò a cui stesse andando incontro. Alyssa scosse il capo in avanti, tenendo stretto fra le dita il recipiente di vetro e aspettò il consenso della madre. 
« Tutto d'un sorso, tutto d'un sorso.  » Ripeté con tono di intransigenza Andromeda. « Lasciane un po' per la festa. Ti gioverà. » La ragazza portò l'ampolla alle labbra e buttò giù un po' di pozione tutta in una volta. Pian piano i lunghi capelli dorati si tinsero di un castano ramato, la pelle diafana assunse un tono lievemente più scuro del solito, gli occhi azzurri divenirono neri, di un sfumatura simile a quella del professor Piton, il naso a dorso basso e le labbra più pronunciate, la corporatura era leggermente aumentata e l'altezza era pressoché rimasta intatta. Alyssa volle immediatamente specchiarsi e, quando notò il suo aspetto totalmente diverso, sbarrò le iridi scure e fletté il collo verso l'ex Serpeverde. 
« Per la barba di Merlino, sono completamente diversa! Conciata in questa maniera Lord Malfoy neppure si accorgerà della mia presenza! » Prima che potesse rendersene conto, anche il timbro di voce cambiò: da sottile ma vivace a svenevole e monotona, le sembrò quasi cantare invece di parlare. Andromeda rimase al proprio posto per non acuire la palese agitazione  della ragazza e le sorrise, rivolgendole un'ultima raccomandazione. « Segui le istruzioni di mia sorella, soltanto lei è a conoscenza della tua identità. Non avvicinarti troppo ad Abraxas, è più diffidente del figlio. » Farfugliò qualcosa sottovoce. « Ah, dimenticavo, da questo momento in poi risponderai al nome di Iris Prince. Fino al termine dei festeggiamenti. » La Serpeverde annuì, ma non riuscì a capire cosa c'entrasse Abraxas in tutto ciò. Racimolò la restante pozione e la infilò nella borsetta, salì le scale e poi si diresse in bagno ove si trovava la Passaporta. « La festa non è nemmeno iniziata e voglio già tornare a casa, non mi piace essere Iris Prince. Preferisco di gran lunga i miei capelli biondi. »  Andromeda, divertita, le rimase dietro fino a che la ragazza non venne inghiottita dalla spazzola, poi sospirò pesantemente e si augurò che la sorella provvedesse appieno a lei. 

5 Giugno 1993 - Ore 19:00, Maniero Malfoy. 

Alyssa giunse al Maniero Malfoy, l'aere celebrativo che contornava quell'imponente edificio era talmente palpabile che si sentì affogare nel batticuore. Alla soglia, proprio dinanzi al portone principale, la bionda avvistò la sagoma del professor Piton che, con molta eventualità, stesse aspettandola. « Professor Piton, grazie al cielo! » La ragazza, appena scorse l'uomo, sospirò confortata e celermente si fiondò a salutarlo. « Morgan, che piacere.. »  I due, dopo essersi salutati, o perlomeno Alyssa lo salutò - Severus si limitò ad una scarna letizia - si introdussero nel Maniero. Il voluminoso salotto era gremito di maghi e streghe di tutte le fattezze, dai genitori di Astoria alla madre di Blaise, o anche un uomo dalla capigliatura bronzea e dall'aspetto indisponente che stava dibattendo in maniera magniloquente con il maggiore dei Malfoy, colui il quale affiancava Abraxas era Corban Yaxley(1). Alyssa non pensò nemmanco per un attimo di appressarsi all'uomo e non gli concesse neppure uno sguardo. Ella sostò in prossimità del professore di Pozioni, accanto a lui si sentiva al sicuro. Quando si accorse della presenza dei Signori Malfoy, Alyssa si apprestò a salutarli come se fosse la prima volta che i loro cammini si incrociassero. Il Professor Piton la presentò ai due purosangue, poi diede via libera alla Serpeverde che si infiltrò fra gli invitati. Draco cercava incessantemente con gli occhi la presenza di Alyssa, la madre lo aveva recentemente avvertito del fatto che la  concasata avrebbe assunto parvenze differenti per eludere le occhiattacce del padre. Il platinato si addentrò all'interno della cerchia degli invitati e ammicò un mero occhiolino d'intesa all'amica. « Visto? Sono stata puntualissima, come promesso. » Si pronunciò la bionda nei confronti del festeggiato. « Ho notato, ho notato. Stavolta hai vinto tu. » 
Astoria fu felicissima di incontrare nuovamente Alyssa, Blaise un po' meno. La Serpeverde, sfortunatamente, non fece in tempo a rispondere alla missiva del bruno e questo lo infastidì parecchio. Zabini era stato ragguagliato del cambio di programma dalla Greengrass e promise che non ne avrebbe fatto parola con nessuno per non guastare l'atmosfera mite che si era venuta a creare. 
Arrivato il momento dello scarto dei regali, Draco spedì lo sguardo in direzione della folla, ma i suoi occhi non riconobbero ciò che pretendevano di vedere: Alyssa non era presente, più precisamente, non si vedeva in giro già da qualche minuto. Che si fosse persa? Che così timida si fosse mescolata tra la folla? Che Lucius avesse scoperto l'inganno? Questi e altri quesiti attanagliavano la mente del purosangue che non esitò nel richiedere il coadiuvo della madre. « Vado subito, tesoro. Vedrai che si sarà solamente allontanata un attimo. » Narcissa esaudì il desiderio del figlio e si rese subito utile nella ricerca della bionda. 
La Malfoy, prima di andare a scovare la figlia, avvisò il marito di codesto contrattempo, gli raccomandò di non mettere molto in risalto il proprio spasimo e di coinvolgere il padre nei festeggiamenti, così da distrarlo. « Rendilo partecipe della festa, fai in modo che non si allontani da te nemmanco per un attimo. » Lucius piegò le labbra in una leggera smorfia e si rese conto che non avrebbe potuto fare diversamente.
La donna si immisse nel corridoio principale del Maniero e tentò di sondare qualsiasi genere di rumore avesse potuto condurla alla ragazza, i passi felpati, poi, resero la ricerca più semplice. Oltre all'intensificato silenzio, colui che agevolò la padrona di casa a ritrovare la ragazza fu Dobby. Ella intuì con prontezza che la persona a cui si stesse riferendo l'elfo fosse la Serpeverde, allorché sospinse con leggera forza la porta del bagno e si ritrovò innanzi a una scena a cui non avrebbe mai voluto assistere. La bionda aveva ripreso le proprie naturali sembianze e il viso, intriso di stilli, era protetto dalle mani.
« Alyssa, che succede? Stai bene? Qualcuno è venuto a saperlo? » Il tono di voce della purosangue era mesto e fosco, temeva che il suocero o uno degli invitati avvesse scoperto il loro sotterfugio. Alyssa, nel momento in cui la donna fece ingresso in bagno, sollevò il capo e la osservò parecchio intimorita, a quel punto decise di spifferarle tutta la verità.

Alcuni minuti prima.. 

Improvvisamente Alyssa si accorse di un lieve ma importante mutamento nel suo aspetto fisico: la punta di alcune ciocche aveva riassunto un tono dorato, mentre il naso cominciava a tornare al proprio posto. Pervasa dal terrore, la ragazza si allontanò senza preavviso dalla sala in cui si stava svolgendo la festa e si rifugiò in corridoio, dove non vi era anima viva e di conseguenza nessuno avrebbe avuto la possibilità di scoprire il trabocchetto. Fiancheggiò una delle pareti e, nascosta dal mantello di seta, prese in mano la borsetta, diede le spalle alla sala e tirò fuori la boccetta di vetro, pronta a ingerire un'altra essenziale dose di polisucco.
L'intento di Alyssa, però, venne frenato dal barlume che proveniva dal fondo del corridoio. La giovane strega, di scatto, issò il mento e scorse il viso delle donna che aveva disturbato i suoi sonni durante l'ultimo alloggio al Maniero Malfoy. Essa, cautamente, cominciò ad avanzare sempre con più slancio verso di lei. La bionda trasalì e, presa dal panico, lasciò scivolare l'ampolla fra le dita che inevitabilmente si frantumò nello stesso momento in cui toccò il marmo di cui era rivestito il pavimento. Non riusciva a capire per quale motivo quella donna fosse ogni volta pronta a renderle straziante la visita al Maniero e, anche in quell'occasione, cercò di comunicare con lei una seconda volta, ella, però, non le riservò nemmeno un'occhiata fugace. Le iridi scure erano orientate da tutt'altra parte, Alyssa si voltò e si accorse che lo sguardo era inconfondibilmente rivolto al nonno di Draco, Abraxas. Gli occhi di nonno e nipote si incrociarono per effimeri, ma apparentemente interminabili, secondi. Allorché la mente della ragazza venne abbrancata da una moltitudine di pensieri nocivi, le tempie cominciarono a pulsare, provocandole un senso di inspiegabile malessere e le palpebre si sbarrarono attonite. Dopo quella serie di sfortunati eventi, Alyssa adesso era più che certa che colei la quale dimorò fra quelle mura in tempi andati non auspicava altro che a spaventarla e allontanarla una volta per tutte dalla sua famiglia. Forse, ciò che aveva sentito dire sull'utopistico purismo dei Malfoy non era una diceria. Sarà vero? Avrà sul serio intuito il reale fine della donna o è tutto un fraintendimento? Fatto sta che Alyssa non si trattenne ulteriormente e si barricò nella prima stanza che trovò libera: il bagno.
Dobby, che era stato reso incosapevole spettatore della scena, provò a stabilizzare l'animo della ragazza, ma quest'ultima non lo degnò di alcuna considerazione.
« Dobby pulirà, signora. Dobby è al vostro servizio. »
L'elfo si indaffarò senza pensarci due volte e si prese l'incarico di ripulire il pavimento madido di quella mistura che Alyssa, soltanto pochi attimi prima, aveva scaraventato a terra.

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« Inoltre, non è la prima volta che cerca di entrare in contatto con me. » Aggiunse la bionda, sprofondando lo sguardo. « La prima volta che mi avete ospitato, mi è apparsa in sogno, sostenendo il suo essermi consaguinea e mi ha parlato di una specie di albero, non so dirle altro. » Alyssa si confessò a cuore aperto e si augurò che la donna potesse, in un certo senso, mettersi nei suoi panni. Narcissa, abile lettrice e strega dalle attitudini sopraffine, comprese accortamente a quale donna potesse mirare la Serpeverde, senza alcun dubbio la presenza femminile di cui ella parlava era proprio Elettra. Spaventata, ma allo stesso tempo speranzosa, Cissy si attivò sollecitamente nell'informare il marito di tale episodio. « Tesoro, bisogna avvisare Lucius. Soltanto lui potrà darci una mano a scoprire quale sia il motivo per il quale lei si comporta in maniera così inamissibile e adduca a illusorie teorie. Tu aspettami qui, non muoverti, per favore. Fidati di me e tutto si aggiusterà in men che non si dica. » Materna più che mai la Signora Malfoy strinse calorosamente le mani umide della ragazza, per poi liberarsi e lasciare la stanza in direzione della sala ove la festa stava per aver fine. Alyssa le assicurò che non si sarebbe mossa di lì fino al suo ritorno. 
La bionda, dunque, abbracciò il consiglio della donna, riacquistò coraggio e, grazie alla direttiva ricevuta, mitigò il suo animo scombussolato e decise di rassettarsi prima di uscire: fece pressione con il palmo delle mani sulle gambe e drizzò la schiena, assumendo una postura retta. A questo punto avanzò verso il lavabo adornato di oro placcato - esso era sormontato da uno specchio in cornice aurea, molto ampio e di forma ovale - svitò il pomello e attese che l'acqua si stemperasse. Dopodiché congiunse le mani, le posizionò al di sotto del lavamano e le strofinò sino a racimolare un cumulo d'acqua, distese il busto in avanti e appropinquò le mani al viso umido di lacrime, sciacquandolo. Nel medesimo istante in cui la giovane districò gli arti superiori dal viso e si mirò allo specchiò, le sue iridi cerulee non riuscirono a credere a ciò che stessero fissando. La figura di quella donna non le dava tregua, anche in quel momento di pretto sconforto, ella si approffittò dell'unica fonte di riflesso presente nella stanza e pure in tale occasione non le riservò il minimo interesse.
« Che cosa vuoi da me?! Perché mi fai questo?! Avevi promesso di aiutarmi, invece non fai altro che tormentarmi! » Urlò disperata, premendo le mani sulla testa. La sola differenza che la platinata notò fu l'aspetto della strega palesemente più ringiovanito, ma in quella circostanza, la verdargento aveva altro di cui preoccuparsi. Parve quasi stesse trovandosi in un mondo parallelo di cui  non faceva parte. Alla Serpeverde sembrò di rivivere quella strana suggestione che aveva sperimentato poco prima: le tempie  presero a martellare senza cognizione di causa e, sopraffatta dalla tensione, le raccomandazioni della Signora Malfoy non fecero più testo: si asciugò il viso e fuggì dalla stanza, immettendosi nuovamente in corridoio. Purtroppo, però, il tormento le diede l'impressione di non volersi arrendere e proseguì imperterrito. Alyssa, di conseguenza, si ritrovò a prendere parte al gioco della donna. Quest'ultima, dapprima vagabondò, poi i suoi occhi si irradiarono come se avessero avuto un lampo di genio. In fretta e furia imboccò un corridoio cospicuamente più gretto e breve, la bionda la seguì paripasso. A un certo punto la più adulta fra le due fece ingresso in uno dei copiosi vani e serrò la porta alle sue spalle. Alyssa accelerò l'andatura e, curiosa, imitò il suo gesto. Quando vi mise piede, notò ineluttabilmente che in una delle pareti era inciso l'arazzo di cui sproloquiava Hermione e a cui la donna del sogno si riferiva. Senza rimuginarci sopra, la Serpeverde tentò di avvicinarsi alla donna e scorse una evidente protuberanza sul ventre: non solo era molto più giovane dell'ultima volta in cui le aveva rivolto parola, inoltre la vecchia padrona di casa era in fase di gestazione. L'unica percezione che Alyssa riuscì a udire, prima di essere scaraventata sul pavimento a causa dell'impatto contro la parete, fu il serafico suono della voce della donna che pronunciava orgogliosa il nome del figlio che da lì a poco avrebbe dato alla luce: Lucius. 
Dieci minuti trascorsero inesorabili dal momento in cui Narcissa aveva "abbandonato" Alyssa e aveva preso la decisione di aggiornare il marito della situazione creatasi. Abraxas non si limitò ad accostare il figlio per tutta la durata dei regali, ma impedì alla nuora di arieggiare un po' insieme al marito prima del termine della festa. Egli, infatti, si staccò riottoso dal figlio e si dedicò a salutare ogni singolo invitato. Narcissa e Lucius, invece, attesero che Draco si ritirasse nella propria camera e si fiondarono in corridoio, ultimo loco dove la padrona di casa aveva chiacchierato con la bionda. Entrata in bagno, di Alyssa non vi era alcuna traccia. Dunque proseguirono, riflettendo sul fatto che magari, stanca, avesse raggiunto la stanza a disposizione per lei. Giunti a un bivio, i due decisero di scartare la rampa di scale alla loro destra e si addentrarono nel ristretto corridoio dove non poterono fare a meno di notare un fulgido fulgore provenire dal vano ove era stato raffigurato, secoli addietro, l'albero genealogico dei Malfoy. Lucius bofonchiò qualcosa che Narcissa non riuscì a capire, la sua mente era stata totalmente impossessata dal pensiero che aveva come protagonista Alyssa. 
« Tesoro, mi stai ascoltando? » 
« Tesoro.. » Ripeté l'uomo dalla setosa capigliatura. 
« Lucius, un attimo di pazienza. Sta calmo, lei non potrebbe mai accorgersi della verità se non siamo noi a metterla al corrente. » Disse con tono risoluto l'ex Serpeverde. « La curiosità è una peculiarità della sua personalità, sarà stata solamente rapita dalla curiosità. Tutto qui. » 
Lucius scosse lievemente il capo, nonostante non dissimulasse affatto la propria preoccupazione. « Ma da come mi hai raccontato, mia madre le ha praticamente rivelato il fatto che sia una Malfoy. Alya non è così stupida e non si fermerà al primo ostacolo. D'altronde, è il suo essere a conoscenza dell'albero che mi preoccupa. » Si fermò un attimo, tossì, poi riprese a parlare. « E se fosse andata di proposito alla ricerca di quella stanza? »
Narcissa non gli rispose e continuarono a camminare. Quando i due varcarono la soglia del locale, vennero accolti da una scena senza dubbio inconfondibile: Alyssa era distesa inerme sul pavimento, a pancia in su, la testa era rivolta verso la porta, mentre gli arti inferiori erano lievemente piegati, la mano sinistra, invece, era puntata verso la parete in cui erano stati incisi i nomi degli antenati, i quali vissero fra quelle mura in vita terrena. 
Lucius, sbigottito, si avventò rapidamente sulla ragazza, protese le braccia verso l'esterno e si sobbarcò dell'accennato peso che procurava l'esile corpicino di essa. Narcissa, altrettanto allarmata, gli fece spazio, chiudendo la porta dietro di sé, successivamente reclamò Dobby e gli ordinò di procurare delle bende calde e dell'acqua mista a zucchero che sarebbe servita a far rinsavire la piccola Serpeverde. Il marito allungò il passo in direzione della camera dove alloggiava Alyssa e la distese cautamente sulle lenzuola, entrambi i coniugi attesero manifestamente stizziti l'arrivo dell'elfo domestico. 
« Credi sia  stata colpa di quel maledetto incantesimo? » Si pronunciò Narcissa, adagiando le proprie membra sui piedi del letto. Lo sguardo era fisso sulla figlia. Lucius le rivolse uno sguardo esasperato ma sicuro. « Cos'altro avrebbe potuto tramortirla, tanto da portarle via tutte le forze? Io te l'avevo detto. » Il tono d'ovvietà nelle parole dell'uomo non lasciava spazio a controvertibili illusioni. I passi incerti e zoppicanti di Dobby troncarono il disquisire dei due coniugi che apparvero piuttosto impantanati per poter accorgersi della presenza della creatura. 
« Dobby è qui, mio signore. Dobby ha tutto ciò che le serve, sempre  a sua disposizione. » Disse l'omino con le mani occupate. « Posale pure qui e sparisci. » Lucius non si smentiva mai, nonostante l'animo crucciato e la benevolenza con cui l'elfo aveva accolto Alyssa, non riusciva a esporsi in modo differente nei confronti del servo. Il piccolo elfo, dunque, brancicò sulla porta e, quando riuscì a impugnare il pomo, la serrò e si avviò mogio mogio verso i sotterranei. 
Narcissa non si curò minimamente della breve interazione fra i due e, strizzate per bene le bende, le depose sulla fronte della ragazza, dopodiché le sfilò le scarpe, la avvolse fra le lenzuola e indugiò svariati secondi prima di accostarle il bicchiere colmo d'acqua e zucchero alle labbra. 
« Come fai a sapere che questo possa bastare ad aiutarla? Non siamo nemmeno certi che tutto ciò possa bastare a rimetterla in sesto. » Lucius, se solo avesse riflettuto prima su ciò che aveva da dire, si sarebbe certamente risparmiato l'occhiata fulminea della moglie.  
« Pensi sul serio che sarei rimasta con le mani in mano se fosse stato qualcosa di più grave, Lucius? » Sospirò sonoramente. « Faresti meglio a riposare, inizi a delirare. »
Il consiglio della donna fu colto con immediatezza dal purosangue e, con le mani dietro la schiena, schioccò un flebile bacio fra la dorata chioma della Serpeverde e poi fece lo stesso con la moglie prima di volatilizzarsi lungo il corridoio. Narcissa, invece, si trattenne ancora un po' e attese che la giovane strega buttasse giù, a brevi sorsi, il liquido all'interno del bicchiere. Rasserenati gli animi, raggiunse il marito in camera da letto. 
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Passarono giorni, settimane, mesi, ma Alyssa non riuscì a dimenticare ciò che era avvenuto al Maniero. Per tutta l'estate si rintanò nell'abitazione ove risiedeva insieme ad Andromeda e Ninfadora, gli unici svaghi che furono capaci di distrarla da quel protratto isolamento furono la musica, dopo aver tentato di convincere più volte la madre adottiva, ricevette il pianoforte da lei desiderato, ed il contatto epistolare con i suoi pochi, ma affidabili amici. 
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1 Settembre 1993 - Casa Tonks\ Espresso per Hogwarts.

Alyssa si svegliò di prima mattina, pronta per iniziare il suo terzo anno a Hogwarts, si preparò, si fece carico della valigia e raggiunse il binario 9 e 3\4 in compagnia di Andromeda. Dopo aver salutato la madre, montò sul primo vagone libero e per tutto il tempo cercò di scansare l'amico concasato. Ciò che era successo al Maniero Malfoy qualche mese prima l'aveva sovvertita e, sebbene Draco l'avesse invitata più e più volte a tornarci, ella rifiutava puntualmente inventandosi la scusa dei prolissi viaggi che costringevano Andromeda ad allontanarsi con maggiore frequenza da casa. "Ne parleremo a scuola" gli ricordava a ogni risposta. Narcissa e Lucius conoscevano la vera motivazione della bionda e non la biasimavano affatto,  cercarono, difatti, di spronare Draco a essere meno opprimente nei riguardi della compagna o questa l'avrebbe reputato appiccicoso e invadente. 
Accanto ad Alyssa presero posto Ron, Hermione e Harry. Ron e Harry cominciarono a mangiare senza freno, come se non toccassero cibo da chissà quanto tempo. Hermione e Alyssa li fissarono esterrefatte per poi concentrarsi sugli ultimi gossip che vantavano come protagonista un certo Sirius Black, prigioniero ad Azkaban, recluso con l'accusa di aver ceduto la sorte dei propri amici James e Lily Potter a Voldemort - colui che pose fine alla loro vita - e di aver assassinato Peter Minus(2). La colazione di Harry e Ron, poi, venne stroncata dall'arrivo di Neville che pregò loro di raggiungerlo nello scompartimento adiacente per aiutarlo a trovare quel maledettissimo rospo che smarriva ogni tre per due. Le due continuarono indifferenti a chiacchierare. « Non conosci Sirius Black? Strano, alquanto strano. » Hermione sembrò sorpresa. « Andromeda non te ne ha mai parlato? Sirius è suo cugino, il padre di Andromeda e il padre di Sirius erano fratelli.  » Spiegò sicura la riccia. « Che fossero parenti non avevo alcun dubbio, ma come può un uomo aver tradito i propri amici tanto da portarli a morte certa? » Alyssa non concepiva tale decisione, lei avrebbe fatto di tutto per proteggere i propri amici e non avrebbe mai permesso a qualcuno di far loro del male. Piuttosto avrebbe messo a repentaglio la propria vita se fosse servito a salvarli. 
« In realtà non è andata proprio così. » Hermione protese il capo verso l'orecchio dell'amica e sussurrò. « Certa gente sostiene che in realtà non si debba addossare la colpa a Black, si crede ci sia stato lo zampino di quel Peter, anche lui amico dei genitori di Harry. Non è sicuro, ma io non mi fido di un uomo che è stato tenuto prigioniero per così tanto tempo, sarebbe capace di qualsiasi cosa. »
« Bhe, chi è che si fiderebbe di uno del genere? Soltanto adesso ho capito la ragione per la quale Andromeda non lo abbia mai accennato nei nostri discorsi. » Confessò all'amica. « Il suo essere assassino e spregevole traditore sono dei motivi più che validi. » Affermò sottovoce. 
Il disquisire delle due giovani streghe si protrasse ancora per qualche minuto prima di essere interrotto da una repentina folata glaciale che irrigidì la vetrata degli infissi dello scompartimento, lasciando calare a picco la temperatura al suo interno. « Che succede? Non riesco nemmeno a respirare. » Ansimò la Serpeverde. Di soppiatto delle inconsistenti e torbide figure scheletriche infagottate da un mantello sorvolarono la locomotiva a vapore, strilli di terrore invasero il treno, la tensione aveva pervaso ogni singolo passeggero.  Senza indugio, Alyssa venne presa di mira da una di codeste entità misteriose, un Dissennatore(3). Quest'ultimo captò le emozioni controverse della bionda e si scagliò contro di lei, l'udito e la vista della ragazza cominciarono a risentirne. Hermione ne risultò sgomenta, ripassò a memoria e parecchio agitata tutti gli incantesimi che aveva assimilato in quei due anni a Hogwarts, tentando di trovarne qualcuno che potesse mettere in salvo la Serpeverde.
Il Dissennatore, nel contempo, avanzò sempre più deciso verso la bionda e cercò invano di privare la strega di ogni minima briciola di felicità, il suo respiro su di lei le provocò un senso di nausea tale da farle indebolire gli arti inferiori, con conseguente collasso. La Grifondoro provò inutilmente a rianimare la compagna, ma la creatura pareva proprio volersi cibare della sua anima fino alla fine. Fortunatamente una luce vivida ed abbagliante, accompagnata dalla voce di un uomo, si avventò contro quell'essere rivoltante, portandolo alla resa. 
« Expecto Patronum! »
« Signor Remus! » Esclamò ancora tremante Hermione, mentre teneva fra le braccia il corpo inerme della verdargento. 
« Hermione, Alyssa.. » L'ex Grifondoro si accorse solamente pochi attimi dopo dell'identità della vittima e si chinò, prendendo in braccio la malcapitata. La riccia lasciò che fosse il mago a prendersi cura della platinata e, non appena ella riprese conoscienza, il cuore dei restanti presenti riacquistò un ritmo più fiappo. 
« Alyssa, ci hai fatto prendere un grosso spavento! » Urlò gioiosa ma allo stesso tempo atterrita la natababbana, stringendole la mano. L'attenzione di Alyssa, però, venne interamente catturata dal licantropo che le sorrise sollevato. 
« Che cosa è accaduto? » Abbozzò una smorfia di dolore, tastando la tempia. Il dolore era tuttora lancinante e si sentiva come se le forze le fossero state sottratte improvvisamente e senza alcuna ragione, si sentiva debilitata. 
« E' stato soltanto un Dissennatore, quelle sono creature pericolose e il Ministero farebbe meglio a tenerle a bada. » Remus cercò di tranquillizzarla, tirando fuori dalla tasca una manciata di cioccolato al latte purissimo. « Tieni, ti servirà a riacquistare le forze, quantomeno fino all'arrivo al Castello. » Egli era consapevole del fatto che tale evento non potesse non essere correlato alla fuga di uno dei suoi più vecchi amici. 
Alyssa distese gradualmente la mano sinistra verso l'uomo e addentò la cioccolata. Se Remus credeva che un po' di cioccolata avesse messo fine alle domande di Alyssa, bhe, costui si sbagliava di grosso. « Come mai qui, Remus? Viaggio di lavoro? » 
L'uomo ammantato in maniera più aggraziata del solito dovette far fronte all'ineccepibile sete di conoscenza della bionda. « Silente mi ha assegnato il ruolo di docente di Difesa contro le Arti Oscure, quest'anno ci imbatteremo l'un l'altra molto spesso. Io l'ho saputo soltanto qualche giorno fa, pensavo Dora ti avesse informata. »
« No, quella metamattamagus non mi ha detto nulla. » Sbuffò corrucciata Alyssa, Hermione invece cercava di individuare il pretesto per il quale l'amica appellasse la sorellastra in quel modo e cosa fossero davvero quei Dissennatori di cui il professor Lupin parlava. « Comunque, ne parleremo a scuola..» Si interruppe. « Anzi, scenderemo dal treno insieme. Non voglio che Draco mi fermi prima del previsto. Vedendo me con te non gli passerà nemmeno per la mente di venirmi a importunare, tu fa come ti dico.. » La fragorosa risata di Remus irritò e anche parecchio la Serpeverde che, però, riprese nuovamente a parlare. « ..Ti racconterò tutto a Hogwarts. » Concluse la giovane, lasciando il treno dopo Hermione e affiancò Lupin fino al raggiungimento della scuola. 

(1) Mangiamorte e futuro Capo dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. 
(2) Grifondoro conosciuto anche con il soprannome di Codaliscia, era amico di James Potter, Sirius Black e Remus Lupin. Da Animagus prende le sembianze di un topo. Ex Malandrino, ex membro dell'Ordine della Fenice, Mangiamorte.
(3) Un Dissennatore (in inglese "Dementor") è un "non-essere", semina disperazione in tutte le persone che incontra, sia che queste vengano prese di mira o siano ignare della presenza di tali creature. Se non si interviene prontamente, esso può succhiare via ogni ricordo felice della vittima, impedendole di sentirsi di nuovo su di morale. In alcuni casi, definiti "Bacio del Dissennatore", viene consumata l'anima del malcapitato, che si ritrova in un permanente stato vegetativo. Essi sono impiegati dal Ministero della Magia come punizione estrema per alcuni prigionieri di Azkaban.

Come avete ben potuto notare, ci sono stati dei numerosi cambiamenti nella vita della Serpeverde e non tanto indifferenti. Alyssa riuscirà ad abbattere la barriera che ha costruito in questi mesi d'estate? Draco sarà in grado di mettersi da parte per un po'? E Abraxas? E' davvero ciò che si ostenta credere? Lucius e Narcissa andranno fino in fondo per scoprire tutta la verità. Andromeda e Ninfadora verranno messe al corrente della scoperte dei due Malfoy? Nel frattempo, Lupin sarà colui che si prenderà cura della piccola Alyssa a Hogwarts. 
Spero che continuiate a seguirmi come avete fatto fino ad adesso e possiate apprezzare le mie idee. Attendo febbricitante vostri eventuali suggerimenti a riguardo e\o le vostre impressioni\giudizi\pensieri sui personaggi. 
Un bacio grande,
A presto.
 


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Capitolo 12
*** Alyssa? Chi è Alyssa? ***


Salve bellezze, come va? Io ho deciso di postare il capitolo qualche giorno in anticipo. Sono da poco ritornata a lavoro dopo un lungo periodo di pausa maternità e sto davvero tentando di dedicarmi a tutto ciò che è mio compito fare. Sebbene la mia piccola Serpe sia una copia sputata di Draco Malfoy e i numerosi preparativi per il matrimonio non mi danno scampo, non abbandonerò questa storia. Man mano che va avanti, si incide nel mio cuore sempre di più. 
Che altro dirvi? Buona lettura e scusatemi ancora per la prolissa lunghezza. 

04 Novembre 1993 - Hogwarts. 

I festeggiamenti per Halloween stavano per avere fine e i rapporti tra Draco e Alyssa non era cambiati. Sebbene Malfoy avesse più volte contattato Hermione per cercare di capire la motivazione che avesse spinto la platinata a comportarsi in quella maniera, la Grifondoro non cadde in tentazione e rimase decisa nel preservare il segreto che l'amica le aveva confessato poco tempo prima.
La vicinanza tra il Serpeverde e la riccia non fu l'unica novità dell'anno. Infatti, molti sostenevano che qualcuno di nuovo sarebbe arrivato a Hogwarts e chiunque, persino le anime sorvolanti, era in attese di sapere chi fosse colui o colei che aveva catturato la curiosità di tutto il Castello. 
D'improvviso la curiosa folla di studenti venne assuefatta dalla venuta di un giovane slanciato, dalla figura prestante. Egli varcò l'ingresso della Sala Grande e avanzò verso l'insegnante di Trasfigurazione, pronto a essere smistato. Benjamin Decorbeaux, francese purosangue di Beauxbatons, appena quattordicenne, sollevò il naso a punta e ignorò qualsiasi tipo di reazione da parte dei compagni britannici. Egli piegò, poi, le labbra in un sorriso, esibendo a tutti i presenti le fossette formatesi ai lati di esse. Inoltre, le efelidi color cioccolata evidenziavano le sue iridi cangianti e gli davano un'aria più sbarazzina rispetto al portamento faraonico che ostentava mettere in mostra.
Il ragazzo protese il busto in avanti, poi adagiò le spalle contro lo schienale della sedia. La Professoressa McGranitt, che era stata incaricata di questo compito, posò il Cappello Parlante sul capo del moro e attese che il copricapo magico giungesse a un verdetto. Benjamin, a Beauxbatons, si credeva facesse parte dei Vertfuilleus[1]: una delle quattro casa presenti nella scuola francese. 
« Lealtà, forza d'animo e di volontà. » Si interruppe. « Uhm, spiccata predilezione per lo studio, un vero cuore d'oro. » Il Cappello sembrava davvero combattuto tra Corvonero e Tassorosso. « Voglia di fare, di impegnarsi. Molto socievole ma, allo stesso tempo, timido e introverso. Creatività e fantasia da vendere. » 
La Professoressa McGranitt sembrò impaziente di conoscere il giudizio del Cappello. Come lei, quest'ultimo, stava impiegandovi molto tempo. Difatti, lo smistamento del mago d'Oltralpe durò quasi cinque minuti. 
« Corvonero! » Esultò il copricapo con conseguente entusiasmo della casata blubronzea. Alyssa dall'animo curioso, nel contempo, non staccò gli occhi dal nuovo compagno di scuola e a questi pareva proprio non dispiacere affatto. Draco, al suo fianco, aveva notato una certa corrispondenza tra i due ma, inizialmente non ci fece molto caso. 
Benjamin, dunque, sorrise appena all'insegnante di Trasfigurazione e prese posto fra i compagni Corvonero. 
Circa un'ora più tardi.. 
Il banchetto mattutino era appena terminato, Hermione e il resto del trio salutarono i concasati, fecero un cenno di mano ad Alyssa, poi si dilungarono fino all'uscita della Sala. Draco, in trepidazione, non vedeva l'ora di iniziare gli allenamenti di Quidditch e, in compagnia del compagno di squadra Blaise, stavano per lasciare il locale. 
« Alyssa, noi andiamo. L'allenamento inizia fra poco. Ci vediamo in campo? »
Alyssa venne presa alla sprovvista e sussultò sul posto. « Sì, sì, Draco. Andate pure, io vi raggiungerò fra qualche momento. Giusto il tempo di terminare il mio tè. » 
« Ti aspettiamo lì, allora! » Esclamarono all'unisono i due Serpeverde,  che vennero automaticamente seguiti da Tiger e Goyle. 
« Ti sei persa? » Domandò acidula Pansy, captando l'assenza mentale della concasata. Alyssa non le rispose nemmeno e si scostò solamente di qualche metro pur di allontanarsi ancora di più dalla mora. « Mi ignori, Morgan? » La bionda continuò a ignorarla e decise di abbandonare il tavolo prima di schiantarla in una delle quattro pareti della Sala. 
Lungo il tragitto, però, venne bloccata dalla figura del neo-Corvonero che, vedendola andar via, colse l'occasione per chiedere a cosa fosse dovuta tutta quella curiosità nei propri confronti. 
« Che vuoi? » Ringhiò Alyssa, frettolosa di recarsi agli allenamenti. 
« Sono io quello che dovrebbe chiedertelo. Non hai fatto altro che fissarmi tutto il tempo, pure tuo fratello se n'è accorto. » 
« Mio fratello? Ma di che diav-? » Roteò gli occhi. « Parli di Draco, il ragazzo seduto al mio fianco? » 
« Sì, proprio lui. Sul serio, vi somigliate davvero tanto, sembrate gemelli. » Il ragazzo, intimidito, infilò entrambe le mani all'interno delle tasche. 
 « Draco non è mio fratello, è solo mio amico. » Sbottò la bionda, spostando i capelli sulle spalle. « E non insistere. »
« Per Madame Maxime, avrei scommesso foste parenti! » Asserì sincero il moro.
« E avresti perso miseramente. » Aggiunse la Serpeverde, tentando di svincolarsi. « Comunque, io adesso dovrei andare. "Mio fratello"..» Piegò l'indice e il medio di entrambe le mani. « Mi sta attendendo in campo. » 
« Giochi anche tu a Quidditch? » Chiese esterrefatto.
« Cos'è? Credi che una ragazza non possa farlo?! » 
« Dio, no, no. E' solo che, il caso vuole che anch'io devo recarmici. » Fletté il capo. « Cercherò di entrare a far parte della squadra. Mi accompagni? » 
« Come vuoi, ma non ti appiccicare troppo. » Alyssa si incamminò insieme al Corvonero in direzione del campo da Quidditch. 
« Io sono Benjamin, comunque. » L'accento provenzale del ragazzo diveniva sempre più accentuato, soprattutto quando nel suo disquisire erano presenti numerose erre o "evve" come da quel momento in poi le avrebbe chiamate Alyssa. 
« Alyssa, il piacere è tutto tuo. » La Serpeverde proseguì per la sua strada, la presenza del compagno la metteva a disagio, aspetto che non aveva provato durante il primo incontro con Malfoy. 
« E' meravigliosamente fantastico! E' enorme e-e molto spazioso! » Esclamò Benjamin appena giunti sul campo. Alyssa, invece, posò una pacca sulla spalla del francese, scuotendola lievemente, poi avanzò verso il gruppetto di Serpeverde pronta ad allenarsi. « Buona fortuna, eh! » Esclamò a sua volta, ricevendo un grosso sorriso da parte del Corvonero.  

20 Dicembre 1993 - Sala Grande\ Sala Comune Serpeverde.

Grazie alle pressioni di Hermione, ai suoi continui avvicinamenti, Draco decise di prendere in considerazione l'idea di riappacificarsi con Alyssa e scoprire cosa si celasse dietro il suo allontanamento. Una ragazza come lei non si sarebbe mai tirata indietro e non avrebbe mai gettato nel dimenticatoio un'amicizia unicamente per una banalità. 
« Okay, Granger. Le andrò a parlare! » Sbottò Malfoy con la sua consueta espressione da bullo. Hermione sospirò e portò una mano sul fianco. « Pensi sul serio di farmi paura, \Malfoy\? » Grugnì soddisfatta. « Alla fine ho vinto io e adesso vai a parlarle, prima che sia troppo tardi. » La riccia non terminò nemmeno la frase che cominciò a camminare, allontanandosi dalla Sala Grande.  Draco ringhiò e fece lo stesso, avviandosi verso la Sala Comune dei Serpeverde. 
« Alyssa! » Esclamò il purosangue non appena intravide la giovane strega avvinghiata al proprio bagaglio. L'aria che emanava era tutt'altro che di festa, la sua espressione poteva essere paragonata a quella di un bradipo annoiato. 
« Alyssa, ritorna sul pianeta Terra! » Esclamò nuovamente. La bionda balzò sul posto e incrociò lo sguardo del concasato. « Il Natale non è la tua festa preferita? » Le ricordò lui. « Hai tutta l'aria di qualcuno che sta andando in guerra. »
Ella rimase per svariati secondi in silenzio, poi spiccicò finalmente qualcosa. « Draco, è giusto che tu lo sappia. » Sussurrò, facendogli cenno di avvicinarsi. « Siediti qui, ti racconterò tutto. »
Il Serpeverde non se lo fece ripetere una seconda volta e prese posto al suo fianco. « Pensi ancora a Teddy o è quel Corvonero francesino "so tutto io" che ti staccava gli occhi di dosso? » Dalle sue parole traspariva una certa immotivata ostilità nei confronti del nuovo arrivato. Alyssa sbuffò. « Draco, né Teddy, né Benjamin c'entrano nulla. » Passò la lingua fra le labbra. « Si tratta di tua nonna e sì, non guardarmi come se fossi uscita di sennò. » Si scostò dal bagaglio, mettendosi su due piedi e si piazzò dinanzi all'amico. « L'ultima volta che ho messo piede a casa tua, al Maniero, sono stata vittima della sua possessività. »
« Non ti seguo, spiegati meglio. » Draco aguzzò la vista, alzandosi a sua volta. « Ti ha fatto del male? » 
« Draco. » Lo ammonì Alyssa. « Lasciami continuare. » Egli annuì e reclinò il capo. 
« Tua nonna Elettra mi ha parlato dell'albero genealogico della tua famiglia e successivamente mi ha mostrato il luogo in cui è stato inciso. » Prese un attimo di pausa, tossendo e portandosi una mano al petto. « Io, per curiosità, l'ho seguita e, quando era quasi in procinto di sfiorare la parete, quest'ultima mi schiantò contro il pavimento facendomi perdere i sensi. Ne rimasi terrorizzata. »
Draco venne pervaso da un senso di colpa tale che il solo sentire nominare la nonna gli provocava fitte di rabbia. « A che proposito avrebbe compiuto un'azione del genere? A noi non ha mai fatto nulla. » Puntualizzò, sebbene conoscesse il mistero in cui si avvolgevano alcune chiacchierate segrete fra i genitori e il nonno. 
« Forse, dato che crede io sia una mezzosangue, non vuole che frequenti te e la tua famiglia. » Alyssa risultò atterrita solamente al pensiero di rivivere quella sensazione. 
« Alyssa, non è così. Mio padre? Lascialo perdere, prima o poi si rassegnerà. » Adagiò una mano su quella della verdargento. Alyssa ricambiò il gesto affettuoso del compagno e annuì. « Non accadrà più. Mai più. » 
« Amici sempre e comunque? » Chiese il platinato senza lasciare la mano della strega. « Sempre. » Rispose prontamente lei. 
« Adesso, però, aiutami coi bagagli. Il binario ci aspetta. » Alyssa gli rivolse un occhiolino divertito e, presi i bagagli, i due si diressero verso l'uscita del Castello. 
Mentre i due, infagottati per lenire la temperatura gelida, stavano per raggiungere il cancello d'ingresso, Draco sospirò e afferrò il polso dell'amica, invitandola a fermarsi. « Non riesco a mentirti. Devo assolutamente parlarti, anzi, credo che debba farlo con entrambe. » L'indice della mano destra indicò la Granger distante pochi passi da loro. 
« Draco, devo preoccuparmi? E poi..» Portò le mani ai fianchi. « Da quando in qua, rivolgi la parola alla "mezzosangue"? » 
« Non c'è nulla di cui scherzare, vieni con me e basta. » Con un cenno di capo il Serpeverde ragguagliò anche la Grifondoro come se già conoscesse il motivo per cui la stesse chiamando. 
« Dove stiamo andando? » Domandò Alyssa senza ricevere alcuna risposta. Draco continuò a camminare fino allo scompartimento dei bagagli, dopodiché si avviò in direzione del Lago Nero con accanto un'Hermione piuttosto turbata e che, come lui, non spiccicò parola nemmeno per un attimo. 
« Draco, allora? » Ripetè infastidita la bionda. 
Finalmente, però, giunsero alle rive della distesa d'acqua che in quel periodo dell'anno era totalmente ghiacciata e sia Malfoy che la riccia si sedettero riluttanti sull'erba colma di neve, di conseguenza Alyssa non poté fare altro che imitarli. 
« Allora, voi due, mi volete spiegare cosa succede? » La bionda era piuttosto contrariata. Cosa le nascondevano quei due? « Non avete aperto bocca per tutto il tempo. »
« Alyssa, io ne so quanto te. Malfoy. > Pronunciò con tono sprezzante. « Mi ha convocata per affrontare un argomento, a dir sua, importantissimo. » 
« E infatti lo è. » Borbottò lui, guardandola in cagnesco. « Ora statemi bene a sentire, non voglio né interruzioni, né scappatelle. Ascoltatemi e poi potrete esprimere tutte le vostre intellettuali osservazioni. » Con un'espressione di sfottò in viso, Draco si rivolse ad Hermione. Poi cominciò a parlare. 

FLASHBACK 

Poco tempo prima dell'inizio delle lezioni, Draco sopportò un susseguirsi di interventi notturni da parte della nonna che, tormentata dagli innumerevoli segreti del marito, volle mettere al corrente il nipote del sotterfugio messo in atto da Abraxas nello stesso momento in cui i due piccoli Malfoy videro per la prima volta la luce. 
Una notte di Novembre, durante le festività di Halloween, Malfoy Junior dovette recarsi al Maniero, convinto che il nonno avesse avuto dei seri problemi di salute. La realtà, però, era ben diversa: Abraxas non era mai stato meglio, era Lucius ad avere un problema. L'uomo, infatti, non riusciva a scrollarsi di dosso la presenza imperterrita della madre che chiedeva di parlare con il nipote il più presto possibile. Lucius, da buon figlio, esaudì con urgenza il desiderio della donna e riportò Draco a casa per qualche giorno. 

FLASHBACK

2 Novembre 1993 - Malfoy Manor. 

Draco, ignaro delle reali motivazioni, si appisolò, per poi addormentarsi quasi subito dopo aver adagiato le membra nel letto. Qualche minuto dopo, però, i sereni sonni del piccolo di casa vennero contrastati dall'arrivo improvviso del fantasma di casa: Elettra. La donna scosse flebilmente il corpo del ragazzo che, con gli occhi ancora impastati di sonno, si svegliò. 
« Nonna, io non ho fatto niente. Lo giuro! » Esclamò il giovane mago, fortemente impaurito e si infilò tra le coperte, sperando così ella andasse via.
« Tesoro, non avere paura. La nonna non vuole farti del male, desidero solamente che tu conosca tutta la verità. Come è giusto che sia. » Sussurrò al suo orecchio, tentando di tranquillizzarlo.
Piano piano, Draco scostò le lenzuola dal viso e deglutì, annuendo a malapena. 
« Adesso ti racconto tutto. » Si posò ai piedi del letto, fissando i suoi occhi in quelli del nipote.
« Si tratta di Alya. » Si trattenne per svariati secondi.  « Fortunatamente per noi, ma soprattutto per lei, non è andata come tuo nonno ha lasciato credere. » Avvinghiò le falangi al ciondolo che aveva al collo, stringendolo. « Alya non è morta. E' viva e sta benissimo. » Draco cercò di intervenire, ma Elettra lo bloccò. «..Cosa ha portato un uomo a commettere l'errore più grande della sua vita? » .. « Semplice. Ha creduto ad una inverosimile leggenda, senza basi fondate. Ha creduto alle parole di suo padre che a loro volta erano stata già proferite dal nonno e così via. » Districò le mani dal ciondolo e le posò sulle gote chiare del nipote. « Armand, il fondatore della dinastia dei Malfoy, credeva che l'arrivo di due gemelli, un maschio e una femmina, avrebbe messo in pericolo la continuazione della discendenza. Come puoi ben immaginare, non c'è nessun motivo per cui bisogna porgere orecchio a certe fandonie. » 
Draco non cedette finché non troncò il discorso della nonna. « Se fosse come dice, saremmo tutti morti, no? Insomma, Alya è comunque nata, quindi il problema non si pone. E' solo una antica diceria, tutto qui. » Sollevò le spalle, stringendosi in esse. « La tua è una buona teoria, Draco. Ma, fatto stà, che lasciando questo mondo ancora prima che vi si potesse posar piede come Alya Elettra Malfoy, non ha contribuito all'attuarsi della profezia. »
« Oh, ehm, già. Ma chissà dove sarà adesso..» Il viso del platinato cambiò totalmente espressione, gli occhi si incupirono e lasciarono emergere tutta la tristezza che provava il suo cuore. « Mamma e papà sanno di questa storia? »
« Mamma e papà sanno che Alya è viva, ma non conoscono il motivo per il quale tuo nonno ha compiuto un'azione così deplorevole. » .. « Ascolta, tu devi fare in modo che ciò che ti sto dicendo non giunga alle orecchie di tuo nonno. >
« Promesso, nonna. Il nonno non saprà nulla, non dirò niente a nessuno. Te lo prometto. » 
« Bene, allora è giusto che tu sappia chi è e dove si trova tua sorella al momento. » Elettra aggrappò le proprie mani a quello del nipotino e mostrò lui tutta la verità. Man mano che la mente di Draco veniva invasa dall'immagine di colei che aveva reputato solamente un'amica, il suo cuore cominciò a battere con più frequenza, fino al momento in cui la nonna non sciolse l'intreccio delle loro mani. 
« Quindi, Alyssa è mia sorella. Sul serio? Ma non è possibile, io, io..posso dirglielo? Cioè..» Le parole vennero interrotte dalle copiose lacrime che scesero indipendenti, solcando i lineamenti del viso. 
« Tesoro, è necessario che lei lo sappia, ma..» Tentò invano di asciugargli le iridi cerulee. « ..Ma sarà meglio per tutti che tu, per il momento, la terrai all'oscuro delle vere intenzioni di tuo nonno. Non sappiamo come potrebbe reagire e cosa potrebbe causare. Lo saprà quando tutto si sarà sistemato. » 
« Lo farò, nonna, lo farò. Ti prometto che prima o poi gliela farò pagare, costi quel che costi. » Pronunciò evidentemente infervorato. « Lui pagherà per ciò che ha fatto a me e a mia sorella e a lei verrà restituito il tempo perduto. »
Elettra si alzò dal letto, in procinto di andar via. « E' così che andrà, basta soltanto avere un'altro pizzico di pazienza e ogni cosa tornerà al proprio posto. »
« Nonna, aspetta..» La donna si voltò. « Tu starai sempre con me, vero? Mi aiuterai se avrò bisogno di te? »  Ella gli sorrise, annuendo, poi andò via. 
Draco quella notte non riuscì più a riposare, ma era comunque felice di sapere che colei che aveva rimpianto per tutta la vita, in realtà le era sempre stata accanto. 

FINE FLASHBACK.

Il silenzio era così assordante che Draco decise di interromperlo una volta per tutte. 
« Alyssa.. » Sussurrò, protendendo una mano verso la bionda. 
« Alyssa? Chi è Alyssa? Alyssa non è mai esistita,  Alyssa non c'è. » La Serpeverde scansò la mano dell'amico. « E' così che funziona adesso? E' davvero così che funziona? » Stilli salati riempirono gli occhi della platinata. Draco, dal canto suo, non fu più capace di trattenersi e scoppiò in un traboccante pianto. Hermione si sentì gelare il cuore, si sentì impotente di fronte a quella rivelazione così inaspettata. 
« Chi altro lo sa? » Domandò al fratello, a cui diede una seconda possibilità. Le loro mani si strinsero, il biondo la fissò. « Che io sappia solo Remus e..anche mamma e papà lo sanno. Se vorrai, potrai venire con me durante le vacanze natalizie e.. » Cercò di infonderle coraggio, ma Alyssa scosse il capo. « Draco, non è il momento. Io..io vorrei passare un po' di tempo da sola, a pensare, a riflettere. A capire perché hanno scelto te, ma hanno scartato me.. » Piegò le labbra oramai umide di lacrime. « Tra noi non cambierà nulla, ti voglio bene e te ne vorrò sempre. » Strinse con maggior vigore la mano del ragazzo, egli annuì e districò la mano per allargare le braccia e stringere a sé la sorella. « Sarai comunque mio fratello e il fatto che i nostri genitori abbiano scelto di separarci non apporterà nessun cambiamento al nostro rapporto. »
« Io ti starò sempre accanto, ti giuro che verrò a conoscenza del motivo per cui loro ti hanno abbandonata, riuscirò a riportarti a casa, nella tua vera casa. Con me, con noi, per sempre. » 
Gli occhi d'Hermione brillavano di commozione, poi le labbra si distesero in un tenero sorriso per la commovente scena a cui stava assistendo. « Vi voglio bene.. » Biascicò la riccia, adagiando ciascuna mano sulle spalle dei due Malfoy. 
« Hermione..» Draco si voltò verso di lei. « Devi promettermi che nessuno e, quando dico nessuno, intendo Weasley, Potter e quant'altro, conoscerà il legame fra me ed Alya. Lei sarà ancora Alyssa, almeno finché non si arriverà ad un punto di maggior chiarezza. » Hermione sollevò appena il mento. « Nessuno verrà a sapere di ciò che è accaduto oggi, potete contare su di me. E se doveste aver bisogno di un consiglio, di una mano, di un supporto, io ci sono. Ci sarò sempre. »
« Una mezzosangue simpatica e diligente, non l'avrei mai detto! » Esclamò tra lacrime e risate Draco, Alyssa allungò il busto verso l'amica, abbracciandola. 
« Grazie, Granger.. » Mormorano entrambi contemporaneamente. 
« Adesso dobbiamo andare, l'Hogwarts Express partirà fra circa cinque minuti e se dovessimo trattenerci ancora qui, potremmo tornare a casa con la Ford Agila del Signor Weasley. » Si intromise il Serpeverde tra l'abbraccio, le due ragazze si staccarono, ammettendo la veridicità delle parole del verdargento. 
« Sì, diamoci una mossa o trascorreremo il Natale ad Hogwarts. Sarà pure bello, ma preferisco di gran lunga casa mia. » Alyssa e i due compagni lasciarono l'erba nevosa, sfregarono le mani suoi cappotti e a passo svelto si avviarono verso lo scompartimento dei bagagli. Pochi attimi dopo raggiunsero la locomotiva e, svariate ore più tardi, giunsero nelle loro rispettive abitazioni. 

7 Gennaio 1994 - Ufficio del Professor Remus Lupin. 

Notte fonda, silenzio assoluto, non vi era in giro alcuna anima viva. A dir la verità, qualcuno c'era: Alyssa. La giovane strega aveva da poco scoperto di essere una Malfoy, ma allo stesso tempo non riusciva a capire la motivazione che avesse spinto i suoi genitori ad abbandonarla. L'unica magra consolazione era la vicinanza di Draco e la presenza di Remus ad Hogwarts. La precedente lezione tenutasi con il professore di Difesa contro le Arti Oscuri si era rivelata un vero e proprio fallimento, non per le capacità dell'uomo, ma per ciò che accadde durante. La Serpeverde, come ogni compagno presente, doveva puntare la bacchetta contro un'apparentemente insignificante mantello, tirar fuori e affrontare quello che sarebbe stato il proprio Molliccio[2]. Ella ci riuscì, riuscì a far emergere la sua più grande paura: perdere Draco. Lì per lì Remus non volle esporre maggiormente la ragazza a giudizi altrui e la invitò a rimandare il discorso. Quella stessa sera, però, la bionda lasciò la stanza in incognito e si recò verso l'ufficio del Professore. 
« Remus..Remus. » Biascicò, battendo appena le nocche contro la porta. Il mago sembrava occupato e non udì la vocina della ragazza chiamarlo. Dopo vari tentativi, Alyssa scostò di poco la porta, entrando poco dopo nella stanza. « Remus, con chi stai parlando? Lui chi è? » 
« Alyssa, non..dov-resti essere a- a letto adesso? E' notte fonda.. » La voce tremante di Remus non lasciava spazio a dubbi. Stava nascondendo qualcosa. 
« Remus, lui chi è?! Ti sembro così stupida da non accorgermi della sua presenza?! » Avanzò verso l'altro uomo presente nella stanza. Egli aveva una folta barba scura e il crine trascurato dello stesso colore, gli abiti erano palesemente trasandati, come del resto il suo aspetto. I denti erano ingialliti, quasi arrugginiti ai lati. Quell'uomo sembrava proprio essere uscito da una..una prigione. « Ma certo, come ho fatto a non capirlo subito? » Puntò la bacchetta di Tiglio contro di lui. « Tu. Sei. Sirius. Black. » 
« Alyssa..A-Alyssa, posso spiegarti tutto. Non è come pensi. »
« Hai tradito la fiducia di Silente, lui si fida di te e tu non hai perso occasione per mancargli di rispetto. Che cosa direbbe se dovesse scoprire che tieni nascosto un avanzo di galera nel suo stesso Castello? » 
« E lei chi è? » Finalmente il prigioniero si pronunciò, ghignando. 
« Lei è ..»
« Io sono Alyssa Morgan, o forse dovrei dire, Alya Malfoy. » Si voltò verso l'insegnante. « Non è vero, Remus? »
« Mal- Malfoy. » Sirius esplose in una risata. « Non mi avevi parlato di una Malfoy, amico mio. »
« Sirius, sta zitto. » .. « Alya, io l'ho saputo solo poco tempo fa, non volevo tradire la fiducia di Silente. Vedi..ehm, lascia perdere. » Si avvicinò pian piano a lei, ma quest'ultima non abbassò la guardia.  « E' stato Silente a dirtelo? »
« No, è stato Draco. Mi ha detto che i nostri genitori credevano che io fossi morta ed è per questo che Elettra mi tormentava, cercava solamente di..di avvertirmi e io non l'ho mai capito. » Calde lacrime lambirono il viso della strega, abbassò la bacchetta e riservò un'occhiata di disprezzo al fuggitivo. « Tu, piuttosto, come hai potuto tramare contro i tuoi amici? Mettere la loro sorte al bando, come fossero animali. Non hai pensato al fatto che loro si fidassero di te? Al fatto che avessero un figlio e che un figlio si meritasse l'amore di un padre e di una madre? » Il respirò divenne sempre più affannoso. « Brutto verme schifoso! » Urlò, avventandosi verso il moro. Remus la bloccò. 
 « Alyssa, Sirius non è un assassino. E' stato incastrato, qualcuno lo ha sacrificato per salvare se stesso. » .. « Sono sicuro che tu intuirai presto il suo vero animo. E' solamente una brava persona a cui sono capitate cose cattive. »
« Farò finta di crederti, Remus. Proverò a scoprire tutta la verità e, solo in quel momento, deciderò il da farsi. Se Sirius è davvero innocente come mi state facendo credere, Silente non saprà nulla. Se, invece, dovesse essere uno schifoso, lurido, viscido, traditore assassino, bhe, conoscete già bene la fine che farà. » Alyssa non era mai stata così determinata nella sua vita, osservò sia Remus che Sirius. Non era capace di sopportare un qualsiasi tipo di tradimento. « Il mio caro cugino Sirius dovrà fare molto di più di nascondersi per convincermi. » Remus sapeva che il tono sprezzante della giovane era dovuto alla recente dolorosa verità di cui era stata protagonista e intervenne solamente al termine delle sue parole. 
« Alyssa, te lo prometto. Fidati di me, fidati di me. Io ti voglio bene, sei molto importante per me ed il fatto che tu sia una Malfoy, bhe, non cambia nulla. » .. « Tu non sei come tuo padre, tu sei molto di più. » Allorché si aggiunse Sirius. « E se lo dice Remus..fatti due domande. » Il viso di Black si rilassò, aveva capito la reale natura della ragazza. « Ce la metterò tutta per far sì che tu possa reputarmi innocente, per ciò che realmente sono. Attendere per ottenere. »
« E va bene, vi dò una seconda possibilità. Poi, domani, io e te, Remus, riprenderemo il discorso del Molliccio. » Abbozzò uno sforzato sorriso e issò le sopracciglia. « A domani. » Pronunciò a bassa voce, lasciando qualche istante dopo la stanza. 
Appena uscita, però, Alyssa si scontrò con Ben che era da poco diventato Prefetto e costui la braccò, costringendola a fermarsi. « Alyssa, cosa ci fai fuori dal dormitorio a quest'ora della notte? »
« Adesso che sei diventato Prefetto, vuoi fare il duro con me? »  La giovane portò una mano su un fianco.
 « No, assolutamente e irrevocabilmente no. » Drizzò le spalle, incrociando le braccia al petto. « Sono stato incaricato dal Professor Silente di sorvegliare quest'ala del Castello e come tale è mio dovere informarlo di eventuali infrazioni. » 
« Ma la mia non è un'infrazione, mangia-baguette. » Alyssa resettò la distanza fra i due, avvicinandosi al suo orecchio e si alzò sulle punte. « Mi sentivo sola e cercavo qualcuno con cui intrattenermi. » Pronunciò, ridacchiando in sottofondo. 
« Ma..io, cioè, no. » Nessun pomodoro avrebbe potuto competere con le attuali gote del francese.
« Stupido, stavo scherzando! » Esclamò, spintonandolo e tornò al proprio posto. « Ho fatto un sogno strano e avevo urgenza di parlarne col Professore, tutto qui. » Si strinse nella spalle. « Sai, i lupi mannari. Lui se ne intende. »
« Oh, okay. Va bene. Per questa volta sei libera, ma non farci l'abitudine. Sono nuovo da queste parti e la fiducia devo ancora guadagnarmela. » 
« Stai tranquillo, Ben. E grazie, non accadrà più, lo giuro solennemente. » Portò una mano al petto, sorridendogli.
« Affare fatto, allora. » Fece lo stesso, ricambiando il sorriso della compagna. « Buonanotte e fa attenzione a Gazza! Stanotte è particolarmente diffidente. » Le raccomandò con un tono insolitamente protettivo.
« Non preoccuparti, Decorbeaux. So cavarmela benissimo anche da sola. Buonanotte! » 


[1] Vertfeuilles: E' una delle case di Beauxbatons insieme a Soleiljaune, Bleuroses e Ventargent. Si dice che sia molto simile alla Casata dei Corvonero ad Hogwarts. Soleiljaune a Grifondoro, Blueroses a Tassorosso e Ventargent a Serpeverde. 
[2] Molliccio: (boggart) è una creatura magica che può assumere le sembianze di ciò che spaventa di più il mago che lo avvicina. Nessuno conosce l'aspetto di un molliccio quando è solo. Può cambiare molte volte durante il corso della vita. Si tratta, inoltre, di un non-essere non-mortale. Nutrendosi delle paure delle vittime, i mollicci temono le risate; per questo motivo l'arma più efficace contro di loro è l'incantesimo Riddikulus che trasforma il molliccio in qualcosa di divertente. Contro un molliccio può essere utile la compagnia perché sentendo timori diversi il mutaforma non sa decidere quale aspetto assumere. Gli studenti del terzo anno imparano come affrontare un molliccio nel corso di Difesa contro le Arti Oscure.

Miei lettori preferiti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Avete notato la vicinanza tra Draco e Hermione? O la sintonia tra Benjamin ed Alyssa? Credete che il giovane Corvonero possa alleviare questo senso di sconforto della Serpeverde dovuto all'apparente abbandono dei genitori? Draco dirà tutta la verità? Alyssa tornerà al Maniero per, finalmente, riabbracciare Narcissa e Lucius? Io mi auguro solo che Abraxas paghi per tutto il dolore che ha causato e la Malfoy possa essere riconosciuta come tale. Inoltre, Sirius convincerà la verdargento a preservare questo segreto? Alyssa sembra molto titubante, ma si fida ancora di Remus e non si arrenderà facilmente finché non scoprirà la verità. Benjamin sarà capace di accalappiarsi la simpatia del principe delle Serpi? 

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Capitolo 13
*** Verità Nascoste. ***


8 Gennaio 1994, Hogwarts.

La mattina seguente Alyssa cercò di abiurare la propria tesi, e decise di rivolgersi nuovamente al Professor Lupin o, come lo chiamava lei, Remus. In quelle quattro mura era uno dei pochi di cui si fidava e, data la vicissitudine della notte precedente, prese la palla al balzo.
« Alyssa, dove credi di andare? Fra poco inizia la lezione di Trasfigurazione, non vorrai mica mancare un'altra volta? »
La bionda sobbalzò, portando una mano al petto, quando si imbatté nell'amica rossodorata. « E' solo questione di qualche minuto, il Professor Lupin vuole parlarmi e non sarebbe educato dargli buca. » Arricciò il naso, tentando di giustificarsi.
« Va bene, ma solo per questa volta. » Rispose la Grifondoro, sollevando l'indice, mentre Alyssa stava già andando via. 
« Perderò solo dieci minuti, non se ne accorgerà nemmeno. »
La riccia sbuffò e roteò gli occhi, fece dietrofont e si incamminò verso l'aula della prima ora. 

« Remus, apri. Sono io, devo assolutamente parlarti. » La vocina della Serpeverde venne sopraffatta dalle nocche battenti contro la porta. 
« Alyssa.. » Sussurrò un voce maschile, poi la porta si spalancò, mostrando un ufficio totalmente in disordine. 
« Scusa il disordine.. » L'imbarazzo dell'uomo era palese. « Ho perso la mia bacchetta e non riesco più a trovarla. »
« Hai perso la bacchetta, Remus? Ma come diavolo-? » Alyssa issò le spalle. « Ti aiuto io, dai. Te lo devo. » Sentenziò, impugnando la bacchetta con la mano sinistra e la puntò contro il caos dinanzi a sé. « Accio, bacchetta! » Esclamò con voce ferma, attendendo che la di essa posizione fosse intercettabile. 
« Eccola lì. Grazie mille, sul serio. Se solo non l'avessi trovata, Piton avrebbe trovato un'ottima scusa per appurare la mia negligenza professionale. »
« Lascia stare, Piton. E' fatto così, non lo fa di proposito. Chissà cosa è accaduto di talmente grave da portarlo a irrigidirsi in questa maniera! » Alyssa sembrò davvero dispiaciuta.
« Ci sono molte cose che ancora disconosci, Alyssa. Presto scoprirai la verità, perché prima o poi verrà a galla e non potrà più essere celata. Severus ha sofferto molto nell'arco della sua vita, come ho sofferto io e come hai sofferto tu. Tutti soffriamo, chi più e chi meno, chi in modo grave e chi in modo lieve. E' tutto un circolo vizioso la vita, nello stesso momento in cui credi che tutto sia finito, ecco che un altro ostacolo ti si para dinanzi. Basta solo rialzarsi, farsi coraggio e reagire. » Lunghi passi fecero le gambe di Remus, girando e rigirando la bacchetta fra le dita. « Ma, immagino tu non sia qui per questo, mi sbaglio? » Si arrestò, avvicinandosi alla Serpeverde. 
« Infatti, Remus. Non che non mi importi ascoltarti o lo trovi tedioso, ma il mio problema è un altro. Ho deciso, dopo una notte insonne, di lasciare che sia la giustizia ad occuparsi di Sirius. Insomma, tu sei un brav'uomo e se Black è tuo amico, allora, vuol dire che in fondo in fondo lui non c'entra sul serio nulla. » Con la bacchetta in tasca, Alyssa strofinò gli occhi arrossati e punta e tacco, punta e tacco, si dondolò sul posto. « Tornando al nostro discorso, forse ho scoperto chi possa nascondersi dietro il mio allontanamento da Draco. » Continuò a dondolarsi, spostando le mani dietro la schiena. Lupin la osservava interessato. « Sono sicura che il colpevole di tutto sia Abraxas, mio nonno. » Sospirò, sprofondando lo sguardo sul pavimento. 
« Abraxas, hai detto? » Il licantropo storse le labbra. « Non potrebbe essere stato nessun'altro che lui. » si sedette e invitò Alyssa ad imitarlo. « Pensaci. Draco è naturalmente da escludere. Ora passiamo ai tuoi genitori: Narcissa non avrebbe mai fatto una cosa del genere, per quanto possa essere stacanovista, non avrebbe mai rinunciato alla propria figlia. Lucius.. » Indugiò. « Lucius, certo. No, neppure lui. Codardo, arrivista e vigliac- »
« Remus, ti ricordo che è di mio padre che stiamo parlando! » Lo ammonì la bionda a difesa del purosangue.
« Hai ragione, scusami. Draco no, Narcissa nemmeno e neanche Lucius. Come stavo dicendo, lui vuole ama molto a Draco e, seppur non lo dimostri, farebbe di tutto per lui. Non avrebbe mai fatto un torto del genere alla moglie, ne sono sicuro. » Posò entrambi i gomiti sulla scrivania. « Senz'altro Abraxas. Per il incastrarlo, però, dovresti andare al Maniero e tendergli una trappola. »
« E come potrei fare? Abraxas non è stupido, è molto astuto e ingegnoso. Mi scoprirebbe in un baleno! » Esclamò nervosa, torturandosi le labbra.
« Sai cosa potresti fare? » Issò lo sguardo. « Tu mi hai detto che la parete ti ha letteralmente scaraventata; quindi c'è una maledizione dietro a tutto questo. Non c'è altro modo, Alyssa..o, o Alya. Fai in modo che Draco ti inviti al Maniero, cerca di coinvolgere Abraxas e convincilo a mostrarti l'albero genealogico dei Malfoy. » Un sorriso increspò il viso dell'insegnante. « Se lui è accanto a te, la maledizione non ha effetto. Due calamite si attraggono, ma si oppongono allo stesso. Tu e Abraxas siete le calamite: tu la vittima e lui il carnefice. » 
Alyssa provò a seguire con difficoltà l'articolato ragionamento dell'ex Grifondoro. « Spiegati meglio, Remus. »
« In poche parole, la maledizione sparisce solamente nel momento in cui lui muore, ma siccome non siamo così cinici da farlo fuori, dovrai far sì che lui sia "assente" per qualche momento. Giusto il tempo di capire se è lui il vero colpevole. »
« Ma certo, ora è tutto chiaro. Pietrificus Totalus. » Spinse l'indice sulla fronte. « E' l'unico modo per farlo "sparire" per qualche minuto. Come ho fatto a non pensarci prima? »
« Sei un genio, Remus. Sei un genio! » Alyssa scosse il capo incredula e felice. « Te ne sarò infinitamente grata. » Fiancheggiò la scrivania e strinse l'uomo in un forte abbraccio. « Sei il miglior professore del mondo! » Urlò saltellante, prima di salutare frettolosamente il moro e lasciare l'ufficio. 

Dopo aver avuto quella esaltante e risolutiva conversazione con Remus, la platinata si dedicò totalmente alle lezioni giornaliere. 

27 Febbraio 1994, Hogwarts -  Maniero Malfoy. 

Una fredda e apparentemente ordinaria mattina di fine Febbraio, coriandoli, festoni e studenti in maschera accalcavano la Sala Grande di una Hogwarts in preda ai festeggiamenti. Tutti sembravano febbricitanti e impazienti di celebrare una delle festività più amate del mondo occidentale: il Carnevale. Tutti, tranne Alyssa, ovviamente. 
« Ma che due pluffe! Chi miseriaccia ha inventato questa inutile festa?! » Borbottava e riborbottava lei ogni qualvolta il suo cammino incrociava quello di "esemplari inspiegabilmente euoforici". Era così che li appellava. 
« Alyssa! » Una voce maschile sbucò dinanzi a lei da uno dei corridoi contigui alla Sala Grande e cercò di raggiungerla. Benjamin non perdeva mai occasione di scambiare quattro chiacchiere con la Serpeverde. 
« Anche tu molto felice di festeggiare questa inutile e insensata festa, non è vero? » La strega inarcò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto. Si resse su una gamba, mentre l'altra era lievemente accavallata a quella opposta. « Cosa ci trovate di bello? Prima o poi lo capirò, o almeno spero. »
« No no, non sono qui per deliziarti della meravigliosa festa che si terrà oggi ad Hogwarts. Ho una missiva per te. E' stato tuo fratello a recapitarmela, dato che oggi non sarà presente. » Sebbene la bionda gli avesse espressamente detto d'evitare di collegare Draco a lei, il francese pareva proprio non aver colto le sue parole o almeno così fingeva. 
« Ben. Ben, giusto? » Slegò l'incrocio delle gambe e protese le braccia verso l'alto, posandole sulle impostate spalle di lui. « Draco e io non siamo fratelli, è chiaro? » Annuì, marcando ogni singola parola. « E poi, perché mai avrebbe dovuto darla a te, quando siamo compagni di classe ed avrebbe benissimo potuto porgerla a me di persona? » Piegò le labbra, mentre il Corvonero rimase immobile ad ascoltarla. 
« Vedi, ehm. Draco è dovuto andar via repentinamente, senza avviso. E dato che io sono tuo amico, ha preferito darla in custodia a me. » Abbozzò un timido sorriso. « Mi ha detto che, se l'avesse riferito a Blaise o ad Astoria, molto presumibilmente non ti sarebbe mai arrivata. »
« Astoria? » Lo osservò guardinga. « Quella per poco non dimentica pure il suo nome. » Ridacchiò, scostando le mani dalle spalle del compagno. « Per Blaise, bhe, non avevo dubbi. »
« Cos'ha Blaise che non va? » Domandò curioso Ben. 
« E' un idiota, rompipluffe, donnaiolo e antipatico. » Rispose di tutto petto la giovane.
« Ha un'ottima opinione di lui. » Inclinò lui il viso confuso. "L'apparenza inganna" pensò. 
« Comunque, io dico sempre quello che penso. Facci l'abitudine. » Aggiunse Alyssa, scrollando le spalle. « Adesso vuoi darmi questa lettera oppure desideri tenerla come ricordo? »  
« Sì, scusami. » Egli sfilò la missiva dal tascone del mantello e la porse alla verdargento. « Per farla breve, si tratta di una festa. Non so cosa voglia uno come Malfoy da me e per quale strana ragione lui mi abbia invitato. » Confidò, mordendosi il labbro inferiore agitato. « Mi auguro soltanto non sia un trabocchetto per mettermi in ridicolo davanti a tutti. Dicono che più di mezza scuola sarà presente. » 
« Una festa? Anche lui col Carnevale? » Roteò gli occhi la ragazza, fingendo le dispiacesse. « Se non viene messo al centro dell'attenzione per più di un giorno, si sente male. » Ghignò, ringraziando mentalmente il fratello per averla invitata. Solo in questo modo Alyssa avrebbe potuto attuare il piano che il mese prima Remus le aveva consigliato di provare. 
« Comunque, io adesso dovrei proprio scappare. La mia stanza è un totale caos e, se non sistemo tutto in tempo, mi beccherò una lavata di capo da Vitious (Capo Casa dei Corvonero ) e non riuscirò ad essere puntuale alla festa. » Il francese si sollevò sulle punte e infilò ambedue le mani all'intero delle tasche. 
« Hai perfettamente ragione, ma sono sicura che Draco ti abbia invitato soltanto per testarti, in un certo senso. » .. « Sai, sei nuovo di zecca e lui tenta di aver più amici possibili. » La Serpeverde gli rivolse un mezzo sorriso, dando poi un'occhiata fugace alla lettera. « Ci vediamo stasera, allora. » Indietreggiò di qualche passo, slittando di poco col bacino. 
« Aspetta! » La interruppe Benjamin. « Ti farebbe piacere, insomma, se andassimo alla festa insieme? » Le chiese quasi certo lei lo rifiutasse. « Sai, non conosco quasi nessuno e da quel che mi hanno detto i genitori di Malfoy sono molto..glaciali. Si dice così? »
« Freddi, pivello. Freddi. » Lo corresse, tentennando. Che Lucius fosse un uomo altezzoso e poco incline alle smancerie lo sapeva pure lei. « Pensandoci, però, suppongo sia una buona idea andarci insieme. » Rifletté su quanto questo potesse far infuriare suo padre e, perché no, anche Draco. « Alle 8 in punto, al portone principale del Castello. » Gli suggerì, dividendo lo sguardo tra lui e la pergamena. 
Benjamin ne fu entusiasta. Due piccioni con una fava. « Va bene, sarò puntualissimo. Non preoccuparti, non farò attendere una graziosa fanciulla. » Il sorriso a trentadue denti non camuffò affatto l'eccitazione negli occhi del moro: non solo avrebbe trascorso del tempo con Alyssa, ma avrebbe anche avuto l'opportunità di non sentirsi isolato e fuori luogo per tutta la durata della festa. « A dopo! » Esclamò.
« A dopo! » Gli rispose ad alta voce lei, salutandolo con un cenno di mano. 

Portone Principale, Hogwarts. - Maniero Malfoy.

Alyssa, dopo l'incontro con Benjamin, si era ritirata nella sua stanza ed aveva approfittato dell'assenza delle compagne per dedicarsi al proprio aspetto e prepararsi per andare alla festa al Maniero. 
« Cosa diavolo metterò? » Mugolava sottovoce, scuotendo il capo a destra e a sinistra. Dall'ultimo ricevimento a cui ella partecipò, poté notare la maniera in cui sia i Malfoy che i vari presenti erano soliti imbellettarsi. Non sarebbe nemmeno stata capace di chiedere aiuto a Narcissa, dopo averle negato la sua presenza a casa ripetute volte e nemmeno ad Andromeda, intenta a scovare la verità sulla morte del marito. Sembra, però, che la matrona le abbia letto nel pensiero: ecco che un gufo dai colori chiari, molto presumibilmente di proprietà della donna, si avventò tempestivo contro la finestra della verdargento. 
« Non è un po' troppo pesante per un semplice gufo? » Si domandò, scorgendo dalle zampette un pacco di velluto verde, attorniato da un nastro dai toni argentei. Nell'interstizio, tra il nastro e il velluto, vi era una lettera: l'afferrò e la scartò, dopodiché iniziò a leggerne il contenuto. 


"Cara Alyssa,
Sono felice che tu abbia accettato l'invito di Draco e finalmente tornerai a trovarci. Nonostante mio marito sia un tipo molto riservato, avrebbe certamente notato la tua assenza alla festa. 
Per ringraziarti della tua seconda possibilità, ho pensato di omaggiarti con un semplice abito che potrai indossare anche oggi stesso. Sarei contenta di vedertelo addosso di persona. 
Un abbraccio,
Narcissa Malfoy."

 

Alyssa, nel momento stesso in cui terminò di leggere la lettera, sentì il cuore accelerare improvvisamente, mentre le mani, nervose, cominciarono a sudare. Da quando aveva saputo la verità, non riusciva più a guardare quella famiglia con gli stessi occhi. Quella non era più soltanto Narcissa Malfoy, era sua madre e di certo tutto ciò non poteva passare inosservato. 
Sospirò, stringendo fra le falangi diafane la pergamena.
« Su, coraggio, aprilo. » Ordinò a se stessa. Deglutì ed emozionata sciolse il fiocco e spiegò con urgenza il velluto, ritrovandosi dinanzi ad un magnifico abito. 
« Semplice abito, eh, mammina? » Ridacchiò, adagiando con cautela le mani sul vestito e lo distese in modo da poterlo ammirare più dettagliatamente: i toni andavano da un color cipria, ad un rosa chiaro, fino a raggiungere un tipico bianco panna. Non molto scollato -le avrebbe giusto scoperto le spalle-, di un tessuto leggero, simile all'organza, aveva incisi dei ricami di fiori argentati, che dall'alto andavano a coprire l'abito fino agli orli della gonna. Essendo anche molto lungo, quasi sicuramente, l'abbinamento delle scarpe non sarebbe stato un problema. 

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Dopo averlo osservato minuziosamente, quasi cercasse un difetto, Alyssa si accertò che la porta della camera fosse chiusa a dovere e cominciò a spogliarsi della divisa, si alzò su due piedi e prima una gamba, poi l'altra, s'infilò il vestito e, impacciata, impiegò più d'un minuto a chiudere la cucitura alle spalle. 
« Ora tocca ai capelli. » Si mirò allo specchio, inclinando il capo di lato. < Sciolti o legati? Lisci o ricci? » Tamburellò le dita della mano sinistra sotto al mento, fino a che le venne una brillante idea. « Per Salazar, dove l'ho messo? » Si chinò, frugando fra i vari cassetti. « Eccoti! » Esclamò subito dopo aver trovato il pettinino argentato che le aveva regalato Astoria per il suo compleanno. 
Sospirò ancora una volta, impugnò la spazzola e pettinò la lunga chioma, dopodiché la legò in un alto chignon e inserì il pettitino nell'attaccatura dei capelli. « Uhm, decente. » Mormorò, intrecciando le braccia sotto al seno. 
Terminata l'acconciatura, si truccò in maniera molto leggera, indossò il ciondolo che gli aveva regalato Teddy, degli orecchi d'argento ed infine portò ai piedi un paio di décolleté rosa pallido e non tanto vertiginose. Spruzzò del profumo alla vaniglia sui polsi e sul collo, afferrò la propria bacchetta e poi lasciò la stanza, trascinandosi dietro la coda del vestito. 
« Mi auguro che quel Corvosecchione sia pronto o dovrò trovare un modo per prelevarlo direttamente dal suo dormitorio! »Borbottò con le farfalle allo stomaco, ma i suoi lamenti furono repentinamente interrotti dalla figura del francese contro cui andò a sbattere nel tentativo di velocizzare il passo. 
« Scusami, stavo proprio andando a cercarti. » Si annunciò la Serpeverde. Per Benjamin, invece, ci volle qualche secondo prima che si sbottonasse un po'. 
« Sei bellissima! » Disse, ammirandola. « Sembri un angelo! »
« Sembro, pivello. Sembro, non farti strane idee. » Gli rispose, arcuando la fronte. « Ho notato che sei molto puntuale, 10 punti a Corvonero! » Ridacchiò lei, mentre il moro la prese sottobraccio, pronto ad avviarsi verso il portone del Castello in cui avrebbero raggiunto la Passaporta, mezzo che li avrebbe spediti dritti dritti al Maniero. 
« Pronta? » Sussurrò incerto il ragazzo, mentre allargava nervoso lo scuro papillon del vestito. 
« Prontissima. » Dall'espressione di Alyssa si evinceva una certa ansia. Come darle torto! Quella sarebbe stata la prima volta in cui varcava quel maestoso edificio come casa propria. 
« Sei sicura sia una buona idea? Non vorrei che Draco mi schianti seduta stante. » Decorbaux gonfiò le guance, ticchettando la punta delle scarpe di vernice contro l'asfalto. 
« Lascia fare a me. Draco è solamente mio amico, vedrai che ti accoglierà a braccia aperte, d'altronde è stato lui stesso ad invitarti. » Ipotizzò quasi certa la bionda, convincendo finalmente il francese. 
« Va bene, mi hai convinto. Andiamo. » Entrambi i ragazzi si lasciarono andare ad un sonoro sospiro, per poi aggrapparsi alla Passaporta che li catapultò nella residenza dei purosangue senza che neppure se ne rendessero conto. 


« Ben, sei rimasto lì impalato? Ti ricordo che la festa è dentro, non fuori e, rimanendo in giardino, potrebbe farti visita uno dei pavoni dei Malfoy. » Si fece avanti Alyssa, camminando a fatica su quei tacchi. 
Benjamin rimase estasiato dalla maestosità del Maniero. La famiglia da cui proveniva non aveva lo stesso tenore di vita dei Malfoy, seppur non se la passasse affatto male. « Sì, hai perfettamente ragione. Tanto prima o poi dovremmo entrarci, perché sprecare altro tempo? » Avanzò verso la bionda e la prese nuovamente sottobraccio, giusto qualche passo e si ritrovarono immersi tra la folla di invitati. Alcuni erano disposti in gruppi come a volersi estraniare dagli altri, ma alla Serpeverde non importava. Il suo unico obiettivo in quel momento era scovare e parlare con i Malfoy al più presto. Detto, fatto. Ecco che le iridi ferrigne del padrone di casa fulminarono l'accompagnatore della figlia.
« Alyssa, mi sa che ho trovato chi cercavi. Il Signor Malfoy è proprio lì e suppongo voglia lanciarmi una maledizione senza perdono. » La voce rotta del Corvonero risaltava la soggezione che Lucius gli metteva addosso. 
La bionda si voltò con cospicua immediatezza, incrociando lo sguardo di suo padre. Quello scambio di sguardi le provocò un tuffo al cuore. Quanto avrebbe voluto abbracciarlo, lì, davanti a tutti e godersi tutto ciò che le era stato tolto. Quanto avrebbe voluto rivelare a tutti il suo essere una Malfoy, né Pansy e né Millicent l'avrebbero più derisa se solo avessero saputo chi fosse suo padre. 
« Signor Malfoy! » Esclamò Alyssa per farsi sentire, strascicando con sé il compagno. « Cercavo sua moglie, vorrei ringraziarla di persona per questo splendido abito. »
Il purosangue, d'altro canto, non fu capace di staccarle gli occhi di dosso e quasi si emozionò nel vederla in quelle vesti. « Mia moglie sta arrivando, così anche Draco. Sai, quel ragazzo ci mette troppo a sistemarsi. » Un lieve sorriso accompagnò le sue parole. « Lui è? » Le chiese, puntando gli occhi sul moro. 
« Io sono Benjamin Decorbaux, Signor Malfoy. Piacere di conoscerla. E' stato suo figlio stesso ad invitarmi. » Si presentò cortese il giovane mago, scorgendo il fastidio nel viso dell'uomo. 
« Vado a- ad avvisare gli altri del nostro arrivo. » Sussurrò alla compagna, sorridendole, per poi dirigersi verso i pochi Corvonero presenti alla festa. 
« Va bene, fa pure. » Gli sorrise lei di rimando, sorriso che si smorzò quando Lucius la ammonì col solo sguardo. 
« Eccoli, Narcissa e Draco sono lì. Vieni a salutarli con me? » Le propose con imminente risposta positiva della bionda. 
I due, dunque, quasi in simbiosi, si spostarono sulla parete opposta del salotto, raggiungendo madre e figlio. Lucius, con la sua marsina color pece, adornata con dei ghirigori dorati, i lunghissimi capelli biondi sulle spalle e il bastone che si portava sempre dietro, attirò l'attenzione di molti invitati. 
Narcissa indossava un lungo abito di velluto, di colore verde trifoglio, tono simile a quello caratteristico dei Serpeverde, ciocche di crine bicolore erano aggrappate alla nuca, il resto era stato lasciato volutamente sciolto e le lambiva il viso ossuto. Draco, elegante come suo solito, aveva scelto un completo blu cobalto, accompagnato da una cravato bianca. 
« Aly..Alyssa! » Urlò felice il biondo, andando incontro alla strega. < Finalmente sei arrivata! Benjamin è venuto con te? »
« Sì.. > Mugugnò Lucius irritato, ma Narcissa pareva piuttosto divertita. 
« Grazie mille per il vestito. » Fece un giro su se stessa, lasciando svolazzare la gonna. « Ma non è per questo che volevo incontrarvi. > Biascicò, cercando di raggruppare i Malfoy in un angolo. « Devo parlarvi con urgenza, ne ho assolutamente bisogno. Ho bisogno di voi per far sì che il mio piano vada a buon fine. »
« Non riesco a capire. Ciò significa che il tuo intento è stato un altro e non la tua misericordia? » Ipotizzò Cissy, tentando di captare la vera accezione nelle parole della figlia. 
« Sono sicura che capirete, quando ve ne parlerò. > Rispose sicura Alyssa. « Vi prego, è importante! » Quasi sembrò implorarli. 
La donna scambiò uno sguardo d'intesa col marito e, insieme a Draco ed Alyssa, si rintanarono in una delle stanze non poco lontane da quella in cui era in corso la festa. 
« Adesso puoi dirci tutto, qui non mette mai piede nessuno e, anche se fosse, non potrebbe nemmeno sentirci. » Mormorò la madre, prendendo in mano la bacchetta d'acacia. « Protego Maxima! » Pronunciò ad alta voce e subito dopo una barriera invalicabile li avvolse. Alyssa e Draco la guardarono sbalorditi. 
« Che figata! > Esordì la bionda a bocca aperta, poi tornò sui propri passi. « Oh. » .. « E' giusto che voi lo sappiate. » Invitò con un cenno ai due genitori di sedersi, poi fece lo stesso e dopo di lei il fratello. 
« Da dove cominciare? » Intrecciò le dita ansiosa. « Circa un mese fra Draco è venuto a parlarmi riguardo ad un argomento importante. Inizialmente avevo timore di parlarvene, ma è giusto che voi ne siate al corrente. » Sollevata, liberò i piedi dai tacchi con conseguente sospiro. « Draco mi ha confessato ciò che Elettra gli ha detto, ovvero che io sono una Malfoy. Sono Alya e non Alyssa. » 
Lucius ne risultò pietrificato, ma allo stesso tempo confortato. Narcissa rivolse uno sguardo ambiguo al figlio, poi lasciò continuare la bionda. 
« Credevo che la colpa fosse stata vostra, che non m'aveste voluto solo perché sono una femmina. Ma poi ho riflettuto, altre persone mi hanno coadiuvata nel riacquistare ragione. Draco mi raccontava sempre di quanto suo padre e sua madre soffrivano per la mancanza della loro figlia e se l'aveste abbandonata, tutto quello non avrebbe avuto senso. » Si alzò e scalza si avvicinò ad entrambi i genitori. « So che non è colpa vostra, che non siete stati voi gli artefici di tutto, ma che sotto sotto la mia sparizione è stata causata da una solo persona: Abraxas. » Lucius cercò di intervenire, ma la figlia lo bloccò. « Aspetta, non ho ancora terminato. Ne ho parlato con Remus, è stato lui a incoraggiarmi a farmi avanti, a lottare per avere ciò che è sempre stato mio, ma che non ho mai potuto avere. » Afferrò la mano del padre. « Ha anche sottolineato il legame che tu hai con Draco e che, nonostante la tua parvenza da uomo delle nevi e i tuoi atteggiamenti burberi nei suoi confronti, vuoi molto bene a tuo figlio e non avresti mai permesso che m'avessero portata via, se solo l'avessi saputo. »
Lucius fissò gli occhi in quelli della figlia e di scattò si sollevò dalla sedia. « Cosa vuoi fare adesso? » Le domandò lui paterno. 
« Remus mi ha consigliato di usare il Pietrificus Totalus. Ovvero, la morte apparente. Perché? Ve lo spiego subito. » Prese un respiro. « Quando ho cercato di avvicinarmi all'Albero di famiglia, questo mi ha scaraventato e, leggendo qua e là, ho scoperto che si tratta di una maledizione e che quindi avremmo bisogno di uno Spezza-Incantesimi. Ma siccome non voglio creare baraonde in questa casa, ho optato per una decisione attenuante. »  Guardò Draco, poi Narcissa. « Dato che suddetta maledizione svanirebbe soltanto nel momento in cui l'artefice decedesse e, parliamoci chiaro, non sono un'assassina, il Pietrificus Totalus è l'unica scelta plausibile. » 
« Quindi, dal momento che tu sei una delle invitate, lui andrà a controllare se la maledizione è ancora funzionante. Corretto? » Narcissa cercò di immedesimarsi nella testa del suocero.
« Esattamente, ma io da sola non posso far nulla. Diciamocelo, Abraxas è un potente mago e solo uno tonto ne dubiterebbe. » Osservò ghignando il padre che a sua volta rispose.
« Dunque, uno di noi deve seguirti e proteggerti da eventuali suoi attacchi. Draco, naturalmente, deve rimanerne fuori. » 
« Esatto anche questo. A voi la scelta, per me siete uguali. » Aggiunse Alyssa, lasciando tempo ai genitori di scegliere.
« Vado io, è da tanto tempo che vorrei vedermela con lui pari a pari. Non la passerà liscia, questo posso assicurartelo. » Esordì Narcissa sicura, Lucius annuì e Draco avanzò nella loro direzione. « Quindi potrò dire a tutti che Alya è mia sorella? »
« Draco, con calma. Prima scopriamo la verità, prima tua sorella potrà tornare a casa. » Pronunciò categorico il maggiore, tenendo strette le mani della bionda. « Ho detto bene? »
« Benissimo. » Risposero le donne di casa contemporaneamente. Dopodiché Cissy avvolse le spalle della figlia con un braccio, stringendola al petto. Draco si avvinghiò alla sorella. Lucius, dopo che i restanti Malfoy si staccarono dalla Serpeverde, si avvicinò ancor di più a lei e la strinse in un forte abbraccio. 
« Ti voglio bene, papà.. » Sussurrò Alyssa dagli occhi lucidi.
La risposta di Lucius non si fece attendere. « Anche io ti voglio bene, tesoro.. » 

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Non trascorse nemmeno un'ora dall'inizio della festa che, come nei piani dei Malfoy, Abraxas si allontanò svelto dalla sala per dirigersi, chissà dove, dall'altra parte del palazzo. In realtà, però, l'intento del maggiore della famiglia purosangue era stato antecedentemente svelato. Immediatamente Alyssa, si staccò dalla cerchia e, celermente, cominciò a seguire l'uomo.
« Alyssa, ma dove vai? » Urlarono Benjamin e Astoria, a causa dell'elevato volume delle musica, con dell'espressioni da cani bastonati. 
« Torno fra un po'. » Rispose lei, rivolgendo un cenno di capo alla madre non tanto lontana dalla sua postazione. 
La bionda, risolto il contrattempo, riprese a seguire il nonno e Narcissa, di conseguenza, si affrettò a fare lo stesso.
Con passi felpati e senza scarpe, la giovane Malfoy attese che il nonno entrasse, poi si avviò verso la porta e fece ingresso dopo di lui nella stanza. Cissy rimase a spiarli dall'accennato spazio lasciato dalla porta e, facendo meno rumore possibile, adagiò l'orecchio alla parete. 
« Signor Malfoy. » Proferì Alyssa, sorridendo falsamente all'uomo che, alla sua vista, trasalì poi rimase di sasso. « L'ho per caso disturbata? » Il tono di voce della Serpeverde era dimesso, come a volerlo impietosire. 
« No, no, affatto, cara. Ti serve qualcosa o ti sei semplicemente persa? » Gli domandò evidentemente paralizzato l'anziano mago, cercando invano di distrarsi dalla parete. 
« No, non mi sono persa. Sono soltanto rimasta incuriosità dall'Albero la scorsa volta e volevo saperne di più. Sa, Draco mi ha parlato molto dei suoi antenati e l'ho trovata una storia alquanto interessante. Chissà se anche la mia famiglia d'origine ne ha uno! » Esclamò con aria innocente. Abraxas, invece restò ritto in quella posizione.
 « Oh, sì. » Sospirò sollevato. « La famiglia Malfoy esiste da più di 700 anni. Il primo fu Armand, colui che ci ha donato questo immenso Maniero e la ricchezza che ci circonda tuttora. » Man mano che spiegava, le sue dite avvizzite scalavano su e giù l'albero genealogico. « Guarda qua, è lui Armand. » Indicò alla ragazzina senza voltarsi. Quest'ultima approfittò della sua momentea vulnerabilità per riprendere in mano la bacchetta di tiglio e la puntò contro il nonno, pronunciando forte e chiaro. « Pietrificus tot..»
La giovane non ebbe nemmanco la possibilità di concludere l'incantesimo che l'uomo la ostacolò, scaraventandole un contro-attacco. Allora Narcissa, preda della rabbia, spalancò la porta e schiantò senza indugiò il suocero contro una delle mura. 
« Alya, vai via. Esci fuori! > Urlò la strega dalla chioma bicolore come una forsennata. « Via! » 
« Ma, mamma..»
« Via, Alya. Via, tesoro. Vai via e avvisa tuo padre! » Insistette, difendendosi efficacemente dagli attacchi del maggiore di casa. 
« No, non ti lascerò qui in balia della sua cattiveria! » Gridò Alyssa, impugnando nuovamente la bacchetta. A quel punto Narcissa non poté fare a meno di lanciare la figlia fuori dalla stanza. « Vai, ho detto! » 
La bionda cedette e, correndo a perdifiato, andò ad informare il padre dell'imminente scontro tra la madre ed Abraxas.
« Papà, vieni! » Esplose la strega, noncurante della presenza degli invitati. Lucius non fu da meno e si catapultò subito in soccorso della moglie. 
« Cissy! » Malfoy si interpose fra Abraxas e la Black, facendole da scudo, ma accidentalmente un incantesimo proveniente dalla bacchetta dell'anziano lo colpì in pieno, lasciandolo scivolare inerme sul suolo. 
Alyssa si avventò con immediatezza sul padre e lo portò fuori, tentando di svegliarlo.
Narcissa colpì un'ultima volta il suocero che, dinanzi alle abilità della nuora, dovette arrendersi e, codardo com'era, non si curò nemmeno della salute del figlio. « Mi dispiace per Teddy. »Sussurrò sprezzante, ridendosela sotto i baffi. « Se solo non si fosse immischiato nei miei affari..»
Alyssa, ringhiò, in quel momento avrebbe voluto massacrarlo di botte, ma dovette occuparsi di qualcosa di più importante: l'incolumità di suo padre.
Egli, prima di sparire nel nella, spezzò la maledizione e si smaterializzò.
« Lucius! » Cissy sgranò gli occhi ancora più infervorata. Non solo le aveva sottratto una figlia, aveva assassinato il marito della sorella, ma aveva anche attentato alla vita del suo di marito. Si prostrò ai suoi piedi, mentre Alyssa, grondante di lacrime, lo reggeva tra le braccia. « Papà, svegliati, per favore! » Urlò disperata la figlia, scuotendolo e posando una guancia sulla di lui fronte. 
« Vado a chiamare il medico. » Biascicò Cissy terrorizzata, non avrebbe retto altro in quell'istante. Accarezzò il viso della figlia e si diresse verso il salotto, invitando i presenti - dalla parte opposta del Maniero - a lasciare l'edificio. 
« Draco, vieni con me. » Prese il figlio sottobraccio. « Tu scrivi una lettera al medico. Su, veloce. »
« Cos'è accaduto, mamma? » Domandò il platinato, scorgendo le velate iridi della donna. 
« Draco, fai come ti dico. E' necessario che lui venga qui ora! Dopo potrai raggiungerci nella stanza dell'Albero. Fai presto! » 
Con le lacrime agli occhi, Cissy prese ciò di cui l'infermeria del Maniero disponeva e ritornò dal marito, prestandogli i primi soccorsi. 
« Non è niente..» Mormorò l'uomo sotto le pie mani della moglie, poi serrò gli occhi grigi esausto. 

Eccomi qui nuovamente, bellezze! In questo capitolo il titolo "Verità Nascoste" non è stato messo a caso, come avrete certamente notato molte sono state le verità tornate a galla. Qualcuno si è fatto male, come Lucius. Speriamo solo non sia nulla di grave. E Abraxas tornerà? Alya o Alyssa gliela farà pagare per ciò che ha fatto non solo a lei, ma anche ai suoi cari? Finalmente sarà riconosciuta come una Malfoy o dovrà ancora attendere? 
Mi auguro che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Per lo svolgimento del testo ringrazio @writedirtytome94 e @Lyneea. 
Un bacio grande,
Giada! 


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Capitolo 14
*** Zia Bella è qui. ***


Salve, miei cari lettori! Come va? Io, nonostante i numerosi impegni dovuti al matrimonio imminente ( per non parlare della mia piccina ) e grazie all'aiuto di persone speciali, sono riuscita a completare quest'altro capitolo. Ho voluto "strapazzare" la trama originale di Mrs Rowling e mi auguro che questa mia pazza idea possa essere di vostro gradimento. Non vedevo l'ora di mostrarvi uno dei personaggi che più ho amato in questa saga ( letterariamente, ovvio ). 
Detto questo, buona lettura!

 

Le vacanze primaverili erano appena iniziate e sia la momentanea infermità di Lucius che la svolta nella morte di Teddy non furono le uniche cose che nei giorni a venire scossero l'apparente tranquillità del Maniero Malfoy.
La purosangue, inoltre, ha avuto il compito di confessare la colpa di Abraxas ad Andromeda e a Ninfadora. 
Svariati giorni dopo la fuga di Abraxas e la fortunata rinsavita del padrone di casa, accadde qualcosa, qualcosa di immaginabile. Un evento scatenante a cui Alyssa o Alya, decidete bene voi, si pentirà ben presto di aver - seppur inconsciamente - contribuito. 


10 Marzo 1994, Casa Tonks.
« Tua madre mi ha praticamente raccomandato di tenerti lontana dal Maniero, girano diverse voci e non di certo allettanti. Se solo tu dovessi recarti lì nel momento sbagliato, potresti pentirtene per tutta la vita. Alya, ti prego. Non farlo. » Con queste parole Andromeda volle incoraggiare la nipote a rimanere sotto la sua custodia. Negli ultimi giorni la bionda non aveva fatto altro che chiedere di suo padre e domandare ripetutamente scusa alla madre adottiva e alla sorella di ciò che aveva saputo. 
« Non è stato colpa tua. Abraxas ha sottratto la propria nipote alla sua famiglia, figurati se avesse mai potuto avere pietà di uno sconosciuto. » Sentenziò la mora, posando una mano fra i capelli della Serpeverde. 
« Vorrei sapere il motivo per cui mamma e papà non mi vogliono a casa. Anche loro credono che io sia un problema per la nostra famiglia? »
« Ma cosa dici? » Indugiò alterata. « Qualcosa o, più specificatamente, qualcuno ha messo in giro la voce di una pericolosa fuga da Azkaban e non parlo di Sirius. » Si rivolse alla nipote preoccupata. « Ora lui è al sicuro e anche tu, se solo rimarrai qui. »
« Bene, lo scoprirò da sola, allora. » Alya non ne voleva proprio sapere, pensava che questa fosse solo una scusa per mettere a tacere il suo animo turbolento. Supponeva, inoltre, prima che la zia l'avvertisse, che potesse trattarsi del nonno. Ma, facendo riferimento al carcere magico di massima sicurezza, il tutto non poteva essere collegato al maggiore dei Malfoy. 
Chi è la "pericolosa fuga" di cui parlano le sorelle Black? E perché mai ne discutono sottovoce come fosse un segreto? 

11 Marzo 1994, Casa Tonks- Nottetempo - Malfoy Manor. 
Decisa a non sottostare agli ordini della madre e della zia, Alya sgattaiolò nel bel mezzo della notte, armata di mantello e bacchetta, pronta a raggiungere il Maniero Malfoy e constatare coi propri occhi la salute del padre. Come Narcissa, la Serpeverde non credeva finché i suoi occhi non eraro sicuri di ciò che avessero sentito. 
A passo lento e adagio lasciò l'abitazione dei Tonks dalla finestra e si incamminò verso la prima stazione che le avrebbe agevolato il tragitto, lasciandola nel cuore di Londra. Da lì, poi, sarebbe giunta a Diagon Alley e, presa la Passaporta, arrivare dai genitori sarebbe stato un gioco da ragazzi. 
Un fulmine rosso le si fermò dinanzi, lasciandole svolazzare i lunghi capelli biondi sul viso. Un autobus, di quelli a due piani, rosso come ogni inglese che si rispetti, sbucò dal fondo della strada senza neppure essere chiamato. 
« Un autobus? A quest'ora della notte? Credevo non potesse essere possibile. » Confusa e impedita, Alya allungò il collo per accertarsi che non stesse sognando, ma sobbalzò sul posto subito dopo. 
« Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Mi chiamo Stan Picchetto e sarò il vostro bigliettaio per questa notte! »
Un ragazzo, vestito da bigliettaio, dall'aspetto trasandato e dalla igiene alquanto discutibile ripeté lettera dopo lettera il contenuto del fogliettino che teneva in mano. 
« Sbaglio o quella è..è una testa? » Spalancò gli occhi la bionda quando notò accanto all'anziano autista una testa parlante con la chioma a rasta. 
« Non ha mai visto una testa parlante, signorina?» Esclamò a gran voce quest'ultima.
« Dove desidera andare? » Lenta e pigra, invece, era la voce del guidatore. 
« Dovrei salire in un posto del genere? » Domandò sarcasticamente la strega, inarcando un sopracciglio. « E se poi vi rivelaste soltanto una mandria di pazzi? » 
« Oh, la figlia di papà non vuole salire. Cos'è? Papino non ti ha mai portata a spasso? » Che voce fastidiosa aveva quel mezzo capo appeso al parabrezza!
« Okay, salgo, ma solo se tenete quella boccaccia chiusa per tutto il tempo. Londra, grazie. » Sbottò la Serpeverde e salì quei pochi scalini senza nemmeno reggersi al poggiamano. Tanto era il suo disgusto. 
Fortunatamente il bus era sgombro e i suoi precedenti interlocutori parevano aver preso in parola la giovane purosangue che, intenta a leggere la Gazzetta del Profeta, venne, però, poi interrotta da uno di loro. 
« Bellatrix Lestrange, hai visto? Dicono che sia scappata da Azkaban la scorsa notte, notte più, notte meno..» Esordì il bigliettaio, la cui voce si fece sempre più esigua. « ..per ricostituire l'esercito di TuSaiChi, naturalmente..» 
« Tu sai chi? Lord Voldemort? » Le labbra strette e la fronte arcuata.
« Noi non pronunciamo il suo nome.. » Biascicò al suo orecchio e Alya non poté che tappare il naso dal fetore che emanava la giacca del giovane. 
« E dove potrebbe essere adesso? E' appena scappata, il Ministero le dà la caccia così come i Dissennatori, rimanere qui per lei sarebbe pericoloso. » Ragionò la passeggera, flettendo il capo e sospirando. Da quello che aveva capito, questa Bellatrix non doveva portare nulla di buono e forse Narcissa e Andromeda si riferivano proprio a lei. 
Il ragazzo scrollò le spalle, incapace di fornirle una risposta e spiccicò parola soltanto quando la Serpeverde fu in procinto di scendere dall'autobus. « Fa attenzione o potresti incorrere in lei. Da quel che ne so io, è un'abile duellatrice e, parlando fra noi, le maledizioni sono la sua specialità. »
Con quelle parole l'ansia di Alya si irradiò in tutto il petto, facendole avere una fitta d'ansietà. « Grazie del passaggio e del consiglio. Farò attenzione, senz'altro. » Sorridendo a malapena, lasciò il bus e si recò nel luogo che l'avrebbe portata nel posto in cui qualche anno prima era stata con Piton: Diagon Alley. Era lì che il professore di Pozioni l'aveva accompagnata per acquistare tutto ciò che le sarebbe servito per il suo primo anno ad Hogwarts. 
« Perfetto! » Esclamò, stringendosi nel cappotto. La temperatura era gelida e, data l'ora, in giro non c'erano tantissime persone. Le uniche fissazioni che incombevano nel suo animo erano il viso della donna nella foto che l'aveva letteralmente terrorizzata e le parole di Stan Picchetto.
Giunta al Paiolo Magico, dopo aver attraversato la Charing Cross Road, Alya si immise in uno dei corridoi e puntò la bacchetta contro i mattoni della parete frontale: « Ecco fatto! »
La bionda colpì il muro tre volte con la punta della bacchetta e il mattone che aveva appena colpito, si contorse, in sequenza, come quelli precedenti. La loro apertura mostrò ad Alya un varco che la trasportò dritta a Diagon Alley. 
Il villaggio era deserto, ogni negozio, ogni bottega era chiusa. Le sole che accompagnarono Alya verso la Passaporta furono le luci delle lanterne piazzate ai lati della strada per rendere il cammino più semplice e sicuro. Ma la bionda di sicuro non vedeva proprio nulla. 
« Brr..»
Fu quella l'interazione che si udì uscire dalle sue labbra rosee sino a ché, per grazia divina, la Passaporta diventò sempre più vicina. 
La mossa della bionda non tardò ad arrivare, impugnato l'oggetto, socchiuse gli occhi e si lasciò catapultare verso la residenza che da poco tempo considerava anche sua.

Alya si dimenò fra i cespugli e le siepi di Tasso dell'esteso giardino del Maniero e se era già arduo orientarsi durante il giorno, con il solo riflesso della luna era praticamente impossibile. Tra un passo e l'altro incespicò anche contro i pavoni, strani animali quelli, ma molto affascinanti. 
« Mannaggia! » Imprecò andando a sbattere contro un albero, il senso dell'orientamento non faceva proprio parte delle sue abilità e, per non rischiare ancora un colpo in piena fronte, cercò di potenziare la luce della bacchetta. « Lumos Maxima! » Solamente così fu capace di raggiungere il porticato principale. La madre, tempo addietro, le aveva rivelato il metodo più efficace per oltrepassarlo senza spezzarsi l'osso del collo: agitò la bacchetta e, maneggiandola con cura,  riuscì ad entrare all'interno del Maniero. 
Come volevasi dimostrare, il silenzio aleggiava fra le mura dell'edificio e non si percepiva nemmeno il minimo suono. Di conseguenza, dovette far attenzione a non svegliare i genitori e passo dopo passo percorse la rampa di scale, prefiggendosi come meta la stanza in cui era stata ospitata. 
« Ahio.. » Sussurrò, piegando il braccio destro e portò la mano ad accarezzare la nuca dolorante. 
Senza crogiolarsi, riprese lemme lemme a camminare ma, a quanto pare, qualcuno stava seguendola. 
Sentì passi oltremodo zoppicanti e, a causa del ticchettio delle sue calzature contro il marmo, presunse fosse una donna. Sua madre? Non ebbe la forza d'animo di voltarsi e nemmeno il tempo, s'è per questo.
« Passeggiata notturna, biondina? » Una voce stridula, accompagnata da un risolino sardonico, fece trasalire la giovane strega. « Suvvia, non avere paura. Zia Bella è qui.»
Quando la Serpeverde udì quelle parole si piombò a capofitto in una delle stanze accessibili e puntò la bacchetta contro la porta a scopo difensivo. 
« Cissy! Cissy! La tua bambina ama nascondersi, ma io non ho proprio voglia di giocare adesso.. »
I respiri di Alya erano profondi: da un lato desiderava ardemente che la madre apparisse in suo aiuto, dall'altro non avrebbe avuto il coraggio di affrontarla dopo il severo divieto che le aveva imposto. 
« Cissy.. » Sussurrò. La sua voce era agghiacciante, sinistra. La bionda non aveva mai udito voce più inquietante in vita sua. 
D'improvviso passi svelti e precipitanti percorsero le scale e si diressero verso la fonte del suono. 
« Cissy, finalmente. Temevo avessi perso l'udito. » Ghignò la riccia, rivolgendosi alla sorella minore.
« Ti avevo detto di rimanere nella tua stanza, Bella. Perché diavolo non mi ascolti mai? » Si voltò verso il corridoio. « E ho anche notato che non sei l'unica qui. Vero? » La bacchetta d'acacia centrò la porta della stanza dove si trovava Alya e la spalancò. 
Pian piano una figura femminile si mostrò, prima un piede, poi un altro, poi una mano e poi l'altra. 
« Vieni qui! » Urlò Cissy infervorata, la ragazza si fece vedere e con timore si avvicinò alla madre. 
« Oh, allora è tutto vero. » Bellatrix avanzò. « La nostra giovane principessa è viva. Non è una cosa..splendida? » 
« Tu conosci questa fuori di testa? » Le domandò Alya dividendo lo sguardo tra le due donne. « Non mi dire che siete parenti..»
La risata maligna della mora avvolse le parole della Serpeverde.
« E' mia sorella, Bellatrix è mia sorella e di conseguenza tua zia. » Pronunciò la madre con voce dimessa, quasi si sentisse in colpa. 
« Mia zia? Ma dici sul serio? Mamma, ma questa è matta! Ho letto che ha portato i genitori di Neville all'esaurimento! » La ammonì la giovane, ritirando la bacchetta di tiglio. « Hai intenzione di far rimanere qui una fuori di senno? Papà te lo permette? Quel mentecatto di Abraxas è andato via e tu non perdi tempo a prendere un'altra dall'etica discutibile a casa? » 
Alya non provò nessuna compassione per la zia, anzi, si chiedeva perché mai sua madre avesse scelto di tenere la sorella piuttosto che la propria figlia. 
« Alya, tesoro. E' pur sempre mia sorella.. » Mormorò Narcissa, osservando di sottecchi la Lestrange.
La verdargento annuì con sguardo algido, sollevando le spalle. « E io sono pur sempre tua figlia. » Rispose prontamente con tono crudo e secco, anche se in quel momento avrebbe voluto esplodere in un pianto isterico. 
« Dove vai, Malfoy?! Torna qui!» Irata la fuggiasca, tentò di inseguire la nipote, ma Cissy la bloccò. « Non puoi lasciarla andare, il Signore Oscuro ha bisogno anche di lei. Più sono i seguaci, più sono le possibilità di vittoria. »
« Mia figlia non diventerà mai una Mangiamorte e vado a prenderla io, se ci permetti.. »
La donna dalla chioma bicolore prese a camminare in maniera svelta fino a tenere il passo alla figlia. « Alya, aspetta. »
« Me ne vado a casa. » Proseguì la giovane indifferente verso il cancello.
« Ma è questa casa tua.. » Mormorò l'adulta, lievemente affannata.
« Hai ragione, forse è meglio dire "in un posto dove qualcuno mi vuole". » Imitò il gesto delle virgolette con le dita. « Ah sì, salutami papà e dì a Draco che ci vediamo ad Hogwarts. » Impugnata la Passaporta, Alya scostò la madre e, rasserenata dalla luce dell'alba, tornò tranquillamente a Londra. 
Narcissa, invece, cadde, spinta dalla figlia e, sollevandosi, si lasciò andare ad un pianto disperato. Non solo doveva tenere al sicuro la propria figlia, ma doveva anche tenere a bada una pluriomicida a casa propria. 

Aprile\Maggio 1994 - Hogwarts, Hogsmeade. 
Alya non vedeva i genitori da moltissimo tempo, l'unico componente della famiglia con cui aveva un contatto diretto era il fratello. Con il padre c'era un semplice contatto epistolare, mentre con la madre non riusciva ancora ad avere una riconciliazione dopo l'evento avvenuto al Maniero. Perché proteggere un'assassina? Perché quest'ultima avrebbe voluto ch'ella rimanesse, ma nel contempo la madre pareva aver fatto di tutto per allontanarla? ..E Mangiamorte. Perché Alya avrebbe dovuto, prima o poi, farne parte? 
Questi erano i quesiti che balenavano in testa alla bionda e voleva ottenere delle risposte. Ma come sarebbe stato possibile? Come avrebbe potuto Alya fare il nome di Bellatrix Lestrange? Se solo ne avesse parlato con qualcuno, i suoi genitori avrebbero rischiato grosso. Ma allo stesso tempo, come avrebbe potuto fingere dinanzi a Neville? Se solo lui avesse saputo del sotterfugio dei Malfoy, la Serpeverde avrebbe per sempre perso non solo la sua fiducia, ma anche quella di Hermione. 
Andromeda era l'unica soluzione. Andromeda era la sola che avrebbe potuto aiutarla. Dunque, decise di invitarla ad Hogwarts con la scusa del dimenticato permesso per Hogsmeade e da lì le avrebbe svelato tutto.
« Alyssa, non vieni ad Hogsmeade con noi? » Le domandò Draco, accompagnato da Tiger, Goyle e Zabini. 
« Ciao, Draco. Ho dimenticato di chiedere il permesso ad Andromeda e sto attendendo il suo arrivo. Se vuoi, ci vediamo dopo a Mielandia. Che ne pensi? » La bionda mentì al fratello. Non sapeva se Draco ne fosse a conoscenza e non voleva esporlo ad un pericolo più grande di lui. 
« Oh, bene. Sì, ci vediamo più tardi. Manda un gufo quando sei nelle vicinanze. » Lo smorzato sorriso del ragazzo non lasciava presagire nulla di buono. Difatti, il biondo credeva che la sorella si sarebbe allontanata nuovamente, ma questa volta non gliel'avrebbe permesso. 

Circa un'ora più tardi..
Sbuffò Alya spazientita, Andromeda era in ritardo e non era mai accaduto. Giusto oggi che doveva andare a divertirsi un po'? 
« Alyssa, sono qui! »
Perché la zia si ostenteva a chiamarla così quando praticamente tutta Hogwarts oramai sospettava della sua parentela con i Malfoy? 
« Finalmente, era ora. » Sbottò, arcuando le sopracciglia. « Temevo ti fossi persa, data la vecchiaia imminente. »
« Simpatica tanto quanto tuo padre. » La mora roteò gli occhi palesemente ironica e avvolse le spalle della ragazza con un braccio. « Dunque, dove devo firmare? »
« Da nessuna parte, zietta. Verrai con me ad Hogsmeade, che tu lo voglia o no. Ho parecchie cose da raccontarti e non avrei potuto attendere di più. » Gli occhi cerulei si agganciarono a quelli scuri dell'ex Serpeverde che, prontamente, rispose alla nipote. « Io e te ad Hogsmeade? Devo preoccuparmi? Non mi dire che ne hai combinata una delle tue! »
« Affatto! » Esclamò offesa Alya. « E' un argomento importante e ritengo opportuno tu ne sia a conoscenza. Su, sbrighiamoci e non perdiamo altro tempo. » Trascinata la zia verso la stazione per Hogsmeade, la bionda rimase in silenzio sino all'arrivo al villaggio. 

« Allora, tutta questa urgenza da cosa deriva? » La preoccupazione di Andromeda era evidente e, con tutte le notizie che le erano arrivate ultimamente, non avrebbe retto nient'altro di peggiore. 
« Siediti e ne parliamo. » Seduta in uno dei tavolini più appartati dei Tre Manici di Scopa, Alya si decise a prendere in mano la situazione e a parlare una buona volta. « Circa due mesi fa, sono andata al Maniero anche se me lo avevate vietato. Volevo vedere papà e constatare coi miei occhi che stesse sul serio bene, solo che feci uno spiacevole incontro. » Avanzò in avanti col busto e si appostò all'orecchio della donna. « Ho visto Bellatrix, mamma tiene Bellatrix sott'occhio e io non so che cosa fare.. »
Le iridi scure della strega adulta si dilatarono come se avesse appena avuto una sincope. Immaginava che Narcissa avrebbe protretto la Lestrange, ma sperava, in un certo qual modo, che glielo riferisse in prima persona. « Lo hai detto a qualcun'altro? »
« No, nemmeno a Draco. Non so se lo sappia già, ma ho preferito tenerlo per me. Lo sto confidando a te perché voglio che tu sappia che, se dovesse accadermi qualcosa o dovessi diventare una Mangiamorte, non è per mia spontanea volontà.. » Mormorò la bionda affranta, trattenendo a stento le lacrime. « Io farò in modo che non accada, ma ho sentito Bella, vuole che io faccia parte del suo esercito. » Spontaneo uscì fuori il suo pianto. Andromeda si sentì così sopraffatta da quelle parole. Perché una semplice ragazzina non poteva vivere almeno un attimo di pace? 
« Tesoro, non succederà mai. Tua madre, io, Ninfadora, non lo permetteremo, questo te lo assicuro.» Travolta dal dolore, l'ex Serpeverde lasciò il proprio posto e si sedette accanto alla nipote, stringendola forte al proprio petto. 
« Ma Draco lo diventerà, suo malgrado, ed io non voglio che mio fratello debba soffrire. Se lui sarà nei guai, allora ci cascherò anch'io. Non lascerò che un tizio squilibrato me lo porti via proprio ora che ci siamo ritrovati. » Singhiozzando, Alya si strinse al petto della zia. 
« Alya! » Esclamò una giovane voce maschile. Draco stava cercandola da ore e, non avendo sue notizie, aveva chiesto in giro. « Mi hanno detto che..» Si fermò, le sue gambe smisero di camminare, come bloccate da qualcosa. Quella scena, quelle lacrime gli frenarono il respiro. Senza indugiare un attimo, corse dalla sorella e si interpose fra lei e la Black. 
« Che succede? Perché piangi? » Afferratole il viso con le mani, il biondo fissò i suoi occhi in quelli identici della verdargento che fu capace, tra singhiozzi e sospiri, di pronunciare soltanto due parole. « Bellatrix Lestrange..» 


La piccola Alya si trova in guai seri, sembra proprio non volersene stare con le mani in mano ed è molto intraprendente, oltre che testarda. Narcissa che decisione prendera? Bellatrix saprà mantenere il segreto? O sarà Andromeda a spifferare tutto? E Draco? Sopporterà le angherie di "Zia Bella" nei confronti della sorella appena ritrovata o tenterà qualcosa d'azzardato? Hermione, infine, verrà a conoscenza di questo segreto o Alya preferirà tenerlo per sé? 
Spero che questo incontro zia-nipote vi sia piaciuto e grazie per avermi dedicato un po' del vostro tempo.
Baci, alla prossima! 

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Capitolo 15
*** A costo della vita. ***


Salve e buon inizio settimana!
Innanzitutto mi scuso per la protratta attesa, ma questo periodo è stato uno dei più movimentati ed impegnativi della mia vita. Sabato ho consolidato la mia storia d'amore con una splendida cerimonia e la mia piccola peste non si è tirata indietro nel rendermi tutto più complicato. Dunque non avevo modo\tempo di accendere il pc anche solo per rileggere e pubblicare l'aggiornamento. 
Mi auguro che le mie idee e che questa capitolo possano deliziarvi come i precedenti, ma soprattutto possano coincidere il più possibile con la vostra personale idea della storia. Adesso vi lascio alla lettura e vi auguro una buon proseguimento di giornata! 


Due mesi dopo..
Delle nocche ossute bussarono alla porta di Casa Tonks, Narcissa Malfoy non riusciva ad avere più contatti con la figlia dall'ultima volta che quest'ultima posò piede al Maniero. La vicinanza della Black con la sorella fuggiasca aveva sotterrato i tentativi di conciliazione che la donna dalla chioma bicolore aveva tentato di portare a buon fine. Ad Alya, in quel momento, importava solo di Draco e del padre e fu proprio grazie a questi che Narcissa acquistò coraggio e si piazzò dinanzi all'abitazione della Tonks pochi giorni prima del compleanno della figlia. 
Inizialmente nessuno parve risponderle, come se la casa si fosse svuotata ma poi, all'improvviso, una chioma scura apparve dal corridoio principale in prossimità dell'atrio. 
« E tu chi sei? » Le domandò con aria guardinga la donna al giovane dagli occhi cangianti che le aveva gentilmente aperto la porta. Sì, il suo viso non le era sconosciuto, ma in quel momento non si ricordava ove l'avesse visto. 
« Signora Malfoy, non mi riconosce? Sono Benjamin, l'amico di Draco e Alyssa. » Intimidito dalla sua presenza, egli si scostò dalla porta e diede il benvenuto in casa alla strega. « Sua sorella è di là, occupata a sistemare delle faccende e ha chiesto cortesemente a me di aprire. Sa, cercavo Alyssa. Dalla fine della scuola non si è più fatta vedere e mi sono preoccupato, così mi son precipitato qui, ma la signora Tonks mi ha detto che adesso si trova da una sua amica, Hermione Granger. La conosce? » 
Il viso della purosangue si irrigidì, Draco le aveva molto parlato di lei. « Hermione Granger? La natababbana dei Grifondoro? »
« Sì, signora, proprio lei. Sua sorella ha accettato il mio invito perché crede che io possa aiutare Alyssa a tornare a casa. Ultimamente è strana, come se le fosse accaduto qualcosa di brutto ma allo stesso tempo segreto. » Confidò il francese all'adulta. « Lei ne sa qualcosa? »
« Potrebbe essere, ma al momento vorrei parlare con mia sorella. Potresti chiamarla, per favore? » Con estrema gentilezza, Cissy si accomodò in uno dei divani ed attese l'arrivo dell'ex Serpeverde. 
« Cissy. » Andromeda si diresse fulmineamente in salotto e Narcissa lasciò il proprio posto nello stesso istante in cui intravide la figura della maggiore. « Sei qui per Alya? »
« Sì, sono qui per lei. » Sussurrò lievemente distratta, poi deglutì. « Il ragazzo mi ha appena rivelato che si trova da dei babbani, a Londra. Non è così? »
« Narcissa so tutto, lei me lo ha detto. » Rispose prontamente la mora, sospirando. « Ha paura ed è comprensibile. Crede che tu non la voglia, ma solo noi sappiamo la verità, sappiamo cosa vuol dire convivere con una donna al di fuori del normale, oltremodo psicopatica. Devi spiegarle che è al sicuro e che ogni cosa tu faccia per farla allontanare dal Maniero è per il suo bene. » 
« Andromeda, lei sa che è mia figlia. » Biascicò, avvicinandosi alla sorella. « Vuole che diventi una Mangiamorte, capisci? Come potrei più proteggerla dal momento in cui Bella sa della sua esistenza? O qui, o dai babbani, o ad Hogwarts, sarebbe comunque in pericolo. » Le parole sgorgarono come un fiume in piena, si sentiva frustrata e delusa.
« Cissy, pensi che io possa permettere una cosa del genere? Alya non lo diventerà mai, dobbiamo solo trovare un espediente per convincerla che la sua famiglia le vuole bene e che, indipendentemente da dove sia, la proteggerà. » Il tono di voce della padrona di casa era deciso e il suo modo di porsi irreversibile. « Adesso tu andrai a parlarle e farai in modo di riportarla qui. »
« Da sola, a Londra.. » Pensò sottovoce. « Ce la posso fare, ma dovresti darmi l'indirizzo. Si dà il caso che io non abbia mai messo piede a casa di quei babbani. » 
« Granger e basta, va bene? » La ammonì la sorella.
« Granger e basta, come vuoi. » Rispose a tono la donna dal crine bicolore, mentre il nuovo arrivato, spiando la conversazione, s'intromise.
« Potrei venire con lei, Signora Malfoy? Conosco molto bene Londra, le sarei d'aiuto nel caso si perdesse. » Asserì il Corvonero, ma le sue intenzioni non erano rivolte a Narcissa, bensì ad Alya.
« Sei un Serpeverde mancato. » Tamburellò le falangi sui fianchi. «  E va bene, vieni con me. » La donna si convinse e scosse il capo, immaginando l'affetto che legava il ragazzo alla figlia. 

Circa mezz'ora più tardi..
I due vennero catapultati nel quartiere ove risiedevano i Granger, ovvero Kensington, bello ed elegante ma che viveva un po' della rendita del suo nome.  
« Signora, adesso come faremo a trovare l'abitazione giusta? Non potremmo mica suonare ad ogni campanello fino a scovare quello esatto! » Benjamin si sentì, per un momento, impedito ma, osservando la sicurezza nel viso della donna, ritrovò la calma.
« Heire-Angermorning Street, numero 19. » Pronunciò la strega intenta a non perdere altro tempo. I suoi passi erano spediti e veloci, mentre quelli del giovane Corvonero un po' più flemmatici. « Dovresti darti una mossa se non vuoi che ti lasci qui, disperso tra i quartieri di Londra. »
Il ragazzo si destò - come fosse immerso in chissà quale pensiero- drizzò la schiena ed annuì, aggiungendo velocità al passo. 
« Numero 19! » Esclamò, allungando il braccio verso un domicilio residenziale, abbastanza semplice e per niente pacchiano. 
La donna dalla chioma bicolore si affidò alla vista del francese e, insieme a lui, raggiunse la residenza dei babbani. « Tu te ne intendi di babbani? » Gli chiese. Narcissa non aveva mai frequentato alcun quartiere babbano, non conosceva le loro abitudini, il loro modo di vivere e, a dir la verità, non le era mai interessato.
« Non molto, ma credo di saperne un po' più di lei. Alyssa mi ha detto che lei è una purosangue, come me, ma a differenza mia, non è mai stata circondata da gente senza poteri magici. » Aggiunse, lasciando scrollare le spalle. 
« Esatto, proprio così. Non abbiamo mai avuto la necessità di frequentare gente che non ha niente in comune col nostro modo di vivere. » Strascicando la veste, la Malfoy salì i pochi scalini che la separavano dall'atrio della villetta, per poi pigiare il dito indice contro il bottoncino situato alla sua destra. 
Pochi attimi dopo una donna sulla quarantina, dai capelli scuri e legati da una coda, si avvicinò alla porta e la aprì leggermente. « Voi chi siete? » Domandò timorosa la signora Granger, attenzionando lo sguardo sulla purosangue. 
« Mamma, è la madre di Alyssa. Apri! » Una vocina proveniente dalla parte superiore dell'edificio rasserenò l'animo della padrona di casa. 
« Allora avevo ragione..» Biascicò a se stesso Benjamin, ricevendo una lieve spintonata dalla Malfoy. « Sta zitto. »
« Mi scusi, si accomodi. » Mormorò la babbana, aprendo adagio la porta per poi far entrare i due in casa. 
« Grazie. » Sussurrò Cissy, lasciando entrare per prima il ragazzo. « Mia sorella mi ha riferito della presenza di mia figlia in questa casa. E' vero? »
« Sì, Alyssa è al piano di sopra, nella stanza di mia figlia. » Spiegò la donna. « E' arrivata qualche giorno fa e adesso stanno organizzando la festa di compleanno. Credevo lei fosse d'accordo. »
« Se non l'avessi cercata io, molto probabilmente non avrei saputo nulla di tutto ciò. » Narcissa inclinò il capo lateralmente in direzione della rampa di scale. « Potrebbe chiamarla, per favore? » La sua voce era decisa, ma la sua mente distratta dall'arredamento, a suo parere, piuttosto inconsueto: fili elettrici, lampadine e persino una scatola dalla forma quadrata, di ferro che, in realtà avrebbe dovuto rappresentare una sottospecie di televisione. 

« Mamma..» Mormorò Alya atterrita alla vista della madre, ma contemporaneamente una percezione di sollievo le percorse il petto quando vide il francese accanto a lei. « Ben..»
Immediatamente lo sguardo di tutti venne puntato sul ragazzo che si sentì parecchio a disagio e chinò appena il capo. « Scusami, ma dovevo. Tua madre doveva sapere dove fossi e sono certo tu avresti fatto lo stesso se fosse stata la mia a cercarmi. Dalle una possibilità, lei ti vuole bene davvero. » 
Le parole del Corvonero addolcirono i lineamenti rigidi della donna al suo fianco che avanzò verso la figlia in procinto di avere un contatto ravvicinato con lei. « Alya..» Sussurrò e quest'ultima, oramai tranquilla, si precipitò fra le sue braccia, stringendosi forte a sé mentre Hermione le spiava dalla parte superiore della rampa di scale. 
« Torni a casa con me, adesso? » Tra un sospiro e l'altro Cissy tentò di convincerla a tornare a casa ed aveva trovato la maniera esatta per farlo. « Lei è andata via, dai Lestrange. » Biascicò al suo orecchio per non rendere partecipi i restanti presenti delle sue parole. 
D'improvviso Alya sollevò il capo verso quello della madre e la fissò per svariati secondi. « Dici sul serio? Lei è davvero andata via? Pensavo non mi volessi più e che preferissi Draco a me, come Abraxas. » 
« Shh.. » Confortata dalle braccia del genitore, la bionda interruppe la sua orda di domande e rimase attaccata alla donna ancora per un po'. 

« Prepara le tue cose ed andiamo via, papà e Draco ti aspettano. » 
« E' già pronto. » Intervenne Hermione, sbucando dal fondo delle scale. « Avevo sentito tutto ed avevo pensavo fosse una buona idea darle una mano. » 
« Ti ringrazio. » Rispose fredda la Malfoy, saettando lo sguardo sulla figura della Grifondoro. Da quando aveva intuito l'interesse del figlio per la natababbana, l'astio nei suoi confronti era aumentato. Non avrebbe mai permesso ai due di poter consolidare quell'insulso e utopico legame. 
« Mamma, ora possiamo andare e.. » Si voltò verso la compagna e la padrona di casa. « Grazie per avermi ospitata in questi giorni, nessuno si sarebbe prestato così tanto nel prendere fra le proprie mura una semplice ragazzina scappata di casa. »
Il sorriso negli occhi della signora Granger allietò gli animi di ogni presente. « E' sempre un piacere per noi conoscere ed aiutare gli amici di Hermione. »

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Il ritorno al Maniero di Alya fu sorprendente sotto tutti i punti di vista: la bionda ebbe finalmente la possibilità di trascorrere del tempo con la sua famiglia, in particolare col fratello. Lucius, rinsavito, non perdeva occasione per riempire di affetto e regali la piccola di casa. Narcissa, dal canto suo, non si tirò indietro e si dedicò totalmente ai suoi due piccoli Malfoy.
Il trasferimento in incognito di Bellatrix dai riaffermati Mangiamorte, i Lestrange, portò un lieve periodo di tranquillità in casa Malfoy. Bella aveva deciso, sotto giuramento, seppur riluttante, di proteggere - qualsiasi fosse stata la ragione - la nipote.
---
18 Agosto 1994 - 1 Settembre 1994, Malfoy Manor - Hogwarts. 

Una tipica piovosa mattina inglese d'estate, Bellatrix roteò il braccio destro e lo legò al corrispondente altrettanto teso della sorella, Lucius le sorvegliava come se da quel loro gesto dipendesse la vita di qualcuno ed in realtà era così. Se Alya avesse goduto della completa protezione della zia, non avrebbe avuto molti problemi a sgattaiolare via dagli ordini di Voldemort. Questo, per la Black, era un totale atto d'amore nei confronti di Narcissa. 
« Lucius, datti una buona mossa, prima che possa cambiare idea. » La Malfoy mai agitata come allora, pregò il marito di affrettarsi, Bellatrix era impaziente di potere eludere quel mortal impegno. Sì, mortale. Qualora la Lestrange avesse mancato al patto infrangibile, la sua vita sarebbe giunta al termine. 
Il biondo puntò la bacchetta d'Olmo contro le mani delle due donne, adagiandovi delicatamente la punta di essa. « Vuoi tu, Bellatrix Lestrange, vegliare su Alya Malfoy e proteggerla da ogni danno? »
« Lo voglio. » Rispose renitente la donna dalla chioma fluente, incatenando lo sguardo in quella della sorella. 
Lucius parlò una seconda volta. « E se Alya dovesse incorrere in un pericolo, vuoi tu stessa aiutarla nel momento del bisogno? »
« Lo voglio. » Ripeté la mora, fissando Cissy che parve rimasta di stucco dinanzi al proseguire della scena.
« E vuoi tu, salvaguardarla dal Signore Oscuro al costo della tua vita? » Ancora una volta il purosangue proferì parola.
« Lo voglio. » Ripeté la maggiore ancora una volta, mentre filamenti di luce attorniarono l'intreccio fra le due sorelle, sancendo per sempre un vincolo che avrebbe reso indissolubile il legame fra la Lestrange e la piccola Malfoy. 

Da quell'ultimo incontro, Bellatrix non aveva più messo piede al Maniero, come promesso alla sorella, e si era rintanata fra le mura dei Lestrange, in particolare di Rodulphus, il marito. I rapporti tra la maggiore delle Black e il rampollo dei Lestrange non erano affatto pacifici, i due, infatti si erano uniti in matrimonio solo per preservare il loro sangue puro e mantenere il patto fra le due famiglie. La madre di Bella, Druella, aveva sposato Cygnus, il cugino, per lo stesso motivo e Andromeda era stata allontanata da casa e cancellata dall'albero genealogico perché, a differenza delle due sorelle, aveva disobbedito alla famiglia imparentandosi con un natobabbano. 

Circa 2 settimane dopo, i due Malfoy si prepararono a raggiungere il Binario 9 e 3\4 e iniziare il loro quarto anno ad Hogwarts. Quell'anno, però, si sarebbe differenziato da tutti gli altri: Il Ministero della Magia, più precisamente Bartemius Crouch, il Capo del Dipartimento per la Cooperazione Magica Internazionale, aveva confermato lo svolgersi del Torneo Tremaghi* dopo ben 200 anni di stasi. L'ultima volta, nel 1792, le articolate e ardue sfide portarono alla morte di molti maghi e streghe e, di conseguenza, l'allora Ministro dovette indire la decisiva fine di questa competizione che durava da più di 500 anni. 

« Draco.. » Una Alya ansiosa e preoccupata si rivolse al gemello che aveva preso posto di fronte a lei. « Approfitto del fatto che Pansy non ti abbia ancora braccato, per sedare una mia curiosità, dato che Hermione non vuole sentirne ragione. » 
Sogghignò il platinato, intimorendosi solamente nel momento in cui intuì l'agitazione nelle parole della sorella. « Devo preoccuparmi? Benjamin ti ha dato fastidio? Se vuoi gli.. »
« Sta zitto, Draco e ascoltami. » Si mise in posizione eretta, legò i lunghi capelli in una mezza coda e cominciò a parlare. « Quando andai a trovare papà nel bel mezzo della notte, incontrai Bellatrix, quella matta. »

« E fin qui c'ero arrivato. » 

« Se non ti stai zitto, giuro che ti raso i capelli a zero. Fosse l'ultima cosa che faccio. » Infastidita, lanciò un'occhiataccia al compagno di scompartimento che, istantaneamente, si ammutolì. Sospirò. « Dunque, come dicevo: ho incontrato Bellatrix quella notte e mentre stavo andando via, disse alla mamma che io avrei potuto essere una Mangiamorte come lei. Che vuol dire? »
A quelle parole Draco rimase di sasso, come se gli avessero appena conficcato un palo al cuore. « I Mangiamorte sono i seguaci di Voldemort e.. » Ripensò alle parole del padre. « E noi un giorno dovremo forzatamente diventarlo. »
« No! » Urlò Alya infervorata. « Noi non diventeremo mai dei Mangiamorte e non seguiremo mai gli ideali di quel malato di mente. »
« Alya.. » Draco lasciò il proprio posto e si sedette accanto alla sorella. « Sarebbe stato giusto te ne avesse parlato lui di persona, ma suppongo sia arrivato il momento che tu lo sappia. Indipendentemente da chi te lo riferirà. » Prese le sue mani. « Papà conosce molto bene Lord Voldemort, anche lui è un Mangiamorte. »
« No, dimmi che non è vero. » Scosse lei il capo incredula, non voleva crederci, non poteva essere vero. « Papà non è un assassino.. » Il respirò cominciò ad affannarsi e gli occhi non riuscirono a staccarsi da quelli identici del fratello. 
« Infatti non è un assassino, Alya. Lo ha solo costretto. Se lui, insomma, se papà dovesse rifiutare il suo "invito", Voldemort ci ucciderebbe tutti. » Esplose il Serpeverde, stringendo istintivamente la sorella in un abbraccio. 

« Adesso c'è Ben, fai finta di nulla. » Gli premurò la bionda, abbozzando un falso sorriso al compagno Corvonero. Non voleva mettere al corrente il Corvonero della propria situazione familiare.
Draco parve aver ottemperato alle sue direttive e se ne rimase mogio mogio accanto alla sorella, seppur avesse voluto mandar via il francese e godersi quella chiacchierata con lei fino all'arrivo ad Hogwarts. 
« Alya! » Esclamò euforico il moro, posando timidamente un bacio sulla gota esangue di lei. 
« Ben, mi chiedevo dove fossi finito! » Rispose la Malfoy entusiasta al gesto dell'amico.
« Sì, anche io, guarda.. » Mormorò sarcastico Draco, roteando gli occhi infastidito. « Se non vi dispiace, io andrei a salutare Tiger e Goyle. » Fece per alzarsi. 
« Non preoccuparti, Draco. Fa pure, ci vediamo in Sala Grande. » Contrariata, ma impotente, Alya lasciò andare il gemello dopo averlo salutato con un cenno di mano. 

« Dunque, come procede a Villa Malfoy? » La curiosità di Decorbaux quella mattina superava di gran lunga quella della platinata. 
« Molto bene. » Mentì spudoratamente, piegando le labbra in un falso sorriso. « Tu, piuttosto, hai qualche novità? »
Benjamin tamburellò le dita contro le ginocchia, sembrava parecchio nervoso. « Ho sentito che quest'anno riaprirà il Torneo Tremaghi e di conseguenza il Ballo del Ceppo. Mi chiedevo se, magari fossi disponibile ad accompagnarmi?»
Un sorriso, stavolta limpido e sincero, increspò le labbra chiare della Verdargento. « Accetto molto volentieri. »
« Allora è deciso? » Ripeté il moro.
« Più che deciso. Anzi, dovrai essere un danzatore professionista se vorrai ballare con me. » Soggiunse beffarda lei, portando le mani ai fianchi come a pavoneggiarsi.
« Per te questo e altro, vedrai come sarò bravo! » Rispose prontamente lui e agganciò le iridi a quelle adamantine della compagna. 
« Molto bene. » Concluse Alya, sviando lo sguardo altrove nell'istante in cui avvertì il viso avvamparsi. 

I due rimasero in silenzio sino all'arrivo al Castello dove, Silente tenne il suo discordo d'inizio anno. 
*Il Torneo Tremaghi è una competizione che si tiene fra gli studenti delle scuole magiche di Hogwarts, Durmstrang e Beauxbatons e si svolge ogni cinque anni. I candidati mettono il loro nome nel Calice di Fuoco, un giudice imparziale che sceglie chi considera essere il migliore studente di ogni scuola. Dopodiché "sputa fuori" il nome, facendo così diventare ogni ragazzo scelto uno dei campioni che dovrà forzatamente partecipare.
Ogni Torneo è composto da tre prove che sono studiate per testare il coraggio, l'intelligenza, l'intraprendenza e le abilità magiche. I Campioni ricevono un punteggio per ogni prova dai presidi delle tre scuole e ogni Campione supera le prove senza aiuti esterni. 


Eccoci alla fine del capitolo: in questo aggiornamento ho voluto mettere in risalto l'affetto - seppur a modo suo - che lega Bellatrix alla sorella minore. Nonostante Narcissa sia di vedute diverse, non si sente pronta nell'escludere la sorella dalla propria vita. Lucius, adesso, sembra più tranquillo. Il fatto che la cognata abbia stipulato questo patto, lo rende meno preoccupato nei confronti della figlia. Draco ha fatto bene a ragguagliare la gemella del loro non molto lontano futuro? Alya come si comporterà? Accetterà o meno? Ma, soprattutto, influenzerà il suo rapporto con il padre. Hermione, al momento della scoperta, ne terrà conto o si continuerà a frequentare la platinata? Ben pare aver preso coraggio nell'esprimere l'affetto nei riguardi della compagna e anche quest'ultima sembra ricambiare. Draco non è molto d'accordo, ma credo sia normale per un fratello. Bellatrix si terrà in disparte o farà una bella capatina a casa Tonks?
Questo Torneo Tremaghi metterà tanto in risalto la vera natura di molti personaggi, sia positivamente che negativamente, e consoliderà o sfascerà molti rapporti al momento stabili. 
Per il resto, spero che possiate aver apprezzato questo 15esimo capitolo. Ancora buon proseguimento e grazie per la lettura!
Baci,
G. 

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Capitolo 16
*** Sotto mentite spoglie. ***


Eccomi di nuovo qui, dopo circa due mesi di assenza. Dopo i festeggiamenti del matrimonio, le meritate vacanze ed il lavoro non ho avuto il tempo di completare il capitolo prima di oggi. All'inizio avrei voluto abbandonare tutto, ma l'amore per questa storia, il meritato coraggio ed il cospicuo aiuto da parte della mia piccina (RenaIT94), sono riuscita a scriverlo e spero tanto possa farmi perdonare. Ultimamente ho visto un lieve calo di consensi, mi auguro davvero sia solo una mia brutta impressione. 
Adesso vi lascio alla lettura e aspetto impaziente le vostre raccomandazioni.
Un bacio,
Giada. 

1 Settembre 1994, Hogwarts. 

Hogwarts sembrava un carnevale, seppur la stagione non fosse quella giusta: tutto il Castello era decorato come se ci fosse in atto una importantissima cerimonia, la Sala Grande era più affollata del solito, ogni cosa era in ordine, anche Gazza se ne stava mogio mogio alle calcagna di Silente. Fu proprio quest'ultimo che diede inizio al discorso e alle premesse che ogni anno propinava a studenti e docenti. Questa volta con un particolare in più!

« La nostra scuola è stata scelta per ospitare un evento leggendario: il Torneo Tremaghi! Per coloro i quali non siano a conoscenza di cosa si tratti, il Torneo raccoglie tre scuole per svariate prove competitive di magia. Proveniente da ciascuna scuola, un unico studente viene selezionato per ambire al titolo di campione. Chi verrà scelto dal Calice dovrà gareggiare da solo ed è sconsigliato a chiunque non possieda un cuor di leone, ve lo assicuro. Per raggiungere la gloria, il prescelto avrà il compito di superare tre prove, molto pericolose. Adesso, diamo spazio agli studenti dell'istituto per gli studi magici di Durmstrang e al loro preside, Igor Karkaroff! »

Tonfi sordi urtarono il marmo pavimentale della Sala Grande con estremo entusiasmo di tutti i presenti, soprattutto del pubblico femminile. 
Alti e robusti giovani maghi che, presubilmente provenienti dall'est Europa, rappresentavano l'Istituto per gli studi magici di Durmstrang con a capo Igor Karkaroff, ex Mangiamorte scampato miracolosamente ad Azkaban. 
Ogni loro mossa, durante la danza d'inizio, era qualcosa di pittoresco. Ma ancora più pittoresco era il loro vestiario: pantaloni in panno dai toni scuri, la papakha ( un copricapo alto in pelle di pecora con una base in stoffa ), una camicia ed il classico caftano - una casacca lunga fino alle ginocchia, stretta sul petto da una serie di bottoni e leggermente svasata nella parte inferiore -.
Tra loro svettava Viktor Krum, giocatore di Quidditch appartenente alla squadra bulgara, e pupillo indiscusso del preside. 

« Adesso date il benvenuto alle studentesse dell'Accademia della Magia di Beauxbatons ed alla loro meravigliosa preside Madame Olympe Maxime! »

Con tono solenne, ma allo stesso tempo soave, Silente diede il via alla lunga sfilata delle studentesse francesi e della loro preside, una mezza-gigante, dal vestiario ricercato, corti ma folti capelli castano-ramati e che poteva, anno più, anno meno, avere sulla cinquantina. 
Al contrario della Durmstrang, tutti gli studenti - a parte qualche eccezione - erano donne e il loro modo di vestire era tutt'altro che severo. Infatti le streghe francesi indossavano abiti color ciano, che davano spazio alle loro forme, delle calzature rigorosamente basse ma eleganti e sul loro capo si posava un cappello a bombetta con la visiera lievemente all'insù e dello stesso colore del vestito.
Tra di loro, ovviamente, non poteva mancare la studentessa più popolare, ovvero Fleur Delacour: capelli lisci e lunghi di un biondo cenere e di un colore degli occhi che rimandava a quello tipico della scuola d'Oltralpe. 
Naturalmente, grazie a Madame Maxime e alle sue studentesse, anche il lato maschile di Hogwarts poté godersi parte dello spettacolo. 

Qualche settimana più tardi, il famoso Calice di Fuoco fu pronto a decretare il nome dei tre Campioni che avrebbero disputato il Torneo Tre Maghi. Silente, nella sua solita postazione, si voltò verso la Professa McGranitt che gli porse le tre pergamene che contenevano i nomi. « Per la scuola francese, il Calice di Fuoco ha scelto.. la signorina Fleur Delacour. » La bionda, avvolta dagli scroscianti applausi, avanzò verso l'anziano preside in attesa dei futuri compagni. 
« Per l'istituto di Igor Karkaroff, il Calice ha scelto..Viktor Krum. » Quasi come se se lo aspettasse, il bulgaro non diede nemmeno il tempo a Silente di terminare di parlare che si piazzò accanto alla sfidante.
« E adesso, la nostra amata scuola verrà rappresentata dal signor..Cedric Diggory! » Applausi, fischi, rumori di calzature contro il pavimento accolsero il Tassorosso, unico figlio di Amos Diggory che, timidamente, si mise al fianco del compagno Krum. 


Svariati mesi più tardi..


La prima prova era stata superata con successo dal rivale bulgaro che spiazzò il padrone di casa, costringendolo a scivolare al secondo posto. La concorrente francese, invece, dovette accontentarsi del terzo. 
La seconda prova, che vedeva come protagonisti i suddetti, consisteva nel superare, a  colpi di bacchetta magica, creature magiche molto pericolose: l'Acromantula, un ragno nero, molto grande e forte che può raggiungere enormi dimensioni. La Chimera: un raro mostro greco con la testa di leone, il corpo di capra e la coda di serpente. La Doxy (Fata Mordace): creatura simili a una fata, ma completamente ricoperta di peli neri. Dispone di ali di coleottero, quattro braccia, gambe e denti aguzzi e i suoi morsi risultano essere velenosi.
I tre maghi, a detta di Silente, avrebbero dovuto temere tutt'e tre le creature perché, seppur avessero perso, sopravvivere anche soltanto ad uno di esse, avrebbe fatto di loro un grande e abile mago. 
Per non distruggere l'entusiasmo degli studenti e per far sì che i concorrenti potessero concedersi un attimo di pausa, la seconda e penultima prova si sarebbe svolta subito dopo la fine delle vacanze natalizie. 

Ballo del Ceppo - Sala Grande, Hogwarts. Dicembre 1994.

La Sala Grande era imbandita d'ogni genere di addobbi, da quelli sfarzosi, ai più semplici, dai più ricercati, a quelli totalmente inutili. I giovani studenti erano alle prese con le prove di ballo che li avrebbero visti protagonisti il giorno prima di Natale, insieme ai\alle loro rispettivi\e accompagnatori\accompagnatrici. 
Una di queste era proprio Alyssa che, a conoscenza della raffinatezza dei movimenti di Benjamin, non voleva affatto sfigurare. D'altronde, da quando aveva saputo appartenesse ad una famiglia come i Malfoy, fare una figuraccia era il suo più grande incubo. Cosa avrebbe pensato suo padre se avesse visto la figlia in preda all'agitazione per un semplice balletto? E la madre? Non avrebbe potuto accettarlo! 
Si era imbellettata più e più volte, cercando di trovare il trucco giusto che potesse abbinarsi al vestito color smeraldo che Narcissa le aveva regalato. 
« Perché i ragazzi non hanno di questi problemi? » si chiedeva con fare invidioso. Draco, infatti, non avrebbe minimamente pensato al da farsi prima del giorno stesso del ballo. « Sa ballare, sa cantare, sa fare tutto! » borbottava mentre Astoria la osservava divertita. 
« E se chiedessi a tuo padre di darti delle lezioni? » le domandò la mora, portando entrambe le ginocchia al petto e resse il viso su di esse. « Sono certa che non rifiuterà mai una proposta del genere..soprattutto da te! » cercò di convincerla. 
« Mio padre ha ben altri problemi a cui pensare, Astoria. » rispose di tutto petto la bionda, rammentando le parole scambiate col fratello durante il tragitto verso il Castello. « Sai, il lavoro, quella psicolabile di Bellatrix, non vorrei sobbarcarlo di altri impegni. » giustificò le proprie parole, seppur scorse nella Greengrass un'espressione alquanto ambigua. Che fosse a conoscenza della reputazione di Lucius? 
Fatto sta che, all'incirca qualche ora dopo l'ultima cena prima della giornata danzante, un uomo dai lunghi capelli platinati si presentò alla porta della professoressa McGranitt, chiedendo alla donna di poter sostenere un colloquio con la Serpe di Platino. 

« Signor Malfoy, mi è vietato disturbare gli studenti a quest'ora della notte. Sebbene la sua motivazione sia davvero ragionevole, non è abbastanza da poter prelevare uno studente così repentinamente. » spiegò l'anziana insegnante, stringendo le mani sotto al seno. Sembrava molto preoccupata. 

« Professoressa McGranitt. » Sussurrò flemmatico Malfoy, avvicinandosi alla strega. « E' piuttosto urgente, ne vale della sua incolumità. » quasi la pregò di accettare. In fondo stava soltanto chiedendo di poter vedere un attimo la figlia, niente di più. « La prego. »

La richiesta ostentata e il viso implorante di Lucius fecero insospettire ma allo stesso tempo riflettere la professoressa. Se uno come Malfoy fosse arrivato a letteralmente pregare una come lei, molto probabilmente la situazione era decisamente grave. « Va bene, Signor Malfoy, ma Alyssa deve tornare al dormitorio fra mezz'ora. Niente più, niente meno. »

Un sorriso varcò le labbra del purosangue che ringraziò in tutti i modi possibili l'insegnante. « Gliene sarò infinitamente grato, professoressa. » Proferì soddisfatto il mago, congedandosi con immediatezza dalla donna per poi attendere l'arrivo della platinata nella Sala Comune dei Serpeverde. 
A quell'ora tutti gli studenti erano rintanati nelle loro rispettive stanze e nessuno si sarebbe accorto della sua presenza. 

« Papà! » esplose di gioia Alyssa, fiondandosi fra le braccia del padre seduto su una delle poltrone. Tanto era il fervore con cui lo strinse, che l'uomo non poté fare a meno di sorridere e iniziò a parlare soltanto quando la figlia si staccò dall'intreccio. 
« Tesoro, devo parlarti. » Pronunciò a bassa voce, spostandosi insieme alla Serpe nel divano adiacente. « E' fondamentale che tu mi stia a sentire e devi promettermi che queste parole non usciranno da questo posto. »
L'emozione nel viso della ragazza si affievolì e annuì alle parole appena udite. « Sapevo fossi qua per un altro motivo, ma su, ti ascolto. » tirò un sorriso, tentando di rassicurare il padre. 
« A breve arriverà un nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. »
« Sì, Alastor Moody e quindi? » Gli domandò lei senza pensare a cosa potesse esserci di strano in un evento del genere. Insomma, quella disciplina veniva propinata da un insegnante diverso ogni anno ed in quei mesi Remus Lupin era stato sostituito da Albus Silente in persona. 
« Alyssa. » L'ammonì il padre, rifilandole un'occhiata alquanto loquace. « Il vero Alastor Moody è tenuto prigioniero nelle segrete del Castello, colui che si presenterà è uno dei seguaci del Signore Oscuro. » prese un attimo di pausa. « Il motivo per cui son venuto proprio a quest'ora della notte, è l'alta probabilità che qualcuno stia cercando di scoprire se le voci che girano siano vere. »
« Ovvero? »
« Ovvero la tua esistenza e la tua inscenata morte. Quell'infame di mio padre avrà sicuramente messo in giro questa storia ed adesso il Signore Oscuro sta cercando di scoprire se sia la verità o meno. » Le spiegò parecchio in soggezione. « Dovrai fare in modo che nessuno di coloro i quali ne sono a conoscenza, parlino o il nostro piano andrà in fumo. » Continuò Lucius, tamburellando le lunghe falangi contro le ginocchia. 
« Papà, fidati. Nessuno dei miei amici lo ammetterebbe, nessuno sarebbe così infame da tradire la mia fiducia. » Soggiunse la bionda, frenando il tremolio delle mani del padre, aggiungendo le proprie a quelle di lui. « Stai tranquillo, fidati di me. » Gli sorrise, scostando una mano per poi posarla in una carezza sul viso del biondo. 
« Ne sono certo, tesoro. Ma fai attenzione, mai fidarsi ciecamente di nessuno. » Le raccomandò, stringendole la mano. 
« Adesso devo lasciarti andare o la professoressa McGranitt mi caccierà a suon di Stupeficium. » Disse Malfoy, accennando un risata, mentre lasciava il posto sul divano. 
Alyssa ridacchiò. « Va bene, papà. Non dimenticarti del bacio a mamma. » Mormorò, alzandosi sulle punte per schioccare un tenero bacio su una delle di lui gote, poi si allontanò e, indietreggiando con le spalle verso il dormitorio, lo salutò con un gesto della mano, prima di sparire lungo il corridoio. 

Il sole si fece alto in cielo e la temperatura pareva molto strana per quel periodo dell'anno, tanto strana che scie di neve adagiatesi sulle balconate si erano praticamente sciolte. 
Mormorii, brusii, gruppi sparsi di studenti si avviavano verso la Sala Grande per deliziarsi delle favolose leccornie preparate dagli elfi di Hogwarts. Era il giorno di Natale e come tale il banchetto sarebbe stato proporzionalmente più ricco. 

« Hermione! » Esclamò Alyssa, incrociando la riccia nel tragitto verso la Sala. « Ieri non ti ho più vista, stai bene? » Le chiese, avendo saputo da Harry il lieve malore che aveva colpito la Grifondoro. Molto presumibilmente un malanno di stagione. 
Hermione rispose immediatamente all'interazione dell'amica e scosse il capo. « Insomma, non molto bene. Mi auguro che questo insistente mal di testa sparisca prima del ballo o sennò con Viktor farò una brutta figura. » Sbottò delusa, inclinando la testa di lato. 
« Mi dispiace, ma vedrai che passerà. Io ho paura, invece, per Draco, non sembra molto felice di condividere il ballo con Pansy. Inoltre è geloso di quel Krum, lo crede un idiota tutto fama. » Sproloquiò la platinata, rivolgendo alla natababbana un sorriso beffardo come a volerle dire "è con te che vorrebbe andarci". 
La rossodorata rispose con un'espressione stizzita, fingendosi indifferente alla faccenda. « Comunque, Aly, io devo andare adesso. Ci vediamo alle prove. » Le sorrise la Granger, vedendo avanzare verso la platinata sia il francese che Draco. 
« Alyssa! » Urlarono all'unisono, affiancandola da entrambi i lati. « Pronta per il ballo? » S'annunciò il moro, posando una mano sulla spalla di lei. 
« Prontissima, piuttosto sei tu quello che dovrebbe far attenzione a come balla stasera. » Puntualizzò la ragazza con palese consenso del fratello.
« Buon sangue non mente! »
« Sta zitto, Ben! » Esclamò infastidito Draco. Meno persone avrebbero saputo della loro parentela, meno probabilità ci sarebbero state di coinvolgere Alyssa in problemi che non la riguardavano. 
« Okay, okay. » Alzò il francese le mani in segno di resa. Quella mattina pareva piuttosto di buon umore. Che fosse il Natale? O l'imminente vicinanza con Alyssa? « Ci vediamo più tardi, bambolina. » Schioccò lui, ricevendo un sorriso da "ti ammazzo se la tocchi" da niente poco di meno che Lucius Malfoy Jr. 
« Suvvia, Draco. Stava soltanto scherzando. »
« E va bene, ma adesso andiamo. Ho più fame del solito. » Ringhiò lui, raggiungendo la Sala Grande insieme alla sorella. 


La sera stessa.. 


Tutto era pronto per il ballo, tutti i danzatori erano eccitati nel poter sfoggiare i loro ricamatissimi abiti da sera, tutti tranne Hermione che quella sera sembrava piuttosto irritata. La sua semplicità era in netto contrasto con l'eleganza che avrebbe dovuto mettere in mostra durante il ballo, inoltre non avrebbe mai potuto tirarsi indietro con un accompagnatore così audace come Viktor Krum. 
Alyssa attendeva, invece, il suo cavaliere sullo stipite del portone che immetteva nella Sala Grande. Benjamin non era mai stato in ritardo e la sua mancanza, proprio quella sera, insospettì la Serpeverde. 
« Dov'è finito? » si domandava, tamburellando le falangi contro le braccia incrociate, mentre la punta dei piedi la sollevavano e la riposavano sul pavimento alternativamente. Fortunatamente la chioma platinata era ben salda sul capo grazie al pettinino nuovo di zecca, altrimenti avrebbe torturato anche quella. 
Ogni dama aveva il suo accompagnatore, tranne Alyssa che, impaziente, aspettava l'arrivo del francese che, improvvisamente, si fece notare.. Ma non da solo! Il bel moro era in compagnia di quella che avrebbe dovuto certamente essere una vecchia compagna di scuola. Fin qui tutto bene, se non fosse per l'atteggiamento oltremisura ambiguo adottato dai due maghi d'oltralpe. 
« Ben! » scalpitò la bionda, rifilandogli un'occhiata stizzita. 
« Alyssa, bhe, io, mi spiace.. » balebettò con voce dimessa lui, sprofondando lo sguardo sulle scarpe gessate. « Scusami. » continuò. 
« Come ti pare. » aggiunse lei, profondamente irritata dai sogghigni della rossa davanti a lei. « Mi stai prendendo in giro? » avanzò Alyssa, ponendosi di fronte. « Dunque? » 
« Calmati, biondina. Stavo solo facendo un giro con Ben, mi ha mostrato la sua camera. » rispose allusiva la studentessa di Beauxbatons e la Serpeverde, tentando di non perdere le staffe, sviò lo sguardo sul ragazzo per comprendere se ciò che stesse dicendo la ragazza fosse vero o tutta una balla. Il Corvonero rimase in silenzio, lasciando poco spazio ai dubbi. 
« Ho capito. » annuì la purosangue appena, cercando di trattenere un pianto sommesso. « Allora è con lei che andrai al ballo. » puntualizzò, dando loro le spalle e si incamminò lungo il corridoio che portava ai dormitori dei verdargento. 
Ben issò di poco il mento, impotente dinanzi a quella scena. Aveva ferito l'unica ragazza che aveva mai mostrato  sincero interesse per lui e l'unica cosa che era riuscito a fare era stata ferirla e tradire la sua fiducia. 
Si avviò insieme alla rossa verso l'affollata Sala Grande, seppur renitente, con il conseguente stupore dei presenti. 
Perché non inseguire la platinata?

« Ma quella non è Alyssa. » si vociferava. « Si è ritirata dal ballo? » qualcuno sussurrava. Soltanto Draco ed Hermione si resero conto della gravità della situazione. Perché mai Ben avrebbe dovuto ballare con un'altra studentessa, se lui stesso aveva invitato Alyssa? E perché la bionda non si era presentata dopo essersi agghindata? 
Draco ed Hermione si guardarono, certi ci fosse qualcosa dietro tutto quel trambusto. Decisi a non rovinare la serata e a non far fare brutta figura alla scuola col loro tentativo di interromperla, optarono per il termine della danza di benvenuto per chiacchierare un po' col francese e cercare Alyssa. 

Circa mezz'ora più tardi.. 


« Tu vai a cercare mia sorella, io vado a parlare con quello. » ordinò Draco, rivolgendosi ad Hermione. 
« Gentile come sempre, Draco. » sbottò la riccia, sospirando. « Vado a cercarla. » aggiunse, mentre il platinato si indirizzava verso il francese. 
« Draco! » esclamò lui, fingendo di non conoscere la ragione per cui il Serpeverde si fosse ripresentato. « Divertito al ballo? »
« Senti, coso, dov'è Alyssa?! » ringhiò il purosangue, trattenendosi soltanto dalla presenza incombente del professor Moody. 
Egli deglutì. « Io non so niente, è andata via. Abbiamo discusso e non mi ha dato nemmeno il tempo di spiegare. » si giustificò, torturandosi le labbra.
« Lei non è il tipo da scappare così, dal nulla. Non prendermi per i fondelli! » sbottò, fissando le iridi adamantine in quelle cangianti dell'altro. « Dimmi cosa le hai fatto! » lo afferrò dal colletto e strinse i denti rabbioso. 
« Malfoy, datti una calmata. » intervenì l'insegnante dall'occhio di vetro, scostandolo dal Corvonero. « Tieni, bevi qualcosa. Questo succo d'idromele ti calmerà. » allungò una mano verso quella del Serpeverde che continuava a fissare imperterrito il ragazzo, intento a parlare con la professoressa McGranitt. 
La loro discussione non era affatto passata inosservata. Il Professor Piton, con la sua solita impassibilità, scrutava attimo per attimo ciò che accadeva attorno a lui. 
« Allora, Malfoy, non accetti? » domandò con fare stranamente gentile il nuovo insegnante, tanto da convincere Draco ad assaggiare quel dannatissimo idromele. 
« Ecco fatto, adesso può anche andarsene, no? » rispose Malfoy, allontanandosi immediatamente dall'uomo per avvicinarsi a Zabini, da poco libero da Astoria. 
« Hai sentito di Benjamin e la rossa? » sogghignò l'italiano, spintonando di poco il compagno. « Forse è per questo che Alyssa è andata via. » suppose, scatenando di conseguenze l'ira del platinato. 
« Tu, vieni qui! » lo riprese Draco, congedandosi dall'amico, e lo afferrò da un braccio. « Cos'hai fatto a mia sorella, eh?! Cosa\hai\fatto\a\mia\sorella\?! » urlò lui, non accorgendosi delle conseguenze che la sua rabbia avrebbe scaturito da lì a poco. < Allora?! Dimmelo! Parla! » 
« Draco.. » si aggiunse repentinamente Hermione che, involontariamente, aveva assistito alla scena insieme ad Alyssa che si era rintanata nella propria stanza. 
« Cos'hai fatto? » mormorò la bionda con occhi gonfi. Adesso il loro segreto era in balia dell'intero mondo magico e Voldemort non avrebbe tardato a trovare anche lei. 
Piton, che aveva visto tutto, in silenzio, non tardò ad intervenire ed afferrò dalla spalla entrambi i Malfoy, rivolgendo uno sguardo che era un tutto dire alla Granger che, immediatamente, li seguì verso l'uscita della Sala Grande.

La mattina seguente avrebbero avuto inizio le vacanze natalizie, ma qualcosa ci suggerisce che i tre protagonisti soprastanti non avranno modo di godersele appieno. 

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