Storie da pattinatori di lilly0806 (/viewuser.php?uid=189183)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vikturi - La chiamata ***
Capitolo 2: *** Yuri Plisetsky – Yuratchka ***
Capitolo 3: *** Sara Crispino – My love ends here ***
Capitolo 4: *** Yuri Katsuki – Un sorriso che scalda il cuore ***
Capitolo 5: *** Otayuri - Un rapporto che si costruisce con il tempo. ***
Capitolo 6: *** Guang Hong Ji - Stand by me ***
Capitolo 7: *** Photograph - Phichit Chulanont ***
Capitolo 1 *** Vikturi - La chiamata ***
Ciao
:)
Ok,
mi sono presa molto male con questo anime e non so, prima ancora di
guardare se esisteva una sezione dedicata mi sono ritrovata a
scrivere e… è nata questa one shot.
Amo
questa coppia e amo Viktor (esco molto dal pensiero del fandom, vero?
XD) perciò ho voluto immaginare cosa succederà
nel prossimo
episodio, visto anche che non vedo l'ora di vederlo. Forse ne
scriverò altre di così brevi, neanche una pagina
di word *sigh*,
magari anche su altre coppie o su singoli perciò se avete
suggerimenti su fatti che magari ancora non sono stati raccontati
nell'anime o sono accaduti off-screen fatemi sapere! Spero vi piaccia
e che mi lasciate un parere perché amo sentire cosa la gente
pensa
dei miei lavori e anche le critiche servono per migliorare!
Grazie
per l'attenzione e buona lettura <3
Ps.:
i crediti per l'immagine vanno all'autrice, non sono stata io a
comporla ma non conosco il suo nome.
La
chiamata - Viktuuri
“Viktor...”
la sua voce è incerta e riesco ad avvertire tutto il suo
nervosismo,
anche se prova a mascherarlo.
“Makkachin
sta bene, non preoccuparti più di questo.”
rispondo, prima ancora
che possa porre la domanda che gli premeva di farmi da quando l'ho
avvisato del mio arrivo in Giappone.
“Yakov
ti tratta bene, sì?” domando io, quando lo sento
ricadere ancora
nel silenzio, e subito sento il suo respiro che si blocca e inizio a
preoccuparmi ancora di più.
“Cosa?
Parlami…” il 'ti prego' lo lascio cadere senza
pronunciarlo
perché non voglio agitarlo ancora di più. Io
posso anche lasciarmi
andare al nervosismo, ora che sono lontano, ma lui non deve
avvertirlo per nessun motivo e non posso permettere che abbia un
attacco di panico adesso.
“Niente,
solo… non è lo stesso senza di te. Io…
scusa, non avrei dovuto
dirlo… se non dovessi vincere…” sento
la sua voce spezzarsi e
riesco quasi a figurarmelo mentre le lacrime scivolano sulle sue
guance e cerca di trattenere un singhiozzo.
“Yuri,
non sarà l'ultima volta. Noi andremo insieme al Gran Prix
Final. Tu
ce la farai, io ho fiducia in te.” esclamo, infondendo nelle
mie
parole tutta la fiducia che ho in lui. È nata nel tempo,
partendo da
quel mero impulso di cercare in lui ciò che non riuscivo
più a
trovare in me: quella passione, quella musica, quel sentimento,
quell'amore che ormai in me mancava ma che in lui è
così forte. Lui
che sta facendo tornare ad amare il pattinaggio anche ad uno come me
che, dopo così tanti anni, aveva perso la
capacità di stupire sia
se stesso che il pubblico.
“Ma
se dovesse andar male… se non dovessi riuscire ad arrivare
almeno
in quarta posizione… Viktor… non voglio perderti
così.”
sussurra l'ultima parte, come se non fosse sicuro neanche lui di
volermelo dire. Questa insicurezza che fa parte dei motivi per cui mi
sono incuriosito all'ultimo Gran Prix e che sembra seguirlo ovunque
tranne che in pista. Lì è solo Yuri.
“Io
so che non mi deluderai, abbi fiducia in me quanta io ne ho in te.
Sono quasi…” cerco di avvertirlo del mio arrivo ma
sento
all'altro capo del telefono la voce di Yakov: “È
ora, Yuri.” che
lo chiama per farlo preparare.
“Prometti
che mi regalerai la migliore performance di sempre, che dimostrerai
al mondo la forza del tuo amore.” decido quindi di concludere.
“Lo
prometto… guardami e non togliermi gli occhi di
dosso.” risponde
e riesco a figurarmi il sorrisino impertinente che gli colora,
finalmente, le guance. Sospiro sentendo la chiamata che si chiude e
lascio scappare quelle due parole che mi aleggiano sulle labbra da
quando ho assistito al suo programma libero in Cina. Non posso ancora
dirgliele ma lo faro, dopo la finale lo farò.
Il
taxi si ferma di fronte al palaghiaccio e io corro al suo interno,
sentendo già le grida degli spettatori all'ingresso del mio
Yuri
sulla pista.
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Capitolo 2 *** Yuri Plisetsky – Yuratchka ***
Ciao :)
Sono
tornata subito con una nuova os che è dedicata ad una mia
amica, _Macchan_
(colei che mi ha fatta ossessionare con YoI), che ama Yurio alla
follia e mi ha fatto una testa così con lui prima ancora che
iniziassi a
guardarlo. È ambientata durante l'episodio 8 e segue Yurio
da subito
dopo la sua esibizione fino alla fine dell'episodio. Io spero
vivamente di aver colto il personaggio come si deve e che decidiate
di darmi la vostra opinione! Non sono sicura che il titolo sia scritto
in modo corretto ma l'ho pres da come lo chiamano dal pubblico prima
dell'esibizione e in quello sub-eng era scritto così.
Ricordate che accetto suggerimenti via
recensione o via messaggio privato, se preferite, su coppie e
personaggi di cui scrivere.
Ps.:
l'immagine non è disegnata da me ma è presa da
internet perciò i
crediti vanno all'autore/rice!
Yuratchka
– Yuri Plisetsky
“Prima
le signore.” così mi ha salutato il ragazzo che
probabilmente odio
di più al mondo, anche più di quel maiale
giapponese. Non ci siamo
più visti da quando abbiamo partecipato insieme al Gran Prix
canadese, in cui lui ha vinto mentre io sono stato relegato al
secondo posto, perciò il fatto che mi abbia subito
apostrofato con
quelle parole, sorridendo come se fosse il miglior pattinatore sulla
terra… beh, quella è forse la cosa che mi fa
incazzare di più.
Lui non è il migliore: il migliore è Viktor
e su questo
dubito che qualcuno abbia qualcosa da ridire. Il suo stupido
programma breve non può nulla contro il programma che lui
ha
coreografato per me, per non parlare della canzone… un inno
alla
stupidità sua e di chi l'ha scritta: 'Theme of King JJ', per
carità!
Aspetto
il mio punteggio con Yakov, mentre quell'idiota si prepara per
iniziare la sua esibizione con i suoi coach che lo incitano come dei
bravi polli ammaestrati, e non posso fare a meno di incazzarmi ancora
di più mentre lo vedo guardarmi con il suo sorrisino
stupido. Mi
concentro talmente tanto nel guardarlo male che quando esce il
punteggio quasi non me ne accorgo… almeno finché
non mi rendo
conto di aver perso contro quel ciccione del mio omonimo.
Maledizione!
Durante
l'intervista continuano a tornarmi in mente ancora ed ancora i 109,97
punti di quel maiale contro i miei 98,09 e, come colpo di grazia,
arriva il punteggio di JJ: 113,56! Mi stai prendendo in giro, vero?
Sono
così arrabbiato che mi viene voglia di distruggere la
telecamera di
questo fastidioso giornalista. Riesco a concludere senza spaccare
niente, nonostante la stupida domandina: “Cosa ne pensi della
classifica?” e ad allontanarmi per cambiarmi d'abito,
finalmente.
Il costume mi si è ormai incollato alla pelle per colpa del
sudore e
anche con la giacca addosso inizio ad aver freddo stando fermo in
corridoio. Mi muovo in fretta, sono stanco oggi e voglio chiamare il
nonno, per sentire se sta bene e per assicurarmi che domani riesca a
venire a vedere la gara, ma lo farò solo una volta che
sarò solo
nella mia camera d'albergo.
All'uscita
dello spogliatoio trovo Yakov, con la sua ex moglie, ad aspettare per
scortarmi in hotel mentre mi fa le solite, vecchie, raccomandazioni:
“Non andare a letto tardi.”... “Non
litigare con nessuno.”...
e così via fino alla peggiore “Non mangiare troppi
pirozhki.” a
cui io rispondo distrattamente perché so già che
non lo ascolterò.
Arriviamo in una delle sale d'attesa principali e lì vedo
Viktor e
Yuri il ciccione che litigano di fronte a tutti. Non sono sicuro che
litighino davvero, in realtà, perché proprio
mentre arriviamo sento
il giapponese dire: “Devi tornare indietro!” a
Viktor mentre lui
gli risponde che non può… ma che diavolo succede
ora fra quei due?
Viktor sembra molto combattuto e ha un'espressione molto preoccupata
in viso.
Finalmente
ci nota e corre incontro a Yakov afferrandolo per le spalle e
parlando di quanto si fidi di lui come coach per poi lanciare una
bomba, dopo aver rifiutato di interrompere questa sua folle idea di
lasciare la sua carriera di pattinatore: “Ti prego, sii
l'allenatore di Yuri solo per domani!”.
Tutti
noi lo guardiamo sconvolti… ci stai prendendo in giro, vero?
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Capitolo 3 *** Sara Crispino – My love ends here ***
Ehilà!
Finalmente ho finito Sara -.-''
Ho
scritto la prima metà in un lampo ma poi per un po' sono
stata
bloccata. L'unica cosa bella che mi sta venendo da questa settimana
di malattia è che ho un sacco di tempo per scrivere quindi
sto
recuperando in un sacco di cose XD
Vabbè,
penso sia d'obbligo dedicare questa mini os all'unica ragazza che non
conosco, ma che so che si chiama Sara perciò è
calzante, e che mi
ha scritto ben due recensioni dandomi lo stimolo a continuare! Grazie
mille Silvar tales per aver dato una
possibilità a questa
raccolta, con le tue parole mi hai motivata un sacco :*
La
prossima sarà per un regalo di Natale ma non posso fare
spoiler
perché colei a cui è rivolta la sorpresa mi spia
XP
A
presto :*
Sara
Crispino – My love ends here
“Posso
arrivare alle finali senza il tuo amore. Diventa più forte
Michele
Crispino” dirgli queste parole è stata una delle
cose più
difficili che io abbia fatto nella mia vita e il suo sguardo mentre
mi allontanavo mi ha spezzato il cuore ma… andava fatto. Sia
io che
lui abbiamo diritto a vivere la nostra vita ma, finché ci
ostineremo
a mantenere questo legame così ossessivo, non potremo farlo.
Per
la prima volta da quando abbiamo iniziato a pattinare mi ritrovo
sugli spalti, come una comune spettatrice, mentre Micky si prepara ad
iniziare. È così bello con quel costume, molto
più che con quello
del suo programma breve, perché gli da un'aria malinconica
ma così
romantica…
“Non
vai ad accompagnarlo in pista?” mi domanda Mila e io mi
limito a
guardare in basso senza rispondere, non ho voglia di parlare ora.
Scivola verso il centro della pista con grazia e si prepara
all'inizio della sua esibizione senza mostrare nient'altro che
tristezza mentre annunciano il suo nome. Forse non avrei dovuto
scegliere questo momento per mettere le cose in chiaro, forse avrei
dovuto attendere almeno la conclusione di questo Gran Prix…
ormai
comunque è andata e non posso tornare indietro. Spero solo
che non
faccia casini e che mostri a tutti la sua miglior performance di
sempre.
La
musica parte e ancora una volta mi ritrovo a pensare a quanto sia
bella 'Serenade for Two', è probabilmente il suo programma
che amo
di più fra tutti quelli in cui si è esibito negli
anni e vederlo da
questa distanza me ne fa rendere conto ancora di più. Allo
stesso
tempo però mi fa sentire così triste
perché mi sembra di sentire
l'eco dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti nei miei confronti.
Arrivano i primi salti e mi ritrovo a trattenere il respiro mentre lo
vedo effettuare perfino i salti della combinazione senza la minima
sbavatura.
“Amore.
Posso avvertire l'amore perduto nel modo di pattinare di
Michele.”
le parole di Georgi mi bloccano un momento, mentre lui si muove
delicato sui pattini e sembra così maturo… sembra
un'altra persona
rispetto a solo qualche minuto fa. Posso sentire il suo dolore, il
suo abbandono mentre pattina pensando a me.
Le
lacrime iniziano a scendere prima ancora che possa rendermene conto e
si fanno più forti man mano che si avvicina al finale. Mi
copro gli
occhi, cercando di nasconderle dallo sguardo attento di Mila ma so
che ormai ha capito che qualcosa non va: per anni ci siamo scontrate
e con il tempo la rivalità si è evoluta in
amicizia perciò mi
conosce abbastanza da capirlo.
La
canzone si conclude e non mi fermo un secondo a pensare alle
conseguenze: mi alzo e corro più forte che posso. Scendo le
scale
incurante della gente con cui mi scontro mentre attraverso la zona
che divide l'area pubblica da quella degli atleti. Corro verso il
luogo in cui ai pattinatori viene annunciato il punteggio e mi butto
fra le sue braccia. Sento la sua sorpresa ma anche la gioia e
l'eccitazione dovuta ai risultati. Non tornerà tutto come
prima, non
lo permetterò, ma comunque non posso recidere il nostro
rapporto,
non sono ancora pronta a rinunciare a lui.
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Capitolo 4 *** Yuri Katsuki – Un sorriso che scalda il cuore ***
Ciaooooo!
Ok, l'ho scritta in un
lampo oggi
pomeriggio per cui ho deciso di pubblicarla anche se avevo deciso di
aspettare a dopo il regalo ma appunto si è praticamente
scritta da
sola. È la volta di Yuuri… avevo inizialmente
pensato di scriverla
dal punto di vista di Yurio (come penso fosse nell'idea di chi me
l'ha chiesta) ma sinceramente ho scelto per l'altro Yuri per due
motivi:
1 Yurio ha
già una sua os e vi
assicuro che altrimenti sarebbe sembrata una raccolta yuriocentrica
perché non si fermerà solo a quella storia, ve lo
assicuro;
2 Penso che sia meglio
così,
volevo rappresentare l'emozione dietro a quel momento e credo che
quello che sia più sincero sui suoi sentimenti verso l'altro
sia
Yuuri e per questo ho ritenuto che fosse più calzante.
Non so se sono stata
chiara ma
spero vivamente che v piaccia! A meno che non abbia un'ispirazione
folgorante (pensavo ad una possibile os su Phichit in versione
paparazzo o qualcosa del genere ma… boh, devo decidere
aancora
tutto e quindi si vedrà) ci rivedremo intorno alle feste,
dipenderà
dagli impegni familiari. Se volete farmi richieste fatemele pure via
recensione o messaggio, accetto più o meno tuttofintanto che
riesco
a scriverne e magari in questo modo pubblicherò prima ;P
A presto :*
Ps. "pork cutlet
boul" suona
malissimo in italiano >.<
Richiesta:
Ora ci
vorrebbe un terzo capitolo che si
focalizza sul momento del dopo-gara, in cui i due Yuri "fanno
pace" e Yuri dà il meglio di sé in fatto di
sorrisi ♥
Yuri
Katsuki – Un
sorriso che scalda il cuore
Sono
così vicino al picco della mia carriera da
pattinatore… voglio
davvero arrivare alla medaglia d'oro durante questa stagione
perché
probabilmente sarà l'ultima. Viktor l'anno prossimo non
sarà al mio
fianco e sento che se non la ottengo con lui non riuscirò a
farlo
più… non da solo. E nonostante questo non gli
permetterò di
perdere ancora tempo facendolo rimanere come mio coach anche se non
vincerò lo farò dimettere dopo le finali del Gran
Prix e...
Qualcuno
mi tira un calcio, senza che io me ne renda conto dato che ero troppo
impegnato ad osservare il movimento del traffico per la via in cui mi
sono fermato a riflettere. Prima che riesca a ricominciare a dare un
senso a ciò che mi sta succedendo mi ritrovo nella neve, che
mi
raffredda permettendomi di riprendere un po' di lucidità e
di
schiarirmi le idee facendo scivolare via la depressione, almeno in
parte.
“Eccoti
qui, 'ciotola di cotoletta di maiale', ho dovuto cercarti un bel
po'.” esclama Yurio, ricambiando il mio sguardo dall'alto.
“Yurio…”
non mi sarei mai aspettato che sarebbe venuto a cercarmi proprio lui,
soprattutto non dopo il mio comportamento al palazzetto del ghiaccio.
“Cosa
ti è preso prima? Smettila di inquietarmi!” ecco,
appunto.
Continua comunque a parlare, senza darmi il tempo di rispondergli:
“E
cos'era quel programma libero, poi? Tu puoi comunque scusare il
fatto che non hai dato il tuo meglio per via dell'assenza di Viktor
ma io non posso fare neanche quello! Ero al top della forma e ho
ottenuto il mio miglior punteggio solo per perdere ancora una volta
contro JJ! Non hai nessun diritto di sentirti più
giù di morale di
me 'cotoletta di maiale'!” conclude finalmente il suo
monologo…
non credo di averlo mai sentito parlare così tanto in mia
presenza,
almeno non senza che si arrabbiasse dicendomene di tutti i colori.
Mi
lancia una busta di carta, arrossendo leggermente ed esclamando:
“Puoi averli, dopotutto è quasi il tuo compleanno,
no?”
sentendolo rimango un momento inebetito, vedendo anche la sua
espressione e non avvertendo nel suo tono nient'altro che…
imbarazzo? E forse un po' di insicurezza ma non posso esserne sicuro.
La apro evitando di commentare, ora che si sta aprendo un po' nei
miei confronti non voglio rischiare di perdere il momento facendolo
arrabbiare o, peggio ancora, imbarazzare. All'interno ci sono dei
fagotti dorati che riconosco quasi immediatamente e non riesco ad
impedirmi di domandare: “Pirozhki?” guardando prima
il sacchetto
e poi lui, senza realmente capire il gesto.
“Mangiali.”
risponde semplicemente Yuri, evitando il mio sguardo e preferendo
guardare la strada.
“Qui?”
in mezzo alla strada e seduto in mezzo alla neve? Non è
proprio il
luogo adatto.
“Mangiali!”
mi ordina, guardandomi finalmente in volto e tornando al suo solito
tono rude. Ne prendo uno in mano, sembra leggermente tiepido, e lo
porto alla bocca senza protestare ulteriormente. Mentre mastico sento
del riso e… sembra cotoletta di maiale e delle
uova… sembra
proprio il mio piatto preferito! Non mi sono neanche reso conto di
aver espresso i miei pensieri ad alta voce ma quando il biondino di
fronte a me mi risponde capisco che è così:
“Esatto! Li ha fatti
per me mio nonno! Sono buonissimi, vero?” è
così entusiasta e
sorridente che finalmente sembra un ragazzino di quindici anni.
Ammetto che vederlo sorridere mi fa sentire meglio perché
è così
innocente… si vede che ama suo nonno e il fatto che abbia
deciso di
condividere questa cosa con me mi fa scaldare il cuore.
“Sì!
Sono vkusno!” esclamo, ritrovandomi a sorridere a mia volta
senza
pensare a tutto ciò che mi aspetta nel futuro, senza alcuna
preoccupazione per la prima volta negli ultimi giorni.
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Capitolo 5 *** Otayuri - Un rapporto che si costruisce con il tempo. ***
Buon
Natale _Macchan_!
Un
rapporto che si costruisce con il tempo.
Yuri
Plisetsky
“Questo
posto va bene, no?” mi domanda, indicando un bar dall'altro
lato
della strada e io annuisco semplicemente. Siamo tornati in centro,
dopo il giro in moto, e da allora non abbiamo più smesso di
parlare.
Non ricordo l'ultima volta che mi sono trovato così bene con
qualcuno, senza paura di essere me stesso intendo, che non fosse mio
nonno. Entra dentro senza aggiungere altro, buttando solo uno sguardo
alle sue spalle per essere sicuro che lo stia seguendo, per poi
chiedere un tavolo alla prima cameriera che trova. Lei arrossisce e
ci mostra un tavolino, vicino ad una delle finestre che danno sulla
strada trafficata, per poi correre via con il suo vassoio mentre noi
prendiamo posto uno di fronte all'altro. Fuori faceva freddo, anche
se si sente che siamo in Europa perché in Russia in questo
periodo
dell'anno fa freddo dieci volte di più rispetto a qui, ma
all'interno del locale veniamo accolti da un tepore che mi fa
rilassare ancora di più perché mi fa sentire
quasi... a casa.
Rimaniamo in silenzio ancora un attimo, guardandoci, e non provo il
bisogno di dire niente: sto bene anche così e per me
è una
sensazione ancora così strana! È questo che si
prova ad avere una
persona che ti è amica trattandoti da pari e non da
moccioso? Che ti
rispetta e ti vede per ciò che sei e non per ciò
che crede che tu
sia o per ciò che gli altri ti dipingono?
“Salve...
io... vi porto il menù o sapete già cosa
prendere?” chiede la
cameriera di poco fa, schiarendosi la gola all'inizio quando la sua
voce si spezza leggermente per l'imbarazzo. Quando Otabek si volta a
guardarla la vedo arrossire ancora di più mentre tortura il
suo
blocco per gli ordini.
“Un
tè caldo andrà benissimo per me.”
afferma, poi guarda me e subito
mi affretto anch'io a rispondere: “Anche per me un
tè ma freddo se
possibile!” mi ritrovo a dire, preso leggermente in
contropiede,
dopotutto non amo il tè caldo.
Ricominciamo
a parlare, a conoscerci anche se mi sembra che non sia necessario:
è
più un piacere più che una necessità
dovuta all'educazione. Mi
sono ritrovato a ridere più spesso di quanto mi piacerebbe
ammettere, durante questo pomeriggio passato in giro per Barcellona,
e ancora mi stupisco di quanto sia così facile farlo per
l'ennesima
volta. Le nostre ordinazioni sono arrivate ma vi prestiamo poca
attenzione, troppo persi nel nostro mondo fatto di risate.
“Yuuuuurioooooo!”
una voce che riconoscerei fra mille fa scoppiare la bolla calda in
cui ero immerso per catapultarmi nuovamente nella realtà,
ricordandomi che domani saremo amici sì ma anche avversari e
che non
siamo soli in questa città così grande.
***
Otabek
Altin
“Ventidue,
eh? Inizi ad essere vecchio.” esclama il biondino, ridendo ed
abbracciandomi. La stagione è ormai iniziata da un po' ma
questa è
la prima gara in cui ci siamo ritrovati come avversari dopo il Gran
Prix dell'anno scorso. Non ci siamo visti per solo un paio di mesi ma
è cresciuto ancora qualche centimetro, superandomi
definitivamente
in altezza… sono ormai passati i tempi in cui lo chiamavano
la
fatina della Russia. Quando ci stacchiamo lo squadro da capo a piedi
e noto che ha i capelli legati e la solita giacca della nazionale
Russa sopra una maglietta con una tigre ed un paio di jeans neri e
molto attillati... non cambierà mai.
“Beh,
il tempo passa per tutti.” rispondo sorridendo. Non ci siamo
visti
per il mio compleanno e nonostante tutto si è ricordato di
me e
questo mi fa segretamente molto piacere.
“Andiamo
a farci un giro per Pechino? Incredibilmente non ci sono mai
venuto.”
domanda, camminando al mio fianco. Ha finito prima di me quindi deve
avermi aspettato un po' davanti all'uscita e anche questo mi fa
sentire bene. È passato del tempo dalla prima volta che ci
siamo
stretti la mano eppure la sensazione di essere compreso e di trovarmi
vicino ad una persona affine non si è mai affievolita ma
piuttosto
si è incrementata trasformandosi lentamente in qualcos'altro.
“Conosco
un locale che sono convinto ti piacerebbe.” affermo, mentre
ci
dirigiamo verso la mia moto, aggiustandomi il borsone in spalla.
Sollevo il sedile e tiro fuori il mio casco, dopo essermelo infilato
tiro fuori il secondo e glielo infilo senza aggiungere altro. Quando
so che lo incontrerò tengo sempre un casco di riserva
perché ormai
lo conosco e sono a conoscenza del suo amore per la mia moto. Non
perde mai occasione per venire a fare un giro con me e anche se spero
che una parte del motivo sia la mia compagnia... beh, non mi illudo
di essere l'unico.
“Forza
tigre, salta su.” esclamo, salendo in sella e prendendo in
mano il
manubrio. Si siede alle mie spalle e quando metto in moto inizia a
ridere reggendosi al sellino.
“Dovrei
prenderne una anch'io! È una sensazione
bellissima!” grida allargando le braccia e mi ritrovo a
ridere anch'io mentre prendiamo velocità. Il locale a cui ho
pensato è perfetto per ciò che devo
chiedergli: intimo e semplice. L'unica cosa che mi rimane da fare
è
sperare che deciderà di accettare la mia proposta come fece
circa 4
anni fa per provare a cambiare il nostro rapporto in qualcosa di...
diverso. Non sarà facile ma se sarò con lui sento
che niente può
fermarci.
Oh
oh oh!
No,
ok, non sono Babbo Natale ma mi sento un po' come lui in questo
momento dato che nei prossimi giorni pubblicherò solo regali
natalizi (ho scritto più in Dicembre che in qualunque altro
mese
dell'anno ^.^)
Coooomunque
eccoci con una Otayuri! Premetto che secondo me la polemica che
alcuni nel fandom (io seguo quello inglese e quindi forse non tutti
ne saranno a conoscenza, non ho idea se si è allargata anche
a
quello italiano) hanno aperto per via della differenza di
età fra i
due la trovo ridicola. Hanno poco più di 2 anni di distanza
e sono
due adolescenti! Quante volte si vedono ragazzine che escono o fanno
peggio con degli adulti e adesso iniziamo a fare i puristi? Lo avrei
trovato peggio se Otabek fosse stato un trentenne ma un diciottenne?
Davvero?
Detto
questo secondo me i personaggi stessi non intraprenderebbero una
relazione immediatamente e per questo nel mio immaginario sono
passati 4 anni di amicizia prima che il mio piccino (Ota) decida di
dare una svolta al loro rapporto. Spero vi piaccia ma che in
particolare faccia impazzire colei a cui è rivolta e che mi
ha
stalkerata in cerca di indizi per 2 settimane.
Buon
Natale a tutti! Siate felici, sorridete e ricordate di cercare sempre
il bello della situazione. Io amo il Natale e anche se quest'anno non
sono al meglio (ieri ho avuto alcune notizie sulla mia salute non
tanto incoraggianti) non vedo l'ora di iniziare a festeggiare con le
persone che amo e anche con quelle che sopporto a mala pena.
A
prestooooooo :*
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Capitolo 6 *** Guang Hong Ji - Stand by me ***
Bene
bene bene, sono tornata. Io non so neanche come e perché in
realtà
dato che neanche un’ora fa non avevo niente di scritto per
questa
storia.
La
mia ispirazione funziona così dopotutto mi basta un qualcosa
che mi
faccia scattare, un paio di minuti e un’idea o una scena e
inizio a
scrivere riversando i miei sentimenti su una pagina.
Questa
one shot è stata un mio sfogo personale perché in
questo momento mi
sento come Guang: ho un’amica in difficoltà che ha
bisogno di me
(anche se il suo problema è emotivo e non fisico) ma io non
so cosa
fare e cosa dire. l’unica cosa che riesco a fare è
starle accanto
ed ascoltare. Spero vi piaccia, ho scritto questa storia pensando ed
ascoltando la canzone da cui prende il titolo, in particolare la
cover che vi lascerò qui -> link,
e che decidiate di farmi
sapere
cosa ne pensate.
Chiunque
abbia un’idea che mi vuole sottoporre si senta libera/o di
farlo, non
mangio nessuno e mi aiuterebbe a tenere viva la raccolta…
Alla
prossima :*
Ps.:
mi è stato già richiesto un seguito, da chi
l’ha letta prima
della pubblicazione, potrebbe interessare? Qualche idea?
Stand
by me
Guang
Hong Ji
“È
davvero una brutta frattura ma è ancora giovane, siamo molto
positivi sulla sua ripresa se non completa almeno parziale.”
le
voci dei dottori mi giungono ovattate nonostante siano a pochi metri
da me, l’unica cosa su cui riesco a concentrarmi è
il volto del
ragazzo sul letto. La sua espressione passa dallo speranzoso al
disperato nel tempo di una frase… di una parola. Parziale
può
voler dire che non riprenderà più a pattinare.
In
gara sembrava volare e nessuno poteva aspettarsi quella caduta
improvvisa e terrificante. Chiunque lo conosce un minimo ha compreso
subito la gravità della situazione quando non si
è rialzato
immediatamente per continuare a pattinare, come l’ho visto
fare più
volte dopo una caduta nel corso degli anni. Non si è mai
arreso,
nonostante le avversità, ma adesso sembra sul punto di
spezzarsi man
mano che i medici continuano ad elencare i benefici che
l’operazione
potrebbe portare subito seguiti da ciò che potrebbe andare
storto
sia effettuandola che rinunciando ad essa.
In
realtà sappiamo tutti che Leo non ha scelta se vuole
ricominciare
una vita normale: ha una frattura scomposta e se non verrà
operata
potrebbe rimarginarsi in modo sbagliato rendendolo storpio a vita e
comunque con ogni probabilità non potrebbe più
gareggiare ma se si
operasse non è assicurato il suo rientro nel mondo dello
sport
professionistico e potrebbe comunque andare storto qualcosa
perciò
non ha una vera scelta. In entrambi i casi è tutta una
questione di
fortuna perché qualunque cosa faccia il rischio rimane
sempre lì,
che aleggia sulla sua testa.
“Penso
che sia il caso di lasciarlo riposare, in modo che possa pensare alle
sue possibilità e decidere con calma.” il dottore
ci guarda tutti,
uno per uno, e ci indica la porta dirigendovisi. Uno per uno gli
altri si muovono in quella direzione, in silenzio, e io rimango per
ultimo. Stringo un secondo la mano del castano, che si è
abbandonato
sul letto portando l’altro braccio a coprirsi gli occhi, per
poi
lasciarlo per camminare verso l’uscita della stanza. Non mi
muovo
se non di pochi centimetri perché sento delle dita che
stringono la
manica della mia camicia trattenendomi.
Non
si è spostato quasi per niente, l’unica cosa che
è cambiata è la
posizione del suo braccio, e non ha emesso un fiato ma i suoi gesti
parlano più di mille parole. Riprendo la sua mano fra le mie
e mi
siedo senza dire niente, stringendola mentre la sento tremare e vedo
le lacrime che scendono ai lati del suo volto.
Non
so che fare, lui è quello che di solito sostiene me e adesso
che ho
la possibilità di ricambiare non so veramente cosa
fare… cosa
dire. Ma forse è proprio questo il problema: non devo fare o
dire
niente, devo solo rimanere qui, con lui. Stargli accanto nonostante
tutto e accompagnarlo in questo viaggio è probabilmente
l’unica
cosa che posso fare in questo momento. Dopotutto non può
vivere
senza stare in pista, lo sappiamo entrambi, anche se ora sembra voler
mollare tutto. Non lo farà mai, continuerà a
lottare come ha sempre
fatto e io non lo abbandonerò, gli starò accanto
come ho sempre
fatto.
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Capitolo 7 *** Photograph - Phichit Chulanont ***
Well…
I’m back, I guess.
Sono
tornata ieri dall’Inghilterra e mentre ero lì mi
sono ritrovata a
scrivere qualcosina, fra cui anche la conclusione di questa one-shot
rimasta ferma per mesi.
È
un periodo della mia vita in cui sono molto depressa perciò
riprendere in mano questa storia è stato molto difficile:
non sono e
non ero nello stesso umore di quando l’ho iniziato e
rileggerla per
finirla mi ha fatto pensare che forse era il caso di cestinarla.
Dio
credo di non aver mai sentito delle note così tristi o
deprimenti XD
Va
bene, sono un po’ uscita dal mio buco di tristezza, in parte
grazie
al cambiamento d’aria, in parte grazie all’aggiunta
della mia
nuova micina tutta nera e in parte grazie a YoI perciò sono
riuscita
a chiudere questa storiella.
È
più o meno un continuo della storia precedente e spero che
porti il
sorriso a chiunque la legga perché l’intenzione
iniziale era
quella e alla fin fine lo ha riportato anche a me. (spero con tutto
il cuore che non si percepisca troppo lo stacco fra il primo pezzo e
il secondo)
Ps.
sto pensando alla prossima storia e sto decidendo se scegliere Mila o
Minami, qualche idea o una immagine che vi va di propormi? Nel
frattempo cercherò anch’io
-.-’’
Photograph
- Phichit Chulanont
“Accidenti!
Guardate questa foto!” esclamo, mostrando la foto che Viktor
ci ha
scattato su mia richiesta l’altra sera. I ragazzi si stanno
cambiando dopo la prova della pista ma si bloccano per venirmi vicino
per guardare lo schermo.
“Mandamela!
Oddio, devo assolutamente farla vedere a Leo!” ridacchia
Guang,
tornando alla sua borsa per prendere il cellulare dalla tasca. Leo
non può ancora gareggiare, a malapena ha ripreso a camminare
e a
rimettere tutta la muscolatura persa in seguito
all’infortunio, ma
ha voluto lo stesso essere presente per sostenerci. Credo sia
soprattutto per ripagare Guang di tutto l’aiuto che gli ha
fornito
durante gli ultimi mesi. Dato che siamo tutti allocati nello stesso
albergo ci siamo incontrati ieri sera e, visto che Leo ci ha portato
dagli Stati Uniti dei pigiami a tuta a forma di cane dalle tinte
improbabili, abbiamo deciso di indossarli come rito scaramantico in
previsione della gara della tappa del Grand Prix canadese. Abbiamo
alla fine optato per fare una foto quando abbiamo visto che eravamo
adorabili perciò abbiamo chiesto a Viktor di scattarla.
“A
proposito, dove dovevamo incontrarci?”gli chiedo, mentre
pubblica
la foto che ho appena passato a lui e a Yuri su Instagram e subito
Guang alza lo sguardo verso di me senza apparentemente aver capito
così specifico: “Con Leo! Non c’era alle
prove, no?”
“Ah!
Beh in realtà non ne abbiamo parlato… forse
dovrei chiamarlo però.
O forse gli mando un messaggio… sì, è
meglio così.” il suo
tono si affievolisce leggermente sul finale del monologo, come se
stesse parlando più con se stesso che con noi, e inizia a
scrivere
velocemente sul suo cellulare mentre ci avviamo verso
l’esterno.
Siamo quasi fuori dalla zona atleti quando sentiamo un fischio alle
nostre spalle. Ci voltiamo quasi all’unisono tutti e tre,
giusto in
tempo per vedere Leo che ci corre incontro. Si ferma di fronte a noi
con il fiatone e sembra aver corso un bel po’.
“Vi
ho… cercato… ovunque. Non mi… reso
conto… fuori allenamento…”
afferma ansimando e cercando probabilmente di riprendere fiato,
perdendo alcune parole per strada.
“Respira
Leo, respira un momento.” ridacchio dandogli una pacca sulla
schiena quando si rialza. È ovvio che sia fuori allenamento,
sono
solo due settimane che ha finito la riabilitazione.
“Leo,
Leo! Guarda che carina la foto che ci ha fatto Viktor ieri!”
saltella Guang mentre si avvicina per mostrargli il cellulare con un
sorriso enorme. Leo sorride a sua volta e gli ruba il cellulare per
poi pubblicarla alla velocità della luce a nome del cinese,
che
cerca di bloccarlo. A me personalmente non dispiace e dubito che a
Yuri cambi molto, dopo tutte le foto strane che ho pubblicato su di
lui negli anni, ma Guang sembra molto infantile e la scritta:
“Sono
adorabile, vero?” che Leo ha aggiunto come didascalia lo fa
diventare rosso fino alla punta delle orecchie. Non capisco come
abbia fatto a scrivere così in fretta e ad aggiungere i tag
ad
ognuno di noi ma c’è riuscito nella manciata di
secondi che sono
serviti al nostro amico per riprendersi il cellulare.
“No!
Cosa hai fatto! Leo!” grida, osservando i ‘mi
piace’ e i
commenti delle fan del tipo ‘Oh! Così
carino!’ che aumentano
sempre più. Ormai non può più
cancellarla, ha già fatto il giro
del mondo.
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