Hokuto no Hangover

di hooligans_holiday
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3.1 ***
Capitolo 4: *** 3.2 ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 5 ***
Capitolo 7: *** 6 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Allora...ho avuto questa storia che mi frullava nel cervello per secoli, e ho finalmente deciso di scriverla. C'è qualche parola poco educata, qui e là, e ogni tanto i personaggi cadranno vittime della sindrome da OOC, ma, a parte questo...spero vi faccia fare quattro risate.


1.
L'immagine di una ballerina in topless passò come un flash di fronte agli occhi di Kaioh, seguita da quella di Hyo che rideva. O forse, era semplicemente Hyo con le tette.
Il primo Rasho si girò, con i muscoli indolenziti.
C'era un rumore, come un trillo, che continuava a disturbarlo. Dei del cielo, che rumore odioso...
Si girò di nuovo. Il letto era duro e freddo, e il rumore non accennava a diminuire. Meraviglioso.
Gli scoppiava la testa. Era come se il suo Matoki avesse deciso di organizzare una festicciola e far ubriacare tutti i suoi neuroni. E ci era riuscito molto bene, bisognava dire. Non si sentiva così devastato da...accidenti, non si era MAI sentito così devastato.
Il rumore continuava.
Dannazione.
Allungò la mano e iniziò a tastare in giro, alla ricerca della fonte di disturbo. Voleva scaraventarla dalla finestra, almeno per prendersi una piccola soddisfazione.
Trovò un filo che pendeva. Istintivamente, provò a tirarlo.
Un oggetto nero e pesante gli cadde sulla testa.
Dannazione. Dannazione. Si sarebbe ricordato anche di questo, una volta di fronte al giudizio finale. Alla domanda "Ma perché sei stato sempre così cattivo?" avrebbe risposto "Perché mi avete mandato tutte le sfighe di questo mondo!".
Beh, almeno il rumore si era fermato...poteva rimettersi a dormire.
Si rigirò.
Ma il destino era contro di lui.
Una voce, proveniente da qualche posto sconosciuto, continuava a ripetere "Pronto? Pronto?"
Kaioh grugnì, a mo' di risposta. Che andassero all'inferno. Anzi, no. Anche lui era destinato all'inferno...se li spediva lì, avrebbe rischiato di ritrovarseli tra i piedi.
"Pronto? Qui Dipartimento di Polizia di Las Vegas."
Meh. Kaioh grugnì un'altra volta.
"Ma mi sente?" la voce sembrava abbastanza stizzita. Certo, come se fosse lui, quello che si era appena svegliato con un mal di testa da ammazzare un cavallo.
"Seh." l'uomo mugugnò. Ma perché? Perché proprio a lui?
"Oh, bene. Senta...siamo il Dipartimento di Polizia di Las Vegas. Abbiamo fermato il vostro amico...Kasumi Jagger. Dovete venire a riprenderlo."
Il tizio (o la tizia) riattaccò.
Kaioh grugnì per l'ennesima volta, e finalmente aprì gli occhi, ma fu costretto a richiuderli immediatamente per la violenza della luce.
'fanculo Jagger. Che poi...chi cavolo era Jagger?
Fece un respiro profondo, cercando di riordinare le idee. Non riusciva a ricordare un beato accidente, tranne che era a Las Vegas per festeggiare l'addio al celibato di Hyo. Se si sforzava, riusciva a vedere l'ingresso di un Casinò, ma poi era come essere inghiottiti dal buio. Non c'era niente nella sua memoria. Si sentiva come se l'avessero mangiato e rivomitato diverse volte. E dire che l'alcool non gli aveva mai fatto quell'effetto...che diamine aveva combinato, quella notte?
Si appoggiò la mano sinistra alla faccia, cercando di proteggersi dalla luce, e sentì qualcosa di duro sbattergli contro la punta del naso.
Ma che diavolo...riaprì gli occhi, e si guardò la mano.
C'era un anello d'oro al suo anulare. Dove poteva averlo rubato?
Che poi...accidenti, le sue mani erano tutte appiccicose.
Riuscì finalmente a guardarsi intorno, ma nella stanza c'era solo un gran panico.
Accidenti.
Che diamine avevano combinato?

"Mi raccomando, Hyo. Non sposare una spogliarellista." Sayaka ride, mentre il suo fidanzato chiude la valigia.
"Tranquilla. I ragazzi mi terranno d'occhio. E poi, il belloccio è Han." Hyo alza le spalle, rivolgendole un sorriso dei suoi. Un sorriso talmente adorabile, da far piangere gli Shura più feroci, e bagnare le ragazze.
Ovviamente, a Sayaka ormai non fa più effetto. Gli si avvicina e lo abbraccia.
Lui le dà un bacio sulla tempia, e la stringe tra le braccia.
Quando i ragazzi (ragazzi...ragazzi per modo di dire. Ormai viaggiano tutti sul filo dei quaranta. Kenshiro è il più giovane, e ha ventinove anni...) gli hanno detto che avevano organizzato un addio al celibato a Las Vegas, quasi non riusciva a crederci. L'addio al celibato di Ken, un anno prima, era stato una serata all'American Lifestyle ("Fast Food & Car Pimping") di Ain...certo, era l'unico posto del mondo postatomico dove si potevano trovare ancora hamburgers e bistecche di carne VERA, ma tra quello e Las Vegas...la differenza c'è eccome. Comunque...partiranno in cinque: lui, Han, Kaioh, Raoh, e Kenshiro. Ci sarà da divertirsi, ma nessuno ha intenzione di eccedere.
"Promettimi di comportarti bene." Sayaka gli appoggia un dito sulle labbra, sorridendo.
Hyo le bacia il dito, e annuisce. Sì, le vuole un bene dell'anima. Dopo quasi...quasi quindici anni di fidanzamento, è ora di sposarsi.
"Sei la persona migliore che io abbia mai incontrato." le sussurra, ed è sincero. Lei gli è sempre stata vicino, gli ha dato la forza di fare tante cose. Quando Kaioh l'aveva mandata in coma, Hyo si era sentito il cuore esplodere di dolore. Per fortuna, anche quella storia si era risolta per il meglio. Era arrivato in tempo per impedire che Kaioh si suicidasse, e si erano riappacificati. E da lì, era andato tutto per il meglio. E Sayaka c'era sempre stata.
"Ruffiano." Sayaka scuote la testa.
"Guarda che è vero...io-"
"HYO!" da fuori, la voce di Kenshiro lo chiama.
I due fidanzati si guardano, sorpresi. Come mai sono già arrivati? Non sarebbero dovuti partire così presto...mancavano ancora un paio d'ore!
"FUTURO COGNATO, SBRIGATI A SCENDERE!" questa è la voce di Raoh.
"Non mi aspettavo di partire adesso..." Hyo alza le spalle e scuote la testa. E' vero...e adesso gli stanno arrivando anche i sensi di colpa...
"Avranno deciso di anticipare la partenza. Dai, vai." Sayaka scioglie l'abbraccio e annuisce.
"...basta una parola, e io resto con te." le prende gentilmente le mani.
"Vai. Io sto bene qui...e poi, Sakuya ha promesso di portarci in un locale che conosce, quindi non starò con le mani in mano." tira via le mani, e gli fa l'occhiolino.
Hyo sospira, e accenna un mezzo sorriso triste. Prende la borsa, e guarda un'ultima volta la sua futura sposa, prima di uscire.
Sayaka continua a sorridere per un po', e poi sospira. Hyo sembra un principe azzurro...un principe azzurro con gli occhi di un martire. Dopo tutti quegli anni, sposarsi le sembra quasi naturale. Si capiscono, ragionano allo stesso modo...sì, è proprio la cosa giusta.
Sospira di nuovo. Se pensa al matrimonio, è nervosa. E' tanto nervosa. Spera solo che le cose si sistemino...

"Fratello!" Kenshiro è appoggiato alla macchina, con la sua solita giacca di pelle.
La macchina è una Cadillac nera opaca, con delle fiamme rosse sui lati e dei cerchioni talmente lucidi da trafiggere la cornea del malcapitato che si fermi a fissarli per un secondo di troppo. Han l'ha fatta sistemare proprio per Las Vegas, ma, stranamente, non è al posto di guida.
"...dov'è Han?" Hyo ripone la sua valigia nel bagagliaio. In effetti, si aspettava di trovarli tutti e quattro in macchina...
Raoh si affaccia dal finestrino "Ci ha detto che ci avrebbe aspettato più avanti...aveva un appuntamento con una ragazza, e non voleva perderlo."
"E perché stiamo partendo con due ore di anticipo?"
"E perché non stai zitto, una buona volta?" Kaioh lo guarda con la sua solita espressione diabolica.
Hyo fa la faccia offesa, anche se gli viene da sorridere. Kaioh per voi, gente. Due metri di muscoli, con la pazienza di un pentolino che bolle, e un sarcasmo ustionante. Ci sono pochissime persone con cui ogni tanto si comporta da essere umano...degli invitati all'addio al celibato, solo Hyo è su quella lista. Nemmeno Raoh, che, anche se gli somiglia come una goccia d'acqua, ha un carattere diametralmente opposto. Mentre Kaioh parte con i piani diabolici, e puntualmente perde la pazienza e manda tutto per aria, Raoh parte con l'idea di spaccare tutto, ma poi si ricorda che ha due mogli e un figlio. Poi finisce per spaccare tutto comunque, ma quelli sono dettagli.


"Kaioh...cos'è successo?" una voce lo distolse da quei pensieri. La voce di suo fratello Raoh.
Il maggiore si voltò verso di lui, e si accorse che l'altro, sopra ai suoi soliti pantaloni, indossava una maglietta nera con le scritte "The man" con una freccia verso la faccia, e "The legend" con una freccia verso l'inguine. Come se non bastasse, aveva la guancia sinistra e il lato sinistro del collo pieni di graffi.
Beh, almeno non era l'unico ad aver passato una nottataccia.
"Cos'è successo?" ripeté.
"Dimmelo tu..." Kaioh scosse la testa "Mi sento come un assorbente usato..."
Raoh lo guardò, schifato "...ecco qualcosa che avrei preferito non immaginare."
"...usato da Hearts." precisò, causando a Raoh un moto di schifo ancora peggiore. Beh, comunque era vero...voleva solo che qualcuno lo trascinasse da Toki, per farsi curare l'emicrania, e dormire una settimana. No, un momento...quei tipi della polizia avevano detto qualcosa di...un certo Jagger? Dei santissimi, non erano passate nemmeno 24 ore da quando erano arrivati a Las Vegas, e già si trovavano in una situazione del cavolo...
"...chi cavolo è Jagger?" si grattò la testa, perplesso. Aveva bisogno di qualcosa di forte...qualcosa che riuscisse a svegliare il resto dei suoi neuroni.
Provò ad alzarsi, ma una fitta ai reni lo costrinse a restare seduto.
"...come, chi è Jagger? E' Jagi!" Raoh alzò un sopracciglio "...perché?"
"Ha chiamato la polizia..." puntò le mani a terra, e lentamente si tirò su.
"La polizia?"
"Sì...dillo agli altri, e smettila di ripetere quello che dico, cerebroleso..." inspirò profondamente. Aveva anche una sensazione di bruciore vicino l'inguine, ma quello era il meno...
"Non riesco a trovarli."
Non riusciva a fare COSA?
"...come?" lo guardò, con un'espressione leggermente ebete. 'fanculo, si era alzato da neanche dieci minuti, e già c'erano abbastanza problemi da fargli rimpiangere di essersi svegliato.
"Non riesco a trovarli. Ho guardato ovunque, mi manca solo il bagno..." Raoh alzò le spalle.
"...oh, bene." sì, MOLTO bene...meraviglioso.
Raoh gli si avvicinò, e lo guardò. Per un attimo, furono uno il riflesso dell'altro.
"Non mi ricordo un accidente."
"Neanch'io."
"Mi chiedo..." quelle parole furono interrotte dal rumore di un pugno.
I due si guardarono, e si avvicinarono alla fonte del rumore, che sembrava provenire dal muro.
Altri colpi rivelarono che non si trattava del muro, bensì di un armadio. I due fratelli si rivolsero un'ultima occhiata. Non c'era neanche bisogno di mettersi in posizione di combattimento...anche se avevano promesso di non usare l'Hokuto a Las Vegas, avrebbero potuto scoppiare con un movimento di sopracciglio chiunque avesse provato ad attaccarli.
Raoh lo aprì, e Kenshiro, completamente nudo, gli cadde addosso.
"ARIA!" esclamò, prima di cadere a terra come un sacco di patate.
Raoh e Kaioh lo guardarono, indecisi su cosa pensare. Beh, non era esattamente nudo, se un paio di scarpe da ginnastica verdi e un tanga fucsia (decisamente troppo piccolo per lui) potevano essere considerati "vestiti". E poi...beh...la sua testa era rasata a zero, e sulla nuca aveva il tatuaggio di un codice a barre, con sotto la scritta "YURIA".
"...tutto bene?" Raoh cercò di trattenere una risata.
"...vi odio tutti." si massaggiò la faccia dolorante, e tirò un calcio verso la voce, colpendo la caviglia di Raoh.
"La cosa è reciproca." sogghignò Kaioh.
"Concordo." Raoh cercò di trattenersi dal restituire il calcio al fratellastro minore, cercando di guardare il lato positivo, ovvero che, dato che Kenshiro era lì, dovevano solo trovare Hyo, e recuperare quell'imbecille di Jagi. E dire che al posto suo doveva esserci Han...

"HAN, PERDONAMI!" il telefono di Hyo è diventato quasi viscido dalle lacrime. Il secondo Rasho sta piangendo come una fontana, cercando di scusarsi con il suo amico.
Avevano scoperto troppo tardi che la partenza anticipata era stata un'idea di Jagi. Dopo aver percorso una bella fettina di strada, quando ormai non potevano più tornare indietro, avevano recuperato Han...o almeno, quello che credevano fosse Han. In realtà, Jagi ha trattenuto il terzo Rasho a casa, e ha preso il suo posto. E adesso, non sanno proprio che fare.
"HAN, TI PREGO, TORNEREMO INDIETRO E TI RECUPEREREMO."

"No, no, non preoccuparti. Ormai sarebbe troppo tardi...andate, e divertitevi." Han tenta di rassicurare il suo amico.
"NO, NON POSSO FARTI QUESTO..."

"Non ti preoccupare. Resterò qui, e per rendermi utile organizzerò l'addio al nubilato di Sayaka. Ok?"
"...tutto quello che vuoi." Hyo tira su col naso, annuendo.
Una volta raggiunto un accordo, i due si salutano, baci e abbracci, e il futuro sposo riattacca.
"PERCHE' NON GLI HAI DETTO DI NO?" Raoh lo afferra per le spalle, sperando di aver capito male.
"...non posso mica impedirglielo." Hyo alza le spalle.
Raoh è furioso. Non ha alcuna intenzione di lasciare le sue mogli nelle mani di quel provolone. Kaioh gli ha raccontato qualcosa dell'harem che aveva sull'isola, e a Raoh ha ricordato un po' troppo Juza.
"CERTO CHE POTEVI! CI SONO REINA E TOH! E C'E' MIA SORELLA! ...e c'è anche Yuria." grida il Re del Pugno, convenientemente abbassando la voce sull'ultima parte.
"Raoh, senti...dopo quello che è successo...dopotutto, è amico anche di Sayaka. E comunque, ho la massima fiducia in lui. Non farebbe mai una cosa del genere." Hyo annuisce, sicuro di sé.
"Preparati, Ryu avrà un fratellino con i baffi..." Kaioh sghignazza.
"DANNAZIONE! E TU, KEN, NON DICI NIENTE?" Raoh lascia andare Hyo, e si rivolge al suo fratellastro.
"Beh...io mi fido di Yuria..." Ken sorride con un'espressione serafica.
Raoh si guarda intorno, ma c'è solo Jagi che si sta preparando una sigaretta, calmo come una mucca indiana. Prova un moto d'invidia per quel deficiente, che non ha (e non avrà mai) una fidanzata di cui essere geloso, e impreca un'ultima volta. In effetti, ha senso che nessuno sia preoccupato...Kaioh è probabilmente asessuale (è stato lui stesso a confessare che, in realtà, Rin non gli interessava affatto, a parte per il fatto che era l'unica che potesse dargli dei figli.)...e poi ci sono Hyo e Ken, ma loro non contano, dato che vengono dalla stessa famiglia di rimbambiti. I Valium, li chiama Jagi...
"Vabbè, dai...che ne dite di ripartire? Non ho organizzato tutto questo per rimanere in mezzo al deserto. Ci saranno decine di stripper che mi aspettano..." Jagi soffia fuori il fumo, completamente indifferente alla questione.


"...mi sveglio, e mi sembra di essere in una scatola. Muri ovunque...perché mi avete chiuso lì dentro?" Ken guardò alternativamente Raoh e Kaioh, con l'espressione di un cucciolo bastonato.
Kaioh girò gli occhi, e si allontanò. La situazione stava diventando ridicola...e poi, aveva davvero bisogno del gabinetto.
Non appena aprì la porta del bagno, sentì qualcuno che russava sonoramente.
Oh, bene. Hyo era lì, quindi. Si sbottonò i pantaloni, e lanciò un'occhiata alla sagoma che dormiva sul pavimento.
No, un attimo...
Quello NON ERA Hyo.
Quella era una donna...una donna grassa che indossava una tonaca, e un velo sulla testa. Una suora.
Che cavolo ci faceva una suora, per di più legata, nel bagno della loro suite?

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Capitolo 2
*** 2 ***


Ecco il secondo capitolo. Ho avuto un po' di cose da fare, e non è venuto esattamente come volevo, però mi serviva come raccordo con quello successivo...


2.
"Sbrigati, che noi stiamo uscendo..." Kaioh chiama Jagi, che è ancora in bagno.
Sono tutti pronti per la serata, e persino Kaioh ha cercato di assumere un'aria meno funebre del solito. Ma solo perché glie l'ha chiesto Hyo.
Jagi esce finalmente dal bagno, investendo gli altri con una nuvola di Axe SWAG (che fa schifo, e neanche copre la puzza di sudore, ma a Jagi piace tantissimo...).
"Era ora..." Kaioh si sventola una mano sotto al naso, cercando di mandare via l'odore.
"Eddai, devo farmi bello...ci saranno tonnellate di ragazze che mi aspettano..." ammicca, e si dirige verso la sua borsa, mentre gli altri cercano di trattenere i commenti.
"Allora ci sarà da ridere..." Raoh gira gli occhi, sarcastico. L'ultima volta che Jagi è uscito con l'idea di rimorchiare, è stato preso a schiaffi da tutte, comprese le prostitute. Offeso e umiliato, ha anche implorato i suoi fratelli di aiutarlo, ma senza successo.
"Già, già..." Jagi sbuffa, seccato. Bravi, bravi, dicessero pure quello che vogliono...nel frattempo, lui ha pensato al divertimento di tutti. E ha anche speso dei bei soldi...
"Che vuoi fare con quella?" Ken indica la bottiglia di Tequila che il fratellastro ha appena tirato fuori dalla borsa.
"Vuoi proprio saperlo?" Jagi si deve mordere la lingua per evitare la battutaccia "Volevo andare sul tetto a brindare. Dato che siamo qui, a Las Vegas, perché non goderci la nottata alla grande?"
Gli altri si guardano. Conoscendolo, si aspettavano molto peggio. Anzi, l'idea non è per niente male...

Dal tetto, Las Vegas è qualcosa di mai visto. E' luminosa e colorata...è l'unica città al mondo miracolosamente risparmiata dall'olocausto nucleare. Sono passati anni, dall'ultima volta che i cinque hanno avuto la possibilità di godere di una vista del genere...
"Un brindisi al matrimonio di mio fratello!" Kenshiro alza il bicchiere.
"Alla nostra amicizia!" lo segue Hyo.
"Alle nostre famiglie." Raoh annuisce.
"Alla...a Hyo." mugugna Kaioh. Non è mai stato bravo con la roba allegra...
"Al branco! E alla notte che nessuno di noi dimenticherà mai!" Jagi è l'ultimo, poi bevono tutti e cinque.


"Sicuro che hai controllato tutta la suite?" appena uscito dal bagno, Kaioh incrociò le braccia e guardò suo fratello.
"Mi stai dando dello stupido?" Raoh si voltò verso di lui, seccato.
"Sì. Perché nel bagno c'è una suora grassa, ma nessuna traccia di Hyo. O l'ha mangiato lei, o hai bisogno di un paio di occhiali." sghignazzò il maggiore.
"...una suora? Mi prendi in giro?"
"Vai a vedere, se non ti fidi..."
"Stella della morte, dammi la forza..." Raoh guardò verso il soffitto, sospirando. Socchiuse la porta del bagno e diede un'occhiata, e si trovò costretto a riconoscere che Kaioh aveva ragione. C'era veramente una suora, e nessuna traccia di Hyo.
Richiuse la porta e guardò il fratello, senza parole.
"Allora?"
Raoh allargò le braccia, con un'espressione sconsolata. Era tutto troppo assurdo. Più cose scopriva, e meno riusciva a capire, soprattutto perché continuavano a saltare fuori dettagli che non avevano un briciolo di senso. E poi, cambiando discorso, gli faceva un male cane il didietro. Ma avrebbe preferito morire, piuttosto che dirlo a qualcuno. Comunque...tornando alla questione principale...
"Come ha fatto una suora a finire nel nostro bagno?"
"Va bene, sei proprio stupido. Mi sembrava di averti detto che non ne ho idea...o sbaglio?" Kaioh sbuffò, con espressione sarcastica.
Raoh chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, cercando di ripetersi che saltare addosso al fratello e rifargli la dentatura a pugni non era una buona idea, in quel momento "D'accordo. Dato che io sono un povero cretino, e tu sei un genio, che cosa hai intenzione di fare?"
Kaioh non rispose, e si diresse di nuovo verso la porta del bagno. Loro non ricordavano un accidente, ma forse la suora sapeva qualcosa, e poteva aiutarli a ricostruire la nottata e a ritrovare Hyo.
Un attimo prima che potesse appoggiare la mano sulla maniglia, le note di "The Foetus Of A New Day Kicking" riempirono l'aria, bloccandolo a metà del gesto.
Gli altri due lo guardarono, mentre cercava il telefonino.
"Pronto?"
"Pronto? Kaioh, mi senti?" era Han.
Il primo Rasho si grattò la testa, mentalmente pregando che non ci fossero altri problemi "Sì, Han, ti sento. Tutto bene?"
"Diciamo di sì. Hyo non risponde al telefono, e Sayaka sta perdendo la pazienza..."
Oh, giusto. Era prevedibile, che sua sorella avrebbe cominciato a preoccuparsi..."E tu dille che va tutto bene. Quel rimbambito ha dimenticato il telefono in stanza, e siamo in giro."
"Io posso anche dirglielo, ma poi ci vorrà parlare..."
"Guarda, adesso non è possibile. E' in bagno." Kaioh sbuffò, sempre più seccato. Quel cretino era scomparso, e adesso il problema era il loro...
"...Kaioh? Mi prendi per uno stupido? E poi, scusa, non dovevate tornare entro stasera?"
"...senti...aspetta, ci stanno rimorchiando la macchina! Devo correre, ti passo Raoh!" Kaioh lanciò il telefono al fratello, con un'espressione esasperata. Se doveva soffrire, non avrebbe sofferto da solo.
"Pronto?" Raoh lanciò uno sguardo omicida a Kaioh, facendogli il gesto del "ti taglio la gola".
"Pronto? Raoh? Mi state prendendo in giro?"
"Lascia perdere, è un momentaccio." il Re del Pugno sospirò e scosse la testa. Per un attimo, valutò l'idea di dirgli tutto, e di tornare a casa da solo. Il problema non era il suo...però era di Sayaka. E lei non l'avrebbe mai perdonato.
"Guarda che a Sayaka non dico niente...Hyo ha combinato qualcosa? L'ha tradita?"
"Se l'avesse fatto, non tornerebbe a casa sui suoi piedi."
"No, era per fare un esempio...perché in verità non riesco proprio a spiegarmi..."
"A PROPOSITO DI TRADIMENTI...tu non eri uscito con le nostre mogli? IO TI CONOSCO. IO TI CONOSCO MEGLIO DI QUANTO TU CREDA...cosa avete fatto, stanotte?"

"Mie signore, prego. Mi sono permesso di far togliere i capitavola...non volevo risultare indelicato." alla fine, Han ha davvero organizzato la serata per Sayaka. Il locale è meraviglioso, e sembra tutto perfetto. Talmente perfetto, da far rimpiangere ad alcune ragazze di avere un compagno.
Il picco della serata si raggiunge quando Han si alza, e dice di voler dedicare una canzone a tutte le bellissime donne del tavolo. Tutte ridacchiano, imbarazzate, e poi sbarrano gli occhi quando il terzo Rasho inizia a cantare...


I was born to love you
With every single beat of my heart
Yes, I was born to take care of you
Every single day...

I was born to love you
With every single beat of my heart
Yes, I was born to take care of you
Every single day of my life

You are the one for me
I am the man for you
You were made for me
You're my ecstasy
If I was given the opportunity
I'd kill for your love...

Nessuno svenimento, fortunatamente. Le ragazze lo guardano, domandandosi dove si fosse nascosto un uomo del genere, prima di quella serata.
Alla fine della canzone, Han vorrebbe rimettersi seduto, soddisfatto delle reazioni, ma viene brutalmente afferrato da un numero spropositato di mani, obbligato a salire sul tavolo, e costretto ad improvvisare uno strip tease.
Il resto...beh...non ci sono stati tradimenti, ma probabilmente i loro mariti/fidanzati non ci crederebbero.


"No, è stata una serata tranquilla...abbiamo bevuto due bicchieri, e fatto un po' di karaoke." rispose Han, con tono abbastanza neutro.
"AH." il tono di Raoh, invece, era glaciale.
"Senti...tu pretendi che io creda che Hyo non ha combinato niente, però non credi che le tue mogli ti siano rimaste fedeli? Ma per favore..."
"Senti, Han...giuro che, se le hai toccate, ti spezzo le dita, UNA PER UNA." oh, no. Non esisteva. Se Han ci aveva provato con Toh e Reina, sarebbero volati cadaveri...e la questione di Hyo poteva anche andarsene a quel paese.
"Non ci ho provato. Va bene? E comunque...fate sapere qualcosa a Sayaka. Io non posso trattenerla per tutto il giorno." riattaccò.
Raoh digrignò i denti e tirò con violenza il telefono al fratello maggiore. La situazione stava cominciando a sfuggirgli di mano. O, probabilmente, gli era già sfuggita di mano. Preferiva non saperlo.
"Problemi?" Kenshiro si voltò verso di lui.
Raoh sbuffò. Giusto, c'era anche Kenshiro. Kenshiro, che era nudo, rasato a zero, e tatuato. Un aborto di crestone, praticamente.
"Non so, Ken. Secondo te, il fatto che Jagi sia stato arrestato, e che tuo fratello sia scomparso, sono dei problemi?" Raoh alzò un sopracciglio e si domandò per l'ennesima volta perché non era rimasto insieme a Toki, a prendersi cura dei malati dell'ospedale.
Kenshiro spalancò gli occhi, sconvolto "...Hyo è scomparso?"
"Di cosa abbiamo parlato, fino a cinque secondi fa?" Kaioh lanciò un'occhiata sarcastica a Raoh, e si buttò a sedere sul divano, ignorando le briciole e le macchie che lo ricoprivano. L'aveva sempre detto, che quei deficienti della dinastia principale erano tutti raccomandati...certo, dopo la sventolata che aveva preso da quel ragazzino di Kenshiro (aveva passato un mese con tutti e due i polsi ingessati, accidenti a lui...per fare i cruciverba doveva dettarli a Sayaka, e per andare in bagno doveva chiamare Hyo.), doveva riconoscere che la forza non gli mancava...ma in quanto a cervello, aveva l'intelligenza di una rapa lessa.
"Sentite, facciamo una bella cosa. Adesso usciamo, andiamo a recuperare Jagi, e poi ci rimetteremo a cercare Hyo. Va bene?" Raoh chiuse gli occhi, con le vene del collo che gli pulsavano, pregando Toki di dargli la forza di continuare senza ammazzare nessuno.
"...e Kenshiro, lo mandiamo in giro così?" Kaioh indicò il ragazzo più giovane, con un sorriso divertito.
"...è vero! Che fine hanno fatto i miei vestiti?" Ken si guardò intorno, improvvisamente preso dal panico. In effetti, per un attimo gli era venuto in mente di chiedere ai suoi fratelli-cugini perché fosse seminudo, ma poi si era completamente dimenticato.
Raoh sentì le ginocchia che gli crollavano. No. Non poteva farcela.

xx
P.S. Sì, Kaioh fa i cruciverba. E gli riescono, stranamente. Certo, quando ha avuto le mani ingessate, ha dovuto chiedere a Sayaka di scrivere...
Sayaka: Allora..."ortaggio a coste".
Kaioh: ..."gabbia toracica".
Sayaka: ...sei proprio sicuro? Secondo me...
Kaioh: SCRIVI.
Sayaka: ...ok.
.
Sayaka: Settima colonna..."amico che abbaia". Quattro lettere. Spazio vuoto, poi A...
Kaioh: Guarda che lo so. E' "Jagi"...anche se ci tengo a sottolineare che non è amico mio.
Sayaka: *guarda il fratello, poi il cruciverba, poi di nuovo il fratello*...ok, scrivo.
.
Sayaka: ..."abito da cerimonia".
Kaioh: "Bara".
.
Sayaka: "scrisse Assassinio nella cattedrale".
Kaioh: ...io.
Sayaka: ...eh?
Kaioh: Non l'ho scritto, ma l'ho fatto, ed è la stessa cosa. Quello Shura mi stava infastidendo, e l'ho scoppiato. Quindi, scrivi "Kaioh".
Sayaka: ...ma comincia per E...
Kaioh: ...e allora scrivi "E' Kaioh", e non fare più queste domande idiote.

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Capitolo 3
*** 3.1 ***


Ok. Il terzo capitolo è partito pian piano, e poi è diventato un mostro...per questo ho deciso di spezzarlo in due.
A proposito...non mordo. Se volete lasciare una recensione, anche per dire che la storia fa schifo, va benissimo. Almeno mi permetterà di migliorare. Grazie in anticipo.

3.
Due manzi alti due metri, e una suora. Il bizzarro trio attraversò la hall del Caesar's Palace, attirando su di sé gli sguardi perplessi degli ospiti dell'albergo.
Una seconda occhiata rivelava che la suora aveva delle spalle troppo larghe per essere una donna, e indossava uno strano paio di occhiali da sole di strass (li avevano trovati nella stanza, e avevano ritenuto una buona idea usarli per coprirgli la faccia).
"Credete che qualche dio ci punirà, per questo?" Ken si aggiustò gli occhiali, e lanciò un'occhiata a Raoh. Quella era stata un'altra bella sorpresa...non erano riusciti a ritrovare le loro borse, quindi non c'erano altri vestiti. L'unica idea che avevano avuto era stata di spogliare la suora, che non si era svegliata, e utilizzare quegli abiti per lui.
"Naaah...io ci litigo da quando sono nato, e mi sembra di essere ancora vivo e vegeto." Kaioh alzò le spalle e sorrise, fiero di sé.
"In che stato, è un'altra questione." Raoh scosse la testa. In fondo al cuore, voleva abbastanza bene a Kaioh (ok...anche se non l'avrebbe mai confessato, gli voleva MOLTO bene), ma persino lui doveva riconoscere che suo fratello ogni tanto andava...andava fuori di testa.
"Ha parlato quello che voleva prendere dio a pugni in faccia." sghignazzò l'altro, con tono canzonatorio.
Raoh sbuffò. Non gli piaceva che gli si ricordassero i suoi trascorsi giovanili...
"Ooooh, guardatemi, sono il Re del Pugno di Hokuto! Gnic gnic gnic..." con quei versi, il più grande del gruppo accompagnò il movimento avanti-indietro del pugno all'altezza dell'inguine.
"E SMETTILA! Ero un ragazzino!" Raoh lo spinse con violenza, sempre più irritato. Prima di partire, avevano promesso di non utilizzare l'Hokuto a Las Vegas, ma la promessa stava diventando sempre più difficile da mantenere...
"Fratelli, per favore...ci guardano tutti..." Kenshiro indicò con la testa le persone che si erano fermate a osservare quello strano terzetto. E poi, anche se non aveva detto niente per non complicare le cose, con quegli abiti si sentiva terribilmente ridicolo.
Uscirono dalla hall, e si diressero verso il parcheggio, dove Raoh chiese al parcheggiatore di recuperargli la macchina.
Mentre aspettavano, a Kaioh venne la malsana idea di guardare in alto.
Ok.
Non erano stati loro...vero?
"Porco cane, guarda lì..." appoggiò la mano sulla spalla del fratello e indicò verso il tetto del palazzo. Incastrato fra due statue, c'era un materasso matrimoniale. Al 99% erano stati loro, e al 100% non volevano sapere per quale ragione gli era venuta quella geniale idea.
"...se fosse successo a qualcun altro, mi verrebbe da ridere." Raoh scosse la testa, incredulo. Che diamine avevano bevuto la sera prima? Non avevano mai perso la testa in modo così disastroso...
"A me viene da ridere lo stesso." la bocca di Kaioh si era curvata in un sorriso beffardo. Avrebbe pagato oro per sapere chi di loro aveva avuto la brillante pensata di lanciare quel coso dal terrazzo.
Anche Kenshiro guardò in alto, e si abbassò gli occhiali da sole per vedere meglio. La cosa era...abbastanza surreale. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma quando una coppia gli passò accanto, puntando in aria e ridendo per il fatto che "certi imbecilli non dovrebbero venire a Las Vegas", le parole gli morirono in bocca.
"Hey, capo, ecco la macchina. Adesso capisco perché siete con una suora." il ragazzo, che stava masticando con violenza la sua gomma e ascoltava musica a un volume disumano, lanciò le chiavi a Raoh. L'uomo le osservò, e si soffermò sui due portachiavi a forma di palla da 8 e di piccola bara.
"...queste non sono le mie chiavi!" esclamò, cercando di restituirle al ragazzo.
Il parcheggiatore gliele strappò dalle mani, e le guardò per un attimo.
"Guarda, le mie chiavi avevano..." cercò di spiegare, ma fu interrotto dalle parole del ragazzo.
"No, senti, amico...queste sono le tue chiavi. Ho fatto il turno di notte, e quando sei tornato mi hai lasciato le chiavi e la macchina. Se queste chiavi fanno partire la tua macchina, queste sono le tue chiavi, ci sei?" gli ficcò in mano le chiavi, senza smettere di masticare la gomma.
"...queste chiavi funzionano con la MIA macchina?" no, non era possibile. Va bene, forse (...anzi, sicuramente) avevano passato una nottataccia, ma da lì a non ricordare neanche com'erano fatte le chiavi della macchina di Han...
"Capo, senti, io non ho tempo da perdere. Da' un'occhiata alla macchina, almeno ti convinci. Ok?"
Raoh sospirò e annuì. Non che avessero scelta...
Girarono l'angolo, e rimasero sconvolti di fronte all'automobile che il parcheggiatore gli aveva portato. Raoh si voltò, cercando di attirare la sua attenzione, per dirgli che doveva esserci un errore, ma il ragazzo era già scomparso.
"Wow..." Kaioh non riuscì a trattenere una risata.
"No. Niente wow." Raoh scosse la testa. Perché non era rimasto a casa con Toki? Cambiare i malati dell'ospedale non poteva essere peggiore di quello che stava passando in quel momento.
"...quella non è la nostra macchina..." Kenshiro alzò un sopracciglio.
Raoh gli lanciò un'occhiataccia "Secondo te non lo so? Secondo te, HAN AVREBBE MAI COMPRATO UN CARRO FUNEBRE?"

"Heyy, brother, da quanto tempo!" Ain saluta calorosamente il terzo Rasho, che è entrato nell'anticamera dell'officina dell'American Lifestyle.
"Troppo, amico mio. Non sono qui per piacere, però...ti ho portato una ragazzaccia che avrebbe proprio bisogno di una sistematina." Han sorride maliziosamente, e indica la macchina parcheggiata di fronte la porta.
"Ahh, grande. Diamo un'occhiata a questa bad girl." Ain si pulisce le mani sullo straccio, e segue il suo amico fuori dall'officina.
La macchina è una Cadillac nera del 1969. E' un po' arrugginita, ma con una bella scorticata può diventare una belva.
Ain la guarda, impressionato. Han si tratta bene...chissà quanti Shura ha mandato in giro per discariche e cimiteri di macchine, per trovare una bambolona del genere. Non credeva neppure che esistessero ancora, automobili del genere. Dopo la guerra atomica, il massimo che si trova in giro sono rottami da rincollare...
"Che te ne pare?" il terzo Rasho guarda il suo amico, compiaciuto.
"Che me ne pare? Amico, se non fosse la tua, già l'avrei rubata." mentre parla, si inginocchia a guardare i cerchioni, sempre più sorpreso dalle buone condizioni in cui si trova.
"E cosa le faresti, se fosse tua?"
Ain si ferma un attimo, poi scuote la testa e guarda Han "Mi farei arrestare per oltraggio al pudore."
Entrambi scoppiano a ridere. Stranamente, vanno molto d'accordo. Quando si sono conosciuti, hanno avuto un principio di rissa perché avevano cercato di rimorchiare la stessa ragazza, ma poi hanno seppellito l'ascia di guerra, e si sono messi a chiacchierare. Misteri dell'animo umano.
Mentre iniziano a progettare le modifiche, anche Bat esce dall'officina, e si avvicina alla Cadillac. La guarda un paio di volte, e poi, senza avvisare nessuno, alza il cofano e scopre il motore.
Han ed Ain smettono di parlare e lo guardano, sorpresi.
"Ragazzi, voi non capite." Bat scuote la testa, mentre sente l'ispirazione salirgli dentro come una scarica di eccitazione.
"Ma che..." Han gli si avvicina.
"Questa macchina può diventare AUTOMATICA." le mani iniziano a tremargli.
Ain alza un sopracciglio.
"SISTEMATICA..." il suo respiro si fa più forte.
"Bat..." prova a dire il suo collega, ma il ragazzo non lo ascolta.
"IDROMATICA...questa macchina può diventare...GREASED LIGHTNING!" ed ecco l'idea esplodergli nel cervello, dandogli l'immagine mentale che cercava. E' un genio. E' perfetta.


We'll get some overhead lifters and some four barrel quads, oh yeah

Ain inizia ad ascoltarlo, interessato
(Keep talking, whoa keep talking)
A fuel injection cutoff and chrome plated rods, oh yeah
(I'll get the money, I'll kill to get the money)
With a four speed on the floor, they'll be waiting at the door
You know that ain't no shit, we'll be getting lots of tit
In Greased Lightning...
Go, go, go, go, go, go, go, go, go, go...

Go Greased Lightning, you're burning up the quarter mile
(Greased Lightning, go Greased Lightning)
Go Greased Lightning, you're coasting through the heat lap trial
You are supreme
The chicks'll cream
For Greased Lightning...
Go, go, go, go, go, go, go, go, go, go...

Raoh scosse la testa per l'ennesima volta. Han non sarebbe stato contento. Decisamente non sarebbe stato contento.
"E cosa ha a che fare con me un carro funebre?" Ken guardò il fratellastro, perplesso.
"Ti sembra importante, adesso?" Raoh strinse i denti, mentre le vene del collo iniziavano a gonfiarglisi. Stava cercando di restare calmo e farsi venire qualche idea, ma se quel deficiente continuava ad essere inopportuno...
"No. Infatti. Vogliamo andare?" Kaioh aprì la portiera, e fece cenno agli altri due di sbrigarsi. Anche se non era il caso di dirlo, non gli dispiaceva l'idea di guidare un carro funebre.
"Non vorrai guidare tu?" Raoh spalancò gli occhi, mentre immagini di morte e distruzione gli passavano di fronte agli occhi.
"Stai forse dicendo che non so guidare?" in effetti, non aveva mai guidato, a parte il suo cavallo Ume (ma quello probabilmente non contava granché). In quel momento, però, non gli importava un fico secco.
"No, sto solo dicendo che non sai neanche a che servono i pedali!" Raoh si mise in mezzo, per impedirgli di chiudere la portiera. Si rifiutava di rischiare la vita perché, tutto d'un tratto, suo fratello aveva deciso di improvvisarsi pilota.
"Questo che c'entra, adesso?" il fratello maggiore spinse l'altro, cercando di allontanarlo.
"Fratelli, il carro è pieno!" Ken guardò nel finestrino posteriore. Nel retro, c'era una bara col coperchio pieno di graffi e scorticature.
"E chi se ne frega!" Raoh rimase fermo, con lo sguardo fisso su Kaioh. Stava lentamente diventando una sfida, una di quelle che nessuno dei due voleva perdere. Come quella volta, da bambini, che avevano fatto a gara a chi nuotava più lontano, avevano coinvolto Hyo nella questione, e poi erano capitati in mezzo a un banco di meduse ed erano tornati a riva gonfi come palloni. Oppure, quella volta che volevano vedere chi riusciva ad arrampicarsi più in alto su un lampione, e, quando Kaioh era arrivato in cima, aveva dato una botta talmente forte alla boccia di vetro della luce, da farla cadere addosso a Hyo. Oppure, quella volta che avevano fatto a botte per...qualcosa (...perché, serviva una ragione?), e Hyo aveva preso un pugno in faccia da Kaioh mentre cercava di dividerli.
"...e se ci fosse Hyo, dentro?"
"Credi davvero che se Hyo fosse lì dentro, non avrebbe provato a sfondare il coperchio e uscire?" Kaioh si voltò verso Kenshiro, guardandolo come se fosse un cretino.
"Vabbè...provare non costa niente..." Ken aprì le porte del bagagliaio, e si arrampicò all'interno.
"NON TOCCARE QUELLA COSA! Se c'è un cadavere, avremo solo altri casini! Qui non siamo a casa, non possiamo abbandonarlo nel deserto." Raoh lasciò la portiera per andare a fermare Kenshiro, senza accorgersi del gesto fulmineo di Kaioh, che gli sfilò le chiavi dalle mani.
"Io pensavo..." il più giovane guardò il fratellastro.
"TU NON DEVI PENSARE! NON NE SEI FISICAMENTE CAPACE!" mentre pronunciava queste parole, sentì il rumore della macchina che si accendeva.
"Avanti, Boro! Infilatevi dentro, altrimenti vi lascio qui!" Kaioh si affacciò dal finestrino, con un ghigno diabolico sul viso.


xx
Ok, scusate. Prometto di smetterla con le scene da musical.

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Capitolo 4
*** 3.2 ***


Ok, scusatemi. Ho abbandonato la storia per colpa del mio nuovo lavoro. A dire il vero, questo capitolo era già pronto da secoli, però non mi piaceva particolarmente un pezzo. L'ho riscritto, ma non mi piace ancora...vabbé, lasciamo perdere.
Di nuovo, scusatemi per l'attesa...

xx

Dopo un viaggio alquanto movimentato ("alquanto" era un eufemismo. Raoh e Ken avevano passato tutto il tragitto accartocciati nel retro, insieme alla bara, e avevano rischiato di vomitarsi addosso almeno due o tre volte), dopo che Raoh aveva obbligato Kaioh a fermarsi e chiedere informazioni perché continuavano a girare a vuoto, erano finalmente riusciti a raggiungere la stazione di polizia.
"Kasumi Jagger. Età presunta: 31 anni. Nazionalità presunta: giapponese. Niente carta d'identità o documenti che rendano possibile l'identificazione. Non risulta schedato..." iniziò il poliziotto, che aveva uno zigomo tumefatto.
"Sì, è lui." Raoh annuì "Purtroppo, è lui."
Parole al vento, perché il tizio continuò a leggere, imperterrito "Alto 179 centimetri, capelli neri, occhi neri. Segni particolari: protesi metallica su metà del volto, sette cicatrici sul petto, un tatuaggio sulla spalla, e uno sulla schiena. Kasumi veniva arrestato mentre nuotava nudo nella piscina dei bambini del Caesar's Palace e gridava "Dite il mio nome"."
Kaioh tossì per mascherare una risata. Dovevano rimediare delle foto della scena. Almeno, avrebbero potuto far vedere a tutti quello scroccone che si rendeva completamente ridicolo.
"Sospetto pedofilo, Kasumi è stato arrestato e portato qui. Gli..."
Quella doccia di parole venne interrotta da un'altra poliziotta, che aprì la porta e fece entrare Jagi. Non indossava il casco, e aveva del sangue rappreso sulla parte della faccia coperta dalla griglia metallica. Gli avevano dato un paio di jeans troppo larghi, una maglietta grigia che gli restava stretta sulle spalle, e delle infradito arancioni. Sembrava quasi che avesse avuto un diverbio con Re Nero...ed era anche abbastanza palese chi avesse vinto.
"Ciao..." borbottò, con gli occhi assenti, come se si fosse appena svegliato dopo anni di coma.
"I test hanno rilevato una grande quantità di alcool nel sangue del fermato, e tracce significative di Rohypnol. Dopo il..."
La donna fermò il collega, e iniziò a spiegare "Si tratta di roofis. Il roofis è anche chiamato "droga dello stupro", perché, una volta terminati gli effetti della dose, la persona non ricorda nulla di ciò che è accaduto mentre era sotto la sua influenza. Il vostro amico è stato drogato..."
"Cosa?" chiese Raoh. Beh, poteva anche avere senso...anzi, era sicuramente così. Non era capitato solo a Jagi...nessuno di loro ricordava niente perché erano stati tutti drogati! Era una buona spiegazione per il casino, il mal di testa...ma non spiegava perché Hyo era scomparso. E poi...
E poi...
Istintivamente, Raoh si portò una mano all'osso sacro.
Porc...
La "droga dello stupro".
Non voleva sapere. Non voleva sapere proprio niente.
"Tutto a posto?" gli altri lo stavano guardando.
"Sì. Ho dormito male."
"Tornando al fermato..." la poliziotta schioccò le dita, e indicò Jagi.
"Che dobbiamo fare, per farlo uscire?" Raoh la interruppe. Avrebbe TANTO voluto usare l'Hokuto Shinken su quegli imbecilli, poi prendere Jagi per un braccio, romperglielo, rompergli anche l'altro, trascinarlo fuori da quel posto del cavolo, e andare a bere qualcosa di forte, tanto per dimenticare che, mentre era ubriaco, qualcuno aveva usato il suo didietro come parcheggio biciclette. Ah, e trovare quel deficiente di Hyo, dovunque si fosse infilato.
"Dovete firmare un paio di moduli, e pagare la cauzione. Vado a prendere tutto, e vi spiego..."
Il primo poliziotto fermò la sua collega, diede un'ulteriore occhiata al quartetto, e poi le sussurrò qualcosa nell'orecchio. L'altra alzò un sopracciglio, e annuì.
Quello che aveva parlato uscì dalla stanza, senza dire altro.
"Qual'è il problema, adesso?" Kaioh guardò la poliziotta che era rimasta nella stanza, e sbuffò una nuvoletta di fumo rosso. Ormai era disintossicato dal Matoki, ma, ogni tanto (specialmente quando stava per perdere la pazienza), qualche effetto collaterale si faceva vedere. Qual'era il problema, adesso? Una volta appurato che Jagi non si era messo a nuotare nudo di sua spontanea volontà, e non aveva violentato nessun bambino, perché non potevano farlo uscire? Gli stavano solo facendo perdere un sacco di tempo.
"Al momento non posso dirvi nulla..."
Che cu...fortuna. Kaioh deglutì, cercando di zittire i demoni che gli si erano seduti sulle spalle e continuavano a ripetergli di scatenare l'inferno. Non poteva farlo, anche se avrebbe tanto, TANTO voluto ammazzare qualcuno, e poi lasciarsi andare al godimento orgasmico che solo un bel vilipendio di cadavere poteva dargli. Come ai vecchi tempi. A proposito, da quanto tempo non ammazzava nessuno?
Mentre rimuginava su questo, il suo telefono squillò.
Lo tirò fuori, e, non appena vide il nome, lo lanciò a Raoh. Era Sayaka che li stava chiamando, e non aveva alcuna intenzione di affrontare il problema.
Raoh digrignò i denti e chiese alla poliziotta di uscire un attimo. La donna acconsentì, ma lo seguì fuori dalla porta.

"...pronto?" borbottò, nervoso, mentre si mordeva il labbro inferiore.
"...Raoh? Non è il telefono di Kaioh?"
"Ssssì. Ma adesso aveva un attimo da fare." alzò gli occhi al cielo, mentalmente pregando tutti gli dei che conosceva che sua sorella non fosse TROPPO sul piede di guerra.
"Ah. No, perché vorrei che qualcuno mi spiegasse la situazione. Dov'è Hyo? Perché non risponde?"
Ecco. Evviva. E adesso? Se le avesse detto la verità, ovvero che avevano perso Hyo, probabilmente lei sarebbe arrivata su un carro armato, insieme alle altre ragazze, per castrare tutti e quattro (cinque, nel caso Hyo fosse riapparso). Non era la sorella dei Conquistatori di Fine Secolo solo all'anagrafe, dopotutto...e poi, era una grande fan del Calcio Schiaccianoci di Hokuto (così chiamato per gli effetti sul corpo maschile).
"...perché? Ci sono problemi?" l'unica cosa che poteva fare era sviare il discorso.
"E' quello che vorrei sapere da te. Speravo che mi chiamasse per raccontarmi quello che avete fatto, per chiedermi com'era andata la mia serata, ma non l'ha fatto. L'ho chiamato, e nemmeno mi risponde. E' successo qualcosa che non volete dirmi?"
Ma Han non aveva detto che l'avrebbe tenuta a bada?
"Sai...siamo usciti, e Hyo ha dimenticato il telefono in albergo. Sai com'è fatto, no? Dimentica tutto, come Kenshiro...e quindi..." Raoh lanciò un'occhiata alla poliziotta, che lo stava guardando con aria perplessa.
"Sì, sì. Passamelo."
Boom. L'aveva detto. Porca miseria, e adesso che poteva fare?
"Eh...guarda, adesso proprio no...sta correndo in bagno." cercò di mantenere la calma. Se manteneva la calma, Sayaka forse se la sarebbe bevuta.
"Ah, va bene. Posso aspettare."
Raoh inspirò profondamente. Va bene. Era tutto a posto. Sua sorella aveva un tono visibilmente alterato, ma andava tutto bene...PERCHE' NON ERA RIMASTO CON TOKI? PERCHE' NON ERA RIMASTO CON RYU? Le mamme gli stavano insegnando tanto bene a scrivere...era così bravo...
Rientrò nella stanza, e passò il telefono a Kaioh.
"Sayaka vuole parlare con te." disse, con la sua migliore faccia di bronzo. Eh, beh, non poteva fare tutto lui. Sayaka era anche SUA sorella.
Kaioh spalancò gli occhi, e fece cenno di no con la mano. Non aveva nessuna voglia di farsi cazziare per qualcosa di cui non aveva la minima responsabilità...forse.
"S-sì?" chiuse gli occhi.
"Kaioh? Ma che sta succedendo? Hyo..."
Kaioh scoppiò a ridere, cercando di mascherare il nervosismo "Tranquilla. Quel rimbambito del tuo futuro marito si è addormentato."
"...EH? Ma Raoh mi ha detto che era in bagno!"
Kaioh guardò in aria, promettendo agli dei che si sarebbe ricordato anche di questo.
"...si è addormentato in bagno. Dovresti saperlo, che è mezzo scemo..." rispose, stupito del proprio sangue freddo.
"CHE COSA? Kaioh, senti, mi state prendendo in giro. Se ne accorgerebbe persino un bambino. CHE ACCIDENTI STA SUCCEDENDO?"
"Sayaka, ascolta..."
Nel frattempo, il primo poliziotto era ritornato. Proprio nel momento migliore...
"Senti, amico, posa il telefono. C'è una cosa che devi vedere."
"...Kaioh? Che sta succedendo?"
"Sssenti, Sayaka...c'è la polizia, noi..." si fermò. Di solito aveva sempre una parola pronta per fregare gli altri, ma stavolta si sentiva svuotato. La cosa che lo indisponeva più di tutto era il fatto che NON SAPEVA. Come poteva inventarsi qualcosa, se non sapeva un accidente di quello che era successo?
"...ci stanno portando via la macchina e dobbiamo proprio andare. Ciao!" riattaccò, ricordandosi solo dopo che quella scusa l'aveva già usata con Han, e poi rivolse uno sguardo omicida a tutti i presenti nella stanza. Quella storia cominciava ad essere un po' troppo. E qualcuno avrebbe dovuto pagare. Era una cosa necessaria per la sua sanità mentale.

"Sayaka? Tutto bene?" Toh appoggiò una mano sulla spalla della sua amica.
Sayaka scosse la testa. Aveva fatto la voce grossa per spaventare i suoi fratelli, ma non riusciva proprio a immaginare che cosa potesse essere successo. Forse non era stata una buona idea, lasciarli partire per Las Vegas...ma Hyo sembrava così contento...
"Sayaka?"
"N-no, no. E' che...secondo me hanno combinato qualcosa. E non riesco a capire cosa. Non so più cosa pensare..." alzò le spalle, scoraggiata.
"Tesoro...siamo ancora in tempo per annullare il matrimonio, se non te la senti. Ricordati che nessuno ti sta obbligando...devi solo decidere quello che è meglio per te." Toh la abbracciò.
"E' che..." iniziò lei, sciogliendo l'abbraccio. Non sapeva neanche da dove cominciare "...come fai tu ad essere così tranquilla?"
Toh alzò le spalle "I maschi sono fatti così. Li hanno sempre educati dicendogli che, per dimostrare quanto sono forti, hanno bisogno di picchiarsi e fare casino. Hai mai sentito una donna andare in giro a dire "SONO LA CONQUISTATRICE DI FINE SECOLO!"? Cioè...Yuria aveva quattro eserciti ai suoi ordini, e ha sempre ragionato da persona civile. Detto questo...anche se fanno i gradassi, sono inoffensivi. Magari stanno solo cercando una scusa per rimanere più tempo a Las Vegas."
Sayaka sospirò. Era vero, Raoh e Kaioh erano le prove viventi che Toh aveva ragione, però...
"...Toh? Ryu vuole tutte e due le mamme..." Reina entrò nella stanza, con in braccio un bambino biondo.
"Bello...vuoi tante coccole, come il tuo papà, vero?" Toh sorrise, e accarezzò i capelli del bambino.
Sayaka guardò le due, mentre un senso di tenerezza le invadeva il cuore. Uscì dalla stanza, per lasciarle sole con il figlio.
Per un attimo, cercò di immaginare Hyo come padre. Sì, sicuramente sarebbe stato meraviglioso, ma...beh...doveva aspettare. Come al solito.

"Penso proprio che dovreste dare un'occhiata a questo filmato. E' preso da una delle telecamere di sicurezza del club Dream."
Il quartetto guardò lo schermo del computer. Il video, in bianco e nero, mostrava un gruppo di energumeni palestrati che scatenavano una rissa dentro un locale, e picchiavano i poliziotti che erano arrivati per sedare il casino.
Avrebbero potuto dire un sacco di cose, ma...ma erano proprio loro. Senza alcun dubbio. E uno dei poliziotti che avevano preso a sventolate in faccia somigliava terribilmente...al primo poliziotto, quello con l'occhio nero.
"Che ne pensate?" l'uomo chiuse il portatile, e guardò tutti con un sorriso vendicativo.
Silenzio.
In effetti, quello poteva essere un altro problema...
"Ascolti..." Raoh alzò un dito, cercando di inventare una spiegazione sensata.
"No. VOI, ascoltate. Nessuno vi ha denunciati, ma c'è sempre la resistenza a pubblico ufficiale...che facciamo?" incrociò le braccia.
"Non è colpa nostra, se siete stati così anticapaci da provare a fermarci..." sbuffò Jagi, girando gli occhi con espressione sarcastica.
Raoh si girò verso il suo fratellastro, seriamente valutando la possibilità di sfracassargli il cranio con un pugno. Non gli stava rendendo le cose più semplici, e nessuno ne avrebbe sentito la mancanza...
Mentalmente scosse la testa. No, non poteva ammazzarlo. Gli doveva ancora un sacco di soldi.
"Beh...penso che potremmo trovare un accordo..." sorrise nervosamente, cercando di pensare a cosa avrebbe fatto Souga, in una situazione del genere. Non potevano farsi arrestare, dovevano ancora trovare Hyo...doveva sposarsi tra 50 ore o giù di lì, e continuava a latitare. Perdere tempo in prigione era fuori discussione.
Entrambi i poliziotti lo guardarono, per niente colpiti.

xx

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Capitolo 5
*** 4 ***


Ok, ok. Ecco un altro capitolo-mostro. Jagi è arrivato, ed è qui per fare danni...ma neanche troppi, considerando chi ha intorno. Anche perché, mentre scrivevo la storia, mi sono resa conto che il suo linguaggio nei confronti di Kenshiro era veramente fuori dalla grazia del politically correct. L'ho chiamato, e l'ho implorato di eliminare gli insulti più pesanti. L'ha fatto...a modo suo.


4.
"UN ACCORDO?" Kaioh guardò il fratello minore con occhi fiammeggianti.
"Siamo fuori di prigione, e nessuno ci ha rimesso la vita." sospirò. Era stanco, umiliato, e non gli andava proprio di parlare.
Sì, erano fuori...ma, dato che il primo poliziotto non aveva preso per niente bene il pugno in faccia di quella notte, avevano anche dovuto pulire tutti i gabinetti della stazione di polizia. Tutti quanti...tranne Kenshiro.

"No, sorella, non si preoccupi. Può aspettare qui."
Kenshiro non risponde.
Kaioh e Jagi gli ringhiano, ma l'unico risultato che ottengono è un'occhiataccia dal poliziotto, che gli intima di comportarsi in modo più rispettoso davanti a una suora.


"E dobbiamo anche trovare il cretino che ci ha drogati, portarlo fuori Las Vegas, e fargliela pagare." Kaioh sbuffò altro fumo rosso.
Raoh chiuse gli occhi, mentre le parole del fratello risvegliavano il dolore al coccige di quella mattina. Giusto, anche quello...chissà perché, ma non gli andava proprio di pensarci...
"Giuro...se scopro chi è stato, gli apro il cranio come una noce di cocco, gli uso gli occhi come palline da ping pong, con la pelle rifodero la mia poltrona, con le ossa faccio uno spaventapasseri, E CON LE BUDELLA CI DIPINGO IL MURO!" esplose il primo Rasho, mentre intorno a lui iniziava a gravitare un'aria diabolica che distorceva lo spazio.
Raoh e Kenshiro si lanciarono un'occhiata. Sapevano quello che stava per succedere. Lo sapevano fin troppo bene. Per un secondo, sperarono che si trattasse solo di una crisi passeggera. Ma era una speranza inutile.
Kaioh lanciò un grido animale, e delle fiamme viola fuoriuscirono dal suo corpo.
Ecco. Era partito. Due anni di terapia, buttati alle ortiche.
"E' IL MALE CHE CONQUISTA IL MONDO!" i suoi occhi avevano cominciato a brillare.
"COSA FACCIAMO?" Jagi guardò gli altri due, terrorizzato. In effetti, lui non aveva mai assistito a scene del genere...all'epoca era in vacanza con Amiba.
"Facciamo quello che ha detto Toki!" Raoh si piantò di fronte a Kaioh, evocando la sua aura per resistere alla violenza di quella del fratello.
Kenshiro lo seguì, e i due fratellastri si scambiarono uno sguardo d'intesa. Due contro uno non era propriamente onesto, ma la situazione richiedeva misure drastiche.
"Insieme. Sei pronto?"
"Sì, Raoh."
Mentre Kaioh si avvicinava, e i suoi lineamenti diventavano sempre meno umani, i due di Hokuto iniziarono il loro attacco.

Yoru no tobari no naka mada nemurenai
Kokoro o yogiru kimi e no omoi


Ken iniziò a disegnare cuoricini in aria, sorridendo, mentre Raoh dondolava la testa a destra e a sinistra.
Konna fū ni daremo dareka no koto de
Mune o kogashite nemuri ni tsuku no ka


A quelle parole, il Matoki di Kaioh iniziò ad affievolirsi, e i suoi occhi tornarono normali. Lentamente, il primo Rasho iniziò a cantare insieme agli altri due.
Tatoeba kono machi kono kuni
Tobikai tsuzukeru ikuman no ai
I DON'T LIKE LOVE...


Si avvicinò a Kenshiro, con un'espressione sempre più ebete sulla faccia
...CAUSE I LOVE YOU!

Ken stramazzò a terra, colpito in piena faccia dal pugno. L'incanto svanì, e Kaioh tornò normale.
"...mi sento meglio. Dove eravamo?" si guardò intorno, come se niente fosse accaduto.
Raoh sospirò. Almeno avevano risolto la questione...e gli insegnamenti di Toki sul primo soccorso si erano rivelati utili. Non avevano capito molto, quando glielo aveva spiegato, tranne che, nel caso Kaioh avesse avuto una ricaduta improvvisa, avevano bisogno di una tecnica potentissima, che con il suo amore potesse tenere testa all'odio del Matoki. Certo, se poi fosse riuscito a trovare qualcosa di altrettanto efficace, ma meno imbarazzante, di cantare "Love Song"...ma quello era un altro discorso.
"Da nessuna parte. Andiamo." si diresse verso la macchina, giurando sulla testa di tutti i componenti della sua famiglia che, la prossima volta che qualche amico decideva di sposarsi, avrebbe mandato tutti a quel paese, e sarebbe rimasto a festeggiare con le ragazze. Anzi, meglio ancora...mentre tutti festeggiavano, avrebbe portato Ryu all'American Lifestyle, avrebbe mangiato una bistecca da tre chili, e avrebbe passato una bella serata con suo figlio. E chi se ne importava se le sue mogli avessero deciso di non seguirlo.
Jagi iniziò a seguirlo, e improvvisamente venne fulminato da una realizzazione "Senti, Raoh...per curiosità, dov'è Hyo? Perché non è con voi? Perché è toccato solo a noi pulire tutta quella m-"
"Jagi, ti prego." Raoh girò gli occhi, esasperato. Avrebbe dovuto immaginarlo, che Jagi si sarebbe limitato a rompere le balle, senza fare niente di utile. Perché erano andati a recuperarlo? Perché doveva sopportare tutto questo? Era per tutta la gente che aveva ammazzato da ragazzo? Ma no, neanche quella poteva essere una ragione sufficiente...e poi, vabbè...erano quasi tutti crestoni. Forse un padre di famiglia o due, ogni tanto, ma era gente che non contava granché, per lo svolgimento della storia...
"Prega lui." Jagi si indicò l'inguine "Comunque, dov'è Valium Due?"
"L'abbiamo perso, e non sappiamo dove si trovi." Kenshiro alzò le spalle.
"...eh?" l'altro si girò verso il fratellastro minore, e poi si guardò intorno, aspettandosi che fosse uno scherzo.
Tutto quello che si trovò intorno, erano degli sguardi disperati.
"Cosa? Questo...questo spankaflettico sta dicendo la verità?" Jagi spalancò gli occhi, indicando Ken. Avevano perso Hyo? E...e dove cavolo l'avevano lasciato? Come cazzo si faceva a perdersi una persona?
"Secondo te?" Raoh prese le chiavi della macchina.
"Secondo me...EH? E quello che roba è?" indicò il carro funebre, sempre più sconvolto. Eh già, quella notte erano decisamente successe cose...cose. Cose che, nonostante avesse sperimentato quasi ogni tipo di droga disponibile, non gli erano mai successe.
"Un carro funebre." sbuffò Kaioh.
"Lo vedo da me...'cazzo avete fatto, stanotte?"
Raoh si mise al posto di guida, evitando di rispondere. Kaioh, invece, non fu così diplomatico.
"Se usassi quel cervello marcio che ti ritrovi, sapresti che non possiamo ricordarci un accidente. A parte questo, grazie agli dei non abbiamo fatto niente di stupido, come te."
"Perché, quello stracciaemorroidi vestito da suora me lo chiami niente?" sghignazzò Jagi, dirigendosi verso la portiera del passeggero e venendo prontamente fermato da Kaioh, che lo gettò a terra come uno strofinaccio usato, e si infilò nella macchina.
L'uomo guardò il primo Rasho, con gli occhi spalancati per l'ira.
"E dove mi siedo?"
"Nel bagagliaio, con Kenshiro e la cassa da morto." Kaioh gli rivolse un sorriso beffardo, e si stravaccò sul sedile.
"...dove stiamo andando?"
Tutti si voltarono verso Kenshiro, come se fosse un perfetto idiota. Anche se...beh...in effetti, tutti i torti non li aveva. Dove potevano andare per cercare Hyo? Potevano tornare in albergo, e chiedere alla reception se per caso il loro amico era passato di lì, oppure chiedergli se sapevano qualcosa di quello che era successo quella notte...potevano fare un sacco di cose, ma in effetti non avevano un vero e proprio piano.
Ken alzò le spalle, e rimase pensieroso. A dire il vero c'era stata una cosa, prima...un dettaglio che non riusciva a mettere a fuoco.
"Valium? Vuoi muoverti?" lo chiamò Jagi.
"Un attimo, accidenti! Stavo pensando..." cercò di chiudere le orecchie alle invettive di Jagi, e si concentrò sul particolare che lo aveva colpito. Era stato...era stato quando gli avevano fatto vedere il video...era qualcosa che aveva a che fare con Raoh...era...
Boom. Era arrivato.
"Ragazzi...credo di sapere dov'è Hyo." sorrise, fiero di sé.

Raoh parcheggiò il carro, e guardò l'insegna del club Dream. Stando a quanto aveva detto Kenshiro, durante il video, mentre la polizia stava cercando di sedare la rissa, era possibile vederlo mentre spingeva qualcuno dentro a uno stanzino. Ora...Ken aveva detto che non poteva essere sicuro che si trattasse di Hyo, ma che era pronto a giurare di aver visto dei capelli lunghi e neri.
I quattro uscirono dalla macchina, cercando di non avere un'aria sospetta. Certo, con una suora con le spalle di uno scaricatore di porto, poteva non essere facile, ma stavano facendo del loro meglio.
Il club era ancora chiuso e, tutt'intorno, era circondato da una siepe piuttosto alta. L'unico modo per entrare era scavalcarla. Non sembrava un problema...almeno per Jagi. Per gli altri, invece...considerando che si trattava di due colossi che pesavano più di cento chili a testa, e un tizio in tonaca...sì, era un problema.
"Secondo me, non reggerà il vos-" iniziò a dire Kenshiro, ma venne interrotto da Raoh, che tirò un pugno alla siepe, mandando a terra la struttura metallica che la reggeva.
"Sono stufo di questa storia. Va bene?" guardò il fratellastro, ed entrò nella zona piscina del club, calpestando le piante sradicate.
"Adesso, qualcuno ha idea di dove cercare, o rischiamo di restare qui fino a domani mattina?" Kaioh si guardò intorno, già desiderando di essere altrove. Quel posto era un ricettacolo di ridicolaggine, con tutte quelle dannate decorazioni al neon a forma di farfalle, accese solo per fare scena. Gli stava quasi venendo il voltastomaco...
Kenshiro non lo ascoltò neppure, e iniziò a guardarsi intorno. Tanto per cominciare, dovevano entrare nel locale. E poi, doveva cercare la telecamera di sicurezza che li aveva filmati.
Guardò verso il soffitto. Ok, una telecamera era proprio sopra di lui, quindi...
Da sinistra, arrivò un rumore sordo, come di qualcuno che batteva sul legno.
Ah, bene, l'avevano trovato.
La porta dello stanzino era dietro una tenda, ed era chiusa a chiave. Prima che Raoh potesse utilizzare le sue nocche come chiave universale, Jagi si fece avanti, sfilando una delle grappe metalliche che reggevano la griglia sulla sua testa, e armeggiò con la serratura. In meno di un minuto, sentirono un "clic" che indicava che era riuscito nell'intento.
Si riattaccò la grappa sul viso, assicurandosi con un pugno che fosse rientrata nella carne, e indicò la porta con un inchino.
Raoh la aprì, e dall'interno arrivò una voce. Una voce femminile.
"SANTO CIELO, ERA ORA!"
Sorpresa. Non era Hyo.
"OH MIO DIO, FINALMENTE LIBERA!" una ragazza bionda, con un enorme seno rifatto, uscì dallo stanzino, con addosso solo un vestitino rosa semitrasparente.
I quattro rimasero a guardarla, sconvolti.
"...non è Hyo." Ken sbatté le palpebre, imbarazzato. Questo non era proprio quello che si aspettava. Se lì dentro c'era lei...dov'era suo fratello?
"Ma davvero? Non l'avrei mai detto..." Kaioh incrociò le braccia, sarcastico "...soprattutto dai capelli...come avevi detto? "Sono pronto a giurare che quella persona aveva i capelli neri"...vero?"
"E dopo tutto questo tempo, voi ancora vi fidate di quel magna-tampax di Kenshiro..." sghignazzò Jagi, senza staccare gli occhi dal seno della ragazza. Almeno...tanto la situazione era uno schifo, a quel punto tanto valeva guardare i lati positivi...ed erano proprio due ENORMI lati positivi. Anzi, se fosse anche riuscito ad allungare le mani...per cercare i suoi punti di pressione, ovviamente. Come faceva sempre Amiba...anche se lui di solito lo faceva agli uomini.
"SEI TU!" esclamò lei, interrompendo il litigio, e puntando un dito con un'unghia perfettamente smaltata di fucsia verso Raoh.
"...eh? Ma..." il Re del Pugno provò a parlare, ma fu interrotto da un ceffone in piena faccia.
"COSI' IMPARI." si puntò le mani sui fianchi, con un'espressione da principessa capricciosa.
"Asp-"
"OH MIO DIO, SEI QUI ANCHE TU!" si accorse di Kenshiro, e i suoi occhi iniziarono a brillare. Gli saltò addosso, gli afferrò la testa, e se la infilò tra i seni "IL MIO CUCCI-PUCCI-SEXY!"
Gli altri guardarono la scena, senza dire nulla. A dire il vero, nessuno di loro ci teneva a conoscere le ragioni di quel nomignolo...e poi, perché quella tizia gridava così tanto? Nessuno aveva intenzione di ucciderla...per il momento.
"SEI STATO FANTASTISEXYCOSO...e poi te ne sei andato...perché?" gli accarezzò la testa, e iniziò a baciargli la guancia, lasciando delle enormi stampe di rossetto fucsia con le sue labbra siliconate.
"Scusa..." Raoh cercò per l'ennesima volta di attirare la sua attenzione, anche se nel suo cervello si stava svolgendo una lotta tra il senso del dovere, che gli imponeva di strappare Ken dalle grinfie di quella bambola Michelin, e il desiderio di vendetta nei confronti dell'uomo che, dopo innumerevoli drammi alla Beautiful, era riuscito ad accaparrarsi Yuria.
"Senti, tu...io non ci parlo con te." per la seconda volta, Raoh si vide puntare addosso un dito accusatore.
L'uomo sospirò. Beh, almeno aveva smesso di gridare...
"E perché ti sei vestito da suora? Cos'è, un giochino sexy per la tua Pamela?" iniziò ad accarezzare l'abito di Ken, soprattutto nella zona dell'inguine.
Ken rivolse un'occhiata disperata agli altri. Non aveva mai picchiato una donna, e non aveva intenzione di cominciare proprio in quel momento...però...la questione stava diventando parecchio imbarazzante.
"...sei arrabbiato con me?" gli rivolse un meraviglioso paio di occhi da cucciolo, anche se, complice il canotto che aveva al posto delle labbra, l'espressione ricordava più quella di un pesce.
"Senti, devi dirci una cosa." Kaioh la prese per la spalla, e la costrinse a lasciare Kenshiro.
Per niente sconvolta, Pamela guardò Kaioh, e puntò di nuovo il ditino "Anche voi. Dov'è il mio reggiseno?"
L'unica risposta furono diversi sguardi perplessi.
"Oh, santo cielo. Devo ripetere la domanda? Va bene, ma solo perché oggi mi sento gentile. Dov'è il mio reggiseno? Sapete, quelle cose che servono a reggere le tette..."
"Avevo capito. Ma non me ne frega un accidente." il primo Rasho incrociò le braccia, mentre il suo livello di pazienza iniziava rapidamente a scendere. Intorno a lui, Jagi stava per scoppiare a ridere, mentre Raoh e Ken sembravano due statue di sale.
"COME? COME TI PERMETT-" la sua tirata con i decibel al massimo fu prontamente interrotta da Kaioh, che le piantò una mano sulla bocca, costringendola a tacere.
"Senti, bionda...adesso tu stai zitta, e rispondi alle nostre domande. Ci siamo capiti?" strinse più forte le sue guance, per rendere maggiormente comprensibile il significato della frase.
Non appena la lasciò andare, Pamela riprese a gridare, come se nulla fosse accaduto. Evidentemente, non era stato abbastanza chiaro. Mentre stava per ripetere la cosa in modo meno gentile, vide un pugno volare dritto sulla guancia sinistra della donna, facendola cadere a terra.
I tre uomini si voltarono verso Jagi, che stava sorridendo, soddisfatto di sé.
Pamela era immobile. La sua faccia aveva assunto un'espressione indefinita, mentre il labbro aveva iniziato a tremarle. Il pugno era stato abbastanza violento da scombussolare tutto il silicone che si era fatta iniettare, trasformandola in una maschera grottesca.
"MI HAI PICCHIATA!!!!" iniziò a piangere, lanciando degli acuti che costrinsero tutti e quattro gli uomini a coprirsi le orecchie dal dolore.
"...andiamocene, è meglio. E...Jagi, non...non si picchiano le donne!" Kenshiro guardò il suo fratellastro, con un'espressione imbarazzata.
"OH, SI', CHE SI PICCHIANO. Io sono per la parità di diritti. Ti faccio un mazzo così, maschio o femmina che tu sia." Jagi annuì, mentre preparava un calcio per completare l'opera di demolizione di quella faccia siliconata.
"JAGI!" Ken lo fermò giusto in tempo "Le donne non si picchiano! E' chiaro? Fratelli, diteglielo anche voi..."
Raoh alzò le spalle "Guarda...sinceramente, quando Reina era un mio generale, quando mi ha fatto casino, un ceffone glie l'ho dato...anche se, in effetti, se fosse stata un'altra persona, forse l'avrei uccisa..."
"Io ho provato ad ammazzare Sayaka, quindi non faccio testo." rise l'altro.
Ken alzò gli occhi al cielo, scoraggiato, mentre continuava a tirare via Jagi, per impedirgli di uccidere a calci Pamela. Ma che cavolo di famiglia si ritrovava?
"MI AVETE ROVINATO LA FACCIA! IL CHIRURGO HA VOLUTO UN PACCO DI SOLDI PER RIFARMELA!!"

"Bene. Un altro buco nell'acqua." una volta fuori, Kenshiro lasciò andare Jagi, e scosse la testa.
"E la colpa di chi è? Dillo, che era una scusa per rivedere la tua bambolona." sghignazzò Kaioh.
Ken aprì la bocca, e poi la richiuse, seriamente in difficoltà. Non aveva la minima idea di quello che aveva fatto con quella donna, ma...beh...probabilmente, era meglio non parlarne con Yuria. Non era sicuro che sarebbe riuscito a trovare una spiegazione sensata...o, almeno, una che non lo facesse finire castrato e bruciato vivo. Lanciò un'occhiata agli altri, domandandosi se era il caso di fidarsi della loro discrezione. Non che avesse scelta...
"Sentite...vogliamo provare a ritrovare mio fratello?" si avviò verso la macchina, cercando di cambiare discorso.
In effetti...sarebbero dovuti essere già sulla via del ritorno, perché l'indomani era l'ultimo giorno utile prima del matrimonio, e Hyo doveva ancora finire di preparare le cose...Kaioh aveva spento il telefono, per non essere costretto a rispondere a tutte le chiamate di Sayaka, Reina, e Toh...e avevano anche perso la macchina di Han. Altro?
Mentre rientravano nel carro, Jagi notò un bigliettino incastrato sotto la bara. Per raccoglierlo, fece cadere Kenshiro, ma alla fine riuscì a tirarlo fuori. Non era un semplice pezzo di carta, era un rettangolino di cartoncino lucido.
Ah, era pieno di disegni strani, e in mezzo c'era una scritta che diceva...
"Taffoo...s-t-u...stu-b-io...ragazzi? Che vuol dire "Taffoo Stubio"?" per un attimo, rimpianse di non essere stato attento durante le lezioni di lettura di Ryuken.
"Fammi vedere..." Ken allungò una mano, per farsi dare il biglietto.
Jagi sbuffò, e gli lanciò il cartoncino in faccia. Sempre il solito perfettino, eh? Avanti. Così il Successore poteva mostrare a tutti che sapeva persino leggere.
"...aspetta...dice "Tattoo Studio". E' il biglietto da visita di uno studio di tatuaggi." annuì, e lo restituì a Jagi.
A quelle parole, Raoh inchiodò, mandando i due nel bagagliaio a sbattere contro i sedili.
"Uno studio di tatuaggi?" si voltò, con gli occhi spalancati.
"Sì...perché?" Kenshiro si scollò da Jagi, e alzò le spalle.
"Ken...c'è una cosa che dovresti sapere."
Era vero. Nella confusione della mattina, nessuno si era ricordato di dirgli che, oltre ad essere rasato a zero, aveva anche un tatuaggio dietro la nuca.

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Capitolo 6
*** 5 ***


5.
"Aaaallora, ragazzi, che...ah, ma siete voi!" dopo mezz'ora di attesa, un tizio rasato a zero, con un enorme ragno tatuato sulla testa, accolse il quartetto nello studio.
Bene. Almeno, avevano beccato qualcuno che si ricordava di loro. Forse, poteva sapere qualcosa di Hyo...o, almeno, poteva aiutarli a ricostruire quello che avevano fatto quella notte.
"Come va con i tatuaggi? Tutto a posto?" chiese, mentre risistemava dei disegni in una cartellina.
"Lasciamo perdere...siamo venuti per chiederti qualche informazione." sospirò Raoh, pregando tutti gli dei che quella traccia non si rivelasse un altro buco nell'acqua. Correre a destra e a manca per tutta Las Vegas stava cominciando a diventare stancante...
"Se si tratta della cura dei tatuaggi, è tutto sugli opuscoli che sicuramente il mio collega vi avrà dato quando siete andati via. Altrimenti, posso darvene degli altri. Se poi ci sono problemi, posso dare un'occhiata." continuò a mettere in ordine le sue cose.
"No, no...è che..."
Il tatuatore si girò verso Kaioh "Soprattutto il tuo. Con tutte quelle cicatrici, devi dargli più attenzione degli altri."
Il primo Rasho alzò un sopracciglio "...il mio?"
"No, il mio...certo, che parlo del tuo! Ragazzi...mi sembrate un po' rimbambiti, oggi...e dov'è quello con i capelli lunghi, quello che si doveva sposare? E perché lui è vestito da suora?" si fermò, e guardò i quattro.
Kaioh sbattè le palpebre, cercando di metabolizzare quello che aveva appena sentito. Un tatuaggio? SI ERA FATTO TATUARE? DOVE si era fatto tatuare? E COSA si era fatto tatuare? Come se non avessero già abbastanza problemi...E POI, perché lui? Perché non Jagi, o Raoh? PERCHE' GLI DEI CE L'AVEVANO SEMPRE CON LUI?
Intuendo che la situazione rischiava di precipitare, Raoh si intromise nella questione, lanciando qui e là occhiate a suo fratello, per essere sicuro che non attivasse di nuovo la modalità Matoki. Non voleva neanche immaginare la scena...Kaioh che dava di matto di fronte ad altra gente poteva essere problematico...
"...non...a dire il vero, non ricordiamo nulla di quello che è successo stanotte."
Il tatuatore scoppiò a ridere "E lo credo! Eravate ubriachi fradici...però avete firmato la liberatoria, lo studio non è responsabile dei tatuaggi che ci avete chiesto."
Raoh annuì "Lo sappiamo...vorremmo solo che tu ci dicessi quello che abbiamo fatto qui dentro. A che ora siamo arrivati? Sai dove siamo andati, una volta usciti di qui?"
L'uomo alzò le spalle, e rimase pensieroso. Tutti e quattro (anzi, tre. Jagi si era fermato a studiare con occhio rapace le foto di alcune modelle) lo guardarono, speranzosi. Se non altro, già sapere quanto tempo avevano passato lì dentro, poteva essere utile.
"Guardate...siete arrivati poco dopo mezzanotte, ma più di tanto non so dirvi, perché io me ne sono andato appena ho finito il suo tatuaggio." indicò Kaioh.
Kaioh digrignò i denti, e strinse i pugni.
"Quindi...siamo arrivati dopo mezzanotte, loro due si sono fatti tatuare, e poi ce ne siamo andati. E Hyo era con noi..." Raoh cercò di riordinare le idee. Se Kaioh si fosse fatto un tatuaggio molto grande, se ne sarebbero sicuramente accorti...probabilmente, non avevano passato più di un'ora e qualcosina, lì dentro.
"...amico? Guarda che vi siete fatti tatuare tutti. Non ve lo ricordate?" il tizio li guardò, con un'aria sorpresa.
Silenzio.
Si erano fatti tatuare TUTTI? TUTTI? TUTTI E CINQUE? Ma perché? Da dove avevano tirato fuori quell'idea del cavolo? E chi gli aveva dato i soldi?
"Ma dai..."Il vessillo del branco!" dicevate...e poi, eravate su di giri perché avevate vinto al casinò...davvero non vi ricordate niente?"
Di nuovo, silenzio.
"Che figata...non vedevo gente messa così male dal 2009! Lui si è pure addormentato mentre lo tatuavo..." il tatuatore fece un cenno con la testa in direzione di Kaioh. Stava ridendo così tanto, da arrivare alle lacrime.
Il primo Rasho iniziò a inspirare profondamente, mentre i suoi occhi avevano cominciato a mandare lampi furiosi.
Jagi si grattò la testa "...che tatuaggi ci siamo fatti fare?" tanto, ormai...non sarebbe stata la prima volta che prendeva una sbronza, e andava a farsi tatuare. Solo che, l'ultima volta, con lui c'era Amiba, che gli aveva consigliato di farsi fare un teschio, invece di un autoritratto con le corna da cervo, e la scritta "JAGGERMEISTER".
"Guarda...tu ti sei fatto scrivere "BITCH" dietro la schiena, con il numero "69" sotto, tipo maglia da calciatore. Lui..." indicò per l'ennesima volta Kaioh "Lui, un cuore con la scritta "De Puta Madre", e il vostro ami-" l'elenco fu interrotto dal grido straziante di Kaioh, che corse fuori dallo studio.
"...va bene. Direi proprio che qui abbiamo finito..." Raoh sospirò, sull'orlo della disperazione, mentre da fuori arrivavano gli ululati di dolore del fratello. Strinse la mano al tatuatore, e corse fuori.

Kaioh stava piangendo come mai in vita sua. Era seduto sul bordo del marciapiede, stringendosi nelle spalle, e la sua enorme mole continuava a tremare per i singhiozzi.
Raoh gli si avvicinò, e lo guardò. Ecco. Da "Creatore di una Nuova Era", come si faceva chiamare qualche anno prima, a povero disgraziato. E aveva fatto tutto da solo...
"Kaioh..." lo chiamò, col tono più gentile che riuscisse a tirare fuori.
L'uomo non alzò neppure la testa.
Il fratello minore scosse la testa, e si mise a sedere accanto a lui.
"Kaioh...Kaioh, guardami." gli appoggiò una mano sulla spalla. Non si aspettava che consolarlo fosse un'impresa facile...conosceva bene suo fratello. Lo aveva visto piangere solo due volte, nella vita, ed entrambe le volte c'era un'ottima ragione. Stavolta...beh, non se la sentiva di commentare. Anche perché ancora non sapeva che tipo di tatuaggio si era fatto...e, considerando quello che avevano combinato gli altri, non si sentiva affatto tranquillo.
"Ra-Raoh..." singhiozzò il maggiore dei due, con il viso rosso per il pianto.
"Kaioh, va tutto bene. I tatuaggi si possono far rimuovere...oppure lo puoi coprire." lo accarezzò con tutta la delicatezza di cui era capace, cercando di consolarlo.
"TU NON CAPISCI, RAOH! NON E' PER IL TATUAGGIO! E' CHE HO DATO DELLA PUTTANA A MIA MADRE! Perché ho fatto una cosa del genere? Io ho bisogno di uno psichiatra!" gridò, sbattendo i pugni sull'asfalto. Era terribile. Era la cosa peggiore che avesse mai fatto, una delle poche per cui provasse rimorso...anzi...probabilmente, l'unica.
Raoh si morse il labbro. Ah, beh...dopo tutte le volte che glie l'avevano consigliato e lui li aveva minacciati di morte, finalmente se n'era reso conto...
Sospirò di nuovo, e allungò il braccio attorno alle spalle del fratello maggiore "Dai...almeno non è sulla faccia, o sulle braccia..."
"Bella consolazione..." Kaioh spinse via l'altro, cercando di trattenere l'impulso di picchiarlo. Perché tutti avevano quella dannata abitudine di sminuire i suoi problemi?
Raoh alzò un sopracciglio, e lo guardò.
"Raoh, tu non capisci un accidente." il maggiore dei due si girò, dandogli le spalle.
"Giusto...tu hai fatto la stronzata, e io non capisco niente." incrociò le braccia. Va bene. Era stato ragionevole per tutta la giornata, aveva sopportato di tutto, e la sua pazienza stava raggiungendo le soglie minime. Se continuavano su questa linea, avrebbe mandato tutti a quel paese, e se ne sarebbe tornato a casa, lasciando quegli immaturi a risolversi i problemi da soli.
"RAOH!" Kaioh si voltò di scatto, pronto a partire con un pugno.
"Io ti ho proposto delle soluzioni. Restare lì a piangere non risolverà niente. Anzi, sai che ti dico? Che io me ne torno in albergo...chi vuole, può seguirmi." Raoh si alzò, e se ne andò verso la macchina. Aveva fatto la balia già per troppo tempo.

Secondo la reception, Hyo non era passato di lì mentre loro erano fuori. O, almeno, nessuno l'aveva visto.
Dopo questa ennesima brutta notizia, il quartetto decise che, per quel giorno, non avevano la forza di uscire di nuovo. Si diressero nella loro suite, in silenzio.
"Guardate, non vedo l'ora di buttarmi sul letto. Non voglio nemmeno sapere che tatuaggio mi sono fatto..." Raoh sospirò, mentre apriva la porta. Si sentiva sfinito. Consumato. Distrutto. E non poteva neanche chiamare le sue mogli per sapere come stava Ryu, perché altrimenti avrebbe dovuto fornire spiegazioni sul perché non rispondevano a Sayaka. Prima di quel giorno, non aveva mai provato tanto rispetto nei confronti della pazienza di Toki...anche se, più cose succedevano, più si domandava come facesse suo fratello a non esplodere e uccidere tutti.
Questo filo di pensieri venne brutalmente interrotto da un oggetto contundente che lo colpì in piena faccia.
"SIETE QUI!" la voce di una donna di mezza età gli perforò i timpani. Una donna che indossava solo la sua biancheria intima, e sembrava abbastanza sul piede di guerra.
"E questa chi cazzo è?" Jagi si riparò la testa con le mani, aspettandosi altri lanci di oggetti.
"ANCHE TU! BLASFEMI! DEMONI!" gridò, indicando Jagi.
"Si fa quel che si può..." Kaioh alzò le spalle.
Nei secondi seguenti, la donna fu afferrata da Raoh, che aveva il naso che gli sanguinava, e sollevata con malagrazia dal pavimento. Ormai, era ufficialmente stufo. Non gli importava niente se quella pazza gridava, o si agitava, o aveva paura di essere violentata. Non gli importava più niente neanche della promessa di non usare l'Hokuto a Las Vegas. C'era un punto di pressione per immobilizzare la gente, e l'avrebbe usato.
Una volta risolta la questione, scaricò la donna sul divano.
"E adesso, vedetevela voi con lei, altrimenti faccio una strage." se ne andò in bagno, tenendosi una mano sul naso.
I tre si guardarono, e poi guardarono la donna, che non aveva smesso per un attimo di gridare. Ma perché continuavano a ritrovarsi davanti femmine urlanti?

Dopo qualche incomprensione, erano riusciti a calmare la suora, e avevano anche deciso di "sbloccarla". Certo, aveva costretto Kenshiro a ridarle l'abito, ma quello era più che giusto...
Una volta rivestita, si era mostrata leggermente più collaborativa di Pamela, anche se sembrava furiosa con Jagi, per qualche ragione sconosciuta. Gli aveva raccontato che l'avevano rapita dalla chiesa dove lavorava, e l'avevano portata in giro per tutta la notte. Altro non ricordava, perché era troppo sconvolta per il rapimento. Sapeva solo che sì, quando erano arrivati in chiesa, l'uomo con i capelli lunghi era con loro.
"E adesso che vi ho detto quello che volevate sapere, esigo che mi riportiate in chiesa." aveva incrociato le braccia.
Raoh aveva scosso la testa. No. Non quella sera. Erano troppo stanchi per riprendere la macchina e affrontare di nuovo il traffico di Las Vegas. Erano troppo stanchi per affrontare la vita, in generale. Crestoni, gentaccia, combattimenti all'ultimo sangue...erano niente in confronto a quella situazione del cavolo. Non erano abituati ad avere a che fare con la civiltà.
"Ma come vi permettete?!" si era alzata in piedi, e aveva guardato tutti e quattro, con i pugni serrati.
Prima che potesse decidere di rimettersi a lanciare oggetti, Raoh l'aveva afferrata, e aveva nuovamente premuto lo tsubo per immobilizzarla. Il tutto, senza dire una parola. Dopodiché, era andato a lanciarsi sul primo letto disponibile. Nella vita, non aveva alcun rimpianto, a parte aver accettato di venire a Las Vegas.
"E noi, che facciamo?" Ken, che adesso indossava solamente il tanga di quella mattina, aveva guardato gli altri.
L'unica risposta fu il russare di Jagi, e il cenno di saluto di Kaioh, che seguì l'esempio del fratello minore, e andò a spiaggiarsi su un altro letto.

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Capitolo 7
*** 6 ***


Guarda guarda chi è ancora viva...ho avuto un sacco di problemi, anche se questo capitolo era già mezzo pronto. L'ho finalmente finito, e spero non sia venuto troppo male.

xx

6.
"Ecco il cesto." Raoh annuì, mentre guardava il corridoio dalla porta socchiusa.
Ken, seminudo, sgattaiolò fuori dalla stanza, e prese una bracciata di panni. Era toccato a lui, perché Raoh e Kaioh erano troppo grossi per fare una cosa del genere senza essere visti, e perché Jagi si era rifiutato, per il solo gusto di far soffrire il fratellastro.
La sveglia era stata terribilmente spiacevole, in quanto, intorno alle sei e mezzo, la suora li aveva buttati giù dal letto, gridando che voleva tornare in chiesa. Avevano cercato di ignorarla, ma, quando li aveva minacciati di chiamare la sicurezza e dire che quattro bruti stavano cercando di violentarla, si erano convinti che forse sarebbe stato meglio sbrigare la pratica e sbarazzarsi di quella rottura di scatole il prima possibile. Anche perché, cercando di essere ottimisti, anche Hyo era andato in chiesa con loro...forse lì avrebbero trovato altre informazioni.
"Oh, porca pupazza." Ken allargò le braccia, guardando i panni che aveva rubato.
"Che c'è adesso?" Raoh sbuffò, pronto a spaccare qualche testa. Avevano già aspettato più di tre ore l'arrivo del carrellino dei panni sporchi, e per tutto quel tempo avevano dovuto tenere a bada la suora, quindi, se Kenshiro aveva qualche problema con i panni che aveva preso, beh, poteva tranquillamente restarsene in camera.
"Secondo te...posso andare in giro con questa roba?" Kenshiro gli mostrò una canottiera con il disegno di tre boccali di birra, e un paio di pantaloni marroni di velluto a coste.
Raoh alzò un sopracciglio, e indicò la t-shirt "the man - the legend" che indossava.
"Ma Raoh...."
Un fulmine partì dagli occhi del Re del Pugno, facendo morire le parole in bocca a Kenshiro.
"...ok, va bene."

"QUESTA è la chiesa?" Raoh guardò la suora, cercando di capire se si trattasse di uno scherzo. L'intero giardino dell'edificio era disseminato di cartelli che promettevano saldi, un 3x2 su funerali e matrimoni, vasta scelta di gadget, e addirittura una piscina riscaldata. Il tutto, impreziosito da sculture di palloncini azzurri.
"Sì. Qualcosa in contrario?" la donna lo fulminò.
"Per carità." alzò le mani, sperando che almeno lì dentro potessero fornirgli qualche informazione meno vaga del "sì, era con voi, ma non sappiamo niente" che si sentiva ripetere dal giorno precedente.
"Rimandate le smancerie, qui dietro stiamo morendo." sbuffò Kaioh. Eh già, perché la suora si era dovuta sedere davanti, per dare indicazioni a Raoh, e gli altri tre, nel bagagliaio, erano diventati una specie di Simmenthal vivente. Il fatto che il bagagliaio si aprisse solo dall'esterno non aiutava la causa.

"Allora. Voi tre andate dentro, e io resto fuori." Kaioh si appoggiò a uno dei cartelloni, facendolo scricchiolare, e fece ciao-ciao con la mano.
"Come, "io resto fuori" ?" Raoh alzò un sopracciglio, pronto a prendere a pugni il fratello. Voleva aspettare fuori? Certo, come no...voleva anche tè e biscotti?
"Non credo di avere un bel rapporto con mister Onnipotente, e non mi va di averlo vicino più dello stretto necessario. Qualcosa in contrario?" sogghignò il maggiore dei due.
Raoh strinse i denti e fissò Kaioh. No, adesso stava veramente andando troppo oltre "Sì. Ho in contrario il fatto che sei un cretino. Stai rendendo tutto più difficile perché ti piace tanto fare la carogna, anche con le persone che ti v-...che non ti odiano. E non hai neanche la scusante di essere stupido, come questi due ciondoloni di Jagi e Ken. Sto facendo tutto io, e tu passi la vita a lamentarti che la gente non ti capisce. ECCO, COSA HO IN CONTRARIO. Adesso tu prendi, entri in questa cavolo di chiesa giocattolo, e ti comporti da persona adulta."
"Adulto come te, che hai fatto il panico per una donna, che poi ha pure scelto quel fesso di Kenshiro?" Kaioh lo guardò, per niente spaventato da quella tirata.
"Sicuramente più adulto di te, che hai passato la vita a deprimerti e a rifiutare l'aiuto di chi avevi intorno. E hai pure provato ad ammazzare nostra sorella, tanto per far vedere quanto eri bravo."
Kaioh digrignò i denti e sbuffò una nuvoletta di fumo scarlatto dalla bocca, mentre il cielo iniziava a tingersi di rosso. Tutti, tranne Raoh (che era troppo incavolato per rendersi conto del pericolo), temettero il peggio. Un'altra ricaduta di Matoki?
Si sbagliavano. Era molto peggio.

Kaioh incrociò le braccia, e guardò il fratello
You're a loser, an abomination in the eyes of any sensitive man

Raoh alzò un sopracciglio, sorpreso dalla piega che avevano preso gli eventi
And you're a blind alley cruiser
Always heading down a losing strait
Dreaming that you're screaming at fate
You're a dead end, dead beat, nowhere mister with a kiss like a Mississippi alligator's sister


Kaioh scoppiò a ridere
I took as much of you as any man can

Raoh
You've lost your heart

Kaioh
You've lost your cause
You lost your baby when you lost your balls


Raoh
You've lost your mind

Kaioh
You've lost your grip so say bye-bye

Raoh
We lost our mom
We lost our dad, and if I'm losing you, well, that's too bad


Kaioh spalancò gli occhi, furioso, quando sentì il fratello nominare la loro madre
Well, the best thing you could ever do is die

Raoh
You're a failure, a malformation in the guise of many, and also ran

Kaioh si avvicinò a Raoh, e lo spinse
And you're a weeper and a whiner
Always treading on the toes of the great
Generally spreading your weight
You're a spiteful, hateful, asinine creature
A pupil with no scruples who knew better than the teacher


Raoh
I took as much of you as any man can
You've lost your heart


Kaioh
You've lost your cause
You lost your baby when you lost your balls
You lost your mind when you lost your grip so say bye-bye


Raoh
We've lost our home, our family
You've lost compassion, now you're losing me


Kaioh
Well, the best thing you could ever do is die

Raoh
Well, the best thing you could ever do is die

Insieme:
Well, the best thing you could ever do is die!

Dopo l'ultimo verso, tutti i palloncini del giardino esplosero con un rumore assordante, e il cielo tornò lentamente sereno. I due uomini continuavano a fissarsi, perfettamente speculari.
"Oppure, potremmo semplicemente essere noi stessi, ed essere felici così..." Kenshiro alzò le spalle, accennando un sorriso imbarazzato.
Tutti, suora compresa, si voltarono verso di lui.
"Non lo so, a me sembra tanto semplice..." alzò di nuovo le spalle, e cominciò ad avviarsi verso l'ingresso della chiesa.
Raoh chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Sì, sì...tutte quelle cose da buoni che diceva sempre anche Yuria. Però Kenshiro aveva ragione, stavolta. Invece di perdere tempo, forse era meglio entrare in quella cavolo di chiesa e risolvere la questione.
Si voltò verso Kaioh, e si fissarono per un paio di secondi. Poi, il maggiore dei due sbuffò, e si decise ad avvicinarsi al portone.

"Oh, buongiorno ragazzi!" un tipo vestito da venditore di macchine usate si avvicinò al quartetto, sorridendo come uno psicopatico.
"Buongiorno. Senta..." Raoh tentò di prendere parola, ma fu immediatamente interrotto.
"Meno male che siete qui! Se non foste arrivati entro oggi, avrei dovuto rimandare indietro tutti i gadget che avete ordinato, e...WOW! Ci avete anche riportato suor Addolorata Crocefissa! Fantastico! Siete veramente eccezionali!" il tipo strinse la mano a Raoh, sempre con il suo luminosissimo sorriso a cinquanta denti e duemila watt.
"Guardi..."
"A proposito...dov'è Hyo? Era tanto preoccupato di non essere venuto bene in foto, e invece sui gadget sta benissimo..."
Bingo. Il tipo conosceva persino il suo nome. A giudicare dalla domanda, neanche lui aveva idea di dove si trovasse Hyo, ma sicuramente avrebbe potuto dargli qualche informazione preziosa.
"...e comunque, ho anche tutti i documenti del matrimonio. L'altra notte siete andati via talmente di corsa, che avete dimenticato di prenderli." il pazzo annuì.
Quest'ultima frase fu accolta da sguardi perplessi da parte di tutti e quattro gli uomini. Documenti? Di un matrimonio? Ma Hyo doveva sposarsi il giorno successivo...
Mentre Raoh tentava di chiedere delucidazioni, Kenshiro era diventato una statua di sale. Sperava vivamente di non aver sposato Pamela, nella confusione causata dalla droga...non ci teneva proprio, a mettere alla prova il pacifismo di Yuria.
"...e, guardi, purtroppo non ricordiamo nulla di quello che è successo. Se, gentilmente, può raccontarci tutto quello che abb-"
Per l'ennesima volta, il pazzo interruppe Raoh "Ma certo, ragazzi! Se mi date un secondo, vi trovo i documenti, e poi andiamo a vedere i gadget, d'accordo?"
I quattro uomini annuirono. Ormai era chiaro, quel tipo non li stava neanche a sentire. Avrebbero potuto utilizzare l'Hokuto su di lui, ma erano troppo stanchi, anche se si erano svegliati da appena qualche ora.
"Ecco qui! Come vedete, c'è tutto. Tu e Hyo siete legalmente sposati."
Silenzio. Per un secondo, fu come se una bomba fosse esplosa nella chiesetta.
"...come?" dalla bocca di Kaioh uscì una vocetta stridula e incredula.
"Siete venuti in chiesa, mi avete chiesto di sposarvi, e l'ho fatto. Ecco, guarda...Rasho Kaioh, nato in Asura il 19XX, sposa Rasho Hyo, nato in Asura il 19XX. Ho anche le firme dei testimoni, Kasumi Raoh e Kasumi Kenshiro. Mi avete anche spiegato che, nonostante i cognomi, Kasumi Kenshiro è il fratello di Rasho Hyo, idem con Kasumi Raoh e Rasho Kaioh. Come vedete, è tutto regolare." di nuovo il sorriso a duemila watt.

xx

Sì, lo so che avevo promesso niente più scene da musical, ma questa era veramente troppo perfetta...e così abbiamo anche lo scontro tra fratelli che non abbiamo mai visto nella serie originale. Il titolo della canzone è "Duel Duet" da "Shock Treatment".
Ultima cosa...anche se lo maltratto tantissimo, Kaioh è la luce dei miei occhi e la gioia del mio cuore.

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