Sette Peccati Capitali di Ella_Sella_Lella (/viewuser.php?uid=61765)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Superbia.(Parte prima) ***
Capitolo 2: *** Avarizia(Prima Parte) ***
Capitolo 3: *** Lussuria(Prima Parte) ***
Capitolo 4: *** Invidia(Parte prima) ***
Capitolo 5: *** Gola(Parte Prima) ***
Capitolo 1 *** Superbia.(Parte prima) ***
7 Peccati capitali
Superbia
[Kai Hiwatari]
Se tra tutti i peccati capitali, quello che meglio
identificava Kai Hiwatari era senza alcun dubbio la superbia. Il ricco rampollo
della famiglia Hiwatari aveva un desiderio morboso, anzi non un desiderio, IL
DESIDERIO di dimostrare sempre la sua superiorità in confronto agli altri. Lui
non è che dovesse primeggiare in ogni
cosa, non erano questioni di famiglia o altro, Kai Hiwatari voleva primeggiare in tutto.
Amava vantarsi di ogni cosa, dalla macchina lussuosa di
famiglia, alle grandi ricchezze della sua famiglia, si pavoneggiava davanti gli
amici e davanti i poveri servi faceva letteralmente il Superbo, per questo che era stato amichevolmente sopranominato da
colui che poteva essere il suo miglior amico, “Mister Superbia”.
Certo era strano per un superbo avere un amico, ma se il
cielo aveva graziato Kai Hiwatari concedendoli letteralmente un angelo che
ignorasse letteralmente il suo modo di affrontare la vita. Rei Kon.
Era stata una mattina di metà inverno, quando qualcuno aveva
suonato al, grande, portone della sua vuota villa. Era stato un ragazzo di
origini cinesi, portava in mano un volantino, era il volantino che i suoi servi
avevano distribuito per tutta la città di Tokyo, era un volantino che
annunciava un posto libero da cuoco nella villa Hiwatari, perché il precedente
era ormai troppo vecchio. E il caso voleva che uno di quei volantini finisse
tra le mani di quel cinesino, Rei Kon, un ragazzo che aveva viaggiato tutta la
vita ed aveva imparato la cucina di tutti i paesi dove era stato.
Quando Kai aveva provato un suo piatto, voleva quasi
convertirsi dalla Superbia alla Gola, però analizzando la situazione, preferiva
pavoneggiarsi ed essere sempre una testa sopra gli altri, anche se per sua
sfortuna Rei Kon, non rimaneva mai a testa bassa, non aveva mai un cattivo
pensiero, agli occhi di Kai, lui era un immacolato angelo.
“Mister Superbia!” disse Rei Kon, bussando al dilla della
bianca porta in frassino, Kei Hiwatari disteso sul letto li diede il permesso
di entrare, normalmente con i suoi servi non era tanto indulgente, ma a quel
ragazzo le faceva passare tutte, che sa perché. “Dimmi Rei!” disse lui mentre
si alzava dal letto, avviandosi verso il suo grande armadio a muro, lo aprì,
prese uno scintillante smoking, nero di raso, un vestito capace di far venire
invidia al mondo, poi se sicuramente ci avrebbe abbinato una spilla da 300 Y
(Allora non avevo la doppia sbarra) avrebbe attirato su di se l’invidia di
tutti, ma alla fine questo era il suo scopo, attirare su di se tutta l’attenzione,
brillare più degli altri.
“ È arrivata Hilary!” disse il cinese, il ragazzo annui,
Hilary la sua fidanzata o per lo meno
la cosa che ci si avvicinava di più, Kai Hiwatari aveva molte donne, che non lo
amava, amavano i suoi soldi, eccezion fatta per Hilary, era una ragazza
semplice, non aveva grandi ambizioni, aspetta, non aveva grandi ambizioni
riguardanti i soldi, perché in realtà desiderava essere un avvocato, non per i
soldi ma per la causa. Quindi Kai adorava quella ragazza, per la sua incredibile
ingenuità ed il suo più grande desiderio era quello di macchiare una pura
anima.
“Dille che arrivo!” disse lui, per poi andare nel bagno
privato confinante con la sua camera, il cinesino annui, andando via. Kai Hiwatari si cambiò in bagno, lasciando i
panni per terra, troppo elegante per provvedere a se stesso, con una mano di
gel, sistemò i capelli in modo molto
vago, poi mise una spilla, non la solita spilla da 300 Y, una che ne
valeva almeno il doppio, poi cominciò a specchiarsi, ignorando, che al pian
terreno la ragazza attendeva, il suo ego aveva la precedenza su tutto,
guardandosi allo specchio, riammise nuovamente di essere bellissimo e perfetto,
era un autentico dio del olimpo, era così bello, che perfino Narciso si sarebbe
dovuto ricredere alla sua bellezza, avrebbe dovuto abbassare il capo, perché si
sarebbe dovuto innamorare della sua strabiliante bellezza. Perché come Kai
Hiwatari non esisteva nessuno.
Dopo qualche tempo, il ragazzo, si decise a scendere al
piano di sotto, camminava per le scale di marmo, con una tale grazia, quasi da
apparire un angelo, un angelo peccaminoso, Hilary era ammagliata, aveva uno
sguardo incantato, quasi come una sacerdotessa con la sua divinità. “Era ora signoria della Superbia!” disse Rei,
ironicamente, mentre l’altro non lo curo minimamente, anche se Rei era l’unica
persona che setiva, già sentiva, ma non ascoltava nessuno all’infuori di se
stesso, si avvicinò ad Hilary, poi li sorrise, la ragazza quasi svenne dall’imbarazzo.
“Andiamo …” disse lui, porgendoli il gomito, la ragazza lo
prese, poi rossa annui …
[Continua …]
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Avarizia(Prima Parte) ***
7 Peccati capitali
Buon
Giorno allora premetto subito che i capitoli, prima ci saranno le prime
parti, poi ci saranno le seconde parti, poi le terze (Magari) non penso
di arrivare fino a tre, comunque, questa volta tocca a Queen. Datemi
una mano su dove inserire Mariam, che ci sta d'obligo però
non
so dove metterla.
*
*
Avarizia
[Queen]
C’era
che diceva che i soldi facevano girare il mondo e chi
dicevano che non potevano comprare la felicità.
Queen, faceva
parte della prima schiera di persone, si
sarebbe venduta l’anima per 30
monete
d’Argento, però c’era anche
chi, ironicamente,
diceva, che la ragazza avesse sul serio fatto un patto con il diavolo,
si fosse
venduta la sua anima e quella del gemello. Questo, scherzosamente,
spiegava le
grandi fortune della ragazza, non sbagliava mai, qualunque cosa facesse
ne
riusciva sempre a testa alta, sempre vincitrice.
Ma
dimentichiamo, la questione del patto con il diavolo,
verrà approfondita dopo, ora non conta niente. Ritorniamo ai
soldi. Queen era
fissata con i soldi, quando andava a pranzo con le amiche,
si preoccupava di non spendere neanche un centesimo, amava
la moda, ma per comprarsi i vestiti, spendeva i soldi del fratello.
Il suo
sopranome, non era Miss Avarizia,
come ci si potrebbe aspettare, era semplicemente
definita ‘Tirchia’
usava chiamarla in
quel modo Mariam, tra le due non scorreva buon sangue, anzi a dirittura
c’era
l’odio, un odio
così profondo e
duraturo, che le due si erano quasi dimenticate la causa di tutto quel
odio, ma
non ostante ciò il rapporto tra le due non cambiava mai,
bensì Salima le
provasse tutte per farle andare d’accordo.
“Mi devi 3 Y!”
aveva urlato per i corridoi, se Queen caso raro prestasse i soldi,
questi
andavano restituiti nell’arco di 24 ore, poi lei diventava
infernale, nessuno
poteva toccare i suoi soldi e poi non restituirglieli anche se si
parlava di
qualche moneta. E Hiruta ora stava sfidando troppo la sua pazienza,
visto che
era passata una settimana da quando la ragazza gli aveva prestato gli
spiccioli
per comprare un panino. Il ragazzo vestito da pirata li lascio una
moneta da 5,
e poi sorridente disse: “Con gli interessi!” poi
andò via, Queen guardava quel
pezzo di carta, incantata, il suo unico amore
erano i soldi, non era una cose che gli faceva onore, ma
se l’avarizia
era il suo peccato, lei che ci poteva fare.
“Tirchia!
Oggi il pranzo lo offri tu!” aveva detto,
amichevolmente Yuya, che moriva al solo sguardo di lei, lui era
fondamentalmente buono, gioioso
e felice
e con il carattere che si trovava riusciva ad ignorare completamente
l’avaria
della ragazza ed infondo anche Queen provava un sentimento benevolo per
quel
delizioso ragazzo, per lui avrebbe potuto anche spenderlo qualche
centesimo.
“Si può anch’essere …
Scroccone!” disse lei, prendendo dalla tasca la banconota
da 5. Yuya la guardò poi disse: “Sai Reginetta
… che lavoro dovresti fare da
grande … O l’economista oppure la contabile!
Così stai con i soldi sempre!”, Queen
fece le spallucce poi rispose: “Assolutamente no! Io conto di
diventare una
bella mantenuta di un miliardario!”, il ragazzo rise,
strappando un sorriso
anche a lei. L’unico modo per avere il cuore di quella ragazza era con i soldi, eppure
lui riusciva a
strapparle sempre un sorriso anche se non aveva monete in tasca
…
Ed era certo
che un giorno l’avrebbe curata dalla sua
avarizia …
Queen, come
già detto, era molto tirata per i prestiti, in
effetti era un autentica esattrice delle
tasse, sempre ingorda del suo denaro, che non condivideva con
nessuno,
Mariam, un giorno aveva ipotizzato, sempre scherzosamente, che Queen
donasse un
quarto del suo denaro al diavolo, in cambio della sua sfacciata
fortuna, che le
permetteva sempre di vincere al bingo o quel che fosse …
Erano pensieri che
stupivano, ma in fondo Mariam, il fratello e il resto degli scudi
sacri,
avevano un credo molto particolare, quasi a se, che con Kami, Budda,
Alla, Dio
o Confucio … Non centrava nulla.
“Ecco
… le mie finanze!” aveva detto Queen, rimettendo
in
ordine tutti i suoi soldi, mentre il fratello la guardava, li pareva
quasi
nauseata, lui era sempre stato abbastanza attento hai soldi, ma non era
mai
stato tirchio quanto sua sorella, non la capiva proprio, come poteva
essere
così attaccata ai soldi? Quasi, quasi anche lui cominciava a
credere alle
teorie delle caramelle, infatti si dice che: “Il
diavolo avesse mandato sulla terra sette diversi tipi di caramelle,
contenenti un peccato!”(Ispirato a una
puntata di Streghe) E
sua sorella avesse mangiato quella dell’avarizia,
mai accettare Caramelle dagli estranei, perché la sorella
non lo aveva
rispettato? Qualche minuto dopo si sentì cretino, per aver
pensato che la
Tirchiaggine della sorella era causata da una caramella. Ma per un
così
eccessivo attaccamento ai soldi, non poteva esserci una spiegazione,
ben
definita o normale o scientifica, di sicuro c’era altro
sotto, ma cosa poteva
causare quel adorazione per i soldi.
Un pensiero
fece sorridere l’albino, la sua cara gemellina
aveva qualcosa in comune a Mariam, un credo particolare, Mariam
idolatrava gli
spiriti della natura o quel che era, mentre la sua Gemellina Queen,
idolatrava
il dio denaro, la
sventura dei tempi
attuali.
“King
… I soldi sono contati! Io vado! Se al
mio ritorno manca qualcosa ti riterrò il
responsabile!” disse
la sorella,
andandosene, lasciando il suo bene più prezioso dentro una
cassettiera, dove
solo lei ed il fratello sapevano dove fosse. Lì come
tentazione, ma lui non era
come la sorella non avrebbe ceduto.
Queen
uscì di casa, chiudendosi la porta alle spalle, ma con
grande stupore del fratello, lei rientrò in casa, si
avvicinò alla cassettiera,
aprì il cassetto prendendo una mazzetta, che si
strusciò sul volto. Dai soldi
non si poteva proprio staccare, ma qualcosa King doveva inventare per
salvare
Queen, dalla sua avarizia, che prima o poi l’avrebbe
trascinata al inferno …
[Continua …]
*
Black_DownTH : Spero ti piaccia anche
i capitolo che leggerai! L'idea mi è venuta così,
senza un vero e proprio motivo, (Non è vero)Tutto
è partito dal fatto che sono golosa, che mia sorella
è avara, da qualche ff molto lussuriosa, e dal fatto che Kai
fosse Superbo e Takao Svogliato. Spero ricomenterai ...
Kurenei88:
Grazie
per il tuo commento!!!Alla fine ho dato la parte del Goloso a Max,
anche se ero tentata di darlo al mio amato cuoco
cinesino*Sbav*Però alla fine, Max con la sua fissazione per
la Maionese Allora, sono contenta che Kai ti sia piaciuto e
spero che anche Queen ti sia piaciuta, io ignorando il suo carattere
sclerotico, la vedevo bene come un avara perché quando
è uscita fuori, mi sembrava che sarebbe stata capace di
vendersi per la fama, FAMA=SOLDI.
Comunque credo di aver capito, cosa ha provocato il tuo colpo. Comunque
andiamo avanti, posso chiederti consigli per quanto riguarda
il terzo capitolo, perchè sono sempre stata
vergognosa per queste cose, quindi ti chiedo una mano, per farvore* Te
lo chiede in ginocchio*
Spero commenterai di nuovo ...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Lussuria(Prima Parte) ***
7 Peccati capitali
Kurenai88
: Ok spero di aver dato a Mystel il suo giosto merito ... Lo
spero veramente, perchè come ti ho detto, sono sempre stata
molto vergonosa ... Con il sesso, menter con la sensualità non
ho mai avuto problemi, quella la uso quando ballo, con lo stile Jazz,
va be questi sono i miei casi strani ...
Mariam, si con l'invidia ci sta, si c'è lo potrei mettere ... Ci
evo riflettere, perchè pure ad Ira ci starebbe, ma quella volevo
riservarla alla mia, macchina Assasina, preferita ...(Visto che
è sempre cauto e calcolatore, gli sbalzi di collera ci stanno).
Ecco il nuovo capitolo.... Lo dedico particolarmente a Miri Miri. (Lussuriosa,Superba, Accidiosa ... Va be di tutto e di più, però l'adoro)
*
*
Lussuria
[Mystel]
Mystel era diverso da tutte le persone già descritte,
lui prima era ingenuo e infantile, essa
temente come il suo aspetto suggeriva, ancora oggi suggeriva quest’idea,
completamente, sbagliata. Mystell era cambiato, quando un giorno, un ragazzo
dal viso pacato ed i capelli rossi, rossi come quelli di rosso mal pelo, si
diceva che chi aveva i capelli rossi era posseduto dal demonio, magari se
l’avesse saputo nulla sarebbe andato come era andato. Ritornando alla storia,
il giorno in cui, un ragazzo dei capelli colore delle fiamme, Brooklyn si
chiamava, gli aveva offerto una caramella, una caramella rossa come il sangue,
come la passione, come le fiamme e come l’amore. E lui l’aveva mangiata, non
preoccupandosi di nulla, le madri, normalmente, dicevano ai figli di non
accettare mai nulla dagli sconosciuti, ma Mystel era troppo libero per stare
alle regole di convenienza e poi se il rosso sia era
presentato,automaticamente, non era più un estraneo. Da allora era cambiato, da
allora anche lui, così ingenuo e puro aveva un vizio, la lussuria era il suo
vizio.
Però lui non era ne Casanova, ne un Play Boy, per lui
l’amore fisico, non era godimento, se puro sesso, era piacere, lo stesso
piacere di un artista davanti la sua opera completa, per lui il sesso era arte,
era tutta questione di pressione, di tocco e di colori. Bisognava avere
atteggiamenti dolci con i timidi, sensuali con gli sfacciati, bisognava sempre
dire frasi vere, ne troppo montate ne
forzate, frasi sincere. Molti desideravano essere come lui, avere la sua
sicurezza, molti volevano essere artisti del sesso come lui, ma nessuno poteva,
molti chiedeva a lui consiglio, molti si facevano dare lezioni di seduzione.
Ma Mystel, faceva quel che faceva di natura, non sapeva
spiegarlo neanche a se stesso, per lui amare fisicamente la gente, era un
bisogno morboso, sentire le pelle strusciarsi, le urla di godimento, erano un
suo bisogno, non poteva farne a meno, la
colpa ne era certo era tutta della caramella, quindi tutta colpa di chi gli è l’aveva
data, quindi aveva iniziato un viaggio alla ricerca di quel ragazzo, mentre
veniva trascinato in un turbine di lussuria,
perché quello era il suo peccato.
Era sul ciglio della strada, mentre i suoi lunghi capelli,
biondi come i raggi del sole, rilegati in una treccia si muovevano sinuosi con
il vento, aveva il braccio sinistro teso, verso la strada, con un pollice
all’insù, un’automobile si fermò davanti a lui, al posto di guida c’era un
ragazzone, mentre seduto di fianco a lui, c’era una ragazzina dai capelli un
po’ particolari, entrambi avevano la pelle bruna, “Dove vai biondo?” disse la
ragazzina, affacciandosi dal finestrino, “Non ho una meta!Vado dove mi porta il
cuore!” rispose lui sorridente, la ragazza, sorrise, quasi incantata
dall’aspetto di quel ragazzo, dai quei grandi occhi acqua marina, che
sembravano due grandi distese d’acqua, occhi che incantavano, poi la pelle
brillante, le metteva calore solo a
guardarlo, si sarebbe voluta spogliare subito dei suoi vestiti, ma doveva
mantenere un pudore. “Vuoi venire con noi, Biondo?” domandò il ragazzo, Mystel
annui, poi salì in macchina, il gigante
ripartì.
“Hai un nome biondo?” disse la ragazzina, dalla pelle
bronzea, mentre spiava Mystel dallo specchietto centrale, “Mystel … Voi?”, la
ragazza sorrise poi disse: “Io sono Ming Ming! Lui è Moses!”, la ragazza
continuava a guardarlo incantata. “Dove andate voi?” chiese curioso Mystel,
mentre rispondeva seducente agli sguardi di MingMing, allora Moses disse: “Andiamo
ad un concerto! Pacifista! Mia sorella aveva preso i biglietti! Per tutti e
tre, ma si è sentita male, ma ci ha costretto ad andare lo stesso!”, poi MingMing
sbuffò e disse: “Ora ci avanza un biglietto! Vuoi venire?” aveva un sorriso
malizioso, “Volentieri!” rispose il ragazzo, qualcosa era scattato nuovamente,
la voglia di farlo lo attanagliava e la sua preda sarebbe stata MingMing, si
vedeva lontano un miglio, che era aristocratica e annoiata ad andare ad un
concerto pacifista, ma da quando lo aveva visto, tutta la noia era sparita, non
ce ne era rimasta proprio.
“Tra poco saremo a Osaka!” disse Moses, mentre dava un
occhiata fugace alla cartina, “Meno male!” disse MingMing, poi aggiunse:
“Questi sedili sono scomodissimi!”, Mystel sorrise fugace, poi si avvicinò alla
ragazza, le sussurrò qualcosa al orecchio, la ragazza divenne a primo impatto
rosso, poi però si ricompose annuendo a Mystel, Moses non si accorse di nulla.
“Finalmente!” disse soddisfatta MingMing, scendendo dalla
auto, era come se fosse stata liberata da una prigione, come se non rivedesse la luce da non si sa
quanto. “Calmati Ming … Tra poco passerai momenti peggiori!” disse scherzoso
Moses, poi aggiunse: “Stare tutti accalcati, sudati a strepitare per un non
nulla!”, quelle immagini disgustavano pienamente MingMing, però invece
sembravano allettare molto Mystel, il biondo mise le mani intono alle spalle
della ragazza, mentre seducentemente disse: “Che male c’è a stare tutti vicini
… Vicini!”, aveva sussurrato, la ripetizione molto dolcemente, provocando un
brivido alla ragazza, Moses invece sembrava essere cieco davanti i due o magari faceva finta di essere cieco.
“Moses io devo andare in bagno!” disse MingMing, il ragazzo
annui, poi la guardò era preoccupante lasciare andare in giro MingMing da sola,
lei era graziosa e fragile, in quel contesto qualche male intenzionato
l’avrebbe potuta rapire, “Vuoi che ti accompagno?” chiese da bravo cavaliere
quale era, la ragazza sorrise beffarda, poi disse: “Tranquilla mi accompagna
Mystel!”, il ragazzo sorrise malizioso, finalmente avrebbe placato la sua fame,
che le era venuta fin dal primo sguardo con MingMing.
“Andiamo ragazzo lussurioso!” disse, maliziosamente,
MingMing a Mystel, trascina dolo per il collo della tunica, lui annuiva
spensierato, poi la frenò e disse: “Perché non mi fai baciare quelle splendide
labbra!” , alzandoli il mento con le dita, “Non qui!” stava trattenendo la
ragazzina, ma era difficile, resistere a Mystel, aveva un fascino unico,
incredibile, infatti, quando sentì le labbra di Mystel posarsi sulle sue, neon
trattenne nulla, le sue bronzee mani, avvolgevano il volto del ragazzo, mentre
la lingua di lui, si addentrava dentro la bocca di MingMing.
Ora Mystel bramava avere quella ragazza, voleva che si unissero
nella più grande prova d’amore, “Vieni!” le sussurrò dopo essersi staccato da
lei, la prese per mano, fino a portarla nel’angolo più buio, li dove non
sarebbero potuti essere disturbati, li dove sarebbero potuti essere fuori dal
mondo, ma poi dopo che l’avevano fatto, cosa sarebbe stato? MingMing per lui
cosa sarebbe stata? Un'altra tacca sulla cinta, un amore di una volta, poi
dimenticato … Si MingMing sarebbe stato di sicuro questo, ma ora non gli importava, ora voleva solo
dare sfogo alla sua lussuria, sentirsi appagato dalle urla di piacere, proprie
e quelle di lei. Ora desiderava solo quello e nient’altro.
*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Invidia(Parte prima) ***
7 Peccati capitali
Kurenai88:
Troppo occupata a pensare il contenuto che mi sono dimenticata della
grafica, così abbandonandomi al semplice fatto che non sono un
asso in grammatica( Penso sia un disturbo genetico). Sono contenta che
Mystel ti sia piaciuto, spero che anche Mariam( My idol) gradirai
come lui ...
Ecco
il nuovo capitolo.... Avevo intenzione di dedicarlo, alle doppie facce,
ovvero quelle parsone, che sprecano il loro tempo a parlare male delle
persone, spreco intule, quindi metterci una cadenza maligna ...
Ma riflettendo ...
I sette peccati, sono
stati ideati dalla chiese e gli ultimi due comandamenti, dicono di non
desiderare ciò che non è nostro( L'ultimo mi sembra tanto maschilista).
Quindi ho pensato di fare questo capitolo, più sui desideri incompuiti che sulle invidie maligne.
*
*
Invidia
[Mariam]
Tra le caramelle che Brooklyn aveva distribuito, c’erano quella oro(Superbia),
quella viola(Avarizia) e quella rossa(Lussuria) ma di sicuro fra queste la più
interessante era quella verde, l’invidia,
in onore a quel esserino verde che si arrampicava sulle spalle delle persone, l’invidia
era un vizio al quanto comune, come l’avarizia, si trovava in quasi ogni persona,
in casi sufficientemente alti, ma mai estremi, invece a causa di una caramella
una ragazza aveva acquisito un vizio.
Era un pomeriggio di tardo settembre, stava tornando a casa,
aveva le buste della spesa, era andata prima a villa Hiwatari, per chiedere a
Rei qualche consiglio di cucina, per il suo
fidanzato, poi era passata al super market ed ora finalmente tornava a casa per
preparare la sua succulenta cenetta. Aveva preparato tutto, per prepara
qualcosa di ottimo, l’unico problema era che non aveva trovato le spezie … Ironia
della sorte, passò davanti una bancarella di spezie, rimase basita dal caso, ma se qualcosa aveva
imparato e che il caso non esisteva, ma per una volta lo ignorò. Guardò la
bancarella, poi guardò il mercante, un raccapricciante sorriso, volto solare,
capelli rossi, un orecchino, disse, sorridendoli: “Cosa desidera?” la ragazza annui poi disse: “ Un etto di
chiodi di garofano e due etti di pistacchio!” , il ragazzo prese le spezie poi
disse alla ragazza, “Il mio nome è Brooklyn e il suo signorina?”, la ragazza,
scosse i capelli scuri, poi con i suoi grandi occhi verdi e ferrei disse: “Mariam!
Quanto devo?”, lui sorrise, poi disse: “Considerato la sua innata bellezza per
questa volta offre la casa, con l’aggiunta di una caramella!” porgendoli una caramella color pistacchio e li
fu il dramma, Mariam prese quella caramella e la mangiò non preoccupandosi di
nulla. Andò via, sorridendo e ringraziando, mentre il rosso alle sue spalle
rideva divertito.
Tornata a casa, c’era un messaggio in segreteria, Max le
diceva che non poteva venire, aveva avuto un contrattempo, Emily e Rick erano
venuti a trovarlo, come poteva lascarli? Fino a qualche ora prima, avrebbe compreso, perfettamente, quella
situazione, ma ora no, ora non ci
riusciva, ora non capiva perché il suo ragazzo preferiva altra compagnia a lei. Fu da allora che cominciò a
provare invidia. Era un strano male
dentro, capace di scavarti l’anima a primo impatto, le sembrava fosse gelosia, visto che era rivolta a Max, ma
considerando che pian piano notò altre caratteristiche, l’avversione verso
Ozuma, ottimo blader che la batteva sempre, quella era invidia. Poi c’era l’invidia
per la spontaneità di Hilary, invidia per la sua ingenuità, era anche invidiosa
della sua appariscenza dovuta al suo fidanzato, invidiosa che il suo non c’era
mai, invidiosa del fatto che il bel indo-egiziano di Mystel non la notava, ci
provava spudoratamente con tutte eccetto lei.
Poi c’era Queen, certo attaccata ai soldi, ma era bella, aveva un solare
fidanzato o per meglio dire un amante che si occupasse di lei sempre, era
invidiosa del fatto che non era riuscita a conquistare gli animali sacri. Era
con l’invidia che viveva, giorno e notte, era divenuta spocchiosa ed insopportabile,
si intende più di quanto fosse già, perfino Zeo, che viveva di rimpianti e
invidie, era divenuto starle accanto, non faceva altro che parlare di ciò che
avrebbe voluto.
Mariam chiamava, Queen, per puro diletto: “Tirchia!”, l’altra,
ironicamente la chiamava: “Invidiosa!” e
Mariam a tali parole era costretta a Tacere, riconosceva il suo peccato, lo
sfrenato desiderio di cose altrui,
anche se a volte era lo sfrenato desiderio di cose sua, ma che non poteva ave
sempre. Come il suo amato Max, convertito a ben altro vizio che la ragazza, non
viveva di sospiri come Yuya, non vive d’amore come Mao, che sarebbe stata
capace di farsi la manica del golfo a nuoto se Rei gli è lo avesse chiesto.
Spesso si chiedeva se quello era amore? Fino a ritrovarsi a invidiare Salima
beata con Kain, spesso desiderava essere lei. La situazione precipitava.
Il suo vizio aumentava, come poteva lei, un tempo così pura
e senza macchia esser divenuta così invidiosa, non faceva altro che ripetere alla
gente le sue inesistenti mancanze e
ripetere i suoi futili desideri. Un
giorno di inizio primavera, mentre invidiava Julia, che veniva scelta da Mystel
, per la sua danza d’amore. Così, quasi per un strano caso, ben congeniato
dal fato e dallo stesso interessato. La ragazza super invidiosa si ritrovò a
parlare con il ragazzo che le invidie se
le cercava, così parlando di cosa l’uno avesse
e di cosa l’altra volesse, scoprirono
che i loro estremi vizi, erano venuti fuori dopo l’incontro con lo stesso
soggetto, Brooklyn, il ragazzo con i capelli rossi come le fiamme che
divampavano.
Così cominciò anche ad invidiare la sua vita, prima del
incontro del venditore di spezie, si odiava per com’era ora e si invidiava di
quanto fosse fresca(Pura) prima. Di
quanto Max, passava tanto tempo con lei a quanto ora cercava di sviarne,
semplicemente per concedersi al suo
vizio, nato dopo l’incontro con Lui,
il ragazzo delle caramelle.
L’invidia cresceva e saliva, e pur troppo sopra la superbia
si può passare, sopra l’avarizia si può passare, sopra la lussuria anche, in
realtà su ogni peccato si poteva passare eccetto, l’invidia, la gente non
tollerava gli invidiosi. Così Mariam aveva paura di rimanere sola, sarebbe
stata triste ed avrebbe invidiato chi era felice. Non poteva chiamarsi
vita, un ampio spazio, utilizzato solo per desiderare cose che non si avevano, senza
vedere le meraviglie che si ha.
[Continua …]
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Gola(Parte Prima) ***
7 Peccati capitali
Kurenai88:
Per cominciare scusa il mio ritardo, ma questo periodo non è
nero, e una tonalità sotto, anzi forse è tutto
l'arcobaleno, anzi bho, un colore mai visto prima, periodo assurdo, mi
sa che non sopravivo.
Comunque,
sono contenta che ti sia piciuta la mia Mariam-Chan, l'invida è
una brutta cosa, specialmente nel suo caso, che significa non aprezzare
se stessi, comunque il turno di questa volta è Max con la
caramella arancio, spero ti piaccia anche questo( Ho dato una comparsa
anche ha MYSTEL)
Ecco
il nuovo capitolo.... Lo dedico a una persona a me molto cara, ME STESSA(dai scherzo) La dedico a MIA SORELLA, perchè oltre alla superbia(Che è sua di diritto) e anche molto golosa, decisamente tanto, tanto golosa,(Poi una settimana fa c'è stato il suo compleanno) ma io di più, per me il cibo è vita, cioè ci sono persone che MANGIANO PER VIVERE ed altre VIVONO PER MANGIARE ...
Io faccio parte della seconda categoria, ma ironcamente sono intollerante al GLUTINE e al LATTOSIO(Faccio collasare, quando cerco qualcosa da mangiare),
ma non ostate questo, sopravivo, mentre ricordo i bei tempi andati in
cui mi mangiavo territorio e convento. Il positivo e che ho perso
quasi sei chili ...A ecco il capitolo, sul caro Max e la Maionese(Sbav)
*
*
Gola
[Max]
Brooklyn per LUI,
aveva scelto la caramella arancia,
significava la gola. In fatti, lui
amava mangiare, ma nulla di troppo eccessivo, Takao era sempre peggio di lui,
ma dopo quella dolcissima Caramellina, Max era diventato un golosone di prima
categoria, specialmente per la Maionese, sua dolce prelibata ossessione e
povera era Mariam alle prese con le sue stramberie.
“Ma come fai?” disse nauseato Hilary, mentre vedeva Max, mettere
una quantità immensa di Maionese, sull’ultima creazione di Salima, la rossa,
aveva un talento unico culinario e a forza di scambiarsi le ricette con Rei, era finita per infatuarsi del cinesino,
ma questa è un'altra storia …
“Metto la Maionese sulla crostata!” aggiunse il biondo,
addentando una vistosa pezzo di torta, Hilary ebbe quasi una crisi di vomito,
lo stesso Salima, solo Takao non si stupì, Mariam era basita, il suo ragazzo
amava più i dolci a lei. “Che altro c’è da mangiare?” aggiunse dopo essersi
divorato tutta la crosta, insieme a due
barattoli di maionese, “Em … Crauti!” si limitò a dire Salima, un po’
sconcertata, prima di servirli quel piatto di verdure assurde, perfino Takao
deglutì schifato da quel abominevole
visione.
Max, rovesciò mezzo barattolo di Maionese sui crauti e si strafogò come se fosse stato, un bambino del terzo mondo che non mangiava da mesi. Salima si
coprì gli occhi, quella scena faceva troppo disgusto, Takao invece mise una
mano davanti la bocca, per evitare una crisi di vomito, Mariam si alzò e andò
via, deliberatamente, seguita a ruota da Hilary che aveva comunque un
appuntamento con Kai.
“Se continui così … La perderai!” disse Salima, mentre
affogava il suo disgusto in un bicchiere, ma il biondino la ignorò, non si
rendeva conto, minimamente, che Mariam viveva di invidie e rimorsi, mentre lui
rimpinzandosi di cibo, non l’aiutava, ma non era colpa sua, aveva un semplice appetito bestiale, paragonabile
a nessuno. Max la ignorò, anzi non accennò alcuna risposta, ma tra un vegetale
e un altro, ci stava pensando. Da
quant’è che aveva cominciato ad accusare quelli strani comportamenti?
Era partito tutto, dopo una strana sfuriata di Mariam, non
ricordava bene su cosa aveva litigato, magari una cenetta a cui non era andato,
per via di Emily, va be, comunque era stato un bizzarro pomeriggio, nel quale
aveva incontrato Ming2(Alla seconda) una ragazza innamorata del
casanova dei loro tempi, povera illusa, di sicuro lei non era la Francesca dei
loro tempi. Così mentre chiacchierava con quella ragazzetta, un po’, anzi decisamente, snob, aveva incontrato il
rosso mal pelo di quei tempi, no questo pensiero era completamente sbagliato, il ragazzo dai capelli rossi era spigliato
e sorridente, forse un po’ inquietante, ma di sicuro non centrava molto con il
personaggio verghiano.
“Posso offrivi una caramella! Una sola, però!” aveva detto, il rosso, Ming, quasi senza pensarci
aveva risposto: “No! Grazie! Poi
ingrasso!” quasi avesse capito, che era la caramella della gola, invece Max l’aveva accettata,
dopo molti ripensamenti, quel ragazzo, che aveva detto di chiamarsi Brooklyn,
l’aveva convinto a inghiottire quella caramella al odor di fior d’arancio e al sapore d’arancio.
Ma a primo impulso, non aveva provato alcuna differenza, tutto si era
scatenato, dopo aver pranzato con Rei e Takao, dopo aver mangiato uno, squisito, piatto del cinesino, decorato
con l’immancabile Maionese, un appetito bestiale l’aveva conquistato.
“Ba io vado!” disse Salima schifata alzandosi, come poteva
Max nutrirsi così? Così mentre lei usciva dal giardinetto del ‘modesto’ Dojo Kinomiya incontrò, Mystel,
sorridente entrare, davanti a quel ragazzo c’era solo una regola, devia lo
sguardo, mai guardare quelle lastre azzurre come il cielo, nel quale ti senti di poterci volare, così deviò
apertamente lo sguardo, provocando una risata nel indo senegalese, tanta
innocenza, l’aveva vista solo in Hilary, quella ragazza era così pura e senza
macchia,anzi entrambe lo erano, solamente che a corrompere Hilary c’era Kai ed
il re della superbia otteneva sempre ciò che voleva.
“Che fate?” domandò mentre guardava i due, “Mangiamo!” risposerò all’unanime i due,
Mystel scosse il capo,poi sussurrò: “Wow, sprecate le giornate in un modo
unico!” proprio non lo capiva il comportamento di Max, il biondo americano
disse: “Scusa io spreco le mie giornate mangiando e tu le sprechi …”, “Quello
che faccio io, non è uno spreco … Te lo assicuro!” lo contraddisse il biondo
indo senegalese, aveva usato un tono malizioso, quanto amava il suo vizio, non
c’erano mai conseguenze o quasi mai. “Neanche
il cibo è uno spreco!” disse Max,
addentando un atro pezzo di fetta biscottata con sopra la maionese, che si era
preparato, tra un crauto e l’altro, mentre Salima andava via e Mystel arrivava.
“Senti … Visto che preferisci
fare l’amore con un panino, invece che con
lo schianto della tua fidanzata! Me
la concederesti per una notte …” domando, scherzosamente, Mystel, cioè lo
scherzo c’era, ma se Max scherosamente avrebbe accettato, Myestel non se lo
sarebbe fatto ripetere due volte, in realtà se con quel americano non avesse
stretto un così forte legame, avrebbe già sedotto la ragazza, ma l’amicizia sembrava essere più forte delle caramelle dei vizi. “Mystel! Non ti azzardare!
Mariam è ciò di più caro che ho a questo mondo!” aveva specificato Max, facendo
cadere nel piatto la fetta biscottata, aveva uno sguardo quasi trucido, una
sola azione del indo africano e lui avrebbe scatenato l’inferno. “Ok! Ok! Ma
smettila di pensare solo al cibo e pensa anche a lei! Le ragazze …” stava dicendo
Mystel, quando Takao che fino a quel momento era rimasto in silenzio finì la
frase per lui: “Le ragazze hanno costantemente bisogno di attenzione! Hilary lo
dice sempre!”.
Era una sera di inizio primavera, finalmente dopo i mesi
invernali si poteva riprendere a mangiare al chiaro di luna, Emily era bloccata
in America per gli esami, così Mariam era certa che non sarebbe stata appiccicata
al suo fidanzato. Così la ragazza aveva deciso, di preparare una cenetta, molto
velocemente si era liberata degli scudi sacri, aveva preparato un tavolo
romanticissimo ma soprattutto, aveva passato tutto il giorno sui fornelli,
invidiando la bravura di Salima, ma alla fine aveva preparato una cenetta
unica, se voleva tenere stretto il suo ragazzo, lo doveva prendere per la gola.
Solo che la serata a lume di candela e chiaro di luna, sul terrazzo, curato con
le gardenie, da Ozuma, stranamente lui ci teneva a quei fiori, c’erano varie
spiegazioni. Mariam aveva indossato un abito succinto prestatoli dalla Tirchia,
ma non era servito a molto perché Max aveva dato più attenzione al cibo che a
lei. Mariam passò tutta la serata a sbuffare, mentre il suo ragazzo li faceva i
complimenti per la cucina. C’era una cura alla Gola? Sperava di si! E già che c’era
anche a l’invidia.
“Vuoi un po’ di polpettone?” chiese lei, un po’ incerta di
quelle parole, “Volentieri!” disse lui, sorridendo, prendendo un pezzo di
quello, che l’amore della sua vita le porgeva. Perché Mariam era l’amore della sua vita, anche se l’esempio più calzante
era il suo cibo indispensabile.
[Continua …]
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=358457
|