Sette Peccati Capitali

di Ella_Sella_Lella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Superbia.(Parte prima) ***
Capitolo 2: *** Avarizia(Prima Parte) ***
Capitolo 3: *** Lussuria(Prima Parte) ***
Capitolo 4: *** Invidia(Parte prima) ***
Capitolo 5: *** Gola(Parte Prima) ***



Capitolo 1
*** Superbia.(Parte prima) ***


7 Peccati capitali

Superbia 

[Kai Hiwatari]

Se tra tutti i peccati capitali, quello che meglio identificava Kai Hiwatari era senza alcun dubbio la superbia. Il ricco rampollo della famiglia Hiwatari aveva un desiderio morboso, anzi non un desiderio, IL DESIDERIO di dimostrare sempre la sua superiorità in confronto agli altri. Lui non è che dovesse primeggiare in ogni cosa, non erano questioni di famiglia o altro, Kai Hiwatari voleva primeggiare in tutto.

Amava vantarsi di ogni cosa, dalla macchina lussuosa di famiglia, alle grandi ricchezze della sua famiglia, si pavoneggiava davanti gli amici e davanti i poveri servi faceva letteralmente il Superbo, per questo che era stato amichevolmente sopranominato da colui che poteva essere il suo miglior amico, “Mister Superbia”.

Certo era strano per un superbo avere un amico, ma se il cielo aveva graziato Kai Hiwatari concedendoli letteralmente un angelo che ignorasse letteralmente il suo modo di affrontare la vita. Rei Kon.

Era stata una mattina di metà inverno, quando qualcuno aveva suonato al, grande, portone della sua vuota villa. Era stato un ragazzo di origini cinesi, portava in mano un volantino, era il volantino che i suoi servi avevano distribuito per tutta la città di Tokyo, era un volantino che annunciava un posto libero da cuoco nella villa Hiwatari, perché il precedente era ormai troppo vecchio. E il caso voleva che uno di quei volantini finisse tra le mani di quel cinesino, Rei Kon, un ragazzo che aveva viaggiato tutta la vita ed aveva imparato la cucina di tutti i paesi dove era stato.

Quando Kai aveva provato un suo piatto, voleva quasi convertirsi dalla Superbia alla Gola, però analizzando la situazione, preferiva pavoneggiarsi ed essere sempre una testa sopra gli altri, anche se per sua sfortuna Rei Kon, non rimaneva mai a testa bassa, non aveva mai un cattivo pensiero, agli occhi di Kai, lui era un immacolato angelo.

“Mister Superbia!” disse Rei Kon, bussando al dilla della bianca porta in frassino, Kei Hiwatari disteso sul letto li diede il permesso di entrare, normalmente con i suoi servi non era tanto indulgente, ma a quel ragazzo le faceva passare tutte, che sa perché. “Dimmi Rei!” disse lui mentre si alzava dal letto, avviandosi verso il suo grande armadio a muro, lo aprì, prese uno scintillante smoking, nero di raso, un vestito capace di far venire invidia al mondo, poi se sicuramente ci avrebbe abbinato una spilla da 300 Y (Allora non avevo la doppia sbarra) avrebbe attirato su di se l’invidia di tutti, ma alla fine questo era il suo scopo, attirare su di se tutta l’attenzione, brillare più degli altri.

“ È arrivata Hilary!” disse il cinese, il ragazzo annui, Hilary la sua fidanzata o per lo meno la cosa che ci si avvicinava di più, Kai Hiwatari aveva molte donne, che non lo amava, amavano i suoi soldi, eccezion fatta per Hilary, era una ragazza semplice, non aveva grandi ambizioni, aspetta, non aveva grandi ambizioni riguardanti i soldi, perché in realtà desiderava essere un avvocato, non per i soldi ma per la causa. Quindi Kai adorava quella ragazza, per la sua incredibile ingenuità ed il suo più grande desiderio era quello di macchiare una pura anima.

“Dille che arrivo!” disse lui, per poi andare nel bagno privato confinante con la sua camera, il cinesino annui, andando via.  Kai Hiwatari si cambiò in bagno, lasciando i panni per terra, troppo elegante per provvedere a se stesso, con una mano di gel, sistemò i capelli in modo molto vago, poi mise una spilla, non la solita spilla da 300 Y, una che ne valeva almeno il doppio, poi cominciò a specchiarsi, ignorando, che al pian terreno la ragazza attendeva, il suo ego aveva la precedenza su tutto, guardandosi allo specchio, riammise nuovamente di essere bellissimo e perfetto, era un autentico dio del olimpo, era così bello, che perfino Narciso si sarebbe dovuto ricredere alla sua bellezza, avrebbe dovuto abbassare il capo, perché si sarebbe dovuto innamorare della sua strabiliante bellezza. Perché come Kai Hiwatari non esisteva nessuno.

Dopo qualche tempo, il ragazzo, si decise a scendere al piano di sotto, camminava per le scale di marmo, con una tale grazia, quasi da apparire un angelo, un angelo peccaminoso, Hilary era ammagliata, aveva uno sguardo incantato, quasi come una sacerdotessa con la sua divinità. “Era ora signoria della Superbia!” disse Rei, ironicamente, mentre l’altro non lo curo minimamente, anche se Rei era l’unica persona che setiva, già sentiva, ma non ascoltava nessuno all’infuori di se stesso, si avvicinò ad Hilary, poi li sorrise, la ragazza quasi svenne dall’imbarazzo.

“Andiamo …” disse lui, porgendoli il gomito, la ragazza lo prese, poi rossa annui …

[Continua …]

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Capitolo 2
*** Avarizia(Prima Parte) ***


7 Peccati capitali

Buon Giorno allora premetto subito che i capitoli, prima ci saranno le prime parti, poi ci saranno le seconde parti, poi le terze (Magari) non penso di arrivare fino a tre, comunque, questa volta tocca a Queen. Datemi una mano su dove inserire Mariam, che ci sta d'obligo però non so dove metterla.

*  


*
 Avarizia 

[Queen]


C’era che diceva che i soldi facevano girare il mondo e chi dicevano che non potevano comprare la felicità.

Queen, faceva parte della prima schiera di persone, si sarebbe venduta l’anima per 30 monete d’Argento, però c’era anche chi, ironicamente, diceva, che la ragazza avesse sul serio fatto un patto con il diavolo, si fosse venduta la sua anima e quella del gemello. Questo, scherzosamente, spiegava le grandi fortune della ragazza, non sbagliava mai, qualunque cosa facesse ne riusciva sempre a testa alta, sempre vincitrice.

Ma dimentichiamo, la questione del patto con il diavolo, verrà approfondita dopo, ora non conta niente. Ritorniamo ai soldi. Queen era fissata con i soldi, quando andava a pranzo con le amiche, si preoccupava di non spendere neanche un centesimo, amava la moda, ma per comprarsi i vestiti, spendeva i soldi del fratello.

Il suo sopranome, non era Miss Avarizia, come ci si potrebbe aspettare, era semplicemente definita ‘Tirchia’ usava chiamarla in quel modo Mariam, tra le due non scorreva buon sangue, anzi a dirittura c’era l’odio, un odio così profondo e duraturo, che le due si erano quasi dimenticate la causa di tutto quel odio, ma non ostante ciò il rapporto tra le due non cambiava mai, bensì Salima le provasse tutte per farle andare d’accordo.

Mi devi 3 Y!” aveva urlato per i corridoi, se Queen caso raro prestasse i soldi, questi andavano restituiti nell’arco di 24 ore, poi lei diventava infernale, nessuno poteva toccare i suoi soldi e poi non restituirglieli anche se si parlava di qualche moneta. E Hiruta ora stava sfidando troppo la sua pazienza, visto che era passata una settimana da quando la ragazza gli aveva prestato gli spiccioli per comprare un panino. Il ragazzo vestito da pirata li lascio una moneta da 5, e poi sorridente disse: “Con gli interessi!” poi andò via, Queen guardava quel pezzo di carta, incantata, il suo unico amore  erano i soldi, non era una cose che gli faceva onore, ma se l’avarizia era il suo peccato, lei che ci poteva fare.

“Tirchia! Oggi il pranzo lo offri tu!” aveva detto, amichevolmente Yuya, che moriva al solo sguardo di lei, lui era fondamentalmente buono,  gioioso e felice e con il carattere che si trovava riusciva ad ignorare completamente l’avaria della ragazza ed infondo anche Queen provava un sentimento benevolo per quel delizioso ragazzo, per lui avrebbe potuto anche spenderlo qualche centesimo. “Si può anch’essere … Scroccone!” disse lei, prendendo dalla tasca la banconota da 5. Yuya la guardò poi disse: “Sai Reginetta … che lavoro dovresti fare da grande … O l’economista oppure la contabile! Così stai con i soldi sempre!”, Queen fece le spallucce poi rispose: “Assolutamente no! Io conto di diventare una bella mantenuta di un miliardario!”, il ragazzo rise, strappando un sorriso anche a lei. L’unico modo per avere il cuore di quella ragazza  era con i soldi, eppure lui riusciva a strapparle sempre un sorriso anche se non aveva monete in tasca …

Ed era certo che un giorno l’avrebbe curata dalla sua avarizia …

Queen, come già detto, era molto tirata per i prestiti, in effetti era un autentica esattrice delle tasse, sempre ingorda del suo denaro, che non condivideva con nessuno, Mariam, un giorno aveva ipotizzato, sempre scherzosamente, che Queen donasse un quarto del suo denaro al diavolo, in cambio della sua sfacciata fortuna, che le permetteva sempre di vincere al bingo o quel che fosse … Erano pensieri che stupivano, ma in fondo Mariam, il fratello e il resto degli scudi sacri, avevano un credo molto particolare, quasi a se, che con Kami, Budda, Alla, Dio o Confucio … Non centrava nulla.

“Ecco … le mie finanze!” aveva detto Queen, rimettendo in ordine tutti i suoi soldi, mentre il fratello la guardava, li pareva quasi nauseata, lui era sempre stato abbastanza attento hai soldi, ma non era mai stato tirchio quanto sua sorella, non la capiva proprio, come poteva essere così attaccata ai soldi? Quasi, quasi anche lui cominciava a credere alle teorie delle caramelle, infatti si dice che: “Il diavolo avesse mandato sulla terra sette diversi tipi di caramelle, contenenti un peccato!(Ispirato a una puntata di Streghe) E sua sorella avesse mangiato quella dell’avarizia, mai accettare Caramelle dagli estranei, perché la sorella non lo aveva rispettato? Qualche minuto dopo si sentì cretino, per aver pensato che la Tirchiaggine della sorella era causata da una caramella. Ma per un così eccessivo attaccamento ai soldi, non poteva esserci una spiegazione, ben definita o normale o scientifica, di sicuro c’era altro sotto, ma cosa poteva causare quel adorazione per i soldi.

Un pensiero fece sorridere l’albino, la sua cara gemellina aveva qualcosa in comune a Mariam, un credo particolare, Mariam idolatrava gli spiriti della natura o quel che era, mentre la sua Gemellina Queen, idolatrava il dio denaro,  la sventura dei tempi attuali.

“King … I soldi sono contati! Io vado! Se al  mio ritorno manca qualcosa ti riterrò il responsabile!”  disse la sorella, andandosene, lasciando il suo bene più prezioso dentro una cassettiera, dove solo lei ed il fratello sapevano dove fosse. Lì come tentazione, ma lui non era come la sorella non avrebbe ceduto.

Queen uscì di casa, chiudendosi la porta alle spalle, ma con grande stupore del fratello, lei rientrò in casa, si avvicinò alla cassettiera, aprì il cassetto prendendo una mazzetta, che si strusciò sul volto. Dai soldi non si poteva proprio staccare, ma qualcosa King doveva inventare per salvare Queen, dalla sua avarizia, che prima o poi l’avrebbe trascinata al inferno …

 [Continua …]

*

Black_DownTH : Spero ti piaccia anche i capitolo che leggerai! L'idea mi è venuta così, senza un vero e proprio motivo, (Non è vero)Tutto è partito dal fatto che sono golosa, che mia sorella è avara, da qualche ff molto lussuriosa, e dal fatto che Kai fosse Superbo e Takao Svogliato. Spero ricomenterai ...
Kurenei88: Grazie per il tuo commento!!!Alla fine ho dato la parte del Goloso a Max, anche se ero tentata di darlo al mio amato cuoco cinesino*Sbav*Però alla fine, Max con la sua fissazione per la Maionese Allora, sono contenta che Kai ti sia  piaciuto e spero che anche Queen ti sia piaciuta, io ignorando il suo carattere sclerotico, la vedevo bene come un avara perché quando è uscita fuori, mi sembrava che sarebbe stata capace di vendersi per la fama, FAMA=SOLDI.
Comunque credo di aver capito, cosa ha provocato il tuo colpo. Comunque andiamo avanti, posso chiederti consigli per quanto riguarda  il terzo capitolo, perchè sono sempre stata vergognosa per queste cose, quindi ti chiedo una mano, per farvore* Te lo chiede in ginocchio*
Spero commenterai di nuovo ...

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Capitolo 3
*** Lussuria(Prima Parte) ***


7 Peccati capitali

Kurenai88 : Ok spero di aver dato a Mystel il suo giosto  merito ... Lo spero veramente, perchè come ti ho detto, sono sempre stata molto vergonosa ... Con il sesso, menter con la sensualità non ho mai avuto problemi, quella la uso quando ballo, con lo stile Jazz, va be questi sono i miei casi strani ...
Mariam, si con l'invidia ci sta, si c'è lo potrei mettere ... Ci evo riflettere, perchè pure ad Ira ci starebbe, ma quella volevo riservarla alla  mia, macchina Assasina, preferita ...(Visto che è sempre cauto e calcolatore, gli sbalzi di collera ci stanno).

Ecco il nuovo capitolo.... Lo dedico particolarmente a Miri Miri. (Lussuriosa,Superba, Accidiosa ... Va be di tutto e di più, però l'adoro)

*  


*
 Lussuria 

[Mystel]

Mystel era diverso da tutte le persone già descritte, lui  prima era ingenuo e infantile, essa temente come il suo aspetto suggeriva, ancora oggi suggeriva quest’idea, completamente, sbagliata. Mystell era cambiato, quando un giorno, un ragazzo dal viso pacato ed i capelli rossi, rossi come quelli di rosso mal pelo, si diceva che chi aveva i capelli rossi era posseduto dal demonio, magari se l’avesse saputo nulla sarebbe andato come era andato. Ritornando alla storia, il giorno in cui, un ragazzo dei capelli colore delle fiamme, Brooklyn si chiamava, gli aveva offerto una caramella, una caramella rossa come il sangue, come la passione, come le fiamme e come l’amore. E lui l’aveva mangiata, non preoccupandosi di nulla, le madri, normalmente, dicevano ai figli di non accettare mai nulla dagli sconosciuti, ma Mystel era troppo libero per stare alle regole di convenienza e poi se il rosso sia era presentato,automaticamente, non era più un estraneo. Da allora era cambiato, da allora anche lui, così ingenuo e puro aveva un vizio, la lussuria era il suo vizio.

Però lui non era ne Casanova, ne un Play Boy, per lui l’amore fisico, non era godimento, se puro sesso, era piacere, lo stesso piacere di un artista davanti la sua opera completa, per lui il sesso era arte, era tutta questione di pressione, di tocco e di colori. Bisognava avere atteggiamenti dolci con i timidi, sensuali con gli sfacciati, bisognava sempre dire frasi vere, ne troppo montate ne forzate, frasi sincere. Molti desideravano essere come lui, avere la sua sicurezza, molti volevano essere artisti del sesso come lui, ma nessuno poteva, molti chiedeva a lui consiglio, molti si facevano dare lezioni di seduzione.

Ma Mystel, faceva quel che faceva di natura, non sapeva spiegarlo neanche a se stesso, per lui amare fisicamente la gente, era un bisogno morboso, sentire le pelle strusciarsi, le urla di godimento, erano un suo bisogno, non poteva farne a meno,  la colpa ne era certo era tutta della caramella, quindi tutta colpa di chi gli è l’aveva data, quindi aveva iniziato un viaggio alla ricerca di quel ragazzo, mentre veniva trascinato in un turbine di lussuria, perché quello era il suo peccato.

Era sul ciglio della strada, mentre i suoi lunghi capelli, biondi come i raggi del sole, rilegati in una treccia si muovevano sinuosi con il vento, aveva il braccio sinistro teso, verso la strada, con un pollice all’insù, un’automobile si fermò davanti a lui, al posto di guida c’era un ragazzone, mentre seduto di fianco a lui, c’era una ragazzina dai capelli un po’ particolari, entrambi avevano la pelle bruna, “Dove vai biondo?” disse la ragazzina, affacciandosi dal finestrino, “Non ho una meta!Vado dove mi porta il cuore!” rispose lui sorridente, la ragazza, sorrise, quasi incantata dall’aspetto di quel ragazzo, dai quei grandi occhi acqua marina, che sembravano due grandi distese d’acqua, occhi che incantavano, poi la pelle brillante,  le metteva calore solo a guardarlo, si sarebbe voluta spogliare subito dei suoi vestiti, ma doveva mantenere un pudore. “Vuoi venire con noi, Biondo?” domandò il ragazzo, Mystel annui,  poi salì in macchina, il gigante ripartì.

“Hai un nome biondo?” disse la ragazzina, dalla pelle bronzea, mentre spiava Mystel dallo specchietto centrale, “Mystel … Voi?”, la ragazza sorrise poi disse: “Io sono Ming Ming! Lui è Moses!”, la ragazza continuava a guardarlo incantata. “Dove andate voi?” chiese curioso Mystel, mentre rispondeva seducente agli sguardi di MingMing, allora Moses disse: “Andiamo ad un concerto! Pacifista! Mia sorella aveva preso i biglietti! Per tutti e tre, ma si è sentita male, ma ci ha costretto ad andare lo stesso!”, poi MingMing sbuffò e disse: “Ora ci avanza un biglietto! Vuoi venire?” aveva un sorriso malizioso, “Volentieri!” rispose il ragazzo, qualcosa era scattato nuovamente, la voglia di farlo lo attanagliava e la sua preda sarebbe stata MingMing, si vedeva lontano un miglio, che era aristocratica e annoiata ad andare ad un concerto pacifista, ma da quando lo aveva visto, tutta la noia era sparita, non ce ne era rimasta proprio.

“Tra poco saremo a Osaka!” disse Moses, mentre dava un occhiata fugace alla cartina, “Meno male!” disse MingMing, poi aggiunse: “Questi sedili sono scomodissimi!”, Mystel sorrise fugace, poi si avvicinò alla ragazza, le sussurrò qualcosa al orecchio, la ragazza divenne a primo impatto rosso, poi però si ricompose annuendo a Mystel, Moses non si accorse di nulla.

“Finalmente!” disse soddisfatta MingMing, scendendo dalla auto, era come se fosse stata liberata da una prigione,  come se non rivedesse la luce da non si sa quanto. “Calmati Ming … Tra poco passerai momenti peggiori!” disse scherzoso Moses, poi aggiunse: “Stare tutti accalcati, sudati a strepitare per un non nulla!”, quelle immagini disgustavano pienamente MingMing, però invece sembravano allettare molto Mystel, il biondo mise le mani intono alle spalle della ragazza, mentre seducentemente disse: “Che male c’è a stare tutti vicini … Vicini!”, aveva sussurrato, la ripetizione molto dolcemente, provocando un brivido alla ragazza, Moses invece sembrava essere cieco davanti i due o magari faceva finta di essere cieco.

“Moses io devo andare in bagno!” disse MingMing, il ragazzo annui, poi la guardò era preoccupante lasciare andare in giro MingMing da sola, lei era graziosa e fragile, in quel contesto qualche male intenzionato l’avrebbe potuta rapire, “Vuoi che ti accompagno?” chiese da bravo cavaliere quale era, la ragazza sorrise beffarda, poi disse: “Tranquilla mi accompagna Mystel!”, il ragazzo sorrise malizioso, finalmente avrebbe placato la sua fame, che le era venuta fin dal primo sguardo con MingMing.

“Andiamo ragazzo lussurioso!” disse, maliziosamente, MingMing a Mystel, trascina dolo per il collo della tunica, lui annuiva spensierato, poi la frenò e disse: “Perché non mi fai baciare quelle splendide labbra!” , alzandoli il mento con le dita, “Non qui!” stava trattenendo la ragazzina, ma era difficile, resistere a Mystel, aveva un fascino unico, incredibile, infatti, quando sentì le labbra di Mystel posarsi sulle sue, neon trattenne nulla, le sue bronzee mani, avvolgevano il volto del ragazzo, mentre la lingua di lui, si addentrava dentro la bocca di MingMing.

Ora Mystel bramava avere quella ragazza, voleva che si unissero nella più grande prova d’amore, “Vieni!” le sussurrò dopo essersi staccato da lei, la prese per mano, fino a portarla nel’angolo più buio, li dove non sarebbero potuti essere disturbati, li dove sarebbero potuti essere fuori dal mondo, ma poi dopo che l’avevano fatto, cosa sarebbe stato? MingMing per lui cosa sarebbe stata? Un'altra tacca sulla cinta, un amore di una volta, poi dimenticato … Si MingMing sarebbe stato di sicuro questo,  ma ora non gli importava, ora voleva solo dare sfogo alla sua lussuria, sentirsi appagato dalle urla di piacere, proprie e quelle di lei. Ora desiderava solo quello e nient’altro.

*


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Capitolo 4
*** Invidia(Parte prima) ***


7 Peccati capitali

Kurenai88: Troppo occupata a pensare il contenuto che mi sono dimenticata della grafica, così abbandonandomi al semplice fatto che non sono un asso in grammatica( Penso sia un disturbo genetico). Sono contenta che  Mystel ti sia piaciuto, spero che anche Mariam( My idol) gradirai come lui ...

Ecco il nuovo capitolo.... Avevo intenzione di dedicarlo, alle doppie facce, ovvero quelle parsone, che sprecano il loro tempo a parlare male delle persone, spreco intule, quindi metterci una cadenza maligna ... 
Ma riflettendo ...
I  sette peccati, sono stati ideati dalla chiese e gli ultimi due comandamenti, dicono di non desiderare ciò che non è nostro( L'ultimo mi sembra tanto maschilista).
Quindi ho pensato di fare questo capitolo, più sui desideri incompuiti che sulle invidie maligne.

*  


*
 Invidia 

[Mariam]

Tra le caramelle che Brooklyn aveva  distribuito, c’erano quella oro(Superbia), quella viola(Avarizia) e quella rossa(Lussuria) ma di sicuro fra queste la più interessante era quella verde, l’invidia, in onore a quel esserino verde che si arrampicava sulle spalle delle persone, l’invidia era un vizio al quanto comune, come l’avarizia, si trovava in quasi ogni persona, in casi sufficientemente alti, ma mai estremi, invece a causa di una caramella una ragazza aveva acquisito un vizio.

Era un pomeriggio di tardo settembre, stava tornando a casa, aveva le buste della spesa, era andata prima a villa Hiwatari, per chiedere a Rei qualche consiglio di cucina, per il suo fidanzato, poi era passata al super market ed ora finalmente tornava a casa per preparare la sua succulenta cenetta. Aveva preparato tutto, per prepara qualcosa di ottimo, l’unico problema era che non aveva trovato le spezie … Ironia della sorte, passò davanti una bancarella di spezie,  rimase basita dal caso, ma se qualcosa aveva imparato e che il caso non esisteva, ma per una volta lo ignorò. Guardò la bancarella, poi guardò il mercante, un raccapricciante sorriso, volto solare, capelli rossi, un orecchino, disse, sorridendoli: “Cosa desidera?”  la ragazza annui poi disse: “ Un etto di chiodi di garofano e due etti di pistacchio!” , il ragazzo prese le spezie poi disse alla ragazza, “Il mio nome è Brooklyn e il suo signorina?”, la ragazza, scosse i capelli scuri, poi con i suoi grandi occhi verdi e ferrei disse: “Mariam! Quanto devo?”, lui sorrise, poi disse: “Considerato la sua innata bellezza per questa volta offre la casa, con l’aggiunta di una caramella!”  porgendoli una caramella color pistacchio e li fu il dramma, Mariam prese quella caramella e la mangiò non preoccupandosi di nulla. Andò via, sorridendo e ringraziando, mentre il rosso alle sue spalle rideva divertito.

Tornata a casa, c’era un messaggio in segreteria, Max le diceva che non poteva venire, aveva avuto un contrattempo, Emily e Rick erano venuti a trovarlo, come poteva lascarli? Fino a qualche ora prima, avrebbe compreso, perfettamente, quella situazione, ma ora no, ora non ci riusciva, ora non capiva perché il suo ragazzo preferiva altra compagnia a lei. Fu da allora che cominciò a provare invidia. Era un strano male dentro, capace di scavarti l’anima a primo impatto, le sembrava fosse gelosia, visto che era rivolta a Max, ma considerando che pian piano notò altre caratteristiche, l’avversione verso Ozuma, ottimo blader che la batteva sempre, quella era invidia. Poi c’era l’invidia per la spontaneità di Hilary, invidia per la sua ingenuità, era anche invidiosa della sua appariscenza dovuta al suo fidanzato, invidiosa che il suo non c’era mai, invidiosa del fatto che il bel indo-egiziano di Mystel non la notava, ci provava spudoratamente con tutte eccetto lei.  Poi c’era Queen, certo attaccata ai soldi, ma era bella, aveva un solare fidanzato o per meglio dire un amante che si occupasse di lei sempre, era invidiosa del fatto che non era riuscita a conquistare gli animali sacri. Era con l’invidia che viveva, giorno e notte, era divenuta spocchiosa ed insopportabile, si intende più di quanto fosse già, perfino Zeo, che viveva di rimpianti e invidie, era divenuto starle accanto, non faceva altro che parlare di ciò che avrebbe voluto.

Mariam chiamava, Queen, per puro diletto: “Tirchia!”, l’altra, ironicamente la chiamava: “Invidiosa!”  e Mariam a tali parole era costretta a Tacere, riconosceva il suo peccato, lo sfrenato desiderio di cose altrui, anche se a volte era lo sfrenato desiderio di cose sua, ma che non poteva ave sempre. Come il suo amato Max, convertito a ben altro vizio che la ragazza, non viveva di sospiri come Yuya, non vive d’amore come Mao, che sarebbe stata capace di farsi la manica del golfo a nuoto se Rei gli è lo avesse chiesto. Spesso si chiedeva se quello era amore? Fino a ritrovarsi a invidiare Salima beata con Kain, spesso desiderava essere lei. La situazione precipitava.

Il suo vizio aumentava, come poteva lei, un tempo così pura e senza macchia esser divenuta così invidiosa, non faceva altro che ripetere alla gente le sue inesistenti mancanze e ripetere i suoi futili desideri. Un giorno di inizio primavera, mentre invidiava Julia, che veniva scelta da Mystel , per la sua danza d’amore. Così, quasi per un strano caso, ben congeniato dal fato e dallo stesso interessato. La ragazza super invidiosa  si ritrovò a parlare con il ragazzo che le invidie se le cercava, così parlando di cosa l’uno avesse e di cosa l’altra volesse, scoprirono che i loro estremi vizi, erano venuti fuori dopo l’incontro con lo stesso soggetto, Brooklyn, il ragazzo con i capelli rossi come le fiamme che divampavano.

Così cominciò anche ad invidiare la sua vita, prima del incontro del venditore di spezie, si odiava per com’era ora e si invidiava di quanto fosse fresca(Pura) prima. Di quanto Max, passava tanto tempo con lei a quanto ora cercava di sviarne, semplicemente per concedersi al suo vizio, nato dopo l’incontro con Lui, il ragazzo delle caramelle.

L’invidia cresceva e saliva, e pur troppo sopra la superbia si può passare, sopra l’avarizia si può passare, sopra la lussuria anche, in realtà su ogni peccato si poteva passare eccetto, l’invidia, la gente non tollerava gli invidiosi. Così Mariam aveva paura di rimanere sola, sarebbe stata triste ed avrebbe invidiato chi era felice. Non poteva chiamarsi vita, un ampio spazio, utilizzato solo per desiderare cose che non si avevano, senza vedere le meraviglie che si ha.

[Continua …]



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Capitolo 5
*** Gola(Parte Prima) ***


7 Peccati capitali

Kurenai88: Per cominciare scusa il mio ritardo, ma questo periodo non è nero, e una tonalità sotto, anzi forse è tutto l'arcobaleno, anzi bho, un colore mai visto prima, periodo assurdo, mi sa che non sopravivo.

Comunque, sono contenta che ti sia piciuta la mia Mariam-Chan, l'invida è una brutta cosa, specialmente nel suo caso, che significa non aprezzare se stessi, comunque il turno di questa volta è Max con la caramella arancio, spero ti piaccia anche questo( Ho dato una comparsa anche ha MYSTEL)

Ecco il nuovo capitolo.... Lo dedico a una persona a me molto cara, ME STESSA(dai scherzo) La dedico a MIA SORELLA, perchè oltre alla superbia(Che è sua di diritto) e anche molto golosa, decisamente tanto, tanto golosa,(Poi una settimana fa c'è stato il suo compleanno) ma io di più, per me il cibo è vita, cioè ci sono persone che MANGIANO PER VIVERE ed altre VIVONO PER MANGIARE ... 
Io faccio parte della seconda categoria, ma ironcamente sono intollerante al GLUTINE e al LATTOSIO(Faccio collasare, quando cerco qualcosa da mangiare), ma non ostate questo, sopravivo, mentre ricordo i bei tempi andati in cui mi mangiavo territorio e convento. Il positivo e che ho perso  quasi sei chili ...A ecco il capitolo, sul caro Max e la Maionese(Sbav)

*  


*
 Gola 

[Max]

Brooklyn per LUI, aveva scelto la caramella arancia, significava la gola. In fatti, lui amava mangiare, ma nulla di troppo eccessivo, Takao era sempre peggio di lui, ma dopo quella dolcissima Caramellina, Max era diventato un golosone di prima categoria, specialmente per la Maionese, sua dolce prelibata ossessione e povera era Mariam alle prese con le sue stramberie.

“Ma come fai?” disse nauseato Hilary, mentre vedeva Max, mettere una quantità immensa di Maionese, sull’ultima creazione di Salima, la rossa, aveva un talento unico culinario e a forza di scambiarsi le ricette con  Rei, era finita per infatuarsi del cinesino, ma questa è un'altra storia …

“Metto la Maionese sulla crostata!” aggiunse il biondo, addentando una vistosa pezzo di torta, Hilary ebbe quasi una crisi di vomito, lo stesso Salima, solo Takao non si stupì, Mariam era basita, il suo ragazzo amava più i dolci a lei. “Che altro c’è da mangiare?” aggiunse dopo essersi divorato tutta la crosta, insieme  a due barattoli di maionese, “Em … Crauti!” si limitò a dire Salima, un po’ sconcertata, prima di servirli quel piatto di verdure assurde, perfino Takao deglutì schifato  da quel abominevole visione.

Max, rovesciò mezzo barattolo di Maionese sui crauti e si strafogò come se fosse stato, un bambino del terzo mondo che non mangiava da mesi. Salima si coprì gli occhi, quella scena faceva troppo disgusto, Takao invece mise una mano davanti la bocca, per evitare una crisi di vomito, Mariam si alzò e andò via, deliberatamente, seguita a ruota da Hilary che aveva comunque un appuntamento con Kai.

“Se continui così … La perderai!” disse Salima, mentre affogava il suo disgusto in un bicchiere, ma il biondino la ignorò, non si rendeva conto, minimamente, che Mariam viveva di invidie e rimorsi, mentre lui rimpinzandosi di cibo, non l’aiutava, ma non era colpa sua, aveva un semplice appetito bestiale, paragonabile a nessuno. Max la ignorò, anzi non accennò alcuna risposta, ma tra un vegetale e  un altro, ci stava pensando. Da quant’è che aveva cominciato ad accusare quelli strani comportamenti?

Era partito tutto, dopo una strana sfuriata di Mariam, non ricordava bene su cosa aveva litigato, magari una cenetta a cui non era andato, per via di Emily, va be, comunque era stato un bizzarro pomeriggio, nel quale aveva incontrato Ming2(Alla seconda) una ragazza innamorata del casanova dei loro tempi, povera illusa, di sicuro lei non era la Francesca dei loro tempi. Così mentre chiacchierava con quella ragazzetta, un po’, anzi decisamente, snob, aveva incontrato il rosso mal pelo di quei tempi, no questo pensiero era completamente sbagliato, il ragazzo dai capelli rossi era spigliato e sorridente, forse un po’ inquietante, ma di sicuro non centrava molto con il personaggio verghiano.

“Posso offrivi una caramella! Una sola, però!” aveva detto, il rosso, Ming, quasi senza pensarci aveva risposto: “No! Grazie! Poi ingrasso!” quasi avesse capito, che era la caramella della gola, invece Max l’aveva accettata, dopo molti ripensamenti, quel ragazzo, che aveva detto di chiamarsi Brooklyn, l’aveva convinto a inghiottire quella caramella al  odor di fior d’arancio e al sapore d’arancio. Ma a primo impulso, non aveva provato alcuna differenza, tutto si era scatenato, dopo aver pranzato con Rei e Takao, dopo aver mangiato uno, squisito, piatto del cinesino, decorato con l’immancabile Maionese, un appetito bestiale l’aveva conquistato.

“Ba io vado!” disse Salima schifata alzandosi, come poteva Max nutrirsi così? Così mentre lei usciva dal giardinetto del ‘modesto’ Dojo Kinomiya incontrò, Mystel, sorridente entrare, davanti a quel ragazzo c’era solo una regola, devia lo sguardo, mai guardare quelle lastre azzurre come il cielo, nel quale ti  senti di poterci volare, così deviò apertamente lo sguardo, provocando una risata nel indo senegalese, tanta innocenza, l’aveva vista solo in Hilary, quella ragazza era così pura e senza macchia,anzi entrambe lo erano, solamente che a corrompere Hilary c’era Kai ed il re della superbia otteneva sempre ciò che voleva.

“Che fate?” domandò mentre guardava i due,  “Mangiamo!” risposerò all’unanime i due, Mystel scosse il capo,poi sussurrò: “Wow, sprecate le giornate in un modo unico!” proprio non lo capiva il comportamento di Max, il biondo americano disse: “Scusa io spreco le mie giornate mangiando e tu le sprechi …”, “Quello che faccio io, non è uno spreco … Te lo assicuro!” lo contraddisse il biondo indo senegalese, aveva usato un tono malizioso, quanto amava il suo vizio, non c’erano mai conseguenze o quasi mai. “Neanche il cibo è uno spreco!” disse Max, addentando un atro pezzo di fetta biscottata con sopra la maionese, che si era preparato, tra un crauto e l’altro, mentre Salima andava via e Mystel arrivava.

“Senti … Visto che preferisci fare l’amore  con un panino, invece che con lo schianto della tua fidanzata! Me la concederesti per una notte …” domando, scherzosamente, Mystel, cioè lo scherzo c’era, ma se Max scherosamente avrebbe accettato, Myestel non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, in realtà se con quel americano non avesse stretto un così forte legame, avrebbe già sedotto la ragazza, ma l’amicizia sembrava essere più forte delle caramelle dei vizi. “Mystel! Non ti azzardare! Mariam è ciò di più caro che ho a questo mondo!” aveva specificato Max, facendo cadere nel piatto la fetta biscottata, aveva uno sguardo quasi trucido, una sola azione del indo africano e lui avrebbe scatenato l’inferno. “Ok! Ok! Ma smettila di pensare solo al cibo e pensa anche a lei! Le ragazze …” stava dicendo Mystel, quando Takao che fino a quel momento era rimasto in silenzio finì la frase per lui: “Le ragazze hanno costantemente bisogno di attenzione! Hilary lo dice sempre!”.

Era una sera di inizio primavera, finalmente dopo i mesi invernali si poteva riprendere a mangiare al chiaro di luna, Emily era bloccata in America per gli esami, così Mariam era certa che non sarebbe stata appiccicata al suo fidanzato. Così la ragazza aveva deciso, di preparare una cenetta, molto velocemente si era liberata degli scudi sacri, aveva preparato un tavolo romanticissimo ma soprattutto, aveva passato tutto il giorno sui fornelli, invidiando la bravura di Salima, ma alla fine aveva preparato una cenetta unica, se voleva tenere stretto il suo ragazzo, lo doveva prendere per la gola. Solo che la serata a lume di candela e chiaro di luna, sul terrazzo, curato con le gardenie, da Ozuma, stranamente lui ci teneva a quei fiori, c’erano varie spiegazioni. Mariam aveva indossato un abito succinto prestatoli dalla Tirchia, ma non era servito a molto perché Max aveva dato più attenzione al cibo che a lei. Mariam passò tutta la serata a sbuffare, mentre il suo ragazzo li faceva i complimenti per la cucina. C’era una cura alla Gola? Sperava di si! E già che c’era anche a l’invidia.

“Vuoi un po’ di polpettone?” chiese lei, un po’ incerta di quelle parole, “Volentieri!” disse lui, sorridendo, prendendo un pezzo di quello, che l’amore della sua vita le porgeva. Perché Mariam era l’amore della sua vita, anche se l’esempio più calzante era il suo cibo indispensabile.

[Continua …]



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