Gold's Heart

di Eivor17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


L'esplosione le fece volare oltre Henry e la Regina Cattiva; caddero rovinosamente a terra, per poi rialzarsi subito dopo. 

«Henry?» Regina spinse delicatamente il ragazzo alle spalle sue e di Emma, mentre si girava aggressivamente verso la sua versione cattiva. 

«Che diavolo volevi fare, eh?!» ruggì​. 

«Tu lo hai reso debole!» rispose la Regina con aria di rimprovero. 

Un rumore alle spalle di Emma le interruppe; un uomo si alzò​ tra le macerie, spazzolandosi con le mani la camicia nera. 

«Dearie, era l'ora che mi tirassi fuori di lì​...» sorrise. 

«Gold?! Ma cosa...?» 

«Gold!» esclamarono stupite Emma e Regina, contemporaneamente. 

«Te la cavi sempre anche quando la malvagità​ non è in te, vedo.» disse freddamente la Regina Cattiva, lo sguardo improvvisamente più​ duro. 

«Non è il caso di parlarne adesso, dearie. Credo sia proprio il momento di andarcene», fece una pausa, spostando lo sguardo sulla Regina: «confido nella tua intelligenza, mia cara. Non avrai intenzione di sfidarmi?» finì​, gli occhi ridotti a due fessure. 

«Sei solo un uomo a metà​, Rumplestiltskin. E questo è solo l'inizio.» 

«Lo vedremo.» sibilò​ l'altro fra i denti, mentre la Regina svaniva in una nuba violacea. 

«Andiamo, mie care. Temo dovremo dirci davvero molte, molte cose...» 

 

Poche ore più​ tardi, casa di Emma 

«Quindi è stato intrappolato nello specchio dalla sua metà​ cattiva dopo che ha usato il siero di Jekyll... e in tutto questo tempo non ha trovato un modo per liberarsi?» tra tutti i presenti, Biancaneve era quella che più​ faticava a rendersi conto dell'accaduto. 

«Credevo di essere stato chiaro, dearie. Non c'è modo di liberarsi da soli.» ripeté per la quindicesima volta in mezz'ora, con la testa che iniziava a pulsargli dolorosamente. 

«Se avete finito di chiedermi e richiedermi le stesse cose mille volte, potete degnarvi di dirmi dov'è mia moglie?» 

Emma e Regina si guardarono, poi la prima rispose. 

«Ehm, signor Gold... temo che non voglia vederla.» 

«Cosa? Perché non dovrebbe?» 

«Non ha visto nulla attraverso gli specchi?» chiese Emma, cauta. 

«Signorina Swan, tutto quello che vedevo era la signora Lucas che si depilava i baffi o il nano che si lavava i denti. Non proprio il massimo per la serata cinema, mi creda.» 

Regina fece una smorfia a metà​ tra il disgusto e il divertito e prese la parola: «Meglio che tu non abbia visto la scena, allora. Pare proprio che le nostre due metà cattive si piacciano parecchio.» 

Gold fece per ribattere, ma fu interrotto da un lieve bussare alla porta. Si portò​​ un bicchiere di rum alle labbra. Nonostante non lo avesse mai bevuto, dopo quella rivelazione ne sentiva un gran bisogno. Le sue nocche sbiancarono stringendo forte il bicchiere appena udì​ la voce di chi aveva appena bussato. 

«Ciao, Emma! Ho trovato questo in biblioteca, forse può​ aiutarti con i tuoi g...» 

Gold si girò​ verso di lei. Belle impallidì​ e vacillò​, facendo qualche passo indietro. 

«N-no...» 

«Belle...» Rumplestiltskin si alzò e le andò​ incontro, ma lei, come ritrovando le forze all'improvviso, si girò​ e corse via. 

Lui rimase a fissare la porta, interdetto. Emma sembrava raggelata sul posto, mentre Regina e Mary Margaret si scambiavano uno sguardo. 

Gold deglutì​, poi guardò​ Emma dritto negli occhi: «Signorina Swan, che diamine sta succedendo qui?» 

Dieci minuti più​ tardi, avevano finito di spiegare tutti gli avvenimenti a Gold, che si stava silenziosamente maledicendo per quanto una parte di lui avesse fatto soffrire la donna che amava. 

Si alzò​ bruscamente, con gli sguardi delle tre addosso. 

«Gold, non puoi andare da lei adesso.» 

«Eccome, se posso!» sbatté il bicchiere sul tavolo e sparì​ con un gesto della mano. 

«...testardo anche in versione buona...» sussurrò​ Regina, seguendo con lo sguardo il liquido ambrato che era fuoriuscito dal bicchiere. 

 

Qualche attimo dopo, in biblioteca 

Gold apparve in mezzo alla stanza, provocando un moto di panico fra i clienti. Belle, attirata dal rumore, lo scorse dall'altro capo della stanza e strinse i denti. Se lo aspettava, ma sperava di poter rimandare il momento. 

L'uomo si fece largo fino a raggiungerla, si portò​ a pochi passi da lei e disse semplicemente: «Belle, mi dispiace tanto.» 

Tra tutto quello che si aspettava di sentire, questo la spiazzò​ totalmente. Fissò​ gli occhi color nocciola dell'uomo davanti a lei e non vi lesse alcuna ironia o divertimento, solo rimorso e una strana luce nello sguardo, che sicuramente non aveva nel loro ultimo incontro. 

Lui aspettò​ che dicesse qualcosa, ma dopo qualche secondo di silenzio continuò​: «Ho usato il siero di Jekyll. Io...» la fissò​ direttamente nelle iridi color del cielo: «...ho appena saputo cos'è successo.» 

Belle sentì​ il mondo vorticarle sotto i piedi, le orecchie le fischiavano. Man mano che nella sua mente iniziava a capire cosa fosse successo, il cuore sembrava aver autonomamente preso la decisione di prendere lezioni di tip tap. Non riusciva a pensare lucidamente, tranne che per una sola frase: non era lui. 

Non era lui. 

Non era il suo Rumple. 

Fece un passo indietro, incerta; riuscì​ a dire solo: «Ho... ho bisogno di tempo. Non posso pensare a questo... ora.» Si portò​ una mano al ventre. 

Gli occhi di Rumplestiltskin seguirono il movimento, mentre sulla sua fronte compariva una ruga sottile. Tese le labbra per parlare un paio di volte, poi rinunciò​ e abbassò​ lo sguardo, fissando il terreno. 

«Rumple, io... ho bisogno di tempo. Per capire.» 

La consapevolezza di cosa era accaduto iniziava a farsi strada in Belle. Si sentiva ingenua a credere così​ ciecamente a una storia del genere, ma dentro di sé percepiva che l'uomo davanti a lei non era lo stesso che poco tempo prima l'aveva costretta ad indossare un bracciale per controllarla. 

Allora mi ama davvero con tutto se stesso, se adesso mi ritrovo con due Signori Oscuri alle calcagna... sorrise impercettibilmente a quel pensiero, ma Gold non se ne accorse, mentre ancora fissava un punto indeterminato per terra. 

«Cosa farai adesso?» 

Alla domanda, l'uomo sollevò​ finalmente lo sguardo e Belle lo fissò​, sorpresa di notare i suoi occhi un po' più​ rossi del normale. 

«Adesso,» disse, con tono decisamente più​ aspro di prima: «mi riprendo quel che è mio.» 

Si mosse in direzione della porta, mise una mano sulla maniglia e si fermò​. 

«Sistemeremo tutto, Belle. Te lo prometto.» 

Aprì​ la porta e sparì​ subito dopo, lasciando Belle sola e confusa in biblioteca, mentre inspirava il suo profumo, rimasto ancora un poco nell'aria. 

 

Mr. Gold Pawnbroker & Antiquities Dealer, quella sera stessa 

Un uomo, interamente vestito di nero, scrutava all'interno del negozio attraverso le tende, mentre una figura esattamente identica a lui, dall'altra parte del vetro, gli dava le spalle, mentre parlava con una donna vestita con un ricco abito blu notte. 

L'uomo strinse i denti talmente forte che quasi scricchiolarono, mentre sibilava, in modo che solo lui potesse sentire: «Godetevi questa vittoria ancora per poco...» 

 

 

Salve a tutti! 

So di aver fatto un lavoro pessimo che probabilmente non ha neanche senso, ma vi prego di compatirmi e lasciarmi nella mia beata convinzione di poter andare avanti così. 

Come ho scritto nella intro, questa fic è dedicata a Rumplestiltskin e a come ca...volo sia possibile che sia diventato così cattivo (scusate, ma proprio non mi va giù). Mi è sembrata una teoria interessante, magari anche un po' diversa dal solito "non sei l'uomo che potresti essere". 

Detto ciò, vi prego di farmi sapere cosa ne pensate scrivendomi una recensione, anche negativa, così da capire in cosa posso migliorare. 

Bye bye a tutti e... mi raccomando ditemi che ne pensate! 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Gold si alzò​ dal letto con un lamento, maledicendo mentalmente Granny con i suoi letti scomodi. Si vestì​ rapidamente e si guardò​ allo specchio per la prima volta dal giorno prima. Per quanto suonasse ironico, pur essendo stato intrappolato in un mondo di specchi, nessuno di essi rifletteva la sua immagine. 

Per qualche strano motivo, anche lui aveva i capelli corti, nonostante non ricordasse assolutamente di averli tagliati. Persino per lui, alcuni effetti del siero di Jekyll risultavano ancora totalmente incomprensibili. 

Sospirò​, passandosi una mano tra i capelli, ispidi al tatto. C'era del lavoro da fare. 

Scese al bar, accompagnato ancora una volta dalle occhiate impaurite della gente, a cui non badò​. Ordinò​ la colazione e si sedette al bancone, in attesa. 

Non passarono neanche dieci secondi che qualcuno occupò​ la sedia libera accanto a lui. 

La prima seccatura della giornata, pensò. 

«Allora è​ proprio vero che dormi qui». 

Gold si stupì​ di sentire la voce di suo nipote e ricambiò​ il saluto con uno dei suoi rari sorrisi sinceri: «Henry... non dovresti essere a scuola?» 

«Sì​, beh, ma è ancora presto.» 

Rimasero in silenzio ancora un po', fino a quando Gold sfoderò​ il suo miglior sorriso beffardo. 

«Mi pare di capire che qualcuno, qui, si è dato da fare con una certa ragazza...» 

Se Gold avesse dovuto decidere se fosse più​ rosso un peperone o Henry, che si stava strozzando mentre beveva la sua bibita, non avrebbe saputo che dire. Si limitò​ a ridacchiare: «Le voci corrono anche se si resta per un po' tagliati fuori...» 

«O-okay...» riuscì​ a formulare Henry tra i colpi di tosse. 

«Oh, ti prego, non affogarti per colpa mia, altrimenti le tue madri mi ammazzeranno.» 

Dopo qualche altro attimo in apnea, Henry riuscì​ a sorridere di rimando, mentre recuperava lo zaino e si preparava per andare a scuola. 

«Ci vediamo in giro, nonno.» 

Gold increspò​ le labbra in un sorriso spontaneo a quell'insolita manifestazione d'affetto, mentre giocherellava con la sua colazione, mezza consumata sul bancone. 

Forse, dopotutto, poteva farsi qualche alleato, a Storybrooke. 

 

Restò​ in camera un altro po', cercando di decidersi sul da farsi. Al momento, non aveva idea di come sbarazzarsi della sua parte cattiva non uccidendo anche se stesso, stando a quanto gli aveva raccontato Regina. 

Decise così​ che la cosa migliore era chiedere aiuto a Emma e alla sua famiglia. 

Si diresse da loro nel pomeriggio, trovando sveglio, stavolta, David e non Mary Margaret, addormentata con la Maledizione del Sonno. 

A quanto pareva, neppure loro, compresa Regina, avevano idea di come risolvere il problema. Il cuore di Gold fece una capriola quando Emma propose di andare a fare ricerche in biblioteca. Rendendosi conto di quel che aveva detto, subito aggiunse: «Signor Gold, si è chiarito con Belle? Altrimenti credo potrebbe essere un problema...» 

Lui rispose prontamente: «Ci siamo chiariti, più​ o meno. Diciamo che possiamo sostenere una conversazione civile, o almeno credo.» 

Così​, quel pomeriggio la biblioteca subì​ una leggera "invasione" nel tentativo di scoprire qualcosa in più​ su quel siero che aveva creato tanti problemi. Tuttavia, Belle non parve dispiaciuta, anzi si unì​ a loro. 

Rumplestiltskin tentava davvero di leggere quei libri, che parlavano di pozioni noiose che avrebbe saputo compiere anche ad occhi chiusi, ma la sua attenzione era continuamente attratta dai movimenti di Belle. Il modo in cui si sistemava i capelli dietro l'orecchio, come i suoi occhi esploravano meticolosamente le parole che si susseguivano sulle pagine, i sospiri delusi ogni volta che credeva di aver scoperto qualcosa... tutto, in lei, gli sembrava perfetto e irraggiungibile. 

Le ore passarono più​ velocemente di quanto gli sembrasse possibile e in men che non si dica giunse l'orario di chiusura. Tutti se ne accorsero, ma nessuno disse nulla; quella ricerca era di gran lunga più​ importante. Passarono un altro po' di tempo in silenzio, rotto solo dallo sfogliare delle pagine, finché David disse: «Devo tornare a casa per Mary Margaret.» Si alzò​ e si infilò il giubbotto, seguito da Emma. Quando uscirono, Regina disse: «Dovremmo andare anche noi, Rumple. La biblioteca è​ rimasta aperta anche per troppo tempo.» 

Tra uno sbadiglio e l'altro uscirono anche loro insieme a Belle, che chiuse a chiave la porta. 

Si avviarono insieme per strada; poco dopo Gold imboccò​ il vialetto che portava da Granny, dando la buonanotte a entrambe. Si soffermò​ qualche attimo guardandole svoltare ad un bivio qualche metro più​ avanti. Quando le perse di vista, entrò​ nella locanda, raggiungendo la sua camera e addormentandosi quasi immediatamente. 

 

I giorni si susseguirono quasi completamente uguali per qualche tempo: al mattino, Gold svolgeva ricerche da solo o si dedicava a spiare i nemici; la sera, facevano tardi in biblioteca studiando i vari libri. A volte, persino Uncino si univa a loro, più per stare con Emma che per aiutare lui. Presto, però​, le letture sarebbero finite e, inoltre, trovare qualche informazione utile sembrava sempre meno probabile. 

Il morale della sua famiglia - perché sì​, in fondo cominciava ad accettare il fatto di farne parte – era sempre più​ basso, in gran parte perché David e Mary Margaret dovevano vivere separati. Erano loro quelli su cui contare quando c'era bisogno di speranza, ma sembravano aver gettato la spugna. 

L'unica cosa che spronava Rumplestiltskin a continuare era la possibilità​ di un futuro con Belle; era un mantra che ripeteva ogni sera prima di addormentarsi, una luce di speranza che si portava dentro come un talismano.

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


La cosa che più preoccupava Rumplestiltskin era la pace apparente che si era instaurata fra lui, la Regina Cattiva e l'altro se stesso. Non si erano mai incontrati, né avevano mai cercato un incontro frontale. Tuttavia, sentiva che c'era molto di più​​ sotto. Esattamente come lui cercava uno stratagemma per sconfiggerli, allo stesso modo, magari anche in quello stesso momento, loro perseguivano il medesimo obiettivo. 

Era per questo motivo che, ormai quasi ogni mattina, dopo aver preso un caffè da Granny, si recava quasi automaticamente in direzione del suo negozio, in cerca di qualche particolare che potesse presagire un attacco o, semplicemente, un qualsiasi cambiamento. 

E ogni volta, puntualmente, tornava, per metà​ deluso e per metà​ sollevato, in biblioteca a mani vuote. In teoria, leggeva libri tutto il tempo, ma la sua mente era incentrata su ben altri argomenti che risultavano decisamente più​ interessanti. 

Ricordava ancora la luce nello sguardo di Belle quando, per la prima volta, nella Foresta Incantata, le aveva fatto vedere la biblioteca del castello. Era rimasto talmente affascinato da quello scintillio fulmineo che la notte, ancora, lo sognava ancora. 

Passando tutto quel tempo con lei, anche se distanti, poté però​ rendersi conto che quella luce nei suoi occhi non si era mai spenta. In fondo, lei era ancora Belle, la sua Belle, la donna che lo aveva amato quando nessun altro lo avrebbe fatto. E lui ci avrebbe provato. Sì​, avrebbe provato con tutto se stesso a essere l'uomo che lei meritava. 

Mentre rimuginava su questi pensieri, si spazientì​ e chiuse il libro che stava leggendo con un tonfo sordo, tanto che alcuni dei clienti vicino a lui si girarono dalla sua parte. Si alzò​, indossò​ il cappotto e uscendo rivolse un saluto frettoloso a Belle. 

Si richiuse la porta alle spalle e si avviò​ a passo sostenuto, con le mani nelle tasche calde della giacca, verso il parco. Forse pensare sulla riva del laghetto di Storybrooke lo avrebbe aiutato più di decine e decine di tomi ammuffiti. 

Si sedette su una panchina libera, piegandosi in avanti con i gomiti puntati sulle ginocchia e prendendosi la testa fra le mani. 

Doveva esserci un modo... 

Rimase così​ per qualche minuto, poi si alzò​ con uno scatto repentino e iniziò​ a passeggiare con le mani dietro la schiena. Fuori, appariva tranquillo, ma nella sua mente un'idea aveva cominciato a farsi strada, sembrandogli via via sempre meno folle... 

 

Libreria, qualche ora dopo 

«Mentre aspettiamo Gold, incominciamo noi a leggere. Arriverà​» disse Emma, lanciando un'occhiata decisa a Belle e prendendo posto con sua madre, Regina e Uncino. 

Dopo dieci minuti, o forse più​ - Belle incominciava già​ a perdere la cognizione del tempo, proprio come ogni volta che si trovava in biblioteca – la ragazza alzò​ gli occhi e si stupì​ di vedere che il sole era già​ completamente calato e che di Rumple non c'era traccia. 

«E se gli fosse successo qualcosa?» chiese, ad alta voce. 

Regina aspettò​ qualche secondo prima di rispondere: «Ne dubito. Conoscendolo, starà​ facendo tutto per conto suo. Detesta il lavoro di squadra.» 

Belle non disse nulla; si limitò​ a sospirare e a riprendere la lettura, mentre nella sua mente si formava un'unica domanda: dove diavolo sei, Rumple? 

 

Gold non si fece vedere neanche il giorno dopo, e nemmeno quello dopo e quello dopo ancora. Belle aveva avuto una mezza intenzione di chiamarlo, per sapere se stava bene, ma si era bloccata al pensiero di quello che Zelena le aveva raccontato sulla Regina Cattiva e Rumplestiltskin Oscuro. Non voleva far tornare a galla quella storia, ma una parte di lei non faceva altro che destarle sospetti che mai avrebbe voluto verificare. 

La quarta sera dopo la scomparsa di Gold, in biblioteca avevano fatto più​ tardi del solito. Quando l'orologio sul bancone segnò​ le due, Regina si alzò​ dalla sedia stiracchiandosi. 

«Sarà​ meglio che torni a casa, Belle. Gli altri se ne sono già​ andati, per oggi abbiamo fatto abbastanza.» 

L'altra si riscosse dalla lettura – e soprattutto da certi pensieri che da giorni non la abbandonavano – e rispose: «Oh, certo, Regina. Vai pure. Io resto qui ancora un po', finisco questo capitolo e chiudo.» 

Così​, erano le due e dieci quando Belle chiuse a chiave la libreria sbadigliando e si girò per tornare a casa, cacciando un urlo. 

«Rumple!» esclamò​​, portandosi una mano al cuore. «Mi hai fatto prendere un colpo!» 

L'uomo sorrise e, ignorando lo sguardo ancora infastidito della donna, chiese: «Come mai hai fatto così​ tardi? Ti stavo aspettando.» 

«Beh, se tu ci aiutassi...» 

«Ho avuto un'idea, Belle. Per questo non mi sono fatto vedere in questi giorni.» 

La ragazza lo scrutò​ per qualche attimo, immersa nel silenzio della notte. 

«E cosa sarebbe, quest'idea?» disse infine. 

Gold si guardò​ attorno: «Non è sicuro parlarne adesso.» riportò​ lo sguardo su di lei: «Posso accompagnarti a casa?» 

«Certo, andiamo.» Le parole uscirono da sole dalle sue labbra, tanto che prima che se ne rendesse conto, si trovò​ fianco a fianco con Rumplestiltskin a lottare contro il freddo che la faceva rabbrividire fin nelle ossa. L'uomo se ne accorse e si tolse il cappotto, posandolo subito dopo sulle spalle di Belle. La ragazza lo ringraziò​ con un sorriso appena accennato, stringendosi nella giacca. 

Camminarono in silenzio per un po'. 

«Allora, Belle... era da tanto che volevo chiedertelo, ma... il bambino? Hai fatto l'ecografia? Sta bene?» 

La ragazza si aspettava da giorni queste domande, infatti aveva la risposta pronta. 

«Il bambino sta bene, Rumple. Ho fatto la prima ecografia qualche settimana fa. Ho dato la copia dell'immagine all'altro te e lui, tanto per ricambiare, mi ha messo questo.» Sollevò il braccio, mostrando il bracciale dorato che aveva al polso. 

«Le ho provate tutte per toglierlo, ma pare che solo chi ha fatto l'incantesimo possa farlo.» Lo guardò​​ dritto negli occhi. «Tu puoi?» 

L'uomo guardò​ prima il bracciale, poi lei e disse: «Credo di sapere perché me lo dici solo adesso. Mi hai avuto d'intorno quasi tutta la settimana e non mi hai detto nulla.» 

Lei abbassò​ gli occhi. 

«Non ti fidi di me.» concluse lui. 

Lei fece per cominciare: «N-no, Rumple... io...» 

«E va bene così​.» continuò​ l'uomo a sorpresa, in tono assolutamente rilassato e tuttavia deciso. 

Mosse una mano sul polso di Belle e improvvisamente il bracciale scomparve. 

La ragazza lo guardò​, stupita. L'uomo fece per andarsene, ma lei lo bloccò​ trattenendolo per una manica. Lui abbassò​ lo sguardo sulla mano che lo tirava. 

«Stai davvero cambiando, Rumple.» Gli si avvicinò​ e gli posò​ un leggero bacio sulla guancia, voltandosi subito dopo, entrando​ in casa. 

Rumplestiltskin rimase come congelato davanti alla porta per qualche istante, poi le sue labbra si tesero in un sorriso mentre si portava una mano sulla guancia, dove la pelle ancora bruciava al ricordo del bacio di Belle. 

 

Qualche metro distante, nello stesso momento 

«Certo che sei intelligente anche in versione stupida. Potevamo sapere molte più​ cose, se avesse rivelato il suo piano a quella sciocca.» La Regina Cattiva appariva spazientita. 

Gold sembrò​ infastidito dalle sue parole per un attimo, poi rispose: «Non importa, tanto presto o tardi lo sapremo comunque.» 

 

Casa di Belle, subito dopo 

La ragazza posò​ le chiavi sul tavolo con un sorriso che non accennava a svanire. Fece per levarsi il cappotto e si accorse che aveva ancora addosso quello di Rumplestiltskin. Stava per riaprire la porta e chiamarlo, ma si bloccò​ a metà​ strada tra la cucina e l'ingresso, inspirando il suo profumo che proveniva dal soprabito. Se lo portò​ al viso e respirò​ a fondo, mentre le labbra le scottavano ricordandole la sensazione di calore che aveva provato baciandolo.

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Rumplestiltskin si svegliò​ di buon'ora e piuttosto di buon umore. I brevi momenti passati con Belle la sera precedente gli si riproponevano davanti agli occhi continuamente. Sorrise addirittura a Ruby, nonostante tra i due non ci fosse mai stata particolare simpatia. 

Chiamò​ Emma, chiedendole di convocare una riunione di famiglia nell'ufficio dello sceriffo. Aveva delle novità​ molto importanti, la biblioteca non era il posto adatto per discutere con discrezione. 

Arrivò​ puntuale all'appuntamento, alle 10 precise. Si sistemò velocemente il nodo della cravatta ed entrò​​ in commissariato, trovando Emma, Regina, Uncino e Mary Margaret già​ seduti ad aspettarlo. 

Prese posto in una delle due sedie rimaste vuote e intrecciò​ teatralmente le dita. 

«Dunque, come sapete in questi giorni non mi sono fatto vedere molto in giro...» li squadrò​ uno per uno, sfidandoli a rispondere, poi tornò​ a concentrarsi sulle proprie mani. «Ho svolto delle ricerche da solo. Tali ricerche mi hanno ispirato un'idea che all'inizio mi è sembrata folle ed inutilmente rischiosa. Tuttavia, non abbiamo piani migliori e di questo passo temo che non li avremo per molto tempo, concedendo quindi al nemico la possibilità​ di organizzarsi contro di noi.» 

Nessuno fiatò​, tutti aspettavano con impazienza la soluzione di Gold. Visto che questa non arrivava, Regina sciolse l'atmosfera di tensione per un attimo, esortandolo con una mano ad andare avanti. 

Mentre stava per prendere fiato, fu interrotto dall'arrivo di Belle. 

«Scusate, scusate, sono in ritardo!» 

I loro sguardi si incrociarono; lui sorrise leggermente; Belle arrossì​, stringendosi nel cappotto di Gold e avvicinandosi all'ultima sedia libera. 

Una volta che si fu sistemata, Rumplestiltskin guardò​ i presenti con aria solenne e scoprì​ le sue carte: «Dobbiamo prendere il cuore della mia parte oscura.» 

Un silenzio attonito accolse questa dichiarazione, seguito da sguardi scettici e fiumi di domande. 

«Ma come?» 

«E la Regina Cattiva?» 

«Ma poi che ci facciamo?» 

«E il pugnale? Nessuno ha pensato al pugnale?» 

Gold lanciò​ un'occhiata fugace in direzione di Belle, che lo stava fissando ed era sbiancata. Decise che era il momento di riprendere il controllo della situazione e si schiarì​ rumorosamente la voce. Gli altri, che si scambiavano congetture, tacquero di colpo. 

«Naturalmente, prenderlo non sarà​ facile, ma ci garantirà​ due elementi di vantaggio. Potremmo controllarlo e contemporaneamente spiare la Regina Cattiva, ovviamente se prima non saremo scoperti. Se dovessero intuire le nostre intenzioni, avremmo fallito ancora prima di cominciare. Con tale vantaggio, potremmo ingannarli e lasciare che si uccidano a vicenda. Ritengo che, anche se ben nascosto, anche loro abbiano un punto debole che può​ portarli alla morte.» si fermò​ un attimo per riprendere fiato, poi continuò​: «Penso che tutti voi ricorderete quando mio figlio Baelfire mi ha riportato in vita e, per questo, ha pagato con la sua. Nel momento in cui condividevamo lo stesso corpo, il pugnale non funzionava. Non controllava due menti insieme. Confido proprio in questo nel nostro piano: ora che il pugnale dovrebbe controllare due persone distinte, ho ragione di credere che non lo farà​.» 

Quando Gold finì​ di esporre la sua tesi, gli altri rimasero in silenzio qualche secondo; poi, come di comune accordo, dissero di aver bisogno di un po' di tempo per pensarci ed uscirono dall'ufficio uno ad uno. 

Rimasero solo Rumplestiltskin e Belle, che si ritrovarono a fissarsi. 

«Sei... sei davvero sicuro che sia un buon piano?» 

Lui soppesò​ la risposta qualche secondo, prima di dire cautamente: «Le probabilità​ di successo non sono ottime, ma so bene come agisce il nemico e, visto che ciò​ vale anche per lui, è sia un vantaggio che uno svantaggio. So che posso farcela, Belle. Ho solo bisogno del vostro appoggio... della vostra fiducia.» 

Lei lo scrutò​ ancora qualche attimo, poi si alzò​ e disse, con un malcelato imbarazzo: «Credo sia meglio che vada, Rumple... dovrei proprio aprire la biblioteca...» 

Lui la salutò​ con un cenno e rimase seduto a fissarsi le ginocchia, la mente lontana anni luce dal corpo. 

 

Quella sera stessa fu convocata un'altra riunione di famiglia, stavolta in biblioteca, ormai deserta dopo il tramonto. Con somma soddisfazione di Rumplestiltskin, tutti convenivano che, sebbene non fosse un piano particolarmente rassicurante, restava comunque l'unico che avevano. 

Concordarono insieme i primi passi da compiere per garantire la segretezza dell'operazione: fuori dalle riunioni parlare solo in linguaggio in codice se strettamente necessario, divulgare le informazioni alla minor quantità di persone possibile, non lasciare prove o indizi in giro. 

Gold le riteneva precisazioni tanto insensate quanto scontate, ma si limitò​​ a sbuffare aspettando che quella ridicola puntualizzazione finisse. 

Andarono avanti a discutere per ore. Alla fine, quando l'orologio ricordò​ loro quanto fosse tardi, si alzarono tutti quanti e uscirono insonnoliti. 

Solo Gold, accortosi dell'assenza di Belle, rimase indietro. La trovò​ addormentata con la testa poggiata sul tavolo e le braccia come cuscino. L'uomo sorrise con affetto e nostalgia a quella visione; si avvicinò​ e provò​ a svegliarla, ma per quanto la scuotesse, prima delicatamente e poi insistentemente, la ragazza si limitò​ a lamentarsi nel sonno senza battere ciglio. 

Gold recuperò​ la borsa della ragazza posata sul bancone e vi rovistò​ per un po', quando, poco dopo, ne riemerse trionfante con un mazzo di chiavi in mano. 

Si avvicinò​ nuovamente alla giovane profondamente addormentata e la prese in braccio, facendo attenzione, stavolta, a non fare movimenti bruschi per non svegliarla. 

Attraversò​ la stanza, uscì​ e, aprendo la portiera con la chiave che aveva preso, la caricò​ in macchina, adagiandola delicatamente sul sedile. Tornò​ indietro a richiudere la porta e in un baleno fu di nuovo in macchina. Si mise al volante dell'auto e guidò​ fino al vialetto davanti casa di Belle, immerso nel silenzio intervallato solo dai respiri profondi della ragazza. 

La prese ancora in braccio e la portò​ in casa, nella camera da letto, dove la adagiò sul letto. Fece per andarsene, ma la voce assonnata della ragazza lo costrinse a bloccarsi. 

«Rumple...» 

Restò​​ impalato dov'era, incerto se credere di aver sentito il suo nome o averlo solo immaginato. 

«Rumple, resta...» 

Stavolta vide con chiarezza le labbra della ragazza muoversi e non ebbe più​ dubbi. 

Si tolse le scarpe, si infilò​ a letto nel posto vuoto accanto a lei e spense le luci. Nel buio, sentì​ la ragazza rannicchiarsi contro di lui, così​ la circondò​ con le braccia e si addormentò​ con lei. 

 

 

 

Ciaaaao a tutti! 

La follia qui continua e continuerà per ancora un po' di capitoli... nel prossimo ci sarà un bel po' di fluff rumbelle perché ne avevo immediato bisogno... 

L'ansia per il prossimo episodio mi sta divorando. Non so voi, ma quello sneak peek mi ha distrutto tutti i potenziali sonni tranquilli che potevo fare. 

Ma vabbè, come al solito lasciate una recensione per dirmi se sto scrivendo una cosa senza senso o se invece pare avere un filo logico... 

Per oggi vi saluto, ciauuu!! 

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Rumplestiltskin dormì​ sereno come non faceva da giorni. Si svegliò alle prime luci dell'alba confuso su dove si trovasse; appena spostò​​ lo sguardo sulla ragazza abbracciata a lui ricordò​ tutto. Tese le labbra in un sorriso e rimase immobile nel silenzio, ascoltando gli uccellini che, mattinieri, cinguettavano appena fuori dalla finestra. 

Si ritrovò​ a sperare che il tempo si fermasse in quell'istante, che non ci fosse niente a separarlo da Belle, nessuna personalità​ oscura, nessuna crisi da risolvere. 

Mosse una mano lungo il corpo della giovane, accarezzandole i capelli e la schiena. La ragazza si mosse appena, così​ le stampò​ un leggero bacio sulla fronte e si mise la mano dietro la nuca per resistere alla tentazione di infastidirla ancora. 

Piano piano il suo respiro si regolarizzò​ con quello di Belle e si addormentò nuovamente, sognando di lei e di una vita felice che non avevano mai avuto. 

Quando si svegliò​​ per la seconda volta, aspettò​ un momento prima di aprire gli occhi, temendo di aver immaginato ogni cosa. Sentì​ il braccio della ragazza che lo stringeva in vita e la sua testa poggiata sul petto. Aprì​ piano gli occhi e la luce solare lo investì​ a tal punto che si protesse con una mano. Belle sollevò​ la testa verso di lui e disse, con un sorriso: «Ti sei svegliato, dormiglione!» 

Lui la guardò​, sarcastico: «Sono stato sveglio un pezzo, eri tu in letargo!» 

«Non è vero!» fece lei, imbronciata. 

L'uomo le cinse i fianchi con le braccia e le concesse un mezzo sorriso: «Io credo di sì.» 

Accadde tutto in un istante: lei lo guardò​​, sorrise distogliendo gli occhi dai suoi e un secondo dopo le loro labbra si toccavano, smaniose di riprovare quelle sensazioni che tanto mancavano loro. 

Il bacio si interruppe e i due si ritrovarono con gli occhi incatenati l'uno nelle iridi dell'altro. 

Passò​ qualche secondo di totale silenzio; Belle tossicchiò​ imbarazzata e scese dal letto, balbettando qualcosa a proposito della colazione. 

Rumple rimase immobile, sospirando. Chiuse gli occhi concentrandosi sul sapore di Belle ancora sulle sue labbra; solo dopo qualche minuto trovò​ la forza di raggiungere la ragazza in cucina. 

Le si avvicinò piano, restando a qualche metro di distanza. Fu con molta difficoltà​​ che disse: «Vado a fare colazione da Granny. Ci... ci vediamo più​ tardi.» 

Per un momento sembrò​ che la ragazza volesse dire qualcosa, ma l'attimo passò​ e lui si diresse dritto verso la porta, scomparendo in pochi secondi. 

 

Per tutta la giornata Rumplestiltskin cercò​ di non pensare agli avvenimenti di quella mattina. Fu solo dopo mezzogiorno che Emma gli fornì​ una distrazione, chiamandolo e dicendogli di raggiungerla subito a casa. 

A quanto pareva, la Regina Cattiva, che si erano premurati di spiare, aveva deciso di passare una giornata alla Spa con Zelena, perciò​ era il momento perfetto per cogliere di sorpresa Rumplestiltskin Oscuro senza interferenze. Gold si mise subito all'opera: chiamò Regina e chiese a Emma di continuare a tenere d'occhio la Regina Cattiva. 

«Non si sa mai, trovo tutto alquanto sospetto.»​ disse. 

In meno di venti minuti, Gold e Regina erano già​ appostati davanti al negozio e forzavano la serratura con la magia. Una volta che la porta fu spalancata, la donna rimase fuori a fare la guardia, mentre Gold si immerse nella caratteristica penombra in cui si trovava costantemente l'ambiente. Tese l'orecchio ascoltando se qualcuno si stesse avvicinando, mentre si avviava verso il bancone. 

«Ti stavo aspettando, "dearie".» disse una voce sarcastica alle sue spalle. 

L'altro si girò​ di scatto, il volto serio e impassibile, mentre diceva: «Mi fa piacere, visto che ho bisogno di una cosa da te 

«Vuoi un accordo, dunque?» domandò​ Rumplestiltskin Oscuro con un sopracciglio alzato. 

Gold gettò​ indietro la testa e rise, senza alcuna gioia. «Un accordo? No, no, non faccio accordi oggi. Non con te.» Gli si avvicinò​ con uno scatto e tese la mano destra per strappare il cuore all'altro. Rimase interdetto e ritirò​ la mano. «Ma cosa...?» 

Fu il turno di Rumplestiltskin Oscuro di ridere, mentre sollevava Gold per la gola e lo scagliava dall'altra parte della stanza con un gran fracasso di porcellane e vetri rotti. 

«Credi che sia così facile prendermi il cuore? Dimentichi forse che io sono te? Il cuore non me lo tengo di certo nel petto.» 

 

Intanto Regina, che aveva assistito alla scena appena fuori dalla porta, si morse il labbro inferiore. Doveva fare qualcosa... ma neanche lei poteva contrastare il potere del Signore Oscuro... 

All'improvviso le venne un'idea e in un lampo prese il telefono componendo il numero di Belle. 

«Devi venire al negozio, subito.» Non aspettò​ la risposta e terminò la chiamata, pensando che, se ne fossero usciti tutti interi, avrebbe fatto i conti con Gold più​​ tardi, poiché sarebbe stato sicuramente furioso con lei per aver coinvolto la moglie incinta. Tuttaviapensò​, se c'era una persona a cui Rumplestiltskin, buono o cattivo che fosse, non avrebbe fatto del male fisico, questa era Belle. 

 

All'interno del negozio i due avevano ingaggiato una lotta senza esclusione di colpi, distruggendo tutti gli oggetti che avevano avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. 

 

Dopo qualche minuto Belle arrivò​ trafelata, avvicinandosi a Regina per spiare dalle finestre cosa stesse succedendo nel negozio. Per un attimo nei suoi occhi si rifletterono i lampi rossi e dorati della battaglia, poi rivolse la sua attenzione a Regina, sussurrandole: «Che dobbiamo fare?» 

L'altra prese un respiro profondo e tese la mano davanti a sé, al massimo della concentrazione. La sua espressione si rilassò​ quando nella sua mano comparve qualcosa di molto simile a... 

«Il Cristallo dell'Olimpo!» sussurrò​ concitata Belle. «Ma non era stato distrutto?» 

«A dire il vero, sì​, ma inspiegabilmente qualche tempo fa è ricomparso da solo.» spiegò​ Regina. 

«Quindi...» cominciò​ Belle. 

«Usalo sulla parte oscura di Gold. Noi non possiamo ucciderlo, ma speriamo che lo metta fuori gioco per il tempo necessario di prendere ciò​ per cui siamo venuti.» 

Belle non se lo fece ripetere due volte ed entrò​ nel negozio, stringendo il Cristallo nel palmo della mano destra. 

 

Gold e la sua versione oscura andarono avanti a colpirsi con malefici e incantesimi per diversi minuti, quando l'attenzione di entrambi fu catturata da una figura che entrò​ nel negozio. Quando entrambi la riconobbero, esclamarono: «Belle!» 

La ragazza apparve confusa e si immobilizzò​ sul posto, spostando lo sguardo ora su uno, ora sull'altro. 

«Belle, Belle, che c'è? Non ti senti bene?» uno tra i due le si avvicinò​, tentando di sfiorarle la mano, ma lei si ritrasse. 

«Non... non fate un altro passo!» intimò​, aprendo il palmo della mano e rivelando la presenza del Cristallo. 

 

Sul display del cellulare di Regina comparve il nome di Emma; la donna si affrettò​ a rispondere e quel che sentì​ non le piacque per niente. Quando chiuse il cellulare, sibilò​ agitata: «La Regina sta venendo qui!» 

 

«Belle, che diavolo vuoi fare con quello? Sei impazzita?» 

La ragazza squadrò​ nuovamente i due Rumplestiltskin, vestiti di nero esattamente uguali, i capelli con lo stesso taglio, entrambi con un'espressione preoccupata dipinta in volto. 

Qual era quello che doveva colpire? 

 

 

 

Buonasera! :D 

Ebbene sì​, vi lascio in cocente attesa del sesto capitolo. Visto che sono di buon umore, vi dico anche che è quasi finito :P 

Non uccidetemi se ho "resuscitato" il Cristallo dell'Olimpo, ma mi sarebbe sempre piaciuto che fosse stato utilizzato di più​ (e magari non per scopi sempre malvagi) prima che venisse distrutto. Insomma, è un oggetto così​ potente... ma lasciamo perdere! XD 

Buona serata a tutti belli! :D 

P.S.: Ringrazio Shimba97 e AcociChannel che hanno inserito la storia tra le seguite!

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Belle impugnò il Cristallo dell'Olimpo, puntandolo a turno su entrambi. 

Regina si affacciò all'interno del negozio, avvertendola: «Belle, fai presto! La Regina sta venendo qui!». 

Fu un attimo. La ragazza osservò le reazioni dei due, strinse il Cristallo e scatenò il suo potere contro il Rumplestiltskin più vicino a lei. Vide lo sgomento nei suoi occhi per un attimo, poi l'uomo si accasciò sul pavimento, privo di sensi. 

L'altro le si avvicinò, titubante. «Come... come facevi a sapere che non ero io?» 

Fino a che non le fu posta la domanda, Belle non lo sapeva, ma scoprì di avere la risposta pronta. 

«Tu non hai provato a toccarmi, non hai neanche parlato. Forse non te ne rendi conto, ma ti si legge negli occhi la fiducia che hai verso di me.» 

Rumple inclinò appena la testa di lato, aspettando un attimo prima di dire: «Sbrighiamoci a trovare il cuore. Dev'essere qui da qualche parte.» 

Si misero a setacciare il negozio centimetro per centimetro. Gold controllò anche la cassaforte nella parete dietro al bancone, ben nascosta da un quadro. 

Nulla. Dove poteva essere? 

«Belle, qui non c'è.» 

La ragazza lo guardò storto. «Non possiamo esserne sicuri.» 

Lui le spiegò, paziente: «Mi conosco. Sapeva che volevo prendere il suo cuore, sarebbe stato stupido tenerlo nel negozio.» 

«E allora cos'hai intenzione di fare?» 

Rumple non le rispose; si avvicinò alla sua metà distesa sul pavimento e scostò la giacca, rivelando la presenza di una chiave e una mappa. Prendendole, fece attenzione a non fare movimenti bruschi. 

Le esaminò​ qualche attimo, poi agitò la mano libera, in cui un attimo dopo comparvero una chiave e una mappa esattamente uguali a quelle che aveva preso dal corpo immobile davanti a lui. Le sostituì​ a quelle originali nella tasca della giacca, mentre tenne per sé quelle vere. 

«Abbiamo quello che ci serve, andiamo!» disse a Belle e Regina, che lo sentì da fuori ed entrò. 

«Non sei neanche sicuro che la chiave ci serva! E se la mappa fosse per qualcos'altro?» si oppose Belle. 

«Dearie, non c'è tempo! La Regina!» disse, indicando un punto oltre la finestra. 

Rimise a posto il negozio come poteva usando la magia, poi gridò: «Via!», teletrasportandosi con Belle e Regina a casa di Emma, al sicuro. 

 

Si misero a sedere al tavolo da pranzo, Gold tirò fuori la mappa e la dispiegò, rivelando un complicato intreccio di segni e parole. 

«Ci serviranno settimane per interpretare questo papiro...» sussurrò sconfortata Regina. 

«Non abbiamo settimane. Ma abbiamo un pirata esperto di mappe.» rispose Gold, sicuro di sé. 

«Prendi il telefono e chiama Emma e Killian, loro potranno aiutarci.» la esortò Belle, gesticolando per enfatizzare le sue parole. 

Regina telefonò a entrambi, poi tornò a rivolgersi agli altri due: «Arrivano subito.» 

Regina non parla per metafore, pensò​ Rumplestiltskin, quando neanche cinque minuti dopo la Salvatrice e il pirata fecero il loro ingresso in casa. 

«Allora? Avete il cuore?» chiese speranzosa Emma. 

Gold scosse la testa, raccontandole tutto. 

«E quindi... questa mappa... Killian, puoi decifrarla?» domandò​ Emma dopo aver ascoltato attentamente Gold, che guardò il pirata con un'intensità tale da far impallidire anche il Principe Azzurro; tuttavia, l'altro non batté​​ ciglio mentre esaminava la mappa con la fronte corrugata. 

«Credo di sì​, ma avrò​ bisogno di qualche ora. Da solo.» sottolineò​, guardando soprattutto Emma. 

L'altra sbuffò​ e gli scoccò​ un'occhiata fulminante, addolcita però​ subito dopo da un bacio sulla guancia. 

«Avanti gente, tutti fuori!» disse Regina, avviandosi alla porta. 

Uscirono uno per volta salutando Killian e augurandogli buona fortuna, raccomandandosi di mettercela tutta; una volta fuori, Emma salutò​ gli altri e tornò​ a svolgere le sue mansioni di sceriffo. 

Regina guardò​ l'orologio e disse: «Direi che abbiamo un paio d'ore. Cosa dovremmo fare 

«Controllare che l'altro te non abbia scoperto che hai sostituito la mappa e la chiave?» propose Belle, guardando Gold in attesa di un parere. 

«Non ce n'è bisogno, dearie 

Le altre due lo scrutarono interrogative. 

«Se ne è già​ accorto. Vedete, quelle copie false erano per la Regina. Probabilmente lui le aveva detto dell'esistenza di quegli oggetti. Lei, non vedendole, si sarebbe potuta insospettire. Invece, per quanto riguarda l'altro...» sorrise leggermente: «se ne è accorto appena si è svegliato. La magia lascia sempre tracce.» 

«E quindi?» chiese Regina. 

«Quindi rilassiamoci, stiamo lontano dai guai e aspettiamo che il pirata abbia finito.» rispose lui semplicemente. 

Se questo sembrasse assurdo a Belle e Regina, non lo diedero a vedere; si salutarono e ognuno andò​ per la sua strada, nonostante Gold, solo per un momento, avesse pensato di chiedere a Belle di fare una passeggiata con lui. 

Tuttavia, realizzando che la ragazza se ne stava andando e non aveva nessuna intenzione di passare del tempo con lui, decise di lasciar stare. Avrebbe sistemato le cose con Belle quando anche tutte le altre crisi sarebbero state risolte. 

Si mise le mani in tasca e sospirò​. Nonostante sentisse di essere vicino a risolvere il problema, sentiva una gran fatica anche per fare le cose più​ semplici. Quando era nella Foresta Incantata, raccontava a se stesso un sacco di scuse e bugie per giustificare quel senso di vuoto: lo stai facendo per Baelfire, il potere è più​ importante, quella ragazza vuole solo rovinarti... 

Ma, adesso come allora, dentro di sé sapeva cosa non andava: il vuoto nel suo cuore era dovuto alla mancanza di Belle. 

Tutti i suoi istinti gli imponevano di smetterla di pensare e inseguirla, chiederle di uscire; ma lui, separandosi dal suo lato oscuro, aveva preso una decisione: avrebbe provato ad essere l'uomo migliore che potesse diventare, solo per lei e per suo figlio. 

Si avviò​ lungo la strada stranamente semideserta, incontrò sporadicamente soltanto qualche abitante di Storybrooke che si affrettava a tornare a casa, nonostante il sole non fosse ancora calato del tutto. Non si rese neanche conto di dove stesse andando, di quale strada stesse seguendo. 

Quando tornò​ presente a se stesso, si ritrovò​ nell'ultimo luogo in cui pensava di capitare. 

Il Pozzo dei Desideri. 

Dove Belle ha deciso di sposarmi, gli ricordò fastidiosamente una voce dentro di lui. 

Si appoggiò​ automaticamente alla fredda pietra del pozzo, con le braccia incrociate davanti a sé. 

Perse la cognizione del tempo; non si mosse neanche quando si alzò​ una brezza leggera che gli scompigliò​ i capelli. 

Si accorse a malapena del fruscio delle foglie che preannunciavano dei passi in avvicinamento. Sollevò​ lo sguardo, sorpreso, scorgendo un'ombra fra i rami. Appena si avvicinò​ un po' di più​, riuscì​ a riconoscere la figura di Belle. Rimase in silenzio, guardandola avvicinarsi. Sembrava che non lo avesse neanche notato. 

Soltanto quando fu a qualche metro da lei si accorse che la ragazza era in lacrime. Non si trattenne più​ e la chiamò​: «Belle!» 

Lei si guardò​ intorno un attimo, poi lo individuò​, ancora appoggiato al pozzo. 

Mormorò​ il suo nome fra le lacrime e si portò​ una mano al viso per asciugarsi agli occhi. 

Lui le si avvicinò​ e appoggiò​ una mano sulla sua, stringendola e guardando la ragazza dritta negli occhi. 

«Che cosa c'è?» le sussurrò​ dolcemente. 

L'altra sembrò​ sul punto di rispondere qualcosa, poi scosse la testa e seppellì​ il viso nell'incavo tra la spalla e il collo di Gold. 

Lui le circondò​ la vita con un braccio, mentre con l'altro tentava di tranquillizzarla accarezzandole i capelli. Piano piano i singhiozzi si affievolirono fin quasi a sparire completamente. 

Dopo quelle che parvero ore, Belle si decise a confidarsi con Rumplestiltskin: «Vedi, è che ogni volta che ti guardo rivedo ancora l'uomo che mi ha provocato tanto dolore... non riesco a vederti come l'uomo che sei diventato e mi dispiace, mi dispiace tanto.» 

Pronunciò​ queste parole con le labbra premute ancora sulla spalla di Gold, che stava per risponderle, ma fu interrotto da Belle, che continuò​: «Ma non è finita qui. Nonostante questo, io non riesco a starti lontana. È come se il mio corpo mi guidasse verso di te, proprio come è appena successo. Non avevo nessuna intenzione di venire qui, eppure... eppure è proprio qui che mi trovo. Nel luogo dove sei anche tu.» 

Rumple la guardò​ quasi con le lacrime agli occhi. Desiderava da settimane sentire quelle cose da lei. Però​, aveva anche promesso a se stesso che avrebbe fatto le cose con calma. Non aveva considerato che sarebbe stata Belle a dire di stare male senza di lui. Cosa avrebbe dovuto fare? 

Si scostò​ leggermente dal suo volto, continuando a abbracciarla, e sussurrò​ a pochi centimetri dalle sue labbra: «Cosa vuoi che faccia, Belle?». 

«Baciami.» 

Non si rese neanche conto della risposta, troppo impegnato a gettarsi famelico sulla bocca dell'altra. Si baciarono selvaggiamente fino a quando esaurirono il fiato; fu allora che si separarono giusto in tempo per vedere l'ultimo raggio di sole sparire all'orizzonte. 

«Dimmi che è tutto finito.» mormorò​ Belle, guardando Rumplestiltskin negli occhi. 

«È tutto finito.» le assicurò​ lui. «Basta stare lontani, soffrire, litigare, odiarsi.» 

«Promesso, Rumple?» 

«Promesso, amore mio.» 

Passarono qualche minuto in silenzio, beandosi l'uno della presenza dell'altra. La pace della sera venne improvvisamente turbata da una luce rossastra proveniente dal pozzo a qualche metro da loro. 

Uno circospetto, l'altra incuriosita, si avvicinarono e ad ogni passo sentivano sempre più​ distintamente il pulsare ritmico di un cuore, posto in una rientranza nascosta all'interno del pozzo stesso. 

Si guardarono, increduli: possibile che fosse quello il cuore che cercavano...? 

Rumple tese una mano e lo prese cercando di essere delicato il più​ possibile. 

«Portiamolo a casa di Emma e vediamo se Killian ha finito. Potremmo aver trovato il cuore da soli...» propose, ancora un po' scossa, Belle. 

«A giudicare dal colore, sembrerebbe proprio di sì​...» convenne Gold, notando quanto fosse nero da sembrare quasi carbonizzato. 

 

Si tennero per mano per tutta la strada e non si lasciarono neanche quando suonarono il campanello e attesero davanti a casa di Emma. Belle si vide riflessa in una delle finestre chiuse del pianterreno e cacciò​ un gridolino che suscitò​ un ghigno divertito in Rumplestiltskin, mentre la ragazza tentava disperatamente di risistemarsi i capelli. 

«Perché non mi hai detto nulla?!» sibilò​ agitata. 

«Perché sei bellissima.» rispose lui con forza, proprio quando Emma aprì​ la porta. 

Entrarono, salutando Emma e Mary Margaret. Chiesero poi a Killian novità​ sulla mappa. 

Lui cominciò​: «Credo di averla decifrata, ma mi sembra un po' troppo banale. Dalle informazioni che ho per ora, sembra che si trovi proprio...» 

«…al Pozzo dei Desideri?» lo interruppero, in coro. 

Killian li guardò​ con tanto d'occhi, proprio come Emma e Mary Margaret. A quest'ultima, però​, non sfuggirono le loro dita intrecciate, le loro espressioni stanche ma finalmente felici. 

«E voi? Voglio dire...» accennò​ alle loro mani intrecciate. 

Dal rossore improvviso diffusosi sulle guance di Belle e dall'insolito sorrisetto felice di Mr. Gold, Mary Margaret intuì la risposta e non disse altro. 

Emma sbloccò la situazione, tornando al tono pratico di sempre: «Quindi... l'avete trovato?» 

Rumplestiltskin si schiarì la voce e estrasse il cuore da sotto la giacca, dove lo aveva riposto per evitare che altri lo notassero. 

Mary Margaret trattenne rumorosamente il fiato, mentre Emma e Killian si scambiavano uno sguardo e poi chiedevano, di comune accordo: «E ora che si fa?». 

Gold aveva la risposta pronta: «Adesso torniamo nel covo del nemico.» 

 

 

Buonasera everyone! XD 

Ecco qui anche il capitolo 6. Ho poco da dire: siamo quasi alla fine della storia e le cose si complicano un po': come faranno a sbarazzarsi di "Gold Oscuro" e della Regina Cattiva, liberando David e Mary Margaret dalla Maledizione? Eheh, tutto da scoprire... :') 

Ringrazio co_gold che ha inserito la storia tra le seguite e mi eclisso! XD 

Buona serata a tutti e non dimenticate di recensire! :D

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


Rumplestiltskin aprì​ gli occhi e si ritrovò​ in un letto molto diverso da quello che aveva affittato nella locanda di Granny. Guardò​ il soffitto sopra di sé e sfoderò un sorrisetto soddisfatto al ricordo della notte passata con Belle​. Si sfregò​ il viso con le mani per tentare di svegliarsi, pur non ottenendo grandi risultati. Trovò​ un paio di pantofole ai piedi del letto e ciondolò​ fino alla cucina, sbadigliando sonoramente. 

«Buongiorno, "dearie"!» gli sorrise Belle divertita, mentre si dava da fare ai fornelli. 

Rumple mugugnò​ qualcosa in risposta e le si avvicinò​, cingendola in vita e baciandole il collo. Lei rise e si girò​ verso di lui, dandogli una piccola spinta affettuosa verso il tavolo, dicendogli di aspettare la colazione. 

Lui obbedì​ e si lasciò​ cadere pesantemente sulla sedia, appoggiandosi al tavolo mentre osservava quanto dei comunissimi gesti sembrassero bellissimi se compiuti da Belle. 

La ragazza riempì​ due tazze di caffè, posandole sul tavolo davanti a Rumple insieme a un sacchetto, che aprì​ subito dopo rivelando due paste al cioccolato dall'aspetto delizioso. 

Gold ne assaggiò​ subito una, impaziente. 

«Sembra che non mangi da giorni!» gli diede di gomito lei. 

«Beh, come dire, dearie... si sa che l'attività​ fisica mette appetito!» le rispose lui con una strizzatina d'occhi. 

Belle avvampò​ e iniziò​ a tossire quando il caffè le bruciò​ in gola. Riuscì​ a calmarsi bevendo lunghi sorsi d'acqua mentre Rumplestiltskin ghignava per l'imbarazzo dell'altra. 

«A proposito, grazie per le pantofole. Un pensiero carino...» le disse con un lieve sorrisetto. 

Belle non rispose, addentò​ un pezzo di colazione e si macchiò​ di cioccolato. Tentò​ di pulirsi e peggiorò​ la situazione, tanto che Gold scoppiò​ a ridere mentre le passava un tovagliolo. 

«Smettila di ridere! Non mi aiuti!» lo rimproverò​ lei un po' scocciata. 

«Perlomeno a me non è scoppiato il cornetto in mano!» le rispose lui con un'alzata di spalle e un ghigno divertito. 

«Solo fortuna.» sbuffò​ lei. 

«Si chiama "classe", tesoro.» 

«Ma smettila!» prese il cornetto oggetto della discussione, macchiandosi l'indice di cioccolato e spalmandolo sul naso di Rumplestiltskin. Scoppiò​ a ridere alla vista della sua espressione mentre lui scrutava il suo riflesso distorto in un cucchiaio. 

«Questo non dovevi farlo.» disse lui con tono serio, mentre la prendeva in braccio con un ghigno. 

«Smettila! Rumple, smettila! Mi fai il solletico!» lo pregò​ lei, senza fiato tra le risate. 

«Ma dearieè proprio quella l'idea!» le rispose lui, con una scintilla negli occhi. 

 

Il cellulare suonò​ a vuoto un paio di volte, poi Regina chiuse la chiamata e si girò verso Emma, scuotendo la testa. 

«Ancora niente? Non... non sarà​​ successo qualcosa?» disse dubbiosa. 

«Ne dubito, ma non possiamo esserne sicure.» sospirò​ Regina. 

«Neppure Belle risponde.» 

«Aspettiamo ancora un po', Emma. Forse è ancora presto.» disse incerta, guardando l'orologio. 

 

«Il telefono...! Rumple, il telefono!» 

Lui le fece segno di fare silenzio e continuò​ a farle il solletico, mentre si rotolavano sul letto. 

Alla terza telefonata a cui non risposero, Belle si fece improvvisamente seria: «Rumple, basta. Potrebbero aver bisogno di noi.» Controllò​ i telefoni: «Abbiamo due chiamate perse da Regina e una da Emma. Sei un irresponsabile.» mormorò​ mentre lui la abbracciava. 

«Lo so.» le rispose dandole un bacio sulla guancia e mettendole una mano sul ventre per sentire i movimenti del bambino. 

«Vestiamoci e sentiamo che succede.» sospirò​, restia a sciogliersi da quell'abbraccio. 

Impiegarono mezz'ora a prepararsi, un po' perché avevano sonno, un po' per le lamentele di Rumplestiltskin sul fatto che nella vita non ci si potesse mai rilassare. 

«Smetti di lamentarti e sbrigati.» gli disse Belle, lanciandogli i vestiti dritti in faccia. 

Tra borbottii e sbadigli, arrivarono a casa di Emma che sembravano aver passato la notte all'addiaccio. 

«Ma dove diavolo eravate voi due? Che avete...» Regina non terminò​ la frase, mentre apriva la porta, sbigottita dal loro aspetto. 

«Siamo messi così​ male?» sussurrò​ Rumple a Belle in modo che solo lei lo sentisse. 

Quando lei gli rispose con un vago sorriso, lui si passò​ nervosamente una mano fra i capelli, tentando di sistemarsi come poteva. 

«Allora...» cominciò​ Belle. «Cosa dovevate dirci?» 

«Cosa dovevamo dirvi?! Ieri sera siete spariti così​, senza dire nulla!» esplose Regina. «Come ci organizziamo? A cosa è servito prendere il cuore, se poi non lo usiamo?» 

«Era solo una pausa di una notte...» borbottò​ Rumplestiltskin a bassa voce. 

Regina lo sentì​ e lo fulminò​ con un'occhiata. 

«Se le pause notturne sono finite, mio caro, saresti così​ gentile da metterci al corrente dei tuoi piani?». 

Rumplestiltskin parlò​ con tono incolore: «Adesso dobbiamo far sì​ che la Regina Cattiva abbia una discussione con la mia parte oscura. Quando litigheranno, potrò​ ordinare attraverso il cuore che si uccidano a vicenda, così​ avremo risolto tre problemi insieme.» 

«Senza la Regina Cattiva, anche i miei genitori saranno liberi dalla Maledizione?» chiese Emma. 

«Proprio così​.» le rispose Rumplestiltskin, mentre nella sua testa pensava: ha la praticità della madre e l'acume del padre, che spreco di materia grigia. 

«E cos'hai in mente per farli discutere?» domandò​ Regina, scettica. 

All'improvviso, sembrò​ che Rumplestiltskin trovasse molto interessante il pavimento piuttosto che Regina. Belle lo guardò​ incuriosita: «Rumple 

Lui prese un gran respiro: «Beh, tutti sappiamo che c'è una persona che vuole disperatamente riconquistare...» 

«Belle, ovviamente.» intervenne Regina. 

«...proprio così​. Quindi, se la Regina Cattiva li trovasse casualmente insieme, in atti un po' più​ intimi che tra coniugi separati...» 

«...farebbe una scenata che si potrebbe definire di gelosia.» concluse Belle. 

Si guardarono per un po', ognuno preda dei propri pensieri, poi Regina ruppe il silenzio: «È troppo pericoloso, Rumple. Sarebbe un rischio altissimo per Belle e, visto l'orgoglio, non sappiamo neanche se la mia parte oscura si abbasserebbe ad ammettere un sentimento di quel genere.» 

Rumplestiltskin concordava in parte con Regina; tuttavia, aveva calcolato tutti i rischi. Se lui si fosse finto quello cattivo... avrebbe potuto proteggere Belle e rimandare la discussione ad un secondo momento, incrementando così il malumore della Regina. Non gli piaceva rischiare, ma la posta in gioco era troppo alta. 

Come intuendo i suoi pensieri, Belle gli strinse il braccio per confortarlo in quella decisione difficile, facendogli capire che lei era pronta a fare la sua parte. 

Discussero i dettagli per qualche ora; quando l'orologio segnò​​ l'una, lo stomaco di Belle si lamentò​ sommessamente. 

Rumplestiltskin lo sentì​ e troncò​ frettolosamente i discorsi di Regina ed Emma: «Io e Belle dobbiamo andare, scusateci.» Non attese risposta, prese la moglie per mano ed uscì​. 

«Come mai tanta fretta?» gli chiese lei. 

«È tardi e non hai ancora pranzato. Anzi, neppure stamattina sei riuscita a mangiare nulla.» disse lui semplicemente. 

«Dove mi porti?» 

«Dove vuoi tu. Possiamo andare da Granny. Oppure...» propose, un po' titubante: «...potremmo mangiare a casa.» 

«Un pranzo normale?» sorrise lei. 

«Un pranzo normale.» ripeté lui. 

«E sia!» 

 

Proprio come era successo la mattina, non riuscirono a stare più​ di dieci minuti in cucina senza cominciare a farsi scherzi e a prendersi in giro. Addirittura, mentre cercava qualcosa di commestibile in un ripiano alto del mobile in cucina, Belle fece cadere un pacco di farina che esplose ai piedi di Rumplestiltskin, inondandolo di polvere bianca. 

La faccia che aveva fatto l'uomo e le due successive ore di risate valsero la pena anche di tutto il tempo che la ragazza passò​ a rimettere in ordine mentre Rumple faceva la doccia post-farina. 

 

Quando finalmente tornarono seri e presenti a se stessi, si recarono insieme ad Emma, Regina, David e Killian a spiare all'interno del negozio di Gold. Per la prima volta da giorni, la sua auto non era parcheggiata lì​ da qualche parte, quindi ne dedussero che doveva essersi allontanato. 

«Belle, vieni con me, è ora. Regina, Emma... fate in modo che la Regina Cattiva si avvicini al negozio. E voi... - disse Gold, indicando David e Killian – non fatevi vedere!» 

Emma e Regina avevano concordato di scrivere un biglietto anonimo, proprio come avevano fatto con Zelena. 

«Sarà​ ripetitivo,» aveva detto Regina: «ma almeno è un metodo collaudato e funzionante.» 

Rumplestiltskin e Belle entrarono nel negozio e furono immediatamente invasi dai ricordi, sia belli che brutti. Lei rabbrividì​ e gli strinse il braccio: «Speriamo che questa storia finisca presto...» 

«Lo voglio tanto quanto te, dearie.» le rispose lui, avanzando nel negozio. 

Lei lo seguì​ e si mise a sedere sul bancone, facendo scorrere lo sguardo sui molteplici oggetti che ingombravano la stanza. 

«Darai mai una pulita qui dentro?» 

«Se sopravviverò​, potrei prendere in considerazione l'idea. Con un piccolo prezzo...» ghignò​, avvicinandosi a Belle e baciandola. 

«La Regina non è ancora qui.» lo rimproverò​ lei scherzosamente. 

«Ma arriverà​ presto.» disse Gold, scrutando la strada oltre la finestra. Si tolse la giacca e si sbottonò​ la camicia di qualche centimetro. 

«Cosa fai?» gli chiese Belle fissandolo. 

«Dearie, "mi  faccio cogliere in atti più​ intimi che tra coniugi separati".» 

Lei sospirò​: «Almeno fallo per bene.» Gli allentò​ la cravatta, mentre lui tratteneva a stento un ghigno divertito. 

Il cellulare di Belle vibrò​: la Regina sta arrivando. 

Come se avesse preso la scossa, lei saltò​ su e abbracciò​ forte Rumplestiltskin. 

«Sii naturale, dearie...» 

«Lo sono!» sussurrò​ lei: «Solo che quella donna è talmente spregevole...» 

«Bene, bene, bene.» disse una voce imperiosa alle loro spalle. «La coppia dell'anno, vedo.» 

I due si staccarono, continuando però​ a tenersi per mano. 

«Quanto mi dispiace dover rovinare anche voi, dopo aver rovinato Biancaneve e il Principe Azzurro... già​, sarà​ proprio un peccato.» disse ironicamente. 

«Non rovinerai un bel niente. Finisce qui, Regina.» ringhiò​ Rumplestiltskin. 

«Oh, ma davvero? E chi lo dice, tu? Temo di doverti smentire, mio caro.» 

Lui fece per rispondere, ma la voce gli morì​ in gola. La Regina stava teatralmente estraendo dal mantello un pugnale. Il pugnale del Signore Oscuro. 

Lui deglutì​ e cercò​ di apparire sicuro: «Non funzionerà​. Non puoi controllare due persone insieme con quel pugnale.» 

«Ne sei così​ convinto? Perché non vieni fuori, caro, e mostriamo a questo verme quanto si sbaglia?» disse rivolta a una quarta persona nella stanza, finora invisibile. 

La figura di Gold Oscuro emerse dall'ombra, con un ghigno crudele dipinto sul volto: «Già​, perché no? Siete proprio patetici, voi due.» 

La Regina alzò​ il pugnale e comandò​: «Signore Oscuro, inginocchiati.» 

Rumple sentì​ come se una forza dentro di lui lo spingesse verso il basso e fu costretto ad ubbidire. 

«Non... non è possibile.» mormorò​, seguito dalla risata fredda della Regina. 

«Dimentichi che abbiamo ancora il cuore» disse lui fra i denti. 

«Già​, ma come farai ad usarlo se non hai più​ il controllo di te stesso?» domandò​ lei sfidandolo. 

Gold sembrò​ non trovare nulla da dire, Belle rimase immobile dietro di lui, incerta su cosa fare. 

La situazione non era più​ a loro favore. 

 

 

Saaalve! Okay, prima di tutto non uccidetemi se ho lasciato di nuovo tutto in sospeso. Sono una persona cattiva, I know :3 

Tra l'altro devo ammettere che nei miei piani originali la cosa non si complicava così​ tanto, ma ho deciso di inserire qualche ostacolo in più​ perché ai nostri personaggi non c'è mai una, ma dico UNA missione che vada bene al primo colpo. Colpi di scena all'ordine del giorno. 

So benissimo quanto sia melensa e zuccherosa la prima parte del capitolo, ma sono in estrema ansia per il nuovo episodio che esce oggi, OGGI :O (negli USA, vabbè), quindi avevo bisogno di tanto tanto Rumbelle per prepararmi psicologicamente. 

Poooi... credo di aver detto tutto e se ho dimenticato qualcosa ve lo dico nel prossimo capitolo :p 

Byeeee :D

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


La Regina e Rumplestiltskin Oscuro si godevano la scena, apostrofando Belle e Gold per la loro impotenza davanti a un potere come il loro. 

Ghignando soddisfatto, Rumplestiltskin Oscuro cominciò​ a spiegare alcuni dettagli che erano sfuggiti a tutti gli altri. 

«Ti sei chiesto come ho fatto a liberarmi della schiavitù​ del pugnale. Semplice, lo hai detto tu stesso: non si possono controllare due Signori Oscuri con la stessa arma. È bastato trasferire il controllo su di me dal pugnale a qualcos'altro, per averti in pugno come una marionetta. Sembra proprio che quello senza spina dorsale fra me e te sia proprio tu.» lo provocò​, approfittando del vantaggio garantitogli dal pugnale. 

Gold digrignò​ i denti, rialzandosi da terra. Belle, alle sue spalle, gli appoggiò​ una mano sulla schiena per tranquillizzarlo, nonostante avesse paura lei stessa. 

«Non la farete franca. Sai, non hai calcolato una cosa. Io posso vivere senza di te, ma tu, senza di me, no.» disse Rumple con gli occhi ridotti a due fessure. 

Prima che l'altro potesse rispondere, una violenta esplosione appena fuori dal negozio attirò​ l'attenzione di tutti. 

«Che diamine sta succedendo là​ fuori?» chiese, più​ a se stessa che agli altri, la Regina Cattiva. 

«Succede, dearie,» disse Rumplestiltskin facendo un passo avanti: «che, se la meriti, la famiglia non ti abbandona mai.» 

«Stai iniziando a parlare come Biancaneve. Disgustoso.» commentò​ lei, mentre si avvicinava alla porta per vedere cosa fosse successo. 

Senza che nessuno se ne rendesse conto, Belle scattò​ da dietro le spalle di Rumplestiltskin e si gettò​ sulla Regina Cattiva, cadendo a terra insieme a lei e tirandole uno schiaffo. 

«Questo è per aver baciato mio marito! E questo – la colpì ancora - è​ per aver provato a controllarlo!». Presa alla sprovvista, la Regina Cattiva allentò​ la presa sul pugnale e Belle glielo strappò​ di mano, rialzandosi in piedi con il fiato corto. 

Anche l'altra si rimise subito in piedi, spazzolandosi l'abito riccamente decorato. 

«Bene, ma guarda... sembra che abbia scelto il tuo destino, alla fine...» disse, mentre univa le mani davanti a sé cominciando ad evocare un sortilegio. 

«No!» gridarono entrambi i Rumplestiltskin, bloccandola con la loro magia. Si guardarono stupiti per un attimo, poi Belle gridò​: «Rumple, il cuore!». 

Come riavendosi da uno stato di trance, Gold sussurrò​ velocemente, tenendo in mano il cuore: «Uccidi la Regina Cattiva con l'arma che può​ controllarti.» 

Rumplestiltskin Oscuro vacillò​ per un attimo, tentando di ribellarsi, poi evocò​ dal nulla una lama dall'impugnatura decorata di rubini. 

«Excalibur...» sussurrò​ Belle, mentre Rumple la avvertiva: «Sta' indietro!» e la tirava al sicuro accanto a sé. 

Un'altra esplosione fece tremare la terra e la porta si spalancò​, rivelando la presenza di Emma, Regina, Uncino e David. 

La Regina Cattiva si vide circondata e alzò​ una mano per smaterializzarsi, ma Rumple se ne accorse e la precedette, bloccando la sua magia. 

Gold Oscurò​ le si avvicinò​, inesorabile, mentre lei tentava di difendersi. Fu tutto inutile: lui alzò​ una mano e la spedì​ contro il muro con forza. Le si avvicinò​, si girò​ un'ultima volta verso Belle e disse: «Lo so che non ti importa più​, ma io ti amo davvero.», poi trafisse la Regina Cattiva e svanirono insieme in una sfera di luce dorata. 

Passò​ qualche attimo in cui nessuno fiatò​, troppo sconvolti per credere a ciò​ che era appena successo. Il primo suono che risvegliò​ tutti fu il cellulare di David, sul cui display comparve il nome di Mary Margaret. 

Ce l'avevano fatta davvero. 

 

Quella sera organizzarono una festa da Granny, finalmente tranquilli dopo tanto tempo. Emma, Regina e Killian si tennero occupati insieme ai sette nani, che davano spettacolo dopo aver bevuto ben più​ di quanto fosse permesso alla guida. Tuttavia, né Emma come sceriffo, né Regina come sindaco, avevano intenzione di fare scenate. Era la prima serata di vera felicità​ dopo tanto tempo e tutti meritavano di festeggiare. 

David e Mary Margaret ridevano con Neal in un angolo della tavola calda, finalmente riuniti dopo tanto tempo. 

La maggior parte degli invitati avevano deciso di rimanere dentro al bar e tenersi al caldo, ma Rumplestiltskin e Belle erano rimasti fuori, da soli. 

«È davvero finita?» chiese lei per la centesima volta quel pomeriggio, seduta sulle gambe di lui e abbracciandolo stretto. 

«Quante altre volte dovrò​ risponderti prima che tu ci creda, dearie 

La ragazza appoggiò​ la testa sul petto di Gold e sospirò​. 

«Non so se riuscirò​ mai a realizzarlo completamente.» 

«Ti ci abituerai, prima o poi.» 

«Certo che ci è andata proprio bene... potevano controllarti con quel pugnale, Rumple...» 

«Tu mi hai salvato, Belle. Hai salvato me, te stessa, la nostra famiglia... il bambino.» aggiunse accarezzandole il ventre. 

«Non mi sono neanche resa conto di cosa stessi facendo. Era come se agisse qualcun altro al posto mio.» 

«Invece eri proprio tu. Sei stata... maledettamente tempestiva.» 

«Quanta serietà​ stasera, caroChe c'è, il lato divertente era tutto della parte oscura?» gli disse stuzzicandolo con un sorrisetto. 

«Non ci contare.» ghignò​ lui ammiccando. «Stavo solo pensando a quello che ha detto...» 

«Cioè?» 

«Ha detto di amarti.» 

Lei lo guardò​ per un attimo seria, poi scoppiò​ a ridere. 

«Che c'è?» le chiese, un po' sulla difensiva. 

«Sei... geloso di te stesso!» continuò​ a sghignazzare la ragazza. 

«Non è vero!» 

«Ah, no?» gli chiese lei dandogli una gomitata nelle costole. «Sicuro sicuro 

«Ah ah.» fece Rumple, simulando uno sguardo infastidito. 

«Non ti facevo così​ geloso. Sei una delusione.» disse Belle, alzandosi e avvicinandosi alla tavola calda di Granny. 

Rumplestiltskin agitò​ una mano e le impedì​ di muoversi, alzandosi con calma e raggiungendola. 

«Dicevi, dearie 

«Sei proprio una Bestia.» disse lei tra il divertito e l'esasperato. 

Lui approfittò​ del vantaggio acquisito con la magia e la baciò​ appassionatamente. 

«Una Bestia, dearie? Non è che ti stai confondendo con il tuo Vero Amore?» le chiese con un ghigno mentre la liberava dall'incantesimo. 

«Non c'è differenza. Sei la mia Bestia e il mio Vero Amore.» gli rispose, mettendolo a tacere e entrando nel locale. 

Lui la seguì​ al bancone, mentre la ragazza prendeva una bibita e se la portava alle labbra. 

«Sembra quasi una condanna... essere il mio Vero Amore.» disse Rumple, riprendendo il discorso. 

«Certo che lo è.» sorrise lei, a contatto con il vetro freddo del bicchiere. 

Si accorse che l'altro non le rispondeva da qualche secondo, così​ alzò lo sguardo su di lui. 

«Lo pensi davvero, Belle?» le chiese Gold, con una ruga sottile comparsa sulla fronte. 

Lei sospirò​​ esasperata e gli mise le braccia intorno al collo, parlando a pochi centimetri dalle sue labbra: «L'unica cosa che penso, Rumpleè che il mio Vero Amore è veramente stupido.» 

Rumplestiltskin non perse altro tempo: la sollevò​ prendendola in braccio e la baciò​ con trasporto. 

 

 

Buoonasera a tutti! 

Siamo arrivati alla fine... beh, che dire? Ringrazio tutti voi che avete recensito e che avete letto la storia, in particolare NotEvenChip e Doned99 che l'hanno aggiunta alle preferite, insieme a tutti quelli che l'hanno inserita tra le seguite e tra le ricordate! 

Devo dire in tutta onestà​ - e giuro che non è per modestia – che non mi è piaciuto molto come ho sviluppato la trama. Conoscendomi, credo che avrei potuto fare di meglio. 

Magari ciò​ mi sarà​ d'aiuto per le storie future (ho già​ qualche idea... per esempio, come mai Gold e la Regina Cattiva hanno Excalibur? Ma non vi anticipo nulla u.u) 

Quiiindi ringrazio ancora tutti quanti e mi eclisso definitivamente XD 

Ciao a tutti!!

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