Masks

di 1d_lovely_smiles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1


"Comunque la Thailandia è proprio un bel paese" esclama Niall, ancora entusiasta dall'ultimo concerto. Il suo è uno di quei lavori per cui bisogna fare dei sacrifici non indifferenti, eppure nei suoi occhioni blu si può sempre leggere lo stupore tipico di un principiante - nonostante non lo sia più - quando sale su un palco; ogni volta come fosse la prima. Ma lui sa, in fondo, che quello è uno dei lavori migliori del mondo.
"Dovremmo andarci in vacanza, il mare è stupendo" concorda Louis, "che ne pensi?" batte una leggera gomitata nelle costole dell'amico pakistano - perso a contemplare le luci notturne di Hong Kong dal finestrino del van. Tenta di richiamare la sua attenzione, ancora una volta, dato che è molto scarsa negli ultimi giorni. O forse nelle ultime settimane; in effetti è fin troppo tempo che Louis vede il suo amico quasi completamente assente e più silenzioso del solito. Glielo legge negli occhi il tormento di - chissà quali - pensieri. Anche ora che riceve uno sguardo fugace da lui dopo aver annuito distrattamente; subito però torna a contemplare il paesaggio. Si sta preoccupando molto, Lou, ma sa che non può fare molto e se non è lui a darti il consenso non puoi insistere, ti racconta quello che vuole quando vuole; ai ragazzi va bene così, in fondo i fratelli si accettano per quelli che sono, no?
E d'altro canto Zayn sa che lui e gli altri stanno rispettando i suoi tempi, e lo apprezza molto. Sa che l'unica cosa vera del suo (schfoso) mondo è la loro amicizia, ed è proprio in nome di quest'ultima che vorrebbe sfogarsi, chiedere consiglio e decidere con loro, ma stavolta non può. S'impone da solo di non farlo, perchè Zayn ha appena deciso. Ha deciso di dover pensare un pò a se stesso, al vero se stesso. Sente che è arrivato il momento per mettersi al primo posto, senza dover fare da spola come macchina da soldi. Vuole ritrovare ciò che è, ciò che ha sempre progettato e vuole mettere in atto ciò che ama di più. Prima il riposo, e in un secondo momento il suo lavoro - che comunque amerà per sempre e con tutto se stesso. Non sopporta più le responsabilità, le pressioni, i tempi folli che è obbligato a rispettare, perchè si sente soffocare. E le bugie, tutte quelle dannate bugie che lo costringono in una persona che non è lui; a volte sente di stare in un mondo parallelo - quello pubblico degli One Direction - dentro un altro mondo parallelo - quello privato della band - dentro un mondo reale; insomma, la sua vita è una stupida matriosca. Tenere separate tutte quelle 'realtà' è difficile, ti confonde e spesso ti porta sulla strada sbagliata, e Zayn sente di star per perdere il controllo, quindi decide che è il momento giusto per tirarsene fuori, almeno per un pò, in modo da poter ricominciare questo gioco con i suoi tempi, e soprattutto mostrando il vero se stesso, e non un personaggio montato da sconosciuti. Lui non è come si mostra in pubblico, non gli assomiglia neanche lontanamente. Ha deciso di non indossare più una stupida maschera: è ora di cominciare una nuova vita.
Zayn ha deciso di lasciare la band. I One Direction, la Syco, la Modest, tutto. L'unica cosa che non vuole lasciare - e mai lo vorrà - è il suo... Beh, sono i suoi quattro migliori amici, questo è certo.
Sente gli occhi pizzicare al solo pensiero quindi decide di smettere di torturarsi per un pò, almeno finchè è in macchina con loro. Ed è proprio in quel momento che si accorge di non sentirne le voci e che i ragazzi sono scesi dalla macchina, ovviamente accompagnati dai loro bodyguards.
"Zayn, hai intenzione di passare la notte per Hong Kong o scendi? Ricorda che domani abbiamo un concerto e la sveglia è alle 8" borbotta Louis ad un paio di metri dalla macchina. E' il solito 'daddy responsabile' della band, un pò come lo era Lee.
Il concerto; già, forse è l'ultimo. Ne è sollevato: non ne può più e crede che ormai i tempi siano maturi per una scelta del genere.
Scaccia questi pensieri e si dirige - tra fan urlanti e flash dei paparazzi - all'interno dell'albergo e si ritrova in una Hall rossa e oro.
Sarà una lunga nottata, pensa.

Così come stabilito da Louis - o meglio da Higgins, e Louis da ragazzo responsabile esegue - il 18 marzo 2015 per i One Direction inizia alle 8. Inutile dire che Zayn è l'ultimo a svegliarsi, stimolato solo dalle centinaia di chiamate di Paul e dai tentativi di Lou di sfondare la porta.
"Ti rendi conto che sono le 8 e 20 e tu sei ancora in pigiama?" il ragazzo sbraita contro il pakistano, quando finalmente gli apre. "Tra 10 minuti dovremmo essere allo stadio, muoviti!" lo esorta mentre si precipita nella suite. Zayn accetta tutto passivamente camminando come uno zombie perchè, andiamo, sta ancora dormendo: un pò di pietà!
Ma Louis non ha pietà, perchè è Louis. Il responsabile. Il fratello maggiore. Lui sa davvero eseguire il suo dovere, a differenza di quello che deve mostrare al mondo intero.
Comunque, in pochi minuti - non sa come - Zayn fa una doccia ed esce dal bagno già asciutto e profumato - e in boxer. Non ci mette nulla a sistemare i capelli in un codino che, diciamocelo, è una pettinatura abbastanza orribile per un maschio. Ma se sei Zayn-perfezione-Malik, con un viso che sembra essere stato scolpito e dei lineamenti che sembrano essere stati  disegnati dal miglior artista del mondo, anche un codino ti sta bene. Louis pensa che probabilmente non avrà bisogno neanche di Lou Teasdale stasera, e si chiede come diamine faccia.
"Mettiti questi e vediamo di andare, che non ho voglia di sorbirmi un'altra ramanzina" il più grande gli lancia un jeans ed una maglietta neri a caso, tanto allo stadio ci sarà Caroline con il guardaroba da concerto. In due minuti Zayn è pronto e, dopo aver recuperato portafogli e cellulare, viene letteralmente trascinato fuori dalla stanza.

"Tutto bene?" sono le prime parole dolci della giornata che Louis rivolge al pakistano una volta entrati in ascensore.
Ecco che ci risiamo, pensa Zayn; l'amico deve aver intuito qualcosa dai suoi occhi. Sono particolarmente spenti, particolarmente scuri ed il castano ha una sensazione strana, ma Zayn non può parlare: non può dirgli che questo sarà, con tutte le migliori probabilità, l'ultimo giorno per 'Zayn Malik dei One Direction'.
Così "Ho sonno" si giustifica tentando - invano - di tenere buono il suo amico.
Sarà una lunga giornata, si ritrova infatti a pensare.

"Siete in ritardo di 15 minuti! Pensate che il tempo per voi non cammini?" Higgins raggiunge i ragazzi nell'enorme parcheggio del retro - non sono ancora entrati nello stadio, che diamine! - e comincia la sua ramanzina. I ragazzi comunque sono troppo assonnati - ed affamati - per rispondere, quindi si limitano a mormorare delle scuse.
"Zayn lo so che è colpa tua. La prossima volta ti faccio rinchiudere in camera così il concerto non lo fai proprio! continua il manager. Il ragazzo si lascia scappare un sorrisetto perchè, tanto non ci sarà una prossima volta, ribatte mentalmente.
"Adesso andate velocemente a fare colazione, che poi avete le prove. Ci aspetta una lunga giornata" finalmente Paul li abbandona per dedicarsi alla sue solite telefonate.
"Ragazzi, chiamo un attima mia madre. Ci vediamo dentro" annuncia il pakistano tirando fuori dalla tasca della felpa il telefono.
"Ok, Zee. Ti metto da parte un tazzone di caffè ed una ciambella, prima che Niall si divori l'intero buffet. Non fare tardi o si fredda tutto" Zayn rivolge un sorriso di gratitudine ad Harry, che è sempre tanto gentile ed educato con tutti; è semplicemente genuino, dolce e puro. Infatti lui è l'unico che si è sempre rifiutato di nascondere se stesso, il suo carattere, i suoi gusti, le sue idee. L'unico che non ha mai davvero accettato di recitare una parte, di indossare una maschera, e quella che ha gliel'hanno appioppata ingiustamente. Per questo il ragazzo trova sempre i modi più subdoli ed intelligenti per esprimersi. Harry è troppo per questo mondo, si ritrova a pensare il moro accendendosi una sigaretta all'ombra di un bus. Completamente solo.
"Pronto, Easyjet? Vorrei prenotare un volo Hong-Kong - Londra di sola andata per il 19 marzo"

Forse Zayn si sbagliava, la giornata non passa così lentamente come se l'era immaginata, ossia come tutte le altre. Certo, le prove sono stancanti, Paul Roberts ed i suoi collaboratori non fanno che star loro addosso per le coreografie - "Tanti casini per dirci cosa dobbiamo fare e dove sederci durante Little Things... Cazzate. Neanche fossimo i ballerini di Beyoncè" borbotta Niall sottovoce, ma anche questo fa parte del lavoro; che poi a loro piaccia girare tutto il palco e che rispettino solo il 50% delle coreografie è un altro discorso. Ma comunque oggi il tempo sembra volare, tant'è che presto arriva l'ora di pranzo.
"OK, riprendiamo tra un'ora. Finiamo le prove e poi tutti a prepararsi per stasera. Vediamo di cominciare bene" annuncia Higgins lasciando tutti liberi - e stremati. Si dirigono tutti nella sala mensa dove solo i ragazzi occupano un intero tavolo, anche se in realtà passare da soli il pranzo è diventata una sorta di rituale; per potersi ritrovare e, soprattutto, per ritrovare assieme la forza.
"Dio mio, mi addormenterei con la testa nel piatto in questo momento" borbotta Liam prendendo posto vicino a Zayn: un'altra sorta di rituale, quella di Liam e Zayn, di rimanere sempre in contatto. Camminare vicini, sfiorarsi, guardarsi, sorridersi: sono le uniche cose rimaste per loro due.
"Andiamo, è stancante ma pur sempre meraviglioso! Pensate a quanto sarà di nuovo pieno stasera" replica - il solito - Niall, sempre più entusiasta del suo lavoro.
"Già: è il lavoro più bello del mondo" lo spalleggia un Harry sorridente, munito anche di fossette.
"La cosa più bella è che lo condividiamo. Insomma, vi immaginate quanto è triste il solista? " continua Louis, che non rinuncia ad infilare un dito in una delle fossette del più piccolo: ha sempre adorato farlo.
Già: la vita da solista non fa per il castano, l'ha sempre detto. Ama troppo la compagnia.
"Ci pensate? Cosa fa nel tempo che sta sul tour bus? Con chi gioca?" si domanda Liam, prima di mettere in bocca una forchettata di riso. Ovviamente solo riso potevano servire, in Giappone.
"Ma soprattutto come passa le serate nei locali? Chi gli fa da spalla per rimorchiare e con chi si ubriaca?" aggiunge Niall, scatenando una risata generale.
Era un bel pò di tempo che Zayn non rideva, troppo preso dalle preoccupazione e pensieri vari, e anche se adesso tiene la testa rivolta al piatto, ascolta tutto, e deve dare ragione ai suoi amici. La vita da solista sarebbe molto più diversa rispetto alla loro attuale, ma il lavoro in fondo è lo stesso, quindi non cambierebbe poi molto.
"Cfomunqfue il pollo frittfo del Gfiaffone fè il migliofe" commenta il biondo, troppo preso dal suo amore platonico per il cibo.
"Niall, a te piace tutto ciò che è commestibile" replica Zayn facendo ridere tutti. "Però ha ragione. Che poi è divertente fare paragoni con il cibo di tutto il mondo" stoppa ogni brutto pensiero per dedicarsi un pò ad osservare i suoi amici, nei cui occhi vede una luce diversa. Forse sono più felici del solito e sa che ora come ora vuole godersi ogni loro risata.

"Zayn, hai finito di mangiare?" Paul si avvicina la tavolo, diretto verso il moro.
"Ehm sì, sto soltant-"
"OK, vieni un attimo con me, devo parlarti. "Ragazzi avete altri 15 minuti" dice, prima di tirarsi il pakistano dietro, costringendolo ad abbandonare la mela che si stava sbucciando.
"Zayn" sospira il manager poggiandosi vicino alla porta della sala, lontano da tutti. "Devi smetterla di comportarti così, okay? Abbiamo già abbastanza idioti nel gruppo senza che ti ci metti pure tu"




Angolo autrice.
Giorno! Non so se ve ne siete accorti ma sto correggendo pian piano la mia storia, per cui se trovate altri errori che mi sono sfuggiti ditemelo e li correggerò subito:)
Comunque spero che la storia, per come procede, vi stia piacendo, per cui, per quelli che mi seguono, grazie mille :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2

"Che hai combinato stavolta?" domanda Harry a Niall mentre ridacchia e intuendo che lui sa qualcosa.
"Io nulla" risponde serio questo, "Nulla di nuovo, almeno" ghigna poi. Sono entrambi  in attesa che l'uomo che per primo ha dato loro la possibilità di realizzare il sogno comune, si connetta su Skype per una video chiamata; infatti si sono recati nella sala conferenza dell'albergo dove alloggiano temporaneamente. Sono le 9 del mattino del 19 marzo 2015 ad Hong Kong e sono stati svegliati dal loro tour manager, Paul Higgins, che sbraitava cercando di incenerirli con lo sguardo... E tenta tutt'ora, pensa tra se e se Zayn Malik, uno di quei cinque ragazzi.
Nell'enorme sala rossa e oro - stile Grifondoro, pensa Harry fugacemente - Higgins sta su un piccolo palco di legno in fondo alla stanza mentre alcuni tecnici trafficano con il telone per il proiettore e il PC - posto su una scrivania bianca - e gli altri tre membri della band sono seduti in prima fila di fronte ad essi.
"E comunque potrei fare la stessa domanda a te" replica Niall, l'unico Irlandese del gruppo, accomodandosi accanto a Louis Tomlinson poco prima di veder comparire l'ufficio ed il volto di Simon Cowell sul telone alle spalle di Paul.
Quella stanza mi ricorda una stanza d'ospedale e mi sta già salendo l'ansia, pensa Louis osservando l'ufficio in cui è seduto il loro capo. Non ha tutti i torti, effettivamente: l'ufficio del signor Cowell ha le mura bianche spoglie come il mobilio e quasi si confondono dando una sbagliata percezione della profondità, come fosse un Buco Nero che inghiottisce ogni cosa.
Non appena anche gli altri due ragazzi si siedono, Louis ha una sensazione strana: sta per succedere qualcosa, pensa preoccupato. Lancia uno sguardo fugace a Harry e Niall sedutigli accanto, e poi a Zayn e Liam, alla sua destra; gli occhi dei suoi migliori amici lo hanno sempre aiutato a trovare la forza di affrontare le cose.
"Che abbiamo fatto ora?" domanda Liam Payne, il ragazzo a cui ognuno dei quattro ragazzi presenti deve il proprio carattere.
Simon batte le ciglia infastidito.
"Vogliamo parlare di queste immagini che sono state inviate al The Sun stamattina presto?" inquadra nella sua videocamera il suddetto giornale sulla cui prima pagina svettano delle foto un pò sfocate di Liam e Niall con una Belvedere in mano; Liam e Niall che rollano delle canne; Liam e Niall nel letto con due gemelle asiatiche.
"Nulla di nuovo, uh?" ripete sarcastico il riccio uccidendo con lo sguardo Niall, che lo ignora perchè troppo impegnato a scambiarsi uno sguardo di complicità con Payne.
"Qualche commento su queste, Liam?"
"Sì" il tono deciso mentre alza il mento con fare arrogante e punta lo sguardo su Simon, comparso dietro il giornale "il fotografo era strafatto come noialtri, a giudicare dalla sfocatura delle immagini". Niall scoppia a ridere seguito a ruota da Harry. "Oltretutto chi è che ha fatto la foto?" domanda poi, serio.
"Questi non sono affari di cui ti devi preoccupare, abbiamo già sistemato la cosa" dice Simon con tono neutrale.
"Io non ricordo altri che i nostri bodyguard, Markus e Tom" sussurra Niall a Lou e Harry, che ora lo guardano leggermente sorpresi.
"Comunque sei molto divertente, Liam" Cowell fa un ghigno amaro e butta il giornale nel cestino accanto a lui. "Ne abbiamo parlato un paio di settimane fa, ragazzi" si rivolge più che altro a Liam e Niall perchè sono loro che combinano guai, pensano Zayn e Louis.
"Sì, e guarda quanto è servito" replica Liam. Per alcuni secondi l'uomo non risponde, poi quando Harry inizia a pensare che stesse per lasciarli andare come l'altra volta, apre la bocca.
"Sai Liam, non credevo di essere costretto a riparlarne ma evidentemente la lezione di 4 anni fa non ha sortito i suoi effetti" inizia, ma i cinque ragazzi hanno già capito: si sono irrigiditi, tranne Zayn che sa che la tortura per lui terminerà presto. "Comportarsi in un certo modo comporta delle conseguenze, richiede spiegazioni, fa perdere soldi ma per nostra fortuna aumenta l'interesse generale. Quindi se vuoi continuare con questo comportamento fai pure perchè io ci guadagno in entrambi i casi, ma sappi che sono comunque tenuto a proteggere la mia immagine che dipende dalla vostra" dice. Poi prende la parola Paul:
"Vi ricordo che non fate soldi solo grazie alle vostre voci o ai bei visini" - qui Harry si offende profondamente, ma non dice nulla - "ma soprattutto grazie a noi, alle nostre campagne pubblicitarie, al nostro merchandising, e all'immagine che vi costringiamo a mantenere" si getta sulla sedia. "Se non la mantenete allontanerete le fans ed i loro soldi. Non vorrete tornare alle squallide vite che conducevate prima di X-Factor, vero?" il tono accondiscendente ricorda a Liam un serpente. Intanto però gli occhi azzurri del manager fanno rimanere in silenzio ciascuno dei ragazzi. "Avevamo stabilito i ruoli: Liam il bravo ragazzo con la testa sulle spalle, come Niall, Louis il casinista che vive nei club, Harry il donnaiolo e Zayn è il ragazzo fedele di Perrie Edwards. Esigo - come Simon e MaGee, che rispettiate i vostri ruoli!" sbatte un pugno sulla scrivania facendo sussultare tutti. "E dove cazzo sono finite le storie sui Larry? Quello è il ruolo che ci fa guadagnare di più" sbotta ancora.
L'autocontrollo è molto importante, continua a ripetersi Harry nella testa, perchè sì, lui - tutti loro - saprebbe bene che rispondere a questi stronzi, ma "l'autocontrollo è molto importante". Vorrebbe tanto dire che tutta questa storia dei ruoili fa schifo, che odia se stesso per tutte le bugie che dice solo perchè è costretto, ma sta zitto. Come sempre, perchè deve. Niall però, - o meglio la sua parte impulsiva- non ce la fa e si alza di scatto.
"Andiamo, questa è una stronzata bella e buona! Dovremmo incitare le ragazze a credere che potrebbero sposarci un giorno? Sanno meglio di noi che la nostra conoscenza si fermerà ad una firma e un abbraccio, nulla più. Ne sono consapevoli, capite? Perchè dovremmo illuderle?!" il biondo, rosso dalla rabbia, fa una pausa per riprendere fiato. "E poi sono sicuro che preferirebbero vedere i nostri veri io, se vengono a sapere delle nostre maschere si incazzeranno soltanto, ed allora lì sì che le perderemmo davvero" alza le braccia al cielo e poi le lascia ricadere lungo i fianchi. "Siamo persone reali, cantautori, non siamo commediografi" aggiunge con tono sfiancato. Harry lo guarda preoccupato: sicuramente dopo mangerà il doppio e piangerà un casino per tutto il nervoso che ha in corpo.
"Ah, sei un cantautore?" gli fa il verso Simon, "Sappi che se non ci fosse il nome della mia azienda dietro il tuo CD, se non fosse stato per il mio programa televisivo tu staresti ancora cantando seduto sulle scale degli edifici della tua fottuta cittadina, okay?" Simon salta in piedi per tenere testa al biondo, "Quindi vedi di calmarti se non vuoi tornare là senza alcun tipo di contratto e la carriera distrutta" lo guarda in modo truce.
"Niall per favore calmati e siediti. Fallo per la nostra musica" gli sussurra Louis all'orecchio. L'amico lo ascolta, solo perchè è lui che ha salvato tante volte la band dallo sfacello, che ha salvato i ragazzi da una crisi. Se non ci fosse lui a mantenere l'equilibrio e l'ordine chissà dove saremmo, pensa infatti Niall.
"Scusi, signor Cowell, può essere più chiaro riguardo la sua ultima affermazione?" domanda in tono pacato Tommo.
"Significa che stavolta le conseguenze di uno si ritorceranno su tutti gli altri" e mentre Zayn cerca un modo per fare il suo annuncio, Harry e Louis si scambiano una veloce occhiata preoccupata, ma subito il contatto viene interrotto. "Ossia che il prossimo che sgarrerà dal proprio ruolo verrà cacciato dalla band" annuncia malignamente risiedendosi ed incrociando le mani sul grembo. 
"Cosa?" esclamano esterrefatti dalla pesante minaccia Niall e Zayn.
Non vola una mosca perchè tutti stanno pensando che questa è l'unica cosa rimasta con cui l'uomo li può ricattare: dopo aver troncato due relazioni solo perchè omosessuali e per motivi di marketing ed immagine, il loro sogno è la sola cosa rimasta che in effetti li ha portati al giorno d'oggi. E' il loro punto debole e, tuttavia, fingere ogni giorno di essere indifferenti nei confronti del mondo, non comprende anche il sogno che stanno vivendo. E' l'unica cosa che li fa sentire a loro agio in questo casino che è diventata la loro vita; cantare su un palco di fronte a 80.000 persone con i migliori amici è l'unica cosa che li faccia sentire nel posto giusto, che faccia loro capire quanto è importante credere nei propri sogni e tentare di sfondare anche se spesso non ci si riesce.
Comunque sia, Simon annuisce e poi ricomincia.
"Dunque non tentatemi, soprattutto te Liam, perchè al prossimo sgarro farò molto di peggio che costringerti a troncare la relazione con il tuo bel Pakistano, anzi-"
"Prima di tutto lui", punta gli occhi in quelli di Zayn che lo guardano terrorizzato, "non è mio. E secondo non potete ricattarci in questo modo! Siete tutti impazziti per caso?!" esclama indignato. Liam stringe i denti per evitare di urlare contro l'uomo che lo sta minacciando di nuovo pesantemente. Si sente terribilmente in soggezione perchè sente i Suoi occhi su di sè e non sa se resisterà ancora molto prima di uscire dalla stanza per cercare ossigeno. Lui non è mai stato mio e mai lo sarà, pensa con rabbia. E sa che gli dispiace per quello che è stato costretto a fare e dire in passato, tanto da odiare se stesso.
Zayn, dal canto suo, non riesce neanche a trovare un insulto che descriva appieno l'uomo dai capelli neri che da 5 anni li tiene in pugno e che ha rovinato la maggior parte dei lati positivi di questa vita fatta di fama e viaggi; l'unica cosa che riesce a pensare è 'Una stanza asettica per un uomo asettico'.
"Non potete nulla, le vostre carriere sono nelle nostre mani, e voi anche" ghigna Simon.
Non potendone più di questi sotterfugi del cazzo, decide che questo è il momento giusto per fare il suo annuncio; quindi si schiarisce la gola attirando l'attenzione di quasi tutti i presenti.
"Ci penso da molti mesi e ho deciso che questo è il momento giusto per me di lasciare la band" lo dice piantando il suo sguardo deciso in quello austero di Simon, che lo guarda con un sopracciglio alzato. Sente il cuore battere all'impazzata essendo più che cosciente di non aver mai fatto parola con nessuno della band della questione.
"Cosa?" esclamano Paul e Simon contemporaneamente: quest'ultimo si sporge più contro la videcamera, addirittura, credendo di aver sentito male.







Angolo autrice.
Buongiorno, chiunque voi siate! Allora, come avrete notato ho deciso di pubblicere, nello stesso giorno, i primi due capitoli diq uesta nuova storia. Il motivo è semplice: è per far capire meglio la storia, fin da subito, e ho pensato che entrambi i capitoli avrebbero fatto al nostro caso, quindi eccoli qua.
Ora, questa storia l'ho iniziata a scrivere con una mia carissima amica, che tra l'altro ho conosciuto grazie ai ragazzi, e che ora sto continuando da sola, quando posso, perchè entrambe frequanetiamo l'Università ed abbiamo poco tempo per revisionare l'una i capitoli dell'altra, lei soprattutto.
Quindi, se ho fatto qualche errore, ditemelo senza alcun problema.
Da cosa è nata questa storia? Mi sembra ovvio: dalla nostalgia che sento di Zayn come membro dell band, e, visto che di fanfic su Zayn dopo che ha lasciato la band, ne  ho trovate ben poche, e ben poco approfondite, ho pensato di scriverne una io stessa, per me e per voi tutti.
Spero vi soddisi leggerla quanto soddisfa me scriverla.
:)
-1d_lovely_smiles

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3


Liam, che si volta di colpo verso di lui, lo squadra per la prima volta da 4 anni, dato che si è sempre obbligato a non farlo più: Zayn ha una barba folta, una mascella più squadrata, zigomi più alti e gradevoli, muscoli ben formati sotto la maglietta nera che indossa e gambe più lunghe ma comunque ancora troppo magre. Immagino che senza di lui almeno sarà tutto molto più facile: perlomeno riuscirò a non rompere la clausola che ha rovinato tutto, pensa tristemente. Nonostante ciò, lo shock rimane nei suoi occhi, tanto da impedirgli di parlare, e viene intercettato da Zayn quando, per dare le motivazioni che tanto richiede Cowell, si volta verso di lui prima di parlare. Okay, si dice Zayn: ora devi essere convincente, quindi vedi di lasciare le frecciatine per ultime.
"Hai sempre saputo che io non ero fatto per questo genere di musica e credo che i tempi siano maturi perchè un membro abbandoni la band senza lasciare un grande impatto. In più sai bene che è da anni che nessuno è più lo stesso per colpa tua e di quella cazzo di clausola" Cazzo, non dovevano stare per ultime?! Ma quanto sono coglione?, si prende a schiaffi da solo mentre fa finta che Liam, Louis, Harry e Niall non esistano perchè sa che sarà più facile parlare ed andarsene velocemente, anche se probabilmente dopo in stanza vorranno delle spiegazioni. Comunque per ora non fanno domande, e non sa se essere felice o ancora più spaventato: vede da come Louis muove la testa che è incazzato nero, mentre Niall fa finta di non esserlo e Harry fa finta che non gli interessi di nulla. Liam invece è un discorso a parte, lo è sempre stato per Zayn. Per il momento sembra solo scioccato.
"Non essere incosciente, tu non puoi lasciare la band senza il mio consenso, che ovviamente non ti do" ride Simon "O forse sei solo fatto, Malik?" aggrotta le sopracciglia squadrando il ragazzo. "E comunque non puoi farlo, tu sei nostro!" aggiunge furente. Zayn si alza e per un momento Niall ne è spaventato: il volto scuro e le lunghe ciglia nere sugli occhi leggermente assottigliati, accoppiati al ghigno sinistro non potrebbero certo fargli pensare ad un campo di margherite sbocciate.
"Oh sì che mi lascerai andare invece, perchè altrimenti ti faccio causa: se decido di abbandonare questo schifo di vita lo faccio. Fammi pagare pure la penale, non mi interessa" dice lanciando uno sguardo ai ragazzi che sono ancora seduti e che lo stanno fissando come se fosse matto. Harry sembra solo triste. "Basta che lascio questa merda" si avvia alla porta mentre Simon cerca di trattenerlo dal PC, e poi senza voltarsi:
"Ti farò contattare presto dalla mia assistente e potrai discuterne con lei. Addio Simon" e si chiude la porta alle spalle.
Un brivido corre lungo il fianco destro di Liam e capisce che qualcosa sta per cambiare nella vita di tutti i presenti.
Dopo un attimo di disorientamento Simon li caccia via e si disconnette visibilmente incazzato.
Quando escono dalla sala Niall vuole solo capire che cazzo è successo a tutti per portare Zayn a abbandonare la band con così tanta convinzione.
"Cazzo" esclama Niall tirando un pugno alla parete dell'ascensore in cui è appena entrato assieme agli altri tre ragazzi. "Dobbiamo farlo per la nostra musica" commenta Harry poggiando una mano sulla spalla dell'irlandese.
"Harry ha ragione: dobbiamo farlo per noi stessi e per il sogno che ci accumuna. Dobbiamo restare uniti" sussurra Louis più a se stesso che in risposta alle parole dell'amico. Il riccio si accorge dei suoi occhi lucidi e gli lascia una carezza sui capelli; ma quello che sta peggio è Liam, che non proferisce parola e fissa il vuoto.

"Zayn Jawaad Malik, apri questa fottutissima porta" urla Niall colpendo la porta con altri pugni: se continua così entro il concerto di stasera non sarà neanche più in grado di tenere in mano la chitarra. Sente pian piano la confusione e la rabbia salire alle stelle. E la tristezza... No! Non pensare alla tristezza, Niall, o scoppierai a piangere. Calmati.
Il moro si sente costretto ad aprire la porta prima che Niall la sfondi, anche se non vorrebbe farlo. Non se la sente di affrontarli, per nulla al mondo. In realtà la sua paura più grande è quella di averli delusi.
"Dimmi perchè, e giuro che se non mi dai spiegazioni ti ammazzo con le mie stesse mani, cazzo" il primo a precipitarsi nella suite è proprio Niall - le guance rosse più di prima.
"Perché no? Sarebbe questa la vera domanda" replica l'altro mentre si china per prendere il trolley sotto il suo letto.
"Stai già andando via?" domanda Harry, notando a malincuore le valige quasi pronte.
Il moro annuisce e da codardo qual'è tiene lo sguardo fisso sulle sue mani che trafficano nelle valige.
"Ragazzi mi dispiace ma non sopporto più questa situazione. Viviamo da 5 anni nello stress, nelle limitazioni, nelle bugie e nel lavoro. Io non ce la faccio più" si ferma e sospira pesantemente prima di alzare lo sguardo sui suoi amici. Almeno ora devo farlo, pensa. "E-e voglio fare il mio genere, musica che mi piaccia veramente, e scegliere io che canzoni mettere nel mio album, senza che lo decidano gli altri per me" lo dice velocemente, si passa una mano tra i capelli prendendo fiato. Realizza solo ora che il tempo con loro - come colleghi, s'intende - è finito. Significa così tanto, per tutti.
"E a noi non ci pensi? Non pensi che stai abbandonando i tuoi fratelli? Anche noi stiamo soffrendo, ma noi non siamo dei fottuti egoisti" replica Niall incredulo.
"Niall, per favore" Harry lo trattiene per un braccio " Calmati, ha preso la sua decisione. Starà meglio, d'ora in poi. Ricordati che ha sempre sofferto più di tutti  noi, e tu lo sai bene" gli sussurra comprensivo.
"Signor Malik, il suo van è pronto per portarla all'aeroporto" annuncia un ragazzo dello staff che entra nella suite approfittando della porta aperta.
"Va bene, arrivo. Le valige sono pronte" lascia intuire agli assistenti di poter prelevare i suoi bagagli.
Non vuole pronunciare 'E' ora, devo andare, ci vediamo', perchè è da stronzi. Ed in effetti lui lo è, ma Niall è già abbastanza inacazzato, non c'è bisogno di buttare altra carne al fuoco. Quindi li fissa e basta, cercando di imprimersi per bene le loro facce. Che stupido che sono: dopo 5 anni da fratelli e colleghi come potrei mai dimenticarmi i loro visi?, pensa ridendo di se stesso mentalmente.
Il primo che fa un passo è Niall, scoppiato in un pianto isterico nel momento in cui le sue braccia si sono avvolte attorno alle spalle del moro.
"Ti voglio bene, Zay. Rimani un fottuto stronzo, ma sei anche mio fratello" dice tra i singhiozzi.
"Anche io ti voglio bene, Nì. Sarai sempre il mio biondo preferito" risponde scompigliandogli i capelli, gesto che entrambi amano.
"So che avrai bisogno di tempo per stare da solo, ma fammi sapere dove sei ogni volta che ti sposti, ti prego. Anche scrivendo solo LA, ad esempio" raccomanda Harry asciugandosi il naso sulla manica prima di abbracciarlo.
"Tranquillo, lo farò. Tu prenditi cura di Lou, okay? E se qualcuno sta male fammelo sapere" gli accarezza una spalla con un leggero sorriso che cerca di incoraggiarlo; lui annuisce e sorride di rimando, andando ad abbracciare un Niall singhiozzante.
"Sei sicuro che questo ti farà stare meglio?" chiede Lou - le lacrime a solcargli il viso - una volta che il moro ha riportato gli occhi nei suoi.
"Alla fine credo proprio di sì"
"No. Devi dirmi che ce la farai, Zayn. Ce la devi fare, e me lo devi dire. Io ne ho bisogno" il castano gli si avvicina quasi minaccioso e il moro ne approfitta per prenderlo tra le proprie braccia e cercare di fondere i loro corpi, come hanno sempre cercato di fare.
"Sei il primo che ha creduto in tutto questo, che ha dato speranza a tutti dicendo una frase semplice come: 'Non è l'ultima volta che sentirete parlare degli One Direction', e cazzo, ti ho creduto subito. Ma ora sei il primo a mollarci, mi stai abbandonando, stronzo, e per questo sarò incazzato per un bel pezzo" Zayn sente le unghie di Louis entrargli nella pelle sopra le scapole, molto probabilmente volontariamente.
"Sei il mio partner-in-crime preferito, Lou" sussurra Zayn mentre, finalmente, anche le sue lacrime acquistano libertà.
"Tu il mio, Zay" sussurra di rimando stringendoselo un'ultima volta cercando di tenere a mente l'impressione dei loro abbracci, come una sola persona come sono sempre stati. Essendo l'uno l'opposto dell'altro si sono sempre capiti, preveduti e completati a vicenda.
Sciolgono l'abbraccio dopo alcuni secondi solo perchè è stata prelevata anche l'ultima valigia; Lou raggiunge il riccio ed il biondo e si abbracciano a vicenda, mentre il moro si gira verso Liam rimasto in disparte fino a quel momento. Ed è allora che il primo si accorge che l'altro ha pianto in silenzio per tutto il tempo guardandolo come se volesse davvero farlo sparire dalla faccia della Terra. Zayn cerca il suo sguardo per imprimersi i suoi occhi nella mente, ma subito cambia idea: il tepore sempre trovato, è svanito.
"Lee..."
"Da quanto lo avevi deciso?" lo accusa, "Sapevi che lo avresti fatto presto, lo avevi progettato; ecco perchè le valige non le hai praticamente svuotate nell'ultima settimana" il tono gelido e le mani chiuse a pugno.
"Liam, io-"
"Perchè non me ne hai parlato? Se non a me perchè neanche con loro?" alza il tono facendo poi un cenno verso gli altri tre ragazzi che sono già pronti ad intervenire in caso inizi una scazzottata.
"Io non volevo deludervi" sussurra guardandolo: non è coraggio, è consapevolezza della situazione in cui si è e Zayn sa che passerà molto tempo prima che riuscirà a parlare di nuovo con lui.
Liam non sente neanche le forze per scoppiare in una risata amara, ma sa di voler parlare.
"Sei un bastardo. E anche falso, egoista e soprattutto codardo. Lo sei sempre stato" ringhia contro Malik: i muscoli si rifiutano di fare alcun movimento e il cuore di entrambi va in frantumi.
"Pensaci, Lee, che ci è capitato?" domanda allora avvicinandoglisi. "Nessuno di noi era così, all'inizio di tutto. Ridevamo e scherzavamo assieme" esclama alzando le braccia al cielo. Liam abbassa lo sguardo non riuscendo più a resistergli. "Parliamo ancora, ma non come dei migliori amici. Queste dannate maschere ci confondono le idee e stanno intaccando anche la nostra amicizia. Non permetterò che mi portino via il resto della vita. Ricomincerò daccapo riprendendo le redini della mia vita, come è giusto che sia." spiega fermandosi a 30 centimetri dall'amico. "Puoi dirmi qualsiasi cosa, ma non puoi incolparmi per l'intenzione di tirarmene fuori prima che tutto questo schifo butti giù tutte le mie altre relazioni, anche se una la devo buttare giù comunque, dato che è finta" e guarda Harry che sembra star per piangere ancora più di prima. "E per la cronaca tu tra tutti sei quello che meno può parlare qui dentro, perchè sai mettere fin troppo bene in atto il nostro peggiore hobby" gli lancia un'occhiata che gli raggela per qualche secondo il sangue nelle vene, ma poi si ripete la frase in mente.
"Che vuoi dire? Cosa facciamo?" domanda Niall al posto suo.
"Indossiamo delle maschere perchè siamo troppo codardi per ricordare a noi stessi che sappiamo amare" sbotta, ma subito Liam replica con un 'No!' che s'impone su tutto; eppure il moro ha questa terrificante capacità di saper ignorare le cose pericolose e le urla, quindi gli lancia un sorriso pieno di significato. Liam allora gli punta un dito contro mentre parla.
"Sei tu quello che ha creduto in tutto questo, proprio come ti ha detto Lou" sputa come fosse veleno, e tira giù il braccio con fare stizzito. "Sei stato il primo anche a credere in noi due, brutto stronzo che non sei altro, quindi dimmi perchè dovrei crederti" sussurra, ma tutti sentono. "Vuoi veramente risolvere le cose scappando?" le lacrime continuano a scendergli lungo il viso, alcune seguono il corso della mascella, scendono sul collo e muoiono nel colletto della maglietta bianca. Zayn sente un groppo in gola e solo per forza di volontà riesce a trattenere un singhiozzo mentre Liam si scosta dalle dita che cercando di sfiorargli la guancia. Ritira la mano ma continua a fissarlo negli occhi.
"Sai bene che non ho mai voluto che finisse" - Harry non sa dire se si riferisce alla sua partnership nella band - "ma non c'era futuro in questa band, lo capisci? Non avrei mai voluto che-"
"Basta, smettila" borbotta Liam: la voce dell'amico sta diventando solo più pesante e fastidiosa.
"Liam, c'è un modo per essere felici" gli prende un braccio prima che possa allontanarsi.
"Sì" dice mentre strattona il braccio per liberarlo, "infatti tu ERI il mio" sbotta a 10 centimetri dalle sue labbra. "Buona fortuna Zayn, spero che almeno tu sarai felice senza di noi" aggiunge, poi si precipita fuori dalla stanza inforcando gli occhiali da sole. Il moro rimane a guardare il vuoto di fronte a se per momenti interminabili mentre sente che questa vita, quella da Zayn Malik degli One Direction si è conclusa in modo terribile. Gli altri tre lo guardando per un pò, poi escono seguendo l'altro compagno.
Quindi è così che ricomincio, si dice.
"Signore, la stiamo aspettando di sotto" un assistente lo chiama.
"Sì, andiamo" dice poi seguendolo.
Solo.





Angolo autrice.
Eccomi di nuovo! Scusate il ritardo, ho avuto dei piccoli problemi a Internet (che sfiga).
Comunque! Allora, questo è il capitolo decisivo: io la scena me la sono immaginata in questo modo -quella di Zayn che avverte e se ne va- e mi ha spezzato il cuore scriverla, davvero! Ma da qui si dispiegano altre mille cose: come reagiranno i ragazzi, col passare del tempo? Vi piacerà sapere, credo, che ho cercato di mantenere le linee generali della realtà simili a quelle della storia. Dunque, ho pianto, e piango quando leggo questo capitolo, e ne sono fiera, perchè una storia deve essere emozionante, altrimenti a lungo andare stufa.
Spero vi piaccia, in sostanza, e mi piacerebbe se lasciaste delle recensioni, anche piccoline, giusto per avere idee su cosa sbaglio, se sbaglio (sono molto modesta) e cosa invece dovrei valorizzare.
Vi avverto che in questo capitolo sono state dette cose importanti che verranno spiegate nel futuro! :)
Buona serata a tutti!


p.s. Chi di voi ha visto la performance di Lou di stasera ad XFactor con Steve Aoki? Io sto continuando a cercare di trattenere le lacrime, era così distrutto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Come promesso Zayn manda un messaggio a Harry con scritta la destinazione, ossia Bradford. Non sapeva se farlo, in effetti, poichè si sono appena lasciati, erano tutti molto scossi, ma ha comunque voluto mantenere la promessa fatta all'amico, e lo farà per sempre.
Da quì in poi sarà tutta un'altra storia, e ce la dovrà fare, per forza.



2 mesi dopo.

Sapere che le cose cambiano, ci spaventa. Quindi facciamo finta di non saperlo, cerchiamo distrazioni, ed alla fine non ci pensiamo per davvero. Ma quando, d'un tratto, le novità si presentano alla nostra porta bussando ritmicamente, "cadiamo dal pero", come di suol dire. C'è entusiasmo, all'inizio, perchè non sappiamo - ancora - a cosa può portarci questo nuovo elemento. Quando la situazione inizia a farsi più chiara, e ci rendiamo conto che quella persona, o quell'evento, o quell'oggetto sono destinati a lasciarci un segno- perchè sì, ce ne rendiamo conto molto prima che ciò effettivamente accada - allora tendiamo a incasinare le cose. Magari perchè abbiamo veramente bisogno di un cambiamento e lo vogliamo, oppure perchè siamo ancora troppo attaccati al vecchio, fatto sta che ne siamo spaventati allo stesso modo. Fare in modo che accada qualcosa spesso non è una buona idea, ma a volte può portare a risvolti felici, che però portano ad ulteriori conseguenti cambiamenti, e il cerchio ricomincia. Sta a noi decidere, ma personalmente sono una ragazza che preferisce stare in un angolo ad aspettare che siano le situazioni, le persone, a farle capire come agire, grazie a semplici e piccoli segni. Questo perchè credo fermamente nella cecità del fututo dell'uomo. Sono contenta di non poter arrivare a conoscere il mio futuro, e quello delle persone che mi stanno accanto, perchè so che altrimenti mi spaventerei più di quanto già non sia in questo momento. Più di quanto non stia osservando Zayn Malik sul ciglio della strada opposto a dove abito io.

Sospettavo da ormai un anno e mezzo circa che lui - o meglio, che qualcuno di famoso - abitasse in quella villetta moderna con degli orribili oblò posti a rimpiazzare le finestre.
"Peccato; pensavo avessi un gusto migliore" sento dire dalla mia stessa voce. So benissimo  che non mi può sentire - ne sono immensamente felice, in realtà - ma parlare ad alta voce mi fa sentire più vicina a lui, come se ci conoscessimo e stessi davvero parlando al mio interlocutore. Che questo non sia vero e che sia frutto della mia immaginazione è tutta un'altra storia.
Eppure sapere che è Zayn, non mi rende particolarmente eccitata. Oddio, sono un pò euforica, sono una sua fan quindi è naturale, ma c'è qualcosa che mi blocca dall'uscire di casa per parlare un pò con lui. Più che altro è preoccupazione poichè a quanto pare per lo stress ha preso una piccola pausa dalla band ma, insomma, in fondo non sono affari miei, sono suoi personali. 
Questo è quello che penserebbe una sua qualsiasi fan, ma io non sono una tra tante, per il semplice motivo che abbiamo fatto un patto: lasciarci il passato alle spalle, mentire a tutti e costantemente, anche a noi stessi, altrimenti non raggiungeremo mai il nostro scopo.
Torno quindi allo stalking di Zay che ora sta cercando di portare degli scatoloni dentro la casa. Osservo i suoi miseri progressi, quando dopo qualche secondo mi rendo conto che barcolla. E' davvero ubriaco? Non credo ci siano tante spiegazioni per un comportamento del genere, o sì? Dopo il terzo scatolone caduto a terra - ne avrà altri 20 - mi rendo conto che non ha alcun aiutante e che sono le 11 passate di sera. Inizia a farmi pena ora che grugnisce e parla pure da solo - continua a barcollare come un cucciolo di cane appena nato- così decido di mettermi le scarpe ed andare ad aiutarlo. Mentre mi chiudo la porta di casa alle spalle e l'unica fonte di luce è il lampione quì di fronte, ho il timore di star per fare una cazzata abnorme. E se non volesse il mio aiuto? E se temesse che lo inseguissi, o peggio, che lo filmassi per poi postare il video su internet? O se, ubriaco fradicio, mi facesse del male? Normalmente non penserei una cosa del genere, ma io non lo conosco realmente: in pratica mi sto offrendo volontariamente - come aiutante, ma lui ancora non lo sa - ad uno sconosciuto ubriaco. Non ha senso: perchè lo sto facendo?
Quando gli cade la quarta - o quinta? - scatola a terra, di fronte al cancello, spazientito pesta un piede a terra e tira fuori una sigaretta. Si appoggia al bagagliaio dell'auto - oltretutto quando ha preso la patente? - e si accende quella cosa portatrice di tumori. Pochi attimi dopo mi vede e mi guarda male buttando fuori il fumo dalle narici.
Io apro bocca per parlare e il panico mi assale: sto per parlare a Zayn Malik?
"Ehilà" saluto cordialmente senza alzare troppo il volume della voce.
Lui mi scruta ancora un paio di secondi, poi mi rivolge un cenno con la testa.
"Hai bisogno di aiuto? Abito in quella casa lì - rivolgo il mio indice alla porta da cui sono uscita pochi secondi prima - e per caso ho visto che ti è caduta una scatola" mi giustifico, sentendomi una spiona anche se non è così.
"Non ho bisogno di aiuto, grazie" risponde guardando la scatola ai suoi - nostri - piedi. Rimango leggermente ferita dalle sue parole, non volevo dargli fastidio.
"Senti, ti ho solo visto in difficoltà, non volevo insinuare nulla" tento di spiegare, ma mi rivolge un'occhiata perplessa.
"Cosa ti fa pensare che io abbia bisogno di aiuto?" domanda seccamente.
"Stavi barcollando" dico cercando di non insinuare che sia ubriaco, "E ti sono cadute un bel pò di scatole"  aggiungo. Lui sbuffa l'ennesima nota e butta a terra la sigaretta pestandola poi con la scarpa destra.
"E cosa ti fa pensare allora che abbia bisogno del tuo aiuto?" sussurra cercando di usare un tono maligno, mentre mi guarda intensamente negli occhi.
Sto in silenzio per qualche secondo, cercando di farlo arrivare da solo alla risposta, ma non ce la fa.
"Ci sono solo io quì con te" dico, facendo appositamenete calare il silenzio, ancora. E sì, lo ammetto, cercando di fargli notare nel modo più brusco che mi permetta, che è solo. Si guarda attorno decisamente spaesato e un pò intimorito: molto probabilmente inizia a sentire il peso della solitudine.
"Va bene" borbotta. Si china prendendo la scatola, barcolla all'indietro e si dirige in casa. Io prendo una scatola dal Suv nero e lo seguo.






Angolo Autrice.
Mi dispiace! Lo giuro, ho avuto 30k problemi! Ma mi faccio perdonare postando ben 2  capitoli!
Al prossimo episodio... Cioè a tra poco :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5

Dopo aver superato il cancello in ferro battuto nero, la vista si apre su uno splendido - e più che suggestivo - vialetto in pietra liscia illuminato da faretti raso terra, e che illuminano anche la base della villa azzurra e bianca. il portico ha due colonnine laterali bianche, al di sopra delle quali c'è un balcone in perfetto stile Victoria Grayson. I quattro angoli dell'edificio sono sostituiti da due immense colonne, per così dire, che in realtà al loro interno celano delle stanze ovali. Quando sbircio all'interno mi inciampo nel terzo gradino del porticato e per poco non casco con la scatole, i cui oggetti all'interno fanno un sinistro rumore di vetro sbattacchiato.
"Fai attenzione per favore, che se rompi qualcosa lo ripaghi" sento dire da Zayn.
La prima stanza che mi si presenta è una cucina bianca moderna con isola con i top in legno scuro, stesso colore dei 5 sgabelli posti accanto a quest'ultima.
Dove però Zayn mi fa posare la scatola e in un piccolo atrio posteriore da cui si accede anche alle scale. Facciamo questo tragitto per circa una quindicina di volte - altrochè 20 scatole- e alla fine quando mi rialzo dopo aver poggiato l'ultima scatola sento la schiena scrocchiare in modo pericoloso.
"Come minimo mi saranno uscite due ernie, negli ultimi 15 minuti" dice l'ormai non più  bisognoso di aiuto, mentre si dirige di nuovo in cucina e lo seguo.
"Vuoi da bere?" mi chiede mentre tira fuori della vodka da un pensile.
"Sì, grazie" accetto, ma lui mi guarda stupito con la bottiglia a mezz'aria.
"Che c'é?" domando confusa.
"Ancora non avevo conosciuto una ragazza che si ubriacasse a, ormai, quasi mezzanotte in casa" dice ghignando e versando il liquido trasparente in due bicchieri, tirando poi fuori del ghiaccio. "A me no, grazie, mi piace liscia" dico prendendo un bicchiere a caso e sedendomi su uno degli sgabelli. "E comunque non voglio ubriacarmi, almeno non ora, ma ci sta per ringraziarmi" dico sorridendo.
"Beh allora non c'è più bisogno che ti ringrazio davvero" ridacchia, mentre col bicchiere in mano si siede accanto a me, quasi perdendo l'equilibrio. Lui scoppia a ridere e io lo seguo perchè, in fondo, è dalla prima volta che l'ho visto barcollare davanti al Suv che trattenevo le risate.
"Subito dopo che hai finito di bere te ne vai. Non ci sono aspettative di alcun tipo, vero?" domanda alcuni istanti dopo  guardandomi di sottecchi.
"L'unica spettativa che ho è quella di tornare a casa e andare a dormire" ridacchio per la ruga formataglisi in mezzo alle sopracciglia per l'apprensione, che ora si distende con un sospiro di sollievo.
"Meno male perchè non ho proprio voglia di avere storie nel caso succeda qualcosa tra noi" dice riprendendo a bere.
"Io non ho alcuna intenzione di venire a letto con te, se è questo che temi"
"Perfetto. Siamo in due" esulta facendo scontrare i nostri bicchieri.
Dopo alcuni minuti passati in silenzio ognuno perso in chissà quale pensiero, mi alzo e metto il bicchiere nel lavello.
"Bene, vado a casa" dico andando verso la porta. "Ce la fai a non cadere e spaccarti la testa su questo scalino, o ti devo aiutare ancora?" lo schernisco indicando lo scalino in parquet che alza di 15 centimetri i mobili della cucina rispetto al resto della stanza.
"Vaffanculo" risponde, ed io rido.
"Buonanotte Zay"
"Finta sconosciuta" e mi chiudo la porta alle spalle dirigendomi verso casa mia, finalmente.

Poter dire che non sia ha alcun programma è, per molte persone, positivo; non lo è se non hai programmi dato che non hai un lavoro. In questo caso è deprimente e non poche volte ho pensato di uccidere le persone che mi fanno una domanda su questo argomento, in modo da rubar loro il lavoro. Probabilmente, la mia inesistente scaltrezza mi fotterebbe - anzi, è sicuro -  quindi ho sempre rinunciato, ma il bisogno di una stipendio diventa sempre più impellente ogni settimana che passa.
La casa in cui vivo ora era di mia nonna e l'ha lasciata in eredità a me, e per le bollette per ora ci pensa mio padre, ma mi sento una fallita e ho bisogno di sapere, e dimostrare, che posso essere indipendente. Per questo motivo mi sento una completa cretina per non aver pensato ieri sera a chiedere a Zayn se cerca una domestica, o qualcosa del genere. Lo so, fare la domestica non è un lavoro che ti da prospettive di vita floride, ma è un lavoro, e sicuramente ti da più dignità dire 'domestica' piuttosto che 'disoccupata'.
Per questo motivo sto tenendo d'occhio il Suv nero dall'altra parte della stra da questa mattina per poter rimediare allo sbaglio. Il problema è che molto probabilmente quel coglione sarà ancora svenuto dalla scorsa notte, quindi ci vorrà un pò.
O almeno credevo così finchè, d'un tratto, un allarme irrompe nelle mie orecchie svegliandomi con un infarto in corso. Per fortuna mi rendo conto che non è l'allarme di casa mia, così mi avvicino alla finestra e, senza neanche riderci sopra, mi rendo conto che Malik è seriamente scemo.
"Che cazzo stai cercando di fare, imbecille che non sei altro?" gli grido dal basso del cancello per sovrastare il rumore assordante. Lui scoppia a ridere facendomi un occhiolino.
"Ancora non so il tuo nome" urla isterico spaventandomi.
"Fred" dico, poco convinta.
"Flinstone?" e ride.
"Che cazzo ti ridi? Mi hanno chiamata così e basta. Piuttosto dimmi che cosa stai facendo" urlo, di nuovo.
"Scavalco il cancello" dice, e ride ancora.
"Zayn, porca merda, come credi di scavalcare il cancello se maglia e pantaloni sono incastrati negli spuntoni di ferro?" urlo, arrampicandomi dall'altra perte di quel coso maledetto, provvisto di sensori di movimento, e libero quei poveri indumenti. Zayn però cade a terra, dalla parte della strada, di schiena. Ad un certo punto armeggia con le tasche del pantalone e ne tira fuori il telecomendo dell'antifurto, facendo poi cessare quel baccano.
Mi guardo in giro e non un cane è uscito di casa per vedere che stava succedendo, e la cosa mi fa incazzare: insomma, poteva essere un'emergenza, maledizione! 
Poi decido di aiutare quel cretino ad alzarsi - e a reggersi in piedi.
"Dove hai le chiavi di casa, Zay?" domando, e lui scoppia a ridere.
"Le ho lasciate in casa, non ne avevo bisogno" dice, ed io spalanco gli occhi incredula.
"Come?" ti prego, fa che sia uno stupido scherzo.
"Non mi servono le chiavi di casa per fare un giro" borbotta mentre inizia ad impallidire vistosamente.
"Non le hai attaccate al telecomando dell'allarme?" lui scuote la testa.
"Testa di culo!" esclamo e lui fa una smorfia, "Come cazzo credi di rientrare in casa senza le chiavi?" lui aggrotta le sopracciglia e borbotta qualcosa sulle mie 'urla fastidiose' e sul 'non averci pensato'.
"E allora perchè hai il telecomando?" sbotto spazientita osservandolo, ma lui ricambia lo sguardo come se fosse ovvio.
"Perchè sapevo che l'allarme avrebbe suonato, genio" dice, e l'istinto omicida sale alle stelle.
Alla fine decido di portarlo in casa mia perchè inizia ad avere conati di vomito - spiegato il colorito scomparso dal viso - e gli tengo i capelli lontani dalla bocca mentre è chino sul mio gabinetto.
Questa è la situazione più assurda in cui mi sia mai ritrovata, e fa pure schifo, cazzo. Mi appunto mentalmente di fargli una ramanzina sul bere, come fossi un genitore troppo apprensivo.
"Pensavo stessi ancora dormendo" inizio quasi un'ora dopo, mentre lo trasporto sul mio letto al piano di sopra. Gli tolgo le scarpe e i pantaloni, mentre lui si sfila la maglietta e si accascia quasi esanime sul mio materasso.
"Invece no" dice, ed ha un nuovo attacco di ridarella, che però ho paura lo possa portare a nuovi conati. Mi precipito al bagno di sotto, prendo un secchio e della carta igienica e risalgo il più velocemente possibile. Per fortuna non sta vomitando, anzi ha un braccio sopra gli occhi e si è anche tolto i calzini.
"Va bene" sbuffo andando a chiudere le tapparelle della porta finestra. Dopodichè accendo una piccola lucina ai piedi del letto e lo copro con un lenzuolo.
"Si può sapere perchè eri di nuovo così ubriaco?" domando un pò preoccupata per il suo fegato.
"Ho lasciato la band" dice, e il mondo mi cade addosso.
"Cosa?" sussurro, senza crederci veramente.
"L'ho dovuta lasciare, ma quegli stronzi vogliono dare l'annuncio a loro piacimento" quasi urla, ma sta fermo sul letto.
"Ma perché?" ancora, sussurro.
"Non sono affari tuoi" dice in tono secco, e ne sono contenta perchè in effetti non ho realmente voglia di sorbirmi le sue stupide spiegazioni su quanto sia difficile essere un VIP. Sono incazzata, lo ammetto. Cosa ne sarà adesso della band? Come staranno gli altri? E i manager? Gliela faranno pagare? In cosa sta andando incontro, Zayn? Dio, riceverà tanto di quell'odio...
Dopo aver controllato che sia tutto a posto, mi volto dirigendomi alla porta, ma la sua voce mi blocca.
"Come fai a conoscermi?" domanda, e io aggrotto le sopracciglia voltandomi a guardarlo.
"Io non ti conosco, Zayn, non ci siamo mai incontrati prima di ieri sera" rispondo piano. Deve aver sbattuto la testa su quel famigerato scalino. Lo sapevo, io.
"No, intendo, come fai a sapere il mio nome" spiega. Abbiamo appena parlato della sua band... O me lo sono inventato?!
"Ah" dico, "E' perchè sono una tua fan. E comunque ormai sono i pochi a non sapere come ti chiami, Zay" mi avvicino e mi siedo accanto a lui toccandogli la fronte. Ha l'influenza?! "Zay, hai la febbre?" domando, e lui annuisce piano. Sbuffo, per l'ennesima volta, e mi dirigo nel mio bagno privato a bagnare una asciugamano per poi metterglielo sulla fronte. Stiamo in silenzio per talmente tanto tempo - mentre gli rinfresco viso, collo e petto - che credo si sia addormentato, ma evidentemente trova sempre il modo per sorprendermi.
"Perchè non mi cerchi?" sussurra, il braccio di nuovo sugli occhi.
"Scusa?" in che senso? Perchè dovrei cercarlo?
"Perchè non mi hai ancora scritto?" domanda.
"Zayn, non ho il tuo num-"
"In fondo ti ho dato tutto me stesso negli ultimi 3 anni, no?" la voce si fa sempre più debole, e capisco che è talmente ubriaco da non rendersi conto della situazione in cui si trova. "Tutta la mia famiglia ti adorava" dice, "Perchè non te ne importa di me?" domanda, e mi sembra stia singhiozzando.
La cosa si fa imbarazzante e non so più che dire o fare. Questa è un'altra delle cose che non mi è mai successa: dover consolare qualcuno. Qualcuno che stia soffrendo quanto sta evidentemente facendo il moro.
O forse potrei stare zitta e lasciarlo sfogare. Però sentendo i singhiozzi decido di fare quello che vorrei facessero con me in un momento del genere.
"Ehi" sussurro avvicinando il mio volto al suo: gli accarezzo la guancia, lasciando da parte l'asciugamano per un pò. "Vorrei tanto essere la persona di cui parli, Zay, lo vorrei davvero tanto. Vederti stare male per lei o lui fa stare male anche me, ma sappi che chi ti fa stare male non ti merita" dico e lui sposta il braccio per osservarmi con quegli occhietti arrossati. "Chi ti vuole bene non ti fa stare male. Quindi soffrire per quelle persone non ha un minimo di senso, ti fai del male da solo e basta. Oltretutto per una stronza che probabilmente ora si starà ubriacando con gli amici, o peggio" gli sposto una ciocca di capelli dall'occhio sinistro e gli prendo una mano tra le mie. "So che ti fa stare male, ma passerà, te lo prometto" aggiungo sorridendo piano.
"Ci sei solo tu ad aiutarmi" constata in un momento di lucidità. E depressione allo stato puro.
"Lui invece no."







Angolo Autrice.
Ok, ce l'ho fatta! Allora, questa storia è in continuo mutamento da ormai un anno e mezzo, quasi due, quindi ancora non so come andrà a finire.
Però, se avete critiche, di qualsiasi genere, ditemelo; voglio migliorarmi, e so quanto faccia schifo leggere delle belle storie scritte però in modo che non ci piace... Quindi, sparate pure :)
Ora, ditemi anche cosa pensate dei personaggi: vi trovate a vostro agio leggendo di alcuni cambiamenti caratteriali dei ragazzi? O cambiare ogni tanto vi va bene?
Grazie comunque per chiunque stia seguendo la storia :)
-Sara

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6


Quando il sole mi sveglia fastidiosamente mi rendo conto di avere una fame da uccidermi lo stomaco; così mi alzo e mi dirigo verso la cucina per preparare dei toast e un paio di panini con burro e marmellata.
Alcuni minuti dopo prendo un vassoio e porto la colazione a letto a Zayn. Stanotte sono rimasta a dormire da lui per sua espressa richiesta, dopo aver passato tutto il pomeriggio e metà sera a piangere mentre io cercavo di abbassargli la febbre. Fortunatamente, quando gli è passata la sbronza pesante si è ricordato di avere una chiave di scorta tra i cespugli vicino al cancello di casa, quindi siamo riusciti ad entrare.
Abbiamo comunque dovuto scavalcare il cancello, di nuovo.
Fatto stà che praticamente volevo essere la sua domestica e invece sono la sua badante personale. Qualquadra non cosa, sicuro. Il bello è che non so nemmeno io come sia possibile che lui abbia voluto me accanto a se. O probabilmente è talmente solo che si accontenta della povera scema che si preoccupa per lui e dell'allarme della casa.
"Giorno" dico scrutandolo: sembra meno pallido di ieri sera.
Lui grugnisce in risposta mentre guarda il vassoio. Lo poso sul suo letto e mi siedo di fronte a lui e mangiamo in silenzio come due sacerdoti all'ora della preghiera.
"Questa camera è un cesso" borbotta, probabilmente più a se stesso che a me, ma io colgo la palla al balzo.
"A proposito" inizio dopo aver mandato giù un boccone di tramezzino, "Hai per caso bisogno di una domestica, o qualcosa del genere?" domando tentando - inutilmente - di nascondere l'imbarazzo che si sparge per il viso mentre continuo a fissare il vassoio tra noi.
Vedo comunque che alza lo sguardo su di me e per alcuni secondi non dice nulla, poi annuisce debolmente.
"In effetti sì" dice pulendosi la bocca - Dio, che bocca magnifica -con il tovagliolo. "Ho bisogno di un'assistente. Puoi fare al caso mio?" domanda squadrandomi. Mi osservo anche io: pantaloni delle prima tuta che ho trovato nel mio armadio la sera prima alle 10, ed una maglietta a maniche corte di Titty.
"In questo momento sono poco presentabile, ma lo è anche il mio datore di lavoro" gli faccio  notare, e lui sorride.
"Touchè" risponde.
"Quali sarebbero le mie mansioni?" domando prendendo un biscotto al cioccolato.
Lui sbadiglia sonoramente e si asciuga le lacrime che gli escono per l'azione.
"Organizzarmi gli appuntamenti, quindi dovrai stare a stretto contatto con la mia manager, aggiornarmi sui ragazzi ed il loro tour e leggere le cose che dicono su di me e trovare una soluzione ai casini che combino" dice e io sorrido, ma prima che possa dire qualcosa, lui apre di nuovo la bocca "In pratica mi starai appiccicata 18 ore su 24, dove vado io, vieni tu" dice.
"Avrai ancora bisogno del mio aiuto, allora" sorrido.
"Mi accontento dell'unica che c'è, non ti illudere" sputa secco, ed io scoppio a ridere: il suo cervello si sta pian piano svegliando e la sua personalità inizia a venire fuori. "Ma ti avverto" mi punta un dito contro, "non ti devi aspettare niente di più da me" il tono che non ammette repliche. "Voglio un rapporto professionale e basta" io lo guardo incredula.
"Non possiamo, Zayn" dico e lui mi guarda in cagnesco chiedendo spiegazioni con lo sguardo. "Abbiamo passato due giorni e mezzo assieme mentre tu mi piangevi addosso e io cercavo di abbassarti la febbre. Il rapporto professionale non sarà mai possibile, almeno non sarà puro: sicuramente ci sarà amicizia tra noi" spiego gesticolando per fargli capire il più velocemente possibile in modo che non si arrabbi. Infatti lui ci pensa per un pò, ma alla fine annuisce.
"Hai ragione, ma niente di più" di nuovo il dito contro il mio naso, che gli sposto con una manata.
"Niente di più" gli porgo la mano, che lui prontamente stringe.


"Come al solito, non hai capito un cazzo" sbuffo lasciandomi andare contro lo schienale della macchina.
"Io?! Sei tu che ti spieghi alla cazzo di cane, non darmi la colpa" esclama mentre guarda la strada.
"Em, dì qualcosa" esclamiamo contemporaneamente, per poi guardarci male e tornare con lo sguardo avanti a noi.
"Qualcosa" dice in tono annoiato "Sapete che non mi voglio immischiare in ste stronzate" borbotta togliendosi gli occhiali mentre Zayn parcheggia. Ancora non ho capito perchè non vuole un autista, ma meglio così, meno gente sul libro paga.
Ad un tratto squilla il cellulare del ragazzo che, dopo avergli dato uno sguardo, sbuffa e scende dalla macchina tra i paparazzi che, non si sa come, già sapevano del suo arrivo.
"Che palle quella ragazza: non la sopporto io, non so come faccia lui" sappiamo entrambe chi stia cercando il moro.
"Non chiedermelo, l'avrei già soffocata nel sonno io" replico seguendo il ragazzo. I paparazzi scattano foto anche a me e Emily credendo che siamo chissà chi, e invece siamo del suo staff e nulla più. Oltretutto potrei capire le foto a Em, che è la sua manager, ma io sono solo un'assistente... E domestica, all'occorrenza.
Al 2° piano una massa di capelli biondi assale la testa di Zayn, e dietro di lei altri 4 ragazzi li fissano incazzati. Cerco lo sguardo di Em per avere informazioni, ma lei ricambia col mio stesso sguardo interrogativo: non abbiamo dubbi sulla ragazza, ma sugli sguardi dei ragazzi.
"Ricordami perchè siamo qui" mi sussurra all'orecchio la bruna.
"Cazzate tecniche per l'abbandono della band" rispondo tenendo lo sguardo sulla combriccola.
Zayn si volta verso di noi dopo che la piovra Perrie gli si stacca da dosso, e si avvicina. Solo in quel momento gli altri, a cui si sono aggiunti tre uomini in nero e Simon Cowell, si accorgono della nostra presenza.
"Sei sicuro che ci debba essere anche io? Insomma, so che sono la tua assistente ma, Zayn, è lei la tua manager" mi lagno come una bambina, ma mi sento in soggezione come poche volte prima.
"Sì" risponde, dopodichè mi prende per un gomito e mi trascina oltre quella gente fin dentro una sala conferenze: si siede su un lato e io alla sua sinistra, mentre Em alla destra.
Bene, e ora? Ora nulla, quell'idiota di una bionda si precipita verso di noi e mi guarda male: cazzo vuole, il mio posto?!
"No, piccola, non puoi presenziare, mi dispiace" sento dire da Zayn mentre si alza e la raggiunge per poi baciarla.
"E perchè no? Sono la tua fidanzata" cantilena mettendo in mostra l'anello all'indice sinistro.
"Chissà com'è successo" borbotta Em mentre mi fissa, ed io quasi non scoppio a ridere.
Intanto il resto delle persone si è seduta di fronte a noi, quindi aspettiamo solo più Zayn, che finalmente è riuscito a chiudere fuori dalla stanza la piovra.
Mentre si siede mi lancia un'occhiata raggelante, forse per la risata alla battuta dell'altra ragazza, ed io gli sorrido innocentemente.
"Bene. Possiamo iniziare con le presentazioni?" dice Cowell mentre fa scorrere lo sguardo da Zee, a Em a me, per poi tornare sul ragazzo.
"Certo" inizia schiarendosi la gola, "Lei è la mia manager, Emily Price" indica alla sua destra, "e lei" tituba per un paio di secondi rivolgendomi un'occhiata strana a cui aggrotto le sopracciglia, "è la mia assistente, Frèderique Clevant" aggiunge, tornando a guardare Cowell.
"Loro invece sono Harry MaGee, Richard Griffiths e Will Bloomfield" ci indica quelli che so essere i suoi vecchi manager. Griffiths è tipicamente inglese: pelle chiara ma viso violaceo, capelli corti e bianchi, occhiali dalla montatura sottile e corporatura media. MaGee invece ha i capelli tendenti al bianco ma sono ancora biondi, mento squadrato, occhi piccoli e infossati e orecchie grosse. Bloomfield invece è un pò tozzo, capelli scuri e viso, comunque, violaceo.
Io faccio un cenno verso di loro, e MaGee si rivolge verso gli altri per presentarceli, ma Zayn lo ferma.
"Sanno già chi sono" dice, e mi viene da replicare che conoscere Liam non mi dispiacerebbe - eheh - ma lascio perdere. "Possiamo iniziare seriamente adesso?" domanda poi scocciato.
"Come vuoi. Allora, partiamo dalle cose ovvie: hai interrotto il contratto con un anticipo di 2 anni circa, quindi ovviamente ci sarà una penale da pagare..." continuiamo così per circa 2 ore, durante le quali mi sono appuntata le cose principali, mentre Zayn e Emily contrattavano con i manager, soprattutto con Griffiths che sembrava piuttosto incazzato con il moro. Certo, non si poteva dire il contrario dei ragazzi, soprattutto di Louis, che fissava con astio le mani del moro incrociate sulla superficie del tavolo.
"Aspetta due secondi" sento dire da Zay: alzo lo sguardo proprio mentre lui mi si avvicina con il viso e accosta la sua bocca al mio orecchio.
"Abbiamo una copia del contratto stipulato con loro?" sussurra, ed io annuisco facendo un cenno verso la mia borsa.
 "Bene. E della pizza a casa?" con il tono che ha usato, quest'ultima domanda mi è parsa la più impellente: lancio uno sguardo alla tavolata, che ci fissa, ma nessuno sembra aver sentito, per fortuna. Gli sorrido e annuisco.
"Bene. Dopo facciamo una cena di lavoro, sappilo" annuncia, e non posso far altro che annuire confusa, ma sorridente: amo la pizza.
Ricominciano a discutere e dopo altri 45 minuti finalmente la riunione viene dichiarata conclusa. Tiro un sospiro di sollievo e osservo i manager alzarsi, assieme a Cowell, e dirigersi alla porta. Lancio un piccolo sguardo a Em che mi chiede mentalmente di fare in fretta: povera, probabilmente ancora non sa che abbiamo altro lavoro da fare, dopo.
Mentre io e lei raccogliamo le nostre cose sento Louis borbottare qualcosa riguardo una 'salsiccia che canta', e Zayn s'incazza subito.
"Non iniziare a giudicare, Tomlinson" si alza fissandolo male, mentre Niall e Liam lo guardano stupefatti.
"Almeno siete davvero amici?" chiede poggiando i palmi delle mani sul tavolo. "O fingi anche con lui?" assottiglia gli occhi.
Zayn, lo sento, per un momento ha il respiro bloccato.








Angolo autrice.
Buongiorno :)
Allora, so che, come al solito, sono in strastrastrastraritardissimo, ma ho una buona scusa, anzi 4: esami universitari di merda. Bastano? No, perchè nel caso vi dico anche che il mio cane ha mangiato le schegge di un mobile ed è stato malissimo.
Comunque, detto molto sinceramente, ancora non ho avuto recensioni per questa storia (e manco per l'altra che ho pubblicato solo alcuni giorni fa e che tra poco, al massimo un paio di giorni, aggiornerò), ma vedo che le visite stanno calando di capitolo in capitolo, e vorrei sapere perchè. Certo, un pò per il fatto che per gli aggiornamenti ci metto settimane, se non un mese intero, ma vorrei sapere anche se avete trovato qualcosa che non vi piace, così da poterci pensare e aggiustare, se posso. Tutto qua.
Comunque, spero vi sia piaciuta la lettura e vi auguro una buona giornata :)

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