Immagine allo specchio

di Violet Tyrell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - La bambina di Severus ***
Capitolo 2: *** 2 - Sola? ***
Capitolo 3: *** 3 - Amici ***
Capitolo 4: *** 4 - Un'innocente cotta ***
Capitolo 5: *** 5 - Non sono tutti uguali ***
Capitolo 6: *** 6 - Una prova inaspettata ***
Capitolo 7: *** 7 - La partita ***
Capitolo 8: *** 8 - Trame da ragazzi ***
Capitolo 9: *** 9 - Esperimenti ***
Capitolo 10: *** 10 - Sorprese ***
Capitolo 11: *** 11 - Scontro a sangue ***
Capitolo 12: *** 12 - Diffidenza ***
Capitolo 13: *** 13 - Crisi ***
Capitolo 14: *** 14 - Scommessa ***
Capitolo 15: *** 15 - Rabbia senza confini ***
Capitolo 16: *** 16 - Onore e bugie ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Come e dimmi, perché, sei entrato qui dentro? ***
Capitolo 18: *** 18 - Quando fare l'eroe non sempre rende tutti felici... ***
Capitolo 19: *** 19 - Non tutti i mali vengono per nuocere ***
Capitolo 20: *** 20 - Qualcosa da non ricordare ***
Capitolo 21: *** 21 - La Camera dei Segreti ***
Capitolo 22: *** 22 - Evoluzione ***
Capitolo 23: *** 23 - Un eco dal futuro ***
Capitolo 24: *** 24 - Sfortunati eventi e non ***
Capitolo 25: *** 25 - Qualcosa da non voler ricordare ***
Capitolo 26: *** 26 - Cuore di lupo ***
Capitolo 27: *** 27 - L'inquietudine del cuore ***
Capitolo 28: *** 28 - Le ragioni del cuore ***
Capitolo 29: *** 29 - Osare? ***
Capitolo 30: *** 30 - Situazioni complicate ***
Capitolo 31: *** 31 - L'abbraccio dell'oscurità ***
Capitolo 32: *** 32 - Buio ***
Capitolo 33: *** 33 - Programmi ***
Capitolo 34: *** 34 - Ritorno al buio ***
Capitolo 35: *** 35 - Una lunga e fredda estate ***
Capitolo 36: *** 36 - A scuola col nemico ***
Capitolo 37: *** 37 - Inespicando tra le nuvole del dubbio ***
Capitolo 38: *** 38 - Oblio ***
Capitolo 39: *** 39 - Vivere o morire - parte I ***



Capitolo 1
*** 1 - La bambina di Severus ***


Angolo autrice: tanti saluti dalla vostra Vio, ho deciso di scrivere questo prequel di "Finchè morte non ci separi" così da aiutarmi(e aiutare chi legge) a stendere la storia principale senza troppi problemi. Nella storia sono presenti due OC, Victoria Elizabeth Windsor e Sven Miroslav Dietrich: lei è una studentessa di Hogwarts, lui il capo degli Auror ma comparirà non subito.
Ci saranno molti What If(tipo Sven capo Auror, e non Scrimgeour che è un Auror e successivamente sarà Ministro) ma la storia base segue le regole della Rowling e anche la cronologia; Victoria ha 3 anni in più del trio protagonista perciò loro a Hogwarts ancora non ci sono, in compenso questi saranno i pg con maggior rilievo:
- Victoria e Sven(ma va xd)
- Silente, Piton, gli insegnanti(mi inventerò alcuni di Difesa), Percy Weasley, Cedric Diggory, i gemelli Weasley, Ninfadora Tonks, Scrimgeour, Voldemort (questi tre più avanti nella trama).
- altri presenti ma minori come il trio protagonista(la storia non ruota attorno a loro ma ci saranno), altri pg nominati dalla Row come quelli delle 4 Casate, Lucius Malfoy e consorte, Bellatrix e vari altri come Viktor Krum.

Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate perciò attendo ansiosa i vostri commenti. Essendo un prequel non è necessario leggere la long originale, diciamo che mi fareste un piacere ma non è obbligatorio xdddd quindi la nostra storia parte all'incirca ad agosto del 1988.
Un solo appunto: la mia OC sarebbe parte integrante della famiglia inglese Windsor, perciò li citerò ma per amor di rispetto non citerò mai i nomi nè li userò: in fondo sono persone esistenti/esistite e non intendo metterci mano a quello. La storia sarà si sentimentale ma anche abbastanza cruenta. Detto ciò buonissima lettura :=)
(il titolo del primo capitolo è troppo LOL)



Immagine allo specchio


1 - La bambina di Severus


Il mantello frusciava a terra mentre l'uomo si muoveva spedito verso la sua meta, il palazzo londinese più ammirato da tutti: Buckingham Palace , residenza dell'attuale regina e della sua famiglia ed era proprio là che Severus Piton era diretto. Doveva recuperare la femmina più giovane della casata che aveva mostrato di possedere poteri magici quasi sorprendenti. Col pensiero volò alla nevicata record del mese scorso che aveva imbiancato una via di Londra senza apparente motivo; sbuffò mentre notava la perfezione dei giardini e la Guardia tutta schierata dall'enorme cancello.
Silente aveva spedito lui a prendere la bambina che aveva già undici anni e si chiedeva perchè non avesse delegato Hagrid, di sicuro più adatto a trattare con i bambini. Ma lo sapeva, un Mezzogigante avrebbe attirato troppo l'attenzione specie in quell'ambiente così esclusivo: Severus non si immergeva completamente nel mondo dei Babbani da molto tempo, preferendo le mura amiche di Hogwarts o anche lo stesso Spinner's End. L'idea di trattare con degli aristocratici non gli piaceva.
E poi la vide, la bambina, seduta in mezzo ai due fratelli sulla carrozza reale che stava rientrando a palazzo mentre i cancelli venivano chiusi dietro al suo passaggio. Stava ridendo con uno di loro due e si sorprese: se l'era aspettata bionda invece aveva i capelli scuri e non sembrava altezzosa come aveva creduto lui, visto che era la nipote della regina. Con un sospiro attese che passasse qualche istante prima di avvicinarsi ad una delle persone di guardia.
" Devo vedere i Windsor. " A quelle parole i due presenti si scambiarono un'occhiata e si affrettarono a scusarsi dicendo che era impossibile senza un appuntamento ed una giustificazione; Severus  per un momento fu tentato di Schiantarli ma poi optò per un semplice ed efficace Incanto Confundus diretto ad entrambi e che gli consentì di entrare senza dare nell'occhio. L'espressione dei due uomini era proprio confusa ma non avrebbe lasciato tracce, lo sapeva mentre si avviava in fretta verso l'ingresso. Ad una prima occhiata notò che l'ambiente - esterno e poi interno - era la perfezione assoluta e dimostrava una netta differenza con i comuni Babbani.
Nessuno sembrava essere capace di fermare la camminata di Severus, che proseguiva verso la sala del trono senza che potesse essere fermato da qualcuno; la regina doveva essere piena di guardie constatò dal numero esagerato di persone che cercavano invano di seguirlo. Dopo parecchi minuti riuscì ad arrivare nel salone dove era presente la famiglia reale: c'erano tutti, la regina e il consorte, così come i due nipoti maschi e la femmina ed i genitori dei tre, tutti spaventati dal suo arrivo. Sicuramente l'essere vestito di nero con il mantello a ricoprirlo non doveva essere per loro di buon auspicio ma non voleva certo fare del male a qualcuno; erano ormai lontani i tempi in cui la tortura era uno dei modi per convincere gli altri e poi era lì in missione ufficiale per Hogwarts. Il suo sguardo impassibile si posò sulla bambina, l'unica tra i presenti a non essere impaurita dalla sua presenza; il suo volto esprimeva quasi sfida e Severus intuì che doveva essere un soggetto molto esuberante, non di meno spiegava perchè fosse riuscita a far nevicare il giorno in cui era andata con i genitori a spasso per quella via di Londra. Era un tipo di magia che aveva già notato, molto forte e al momento instabile perciò era fondamentale che frequentasse la scuola, per evitare di mettere nuovamente in subbuglio il Ministero. Caramell aveva quasi pianto quando i Babbani si erano accorti di quella magia anche se l'avevano attribuita al meteo e non alla bambina. Era alta per la sua età ed esile, e vestita come una di quelle bambole di porcellana che aveva visto in alcune vetrine: un abito sobrio ma comunque eccessivo.
" Sono qui perchè la signorina Victoria Windsor è invitata a frequentare la scuola di Hogwarts." Invitata. Costretta, più che altro. I bambini appena nascevano erano già segnati sulla pergamena incantata, al Preside spettava il compito di far arrivare le lettere a destinazione al loro undicesimo anno di vita ma era difficile che loro potessero decidere di non andare; ultimamente di figli di Babbani con poteri magici ce ne erano quasi più che un tempo e anche i Windsor non esulavano dalla categoria dei genitori preoccupati e che non desideravano quanto aveva appena detto. Notò che i due maschi erano sbalorditi, i genitori addirittura spaventati da quello che stava raccontando su bacchette, incantesimi e tutto il necessario.
Dopo neppure mezz'ora però erano riusciti a metterlo alla porta: la loro piccola, così dissero, sarebbe stata curata da specialisti seri e non da un ciarlatano come era lui. Per un momento contemplò l'ipotesi di ritornare dentro per farli ragionare: era ridicolo impedire ad un'apprendista strega di frequentare la scuola e ritenerla pazza, forse pericolosa. Lei aveva strepitato ma non era servito a nulla se non a farla condurre via da alcune guardie che l'avevano portata probabilmente nelle sue stanze.
Ma non ci doveva essere rimasta molto pensò Severus poco dopo, vedendo la stessa bambina urlante su un balcone nel retro del palazzo che cercava di arrampicarsi per scendere a terra aiutata da un groviglio di lenzuola. Ecco come era pazza, pensò l'uomo quasi sorridendo, sembrava essere in conflitto con la famiglia se si comportava allo stesso modo: agitò la bacchett verso di lei per impedirle di farsi male dato che il lenzuolo si era staccato, facendola atterrare su un invisibile cuscino d'aria. La magia non avrebbe dovuto usarla davanti a dei Babbani ma lì non ce n'erano mentre rimaneva fermo ad osservarla; doveva essere abituata a servirsi dei propri poteri magici non sviluppati se non si spaventava troppo. " Non dovresti tornare su? Tuo padre si preoccuperà non credi? " La voce di Severus attirò Victoria che si voltò a fronteggiare il mago con aria sorpresa ma non impaurita; lo studiò per un momento prima di correre verso di lui, una piccola sacca sulle spalle ed un vestito molto diverso da quello di prima addosso, più grezzo anche se ugualmente elegante. " E' vero che sei un mago? Non sei un pazzo? "
La bambina sembrava preoccupata, impaurita forse al pensiero che le avesse raccontato qualche menzogna; aveva spesso pensato che ci fosse qualcosa di strano in lei, persino di pericoloso e solo poco prima si era sentita finalmente a proprio agio. Non poteva parlare liberamente coi genitori se non delle regole scritte secoli prima che avrebbe dovuto rispettare ma aver visto quell'uomo all'apparenza tanto pericoloso l'aveva fatta sentire per la prima volta a proprio agio; somigliava vagamente alla nonna come modo di fare e si era sentita attirata dalla sua magnetica personalità nonostante quel modo poco affettuoso e pieno di praticità che aveva. Non credeva proprio a Hogwarts ma l'idea che esistesse una seconda possibilità l'aveva riempita di gioia, e non era importante che i genitori non approvassero: non l'avevano mai fatto, non si sentiva più bene in seno alla famiglia e la prospettiva di imparare qualcosa che la rendesse sè stessa forse era un motivo per accettare e farsi poi amare per ciò che era. Severus scosse la testa mentre continuava a guardarla. " No, Hogwarts esiste così come la magia e tu già lo sai. Puoi decidere se restare o seguirmi ma nel secondo caso non so quanto i tuoi parenti te lo possano accettare. "
La voce monocorde dell'uomo colpì la ragazzina che stava cercando di decidere cosa fare; sicuramente le sarebbe mancata la famiglia però allo stesso tempo si sentiva euforica all'idea di poter diventare una strega. " Non accettano mai nulla da me quindi.. però io non ho soldi, immagino che non sia gratis questa scuola vero? " Alzò gli occhi grigi su Severus sorpreso dalla domanda poco adatta ad una rappresentante di stirpe reale; tirò fuori dalla tasca del mantello un sacchetto pieno di monete e glie le mostrò. " Hogwarts offre un fondo a chi non può permettersi, come te, di pagare. Ovviamente dovrai avere tutte cose di seconda mano. "
Ed indicò sprezzante il vestito che indossava, e che pur nella sua semplicità costava molto più di quanto i normali Babbani potevano pensare di spendere in qualche mese; era certo che avrebbe subito cambiato idea ma venne sorpreso vedendola sorridere leggermente e porgergli la mano per farsela stringere. Come una piccola adulta. " Va bene. A proposito, io sono Victoria. " Solo il nome, niente cognome notò Severus osservandola sempre più meravigliato ma attento a non mostrare mai nulla. Le strinse la mano ma solo come se fosse il suggello ad un patto, non una normale regola di buona educazione.
" Allora andiamo, c'è molto da fare. "  Non si presentò e non si lasciò scalfire dallo sguardo deluso della piccola principessa che lo seguì senza porre altre domande.

Victoria quel giorno trovò di suo gradimento tutto, dai negozi di Diagon Alley al proprietario del Paiolo Magico, persino l'atteggiamento di Severus che si muoveva con disinvoltura in mezzo ai maghi. Notò che molti lo salutavano con rispetto, altri persino con paura ma lui rivolgeva a tutti solo dei cenni, a volte li ignorava. La stessa cosa però non si poteva dire per lei, che salutava con entusiasmo tutti gli sconosciuti che si voltavano a sorriderle, e chiacchierava allegramente con i commessi: dentro al Ghirigoro fu difficile staccarla da un libro di Storia della Magia esasperando il suo accompagnatore, mentre da Madama Mc Clan intavolò con la proprietaria una lunga discussione sulla divisa scolastica austera e di seconda mano che aveva fatto adattare al suo corpo; occhieggiò le scope da corsa ma con interesse molto minore, molto più ammaliata dai libri che portava faticosamente in mano e rimase estasiata di fronte all'Emporio del Gufo, dove un sacco di animali richiamarono la sua attenzione.
Severus notò che la ragazzina una volta accettato quel mondo non dimostrava alcuna paura, accettava la realtà come se l'avesse sempre vissuta. In un certo senso era una sorpresa, in altri un vero supplizio: il fatto che le piacessero i libri non era sinonimo di un futuro successo come studentessa, forse era solamente curiosa ma era sempre meglio che vederla sbavare come altri di fronte ai manici di scopa. Aveva ostentato un'aria ammirata quando aveva scoperto che si potevano usare per volare ma non pareva fissata; forse gli sarebbe stato risparmiato di vedere l'ennesimo esaltato per il Quidditch pensò mentre la accompagnava da Olivander. Il vecchio fabbricante di bacchette la trattò con educazione e si dimostrò sorpreso quando la sua giovane cliente, alla prima bacchetta impugnata, mostrò già di avere trovato quella che faceva per lei.  Era raro, e piacevole per Severus sapere di non dover trascorrere troppo tempo all'interno dei negozi. " Bene, ora starai al Paiolo Magico durante queste settimane. Se tu avessi dei problemi Tom è a tua disposizione. " Non pensò neppure di dirle di contattarlo, per quello che lo riguardava aveva esaurito il compito che gli era stato affidato: la giovane apprendista era stata rifornita del materiale essenziale, e poteva stare in una stanza del Paiolo dietro pagamento da parte di Silente che non riteneva saggio rimandarla nuovamente a casa. Lì avrebbe potuto essere tenuta sotto controllo da molti maghi, e aveva anche il biglietto del treno: per quello non c'erano problemi, Tom in persona si era incaricato di accompagnarla il giorno della partenza.
" Grazie. " La vocina di Victoria risuonò timida, in contrasto impressionante con quanto l'aveva contraddistinta in quel lungo giorno: pareva lontano il momento in cui si era congedata dai genitori e dai parenti per abbracciare quella vita. Non sapeva perchè ma nonostante i modi di fare di Severus, sentiva di potersi fidare di quell'uomo; non aveva fatto nulla per mostrarle simpatia, solo l'aveva introdotta in quell'ambiente magico che non sapeva neppure che potesse esistere. L'uomo si limitò ad annuire senza far notare che era rimasto sorpreso dal ringraziamento; era certo che i suoi parenti non avrebbero mai pronunciato una parola simile e per un momento pensò che sarebbe stato interessante vedere quella ragazzina a Serpeverde. Non sapeva perchè ma era certo che si sarebbe trovata bene, nonostante fosse figlia di Babbani, cosa che non aiutava a finire in quella Casata: era educata ma allo stesso tempo esigente, sembrava già sapere cosa fare della vita e ostentava una certa sicurezza di modi di fare. Era particolare.
" Dovere. " E sparì senza che la giovane potesse pronunciare altre parole.
Il resto delle settimane trascorse in un baleno. Victoria si era insediata senza problemi al Paiolo Magico e per ringraziare Tom della sua continua gentilezza si rendeva utile aiutandolo a pulire: non potendo usare la magia lo faceva, come ridevano molti ospiti, alla Babbana e a tutti piaceva vedere la ragazzina sempre pronta ad aiutare chiunque. Era a volte un pò goffa e nessuno si era permesso di prenderla in giro perchè non proveniva da una famiglia di maghi; Victoria notò come ben poche persone conoscessero l'importanza del cognome che l'aveva oppressa per tutta la vita e sentiva di potersi muovere liberamente senza temere di fare brutta figura o di parlare in maniera sconsiderata. Era libera e le regole magiche non la disturbavano affatto. Aveva incontrato anche molti esponenti della magia ed uno di questi le aveva regalato persino un'Ape Frizzola, un tale Cornelius Caramell che era il Ministro in persona, come le sussurrò Tom quando se ne fu andato. Ma non era il solo del Ministero a passare da lì ed un giorno vide una coppia con un ragazzino che sedeva al bancone; li osservò curiosamente e vide che pure lui era rifornito di cose di Hogwarts. " Ma che bambina carina, come ti chiami? Io sono Amos Diggory, lei è mia moglie e lui mio figlio Ced. Cedric veramente ma sai com'è.. " E rise mentre Victoria si presentava e lanciava un'occhiata curiosa al suo coetaneo.
Mentre Tom parlava con i Diggory, lei e Cedric avevano subito stretto una bella amicizia e dopo neanche cinque minuti erano tutti presi dalla loro conversazione: Cedric le stava mostrando le figurine delle Cioccorane sotto lo sguardo divertito dei genitori e di Tom. A Victoria quasi non sembrava vero che anche lui doveva frequentare il primo anno e si fece raccontare tutto quello che sapeva sulla scuola: molto l'aveva letto sui libri ma sentire parlare qualcuno da sempre nel mondo della magia era qualcosa di emozionante.
I Diggory, come apprese, sarebbero rimasti ad alloggiare al Paiolo così da accompagnare il figlio alla stazione il giorno successivo per prendere il treno, e si offrirono di prenderla con loro. Per la prima volta Victoria era contenta di trovarsi con degli adulti e poi sentiva di avere mille cose di cui parlare col suo nuovo amico.
" Questo è per te, cara. " La voce di Tom quella sera la distrasse mentre le consegnava un cucciolo: era, come le spiegò, un esemplare di Kneazle color prugna che era nato qualche poche settimane prima e non aveva un padrone così aveva pensato di regalarglielo vedendola appassionata di creature magiche; la ragazzina saltò letteralmente in braccio al suo amico e poi andò ad occuparsi del cucciolo. Era bellissimo e miagolava spesso facendola sorridere: somigliava tantissimo ad un gatto e ciò le piaceva visto che amava quegli animali.

Attraversare la barriera fu molto semplice e Victoria notò che non erano i soli, anche altri scomparivano oltre la barriera e la sua attenzione fu presto catturata da un gruppetto di persone con i capelli rossi; Amos Diggory le disse che i due adulti erano i Weasley e che Arthur lavorava assieme a lui al Ministero. Con loro c'erano due ragazzi, uno dall'aria molto vissuta che secondo Victoria aveva circa diciassette anni, mentre l'altro con gli occhiali poteva avere a malapena un anno più di lei. Con Cedric strinse la mano a tutti e quattro: il maggiore si chiamava Charlie e, come le disse, frequentava l'ultimo anno, mentre il giovane Percy affermò con orgoglio di essere al secondo anno. Erano tutti parte dei Grifondoro così le disse, mentre proponeva ad entrambi se volevano di far loro compagnia durante il viaggio in treno.
" Devi venire a trovarci per Natale, d'accordo cara? " La signora Diggory la abbracciò mentre suo marito annuiva poco prima che salissero sul treno: nonostante li avesse conosciuti solo il giorno prima le dispiaceva salutarli, così come i Weasley che sembravano così diversi da tutta la sua famiglia. Forse il sangue magico era davvero diverso, pensava dispiaciuta, ma non ebbe modo di pensarci oltre perchè lo scompartimento dove lei, Cedric e Percy si sedettero divenne immediatamente pieno di voci allegre e divertite: il ragazzo con i capelli rossi era molto serio ma allo stesso tempo anche pieno di conoscena tanto che illustrò per parecchio tempo tutti i ruoli gerarchici della scuola e i loro compiti.
Il viaggio fu quasi breve e in men che non si dica lei e Cedric si unirono al gruppo per attraversare il lago in barca; Hagrid le piacque all'istante nonostante la mole gigantesca e si sentiva ben disposta verso tutti i suoi nuovi amici. Alla vista del castello sia lei che gli altri ammutolirono ed ascoltarono ciò che la professoressa McGranitt stava dicendo: dopo aver sentito da Percy tutti i pregi della Casa di Grifondoro, Victoria sperava ardentemente di essere destinata a quella. Lei e Cedric avevano avuto una lunga discussione al riguardo e pareva che lui fosse meno interessato a quello, gli importava solo di potersi trovare bene ed apprendere quanto più possibile.
In silenzio sfilarono con gli altri verso lo sgabello con sopra un Cappello davvero curioso. " E' con quello che ci smistano" le disse piano l'amico e lei annuì, interessata. Il funzionamento le fu subito chiaro e applaudiva ogni volta che un compagno veniva collocato in una delle Case; il turno di Cedric era tra i primi ed incrociò le dita per lui, come per fargli un silenzioso incoraggiamento. Applaudì forte quando venne assegnato a Tassorosso e sperò a quel punto di esserci pure lei; guardando verso quel tavolo vide molte facce simpatiche che le comunicarono il desiderio di unirsi a loro.
A sua grandissima sorpresa lei era proprio l'ultima della lista e quando venne il suo turno si sentì improvvisamente impaurita. Severus Piton invece dal suo posto si mosse piano, dimostrando un certo interesse per quel momento tanto importante. " E' quella la tua bambina, allora, Severus. " Si voltò verso Silente che sembrava divertito: da quando era tornato non faceva che riferirsi alla ragazzina in quel modo, irritandolo profondamente e scelse di ignorarlo. " Non dica sciocchezze Silente, l'ho solo accompagnata. " E troncò lì la discussione osservando la ragazzina seduta sullo sgabello: quello che era con lei era finito a Tassorosso e pareva che su di lei il Cappello fosse molto indeciso.
- Ah sai, non so dove metterti. La mia idea sarebbe Serpeverde, sei molto ambiziosa e piena di qualità che Salazar apprezzerebbe.. - Victoria taceva, chiedendosi come mai tutta quell'indecisione, e sentendosi un pò troppo al centro dell'attenzione con lo sguardo di tutti puntato su di lei: vide il tavolo di Serpeverde ma non le piaceva molto, non ne sapeva dire la ragione. - Grifondoro assolutamente no, in te c'è ben altro oltre al coraggio e.. accidenti, sei proprio un caso complicato. Hai cervello, sei ambiziosa e sei pure buona. Non posso metterti in quattro Case! - La fece sorridere pensando al guaio in cui aveva senza volere messo il Cappello e attese. " Probabilmente sarà una Grifondoro. " Disse Severus sottovoce a Silente, sprezzante per quella Casa: quando il Cappello tentennava a volte finivano tutti lì, chissà se era un caso.
- Ho deciso, il tuo intelletto sarà ciò che premierò e sono certo che ti troverai molto bene, Priscilla sarà contenta di vederti tra le sue fila anche se sono dell'idea che pure a Serpeverde saresti stata grande. Comunque sia.. CORVONERO! -
La parola del Cappello risuonò per tutta la Sala Grande facendo esplodere di gioia il tavolo a cui erano seduti gli studenti di Corvonero; anche gli insegnanti e gli altri presenti nella Sala batterono le mani, il professor Vitious con sincero entusiasmo mentre lei scendeva dallo sgabello riconsegnando il Cappello alla professoressa McGranitt e raggiungendo il tavolo dove i ragazzi e le ragazze la accolsero con espressioni di gioia. " Benvenuta tra i Corvonero. " Fu una voce un pò dura a parlarle ma sorrideva leggermente: rimase di sasso nel riconoscere il fantasma di una donna molto bella, che fluttuava tra loro per dare il benvenuto ai nuovi arrivati.
Proprio al tavolo di fronte c'era Cedric e ricambiò il suo sorriso: le dispiaceva un pò non essere insieme ma in fondo erano pur sempre nella stessa scuola. Mentre mangiava, ascoltando ciò che una dei Prefetti della sua Casa le stava dicendo, volse lo sguardo verso il tavolo degli insegnanti. Severus Piton era rimasto sorpreso dalla scelta del Cappello ma dentro di sè pensava che almeno non era una Grifondoro.
" Primo anno, da questa parte. " La voce autoritaria dei due Prefetti di Corvonero convinse Victoria e gli altri a seguirli, diretti alla loro nuovo vita subito dopo la fine del Banchetto.





nota: bene eccoci u.u commentereste? se si grazie^^

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Capitolo 2
*** 2 - Sola? ***


Angolo autrice: son tornata, un pò in ritardo ma rieccomi xd ora siamo a Victoria al primo anno, come se la caverà? beh leggete <3 e grazie a tutti quelli che leggono, commentano** vi voglio bene**



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2 - Sola?


" Signor Diggory, le riesce difficile tenere le pupille puntate sul suo libro invece di guardare il calderone della signorina Windsor? " Le parole di Severus Piton fecero ridacchiare quasi tutti mentre il commento veniva accompagnato dalla mano decisa del professore che aveva affibbiato un sonoro colpo in testa al ragazzo, costringendolo a riportare la sua attenzione quindi a ciò che stava facendo. " Io.. si mi scusi, non avevo capito una cosa. "
Il ragazzo arrossì e Victoria sapeva già che cosa avrebbe detto Piton; difatti l'insegnante venne a posizionarsi proprio davanti a loro e squadrò con lo sguardo Cedric, che aveva già capito di aver dato la risposta sbagliata. " Non ero al corrente che la signorina Windsor fosse diventata insegnante al mio posto. Sbalorditivo, vero? " E stavolta rivolse la propria malevola espressione sulla ragazzina che arrossì per la vergogna.
Severus non disse altro dopo aver notificato una punizione a Diggory che avrebbe comportato pure una lieve decurtazione del punteggio della clessidra di Tassorosso, e continuò il proprio giro. Quel giorno la puzza nella sua aula era, se possibile, ancora più potente: quello era il primo test a cui avrebbe dato un punteggio e già non vedeva l'ora di vedere le facce deluse degli studenti, sopratutto i Grifondoro, davanti ai voti bassi che avrebbero ricevuto.
Tutto andò come previsto: la maggior parte di loro aveva ottenuto un pessimo risultato, persino i Serpeverde lo avevano deluso anche se si astenne dal fare commenti sul loro operato preferendo risparmiarseli per gli altri. Non si aspettava un risultato perfetto da nessuno e non venne deluso, tuttavia quando arrivò il momento dei Corvonero trovò una sorpresa.
Con un mestolo raccolse un pò della pozione di Victoria e la annusò. " Windsor, e questa roba cos'è? " La sua voce così gelidamente calma fece quasi rabbrividire la ragazzina che avrebbe desiderato sentire il terreno mancarle sotto i piedi: c'era qualcosa di tremendamente agghiacciante in quell'uomo, non faceva il minimo sforzo per rendersi sopportabile con gli studenti eppure per qualche strano motivo, Victoria si sentiva al sicuro in sua presenza.
Era inspiegabile. " La.. la pozione Cambiacolore, signore. "
Con una vocina piccola rispose a quella domanda e, a quelle parole, Severus sbuffò leggermente per poi sorridere. " Ora lo vedremo: signor Diggory, prego assaggi.. in fondo era così interessato no? " E gli porse il mestolo colmo del liquido rossastro della pozione preparata dalla ragazzina: Victoria poteva percepire l'esitazione dell'amico, e in fondo non se la sentiva di dargli torto. Era sempre un rischio essere cavie durante le lezioni di pozioni, sopratutto con lei che le prime volte aveva rischiato di far esplodere l'aula a causa dell'incoscienza che la portava ad esagerare la quantità di ingredienti necessaria. Tuttavia il professore non sembrava attendere altro che un motivo per levare ancora dei punti a Tassorosso e Victoria incrociò le dita dietro la schiena; non si sarebbe mai perdonata se gli fosse accaduto qualcosa di grave.
Cedric inghiottì il liquido con l'aria di un condannato a morte e dopo pochi secondi l'intera classe scoppiò a ridere. " Sono diventato blu!! " strillò mentre osservava la pelle bluastra e non più candida come prima; a Victoria ricordava molto uno dei Puffi, uno di quei cartoni animati che adorava quando ancora era tra i babbani e cercò di trattenersi per non ridere a sua volta. Severus osservò il risultato e rivolse uno sguardo gelido a tutti gli studenti, che tacquero all'improvviso.
" E' inutile che ridete, cominciate a preoccuparvi di fornirmi tre rotoli di pergamena sulla corretta composizione di questa pozione; come avete potuto notare il signor Diggory adesso ha la pelle blu, esattamente come avevo richiesto. Le ricordo che lei, signorina Stanley, è riuscita solamente a bucare il palmo della mano del signor Stebbins mentre avreste impiegato meglio il vostro tempo - e mi riferisco a tutti - se vi foste impegnati a non discutere dell'imminente Natale in arrivo. " Con un solo gesto della bacchetta i calderoni si vuotarono, le loro pozioni erano scomparse tranne per delle piccole fiale coi loro nomi apparse sulla cattedra mentre tutti osservavano il professore con aria astiosa, sopratutto quando annunciò che avrebbe assegnato due punti a Corvonero e che ne avrebbe tolti dieci ad ogni casa per il loro pessimo risultato.
" Quanto a te signor Diggory, ti consiglio di andare a trovare Madama Chips: ti rimetterà in sesto, credo, e se non dovesse succedere.. beh credo che il professor Vitious potrà trovarti un posto nel presepe vivente che sta allestendo in Sala Grande. "

Victoria sedeva da sola al tavolo dei Corvonero, in ritardo rispetto agli altri compagni per l'ora di pranzo; ancora rifletteva sull'inaspettato successo ottenuto durante la lezione di Pozioni. Sicuramente Cedric era già stato fatto tornare del suo colore anche se non lo sapeva visto che era stata costretta ad aiutare il professor Vitious a decorare la Sala Grande. Si sentiva l'aria natalizia che aveva avvolto il castello ma tutto sommato non la interessava molto: nonostante i primi mesi tranquilli, ora cominciava a sentirsi un pò isolata dal mondo ed essere quasi la sola del proprio anno a non ricevere notizie da casa la faceva sentire strana. Passava molto tempo tra le mura del castello, sopratutto in biblioteca per informarsi quanto più possibile sulle arti magiche, per non pensare; aveva scritto una lettera ad inizio anno scolastico e l'aveva indirizzata ai genitori ma la risposta non era mai arrivata. Ne aveva dedotto che non fossero per nulla interessati ad avere sue notizie e se all'inizio la novità di Hogwarts era stata sufficiente, ora si sentiva sempre più triste. Di solito trascorrevano le vacanze natalizie tutti assieme, quell'anno non avrebbe avuto nessuno.
" Ciao, ti stavo cercando. Vieni a trovare Hagrid con me? " Victoria alzò lo sguardo trovandosi di fronte Charlie Weasley, con cui aveva stretto una buona amicizia nonostante lui fosse all'ultimo anno di studi; di solito stava con Percy quando doveva studiare ma lui aveva qualcosa che l'attirava, probabilmente era il modo di fare così cordiale e alla mano che l'aveva conquistata. Era un pò come un fratello maggiore e a lei piaceva quell'idea, la faceva sentire meno sola; osservò il libro che stava per aprire e poi lo rimise a scaffale. C'era sempre da imparare andando in giro con lui, e spesso aveva mostrato a lei e a Cedric parecchie creature magiche che erano presenti ad Hogwarts. " Certo, tanto ho finito di studiare. "
Era vero, le mancava solo la conclusione di un compito di Incantesimi ma non aveva voglia di occuparsene, e poi trovava simpatico anche Hagrid nonostante l'apparenza mostruosa era sempre gentile con lei, e anche con altri che lo prendevano in giro: non era certa che, al suo posto, sarebbe riuscita ad essere altrettanto tollerante.
" Come se tu ne avessi bisogno, ho sentito uno stralcio di conversazione tra la Sprite e Vitious, e lui diceva che probabilmente sei la sola del tuo anno ad impegnarti davvero. A proposito, dov'è Ced? Volevo mostrare anche a lui cos'ha Hagrid.. " Si guardò attorno come se si aspettasse di vedere spuntare il ragazzo da un angolo e lei rise, raccontandogli del test di pozioni e delle conseguenze che aveva avuto.
" Mi sarebbe proprio piaciuto vederlo di quel colore ma non importa: ho sentito che resti a scuola per Natale. " Charlie cambiò argomento mentre, coperti bene coi mantelli e i paraorecchi per il freddo, si avventuravano oltre il portone del castello e lei annuì, un pò dispiaciuta. Silente l'aveva fatta convocare proprio alcuni giorni prima per dirle che non poteva accettare l'invito dei Diggory a causa del mancato permesso della sua famiglia, che avrebbe dovuto concederle il proprio benestare vista la sua giovane età. Di certo tra i compagni di Corvonero sarebbe stata la sola a rimanere, Vitious le aveva già fatto sapere comunque che poteva divertirsi come credeva; probabilmente, si disse la ragazza, si sarebbe rinchiusa in biblioteca a leggere qualcosa dietro consiglio di Madama Pince o magari avrebbe scritto qualcosa di suo pugno.
" Si, del resto non credo di aver voglia di tornare a casa, e poi Piton ci riempirà di compiti. Mi farà bene restare impegnata. " Lo disse con forzata allegria e a Charlie non sfuggì il fatto che si voleva adattare a quella situazione, non era per nulla felice ma non lo diceva. Forse se ne vergognava anche se secondo lui non ne aveva proprio motivo, a volte le famiglie babbane erano molto severe anche se non conosceva la sua. A sentire Percy, comunque, non ne parlava mai ed era come non ce l'avesse. " Non ti azzardare, ho intenzione di insegnarti a giocare seriamente a Gobbiglie perchè mio fratello è una schiappa e non è proprio il caso che tu segua le sue orme! "
I due scoppiarono a ridere mentre la capanna di Hagrid era sempre più vicina; Victoria sapeva che Percy sarebbe tornato a casa per Natale e trovava curioso che Charlie invece rimanesse. Forse aveva molto da studiare essendo l'ultimo anno o, come più probabile, non avrebbe più avuto occasione di vedere il Natale a Hogwarts gli anni seguenti. " In ogni caso vedrai, l'anno prossimo arriveranno sicuramente Fred e George, Percy dovrà stare molto attento a non farsi sorprendere dai loro scherzetti. " Sorrise il ragazzo, i due gemelli erano pestiferi ma sapevano come tirar su il morale alle persone, e a rendere l'atmosfera sempre allegra e piena di risate.
" Ah eccovi! Come state?" Hagrid li salutò con un gran sorriso e subito si mise a discutere con Charlie di alcune creature magiche che il professor Kettleburn aveva portato a lezione quella settimana; Victoria venne attirata invece dal bagliore dorato di alcuni cuccioli di unicorno che stavano bevendo qualcosa che sembrava latte magico, diverso sicuramente da quello che beveva lei ogni giorno visto che erano animali speciali. Subito dopo Hagrid le parlò un pò di loro, raccontando di come li aveva catturati nella Foresta Proibita e attirati fino a lì per curarli; Charlie sembrava intendersene molto visto che riuscì ad accarezzarli mentre a Victoria servì un pò di tempo per sfiorare gentilmente il musetto di uno dei due.
" A proposito, qualcuno qui vuole la sua padrona. " Hagrid attirò la sua attenzione mettendole in braccio Kaiser, che come al solito era andato a cacciarsi nei guai: la settimana precedente aveva commesso l'errore di portarlo con sè durante la lezione di Pozioni e lo kneazle ne aveva approfittato per seminare il panico, inclusa l'audacia di mordere allegramente le caviglie a Piton. Naturalmente l'insegnante non aveva gradito quella che lei aveva chiamato espressione di affetto, e aveva trasformato l'animale in una fisarmonica: le ci era voluto molto tempo e tanta persuasione per farselo riconsegnare e dietro consiglio di Charlie, l'aveva affidato alle cure di Hagrid che l'aveva fatto riprendere del tutto.
" Oh grazie, ti devo un favore! Però adesso credo che non lo porterò più con me, non vorrei mai che a Piton venisse voglia di ucciderlo direttamente.. e dire che è solo affettuoso, il mio Kaiser! " Il tono lamentoso di Victoria fece sorridere il guardiacaccia, che ben sapeva come tutti che affettuoso e Piton non andavano necessariamente d'accordo, al contrario il gelido insegnante di Pozioni era tutto tranne che umano secondo lui.

Le vacanze di Natale trascorsero lente e senza eventi degni di nota; Victoria trascorse molto più tempo del previsto raggomitolata in Sala Comune, ad ammirare lo splendido paesaggio innevato delle montagne e a stare sulla sua poltrona preferita di fronte al camino. Kaiser era sempre in cerca di cibo e lei immaginava che visitasse molto spesso le cucine: da tempo era convinta che lo kneazle sapesse perfettamente come ottenere ciò che voleva, ed era ancora un cucciolo. Fortunatamente si era tenuto alla larga da Piton, senza dargli motivo per infastidirlo nuovamente; solo quando si recava in Sala Grande, Victoria percepiva l'assenza di tutti i compagni. Erano rimasti pochi a scuola e nessuno di quelli che conosceva, persino Charlie era dovuto tornare a casa perchè aveva saputo che uno dei fratelli minori era ammalato perciò aveva insistito per andare ad aiutare sua madre. Era un bel gesto secondo lei, ed invidiava lo stretto rapporto che aveva con la sua famiglia: aveva dissuaso Cedric dall'insistere con Silente per far si che andasse con lui, in fondo erano ricorrenze speciali e lei non desiderava essere di impiccio.
La mattina di Natale rimase perciò sorpresa quando trovò al suo posto in Sala Grande quella che era una vera e propria montagna di regali. " Buon Natale, cara. " Le disse il professor Vitious passandole vicino e lei ricambiò l'augurio: le piaceva il suo Capo Casa, anche se era così piccolo aveva un modo di fare che lo rendeva molto simpatico e nonostante lei fosse stata la sola a Corvonero, si era impegnato ugualmente ad addobbare la Casa per Natale. C'erano infatti molte piccole slitte di renne che sfrecciavano per la Sala Comune, e i quadri di antichi studenti divenuti poi maghi celebri erano stati illuminati magicamente: c'era anche un albero riccamente decorato e che danzava all'occorrenza. Avrebbe potuto sedersi assieme agli insegnanti, come avevano fatto gli altri pochi studenti, ma era curiosa di sapere che cosa aveva ricevuto come regalo.
Il primo era dei Diggory ed era un libro di fiabe magiche(si, quelle di Beda il Bardo nd Vio) che lei aveva semplicemente sentito nominare; c'era anche una lunga lettera di Cedric che le raccontava le novità da casa e la ringraziava per l'orologio babbano che gli aveva spedito come regalo. Oltre al libro, c'era anche una sciarpa cucita personalmente dalla signora Diggory e che ricordava molto il colore della Casa di Corvonero, e in aggiunta anche una bellissima bambola di porcellana da parte del signor Diggory, che si era evidentemente ricordato di quando le aveva sentito dire che le adorava.
Victoria si sentiva colpita da tanta inaspettata generosità e si ripromise di fare un bel regalo per ringraziarli; non possedeva molti soldi ma qualcosa avrebbe trovato. Poi osservò che molte sue amiche di Corvonero le avevano mandato dei dolcetti natalizi, in particolare Maggie ed Audrey, e aveva persino ricevuto alcuni pupazzi magici dai mille colori.
Sorrise nel vedere la lunga lista di raccomandazioni a studiare che Percy le aveva inviato assieme ad una piuma d'oca, e nello stesso informe pacco c'era un vecchio libro di creature magiche da parte di Charlie.
A sua grande sorpresa c'era persino un regalo da parte della nonna; per un momento Victoria pensò di non aprirlo neppure ma la curiosità la vinse. Nella lettera che l'accompagnava non c'era neanche una parola da parte dei genitori, invece pareva che l'anziana nonna avesse voluto scriverle comunque per farle gli auguri per le feste e per la vita che aveva scelto; accludeva a quello un preziosissimo braccialetto in argento che le aveva fatto comprare apposta. Non era che un sottile filo ma Victoria lo mise ugualmente al polso, ammirando il suo splendido luccichio: non aveva mai avuto dei gioielli e quello, il primo, era straordinariamente semplice pur sicuramente essendo molto costoso. Di questo ne era sicura ma non era il suo valore in soldi ad interessarla, bensì il fatto che arrivasse proprio da lei.
" E tu che cos'hai qui, eh? " Accarezzò il pelo di Kaiser che le stava presentando come omaggio un topo morto; Victoria aveva ribrezzo di quel genere di animali ma aveva imparato che il suo fedele cucciolo color prugna lo riteneva invece un grande dono d'affetto e non poteva mostrarsi sdegnata; per Natale gli aveva cucinato personalmente dei biscotti seguendo una ricetta di Hagrid, e Kaiser li aveva sicuramente graditi visto che neppure le briciole erano rimaste. Si lasciò mettere in mano quel topo e attese che se ne andasse dopo essersi strusciato contro le sue caviglie; avrebbe trovato un posto dentro una scatolina, di certo per quanto grata al suo kneazle, i topi le facevano sempre e comunque schifo per farseli piacere.

" E anche quest'anno abbiamo concluso. " Silente concluse allegramente l'ultimo consiglio degli insegnanti, che riguardava gli alunni del primo anno e gettò uno sguardo al sole oltre la finestra. I mesi erano trascorsi con relativa calma e qualche piccolo incidente ma anche quell'anno tutto era andato liscio come l'olio: gli studenti avrebbero lasciato Hogwarts nel giro di tre giorni e i risultati sarebbero apparsi in bacheca la mattina seguente.
Severus osservò solo vagamente interessato i risultati dei suoi studenti, dicendosi che di sicuro i Serpeverde non dovevano la Coppa delle Case a quelli del primo anno: ben pochi di loro si erano distinti e quasi nessuno era in grado di cavarsela senza il libro. Non che gli altri andassero tanto meglio, anche se aveva notato che Diggory era uno dei migliori: assurdo, un Tassorosso bravo in pozioni.. che poi non lo era, semplicemente era uno dei più attenti.
E poi ripensò alla discontinuità della sua amica del cuore, Victoria Windsor, che ci metteva molto impegno ma spesso a risultati lasciava molto a desiderare; all'inizio era una mina vagante, specialmente quando si era presentata in classe con quel sudicio animale, e poi gli aveva riservato una grossa sorpresa preparandogli alla perfezione la pozione Cambiacolore. Non l'aveva mai saputo ovviamente ma lui si era poi aspettato l'eccellenza in seguito: la tormentava più che gli altri e non la risparmiava quando sbagliava, forse a volte esagerando mettendola alla berlina.. eppure solo lui sapeva che era solo per stimolarla. Per paradosso sembrava che Victoria temesse di usare tutto il suo potenziale, e ne aveva molto lo aveva notato: conosceva molto bene il contenuto del libro di testo ma possedeva quel tocco fantasioso che serviva ad un vero pozionista. Nonostante ciò non lo sfruttava, preferiva rimanere in ombra e lui l'avrebbe strozzata volentieri.
A parte qualche test positivo, lui le aveva assegnato una sufficienza risicata pur sapendo di essere ingiusto. Forse era quello che serviva per farla svegliare, sembrava provare particolare piacere nel mostrarsi inferiore agli altri.. e con lui aveva trovato pane per i propri denti se voleva una guerra. E sapeva che era la stessa cosa in altre materie; la McGranitt aveva detto che tra quelli del suo anno era tra i migliori ma che avrebbe potuto fare molto meglio, e la stessa cosa l'aveva riferita Vitious mentre ne parlavano.
Il solo ad aver parlato negativamente di lei era stato l'insegnante di Difesa ma non era un problema, anche quell'anno ce ne sarebbe stato uno nuovo, forse migliore anche se Severus non era molto ottimista a questo proposito; solamente in Storia della Magia pareva che Victoria non temesse di nascondersi. Probabilmente aveva studiato a memoria tutta la biblioteca, pensò sprezzante l'uomo, mentre si alzava e si apprestava ad abbandonare la sala insegnanti.
Anche quell'estate sarebbe stata lunga, per lui e per tutti: aveva sentito dire che Victoria aveva ottenuto il permesso da Silente per andare dai Diggory, curioso che i suoi non la volessero a casa per l'estate ma magari era quello che le serviva, stare a contatto con i maghi poteva solamente stimolarla.
O rovinarla, non era certo di quale sorte delle due fosse quella destinata alla ragazzina.






nota: forse sono troppo rapida ma c'è un motivo, se mi metto a descrivere ogni anno di studi finiamo tra 50 anni XDD e pooi fino al 4 non accade molto a dirvela tutta u.u
la pozione Cambiacolore..muahahah povero Ced, è un bel puffo blu xddd
come vedete Victoria è molto discontinua però Sevvy(mò mi ammazza xddd) dice che il potenziale non le manca. è insicura, come immagino avrete capito, e anche la lontnanza dalla famiglia è un fattore rilevante u.u
io spero vi piaccia, attendo i vostri commenti con impazienza^^

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Capitolo 3
*** 3 - Amici ***


Angolo autrice: eccomi qui, vacanze estive eccoci U__U e ci sono delle new entry, alcune saranno di rilievo in futuro.
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


3 - Amici



Amos Diggory osservò dalla finestra i due ragazzini giocare; come al solito Cedric era alle prese con il suo nuovo manico di scopa, regalo importante che gli aveva promesso all'inizio del suo corso di studi a Hogwarts se avesse riportato a casa - alla fine dell'anno - una buona media generale. E i risultati erano stati notevoli, anche se non era il caso di far sapere al figlio che il manico di scopa sarebbe arrivato ugualmente.
Aveva un buon talento per il volo  ed era certo che la prima cosa che avrebbe fatto una volta di ritorno a scuola sarebbe stata quella di presentarsi al capitano della squadra di Tassorosso per farsi ammettere. Sorrise mentre lo osservava: vivere a Hogwarts gli aveva fatto bene, era diventato meno timido e lo deduceva dal fatto che erano già arrivati molti gufi da parte degli amici di scuola. Osservò anche Victoria, in quel momento molto simile alla stessa ragazzina che aveva incontrato quasi un anno prima al Paiolo Magico; era estremamente educata per la sua età, molte figlie dei suoi amici erano quasi delle bamboline viziate e arroganti.. e rumorose. Certo, in quel momento era molto esuberante ma non aveva proprio nulla da rimproverarle anzi, a volte era fin troppo servizievole e si offriva sempre di aiutare sua moglie a pulire.
Non che fosse molto portata, da quello che aveva saputo la sua famiglia era molto influente e non aveva sicuramente mai pulito neppure una sedia in tutta la sua vita, ma a colpirlo era l'impegno che ci metteva; passava ore assieme a sua moglie, quando lui era al lavoro, per farsi insegnare quelle che secondo lei erano doti importanti in una ragazza e non un peso. In un certo senso quel suo modo di voler sempre essere utile spronava anche Ced a lasciare da parte la scopa per dedicarsi alle faccende domestiche, tuttavia a lui non sfuggiva una luce strana negli occhi grigi di Victoria.
" Tesoro, c'è Arthur" la voce della moglie lo riscosse e si voltò verso di lei; proprio in quel momento Arthur Weasley entrò nel salotto e i due uomini si abbracciarono affettuosamente. " Già fatto, Arthur? " La voce di Amos era soddisfatta ma leggermente incredula. Non si era aspettato che l'amico fosse già di ritorno, in fondo gli aveva chiesto quel favore solo il giorno precedente ma Arthur annuì.
" Certo ma non ti entusiasmare, purtroppo è andata come  aveva previsto Silente". C'era una lieve nota afflitta nella voce dell'uomo che attese un cenno per continuare a parlare. " Ho provato a prendere contatti con la famiglia di Victoria ma è stato impossibile: non appena hanno scoperto la ragione della mia presenza, beh diciamo che mi hanno messo alla porta. Silente mi ha detto che l'anno scorso aveva fatto recapitare a loro i risultati scolastici della figlia prima di Natale ma sembra che non avessero neppure aperto la lettera. E' chiaro che non la vogliono."
Una leggera nota di ira repressa trapelò da quelle parole; dopo aver visto il lusso nel quale vivevano, faticava a credere che fossero disposti tanto facilmente a lasciare la figlia in mano a gente che non conoscevano. " Devono essere pazzi, Victoria è una bambina adorabile" . La signora Diggory commentò con enfasi e suo marito era d'accordo con lei; in più era anche consapevole del fatto che la moglie aveva spesso desiderato una figlia femmina ma dopo Cedric non era mai accaduto, ed era ormai tardi
Era un pò come se l'avessero adottata ed ora capiva perchè la ragazzina era tanto restia a parlare della famiglia; quasi non era riuscito a credere che fosse parente dei sovrani Babbani, non somigliava per nulla ad una principessa viziata anche se talvolta, mentre parlava, pareva leggermente petulante(non trovo la parola giusta per descriverlo). Era quieta e spesso silenziosa, probabilmente aveva imparato a non pensare alla famiglia e si erano banditi a vicenda: che tristezza, pensò, sapere di avere dei parenti e non poterli vedere.
" Sono persone molto particolari, credo abbiano paura di uno scandalo: sai, se nel loro mondo si sapesse che la loro figlia è una strega, probabilmente si sentirebbero danneggiati. So solo che forse la nonna potrebbe.. ma, evidentemente, non discute comunque le decisioni del figlio.. però sono quasi sicuro che non la pensi come loro." Amos Diggory rimase a riflettere su quelle parole ma non c'era poi molto da fare: lui aveva voluto provare ed aveva fallito, Victoria glie l'aveva anche detto ma lui aveva creduto che esagerasse.
Ora sapeva che la ragazzina  era perfettamente consapevole dell'opinione che avevano di lei; in un certo senso, pur compatendo quella solitudine forzata, ammirava la silenziosa forza che le permetteva di guardare comunque avanti, di non farsi intralciare e proseguire sulla via che aveva scelto. Era forte, più di quanto avesse creduto, ma rimaneva comunque sola. Non più però, riflettè, adesso aveva una nuova vita, i suoi amici e anche loro si disse mentre gettava ancora uno sguardo oltre la finestra da dove l'immagine dei due ragazzini era sparita, probabilmente erano corsi a usare ancora la scopa. " Non importa, grazie Arthur per il tuo impegno, non possiamo certo cambiare la realtà. Ti volevo chiedere quando pensi di portare i tuoi figli a Diagon Alley, quest'anno ne hai tre vero? "
Amos ricordava ancora i due gemelli l'ultima volta che li aveva visti, una coppia di monelli che a Settembre avrebbe fatto il proprio ingresso a Hogwarts; sicuramente avrebbero dato molto filo da torcere. Aveva già sentito Arthur parlare della loro esuberanza e si chiedeva in che modo riuscisse a sopportarli Percy che era sicuramente molto più serio e poco incline alle risate.
" Oh sai, in effetti pensavo che la prossima sett.. per la barba di Merlino, e questo cos'è? " Il signor Weasley era stato attirato da un tomo piuttosto grosso appoggiato sulla sedia poco distante da lui: si chinò per prenderlo in mano e lesse il titolo con espressione curiosa. L'autore era un certo William Shakespeare e si intitolama Romeo e Giulietta. " Quello è un libro di Victoria, è un autore Babbano che trovo estremamente affascinante: me l'ha prestato dopo avermi raccontato la storia. "
Era stata la signora Diggory a parlare con aria sognate: c'erano molti autori maghi ovviamente ma era rimasta colpita dal fatto che così giovane la ragazzina leggesse con entusiasmo una tragedia come quella. L'aveva aperto quasi per caso quando lo aveva visto appoggiato su un mobile nella stanza che le avevano riservato e poi non aveva resistito così aveva scoperto le emozioni magiche che quella storia poteva dare; suo marito era rimasto meno colpito ma era piaciuto pure a lui. E aveva altresì scoperto che il celebre drammaturgo aveva scritto molte altre opere, anche quelle molto belle e Victoria stessa le aveva narrato qualcosa; aveva dei gusti molto particolari, si entusiasmava davanti ad ogni singola opera letteraria magica e non disdegnava ciò che per loro era scontato, come le fiabe, ma quello restava in assoluto il suo preferito.
" Se vuole posso prestarglielo, signor Weasley" la voce squillante della ragazzina attirò tutti i presenti: lei e Cedric avevano finito di volare evidentemente visto che erano rientrati. Nonostante fosse molto gelosa de suoi libri, non si sentiva infastidita all'idea che fossero toccati da persone che riteneva affidabili.
 Lui sorrise. " Meglio di no, un libro a casa mia potrebbe finire proprio male. Percy vi manda i suoi saluti ragazzi" disse, alludendo anche a Cedric " lo volevo portare qui ma lo conoscete, mai staccarlo dai suoi libri di scuola. A volte penso che non mangerebbe neanche se non lo costringessimo".
Tutti risero anche se i due ragazzi si erano scambiati uno sguardo compassionevole. Victoria era dell'opinione che Percy passasse troppo tempo in mezzo al dovere, per quanto neppure lei amasse il Quidditch spesso trascorreva ore a parlarne con gli altri, sopratutto con le sue compagne di Casata e naturalmente con Ced, che era il suo principale interlocutore. Anche con Charlie Weasley ne aveva discusso spesso, e aveva tifato per lui quando lo aveva visto giocare: a scuola era una leggenda e quell'anno aveva fatto vincere la Coppa delle Case a Grifondoro entusiasmando persino lei. Quanto a Cedric, spesso aveva detto di voler diventare bravo come lui in futuro.
Invece Percy era sempre tutto preso dallo studio, anche quando si trovavano tutti assieme in Sala Grande difficilmente lo vedeva ridere di gusto; era comunque un buon amico, a volte gli aveva chiesto aiuto e lui non aveva esitato a darglielo.
" Gli dica, per favore, che anche Kaiser lo saluta" disse Victoria e subito dopo Cedric non riuscì a trattenere una risata. Sicuramente Percy, come loro, non avrebbe mai scordato la memorabile scena in biblioteca quando lo kneazle era stato attirato da un boccino fuggiasco ed era saltato allegramente per tutta la stanza e scompigliando gli appunti del Grifondoro, imbufalito come accadeva ogni volta che veniva disturbato. Non era riuscita a trattenere le risate quando, alla resa dei conti, gli appunti di Percy erano andati completamente distrutti poco dopo l'essere stati scrupolosamente ordinati.. Da quel momento Kaiser aveva trovato un nuovo nemico, anche se il primo era sicuramente il professor Piton; in quel momento Victoria pensò che, nonostante si trovasse benissimo assieme ai Diggory, le mancava molto Hogwarts. La routine magica era stata una costante per nove lunghi mesi ed era ansiosa di ricominciare: per questo fu molto contenta quando quella sera il signor Diggory annunciò ad entrambi che presto sarebbero andati a Diagon Alley, aveva appuntamento con molte delle sue amiche.

Il gruppo si addentrò nelle vie di Diagon Alley ancora non del tutto piene di vita. Avevano pranzato poche ore prima ed erano giunti lì grazie ad una Passaporta; Victoria aveva voluto tenersi quella molletta vecchia come ricordo del suo primo viaggio magico e poi lei e Cedric si erano fermati a parlare con Tom. Lei era felicissima di vederlo e furono costretti dai signori Diggory ad andare visto che un racconto dettagliato dell'estate e dell'anno trascorso avrebbe occupato troppo tempo.
" Ah.. eccole.. Ced, che cosa dico loro se mi chiedono se sei single?! " Victoria salutò da lontano tre ragazze del suo anno di Corvonero, rivolgendosi preoccupata a Cedric; sapeva bene che Maggie, Audrey e Mary avevano messo gli occhi addosso al suo amico fin dall'anno precedente nonostante lui non le avesse mai incoraggiate, e che erano lì quasi più per vedere lui che per parlare con lei. Allo sguardo interrogativo di Cedric alzò gli occhi al cielo, chiedendosi come fosse possibile che una persona potesse essere tanto ingenua: era un ragazzo intelligente ma in certe cose era una frana. " Beh digli che.. " non terminò mai la frase perchè la ragazza venne portata via tra le risatine un pò sciocche delle tre amiche e Cedric vide che si dirigevano verso la vetrina di Madama McClan.
Nonostante si trovasse ospite dei Diggory, Victoria rifiutò categoricamente di farsi acquistare abiti e materiale scolastico di prima mano; aveva ancora il fondo che Severus Piton le aveva fatto avere l'anno precedente, e non avrebbe accettato nulla in più. " Ma cara, sei di famiglia, non è un problema per noi" cercò di blandirla la signora Diggory, delusa perchè avrebbe voluto comprarle una veste da strega molto più elegante; possedevano inoltre un patrimonio discreto, e tra di loro avevano già deciso che non sarebbe stato un problema farsi carico delle spese di Victoria sopratutto perchè lo facevano volentieri.
" Lo so ma.. lo sai, non voglio dipendere da nessuno più del dovuto" disse la ragazzina con un sorriso, cercando di non farsi tentare: nelle vetrine c'era tutto quanto avrebbe potuto desiderare ma non voleva essere di peso a nessuno, tanto meno a loro. Per tutta una vita aveva ignorato il valore dei soldi e ritrovarsi in quel mondo l'aveva aiutata a non pretendere mai nulla, a non accettare senza la certezza di poter poi ripagare. " E poi tanto l'anno prossimo probabilmente sarò cresciuta, sarebbe un peccato sprecare una cosa che userò per poco no? " Si osservò nello specchio, era diventata un pò più alta e secondo la signora Diggory il suo corpo sil suo corpo stava diventando più maturo e persino il suo volto cominciava a perdere le tracce infantili.
" D'accordo purchè tu venga a trovarci a Natale, costringeremo Silente a permettertelo" sorrise la donna mentre i due maschi erano andati in cerca dei vari ingredienti per le pozioni; le due donne stavano camminando e parlavano tra loro quando Victoria improvvisamente si bloccò di fronte all'Emporio del Gufo. Una civetta dal piumaggio grigio aveva attirato la sua attenzione e, ne era certo, ricambiava il suo sguardo.
Ricordava le molte ore trascorse con Charlie e Hagrid a parlare delle creature magiche perciò sapeva bene che probabilmente quella civetta cercava solo qualcuno che se ne prendesse cura: probabilmente era molto giovane e quella gabbia non le si addiceva proprio. La osservò in silenzio per parecchi minuti: era probabilmente la più rumorosa tra gli uccelli eppure a Victoria piaceva moltissimo, aveva lo sguardo profondo e credeva di vedere una supplica in quegli occhi.
In quel momento capì che non poteva lasciarla lì e lei sapeva bene che un animale del genere non era gratuito: fortunatamente aveva ancora parecchi risparmi, che aveva destinato ad un regalo di Natale speciale quell'anno. Si sarebbe voluta comprare una scopa per le vacanze natalizie però, di colpo, le sembrava meno essenziale. " E' bellissima vero? " La signora Diggory annuì: personalmente le piacevano molto gli animali e trovava Kaiser un amore di kneazle, eppure capiva perchè Victoria si fosse innamorata della civetta. Non si offrì di fargliene un regalo, sentiva che avrebbe rifiutato perciò attese che la ragazzina la acquistasse: vedeva la sua ansia, il timore che magari qualcuno prima di lei la portasse via.
Proprio nel momento in cui usciva dal negozio con aria trionfante, ricomparvero Cedric e il signor Diggory accompagnati da una vera e propria schiera di gente con i capelli rossi: Victoria aveva appena fatto in tempo a pensare ad un nome per la sua civetta quando si accorse che erano tutti maschi. " Ciao Percy, buongiorno signor Weasley!" Li salutò con entusiasmo e notò che mancava Charlie ma i restanti erano veramente molti: due ragazzi identici ed uno sicuramente maggiore d'età, che la ragazza trovò di suo personale gradimento.
" Piacere, sono Bill Weasley" si presentò il ragazzo che portava i capelli rossi legati in una coda e sembrava vestito in modo molto moderno; i due gemelli invece si presentarono come Fred e George e sia lei che Cedric si trovarono immediatamente a proprio agio con loro, sopratutto quando scoprirono che erano loro i nuovi Weasley che sarebbero entrati quell'anno a Hogwarts.
" Anche nostra sorella si chiama Ginevra" disse Bill a  Victoria quando le chiese il nome della civetta; neppure lei sapeva dire la ragione di quel nome, le ricordava solo la città svizzera in cui era stata anni prima e di cui si era innamorata letteralmente. Le piaceva parlare con Bill, si disse poco dopo; nonostante fosse decisamente più anziano di lei e Cedric non li trattava con disprezzo al contrario, era molto affabile e sembrava prendere in seria considerazione le loro opinioni proprio come se fossero degli adulti. Poco dopo lei e Percy si allontanarono perchè il ragazzo doveva acquistare qualche piuma; Ginevra, liberata da quell'angusta gabbia, li seguì svolazzando e attirando l'attenzione di molti entusiaste persone.
Mentre osservavano le piume i due scambiarono alcune parole e la ragazza notò come Percy stesse cominciando a sembrare un adolescente; l'anno precedente gli era sembrato un bambino che faceva finta di essere un adulto ma adesso poteva notare come fosse cresciuto pure lui. La sua presenza era una costante sicurezza anche se non era divertente, tutto il contrario dei due gemelli che fin dal primo istante le erano sembrati molto socievoli e pronti a fare scherzi. " Ho sentito dire che ti vedi con Penny" gli disse piano, guadagnandosi un'occhiataccia da parte sua che la fece sogghignare.
Lo aveva saputo proprio dalla stessa ragazza durante uno scambio di lettere: era dello stesso anno di Percy e le piaceva molto, in più avevano legato parecchio perchè entrambe erano figlie di Babbani e si era creata una sintonia tutta speciale. Il fatto che l'amica avesse passato parecchio tempo a studiare con il riservatissimo Percy l'aveva fatta sorridere. " Fatti gli affari tuoi, e poi studiavamo solo, cosa che dovresti fare anche tu visti i risultati che hai".
A quel commento Victoria si rabbuiò: la pagella non era stata bruttissima ma si era sentita un pò delusa nel vedere lo scarsissimo risultato in Difesa contro le Arti Oscure. Purtroppo non aveva legato per nulla con l'insegnante, di conseguenza la materia aveva perso il fascino che poteva avere: apprezzava molto Trasfigurazione invece, e Incantesimi dove entrambi i professori erano competenti. Tutt'altra cosa era Pozioni, le piaceva ma il segreto terrore che le incuteva il sotterraneo e i commenti di Piton la fiaccavano.
" Era solo una domanda, non c'è niente di male. A proposito, è fidanzato tuo fratello Bill? No sai, non è per nien.. ok ok scherzavo! " Rise la ragazzina prima di trascinare Percy fuori dal negozio: ormai era tardi e dovevano riunirsi per tornare a casa, si sarebbero rivisti due settimane dopo sul treno della scuola.

Il primo settembre il treno era nuovamente in viaggio verso Hogwarts e Victoria stava seduta assieme a Cedric e a Percy in uno scompartimento e stava giocando a scacchi con il rosso Weasley; le piaceva molto quel gioco soprattutto da quando aveva scoperto che i pezzi erano vivi e commentavano ogni singola mossa. Ridacchiò quando uno dei pedoni cominciò ad imprecare contro Percy facendolo arrabbiare al punto che si rifiutò di continuare la partita, cedendo il posto a Cedric
, il solo che riusciva a batterla. " Non metterti a studiare, Perce, o ti sparo una fattura! " lo minacciò Victoria vedendo che il ragazzo era sul punto di aprire il proprio baule.
" Ma.." provò a protestare ma in quel momento entrarono nello scompartimento due suoi compagni di Casata; Victoria ne riconobbe uno solo, che era parte della squadra di Quidditch di Grifondoro ed era decisamente carino. I due chiacchierarono un pò e a Victoria scappò una risatina nel rendersi conto che Percy era costretto a sentir parlare di Quidditch e non di lezioni come forse avrebbe voluto: in quel momento l'altro stava lamentandosi per la partenza di Charlie e dell'assenza di un Cercatore in gamba come lui.
" Ah non ho fatto le presentazioni, lui è Oliver Baston ed è il nostro fantastico Portiere, mentre lui è Christian McDonald, anche lui è del mio anno. Loro sono Cedric Diggory di Tassorosso e Victoria Windsor di Corvonero, entrambi del secondo anno. " Il tono pomposo di Percy era inequivocabile mentre parlava e i quattro si strinsero a vicenda la mano proprio mentre passava un gruppetto di Serpeverde davanti allo scompartimento
" Ah Baston, pronto a perdere la Coppa quest'anno? " Una risatina seguì le parole del ragazzo che si era appoggiato pigramente ad uno dei lati della porta scorrevole rimasta aperta e Victoria notò i muscoli tirati sul volto di Oliver; era il solo ad essere irritato, notò, perchè Percy e Christian sembravano del tutto indifferenti al Quidditch. " Flitt, non penserai davvero di poter vincere vero?" ribattè Baston, subito inviperito dalla sicurezza di cui faceva sfoggio il Serpeverde; uno del gruppo che accompagnava Marcus Flitt posò lo sguardo su Victoria.
" E tu saresti la Mudblood? " C'era un disprezzo mal celato sotto quelle parole e la ragazzina si sentì involontariamente arrossire ma non abbassò lo sguardo; non era la prima volta che qualcuno lasciava ad intendere di considerarla inferiore per via del suo sangue privo di discendenza magica ma non avrebbe permesso a nessuno di insultarla, al contrario avrebbe tenuto testa ma il ragazzo non sembrava intenzionato ad aggiungere altro. Si limitava ad osservarla con palese ironia, facendosi silenziosamente beffe di lei assieme al suo amico che pareva divertito.
" Ah si, me la ricordo, non sei quella che l'anno scorso è rimasta seduta per farsi Smistare almeno dieci minuti? Avevo quasi pensato di andare direttamente nelle cucine se avessi dovuto attendere  ancora qualche minuto". Risero solamente i ragazzi di Serpeverde anche se Cedric simulò una tosse poco convincente; Victoria però non era offesa, ne aveva sentite di peggiori. " Si esatto, purtroppo il Cappello non riusciva a decidere se farmi stare a Corvonero o a Serpeverde.. eh poverino, ha avuto proprio un bel cavillo da risolvere. "
Non sapeva neppure lei per quale ragione avesse voluto rivelare quella cosa, non l'aveva detta a nessuno. Forse solo per vedere l'espressione schifata su quei due stupidi
. Al contrario dei suoi compagni, Marcus Flitt sembrava solo leggermente divertito, probabilmente non era un argomento che gli interessava poi molto il fattore genetico. " Veramente? Straordinario, una mancata Serpeverde.. bene Baston, ci vediamo sul campo se non ti succede nulla prima. Ciao ragazzina."
Oliver avrebbe voluto picchiarlo ma la porta dello scompartimento si era già richiusa e ottenne solo lo scopo di sbattere contro il vetro, scatenando l'ilarità degli altri. Victoria tornò alla partita a scacchi con Cedric, già del tutto dimentica di quel dialogo così poco interessante avuto con il Serpeverde: prima o poi gli avrebbe fatto rimangiare l'appellativo che le aveva affibbiato ma sapeva di non poter certo dire che fosse antipatico, o per lo meno non lo sembrava così tanto come i suoi due compari.
Poche ore dopo Victoria seguì il proprio gruppo di Corvonero parlando piano assieme
ad
Audrey, ed entrambe ghignarono nel vedere Percy ammonire i due gemelli intimando loro di comportarsi bene: aveva l'impressione che il Grifondoro non sarebbe riuscito a farsi ascoltare troppo dai due fratelli.






nota:riciao a tutti u.u di sti tempi mi sto dedicando molto ai contest(anzi vi invito a partecipare ai tre che ho indetto, ve li linko sotto) perciò sono un pò in ritardo.. ma sappiate che si continua, oh si.
questo chappy come vedete parla più che altro dell'estate ma, soprattutto, del rapporto che Victoria ha stretto con gli altri.
I Diggory svolgono, qui, la funzione che i Weasley hanno per Harry: ho dovuto inventare parecchio, soprattutto sulla signora Diggory, però mi piace il risultato. Come vedete loro la considerano di famiglia, questo non è casuale visto che come sappiamo perderanno prematuramente Ced (T___T) ma questo ancora non è il momento, no no.
Victoria e Shakespeare, un binomio indissolubile, vi avviso u.u Ho pensato che, facendo parte della famiglia reale, non sia innaturale che già a 11-12 anni a lei piaccia il drammaturgo inglese anzi, credo fermamente in questa cosa. Io ricordo che alla sua età leggevo già cose"pesanti" ma questo non centra xDDD in ogni caso avrà notevole importanza nel corso della sua vita, Victoria comunque non rinnegherà mai le proprie origini babbane disdegnando ciò che le piaceva u.u
Il rapporto con gli amici: per ora ho dato più spazio a Ced e a Percy(si, ce li vedo alla grande) più che alle amiche femmine, per una ragione molto semplice: Victoria è più abituata con loro ma non disdegna di certo gli altri anzi, come vedete parla anche coi Serpeverde(ciao Flitt u.u a proposito, più avanti avrete una sorpresa) segno che per lei le Case son praticamente tutte allo stesso livello(questa è una cosa che a Harry non ho mai perdonato, quella di essere anche involontariamente razzista verso i Serpeverde.. tuttavia ammetto che vedersi gente alla Malfoy.. ecco xdd si xdd)
e potete notare che è iniziato il secondo anno e sono arrivati i miei amati Fred e George *_______* loro avranno parte rilevante visto che sono dei simpaticoni U__U
Bene vi saluto e vi dò appuntamento al 3 che arriverà probabilmente la prossima settimana: quasi di sicuro farò abbastanza presto a far finire anche il 3 anno di scuola, è dal 4 che comincia a succedere qualcosina xddd
Secondo la Rowling, Flitt sarebbe un ripetente(che cavolata lol ma se uno si sbaglia succede xdd) perciò secondo la mia logica lui è stato bocciato al 3 anno u.u quindi da quest'anno è in classe con Percy and Co.
e a Victoria non manca l'occhio dato che ha adocchiato Bill(**) e anche Oliver Baston(*__*)
ok stop.. ciao XDDDD
Percy esce con Penelope Light? ma anche no lol però ovviamente Victoria ci maligna sopra innocentemente XDDD
Un'ultimissima cosa: Marcus Flitt dovrebbe, secondo forse la maggior parte dei pensieri di tutti, essere anche lui accanito sostenitore del sangue puro ma io sono di un altro avviso. Può anche darsi che ci pensi ma non credo che tutti i Serpeverde siano fissati come Malfoy, del resto sentiamo solo lui chiamare Mezzosangue gli altri.. secondo me può anche fregarsene lui lol nel senso magari ci pensa ma non lo ritiene fondamentale, ecco. ora vi saluto davvero XDDD


In memoria di Fred - Contest

A part of me - Contest

Il Canto di Natale - Contest

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Capitolo 4
*** 4 - Un'innocente cotta ***


Angolo autrice: sono tornata, molto prima del previsto xddd
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


4 - Un'innocente cotta


L'insegnante di Difesa quell'anno era una strega talmente vecchia che, malignò Victoria a bassa voce con Cedric durante la prima lezione, avrebbe potuto fare concorrenza a Ruf. La voce monocorde della donna era talmente soporifera che non pochi studenti tendevano ad addormentarsi direttamente sul libro; basandosi su alcune voci sentite in giro, Cedric riferì all'amica che Silente l'aveva scelta tra altri candidati per il fatto che era stata una Auror in passato.
La figura dell'Auror piaceva molto a Victoria che, affascinata, aveva già letto parecchie cose su di loro nei libri storici ma l'insegnante.. no, non aveva nessuna attrattiva. Senza contare il fatto che era decisamente noiosa e non faceva mai fare esercizi con la bacchetta: una volta aveva detto che aveva deciso così perchè non voleva che gli studenti si uccidessero a vicenda in aula, sorvolando sul fatto che alla loro età probabilmente non sarebbero riusciti neppure a far svenire una mosca.
" Hai gli allenamenti di Quidditch oggi? " chiese la ragazza a Cedric apparentemente in tono casuale; da quando aveva fatto il provino per entrare nella squadra della Casa, spesso lei l'aveva seguito al Campo ma il suo interesse non aveva nulla a che vedere con lo sport. Di solito si recava sugli spalti quando erano i Grifondoro ad allenarsi, aveva imparato quasi alla perfezione i loro orari dopo aver subdolamente convinto Percy a farglieli avere, e poi ci restava anche quando c'erano anche Ced e la sua squadra: in quel modo non avrebbe destato troppi sospetti, ne era certa. " No, oggi ho una punizione con Piton te lo ricordi? " rispose Cedric, arrabbiato perchè il professore aveva scaricato su di lui la colpa di un Serpeverde e l'avrebbe a questo modo costretto a saltare un allenamento. Anche se era solo una riserva ci teneva ad essere sempre presente, e a non far arrabbiare il Capitano assentandosi.
“ E tu non devi fare il tema per Vitious? “ indagò il ragazzo. Il professore di Incantesimi li aveva quasi sommersi di  compiti in quel periodo al punto che spesso si ritrovava a finire oltre mezzanotte. “ No, io ho già finito” e sorrise, Victoria, mentre vedeva la faccia sorpresa di Cedric. Di solito facevano i compiti assieme, anche se, da qualche tempo a quella parte, Victoria aveva iniziato a svolgerli anche quando sedeva sugli spalti del campo da Quidditch così da evitare di essere sempre addormentata la mattina.
Erano trascorsi velocemente quei mesi, ormai la routine di Hogwarts era consolidata e il tempo trascorreva molto in fretta: Natale l'aveva passato ancora una volta a scuola, questa volta attirata dal club di Incantesimi di cui era entrata a far parte dopo lunghe discussioni con il professor Vitious. Non erano molti quelli del suo anno anzi, per lo più Victoria aveva notato che erano tutti studenti dal quarto al settimo e si era sentita un po' a disagio all'inizio; le piaceva la compagnia degli altri ma in gruppo già affiatato era difficile trovare i propri spazi.
Era grata all'insegnante per avere insistito con lei e con calma aveva rotto il ghiaccio, cominciando ad imparare molte più cose che durante le lezioni: in quei pomeriggi venivano messe alla prova le conoscenze magiche e le si sviluppava con l'esercizio, spesso esercitandosi a coppia o in gruppo. Aveva insistito con Cedric ma lui preferiva il Quidditch, non aveva tempo per fare tutto anche se era rimasta delusa dallo scarso interesse che aveva dimostrato riguardo quel club.
“ Ragazzina! “ una voce autoritaria attirò l'attenzione dei due mentre si stavano dirigendo verso l'aula di pozioni attraverso uno dei cupi corridoi dei sotterranei; Victoria riconobbe uno dei giocatori di Quidditch di Serpeverde che si stava avvicinando con un'espressione poco amichevole sul volto. “ Se scopro che passi i nostri schemi di gioco a quelli delle altre Case, sappi che passerai un bruttissimo quarto d'ora”. Marcus Flitt ignorò completamente Cedric mentre si rivolgeva in maniera poco garbata alla ragazza; lei avrebbe quasi voluto ridere, ma riteneva che un'azione del genere davanti ad un Serpeverde arrabbiato non fosse una scelta saggia.
“ E come ti viene in mente questa cosa?” indagò nel modo più calmo possibile, nel tentativo di non farsi prendere dal panico; naturalmente lei non aveva mai pensato di spiare gli schemi di gioco, ed era sorpresa che lui, o chiunque altro, potesse pensarlo “ Perchè sei sempre lì a spiare, per quale altro motivo dovresti congelarti il reale sederino tutti i giorni sugli spalti se non per avere qualche informazione da passare a quell'idiota del Capitano della tua Casa? “ ringhiò Flitt, trattenendosi dall'afferrarla per il colletto della divisa. Il fatto che lei trattenesse a stento una risatina non aiutava la sua poca tolleranza nei confronti degli spioni. 
“ Tranquillizzati, non ho spiato nulla.. però se trovo qualcuno che mi paga potrei anche riferire qualcosa” rispose, mielata “.. per esempio so che Baston cerca di.. OK stavo scherzando! “ Victoria si bloccò sentendosi presa per il collo dal ragazzo: Marcus Flitt era decisamente più robusto e forte di lei, non aveva nessuna voglia di farsi strangolare. Cercò di liberarsi da quella stretta soffocante, ma era quasi impossibile. “ Ehi lasciala! “ Cedric cercò di intromettersi ma Marcus lo liquidò semplicemente con un calcio; dopodichè allentò la presa a malincuore. “ Stai attenta a quello che fai, se mi sfiora anche solo il dubbio che tu abbia spifferato qualcosa ti riduco ad un giocattolo per gatti “ le passò vicino urtandola volontariamente, per quello che lo riguardava non aveva creduto neppure ad una parola, ma non era stupido. Piton era sempre in agguato e non aveva voglia di passare del tempo in punizione a causa di una stupida ragazzina.
" Che presuntuoso.." Cedric non era particolarmente colpito dal modo di fare di Flitt visto che i Serpeverde non erano nuovi a quel genere di episodi, ma non gli piaceva ugualmente. Curiosamente Victoria non sembrava spaventata, si massaggiava solo il collo nel punto dove la presa era stata più stretta. " Era tutta scena, Ced, quelli come lui si divertono solo facendo gli spacconi, ma ha sbagliato persona; e poi solo lui poteva pensare che spiassi i loro ridicoli schemi. Non li capisco neppure” e la ragazzina rise, pensando di non aver mai davvero prestato attenzione a ciò che accadeva in campo: lei pensava solo, nei limiti del possibile, ad ammirare Oliver mentre volava, trovava il Grifondoro decisamente affascinante, ma il gioco.. quello era per gente fissata come Flitt, pensò Victoria, che certamente non faceva altro che studiarsi le mosse durante la notte.
" Se fossi in te cambierei tattica, sai? Non credo otterrai mai nulla se ti passi il tempo solo a guardarlo.. forse dovresti parlargli, non credi? " Cedric abbassò la voce per evitare che il rimbombo attirasse altra gente e non si stupì nel vedere l'amica arrossire vistosamente; aveva anche lui trovato molto curioso che trascorresse tanto tempo a guardare gli allenamenti delle squadre, ma aveva collegato molto presto i pochi indizi a sua disposizione ed ora sapeva chi aveva attirato la sua attenzione. " Hai ragione ma non saprei che dirgli.. ecco, ci sono! Potrei chiedergli aiuto con alcuni incantesimi, è più avanti con gli studi, sicuramente ha esperienza e.."  Victoria sembrava esaltata solo all'idea, ma la sua espressione divenne imbronciata nel vedere che Cedric cercava di non ridere.
Lui si spiegò immediatamente. " Forse non hai capito, se vuoi attirare la sua attenzione non credo ti servano queste scuse così banali. Funzionerebbero a meraviglia su chiunque ma di certo non con lui. Ti consiglio di istruirti molto bene sul Quidditch se hai intenzione di.. approfondire la conoscenza." Avevano ormai raggiunto la porta dell'aula di Piton; il ragazzino sorrise e gettò un altro sguardo a Victoria ; non voleva scoraggiarla, ma era quasi certo che Baston non avrebbe notato nulla a meno che non avesse la forma di una Pluffa o fosse collegato strettamente al Quidditch.
E lui dubitava fortemente che l'amica fosse incline a lasciarsi ossessionare dal Quidditch solo per una cotterella che quasi sicuramente sarebbe passata del tutto inosservata agli occhi del Grifondoro.


Con il passare dei mesi l'inverno lasciò il posto alla primavera e il ghiaccio si sciolse; Victoria aveva quasi smesso di recarsi al campo da Quidditch a causa del gelo e della neve che rendevano impossibile quel proposito.
A sua grande sorpresa era stata costretta ad ammettere che Cedric aveva ragione, pareva proprio che Oliver Baston non considerasse nulla che non fosse parte di quello sport; la Coppa del Quidditch quell'anno se la sarebbero giocate Corvonero e Serpeverde, nonostante tutto l'impegno di Oliver, i Grifondoro non erano riusciti a battere nessuno, neppure Tassorosso visto che lo scontro era terminato in parità. Cedric aveva acchiappato il Boccino sotto il naso del Cercatore della squadra avversaria ed era stato salutato come un eroe(mi son sempre chiesta se si potesse pareggiare xdd) dai suoi compagni: era raro che la Casata di Tassorosso vincesse un incontro, e pareggiare era già una grande impresa.
Purtroppo Victoria credeva che neppure Corvonero potesse vincere quell'anno, del resto doveva ammettere che i Serpeverde avevano una buona squadra e dubitava che il loro Cercatore potesse mai acchiappare un Boccino, il suo avversario era molto più scaltro. Non che fosse ossessionata dalla partita finale, tuttavia si trattava di un'euforia che contagiava anche quelli come lei.
Le lezioni andavano bene ed era riuscita a strappare a Piton un voto decisamente al di sopra delle aspettative dell'insegnante. Era riuscita, con grande sforzo, a produrre un Intruglio Confondente praticamente perfetto: lo sguardo immobile del professore le aveva rivelato che sotto quell'apparente indifferenza, l'uomo era contento o se non altro orgoglioso che qualcuno riuscisse a preparare qualcosa senza far esplodere la classe. Quel giorno aveva guadagnato ben cinque punti, una cosa che raramente accadeva durante le lezioni di pozioni, e da quel giorno Victoria aveva smesso di sentirsi insicura. Non sempre aveva ottenuto risultati perfetti visti i commenti sarcastici di Piton, tuttavia era la sola che non temeva più di osare; seguiva il libro ma, con grande sorpresa del professore, si affidava parecchio all'intuito lasciandolo sorpreso.
Era riuscita a migliorare molto anche a Trasfigurazione ed Incantesimi, aveva solo qualche problema durante Erbologia dove di solito lasciava che fosse Cedric a farsi notare; la professoressa Sprite le piaceva molto, ma la materia ancora non le sembrava tanto interessante anche se aveva sentito dire che l'anno successivo avrebbero studiato piante molto più particolari.
" Allora, è migliorata no? " La voce di Silente risuonò nel proprio ufficio mentre osservava i risultati degli allievi; Severus gli aveva portato dietro sua richiesta gli appunti dei capi delle Case e stava terminando di compilare le pagelle da consegnare alle famiglie. Quella di Victoria era l'ultima del suo anno, come sempre, e gli occhi azzurri si posarono sui risultati che aveva di fronte.

Incantesimi  - 7
Trasfigurazione - 8
Pozioni - 7
Storia della Magia - 8
Erbologia - 6,5
Difesa contro le Arti Oscure - 7-
Volo – 7+
Astronomia - 7

" Diciamo che se la cava" disse Severus, dando un'occhiata al voto di Difesa. L'insegnante era morta inaspettatamente la settimana prima della fine delle lezioni a causa di un'avvelenamento; senza saperlo aveva bevuto del veleno di acromantula dopo averlo scambiato per comune acqua, e non era stato possibile salvarla in alcun modo. Nessuno avrebbe sentito la sua mancanza, tanto meno lui, ma era stato ugualmente un brutto colpo per la scuola e agli esami finali avevano mandato un ispettore Ministeriale. Albus sorrise, divertito. " Non essere sempre così duro, Severus, tu non dai i 7 tanto facilmente. Dev'essere sicuramente diventata molto brava, o almeno si è avviata sulla strada per esserlo: Filius mi ha detto che la ragazza potrebbe avere una possibile inclinazione a seguire la carriera di Auror".
Severus sbuffò. Lo aveva sentito dire anche lui, ma sapeva anche come non fosse un'idea nata dalla ragazza; il suo amichetto Diggory l'aveva convinta che un lavoro al Ministero era quanto di più potesse desiderare, ma lui non ce la vedeva. Anche se l'Auror era una figura molto stimata, la scelta era troppo banale per l'indole di Victoria. " Tipico se segue ancora Diggory, che crede che il Ministero sia il Paradiso Magico per eccellenza. Personalmente sono dell'idea che le servirebbe altro, qualcosa che la stimoli, che la faccia sentire utile. Gli Auror non sono poi tutta questa meraviglia, a parte dire alla gente che va tutto bene credo non facciano altro. "
Silente sorrise impercettibilmente. Si attendeva una risposta del genere da Severus, che non amava molto l'ordine costituito e non provava alcuna stima per Cornelius; secondo lui, comunque, sotto quell'apparente freddezza doveva celarsi qualcosa di più. Il fatto che Victoria fosse diventata più abile in Pozioni forse aveva contribuito a sciogliere parzialmente le barriere di Severus, ed era fermamente convinto che fosse affezionato alla studentessa.
Naturalmente a modo proprio, ma lui raramente lo sentiva parlare così di qualcuno. " Non esagerare Severus, ho sentito che tra qualche settimana eleggeranno il nuovo capo degli Auror. Non so perchè ma credo che la nomina di Scrimgeour non sia così sicura come vuol farmi credere. "
Si grattò il naso pensieroso. Periodicamente il capo degli Auror veniva sostituito per varie ragioni, in questo caso era stata la pensione ad indurre Moody a lasciare la guida e il proprio lavoro. C'erano vari candidati, per anzianità sicuramente Rufus era in testa, ma la riteneva una cosa poco probabile; era troppo sicuro, e spettava solo a Moody decidere il suo successore. C'era anche Sven Dietrich per esempio, più giovane forse di quanto la carica richiedesse, ma molto in gamba: se lo ricordava ancora a scuola, a quei tempi pochi avrebbero puntato su di lui, ma la sua era stata un'ascesa silenziosa e da ragazzino quieto si era trasformato in un giovanotto molto determinato. E poi era stato proprio Moody ad istruirlo, e si era fatto molto notare in quegli anni. Non era sicuro della sua età precisa, probabilmente si aggirava attorno ai venticinque anni: giovane, forse troppo, ma che ne sarebbe stato del mondo se non veniva affidato a loro?
E poi c'era Dawlish ma lui era diverso, facilmente influenzabile, come le due altre streghe. Tutti in grado di svolgere il loro lavoro ma secondo lui la vera battaglia sarebbe stata tra Scrimgeour e Sven, e difficilmente si sbagliava.
" Sai cosa ce ne facciamo, sarà un altro a sedere su quella poltrona, ma puoi star certo che non sarà mai come Moody. " Severus, nonostante tutto, stimava il paranoico Auror, ai tempi della caduta di Voldemort era stato lui ad aver arrestato la maggior parte dei Mangiamorte ancora a piede libero  ; era solo ormai troppo fuori di testa, vedeva maghi oscuri dappertutto. Sicuramente sostituirlo sarebbe stato un sollievo per molti. 
" Già. Ora fammi mandare questi gufi, Severus, e poi potremo prendere un thè assieme. E' da molto che non lo facciamo, no? " Albus sorrise vedendo Severus scrutarlo indifferente: era la stessa frase che accompagnava la chiusura di ogni anno scolastico, molto più efficacemente dell'evento della proclamazione del vincitore della Coppa delle Case, che si sarebbe tenuto l'indomani

Anche l'estate trascorse tranquillamente per Victoria, di nuovo ospite dei Diggory. Quell'anno però sia lei che Cedric avevano trascorso parecchio tempo con i ragazzi Weasley, in particolare con Fred e George che non mancavano di raccontare tutti gli scherzi che architettavano ai danni di Percy.
Di solito era il signor Weasley a raggiungere Amos Diggory, ma alcune volte lei e Cedric erano stati invitati a raggiungere la Tana dove avevano fatto la conoscenza di quasi tutta la famiglia Weasley. Victoria era quasi colpita dal numero apparentemente infinito di figli che avevano, le faceva ripensare ai suoi fratelli di cui non aveva notizie da tempo; la nonna le aveva scritto una lunga lettera che era arrivata grazie a Ginevra. La sua civetta pareva aver incontrato le simpatie dell'anziana regina che ne parlava molto bene nella lettera; assieme ad alcune notizie su ciò che accadeva nel loro mondo, le aveva fatto avere il permesso firmato per visitare Hogsmeade. Victoria lo aveva spedito ai genitori pur senza sperare di ricevere una risposta positiva, e si era già rassegnata a trascorrere molte giornate al castello perciò per lei era stata una sorpresa riceverlo.
Non ne parlava mai, ma a volte si sentiva un'estranea quando vedeva il bel rapporto tra Cedric e i genitori, e anche quello che i Weasley avevano tra loro; le ricordava come non fosse davvero parte della famiglia, e che una volta terminata la scuola avrebbe dovuto scegliere la propria strada senza dipendere da loro. Non che i Diggory la volessero cacciare anzi, spesso Lucy(la signora diggory, le ho dato un nome) parlava con lei del futuro, la incoraggiava persino con quella cotta che sembrava non passare. Victoria però sapeva che non era la stessa cosa, avrebbe dovuto parlarne con sua madre di quelle cose, si sentiva di troppo certe volte ed aveva già deciso che l'estate successiva avrebbe trovato qualcosa da fare. Non poteva vivere sulle loro spalle per sempre, non voleva essere un peso.
Era grande ormai, a tredici anni era già una donna sopratutto dopo aver scoperto di esserlo diventata del tutto: poco prima della fine della scuola aveva avuto il suo primo ciclo, ma si era vergognata a confessarlo a Cedric o a Percy. Anche alle sue amiche non aveva detto niente, forse perchè era una cosa troppo privata per renderla pubblica: si era però aperta con Lucy, era sembrato molto più naturale.
Quel giorno il signor Diggory tornò a casa proprio mentre lei stava apparecchiando. Sua moglie non sembrava preoccupata di quel ritardo, difatti lui disse solo che al lavoro aveva avuto qualche imprevisto anche se lei e Cedric li avevano sentiti poi parlare di qualcosa che aveva a che fare con delle elezioni, una cosa a loro ancora incomprensibile. " Ah aspetta, forse so cos'è" disse Cedric la mattina seguente, quando si recarono come al solito a Diagon Alley.
Victoria lo ascoltò mentre le sussurrava come in quel momento suo padre stesse parlando con il nuovo capo degli Auror di nome Sven Dietrich; la ragazza gettò uno sguardo in quella direzione ma ne vedeva solo la schiena coperta da un mantello blu scuro, e i capelli biondi legati. Lui e Amos avevano però scambiato solo poche frasi, il signor Diggory gli aveva dato una confidenziale pacca sulla spalla(quel gesto tipicamente maschile XDD) prima di tornare verso di loro: l'altro si era allontanato subito ma Victoria aveva avuto l'impressione che fosse circondato da un'aura che trasmetteva sicurezza.(in pratica lei vede il suo futuro marito ma non lo sa muahhhahahah)
Cedric si fermò a lungo all'interno del negozio di articoli per il Quidditch mentre lei, assieme ad Audrey e Maggie, osservava uno splendido abito da sera esposto da Madama McClan; a volte si chiedeva se con vestiti differenti avrebbe avuto qualche chance in più di attirare l'attenzione di Oliver. " Comunque dovresti farti avanti, secondo me gli piaci" sussurrò a Maggie, vedendola intenta ad osservare Cedric con sguardo sognante. Sperava di non avere mai quell'espressione nell'osservare Baston, era troppo infantile e palesemente esplicita; era comunque certa che a Cedric servisse solo un pò di incoraggiamento, ci avrebbe pensato lei durante il viaggio in treno.

Sull'Hogwarts Express la ragazza si sedette con i gemelli, lasciando Maggie e Cedric chiusi letteralmente a chiave in uno scompartimento poco lontano. " Avete avuto un'ottima idea, speriamo che serva a qualcosa" disse Victoria, congratulandosi con i due monelli. Non riusciva a capire Percy che si lamentava sempre di loro, lei li trovava adorabili ed estremamente divertenti: sembravano conoscere molto bene la scuola, ne parlavano con una familiarità che lei ancora non sentiva di avere. Avrebbe quasi voluto recarsi nello scompartimento di Percy, ben sapendo con chi era, ma rinunciò all'idea dopo aver cominciato una gara di barzellette con George che la tenne impegnata fin quasi all'arrivo a scuola dove erano tutti e tre ancora sotto l'effetto delle risate.
Il banchetto non era una novità e neppure lo Smistamento; vicino a lei si sedette una ragazzina di chiare origini orientali e che si presentò con nome di Cho Chang. Victoria trascorse quasi tutto il tempo a parlare con lei, era molto timida e un pò le ricordava sè stessa due anni prima quando temeva di rivolgere la parola a qualcuno. Persino le lezioni nuove non si dimostrarono così terribili come aveva creduto: grazie all'amicizia con Hagrid, Victoria aveva scelto Cura delle Creature Magiche e conosceva già alcune di esse. E poi la sua scelta era ricaduta su Antiche Rune e Divinazione, dove si lasciò quasi sconvolgere dalla professoressa Cooman. L'insegnante le assicurò che quell'anno ciò che più desiderava si sarebbe sicuramente avverato e quando alcuni giorni dopo si recò al campo da Quidditch, si sentì incline a crederle.
Le scope della scuola non erano le migliori, ma a lei piacevano e poi voleva approfittare di quel giorno per volare da sola; aveva deciso di voler provare ad interessarsi un pò di più al Quidditch, ma non voleva rivolgersi a Cedric. La sensazione estatica del volo era sempre la stessa e fece qualche giro del campo divertendosi a girare attorno agli anelli, lasciando da parte le palle che potevano essere usate solamente dai Capitani delle squadre. Salutò allegramente Kaiser che l'aveva seguita ed era sul punto più alto degli spalti, assieme a Ginevra che emetteva versi indignati se le volava troppo vicino.
" Non voli male, sai, sei solamente troppo statica. " A quelle parole Victoria rischiò quasi di cadere dalla scopa e si voltò mantenendosi in equilibrio quasi per miracolo; a pochi metri di distanza c'era proprio Oliver Baston che evidentemente era arrivato senza che lei se ne rendesse conto. " Statica? " ripetè quella parola solo per evitare di arrossire. Non si era aspettata che arrivasse, forse aveva sbagliato l'orario si disse con un certo disappunto; non era un problema vederlo, ma non voleva rendersi ridicola proprio davanti a lui.
Il ragazzo però non si accorse di quel momento di imbarazzo, limitandosi a rispondere alla domanda. " Certo, sei un pò troppo rigida sulla scopa. Dovresti essere un pò più sciolta, se temi di cadere a terra anche la scopa se ne accorgerà e.. lo so bene, il primo anno mi ha fatto volare giù da ben venti metri d'altezza! " Sorrise a quel ricordo e mostrò a Victoria una serie di giri della morte e lei, guardandolo volare, comprese ciò che aveva voluto farle intendere dicendole che era statica: non aveva la stessa disinvoltura, volava ma non in quel modo tanto naturale.
" E' vero.. allora ti lascio ad allenarti anzi, scusa se ti ho involontariamente fatto perdere tempo" disse Victoria mentre atterrava con grazia e rimetteva piede sulla terraferma con suo grande sollievo; era improvvisamente ansiosa di raggiungere nuovamente la Torre di Corvonero, si sentiva un po' a disagio, ma a sua sorpresa, anche Oliver atterrò. " No figurati, mi stavo solo annoiando e quando posso vengo qui, ma se vuoi continuare non badare a me" le disse, sorvolando sul fatto che avrebbe voluto continuare l'allenamento. Victoria fece cenno di no con la testa e sorrise, come a fargli intendere che non era poi così ansiosa di restare lì.
" Non c'è problema, volevo semplicemente fare qualche giro sulla scopa, sei tu quello che deve battere i Serpeverde, non io." Victoria aveva visto come i Grifondoro fossero rimasti delusi, lui per primo, dal misero terzo posto ottenuto nel campionato dell'anno precedente; Serpeverde si era imposta facilmente pure sui Corvonero e lei ben immaginava che Baston volesse una rivincita. Non si sbagliava vedendo, come reazione alla sua frase, gli occhi del ragazzo scintillare di pura rabbia agonistica. " Quest'anno la Coppa tornerà a noi, farò rimangiare a Flitt la sua aria da spaccone! " Oliver non aveva gradito che per settimane il Serpeverde avesse camminato tronfio come un tacchino per i corridoi della scuola, additandolo con derisione e non vedeva l'ora di vendicarsi; Victoria soffocò una risatina.
" Hai mai pensato di proporti per la tua Casa? Con un po' di allenamento potresti anche diventare brava" le disse il ragazzo, cogliendola completamente di sprovvista. Avrebbe riso volentieri: proprio lei che non amava follemente il Quidditch, avrebbe dovuto fare parte della squadra della sua Casa? Sarebbe stato terribile, giorni sprecati e quasi sicuramente un sacco di ossa fratturate come ricompensa. " Non credo, non ho molta pazienza e non sono neppure portata.. però grazie per il complimento." Victoria non disse che avrebbe preferito un altro tipo di apprezzamento, era pur sempre qualcosa e soprattutto, era anche la prima volta che si trovava a parlare da sola con lui. Di solito c'era Percy, oppure anche Angelina e Penelope, ma mai da soli.
" Oh scusa, ora devo andare, Percy sicuramente si arrabbierà se arrivo tardi: gli avevo chiesto un aiuto per Trasfigurazione e poi dovevamo metterci d'accordo per domani!" Il giorno successivo c'era la sua prima gita ad Hogsmeade; Cedric aveva già un impegno preso con Maggie perciò lei aveva tediato a lungo Percy di modo che almeno lui non la abbandonasse all'ultimo momento. Non le andava di girare per il villaggio da sola, si sarebbe sentita un'idiota anche se la compagnia del Grifondoro non era la più indicata per i divertimenti.
" Ah si, proprio prima mi ha detto che probabilmente ti saresti unita al nostro gruppo domani, così ne approfitterò per convincerti a prendere il Quidditch molto più seriamente di quanto tu non voglia fare" le disse Oliver con un sorrisetto divertito e per un momento Victoria pensò che il cuore le sarebbe esploso,  poi sorrise di rimando.
A volte Percy riusciva a stupirla positivamente, non poteva esserci niente di meglio di una giornata che si annunciava perfetta: valeva bene la pena ascoltare qualcosa di Quidditch se era lui a parlarne.

" Victoria, era proprio necessario che ti.. vestissi così?" Percy la osservò; portava degli abiti molto simili alla divisa scolastica che erano di colore nero e tutto denotava una grande cura. Non stava male, ma per uno come lui era eccessivo pensare di agghindarsi solo per andare a Hogsmeade; sapeva perchè l'aveva fatto, la prospettiva di passare la giornata con Oliver l'aveva esaltata. Si era persino pettinata accuratamente: non era strano che la ragazza curasse il proprio aspetto, ma lui dubitava che il suo compagno di Casa notasse tutto questo. " Oh sta zitto Percy, non vorrai che mi vesta come una stracciona. E la gonna non è corta come quella indossata dalle tue amiche."
Victoria indicò un gruppo di ragazze di Grifondoro che portavano delle gonne appena sopra le ginocchia; all'interno della scuola era proibito, difatti la sua era identica a quella della divisa scolastica e la faceva sentire.. più grande. Soffocò una risatina nel vedere l'espressione altera di Percy mentre le guardava, ma venne distratta perchè proprio in quel momento stavano arrivando Oliver Baston e il suo amico Christian, conosciuto l'anno scorso sul treno. Victoria sorrise. " Lo vedi, Perce? Anche loro non hanno la divisa di scuola, sei sempre il solito secchione".





nota: sono tornata prima del previsto, spero che questo capitolo vi piaccia. Ahimè non accade molto nel secondo anno  così sono andata un pò oltre; come avete potuto vedere si ha la prima apparizione di Sven Dietrich, ma in maniera MOLTO trasparente.
Dovrete aspettare la fine del quinto anno di Victoria per un contatto diretto tra i due^^ decisamente sarebbe ridicolo che uno di 25 anni circa si lasci incantare da una di 13 XDDD
e poi a lei piace Baston, vedete? U____U
ce la farà?
non ce la farà?
certo che no, quello guarda solo il manico di scopa nd Flitt
*lo picchia* zitto tu non portar sfiga ai due xddd
comunque le piace così tanto che si congela le chiappe pur di vederlo XD
ho dato un breve spazio al famoso Club di Incantesimi, più avanti magari darò dei dettagli in più zizi
bene lascio a voi tutti i commenti <3 sappiate che dal prossimo potrebbe iniziare il 4 anno, e con quello un sacco di casini per la cara Victoria U__U


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Capitolo 5
*** 5 - Non sono tutti uguali ***


Angolo autrice: sono tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


5 - Non sono tutti uguali


Victoria notò che Percy, stranamente, sembrava incollato a loro come un Asticello agli occhi ; solitamente era cordiale anche se serio, ma quel giorno la ragazza notò qualcosa di diverso. Percy la squadrava con aria di disapprovazione, e quelle poche volte che Victoria credeva di essere sul punto di avvicinarsi un pò di più a Oliver, Percy improvvisamente si intrometteva.
Se non l'avesse conosciuto bene probabilmente avrebbe pensato che era geloso, ma riteneva che il disappunto del ragazzo fosse dettato da tutt'altro; non aveva approvato il fatto che Victoria usasse la gita ad Hogsmeade come pretesto per parlare con il compagno di Casata, e più volte le aveva sibilato di non comportarsi a quel modo.
Victoria non riusciva però a vedere nulla di male in ciò che faceva, ed era convinta che Percy avesse esagerato: di certo non si sarebbe mai azzardata a tentare una mossa esplicita, forse era quello che lo preoccupava, ma lei lo trovava ugualmente fastidioso.
" Percy, se ricominci ad assillarmi vado dritta da Penny e le dico che l'hai spiata mentre faceva il bagno nel lago! " Victoria lo sussurrò all'orecchio di Percy e sorrise malignamente divertita nel vedere le guance del ragazzo che erano diventate rosse come pomodori maturi; il ragazzo non poteva sapere che Penelope non avrebbe mai fatto un bagno in un luogo pubblico, ma a Victoria piaceva l'idea di prenderlo in giro. Percy la fulminò con lo sguardo, approfittando di un momento in cui Oliver e Christian erano entrati da Mielandia.
" Non ci crederà mai, ma tu dovresti finirla con questa commedia. Se non gli parli, lo farò io. Non è divertente fare il terzo incomodo, con te che ci provi spudoratamente! " L'aria offesa ed indignata di Percy lasciò Victoria senza parole. Si chiese, preoccupata, se per caso l'amico non avesse ragione, forse si stava davvero rendendo ridicola? Eppure si limitava solo a rivolgere la parola ad Oliver, e ad ascoltarlo mentre parlava di Quidditch; in effetti il ragazzo raramente cambiava argomento, e Victoria doveva ammettere di avere ormai la testa piena di schemi di gioco, falli e tutte cose collegate allo sport magico. " Fatti gli affari tuoi, Perce, e poi a chi vuoi darla a bere? Terzo incomodo.. non farmi ridere, c'è pure Chris e stiam parlando tutti assieme. Nessuno ti ha escluso! "
Percy sbuffò, ma non rispose. Sapeva bene che Victoria stava solo usando quell'uscita come una scusa, se fosse andata direttamente al sodo, anziché perdere tempo, avrebbe fatto un favore a tutti . Di quel passo non si sarebbe accorto di lei neppure se gli fosse rimasta vicino fino alla fine dei sette anni; la ragazza gli lanciò un'occhiata furibonda e lo distanziò di qualche passo, ma ormai aveva perso del tutto l'interesse iniziale per la giornata. Il sole era anche parzialmente coperto dalle nuvole e lei ritrovò un parziale buon umore solo quando Chris li costrinse tutti ad entrare in un pub, I Tre Manici di Scopa: la Burrobirra era per lei una novità, ma non la entusiasmava poi molto.
Al contrario trovò molto simpatica madama Rosmerta, una donna relativamente giovane che gestiva il locale, e con cui intavolò una discussione approfondita sulle regole scolastiche che impedivano agli studenti più giovani di visitare il villaggio. Lei e Percy non si rivolsero più la parola per il resto del pomeriggio, mentre fingeva un interesse del tutto spropositato per le stupide barzellette che Chris stava raccontando, in realtà era una serie di aneddoti su alcuni comportamenti del professor Piton. Victoria sorrise, immaginando la faccia che avrebbe potuto fare l'insegnante se fosse stato messo al corrente di quell'esibizione.
Lanciò uno sguardo invidioso verso un angolo del locale, dove Cedric e Maggie stavano chiacchierando animatamente e avevano l'aria di divertirsi parecchio; Victoria cominciò a pensare che forse  Percy non avesse del tutto torto dicendo che avrebbe dovuto evitare quel genere di scuse. Due ore di chiacchiere sul Quidditch erano estenuanti, e Oliver sembrava talmente preso dall'argomento da non accorgersi di nulla, neppure del tempo che passava.
" Certi ragazzi sono proprio stupidi" esordì improvvisamente Percy, osservandola con aria significativa, e Victoria arrossì indignata. Non aveva alcun dubbio che si stesse riferendo ad Oliver, ma lui e Chris trovarono solamente curiosa quell'affermazione. " Ti riferisci a qualcuno, Perce, magari a Flitt?" chiese Baston, proprio mentre di fianco a loro passava Marcus Flitt assieme ad una compagna di Serpeverde. Victoria ammirò la disinvoltura con cui la ragazza, che aveva un anno più di lei e che conosceva dato che frequentavano assieme il Club di Incantesimi, si muoveva e il modo di fare che denotava padronanza assoluta della situazione.
Li osservò per qualche minuto; di sicuro si conoscevano bene, ma la ragazza non sembrava per nulla a disagio mentre parlavano. Tutto il contrario di lei che cercava sempre di non arrossire quando parlava con Oliver, e si sentì improvvisamente fuori posto.
" Scusatemi, avevo dimenticato di dover fare il tema per Piton o mi metterà un mese in punizione" esordì all'improvviso Victoria, lasciando sorpresi i tre che avevano cominciato a discutere della nuova conquista del cacciatore dei Serpeverde. Un argomento che l'avrebbe interessata enormemente se fosse stata dell'umore giusto per spettegolare, ma in quel frangente era interessante come una lezione di Ruf.
Non si lasciò frenare dall'occhiata sospettosa di Percy, nè da quella incuriosita di Oliver e nemmeno da quella delusa di Chris, e guadagnò l'uscita in fretta. Fuori dal locale sospirò profondamente, per poi allontanarsi senza alcuna fretta; aveva lasciato Kaiser in giro per il parco di Hogwarts, e Ginevra si trovava affidata alle cure di Hagrid per essere stata aggredita da un altro gufo poi  guardò quasi meccanicamente le vetrine dei negozi. Naturalmente aveva usato solo una scusa per uscire, il tema di Pozioni l'aveva terminato già da tempo, ma non era riuscita a resistere oltre. Si sentiva stretta in una morsa curiosa tra le occhiate di Percy e il terrore che potesse parlare.
Si allontanò dalla via principale del villaggio, superando una coppia di anziani e dirigendosi verso una direzione ignota; aveva letto molto riguardo ad Hogsmeade ed era curiosa di esplorarlo perchè era convinta che da quella parte si trovasse la famosa Stamberga Strillante. Dopo parecchi minuti di cammino infatti la vide stagliarsi all'orizzonte ed accelerò il passo; prese posto su una panchina, ma notò di essere la sola studentessa nei paraggi. Non le dispiaceva rimanere da sola, c'era un certo fascino  nell'osservare il gioco di colori generato dal sole e dalle nuvole.: sicuramente era quasi l'ora che calasse la sera, e presto avrebbe dovuto ritornare a scuola. Si voltò rendendosi conto che un rumore di passi si faceva sempre più vicino e rimase molto sorpresa nel notare che si trattava di Oliver.
Non aveva più ripensato a lui o agli altri dopo essere uscita dal pub ed era colpita dal fatto che era da solo. Per un momento, osservando l'espressione seria sul suo volto, pensò che Percy avesse parlato e meditò di strangolarlo non appena fosse rientrata a scuola; essere amici andava bene, ma in quel caso non avrebbe potuto perdonarglielo.
" Ti disturbo?" le chiese e lei fece cenno di no, osservandolo sedersi chiedendosi la ragione di quel modo di fare. Le sembrava diverso dal solito Oliver, ma non riusciva a capirne la ragione, ed era quasi sicura che fosse sul punto di dirle qualcosa. L'attesa le logorava i nervi. " E' successo qualcosa? " domandò più bruscamente di quanto avrebbe voluto; sentiva il nervosismo nella propria voce, e non poteva biasimare il ragazzo. Forse pensava che fosse pazza.
" Non esattamente.. Chris si chiedeva se te ne sei andata per colpa sua. Io gli ho assicurato di no, ma.." Oliver la osservò con sguardo penetrante, e Victoria ebbe l'impressione che cercasse di leggerle nel pensiero. La sua risposta, però, non era quella che si attendeva e lo guardò, senza capire; il ragazzo esitò un momento, ma poi spiegò ciò che lo rodeva. " Ecco, in realtà non dovrei dirtelo, ma credo sia meglio farlo perchè ero convinto di avere avuto una buona idea, ma.. "
Oliver si interrupe un momento, alla ricerca delle parole giuste da dire: percepiva la curiosità di Victoria e e stava pensando che fosse probabilmente impazzito. " Il fatto è che un paio di settimane fa, Chris ha pregato me e Percy di trovare un modo per.. diciamo che gli piaci, quindi voleva una specie di appuntamento perchè lui è timido e si vergogna a chiedertelo direttamente.. Così io avevo pensato che sarebbe potuta essere una buona idea questa uscita oggi, ma prima è rimasto un pò deluso dalla tua improvvisa fuga. Pensa di aver fatto qualcosa di sbagliato.."
Victoria chiuse gli occhi, desiderando ardentemente di poter sprofondare. Alla luce di quelle parole le era più chiaro il comportamento strano di Percy, ma allo stesso tempo le era palese che ad Oliver evidentemente non era passato neppure per la testa che lei avesse fatto la stessa cosa. " No, non c'entra niente.. semplicemente.. beh potevate dirmelo, no? " Mentre diceva quelle parole, la ragazza ricordò quanto le aveva detto Percy: non aveva fatto anche lei la stessa cosa, forse? Si era adattata ad uscire con loro pur senza avere il coraggio di dire esplicitamente al ragazzo la ragione del suo interesse.
" Non sai quante volte gli ho detto così, ma.. vabbè, non credo che le capirò mai queste cose. Insomma, sicuramente sarebbe stato meno teso se te l'avesse detto, non credi? " Il ragazzo sorrise, ma non notò il lampo di delusione negli occhi della ragazza; Victoria aveva avuto l'ennesima prova, se mai ne avesse avuto bisogno, che la sua era probabilmente una battaglia persa. Non si era mai aspettata veramente che Oliver  si potesse interessare a lei, ma non era piacevole ugualmente veder crollare le proprie illusioni. Rimase in silenzio ad osservare la Stamberga.
" Immagino di si.. ma non credo sarebbe cambiato molto, voglio dire mi è simpatico, ma.. " Victoria non concluse la frase, anche se per un momento aveva ipotizzato l'idea di potersi servire di quell'interesse per, eventualmente, attirare quello di Oliver. Ma un minuto più tardi aveva già disdegnato quell'idea; non era proprio portata per quel genere di inganno, e poi non voleva rovinare una bella amicizia visto che Chris le era davvero simpatico. Non era giusto ingannarlo, non lo voleva fare.
" Baston! Oh ma guarda, la tua ultima conquista? O la prima?" Una risatina divertita attirò l'attenzione di entrambi, e Victoria vide Marcus Flitt che li aveva praticamente raggiunti mentre il suo gruppetto di amici era rimasto, invece, a distanza. Oliver si alzò in piedi con l'espressione di chi avrebbe voluto volentieri picchiare l'altro, ma senza fare nulla. " Non dire stupidaggini, Flitt. Che cosa vuoi? "
La voce era vibrante di rabbia; Victoria comprese in quel momento che l'ostilità tra i due andava probabilmente ben oltre il campo da Quidditch. Il Serpeverde sembrava comunque meno irritato dei due, al contrario li osservava come se fossero una succulenta preda. Anche lei si era alzata in piedi:
un gesto meccanico più che un'esigenza. A sua grande sorpresa Marcus Flitt la osservò con estrema attenzione, tanto che senza volerlo arrossì vistosamente.
" No, immagino che tu non ti accorga neppure di ciò che ti sta attorno.. per fortuna, almeno non la guasti con la tua stupidità da Grifondoro. Il vestito non è proprio il mio preferito, ma non è male: non hai freddo, ragazzina? " Le si rivolse, sorprendentemente, con voce ironica, ma priva di malignità e Oliver notò il   mutamento del suo atteggiamento.
   " No, perchè dovrei avere freddo ad ottobre  ? " Victoria sostenne quello sguardo, ma il ragazzo si limitò ad osservarla, per poi sogghignare all'indirizzo di Oliver prima di risponderle di nuovo. " Lo so che non c'è freddo, ragazzina, era solo un modo indiretto per dirti che hai delle belle gambe, e che le ho notate. Peccato che il tuo spasimante qui vicino sia tanto cieco da non notarlo, o forse è la tua fortuna" disse subdolamente il ragazzo ammiccando malevolo ad Oliver.
A Victoria sarebbe piaciuto enormemente tirargli un calcio, ma costatò con sorpresa che i due avevano deciso di passare dalle parole ai fatti: la ragazza notò stupefatta che il Grifondoro si era lanciato contro Marcus, ed entrambi ora se le stavano dando di santa ragione. Victoria era sicura che non c'entrasse nulla quanto aveva detto Flitt, sicuramente Oliver lo avrebbe picchiato anche se lo avesse contraddetto sulle previsioni meteorologiche per il giorno successivo;
  li osservò per qualche istante prima di prendere la bacchetta ed agire di conseguenza. Un Sortilegio Scudo li divise, mandandoli a sbattere  in direzioni opposte.
“ Ma vi ha dato di volta il cervello?! Siete fortunati che io non sia un Prefetto, o avrei già tolto un milione di punti ad entrambi! “ la ragazza era furibonda, ma teneva ugualmente la bacchetta puntata contro entrambi. Era la prima volta che se ne serviva per interrompere o placare una lite, solitamente preferiva utilizzarla solo per sé, o durante le lezioni. Oliver fu il primo a rialzarsi, ma l'altro lo anticipò nel parlare. “ La ragazzina non ha torto, non ho proprio bisogno di sporcarmi le mani con un Grifondoro qualunque..  Però ho ragione io, lui non vedrebbe neppure una donna nuda se gli passasse davanti” e il ragazzo sghignazzò mentre Victoria alzò gli occhi al cielo, pur sentendo di non poter dare troppo torto a quanto aveva appena detto.
“ Vedremo quanto riderai dopo che ti avremo sconfitto a Quidditch” lo strillo di Baston sicuramente raggiunse Marcus Flitt e il suo gruppo che si allontanavano, ma non ebbe risposta.
 
 
Victoria si stiracchiò durante una lezione di Pozioni, stando attenta a non farsi vedere dal professor Piton; come al solito era stata la prima a terminare il proprio lavoro, mentre Cedric quel giorno era assente. Sicuramente si trovava ancora in infermeria, dove da due giorni era in stato di semincoscienza; l'ultima partita di Quidditch della stagione non si era risolta molto bene per la sua Casa. In  particolare per lui che ne era uscito letteralmente a pezzi grazie ai due bolidi che lo avevano colpito.
E come sempre, Serpeverde si era aggiudicata il trofeo; sghignazzò ricordando come, nonostante le minacciose parole di Oliver, Grifondoro non era riuscito a sconfiggere la squadra di Marcus Flitt. Oliver come portiere era molto bravo, ma aveva una squadra decisamente scadente, e se ne era accorta persino lei che di Quidditch non se ne intendeva molto. Aveva sentito dire che l'anno successivo molto probabilmente i gemelli Weasley avrebbero ottenuto un ruolo da titolari, come riserve erano risultate persino migliori di quelle che ricoprivano abitualmente il ruolo.
L'estate era nuovamente alle porte, e quell'anno lei era riuscita a trovare un lavoro, con grande dispiacere dei Diggory che avevano accolto un po' male quella notizia. Per lei, invece, era stata una conquista, sopratutto perchè le avrebbe permesso di iniziare a rendersi indipendente: avrebbe lavorato da Madama Mc Clan come apprendista, non avrebbe guadagnato una cifra stellare, ma era un inizio. Per quanto Amos Diggory avesse insistito, non era riuscito ad ottenere neppure che tornasse ospite a casa loro; aveva ceduto solamente per trascorrere gli ultimi dieci giorni prima del ritorno a Hogwarts da loro, una piccola vacanza insomma.
Ma sapeva che non sarebbe stata la stessa cosa, del resto già da tempo era convinta che fosse necessario iniziare a programmare il proprio futuro.
“ Allora, già stancata del tuo Baston? Non ti posso dare torto, ragazzina” la voce di Marcus Flitt la raggiunse mentre scendevano dal treno, al binario 9 e ¾, ed alzò gli occhi al cielo. Stranamente durante l'anno qualche volta si era ritrovata a parlare con il ragazzo, e aveva notato come la cosa piacesse molto poco a tanta gente: alcuni dei Serpeverde avevano storto il naso quando li avevano visti discutere di qualcosa in biblioteca, ed aveva constatato che persino Oliver Baston li guardava in cagnesco. “ Quante volte devo ripetertelo che non è il mio Baston? “ sospirò la ragazza, mentre attraversavano la barriera che conduceva a King's Cross. Kaiser si era messo ad annusare sospettoso le caviglie del Serpeverde, ma Victoria lo aveva preso provvidenzialmente in braccio per evitare che si guadagnasse qualche nuovo nemico.
“ Oh non essere tanto permalosa, piccoletta, del resto posso capire che la compagnia di uno del genere possa rincretinire. Guarda me, io gli sto lontano e sono più in forma che mai” disse il ragazzo, che provava un particolare piacere nel tormentare la ragazza. Difficilmente Victoria reagiva con violenza alle sue battute, cosa che lo spingeva sempre a testare i limiti della pazienza, per vedere se c'era qualcosa che potesse travalicarli. Fino a quel momento era però rimasto deluso, ma aveva trovato comunque qualcuno con cui parlare quando non aveva nessuno attorno; per quanto fosse sempre assieme ai Grifondoro, la ragazzina pareva molto meno chiusa di mente tanto che più volte aveva notato che non aveva paura di parlare con lui o anche con altri suoi amici di Serpeverde.
Di solito era Weasley a dirle di stare alla larga da loro, ma chissà per quale motivo lei lo mandava sempre a quel paese.  Anche quella volta non ottenne una replica stizzita da parte di lei, cosa che lo sorprendeva sempre : lui si impegnava per darle fastidio, ma ci riusciva poche volte!  “ Divertiti allora, ragazzina, magari puoi sempre trovarne di meglio” le urlò dietro mentre si allontanava, sicuro che se non altro tutti nella stazione lo avevano sentito, e magari lei lo stava silenziosamente maledicendo.






nota: Eccoci qui AHAHAHA oddio sto capitolo mi ha fatto rotolare lol ma ammetto che scriverlo mi è piaciuto. Come vedete la rivalità tra Baston e Flitt è paurosamente alta lol ma il mio scopo principale, nel chappy, era far notare che Vic non è una che segue i pregiudizi e ha le proprie idee: come vedere parla anche con i  Serpeverde, con quelli che non la schifano almeno lol
beh ci sentiamo al prossimo xd
secondo voi Flitt le guardava davvero le gambe?u.u
certo nd Flitt
ma cosa vuoi vedere, hanno la gonna lunga le studentesse ._.
io vedo anche sotto, cara nd Flitt
O__O
mah XDD
ciaoooo
Il potere delle menzogne
se avete voglia date un'occhiatina qui, un piccolo esperimento della mia amica Diana u.u pubblicità progresso insomma xDDDDD




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Capitolo 6
*** 6 - Una prova inaspettata ***


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Immagine allo specchio


6 - Una prova inaspettata


Le prime settimane da madama McClan non furono altro che un susseguirsi di gesti e routine che quasi travolsero Victoria; non potendo esercitare la magia, la ragazza si limitava a fare da assistente personale alla padrona e titolare del negozio. Prendeva nota delle esigenze dei clienti e le trasmetteva alla donna, oltre ad occuparsi di tenere in ordine l'archivio e i materiali necessari al lavoro.
Non avrebbe mai pensato che tanta gente frequentasse quel negozio: Victoria si era quasi convinta che il solo periodo di attività fosse quello, frenetico, che precedeva l'inizio dell'anno scolastico ad Hogwarts. Rimase perciò senza fiato nel notare come ogni giorno passava un vero e proprio fiume di clienti. Essendo l'unica aiutante di madama McClan,  il suo orario di lavoro era massacrante e aveva solo un'ora per il pranzo anche se abitualmente lo saltava. A volte preferiva semplicemente sedersi su una panchina ed osservare la gente che passava, oppure si spingeva fino alla gelateria Fortebraccio dopo aver scoperto l'abilità di Florian nel preparare i gelati. Raramente durante la giornata rientrava al Paiolo Magico, percorrendo il tragitto tra questo e il luogo avrebbe impiegato tutto il suo tempo libero.
Madama McClan era molto severa riguardo la puntualità, e aveva notato compiaciuta che la sua nuova assistente era sempre in anticipo; probabilmente l'aveva inquietata durante il primo giorno di lavoro facendole una lista di ciò che si aspettava da lei. Ma Victoria non sapeva che la donna aveva solo esagerato, e spesso le concedeva anche di terminare mezz'ora prima per andarsi a riposare. Era sicura che la maggior parte delle volte fosse distrutta, anche se Victoria  non si lamentava mai.
" Victoria, per favore portami il vestito della signora Malfoy. " La ragazza annuì e corse nel retrobottega, dove trovò l'abito richiesto da madama McClan: si trattava di una lunga veste nera, decorata con una fascia color argento. Il tessuto era sottile, ma trasudava lusso e nobiltà. Non era neppure di eccessiva stravaganza, la linea semplice lo rendeva splendido. Victoria pensò che per potersi permettere un abito del genere, probabilmente avrebbe dovuto lavorare lì per tutta una vita. Lo consegnò nelle mani della sua datrice di lavoro, ed osservò la coppia che stava conversando con lei. La ragazza fu colpita dalla freddezza dello sguardo dell'uomo biondo, e dal glaciale snobismo dimostrato dalla donna che doveva essere indubbiamente sua moglie.
Gli occhi di Lucius Malfoy si posarono su di lei, trasudando disprezzo mal celato; la moglie si limitò a ringraziarla con un tono talmente formale da dare a Victoria l'impressione di essere trattata alla stregua di un elfo domestico. E lei era una delle poche che a scuola non maltrattava gli elfi, ma non aveva mai incontrato nessuno come quelle due persone. Quando se ne andarono, dopo aver pagato una cifra astronomica per l'abito, la ragazza chiese a madama McClan chi fossero. La donna sospirò.
" Quelli sono i Malfoy, lui lavora al Ministero e lei.. Non lo so, credo sia una sorta di dama da salotto. Non prendertela se ti hanno squadrata a quel modo, sono convinti che solo i Purosangue siano degni di essere maghi." La donna parlò con una sottile rabbia nella voce perchè aveva notato lo sguardo di disapprovazione che avevano rivolto alla ragazza; non poteva certo dir nulla di fronte a loro, ma simili atteggiamenti non le erano mai piaciuti. Victoria annuì, comprendendo. Non era una novità, ma almeno a quel modo tutto le era molto più chiaro: anche a scuola aveva incontrato molti disposti a guardarla con disprezzo per via delle sue origini. Sorrise ricordando la riverenza che, invece, le era riservata nel mondo babbano: raramente si presentava perchè trovava il proprio cognome molto scomodo da portare, ma era curioso che nel mondo magico dovesse quasi vergognarsene secondo alcuni. Lei, però, non l'aveva mai fatto.
" E vedrai dalla prossima settimana, sono sicura che si riverseranno qui migliaia di studenti ora che manca un mese all'inizio della scuola. Che ne dici se ci occupiamo della tua veste, cara, prima che i tessuti migliori spariscano? " Madama McClan sorrise alla ragazza, dispiaciuta all'idea che entro un mese avrebbe dovuto porre fine a quella collaborazione; Victoria rimase sorpresa dalla proposta, ma annuì. Lei era solita non preoccuparsi poi molto dello stato della sua divisa di scuola, ma perchè rifiutare una gentilezza?

" Lo sai, Ced, credo che quest'anno Harry Potter arriverà ad Hogwarts " disse Victoria all'amico, venuto a trovarla al Paiolo Magico. Quel giorno, l'ultimo prima dell'inizio della scuola, la ragazza l'aveva trascorso gironzolando per Diagon Alley. La sera prima c'era stata una piccola festicciola da madama McClan, dove la padrona e le sue collaboratrici sarte avevano voluto salutarla prima che ritornasse a Hogwarts: avevano anche già stabilito che, l'anno successivo, sarebbe tornata lì. Le era piaciuto molto quell'impiego, l'orario di lavoro per quanto massacrante non le aveva impedito comunque di conoscere nuove persone.
Cedric la osservò con gli occhi sbarrati, e lei annuì mentre faceva sparire la terza coppa di gelato della giornata. " Si, l'ho accompagnato io da madama McClan, ma non l'ho riconosciuto subito. Però aveva quella cicatrice in fronte.. Poveraccio, non vorrei essere nei suoi panni: quanto ci scommetti che ci sarà la fila di persone per essere suo amico?" Victoria rise, mentre ricordava il ragazzino timido e gentile che aveva visto: sembrava curioso conoscere qualcuno dalla fama tanto consolidata. Anche lei, come tanti, aveva già letto molti libri su di lui, ma non avrebbe mai immaginato un giorno di conoscerlo. " Dovrebbe esserne contento, insomma è un eroe no? Anche se forse hai ragione, molti vorranno essergli amici solo per via della sua fama.." Cedric sembrava meditare attentamente sulle proprie parole, ma Victoria era tornata ad occuparsi del suo gelato, trovandolo più interessante del ragazzino con la cicatrice.
" A proposito, com'è che tra te e Maggie è finita? E' venuta a trovarmi qualche giorno fa, e ha quasi allagato il negozio con le sue lacrime" chiese Victoria all'amico, ben sapendo che non doveva essere un argomento molto piacevole per lui. Cedric rimase in silenzio per un pò, lo sguardo perso nel vuoto, ma la ragazza non gli permise di ignorare la sua domanda.
Era curiosa soprattutto perchè ora l'amica l'aveva quasi supplicata di aiutarla a ricucire il rapporto; Victoria detestava l'idea di essere un tramite tra i due, era sicura che fossero grandi abbastanza per chiarirsi anche senza il suo intervento. " Il fatto è che è gelosa della nostra amicizia, pensa che.. " Cedric lasciò in sospeso la frase, guardando Victoria quasi con aria di scusa. La ragazza quasi si soffocò con il gelato al puffo, non era preparata ad una risposta del genere.
" Stai scherzando, vero?" gli chiese, ma senza nutrire troppe aspettative. Non era la prima volta che altri ipotizzavano un legame del genere tra lei e l'amico, ma non riusciva proprio a comprenderli. Gli stessi genitori di Cedric avevano quasi auspicato una soluzione del genere, ma fortunatamente aveva avuto piena collaborazione da parte dell'amico per stroncare il desiderio sul nascere. Non era neppure una novità che Maggie ipotizzasse una cosa del genere, eppure Victoria era sempre stata convinta che lo dicesse per scherzare.
Del resto l'amica era una delle più corteggiate a scuola, e già vantava parecchi ammiratori per essere così giovane: sorrise pensando che al confronto lei non ne aveva neppure uno, ma non ne sentiva la mancanza. Le parevano solo sciocchezze, a che cosa poteva servirle un innamorato se poi si finiva sempre per litigare? Qualche giorno prima aveva ascoltato involontariamente una conversazione tra alcune studentesse di Serpeverde, che discutevano con la ragazza di Flitt. A quanto pareva la bella biondina non esitava a raccontare alle amiche quasi tutto quello che accadeva tra loro, ed aveva persino rivelato di aver conosciuto un ragazzo greco durante l'estate. E pareva che le piacesse pure molto.
Victoria aveva riso tra sè e sè, ma in fondo le era un pò dispiaciuto: lei non avrebbe tollerato un atteggiamento del genere se avesse avuto un ragazzo, ed era altrettanto sicura che Flitt avrebbe strangolato la ragazza se fosse venuto a sapere cosa diceva e faceva.
" Comunque non credo ti darà tregua, conosci Maggie, è riuscita persino a convincere Piton a sospenderle la punizione. Come ne sia stata capace lo ignoro, perciò preparati ad un'offensiva senza precedenti" disse a Cedric, tornando a parlare di quella rottura inaspettata. Secondo Victoria, il ragazzo non aveva l'aria di una persona disperata, e ne dedusse che probabilmente non sarebbe stato un problema per lui non frequentare Maggie.

" Percy! Eccoti, oh ma guarda.. sei diventato Prefetto! " Victoria prese in giro il ragazzo, indicando la spilla che brillava orgogliosamente sul petto; aveva già ricevuto parecchie lettere durante l'estate, in cui il ragazzo le aveva raccontato tutti i dettagli della spilla. Dal colore, alle ombre che gettava sul mantello. Per qualche giorno Victoria aveva pensato che se per caso Percy fosse morto, sicuramente sarebbe stato felice perchè era stato nominato Prefetto: parlava della spilla con tanto amore che un estraneo avrebbe anche potuto pensare che si riferisse alla fidanzata.
Durante il viaggio in treno rimase nel suo scompartimento a parlare, sembrava che durante l'estate fosse diventato molto più maturo, e parlava del futuro. Anche lei aveva le proprie idee in merito, ma non riusciva a decidersi: fino a quel momento comunque era incerta se pensare ad una possibile carriera come Auror, o magari anche come avvocato. La legge magica la affascinava, e l'idea di esercitare in tal senso avrebbe potuto essere molto stimolante.
Eppure spesso sentiva che nessuna delle due strade era quella giusta, le sembravano rispettabili, ma non le davano la sicurezza che aveva Percy mentre sognava ad occhi aperti di un suo possibile futuro impiego al Ministero. Anche a Cedric piaceva la strada da Ministeriale, perchè a lei quella carriera non attirava più di tanto? Però doveva ammettere che gli Auror non erano poi molto statici, l'azione e l'avventura potevano arrivare da un momento all'altro.
" Il professor Raptor quest'anno insegnerà Difesa, lo sapevi? " Percy la distrasse mentre la ragazza cercava di farselo venire alla mente; sapeva che era stato il titolare della cattedra di babbanologia, ma lei non aveva avuto alcun interesse a studiare quella materia. Perchè aveva cambiato? " Forse avrebbero dovuto assegnarla a Piton, comincio a pensare che sarebbe molto migliore di tutti quelli che abbiamo avuto" rispose Victoria, che come tutti, era al corrente del desiderio dell'uomo di insegnare quella materia.
Si chiedeva perchè Silente fosse sempre così categorico nel rifiutargliela; indubbiamente avrebbe trovato il modo di imporre la propria disciplina, ma alla ragazza sarebbe piaciuta l'idea di avere finalmente una persona competente. Difesa era una materia estremamente interessante, ma non era sicura di aver imparato qualcosa di davvero utile, almeno fino a quel momento. 
Percy sfogliò la pagina del suo nuovo libro di Incantesimi, e fece una smorfia sentendo le parole di Victoria." Già, ma non vorrei diventasse sadico anche in quella materia.. Già a pozioni è tremendo" disse convinto, e la ragazza non riuscì a trattenere una risatina. Poi cambiarono argomento visto che il ragazzo le stava raccontando che quell'anno sarebbe giunto anche suo fratello Ronald a Hogwarts; Victoria non riuscì a fare a meno di pensare che per la famiglia doveva essere un enorme peso avere quattro figli a scuola.
E se non si ricordava male, ne avevano anche un'altra più giovane e che aveva lo stesso nome della sua amata civetta. In quel momento Kaiser si era acciambellato sulle ginocchia della sua padrona, e faceva le fusa soddisfatto; lei lo grattò sotto il mento sapendo che lo adorava, poi osservò fuori dal finestrino. Era ormai sera, ed erano certamente sul punto di arrivare.

Dopo un paio di giorni, Victoria cominciò a pensare che quell'anno a scuola ci fosse qualcosa di diverso. Sapeva bene che era la presenza del famoso Harry Potter a rendere euforica la gente, ma lei non riusciva a capire la ragione di tanto entusiasmo; parlando con Maggie e Penny, aveva già ribadito come fosse assurdo idolatrare un ragazzino di undici anni solo perchè aveva la fama di un mago potente. Da quello che vedeva, a lei pareva semplicemente uno del primo anno come tanti; riusciva a capire l'emozione di parlare con chi aveva fermato il potente Lord Voldemort, ma non lo condivideva.
Era molto più impegnata a seguire le lezioni, e a cercare di sfuggire alla perenne insistenza dell'amica. Maggie non faceva che supplicarla affinchè mettesse una buona parola con Cedric, ma lei non ne aveva la minima intenzione. Non erano affari suoi, così le disse, e desiderava essere lasciata tranquilla a studiare: la mole di studio era aumentata in maniera allarmante, e passava sempre più tempo alzata durante la notte alla sola luce del fuoco del camino. Aveva trovato un piccolo tavolo in un angolo della stanza, poco lontano dalla maestosa statua di Priscilla Corvonero, e lì passava le sue ore scrivendo ed esercitandosi.
Spesso le faceva compagnia un elfo domestico di nome Lillo, conosciuto durante il primo anno; la creaturina era sempre puntuale alle undici di sera, quando doveva ripulire la Torre approfittando del fatto che gli studenti erano tutti a dormire. All'inizio aveva avuto timore nel rivolgere la parola alla studentessa, ma in breve tempo erano diventati amici anche se non lo sapeva nessuno; pochi intrattenevano rapporti con gli elfi domestici, ma a Victoria importava relativamente.
Quell'anno non aveva neanche voluto scendere al campo da Quidditch; trovava che Oliver fosse ancora estremamente interessante, ma non aveva più voglia di rimanere ore seduta sugli spalti, a far finta di seguire  lo sport. Aveva quasi deciso di parlare col ragazzo, come Percy le aveva consigliato caldamente di fare parecchio tempo prima, ma non era andata bene. Il ragazzo aveva accettato senza problemi di aiutarla in un incantesimo, ma Victoria aveva notato l'aria distratta del Grifondoro e se ne era chiesta la ragione; lui aveva incredibilmente percepito la curiosità della ragazza, e le aveva spiegato che avevano trovato un Cercatore di talento.
Victoria avrebbe voluto imitare Marcus Flitt e picchiarlo, ma non fece nulla; era comprensibile che Oliver fosse su di giri per via del Quidditch, ma cominciava a trovare la cosa un pò logorroica   , soprattutto perchè riteneva ingiusta la decisione di Silente. Secondo lei non era corretto permettere a Harry di giocare visto che era del primo anno, :
uno strappo alle regole avrebbe potuto innervosire altri ragazzini. " Non te la prendere Oliver, ma perchè Harry può giocare e altri no? A questo punto Silente avrebbe dovuto abolire direttamente la regola, non credi?"
Ma Victoria sapeva che parlare di regole e Quidditch con Oliver Baston non serviva a molto, anche se si trovava parzialmente d'accordo con lei.
" avresti  anche ragione, l'importante però è che lui possa giocare, così vinceremo finalmente la Coppa. A Flitt andrà di traverso il pasto quando dovrà accontentarsi del secondo posto" disse Oliver, gli occhi luccicanti per l'emozione. Victoria lo guardò incredula, ma non disse nulla. Cominciava davvero a credere che Cedric avesse ragione, forse doveva lasciar perdere visto che aveva persino dimenticato la ragione di quell'incontro.
" Penso che Flitt abbia ben altro a cui pensare, da quando è entrato nel Club di Incantesimi ha sicuramente un sacco da fare" disse la ragazza, desiderando ardentemente cambiare argomento. Il Quidditch la sfiniva, non trovava neppure più interessante seguire le partite scolastiche. In effetti era dell'idea che Marcus Flitt fosse meno fissato di Oliver al riguardo, ma dirlo ad alta voce avrebbe potuto causare l'ennesima lite tra i due..
" Già, non vorrà essere bocciato nuovamente" annuì il ragazzo, ma Victoria lo squadrò arrabbiata. Da come l'aveva detto, sembrava che il Club di Incantesimi fosse quasi una sorta di ritrovo per studenti svogliati e bisognosi di ripetizioni. " Guarda che non ci si iscrive al Club solo per studiare, al contrario.. Forse dovresti cominciare a pensare che non esiste solo il Quidditch a Hogwarts anzi, è proprio la cosa meno interessante di tutta la scuola."
Per un momento Victoria pensò che il ragazzo l'avrebbe attaccata. Non era riuscita a trattenere la rabbia, ma non ne era pentita; poteva capire che gli piacesse lo sport, ma riteneva fosse giunto il momento in cui capire se valeva la pena cercare di avere una chance con lui oppure no. Non voleva ridursi alla stregua di Maggie, che urlava istericamente e in modo melodrammatico, ogni volta che Cedric passava. Oliver la osservò, sorpreso da quelle parole. " Non fraintendermi, non intendevo dire che.. In fondo tu di certo non hai bisogno di ripetizioni, non avresti motivo di frequentarlo se fosse davvero un corso di recupero" e le sorrise, ma Victoria non si lasciò incantare.
" Quello che intendevo è che Flitt certamente necessita di molto impegno, lo sanno tutti che non è un genio e io che frequento le lezioni con lui ne sono testimone. Ma non era mia intenzione offenderti, al contrario" le assicurò, cominciando a pensare di non essere stato forse troppo educato. Era la prima volta che notava una reazione del genere da parte sua, ma non voleva certo litigare. Victoria si limitò ad annuire, poi cominciò a raccogliere la pergamena e ciò che aveva portato; il pomeriggio era stato un disastro e non voleva peggiorare la situazione. Il ragazzo notò quel gesto e si sentì colpevole.
" Ma non abbiamo finito.. dai non ti volevo offendere, posso comunque aiutarti come ti avevo promesso! Anzi, perchè non facciamo una cosa? Se ti va possiamo andare ad Hogsmeade insieme, così mi faccio perdonare la mia mancanza di tatto." Il ragazzo era dispiaciuto per quello che era appena accaduto e sperava di poterla convincere, ma la ragazza lo osservò con un gelo negli occhi che Oliver non le aveva mai visto. L'ultima cosa che Victoria desiderava era proprio andare a Hogsmeade con lui che desiderava essere perdonato, si sarebbe sentita un tappetino inutile. Oltretutto non aveva voglia di sentire ancora parlare di Quidditch, ma si chiedeva perchè Oliver non lo capisse. Forse doveva dirglielo e farla finita: fu sul punto di farlo, ma le mancò il coraggio.
" No sei gentile, il giorno della gita dovrò studiare" gli disse con tono indifferente, quello che con lui non aveva mai usato." Ci vediamo, Oliver" lo salutò prima di andarsene dalla biblioteca, e il Grifondoro rimase per parecchi minuti fermo a riflettere. Doveva averla offesa in qualche modo, ma non riusciva a comprenderne la ragione.
La sera ne parlò a Percy durante la cena, sottovoce per non farsi sentire. " Ti giuro che non ho capito cos'è successo, sembrava offesa.." era ancora incerto e non era neppure riuscito a studiare quel giorno. Osservò Percy scorrere con lo sguardo il tavolo di Corvonero e lo imitò, ma della ragazza non c'era proprio traccia. " Non me ne meraviglio, Oliver, d'altronde sei sempre stato cieco,  no?"
Percy tornò a dedicarsi al proprio stufato, ma si sentì stranamente osservato e rialzando lo sguardo notò che Oliver lo squadrava con aria interrogativa. Avrebbe voluto alzare gli occhi al cielo: possibile che il suo amico fosse tanto ingenuo? In quel momento decise che avrebbe gettato al vento la prudenza, in fondo era rimasto in silenzio per tanto tempo, Victoria l'avrebbe certamente ringraziato. " Vuoi farmi credere che non ti sei mai accorto che le piaci? Sei quasi peggio di me, Ol, te lo dico seriamente.. e se pensi di averla offesa, credo che sia successo proprio questo, ma non per quello che hai detto oggi bensì per il tuo continuo sproloquio sul Quidditch. Non so proprio com'è riuscita a sopportarti fino a questo momento" gli disse senza misurare le parole, e godendosi la sua espressione sbalordita.
Per un momento Oliver osservò Percy come se credesse che stesse mentendo, doveva essere così perchè se fosse stato vero lui se ne sarebbe accorto. Il dubbio gli attraversò la mente ricordando quello che era successo: forse non aveva voluto vederlo? E perchè mai, in fondo lei gli era simpatica, ma come tante. Non aveva mai provato a pensare a Victoria come a qualcosa di più di un'amica, ma lo stesso valeva anche per molte altre sue amiche.
" Ne sei sicuro?" si azzardò a domandare a Percy, che annuì mentre terminava la cena. Il ragazzo non sembrava neppure troppo interessato a quella conversazione, tanto che Oliver si convinse che non era vero quello che l'amico aveva  appena detto. Sollevato, tornò a dedicare la propria attenzione alla cena: il giorno seguente avrebbero giocato contro Serpeverde, e non aveva bisogno di distrazioni.
" Quello è un caso disperato" disse Percy con aria avvilita mentre si allontanava per tornare alla Torre di Grifondoro.

" Se sento ancora la parola Quidditch giuro che ti taglio la lingua! " Cedric rise di fronte alla minaccia proferita da Victoria; la partita non era durata molto a lungo, ma la ragazza non aveva lasciato il castello. Lui l'aveva trovata in biblioteca, ma fortunatamente era riuscito a convincerla ad uscire: era raro che Serpeverde perdesse, e non aveva voluto perdere tempo per raccontarle l'incontro.
Peccato che a Victoria sembrava non interessare molto, tanto che si domandò che cosa le fosse successo. Durante la lezione di Pozioni non aveva detto neppure una parola e lo trovava molto strano. " D'accordo, pensavo ti interessasse sapere che Oliver Baston sta praticamente saltando dalla gioia per tutto il castello" le disse, consapevole del fatto che a Victoria avrebbe forse fatto piacere incontrarlo, ma rimase colpito dall'espressione rabbiosa che aveva sul volto.
" No, anzi preferirei proprio non doverlo incrociare” borbottò mentre si appoggiava con la schiena al tronco di una quercia. Davanti allo sguardo interrogativo di Cedric, la ragazza sospirò. " Ho litigato con Percy a colazione, quel.. quel.. insomma, lui, è andato a dire a Oliver che mi piace.. se non fosse intervenuta la McGranitt probabilmente l'avrei strangolato".
Cedric scoppiò a ridere anche se non riusciva ad immaginare Victoria, notoriamente tranquilla e pacata, perdere la calma a quel modo; decise di insistere per farsi raccontare tutto, e a dispetto dell'irritazione di lei continuò a sorridere. Gli dispiaceva non avere assistito, ma era dell'idea che la punizione fosse meritata, anche se comprendeva ugualmente Victoria.
Da Percy non se lo sarebbe mai aspettato, così rigido e formale sembrava conoscere solamente lo studio. " In fondo è un bene, se non altro lo sa e potrete parlarne" la rincuorò Cedric dandole un'amichevole pacca sulla spalla, e Victoria lo squadrò come se non credesse alle sue orecchie. " Scusa?! Parlarne? Lo sai che cosa ha detto a colazione, il grande Portiere? Che gli dispiaceva che Percy fosse un tale burlone.. quello non ha creduto ad una sola parola! "
Victoria era così arrabbiata che persino Ginevra non osava posarsi sulla sua spalla, preferendole un ramo della quercia. " Anche se, ripensandoci, forse è meglio così, ma Percy non doveva permettersi di fare la spia: se ne pentirà, credimi, e prima di quanto non creda"
Cedric aggrottò le sopracciglia, ma la ragazza non gli diede alcuna spiegazione. Il giorno dopo ne comprese la ragione: evidentemente Victoria aveva ricambiato il ragazzo della stessa moneta, tanto che nei giorni successivi li vide spesso litigare a causa di quanto lei doveva avere detto a Penelope.
La rabbia tra i due non durò molto a lungo, pensò Cedric con sollievo qualche settimana dopo: la tensione tra Percy e Victoria si era dissolta, ma lui percepiva un tono molto formale da parte di entrambi quando si parlavano.
" Non aspettarmi, dopo cena devo andare da Piton perciò ci metterò del tempo. Me lo ridarai domani il libro" disse Victoria a Cedric agli inizi di Dicembre: aveva prestato all'amico il manuale di Divinazione, materia affascinante, ma di dubbia utilità. Di recente la professoressa Cooman le prediceva con maggiore insistenza l'arrivo di un lieto evento nella sua vita, ma non le credeva. Di cose piacevoli non ne accadevano tante a Hogwarts, non da quando cercava di fare di tutto per essere invisibile: la sola differenza era l'impegno raddoppiato con il Club di Incantesimi, ma non lo poteva certo definire lieto.
La ragazza si incamminò verso l'aula del professor Vitious, invidiando i compagni che sarebbero usciti a fare una battaglia a palle di neve. Avrebbe anche potuto disertare l'impegno, ma lo trovava stimolante, persino dopo una giornata come quella appena passata: due ore di Trasfigurazione, due di Divinazione, due di Cura delle Creature Magiche e due di Pozioni. Avrebbe voluto parlare con il professore alla fine della lezione, ma le aveva detto che l'avrebbe attesa dopo la cena per via di alcuni impegni inderogabili.
" Scusi il ritardo, professore" disse la ragazza a Vitious, il quale le fece cenno di non preoccuparsi. Era sempre la prima, ma quel pomeriggio aveva varcato la soglia dell'aula per ultima e fu costretta ad andare a sedersi nell'unico posto rimasto libero vicino a Marcus Flitt. Victoria sapeva che questo significava soltanto che sarebbe stato lui il suo avversario; non era un problema visto che spesso si esercitavano assieme durante quelle ore, ma non aveva voglia di essere provocata. Sentiva i nervi tesi come corde di violino e il ragazzo solitamente faceva di tutto per irritarla: aveva constatato con sorpresa che le sue provocazioni non erano mai offensive, non del tutto almeno, perciò riusciva a tollerarlo più di molti suoi compagni di Casata. " Prego, prima le signore" le disse lui con voce ironica facendole alzare lo sguardo al soffitto con aria esasperata.
Quel giorno Vitious, in una lezione combinata con il professor Raptor, aveva insistito particolarmente sul corretto movimento della bacchetta per eseguire gli Schiantesimi. Dovevano tenerla puntata verso l'avversario senza agitarla troppo,: una stoccata decisa e nulla di più, aveva insistito. Victoria sapeva che molti studenti, quelli che non frequentavano il corso, avrebbero trovato ridicolo e persino una perdita di tempo seguire quelle indicazioni; lei aveva notato, invece, che spesso seguendo quelle piccole raccomandazioni ne beneficiava durante la lotta.
La ragazza realizzò di essere quasi del tutto fuori forma quando si ritrovò atterrata su alcuni cuscini che il professore aveva posizionato per tutta la stanza, nel caso non fossero riusciti a difendersi; si rialzò a fatica, ma non avrebbe certo desistito. " Forse dovresti andare a riposare, mi sembri fiacca oggi: il tuo caro Baston ti ha ripassata a dovere? " la provocazione di Marcus Flitt le giunse all'orecchio, ma rifiutò di abboccare nonostante la stanchezza. Non gli avrebbe permesso di continuare ad insistere su quell'argomento e si sfogò lanciando contro di lui una serie di potenti Schiantesimi; per tutto il resto dell'incontro non si fermarono un attimo, e Victoria notò soddisfatta che il Serpeverde poteva anche essere più in forma di lei, ma l'aveva colpita poche volte. Come lei, pareva mancare spesso l'obiettivo.
Giunse quindi la fine dell'incontro.
“ Molto bravi, mi raccomando esercitatevi prima del prossimo incontro. Potete andare ora” disse il professor Vitious e Victoria raccolse la borsa; era estremamente pesante, ma subito dopo cena doveva recarsi dal professor Piton per un chiarimento. Li aveva portati con sé dalla mattina perchè avrebbe perso troppo tempo se avesse dovuto tornare alla Torre appena dopo mangiato; inaspettatamente, quando fece per posarla su una spalla, se la sentì togliere di mano.
“ Ehi, ridammela” disse rivolta a Marcus Flitt, che quasi certamente doveva essere lì per provocarla. “ Non essere tanto sospettosa, Victoria, volevo solo aiutarti. Hai l'aria di non riuscire neppure a camminare, figuriamoci con questa specie di mattone” disse il ragazzo, guadagnandosi un'occhiata sospettosa da parte di Victoria. Non desiderava essere provocata di nuovo, le era già bastata la frase che le aveva rivolto in precedenza, ma il ragazzo non portava neppure la propria consueta espressione ironica sul volto.
" Questa poi.. da quando conosci il mio nome? " Victoria era sospettosa per quella ragione: fino a quel momento l'aveva sempre chiamata in vari modi, ma mai gli aveva sentito pronunciare il suo nome. Era certa che lo conoscesse molto bene, ma preferiva sempre infastidirla. " Da sempre, come tu conosci il mio giusto? In ogni caso volevo essere gentile, non dici sempre che dovrei cambiare atteggiamento? " Marcus le sorrise, spiazzandola. Sapeva che non era abituata a vederlo a quel modo, ma non lo trovava neppure faticoso.
La ragazza notò che, al contrario di lei, non sembrava accusare in alcun modo il peso spropositato della sua borsa e lo seguì quindi fuori dall'aula. Erano gli ultimi a lasciarla, visto che anche l'insegnante se ne era già andato, ma Victoria era insospettita. Non era da lui comportarsi a quel modo e non riusciva a togliersi dalla testa l'idea che potesse avere un secondo fine.
" Mah.. se lo dici tu.." borbottò Victoria, arrendendosi all'apparente evidenza mentre proseguivano per i corridoi deserti. A quell'ora tutti erano in Sala Grande, ma lì non c'era nessuno. Il ragazzo la osservò in silenzio mentre parlavano di quanto era accaduto quel giorno al Club, ma era quasi sicuro che Victoria non lo stesse ascoltando. Forse non era il momento adatto, ma aveva aspettato parecchio.
" Avresti tempo domani per esercitarti con me? Non credo di essere riuscito a padroneggiare bene l'incantesimo spiegato da Vitious, forse potresti consigliarmi in qualche modo" esordì Marcus all'improvviso, notando soddisfatto che la ragazza si era fermata di colpo. La imitò pur continuando a mantenere lo sguardo disinvolto su di lei; ormai la conosceva abbastanza bene da essere certo che difficilmente avrebbe rifiutato. Non era il tipo di ragazza che lasciava qualcuno nei guai se poteva evitarlo, e avrebbe sorriso volentieri: aveva solo fatto finta di non capire quanto diceva Vitious così da poter avere una scusa per chiederglielo.
" Domani ci sarebbe Hogsmeade.." ribattè la ragazza, per nulla entusiasta di quella gita. Ed ignorava che Marcus fosse perfettamente al corrente del suo desiderio di non farsi vedere al villaggio; non gli era sfuggito il fatto che era più distaccata con Oliver e ciò giocava a suo favore. " E' vero, ma avevo pensato di non andarci.. naturalmente se ti devi vedere con il tuo Grifondoro posso capirlo" e il ragazzo sghignazzò, divertendosi nel vedere l'ira deformare i lineamenti della Corvonero.
Di certo Oliver Baston non si sarebbe svegliato in tempo per notare l'interesse che la ragazza aveva per lui, ma a Marcus Flitt gli occhi per apprezzarla non mancavano affatto. Se ne sarebbe accorto troppo tardi, Baston, di cosa si perdeva, e gli andava benissimo. Victoria lo avrebbe picchiato se non fosse stata tanto stanca, ma in quel momento comparve proprio Oliver Baston. La ragazza lo osservò sconvolta: forse percepiva i pensieri altrui e compariva a comando? No, semplicemente assurdo.
Il ragazzo fissò sorpreso i due, ma non gli sfuggì l'espressione vittoriosa sul volto di Flitt. Cercò di ignorarlo. " Ti cercavo, dovrei parlarti" disse rivolto a Victoria, che in quel momento avrebbe desiderato nascondersi dietro a Marcus per non farsi vedere. Sollevata, fece cenno di no con la testa.
" No mi dispiace, devo recarmi da Piton subito dopo cena.. anzi vado subito. Grazie per la gentilezza, Marcus" disse in tono fintamente indifferente mentre riprendeva la borsa dalle mani del Serpeverde; ad Oliver non sfuggì quel modo di fare, e lanciò un'occhiata sospettosa al suo rivale di sempre. " D'accordo, allora domani avremo tempo visto che c'è la gita al villaggio" le disse rivolgendosi di nuovo a lei.
Victoria si chiese che cosa volesse dirle di tanto importante, ma lei non lo voleva sentire, di qualunque cosa si trattasse e si aggrappò con disperazione alla sua sola salvezza. " Non andrò a Hogsmeade, mi spiace, ma mi sono appena accordata con Marcus per esercitarci assieme per via del Club". Sapeva che non era vero, in fondo non gli aveva risposto, ma in quel momento avrebbe acconsentito a tutto: l'espressione sul volto di Oliver era sorpresa ed allo stesso tempo disgustata mentre osservava il gongolante Flitt, ma lei non ci badò e si dileguò in fretta prima che uno dei due potesse trattenerla.

" Tu sei matto" esordì Victoria. Di ritorno in Sala Comune dopo aver parlato con Piton, era stata bloccata da Frederich Steileir, il capitano della squadra di Corvonero, che aveva una proposta. Anzi, una supplica visto che sembrava disperato. " Non mollarmi, Vic, mi dovevi un favore! Io ho bisogno di una riserva per il Portiere durante la partita contro Serpeverde e non posso farla rimandare! Perciò mantieni la parola! " il biondo Battitore era letteralmente ai piedi della compagna di Casata, che ben ricordava il favore. Lui non aveva nessuno con cui rimpiazzare il Portiere titolare, gli restava solo lei.
Una notte era stato lui a farla entrare rispondendo ad una domanda del Corvo, ma non avrebbe mai immaginato che avesse una richiesta tanto assurda. " Se vuoi perdere, devi proprio mettere me come Portiere. Sono una schiappa" gli ricordò, anche se entrambi sapevano che non era vero, ma Friederich era deciso.
" Senti, ti procuro un appuntamento con Baston se vuoi, te lo porto qui e lo convinco a fare lo spogliarello, ma tu dovrai giocare! "






nota: Eccomi qui per allietarvi(spero xd) il finesettimana u.u sappiate che fino a marted' non vedrete nulla lol, perchè devo continuare ache quella su Lucius e poi non voglio distruggere Enide per farmi betare continuamente lol credo abbia anche una vita oltre le fanfic
io penso di no nd Piton
nessuno ti ha interpellato xd
comunque..  questi capitoli sono MOLTO adolescenziali lol e questa rivalità tra Baston e Flitt è paurosamente contagiosa o.o
lascio a voi decidere se flitt trama qualcosa di losco o se è onesto nel suo interesse u.u
ma figuriamoci, quello non ha la minima idea di cosa sia l'onestà nd Baston
come te che non ti accorgi di chi ti fila, vero?u.u
…. si, circa nd Baston
XDD
oddio vorrei esplicare che Baston non è un idiota, anzi io lo amo alla follia, ma mi sa tanto da dolce e tenero tontolone su ste cose :=) magari ora si sveglia, chi lo sa u.u
ed è arrivato Harry a scuola, perciò welkome nei chappy con Raptor e il trio anche se ci sarà poco
Percy che si accinge a spiegare a Baston le cose dà la misura di quanto sia grave la situazione AHAHAHAHAAH u.u
e lei giocherà a Quidditch?
Beh se Baston facesse lo spogliarello IO non rifiuterei lol
beh ci sentiamo al prossimo, ciao :=)
p.s. Grazie ai 9 che seguono, e 1 preferito e 1 ricordato e i tanti lettori. Davvero grazie **




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In memoria di Fred - Contest

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Capitolo 7
*** 7 - La partita ***


Angolo autrice: sono tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd

vi informo che questo capitolo non è opera di Violet Acquarius, ma di Lee Jordan dato che la sottoscritta è stata reputata incapace di scrivere decentemente sul Quiditch T___T


Immagine allo specchio


7 - La partita


" Ceddy, uccidimi ti prego!" Victoria era disperata, ma il ragazzo si limitò a ridere mentre la costringeva a prendere la scopa. Il giorno della partita era finalmente arrivato e Victoria era stata letteralmente costretta da Firederich ad allenarsi tutti i giorni.
Victoria non aveva cambiato idea, ma alla fine non era riuscita a rifiutare la proposta, e di certo la prospettiva di un futuro appuntamento con Oliver Baston non aveva influito poi così tanto come credevano Cedric e Friederich. A parte il capitano e i Cacciatori, la squadra di Corvonero sarebbe scesa in campo con solo riserve: per quella ragione la ragazza non era riuscita a rifiutare.
C'erano state mille discussioni, ma alla fine aveva accettato. Aveva chiesto di poter essere Battitore, ma Friederich le aveva risposto che con un fisico come il suo sarebbe stata disarcionata nel giro di due minuti. Non le piaceva l'idea di ricoprire un ruolo così importante come il Portiere, ma non c'era altra soluzione: la ragazza era certa che sarebbe stata una pessima idea giocare, ma se avesse rifiutato i Serpeverde avrebbero vinto a tavolino l'incontro.
E nella Casa nessuno poteva sostituirsi a lei: purtroppo Friederich sapeva che lei volava molto meglio di tanti altri candidati, e persino durante gli allenamenti aveva dato un risultato migliore. Avrebbe potuto diventare bravissima se avesse voluto, e anche madama Bumb le aveva fatto quest'osservazione, ma il punto era proprio che il Quidditch non era la sua passione.
" Dai, con la scopa non dovresti avere nessun problema. Ora rilassati e pensa a parare. Se ti arriva in faccia un Bolide, non ti preoccupare: mio padre lavora al San Mungo ed è specializzato proprio in queste cose. Sarà lieto di operarti gratuitamente, l'ha già detto. " Victoria si voltò a guardare Steileir con aria furibonda; uno dei suoi segreti terrori era quello di farsi colpire da una di quelle due palle volanti, e quella battuta di dubbio gusto la inquietava. Afferrò la scopa e seguì con riluttanza il resto della squadra, con il desiderio di poter sprofondare prima di fare pessima figura.
La scopa era anche una novità soprattutto considerando il fatto che era sua: l'aveva ricevuta la settimana precedente come regalo dai signori Diggory, sicuramente esaltati all'idea che potesse decidere di giocare a Quidditch proprio come Cedric.
A Oliver era piaciuta molto la sua scopa, e aveva pure raccontato che aveva cominciato anche lui con una Tornado, ma quella curiosa coincidenza non rassicurava comunque la ragazza: sentiva le dita sudate avvolte dai guanti e captò l'occhiata preoccupata di Friederich.
Per un momento pensò di scappare, ma proprio in quell'istante Lee Jordan annunciò l'ingresso delle due squadre in campo e seguì meccanicamente gli altri per un giro del campo. I tifosi erano tanti, ma Victoria non si soffermò su di loro: aveva l'impressione che tutti avessero portato con sè cibo marcio per lanciarglielo al momento opportuno.
Si allineò assieme agli altri, ed osservò nervosamente i tre Cacciatori di Serpeverde. Marcus Flitt le aveva già fatto qualche sottile allusione al fatto che non si sarebbe fatto intenerire dal suo bel faccino, ma a lei non importava. Quelle parole la rendevano più nervosa del solito, non riusciva proprio a comprendere perchè da un pò di tempo a questa parte, il ragazzo fosse diventato quasi gentile.
Gli altri due erano molto più grossi di Flitt, e Victoria notò lo sguardo disgustato che avevano mentre la osservavano. Sicuramente, pensò la ragazza, era a causa delle sue origini.
" Benvenuti alla seconda partita della stagione di Quidditch, oggi si affronteranno la già sconfitta Serpeverde" e un boato di gioia scosse gli spalti, tranne dalla parte dei tifosi verde-argento che fischiarono verso gli altri" e l'incerottata Corvonero! Infatti il Capitano Frederich Steileir è stato costretto a schierare una formazione di fortuna a causa di alcuni gravi infortuni durante gli allenamenti. A parte Steileir, nel ruolo di Battitore, abbiamo Roger Davies, David Stebbins
 e Mark Bones come Cacciatori. Questi quattro sono i titolari, giovani davvero promettenti che hanno ottenuto il ruolo dopo la partenza dei loro predecessori" la voce di Lee Jordan riscontrava parecchie approvazioni dal pubblico, che applaudiva ed agitava le bandiere.
" L'altro Battitore è August Richmond, uno dei due Capiscuola" la folla applaudì ancora più forte, soprattutto molte ragazze. Victoria sorrise divertita nel notare l'aria pomposa di August, noto tombeur de femme come dicevano le sue compagne. " Il ruolo di Cercatore è andato alla giovane Cho Chang, ma il Capitano ha già fatto sapere che la ragazza ha tutti i numeri per conquistarsi presto il posto da titolare.. e speriamo che sia così, visto che anche fisicamente promette molt.. SI MI SCUSI professoressa.. dicevo.. "
La folla rise e Victoria vide la professoressa McGranitt che agitava il braccio verso Lee, sicuramente per sgridarlo per via del suo modo di commentare le partite. " E poi in porta è stata schierata Victoria Windsor, che dovrà tentare di arginare i tre agguerriti goril.. cioè volevo dire Cacciatori di Serpeverde. Anche lei decisamente molto carina, e Cedric Diggory, dei Tassorosso, mi fa sapere che tra lei e Bas.. SI PROFESSORESSA, D'ACCORDO!" strillò Lee nel microfono, facendo scoppiare a ridere tutti. Victoria si ripromise di trovare Cedric da solo, in seguito, per fargli rimangiare quelle parole.
"Ed ecco che madama Bumb libera il Boccino: Terence Higgs e Cho Chang dovranno riuscire a catturarlo, chi dei due ce la farà?" Lee sembrava proprio nel suo elemento, si disse Victoria mentre osservava la dorata pallina svanire velocemente: per quello che aveva visto, Cho era molto brava, ma Higgs doveva essere più esperto di lei. Proprio in quel momento schivò uno dei due Bolidi mentre madama Bumb lanciava in aria la Pluffa.
"La partita è iniziata! Subito Roger Davies prende la Pluffa e si dirige verso la parte di campo difesa dai Serpeverde! Vai Roger.. occhio al Bolide!" strillò Lee mentre il Cacciatore schivava la diabolica palla lanciatagli contro dal Battitore dei Serpeverde. Il ragazzo era però molto agile e ben presto si ritrovò vicino all'area dei tre anelli" Ed ecco Davies che lancia e.. Bletchey para, accidenti. Pensavo avesse segnato! Sarà per la prossima volta. Marcus Flitt ha già guadagnato il possesso della Pluffa e si dirige velocemente verso l'area di Corvonero tallonato dal compagno Pucey" la voce di Lee continuava a farsi sentire quando Victoria osservò che i due si stavano avvicinando.
Si sentiva estremamente nervosa, ma decisa a non farsi sorprendere. Nel frattempo la voce di Lee Jordan era sempre più acuta. "Eccolo lì, ormai mancano pochi metri.. E' una finta!!" Victoria scartò paurosamente in un eroico e futile tentativo di bloccare l'avanzata di Flitt, ma lui aveva atteso che si avvicinasse per passare la palla al compagno di squadra.
"Pucey solo davanti alla porta, sta per tirare.. la Pluffa gli sfugge! Grande Steileir, il Capitano dei Corvonero ha lanciato un Bolide proprio addosso al Cacciatore che così non ha potuto segnare!"
Un boato di gioia si levò dagli spalti, ma Victoria aveva già ripreso il proprio posto tra gli anelli per evitare sorprese. "Marcus Flitt però recupera la palla e riesce a lanciarla con decisione verso gli anelli.. E segna! "
Infatti il Cacciatore aveva beffato Victoria, che aveva solamente sfiorato con una mano la Pluffa; i tifosi dei Serpeverde applaudirono gioiosi, e la ragazza si sentì sprofondare dalla vergogna.
"Accidenti che sfortuna.. Ma se fossi in Serpeverde non mi esalterei troppo, i tre Cacciatori di Corvonero sono già nella vostra metà campo, pivel.. SI PROFESSORESSA, stavo scherzando" disse Lee, senza la minima traccia di pentimento nella voce.
I successivi dieci minuti videro Serpeverde aumentare il vantaggio, con grande costernazione dei tifosi e di Victoria: il primo fallito tentativo di parata l'aveva resa più insicura, pertanto si lasciò sfuggire alcuni tiri decisamente facili. Marcus Flitt sembrava particolarmente a proprio agio, e non mancava di schernirla ironicamente ogni volta che la Pluffa centrava gli anelli.
"Serpeverde è in vantaggio per sessanta a venti, ma il loro Cercatore mi sembra molto distratto: già due volte non ha notato il Boccino passargli davanti al naso" Lee Jordan continuava la cronaca, divertendosi a prendere in giro i giocatori di Serpeverde ed incoraggiando per contro gli altri. "Ed ecco che Flitt parte per l'ennesima volta in direzione della porta di Corvonero, effettua un'incredibile acrobazia per schivare un Bolide e alcuni tentativi di disturbo dei Corvonero, e lancia la Pluffa.. E SBAGLIA!!!Anzi, no, si fa parare! Vai Victoria, fagli vedere chi è il migliore tra i due!"
L'urlo di gioia questa volta venne dalla parte dei tifosi di Corvonero, mentre Victoria ancora non riusciva a credere di essere riuscita ad afferrare la Pluffa. Di fronte a lei Marcus Flitt ostentava un'espressione sbalordita e furente al tempo stesso; senza perdere tempo lanciò la palla dritta nelle mani di Roger Davies mentre Frederich Steileir le faceva un segno positivo da lontano.
" Non esaltarti, un tiro non significa proprio nulla, ragazzina" le sibilò Marcus mentre il gioco riprendeva, ma Victoria non se la prese. Stranamente si sentiva euforica.
Dopo mezz'ora di gioco la ragazza aveva rischiato di essere buttata a terra varie volte, ma aveva ripreso fiducia nel proprio gioco. "Corvonero si porta in vantaggio centotrenta a ottanta, a quanto pare non è la giornata di Bletchey oggi! " Lee Jordan continuava la cronaca, mentre i giocatori di Serpeverde iniziarono a trovarsi in seria difficoltà; Victoria notò che Cho più volte aveva tentato di afferrare il Boccino, ma Terence Higgs era sempre riuscito ad ostacolarla.
"A quanto pare i Battitori di Serpeverde hanno preso di mira Victoria, che sta cominciando a far sudare freddo i tre Cacciatori avversari: del resto fonti informate ci dicono che si sia allenata assieme ad Oliver Baston, e si vede la qualità, lo stile e.. VA BENE professoressa, ma davo solo qualche informazione! Comunque sia Serpeverde segna, ma Flitt sta cominciando a diventare estremamente falloso! " Victoria cercava di non ascoltare più di tanto la cronaca di Lee nel timore di distrarsi, ma doveva riconoscere che c'era del vero in quanto diceva. I Serpeverde, ed in particolare proprio Marcus Flitt, commettevano falli sempre più palesi. Da parte sua era tallonata quasi sempre da un Bolide, ma fino a quel momento grazie alla particolare abilità di Steileir e Richmond era riuscita a cavarsela.
Un'ora dopo la stanchezza cominciò a farsi sentire, ma la ragazza cercò di non badarci. "Serpeverde attacca, ma è ancora molto distanziata dal risultato avversario: il punteggio attuale è di centocinquanta a duecentosettanta per i Corvonero! Ed ecco che Victoria si prepara per parare e.. NON CI CREDO, L'HA FATTO APPOSTA! Qualcuno butti fuori il Battitore, non si può colpire il Portiere a quel modo!" La voce di Lee era acutissima mentre il pubblico ruggiva la propria disapprovazione: madama Bumb fermò il gioco e fece una predica al colpevole mentre Victoria si teneva in sella a fatica. Era stata colpita al ventre con una Mazza, ma il Battitore si era giustificato dicendo di averla scambiata per un Bolide. Questo aveva permesso a Pucey di segnare facilmente.
La partita riprese e questa volta anche i Corvonero cominciarono a farsi notare per alcune azioni poco corrette: Steileir aveva scartato di fronte a Flitt, facendolo quasi cadere dalla scopa, mentre più volte i Cacciatori avevano urtato i loro avversari. "Siamo duecentoventi a trecento per i Corvonero, ecco che Cho Chang accelera bruscamente: sta inseguendo il Boccino! Dai, forza, ce l'hai praticamente in mano!" urlò Lee Jordan nel microfono, mentre il pubblico si sgolava. Victoria notò che Terence Higgs era molto più indietro rispetto alla compagna e quasi certamente Cho l'avrebbe afferrato.
Proprio in quel momento si sentì mozzare il fiato e tutto diventò buio; perse la stabilità sulla scopa e ricadde nel vuoto. "Il Portiere dei Corvonero cade a terra dopo essere stata colpita da entrambi i Bolidi! L'hanno fatto apposta, chiaramente, quei due sudici doppiogiochisti! " Lee Jordan era furibondo e urlava nel microfono, mentre la partita veniva fermata da madama Bumb accorsa assieme a madama Chips vicino alla ragazza a terra.
Sugli spalti Oliver Baston e Cedric Diggory avevano assistito alla gara con estremo interesse, soprattutto da quando Victoria aveva iniziato a mostrarsi utile alla squadra. "Sicuramente  l'hanno fatto apposta" ululò Baston arrabbiato quando poco dopo la partita riprese: Corvonero avrebbe dovuto fare a meno di un giocatore. Anche Cedric annuì. "Già, scommetto che è stato solo perchè Cho aveva quasi preso il Boccino! Cavolo, questa partita era praticamente vinta!"


Victoria aprì gli occhi e riconobbe l'infermeria dopo alcuni secondi; portò la mano alla testa e con quel gesto attirò l'attenzione della donna china su di lei. "Oh bene, sei ancora viva. Come ti senti, Windsor?" Madama Chips andava dritta al sodo quando si trattava degli studenti e non era particolarmente preoccupata riguardo alle condizioni di Victoria: la ragazza la guardò con un'espressione interrogativa.
Perchè era lì? Non si trovava forse sul campo da Quidditch? La domanda doveva esserle impressa in faccia perchè madama Chips le rispose "Sei stata buttata giù dalla scopa dai Bolidi, sei fortunata ad avere ancora qualche osso intero. Ecco a cosa serve giocare a Quidditch, non c'è partita senza che l'infermeria venga intasata; ora apri la bocca, con questa pozione ti sentirai meglio" le disse costringendola a forza a deglutire un liquido arancione.
Victoria fece una smorfia nel sentire il sapore amaro della pozione, ma il pensiero della strega era rivolto alla partita. Finalmente si spiegava l'assenza di ricordi dopo aver visto quel nero improvviso: chiuse gli occhi dopo aver constatato di avere la testa fasciata e entrambe le gambe ingessate.
"Allora, Flitt, fammi vedere se si è aggiustato del tutto" la voce dell'infermiera attirò l'attenzione della ragazza, che si sporse oltre le tende che circondavano il suo letto per vedere meglio. Riconobbe proprio Marcus Flitt che portava ancora la divisa della squadra e aveva un braccio fasciato a cui madama Chips rivolgeva in quel momento tutta la sua attenzione. La donna lo fece muovere più volte prima di dichiararlo del tutto a posto.
Pochi minuti dopo lo congedò, ma il ragazzo si fermò ad osservare Victoria. La ragazza si sentiva estremamente ridicola, ma sostenne quello sguardo: era scomparsa la scintilla rabbiosa negli occhi di Marcus, quella che le aveva rivolto durante tutta la gara. " Devo dire che non sei male a giocare. Un vero peccato che alla fine non sia servita a nulla la tua presenza" le disse il ragazzo. Marcus era perfettamente al corrente che Victoria ignorava il risultato della partita, ma rimase sorpreso dalla totale indifferenza che manifestava. Se ci fosse stato Baston al suo posto, di certo avrebbe pianto.
"Avrei fatto meglio a rimanere in biblioteca a studiare, mi sono rovinata le vacanze di Natale e ho reso ridicola la mia Casata" replicò Victoria con rabbia. Difficilmente Flitt mentiva sul risultato, e non era neppure certa di volerlo conoscere nel dettaglio. Già si aspettava, da un momento all'altro, la visita dei compagni di squadra: se li immaginava furibondi e pronti ad accusarla della sconfitta.
“Probabile, anche se a questo modo non avresti potuto essere notata da Baston. Immagino l'avrai fatto per quello, non per amore del Quidditch...” Marcus le sorrise ironicamente: quando aveva saputo che sarebbe scesa in campo non aveva voluto credere alle sue orecchie: era certo che la ragione fosse quell'infatuazione irragionevole per il Grifondoro. Una cosa assurda, ma utile per i propri scopi. Non si sorprese nel vedere l'espressione di Victoria incollerita, e sorrise nuovamente come se volesse prenderla in giro. “Non sono affari tuoi, ma posso assicurarti che non c'entra nulla. Anzi, mi stavo giusto chiedendo perchè sei ancora qui, dato che Madama Chips ti ha dimesso” Victoria digrignò i denti per il dolore che sentiva alle gambe e per la rabbia per le continue insinuazioni del ragazzo. Sapere che parzialmente aveva ragione non migliorava le cose.
Il ragazzo non si sentì offeso, al contrario si appoggiò pigramente al muro mentre la osservava; si chiedeva come mai la ragazza non notasse mai l'intensità degli sguardi che le venivano rivolti da buona parte della scuola, lui compreso. “Tranquilla, vado via subito, volevo solo prenderti un po' in giro. Baston non nota nulla, dovresti guardarti attorno invece di perdere il tuo tempo a renderti ridicola facendo qualcosa che neppure ti piace” Marcus però sapeva di mentire perchè Victoria non era stata affatto ridicola e gli aveva dato parecchio filo da torcere; peccava soltanto di esperienza, e quella era la ragione per cui i Serpeverde erano riusciti a segnare parecchie volte. A Flitt faceva comunque comodo che pensasse che la stava prendendo in giro. Victoria alzò gli occhi al cielo, esasperata. “Certo, come te immagino, vero? “ gli rispose ironicamente. Era il genere di scherzi che lei e Cedric facevano tutti i giorni, ma Victoria faticava a comprendere la ragione di tutto quel discorso. Forse, pensò, voleva solo schernirla; faceva così con tutti quando vinceva.
“ Io? Beh perchè no, sono bello, affascinante(modesto aggiungerei XDDD) e al contrario di quello stupido di Baston, so notare le cose anche se non hanno la forma della Pluffa..” disse Marcus con aria d'importanza, ma il ragazzo dubitava seriamente che Victoria comprendesse cosa precisamente aveva voluto intendere. “ Ma non sono certo l'unico: hai visto quella fila di stupidi di Tassorosso? Ho sentito che si informavano dal tuo amico Diggory sul modo perfetto per conquistarti. Interessante, vero? E so che quelli di Grifondoro si rivolgono a quel pollo di Percy... Sai a cosa pensavo? Se vuoi posso fare da intermediario con i Serpeverde, sono sicuro che troveresti la fila pure lì” disse sghignazzando di fronte all'espressione della ragazza. Naturalmente evitò di specificare che a Serpeverde erano pochi quelli che avrebbero voluto uscire con una ragazza di sangue non puro, e aveva il sospetto che lei ne fosse al corrente. Tuttavia qualcuno interessato c'era tra i tanti.
Anche lui, ma non lo disse.
“ Sei fortunato che non posso muovermi o ti avrei già picchiato. Come se avessi bisogno di un aiutante se volessi uscire con qualcuno... bell'idea che avete di me. “ borbottò Victoria, chiedendosi perchè mai gli altri dovevano essere così impiccioni. Non era però arrabbiata con lui, al contrario la distraeva dal dolore, però faticava ugualmente a tollerare certe insinuazioni.
Lui rise e si spostò dal muro, segno che considerava conclusa quella conversazione. “Dovresti essere contenta di avere tanta gente che si interessa a te, ma immagino che se tu lo fossi davvero, non perderesti il tuo tempo ad attirare l'attenzione di un idiota. Ora vado, sai com'è.. c'è una vittoria da festeggiare, ma se cambi idea sull'intermediario sai dove trovarmi. “
Victoria strinse il lenzuolo arrivando persino a distruggerne un pezzo con le unghie mentre osservava il ragazzo allontanarsi con passo spavaldo. “Dimenticavo, vedi di rimetterti in piedi in fretta, dobbiamo esercitarci per il Club prima che gli incontri riprendano”
La ragazza pronunciò una parola poco adatta all'infermeria, e madama Chips la fece tacere con una pozione per farla addormentare nel giro di poco tempo.






nota: ECCOMI xdddd non so neppure come ho fatto a scrivere sto capitolo.. ah no l'ha scritto Lee Jordan, spero vi piaccia. Io non ne sarei stata capace lo ammetto u.u
bene come vedete Corvonero ha perso LOL e Serpeverde è sempre la solita squadra fallosa u.u all'inizio doveva vincere Corvonero, ma per ragioni di trama Serpeverde vince la coppa del Quidditch, non poteva perdere due partite >___< vabbè xd e Victoria è mezza disfatta u.u
beh attendo i vostri commenti se ne avete :=) ciaoooooo  e grazie anche a chi legge solo**




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Capitolo 8
*** 8 - Trame da ragazzi ***


Angolo autrice: sono tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd

 


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8 - Trame da ragazzi


Frederich Steileir andò in infermeria il giorno successivo a quello della partita dalla quale i Corvonero erano usciti sconfitti; il suo passo era notevolmente strascicato e si muoveva il più silenziosamente possibile. Voleva evitare di incrociare i Serpeverde, non era sicuro che sarebbe riuscito a trattenersi: già alcune volte durante la cena del giorno prima era stato oggetto di risatine denigratorie e non voleva litigare. "Steileir" il ragazzo si bloccò mentre, con suo sommo orrore, vide Marcus Flitt dirigersi proprio verso di lui.
Era riuscito ad evitarlo il giorno prima, e poco prima a colazione il Serpeverde non gli aveva rivolto la parola. Ora che ci pensava lo trovava strano: non era il genere di ragazzo che si lasciava scappare l'occasione di umiliare gli altri in pubblico.
"Che cosa vuoi, Flitt?" disse il Battitore, asciutto; nonostante Flitt avesse un anno meno di lui, a volte riusciva ad intimorirlo. Fortunatamente dall'anno successivo lui non sarebbe più stato costretto a vederlo: dopo i M.A.G.O. non avrebbe più frequentato Hogwarts. Quando Marcus sorrise, Frederich dominò l'impulso di colpirlo con la mazza che teneva in mano. "Darti il modo di ricambiare il favore che mi devi".
Il ragazzo osservò Flitt senza capire. Da quello che ne sapeva lui non aveva mai ricevuto favori dal capitano dei Serpeverde, e lo guardò interrogativo. "Mi riferisco alla partita di ieri, alla mia bontà di cuore nel consentire che giocaste senza Portiere anche dopo aver scoperto del tuo tentativo di mettere fuori gioco Bletchey" disse Marcus osservando l'altro impallidire leggermente.
"Non capisco cosa intendi, non puoi certo rimangiarti la parola" disse Frederich con un sorriso falsamente comprensivo. Era consuetidine che, in mancanza di un giocatore, la vittoria fosse assegnata alla squadra avversaria salvo un accordo tra i capitani; lui sapeva che Marcus Flitt avrebbe potuto avvalersi di questa regola, ma aveva concesso il suo benestare per continuare la partita.
L'aveva trovato strano, anche se poi era risultato inutile. Marcus sorrise divertito. "Davvero tu credi che io non sappia cos'hai fatto? Hai cercato di somministrare a Bletchey una pozione lassativa, sei stato visto da alcuni del primo anno. " Dopo aver parlato, Marcus restò a godersi l'espressione allibita di Frederich; non che a lui importasse qualcosa di Bletchey,  ma un comportamento del genere era irregolare . Se la cosa si fosse scoperta, avrebbe suscitato molto scalpore, e Marcus era sicuro che il ragazzo non avrebbe osato rischiare di appannare l'impeccabile immagine che la scuola aveva di lui.
"Ma non preoccuparti, la cosa può... rimanere tra noi, a patto che tu mi dia un'informazione. Una soltanto." Sentiva lo sguardo scettico di Steiler su di lui, ma non fornì alcuna spiegazione. Aveva lui in pugno la situazione. "E sarebbe?" Sembrava ironico, ma Marcus non ci badò più di tanto.
"Voglio sapere se Victoria ha un ragazzo segreto, oppure un ammiratore che potremmo definire *pericoloso*. Ovviamente voglio un'informazione certa, se scopro che tenti di imbrogliarmi... la cosa non finirà bene" disse il ragazzo, piano, di modo che fosse solo il suo interlocutore a sentirlo. Non c'erano quadri o presenze estranee in quel corridoio, ma lui ugualmente non voleva correre il rischio di essere sentito. Notò l'occhiata profondamente stupita di Frederich; sicuramente si era aspettato che il Serpeverde avesse voluto parlargli di qualcosa di più pericoloso o importante.
“Non fai prima a chiederlo a lei direttamente? Cosa vuoi che ne sappia della sua vita privata?” replicò Frederich, squadrandolo con sospetto. Per quanto lui e Victoria facessero parte della stessa Casa, i contatti tra loro erano stati trascurabili. Avevano interessi differenti e solamente di recente si erano visti spesso, ma con lo scopo di parlare della partita. Non aveva mai badato troppo alla sua presenza, salvo quando August si lasciava andare a commenti espliciti su di lei distraendolo dallo studio; non che il suo amico fosse veramente interessato alla ragazza, di solito si accontentava di qualunque cosa respirasse come dicevano tutti.
“Allora informati, e vedi di fare in fretta... cosa ci vorrà mai per scoprire una cosa così banale?” gli disse Marcus, ---per nulla interessato a quelle scuse
. “Senza offesa, ma non mi interessa. Però puoi scoprirlo parlando con Maggie. “ Ribattè Frederich, ricordando la ragazza che vedeva spesso con Victoria. Non poté biasimare l'altro quando vide l'espressione di disgusto sul volto: Maggie era conosciuta per essere una pettegola di prim'ordine, e sua sorella Marietta era sulla buona strada per eguagliarla . Di certo era la più informata sul conto di Victoria, anche se lui si chiedeva come facesse la Windsor a sopportarla.
Magari era la ragione per cui spesso la ragazza preferiva la compagnia di Weasley, o di Diggory, decisamente meno morbosi di Maggie. “E perché poi ti interessa? Non ce l'avevi già una ragazza?” si informò il Corvonero, ben contento di notare lo sguardo pericoloso dell'altro.
“Non penserai che sia per me, vero? Voglio solo giocare un tiro mancino al caro Oliver. In quanto a quell'oca, non ho nessuna intenzione di perdere il mio tempo a parlare con lei: ti ho chiesto una cosa, sta a te decidere se riuscire a darmi quest'informazione, oppure no. Ovviamente in caso contrario non assicuro il silenzio su quanto hai fatto... sai, potresti persino incorrere in una spedizione punitiva da parte dell'interessato...” e gli sorrise il più ipocritamente possibile.
Sapeva che Frederich avrebbe fatto quanto gli chiedeva, non era tanto coraggioso da rischiare ed era anche altrettanto certo che avrebbe fatto di tutto pur di fargli sapere la verità. Il Corvonero sapeva bene che con lui non c'era da scherzare. Lo osservò corrugare la fronte.
“E cosa c'entra Baston con lei? Senza offesa, ma non ho intenzione di aiutarti a far del male ad una compagna. Se vuoi prendertela con Baston puoi usare altri modi, direi che lei ha già sopportato abbastanza durante la partita. Non credi?” Frederich pronunciò quella frase senza misurare le parole e con l'aria di uno che non stava scherzando, ma venne bloccato dall'altro, improvvisamente divenuto serissimo a sua volta.
“Da come parli sembra che io sia un mostro... quanto alla partita sei davvero senza speranza. Pensavi forse che i miei Battitori vi avrebbero risparmiato? Non mi sembra che la tua squadra sia stata più clemente, dico bene? E se vuoi saperlo lei non se l'è neppure presa” disse Marcus, ricordando come in effetti la ragazza si fosse solo lamentata delle condizioni fisiche, e non delle scorrettezze lampanti dei compagni. “Ad ogni modo tranquillizzati, non si farà male nessuno... ti do fino a domattina per pensarci”.

"Che cosa nascondi sotto al cuscino?" George sorrise mentre varcava l'ingresso in infermeria: era certo che la ragazza avesse messo via in tutta fretta un foglio. Lei scrollò le spalle senza rispondergli, ma non si era certo lasciato ingannare. "Nulla. Tu piuttosto, perché ti porti in giro la scopa?" gli chiese Victoria nel tentativo di fargli dimenticare ciò che aveva visto, oltre ad essere anche sinceramente incuriosita.
"E' la tua, sciocchina. Oliver l'ha raccolta dopo la fine della partita, ma si vergognava a passare di persona così mi ha usato come facchino. Immagino che fosse suo quel biglietto, vero? Perce ha detto che ha utilizzato tutte e due le ore di Ruf per scrivertelo, ed erano due righe." George appoggiò la scopa su una sedia che si trovava vicino al letto, senza smettere neppure per un momento di sogghignare davanti all'espressione colpevole di Victoria.
La ragazza si limitò ad annuire, ma lasciò il foglio dove l'aveva accuratamente nascosto; ringraziò George, anche se non aveva più ripensato alla scopa dal giorno prima. Sicuramente l'avrebbe utilizzata raramente, e pensò quasi di restituirla ai Diggory; magari avrebbe potuto darla a Cedric, se quella di lui si fosse rotta.
"Non avrei mai pensato che Steileir riuscisse a convincere Oliver, sai? Già vi immagino a Hogsmeade, seduti da Madama Piediburro a... dai che scherzo!" George ridacchiò di fronte all'espressione inorridita di Victoria; era tra le poche ragazze che detestavano l'atmosfera di quel locale, e non riusciva proprio a capire come mai fosse il preferito delle studentesse.
"Non illuderti, certamente non potrò andare a Hogsmeade, e se succederà... ti assicuro che quello è l'ultimo posto in cui mi vedrete. Piuttosto resto a scuola a giocare a Quidditch, credo di avere detto tutto, vero?" Victoria si mise seduta sul letto: nonostante le facessero ancora male le gambe, era molto migliorata, anche se aveva trascorso una notte insonne. Secondo madama Chips le occorrevano altri due giorni di riposo completo prima di poter tornare in dormitorio, e lei sapeva bene che il giorno seguente sarebbero iniziate le vacanze di Natale. Aveva già informato Cedric che non avrebbe potuto accompagnarlo a casa, ma aveva ugualmente insistito affinchè almeno lui non modificasse i propri programmi.
"Non dirlo ad Oliver, o ti prende seriamente in parola... a proposito, anche Fred ti manda i suoi saluti. Volevamo mandarti un ricordo del bagno di Mirtilla, ma chissà perchè madama Chips non vuole... E poi dicono che i regali di Natale sono sempre gli stessi" disse George, facendo scoppiare a ridere la ragazza. In quel momento Kaiser miagolò insistentemente e balzò sul letto per farsi coccolare dalla padrona; Victoria l'avrebbe volentieri preso in braccio, ma proprio quel momento madama Chips lo vide.
"Animali in infermeria! Fuori immediatamente!" La donna si avvicinò per afferrarlo, ma lo kneazle era già balzato via e si era rifugiato tra le braccia di George(che invidia *-*); il ragazzo si affrettò ad uscire dal momento che l'infermiera lo minacciava con la bacchetta.
Victoria rise, ma in fondo era contenta di ritrovarsi da sola. Per quel giorno aveva ricevuto sin troppe visite e non tutte gradite: alcuni della squadra di Serpeverde si erano presentati per deriderla apertamente. In quel momento era ancora intontita dall'effetto sedante di una pozione e non era riuscita a controbattere, ma li avrebbe volentieri presi a schiaffi dal momento che era a causa loro se si trovava inchiodata a letto.
La visita di Maggie era stata quella più esilarante, dopo quella di George naturalmente. Chissà come mai l'amica era convinta che Frederich Steileir si fosse innamorato di lei; Victoria sapeva bene che era impossibile dato che era tra i pochi ad essere al corrente dell'omosessualità del ragazzo. Ma non aveva detto nulla: se Maggie ne fosse venuta a conoscenza, era certa che nel giro di un'ora tutta la scuola l'avrebbe scoperto. Si chiese però la ragione di quelle domande su di lei, lo trovava molto strano soprattutto considerando il fatto che Frederich stesso era passato a salutarla, ma senza dirle nulla.
Per fortuna, il capitano della squadra dei Corvonero non l'aveva rimproverata per la sconfitta, anzi le aveva addirittura proposto di essere una riserva ufficiale, ma Victoria sapeva di averne abbastanza di Quidditch; forse non aveva fatto una figura ridicola, ma la paura dei Bolidi non era diminuita, al contrario. E con lui erano giunti, uno dopo l'altro, tutti i compagni con cui aveva giocato.
Senza motivo, Victoria sorrise, riprendendo in mano il pezzo di pergamena che aveva nascosto sotto al cuscino. Non avrebbe mai pensato di riceverne uno proprio da Oliver, ma la grafia era inconfondibile e in un certo senso era compiaciuta all'idea che il ragazzo avesse speso del tempo per scriverle alcune righe.
Parole banali forse, ma erano pur sempre qualcosa. Ripensò a quanto aveva detto George: forse dopo tutto non sarebbe stata una cattiva idea andare da madama Piediburro, ma non l'avrebbe mai ammesso.

(qui sbirciamo un pò nel dormitorio dei maschi*tossisce*)

Percy alzò lo sguardo su Oliver, perplesso. Erano almeno dieci minuti che il ragazzo continuava a guardare la stessa pagina del libro e, ne era convinto, persino la stessa riga. Aveva lo sguardo vacuo e Percy presumeva che gli appunti sulla pozione Polisucco non c'entrassero nulla con quell'aria strana. "Sei sicuro di stare bene, Oliver? Forse dovresti andare in infermeria. Sei pallidissimo" gli disse Percy, sinceramente sorpreso.
Era la prima volta che lo vedeva in quello stato e non riusciva a capire che cosa fosse accaduto. Di solito era sempre pronto a parlare, anche se solitamente solo di Quidditch, e non riusciva proprio ad immaginare quale catastrofe si fosse abbattuta su di lui.
"No, sto bene, sono solo stanco. Per fortuna domani si torna a casa" disse Oliver, ma non si mosse e continuò ad osservare la pagina come se attendesse qualcosa in particolare. Percy lo squadrò sospettoso per un po', finchè il ragazzo non si accorse di quella silente attesa e si riscosse. "Ok, ho un problema, devo andare a Hogsmeade con... con una ragazza, e non ho la minima idea di quello che dovrei fare. "
Lo disse tutto d'un fiato, incapace di trattenere ancora tutta l'ansia che provava. Il pensiero lo tormentava da quando Frederich Steiler era riuscito a persuaderlo che un pomeriggio a Hogsmeade con Victoria fosse ciò che lui desiderava più di ogni altra cosa al mondo dopo il Quidditch, naturalmente. Ed ora che ci pensava, doveva riconoscere che l'idea non era neppure cattiva, ma non riusciva ancora a capire da dove era spuntata.
"E allora? Immagino che parlerete, no? Se l'hai invitata avrai pure un'idea di ciò che ti aspetti, giusto?" Percy lo guardò come se temesse per la sua salute mentale, ricevendo di rimando un'occhiata esasperata. Oliver chiuse bruscamente il libro e lasciò che cadesse a terra, senza curarsi dello sguardo scandalizzato di Percy; chiedere a lui consigli di quel genere era quasi assurdò, pensò il ragazzo mentre controllava che la scopa fosse già all'interno del baule prima di tornare a rivolgersi a lui.
"Il punto è che io non ho invitato proprio nessuno, ma..." Oliver si rese conto di quanto assurda era quella situazione, perciò spiegò precisamente all'amico quello che lui e Steileir si erano detti e di come all'improvviso fosse diventato un problema parlare direttamente con la ragazza.
Era quello a preoccuparlo, e si vergognava profondamente all'idea di aver mandato George a restituirle la scopa, soprattutto dopo essersi ripromesso di farlo di persona. Forse la ragazza si aspettava qualcosa di preciso da lui, ma non riusciva ad immaginare nulla.
Non notò che Percy lo guardava con esasperazione, e pareva persino sul punto di scoppiare a ridere: non lo faceva per rispetto a quello strano comportamento, ma faticava davvero a trattenersi. "Sinceramente non capisco quale sia il problema, stiamo parlando di Victoria, non di una pazza esaltata. Giusto? Qualcosa di cui parlare lo troverete. Per esempio io e lei parliamo spesso di Pozioni, ma anche di Trasfigurazione e..."
Oliver pensò di avere sentito abbastanza. Gli altri potevano anche crederlo un fissato del Quidditch, ma Percy non era da meno con la sua mania per lo studio. Solo il pensiero di parlare di scuola più del dovuto era decisamente troppo, non era sicuro che fosse una buona idea dopo tutto. Si sistemò sotto le coperte senza più badare al monologo di Percy, arrivato a decantare i pregi di Caramell e di tutto il Ministero.
"Se fossi in te non mi preoccuperei troppo, in fondo nessuno ti obbliga a fare ciò che non vuoi vero? Di certo sei il solo a poter dire se ti piace oppure no" disse Percy dopo molto tempo, rompendo il silenzio che si era creato e Oliver si sentì quasi folgorato. Aprì la bocca per parlare, ma la richiuse all'istante.
Era quello che non riusciva a capire, si disse dispiaciuto. Non riusciva ad immaginare uno scenario da innamorato di nessuna, ma neppure poteva escluderlo.
Forse quel pensiero dispettoso lo avrebbe abbandonato il giorno successivo durante il lungo viaggio in treno, o almeno lui lo sperava ardentemente.






nota: saaalve u.u stavolta è un pò più corto u.u perdonatemi, ma non mi andava di aggiungere altro xddd
sei pigra nd Piton
u.u zitto.
dunque come vedete in questo capitolo ho dato spazio ai maschietti <3 difatti abbiamo Frederich Steileir, Marcus Flitt, George, e Percy e Oliver.
Ci voleva, no? Non so perchè, ma amo il pezzo finale se se per un momento sono stata tentata di scrivere che si facevano la doccia, ma... ho cambiato idea LOL
Bene, spero vi piaccia Frederich(a proposito, sotto vi lascio la scheda del pg <3). L'ho messo omosessuale, perchè ritengo che non ci sia nulla di male U___U in ogni caso non è un pg importantissimo perciò qualche accenno su di lui, ma nulla di più.
Perchè George e non Fred? Beh io adoro Fred, ma non uso mai George ed è un peccato... perciò eccolo xDD ah si ho preso spunto dalla tazza del gabinetto muahahaha sarebbe troppo LOL come regalo di Natale.
Flitt. Non spendo molte parole su di lui, ma vi dico solo che ha in mente qualcosa.Vediamo se indovinate cosa <3
Percy. AHAHAAHHAH no è davvero pazzesco, ma non credo che fosse sempre così fissato solo con lo studio(anche perchè dovrebbe fidanzarsi con Penny a breve <3). E poi come si fa a non aiutare un amico in difficoltà?<3
E poi Baston... no dico davvero, ce lo vedo troppo ad essere confuso u.u credo sia in un età in cui la cosa è anche normale, dico bene?u.u
in ogni caso non sapete se lui sia davvero interessato a Vic u.u magari gli han solo messo in testa l'idea <3 ce li vedrei bene da madama Piediburro no?
*Piton vomita, seguito da Vic*
ebbene si, Marietta Edgecombe... muahahahah non era decisamente adatta a Ced, la cara Maggie xddd anche se pure Cho...    ok basta, al prossimo chappy u.u avete qualche richiesta? perchè mi sento particolarmente buona e prossima ad esaudire ciò che chiedete(ma non è detto XDDD)
e non solo le Serpi fan dispetti U__U


Nome: Frederich Steileir
Età: 17
Origine: Mezzosangue(padre mago, madre babbana deceduta alla nascita)
Aspetto fisico: piuttosto muscoloso, occhi castani e capelli scuri leggermente crespi. Non un brutto tipo secondo gli altri
Particolarità: ama fare i dispetti prima delle partite di Quidditch, soprattutto ai Serpeverde.
Segreti: di inclinazione omosessuale;
Profetti per il futuro: diventare un avvocato





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Capitolo 9
*** 9 - Esperimenti ***


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Capitolo 9 - Esperimenti


"Windsor!" La voce di Severus Piton risuonò lugubre nel sotterraneo e la fece sobbalzare; Victoria smise di fare quello che stava facendo, sapendo che era ciò che l'insegnante si aspettava da chi veniva richiamato. "Si, professore?" Si sentiva sospesa a metà tra la beatutidine e l'incertezza di avere compiuto qualcosa di sbagliato.
L'uomo le si avvicinò consegnandole un libro. "Madama Chips dice che è tuo. La prossima volta che porti in giro qualcosa, assicurati di non dimenticarlo dove capita". Victoria annuì riconoscendo il proprio tomo sull'Amleto, e si affrettò a prenderlo prima che l'insegnante cambiasse idea. Era stata talmente ansiosa di lasciare l'infermeria che non l'aveva neppure considerato.
"Grazie mille" gli disse, pur sapendo quanto inutile fosse ringraziarlo. Era sempre stato di poche parole, e mai si sarebbe azzardata a chiedergli qualcosa di più delle informazioni scolastiche. Si sentì quasi arrossire sotto lo sguardo penetrante dell'uomo e solo in quel momento Victoria ricordò come avesse nascosto, dentro al tomo che teneva in mano, il biglietto che le aveva scritto Oliver.
Ora comprendeva l'espressione impassibile dell'insegnante, ma non disse una parola. Magari non l'aveva visto, anche se non ci credeva molto. "Il professor Vitious mi ha riferito del tuo interesse verso l'Occlumanzia e la Legilimanzia" esordì Severus all'improvviso, spiazzando la ragazza.
Le parole di Filius l'avevano colpito: perchè mai alla ragazzina dovevano interessare quelle branche della magia? La maggior parte degli studenti ignorava addirittura la loro esistenza, invece lei ne sembrava informata; probabilmente, si disse indispettito, essere amica di studenti del settimo anno le consentiva di essere a conoscenza di molte cose.
Troppe.
Victoria temporeggiò sulla risposta per qualche istante. "Ecco, il professore mi ha chiesto se avessi già delle idee su cosa fare dopo Hogwarts e mi piacerebbe entrare a far parte del Wizengamot. Immagino che la Legilimanzia possa servire in un lavoro del genere, perciò ero interessata, ma non posso accedere al Reparto Proibito per iniziare ad esercitarmi" disse la ragazza. Aveva pensato spesso a quell'idea, e le piaceva sempre di più, ma tenne per sè le reali ragioni.
Erano branche della magia avanzata, in un certo senso voleva eccellere in ciò che le sembrava più complesso oltre che utile. Sentiva su di sé lo sguardo del professore, ma non aveva idea di cosa stesse pensando in quel momento. Lui increspò le labbra in un sorriso prima di parlare. "Capisco, davvero interessante. In effetti so che lo stipendio dei membri del Wizengamot è molto alto... magari puoi chiedere al tuo amico Grifondoro un aiuto, suo padre ne fa parte."
Severus, con quelle parole, era consapevole di distruggere la fragile speranza nutrita dalla ragazza a che lui non avesse visto quel foglio. Non l'aveva letto di proposito, dato che era scivolato dal libro davanti ai suoi occhi, ma non l'aveva gradito. O meglio non apprezzava il fatto che perdesse il proprio tempo dietro ad un Grifondoro dalla testa vuota; Oliver Baston era uno dei peggiori del suo anno per quanto riguardava le Pozioni, e non voleva correre il rischio che la ragazza *si infettasse* frequentandolo.
"In ogni caso dato che ti sei presa il lusso di disertare l'ultima lezione dell'anno" riprese Severus, sorvolando sul fatto che Victoria non aveva scelto volontariamente di non presentarsi visto che era stata costretta a rimanere in infermeria"... dovrai portarti avanti perchè sarai sicuramente la prima che metterò alla prova sull'efficacia degli antidoti. "
Victoria cercò di mantenere la calma, sapendo che l'insegnante voleva solo metterla alla prova. Sicuramente disprezzava il Quidditch e voleva punirla a modo proprio, ma lei non gli avrebbe permesso di trovarla impreparata a costo di esercitarsi durante tutto l'arco delle vacanze. Però così avrebbe dovuto sicuramente rinunciare alla gita ad Hogsmeade, pensò amareggiata. Si sarebbe tenuta proprio il pomeriggio precedente la prima lezione di Pozioni del nuovo anno, non poteva distrarsi in alcun modo.
"Certo, professore..." si limitò a rispondere, ma senza riuscire a cancellare la delusione dal volto: attendeva da così tanto tempo quel pomeriggio che le sembrava quasi un segno del destino avverso. Certo non si faceva molte illusioni su ciò che sarebbe accaduto, ma era stata così contenta quando aveva visto Oliver proprio poco prima che il treno partisse. Era passato a salutarla e a farle gli auguri per le feste, e a Victoria era importato relativamente il fatto che fosse assieme a Chris e ad un altro di cui non ricordava il nome. Le aveva persino confermato quell'incontro, tanto che era certa che non ci sarebbe stata una seconda occasione.
Si allontanò in fretta dopo essersi congedata dall'insegnante, ma la ragazza sentiva ancora il suo sguardo accompagnarla. Non aveva osato chiedergli di riavere indietro quel foglietto: un rifiuto sarebbe stato probabilmente la sola risposta che avrebbe ricevuto. Oppure avrebbe fatto finta di non saperne nulla.
" Buon Natale, Dama Grigia" disse rivolta al fantasma della donna che l'aveva appena attraversata, facendola rabbrividire. Il fantasma della loro Casa non era particolarmente loquace, ma lei cercava sempre di non scordare di salutarla quando si incontravano per la scuola. La stessa cosa quando c'erano delle festività: la donna si limitò a rivolgerle un cenno col capo e a fluttuare attraverso una parete, mentre Victoria proseguiva diretta alla Torre.
Il giorno seguente ci sarebbe stato il banchetto di Natale, ma non credeva vi avrebbe partecipato: sentiva l'umore diventare sempre più nero e vedere la Sala Comune deserta non la allietò. La giornata era stata irrimediabilmente rovinata, ma quando vide il regalo dei gemelli Weasley dimenticò ogni malumore, scoppiando a ridere.
I due gemelli erano davvero singolari, pensò divertita mentre guardava i tanti rotoli di carta igienica che le avevano mandato... nella speranza che le fossero utili, così avevano scritto nel biglietto. Erano davvero divertenti, si disse mentre accarezzava le piume di Ginevra; sicuramente i gemelli si erano avvalsi dei servizi di Kaiser per farle avere il regalo, oppure della civetta.
Almeno avevano gradito i due costumi da clown che gli aveva fatto avere.

Madama Pince osservò Victoria che stava studiando in un angolo della biblioteca e scosse la testa. Erano pochi gli studenti rimasti a scuola, e la ragazza indubbiamente era la sola a farsi vedere tanto spesso. Da quello che aveva visto, era circondata da una ventina di libri sugli antidoti, e li teneva tutti aperti. La bibliotecaria aveva già intuito che sicuramente doveva essere opera di Piton. Solo lui poteva indurre i ragazzi a studiare tanto assiduamente durante le feste natalizie, e lei faticava a mandarla via quando giungeva il momento della chiusura.
 Victoria trascorse a quel modo le vacanze, immersa nella lettura sui veleni: aveva deciso che non si sarebbe fatta impedire quella gita per nulla al mondo, non dopo averla aspettata per tanto tempo, perciò impiegò quasi tutto il suo tempo studiando.
 Tutto sommato non sembrava difficile, si disse la ragazza qualche giorno dopo il primo dell'anno, stiracchiandosi sulla poltrona davanti al fuoco: non aveva dormito molto durante quei giorni e sentiva di avere la testa pesante. Se fosse stato per lei sarebbe rimasta chiusa in Torre, ma il professor Vitious l'aveva già ammonita di non nascondersi inutilmente perciò scese dabbasso dato che era quasi ora di pranzo.
 "Ciao ragazzi" disse Victoria mentre passava vicino al tavolo di Grifondoro, il più pieno della sala visto che era occupato dai quattro Weasley e da Harry. Victoria era ormai abituata a salutarli, anche se con lui e il più giovane dei Weasley non aveva mai avuto troppi contatti. Loro ricambiarono e la ragazza prese posto al tavolo di Corvonero, dove trovò solo Penelope. Le sorrise con aria furba; Victoria sapeva bene che lei e Percy avevano iniziato a vedersi piuttosto regolarmente, e non mancava di prenderla bonariamente in giro quando nessuno li ascoltava. A volte si era chiesta cosa ci trovasse di attraente in Percy: lei lo trovava decisamente poco attraente , ma, rifletté mentre si serviva abbondantemente di cibo, forse con Penny era diverso. Poco dopo si chiese da dove fosse spuntato quel pensiero dispettoso; da un po' di tempo le capitava di pensare in maniera diversa ai ragazzi e non riusciva a capirne la ragione.
 "Oh, grazie... mi sento sempre più vecchia" rise Victoria quando Penelope le consegnò il regalo di compleanno subito dopo averle fatto gli auguri. La ragazza lo aprì e lanciò un piccolo gridolino eccitato di fronte alla scacchiera magica che aveva di fronte: quella che aveva comprato al primo anno ormai era distrutta, perciò era molto contenta di poterne avere una nuova con cui avrebbe sfidato e certamente battuto Cedric.
Pochi minuti più tardi il gufo dell'amico planò con eleganza e si posò proprio di fronte a lei con il regalo dei Diggory. "Rischi di ingrassare" constatò Penelope divertita, nel vedere l'enorme torta che le era stata mandata: era una vera e propria bomba calorica a causa di tutta la panna e il cioccolato con cui era stata preparata. Victoria rise a quelle parole, ma se ne servì ugualmente una fetta gigantesca e, come consuetudine, offrì il dolce agli altri presenti in quel momento.
Percy e Penelope naturalmente erano già spariti, seguiti poi da Harry e Ron, così nella sala erano rimasti i due gemelli, un certo numero di insegnanti e un Serpeverde. Come immaginava la ragazza, solamente Silente tra i professori accettò l'offerta, mentre Piton si era dileguato nel preciso momento in cui aveva visto Victoria avvicinarsi al tavolo degli insegnanti. Naturalmente Fred e George non si fecero pregare due volte e rimasero in Sala Grande assieme a lei per raccoltarle alcune barzellette, mentre Victoria tentava di tenere Kaiser lontano da quel capolavoro di pasticceria. Lo kneazle era golosissimo, ma raramente riusciva ad imbrogliare la sua padrona quando si trattava di dolci.
 "Offri a tutti e non a me, potrei offendermi sai?" Victoria sobbalzò al suono di quella voce perchè era convinta di essere rimasta da sola in Sala Grande. Osservò l'espressione ironica di Marcus Flitt: non ricordava di averlo visto, ma, ripensandoci, avrebbe dovuto essersi resa conto che solamente lui poteva essere presente al tavolo dei Serpeverde dal momento che era l'unico presente della loro Casata. La strega alzò gli occhi al cielo. "Non pensavo ti interessasse il mio compleanno" buttò lì Victoria, per nascondere il fatto che non l'aveva visto prima, altrimenti non avrebbe avuto alcun problema ad avvicinarsi a lui.
 Senza essere invitato il ragazzo si sedette proprio vicino a lei, con un'espressione ironica sul volto. "Ma certo che mi interessa, e se me l'avessi detto mi sarei sicuramente precipitato qui al tuo arrivo e ti avrei cantato la canzoncina di auguri" le disse facendola scoppiare a ridere. Non riusciva ad immaginarlo in quelle vesti, difatti Marcus le disse subito che stava scherzando.
 "Cominci a crescere anche tu, allora... Il tuo ragazzo sarà contento, no?" le disse ammiccando e facendola arrossire in maniera vistosa. Non aveva nominato Baston, ma ormai lei aveva imparato a comprendere il linguaggio del ragazzo.
 "Bene, vediamo cosa si prospetta per te in queste settimane" disse Marcus, afferrando la copia della Gazzetta del Profeta che poco prima stava leggendo Penelope. Victoria lo osservò curiosamente mentre sfogliava il giornale: avrebbe voluto ridere nel vedere la pagina dedicata all'oroscopo del mese.
 "Ok... allora sulla questione della salute, senti qua. Avrai alti e bassi questo mese, dovuti soprattutto ad incidenti con i fornelli, oppure a ritorni di fiamma di pozioni. Piton ne sarà lieto, già me lo immagino" disse Marcus mentre cercava di imitare il tono mistico della professoressa Cooman quando faceva le predizioni catastrofiche. "Amore... Oh, riceverai delle avances da qualcuno che non ti aspetti, presumo che non sia Baston dico bene? Voglio dire, quello non farebbe una cosa del genere neppure sotto pagamento" ghignò il ragazzo proprio mentre Ginevra volteggiava con grazia nell'aria per atterrare proprio di fronte a Victoria; "... e poi, avrai delle brutte delusioni la settimana prossima. Non è quella della gita ad Hogsmeade?" Le chiese falsamente incerto, mentre osservava la civetta allungare la zampa verso la sua padrona. La ragazza, sul punto di rispondere alle parole di Marcus, rivolse l'attenzione a Ginevra che portava un pacchettino molto elegante legato alla zampa; Victoria lo prese con curiosità e ne ammirò la squisita carta da regola.
 "Scommetto che è del tuo fidanzato. Dai, aprilo, sono curioso" Victoria cercò di ignorare il tono volutamente provocatorio di Marcus, ma era a sua volta curiosa di sapere chi le avesse mandato quel regalo. Notò subito che non c'era alcun biglietto e rimase profondamente colpita nel trovarsi tra le mani una scatola di cioccolatini, precisamente di Mon Cheri, i suoi preferiti. "Però, che roba sarebbe? Presumo che diventerai una balena con tutti questi dolci" disse Marcus, sghignazzando indicando prima la torta di cui si era abbondantemente servito senza che lei protestasse, e i cioccolatini; Victoria gli fece la linguaccia prima di tornare a rivolgere la propria attenzione al regalo.
 Dal momento che pochi maghi conoscevano quel genere di dolce babbano, dubitava profondamente fosse un regalo da parte di Oliver; per un momento solo aveva pensato che il pacchetto fosse da parte sua, ma non ostentò alcuna delusione quando realizzò che così non poteva essere. Al contrario, probabilmente erano da parte delle nonna, ma allora perchè non c'era nessun biglietto?
 "Non immaginavo che Baston fosse una persona romantica, posso assaggiarne uno?" le chiese Marcus, ma la ragazza allontanò immediatamente la scatola dalle mani da avvoltoio di Flitt. "Neanche per idea, ci mancherebbe altro! Questi sono tutti quanti miei, a costo di ingozzarmi e stare male" dichiarò Victoria con aria lievemente altezzosa, facendolo sogghignare divertito.
 "Direi che l'amore ti fa proprio male, Victoria, se ti riduci a stare male per qualche cioccolatino. Come sei sicura che sia stato lui a mandarteli? Non c'è il suo nome, magari è stato Piton" disse con un ghigno aperto, facendola indispettire. Victoria era restia a dargli ragione perciò sorrise mielata.
 "Me l'aveva detto, e comunque non sono affari tuoi. Certi regali possono arrivare solo da una mente sensibile, ma questa è una cosa che tu non puoi assolutamente capire" rincarò la ragazza con un sorriso falso sul volto, che si scontrava con l'espressione scettica del Serpeverde. "E che ne sai, quando voglio so essere molto... sensibile. In ogni caso non importa, sbrigati a toglierti quell'espressione nauseante dal tuo bel faccino. Ci aspetta un lungo pomeriggio di allenamento" le disse il ragazzo alzandosi dalla panca, e lisciandosi il mantello che copriva la divisa. Davanti all'espressione confusa della ragazza ghignò ancora più apertamente. Non aveva alcun dubbio che la strega si fosse scordata della promessa che gli aveva fatto qualche giorno prima.
 "Dovevamo allenarci insieme sulla strategia del duello, e dal momento che ieri hai pensato bene di non presentarti, lo faremo oggi. Tanto che altro hai da fare a parte sospirare davanti a quello stupido regalo?" Le sorrise meschinamente prima di prenderle la borsa; così facendo era certo che non si sarebbe rintanata di nuovo nella sua Sala Comune e l'avrebbe seguito.
 
" Si può sapere di preciso cosa ti rende tanto felice?" Miles Bletchey osservò il compagno che prendeva appunti e sfoggiava già da qualche ora un sorriso compiaciuto sul volto.
 La scuola era ricominciata quasi da un mese e quel giorno i due Serpeverde si trovavano seduti al tavolo più nascosto di tutta la biblioteca, impegnati nei difficili compiti di Trasfigurazione. Miles aveva già notato che Marcus passava sempre meno tempo in Sala Comune, e non riusciva proprio a capire che cosa gli stesse passando per la testa; un'idea l'aveva, ma faticava a convincersi che fosse per quello. "Semplice, tutto va come previsto" disse Marcus, gongolante, terminando di leggere un paragrafo sugli incantesimi di Scambio.
 Alzò lo sguardo verso l'amico e ne comprese la curiosità, così parlò quasi con noncuranza, ma a bassa voce: non voleva rischiare di farsi sentire. "Parlo del mio piano, quello che ti avevo accennato tempo fa".
 A quelle parole Miles Bletchey lo guardò ancora più incredulo. Cosa ci trovasse mai Marcus in quella ragazza non riusciva a capirlo; d'accordo, era stato il primo ad ammettere che la tallonava solo per rendere Cecily gelosa, dato che lei aveva avuto la sfacciataggine di preferirgli uno straniero, ma secondo lui era comunque troppo.
"Non capirò mai perchè tu ti sia messo dietro a quella Sangue Sporco, va davvero al di là della mia comprensione". Marcus lo osservò freddamente. Non era da lui fare quel genere di distinzioni, nè amava gli altri quando pronunciavano quella parola; pareva che a Serpeverde ce ne fossero parecchi come Bletchey, e fino a quel momento non aveva ancora incontrato qualcuno che la pensasse come lui.
 "Sinceramente non credo sia una cosa poi così importante. Voglio dire, quando seduci una ragazza, noti forse il suo sangue? Io no, non ci trovo nulla di diverso, nè di così orribile se una è figlia di Babbani. Mica se li è scelti lei i genitori, dico bene?" fece distrattamente, mentre cercava di trascrivere sulla pergamena i corretti effetti degli incantesimi."Ad ogni modo non manca poi molto, ancora un paio di settimane e Cecily capitolerà: l'ho già sentita fare commenti velati su ciò che faccio".
 Il ragazzo era piuttosto soddisfatto del proprio operato, ma notò che l'altro sembrava ancora scettico. "Non mi hai detto cosa ti rende tanto sicuro di avere la Corvonero in pugno " gli disse Miles, curioso. Gli intrighi erano il suo forte, soprattutto ai danni di ragazze come quella.
 "Molto facile. Ti ricordi la gita a Hogsmeade? Bene, ovviamente Baston ha disertato senza dirle nulla, e lei se l'è presa da morire... naturalmente non capirò mai perchè quell'idiota abbia evitato di confessarle di aver preso una pozione lassativa così potente, ma non importa" sghignazzò Marcus, e l'altro comprese che doveva esserci il suo zampino in quella storia. Non era nuovo a quel genere di bravate e gli fece cenno di continuare: la storia sembrava interessante. “Comunque da quel giorno ho visto che lo evita come la peste, da una mia fonte sicura so che non ha gradito restare ad aspettarlo per delle ore in mezzo alla neve senza spiegazioni” disse il ragazzo, evitando di rivelare che la sua fonte era il fantasma di Mirtilla Malcontenta.
 Non l'aveva mai potuta soffrire, ma gli era stata piuttosto utile in quel frangente. D'altronde non era illogico che una ragazza disperata si rifugiasse in un bagno a sfogare le proprie pene, e il curioso fantasma non si lasciava di certo scappare l'occasione di scoprire che cosa rendesse triste una persona. Peccato che non immaginasse neppure lontanamente di essere usata da lui, dal momento che era una sorta di maestro della persuasione: era facile fingere comprensione, soprattutto con qualcuna non in grado di distinguere chi mentiva e chi no.
 “E a chi piacerebbe? E sei sicuro che serva a qualcosa? Insomma, è da settembre che ti cimenti in questa cosa, secondo me perdi tempo... forse dovresti forzare un po' la mano, non credi?” Miles posò la piuma in attesa della reazione dell'amico, chiedendosi se avesse capito cosa intendeva dire.
“Oh servirà eccome e non credo sia necessario andare fino in fondo come dici, ma, nel caso, non mi farò scrupoli” esordì il ragazzo mentre posava la piuma, e notò lo sguardo sorpreso dell'altro. Sorrise. Miles era ancora un bamboccio con i suoi tredici anni, non poteva comprendere ciò che intendeva. Non del tutto, per lo meno.
“Non fare quella faccia, in fondo Victoria è tra le ragazze più carine della scuola. Non dirmi che non l'hai notato, non c'è proprio nulla di male nel divertirsi un po'. È solamente troppo ingenua, ma a questo servo io” dichiarò sicuro di sé il ragazzo mentre si alzava. Aveva finito quel tema assurdo, poteva anche andare ad allenarsi per conto proprio; nel giro di qualche settimana avrebbero dovuto affrontare i Tassorosso, e non aveva la minima intenzione di permettere a quei pivelli di sconfiggerlo. Era già abbastanza dura convincersi che ci erano riusciti quelli di Grifondoro.
“Muoviti con quei compiti, tra un'ora ti aspetto al campo da Quidditch e sai che non tollero ritardi” ringhiò Marcus, notando che Miles era ancora a metà di ciò che stava scrivendo; persino lui aveva già finito, del resto nell'anno dei G.U.F.O. li caricavano di lavoro e faticava a credere che il ragazzo avesse la sua stessa mole di compiti dato che era soltanto al terzo anno. Si allontanò in fretta, evitando un gruppo di Grifondoro chiacchieroni che stava disturbando il resto degli studenti.

“Victoria, vai a cercare il professor Piton” le disse la professoressa McGranitt con tono fermo. Quel giorno a Trasfigurazione gli studenti si stavano cimentando nella parziale trasformazione del corpo umano, e tutti cercavano di non ridere alla vista di un Grifondoro che aveva una pinna al posto della mano. “Serve una delle sue pozioni, sbrigati. Non ricordo se sta facendo lezione a quelli del quinto anno, ma non importa. Vai” la esortò l'insegnante vedendola incerta, e la ragazza annuì mentre usciva in tutta fretta dall'aula.
Durante la corsa per i corridoi riuscì ad evitare Pix, dirottando l'interesse del Poltergeist verso alcuni del primo anno che si erano nascosti dietro ad alcune statue; dopodiché non incontrò alcun ostacolo. Ben presto i familiari sotterranei apparvero, mentre correva senza riprendere fiato. Bussò un paio di volte alla pesante porta di legno dell'aula dove il professor Piton teneva le lezioni, ma non ricevette risposta, perciò la aprì.
Con suo grande dispiacere, Victoria constatò che il professore stava tenendo una lezione proprio con gli studenti del quinto anno, e lo capì riconoscendo Percy tra gli altri; il professor Piton stava camminando tra i banchi, ma le rivolse la sua attenzione quando gli si avvicinò. Per un momento a Victoria mancarono le parole nel riconoscere Oliver poco distante dal professore, ma lo ignorò preferendo ricambiare il saluto di Marcus Flitt. Piton, si disse la ragazza con un leggero ghigno, aveva messo i due eterni rivali vicini, tanto che notò l'espressione livida di rabbia del Grifondoro quando l'altro gli disse qualcosa che lei non riuscì a decifrare.
“Windsor, capiti a proposito, stavo cercando qualcuno su cui sperimentare la pozione Polisucco del signor Baston. Vieni avanti”. Severus Piton aveva liquidato in fretta la ragazza, dimostrando un blando interesse per ciò che la McGranitt gli aveva mandato a dire. Victoria rimase sconvolta dal mancato interesse dell'insegnante e cercò di ripetere la domanda, ma Piton bloccò sul nascere qualunque tentativo. “Suvvia miss Windsor, venga qui e assaggi. Il suo compagno non è certo in pericolo di vita, dico bene? Forza, se va bene, dopo averla bevuta dovrebbe assumere le sembianze del... “ e il professore squadrò Baston con disgusto” … del ragazzo qui presente” Una risatina generale giunse all'orecchio della ragazza, intenta a pensare ad un modo per evitare di bere quella pozione; l'affascinava quel tipo di intruglio, ma era certa che il professor Piton l'avesse scelta apposta. Pareva che l'insegnante fosse alla ricerca di un motivo per punirla, perciò fu costretta ad accettare quel bicchiere colmo di qualcosa che somigliava vagamente a fango.
"Professore, non è che ha un bezoar a portata di mano, vero? Sa, nel caso in cui..." Tutti scoppiarono a ridere, tranne Severus che la squadrò con espressione truce, e lo stesso Oliver che avrebbe volentieri desiderato sparire. La ragazza avrebbe voluto attendere la risposta dell'insegnante, ma nel vedere la sua espressione cambiò idea in fretta e si tappò il naso con due dite prima di bere la pozione di un curioso colore verde scuro.
"Muoviti, Windsor. In ogni caso non temere perché se dovessi morire subito dopo averla ingerita, ti farò avere l'Ordine di Merlino alla memoria: non è da tutti essere tanto coraggiosi da assaggiare una pozione preparata dal signor Baston". Severus arricciò leggermente le labbra, consapevole di aver gettato la studentessa nel panico completo; notò l'espressione disgustata mentre mandava giù quella pozione.
Lui già lo sapeva che Oliver Baston aveva combinato un pasticcio, gli serviva solo vedere di persona quanto grosso era stato il suo errore.
"Che succede?! " Lo strillo acuto di Victoria fece involontariamente indietreggiare tutti gli studenti e parecchi calderoni rovesciarono il loro contenuto a terra; l'insegnante lanciò un'occhiata malevola alla classe, ma poi riportò lo sguardo sulla ragazza e si trattenne dal sorridere. Naturalmente non aveva cambiato il proprio aspetto, si era semplicemente ristretta e rimpicciolita.
"Bene, come potete tutti vedere, la signorina Windsor è diventata talmente piccola da far invidia agli Asticelli del professor Kettleburn. Sinceramente parlando, potrei quasi fare i complimenti al signor Baston, se non fosse che in questo mese avevo richiesto di preparare la pozione Polisucco e non questo schifo."
Marcus Flitt rideva a più non posso, imitato dagli altri studenti tranne i Grifondoro, che ben immaginavano l'imbarazzo in cui Oliver si doveva trovare; Victoria si sentiva estremamente vulnerabile e percepiva il mondo che la circondava come una minaccia. Severus agitò la bacchetta e lei si sentì sollevare per aria, con gentilezza, ma non poteva non arrossire per la vergogna.
"Signor Flitt, porti queste pozioni alla professoressa di Trasfigurazione. Quanto a lei, signor Baston, si metta in tasca la signorina Windsor e provveda a portarla difilato in infermeria; madama Chips dovrebbe essere in grado di farla tornare al proprio stato originario." La voce dell'insegnante era atona come al solito mentre dava quegli ordini; Oliver annuì ben sapendo che lo aspettava molto probabilmente una D, oltre alla rabbia di Victoria che avrebbe aggravato il loro rapporto.
Non aveva alcun dubbio che la ragazza dovesse avercela a morte con lui, ma non aveva potuto evitarlo. Invece, come gli ricordò la sua coscenza che parlava spesso con la voce di Percy, avrebbe potuto dirle che non aveva fatto apposta ad ingerire quella pozione lassativa; a quel modo sicuramente la strega aveva pensato che avesse inventato una scusa pur di non farsi vedere a Hogsmeade. "E sia delicato, signor Baston" lo rimproverò il professore, mentre una riluttante Victoria era costretta a rimanere seduta sul palmo della mano del ragazzo.
Oliver uscì in fretta dall'aula, ancora accompagnato dalle risate dei compagni e dallo scherno visto sul volto dell'insegnante.







nota: ed eccoci al 9! stavo morendo mentre scrivevo l'ultimo pezzo, cercando di immaginarmi Victoria versione mini nella tasca del mantello di Baston ahahahahaha*crepa*
ok andiamo con ordine u.u nel pezzo iniziale accenno al padre di Baston dicendo che fa parte del Wizengamot. Sarà vero? Boh, non ne ho idea, perciò gli ho dato un lavoro lol mica son tutti Malfoy, no?XDDD
e poi c'è il compleanno di Vic(3 gennaio), chissà chi le ha mandato il regalo, eh.... u.u a voi i commenti. così come su ciò che vuol fare Marcus Flitt lol ci riuscirà?XDDD
beh a voi i commenti xddd ciaoooo!





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Capitolo 10
*** 10 - Sorprese ***


Angolo autrice: sono tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


Capitolo 10 - Sorprese


Il professor Piton gli aveva già fatto sapere di volerlo vedere appena uscito dell'infermeria, e Oliver immaginava già quello che avrebbe detto. Lo aspettava, ne era certo, una predica sul rendimento tutt'altro che brillante durante le lezioni di Pozioni, ma lui non aveva idea di quello che avrebbe potuto rispondere.
 Pozioni era una delle poche materie che non lo interessavano, né desiderava continuare a studiarla dopo gli esami di fine anno; allo stesso modo, però, non desiderava ugualmente una bocciatura. Non tanto per sé, quanto per sua madre, eccellente pozionista. Sospirò mentre stava appoggiato al muro in attesa di ricevere qualche notizia.
 Aveva impiegato tutto sé stesso per preparare quella pozione, eppure non si era neppure minimamente avvicinato al risultato sperato: con rabbia ricordò che quella di Flitt non era certo migliore della sua, eppure ad essere stato reso ridicolo era stato lui. Oltre ad aver involontariamente messo in mezzo Victoria, anche se la colpa era senza dubbio di Piton.
 Più volte si era ritrovato a pensare di doverle almeno una spiegazione, e il fatto che lei non l'avesse pretesa lo aveva incuriosito. Sicuramente da quel giorno lei lo stava evitando, e questo lui lo aveva già notato. Più volte aveva interrotto un discorso con Percy quando lui si era avvicinato, e stava spesso in disparte se c'era anche lui nelle vicinanze. Doveva riconoscere che quell'atteggiamento lo rammaricasse, ma sapeva anche di meritarselo parzialmente.
 Sapeva che era colpa sua, non gli sarebbe costato nulla spiegarle la ragione della sua assenza quel giorno a Hogsmeade, ma qualcosa l'aveva bloccato e non riusciva a spiegarselo. Se davvero non avesse avuto intenzione di andare ad Hogsmeade con lei, avrebbe sicuramente evitato giri di parole, si disse preoccupato, in fondo non era che un'uscita tra amici. Quante ne avevano fatte? Tante, e si erano sempre divertiti, l'aveva detto anche Percy.
 Percy. Ripensava spesso alle parole che gli aveva detto all'inizio dell'anno, al presunto interesse che Victoria aveva per lui; solamente di recente, però, aveva preso in considerazione la veridicità di quelle parole. E non aveva neppure idea della ragione, forse era stato per via dello strano comportamento che la ragazza aveva tenuto in quelle settimane.
 Sentiva le gambe stanche: era stato tutto il giorno in piedi, ed era appoggiato a quel muro da ore. Gettò un'occhiata al libro di Pozioni e lo trasfigurò in una comoda sedia; per fortuna poteva compensare il disastro in Pozioni con gli eccellenti risultati in Trasfigurazione, e anche in Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure.
 Avrebbe tanto voluto recarsi al campo da Quidditch, ma era fermamente deciso a non muoversi da lì: nessuno gli avrebbe perdonato quel gesto, né avrebbero capito che la sua non era una fissa. Come Percy viveva per lo studio ed il dovere, per lui era lo stesso per il Quidditch: con la professoressa McGranitt, durante il colloquio d'orientamento, aveva esternato il desiderio di diventare davvero un giocatore professionista, ed era rimasto alquanto sollevato nel rendersi conto di essere stato preso seriamente.
 Ma gli altri non la pensavano così, e ne era consapevole, e allo stesso tempo preoccupato.
Marcus Flitt aveva malignato sostenuto che quella pozione probabilmente avrebbe potuto fare davvero del male a Victoria, e lo aveva infastidito. Tutto in lui lo rendeva nervoso, bastava la presenza del Serpeverde a rovinargli la giornata, e Piton, che ben lo sapeva, non faceva che metterlo alla prova facendoli sedere assieme.
 Non era solo quello, però, a dargli fastidio, ma anche la consapevolezza che effettivamente Flitt aveva un buon rapporto con la ragazza; la cosa non l'aveva mai davvero interessato finchè non aveva visto coi propri occhi che Victoria non aveva nessun problema a rapportarsi col Serpeverde. Alcune volte li aveva visti allenarsi assieme, e faticava a credere che lei lo sopportasse.
 Una volta, pensò arrabbiato, l'aveva anche vista osservarlo durante un allenamento a Quidditch, e ne era rimasto profondamente colpito. Più di quanto fosse disposto ad ammettere con sé stesso, si disse mentre formulava quel pensiero. La sola volta che lui aveva proposto a Victoria di seguire il suo allenamento, lei aveva posto un cortese, ma fermo rifiuto. Non le piaceva il Quidditch, e quella non era una novità, ma di colpo si chiese se, magari, non fosse Flitt ad interessarla.
 Scrollò la testa. Era impossibile, non sembrava proprio il suo tipo. Eppure doveva ammettere che il ragazzo spesso faceva allusioni enigmatiche, e lui non riusciva a capirle del tutto: Percy aveva sostenuto che forse a Flitt piacesse Victoria, ma lui lo reputava improbabile. Soprattutto dopo avere visto Cecily Hawthorne, la sua ultima conquista: forse aveva il difetto di essere una Serpeverde con la puzza sotto il naso, ma neppure lui era tanto cieco da negare che fosse decisamente bella. E tutti sapevano che a Marcus Flitt l'apparenza interessasse molto più del cervello.
 "Penso che tu possa andare, adesso sta dormendo". La voce di madama Chips, apparsa in quel momento vicino a lui, lo distolse da quei pensieri. Guardò incerto l'infermiera. "Ma sta bene? Cioè, non vorrei che... " non terminò la frase, cercando di non palesare la preoccupazione, ma si sentì sollevato nel vederla annuire.
 "Si, non ha nessun problema, è stato più lo spavento a fare danni. A volte succede, quando Piton si mette a fare esperimenti" sbottò la donna, disapprovando l'abitudine dell'insegnante di testare sugli studenti le pozioni che preparavano durante le sue lezioni. Oliver annuì senza dire nulla, pensando a cosa fare.
 Andare o restare?
 Forse Piton si aspettava che rimanesse, in fondo non aveva precisato un orario in cui recarsi da lui, ma c'era qualcosa che non lo convinceva. Lo comprese solo dopo qualche minuto: era lui che non si sarebbe sentito completamente tranquillo finchè non avesse visto Victoria uscire dall'infermeria, ma non riusciva a capire perché.
 Perché era preoccupato? Era solo gelosia per il fatto che lei parlava di più con Flitt che con lui? Era sempre quell'assurda e logorante competizione che li univa dal primo viaggio in treno che li aveva visti insieme?
 "Resterei qui, sa, per essere sicuro che vada tutto bene" disse il ragazzo sorprendendo l'infermiera. Poi madama Chips scrollò le spalle: se il ragazzo voleva distruggersi la schiena appoggiato a quella sedia era libero di farlo, purché non la disturbasse poi in seguito.

Era notte fonda quando Victoria si risvegliò. L'orologio segnava le tre del mattino, perciò sapeva bene che non avrebbe dovuto muoversi a quell'ora: Gazza non aspettava altro che punire qualcuno, ma a lei non importava. Non era malata da essere costretta a rimanere in infermeria più del necessario, e poi madama Chips le aveva detto che sarebbe potuta tornare in dormitorio.
La ragazza sorrise. Di certo l'infermiera intendeva alla mattina, tuttavia Victoria non aveva voglia di attendere, perciò si alzò dal letto e ne maledisse la scomodità. Pochi secondi più tardi, mentre cercava di guadagnare l'uscita in silenzio, inciampò goffamente in qualcosa.
"Accidenti..." disse la ragazza rendendosi conto di essere caduta per terra e che qualcuno stava aiutandola a rialzarsi. "Scusa, ma non pensavo ti saresti svegliata..." a quelle parole Victoria si rese conto che si trattava di Oliver; in effetti non aveva notato la sagoma nel buio e si sentì profondamente imbarazzata. "Non c'è problema, ma che ci fai qui?"
La sua presenza lì era per la ragazza una sorpresa, tanto che dimenticò per un momento quello che era accaduto a Pozioni e lo guardò con curiosità; non sembrava neppure ferito anche se, come riflettè poco più tardi, se lo fosse stato sicuramente non sarebbe stato su quella sedia, ma su un letto. Il ragazzo sembrava essere diventato improvvisamente nervoso, ma non al punto da non riuscire a parlare. "Mi dovevo assicurare che stessi bene, sai, dopo aver preso quella roba che ho preparato... " le disse, ma si rese subito conto che stava nuovamente evitando il problema e non voleva farlo.
"... e poi volevo parlare con te, credo ci sia qualcosa di cui discutere" disse sentendosi quasi un eroe per lo sforzo di non inciampare sulle parole. Victoria lo osservò con aria scettica ed esasperata allo stesso tempo. Aveva temuto proprio quelle parole: non era sicura di voler sentire le sue giustificazioni.
"Davvero? Io non credo. In ogni caso ti ringrazio per esserti preoccupato, ma non era necessario che rimanessi qui. Ora dovrei tornare in dormitorio prima che Gazza mi scopra a zonzo per il castello di notte. Ci vediamo in Sala Grande". La ragazza non esitò a liquidarlo in quel modo, e Oliver percepì distintamente l'ormai comune indifferenza nelle parole che lei gli rivolgeva. Già da un po' di tempo gli si rivolgeva in quel modo, e lo infastidiva sapere che con gli altri si comportava in modo differente.
"Immagino che se ci fosse Flitt al mio posto non avresti tutta questa fretta di andare. Ho ragione?" Oliver non riuscì a trattenersi al punto che quelle parole gli uscirono quasi involontariamente dalla bocca, ma notò che Victoria si era bloccata improvvisamente. "Scusa?" domandò, guardandolo con un'espressione a metà tra lo scettico e l'incredulo; Oliver fece qualche passo in avanti per avvicinarsi ed evitare così di farsi sentire da tutta la scuola dato che erano in un corridoio. "Non fare finta di niente, Flitt non fa che vantarsi di tutto il tempo che trascorrete insieme... Non che mi riguardi, sia chiaro, ma con lui non hai mai fretta. Del resto l'avevo detto, con Percy, che era una sciocchezza quanto credeva, ma lo conosci, no? Era così convinto che ti piacessi io da non notare che, invece, era Flitt che.."
Victoria avrebbe volentieri riso sentendo tutte quelle sciocchezze. Evidentemente Oliver non aveva ancora intenzione di credere a quanto gli era stato riferito tempo addietro dall'amico. La ragazza lo osservò chiedendosi che cosa avrebbe dovuto dirgli in quel momento.
"Forse hai ragione, dobbiamo chiarire un paio di cose" concesse la ragazza, scendendo a più miti consigli. Forse, dopotutto, avrebbero fatto meglio ad appianare quella situazione, che in fondo infastidiva anche lei, anche se non avrebbe mai immaginato che il momento *propizio* si sarebbe presentato di notte, appena fuori dall'infermeria, e in modo così inaspettato.
Per qualche secondo solo il silenzio aleggiò tra loro."È vero che un pò sono arrabbiata per quello che è successo, perché penso che avresti potuto dirmelo direttamente che non ti andava di venire a Hogsmeade piuttosto che prendere apposta una pozione per avere una scusa e..." ma Victoria venne interrotta da Oliver. Era il punto che gli ineressava chiarire e non si sarebbe lasciato scappare l'occasione. "Non ho proprio preso nulla di proposito, e di certo non ne avrei avuto motivo no?"
"E allora perchè non me l'hai detto? Cosa ti fa pensare che io sia disposta a credere alle tue parole adesso?" lo incalzò Victoria, sentendosi incredibilmente nervosa; non credeva del tutto a quelle parole e le sembrava assurdo che solo in quel momento Oliver volesse rivelarle la verità. Il ragazzo si sentì estremamente a disagio: naturalmente lei aveva ragione, tanto che si sentì del tutto colpevole. Un po' come se avesse davvero voluto prendere quella pozione per evitare l'incontro che lo aveva terrorizzato durante le vacanze di Natale.
"Non lo so, immagino perchè non sapevo come l'avresti presa... In un certo senso non avevo idea di cosa ti potessi aspettare da me e... E mi sono comportato come un idiota, suppongo." La ragazza osservò incredula Oliver. Raramente si era soffermata a pensare a cosa potesse significare per lui quella gita, e si sentì lievemente arrossire: fortunatamente la luce delle fiaccole non era abbastanza intensa da far si che lui lo potesse notare.
"Capisco... Cosa vuoi che mi aspettassi? Che ti saltassi addosso? Ora capisco che quanto tu abbia sentito da Percy possa averti turbato, ma..." Victoria si bloccò, consapevole del fatto che stava facendo volontariamente un'ammissione. Forse non era pronta a dirlo, avrebbe dovuto tacere, ma nessuno dei due ebbe il tempo di attendere una reazione dell'altro.
"Maledizione, è Mrs. Purr" sussurrò il ragazzo mentre la gatta del custode, appena sbucata da dietro un angolo, li fissava con espressione penetrante. Entrambi sapevano che quando la gatta era in circolazione, poco lontano ci doveva essere anche Gazza stesso; Victoria rimpianse l'assenza di Kaiser, che era solito riuscire a mettere in fuga il felino. "Direi che non è il caso di restare qui" disse piano Oliver mentre lei annuiva.
Senza pensarci i due corsero nella direzione opposta, svoltarono poi l'angolo mentre la voce dell'uomo cominciava a farsi sentire col solito repertorio di minacce e punizioni; Oliver notò che si trovavano in una zona priva di nascondigli temporanei. Scartò l'ipotesi del terzo piano dato che una parte di esso era proibita, perciò condusse la ragazza in un corridoio che conduceva al percorso per la Torre di Divinazione.
Non era del tutto certo del luogo preciso in cui si trovavano e avrebbe voluto consultare in quel momento uno dei due gemelli Weasley; non conosceva del tutto i segreti di Hogwarts, ma era quasi certo di essere al corridoio del quinto piano. "Dannate scale, non sai quante volte mi ci sono perso" disse mentre si fermavano ad un bivio, in attesa di decidere se svoltare a destra o a sinistra.
Victoria notò che, nonostante l'età, Gazza era decisamente veloce quando si trattava di inseguire gli studenti. "Di qua" disse la ragazza: in quel corridoio c'erano parecchie statue, forse avrebbero potuto nascondersi dietro di loro. Purtroppo notò che erano tutte troppo mobili, non potevano rischiare di essere visti.
"Vi prendo, piccoli sudici impostori! Vi faccio espellere, aspettate che vi metta le mani addosso e non riuscirete a sedervi per una settimana" lo strillo di Gazza, così vicino a loro, convinse i due ragazzi a non perdere tempo e Oliver notò in quel momento un armadio.
"Dentro" disse, ma non attese una risposta da parte della ragazza e la costrinse ad entrare prima che potesse dire qualunque cosa.
"Ehm, sei sicuro che sia stata una buona idea?" Victoria notò come lo spazio fosse veramente molto stretto, tanto che si ritrovò a desiderare di essere nuovamente piccola come solo qualche ora prima; non c'era proprio modo di non sfiorarsi, e la ragazza cercò quasi di appiattirsi in un angolo tanto era l'impegno con cui cercava di non fiatare.
Il rumore dei passi di Gazza era rallentato, ma dopo alcuni minuti risuonò sempre più in lontananza fino a sparire.
Alcuni minuti dopo Victoria correva verso la Torre di Corvonero, lieta di essere finalmente libera da quell'angusto nascondiglio; sentiva di avere le guance in fiamme per la vergogna, ma credeva che Oliver non l'avesse notato. Del resto sarebbe stato impossibile, tanto era buio, e aveva la sensazione che anche lui si fosse sentito in imbarazzo per essersi ritrovato così vicino a lei.

Gli occhi stretti simili a due fessure e il disappunto sul volto. Il ragazzo squadrò il Grifondoro con aria ostile durante la cena, incapace di dimenticare quanto sentito quella mattina; quelle parole lo avevano tormentato per tutto il giorno e non riusciva a togliersele dalla testa.
Addirittura era arrivato ad aggredire senza apparente motivo uno dei suoi compagni di squadra durante l'allenamento, accusandolo di essere troppo distratto per riuscire a giocare decentemente. Marcus sapeva bene, però, che era solamente una scusa. Gli serviva qualcosa su cui sfogarsi, e riteneva che il cibo nel piatto fosse l'ideale, almeno per il momento.
"Cecily ti manda questo" disse una voce vicino a lui mentre un fogliettino gli veniva messo praticamente davanti al naso. Con uno sguardo ancora irato osservò il foglio, per poi passare a fissare la ragazza che stava seduta parecchi posti più in là.
Sorrideva, ma c'era qualcosa di lei che non gli piaceva poi tanto: sembrava una bambola di porcellana, aveva un'espressione finta sul volto al punto che avrebbe volentieri vomitato. Sapeva che tutti li stavano osservando e chiedendo se si sarebbero rimessi insieme.
La sceneggiata di quei mesi era stata organizzata per arrivare a quel punto, avrebbe dovuto sentirsi contento del risultato ottenuto; aveva, per l'ennesima volta, dimostrato di essere in grado di vincere una sfida a dir poco impossibile. Ma ne era valsa la pena, in fondo? Non era facile riguadagnare l'attenzione incondizionata di una ragazza come Cecily, ma all'improvviso non si sentiva più tanto vittorioso.
Non aprì neanche il foglietto, si limitò a giocherellarci con la bacchetta fino a ridurlo in coriandoli. Sentiva lo sgomento della ragazza, e ghignò all'idea che si sentisse oltraggiata.
Ben le stava, pensò in modo cattivo, avrebbe imparato cosa voleva dire essere umiliati.
Quasi meccanicamente riportò lo sguardo su Baston e desiderò piantargli un coltello nella schiena. Da quello che era riuscito a sentire, tra lui e Victoria sembrava essersi sciolta la tensione, e non riusciva proprio a scordare quello che aveva casualmente ascoltato proprio quella mattina.
Come aveva osato, pensò infuriato, passare la notte in un armadio con la sua preda? Era assolutamente inconcepibile e intendeva fargli pagare l'affronto: non aveva idea di ciò che potesse essere successo, ma non faticava ad immaginarlo. L'idea lo rendeva ancora più arrabbiato, e se ne chiedeva la ragione.
Ovviamente, nessuno poteva prendersi ciò che aveva decretato suo, lui e Baston erano sempre in competizione, perciò lo avrebbe punito.
Poco dopo Victoria, assieme a Cedric, lasciò la Sala Grande, e il ragazzo notò il silenzio della ragazza mentre si dirigevano verso la Torre di Divinazione. A tutti dava fastidio essere costretti, dopo cena, ad ascoltare le inutili parole della Cooman, ma in quel momento nessuno dei due stava pensando alla lezione imminente. “Tutto bene?” chiese Cedric, non abituato al silenzio. Di solito Victoria era sempre pronta a chiacchierare, ma fino a quel momento non aveva ricevuto altro che dei mugugni in risposta alle sue domande. La vide annuire, ma non era convinto.
Era troppo strana, silenziosa in un modo che non le apparteneva, perciò decise che avrebbe indagato più a fondo. In quel momento venne loro incontro il professor Vitious. "Ragazzi, la lezione di oggi è stata annullata: la professoressa Cooman non sta molto bene, perciò se volete potete tornare nei vostri dormitori".
La ragazza tirò un sospiro di sollievo: avrebbe potuto impiegare al meglio quelle due ore studiando, o magari riposandosi. Soprattutto sentiva il bisogno di rimanere da sola, la presenza degli altri la disturbava anche se faticava a capirne la ragione. "Vieni con me? Pensavo di andare ad allenarmi un po'" le propose Cedric, guadagnandosi un'occhiataccia dall'amica. "A quest'ora? No grazie, preferisco stare qua dentro al caldo, ma tu vai pure a congelarti. Magari ti servirà per sconfiggere Serpeverde, no?"
Victoria ghignò sarcasticamente, ma in fondo era contenta. Sarebbe andata in biblioteca, in mezzo a tutti quei libri si sarebbe sentita a proprio agio, inoltre avrebbe potuto approfittare di quell'inattesa pausa dalle lezioni per portarsi avanti con i compiti di Pozioni. Piton li aveva nuovamente riempiti di temi da svolgere, e non voleva rimanere troppo indietro col programma.
Percorse a ritroso la strada verso la Sala Grande, per poi raggiungere senza intoppi la biblioteca; notò l'occhiata incredula di Madama Pince e si affrettò a trovare un tavolo isolato nell'angolo più nascosto della sala. Poteva rimanere lì fino alle dieci, e in tre ore sicuramente avrebbe potuto scrivere senza essere interrotta: nessuno sarebbe venuto in biblioteca a quell'ora, Cedric spesso diceva che solo i pazzi avrebbero potuto farlo.
Cominciò a scrivere senza fermarsi se non per quelle volte in cui intingeva la punta della piuma nella boccetta d'inchiostro, e per rileggere la pergamena; ci teneva a mantenere una media alta dato che era riuscita a strappare un 8- a Piton. Alzò lo sguardo sull'orologio appoggiato al muro e scoprì che era già trascorsa più di un'ora; sorrise nel vedere di aver già scritto due rotoli e mezzo di pergamena, ma poi comprese che cosa l'aveva distratta.
Credeva di essersi interrotta solo per controllare l'ora, ma si accorse in quel momento di un pezzo di carta volare: aveva la forma di un uccellino e produceva un gradevole suono quando sbatteva le minuscole ali. Victoria sorrise, affascinata da quella vista: era una magia molto semplice, ma ogni volta che ne vedeva uno non riusciva a non ammirarlo. Era raro vederne in biblioteca dato il rigore di madama Pince.
Dopo alcuni minuti l'uccellino cominciò lentamente a perdere quota, e la ragazza notò con stupore che si avvicinava sempre di più a lei; posò addirittura la piuma e tese le mani a palmo in su non appena comprese che stava proprio venendo da lei. Il foglietto si posò con delicatezza sulla sua mano e perse del tutto l'animazione.
Notò con sorpresa il segno inconfondibile dell'inchiostro e lo aprì con delicatezza, quasi avesse timore di romperlo inavvertitamente. All'interno c'era una domanda che la indusse ad osservare incredula il foglio, soprattutto nel leggere la firma.
Victoria pensò immediatamente ad uno scherzo: era impossibile che proprio Marcus Flitt potesse porle una domanda di quel tipo e lo appallottolò, gettandolo nel cestino che era poco lontano da lei. Non era arrabbiata, al contrario riprese a scrivere con un'espressione palesemente divertita sul volto; si sarebbe complimentata col ragazzo il giorno dopo, pensò mentre scriveva, per la magia che era venuta benissimo.
Pochi minuti dopo, Victoria venne nuovamente distratta da un leggero rumore e notò un altro uccellino di carta che la guardava: lo prese in mano, sorpresa. Lo lesse e poi si guardò attorno, accigliata.
Perché non aveva notato l'arrivo di un'altra persona? Era stata impegnata tutto il tempo a scrivere, si disse, da non accorgersi di nulla; riportò incerta lo sguardo su quelle parole. Faticava a capire che cosa volesse da lei.
"Non mi sembra difficile rispondere alla mia domanda, non pensi anche tu?" La ragazza sobbalzò e rovesciò parte dell'inchiostro su un libro; con aria seccata osservò il libro rovinato, ma proprio in quel momento vide Marcus, proprio poco lontano da lei. Era appoggiato quasi con pigrizia ad un muro, e lei non l'aveva notato.
"Non capisco..." gli disse sinceramente, mentre si chiedeva da quanto fosse lì. C'era qualcosa in quell'espressione che lui aveva che la inquietava; di solito le si rivolgeva con un sorriso ironico, o con un'espressione arrogante, come se si credesse superiore al resto del mondo. In quel momento non c'era niente di tutto ciò sul suo volto, pareva persino serio, e quel sorriso appena accennato aveva qualcosa di *pericoloso*.
"Cosa c'è da capire? Io ti ho chiesto se vuoi uscire con me, non mi sembra una domanda difficile. O forse non ti piaceva il mio uccellino di carta?" Il ragazzo puntò la bacchetta verso il cestino, e il pezzo di carta gettato via poco prima riprese a volare, anche se in maniera leggermente più goffa rispetto a prima.
Sapeva di averla spiazzata, ed aveva puntato sul fattore sorpresa; il fatto che lei non avesse preso sul serio subito la sua domanda lo aveva irritato, ma non al punto da gettare la spugna. L'esitazione che vedeva sul volto di Victoria era la conferma di essere se non altro riuscito a farsi notare; poi lui sapeva bene che alla ragazza piacevano certe magie, aveva preso informazioni per molto tempo, ed ora le usava a suo vantaggio. "Ci vediamo tutti i giorni, Marcus, non vedo perchè mi dovresti chiedere adesso di incontrarci per studiare..."
Victoria lo osservò con attenzione e vide un lampo d'irritazione negli occhi del ragazzo, che si avvicinò quasi di scatto. "Non sto parlando di incontri del Club, o di altre sciocchezze del genere, ma di un appuntamento. Mai sentito parlare? Eppure non dovrebbe sorprenderti del tutto, la mia proposta, avrai certamente notato... il mio interesse. "
Marcus accompagnò quelle parole con un gesto gentile: senza permetterle di scostarsi, le sfiorò con una mano il volto. Non lo sorprese l'improvviso irrigidimento della ragazza, e neppure il fatto che si fosse rapidamente allontanata da lui, quasi temesse quel gesto che lui reputava innocuo. "No, ma... Non c'era motivo di... comunque non credo sia possibile, sai anche tu quanto ho da studiare." La ragazza si sentiva estremamente a disagio, e avrebbe voluto non essere mai giunta in biblioteca; non aveva paura di lui, ma neppure intendeva credere a quelle parole.
L'istinto le suggeriva di diffidare di lui.
"La vita non è fatta di solo studio, dovresti saperlo. E poi non sei neanche una che ne ha troppo bisogno, perciò non vedo il motivo per cui dovresti rifiutare" le disse in tono pratico, sapendo di metterla alle strette. Si sentiva sempre a proprio agio quando era lui a tenere le redini della situazione. Per un istante Victoria si sentì in trappola, ma la sensazione durò solo qualche attimo. "Certo che no, ma come ben sai ce l'ho già un ragazzo. Non vedo perché dovrei accontentarmi di te".
Victoria si sentiva una bugiarda, ma era la sola frase capace di zittire il ragazzo ogni volta; a sua grande sorpresa lo vide sorridere, divertito da quelle parole. "Oh certo, il caro Oliver Baston. Sei un'illusa se pensi che ti noterà; certo, potrebbe succedere che decida di farlo allo scopo di competere con me, ma dovresti esserti svegliata ormai." Le parlò in tono rude, come se stesse sputando le parole con rabbia; tutto sommato sapeva che non era accaduto nulla in quell'armadio, Victoria era troppo candida e lui avrebbe captato un eventuale indizio se così non fosse stato. Sapeva che al posto di Baston, lui avrebbe invece approfittato dell'occasione, e forse sarebbe stato più semplice un approccio di quel genere.
Aveva sempre fatto così, era la prima volta che si serviva di un piano del genere con una ragazza. Forse non ne sarebbe neppure valsa la pena, esattamente come era accaduto poi con Cecily, ma per il momento il piacere della sfida rendeva tutto molto interessante.
"Non dire sciocchezze, lo hai visto anche tu il regalo che mi ha mandato a Natale, no?" L'espressione di Victoria era ora di scherno, dopo aver scacciato quell'incomprensibile timore che stava provando; nonostante tutto si sentiva un verme perchè sapeva che non era da parte di Oliver quel regalo, magari gli avrebbe chiesto di stare al gioco solo per far arrabbiare Marcus.
E il ragazzo rise, senza curarsi dell'espressione incredula di Victoria; le si avvicinò nuovamente, questa volta con un lampo ironico negli occhi. "La prossima volta che menti, Victoria, assicurati che l'altro non sappia che lo stai facendo. Sono io ad averti mandato quei cioccolatini, ma non ti è neanche passato per la testa, dico bene?"
Marcus pensò che fosse troppo bello vedere la ragazza annaspare alla ricerca di una risposta convincente; era anche contento di averle rivelato la verità perché non sopportava più l'idea che lei davvero pensasse che i dolci fossero arrivati da parte di quel Grifondoro stupido. Sorrise.
"Veramente non l'hai mai pensato? Eppure era così facile la risposta... forse dopotutto non sono così furbi, gli studenti che appartengono a Corvonero. Ma non sono arrabbiato, in fondo ti sono piaciuti, dico bene?" E il sorriso si allargò, ipocritamente, sul volto di Marcus. Gli era servito parecchio tempo per scoprire dove si potessero acquistare quei cioccolatini, dopo aver scoperto casualmente proprio dalla stessa ragazza che li adorava. Aveva fatto un ottimo lavoro, ma lei non ne sembrava contenta.
"E allora? Perché perdere tempo con questa messa in scena? Ti credi furbo, ma conosco la tua reputazione e il tuo modo di trattare le ragazze, solo un'idiota cadrebbe nel tuo tranello. Ti consiglio di dedicarti a quelle sciocchine che frequenti solitamente, non ho tempo da sprecare con uno come te" sibilò Victoria arrabbiata, scostandosi bruscamente. In quel momento avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ma non le andava l'idea di essere riuscita a farsi sorprendere e turbare da lui.
Forse aveva ragione chi sosteneva che i Serpeverde erano in grado di mentire senza rimorsi; era un cliché che aveva creduto falso, e le dava fastidio l'idea che alla fine Marcus le fosse sempre sembrato molto più simpatico e sopportabile dei compagni. Ora sapeva che non era così.
Dimenticò anche di raccogliere le proprie cose tanto era il desiderio di tornare alla Torre; incrociò persino Gazza, ma non perse tempo ad ascoltarlo e solo quando si trovò vicino alla scala che conduceva alla Sala Comune dei Corvonero, si fermò.
"Lui non ti dice la verità.
Lui sta mentendo, non lo vedi?"
Per un momento Victoria pensò di avere le visioni, ma solo dopo alcuni minuti riconobbe il fantasma di Helena Corvonero proprio a pochi passi da lei. Fluttuava a pochi centimetri da terra, e aveva un'espressione intensa sul volto. " Scusi?"






nota: ecco il 10^^ spero vi piaccia, scusate se mi dilungo poco ma sono di fretta xdddd grazie tutti quelli che seguono e/o commentano!  che vuol fare Marcus Flittveramente? u.u ci riuscirà?XDDD
e Helena spia? u.u beh a voi i commenti xddd ciaoooo!





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Capitolo 11
*** 11 - Scontro a sangue ***


Angolo autrice: sono tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


Capitolo 11 - Scontro a sangue


Victoria osservò basita la Dama Grigia per un po' di tempo , domandandosi che cosa avesse voluto dire con quelle parole. L'istinto la spinse a non domandare. Tutti gli studenti, o meglio tutti quelli di Corvonero, sapevano che le domande rivolte al fantasma cadevano sistematicamente nel dimenticatoio. Non era una questione di maleducazione, ne era certa, ma quella donna si limitava a parlare per poi tacere.
Era strana, ma non tutti a scuola comprendevano il suo modo di fare.
Spesso neanche Victoria riusciva a capirla, nonostante le piacesse a volte fermarsi a parlarle. Di notte, in particolar modo: quando era da sola in Sala Comune a studiare e percepiva la silente presenza della donna, qualche volta le raccontava ciò che succedeva durante le lezioni. Non credeva però che la Dama l'ascoltasse veramente. Non commentava né si muoveva, ma lei ugualmente le parlava. Il suo sguardo profondo la faceva sempre sentire a disagio, ma, ed era altrettanto curioso, allo stesso tempo al sicuro.
"Devi stare attenta a non lasciarti ingannare dalle apparenze..." La voce di Helena Corvonero era priva di qualunque sentimento: era, come a volte diceva Victoria, semplicemente pratica. Il professor Vitious le aveva raccontato che in passato, quando ancora era viva, Helena fosse una veggente; non c'erano testimonianze scritte su quell'affermazione, ma l'insegnante ne era certo. Il che, secondo Victoria era possibile, anche se spesso aveva collegato quel modo di fare tipico del fantasma al semplice desiderio di solitudine ed alla mente geniale di cui, così si vociferava da secoli, gli studenti di Corvonero fossero in possesso; come figlia della celebre fondatrice, sicuramente aveva ereditato parecchie qualità dalla madre.
Il riferimento alle apparenze era, per Victoria, molto scontato. Era impossibile non ricollegarlo a quello che era successo prima in biblioteca. Si sentì arrossire all'idea che il fantasma potesse avere visto la scena, d'altro canto le sue parole non lasciavano adito a dubbi. "Non volontariamente, ma mente" disse ancora Helena mentre la fissava con intensità. La ragazza non si era mossa, continuava ad osservare il delicato fluttuare del fantasma senza riuscire a chiedere spiegazioni; solo dopo alcuni minuti Victoria si rese conto che Helena aveva attraversato il muro di pietra, così si sedette su uno scalino.
Sentiva che i pensieri non seguivano più una logica, bensì erano sparpagliati all'interno della sua mente privi di un filo conduttore; solo in quel momento si ricordò del tema che stava scrivendo e decise che sarebbe andata a riprenderlo. Non aveva alcuna intenzione di farsi turbare dal ragazzo, o meglio, da quello che le aveva detto.
Doveva essere impazzito, pensò Victoria mentre correva verso la biblioteca, per farle delle proposte del genere. Salutò Nick-Quasi-Senza-Testa quando lo incrociò in un corridoio, e di colpo le venne in mente la faccia perplessa di Oliver. Anche il portiere dei Grifondoro, pensò la ragazza, non aveva mai preso sul serio ciò che lei pensava di lui, e ciò bastò a farla riflettere.
Poteva aver commesso lo stesso errore? No, era certa che quella di Marcus fosse solo una sceneggiata, magari aveva qualcosa da nascondere o nascondeva un motivo per dirle quelle cose.
Poi ripensò anche a quel regalo ricevuto. Improvvisamente si sentiva a disagio sapendo che i cioccolatini arrivavano da lui, e se avesse potuto glieli avrebbe restituiti all'istante; non sapeva neppure perché la cosa la turbasse tanto. In fondo era normale scambiarsi dei regali tra amici, e lei con Cedric e Percy in particolare non aveva nessun problema.
Era il lungo silenzio a turbarla davvero: forse lui sapeva che non li avrebbe accettati, se fosse stata a conoscenza del mittente. Ma perché glieli aveva mandati? Era un po' assurdo, considerando che doveva aver fatto molta fatica a trovarli: provenendo dal mondo della magia doveva per forza essersi spostato tra i Babbani. Faticava a crederlo. Forse mentiva. Helena non l'aveva appena detto che non doveva lasciarsi ingannare dalle apparenze?
Si riscosse davanti alla biblioteca e vide, con suo sommo rammarico, che era chiusa. Probabilmente madama Pince aveva approfittato della sua scomparsa improvvisa per impedirle di tornare; la ragazza pregò tra sé e sé di ritrovare le proprie cose il giorno seguente, o avrebbe dovuto riscrivere tutto.
"Hai l'aria di non avere dormito molto, cara, sei certa di stare bene? Forse non dovresti venire stasera al Club" le disse il professor Vitious il giorno dopo, non appena la lezione di Incantesimi era terminata. Il minuscolo insegnante evitò di specificare che sembrava più nervosa del solito: non era da lui invadere la privacy dei suoi studenti, ma era in qualche modo preoccupato. L'aveva vista scagliare gli incantesimi in modo molto approssimativo, e persino alcuni studenti dal rendimento più scarso avevano ottenuto qualcosa di meglio.
"Forse ha ragione, è che ieri sera ho scordato in biblioteca alcune cose e non le ho trovate. In più ho anche mal di testa, ma verrò ugualmente." La ragazza si sentiva davvero girare la testa, ma fortunatamente quel giorno non doveva seguire Pozioni o Piton l'avrebbe certamente usata per qualche esperimento."No, non se ne parla assolutamente. Riposati, questa sera eseguiremo solo un ripasso generale, non perderai nulla di nuovo" le disse l'insegnante, più preoccupato per la salute che del rendimento di solito eccellente della ragazza.
In un altro momento Victoria avrebbe certamente insistito con il professore, ma all'improvviso non aveva più tanta voglia di vedere presto Marcus; in passato i suoi scherzi non le avevano mai fatto effetto, ma questa volta era diverso. Si sentiva pervasa da una strana ansia, come se il ragazzo avesse sbirciato nella sua intimità, e non intendeva dargli la soddisfazione di sapere quanto grande fosse il suo turbamento.


Cedric evitò accuratamente ogni contatto con Maggie, dal momento che la ragazza aveva ripreso a non dargli tregua; si sentiva estremamente nervoso, e non poteva neppure contare sulla presenza di Victoria per schivare l'esuberante ragazza. Sedendosi al tavolo di Tassorosso all'ora di pranzo, notò come anche in quel momento l'amica fosse assente della Sala Grande: era un caso poco frequente, non era da Victoria saltare i pasti; ricordava però l'espressione nervosa che le aveva visto sul volto qualche tempo prima.
Le avrebbe volentieri chiesto qualcosa, ma durante l'ora di Pozioni era stata interrogata per quasi due ore consecutive da Piton, oltre che costretta ad eseguire davanti alla classe la preparazione di un veleno non letale. Con un altro insegnante sicuramente Victoria avrebbe preso un punteggio pieno, ma ormai erano tutti abituati ai modi di fare di Piton che l'aveva spremuta alla pari di un limone.
Sicuramente, pensò il ragazzo addentando con decisione la cotoletta , il professore non l'aveva interrogata per farle fare bella figura, ma solamente allo scopo di mostrare come molti loro compagni fossero estremamente carenti nella sua materia. Forse, pensò divertito, si era stancato di sentire il silenzio dopo ogni sua domanda.
"La tua amichetta non c'è?" Una voce rude e sprezzante gli si rivolse, e Cedric alzando lo sguardo notò che Marcus Flitt si era fermato proprio di fronte a lui. Non l'aveva notato in Sala Grande ma, considerò obiettivamente il ragazzo, difficilmente posava lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde. "Dovresti guardare dalla parte dei Corvonero, se ti riferisci a Victoria" rispose Cedric in modo freddo.
Non trovava nulla di simpatico in Marcus Flitt, al contrario forse lo detestava ancora di più per via delle sue scorrettezze durante le partite, e doveva ancora capire che cosa ci trovasse in lui l'amica. Non protestava mai quando le faceva qualche battuta poco carina, né se le procurava delle ferite durante gli incontri del Club.
Secondo l'opinione di Victoria, Flitt era uno a posto nonostante fosse un Serpeverde, e lui sapeva che cosa significava; aveva giudicato allo stesso modo persino lui, Percy, e anche i gemelli Weasley. Essere messo sullo stesso piano di quella specie di mostro non era stato consolante, ma non era invidioso. Era il modo che Victoria usava per catalogare qualcuno come simpatico. Poi c'era Oliver Baston, ma lui era un caso molto a parte: da persona gradevole era diventato tollerabile, per poi essere classificato come persona a posto pure lui. Era quello, pensava divertito Cedric, che tra gli amici della ragazza aveva subito più variazioni di appellativo, ma era normale: l'amore era volubile, soprattutto le cotte senza speranza.
"Fai poco lo spiritoso, Diggory, e ricordati che tra un mese verrai nuovamente umiliato..." Marcus lasciò trascorrere qualche secondo, di modo che le sue parole potessero essere assorbite dal ragazzo prima di continuare. "Visto che la signorina non si degna di farsi vedere, dalle tu questo. L'ha dimenticato l'altra sera in biblioteca, ma falle sapere che se rivuole il suo tema di Pozioni deve solo venire da me." Posò poco garbatamente il libro di fronte a Cedric, senza curarsi del disappunto del ragazzo. Non avrebbe consegnato anche quel tema, Flitt aveva già deciso che glielo avrebbe restituito di persona allo scopo di parlarle; non le avrebbe permesso di comportarsi così con lui, nessuno poteva reagire a quel modo senza essere adeguatamente punito.
"D'accordo, ma potresti darmi anche il tema, no?" Cedric lo osservò indispettito, ma Marcus si limitò ad osservarlo come se fosse una creatura magica di dubbio interesse. "No, non ti fa bene copiare. Ad ogni modo già che ci sei, aggiungi anche che non la credevo una codarda... e che mi deve ancora rispondere" ringhiò il ragazzo prima di allontanarsi dopo aver lasciato Cedric con un'espressione sbalordita sul volto.
Marcus non aveva alcun dubbio sul fatto che l'assenza di Victoria al Club, la sera precedente, fosse dovuta a ciò che si erano detti, e l'atteggiamento schivo ne era la conferma. Ma non le avrebbe permesso di continuare per molto con quel modo di fare.
Cedric, seppur tentato all'idea di raggiungere nuovamente Marcus, cambiò idea e decise che avrebbe parlato con Victoria. Non gli era piaciuta l'allusione di Flitt alla biblioteca, in fondo lei gli aveva solo detto che era rimasta tutto il tempo da sola a studiare e non aveva neppure accennato alla presenza di altre persone; forse il ragazzo mentiva, si disse mentre riprendeva le proprie cose e il libro della ragazza.
Trovò l'amica nascosta in un'aula vuota e con un'espressione ansiosa sul volto. Non era proprio da lei. "Ma che ti succede?" le chiese senza preamboli, mentre le restituiva il libro raccontandole ciò che era successo in Sala Grande. Il mutismo della ragazza gli confermò che Marcus Flitt non aveva mentito, ma non riusciva a capire.
"Non è niente, abbiamo discusso e a me è venuto mal di testa. Se pensa che sia a causa di questo che non mi sono fatta vedere... beh..." Victoria agitò minacciosamente la bacchetta facendo cadere accidentalmente il lampadario su cui si era seduto Pix.
Non avrebbe mai ammesso che Marcus aveva ragione, e si vergognò della propria reazione. Nascondersi a quel modo solo per avere ricevuto una proposta del genere era da codardi, e doveva riconoscere di essersi comportata come tale; non sapeva che cosa dirgli, ma, realizzò con ferocia, quel tema poteva anche tenerselo tanto lo aveva già riscritto tutto. E gli avrebbe dimostrato che non temeva di certo niente, tanto meno lui.

Di solito era lui a dare le indicazioni e a correggere i compagni, ma durante l'allenamento di quel giorno Oliver si rese conto di essere distratto. Non aveva mai sgridato Alicia per come continuava a ripetere lo stesso schema, né protestato quando i gemelli si erano messi ad inseguirsi per il campo, approfittando del suo strano mutismo.
Non andava affatto bene, si disse mentre si rivestiva dopo aver terminato l'allenamento e fatto la doccia, avrebbe dovuto essere maggiormente severo. Quell'anno avrebbero certamente vinto la Coppa, ma per riuscirci doveva smetterla di distrarsi. Per fortuna nessuno gli aveva chiesto se fosse accaduto qualcosa, non avrebbe saputo che cosa raccontare.
Di certo non la verità.
Percy non aveva neppure notato che era tornato in dormitorio a notte fonda, e in Sala Comune aveva incrociato solo un'amica di Harry, di nome Hermione, ma sapeva che non avrebbe detto niente. Non poteva però negare di essere ancora agitato, e non riusciva a comprenderne la ragione. O meglio, sapeva che era a causa di quegli interminabili momenti trascorsi all'interno dell'armadio con Victoria, ma non riusciva a capire che cosa lo avesse tanto turbato.
Forse avrebbero dovuto parlarne, pensò Oliver mentre si rimetteva il maglione della divisa scolastica. Però non la riteneva un'idea grandiosa, al contrario si sarebbe reso nuovamente ridicolo, pensò ricordando l'assurda domanda sul profumo che usava. Naturalmente non aveva ricevuto risposta.
Come gli era saltato in mente di domandarle una cosa tanto sciocca? Eppure era certo di aver distinto un'odore decisamente gradevole, che di certo non poteva attribuire alla puzza di muffa dell'armadio. E neppure alle scope. No, era qualcosa di più delicato, ed allo stesso tempo inebriante.
Ed era assurdo, così come la sensazione di calore che l'aveva colto. Sicuramente era dovuto al fatto che rimanere chiusi in uno spazio tanto angusto non era l'ideale, non c'entrava nulla il fatto che fosse talmente piccolo da costringere entrambi a prestare attenzione anche al minimo movimento.
Prese la propria scopa per dirigersi nuovamente al castello, ringraziando l'aria gelida che controbilanciava la strana ansia che lo rendeva così stranamente vulnerabile. Senza dubbio Gazza non li aveva riconosciuti, ma ogni volta che ripensava a quell'ora trascorsa nell'armadio, si sentiva stranamente avvampare.
Non aveva potuto evitare di sfiorarla, si disse ricordando di essere stato costretto a tenerla per un braccio, per evitare di mettere inavvertitamente le mani in posti molto più imbarazzanti. Il buio non li aveva aiutati, o forse aveva solo evitato di mostrare quanto fosse imbarazzato per quella situazione.
La cosa che lo colpiva era che, nonostante tutto, non si era sentito disgustato, ma non riusciva a capire del tutto che cosa provasse. Forse, si disse, avrebbe dovuto davvero seguire l'esempio di Flitt e smettterla di pensare, anche se non aveva idea di cosa fosse successo in biblioteca. Nulla, lo conosceva abbastanza bene da sapere che si vantava fin troppo di cose che non faceva mai.

"Oh, ti sei degnata di farti vedere" sghignazzò Marcus nel notare come Victoria, quella sera, fosse già giunta nell'aula del professor Vitious. Il ragazzo aveva atteso per un paio di giorni che la ragazza lo cercasse, ma era rimasto deluso. Victoria non si nascondeva più come in un primo tempo, ma lui non le aveva ugualmente dato tregua.
L'aveva tormentata di continuo in attesa di una reazione, l'aveva chiamata codarda varie volte, ma senza ottenere un risultato. O forse sì, invece, si disse Marcus mentre riconosceva che forse era servito a farla uscire allo scoperto.
"Oggi, ragazzi, duelleremo. Vorrei due volontari... anzi, Victoria, vieni tu. Ti va?" L'insegnante si rivolse alla ragazza che annuì; tutto andava bene se poteva evitarle di ascoltare le continue provocazioni di Marcus, perciò si avvicinò al professore che le indicò lo spazio lasciato libero nell'aula. "Molto bene, un altro volontario... non tu, Flitt, hai già duellato la volta scorsa" dichiarò Vitious, facendo sospirare di sollievo Victoria. Si era aspettata che il ragazzo si proponesse per duellare con lei.
"Verrei io, professore" una voce mielata attirò l'interesse della ragazza; Victoria osservò Vitious dare il benestare a Cecily, e a pregare tutti di indietreggiare. La ragazza bionda le rivolse un sorriso, ma Victoria percepì qualcosa di strano. Fino a quel momento non avevano mai lavorato assieme al Club, di solito la Serpeverde preferiva rimanere nel proprio gruppo, ed era certa che ci fosse una ragione per quell'inaspettata evoluzione degli eventi.
Notò il modo aggraziato con cui si muoveva, e si sentì goffa: persino quando camminava, Cecily pareva muoversi con estrema grazia, come se incedesse sulle nuvole, e il sorriso la rendeva molto affascinante. Victoria notò che molti ragazzi avevano quasi la bava alla bocca mentre la osservavano, e la invidiò: lei non poteva vantare una tale adorazione anzi, di solito non aveva neppure un corteggiatore.
Non che fosse importante, si disse impugnando la bacchetta. "Molto bene ragazze, potete cominciare. Inchinatevi, indietreggiate ed iniziate. Naturalmente non voglio vedere incantesimi pericolosi: siete qui per esercitarvi, non per farvi del male" dichiarò Vitious. Cecily sorrise ancora più largamente dopo aver sentito quelle parole.
Le due ragazze eseguirono alla perfezione il rituale cerimoniale prima di fronteggiarsi con decisione; dopodiché la bacchetta di Cecily si mosse repentinamente, scagliando contro Victoria un lampo di luce rossa. La ragazza, colta leggermente di sorpresa dal non aver udito alcuna formula magica, si spostò rapidamente osservando il raggio colpiure e mandare in pezzi uno scrittoio che era proprio dietro di lei. Uno Schiantesimo ben piazzato, pensò Victoria, felice di essere riuscita ad evitarlo.
“Non sono ammessi incantesimi non verbali, signorina Hawtorne” disse Vitious con uno strillo, di modo che entrambe le ragazze lo sentissero. Victoria non esitò a lanciare contro l'avversaria un Locomotor Mortis, che la colpì parzialmente alla gamba destra. Osservò la Serpeverde fare una smorfia inquietante prima di liberarsi da quell'incantesimo: Cecily non era il genere di persona che concedeva tregua al suo avversario durante un duello, perciò Victoria sapeva di dover rimanere concentrata.
La ragazza bionda si rimise in piedi con estrema rapidità, seppur leggermente ostacolata nei movimenti a causa dei postumi dell'effetto dell'incantesimo; non aveva previsto che Victoria fosse agile, ma ora non avrebbe più commesso l'erroredi sottovalutarla. Aveva un anno più di lei, non era neppure pensabile che potesse lasciarsi sconfiggere da una del quarto anno.
E poi doveva pur vendicarsi, dopo che aveva notato che a lei era rivolto l'interesse momentaneo di Marcus. "Exulcero" pronunciò decisa mentre puntava la bacchetta verso Victoria, indirizzata prevalentemente al petto. Un lampo viola partì dalla bacchetta, e la ragazza, pur essendosene accorta, non riuscì ad innalzare una barriera protettiva in tempo.
L'impatto fu estremamente doloroso, tanto che Victoria si ritrovò a terra, la mano appoggiata alla base del collo dove la fattura aveva colpito; Cecily constatò con dispiacere di avere mancato l'obiettiv,o anche se la pelle solitamente candida della ragazza, colpita di striscio, era ora ustionata. Victoria proruppe in un gemito di dolore, ma non chiese all'insegnante di intervenire; non era certo illegale, anche se riteneva fosse un incantesimo poco adatto ad un duello amichevole. Puntò la bacchetta verso il punto colpito per alleviare temporaneamente il dolore con un incantesimo cura ferite..
Il professore osservò le due ragazze con un lampo di preoccupazione negli occhi: lui avrebbe voluto un semplice duello d'allenamento, ma era chiaro che nessuna delle due pareva intenzionata a seguire la sua linea di pensiero. L'idea di intervenire lo tentava, ma decise che avrebbe osservato fin dove il desiderio di antagonismo avrebbe portato le due studentesse prima di fare qualsiasi cosa.
Non era molto sicuro sulla vincitrice: sicuramente Cecily era molto portata per il duello, ma lui sapeva che Victoria aveva dalla sua parte un incredibile istinto che la spingeva a mosse strategicamente imprevedibili. Schivare lo Schiantesimo era stata una mossa saggia, ma lui sapeva che la maggior parte degli studenti - e dei maghi e streghe adulti - avrebbero optato per una difesa. Forse era stato un caso, pensò l'insegnante mentre continuava ad osservarle, perché Victoria aveva agito d'istinto. Ma a volte l'istinto era l'arma vincente, e questo la Serpeverde faticava a comprenderlo. Era un suo difetto, in fondo la conosceva da cinque anni: Cecily amava programmare la strategia prima dell'inizio di un duello, e di solito era una mossa vincente, visto che pochi potevano opporsi alla determinazione che metteva nella lotta.
Allo stesso tempo era una grande pecca, perché nel momento in cui il duello la svantaggiava, la Serpeverde faticava a riportarlo dalla sua parte. E non era certo che Victoria fosse il genere di studentessa pronta a permetterle di fare il suo gioco; la ragazza non aveva mai concesso a nessuno di vincere solo perché era più grande o con più esperienza di lei. Lottava fino alla fine: Vitious si aspettava un duello molto combattuto.
Cecily riuscì a proteggersi dalla fattura Orcovolante di Victoria e rispose in fretta. "Expedicto" disse decisa, piegando le labbra in un sorriso malevolo di fronte all'espressione sorpresa della sua avversaria. Era un incantesimo molto pericoloso, e lei sapeva che se fosse andato a segno sarebbe dovuto intervenire Vitious per aiutare Victoria. Bloccava parzialmente le vie respiratorie ed era difficile da contrastare.
Victoria comprese in quell'istante che non avrebbe dovuto più pensare ad un semplice duello, le era chiaro che Cecily voleva ferirla seriamente. "Protego!" Una barriera difensiva bloccò del tutto l'incantesimo, e la ragazza constatò che certamente non le avrebbe creato seri danni; era molto debole, ma non si soffermò a rifletterci sopra."Alarte Ascendere " disse, agitando con decisione la bacchetta verso la sua avversaria.
Cecily, presa alla sprovvista dalla natura apparentemente innocua dell'incantesimo, non si difese pensando di riuscire a schivare; lanciò uno strillo acuto di paura nel vedersi sollevata per aria, prima di ricadere con violenza sul il pavimento. Alcuni dei ragazzi presenti risero nel vedere la ragazza rossa in volto dalla vergogna, l'umiliazione era inequivocabile.
Il professor Vitious osservò le condizioni delle due ragazze: nonostante Cecily fosse quella che più aveva subito, era Victoria a presentare una ferita che avrebbe potuto diventare persino pericolosa. Stava per interrompere il duello quando le due ragazze si mossero nello stesso istante.
"Glacius!" Victoria puntò decisa la bacchetta verso le gambe della sua avversaria: un raggio gelido scaturì dalla bacchetta e colpì Cecily alle gambe. Quasi all'istante una spessa crosta di ghiaccio ricoprì le gambe della ragazza, intrappolandone i movimenti. Il ghiaccio, notò Victoria soddisfatta, era arrivato fin sopra le ginocchia e aveva immobilizzato quasi completamente Cecily; non aveva prestato attenzione all'incantesimo pronunciato dalla sua avversaria, ma era certa che fosse stato annullato dal suo dal momento che avevano attaccato allo stesso momento.
"Incendio" la replica di Cecily, seppur immobilizzata, non si fece attendere, ma la Serpeverde era consapevole che Victoria non avesse avuto la benché minima percezione di ciò che aveva fatto. Le sorrise divertita, e con gioia constatò che le fiamme l'avevano colpita appieno. La classe assistette sbigottita all'immobilità di Victoria, che aveva portato le mani all'altezza dell'addome, lasciando cadere a terra la bacchetta.
" Basta!" Vitious intervenne per evitare che la situazione degenerasse, ma non riuscì ad impedire che la ragazza venisse investita dal getto infuocato. L'incantesimo di Cecily era comunque debole e lo annullò con un semplice gesto della bacchetta; si avvicinò di corsa a Victoria e notò che il fuoco le aveva parzialmente rovinato la divisa scolastica. Sicuramente aveva anche lasciato traccie sulla pelle, ma non le riteneva preoccupanti.
Agitò la bacchetta anche verso Cecily, liberandola dalla prigione di ghiaccio che le impediva i movimenti: il gelo era pericoloso allo stesso modo del fuoco. Osservò Victoria che cercava di rimettersi in piedi e si preoccupò: il volto era trasfigurato da un dolore che lui non riusciva ad identificare.
"Dove ti fa male?" le chiese subito mentre si era avvicinato; curiosamente la ragazza teneva entrambe le mani all'addome, ma non c'erano ferite che potessero giustificare quell'atteggiamento. Mosse la bacchetta su di lei e capì all'istante cosìera accaduto."Steileir, portala immediatamente in infermeria. E senza perdere tempo, dì a madama Chips che sono ferite interne." Il professore si rivolse all'istante verso uno degli studenti, ed un brivido gelido attraversò tutti gli altri.
Marcus osservò prima Victoria, sentendosi preoccupato, per poi gratificare di un'occhiata cattiva Cecily. Il sospetto che avesse utilizzato un incantesimo pericoloso lo aveva sfiorato, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbe spinta fino a quel punto. Era sicuro che si trattasse del Feritus provocus, era stato proprio lui ad insegnarglielo l'anno precedente, ma non era mai stato utilizzato contro nessuno. Neppure contro gli elfi.
In quel momento, vedendola sorridere trionfalmente in risposta, capì. Non l'aveva fatto casualmente, il suo desiderio di fare del male a Victoria era stato reale; si chiedeva se per caso avesse scoperto il suo piano con Victoria , anche se non escludeva l'ipotesi che fosse una semplice punizione per chi non aveva il sangue puro.
Ma era certo di essere in qualche modo la ragione di quell'attacco e sperò che quel buffone di Steileir non impiegasse troppo tempo per arrivare in infermeria; in quel momento il professor Vitious si avvicinò alla ragazza. Era furente.
"Avevo detto niente incantesimi non verbali, e neanche magie offensive potenzialmente dannose. Per questo toglierò alla tua Casa cinquanta punti: quanto a te dopo cena seguimi. Una visita al professor Piton è d'obbligo. " L'insegnante era furibondo, e già sentiva i ragazzi Serpeverde lamentarsi per quella punizione, ma era irremovibile. La Casata non era importante, in passato aveva punito anche i suoi di Corvonero per simili trovate.
A lasciarlo sorpreso era il genere di incantesimo utilizzato: non era comune conoscerlo ed era sconvolto dalla noncuranza con cui Cecily ne aveva disposto. La sua priorità era però che Victoria si riprendesse, perciò congedò gli studenti e nel giro di cinque minuti era diretto anche lui in infermeria

A Victoria pareva di essere trascinata in un limbo senza fine; ricordava il duello, ma poi il nero e il rosso si erano alternati nella sua mente fino ad accavallarsi. Seniva il dolore, e poi non percepiva altro che un buio da cui era impossibile uscire. Delle voci impossibili da distinguere la circondavano, delle mani la toccavano, ma non vedeva nulla.
Era tutto molto strano: dov'era e cosa stava succedendo? Era la fine?
"Grazie per l'aiuto, Severus" la voce di Silente risuonò piano nel silenzio dell'infermeria; il Preside si trovava casualmente in quel luogo per via di un principio di raffreddore. Madama Chips non era però presente, quindi all'arrivo di Frederich Steiler si era occupato personalmente della ragazza, almeno in un primo momento. Immediatamente aveva fatto chiamare il professor Piton affinché portasse alcune pozioni utili a cicatrizzare le ferite interne; come sempre l'insegnante di Pozioni si era rivelato all'altezza della sua fama.
"Credo che dovrà rimanere qui almeno dieci giorni, per essere certi che non ci sia il rischio di una ricaduta" disse semplicemente l'uomo, esaminando con attenzione la situazione. Decisamente Cecily Hawtorne non era una strega molto potente, pensò sarcastico, in mano ad un mago adulto quell'incantesimo avrebbe indubbiamente ucciso. Tuttavia non gli piaceva l'idea che se ne fosse servita, e aveva già detto a Filius che si sarebbe occupato personalmente della sua punizione.
Ad infastidirlo c'erano i punti decurtati, ma avrebbe fatto in modo che durante le sue lezioni, fossero recuperati in breve. Mentre i due uomini continuavano a rimanere in silenzio, arrivò proprio in quel momento l'infermiera.
Piton aveva lasciato a lei il compito di occuparsi delle ustioni più superficiali, quelle che persino Silente aveva trascurato, preferendo dare la precedenza alle ferite serie. La donna si chinò immediatamente su Victoria dopo aver ringraziato entrambi, e non disse più una parola per molto tempo. C'era molto da fare, ma fortunatamente la ragazza era fuori pericolo.
Era notte fonda quando chiuse con decisione le tende attorno al letto di Victoria; non avrebbe potuto ricevere visite senza autorizzazione, ma si sarebbe risvegliata nel giro di qualche ora, non appena la pozione avesse terminato di fare il proprio effetto.
Victoria non si accorse di nulla, se non di uno strano calore attorno alla mano: era certa che qualcuno gliela stesse tenendo stretta, ma non riuscì a identificarlo in alcun modo. Sapeva solo che la faceva sentire al sicuro, immersa ancora in quel limbo che era chiaro e denso come la nebbia d'inverno.





nota: eccomi qui con l'11. Per il 12 forse aspetterete un pochino perchè in questi giorni oltre alla festa ho perso un parente acquisito, perciò non credo scriverò tanto. Tuttavia vorrei comunque assicurare che non mancherò molto :=) non è stata una cosa imprevista, ma veniamo al capitolo!

- Vic e Helena... chi indovina di chi parla la Dama Grigia... lo stimo xDDD ho inventato la parte della Veggente, quindi chissà... magari è vero, magari no^^;

- il pezzo su Baston spero si veda che è solo un ragazzo di 15(o 16)anni confuso da quanto capita u.u gli piace Vic? boh, non lo so

come non lo sai?! nd Baston

*lo ignora*

- Vic che scappa da Flitt lol è umana, è chiaro che possa avere "paura" di essere presa in giro ecc ecc... anche perchè è proprio nuova a queste sperienze, ed è normale che lui la sfotta un pò. Si rivede Cedric, non mi ero dimenticata di lui LOL;

- il duello Vic-Cecily era voluto(alcuni incantesimi sono invenzione di Enide, perciò prendetene atto, se li volete usare chiedete a lei u.u). Come vedete la serpina agisce per vendetta, anche se direi magari più per gelosia che resto. Da chi l'ha saputo? Beh, si sa che Bletchey è pettegolo*tossisce* o forse l'ha immaginato vedendo Marcus

come vedete Vic usa incantesimi più "consoni" ed entrambe hanno un modo di organizzare il duello che è inerente alle loro personalità: Vic vuole limitarsi ad immobilizzare, a mettere fuori gioco senza ferire(difatti la pastoia, il glacius ecc... non fanno poi tutti questi danni), mentre Cecily usa incantesimi per ferire. Non perchè è Serpeverde, ci tengo a dire che agirebbe così anche da Grifondoro u.u

- a prop di Marcus, cosa pensate del suo interesse?u.u che sia vero e reale, oppure no?u.u

- sul pezzo finale ho messo Sev a fare qualcosa(è sempre pigro u.u) e pure Silly u.u e chi terrà mai la manina di Vic?U___U

lo saprete, forse, nel prossimo XDDD




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Capitolo 12
*** 12 - Diffidenza ***


Angolo autrice: Buon Natale *-*
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


Capitolo 12 - Diffidenza


"Che cosa non si fa pur di evitarsi la scuola, dico bene?" La voce canzonatoria di Marcus Flitt la raggiunse proprio mentre cercava di mettersi seduta sul letto; già da un paio di giorni Victoria aveva ripreso conoscenza, ma madama Chips ancora non le aveva permesso di ricevere visite.
Non era ancora completamente ristabilita, tuttavia Victoria aveva lentamente cominciato a sentirsi di nuovo in forma: prendeva quattro volte al giorno una pozione blu dal gusto acre, ma, nonostante il saporaccio, sapeva che era quella ad aiutarla più di ogni altra cosa. Non aveva neppure fame, anche se l'infermiera la imboccava personalmente: semplice brodo, spesso preceduto da alcune pozioni che servivano per sostituire temporaneamente cibo più solido e sostanzioso.
La ragazza osservò Marcus, domandandosi la ragione della sua presenza. Madama Chips lo osservò con aria truce, ma non lo mandò via. Dopo cinque giorni di isolamento, era dell'idea che Victoria potesse anche ricevere qualche visita da parte degli amici. Victoria emise un grugnito incomprensibile come risposta, ma il ragazzo non ci badò.
"Mi ha mandato Piton, mi ha gentilmente pregato di farti avere il programma della settimana, oltre ad una pozione" esordì Marcus, mentre appoggiava quasi distrattamente su una sedia una quantità spaventosa di pergamene. La pozione la consegnò direttamente a madama Chips, e Victoria osservò preoccupata il liquido blu al suo interno.
"Grazie" rispose la ragazza, sentendosi ancora spaventosamente debole e vulnerabile. Solo la vista di quelle pergamene, scritte chiaramente dal professore, le aveva ricordato quanto avesse perso in quei giorni. Trovò curioso il fatto che l'insegnante non avesse mandato in infermeria uno studente del suo anno, ma non era ugualmente un problema.
Victoria ignorava che Marcus avesse cercato un pretesto per giungere fino lì, e che avesse abilmente convinto il professor Piton a mandare proprio lui.
Lo stesso Marcus ignorava come l'insegnante di Pozioni avesse compreso fino in fondo il suo desiderio di andare a sincerarsi delle condizioni di Victoria; aveva pensato di riuscire a dissimulare la preoccupazione sotto la consueta spavalderia. Per motivi ignoti l'uomo aveva accettato di accontentarlo, ma questo il ragazzo non l'avrebbe mai davvero compreso.
Marcus non prese posto su una delle sedie, si limitò a rimanere in piedi appoggiato al muro, le mani dietro la schiena per evitare di tradirsi. Ora che era riuscito a vedere Victoria si sentiva meglio, ma non voleva che lei lo sapesse: era certo che non avrebbe compreso, né lui stesso riusciva a farlo.
Si era già detto più volte che solamente lui poteva permettersi di toccare Victoria, e che l'intolleranza al gesto compiuto da Cecily derivava proprio dalla sua assurda, ma radicata, convinzione di essere il solo a poterla trattare in quel modo. Ne era convinto al punto che non aveva esitato a scagliarsi contro l'ex fidanzata anche per aver fatto perdere ai Serpeverde tutti quei punti.
Un pretesto, e solo in quel momento se ne rendeva pienamente conto.
Non era da lui preoccuparsi a quel modo per qualcuno, tanto meno per la Corvonero; anche questo suo nuovo modo di pensare era dovuto alla certezza che voleva essere notato da lei. Non riusciva proprio a capire cosa lei ci trovasse in Oliver Baston, ma aveva già deciso che avrebbe annientato quella concorrenza; poteva essere disposto persino a farsi battere sul campo da Quidditch , ma non gli avrebbe concesso di vincere quella sfida.
In un certo senso si trattava di una sorta di conflitto tra odio e amore che si alternavano dentro di lui, e non poteva esserci un sentimento in grado di dominare l'altro. La ragazza gli piaceva, su questo non aveva alcun dubbio, e sapeva altrettanto bene che non era disposto a dividerla con nessun altro.
Non la considerava neppure un grazioso oggetto, ne era certo dato che almeno fino a quel momento era sempre stato così quando si trattava di ragazze; la osservò quasi distrattamente, ma non disse nulla.
Essere ignorato non gli piaceva, e avrebbe quasi voluto picchiarla per quel rifiuto così deciso quando le aveva chiesto di uscire insieme; allo stesso modo era però certo che dietro quel no, si nascondesse solo la paura. E lui voleva vincere la sfida, a qualunque costo.
Ed in qualunque modo.
Era o no un Serpeverde, dopotutto?
E ne era fiero, si disse con un sorriso compiaciuto: avrebbe fatto in modo che pure lei se ne acccorgesse. Non era certo la prima ragazza da conquistare, ma, si disse, sicruamente al momento la più difficile da convincere.
Forse per quello valeva la pena tentare.
"Beh sbrigati a riprenderti, ho bisogno della mia marionetta personale o non reggerò la tensione in attesa degli esami finali" sghignazzò il ragazzo, riprendendo il proprio consueto modo di fare. Avrebbe voluto dire, invece, che attendeva la sua ripresa per parlare del suo rifiuto, ma faceva tutto parte della sua tattica; in quel momento non avrebbe ottenuto nulla, la sua visita in fondo aveva avuto come scopo solo ricordarle la propria esistenza. E sapeva di essere stato il primo, nessuno ancora aveva avuto il permesso di recarsi da lei in infermeria.
Anche quello era un segno che giocava a suo favore. Non rimase sorpreso nel vederla fare una smorfia, ma non se la prese mentre si allontanava con passo spavaldo; la giornata era ancora lunga, e doveva ancora divertirsi a torturare qualche novellino del primo anno. Magari Potter e i suoi amichetti.

I corridoi erano deserti e il suono dei suoi passi sovrastava ogni altro rumore. A quell'ora solamente Pix si divertiva a fare danni, ma Percy sapeva che in quel momento il Poltergeist era altrove. Anche Gazza era in circolazione, ma, essendo lui un Prefetto, non avrebbe mai osato contestare la sua presenza in piena notte.
Al contrario, il custode si aspettava piena collaborazione dai Prefetti, e lui gliene dava il più possibile, pur senza condividere quell'esaltazione irragionevole che l'uomo provava quando coglieva studenti in flagrante. Si muoveva senza fretta, Percy, era solo un normale pattugliamento, una routine, come amava definirla il Preside. Tuttavia il ragazzo si sentiva veramente utile nel compiere il proprio dovere, soprattutto quando poteva trasmettere le proprie conoscenze ai compagni più giovani.
"Percy, che piacere vederti! Allora sei tu di turno, stanotte?" La voce mielata di Cecily colse il Grifondoro di sorpresa; non aveva avvertito la presenza di un'altra persona, ma non si accigliò per il suo arrivo inatteso. "Certo, e anche tu suppongo" disse il ragazzo, osservando la Serpeverde mentre si avvicinava: notò che proveniva dal corridoio che portava alla Sala Grande, perciò forse aveva appena iniziato il proprio turno di sorveglianza.
Si conoscevano da ben cinque anni dal momento che avevano iniziato gli studi ad Hogwarts contemporaneamente, ma non erano mai entrati in confidenza; parzialmente la colpa era dovuta all'eterna rivalità tra le loro due Case, anche se Percy non la trovava antipatica. Ed era indubbiamente l'unica a poter diventare Prefetto, dal momento che la maggior parte delle altre ragazze non aveva lo stesso comportamento irreprensibile.
Nel pensare queste parole, Percy ricordò quanto Penelope gli aveva raccontato sul duello durante l'incontro del Club degli Incantesimi, e aggrottò lievemente la fronte. Doveva essere vero che Cecily aveva calcato un po' la mano con Victoria, ma non credeva che avesse voluto volontariamente farle del male. Le conseguenze erano state gravi, ma non vedeva la ragione per cui si dovesse pensare che l'avesse fatto apposta.
"Si, ho appena spedito Diggory dritto dal professor Piton: stava cercando di andare in infermeria senza permesso, così gli ho levato qualche punto. Sicuramente avrà anche una punizione esemplare" disse la giovane con noncuranza, sistemandosi una ciocca di capelli sfuggita alla sua coda di cavallo. Quella notte li aveva legati, ma come al solito la sua chioma non si voleva far domare. Percy si limitò ad annuire; al posto suo avrebbe agito allo stesso modo, anche se forse avrebbe evitato di raccontarlo proprio al professor Piton. Di certo si sarebbe rivolto alla sua Capocasa, la professoressa Sprite, ma non contestò la scelta di Cecily; dopotutto Piton era il responsabile di Serpeverde, ed era abbastanza logico che si rivolgesse a lui.
"Io non ho incontrato nessuno, sicuramente dormono tutti quanti". I due ragazzi svoltarono l'angolo; Percy era diretto verso la Torre Nord, e apparentemente Cecily non aveva altre destinazioni da proporre.
"Come sta la tua amica?" chiese Cecily al ragazzo, che la guardò senza capire a chi alludesse. Per un solo terribile momento aveva creduto che alludesse a Penelope, ma realizzò in fretta che non era possibile. Nessuno sapeva di loro, a parte Victoria perché li aveva visti, e si fidava del suo silenzio. "Victoria? Ho sentito dire da August Richmond, proprio oggi, che se la caverà con qualche altro giorno di riposo; naturalmente ha perso molte lezioni. Avresti potuto essere più delicata, se posso permettermi" disse il ragazzo, osservandola con sguardo severo.
Cecily scrollò leggermente le spalle. "Non è colpa mia se non è riuscita a difendersi, e poi anche io ho subito gli effetti di parecchi incantesimi" Parlò con voce neutrale, senza accusa, ma dentro di sè ribolliva di rabbia. A darle fastidio, più delle ferite riportate, era il fatto che la Corvonero era riuscita in qualche modo ad umiliarla; di solito usciva vincente da tutti gli scontri, ma l'essere stata bloccata dall'Incantesimo Congelante non riusciva ad accettarlo in alcun modo. Sentiva ancora, di notte, il gelo attorniarle le gambe: secondo il professor Piton erano solo suggestioni dal momento che era guarita perfettamente.
"Ad ogni modo mi dispiace che abbia riportato qualche ferita; in realtà speravo che quello scontro servisse per poter entrare... in confidenza con lei, diciamo. Desideravo solo metterla in guardia, ma non credo abbia intenzione di ascoltarmi". Cecily parlò in modo controllato, misurato, e sentì su di sé lo sguardo sorpreso di Percy. Tutto stava andando come programmato, il ragazzo non avrebbe avuto la minima idea che la sua fosse solamente una sceneggiata. La confidenza con Victoria non la interessava, almeno non nel modo che Percy avrebbe creduto.
"Non capisco, da cosa dovresti metterla in guardia? " Il ragazzo si fermò a guardare l'altra, sorpreso da quelle parole. Non sembrava una menzogna, ed era curioso. Cecily ricambiò lo sguardo prima di parlare. "In realtà non sarebbero affari miei, ma ho sentito dire... da un amico, che Marcus la sta utilizzando per i propri scopi. Da questo volevo metterla in guardia, non so se mi spiego... "
Percy non rispose mentre ricordava tutte le volte che lui aveva cercato di convincere l'amica a non cadere nella trappola dei Serpeverde, soprattutto se si trattava di quel Flitt. Da quello che sapeva, però, si limitavano a stuzzicarsi a vicenda e non aveva mai sentito una lamentela seria su di lui; certo non lo considerava un santo, ma non aveva mai fatto accenni ad altro. Ora, da qualche tempo, aveva esternato con Oliver la convinzione che a Flitt piacesse Victoria, o che ne fosse comunque interessato dato che le stava sempre attorno.
Più che altro, pensò esasperato, l'aveva detto per spingere l'amico ad una reazione, ma fino a quel momento non era accaduto nulla. Percy osservò di nuovo Cecily, chiedendosi se non ci fosse qualche segreto celato sotto a quell'improvviso interesse. In fondo, rifletté, la ragazza era stata a lungo la fidanzata di Marcus Flitt, forse era invidiosa.
"Non credo sia un problema, da quello che so io, a Victoria piace una persona, e posso assicurati che non vede nessun altro. Quindi, se anche fosse come dici tu, credo che Marcus non ne ricaverebbe proprio nulla" dichiarò Percy in tono formale. Era convinto di quanto diceva, in fondo l'amica non aveva mai considerato altri se non Oliver, tanto che era certo che se lo sognasse persino di notte. In quegli anni i suoi tentativi di farle notare altre persone, come Chris per esempio, erano semplicemente caduti nel dimenticatoio.
Cecily decise di fare tesoro di quelle parole; se alla ragazza piaceva qualcuno, lei non avrebbe faticato a scoprirne l'identità, e ad agire di conseguenza. Non era particolarmente preoccupata di un eventuale interesse di Victoria per Marcus, però non voleva ugualmente che il suo ex ragazzo riuscisse ad ottenere qualcosa da lei.
Fosse anche solo una stretta di mano, anche se dubitava fortemente che quello fosse il suo obiettivo. Dalle parole di Miles, Cecily aveva dedotto che Marcus non si sarebbe fermato di fronte a nulla, e di certo Victoria non se la sarebbe cavata con un gesto innocente se davvero lui avesse perseverato in quella folle idea. Doveva comunque ancora comprendere che cosa avesse attirato l'attenzione di Marcus su Victoria: non si muoveva con particolare grazia, era persino di origini Babbane, e c'erano molte ragazze molto più belle a scuola.
Come lei. Forse valeva la pena indagare più a fondo: come diceva sempre sua madre, per sconfiggere un nemico, si doveva diventare suo amico. E distruggerlo prima che diventasse potenzialmente pericoloso.

La porta del sotterraneo si richiuse alle spalle dell'insegnante; il professor Piton fissò con sguardo impassibile la classe che era già giunta a lezione, e non disse nulla. Notò a figura di Victoria che aveva ripreso il proprio posto dopo la lunga assenza; neppure con lei parlò, consapevole che non era il caso di farle sapere che aveva notato la sua assenza.
Quella era l'ultima lezione di Pozioni prima dell'inizio delle vacanze di Pasqua e, come di consueto, assegnò ai suoi studenti un test pratico. Gli piaceva rovinare il piacere dei ragazzi per le vacanze in arrivo, e al loro ritorno li aspettava un compito scritto. Sapeva bene come trattarli, anche se dopo quattro anni sapeva di non poter più sperare nell'effetto sorpresa.
"Come al solito vedo che vi siete adagiati sugli allori. Signor Diggory, se non sbaglio la sua pozione avrebbe dovuto essere verde. Perchè ha lo stesso colore delle feci di drago?" Il ragazzo si sentì sprofondare dalla vergona, ma non replicò; aveva imparato da tempo che all'insegnante non interessavano le risposte, se non per cogliere l'occasione di punirli. L'uomo lo guardò con disprezzo, per poi ripagare della stessa espressione anche gli altri studenti, inclusa Victoria.
Quel giorno la ragazza non era proprio riuscita a preparare una pozione decente, e l'insegnante era stizzito. Secondo il suo modesto parere, essere rimasti assenti non era una giustificazione per dimostrarsi svogliati a lezione. "Signorina Windsor, non avevo chiesto la ricetta per preparare il cemento armato, ma una Soluzione Digestiva... ne era al corrente? " le chiese sprezzante, mentre scribacchiava uno 0 nei suoi appunti prima di recarsi anche dagli altri per poterli rimproverare.
Victoria si sentì arrossire, ma, dopo aver incrociando lo sguardo di Cedric, rivolse il suo verso il pavimento: in effetti aveva commesso un errore durante la preparazione della pozione, che era diventata insolitamente grumosa e pastosa. Quella dell'amico, per quanto di un colore differente, era sicuramente migliore della sua, ma non era invidiosa. Avrebbe tanto preferito rimanere a letto, ma sapeva che Piton non le avrebbe mai permesso di perdere l'ultima lezione del trimestre solo perché si sentiva ancora debole. Per fortuna, pensò la ragazza, il giorno seguente cominciavano le vacanze; fortunatamente nulla le avrebbe impedito, quell'anno, di trascorrerle assieme ai Diggory. E avrebbero potuto, dietro permesso di Silente, utilizzare il Nottetempo al posto del treno per tornare a casa; mentre uscivano dall'aula, la ragazza sorrise perché il Preside aveva fatto finta di credere al fatto che fosse troppo spossata per un'intera giornata sul treno.
"Ci vediamo dopo" le disse Cedric mentre si allontanava verso il proprio dormitorio; sicuramente, pensò Victoria, doveva recarsi al campo da Quidditch per un allenamento prima di pranzo. Il profumo che arrivava dalla Sala Grande però non la attirava, perciò la ragazza si infilò in un corridoio senza una meta precisa; nel giro di un'ora avrebbe dovuto recarsi alla Torre Nord per la lezione con la Cooman, perciò una volta al sesto piano decise che sarebbe andata alla guferia. Madama Chips le aveva raccomandato di non trascurare i pasti, ma Victoria si sentiva ancora sotto l'effetto delle pozioni prese durante quei giorni interminabili, ed aveva la nausea solo al pensiero del cibo.
A metà del corridoio comparve Kaiser, che le saltò in braccio allegramente: da quando era uscita dall'infermeria, la sera prima, l'animale non l'aveva più abbandonata, salvo durante le lezioni. Una volta giunta alla Guferia, Victoria notò che mancavano molti animali; Ginevra planò dall'alto per farsi accarezzare un po' le piume, e la ragazza rimase per più di mezz'ora ad osservare i vari animali in arrivo ed in partenza.
Dopo un altro po' di tempo Victoria si decise a lasciare la Guferia, e venne distratta da un invitante profumo; trovò curioso che dalla Sala Grande salisse fin lì l'odore del pranzo, anche se faticava a riconoscerlo. Non sembrava un primo e neppure un secondo, tuttavia Victoria seguì le tracce dell'odore e scoprì, a sua grande sorpresa, che proveniva da poco lontano. "E tu che ci fai qui?" disse la ragazza, rivolgendosi sorpresa a Marcus Flitt; il Serpeverde era seduto sugli scalini che conducevano al sesto piano, e stava mangiando senza ritegno un enorme panino con la mortadella . Era quello ad aver attirato la sua attenzione, pensò Victoria osservando il giovane che continuava a mangiare serafico.
Prima di rispondere, Marcus fu costretto ad ingoiare un pezzo esageratamente grosso per non rischiare di affogarsi. "Mangio, non si vede? Dal momento che quegli ingordi dei miei compagni hanno pensato di divorarsi anche la mia parte, sono stato costretto a minacciare gli elfi di persona per farmi questo. E per evitare che sparisse, mi son nascosto qua su" spiegò, osservando poco compiaciuto l'espressione della ragazza. Sapeva bene che non era mai consigliabile parlare di maltrattamento degli elfi in presenza di Victoria; era incredibilmente fissata, anche se lui non ci badava più di tanto.
E poi, pensò irritato, ne andava della sua vita: meglio maltrattare uno degli elfi che morire di fame, no? "E tu cosa fai, qui? " le chiese di rimando, anche per sviare un'eventuale lite sull'argomento elfi domestici e creature affini. Non si era aspettato di trovarla lì, e non gli piaceva neppure l'idea che l'avesse visto ingozzarsi come un maiale; ciò non avrebbe giovato per nulla al piano che aveva accuratamente programmato.
"Dovrei andare a lezione" disse in maniera vaga Victoria, sentendo per la prima volta i morsi della fame: sentiva il ragazzo parlare, ed era certa di avergli risposto qualcosa, ma non aveva idea di cosa di preciso. Era molto più interessata a quel panino che al resto, e in un gesto quasi disperato glielo rubò.
"Ehi! E poi parlate male di noi Serpeverde" si indispettì il ragazzo, osservando incredulo Victoria che aveva letteralmente fatto sparire il panino a morsi. Non era propriamente arrabbiato, ma solo indispettito dal fatto che non gli avesse chiesto il permesso. E anche da quel modo di fare che non le apparteneva; l'aveva spesso osservata e non era il tipo di persona in grado di mangiare a quel modo, era sempre maledettamente attenta, garbata e precisa. Ad un certo punto sorrise, prima di scoppiare a ridere: la situazione era estremamente divertente, e dopotutto non aveva poi tutta quella fame.
"Certo che sei strana, se avessi saputo che per ottenere un incontro con te avrei potuto servirmi di un panino l'avrei fatto prima" la punzecchiò Marcus, sapendo già che Victoria avrebbe negato quelle parole. Le aveva pronunciate solo per indurla in difesa, e non rimase deluso vedendola annaspare alla ricerca di una risposta; non aveva programmato, non ancora, quando tornare sull'argomento, ma il destino sembrava dalla sua parte dato che li aveva fatti incontrare quando meno se l'aspettava.
"Non esagerare, avevo solo fame. Visto che fai tante storie, vorrà dire che ti regalerò un agnello per Pasqua, così potrai perdonarmi". Victoria si vergognò per quel gesto tanto impulsivo, ma non era riuscita a resistere; ora capiva meglio le raccomandazioni dell'infermiera, e decise che a cena non avrebbe commesso lo stesso errore. In quel momento venne però distratta da Marcus, a cui era apparsa una luce negli occhi che avrebbe definito diabolica. "Buona idea, ma credo tu possa fare altro se proprio ci tieni a farti perdonare. Per esempio stavo per andare a fare un giro sulla scopa" le disse noncurante, indicando la scopa che aveva appoggiato al muro, e che lei prima non aveva notato. "Potresti accompagnarmi, no? Scommetto che non hai mai fatto un tour dei territori di Hogwarts in volo".
Per un momento Victoria pensò che il ragazzo si stesse prendendo gioco di lei, e le sarebbe quasi venuto da ridere se lui non l'avesse improvvisamente afferrata per il braccio. Inutili furono le proteste della ragazza mentre Marcus la conduceva lungo un percorso che ancora non conosceva; non sentiva alcun male al braccio, pensò meravigliata, sembrava che il ragazzo si accontentasse semplicemente di impedirsi di lasciare la presa.
Si ritrovarono in una terrazza al quinto piano, un luogo che non aveva mai visto; Victoria notò che la terrazza non aveva un balcone, tanto che sembrava quasi una pista di lancio.
"Madama Bumb ha detto che Silente ha concesso, a chi vuole, di usare questo posto per uscire direttamente dal castello con la scopa, ma siamo proprio pochi a conoscerlo" disse Marcus, mentre ricordava quando gli era stato mostrato da un compagno di Casata durante il secondo anno; si godeva anche un bel panorama sulle montagne, tanto che aveva sempre pensato che non si trovasse poi troppo lontano dalla Torre dei Corvonero. Non ne era certo, dal momento che non conosceva l'esatta ubicazione delle altre Sale Comuni.
"Fico, curioso non averne mai sentito parlare" Victoria era colpita e ammirata, ma non desiderava lasciarlo capire; osservò il ragazzo mentre saliva sulla scopa, ed esitò a lungo quando la invitò a fare altrettanto. Non aveva paura di volare, ma non le era mai accaduto di dover salire assieme ad un altro, in più non desiderava neppure mettersi in una situazione pericolosa.
Non aveva scordato quanto si erano detti in biblioteca, nè gli avvertimenti di Helena, e si sentiva divisa a metà. Le piaceva l'avventura, ma non era sicura di voler accettare. D'altra parte, pensò un po' stizzita, non aveva mai avuto nessun problema con lui.
"Dai, non vorrai mica che aspetti tutto il giorno, vero? Se ti preoccupa l'idea di cadere... non preoccuparti, baderò bene a farti rimanere in sella. In fondo se cadi tu, succederebbe la stessa cosa anche a me, no? " disse con un ghigno Marcus, spezzando quella tensione che non gli piaceva. Intuiva che Victoria era sul punto di rifiutare, perciò era stato costretto a puntare su quel genere di commenti; la vide alzare gli occhi al cielo, esasperata, ma alla fine ottenne ciò che voleva.
Non le avrebbe permesso di cambiare idea, perciò, nel momento in cui comprese che era seduta dietro di lui, ne approfittò per fare in modo che non corresse il rischio di cadere. "Ti consiglio di non lasciare la presa" l'avvertì, dopo averla convinta a fatica a stringere le braccia attorno alla vita.
La giornata non era ancora particolarmente calda, notò il ragazzo dopo il decollo mentre l'aria fredda gli pungeva la pelle, ma era relativamente preoccupato dal momento che entrambi avevano il mantello a proteggerli; se fosse stato da solo di certo avrebbe impresso maggior velocità, ma sapeva bene che la ragazza temeva gli incidenti ad alta quota perciò lo evitò. E poi, pensò compiaciuto, lui aveva promesso una sorta di tour panoramico dei luoghi di Hogwarts, non una corsa folle.
Victoria non riusciva a non sentirmi segretamente lusingata per quel volo inatteso; dopotutto quando mai le era successo di poter sorvolare il castello e i dintorni? Il freddo non le dava particolarmente fastidio mentre ammirava, dall'alto, la foresta proibita, i prati che dal castello conducevano alla capanna di Hagrid, e anche il campo da Quidditch.
La sola cosa che l'aveva messa leggermente a disagio era il contatto forzato con il ragazzo; non era una cosa che dipendeva dalla persona che aveva davanti, dal momento che a Victoria piaceva poco il contatto fisico con gli altri in generale, e lo tollerava solo se strettamente necessario. Come diceva a volte Cedric, era un po' troppo paranoica, e si sentiva parzialmente indispettita nel rendersi conto che stare abbracciata a Marcus, dopo un po', non era poi così fastidioso.
Solo quando si ritrovarono a sorvolare le torri del castello, Victoria ricordò la lezione di Divinazione; sicuramente era in ritardo, ma in quel momento decise che non le importava proprio nulla. Non c'era modo di parlare, ma sembrava non importare a nessuno dei due; Marcus notò che la ragazza non aveva ancora chiesto di essere riportata indietro, al contrario, pareva incredibilmente a proprio agio, oltre le sue più rosee aspettative. Alzò lo sguardo verso il sole e si accorse che la luce cominciava a farsi più rossastra; evidentemente si avvicinava il momento del tramonto, perciò decise che era assolutamente necessario sorvolare il lago prima che alla ragazza cominciasse a venire in mente di tornare al castello.
C'era un certo fascino in tutto quel giro, pensò Victoria mentre osservava l'acqua riflettere il colore del cielo, ed osservava sorpresa le loro sagome; inoltre non avrebbe mai pensato che i territori di Hogwarts fossero così vasti, e quando il ragazzo si fermò poco distante dalla riva del lago, si sentì dispiaciuta. "Mi sembri stanca" osservò Marcus, guardandosi bene dall'ammettere di essersi dovuto fermare proprio a causa dell'allentamento della presa; poteva essere pericoloso forzare la fortuna, e non aveva alcun desiderio di farla cadere anche se non gliel'avrebbe di certo detto.
La ragazza sbadigliò vistosamente, stringendosi nel mantello e appoggiandosi quasi distrattamente alla spalla del ragazzo; in quel momento Marcus fu certo che Victoria doveva essere veramente stanca, altrimenti non avrebbe mai fatto un gesto del genere. Ma non gli dispiaceva, anche se era incerto: doveva approfittare della situazione che si era volta inaspettatamente a suo vantaggio?
Forse, rifletté rapidamente, Victoria non avrebbe neppure notato se lui avesse fatto qualcosa, o magari avrebbe persino potuto ricambiare, ma non era certo che fosse una buona idea. Era più probabile che si sarebbe ribellata o, peggio ancora, che il giorno dopo avesse potuto rinnegare quanto accaduto.
"Maledizione, non sono mica un Grifondoro tutto onore e lealtà" sbottò tra sé il ragazzo, rendendsi conto di essere davvero indeciso. Un tempo, e neppure troppo lontano, non si sarebbe fatto alcuno scrupolo nell'approfittarsi di una ragazza per un bacio, oppure per qualcosa di più approfondito.
Tuttavia sapeva di non voler rovinare tutto per un gesto sciocco ed impulsivo; maledisse quella strana sensazione che lo faceva sentire tanto vulnerabile, eppure non si arrabbiò quando si rese conto che la ragazza si era addormentata proprio appoggiata alla sua spalla. Ora doveva solo risolvere il problema del rientro al castello: ben presto sarebbe stata ora di cena, e lui non ci teneva proprio a passare la notte all'aperto. Almeno non quando non era certo della reazione che avrebbe potuto avere Victoria.

"Ma dove sei finita ieri?" Cedric lo chiese a Victoria durantela colazione, ma la ragazza era poco incline a parlare. Aveva vaghi ricordi del giorno precedente, ma era certa di essersi ritrovata improvvisamente in Sala Comune, senza sapere come ci fosse arrivata. Solamente Lillo, il suo amico elfo, le aveva detto di averla portata lì lui con la magia, dietro ordine di un ragazzo, e Victoria non aveva alcun dubbio sulla sua identità.
Flitt doveva essere impazzito, pensò mentre trasportava il suo baule, per non averla svegliata. Non l'aveva visto in Sala Grande quella mattina, ma in fondo non ci teneva neppure: che cosa avrebbe dovuto dirgli? In più a colpirla era stata l'occhiata disgustata che le aveva rivolto Oliver proprio poco prima. Si chiese se non gli avesse detto qualcosa di cui non ricordava nulla.
"Ero stanca, perciò sono andata a dormire presto". Ecco, così la situazione era più semplice, pensò dopo aver risposto a Cedric. Non sapeva neppure lei perchè non gli volesse raccontare di quel giro assieme a Marcus: di certo sapeva che l'amico avrebbe disapprovato sia l'idea, sia la compagnia che si era scelta. "Ora sbrigati, dobbiamo chiamare il Nottetempo" gli fece fretta Victoria, trascinandolo con sé verso l'uscita del castello.
Almeno per tutta la durata delle vacanze non avrebbe più dovuto pensare a ciò che era realmente accaduto il giorno prima.










nota:
Buonsalve a tutti! Sicuramente prima di Natale non avrete un altro capitolo anzi, considerando che per le feste ho i parenti per casa, forse anche prima del 31 non ne avrete un altro T_____T mi spiace, ma ahimè va così.
In ogni caso vi ringrazio tutti: lettori, rencesori, fantasmi silenziosi ecc....  così, per farmi perdonare, l'ho scritto un po' lunghino lol
non è stato semplice decidere cosa inserire nel capitolo, perchè non vorrei mai andare troppo lenta, o troppo veloce >_____<
come vedete ho dato abbastanza spazio ai maschietti u.u o meglio ad alcuni di loro; Percy ero incerta se metterlo, ma ci voleva qualcuno vicino a  Vic per dare qualche info alla CARA Cecily u.u che come vedete è gelosa marcia lol anche se più che gelosa, io direi invidiosa. Difatti Blankette con la tua descrizione ci hai preso LOL d'altronde qualcuno di antipatico ci vuole u.u
muahahahah Vic che ruba il panino è troppo LOL anche se sono incerta: ci sono panini, a Hogwarts?
Si nd Flitt
ok, se ce lo confermi tu U__U
a proposito spero vi piaccia il volo turistico <3 ammetto che se capitasse a me non rifiuterei di certo U___U specie con un bel fusto
ma chi, flitt bello? Nd Baston scettico
zitto tu, che intanto lui fa conquiste(o ci prova lol)mentre te fai l'eterno imbalsamato è__é
e chissà co'ha visto e/o sentito Baston per squadrare Vic disgustato*se la ghigna*
ho palesemente inventato quella specie di "spiazzo" al quinto piano u.u ma farebbe figo, sapete? e non ho specificato, ma Vic che si addormenta è dovuto all'effetto delle pozioni prese u.u che la rende più "debole", sennò col cavolo
mica mi lamento nd FLitt
zitto è__é
a proposito di Marcus... gli sto dando una personalità precisa, ovvero quella che io chiamo"simpatica canaglia e/o bastardo"XD ovvero ok sei un Serpeverde,ma non siete fatti con lo stampino= lui può anche pensare di sedurre una ragazza, ma arriva anche il momento in cui può pensare che non ne valga la pena. O meglio, che non ci si possa limitare solo a quello. Ricordo che il signorino ormai ha quasi 17 anni(devo trovargli un segno zodiacale *___* help) perciò ragiona con la propria testa, spero u.u
quanto a Vic lei appunto ne ha 15, e fa le sue cazzatine come affidarsi a quella specie di "profezia" di Helena(nessuno ancora indovina a chi si riferiva xd), ed è un po' confusa diciamo^^ perchè come vedete lei non vorrebbe fare quel giro, però si sente comunque segretamente lusingata u.u eh u.u
cosa succederà tra i due?
niente nd Baston
e te chi ti ha chiamato eh? torna a giocare con le Pluffe nd Flitt
O__O
bene vi saluto, attendo i vostri commenti e vi auguro buone feste <3 tutte perchè non so quando posterò
son certa che Enide ne è contenta XDDD




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Capitolo 13
*** 13 - Crisi ***


Angolo autrice: Buon anno *-*
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


Capitolo 13 - Crisi 


I compiti delle vacanze assorbirono molto del tempo a disposizione di Cedric e Victoria, difatti entrambi furono costretti a rimanere chiusi nella stanza che i signori Diggory avevano adibito ad aula. Cedric si era lamentato con il padre, negli anni precedenti, sostenendo che gli ricordava fin troppo l'atmosfera scolastica, e Victoria doveva ammettere che non aveva tutti i torti.
Secondo Amos Diggory era essenziale che, durante lo studio, i due ragazzi non si distraessero ed aveva perciò ritenuto opportuno fare in modo che la stanza ricordasse loro una delle aule di Hogwarts. Victoria però sentiva che neppure l'arredamento familiare era in grado di aiutarla; non aveva detto nulla a Cedric, ma in quei giorni era impossibile per lei pensare allo studio. Svolgevano assieme i compiti, ma la ragazza era spesso distratta dal ricordo del volo assieme a Marcus.
All'improvvisò, pensò sgomenta la ragazza, tutto sembrava essere stato eclissato da quello che era successo; non aveva fatto che ripensarci, giorno e notte, in cerca di qualcosa che stonasse.
"Vuoi una tazza di the, cara?" Victoria alzò lo sguardo e notò che Lucy era entrata nella stanza dove lei faceva finta di studiare; la ragazza annuì chiudendo il libro, notando che aveva trascorso le ultime due ore a leggere la stessa frase. La cosa era preoccupante. "Certo, ma dov'è Ced? Dovevamo scrivere il tema per Erbologia" chiese, pur sapendo che in realtà sarebbe stato Cedric a scrivere, e lei a copiare spudoratamente. La materia le piaceva molto, e secondo l'insegnante era anche migliorata, ma in quel frangente non riusciva più a scrivere: aveva la testa piena di ciò che non avrebbe neppure dovuto esserci.
Lucy appoggiò il vassoio con le due tazze sul tavolo, e Victoria riconobbe lo squisito aroma del suo tè preferito, quello ai mirtilli. "E' andato a Diagon Alley con Amos, la scopa di Cedric necessita di una manutenzione. Del resto lo sai anche tu com'è fatto, a breve ci sarà una partita a scuola, no?" La donna le sorrise e Victoria annuì; era vero, una settimana dopo il loro rientro a Hogwarts, i Tassorosso avrebbero affrontato i Serpeverde, e l'amico ne parlava da mesi ormai. E non era il solo: entrambe le Casate si facevano dispetti in continuazione a causa dell'imminente evento sportivo.
Le due donne parlarono di argomenti leggeri per circa mezz'ora, ma Lucy non era giunta casualmente lì per discutere delle vacanze. Aveva notato lo strano comportamento di Victoria durante quei giorni, ed era certa che la ragazza nascondesse qualcosa; dal momento che la scuola non le procurava nessun problema - ne aveva avuto la conferma dopo un collocquio con il professor Vitious - era sicura che ci fosse qualcosa a livello personale che disturbava Victoria.
Per quello si trovava in quella stanza a prendere del tè con lei. Erano entrambe abituate alle chiacchiere tra donne, come scherzosamente usavano chiamarle, ed era convinta che ci fosse qualcosa di importante che preoccupava la ragazza. Dopotutto Victoria era entrata in un'età in cui i segreti erano all'ordine del giorno, soprattutto se riguardavano la sfera maschile. L'aveva osservata con attenzione, e per quanto Cedric avesse sostenuto che non c'era nulla di diverso, il suo sesto senso non falliva mai. Più difficile era decidere in che modo affrontare l'argomento: la ragazza era molto riservata, perciò avrebbe agito con cautela.
"Avrei un dubbio..." esordì inaspettatamente Victoria, che non aveva fatto altro che pensare ad altro durante quei giorni, ed era sollevata all'idea di poterne parlare con qualcuno. Aveva pensato a Cedric, ma l'amico non era la persona ideale; non solo era ingenuo, ma detestava esplicitamente Marcus, perciò non avrebbe potuto sperare di avere un consiglio obiettivo da lui.
Tra le amiche avrebbe potuto parlarne a Maggie, ma la ragazza, per quanto simpatica ,  era comunque troppo frivola e faticava a mantenere un segreto. Se qualcuno le confidava qualcosa, nel giro di un'ora tutta la scuola ne era al corrente; Victoria sapeva che non era colpa della ragazza, era solo il suo modo di fare, ma la rendeva inaffidabile riguardo a confidenze.
Naturalmente avrebbe potuto parlarne con Percy che, in quanto a lealtà e discrezione, non poteva essere superato da nessuno, tuttavia era restia , in fondo gli aveva riempito la testa per più di due anni con quell'assurda cotta per Oliver. In che modo spiegargli che piano piano ormai aveva smesso di pensarci? Forse ne avrebbe potuto discutere con Penelope, ma l'amica aveva i propri personali problemi e non voleva disturbarla; oltretutto era anche certa che la ragazza fosse pienamente concentrata sui G.U.F.O. imminenti, un motivo in più per non infastidirla.
Lucy era la persona ideale, riflettè Victoria mentre cominciava a spiegarle la situazione: non aveva pregiudizi, ed in più era quasi come una seconda madre per lei. O, come a volte le veniva da pensare, la sola vera madre che avesse mai conosciuto: ormai non pensava più ai propri parenti, se non alla nonna a cui scriveva con una certa regolarità.
Victoria non tralasciò nulla, ed in un certo senso era facile parlare una volta iniziato; aveva già confidato, negli anni passati, a Lucy della propria cotta per Oliver, perciò non era tutto una novità per la donna. Il sorriso sul volto della signora Diggory non era di scherno: le pareva di sentire, attraverso le parole della ragazzina seduta di fianco a lei, la classica storia da adolescenti. Anche lei aveva avuto i propri timori all'età di Victoria, e sapeva che era tutto decisamente normale, ma comprendeva il turbamento della ragazza. Posò la tazzina sul piattino, prima di appoggiarli entrambi sul tavolo; poi sorrise apertamente a Victoria.
"Penso che solo tu possa sapere quale sia la cosa giusta da fare, cara, nessuno può deciderlo per te" le disse schiettamente Lucy; in un certo senso sapeva che la ragazza era solo in cerca di conferme, e sperava quasi di sentirsi dire da lei ciò che doveva fare. "Alla tua età fa certamente piacere avere dei corteggiatori, ma se non desideri che lo faccia... allora devi dirglielo, anche a costo di deluderlo" riprese Lucy e Victoria scoppiò a ridere.
"Fatico ad immaginare Flitt deluso da un mio eventuale rifiuto, è più probabile che succeda se perde un incontro contro i Grifondoro" disse mentre sorseggiava il tè. Però doveva ammettere, ripensandoci, di non aver mai visto Marcus veramente depresso quando la sua squadra era stata battuta da Baston; era invece il Grifondoro che ne aveva sempre fatto una tragedia, pensò ricordando gli eventi degli anni passati.
"Non puoi saperlo. Se è arrivato al punto di dirtelo apertamente, dovresti prendere in considerazione l'idea che desideri veramente una tua risposta" rispose la signora Diggory mentre osservava la strega. Conosceva i genitori del ragazzo in questione dal momento che avevano frequentato Hogwarts nello stesso periodo, tuttavia non era sua abitudine paragonare i figli ai genitori. Ovviamente conosceva anche i signori Baston e sapeva che la rivalità tra i due era di vecchia data, e sempre per motivi futili come il Quidditch. "Inoltre credo che tu non debba dare troppo peso alla Casa: non hai detto che è abbastanza simpatico pur essendo un Serpeverde?"
La ragazza annuì. Certo, l'aveva detto, ma c'era qualcosa che le sfuggiva e non era certa di comprendere di cosa si trattasse. Indubbiamente il fatto di appartenere a quella Casa non giocava a suo favore, tuttavia sapeva di non poter certo giudicare una persona solo dai colori della divisa. Anzi, non aveva mai fatto una cosa del genere, e si era anche spesso vantata di avere amici in ogni Casa di Hogwarts: perché, si chiese arrabbiata, avrebbe dovuto rappresentare un problema proprio in quel momento?
"Si, certo, ma non credo che Cecily sarebbe molto contenta se..." non concluse la frase, ma non riuscì a reprimere una nota di rabbia nella sua voce. Non era ancora riuscita a dimenticare lo scontro avuto con la Serpeverde, soprattutto avendo la certezza che la ragazza avesse voluto punirla per qualcosa. Di rado durante gli incontri del Club ci si faceva seriamente del male, e lei aveva sentito dire che Vitious era furibondo per il comportamento della ragazza. Quanto a lei, solo da alcuni giorni riusciva a camminare senza stancarsi ed aveva smesso di prendere quelle pozioni che le facevano solo venir voglia di risputarle fuori. "Le scaramucce tra ragazze passano in fretta, Victoria. Oltretutto penso che tu non debba proprio preoccupartene." le disse con un sorriso Lucy. Era convinta che alla ragazza servisse solo un po' di incoraggiamento. "Ad ogni modo dov'è il problema? Se anche tu decidessi di uscire con lui, non sei certo obbligata a fartelo piacere. Dico bene?"
La ragazza annuì, ma si sentiva imbarazzata. Non aveva neppure ipotizzato uno scenario del genere, e doveva ammettere di non avere la minima idea di cosa aspettarsi. "No, certo che no, è che mi sembra di... non so, insomma... mi è sempre piaciuto Oliver e mi sembra... boh..." Victoria arrossì senza riuscire a concludere la frase, ma Lucy aveva già capito. Era dell'idea che la ragazza l'avesse detto solo per abitudine, un po' come se si stesse aggrappando ad ogni scusa, compresa quella cotta storica, come alibi per non tentare altre strade.
"Puoi sempre provare a parlargli di persona, non pensi? Se proprio ti piace, diglielo, e vedi la reazione... magari lo pensa anche lui, ma non riesce a dirtelo". Ma Lucy era dubbiosa anzi, ripensando a quanto aveva sentito da Victoria, il ragazzo già lo sapeva e la reazione era stata la peggiore. Non aveva neppure considerato l'informazione reale, e credeva che Victoria avesse cominciato a staccarsi da lui proprio da quel momento. La vide scrollare la testa con aria decisa.
"No, non ha senso, non ho nessuna voglia di rendermi ridicola... e poi ha altro a cui pensare" dichiarò Victoria con una lieve rabbia repressa. Il Quidditch. Pensava forse ad altro, Oliver? Da quello che ne sapeva lei no, anche se non aveva ancora capito la ragione del suo comportamento il giorno in cui erano iniziate le vacanze. Gli aveva forse fatto o detto qualcosa di offensivo? Non riusciva a ricordarlo.
"In ogni caso quando vuoi parlarne fallo pure, è sempre un piacere per me" le disse con un sorriso affettuoso Lucy, e la ragazza la ringraziò sinceramente. Le chiese se desiderasse che l'aiutasse a portare via le tazze e l'occorrente per il tè, ma la donna le assicurò che ci sarebbe riuscita anche da sola, così Victoria salì le scale per raggiungere la sua stanza. Kaiser era sicuramente in cortile a mangiare i fiori preferiti della signora Diggory, mentre Ginevra dormiva all'interno della gabbia. La ragazza gettò un'occhiata al gufo marrone che era arrivato poco prima assieme ad una lettera per lei; era sicuramente di Marcus Flitt perché l'aveva già visto a scuola .
"Ok, aspetta un attimo che scrivo e poi potrai ripartire" disse Victoria accarezzando con gentilezza la testa del gufo, prima di sedersi alla scrivania; il foglio di pergamena era davanti a lei mentre si chiedeva che cosa scrivere. In fondo cosa c'era di difficile nel rispondere a degli auguri di Pasqua?

Il treno era ormai in viaggio da parecchie ore, e Marcus si limitava a bighellonare per i corridoi in attesa di poter dare fastidio a qualcuno. Tutti i suoi amici erano rimasti a Hogwarts per le vacanze, perciò poteva contare solo sul suo svago preferito, ovvero andare alla ricerca di Oliver e punzecchiarlo .
Con disappunto ricordò la sconfitta avvenuta proprio ad inizio anno; di certo il Grifondoro non avrebbe perso occasione per ricordarglielo, ma a lui la cosa importava relativamente. In fondo cos'era una sconfitta in cinque anni che si affrontavano? Al contrario del suo rivale, lui non cercava continuamente di annegarsi dopo un cattivo risultato, semmai si interessava alla sorte che poteva riservare agli avversari. Con un ghigno compiaciuto continuò a camminare, osservando con fredda indifferenza la maggior parte delle persone che vedeva all'interno degli scompartimenti: erano quasi tutti studenti dei primi anni che non suscitavano in lui alcun interesse. Neppure il rampollo dei Malfoy, che non perdeva occasione per rivolgergli la parola e riempirlo di complimenti adulatori. Forse voleva un posto in squadra, lo aveva pensato spesso, e di certo non sarebbe stato il primo.
Non degnò neppure di uno sguardo il gruppo di oche che accompagnavano Cecily, sapendo che l'avrebbe infastidito, ma non gli interessava l'opinione che poteva avere di lui. Era carina e non su quello non aveva alcun dubbio, tuttavia non era in grado di tenere viva la sua attenzione, perciò l'aveva gettata in un canto. Un giocattolo carino, ma pur sempre un giocattolo.
"Eccoti qui, sempre a pensare al Quidditch eh?" sghignazzò Marcus mentre entrava nello scompartimento di Oliver Baston senza invito, e si sedeva di fronte a lui. Se Victoria fosse stata sola di certo avrebbe approfittato del lungo viaggio per guadagnare altro vantaggio, tuttavia era circondata dai suoi amici, perciò si era limitato a salutarla. "Non mi sembra di averti invitato ad entrare" borbottò Oliver di cattivo umore, facendo sparire il modellino dello schema di gioco che stava studiando.
Lo aveva ideato durante le vacanze e non vedeva l'ora di mostrarlo alla squadra il giorno dopo, durante l'allenamento. Marcus si limitò a sghignazzare, perciò decise di ignorarlo. Oliver non aveva voglia di litigare con lui, anzi non avrebbe neppure voluto vederlo, tuttavia era impossibile evitarlo di continuo.
"Divertito durante le vacanze?" Marcus osservò lievemente sorpreso Oliver. Non si aspettava una domanda del genere; in effetti, si disse il ragazzo, a parte quando litigavano, loro due avevano l'abitudine di ignorarsi. C'era qualcosa nell'espressione del ragazzo che lo induceva a chiedersi come mai gli avesse rivolto la domanda. "Certo, ho avuto molto da fare. Tu? " gli rispose di rimando, sapendo di sorprenderlo a sua volta, continuando ad ostentare il proprio sorriso sarcastico. Oliver scrollò le spalle, limitandosi a dire che era andato tutto bene. Non confessò di aver trascorso quasi tutto il tempo libero a studiare un modo per sconfiggere i Corvonero oltre che a studiare, né che il malumore l'aveva perseguitato.
"Immagino che tu e Victoria vi siate visti..." esordì Oliver, lasciando ancora più sorpreso Marcus, che lo osservò con espressione lievemente incredula. Era una delle ultime domande che si sarebbe aspettato dal rivale, e l'espressione di Oliver non gli piaceva. Sembrava arrabbiato, e si sentì immediatamente irritato: non avrebbe permesso al Grifondoro di portargli via ciò per cui stava faticosamente lottando. "Perchè me lo chiedi?" rispose in tono aggressivo, senza curarsi di apparire scostante. Si parlavano sempre a quel modo; probabilmente, riflettè ironicamente Marcus, se si fossero comportati gentilmente l'uno con l'altro, non sarebbe stato ugualmente interessante.
"Curiosità. Vi ho sorpresi mentre vi baciavate a scuola, perciò ho pensato che vi foste visti... Magari è per quello che hai perso la partita: ti sei distratto." Oliver sorrise ironico, ma era ugualmente infastidito. Però non sapeva neppure lui da cosa; non erano affari suoi ciò che Marcus faceva, tuttavia il ricordo di ciò che aveva visto lo rendeva nervoso. Aveva rivolto un'occhiataccia a Victoria prima delle vacanze, e la stessa cosa stava facendo con Marcus in quel momento. Tuttavia restava ugualmente un mistero dal momento che non riusciva a capire che cosa di quella situazione lo rendesse tanto nervoso.
Per un momento Marcus fu tentato di negare; sapeva che tra lui e Victoria non era accaduto nulla del genere, ma decise di sfruttare l'errore di Oliver a proprio vantaggio. Sicuramente doveva averli visti al Lago Nero, e pensò che era curioso il fatto che lui non si fosse neppure accorto della presenza di Oliver. "Scommetto che sei invidioso, vero? Però ti avviso: se tu avessi intenzione di intrometterti, di certo finiresti... beh, diciamo che non gradisco i Grifondoro impiccioni e frustrati" . Marcus calcò bene sull'ultima parola, e fu contento di notare un guizzo ribelle negli occhi dell'altro. Non ne era sicuro, ma era quasi del tutto convinto che Oliver non avesse mai frequentato una ragazza, e non intendeva permettergli di intromettersi tra lui e l'obiettivo che si era prefissato. Sapeva che Victoria aveva una buona opinione di Oliver, e lui non riusciva proprio a capirne la ragione. Non era brutto, pensò osservandolo con aria critica, ma era troppo... fuori dal mondo.
"Non preoccuparti, io non raccolgo i tuoi scarti" gli assicurò Oliver, che si rese immediatamente conto dell'errore commesso. L'espressione di Marcus Flitt era chiara: sicuramente avrebbe riferito a Victoria quella frase, con il risultato che la ragazza si sarebbe sentita probabilmente offesa. "Se consideri i tuoi amici scarti... beh ti saluto, ormai siamo arrivati e io, al contrario di te, ho una ragazza a cui tener compagnia fino a scuola" gli disse con un sorriso subdolo, uscendo dallo scompartimento.

Solo la luce della candela illuminava la pergamena; il ragazzo aggrottò le sopracciglia mentre intingeva nuovamente la piuma d'oca nell'inchiosto. Non era da lui essere in ritardo, ma aveva trascorso le vacanze nel tentativo di capire se valeva la pena prepararsi al meglio per l'ultima partita della stagione. Si sarebbe tenuta verso la metà di giugno, ed aveva trascurato un po' i temi da consegnare.
"Ciao Frederich, tutto bene?" Il ragazzo alzò la testa e vide Victoria, scesa di buon mattino dal dormitorio; come sempre l'accompagnava quella peste di kneazle e molti libri di scuola. Per un momento pensò quasi di aiutarla, ma rimase seduto; Victoria non era il genere di ragazza che si vergognava a domandare, se le serviva una mano lo faceva presente senza troppi preamboli. Appoggiò la piuma sul tavolo. "Non c'è male, e a te?" Glielo chiese per educazione, ma aveva il sospetto che, almeno da un po', la ragazza vivesse in una sorta di nuvola rosa. Le vacanze di Pasqua erano terminate da alcuni giorni, ma lui aveva già notato un cambiamento: spesso la sentiva canticchiare, e invece di camminare pareva saltellare. Inoltre, anche se apparentemente aveva sempre lo stesso aspetto, lui aveva già riconosciuto qualche cambiamento; per esempio si pettinava con molta più cura del solito, e qualche volta l'aveva vista preoccuparsi persino dello stato della propria divisa.
Tutto apparentemente normale, ma lui non aveva mai notato nella ragazza atteggiamenti del genere prima di allora, e credeva di averne anche scoperto la ragione. Lei annuì in risposta alla sua domanda e si sedette su una delle poltrone in Sala Comune, situata proprio alle spalle del ragazzo. Frederich tornò ad occuparsi del difficilissimo tema di Pozioni, finché non percepì qualcosa di stonato. Nessuno aveva fatto rumore, a parte lo kneazle che si era arrampicato sulla sua gamba, ma lui si voltò ugualmente verso Victoria e rimase agghiacciato.
La ragazza non aveva neppure aperto un libro e teneva in mano una fotografia: l'espressione che aveva sul volto era di sorpresa, ma Frederich era certo che avesse perfettamente celato il disgusto. "Dammela" disse improvvisamente, strappandogliela di mano con violenza, facendola sobbalzare. Lui non se ne curò perché si sentiva improvvisamente minacciato; non ricordava di averla lasciata nel libro di Pozioni, né si era reso conto che era caduta a terra.
Victoria lo osservò sorpresa da quella reazione, ma, ripensando a quell'immagine, poteva capire cosa gli dava tanto fastidio. "Io..." cercò di dire qualcosa, ma non sapeva come affrontare l'argomento. Sapeva già delle inclinazioni sessuali del compagno di Casa, e per quanto fosse sorpresa nel vedere due uomini baciarsi, non si sentiva comunque scandalizzata.
"Non... non è come credi, era solo... uno scherzo..." il ragazzo era improvvisamente diventato pallidissimo e si era reso conto di cosa sarebbe successo se la storia fosse diventata di dominio pubblico; non se ne vergognava, ma non era certo di essere pronto ad ammettere pubblicamente le proprie tendenze sessuali. Oltre a sapere perfettamente che l'atteggiamento di tutti nei suoi confronti sarebbe immediatamente cambiato: l'avrebbero evitato, deriso, magari persino preso di mira e sarebbe stato chiamato in modi incivili come checca o altri.
Doveva perciò buttarla sullo scherzo, e sperare che la ragazza credesse a quella versione. Ma lui già sapeva che solo un idiota avrebbe potuto pensarlo. "Frederich... non... non c'è bisogno che fingi..." Victoria non sapeva come dire ciò che pensava, e cercò di non farsi fraintendere. L'ultima cosa che desiderava era una lite con il ragazzo. "Dicevo... se sei preoccupato, posso rassicurarti. So da molto tempo questa... questa cosa, perciò..." Victoria arrossì senza volere. Dopotutto era pur sempre un argomento di cui non aveva mai parlato con nessuno, pur avendo le proprie idee in proposito. Frederich la osservò sorpreso ed incredulo, e rimase a fissarla per un po' di tempo.
"Da... da quanto?" le chiese con voce lievemente aggressiva, cercando subito dopo di controllarsi. La ragazza esitò un momento prima di rispondere, lasciandolo sorpreso. "Tre anni circa... cioè, non so chi è lui nella foto, ma... comunque davvero, non credo tu debba preoccuparti" gli disse con un sorriso un po' incerto.
Il ragazzo si limitò ad annuire. Se era vero, di certo si poteva fidare: in tre anni non aveva sentito nessun pettegolezzo che lo riguardasse, e si chiese come mai Victoria non ne fosse inorridita, o persino spaventata. Osservò quella foto che teneva in mano: non la guardava da anni, ed era rimasta nel suo vecchio manuale di Pozioni che aveva tirato fuori solo di recente a causa dei M.A.G.O. . Doveva essere preparato su tutto, ma non avrebbe mai pensato di doversi nuovamente scontrare col proprio passato."Forse non ti ricordi di lui, è stato espulso tre anni fa per aver tentato di stregare uno degli esaminatori durante i M.A.G.O. Si chiamava Edward Flitt, ma non credo tu abbia mai avuto a che fare con lui..."
Ed era stato meglio, si disse Frederich con rabbia chiudendo di nuovo quella foto nel libro; Victoria rimase sovrappensiero mentre lo ascoltava. Il nome non le diceva nulla, ma così ovviamente non era per il cognome; cercò di fare mente locale e ricordò che qualche giorno prima, mentre si esercitavano durante una delle sedute del Club di Incantesimi, Marcus le aveva detto in maniera molto vaga di avere un fratello più grande ed una sorella, che però doveva essere più giovane.
"No, comunque non sei obbligato a dirmi nulla... Posso però capire che tu sia preoccupato, ma da me nessuno saprà nulla: alla fine ciò che fai è affar tuo, giusto?" Gli sorrise sperando di essere riuscita a tranquillizzarlo. Non gli disse di avere il sospetto che, almeno per un po', a loro era piaciuto lo stesso ragazzo e che ne era rimasta pure indispettita; l'impressione non era svanita, ma in fondo non poteva certo serbargli rancore se aveva trovato, come lei, che Oliver fosse estremamente affascinante.
Si chiese se il Grifondoro lo sapesse, ma si convinse di no.
"In realtà non ne parlo da anni... anzi, devo essere onesto, non ne ho mai parlato..." rispose Frederich: non aveva bisogno di spiegarne la ragione, erano confidenze che non si potevano fare con leggerezza. Ma, osservando la ragazza di fronte a lui, si chiese se non fosse giunto il momento di togliersi un pesante fardello dalle spalle. Poi si ricordò che aveva ugualmente deciso di parlarle per chiederle una cosa, perciò decise di approfittare dell'occasione e vuotare il sacco. L'alba doveva ancora giungere in fondo.

Oliver Baston si guardò la divisa tutta macchiata; se c'era qualcosa che detestava più delle sconfitte a Quidditch e Marcus Flitt, quello era il vomito. E, di conseguenza, ora imprecava contro l'odioso Serpeverde che aveva avuto l'ardire di vomitargli addosso dopo una lezione di Incantesimi.
Così, per sfizio, gli aveva detto e Oliver si era dovuto trattenere per non prendere a calci in faccia il colpevole; non che gli importasse molto della divisa scolastica, ma non gli piaceva ugualmente girare per la scuola coperto di lordura.
Per fortuna trovò un bagno e, senza pensarci troppo, entrò. Era vuoto, e Oliver si precipitò al lavandino aprendo l'acqua. Fu costretto a levarsi il maglione, rimanendo con addosso la camicia e la cravatta, quella che ogni giorno gli faceva sempre perdere almeno dieci minuti. Una volta, ricordò quasi divertito, era dovuta intervenire la McGranitt a lezione per sistemargliela, e la professoressa non era propriamente delicata quando usava la bacchetta. Con suo gran sollievo notò che con l'acqua era riuscito a far sparire la maggior parte delle tracce di vomito, anche se rimaneva ugualmente un alone. Pazienza, si disse sconsolato, per quel giorno si sarebbe limitato ad andare in giro solo con la camicia, magari stando attento a chiudere bene il mantello, anche se non faceva più tanto freddo.
"Che ci fai qui?" Oliver sobbalzò nel trovarsi Victoria alle spalle, chiaramente appena uscita da uno dei cubicoli del bagno. La ragazza pareva sorpresa di vederlo almeno quanto lo era lui, ma dopo un attimo piegò le labbra in un inconfondibile sorrisetto di scherno. "Veramente sei tu ad essere entrato nel bagno delle ragazze. Anzi, per essere più precisi, questo è il bagno di Mirtilla." rispose Victoria senza alcun tipo di imbarazzo, al contrario di Oliver che avrebbe desiderato sprofondare dalla vergogna. Lui si guardò attorno disperato, una tacita domanda sul volto.
"Tranquillo, ero la sola qui dentro..." gli disse. Non era comunque in grado di serbargli rancore, nonostante Oliver avesse chiaramente fatto di tutto per evitare di parlarle in quei giorni. Lo trovava un comportamento molto curioso, ma era stata impegnata a studiare, per cui non ci aveva badato. E poi, in quei tre giorni dal ritorno dalle vacanze, aveva trascorso molto del proprio tempo assieme a Marcus, e ciò le aveva totalmente impedito di preoccuparsi dei modi di fare di Oliver.
Soprattutto dalla sera prima, quando erano stati sul punto di baciarsi: arrossì come un pomodoro al ricordo, e si mise a sistemarsi la cravatta nella speranza che Oliver non avesse notato nulla. "D'accordo... è che... beh non avevo notato che fosse quello delle ragazze, la prossima volta farò più attenzione." si affrettò a dire Oliver, sentendosi a disagio senza comprenderne la ragione. La ragazza annuì, ma aveva la mente rivolta alla sera precedente quando Marcus aveva, per l'ennesima volta, insistito per aiutarla a portare la borsa dopo uno degli incontri del Club; non aveva comunque voluto che l'accompagnasse fino alla Torre dei Corvonero, perciò le loro strade si erano divise al terzo piano. Tuttavia la ragazza era consapevole che in quel momento la distanza tra loro era stata quasi nulla, ed era certa che, almeno per un attimo, le loro labbra si fossero sfiorate. Forse, rifletté mentre controllava che i capelli fossero in ordine, non si sarebbe neppure scostata se non fosse stato per l'intervento involontario di Cedric. L'amico era improvvisamente comparso nel corridoio, ma non aveva visto nulla dato che lei si era affrettata a scostarsi; solo il rossore sulle guance l'aveva tradita, ma Cedric non aveva fatto alcun collegamento.
Di certo Marcus non si era lasciato sfuggire l'occasione per vendicarsi, e lei sapeva che l'amico era ancora in infermeria a causa di una frattura al braccio che non era comunque troppo seria; forse era già stata sistemata. Sospirò, e poi si rese conto che Oliver le aveva chiesto qualcosa. Stava per chiedergli di ripetere quando avvertì un inconfondibile risatina provenire proprio dall'esterno del bagno.
"Cavolo" imprecò Oliver, riconoscendo la voce di alcune ragazze in avvicinamento, e tutte intenzionate probabilmente ad entrare lì. Si sentì prendere per un braccio da Victoria, ed entrambi si ritrovarono proprio all'interno di uno dei cubicoli; la ragazza chiuse la porta e salì con cautela sulla tazza del gabinetto. Oliver si rese conto che si erano mossi appena in tempo perché proprio in quell'istante un gruppo di ragazze fece il suo ingresso nel bagno. Non si sentiva per nulla comodo in quella ridicola posizione, ma non disse una parola.
Victoria si rese conto, dopo averle sentite parlare per qualche minuto, che si trattava di Cecily e delle sue amiche più intime, ed in quel momento discutevano di alcuni ragazzi del settimo anno tra cui August Richmond. La ragazza scambiò un'occhiata esasperata con Oliver: era chiaro che neppure a lui importava qualcosa delle chiacchiere da ragazze, tuttavia ormai erano costretti a rimanere lì visto che se fossero usciti, i commenti sarebbero stati tremendi.
"Allora, ci dicevi che hai scoperto qualcosa su Marcus... Racconta!" disse una delle ragazze, e Victoria alzò gli occhi al cielo sentendole ridacchiare. Perché erano così sceme?, pensò con rabbia, sembrava che nei loro discorsi non esistessero altro che i ragazzi. Con un brivido si augurò di non diventare mai come loro.
"Si certo" disse Cecily, col tono di chi sta per fare una rivelazione importante, poi cominciò a raccontare, alternando le notizie alle risatine condivise dalle amiche. Nonostante tutto Victoria si ritrovò ad ascoltare a sua volta, dal momento che pareva che l'argomento la riguardasse in prima persona.
"... naturalmente lo sapevo che c'era un motivo dietro a quel suo comportamento strano, e mi sembrava curioso che gli piacesse davvero quella bamboccia dal sangue sporco" dichiarò con entusiasmo, provocando altre risate alle amiche. Oliver avrebbe voluto intervenire dal momento che detestava quel pregiudizio radicato, tuttavia si limitò ad osservare Victoria che pareva impassibile "... e così sono venuta a sapere da Bletchey che Marcus ha ideato un piano pazzesco per farmi diventare gelosa, e ..."
Victoria non perse una parola, ma non le trovava di suo gradimento, al contrario si sentiva sempre peggio. Per un momento pensò che Cecily stesse semplicemente vantandosi con le amiche, ma l'allusione a tutti i fatti reali accaduti cominciò a penetrarle nella mente senza possibilità di dubbio; tutti i pezzi combaciavano, a cominciare da quando il ragazzo aveva cominciato a mostrarsi più gentile con lei, fino all'allusione ai cioccolatini.
"... e ha anche detto che non gli importava di dover andare fino in fondo. Spero di vedere la sua faccia quando capirà di essere stata solo usata, anche se non riesco proprio ad immaginare che una del genere possa davvero finire a letto con Marcus, ma non importa." completò la ragazza, mentre lei e le amiche ridevano a più non posso. Oliver osservò incredulo la porta, come se non riuscisse a credere a quanto aveva sentito fino a quel momento, ma poi si rese conto che la ragazza accanto a lui sembrava stranamente rigida. Con una mano le tappò la bocca per evitare che il gemito fosse udibile, ma si mosse troppo tardi. "Chi c'è?" La voce di Cecily era improvvisamente diventata sospettosa. La Serpeverde puntò la bacchetta proprio verso la porta chiusa.
Oliver avrebbe quasi voluto che le facce delle ragazze fossero immortalate: avrebbe voluto rider loro in faccia, ma si limitò a tenere stretta Victoria. Aveva agito d'istinto poco prima abbracciandola, ma l'aveva fatto solo perché aveva percepito che era stata ferita profondamente da quelle parole.
"Che avete da guardare voi? Non avete lezione?" Disse il ragazzo rivolto al gruppetto che li osservava come paralizzato; già poteva immaginare i pettegolezzi che sarebbero seguiti, ma in quel momento non gli importava. Poteva sentire la ragazza tremare, ma questo le altre non erano in grado di percepirlo. "Oh... scusate, non pensavamo di disturbare" disse Cecily con aria spavalda, ma Oliver notò che sembrava molto meno baldanzosa di alcuni minuti prima.
"Bene, ora che lo sapete sarebbe il caso che ve ne andaste" dichiarò il ragazzo con più sicurezza di quanta ne avesse veramente: da dove gli veniva il coraggio di dire quelle menzogne non ne aveva idea, ma parevano funzionare. Poco dopo l'uscita di scena delle ragazze, colpite da ciò che credevano di avere visto, riuscirono ad uscire pure loro da quel luogo angusto. Oliver si sentiva imbarazzato.
"Ecco, per quello che ho detto...ho pensato che potesse aiutarti, ma non importa se..." non riuscì a finire quanto voleva dire; avrebbe desiderato precisare che aveva solo voluto far tacere quelle quattro sciocchine, ma aveva il timore di offenderla. Victoria si limitò ad annuire, ma non riusciva a pensare ad altro che a quello che aveva sentito.
E così Helena aveva avuto ragione, pensò furiosa mentre usciva dal castello assieme a Oliver, ma senza notarne la presenza. Se lo sarebbe dovuta immaginare, continuava a dirsi, e Marcus non era certo qualcuno che agiva solo per interesse. O meglio, solo per il proprio. Ma come le era venuto in mente che potesse davvero interessarsi a lei dopo aver visto Cecily?
Le dava fastidio sapere che il ragazzo era quasi riuscito nel proprio intento; forse non aveva ottenuto nulla da lei, ma era riuscito comunque ad imporsi. Tuttavia non disse nulla, anche se avrebbe voluto ringraziare Oliver per la sceneggiata che aveva messo in piedi. Da lui non se l'aspettava e non aveva neppure idea di come interpretarla.
Probabilmente gli aveva fatto pena, pensò amaramente.
Victoria si riscosse solamente quando si rese conto di essere seduta; riconobbe il parco attorno al castello, e vicino a lei c'era sempre Oliver. Si rese conto che stava parlando, ma non riusciva a capire quanto le diceva: forse erano frasi consolatorie, ma non le comprendeva. Avrebbe quasi voluto dirgli che se voleva andare ad allenarsi a Quidditch avrebbe potuto farlo, ma sentiva la necessità di una spalla a cui appoggiarsi e in un certo senso le dava un minimo di conforto sapere che si trattava di lui.
Solo nel rendersi conto che proprio Marcus si stava avvicinando, cominciò a sentirsi ribollire di rabbia. Fino a quel momento non aveva fatto che tentare di annegare il dolore, ma ora si sentiva pronta a picchiarlo: voleva fargli più male possibile, quanto lui ne aveva fatto a lei. E poi un'idea la folgorò: lo avrebbe ripagato con la stessa moneta.
"Ehm... Oliver, scusami se... ma..." Victoria sapeva di commettere una follia, ma desiderava vendicarsi, così non lasciò al ragazzo il tempo di risponderle. Attese solo un istante, sia per farsi coraggio, sia per permettere a Marcus di avvicinarsi ancora e osservare meglio la scena. Presa dal panico, si appoggiò di più a Oliver e ne percepì la sorpresa, ma di certo il ragazzo non si sarebbe aspettato che la ragazza appoggiasse le labbra sulle sue per un tempo non definito.
Victoria sapeva di aver commesso un atto forse imperdonabile, ma era stato più forte di lei e l'aveva fatto: non era altro che un gesto goffo ed impacciato, ma era certa che l'altro l'avesse visto.
E tanto bastava.

"Che cosa hai fatto?! Ripetilo." ordinò Marcus furibondo, mentre rimetteva la testa di Miles Bletchey in acqua. Dopo quello che aveva visto poco prima era quasi fuori di sé dalla rabbia, e poco gli importava se Bletchey rischiava di affogare nel lavandino a causa sua  .
Avrebbe voluto strangolare Oliver Baston di persona, ma l'improbabile coppia formata da lui e da Victoria si era allontanata prima che potesse raggiungerli e pretendere una spiegazione. Ora dopo aver parlato con Cecily aveva capito quello che era accaduto, e Miles stava pagando il prezzo delle sue inutili chiacchiere.
Lo lasciò respirare il tempo necessario a farlo confessare di avere parlato a Cecily delle sue confidenze di tanto tempo prima, poi lo mandò a sbattere contro il muro. Doveva controllarsi per non commettere un atto irreversibile, ma era più forte di lui: aveva ancora davanti agli occhi quella scena e doveva sfogarsi su qualcuno.
Proprio quando era convinto di essere finalmente riuscito ad ottenere ciò che voleva, rischiava di perdere tutto. Tuttavia era sicuro che fosse solamente una ripicca, ma doveva parlare di persona con Victoria. Non poteva certo fidarsi di semplici chiacchiere, si disse mentre cercava di cancellare dalla mente l'odioso ricordo di quel bacio.
Oliver gliel'avrebbe pagata, si disse mentre si dirigeva verso il campo da Quiddith, lo avrebbe spedito in infermeria all'interno di una tabacchiera. Nessuno poteva commettere l'ardire di intromettersi tra lui e il proprio obiettivo, e del resto Oliver era già stato avvisato. Tuttavia mentre percorreva i corridoi per uscire dal castello, si disse che sarebbe stato più logico parlare con la ragazza prima.
Era ragionevole e di certo avrebbe ascoltato la sua versione; era certo che avrebbe capito subito, specie dopo quel legame silenzioso che si era creato tra loro negli ultimi tempi.









nota:
eccoci qui! il 13 è parecchio pieno di avvenimenti, ma non potevo separare nulla xdddd
andiamo con ordine:
-le chiacchiere tra donne... necessarie u.u spero vi piacciano
-flitt e baston in treno... insomma, la rivalità va sempre tenuta viva, non credete?XD
- a qualcuno interessa la storia di Edward Flitt(che tra parentesi è un pezzo di merda di proporzioni bibliche LOL)? u.u perchè ve la posso raccontare se volete u.u
- ed ecco che si scopre l'inganno-non inganno di Marcus Flitt, e Baston mente pure pur di far tacere quelle gallinacce XDDD che caro <3
no, è solo un approfittatore nd Flitt
zitto tu u.u
e Vic arriva pure a baciarlo... adesso vi lascio a tutte le ipotesi possibili ed immaginabili su cosa succederà.
Si metterà con Baston?
*Piton vomita*
Si metterà con Flitt?
*Piton non vomita, ma non approva*
Si metterà con entrambi?!
*Piton sconvolto*
Li manderà tutti a quel paese e si fidanzerà con Frederich?
Ma non era omosessuale?nd Piton
E allora? può comunque fidanzarcisi no?u.u
beh al prossimo, spero vi sia piaciuto... e attendo i papiri <3
sempre grazie a chi legge e segue in silenzio. Per chi non l'ha letta chiedo di leggere " Non questa volta", una piccola OS su Vic e Sven(si XDDD)che più avanti sarà ufficialmente in cronologia <3




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Capitolo 14
*** 14 - Scommessa ***


Angolo autrice: Buon anno *-*
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


Capitolo 14 - Scommessa


Non gli era mai capitato di urlare contro qualcuno a quel modo; Oliver, con un libro in mano, si sedette su una delle poltrone presenti in Sala Comune, ma la mente era ben lontana dallo studio. Aveva deciso di dedicarsi ai libri dal momento che il campo da Quidditch se lo alternavano Tassorosso e Serpeverde, tuttavia non ci riusciva proprio.
In effetti lui urlava solamente durante gli allenamenti, ma mai era accaduto per altri motivi, e di certo non per qualcosa del genere. Ancora non riusciva a credere a quanto accaduto nel parco, ed era servito l'intervento congiunto di due Corvonero per impedirgli di continuare a prendersela con Victoria; infine aveva taciuto solo di fronte alla prospettiva di far perdere punti alla propria Casa.
Il ragazzo comunque era propenso a dare ragione a Steileir e Richmond, che l'avevano accusato di aver esagerato; in effetti forse avrebbe potuto farle ugualmente una predica, ma senza urlare a quel modo. "Oliver, c'è Frederich Steileir che mi manda a dirti che vuole vederti prima di cena" Il ragazzo venne strappato ai propri pensieri dalla voce di Percy, appena entrato in Sala Comune, e gemette. Sicuramente il Prefetto e Capitano dei Corvonero voleva fargli una predica, ma lui aveva già deciso che non gliel'avrebbe permesso.
In fondo era colpa di Victoria, ma lui già immaginava che la ragazza avesse scaricato su di lui la colpa. "D'accordo, sarà per il Quidditch" disse al solo scopo di quietare la curiosità dell'amico: c'era sempre la possibilità che Percy non avesse sentito le voci che già da qualche ora circolavano. Cecily non aveva perso tempo a spettegolare, e pareva che tutt'ad un tratto ad Hogwarts non si parlasse d'altro che di quello che era successo nel bagno.
In realtà lui aveva già cercato di spiegare che non era accaduto nulla, ma la maggior parte degli studenti si era limitato a dargli delle pacche sulle spalle e a strizzargli l'occhio. Non aveva neppure osato chiedere che cosa pensassero nel timore di inorridire; si alzò gettando via il libro e attraversò il buco del ritratto.
Magari Steileir voleva davvero parlare di Quidditch, si disse Oliver, dopo aver appreso con sorpresa che lo aspettava proprio vicino alle tribune dove solitamente si sedevano gli studenti che desideravano assistere alle partite. Lo riconobbe da lontano: la stazza robusta di Frederich lo rendeva riconoscibile anche a grandi distanza, e si avviò verso di lui. Si salutarono, ma Oliver lo anticipò prima che l'altro potesse parlare.
"Se mi hai chiamato per farmi un'altra predica, preferirei che lo evitassi. Ho già promesso che non accadrà più" dichiarò deciso il ragazzo e Frederich scosse la testa.
"Sei troppo sospettoso, io non faccio prediche. Tuttavia io e August ci siamo trovati d'accordo nel toglierti cinque punti per quello che hai fatto. Preferivo dirtelo di persona piuttosto che fartelo sapere tramite il tuo Prefetto" Frederich parlò in modo tranquillo, pur sapendo di dare una notizia sgradita a Oliver; tuttavia non poteva fare diversamente perché quanto visto non gli era piaciuto. Il ragazzo lo guardò, incredulo. "Ah, vengo punito io anche se è colpa sua? Beh cosa mi aspettavo, siete delle stessa Casata, mi sembra logico che vi proteggiate a vicenda" sibilò Oliver arrabbiato. Cinque punti erano pochi e non avrebbero influito sulla classifica della Coppa delle Case, tuttavia era abituato a non subire decurtazioni se non durante Pozioni. Ed era anche irritato al pensiero che Steileir, di cui aveva sempre avuto una buona opinione, si mostrasse di parte proprio come faceva il professor Piton.
"Non sapevo fossi il tipo capace di parlare a sproposito, Ol. Semplicemente ti togliamo qualche punto per lo spintone che ti abbiam visto dare a Victoria, ma soprattutto perché sei entrato nel bagno delle ragazze. Come sai è vietato... e se ti può consolare, a Victoria ne ho tolti personalmente quindici per aver saltato le lezioni del pomeriggio, oltre al fatto che ha contribuito alle urla nel corridoio durante le ore di lezione. Il resto non è affar mio e le vostre divergenze appianatele tra voi" disse bruscamente Frederich mentre prendeva in mano la mazza da Battitore, con il chiaro intento di allenarsi.
Il ragazzo non aggiunse, ma era dell'idea che Baston avesse reagito davvero in maniera eccessiva; oltretutto aveva dovuto occuparsi personalmente di riportare Victoria alla Torre dal momento che era in stato di shock. Non riferì a Oliver che la ragazza era completamente a pezzi: lui e August non avevano sentito tutta la lite, ma erano sicuri che il Grifondoro si fosse premurato di dirle le cose peggiori. Se fosse stato per lui, gli avrebbe tolto molti più punti, ma Oliver aveva dalla sua una condotta notoriamente irreprensibile, e non avevano potuto accertarsi di tutto quello che aveva urlato.
"Ah... scusa, non volevo offenderti. In ogni caso è vero che ho esagerato, ma non sono proprio riuscito a trattenermi quando..." Oliver si bloccò, riluttante ad ammettere che ciò che l'aveva infastidito veramente era il fatto che la ragazza avesse agito per ripicca. Forse non avrebbe neppure pensato ad una cosa del genere se non l'avesse vista piangere nel bagno.
Aggrottò le sopracciglia, pensieroso. Non era neppure sicuro che avesse davvero pianto, ma di certo era impossibile negare che non fosse rimasta profondamente colpita da tutto quello che avevano sentito dire. Non era veramente sorpreso dall'atteggiamento egoista di Marcus Flitt, era solamente indispettito al pensiero che ancora una volta era stato lui a finirci in mezzo.
La rivalità non aveva mai fine, eppure quella specie di bacio lo irritava proprio perché era consapevole che non era veramente destinato a lui. La stessa Victoria lo aveva ammesso, perciò non si sentiva capace di scusarla. Se proprio voleva infastidire Flitt, avrebbe potuto scegliere un altro con cui fare esperimenti.
Frederich lo osservò, dicendosi che il ragazzo non era consapevole di quanto accaduto. Decise quindi di non misurare le parole. "So quello che è successo, Victoria me l'ha detto prima in Sala Comune" esordì, senza essere sorpreso dall'espressione incredula sul volto di Oliver. In fondo quando lui e August li avevano separati, nessuno dei due aveva rivelato il motivo di quella lite accanita. Come ricordò Frederich, c'erano state solo urla da parte di Baston e passività da parte di Victoria. "... e posso assicurarti che non sa spiegarselo neppure lei, tuttavia credo che tu abbia esagerato. Magari dovreste parlarne per..."
Oliver scrollò la testa. Era troppo comodo agire e poi scusarsi. "Quello che avevo da dirle l'ho già fatto. Per quello che mi riguarda l'argomento è chiuso." dichiarò con decisione. Tutto sommato niente lo obbligava a cercare davvero un chiarimento con Victoria: non aveva bisogno di lei, e dopo quanto fatto non meritava una seconda possibilità. Frederich rinunciò a perorare la causa dell'amica; dopotutto Victoria era abbastanza grande da parlare di persona a Oliver se lo desiderava, e lui non era il suo avvocato, anche se gli dispiaceva per quella situazione.
"Come ti pare. In ogni caso, Oliver, ti informo che tra qualche settimana potrò consegnarti la formazione che schiererò durante l'ultima partita della stagione. Tu hai già preparato la tua?" Il Quidditch era in fondo l'ultimo argomento che avevano in comune; Frederich sapeva di porre una domanda superflua. Oliver schierava sempre la solita formazione, e non aveva nessuna riserva anche perché di solito non ne aveva bisogno.
Beato lui, pensò il Corvonero nel ricordare la situazione d'emergenza che l'aveva portato a schierare una squadra di fortuna contro i Serpeverde. Inutilmente, tra l'altro. "Certo, te la faccio avere il mese prossimo." dichiarò Oliver, e Frederich notò che pareva tornato il ragazzo di sempre. Era come se non avessero parlato di nient'altro, si disse Frederich. "Perfetto. Probabilmente dovrò usare un Cercatore di riserva, proprio qualche giorno fa McDougal mi ha detto che per via dei G.U.F.O. non potrà assicurarmi la sua presenza."
Oliver osservò sorpreso il ragazzo, ma allo stesso tempo la notizia lo rendeva euforico. McDougal aveva giocato solamente contro i Tassorosso quell'anno, e la Chang ancora non era la sostituta ideale. Anche se, rifletté, pochi erano all'altezza del talento di Harry: quella sera avrebbe cominciato a predisporre tutto per la tanto agognata vittoria finale. La Coppa sarebbe stata loro, non aveva alcun dubbio.
Frederich non rivelò, però, che aveva già in mente qualcuno da addestrare personalmente in vista della partita. Mancavano quasi due mesi, e dopotutto solo i Tassorosso erano certi di non poter vincere la Coppa. Ma il suo obiettivo non era tanto la vittoria finale, quanto il desiderio di dimostrare che a scuola non esistevano solo i Grifondoro e i Serpeverde: l'anno precedente non aveva potuto impedire l'umiliazione in finale, ma stavolta avrebbe lasciato un segno. Era il suo ultimo desiderio come Capitano prima di lasciare la scuola.

Victoria avrebbe voluto essere trasparente come la Dama Grigia; la ragazza si disse che forse doveva prendere in considerazione l'idea di lasciare un'impronta di sé nel mondo prima di farsi somministrare un veleno letale da Piton.
Ci aveva pensato seriamente il giorno precedente, e l'idea non era svanita. Anzi, da quando era diventata oggetto di risatine pubbliche, aveva quasi pensato di imitare Oliver e annegarsi sotto la doccia. Certo, lui lo faceva per il Quidditch, ma non era importante: peccato che non ci fosse riuscita, pensò amaramente mentre percorreva il corridoio che portava all'aula di Incantesimi.
Aveva provato a parlare con il ragazzo, ma lui l'aveva accuratamente ignorata e Percy le aveva riferito che Oliver non aveva intenzione di considerarla. Il fatto che poi lo stesso Prefetto le avesse chiesto cosa fosse accaduto, le aveva fatto supporre che Oliver non avesse rivelato nulla. Forse era meglio farlo, si era detta, ma già faticava ad ignorare le chiacchiere di tutta la scuola su ciò che era successo nel bagno.
Sentiva di non poter biasimare del tutto Oliver, anche se avrebbe preferito un chiarimento civile. Forse, si disse mentre si sedeva su uno scalino, pretendeva troppo: ancora non riusciva a capire come fosse riuscita a commettere quel gesto sconsiderato di cui aveva solo ricordi vaghi. Riusciva perfettamente a ricordare i momenti che l'avevano preceduto, e poi buio totale fino a quella lite furibonda. Non era neppure riuscita a parlare, e nel momento in cui ci aveva provato, la reazione di Oliver l'aveva frenata. Sentiva ancora il volto in fiamme, per l'umiliazione provata in seguito.
Posò la scopa, desiderando con tutto il cuore di poterla gettare via. Quel giorno Silente aveva riferito alla scuola che madama Bumb sarebbe stata sostituita fino al termine dell'anno scolastico, ed aveva presentato il suo sostituo. A grande sorpresa di tutti si trattava proprio del padre di Oliver, e Victoria aveva dovuto ammettere che, almeno fisicamente, i due si somigliavano solo relativamente: il fascino che il signor Baston emanava era circa il quadruplo di quello del figlio. Da quello che Piton aveva detto faceva parte del Wizengamot, ma pareva che in passato avesse giocato assieme a Ludo Bagman.
La lezione non era andata proprio bene; di solito Victoria si limitava a stare nelle retrovie quando si trattava di Volo, tuttavia non era stata tanto fortunata. In più il gruppo di Serpeverde non aveva perso occasione per fare qualche battuta diretta a lei su quanto accaduto proprio con Oliver, con la conseguenza che il padre aveva colto l'occasione per terrorizzarla con i suoi metodi. L'aveva costretta a prendere parte a quella stupida partitella di Quidditch e le aveva fatto inseguire il Boccino, mettendole sempre alle calcagna almeno un Bolide. Victoria si era però vendicata di lui scartando d'improvviso, facendolo quasi scontrare contro uno degli anelli. In parte aveva immaginato che fosse a causa sua se il figlio era così fissato col Quidditch, tuttavia le importava relativamente: aveva male dappertutto, ma naturalmente questo all'insegnante non era importato.
Al contrario, le aveva detto che finché si era vivi i problemi non esistevano.
Proseguì, ma fu costretta a fermarsi nuovamente dopo aver raggiunto il quarto piano. Aveva davvero dolore ovunque, e si disse che avrebbe disertato tutte le lezioni di Volo fino all'anno successivo. Non erano d vitale importanza, e neppure richieste ai G.U.F.O.
"Oh no!" gemette la ragazza nel rendersi conto che Marcus Flitt era comparso e puntava proprio verso di lei. Non voleva incrociarlo, ma era consapevole di non poterlo evitare per sempre. Lo aveva visto il giorno prima, e anche quella mattina di sfuggita a colazione, ma l'aveva evitato facilmente costringendo quasi Cedric a rincorrerla mentre si recava a lezione. Fece finta di non averlo visto e gli voltò le spalle per proseguire in direzione opposta, ma non riuscì neppure a distanziarlo di pochi metri. Si sentì afferrare per il braccio, e percepì la rabbia riaffiorare.
"Dobbiamo parlare." disse bruscamente il ragazzo costringendola a voltarsi verso di lui, e Victoria desiderò poterlo picchiare con la scopa. "Non abbiamo nulla da dirci." rispose inviperita la ragazza, riuscendo a divincolarsi.
L'ultima cosa che desiderava era quella di stare a sentire la montagna di menzogne che le avrebbe propinato. Già le immaginava, e lei non voleva nulla di tutto ciò. Desiderava essere lasciata tranquilla, ma sembrava che lui non volesse capirlo. Le dava fastidio dover riconoscere che, in quei giorni, si era davvero abituata all'idea che le piacesse il ragazzo; non aveva più pensato a Baston e si era concentrata sulla piacevole sensazione che sentiva quando era con Marcus.
La irritava l'idea che il ragazzo fosse riuscito ad abbattere il muro che si era costruita attorno, ma non l'avrebbe mai ammesso.
"Questo lo credi tu. Potremmo stare a parlare per ore e non riusciremmo a dirci tutto ciò che dobbiamo, tuttavia voglio farti ugualmente una domanda: davvero pensi che sia vero quello che hai sentito da Cecily?" Marcus si rese conto di aver assunto un tono aggressivo, tuttavia non lo moderò, limitandosi semplicemente a fronteggiare Victoria. Preferiva giungere subito al nocciolo del problema, girarci attorno non sarebbe servito a nessuno dei due.
Vederla annuire con aria decisa lo fece sentire quasi male, almeno prima di percepire la rabbia sorda farsi largo. Tutto sommato non poteva negare che quella sgualdrina aveva detto la verità, quella iniziale almeno, ma non era sicuro che Victoria fosse pronta ad ascoltarlo. "Hai ragione, è vero." ammise, spiazzandola. All'improvviso Marcus aveva capito che era meglio dire ciò che pensava, senza negare.
Dall'espressione sul volto della ragazza si disse che probabilmente si era giocato qualunque futura possibilità, ma decise di proseguire. "Questo all'inizio, ma poi ho cambiato idea e posso assicurarti che è da molto." Il ragazzo trovò molto difficile parlare, ma lo fece ugualmente, anche se il sopracciglio inarcato di Victoria non era un buon segno. Sapeva di averla parzialmente sorpresa; di sicuro non si era aspettata che lui le rivelasse così apertamente ciò che gli era passato per la testa.
E non aveva neppure detto tutto, considerò mentre parlava. Per esempio non le aveva raccontato della fatica di far bere a Baston la pozione lassativa, anche se intuiva che forse l'avrebbe compreso da sola. Né le aveva rivelato di aver ricattato Frederich Steileir per avere qualche informazione su di lei, e neppure che era riuscito a far parlare a ruota libera quella sciocchina di Maggie, grazie all'aiuto di qualche alcolico.
"Non mi interessa, e poi non ci credo." dichiarò Victoria, asciutta, cercando di ignorare quella parte di sé che la chiamava bugiarda. Non voleva più sentire altro perché non poteva fidarsi di Marcus; forse, si disse, avrebbe potuto anche credergli se tutto questo gliel'avesse detto prima e di persona, ma non ne era certa. Ad ogni modo non gli avrebbe permesso di sconvolgerla più di quanto avesse già fatto. "Non ti permetterò di ignorarmi, Victoria, e neppure di prendermi in giro. Ho sentito quelle stupide chiacchiere su te e Baston, ma non illuderti di riuscire a convincermi che state insieme. "
Ne era certo, conosceva il suo rivale e sapeva che doveva esserci un'altra spiegazione a quanto accaduto. Parevano non esserci dubbi sul fatto che si erano trovati assieme, ma lui aveva la certezza che si fosse trattato solamente di una coincidenza; proprio quella mattina aveva notato un atteggiamento curioso in Oliver, che aveva deliberatamente ignorato la ragazza. Di certo non l'avrebbe fatto se fosse stato vero che stavano insieme, ne era sicuro.
"Tra te e lui non so dirti chi sia più irritante, Flitt. Non fate che parlarvi male alle spalle: forse dovreste fidanzarvi, visto che non potete fare a meno l'uno dell'altro." ringhiò la ragazza arrabbiata. Era venuto fuori il nome di Marcus anche mentre Oliver urlava, e cominciava ad essere stufa di quella rivalità, soprattutto perché ora ci era finita in mezzo senza volerlo.
Il ragazzo strinse pericolosamente gli occhi per un istante, e Victoria si chiese se non si fosse spinta troppo in là. Aveva effettivamente parlato senza riflettere troppo sulle conseguenze, e non ci credeva davvero; Marcus non disse nulla, ma si avvicinò a lei senza darle modo di poter mettere della distanza tra loro.
Non intendeva fare nulla di strano, tuttavia venne attirato da quell'odore che sentiva. Era sicuro che provenisse da lei, era mughetto e ricordò di averlo percepito anche qualche sera prima. Sicuramente erano i suoi capelli, e d'un tratto rimpianse di aver atteso tutto quel tempo per farsi avanti. Ora, pensò con gioia selvaggia, non c'era nessun Cedric Diggory ad interromperli, avrebbe potuto finalmente ottenere qualcosa di concreto e mostrarle che il suo interesse era reale. La tenne stretta per le spalle e senza esitare le appoggiò le labbra sulla fronte.
Subito dopo Marcus pensò che sarebbe rimasto volentieri incollato a lei per sempre, o almeno per parecchio tempo; non attese la reazione di Victoria, che al momento pareva aver perso il desiderio di fuggire, ma scese lentamente fino a raggiungere con le labbra il collo della strega.
"Lasciami!" disse Victoria, scostandosi con violenza, e osservando disgustata il ragazzo. Lui si accorse che tremava vistosamente, e ne dedusse che certamente la ragazza era nuova a quel genere di approcci. Ciò lo rese ancora più impaziente di continuare quanto iniziato, ma non le si avvicinò nuovamente. In un certo senso sapeva di averla turbata, e aveva parzialmente ottenuto quanto voleva.
"Come vuoi, ma preferirei che cominciassi a riflettere su chi credere. Pensi veramente che mi abbasserei a fare tutto questo se la mia fosse solo una scena?" La voce di Marcus suonò leggermente tesa e aggressiva, ma non gli importava. Sapeva, in passato, di aver detto di essere pronto ad andare fino in fondo, ma non ne aveva mai avuto veramente l'intenzione.
Ovviamente non poteva aspettarsi che lei ci credesse, ne era consapevole. Per il momento però poteva bastare, non era il caso di spaventarla più di quanto dovesse già essere.
"Si, lo credo e non azzardarti a farlo di nuovo." ringhiò Victoria, ottenendo in risposta solo una risatina. Avrebbe voluto strozzarlo per la sua audacia.
O implorarlo di continuare, sentiva che una parte di sé desiderava solo quello e ne era impaurita. Non aveva mai provato nulla di simile, ed era certa che neppure quel bacio dato ad Oliver le avesse procurato sensazioni del genere. Forse, rifletté la ragazza, perché l'aveva fatto senza alcun sentimento. Una semplice vendetta, ed era anche questo ad irritarla: si era abbassata al livello di Marcus, e non riusciva a capirne la ragione.
Una volta non avrebbe fatto nulla del genere.
"Direi che discutere non serve a nulla, perciò ti propongo una scommessa per risolvere la questione". Marcus aveva osservato la scopa di Victoria, e un'idea gli si era affacciata alla mente. Non era proprio da lui scommettere, tuttavia se avesse finto di volerla assecondare... Sorrise divertito di fronte all'espressione incerta di Victoria; la ragazza sembrava scettica. "Tra due giorni c'è la partita di Quidditch, come sai giochiamo contro la squadra di quel pivello di Diggory." Il ragazzo non trattenne il proprio pensiero. Per quanto dotato di talento, il Tassorosso era ancora molto lontano dall'essere ai livelli suoi e di Baston, o persino di Potter.
Non gli piaceva tutta la confidenza che Cedric aveva con Victoria, e del resto la ragazza non poteva impedirgli di pensare ciò che voleva di lui. "Se vince Tassorosso, allora sarò obbligato ad esaudire una tua richiesta. Una soltanto." precisò Marcus, ben sapendo che Victoria avrebbe esternato il desiderio di essere lasciata in pace.
Era un rischio, ma sentiva di doverlo correre se voleva conquistare il premio finale. Victoria lo squadrò sospettosa, e lui si affrettò a concludere quanto intendeva dire. "Se vince Serpeverde, sarai tu a dover esaudire una mia richiesta."
Lasciò cadere l'allusione nel vuoto e attese che la ragazza avesse il tempo di assimilare nella mente quanto diceva; sorrise di fronte al cipiglio irritato di Victoria. Era sicuro che la ragazza stesse immaginando i risvolti peggiori.
"Non mi piace, è troppo facile per te. Voi Serpeverde siete noti per avere tutti gli stessi pregiudizi, oltre al fatto che non perdete occasione per cercare di mettere fuori gioco i vostri avversari." sibilò Victoria. Quel genere di episodi era frequente, e lei non aveva intenzione di accettare scommesse del genere. Marcus la guardò irritato. "Magari pensi anche che siamo fatti con lo stampino, vero?"
La domanda sembrava un ringhio, ma lui non fece nulla per dissimulare l'ira. Che gli altri li considerassero tutti identici era normale, ma lei si era sempre mostrata differente. Lo dimostrava l'atteggiamento avuto fino a pochi giorni prima.
"Varrà bene la pena fare qualche sacrificio pur di contrariarti. Avanti, detta pure le tue condizioni, tanto vinceremo con o senza trucchi." dichiarò secco il ragazzo. In fondo che gli importava se non poteva avvelenare tutta la squadra avversaria prima della gara?
Victoria lo osservò, sorpresa, per poi sorridere a sua volta. "D'accordo, allora dovrai dimostrarmi che siete in grado di vincere senza ricorrere a trucchi. In modo onesto, insomma, e se ci riesci... Beh non ci riuscirai, Marcus, però mi divertirò a vedere la tua espressione da perdente quando la partita sarà finita." disse la ragazza senza misurare le parole. Non sapeva neppure lei perché accettava quella stupida scommessa, avrebbe potuto evitarlo, ma già godeva nell'immaginare Flitt sconfitto.
Lui avrebbe voluto quasi ridere. Era davvero ingenua se pensava che i Tassorosso avessero delle chance di vittoria: con o senza trucchi li avrebbe schiacciati senza pietà, non avevano scampo. E con loro, non ne avrebbe avuto neppure lei. Anzi, si disse ghignando dentro di sé, soprattutto lei.
"Peccato, avevo già trovato il modo per stregare il tuo amichetto Diggory... sarà per la prossima volta." disse Marcus, fingendosi solamente dispiaciuto e sorprendendo Victoria con quelle parole.
"Tra due giorni verrò a riscuotere la mia ricompensa, fatti trovare pronta." ghignò il ragazzo prima di allontanarsi. La ragazza immaginò che fosse diretto al campo da Quidditch, perciò decise che sarebbe corsa alla ricerca di Cedric: doveva accertarsi che l'amico riuscisse a rimanere in perfetta forma fisica prima della partita.
"Che cosa guardi?" Il fantasma di Helena Corvonero fece sobbalzare l'ignaro studente; Oliver si sentì ghiacciare sotto lo sguardo immobile della donna che fluttuava a poca gradini da lui. Non gli piacevano particolarmente i fantasmi, né sapeva chi fosse quella.
In realtà l'aveva vista varie volte, ma non si era mai fermato a parlarle e non si era neppure curato di scoprirne l'identità. "Io? Nulla, mi ero solo fermato a raccogliere la pergamena che mi era caduta." rispose Oliver, sentendosi a disagio. Quello che aveva detto era vero, però aveva omesso il fatto che si era ritrovato involontariamente ad assistere al dialogo traVictoria e Marcus. Sarebbe potuto tornare indietro, ma aveva evitato di farlo nel timore che il rumore dei suoi passi potesse essere percepito.
Sotto lo sguardo freddo della creatura perlacea si sentiva un bambino colto in flagrante con le mani nel barattolo di marmellata di zucca. "Allora perché sei rimasto a guardarli?"
Oliver pensò che la voce del fantasma avrebbe potuto essere persino gradevole se non avesse avuto quel tono inflessibile, tuttavia non gli piaceva sentirsi interrogato. "Non l'ho fatto apposta,stavo per... andarmene, ma poi si son messi a parlare... "
Il ragazzo evitò di dire che avrebbe quasi voluto approfittare dell'occasione per parlare con Victoria, ma era dell'idea che le sue intenzioni non fossero affari del fantasma. Sceso a più miti consigli aveva deciso di scusarsi con la ragazza per la scenata che aveva fatto, ma l'arrivo di Flitt aveva cambiato tutto.
E poi era rimasto molto incuriosito da quello che era accaduto; non aveva mai visto Marcus comportarsi a quel modo, né avrebbe immaginato che fosse davvero tanto interessato a Victoria. Per un momento aveva preso in considerazione l'idea di intervenire, quando la ragazza aveva allontanato l'altro, ma poi aveva scelto di non intromettersi. Erano affari loro, e poi assistere a quello scambio di battute lo aveva messo a disagio: personalmente era dell'idea che Flitt fosse il solito bugiardo, eppure doveva riconoscere che ci sapeva fare con le ragazze.
Lui non avrebbe avuto neppure la minima idea di come comportarsi. Non come lui, ne era sicuro, si disse ricordando i modi poco cortesi usati da Flitt. E anche poco consoni.
"Voi uomini avete il gene della menzogna estremamente radicato..." esordì Helena con voce lugubre, e Oliver cominciò a sentirsi offeso. Non aveva bisogno di un fantasma per sentirsi a disagio, nè desiderava essere etichettato come bugiardo, ma prima di riuscire a parlare lei continuò"... eppure l'ho avvertita, di stare in guardia da te, ma non sono sicura che mi abbia capita..."
Per un momento Oliver pensò che quella donna - fantasma - fosse completamente impazzita. Lui non era forse la persona migliore del mondo, ma lei decisamente esagerava: in cosa mai avrebbe potuto essere pericoloso per Victoria? Lui? Tutte assurdità. "Potrai anche essere un fantasma, e sicuramente nei tuoi tanti anni di... vita... hai visto molte cose, ma non credo che tu possa giudicarmi. Soprattutto visto che non mi conosci." dichiarò Oliver. Per quanto amasse poco i fantasmi, li rispettava, e non aveva mai avuto nulla da ridire con i pochi con cui parlava. Solitamente salutava Nick, e poi aveva avuto a che fare con Mirtilla alcune volte, ma quella donna era estremamente irritante. Soprattutto per via di quello sguardo: il ragazzo pensò che certamente lei dovesse ritenersi superiore a lui, se non a tutti.
"Non mi permetterei mai di giudicare uno studente, ma non ho potuto fare a meno di notare la tua cecità... Non hai mai Visto tutto ciò che io invece So..." Oliver pensò che il tono mistico del fantasma somigliasse in maniera impressionante a quello della professoressa Cooman, donna di cui aveva sacro terrore dal momento che prediceva spesso e volentieri la sua morte. Tuttavia la osservò con curiosità. "Che vuoi dire?"
"... notti intere a raccogliere le confidenze di una ragazza innamorata, sentendo sempre parlare del bel giocatore di Quidditch... delle prodezze in campo dell'eroico Grifondoro..." La voce di Helena era sempre più bassa, ma Oliver la poteva chiaramente distinguere: probabilmente perché era a pochissimi centimetri di distanza da lui.
Ne parlava, pensò Oliver sgomento, come se fosse colpa sua se Victoria l'avesse tediata con le sue chiacchiere. Al tempo stesso però si sentì nuovamente a disagio; i fantasmi di solito non mentivano, perciò sentiva di fidarsi della sua parola quasi più che di quella di Percy. L'amico aveva detto la stessa cosa tempo prima, ma perché lui non aveva mai notato nulla?
"Non capisco perchè pensi che io menta... non sapevo del suo interesse, e non l'ho mai incoraggiata." disse il ragazzo, incerto, ricordando le parole di poco prima della donna. Ripensò al proprio comportamento, e si sentì rassicurato: non aveva mai dato alcuna speranza alla ragazza, ne era certo. "Ma non l'hai mai dissuasa... tacere è come mentire, non lo sapevi?" Helena rispose con freddezza, lasciando che il ragazzo si sentisse sempre più a disagio.
Oliver fece per parlare, ma venne bloccato da sé stesso; in effetti non aveva mai detto nulla del genere, ma solo perché non aveva mai sprevisto quel risvolto. Aveva pensato di uscire assieme a Victoria, lo ricordava, ma mai era riuscito a capirne la ragione. Forse, si disse pensieroso, la risposta l'aveva avuta poco prima nel vedere Flitt darsi tanto da fare.
"Per fortuna ora la tempesta sembra passata, la sua nave naviga in acque più tranquille..." La donna aveva continuato a parlare, ma poco dopo era fluttuata attraverso una parete. Naturalmente dopo essersi premurata di passargli attraverso, traumatizzandolo.
Navi? Tempesta? Forse, si disse Oliver mentre si dirigeva di corsa verso i sotterranei del castello, la donna aveva avuto una vita traumatizzante se riusciva ad essere tanto enigmatica. Per fortuna constatò di non essere in ritardo per la lezione, non aveva nessuna voglia di essere avvelenato da Piton prima di scoprire il risultato della prossima partita. Però non riusciva a togliersi dalla testa le parole del fantasma, e decise che sicuramente avrebbe dovuto parlarne con Victoria, anche se non riusciva a credere che per acque tranquille il fantasma intendesse Flitt.
Semmai era piombata dritta in un uragano.

Marcus lasciò che l'acqua lavasse via il sudore; non aveva nessuna fretta di finire quella doccia, al contrario ci sarebbe rimasto volentieri per molto tempo. Dopotutto la partita era stata quasi irrisoria, e la vittoria praticamente scontata.
Sorrise nel pensare all'espressione terrorizzata che avrebbe sfoggiato Victoria nel momento in cui avrebbe scoperto l'esito; certamente il suo amico Cedric sarebbe corso da lei a raccontarle della sconfitta. La ragazza non era stata in tribuna, né Marcus si era aspettato di vederla. Aveva sentito dire che Piton l'aveva trattenuta, ma era sicuro che anche senza quell'impegno la sua assenza sarebbe stata certa.
"Bella partita!" disse Marcus rivolto al Capitano dei Tassorosso; non avevano giocato male, però la loro preparazione era a livelli decisamente bassi e non erano neppure riusciti a fare un goal. In compenso ne avevano subiti parecchi visto che il punteggio finale era 320-0.
Tutto questo senza neppure ricorrere ad alcun genere di trucco. Marcus gongolava, tanto che si affrettò a rivestirsi dopo aver scambiato qualche parola con l'avversario. Aveva fretta di rientrare al castello: dubitava fortemente che Victoria lo cercasse spontaneamente e ammettesse di aver perso la scommessa.
In questo era come Baston, una pessima perdente, ma lui non aveva intenzione di rinunciare al proprio premio. Già lo stava pregustando con un ghigno soddisfatto.

"Frederich!" Victoria piombò letteralmente addosso all'enorme Battitore, al punto da lasciare sconvolta persino la professoressa McGranitt, che la gratificò di un'occhiata severa. Il ragazzo non cadde, ma osservò Victoria con aria incuriosita.
Sembrava sconvolta e non riusciva a comprenderne la ragione; forse, si disse sconsolato, aveva avuto un altro confronto poco gradevole con Oliver Baston?
"Devi aiutarmi!" disse subito in fretta la ragazza, e Frederich la osservò questa volta con aria interrogativa. "Ecco, devo sparire prima che mi trovi Flitt... insomma, se vuoi uccidermi fai pure, ti assicuro che rilascerò una dichiarazione che ti scagioni."
La ragazza avrebbe voluto piangere. Lei non aveva avuto alcun dubbio sull'esito della partita, invece aveva dovuto ricredersi; ora però non voleva farsi trovare da Marcus Flitt che certamente aveva tutte le intenzioni di indurla a mantenere la promessa fatta.
Ci avrebbe pensato meglio la prossima volta, prima di promettere qualcosa. "Che hai combinato, scoiattolino?" indagò Frederich sospettoso. Sapeva che avevano litigato, ma credeva avessero poi chiarito.
Errore, evidentemente.
"Nulla, ma.... Idea! Potremmo sempre dire che siamo fidanzati, questo mi salverebbe da qualunque problema! Ti assicuro che non mi importa se non..." Victoria si bloccò per non dire la parola ad alta voce in un luogo dove tutti potevano udirli, ma rimase sconvolta nel sentirlo ridere. Lei era nei guai... e lui rideva.
"No, cara, adesso mi racconti in che guaio ti sei cacciata e se vuoi ti aiuto a risolverlo. Ma non contare su questo." dichiarò il biondo, mentre la conduceva nuovamente alla Torre di Corvonero. Sarebbe stata una lunga notte di chiacchiere, sospirò pensando agli esami che incombevano. Avrebbe studiato un'altra volta.









nota:

Ok eccomi. non mi aspettavate, lo so, ho aggiornato ieri. Ma il 14 non voleva invecchiare nella chiavetta, perciò grazie Enide ed eccovi un capitolo corposo.
In realtà doveva andare in un altro modo, ma ho slittato alcune cose per non essere troppo frettolosa^^
bene:
- Oliver è altalenante: si incavola con Vic, non le parla più, ma nel frattempo tutta la scuola li sfotte xDDD questo è normalissimo, Cecily e le amichette pettegole hanno spifferato a tutti quel che han visto XDD tuttavia come vedete verso la fine Oliver riconosce di essere stato un po' precipitoso e cerca un chiarimento. Chiarimento che non arriva, dato che si trova senza volere a "spiare" i due u.u
Gli piacerà Victoria? Beh... a voi giudicare da quanto lascia trasparire u.u io non vi dico nulla xddd
- Baston senior è troppo LOL. Cioè, ci sta da Dio, nel Wizengamot e con un passato nel Quidditch lol ed è più ossessionato di suo figlio XDDD come vedete ha "preso di mira" Vic u.u maggiori approfondimenti in seguito <3
- la scommessa, o meglio il ricatto di Marcus lol perchè a casa mia si chiama ricatto, anche se lui lo fa passare per una cosa così u.u lui sa già che vince, in fondo non viene mai detto che Tassorosso vinca contro Serpeverde, perciò... u.u ora lascio a voi pensare che cosa chiederà mai a Victoria u.u non ciò che credete(xdd)
-ho messo Frederich Steileir Prefetto... ripensandoci, essendo Penelope quello femminile, il maschile avrebbe dovuto essere del 5 anno, ma ho deciso che così non è. Non sapendo chi è quello di Corvonero, ci sta benissimo che sia lui. Bello, bravo, Prefetto e gay... è l'ideale *__* svilupperò un rapporto tra lui e Vic, in fondo sono "legati" da quel segreto u.u e poi non c'è nulla di male, no?ripensandoci la questione dei Prefetti è contorta perchè viene detto che vengono scelti al 5 anno, ma non ogni volta perchè Percy per esempio è Prefetto anche al suo 6 anno, e prima di Ron ed Hermione non si sa chi fossero i Prefetti di Grifondoro. Mah xd

Noto che ci sono molti fans di Victoria/Oliver, nel caso decidessi altrimenti spero non mi fucilerete lol
Avete capito alla fine a chi si riferiva la Dama Grigia? A Oliver lol e spiega la ragione... certo che se Vic scopre che Helena ha rivelato parte delle sue confidenze... AHAHAHAH no vabbè u.u comunque spero sia tutto gradito :=)
Per uomini, Helena intende il genere umano, non i maschi, ma era necessario scriverlo così, affinchè Oliver la vedesse come un'accusa diretta^^
ringrazio tutti quelli che recensiscono, siete adorabili, e anche quelli che seguono e basta. Non siete certo meno importanti dato che aumentate sempre *__*
Buon anno a tutti quanti, se volete vi cnsiglio la mia long fic su Oliver Baston, e che sarà spin off ufficiale di questa storia e del seguito :=)
Oltre a due nuovissimi contest che ho indetto, per S.Valentino e per la festa della donna.
Ciao!

p.s. Thorfinn lascia recensire Enide e intervieni solo saltuariamente è__é e voglio vederti iscritto al contest di San Valentino u.u

XD

Marmellata di zucca: invenzione mia xdddd secondo me fa schifo, ma vivono di zucca a Hogwarts o.o poracci loro lol io preferirei l'acqua al succo di zucca*tradizionalista*

Una rosa per te

Una mimosa per te
Oltre il velo - contest

Profumo di stelle ( Saint Seiya Contest)

Ciò che la Vio non ama.. amerà!

Severus Piton's Time- Contest

In memoria di Fred - Contest

A part of me - Contest

Il Canto di Natale - Contest

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Capitolo 15
*** 15 - Rabbia senza confini ***


Angolo autrice: oggi 3 gennaio è il compleanno di Victoria. Fatele gli auguri o morite miseramente xddd
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


Capitolo 15 - Rabbia senza confini


Victoria scese le scale con aria apparentemente serena, ma temeva di perdere il controllo da un momento all'altro. Non voleva incontrare Marcus, ma non aveva scelta. Del resto lei avrebbe fatto la stessa cosa se la scommessa si fosse conclusa in maniera differente e, come le aveva appena fatto notare Frederich, doveva imputare la colpa solamente a sé stessa.
Il Battitore aveva ragione, pensò la ragazza mentre percorreva un corridoio cercando di immaginare che cosa volesse Marcus da lei. Sapeva che desiderava, come le aveva detto, riscuotere il suo premio, ma ancora non sapeva precisamente di cosa si trattasse. In ogni caso le aveva fatto sapere, tramite un sorpreso e quanto sospettoso Cedric, che l'avrebbe attesa poco lontano dalle clessidre che segnavano i punteggi delle Case.
Un punto a suo favore, se non altro non era un luogo troppo appartato, dove di certo lei non si sarebbe mai azzardata ad andare, non da sola con lui almeno. In quel momento Hogwarts pareva quasi deserta, e Victoria era certa che quasi tutti gli studenti fossero ancora a dormire; nonostante fossero ormai le dieci di mattina, era risaputo che al sabato tutti amavano poltrire. O studiare nelle rispettive sale comuni, cosa che avrebbe fatto anche lei se non avesse avuto quella preoccupazione.
Lui non era ancora arrivato, e per un momento Victoria contemplò l'ipotesi di considerarlo disperso, e salvarsi così da quella che le sembrava una sciagura; stava per mettere in pratica quel pensiero quando venne bloccata dal suono sempre più vicino di alcune voci. Pensò che fossero studenti, perciò rimase sorpresa nel vedere proprio Marcus che stava parlando con il professor Piton. Per non fissarli come una stupida, portò lo sguardo sulla bacheca dove Gazza sistemava sempre gli avvisi, ma non si concentrò su nessuno di quelli in particolare.
Dopo alcuni minuti si rese conto che i due avevano finito di parlare; il professor Piton la osservò con sguardo impassibile prima di proseguire sparendo oltre le porte della Sala Grande. "Scusa il ritardo, ma Piton ha sempre qualcosa di cui lamentarsi." disse Marcus. La ragazza avrebbe voluto rispondergli che per lei avrebbe potuto anche evitare di venire. Tuttavia la trattenne il fatto che mostrarsi maleducata, almeno finché lui non avesse fatto lo stesso, non avrebbe avuto senso.
"Non importa. Allora, cosa vuoi?" Victoria pronunciò a fatica quelle parole con espressione che sembrava quasi ad un ghigno, ma non riusciva a controllarsi del tutto. Lui non commentò e si limitò ad indicarle un foglio che era appeso proprio in bacheca; Victoria si girò per leggerlo. Aggrottò per un momento le sopracciglia: era la data della prossima visita ad Hogsmeade, ovvero il sabato successivo, ma non riusciva a comprendere. Marcus attese eventuali domande, ma notando che non arrivavano decise di spiegarle la situazione.
"Come vedi sabato c'è la gita ad Hogsmeade, pertanto..." cominciò a parlare, ma Victoria lo interruppe in fretta, indignata. " Non mi vieterai di andarci, scordatelo" dichiarò arrabbiata. L'ultima cosa che desiderava era quella di vedersi costretta a rimanere al castello con lui, magari con la scusa di allungare nuovamente le mani. C'era un limite a tutto, pensò furibonda, ma rimase colpita quando si accorse che Marcus le stava ridendo praticamente in faccia. "Certo che ci andrai perchè verrai con me." precisò subito il Serpeverde, appoggiandosi pigramente alla parete per osservare la sua rezione.
Non fu deluso nel vederla inorridire, anche se avrebbe preferito un minimo di entusiasmo; aveva riflettuto a lungo su cosa chiederle, per quanto avesse già deciso che desiderava un incontro con lei, e si era convinto che Hogsmeade fosse lo scenario giusto per una conoscenza più approfondita. Per qualche istante si era detto che, forse, avrebbe potuto pretendere qualcosa di più concreto, come un bacio o anche qualcosa di più, ma aveva dovuto riconoscere che, in quel caso, non avrebbe potuto avere nient'altro. E lei di certo si sarebbe appellata forse anche alla legge magica pur di non accontentarlo.
"Però con qualche condizione, ovviamente..." Victoria, a quelle parole, pensò di essere sul punto di mettersi ad urlare. Non lo fece solamente perché lui l'aveva anticipata di nuovo. "Per quanto preferirei diversamente, devo avvisarti che sono disponibile solo nel pomeriggio. La mattina c'è il corso di Materializzazione, quindi sei fortunata." le disse con un ghigno.
Victoria pensò che, se non altro, aveva avuto un po' di fortuna. Un'intera giornata con Marcus le avrebbe causato incubi a non finire, forse con solo qualche ora in sua compagnia poteva sperare di sopravvivere.
"Altra cosa fondamentale: quello che farai la mattina non mi interessa, a meno che tu non decida di provocarmi e passare il tuo tempo con quel perdente di Baston. In questo caso mi sentirò autorizzato a picchiarlo, e a pretendere da te un'altra uscita." disse Marcus senza troppi giri di parole. Non aveva nessuna intenzione di permetterle di prenderlo in giro con quello stupido; Victoria si limitò a scrollare le spalle senza rispondergli, così lui continuò: "Per finire non voglio vedere nessun altro quel giorno, perciò scordati di portarti dietro i tuoi amichetti... solo noi, e basta. Tutto chiaro?"
Per un momento Victoria meditò di nuovo l'ipotesi di farsi avvelenare da Piton. L'insegnante era sempre disponibile quando si trattava di maltrattare gli studenti, di certo non sarebbe stato interessato alla ragione della sua richiesta. Allo stesso tempo però ricordò le parole di Frederich, e dovette convenire che se si fosse rifiutata, avrebbe mancato di rispetto alla nobile Casa dei Corvonero, che erano furbi e non codardi.
"D'accordo." disse la ragazza e si affrettò ad allontanarsi prima che Marcus cominciasse ad avanzare altre pretese, il ragazzo non fece neppure il gesto di seguirla, e si allontanò a sua volta verso la Sala Grande . Aveva fame, e poi si disse che non era il caso di costringere la ragazza a stare in sua compagnia. Aveva una settimana intera prima della loro gita ad Hogsmeade, e lui non aveva nessuna fretta.

Per Victoria il tempo era un mistero. Ogni volta che desiderava che trascorresse in fretta, per esempio quando sapeva che doveva essere interrogata, lui se la prendeva con estrema calma; al contrario quando desiderava averne di più, accelerava senza ragione apparente.
La settimana volò letteralmente, senza lasciarle modo di rimandare quella che riteneva essere la catastrofe del secolo; da una parte poteva essere una buona cosa almeno tutto sarebbe finito in fretta, ma dall'altra si sentiva trascinare da una corrente inarrestabile. Non riusciva proprio a togliersi dalla testa quello che Marcus aveva fatto giorni prima, tanto che a volte non riusciva neppure a dormire dal momento che il ricordo non faceva che perseguitarla.
A Cedric aveva solo detto che non sarebbe potuta andare con lui a Hogsmeade, ma l'amico l'aveva presa discretamente bene dal momento che aveva molto da studiare e aveva comunque deciso di rimanere al castello. Lo aveva solo sorpreso che lei, invece, contasse di andarci, e l'aveva presa in giro scherzosamente quando Victoria, per metterlo a tacere, gli aveva detto che aveva un appuntamento.
Però non aveva rivelato con chi, soprattutto dal momento che Cedric era convinto che ci andasse con Oliver, nonostante gli avesse ripetuto più volte che non era così. Aveva evitato di proposito anche il Grifondoro, soprattutto perchè le lezioni di Volo erano ormai diventate una tortura vera e propria. L'espediente di fingersi malata non aveva funzionato, tanto che il supplente era andato personalmente a cercarla e l'aveva trascinata al campo da Quidditch prendendola per le orecchie, scatenando l'ilarità di tutti, soprattutto dei Serpeverde. 
Lei, invece, era arrivata a detestarlo sempre di più ed era certa che se avesse parlato con il figlio, di certo avrebbe scaricato tutto il suo livore su di lui. Sapeva che non era la stessa cosa, ma non riusciva ad impedirsi quel pensiero; da quel momento Victoria non aveva più cercato scuse per evitare le lezioni di Volo, ed era arrivata quasi a sperare che un Bolide l'uccidesse.
O che ammazzasse l'insegnante, nei confronti del quale non provava che rabbia.
Il sabato arrivò in fretta e Victoria si ritrovò davanti la prospettiva di dover trascorrere il pomeriggio a Hogsmeade senza aver trovato la soluzione per evitarlo; aspettò che i compagni lasciassero la Sala Comune prima di alzarsi. Tutti avevano fatto progetti su come trascorrere la giornata; Maggie, che finalmente sembrava essere decisa a lasciare tranquillo Cedric, le aveva raccontato che sarebbe andata con un Grifondoro da Madama Piediburro, e Victoria era involontariamente rabbrividta.
Se Marcus l'avesse portata là, lo avrebbe picchiato: per nulla al mondo avrebbe messo piede in un locale del genere, piuttosto si sarebbe avvelenata da sola. Scendendo in Sala Comune incontrò Frederich, che la osservò con aria interrogativa.
“Non penserai di andarci vestita a quel modo, vero?” le chiese, incredulo, e Victoria si domandò che cosa non andasse nella sua tenuta. Aveva messo la solita divisa di scuola, ma pareva che il compagno non la trovasse di suo gusto. Frederich scrollò la testa esasperato. “Senti, dato che devi andarci per forza, tanto vale che ti prepari come si deve: torna su e renditi presentabile.” disse il ragazzo, facendola inorridire.
Un'ora dopo Victoria uscì controvoglia dal castello, ed osservò speranzosa il cielo: nubi minacciose si stagliavano in cielo e la ragazza cominciò a sperare che piovesse tanto al punto da riuscire ad annegarla durante il tragitto. Le sarebbe dispiacituo solamente per la veste da strega che Frederich l'aveva costretta ad indossare;
in effetti somigliava comunque alla divisa scolastica, con la differenza che aveva la gonna più lunga ed era di stoffa viola.
Victoria sapeva che, di solito, le lezioni di Materializzazione terminavano dopo pranzo, perciò avrebbe avuto tutto il tempo per mangiare, ma non riuscì ad inghiottire neppure un boccone. I Tre Manici di Scopa era affollato di studenti, ma la ragazza si era abilmente nascosta dagli amici: non voleva parlare con nessuno. Mentre usciva dal castello era certa di aver intravisto con la coda dell'occhio Oliver Baston, ma l'aveva rapidamente seminato grazie ad una serie di scorciatoie prima che potesse avvicinarsi. Aveva avuto la brutta impressione che la stesse cercando, e in quel momento non aveva voglia di parlargli.
Dopo un po' decise che ne aveva abbastanza di rimanere li seduta, e si affrettò ad uscire, e venne quasi travolta da un violento temporale. Con suo sommo dispiacere ricordò l'ombrello, dimenticato ovviamente a scuola, così si calò sul capo il cappuccio del mantello. “Come sempre puntualissima, vedo. Dai vieni qui prima di finire nella pozzanghera.”
Per poco Victoria non inciampò nei piedi di Marcus Flitt, evidentemente arrivato in quel momento e notò che, al contrario di lei, aveva l'ombrello. Victoria non avrebbe voluto accostarsi a Marcus, ma il ragazzo l'aveva già presa per il braccio e le aveva riparato la testa senza chiederle il permesso. Lei lo avrebbe volentieri mandato via, ma doveva ammettere che non aveva senso rifiutare un riparo. "E dove dovremmo andare? Avremmo fatto meglio a rimanere a Hogwarts se l'alternativa era farci inzuppare d'acqua."
Marcus fu costretto a ricordare a sé stesso di trattenersi, dal momento che in un altro frangente avrebbe risposto in malo modo a quelle parole acide; in effetti ci aveva pensato pure lui, ma non avrebbe permesso ad un po' d'acqua di rovinargli i piani. Tornare al castello era fuori discussione, c'erano troppi posti in cui la ragazza avrebbe potuto nascondersi o defilarsi, e lui non voleva. Continuò a tenerla stretta per il braccio e si chiese se Victoria potesse capire, dalla stretta serrata, che il suo non era desiderio di farle del male, ma solo di tenerla vicino a sé.
Era tutto assurdo, pensò arrabbiato. "Tranquillizzati, conosco un posto molto caratteristico, e sarà proprio là che andremo." le rispose mentre si accertava di dove mettere i piedi; normalmente avrebbe usato un incantesimo, ma l'ombrello era sempre più efficace. E poi costringeva Victoria a rimanere vicina a lui, e non avrebbe rinunciato all'oiccasione.
"E dov'è? Spero non sia quella topaia di Madama Piediburro, perché in tal caso ti assicuro che non ci verrò." dichiarò Victoria sempre più scostante, tanto che per un momento faticò a riconoscersi. Chiuse per un momento gli occhi e fece un profondo sospiro. Quella vicinanza la rendeva estremamente nervosa, eppure doveva riconoscere, mentre percorrevano la strada che attraversava il villaggio, che sicuramente il ragazzo avrebbe potuto approfittarne di più se avesse voluto infastidirla.
"Credi davvero che io sia il tipo da locali del genere? Per favore, piuttosto mi faccio mettere nel dormitorio con quell'imbecille di Baston. Ed è tutto dire... No, conosco un posto più appartato, non incontreremmo nessuno degli altri." le disse con un ghigno, sapendo che si sarebbe immediatamente allarmata, e non fu deluso. In ogni caso la Testa di Porco faceva al caso suo, era il luogo ideale dove rimanere da soli.. ovviamente perché di solito era vuoto, e gli studenti lo evitavano.
Victoria non replicò a quelle parole, limitandosi a farsi trascinare fino alla stradina laterale, pregando dentro di sé affinché nessuno li vedesse assieme. Tuttavia nel vedere il locale non riuscì a reprimere un gemito: non somigliava per nulla ai Tre Manici e pareva decisamente lurido; la cosa positiva era che era vuoto, a parte un gruppo di quattro persone, che si girò immediatamente ad osservarli, più per il fatto che avevano aperto la porta che per la loro presenza.
Il tavolo scelto era in un angolo, e Victoria si affrettò a sedersi e a prendere in mano quel menu; non aveva nessuna voglia di mangiare, specialmente in un posto del genere, tuttavia qualunque cosa sarebbe andata bene pur di rimandare qualunque conversazione con Marcus. Il ragazzo aveva evitato di proposito di sedersi di fianco a lei, ed aveva preferito occupare il posto di fronte. Aveva già immaginato che si sarebbe sentita a disagio, e non era sua intenzione farla stare in quel modo
"Ecco qua." disse in tono burbero il barista dopo aver portato loro le ordinazioni; Marcus gli fece segno di andarsene in fretta e considerò che fortunatamente la ragazza non aveva chiesto una bevanda inutile come la Burrobirra. Quella era, secondo la sua modesta opinione, roba da Grifondoro falliti ed era incuriosito dalla scelta dell'Acquaviola. Da parte sua aveva chiesto la stessa cosa, anche se avrebbe preferito un ottimo Whisky Incendiario.
"Allora, com'è andata la lezione? Scommetto che ti sei Spaccato in mille pezzi." esordì Victoria con un sorriso leggermente ironico, sorprendendo persino sé stessa dal momento che non si sarebbe mai immaginata di rivolgergli spontaneamente la parola. D'altro canto era consapevole che di qualcosa avrebbero pure dovuto parlare, meglio limitarsi ad argomenti prettamente scolastici.
Marcus inarcò leggermente un soppracciglio prima di rispondere in modo disinvolto. "Mi spiace deluderti, ma sono il migliore del corso". Il ragazzo era consapevole di aver esagerato un po', ma d'altronde doveva ammettere che la maggior parte degli altri erano scadenti; lui si era Spaccato solo un paio di volte all'inizio, poi era andato tutto bene. Gli dispiaceva solo dover attendere ancora alcuni mesi prima di poter fare l'esame, dal momento che sarebbe diventato maggiorenne a fine luglio. Tuttavia era compiaciuto dal fatto che lei avesse dimostrato almeno un po' di interesse.
L'ora successiva trascorse più velocemente di quanto Victoria avesse previsto, ma si sentiva ugualmente a disagio; per quanto Marcus mantenesse le distanze, si innervosiva ogni volta che si rendeva conto di essere osservata con particolare intensità. In quei casi cercava un argomento in grado di distrarlo, ma era sempre più difficile dal momento che pareva restio a parlare di cose di scuola. "Mi sembri nervosa, forse dovresti mangiare qualcosa." dichiarò il ragazzo ad un certo punto, facendole venir voglia di picchiarlo. Victoria scrollò le spalle.
"Non ho fame, e poi tra poco è ora di tornare a scuola." disse, e Marcus notò il tono speranzoso con cui aveva parlato. Evitò di dirle che se fossero tornati a scuola in quel momento, l'avrebbe costretta ugualmente a trascorrere dell'altro tempo con lui, gli era chiaro che lo stava solo facendo apposta per provocarlo. "Davvero non hai fame? Magari potresti cambiare idea se sapessi cosa ti ho portato..."
Victoria lo osservò sospettosa domandandosi che cosa volesse dire, e rimase di stucco quando lui appoggiò sul tavolo, proprio davanti a lei, quel cioccolatino; la ragazza lo riconobbe chiaramente come uno di quelli che piacevano a lei, gli stessi che le aveva regalato anonimamente per il suo compleanno e si sentì male. Aveva quasi sperato che lui non accennasse a nulla di quanto accaduto, ma solo in quel momento realizzò che il ragazzo non aveva abbandonato l'obiettivo. "Non vedo perchè dovrei cambiare idea." rispose Victoria in tono rigido e molto simile a quello che spesso sentiva utilizzare da Cecily quando voleva essere sprezzante. Accettare quel regalo avrebbe sicuramente fatto pensare a Marcus di avere delle chance, lei invece non voleva dargli alcuna speranza.
Poco importava che non riuscisse a levarsi dalla testa quello che aveva fatto alcuni giorni prima, non desiderava avere nulla a che fare con lui. Il ragazzo contemplò per un momento l'ipotesi di risponderle in maniera brusca, ma si controllò, seppur a fatica. Era sempre più difficile, anche se ogni tanto non rinunciava ai propri consueti modi di fare.
"Peccato, vorrà dire che me lo mangerò io allora." dichiarò Marcus con aria fintamente noncurante, e se lo mise in bocca senza problemi, per poi pentirsene un attimo dopo. Sentiva la gola in fiamme, e per un momento si chiese come mai a lei piacessero tanto: si disse che mettersi a vomitare davanti a lei non sarebbe stato l'ideale, e per fortuna riuscì a contenersi, anche se non riusciva ad immaginare in che modo smettere di tossire.
Victoria lo osservò allarmata, e poi le venne inaspettatamente da sorridere. Indubbiamente Marcus non doveva avere idea che all'interno dei cioccolatini c'era del liquore, e la scoperta l'aveva colto impreparato. Si fece dare dal barista, sconvolto dalla scena, un bicchiere d'acqua. "Calmati e bevi questo, non è nulla di strano." gli disse costringendolo a prendere in mano il bicchiere, approfittando di un momento in cui la tosse pareva essersi calmata. Il ragazzo non avrebbe voluto, ma si era scontrato con la testardaggine di Victoria, che lo aveva costretto a bere. Inaspettatamente si sentì meglio, ma si sentiva ugualmente umiliato.
"Presumo che tu non ne avessi mai mangiati, dico bene? Contengono un liquore che personalmente trovo delizioso, ma non mi aspetto che dei Purosangue lo comprendano." disse Victoria, prima di scoppiare a ridere. La scena era comunque stata divertente, e il ragazzo si sentì offeso all'idea che lei potesse considerarlo un debole: di certo non poteva essere che la ragazza reggesse meglio di lui uno stupido cioccolatino, e la scrutò con aria truce finché la risata di Victoria non si spense. Non trovò comunque malignità nel suo sguardo, pareva solo divertita. "Quando sono arrivata a Hogwarts mi hanno subito detto che i Corvonero sono noti non solo per le qualità che il Cappello decanta ogni anno, ma anche per la straordinaria capacità di reggere gli alcolici meglio degli altri. Perciò non prendertela, anche perché ormai ti sei ripreso, dico bene?"
Marcus poteva tollerare tante cose, ma non che lo si considerasse debole; tuttavia mentre la osservava, pensò che se non altro quello stupido cioccolatino era servito a sciogliere un po' la tensione. E le aveva fatto dimenticare la fretta di tornare a scuola.
Forse c'era qualche speranza.

Circa due ore dopo, per il sollievo di Victoria, erano finalmente di ritorno a Hogwarts; la ragazza non vedeva l'ora di liberarsi della presenza dell'altro. "Ammettilo che ti sei divertita, non fare quell'espressione musona." Il ragazzo, che aveva accuratamente impedito che lei riuscisse a seminarlo lungo il tragitto di ritorno, aveva usato un tono un po' serio e un po' divertito.
"Oh certo, come no, Flitt, la Testa di Porco è un luogo così.. divertente che non riesco ad immaginarne uno migliore." rispose Victoria alzando gli occhi al cielo; per qualche strano motivo, invero, era riluttante ad ammettere di avere trascorso qualche ora piacevole. Tutto sommato non era stato un pomeriggio disastroso, al contrario, però la certezza di vedere la luce vittoriosa negli occhi del ragazzo la induceva a tacere.
Non gli avrebbe mai permesso di vantarsi, era già tanto che avesse acconsentito a trascorrere quel pomeriggio a Hogsmeade; fortunatamente nessuno li aveva visti assieme, o se non altro lo sperava, e il fatto che la Testa di Porco fosse un locale quasi nascosto e poco frequentato la sollevava. "Non esagerare, sempre meglio dei Tre Manici di Scopa che è sempre pieno di gente urlante: l'abbiamo evitato per quello, no? Volevi un po' di tranquillità, speravi forse di trovarne in quel.. " Marcus non terminò la frase sapendo che avrebbe offeso la ragazza se avesse detto ciò che pensava, ovvero che quel pub era più adatto agli stupidi, lo dimostrava il fatto che era sempre pieno di Grifondoro che schiamazzavano come barbari.
Non era sicuro di aver ottenuto qualcosa da quell'incontro, neppure sotto l'effetto dell'Acquaviola la ragazza si era sciolta, al contrario, pareva sempre in grado di mantenere il controllo. Solo di tanto in tanto aveva creduto di essere riuscito ad aprire qualche spiraglio nel muro di diffidenza con il quale lei si era circondata, ma non era riuscito ad abbatterlo del tutto: nel preciso momento in cui aveva creduto di potersi permettere un azzardo, lei si era richiusa in quel guscio. Era estenuante avere a che fare con lei; probabilmente il suo carattere avrebbe scoraggiato la maggior parte delle persone: non a tutti poteva interessare un modo di fare tanto glaciale. Victoria era anche un po' snob, non gli era sembrata così quando le aveva parlato le prime volte, lo era diventata dopo aver scoperto che lui avrebbe voluto servirsi di lei, seppur in modo innocente per i suoi standard.
Strano come avesse del tutto accantonato quel progetto, gli piacevano le sfide, ma ne valeva la pena di fare tanta fatica? "Scommetto che adesso non vedi l'ora di chiedermi aiuto per studiare."
Victoria si trattenne dal tirargli un calcio: era evidente che non aveva nessuna intenzione di lasciarla tranquilla, neppure dopo aver ottenuto ciò che voleva. "Oh sicuro, muoio proprio dalla voglia di studiare con te!" rispose sarcastica prima di assumere un'espressione infastidita proprio mentre varcavano il portone d'ingresso della scuola. "Stammi bene a sentire, ho mantenuto la promessa ed ora tocca a te lasciarmi in pace, d'accordo? Se proprio avessi bisogno d'aiuto a studiare chiederei a Ced o a Percy, ma di sicuro so a chi non chiederei mai : a te."
Victoria sapeva di essere odiosa, ma non vedeva altra via d'uscita che comportarsi in quel modo che non le era per nulla abituale; ci avrebbe pensato bene la prossima volta prima di fare qualche promessa a Marcus.
"Veramente no, gli accordi erano che avremmo dovuto trascorrere un pomeriggio assieme, la tua ora di mutismo non era precisamente ciò che mi aspettavo." ribattè il ragazzo, leggermente piccato davanti a quel modo di fare. Non si sorprese vedendola irritarsi ulteriormente per le sue parole: c'era una certa gioia maligna nel controbattere alle sue accuse, sopratutto sapendo di avere ragione, e nel vederla annaspare in cerca di una replica. In quel momento avevano imboccato un corridoio deserto che, ne dedusse Marcus, conduceva alla galleria che portava alla Torre di Corvonero.
"Senti, non mi interessa se non sei soddisfatto di quello che hai avuto, accontentati! E se fossi in te ne approfitterei per andare al campo da Quidditch, il sole ancora non è tramontato." ribatté Victoria arrabbiata, mentre proseguiva a passo più spedito: non aveva nessuna voglia di litigare, riteneva di avere già sopportato abbastanza. Di certo non avrebbe perso l'occasione per fare il figo sulla scopa, erano piuttosto semplici da prevedere, i giocatori di Quidditch.
Non aveva comunque percorso più di metà del corridoio che sentì una morsa ferrea attorno al braccio che la fece infuriare ancora di più, ma quando si voltò a guardare Marcus, non era preparata né a quello sguardo rabbioso, né a quanto accadde subito dopo. "Non esiste, ragazzina, che tu faccia la prepotente con me senza subirne le dovute conseguenze."
Per un folle momento Victoria pensò che Marcus volesse picchiarla, ma le andava anche bene, gli avrebbe dimostrato che non era il caso di alzare la bacchetta su di lei e neppure le mani; il ragazzo invece aveva avuto un'altra idea, un istinto che non voleva smorzare proprio perché era abituato a seguirlo, seppur in altre occasioni. La stretta sul braccio era forte, ma non aveva intenzione di farle del male; era già sufficiente impedirle una via di fuga bloccandola contro il muro con l'altro braccio.
"Lasciami! " strillò Victoria spaventata, facendolo ghignare. Sicuramente si aspettava chissà quale colpo violento e riuscì a percepire la profonda sorpresa quando lui si chinò su di lei per baciarla. Marcus sapeva bene che quello non era il modo ideale per farlo, ma sentiva di non aver avuto scelta, e se avesse dovuto attendere che fosse lei a dargli un incoraggiamento beh, probabilmente sarebbe riuscito a prendere Eccezionale in Pozioni prima che ciò fosse accaduto.
Allentò lievemente la stretta attorno al suo braccio pur senza concederle ugualmente una via di fuga; era curioso, e persino piacevole, sentirla remissiva dopo averla vista così combattiva fino a poco prima. Forse, dopo tutto, esisteva un modo per renderla mansueta.
Marcus approfittò di quell'attimo di esitazione da parte sua per approfondire il bacio, riuscendo ad indurla a far crollare le difese: quasi non gli sembrava vero, forse sarebbe anche riuscito a fare in modo che ricambiasse a sua volta, visto a quel modo non sembrava impossibile.
La realtà tornò bruscamente a farsi notare, un dolore cocente lo attraversò e gli servì qualche istante per comprendere che era stata lei a colpirlo. Si era dimenticato che non aveva soltanto le braccia per picchiarlo, avrebbe dovuto bloccarle anche le gambe; credeva di averla fatto, ma doveva aver allentato inavvertitamente la pressione.
"Dannata gattaccia rabbiosa!" sibilò Marcus, avrebbe dovuto immaginarlo che lei l'avrebbe colpito proprio in quel punto, e l'aveva fatto con tanta forza che era stato costretto ad appoggiare la mano al muro per non ricadere a terra.
Victoria approfittò del vantaggio per filare via, bloccata solo un momento dalla consapevolezza di avere colpito con tanta violenza che probabilmente avrebbe dovuto aiutarlo, o almeno assicurarsi che non fosse in condizioni gravi, ma la paura di avvicinarsi era troppa. Non si sarebbe mai aspettata un gesto del genere e non intendeva farsi cogliere nuovamente alla sprovvista. Con la reputazione che aveva, si disse che avrebbe dovuto saperlo; Marcus aveva già fatto il cretino con lei nonostante non si fosse mai azzardato prima di quel momento ad un approccio tanto diretto.
Victoria svoltò l'angolo e corse come se avesse il diavolo ad inseguirla. A farla arrabbiare era stata anche la propria reazione lenta, avrebbe dovuto colpirlo subito, invece l'aveva lasciato fare, anche se non per molto. Mentre si tastava il polso chiaramente spezzato, sperò che patisse tanto dolore: non avrebbe mai dovuto permettersi di baciarla. Era certa che nel giro di pochissimo tempo tutta la scuola avrebbe saputo quello che era accaduto, sicuramente Marcus non avrebbe esitato a raccontare in giro quanto fosse goffa ed inesperta. Aveva perso la nozione del tempo appoggiata alla fredda pietra: era rientrata nella Torre che pareva deserta e ne fu contenta, sicuramente non sarebbe riuscita a dare delle spiegazioni se qualcuno gli avesse domandato percé aveva un'aria così sconvolta.
"Victoria, il professor Piton ti sta cercando". La ragazza si voltò, osservando sorpresa Penelope; l'amica doveva essere appena arrivata e la guardava con aria preoccupata. Non disse che l'insegnante aveva un'espressione pericolosa sul volto e temeva fosse accaduto qualcosa di irreparabile; avrebbe voluto chiederle qualcosa, ma rimase in silenzio osservando Victoria annuire debolmente con la testa prima di precipitarsi al di fuori della Torre.
La preoccupava quell'espressione sconvolta e avrebbe voluto fare come quando erano più piccole: prendere tra le braccia l'amica e dirle che qualunque cosa fosse successa sicuramente si sarebbe sistemata. Non aveva mai visto Victoria tanto provata, e si chiese se non c'entrasse per l'ennesima volta la lite con Oliver.
"Windsor!" una voce la bloccò e lei si ritrovò a voltarsi e a fissare con sorpresa Severus Piton che veniva verso di lei con la sua solita espressione che non lasciava presagire nulla di buono. Lo stava per raggiungere nel suo ufficio come aveva richiesto, ma sembrava non essere più necessario.
"Ho visto quello che hai fatto al signor Flitt e come conseguenza per le tue azioni la tua Casa perderà 20 punti e tu passerai un mese in punizione ". La voce del professore risuonò nel corridoio deserto e solo in quel momento Victoria si rese conto che le era anche tornato il dolore al polso. "Cosa.. cosa ha visto? "
Severus inarcò leggermente un sopracciglio. Di solito gli studenti- lei compresa - si preoccupavano di discolparsi e cercavano persino di convincerlo a cambiare la punizione; stranamente, invece, lei sembrava non averlo neppure ascoltato. Forse i due avevano discusso di qualcosa di proibito?
"Il tuo gesto, e mi meraviglia molto, di solito sei tranquilla, ma devo anche dirti che non mi interessa sapere che cosa lo ha scatenato. Ti aspetto nel mio ufficio subito dopo cena, dopo che avrò controllato personalmente che tu sia andata in infermeria a porre le tue scuse al signor Flitt". L'uomo replicò asciutto e non fu per nulla sorpreso nel vedere la ribellione negli occhi della ragazza; ma non era la sola cosa che si scorgeva nelle sue iridi, sembrava che avesse paura di qualcosa che lui non riusciva a decifrare. Victoria avrebbe voluto mettersi a urlare, doveva essere punita lei quando lo sfacciato era stato lui, era assurdo. "Professore, mi perdoni ma non credo che.. "
"Non aggiungere altro o la punizione raddoppierà". Il tono dell'insegnante non incoraggiava alla replica e Victoria si sentì gelare dal suo sguardo. "Ora seguimi, mi premurerò di persona che tu non perda la strada che porta all'infermeria." sibilò l'uomo, facendole cenno di precederlo. La ragazza avrebbe desiderato morire in quel momento: non si sentiva pronta a rivedere Marcus tanto in fretta dopo quanto accaduto. Probabilmente erano trascorse un paio d'ore da quando si erano lasciati in quel corridoio, perché cominciavano a sentirsi i profumi della cena provenire dalla Sala Grande.
Con passo silenzioso i due varcarono la porta dell'infermeria, ed inutilmente Victoria sperò in un cataclisma che l'inghiottisse prima di sentirsi umiliata; il professore era alle sue spalle, e lei ne percepiva l'aura minacciosa. 
L'uomo scambiò qualche parola con l'infermiera, e Victoria non si sforzò di seguire il dialogo; evidentemente Marcus era stato costretto a prendere alcune pozioni che lenivano il dolore, ma non era certo grave. D'altronde chi era mai morto per un calcio?, pensò la ragazza furibonda. Nonostante tutto non riusciva a sollevare gli occhi su di lui, neppure quando Piton la fulminò con lo sguardo.
La ragazza avrebbe desiderato essere privata della parola, e trovava molto meschino da parte dell'insegnante non informarsi sulle eventuali colpe di Flitt; annaspò in cerca delle parole giuste e fu costretta ad interrompersi più volte. Le dispiaceva davvero avergli fatto del male, tuttavia riteneva di essere stata trattata ingiustamente.
Lui, pensò Victoria sull'orlo delle lacrime, non si era preoccupato di spiegare ciò che aveva fatto, né aveva fornito una spiegazione. Tutta la colpa era ricaduta su di lei, così come l'umiliazione. Era certa che, dentro di sé, il ragazzo stesse gongolando nel vederla sull'orlo di una crisi isterica.
Alla fine riuscì a pronunciare, tutto d'un fiato, le sue scuse, ma si sentiva il volto in fiamme, e le parve che il cenno di Piton arrivasse dopo secoli. Non esitò oltre e corse via, nel tentativo di mettere quanta più distanza possibile tra lei e l'infermeria.
Si ritrovò a vagare per il secondo piano, senza meta precisa, finché non vide la sola cosa in grado di peggiorare la situazione. "Windsor, seguimi al campo da Quidditch, devo mostrarti una cosa". Quella era la voce dell'insegnante di Volo, e Victoria pensò che per quel giorno aveva già subito troppo, tanto che la rabbia ruppe gli argini.
Sapeva che il professor Baston non aveva alcuna colpa, ma avrebbe sfogato su di lui tutta l'ira che aveva cercato di dominare fino a quel momento. "Sa cosa le dico? Ci vada lei in quello stupido campo, a giocare a quello stupidissimo Quidditch, e si porti dietro anche il suo stupidissimo figlio! E magari anche Piton e Flitt, se non altro forse qualcuno di normale in questa scuola rimarrà!"
L'uomo la osservò senza riuscire a credere alle proprie orecchie: per quanto solito a vederla innervosita, era la prima volta che assisteva ad uno scoppio rabbioso in piena regola. Non riuscì neppure a rispondere che la ragazza era già scomparsa, correndo; guardandosi attorno notò che nessuno aveva assistito alla scena. In ogni caso non l'avrebbe passata liscia, sapeva già che cosa fare.
"Che cosa stai facendo?" Frederich osservò Victoria mentre si muoveva in Sala Comune con apparentemente tra le mani tutto ciò che possedeva. Le avrebbe chiesto qualcosa su Flitt, dato che la voce era circolata rapidamente per tutta la scuola, ma in quel momento si chiedeva se non stesse per caso male.
La ragazza si bloccò, ed inaspettatamente scoppiò a piangere. Il ragazzo era sconvolto perché non l'aveva mai vista comportarsi a quel modo, così mise immediatamente da parte il libro. "Faccio i bagagli, non vedi? Me ne vado, ed è meglio che lo faccia da sola, prima che Silente mi faccia sapere che mi hanno espulso." dichiarò con voce rotta dal pianto mentre si sedeva sul baule aperto, tra le proprie cose. All'occhiata perplessa di Frederich si decise a raccontare ciò che aveva fatto.
"Ho picchiato Flitt, poi ho fatto perdere un sacco di punti alla nostra Casa e, come se non bastasse, ho insultato senza motivo Baston senior e pure il figlio. Direi che non ho proprio speranze di continuare a stare a Hogwarts, e forse è meglio così..."
Il ragazzo si disse che certamente doveva esserci qualcosa che Victoria non gli aveva detto: non era da lei comportarsi a quel modo tanto spropositato, ed era preoccupato. Prima però di riuscire a domandarle qualcosa, la porta della Sala Comune si aprì e lui rimase di sasso nel vedere chi era entrato
.










nota:
benuissimo, rieccoci xd come avevate certamente immaginato qui ci sarebbero stati soprattutto Marcus e Victoria u.u ed ecco ora sapete cosa voleva lui da lei, e anche com'è andata lol

a proposito, Flitt è arrabbiato con chi ha ipotizzato che avrebbe ricevuto un calcio la sotto se avesse provato a baciare Vic xddd sta  cercando di risalire al colpevole XDDDD

come vedete Vic è molto altalenante, perchè da una parte con lui non ci sta male, ma dall'altra ha quella stupida cosa chiamata orgoglio u.u e diciamo che sbrocca di brutto lol
ah Flitt avvisa che il primo che ride per il calcio è morto xdddd 
come vedete Piton è di una perfidia ammirevole(ed è sempre fottutamente di parte XDDDD), e Vic manda a quel paese senza troppi giri di parole anche Baston senior
adesso a voi ipotizzare che succederà, e chi è che è entrato nella torre di corvonero u.u
il pezzo secondo cui i Corvonero sono in grado di reggere meglio l'alcool è una cavolata, ma ricordo in un gdr che ho frequentato c'era questa cosa XDDD col risultato che tutti i Corvonero erano alcolizzati di brutto O___O
p.s. dal prossimo Vic si normalizzerà lol voi fate pure le vostre ipotesi
magari alla fine sposerà Baston senior in barbva a tutti ahahahahah ciaooooo


Una rosa per te

Una mimosa per te

Oltre il velo - contest

Profumo di stelle ( Saint Seiya Contest)

Ciò che la Vio non ama.. amerà!

Severus Piton's Time- Contest

In memoria di Fred - Contest

A part of me - Contest

Il Canto di Natale - Contest

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Capitolo 16
*** 16 - Onore e bugie ***


Angolo autrice:  
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


Capitolo 16 - Onore e bugie


Cedric era seduto al tavolo di Tassorosso quando sentì alcune compagne di Casa bisbigliare tra loro; sul momento non ci badò, ma la sua attenzione venne attirata sentendo nominare Victoria. In effetti, si disse il ragazzo osservando il tavolo di Corvonero, l'amica quella sera non c'era e, ripensandoci, non l'aveva vista neppure per tutta la giornata. Tuttavia non riuscì a cogliere precisamente ciò che dicevano, perciò poco dopo si alzò, deciso ad avvicinarsi a Percy o a Oliver. Probabilmente loro sapevano qualcosa, difatti li vide parlare a bassa voce.
 “Sii serio Oliver, poteva essere una cosa grave. Mi chiedo che cosa le sia saltato in mente.“ stava dicendo Percy irritato, mentre Oliver pareva quasi fuori di sé dalla gioia. I due notarono la presenza di Cedric e subito ne approfittarono per chiedergli ciò che sapeva; a malincuore il ragazzo fu costretto ad ammettrere di non averne idea. “A quanto pare Victoria ha picchiato Flitt, ed ora si trova in infermeria... spero che non superi la notte!” disse Oliver, e Percy lo guardò incredulo. Il ragazzo aveva parlato con tono speranzoso, ma lui non lo trovava divertente.
 Cedric era rimasto sbalordito da ciò che aveva appena sentito e se ne chiese la ragione; così di punto in bianco faticava a credere che Victoria avesse iniziato ad odiare Marcus, soprattutto perché fino a quel momento sapeva che erano sempre andati d'accordo. In ogni caso i due Grifondoro non avevano altre informazioni, così decise che per quel giorno sarebbe potuto tornare nella propria Sala Comune. Cedric si avviò con un gruppo di compagni, quando notò poco lontano un gruppetto di Serpeverde intenti a confabulare.
 “Sicuramente stanno architettando qualcosa per mettere fuori gioco i Grifondoro durante l'ultima partita!” disse un suo amico mentre gli passavano vicino, e Cedric notò che si trattava dei componenti della squadra di Serpeverde. A parte Marcus Flitt naturalmente, che era ancora in infermeria.
 “Diggory, dov'è la tua amichetta dal sangue sporco?” Il ragazzo si voltò verso Bole con aria furiosa; non era nuovo a sentire quel termine, ma ogni volta lo trovava rivoltante. “Perché?” Chiese di rimando, in fondo non gli risultava che tra lui e Victoria ci fosse qualche rapporto di amicizia. Anzi, da quando era stata fatta cadere dalla scopa, aveva preso a detestarlo cordialmente. Il ragazzo però non fece una piega e si limitò a rispondere. “Dille semplicemente che la sto cercando, e che le conviene farsi trovare in fretta.”
 Cedric era certo che ci fosse qualcosa di strano nella faccenda, ma il gruppo si era già allontanato verso i sotterranei, così non gli restò che allontanarsi con la testa piena di dubbi irrisolti.
 
Frederich osservò sorpreso l'uomo che era appena entrato nella Sala Comune dei Corvonero. “Professor Baston, cosa ci fa qui?” L'insegnante non rimproverò il Prefetto per quella domanda, in fondo era suo dovere accertarsene. Nel frattempo aveva già notato che la ragazza continuava a dargli le spalle, probabilmente convinta che ignorarlo potesse infastidirlo.
 Era vero, lui detestava essere considerato invisibile, ma non era lì per quello, e poi sapeva come trattare con gli studenti, al contrario di quanto loro stessi potessero credere. “Signorina Windsor, prenda la scopa e mi segua." disse l'uomo rivolto alla studentessa. La voce era quella autoritaria che al Ministero conoscevano tanto bene, e che non consentiva alcuna replica.
 La ragazza si fermò un momento, ma non si mosse. Era tutta una sciocchezza secondo lei, ed era colpita dal fatto che fosse giunto sino lì; da quello che ne sapeva raramente gli insegnanti entravano nelle Sale Comuni delle Case, e Vitious stesso evitava di farlo. "Scusi, non si è accorto che è un po' tardi per..." Victoria avrebbe voluto protestare, a quell'ora neppure un fissato come Oliver si recava al campo da Quidditch, ma l'occhiata dell'insegnante la gelò, e si affrettò ad obbedire.
 L'uomo non le disse nulla mentre percorrevano i corridoi del castello, arrivando persino ad ignorare gli strilli di Gazza a cui era venuto quasi un accidente nel vedere uno studente in giro a quell'ora. Giunti al campo da Quidditch consegnò alla ragazza una mazza da Battitore prima di andare a liberare i due Bolidi e il Boccino.
 "Molto bene, dal momento che poco fa eri piena di energie, voglio vedere che cosa sei capace di fare." disse l'uomo senza farsi sorprendere dall'espressione sul volto di Victoria. A parer suo la ragazza andava considerata, almeno in quel momento, un brufolo e lui conosceva un ottimo rimedio per farla tornare tranquilla.
 "Sta scherzando, come lo vedo il Boccino con questo buio?" Victoria avrebbe voluto mettersi ad urlare di nuovo, ma l'insegnante pareva completamente indiffente al suo stato d'animo. "Forse non sai che il Boccino brilla, ed è quasi più facile vederlo di notte che di giorno." dichiarò il professore con noncuranza. Si era già accorto, durante le lezioni, che Victoria necessitava semplicemente di essere costretta a fare qualcosa. Aveva avuto una lunga conversazione con Steileir, che reputava un ottimo giocatore, ed era rimasto sorpreso nel sentire che la ragazza avrebbe potuto essere un buon elemento per la squadra. Per quel motivo l'aveva tenuta d'occhio, ma la recente crisi isterica - come l'aveva chiamata - l'aveva convinto che era il caso di forzare un po' la mano.
 "Ho detto al professor Piton che mi occuperò io della tua punizione, ed è stato felicissimo perché probabilmente si aspetta che tu venga mutilata da un Bolide. Quindi se non vuoi renderlo troppo felice fammi vedere che cosa sai fare". Lui si sarebbe seduto sugli spalti a godersi la scena: il brufolo necessitava di sfogarsi, e nulla avrebbe potuto essere più utile di un allenamento del genere. Sapendo di essere tallonata dai Bolidi. Victoria avrebbe dovuto mostrare maggior attenzione, ed in più avrebbe ugualmente dovuto cercare di prendere il Boccino.
 Il signor Baston, conoscendo il carattere della ragazza, sapeva che lei avrebbe dimostrato di esserne capace solo per infastidirlo, alla fine avrebbe comunque raggiunto l'obiettivo che aveva in mente per lei; oltretutto era anche un tiro mancino al professor Piton, perché era certo che Victoria non avrebbe avuto alcun bisogno dell'infermeria alla fine. E si sarebbe ritrovata calma: era la prassi con i brufoli, farli sfogare definitivamente prima di sparire.
 Victoria, proprio come aveva immaginato l'insegnante, non aveva alcun intenzione di permettergli di prendersi gioco di lei perciò, incurante della stanchezza, riuscì a mantenersi estremamente lucida. La sola cosa che trovò veramente complicata fu tenere contemporaneamente la mazza e inseguire quella dannata pallina; ora non si meravigliava che i Battitori fossero quasi tutti robusti, ma alla fine ci riuscì ad afferrare il Boccino. "Lo vedi che se ti applichi ci riesci?" La voce dell'insegnante le giunse quasi ovattata nel momento in cui atterrò: solo allora si rendeva conto di essere fisicamente priva di forze, e trovò curioso non essersene accorta mentre volava.
 Il cielo era ancora scuro e la ragazza calcolò che probabilmente non era ancora giunta l'alba.
"Spalma questa sul polso, è semplicemente affaticato, e poi ti consiglierei di farti una bella dormita dato che è domenica" le disse l'insegnante, consegnandole un unguento giallognolo. Successivamente insistette per accompagnarla di persona alla Torre, e Victoria rimase colpita dal fatto che un tempo fosse stato anche lui un Corvonero. In questo trovava ancora più strano che il figlio fosse stato destinato ad un'altra Casa, ma ripensandoci fu contenta che fosse così. Avrebbe tanto voluto raggiungere il proprio letto, ma appena si sedette su una poltrona della Sala Comune non si rialzò più.
 
L'uomo camminava tranquillo per i corridoi; in quel momento non c'era nessuno in giro dal momento che gli studenti erano quasi tutti o a fare colazione, oppure nelle rispettive Case. Oppure in infermeria, com'era il caso del signor Flitt.
 Lui sapeva molto bene che il ragazzo aveva semplicemente, come molti prima di lui, fatto finta di stare più male del previsto per ricevere le tanto agognate attenzioni dagli amici. Ridacchiò mentre si sistemava meglio gli occhiali sul naso, varcando la porta che conduceva all'infermeria. Non sarebbe neppure giunto lì se non avesse avuto bisogno di un Decotto Tiramisù: avrebbe potuto prepararselo da sé, ma preferiva comunque servirsi di Madama Chips. Ogni volta che preparava qualcosa da solo, l'infermiera lo sgridava in continuazione.
 "Signor Flitt, che bello vedere che ogni tanto qualcuno si occupa di sperimentare i lettini dell'infermeria" . Il Preside si rivolse al Serpeverde con aria divertita, e il ragazzo desiderò quasi strozzarlo, prima di arrossire per la vergogna. Non aveva mai avuto contatti diretti con Silente, ma sapeva che ogni tanto diceva qualcosa di strano, proprio come faceva durante il primo ed ultimo giorno di scuola durante il Banchetto. "Si, e non sono molto comodi, Preside, forse andrebbero sostituiti." ringhiò il ragazzo, ben deciso a non farsi umiliare da nessuno, tantomeno dal Preside.
 Del resto ci aveva già pensato Victoria il giorno prima, ed ogni volta che ci pensava si sentiva sempre più furibondo. Lui si era impegnato per risultare simpatico e gradevole, e come regalo lei l'aveva umiliato. Il problema non era tanto il calcio, che avrebbe provveduto a ricambiare quanto prima, quanto l'umiliazione che ne era seguita. Non solo Victoria si era permessa di rifiutare il suo approccio, una cosa che nessuna prima si era mai azzardata a fare, ma l'aveva costretto a ricorrere all'aiuto di un insegnante.
 Chiaramente la questione non era finita lì, e Marcus non vedeva l'ora di uscire da lì per fargliela pagare con gli interessi: conosceva molte maledizioni minori che desiderava provare, magari l'avrebbe utilizzata come cavia. "Visto che sei tanto loquace, alza i tacchi e sparisci che non hai più nulla." borbottò
 Madama Chips rivolta a Marcus, e il ragazzo si alzò senza protestare. Era noioso rimanere lì, e poi non voleva ancora sorbirsi un'eventuale visita di Cecily: era giunta la sera prima in lacrime, neanche fosse in punto di morte, pensò arrabbiato Marcus.
Proprio in quel momento arrivò Severus Piton, il mantello che frusciava a pochi centimetri da terra, e il ragazzo fece involontariamente un passo all'indietro. Non si aspettava l'arrivo dell'insegnante, che non era solito fare visita agli studenti in infermeria, neppure se erano Serpeverde. "Un momento, Flitt. Prima di congedarti desidero essere messo al corrente su cos'è accaduto ieri, per la precisione su ciò che puoi aver detto al punto da aizzare a quel modo la signorina Windsor."
 Marcus non si aspettava quella domanda, e non aveva neppure idea di cosa rispondere. Di sicuro la verità andava esclusa: se si fosse sparsa la voce, tutta la scuola avrebbe riso di lui e del fatto che era stato violentemente rifiutato da una ragazza. Decisamente ne andava della sua reputazione, pensò arrabbiato. Non aveva nessuna voglia di spiegare perché avesse baciato Victoria, né di confessare che non aveva pensato ad altro che al sapore delle labbra di lei. Era stato il suo tormento durante la notte, la sola vera ragione per cui aveva preferito non tornare in dormitorio. "Io..." Il ragazzo per un momento pensò di cavarsela dicendo di non averne idea, ed era sicuro che Piton non avrebbe indagato oltre.
 Non lo faceva mai, e a loro andava bene anche così.
 "Io... abbiamo litigato per via di una sciocchezza ad Hogsmeade e... e l'ho chiamata Sangue Sporco." disse con deliberata lentezza, percependo immediatamente l'atmosfera diventare gelida. Madama Chips aveva lanciato uno strillo indignato e il professor Piton pareva avere lo sguardo più impassibile che Marcus avesse mai visto. Non sapeva neppure lui perché avesse deciso di mentire a quel modo; forse era rimasto colpito, la sera prima, quando l'aveva vista scusarsi per ciò che aveva fatto. Gli era sembrato subito chiaro che era stata costretta da Piton, ma a colpirlo era stata l'espressione distrutta che aveva avuto sul volto.
 E poi parzialmente era colpa sua, ne era al corrente. Dannata ragazza, non avrebbe fatto meglio a ricambiare le sue attenzioni invece di picchiarlo? Si chiedeva ancora cosa l'avesse spinta ad agire in quel modo. "In questo caso mi vedo costretto a levare venti punti anche a te, e come punizione scriverai un tema sui pregi dei Babbani e dei maghi che provengono da quel mondo."
 Per un momento Marcus pensò di ribattere, ma lo sguardo dell'insegnante era più efficace di qualunque parola. Decisamente non avrebbe mai più mentito, si disse il ragazzo furibondo mentre si allontanava in fretta, anche se non si sarebbe mai aspettato che proprio Piton si schierasse a favore di chi non aveva il sangue puro.
 "A volte una piccola bugia è necessaria." disse Silente mentre si incamminava verso il proprio ufficio. L'anziano uomo aveva invero visto quanto accaduto tra Marcus e Victoria, perciò sapeva che il Serpeverde aveva mentito. E ne era anche contento, dopotutto non tutti avevano certi pregiudizi, ma non aveva fatto nulla per contrastare o impedire la punizione che gli aveva assegnato Severus. "... almeno finché non dura troppo a lungo!" ridacchiò tra sé e sé il preside, mentre il Gargoyle di guardia lo squadrava sospettoso.
 Ma era abituato al modo strambo di Silente, perciò non disse nulla.
 
Il suo ultimo ricordo certo era il colloquio con Penelope su nella Torre di Corvonero, prima che decidesse di recarsi in biblioteca. Aveva ancora dei compiti da fare, Victoria, e ormai si sentiva pronta a riaffrontare la scuola; aveva anche dovuto riconoscere che il professor Baston non era così sadico come aveva pensato, e che aveva avuto ragione. Ora lei era più tranquilla dopo essersi sfogata, ed era propensa ad ammettere che tutto sommato a qualcosa il Quidditch serviva.
 E poi c'era stato il buio totale, fino a quel momento. Sentiva delle voci, ma non riusciva ad identificarle: in ogni caso sembravano appartenere a persone che dovevano divertirsi un mondo.
 "Più in alto, dai"! Solo in quell'istante la ragazza comprese che qualcosa non andava perché vedeva il mondo alla rovescia, e la testa le doleva al punto da indurla a credere di avere almeno la febbre. Le occorsero alcuni minuti per rendersi conto che le voci erano meno ovattate, e che lei si ritrovava a testa in giù; all'improvviso i sensi le tornarono prepotentemente recettivi, e tutto il corpo pareva dolere a causa di un dolore straziante.
 Erano demoni quelli che le strappavano via la pelle, e si accorse di urlare spaventata. Fino a quel momento non ne era stata consapevole; ebbe un conato di vomito nel sentirsi sballottata per aria, e solo quando toccò terra comprese ciò che era accaduto veramente. Qualcuno si stava divertendo a farla levitare, e lei si sentiva le guance in fiamme. Dai telescopi si rese conto che si trovavano alla Torre di Astronomia, ma il cielo chiaro denotava che era ancora giorno.
 "Allora, ti diverti a girare come una trottola, sudicia Mudblood?" Uno scoppio di risa sempre più forte la colpì come uno schiaffo e si sentì di nuovo strattonata da una forza invisibile: pareva quasi che qualcuno la tenesse per le caviglie, e Victoria cercò un modo per provare a liberarsi. In aggiunta si sentiva straziare il corpo da coltelli affilati, e milioni di creature orrende si gettavano su di lei per strapparla a morsi.
 Erano in tre a tenerla in aria, mentre altri due si accontentavano di sbeffeggiarla soprattutto perché rimanendo appesa a testa in giù la ragazza non riusciva ad impedire che la gonna mostrasse tutto. Ridevano, e Victoria riconobbe con fatica i profili: erano i giocatori di Quidditch di Serpeverde, e parevano divertirsi moltissimo. Da parte sua si sentiva umiliata, ma non riusciva a capire il motivo di quell'azione. Quando venne fatta nuovamente cadere a terra, poté sentire uno di loro che le sputava addosso con disprezzo. "La prossima volta che ti verrà voglia di insudiciare il nostro Capitano con le tue schifose mani te le taglio." ruggì uno dei tre, che Victoria riconobbe come uno dei due Battitori.
 Per un momento ebbe l'insensata voglia di ridere: era stato Marcus a fiondarsi addosso a lei come un porco in calore, lei non aveva fatto nulla se non scostarlo. Ma non era vero, pensò tra sé, l'aveva lasciato fare, e se avesse voluto essere onesta avrebbe ammesso che in quel momento, forse, avrebbe potuto concedergli tutto.
 Tuttavia ora capiva che c'era lui dietro a quel gesto, e si sentì più ferita da quello che da qualunque altra cosa; aveva quasi pensato di cercarlo per scusarsi sinceramente, ma ora aveva cambiato idea. Non sapeva quanto tempo fosse li, ma la tortura continuò e lei cominciò a credere che avessero intenzione di non finire mai. Si sentiva ancora straziare il corpo, ma ormai sembrava diventato nuovamente tutto nero.

Oliver si chiese che cosa fosse accaduto alla ragazza; l'aveva trovata, svenuta, ai piedi di una scalinata che conduceva al sesto piano. Pensò che fosse caduta, ma qualcosa gli diceva che doveva essere accaduto qualcosa di diverso.
 "Victoria, stai bene?" Si sentiva un idiota a chiederglielo, ma la ragazza faticava a riprendere conoscenza, e tremava vistosamente. Da un'occhiata più approfondita, il ragazzo si rese conto dello stato disordinato della sua divisa. Non era ferita, almeno da quello che poteva vedere, però era ugualmente preoccupato; oltretutto non sapeva neppure lui perché si fosse recato in quella parte della scuola. Stava per rientrare al dormitorio quando aveva visto un gruppo di Serpeverde ridacchiare, e si era mosso nella direzione da cui provenivano. E poi l'aveva trovata a terra.
 Tuttavia Victoria pareva non essere in grado di parlare, così decise di non perdere ulteriore tempo e stava per prenderla in braccio quando comparve Silente.
 Per un momento Oliver temette che Silente potesse accusare lui di aver fatto del male alla ragazza, e cominciò subito a spiegarsi senza curarsi del fatto che l'uomo si era chinato su Victoria e non lo stava minimamente ascoltando. "Signor Baston, mi faccia il piacere di andare a cercare il professor Vitious e digli di raggiungermi nel mio ufficio". Il Preside sollevò senza alcuna fatica la ragazza, sorprendendo il giovane Grifondoro, che non avrebbe mai pensato che alla sua età Silente fosse ancora in grado di sollevare qualcuno.
 Non si diresse verso l'infermeria dal momento che aveva già provveduto ad accertarsi delle condizioni della ragazza; fortunatamente Severus era riuscito a scoprire in tempo quello che era successo, e si stava già occupando dei colpevoli. "Torta al cioccolato." disse affabile al Gargoyle, che si mosse sentendo la parola d'ordine per accedere all'ufficio del Preside.
 "A volte mi chiedo perché non puoi usare delle parole d'ordine normali." borbottò l'essere
 di pietra, senza ricevere in risposta altro che una risatina divertita. Una volta dentro appoggiò gentilmente la ragazza su una poltrona, in attesa del suo risveglio.
 
Severus osservò il gruppetto in piedi di fronte a lui. Erano tutti parte della squadra di Quidditch, ma in quel momento era un particolare che lo interessava relativamente. Erano tutti presenti, a parte il Cercatore che pareva non aver preso parte a quanto avevano fatto, e Flitt.
 Del resto sarebbe stato ridicolo che proprio lui fosse coinvolto, dal momento che era stato proprio il ragazzo ad avvertirlo: non aveva capito in che modo, ma pareva esserne venuto a conoscenza per caso. Lo aveva sorpreso la decisione di informarlo, e da quel gesto dubitava fortemente che avesse veramente insultato la Corvonero: altrimenti perché precipitarsi a riferirglielo dal momento che i compagni avevano agito, secondo loro, per difendere l'onore del loro Capitano?
 Assurdo.
 Non che a lui interessasse, ma gli atti razzisti non li aveva mai tollerati, a maggior ragione se collegati a motivi futili. Come se Marcus Flitt non fosse capace di vendicarsi da solo, pensò stizzito l'insegnante mentre appoggiava le bacchette sulla scrivania.
 Era una punizione che raramente aveva dato, quella di levare la bacchetta ad uno studente, ma era la sola che potesse lasciare davvero un segno. “Sparite.” sibilò, e i cinque Serpeverde si affrettarono a lasciare il suo studio chiudendosi la porta alle spalle. Era sicuro che entro un'ora tutta la scuola avrebbe scoperto quello che era accaduto; false voci avrebbero alimentato l'episodio, ma alla fine Silente aveva assicurato che alla ragazza non era accaduto nulla di davvero grave. Solamente tanto spavento ed una possibile assenza da tutte le lezioni per il giorno successivo; Severus conosceva molto bene l'incantesimo Dismundo e sapeva che a Victoria sarebbe servito un po' di tempo prima di rendersi conto che si era semplicemente trattato di visioni illusorie. Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta, e lui guardò l'orologio.
 Certo che Steileir era di una puntualità decisamente disgustosa, notò l'insegnante mentre lo invitava ad entrare: come richiesto, il Prefetto dei Corvonero era giunto da lui, accompagnando proprio Victoria. Voleva ugualmente conoscere la versione della ragazza, così da punire eventualmente altri studenti, anche se dubitava fortemente che qualcuno fosse rimasto impunito.
 Non invitò nessuno dei due ad accomodarsi e andò subito dritto al sodo, cercando di indovinare i pensieri della ragazza; sicuramente avrebbe ricordato a lungo quell'esperienza, lo poteva notare da come la ragazza faceva saettare gli occhi grigi, tuttavia era riluttante a credere che si sarebbe abbattuta.
 Non era decisamente il tipo di persona in grado di farsi sconfiggere da una semplice, per quanto cruenta, spedizione punitiva; curiosamente aveva scoperto da Silente che durante lo Smistamento, il Cappello Parlante aveva considerato seriamente l'ipotesi di metterla tra i Serpeverde. Sul momento aveva creduto che avesse scelto diversamente solo per via delle sue origini, nonostante pure la Bullstrode provenisse da una famiglia di Babbani, tuttavia credeva di conoscerne il motivo. Victoria non era come la stragrande maggioranza dei suoi studenti, che pensavano solo a fare dispetti. Gli dispiaceva riconoscerlo, ma era molto più vicina alle caratteristiche tipiche dei Corvonero, eppure a lui sarebbe piaciuto che qualche Serpeverde fosse portato come lei per le Pozioni. Se ne salvavano pochi, come la signorina Hawtorne e alcuni dell'ultimo anno.
Il resto faceva finta di cavarsela, ma nessuno aveva un vero e proprio talento, neppure Flitt. Il comportamento dello studente, in quel frangente, l'aveva fatto molto riflettere, e aveva deciso di riferirlo a Victoria, per scoprire la sua reazione nell'apprendere una cosa del genere.. Lasciò scorrere qualche istante dopo aver ricevuto la sua ultima risposta.
 “Volevo informarti che martedì sera sei attesa nel mio ufficio per la punizione.” esordì Severus. Il fatto che quello spaccone di Baston si fosse offerto di punirla al suo posto non gli aveva fatto piacere, e aveva solo finto di acconsentire. Oltretutto non era neppure sicuro che avesse veramente messo in pratica quanto promesso, ma anche se fosse stato così non gli sarebbe importato molto. “Dal momento che devo punire anche il signor Flitt per averti provocato, ho deciso che la sconterete assieme, pertanto spero di non vedere scene isteriche da parte di nessuno dei due.”
 La voce del professore era gelida, ma Victoria rimase profondamente sorpresa dal fatto che volesse punirli assieme; senza volerlo arrossì perché non si era aspettata che l'insegnante fosse al corrente di quanto accaduto, e si chiese se non fosse stato il caso di scusarsi. Non si rese conto che l'insegnante la stava praticamente monitorando con lo sguardo. Victoria annuì perché era quanto sapeva ci si aspettava da lei. “Se qualcun altro la chiama Mudblood, signorina Windsor, sei pregata di farmelo sapere.” aggiunse Severus, consapevole del fatto che avrebbe avuto una reazione a quella parole.
 Avrebbe quasi voluto sorridere di fronte al lampo incredulo che attraversò gli occhi della studentessa. Era evidente che qualunque cosa fosse accaduta, Flitt non doveva aver mai pronunciato quella parola, ma non diede tempo a Victoria per fargli sapere la realtà dei fatti. Dopotutto non ne era neppure interessato. “Tuttavia diciamo che il signor Flitt se non altro si è dimostrato... dispiaciuto per l'accaduto, forse saresti ancora stesa ai piedi di quella scalinata in attesa del Principe Azzurro... oh, volevo intendere Oliver Baston.” concluse con espressione schifata Severus. Sicuramente il Grifondoro se ne sarebbe andato in giro saltellando per la scuola, vantandosi di aver trovato la Principessa in pericolo. Avrebbe vomitato volentieri. E dall'espressione della ragazza gli pareva quanto mai chiaro che non aveva la minima idea di chi fosse stato a trovarla.
 Ma perché Silente lasciava sempre a lui certi compiti?
 “Potete andare.” disse semplicemente, congedando i due. Non si voltò mentre uscivano, e solo quando sentì la porta chiudersi rumorosamente gettò via il mantello.
 Frederich sostenne Victoria mentre camminavano ed era preoccupato: la ragazza era troppo silenziosa e sembrava immersa nel proprio mondo. “Sei certa di stare bene?” le chiese senza preamboli. Non era abituato a girare attorno alle parole, ed era sicuro che la ragazza fosse ancora sconvolta per quanto accaduto: avrebbero dovuto immaginare che i Serpeverde non avrebbero tollerato ciò che aveva fatto a Marcus Flitt, ma non si era aspettato che agissero con tanta fretta. Fortunatamente, almeno per una volta, Piton si era dimostrato disponibile a punirli.
 “Mi chiedo perché Marcus abbia mentito... lui non mi ha
mai chiamata a quel modo ” disse Victoria, aprendo bocca dopo quella che le era parsa un'eternità. Avrebbe probabilmente dovuto chiedere qualcosa in più a Piton, ma non era ancora del tutto tranquilla; immaginava che Flitt non avesse perso tempo a raccontare nei dettagli quanto accaduto, ma la risposta ricevuta non era quella giusta.
 E anche il fatto che fosse stato lui ad avvisare l'insegnante... no, c'era decisamente qualcosa che non andava. Forse avrebbe dovuto parlarne con lui, ma non sapeva cosa effettivamente dirgli. "Non so dirtelo, in ogni caso adesso andiamo in Sala Comune, magari mi spieghi meglio cos'è accaduto davvero. Ok?” Lei annuì alle parole di Frederich e si affrettò a seguirlo.










nota:
eccoci con il 16! lieta che abbiate apprezzato il 15.. ah Kat, Flitt ha detto che ti picchia per aver osato ridere di lui lol
ok come vedete i Serpeverde si son mostrati adorabili(u.u), ma spero si capisca che agiscono solo alcuni della squadra per “vendicare l'onore del capitano”. E naturalmente non sanno una cippa di quanto accaduto*ghigna*
interviene Silly(la scena che lui dimostra di sapere quanto accaduto mi fa sempre morire), ma non vi dico cosa ha detto a Vic U__U prima o poi lo saprete... e come vedete c'è Severus, sempre con la sua idea di giustizia lol e intanto ha già capito cos'è successo lol anche se non del tutto u.u
bene vi lascio ai commenti. Il pezzo della “tortura” a Vic ho cercato di non farlo troppo cruento dato che avevo quasi io i brividi al suo posto mentre scrivevo u.u
a voi le ipotesi su ciò che accadrà con questo triangolo(Vic, Oliver e Marcus). Comunque come vedete Baston senior è molto particolare, ma non del tutto stronzo lol
La tortura è fatta da Levicorpus+incantesimo Dismund0, che crea solo delle illusioni anche se lei pensa di venir ferita davvero. Che cattiva che sono u.u

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 - Come e dimmi, perché, sei entrato qui dentro? ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd




Immagine allo specchio


Capitolo 17 - Come e dimmi, perché, sei entrato qui dentro?


Victoria approfittò appieno dell'opportunità di saltare le lezioni il lunedì, rimanendo confinata in Sala Comune a studiare. Non aveva subito nulla a livello fisico, ma si sentiva ugualmente ancora scossa, anche se faceva uno sforzo per scendere in Sala Grande durante i pasti. Molte erano le occhiate curiose che le venivano lanciate, ma la ragazza non fornì alcuna spiegazione. Fortunatamente gli amici parevano propensi ad assecondarla, con il risultato che la sera del lunedì riuscì a recarsi in biblioteca senza timori; aveva solo sviluppato un'ansia irrazionale per le aggressioni, ed ogni volta che camminava senza qualcuno vicino si sentiva vulnerabile. Non aveva comunque voluto essere sempre accompagnata da Frederich: il ragazzo aveva anche da studiare, e lei non desiderava imporgli la propria presenza più del dovuto.
 "Avanti!" la voce del professor Piton, la sera seguente, la gettò nel panico, ma si fece forza ed entrò nell'aula. Tramite un biglietto, l'insegnante le aveva fatto sapere di aver spostato la punizione e che l'attendeva nell'aula di Pozioni; un'occhiata le confermò che Marcus Flitt era già dentro e per un folle momento desiderò scappare e tornare alla Torre. Tuttavia mise a tacere quei folli propositi e si avvicinò agli altri due nella stanza, in attesa di sapere che cosa li aspettava; dopo aver salutato cortesemente l'insegnante, Victoria si chiese se non fosse il caso di fare la stessa cosa anche con Marcus, ma l'occhiata sprezzante che le rivolse valse certamente più di ogni risposta. Dopotutto non poteva neppure biasimarlo, lei avrebbe forse fatto di peggio.
 "Molto bene, dato che siete già qui vediamo di iniziare." dichiarò l'insegnante, consapevole che i due ragazzi sicuramente si aspettassero qualcosa di cruento. E a modo proprio, difatti, li avrebbe accontentati. Sulla lavagna apparvero delle istruzioni e Victoria rimase sorpresa nel rendersi conto che voleva davvero far preparare loro una Pozione; ad un'occhiata più attenta notò che si trattava di un veleno. E parecchio letale, dal momento che, secondo le parole che stava pronunciando Piton, c'erano pochi antidoti in grado di contrastarlo in maniera efficace. "Entro domani sera lo voglio pronto sulla cattedra. Poi sceglierò uno di voi due per sperimentarne l'efficacia." sibilò il professore attraversando a grandi passi la stanza. Victoria ebbe solo il tempo di sentire la porta sbattere per rendersi conto che l'insegnante era uscito.
 Ovviamente non si era dato la pena di assicurarsi di chiuderli dentro perché sapeva che nessuno dei due sarebbe scappato. Non avrebbero osato, timorosi delle conseguenze.
 "Quell'uomo non è normale." sbottò arrabbiato Marcus, che non riusciva a trattenere la rabbia. Si era aspettato una punizione differente, e non avrebbe mai sospettato che il sadico insegnante sarebbe arrivato al punto da costringerlo a sopportare di nuovo la vicinanza della ragazza. Non era comunque una cattiva idea preparare un veleno, pensò mentre cercava di decifrare la calligrafia del professore, e di certo avrebbe insistito per far sì che fosse lei a berlo. Si sarebbe trattato di una piccola vendetta; del resto era sicuro che Piton aveva certamente un antidoto pronto in caso di necessità. La ragazza non rispose, ma sentiva di essere d'accordo con l'affermazione del ragazzo.
 Senza pensarci troppo sopra decise di cominciare, ma si sentiva strana, forse era l'atmosfera appesantita dalla tensione che le impediva di muoversi in maniera sciolta. Di solito non faceva nessuna fatica a prendere gli ingredienti necessari, tuttavia si sentiva tesa fino all'inverosimile mentre raccoglieva un disgustoso occhio di rospo dall'armadio delle scorte e si metteva all'opera.

 "Allora, ora ti farò una domanda." disse Frederich dopo aver terminato di ascoltare tutto lo sfogo di Victoria. La Sala Comune era deserta, ma i due parlavano ugualmente a bassa voce mentre Kaiser si divertiva ad inseguire uno YoYo Saltellante che apparteneva a Cho. Il ragazzo teneva aperto sulle ginocchia un pesante tomo sulle Arti Oscure, ma non aveva letto neppure una riga: conosceva a memoria il contenuto, e gli serviva solo per giustificare la sua presenza in quel momento lì se fosse giunto un insegnante. "Però mi devi rispondere sinceramente, e soprattutto lasciando da parte tutte le scuse varie come la cotta preistorica per Baston, il fatto che sia Serpeverde e tutte le sciocchezze con cui ti sei riempita la testa di questi tempi." dichiarò il ragazzo.
 Non era sua intenzione insultare Victoria, ma era dell'idea che si fosse lasciata un po' sopraffarre da inutili considerazioni che l'avevano portata a commettere parecchi gesti più o meno discutibili. La vide annuire ed aspettò qualche istante prima di riprendere a parlare; si sentiva uno stupido a dare consigli in campo sentimentale, proprio lui che non aveva avuto che esperienze da dimenticare, eppure in un certo senso gli piaceva rivestire il ruolo del confidente.
 "Come dicevamo, Flitt ha dimostrato interesse verso di te in questi tempi, e tu stessa hai appena ammesso che non ti è del tutto indifferente". La ragazza annuì, ma avrebbe preferito sotterrarsi: quel dialogo era qualcosa di estremamente imbarazzante, ma allo stesso tempo aveva bisogno proprio di qualcuno che le dicesse ciò che pensava senza troppi giri di parole. Erano proprio questi ultimi a farle perdere tempo, e lei lo sapeva. "Benissimo. Ora, dopo aver accertato il fatto che sia te che lui avete fatto di tutto per complicarvi la vita, la mia domanda è questa: cosa c'è poi di tanto sbagliato in lui?"
 Victoria aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse subito dopo, senza aver detto nulla. Per un momento avrebbe voluto cominciare ad elencare tutti i tiri mancini che secondo lei le aveva giocato Marcus, ma non ci riuscì. Era consapevole di avere parte della colpa, oltretutto non era ciò che pensava veramente. "Il fatto è che tu pensi che tutti i Serpeverde debbano dare importanza alle solite cose, ovvero il sangue puro e sciocchezze varie, ma io credo che in realtà tu ti sia già risposta. Se aspetti di avere la certezza che Flitt abbia mentito oppure no... credo che non lo saprai mai." dichiarò Frederich anticipando ancora una volta Victoria.
 La ragazza non disse nulla mentre osservava la corsa sempre più sfrenata dello Kneazle; doveva riconoscere che il ragazzo aveva ragione, eppure non riusciva ad immaginare davvero di fidarsi di Marcus. E non sapeva neppure lei il motivo, forse era solo una scusa, come stava suggerendo Frederich.
 Forse non voleva ammettere di sapere già cosa fare.
 "Quanto a Oliver, a parer mio è quasi peggio di te, ma ti consiglierei di riflettere. Sono anni che ti ci sei fissata, e finora non hai ottenuto nulla se non delle reazioni che non ti aspettavi." Frederich alludeva a tutte le volte in cui Victoria aveva ricevuto dei rifiuti più o meno espliciti, ed era certo che il Grifondoro in fondo non fosse veramente interessato. Magari era confuso, ma lo riteneva ugualmente una possibilità estremamente improbabile. Fino a quel momento Victoria non aveva ricavato altro che delusioni, e secondo lui erano una risposta sufficiente. Le sorrise bonariamente mentre si alzava. "In ogni caso credo che prima o poi dovrai chiarire ciò che vuoi fare, altrimenti la tensione ti distruggerà. Perciò non voglio più sentir parlare di quest'argomento, a meno che non sia per dirmi che sei arrivata a qualche conclusione."
 Victoria annuì. Forse altri sarebbero rimasti offesi da quelle parole, ma lei era dell'idea che Frederich intendesse tutt'altro, e gli era già grata per averla sopportata. Ora toccava a lei decidere, si disse, ma non era ancora del tutto certa di ciò che avrebbe dovuto fare.
 
"Non ti ho chiesto di aiutarmi." Marcus era furibondo e, una volta fuori dall'aula, non esitò a sfogare la propria rabbia contro Victoria. La ragazza non rispose, continuando a camminare: sentiva la testa pesante, e non aveva voglia di discutere.
 Invece pareva proprio che Marcus cercasse un litigio.
 "Avresti dovuto essere contenta, se io sbaglio tu domani non morirai." Marcus continuò implacabile ad aggredire verbalmente la ragazza; doveva pur sfogarsi, e quello era il momento ideale. Nessuno li ascoltava e lui poteva sfogare la propria rabbia su di lei senza essere interrotto: non aveva gradito il saccente intervento di Victoria nel momento topico, che gli aveva evitato di aggiungere troppo sangue di salamandra al veleno. Non voleva il suo aiuto, ma lei glielo aveva offerto ugualmente.
 Intollerabile.
 Victoria si fermò e lo osservò come se il ragazzo fosse una Creatura Magica di dubbio interesse.”Se non lo avessi notato, Piton muore dalla voglia di ammazzarci, sia che sbagliamo che no... Quindi se ci tieni a rimanere vivo almeno segui le istruzioni.” rispose la ragazza con una punta di polemica nella voce. Era tardi ed era stanca, pertanto tendeva ad essere più irritante del solito: inoltre non era neppure sicura di essere riuscita a seguire bene le istruzioni scritte alla lavagna. “E che te ne importa? Tanto ci hai quasi provato, ad ammazzarmi.” ringhiò Marcus, arrabbiato, ricordando quel calcio.
 La ragazza alzò gli occhi al cielo sentendo quella dichiarazione melodrammatica, e sarebbe volentieri scoppiata a ridere. “Non ti sembra di esagerare, ragazzo? Non è mai morto nessuno per un calcio, tantomeno per uno debole come il mio.” rispose con aria superiore. Sapeva, invece, di aver colpito con forza, ma preferiva non pensarci.
 “E poi volevo solo scusarmi,” aggiunse all'improvviso, come se non fosse riuscita a trattenere le parole; Marcus la osservò sospettoso. Fino ad un istante prima era stato sul punto di scagliarle una robusta fattura, ma di colpo si riscoprì interessato alla questione, almeno finché lei non avrebbe deciso di spiegare ciò che intendeva. “Ecco, non... non era mia intenzione farti male, ecco tutto, ma non... ho agito... d'istinto, diciamo...”
 La voce di Victoria era sempre più bassa, e Marcus avrebbe voluto poter ricambiare quel calcio. In realtà nulla glielo vietava, ma avrebbe preferito una risposta differente; per esempio sarebbe stato meglio sentire le sue scuse per aver rifiutato le sue avances, tutto avrebbe avuto un altro aspetto.
“Tipico, del resto voi ragazzine siete note per essere delle maledettissime snob” dichiarò il ragazzo irritato, per poi lasciarsi andare ad una serie di frecciatine. Non poteva in fondo evitarlo, doveva pur sfogarsi, perciò per alcuni minuti si impegnò a tormentarla come meglio riusciva.
 Era più forte di lui, doveva comportarsi così, finché Victoria decise che non ce la faceva più a sopportarlo. La tensione durava da troppo tempo, perciò la Corvonero si avvicinò decisa al ragazzo. Marcus era già pronto con la mano sulla bacchetta per colpirla, ma rimase completamente di sasso nel sentire le sue braccia attorno al collo e le labbra di lei sulle proprie.
 Per un momento non capì quello che stava succedendo, sorpreso da quel gesto tanto inaspettato quanto genuino. Sentire la pressione incerta delle labbra sulle sue lo aveva disorientato, ma gli servirono solo un paio di istanti per realizzare che non si trattava né di un errore, e neppure di un contatto casuale. Strinse la ragazza a sé, come a volerle impedire una fuga, per poi rispondere a quel bacio e approfondirlo il più possibile.
 Non se l'era aspettato, ma proprio per quel motivo desiderava che le rimanesse scolpito nella memoria. Lasciò che continuasse a cingergli il collo, approfittando di un suo attimo di esitazione per appoggiare il proprio braccio sulla sua schiena. Rimase deluso nel sentirla scostarsi, ma le permise solo un momento di esitazione prima di essere lui a baciarla questa volta, come a volerle dire che non le avrebbe permesso di ritrarsi, né di fuggire di nuovo.  Questa volta era certo che non si sarebbe ribellata, lo poteva percepire dal modo intenso con cui ricambiava, e approfittò di una leggera esitazione da parte sua per insinuarle la lingua tra le labbra per giocare con quella di lei.
 Victoria si sentiva stranamente debole, e per quella ragione cercò di tornare a quella che lei chiamava normalità; non si era aspettata un'iniziativa del genere da parte di Marcus, e si sentiva le gambe come se fossero fatte di gelatina. Era certa di avere anche le guance rosse e non poteva negare di sentirsi imbarazzata, tuttavia non fece alcun tentativo per allontanarsi da lui una volta che si furono separati. Al contrario lasciò che continuasse a tenerla stretta a sé, e sperò che nessuno potesse vederli in quel momento. Non se ne vergognava, ma non era certa di sentirsi pronta ad esporsi alla curiosità altrui; si sentì rabbrividire nel rendersi conto che lui la stava baciando sul collo, ma non avvertì alcun senso di disgusto.
 Al contrario, avrebbe desiderato che continuasse in eterno, o almeno per molto tempo. Era la stessa sensazione che aveva provato alcuni giorni prima, quando l'aveva colta di sorpresa con quel gesto: ora sapeva di essere stata lei a sorprenderlo, ma pareva che non fosse più importante dal momento che era lui, in quel momento, a dettare le regole di un gioco che stava appena imparndo a conoscere.
 "STUDENTI FUORI DAL LETTO! Venite qui, disgraziati!" L'urlo di Gazza rimbombò come un colpo di cannone; per un attimo Marcus si chiese se il custode fosse alla ricerca di una morte violenta e istantanea. Detestava essere interrotto, soprattutto in modo così brusco, tanto che si girò e gratificò il Magonò con un'espressione schifata.
 La ragazza si era allontanata da Marcus come se fosse stata colpita da uno Shockantesimo, pertanto non aveva idea di cosa Gazza fosse riuscito a vedere: forse li spiava da tempo? Era imbarazzante pensarlo. Marcus puntò la bacchetta contro l'uomo, ed un'esplosione lo costrinse ad arretrare.
 "Ma sei pazzo?" Victoria sibilò al ragazzo: non aveva idea che l'esplosione non avesse colpito il custode, e Marcus non perse tempo a spiegarglielo. "Zitta se non vuoi che ci scopra. Meglio se torni in fretta al tuo dormitorio." disse il ragazzo a malincuore. La sua idea era stata quella di trattenerla lì ancora, magari per tutta la notte, ma non era più possibile.
 Maledetto vecchiaccio. In ogni caso il ragazzo era certo che il suo incantesimo Confundus gli avrebbe impedito di ricordare chi aveva incontrato.
 
La ragazza si osservò nel riflesso della finestra la mattina seguente. La divisa scolastica era come sempre perfetta, i capelli raccolti sulla nuca, a parte qualche ciocca ribelle che ricadeva sulle spalle. Anche l'espressione era quella che tutti conoscevano, perciò Victoria sospirò immensamente sollevata, prima di recarsi in Sala Grande. Si sedette al proprio posto dopo aver salutato gli amici e, pochi minuti più tardi venne raggiunta da Cedric, che si sedette proprio nel posto di fronte al suo.
 "Si può sapere dove... Ma perché porti il foulard?" Il ragazzo indicò quel tessuto scuro e sottile che era legato attorno al collo dell'amica, sorpreso. Victoria inghiottì il boccone che stava masticando e osservò il Tassorosso, chiedendosi se si trattasse di una domanda retorica o se non avesse davvero capito. "Io..." cominciò a parlare, ma si interruppe alzando casualmente lo sguardo oltre Cedric e arrossì vistosamente nel rendersi conto di essere osservata.
 "... ho mal di gola." disse Victoria, sperando che l'amico non si fosse reso conto dell'intensa occhiata che lei e Marcus si erano scmabiati. Era tutta colpa sua, pensò la ragazza furente, mentre dal tavolo di Serpeverde il giovane non pareva per nulla imbarazzato. Al contrario, notò sgomenta, pareva perfettamente a proprio agio. Lei, invece, non appena aveva notato quei segni che le aveva lasciato sul collo, era entrata nel panico.
Cedric la osservò sorpreso: Victoria non aveva l'aria di qualcuno ammalato, era semplicemente... strana, si disse osservandola meglio, ma prima di poterle rivolgere altre domande, lei si era già alzata. "Andiamo o Piton ci ammazza!" disse Victoria distraendolo.
 Tuttavia mentre attraversavano la Sala Grande, costretti a passare proprio vicino al tavolo di Serpeverde, Victoria venne bloccata proprio da Marcus. "Ti è caduto questo." le disse con un sorriso innocente. Cedric lo guardò con sospetto mentre metteva in mano alla ragazza qualcosa. Un foglietto appallottolato, notò lei, che non sapeva come rifiutarlo; qualcosa nello sguardo del ragazzo le fece ricordare la notte appena passata, e perse la voglia di contraddirlo.
 "Grazie." si limitò a rispondere, ma, prima che l'amico potesse fare qualche domanda, aveva già lasciato la Sala. Poco prima di raggiungere l'aula nei sotterranei, Victoria decise di ricorrere ad una piccola menzogna per scoprire che cosa ci fosse scritto in quel foglietto.
 "Oh Ced, ho dimenticato il libro in Torre! Tu entra, io arrivo quanto prima." dichiarò la ragazza, dandosi una manata sulla fronte. Non era vero, ma non rimase ad ascoltare l'amico che le assicurava di poterglielo prestare; percorse a ritroso due corridoi, prima di nascondersi dietro ad una colonna e aprendo quel foglio.
 Un orario ed un luogo. Era chiaro, Marcus voleva parlare con lei, quasi certamente di ciò che era accaduto la sera prima, e la ragazza sapeva che era indispensabile. Non era riuscita a dormire quella notte, si era limitata a rigirarsi tra le lenzuola agitata, ed allo stesso tempo al settimo cielo. Si morse il labbro: alle diciotto non avrebbe potuto recarsi al campo di Quidditch, aveva lezione con la professoressa Cooman e non poteva disertarla nuovamente. Allora ebbe un'idea improvvisa, e corse a cercare Kaiser. Lo kneazle era un fedele ed affidabile portatore di messaggi, e lo trovò che trotterellava senza meta al primo piano. "Vieni tesoro, devi portare un messaggio per me." gli disse prendendolo in braccio, e promettendogli un gomitolo nuovo.
 Non voleva che il ragazzo credesse che non si sarebbe presentata volontariamente, perciò avrebbero dovuto trovare un altro modo per parlare di quanto accaduto; oltretutto si sarebbero visti per la punizione con Piton quella sera, perciò sperava che Kaiser riuscisse a trovarlo senza incidenti.
 
La giornata trascorse velocemente, e, al termine delle lezioni, Victoria si ritrovò in Sala Comune a studiare. Piton le aveva riferito che non ci sarebbe stato bisogno della sua presenza quella sera, dal momento che il veleno era pronto: per un momento la ragazza avrebbe protestato, tuttavia l'insegnante le aveva riferito che avrebbe ricevuto l'esito della sua valutazione  la settimana successiva.
 Victoria aveva creduto che pure a Marcus fosse stato riferito quel messaggio, ma il professore le aveva anche detto che avrebbe utilizzato lui come cavia e lei non riusciva proprio a rimanere tranquilla. Avrebbe voluto recarsi ugualmente in aula quella sera, ma contrariare il professore richiedeva un coraggio che non possedeva.
 Kaiser era tornato vittorioso dalla consegna del messaggio; la ragazza aveva notato che il foglio era stato nuovamente legato, appallottolato, al collare dello kneazle, e sopra c'era una risposta molto rapida. La calligrafia, comunque, era quella di Marcus, perciò se non altro era certa che non se la sarebbe presa.
 Anche la notte trascorse velocemente, e la mattina lei e Frederich si ritrovarono per caso a passare davanti alle clessidre. Victoria si bloccò perchè aveva improvvisamente notato come la clessidra di Grifondoro fosse praticamente vuota; Frederich aggrottò la fronte, ma pareva già sapere quello che era accaduto e glielo disse alcune ore dopo, quando si incontrarono di nuovo e per caso vicino alla Foresta Proibita. Il professor Kettleburn aveva catturato uno splendido unicorno, e lei lo aveva ammirato affascinata.
 "Ho sentito che Potter e alcuni suoi amici sono stati sorpresi a girare questa notte per Hogwarts. Peccato, hanno buttato all'aria la possibilità di vincere la Coppa della Case!" dichiarò il ragazzo, e Victoria si sentì gelare. Di certo se fossero stati lei e Marcus ad essere sorpresi avrebbero potuto subire la stessa punizione, e decise all'improvviso che non si sarebbe più attardata nei corridoi. "Credo che ti stia cercando, Vic." le parole di Frederich la sorpresero, ma comprese subito a cosa si stesse riferendo.
 Proprio in quel momento, infatti, vide Marcus che si dirigeva dalla sua parte: Victoria non poté fare a meno di notare che la divisa di Quidditch gli stava benissimo, anche se per lei era un mistero il fatto che si allenasse ancora dato che non doveva più giocare.
"Dobbiamo parlare" esordì all'improvviso il ragazzo, e lei si limitò ad annuire. Non era proprio il caso di rimandare continuamente, anche se non aveva voglia di discuterne proprio davanti a Frederich; non aveva rivelato nulla di quanto accaduto con Marcus, e non desiderava farlo in quel momento. Per fortuna Marcus pareva della sua stessa idea, e le disse semplicemente di seguirlo; dopo alcuni minuti Victoria si rese conto che si stavano dirigendo verso le serre, o meglio nelle vicinanze. "Vedo che sei ancora vivo!" esordì la ragazza, cercando di spezzare quel silenzio teso che si era creato.
 "Sì, Piton non era per nulla contento del tuo veleno." dichiarò il ragazzo, mentendo spudoratamente. L'insegnante si era invece limitato a dire che il veleno era preparato più o meno correttamente, e gli aveva somministrato un antidoto subito dopo averlo costretto ad ingerirne un paiolo. Lo spavento tuttavia era passato, e lui desiderava discutere di ben altro.
 "Forse potresti spiegarmi perchè ti sei attaccata a me stile piovra gigante." Marcus non disse che era stato gradito, ci teneva ad avere una certezza, tuttavia non era preparato alla risposta di Victoria. Aveva immaginato che fosse imbarazzata, ma pareva più tranquilla di quanto previsto. "Forse per lo stesso motivo per cui hai mentito dicendo di avermi chiamata Sangue Sporco."
 Il ragazzo fu sul punto di negare, ma cambiò idea. Non aveva immaginato che Piton glielo avesse potuto riferire, ma la risposta di Victoria era in parte quella che voleva sentire. Non aveva propriamente spiegato la ragione del gesto, però sentiva che era tutto implicito; le passò un dito sul volto, e rimase soddisfatto nel notare che non si era ritratta.
 "D'accordo, allora cambio domanda: perchè hai baciato Baston giorni fa?" Non lo aveva dimenticato, e gli dava ancora estremamente fastidio ogni volta che ci ripensava. Victoria rimase in silenzio, vergognandosi profondamente per quel gesto. Ora sapeva che non avrebbe dovuto farlo, lo aveva capito appieno solo da poco. "Tu fai troppe domande, non ti va mai bene nulla" dichiarò all'improvviso, in un tentativo di lasciar cadere l'argomento.
La faceva sentire a disagio, anche se si rendeva conto che in parte il ragazzo necessitava di risposte. "Non sei divertente, ma non importa... D'ora in avanti l'unico che puoi baciare sono io. Chiaro?"
 Marcus non rinunciò al proprio modo di fare, brusco ed aggressivo, ma allo stesso tempo era sicuro che non ci fosse bisogno di giustificarlo. Per quanto interessato a Victoria, non si sarebbe mai abbassato a sentimentalismi diabetici come altri; se le andava bene così com'era allora non ci sarebbero stati problemi, altrimenti poteva anche accontentarsi di gente senza un briciolo di spina dorsale. Come Baston, tanto per fare un esempio.
 "Mi sembra una tale noia..." replicò la ragazza con un lampo divertito negli occhi, ma non si scostò quando lui la strinse a sé con decisione per baciarla. Per un momento Victoria pensò quasi di sottrarsi: un conto era essere certi di trovarsi da soli, un altro era di correre il rischio che chiunque potesse vederli. Tuttavia si lasciò andare, anche se cercò di non prolungare troppo oltre quella tentazione. "Di una cosa però voglio essere certo, Victoria, ovvero che se devo perdere il mio tempo con te... non voglio farlo per nulla." disse Marcus dopo un po'. Non voleva essere costretto a dividerla con nessuno, la voleva soltanto per sé. "Non fare quella faccia," le disse con un ghigno, dopo aver notato l'espressione incredula della ragazza"voglio essere certo che considererai solo me. Se avessi voluto solamente giocare , te ne saresti accorta, perciò voglio una risposta sicura."
 La ragazza si aspettava una domanda del genere, ma scoprì di non sapere cosa rispondere. Avrebbe voluto accettare senza esitazioni, ma da un lato aveva il timore di non essere pronta ancora a sbandierare la propria vita privata in pubblico: cercò di spiegarglielo, facendogli capire però che non era una questione di persone, ma proprio del suo modo di essere. In fondo desiderava solo un po' di tempo, per essere certa.
 Il ragazzo rimase pensieroso per un po'; di solito era lui a dettare le condizioni, ma doveva ammettere che non si poteva aspettare che la ragazza diventasse diversa da come era. Già da tempo aveva avuto l'impressione che fosse estremamente riservata; gli restava solo il dubbio che non volesse farsi vedere da Oliver, ma non aprì bocca per chiederglielo. Con una domanda del genere era sicuro che Victoria sarebbe nuovamente esplosa.
 Che gli costava fidarsi di lei?
 Tanto, ammise, ma del resto doveva essere tollerante. Almeno per i primi tempi, perché era sicuro che la ragazza non credesse del tutto al suo interesse e si aspettasse un repentino cambio di idee.
 "D'accordo, ma nel frattempo hai seriamente bisogno del corso intensivo sui baci, e per tua fortuna sarò proprio io l'insegnante." le disse con il suo solito ghigno, ma dopo che Victoria scoppiò a ridere, lui si unì a lei.










nota:

eccoci qui con il 17! ahimè temo di deludere le tante estimatrici della Oliver/Victoria perchè come vedete la signorina Windsor è passata al lato Serpeverde della storia.
il titolo del capitolo è un pezzo tratto, appunto, da Romeo e Giulietta di cui la nostra Vic non può fare a meno U___U

La cosa era già decisa dall'inizio, perciò spero non vi deluda troppo la cosa T__T comunque non aspettatevi fiocchetti e trine da parte di Flitt, la nostra adorabile canaglia non perderà la faccia tosta che ha sempre avuto <3

come vedete Potter and co. hanno fatto perdere un sacco di punti a Grifondoro*Flitt esulta*, ma tanto sappiamo come va alla fine*Flitt uccide Potter, o almeno ci prova*.

Detto questo volevo dirvi che ho aggiornato la long con Oliver Baston, che fa da spin off a questa. se volete leggerla(se già non la conoscete ovvio) mi fareste un enorme piacere.

Inoltre grazie mille ai 4 preferiti, 1 ricordato e 16 sguite...*_* vi voglio bene!

Ho deciso di terminare, almeno per una volta, il capitolo con qualcosa di buono diciamo u.u perchè dal prossimo si riprende u.u ma se non altro avete la certezza che le cose romanticose sono finite dati gli sviluppi

sempre se un certo Grifondoro frustrato non decide di mettersi tra le Pluffe nd Flitt

*alza gli occhi al cielo* la rivalità avrà mai fine?u.u al prossimo <3

I miei contest *__*

Ti sposerò perchè...


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Capitolo 18
*** 18 - Quando fare l'eroe non sempre rende tutti felici... ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd e ammirate il meraviglioso Frederich** Grazie a Lady Aquaria per il disegno, davvero sublime





Immagine allo specchio


Capitolo 18 - Quando fare l'eroe non sempre rende tutti felici...



In quei giorni Marcus Flitt pensò a molte cose, ma soprattutto, passò molto del proprio tempo a studiare. Gli esami finali incombevano, e dopo lo scherzo che gli avevano giocato al terzo anno, era deciso a prenderli più o meno seriamente.
 Ovviamente non avrebbe mai trascorso intere giornate sepolto in mezzo ai libri, tuttavia aveva preso l'abitudine di sedersi in biblioteca per cercar di far entrare in testa tutti i concetti che potevano essergli utili durante i G.U.F.O. Non era mai da solo, preferendo farsi vedere assieme agli amici che di solito ottenevano voti alti durante le lezioni. I vantaggi erano diversi: il primo era quello di riuscire a ricevere costantemente un suggerimento, qualcosa da annotare che aveva tralasciato durante le lezioni, soprattutto se riguardava la tediosissima Storia della Magia. Il secondo consisteva nel migliorare, almeno indirettamente e solo in parte, l'opinione che molti insegnanti avevano di lui.
 Il problema era che la sua figura riluceva di fama oscura riflessa, grazie al suo santo fratello che alcuni anni prima aveva incredibilmente dato in escandescenza durante gli esami dell'ultimo anno di studi.
 Grazie Edward.
 Era proprio grazie a lui se, almeno per un po', gli insegnanti si erano divertiti a maltrattarlo più o meno vistosamente; Piton era stato il più furibondo di tutti. Il fratello era stato un genio a Pozioni, e l'insegnante aveva già immaginato che sarebbe uscito da Hogwarts con il massimo dei voti. E così sarebbe stato, se durante l'esame finale di Trasfigurazione Edward non avesse insultato pesantemente l'esaminatore, arrivando a scagliargli una maledizione.
 Ancora non aveva idea del motivo che aveva spinto il fratello a comportarsi a quel modo, ma di certo era consapevole che aveva gettato tutto all'aria: Prefetto, Caposcuola, addirittura vincitore del Premio Speciale per i Servigi resi alla Scuola (quali che fossero questi servigi però Marcus non lo ricordava), e aveva spazzato via tutto. Ovviamente col sorriso sulle labbra, senza il minimo rimorso, scaricando su di lui i problemi. A volte Marcus si era detto che gli insegnanti si fossero vendicati del fratello bocciando lui, dal momento che tutto era accaduto nello stesso anno, tuttavia parte di sé riconosceva di aver passato molto più tempo a giocare a Quidditch che a studiare.
 Osservò nuovamente quel maledetto tomo sulle Arti Oscure e la loro Difesa: che non avessero mai avuto un insegnante decente era noto, ma Raptor era forse il peggiore di tutti, pertanto erano costretti, come dicevano loro, a fare da sé; un movimento attrasse la sua attenzione e notò che due persone si erano sedute in un tavolo poco distante dal loro, separate solo da uno scaffale di libri.
 L'interesse del ragazzo si ridestò improvvisamente nel riconoscere in una delle due proprio Victoria; in effetti non passava giorno che non giungesse in biblioteca, ed era anche una delle ragioni per cui lui aveva preso a frequentare l'odiato luogo di studio. Spesso e volentieri sceglieva proprio quel tavolo proprio perché sapeva che da lì poteva osservarla senza essere visto.
 Non se ne vergognava, ma sapeva che a lei avrebbe dato fastidio se l'avesse scoperto; sembrava incapace di pensare che le loro non erano del tutto coincidenze, e gli andava anche bene così per il momento. Dopotutto si limitava a guardarla studiare senza essere invadente, pur desiderando a volte evitare quella sciocca commedia: non gli piaceva più tanto quel gioco di far finta di nulla, ed era altrettanto sicuro di essere in grado di sopportare eventuali voci maligne sul loro conto.
 Distolse lo sguardo riluttante, concentrandosi su quanto Morrison gli stava dicendo a proposito della Trasfigurazione umana, e riportando per iscritto le sue parole. L'amico era uno di quelli a cui avrebbe dato estremamente fastidio scoprire che lui e Victoria si frequentavano; ricordava che l'anno precedente aveva fatto qualche commento positivo su di lei, ma, non appena ne aveva scoperto le origini, non aveva esitato a rinnegare quanto detto. Lui non riusciva a capirlo, ma in fondo gli andava bene così.
 Poi alzò nuovamente lo sguardo e si irrigidì: ovviamente Victoria era con quel perdente di Diggory, quei due sembravano incollati tante erano le volte che si facevano vedere assieme, e Marcus per un momento l'aveva quasi scambiato per Baston. E se ne chiedeva la ragione, in fondo non si somigliavano; forse, si disse mentre scriveva con impeto, era quella continua tensione a logorarlo. Si aspettava sempre di vedere il Grifondoro allungare le mani su ciò che era suo, al punto che lo vedeva anche quando non c'era.
 Assurdo.
 La conversazione avuta con lui alcuni giorni prima, subito dopo l'uscita dall'infermeria, gli aveva chiarito che il rivale non aveva le idee ben chiare su Victoria, pertanto non aveva impiegato molto tempo per minacciarlo. Eppure a modo suo, Oliver gli era stato utile per capire alcune cose. Dannato Grifondoro, non doveva neppure azzardarsi ad avvicinarsi a lei, altrimenti Marcus non sapeva se avrebbe potuto evitare una strage.
 Già l'aveva dimostrato quando alcuni amici dei due gemelli Weasley avevano fatto qualche progetto su di lei: non l'avessero mai fatto, erano stati portati in infermeria ricoperti di letame di Ippogrifo senza che ne comprendessero la ragione.
 "Ascolta Marcus, a te va bene se ci provo con la tua ragazza?" La voce di Morrison arrivò alle orecchie del ragazzo, il quale non collegò immediatamente il significato di ciò che aveva appena sentito; dopo alcuni istanti gratificò l'amico di uno sguardo omicida, avendo finalmente compreso ciò che gli aveva detto. "Adesso ho capito perchè quella ciarlatana della Cooman ha predetto la tua morte." ringhiò Marcus, arrabbiato. L'altro lo guardò incredulo, prima di riprendere a scrivere.
 "Non capisco perché te la prendi tanto, credevo non ti importasse di cosa fa Cecily, ma se proprio ci tieni..." il ragazzo posò la piuma ed osservò Marcus con un sorrisetto divertito. In fondo l'aveva sempre pensato che quei due fossero adatti a stare assieme, ma Flitt non lo considerò più dopo aver sospirato. Per un momento solo aveva creduto... si impose di calmarsi, in fondo se doveva rimanere un segreto tra loro non aveva senso tradirsi a quel modo. "Infatti non mi interessa, in fondo se vuoi diventare un cornuto la strada è quella giusta".
 Marcus si godette l'espressione stravolta degli altri due, e rispose con un ghigno. D'altronde per quanto si lamentasse, pure lui si era divertito alle spalle di quella sciocca presuntuosa, e l'aveva fatto così bene che lei si era convinta di essere insostituibile. Morrison disse qualcosa, ma il ragazzo aveva già la mente concentrata di nuovo su Victoria e non lo ascoltò; qualche giorno prima era comparso l'avviso della penultima gita ad Hogsmeade, e lui aveva deciso di chiederle se voleva accompagnarlo.
 In realtà, pensò adirato il Serpeverde, sarebbe dovuto essere scontato che ci sarebbero andati assieme, tuttavia aveva imparato che quando si trattava di VIctoria, di ovvio non c'era nulla. Per esempio, si disse dopo circa un'ora mentre usciva dalla biblioteca, non avrebbe mai pensato che la ragazza possedesse un temperamento tanto vivace: non era molto alta - più o meno superava appena la sua spalla con la testa quando erano vicini - ed era abbastanza esile, tuttavia aveva un'incredibile propensione alla lite fisica. L'aveva vista prendere a pugni Bletchey, molto più grosso di lei, senza la minima paura e neppure conseguenza, dal momento che il compagno di squadra era bravo solo a parole.
 Proprio in quel momento la ragazza lo superò di corsa, e Marcus notò che assieme a lei c'era una del primo anno che, se non sbagliava, doveva essere l'inseparabile amica di Potter e di quell'altro studente di cui non ricordava il nome. Avrebbe quasi voluto chiamarla, ma cambiò idea: lo aspettava una lezione noiosa con la Cooman, che di recente si divertiva a dirgli in tono lugubre che la sua morte si avvicinava sempre più ed avrebbe avuto le fattezze di qualcosa di oscuro.
 Baggianate, del resto neppure Baston era ancora morto dopo tutte le volte che la donna lo aveva annunciato, perciò era immensamte felice al pensiero di poter lasciar perdere quell'assurda materia dopo gli esami. Certo sarebbe stato molto più interessante, al posto di Divinazione, convincere la ragazza a tenergli compagnia, ma sapeva che la possibilità di una cosa del genere era praticamente nulla.
 Era fin troppo precisa nello studio, e di sicuro avrebbe trovato almeno mille motivazioni utili per non saltare le lezioni; molto più facile era convincerla ad attardarsi dopo gli incontri del Club, oppure se decidevano di incontrarsi poco lontano dal lago.
 Circa due ore dopo rimase sorpreso nel vedere proprio Victoria che lo cercava; lui aveva quasi avuto l'idea di tornare in Sala Comune, ma si bloccò a metà del corridoio dopo aver sentito che lo chiamava. “Potresti tenermi Kaiser per un'oretta? Dovrei andare ad allenarmi e non vorrei che si perdesse per la scuola.” disse Victoria, senza fiato per la corsa.
 Marcus osservò l'animale color prugna che lo guardava. Lo detestava di tutto cuore, soprattutto da quando era diventato praticamente l'ombra di Victoria. In principio gli era pure piaciuto, ma lo kneazle aveva dimostrato di essere geloso e possessivo, e non era raro che spuntasse apparentemente dal nulla per intromettersi graffiandolo, oppure soffiando arrabbiato. A volte gli sembrava quasi che l'animale si credesse il solo proprietario della ragazza.
 “Io dovrei tenere questa bestiaccia piena di pulci?” Marcus non esitò a rispondere in modo sgarbato, ricambiando lo sguardo irato dell'animale, che se ne stava accoccolato in braccio a Victoria. Anzi, pareva che volesse provocarlo con quello sguardo di sfida, come a volergli dire che lui poteva averla per sé ogni volta che voleva.
 “E dai... Un'ora, lo so che in fondo andate d'accordo.” disse Victoria, guardandolo con aria supplichevole. Marcus avrebbe volentieri detto ciò che pensava, ovvero che il suo amato Kaiser era solo un botolo pieno di pulci estremamente viziato, ma si trattenne, limitandosi a borbottare qualcosa di indefinito. Non aveva voglia di trovarselo attorno, lui che non amava particolarmente gli animali, ma se l'avesse fatto di certo avrebbe avuto un motivo più che valido per cercarla nuovamente.
 “Oh si, gli voglio così bene che lo affogherei nel calderone.” dichiarò ironico il ragazzo, guadagnandosi un'occhiataccia da Victoria, che continuava a stringere il peloso animale. All'improvviso la ragazza lasciò balzare a terra Kaiser, il quale comunque non si allontanò, e lasciò scivolare le braccia attorno al collo di Marcus, con un sorriso malizioso. “Ehi, non vale usare questo tipo di armi.“ borbottò il ragazzo, fingendosi indispettito, pur non essendolo per nulla.
 “Oh... comunque se ti interessa stasera avrei un po' di tempo dopo cena... potresti mostrarmi quanto sei bravo a... ehm... a Quidditch...“ Victoria sorrise mielata e il ragazzo avrebbe quasi voluto dirle di no solo per vedere la sua reazione. Allora afferrò l'animale, che cercò di divincolarsi e si rivolse di nuovo a lei. “Ok, ma solo se non fai tardi.”
 

“Potter! Fermati!” L'urlo di battaglia di Oliver Baston era impossibile da ignorare, ma nel prato non c'era anima viva a parte lui, che stava raggiungendo di corsa il suo Cercatore. Era in compagnia del suo migliore amico, ma non gli interessava: anche se fosse stato impegnato in un colloquio con il Ministro della Magia era certo che avrebbe dato la precedenza a ciò che gli doveva dire il suo Capitano. Il Quidditch e la Coppa erano più importanti di tutto il resto.
 Si fermò di fronte all'esile compagno di squadra, e non gli diede neppure il tempo di rispondere. “Ho appena ricevuto la formazione della squadra dei Corvonero.” disse tutto d'un fiato.
 Frederich Steileir gli aveva appena fatto avere la formazione, e lui aveva fatto altrettanto; gli era bastato guardarla per capire che gli avversari non avevano neppure una chance.
 Come immaginava il Cercatore titolare aveva definitivamente abbandonato la squadra, ma lui si era aspettato che fosse la Chang a sostituirlo: dopotutto era bravina, anche se nulla di eccezionale. “Ho saputo chi sarà il Cercatore avversario: la dovresti conoscere di vista, è Victoria Windsor, ha giocato contro i Serpeverde, ma nel ruolo di Portiere. Visto che l'ho allenata io stesso, posso assicurarti che non regge il paragone con te, neppure se si allenasse da ora fino al giorno della partita senza sosta”. Il tono euforico di Oliver era perfettamente percepibile, e non si accorse dell'espressione incerta di Harry e di Ron, che sembravano imbarazzati.
 “Ehm... Oliver... ecco...” Harry cercò di parlare, ma il suo Capitano non gli permise di continuare: già sapeva che cosa avrebbe detto. “Senti, non voglio le tue dimissioni, sei perfettamente in grado di prendere il Boccino davanti al suo naso, perciò pensa solo ad allenarti. Gli esami di fine anno sono una sciocchezza, la partita è più importante.” dichiarò convinto Oliver, mentre si apprestava a mostrare a Harry uno schema complicato di una mossa.
“In ogni caso non hai proprio motivo di preoccuparti: Steileir evidentemente non sa dove sbattere il naso se si avvale addirittura di Victoria... voglio dire, una che ha paura dei Bolidi cosa ci fa in una partita di Quidditch? È chiaro che sono destinati a fare una figura pessima. Un po' mi dispiace, in fondo come Battitore Steileir è bravo, ma tanto meglio per noi”.
 Harry lo guardò e cercò nuovamente di parlare, ma venne sommerso da un torrente di informazioni sul Quidditch e ci rinunciò. “Ah, ma è la tua ragazza allora!” disse Ron, ricordando quella voce che aveva sentito dire: Fred e George non mancavano di prendere in giro Oliver ad ogni momento. Il ragazzo lo osservò come se non riuscisse a credere alle sue orecchie.
 “Scusa? Stai scherzando, vero? Ma ti sembra che io possa perdere tempo con sciocchezze del genere? Con quella poi... comunque dicevamo...” riprese Oliver, ma si accorse, finalmente, che qualcosa non andava. “Si può sapere perchè hai quella faccia, Harry?” Oliver era spazientito: erano almeno dieci minuti che cercava di fargli capire l'importanza della partita, ma sembrava che il ragazzo non lo ascoltasse.
 “Ecco... te lo avrei detto anche prima, ma non mi hai lasciato parlare.” disse il ragazzino a disagio, mentre Ron cercava di non ridere per l'assurdità della situazione. “ È che... è proprio dietro di te, e già da un po'.” rispose Harry, mentre Oliver si chiedeva a cosa si riferisse. Si voltò e rimase completamente di stucco: Victoria lo stava osservando ed aveva un'espressione poco amichevole sul volto. Il ragazzo si sentì sprofondare: aveva appena terminato di riferirsi a lei in termini non proprio entusiastici, ed era quasi convinto che probabilmente lei avesse sentito tutto.
 Proprio in quel momento Victoria si girò per andarsene. Aveva decisamente sentito troppo, e cominciava a capire perché Marcus non sopportasse Oliver; non le davano fastidio i commenti che aveva fatto sul suo modo di giocare, bensì quelli riferiti propro a lei che, sommati al resto, le davano la misura della situazione. Oliver si sentì estremamente colpevole e, del tutto dimentico di quanto voleva continuare a dire ad Harry, decise di seguirla. “No, aspetta, hai capito male... Io non volevo...”
 La ragazza si girò squadrandolo con espressione furente. “Stai scherzando, vero? Ti ho sentito benissimo, non affannarti a negare!” dichiarò, riprendendo poi il cammino. Non sapeva dove andare, ma non voleva ascoltarlo ancora: ne aveva abbastanza di sopportare quelle scuse, che sicuramente non erano neppure sincere, ma Oliver la prese per il braccio.
 “No, d'accordo, ma sai come sono... quando si parla di Quidditch io... beh insomma, non penso sempre a quanto dico.” cercò di spiegare, ma capì subito che era inutile. La ragazza se lo scrollò di dosso come se fosse disgustata e poi si girò ad affrontarlo. “Risparmia il fiato per quella dannata partita, però se fossi in te non mi affretterei a cantare vittoria: non ho nessuna intenzione di lasciartela, e tuo padre è perfettamente d'accordo con il mio pensiero. Ci vediamo in campo”. Dichiarò Victoria allontanandosi: dopotutto non aveva mentito, ed era determinata a dimostrargli che era in grado di sconfiggerlo. A costo di allenarsi fino allo stremo, lui non avrebbe vinto né la partita e neppure la Coppa.
 
Maggio lasciò il posto a giugno, ed il tempo assunse definitivamente le tinte ed i colori dell'estate in arrivo. Gli studenti trascorrevano molto tempo a studiare all'aperto, anche se i più grandi non potevano fare a meno della biblioteca.
 Victoria, in seguito, non seppe spiegarsi in che modo fosse riuscita a conciliare i mille impegni della giornata: lezioni, compiti, studio, incontri del Club di Incantesimi, allenamenti serrati di Quidditch e persino del tempo da dedicare a Marcus. Dopotutto non voleva trascurare nulla, ma non passava giorno che non crollasse distrutta nel proprio letto; la mattina svegliarsi non era mai facile, ma poteva fortunatamente contare su un bioritmo ormai perfettamente collaudato.
 Per quanto determinata a far rimangiare la parola ad Oliver, la ragazza si chiedeva se non avesse peccato di presunzione: Harry era un bravo Cercatore, dove sarebbe riuscita a trovare la forza per sconfiggerlo e soffiargli quella maledetta pallina prima che l'afferrasse lui? Per quanto si allenasse con Frederich e la squadra, Victoria cominciava a credere di essersi imbarcata in una missione suicida.
 Come aveva previsto, Marcus l'aveva ampiamente incoraggiata a non mollare, ma Victoria sapeva che l'altruismo non c'entrava nulla, così come il fatto che si frequentassero: era ovvio che volesse la sconfitta dei Grifondoro, perché in quel caso quasi sicuramente la Coppa sarebbe andata di nuovo a Serpeverde. Tuttavia non ne parlavano mai, Victoria preferiva evitare di pensare a qualunque cosa quando si trovava in sua compagnia.
 Nel frattempo era ovvio che la rivalità tra le Case fosse sempre più forte, ma non da parte dei Corvonero; i Serpeverde non perdevano occasione per giocare qualche tiro mancino ai Grifondoro, che a loro volta ricambiavano. Era estenuante, così disse a Cedric una sera a cena: avevano ormai poco tempo per frequentarsi al di fuori delle lezioni, ma l'amico non se ne lamentava. Tra tutti era l'unico ad incoraggiarla senza doppi fini, e Victoria lo sapeva molto bene.
 La settimana prima della fine della scuola gli esami la tennero occupata, ma se non altro l'ultima volta che posò la piuma fu sollevata nel rendersi conto che almeno per qualche tempo non avrebbe più dovuto studiare. Non aveva neppure idea dell'esito delle prove, le importava solo essere libera da almeno qualche impegno di modo da poter tirare un sospiro di sollievo.
 "A quanto pare stanotte è successo qualcosa di serio." le disse Penelope il giorno prima della partita mentre si vestivano in dormitorio; Victoria la osservò con aria curiosa mentre indossava la divisa della squadra - Frederich l'aveva fatta avvisare che nel giro di mezz'ora si sarebbero dovuti trovare in campo per l'ultimo allenamento - e ascoltò l'amica parlare di qualcosa che aveva a che fare con Raptor, la sua morte e il fatto che Harry Potter avesse fatto l'eroe salvando qualcosa dalle mani di Voldemort.
 Victoria non ci capì nulla, ma si ripromise di chiedere qualche dettaglio in più a Percy dopo gli allenamenti: lui sapeva sempre tutto, era quasi più informato della Gazzetta, si era detta qualche volta Victoria.
 La giornata la trascorse quasi tutta sul campo ad allenarsi, e lasciarono il posto ai Grifondoro solo nel tardo pomeriggio; se non altro, pensò mentre si svestiva prima di andare a dormire, dal giorno successivo avrebbe potuto finalmente appendere la divisa al chiodo e rilassarsi per tutta l'estate, anche se da madama McClan c'era proprio poco tempo per riposarsi. Non aveva avuto il tempo di avvicinare Percy, ma la mattina seguente percepì una certa tensione negli spogliatoi. Frederich pareva preoccupato da qualcosa, e lei si chiedeva se non si fosse pentito dell'assurda decisione di farla giocare.
 Nel frattempo nello spogliatoio dei Grifondoro, Oliver stava osservando con aria compiaciuta la squadra. I gemelli erano già pronti, così come lui e le tre Cacciatrici, e Harry... "Perché Potter non è già qui?"
 Fred e George temevano quella domanda, di sicuro Oliver avrebbe notato l'assenza di Harry e non sapevano che cosa dirgli; allo stesso modo anche Alicia, Katie ed Angelina sembravano diventate mute, mentre Baston si domandava quale sciagura si fosse abbattuta sul suo Cercatore. "Ecco... Ol, Harry è in infermeria, e non potrà giocare." rispose Fred in un attimo di coraggio, ma Oliver pensò di avere sentito male.
 "E allora? Che esca, c'è una partita da vincere!" gracchiò il Capitano, furibondo, mentre si metteva i guanti da Portiere. Gli altri si guardarono, chiedendosi in che modo rivelare a Oliver, possibilmente senza conseguenze, che Harry era impossibilitato a giocare. Tutti erano andati in infermeria a supplicare Madama Chips, ma il compagno non aveva ancora ripreso conoscenza. Era impossibile perciò che potesse scendere in campo in qualche modo.
 Più il silenzio si prolungava, e meno Oliver si sentiva tranquillo. Che problema c'era? Bastava che uscisse dall'infermeria e giocasse... Poi avrebbe potuto tornarci; in quel momento non pensava che forse Harry avesse rischiato davvero tanto per affrontare Raptor.
 "Allora, ci siamo tutti?" Proprio in quel momento il signor Baston, che avrebbe arbitrato l'incontro, entrò seguito da Frederich Steileir. Oliver avrebbe voluto sprofondare. Conosceva le regole, in assenza di un giocatore avrebbe dovuto schierare una riserva, ma lui non l'aveva.
 Perché non ci aveva mai pensato? In quel momento capì che deridere il fatto che Steileir si preoccupasse di avere sempre delle riserve gli si stava ritorcendo contro.
 " Noi...ecco, ci manca il Cercatore, ma... ma abbiamo una riserva". Frederich osservò curioso Oliver: aveva assistito a parte degli allenamenti degli altri, perciò, a meno che lui non avesse allenato una riserva nella loro Sala Comune, sapeva che stava mentendo. Neppure suo padre avrebbe potuto permettergli di giocare senza un membro della squadra, difatti il signor Baston dichiarò di non avere nessun nome di riserva nella lista che gli aveva dato.
 Oliver si sentì morire. Se lui non avesse presentato alcun giocatore, la vittoria sarebbe stata assegnata a tavolino ai Corvonero. E la Coppa ai Serpeverde. Dannato Potter, perché non aveva aspettato prima di fare l'eroe? Cosa c'era di più importante dell'ultima partita della stagione?
 A sorpresa Frederich prese la parola. Non sapeva neppure lui perché lo stesse facendo, forse per solidarietà tra Capitani. "In realtà ricordo che nella formazione che mi hai consegnato, Oliver, avevi qualche riserva... mi ero dimenticato di dirtelo, pensavo che avessi consegnato la stessa lista anche a tuo padre."
 Tutti guardarono Frederich, compreso il signor Baston, che lo sottopose ad uno sguardo incredulo; il ragazzo lo sostenne senza alcuna difficoltà, e Oliver si sentì parzialmente resuscitare. Non si era aspettato un comportamento del genere, che era una piena violazione delle regole, ma era deciso a scendere in campo lo stesso.
 "Ah... in questo caso ti do un'ora in più. Ormai siamo già in ritardo, tu muoviti a chiamare questa riserva se non vuoi perdere." disse Brian Baston, leggermente irritato. Era quasi certo che Steileir avesse mentito, ma i due ragazzi sembrava essere d'accordo, e poi lui non aveva le prove per dimostrare nulla, pertanto avrebbe chiuso un occhio. Solamente uno però.
 Oliver rimase fermo sul posto: più tardi avrebbe ringraziato Frederich per quel gesto, ma in quel momento stava cercando di pensare a chi mai avrebbe potuto reclutare per non perdere la partita. Schizzò fuori dagli spogliatoi, deciso ad ingaggiare il primo Grifondoro bravo a volare che avrebbe incontrato.
 
"Non eri costretto a farlo!" protestò Victoria quando Frederich raccontò alla squadra quanto aveva detto al signor Baston, ma il ragazzo scrollò le spalle. Oliver non aveva molta scelta, e difficilmente avrebbe trovato qualche allenato. "Lo so, ma non ha senso: ci siamo allenati a fondo, ed io non ho nessuna intenzione di chiudere la mia carriera di Capitano con un incontro vinto a tavolino. Voi giocate come sapete, l'importante è lasciare il segno".
Tutti annuirono: l'ora era passata ed erano pronti ad entrare in campo. Victoria vide che erano sette i Grifondoro schierati, e si chiese chi Oliver avesse reclutato, finché non riconobbe Chris McDonald, decisamente nervoso.












nota:

d eccoci con il 18, vi ho offerto un iniziale spazio a Flitt così anche per far trascorrere del tempo senza entrare nei dettagli di ciò che fanno quei due tutti i giorni

vedi di non relegarmi in un angolo, donna nd Flitt

taci u.u

se ricordate bene, Edward Flitt viene nominato qualche capitolo fa ed era il fidanzato del bellissimo Frederich(a proposito, cominciate a sbavare sul disegno di Lady Aquaria che ringrazio di cuore**) e che è un pezzo di merda di proporzioni bibliche lol pertanto ho dato qualche info su di lui, più avanti lo conoscerete, ma non sarà mai tr ai protagonisti u.u

Ho fatto trascorrere il tempo perchè ormai di sto 4 anno non se ne può più lol come vedete Potter ha fatto l'eroe, e per la gioia di Oliver non è in campo lol la Row dice che i Corvonero stracciano i Grifondoro, pertanto avete già un'idea di com'è andata la partita lol

la decisione di Frederich, ovvero di confermare la menzogna di Oliver, è dovuta semplicemente a quello che è scritto, ovvero che vuole concludere degnamente la propria carriera, ma non vincendo a tavolino. Spero non ci siano dubbi in proposito xdd

come noterete, Marcus ha un OTTIMO rapporto con lo kneazle: ovviamente Kaiser sarà invidioso che la sua padrona non coccola solo lui lol ma vabbè u.u ci sentiamo al 19, dove finalmente finirà il 4 anno xdd ciaoo

a proposito, ho scritto una flashfic sulla storia di Sven Dietrich vista dagli occhi della madre: andate e leggete è__é vi lascio qua sotto il link così lo trovate xddd ciaoooo!

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Capitolo 19
*** 19 - Non tutti i mali vengono per nuocere ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd

 



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19 - Non tutti i mali vengono per nuocere



L'ottimismo di Oliver durò circa dieci minuti, durante i quali si era detto che Chris avrebbe sicuramente fatto del suo meglio. Il problema era che l'amico sembrava troppo nervoso, e si era già fatto sfuggire ben due volte il Boccino, che si era messo a danzare davanti al suo naso quasi lo stesse prendendo in giro.
Per contro pareva che i Corvonero fossero improvvisamente agguerriti , e gli stavano creando più problemi del previsto. Difatti, preoccupato per le prestazioni a dir poco imbarazzanti di Chris, si era lasciato distrarre così che gli avversari avevano segnato tre volte in cinque minuti. Fortunatamente, al momento, le sue tre ragazze, come a volte amava chiamare le Cacciatrici, stavano dando motivo di gioia ai tifosi del Grifondoro.
"Ed ecco che per l'ennesima volta Victoria effettua una finta, e Chris... ci casca!" la voce di Lee Jordan risuonava nell'aria gettando nello sconforto i tifosi, già depressi per lo spettacolo deprimente che avevano sotto agli occhi. Del resto Oliver capiva che, dopo aver ammirato le prodezze di Harry, chiunque sarebbe sembrato molto meno interessante, e Chris non era il migliore.
Era il solo decente a volare che si era dichiarato disponibile, e il ragazzo sapeva di non aver alcun diritto di scagliarsi contro di lui. Fortunatamente riuscì a tornare concentrato ed a parare parecchi tiri dei Corvonero, cominciando di nuovo a provare sicurezza. Se si fosse deconcentrato lui, che era il Capitano, che cosa sarebbe accaduto?
Dopo circa mezz'ora tuttavia Oliver si sentì sprofondare: i Corvonero li distanziavano di parecchi punti, anche se la partita non sembrava essere finita. Doveva riconoscere che Frederich stava giocando davvero al meglio, riuscendo a mettere in estrema difficoltà persino Fred e George. Suo padre gli aveva detto che una squadra professionista
, le Vespe di Winbourne, si era messa in contatto con Steileir,  probabilmente per ingaggiarlo, e lui doveva ammettere che sarebbe potuto diventare davvero bravo. Schivò per l'ennesima volta un Bolide, anche se fino all'ultimo aveva temuto di venire colpito: quell'episodio gli ricordò che era lì per vincere, pensare ad altro non aiutava.
"Corvonero allunga il vantaggio sui Grifondoro per 120 a 50, ma tutto può ancora succedere... e... Oh! Il Cercatore dei Corvonero sta inseguendo il Boccino!! Dai Fred, buttala giù dalla scopa!" Lo strillo di Lee Jordan indusse tutti i giocatori a voltarsi verso la ragazza, che effettivamente pareva impegnata in una gara di velocità col vento alla ricerca del Boccino. Oliver rimase per un momento bloccato sul posto, finché non si rivolse a Chris. "Seguila, che cavolo fai?!" strepitò aggressivo, al punto che il ragazzo non esitò a seguire quanto diceva.
Frederich ne approfittò per lanciare proprio verso di lui uno dei Bolidi, sapendo di spianare la strada a Victoria; il Boccino tuttavia, come tutti sapevano, era una pallina molto volubile, pertanto sparì alla vista della sua inseguitrice, che fu costretta a bloccarsi prima di schiantarsi contro uno degli anelli difesi dal Portiere.
La partita riprese, questa volta i Grifondoro sembravano più determinati a non farsi sconfiggere, e difatti Oliver fece alcune parate spettacolari e le Cacciatrici segnarono varie volte. "Vai così!! Ed ecco che il Capitano dei Corvonero è impegnato in una pericolosa azione diversiva assieme a Fred... no, o era George?! Ah ecco, entrambi! Dai ragazzi, fatevi valere!"
Victoria osservò la scena: effettivamente Frederich era riuscito ad intrufolarsi tra i gemelli per impedir loro di colpire un Bolide, ma la ragazza captò qualcosa di strano. Probabilmente il Battitore non era riuscito a vedere bene a causa del sole negli occhi e aveva colpito qualcosa. Forse il manico della scopa di uno dei gemelli. D'un tratto Oliver si chiese come mai Fred avesse afferrato per un braccio Frederich ed era atterrato con lui.
Solo un istante dopo si rese conto che era accaduto qualcosa. "A quanto pare il Capitano dei Corvonero è... oh santo Godric, perde sangue da un occhio!" strillò Lee nel megafono, e immediatamente i Corvonero persero interesse nella partita.
L'arbitrò sospese immediatamente lo scontro, poi atterrò vicino a Steileir, che era disteso a terra e si teneva la mano sull'occhio sinistro. "Non so cos'è successo, l'ho visto solo scivolare dalla scopa." dichiarò Fred, senza accorgersi che nessuno lo stava ascoltando. Il signor Baston aveva seguito tutta la scena, e sapeva che non c'era stato alcun fallo, ma la situazione era poco piacevole. Tutti i Corvonero atterrarono, e anche i Grifondoro scesero dalle scope.
"Madama Chips, lo porti in infermeria all'istante. Quanto alla partita, c'è una riserva che possa prendere il suo posto?" chiese l'uomo, rivolgendosi ai Corvonero. Lui aveva un nome sulla lista, ma riteneva improbabile che potesse giocare. Roger Davies fece cenno di no con la testa: il solo che avrebbe potuto prendere il posto di Steileir, August Richmond, era anche lui in infermeria.
Victoria non disse niente mentre teneva la scopa in mano; sembrava assurdo dover interrompere la partita dopo che era stato fatto tanto per giocarla, proprio dallo stesso Frederich che aveva persino accettato di mentire. Certo non intendeva dire che preferiva continuare, in fondo un colpo all'occhio non era da sottovalutare, ma si sentiva ugualmente strana. Se avessero seguito le regole, certamente la vittoria sarebbe andata ai Grifondoro, così come la Coppa, e qualunque speranza di mantenere alto il nome della Casata sarebbe svanito.
"Dunque, il punto è questo." esordì il signor Baston dopo alcuni minuti, mentre ricontrollava le formazioni ricevute, "In mancanza di un giocatore ci sono solo due soluzioni: una sarebbe quella di inserire una riserva, ma voi non l'avete, mentre l'altra è la sconfitta." dichiarò in tono solenne l'uomo, osservando tutti i ragazzi presenti. In un altro momento Oliver avrebbe saltato dalla gioia, ma in quel caso sentiva di non poterlo né volerlo fare.
"Altrimenti i Capitani potrebbero accordarsi diversamente." continuò il signor Baston, osservando la squadra dei Corvonero che pareva profondamente delusa. "Sì, ma il problema è che il Capitano è in infermeria." sbottò Roger Davies arrabiato, mentre i compagni annuivano. "Lo so, ma in questo caso l'autorità per decidere spetta al suo vice. Naturalmente la decisione va presa assieme al Capitano avversario, solo lui può decidere se accettare o meno che giochiate in sei." precisò il signor Baston, ben consapevole che il figlio non avrebbe voluto lasciarsi scappare un'occasione del genere. Quanto a lui avrebbe seguito solo quanto avrebbero deciso i giocatori, che parevano incerti.
"Non abbiamo neppure quello!" ribadì Roger, la voce sempre più cupa. Non ne avevano mai avuto bisogno, erano sempre stati pronti a credere in Frederich disponibile in campo, e difatti fino a quel momento il problema non si era mai presentato. "Invece sì, ho preteso da entrambi i Capitani che segnassero un sostituto." dichiarò il signor Baston, ricordando la scena esilarante dei due ragazzi che cercavano di pensare a chi potesse eventualmente sostituirli in un caso come quello. Come al solito Oliver era quello che ci aveva impiegato più tempo, l'altro era stato molto più veloce.
Victoria e gli altri compagni di squadra si guardarono, ma lui si limitò semplicemente ad appellare il foglio con sopra scritto e lo mostrò agli interessati; la ragazza per poco non ebbe un colpo nel vedere il proprio nome scritto nella grafia sottile ed irregolare di Frederich, mentre notò che a sostituire eventualmente Oliver sarebbe stata Angelina.
"Vi do cinque minuti per decidere cosa volete fare." disse il signor Baston indicando Oliver a Victoria, prima di allontanarsi dal gruppo di studenti. Presto si sarebbe avvicinata l'ora di pranzo, e non aveva nessuna intenzione di saltarlo.

"Ed ecco che la partita riprende, a ricoprire il difficile ruolo di Capitano è la Cecatrice, una ragazza piuttosto attraen... SI PROFESSORESSA, non posso neanche fare una battuta!" strillò Lee nel megafono, mentre Victoria sentì sciogliere la tensione a quella battuta. Osservava il campo in cerca anche di un minimo indizio su dove trovare il Boccino, ansiosa più che mai di concludere la partita.
In effetti Frederich l'aveva scherzosamente minacciata di farle fare il Capitano, ma aveva creduto che fossero solamente parole dette per intimorirla. Inaspettatamente gli altri componenti della squadra non sembravano arrabbiati per la scelta di Frederich, al contrario avevano espresso soddisfazione. Victoria aveva deciso di continuare a giocare solo perché sapeva quanto il ragazzo tenesse alla partita, e lo dimostrava il fatto che avesse deciso di passar sopra al fatto che Oliver si fosse inventato una riserva dal nulla.
In fondo Victoria poteva capire le motivazioni che l'avevano animato: semplice desiderio di giocare, non di vincere, ma solo di dimostrare che anche loro Corvonero erano qualcuno. Forse, si disse mentre schivava un Bolide apparso quasi dal nulla, aveva scelto lei per quello: conosceva, come gli altri, tutti gli schemi di gioco, e si era allenata per ore. La differenza stava nel fatto che voleva, più degli altri, dimostrare qualcosa.
Un po' azzardato, ma avrebbe fatto del suo meglio per non venire meno alle sue aspettative.
"A quanto pare i Corvonero sono tornati in possesso della loro carica, ora la partita la conducono loro con largo vantaggio." Lee pareva un po' depresso, ma non perdeva la propria grinta nel commentare; Victoria notò che Oliver era tornato ad essere più discontinuo, e Chris stesso era così agitato da farsi condurre continuamente in azioni diversive.
Tutto sommato la ragazza ci provava gusto nel metterlo in difficoltà, anche se doveva continuamente guardarsi le spalle dai Bolidi. Fred e George la prendevano continuamente di mira, e lei cercava ogni volta di non farsi disarcionare. Non sentiva neppure più il rumore dei tifosi sugli spalti tanto era concentrata.
E poi lo vide. "Ed ecco che Victoria sfreccia senza paura , almeno credo visto che da qui non posso vedere l'espressione che ha in faccia, dietro a... sì, POTREBBE essere proprio il Boccino d'oro! Dai George, fermala!" Lee urlò in maniera assordante nel megafono, ma il Battitore Grifondoro rinunciò all'ultimo momento a colpire la ragazza. Avrebbe potuto farlo e poi dire di aver creduto che fosse un Bolide, ma si limitò a cercare di ostacolarla, rischiando quindi uno scontro fontale dribblato all'ultimo momento. Victoria, che teneva il braccio teso percependo quasi le ali della pallina vibrare tanto le era vicina, non si accorse del Bolide che la colpì con violenza sul volto, facendole perdere l'equilibrio.
"Accidenti, che volo! Il Bolide colpisce in pieno Victoria, ma casualmente Baston si trovava proprio sotto di lei neanche fosse un salvagente, perciò entrambi precipitano a terra!" Lee si interrupe un momento per osservare la scena.
Victoria sentiva un cocente dolore al braccio, piegato in maniera innaturale mentre l'altro era schiacciato involontariamente dal proprio corpo. Si sentì tirare in piedi da un paio di mani robuste, e si rese conto che Oliver doveva essere riuscito a rimettersi in piedi prima di lei. "Tutto bene?" La voce del ragazzo pareva preoccupata, ma lei non ci badò e fece meccanicamente segno di sì con la testa. Aveva i brividi lungo il corpo, in che modo sarebbe riuscita a tornare sulla scopa e a giocare?
In quel momento un fischio risuonò nell'aria. "... a quanto pare nell'impeto dell'azione non se ne era accorto nessuno, ma il nostro imparziale arbitro ha la vista acuta! Avremmo preferito che gli mancasse qualche diottria." La voce di Lee suonò straordinariamente depressa, e Victoria vide l'occhiata sconvolta di Oliver: solo in quel momento si rese conto che tra le dita sanguinanti teneva proprio il Boccino.
"Corvonero vince l'incontro per 350 a 130 e si piazza in seconda posizione nella classifica della Coppa del Quidditch, dietro agli odios... bravi Serpeverde!" Ma, prima che Lee potesse finire di parlare, la ragazza aveva già lasciato il campo, arrabbiata. Tutto sommato non si sentiva vittoriosa, e preferiva non esporsi ai futuri insulti di Oliver non appena il ragazzo avesse realizzato appieno di aver perso per l'ennesima volta, né voleva unirsi alla festa. Quella era dei Serpeverde, come sempre.

"Vai in infermeria, Vic, il braccio ti farà sicuramente male!" Penelope aveva terminato di praticare un incantesimo di guarigione sulle dita della ragazza, ed era divertita dalla reticenza con cui si ostinava a non presentarsi da madama Chips. Victoria scrollò la testa, osservando il braccio fasciato al collo. Certo che le faceva male, ma non aveva nessuna intenzione di farsi vedere dall'infermiera. "Non è il caso, si aggiusterà, e poi madama Chips deve occuparsi di Frederich." ribadì Victoria, ricordando con un brivido il sangue che scendeva dall'occhio. Di certo era molto più urgente di un semplice braccio rotto. E come sempre era colpa del Quidditch, pensò la ragazza con rabbia.
"Frederich? Ah non lo sai, ovviamente nessuno te l'ha riferito... L'hanno portato al San Mungo, ho saputo che il professor Vitious l'ha accompagnato un'ora fa." Penelope si sedette sulla poltrona, mentre Victoria sgranava gli occhi. La ragazza annuì. "Del resto c'era da aspettarselo, una ferita all'occhio può diventare preoccupante e ho sentito dire dal professor Baston che, probabilmente, se la scopa fosse stata appuntita, avrebbe potuto lesionare irrimediabilmente la cornea. Sicuramente sapremo qualcosa di più nei prossimi giorni, anche se hanno escluso che gli effetti della ferita possano essere permanenti."
Penelope finì di parlare mentre l'amica annuiva nuovamente: sperava non fosse nulla di grave, neppure al proprio nemico avrebbe augurato di perdere parte della vista."A proposito, Percy mi ha detto che Oliver ti stava cercando prima." riprese la ragazza, per nulla sorpresa dall'espressione avvilita di Victoria.
"Se mi dovesse capitare di incontrarlo gli chiederò cosa vuole, anche se non fatico ad immaginarlo." Victoria borbottò bruscamente quelle parole: già immaginava la scenata che Oliver l'avrebbe costretta ad ascoltare, e non ne aveva voglia. Il fatto che Harry non avesse giocato l'aveva gettata nel panico, poiché, nonostante le parole incoraggianti di Frederich, lei non aveva mai sperato di afferrare davvero il Boccino prima di lui. Invece, guardandolo sfrecciare per la Sala Comune, ci era riuscita. E per questo avrebbe pagato, ne era sicura.
Penelope sorrise. " Non è detto che sia quello che pensi, in fondo ho saputo da George che ha detto che hai effettuato una buona presa. Sai quanto gli sarà costato dirlo." e, mentre parlava, la ragazza scoppiò a ridere. L'intera Casata dei Corvonero era in festa, ma si trattava di una gioia amara dal momento che, comunque, la Coppa l'avevano vinta i Serpeverde come l'anno precedente. La sola cosa che faceva piacere a tutti era essere riusciti a superare i Grifondoro in classifica, e lei sapeva che i membri della squadra avrebbero voluto che Victoria continuasse a giocare.
Lei invece aveva già ribadito che dall'anno successivo il Quidditch l'avrebbe seguito dagli spalti: se aveva giocato in fondo era stato solo perché Frederich aveva tanto insistito, e anche perché voleva far rimangiare a Oliver tutto quello che gli aveva sentito dire. Victoria si era comunque resa conto di quanto profondamente odiasse quel gioco: era perfettamente in accordo con Hermione Granger, la quale sosteneva che il Quidditch creasse troppa conflittualità tra le Case, e scatenasse liti per nulla.
"Sì, immagino, ma non mi importa molto. Anzi, sai che ti dico? Vado a cercarlo così mi levo il pensiero." Victoria balzò in piedi, incurante del fatto che Kaiser se ne stesse beatamente acciambellato sulle sue ginocchia. Penelope la osservò mentre usciva dalla Sala Comune e sorrise. Percy le aveva raccontato di aver visto Victoria assieme a Marcus Flitt un paio di volte in atteggiamenti equivoci, così almeno aveva riferito. Probabilmente voleva semplicemente dire che li aveva visti baciarsi o qualcosa del genere, Penelope sapeva che il ragazzo tendeva sempre ad esagerare, forse perché era rimasto colpito da quella strana coppia. Lei, invece, aveva già avuto il sospetto che da tempo l'amica non fosse più così fissata con Oliver, e la cosa le faceva molto piacere: quel ragazzo aveva decisamente la testa troppo tra le nuvole, e qualcuno aveva addirittura malignato che durante i G.U.F.O. avesse cercato di infilare il suo argomento preferito in qualunque risposta.
"Vieni qui, tesoro, ti va un giretto in cucina?" Penelope si rivolse a Kaiser, che miagolò soddisfatto prima di farsi prendere in braccio.

"Ok Fred, dì ad Oliver che se non esce nel giro di... cinque minuti, lo vado a prendere sotto la doccia così com'è." Il ragazzo scoppiò a ridere, immaginando la scena in cui Victoria avrebbe preso per il collo Oliver, impedendogli di annegarsi e trascinandolo fuori tra urla isteriche ed imbarazzi.
La ragazza si sedette su una panchina fuori degli spogliatoi: aveva già incrociato i Serpeverde festanti, ma li aveva abilmente evitati. Mentre veniva lì si era anche imbattuta nella professoressa McGranitt, la quale aveva insistito per curarle il braccio; ora era perfettamente a posto, anche se non riusciva a dimenticare l'aria avvilita dell'insegnante. Di certo Piton, rifletté la ragazza, doveva aver sorriso trionfante quando aveva avuto tra le mani la Coppa: fortunatamente, pensò Victoria, si era risparmiata uno spettacolo del genere.
Esattamente meno di tre minuti dopo, comparve Oliver, con già indosso la divisa, anche se stava ancora lottando con la cravatta e pareva indispettito. "Oh, pensavo alla fine fossi riuscito ad affogarti." lo prese in giro la ragazza: forse Oliver aveva davvero preso seriamente la sua minaccia.
Oliver non gradì quel commento, ma non replicò, tentando di lottare contro quella stupida cravatta che ogni giorno lo infastidiva. E Percy non era neppure lì ad aiutarlo. "Bella partita, volevo dirtelo prima, ma sei sparita subito." Il tono del ragazzo era a metà tra il rigido e il sofferente: evitò di dire che se anche lei non se ne fosse andata dal campo, sarebbe stato lui a farlo per primo. Era terribile pensare di essere stato vicinissimo alla vittoria, e di aver poi perso in quel modo così umiliante.
"Ho avuto solo fortuna." rispose Victoria, consapevole che, se avesse agito con la ragione, non si sarebbe mai gettata in mezzo alla mischia pur di afferrare quella pallina. Aveva agito istintivamente, e faticava ancora a crederlo. "In più senza Harry era quasi scontato che lo prendessi io, senza offesa per la tua scelta."
Oliver annuì. Infatti la sua preoccupazione era stata quella, e non era neppure riuscito ad avercela con Chris. In fondo lo aveva aiutato, anche se certamente avrebbe fatto più bella figura se fosse rimasto fermo. Osservò la ragazza chiedendosi se fosse ancora arrabbiata con lui, e decise che era il caso di parlarle. Dopotutto era per quello che aveva voluto parlarle.
"In ogni caso non era per la partita che ti ho cercato. Volevo solo scusarmi per quello che ho detto qual
che settimana fa." Oliver lo ricordava bene, così come gli era tornato in mente che lei non ne aveva voluto sentir scuse; del resto sapeva di possedere la finezza di un Ippogrifo coi piedi piatti, Percy glielo ripeteva in continuazione, ma non aveva mai avuto veramente intenzione di offenderla.
Poi ci si era messo anche Marcus Flitt che aveva lasciato cadere allusioni strane e che lui non aveva capito, perciò rimase sorpreso nel vedere che Victoria scrollava la testa. "Lascia stare, lo so che non volevi. Adesso che finalmente quella dannata partita è finita ho capito che non avrei dovuto giocarla. Queste sono cose per chi ama follemente il Quidditch, io ho voluto solo fare un favore a Frederich e..."
La ragazza tacque. Non sapeva cos'altro aggiungere senza offenderlo, ma pareva che Oliver non avesse equivocato le sue parole. In fondo era lì per quello, mettere la parola fine a quell'assurda ed inutile competizione che nelle ultime settimane l'aveva fatta quasi impazzire; per quanto sapeva che Marcus si sarebbe arrabbiato se avesse saputo che stava parlando da sola con Oliver, non vedeva la ragione per cui non farlo.
"In realtà volevo anche parlarti di un'altra cosa, diciamo che è quasi tutto l'anno che mi chiedo se... però faccio una sciocchezza dietro l'altra, e non riesco mai a... è che Percy mesi fa mi ha detto una cosa che ti riguardava, e..." il ragazzo si bloccò, sentendosi profondamente stupido. Come faceva a spiegare ciò che aveva in mente senza essere frainteso? Victoria alzò su di lui lo sguardo e capì cosa intendeva: in effetti non ne avevano mai parlato, c'era sempre stato qualcosa o qualcuno ad interromperli.
Victoria sospirò piano. "Si, so cosa ti ha detto, e quando l'ho scoperto... Non importa, in ogni caso non hai nulla di cui preoccuparti, è già passato tutto." Alla ragaza sembrò quasi crudele dire una cosa del genere, ma già da tempo si era resa conto che sia Lucy che Frederich avevano avuto ragione: con il tempo le era sembrato che il dolore fosse meno cocente, e quasi non aveva risentito di quell'improvviso cambio di rotta dei sentimenti. Oliver la osservò sconvolto, ma non tanto per quello che sentiva in quel momento, quanto piuttosto per il fatto che implicitamente gli avesse confermato quanto lui aveva sempre voluto negare.
Prese posto anche lui su quella panchina, ma per molto tempo nessuno dei due disse nulla: il ragazzo si sentiva a disagio perché sapeva di aver commesso molte gaffe senza neppure immaginare che forse avrebbe potuto ferirla. "Devo ammettere che non me ne sono mai reso conto, mi dispiace se ti ho offesa a parlare solo di Quidditch."
Victoria rise apertamente, sentendo la tensione svanire. Ricordava molto bene negli anni precedenti, le innumerevoli volte in cui l'aveva ascoltato parlare di quello sport, nella speranza di poter essere notata, ma in quel momento capì che non era importante. Sorrise. "Non è certo colpa tua, forse avrei dovuto ascoltare Percy quando mi diceva di parlarti apertamente invece di continuare a fare l'idiota. Ad ogni modo non importa, e poi non hai proprio bisogno di sentirti in colpa dato che è già da un po' che ho un ragazzo."
Oliver la osservò con aria sorpresa: tra le tante cose che si aspettava, quella era proprio l'ultima, anche perché non riusciva ad immaginare di chi si trattasse, finché... A Victoria sembrò curioso che all'altro si illuminassero gli occhi.
"Lo sapevo! Ecco perchè hai accettato di giocare a Quidditch!" disse Oliver esaltato dalla consapevolezza che gli aveva appena attraversato il cervello, mentre la ragazza lo guardava incuriosito. Di certo non l'aveva fatto per Marcus, anzi sarebbe stato proprio l'ultimo motivo per cui fare una cosa del genere. "In effetti vi vedo molto bene assieme, appena Steileir torna gli stringerò personalmente la mano per fargli i complimenti." dichiarò Oliver, come se stesse già immaginando il momento, e Victoria scoppiò a ridere. Non aveva potuto evitarlo, tanto che fu costretta ad alzarsi e ad appoggiarsi al muro.
"Questa è davvero bella, Ol, io e Frederich... sai, potrei quasi farci un pensiero se non fosse..." la ragazza si interrupe, scrollando la chioma. Aveva quasi rivelato il segreto dell'amico, e una cosa del genere non sarebbe dovuta accadere. "No, direi proprio che hai sbagliato perché io frequento il tuo amatissimo Flitt."
A quelle parole per poco Oliver non si strozzò, dato che stava ancora tentando di mettersi bene la cravatta, e la guardò come se non potesse credere a quanto appena udito. Victoria si godette l'espressione sconvolta di Oliver prima di allontanarsi verso il castello. Dopotutto avevano già detto tutto quanto necessario, perciò era il caso di tornare dentro ed iniziare i bagagli: anche quell'anno era finalmente terminato.

Il banchetto di fine anno aveva riservato una sorpresa molto gradita ai Grifondoro, e Victoria era riuscita finalmente a farsi raccontare ciò che era accaduto. La morte del professor Raptor le parve quindi meritata, anche se aveva gettato lo scompiglio nell'orario dell'ultima settimana di lezione. Maggie le aveva anche detto di aver incontrato il capo degli Auror mentre parlava con Silente, e l'amica aveva cominciato a decantarne le lodi lasciandola sconvolta.
"Ma non ti piaceva Ced?" indagò Victoria, mentre per quell'anno uscivano per l'ultima volta dalla Torre. Era già un po' stufa di sentire l'amica parlare di quello Sven Dietrich, soprattutto perché non riusciva proprio a capire come potesse farsi piacere qualcuno con cui non aveva mai parlato. Lei aveva una vaga idea di chi fosse dal momento che leggeva la Gazzetta del Profeta, ma riteneva che Maggie fosse la solita esaltata. Le bastava vedere una persona di bell'aspetto per sentire la marcia nuziale, e lei lo trovava un po' estenuante.
"No, lui non è così affascinante, e poi è ancora un bamboccio." dichiarò la ragazza, e Victoria era stata sul punto di dire che probabilmente anche lei sarebbe stata giudicata allo stesso modo da quell'uomo. Tuttavia fu sollevata al pensiero che l'amica non avrebbe fatto con lei il viaggio in treno.
Frederich era tornato dal San Mungo proprio quella mattina, del tutto ristabilito, e aveva deciso che si sarebbe seduta assieme a lui. Sembrava un po' strana l'idea che da settembre non avrebbe più frequentato Hogwarts, ed un po' l'invidiava dato che anche lei avrebbe voluto terminare al più presto. "Fammi capire, tu e Marcus avete litigato per l'ennesima volta, dico bene?" Frederich le chiese quando il treno era già partito e Hogsmeade solo un ricordo oltre le montagne. Victoria annuì, ma non entrò nel dettaglio, e il ragazzo soffocò una risata: quei due erano peggio di cane e gatto, e probabilmente passavano il loro tempo a litigare per poi riappacificarsi. Li aveva già notati, ed era dell'idea che anche quella lite non avrebbe avuto una soluzione diversa.
"Già, ma non importa, raccontami piuttosto perché hai rifiutato quella proposta." Victoria aveva sentito dire che al ragazzo fosse arrivata una proposta di ingaggio da parte di una squadra di Quidditch, ed aveva destato molto scalpore il fatto che l'avesse rifiutata. Oliver aveva quasi pianto all'idea che qualcuno potesse scegliere di dare una risposta negativa. Lei era convinta che l'avesse fatto per via dell'infortunio all'occhio, ma lui scrollò la testa.
Di ritorno dal San Mungo aveva detto che aveva preso solo una brutta botta e che nulla di grave sarebbe accaduto, però lei era convinta che questa fosse la ragione principale del rifiuto.
"In tutta sincerità non credo che faccia per me continuare a giocare a Quidditch. Mi andava bene a scuola, ma credo che mi annoierei a morte se dovessi pensare di trascorrere tutta la mia vita a colpire dei Bolidi." Frederich lo disse con aria convinta: fin da bambino aveva l'impressione di voler fare qualcosa di più, il Quidditch non gli poteva dare ciò che voleva, non del tutto. "In parte è anche per l'occhio, ma non per ciò che pensano tutti: probabilmente è vero che dovrei stare molto attento, ma sono guarito del tutto. No, semplicemente voglio fare qualcos'altro. Dal momento che ho ottenuto i voti necessari, farò domanda per diventare avvocato al Ministero."
C'era una nota di orgoglio nella voce di Frederich, e Victoria sorrise: lui aveva ottenuto tutti Eccezionale nei M.A.G.O. che erano stati esposti proprio quella mattina, assieme ai voti degli altri studenti a parte quelli del quinto anno. Non era da tutti, e solo un ragazzo di Serpeverde aveva raggiunto quasi lo stesso risultato di Frederich, con la differenza che aveva preso O in Divinazione.
"Bene, così quando dovrò denunciare Flitt saprò a chi rivolgermi!" sghignazzò Victoria, mentre Kaiser si divertiva ad annusare l'aria e a cercare di arrampicarsi sul finestrino. Poi il viaggio continuò, così come le chiacchiere tra i due, a cui si unirono anche altri come Penelope, Cedric, Percy e Oliver che, come immaginò Victoria, non disse neppure una parola sul Quidditch, limitandosi solo a dire che l'anno successivo avrebbe cancellato la faccia di Flitt dal campo.
"Maschi, non cambiano proprio mai!" sospirò Penelope mentre scendevano dal treno a King's Cross. Erano tra le ultime, e Victoria notò che anche Marcus pareva essersi attardato, proprio lui che di solito era sempre il primo a scendere. "Forse aspetta te." le disse l'amica con un sorrisetto ironico, e Victoria si limitò ad annuire, anche se avrebbe voluto dirle di farsi i fatti suoi.
"Divertita con quello sfigato di Oliver?" le sibilò il ragazzo quando lei si avvicinò, ma Victoria non si arrabbiò. In fondo sapeva che era solo geloso, e non poteva certo cambiarlo. "No, avrei preferito che ci fossi tu, ma come al solito dovevi fare il Serpeverde borioso." Victoria sorrise innocentemente, sapendo che la tensione era ormai sul punto di svanire. Era sempre così: litigavano furiosamente, ma altrettanto in fretta facevano pace. Marcus avrebbe voluto protestare sentendosi preso sottobraccio dalla ragazza, ma la lasciò fare mentre si dirigevano verso la barriera che riportava nella Londra babbana. Non si arrabbiò neppure quando Victoria lo prese in giro, facendogli notare che si era gonfiato come un tacchino.
"E lei chi è?" Una ragazzina dall'aspetto piuttosto disordinato si era piantata a braccia incrociate davanti a loro, e Victoria si chiese chi fosse. Difficile pensare che fosse un'eventuale ex di Marcus dato che era fin troppo giovane: portava due codini e aveva parecchi brufoli sul volto. "Fatti gli affari tuoi, mostriciattolo. Piuttosto Debbie, che ci fai qui? Pensavo fossi a casa a prendere a calci il cane." disse Marcus in tono aggressivo, tanto che la ragazzina si mise a strillare.
Victoria capì immediatamente che quella doveva essere la sorella di Marcus, e si chiese come mai una bambina della sua età fosse da sola, finché non vide il giovane con cui era accompagnata. Era cambiato molto rispetto alla foto che aveva visto di lui, ma la ragazza capì di avere davanti il famoso Edward che tanto aveva terrorizzato Frederich.
Marcus non pareva particoalrmente felice di vederli, e si limitò a salutarli freddamente. Victoria aveva preso in braccio Kaiser e stava pensando ad un modo pe dileguarsi in fretta; non faticava a capire perché Frederich fosse rimasto affascinato da Edward.
E neanche perché il ragazzo fosse scomparso tanto in fretta oltre la barriera, si disse non vedendolo in giro. "Beh... ci vediamo, ciao Marcus!" disse in fretta la ragazza allontanandosi perché si era resa conto che lo sguardo magnetico di Edward l'aveva catturata e si sentiva quasi impigliata in una rete da cui era difficile uscire.
Raggiunse Cedric che la stava cercando da alcuni minuti, e si allontanò con lui e i Diggory, ma non poté fare a meno di rendersi conto che quello sguardo aveva continuato a seguirla. Forse si era sbagliata, anzi, sicuramente era andata così. 












nota:

Ed ecco anche il 19 u.u sempre grazie ad Enide per il betaggio xddd come vedete la partita l'ho descritta un po', e per la gioia del nostro Oliver, i Grifi hanno perso XDDD
l'infortunio a Frederich era voluto, nel senso che non può farsi male sempre e solo Vic xddd certo che quando atterra su Baston*rotola via*
i due si sono chiariti, ed era anche ora, ed ora vissero tutti felici e contenti... beh mica tanto lol lei e Marcus litigano un giorno si e l'altro pure xddd ma non sono coccolosi?*_____*
fa la sua comparsa Edward Flitt, e come vedete è già un personaggio curioso. C'è pure Deborah, la sorella dei due, che vi avviso entrerà ad Hogwarts all'inizio del prossimo anno u.u
nel 20 troverete l'estate e... no, non vi dico NULLA xdd grazie a tutti quelli che commentano/leggono/prefericono/seguono/ricordano ecc... vi amo*___* ciaooooo

 


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Capitolo 20
*** 20 - Qualcosa da non ricordare ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
e auguri a Blankette <3 andate a leggere le sue storie perchè meritano u.u





Immagine allo specchio


20 - Qualcosa da non ricordare



Le prime settimane trascorsero tranquille, e Victoria assaporò appieno il fatto di non doversi più preoccupare delle lezioni e dei compiti. Naturalmente gli insegnanti avevano assegnato delle ricerche e dei temi da scrivere, ma la ragazza li aveva svolti immediatamente.
 Già, mentre tutti festeggiavano la vittoria a Quidditch, lei era rimasta in biblioteca: non aveva nessuna intenzione di rovinarsi le vacanze, pertanto le restavano da scrivere solo un paio di temi di Trasfigurazione e di Divinazione. Piton aveva chiesto loro la bellezza di sei temi, e l'aiuto della biblioteca era risultato fondamentale per Victoria.
 Aveva parlato con Penelope prima della fine dell'anno, e la ragazza le aveva detto che il quinto anno sarebbe stato fondamentale per il suo futuro: dal momento che desiderava comunque seguire Pozioni durante gli ultimi anni di scuola, Penelope l'aveva informata che Piton pretendeva non meno di Eccezionale nel G.U.F.O. e Victoria aveva improvvisamente capito che il suo 8- non era ciò che l'insegnante si aspettava da chi voleva eccellere.
 L'amica era riuscita ad ottenere il suo Eccezionale, e persino Percy aveva avuto il massimo in tutte le materie. Victoria non voleva essere da meno, ma il senso di competizione non c'entrava. Dal momento che ancora non aveva le idee chiare sul proprio futuro, non voleva precludersi alcuna strada. Quell'anno aveva anche deciso di rimanere dai Diggory, pur facendosi accompagnare ogni mattina al lavoro; da Madama McClan c'era una relativa calma, anche se lei sapeva che il massimo del lavoro sarebbe arrivato nel mese di agosto.
 Alcune volte si era anche incontrata con Marcus, che era venuto appositamente da casa, anche se gli unici momenti disponibili per vedersi erano quelli dell'ora di pausa a pranzo; un paio di volte avevano raggiunto la Londra babbana, anche se Victoria preferiva andarci da sola. Era chiaro che Marcus non era proprio la persona in grado di confondersi tra le persone non magiche, e spesso si girava nervosamente come se avesse avuto il timore di essere aggredito. Questo avveniva solamente quando Victoria riusciva a convincere il signor Diggory che andava a trovare alcune amiche: di solito si avvaleva dell'aiuto di Penelope, che abitava a Londra.
 In quelle sette settimane, Victoria non si era resa conto che una figura nell'ombra al Paiolo continuava ad osservarla, senza farsi mai notare. Non la seguiva, ma aveva ormai imparato le abitudini della ragazza: seduto in un angolo, con davanti sempre un calice riempito con un liquido dorato, si limitava ad osservare.
 "Che cosa ci fai qui?" disse Marcus proprio a quella figura, un giorno che era entrato al Paiolo Magico per attendere che Victoria tornasse a Diagon Alley, da madama McClan; l'altro sorrise ironicamente, senza neppure un'ombra di disagio o di pentimento sul volto. "Qualcosa da nascondere, fratellino?" gli chiese Edward andando dritto al sodo. Naturalmente a suo fratello non era neppure passato per la mente che lui fosse lì per capire che genere di persona fosse quella ragazza. Di solito a Marcus non importava molto delle proprie conquiste, ed era lo strano modo in cui si era comportato fino a quel momento a convincere Edward che ci fosse qualcosa di strano. Marcus non parlava di lei e cambiava sempre argomento se qualcuno gli chiedeva qualcosa, così lui aveva deciso di controllare coi propri occhi.
 "Non cambiare argomento, non dovresti essere al Ministero?" Marcus era arrabbiato perché si sentiva controllato, ed era una situazione che lo rendeva nervoso. "No, sto aspettando papà e mamma: lo sai che oggi Debbie deve venire a fare gli acquisti per Hogwarts, e tu non hai voluto accompagnarli." Edward calcò bene sulle parole, e vide che il fratello aveva avuto se non altro il buon gusto di vergognarsi, anche se lui non aveva detto tutta la verità. Si era limitato ad omettere alcune informazioni.
 "In ogni caso sei strano: quella ragazza è la tua ultima preda, dico bene?" chiese Edward, indicando con un cenno del capo il muro oltre il quale era comparsa Victoria, sicuramente di ritorno nella acciottolata via di Diagon Alley . Non attese una risposta, appoggiando con delicatezza il calice sul tavolo. "Non azzardarti a mentirmi, sai che ti scoprirei. Comunque la scelta non è male, anche se mi chiedevo come mai non ce l'avessi ancora presentata. Se ben ricordo, con Cecily non ti facevi alcun problema a portarla a casa, dico bene?" E sottolineò bene quella domanda, sorridendo innocentemente. Suo fratello non aveva mai davvero avuto problemi di quel genere, pertanto lui aveva trovato curioso quel comportamento.
 Nel notare il silenzio di Marcus, sorrise. "Ah... Devi ancora spiumarla, dico bene? Beh fratellino, in questo caso il mio interesse è destato completamente. Ti consiglierei di darti da fare, prima che qualcuno te la soffi sotto al naso, come Steileir per esempio." Il ragazzo aveva già visto alcune volte i due giovani parlare assieme, ma era anche consapevole del fatto che Frederich non avesse alcun interesse per le donne. Ovviamente, Edward ne era perfettamente al corrente, ma gli piaceva l'idea di insinuare il dubbio nella mente del fratello.
 Dopotutto la ragazza non era male, magari avrebbe potuto essere lui ad arrecare l'ennesimo torto a Marcus. Di Cecily poi non aveva saputo nulla, quindi non c'era nulla di strano nel divertirsi. Era da tanto che non si concedeva un capriccio di genere femminile, forse era giunto il momento di rispolverare quella parte del proprio carattere.
 
"Presto cara, tutto dev'essere in ordine!" trillò madama McClan quel giorno di metà agosto, mentre si rivolgeva alla sua assistente. Victoria aveva già avuto occasione di chiedersi che cosa sarebbe successo: la sola cosa che sapeva era che un personaggio veramente influente aveva prenotato una visita durante la mattina, e intendeva passare parecchie ore nel negozio dato che doveva rifarsi il guardaroba. La ragazza, comunque, aveva aiutato le sarte e la stessa padrona a sistemare la bottega. "Oddio santo, ma sembra di essere da madama Piediburro." Una voce schifata aveva attirato l'attenzione della ragazza, che notò un gruppetto di persone appena entrate. Non riconobbe i due genitori, ma la ragazzina che tenevano per mano sì.
 Era la sorella di Marcus, e con sgomento Victoria vide anche Edward poco dietro. Aveva l'impressione che avesse puntato lo sguardo su di lei in modo insistente, ma si sforzò di ignorarlo. A parlare era stato l'uomo che, come notò la ragazza, aveva una notevole somiglianza con Marcus se non fosse stato per parecchi chili di troppo, e persino la ragazzina gli somigliava. Decisamente, pensò Victoria, era difficile credere che Edward fosse figlio loro: aveva un tipo di bellezza angelica ed allo stesso tempo agghiacciante che non ricordava per nulla genitori, forse dal padre aveva preso solo gli occhi verdi. "Stiamo aspettando una persona importante, ma nel frattempo se desiderate accomodarvi, madama McClan si occuperà immediatamente di voi." Victoria sorrise, rivolta al gruppo, facendo loro cenno di recarsi nell'altra stanza.
 "Ehi, ma lei è la fidanzata di Marky!" sbottò la ragazzina, e per poco Victoria non scoppiò a riderle in faccia. Marky. Curioso che il ragazzo non le avesse mai detto di avere quel soprannome, pensò con un sorriso, adesso era al corrente di qualcosa con cui farlo arrabbiare. "Avanti Deborah, non essere così precipitosa. Quante ragazze hai visto con nostro fratello in questi anni? Non è detto che ognuna di loro sia la sua fidanzata, ed ora sbrigati che nel pomeriggio devo tornare al lavoro." Fu Edward ad intervenire prima che Victoria potesse rispondere; in un certo senso la ragazza sapeva di doverlo ringraziare per aver depistato l'interesse della ragazzina, ma dall'altro le parve quasi di essere stata schiaffeggiata da quel modo di fare così ironicamente glaciale. Sentiva che lo sguardo dei due genitori le si era puntato addosso, ma fortunatamente si spostarono nella stanza adiacente, permettendole di sospirare sollevata.
 "Lo sai, credo che io e te ci conosciamo, ma non ricordo dove possiamo esserci visti." Per poco il cuore non si fermò, e Victoria osservò Edward che era rimasto esattamente dove era qualche minuto prima. Curioso che non l'avesse notato. Lo osservò con aria sorpresa. "Non saprei, è la prima volta che ti vedo."
 Victoria non avrebbe voluto essere tanto brusca, ma non desiderava conversare con lui. Il ricordo delle parole di Frederich era ancora vivido, e non intendeva fargli sapere che conosceva il suo segreto. Il ragazzo strinse leggermente le palpebre mentre la osservava, cercando di ricordare. Aveva davvero la sensazione che quel volto non gli fosse ignoto, ma proprio in quel momento non riusciva a farsi venire in mente l'occasione in cui doveva averlo già visto. Difficile che si fossero incontrati al Ministero, se ne sarebbe ricordato.
 "La seconda, la prima è stata a Londra alla fine della scuola." la corresse con un sorriso il ragazzo, e Victoria annuì. Non ci aveva pensato, ma non voleva ugualmente intrattenersi a parlare con lui. Finse di dover continuare a sistemare alcuni tessuti, e fu immensamente sollevata quando poco dopo sentì i suoi passi allontanarsi.
 All'ora di chiusura quella sera, la ragazza fuggì letteralmente dal negozio. Le ultime ore erano state estenuanti, e Gilderoy Allock il peggior personaggio mai incontrato. Era lui l'ospite misterioso, e Victoria era rimasta sconvolta nel notare che damerino vanitoso fosse il celebre scrittore; aveva letto uno dei suoi libri, ma non erano proprio il suo genere, pertanto si era sorbita tutta la serie di avventure del mago vestito di rosa
 Già, quel colore non se lo sarebbe probabilmente
 mai scordato, pensò la strega mentre sedeva ad un tavolo un po' in ombra del Paiolo Magico. Il mago si era presentato con una vaporosa veste di quella tinta, ed un orrendo fiore viola tra i capelli; aveva rivolto sorrisi a tutti i presenti, e non aveva per nulla esitato a distribuire foto autografate. Si era persino portato appresso un fotografo della Gazzetta, tanto che Victoria per pura disperazione si era rifugiata nel laboratorio, trovando consolante il normale nero *.
 Alla fine se ne era andato carico di pacchi, e la ragazza aveva adocchiato incredula le sue colleghe che avevano salutato la sua partenza con tanto di fazzolettini sventolati e lacrime agli occhi. Non vedeva l'ora di raccontarlo a Cedric, uno spettacolo assolutamente allucinante e degno della peggior Maggie che lei conosceva. La differenza tra lei e le sarte, e persino madama McClan, era che almeno Maggie era ancora un'adolescente.
 La ragazza tirò fuori alcune pergamene: il signor Diggory le aveva riferito quella mattina che avrebbe probabilmente tardato, perciò le aveva consigliato di rimanere lì ad attenderlo. Era un luogo sicuro, pertanto non avrebbe corso alcun rischio. In previsione di una lunga serata seduta al Paiolo, aveva deciso di terminare l'ultimo tema di Trasfigurazione e difatti, dopo alcune parole scambiate con Tom, stava già consultando il libro. Si trovava lì già da un po' quando una voce attirò la sua attenzione.
 "Ora ricordo dove ci siamo visti, a Hogwarts." Victoria pensò quasi di rispondere ad Edward, appena arrivato, di sparire dalla sua vista, ma come sempre l'educazione era sempre più forte del suo istinto. Alzò lo sguardo su di lui con un sorriso tirato mentre lui le si sedeva di fronte dopo averle chiesto, senza attendere risposta, se poteva. "Sì, sei quella ragazza che si era persa al quarto piano e che era inseguita da Pix. Se non ricordo male ti ho scortato anche fino alla Torre."
 Victoria posò la piuma mentre cercava di farsi venire alla mente l'episodio; lo ricordava anche lei, al suo primo anno, e difatti era proprio intervenuto un Caposcuola a salvarla dalle grinfie di Pix. Guardandolo, si disse che non l'avrebbe mai riconosciuto. All'epoca aveva i capelli più corti, o forse era lei che con il tempo l'aveva dimenticato? "Ah... è vero, si... chiedo scusa, ma non me lo ricordavo." Il ragzzo si limitò a sorridere. Ci aveva pensato tutto il pomeriggio, ed alla fine aveva collegato la ragazzina paurosa con quella incontrata proprio quel giorno, e prima ancora alcune settimane addietro.
 La faccenda si faceva più interessante, dal momento che lui ricordava con precisione che all'epoca la ragazza era nuova, pertanto ora era cresciuta, ma di certo non ancora maggiorenne. Più erano giovani, e meno difficile era plasmarle. Era un esperto, e maschi e femmine a volte si somigliavano così tanto. Controllò che i capelli biondi fossero ancora perfettamente legati e riprese la parola. "Non importa, anche perché credo che non ci siamo mai presentati. Lascia che rimedi. Edward Flitt." le disse con un sorriso, protendendo la sua mano nella direzione della ragazza, e Victoria cominciò a sentirsi in trappola. Si presentò a sua volta e rimase colpita quando le chiese come stava il Capocasa, il professor Vitious.
 "Forse non lo ricordi, ma eravamo della stessa Casa." le disse in tono leggero mentre ordinava del vino elfico, godendosi l'espressione sconvolta della ragazza. Victoria faticava a credere che fosse dei Corvonero, chissà perché lo aveva implicitamente assegnato ai Serpeverde. I fratelli di solito erano della stessa Casa, o almeno così credeva lei. "E adesso cosa fai?" Tutto sommato Victoria era curiosa di sapere come se la fosse cavata dopo aver dato spettacolo di sé a scuola: il fatto che avesse nominato il Ministero la rendeva curiosa, perché sapeva che servivano particolari abilità per entrarci.
 Lui sorrise di nuovo. "Sono un Ispettore Ministeriale, e da due anni sono anche diventato Esaminatore ed Istruttore di Materializzazione. Non ti ho vista in effetti ai miei corsi, ma pensandoci forse non è ancora giunto il tuo momento." Lo disse con tranquillità, come se non stesse dando peso alla sua giovane età, anche se rimase colpito nel sapere che doveva cominciare il quinto anno. Aveva pensato che lo avesse appena terminato, ma fece un calcolo rapido e comprese che doveva avergli detto la verità. Non che fosse importante, a volte qualche bugia rendeva tutto più intrigante. Vide che la ragazza era rimasta colpita da quell'informazione, e intuì che quasi certamente avesse sentito parlare della sua rocambolesca uscita di scena.
 In ogni caso non toccò nessun argomento pesante, al contrario le diede anche qualche nota utile per il tema che stava scrivendo; in Trasfigurazione dopotutto era stato un genio, molto più di tanti altri giunti prima e dopo di lui. Tuttavia mentre parlavano gli sembrava quasi che la ragazza fosse circondata da un invisibile muro di cristallo, e se ne chiese la ragione. Forse la imbarazzava sapere che lui era al corrente della sua storia col fratello, ma non aveva nulla da temere.
 Per il momento, certo, perché tutto sommato stava cominciando seriamente ad accarezzare l'idea di plagiarla. Che ci voleva? Fino a quel momento non aveva mai mancato di raggiungere un obiettivo, e irritare un po' il fratello, così come pure Frederich, era la cosa più semplice del mondo.
 "E tu cosa farai dopo la scuola? Erediterai magari qualche mestiere dalla tua famiglia?" Edward era ansioso di tastare l'argomento, dal momento che era quasi sicuro che la giovane non fosse una Purosangue, o se lo era di certo i genitori non dovevano essere famosi. Lui non conosceva quel cognome, e già sapeva che stava dai Diggory. Qualcosa doveva pur signficare.
 Victoria meditò, per un istante, di dargli una rispostaccia. Non amava parlare delle proprie origini, ed aveva imparato a dimenticare di avere una famiglia. Tuttavia doveva riconoscere che la domanda sembrava essere casuale, non frutto di un morboso interesse, perciò decise di rispondere, anche se non le andava molto. "In verità ad ereditare qualcosa dai miei genitori saranno i miei due fratelli minori, io non più parte della famiglia da tempo... Non lo so, devo pensarci. Forse finirò per diventare un Auror." dichiarò Victoria, anche se l'idea non la convinceva del tutto. Era una delle possibili soluzioni, ma non aveva ancora una certezza. Fu sollevata, comunque, nel notare che Edward non aveva riso.
 "Auror... Vanno molto di moda, ma da quando hanno cambiato il capo, non ne ho ancora visti di nuovi. Sembra essere molto esigente, anche se pure Moody non era da meno." Il ragazzo appoggiò il bicchiere sul tavolo: non sembrava annoiato dalla conversazione, anche se aveva già captato qualche argomento su cui insistere. La famiglia, per esempio, aveva reso la ragazza nervosa, e come tale avrebbe avuto molto più successo se avesse perseverato in quel senso. "Ad ogni modo non trovi che sia ingiusto che solo i tuoi fratelli possano ereditare qualcosa dai vostri genitori? Vi dovrebbero considerare... uguali."
 Per un momento Victoria si chiese se non si fosse semplicemente immaginata di sentire e vedere la mano di Edward sfiorare la sua; un senso improvviso di nervosismo la invase e la ritrasse immediatamente, riuscendo anche a rovesciarsi l'inchiostro addosso. "Maledizione!" borbottò la ragazza, consapevole di essersi resa immensamente ridicola senza ragione apparente: non era neppure certa che quello sfiorarsi di mani fosse accaduto davvero, magari l'aveva solo immaginato.
 "Oh ma guarda, ti sei sporcata, ma lascia fare a me. Tergeo!" disse il ragazzo, agitando pigramente la bacchetta in direzione della macchia che scomparve quasi all'istante. Era accaduto ciò che aveva previsto: la ragazza si era agitata per quel gesto, ed ora si sentiva imbarazzata. Rassicurarla era un gioco da ragazzi, ma Edward venne interrotto dall'arrivo di Amos Diggory che aveva finalmente terminato di lavorare. Victoria accolse il suo arrivo con sollievo, e si alzò di scatto raccogliendo le sue cose. "Scusami cara, ma ci sono stati come sempre degli imprevisti." si scusò Amos avvicinandosi e, rivolgendosi poi ad Edward, disse: "Ah sei qui anche tu, ti ringrazio per aver tenuto d'occhio Victoria... " La ragazza si sentì quasi trattata come una neonata bisognosa di protezione, e ad aggravare quella sensazione sgradevole era la noncuranza con cui il ragazzo aveva risposto.
 Come se fosse vero. Si sentiva offesa, ma evitò di dire alcunché: finalmente quella giornata era terminata, e non avrebbe più dovuto sopportare la presenza di quell'invadente di Edward.
 
Le due settimane prima dell'inizio della scuola, Victoria le passò nel più completo relax. Madama McClan le aveva concesso di terminare in anticipo il suo lavoro, pertanto non le restava che godersi gli ultimi giorni. Non faceva altro che passare dal divano alla poltrona, e poi al letto: leggeva, scriveva, e non si affaticava mai.
 Alcune volte lei e Cedric si erano incontrati con i tanti Weasley, e i gemelli non avevano esitato a raccontarle che Percy si era rinchiuso in camera e non usciva se non alle ore dei pasti. Victoria sorrise perché credeva di sapere cosa facesse: l'amico scriveva sicuramente a Penny, ma non disse una parola dal momento che entrambi l'avevan supplicata di tacere.
Anche lei aveva scritto parecchie volte a Marcus, ma in quei giorni aveva evitato di vederlo. In effetti non avrebbe saputo come giustificare l'uscita ai Diggory, anche se forse le avrebbero fatto solamente poche domande se avesse detto di doversi incontrare con le amiche. Eppure non voleva ugualmente rischiare; aveva incontrato altre volte suo fratello, ed aveva quasi l'impressione che volesse qualcosa da lei. Per un momento aveva pensato quasi di parlarne a Cedric, ma non avrebbe neppure saputo spiegare che cosa l'affliggeva.
 Edward non era invadente, tuttavia si sentiva
 stranamente minacciata dalla sua presenza; era gentile, ma le sembrava che i modi cortesi e la voce suadente nascondessero qualcosa di più che non riusciva a comprendere. E poi pareva comparire dal nulla, proprio quando lei non se l'aspettava e credeva di essere da sola. Temeva quello sguardo magnetico, ma neppure lei riusciva a comprenderne la ragione.
 Aveva quasi pensato di accennare qualcosa a Marcus, ma non era sicura di riuscire a spiegarsi; nonostante il ragazzo dicesse di detestare il fratello, qualcosa la induceva a tacere e a non rivelare nulla. Anche perché non avrebbe saputo cosa dire: che a volte si incontravano e lo temeva? Si sarebbe messo a ridere, e pure lei era tentata di farlo. Forse, si disse divertita, a forza di ascoltare la Cooman era diventata paranoica.
 Il penultimo giorno di agosto si rese conto che c'era qualcosa di diverso; se ne stava sdraiata su quella poltrona e non ricordava come ci fosse finita. Ad una seconda occhiata cominciò a chiedersi dove si trovasse: quella non era la casa dei Diggory, e di colpo balzò in piedi, spaventata. "Ah ti sei risvegliata, era ora." Victoria si trovò faccia a faccia con un uomo che non aveva mai visto prima: a occhio e croce aveva circa quarant'anni, e anche se appariva apparentemente ordinario, lei aveva l'impressione che si trattasse di una persona del tutto particolare.
 "Scusi, lei chi è?" La ragazza formulò la domanda nel modo più cortese possibile, ma allo stesso tempo si chiedeva con una certa ansia in che luogo si trovasse. Un momento dopo riconobbe Frederich, e se ne meravigliò ancora di più. "Te l'ho detto, non era abituata alla Materializzazione, forse avrei dovuto essere meno frettoloso." Il ragazzo le rivolse un sorriso dispiaciuto, per poi spiegarle quello che era accaduto: mentre parlava, ricordava di aver effettivamente ricevuto un suo messaggio, ma aveva i ricordi offuscati.
 "È colpa mia, ti avevo invitato a venire a trovarmi prima che ricominciasse la scuola, ma non avevo pensato che la Materializzazione ti avrebbe causato dei problemi, ecco perché ho chiesto a papà di darti un'occhiata. Ma è tutto a posto adesso, no?"
 L'uomo annuì e si pesentò come Peter Steileir, il padre di Frederich, e Victoria cominciò a ricordare. Si vergognò del modo con cui si era rivolta a loro, ma venne distratta proprio dall'amico che le voleva mostrare la casa. Il ragazzo abitava su un altissimo promontorio proprio a picco sul mare, e Victoria si lasciò conquistare dalla bellezza del posto. Era un luogo solitario, e anche se il ragazzo gliene aveva parlato spesso, mai avrebbe pensato che fosse tanto affascinante.
 Tutto sommato anche suo padre era simpatico, e per un momento rimpianse che pure Cedric non potesse vedere quel posto; durante il pomeriggio arrivarono alcuni amici di Frederich, tutti maghi che avevano già terminato Hogwarts, invitati per scendere in spiaggia tutti insieme, e Victoria si ricordava di qualcuno di loro.
 Loro non se lo fecero ripetere due volte, pertanto Victoria si affrettò a seguirli senza pensare ad altro. La giornata in loro compagnia era stata a dir poco bella e piena di sorprese, e le dispiaceva che fosse giunta al termine. Era anche rimasta colpita dalla profonda differenza di Frederich col padre, un uomo davvero stravagante, un costrasto impressionante con il figlio.
 Alla sera fu proprio lui a riaccompagnare Victoria a casa tramite Passaporta, ma non appena fu tornato, decise di andare a cercare il figlio. Quella storia non gli piaceva, ed aveva accettato di tacere solo perchè non aveva avuto idee migliori. "Si può sapere perchè non gliel'hai detto? In questo modo gli lasci campo libero..."
 Frederich scrollò la testa. Ci aveva pensato tutto il giorno; anche se aveva agito d'istinto, era certo di essersi comportato nella maniera giusta, o almeno in modo da non ferire nessuno. Era un rischio da correre, ma era certo che non ci sarebbero stati problemi. "Non oserà farlo di nuovo, sa quanto ha rischiato questa volta. La lezione che gli ho impartito se la ricorderà per un bel pezzo, credimi."
 Il ragazzo, a quel ricordo, si sentì attraversare da un lampo d'ira, e si sentì improvvisamente meglio nel rendersi conto di essersi anche sfogato. Il padre lo guardò severamente, cosa che di rado faceva soprattutto negli ultimi anni. "Frederich, il Ministero dovrebbe esserne informato, e tu commetti un errore ad affidarti solo al suo timore di essere scoperto. Se non sbaglio non è la prima volta che Edward riesce a raggirarti, in più stai rischiando che ci riesca pure con lei. Rischi di buttare all'aria tutto ciò per cui ti stai impegnando: credi che ai tuoi superiori farebbe piacere sapere che sapevi e non hai detto niente? Io non credo."
 Frederich osservò il cielo diventare scuro oltre le finestre. Ci aveva pensato, ma era un rischio che andava corso; sapeva che suo padre detestava Edward forse più di lui, ma era comunque sicuro della sua decisione. "Non posso farlo, hai visto anche tu che non ha nessun ricordo! In più l'unica prova che avevo è andata in frantumi. Se Victoria avesse ricordato qualcosa non avrei taciuto, credimi, ma so quel che dico. Edward ci tiene all'apparenza, non dirà nulla che possa danneggiarlo... e ti assicuro che per lui sarebbe un grave danno all'immagine se si venisse a scoprire ciò che è veramente."
 Peter sospirò. La faccenda era più intricata del previsto, ma si sentiva ugualmente orgoglioso nel pensare che dopotutto suo figlio era intervenuto per evitare un'ingiustizia. Peccato che Victoria non se ne rendesse conto: sapeva chi era perché Frederich gliene aveva parlato alcune volte per lettera, ed era rimasto sorpreso nell'apprendere che pareva essere la sola a conoscere il segreto di suo figlio. Forse aveva ragione lui, si disse ripensando a quanto accaduto, ma era ugualmente preoccupato: secondo lui prima o poi la verità sarebbe venuta a galla, e la reazione sarebbe stata più devastante di una Caccabomba.
 "In ogni caso non ti coprirò un'altra volta: sono contento che non sia accaduto nulla, ma non dovresti abbassarti al livello di quell'essere spregevole. Spera solo che il suo Incantesimo di Memoria regga, altrimenti le conseguenze potrebbero essere terribili. Ora devo tornare al San Mungo, cerca di non cacciarti nei guai... e sarebbe meglio che tu convicessi Becky a non farsi illusioni sul tuo conto, son stufo di vederla sbavare davanti alla porta di casa."
 
"Cavolo, hai visto Flitt? Dev'essersi fatto una magia ai denti!" Cedric attirò l'attenzione di Victoria, che sorrise divertita dentro di sé. Il giorno prima aveva costretto il ragazzo a seguirla da un dentista, precisamente dai signori Granger, e ricordava ancora il terrore che aveva provato nel vedere quel trapano. Lei ed Hermione avevano riso nella sala d'aspetto, almeno finché Marcus non aveva minacciato di uccidere il povero dentista, così che Victoria si era decisa a stargli vicino e a rassicurarlo sul fatto che il trapano non l'avrebbe orribilmente mutilato.
 Tutto sommato era stata una giornata esilarante, ma era stata colpa di Marcus, dal momento che si era guardato in una vetrina ed era rimasto sconvolto nel sentire una vecchietta dirgli che sembrava un castoro. Così, appena saputo di Babbani capaci di curare i denti, aveva preteso di andarci immediatamente, salvo pentirsene subito dopo: solo confortato dal fatto che non era da solo aveva resistito, e si sentiva come un sopravvissuto ad un Anatema che Uccide. Naturalmente Marcus stava dando la propria versione magica dell'accaduto agli amici, e Victoria trattenne una risata sentendolo decantare le proprie lodi di mago davanti agli amici. Soprattutto perché era riuscito a passare l'esame di Materializzazione, pertanto sembrava che tutti lo adorassero.
 Durante il viaggio in treno, Victoria trascorse parte del suo tempo a dormire, mentre Kaiser aveva scelto di rifarsi le unghie sui mobili del vagone dopo aver scatenato il panico tra gli amici. Ginevra, invece, si lasciava lisciare le penne da Cedric; nello scompartimento con loro c'erano anche Hermione e Ginny, la più piccola dei Weasley. Victoria aveva trovato curioso che mancassero all'appello Potter e Ron, ma aveva accettato senza problemi di trascorrere il tempo del viaggio con loro.
 "Mi chiedo cosa ce ne facciamo di tutti quei libri di Allock." borbottò Victoria mentre si dirigevano verso le carrozze, consapevole che Marcus si era avvicinato probabilmente intenzionato a ricordarle della sua esistenza. "Non lo so, forse dovremo dargli fuoco!" rispose il ragazzo, che aveva semplicemente messo i libri nel baule senza neppure aprirli, né aveva permesso a sua madre di ammirare la foto di quello stupido mago vanitoso. Fortunatamente, si disse sollevato, almeno Victoria pareva del tutto disinteressata a quel tipo: quasi tutte le sue amiche invece l'avevano tediato sostenendo di voler il suo autografo, e mostrandogli addirittura le tante foto di lui apparse sui giornali.
 Disgustoso come qualcuno potesse mettersi in mostra a quel modo. "Hai una scopa nuova?" Victoria attirò la sua attenzione nel notare che stringeva quello che sembrava un manico di scopa nuovo di zecca, e il ragazzo annuì mostrandoglielo. Era l'ultimo modello della Nimbus, e ne vantò i pregi per almeno un paio di minuti.
"Quest'anno direi che Baston può anche mettersi a piangere, tutti noi della squadra abbiamo questo modello: i Grifondoro non riusciranno neppure a vederci." dichiarò esaltato Marcus, mentre la ragazza si chiedeva perché riuscisse sempre ad andare a immischiarsi con gente che stravedeva per il Quidditch. "E dove li avete trovati i galeoni necessari? Non credo siate tutti miliardari."
 Marcus esitò un momento, ma poi glielo disse. Dopotutto era stato un regalo, non le avevano certo rubate, ma rimase sorpreso nel vedere che gli rideva praticamene in faccia."Ah, ho capito. Quello spaccone di Malfoy Senior ti ha fatto questo... regalo, così che il suo
 patetico bambino abbia un posto in squadra... Beh che mi aspettavo? Che scegliessi un Cercatore in base al talento?" La ragazza era schifata da quel genere di azioni, e ancor di più dal fatto che Marcus avesse anche accettato quel dono; allo stesso tempo era però divertente, si disse, perché era certa che dopotutto Malfoy non fosse all'altezza del talento di Harry. "Vedrai, questo è l'anno buono in cui Baston ti frega la Coppa del Quidditch!" sghignazzò la ragazza mentre salivano i gradini per giungere finalmente in Sala Grande. Il ragazzo, che non tollerava certe insinuazioni, non esitò a risponderle per l'ennesima volta, ma Victoria si allontanò in fretta verso il proprio tavolo, sempre senza smettere di sghignazzare.
 Anche quell'anno, come gli altri, cominciò con lo Smistamento, e Victoria osservò con interesse tutti gli studenti che raggiungevano il loro tavolo, soprattutto una ragazzina dall'aria del tutto diversa dagli altri. Luna Lovegood aveva detto il Cappello, che non aveva neppure esitato: le aveva appena sfiorato i capelli quando aveva deciso di assegnarla a Corvonero, e Victoria aveva accettato di farla sedere proprio vicino a lei.
 Naturalmente c'erano anche gli altri, ma quella sembrava di gran lunga la più particolare e ascoltò con interesse, durante il Banchetto, le bizzarre conversazioni a proposito di Creature di cui Luna sembrava essere convinta.
 "Oddio, no!" La ragazza si era accorta solo alla fine del Banchetto che Gilderoy Allock era seduto al tavolo degli insegnanti, e scambiò un'occhiata disperata con Roger Davies che pareva sconvolto. Victoria notò che l'amico aveva sul mantello la spilla da Capitano della squadra di Quidditch, ma in quel momento fu Silente ad attirare la loro attenzione.
 "Se mia madre lo scopre, vorrà farsi ammettere a Hogwarts!" gemette Roger quando il Preside annunciò che Allock sarebbe stato il loro insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Victoria scoppiò a ridere, cercando di non farsi sentire da tutti, ma in segreto condivideva quelle parole ed era profondamente concorde con lo sguardo che Piton stava rivolgendo al nuovo e zuccheroso insegnante.
 "Se da Raptor non abbiamo imparato niente, da questo sarà ancora peggio!" disse Victoria a Penelope, una delle poche a non ammirare Allock. Maggie, neanche a dirlo, pareva la più felice del mondo.
 "Sarà un lungo anno, temo. Molto lungo..." disse Penelope alcune ore dopo mentre si trovavano in Sala Comune, e lei annuì.
 












nota:


E siamo al 20. Avevo tecnicamente pensato di attendere qualche giorno ancora, ma è colp di Enide che mi ha betata in fretta(stavolta io non le avevo messo fretta, giuro xddddd) perciò eccovelo u.u

come sempre grazie a chi legge in silenzio, a chi segue/preferisce/ricorda. E ovviamente anche a chi recensisce**


muahahahahah è arrivato il Pirl... Allock U__U insomma, io ce lo vedo ad andare da madama McClan vestito di rosa, e come vedete Vic non è molto contenta di lui lol
Ho riassunto l'estate in un capitolo, ma sappiate che è successo qualcosa che tra qualche capitolo verrà spiegato completamente A quanto pare i protagonisti sono Vic ed Edward, ma c'entra anche Frederich. Lei sembra aver subito un Incantesimo di Memoria... perchè?
Eh... provate a formulare ipotesi u.u
Di una cosa vi assicuro lol ovvero che non sarà una cosa graditissima a tutti, specie a lei xdddd
Piccolo squarcio sulla famiglia di Frederich, ovvero il padre, ma mi duole informarvi che a parte qualche apparizione fugace,Frederich non comparirà quasi più. Ahimè, ma io e Enide stiamo per rendergli giustizia... attendete <3
COme immaginerete questo è l'anno della Camera dei Segreti, pertanto anche la cara Vic può essere in pericolo date le sue origini
Vi lascio elucubrare se la storia tra lei e Marcus reggerà(muahahaha non ho resistito e l'ho mandato dal dentista lol), e che cosa accadrà.
Vi dico solo: tra due capitoli avrete qualcosa che riguarda Severus, e a lui questo elemento NON piace assolutamente
Edward Flitt Corvonero e non Serpeverde come avreste pensato. D'altronde i cattivi non erano mica tutti Serpeverde, e poi con il cervello che ha(diabolicamente furbo e intelligente) si sposa alla grande con questa magnifica Casata.
*se ne va ghignando*

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Capitolo 21
*** 21 - La Camera dei Segreti ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd






Immagine allo specchio


21 - La Camera dei Segreti



"Ragazzi, e ragazze," esordì l'insegnante, sorridendo in modo da mettere in mostra i suoi denti lucenti mentre si rivolgeva alle fanciulle "benvenuti al vostro corso di Difesa con le Arti Oscure. Come ben sapete questo è per voi un anno cruciale, pertanto... eccomi."
L'uomo gettò di lato il mantello e si avviò in mezzo agli studenti come se si trovasse su una passerella. Cedric lo guardò con aria educatamente incredula, per poi scambiarsi uno sguardo disperato con Victoria; Raptor forse era stato uno sciocco, ma questo secondo loro era persino peggio.
Il discorso sui G.U.F.O. in avvicinamento fece venire la nausea alla ragazza, che continuava a sfogliare quegli stupidi libri che aveva davanti: non c'era una sola parola sulle Arti Oscure o su nozioni che avrebbero dovuto conoscere. Parlavano solo ed esclusivamente delle abilità di Allock come mago, e almeno in ogni pagina c'erano due foto di lui. Un esibizionista, pensò Victoria schifata.
Comunque la maggior parte delle loro compagne ascoltava con aria rapita ciò che l'insegnante diceva: lei, invece, aveva deciso di inscenare una piccola battaglia navale magica con Cedric, che pareva ansioso di sottrarsi alla noia della lezione nonostante i doveri impostigli dalla spilla da Prefetto che aveva appuntata alla veste. Percy lo aveva riempito di consigli utili, e Victoria sperava che non ne seguisse neppure uno.
"Signorina Windsor, prego, vuole essere la mia avversaria?" L'insegnante sorrise radioso in direzione di Victoria, che per un momento sperò di non avere sentito bene; Cedric era riuscito a far svanire il foglio prima che Allock potesse accorgersi che non stavano prestando attenzione alla lezione. La ragazza esitò un momento, ma l'uomo sorrise ancora più ampiamente invitandola ad alzarsi. Cedric pensò che, per come si stava comportando, pareva che la stesse invitando a ballare piuttosto che a duellare contro lui: il ragazzo cercò di trattenere le risate, simulando una tosse improvvisa.
"Allora osservate bene, ragazzi. Facciamo finta che la vostra compagna sia una strega oscura di notevole potenza, e anche estremamente affascinante, come si addice ai cattivi di solito." esordì l'uomo, e Victoria fu certa di percepire Cedric e i suoi amici ridacchiare sempre più forte. " Io interpreterò il paladino della giustizia, a cavallo di un Ippogrifo bianco." A quel punto Victoria ne fu certa: Cedric si stava ammazzando dalle risate, e lei avrebbe voluto tanto imitarlo, ma si sentiva così umiliata da non riuscire a far altro che attendere le istruzioni dello stravagante professore.
"Ora, cara Victoria, tu proverai ad attaccarmi con una maledizione, quella dei Fantasmi se la conosci, mentre io proverò a respingerla. Inizia pure." L'uomo era improvvisamente diventato serio, tanto che Victoria cominciò a pensare di avere davvero di fronte un insegnante competente. Che importava se era tanto frivolo, si disse impugnando la bacchetta con decisione, se era riuscito a sconfiggere tanti maghi e streghe?
Pronunciò una formula della maledizione, ma non accadde nulla. Del resto Raptor non aveva mai fatto eseguire loro quell'incantesimo, perciò Victoria non era rimasta del tutto delusa per via della scarsità del risultato. Ma la reazione dell'insegnante la sorprese: Allock fece roteare la bacchetta facendo esplodere una sedia vuota. Gli studenti più vicini arretrarono improvvisamente, venendo feriti solo da qualche scheggia.
"Eh... a volte succede quando due incantesimi entrano in contrasto, no?" E Allock sorrise ampiamente alla ragazza, che era rimasta allibita. Il professore si sistemò meglio gli abiti per poi puntare la bacchetta contro Victoria. Stavolta la ragazza decise di fare un piccolissimo esperimento, pertanto mormorò una fattura che riuscì a mandare a segno. "Oh cielo! Brava signorina Windsor, la sua Maledizione dei Fantasmi ha colpito in pieno!"
Cedric sentiva persino dolore alle nocche: che Allock fosse un personaggio particolare lo sapevano, ma che arrivasse a confondere la Maledizione dei Fantasmi con un banale Incantesimo di Inciampo era davvero il colmo. Forse l'insegnante aveva parlato in quel modo per scherzo, si disse il ragazzo cercando di non ridere apertamente. Non invidiava affatto Victoria, che osservava sconvolta il professore, ed era felicissimo di non trovarsi al suo posto.
Il resto della lezione trascorse fin troppo lentamente: si trattò di due interminabili ore durante le quali tutti gli studenti presenti poterono assistere ad esilaranti performances dell'insegnante. Al termine della lezione, Cedric seguì di corsa Victoria, la prima a dileguarsi dall'aula, e le diede qualche amichevole colpetto alla spalla, anche se la ragazza non lo notò assolutamente. Era impegnata a pensare ad un metodo per liberarsi una volta e per tutte di quell'insegnante.

Il banchetto di Halloween fu piacevole come di consueto, almeno finché Hogwarts non venne a conoscenza degli orrori che quell'anno celavano nel castello. Tutti gli studenti festeggiarono in modo spensierato, a parte alcuni di loro: Harry e i suoi amici avevano deciso di presenziare alla festa di Complemorte di Nick-Quasi-Senza-Testa, ma anche altri due erano assenti dalla Sala Grande. Marcus aveva convinto Victoria a non recarsi al banchetto, o meglio a lasciarlo quasi subito, per trascorrere del tempo assieme. Dal momento che si potevano incontrare sempre più di rado a causa dell'aumento di compiti e di impegni di entrambi, la ragazza non aveva faticato a lasciarsi persuadere.
Pertanto entrambi avevano lasciato ad intendere ai compagni di Casa che sarebbero rientrati nelle rispettive Sale Comuni, causa emicrania; invece i due ragazzi si erano rifugiati in un angolo del quarto piano, lontani da sguardi indiscreti. Sapevano entrambi che se fossero stati visti lontano dalla Sala Grande, per di più insieme, ci sarebbero potute essere delle ripercussioni anche piuttosto gravi, tuttavia a nessuno dei due importava davvero.
"Adesso capisco perché non ti hanno nominata Prefetto, sei troppo monella." disse Marcus divertito dopo che Victoria gli ebbe assicurato che non avrebbe esitato a Obliviare Gazza se fosse comparso all'improvviso. In effetti lui si era aspettato che la ragazza venisse nominata Prefetto: era sempre stata la candidata ideale per quel posto, almeno secondo lui, invece la lettera che portava la lista dei libri per il nuovo anno era priva di quella spilla. "Figurati, Penny è migliore di me, anche per quanto riguarda i voti. E poi che noia, sarei stata costretta a sorbirmi le pesantissime ramanzine di Percy sulle regole." ridacchiò la ragazza stiracchiandosi. Era una novità non dover sempre tendere l'orecchio per captare persone in avvicinamento, e stava seriamente considerando l'idea di smetterla con quella sciocca commedia di nascondersi.
A proporre una cosa del genere era stato Marcus, ma fino a quel momento non ne avevano mai parlato seriamente. Certe volte Victoria era convinta che se avessero rivelato quel segreto, tutto sarebbe finito e l'avrebbe perso. Non l'aveva mai detto ad alta voce perché era certa che Marcus le avrebbe riso in faccia, e persino Penelope le aveva detto che quella fosse solo una sua paura ingiustificata. L'amica le aveva detto che non era necessario che lo gridassero ai quattro venti, bastava solo che non si nascondessero più. A Victoria era sembrata un'argomentazione sensata, ma non era ancora persuasa del tutto.
"Ehi, dove dici che abbia nascosto la sua stupida gatta?" Marcus lo sussurrò a Victoria mentre, nascosti dietro ad alcune armature, avevano appena visto il custode passare senza la sua fedele compagna. Gazza sembrava sull'orlo delle lacrime, tanto che la ragazza, con una gomitata, impedì a Marcus di lanciargli un incantesimo. "Non fare l'idiota." sibilò arrabbiata. A lei non piaceva fare incantesimi alle spalle, tantomeno su chi non poteva difendersi, anche se Gazza non incontrava esattamente le sue simpatie.
Guardando l'ora, Victoria decise che era il caso di rientrare nel dormitorio prima che tornassero gli altri. Lei e Marcus si erano già mossi quando incontrarono la Dama Grigia che fluttuava; la donna si voltò verso di loro e, inaspettatamente, parlò proprio rivolta a Victoria. "Torna alla Torre, Victoria, là non ci sono pericoli."
La voce era solo un sussurro, ma, come altre volte, la ragazza si sentiva intimidita di fronte ai modi di fare dell'eccentrico fantasma. Marcus osservò a sua volta Helena, chiedendosi che cosa in vita l'avesse fatta diventare in quel modo. "Pericoli? E da quando ce ne sono a Hogwarts?" La voce sprezzante del ragazzo irritò profondamente la Dama Grigia, che lo gratificò di un'occhiata severa ed impenetrabile, costringendolo ad arretrare di alcuni passi.
"La Camera dei Segreti è stata riaperta, Hogwarts non è più sicura per chi è figlio di Babbani." Per un attimo Victoria fu quasi tentata di ridere, ma il modo di fare del fantasma era curioso: era la solita impassibile Helena, ma la studentessa scorse in lei qualcosa che la indusse a non contraddirla. Dagli occhi pareva quasi preoccupata. "La Camera dei Segreti?" ripeté la ragazza. Perché quel nome le era familiare, dove l'aveva sentito? Marcus non aveva gradito essere liquidato a quel modo, ma le parole dello strano fantasma lo avevano ugualmente colpito.
"Esatto, e farai bene a metterti al sicuro prima che Lui ti trovi." Helena si allontanò fluttuando a qualche centimetro da terra, e Victoria rimase a guardarla sconvolta. Non era la prima volta che la Dama Grigia si comportava in maniera bizzarra, tuttavia qualcosa nel suo tono l'aveva inquietata.
"Non darle retta, questi fantasmi non fanno che raccontare frottole: probabilmente avrà litigato col Barone. Sono sicuro che non è nulla di preoccupante; adesso andiamo, che se ci trovano gli insegnanti a quest'ora in giro quello sarà un bel problema." disse Marcus, colpito dal fatto che la ragazza

pareva estremamente silenziosa.
In un paio di giorni, Victoria non fu più così sicura che Marcus avesse ragione; si era fatta raccontare quello che era successo alla gatta di Gazza, e pareva che esistesse veramente una leggenda sulla Camera dei Segreti. Cedric aveva detto che era citata in "Storia di Hogwarts", ed effettivamente Vicotria la ricordava vagamente, ma nessuno dei due aveva portato con sé quel tomo, in modo da poterlo controllare. Anche l'amico pareva certo che non fosse nulla di preoccupante, forse perché esisteva un rimedio per quella strana pietrificazione.
Victoria aveva sentito dire che la professoressa Sprite aveva intenzione di raccogliere le Mandragole per farne fare una pozione, e fu questo a convincerla che c'era qualcosa di curioso: se neppure Silente, che era un mago abile e di notevole fama, era riuscito a far tornare la gatta normale evidentemente non poteva essere stata colpita dall'incantesimo della Pastoia. Sicuramente, ragionò la ragazza mentre cercava di non ascoltare i deliri di Allock durante la lezione, si trattava di magia avanzata. Magia Nera, ne era quasi certa, ma non aveva idea di chi potesse spiegarle di più. Gli insegnanti evitavano di parlare dell'accaduto: si comportavano come se non fosse mai successo.
Adesso tutti aspettavano solo la partita di Quidditch che avrebbe inaugurato il nuovo anno, anche se a lei importava relativamente. Tra compiti e impegni di vario genere, il tempo era trascorso velocemente, ma la minaccia che gravava sulla scuola sembrava averla resa molto più diffidente di quanto non fosse mai stata in precedenza.

Marcus quel giorno fece passare un brutto quarto d'ora a Draco Malfoy, reo di essersi fatto anticipare da Potter durante la partita. E pensare che un Bolide pareva essersi innamorato del Cercatore dei Grifondoro, come avevano malignato lui e gli altri, tanto che si era tranquillizzato: scope più veloci e persino un imprevisto a loro vantaggio avrebbero dovuto assicurargli la vittoria. Anche se Oliver si era lasciato sfuggire alcuni tiri, Malfoy si era limitato a comportarsi come un pagliaccio. Persino Marcus era riuscito a vedere il Boccino a parecchi metri di distanza, ed era un mistero perché il ragazzino se lo fosse fatto scappare quando l'aveva avuto davanti a sé.
E pensare che in allenamento non aveva sbagliato un colpo.
"Se sei qui per prendermi in giro, ti avviso che non è il momento giusto." Il giorno successivo a quello in cui si era tenuta la partita, Marcus stava seduto su uno spesso tronco di un albero vicino alla riva del lago, quando notò che Victoria era appena arrivata e si era seduta vicino a lui. Immaginava che volesse ridere della sua scelta, e non era sicuro di riuscire a trattenersi al fornirle una rispostaccia: Victoria era nota per essere assolutamente priva di tatto quando voleva ridere di qualcuno, e Marcus non aveva voglia di litigare anche per quello. Discutevano già abbastanza per altre ragioni, anche se in quelle settimane trascorse dall'inizio della scuola il loro rapporto si era fatto meno turbolento. Il ragazzo era sicuro che in parte fosse stato merito del fatto che durante l'estate si fossero comunque frequentati, senza il timore di essere visti da altri compagni.
Gli era costato un po' riuscire a non dire niente, ma già sapeva che lo avrebbero riempito di domande: bastava Edward con le sue frecciatine allusive, e anche Deborah, che ormai lo tallonava giorno e notte dal momento che erano nella stessa Casata. Aveva quasi preferito quando c'era ancora Edward a scuola, almeno lui, a differenza della sorella, non gli stava intorno ogni giorno.
"No, me le risparmio per Allock." disse la ragazza, appoggiando stancamente la testa sulla spalla del ragazzo. Marcus sghignazzò. L'insegnante era la barzelletta della scuola, e a parte le ragazze, ben pochi riuscivano a giustificare un comportamento tanto frivolo. La cosa positiva, almeno per lui, era che le sue lezioni erano l'ideale per dedicarsi ad altre cose, come le partite di Gobbiglie con gli amici, o anche i dispetti a danno di Oliver: quelli non potevano mancare mai. Ad ogni modo al ragazzo non sfuggì quel modo di fare tanto strano di Victoria, al punto che la osservò sospettoso. Di recente aveva detto che aveva dei ricordi strani sugli ultimi giorni di vacanza, ma lui era convinto che fosse semplicemente stanca. Non era però quello il caso. "Scotti, forse dovresti metterti a dormire." le disse dopo averle tastato la fronte con una mano. Era decisamente bollente, e una febbre non era da escludere dal momento che ormai il freddo era definitivamente alle porte.
La ragazza rabbrividì a quel contatto e si strinse di più a Marcus, senza pensarci troppo. "A dormire? Me lo fai tu il tema di Piton, vero? E poi devo anche esercitarmi per Trasfigurazione, stasera c'è anche il Club e..."
Per un momento Marcus fu tentato di scostarla da sé. Quel tipo di contatto lo rendeva, da un po' di tempo a quella parte, estremamente nervoso e desideroso di poter ottenere qualcosa di più. Si era illuso che anche lei provasse e desiderasse la stessa cosa, ma almeno fino a quel momento Victoria non aveva neppure accennato a nulla del genere. Del resto la scuola non era il luogo ideale per appartarsi dal momento che appartenevano a due diverse Casate; finché si trattava di qualche bacio poteva andare bene, ma lui non aveva la minima intenzione di farsi interrompere sul più bello se fosse spuntato Gazza all'improvviso. Poi con la storia della Camera dei Segreti, che per lui era comunque una sciocchezza, il pattugliamento degli insegnanti di notte si era intensificato e solamente i Prefetti ed i Capiscuola potevano affiancarli.
Dopotutto, ci aveva riflettuto spesso, non ci sarebbe stato nulla di male se fosse accaduto qualcosa tra loro: si frequentavano da parecchi mesi, e Marcus era dell'idea che avessero aspettato a sufficienza; tuttavia si era dovuto scontrare col fatto che, forse, lei non la pensava a quel modo. "Dai, non dire cretinate che se mi muori qui, potrei persino essere accusato di essere l'Erede di Serpeverde e non ne ho nessuna voglia."
Non era proprio da lui aiutare qualcuno ad alzarsi e a tenersi in piedi, ma la ragazza era chiaramente fuori fase: sicuramente l'influenza l'avrebbe messa ko per alcuni giorni, e di certo lui non intendeva approfittare dell'infelice situazione per ottenere ciò che voleva. "Quanto a Piton e alla McGranitt resisteranno anche senza i tuoi compiti." Una piccola bugia, ma la ragazza probabilmente aveva la testa troppo pesante per ascoltarlo: era noto che Piton non tollerasse ritardi nella consegna dei compiti, mentre la McGranitt avrebbe potuto anche essere comprensiva, ma non c'era da sperarci troppo. Fortunatamente, si disse mentre si muovevano verso il castello, l'insegnante di Pozioni non era più un suo problema, dato che con un Accettabile non l'aveva più voluto come suo studente. Almeno lui non era stato bocciato in Pozioni, al contrario di Baston, rifletté sghignazzando a quel ricordo.
In compenso a Trasfigurazione se l'era cavata bene, pertanto aveva continuato a seguire quel corso assieme a Difesa, Incantesimi e Cura delle Creature Magiche.
Fortunatamente incontrò Penelope e lasciò Victoria alle sue cure, dirigendosi poi verso la Sala Grande dove presto si sarebbe tenuto il pranzo. Non aveva fatto in tempo ad arrivare al tavolo dei Serpeverde che aveva visto alcuni compagni parlare tra loro, e in tutta la Sala pareva esserci qualcosa di strano.
Alcuni minuti dopo si era già dimenticato della fame mentre usciva in fretta, in cerca proprio di Victoria. A quanto pareva durante la notte un ragazzino del primo anno era rimasto pietrificato, come la gatta alcuni giorni prima, e tutti sembravano propensi a credere che ci fosse un collegamento con la Camera dei Segreti. Adesso ne era sicuro pure lui, pertanto voleva assicurarsi che la ragazza non corresse un pericolo reale; conosceva vagamente l'ubicazione della Torre dei Corvonero, ma c'erano diverse strade per arrivarci e lui non aveva idea di quale avessero preso le due ragazze.
"Che cosa fai qui, Flitt?" Il ragazzo si voltò, a metà del sesto piano, riconoscendo il professor Piton che si stava avvicinando. Come al solito l'uomo aveva un'aria che non invitava alla confidenza, ma il ragazzo non ci fece caso. Severus lo osservò a lungo: di quei tempi era comune opinione degli insegnanti che gli studenti non dovessero bighellonare in giro da soli, anche se non credeva che Flitt avesse qualcosa da nascondere.
O forse si. Era solo curioso vederlo in quell'ala del castello, dove lui non aveva alcuna lezione da frequentare. "Nulla, cercavo Penelope Light per chiederle una cosa riguardo ad una lezione di Difesa." rispose Marcus, mentendo senza alcun rimorso: dopotutto era stata Penelope ad accompagnare Victoria poco prima, quindi non era propriamente una bugia, ma sembrava che Piton avesse capito che stava nascondendo qualcosa.
"Davvero? Riuscite pure ad imparare qualcosa con quello stupido insegnante? Sono meravigliato, sei diventato davvero diligente." Severus non si lasciò ingannare dal fatto che Marcus aveva mentito; lo aveva sempre fatto, soprattutto quando si trattava di ragazze a cui dare la caccia. Certo che immaginarlo inseguire una seria e noiosa come la Light era una novità, anche se di certo da un po' di tempo il ragazzo non era più lo stesso. Non avrebbe scommesso neppure uno zellino su di lui, invece era riuscito a strappare almeno Accettabile nella sua materia.
"In realtà no, ma sa... preferisco sempre chiedere a lei, riesce a trovare qualcosa anche quando non c'è nulla. Come sta il ragazzo in infermeria?" Marcus deviò l'argomento accorgendosi di non avere scuse a cui aggrapparsi, e poi era veramente interessato. Severus lo squadrò con sospetto, chiedendosi se Flitt non sapesse cose ignote agli insegnanti, ma ne dubitava: era astuto se si trattava di Quidditch, ma per il

resto aveva la testa piena di segatura proprio come il suo storico rivale Baston. Di due non ne facevano uno buono, e Severus era felicissimo di non doverli più sopportare durante le lezioni. "Gli è andata bene, ma non sarà lo stesso per te se non sparisci all'istante e torni in Sala Comune." sibilò l'insegnante, consapevole che il ragazzo, come tutti, aveva il sacro terrore di finire nelle sue mire. A lui era sempre andata bene così, ma in quel caso gli era ancora più utile dal momento che c'erano cose di cui gli studenti non dovevano essere messi al corrente.

La tensione era sempre più forte man mano che il tempo trascorreva, e Victoria non vedeva l'ora che arrivassero le vacanze di Natale. All'improvviso non si sentiva più al sicuro a Hogwarts, e le pareva quasi di percepire la minaccia incombere dal nulla.
A suscitare scalpore, oltre al fallimento dell'ultima trovata di Allock che riguardava l'istituzione di un Club dei Duellanti, era stata l'aggressione duplice che si era consumata proprio il giorno prima: Cedric le aveva detto che un ragazzo della sua Casa, Justin Finch-Fletchley, era stato pietrificato assieme al fantasma dei Grifondoro.
Da quel momento Victoria aveva smesso di fingere di sentirsi indifferente: ben due figli di Babbani si trovavano in infermeria, aggrediti da qualcosa che nessuno riusciva a spiegare, e persino un fantasma non ne era immune. Percy le aveva già detto che era solo questione di tempo prima che tutto finisse, ma segretamente lei non riusciva a crederci. Anche gli insegnanti erano più guardinghi, e pareva annaspassero anche loro alla ricerca di risposte.
La tensione aveva lasciato il segno sul suo rendimento scolastico, che era notevolmente precipitato in quasi tutte le materie, e anche le altre sue attività erano improvvisamente diventate difficili da seguire. Inoltre lei e Marcus adesso bisticciavano per un nonnulla, come se tutto fosse improvvisamente diventato più pesante da sopportare: aveva anche pensato di porre fine alla loro relazione perché non riusciva più a sopportare la tensione, ma era stato lui a sorprenderla chiedendole se voleva trascorrere le festività natalizie in sua compagnia.
Victoria aveva persino pensato di rispondere seccamente di no, ma la proposta le era sembrata un'ottima alternativa a tutta la tensione accumulata, anche se ne valutava i rischi e le eventuali aspettative che lui avrebbe potuto avere.
In quel momento però, di ritorno dai sotterranei, percepì un rumore alle sue spalle e si voltò con la bacchetta sfoderata: osservò sorpresa ciò che aveva davanti e non lo riconobbe subito.
"Professor Piton... è lei?" chiese incerta, arretrando anche di qualche passo, sconvolta da quello strano spettacolo.













nota:


Ed ecco a voi il 21 u.u spero gradiate Allock muahahaha oddio credo sia stato l'insegnante peggiore della storia di Hogwarts, e mi RIFIUTO di credere che fosse un Corvonero... in effetti mi rifiuterei anche di credere che fosse stato ammesso, ma dettagli lol ho sentito che pure Raptor era a Corvonero... che la Row ce l'abbia con questa meravigliosa Casa? T___T

guai a lei nd Victoria

già u.u

comunque come vedete arriva la Camera dei Segreti, e il panico si scatena u.u normalissimo, e considerando che Vic è figlia di babbani direi che è tutt'altro che una sciocchezza u.u la cosa crea parecchie tensioni, soprattutto come vedete nelr apporto tra i due colmbi...cioè tr ai due ragazzi U___U

ho fatto trascorrere un po' di tempo, d'altronde è anche normale dato che a breve arriveremo ad una svolta. A proposito, molto probabilmente nel 23 avremo l'ingresso ufficiale di Sven nella storia U___U

mi meraviglia che nessuno si sia chiesto cos'è successo nel capitolo scorso xddd muahahahah


I miei contest *__*

Ti sposerò perchè...

Mio padre lo verrà a sapere!

Di cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.

Una rosa per te

Una mimosa per te

Oltre il velo - contest

Profumo di stelle ( Saint Seiya Contest)

Ciò che la Vio non ama.. amerà!

In memoria di Fred - Contest


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Capitolo 22
*** 22 - Evoluzione ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd






Immagine allo specchio


22 - Evoluzione
 

Per un attimo Victoria pensò di aver incontrato il famoso Erede di Serpeverde: ormai la storia della Camera aveva gettato nel panico la scuola, e si vociferava di questa persona enigmatica che avrebbe scatenato orrori a non finire contro i maghi e le streghe provenienti dal mondo babbano.
L'attimo seguente si disse che sicuramente quello doveva essere Allock, perché nessuno sano di mente sarebbe andato in giro vestito a quel modo. Sembrava un coniglio rosa gigante, non molto grosso, ma decisamente una taglia umana adulta.
Solo dopo un paio di minuti realizzò di avere di fronte proprio Severus Piton: i lineamenti erano i suoi, ma non gli aveva mai visto in viso un'espressione tanto strana. Sembrava Confuso, come se non comprendesse pienamente ciò che stava accadendo, ed allo stesso tempo una scintilla furibonda gli illuminava le iridi. Teneva la bacchetta in mano, ma per l'uso che ne faceva avrebbe potuto anche stringere un topo morto senza rendersene conto.
La ragazza arretrò di qualche passo: non sapeva se restare lì dov'era ed aiutarlo, oppure se darsela a gambe prima che l'insegnante riprendesse coscenza di sé e decidesse di sfogare la sua rabbia su di lei. "Ah signorina Windsor, non trova anche lei che il professor Piton sia più allegro in queste vesti?"
Gilderoy Allock comparve quasi dal nulla, ma Victoria notò che il sorriso sciocco che di solito aleggiava sul suo volto pareva incerto, come se cercasse conferme da lei. La ragazza stava per chiedere cosa fosse accaduto realmente, ma il professor Piton grugnì all'improvviso ed impugnò più saldamente la bacchetta in mano. Fece un passo verso di lei come se volesse artigliarle la gola con una mano, e proprio in quell'istante Cuor di Leone Allock decise di svignarsela come un ladro.
Victoria si pentì all'istante di non averlo imitato, e soprattutto di aver impedito a Marcus alcuni giorni prima di tentare una maledizione su quell'inutile uomo; si sentiva letteralmente in trappola, finché dall'alto giunse una risatina divertita. Pix rovesciò quello che pareva un paiolo pieno di zuppa diretta proprio sulle loro teste, ma la ragazza non rimase lì ad aspettare di essere investita da quella doccia improvvisata. Si spostò rapidamente ed evitò così il getto, ma la stessa cosa non si poteva dire dell'insegnante, che era rimasto inerme ed immobile.
"Scappa!" Victoria si sentì afferrare bruscamente per un braccio dopo aver visto due schegge verdi passarle a fianco, ed una di queste l'aveva appunto trascinata con sé. Si lasciò passivamente portare via, e solo dopo che ebbero girato l'angolo lei riconobbe Marcus assieme ad un amico. Solo molti corridoi di distanza dalla repressa ira dello strano professor Piton, riconobbe l'identità dell'altro: Fred Morrison. Sia lui che Marcus erano paonazzii, come se stessero scappando da qualcosa.
"
Non per farmi i fatti vostri , ma che succede? Insomma, che avete fatto a Piton?" Victoria non esitò a chiederlo dopo essersi ripresa da quella folle corsa che l'aveva sfiancata. La domanda era rivolta ad entrambi, ma il suo sguardo era puntato su Marcus. Sapeva che il ragazzo era molto più vivace di Morrison quando si trattava di fare scherzi agli altri, ma non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato a colpire un insegnante. Proprio Piton poi, che era il suo Capocasa.
Marcus la osservò arrabbiato. "Noi? Chiedilo a quel mentecatto di Allock! A causa sua siamo nei guai fino al collo." La voce del Serpeverde era stizzita ed allo stesso tempo vibrava di rabbia.
"Allock ci stava mostrando quello che secondo lui era un incantesimo potente per destabilizzare i maghi oscuri, e aveva appena scelto di mostrarcelo quando Piton è entrato nell'aula! Allora ha deciso di usarlo come cavia, senza dirglielo mi pare ovvio, e... e..." il ragazzo non concluse quanto stava dicendo, ma Victoria aveva capito. Solamente Allock poteva combinare un pasticcio del genere, soprattutto servendosi di una persona come Severus Piton, poco incline a certe situazioni. Le sfuggiva però il nesso con loro due. Morrison riprese.
"Ovviamente Piton s'è arrabbiato, ha minacciato di ucciderlo così Allock ha pensato di Confonderlo, ma avrà fatto un lavoro a metà... E poi ci ha lasciato lì, in mezzo all'aula, assieme a lui, dopo averci detto di occuparci dello... Snapponiglio!" Marcus rabbrividì solo al pensiero, ricordando la faccia dell'insegnante, e le minacce di morte sempre più confuse che aveva rivolto a loro. Quando poi si era accorto di aver incrociato per caso Victoria, non aveva esitato a portarsela via, consapevole che l'insegnante avrebbe potuto dare la colpa a lei.
"Oh, santo Salazar! Appena si riprende ci ammazza! Dobbiamo scappare, emigrare dal Paese e..." Marcus cominciò ad elencare terrorizzato tutte le possibili soluzioni che secondo lui gli restavano, quando Victoria scoppiò a ridere. Non poteva farne a meno, ed era felicissima di farlo lontano dal professor Piton: poco dopo anche i due ragazzi la imitarono .
"Direi che non c'è altra scelta, avvertite Silente: non possiamo di certo lasciare Piton in quelle condizioni, ed io personalmente non mi ci avvicinerei senza sapere di non correre rischi." Se c'era una cosa di cui era certa, era proprio quella, ma non permise ai due di evitare l'incontro con il Preside, anzi, fu costretta ad accompagnarli per essere certa che andassero davvero a parlargli.
Victoria si chiese, il giorno dopo, come Allock riuscisse a camminare tranquillo per la scuola senza il timore di essere violentemente aggredito da Piton: la storia dello Snapponiglio aveva fatto il giro di tutta la scuola naturalmente, ma nessuno aveva più visto l'insegnante di Pozioni dal giorno prima. Molti concordavano sul fatto che Severus Piton stesse ideando proprio in quel momento un modo per eliminare definitivamente Allock dalla faccia della terra.

"Dove hai detto che vai, al tuo amichetto per la pelle?" chiese Marcus a Victoria con tono brusco, durante il viaggio in treno che li avrebbe portati a Londra. Era rimasto sorpreso quando la ragazza aveva accettato di trascorrere con lui le feste natalizie, pertanto aveva smosso mari e monti per non farsi guastare quella vacanza.
Victoria rise, osservandolo; in quel momento aveva la testa appoggiata sulle ginocchia di lui, e si sentiva particolarmente al sicuro. Forse era solo la sensazione che provava all'idea di abbandonare, almeno per un po', Hogwarts con tutti i suoi orrori. "A casa, crede che vada a trovare i miei zii." rispose la ragazza con noncuranza, chiudendo gli occhi.
Marcus sapeva che qualunque cosa detta a Diggory, per coprire la loro reale destinazione, sarebbe stata una menzogna, ma quella inventata da Victoria era la cosa più improbabile ed era sicuro che lui, al posto di Cedric, non l'avrebbe bevuta tanto facilmente. "E poi diciamo che è vero, no? In fondo ci sono i tuoi, di zii." riprese la ragazza, rivolgendogli un sorriso. Lui annuì, ma non si dilungò. Sapeva che la verità sarebbe venuta fuori al loro arrivo, ma non aveva fretta di dirglielo.
Indubbiamente quella casa sul lago era davvero del fratello di suo padre, ma in quel momento era all'estero assieme alla moglie. Neppure lui sapeva precisamente dove, ma si era assicurato che non comparissero nel breve periodo che avrebbe trascorso a casa loro. Ne era stato informato, ma non voleva ugualmente che ci fossero: in ogni caso non c'era alcun rischio, e per quanto si fosse detto che ne avrebbe parlato con lei, non era tanto ansioso di scoprire la reazione di Victoria nell'apprendere che sarebbero stati completamente soli.
"Qualcosa non va?" Victoria si era risollevata da quella posizione rilassata, accorgendosi di avere un leggero dolore alla schiena; preferì, quindi, mettersi seduta vicino al ragazzo e appoggiarsi a lui abbracciandolo. Marcus fece segno di no con la testa, ma allo stesso tempo si sentiva rimordere leggermente la coscenza, soprattutto visto che lei sembrava diventata più tranquilla rispetto agli ultmi tempi. In condizioni normali, infatti, Victoria non avrebbe mai preso l'iniziativa di abbracciarlo a quel modo in pubblico. In effetti non c'era nessuno in quello scompartimento, ma Marcus sapeva bene che chiunque avrebbe potuto scorgerli se fosse passato per il corridoio. Evidentemente tutti si sentivano più al sicuro negli scompartimenti, il che concedeva una lieve certezza di tranquillità.
"È che mi sembri... non so dirtelo... è colpa mia, vero?" Victoria sapeva di essere stata, in quel periodo, un po' esasperante, e solo in quel momento se ne rendeva pienamente conto. Non avevano fatto che litigare per colpa di quella situazione di tensione che si respirava a scuola, ma la ragazza era al corrente di essere lei la causa dei frequenti battibecchi. Inconsciamente aveva trovato comodo scaricare su di lui la rabbia che provava per le frecciatine che le venivano rivolte a causa delle sue origini , e ne era davvero dispiaciuta.
"No, anche se resto della mia idea: questa storia della Camera dei Segreti è una sciocchezza." ribadì Marcus con forza. Ne era convinto, anche se doveva ammettere che era la prima volta che a scuola si respirava un'atmosfera tanto tesa. Tuttavia poteva capire, almeno in parte, che la minaccia poteva preoccupare un po' chi, come lei, fosse figlio di Babbani: in fondo erano quasi due mesi che non accadeva nulla di strano, e glielo disse mentre scendevano a King's Cross, in ritardo rispetto agli altri.
Avevano già attraversato la barriera quando Marcus cominciò a sentirsi estremamente nervoso, soprattutto sentendo lo sguardo curioso di Victoria su di sé. "Che c'è?" Finse di guardarsi attorno per sfuggire a quell'espressione divertita, ma fu la sua risatina che lo fece voltare stizzito. Victoria pareva tornata quella di sempre, ma a lui non piaceva essere deriso.
"Mi stavo solo chiedendo quando mi avresti detto quello che non vorresti dirmi." ridacchiò la ragazza, mentre giocherellava con la cravatta di Marcus. Lui la guardò come se non capisse, ma si sentì arrossire senza motivo. Borbottò qualcosa e lei scoppiò a ridergli in faccia, ma senza malizia, anche se lui non lo trovò di suo gradimento. "Andiamo, non sarò la ragazza più esperta della scuola, ma non sono stupida. Lo so che non ci saranno i tuoi zii dove andremo, anche se avresti dovuto dirmelo un po' prima. Non credi?"
Marcus avrebbe preferito ingerire nuovamente un paiolo intero di veleno piuttosto che confermare quanto aveva appena sentito pronunciare da Victoria, ma in fondo si sentì sollevato. Non era particolarmente sorpreso dall'espressione dura negli occhi di Victoria, anche se avrebbe preferito una reazione diversa. In fondo lui l'aveva fatto per lei, affinché si rilassasse e... No, si disse, se avesse voluto essere del tutto onesto, avrebbe ammesso che l'aveva fatto principalmente per poterci provare senza la certezza di essere interrotto. Era un pensiero che l'aveva un po' tormentato, ma dopotutto sapeva che non l'avrebbe certo costretta se non voleva, e poi poteva pur sempre cambiare idea, magari le serviva solo un po' di tempo.
"Ecco... sapevo che ti saresti arrabbiata, ma..." il ragazzo si sentiva a disagio, ma fu solo dopo qualche minuto di tentativi di scuse che si rese conto che se Victoria si era voltata non era per rabbia.
Stava ridendo, e piuttosto apertamente.
Marcus si stizzì immediatamente. Poteva capire che non le piacessero i suoi metodi, ma essere preso in giro a quel modo non l'accettava neppure da lei. Anzi, soprattutto da lei. Fece per parlare ma rimase sorpreso quando la ragazza sembrò calmarsi di colpo, e si rese conto che lo aveva preso per mano.
"Allora, considerando che è lontano, forse è il caso che mi mostri quanto sei diventato bravo a Materializzarti." disse con voce quieta, e Marcus rimase spiazzato dal repentino cambiamento di umore. "Non... non sei arrabbiata?"
La ragazza scrollò la testa. "Certo che no, volevo solo vedere che cosa ti saresti inventato pur di non dirmelo... Ma ora andiamo, questo freddo proprio non mi piace e, se non ti sbrighi, passerò il Natale con quel bel Babbano là." gli disse, indicandogli un ragazzo piuttosto avvenente che non si trovava a molta distanza da loro. Marcus la fulminò con lo sguardo, ma non disse nulla mentre stringeva la sua mano.
Un attimo dopo erano spariti.

Quell'anno la neve era caduta in antipico, e durante le vacanze di Natale non se ne vedeva più in giro dal momento che si era sciolta del tutto. Victoria osservò il paesaggio che si estendeva al di fuori della finestra; le sfuggiva il nome del posto in cui sorgeva la casa degli zii di Marcus, ma la ragazza aveva comunque una vaga idea di dove si trovassero. Erano di certo lontani sia da Hogwarts che da Londra, lontani da tutti i problemi che parevano asfissiarli giorno dopo giorno, soprattutto lei. Il clima di tensione che aveva avvolto Hogwarts non accennava a diminuire, ed era intimamente contenta di trovarsi lontano dal misterioso aggressore che tanto si divertiva a mietere vittime.
In verità non era morto nessuno, eppure nell'aria pareva che fosse solamente questione di tempo prima che questo potesse accadere. Forse era per sfuggire a tutto questo che aveva accettato l'invito del ragazzo, anche se almeno in principio aveva avuto qualche dubbio.
"Che ore sono?" La voce insonnolita di Marcus la strappò a quei pensieri, ricordandole dov'era in quel momento, e Victoria percepì di nuovo la stretta gentile del ragazzo che le aveva circondato la schiena col braccio. "L'ora in cui dovresti lasciarmi dormire." borbottò Victoria, girando dall'altra parte la testa sul cuscino.
Si era ripromessa che, nonostante tutto, non sarebbe accaduto nulla. Poco importava se erano da soli, era convinta di poter tranquillamente tener fede alle proprie parole; naturalmente, quando l'aveva detto a Marcus, lui aveva fatto finta di nulla, dicendo che tanto non l'aveva portata lì per quella ragione. Ma lei sapeva che non era vero, ed ora si stava chiedendo se non avesse commesso una leggerezza lasciandosi coinvolgere fino a quel punto.
Non poteva neppure dare la colpa a lui, dal momento che la sera prima non aveva neppure opposto resistenza quando aveva percepito le sue mani accarezzarla in modo diverso dal solito. In realtà avevano scherzato un po' sull'argomento, come se fosse un gioco, e poi... Sospirò piano, dicendosi che dopotutto, nessuno l'aveva obbligata. Al contrario, doveva riconoscere che Marcus era stato decisamente paziente dal momento che l'aveva fatto attendere fino all'ultimo. Infatti, nel giro di due giorni avrebbero dovuto tornare a Londra per il viaggio di ritorno a scuola.
"Tutto bene?" La voce del ragazzo, ora chiaramente più sveglia di poco prima, la riscosse dai suoi pensieri ed annuì. Sentiva che non era una domanda casuale, e si meravigliò un po' nel sentirsela rivolgere, ma da un lato ne era anche contenta. Per quanto si fosse detta che non era importante che fosse accaduto, sapeva di mentire a sé stessa, perché si sarebbe arrabbiata se lui avesse deciso di gettarla da parte. Non voleva essere solamente un giocattolo, ed in fondo era stato questo ad averla frenata fino a quel momento.
"Non mi avevi promesso una partita a Quidditch, oggi?" gli ricordò Victoria, girandosi nuovamente e lasciandosi abbracciare; poteva diventare una routine piacevole, ma fortunatamente il rientro a Hogwarts le avrebbe impedito di commettere sciocchezze. O forse no?, si chiese per un momento. Lui la guardò come se non potesse credere alle proprie orecchie, e la ragazza sorrise. Sapeva che, molto probabilmente, avrebbe voluto essere elogiato per ciò che era successo, o magari avrebbe voluto sentirsi dire com'era stato bravo, ma Victoria non aveva alcuna intenzione di alimentare il suo ego maschile.
Non era cattiveria, ma non aveva certo intenzione di comportarsi diversamente dal solito: il fatto che avessero fatto l'amore non cambiava nulla del suo modo di fare. Si alzò stiracchiandosi, assicurandosi di essere ben coperta dal lenzuolo, e poi scese dal letto. Rabbrividì nel sentir il gelo avvolgerle i piedi, appena appoggiati sul pavimento di marmo. La ragazza, che si era già guardata attorno in quei giorni, si era detta che i parenti di Marcus dovevano essere indubbiamente benestanti dato che quella era una dimora molto confortevole.
"Ehi, ridammi il lenzuolo! Non vale che lo prenda tu! " le urlò dietro Marcus, mentre lei usciva dalla stanza per recarsi poi in bagno
.  . Sbuffò mentre strappava la coperta: "Donne!" sibilò rabbioso, sentendo solo una risata lontana come risposta.

Il ritorno a Hogwarts fu traumatico per tutti, soprattutto per Victoria che si era accorta di avere la mente completamente persa. Il ricordo delle vacanze appena trascorse non voleva lasciarla, e sperava ardentemente che non le fosse stato stampato sul volto quanto accaduto tra lei e Marcus. Ma non era solo quello, era anche il fatto che la tranquillità di quei dieci giorni trascorsi in riva al lago le aveva fatto dimenticare tutto il resto.
Il viaggio in treno l'aveva trascorso ad eseguire i compiti, rimproverandosi per non aver pensato ad altro che ad oziare: Cedric era rimasto meravigliato quando aveva scoperto che non aveva neppure aperto i libri e le aveva chiesto cosa aveva fatto al posto di studiare.
Victoria aveva risposto qualcosa di vago: poteva forse dirgli che aveva passato le sue giornate a fare gare di velocità sulla scopa assieme a Marcus? O magari che, alcuni giorni, si erano uniti ad alcuni maghi e streghe che avevano terminato da poco Hogwarts? O anche che fossero semplicemente rimasti ore da soli, a parlare e anche a sbaciucchiarsi?
E non poteva neppure riferirgli che avrebbe preferito mille volte essere ancora là. Cedric era suo amico, ma nonostante tutto il bene che gli voleva, era ancora troppo ingenuo per confidargli ciò che era accaduto. E pure Percy non era adatto: avrebbe sicuramente storto il naso se avesse scoperto che aveva trascurato i compiti per stare con Marcus. Lui non l'avrebbe mai fatto, ne era certa, e un po' le dispiacque per Penelope, ma non erano affari suoi.
"La settimana prossima avremo i colloqui di orientamento." le ricordò Cedric, e lei annuì. Vitious aveva già consegnato loro l'orario in cui li avrebbe ricevuti nel suo ufficio, e Victoria non era rimasta sorpresa nel sentire che era l'ultima del gruppo. Era sempre stato così. Prima, però, aveva una cosa molto più importante di cui preoccuparsi.
Il giorno dopo, alla fine della lezione di Pozioni, Victoria si attardò per domandare al professore il permesso di utilizzare la sua aula per un'esercitazione; l'insegnante, per quanto sospettoso, glielo concesse, a patto che la pulisse e non la facesse saltare in aria. Tuttavia le ordinò di non presentarsi prima di domenica mattina, dal momento che aveva l'orario pieno, e non poteva in alcun modo concederle di venire prima.
Victoria annuì, anche se a quel modo avrebbe perso del tempo prezioso. Non disse a Piton che voleva preparare la Pozione Anticoncezionale, di cui aveva trovato la ricetta in un tomo in biblioteca, perché era sicura che lui gliel'avrebbe vietato. In realtà le sarebbe servita subito, dato che né lei, né Marcus avevano pensato ad un'eventuale e sgradevole conseguenza , ma non poteva far nulla per introdursi di nascosto nell'aula senza destare sospetti.
Durante quella settimana di attesa non disse nulla a Marcus, anche se avevano ripreso a vedersi proprio come facevano prima; era dell'idea che il ragazzo si sarebbe sentito offeso, ma lei non intendeva rischiare inutilmente. Sapeva bene cosa poteva succedere e, per quanto ci tenesse a lui, non aveva nessuna intenzione di complicarsi la vita. Tre giorni dopo, comunque, riuscì a tirare un sospiro di sollievo nel rendersi conto che il ciclo era giunto puntuale, senza neppure un ritardo.
Avrebbe anche potuto dire al professor Piton che non aveva più bisogno dell'aula, ma cambiò idea: l'insegnante sarebbe potuto diventare ancora più sospettoso, in più Victoria poteva ugualmente tenerne una scorta con sé nel caso fosse accaduto di nuovo.
La porta del sotterraneo si aprì cigolando ma Victoria non la sentì neppure, impegnata com'era a non perdere di vista le istruzioni del libro e a ricontrollare ogni secondo ciò che faceva: un errore e sarebbe stata finita. Cedric si avvicinò a passo svelto, domandandosi perché mai l'amica fosse già nell'aula di Pozioni proprio di domenica, quando notoriamente lo accompagnava al campo da Quidditch.
"Che stai facendo? Piton ti ha messa in punizione proprio oggi? " Il ragazzo aggrottò le sopracciglia: non era da Piton, lui preferiva rovinare il sabato agli studenti, e poi Victoria non gli aveva minimamente accennato ad un'eventuale punizione. Erano secoli che il professore la lasciava tranquilla, a modo suo, da quando era diventata forse la più promettente. O forse, rifletté, era per via dei G.U.F.O., dato che aveva già detto di dover avere Eccezionale per riuscire ad accedere anche l'anno successivo alle lezioni di Piton. "Non vedi? Mi sto esercitando."
La ragazza non si scompose e aggiunse un'erba nel calderone, che fece diventare improvvisamente verde la pozione; Cedric annusò l'odore, tossendo infastidito. Poi gettò uno sguardo alla pagina aperta del libro e sgranò gli occhi; un secondo più tardi scoppiò a ridere, inducendo Victoria a guardarlo con aria interrogativa.
"E Piton ti fa preparare proprio la Pozione Anticoncezionale? Ma non è contro questo genere di intrugli? " Ricordava ancora la predica del professore quando aveva scoperto che alcune Serpeverdi avevano tentato di preparare l'Amortentia, una pozione secondo lui inutile per una classe di Hogwarts. Di sicuro anche quella in cui si stava impegnando la ragazza rientrava in quello standard.
"No, mi sto solo esercitando." Victoria non tolse lo sguardo dal calderone per essere certa di non combinare dei disastri, e allo stesso tempo per evitare le domande da parte dell'amico; di certo lui non aveva la benché minima idea di quello che era accaduto. Il rischio l'aveva corso una volta, se fosse accaduto nuovamente non voleva farsi trovare impreparata: certo, non sarebbe neppure dovuto succedere, e lo sapeva, ma non aveva potuto farci niente.
Sospirò. Non era vero, poteva dire di no, ma non ci era riuscita, non più. Alzò lo sguardo su Cedric che la guardava come se non credesse ai suoi occhi. "Cioè, fammi capire, serve a te?" Il ragazzo pareva incredulo, continuava a spostare lo sguardo dal calderone al libro a lei, come se sperasse in un'altra risposta.
"E allora, lui chi è? " Victoria sapeva che la verità l'avrebbe distrutto, perciò si limitò a fare un cenno con la mano, come se servisse ad allontanare la domanda e la curiosità dell'amico sorpreso e sconvolto da quella rivelazione implicita. Cedric continuò a guardarla, ma non riusciva a ricordare che l'amica gli avesse detto di qualche ammiratore negli ultimi tempi. In effetti si parlavano poco a causa dei mille impegni di entrambi, ma quella pozione e la concentrazione che Victoria metteva nel prepararla erano la conferma che non avrebbe voluto avere.
Forse, infine, era riuscita a far colpo su Oliver Baston? In quel caso non si capacitava del silenzio di Victoria; eppure, chiunque fosse, doveva essere una storia importante, perché la ragazza non era certo una di quelle che si concedevano facilmente. Che cosa gli era sfuggito in quegli ultimi tempi? "Ho finito" dichiarò Victoria, che raccolse tutta la pozione in una decina di ampolle che nascose accuratamente sotto al mantello prima di ripulire tutto cercando di non lasciare il segno del suo passaggio. Uno sguardo a Cedric la convinse che doveva essere ancora sconvolto, e gli sorrise gentilmente.
"Non prendertela se non ti dico nulla, Ced, è che.. diciamo che entrambi preferiamo non farlo sapere in giro. Ti prego, non farmi domande, prima o poi te lo dirò." gli promise prima di prenderlo per mano e costringerlo ad uscire da lì.
Il professor Piton sapeva che Victoria era stata nella sua aula, ma preferiva tacere su ciò che sapeva avesse realmente preparato.

In un certo senso per Victoria fu un bene interrompere la lezione con il professor Kettleburn per recarsi da Vitious; il piccolo insegnante l'attendeva in piedi sulla sedia e, nel vederla entrare dopo aver bussato, le fece cenno di chiudere la porta.
"Accomodati, cara!" le disse con gentilezza; poi agitò la bacchetta ed una soffice poltrona rivestita di velluto blu apparve proprio vicino alla ragazza: le ricordava quelle che c'erano in Sala Comune, e si sedette dopo aver ringraziato il professore. L'insegnante riconobbe nella ragazza i segni del nervosismo, e sorrise impercettibilmente. Era più che normale dal momento che quell'incontro serviva a determinare almeno in parte il suo futuro: quasi tutti erano indecisi, anche se aveva sempre pensato che Victoria avesse le idee un po' più chiare dei compagni.
"Hai pensato a cosa ti piacerebbe fare, una volta terminati gli studi?" Quante volte, quel giorno, aveva posto quella domanda? E quante risposte aveva ricevuto? C'erano stati quelli sicuri, che non avevano esitato a raccontare i progetti che avevano in mente. Poi c'erano stati gli altri, gli incerti, che avevano alzato su di lui uno sguardo un po' intimorito o impacciato, ma non avrebbe mai creduto che anche Victoria fosse parte di quel gruppo. Niente di male secondo lui, ma era ugualmente una sorpresa.
Riconobbe la preoccupazione nelle iridi grigie della ragazza, che sembrava incerta a parlare: sembrava anche tanto diversa dalla ragazzina decisa che vedeva ogni giorno in aula e nel Club di Incantesimi. Non era una leader, ma di certo era in grado di imporsi anche sugli studenti più grandi di lei; un paio di volte aveva notato che tra lei e Marcus Flitt c'era un'intesa curiosa, fatta di occhiate intense, e di parecchi dispetti. Quelli erano sempre stati all'ordine del giorno, ma di recente lui era sicuro di aver notato un atteggiamento differente, e lo stesso anche nel Serpeverde.
"Ecco, in realtà sono incerta..." rispose la ragazza, e gli parlò dei vari dubbi che aveva. Sembravano due strade così diverse, quella di giurato al Wizengamot e quella di Auror, eppure erano le sole alternative che aveva citato. Come molti, lui già sapeva che la ragazza non era interessata ad una possibile carriere nel Quidditch, e neanche ad altre strade come la Gringott, oppure ad una carriera da libero professionista in vari campi. Le opzioni di Victoria erano comunque scelte curiose, ma entrambe degne di considerazione. Il professor Vitious agitò la bacchetta e vari opuscoli apparvero proprio di fronte alla ragazza.
"Benissimo, allora se tu dovessi decidere di seguire la strada per gli Auror, sicuramente dovrai continuare a studiare queste materie." le disse. Incantesimi non era ovviamente un problema, così come Trasfigurazione ed Erbologia: la ragazza era migliorata molto, a parte qualche ricaduta durante quell'anno a causa della tensione, pertanto non avrebbe avuto alcun problema secondo lui. Difesa contro le Arti Oscure non la considerò neanche, o meglio non si basò sugli appunti del professor Allock, che erano molto vaghi; l'insegnante non faceva mai fare pratica agli studenti, pertanto sapeva che forse era il caso di considerare le sue note più di quelle del defunto professor Raptor. L'insegnante aveva stilato un giudizio tutto sommato positivo, anche se non eccellente. Infine Pozioni, la materia che di solito distruggeva le ambizioni degli studenti. Severus Piton voleva solo i migliori, e lo ribadì a Victoria, che annuì perché già lo sapeva. "Dovresti parlare privatamente con Severus, mia cara, perché credo che tu possa riuscire ad ottenere il massimo: in questi ultimi due anni sei passata da 7 a 8 pieno, ma solo lui può dirti se davvero potresti raggiungere Eccezionale."
Lui non ci credeva, erano proprio pochi gli studenti in grado di strappare un voto del genere agli esami, ma perché no in fondo? Victoria annuì mentre prendeva nota di tutto ciò che diceva il professor Vitious.
"Per quanto riguarda il Wizengamot, credo che la strada sia leggermente diversa. Consiglio sempre Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure... persino Trasfigurazione non sarebbe una cattiva idea, ma ti avverto che vogliono gente con un M.A.G.O. in Storia della Magia, con voto non inferiore ad O." Anche quello era quasi impossibile da ottenere: di solito gli studenti erano scoraggiati a seguire quella strada proprio per via di quella materia, e il professor Ruf aveva ben pochi studenti dopo il quinto anno. Victoria annuì; aveva immaginato qualcosa del genere, ma a lei la materia tutto sommato piaceva, e poi era anche normale . A cosa serviva un giurato che non conosceva la storia della magia? A nulla.
"Inoltre ti consiglierei anche Antiche Rune, che può tornare utile in entrambe le carriere a cui stai pensando... Alcuni credono che serva pure Divinazione, ma non è richiesta come obbligatoria." continuò Vitious, osservando di nuovo la reazione di Victoria. Anche Divinazione aveva ben pochi studenti interessati a seguirla, ma forse a lei sarebbe piaciuto dato che l'aveva sentita parlare con entusiasmo della lezione sugli Specchi che la professoressa Cooman aveva indetto a inizio anno.
"Naturalmente hai tempo per decidere, però ti consiglio comunque di pensarci: se sarai ancora incerta dopo gli esami, potresti anche decidere di seguire più materie." L'idea era quella di tenere aperta qualunque porta, anche se sarebbe stata dura, per lei come per chiunque altro, tenere il passo in ogni materia. Il colloquio era terminato, ma l'insegnante la trattenne ugualmente per farle qualche altra domanda, di genere più personale; dopotutto era pur sempre una sua studentessa, e sperava che il clima attuale della scuola non la preoccupasse troppo.

"Complimenti, Ol!" disse Cedric, a pranzo, dopo essersi avvicinato al tavolo dei Grifondoro. Aveva parlato piano, ma non poteva ugualmente notare di sentirsi soddisfatto, e Percy lo squadrò con aria sospettosa; poco più in là anche Fred e George erano in ascolto. Oliver Baston guardò il ragazzo con aria incuriosita, senza capire di cosa stesse parlando il Tassorosso: magari si riferiva all'ultima e meravigliosa parata fatta in allenamento il giorno prima, ma gli sembrava curioso che ne fosse venuto a conoscenza.
Decise che, in fondo, non gli interessava sapere come l'avesse scoperto e sorrise. "Grazie, anche se non so chi te l'ha detto." In quel momento Percy si alzò da tavola. "Dai, Oliver, abbiamo lezione con la McGranitt." gli disse in tono formale, allontanandosi perché desiderava essere in perfetto orario. Il ragazzo annuì e si alzò a sua volta, ma la risposta di Cedric lo bloccò. "Beh, me l'ha detto lei... Anzi, in realtà l'ho scoperto da solo, però me l'ha confermato... e... niente, volevo solo dire che sono proprio contento che stiate finalmente insieme."
Cedric si chiese, dopo aver visto l'espressione incredula di Oliver, che cosa avesse mai detto di male: in fondo Victoria l'aveva confermato indirettamente che quella pozione era per lei, e per quanto ne fosse rimasto colpito, non era più così scandalizzato. Neppure dal fatto che non gli aveva detto nulla. "Lei? Ma... scusa, Cedric, sei sicuro di quanto dici?"
Oliver era perplesso, soprattutto perché Diggory gli sembrava estremamente convinto di quanto diceva: non gli piaceva per nulla quel sorriso, sembrava che volesse dire che sapesse qualcosa che lui ignorava. Da quando le parate potevano parlare? Non era mai accaduta una cosa del genere, ne era sicuro.
Cedric esitò un momento, ma poi gli disse la verità, ma a bassa voce, e per la sorpresa Oliver si lasciò cadere i libri sul piede: i gemelli risero fragorosamente, e pure alcuni altri studenti li imitarono.
Marcus Flitt, invece, non stava sorridendo affatto; casualmente si era trovato a passare vicino a loro e aveva sentito le ultime parole pronunciate da Cedric. L'impulso di prendere di mira Baston come un bersaglio per maledizioni era tanta, ma prima doveva sistemare la questione con Victoria. Che lei si fosse deliberatamente concessa proprio al suo rivale lo trovava non solo ignobile, ma pure umiliante, specialmente perché non era trascorso neppure molto tempo da quando era successo tra loro...
Gli restava da sperare che quell'idiota di Diggory avesse capito una cosa per un'altra, ma diceva di esserne sicuro... Trasfigurazione avrebbe dovuto aspettare, si disse infuriato mentre lasciava la Sala Grande per dirigersi verso la Biblioteca: sapeva che era là, e non si sarebbe fermato neppure se avesse incontrato l'Erede di Serpeverde.
Magari gli avrebbe chiesto di uccidere Baston, in fondo se lo meritava.








nota: Eccoci con il 22 XDDD denso di avvenimenti
u.u lo Snapponiglio era superfluo, ma ho comunque voluto inserire un pezzo in cui Allock si attira le antipatie di Severus lol poveraccio xddd
come vedete il rapporto Vic/Marcus si è evoluto, e che evoluzione u.u in effetti potrà sembrare presto, ma in fondo stanno assieme da parecchio, e lei ha accettato a suo rischio e pericolo di trascorrere le vacanze con lui lol
ci ho pensato parecchio prima di decidere se i signorini prendevano qualche precauzione u.u ho deciso di no, la cosa deve sembrare naturale come è venuta, e non ce lo vedo Flitt a pensare a certe cose U__U
assolutamente no nd Flitt
appunto lol comunque vedete che lei rimedia subito xddd e Cedric si sta accorgendo che l'amica ha qualcuno, del resto non poteva mica ignorarlo per sempre :=)
ovviamente lui pensa a Baston, e il pezzo finale non è casuale. Non volevo mettercelo, ma credo sia necessario per ciò che accadrà nel 23^^
a voi tutti i commenti! e grazie!
 

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Capitolo 23
*** 23 - Un eco dal futuro ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd  oggi sponsorizzo la long di mio fratello su Voldemort e i fondatori u.u Ghiaccio bollente






Immagine allo specchio


23 - Un eco dal futuro


 
Victoria stava uscendo dalla biblioteca quando Marcus arrivò, afferrandola rudemente per un braccio prima che se ne potesse accorgere; non si era mai sentito tanto arrabbiato in vita sua, neppure la bocciatura aveva avuto quell'effetto su di lui. La ragazza lo osservò sbalordita, chiedendosi che cosa fosse accaduto per rendere Marcus tanto collerico: la stretta al braccio era più forte persino di quella famosa dell'anno precedente, subito dopo la gita ad Hogsmeade.
"Spera, Victoria, che il tuo amico Diggory sia sotto l'effetto di un Incantesimo Confundus di potenza eccezionale, e che ciò che sta spargendo in giro siano solo i residui della sua presunta intelligenza irrimediabilmente perduta, altrimenti..." Marcus non concluse la frase, ma la ragazza aveva ugualmente capito anche senza che lo facesse. In realtà aveva immaginato che il ragazzo la stesse minacciando, ma non riusciva a comprenderne la ragione e glielo disse; sentiva la bacchetta di Marcus puntata direttamente alla gola, ed era una sensazione poco piacevole.
Victoria si sentì però sprofondare quando Marcus le riferì quanto ascoltato. Da Cedric non se lo sarebbe mai aspettato, tuttavia il ragazzo sembrava furibondo. "Sai perché Diggory l'ha pensato? Perché anche un idiota lo immaginerebbe, se non sapesse come stanno le cose." sibilò Marcus in tono rabbioso, sentendosi stufo di quella situazione. Non era da lui nascondersi, non lo voleva più fare, anche se forse aveva tratto la conclusione sbagliata.
Tutto sommato non era nell'indole di Victoria il tradimento, o almeno lo sperava, ma non la voleva più giustificare e rincarò la dose, incurante dell'espressione sconvolta negli occhi di lei.
"Il fatto è che ancora non capisco perché dobbiamo nasconderci, lo vedi cosa succede dopo? Credi che mi faccia piacere sentire che ti fai sbattere da Baston? Mi viene voglia di spaccare la faccia a te, e di castrare lui... ma non ho intenzione di tollerare oltre questa situazione." Marcus tolse la bacchetta dalla gola di Victoria, allontanandosi di qualche passo. La ragazza non disse nulla, limitandosi ad osservare il ragazzo, rosa dal senso di colpa: Cedric non sapeva nulla, pertanto Marcus aveva ragione nel dire che l'equivoco era solo colpa sua. Se avesse detto all'amico la verità... ma non l'aveva fatto, era certa che non avrebbe potuto capire, ed era stato più semplice decidere di tacergliela. La reazione di Marcus però l'aveva sorpresa perché non credeva gli importasse davvero: certo, poteva capire che lo infastidissero quelle chiacchiere, ma non avrebbe mai pensato che fosse così possessivo. Si disse però che lei, forse, si sarebbe comportata anche in maniera peggiore.
Forse aveva ragione lui, perché dovevano nascondersi? "Ti concedo fino a domani, non un giorno di più, e poi decideremo se è il caso di continuare a vederci. Per quello che mi riguarda non ho più voglia di nascondermi, sono stato fin troppo paziente." dichiarò il ragazzo, riponendo la bacchetta in una tasca interna del mantello, con gli occhi scintillanti di rabbia. Non aveva chiesto direttamente a Victoria se ci fosse stato qualcosa con Oliver, perché in fondo credeva che quello stupido di Diggory fosse semplicemente saltato alla conclusione sbagliata, tuttavia non aveva intenzione di continuare oltre quel teatrino.
Victoria non disse nulla, ma sentiva che il ragazzo non aveva torto; forse pensava che lei si vergognasse nel farsi vedere in sua compagnia, ma non era quella la ragione. Temeva solamente, e stupidamente - come disse a se stessa in quel momento - le chiacchiere che si sarebbero scatenate nel momento in cui tutti ne fossero venuti al corrente. Si era sempre detta superiore alle critiche degli altri, ma mai come in quel momento si rendeva conto che, invece, le temeva più che mai; a preoccuparla era in realtà solo la reazione che avrebbe potuto avere Cedric, dal momento che alcuni - come Percy, Penelope e persino Oliver - ne erano già al corrente. Non era certa che lui avrebbe capito, e non voleva litigare.
D'altra parte non poteva neppure farsi condizionare dalla sua opinione, ne era consapevole. "Marcus." Il ragazzo si stava già allontanando quando lei lo chiamò, costringendolo a fermarsi in mezzo al corridoio mentre lei lo raggiungeva; non aveva bisogno di pensarci, si disse convinta, poteva dargli subito la risposta che voleva. Marcus rimase leggermente sorpreso nel percepire quell'abbraccio, ma allo stesso tempo ne era compiaciuto; sentì la tensione sciogliersi quando la baciò, e un po' gli ricordò il momento in cui lei aveva deciso di concedergli tutto di sé. Non che avesse fatto i salti di gioia ed era stato evidente, ma se non altro non si era ritratta, e lui aveva cercato di non essere troppo precipitoso.
"Flitt! Windsor! Che cosa diamine state facendo?" I due ragazzi si separarono immediatamente, impreparati alla voce glaciale di Severus Piton che li stava osservando; l'insegnante pareva più immobile che mai, ma anche per questo ai due ragazzi sembrò ancora più terrificante. Marcus notò comunque che non era il solo presente, e si chiese al'improvviso perché tutti fossero in quel corridoio: poco dietro l'insegnante c'erano un gruppo di Serpeverde, tra cui Cecily, e qualche altro ragazzo. Notò persino Cedric Diggory, con l'aria di chi fatica a credere a quanto vedono i suoi occhi.
"Beh professore, mi sembrava chiaro! Se vuole glielo mostro di nuovo." disse Flitt, trasudando una disinvoltura che non provava assolutamente: gli occhi dell'insegnante lampeggiarono pericolosamente, e Victoria desiderò sprofondare immediatamente. "Visto che sei tanto spiritoso Flitt, vediamo come ti sentirai dopo che..."
"Severus, mi accompagneresti per favore dalla professoressa Sprite? Voglio accertarmi sulle condizioni delle mandragole." Piton fu costretto ad interrompere le proprie minacce per posare lo sguardo su Silente; il Preside sembrava estremamente divertito, ma il suo collega no. Marcus esalò un respiro di sollievo quando, poco dopo, Piton venne portato via proprio da Silente, che sembrava far finta di nulla, come se non sapesse ciò che aveva interrotto.
Victoria sentì parte della tensione svanire, anche se aveva già notato lo sguardo incredulo di Cedric che si stava allontanando. "Ci vediamo." disse semplicemente a Marcus, mentre si precipitava all'inseguimento dell'amico, senza badare alla folla che sembrava ancora in attesa di vedere altro.

"Se nomini ancora Allock e S.Valentino, Ced, giuro che ti faccio diventare donna!" sbraitò Victoria quando, la sera dopo la fatidica giornata, si trovarono entrambi in biblioteca. Il ragazzo rise piano, ricordando come il loro insegnante avesse seminato il panico tra gli studenti il giorno precedente. A lui personalmente la ricorrenza non dispiaceva, pur non avendo comunque motivo di festeggiarla, ma il professore aveva veramente toccato il fondo. Non solo era vestito di rosa, cosa che aveva fatto storcere il naso persino a molte ragazze, in più aveva sguinzagliato - parole di Piton - per la scuola quegli strani Cupidi che erano stati il terrore delle ragazze.
Lui per primo aveva riso a più non posso quando Victoria ne aveva ricevuti ben cinque: tre erano da parte di temerari allievi del primo anno di Grifondoro, e trasudavano talmente tanto miele che Cedric non aveva potuto che compatire l'amica. Il quarto l'aveva inviato il suo migliore amico tra i Tassorosso, anche se lui gli aveva caldamente raccomandato di evitarlo.
Il quinto era stato quello più divertente di tutti: non solo era uno scherzo da parte dei gemelli Weasley, cosa che aveva fatto scoppiare a ridere la ragazza, ma era una specie di filastrocca che prendeva in giro scherzosamente la storia che lei aveva con Marcus Flitt. Cedric aveva ancora le lacrime agli occhi al ricordo, soprattutto perché il Serpeverde non aveva gradito per nulla quell'esibizione senza senso.
Naturalmente la notizia della loro storia aveva fatto il giro di tutta la scuola talmente in fretta che nel giro di due ore lo sapevano praticamente tutti. Le reazioni non erano state le stesse: i Serpeverde erano - in massima parte - sconvolti e anche disgutati per via delle origini di Victoria, anche se la fama di Flitt restava comunque salda e nessuno osava azzardare lamentele pubbliche. Molti erano indifferenti a tale gossip, per somma gioia di Victoria, ma qualcuno si era anche dimostrato contento; la ragazza aveva sentito una voce, impossibile da capire chi l'avesse fatta circolare, secondo cui era una buona pubblicità per i Serpeverde. Cedric aveva suggerito che fosse Allock l'autore di tale stupidaggine, e Victoria era propensa a credere a quella versione.
Fortunatamente l'amico, per quanto sorpreso all'idea che stesse proprio assieme a Marcus, non aveva sollevato obiezioni: certo, aveva tentato varie volte di dirle che sicuramente Flitt mirava a qualcosa, ma non aveva mai detto altro. Da parte sua, Victoria era contenta che con il passare del tempo altri pettegolezzi avessero fatto dimenticare quello che riguardava loro due; Maggie era rimasta colpita quando aveva saputo della storia, e non aveva esitato a chiederle quando avrebbero celebrato le nozze.
Fortunatamente si era incaricato Marcus di farla tacere, tanto che Victoria non aveva provato neppure rimorso nel vedere l'amica coperta di bolle blu in faccia.
"È quello che ti ha corretto Piton?" disse Cedric indicando una pila di pergamene, e la ragazza annuì. Verso la fine di febbraio si era recata dal professor Piton per avere consigli utili su come migliorare la propria media; l'insegnante non le aveva riso in faccia, ma Victoria era certa che l'avesse evitato solamente perché non era una persona piena di senso dell'umorismo.
Da quel colloquio, improntato principalmente sui mille motivi per cui lei era una scadente pozionista, la ragazza si era semplicemente vista consegnare un grosso tomo: centinaia di ricette di Pozioni erano accuratamente scritte al suo interno, e l'insegnante le aveva detto che una strada per arrivare alla sua meta passava per quel libro.
Victoria sul momento non aveva compreso, ma Penelope in seguito le aveva rivelato che Piton evidentemente la credeva in grado di raggiungere il proprio obiettivo, ma prima avrebbe voluto essere sorpreso, probabilmente preparando una di quelle misture. Ed erano le più difficili perché la ragazza aveva notato pozioni come l'Antilupo, la Felix Felicis, il Veritaserum e tante altre conosciute solo per sentito dire.
"Sì, esatto, sembra che in parte vada bene."
Victoria posò l'ultima pergamena delle cinquanta che aveva accuratamente scritto, passate sotto l'inflessibile mano dell'insegnante di Pozioni. C'erano molti segni, probabilmente i punti in cui la piuma del professore aveva lasciato un punto: forse erano passaggi che l'aveva reso perplesso, ma non c'era alcuna correzione. Victoria conosceva bene il modo che l'insegnante aveva di correggere i temi, pertanto il fatto che avesse accettato il suo senza riserve l'aveva insospettita.
"Devo cominciare... oh cielo! Domani sera!" Cedric si chinò per leggere la nota di Piton sul retro dell'ultima pergamena, e non invidiò per nulla l'amica. "Secondo me sei impazzita, ci perderai soltanto tempo." la avvertì il ragazzo, ma Victoria già stava raccogliendo le sue cose e non lo ascoltò. Aveva tanto da preparare che il tempo le sembrava pochissimo.
"Ci vediamo!" disse all'amico allontanandosi. Da quando aveva letto quel tomo, Victoria aveva deciso che nessuna di quelle Pozioni faceva al caso suo: sarebbe stata, come aveva detto all'insegnante quando l'aveva interrogata in merito, semplicemente una delle tante a provare misture già note al mondo magico, e che - sempre secondo lei - non avrebbero sorpreso l'insegnante. Pertanto aveva condotto un'approfondita ricerca, e l'aveva presentata al professore: avrebbe creato lei una Pozione, che al momento ancora non possedeva un nome, di modo che Piton potesse convincersi che era in grado di farlo.
Sapeva di avere colpito l'insegnante, che per la prima volta vedeva una determinazione e un'ambizione in lei che credeva non possedesse. "Windsor, le probabilità che tu riesca a portare a termine con successo quello che ti sei prefissa sono meno di zero." le disse crudamente l'insegnante la sera seguente, subito dopo cena, quando già era nell'aula come richiesto. Lui l'aveva aspettata e le aveva indicato un posto in prima fila, anche se non era importante dal momento che era l'unica.
"Quello che vuoi fare altro non è - e credo tu lo sappia - la versione liquida del diadema di Priscilla Corvonero. Quanto utile possa essere non ne ho idea." riprese Severus, mentre non staccava gli occhi immobili dalla ragazza. La studentessa non sembrava intimidita, ma solo determinata a proseguire sulla via: aveva letto più volte quella ricerca, e a convincerlo non erano state tanto le parole, quanto la sua strana richiesta di creare qualcosa di diverso. Se ci fosse riuscita, era certo che quella Pozione sarebbe potuta diventare molto richiesta dal momento che a tutti avrebbe fatto comodo un po' di astuzia e di intelletto in più, ma dubitava che Victoria ci sarebbe riuscita. Si stava lasciando trascinare dall'entusiasmo, anche se Albus gli aveva detto di non dare per scontato il suo fallimento.
"In ogni caso vedo che hai tutti gli ingredienti, pertanto mettiti al lavoro. Assisterò io personalmente a ciò che fai, ma ti avviso che non avrò alcuna compassione per te quando salterai in aria assieme al tuo diabolico intruglio." L'uomo andò a sedersi alla cattedra dopo essersi sistemato il mantello, e Victoria sorrise dentro di sé. Avrebbe trovato il modo di farlo ricredere.

L'uomo prese la pergamena dal becco della fenice, prestando attenzione a non muoversi bruscamente per non spaventare l'animale. Non aveva neppure bisogno di aprirla per scoprire il mittente; pochi maghi potevano permettersi un simile animale, e di sua conoscenza c'era solo Albus Silente. Fanny era bellissima, e gli era sempre piaciuta, anche quando andava a scuola. Per fortuna Odino dormiva sul trespolo, altrimenti avrebbe obiettato riguardo la presenza di un altro volatile.
Appoggiò la pipa mentre si domandava che cosa fosse accaduto per indurre il noto mago a scrivergli di persona; doveva trattarsi di qualcosa di estremamente confidenziale se non l'aveva inviato all'ufficio Auror. Non era la prima volta che l'eccentrico Preside lo contattava privatamente, facendo appello alla sua discrezione.
La lettura della pergamena gli chiarì che la situazione nella scuola era decisamente delicata; le allusioni di Caramell e di Malfoy avevano, evidentemente, solide fondamenta almeno da quello che poteva dedurne leggendo quelle parole. Eppure, almeno fino a quel momento, nessuno aveva pensato di contattare gli Auror: ovviamente dovevano sempre aspettare che succedesse qualcosa prma di farlo, pensò Sven Dietrich mentre si sedeva sulla poltrona.
Era un caso curioso, ed era sicuro che non ce ne fossero stati altri del genere: non aveva neppure bisogno di consultare l'archivio ministeriale per saperlo dato che lo conosceva a memoria. Tutto partiva da una leggenda, ma sembrava fin troppo assurdo per essere vero.
In ogni caso mancava da Hogwarts da parecchio tempo, e l'invito a prendere il tè con Silente era solo un modo per camuffare la richiesta implicita di indagini. Con discrezione, quella di cui lui spesso si vantava di possedere.
Circa mezz'ora dopo aveva già varcato il portone d'ingresso della scuola; era notte inoltrata, perciò sapeva che non era strano che i corridoi fossero deserti; la sua meta, comunque, era l'ufficio del Preside, pertanto si avviò in fretta verso le scale. Hogwarts non era cambiata per nulla.

I giorni erano diventate settimane, che a loro volta si erano trasformate in mesi. Le vacanze di Pasqua, terminate da poco, altro non erano che un ricordo: Victoria quella volta era rimasta a scuola, letteralmente incapace di abbandonare quella che chiamava la sua creatura.
Ancora non c'era nessuna notizia riguardante la Camera dei Segreti, e dal momento che gli attentati sembravano essersi fermati, anche la tensione era diventata meno vistosa. Da parte sua ormai non aveva quasi più tempo libero, tanto che era costretta ad annotare giorno dopo giorno tutti gli impegni: da soli i compiti le portavano via molto tempo, anche se la media era tornata ad essere alta in tutte le materie, ed inoltre trascorreva almeno tre sere la settimana nel sotterraneo del professor Piton.
Marcus si lamentava del fatto che ormai non la vedeva più: tra Club, impegni e cose varie, Victoria era consapevole che il ragazzo avesse ragione. A volte si diceva che quella pozione l'avrebbe uccisa tanto si stava dimostrando complicata da preparare: l'aveva dovuta ricominciare almeno quattro volte. Piton, inoltre, non le dava alcuna tregua e spesso, quando la lasciava andare, era mezzanotte passata. Ogni volta, però, insisteva affinché si facesse accompagnare in Torre da un elfo domestico, e Lillo era sempre disponibile per quello che riteneva essere un gradito lavoro. Del resto avevano un ottimo rapporto, al punto che l'elfo a volte arrivava a chiamarla mamma.
In ogni caso Victoria aveva acconsentito, ma solo un paio di volte, a trascorrere la notte fuori dal castello assieme a Marcus; tuttavia nessuno dei due aveva desiderato ripetere troppo spesso quegli episodi per via della sorveglianza che era sempre serrata. Il ragazzo sapeva che gli spogliatoi del campo da Quidditch non rientravano nei sospetti degli insegnanti, ma correre troppe volte quel rischio non aveva attirato neppure lui. Non vedeva l'ora che l'anno scolastico terminasse, così avrebbero smesso di vedersi solo per qualche minuto.
La ragazza sbadigliò sonoramente, approfittando dell'assenza del professore: il calderone emanava un odore poco invitante, ma Victoria sapeva bene che fosse tutto a posto. Il liquido azzurro che ribolliva avrebbe dovuto essere grigio in realtà, e lei stava per l'ennesima volta cercando di capire dove fosse l'errore; l'insegnante si era dovuto assentare, e quando guardò l'orologio la ragazza si rese conto che erano le quattro del mattino. Mai prima di quel momento si era trattenuta così a lungo nell'aula, ma sapeva di non poterla lasciare senza aver avvisato il professore.
La porta si spalancò all'improvviso, ma Victoria non si voltò sapendo che a Piton bastava ben poco per mettersi a levare dei punti alle Case; si chinò nuovamente sul calderone finché il rumore dei passi non la destò. "Non è qui il professor Piton?"
Victoria rimase sorpresa: quella non era la voce dell'insegnante, e si chiese chi potesse vagare di notte per la scuola. Sul momento pensò che si potesse trattare di uno studente dell'ultimo anno, anche se faticava a collegarlo ad un nome e ad una Casata; il su sguardo si posò sull'abbigliamento, che non somigliava per nulla alla divisa di scuola, ed era quasi interamente coperto da un lungo mantello. Aveva i capelli biondi legati in una coda, anche se non avrebbe saputo dire quanto fossero lunghi, e qualche piccola cicatrice sul volto e sulle mani, come notò poco dopo.
Dopo qualche attimo Victoria capì che quella persona non era di certo uno studente, ma un uomo adulto, anche se sembrava ancora relativamente giovane. A occhio e croce pensò che avesse sui venticinque o ventisei anni, ed era vestito come un Auror che aveva visto sulla Gazzetta alcune volte. "Ehm... no... lei chi sarebbe?" La ragazza si chiese se non fosse magari l'Erede di Serpeverde, ma ne dubitava: se lo fosse stato non si sarebbe fermato a parlare con lei, preferendo magari attaccarla.
Sven la osservò per qualche istante, per poi guardarsi attorno. Era chiaro che l'insegnante non era lì, ma non si sarebbe aspettato di trovare uno studentessa a quell'ora di notte in un'aula. Da sola, per giunta, anche se potevano esserci mille motivi per la sua presenza lì. Ignorò la domanda; dopo ore di colloqui con Silente e i CapiCasa era sfinito, e di certo non dell'umore giusto per farsi interrogare da una ragazzina. Mosse qualche passo all'interno dell'aula, emettendo un sospiro irritato: doveva solo parlare con il professor Piton dato che era lui il responsabile dei Serpeverde, e non aveva voglia di perdere più tempo del dovuto visto che era in piedi, tra il lavoro e quella visita ad Hogwarts, da quasi due giorni.
Riportò lo sguardo sulla ragazza intuendone i sospetti, e sorrise. "Un Auror, se può farti stare tranquilla." disse gentilmente. In fondo poteva capire come la ragazza potesse avere dei sospetti dal momento che c'erano già stati diversi attentati all'interno della scuola; la vide annuire per poi tornare a guardare il proprio calderone.
Dopo aver appurato che non sapeva dove trovare Piton, decise che sarebbe rimasto nell'aula ad attenderlo; dopotutto prima o poi sarebbe tornato, e poi non gli piaceva l'idea che lasciasse uno studente da solo. Per trascorrere il tempo prese in mano un libro appoggiato su una delle sedie; sorrise nel vedere che era uno di quelli scritti da Allock. Li aveva letti anche lui, ma non erano di suo personale gradimento.
"Immagino che Allock vi abbia raccontato di come ha sconfitto quel mago a Balmoral... anche se non ho ancora capito in che posto sia." Sven aggrottò le sopracciglia perché non era da lui ignorare i luoghi magici; alzò lo sguardo quando la ragazza scoppiò a ridere, e si chiese che cosa ci trovasse di tanto divertente in quello che aveva detto.
Victoria vide l'occhiata dell'uomo e si affrettò a spiegarsi. "Dubito fortemente che Allock sia andato a Balmoral... vede, signor Auror, Balmoral è un luogo Babbano di proprietà della sovrana d'Inghilterra, una delle residenze a lei più care... Ecco perché quel libro - assieme agli altri - per me non è altro che spazzatura, non Difesa contro le Arti Oscure."
La ragazza aveva parlato con una convinzione tale che Sven avrebbe voluto chiederle come potesse essere tanto certa che Allock non fosse veramente stato a Balmoral; tuttavia, se lei aveva ragione, c'era da credere che il mago avesse commesso un errore. Nel libro definiva Balmoral come luogo magico misterioso ed accessibile a pochi. Fece per parlare quando la porta del sotterraneo si aprì all'improvviso, e la figura di Severus Piton entrò in fretta.
Il professore osservò entrambi, ma il suo sguardo severo rimase puntato sulla ragazza. "Windsor, smettila di rincretinire di chiacchiere gli altri e sparisci da qui il prima possibile." La ragazza non se lo fece dire due volte, e abbandonò in fretta l'aula, senza voltarsi indietro.

"Dannata ragazza, dov'è finita?" Marcus si guardò attorno: le tribune del campo da Quidditch erano piene, ma lui non riusciva a trovare Victoria da nessuna parte. Le aveva strappato la promessa di sedersi con lui e i suoi amici per la partita Grifondoro-Tassorosso, ma non la vedeva da nessuna parte.
"La partita è stata annullata." disse Cecily rivolta ai Serpeverde, dopo almeno mezz'ora che attendevano l'ingresso delle squadre in campo. Marcus se ne chiese la ragione, ma la notizia di una nuova aggressione fece il giro della scuola in brevissimo tempo; il ragazzo scrollò le spalle per dirigersi in Sala Grande, e vide Diggory seduto da solo al suo tavolo, in disparte. Di solito c'era Victoria con lui, ma quasi di certo era ancora chiusa o in biblioteca oppure in Sala Comune.
"Diggory, dov'è la tua amichetta?" Gli si rivolgeva sempre così allo scopo di infastidirlo, ma quella volta il Tassorosso non reagì in alcun modo. Il ragazzo si voltò verso di lui e rimase colpito: sembrava che avesse pianto, o qualcosa del genere. "Non lo sai?"
Marcus lo guardò con aria interrogativa, ma la risposta che ricevette non era quella che si sarebbe aspettato. "L'hanno trovata poche ore fa vicino alla biblioteca, assieme a Penelope Light e a Hermione Granger: sono tutte e tre in infermeria, pietrificate."









ed ecco qui il 23 *___* bello denso u.u
come vedete ho fatto trascorrere un po' di tempo, d'altronde non posso soffermarmi su tutto u.u
Marcus era incazzato nero XDDDD però come vedete hanno trovato un accordo U___U e neanche il tempo di stilarlo... che è comparso Piton e metà della scuola XDDD Silente che si porta via Sev è epico secondo me u.u
Ced ci è rimasto, ma poi come vedete gli è passata u.u
Il s.Valentino musicale di Allock lo adoro, pertanto ho voluto omaggiare la cosa XDDDDDDD
come vedete la cara Vic ha avuto un'idea per una pozione di modo da stupire piton u.u ce la farà? beh a voi cercare di immaginarlo xddd
E come vedete entra in scena Sven U__U che apparizione figa lol ah gli appunti su Balmoral sono veri u.u come vedete è rimasto colpiuto da Vic, ma è anche normale, insomma u.u non è mica Maggie(XDDDD)
Bene, il colpo di scena: Vic pietrificata l'ho deciso all'ultimo momento, mi serve per la trama u.u a voi i commenti e ci sentiamo al prossimo ciauuuuuuu

I miei contest *__*

My Drabble in Love

Ti sposerò perchè...

Mio padre lo verrà a sapere!

Di cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.

Una rosa per te

Una mimosa per te

Oltre il velo - contest
 


In memoria di Fred - Contest


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Capitolo 24
*** 24 - Sfortunati eventi e non ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd oggi sponsorizzo la long di mio fratello su Voldemort e i fondatori u.u Ghiaccio bollente






Immagine allo specchio


24 - Sfortunati eventi e non


Le giornate erano diventate infinite per gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts; Marcus personalmente cominciò a detestare sempre di più la routine che si era venuta a creare. Come sempre si alzava, andava a lezione e svolgeva i suoi compiti, ma l'atmosfera era diventata tesa in un modo da risultare persino tangibile.
Il Quidditch era stato annullato, così come le gite ad Hogsmeade - anche se Marcus non aveva nessuna voglia di andarci - ed anche le scorribande notturne non erano più tollerate. Gli insegnanti li sorvegliavano in modo tendenzialmente maniacale, e gli studenti quasi non potevano più andare in bagno senza essere accompagnati. Tutto, insomma, era diventato insostenibile, tanto che Marcus cominciò a guardare con desiderio all'avvicinarsi dell'estate e, di conseguenza, alla fine della scuola.
Spesso alcuni Auror erano giunti a scuola, ma lui non li aveva mai visti: la sola notizia concreta era stata l'arresto di Hagrid, ma lui non credeva che fosse lui il colpevole delle aggressioni ai figli di Babbani. Quella specie di uomo non era capace neppure di tenere in mano una bacchetta, come avrebbe potuto esserci lui dietro quegli attentati? Ad ogni modo non c'erano novità, anche se Allock continuava a ciarlare di essere stato sul punto di cogliere Hagrid con le mani nel sacco. Marcus non sopportava più quell'uomo e sperava - assieme alla maggior parte degli studenti ed insegnanti - che sarebbe potuto diventare la prima vera vittima del mostro della Camera dei Segreti.
Durante quelle settimane, Marcus si era reso conto che molti compagni lo osservavano in attesa di scoprire la sua reazione alla lunga permanenza di Victoria in infermeria; alcuni sussurravano tra loro sostenendo che sicuramente aveva una ragazza di riserva, mentre tra altri ancora circolavano voci secondo cui a lui non interessasse nulla di quello che era accaduto alla Corvonero. Il Marcus di altri tempi avrebbe desiderato sfogare la sua rabbia su di loro, ma, con una certa sorpresa, il ragazzo si era reso conto di non averne voglia in quel momento.
 Le chiacchiere lo avevano sempre sfinito, e non aveva nessuna intenzione di preoccuparsi anche di quelle. Avrebbe voluto andare in infermeria, ma, con suo sommo stupore, nessuno degli insegnanti gliel'aveva concesso. L'aveva domandato a Piton, dal momento che era il suo Capo Casa e, di fronte al rifiuto netto dell'uomo, aveva deciso di tentare persino con la professoressa McGranitt.
In entrambi i casi aveva trovato di fronte a sé un muro impossibile da abbattere ed era sempre più infuriato: in fondo lui non era pericoloso, perciò non vedeva la ragione per cui gli si dovesse impedire una visita. Naturalmente non aveva parlato con nessuno dei propri compagni di quella sua idea, e solo in quel momento cominciò a capire quanto non fosse semplice dover sostenere una storia con una ragazza che era giudicata, in massima parte, solo in base a pregiudizi. E più il tempo passava, più si sentiva nervoso.
Alcune volte si era anche imbattuto in quella strana ragazzina bionda, una certa Luna Lovegood, che Victoria aveva tanto cara; lui personalmente non riusciva a capire in cosa quella patetica bambina potesse essere utile, soprattutto perché parlava solo di cose astratte ed utilizzava la bacchetta per grattarsi la schiena più che per compiere magie. Tuttavia sapeva che la ragazza le era molto affezionata, al punto che più volte lo aveva ripreso ammonendolo di non chiamarla Lunatica. Marcus la osservò in quelle settimane, e si rese conto che, forse, a modo proprio la ragazzina bionda fosse molto più sveglia di sua sorella. Deborah non faceva altro che decantare le lodi di Cedric Diggory, per il quale pareva avere una cotta che lui giudicava difficile da capire, e passava il suo tempo ad infastidire gli altri. Quella Luna, invece, era strana, ma non sfogava mai la sua rabbia su nessuno. Era incomprensibile.

"Professoressa, stiamo facendo il possibile." Sven si rivolse pacato a Minerva McGranitt, ma sapeva che la frase che aveva appena pronunciato era solo un modo per nascondere il fatto che le loro ricerche non avevano dato alcun frutto. L'allontanamento di Silente, poi, era stato ciò che lo aveva colpito più di qualunque altra cosa; parlare di persona con Lucius Malfoy, al Ministero, non era servito a nulla. Pareva che la decisione fosse unanime da parte del Consiglio, ma a lui sembrava una stupidaggine.
Niente, comunque, aiutava le indagini: era sicuro che nessuno studente potesse riuscire a pietrificare dei compagni, dal momento che si trattava di magia avanzata e oscura. Più volte si era recato in infermeria assieme alla Vicepreside, ma gli indizi erano minimi; c'era solo quello specchietto, trovato assieme alle ultime tre vittime, ma anche quello pareva essere un enigma senza risposta. Era grazie a quell'oggetto che non erano morte? L'espressione sul volto delle tre ragazze non era neppure spaventata, semmai solo perplessa e sorpresa; Sven aveva riconosciuto, tra le tre, la stessa ragazza incontrata nel sotterraneo del professor Piton. In un primo momento l'aveva creduta una studentessa dell'ultimo anno - e ne aveva l'spetto - ed era rimasto colpito nel sentirsi dire che si stava preparando per i G.U.F.O. prima di essere colpita. Chissà perché trovava curioso che fosse una figlia di Babbani; aveva anche sentito parlare di lei da Amos Diggory, e forse era stato quell'elemento a trarlo in inganno. Sembrava proprio una Purosangue, ma guardando anche gli altri ragazzi pietrificati, Sven si disse che in fondo tra di loro non c'era nessuna differenza. Non c'era mai stata, se non per gente ottusa. In ogni caso lei era l'unica, tra i presenti, ad avere gli occhi semi chiusi, anche se era un particolare che non l'aiutava.
"Questa notte riusciremo a scoprirne di più."
Madama Chips aveva rivelato che, con l'aiuto della professoressa Sprite e del professor Piton, ormai la Pozione Ricostituente era pronta per essere preparata, e Sven aveva semplicemente annuito. Ormai erano passati quasi due mesi dall'ultimo attentato, e forse qualcuna delle vittime avrebbe potuto rivelare cosa le avesse aggredite.

Il giorno seguente Sven e i suoi colleghi Auror, Dawlish e Kingsley, lasciarono il castello di Hogwarts; durante la notte tutto era stato chiarito, e la loro presenza ormai era inutile. Silente era tornato a presiedere il proprio ufficio, e l'enigma della Camera dei Segreti era stato definitivamente risolto.
Un Basilisco... Sven si disse che avrebbe dovuto saperlo, e si rimproverò per non aver ipotizzato una cosa del genere. Ai tempi dei suoi studi era il migliore in Cura delle Creature Magiche, ma sapeva che non era il solo a non aver previsto quello sviluppo; il diario incriminato era stato distrutto, e in fondo nessuno si era fatto davvero male. Aveva assistito di persona al risveglio delle vittime in infermeria, e provveduto a dare il consenso al loro ritorno alla vita comune; le sole a poter raccontare loro qualcosa erano state le tre ragazze e lui aveva ascoltato con attenzione il racconto della più giovane di loro, Hermione Granger.
La ragazzina gli aveva ricordato una sua vecchia amica, anche lei parte dei Grifondoro, che a scuola era sempre la migliore di tutti e aveva sempre la risposta da dare alle domande dei professori; la ragazza era morta per mano dei Mangiamorte prima della caduta di Lord Voldemort, ma Sven si affrettò a sciacciare quel pensiero. Anche il fantasma si era ripreso, e l'Auror ora doveva solo fare rapporto scritto: aveva avuto modo di parlare anche con il giovane Harry Potter, l'eroe della situazione, ed ora il loro lavoro era terminato.
Mentre si allontanavano verso il punto in cui sarebbe stato possibile Smaterializzarsi, Sven ricordò ancora gli occhi grigi della ragazza che aveva aiutato a rimettersi in piedi, sempre la stessa con cui aveva scambiato alcune parole settimane prima. C'era qualcosa di magnetico nella sua personalità, anche se si era detto che di certo di ragazze affascinanti ce ne erano molte, e anche più di lei; tuttavia non riusciva a togliersela dalla mente, non completamente, anche se non capiva di preciso cosa di lei l'aveva attirato. Forse solo l'espressione degli occhi, o forse tutto l'insieme; in ogni caso era anche certo che con il tempo se ne sarebe scordato. 
Ogni tanto qualche ragazza attirava la sua attenzione, ma nessuna in modo permanente e di certo non sarebbe stata una sedicenne - seppur carina e simpatica - ad entrargli nel cuore. 

Victoria osservò di nuovo ciò che aveva attorno, ancora incredula dopo tutto quello che era successo; ricordava solo di essere uscita dalla biblioteca assieme a Penelope quando Hermione le aveva raggiunte, con aria trafelata. Aveva parlato di un Basilisco ed aveva mostrato uno specchietto; si erano allontanate in fretta in cerca di un insegnante, ma un rumore alle loro spalle le aveva bloccate. Victoria era stata addirittura sul punto di girarsi istintivamente, ma la mano pronta della Grifondoro era scattata per impedirglielo. La curiosità comunque aveva vinto, e aveva guardato lo specchio: da lì il nulla, fino a quel momento.
Anche Penelope, seduta vicino a lei, sembrava stravolta, ma in buona salute. In seguito, uscendo per raggiungere la Sala Grande per il banchetto notturno, avevano ridacchiato assieme sulla presenza degli Auror. In effetti Victoria era stata costretta ad ammettere che tutto sommato Maggie non aveva torto a considerare quello Sven Dietrich una persona affascinante e, come aveva detto con Penny, era piacevole svegliarsi e trovare nelle vicinanze uno come lui. Con le loro risatine aveva attirato lo sguardo perplesso del Frate Grasso, ma loro avevano continuato il loro tragitto senza badargli più di tanto.
Giunte in Sala Grande erano state accolte festosamente un po' da tutti, soprattutto dagli amici, e Victoria aveva faticato non poco a impedire a Marcus di stritolarla con un abbraccio; il ragazzo aveva allenato la presa solo quando Silente, divertito, si era avvicinato consigliandogli di non ucciderla solo perché era contento di rivederla. La ragazza aveva riso a quella battuta, ma era allo stesso tempo contenta per quell'accoglienza tanto calorosa, tanto che aveva già scordato le innocenti battute fatte con Penelope al riguardo dell'Auror che era stato così gentile con tutti loro.
L'entusiasmo di Victoria si appannò leggermente quando scoprì che ai G.U.F.O mancava meno di una settimana; era pur vero che la scuola aveva deciso di annullare gli esami, ma questo valeva solamente per chi non doveva ottenere un diploma. Le lezioni vennero terminate, e la notizia dell'avventura nella Camera dei Segreti fece il giro della scuola; assieme a Penelope andò a complimentarsi con Harry per la sua impresa prima di precipitarsi a studiare.
Il fatto che Gilderoy Allock fosse un impostore serpeggiò rapidamente tra gli studenti, anche se Victoria era una delle meno sorprese: aveva sempre sospettato che ci fosse in lui qualcosa di strano, ma non avrebbe mai immaginato che si fosse spinto fino a quel punto.
"Ti dovresti riposare." sbottò Marcus arrabbiato il giorno dopo, trovando la ragazza in biblioteca, letteralmente sommersa dalle pergamene: erano tutti gli appunti delle lezioni che aveva involontariamente perso, assieme a quelli che Percy le aveva fatto avere dall'anno precedente. "Non posso! Ho gli esami a breve... e ho perso quasi due mesi... Che Priscilla vegli su di me, non passerò neppure le parti teoriche!" disse Victoria con una nota isterica nella voce, facendo alzare gli occhi al cielo a Marcus. Silente aveva fatto sapere che gli esami per i diplomi erano stati spostati di pochi giorni, ma era chiaro che non poteva fare di più. Oltretutto Marcus sapeva come Victoria fosse la sola studentessa a doverli sostenere, dato che le altre vittime non erano né del quinto, né dell'ultimo anno; tutti gli insegnanti le avevano fatto avere i programmi, e sapeva che Vitious trascorreva le sue notti nella Sala Comune dei Corvonero per istruire il più possibile la ragazza.
"Figuriamoci, piuttosto Piton mi ha detto di farti avere questo se ti avessi vista."
Marcus posò una pergamena arrotolata proprio di fronte alla ragazza; naturalmente l'insegnante sapeva che lui e Victoria si sarebbero visti, e lui credeva anche di sapere che cosa ci fosse scritto su quel foglio. La ragazza alzò gli occhi e lo osservò. "Credo sia il risultato del mio lavoro con quella pozione." Lo disse piano, e Marcus annuì. Lui l'aveva ritenuto un progetto folle, e decisamente poco adatto a qualcuno che aveva degli esami, ma non glielo disse; inaspettatamente Victoria posò da parte la pergamena e ritornò agli appunti di Trasfigurazione. "Non intendo rovinarmi l'umore prima dei G.U.F.O. scoprendo quanto ho fatto schifo. La aprirò solo quando sarà tutto finito."

Maggie si sistemò i capelli mentre uscivano dalla sala, e Victoria alzò gli occhi al cielo. Per fortuna quello era l'ultimo esame da sostenere, e l'amica aveva fatto del proprio meglio per attirare l'attenzione dell'uomo, purtroppo invano.
"Se continui così ti noterà, ma solo perché ti rendi ridicola!" sogghignò Victoria. Silente aveva chiesto agli Auror di presiedere - nei limiti del possibile - le sessioni degli esami per evitare qulunque rischio, con il risultato che Maggie aveva fatto di tutto pur di attirare l'attenzione del capo degli Auror. Victoria le aveva pestato il piede con violenza quando si era accorta che non faceva che ridacchiare, così aveva smesso.
La ragazza era già abbastanza tesa per conto proprio per preoccuparsi di altro: nei giorni precedenti gli esami era convinta di aver dormito sì e no un'ora al giorno, tanto che il giorno prima era svenuta proprio di fronte al professor Vitious. L'insegnante l'aveva costretta a non toccare più libri oltre a farle somministrare una Pozione da madama Chips per farsi rimettere in sesto.
Victoria non era sicura che Maggie - che sosteneva che un esaminatore giovane fosse meno severo degli altri - potesse avere ragione, anche se indubbiamente quelli che si erano presentati erano talmente anziani da rasentare quasi l'antichità. L'esame che più preoccupava Victoria era Pozioni, assieme a Difesa contro le Arti Oscure: fortunatamente si era allenata con gli amici durante l'anno, ma temeva non fosse sufficente per essere promossa. A Pozioni poi, sotto lo sguardo vigile del professor Tofty, era quasi convinta di aver prodotto un Distillato della Morte Vivente molto al di sotto dei suoi soliti standard, e fu la prima a fuggire dall'aula quando l'esame fu terminato.
Trasfigurazione ed Incantesimi andarono certamente molto meglio, e alla fine di Storia della Magia posò finalmente la piuma, sentendosi libera.
Ora doveva solo aspettare un mese prima di scoprire quanti sogni era riuscita ad infrangere nel giro di due settimane. 

Cedric si stiracchiò dopo essersi seduto in poltrona, mentre Kaiser decise di prendere di mira la nuova sciarpa del ragazzo; lui rise e lo lasciò giocare, dicendosi che quasi sicuramente Victoria fosse ancora da madama McClan. Gli piaceva prendersi cura dei suoi animali durante la sua assenza, e lo Kneazle era tutt'altro che una compagnia noiosa. La civetta, invece, era fuori per una consegna. "Tesoro, dov'è Victoria?" Cedric si voltò verso la madre, che aveva un'espressione ansiosa sul volto e sorrise.
"Ha detto che era invitata a cena dal suo ragazzo, non credo sia già di ritorno." Cedric indicò il sole che cominciava appena a tramontare; era rimasto sorpreso quando l'amica aveva effettivamente confessato apertamente ai suoi genitori di vedersi con Marcus Flitt. Naturalmente suo padre aveva fatto una scenata degna del miglior genitore che vuole proteggere la figlia adottiva da chissà quali sciagure, e pure sua madre non era stata da meno, ma alla fine si erano adattati. Raramente comunque Victoria si tratteneva a Londra con Marcus, ed era rimasta persino sorpresa quando lui le aveva esteso quell'invito a cena.
"Con un assassino in circolazione, Cedric, non dovrebbe andare in giro da sola." sbottò Lucy, arrabbiata. Era una novità di quei giorni e del resto ormai non si parlava che dell'evasione di Sirius Black; tutto era avvolto nel silenzio del Ministero, e di concreto si sapeva solamente che Sirius era riuscito a beffare i Dissennatori per poi sparire nel nulla.
Cedric e Victoria ne avevano parlato a lungo, ed entrambi erano rimasti colpiti dalla notizia che fosse riuscito ad evadere: nessuno era mai fuggito da Azkaban, ed entrambi avevano sentito dire da Amos Diggory che al Ministero gli Auror erano sommersi di lavoro. Victoria, che ricordava l'incontro con Sven Dietrich, si era chiesta in che modo partecipasse alle operazioni di ricerca del criminale, ma poi aveva accantonato il pensiero molto in fretta.
"Oh ecco i risultati!" Cedric balzò in piedi nel riconoscere due gufi di Hogwarts giungere fino a loro; aprì la finestra e si fece dare la pergamena da uno dei due volatili. L'altra venne posata sul divano, e i due animali non erano neanche ripartiti che lui già teneva il foglio aperto davanti agli occhi.
Il silenzio durò alcuni minuti. "Devo rinunciare a Pozioni." disse Cedric, anche se non era particolarmente dispiaciuto: una O era un ottimo traguardo, soprattutto perché di solito non otteneva risultati brillanti con Piton. Osservò gli altri risultati, e notò che aveva O ovunque tranne in Divinazione che aveva preso A e Trasfigurazione addirittura con Eccezionale. Tutto sommato era contento dei risultati, ed osservò curioso la pergamena chiaramente destinata a Victoria: chissà che cosa aveva ottenuto lei, ma decise di attendere il suo ritorno per scoprirlo. Non era una buona cosa spiare la posta degli altri.

La ragazza sorrise a quel giovane Babbano che già da un po' la stava osservando; il sole era sceso da alcune ore e lei si chiedeva che fine avesse fatto Marcus. Lo aveva aspettato al Paiolo Magico, ma, dopo mezz'ora di attesa, aveva abbandonato il mondo magico per addentrarsi in quello Babbano.
Non era mai entrata da sola in un pub, e sentiva su di sé lo sguardo curioso dei clienti abituali del posto; fortunatamente aveva messo dei jeans ed una maglia bianca a maniche corte, ed aveva rinunciato al mantello per via dell'afa improvvisa calata su Londra. Quel giorno aveva tardato al lavoro, e stava quasi per uscire dal locale per chiamare il Nottetempo quando il ragazzo si era avvicinato a lei.
Victoria lo aveva notato quasi subito: era decisamente molto carino, e si era anche accorta che lui l'aveva fissata per quasi tutto il tempo. "Posso offrirti qualcosa da bere?" le disse con un sorriso talmente smagliante che, per un istante, Victoria ebbe l'impressione di trovarsi di fronte Allock. Il modo di sorridere era lo stesso, e quasi rise. "No, grazie, sono a posto." gli rispose. Aveva scelto una Coca-Cola e con quella si era guadagnata un'occhiata sospettosa da parte del barista, ma il ragazzo rise, come se si fosse aspettato una risposta del genere.
Victoria si rese conto in quel momento di non essere abituata ad un tipo di insistenza come quella che quel Babbano stava esercitando; di solito era Marcus ad esasperarla a quel modo, ma, dal momento che stavano insieme, i suoi approcci erano graditi e comunque mai del tutto eccessivi ed era impreparata ad affrontare un certo tipo di persone. Lui non sembrava essere pericoloso, ma di certo dava l'impressione di non essere del tutto lucido e lei non aveva voglia di farsi notare troppo.
Seguirono tutta una serie di domande personali - dal suo nome al numero di telefono - che cominciavano a diventare del tutto fuori luogo, quando un'esplosione mise fine a tutto. Victoria si buttò a terra d'istinto, e lui la imitò.
Tre persone erano entrate nel pub e in mano brandivano una bacchetta. Victoria si sentì gelare nel rendersi conto che dovevano essere maghi, e che l'esplosione era opera loro. Fu tentata di mettere mano alla propria bacchetta, ma il momento per farlo andò perduto; con il braccio bloccò il ragazzo a terra, intimandogli di non muoversi.
Era la prima volta che si trovava esposta al pericolo, e non aveva idea di ciò che avrebbe dovuto fare. "Allora, ti diverti eh?!" I tre avevano preso di mira alcuni anziani e li stavano torturando. Victoria notò che molti Babbani erano riusciti a scappare terrorizzati, e nel locale erano rimasti pochi.
Esitò a lungo, ma quando vide la Maledizione Cruciatus scagliata senza pietà sugli altri, la ragione la abbandonò. Estrasse la bacchetta sotto lo sguardo incerto del ragazzo Babbano, e la puntò verso di loro. "Petrificus Totalus!" Era il primo incantesimo che le era venuto in mente, e capì che aveva avuto effetto quando uno dei tre maghi ricadde a terra come se fosse stato paralizzato. Per un momento la ragazza si sentì quasi pervadere da una gioia estatica - aveva colpito qualcuno per evitare che facesse del male ad altri - finché non si rese conto della situazione.
Aveva usato la magia fuori da Hogwarts prima dei diciassette anni - cosa chiaramente proibita dal Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni - ed era anche riuscita a farlo di fronte ad un Babbano, che la stava ora guardando in preda al panico - ed era anche questo proibito . Inoltre i due compagni dell'altro che aveva atterrato ora si erano girati verso di lei con l'aria di chi non intende passar sopra ad un affronto: era decisamente nei guai.
Pensò di stare per morire senza neppure essersi scusata con Marcus per avergli dato del maniaco sessuale, e anche per aver detto a Cedric che era una frana con le donne!  Inoltre non sapeva neppure se era stata promossa all'anno successivo, e si sarebbe persa tutto questo: si alzò rapidamente in piedi, pensando che magari le avrebbero dato l'Ordine di Merlino alla memoria per il suo eroico tentativo di difendere dei Babbani...
"Vediamo ora come ti diverti! Crucio!" La ragazza schivò abilmente il getto di luce che andò a colpire il muro; si chiese dove fosse il Ministero nel momento del bisogno, come potevano ignorare cosa accadeva in quel momento tra i Babbani? Riuscì a bloccare una Fattura Pungente e fece arretrare entrambi facendoli quasi travolgere dal lampadario che aveva provveduto a staccare dal soffitto.
Purtroppo la ragazza si rese conto di aver involontariamente sottovalutato la situazione: uno dei due riuscì a farle volar via la bacchetta dalle mani, mentre l'altro la colpì. Victoria si contorse sotto quel dolore apparentemente infinito: non aveva mai provato prima d'ora gli effetti della Maledizione Cruciatus, e sentiva il corpo teso fino allo spasimo sotto quella tortura. Fu certa di subire almeno due maledizioni, alternate alle risate dei due aggressori, finché un'esplosione potente mise fine a tutto.
"Presi! Accidenti che disastro!"
Una voce profonda pronunciò quelle parole, e due mani gentili l'aiutarono a risollevarsi; riconobbe allora uno degli Auror visti a scuola. Aveva la pelle scura ed un abbigliamento decisamente curioso, ma in quel momento la ragazza si sentiva relativamente al sicuro. L'uomo le chiese qualcosa, ma fu costretto a ripetere la domanda alcune volte affinché Victoria riuscisse a capire e a rispondere: si sentiva tremare tutta, ed era grata a Kingsley - così si era presentato - per non toglierle la mano dalla spalla.
"Siete qui per arrestarmi, vero?"
C'era una nota disperata nella sua voce: non sarebbe tornata a Hogwarts, e avrebbe deluso tutti. Forse l'avrebbero fatta marcire ad Azkaban, e rimpianse di non aver conosciuto Sirius Black per farsi dire il modo per evadere.
"Certo che no! Anche i minorenni possono usare la magia per difendersi, e questo è un caso lampante; ora dovrai venire con me al Ministero, non posso lasciarti tornare a casa da sola in questo stato." Kingsley era convinto che la ragazza non fosse ferita gravemente, ed era essenziale che rilasciasse una dichiarazione scritta come testimone dell'accaduto. Inoltre era necessario occuparsi della sua sicurezza dal momento che i tre malviventi l'avevano vista, e ci sarebbero potute essere gravi ripercussioni. Si voltò verso Rufus, che si era occupato di legare i tre con una corda per portarli al Ministero ed annuì, per poi tornare a rivolgersi a Victoria con voce gentile. "Ora vieni, è tutto finito." le disse stringendole la mano per poi sparire in un pop. A sistemare tutto ci avrebbero pensato gli Obliviatori, appena giunti sul posto.










eccoci qui! il ritardo è dovuto dal fatto che la mia beta è pigra... AHAHAHA no che scherzo^^ il fatto è che mi son iscritta ad un contest ed entro aprile devo presentare una long su una mary sue... vi anticipo solo che c'è anche Voldemort... e basta, non dirò altro U__U
veniamo al apitolo. Ho trattato la Camera dei Segreti in fretta perchè non succedeva altro XDDD lo stesso dicasi per i G.U.F.O. che per quanto importanti, vi sareste annoiati se avessi descritto nel dettaglio
come vedete il caro Sven pensa un po' a Vic, ma per ora lei è saldamente assieme a Marcus u.u anche lei l'ha notato, ma come detto al momento è tuto molto vago. Posso solo dirvi che nel prossimo capitolo ci sarà finalmente rivelato ciò che Vic non ricorda(ve lo ricordate, qualche capitolo fa? ecco u.u) e che ci sarà una decisione drastica che cambierà tutto.
vi informo altresì che sto per iniziare una raccolta di drabble/flash sulla neve e i pg, e che ho deciso di accontentare i lettori( Blankette xdddd) che han esultato su fb quando ho ipotizzato una drabble romanticosa tra Oliver Baston e Victoria u.u
però non saltate di gioia perchè quella sarebbe solo un What If, non farò cambiare idea alla ragazza: ha scelto Marcus e se lo tiene, ancora per un po' lol diciamo che mi divertirebbe sapere che cosa sarebbe potuto accadere SE invece Oliver si fosse svegliato prima U__U
a voi i papiri e commenti^^ per il 25, che è difficile da stilare, forse ci vorrà qualche giorno in più. Vedremo u.u ciaooo

I miei contest *__*

My Drabble in Love

Ti sposerò perchè...

Mio padre lo verrà a sapere!

Di cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.

Una rosa per te

Una mimosa per te

Oltre il velo - contest


In memoria di Fred - Contest


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Capitolo 25
*** 25 - Qualcosa da non voler ricordare ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd oggi sponsorizzo la mia raccolta di drabble/flash sulla neve u.u la trovate qui
Witches and Wizards in the snow





Immagine allo specchio


25 - Qualcosa da non voler ricordare


La ragazza si sentì avvolgere da una sensazione di leggerezza che, ne era certa, non aveva mai provato prima; l'infuso appena preso aveva fatto sparire i residui di dolore dovuti alla Maledizione Cruciatus, e le sembrava di essere rinata. Alzò lo sguardo grato su Kingsley, che l'aveva aiutata fino a quel momento, e si chiese in che modo fosse giunta sin nel cuore del Ministero.
Non era la prima volta che Victoria vedeva la famosa struttura magica, ma Amos Diggory non aveva mai portato lei e Cedric oltre l'Atrium. L'Ufficio Auror non sembrava essere molto vasto, tuttavia Victoria captò i segni di una fervente attività.
A parte Kingsley sembrava non esserci nessun altro, eppure le pareti erano tappezzate di manifesti di ricercati; in quel cubicolo in particolare era Sirius Black ad essere rappresentato, e Victoria ne dedusse che sicuramente quasi tutti gli sforzi degli Auror erano concentrati sulla sua cattura.
"Molto bene, ora rileggi questa pergamena e se non hai altro da aggiungere, ti chiedo di firmarla." le disse l'Auror con un sorriso, mentre una piuma blu volteggiò fino a lei, posandosi spontaneamente vicino alla sua mano destra. Victoria prese la pergamena che le porgeva Kingsley e la rilesse: era la dichiarazione che aveva appena rilasciato, a seguito delle incalzanti domande dell'Auror che l'avevano indotta a raccontare tutto quanto sapeva. Non era stato semplice, però in un certo senso ora si sentiva decisamente meglio.
Prese la piuma e depose la propria firma: la pergamena si arrotolò da sola, per finire di nuovo nelle mani di Kingsley. "Ah eccoti, Sven." disse l'Auror, rivolto al nuovo arrivato nell'ufficio, e la ragazza notò che si trattava dell'altro Auror che aveva già visto alcune volte a scuola. L'uomo si limitò a rivolgerle un'occhiata interrogativa, per poi porgerle un saluto cortese; era raro incontrare studenti di Hogwarts nel loro ufficio, a meno che non fosse incriminata di qualcosa e in quel caso, lui non ne aveva saputo nulla.
"Novità?" chiese Sven, afferrando la pergamena che Kingsley gli aveva appena lanciato, e srotolandola per leggerla con attenzione; nel frattempo l'Auror gli stava raccontando quanto accaduto nel pub di Regent Street senza tralasciare neppure un dettaglio. Victoria si limitò ad osservare i promemoria che sfrecciavano imperterriti, ed abbassò la testa per schivarne un paio.
"Mi daresti la tua bacchetta, per favore?"
La ragazza fu costretta a rivolgere la propria attenzione a Sven Dietrich, che le aveva rivolto la parola inaspettatamente; per un momento lo guardò come se non avesse capito ciò che le aveva detto. Fu solo quando l'uomo ripeté la richiesta che, con uno sbuffo, estrasse la bacchetta per consegnarla a lui: sapeva che di solito la si doveva registrare all'ingresso, ma a quell'ora di notte non c'era nessuno e Kingsley le aveva evitato di essere notata troppo al Ministero. Aveva incrciato solamente Cecily Hawtorne in ascensore con sua madre - una giurata del Wizengamot-  ma non avevano scambiato che un saluto.
"Bene, di Gibbon e dei suoi compari me ne occupo io; un viaggetto ad Azkaban non glielo leva nessuno: sono curioso di sapere in che modo cercheranno di evitare la condanna questa volta." disse Sven dopo aver studiato a fondo sia la pergamena che le prove che avevano, ovvero gli ultimi incantesimi che la bacchetta della ragazza aveva compiuto. C'era solo l'incantesimo della Pastoia che poteva essergli utile, le altre erano le magie risalenti agli esami pratici ad Hogwarts. E poi c'era il ricordo che Kingsley aveva tolto dalla mente della ragazza, l'avrebbe visionato successivamente nel Pensatoio per comprendere meglio la dinamica di quanto accaduto: i tre balordi non avrebbero avuto scampo. Era un sollievo sapere che ogni tanto potevano davvero punire chi lo meritava.
Fece per rivolgersi alla ragazza per chiederle se avesse riportato ferite, quando all'improvviso entrò un altro promemoria; somigliava molto più ad una comunicazione ufficiale, e fu lui ad aprirla mentre aggrottava le sopracciglia. Sorrise, ma non era divertito. "Immaginavo che la tua magia non sarebbe passata inosservata..." disse, sventolando il foglio davanti al naso della ragazza che lo prese per leggerlo: era un ammonimento ufficiale da parte dell'Ufficio per l'Uso Improprio della Magia, ed era chiaramente indirizzato a lei.
Un brivido di paura la percorse; con un foglio del genere si rischiava l'espulsione da Hogwarts, anche se in quel momento pareva aver dimenticato che poche ore prima era stata la sua stessa vita ad essere stata messa a rischio. A sua gran sorpresa, Sven riprese il foglio, come se fosse suo.
"Naturalmente parlerò io con chi di competenza, i testimoni vanno tutelati ed una volta che si saprà quello che è successo, questa pergamena non avrà neppure ragione d'esistere." La ragazza si trattenne dal confessare di non avere capito nulla di quanto l'uomo avesse appena detto; non era neppure certa di trovare di suo gradimento quell'atteggiamento, ma si sforzò di ricordare che non si trovava a scuola e lì era lei ad aver bisogno di loro.
"Dobbiamo anche assicurarci che la Skeeter non venga a conoscenza di quanto successo; se il suo nome viene fuori, non credo sia una cosa positiva." disse Kingsley mentre Sven annuiva. Non era il primo caso in cui i testimoni andavano tutelati, e del resto non c'era ragione di mettere in pericolo una studentessa con la pubblicità oscura che sarebbe derivata da quell'episodio. Se fosse stata a scuola non avrebbe corso rischi - del resto Sven era dell'idea che Silente fosse affidabile, anche se bizzarro - ma, essendo ancora estate, la situazione era ancora più complicata.
"A Rita pensaci tu, dopo aver accompagnato a casa Victoria; qualcuno dovrà parlare con Amos Diggory di ciò che è accaduto, e tanto vale che lo faccia tu."
Sven aveva già letto che la ragazza era affidata a loro pur essendo di origine babbana; quando le aveva chiesto dei genitori naturali, lei aveva fatto finta di non aver capito la domanda, così aveva lasciato perdere. Kingsley se ne sarebbe informato dai Diggory, se lei non voleva parlarne. "Quanto a me, mi occuperò di sistemare questo cavillo della magia minorile, poi porterò i nostri simpatici ospiti dritti ad Azkaban prima di recarmi da Silente: credevo di riuscirci prima, ma non importa."
Sven avrebbe volentieri evitato la visita al Preside, soprattutto perché non condivideva l'idea di Caramell: mettere dei Dissennatori a Hogwarts era pura follia, ma non poteva neppure protestare apertamente di fronte al suo capo. L'occhiata che scambiò con Kingsley passò inosservata agli occhi di Victoria, ma Sven notò che se non altro non sembrava tremante come poco prima.
"Ovviamente, vai pure. Ora vieni Victoria, ti porto a casa." Era già l'alba, ed immaginava che Amos Diggory fosse in preda al panico dal momento che non aveva più notizie della ragazza; avrebbero potuto mandargli un biglietto per informarlo, ma si erano preoccupati più che altro di non tralasciare alcun particolare utile all'indagine. "Andrà tutto bene; magari ti sembra che Sven sia un po' fuori di testa, ma sa come gestire queste situazioni, e non avrai nessun danno concreto dopo questa brutta avventura." Kingsley aveva infatti notato dall'espressione sul suo volto che la ragazza pareva aver disapprovato il modo di fare di Sven, d'altronde non era lei a dover decidere come dovevano comportarsi gli altri. E poi fino a quel momento era andato tutto bene, e non c'era modo di credere che la situazione potesse sfuggire di mano.

A Victoria servirono alcuni giorni per riprendersi da quanto visto e subito; Amos Diggory era stato informato da Kingsley di quello che era realmente accaduto, ma lei non aveva comunque potuto farne parola con Cedric. Infatti, il giorno successivo, la ragazza aveva ricevuto una gufo proprio dal capo degli Auror che l'ammoniva affinché non compromettesse la propria posizione. Doveva tacere anche lei se desiderava che tutti i loro sforzi avessero successo, e lei aveva spedito Ginevra in risposta, assicurando che non ne avrebbe fatto parola con nessuno.
A Cedric aveva raccontato di essere rimasta a dormire nella Londra Babbana, e persino Lucy ignorava quanto successo; Amos l'aveva costretta a rimanere a casa dal lavoro per un paio di giorni, dicendole oltretutto che, dopo quanto successo, non avrebbe più dovuto andare in giro a sola. Sulla Gazzetta del Profeta non era uscito nulla che accennasse alla presenza di Victoria nel pub di Londra, e questo aveva tranquillizzato sia Sven che i suoi colleghi, e anche lo stesso Amos. Secondo lui era una follia permettere a Victoria di tornare a lavorare da madama McClan, ma si era piegato sia alle proteste della ragazza, che alle rassicurazioni degli Auror: secondo loro lei avrebbe dovuto ugualmente continuare la propria vita senza dare nell'occhio. Victoria aveva altresì ricevuto una lettera dal Preside Silente: l'uomo le aveva fatto avere, come sempre, la lista dei libri, ma in allegato c'era un biglietto scritto di suo pugno che la informava di essere stato avvertito dal capo Auror di quanto accaduto.
La ragazza era rimasta un po' sorpresa da tutta quella preoccupazione generale, ma doveva ammettere di aver forse sottovalutato la situazione. Non si era aspettata che quello strano Sven si mobilitasse in prima persona, ma era stata costretta a riconoscere che in quel modo le era sembrato molto più competente e meno strano di quanto avesse pensato all'inizio.
I risultati degli esami erano rimasti sigillati per alcuni giorni, finché, circa dieci giorni dopo l'aggressione, si decise ad aprirli: ormai era la metà di agosto e non poteva continuare ad ignorare la realtà. Lesse la prima pergamena che citava i voti di promozione e bocciatura, per poi prendere in mano con timore la seconda.

Victoria Elizabeth Windsor ha conseguito:

Erbologia: O
Incantesimi: E
Difesa contro le Arti Oscure: O
Storia della Magia: E
Astronomia: A
Divinazione: O
Cura delle Creature Magiche: A
Trasfigurazione: O
Pozioni: E
Rune Antiche: E
Volo: A


Victoria osservò il foglio, incredula, prima di scoppiare a piangere. Si era convinta che sarebbe stata bocciata in tutte le materie, invece non aveva avuto neppure una bocciatura. Osservò le tre E, soprattutto quella vicino a Pozioni, che riapriva la strada per continuare gli studi col professor Piton. Il giudizio dell'insegnante riguardo la pozione che aveva tentato di comporre l'aveva stroncata, ma lei sapeva che non tutto il suo lavoro era stato da buttare. In quelle righe aveva colto una sorta di messaggio codificato secondo cui il professore sembrava aver visto qualcosa di buono, e confidava nel fatto che non avrebbe lasciato incompiuto quel lavoro.
La ragazza rimase a fissare per un po' i risultati, consapevole che ora più che mai avrebbe dovuto pensare a cosa seguire in futuro come materie: di certo avrebe lasciato Astronomia, Volo e Cura delle Creature Magiche, materie che l'interessavano in maniera relativa, ma per le altre non sapeva che cosa fare.
In quel momento arrivò Cedric, di ritorno con il signor Diggory da Londra, e Victoria si precipitò a mostrare loro i risultati: come immaginava Amos scoppiava d'orgoglio nel vedere quello che era riuscita a fare, ma la ragazza rimase un po' delusa nel vedere l'espressione di Cedric. L'amico si era congratulato educatamente, ma lei aveva colto qualcosa sul suo volto che l'aveva inquietata. Per un momento pensò che potesse essere invidioso, ma non lo credeva possibile dal momento che non era mai stato nell'indole di Cedric. Sul momento non gli disse nulla, ma quando nel pomeriggio si ritrovarono in giardino da soli, fu lui a prendere la parola.
"Ascolta, devo dirti una cosa, ma non sono sicuro di come potresti prenderla." Il ragazzo era esitante, e Victoria ricordò di averlo visto così anche nei giorni precedenti; sembrava che qualcosa lo rodesse, ed era proprio così.
Il ragazzo aveva visto quel giorno Marcus Flitt a Londra, a Diagon Alley per la precisione, ed era rimasto sorpreso soprattutto nell'averlo incontrato assieme a Maggie; anche alcuni giorni prima si erano incrociati, ma aveva pensato che fosse stato un caso. Invece proprio poco prima aveva potuto osservare coi propri occhi che i due si dovevano essere dati appuntamento, perché non c'era proprio modo di equivocare quel bacio: la cosa lo aveva sconvolto, ma era dell'idea che Victoia lo dovesse sapere subito. Lui non si era mai fidato di Flitt, e dubitava ci fosse una spiegazione differente a quel comportamento; inoltre era sicuro che il Serpeverde lo avesse visto e, dall'espressione sul suo volto, era anche certo che non fosse per nulla desideroso di nascondere quello che stava facendo.
Maggie, poi, lo aveva colpito di nuovo negativamente, anche se non l'avrebbe mai creduta capace di un gesto del genere. Come tutti sapeva che Victoria frequentava Marcus, ma credeva che fossero amiche, se non altro il necessario per non scendere a certi livelli. Vide lo sguardo scettico di Victoria, e immaginò che la ragazza non volesse credere a quelle parole: lui stesso era rimasto incerto, ma si era convinto che dirle la verità fosse necessario.
La ragazza rimase in silenzio dopo averlo ascoltato, ma sentì uno strappo all'altezza del cuore; erano in effetti - ora che ci ripensava - diversi giorni che Marcus non si faceva sentire, ed ora lo trovava strano. Sulle prime si era detta semplicemente che forse aveva da fare, ma non avrebbe pensato da sola ad una soluzione del genere. Del resto lei era ancora sotto chock per quanto accaduto nel pub per preoccuparsi di lui. "Ne sei sicuro?" chiese rivolgendo all'amico uno sguardo a metà tra l'arrabbiato e il disperato; forse aveva solamente frainteso ciò che aveva visto, anche se faticava a crederlo. Cedric non era il genere di persona capace di equivocare, oppure di mentire, e difatti lo vide scrollare la testa; Victoria non disse nulla, ma era consapevole che la situazione andava affrontata il prima possibile. Non le piaceva rimuginare sulle cose, era tipo da prenderle di petto senza preoccuparsi molto delle conseguenze.
Se era vero, Maggie aveva chiuso con lei, e ovviamente pure Marcus, ma le sfuggiva la ragione di quel tradimento. Perché Marcus avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Non era stato proprio lui ad aver insistito per rendere ufficiale la loro storia? Le suonava davvero strano quel repentino cambio di idee; oltretutto Victoria sapeva che Marcus detestava Maggie, la considerava solo una sciocca. C'era decisamente qualcosa di sbagliato in tutta quella faccenda. Stava per parlarne con Cedric, quando Lucy l'avvisò che c'era una visita per lei, e dal modo in cui la guardò - in modo un po' severo ed ammiccante - capì che doveva trattarsi proprio di Marcus.
"Resta qui con me." disse con Cedric dopo qualche istante, mentre proprio in quel momento Marcus stava venendo verso di loro. Non sapeva spiegarsene la ragione, ma quell'espressione non le piaceva, le sembrava troppo simile a quella che ricordava lui avesse avuto anni prima, quando ancora si divertiva a prenderla in giro. Notò subito che c'era qualosa di diverso in Marcus, ma fece caso a ciò che teneva in mano solo quando se lo ritrovò letteralmente ai piedi. Sembrava una piccola sacca, e Victoria squadrò interrogativa il ragazzo.
"Questo è tuo, avresti anche potuto avere la decenza di farlo sparire prima che lo vedessi, ma non importa." Cedric notò che la voce di Marcus suonava fredda e particolarmente antipatica, un po' come se volesse provocare Victoria; la ragazza non riuscì a proferire parola, ma raccolse quella sacca e scoprì - al suo interno - un vestito. Lo riconobbe immediatamente: era una delle vesti estive da strega che preferiva, ma non lo vedeva da quasi un anno e si meravigliò profondamente che ce l'avesse lui. "Non capisco..." disse sinceramente la ragazzza, scambiando un'occhiata interrogativa con Cedric: più volte aveva pensato che fosse stato lui a farglielo sparire per scherzo, ma pareva che l'amico cadesse dalle nuvole e lei dubitava che mentisse.
Marcus sbuffò ridendo amaramente. "Davvero? Ah beh, immagino che sia faticoso ricordarsi di ciò che si dimentica dai propri amanti, vero? Forse ne hai un po' troppi, magari dovresti ridurre il numero." disse velenosamente, senza nascondere la rabbia che provava. La ragazza lo guardò come se non credesse alle proprie orecchie, e poi rise. Non poteva farne a meno, era tutto talmente assurdo da rasentare la pazzia: sicuramente Marcus aveva inghiottito troppo Whisky Incendiario, ed aveva perduto la ragione.
"Ridi? Lo trovi divertente? In questo caso non mi meraviglia affatto che tu ed Edward andiate così d'accordo." Marcus riprese a parlare, sentendosi incredibilmente meglio; era ancora furibondo e trovava particolarmente di suo gradimento poter sfogare su di lei la sua rabbia. Victoria, invece, rimase a guardarlo senza capire.
"Edward? Tuo fratello? E che cosa c'entra?"
La ragazza era sinceramente incuriosita, tanto che si era temporaneamente dimenticata di quello che le aveva detto Cedric su Marcus e Maggie. Il ragazzo comunque pareva sempre più infuriato, tanto che avrebbe voluto estrarre la bacchetta per colpirla: lui non aveva più il divieto di utilizzare la magia fuori dal castello, al contrario di lei. "Fai pure finta di non capire, Signorina-Pura-Come-La-Neve... Del resto non è la prima volta che menti senza farti scoprire; certo che avresti potuto evitare di andare a scegliere proprio mio fratello, ma non importa. Allora dimmi, a letto è così bravo come dicono?"
Victoria cominciava a sentirsi sempre più infuriata, anche se trovava tutta la situazione parzialmente divertente; lui si preoccupava di accusare lei, quando sapeva bene di essere nel torto, ma non intendeva lasciarsi sconfiggere in quel campo. "E che ne so io, non vedo tuo fratello da... da molto tempo!" dichiarò la ragazza, ed effettivamente l'aveva incrociato l'anno precedente a Diagon Alley, ma da quel momento se ne era scordata. Le parole di Marcus, comunque, non le sarebbero uscite dalla mente tanto facilmente e si chiese come avesse potuto anche solo pensare quella cosa: neppure le piaceva, Edward. Lo riteneva carino, certo, ma nulla di esaltante.
"Piantala!" sibilò il ragazzo dandole uno strattone, e Victoria arretrò di qualche passo, sorpresa da quel modo di fare tanto violento; era la prima volta che Marcus si permetteva di alzare le mani su di lei, e non intendeva permetterglielo. Cedric intervenne prontamente, separandoli e costringendo il ragazzo ad arretrare anche se solo di un passo. "Tu non intrometterti." disse Marcus rivolto al ragazzo, per poi tornare a focalizzare la sua attenzione su di lei.
"Visto che la tua memoria ti inganna, lascia che ti ricordi io allora che ti sei dimenticata questa roba quando eri a casa di Edward, e non affannarti a negare perché ci sono un sacco di prove. Soprattutto, l'anno scorso, prima che cominciasse la scuola." Marcus pronunciò quelle parole come se le stesse sputando, e per un momento Victoria non riuscì neppure a fiatare. La convinzione con cui il ragazzo parlava... beh non aveva alcun senso! Sicuramente suo fratello, che era un bugiardo cronico, gli poteva aver fatto credere quello, ma le sfuggiva la ragione per cui Marcus gli dava corda.
"Ah davvero? Certo, come no... ma se neanche mi piace, tuo fratello! Sai, di solito se decido di stare con qualcuno è perché mi interessa almeno un po', e non è il suo caso! Forse, invece, potrebbe essere una buona idea accompagnarti da uno strizzacervelli del San Mungo visto che stai farneticando! E poi sei tu quello che va a sbaciucchiarsi Maggie, quindi non capisco perché tu debba accusare me!" Victoria era certa che i signori Diggory stessero seguendo quella conversazione dal momento che sia lei che Marcus urlavano a pieni polmoni, ma in quel momento la discrezione era l'ultimo dei suoi pensieri. Il ragazzo la guardò arrabbiato, per poi sorridere.
"Ah, vedo che il tuo amichetto te l'ha detto... Beh te lo sei meritato, se non altro lei non finge di essere una verginella come hai fatto tu. Mi ricordo ancora la tua sceneggiata... avremmo risolto la questione molto prima se avessi ammesso di esserti già fatta sbattere." dichiarò con rabbia Marcus. Ci pensava da giorni e la cosa gli piaceva sempre meno; oltretutto sembrava che non ci fossero neppure dubbi. Lui non ci aveva voluto credere, ma sembrava essere tutto così chiaro.
Cedric si disse che se non l'avesse visto di persona non ci avrebbe creduto, e per un momento pensò che Victoria gli avrebbe scagliato un incantesimo. Invece la ragazza aveva schiaffeggiato Marcus con una tale rapidità e violenza da sorprendere forse anche se stessa; Cedric giurò di aver sentito il rumore della mano di Victoria scontrarsi contro la faccia del Serpeverde, e riteneva che la situazione stesse rapidamente degenerando. Victoria sembrava fuori controllo.
"Ma che cavolo dici?! Mi fai vomitare, e non tanto perché credi alle parole di quel tuo schifoso fratello, quanto per quello che hai appena detto! Immagino che ora dirai che mi sono fatta volontariamente qualche taglio, o che avessi il ciclo pur di fingermi inesperta... Hai delle prove? Beh fammele vedere, prima che mi venga voglia di strozzarti" . L'urlo sembrava non finire mai, tanto che pure Marcus si sentì vagamente minacciato: non l'aveva mai vista comportarsi a quel modo, ma in fondo era anche un sollievo e impedì a Diggory di intromettersi quando lo vide scattare.
"Mezza Diagon Alley ti ha visto l'anno scorso che ti sei praticamente incollata ad Edward, senza la minima decenza." dichiarò Marcus, ricordando il racconto del fratello e anche le voci che aveva sentito subito dopo. In quel momento teneva stretto il braccio di Victoria e si augurò di farle male, tanto quanto quello che aveva provato lui scoprendo di essere stato ingannato in quel modo tanto meschino. E lui si era fidato, ma la lezione gli era bastata e non avrebbe commesso di nuovo quell'errore. "E vogliamo parlare di qualche sera fa, quando avresti dovuto aspettarmi al Paiolo? Non c'è stato modo di rintracciarti, ed ora so il perché: te la stavi spassando con lui, ma non sei stata furba quanto credevi di essere." Lasciò il braccio di Victoria, facendola volontariamente cadere a terra: era arrabbiato, ma in un certo senso ora si sentiva meglio.
Cedric pensò che c'era qualcosa di strano; non aveva creduto ad una sola parola fin quando non aveva sentito l'allusione alla sera. Victoria gli aveva confermato di essere stata a cena con lui, ma non si spiegava allora perché Marcus recriminasse la sua assenza con tanto livore; poteva essere vero che non si erano visti, ma allora perché lei non gli aveva detto dov'era stata? Non conosceva questo Edward, ma era quasi certo che Victoria non fosse il tipo di ragazza capace di avere allo stesso tempo due innamorati: non era nella sua indole, e comunque parlava così tanto di Marcus che sembrava assurdo anche solo ipotizzare una cosa del genere.
Era vero, però, che da quella sera lei era strana. La ragazza si alzò, le guance in fiamme per ciò di cui era stata accusata; si voltò verso Marcus con un'espressione talmente gelida che Cedric si sentì rabbrividire, e rimase sorpreso dall'apparente impassibilità dell'altro.
"Credi davvero tutto quello che hai detto?" Victoria non esitò a porre quella domanda, ma si sentì quasi morire quando lui annuì. Aveva quasi sperato che fosse magari sotto l'effetto di qualcosa di pericoloso, invece pareva convinto di quanto affermato, e per Victoria ciò bastava. Aveva sentito troppo: gli indicò la strada da cui era venuto. "Allora sparisci, e non azzardarti più a rivolgermi la parola: ecco a cosa mi è servito fidarmi di te... ma non avrai più occasioni per offendermi." La voce della ragazza era gelida e dura come non mai. "Puoi anche andare in giro a spargere queste disgustose menzogne, ma fà in modo che io non veda mai più la tua inutile persona! Se davvero ci avessi tenuto a me non avresti creduto ad una sola parola, ma probabilmente ti serviva solo una scusa per farla finita."
Cedric rimase a guardare Flitt allontanarsi senza esitazione, e rimase sorpreso quando, voltandosi di nuovo verso Victoria, vide che pareva irrigidita; si avvicinò e si rese conto che la ragazza stava piangendo in silenzio. Senza neanche riflettere l'abbracciò: se il dubbio che lei avesse mentito l'aveva sfiorato, ora era sicuro che si fosse dileguato senza lasciar traccia.
"Dai, a volte succede di perdere un po' la ragione, ma non voglio vederti piangere... non si merita tutto il tuo dolore, Vic, non avrebbe dovuto dirti certe cose." Cedric era convinto di quanto diceva, ma sapeva altrettanto bene che sarebbe stato impossibile che Victoria dimenticasse in un attimo tutto quanto Marcus aveva detto. Non riusciva a capire perché il ragazzo si fosse scagliato contro di lei a quel modo, e si ripromise di fargli rimangiare quelle parole prima o poi.
Allo stesso tempo avrebbe voluto sapere che cosa nascondeva l'amica, anche se in quel momento non si sarebbe azzardato a chiederlo; era ancora troppo sconvolta, e in ogni caso era certo che ci fosse una giustificazione più che valida. Improvvisamente Victoria si sciolse da quell'abbraccio e con la manica della maglia asciugò le lacrime.
"Devo parlare con Frederich, forse lui può spiegarmi qualcosa."
Victoria pareva tornata la stessa di sempre, ma a Cedric non sfuggì l'espressione ancora sofferente, seppur mascherata. La ragazza aveva ascoltato ogni singola parola di Marcus, ed aveva compreso che il giovane avesse alluso al penultimo giorno di agosto, quando era andata a trovare Frederich.
Aveva sempre avuto l'impressione di avere un buco in quella storia, ma faticava a credere di poter aver fatto qualcosa del genere; Frederich era stato molto evasivo, perciò forse poteva dirle qualcosa. Poi conosceva bene Edward, e magari avrebbe potuto spiegarle perché mai il ragazzo avesse mentito a quel modo a Marcus.

"Dovevi dircelo, Amos!"
Lucy guardò indignata il marito, e anche Cedric era di quel parere. Entrambi i Diggory avevano ascoltato la furibonda lite tra Victoria e Marcus Flitt, ed Amos si chiese perché la ragazza non gli avesse rivelato la verità sull'aggressione al pub a Londra.
Ovviamente gli Auror l'avevano dissuasa dal farlo, però lui si era convinto che a Marcus l'avesse detto. Invece no, ed in fondo forse era meglio così: a lui quel Serpeverde non era mai piaciuto, ed era ovvio che non si fidava di Victoria. Sia lui che Lucy erano rimasti sconvolti nel sentire le accuse infamanti che le aveva rivolto, ma si erano imposti di non intervenire.
Cedric, invece, era sollevato anche se solo in parte; ora si spiegava tutto, ma avrebbe voluto saperlo da Victoria. Erano amici, no? Avrebbe tenuto il segreto... eppure sapeva di non poterla biasimare, dopotutto era una faccenda seria.
La ragazza non era uscita dalla stanza per tutta la sera, e nessuno di loro si era azzardato ad andare a disturbarla; Cedric sapeva che l'ira di Victoria - se provocata ad alti livelli - poteva essere incontenibile, e riteneva che fosse più prudente lasciarla sola. Non che avesse paura di lei, ma sicuramente necessitava di tempo per riprendersi dalla lite; si era aspettato che prima o poi tra i due finisse, ma non avrebbe mai pensato ad un epilogo tanto rancoroso.
In parte capiva anche Marcus, seppur in massima parte ne fosse sollevato; non aveva mai davvero creduto in quella storia, anche se durante il periodo in cui la ragazza si trovava in infermeria era rimasto colpito dal fatto che lui sembrasse davvero dispiaciuto. Quel tempo era però passato, ed ora Cedric riconosceva in tutto il Serpeverde; il modo con cui avevano affrontato la situazione era stato tremendo, e non poteva biasimare la ragazza per la sua reazione violenta.
Victoria era seduta sul pouf ed aveva in mano il nuovo libro di Pozioni; per quanto decisa a non pensare a quanto accaduto, in realtà non aveva in mente nient'altro, e faticava a leggere le parole dell'autore. Sentiva ancora un bruciore insopportabile attorno agli occhi e aveva le guance in fiamme: non riusciva a credere che Marcus avesse davvero pensato quanto detto, eppure non riusciva proprio a dimenticare l'espressione schifata con cui l'aveva accusata.
E sapeva di non potergli dare neppure torto, perché se fosse stato vero... ma non lo era, però lui non aveva dubitato delle parole del fratello. Victoria allungò a Ginevra un pezzo di biscotto e sorrise quando la civetta lo fece sparire con il becco.
La cosa che non riusciva a comprendere era perché Edward avesse raccontato una tale menzogna su di lei, e la ragione per cui quel vestito fosse finito in mano sua. Per quanto lei ne sapesse nulla, non c'era ragione di mentire a quel modo e faticava a credere che Edward volesse solo dare fastidio a suo fratello; non avevano mai avuto contrasti quelle volte che si erano incontrati, eppure non aveva esitato a colpire.
Perché?
E come poteva essere in possesso di quel vestito? Era certa che Marcus non l'avesse mai neppure visto... Si alzò di scatto dopo aver visto un gufo arrivare dalla finestra e posarsi sul davanzale; aveva una pergamena legata alla zampa e Victoria lo riconobbe. Era l'animale di Frederich, Guittoncino, e pensò che l'amico fosse stato davvero rapido a risponderle.
Lesse quelle poche parole e rimase sorpresa: non era una vera e propria risposta, ma solo la proposta di incontrarsi il più presto possibile. Non era da Frederich rimandare le cose, perciò Victoria si sentì gelare al pensiero che qualcosa di serio potesse essere davvero accaduto.
Non fu neppure costretta ad aspettare molto dal momento che circa un'ora dopo Frederich era già arrivato; la ragazza sapeva che a quell'ora aveva già terminato il proprio apprendistato al Ministero, e di certo era arrivato subito dopo.

Per fortuna in quel momento non c'era nessuno in casa, perciò Victoria decise di rimanere lì ad ascoltare quello che Frederich aveva da dire; non aveva voglia di andare in giro sapendo che i Diggory si sarebbero agitati per via della latitanza di Black, pertanto aveva quasi l'impressione che le avessero lasciato campo libero di proposito.
Lei e Frederich si scambiarono alcuni convenevoli banali - dalla salute ai risultati scolastici - prima di affrontare l'argomento; stranamente il ragazzo pareva tergiversare, tanto che le chiese di raccontargli nel dettaglio quanto Marcus aveva detto. Victoria non avrebbe voluto rievocare quelle parole, ma non ebbe altra scelta anche se cercò di essere il più possibile imparziale.
Il ragazzo aveva immaginato che prima o poi qualcosa sarebbe accaduto, ed era quasi certo che Edward avesse approfittato dell'aggressione a Victoria per seminare il dubbio nella mente del fratello; Frederich lo conosceva abbastanza bene da sapere che era in grado di fare una cosa del genere, ed era dispiaciuto che la storia fosse venuta a galla. In ogni caso ne dedusse che pure Marcus Flitt non fosse al corrente della reputazione del fratello, altrimenti avrebbe capito all'istante che la ragazza era stata solo incastrata.
"Credo tu debba sapere quanto accaduto, ma non ti piacerà." esordì Frederich, per nulla sorpreso dalla faccia sconvolta di Victoria. "Se non ti ho detto nulla prima è stato perché non avevi alcun ricordo, ma parte di quanto ha detto Edward è vero. L'anno scorso l'ho incontrato al Ministero e mi ha fatto qualche allusione che sul primo momento non ho compreso. Mi è servito un po' per capire che gli avevi detto qualcosa che l'ha allarmato."
La ragazza lo osservò senza capire, e lui decise di continuare. "Non so in che modo e neppure il contenuto esatto, ma deve esserti scappato con lui qualcosa che gli ha fatto capire che eri al corrente di quanto accaduto tra me e lui."
Frederich non aveva mai visto Edward tanto arrabbiato come in quell'occasione, anche se non aveva mai capito davvero che cosa lo spaventasse tanto: temeva fino a quel punto la propria natura? Perché di certo le conseguenze non ci sarebbero state dato che gli anni erano trascorsi; osservò Victoria che stava cercando di ricordare, ma scelse di continuare.
"Come sia successo non so dirtelo, ma è probabile che tu abbia lasciato cadere un'allusione dopo aver rifiutato alcuni suoi approcci: questo posso immaginarlo perché Edward non ha mai sopportato l'idea di essere rifiutato da qualcuno - chiunque sia - ed il fatto forse di sapere che eri davvero legata a suo fratello lo ha indispettito... Ma non importa, in fondo non è per questo che sono qui." disse Frederich, e la ragazza ricordò in quel momento uno sprazzo di conversazione avuta proprio con Edward. Come aveva potuto dimenticiarla? Forse perché non c'erano state conseguenze dirette, e lui aveva semplicemente riso...
"Mi trovavo casualmente a Diagon Alley la sera del 29 agosto, ed è vero che - come ha detto Marcus - ti sei appicciccata ad Edward in modo indecente. Devo anche dirti che avevo trovato strano quel tuo modo di fare, ma ho capito solo in seguito che qualcosa non andava." Victoria si sentiva paralizzata da quelle parole, ma faticava a capire la ragione per cui non ricordasse nulla: non riusciva a focalizzare quella sera, ma non poteva certo aver scordato un episodio del genere.
"Fammi finire," disse il ragazzo notando che lei voleva interromperlo, "C'erano molti testimoni, ma pareva non importarvi molto e poco dopo siete spariti dopo essere usciti dal Paiolo Magico." Frederich lo ricordava bene, era come se stesse rivivendo quei momenti, come se si stessero consumando sotto i suoi occhi in quello stesso istante. Intuiva lo sconcerto dell'amica, ma era deciso a continuare. "La storia sarebbe finita lì per quello che mi riguardava, ma ho avuto un sospetto; per come ti conoscevo, sapevo che non avresti mai fatto una cosa del genere, ma allo stesso tempo faticavo a credere che Edward ti avesse stregato. Il tuo comportamento era troppo naturale per essere sotto controllo, così ho dato un'occhiata al bicchiere da cui avevi bevuto..."
In quel momento Victoria comprese tutto, senza neanche bisogno che lui le raccontasse nel dettaglio quanto successo. "Amortentia, e anche in una quantità massiccia se posso permettermi; in quel momento ho capito che non potevo permettergli di passarla liscia e vi ho seguiti."
La ragazza annuì, ma sentiva le avvisaglie della vergogna: lei che adorava le Pozioni, aveva bevuto da un bicchiere senza neppure controllare che cosa ci fosse dentro. Si sentiva morire, e pensò che la E fosse totalmente immeritata: se Piton ne fosse venuto a conoscenza, le avrebbe dato T oppure anche un punteggio più basso se avesse potuto. E lei se lo sarebbe meritato.
"Non sapevo dove foste diretti, ma ho immaginato che ti volesse portare dove vive lui, perciò mi sono Materializzato là e credo di essere intervenuto appena in tempo, se capisci quello che voglio dire." Frederich sapeva che la ragazza avrebbe capito senza bisogno che le fosse spiegato; ricordava ancora la fretta con cui era entrato nella dimora, esopreso i due in flagrante.
O per meglio dire, lui. "C'è stato uno scontro tra me e lui, e ci sei finita in mezzo." Frederich però non disse che era stato Edward volontariamente a Schiantarla, riteneva che la ragazza avesse già saputo tutto ciò di cui doveva essere messa a conoscenza, e quello era un dettaglio veramente trascurabile.
La lotta era stata cruenta, ma non entrò nel dettaglio neppure in quel senso: Edward era molto forte ed abile come duellante, e lui aveva faticato molto ad imporsi. Inoltre il ragazzo aveva spesso calcato le parole su quella relazione che avevano avuto, come se volesse spingerlo a sfogare tutta la sua rabbia. "Alla fine comunque sono riuscito ad afferrarti e ti ho portata via da là; ho spiegato a papà cos'era accaduto - a grandi linee - e ti ho fatto somministrare da lui un antidoto."
Victoria ricordò il risveglio a casa Steileir e si disse che già allora aveva sospettato che ci fosse stato qualcosa di strano; le parole dei due l'avevano però rassicurata, pertanto non aveva avuto sospetti di nessun tipo in seguito. Sentiva il disgusto invaderla, ed un odio sordo verso quell'infame di Edward, tanto che avrebbe desiderato alzarsi per andarlo ad uccidere di persona. Come si era permesso di farle una cosa del genere?
"Mi dispiace non averti detto la verità fin dall'inizio, ma non ricordavi nulla..."
Frederich era certo che Edward l'avesse Obliviata proprio al fine di proteggere se stesso, e sapeva che anche in quel momento Victoria non ricordava nulla sulla faccenda. "Posso però dirti che non credo che Edward fosse davvero interessato a te, forse voleva solo farti pagare le minacce che gli hai fatto... Credo sia terrorizzato al pensiero che tutti scoprano la sua parte omosessuale, e ci tiene all'apparenza. Il mio intervento ha solo rimandato la tua umiliazione, e me ne dispiace perché se te l'avessi detto prima..."
Frederich era consapevole che Marcus non avesse altra versione che quella del fratello, e sapeva che in parte era colpa sua; Victoria scrollò la testa e cercò di sorridere, anche se faticava a farlo.
"Non importa... o meglio, è vero che Edward ha contribuito alla lite tra me e Marcus, ma ciò non toglie che lui non si sia fidato di me... perché, quindi, dovrei essere io ad avere fiducia in lui?"
A Victoria ancora bruciavano le parole che lui le aveva rudemente rivolto, ma ora tutto aveva un senso; poteva in parte capire la rabbia del ragazzo, ma il suo atteggiamento aveva dimostrato che non gli importava nulla di lei. Si era rapidamente consolato con Maggie, senza neppure chiederle la sua versione; lei lo avrebbe fatto, ne era certa, e anche se si sentiva male, era dell'idea che forse sarebbe stata meglio senza di lui. Non le serviva un ragazzo che non si fidava di lei; inoltre era in qualche modo legato ad Edward, e dopo quanto ascoltato non era neppure certa di avere voglia di aveci nuovamente a che fare.
Per un momento pensò di vendicarsi ugualmente di Edward, ma capì che non sarebbe mai riuscita a farlo veramente; se avesse reso pubblica la foto del bacio, anche Frederich ne sarebbe stato coinvolto, e non voleva che succedesse, anche se il ragazzo aveva già ribadito che in fondo non gli importava molto. Ma lei non voleva farlo, soprattutto non con lui che aveva agito tanto prontamente per risparmiarle un'umiliazione più grande di quanto era accaduto veramente; aveva i conati solo al pensiero di essere stata sul punto di essere costretta da un ragazzo a fare ciò che avrebbe dovuto decidere autonomamente.
Era stata un'azione indegna, e altrettanto indegno era stato il modo in cui Marcus le aveva rinfacciato di aver solamente recitato. Forse era la parte che più le faceva male in quelle accuse, e si disse che non avrebbe più avuto tanta fiducia in un uomo; non erano che dei bugiardi e manipolatori, e pronti anche a farsi raggirare da due parole. Per quello che la riguardava, ne aveva avuto abbastanza.

Il primo settembre giunse molto presto quell'anno; Sven Dietrich sedeva su una panchina posizionata proprio tra i binari 9 e 10, senza l'uniforme ufficiale. Si sentiva strano negli abiti Babbani, ma da un lato era una situazione anche divertente in fondo; era lui quel giorno a doversi assicurare che gli studenti arrivassero sani e salvi al binario per Hogwarts, e quale miglior mezzo per farlo se non l'incognito?
Purtroppo non c'erano tracce di Black, anche se la sicurezza degli studenti veniva prima di qualunque altra cosa: teneva il giornale aperto, chiedendosi come mai i Babbani non avessero le figure in movimento. Con la coda dell'occhio notò parecchie famiglie, tra cui i Diggory, che attraversavano la barriera magica; posò per un momento lo sguardo sull'orologio e capì che ormai era giunto il momento di chiuderla di nuovo. Erano tutti arrivati - lo aveva notato dalla lista che aveva ricevuto da Silente - perciò non c'era ragione di indugiare oltre.
Anche lui attraversò il passaggio prima di sigillarlo di nuovo con la magia, e poi si fermò ad osservare la folla di gente che si era accalcata sul binario; i genitori erano ansiosi e davano ai figli mille indicazioni, mentre loro parlavano con gli amici di Quidditch, compiti e scherzi da fare una volta tornati a scuola.
A volte Sven si chiedeva se si sarebbe mai trovato anche lui nei panni di quei genitori che accompagnavano i figli al binario; non che fosse vecchio dato, che proprio tra pochi giorni avrebbe compiuto ventott'anni, tuttavia molti dei suoi amici avevano già messo su famiglia, o si stavano impegnando per farlo. Lui non aveva tempo per tutto ciò, e neppure conosceva qualcuna con cui gli sarebbe piaciuto mettere in pratica quel tipo di progetto; l'ultima storia avuta era finita in un niente almeno un anno prima, e tutto sommato era stato meglio così. Naturalmente sua madre non faceva che sgridarlo, però lui non aveva intenzione di sprecare il proprio tempo con una persona a cui non era interessato.
Del resto con il lavoro che faceva dove lo trovava il tempo per corteggiare una ragazza? Adesso poi sarebbe stato costretto a trascorrere più tempo ad Hogsmeade e a Hogwarts per tenere parzialmente d'occhio i Dissennatori, e l'ultima cosa che aveva in mente erano proprio le donne.
Il suo sguardo cadde in quel momento verso una coppia improbabile di ragazze: la più giovane aveva lunghi capelli biondi ed un'aria sognante sul volto, e stava raccontando qualcosa alla sua amica, decisamente più grande di lei. Sven la riconobbe all'istante: era la stessa ragazza che aveva assistito alla tortura dei Babbani, e che a sua volta aveva subito la maledizione su di sé; sembrava dimagrita, e ad una prima occhiata pareva estremamente sofferente. Era stata l'espressione degli occhi a rivelarglielo, anche se in quel momento stava ridendo con la sua amica più giovane.
Se non si sbagliava il suo nome era Victoria, mentre l'altra doveva essere la figlia di Xeno Lovegood; quell'uomo era pazzo da legare, ma era estremamente divertente. Proprio quel mese era uscito un articolo su di lui, nel Cavillo, ed ogni volta riusciva a sorridere quando ci ripensava. Se non altro sapeva come risollevare l'umore a chi leggeva i suoi articoli, e lui personalmente l'aveva sempre apprezzato, specialmente dopo un massacrante turno di lavoro.
Proprio in quel momento il controllore fece fretta agli ultimi studenti ancora sul binario, e lui osservò le due ragazze salire sul treno; aveva incrociato nuovamente lo sguardo di quella più grande, ed avrebbe potuto giurare che lo aveva riconosciuto. Questo lo aveva sorpreso molto, anche se non si erano salutati se non con gli occhi; non credeva si ricordasse di lui, anche se forse non era tanto strano dal momento che doveva averle fatto un'impressione negativa con i suoi modi di fare.
Soffocò una risatina: non era la prima persona che lo riteneva un maniaco del lavoro, e aveva ragione, ma anche grazie ai suoi modi di fare era riuscito a garantirle l'anonimato in quella brutta vicenda. Le avrebbe voluto chiedere se si fosse ripresa dalla brutta avventura subita, ma era certo che i segni fossero rimasti, e l'espressione che aveva negli occhi era chiaramente angosciata, ne era sicuro. Non era possibile poi dimenticare una cosa del genere alla sua età, e doveva ammettere che forse lei aveva cominciato troppo presto a subire le angherie dei malviventi. Osservò il treno muoversi e partire, e quando sparì oltre la curva anche lui non era più sul binario: il primo turno ad Hogwarts era di Rufus, lui avrebbe cominciato con Hogsmeade.
Sul treno, Victoria e Luna presero posto in uno scompartimento vuoto, il solo che erano riuscite a trovare. "Ho visto Maggie, prima." disse Luna all'improvviso con aria svagata, osservando Victoria che annuiva; l'aveva notata anche lei, ma fino a quel momento si erano girate alla larga.prontamente evitate. Non aveva voglia di litigare anche con lei, ed era riuscita ad impedire anche un incontro diretto con Marcus, almeno fino a quel momento; in ogni caso aveva già notato - con gioia selvaggia - che il ragazzo aveva una nuova ragazza vicino a sé, segno che Maggie dopotutto era semplicemente stata un diversivo. Victoria sentiva ancora una sorta di fastidio avvolgerla, ma vederlo tanto disinteressato le serviva a ricordare il comportamento tenuto con lei, così da non indurla in un'eventuale ricaduta.
"Ciao ragazze, vi dispiace se ci uniamo a voi?"
Poco dopo la partenza erano arrivati Oliver Baston e Chris McDonald, ed era evidente che non erano riusciti a trovare uno scompartimento libero. Le due annuirono, anche se Victoria rise nel vedere l'espressione sconvolta di Chris che si era seduto vicino a Luna. Oliver l'aveva accuratamente evitata perché era evidente che la trovava un po' strana, ma l'altro non aveva proprio potuto scegliersi un altro posto.
Victoria notò che Oliver aveva ricominciato a parlare di Quidditch, e non se ne stupiva eccessivamente, anche se intuiva che il ragazzo forse desiderasse chiederle qualcosa riguardo Marcus; sapeva che la voce della rottura avrebbe fatto il giro della scuola, ma fu grata a Luna che riuscì a distrarre il Grifondoro da quel proposito, coinvolgendolo in uno strano e quanto mai interessante argomento sull'origine reale delle Pluffe. Victoria soffocò una risata quando vide la faccia di Chris, sconvolto dalle argomentazioni per lui prive di senso della sua compagna di Corvonero; invece pareva che Oliver si trovasse incredibilmente a proprio agio, e la ragazza ne dedusse che l'argomento Quidditch dovesse essere per lui davvero importante se riusciva a discuterne pure con Luna.
Al gruppetto nello scompartimento si unì poco dopo anche Cecily Hawtorne, a cui brillava la spilla di Caposcuola sul mantello; Victoria già sapeva che Percy la possedeva pure lui, ed era sorpresa nel vederla addosso anche a lei. E trovava anche curioso che Cecily si sedesse con loro, ma le bastò osservarla qualche minuto per capire che doveva essere lì per uno scopo ben preciso, ovvero Chris. In effetti Victoria doveva riconoscere che il ragazzo fosse diventato veramente affascinante, ma trovava curioso che proprio lei si interessasse a lui.
"Ho saputo che hai preso Eccezionale in Pozioni." esordì di colpo Cecily, rivolgendosi a Victoria in modo gentile. La Corvonero, che non si attendeva quel commento, rimase spiazzata da quel modo di fare. Sembrava che la ragazza fosse diventata meno acida, o forse aveva messo da parte quel modo di fare solo al fine di mostrarsi a quel modo di fronte a Chris? Probabilmente l'aveva saputo da Cedric, e si limitò ad annuire; anche quel risultato ora le pareva immeritato dopo tutto quanto accaduto in quelle settimane. "Non è da tutti, da quello che ho sentito ci siete riusciti solamente in tre: del resto non è facile accontentare Piton, e sono sicura che rimpiangerai di continuare le sue lezioni. Sa essere davvero sgradevole con chi sopravvive al quinto anno." dichiarò Cecily, sistemando meglio i capelli mentre sorrideva a Victoria. La ragazza era ancora colpita da quei modi gentili al punto che rispose solo con un sorriso forzato.
Alcune ore dopo il treno si fermò, ma tutti compresero che c'era qualcosa di strano: Victoria notò un improvviso gelo, del tutto innaturale, e si strinse convulsamente al braccio di Oliver. Non l'aveva fatto apposta, ma in quel momento le pareva quasi di annegare tanto il freddo aumentava e per un attimo credette di essere di nuovo in quel pub ad osservare e subire la tortura; la sentiva ancora sulla pelle, e non si rese conto che il Grifondoro le aveva passato un braccio attorno alle spalle.
"Se ne è andato..." disse Cecily con voce di ghiaccio, e Victoria notò che il treno stava ripartendo e il freddo scomparendo. Oliver la osservò un po' preoccupato, ma la ragazza si affrettò a scostarsi, stringendosi meglio il mantello addosso; Kaiser si era nascoosto tra i suoi piedi, e tutti avevano un'aria sconvolta. "Sicura di stare bene?" Era sempre Cecily ad averle rivolto quella domanda, e Victoria notò che sembrava la meno colpita da quanto accaduto: lei annuì, ma non riuscì a fare alcuna domanda.
"Doveva essere un Dissennatore, ci hanno riferito che saranno di guardia a scuola." disse Chris e Cecily annuì, confermando le parole del ragazzo che si era preoccupato di proteggere Luna quanto possibile; Victoria pensò quasi di scusarsi con Oliver per quella scena che l'aveva vista tanto patetica, ma la vergogna non era ancora svanita, perciò preferì ascoltare i quattro parlare di argomenti futili e accolse quasi con gioia l'arrivo a Hogsmeade.
"Ho saputo che hai avuto modo di scoprire quanto può essere idiota Marcus Flitt."
Cecily l'aveva seguita verso le carrozze, e Victoria si voltò ad osservare la ragazza bionda; quell'interesse la infastidiva, soprattutto perché non aveva dubbi che fosse stato lui a raccontarglielo. "Non arrabbiarti, in fondo non è colpa sua se è maschio e cretino, ha sempre fatto così..." dichiarò la Serpeverde sorprendendola, mentre allo stesso tempo si assicurava che nessuno perdesse tempo per salire sulle carrozze. Victoria sorrise, senza riuscire a trattenersi, anche se era una versione minimizzata di quanto accaduto.
"Già, ma mi sembra strano che tu non gli dia ragione dato che siete amici."
Sapeva che un tempo erano stati insieme, e si aspettava che tra compagni di Casa ci fosse solidarietà; la ragazza, invece, scrollò le spalle noncurante. "Sì, mi ha raccontato quello che hai fatto, ma so che una parte non può essere vera perché ci siamo viste al Ministero, ricordi?"
In quel momento Victoria ricordò la presenza della ragazza in ascensore, e si chiese come mai non l'avesse fatto prima. "Comunque non ci puoi fare nulla, salvo aspettare che riacquisti la ragione... e lo farà, fidati. Oppure potresti dimenticartelo e guardare quel ragazzo che ti sta osservando da qualche minuto."
Victoria si girò e vide da lontano qualcuno che effettivamente le stava guardando; ad una seconda occhiata riconobbe Sven Dietrich, l'Auror che credeva di aver visto proprio quella mattina al binario; non era però sicura che fosse lui, dato che era vestito in modo differente, ed in quel momento stava parlando con un altro, che Victoria riconobbe come un altro Auror, lo stesso che era intervenuto al pub insieme a Kingsley.
"Devo dire che non è niente male, anche se mia madre dice che è un caso disperato." disse Cecily, sempre rivolta a Victoria, che questa volta rise apertamente. "E perché mai dovrei interessarmi a lui? Se proprio ti piace perché non consideri tu questa possibilità?"
Ma Victoria non intendeva offendere Cecily, era solo divertita dal suggerimento della ragazza; inaspettatamente Cecily sorrise mentre salivano - altrettanto inaspettatamente - insieme sulla stessa carrozza.
"Beh posso dirti una cosa, cara. Se uno come lui mi strizzasse l'occhio, ti assicuro che non mi volterei dall'altra parte. Ed ora andiamo, ci tengo alla mia spilla da Caposcuola e non voglio arrivare tardi al banchetto."











il 25 è arrivato e spero che vi piaccia xddd sappiate che sono 10 pagine complete e oltre, perciò mi attendo dei bei papiri u.u
non ho potuto spezzarlo perchè... beh doveva andare così! u.u
ringrazio i nuovi lettori/recensori per i commenti^^ siete adorabili, e sono felice che la storia vi piaccia^^

credo ci sia molto di cui discutere, a cominciare dal fatto che Sven è un Auror strafigo(sono dannatamente di parte, ma io amo questo OC**)che riesce a farsi guardare male dalla nostra Vic u.u
in ogni caso credo che il suo modo d'agire sia giusto, voi che dite?u.u

e poi ecco svelato quanto accaduto nel capitolo 20 u.u Edward si è rivelato in tutta la sua bastardaggin <3 e badate, lo fa solo ed unicamente per apparenza u.u come vedete Vic non ricordava niente a causa dell'Oblivion, perciò la rivelazione è sconvolgente xd
e Frederich è sempre figo, non potete negarlo u.u

ma come vedere Marcus si rivela molto impulsivo... non è il genere di ragazzo che "perde tempo" ad ascoltare la versione della ragazza u.u dal momento che Ed gli dà le prove, lui ci crede, e mette in dubbio tutto quanto.
Forse sono stata un po' cattiva ma questo comportamento è abbastanza credibile secondo me
Vic si incazza come una iena, e vi avviso che se non c'era Cedric lo apriva in quattro XDDD perchè comunque dopo tutta la fatica fatta a fidarsi di lui, le brucia che Marcus possa credere a quelle parole
Oltretutto lei non può dirle dov'era quella notte, altrimenti potrebbe anche finire nei guai se si venisse a scoprire.
Ma Cecily non l'ho messa li a caso u.u chissà u.u
torneranno insieme?u.u
beh lo scoprirete xdd ma ormai la presenza di Sve si fa sempre più fondamentale :=)

Ero tentata di usare lui come eroe di Vic, ma non mi piaceva l'idea u.u era troppo banale, e poi we love Kingsley *___*

Perchè gli Auror devono pattugliare Hogsmeade e Hogwarts se ci son già i Dissennatori?
Beh nel libro si scopre che Silly non si fida dei Dissennatori, e non è stupido, pertanto essendo questo un What If non ci vedo nulla di strano u.u
così Sven può trovarsi la donna con più facilità <3
Ok il professor Piton mi ha guardata male dopo questa battuta xddd

a proposito di Sven, ho iniziato a tracciare di lui un quadro psicologico ben definito che attualmente conta queste info:
-figo(XDD)
- quasi 28 anni(se vi interessa li compie il 9 settembre u.u)
- single e non particolarmente ansioso di sistemarsi, pur comunque desiderando una famiglia(dalle sue parole si capisce che la cosa non lo schifa xd)
- madre rompiballe, e per chi lo sa, direi madre decisamente poco materna XDDD

gli esami di Vic sono andati stra bene u.u ma del resto studia sempre, che saran mai due mesi di riposo in infermeria?XDDD

le fan di Oliver esulteranno per il gesto sul treno?XDDDD beh chissà u.u

ora vi saluto ed attendo i vostri papiri^^ ciao a tutti!



I miei contest *__*

My Drabble in Love

Ti sposerò perchè...

Mio padre lo verrà a sapere!

Di cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.

Una rosa per te

Una mimosa per te

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Capitolo 26
*** 26 - Cuore di lupo ***


Angolo autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd oggi sponsorizzo la mia raccolta di drabble/flash sulla neve u.u la trovate qui
Witches and Wizards in the snow
e  la storia su Tom Riddle u.u Profumo di tenebra :=)




Immagine allo specchio


26 - Cuore di lupo



La routine di Hogwarts era ormai consolidata; durante le prime settimane Victoria fu talmente impegnata da non accorgersi quasi del tempo che passava. Le lezioni erano diventate molto più difficili del previsto, soprattutto Pozioni. Il professor Piton strapazzava lei e i suoi due compagni, mettendoli continuamente alla prova con test sempre più complicati; tuttavia il vantaggio di seguire le sue lezioni al sesto anno era quello di poter osare un po' di più. Con meno studenti, l'insegnante era più incline a spiegare ed aiutare - nei limiti del suo modo di agire - i pochi che seguivano le sue lezioni.
A Victoria piaceva particolarmente il corso di studi: secondo il programma, quell'anno avrebbero potuto imparare a produrre il Veritaserum e anche pozioni come la Felix Felicis e altre di cui aveva sentito solo parlare. La ragazza rimase particolarmente colpita un pomeriggio, dopo il termine della lezione, quando vide l'insegnante alle prese con un paiolo colmo di una Pozione. Alla ragazza servì del tempo per capire come mai Piton preparasse l'Antilupo, e ne dedusse che - forse - era una sua improvvisa idea per una delle lezioni.
Finalmente avevano anche un insegnante di Difesa competente: lei e Cedric, così come quasi tutta la scuola, avevano accolto con sollievo l'arrivo del professor Lupin, che si era dimostrato particolarmente sensibile con loro e anche in grado di sostenere le lezioni senza rendersi ridicolo. Quell'anno si sarebbero mossi nel complesso campo delle Arti Oscure, e Victoria era sempre più impegnata a leggere i libri del Reparto Proibito dedicati all'argomento; anche le altre materie erano sempre più interessanti, come Trasfigurazione e Incantesimi. Inoltre quell'anno Victoria aveva avuto una gradita sorpresa: il professor Vitious le aveva assegnato il ruolo di Capo durante gli incontri del Club di Incantesimi, lo stesso che tempo prima aveva ricoperto Frederichi. In quelle vesti, Victoria non aveva nessun potere particolare, salvo quello di fungere da intermediario tra i compagni e il professore, oltre ad essere anche interpellata sul programma degli incontri del Club.
Nonostante tutti gli impegni, Victoria riusciva ugualmente a trovare un po' di tempo libero; le era servito un po' di tempo per abituarsi all'idea di essere tornata single , ma allo stesso tempo sentiva di stare molto meglio senza Marcus. Non rinnegava quanto accaduto tra di loro, ma il ragazzo si stava davvero impegnando per renderle la vita difficile: Cedric le aveva riferito alcune voci che il Serpeverde aveva fatto circolare, e la conseguenza di queste era stata un'aspra lotta di magia nel corridoio. Nella foga della battaglia, Gazza era rimasto coinvolto ed entrambi erano stati puniti severamente da Silente; dopo quell'episodio Marcus aveva smesso - per il momento - di costituire un problema, e si accontentava semplicemente di farle alcuni dispetti.
A volte per sfuggire a quell'esasperante persecuzione, Victoria si rifugiava sulle rive del Lago Nero, soprattutto dietro ad alcuni cespugli alti che servivano a nasconderla alla vista; era in visita sempre più spesso in quel luogo che ormai considerava come suo, attirata anche dallo splendido roseto che tutto l'anno mostrava gli splendidi fiori come se fossero eterni. Victoria sapeva che d'inverno sarebbero state ghiacciate, ma erano sempre ugualmente affascinanti. A volte giungeva in quel luogo assieme a Luna, ma spesso preferiva essere da sola; Cedric a quanto pareva aveva trovato una nuova ragazza, mentre Penelope e Percy erano troppo impegnati a studiare e a trascorrere del tempo assieme. Non aveva quasi più visto Oliver dall'inizio dell'anno scolastico, e immaginava che fosse impegnato ad escogitare sistemi di gioco per vincere la Coppa del Quidditch.
Quel giorno di metà ottobre la ragazza era seduta al solito posto, mentre guardava il sole iniziare a tramontare: era uno spettacolo di luci splendido, tanto che l'acqua pareva intrisa di un intenso color arancione. Victoria era reduce dall'ultima lezione di Pozioni e desiderava un po' di pace, quella che era impossibile da trovare all'interno della scuola; in lontananza si vedevano i Dissennatori, ma non erano così vicini da far sentire il loro gelido effetto. A volte le dava fastidio ricordare come fosse potente il loro potere, e si sentiva agghiacciare solo al pensiero; si era allentata la cravatta ed aveva appoggiato il mantello a terra sull'erba per sedercisi sopra.
Chiuse gli occhi finchè non percepì una presenza: si mise a sedere di scatto, e vide un lupo a poca distanza da lei; la ragazza non ne aveva mai visto uno a Hogwarts, e d'istinto si chiese se l'animale non avesse intenzione di attaccarla. Per quanto appassionata di Creature Magiche, non aveva mai davvero approfondito la materia, preferendo concentrarsi su altro. Non sembrava che il lupo avesse un'aria aggressiva, ma lei sapeva che quelli erano animali imprevedibili. La fiera si avvicinò lentamente, studiandola, e lei si ritrovò a fissare le iridi azzurre del lupo; per un istante ebbe l'impressione di avere già visto quello sguardo, che pareva volerle dire qualcosa, ma poi si disse che una cosa del genere non fosse possibile. Quando mai aveva visto quell'animale prima di quel momento?
"Ciao, io sono Victoria." gli disse vedendo che pareva annusare l'aria attorno a lei. Aveva il curioso comportamento di un cane, ma allo stesso tempo era chiaro che si trattava di un esemplare non abituato al contatto con gli altri animali. La ragazza si sentiva un'idiota a parlargli, ma poi notò l'orecchio sinistro del lupo: era un colore differente dal resto del pelo, sembrava, se possibile, biondo. Forse era una sua caratteristica e ne rimase molto colpita; l'animale si limitò ad osservarla e la ragazza ebbe quasi l'impressione che potesse capire il suo stato d'animo turbato. Solo poco prima aveva litigato con Marcus, e si sentiva stranamente isolata dal mondo; guardando il lupo, che aveva emesso un ululato proprio in quel momento, la sensazione era sparita.
Sorrise. Doveva essere diventata matta per mettersi a parlare con un animale predatore; di solito era Kaiser ad essere il suo confidente. Dopo alcuni minuti comunque si rese conto che il lupo non intendeva farle del male, o non sarebbe rimasto a fissarla con sguardo penetrante invece di colpirla; notò che si era accucciato poco distante da lei, come se volesse tenerle compagnia, e si era pure lasciato accarezzare la testa.
Victoria, che ricordava gli insegnamenti del professor Kettleburn, ne dedusse che probabilmente il lupo era abituato almeno in parte a trattare con le persone, magari con lo stesso Hagrid che si occupava di tutti gli animali di Hogwarts. Portò di nuovo lo sguardo sul cespuglio di rose e rimase sorpresa quando l'animale, dopo essersi rizzato sulle zampe, ne aveva strappata una con i denti e gliel'aveva posata sulle ginocchia, come se volesse invitarla a prenderla. La ragazza rimase colpita da quel gesto che non si aspettava, ed osservò a lungo il fiore rosa; nessuno le aveva mai fatto un regalo del genere, e sorrise pensando che doveva proprio essere un animale a farle quell'omaggio. "Grazie, anche se non dovevi dist... oh cielo, dovrei essere al castello!"
Victoria si alzò di colpo nel rendersi conto che il sole era sul punto di sparire definitivamente per quel giorno; significava che l'orario in cui poter essere in giro per Hogwarts era scaduto;. Curioso che non si fosse resa conto del tempo che era trascorso, impegnata com'era a rendersi ridicola con un animale. Le dispiaceva lasciarlo, ma non aveva voglia di incorrere in una punizione perciò si avviò verso il castello in fretta.
Lo sguardo del lupo la seguì a distanza, e quando lei sparì alla vista si stiracchiò le zampe; un attimo dopo l'animale era scomparso, e Sven aveva ripreso la sua forma umana, riflettendo su quanto accaduto. Si era deliberatamente trasformato solo per passare inosservato agli eventuali sguardi degli studenti, ma non aveva previsto di incontrare ancora una volta la ragazza. In verità nei giorni precedenti l'aveva già vista alcune volte al lago, ma non si era mai mostrato: aveva optato per restare sotto forma di Animagus. Neppure lui sapeva spiegarsene la ragione, ma aveva provato la sensazione magnetica che l'aveva indotto a cercare un contatto con lei; sorrise pensando che non si era comportato come un lupo, ma quasi come un cane addomesticato. Non aveva potuto fare a meno però di notare la profonda solitudine negli occhi di Victoria, perciò cosa c'era di sbagliato nel volerle offrire un po' di conforto?
Nulla, se non che era sicuro che la ragazza non si sarebbe neppure lasciata avvicinare se lui non fosse stato un lupo; strappare la rosa con i denti era sembrato normale, ma si chiese che cosa avrebbe pensato se avesse immaginato che lui non era un innocuo animale, bensì un ragazzo, o per meglio dire un giovane uomo.
"Sven!" la voce in lontananza lo distrasse, e riconobbe Rufus che si stava avvicinando; si alzò in piedi perché sapeva quanto il collega detestasse non comportarsi, come diceva lui, da persone civili. Era il suo turno di sorveglianza ora, mentre Sven si disse che finalmente per quel giorno avrebbe potuto andare a casa. I due Auror si scambiarono alcuni convenenvoli prima di separarsi e Sven si allontanò verso i cancelli della scuola. Vide le alte figure dei Dissennatori agitarsi: come sempre quando captavano una presenza umana diventavano più irrquieti, ma non attaccavano, perché Silente era contrario alla loro presenza. Evocò il proprio Patronus per tenerli a maggior distanza: il lupo argenteo gli spianò la strada e lui superò agilmente il passaggio, ritrovandosi quindi oltre i confini protetti della scuola. Sparì con un sonoro crack, mentre anche il Patronus si dissolveva nella nera notte.
Poche ore più tardi, sdraiato sul divano, stava con lo sguardo incollato al soffitto; aveva dormito un po', ma il suo gufo - Odino - l'aveva svegliato consegnandogli una lettera. Dal mittente si rese conto che doveva essere un messaggio della madre, ma non l'aveva aperto. Era ancora impegnato a pensare a quanto accaduto alcune ore prima: non riusciva proprio a togliersi dalla testa quella ragazza, pur sapendo che era una follia pensare a lei. Per quanto cercasse di negarlo, sapeva di essersi avvicinato a lei per interesse; non poteva negare che fosse una bella ragazza, ma era comunque troppo giovane per lui.
Proprio per quello non riusciva a spiegarsi quell'attrazione magnetica che l'aveva portato ad avvicinarsi a lei, seppure come lupo; aveva ancora in testa il profumo di mughetto che emanava, lieve e delicato, non quell'odoro pesante e appariscente che di solito piaceva a quelle della sua età. Però sapeva anche di essere attratto da quella personalità che le aveva visto nel profondo dei suoi occhi, più che dall'aspetto fisico.
Di persone belle ce ne erano persino troppe, invece lei gli sembrava particolare e si chiese se non fosse impazzito; guardò l'orologio e decise di approfittare ancora di qualche ora di sonno prima di recarsi in ufficio la mattina dopo.

Non era troppo affollato quel giorno il pub di Rosmerta, nonostante fosse consentito agli studenti di Hogwarts recarvisi: quanto tempo era trascorso da quando anche lui girava per le stesse strade divertendosi invece di pattugliare la zona come faceva in quel momento. I Dissennatori in qualche modo dovevano pure essere controllati, no? Erano in cerca di un assassino pericoloso ma non per questo erano del tutto affidabili, non secondo lui. “Ti verrà il torcicollo se continui a guardarla. “ La voce divertita della giovane donna dietro al bancone attirò solo parzialmente la sua attenzione, intento ad osservare un gruppetto di ragazzi ad un tavolo poco lontano; era il giorno di Halloween e c'era stata la prima gita al villaggio per gli studenti di Hogwarts.
Sven li osservò di nuovo, cercando di capire chi fossero. Un Grifondoro, che portava una spilla da Caposcuola sul mantello, e le altre – due ragazze e un ragazzo - di Corvonero da quello che poteva capire. Il Grifondoro doveva essere uno dei tanti Weasley, se ben ricordava Arthur e Molly avevano messo su una squadra di Quidditch da soli, e una delle due doveva essere la sua ragazza o comunque amica intima visto che era l'unica a lisciare bene le pieghe del mantello sotto le risatine degli altri due.
Era comunque l'altra ad aver attirato la sua attenzione: l'aveva già vista più volte e aveva imparato ormai a riconoscerla, soprattutto dallo sguardo.
In quel momento come allora quegli occhi grigi l'avevano ipnotizzato tanto che non sentì ridacchiare Rosmerta, divertita davanti a quello spettacolo; stava seduto sull'alto sgabello proprio di fronte al bancone ma si era girato di modo da osservare senza dare nell'occhio. Quando bevve un sorso del caffè che aveva ordinato si sentì schifato. "Ma è freddo!" disse rivolto alla donna che lo guardò scoppiando a ridere. "E ci credo, saranno dieci minuti che ce l'hai davanti e ti guardi attorno: devo ammettere che l'occhio non ti manca. Carina vero?" La graziosa ostessa si godeva lo spettacolo, un pò colpita dal fatto che avesse messo gli occhi su una studentessa che era molto più giovane di lui: avevano frequentato Hogwarts assieme anche se in due Case differenti, ma si conoscevano bene. Lui mormorò un sì senza pensarci per poi rendersi conto di cosa aveva detto. "Ma non dire sciocchezze, mi sembrava di averla già vista. Tu piuttosto, ho sentito che ti sei sposata."
Sven deviò immediatamente l'argomento sentendosi preso in contropiede; era sempre stato così anche a scuola, difficilmente si era avvicinato a delle ragazze perché spesso i loro modi lo intimorivano, troppo sicure di sé, troppo spavalde per la sua indole tranquilla. Non che fosse senza esperienza, ma non si era mai fissato troppo come alcuni suoi compagni; il fatto che una studentessa fosse riuscita ad attirare la sua attenzione a quel modo lo aveva indispettito, ma ormai non poteva farci nulla, e in ogni caso non aveva senso dato che lei lo vedeva solo sotto forma di lupo. In effetti gli si era avvicinato solo a quel modo, e sorrise quasi involontariamente. Invece Rosmerta picchiettò la bacchetta sulle dita dell'amico, fingendosi arrabbiata. "Certo che mi sono sposata, e se non fossi tanto impegnato a catturare i maghi oscuri avresti potuto venire, Robert l'avrebbe apprezzato. Ma non cambiare argomento, perchè non vai a salutarla? "
L'Auror la guardò: chiaramente Rosmerta non era una che andava tanto per il sottile e anche quello lo esasperava. "Oh certo, cosa vuoi che sia mai?" I due risero, ma lui si allarmò quando si accorse che Rosmerta la stava chiamando al bancone e pensò che le fosse andato di volta il cervello. "Victoria, tesoro, hai già trovato un lavoro per l'estate?"
Sven si sentì sollevato nel sentire di cosa parlavano, anche se le occhiate della donna lo mettevano a disagio; evidentemente la ragazza doveva essere abituata a lavorare d'estate, ragionò, nonostante abitasse assieme ai Diggory. Curioso, non molti minorenni lo facevano e lui ne era rimasto sorpreso anche la volta che l'aveva incontrata all'interno dell'ufficio Auror. In quel momento il ragazzo Grifondoro si era avvicinato con gli altri due e lo aveva salutato in quel suo modo pomposo che lo faceva sorridere. "Oh santo cielo Percy, è solo il capo degli Auror, in che modo ti rivolgeresti a Caramell se capitasse qui?"
Tutti risero alle parole di Victoria che aveva canzonato i modi servili con cui si era rivolto all'Auror, che a sua volta doveva ammettere che aveva perfettamente ragione: evidentemente il ragazzo desiderava fare buona impressione su di lui, anche se non ne capiva la ragione. Da quelle parole però dedusse che il giovane Weasley era molto formale, non a caso era un Caposcuola. "Ma cara, cosa bevi? Non è una cosa da Corvonero, questa!"
Victoria alzò lo sguardo interrogativo su Roger Davies, che aveva pronunciato quelle parole: siccome tutti lo guardavano pensò di esporre la sua teoria secondo cui di solito i Corvonero bevevano cose molto più raffinate, come i cocktail elfici che si diceva donassero molta intelligenza, mentre i Grifondoro solitamente preferivano bevande come la Burrobirra che li rendeva ganzi e fighi(anche se vedi Potter e ti chiedi dove siano quelli fighi lol), esattamente come i Serpeverde prediligevano l'alcool puro. E i Tassorosso quelle cose lì che aveva lei, le indicò la cioccolata in tazza con la panna montata ballerina che intonava una canzone un po' infantile quando rimaneva troppo a lungo nella tazza. Una cosa banale, secondo lui. "Che mucchio di sciocchezze!" sentenziò Victoria facendo spallucce e sorseggiando la sua deliziosa cioccolata bollente.
"Ovviamente, certo che dividervi in Case non è una gran scelta se avete tanti pregiudizi. I Tassorosso sono validi esattamente come gli altri: guardate per esempio il nostro Capo Auror qui presente, è stato tra loro ed ha fatto una carriera brillante." disse Rosmerta con orgoglio facendo persino imbarazzare Sven, non abituato ad essere elogiato in pubblico, non a quel modo, e trovò fastidiosissimo il fanatismo ossessivo di Weasley, che si complimentava con lui. "Beh allora se questa è una bevanda da Tassorosso... Rosmerta preparamene una doppia così sarò sicura di fare anche io una carriera brillante come il signor Dietrich."
Ma Victoria non l'aveva detto con l'intenzione di canzonarlo, sembrava convinta di ciò che diceva e anche il suo sguardo ammirato sembrava sincero tanto che Rosmerta lo prese ampiamente in giro scoccandogli uno sguardo divertito.
"Vic, ci vediamo a cena, ok? Io e Penny dobbiamo andare a... beh abbiamo qualcosa da fare." disse Percy in tono formale, e Victoria annuì per poi sghignazzare non appena la coppia di amici si fu allontanata. Roger si era avvicinato ad altri compagni di Corvonero, mentre lei era rimasta li seduta al bancone, sotto lo sguardo curioso di Sven, e malizioso di Rosmerta. "Beh è chiaro, no? Andranno a sbaciucchiarsi senza essere visti." rispose Victoria all'Auror con un sorriso, per poi riportare lo sguardo sulla sua tazza.
Rosmerta si voltò, ma non prima di aver strizzato l'occhio a Sven, chiaramente spiazzato dal fatto che Victoria si fosse rivolta a lui normalmente e non con i modi di fare di Percy. "Dovresti farlo anche tu, cara." si intromise Rosmerta, guadagnandosi un'occhiataccia dall'Auror che aveva compreso - al contrario della ragazza - l'allusione a lui. "Io? No, grazie, di certo Percy non è il mio tipo, e non credo di conoscerne altri interessanti."
Victoria aveva visto che, proprio in quel momento, era entrato Marcus Flitt, che la stava fulminando con lo sguardo; lei evitò di guardarlo, ma si sentiva quasi minacciata da quel modo di fare e avrebbe desiderato andarsene senza dare nell'occhio. "Oh accidenti, è tardissimo!"
La ragazza aveva visto l'orario e sapeva che avrebbe dovuto essere di ritorno a scuola; il pub infatti si stava svuotando, perciò si scusò con entrambi prima di scendere dallo sgabello e allontanarsi.
"E che aspetti? Che faccia notte? Seguila, no?" Rosmerta alzò gli occhi al cielo: perché quel ragazzo doveva essere sempre tanto tonto? Aveva persino la scusa perfetta dal momento che a breve sarebbe stato suo il turno di sorveglianza ad Hogwarts; Sven le lanciò un'occhiataccia, ma fece ugualmente quello che lei gli aveva suggerito. Le strade del villaggio cominciavano a svuotarsi, e lui riconobbe Victoria nella sagoma che si allontanava verso il percorso che portava ad Hogwarts; di certo a quell'ora non avrebbe dovuto essere da sola perciò ebbe un'idea. Si Trasfigurò nuovamente nel lupo e la seguì, fin quando lei non si accorse di non essere sola.
"Oh... ma sai, ho l'imprpessione di averti già visto!" disse la ragazza dopo aver riconosciuto l'animale; era quasi sicura di quanto diceva, ma si sentiva una stupida perché quello era solo un animale... Eppure c'era qualcosa nei suoi occhi che sembrava essere già noto; si girò perché le era parso di percepire un rumore - e di quei tempi preferiva rimanere vigile - ma non era preparata a trovarsi Sven proprio a pochi passi da lei. Victoria indietreggiò senza volere di due passi, chiedendosi dove fosse sparito il lupo, ma poi si rese conto che era ancora lì.
"Sai, stavo cercando di immaginare la tua faccia quando avresti capito che ero io, ma devo dire che mi attendevo come minimo qualche schiaffo!" disse con un sorriso Sven, sapendo che alla ragazza sarebbe ben presto tornato in mente lo strano comportamento che aveva tenuto con lei al lago alcuni giorni prima. Lei arrossì vistosamente, ma nascose quella reazione soffiandosi prontamente il naso, come se non potesse farne a meno.
"Ecco, in verità non mi aspettavo questa cosa..." disse sinceramente la ragazza, ancora sorpresa; era sicura che quella non fosse una banale Trasfigurazione, era troppo perfetta e di colpo si sentì a disagio per via di quanto successo. Per fortuna lui non disse niente, limitandosi semplicemente a dirle che quella era la sua forma da Animagus; Victoria pensò d'istinto alla professoressa McGranitt, anche lei abile Animagus, e si disse che avrebbe dovuto comprenderlo subito.
"In ogni caso tu non puoi girare da sola vista la situazione, perciò ti accompagnerò a scuola." Sven sapeva che non c'erano pericoli lungo il tragitto, ma l'istinto di Auror era sempre più forte di tutto; oltretutto era stato addestrato da Alastor , perciò a volte tendeva a vedere il pericolo anche quando non c'era. Non era comunque arrivato ai suoi livelli di paranoia, e di questo poteva esserne certo.
In ogni caso era anche contento di avere un motivo per seguire Victoria; durante il tragitto i due parlarono un po' di vari argomenti, dalla scuola a Sirius Black, e lui trovava piacevole quella compagnia. Troppo, si disse dopo averla accompagnta fin nelle vicinanze del castello, non voleva darle l'idea di perseguitarla.
"A proposito, grazie." disse Victoria, ma Sven non riuscì ad approfondire la sua curiosità: l'aveva ringraziato per averla accompagnata? No, l'aveva già fatto, eppure, rapito da quel sorriso un po' intimidito, capì che doveva in qualche modo entrarci il loro incontro precedente.

La cena in Sala Grande era tutta un brusio, ma Victoria si sentiva scombussolata e non aveva appetito; Percy e Cedric la presero in giro sostenendo che aveva mangiato troppi dolci di Mielandia, ma lei sapeva che non c'entrava nulla la gita appena conclusa. Si sentiva ancora imbarazzata al pensiero di non aver riconosciuto l'Auror, anche se era ben lontana dall'immaginare che prendesse le sembianze di un lupo.
Non aveva neppure buttato via quella rosa, anzi, l'aveva tenuta all'interno del suo amato libro di Shakespeare, ma ora si chiedeva che cosa farne: in fondo era un dono ricevuto da un uomo, e un po' la faceva sentire a disagio, anche se allo stesso tempo era una sensazione rassicurante.
Già, non aveva mai provato niente del genere quando era vicino ad altri amici, e un po' ne era spaventata. Si accorse in quel momento che Flitt la stava osservando, e notò qualcosa di diverso nella sua espressione. Quando lei fece per lasciare la Sala, non si accorse che lui l'aveva seguita, anche se ne ebbe la certezza dopo aver percorso un corridoio deserto. Si voltò e lo vide che veniva verso di lei. "Senti, dobbiamo parlare." disse il ragazzo, e Victoria alzò gli occhi al cielo. L'ultima volta che le aveva detto queste parole, si erano trovati a lanciarsi fatture e Schiantesimi, perciò non aveva voglia di ascoltarlo.
"Non credo proprio. Ora sparisci e lasciami in pace." disse la ragazza, ma non riuscì a fare più di qualche passo che lui la bloccò, facendola infuriare: se voleva litigare era la serata giusta, anche se non avrebbe voluto. "Invece mi ascolterai; ho appena parlato con Cecily, e mi ha detto di averti vista al Ministero quella notte... e volevo scusarmi per non averti creduta e..."
Marcus in realtà non aveva capito come mai Victoria fosse stata proprio al Ministero, ma, dal momento che la ragazza non era comunque una bugiarda, si sentiva propenso a crederle ed aveva anche preso in considerazione l'ipotesi che Edward avesse mentito. Anche se ancora non ne capiva la ragione, però ora sapeva di dover convincere la ragazza a discuterne.
Invece Victoria se lo scrollò di dosso con violenza, animata dal folle desiderio di picchiarlo per quanto aveva appena sentito. "Ah, veramente? Beh Marcus, non ti sembra di esagerare? Non ti sei fidato della mia parola e adesso è tardi; tornatene dietro le tue stupide amichette, non voglio più avere nulla a che fare con te. Chiaro? Se pensi che basti una parola di scusa dopo tutto quanto hai detto... non servirà, ma non mi ripeterò. Sparisci dalla mia vista e dalla mia vita!" dichiarò Victoria con voce furente, allontanandosi in fretta lungo il corridoio per poi sparire diretta alla Torre di Corvonero. Per quello che la riguardava, Marcus l'aveva già tormentata abbastanza.
Era troppo tardi per rimediare.












eccoci qui U__U devo dire che questo capitolo da scrivere mi è risultato facilissimo(2 orette, 3 esagerando), forse perchè ce l'avevo già in testa xDDD
come avrete notato è quasi tutto incentrato su Sven U____U dovete sapere che avrei preferito assegnargli un altro animale come Animagus - non vorrei che pensaste che l'ho fatto per Lupin xdd - ma era già questo il suo^^ un bel lupacchiotto delle nevi**
c'è anche il primissimo contatto diretto tra i due, anche se lui non si è mostrato propriamente nella sua forma xDDDD mi sembrava carino così da mettere u.u e come noterete lui è già perso u.u ah l'amour <3
lei intanto ha un po' di "moria" di amici: Percy e Penny che sono impegnati a sbaciucchiarsi, Ced con una ragazza(pietà, non è Cho, non c'è nulla di male se si impegna con qualcun'altra xdd) e basta u.u Luna essendo al secondo anno non può andare ad Hogsmeade, perciò ci ho inserito il caro Roger u.u
Rosmerta e Sven coetanei... beh questa mi piace, nel senso che non credo Rosmerta sia vecchia, e 28 anni mi sembrano un'età ragionevole u.u e notate anche com'è maliziosa AHAHAHAHA mi dà l'idea di una così o.o
alla fine Vic scopre il "segreto" del lupo, e dite che sia un po' persa pure lei?** beh intanto Marcus sembra aver ripreso in parte - ma proprio in parte xd - la ragione u.u ovviamente usa le parole sbagliate, perciò a voi decidere se riuscirà oppure no a riconquistarla u.u
io dico di no nd Sven, che guarda male Marcus
*ghigna*
bene vi lascio...ci sentiamo al prossimo, ciao!  ven:  
victoria:  (avrebbe i capelli neri lei u.u) 

 



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Capitolo 27
*** 27 - L'inquietudine del cuore ***


Angolo autrice:
eccomi! non sono morta, il ritardo è dovuto al fatto che la mia long su Lord Voldemort è a scadenza, pertanto DEVO farne una mia priorità. Vi lascio il link così la potrete leggere se vi va*li minaccia*
Nel caso ho pubblicato questo spin off di questa storia: i protagonisti sono Victoria, Kaiser e Marcus u.u
Stupido umano http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=962997&i=1
 Profumo di tenebra :=)
che è arrivata al secondo capitolo!



Immagine allo specchio


27 - L'inquietudine del cuore



Il panicò dilagò per la scuola alla notizia che il criminale Black era riuscito non solo a entrare a Hogwarts, ma che aveva addirittura tentato l'accesso alla Sala Comune dei Grifondoro; Victoria si chiese come mai i Dissennatori non avessero fatto nulla per impedirlo, e dentro di sé sentiva di non poter del tutto biasimare l'ira degli Auror che si sentivano presi in giro.
Molti si chiedevano che cosa mai Sirius Black stesse cercando a Hogwarts, ma la ragazza aveva ascoltato uno stralcio di conversazione tra Piton e Gazza nei corridoi e aveva captato il nome di Harry; che cosa c'entrasse il ragazzo non l'aveva capito, ma di sicuro era in qualche modo implicato.
Victoria notò - nei giorni seguenti - che Sven Dietrich e i suoi colleghi sembravano diventati più nervosi; in effetti in molti credevano che gli Auror fossero incapaci di svolgere il loro lavoro e mantenere quindi la sicurezza a scuola, ma lei e Cedric erano anche dell'idea che forse Black era stato sottovalutato.
Nel frattempo, la strega era impegnata ad evitare Marcus Flitt e di rado si faceva vedere sola in giro per la scuola; a volte si era detta che, forse, avrebbe anche potuto provare a dargli una seconda possibilità, ma era un'idea che non l'aveva mai tentata per più di qualche minuto. Ogni tanto Cedric la sgridava, dicendole che non aveva nessun bisogno di uno come Flitt, però a volte non poteva fare a meno di pensare che, se non altro, nel periodo in cui erano stati una coppia non si era mai sentita sola come in quelle settimane. A controbilanciare quello strano desiderio c'era la certezza che in fondo Victoria desiderasse solo aver qualcuno a cui voler bene, ed era molto diverso dal volere proprio lui accanto a sé. Anzi, ripensando al rapporto altalenante che c'era sempre stato, si era detta che non avrebbe mai potuto reggerlo di nuovo: che senso aveva litigare in continuazione e tenere il broncio per dei giorni? Qualche volta poteva accadere, ma non poteva diventare una routine.
"Adesso potrai distrarti con le lezioni di Materializzazione." le disse Cedric con aria allegra il giorno in cui nelle varie Sale Comuni era comparso l'avviso; Victoria era rimasta incerta, ma alla fine, dietro consiglio del professor Vitious, aveva deciso di iscriversi. L'esame si sarebbe tenuto il cinque Gennaio, ovvero due giorni dopo aver compiuto i diciassette anni, perciò poteva anche tentare. Avrebbe voluto che lo facesse pure Cedric, ma suo padre gli aveva fatto sapere che avrebbe dovuto attendere di terminare Hogwarts prima di ottenere la patente. In effetti sarebbe stato anche inutile per lui seguire quelle lezioni dato che compiva gli anni molto in ritardo rispetto a lei, ma Victoria aveva deciso di provare anche senza di lui. Per poi pentirsene all'istante quando aveva visto chi era l'istruttore; Edward Flitt li aveva osservati con la sua solita aria affascinante, ma non le era sfuggito che aveva indugiato un secondo di troppo su di lei, che si era sentita rivoltare lo stomaco al pensiero di quanto accaduto.
Tuttavia il ragazzo non aveva mai detto nulla di strano durante le lezioni, e Victoria si era resa conto che era tutt'altro che accondiscendente; non faceva che rimproverare tutti per la loro poca Determinazione. Lei stessa la prima volta che si era Spaccata aveva provato le gioie di una ramanzina con i fiocchi, ed era stata costretta ad aspettare almeno dieci minuti prima che terminasse e la rimettesse a posto.
Di conseguenza la ragazza lo detestava più di prima, tanto che era sempre tra le ultime ad arrivare quando c'era la lezione; inoltre aveva scoperto di non amare particolarmente quel modo di viaggiare. Preferiva di gran lunga le Passaporte, ma sapeva che Materializzarsi era pur sempre quasi del tutto fondamentale per gli adulti.

Victoria osservò da lontano Marcus Flitt e gli rivolse un sorriso ironico quando vide che la stava guardando; inaspettatamente il ragazzo le voltò le spalle invece di avvicinarsi per importunarla di nuovo, così la ragazza terminò con soddisfazione il proprio pasto. Sapeva bene che Marcus ce l'aveva con lei per averlo accusato di fronte a tutti gli amici di essere un codardo; il tempo in quelle settimane era pessimo, e Victoria era certa - come tutti - che lui avesse solo sfruttato abilmente l'infortunio di Draco Malfoy per evitare la partita.
Naturalmente lui aveva negato, ma le risatine dei presenti non dovevano essere piaciute a Marcus, col risultato che ora era lui a evitare la sua presenza; la ragazza si sistemò i capelli dietro le orecchie prima di lasciarsi alla spalle la Sala Grande. Doveva recarsi nell'aula di Pozioni: aveva avuto lezione proprio quella mattina, ma doveva impiegare il proprio tempo libero nel tentativo di dare una parvenza di concretezza a quella sua invenzione. Le riusciva sempre difficile ricordare la ragione per cui si era imbarcata in un'impresa simile, però era piacevole trascorrere ore in quel sotterraneo, ad ammirare la sua piccola creatura prendere varie forme. Oltretutto raramente il professor Piton era presente, e quando c'era si limitava a scrivere quasi senza sosta su un foglio di pergamena.
A volte si faceva accompagnare da Cedric - quando era sicura, però dell'assenza di Piton - così da chiacchierare in tutta tranquillità, ma un paio di volte le era capitato di incontrare nuovamente l'Auror che faceva il proprio giro di controllo per la scuola. Doveva ammettere di essersi ormai abituata alla presenza di ognuno di loro - difatti salutava quasi sempre Scrimgeour e Kingsley quando le loro strade si incrociavano - ma c'era qualcosa che la rendeva invece nervosa quando si trovava più o meno a contatto con Sven Dietrich.
In realtà non le dava alcun fastidio, al contrario, sembrava sempre molto gentile e bendisposto , tuttavia lei si sentiva sempre preda di uno strano nervosismo. Cedric l'aveva presa in giro dicendole che lo faceva di proposito ad incrociarlo e, da quel momento, Victoria aveva cominciato a temere i commenti dell'amico.
E soprattutto aveva lo strano presentimento che Cedric avesse in qualche modo ragione; ricordava quella volta che si era avvicinata alla capanna di Hagrid con la scusa di volerlo salutare, ma era consapevole di essere stata attirata soprattutto dalla presenza dell'Auror che stava familiarizzando con l'Ippogrifo colpevole, secondo i Serpeverde, di aver quasi ammazzato Draco Malfoy.
Visto da vicino l'animale non sembrava tanto pericoloso, ma in quell'occasione lo aveva ammirato a debita distanza ed era rimasta particolarmente colpita quando Sven l'aveva personalmente esortata a non fare mosse stupide per non rischiare; sorrise al ricordo, ma doveva riconoscere che era piacevole vedere qualcuno preoccupato per la sua incolumità.
Allo stesso tempo però sentiva che quello fosse un pensiero pericoloso; la delusione da cui era uscita con Marcus era ancora troppo vivida per pensare - come l'aveva più volte accusata lui - di volerlo sostituire, eppure non poteva fare a meno di percepire una sensazione di sicurezza quando era in presenza di Sven. 

Nei giorni successivi il tempo era migliorato, ma la ragazza si sentiva ancora di malumore; era reduce - per l'ennesima volta - da una lite con Marcus che aveva visti coinvolti due ignari Grifondoro del secondo anno. Victoria aveva riconosciuto in uno di loro lo stesso ragazzino pietrificato l'anno precedente, e gli aveva suggerito di evitare di contrariare Flitt.
Non era il caso che quel gorilla di Marcus se la prendesse con un semplice ragazzino curioso. Victoria attraversò di fretta la via principale di Hogsmeade ripensando alla partita del giorno precedente.
Cedric l'aveva raggiunta subito dopo per informarla - con grande stupore - di aver sconfitto i Grifondoro, e Victoria poteva quasi immaginare la delusione di Oliver alla notizia, avendolo poi recuperato mentre vagava fuori dagli spogliatoi con l'aria di un condannato a morte. Però l'amico le aveva detto di aver afferrato il Boccino senza accorgersi della presenza dei Dissennatori: Victoria ora capiva anche l'intervento tempestivo di Silente e degli Auror presenti. Lei ovviamente non era andata ad assistere alla partita, preferendo il gelido sotterraneo al tempo impossibile che regnava fuori dal castello. " Su, ti farà bene distrarti!" disse dando una pacca sulla spalla a Oliver, ma dentro di sé avrebbe voluto ridere.
Aveva convinto - o meglio costretto - il Grifondoro a non restare chiuso nella scuola durante il giorno della gita ad Hogsmeade: voleva che si distraesse, ma evidentemente il ragazzo era ancora troppo scosso dalla delusione ricevuta. Ormai erano due ore che Victoria si sentiva la testa piena di cose come: "Lo so che Potter non l'ha fatto apposta, ma non poteva prendere il Boccino e cadere poi?" oppure: "Non posso neppure prendermela con Diggory che è stato onesto", e sentiva che tutta la situazione fosse leggermente comica nella sua tragicità.
Riuscì a distrarlo grazie al tempestivo intervento dei gemelli Weasley che costrinsero Oliver a rincorrerli dopo avergli rovesciato in testa una polvere misteriosa che lo riempiva di prurito dappertutto; Victoria era scoppiata a ridere nel vedere i tre allontanarsi, ma il sorriso le si gelò sulle labbra nel rendersi conto che poco lontano c'era Edward Flitt che veniva verso di lei.
Aveva contato sulla presenza di Oliver proprio per evitare incontri indesiderati, ma in quel momento si accorse di essere da sola e il sorriso sardonico sul volto del ragazzo non prometteva nulla di buono.
Per fortuna proprio in quel momento l'inaspettata apparizione di Hermione e Ron le consentì la scusa perfetta; li fermò con un pretesto e li trattenne finché non fu certa che Edward avesse fatto dietrofront per poi allontantanarsi da Hogsmeade.

Quel giorno, nonostante la fitta neve che imbiancava il villaggio, il pub di Rosmerta non era molto affollato, e Sven vide chiaramente Victoria seduta da sola, ad un tavolino, con l'aria di chi è arrabbiato e si avvicinò per salutarla; dopotutto si erano già visti e parlati anche a scuola in quei mesi, non c'era nulla di male in quello e difatti la ragazza sorrise di rimando mentre rispondeva al saluto. C'era però qualcosa di strano, sembrava assente e si chiese se non stesse aspettando in realtà qualcuno. "C'è qualche problema?" No, decisamente non era più abituato a cercare un punto di incontro con le persone se queste non facevano parte del suo lavoro: sentiva che Rosmerta da lontano li osservava e anche questo lo rendeva nervoso.
In fondo che cosa c'era di particolarmente strano nel parlare con una studentessa? Nulla, se non fosse che in quel momento avrebbe voluto essere più un suo amico che non un rappresentante del Ministero; si sentiva come se la stesse spiando e non gli piaceva quell'idea. "Non proprio... in realtà sono arrabbiata con Percy: aveva promesso di accompagnarmi a Londra oggi, dietro permesso di Silente ovviamente, ma stamattina ha deciso che nevicava troppo per i suoi gusti."
Victoria era furibonda: da mesi attendeva quel momento e il fatto di doverci rinunciare per qualche fiocco di neve la rendeva estremamente irritabile. Sven era però certo che la rabbia non fosse rivolta a lui; lo capiva dal fatto che smorzava la delusione sotto una rabbia gelida, ma non sembrava seccata dalla sua presenza. In quel caso si sarebbe sentito ancora peggio, se possibile.
"Mi dispiace, anche se forse è meglio così: con Black in circolazione voi studenti siete di più al sicuro a scuola, non pensi?" disse in modo molto pratico, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della ragazza, che sfogliò il libro che aveva di fronte: Pozioni, ne dedusse dal fatto che sembravano proprio ricette quelle stampate sulle pagine. "Sì, forse è vero, ma aspettavo questo momento da settimane... ah ma gli farò pagare questo, a quel Grifondoro da due soldi. Giocava la mia squadra preferita di pallavolo, mi sono procurata i biglietti mesi fa dopo aver sgobbato tutta l'estate... e niente.."
La delusione apparve tutta intera e il ragazzo si chiese che cosa fosse quella strana cosa, la pallavolo, di cui non aveva mai sentito parlare. All'improvviso Victoria gli sorrise avendo avvertito la sua confusione, spiazzandolo. L'uomo si rese conto di essere arrossito, ma il gelo esterno poteva essere una buona giustificazione se lei gli avesse fatto qualche domanda diretta.
"Scusami, ma io non so molto dei Babbani, la mia famiglia è composta interamente di maghi.. " Sembrava quasi volersi scusare ma Victoria si limitò a scrollare il capo, con aria lievemente divertita. Di solito era lei ad essere guardata male da coloro che la ritenevano inferiore per via della sua discendenza Babbana e trovava curioso che proprio un Purosangue - nonché mago esperto ed Auror capace - si sentisse in dovere di ammettere di essere all'oscuro di cose Babbane, specialmente uno come lui che era già un uomo con una vita propria ed un lavoro tanto pericoloso.
"È uno sport: di solito i maghi sentono parlare del calcio, che mi piace molto, ma... vabbè non è importante, tanto ormai la giornata è da buttare. E tutto grazie a quel... quel..." Victoria non riuscì a trovare un appellativo adatto per definire Percy ma sapeva di aver parzialmente mentito: di certo era arrabbiata per non essersi goduta la giornata come sperava, ma le piaceva l'idea di aver incontrato nuovamente Sven­. Era molto piacevole la sua compagnia, ma non era disposta ad ammetterlo apertamente. Doveva sembrargli ancora una bambina probabilmente e non intendeva rendersi ridicola più del dovuto.
Proprio in quel momento Sven udì un sibilo e riuscì istintivamente a far sì che la ragazza si buttasse a terra, impedendo col proprio corpo che un'esplosione la centrasse in pieno. Uno strillo acuto di Rosmerta lo convinse che qualcuno era davvero entrato in quel momento e vide tre persone mascherate: non da Mangiamorte, ma era comunque gente che intendeva tenere nascosta la propria identità.
"Sta' giù." ordinò a Victoria, estraendo fulmineo la bacchetta; evidentemente chi aveva attaccato non si aspettava di trovarlo lì perché ne intravide l'esitazione. Non perse tempo e lo Schiantò così velocemente da sorprendere persino il secondo, che si lasciò Pietrificare in un lampo. La ragazza non pensò neppure a disobbedire, ricordando bene l'esperienza passata quell'estate e le urla del povero Babbano che continuavano ancora a tormentarla: era sorpresa dalla velocità d'azione di Sven, in un certo senso ne era persino ammirata, e le piaceva l'idea che fosse riuscito in breve a metterli fuori gioco.
Solo uno dei tre riuscì a scappare, ma non andò lontano, perché poco dopo comparve un altro Auror, che raccolse uno dei due svenuti con l'intento di portarlo via, mentre Sven si era precipitato all'inseguimento del fuggiasco. La vide rannicchiata sotto al tavolino e la aiutò ad alzarsi, informandosi bruscamente se stava bene e lei lo riconobbe come un altro Auror, Rufus Scrimgeour. Poco dopo ritornò anche Sven con il fuggiasco, stordito leggermente. "Rufus, la accompagneresti tu a scuola? Mi occupo io di portare questi tre al Ministero e della burocrazia."
Lo sguardo di Sven era rivolto a Victoria per accertarsi che stesse bene e lei si sistemò meglio il mantello che copriva la divisa scolastica: si sentiva tanto giovane, troppo di fronte a due maghi già adulti. "Posso andare da sola ma grazie del..." Non terminò la frase che il mago di nome Rufus con un colpo di bacchetta sistemò quello che nel locale era stato distrutto per poi rivolgersi a Sven.
"Ci penso io, vai tranquillo." E aveva convinto la ragazza a seguirlo senza perderla di vista mentre la conduceva lungo la strada di ritorno ad Hogwarts.
La ragazza era stata quindi scortata fino a scuola, dove l'Auror aveva spiegato la situazione ad una preoccupatissima McGranitt che aveva sentito parlare dell'accaduto; lei arrivava proprio dal villaggio, ma nel pub ci era andata - assieme a Silente, Hagrid e Caramell - alcune ore prima. In effetti Victoria era quasi in ritardo, perciò si premurò personalmente di farle una piccola predica sulla poca coscenza avuta nel restare in giro oltre l'orario, ma allo stesso tempo ricordandole che avrebbe dovuto ringraziare l'Auror che era stato tanto pronto ad aiutarla.
La ragazza borbottò qualcosa di intelligibile per poi allontanarsi per i corridoi che portavano alla Sala Grande; la fame le era completamente passata, ma finse ugualmente di mangiare per evitare domande.
Più che preoccupata per la propria incolumità, il suo pensiero non riusciva proprio ad essere rivolto ad altre persone: se prima aveva faticato ad ammettere di provare qualche interesse per Sven, ora sapeva che la finzione - almeno con se stessa - non poteva più essere negata. Ricordò le innumerevoli volte in cui si erano incontrati per caso - più o meno - all'interno ed all'esterno della scuola, così come anche quella volta che lui aveva scoperto che si stava impegnando a creare quella Pozione.
All'inizio aveva pensato che avrebbe riso del suo tentativo, invece era rimasta piacevolmente sorpresa quando Sven aveva detto che la riteneva un'idea eccellente, ma che allo stesso tempo lei non avrebbe dovuto fissarsi troppo con quell'idea: secondo lui - cosa che poi Piton le aveva ripetuto almeno un milione di volte - a volte occorreva una vita intera per creare qualcosa di utile, ed era dell'opinione che Victoria non dovesse avere poi tanta fretta.
Sospirò. A volte pensava che fosse troppo presto per rivolgere le proprie attenzioni sentimentali a qualcuno, in fondo erano più o meno sei mesi che lei e Marcus non si frequentavano più, ma allo stesso tempo era sicura che in fondo la cosa non fosse importante. Di sicuro lui era impegnato - anche se non aveva mai osato fare domande del genere, nè lui gliene aveva rivolte dello stesso tipo - e la sua altro non sarebbe stata che la classica cotterella di una povera illusa verso qualcuno molto più adulto di lei. Non che l'età la spaventasse, ma sapeva che a volte era importante.
Però non poteva negare che avrebbe preferito un amore platonico e a senso unico come quello piuttosto che accettare le scuse di Marcus; di recente il Serpeverde aveva ripreso a non darle tregua, tanto che, in preda alla rabbia, proprio alcuni giorni prima lo aveva schiaffeggiato. Senza neppure una vera e propria ragione, se non quella di essere stata portata all'esasperazione per tutti i suoi commenti su Oliver e la presunta relazione che riteneva avesse con lui.
Lasciare Hogwarts per Natale sarebbe stata dopotutto una buona idea.

La mattina seguente Marcus osservò con aria malevola Victoria che stava parlando con qualcuno; lui era di spalle perciò non lo riconobbe, ma era sicuro che si trattasse di un suo rivale e forse anche potenzialmente pericoloso. Curioso come non gli sembrasse uno studente: forse la sera prima aveva davvero bevuto troppo Whisky Incendiario, doveva essere senz'altro quella la spiegazione.
Si irrigidì però nel notare che lei si era avvicinata a quello sconosciuto - troppo, per i suoi gusti - e lo aveva baciato. Sbattè gli occhi un paio di volte, ma il gesto era inequivocabile; essendo di spalle non poteva esserne del tutto certo, ma quante volte aveva fatto anche con lui la stessa cosa? Non era altissima - almeno rispetto al suo interlocutore - quindi lui si era pure abbassato.
Per un momento desiderò provare su quel criminale la Maledizione Cruciatus; poco gli importava essere ancora a scuola, lui se lo meritava senz'altro, ma venne interrotto dalla folla di studenti che si apprestavano ad uscire dalla scuola per recarsi alla stazione di Hogsmeade.
Solo quando vide lo sconosciuto voltarsi ed incamminarsi nella sua direzione capì di aver parzialmente frainteso quanto visto; se si toccava un punto della guancia probabilmente allora il danno non era stato così grave come aveva pensato in un primo momento. Marcus notò comunque che lui aveva un'espressione - almeno secondo il suo parere - del tutto demente sul volto, e riconobbe solo in un secondo momento che si trattava di uno degli Auror del Ministero.
Con un ghigno si allontanò anche lui seguendo i compagni. Cosa ci trovava mai in un vecchio del genere, avrebbe voluto capirlo,ma di certo Victoria doveva averlo fatto apposta sapendo che lui era lì. Beh avrebbe trovato il modo di farle cambiare idea visto che fino a quel momento non aveva mai fallito.





Nota: bene u.u scusate il ritardo, spero il capitolo vi piaccia. Ho faticato un po' a scriverlo perchè è un po' di transizione xddd
ovviamente ho seguito la cronologia del libro così da essere il più coerente possibile^^
per prima cosa ho voluto inserire la Materializzazione per due ragioni:
- essendo Vic nata a inizio anno, lei sarà presto maggiorenne perciò potrà fare l'esame e levarsi dalle scatole sta cosa u.u la stessa cosa però non è per Ced, che al suo ultimo anno per quanto maggiorenne(secondo me compie gli anni tra settembre e ottobre) non ha ancora dato l'esame(lo dice Amos). Fa nulla, io ho deciso cos' per lei.
- Edward. Naturalmente non poteva che essere lui l'istruttore lol e vi anticipo infatti che sarà lui a farle fare l'esame, nel prossimo ci sarà pure qualche contatto tra loro. Non voglio gettare questo OC senza usarlo <3
il tempo passa e la nostra Vic è cotta come poche U__U mi serviva una situazione figa in cui Sven faceva l'eroe lol e ho trovato questa idea u.u inoltre così scoprite che a Vic piace la pallavolo, che Percy non rispetta le promesse(XDDD) per paura della neve(xddd)e che Sven dei Babbani sa poco e nulla u.u
mi piace questo piccolo pezzo tra loro devo dirvi u.u lui che arrossisce come un ragazzino poi XDDDD ma in fondo ci sta u.u
il pezzo finale di Marcus geloso è troppo AHAHAHA mi serviva solo per dire indirettamente che Victoria ha ringraziato Sven per il suo atto eroico del giorno prima - di cui Marcus ovviamente non sa nulla lol - con un bacetto sulla guancia U___U naturalmente il nostro amato Serpeverde fraintende tutto AHAHAHAHA non oso pensare a cosa gli farebbe Sven se sapesse che lo voleva Cruciare U__U
beh a voi i commenti^^ ciao !!!



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Di cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.


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Capitolo 28
*** 28 - Le ragioni del cuore ***


Angolo autrice:
eccomi! non sono morta, il ritardo è dovuto al fatto che la mia long su Lord Voldemort è a scadenza, pertanto DEVO farne una mia priorità. 
 Profumo di tenebra :=)
che è arrivata al quarto capitolo!
Inoltre vi lascio il link anche della long su Lee Jordan, correte U__U


Immagine allo specchio


28 - Le ragioni del cuore



Marcus sbatté con violenza la porta, attirando su di sé lo sguardo di Edward; il giovane quasi sorrise nel vedere l'espressione del fratello minore, intuendo vagamente ciò che stava per dirgli. Aveva incontrato - settimane prima -Frederich al Ministero e il ragazzo lo aveva informato - con la sua solita aria piena di sussiego - che Victoria era venuta a conoscenza della verità.
Poco male, in fondo la cosa non lo preoccupava molto. Sapeva che la ragazza non avrebbe parlato pubblicamente dal momento che non possedeva alcuna prova concreta; certo, c'era ancora quella foto che pareva essere ancora in mano sua, ma la conosceva abbastanza da intuire che avrebbe taciuto.
Non avrebbe voluto danneggiare Frederich, che anima ingenua e candida! Era così facile prevedere le mosse delle persone oneste, e la rabbia del suo fratellino non era poi inaspettata.
"Adesso mi dici cosa ti è venuto in mente di inventarti tutta quella roba!" Marcus era furibondo e lo lasciava capire, tuttavia ciò che lo rendeva - se possibile - ancora più collerico, era l'aria serafica di suo fratello. Sembrava tranquillo, come a volergli far capire di non essere minimamente toccato dalla sua furia.
"Suvvia, non ti sembra di esagerare? Da quando una ragazzina merita tanta considerazione da parte tua? Mi deludi, fratellino". Pronunciò quelle parole in tono canzonatorio, consapevole che a quel modo avrebbe fatto infuriare ancora di più Marcus.
La neve cadeva copiosa all'esterno, mentre all'interno la sola cosa che stonava con il Natale era quella discussione tra fratelli. Edward agitò la bacchetta e la stella cometa venne sistemata alla perfezione sulla punta dell'albero.
Marcus chiuse per un istante gli occhi, desiderando di poter scagliare una maledizione contro il fratello. "L'unico che mi delude, qui, sei proprio tu. Voglio sapere che cosa ti è passato per il cervello, perché mi hai dovuto raccontare una tale frottola? Non riesco a capirlo".
Era vero, faticava a comprendere ciò che era passato per la testa di Edward, ma non si illuse di poter ricevere una risposta onesta; percepiva il divertimento nelle iridi del ragazzo, ma si impose di non perdere la calma. La domanda venne palesemente ignorata, e lui si sentiva sempre più furibondo. E ferito. In fondo quella era la prova concreta che Victoria non gli aveva mentito, seppur nessuno dei due volesse raccontargli quando accaduto veramente. Forse nulla, ma in quel caso allora perché lei non aveva voluto dargli la possibilità di rimediare? Questa consapevolezza lo faceva infuriare ancora di più di tutto il resto.
"Beh prima o poi me la pagherai, Ed, puoi starne certo. Se è finita tra me e Victoria è tutta colpa tua". Marcus avrebbe volentieri picchiato il fratello, ma si accontentò di distruggere l'albero di Natale che era appena stato decorato; Edward osservò lo Schiantesimo disintegrare l'abete, ma gli servì un semplice cenno con la bacchetta per riportarlo al suo stato originario. Poi si girò verso Marcus, il sorriso ancora delineato sul volto. "Colpa mia? Non esagerare, fratellino, non sono certo stato io a insultarla, non credi? Non scaricare, quindi, la tua stupidità sulle mie spalle". Edward sorrise ancora più ampiamente; Frederich non gli aveva raccontato cosa fosse successo nel dettaglio, ma se ne era fatto un'idea.
Quello, confermato dal fatto che in estate Marcus era tornato furibondo da casa dei Diggory, con il chiaro intento di voler uccidere qualcuno, gli aveva assicurato che il fratello si era comportato come un troglodita. Era tipico suo, comunque, anche con Cecily... povera cara, ci aveva poi impiegato un po' di tempo per tirarla su di morale. Sorrise al ricordo.
"E non azzardarti a contraddirmi." lo anticipò, vedendo che Marcus pareva sul punto di esplodere. "Non ti ho detto io di darle della prostituta, hai fatto tutto da solo... Ma forse potresti essermi grato: in questo modo ti è stato chiaro che lei non si fida di te, e la cosa direi che è reciproca. Ancora non ho capito per quale ragione ti impegni per riconquistarla, ma posso affermare con assoluta certezza che stai perdendo tempo".
Di quello ne era certo. Si alzò in piedi, rimettendosi il mantello; per quello che lo riguardava la conversazione era conclusa e non aveva ulteriore interesse a prolungarla. Lanciò ancora uno sguardo a Marcus. "In ogni caso il mondo è pieno di donne, la troverai di certo un'altra oca disposta a sopportarti. Forse a lei va il merito di aver capito quanto sei cafone: le farò le mie congratulazioni non appena la vedo".
Superò il fratello e raggiunse la porta; prima di varcarla si girò nuovamente verso di lui. Non era minimamente imbarazzato da quella discussione. "In ogni caso dovresti essermi davvero grato, se ti ha sostituito così in fretta non eri poi così importante... ma forse il fascino che esercita il capo degli Auror è più forte di quello di un ragazzino mestruato. Buon Natale, Marcus".


"Farò presto, non preoccuparti. Ci sarà anche Penelope!" disse Victoria a Lucy quella mattina; la scusa per recarsi a Londra - quel ventidue di dicembre - era buona dato che durante l'ultima visita a Hogsmeade non era riuscita a trovare il tempo per cercare i regali di Natale. Era stata troppo impegnata ad ascoltare le lamentele di Oliver, evitare Edward e trascorrere il tempo a studiare nel pub di Rosmerta.
Sorrise al ricordo, anche se non tutto era andato proprio come doveva: aveva letto sulla Gazzetta che i tre aggressori erano stati condannati a qualche mese di cella, tuttavia sembrava che tutto fosse stato eclissato dall'incontro con Sven, ma non disse niente. Neppure a Cedric aveva accennato qualcosa, perché era sicura che non avrebbe sopportato il sorrisetto soddisfatto dell'amico, se fosse stato messo al corrente di quell'interesse sempre più forte che provava per lui.
"D'accordo, ma torna prima che faccia buio." la ammonì Lucy, ancora preoccupata al pensiero che Victoria gironzolasse per Londra quando Sirius Black era ancora a piede libero.
La donna ignorava che la ragazza sarebbe stata in compagnia di Penelope solo per poche ore; Victoria sapeva che l'amica era impegnata a casa con i parenti, perciò aveva previsto di girare da sola almeno per un po' di tempo. Era da tanto che non si recava da sola nella Londra Babbana, che rischio poteva mai esserci?
"A stasera, allora!"

La ragazza si mosse abilmente per le vie del centro; Penelope era stata costretta a disertare causa imprevisti, tuttavia gliel'aveva fatto sapere tramite Ginevra. Per quanto dispiaciuta, Victoria aveva apprezzato il pensiero di ritrovarsi in compagnia di se stessa per un po': a Hogwarts non aveva mai tempo per riflettere, sempre circondata da persone o immersa nelle cose da fare. L'aria gelida di Londra era il toccasana ideale per liberare la mente e godersi un po' di relax; la gente che affollava le strade era molta, ma nessuno pareva notare in lei qualcosa di diverso. D'altronde non era vestita come una strega: portava dei jeans bianchi, stivali neri e un maglione elegante dello stesso colore. Di natalizio non aveva molto, anche se il mantello scuro le impediva di prendere freddo dato che lo aveva chiuso fino al collo. In testa portava un berretto bianco di lana, acquisto proprio di quel giorno, e aveva coperto le mani con dei guanti dello stesso colore.
Alcune ore dopo, Victoria sfiorò con sguardo riverente un bellissimo abito esposto in una vetrina: se ne avesse avuto la possibilità certamente lo avrebbe acquistato, pur non essendo il genere da lei preferito. Era un vestito da sera dalla linea semplice, ma il tessuto nero era volutamente trasparente; non aveva mai indossato nulla di così audace, ma le sarebbe piaciuto provare. Lo accompagnava una splendida pelliccia, chiaramente sarebbe stato impossibile uscire senza nulla addosso oltre al vestito, ma per una festa natalizia in casa era indubbiamente l'ideale.
"Non mi sembra molto adatto alla stagione, non credi? " La ragazza sobbalzò nel rendersi conto che qualcuno le si era avvicinato senza che lei se ne potesse accorgere. Quello che all'inizio le era parso un semplice Babbano altri non era che Sven Dietrich, e senza volerlo arrossì: sperava che il freddo pungente servisse a spiegare le guance color porpora. Riportò lo sguardo sul vestito senza più trovarlo interessante."È vero, lo stavo solo guardando." replicò la ragazza, senza ammettere di esserne stata tentata. “È strano incontrare un Auror in giro per la Londra Babbana, che coincidenza...” sorrise, ricordando quello che le aveva detto quando si erano visti a Hogsmeade o a scuola. Lui annuì a quelle parole, mentre osservava con aria distratta la gente che li circondava.
Nessuno notava i mantelli che entrambi indossavano, probabilmente perché la neve che continuava a cadere li giustificava in qualche modo. “Ho accompagnato Arthur Weasley per ragioni di servizio, e poi ho deciso di controllare che non ci siano tracce di Black.” le riferì quasi con noncuranza. Non disse alla ragazza che aveva semplicemente voglia di staccarsi un po' dai soliti ambienti, e che Black poteva essere un buon alibi, anche se non proprio inattaccabile, dato che l'ultimo avvistamento del criminale era stato a Hogwarts.
Sven portò nuovamente lo sguardo su quel vestito; era molto bello, ma eccessivamente pretenzioso secondo lui. Era difficile immaginarlo addosso a Victoria, e di certo lui preferiva vederla con la divisa scolastica che con un abito del genere. Non le avrebbe reso giustizia, pensò tornando ad osservarla; lei non aveva bisogno di mettersi in mostra per essere carina, ma sapeva che dirle una frase del genere avrebbe potuto portare ad un'incomprensione. Sicuramente Victoria avrebbe pensato che la riteneva troppo giovane, ma era solo una ragione parziale.
"Piuttosto, non hai paura ad andartene in giro da sola? C'è un assassino in circolazione." Sven la osservò con attenzione, ma la ragazza non sembrava in alcun modo intimorita. Del resto neppure ad Hogsmeade o a scuola pareva preoccupata; solamente la presenza dei Dissennatori la rendeva nervosa, e non la biasimava. Non si aspettava però quel sorriso malizioso come risposta e si sentì spiazzato. "E di cosa dovrei avere paura quando su di me veglia niente di meno che il più coraggioso tra tutti gli Auror del Ministero? Semmai sei tu quello che dovrebbe avere paura, e molta!" disse Victoria, con una luce birichina negli occhi. Quell'incontro così casuale l'aveva messa a proprio agio, poteva anche divertirsi e prenderlo bonariamente in giro.
"E di cosa? " le chiese con un sorriso Sven; Victoria pensò che l'uomo fosse fin troppo affascinante con quegli occhi chiari. Cercando di non farsi confondere la mente come succedeva di solito in sua compagnia, lo prese sottobraccio: "Facile, perché ora ti costringerò ad accompagnarmi da Harrods e ad aiutarmi: devo scegliere un regalo per di Natale per i Diggory, senz'altro non vorrai lasciarti scappare l'occasione di fare una buona azione vero?" gli chiese curvando leggermente le labbra all'insù, in un sorriso malizioso e allo stesso tempo birichino.
Sven era sorpreso dal gesto confidenziale di Victoria, ma non lo trovò fastidioso; al contrario si sentiva felice: gli capitava molto di rado e sempre quando era presente lei, ma non sapeva se osare qualcosa di più diretto oppure accontentarsi. C'erano molti motivi per non fare nulla; quello che pesava più di tutti era la sua età, così tanto lontana da quella di lei, ma allo stesso tempo gli sembrava sempre meno importante.
Si lasciò travolgere dalle mille luci scintillanti di Harrods, un luogo che mai prima d'ora aveva visitato prima; molte volte si era recato nella Londra dei Babbani, ma era davvero la prima volta che entrava direttamente a contatto con loro. Seguì Victoria che entrava con passo disinvolto, chiacchierando del più e del meno; non toccarono minimamente l'argomento Sirius Black. Sven non voleva certo che la ragazza pensasse a lui solo come un fissato con certi argomenti. Naturalmente il suo istinto da Auror non poteva essere negato in alcun modo, tuttavia gli piaceva l'idea di accompagnarla anche per cose così apparentemente futili.
Era anche un modo per conoscerla meglio, e un'ottima scusa per starle vicino senza un motivo apparente. "Dove devi andare, per prima cosa?" Le chiese interessato, mentre osservava quasi divertito la gente attorno; molte donne Babbane - tutte agghindate e vestite sontuosamente - gli ricordavano il modo di fare di sua madre. Sogghignò a quell'idea; se sua madre, altera e orgogliosa Purosangue, avesse immaginato che proprio suo figlio l'aveva associata alle comuni Babbane... poco ma sicuro sarebbe diventata isterica, e gli bastò quell'immagine per sorridere.
"Uhm non saprei... devo regalare qualcosa a Ced, ma non credo gli possano interessare i gioielli." rispose Victoria, osservando con aria critica alcuni negozi che vendevano articoli del genere. Per quanto l'amico accettasse in genere ogni regalo, le pareva una cosa assurda a cui pensare. Sven annuì. "Forse potrebbe piacere alla signora Diggory, non credi? So che di solito alle donne piacciono questi gingilli" disse l'Auror, osservando alcuni braccialetti e ricordando l'amore smisurato di sua madre per quel genere di doni.
Certo, di fattura magica, ma a lui parevano sempre molto simili; si chiese se non avesse offeso la ragazza con quella considerazione, ma vide che stava solo studiando gli oggetti in modo pensieroso. "Non è una cattiva idea, ma Lucy ne ha tanti di gioielli e sono tutti più belli di questi... Ho avuto un'idea, vieni!" disse, trascinando quasi l'uomo prendendolo per il braccio, anche se lui non opponeva alcuna resistenza. Al contrario, quasi sorrideva perché percepiva una familiarità molto stretta con la ragazza, che lo trattava come se si conoscessero da sempre.
Entrarono così in un negozio dall'aria molto esclusiva: Sven notò che era tutto dedicato alla moda femminile e che i prezzi erano decisamente esorbitanti, anche se si intendeva relativamente di denaro babbano. Una commessa perfettamente vestita e curata si avvicinò con un sorriso, che gli ricordava quelli finti di chi è abituato a sfoggiare quell'espressione. Notò che la donna pareva scettica, almeno finché non udì Victoria presentarsi: la ragazza si morse un labbro per non riderle in faccia e Sven si girò dall'altra parte per simulare una tosse sospetta.
"E lui, chi sarebbe?" La commessa si rivolse con aria mielata a Sven, che si sentì quasi in trappola; Victoria immaginò che la donna stesse pensando che si trattava del fidanzato o simili, perciò decise di correre ai ripari prima che false voci arrivassero ad eventuali giornalisti presenti. Agitò il braccio con aria noncurante. "Oh, lui è la mia guardia del corpo... Non si preoccupi, non sarà di alcun impiccio." disse con un sorriso, lanciando a Sven un'occhiata che lo supplicava di accettare la sua versione senza offendersi.
Dal canto suo, l'uomo notò il servilismo quasi strisciante di quelle persone: era bastato che Victoria accennasse al proprio titolo nobiliare - di cui lui non aveva neppure idea - che quella gente aveva iniziato a trattarla con una riverenza quasi disgustosa. Il direttore del negozio arrivò poco dopo, facendole inchini e parlandole proprio come se fosse una persona importante. A Sven veniva in mente, anche se su scala minore, il modo con cui alcune famiglie Purosangue venivano trattate, anche se quei Babbani erano decisamente esagerati.
Con un sorriso si rese conto che stavano comportandosi così pure con lui, anche se naturalmente l'interesse era quasi del tutto rivolto a Victoria; avrebbe riso volentieri quando - nel momento in cui uscirono - vide il tappeto rosso che avevano provvidenzialmente sistemato. E tutto solo per lei.
"Se non altro ho trovato tutto!" disse Victoria alcune ore dopo, carica di sporte: aveva acquistato un foulard molto bello per Lucy, un cappello per Amos e una serie di libri da regalare a Cedric. All'amico piacevano molto i libri Babbani, così aveva scelto alcuni dei classici della letteratura inglese. Tutto sommato era stato un pomeriggio piacevole, soprattutto perché aveva apprezzato la compagnia di Sven e le dispiaceva che la giornata fosse giunta al termine. Il cielo illuminato dalle stelle e dalla neve che continuava a scendere, le aveva infatti ricordato di essere palesemente in ritardo: era giunto il momento di tornare a casa.

La luci che decoravano il centro della città si facevano sempre più lontane. Sven riconobbe di essersi divertito ad osservare la ragazza alle prese con gli acquisti; non era però rimasto solo a guardare: Victoria lo aveva coinvolto al punto da farlo sentire perfettamente a proprio agio mentre camminavano. "Ancora un po' e quel poveretto si sarebbe Trasfigurato in un tappeto perché tu lo calpestassi, avresti dovuto essere meno birichina, lo sai?"
Sven non riusciva a trattenere un sorriso divertito: quello che aveva visto gli confermava che la ragazza fosse molto conosciuta tra i Babbani, anche se forse era solo per il cognome che portava. Il personale aveva letteralmente circondato Victoria di gentilezze, ed era una scena che raramente aveva visto. Lei rise, divertita.
"Te l'avevo detto che questa gente mi tratta come i Malfoy nel mondo dei maghi: è tutto talmente noioso che di solito mantengo l'anonimato." Sven annuì. Non faticava a crederlo: lei non era della stessa pasta di alcuni Purosangue ed era certo di aver percepito appieno il suo disagio. In quel momento era però rilassata, per nulla pentita di quanto fatto, e pareva perfettamente a proprio agio. Si lasciava anche tenere per mano senza chiedergli la ragione di quel gesto.
Lo sguardo di Sven si posò sul parco in cui erano arrivati; Kensington Garden era, come il resto della città, ricoperto di neve e la temperatura si era notevolmente abbassata. "Ora dovrei andare o Lucy penserà che mi sono persa per Londra." disse Victoria dispiaciuta, dopo aver guardato il proprio orologio. Sven percepì una lieve sfumatura di delusione in quelle parole, ma sapeva di non poterla trattenere, anche se avrebbe voluto.
"Allora ci vediamo." le disse cercando di mantenere il timbro della voce neutrale, ma non le lasciò la mano. Un fiocco di neve cadde sul naso della ragazza e fu quello a decidere per lui; fino a quel momento Sven era rimasto incerto e si era accontentato solo di prenderla per mano. Con le dita le tolse gentilmente quel fiocco di neve e non riuscì a resistere: l'attirò a sé baciandola e potè percepire la tensione svanire dal suo corpo.
Era come se nelle ultime settimane non avesse fatto altro che attendere quel momento. Si era ripromesso di non compiere gesti avventati sia per non spaventarla, sia perché temeva di essere respinto, ma la reazione della ragazza gli confermò che quel bacio era stato lungamente atteso anche da parte sua.
Anche dopo essersi staccato suo malgrado, la tenne stretta a sé, percependo il lieve tremito della mano di lei; il silenzio era diventato estremamente pesante e lui per primo non sapeva in che modo romperlo. Credeva anche di essere arrossito, ma non era pentito di quanto fatto; anche lei sembrava diventata tutt'a un tratto impacciata.
"Oh... scusa, dovrei proprio andare..." Sven notò quanto era bassa la voce di Victoria, e annuì. L'aveva detto anche prima e questa volta non poteva continuare a tenerla lì con sé, anche se lo desiderava. Nonostante la ragazza si fosse mossa per allontanarsi non le lasciò la mano, non subito. "Presta attenzione, mi raccomando." le disse con il solito tono che usava quando si trovava in veste di Auror. Sven si chiese se Victoria potesse percepire la preoccupazione che lo dominava, e la riluttanza che provava al pensiero di separarsi da lei.

"Pianeta Terra chiama Victoria. Ci sei?" Cedric era estremamente divertito: l'espressione assente della ragazza aveva qualcosa di incredibilmente comico, ma allo stesso tempo pareva immersa in un mondo a parte, come se non fosse lì.
In quel momento Victoria era alle prese - per la milionesima volta quella sera - con il ricordo di quanto accaduto; rivedeva il pomeriggio trascorrerle davanti agli occhi come in un film al rallentatore. Non si curava di ciò che le accadeva attorno; non era scesa a cena, affermando di essersi abbuffata per le bancarelle di Londra, riuscendo quindi ad avere del tempo per sé. Non era neppure consapevole della presenza di Cedric, che cercava di attirare la sua attenzione: si sentiva avvolta da una nuvola rosa e non aveva la minima intenzione di farsi distogliere da quella visione. Esisteva forse qualcuno di più affascinante e perfetto di Sven Dietrich? Adesso era sicura che no, non potesse esistere un altro come lui e si sentiva quasi al settimo cielo al pensiero di quanto accaduto.
Era stato tutto così diverso dalla precedente esperienza avuta che quasi faticava a crederlo. Eppure era successo, anche se le lasciava un po' l'amaro in bocca il pensiero che non avesse effettivamente idea di come poter considerare l'accaduto: un caso oppure avrebbe potuto esserci un seguito? Le sembrava folle sperarlo, ma perché no in fondo?
Si mise di scatto a sedere sul letto, facendo sobbalzare Cedric, che non si aspettava una reazione tanto repentina; Victoria lo osservò con un'espressione che il ragazzo avrebbe definito pericolosa. "Ced, tuo padre non ha parlato di una festa natalizia al Ministero tra due sere?"
Cedric aggrottò le sopracciglia, cercando di ricordare quella parte di conversazione. "Ah sì, ha detto che è riservata ai dipendenti di turno quella sera." disse il ragazzo, spostando un ciuffo di capelli dalla fronte, per poi osservare l'amica con aria sospettosa.
"Perché me lo chiedi?" chiese di fronte al sorriso misterioso di Victoria, che aveva trovato una possibile soluzione al problema.





Nota: Eccomi qua! No, non sono morta, ma tra long a scadenza, idee che mi frullano in testa, ho sempre meno tempo<.<
in ogni caso noto che molte di voi detestano un po' Marcus e non avete torto, però ci tengo a ricordare che anche lui è stato ingannato U__U che poi si sia comportato in maniera troppo precipitosa, è verissimo, ma allo stesso tempo ha ritenuto di essere nel giusto.
Non voglio giustificarlo, ci mancherebbe :=) però in fondo ricordiamoci che anche lui è umano lol e resta comunque un gran figo U___U nel senso di tipo tosto lol
ma ecco che, come qualcuno si aspettava, è successo quello che ho fatto slittare dal capitolo scorso: il bacio tra i due *-*
ci tengo a ricordare che ormai la cara Vic è alle soglie dei 17 anni(riceverà forse qualche regalo da Sven? <3 ) perciò alla fine credo che di scandaloso non ci sia nulla u.u
mi sono inventata i magazzini Harrods nel senso che non ci sono mai stata, perciò perdonatemi. Delr esto cosa c'è di peggio di una ragaza che fa shopping e costringe l'uomo a seguirla?XDDDD
però è anche divertente, insomma u.u
il tutto avviene il 22 dicembre. Questo era un omaggio alla mia beta, Enide, che compie gli anni quel giorno U___U non che sia un regalo, ma tant'è xddddd speriamo Thorfinn non sia annegato nel diabete loooool
bene ci vediamo al 29. Vi consiglio anche di guardare la mia long su Lee Jordan, mi raccomando U__U



I miei contest *__*


Ti sposerò perchè...

Mio padre lo verrà a sapere!

Di cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.


Una mimosa per te

Oltre il velo - contest

In memoria di Fred - Contest


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Capitolo 29
*** 29 - Osare? ***


Angolo autrice:
E sono qui! No, non sono morta, ma ho avuto difficoltà a stendere questo capitolo. Spero vi possa piacere comunque! A proposito, ancora per un mesetto, l'aggiornamento di questa storia sarà rallentato, sempre per via della mia long a scadenza(che vi invito sempre a leggere, ora è arrivata al settimo capitolo u.u)
Ne ho anche iniziata una su Raptor e Petunia(XDDDDDDD).
Profumo di tenebra :=)
 


Immagine allo specchio


29 - Osare?



"Se ti metti a lavorare stasera, Sven, giuro che ti faccio licenziare!" L'uomo rise, mentre osservava Amelia Bones che lo scrutava severamente; non era la prima volta che la donna gli diceva qualcosa del genere, così come neanche la sua risposta fu totalmente nuova. "Davvero? E credi forse che Sirius Black si catturi da solo, se questa sera me ne vado a casa?"
La scrivania era piena di pergamene, con appunti di vario genere, che andavano da possibili avvistamenti del criminale ad altri messaggi da parte dei colleghi. Non era un modo molto divertente di trascorrere il Natale, ma Sven non aveva altra scelta: da settimane aveva detto a Caramell che sarebbe rimasto a disposizione, e non poteva certo cambiare idea all'ultimo momento.
"E poi cosa vado a fare, a casa? Per fortuna mio padre ha avuto il buon senso di proporre alla mamma un viaggio attorno al mondo, perciò credo proprio che mi limiterò a stare qui. Non sono dell'umore giusto per festeggiare, soprattutto da solo." ribadì Sven dopo aver chiuso con un colpo di bacchetta alcuni documenti, che andarono a riporsi in uno dei cassetti della scrivania. "Quanto a questo sono anni che ti ripeto che dovresti cominciare a pensare a crearti una famiglia: cosa stai aspettando, che piovano galeoni dal cielo?"
L'uomo avrebbe voluto ridere, cosa che di solito faceva quando gli venivano rivolte quelle parole, ma si limitò a sorridere. Per un momento aveva quasi pensato di accennare ad Amelia di aver effettivamente avuto intenzione di trascorrere quelle feste con qualcuno, ma alla fine aveva optato per il silenzio. Le domande sarebbero fioccate all'istante - seppur conoscesse Amelia e fosse al corrente della sua discrezione - e lui non avrebbe saputo cosa rispondere; il bacio con Victoria era stato desiderato a lungo, ma allo stesso tempo non aveva idea di come la ragazza volesse considerarlo.
Un caso? O qualcosa di più? Certo, lui non aveva alcun dubbio, ma non aveva avuto neppure il tempo di parlarne con lei: in quei due giorni sembrava che gli avvistamenti di Sirius Black si fossero moltiplicati a vista d'occhio, e lui non aveva avuto neppure un momento libero. A tutti gli effetti era al lavoro da quasi tre giorni ed era consapevole di non avere un aspetto troppo affascinante; avrebbe dovuto radersi e soprattutto riposare.
La festa organizzata da Caramell non lo attirava neanche un po'. Aveva quasi pensato di servirsi di una scusa per passare dai Diggory più tardi, ma aveva cambiato idea; non gli piaceva fare le cose di nascosto, non era nel suo stile e neppure desiderava mettere in difficoltà Victoria. Dovevano parlarne e di certo il momento giusto non poteva essere guastato dalla fretta.
"Se dovessi aspettare quello, Amelia, non accadrà mai. Piuttosto, come sta tua nipote?" Sven trovò più semplice sviare il discorso sulla famiglia della collega. Ricordava che la donna era sposata, ma senza figli, però aveva visto la nipote durante i suoi pattugliamenti a Hogwarts, e l'aveva presa in simpatia, forse perchè appartenevano alla stessa Casata. Ricordò che anche il figlio di Amos era un Tassorosso ed era amico di Victoria; fu costretto a riportare la mente al presente, così da riuscire a sostenere la conversazione con Amelia.
"Comunque almeno non restare chiuso qua dentro mentre tutti fanno festa; pensa che vengono pure Amos e Brian, alla cena. Credo si portino dietro le famiglie al completo." disse Amelia mentre Sven continuava a far finta di ascoltare; solo pochi istanti dopo metabolizzò l'informazione appena ricevuta. "Amos? Pensavo avesse già finito di lavorare, per oggi." ribatté Sven, chiedendosi se avesse sentito bene.
"Già, ma mentre parlavamo prima, ha detto che suo figlio - sai, quel bel giovanotto - ha tanto insistito che ha deciso di accontentarlo: povera Lucy, scommetto che per lei sarà una sofferenza... Credo ci sarà anche l'altra ragazza, ma mi sfugge il nome..." Amelia pareva pensierosa, ma Sven già non la ascoltava più. Quella notizia era inaspettata, ma non aveva nessuna intenzione di farsi cogliere impreparato: forse sarebbe riuscito a ritagliarsi un po' di tempo per mettersi in ordine, almeno un po', così da non sfigurare troppo.

Caramell non aveva badato a spese per quella festa, tanto che Edward faticò a riconoscere l'Atrium: tutto il Ministero era natrualmente stato decorato per Natale, ma lui non riusciva proprio a capirne la ragione.
Naturalmente non avrebbe perso tempo a presenziare alla festa, tuttavia i suoi allievi di Materializzazione lo facevano sempre tardare; proprio quel pomeriggio uno di loro era riuscito a Spaccarsi in tre pezzi. Era una novità, di solito si limitavano a due parti divise. Suo malgrado non era riuscito a trattenere l'ilarità, ma era se non altro stato attento a non ridergli in faccia.
Povero ragazzo, sicuramente doveva essere stato convinto che, subito dopo la fine della lezione, Edward non avrebbe esitato a coprirlo di ridicolo con altri colleghi e così difatti era stato. Lui e Wilkie avevano trascorso un'ora a ridere di quel poveretto, ma Edward non era neppure così cattivo dato che non aveva rivelato il nome al collega.
C'era un limite a tutto. Di sicuro lui sarebbe stato bocciato, l'esame era a giorni quindi, a meno che il ragazzo non ricevesse un'illuminazione divina, l'esito era scontato.
"Windsor, che piacere vederti, mia cara... vedo che ti sei messa in ghingeri come si deve, Cornelius ne sarà onorato." disse all'improvviso, dopo aver raggiunto la ragazza vestita di grigio, che in quel momento si stava guardando attorno con aria leggermente smarrita. Non l'aveva riconosciuta immediatamente a causa dell'abito che indossava, ma non si era lasciato ingannare da quei lineamenti di profilo. Sapeva bene che la giovane non lo sopportava, ma lui trovava un particolare piacere a tormentarla.
In fondo era pur sempre un'adolescente piena di fuoco, come lui ben sapeva già dall'estate precedente, anche se di solito si mostrava sempre molto gelida. Una facciata, così come quella che probabilmente stava recitando in quel momento; non fu per nulla sorpreso quando Victoria gli lanciò un'occhiata omicida. Era normale e lui si divertiva sempre enormemente a stuzzicarla: fino a quel momento la ragazza non aveva mai reagito con violenza e lui credeva che fosse per via del fatto che erano sempre entrambi circondati da molte persone.
In quel momento, invece, erano soli e lui era curioso di vedere quella maschera incrinarsi. Victoria non riuscì a rispondere, sentendosi irrigidire. Non avrebbe proprio voluto vederlo, ma le fu subito chiaro che il giovane mago non aveva intenzione di lasciarla tranquilla.
"Temo però che tu abbia fatto un viaggio a vuoto. Lui non é qui." disse Edward, ben sapendo che la ragazza avrebbe capito l'allusione. Victoria lo gratificò di un'occhiata sprezzante, senza potersi evitare di essere nauseata dal tono con cui il ragazzo le aveva parlato; si sentì accapponare la pelle, ma era ancora decisa a tenergli testa. "Non so di chi tu stia parlando, e ora preferirei essere lasciata sola." rispose gelidamente, senza misurare troppo le parole. La risatina soffocata di Edward la fece andare su tutte le furie.
"Come no, non è per questo che sei qui, sotto al vischio? Magari stai aspettando che compaia dal nulla per baciarti? Dicono che porti fortuna, davvero un peccato che resterai qui a guardare in su."
Edward si appoggiò pigramente al muro, osservando la ragazza sempre pià rigida e silenziosa. Era certo che mancasse poco all'esplosione. "Devo darti atto che hai buon gusto... Almeno Sven Dietrich - al contrario del mio fratellino - può essere classificato come uomo e non come ragazzino mestruato." riprese Edward, mentre il volto della ragazza sembrava essere sempre più rosso, ma lui fece finta di non accorgersene.
"Tuttavia non so quanto possa durare... voglio dire, credi si accontenterà di qualche minuto di nascosto a Hogwarts? Però posso venirti incontro, conosco tutta la scuola e posso consigliarti i posti migliori dove accoppiarvi senza essere sorpresi..."
Victoria percepì la barriera d'indifferenza incrinarsi sino a esplodere letteralmente; senza pensarci, si girò per schiaffeggiare Edward, ma la mano venne repentinamente bloccata e sentì una pressione violenta sul braccio che cominciò a dolere. "Lasciami!" strillò la ragazza in tono acuto, e dopo pochi istanti il braccio venne rilasciato. Edward la guardò con un'espressione impenetrabile, ma, per la prima volta da quando era cominciato quel loro dialogo, Victoria percepì una sensazione di terrore avvolgerla.
In quel momento, mentre osservava furente Edward, uno sprazzo di ricordo tornò alla mente; non le era mai tornato in mente prima, ma da quel solo tassello la ragazza capì che quello che le aveva raccontato Frederich doveva essere accaduto veramente. Inavvertitamente fece un passo indietro, per rendersi conto che in quel momento nessuno l'aveva stretta tra le braccia.
"Se devi alzare le mani su qualcuno, assicurati di non poter essere fermata... Cosa ti dà più fastidio, l'odio verso di me o, forse, il fatto che io ti abbia detto la verità? Se a quel babbeo di mio fratello non bastava averti ogni tanto, credi che un uomo molto più maturo di lui attenderà pazientemente che tu finisca la scuola? Illusa." dichiarò Edward, coronando con un sorriso enigmatico quell'affermazione. Qualcosa però lo spinse a non avvicinarsi a lei: dai suoi occhi sembrava trasudare molta paura, e comunque a lui bastava già averle guastato la serata con quelle poche parole.
Victoria non rispose, ma sentiva che a breve avrebbe pianto. Non sapeva neppure lei perché, ma all'improvviso desiderò non essere mai giunta lì. "Tu sta' attento, ricorda che posso rovinarti." ribattè Victoria, arrabbiata, alludendo implicitamente alla foto in suo possesso. Edward, che si stava allontanando per uscire dal Ministero, si voltò ad affrontarla con l'ira negli occhi. "Davvero? Fallo e ricambierò con vero piacere il tuo gesto. Al massimo puoi far nascere qualche pettegolezzo, ma non illuderti: non hai la minima idea di cosa sono capace di fare, non ti consiglio di mettermi alla prova, ragazzina."
Victoria avrebbe voluto rispondere a tono, ma il ragazzo si era già allontanato, sparendo in uno dei camini della Metropolvere. Si tenne stretta il braccio con l'altra mano, maledicendo dentro di sé il mago, fin quando non si accorse che qualcuno si stava avvicinando. Sentiva dei passi, ma non si voltò: sicuramente era Amos, che la stava cercando per tutto il Ministero, o anche Cedric, e lei avrebbe colto l'occasione per tornare a casa.
Non avrebbe neppure dovuto essere lì, che cosa le era saltato in mente di rendersi ridicola a quel modo? Sentì una sensazione curiosa al braccio e si rese conto che qualcuno le aveva guarito la ferita che Edward le aveva fatto. "Ho pensato che potesse farti meno male." disse Sven e Victoria non riuscì quasi ad alzare lo sguardo su di lui, chiedendosi se avesse visto tutto.
Ne dedusse di no: l'uomo sembrava troppo tranquillo, forse semplicemente provava pena nel vederla in quello stato, e si detestò doppiamente. Per la sua idea di giungere lì, si stava solo rendendo ridicola, ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto. “Io... grazie, ma non era nulla di grave.” disse Victoria, rendendosi conto di essere rimasta troppo tempo in silenzio.
Sven si chiese se quella di decidere di incontrare lì la ragazza fosse stata davvero una buona idea. Victoria pareva estremamente vulnerabile e, soprattutto, scocciata da qualcosa. Forse era lui il problema, e a quel pensiero si sentì estremamente nervoso.
"Bene, bene... Sven, ancora al lavoro? O forse é stata approvata la legge che permette l'arresto dei figli di Babbani?" Victoria alzò lo sguardo e notò Lucius Malfoy, che era proprio poco lontano da loro; si sentì profondamente offesa dal suo sarcasmo, ma l'uomo biondo era scoppiato in una risatina, come se avesse appena detto le parole più divertenti del mondo. Sven sorrise, per nulla offeso, e la ragazza capì che non aveva compreso la serietà dietro le parole di Malfoy.
"Ho pensato di venire a vedere cosa aveva ideato Cornelius, non pensavo di trovarci tante persone. Il suo ufficio è già pieno di gente." rispose Sven con aria disinvolta, come se fosse normale che il Ministro della Magia potesse indire una festa. "Non sapevo ci saresti stato anche tu, Lucius, dove hai nascosto Narcissa?"
Per un momento Sven aveva pensato di chiedergli - come faceva sempre - come stava la sua affascinante consorte, ma ricordando la presenza di Victoria, aveva cambiato idea all'ultimo momento. Naturalmente la signora Malfoy era una donna molto bella, e Lucius di certo non si sarebbe offeso, ma non voleva che la ragazza fraintendesse.
"No, sono solo venuto a recuperare il mantello prima di tornare a casa. Narcissa non mi perdonerebbe mai se arrivassi in ritardo, lo stesso vale per mio figlio, Draco. Sai che..." A quel punto Victoria si disinteressò della conversazione, dopo essersi resa conto che i due maghi stavano apprestandosi ad intraprendere un dialogo su cose per lei futili.
Si allontanò il più silenziosamente possibile: la musica natalizia - che risuonava già da un po' nell'Atrium - copriva il rumore dei suoi passi, inoltre non desiderava stare in presenza di Malfoy che decantava le lodi del suo patetico figlio.
Victoria non detestava Draco, ma non riusciva proprio a trovarlo neanche lontanamente sopportabile, e la Casata non aveva niente a che vedere con quello. La strega si diresse verso gli ascensori, dove sapeva che avrebbe incontrato tante persone che si recavano nell'ufficio della festa.

"Eh no mia cara, dopo che mi hai costretto a venire qui, il minimo che tu possa fare è trascorrere un po' di tempo con Romeo!" sibilò Cedric all'orecchio di Victoria mentre erano tutti in piedi a chiacchierare e a servirsi dal ricco buffet magico che era stato allestito. La ragazza aveva evitato con cura di avvicinarsi a Sven, e in mezzo a quella folla di gente vestita a festa non le era stato neppure difficile. Alzò gli occhi al cielo: naturalmente Cedric aveva qualcosa da ridire, ma lei si stava annoiando.
"Senti, non è Romeo, e io non sono certo Giulietta... comunque se vuoi possiamo anche andare a casa, tanto non è che..."
La ragazza osservò i signori Diggory, che in quel momento stavano chiacchierando con i signori Baston; aveva già avuto una lunga conversazione con la madre di Oliver a proposito delle Pozioni. " Non mi importa come si chiama, adesso vai da lui e balli con lui! Sennò a cosa ti serve aver trascorso cinque ore a sistemarti, tra capelli, vestito e cianfrusaglie varie?"
Cedric la osservò con aria truce, ma non era arrabbiato, desiderava solo che non si lasciasse condizionare da quello che lei e Edward si erano detti poco prima. Non conosceva il maggiore dei fratelli Flitt di persona, ma gli sembrava estremamente squallido e perverso, anche se solo guardandolo non avrebbe mai pensato che fosse in grado di comportarsi in quel modo. Lui, al contrario dell'amica, non aveva impiegato molto tempo per prepararsi, anche se doveva ammettere che tutto sommato Victoria si era impegnata; il risultato era eccellente, e lui aveva notato che anche alcuni maghi più anziani le avevano rivolto delle occhiate di apprezzamento. Del resto doveva ammettere che con quell'abito grigio, così simile al colore dei suoi occhi, la ragazza stava molto bene: somigliava molto a un chitone greco ed era stato il regalo di Natale che i genitori le avevano fatto. L'effetto era impreziosito da un paio di orecchini molto belli che non le davano per nulla l'aria della studentessa.
"Muoviti!" le disse di nuovo, quando notò che l'Auror non era lontano da loro. Victoria quasi entrò nel panico quando lo vide avvicinarsi, e intavolò una conversazione con Caramell, che si era fermato per scambiare due parole con Amos. Non che il Ministro la considerasse molto, ma lei sentiva il bisogno di occupare la mente.
Non prestò quindi orecchio a quanto diceva Cedric, e dopo alcuni minuti si voltò di nuovo verso di lui e lo vide intento in una conversazione proprio con Sven; la ragazza pensò che quella non poteva certo essere una coincidenza, tuttavia si sentiva già più tranquilla rispetto a poco prima, perciò si avvicinò a loro.

Victoria aveva immaginato che Cedric avesse qualcosa in mente, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbe sentita addirittura riconoscente nei suoi confronti. "Hai freddo?" La voce di Sven la strappò a quei pensieri e scosse la testa, facendo segno di no.
Tutto sommato l'amico aveva avuto una buona idea: se non avesse fatto finta di essersi fatto male alla schiena, probabilmente sarebbero stati fermi in eterno a parlare di sciocchezze. Victoria si era allarmata quando Caramell aveva annunciato che avrebbero potuto ballare nell'Atrium, e aveva rivolto uno sguardo supplice a Cedric. Naturalmente l'amico si era subito dimostrato pronto a lasciarla nei guai. Fingendo di avere improvvisamente un dolore atroce alla schiena, aveva lasciato lei e Sven da soli, ma la ragazza sapeva bene che la sua era stata solo una mossa teatrale mal riuscita.
Anche Sven aveva piegato le labbra in un sorriso divertito, ma non aveva battuto ciglio. "No, ma mi dispiace averti massacrato i piedi." disse Victoria, arrossendo un po' per la vergogna. Non era servito a nulla dire che non era in grado di ballare, pareva che all'uomo non importasse molto visto che l'aveva costretta ugualmente a farlo. Non si era lamentato, ma la ragazza era sicura di avergli pestato più volte i piedi, senza volere.
Lui sorrise, poi le cinse la vita con un braccio, stringendola di più a sé. "Non importa, puoi anche distruggermeli se desideri." disse semplicemente, sfiorandole con una mano il volto e accarezzandole gentilmente i capelli. Alla fine era servito a qualcosa presenziare a quella stupida festa, nonostante avesse avuto il timore che la ragazza stesse facendo di tutto per evitarlo; era riuscito a convincerla - senza neppure troppa fatica - ad abbandonare temporaneamente il Ministero, anche se non erano andati lontano.
In quel momento erano seduti su una panchina in un parco, un luogo che sapeva essere completamente al sicuro da pericoli. "Mi fai solo sentire in colpa perché non ho avuto modo di portarti qualcosa come regalo." disse Sven, accennando indirettamente a quel profumo che lei gli aveva regalato.
Non aveva mai usato delle essenze come quella: era dell'idea che fosse da persone vanitose, e lui non si sentiva parte di quel gruppo, tuttavia quello che lo aveva davvero colpito era il fatto che la ragazza avesse pensato a qualcosa per lui. Come se fosse davvero importante per lei, e non una semplice avventura come aveva temuto. "Non sapevo se in effetti ti avrei incontrato, so che non è un granché, ma non avevo idea di cosa ti piacesse." ammise Victoria, ricordando le ore trascorse di negozio in negozio alla ricerca di qualcosa che fosse all'altezza di ciò che voleva esprimere.
Sapeva che Farenheit 312 era uno dei profumi da uomo più pregiati - e a lei piaceva anche molto -, ma solo in quel momento si rendeva conto che forse lui avrebbe anche potuto sentirsi offeso dato che era un regalo di foggia Babbana.
"Se veramente tu avessi dovuto regalarmi qualcosa che mi piace... beh l'hai fatto, la tua presenza mi sarebbe comunque bastata."
La ragazza pensò che avrebbe persino potuto sciogliersi di fronte a quel sorriso, e fu lei a baciarlo, senza impedire che lui approfondisse quel gesto poco dopo. All'improvviso era contenta di non trovarsi ancora in mezzo a quella folla noiosa, preferendo di gran lunga quel momento tutto per loro.
Per un istante si irrigidì sentendo la mano di Sven accarezzarle la schiena, ricordando anche le parole di Edward poco prima, ma lo lasciò fare. Non sentiva possessione in quel gesto, era solo gentile e rassicurante; in fondo era ciò che le bastava, almeno per il momento, dato che non aveva intenzione di lasciarsi usare fisicamente neppure da lui.
Sarebbe stato troppo squallido ed era un sollevo e una gioia immensa sapere che anche per lui era la stessa cosa; gliel'aveva detto poco prima, forse intuendo cosa ci fosse stato dietro quel modo di fare di Victoria.
"Devi solo stare attenta, adesso... Non desidero che tu corra pericoli, se si venisse a sapere che stiamo insieme, potresti essere seriamente nei guai."
Sven osservò poco dopo la ragazza, mentre camminavano senza meta e senza fretta; era la cosa che più lo preoccupava e voleva rassicurarla che non si vergognava né di lei, né di ciò che provava.
Anzi, si riteneva estremamente fortunato: un paio di volte durante la sera aveva avuto la sensazione che fosse legata a Cedric molto più di quanto non avesse ammesso, ma poi la preoccupazione si era dissolta. I due sembravano due fratelli, però non poteva impedirsi di essere egoista e di desiderare Victoria solo per sé. Però non era neanche sciocco, sapeva bene di essere pieno di nemici e non voleva metterla in pericolo, in nessun modo; certo, a Hogwarts sarebbe stata protetta, ma una volta fuori sarebbe stata più vulnerabile che mai. Le strinse la mano, cercando di non far trapelare la sua ansia.
"Al momento il mio pericolo più grande é Piton: l'ultima volta che ha urlato in aula, ci ha quasi costretti a diventare i suoi schiavi personali e... Ok, ho capito." disse la ragazza con un sorriso, captando lo sguardo parzialmente severo di Sven. Aveva provato a gettarla sul ridere, ma era chiaro che lui non aveva propriamente torto. "Piuttosto spero che non ci siano tante donne criminali, non vorrei doverlo diventare solo per assicurarmi che ti ricordi di me." rispose la ragazza, strappando a sé stessa e a lui un sorriso.
"Non accadrà, ti dò la mia parola..." Per un momento Sven, mentre teneva la ragazza tra le braccia, si chiese se non fosse diventato folle: le preoccupazioni non erano per sé, quanto per ciò che potevano dire gli altri. Sicuramente a Hogwarts avrebbero potuto essere notati, e aveva anche il sospetto che Amos Diggory avrebbe fatto una scenata quando fosse stato informato della loro relazione. "Ora andiamo, prima che Cedric sia costretto a spaccarsi davvero la schiena per coprirci" disse Victoria con una risatina.
Avrebbe comprato a Cedric un bellissimo regalo per ringraziarlo, doveva solo decidere cosa.





Nota: eccoci qui u.u allora spero vi sia piaciuto, devo ammettere che io i capitoli con le dichiarazioni faccio pena lol difatti ho preferito saltarla, dare solo un'idea di quanto accaduto. Ahimè perdonatemi davvero xddd però spero vi piacciano comunque questi due piccioncini <3
Edward è il solito bastardone LOL però dobbiamo riconoscere che almeno in parte ha ragione, cioè se ci si pensa che uno dell'età di Marcus(18 circa) non può fare a meno del sesso, a maggior ragione questo dovrebbe essere valido per uno che di anni ne ha 28-29 lol
tuttavia come vedete però Sven a questo non pensa, o meglio non è ossessionato. Ci mancherebbe anche altro u.u è una persona matura, pertanto sa controllare quel genere di impulsi u.u difatti Victoria con lui si sente al sicuro <3 di certo il rapporto tra i due non sarà turbolento come quello tra lei e Marcus, proprio per il fatto che Sven è molto diverso
ed è incredibilemnte romantico, non trovate? T___T
lode a Cedric ahahaha l'ho adorato xddd devo dargli spazio prima di farlo crepare<.<
bene a voi i commenti, conto di aggiornare(se possibile)in una settimana^^ nel prossimo ci sarà l'esame di Materializzazione(Ed è uno dei miei OC preferiti **) e il ritorno a Hogwarts u.u
dovrei metterci anche Piton, lo sto trascurando, scusa caro, ma te coi fidanzatini c'entri poco lol

p.s. Per chi non lo sapesse, la madre di Sven Dietrich odierà a morte Vic lol un giorno capirete se già non lo sapete XD

p.p.s. Il profimo regalato a Sven mi è stato suggerito da saramichy, pertanto se fa schifo, non voglio colpe XDDDD scherzo^^



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Capitolo 30
*** 30 - Situazioni complicate ***


Immagine allo specchio  Angolo autrice: 
Sono tornata.
Beh, sì, è trascorso un po' dal capitolo 29, lo confesso! Però ho una notizia: Profumo di Tenebra è terminata *-*
Il ritardo nel postare non è comunque dovuto solo alla stesura di quella long, ma anche al fatto che la chiavetta ha smesso di funzionare=ho perso tutto o quasi il materiale delle fanfic. Compreso questo capitolo, riscritto completamente.
In verità devo sistemare gli ultimi due capitoli, ma ormai ci siamo. Vi lascio comunque il link, siamo al capitolo 13 ormai :=)
Profumo di tenebra :=)
Inoltre vorrei ringraziare sentitamente Luna Ginny Jackson per aver segnalato questa mia storia: me l'aveva già detto, ma è stata una sorpresa bellissima! Davvero non ho parole, quindi credo che dedicarle questo capitolo sia la sola cosa possibile da fare per sdebitarmi^^ Consideriamo poi che nessuna mia storia è mai stata proposta per le Scelte... beh... In verità io mi accontento del fatto che la storia continui a piacervi, se poi riceverà anche l'onore più alto... ancora meglio :=) Inoltre ringrazio doppiamente Luna, dato che la sua segnalazione, corrispondeva alla recensione n.100 o.o cioè... 100 recensioni positive?! Grazie a tutti!
Ora vi lascio al 30. Questa volta Enide non me l'ha betato... No, ha già parecchio da fare con tutte le cose che le ho mandato XDDD Per questo capitolo me la caverò anche da sola :=)
Solo due info:
- a giorni sarà aggiornata anche "Northern Star", la storia con Frederich Steileir. Anche quella era rimasta troppo in cantiere^^ Tenete gli occhietti aperti, mi raccomando :=) penso tra sabato e lunedì(se non prima) la troverete on line^^
- probabilmente cancellerò "Nemo me impune lacessit", lo spin off tra Oliver Baston e Claire. Questa scelta è dovuta al fatto che nella chiavetta malfunzionante, ho perso per 5 capitoli scritti e corretti. Erano anche estremamente complessi e mi sono perciò scoraggiata parecchio; a questo aggiungiamo il fatto che sto scrivendo  , che è il sequel di Profumo di tenebra e che narra comunque di Oliver Baston con... Crystal Ophelia Riddle, che sarebbe la figlia di Voldy u.u vedrò cosa fare, io volevo solo avvisarvi :=)


Immagine allo specchio


30 - Situazioni complicate



Determinazione, Destinazione e Decisione. Victoria pensò che di quelle tre parole ne avrebbe avuto abbastanza per il resto della sua vita; già non amava di suo la Materializzazione, il fatto che l'istruttore fosse Edward non deponeva certo a favore di quella bislacca branca della magia. La sola cosa che rincuorava la ragazza era la certezza che in pochissimi giorni tutto sarebbe finito: il cinque gennaio si sarebbe tenuto l'esame, aveva appena ricevuto la comunicazione ufficiale da parte dello stesso Edward.
L'aspettava nella via in cui si trovava l'ingresso al Ministero per i visitatori, alle nove di mattina; assieme a lei ci sarebbero stati altri ragazzi, tra cui Oliver e quasi tutti quelli del settimo anno che per motivi vari non avevano sostenuto l'esame l'anno precedente. Del sesto anno lei era l'unica, complice il fatto che il suo compleanno cadeva proprio a inizio anno.
"Auguri!" La mattina del tre gennaio venne letteralmente tirata giù dal letto da Cedric all'alba; il ragazzo non aveva neanche aspettato che Victoria scendesse in cucina per colazione, preferendo piombare nella sua stanza. Cedric rise sentendo le lamentede della ragazza secondo cui avrebbero dovuto essere arrestati quei-mascalzoni-che-interrompevano-il-sonno-di-chi-è-stanco. C'era un pacco dalla forma strana sul letto, così Victoria si decise a mettersi a sedere, convinta che tanto non avrebbe più potuto riprendere sonno dopo una sveglia tanto rumorosa.
"Spero tu mi stia prendendo in giro, Ced!" La ragazza squadrò incredula il libro che teneva in mano, mentre l'altro soffocava una risata: sulla copertina c'era un Gilderoy Allock ancora nel pieno della sua gloria, vestito da Cupido, che puntava una freccia d'oro verso una coppia di persone, un uomo e una donna. Victoria lesse il titolo, cercando disperatamente di non ridere. "Il Decalogo della Coppia più bella del mondo, ovvero tutti i segreti per costruire e sviluppare a regola d'arte un rapporto sentimentale... a cura di Gilderoy Allock, ecc...ecc... "
Quel libro era sicuramente stato scritto prima della perdita di memoria avvenuta pochi mesi prima, ma Victoria non l'aveva mai letto; sfogliò alcune pagine - che parevano quasi luccicare - e vide che si trattava di tutta una serie di consigli da parte del mago sulla base delle sue esperienze con le streghe. La ragazza vide che almeno in ogni pagina c'erano due foto di lui, che sorrideva mettendo in mostra tutta la dentatura candida.
"Sai, ho pensato che poteva esserti utile qualche consiglio, non credi? Così magari questa volta ti va meglio che con Flitt, no? E poi ammettilo: Allock sarà anche stato un imbecille e un insegnante davvero pessimo, ma su questi argomenti era quasi un luminare!" Le risate dei due ragazzi riempirono la stanza e Victoria schioccò un bacio sulla guancia di Cedric, per nulla arrabbiata. "Già, ma non credo lo seguirò: sono tutte sciocchezze, come altri libri che trattano l'argomento" dichiarò la ragazza mentre scendeva dal letto, camminando a piedi nudi per la stanza. Fortunatamente la moquette le impediva di sentire freddo, dato che all'esterno nevicava abbondantemente.
La giornata trascorse tranquillamente, venendo solo sommersa dai regali: i signori Diggory le avevano regalato - come aveva previsto Cedric - il famoso orologio, il regalo che per tradizione veniva regalato ai maghi e alle streghe che diventavano maggiorenni. Nel pomeriggio era arrivato invece il gufo di Penelope, che portava una vasta scelta di dolci magici che lei adorava di più; anche Audrey le regalò dei dolci, tanto che Victoria cominciò seriamente a preoccuparsi di poter ingrassare troppo. Di solito non aveva molti problemi, ma non voleva ugualmente tentare la sorte.
Era già scesa la sera e si trovava seduta sul pouf quando arrivò il gufo di Frederich:Victoria lasciò entrare l'infreddolito Guittoncino, che teneva una scatola tra le zampe, per poi permettergli di scaldarsi un po' nel tepore della stanza. Ginevra lo osservò con diffidenza, anche se sicuramente non lo aveva dimenticato.

Auguri!
Come vedi quest'anno mi sono ricordato il giorno esatto, la mia memoria è migliorata da quando sono uscito da Hogwarts per fortuna. Spero vada tutto bene: ho avuto la sfortuna di parlare con Edward e so che dovrai sostenere con lui l'esame pratico di Materializzazione. Se non lo provochi dovresti farcela, almeno poi non lo vedi più.
Ma non parliamo di quell'essere, comincia a preoccuparti visto che da oggi sarai costretta a fare attenzione a ciò che fai, o dovrò farti arrestare! In ogni caso spero ti piaccia il mio regalo: non hai idea della fatica fatta per trovarlo, perciò fattelo piacere!
Porta i miei saluti al professor Vitious quando torni a scuola, mi dimentico sempre di scrivergli dei miei progressi.

Frederich

La ragazza scosse la testa. Era ovvio che Frederich le facesse le raccomandazioni sulle responsabilità che la sua età comportava; se le era aspettate, perciò non era sorpresa. Aprì con curiosità la scatola e rimase a bocca aperta: era molto simile all'orologio che lei aveva visto a casa dei Weasley, e al posto delle ore c'erano altre informazioni. Non dubitava affatto della difficoltà nel trovare un oggetto del genere, dato che a casa non ne aveva mai visto uno: al momento le lancette rappresentavano lei e i Diggory. Indubbiamente il ragazzo aveva pensato proprio a tutto: cominciò a scrivere una risposta, dopo aver appoggiato l'orologio sul tavolino a fianco. Stava ancora terminando un'ora dopo, quando sentì un rumore alla finestra; alzò lo sguardo e vide un gufo che non aveva mai visto. Aveva un'aria estremamente regale, tanto che quando venne fatto entrare, arruffò le piume con aria di importanza, guadagnandosi un'occhiata gelida da Ginevra. Il gufo aveva lasciato cadere - sempre con eleganza - il pacco che portava e si appollaiò sul legno del letto, come se fosse in attesa.
Victoria srotolò prima la pergamena, anche se rivolse un'occhiata curiosa alla scatola: non era grande, anche se la carta che l'avvolgeva era sicuramente molto raffinata.

Mia carissima Victoria,
spero che questo mio messaggio possa giungerti in tempo. Avevo programmato di inviartelo stamattina, ma ho avuto un contrattempo in ufficio e sono stato costretto a rimandare.
Non ti ho ancora presentato Odino, il mio gufo; come avrai già notato, si crede molto importante, perciò se puoi non distruggere questa sua convinzione. Sa diventare molto sgradevole, quando viene provocato.
Dovrei sgridarti perché non mi avevi fatto sapere il giorno preciso del tuo compleanno, ma fortunatamente sono riuscito a scoprirlo ugualmente: non ho idea di cosa ti possa piacere, ma spero che il mio regalo non ti sembri troppo inutile alla luce di quelli meravigliosi che avrai certamente ricevuto dagli amici.
So che sarai a Londra dopodomani: quando finisci l'esame puoi passare nel mio ufficio, se te ne resta il tempo: non ho purtroppo modo di liberarmi dagli impegni, ma avrei comunque piacere di vederti prima che ricominci la scuola.

Sven.

Ciò che riscosse Victoria dal sorriso stupido che le si era formato sul volto, fu la certezza che qualcosa non andava: la ragazza si voltò e vide che Ginevra e Odino si stavano beccando selvaggiamente, emettendo versi che avevano attirato anche Cedric, dato che latesta del ragazzo aveva appena fatto capolino all'interno della stanza. "C'è un Pennuto Party?" chiese divertito il ragazzo, osservando Victoria che tentava di separare i due volatili. La ragazza era colpita dal fatto che Ginevra si comportasse in modo tanto irragionevole: di solito era dolce, anche se non particolarmente affettuosa, con gli altri gufi... Invece con Odino no; il gufo di Frederich si stava godendo interessato lo scontro, ma alla fine Victoria riuscì a dividere i due contendenti.
"Per la barba di Merlino, che fatica! Ora basta, tutti e due... Odino, tu porterai la risposta a Sven, mentre tu, Ginevra, cercherai di calmarti o niente più biscottini extra!" Victoria abbassò lo sguardo e vide Kaiser che, dopo essersi destato dal riposino, stava annusando Guittoncino con interesse, per poi miagolare soddisfatto dopo averlo colpito giocosamente con la coda. "Animali pazzi, dici che li abbiamo solo noi, Vic?"
La ragazza non potè impedirsi di sorridere a Cedric, mentre continuava a tenere tra le mani quel volume di poesie, scritte da un mago che era vissuto nel 1300 circa.


Per quel giorno, Victoria aveva deciso di indossare di nuovo la divisa di Hogwarts; per addentrarsi nel mondo dei Babbani, non doveva di certo attirare l'attenzione, perciò quell'abbigliamento era quasi d'obbligo. Inoltre aveva saputo che ci sarebbero anche stati gli insegnanti presenti, se non altro nel luogo d'incontro, perciò non voleva sfigurare troppo.
"Pronta, cara?" Victoria abbassò lo sguardo sul suo Capocasa, il professor Vitious, che le aveva appena rivolto la parola; la ragazza annuì, ma non disse una parola. Sentiva Oliver poco lontano che parlava di Quidditch a ruota libera con Angelina e Alicia, mentre la McGranitt li osservava con aria truce. Forse, si disse Victoria, era preoccupata che eventuali Babbani di passaggio li potessero sentire; poco lontano un gruppetto di Tassorosso discuteva di qualcosa che lei non riuscì proprio ad afferrare, mentre Cecily e il suo gruppo di amiche di Serpeverde ridacchiavano a bassa voce: Piton, infatti, le tava squadrando come se non chiedesse di meglio che strangolarle.
Di Corvonero non c'era nessun altro, tanto che accolse con sollievo l'arrivo dell'esaminatore; non era per nulla contenta di vedere Edward, ma prima arrivava e meno sarebbe durata la tortura psicologica. "Molto bene, sarete esaminati in ordine alfabetico. Io e Twilkie ci alterneremo, così da sbrigarci il prima possibile: voi sette sarete con me".
Victoria si disse che non poteva essere tanto fortunata da evitare Edward, difatti non rimase sorpresa quando fu lui a chiamare il suo nome che rientrava tra i sette fortunati che sarebbero stati esaminati da lui; notò che degli altri sei, c'erano anche Oliver e Cecily. Come al solito lei sarebbe stata l'ultima, perciò si rassegnò ad attendere, cercando di far finta di essere rilassata.
La ragazza non poté neppure contare sulla presenza del Grifondoro, dato che Oliver fu il primo a dover sostenere l'esame: perse la nozione del tempo, anche se fu certa di aver contato tutte le nuvole presenti nel cielo. Victoria sentiva lo sguardo preoccupato del professor Vitious, convinto probabilmente che stesse perdendo la ragione, ma non disse nulla.
"Windsor, vieni avanti". Ormai era rimasta da sola, a parte i professori che stavano discutendo tra loro: evidentemente l'altro esaminatore aveva terminato prima di Edward, ma Victoria fece qualche passo senza dire nulla. Non era per nulla sicura di riuscirci e, anzi, sarebbe potuta scoppiare in lacrime da un momento all'altro. "Molto bene, fatti trovare vicino al Big Ben. Pensi di riuscirci?"
La voce di Edward nascondeva una patina di sarcasmo che la ragazza colse, sentendosi il più possibile nervosa: si era sempre chiesta perché mai li dovessero far apparire nel mondo babbano e non in quello magico, ma si limitò ad annuire. Ripeté più volte quelle tre dannate D dentro di sé; si sentiva saldamente ancorata a terra, possibile che l'aria si fosse improvvisamente condensata?
Intravide Edward che inarcava le sopracciglia con fare interrogativo, e si rese conto di perdere tempo. Crack.
Aveva chiuso gli occhi per il timore di vedere quello che stava facendo, o anche per deconcentrarsi, e di certo non li avrebbe neppure riaperti se non avesse sentito delle risatine. Quando si guardò attorno, vide che parecchi Babbani la stavano osservando, ridendo: si chiese se l'avessero vista apparire dal nulla, e fu sul punto di scappare via il più veloce possibile, quando vide di non essere sola.
"Uhm... Posso confermarti i miei dubbi, cara Victoria: sei negata per questo tipo di magia". La voce di Edward openetrò nella mente della ragazza, facendola voltare mentre osservava con ira il ragazzo; il giovane teneva una pergamena trale mani e una penna nell'altra. Victoria ipotizzò che doveva trattarsi di una piuma trasfigurata, probabilmente per non destare l'interesse dei Babbani. Il mago pareva perfettamente a suo agio e solo in quel momento Victoria notò che anche lui si era adeguato - nel vestirsi - al mondo in cui si trovavano.
Lui vide la sua occhiata e sorrise, consapevole di darle fastidio. "Non fraintendermi, sarai anche brava a scuola, ma per quello che riguarda la Materializzazione... Sì, sei riuscita ad apparire dove ti ho detto, ma hai faticato molto: la tua Determinazione è talmente scarsa che hai rischiato di Spaccarti il gomito". La ragazza si chiese come Edward potesse sapere che in effetti sentiva un dolore lancinante proprio al gomito destro; non disse nulla, ipotizzando quello che sarebbe accaduto.
"La sola cosa in cui sei riuscita bene è la Destinazione, per il resto ho visto fare di meglio oggi". Scrisse qualcosa sulla pergamena, incurante dello sguardo omicida che la ragazza gli stava lanciando; Victoria avrebbe voluto urlargli contro qualche insulto, ma capì di non poterlo fare. Per quanto avesse detestato tutto il periodo di lezioni con lui, doveva riconoscere che aveva svolto il suo mestiere con competenza: certo, non mancava di canzonarla, ma lei per prima riconosceva di non potergli imputare nulla. Pensò all'espressione delusa dei signori Diggory quando avrebbero scoperto che era stata bocciata, e represse un singhiozzo. Non voleva piangere, non c'era ragione di farlo, soprattutto davanti a lui.
"So cosa stai pensando... Tu credi che io ti abbia messo in difficoltà apposta, vero? Beh, no. Posso assicurarti che non è così... Per quello che mi riguarda, bocciarti non sarebbe neppure utile: i requisiti minimi li hai raggiunti, però ti consiglio seriamente di migliorare". La ragazza alzò su di lui uno sguardo incredulo, mentre Edward annuì. "Se dovessi fare il tuo bene ti boccerei, ma non ho ragione di farlo: come ti ho appena detto, hai raggiunto il minimo indispensabile per superare l'esame, anche se potresti fare di meglio. Non sottovalutare quello che ti ho detto: se in futuro dovessi scegliere di viaggiare con la Materializzazione, assicurati di essere migliorata. Non so se avrò voglia di correre a ricongiungere il tuo corpo, qualra dovessi trovare dei pezzi in giro".


Finalmente si era lasciata alle spalle la Materializzazione e le vacanze: Victoria aveva sistemato la patente in uno dei bauli che aveva dovuto riempire prima di tornare a Hogwarts. Dopo l'esame si era recata al Ministero per andare a cercare Sven, il quale aveva avuto un paio d'ore di libertà; si erano recati così in giro per Londra, senza una meta precisa, l'ideale per permettere a Victoria di liberarsi dalla tensione dell'esame.
Nonostante i complimenti degli amici, non aveva detto loro niente del suo quasi-fallimento all'esame: le dava fastidio non essere riuscita ad avere il massimo punteggio, ma era ugualmente contenta di esserci riuscita. In segreto si disse che avrebbe provato da sola a migliorare, dato che le basi comunque non le mancavano.
Poi era finalmente giunto il momento di tornare a Hogwarts: in un certo senso era impaziente di rimettersi al lavoro, le vacanze le piacevano, ma non vedeva l'ora di terminare i propri studi. Aveva svolto tutti i compiti che gli insegnanti avevano dato e aveva anche preso alcuni nuovi appunti per la sua pozione; il professor Piton aveva accettato di lasciarla lavorare ancora su ciò che stava preparando, anche se non mancava di criticarla in continuazione. Aveva comunque seguito il consiglio dell'insegnante di non accelerare i tempi, e ormai si recava nella segreta solo una volta alla settimana.
La scuola era ripresa già da un paio di giorni, quando Victoria incontrò Hermione da sola, poco lontano dal Lago Nero. Durante quei giorni, aveva incontrato Sven varie volte, anche se avevano prestato molta attenzione a non farsi vedere; alcuni ne erano al corrente, come Cedric, ma non volevano attirare l'attenzione su di loro.
Quel giorno l'Auror non era di turno, così lei aveva appena pensato di andare a studiare in biblioteca, quando venne distratta dalla vista di Hermione; era raro che la Grifondoro non fosse in compagnia dei suoi due amici, così Victoria decise di avvicinarsi e la salutò. Non voleva certo arrivarle alle spalle di sorpresa, ma rimase colpita nel vedere che stava piangendo; in verità si era asciugata in fretta gli occhi, ma Victoria era convinta che l'avesse fatto solo per colpa del suo arrivo lì.
"Posso aiutarti?" le era simpatica la ragazzina, anche se frequentavano differenti amicizie. Lei scrollò la testa, ma non durò molto: era evidente che la ragazzina aveva bisogno di sfogarsi, così Victoria apprese ciò che era accaduto. Evidentemente Hermione credeva che il famigerato Sirius Black avesse regalato una Firebolt col malocchio a Harry, e si era guadagnata l'ira dei suoi soliti amici per aver denunciato il fatto alla loro Capocasa. Victoria era scettica: dubitava che Black potesse arrivare al punto da comprare una scopa tanto prodigiosa senza farsi notare, ma era dell'idea che lei si fosse comportata nel modo più corretto. "Vedrai che lo capiranno! A volte i maschi sono un po' stupidi, soprattutto a quell'età: non hai idea di quante volte io abbia litigato con Cedric!"
Victoria esagerò volutamente, anche se lei e l'amico di rado erano arrivati a litigare così furiosamente; voleva in ogni modo distrarla, così scoprì anche che Hermione stava cercando del materiale storico per aiutare Hagrid nell'udienza contro il suo Ippogrifo. La ragazza ricordava di aver sentito parlare della storia tempo prima. "Sai che ti dico? Mi ricordo che durante i G.U.F.O. c'era una domanda simile, dovevamo parlare di un caso analogo accaduto nel 1435... Se vuoi posso provare a cercare qualcosa in biblioteca, magari riusciamo a trovare qualcosa".
Victoria aveva sorvolato sul fatto che l'episodio in questione riguardava un altro tipo di animale, ma riucì se non altro nell'intento di distrarre la Grifondoro: pochi minuti più tardi entrambe varcarono l'ingresso alla biblioteca, ben decise a mettersi al lavoro il prima possibile.






Nota: eccoci qui dunque u.u fors eun po' di transizione questo capitolo dato che dovevo far terminare le vacanze e farli tornare a scuola^^
Come vedete Vic è diventata maggiorenneeee u.u fatele gli auguri LOOOL e riceve i regali dagli amici^^ Non a caso ho inserito Frederich e il suo strambo gufo LOL
Ovviamente poteva mancare il regalo di Sven? Certo che no u.u non sapevo cosa usare, così alla fine lui le regala un libro di poesie *-* che tenero *-*
E per poco Vic non viene bocciata all'esame XDDD del resto leggendo il sequel è chiaro che Vic ha seri problemi con la Materializzazione: non puà mica essere brava in tutto, no?u.u
Bene, spero di leggere i vostri commenti favolosi :=) un bacio a tutti, ciao!



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Capitolo 31
*** 31 - L'abbraccio dell'oscurità ***


Immagine allo specchio  Angolo autrice: 
Eccomi di nuovo qui! Sono di nuovo in ritardo, ma il tempo è poco e le cose da fare sono molte. RIngrazio sempre Enide per il betaggio e tutti per il sostegno :=) per quanto io sia affezionata a molte mie long fic, questa resta una delle mie favorite in assoluto :=)


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31 - L'abbraccio dell'oscurità



L'inverno quell'anno fu particolarmente rigido; Victoria usciva di rado dal castello, e solo quando era costretta a seguire le lezioni di Erbologia. Non si recava più sulla riva del lago ad ammirare il tramonto, né sostava troppo a lungo nella fredda neve che avviluppava i territori di Hogwarts: gennaio era trascorso molto rapidamente, e già la prima metà di febbraio era scivolata via in maniera quasi allarmante.
Lei e Cedric erano talmente pieni di compiti da aver quasi dimenticato la spensieratezza dei primi anni di studio, in cui si crogiolavano in biblioteca o in altri spazi della scuola per trascorrere i momenti liberi.
La sua pozione aveva cominciato a dare qualche risultato concreto, e il professor Piton la tartassava più di prima; le lezioni diventavano sempre più complicate e la situazione di allerta nel castello non era scemata, complice anche il fatto che Sirius Black aveva tentato di entrare nella Torre dei Grifondoro.
Sven pareva parecchio nervoso, tanto che Victoria aveva imparato a non chiedergli continuamente notizie sul suo lavoro; sicuramente lo infastidiva parecchio essere preso in giro da quel criminale, e lei non desiderava di certo ricordargli l'attuale situazione. A parte quello, non poteva proprio lamentarsi: apparentemente la loro storia non presentava alcun problema, e andavano d'accordo come se si conoscessero da sempre; a volte Victoria aveva temuto che l'uomo potesse improvvisamente decidere di desiderare qualcosa di più da lei, ma non era ancora accaduto.
Sembrava capire le sue esigenze, non le faceva pressioni di alcun tipo e trascorrevano il tempo a loro disposizione - poco - parlando, a volte di banalità e altre volte di cose importanti come il futuro; quel genere di conversazioni verteva più che altro sui desideri che poteva avere lei per il proprio futuro, dal momento che lui aveva già un lavoro ed era realizzato sotto molti punti di vista. Victoria non riusciva a vedersi in nessun posto che non fosse Hogwarts, tuttavia era consapevole di non poter rimandare la decisione ancora per troppo tempo: entrambi comunque non avevano mai fatto progetti concreti sul loro, di futuro. Victoria non si sarebbe mai azzardata a porre un interrogativo su ciò che sarebbero potuti diventare i loro rapporti una volta terminata la scuola, né Sven accennava a ciò che pensava.
Era per entrambi troppo presto, eppure sentivano che le parole non erano necessarie: Victoria non riusciva a immaginare di poter avere un'altra persona al proprio fianco, ma temeva che dirlo avrebbe costretto Sven a pensare a qualcosa che neppure lei riusciva a prendere in considerazione. Si limitavano a godersi quei rari momenti di tranquillità che riuscivano a trovare tra i mille impegni di lavoro di lui e quelli di studio di lei.
"Sarò assente per un paio di giorni, pare abbiano avvistato Black a Nord, devo recarmici". Sven aveva detto così dieci giorni dopo l'inizio di febbraio, e per un momento Victoria aveva quasi pensato di chiedergli di non andare: sarebbe stata una follia, eppure... Sapeva che una volta preso Sirius Black, non ci sarebbe stata più alcuna ragione per la presenza degli Auror a scuola. Per la sua presenza. In un certo senso, Black le era molto utile, poteva continuare a latitare ancora... beh, almeno fino alla metà dell'anno successivo, no? Che fretta aveva di farsi catturare? La ragazza ridacchiò a cena, mentre Penelope la osservava come se fosse preoccupata per la sua sanità mentale; Victoria distolse lo sguardo dall'amica per posarlo sulla pancetta che aveva nel piatto.
"Oh, vedo che Mr. Romantico non ti ha neanche considerato, oggi” disse una voce sarcastica all'orecchio di Victoria, che sbuffò senza neppure voltarsi.
Già da un po' Marcus Flitt era tornato a infastidirla dopo aver scoperto la sua storia con Sven; Victoria ancora si chiedeva in che modo il giovane avesse saputo della cosa, ma non dubitava che potesse averli spiati. Così già da un paio di settimane si comportava come una spina nel fianco; un paio di volte avevano litigato al punto che il Serpeverde, dopo averla minacciata di denunciare la cosa a Silente, si era preso un paio di schiaffi ben assestati in faccia. In verità Victoria non aveva idea di che punizione avrebbe potuto darle il Preside, ma non ci teneva a correre il rischio; era maggiorenne e non facevano altro che parlare amichevolmente. Era un modo per sminuire i sospetti di Flitt, ma non funzionava.
Sapeva anche che avrebbe ricevuto il suo scherno: quel giorno era San Valentino, ed era ovvio che Marcus volesse mostrarle le manchevolezze - secondo lui - di Sven. "Non esagerare, Flitt. Sven è solo impegnato, mentre tu l'anno scorso non hai trovato il tempo neanche per un fiorellino appassito" rispose la ragazza, rifiutandosi di abboccare alla provocazione. L'uomo era assente da Hogwarts già da alcuni giorni e lei non sapeva dove fosse: era inutile mandare Ginevra a cercarlo, non voleva ostacolare il suo lavoro, né desiderava mostrarsi asfissiante.
Era solo un po' preoccupata, ma non per il fatto che Sven era assente proprio in quello stupido giorno. "Sai, rimpiango l'assenza di Allock: saresti fenomenale vestito da Cupido, sei d'accordo con me, Ced?" disse Victoria rivolgendosi all'amico, che era venuto a sedersi di fianco a lei dopo aver mangiato, e tutti i vicini scoppiarono a ridere; Marcus parve offeso, ma l'attenzione di Victoria era tornata a essere rivolta al piatto ormai vuoto.
"Ehy, non è Odino, quello?"
La voce di Cedric fece voltare la ragazza: Victoria riconobbe il gufo di Sven che era appena arrivato, e teneva tra le zampe - a fatica - un grosso mazzo di fiori. Il gufo atterrò elegantemente proprio di fronte a lei, costringendo tutti a spostare i loro piatti per non essere investiti dai petali di rose: la ragazza osservò incredulo la quantità apparentemente infinita di rose rosse che le erano cadute tra le braccia, per poi posarle con delicatezza sul tavolo di Corvonero e aprire il bigliettino che le accompagnava. Non c'era neppure bisogno della firma per decifrare la grafia elegante e curata di Sven; si sentì arrossire, consapevole che tutti in Sala Grande si stavano chiedendo chi fosse la fortunata destinataria di quell'omaggio floreale.
La ragazza si voltò verso Marcus Flitt, pietrificato dalla sorpresa, che non riuscì a reagire all'espressione gongolante della ragazza. "Beh, buonanotte ragazzi, sarà meglio che vada a portare in dormitorio questi fiori, prima che qualcuno decida di guastarmi la serata". Lanciò un'occhiata a Marcus, per poi allontanarsi in fretta con le braccia piene di rose: certo che Sven era stato proprio carino, anche se avrebbe potuto mandarne un po' meno dato che faticava a camminare per via del profumo seducente delle rose
"Avrà come minimo svaligiato tutti i negozi Babbani di Londra" sghignazzò Cedric, ma Flitt si era ormai allontanato, imprecando vistosamente.


Mancavano una manciata di giornate alle vacanze di Pasqua e la neve si era finalmente sciolta; un vento freddo infuriava ancora all'esterno di Hogwarts, ma nessuno aveva modo di badarci più di tanto. Sven stiracchiò le braccia, senza reprimere uno sbadiglio a bocca aperta
. "Meno male che non ci sono clienti, o li avresti fatti scappare" borbottò Rosmerta di malumore, guadagnandosi una risata indifferente da parte di Sven; quel giorno lui non era di servizio e si trovava a Hogsmeade, in attesa dell'arrivo di Victoria. Gli studenti potevano visitare il villaggio e lui le aveva dato appuntamento proprio lì; non erano neppure le dieci, perciò non era preoccupato dato che per il momento nessuno era in ritardo.
"Mi sembra di concludere che stia andando tutto alla grande, no?"
Sven annuì avendo già capito a cosa si stava riferendo Rosmerta. La donna era perfettamente al corrente della relazione tra lui e Victoria, e già da molto tempo aveva cominciato a fare i suoi commenti, tra previsioni future e ipotesi strampalate; fortunatamente era anche estremamente discreta e non ne aveva mai parlato in pubblico
. "Sì, ed è una cosa strana... Insomma, non è da me essere tanto costante" disse Sven con aria meditabonda, ricordando i numerosi fallimenti passati con altre ragazze. Non era mai stato molto popolare a scuola, al contrario, era sempre stato trasparente per quello che riguardava le ragazze; le cose erano cambiate dopo l'inizio del suo apprendistato con Alastor, anche se non in modo radicale. Di certo le storie non duravano mai molto, anche se non sempre per sua volontà: per quanto molte si dicessero comprensive, ben poche riuscivano a reggere i ritmi e le pressioni a cui lui era sottoposto durante il lavoro, preferendo altri con orari meno incerti.
Fino a quel momento la cosa non gli aveva posto particolari problemi visto che non si era mai davvero legato a quelle persone - non in modo importante per lo meno -, ma già da alcune settimane si stava chiedendo se anche Victoria non si sarebbe stancata. Si era aspettato delle lamentele per le continue assenze, ma non era accaduto nulla fino a quel momento; certo, si disse sgranocchiando alcune noccioline magiche
, forse la ragazza ancora non aveva avuto modo di comprendere appieno tutto questo. Al momento, essendo ancora una studentessa, era vincolata lei stessa da orari, problemi e quant'altro... Cosa sarebbe accaduto una volta che le porte di Hogwarts si fossero chiuse per sempre? In un certo senso quel periodo di stallo era utile a entrambi, anche se avrebbe desiderato avere una risposta chiara. Sven si stiracchiò le braccia; la pazienza in fondo non gli era mai mancata, era una sua dote sin da quand'era nato, ma a volte l'attesa rischiava di logorargli i nervi.
Rosmerta gli picchiò lo spolverino in testa con fare minaccioso
. "Tu non sei mai contento se non rovini tutto, vero? Invece di attendere i problemi, previenili! O forse credi di riuscire a tenerti stretto una ragazza così solo guardando per aria? Devi comportarti in modo carino: sai, cioccolatini, fiori, serenate e..."
Sven scoppiò a ridere, senza riuscire a trattenersi. "Non esagerare, dai! Faccio già tutto questo, ma senza dare troppo nell'occhio: insomma, Hogwarts è pur sempre una scuola di magia, non la sala da tè di madama Piediburro. Fortunatamente a lei non piace neppure quel genere di luogo, credo che non sarei sopravvissuto se mi avessero visto là dentro." L'uomo rabbrividì impercettibilmente: per lui non c'era nulla di peggio che entrare in tutto quel rosa. Non che lo considerasse un colore poco virile, ma gli ricordava troppo sua madre, e proprio non avrebbe retto le chiacchiere; anche il capo degli Auror aveva dei difetti, e uno di questi erano i pettegolezzi sulla sua vita privata.
Circa mezz'ora dopo, l'uomo osservò l'orologio che teneva al polso: era stato il regalo di Victoria per Natale, anche se era giunto un po' in ritardo, e non l'aveva più tolto da lì. Anche se era un oggetto babbano gli era piaciuto molto, oltre a essere estremamente utile. In quel momento Rosmerta lanciò un grido di spavento, cosa che lo indusse a estrarre in fretta la bacchetta, pur non essendocene bisogno: una fenice argentea era arrivata all'improvviso di fronte a lui, e aveva parlato.
Un attimo dopo era già fuori dal locale, diretto a Hogwarts.


"Ecco il lupacchiotto addomesticato"
Severus Piton quasi sputò quelle parole, mentre osservava Remus Lupin chino sul corpo della ragazza; l'infermeria non era mai stata così piena da quando l'anno precedente il Basilisco aveva mietuto vittime, pietrificandole. Il professor Lupin era appena giunto e già stava mormorando alcuni incantesimi di cura su Victoria, mentre madama Chips era per la prima volta costretta a rimanere in disparte; Severus scambiò uno sguardo con Albus Silente, ma il Preside pareva a sua volta attratto magneticamente dalla figura della Corvonero che stava distesa su un lettino, le tende tirate per evitare che eventuali altri arrivi potessero scorgerla.
"I danni fisici non sono molti, come Poppy ha già potuto constatare si tratta di un braccio spezzato e alcune contusioni..."
La voce di Remus risuonò stranamente acuta nel silenzio dell'infermeria. "Non sono le conseguenze fisiche il problema" lo interrupe Piton, con voce sarcastica: l'uomo non riusciva a credere che la Windsor, persona tanto tranquilla e decisamente non amante del rischio, potesse essere stata tanto sciocca. Era quasi un fallimento personale, non riusciva a tollerarlo.
Albus Silente si mosse, avvicinandosi alla ragazza ancora distesa e toccandole la fronte con la mano: era gelida. "Ho già allertato il San Mungo, a breve sarà qui il Guaritore Steileir per una prima... verifica, ma credo sarà necessario trasportare Victoria all'ospedale magico. Qui c'è troppa folla". Lo sguardo del Preside era sempre fisso sulla ragazza, come se potesse essere in grado di aiutarla a guarire solo con l'intensità dei propri occhi; era proprio per i pericoli rappresentati dei Dissennatori che si era lungamente opposto all'idea del Ministero, ma Cornelius come al solito aveva dovuto agire di testa propria.
Nessuno aveva suggerito di rianimare la ragazza, per il momento era più conveniente lasciarla a riposo e attendere che riprendesse i sensi senza forzature: le ferite fisiche erano - come Severus aveva appena detto - il problema minore, e nessuno in quel momento poteva immaginare che cosa fosse realmente accaduto alla ragazza. Quelle creature erano spaventose, chi avrebbe veramente potuto sentirsi al sicuro trovandosi circondato da loro? Ad Albus si era stretto il cuore nel momento in cui aveva saputo: gli studenti erano per lui come figli, e non riusciva proprio a tollerare che qualcosa di davvero grave potesse accadere loro.
Certo c'erano le ferite sul campo da Quidditch, quelle durante le ore di lezione... Ma quelli erano incidenti comuni, facevano parte della loro vita insieme: non potevano essere evitati.
L'uomo si sentiva una furia, ma non lo dava a vedere. "Ho dovuto informare anche il Ministero, a breve credo un Auror sarà qui". Albus Silente non aggiunse altro: detestava vedersi costretto a rendere conto al Ministero di ciò che accadeva nella sua scuola, ma un episodio del genere non andava tenuto nascosto. Non a caso aveva contattato Sven: lo conosceva bene ed era perfettamente al corrente della relazione tra lui e Victoria, anche se la maggior parte dei suoi collega ignoravano la cosa. Severus più volte gli aveva detto che forse sarebbero dovuti intervenire, ma persino l'insegnante era stato costretto ad ammettere che non c'erano motivi. I due erano estremamente discreti, non facevano circolare pettegolezzi. E poi, perché porre limiti all'amore quando si presentava tanto inaspettatamente?
Forse si stava sbagliando, magari il Dissennatore si era limitato a spaventare Victoria. Restava solo quella speranza, talmente fragile che l'aveva sentita andare in pezzi ancor prima di poterla pensare.


Poco prima...

"Luna, sarai brava a distinguere i Nargilli, ma a scacchi sei davvero una schiappa!" Victoria ridacchiò divertita nell'istante in cui - per l'ennesima volta - faceva uno scacco matto all'amica; la Sala Comune era quasi deserta, a parte alcuni studenti del secondo anno che stavano cercando di predire il futuro grazie all'ovomanzia, e a loro due che sedevano sul pavimento a giocare agli scacchi dei maghi. La bionda Corvonero parve non prendersela mentre la scacchiera veniva riposta, e gettò un'occhiata a Victoria che stava guardando con ansia al di fuori delle finestre. "Sei sicura che non che rimaniamo qui, Luna? Non è un problema la tua presenza" disse Victoria dopo essersi sistemata meglio il mantello; il freddo ormai stava lentamente abbandonando Hogwarts, ma ancora non era il caso di essere tanto ottimisti riguardo al bel tempo. La ragazza sapeva che Sven non si sarebbe certo irritato se con loro ci fosse stata anche Luna, anzi l'uomo pareva trovarla molto simpatica, e di solito riusciva a rimanere sorpreso dalle cose bizzarre che lei diceva.
"No, non avete mai tempo per stare insieme. Io ho già da fare, ho convinto Pix a dare la caccia a quel Gorgosprizzo che sta infestando il quarto piano" rispose Luna, sistemando un altro tappo di bottiglie di Burrobirra nella sua collana, strappando una risata a Victoria. Pareva che il poltergeist rifuggisse la presenza di Luna, cosa che molti Corvonero avevano imparato presto e non esitavano ad approfittare di quella strana paura provata da Pix per poter essere lasciati tranquilli; Victoria salì in dormitorio e dopo circa un quarto d'ora ne uscì di nuovo. Si era pettinata così da non sembrare uno spaventapasseri, e si era anche applicata un leggero rossetto sulle labbra.
Era tutto silenzio. Victoria accelerò il passo una volta fuori dal portone, dicendosi che avrebbe anche potuto uscire mezz'ora prima; in un certo senso era felice che Luna preferisse lasciare lei e Sven da soli, anche se trascorreva volentieri il tempo assieme a lei. Le sembrava quasi una sorellina ed era particolarmente legata alla biondina: da quando Maggie non era più sua amica, aveva trovato molto piacevole il conforto che le dava Luna. Era tra le poche della scuola a parlarle, e spesso Victoria se ne chiedeva la ragione; scrollò la testa e proseguì, diretta ai cancelli.
Un grido soffocato attirò la sua attenzione: volse lo sguardo attorno a sé e poi li vide: erano due ragazzini – sicuramente del primo anno, anche se non avrebbe saputo dire a che Casa appartenessero dato che erano abbastanza lontani – che si trovavano a parecchi metri di distanza, assieme ad alcuni Dissennatori.
Per un momento Victoria pensò di aver avuto un'allucinazione: quelle creature disgustose non potevano entrare nel territorio della scuola, eppure erano là: Victoria dimenticò tutto il resto, sguainando la bacchetta e avvicinandosi in fretta ai due. Il gelo era quasi insopportabile, ma chiuse gli occhi, cercando di respirare in modo regolare: a lezione non erano mai stati affrontati argomenti che avessero a che fare con quelle creature, ma lei conosceva la teoria. Tuttavia non voleva certo attaccarli, semplicemente richiamare quei due incoscienti che stavano giocando con loro. “Ehi, tornate indietro!”
Uno dei due la vide e corse nella sua direzione, mentre l'altro teneva la bacchetta alta contro il Dissennatore; Victoria corse in avanti, dicendosi che ci sarebbe stato tutto il tempo per chiamare un insegnante, il pericolo non poteva aspettare.
I Dissennatori erano tre: due di loro arretrarono, forse spaventati dalla luce argentea che spuntava dalla bacchetta di Victoria, mentre l'altro rimase ad attendere qualcosa, portando il suo sguardo sulla ragazza, ignorando del tutto l'altro. “Expecto Patronum...”
Victoria si sentiva sempre più debole, il gelo cominciava ad avvilupparla e la bacchetta tremava: il braccio non riusciva a tenerla in maniera salda e la tenue luce argentea che aveva evocato si spense bruscamente. Alcune voci terrorizzate le giunsero all'orecchio, ma lei non ci badava più: il Dissennatore si era avvicinato senza alcuna paura e le aveva afferrato il volto, facendola sprofondare in un gelo senza fine.
C'erano solo due occhi azzurri di fronte a lei, che la guardavano e imprigionavano. Erano la cosa più bella che avesse mai visto.
C'era anche un forte dolore alle braccia e c'era anche una cerva argentea che alla fine la separò da quel contatto, ma ormai era fatta. Cadde a terra come una bambola spezzata, il solo ricordo di quelle iridi azzurre impresso nella mente e il nero che l'avvolgeva.
Severus Piton accorse immediatamente a fianco della giovane, lo sguardo contratto dalla rabbia e solcato dalla preoccupazione.








Nota: come volevasi dimostrare, l'idillio è bruscamente terminato u.u ma so che ve lo aspettavate!
avendo già poi letto il seguito, era anche normale non avere una sorpresa, non del tutto almeno. Sono arrivata un po' tardi a postare lo riconosco, ma ho un tempo estremamente limitato e un casino di cose da fare zizi
SPero che vi piaccia. Cronologicamente siamo circa a Pasqua dell'anno del prigioniero di Azkaban: ho descritto un po' di serenità affettiva, prima di far arrivare i guai.
CHi sono i due del primo anno? Boh, non hanno nome xdddd
Forse tutto si svolge molto rapidamente, ma ammetto che soffermarmi SEMPRE sui dettagli può essere snervante ._.
I Dissennatori. Non ho mai capito bene ciò che li rende tali a dire il vero uhm mi sembra si dica che sotto a quel cappuccio u
na volta ci fossero delle persone, e su questo mi sono basata: il mio "cucciolo" di Dissennatore è appunto un cucciolotto u.u che viene attirato dalla disperazione, come tutti, ma al contrario dei due suoi compari è più "affamato" se posso dire così
Ho sviluppato una MIA idea della cosa e ho lasciato qualcosa di "umano" sotto al cappuccio: Victoria vede due occhi azzurri, traduzione probabilmente una volta quel Dissennatore aveva gli occhi azzurri u.u
Entrerà in scena anche Peter Steileir che è il padre di Frederich che, come ricorderete, è un Guaritore. La sua presenza non è fondamentale per la storia, se non in questo punto^^
Ho voluto far agire Severus... amo la sua cerva, anche se devo ammettere che avrei visto molto bene anche la fenice di Albus. Però ho visto più probabilità in un intervento di Severus - in giro per la scuola e dintorni - che non del Preside.
Attendo i vostri commenti e grazie a tutti coloro che recensiscono e seguono^^ vi adoro**



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Capitolo 32
*** 32 - Buio ***


Immagine allo specchio  Angolo autrice: 
Oh salve a tutti quanti! Sono paurosamente in ritardo ma d'estate avevo poca voglia di scrivere, anche se le idee erano ben presenti nella mia testa^^
Sperando che siate sopravvissuti al caldo torrido dell'estate, mi auguro troviate di vostro gradimento questo capitolo^^ Qui fa la sua apparizione Peter Steileir, che come ricorderete è il padre del caro Frederich u.u non è un personaggio principale ma per un numero di capitoli sarà con noi :=) trattatelo bene, mi raccomando u.u
Un bacione alla mia beta che è sempre paziente xDDD


Immagine allo specchio


32 - Buio



Peter Steileir era sicuramente il Guaritore più competente di tutto il San Mungo, e questo era un fatto assodato già da molti anni. Non era stato semplice per l'ex Corvonero giungere a un simile traguardo ma i lunghi anni di studio e pratica lo avevano infine premiato. Mentre l'uomo - che aveva i capelli ormai bianchi legati in una ridicola mezza coda - attraversava di nuovo l'ingresso di Hogwarts, pensava all'ultima volta che si era trovato nella sua vecchia scuola.
Nessuno avrebbe immaginato che quel Guaritore, dietro al quale si nascondeva un tempo uno degli allievi più stravaganti di tutta la scuola, fosse il migliore di tutto il San Mungo: nonostante il suo aspetto bizzarro, l'uomo era estremamente serio sul lavoro pur senza rinunciare al proprio modo di fare, diretto e spontaneo. Ma in quel momento il suo pensiero non era perso in vecchi ricordi di quando si era presentato il primo giorno di scuola con la cravatta legata sulla fronte, bensì alla ragione di quella convocazione urgente: era raro che Silente lo facesse chiamare, di solito Madama Pince era più che in grado di occuparsi di ciò che succedeva a scuola. Il messaggio che gli era stato fatto pervenire però lasciava denotare che qualcosa di davvero serio era accaduto; in verità non era strano che a Hogwarts capitassero incidenti, tra Quidditch e prove di magia di solito non passava giorno in cui qualcuno visitasse l'infermeria. Però fino a quel momento al San Mungo non era mai giunto nessuno, né lui e gli altri colleghi erano mai stati chiamati nella prestigiosa scuola: faceva eccezione solo l'episodio di alcuni anni prima, quando proprio suo figlio Frederich aveva rischiato di perdere un occhio durante l'ultima sua partita di Quidditch. Ma anche quello poteva essere considerato un incidente nella norma, nulla a che vedere con la convocazione urgente di Silente.
"Oh, professoressa McGranitt, la trovo straordinariamente in forma. Certo, se ogni tanto scegliesse un colore meno austero sembrerebbe più..." L'uomo aveva infatti visto l'insegnante di Trasfigurazione venirgli incontro in maniera celere e lui aveva cercato di stemprare la tensione, anche se non si aspettava un successo in tal senso; ma l'occhiata severa della donna non arrivò: sembrava solamente ansiosa e inquieta, confermando le sinistre ipotesi di Peter sull'incidente che aveva avuto luogo. Ascoltò la donna parlare abbastanza dettagliatamente di quello che era accaduto, e poi entrambi varcarono le soglie dell'infermeria: l'uomo fece un cenno di saluto a tutti i presenti - mettendo un po' più di enfasi nel riconoscere il professor Vitious -, poi la sua attenzione si spostò subito sulla figura distesa sul lettino. Ebbe un lampo di sorpresa nel riconoscere Victoria ma fu solo questione di un momento; ricordava bene la ragazza a cui aveva prestato qualche cura, ma ormai era passato molto tempo. Quelle erano state ferite superficiali, al contrario di quelle che aveva ora.
Si chinò sul corpo della studentessa mentre con la bacchetta illuminata esaminava le pupille di Victoria; il silenzio era totale, spezzato solo dal ticchettio costante dell'orologio da parete che conferiva una lugubre atmosfera. Il Guaritore praticò alcuni incantesimi non verbali sulla ragazza, ma era impossibile capire cosa stesse pensando: il suo volto era una maschera inespressiva, era totalmente concentrato in quello che stava facendo. In quel momento il portone dell'infermeria venne spalancato con decisione e Sven fece il suo improvviso ingresso all'interno della stanza, ammonito solo da una severa occhiata da parte della professoressa McGranitt; l'Auror dava l'impressione di aver percorso buona parte del tragitto di corsa, ma non sembrava stanco, solamente stralunato.
"Oh, guarda che combinazione. Avevo proprio bisogno di un rappresentante del Ministero ed ecco che compare il capo Auror in persona! Se le circostanze fossero diverse mi fermerei a chiederti come va la vita, Sven, ma per stavolta credo che dovrai perdonarmi: mi serve il tuo permesso per allestire una Passaporta immediata e mi piace pensare che non ci farai perdere troppo tempo." Peter Steileir si rivolse in maniera gioviale all'Auror, come se tutta la situazione fosse semplicemente una pratica burocratica; a quel modo cercava di evitare domande dirette, oltre a ottenere una risposta immediata a ciò che gli serviva. Poteva tranquillamente allestire una Passaporta per conto proprio in caso di emergenza, ma in quel momento la presenza dell'uomo gli risparmiava notevoli seccature e, soprattutto, molto tempo che era prezioso.
Sven osservò incredulo il Guaritore: si conoscevano fin dalla pima volta che Moody lo aveva spedito al San Mungo con alcune ferite lievi e per quanto lo avesse sempre giudicato strano, sapeva che era molto competente. Nel corso degli anni aveva imparato ad apprezzare la sua abilità, tuttavia ancora non capiva quello che era accaduto: il Patronus di Silente lo aveva solo pregato di raggiungerlo immediatamente a scuola perché era accaduto un incidente piuttosto serio, e nient'altro. Osservò la figura stesa sul lettino e per un momento si sentì mancare quando riconobbe Victoria: la ragazza sembrava talmente pallida da risultare morta, eppure non sembravano esserci ferite evidenti.
Silente decise di prendere parola. "Sono sicuro che Sven non avrà problemi nel consentirti quello che chiedi, a noi interessa solo sapere quanto pensi di trattenere la signorina Windsor in osservazione." Il Preside era sicuro che quelle parole avrebbero sconvolto Sven, ma non c'era stato il tempo di prepararlo, il messaggio che gli aveva fatto arrivare non poteva contenere tutte le informazioni; gli avrebbe spiegato a voce quello che era accaduto. "Naturalmente... ma... " Sven non riuscì a pronunciare altra parola, chiedendosi se fosse prigioniero di un incubo o peggio; tuttavia si costrinse a riprendere la calma, era chiaro che non sarebbe stato avvisato se non fosse accaduto davvero qualcosa di grave.
Peter Steileir stava osservando con interesse il lettino, avendo deciso ormai di usare quello come Passaporta; riportò lo sguardo sui presenti, soprattutto su Silente, prima di rispondere. "Vedila così, Albus, se la nostra Victoria aveva in programma una settimana bianca con la famiglia... farà meglio a disdirla. Ora è meglio che andiamo, ti terrò informato... Ah, consiglierei di tenere sotto controllo il Dissennatore, e in quanto a questo desidererei che ci fosse una sorveglianza al San Mungo. Meglio ancora sarebbe se fossero gli Auror a occuparsene, visto che la bella idea di quelle... bestie a scuola è del Ministero. Buona giornata a tutti."
Sven osservò Guaritore e ragazza sparire quasi all'istante grazie alla Passaporta, ancora senza capire quello che era successo; l'allusione ai Dissennatori non era però passata inosservata e gli pareva di sentire il cuore più pesante. Si voltò verso il Preside che stava ritornando nel suo studio e gli aveva fatto cenno di seguirlo. "Filius, occupati di informare i Diggory dell'accaduto, anche se forse sarebbe meglio attendere... Io mi occuperò dei Windsor, anche se non sarà semplice. Minerva, non appena ricevi notizie dal San Mungo, portamele nel mio studio: per il momento devo parlare con il nostro capo Auror in privato, l'avrei fatto prima ma non c'è stato tempo. Severus, tu vieni con me.”




Buio.
Nero.
Nulla.

La testa sembrava improvvisamente pesante da sostenere e Victoria se la sarebbe staccata senza remore se avesse potuto farlo;si guardò attorno ma non vide nulla, sembrava essere in un mondo senza faccia. Il colore che predominava era il nero e tutto era talmente uguale che i contorni non avevano più alcuna importanza; si mise in piedi e si accorse che non esisteva il pavimento, così come non c'era traccia alcuna del soffitto.
Il nero era il padrone anche se le pareva che qualcuno la stesse osservando: vide quegli occhi azzurri, gli stessi che l'avevano imprigionata con il loro magnetismo quando aveva visto la creatura sotto al cappuccio. Di tutti i dettagli, le erano rimasti impressi gli occhi e nient'altro, come se del Dissennatore non fosse rimasto altro; certo ricordava il gelo che l'aveva avvolta, lo sgradito contatto con le lunghe dita decomposte, ma ben presto tutto era stato scordato e dell'incontro le rimaneva un'improbabile sensazione di calore, un fuoco che l'avvolgeva. Mosse i passi in quella direzione ma più si muoveva e più aveva la sensazione che lo sguardo si allontanasse.
Cercò di parlare ma senza riuscirci; Victoria non sapeva di essere solo prigioniera di un sogno artificiale, di qualcosa che la sua stessa mente aveva prodotto sfidando gli incantesimi rilassanti più potenti. In quel momento si trovava distesa in un letto in una stanza del San Mungo, lontana dai pazienti comuni e sistemata in un'ala riservata dell'edificio; il suo sonno era artificiale e non aveva le proprietà benefiche che aveva sperato Peter Steileir. Il Guaritore, spalleggiato dalla sua intera equipe di colleghi, aveva trascorso più di dodici ore a esaminare la ragazza, a cercare di capire il suo stato prima ancora che si svegliasse.
"Il capo Auror è qui fuori da ore e mi sembra nervoso, cosa devo dirgli?" Selene Johnson, una delle tirocinanti di Peter, approfittò del fatto che il Guaritore si fosse staccato dal letto della ragazza per parlargli; nessun tirocinante era ammesso in quella particolare ala dell'ospedale ma si era reso necessario comunicare con esterni, pertanto l'uomo aveva scelto proprio la ragazza per quel compito. Tra tutti era la più fidata e discreta; annuì, immaginando quanto l'uomo dovesse sentirsi sull'orlo di una crisi di nervi e decise che era giunto il momento di cominciare a dargli un'idea della situazione.
"Nulla, ora lo raggiungo. Resta a fare compagnia a Victoria, siete della stessa Casa, magari qualcosa di cui parlare lo trovate. Cercherò di non impiegare una giornata intera." Il Guaritore cercò di stemprare la tensione pur sapendo che non ci sarebbe stata alcuna conversazione tra le due ragazze; l'unica cosa che al massimo sarebbe potuta accadere era che la tirocinante - seguendo ordini superiori - la facesse mangiare, ma avevano già provveduto loro in precedenza con una pozione adatta allo scopo. Una volta risalita la scala che impediva a chiunque di accedere alla sala, vide l'Auror che camminava avanti e indietro per il corridoio, apparentemente calmo, ma Peter era sicuro che fosse solo una facciata.
"Vieni nel mio studio, parleremo senz'altro meglio." Anticipò qualunque domanda da parte del capo degli Auror e lo precedette all'interno del suo studio, un po' più grande di quello di altri suoi colleghi: al San Mungo girava una voce secondo cui l'ampiezza del proprio studio fosse direttamente proporzionale alla fama del Guaritore a cui era assegnato. C'era molto disordine sulla scrivania ma, per paradosso, gli archivi dei pazienti erano in perfetto ordine. Come se l'ambiente dicesse chiaramente la cura del Guaritore verso i suoi pazienti.
Sven prese posto su una delle poltrone che si era spostata autonomamente, cercando di non mostrarsi intransigente; lui per primo sapeva che mettere sotto pressione persone come i Guaritori - e, tra i tanti, soprattutto gli Auror come lui - non era utile a nessuno, anche se non vedeva l'ora di sentirsi dire che l'incubo era finito. Quelle ultime dodici ore erano trascorse trascinandosi lentamente, alternando furia a calma; non gli era riuscito di dormire, anche se per fortuna non arrivava da un turno lavorativo massacrante. Avrebbe dovuto andare a casa, a festeggiare il compleanno di sua madre, ma non ce l'aveva fatta: si era limitato a mandarle un biglietto di auguri e a dirle che un'emergenza lo teneva impegnato, che era poi quello che era accaduto. "Allora, hai scoperto qualcosa?" Sven proprio non riuscì a trattenersi. Il colloquio con Silente e Piton era durato un paio d'ore, tempo durante il quale aveva cercato di comporre i tasselli di un puzzle per poter avere la soluzione, per quanto il risultato non potesse in alcun modo cambiare. Sapeva molto bene quello che accadeva a chi veniva Baciato da un Dissennatore, ma non riusciva a credere che Victoria si fosse volontariamente gettata in mezzo a loro, senza riflettere; per come conosceva la ragazza era sicuro che un'azione simile non le si addiceva. Almeno finché non era venuta fuori la verità: due ragazzini del primo anno avevano volutamente istigato un Dissennatore, e lei era intervenuta. Sven faticava a crederlo: loro trascorrevano tutto il loro tempo a rassicurare gli studenti, a convincerli a stare alla larga da quelle creature... e un paio di cretini si mettevano in pericolo solo per dimostrare di essere coraggiosi!
Secondo le parole di Piton, la ragazza o non era stata in grado di produrre un Patronus, oppure era talmente debole da essere totalmente inefficace; Sven si sentiva colpevole pensando che non aveva mai pensato di insegnare quella particolare magia alla sua ragazza. Proprio perché sapeva che era molto razionale non aveva mai creduto indispensabile aiutarla a difendersi, convinto di essere sempre sul posto se un pericolo l'avesse minacciata. Aveva avuto la prova che avrebbe potuto agire tempo prima, in fondo Victoria era particolarmente dotata come strega, di sicuro ci sarebbe riuscita.
Riportò l'attenzione sul Guaritore, che pareva estremamente incerto su cosa dire; all'improvviso cominciava a sentire la stanchezza invaderlo, e anche la paura. "Come già è stato detto, fisicamente non ci sono problemi: certo mi sconvolge pensare che i Dissennatori possano avere una forza tale da spezzare brutalmente un braccio in pochi secondi, ma ormai è a posto. Madama Chips è sempre stata efficiente. Presumo di non doverti dire io che cosa succede quando un Dissennatore Bacia la sua vittima..."
Le parole aleggiarono nell'aria per qualche secondo, come se fossero state sospese. "Ma non posso dare ancora una valutazione completa dello stato di Victoria; ho l'impressione che il Dissennatore non sia riuscito a completare il suo lavoro di risucchio, ma per esserne certo, devo visitarla da sveglia. E ho pensato che tu volessi essere presente." Peter aveva l'impressione che l'interesse dell'uomo seduto di fronte a lui andasse ben al di là di quello di un normale Auror verso una vittima di magia oscura, anche se non era un argomento fondamentale e neppure lo riguardava. Però aveva pensato all'espressione sconvolta sul volto di Sven e si era chiesto se... in fondo gli ricordava quella che aveva lui nel momento in cui aveva capito di avere perso la moglie, subito dopo aver partorito Frederich.
"Ti informo però che non voglio che tu le parli, almeno per il momento, e non ti devi neppure avvicinare; ho l'impressione che la reazione potrebbe essere anche pericolosa. A questo proposito l'ho privata della bacchetta, te la consegnerò più tardi. Seguimi pure se vuoi vedere di persona, al momento è ancora Abbracciata, ma non durerà più molto." Peter si apprestò a uscire di nuovo dall'ufficio e comprese di aver sorpreso Sven con quelle parole. "Che cosa vuoi dire? Di Guarigione me ne intendo esattamente come di Divinazione, quindi se comprendi cosa voglio dire sappi che ho preso T in quella materia ai G.U.F.O. ..." I passi dei due risuonarono frettolosi ma presto la scala separò di nuovo loro dal resto dell'ospedale, facendoli entrare in quel mondo fatto di silenzio e inquietudine.
"Quello anche io! Comunque, ho preferito applicare a Victoria un incantesimo che utilizzo molto spesso in questi casi. Si chiama Abbraccio di Morfeo e produce un sonno artificiale che può durare anche anni, questo a seconda delle esigenze dei Guaritori. Mia moglie diceva sempre che questo somigliava al coma artificiale dei Babbani, ed è stato proprio un figlio di Babbani a inventarlo, Edgard Rice. Del resto il nome Morfeo pare sia quello di una divinità del Sonno, e il nome è ben calzante, vero?" L'uomo si affrettò a dare quelle informazioni all'Auror, consapevole che era chiedere troppo che fosse a conoscenza di quelle particolarità, ed era necessario che comprendesse alcuni dettagli prima che le informazioni diventassero troppe da assimilare. Con la bacchetta aprì la porta della stanza in cui avevano sistemato la ragazza; la tirocinante era ancora lì ma lui la congedò all'istante, facendole comunque sapere di non allontanarsi troppo.
I due si avvicinarono alla ragazza e Peter controllò che Sven non contravvenisse alla promessa che gli aveva fatto. "Vedi? Di solito sotto l'effetto dell'Abbraccio i pazienti si godono un sonno privo di tensioni, ma temo che nel suo caso non sia così..., l'uomo si interruppe osservando alcuni numeri su una lavagnetta magica poggiata al muro. "Non corre pericolo, ci consente semplicemente di visitarla senza danneggiarla... Ma io credo che la sua mente sia prigioniera di qualcosa che noi non possiamo vedere, lo comprendo dall'espressione tesa del suo volto."
Sven pensò di avere preteso troppo da se stesso; il suo unico desiderio era stato quello di assicurarsi dello stato di salute di Victoria, ma non era preparato a quella visione. Distesa su quel letto, la ragazza gli dava l'idea di essere morta, impressione smentita solamente dal respiro regolare che nel silenzio pareva rimbombare all'interno della stanza. "E quando si sveglierà?" chiese Sven con apprensione, pur temendo la risposta.
"Anche ora, se vuoi. Siediti su quella sedia e limitati a guardare, fai come se stessi solo guardando la scena e non fossi nella stanza..." Il Guaritore indicò la sedia nell'angolo e Sven la raggiunse di malavoglia; non voleva intralciarlo, anche se cominciava a sentire l'ansia riaffiorare. Lo osservò avvicinarsi a Victoria e puntare la bacchetta proprio al centro della fronte della ragazza: si udì uno strano suono nell'aria, come il rumore di una bolla che esplode, e una luce azzurrina avvolse entrambi per un momento.
Peter Steileir aveva eseguito quell'incantesimo molte volte durante la sua vita e sapeva di non avere commesso errori, tuttavia non poteva negare di essere a sua volta ansioso. Aveva preferito evitare di parlarne subito a Dietrich, ma era preoccupato, temeva che l'Auror dimenticasse la propria calma e intervenisse, danneggiando tutto. E nel preciso momento in cui vide la ragazza sbattere le palpebre, capì di avere avuto ragione: le sue pupille grigie erano un pozzo senza fondo, e l'espressione contratta del suo volto era talmente inespressiva da rischiare di farlo rabbrividire.
Aveva visto occhi come i suoi molte volte, e come sempre si sentiva impotente; il Bacio del Dissennatore non lasciava scampo, eppure aveva sperato di poter vedere di nuovo quella luce sbarazzina negli occhi della ragazza, quella che aveva conosciuto alla fine dell'estate quando era stata loro ospite. Adesso però veniva la parte più complessa, quella che gli avrebbe rivelato se il suo istinto aveva preso una cantonata oppure no. Si avvicinò di due passi, sorridendole: era sua abitudine mostrarsi allegro quando la situazione lo permetteva, e non si sarebbe fatto di certo scoraggiare dal vuoto che vedeva negli occhi di Victoria.
"Allora, come ti senti? Pronta a far saltare per aria qualche aula di Hogwarts?" Come inizio era ridicolo ma era da quello che lui avrebbe tratto delle informazioni importanti che lo avrebbero aiutato a stabilire una cura assieme ai suoi colleghi. La ragazza lo guardò come se non le importasse nulla di quello che aveva sentito; si limitò a fissarlo per un po' di tempo. "Dove sono?"
Sven sentì un brivido attraversargli la schiena. La voce era quella della ragazza che conosceva da tempo, tuttavia c'era una durezza nuova, un'indifferenza che prima non esisteva; si agitò un momento sulla sedia ma badò a fare meno rumore possibile per non disturbare il lavoro del Guaritore. "Al San Mungo. Silente pensava che fosse una buona idea una gita turistica da noi, ti va di visitare lo stabilimento?"
Sven sgranò gli occhi e pensò che quell'uomo doveva essere pazzo: lui non si sarebbe mai comportato in quel modo tanto naturale, non davanti a quell'espressione vuota e a quei modi indifferenti. Victoria si toccava meccanicamente i capelli, e sembrava del tutto prima di qualunque emozione; alzò gli occhi a osservare Peter per la prima volta. "Sì, non ci sono mai venuta." e si alzò. Mise un piede a terra con apparente disinvoltura ma cadde quando cercò di tenersi dritta dopo aver appoggiato anche l'altro; non toccò terra perché le braccia del Guaritore la sostennero ma lei si divincolò, con una forza bruta che Sven non si aspettava. Aveva appena estratto la bacchetta per impedirle di avanzare quando un gesto di Steileir gli impedì di intromettersi.
"Va bene, dopo ti porto a conoscere tutti... Ma prima dimmi, che cosa ricordi come ultima cosa? Silente ha detto che ti hanno trovato per terra, perché sei caduta?" Peter non fece neanche il gesto di fermare la ragazza, consapevole che gli incantesimi difensivi le avrebbero impedito di superare la soglia della porta, e convinto che fosse necessario appurare l'equilibrio fisico di Victoria. Si teneva sulle proprie gambe, ma era incerta e si era già appoggiata al muro con le mani; indossava una veste da notte che le Guaritrici le avevano portato, anche per consentire a loro di non avere impicci nel curarla fisicamente. I piedi erano scalzi: sembrava in quel momento molto più giovane e vulnerabile di come era in realtà. Victoria si fermò, girandosi a osservare Peter: l'uomo vide distintamente le pupille spalancate, il vuoto aleggiava dietro a esse, ma in quel momento sembrava che fosse incerta. Fu un lampo tanto rapido che l'uomo si chiese se non stesse sognando.
"Camminavo... e... camminavo..." La voce della ragazza era priva di qualunque emozione ed entrambi gli uomini si sentirono agghiacciare, ma nessuno dei due pensò di interromperla, neppure per porre delle domande. "... E poi... occhi azzurri, li ho visti... mi ha chiamato..." Un lampo di vita balenò negli occhi di Victoria, un'espressione quasi sognante le delineò i lineamenti; a quel punto Peter intervenne, cominciando a sentire la giovane ripetere ossessivamente quelle parole. Era divenuto un ritornello straziante e non appena si sentì afferrare dalle braccia gentili del Guaritore, Victoria cominciò a urlare e a dare in escandescenze. Sven rimase colpito da quell'improvvisa trasformazione, ma sembrava che Peter Steileir avesse tutto sotto controllo; il mago agitò la bacchetta e la ragazza venne riposta sul letto da mani invisibili, e il Guaritore riuscì a farle bere una pozione. In pochi secondi la ragazza era tornata mansueta, addormentandosi contro la propria volontà; l'uomo fece cenno a Sven di seguirlo fuori ed entrambi lasciarono la stanza, non prima dell'arrivo di un collega.
Il Guaritore attese di trovarsi nell'atrio prima di rivolgersi di nuovo a Sven. "Come vedi la situazione è complessa, pertanto ti chiedo di attendere pazientemente che tutte le nostre analisi siano concluse; come ho detto a Silente, serve che ci sia una sorveglianza continua, confido che te ne occuperai assieme ai tuoi colleghi. Io riprenderò servizio domani notte: sono al lavoro da tre giorni e necessito di riposarmi." Di rado Peter si tratteneva tanto a lungo al lavoro, tuttavia una serie di emergenze l'avevano costretto a turni straordinari; Victoria poi era giunta quando lui stava proprio per andarsene e non se l'era sentito di lasciare il suo posto senza provare ad aiutarla. "Certo, anzi scusa, ma sai... Silente sarà in pensiero, e anche io... noi al Ministero, insomma... L'avevo detto che i Dissennatori non si dovevano neanche avvicinare a Hogwarts" disse Sven con rabbia, ricordando le lunghe discussioni con Cornelius Caramell. Per la sorveglianza non ci sarebbero stati problemi, Sven sapeva di poter contare su validi colleghi per alternarsi.
"Già... In ogni caso dubito che Victoria possa andarsene da qui prima di una settimana o dieci giorni. Ora vado o crollerò di schianto. Per qualunque cosa mandami pure un gufo, cercherò di essere comunque reperibile." Sven annuì a quelle parole e si allontanò a sua volta, cercando di capire se fosse meglio andare a strangolare il Ministro o parlare con Silente di quanto aveva visto e sentito.









Note:
A parte vergognarmi per il ritardo... Spero che abbiate trovato il capitolo di vostro gradimento u.u ci sono alcune cose di mia invenzione(l'Abbraccio di Morfeo, per esempio) e png che avranno poca rilevanza(la tirocinante potrebbe essere pareente di Angelina u.u chi lo sa xd)
Questo capitolo è stato comlesso proprio perchè ero incerta su come presentare Victoria: sia chiaro che ho dovuto elaborare di mio i Dissennatori, così da mostrare quello che secondo me accade zizi spero vi piaccia

Attendo i vostri commenti e grazie a tutti coloro che recensiscono e seguono^^ vi adoro** siete pure aumentati** grazie davvero!



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Capitolo 33
*** 33 - Programmi ***


Immagine allo specchio  Angolo autrice: 
Oh salve a tutti quanti! Non sono evaporata, mi si è semplicemente ridotto il tempo u.u
Prima di tutto vi informo che ho cancellato "Finchè morte non ci separi", che è il sequel di questa storia: il fatto è che scrivendo questa mi sono accorta di molte incongruenze e ho deciso così. Mi è dispiaciuto tanto però meglio farlo ora che troppo avanti^^


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33 - Programmi




"Professor Vitious, ci voleva parlare?" I due Prefetti di Corvonero - Penelope Light e Robert Hilliard - giunsero nell'ufficio del professore di Incantesimi poco prima di colazione: entrambi avevano ricevuto un messaggio dell'insegnante che li invitava a un colloquio ed erano curiosi. Di rado una convocazione avveniva così presto ma in quei giorni c'era qualcosa di strano nella scuola, come se l'aria fosse diventata pesante senza ragione. Il mago li fece accomodare mentre lui era in piedi sulla scrivania, arrivando a malapena alla loro altezza; l'insegnante si chiedeva come affrontare l'argomento senza entrare in dettagli che non potevano essere rivelati. "Certo ragazzi, volete un dolcetto?" chiese indicando la famosa scatola di latta, e sorrise quando Robert accettò: lo aveva previsto, in fondo Penelope era più rigida del ragazzo, anche se erano entrambi molto seri e fidati.
"So che sono girate voci nella scuola e almeno con voi dobbiamo essere sinceri: si tratta della signorina Windsor." Penelope represse un brivido. Sentiva che sarebbero arrivati a parlarne: da tre giorni Victoria sembrava scomparsa nel nulla e non appena gli studenti se ne erano accorti, avevano formulato le ipotesi più grottesche. Tra le più esilaranti c'era l'ipotetica fuga d'amore con Sirius Black, e tra le peggiori c'era l'omicidio nel bagno di Mirtilla che magari aveva trovato modo di disfarsi del corpo. Lei non aveva creduto a niente ma assieme a Robert si era accorta che gli insegnanti evitavano l'argomento; aveva saputo di Cedric Diggory che aveva infastidito persino Severus Piton ma aveva ricevuto solo un colpo in testa e alcuni punti decurtati alla sua Casa. "Si trova al San Mungo per alcuni accertamenti ma presto tornerà tra noi."
Il professore era il primo a credere che una spiegazione del genere non sarebbe bastata anzi, avrebbe scatenato ancora più interrogativi, eppure Minerva aveva ragione, dovevano parlarne almeno ai Prefetti mentre attendevano i risultati definitivi da parte dei Guaritori. Lui per primo aveva scritto a Peter ma l'amico era stato evasivo, assicurandogli solo che stavano facendo il possibile: in che modo avrebbero potuto ridarle ciò che le era stato sottratto? E come sarebbe stata la ragazza una volta tornata a scuola? Se lo chiedeva da giorni ma non aveva alcuna risposta anzi, solo confusione e dubbi.
"Ma che cos'ha?" A parlare fu Robert che sentiva che qualcosa veniva nascosto e cercava di saperne di più; il professor Vitious cercò di non far trapelare la propria ansia, confidando nel fatto che l'apparente calma potesse convincere i suoi due studenti che andava tutto bene. Magari fosse stato così. Silente gli aveva detto di dire solo il minimo indispensabile almeno fino a nuove informazioni, e l'insegnante decise che la verità sarebbe stata la cosa più giusta in quel momento. "Ha subito un'aggressione da un Dissennatore, di più non sappiamo ma non ci sono stati danni permanenti."
Penelope si sentì rabbrividire come se fosse stata in presenza dei tremendi esseri: nessuno aveva ancora compreso l'utilità della loro presenza dal momento che Black era già riuscito a beffarli sia evadendo sia infiltrandosi a scuola senza che nessuno potesse fare nulla per impedirlo. La ragazza scambiò uno sguardo incerto con Robert e capì che anche lui avrebbe voluto chiedere maggiori dettagli: in quel momento suonò la campana e il professor Vitious guardò automaticamente in direzione dell'orologio.
"Andate pure ragazzi, la professoressa Sprite vi starà aspettando e fatele sapere che vi avevo convocato io. Appena ci saranno notizie ve le farò sapere, penso che Victoria non resterà troppo a lungo assente da Hogwarts. Buona giornata!"


Di solito a Sven piaceva la sua scrivania, così perennemente in disordine e allo stesso tempo tanto ben organizzata: avrebbe saputo dove trovare ogni cosa anche a occhi chiusi, tuttavia in quel momento avrebbe voluto rovesciare addosso a Caramell ogni oggetto pesante presente. Come quell'uomo fosse diventato Ministro era per lui un vero mistero!
"Ci saranno conseguenze per il Ministero?" Era la quinta volta che ripeteva quella domanda e l'Auror cominciò a temere di impazzire: niente gli avrebbe dato maggior piacere di scagliare una fattura al mago, se non altro sarebbe servito a stemprare la tensione che aleggiava in ufficio e che lo logorava da giorni. Ormai era una settimana che faticava a chiudere occhio, si era al massimo gettato sul letto un paio d'ore per riposarsi, e poi riprendere il lavoro in fretta. "Te lo ripeto, Cornelius, questo è l'ultimo dei nostri problemi... Dobbiamo togliere i Dissennatori da Hogwarts, non servono a niente e hanno già fatto abbastanza danni."
A Sven venivano i brividi ogni volta che ricordava quello che era accaduto: Victoria gli sembrava tanto fredda e distante da fargli venire il desiderio di fuggire lontano invece di starle vicino. Lo spaventava l'idea che fosse diventata tanto vuota e inespressiva, persino quelle poche volte in cui parlava sembrava che non le importasse di niente; a Sven era però rimasto come ricordo, e ben impresso, il sonoro ceffone che gli aveva dato quando le si era avvicinato troppo.
"Che cosa?! No! I Dissennatori sono utili, è colpa di quella sciocca se è rimasta ferita! Può ringraziare se non la faccio arrestare per oltraggio... alzare la bacchetta in presenza di rappresentanti del Ministero... roba da Azkaban senza processo!" Sven avrebbe volentieri preso a calci Caramell: fin da quando era entrato al Ministero, aveva trovato il Ministro abbastanza simpatico e competente. Come capo si era dimostrato sempre ben disposto, tuttavia da alcuni mesi stava mostrando il peggio di sè; era significativo come neppure Silente fosse riuscito a impedirgli di circondare la scuola di Dissennatori. Era pura follia, così come quello che aveva appena sentito.
"Sua? Davvero? Ha voluto aiutare due compagni del primo anno, loro hanno istigato i Dissennatori perchè li credevano innoqui ma non riesco a condannarli, quelle bestie dovrebbero stare ad Azkaban e non sono nostri rappresentanti! Credi che la sua ferita si rimarginerà? No, la sua anima ormai è perduta ma a te interessa solo della tua stupida reputazione: in ogni caso ti consiglio di prepararti un bel discorso, Amos è sul piede di guerra e pretenderà una spiegazione da te. L'ha già detto."
Sven avrebbe voluto ghignare. Se Amos Diggory si metteva in testa una cosa era ben difficile fargli poi cambiare idea e Sven neppure ci aveva provato; era nel suo pieno diritto mostrarsi indignato per quanto accaduto e gli sembrava strano che non fossero uscite indiscrezioni sulla Gazzetta. L'Auror non fece una piega di fronte all'espressione basita di Cornelius, a volte doveva pur togliersi qualche soddisfazione verbale, pur senza eccedere. "Ora scusa ma devo recarmi al San Mungo, ti farò avere notizie appena Peter Steileir sarà pronto a formulare una diagnosi finale."


"Un posto davvero grazioso, Albus, l'ideale per una conversazione." Il mago si tolse il laccio e i capelli bianchi ricaddero sulla schiena, mentre mescolava il cappuccino con un cappuccino e giocherellando con la schiuma. Il suo abbigliamento era un po' inusuale per un bar londinese alle prime luci dell'alba, tuttavia l'uniforme del Guaritore somigliava vagamente a quella dei medici babbani perciò passò quasi inosservato. "Ci vengo ogni tanto, quando non sono a Hogwarts: sapevo che ti sarebbe piaciuto, la tua mente è così aperta che faresti colazione ovunque."
Peter sorrise: gli piaceva fare colazione, di solito cercava sempre di essere a casa soprattutto per godersi la compagnia di suo figlio ma quel giorno doveva necessariamente parlare con Albus Silente. L'idea gli era venuta proprio quella notte ma non si aspettava che il Preside lo invitasse lì; aveva quasi pensato che sarebbe stato costretto a recarsi a Hogwarts, invece in quel bar dall'aria antica tutto sembrava così normale da farlo sorridere. Avrebbe dovuto saperlo che Albus Silente avrebbe cercato un luogo in cui conversare amabilmente, dove tutto sarebbe sembrato meno crudo. Appoggiò il cucchiaino sul piattino e bevve un sorso prima di rivolgersi al suo interlocutore.
"Come ti ho detto vorrei parlarti di Victoria e della sua spinosa situazione. Di solito ti avrei chiesto di venire nel mio ufficio oppure sarei giunto io a scuola, ma avevo bisogno di staccare." Peter, notò Albus, sembrava veramente stanco: aveva profonde occhiaie e il suo aspetto era fin troppo normale per uno che per tutta la vita non aveva mai rinunciato alla stravaganza. Lo ricordava ancora il primo giorno, quando si era seduto sulla sedia per essere Smistato, con la cravatta legata attorno alla fronte; un ragazzino strano ma simpatico, che aveva sempre portato una risata ovunque andasse. I suoi pazienti ne parlavano benissimo e del resto Albus non era sorpreso: aveva ottenuto molti M.A.G.O. e con un punteggio davvero alto, ma si era espresso veramente solo come Guaritore. Il suo talento aveva germogliato in terreno fertile e non aveva mancato di fare onore al buon nome dei Corvonero.
"Dimmi la verità, Peter, per quanto brutta possa essere altrimenti aiutarla non sarà semplice." Sapeva che sarebbe stato difficile, Albus lo aveva messo in preventivo, tuttavia doveva attendere il responso ufficiale di Peter per elaborare una strategia. Non aveva ancora avuto modo di vedere la studentessa ma si era ripromesso di farlo quel week end, approfittando di una visita a Hogsmeade da parte degli altri allievi.
Peter attese alcuni istanti prima di parlare. "Ti dirò la verità, Victoria non è più la stessa di prima; fisicamente è a posto, è il suo nuovo comportamento che mi inquieta." Il mago ripensò a tutto quello che era accaduto prima di riprendere. "Non fa altro che stare sdraiata su quel letto, oppure seduta sulla sedia. Non parla volentieri e nulla la interessa; da un'attenta analisi posso garantirti che il senno non è stato danneggiato, anzi mi sembra ancora più precisa e metodica di prima. Io non la conoscevo bene ma... se dovessi paragonarla a qualcosa, direi che somiglia molto ai robot dei Babbani."
Albus non disse nulla: in fondo c'era da aspettarselo, non esisteva una cura per chi veniva privato della propria anima, tuttavia ancora non aveva incontrato qualcuno con un problema simile; si rese conto che Peter pareva riluttane a continuare, come se lo facesse controvoglia. "In tutta franchezza credo che se fosse morta starebbe meglio, privata dell'anima sarà condannata all'isolamento ed esposta ai pregiudizi degli stolti; non credo troverà molte persone disposte a starle vicino, soprattutto considerando il fatto che lei per prima desidererà non averne attorno..."
Il mago tirò fuori alcuni fogli e li mostrò ad Albus, il quale sistemò gli occhiali per leggerli attentamente; si trattava degli esami che le avevano fatto, per lo più si trattava di controlli psico-attitudinali. "Come puoi vedere non ha difficoltà a ricordare tutto ciò che sa, solo che non sono sicuro che rimandarla di nuovo a scuola. Passa da uno stato semi-comatoso a uno paranoico e aggressivo con una velocità disarmante; la credo in grado di aggredire chiunque se provocata, anche se di solito rimane in silenzio. Per ore intere, è un comportamento innaturale ma sempre meglio dell'aggressività. Ovviamente è un pericolo per sè stessa più che per gli altri, inoltre potrebbe essere attratta dal Dissennatore che le ha portato via l'anima."
Albus sospirò. Aveva già tentato di convincere Caramell a ragionare ma non era servito a nulla, il mago continuava a blaterare senza ascoltare le sue argomentazioni; al Preside dava soprattutto fastidio il pensiero che quella catastrofe si sarebbe potuta evitare se quei mostri non fossero stati presenti. Minerva aveva già punito i due ragazzini di Grifondoro che si erano avvicinati ai Dissennatori, tuttavia non aveva neanche calcato troppo la mano: loro non avrebbero dovuto comportarsi così, ma erano giovani e ignari del pericolo... Non erano loro, i colpevoli.
"Si tratta di un legame parassitico", riprese Peter, "e somiglia molto a quello tra umano e vampiro: Victoria potrebbe avere racchiusa in sè l'ossessione di trovarlo, non so neanche perchè lo dovrebbe fare... Ed è molto pericoloso, puoi starne certo... si tratta di un caso unico, e alcuni miei colleghi vorrebbero tenerla al San Mungo per studiarla meglio." Peter odiava definire casi i suoi pazienti ma non era una bugia: già altre volte aveva avuto modo di occuparsi di persone che erano state Baciate ma con Victoria avevano scoperto che, se bloccati, i Dissennatori potevano non risucchiare del tutto l'anima di una persona, lasciandole così il senno... e un vuoto terribile.
"Invece io ho avuto un'idea anzi, in realtà me l'ha suggerita mio figlio ieri sera ma potrebbe essere una valida alternativa..." Albus ricordava molto bene anche Frederich, un ragazzo silenzioso e allo stesso tempo carismatico: era un peccato che sotto la sua guida i Corvonero non avessero mai vinto la Coppa del Quidditch, tuttavia aveva saputo che anche fuori da Hogwarts aveva iniziato a farsi valere. Al Wizengamot erano molti quelli che lo consideravano in modo positivo e che erano propensi ad aiutarlo a coronare il suo sogno. "Dimmi pure, di solito Frederich ha delle ottime idee."
"Ecco, come immaginerai Caramell ci sta col fiato sul collo e mi ha già fatto sapere che dovremmo chiudere Victoria ad Azkaban o al San Mungo: secondo lui è pericolosa e le  andrebbe tolta la bacchetta. Ma, come ti stavo dicendo, Frederich mi ha suggerito un piccolo cavillo legale da sfruttare: ci vorrebbe un mago o una strega che garantisca per Victoria, una specie di tutore per permetterle di terminare gli studi e condurre una vita... parzialmente normale diciamo. Naturalmente in questo caso dovrebbe essere un interno, magari un insegnante o meglio ancora il suo Capocasa: in questo modo Caramell non potrebbe appellarsi alla legge, se ci fosse qualcuno pronto ad assumersi la responsabilità della ragazza lui avrebbe le mani legate. La mia convinzione è che le serva solo un periodo di stallo, sicuramente avrà modo di vivere tranquilla ma non se resta rinchiusa... So che a scuola ci sono gli Auror, potrebbe essere uno di loro a occuparsi di tenerla d'occhio di tanto in tanto no? In fondo è colpa anche del Ministero se è capitato questo guaio, dovranno assumersi qualche responsabilità. Che cosa ne pensi?"
Peter trovava delizioso il cappuccino, gli ricordava il primissimo incontro con Josie, la sua defunta moglie, ed era dispiaciuto che nel mondo dei maghi non esistesse nulla del genere; allo stesso tempo era curioso di conoscere l'opinione di Albus, dopotutto l'argomento lo riguardava in prima persona visto che sarebbe spettato a lui decidere se accogliere o meno la ragazza a scuola dopo quanto successo. In quel momento pareva pensieroso, come se cercasse la risposta nei fondi di caffè rimasti sul fondo della tazza.
"L'idea è buona ma non credo che Caramell accetterà tanto facilmente, servirebbe che fosse un mago estremamente influente e in grado di sorreggere le macchinazioni a fare da tutore. Inoltre Victoria è già maggiorenne, la cosa potrebbe comportare qualche piccolo cavillo..." Seguì un silenzio lungo alcuni minuti, al termine dei quali Albus sorrise. "E se lo facessi io?"



Note:

Sembra un secolo che non aggiorno qui o.o e non per dmenticanza, per mancanza di tempo XDDD

In questo capitolo manca Victoria U__U che ci crediate o no è alle Hawaii assieme a Luna, e tutti la credono al San Mungo U__U mah

XDDD

battute a parte, spero vi piaccia perchè ci ho impiegato tempo per scriverlo u.u e ogni tanto devo anche mostrare ciò che succede. Spero vi piaccia Peter <3 l'idea iniziale era di inserire il dialogo tr alui e quel bel figliolo di suo figlio, Frederich,  ma meglio che ne parlasse con Silente davanti a un bel cappuccino U__U

ci vediamo al prossimo <3



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Capitolo 34
*** 34 - Ritorno al buio ***


Angolo autrice: 

Ok rieccomi! No, non sono un miraggio, ma tra varie cose mi sono bloccata a scrivere per quanto io sappia esattamente che cosa accadrà qui e in seguito u.u
ci tengo a dire che da qui fino ai prossimi capitoli – numero da definire, ma credo meno di 10 e più di 7 – ci sarà un cambio di POV per ovvie ragioni. Finora la storia ha avuto per lo più Victoria come protagonista, con solo qualche sprazzo qua e la di visioni di altri pg, da ora penso proprio che vedremo l'attenzione concentrata di più su Sven Dietrich. Quasi certamente anche su Cedric, ma più avanti, perché scrivere di capitoli di un pg senz'anima è quasi un
suicidio -_- non è che scompare, chiaro, ma credo il mondo visto da fuori possa piacervi un po' di più :D
e spero che il tempo non mi abbia completamente arrugginita!


 

Immagine allo specchio


34 - Ritorno al buio


 



"Che cosa vuoi fare oggi?" Sven si rivolse a Victoria mantenendo un tono amichevole e spensierato, molto differente dal suo aspetto e dallo stato d'animo che lo animava; i mesi erano stati lunghi e difficili ed era finalmente giunto l'ultimo giorno di scuola della strega. L'Auror faticava a credere di essere sopravvissuto alle continue lotte che giorno dopo giorno l'avevano opposto alla ragazza.
Victoria aveva fatto ritorno a Hogwarts poco prima della fine delle vacanze pasquali, accompagnata da lui e da un Guaritore: la scuola era praticamente vuota tranne per i fantasmi e alcuni studenti. Lui si era convinto che sarebbe stato meglio per lei riabituarsi alla scuola senza la presenza di tutti, ma alla fine si era detto che la cosa le era totalmente indifferente: la nuova Victoria assomigliava solo vagamente a quella che lui aveva conosciuto e non erano mancati i contrasti. Non faceva niente per rendersi simpatica e nel giro di breve tempo gli amici l'avevano dimenticata; Sven avrebbe voluto intervenire, ma alla fine non aveva fatto niente. Silente aveva ragione sostenendo che erano giovani - e soprattutto immaturi - e non comprendevano il dramma di Victoria, tuttavia il mago avrebbe voluto che il mondo fosse diverso. Che tutti provassero a capire.
Sven era stato costretto a rivedere i suoi sogni utopici: Victoria era diventata cupa, silenziosa e del tutto priva di sentimenti. Il cambiamento era stato talmente repentino che persino lui faticava a capire del tutto; la ragazza non sembrava per nulla turbata dall'assenza dei soliti amici e non incoraggiava nessuno a starle vicino, neppure lui. Restava ore chiusa in biblioteca - dove sceglieva l'angolo meno soleggiato del Reparto Proibito per sedersi a studiare -, oppure nel dormitorio femminile; alle lezioni era la prima ad alzarsi e l'ultima ad arrivare, tuttavia neanche in quelle ore dava segni di entusiasmo.
I soli a starle vicino spontaneamente erano Cedric Diggory e Luna: Sven aveva notato come il ragazzo, dopo il primo impatto disastroso, cercasse di far finta di nulla. Le parlava come prima, si sedeva con lei durante le lezioni e studiava anche in sua compagnia; non gli era sfuggito che il giovane era sconvolto e Sven più volte aveva temuto che anche lui decidesse di abbandonarla ma sembrava tenere duro coraggiosamente, senza offendersi se la strega non rideva mai e restava continuamente in silenzio.
Non era stato facile ottenere da Caramell il permesso di poter utilizzare gli Auror per tenere d'occhio Victoria; il suo primo pensiero era stato che il Ministro fosse tenuto completamente all'oscuro di quello che c'era stato tra loro prima dell'incidente. In caso contrario... beh, difficilmente gli avrebbe permesso di occuparsene, cogliendo l'occasione per scaricare tutto sulle spalle di Silente e di Hogwarts. Il Preside era stato molto più utile di tutti loro: prima del ritorno a scuola di Victoria, i due avevano avuto un colloquio a cui avevano presenziato anche lui e Peter Steiler. Silente si era premurato di mostrare a Caramell qualche informazione sulle origini particolari di Victoria, sulla sua appartenenza a un ceto sociale che difficilmente avrebbe accettato un incidente simile senza attribuire a loro le conseguenze; Sven aveva anche appreso parecchie cose, che la ragazza non gli aveva mai detto. Certo lui sapeva qualcosa, ma non l'aveva mai costretta a raccontargli ogni dettaglio: era stato divertente vedere Cornelius senza parole e spaventato all'idea di doversi scontrare con dei nobili altezzosi, seppure di origini babbane. Aveva ceduto solo di fronte alla consapevolezza che Silente non gli avrebbe permesso di evitare la ricerca di una soluzione.
Era sorto il problema di come occuparsi effettivamente di lei: Silente aveva dato il suo consenso per farli entrare nella Torre dei Corvonero, tuttavia aveva dovuto porre il veto – con giusta ragione – di accedere al dormitorio femminile. A quello Sven aveva già pensato e non si sarebbe mai permesso, però restava il problema che venne risolto nel giro di pochi giorni: la stramba Lovegood si era offerta immediatamente per aiutare Victoria in caso di bisogno e persino la Dama Grigia aveva promesso al Preside di controllare la situazione. In fondo non era neppure necessario tutto quello spiegamento di forze perchè di solito Luna convinceva Victoria a dormire sui comodi divani, limitandosi a portare giù le lenzuola per la gioia degli elfi domestici che invano cercavano di sistemarli. Questo permetteva a lui e Rufus di restare costantemente all'erta, anche se di solito si accollava lui i lunghi turni notturni che cominciavano la sera a cena sino alla colazione del mattino seguente; Sven sapeva di aver sorpreso tutti scegliendo Scrimgeour, soprattutto Caramell che gli aveva quasi imposto Dawlish o Kingsley, ma lui non era pentito. Il collega era scorbutico, ma sembrava gestire Victoria molto meglio di lui e se ne era accorto durante il primo mese. Quando Steileir era giunto a Hogwarts per visitare la ragazza, lo aveva sgridato perchè era dimagrita molto e Sven si era sentito umiliato: non riusciva a costringere Victoria a mangiare, insisteva un po' e poi lasciava che facesse di testa sua.
Rufus, invece, era stato in grado di imporsi: lui non era presente in quel momento, ma Cedric gli aveva raccontato della spiacevole scenata in Sala Grande in cui l'Auror aveva impedito alla ragazza di fare di testa sua e aveva atteso finchè non aveva finito: così facendo Victoria aveva perso metà lezione di Pozioni, venendo poi punita dal professor Piton per il ritardo, ma le era servito. Sven aveva notato il brusco cambiamento quando, durante la cena, aveva mangiato senza neanche dire una parola, e la stessa cosa era accaduta nei giorni seguenti. Da quel momento aveva lasciato che Rufus le imponesse una disciplina più severa della sua dal momento che aveva dato i suoi frutti; c'erano delle scaramucce di tanto in tanto tra i due, ma Sven si era accorto di come dopo la ragazza fosse più tranquilla. A conti fatti, Victoria si era adattata e dopo un po' neppure si lamentava più.
A volte chiedeva a Dawlish di sostituire uno dei due, ma era come se vivesse di nuovo a Hogwarts, solo che aveva perso la familiarità con la scuola: era molto più semplice andare a caccia di criminali che cercare di stare al passo con i continui cambiamenti umorali di Victoria, che passava dall'apatia all'aggressività con una rapidità disarmante.
E alla paura: c'era stato un episodio spiacevole durante una lezione del professor Lupin che ancora lo colpiva. Intanto era raro trovare dei Mollicci, ma la lezione era stata interessante fino alla parte pratica e Sven si chiedeva che cosa sarebbe uscito se avesse osservato lui la creatura prima che uscisse dall'armadio. Anche Victoria era in fila, ma nessuno – neppure lui – era preparato a quello che si vide ovvero un'altra Victoria, molto simile a quella che lui ricordava, piena di vita e a come era prima del malaugurato incidente. La ragazza non aveva reagito, era rimasta immobile, come se fosse stata pietrificata e lui ricordava di aver visto un barlume di paura attraversarle le iridi. Aveva perfino fatto un passo indietro: aveva paura di se stessa? Anzi, di un ricordo di sé? Era intervenuto il professore prima che accadesse qualunque cosa, anche se lei era comunque crollata a terra, senza sensi. Era stato un episodio per certi versi terrificante quanto le crisi aggressive che la animavano.
Peter Steileir aveva stilato una lista di attività che Victoria avrebbe dovuto evitare di fare e Sven l'aveva studiata sino a impararla a memoria: per lo più si trattava di sport, oppure oggetti da non manipolare – come i coltelli e tutti gli utensili taglienti e in grado di ferire -. Per il Quidditch non c'erano problemi dal momento che non faceva parte della squadra, in più la ragazza non aveva detto niente quando gli era stato proposto di lasciar perdere il Club di Incantesimi: Sven avrebbe voluto farle continuare l'attività, ma durante un incontro aveva perso il controllo e si era messa a sparare maledizioni sugli altri e solo lui e Vitious erano riusciti a impedirle di commettere follie. All'Auror era dispiaciuto e sapeva che se Victoria avesse potuto rendersene conto, non ne sarebbe rimasta indifferente; poi era stata la volta di Pozioni.
Lui e Severus Piton avevano discusso a lungo e alla fine l'insegnante aveva deciso di non ammettere Victoria al suo corso l'anno seguente, sicuro che il suo rendimento sarebbe calato drasticamente, offrendo loro il pretesto per non metterla ancora più a rischio: Sven sapeva che maneggiando calderoni, fuoco e ingredienti vari, il rischio di incidenti era elevatissimo. Invece la ragazza aveva smentito le loro previsioni apocalittiche: non solo non commetteva alcuna imprecisione, era persino migliorata. Il suo autocontrollo durante le lezioni era tale da sorprendere chiunque, si limitava ad assorbire nozioni e preparare misture; quando commetteva errori non si lasciava prendere dall'ira come accadeva nelle altre materie pratiche, così alla fine il professore aveva stabilito di lasciarla fare. Sven inoltre sapeva che Victoria aveva continuato a lavorare sulla pozione che aveva inventato e stava studiando, e secondo ciò che vedeva sembrava sulla buona strada per riuscirci.
La osservò scrollare le spalle, indifferente. “Niente, pensavo di leggere.” La vide con un antico libro di pozioni proibite, sicuramente preso in biblioteca e avrebbe sperato di sentire una risposta differente. “Pensavo di portarti a fare un giro a Hogsmeade, è tanto che non andiamo a trovare Rosmerta e so che sarebbe felice di fare quattro chiacchiere con te...” Sven capì che non avrebbe ottenuto nulla: Victoria lo guardò col suo sguardo vuoto e non rispose, per poi aprire il libro, nel chiaro intento di continuare a ignorarlo.
Avrebbe voluto dirle di leggere nel parco, visto che la giornata era bella, tuttavia già sapeva cosa sarebbe accaduto: gli eventuali presenti – ovvero quelli che non avevano approfittato dell'ultima visita a Hogsmeade – si sarebbero allontanati o, peggio, l'avrebbero provocata: tre studenti di Serpeverde dell'ultimo anno una volta avevano cominciato ad attirare la sua attenzione tirandole sassolini, pietre e altri oggetti non particolarmente pericolosi, ma erano stati incauti: Victoria li aveva colpiti legandoli assieme come tre salami, per poi gettarli nel Lago Nero. Fortunatamente lui era nei paraggi e aveva evitato il peggio, ma era rimasto colpito dalla freddezza della ragazza che non era stata scalfita neanche dalla perdita di punti per Corvonero e dalla punizione che Silente le aveva inflitto; Sven aveva cercato di impedirlo, ma non poteva negare che il Preside doveva essere equo con tutti gli studenti e che era già tanto se aveva convinto i genitori degli studenti a non sporgere querela presso il Ministero.
Osservò la schiena della giovane con aria sconsolata: avrebbe potuto benissimo costringerla a seguirlo al villaggio, ma non se la sentiva di essere troppo autoritario quando era certo che non sarebbe servito a niente. Poi a dirla tutta, non era poi così ansioso di mettersi a camminare senza meta: tutto il lavoro di sorveglianza di Victoria non era una cosa semplice ed erano settimane che aveva l'aspetto di un fantasma, solo più consistente e meno fumoso. Spostò lo sguardo su di lei e la vide intenta a leggere dopo essersi seduta sulla panchina e mentalmente si arrese: era più facile assecondarla in quei casi, in fondo bene o male era ormai finita e poi ci sarebbero state le vacanze.
Bel problema anche quello, specialmente quell'anno con l'organizzazione della Coppa del Mondo di Quidditch che li vedeva coinvolti in prima persona, dove avrebbe trovato il tempo per ogni singola cosa? Per non parlare poi del Torneo Tremaghi recentemente ripristinato e che vedeva proprio Hogwarts come scuola ospite delle altre due. Non avrebbero potuto scegliere un'altra delle due questa volta? Almeno il grosso del lavoro l'avrebbero fatto gli altri… Sven si sentiva scoppiare, specie quando pensava alle lettere sempre più irritate che riceveva da sua madre, che lo colpevolizzava di non farsi vedere mai e proprio non riusciva a capire che non era per colpa sua, che era semplicemente impegnato al punto da essere sul punto di diventare pazzo. Fortunatamente aveva trovato una buona soluzione per Victoria, avrebbe solo dovuto dirglielo, ma non in quel momento in quanto aveva bisogno di rilassarsi pure lui per un momento. Mi ci vorrebbe un decennio di vacanza ininterrotta, si e no se otterrò dieci giorni. Sbuffò al pensiero: Caramell li credeva sempre pronti a dover lavorare, come se non fossero davvero persone e poco importava insomma se arrivavano a un punto in cui faticavano a riconoscersi.
Il suo sguardo si posò sulla figura in avvicinamento e corrugò la fronte riconoscendo Edward Flitt venire verso di lui, il mantello scuro che svolazzava elegantemente con il vento: a parte quello, aveva un aspetto impeccabile, persino i capelli leggermente scompigliati non sembravano affatto fuori posto. Da che ricordasse Sven, Flitt era sempre in perfetto ordine, che fosse mezzogiorno, le sette di sera o anche notte fonda: persino se trascorreva tre giorni di fila al lavoro, pareva risplendere come se fosse appena uscito da uno di quei centri estetici dei Babbani di cui gli aveva parlato Victoria. Neanche a dirlo quasi tutte le streghe del Ministero lo mangiavano con gli occhi. Ma come faceva a essere sempre tanto perfetto? Si strinse nelle spalle, in fondo non era un problema suo appurarlo, né gli interessava somigliargli; il punto era perché era giunto fino a lì, aveva pur lasciato qualche collega in ufficio a cui rivolgersi in caso di urgenze. A meno che non cercasse proprio lui, cosa di cui comunque dubitava.
“Scusami tanto Sven se ti disturbo durante il lavoro, purtroppo Caramell mi ha messo fretta e così ho dovuto cercare chi di voi era di turno qui”. La voce del giovane mago era flautata, ma a Sven importava solo una cosa. Maledetto Caramell! Lo sa che non siamo qui a divertirci, quanta fretta aveva per questo foglio? Ma non lo disse ad alta voce anzi, non ebbe che parole gentili come ci si aspettava che facesse mentre osservava l'urgenza che aveva spinto sin lì l'istruttore ministeriale. Una sciocchezza, chiaro, che poteva anche attendere alcune ore, ma era certo di chi fosse l'idea di affrettare la cosa; gettò uno sguardo a Victoria tanto per accertarsi che fosse ancora lì e quando la vide immersa nella lettura, si disse che poteva distrarsi un attimo.
Lui e Edward parlarono per un paio di minuti appena, di argomenti che spaziavano da Sirius Black a banali gossip da ufficio come sempre intavolati dal suo interlocutore, Sven gli teneva dietro a parole per inerzia più che per vero e proprio interesse. Ora che ci pensava, quando era stata l'ultima volta che si era fermato a parlare con un suo collega senza correre qua e la per lavoro? Tutto sommato era anche rilassante la cosa, in fondo lì a Hogwarts non è che mettersi a conversare coi professori desse quel tanto di appagamento di cui si poteva avere bisogno: erano troppo indaffarati, un po' come lui, e gli studenti erano… beh, studenti.
“Ho detto guardami in faccia quando ti parlo!”
Neanche cinque minuti di tranquillità posso avere? Sven ebbe l'impressione di essere stato schiaffeggiato sentendo quelle parole, pur sapendo che non erano rivolte a lui: i suoi nervi erano tesi, ma volse subito lo sguardo a Victoria e rimase sollevato nel rendersi conto che non aveva neppure mosso una mano ed era ancora seduta, immersa nella lettura di un libro. Poi lo vide. Un ragazzo dei Serpeverde era l'origine di quella frase urlata… e sì, era stata detta proprio alla ragazza; la seconda cosa che notò fu che lo stesso studente aveva afferrato il libro di Victoria e lo aveva fatto esplodere con la bacchetta, ragion per cui pezzi di fogli giacevano qua e la ingloriosamente. La terza cosa, fu il suo interlocutore: Edward Flitt era la perfezione anche in materia di educazione, eppure lo sentì sbuffare. Una cosa molto strana se pensava che di solito sorrideva cordialmente.
La quarta cosa era che un rivolo di sangue colava dal naso della ragazza: che l'avesse aggredita? Sven non si pose neanche la domanda che era già scattato in avanti. Non gli piaceva affatto l'espressione sul volto di Victoria perché se c'era una cosa che sapeva e di cui le importava, erano i libri: nessuno – ma davvero nessuno – si sognava di disturbare la ragazza quando leggeva, studiava o scriveva. E questo anche prima del malaugurato incidente col Dissennatore; solo che prima le si poteva fare un dispettuccio senza conseguenze, ora non era davvero consigliabile. Perché la sua espressione vuota era terrificante: non sbatteva neanche le palpebre e quello non era affatto un buon segno, anche se era una cosa che faceva spesso e di cui Peter Steileir lo aveva avvisato.
Che cosa si fossero detti non lo sapeva, vide però la rapidità con cui Victoria aveva estratto la bacchetta puntandola contro il ragazzo: non poteva neppure provare a impedire che castasse l'incantesimo – qualunque esso fosse – perché ormai la ragazza aveva appreso gli incantesimi non verbali ed era un altro modo con cui evitava proprio di parlare. Però doveva fare qualcosa… solo che sia lui che Flitt arrivarono circa tre secondi dopo: ringraziò silenziosamente il fatto che almeno non era una maledizione, ma vedere il ragazzo spedito letteralmente contro il tronco di un albero non era comunque bello, specialmente perché c'era una forte presa sull'incantesimo che gli aveva impedito di deviarlo o difendersi in qualche modo.
Stupido cretino, cosa pensava di fare? Poteva fare come gli altri e evitarla piuttosto, perché cercare una disputa a ogni costo? Decise che la prima cosa da fare era assicurarsi che Victoria fosse Disarmata, poi avrebbe verificato che lo studente non fosse ferito ed era meglio per tutti che la bacchetta non fosse ancora tra le mani della ragazza. Si rese conto che lei non poteva muoversi e spostò lo sguardo su Edward, che ammiccò senza sorridere, dicendo che aveva pensato fosse necessario un intervento immediato.
Sì, indubbiamente aveva ragione, anche se lo stava per fare lui; decise però di non sciogliere l'incantesimo in quanto poteva essere temporaneamente utile. “Sei ferito?” chiese subito al ragazzo dopo averlo raggiunto, aiutandolo a rimettersi in piedi anche se l'istinto di dargli un ceffone era stato davvero forte; per fortuna comunque non era accaduto niente di irreparabile, solo uno spavento, così raggiunse la ragazza che tremava vistosamente una colta sciolto l'incantesimo del suo collega. Era terrificante vedere come passava da uno stato aggressivo a uno pietoso, come in quel momento; la ferita non era certo grave, eppure lui era sicuro che le facesse molto male. Perché? Il Guaritore non lo aveva spiegato, limitandosi soltanto a dire che le ferite fisiche erano triplicate di dolore ora e anche un banale graffio poteva mandarla in paranoia. No, ci mancava solo quello! Fece cenno al giovane di non andarsene e si assicurò che Victoria fosse portata in infermeria e curata da madama Chips e solo in quel momento concentrò la sua attenzione sul Serpeverde.
“Che ti è saltato in testa? Volevi finire male per caso?” Sven non urlava. Lo faceva ben di rado a dire il vero, ma alzare la voce su quel giovanotto incauto… beh, gli era utile anche per scaricarsi; chissà perché Edward stava signorilmente sghignazzando, forse sapeva qualcosa? Ma, come aveva previsto, l'altro non rimase zitto a incassare anzi, sembrava avercela con lui: una cosa senza senso, quella era la prima volta che parlavano da quello che ne sapeva lui. “A me? Le parlo e mi ignora oppure mi aggredisce! Perché poi non può girare senza scorta? Paura che qualcuno te la soffi via?”
A quel punto Edward Flitt rise apertamente, una cosa che sorprese Sven quasi più delle frasi senza senso di quel ragazzetto: in verità non era sorpreso che lui ignorasse la condizione di Victoria perché Silente non aveva detto apertamente che era stata Baciata, era il resto. “Attento fratellino, se offendi il capo degli Auror puoi finire arrestato e fidati delle mie parole, non farò assolutamente niente per tirarti fuori dai guai… e mettiti l'anima in pace, ti ha scaricato da mesi, anche se mai capirò che cosa ci ha trovato di interessante in te”. Edward sbeffeggiò apertamente il giovane, un curioso modo di fare secondo Sven, ma poi tutti i pezzi andarono a posto da soli: Victoria gli aveva effettivamente detto di aver avuto una storia con Serpeverde, un tale Marcus, ma più che dire che era finita e che litigavano sempre, non sapeva granchè. Una cosa normale, la sua era stata solo una domanda e in più neppure lui le aveva raccontato ogni dettaglio delle sue passate relazioni, pertanto era un suo diritto tenere segreti in quel senso. Marcus Flitt! Non avevo collegato… si disse osservando i due: non sembravano affatto somigliarsi anzi, eppure c'era comunque qualcosa di simile tra loro, forse il modo di fare superbo, per quanto in uno fosse meno marcato. E ora che lo guardava, pure lui si chiedeva che cosa aveva attirato la ragazza in lui: non si riteneva il mago più bllo del mondo, ma era sicuro che il Serpeverde fosse tutto tranne che attraente. O magari alle ragazze piacevano di quel genere i ragazzi?
Questo spiegava comunque le parole che gli aveva rivolto, in parte: dubitava che Victoria avesse raccontato di lui a qualcuno, che avesse visto qualcosa? E se sì, cosa? Poi smise di preoccuparsi, in fondo non erano lì per quella ragione. “Ha avuto un incidente come il Preside vi ha riferito… e come avrai notato, deve ancora stabilizzarsi quindi ti sconsiglio altri approcci simili; dimenticherò le tue parole, saranno i M.A.G.O. ad averti reso nervoso” dichiarò Sven, riponendo la bacchetta e scegliendo di lasciar perdere quell'argomento. In fondo era un ragazzetto geloso, appena reduce dagli esami finali: meglio lasciar perdere, non era il caso di farne un affare serio se si poteva accantonare.
Ma questo a lui non piacque perché lo squadrò come se fosse insignificante, un atteggiamento che l'Auror trovò quantomeno di pessimo gusto visto quanto appena accaduto. “Tanto è ovvio che sta con te perché spera di conoscere tuo cugino e quando sarà fatto, ti scaricherà in mezzo alla strada come una qualunque pezza” ebbe modo di sghignazzargli davanti Marcus, lasciandolo senza parole. Sven decise di lasciarlo a suo fratello, in fondo non era affar suo; eppure le parole che aveva sentito in un certo senso lo avevano colpito, per quanto non così profondamente. Certo, suo cugino era pure il famoso Viktor Krum, ma di lui non aveva mai parlato alla ragazza… scrollò le spalle. Non aveva il tempo di preoccuparsi anche di una sciocchezza simile, in fondo c'erano problemi ben più gravi da affrontare.
Andò dal Preside e non usò mezze parole: era fuori questione che Victoria potesse fare il viaggio di ritorno in treno il giorno seguente, pertanto chiese il suo benestare a prelevarla lui di persona al momento opportuno e a portarla a Londra con sé dove aveva comunque già predisposto tutto per l'estate. “Sono sicuro che ricorderà Ninfadora Tonks, è stata assunta da poco nel mio ufficio e dopo una serie di discussioni, abbiamo trovato il modo di occuparci della sicurezza di Victoria in questi tre mesi: ci alterneremo come in questi mesi ho fatto con Scrimgeour, ma i Tonks hanno acconsentito di buon grado a tenerla con loro. Il Ministro è quasi saltato di gioia, sapendola a stretto contatto con un Auror” disse Sven, rivelando quelli che erano infine progetti conclusi e decisi e sapeva che Silente non si sarebbe opposto. Difatti annuì e si dichiarò certo che tutto sarebbe andato bene.
Si chiese perché non era tanto ottimista.






 

Note:

spero che vi sia piaciuto! I prossimi capitoli sono già in fase di scrittura pertanto penso che non attenderete troppo a lungo per vederli pubblicati! Spero in qualche vostra opinione, ci sentiamo al prossimo capitolo dopo che questo ha chiuso il sesto anno di scuola di Victoria e con l'arrivo della svolta, ovvero il Torneo Tremaghi, la Coppa del Mondo di Quidditch e tutte queste belle cose!

 


 

 

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Capitolo 35
*** 35 - Una lunga e fredda estate ***


Angolo Autrice:

ciao ragazzi! Eccomi di ritorno con il nuovo capitolo, alla fine di quello precedente avevo scordato di dirvi che per ora escono di scena sia Oliver Baston che Marcus Flitt e gli altri studenti che si sono diplomati u.u io avrei peferito che avessero fatto gli asini per godere ancora della loro figaggine, ma niente, zia Row così ha decretato e io mi adeguo >_<
ringrazio i nuovi recensori e coloro che l'hanno inserita in preferiti/seguiti/ecc perché sinceramente non me l'aspettavo o.O però mi fa piacere e siete carinissimi *___*
ordunque iniziano le ultime vacanze estive di Victoria – ultime inteso a cavallo della scuola, a meno che non ci resta secca poi u.u – e quindi buona lettura!


 
Immagine allo specchio


35 – Una lunga e fredda estate


Il picco di umidità raggiunto a Londra era qualcosa di incredibile, si disse l'uomo mentre alzava lo sguardo dalla scrivania, quasi del tutto sommerso dalle scartoffie di lavoro del suo cubicolo; in verità non si poteva lamentare neppure troppo in quanto il suo luogo di lavoro era più grande di quelli dei suoi colleghi Auror, ma le dimensioni contavano davvero poco in quanto se il suo ufficio era più grande, maggiore era anche la mole di lavoro che aveva. Per quel giorno, però, non sarebbe durata a lungo perché doveva recarsi al San Mungo per dare il cambio a Tonks. La frizzante e giovane nuova Auror si era buttata in quel suo compito – quello di sorvegliare Victoria – con l'entusiasmo di una ragazzina, e ne sembrava sempre più contenta. La ragazza stava con i Tonks ormai da poco più di un mese, anche se naturalmente avevano fatto a turno. Solo che Sven era stato preso di più da altri compiti e Caramell aveva insistito perché lasciasse gli altri a occuparsi di lei; lo aveva fatto, pur non allontanandosi mai completamente da lei. Non gli sembrava che ci fossero stati miglioramenti, se non forse uno soltanto: Victoria aveva smesso di essere così impulsiva, non scattava immediatamente se qualcuno la salutava all'improvviso, un po' come se abbandonare le mura di Hogwarts le avesse sciolto la tensione.
A spiegare quella strana calma era stato peter Steileir, nel controllo che aveva avuto luogo subito dopo la fine della scuola: erano i Dissennatori il problema, la loro vicinanza aveva reso la giovane schiava di una perenne situazione di allerta pertanto era ovvio che fuori da scuola stesse meglio. Dopo aver sentito quelle parole, Sven era stato lieto che il Ministro si fosse infine convinto a ritirarli da scuola: di Sirius Black non c'era alcuna traccia, ma nessuno credeva che si sarebbe fatto vedere a Hogwarts di nuovo e con quei mostri c'erano stati fin troppi incidenti perché pretendesse che rimanessero la. Era comunque un sollievo per lui che la situazione fosse lievemente migliorata, anche se non aveva proprio creduto a ogni cosa che Tonks gli aveva riferito: l'Auror era sempre pronta a dire che andava tutto bene, che anche ai suoi genitori faceva tanto piacere avere una compagnia così giovane, ma lui non ci credeva del tutto.
Poi c'era stato da lottare contro Amos Diggory, furibondo perché non era stato interpellato sul fatto che quell'anno Victoria non andasse da loro come ogni anno; e poco importava che l'idea fosse stata di Albus Silente, era Sven che poi veniva incolpato di tale decisione. Il Preside aveva fatto giustamente notare che i Diggory potevano non essere preparati alla nuova freddezza della ragazza, al suo perenne stato di indifferenza, oltre a non sapere come agire in caso di problemi; lui era stato d'accordo nel sentire che era meglio che se ne occupasse un Auror, tuttavia Sven aveva intuito subito – anche per via dello sguardo penetrante di Silente – che non poteva certo essere lui a ospitarla in permanenza a casa propria. Lo avrebbe fatto, non era un problema, ma sapeva d'intinto che non andava bene: non soltanto non avrebbe potuto spiegare la cosa al Ministero, del perché portarsi una giovane studentessa a casa seppur bisognosa di costanti cure e protezione – da se stessa, per lo più – ma c'era anche il problema che si trattava proprio di una ragazza.
Non erano state mosse accuse dal Preside, ma Sven sentiva che lui sapeva cosa lo legava a lei, non glielo avrebbe davvero mai permesso e non bisognava essere dei geni per capirlo; ma anche senza quel risvolto sapeva che non avrebbe potuto farlo ugualmente, perciò aveva subito pensato a un'alternativa che potesse essere valida.
Anche andare al San Mungo non era stata una sua idea, tuttavia quel giorno il Guaritore era fin troppo impegnato per muoversi lui e così aveva acconsentito ad accompagnarcela, anche per dare respiro a Tonks che per quanto si dicesse non affaticata, doveva essere almeno abbastanza nervosa da gioire all'idea di qualche ora di libertà; avvisò uno dei suoi colleghi e uscì' dal Ministero, ben lieto pure lui di potersi sgranchire un po' le gambe anche se per poco. Mettersi a camminare a lungo con quel caldo umido era da stupidi, tuttavia qualche metro lo si poteva percorrere senza problemi; si sarebbe comunque servito della Materializzazione per giungere più rapidamente e, soprattutto, per andare via più in fretta visto che poi avrebbe avuto la ragazza con sé e voleva evitare se possibile di attirare troppi sguardi.
Giunto all'ospedale magico sapeva già dove andare, difatti scivolò fluidamente in mezzo alle persone presenti per raggiungere lo studio del Guaritore Steiler e quello che vide lo lasciò quasi a bocca aperta. Non era il fatto che Tonks lo avesse salutato da lontano agitando il braccio con il suo solito entusiasmo, ma era stato vedere la figura seduta sulla sedia a sorprenderlo. Si trattava di Victoria, ma per alcuni momenti non ne fu per nulla sicuro perché si aspettava di vederla cupa e ombrosa anche solo dall'abbigliamento ormai fatto solo di abiti scuri. Quella che era seduta, invece, indossava quelli che erano sicuramente abiti da Babbani perché gli ricordava molto le ragazze viste con dei jeans strappati in vari non troppo scuri e una maglietta a maniche lunghe di colore arancione, nonché delle strane scarpe ai piedi che era quasi sicuro si chiamassero infradito o qualcosa di simile. Era spiazzato, non poteva negarlo, perché proprio non si aspettava niente di simile: a coronare il tutto, qualcuno doveva anche averle sistemato i capelli in una treccia, niente di particolare in effetti, ma lui non aveva mai notato che Victoria accettasse anche solo di legarseli.
E le sorprese non erano finite perché quando le salutò, ricevette pure una risposta da lei, cosa che di solito si limitava a fare un cenno con la testa, magari un mugugno o anche a ignorarlo. Rivolse uno sguardo interrogativo a Tonks che gli fece l'occhiolino, facendogli pensare che il mondo si fosse capovolto. Il Guaritore giunse proprio in quel momento, chiaramente esausto, ma dal modo in cui si rivolse alla ragazza proprio non sembrava. “Come hai fatto?” chiese lla collega non appena rimasero soli e lei parve non avere una vera e propria risposta.
“Sai che non ne ho idea? Insomma, sembra si sia messa a collaborare, ma non so esattamente quando questo è cominciato se non che è già da un po'” gli disse la ragazza prima di andarsene, lasciandolo con ancora più domande di prima. Che collaborasse era un bene… e lui in effetti non la vedeva da circa dieci giorni in quanto Sirius Black ancora latitava e non potevano ignorare la cosa, quindi non sapeva dire neppure lui come fosse possibile. Decise di entrare a sua volta, in fondo secondo quel fifone di Caramell, non doveva essere lasciata sola neppure per un minuto. Come se Steileir non fosse capace di difendersi, sbottò tra sé l'Auror sedendosi nel suo solito angolo, pur non perdendo neanche un attimo di quello che succedeva.
Come sempre il Guaritore si rivolgeva a Victoria con naturalezza, come se parlasse a un'amica, mentre la visitava: il suo era un controllo generico, sia fisico che psicologico. “Ti trovo davvero migliorata, hai un colorito migliore e hai pure preso un po' di peso”. Sven osservò meglio la ragazza e a quel punto anche lui se ne accorse: da qualche tempo era molto magra, quasi scheletrica, ma ora aveva l'aria più florida, forse non era ulteriormente dimagrita anzi, magari c'era qualche chilo in più. Quanto alla pelle a lui sembrava uguale di colore, ma non poteva giurarci, o magari a strappare quel commento era il fatto che lei stessa sembrava meno… vuota. Ma gli occhi erano sempre vitrei, pensò Sven con dispiacere. Quelli non sarebbero cambiati in poco tempo… e forse mai; chiuse i suoi per scacciare quel terribile pensiero: alla fine stava facendo tutto quello per niente?


“Sta meglio di prima, dovete continuare in questa direzione” disse Peter una volta che i due furono soli nel suo studio, Victoria mandata assieme a un suo collega per completare il controllo che avrebbe mostrato se vi erano altri difetti fisici a cui porre rimedio. Per esempio mancanza di equilibrio, una cosa che nelle prime settimane aveva avuto e l'aveva resa molto goffa e incline a farsi del male in un modo accidentale. Sven annuì, dicendosi che forse lui non aveva alcun merito in quello: certo, aveva affidato la cosa a Ninfadora, ma di suo lui aveva apportato pochi cambiamenti. Che la vita in una famiglia le facesse davvero meglio, più di quanto non avesse creduto? Magari a quel modo poteva essere possibile considerare di mandarla dai Diggory, se progrediva magari le potevano togliere di dosso tutta quella sorveglianza; al tempo stesso era incline comunque a credere che fosse troppo presto, Amos e sua moglie erano brave persone, ma c'era differenza dall'affidarla a una Auror anche se ancora poco esperta che a un normale Ministeriale senza pratica di cose oscure.
“Mi consigli ancora di lasciarla priva della bacchetta?” Sven ci teneva a insistere su quel punto perché non gli era piaciuto affatto privare la ragazza della sua bacchetta; la custodiva lui nel suo ufficio, ma era come togliere una cosa fondamentale a qualcuno. E tuttavia come agire diversamente quando a scuola era capace di usarla per un nonnulla? L'essere maggiorenne non aiutava la cosa: Victoria quando lo aveva saputo lo aveva persino schiaffeggiato – se lo ricordava quel ceffone, era stato parecchio  forte – ma dieci minuti dopo se ne era già dimenticata e non gli aveva più detto nulla. E se le fosse servita? Era questo a roderlo: certo, con loro in circolazione era difficile potesse essere aggredita, ma non si poteva mai dire. Il Guaritore tamburellò per qualche istante le dita sulla scrivania, pensieroso e incerto. “Vedi tu Sven, non la si può certo privare sempre e neppure può tornare a scuola dimenticandosi come si usa; un'altra cosa, mi sembra che non serva a nulla farla stare in ozio, andrebbe trovato qualcosa che può fare e le piaceva senza danneggiare nessuno”.
Già, ma che cosa esattamente? Sven sapeva che alla vecchia Victoria piacevano tante cose, ora anche soltanto una di quelle sarebbe stata una perdita di tempo bella e buona: e poi ebbe un'idea, anche se temporanea poteva essere qualcosa di nuovo e piacevole. O così pensava lui.

“Cosa diav…?” Sven venne preso alla sprovvista e si fece atterrare: a tutti gli effetti la sua idea non era proprio del tutto salutare, anche se sicuramente a lei consentiva di sfogarsi. Pensare di insegnarle l'autodifesa  gli era sembrata una cosa intelligente – oltre a renderlo più sicuro se per caso si fosse trovata in difficoltà sul piano fisico – ma non aveva tenuto bene conto che col fatto che le mancava l'anima, Victoria non si faceva alcun problema nel picchiarlo quando era il suo turno. La ragazza apprendeva rapidamente e ormai riusciva ad anticiparlo alcune volte; strategicamente forse non era un granchè, ma quel genere di allenamento l'aveva resa più forte e non si sentiva di certo in colpa se lo faceva finire a terra.
Inoltre in apparenza sembrava instancabile in quanto andavano avanti delle ore intere, per poi vederla sedersi solo un attimo e crollare poi dalla stanchezza, come se prima non se ne accorgesse; non era però il colpo ad averlo sorpreso, erano state le sue parole su cui ora stava riflettendo un istante. La osservò asciugarsi sudore dalla fronte, per nulla preoccupata da qualcosa. “Ho detto che non voglio venire, non mi potete costringere e non mi interessa quella buffonata” ripetè Victoria con il solito tono monocorde e pregno d'indifferenza mentre lo osservava rialzarsi con lo stesso interesse che avrebbe provato osservando un Vermicolo venire al mondo. Sven pensò che forse stava scherzando. “No certo, ma la Coppa del Mondo di Quidditch non è un evento che si tiene sempre, ti dispiacerà poi non avere assistito: sia io che Ninf… Tonks ci andremo. Per lavoro, ovvio, ma come vedi non si porrebbe alcun problema se ci fossi anche tu” le disse Sven, consapevole che con lei bisognava sempre porle le cose nella prospettiva giusta.
Del resto ormai era tutto imminente e c'erano persone che si sarebbero venduti la bacchetta anche solo per poter vedere da lontano i giocatori; inoltre il Quidditch bene o male attirava tutti i giovani, era quindi convinto che così fosse anche per lei. Invece no, la vide scrollare la testa. “Non mi interessa quella roba, preferisco lavare i piatti qui” ribadì la strega sedendosi sulla sedia che era stata portata fuori, poco lontano dalla figura di Cedric Diggory che quel giorno era venuto di sua spontanea volontà a trovare l'amica, pure senza ovviamente ottenere chissà quale reazione entusiastica da parte di lei. Quantomeno questo serviva per farla stare all'aria aperta… e per quella breve lezione in cui si era forse divertita ad allenarsi con lui, almeno perché aveva potuto sgranchirsi gli arti. “Sai che ci sarà anche suo cugino? È un ottimo Cercatore, potresti anche avere il suo autografo sai?” intervenne proprio il giovane Tassorosso, ma ancora la reazione fu la stessa tanto che alla fine Sven fu costretto a stringersi nelle spalle quando la vide allontanarsi per rientrare in casa dei Tonks, forse per riposare o anche per lavare via il sudore di quella giornata. Strano come ora che non era più lì, la giornata sembrasse tornata arida e afosa invece che gelida: Sven era consapevole che non era certo vero gelo quello che emanava dalla ragazza, tuttavia bastava la sua presenza a rendere il mondo più freddo e non era una cosa positiva, neppure con quel caldo. Lui si sforzava di essere positivo, ma era difficile: se non altro adesso sembrava che Victoria fosse più tranquilla, quasi come se vivere lì le rendesse più semplice il tutto e lui temeva il ritorno a scuola. Ci sarebbe stata una ricaduta? E se sì, come poterlo evitare? O era solo la presenza dei Dissennatori che l'aveva resa così?
Si voltò verso il giovane Cedric, ancora incredulo. “Pensi che sia solo un momento? Insomma, quando mai le ricapiterebbe di vedere una competizione simile?” Non riusciva comunque a capacitarsi della cosa, ma il ragazzo rise. “Non credo, può anche avere avuto interesse in passato per qualcuno che giocava a Quidditch, ma posso assicurarti che non le importa poi granchè: ti ricordi quando le hai chiesto se aveva mai sentito nominare Viktor Krum, tuo cugino? Pensava fosse  il nuovo elfo domestico di Lucius Malfoy… e fidati, non scherzava affatto. Sono sicuro che davvero preferirebbe mettersi a sbrigare le faccende domestiche con la signora Tonks che assistere a delle partite”. Già, Sven ricordava quella domanda che le aveva rivolto e la risposta lo aveva lasciato in un certo senso sorpreso, ma dopo un po' si disse che era quasi meglio così. Non avrebbe dovuto starle appresso per tutto il tempo se fosse rimasta lì, inoltre se proprio non le interessava, non era di sicuro obbligata ad andarci. Lavoro in meno, si disse quasi sollevato quando ci ripensò qualche ora dopo a casa propria, ma in qualche modo la cosa lo rendeva comunque triste: lui e gli altri si stavano impegnando, ma a ogni lieve miglioramento che credeva di ottenere, ecco che Victoria sembrava sempre pronta a dimostrare come in fondo loro non potessero fare nulla per trascinarla fuori da quell'oblio ed era quella realtà a renderlo più stanco del solito.

Ma le sorprese non erano finite perché il giorno dopo, quando tornò un momento a casa per recuperare alcune pergamene che credeva di avere portato con sé, trovò una grossa sorpresa. Sven viveva in una casa non molto vasta al di fuori del centro di Londra, con molta vegetazione attorno e solo poche case attorno, per lo più abbandonate o occupate da maghi anziani; essere un Auror non era certo il mestiere che rendeva più ricchi in assoluto, tuttavia anche se fosse stato il contrario, lui non avrebbe voluto niente di diverso e in ogni caso ci abitava da solo, perché quindi avere una casa immensa quando un paio di stanze bastavano?
Ciò che lo accolse al suo arrivo fu la presenza inaspettata di suo padre: Miroslav Dietrich in gioventù era stato un ragazzo piacente più che piacevole a livello fisico, abbastanza atletico e con un discreto talento. Non era tanto alto – al punto che sia la moglie che il figlio lo superavano, Sven di parecchi centimetri – e il ventre era abbastanza arrotondato, tuttavia gli occhi azzurri erano rimasti gli stessi di quando era un vispo e responsabile giovane mago e indossava un abito da mago che lo faceva sembrare un vecchio nonno importante. Ma l'uomo non era solo in quanto Sven vide subito la presenza di Orion, che stava giocando con alcune macchinine e lanciava qualche gorgoglio di giubilo quando queste si scontravano tra loro, ma mai acuto quanto quello in cui lo vide e mosse le braccia come a voler far capire che voleva essere sollevato da terra.
Sven non aveva mai rivelato apertamente di avere un figlio: tutti lo sapevano naturalmente, ma lui teneva la sua vita privata molto lontana dalle chiacchiere e quasi nessuno poteva dire di conoscerlo bene. In più questo proteggeva il bambino, cosa che nelle sue condizioni era fondamentale; gli bastò abbracciarlo per scacciare via qualunque segno di stanchezza o problema, accantonò persino Victoria in quel momento, che di solito era comunque sempre presente. “Quando sei arrivato? C'è anche la mamma?” chiese Sven a suo padre dopo essere entrati, contento di vederlo in quanto erano davvero molti mesi che non lo vedeva e il mago più anziano scrollò la testa. “No, lo sai cosa pensa del Quidditch! Ma io non intendo essere di disturbo, in compenso non ho proprio potuto resistere e sono andato da Mary per avere un po' di tempo con il mio nipotino preferito” disse sorridendo al bambino che era tornato a giocare con le macchinine, i movimenti goffi e semplici e lo sguardo di tutti i presenti su di lui.
Mary. Forse il suo solo, grosso errore, o meglio quello che ne era seguito; perché anche se lui amava Orion, non l'avrebbe voluto avere con lei e gli dava ancora fastidio il fatto che in qualche modo lo avesse incastrato, riuscendo pure in qualche modo a vendicarsi di lui in seguito. Infatti nonostante lui fosse ben noto nel mondo magico, nulla poteva contro la potenza del cognome Malfoy che apparteneva appunto alla strega di pochi anni più vecchia di lui e che era stata assistente personale del Ministro in passato. Grazie a quello, infatti, la donna aveva ottenuto di essere lei a dover decidere per il bambino: Sven lo poteva vedere, anche tenerlo con se a volte, ma solo se lei era d'accordo, a meno che non la sposasse. E Sven piuttosto avrebbe preferito ingoiare un paiolo di Distillato della Morte Vivente. Annuì sentendo quello che gli aveva detto suo padre: in effetti forse Mary sapeva che suo padre poi sarebbe venuto da lui, ma non osava essere tanto crudele da dire di no a lui.
“Non essere sciocco, non ho nessuno che sta in queste stanze, è chiaro che sarai mio ospite e così Orion, solo che...” Sven si interruppe vedendo una macchia color prugna schizzare fuori da sotto il divano e bloccarsi poco distante dal bambino: aveva scordato che lo kneazle di Victoria era lì, complice il fatto che non si avvicinava alla sua padrona e quindi aveva dovuto pensarci lui, e temeva le reazioni che ci sarebbero potute essere. Infatti, nonostante Orion avesse ormai otto anni, aveva così tanti problemi a livello mentale e fisico che sembrava un bambino di tre e non si poteva mai sapere come avrebbe reagito. Lo scoprì subito quando allungò le mani mollando le macchinine e avvicinandole prepotentemente all'animale; Sven vide che il felino lo annusava per poi lasciarsi toccare.
Questo non se l'aspettava: Kaiser aveva dimostrato di essere ostile anche a lui, almeno nei primi tempi, e gli sembrava curioso come non temesse niente dal bambino che lo osservava coi suoi semplici occhioni azzurri pieni di aspettativa e i ricciolini biondi un po' spettinati. “Che magnifico esemplare! Ma è tuo? Non sapevo ti piacessero questi animali, Odino è d'accordo?” Sven aveva dimenticato come suo padre diventasse – come tanta gente, forse anche lui – un po' demente quando aveva a che fare con bambini piccoli, cuccioli e animali interessanti; complice il fatto che aveva proseguito dopo Durmstrang lo studio delle Creature Magiche, sicuramente sapeva che quello non era un banale gatto. Solo che… cosa gli avrebbe risposto? No sai caro padre, questo kneazle è della mia ragazza che però non può tenerlo perché sai, dopo essere stata Baciata da un Dissennatore, l'animale non vuole neanche starle vicino e così l'ho preso su io per non scaricarlo in mezzo a una strada? Solo l'idea di un discorso del genere lo faceva rabbrividire e pure divertire, solo che questo avrebbe comportato altre spiegazioni… e lui sinceramente, era stufo di darne. A chiunque.
Si strinse nelle spalle, come se l'argomento fosse di scarso interesse. “No, è di una persona che non può occuparsene così le ho detto che ci avrei pensato io” disse alla fine, sapendo di non avere comunque mentito, soltanto sintetizzato una situazione reale. Suo padre rise, cosa che si aspettava. “Deve essere davvero disperata questa persona, per chiederti una cosa simile: non sei granchè portato per gli animali”. Sì, paparino, è disperata, ma non come credi e neppure se ne rende conto... Sven sapeva di non essere stato un genio a Hogwarts, almeno in alcune materie e Cura delle Creature Magiche era tra quelle; sapeva il minimo indispensabile, insomma, per quanto lui e il suo gufo andavano molto d'accordo. Ma era un animale molto indipendente, cosa che poi aveva constatato anche nello kneazle che ogni tanto lo guardava con tale aria di superiorità da fargli credere che lo stesse giudicando un completo idiota. Restava però il fatto che lo aveva colpito il fatto che Kaiser non volesse neppure farsi avvicinare dalla sua padrona, come se capisse e sentisse che era completamente cambiata. Ed era vero. Il problema non si era posto con la civetta, Ginevra era anche lei trascurata dalla ragazza, ma non aveva alcun timore di passare del tempo sulla sua spalla: forse suo padre avrebbe potuto spiegarli il perché di questa differenza, ma non gli andava di entrare nel dettaglio di quella situazione.
Fortunatamente l'argomento venne abbandonato in favore di altri, lasciò che il padre cominciasse a dirgli tutte le nuove manie di sua madre durante quel giro del mondo che avevano fatto mentre lui cercava di rilassarsi e far scivolare via le fatiche e lo stress accumulato tra il lavoro e i vari problemi. Una cosa che di sicuro con sua madre non sarebbe accaduta, proprio il contrario semmai in quanto Rosalia Krum Dietrich era in grado di destare l'attenzione dei sassi se voleva ed era doppiamente lieto che non fosse giunta. Non ancora, se aveva capito bene: ovvio, non si sarebbe persa per nulla al mondo vedere il suo nipotino – così lo chiamava lei – anche se non amava il Quidditch, se non come argomento di pettegolezzo. Il pensiero di dover sovrintendere anche alla coppa del mondo lo rendeva più nervoso del solito, eppure non poteva fare in modo diverso perciò si era quasi rassegnato.
Finché non giunse un nuovo problema a logorarlo e si presentò tramite gufo, inviatogli inaspettatamente dal giovane Diggory: balzò in piedi come se l'avesse colpito un Asticello, incapace di credere ai suoi occhi. Non anche quello!





Note:

eccomiiiii!
Allora in questo capitolo parlo di come si passa le vacanze la nostra Victoria u.u di sicuro sta più al fresco di me ç__ç attenzione però! Il titolo con riferimento alla lunga estate e fredda, è inteso a lei u.u perché come qui, fa un caldo assurdo e c'è un'umidità spaventosa ç__ç
tonks! La mia piccola Auror preferita – dopo Sven, però u.u – è finalmente entrata in scena, mostrando di saperci fare.
Perché, direte voi. Eh bella domanda u.u ma come dice il nostro Peter, la vicinanza ai Dissennatori era problematica, pertanto standogli lontano la nostra Vic si riprende un po'. Poi contiamo che lei è anche una ragazza ancora giovane, quindi potrebbe essere più in grado di avere qualche punto in comune con lei.
Anche per via del fatto che se ne sta dai Tonks in permanenza u.u
mi sono chiesta infatti perché non lasciarla ai Diggory, ma in fondo non avrebbero saputo gestire la situazione con sangue freddo. Serviva un Auror, ma che Silly lasciasse che la piccola andasse a casa di Sven, era decisamente fuori luogo e pure al Ministero la cosa poteva puzzare.
Come vedete sembra almeno fisicamente stare un po' meglio :D e Sven pure le insegna a fare a botte LOOOL no vabbè, l'autodifesa è importante e quindi ben venga u.u
inoltre era consigliabile non fare duelli di magia fuori dalle scuola, anche se è maggiorenne
coppa del mondo di Quidditch
ho una notizia per Oliver Baston, Marcus Flitt e tutti i patiti di Quidditch: a Victoria non frega niente di vedere una competizione mondiale, neanche se c'è Krum buahahahah
in verità se ci fosse andata, sarebbe accaduto qualcosa, ne sono sicura
e dal momento che davvero a lei non interessa quello sport, tutti a casa u.u meno lavoro per gli Auror
meno male nd Sven che affoga in tre vite di lavoro

e date il benvenuto a Orion Dietrich, il figlioletto di Sven :3 e di quella b...buona cara donna di Mary Malfoy. Ha una parentela coi Malfoy, ma non so di che genere, è cugina di Lucius, vi basti saperlo XD
se a qualcuno è sfuggito, il piccolo Orion che ha tipo 8 anni, sembra uno di 3 come comportamento e questo per via di una malattia genetica che lo rende un po' ritardato :(
sappiate che mi piange il cuore, ma da quando ho creato questo bambino, doveva avere un problema di questo tipo. Un po' come dire che nascere da genitori Purosangue non salva da questo genere di malattia.
Ed è lei che può averne la custodia
Orion è il mio preferito u.u quindi amatelo e basta u.u
e amate anche Miroslav Dietrich, il papà figherrimo e panzerottino di Sven :D e basta con tutti sti pg con la linea perfetta u___u non lo volete un papà pacione e adorabile? Mi ero ispirata un po' a Ted Tonks u.u
costui è un mio OC comparso in “Il lato più affascinante della luna è quello che non puoi vedere” da dove arriva un'altra OC che apparirà, Anastasia Silente che metto un po' ovunque se posso XD
all'incirca Miroslav avrà sui uhm 67 anni u.u ricordiamoci che Sven da solo ne ha quasi 30 e il suo papi non l'ha avuto prestissimo (c'è la moda di sposarsi a 18 anni pare -_- )  
la madre di Sven, Rosalia Krum, ha invece alcuni anni in meno, ma non meno di 55-56 u.u la conoscerete presto, vedrete quanto la amerete(?)
tra parentesi non so se ve l'ho detto che Sven fa parte di un'antica generazione di Purosangue
chissà se indovinate cosa potrebbe succedere se si scopre di Vic :D
ora vi saluto u.u perché il buon Ced ha inviato un gufo che fa bestemmiare Sven? u.u mah
tu lo sai nd Sven
certo, cocco <3
al prossimo!

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Capitolo 36
*** 36 - A scuola col nemico ***


Angolo Autrice:

ehilà! Sto andando circa come un treno XD ma una volta sbloccata, era ovvio che fosse così u.u con lo scorso capitolo – come notato – ho lasciato passare l'estate. In modo molto – forse troppo – rapido, ma considerate che non succedeva granchè u.u almeno per Vic che non le fregava niente del Quidditch xd e che Sven lavori ormai è assodato, ma quanto sarà che non si prende una vacanza quel pover uomo figo?
Forse lo scoprirete u.u
iniziamo l'ultimo anno di Vic * squillo di trombe ** che mi par ieri che ci è entrata per la prima volta! Ordunque ci saranno delle sorprese, del tipo vi svelerò presto che cosa ha spinto Bambolo Digg… cioè il nostro Cedric – che visto non con gli occhi di suo padre credo sia pure simpatico, che dite? - a inviare quel gufo a Sven.
E poi il Tremaghi, i Campioni, fake Moody – punto molto su questo, sappiatelo u.u – e tutte le bellezze che ci sono. Come sempre vedrete ben poco con gli occhiettini di Harry, ma visto che come vi ho detto che il buon Sven è cugino di Viktor, potrete avere qualche panoramica sulla parte di Durmstrang.
Neanche a dirlo inserisco una mia OC di altre storie, Anastasia Silente che appunto sta con la delegazione del nord u.u ma per quanto io ami la mia piccola e vispa settantenne, direi che non ha un ruolo determinante. Mica può fare tutto ovunque buahahahah non sarà però qui in questo capitolo u.u buona lettura :D

ci vediamo alle 11 sull'Hogwarts Express eh?u.u e per i Corvonero, in sala comune dopo!

volevo dirvi che sono senza pc - il mio - al momento in quanto è a far riparare <.< conto di riaverlo in settimana a dire il vero! in ogni caso ho già un altro capitolo pronto, anche se speravo di potermi mettere avanti un po' di più



 
Immagine allo specchio


36 – A scuola col nemico


“Non deve farlo, le va proibito”. Cedric si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo sentendo Sven Dietrich ripeterlo per quella che doveva essere la milionesima volta in un mese; come se fosse possibile impedire a Victoria di fare qualcosa, specie quella. A lui non sembrava neanche una cattiva idea, in verità non vedeva francamente il problema. “Ho già provato a parlarle, ma un'occasione del genere capita… beh quando è stata l'ultima volta che hanno indetto il Torneo Tremaghi? Non la si può biasimare se vuole provare” rispose sinceramente, osservando la ragazza da lontano che parlava con la bionda Luna. Era il primo settembre ed erano in attesa che l'Hogwarts Express permettesse loro di salire; non c'erano tanti studenti e genitori in quanto era ancora molto presto, ma era particolarmente sorpreso dal fatto che anche l'amica avrebbe viaggiato in treno. Ricordava con precisione l'ultimo giorno di scuola, non era neppure stata presente al banchetto finale ed era rimasta nella torre di Corvonero finché la scuola non era stata vuota. Non sapeva quale degli Auror l'aveva portata con sé a Londra, ma poteva puntare su Sven visto che era lì anche in quel momento.
“Non è un banale torneo, questo, qui chiunque può farsi male o anche perdere più di un po' di capelli per lo spavento” gli rispose di rimando l'Auror, osservandolo come se non credesse che non capiva quello che voleva dire. E in effetti lui non ci riusciva, in fondo qualunque cosa potesse tenerla impegnata che non fossero solo libri non era una cattiva idea, secondo il suo umile pensiero. Certo, poteva essere pericoloso, ma forse proprio per quello meritava un pensiero. Era una cosa a cui lui pure stava pensando… e poi in fondo erano in una scuola, c'erano dei controlli, no? Che poteva mai accadere di serio? E se si fossero presentati entrambi, era sicuro che se uno di loro fosse stato scelto, l'altro l'avrebbe spalleggiato e sostenuto: lui almeno avrebbe fatto così, lei invece? Fino a pochi mesi prima non avrebbe avuto alcun dubbio, ora invece non sapeva cosa pensare se non che poteva essere davvero una possibile scelta. Aveva chiesto a suo padre se sapeva come e chi avrebbe scelto il Campione, i criteri necessari, ma Amos Diggory aveva ammesso di non saperlo e che la cosa era tenuta sotto il massimo riserbo dall'ufficio per i giochi e gli sport magici, quello degli Auror e quello della cooperazione magica internazionale. Molto probabilmente, riflettè il ragazzo mentre si sceglieva uno scompartimento in cui trascorrere il tempo durante il viaggio, nessuno avrebbe detto niente prima del tempo e quella sera al banchetto di benvenuto il Preside avrebbe forse fornito loro altri dettagli. Era impossibile che non fosse così; dal momento che l'amica sembrava tranquilla – a modo suo – con Luna Lovegood, lui le avrebbe lasciate parlare senza intromettersi, poteva anche fare parte del viaggio con gli altri suoi amici senza farsi rintronare dalle stranezze di quella ragazza bionda.

“Bene, così voi siete quelli dell'ultimo anno: dalle vostre faccine direi che non avete la minima idea neppure di come mettervi le mutande dritte”. Cedric sgranò un momento gli occhi sentendo Moody – il professor Moody, per la precisione – rivolgersi a loro come se non fossero altro che un ammasso di gente di discutibile utilità; suo padre gli aveva detto che l'ex Auror era un tipo un po' particolare, ma non si era aspettato che li osservasse e parlasse a quel modo. Gli altri suoi compagni sembravano a loro volta sorpresi, ma nessuno osò rispondere o commentare in qualche modo; teneva in mano la piuma, ma quando l'occhio roteante del professore si fissò su di lui ebbe quasi un brivido e l'istinto lo portò a posarla rapidamente sulla pergamena. Eppure non aveva fatto nulla di sbagliato! Prendere appunti era una prerogativa delle lezioni, perché si sentiva in fallo? Scoccò un'occhiata furtiva a Victoria che era di fianco a lui, dalla parte del muro – in quanto aveva imparato lo scorso anno che era meglio rimanesse lì e non esposta alla classe – e pareva del tutto disinteressata. Normale. Questo non era cambiato; quel giorno però non c'era nessuno degli Auror soliti in circolazione. Cedric era abituato alla loro presenza, si sedevano in un angolo e non fiatavano, a meno che non fosse necessario; erano quasi trasparenti per certi versi, ma non perdevano mai di vista la ragazza. Quell'anno, invece, gli era stato detto che la loro presenza sarebbe stata più saltuaria: poteva capire il motivo, dovevano cominciare a gettare le basi per quella che sarebbe stata poi la vita della ragazza dopo la scuola, non potevano tallonarla ogni istante quando era inutile e ora sembrava capace di trascorrere parecchio tempo anche da sola.
Lui stesso ne era stato testimone e di sicuro durante le lezioni potevano lasciare fare agli insegnanti; c'era parecchia differenza rispetto a solo alcuni mesi prima, gli inizi a scuola erano stati tutt'altro che facile da gestire. Inoltre Moody era un Auror – o ex tale – perciò avrebbe di certo saputo cosa fare con lei in caso di problemi: ma alla fine della lezione Cedric non ne fu più così sicuro. Avevano cominciato a parlare di alcuni potenti incantesimi sulla magia nera – un argomento che di rado avevano toccato durante gli anni precedenti – quando erano arrivati a parlare di Creature dell'Oscurità.
Allora lo sguardo del professor Moody si era fissato su Victoria, un lungo silenzio ne era seguito da parte della classe, finché l'amica non aveva alzato gli occhi dalla pergamena su cui aveva appena scritto sentendosi osservata. Non si erano detti niente per un minuto buono, poi l'insegnante era passato oltre, per niente turbato o sconvolto dagli occhi privi di emozioni della ragazza e la cosa sembrava finita lì, finché non avevano provato alcuni contro icantesimi. A sorpresa il professore aveva voluto fare un po' di pratica con Victoria, con la scusa che aveva sentito parlare bene delle sue capacità di duellante quando si trattava della Difesa contro le Arti oscure.
Cedric era sicuro che fosse una scusa, ma non poteva certo dirgli lui di no, così era rimasto in disparte come gli altri compagni. Alcuni si erano anche nascosti dietro a un armadio prima che questo venisse distrutto da un Bombarda abbastanza potente; non si poteva negare che l'ex-Auror fosse in gamba in quanto aveva continuato a incalzare Victoria per tutto il tempo, a spronarla affinché facesse di più e “non si comportasse da smidollata” come quando cercava semplicemente di schivare e ritardava il contro attacco. “Dovreste essere tutti nella sua condizione se servisse a farvi tenere la bacchetta puntata contro il nemico” sbraitò verso di loro il professore, incurante del fatto che l'intera aula era sottosopra, che aveva ferito abbastanza la ragazza e che per finire aveva trattato quel duello come qualcosa di perfettamente normale. Invece a lui era sembrato tutt'altra cosa, quasi come se il mago volesse provocare la ragazza.
Ma no, per quale ragione? Se lo chiese più volte mentre tornava verso la sua Sala Comune dopo essersi accertato che l'amica si sarebbe ripresa; l'insegnante in persona l'aveva accompagnata in infermeria, lasciandosi dietro un sacco di rimbrotti e l'appello a essere sempre costantemente vigili. In fondo, si disse camminando in modo tranquillo, non la conosceva e forse… si bloccò, fece improvvisamente dietrofront e accelerò il passo. Poteva essere una sciocchezza, ma meglio riferire subito ciò che pensava anche a costo di sembrare sciocco.

“Ti dico che ti sbagli, ma hai fatto bene a riferirmelo: conosco Moody, è normale che ti sia sembrato strano, avresti dovuto vederlo quando entrava in ufficio e scopriva che qualcuno non stava lavorando”. Sven sistemò i capelli che sembravano reduci da una lotta con qualcuno, non prestando troppa attenzione a quello che gli stava dicendo Cedric Diggory. La presenza di Moody non piaceva a molte persone, per lo più adulte, ma era sicuro che il giovane stesse esagerando; non doveva aver mai avuto modo di vedere un vero duello in vita sua, per quanto… come gli era venuto in mente di mettersi a far combattere gli studenti alla prima lezione? Certo, da Alastor aspettarsi una lezione teorica e basta era come… come… come pretendere che Caramell desse degli stipendi adeguati a loro, ma pure un duellino era una cosa strana.
Ovvio che doveva avere impressionato il ragazzo, ma forse in fondo non era male che si cominciasse a far vedere un po' cosa succedeva al di fuori delle mura scolastiche. Ora però il dubbio si era insinuato, più vedendo l'ostinazione del ragazzo che per quanto appena sentito; da quello che ricordava, Cedric non gli aveva mai dato l'impressione di essere un ragazzo che si lamenta – al contrario di quel tale Zacharias Smith, che aveva da ridire su qualunque cosa accadesse e che lui non aveva previsto – e persino le varie performances del professor Piton non gli avevano mai dato modo di reclamare. “Vedrò di dirgli di non esagerare” promise infine per tranquillizzarlo, che era poi quello che voleva. Non era sua intenzione far attirare l'attenzione di tutti su Victoria, una cosa che aveva effettivamente dimenticato di accennare al suo mentore; non appena Silente lo aveva informato di aver scelto lui come nuovo insegnante, Sven aveva sì tirato un sospiro di sollievo, ma al tempo stesso aveva cercato di sfruttare la cosa a loro vantaggio. Con un ex Auror fisso a scuola, lui e gli altri potevano anche fare meno turni e dedicarsi anche agli altri compiti che non potevano trascurare. Adesso erano soltanto lui e Tonks ad alternarsi al castello, e neppure ogni giorno in quanto quel maledetto Torneo Tremaghi riempiva ogni momento libero; adesso Victoria era più stabile, meno incline a passare dall'apatia all'aggressività e poteva stare in mezzo agli altri senza aggredirli a caso. Insomma… che poi era vero questo, ma il solo fatto di essere circondata da tanti studenti aveva reso la giovane ancora più silenziosa e desiderosa del silenzio; non a caso di solito se ne stava da sola in biblioteca, oppure nella sua sala comune e mai – ma proprio mai – cercava volontariamente la compagnia degli altri. Cedric chiaramente quando avevano le lezioni o dovevano studiare, c'era sempre, così come la giovane Luna quando erano al tavolo dei Corvonero o nella loro torre, ma a parte loro… Sven era sorpreso, ma la situazione in quel senso non era cambiata, era proprio come i mesi precedenti; forse erroneamente l'estate lo aveva indotto a credere che qualcosa potesse essere differente. Se così aveva sperato, non si era avverato: sospirò mentre si dirigeva verso quelli che erano i quartieri a Hogwarts dove Alastor alloggiava, che sicuramente dovevano essere quelli di ogni singolo insegnante, cosa che gli aveva sempre fatto pensare di non capire perché mai ogni anno ne avevano uno nuovo. Ma quelli che accettavano quel posto non sapevano che entro un anno erano costretti a fare i bagagli e andarsene?
Scrollò la testa mentre entrava: Alastor era sempre come lo ricordava, del tutto incurante di ogni regola: perché aveva accettato di insegnare? Forse avrebbe dovuto chiedersi perché Silente voleva un docente così particolare per i suoi studenti; quando varcò l'ingresso ebbe la certezza che lui sapesse già che stava arrivando. Era sempre stato così, in fondo, di certo un dettaglio insignificante come essere diventato insegnante in una scuola non avrebbe cambiato le sue abitudini.
Gli parve solo un po' sciupato, ma forse era una sua impressione. “Allora, come sono i ragazzi?” esordì quasi allegro, sapendo che era il modo migliore per ottenere una risposta, cosa che avvenne con un grugnito atto a fargli capire che non avrebbe voluto averlo lì attorno. La cosa non lo offendeva comunque. “Un branco di bambocci, eri persino più bravo tu quando ti sei presentato al Ministero col tuo faccino da neo-diplomato e la convinzione che probabilmente non saresti riuscito neanche a fare due passi senza inciampare come quella sbadata di Tonks” disse il professore e Sven fu costretto a soffocare la risatina che gli era salita alle labbra. Se lo ricordava bene quel giorno, aveva passato molto tempo a rendersi presentabile e aveva esordito facendo la figura dello sciocco inciampando nel niente – proprio nel niente – davanti a un paio di Auror e tutto a causa della tensione. A neanche diciotto anni chiunque sarebbe stato nervoso… ora però era cambiato, molto più sicuro di sé ed era lui adesso che accoglieva i nuovi aspiranti, per pochi che fossero, anche perché più della metà non duravano molto tempo. Era comunque certo che avrebbe trovato il modo di lamentarsi dell'incapacità degli allievi, quindi il commento non lo sorprese più di tanto. “Sono ancora giovani, avranno modo di farsi le ossa” disse Sven, consapevole che non era facile ottenere dei buoni risultati troppo in fretta. Per fortuna a lui non sarebbe mai venuto in mente di mettersi a insegnare a Hogwarts… certo che no, ci tengo alla mia vita. Non che essere Auror fosse la garanzia di una vita lunga e felice, ma Hogwarts… ecco, c'era sempre qualcosa che non andava come doveva; e poi non aveva il dono magico che possedevano gli insegnanti, molto meglio occuparsi delle nuove leve da Auror… anche quello era insegnare, sicuro, ma in modo differente.
Moody sbattè qualcosa sulla scrivania. “Giovani? Sicuro, ecco la scusa ideale per lasciarli crogiolare nel loro calderone! Sai che quei pivelli del settimo anno fanno fatica a impugnare una bacchetta per un banale Sortilegio Scudo? E dovremmo mandarli la fuori a difenderci? Tanto vale scavarci già la fossa” sbraitò rumorosamente l'uomo e Sven trovò subito l'appiglio che cercava.
“A questo proposito… mi hanno riferito che hai messo in luce la studentessa di cui ti ho parlato; va bene farla allenare e istruire, ma ricordati che sia io che il Preside non desideriamo metterla davanti a tutti come un caso da studiare” gli disse senza troppi giri di parole, ricordandogli le condizioni che avevano stabilito. Sven era andato da lui quando aveva saputo che avrebbe insegnato a Hogwarts e gli aveva parlato di Victoria e del suo problema, di come sperasse in un suo aiuto dato che era comunque un mago preparato e capace di cose incredibili. Ed era stato chiarito senza margine di errore che non ci sarebbero dovuti essere problemi di sorta: in caso contrario, Sven avrebbe preso qualche provvedimento in merito anche se sperava di no.
Vide Moody osservarlo come se lo credesse del tutto demente. “La Windsor, dici? Forse è il caso che tu smetta di fare la chioccia con tutti, ha più sangue freddo di quanto non pensi: senza contare che so come trattare la magia nera, dovresti saperlo”. In qualche parole quelle parole gelarono Sven, più per l'indifferenza con cui erano state pronunciate che per il significato intrinseco; lui non aveva mai pensato in quei termini di Victoria, anche perché non c'era nulla di oscuro. Non era stata resa così da un incantesimo di magia nera, anche perché in quel caso ci sarebbe stata una soluzione… e no, quella non esisteva. Loro potevano impegnarsi finché volevano, ma i loro sforzi non avrebbero modificato la realtà ed era quello che non gli piaceva. “Dove hai visto la magia nera? Non ha nulla di nulla, se non...” si interruppe un attimo, come se fosse in cerca delle parole giuste “… se non l'assenza dell'anima, questo non deve assolutamente trapelare, Alastor, neanche tu sai come gestire un caso simile”.
Era vero. Da quello che si sapeva di chi veniva privato senz'anima… beh niente, di solito era lasciato al suo triste destino, forse perché anche il senno era perduto e quindi non erano in grado di potersi costruire una vita; il Guaritore aveva ammesso che forse Victoria era l'unico caso al mondo di quel tipo e che alcuni dei suoi colleghi avrebbe voluto studiarla per capire se eventualmente aiutare gli altri vittime dei Dissennatori. Solo all'idea aveva avuto i brividi, ma non era stato concesso e anzi, tutto era chiuso in un silenzio innaturale: a conoscere la verità erano in pochi e neppure tutti gli insegnanti di Hogwarts erano stati informati. Meno gente lo sa, più possibilità ci sono che rimanga tranquilla. Così avevano detto e ci credeva, anche se poi molto dipendeva da cosa si intendeva per tranquillità; il fatto che il suo stesso mentore ritenesse Victoria un caso da studiare lo turbava, non l'aveva mai ritenuto così… inumano. O era lui a vedere la cosa dalla prospettiva sbagliata.
Moody però sembrava quasi divertito. “Vuoi forse insegnarmi il mestiere? Comunque puoi stare tranquillo, non ho intenzione di metterla su un palcoscenico come quelli di Allock… no, però intendo comunque impedire a te e a quei perdenti che ti porti dietro di tenerla sotto a una campana. Tanto varrebbe gettarla ad Azkaban in quel caso”.
Sven si chiese se avesse sentito bene: non la teneva di certo imprigionata o… e per un momento ebbe il sentore che quelle parole fossero molto più vere di quanto non credesse: non si impegnava così tanto per proteggerla? Forse stava… esagerando e ci voleva un approccio differente? La stava tenendo – come diceva lui – sotto una campana di vetro rendendole quindi impossibile eventualmente vivere in futuro senza alcun aiuto?
In effetti non riusciva a vedere Victoria impegnata in un futuro, ma scacciò il pensiero in fretta. “Sì ok insegnale pure cose nuove, dico solo di non esagerare; già fatichiamo a farle fare cose normali oltre lo studio, se la metti ancora più sotto pressione dubito che potrà migliorare. E ora ti lascio a scovare i tuoi complotti, non vorrei mai che te ne sfuggisse uno parlando con me” disse Sven lasciando quasi con sollievo la stanza. Quello sarebbe stato un anno duro, ne era certo.


“Rifletti, dove lo troveresti il tempo per partecipare?” Sven quel giorno tallonava Victoria, deciso a non cedere sulla sua convinzione che non si dovesse neppure candidare per il Torneo Tremaghi; in un altro momento non avrebbe avuto nulla da ridire anzi, probabilmente l'avrebbe anche incoraggiata… ma adesso no. Era troppo pericoloso e non perché credeva che la strega non potesse affrontare le prove… era come per la sua pozione, si disse con un brivido: ci si sarebbe buttata anima e corpo – beh, anima per dire, ma di certo non le mancava lo zelo – e lo avrebbe usato come scusa per non cercare di stare con i suoi amici a scuola. C'era però da dire che alla fine le era rimasto solo Cedric e la piccola Luna, anche se il ragazzo era stato un po' più assente in quelle settimane sia per lo studio e sia perché pure lui aveva consegnato il suo nome per il Torneo e quindi i suoi compagni di casata lo portavano in gloria; in compenso Luna Lovegood era inseparabile quando non era alle lezioni, trascorreva senza battere ciglio tutto il suo tempo libero assieme a Victoria, che fosse per studiare assieme o per rilassarsi. Era un bene.
La strega lo ignorò, ma lui decise di non desistere, martellandola di previsioni catastrofiche finché lei non si bloccò sul posto, poco prima dell'ultimo corridoio che portava alla Sala Grande dove il Calice di Fuoco era stato posto per permettere agli studenti di candidarsi. “Vuoi stare zitto? Preferisco senza dubbio tuo cugino, almeno lui non mi tedia come fai tu: parteciperò, che ti piaccia o no lo farò, ma se devi continuare a stressarmi puoi anche andartene al Ministero. Non mi sei di alcuna utilità, né tu e neppure i tuoi colleghi: non siete voi che vi siete fatti scappare un criminale senza bacchetta, chiuso in cella qua a scuola?”
Sven si bloccò, dicendosi che avrebbe preferito essere stato schiaffeggiato: quando la strega voleva ferirlo, le bastava usare le parole come aveva fatto in quel momento. E quello che gli dava fastidio era che un fondo di verità esisteva in quelle frasi che aveva appena sentito; Sirius Black era effettivamente sgusciato sotto ai loro occhi e nessuno aveva potuto fare niente. Inoltre lui non era stato presente quando il Dissennatore l'aveva aggredita all'interno della scuola, un'accusa che non aveva detto in quel momento, ma già alcune volte se ne era servita per sottolineare la sua incapacità, tanto che Sven doveva ricordarsi con chi aveva a che fare. Fortunatamente era abituato a certe pressioni, solo che era ugualmente fastidioso; non le rispose, ma neppure continuò a seguirla, in fondo che facesse quello che voleva, dubitava anche che venisse scelta in quanto la storia magica vantava una maggioranza di studenti Grifondoro e Serpeverde tra i Campioni, prima che venisse interrotto.
Mio cugino… ma sicuro, la compagnia ideale. Sven aveva personalmente presentato i due ragazzi, convinto che avrebbero fatto amicizia e in un certo senso era così; nessuno dei due era molto loquace quindi si intendevano alla perfezione. Viktor era arrivato al punto che se andava in biblioteca, si sedeva al suo tavolo: i due si salutavano con qualcosa di simile a un grugnito e poi non parlavano per ore e ore. La compagnia ideale, certo, per chi non ne voleva; scrollò la testa dicendosi che avrebbe potuto anche essere peggio, poi vide che la ragazza stava tornando alla torre passando per un'altra strada.
Poche ore dopo, mentre entrava di nuovo in Sala Grande per il banchetto che avrebbe annunciato i tre campioni, rimase sorpreso perché fu lei ad avvicinarglisi. “Non l'ho fatto, non mi interessa nulla di uno stupido torneo. Ho buttato nel Calice un foglietto vuoto tanto per farti credere che volevo partecipare; ora scusa, vado a sedermi con Luna e a ridere dei poveracci che verranno scelti per finire nei guai.” Sven pensò quasi di avere sentito male, ma poco dopo si sentì molto più sollevato. Anche se avrebbe dovuto metterle un freno con tutte quelle provocazioni, prima che gli venisse un infarto per la preoccupazione prima delle feste di Natale.



 
Note autrice:

ed eccoci qui u___u come me la cavo col nostro piccolo (mica tanto) Cedric? Finora l'avevo un po' ignorato e me ne scuso, ma per le lezioni penso che Sven potesse essere un po' noiosello u.u inoltre considerando che hanno appurato che la fanciullina ormai si controlla, sarebbe assurdo che le fosse alle calcagna peggio che uno stalker xd
però c'è u.u
e si fida di Moody
quanto odio sta cosa ç__ç insomma, sarà che noi sappiamo chi è, ma ingannare tutti è difficile e odio che ci riesca ç___ç
ci saranno molte interazioni comunque tra Victoria e fake Moody ve lo anticipo, anche se non tutte ve le racconterò u.u
c'è un perché, vediamo se indovinate quale :D
Victoria e Viktor hanno molte affinità come vedete, lui è molto loquace e lei pure XDDDD andranno stradaccordo u.u (si scrive tutto attaccato? Me l'ha insegnato Allock u.u)
la cosa che mi fa un po' imbestialire è che stando ai libri, gli Auror sono praticamente inutili e mi tocca fargli fare la figura dei fessi a favore di tutti sti ragazzini -_- che nervi! Ma prima o poi avranno il loro momento d'oro, ve lo prometto è__è
penso che inserirò il buon Percy perché il signorino sappiamo che fa la figura del babbeo nel non riconoscere che Crouch era mezzo posseduto e comunque ci tengo che lui e Vic interagiscano ancora :3
comunque penso che questo anno scorrerà abbastanza rapidamente perché mi fremono le dita per il dopo Hogwarts che non avete neppure idea *__*
una cosa che sicuramente non vi è sfuggita è che Victoria provoca molto volentieri Sven, questo uomo ha 'na pazienza infinita secondo me XDDD e lei la trovo un po' detestabile, ma dato che è senz'anima, non poteva certo essere carina e coccolosa
e così decide di non proporsi come Campione
ci sono varie ragioni in verità, ma indovinerete quella principale? Vediamo :D
al prossimo
!

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Capitolo 37
*** 37 - Inespicando tra le nuvole del dubbio ***


Immagine allo specchio 37 Angolo Autrice _


ed eccoci quindi con il 37: questo è particolarmente incentrato su una cosa che voi forse credevate io mi fossi scordata u__u e invece no
ovviamente entreremo nel vivo del torneo, anche se visto un po' da fuori non sarà così rilevante in quanto ho appurato che mi interessava di pià vedere le cose che succedono al di fuori u.u
fa finalmente – per me <3 – la sua comparsa Anastasia :3 sarà utile per un colloquio
per ora non ve l'ho ridetto, ma Kaiser rimane assieme a Orion Dietrich u.u mi piange quasi il cuoricino devo dirvelo ç__ç il mio cucciolino
vabbè non è mica morto :D
buona lettura!

rassicuro che i Babbani mi hanno dotato di un nuovo pc :3 in quanto l'altro era così distrutto da spaventare anche i coraggiosi che ci avevano messo le mani u.u sto per concludere il 38, che credo sarà particolarmente lungo xd


Immagine allo specchio


37 – Inespicando tra le nuvole del dubbio




Ad attirare l'attenzione della studentessa fu la Thestral poco distante dal veliero; Alyssa stava muovendosi sulle rive del Lago Nero come aveva fatto tantissimi anni prima, attirando a sé la curiosità di quella ragazza. Anastasia osservò la scena con attenzione, cercando di vedere più di quello che gli occhi le consentivano; decenni di ricerche, incantesimi complicati e sorprese più o meno belle non l'avevano preparata a quell'incontro e non era giunta a Hogwarts per quello, ma solo perché non si fidava per nulla di Karkaroff. Come poteva essere che il Consiglio avesse eletto come Preside di Durmstrang un vigliacco come quello? E anche criminale, visto che era stato incriminato dopo essere stato catturato come Mangiamorte… la donna si era fatta una ragione di quello, ma proprio in virtù di quanto sapeva, aveva accettato di trascorrere quell'anno lontana da casa; doveva essere il suo congedo, quello, dopo la fine del Torneo Tremaghi sarebbe andata in pensione. Cinquant'anni di insegnamento erano tanti, nel meglio e nel peggio di quello che aveva fatto; inoltre doveva considerare anche il fatto che volare sulla scopa era più pericoloso alla sua età.
Ma ora era lì anche perché quel maledetto Marchio le pizzicava il braccio come mai era accaduto da almeno quattordici anni, e una chiacchierata con lo zio Albus l'aveva convinta a quel passo, c'era decisamente qualcosa di strano nel fatto che sembrava essersi rivitalizzato e per alcuni segni curiosi che le aveva riferito. Ora però persino le sinistre promesse del futuro erano messe da parte mentre osservava la sua prossima ospite: era giunta voce anche a lei del fatto che l'anno precedente un Dissennatore aveva aggredito una studentessa, ma come pensava prima, era un incontro a cui non era preparata. Di solito le vittime del Bacio erano dei vegetali che venivano sopressi o lasciati marcire ad Azkaban… lei no, vive… o per meglio dire, sopravvive
La donna non aveva idea di chi fosse veramente questa Victoria, ma ora che la vedeva osservare e toccare la sua Thestral, doveva parlarle: sia perché gliel'aveva chiesto lo zio, sia perché comunque era stata lei a chiederle un incontro. Di solito non li concedeva: la gente poteva chiamarla snob se lo desiderava, ma come Spezzaincantesimi era molto impegnata, non poteva raccogliere le richieste di chiunque. Si chiese chi aveva visto morire e considerò la totale assenza di paura che mostrava stando vicino a un Thestral. Si mosse in avanti, avvolta nel mantello che scacciava da solo il freddo: per una come lei che da tantissimi anni abitava nelle nevi e nei ghiacci del nord, quello che sentiva era quasi una passeggiata, ma l'età era quella che era, meglio non rischiare.
“Le piace essere grattata sulle guance” esordì una volta a portata d'orecchio, sorridendo in direzione della sua fida amica. La ragazza si voltò per guardarla e per la prima volta Anastasia si strinse il mantello più stretto attorno al corpo. Per tutte le entità sovrannaturali! Ha lo sguardo di un morto… lei credeva di avere visto tutto nella vita, ma quello. Represse un brivido e cercò di non scalfire il sorriso, per non darle a intendere che l'aveva turbata più di quanto non credesse. La giovane fece come le aveva suggerito e la Thestral emise un suono deliziato; non pareva per nulla sconvolta dall'indifferenza che emanava dalla ragazza anzi, pareva pure apprezzarlo. “Lei deve essere la professoressa Thorvaldsen, Vktor mi ha detto che la si può riconoscere dai capelli strani”.
Rise. Non riuscì a evitarlo: i suoi tre metri abbondanti di capelli ormai bianchi come la luna in un cielo scuro non potevano renderla anonima, e non si offese minimamente. “Ha ragione, a questo modo è impossibile fare confusione. Vieni con me, cara, starai sicuramente più calda nella mia cabina e poi sono quasi le cinque” disse la donna facendole cenno di affiancarla. Da vera inglese non mancava mai il rituale del the a quell'ora, abitudine adottata a casa e imposta a ogni membro della famiglia. La vide osservare l'interno del veliero, in quel momento vuoto in quanto gli studenti erano tutti all'interno del castello e Karkaroff chissà dove; c'erano varie cabine per gli studenti, mentre lei e Karkaroff ne avevano una privata, separatamente chiaro ed era proprio nella sua che la condusse. Un elfo domestico che indossava una veste con il blasone di Durmstrang si affrettò a preparare e servire il the, con tanto di biscottini, una cosa di cui lei di rado poteva fare a meno anche se non ne mangiava così tanti come in gioventù.
“Viktor è stato tanto gentile da dirmi che desideravi conferire… e in un certo senso, come ex-Corvonero, ho accolto la richiesta, ma temo che tu sappia già che io non posso darti quello che cerchi” esordì Anastasia dopo un paio di frasi senza senso che non avevano attirato neppure l'interesse dell'elfo; vide lo sguardo vuoto di Victoria posarsi sulla terza tazza che era stata preparata. “Noi siamo solo in due oppure lo offre al suo elfo?” La domanda poteva sembrare in qualche modo sfacciata, ma non l'avvertì che per curiosità. Anche perché loro erano effettivamente due. “Oh diciamo che… è per gli amici invisibili, se mai avessero sete potrebbero bere” disse con una punta di divertimento, consapevole che sarebbe sembrata una frase stupida. Ma la ragazza non poteva sapere che non erano soli, anche se lo sembravano.
Attese in silenzio, sorseggiando educatamente il the, poggiando poi la tazza sul piattino: si sentiva studiata in un modo come mai prima era accaduto, sentiva quasi gli occhi vuoti di Victoria trapassarle il corpo e non era affatto piacevole, ma sapeva che stava cercando di capire se la stava prendendo in giro. E non beveva. “Non ti piace il the? Eppure avrei giurato che una vera inglese come te non potesse farne a meno” le disse, già sapendo cosa avrebbe ricevuto in risposta: Victoria aveva infatti preso la tazza tra le mani, ma non accennava neppure a sorseggiarla. “Il professor Moody ci ha insegnato che solo gli sciocchi bevono qualcosa senza sapere che non vi siano cose strane all'interno” le disse. Un sorriso piuttosto ampio si aprì sul suo volto privo di rughe mentre osservava la studentessa che le parlava senza alcun timore.
Nessuna riverenza, sembrava che parlasse a una sua insegnante. “Moody è stato un grande Auror, anche se a volte tende a dimenticare che non siamo tutti così meschini da avvelenare gli ospiti; ecco, guarda, non accade nulla” le disse poggiando la tazza e prendendo quindi quella di lei, sorseggiando un po' del the all'interno. Era sicura che non avrebbe mai bevuto se prima non l'avesse fatto lei; posò la tazza sul piatto, come se tutto fosse normale e con un delicato movimento della bacchetta apparvero alcuni deliziosi biscottini dall'aria deliziosa e invitò la sua ospite a servirsene. “I Pan di Fuffole sono molto buoni, peccato che gli elfi di Hogwarts non ne conoscano la ricetta e mio zio Albus si dimentica sempre di insegnarglielo... tornando a noi. So che sei alla ricerca della tua anima, ma non la troverai venendo a parlare con me: anche se mi incuriosisce questo tuo desiderio, non dovresti provare nulla”.
Anastasia era sicura che il repentino cambio di argomento avrebbe sorpreso la sua interlocutrice, ma era ormai il caso di non farle perdere tempo; la vide prendere uno dei biscotti color cioccolato e dalla consistenza tipica delle nuvole che li rendeva tanto amati, per poi assaggiarlo quasi con cautela. Parlò dopo aver bevuto: era educata, ma quei gesti erano così meccanici da far sentire Anastasia come se fosse lei in quel triste stato. “Lo so... o meglio, pensavo potesse conoscere un modo o qualche informazione. Mi hanno detto che lei è una Spezzaincantesimi e ha svolto ricerche in ogni dove e in ogni modo, pensavo che una strega del suo calibro potesse indirizzarmi nella giusta direzione: gli Auror sono inutili, mi sono più d'intralcio di quanto non credano”. Parole secche in un tono duro che non dava adito a speranze su cosa la giovane pensava della propria situazione; la strega avrebbe voluto sorridere, ma non lo fece perchè non c'era niente di divertente in quanto sentito. Sapeva che gli Auror facevano quasi da balie a quella giovane, ma sapevano quanto erano disprezzati? Perchè quello era disprezzo, una cosa che lei mai avrebbe pensato di sentire in una senz'anima; si sporse leggermente più avanti con le spalle, quasi in modo confidenziale.
“Eppure fanno tanto per te, lo sanno?” Non rispose alla sua domanda, non ora che erano entrate in un argomento interessante su cui poter scavare e ricavare qualche indizio; non aveva chiaramente una soluzione, ma allo stesso tempo era anche quello un suo lavoro. Gli Spezzaincantesimi erano versati nelle arti magiche, molto più che altri: erano quasi coloro che mettevano alla prova i limiti del loro mondo, andando a trovare le cose più compesse, i segreti sepolti nell'antichità e li risolvevano. Alcuni cercavano tesori, altri si specializzavano in alcune branche, altri ancora partivano all'avventura per luoghi misteriosi e altri ancora insegnavano; lei si era gettata in tutto questo e più, ma il suo ramo era la branca del mistero. Come il suo caso, pensò osservando gli occhi grigi spenti della giovane. Non aveva però mai esteso la cosa al campo dei Dissennatori... e ora capiva perchè suo zio non l'aveva lasciata in mano a maghi esperti. Era un “caso” e come tale sarebbe stata trattata, sbattuta sulla prima pagina di ogni giornale, nelle grinfie di gente senza scrupoli che l'avrebbe sfruttata in più modi per capire fin dove arrivassero i suoi limiti magici e non... invece l'aveva protetta con la potenza del suo nome, una cosa che nessuno aveva contestato. Nemmeno il Ministro se ben aveva capito, ed era lasciata alle cure di Auror responsabili; conosceva di fama Sven Dietrich e sapeva che non era freddo e cinico come altri, ma aperto e sensibile proprio come suo padre, che lei aveva conosciuto ai propri esordi di insegnante a Durmstrang... così come alcuni degli altri Auror. Le consentono una vita normale, nella sua anormalità... ma quanto durerà? Era intelligente da quello che aveva saputo e anche i gesti non la smentivano, ma cosa le sarebbe accaduto non appena buttata nel mondo reale?
L'avrebbero tenuta sotto a una campana di vetro così si sarebbe guastata e  morta del tutto oppure sarebbe stata lasciata sul ciglio della strada, dimenticata da tutti? Era difficile da prevedere... inoltre la cosa neppure la riguardava, se non per quel colloquio.
Non faceva molti gesti, ma quando la vide mettersi più dritta rimase sorpresa. “Lui lo saprebbe, se ci pensasse: non fa che starmi addosso, dirmi cosa devo fare, cosa dire e qualunque altra cosa LUI ritiene giusta: non lo sopporto più, ma non posso liberarmene... lei non è un problema, ma proprio lui non riesco a sopportarne la continua presenza”. Si è irritata... un breve guizzo negli occhi, ma c'era! Anastasia non rispose subito: sembrava che un lieve barlume fosse rimasto dentro la ragazza, come se fossse stato separato dal resto dell'anima, ma in modo involontario... per un momento aveva pensato quasi a un Horcrux, ma la ragazza non era tanto pazza da mettersi a uccidere qualcuno per spezzare l'anima. No, quello era qualcosa di diverso, di involontario, e di tutti gli argomenti era uscito quando aveva parlato del capo Auror. Era stato qualcuno di importante? Non vedeva come, ma decise di indagare ulteriormente. “E il tuo amico Cedric? Ho sentito che siete molto amici e che siete inseparabili”.
La tazza fece rumore sul piattino. Eccolo, di nuovo. Più rapido di prima a sparire, ma era apparsi nelle sue iridi. “Cedric ha i suoi nuovi amichetti, ha il suo stupido Torneo a cui pensare; non ha più tempo per me e io non ne ho per lui” disse con indifferenza, ma la strega aveva capito il trucco e non aveva bisogno di vederlo succedere di nuovo. “Non può certo avere un amico solo, non credi? “azzardò la donna, consapevole che stava inoltrandosi su un sentiero pericoloso: la vide scrollare le spalle con indifferenza. “Certo che no, ma fino a prima non erano molti a considerarlo: da quando è Campione improvvisamente sono tutti suoi amici, non ha ancora capito che non appena commetterà uno sbaglio lo getteranno da parte e si dimenticheranno di lui. Ma sarò lì quando succederà a dirgli che glielo avevo detto”.
Crudeltà. Quella nella giovane esisteva, ma poteva anche essere  una mera conseguenza del suo stato. Le da fastidio essere dimenticata in favore di altri amici e non teme di ferirlo, ma non gli chiederà di tornare perchè non può farlo. “Capisco... non so se esista qualcosa in grado di aiutarti, ma se anche fosse, sarebbe magia della più oscura e letale che comporterebbe un grosso e pericoloso prezzo. A voi studenti sembrano solo chiacchiere, ma non avete idea di quanto si debbano temere le conseguenze dei propri gesti” le disse infine, senza misurare le parole, cosa che era poi quello che lei cercava; non era venuta da lei per sentirsi consolare, voleva sentire la cruda e fredda verità... per fingere che non le importasse. “Lo so che ci sono cose peggiori della morte, professoressa, l'ho sperimentato di persona” controbattè la studentessa, forse piccata sul vivo, ma Anastasia non chiese scusa e capì che si riferiva al suo stesso stato.
Si sentiva vuota e non poteva colmarlo. Doveva essere la cosa più terrificante di tutte e non sapere come poterla aiutare era per lei ancora più brutto; la chioma bianca si mosse mentre lei spostò il braccio per prendere quella piccola fialetta che Victoria aveva posato di fronte a lei sulla scrivania. “Ho preparato una pozione... l'ho iniziata due anni fa in vista dei G.U.F.O.e l'ho terminata ora; il professor Piton non ha mai pensato che ce la facessi, ma io so che è perfetta e funziona. Le darebbe un'occhiata se ha tempo? Se funzionasse... se funzionasse allora potrò servirmene io stessa e magari trovare questa risposta che cerco, o morire nel tentativo. Non mi servono stupidi Auror sentimentali o gente che mi compatisce per decidere del mio futuro, ma solo un po' di ingegno e astuzia”.
Il liquido nella fialetta era di un tenue color argento e pareva muoversi, come se fosse ancora all'interno del paiolo in cui era stato preparato. “Lo guarderò appena avrò tempo, ma ti dovresti fidare del tuo insegnante e del suo giudizio” le disse. A lei Severus Piton non diceva granchè, ma la sua fama lo precedeva e non in positivo; allo stesso tempo non fu affatto sorpresa quando si sentì rispondere che era lui a non fidarsi di lei e che non l'avrebbe mai presa sul serio prima di andarsene dalla nave. Anastasia sospirò. Alla sua veneranda età non aveva bisogno di certi problemi, eppure era ugualmente intrigante, non poteva negarlo; prese un piccolo paiolo e con la bacchetta ci versò dentro il liquido argenteo, poi voltò lo sguardo verso l'angolo. “So che sei lì Sven Dietrich, sei bravo a Disilluderti, ma ora esci dall'ombra e aiutami a capirci qualcosa”. Magari in due avrebbero risolto l'enigma di quella ragazza.


“Questo vestito è orribile  ed è uno spreco di tempo essere qui; non dovevi catturare Sirius Black forse?” La voce di Victoria era atona e Sven non badò più di tanto a quello che gli aveva appena detto; era consapevole che in qualche modo lei volesse vendicarsi... e allora che facesse, a lui la cosa non dava alcun fastidio. Non troppo, almeno. “Non ha senso non partecipare, ti saresti annoiata a morte in torre e poi non si sa mai che Black abbia deciso di venire al ballo anche lui, magari vestito da ragazza: ti perderesti un vero spettacolo e catturandolo qui potrei pure azzardare una richiesta di aumento di stipendio al Ministro” rispose pacato, consapevole che ben difficilmente il noto ricercato avrebbe rischiato di farsi vedere in pubblico. Proprio lì. Anzi, gli ultimi avvistamenti volevano il criminale a sud, molto lontano quindi dalla scuola; inoltre – ma questo Victoria non lo poteva sapere – per lui il caso Black era solo una copertura e il vero fulcro delle indagini era affidato a Kingsley in quanto aveva ricevuto un'altra missione. Era rimasto via alcune settimane alla ricerca di indizi sulla scomparsa di Bertha Jorkins, ma di questo non aveva sparso la sua notizia in giro; si era mosso in Albania cooperando con alcuni Auror del luogo, ma non avevano trovato indizi rilevanti. si era addentrato al punto che si erano ritrovati nella zona di cui si diceva fosse stata la dimora dello spirito di Colui-che-non-deve-essere-nominato, ma anche lì niente...
Oh qualche traccia c'era in verità, ma non della strega scomparsa. possibile che fosse davvero sparita nel nulla?
Sta tornando.
Un brivido lo percorse: la piccola chiacchierata con la professoressa Thorvaldsen aveva fatto luce su alcune cose, sia su Victoria e sia su alcune delle cose strane che stavano accadendo, dettagli che fino a quel momento non aveva collegato come pezzi dello stesso puzzle... eppure.... era possibile che stessero godendo degli ultimi attimi della pace di quegli ultimi quattordici anni? Non sembrava possibile, ma qualcosa gli diceva che quelle coincidenze tutte assieme erano bizzarre; il Marchio Nero alla Coppa del Mondo aveva fatto solo prendere uno spavento, e irritato gli Auror in quanto questo aveva ricordato come non tutti i colpevoli fossero finiti ad Azkaban come meritavano. Una beffa, ma non solo quello se doveva stare a sentire Silente e la sua bizzarra nipote.
Scrollò la testa, a una festa non ci sarebbe dovuto essere posto per quei pensieri, ma osservando di sottecchi la sua dama che ostentava la solita espressione vuota, si disse che non avrebbe dovuto avere dubbi su come in realtà sarebbe andata la serata. In quale stupido universo alternativo aveva potuto anche solo pensare che quel ballo la rivitalizzasse? Aveva ancora presente l'occhiata che gli aveva scoccato quando le aveva detto che ballare le avrebbe fatto bene; non era molto diverso dal far danzare un manico di scopa, rigido e per nulla accomodante, solo dotato di lingua tagliente.
"E poi non avevo ancora avuto modo di indossare la nostra nuova uniforme da cerimonia, aveva fin troppa polvere" disse infine alludendo a quello che portava addosso; Victoria lo aveva in verità già notato quando lo aveva visto e gli aveva detto che somigliava alle divise degli ufficiali della Marina dei Babbani o così aveva capito lui, che non ne aveva comunque mai viste, ma le credeva sulla parola. Difficile dire se quello fosse stato un complimento o solo quello che pensava; al contrario invece lui aveva dovuto riconoscere che la ragazza faceva una figura semplicemente stupenda con il vestito che indossava e che - come gli aveva già ampiamente rinfacciato quella sera - Tonks l'aveva praticamente messo addosso con la forza. Evidentemente non aveva voluto farlo da sola e si era piegata solo verso la fine, se non diventando accomodante, quantomeno aveva collaborato in modo minimo. Non sapeva chi avesse avuto l'idea di farglielo fare a quel modo, ma le stava d'incanto: il blu della stoffa richiamava chiaramente il colore principale della sua casata, impreziosito solo con qualche piccola decorazione sottile attorno ai fianchi e - cosa per lui incredibile - dei guanti bianchi che le arrivavano fino ai gomiti. Che cosa aveva detto? Ah sì! Una principessa nel mondo dei Babbani non gira mai senza i guanti, così gli aveva detto in tono solenne; se fosse vero lo ignorava, però le davano un'aria importante rispetto agli altri presenti e non se li era levati neppure per mangiare.
Aveva lasciato i capelli sciolti e se si notavano era solo per la fascia color oro che glieli teneva lontani dal volto... e da quel girasole che doveva averle messo la Lovegood, l'unica cosa che la faceva sembrare davvero viva visto che comunque l'effetto di tanto splendore era guastato dallo sguardo vuoto e l'espressione completamente indifferente; fortunatamente la Sala Grande era troppo affollata di studenti che si divertivano poer fare caso a loro e dopo un po' Sven pensò che non sarebbe stata una cattiva idea lalsciarla tornare nella sua torre, solo che non voleva dirglielo lui per non sembrare ansioso di liberarsene.
Era un bene essere abituato a resistere sotto stress o non avrebbe potuto reggere la serata; si era appoggiato a un muro con Victoria che sedeva poco distante a un tavolino in dispparte rispetto agli altri, osservando il via vai degli studenti scatenati fino a quando non arrivò Viktor con la sua partner; Sven li invidiò in quanto per tutto il tempo si erano divertiti, li aveva già osservati alcune volte e non aveva dubbi che almeno per suo cugino la serata era andata molto meglio che la sua. "Allora, vi divertite?" Esordì proprio così Viktor, più rivolto a Victoria che a lui, pur sapendo che non avrebbe ottenuto chissà quale risposta e difatti non fu smentito.
"Adesso sì" disse invece la ragazza e Sven ne fu sorpreso, almeno finchè non si rese conto di cosa stava parlando; le aveva già visto il bicchiere in mano, ma se ben ricordava era quasi vuoto mentre ora sembrava appena riempito di uno strano liquido. "E' il tuo secondo drink?" indagò subito, consapevole che sì c'erano alcolici, ma in modo moderato in quanto c'erano comunque studenti minorenni; attese la risposta che non si rivelò essere proprio quella che pensava, ovvero Victoria asserì che quello non era il secondo, ma il sesto visto che comunque non le faceva male.
Il sesto? Qui finisce al San Mungo se non prende qualcosa per controbilanciare... Sven non sapeva che a Victoria piacessero gli alcolici, non in modo così consistente e non ebbe alcuna esitazione nel muovere la bacchetta e trasformare in acqua quello che stava per bersi. Ci mancava soltanto che si ubriacasse; non se ne era accorto perchè non parlava quasi mai, ma solo per quelle poche parole capì che la voce era leggermente impastata e quando si alzò - presumibilmente per sfogare su di lui l'irritazione per il suo gesto - vide chiaramente che era malferma sulle gambe e inespicò aggrappandosi di fortuna alla sedia per non cadere. "Su vieni, ti porto in un..." stava per dire che la portava dal professor Piton, per una pozione che contribuisse almeno a farle passare un po' quello stato, quando Victoria aprendo la bocca per parlare la richiuse subito con la mano e poco dopò vomitò elegantemente su una delle ragazze di beauxbatons che passavano proprio da lì, strappandole uno strillo acuto.
Ok, la serata è finita, si disse Sven acchiappando la giovane Corvonero e decidendo che era meglio non dare spettacolo sgradito anche se dubitava di poter evitare di essere pure lui imbrattato di vomito. Se la Skeeter è qui, domani sarò in prima pagina con l'uniforme ufficiale... piena di vomito di una sbornia... per un momento Sven avrebbe voluto ridere per l'assurdità della cosa. Guadagnarono l'uscita abbastanza rapidamente e l'Auror decise che una bella notte in infermeria alla ragazza non avrebbe fatto male; il professor Piton poteva anche avere qualche pozione pronta, ma dopotutto madama Chips poteva fare lo stesso e assicurarsi che Victoria sarebbe uscita da lì solo da sobria e in perfetta salute.


Note:

allora, eccoci! capitolo molto di passaggio, mi ha anche creato un po' di difficoltà la parte del Ballo in quanto volevo inserirla, ma ero incerta su cosa far succedere e poi volevo scrivere da tempo di una Victoria un po' sbronza XDD non so neanche se ci fossero alcolici al ballo, ma magari qualcuno di non troppo forte sì u.u
spero che la comparsata di Anastasia vi sia piaciuta :D mi serviva per fare un po' il punto della situazione di Vic u.u Anastasia è la nipote di Albus Silente u.u è figlia di Ab, per capirci e per qualunque dettaglio vedasi la long Profumo di Tenebra u.u
Gli Auror sulle tracce di bertha u.u ebbene sì u.u inoltre Sven ha qualche indizietto in più proprio da Anastasia su alcuni segni... ora per evitarvi di farvi chiedere perchè, la donna ha il marchio nero perchè il BUON voldy gliel'ha imposto quando erano ancora a scuola u.u ecco perchè mette la pulce nell'orecchio di Sven u.u del resto mi sa strano che nessuno sospetti proprio niente a parte Silly u.u e facciamoli lavorare sti ministeriali u.u
la divisa da cerimonia degli Auror è una mia invenzione u.u
vi piace il vestito di Vic? <3
la parte dei guanti è solo una mia fissa, non so se sia vero XD
bene ci vediamo al prossimo che vedrà sicuramente un salto in avanti perchè voglio arrivare all'ultima prova u.u

ah sì, cosa si saranno mai detti Sven e Anastasia?u.u mistero u__u

p.s. ve la ricordavate la pozione che sta preparando Vic? <3

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Capitolo 38
*** 38 - Oblio ***


immagine allo specchio 38 Angolo Autrice _


ciao! ho optato per un drastico salto temporale piuttosto di un altro capitolo sul niente... perchè effettivamente non accade granchè, le prove le conosciamo e quindi siamo giunti alla conclusione del Tremaghi
le cose che accadono le sapete, solo che ho variato alcune cosucce in vista di sorprese future u.u che spero saranno gradite xd come ho detto, un po' più di spazio a questi poveri Auror  che tecnicamente sono dei gran maghi e invece la nostra Queen Jo li tratta un po' come dei pirlottidi in quanto a risolvere le cose più complesse ci pensano i minorenni u.u
un'altra cosa: sono di questi giorni gli spoiler di The Cursed Child, l'opera teatrale basata appunto sul fandom Potteriano. La sottoscritta non ne terrà conto per la storia nè rivelerà altro così iamo tutti felici, in quanto a me non è mai piaciuto granchè come trama xd


Immagine allo specchio


38 – Oblio




Quando la piuma della ragazza venne posata sul banco e la pergamena consegnata all'esaminatore, Sven seppe che era definitivamente finita: niente più illusioni o altro, Victoria aveva terminato gli esami M.A.G.O. e come tale presto sarebbe stata una strega adulta e diplomata con solo la scelta di cosa fare nel suo futuro. Il loro lavoro come suoi custodi - se così si potevano definire - era pertanto terminato; Sven aveva immaginato mille volte quel momento l'anno precedente, prima che la ragazza mutasse così drasticamente la sua condizione... e no, non era per nulla andata come aveva ipotizzato. Aveva mille domande su cosa sarebbe successo ora, ma non poteva porgliele perchè in fondo neppure lei lo sapeva; oh aveva sentito i suoi progetti, tutti uno più vago dell'altro e non aveva poi così desiderio di scoprire se avesse poi deciso per qualcosa.
I mesi erano trascorsi in modo lento, quasi apatico, senza nessun risultato concreto: lui non aveva trovato  Bertha Jorkins, Sirius Black ancora latitava facendosi beffe di loro e Victoria... era sempre la stessa fredda e apatica ragazza e niente era in fondo cambiato. Persino il torneo non era più una grande novità, anche se ormai sarebbe infine terminato: di lì a poche ore, difatti, avrebbe avuto luogo l'ultima prova e bene o male anche quello sarebbe stato soltanto un ricordo, almeno per loro Auror, dato che gli studenti e i professori sicuramente non lo avrebbero scordato tanto presto.
Seguì Victoria mentre usciva dall'aula dove aveva svolto con gli altri lo scritto finale di Rune Antiche, cercando di non farsi travolgere dagli studenti fin troppo felici di essere liberi dalla fine degli esami, ma si rese subito conto che qualcosa non andava perchè la ragazza sembrava quasi esitante, come incerta su dove volesse dirigersi. Sven era sicuro che sarebbe andata nella Sala Grande per il pranzo, ma sembrava muoversi a scatti, come un'automa. "Sicura di sentirti bene? Mi sembri strana" le disse schiettamente avvicinandosi e, inaspettatamente, lei si fermò e lo considerò; solitamente tendeva a ignorarlo, a rifilargli uno sguardo vuoto o anche una risposta poco gentile, ma di certo mai rallentava. La cosa lo insospettì subito, specialmente perchè gli parve che stesse aspettando che il corridoio fosse vuoto prima di parlare. "Non so come ne sono sicura, ma so che stanotte ho fatto qualcosa di sbagliato: mi ero chiusa in biblioteca - senza permesso, chiaro, ma era solo per un ripasso dell'ultimo momento - e mi sono ritrovata poi a camminare verso la torre senza sapere cosa ho fatto in mezzo".
Sven rimase sorpreso perchè non si aspettava nulla di simile; era già raro che Victoria trascorresse la notte fuori dal dormitorio, ma che fosse stata al di fuori della biblioteca era ancora più bizzarro. Sorvolò sull'essere senza permesso, ma la storia gli sembrava curiosa e la incitò a continuare: aveva imparato a non sottovalutare niente, anche se magari poteva essere solo la tensione da esami che aveva colpito anche la vuota e indifferente Corvonero. La vide guardare fuori dalla grande finestra prima di riprendere a parlare. "Sono sicura che c'entra qualcosa l'ufficio del professor Piton... e il professor Moody. Ho un distinto ricordo di lui, ma non so perchè, ho come un vuoto di memoria subito dopo e poi ricordo di aver percorso la scala che porta alla torre di Corvonero. Sospetto che sia implicato anche nella mia trasgressione di due settimane fa, quando sono entrata nell'aula di Pozioni del professor Piton senza ricordarmi perchè lo facevo, sempre di notte".
Sven avrebbe voluto alzare gli occhi al cielo: in qualche modo Moody era sempre nominato quando accadeva qualcosa di strano a scuola, ma era la prima volta che Victoria glielo diceva in quel modo e gli bastò osservarla per capire che non gli stava mentendo. Magari Moody non aveva nessuna relazione in merito però la ragazza di sicuro gli raccontava quello che riteneva essere vero; era però vero che nell'ultimo periodo era stata severamente punita da Piton per avere rubato degli ingredienti dall'aula e anche una volta per aver tentato di forzare l'ufficio dell'insegnante di Pozioni. Perchè? C'erano dei collegamenti? Tonks aveva detto che probabilmente era solo il suo desiderio di rendergli la vita complicata, ma ora non ne era sicuro. "Non ricordi niente? Magari eri solo stanca e hai sognato che... non intendo dire che tu menta, solo che sai, gli esami.... cosa avevi rubato nell'aula di Pozioni la volta scorsa?" Glielo chiese perchè effettivamente non era in possesso di quell'informazione: sapeva che Piton aveva punito la ragazza, ma il perchè gli era sfuggito e poi non era da lui discutere i metodi degli insegnanti, neppure quelli più duri. Ma quando sentì la risposta di Victoria cominciò a credere che ci fosse un filo conduttore in tutta quella storia: l'erba fondente era molto rara e di sicuro Piton la usava ben di rado, e di recente sapeva che una delle sue ultime lezioni agli studenti del sesto anno era proprio sulla preparazione della pozione Polisucco.
"Che cosa dici di una piccola avventura per chiudere in bellezza il tuo percorso qui a Hogwarts?" le chiese quasi con un luccichio diabolico negli occhi: una visitina all'ufficio di Moody era una cosa che di solito nessuno si sarebbe mai sognato di fare, tuttavia non poteva neppure ignorare dettagli come quello. Poi perchè no, magari alla ragazza avrebbe proprio fatto piacere essere coinvolta: non si lamentava sempre di quanto lui e il suo lavoro fosse inutile? Ed ecco una buona occasione per mostrarle che gli Auror non erano poi così inetti come sembrava, oltre a risolvere il problema che si presentava di capire cosa passasse nella testa del suo mentore di quei tempi. "Ma prima meglio se vai in Sala Grande, l'ho visto prima nel suo ufficio, ci assicureremo che non ci sia nessuno e più tardi sarà l'ideale".


Se fosse stato per lui avrebbero atteso la fine della terza prova, solo che la ragazza gli aveva detto che non intendeva uscire dalla scuola per vederla; a dire il vero quella mattina Victoria aveva asserito che ci sarebbe andata, anche perchè avrebbe avuto modo di vedere i Diggory in quanto presenti come parenti di uno dei Campioni... solo che era andato a rotoli la cosa quando Amos Diggory l'aveva vista da vicino. Sven aveva visto la catastrofe incombere quando il mago si era allontanato da lei di un paio di passi, questo dopo averla osservata con attenzione, per poi allontanarsi in fretta nonostante le proteste del figlio. Sven non aveva detto nulla, ma in fondo si era aspettato una reazione simile considerando che a tutti gli effetti i Diggory non avevano più incontrato Victoria da oltre un anno, era solo dispiaciuto... forse dopo la fine di quel torneo avrebbe parlato con Amos, magari avrebbe ricavato qualcosa in più anche perchè ora che ci pensava non ricordava proprio che la ragazza gli avesse detto cosa intendeva fare in concreto dopo aver lasciato la scuola.
"Non ti facevo proprio capace di violare l'ufficio di un insegnante, nonchè tuo collega e mentore". La voce atona di Victoria lo riportò alla realtà: la scuola era deserta, tutti fuori per l'ultima prova e loro erano lì, a violare qualche regola, ma Sven sentiva di non sbagliare assicurandosi che fosse tutto a posto. E lei aveva ragione, di norma non si sarebbe permesso - non senza un'autorizzazione o un motivo più concreto - ma in caso di problemi con Silente avrebbe spiegato il perchè; l'istinto gli suggeriva di controllare e lui si fidava di quel suo sesto senso, già in passato gli era stato utile, anche e soporattutto quando la ragione diceva che era tutto a posto. Aveva fatto qualche piccola indagine di suo mentre girava per la scuola, precisamente dall'ufficio del professor Piton: loro Auror conoscevano un incantesimo molto complesso che veniva in qualche modo tramandato tra di loro e non tutti erano in grado di eseguirlo, e che gli consentiva di sapere cos'era accaduto in una zona. La portata della magia era limitata alla zona circoscritta e che non poteva essere troppo estesa per evitare di ritrovarsi senza forze, ma dava comunque un'idea su quello che era accaduto per poter ricostruire gli avvenimenti in modo quasi corretto. Era comunque riuscito a risalire a quello che era successo durante la notte e aveva saputo che la ragazza aveva intuito il vero: era stata proprio lì e assieme a lei c'era Moody, che si comportava come se la controllasse. Purtroppo non era riuscito a vedere tutto, l'incantesimo era potente, ma spesso se trascorreva troppo tempo le immagini si mescolavano, tendendo a risultare sfocate e meno precise.
Tuttavia era rimasto un po' a riflettere e alla fine si era deciso a chiedere a Severus una lista degli ultimi furti: quella notte in verità non era stato rubato niente, ma quando Sven guardò l'elenco che l'insegnante gli aveva dato, aveva capito che c'era qualcosa di strano. Tutti ingredienti per la pozione Polisucco... perchè? Cosa stava combinando Moody? Però non era andato a chiedergli spiegazioni, qualcosa l'aveva spinto a non farlo e ora era lì, a cercare una spiegazione che lo aiutasse a capire cosa diavolo stava succedendo.
"non mi piace farlo, ma forse troveremo qualcosa per aiutarti a ricordare e... non buttare tutto all'aria se puoi, preferisco evitare di destare sospetti" le disse mentre con la bacchetta apriva e chiudeva cassetti, ma senza arrecare disordine. Moody era molto protettivo sulle sue cose, lo aveva riscontrato anche solo per forzare gli incantesimi che impedivano a chiunque di entrare. In apparenza comunque non cera nulla che non andasse, a parte qualche oggetto strano, ma non vi era traccia di cose strane o fuori posto; stava quasi decidendo di lasciar perdere quando Victoria parlò di nuovo. "Ho detto a Cedric di non andare. Alla prova, intendo: ho avuto uno strano sentore stamattina, ho sognato vicino a me la Morte che mi guardava, ma non era lì per me. Sento che sta succedendo qualcosa, solo che non so cosa o come posso percepirlo".
Sven si voltò a osservarla, con un'espressione sorpresa: di solito non gli parlava troppo a lungo e quello era il discorso più lungo per lei fino a quel momento e anche l'argomento era strano. Aveva più o meno ignorato il torneo, preferendo concentrarsi sugli studi e probabilmente conosceva a memoria ogni nozione contenuta nel reparto proibito, ma sul torneo niente. Almeno fino a quel momento; l'Auror riteneva comunque che quella fosse un'esagerazione, era la prova meno difficile in quanto le altre due erano state molto più ardue da affrontare. Un labirinto a confronto era quasi una sciocchezza secondo lui; che ci potessero essere dei feriti non era comunque da escludere, forse era solo la tensione ad animarla e a farla parlare così. Stava per risponderle che non era il caso di avere preoccupazioni quando sfiorò con la mano una boccetta in apparenza vuota; la prese in mano e vide che sul fondo conteneva ancora qualcosa e cercò di estrarlo.
Scuro, sembrava quasi simile a fango. Pozione Polisucco... e cosa se ne fa? Era forse una domanda sciocca da farsi a proposito del suo mentore, conosciuto per essere estremamente sospettoso, tuttavia lui sapeva che Moody non era molto portato per servirsi delle pozioni. Preferiva utilizare i mantelli dell'invisibilità o qualche incantesimo... glielo aveva detto molte volte e trovare quel residuo di pozione nascosta... beh, cominciava a farsi qualche domanda. Vide che Victoria stava trafficando a sua volta con delle fiale, tutte contenenti ingredienti rari e guardandoli, vide che erano alcuni necessari proprio per la Polisucco. Non c'erano tutti e dopo un'approfondita ricerca, dedusse che probabilmente mancavano; trovò comunque - celati sotto alcuni incantesimi protettivi - il nascondiglio delle scorte proprio della pozione in questione che decise di requisire. Rubare non era una gran cosa, solo che cominciava a sospettare che vi fosse qualcosa di strano in tutta quella storia e non intendeva per nessuna ragione far finta di non avere visto. Cosa farci rimaneva un problema perchè affrontare direttamente Moody senza alcuna prova - in quanto non era illegale prepararla, o almeno non tanto visto che era un ex Auror - era pressocchè inutile: che genere di accusa poteva muovergli?
Lanciò uno sguardo a Victoria: che cosa aveva visto e che ora non ricordava? Se avesse voluto avrebbe potuto forzare la sua memoria e scavare, ma erano incantesimi dannosi, potevano lasciare tracce e soprattutto, fare del male non da poco. Tuttavia che fosse successo qualcosa era ovvio e tutta quella segretezza... no, non era da Moody, sembrava quasi un'altra persona.
Ma no, assurdo... ma lo era poi tanto? In quegli ultimi tempi c'era stato qualcosa di strani, segnali di cui soltanto ora si accorgeva e si chiedeva come mai non vi avesse prestato attenzione più di tanto. Non era da lui commettere certe ingenuità, si era fidato del fatto che si trattava di Moody e non aveva approfondito. "Direi che possiamo andare, ci penso io a..." si interruppe dopo aver estratto la bacchetta; aveva posto un incanto rivelatore prima di chiudere la porta e ora stava appunto dicendogli che qualcuno stava per entrare. Non un qualcuno a caso, Moody stesso... o chi per lui. Continuava a sembrargli assurdo, eppure più guardava quella situazione e meno si sentiva sicuro di quale fosse più assurda.
"Non una parola" ammonì la ragazza trascinandola in un angolo rendendola invisibile, cosa che fece anche per sè stesso; non avevano il tempo di uscire senza essere notati e di certo non potevano farsi trovare lì in quanto il mago non era da solo. Questo lo sorprendeva, ma l'incantesimo indicava chiaramente due persone in arrivo e non c'era ragione di pensare a un errore; forse non era stata una buona idea portarsi la ragazza lì, ma non poteva di certo fare qualche stupidaggine come mandarla via con una passaporta e credeva che potesse rimanere tranquilla. Trasecolò vedendo che si trattava di Harry Potter e si sentì gelare: il ragazzo era in pessime condizioni, chiaramente ferito, non sembrava neppure mentalmente lucido ed era lì per chissà quale ragione. Quindi il Torneo si era concluso? O magari si era ritirato?
Si aspettava tutto, ma non quello che sentì.

Un impostore! E io ho permesso che gli studenti gli stessero vicino... Sven non sapeva chi fosse, ma più lo sentiva parlare e più ne era convinto: quello non era Alastor Moody, nè nei modi e tantomeno nelle parole rabbiose che rivelavano un fanatico amore per il Signore Oscuro che a quanto sembrava era tornato. Non ci aveva badato più di tanto, semmai avrebbe riflettuto dopo... e poi la notizia terrificante, quella che sperava non fosse vera. Cedric Diggory morto, aveva i brividi solo al pensiero di cosa doveva essere accaduto in quel cimitero di cui Harry aveva parlato; non riusciva a guardare Victoria per scoprirne la reazione, in quel momento fu quasi felice che non potesse provare emozioni o forse sarebbe scoppiata a piangere oppure qualcosa di simile. Invece quel freddo silenzio, per quanto pesante, era più tollerabile e gli permetteva di restare lucido e concentrato, per quanto si stava arrabbiando non poco; ogni parola che usciva dalle labbra dell'impostore sembrava innescare in lui la voglia di colpire qualcuno, di fargli del male.
Sciolse l'incantesimo dell'invisibilità e impose con lo sguardo a Victoria di non muoversi e non muoversi in alcun modo; non poteva più rimanere lì ad ascoltare anche perchè la situazione sarebbe potuta degenerare rapidamente. Fu comunque abbastanza furbo da avvalersi del fattore sorpresa: difatti l'impostore non sapeva che era lì e venne scagliato dall'altra parte della stanza, finendo sbattuto contro il muro. Sven sentiva un fuoco avvolgerlo che avrebbe potuto scatenare il suo lato peggiore, alcune volte era pure successo, ma sapeva di non potersi permettere questo: per brutto che fosse, doveva consegnarlo vivo di modo che rispondesse alle domande di tutti, non poteva cavarsela a buon mercato.
"Che ne dici di prendertela con chi può tenerti testa?" gli ringhiò contro dopo che l'altro lo aveva finalmente visto e riconosciuto; lo sentì ridacchiare e non la prese bene tanto che lo attaccò di nuovo, venendo però sorpreso dalla rapidità d'azione dell'avversario. "Non vedo proprio nessuno capace di tenermi testa, anche se confesso di non averti visto..." Sven sapeva che l'altro si chiedeva come potesse essere riuscito a violare i suoi incantesimi difenssivi; l'Auror era però dell'idea che non avrebbe perso troppo tempo in quello, difatti lo scontro non accennò a diminuire. Al contrario, sembrava fosse l'altro a incalzarlo, forse convinto di riuscire ad abbassare le sue difese: un serio errore di valutazione, Sven poteva essere più cauto nel lanciare incantesimi - in fondo era fondamentale che rimanesse vivo e incapace di nuocere  agli altri - ma in quanto a difesa era ben difficile riuscire a coglierlo in fallo.
Eppure una parte di lui era desiderosa di esplodere, di sfogare sul suo avversario tutta la rabbia che aveva  represso in quei mesi e che rischiava di emergere da quando aveva iniziato a sentire dell'inganno. Non meritava affatto di vivere, avrebbe dovuto essere torturato come forse era toccato al povero Harry, in quel cimitero cui aveva accennato,  o anche a Cedric Diggory; sperava che il ragazzo non avesse avuto alcun sentore di quanto stava per accadergli. Un lampo verde lo sfiorò, andando a infrangersi contro uno degli innumerevoli oggetti nella stanza, distruggendolo, e Sven decise che aveva peprso fin troppo tempo; il suo avversario non ebbe neanche il sentore di ciò che lo colpì, la la luce rossa lo investì in pieno tempo facendolo stramazzare al suolo, proprio mentre la porta si spalancava lasciando entrare un furente Preside seguito dalla vice preside.


Sven si sedette dopo quelle che probabilmente erano ore: non ricordava più cosa avesse fatto, ma sapeva che erano successe le cose più strane che aveva vissuto in tutti i suoi anni da Auror. Per iniziare aveva dovuto consegnare Victoria all'infermiera della scuola in quanto, nel momento in cui si erano accertati che l'impostore era domato, avevano trovato la ragazza a terra, rigida e con l'espressione più vuota che lui avesse mai visto. Appurato che non era stata colpita durante il cruento duello appena avvenuto, il Preside aveva suggerito che fossero state le emozioni violente appena visuto... ma quali, se non poteva provarne? L'Auror aveva però capito, Silente si riferiva più alla portata gigantesca di quanto sentito che di ciò che poteva aver provato, pertanto aveva fatto in modo che se ne occupasse madama Chips visto che anche lui voleva scoprire chi fosse l'impostore.
Aveva fatto anche quello: ascoltare era stato meno semplice di quanto non avesse creduto, ma in un certo senso scoprire tutto era meglio che altre interminabili ricerche e indagini... per quanto avrebbe preferito aver potuto in qualche modo anticipare e scongiurare gli eventi. Il ritorno di Voldemort era qualcosa che faceva congelare il sangue anche ai più coraggiosi, era stato forse troppo giovane per combattere apertamente la volta precendete, ma non aveva dimenticato il terrore in cui si viveva, l'ansia e la paura dominavano in un crescendo esplosivo di violenza.
Alla fine era arrivato Caramell. Purtroppo. Lui non era stato presente da impedire che potesse entrare con un Dissennatore in quanto si trovava assieme al professor Vitious, ma in seguito aveva avuto da ridire proprio con lui riguardo a quella decisione, presa senza nemmeno fargli sapere la cosa. La legge lo diceva chiaramente, anche il Ministro della Magia doveva passare per l'ufficio Auror - cioè tramite lui - per prelevare un Dissennatore da Azkaban, in fondo poteva comunque essere rischioso se la situazione sfuggiva di mano... e niente, o meglio sì aveva avuto il permesso da un Auror... ma si era servito di Dawlish, il quale non poteva certo dire di no davanti a implicite minacce.
Sven aveva avuto voglia di schiaffeggiarlo, ma si erano limitati a urlarsi contro per un bel po': a lui era servito per sfogarsi un po' e poi vedere la pressione di  Caramell alzarsi era sempre gratificante.
Tuttavia aveva pagato il suo gesto poco tollerante con una "vacanza" o così l'aveva chiamata: aveva la bellezza di una settimana apparentemente di tranquillità, peccato che Sven sapesse alla perfezione che si trattava solo di un modo per dirgli che doveva stare calmo e non intralciarlo. Sospirò pensando che bene o male lì non aveva più niente da fare; difatti l'idea di lasciare Hogwarts non era stata solo del Ministro, ma anche la stessa Victoria sembrava incline a premere su quel  tasto, ricordandogli quanto lui fosse incapace di fare qualunque cosa, dal catturare criminali al preservare la sicurezza di loro studenti. Il nome di Cedric Diggory era anche stato pronunciato, tuttavia Sven non aveva ribattuto.
Non lo voleva ricordare, ecco. Nè aveva risposto, forse sapendo che non sarebbe servito a nulla e poi tutto sommato la giovane aveva ragione, nulla era andato bene da quando era lì pertanto fu con un certo dispiacere che lasciò la scuola in quel momento.

"Avremo bisogno anche di lei, signor Dietrich, ma andare contro Cornelius non le sarà di alcun aiuto: si prenda qualche giorno con la sua famiglia per riprendersi, la signorina Windsor starà benissimo in questi ultimi giorni e ormai la scuola per lei è terminata, deve solo attendere l'esito dei M.A.G.O.. In caso di qualunque problema la farò avvisare".

Così gli aveva detto Silente in un breve colloquio, avvenuto dopo tutto il macello, in una atmosfera per nulla gradevole; però aveva ragione, Sven era il primo a rendersi conto che bene o male il suo compito era finito e che mostrarsi teso e nervoso sarebbe stato di intralcio e basta. Avrebbe preso del tempo per riposarsi, non ricordava neppure più l'ultima volta che l'aveva fatto in modo serio; tuttavia quando varcò i cancelli della scuola oltre i quali si sarebbe Smaterializzato, sentiva comunque un grosso peso sul cuore, ma lo avrebbe accantonato per alcuni giorni.


Note:

benissimo eccoci u.u esami finiti, scuola conclusa... e Cedric defunto ç___ç quanto odio sta cosa, ho pure più volte pensato di cambiare la cosa... ma niente, io cerco di attenermi agli eventi canon, con solo qualche cambiamento qua e la

ora vi dirò che l'aggiornamento sarà più regolare, ho intenzione di avviarmi verso la conclusione che è ancora lontana, spero nei vostri commenti^^

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Capitolo 39
*** 39 - Vivere o morire - parte I ***


39 immagine allo specchio Angolo Autrice _


devo dire che, quando ho pubblicato lo scorso capitolo, avevo un po' perso le speranze che qualcuno leggesse questa storia: tutta colpa mia si intende, ho tardato molto... E INVECE NO! ci siete! ringrazio tutti infatti, anche chi l'ha cominciata e la cosa mi fa soltanto piacere!
all'inizio questo capitolo doveva essere piuttosto lungo, così l'ho spezzato in due e spero vi piaccia lo stesso^^
un abbraccio e un bacio a chi legge e commenta, o anche solo a chi c'è : vi adoro! tr a l altro avevo il capitolo pronto da mesi... e niente, ho dimenticato di postarlo >_< il prossimo è già in lavorazione
buona lettura!




Immagine allo specchio


39 – Vivere o morire- parte I



"Perfetta".
Severus era abituato al dolce suono delle ampolle delle pozioni che venivano sigillate, non avrebbe dovuto essere sorpreso quindi. Avrei preferito che facesse schifo. Fu un pensiero selvaggio che quasi non si rese conto di avere formulato, continuando a osservare il piccolo paiolo in cui era stata versato il contenuto argentato. Si muoveva da solo, in senso orario, creando quasi un fastidioso senso di giramento di testa se la si fissava troppo a lungo.

Non per lui, ovvio, ma a uno studente o un adulto meno competente avrebbe potuto avere qualche problema. Era nell'ufficio di Silente, con lui e tre maghi che rappresentavano la  Stra-Straordinaria Società dei Pozionanti, a cui era stata sottoposta la pozione creata da Victoria. Severus sapeva che era a posto, lui ci aveva lavorato sopra settimane prima di decidersi a parlarne con il Preside e - di conseguenza - con quelle persone.
La ragazza non era presente. Almeno quello. Severus non aveva la minima idea di come la freddezza e l'indifferenza della Windsor avrebbe potuto agire su degli estranei, pertanto l'avevano lasciata alle prese con i bagagli: il giorno successivo, infatti, il treno avrebbe portato tutti gli studenti a Londra, ma prima i diplomati dei M.A.G.O. dovevano attraversare il lago Nero in barca, come avevano fatto al loro arrivo la prima volta. Un cerchio che si chiudeva e l'insegnante sapeva che la ragazza lo avrebbe chiuso con un risultato eccellente.

I risultati degli esami avevano chiarito che era stata lei a avere dominato, ottenendo E in tutte le materie, inoltre con quella pozione di sua creazione... beh, si era lanciata. Ma verso che cosa? Oh sicuro, avrebbe guadagnato tanti bei galeoni, indubbiamente, e il denaro aiutava, ma poi? Non c'era rimedio al suo "problema" se poteva chiamarlo così, non le sarebbe neppure importato nulla di quella scoperta: la pozione che avrebbe reso un po' meno rincoglionita la gente che poteva permettersela era stata chiamata Bacio di Rowena, in onore della celebre fondatrice della casa di Corvonero, un nome che era addirittura piaciuto a quei tre maghi che continuavano a tessere le lodi di quella creazione. Fu una fortuna che i tre decidessero di avere concluso perchè lui aveva esaurito la scorta di tolleranza per quell'anno scolastico.



Non era stata una buona idea andare a trovare i genitori, decise Sven il quarto giorno in cui era ospite della grande casa di cui erano proprietari, circondata addirittura da un bosco magico e invisibile se per caso i Babbani si fossero avvicinati. Qualche giorno di relax a nord assieme a loro non sarebbe stata una cattiva idea, così si era detto, anche sentendosi un po' colpevole perchè durante i mesi precedenti li aveva visti davvero poco. Solo che come sempre, sua madre non si controllava mai: stava sempre a lamentarsi di come lo vedeva sciupato, di quanto il lavoro di Auror lo tenesse occupato, che era dimagrito e usciva poco... tutte cose già sentite milioni di volte durante gli anni; suo padre era meno invadente e Sven sapeva che, con una sola occhiata, sapevano capirsi e convincersi a sopportare tutto quel tran tran di domande infinito.

Solo che quella volta sua madre, Rosalia Krum Dietrich, gli aveva giocato un colpo basso con una scusa poco credibile: aveva fatto in modo che con loro ci fosse anche Orion - cosa di cui lui era contento, visto che lo vedeva davvero troppo poco, ma anche Mary. Sven si era dovuto trattenere per non essere troppo maleducato, ma la presenza della Malfoy era per lui sempre un problema in quanto sapeva cosa le due donne tramavano. Non la sposerei neanche se fosse l'ultima donna rimasta in questo mondo... Sapeva che sua madre voleva vederlo sistemato con la ragazza - o donna - giusta per lui, ovvero approvata da lei, e Mary era la sua più grande speranza: da parte sua, la bionda e gelida Malfoy era meno esplicita di sua madre, ma con la sua freddezza era capace di tenerlo in qualche modo sempre attaccato a se per via di Orion. In passato Sven aveva anche pensato che forse poteva pure sposarla, c'era ben di peggio tra le streghe che conosceva, ma proprio il fatto che lei usasse il figlio come merce di scambio... beh no, se lo poteva scordare.
Chissà come avrebbe reagito sua madre se avesse immaginato che lui, Sven, avrebbe tanto voluto presentarle qualcuno... in effetti, si disse ripensando sempre con dolore alla cosa, se Victoria non avesse avuto quel tragico incidente e fossero stati ancora inssieme, lui non avrebbe avuto alcuna esitazione nel volerla presentare in famiglia. Sapeva che suo padre non avrebbe avuto niente da ridire - anzi, sicuramente l'avrebbe accolta con affetto - e solo sua madre avrebbe avuto da ridire, ma senza potergli imporre nulla in quanto non poteva decidere della sua vita.
Pensare a quella che forse era la sua migliore occasione perduta non smetteva di lasciarlo depresso in buona parte, ancora di più davanti a quelle che erano le evidenti manovre delle due donne, intente a incastrarlo. Comunque bene o male in due giorni sarebbe stato di nuovo a Londra, di ritorno al lavoro, inoltre Silente già gli aveva fatto pervenire un messaggio dandogli appuntamenteo la sera successiva in una stradina della capitale, senza una vera e propria spiegazione. Era incuriosito, non poteva negarlo, pertanto decise quindi di non lasciarsi guastare l'umore e di godersi quel poco di tempo che aveva ancora e passarlo col figlio: Orion sembrava stare meglio, ma sapevano tutti che era un'utopia. Non c'era una cura, stava meglio e poi precipitava di nuovo nelle sue crisi, ragion per cui non era mai troppo lontano dal San Mungo e dai Guariutori. Anzi, uno di loro lo aveva anche accompagnato lì, per tenerlo sotto controllo, anche se per fortuna non aveva dovuto intervenire in alcun modo durante quei giorni.


Erano quasi le dieci di sera quando Sven, il giorno dopo, si ritrovò a camminare in una zona di Londra che non gli era del tutto congeniale: la sola cosa sicura del messaggio di Silente era che era confidenziale, quindi quell'incontro non doveva esere sbandierato al Ministero o ad altri. Il perchè? Lo doveva ancora scoprire. Sven scelse di muoversi sotto forma di Animagus, gli mancava essere un lupo, inoltre le vie erano deserte e nessuno avrebbe potuto notarlo e spaventarsi: rimase quindi sorpreso quando, nel bel mezzo di una piazza, scorse il Preside con una veste arancione che chiacchierava a bassa voce con una persona al suo fianco. O meglio lui parlava, dato che Sven riconobbe a sorpresa che si trattava di Victoria; fedele alla promessa fatta non si era messo a cercarla, ma aveva comunque saputo cosa aveva fatto in quei giorni grazie alle informazioni che Tonks gli aveva inviato. La strega risiedeva in quello che era un appartamento di lusso - così aveva scritto la sua collega - che le era stato regalato dalla nonna babbana, in centro a londra... e non faceva niente di che. Riceveva molti gufi di gente entusiasta della sua pozione, ma lui dubitava che aprisse quelle lettere o rispondesse loro. Se avesse deciso di fare qualcosa dopo il diploma non sapeva niente, e si chiese la ragione della sua presenza lì. Forse il Preside voleva dirgli qualcosa di poco bello? Riprese forma umana anche se era sicuro che lui si fosse già accorto della sua presenza.

"Ah eccoti Sven, direi che ci siamo tutti, spero di non avere interrotto i vostri impegni" disse l'uomo amabilmente mentre cercava qualcosa in una tasta del mantello, osservando l'edificio di fronte a loro. Non sembrava attendere risposta anzi, riprese poco dopo. "Ho pensato di invitarvi qui entrambi per parlare della spiacevole situazione in cui ci troviamo per via degli ultimi avvenimenti".

Sven neppure ebbe bisogno di chiedere a cosa si riferiva, si trattava indubbiamente di Voldemort: il Ministero insisteva sull'ignorare ogni cosa, lo aveva letto dai giornali  e lui per primo non aveva nessuna voglia di risentire i deliri dei Cornelius. "Ma non qui in mezzo alla strada... ah ecco, prima le signore" disse Silente con garbo, allungando a Victoria una striscia di pergamena che lei prese con noncuranza, per poi passarla a lui quando il Preside glielo chiese.
Ordine della fenice? E che cosa sarebbe? Ma Sven non ebbe il tempo di chiederlo perchè subito dopo avere letto quella semplice frase, l'edificio davanti a lui si mosse, mostrando quella che era una casa nascosta. "Presto, non indugiamo troppo qua fuori" li incitò Silente e quando tutti furono entrati in quell'angusto luogo, l'edificio si rimise a posto celandosi a chi non poteva vederlo.

L'ingresso non lasciava presagire nulla di allettante, pareva una vecchia casa intrisa di magia oscura e ciò gli veniva confermato a ogni passo che faceva; chissà come mai Silente li aveva portati in quel posto e che cosa fosse questo Ordine della Fenice. Considerando che il foglietto era poi stato distrutto, doveva essere qualcosa di davvero segreto; salì le scale assieme agli altri due e fu solo arrivando in una stanza che sembrava adibita a cucina che ebbe un vero e proprio shock. "Ma quello... è... Sirius Black! Ma...!" Non riusciva a crederci: cercavano il latitante da anni e ora lo trovava lì, a pochi passi dal Ministero, come a volersi burlare di loro. Almeno un caso lo avrebbero risolto, se il resto doveva continuare a essere rimandato; solo che Silente stesso glielo impedì, bastò soltanto uno sguardo. "Una cosa alla volta, Sven: Sirius non è il criminale che tutti credono, adesso ti racconteremo quello che successe, intanto vi dò il benvenuto nell'Ordine della Fenice. Si tratta di una società  segreta, non riconosciuta alcun ente ministeriale, con lo scopo di combattere lord Voldemort dopo il suo ritorno. Questa è la nostra sede, Sirius ha gentilmente concesso di poterla usare come ritrovo".
Quelle parole furono accolte da un silenzio pesante. Sven avrebbe voluto tanto fare altre domande - per esempio come Black potesse essere innocente - tuttavia preferì non farlo in quanto Victoria si era rivolta direttamente allo stesso Black, chiedendogli se aveva uno stanzino che potesse prendersi per stare lì in quanto gli piaceva più che casa sua. A quella domanda il non-del -tutto-criminale rise apertamente, rispondendole che poteva mettersi dove voleva in quella catapecchia puzzolente e la ragazza neanche aspettò altri commenti, filò su per le scale in cerca di una stanza.
"Bene, direi che possiamo fare tutti e tre una bella chiacchierata assieme, non credete?" chiese Silente amabilmente mentre prendeva posto al tavolo, rivolto ai due uomini più giovani. In compagnia di qualcosa di alcolico e di un po' di tempo forse ce l'avrebbero fatta.

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