Immagine allo specchio di Violet Tyrell (/viewuser.php?uid=70834)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - La bambina di Severus ***
Capitolo 2: *** 2 - Sola? ***
Capitolo 3: *** 3 - Amici ***
Capitolo 4: *** 4 - Un'innocente cotta ***
Capitolo 5: *** 5 - Non sono tutti uguali ***
Capitolo 6: *** 6 - Una prova inaspettata ***
Capitolo 7: *** 7 - La partita ***
Capitolo 8: *** 8 - Trame da ragazzi ***
Capitolo 9: *** 9 - Esperimenti ***
Capitolo 10: *** 10 - Sorprese ***
Capitolo 11: *** 11 - Scontro a sangue ***
Capitolo 12: *** 12 - Diffidenza ***
Capitolo 13: *** 13 - Crisi ***
Capitolo 14: *** 14 - Scommessa ***
Capitolo 15: *** 15 - Rabbia senza confini ***
Capitolo 16: *** 16 - Onore e bugie ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Come e dimmi, perché, sei entrato qui dentro? ***
Capitolo 18: *** 18 - Quando fare l'eroe non sempre rende tutti felici... ***
Capitolo 19: *** 19 - Non tutti i mali vengono per nuocere ***
Capitolo 20: *** 20 - Qualcosa da non ricordare ***
Capitolo 21: *** 21 - La Camera dei Segreti ***
Capitolo 22: *** 22 - Evoluzione ***
Capitolo 23: *** 23 - Un eco dal futuro ***
Capitolo 24: *** 24 - Sfortunati eventi e non ***
Capitolo 25: *** 25 - Qualcosa da non voler ricordare ***
Capitolo 26: *** 26 - Cuore di lupo ***
Capitolo 27: *** 27 - L'inquietudine del cuore ***
Capitolo 28: *** 28 - Le ragioni del cuore ***
Capitolo 29: *** 29 - Osare? ***
Capitolo 30: *** 30 - Situazioni complicate ***
Capitolo 31: *** 31 - L'abbraccio dell'oscurità ***
Capitolo 32: *** 32 - Buio ***
Capitolo 33: *** 33 - Programmi ***
Capitolo 34: *** 34 - Ritorno al buio ***
Capitolo 35: *** 35 - Una lunga e fredda estate ***
Capitolo 36: *** 36 - A scuola col nemico ***
Capitolo 37: *** 37 - Inespicando tra le nuvole del dubbio ***
Capitolo 38: *** 38 - Oblio ***
Capitolo 39: *** 39 - Vivere o morire - parte I ***
Capitolo 1 *** 1 - La bambina di Severus ***
Angolo
autrice: tanti
saluti dalla vostra Vio, ho deciso di scrivere questo prequel di
"Finchè morte non ci separi" così da aiutarmi(e
aiutare chi legge) a stendere la storia principale senza troppi
problemi. Nella storia sono presenti due OC, Victoria Elizabeth Windsor
e Sven Miroslav Dietrich: lei è una studentessa di Hogwarts,
lui il capo degli Auror ma comparirà non subito.
Ci
saranno molti What If(tipo Sven capo Auror, e non Scrimgeour che
è un Auror e successivamente sarà Ministro) ma la
storia base segue le regole della Rowling e anche la cronologia;
Victoria ha 3 anni in più del trio protagonista
perciò loro a Hogwarts ancora non ci sono, in compenso
questi saranno i pg con maggior rilievo:
-
Victoria e Sven(ma va xd)
-
Silente, Piton, gli insegnanti(mi inventerò alcuni di
Difesa), Percy Weasley, Cedric Diggory, i gemelli Weasley, Ninfadora
Tonks, Scrimgeour, Voldemort (questi tre più avanti nella
trama).
-
altri presenti ma minori come il trio protagonista(la storia non ruota
attorno a loro ma ci saranno), altri pg nominati dalla Row come quelli
delle 4 Casate, Lucius Malfoy e consorte, Bellatrix e vari altri come
Viktor Krum.
Mi
piacerebbe sapere che cosa ne pensate perciò attendo ansiosa
i vostri commenti. Essendo un prequel non è necessario
leggere la long originale, diciamo che mi fareste un piacere ma non
è obbligatorio xdddd quindi la nostra storia parte
all'incirca ad agosto del 1988.
Un
solo appunto: la mia OC sarebbe parte integrante della famiglia inglese
Windsor, perciò li citerò ma per amor di rispetto
non citerò mai i nomi nè li userò: in
fondo sono persone esistenti/esistite e non intendo metterci mano a
quello. La storia sarà si sentimentale ma anche abbastanza
cruenta. Detto ciò buonissima lettura :=)
(il
titolo del primo capitolo è troppo LOL)
Immagine
allo specchio
1 - La bambina di Severus
Il mantello frusciava
a terra mentre l'uomo si muoveva spedito verso la sua meta, il palazzo
londinese più ammirato da tutti: Buckingham Palace , residenza
dell'attuale regina e della sua famiglia ed era proprio là
che Severus Piton era diretto. Doveva recuperare la femmina
più giovane della casata che aveva mostrato di possedere
poteri magici quasi sorprendenti. Col pensiero volò alla
nevicata record del mese scorso che aveva imbiancato una via di Londra
senza apparente motivo; sbuffò mentre notava la perfezione
dei giardini e la Guardia tutta schierata dall'enorme cancello.
Silente aveva spedito
lui a prendere la bambina che aveva già undici anni e si
chiedeva perchè non avesse delegato Hagrid, di sicuro
più adatto a trattare con i bambini. Ma lo sapeva, un
Mezzogigante avrebbe attirato troppo l'attenzione specie in
quell'ambiente così esclusivo: Severus non si immergeva
completamente nel mondo dei Babbani da molto tempo, preferendo le mura
amiche di Hogwarts o anche lo stesso Spinner's End. L'idea di trattare
con degli aristocratici non gli piaceva.
E poi la vide, la
bambina, seduta in mezzo ai due fratelli sulla carrozza reale che stava
rientrando a palazzo mentre i cancelli venivano chiusi dietro al suo
passaggio. Stava ridendo con uno di loro due e si sorprese: se l'era
aspettata bionda invece aveva i capelli scuri e non sembrava altezzosa
come aveva creduto lui, visto che era la nipote della regina. Con un
sospiro attese che passasse qualche istante prima di avvicinarsi ad una
delle persone di guardia.
" Devo vedere i
Windsor. " A quelle parole i due presenti si scambiarono un'occhiata e
si affrettarono a scusarsi dicendo che era impossibile senza un
appuntamento ed una giustificazione; Severus per un momento
fu tentato di Schiantarli ma poi optò per un semplice ed
efficace Incanto Confundus diretto ad entrambi e che gli
consentì di entrare senza dare nell'occhio. L'espressione
dei due uomini era proprio confusa ma non avrebbe lasciato tracce, lo
sapeva mentre si avviava in fretta verso l'ingresso. Ad una prima
occhiata notò che l'ambiente - esterno e poi interno - era
la perfezione assoluta e dimostrava una netta differenza con i comuni
Babbani.
Nessuno sembrava
essere capace di fermare la camminata di Severus, che proseguiva verso
la sala del trono senza che potesse essere fermato da qualcuno; la
regina doveva essere piena di guardie constatò dal numero
esagerato di persone che cercavano invano di seguirlo. Dopo parecchi
minuti riuscì ad arrivare nel salone dove era presente la
famiglia reale: c'erano tutti, la regina e il consorte, così
come i due nipoti maschi e la femmina ed i genitori dei tre, tutti
spaventati dal suo arrivo. Sicuramente l'essere vestito di nero con il
mantello a ricoprirlo non doveva essere per loro di buon auspicio ma
non voleva certo fare del male a qualcuno; erano ormai lontani i tempi
in cui la tortura era uno dei modi per convincere gli altri e poi era
lì in missione ufficiale per Hogwarts. Il suo sguardo
impassibile si posò sulla bambina, l'unica tra i presenti a
non essere impaurita dalla sua presenza; il suo volto esprimeva quasi
sfida e Severus intuì che doveva essere un soggetto molto
esuberante, non di meno spiegava perchè fosse riuscita a far
nevicare il giorno in cui era andata con i genitori a spasso per quella
via di Londra. Era un tipo di magia che aveva già notato,
molto forte e al momento instabile perciò era fondamentale
che frequentasse la scuola, per evitare di mettere nuovamente in
subbuglio il Ministero. Caramell aveva quasi pianto quando i Babbani si
erano accorti di quella magia anche se l'avevano attribuita al meteo e
non alla bambina. Era alta per la sua età ed esile, e
vestita come una di quelle bambole di porcellana che aveva visto in
alcune vetrine: un abito sobrio ma comunque eccessivo.
" Sono qui
perchè la signorina Victoria Windsor è invitata a
frequentare la scuola di Hogwarts." Invitata. Costretta, più
che altro. I bambini appena nascevano erano già segnati
sulla pergamena incantata, al Preside spettava il compito di far
arrivare le lettere a destinazione al loro undicesimo anno di vita ma
era difficile che loro potessero decidere di non andare; ultimamente di
figli di Babbani con poteri magici ce ne erano quasi più che
un tempo e anche i Windsor non esulavano dalla categoria dei genitori
preoccupati e che non desideravano quanto aveva appena detto.
Notò che i due maschi erano sbalorditi, i genitori
addirittura spaventati da quello che stava raccontando su bacchette,
incantesimi e tutto il necessario.
Dopo neppure mezz'ora
però erano riusciti a metterlo alla porta: la loro piccola,
così dissero, sarebbe stata curata da specialisti seri e non
da un ciarlatano come era lui. Per un momento contemplò
l'ipotesi di ritornare dentro per farli ragionare: era ridicolo
impedire ad un'apprendista strega di frequentare la scuola e ritenerla
pazza, forse pericolosa. Lei aveva strepitato ma non era servito a
nulla se non a farla condurre via da alcune guardie che l'avevano
portata probabilmente nelle sue stanze.
Ma non ci doveva
essere rimasta molto pensò Severus poco dopo, vedendo la
stessa bambina urlante su un balcone nel retro del palazzo che cercava
di arrampicarsi per scendere a terra aiutata da un groviglio di
lenzuola. Ecco come era pazza, pensò l'uomo quasi
sorridendo, sembrava essere in conflitto con la famiglia se si
comportava allo stesso modo: agitò la bacchett verso di lei
per impedirle di farsi male dato che il lenzuolo si era staccato,
facendola atterrare su un invisibile cuscino d'aria. La magia non
avrebbe dovuto usarla davanti a dei Babbani ma lì non ce
n'erano mentre rimaneva fermo ad osservarla; doveva essere abituata a
servirsi dei propri poteri magici non sviluppati se non si spaventava
troppo. " Non dovresti tornare su? Tuo padre si preoccuperà
non credi? " La voce di Severus attirò Victoria che si
voltò a fronteggiare il mago con aria sorpresa ma non
impaurita; lo studiò per un momento prima di correre verso
di lui, una piccola sacca sulle spalle ed un vestito molto diverso da
quello di prima addosso, più grezzo anche se ugualmente
elegante. " E' vero che sei un mago? Non sei un pazzo? "
La bambina sembrava
preoccupata, impaurita forse al pensiero che le avesse raccontato
qualche menzogna; aveva spesso pensato che ci fosse qualcosa di strano
in lei, persino di pericoloso e solo poco prima si era sentita
finalmente a proprio agio. Non poteva parlare liberamente coi genitori
se non delle regole scritte secoli prima che avrebbe dovuto rispettare
ma aver visto quell'uomo all'apparenza tanto pericoloso l'aveva fatta
sentire per la prima volta a proprio agio; somigliava vagamente alla
nonna come modo di fare e si era sentita attirata dalla sua magnetica
personalità nonostante quel modo poco affettuoso e pieno di
praticità che aveva. Non credeva proprio a Hogwarts ma
l'idea che esistesse una seconda possibilità l'aveva
riempita di gioia, e non era importante che i genitori non
approvassero: non l'avevano mai fatto, non si sentiva più
bene in seno alla famiglia e la prospettiva di imparare qualcosa che la
rendesse sè stessa forse era un motivo per accettare e farsi
poi amare per ciò che era. Severus scosse la testa mentre
continuava a guardarla. " No, Hogwarts esiste così come la
magia e tu già lo sai. Puoi decidere se restare o seguirmi
ma nel secondo caso non so quanto i tuoi parenti te lo possano
accettare. "
La voce monocorde
dell'uomo colpì la ragazzina che stava cercando di decidere
cosa fare; sicuramente le sarebbe mancata la famiglia però
allo stesso tempo si sentiva euforica all'idea di poter diventare una
strega. " Non accettano mai nulla da me quindi.. però io non
ho soldi, immagino che non sia gratis questa scuola vero? "
Alzò gli occhi grigi su Severus sorpreso dalla domanda poco
adatta ad una rappresentante di stirpe reale; tirò fuori
dalla tasca del mantello un sacchetto pieno di monete e glie le
mostrò. " Hogwarts offre un fondo a chi non può
permettersi, come te, di pagare. Ovviamente dovrai avere tutte cose di
seconda mano. "
Ed indicò
sprezzante il vestito che indossava, e che pur nella sua
semplicità costava molto più di quanto i normali
Babbani potevano pensare di spendere in qualche mese; era certo che
avrebbe subito cambiato idea ma venne sorpreso vedendola sorridere
leggermente e porgergli la mano per farsela stringere. Come una piccola
adulta. " Va bene. A proposito, io sono Victoria. " Solo il nome,
niente cognome notò Severus osservandola sempre
più meravigliato ma attento a non mostrare mai nulla. Le
strinse la mano ma solo come se fosse il suggello ad un patto, non una
normale regola di buona educazione.
" Allora andiamo,
c'è molto da fare. " Non si presentò e
non si lasciò scalfire dallo sguardo deluso della piccola
principessa che lo seguì senza porre altre domande.
Victoria quel giorno
trovò di suo gradimento tutto, dai negozi di Diagon Alley al
proprietario del Paiolo Magico, persino l'atteggiamento di Severus che
si muoveva con disinvoltura in mezzo ai maghi. Notò che
molti lo salutavano con rispetto, altri persino con paura ma lui
rivolgeva a tutti solo dei cenni, a volte li ignorava. La stessa cosa
però non si poteva dire per lei, che salutava con entusiasmo
tutti gli sconosciuti che si voltavano a sorriderle, e chiacchierava
allegramente con i commessi: dentro al Ghirigoro fu difficile staccarla
da un libro di Storia della Magia esasperando il suo accompagnatore,
mentre da Madama Mc Clan intavolò con la proprietaria una
lunga discussione sulla divisa scolastica austera e di seconda mano che
aveva fatto adattare al suo corpo; occhieggiò le scope da
corsa ma con interesse molto minore, molto più ammaliata dai
libri che portava faticosamente in mano e rimase estasiata di fronte
all'Emporio del Gufo, dove un sacco di animali richiamarono la sua
attenzione.
Severus
notò che la ragazzina una volta accettato quel mondo non
dimostrava alcuna paura, accettava la realtà come se
l'avesse sempre vissuta. In un certo senso era una sorpresa, in altri
un vero supplizio: il fatto che le piacessero i libri non era sinonimo
di un futuro successo come studentessa, forse era solamente curiosa ma
era sempre meglio che vederla sbavare come altri di fronte ai manici di
scopa. Aveva ostentato un'aria ammirata quando aveva scoperto che si
potevano usare per volare ma non pareva fissata; forse gli sarebbe
stato risparmiato di vedere l'ennesimo esaltato per il Quidditch
pensò mentre la accompagnava da Olivander. Il vecchio
fabbricante di bacchette la trattò con educazione e si
dimostrò sorpreso quando la sua giovane cliente, alla prima
bacchetta impugnata, mostrò già di avere trovato
quella che faceva per lei. Era raro, e piacevole per Severus
sapere di non dover trascorrere troppo tempo all'interno dei negozi. "
Bene, ora starai al Paiolo Magico durante queste settimane. Se tu
avessi dei problemi Tom è a tua disposizione. " Non
pensò neppure di dirle di contattarlo, per quello che lo
riguardava aveva esaurito il compito che gli era stato affidato: la
giovane apprendista era stata rifornita del materiale essenziale, e
poteva stare in una stanza del Paiolo dietro pagamento da parte di
Silente che non riteneva saggio rimandarla nuovamente a casa.
Lì avrebbe potuto essere tenuta sotto controllo da molti
maghi, e aveva anche il biglietto del treno: per quello non c'erano
problemi, Tom in persona si era incaricato di accompagnarla il giorno
della partenza.
" Grazie. " La vocina
di Victoria risuonò timida, in contrasto impressionante con
quanto l'aveva contraddistinta in quel lungo giorno: pareva lontano il
momento in cui si era congedata dai genitori e dai parenti per
abbracciare quella vita. Non sapeva perchè ma nonostante i
modi di fare di Severus, sentiva di potersi fidare di quell'uomo; non
aveva fatto nulla per mostrarle simpatia, solo l'aveva introdotta in
quell'ambiente magico che non sapeva neppure che potesse esistere.
L'uomo si limitò ad annuire senza far notare che era rimasto
sorpreso dal ringraziamento; era certo che i suoi parenti non avrebbero
mai pronunciato una parola simile e per un momento pensò che
sarebbe stato interessante vedere quella ragazzina a Serpeverde. Non
sapeva perchè ma era certo che si sarebbe trovata bene,
nonostante fosse figlia di Babbani, cosa che non aiutava a finire in
quella Casata: era educata ma allo stesso tempo esigente, sembrava
già sapere cosa fare della vita e ostentava una certa
sicurezza di modi di fare. Era particolare.
" Dovere. " E
sparì senza che la giovane potesse pronunciare altre parole.
Il resto delle
settimane trascorse in un baleno. Victoria si era insediata senza
problemi al Paiolo Magico e per ringraziare Tom della sua continua
gentilezza si rendeva utile aiutandolo a pulire: non potendo usare la
magia lo faceva, come ridevano molti ospiti, alla Babbana e a tutti
piaceva vedere la ragazzina sempre pronta ad aiutare chiunque. Era a
volte un pò goffa e nessuno si era permesso di prenderla in
giro perchè non proveniva da una famiglia di maghi; Victoria
notò come ben poche persone conoscessero l'importanza del
cognome che l'aveva oppressa per tutta la vita e sentiva di potersi
muovere liberamente senza temere di fare brutta figura o di parlare in
maniera sconsiderata. Era libera e le regole magiche non la
disturbavano affatto. Aveva incontrato anche molti esponenti della
magia ed uno di questi le aveva regalato persino un'Ape Frizzola, un
tale Cornelius Caramell che era il Ministro in persona, come le
sussurrò Tom quando se ne fu andato. Ma non era il solo del
Ministero a passare da lì ed un giorno vide una coppia con
un ragazzino che sedeva al bancone; li osservò curiosamente
e vide che pure lui era rifornito di cose di Hogwarts. " Ma che bambina
carina, come ti chiami? Io sono Amos Diggory, lei è mia
moglie e lui mio figlio Ced. Cedric veramente ma sai com'è..
" E rise mentre Victoria si presentava e lanciava un'occhiata curiosa
al suo coetaneo.
Mentre Tom parlava con
i Diggory, lei e Cedric avevano subito stretto una bella amicizia e
dopo neanche cinque minuti erano tutti presi dalla loro conversazione:
Cedric le stava mostrando le figurine delle Cioccorane sotto lo sguardo
divertito dei genitori e di Tom. A Victoria quasi non sembrava vero che
anche lui doveva frequentare il primo anno e si fece raccontare tutto
quello che sapeva sulla scuola: molto l'aveva letto sui libri ma
sentire parlare qualcuno da sempre nel mondo della magia era qualcosa
di emozionante.
I Diggory, come
apprese, sarebbero rimasti ad alloggiare al Paiolo così da
accompagnare il figlio alla stazione il giorno successivo per prendere
il treno, e si offrirono di prenderla con loro. Per la prima volta
Victoria era contenta di trovarsi con degli adulti e poi sentiva di
avere mille cose di cui parlare col suo nuovo amico.
" Questo è
per te, cara. " La voce di Tom quella sera la distrasse mentre le
consegnava un cucciolo: era, come le spiegò, un esemplare di
Kneazle color prugna che era nato qualche poche settimane prima e non
aveva un padrone così aveva pensato di regalarglielo
vedendola appassionata di creature magiche; la ragazzina
saltò letteralmente in braccio al suo amico e poi
andò ad occuparsi del cucciolo. Era bellissimo e miagolava
spesso facendola sorridere: somigliava tantissimo ad un gatto e
ciò le piaceva visto che amava quegli animali.
Attraversare la
barriera fu molto semplice e Victoria notò che non erano i
soli, anche altri scomparivano oltre la barriera e la sua attenzione fu
presto catturata da un gruppetto di persone con i capelli rossi; Amos
Diggory le disse che i due adulti erano i Weasley e che Arthur lavorava
assieme a lui al Ministero. Con loro c'erano due ragazzi, uno dall'aria
molto vissuta che secondo Victoria aveva circa diciassette anni, mentre
l'altro con gli occhiali poteva avere a malapena un anno più
di lei. Con Cedric strinse la mano a tutti e quattro: il maggiore si
chiamava Charlie e, come le disse, frequentava l'ultimo anno, mentre il
giovane Percy affermò con orgoglio di essere al secondo
anno. Erano tutti parte dei Grifondoro così le disse, mentre
proponeva ad entrambi se volevano di far loro compagnia durante il
viaggio in treno.
" Devi venire a
trovarci per Natale, d'accordo cara? " La signora Diggory la
abbracciò mentre suo marito annuiva poco prima che salissero
sul treno: nonostante li avesse conosciuti solo il giorno prima le
dispiaceva salutarli, così come i Weasley che sembravano
così diversi da tutta la sua famiglia. Forse il sangue
magico era davvero diverso, pensava dispiaciuta, ma non ebbe modo di
pensarci oltre perchè lo scompartimento dove lei, Cedric e
Percy si sedettero divenne immediatamente pieno di voci allegre e
divertite: il ragazzo con i capelli rossi era molto serio ma allo
stesso tempo anche pieno di conoscena tanto che illustrò per
parecchio tempo tutti i ruoli gerarchici della scuola e i loro compiti.
Il viaggio fu quasi
breve e in men che non si dica lei e Cedric si unirono al gruppo per
attraversare il lago in barca; Hagrid le piacque all'istante nonostante
la mole gigantesca e si sentiva ben disposta verso tutti i suoi nuovi
amici. Alla vista del castello sia lei che gli altri ammutolirono ed
ascoltarono ciò che la professoressa McGranitt stava
dicendo: dopo aver sentito da Percy tutti i pregi della Casa di
Grifondoro, Victoria sperava ardentemente di essere destinata a quella.
Lei e Cedric avevano avuto una lunga discussione al riguardo e pareva
che lui fosse meno interessato a quello, gli importava solo di potersi
trovare bene ed apprendere quanto più possibile.
In silenzio sfilarono
con gli altri verso lo sgabello con sopra un Cappello davvero curioso.
" E' con quello che ci smistano" le disse piano l'amico e lei
annuì, interessata. Il funzionamento le fu subito chiaro e
applaudiva ogni volta che un compagno veniva collocato in una delle
Case; il turno di Cedric era tra i primi ed incrociò le dita
per lui, come per fargli un silenzioso incoraggiamento.
Applaudì forte quando venne assegnato a Tassorosso e
sperò a quel punto di esserci pure lei; guardando verso quel
tavolo vide molte facce simpatiche che le comunicarono il desiderio di
unirsi a loro.
A sua grandissima
sorpresa lei era proprio l'ultima della lista e quando venne il suo
turno si sentì improvvisamente impaurita. Severus Piton
invece dal suo posto si mosse piano, dimostrando un certo interesse per
quel momento tanto importante. " E' quella la tua bambina, allora,
Severus. " Si voltò verso Silente che sembrava divertito: da
quando era tornato non faceva che riferirsi alla ragazzina in quel
modo, irritandolo profondamente e scelse di ignorarlo. " Non dica
sciocchezze Silente, l'ho solo accompagnata. " E troncò
lì la discussione osservando la ragazzina seduta sullo
sgabello: quello che era con lei era finito a Tassorosso e pareva che
su di lei il Cappello fosse molto indeciso.
- Ah sai, non so dove
metterti. La mia idea sarebbe Serpeverde, sei molto ambiziosa e piena
di qualità che Salazar apprezzerebbe.. - Victoria taceva,
chiedendosi come mai tutta quell'indecisione, e sentendosi un
pò troppo al centro dell'attenzione con lo sguardo di tutti
puntato su di lei: vide il tavolo di Serpeverde ma non le piaceva
molto, non ne sapeva dire la ragione. - Grifondoro assolutamente no, in
te c'è ben altro oltre al coraggio e.. accidenti, sei
proprio un caso complicato. Hai cervello, sei ambiziosa e sei pure
buona. Non posso metterti in quattro Case! - La fece sorridere pensando
al guaio in cui aveva senza volere messo il Cappello e attese. "
Probabilmente sarà una Grifondoro. " Disse Severus sottovoce
a Silente, sprezzante per quella Casa: quando il Cappello tentennava a
volte finivano tutti lì, chissà se era un caso.
- Ho deciso, il tuo
intelletto sarà ciò che premierò e
sono certo che ti troverai molto bene, Priscilla sarà
contenta di vederti tra le sue fila anche se sono dell'idea che pure a
Serpeverde saresti stata grande. Comunque sia.. CORVONERO! -
La parola del Cappello
risuonò per tutta la Sala Grande facendo esplodere di gioia
il tavolo a cui erano seduti gli studenti di Corvonero; anche gli
insegnanti e gli altri presenti nella Sala batterono le mani, il
professor Vitious con sincero entusiasmo mentre lei scendeva dallo
sgabello riconsegnando il Cappello alla professoressa McGranitt e
raggiungendo il tavolo dove i ragazzi e le ragazze la accolsero con
espressioni di gioia. " Benvenuta tra i Corvonero. " Fu una voce un
pò dura a parlarle ma sorrideva leggermente: rimase di sasso
nel riconoscere il fantasma di una donna molto bella, che fluttuava tra
loro per dare il benvenuto ai nuovi arrivati.
Proprio al tavolo di
fronte c'era Cedric e ricambiò il suo sorriso: le dispiaceva
un pò non essere insieme ma in fondo erano pur sempre nella
stessa scuola. Mentre mangiava, ascoltando ciò che una dei
Prefetti della sua Casa le stava dicendo, volse lo sguardo verso il
tavolo degli insegnanti. Severus Piton era rimasto sorpreso dalla
scelta del Cappello ma dentro di sè pensava che almeno non
era una Grifondoro.
" Primo anno, da
questa parte. " La voce autoritaria dei due Prefetti di Corvonero
convinse Victoria e gli altri a seguirli, diretti alla loro nuovo vita
subito dopo la fine del Banchetto.
nota:
bene eccoci u.u commentereste? se si grazie^^
|
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Capitolo 2 *** 2 - Sola? ***
Angolo
autrice: son
tornata, un pò in ritardo ma rieccomi xd ora siamo a
Victoria al primo anno, come se la caverà? beh leggete
<3 e grazie a tutti quelli che leggono, commentano** vi voglio
bene**
Immagine
allo specchio
2 - Sola?
" Signor Diggory, le
riesce difficile tenere le pupille puntate sul suo libro invece di
guardare il calderone della signorina Windsor? " Le parole di Severus
Piton fecero ridacchiare quasi tutti mentre il commento veniva
accompagnato dalla mano decisa del professore che aveva affibbiato un
sonoro colpo in testa al ragazzo, costringendolo a riportare la sua
attenzione quindi a ciò che stava facendo. " Io.. si mi
scusi, non avevo capito una cosa. "
Il ragazzo arrossì e Victoria sapeva già che cosa
avrebbe detto Piton; difatti l'insegnante venne a posizionarsi proprio
davanti a loro e squadrò con lo sguardo Cedric, che aveva
già capito di aver dato la risposta sbagliata. " Non ero al
corrente che la signorina Windsor fosse diventata insegnante al mio
posto. Sbalorditivo, vero? " E stavolta rivolse la propria malevola
espressione sulla ragazzina che arrossì per la vergogna.
Severus non disse altro dopo aver notificato una punizione a Diggory
che avrebbe comportato pure una lieve decurtazione del punteggio della
clessidra di Tassorosso, e continuò il proprio giro. Quel
giorno la puzza nella sua aula era, se possibile, ancora più
potente: quello era il primo test a cui avrebbe dato un punteggio e
già non vedeva l'ora di vedere le facce deluse degli
studenti, sopratutto i Grifondoro, davanti ai voti bassi che avrebbero
ricevuto.
Tutto andò come previsto: la maggior parte di loro aveva
ottenuto un pessimo risultato, persino i Serpeverde lo avevano deluso
anche se si astenne dal fare commenti sul loro operato preferendo
risparmiarseli per gli altri. Non si aspettava un risultato perfetto da
nessuno e non venne deluso, tuttavia quando arrivò il
momento dei Corvonero trovò una sorpresa.
Con un mestolo raccolse un pò della pozione di Victoria e la
annusò. " Windsor, e questa roba cos'è? " La sua
voce così gelidamente calma fece quasi rabbrividire la
ragazzina che avrebbe desiderato sentire il terreno mancarle sotto i
piedi: c'era qualcosa di tremendamente agghiacciante in quell'uomo, non
faceva il minimo sforzo per rendersi sopportabile con gli studenti
eppure per qualche strano motivo, Victoria si sentiva al sicuro in sua
presenza.
Era inspiegabile. " La.. la pozione Cambiacolore, signore. "
Con una vocina piccola rispose a quella domanda e, a quelle parole,
Severus sbuffò leggermente per poi sorridere. " Ora lo
vedremo: signor Diggory, prego assaggi.. in fondo era così
interessato no? " E gli porse il mestolo colmo del liquido rossastro
della pozione preparata dalla ragazzina: Victoria poteva percepire
l'esitazione dell'amico, e in fondo non se la sentiva di dargli torto.
Era sempre un rischio essere cavie durante le lezioni di pozioni,
sopratutto con lei che le prime volte aveva rischiato di far esplodere
l'aula a causa dell'incoscienza che la portava ad esagerare la
quantità di ingredienti necessaria. Tuttavia il professore
non sembrava attendere altro che un motivo per levare ancora dei punti
a Tassorosso e Victoria incrociò le dita dietro la schiena;
non si sarebbe mai perdonata se gli fosse accaduto qualcosa di grave.
Cedric inghiottì il liquido con l'aria di un condannato a
morte e dopo pochi secondi l'intera classe scoppiò a ridere.
" Sono diventato blu!! " strillò mentre osservava la pelle
bluastra e non più candida come prima; a Victoria ricordava
molto uno dei Puffi, uno di quei cartoni animati che adorava quando
ancora era tra i babbani e cercò di trattenersi per non
ridere a sua volta. Severus osservò il risultato e rivolse
uno sguardo gelido a tutti gli studenti, che tacquero all'improvviso.
" E' inutile che ridete, cominciate a preoccuparvi di fornirmi tre
rotoli di pergamena sulla corretta composizione di questa pozione; come
avete potuto notare il signor Diggory adesso ha la pelle blu,
esattamente come avevo richiesto. Le ricordo che lei, signorina
Stanley, è riuscita solamente a bucare il palmo della mano
del signor Stebbins mentre avreste impiegato meglio il vostro tempo - e
mi riferisco a tutti - se vi foste impegnati a non discutere
dell'imminente Natale in arrivo. " Con un solo gesto della bacchetta i
calderoni si vuotarono, le loro pozioni erano scomparse tranne per
delle piccole fiale coi loro nomi apparse sulla cattedra mentre tutti
osservavano il professore con aria astiosa, sopratutto quando
annunciò che avrebbe assegnato due punti a Corvonero e che
ne avrebbe tolti dieci ad ogni casa per il loro pessimo risultato.
" Quanto a te signor Diggory, ti consiglio di andare a trovare Madama
Chips: ti rimetterà in sesto, credo, e se non dovesse
succedere.. beh credo che il professor Vitious potrà
trovarti un posto nel presepe vivente che sta allestendo in Sala
Grande. "
Victoria sedeva da sola al tavolo dei Corvonero, in ritardo rispetto
agli altri compagni per l'ora di pranzo; ancora rifletteva
sull'inaspettato successo ottenuto durante la lezione di Pozioni.
Sicuramente Cedric era già stato fatto tornare del suo
colore anche se non lo sapeva visto che era stata costretta ad aiutare
il professor Vitious a decorare la Sala Grande. Si sentiva l'aria
natalizia che aveva avvolto il castello ma tutto sommato non la
interessava molto: nonostante i primi mesi tranquilli, ora cominciava a
sentirsi un pò isolata dal mondo ed essere quasi la sola del
proprio anno a non ricevere notizie da casa la faceva sentire strana.
Passava molto tempo tra le mura del castello, sopratutto in biblioteca
per informarsi quanto più possibile sulle arti magiche, per
non pensare; aveva scritto una lettera ad inizio anno scolastico e
l'aveva indirizzata ai genitori ma la risposta non era mai arrivata. Ne
aveva dedotto che non fossero per nulla interessati ad avere sue
notizie e se all'inizio la novità di Hogwarts era stata
sufficiente, ora si sentiva sempre più triste. Di solito
trascorrevano le vacanze natalizie tutti assieme, quell'anno non
avrebbe avuto nessuno.
" Ciao, ti stavo cercando. Vieni a trovare Hagrid con me? " Victoria
alzò lo sguardo trovandosi di fronte Charlie Weasley, con
cui aveva stretto una buona amicizia nonostante lui fosse all'ultimo
anno di studi; di solito stava con Percy quando doveva studiare ma lui
aveva qualcosa che l'attirava, probabilmente era il modo di fare
così cordiale e alla mano che l'aveva conquistata. Era un
pò come un fratello maggiore e a lei piaceva quell'idea, la
faceva sentire meno sola; osservò il libro che stava per
aprire e poi lo rimise a scaffale. C'era sempre da imparare andando in
giro con lui, e spesso aveva mostrato a lei e a Cedric parecchie
creature magiche che erano presenti ad Hogwarts. " Certo, tanto ho
finito di studiare. "
Era vero, le mancava solo la conclusione di un compito di Incantesimi
ma non aveva voglia di occuparsene, e poi trovava simpatico anche
Hagrid nonostante l'apparenza mostruosa era sempre gentile con lei, e
anche con altri che lo prendevano in giro: non era certa che, al suo
posto, sarebbe riuscita ad essere altrettanto tollerante.
" Come se tu ne avessi bisogno, ho sentito uno stralcio di
conversazione tra la Sprite e Vitious, e lui diceva che probabilmente
sei la sola del tuo anno ad impegnarti davvero. A proposito,
dov'è Ced? Volevo mostrare anche a lui cos'ha Hagrid.. " Si
guardò attorno come se si aspettasse di vedere spuntare il
ragazzo da un angolo e lei rise, raccontandogli del test di pozioni e
delle conseguenze che aveva avuto.
" Mi sarebbe proprio piaciuto vederlo di quel colore ma non importa: ho
sentito che resti a scuola per Natale. " Charlie cambiò
argomento mentre, coperti bene coi mantelli e i paraorecchi per il
freddo, si avventuravano oltre il portone del castello e lei
annuì, un pò dispiaciuta. Silente l'aveva fatta
convocare proprio alcuni giorni prima per dirle che non poteva
accettare l'invito dei Diggory a causa del mancato permesso della sua
famiglia, che avrebbe dovuto concederle il proprio benestare vista la
sua giovane età. Di certo tra i compagni di Corvonero
sarebbe stata la sola a rimanere, Vitious le aveva già fatto
sapere comunque che poteva divertirsi come credeva; probabilmente, si
disse la ragazza, si sarebbe rinchiusa in biblioteca a leggere qualcosa
dietro consiglio di Madama Pince o magari avrebbe scritto qualcosa di
suo pugno.
" Si, del resto non credo di aver voglia di tornare a casa, e poi Piton
ci riempirà di compiti. Mi farà bene restare
impegnata. " Lo disse con forzata allegria e a Charlie non
sfuggì il fatto che si voleva adattare a quella situazione,
non era per nulla felice ma non lo diceva. Forse se ne vergognava anche
se secondo lui non ne aveva proprio motivo, a volte le famiglie babbane
erano molto severe anche se non conosceva la sua. A sentire Percy,
comunque, non ne parlava mai ed era come non ce l'avesse. " Non ti
azzardare, ho intenzione di insegnarti a giocare seriamente a Gobbiglie
perchè mio fratello è una schiappa e non
è proprio il caso che tu segua le sue orme! "
I due scoppiarono a ridere mentre la capanna di Hagrid era sempre
più vicina; Victoria sapeva che Percy sarebbe tornato a casa
per Natale e trovava curioso che Charlie invece rimanesse. Forse aveva
molto da studiare essendo l'ultimo anno o, come più
probabile, non avrebbe più avuto occasione di vedere il
Natale a Hogwarts gli anni seguenti. " In ogni caso vedrai, l'anno
prossimo arriveranno sicuramente Fred e George, Percy dovrà
stare molto attento a non farsi sorprendere dai loro scherzetti. "
Sorrise il ragazzo, i due gemelli erano pestiferi ma sapevano come
tirar su il morale alle persone, e a rendere l'atmosfera sempre allegra
e piena di risate.
" Ah eccovi! Come state?" Hagrid li salutò con un gran
sorriso e subito si mise a discutere con Charlie di alcune creature
magiche che il professor Kettleburn aveva portato a lezione quella
settimana; Victoria venne attirata invece dal bagliore dorato di alcuni
cuccioli di unicorno che stavano bevendo qualcosa che sembrava latte
magico, diverso sicuramente da quello che beveva lei ogni giorno visto
che erano animali speciali. Subito dopo Hagrid le parlò un
pò di loro, raccontando di come li aveva catturati nella
Foresta Proibita e attirati fino a lì per curarli; Charlie
sembrava intendersene molto visto che riuscì ad accarezzarli
mentre a Victoria servì un pò di tempo per
sfiorare gentilmente il musetto di uno dei due.
" A proposito, qualcuno qui vuole la sua padrona. " Hagrid
attirò la sua attenzione mettendole in braccio Kaiser, che
come al solito era andato a cacciarsi nei guai: la settimana precedente
aveva commesso l'errore di portarlo con sè durante la
lezione di Pozioni e lo kneazle ne aveva approfittato per seminare il
panico, inclusa l'audacia di mordere allegramente le caviglie a Piton.
Naturalmente l'insegnante non aveva gradito quella che lei aveva
chiamato espressione di affetto, e aveva trasformato l'animale in una
fisarmonica: le ci era voluto molto tempo e tanta persuasione per
farselo riconsegnare e dietro consiglio di Charlie, l'aveva affidato
alle cure di Hagrid che l'aveva fatto riprendere del tutto.
" Oh grazie, ti devo un favore! Però adesso credo che non lo
porterò più con me, non vorrei mai che a Piton
venisse voglia di ucciderlo direttamente.. e dire che è solo
affettuoso, il mio Kaiser! " Il tono lamentoso di Victoria fece
sorridere il guardiacaccia, che ben sapeva come tutti che affettuoso e
Piton non andavano necessariamente d'accordo, al contrario il gelido
insegnante di Pozioni era tutto tranne che umano secondo lui.
Le vacanze di Natale trascorsero lente e senza eventi degni di nota;
Victoria trascorse molto più tempo del previsto
raggomitolata in Sala Comune, ad ammirare lo splendido paesaggio
innevato delle montagne e a stare sulla sua poltrona preferita di
fronte al camino. Kaiser era sempre in cerca di cibo e lei immaginava
che visitasse molto spesso le cucine: da tempo era convinta che lo
kneazle sapesse perfettamente come ottenere ciò che voleva,
ed era ancora un cucciolo. Fortunatamente si era tenuto alla larga da
Piton, senza dargli motivo per infastidirlo nuovamente; solo quando si
recava in Sala Grande, Victoria percepiva l'assenza di tutti i
compagni. Erano rimasti pochi a scuola e nessuno di quelli che
conosceva, persino Charlie era dovuto tornare a casa perchè
aveva saputo che uno dei fratelli minori era ammalato perciò
aveva insistito per andare ad aiutare sua madre. Era un bel gesto
secondo lei, ed invidiava lo stretto rapporto che aveva con la sua
famiglia: aveva dissuaso Cedric dall'insistere con Silente per far si
che andasse con lui, in fondo erano ricorrenze speciali e lei non
desiderava essere di impiccio.
La mattina di Natale rimase perciò sorpresa quando
trovò al suo posto in Sala Grande quella che era una vera e
propria montagna di regali. " Buon Natale, cara. " Le disse il
professor Vitious passandole vicino e lei ricambiò
l'augurio: le piaceva il suo Capo Casa, anche se era così
piccolo aveva un modo di fare che lo rendeva molto simpatico e
nonostante lei fosse stata la sola a Corvonero, si era impegnato
ugualmente ad addobbare la Casa per Natale. C'erano infatti molte
piccole slitte di renne che sfrecciavano per la Sala Comune, e i quadri
di antichi studenti divenuti poi maghi celebri erano stati illuminati
magicamente: c'era anche un albero riccamente decorato e che danzava
all'occorrenza. Avrebbe potuto sedersi assieme agli insegnanti, come
avevano fatto gli altri pochi studenti, ma era curiosa di sapere che
cosa aveva ricevuto come regalo.
Il primo era dei Diggory ed era un libro di fiabe magiche(si, quelle di
Beda il Bardo nd Vio) che lei aveva semplicemente sentito nominare;
c'era anche una lunga lettera di Cedric che le raccontava le
novità da casa e la ringraziava per l'orologio babbano che
gli aveva spedito come regalo. Oltre al libro, c'era anche una sciarpa
cucita personalmente dalla signora Diggory e che ricordava molto il
colore della Casa di Corvonero, e in aggiunta anche una bellissima
bambola di porcellana da parte del signor Diggory, che si era
evidentemente ricordato di quando le aveva sentito dire che le adorava.
Victoria si sentiva colpita da tanta inaspettata generosità
e si ripromise di fare un bel regalo per ringraziarli; non possedeva
molti soldi ma qualcosa avrebbe trovato. Poi osservò che
molte sue amiche di Corvonero le avevano mandato dei dolcetti natalizi,
in particolare Maggie ed Audrey, e aveva persino ricevuto alcuni
pupazzi magici dai mille colori.
Sorrise nel vedere la lunga lista di raccomandazioni a studiare che
Percy le aveva inviato assieme ad una piuma d'oca, e nello stesso
informe pacco c'era un vecchio libro di creature magiche da parte di
Charlie.
A sua grande sorpresa c'era persino un regalo da parte della nonna; per
un momento Victoria pensò di non aprirlo neppure ma la
curiosità la vinse. Nella lettera che l'accompagnava non
c'era neanche una parola da parte dei genitori, invece pareva che
l'anziana nonna avesse voluto scriverle comunque per farle gli auguri
per le feste e per la vita che aveva scelto; accludeva a quello un
preziosissimo braccialetto in argento che le aveva fatto comprare
apposta. Non era che un sottile filo ma Victoria lo mise ugualmente al
polso, ammirando il suo splendido luccichio: non aveva mai avuto dei
gioielli e quello, il primo, era straordinariamente semplice pur
sicuramente essendo molto costoso. Di questo ne era sicura ma non era
il suo valore in soldi ad interessarla, bensì il fatto che
arrivasse proprio da lei.
" E tu che cos'hai qui, eh? " Accarezzò il pelo di Kaiser
che le stava presentando come omaggio un topo morto; Victoria aveva
ribrezzo di quel genere di animali ma aveva imparato che il suo fedele
cucciolo color prugna lo riteneva invece un grande dono d'affetto e non
poteva mostrarsi sdegnata; per Natale gli aveva cucinato personalmente
dei biscotti seguendo una ricetta di Hagrid, e Kaiser li aveva
sicuramente graditi visto che neppure le briciole erano rimaste. Si
lasciò mettere in mano quel topo e attese che se ne andasse
dopo essersi strusciato contro le sue caviglie; avrebbe trovato un
posto dentro una scatolina, di certo per quanto grata al suo kneazle, i
topi le facevano sempre e comunque schifo per farseli piacere.
" E anche quest'anno abbiamo concluso. " Silente concluse allegramente
l'ultimo consiglio degli insegnanti, che riguardava gli alunni del
primo anno e gettò uno sguardo al sole oltre la finestra. I
mesi erano trascorsi con relativa calma e qualche piccolo incidente ma
anche quell'anno tutto era andato liscio come l'olio: gli studenti
avrebbero lasciato Hogwarts nel giro di tre giorni e i risultati
sarebbero apparsi in bacheca la mattina seguente.
Severus osservò solo vagamente interessato i risultati dei
suoi studenti, dicendosi che di sicuro i Serpeverde non dovevano la
Coppa delle Case a quelli del primo anno: ben pochi di loro si erano
distinti e quasi nessuno era in grado di cavarsela senza il libro. Non
che gli altri andassero tanto meglio, anche se aveva notato che Diggory
era uno dei migliori: assurdo, un Tassorosso bravo in pozioni.. che poi
non lo era, semplicemente era uno dei più attenti.
E poi ripensò alla discontinuità della sua amica
del cuore, Victoria Windsor, che ci metteva molto impegno ma spesso a
risultati lasciava molto a desiderare; all'inizio era una mina vagante,
specialmente quando si era presentata in classe con quel sudicio
animale, e poi gli aveva riservato una grossa sorpresa preparandogli
alla perfezione la pozione Cambiacolore. Non l'aveva mai saputo
ovviamente ma lui si era poi aspettato l'eccellenza in seguito: la
tormentava più che gli altri e non la risparmiava quando
sbagliava, forse a volte esagerando mettendola alla berlina.. eppure
solo lui sapeva che era solo per stimolarla. Per paradosso sembrava che
Victoria temesse di usare tutto il suo potenziale, e ne aveva molto lo
aveva notato: conosceva molto bene il contenuto del libro di testo ma
possedeva quel tocco fantasioso che serviva ad un vero pozionista.
Nonostante ciò non lo sfruttava, preferiva rimanere in ombra
e lui l'avrebbe strozzata volentieri.
A parte qualche test positivo, lui le aveva assegnato una sufficienza
risicata pur sapendo di essere ingiusto. Forse era quello che serviva
per farla svegliare, sembrava provare particolare piacere nel mostrarsi
inferiore agli altri.. e con lui aveva trovato pane per i propri denti
se voleva una guerra. E sapeva che era la stessa cosa in altre materie;
la McGranitt aveva detto che tra quelli del suo anno era tra i migliori
ma che avrebbe potuto fare molto meglio, e la stessa cosa l'aveva
riferita Vitious mentre ne parlavano.
Il solo ad aver parlato negativamente di lei era stato l'insegnante di
Difesa ma non era un problema, anche quell'anno ce ne sarebbe stato uno
nuovo, forse migliore anche se Severus non era molto ottimista a questo
proposito; solamente in Storia della Magia pareva che Victoria non
temesse di nascondersi. Probabilmente aveva studiato a memoria tutta la
biblioteca, pensò sprezzante l'uomo, mentre si alzava e si
apprestava ad abbandonare la sala insegnanti.
Anche quell'estate sarebbe stata lunga, per lui e per tutti: aveva
sentito dire che Victoria aveva ottenuto il permesso da Silente per
andare dai Diggory, curioso che i suoi non la volessero a casa per
l'estate ma magari era quello che le serviva, stare a contatto con i
maghi poteva solamente stimolarla.
O rovinarla, non era certo di quale sorte delle due fosse quella
destinata alla ragazzina.
nota:
forse sono troppo rapida ma c'è un motivo, se mi metto a
descrivere ogni anno di studi finiamo tra 50 anni XDD e pooi fino al 4
non accade molto a dirvela tutta u.u
la pozione Cambiacolore..muahahah povero Ced, è un bel puffo
blu xddd
come vedete Victoria è molto discontinua però
Sevvy(mò mi ammazza xddd) dice che il potenziale non le
manca. è insicura, come immagino avrete capito, e anche la
lontnanza dalla famiglia è un fattore rilevante u.u
io spero vi piaccia, attendo i vostri commenti con impazienza^^
|
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Capitolo 3 *** 3 - Amici ***
Angolo
autrice: eccomi
qui, vacanze estive eccoci U__U e ci sono delle new entry, alcune
saranno di rilievo in futuro.
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
3 - Amici
Amos Diggory osservò dalla finestra i due ragazzini giocare;
come al solito Cedric era alle prese con il suo nuovo manico di scopa,
regalo importante che gli aveva promesso all'inizio del suo corso di
studi a Hogwarts se avesse riportato a casa - alla fine dell'anno - una
buona media generale. E i risultati erano stati notevoli, anche se non
era il caso di far sapere al figlio che il manico di scopa sarebbe
arrivato ugualmente.
Aveva un buon talento per il volo ed era certo che la prima
cosa che avrebbe fatto una volta di ritorno a scuola sarebbe stata
quella di presentarsi al capitano della squadra di Tassorosso per farsi
ammettere. Sorrise mentre lo osservava: vivere a Hogwarts gli aveva
fatto bene, era diventato meno timido e lo deduceva dal fatto che erano
già arrivati molti gufi da parte degli amici di scuola.
Osservò anche Victoria, in quel momento molto simile alla
stessa ragazzina che aveva incontrato quasi un anno prima al Paiolo
Magico; era estremamente educata per la sua età, molte
figlie dei suoi amici erano quasi delle bamboline viziate e arroganti..
e rumorose. Certo, in quel momento era molto esuberante ma non aveva
proprio nulla da rimproverarle anzi, a volte era fin troppo
servizievole e si offriva sempre di aiutare sua moglie a pulire.
Non che fosse molto portata, da quello che aveva saputo la sua famiglia
era molto influente e non aveva sicuramente mai pulito neppure una
sedia in tutta la sua vita, ma a colpirlo era l'impegno che ci metteva;
passava ore assieme a sua moglie, quando lui era al lavoro, per farsi
insegnare quelle che secondo lei erano doti importanti in una ragazza e
non un peso. In un certo senso quel suo modo di voler sempre essere
utile spronava anche Ced a lasciare da parte la scopa per dedicarsi
alle faccende domestiche, tuttavia a lui non sfuggiva una luce strana
negli occhi grigi di Victoria.
" Tesoro, c'è Arthur" la voce della moglie lo riscosse e si
voltò verso di lei; proprio in quel momento Arthur Weasley
entrò nel salotto e i due uomini si abbracciarono
affettuosamente. " Già fatto, Arthur? " La voce di Amos era
soddisfatta ma leggermente incredula. Non si era aspettato che l'amico
fosse già di ritorno, in fondo gli aveva chiesto quel favore
solo il giorno precedente ma Arthur annuì.
" Certo ma non ti entusiasmare, purtroppo è andata
come aveva previsto Silente". C'era una lieve nota afflitta
nella voce dell'uomo che attese un cenno per continuare a parlare. " Ho
provato a prendere contatti con la famiglia di Victoria ma è
stato impossibile: non appena hanno scoperto la ragione della mia
presenza, beh diciamo che mi hanno messo alla porta. Silente mi ha
detto che l'anno scorso aveva fatto recapitare a loro i risultati
scolastici della figlia prima di Natale ma sembra che non avessero
neppure aperto la lettera. E' chiaro che non la vogliono."
Una leggera nota di ira repressa trapelò da quelle parole;
dopo aver visto il lusso nel quale vivevano, faticava a credere che
fossero disposti tanto facilmente a lasciare la figlia in mano a gente
che non conoscevano. " Devono essere pazzi, Victoria è una
bambina adorabile" . La signora Diggory commentò con enfasi
e suo marito era d'accordo con lei; in più era anche
consapevole del fatto che la moglie aveva spesso desiderato una figlia
femmina ma dopo Cedric non era mai accaduto, ed era ormai tardi
Era un pò come se l'avessero adottata ed ora capiva
perchè la ragazzina era tanto restia a parlare della
famiglia; quasi non era riuscito a credere che fosse parente dei
sovrani Babbani, non somigliava per nulla ad una principessa viziata
anche se talvolta, mentre parlava, pareva leggermente petulante(non
trovo la parola giusta per descriverlo). Era quieta e spesso
silenziosa, probabilmente aveva imparato a non pensare alla famiglia e
si erano banditi a vicenda: che tristezza, pensò, sapere di
avere dei parenti e non poterli vedere.
" Sono persone molto particolari, credo abbiano paura di uno scandalo:
sai, se nel loro mondo si sapesse che la loro figlia è una
strega, probabilmente si sentirebbero danneggiati. So solo che forse la
nonna potrebbe.. ma, evidentemente, non discute comunque le decisioni
del figlio.. però sono quasi sicuro che non la pensi come
loro." Amos Diggory rimase a riflettere su quelle parole ma non c'era
poi molto da fare: lui aveva voluto provare ed aveva fallito, Victoria
glie l'aveva anche detto ma lui aveva creduto che esagerasse.
Ora sapeva che la ragazzina era perfettamente consapevole
dell'opinione che avevano di lei; in un certo senso, pur compatendo
quella solitudine forzata, ammirava la silenziosa forza che le
permetteva di guardare comunque avanti, di non farsi intralciare e
proseguire sulla via che aveva scelto. Era forte, più di
quanto avesse creduto, ma rimaneva comunque sola. Non più
però, riflettè, adesso aveva una nuova vita, i
suoi amici e anche loro si disse mentre gettava ancora uno sguardo
oltre la finestra da dove l'immagine dei due ragazzini era sparita,
probabilmente erano corsi a usare ancora la scopa. " Non importa,
grazie Arthur per il tuo impegno, non possiamo certo cambiare la
realtà. Ti volevo chiedere quando pensi di portare i tuoi
figli a Diagon Alley, quest'anno ne hai tre vero? "
Amos ricordava ancora i due gemelli l'ultima volta che li aveva visti,
una coppia di monelli che a Settembre avrebbe fatto il proprio ingresso
a Hogwarts; sicuramente avrebbero dato molto filo da
torcere. Aveva
già sentito Arthur parlare della loro esuberanza e si
chiedeva in che modo riuscisse a sopportarli Percy che era sicuramente
molto più serio e poco incline alle risate.
" Oh sai, in effetti pensavo che la prossima sett.. per la barba di
Merlino, e questo cos'è? " Il signor Weasley era stato
attirato da un tomo piuttosto grosso appoggiato sulla sedia poco
distante da lui: si chinò per prenderlo in mano e lesse il
titolo con espressione curiosa. L'autore era un certo William
Shakespeare e si intitolama Romeo e Giulietta. " Quello è un
libro di Victoria, è un autore Babbano che trovo
estremamente affascinante: me l'ha prestato dopo avermi raccontato la
storia. "
Era stata la signora Diggory a parlare con aria sognate: c'erano molti
autori maghi ovviamente ma era rimasta colpita dal fatto che
così giovane la ragazzina leggesse con entusiasmo una
tragedia come quella. L'aveva aperto quasi per caso quando lo aveva
visto appoggiato su un mobile nella stanza che le avevano riservato e
poi non aveva resistito così aveva scoperto le emozioni
magiche che quella storia poteva dare; suo marito era rimasto meno
colpito ma era piaciuto pure a lui. E aveva altresì scoperto
che il celebre drammaturgo aveva scritto molte altre opere, anche
quelle molto belle e Victoria stessa le aveva narrato qualcosa; aveva
dei gusti molto particolari, si entusiasmava davanti ad ogni singola
opera letteraria magica e non disdegnava ciò che per loro
era scontato, come le fiabe, ma quello restava in assoluto il suo
preferito.
" Se vuole posso prestarglielo, signor Weasley" la voce squillante
della ragazzina attirò tutti i presenti: lei e Cedric
avevano finito di volare evidentemente visto che erano rientrati.
Nonostante fosse molto gelosa de suoi libri, non si sentiva infastidita
all'idea che fossero toccati da persone che riteneva affidabili.
Lui
sorrise. " Meglio di no, un libro a casa mia
potrebbe finire proprio male. Percy vi manda i suoi saluti ragazzi"
disse, alludendo anche a Cedric " lo volevo portare qui ma lo
conoscete, mai staccarlo dai suoi libri di scuola. A volte penso che
non mangerebbe neanche se non lo costringessimo".
Tutti risero anche se i due ragazzi si erano scambiati uno sguardo
compassionevole. Victoria era dell'opinione che Percy passasse troppo
tempo in mezzo al dovere, per quanto neppure lei amasse il Quidditch
spesso trascorreva ore a parlarne con gli altri, sopratutto con le sue
compagne di Casata e naturalmente con Ced, che era il suo principale
interlocutore. Anche con Charlie Weasley ne aveva discusso spesso, e
aveva tifato per lui quando lo aveva visto giocare: a scuola era una
leggenda e quell'anno aveva fatto vincere la Coppa delle Case a
Grifondoro entusiasmando persino lei. Quanto a Cedric, spesso aveva
detto di voler diventare bravo come lui in futuro.
Invece Percy era sempre tutto preso dallo studio, anche quando si
trovavano tutti assieme in Sala Grande difficilmente lo vedeva ridere
di gusto; era comunque un buon amico, a volte gli aveva chiesto aiuto e
lui non aveva esitato a darglielo.
" Gli dica, per favore, che anche Kaiser lo saluta" disse Victoria e
subito dopo Cedric non riuscì a trattenere una risata.
Sicuramente Percy, come loro, non avrebbe mai scordato la memorabile
scena in biblioteca quando lo kneazle era stato attirato da un boccino
fuggiasco ed era saltato allegramente per tutta la stanza e
scompigliando gli appunti del Grifondoro, imbufalito come accadeva ogni
volta che veniva disturbato. Non era riuscita a trattenere le risate
quando, alla
resa dei conti, gli appunti di Percy erano andati completamente
distrutti poco dopo l'essere stati scrupolosamente ordinati.. Da quel
momento Kaiser aveva trovato un nuovo nemico, anche se il primo era
sicuramente il professor Piton; in quel momento Victoria
pensò che, nonostante si trovasse benissimo assieme ai
Diggory, le mancava molto Hogwarts. La routine magica era stata una
costante per nove lunghi mesi ed era ansiosa di ricominciare: per
questo fu molto contenta quando quella sera il signor Diggory
annunciò ad entrambi che presto sarebbero andati a Diagon
Alley, aveva appuntamento con molte delle sue amiche.
Il gruppo si addentrò nelle vie di Diagon Alley ancora non
del tutto piene di vita. Avevano pranzato poche ore prima ed erano
giunti lì grazie ad una Passaporta; Victoria aveva voluto
tenersi quella molletta vecchia come ricordo del suo primo viaggio
magico e poi lei e Cedric si erano fermati a parlare con Tom. Lei era
felicissima di vederlo e furono costretti dai signori Diggory ad andare
visto che un racconto dettagliato dell'estate e dell'anno trascorso
avrebbe occupato troppo tempo.
" Ah.. eccole.. Ced, che cosa dico loro se mi chiedono se sei single?!
" Victoria salutò da lontano tre ragazze del suo anno di
Corvonero, rivolgendosi preoccupata a Cedric; sapeva bene che Maggie,
Audrey e Mary avevano messo gli occhi addosso al suo amico fin
dall'anno precedente nonostante lui non le avesse mai incoraggiate, e
che erano lì quasi più per vedere lui che per
parlare con lei. Allo sguardo interrogativo di Cedric alzò
gli occhi al cielo, chiedendosi come fosse possibile che una persona
potesse essere tanto ingenua: era un ragazzo intelligente ma in certe
cose era una frana. " Beh digli che.. " non terminò mai la
frase perchè la ragazza venne portata via tra le risatine un
pò sciocche delle tre amiche e Cedric vide che si dirigevano
verso la vetrina di Madama McClan.
Nonostante si trovasse ospite dei Diggory, Victoria rifiutò
categoricamente di farsi acquistare abiti e materiale scolastico di
prima mano; aveva ancora il fondo che Severus Piton le aveva fatto
avere l'anno precedente, e non avrebbe accettato nulla in
più. " Ma cara, sei di famiglia, non è un
problema per noi" cercò di blandirla la signora Diggory,
delusa perchè avrebbe voluto comprarle una veste da strega
molto più elegante; possedevano inoltre un patrimonio
discreto, e tra di loro avevano già deciso che non sarebbe
stato un problema farsi carico delle spese di Victoria sopratutto
perchè lo facevano volentieri.
" Lo so ma.. lo sai, non voglio dipendere da nessuno più del
dovuto" disse la ragazzina con un sorriso, cercando di non farsi
tentare: nelle vetrine c'era tutto quanto avrebbe potuto desiderare ma
non voleva essere di peso a nessuno, tanto meno a loro. Per tutta una
vita aveva ignorato il valore dei soldi e ritrovarsi in quel mondo
l'aveva aiutata a non pretendere mai nulla, a non accettare senza la
certezza di poter poi ripagare. " E poi tanto l'anno prossimo
probabilmente sarò cresciuta, sarebbe un peccato sprecare
una cosa che userò per poco no? " Si osservò
nello specchio, era diventata un pò più alta e
secondo la signora Diggory il suo corpo sil suo corpo stava diventando
più maturo e persino il suo volto cominciava a perdere le
tracce
infantili.
" D'accordo purchè tu venga a trovarci a Natale,
costringeremo Silente a permettertelo" sorrise la donna mentre i due
maschi erano andati in cerca dei vari ingredienti per le pozioni; le
due donne stavano camminando e parlavano tra loro quando Victoria
improvvisamente si bloccò di fronte all'Emporio del Gufo.
Una civetta dal piumaggio grigio aveva attirato la sua attenzione e, ne
era certo, ricambiava il suo sguardo.
Ricordava le molte ore trascorse con Charlie e Hagrid a parlare delle
creature magiche perciò sapeva bene che probabilmente quella
civetta cercava solo qualcuno che se ne prendesse cura: probabilmente
era molto giovane e quella gabbia non le si addiceva proprio. La
osservò in silenzio per parecchi minuti: era probabilmente
la più rumorosa tra gli uccelli eppure a Victoria piaceva
moltissimo, aveva lo sguardo profondo e credeva di vedere una supplica
in quegli occhi.
In quel momento capì che non poteva lasciarla lì
e lei sapeva bene che un animale del genere non era gratuito:
fortunatamente aveva ancora parecchi risparmi, che aveva destinato ad
un regalo di Natale speciale quell'anno. Si sarebbe voluta comprare una
scopa per le vacanze natalizie però, di colpo, le sembrava
meno essenziale. " E' bellissima vero? " La signora Diggory
annuì: personalmente le piacevano molto gli animali e
trovava Kaiser un amore di kneazle, eppure capiva perchè
Victoria si fosse innamorata della civetta. Non si offrì di
fargliene un regalo, sentiva che avrebbe rifiutato perciò
attese che la ragazzina la acquistasse: vedeva la sua ansia, il timore
che magari qualcuno prima di lei la portasse via.
Proprio nel momento in cui usciva dal negozio con aria trionfante,
ricomparvero Cedric e il signor Diggory accompagnati da una vera e
propria schiera di gente con i capelli rossi: Victoria aveva appena
fatto in tempo a pensare ad un nome per la sua civetta quando si
accorse che erano tutti maschi. " Ciao Percy, buongiorno signor
Weasley!" Li salutò con entusiasmo e notò che
mancava Charlie ma i restanti erano veramente molti: due ragazzi
identici ed uno sicuramente maggiore d'età, che la ragazza
trovò
di suo personale gradimento.
" Piacere, sono Bill Weasley" si presentò il ragazzo che
portava i capelli rossi legati in una coda e sembrava vestito in modo
molto moderno; i due gemelli invece si presentarono come Fred e George
e sia lei che Cedric si trovarono immediatamente a proprio agio con
loro, sopratutto quando scoprirono che erano loro i nuovi Weasley che
sarebbero entrati quell'anno a Hogwarts.
" Anche nostra sorella si chiama Ginevra" disse Bill a
Victoria quando le chiese il nome della civetta; neppure lei sapeva
dire la ragione di quel nome, le ricordava solo la città
svizzera in cui era stata anni prima e di cui si era innamorata
letteralmente. Le piaceva parlare con Bill, si disse poco dopo;
nonostante fosse decisamente più anziano di lei e Cedric non
li trattava con disprezzo al contrario, era molto affabile e sembrava
prendere in seria considerazione le loro opinioni proprio come se
fossero degli adulti. Poco dopo lei e Percy si allontanarono
perchè il ragazzo doveva acquistare qualche piuma; Ginevra,
liberata da quell'angusta gabbia, li seguì svolazzando e
attirando l'attenzione di molti entusiaste persone.
Mentre osservavano le piume i due scambiarono alcune parole e la
ragazza notò come Percy stesse cominciando a sembrare un
adolescente; l'anno precedente gli era sembrato un bambino che faceva
finta di essere un adulto ma adesso poteva notare come fosse cresciuto
pure lui. La sua presenza era una costante sicurezza anche se non era
divertente, tutto il contrario dei due gemelli che fin dal primo
istante le erano sembrati molto socievoli e pronti a fare scherzi. " Ho
sentito dire che ti vedi con Penny" gli disse piano, guadagnandosi
un'occhiataccia da parte sua che la fece sogghignare.
Lo aveva saputo proprio dalla stessa ragazza durante uno scambio di
lettere: era dello stesso anno di Percy e le piaceva molto, in
più avevano legato parecchio perchè entrambe
erano figlie di Babbani e si era creata una sintonia tutta speciale. Il
fatto che l'amica avesse passato parecchio tempo a studiare con il
riservatissimo Percy l'aveva fatta sorridere. " Fatti gli affari tuoi,
e poi studiavamo solo, cosa che dovresti fare anche tu visti i
risultati che hai".
A quel commento Victoria si rabbuiò: la pagella non era
stata bruttissima ma si era sentita un pò delusa nel vedere
lo scarsissimo risultato in Difesa contro le Arti Oscure. Purtroppo non
aveva legato per nulla con l'insegnante, di conseguenza la materia
aveva perso il fascino che poteva avere: apprezzava molto
Trasfigurazione invece, e Incantesimi dove entrambi i professori erano
competenti. Tutt'altra cosa era Pozioni, le piaceva ma il segreto
terrore
che le incuteva il sotterraneo e i commenti di Piton la fiaccavano.
" Era solo una domanda, non c'è niente di male. A proposito,
è fidanzato tuo fratello Bill? No sai, non è per
nien.. ok ok scherzavo! " Rise la ragazzina prima di trascinare Percy
fuori dal negozio: ormai era tardi e dovevano riunirsi per tornare a
casa, si sarebbero rivisti due settimane dopo sul treno della scuola.
Il primo settembre il treno era nuovamente in viaggio verso Hogwarts e
Victoria stava seduta assieme a Cedric e a Percy in uno scompartimento
e stava giocando a scacchi con il rosso Weasley; le piaceva molto quel
gioco soprattutto da quando aveva scoperto che i pezzi erano vivi e
commentavano ogni singola mossa. Ridacchiò quando uno dei
pedoni cominciò ad imprecare contro Percy facendolo
arrabbiare al punto che si rifiutò di continuare la partita,
cedendo il posto a Cedric, il solo che riusciva a
batterla. " Non
metterti a studiare, Perce, o ti sparo una fattura! " lo
minacciò Victoria vedendo che il ragazzo era sul punto di
aprire il proprio baule.
" Ma.." provò a protestare ma in quel momento entrarono
nello scompartimento due suoi compagni di Casata; Victoria ne riconobbe
uno solo, che era parte della squadra di Quidditch di Grifondoro ed era
decisamente carino. I due chiacchierarono un pò e a Victoria
scappò una risatina nel rendersi conto che Percy era
costretto a sentir parlare di Quidditch e non di lezioni come forse
avrebbe voluto: in quel momento l'altro stava lamentandosi per la
partenza di Charlie e dell'assenza di un Cercatore in gamba come lui.
" Ah non ho fatto le presentazioni, lui è Oliver Baston ed
è il nostro fantastico Portiere, mentre lui è
Christian McDonald, anche lui è del mio anno. Loro sono
Cedric Diggory di Tassorosso e Victoria Windsor di Corvonero, entrambi
del secondo anno. " Il tono pomposo di Percy era inequivocabile mentre
parlava e i quattro si strinsero a vicenda la mano proprio mentre
passava un gruppetto di Serpeverde davanti allo scompartimento
" Ah Baston, pronto a perdere la Coppa quest'anno? " Una risatina
seguì le parole del ragazzo che si era appoggiato pigramente
ad uno dei lati della porta scorrevole rimasta aperta e Victoria
notò i muscoli tirati sul volto di Oliver; era il solo ad
essere irritato, notò, perchè Percy e Christian
sembravano del tutto indifferenti al Quidditch. " Flitt, non penserai
davvero di poter vincere vero?" ribattè Baston, subito
inviperito dalla sicurezza di cui faceva sfoggio il Serpeverde; uno del
gruppo che accompagnava Marcus Flitt posò lo sguardo su
Victoria.
" E tu saresti la Mudblood? " C'era un disprezzo mal celato
sotto quelle parole e la ragazzina si sentì
involontariamente arrossire ma non abbassò lo sguardo; non
era la prima volta che qualcuno lasciava ad intendere di considerarla
inferiore per via del suo sangue privo di discendenza magica ma non
avrebbe permesso a nessuno di insultarla, al contrario avrebbe tenuto
testa ma il ragazzo non sembrava intenzionato ad aggiungere altro. Si
limitava ad osservarla con palese ironia, facendosi silenziosamente
beffe di lei assieme al suo amico che pareva divertito.
" Ah si, me la ricordo, non sei quella che l'anno scorso è
rimasta seduta per farsi Smistare almeno dieci minuti? Avevo quasi
pensato di andare direttamente nelle cucine se avessi dovuto
attendere ancora qualche minuto". Risero solamente i ragazzi
di Serpeverde anche se Cedric simulò una tosse poco
convincente; Victoria però non era offesa, ne aveva sentite
di peggiori. " Si esatto, purtroppo il Cappello non riusciva a decidere
se farmi stare a Corvonero o a Serpeverde.. eh poverino, ha avuto
proprio un bel cavillo da risolvere. "
Non sapeva neppure lei per quale ragione avesse voluto rivelare quella
cosa, non l'aveva detta a nessuno. Forse solo per vedere l'espressione
schifata su quei due stupidi. Al contrario dei suoi compagni,
Marcus
Flitt sembrava solo leggermente divertito, probabilmente non era un
argomento che gli interessava poi molto il fattore genetico. "
Veramente? Straordinario, una mancata Serpeverde.. bene Baston, ci
vediamo sul campo se non ti succede nulla prima. Ciao ragazzina."
Oliver avrebbe voluto picchiarlo ma la porta dello scompartimento si
era già richiusa e ottenne solo lo scopo di sbattere contro
il vetro, scatenando l'ilarità degli altri. Victoria
tornò alla partita a scacchi con Cedric, già del
tutto dimentica di quel dialogo così poco interessante avuto
con il Serpeverde: prima o poi gli avrebbe fatto rimangiare
l'appellativo che le aveva affibbiato ma sapeva di non poter certo dire
che
fosse antipatico, o per lo meno non lo sembrava così tanto
come i suoi due compari.
Poche ore dopo Victoria seguì il proprio gruppo di Corvonero
parlando piano assieme ad
Audrey, ed entrambe ghignarono nel vedere
Percy ammonire i due gemelli intimando loro di comportarsi bene: aveva
l'impressione che il Grifondoro non sarebbe riuscito a farsi ascoltare
troppo dai due fratelli.
nota:riciao
a tutti u.u di sti tempi mi sto dedicando molto ai contest(anzi vi
invito a partecipare ai tre che ho indetto, ve li linko sotto)
perciò sono un pò in ritardo.. ma sappiate che si
continua, oh si.
questo chappy come vedete parla più che altro dell'estate
ma, soprattutto, del rapporto che Victoria ha stretto con gli altri.
I Diggory svolgono, qui, la funzione che i Weasley hanno per Harry: ho
dovuto inventare parecchio, soprattutto sulla signora Diggory,
però mi piace il risultato. Come vedete loro la considerano
di famiglia, questo non è casuale visto che come sappiamo
perderanno prematuramente Ced (T___T) ma questo ancora non è
il momento, no no.
Victoria e Shakespeare, un binomio indissolubile, vi avviso u.u Ho
pensato che, facendo parte della famiglia reale, non sia innaturale che
già a 11-12 anni a lei piaccia il drammaturgo inglese anzi,
credo fermamente in questa cosa. Io ricordo che alla sua età
leggevo già cose"pesanti" ma questo non centra xDDD in ogni
caso avrà notevole importanza nel corso della sua vita,
Victoria comunque non rinnegherà mai le proprie origini
babbane disdegnando ciò che le piaceva u.u
Il rapporto con gli amici: per ora ho dato più spazio a Ced
e a Percy(si, ce li vedo alla grande) più che alle amiche
femmine, per una ragione molto semplice: Victoria è
più abituata con loro ma non disdegna di certo gli altri
anzi, come vedete parla anche coi Serpeverde(ciao Flitt u.u a
proposito, più avanti avrete una sorpresa) segno che per lei
le Case son praticamente tutte allo stesso livello(questa è
una cosa che a Harry non ho mai perdonato, quella di essere anche
involontariamente razzista verso i Serpeverde.. tuttavia ammetto che
vedersi gente alla Malfoy.. ecco xdd si xdd)
e potete notare che è iniziato il secondo anno e sono
arrivati i miei amati Fred e George *_______* loro avranno parte
rilevante visto che sono dei simpaticoni U__U
Bene vi saluto e vi dò appuntamento al 3 che
arriverà probabilmente la prossima settimana: quasi di
sicuro farò abbastanza presto a far finire anche il 3 anno
di scuola, è dal 4 che comincia a succedere qualcosina xddd
Secondo la Rowling, Flitt sarebbe un ripetente(che cavolata lol ma se
uno si sbaglia succede xdd) perciò secondo la mia logica lui
è stato bocciato al 3 anno u.u quindi da quest'anno
è in classe con Percy and Co.
e a Victoria non manca l'occhio dato che ha adocchiato Bill(**) e anche
Oliver Baston(*__*)
ok stop.. ciao XDDDD
Percy esce con Penelope Light? ma anche no lol però
ovviamente Victoria ci maligna sopra innocentemente XDDD
Un'ultimissima cosa: Marcus Flitt dovrebbe, secondo forse la maggior
parte dei pensieri di tutti, essere anche lui accanito sostenitore del
sangue puro ma io sono di un altro avviso. Può anche darsi
che ci pensi ma non credo che tutti i Serpeverde siano fissati come
Malfoy, del resto sentiamo solo lui chiamare Mezzosangue gli altri..
secondo me può anche fregarsene lui lol nel senso magari ci
pensa ma non lo ritiene fondamentale, ecco. ora vi saluto davvero XDDD
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
|
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Capitolo 4 *** 4 - Un'innocente cotta ***
Angolo
autrice: sono
tornata, molto prima del previsto xddd
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
4 - Un'innocente cotta
L'insegnante di Difesa
quell'anno era una strega talmente vecchia che, malignò
Victoria a bassa voce con Cedric durante la prima lezione, avrebbe
potuto fare concorrenza a Ruf. La voce monocorde della donna era
talmente soporifera che non pochi studenti tendevano ad addormentarsi
direttamente sul libro; basandosi su alcune voci sentite in giro,
Cedric riferì all'amica che Silente l'aveva scelta tra altri
candidati per il fatto che era stata una Auror in passato.
La figura dell'Auror
piaceva molto a Victoria che, affascinata, aveva già letto
parecchie cose su di loro nei libri storici ma l'insegnante.. no, non
aveva nessuna attrattiva. Senza contare il fatto che era decisamente
noiosa e non faceva mai fare esercizi con la bacchetta: una volta aveva
detto che aveva deciso così perchè non voleva che
gli studenti si uccidessero a vicenda in aula, sorvolando sul fatto che
alla loro età probabilmente non sarebbero riusciti neppure a
far svenire una mosca.
" Hai gli allenamenti
di Quidditch oggi? " chiese la ragazza a Cedric apparentemente in tono
casuale; da quando aveva fatto il provino per entrare nella squadra
della Casa, spesso lei l'aveva seguito al Campo ma il suo interesse non
aveva nulla a che vedere con lo sport. Di solito si recava sugli spalti
quando erano i Grifondoro ad allenarsi, aveva imparato quasi alla
perfezione i loro orari dopo aver subdolamente convinto Percy a
farglieli avere, e poi ci restava anche quando c'erano anche Ced e la
sua squadra: in quel modo non avrebbe destato troppi sospetti, ne era
certa. " No, oggi ho una punizione con Piton te lo ricordi? " rispose
Cedric, arrabbiato perchè il professore aveva scaricato su
di lui la colpa di un Serpeverde e l'avrebbe a questo modo costretto a
saltare un allenamento. Anche se era solo una riserva ci teneva ad
essere sempre presente, e a non far arrabbiare il Capitano assentandosi.
“ E tu non
devi fare il tema per Vitious? “ indagò il
ragazzo. Il professore di Incantesimi li aveva quasi sommersi
di compiti in quel periodo al punto che spesso si ritrovava a
finire oltre mezzanotte. “ No, io ho già
finito” e sorrise, Victoria, mentre vedeva la faccia sorpresa
di Cedric. Di solito facevano i compiti assieme, anche se, da qualche
tempo a quella parte, Victoria aveva iniziato a svolgerli anche quando
sedeva sugli spalti del campo da Quidditch così da evitare
di essere sempre addormentata la mattina.
Erano trascorsi
velocemente quei mesi, ormai la routine di Hogwarts era consolidata e
il tempo trascorreva molto in fretta: Natale l'aveva passato ancora una
volta a scuola, questa volta attirata dal club di Incantesimi di cui
era entrata a far parte dopo lunghe discussioni con il professor
Vitious. Non erano molti quelli del suo anno anzi, per lo
più Victoria aveva notato che erano tutti studenti dal
quarto al settimo e si era sentita un po' a disagio all'inizio; le
piaceva la compagnia degli altri ma in gruppo già affiatato
era difficile trovare i propri spazi.
Era grata
all'insegnante per avere insistito con lei e con calma aveva rotto il
ghiaccio, cominciando ad imparare molte più cose che durante
le lezioni: in quei pomeriggi venivano messe alla prova le conoscenze
magiche e le si sviluppava con l'esercizio, spesso esercitandosi a
coppia o in gruppo. Aveva insistito con Cedric ma lui preferiva il
Quidditch, non aveva tempo per fare tutto anche se era rimasta delusa
dallo scarso interesse che aveva dimostrato riguardo quel club.
“ Ragazzina!
“ una voce autoritaria attirò l'attenzione dei due
mentre si stavano dirigendo verso l'aula di pozioni attraverso uno dei
cupi corridoi dei sotterranei; Victoria riconobbe uno dei giocatori di
Quidditch di Serpeverde che si stava avvicinando con un'espressione
poco amichevole sul volto. “ Se scopro che passi i nostri
schemi di gioco a quelli delle altre Case, sappi che passerai un
bruttissimo quarto d'ora”. Marcus Flitt ignorò
completamente Cedric mentre si rivolgeva in maniera poco garbata alla
ragazza; lei avrebbe quasi voluto ridere, ma riteneva che un'azione del
genere davanti ad un Serpeverde arrabbiato non fosse una scelta saggia.
“ E come ti
viene in mente questa cosa?” indagò nel modo
più calmo possibile, nel tentativo di non farsi prendere dal
panico; naturalmente lei non aveva mai pensato di spiare gli schemi di
gioco, ed era sorpresa che lui, o chiunque altro, potesse pensarlo
“ Perchè sei sempre lì a spiare, per
quale altro motivo dovresti congelarti il reale sederino tutti i giorni
sugli spalti se non per avere qualche informazione da passare a
quell'idiota del Capitano della tua Casa? “
ringhiò Flitt, trattenendosi dall'afferrarla per il colletto
della divisa. Il fatto che lei trattenesse a stento una risatina non
aiutava la sua poca tolleranza nei confronti degli spioni.
“
Tranquillizzati, non ho spiato nulla.. però se trovo
qualcuno che mi paga potrei anche riferire qualcosa” rispose,
mielata “.. per esempio so che Baston cerca di.. OK stavo
scherzando! “ Victoria si bloccò sentendosi presa
per il collo dal ragazzo: Marcus Flitt era decisamente più
robusto e forte di lei, non aveva nessuna voglia di farsi strangolare.
Cercò di liberarsi da quella stretta soffocante, ma era
quasi impossibile. “ Ehi lasciala! “ Cedric
cercò di intromettersi ma Marcus lo liquidò
semplicemente con un calcio; dopodichè allentò la
presa a malincuore. “ Stai attenta a quello che fai, se mi
sfiora anche solo il dubbio che tu abbia spifferato qualcosa ti riduco
ad un giocattolo per gatti “ le passò vicino
urtandola volontariamente, per quello che lo riguardava non aveva
creduto neppure ad una parola, ma non era stupido. Piton era sempre in
agguato e non aveva voglia di passare del tempo in punizione a causa di
una stupida ragazzina.
" Che presuntuoso.."
Cedric non era particolarmente colpito dal modo di fare di Flitt visto
che i Serpeverde non erano nuovi a quel genere di episodi, ma non gli
piaceva ugualmente. Curiosamente Victoria non sembrava spaventata, si
massaggiava solo il collo nel punto dove la presa era stata
più stretta. " Era tutta scena, Ced, quelli come lui si
divertono solo facendo gli spacconi, ma ha sbagliato persona; e poi
solo lui poteva pensare che spiassi i loro ridicoli schemi. Non li
capisco neppure” e la ragazzina rise, pensando di non aver
mai davvero prestato attenzione a ciò che accadeva in campo:
lei pensava solo, nei limiti del possibile, ad ammirare Oliver mentre
volava, trovava il Grifondoro decisamente affascinante, ma il gioco..
quello era per gente fissata come Flitt, pensò Victoria, che
certamente non faceva altro che studiarsi le mosse durante la notte.
" Se fossi in te
cambierei tattica, sai? Non credo otterrai mai nulla se ti passi il
tempo solo a guardarlo.. forse dovresti parlargli, non credi? " Cedric
abbassò la voce per evitare che il rimbombo attirasse altra
gente e non si stupì nel vedere l'amica arrossire
vistosamente; aveva anche lui trovato molto curioso che trascorresse
tanto tempo a guardare gli allenamenti delle squadre, ma aveva
collegato molto presto i pochi indizi a sua disposizione ed ora sapeva
chi aveva attirato la sua attenzione. " Hai ragione ma non saprei che
dirgli.. ecco, ci sono! Potrei chiedergli aiuto con alcuni incantesimi,
è più avanti con gli studi, sicuramente ha
esperienza e.." Victoria sembrava esaltata solo all'idea, ma
la sua espressione divenne imbronciata nel vedere che Cedric cercava di
non ridere.
Lui si
spiegò immediatamente. " Forse non hai capito, se vuoi
attirare la sua attenzione non credo ti servano queste scuse
così banali. Funzionerebbero a meraviglia su chiunque ma di
certo non con lui. Ti consiglio di istruirti molto bene sul Quidditch
se hai intenzione di.. approfondire la conoscenza." Avevano ormai
raggiunto la porta dell'aula di Piton; il ragazzino sorrise e
gettò un altro sguardo a Victoria ; non voleva scoraggiarla,
ma era quasi certo che Baston non avrebbe notato nulla a meno che non
avesse la forma di una Pluffa o fosse collegato strettamente al
Quidditch.
E lui dubitava
fortemente che l'amica fosse incline a lasciarsi ossessionare dal
Quidditch solo per una cotterella che quasi sicuramente sarebbe passata
del tutto inosservata agli occhi del Grifondoro.
Con il passare dei
mesi l'inverno lasciò il posto alla primavera e il ghiaccio
si sciolse; Victoria aveva quasi smesso di recarsi al campo da
Quidditch a causa del gelo e della neve che rendevano impossibile quel
proposito.
A sua grande sorpresa
era stata costretta ad ammettere che Cedric aveva ragione, pareva
proprio che Oliver Baston non considerasse nulla che non fosse parte di
quello sport; la Coppa del Quidditch quell'anno se la sarebbero giocate
Corvonero e Serpeverde, nonostante tutto l'impegno di Oliver, i
Grifondoro non erano riusciti a battere nessuno, neppure Tassorosso
visto che lo scontro era terminato in parità. Cedric aveva
acchiappato il Boccino sotto il naso del Cercatore della squadra
avversaria ed era stato salutato come un eroe(mi son sempre chiesta se
si potesse pareggiare xdd) dai suoi compagni: era raro che la Casata di
Tassorosso vincesse un incontro, e pareggiare era già una
grande impresa.
Purtroppo Victoria
credeva che neppure Corvonero potesse vincere quell'anno, del resto
doveva ammettere che i Serpeverde avevano una buona squadra e dubitava
che il loro Cercatore potesse mai acchiappare un Boccino, il suo
avversario era molto più scaltro. Non che fosse ossessionata
dalla partita finale, tuttavia si trattava di un'euforia che contagiava
anche quelli come lei.
Le lezioni andavano
bene ed era riuscita a strappare a Piton un voto decisamente al di
sopra delle aspettative dell'insegnante. Era riuscita, con grande
sforzo, a produrre un Intruglio Confondente praticamente perfetto: lo
sguardo immobile del professore le aveva rivelato che sotto
quell'apparente indifferenza, l'uomo era contento o se non altro
orgoglioso che qualcuno riuscisse a preparare qualcosa senza far
esplodere la classe. Quel giorno aveva guadagnato ben cinque punti, una
cosa che raramente accadeva durante le lezioni di pozioni, e da quel
giorno Victoria aveva smesso di sentirsi insicura. Non sempre aveva
ottenuto risultati perfetti visti i commenti sarcastici di Piton,
tuttavia era la sola che non temeva più di osare; seguiva il
libro ma, con grande sorpresa del professore, si affidava parecchio
all'intuito lasciandolo sorpreso.
Era riuscita a
migliorare molto anche a Trasfigurazione ed Incantesimi, aveva solo
qualche problema durante Erbologia dove di solito lasciava che fosse
Cedric a farsi notare; la professoressa Sprite le piaceva molto, ma la
materia ancora non le sembrava tanto interessante anche se aveva
sentito dire che l'anno successivo avrebbero studiato piante molto
più particolari.
" Allora, è
migliorata no? " La voce di Silente risuonò nel proprio
ufficio mentre osservava i risultati degli allievi; Severus gli aveva
portato dietro sua richiesta gli appunti dei capi delle Case e stava
terminando di compilare le pagelle da consegnare alle famiglie. Quella
di Victoria era l'ultima del suo anno, come sempre, e gli occhi azzurri
si posarono sui risultati che aveva di fronte.
Incantesimi - 7
Trasfigurazione - 8
Pozioni - 7
Storia della Magia - 8
Erbologia - 6,5
Difesa contro le Arti Oscure -
7-
Volo – 7+
Astronomia - 7
" Diciamo che se la
cava" disse Severus, dando un'occhiata al voto di Difesa. L'insegnante
era morta inaspettatamente la settimana prima della fine delle lezioni
a causa di un'avvelenamento; senza saperlo aveva bevuto del veleno di
acromantula dopo averlo scambiato per comune acqua, e non era stato
possibile salvarla in alcun modo. Nessuno avrebbe sentito la sua
mancanza, tanto meno lui, ma era stato ugualmente un brutto colpo per
la scuola e agli esami finali avevano mandato un ispettore
Ministeriale. Albus sorrise, divertito. " Non essere sempre
così duro, Severus, tu non dai i 7 tanto facilmente.
Dev'essere sicuramente diventata molto brava, o almeno si è
avviata sulla strada per esserlo: Filius mi ha detto che la ragazza
potrebbe avere una possibile inclinazione a seguire la carriera di
Auror".
Severus
sbuffò. Lo aveva sentito dire anche lui, ma sapeva anche
come non fosse un'idea nata dalla ragazza; il suo amichetto Diggory
l'aveva convinta che un lavoro al Ministero era quanto di
più potesse desiderare, ma lui non ce la vedeva. Anche se
l'Auror era una figura molto stimata, la scelta era troppo banale per
l'indole di Victoria. " Tipico se segue ancora Diggory, che crede che
il Ministero sia il Paradiso Magico per eccellenza. Personalmente sono
dell'idea che le servirebbe altro, qualcosa che la stimoli, che la
faccia sentire utile. Gli Auror non sono poi tutta questa meraviglia, a
parte dire alla gente che va tutto bene credo non facciano altro. "
Silente sorrise
impercettibilmente. Si attendeva una risposta del genere da Severus,
che non amava molto l'ordine costituito e non provava alcuna stima per
Cornelius; secondo lui, comunque, sotto quell'apparente freddezza
doveva celarsi qualcosa di più. Il fatto che Victoria fosse
diventata più abile in Pozioni forse aveva contribuito a
sciogliere parzialmente le barriere di Severus, ed era fermamente
convinto che fosse affezionato alla studentessa.
Naturalmente a modo
proprio, ma lui raramente lo sentiva parlare così di
qualcuno. " Non esagerare Severus, ho sentito che tra qualche settimana
eleggeranno il nuovo capo degli Auror. Non so perchè ma
credo che la nomina di Scrimgeour non sia così sicura come
vuol farmi credere. "
Si grattò
il naso pensieroso. Periodicamente il capo degli Auror veniva
sostituito per varie ragioni, in questo caso era stata la pensione ad
indurre Moody a lasciare la guida e il proprio lavoro. C'erano vari
candidati, per anzianità sicuramente Rufus era in testa, ma
la riteneva una cosa poco probabile; era troppo sicuro, e spettava solo
a Moody decidere il suo successore. C'era anche Sven Dietrich per
esempio, più giovane forse di quanto la carica richiedesse,
ma molto in gamba: se lo ricordava ancora a scuola, a quei tempi pochi
avrebbero puntato su di lui, ma la sua era stata un'ascesa silenziosa e
da ragazzino quieto si era trasformato in un giovanotto molto
determinato. E poi era stato proprio Moody ad istruirlo, e si era fatto
molto notare in quegli anni. Non era sicuro della sua età
precisa, probabilmente si aggirava attorno ai venticinque anni:
giovane, forse troppo, ma che ne sarebbe stato del mondo se non veniva
affidato a loro?
E poi c'era Dawlish ma
lui era diverso, facilmente influenzabile, come le due altre streghe.
Tutti in grado di svolgere il loro lavoro ma secondo lui la vera
battaglia sarebbe stata tra Scrimgeour e Sven, e difficilmente si
sbagliava.
" Sai cosa ce ne
facciamo, sarà un altro a sedere su quella poltrona, ma puoi
star certo che non sarà mai come Moody. " Severus,
nonostante tutto, stimava il paranoico Auror, ai tempi della caduta di
Voldemort era stato lui ad aver arrestato la maggior parte dei
Mangiamorte ancora a piede libero ; era solo ormai troppo
fuori di testa, vedeva maghi oscuri dappertutto. Sicuramente
sostituirlo sarebbe stato un sollievo per molti.
" Già. Ora
fammi mandare questi gufi, Severus, e poi potremo prendere un
thè assieme. E' da molto che non lo facciamo, no? " Albus
sorrise vedendo Severus scrutarlo indifferente: era la stessa frase che
accompagnava la chiusura di ogni anno scolastico, molto più
efficacemente dell'evento della proclamazione del vincitore della Coppa
delle Case, che si sarebbe tenuto l'indomani
Anche l'estate
trascorse tranquillamente per Victoria, di nuovo ospite dei Diggory.
Quell'anno però sia lei che Cedric avevano trascorso
parecchio tempo con i ragazzi Weasley, in particolare con Fred e George
che non mancavano di raccontare tutti gli scherzi che architettavano ai
danni di Percy.
Di solito era il
signor Weasley a raggiungere Amos Diggory, ma alcune volte lei e Cedric
erano stati invitati a raggiungere la Tana dove avevano fatto la
conoscenza di quasi tutta la famiglia Weasley. Victoria era quasi
colpita dal numero apparentemente infinito di figli che avevano, le
faceva ripensare ai suoi fratelli di cui non aveva notizie da tempo; la
nonna le aveva scritto una lunga lettera che era arrivata grazie a
Ginevra. La sua civetta pareva aver incontrato le simpatie dell'anziana
regina che ne parlava molto bene nella lettera; assieme ad alcune
notizie su ciò che accadeva nel loro mondo, le aveva fatto
avere il permesso firmato per visitare Hogsmeade. Victoria lo aveva
spedito ai genitori pur senza sperare di ricevere una risposta
positiva, e si era già rassegnata a trascorrere molte
giornate al castello perciò per lei era stata una sorpresa
riceverlo.
Non ne parlava mai, ma
a volte si sentiva un'estranea quando vedeva il bel rapporto tra Cedric
e i genitori, e anche quello che i Weasley avevano tra loro; le
ricordava come non fosse davvero parte della famiglia, e che una volta
terminata la scuola avrebbe dovuto scegliere la propria strada senza
dipendere da loro. Non che i Diggory la volessero cacciare anzi, spesso
Lucy(la signora diggory, le ho dato un nome) parlava con lei del
futuro, la incoraggiava persino con quella cotta che sembrava non
passare. Victoria però sapeva che non era la stessa cosa,
avrebbe dovuto parlarne con sua madre di quelle cose, si sentiva di
troppo certe volte ed aveva già deciso che l'estate
successiva avrebbe trovato qualcosa da fare. Non poteva vivere sulle
loro spalle per sempre, non voleva essere un peso.
Era grande ormai, a
tredici anni era già una donna sopratutto dopo aver scoperto
di esserlo diventata del tutto: poco prima della fine della scuola
aveva avuto il suo primo ciclo, ma si era vergognata a confessarlo a
Cedric o a Percy. Anche alle sue amiche non aveva detto niente, forse
perchè era una cosa troppo privata per renderla pubblica: si
era però aperta con Lucy, era sembrato molto più
naturale.
Quel giorno il signor
Diggory tornò a casa proprio mentre lei stava
apparecchiando. Sua moglie non sembrava preoccupata di quel ritardo,
difatti lui disse solo che al lavoro aveva avuto qualche imprevisto
anche se lei e Cedric li avevano sentiti poi parlare di qualcosa che
aveva a che fare con delle elezioni, una cosa a loro ancora
incomprensibile. " Ah aspetta, forse so cos'è" disse Cedric
la mattina seguente, quando si recarono come al solito a Diagon Alley.
Victoria lo
ascoltò mentre le sussurrava come in quel momento suo padre
stesse parlando con il nuovo capo degli Auror di nome Sven Dietrich; la
ragazza gettò uno sguardo in quella direzione ma ne vedeva
solo la schiena coperta da un mantello blu scuro, e i capelli biondi
legati. Lui e Amos avevano però scambiato solo poche frasi,
il signor Diggory gli aveva dato una confidenziale pacca sulla
spalla(quel gesto tipicamente maschile XDD) prima di tornare verso di
loro: l'altro si era allontanato subito ma Victoria aveva avuto
l'impressione che fosse circondato da un'aura che trasmetteva
sicurezza.(in pratica lei vede il suo futuro marito ma non lo sa
muahhhahahah)
Cedric si
fermò a lungo all'interno del negozio di articoli per il
Quidditch mentre lei, assieme ad Audrey e Maggie, osservava uno
splendido abito da sera esposto da Madama McClan; a volte si chiedeva
se con vestiti differenti avrebbe avuto qualche chance in
più di attirare l'attenzione di Oliver. " Comunque dovresti
farti avanti, secondo me gli piaci" sussurrò a Maggie,
vedendola intenta ad osservare Cedric con sguardo sognante. Sperava di
non avere mai quell'espressione nell'osservare Baston, era troppo
infantile e palesemente esplicita; era comunque certa che a Cedric
servisse solo un pò di incoraggiamento, ci avrebbe pensato
lei durante il viaggio in treno.
Sull'Hogwarts Express
la ragazza si sedette con i gemelli, lasciando Maggie e Cedric chiusi
letteralmente a chiave in uno scompartimento poco lontano. " Avete
avuto un'ottima idea, speriamo che serva a qualcosa" disse Victoria,
congratulandosi con i due monelli. Non riusciva a capire Percy che si
lamentava sempre di loro, lei li trovava adorabili ed estremamente
divertenti: sembravano conoscere molto bene la scuola, ne parlavano con
una familiarità che lei ancora non sentiva di avere. Avrebbe
quasi voluto recarsi nello scompartimento di Percy, ben sapendo con chi
era, ma rinunciò all'idea dopo aver cominciato una gara di
barzellette con George che la tenne impegnata fin quasi all'arrivo a
scuola dove erano tutti e tre ancora sotto l'effetto delle risate.
Il banchetto non era
una novità e neppure lo Smistamento; vicino a lei si sedette
una ragazzina di chiare origini orientali e che si presentò
con nome di Cho Chang. Victoria trascorse quasi tutto il tempo a
parlare con lei, era molto timida e un pò le ricordava
sè stessa due anni prima quando temeva di rivolgere la
parola a qualcuno. Persino le lezioni nuove non si dimostrarono
così terribili come aveva creduto: grazie all'amicizia con
Hagrid, Victoria aveva scelto Cura delle Creature Magiche e conosceva
già alcune di esse. E poi la sua scelta era ricaduta su
Antiche Rune e Divinazione, dove si lasciò quasi sconvolgere
dalla professoressa Cooman. L'insegnante le assicurò che
quell'anno ciò che più desiderava si sarebbe
sicuramente avverato e quando alcuni giorni dopo si recò al
campo da Quidditch, si sentì incline a crederle.
Le scope della scuola
non erano le migliori, ma a lei piacevano e poi voleva approfittare di
quel giorno per volare da sola; aveva deciso di voler provare ad
interessarsi un pò di più al Quidditch, ma non
voleva rivolgersi a Cedric. La sensazione estatica del volo era sempre
la stessa e fece qualche giro del campo divertendosi a girare attorno
agli anelli, lasciando da parte le palle che potevano essere usate
solamente dai Capitani delle squadre. Salutò allegramente
Kaiser che l'aveva seguita ed era sul punto più alto degli
spalti, assieme a Ginevra che emetteva versi indignati se le volava
troppo vicino.
" Non voli male, sai,
sei solamente troppo statica. " A quelle parole Victoria
rischiò quasi di cadere dalla scopa e si voltò
mantenendosi in equilibrio quasi per miracolo; a pochi metri di
distanza c'era proprio Oliver Baston che evidentemente era arrivato
senza che lei se ne rendesse conto. " Statica? " ripetè
quella parola solo per evitare di arrossire. Non si era aspettata che
arrivasse, forse aveva sbagliato l'orario si disse con un certo
disappunto; non era un problema vederlo, ma non voleva rendersi
ridicola proprio davanti a lui.
Il ragazzo
però non si accorse di quel momento di imbarazzo,
limitandosi a rispondere alla domanda. " Certo, sei un pò
troppo rigida sulla scopa. Dovresti essere un pò
più sciolta, se temi di cadere a terra anche la scopa se ne
accorgerà e.. lo so bene, il primo anno mi ha fatto volare
giù da ben venti metri d'altezza! " Sorrise a quel ricordo e
mostrò a Victoria una serie di giri della morte e lei,
guardandolo volare, comprese ciò che aveva voluto farle
intendere dicendole che era statica: non aveva la stessa disinvoltura,
volava ma non in quel modo tanto naturale.
" E' vero.. allora ti
lascio ad allenarti anzi, scusa se ti ho involontariamente fatto
perdere tempo" disse Victoria mentre atterrava con grazia e rimetteva
piede sulla terraferma con suo grande sollievo; era improvvisamente
ansiosa di raggiungere nuovamente la Torre di Corvonero, si sentiva un
po' a disagio, ma a sua sorpresa, anche Oliver atterrò. " No
figurati, mi stavo solo annoiando e quando posso vengo qui, ma se vuoi
continuare non badare a me" le disse, sorvolando sul fatto che avrebbe
voluto continuare l'allenamento. Victoria fece cenno di no con la testa
e sorrise, come a fargli intendere che non era poi così
ansiosa di restare lì.
" Non c'è
problema, volevo semplicemente fare qualche giro sulla scopa, sei tu
quello che deve battere i Serpeverde, non io." Victoria aveva visto
come i Grifondoro fossero rimasti delusi, lui per primo, dal misero
terzo posto ottenuto nel campionato dell'anno precedente; Serpeverde si
era imposta facilmente pure sui Corvonero e lei ben immaginava che
Baston volesse una rivincita. Non si sbagliava vedendo, come reazione
alla sua frase, gli occhi del ragazzo scintillare di pura rabbia
agonistica. " Quest'anno la Coppa tornerà a noi,
farò rimangiare a Flitt la sua aria da spaccone! " Oliver
non aveva gradito che per settimane il Serpeverde avesse camminato
tronfio come un tacchino per i corridoi della scuola, additandolo con
derisione e non vedeva l'ora di vendicarsi; Victoria soffocò
una risatina.
" Hai mai pensato di
proporti per la tua Casa? Con un po' di allenamento potresti anche
diventare brava" le disse il ragazzo, cogliendola completamente di
sprovvista. Avrebbe riso volentieri: proprio lei che non amava
follemente il Quidditch, avrebbe dovuto fare parte della squadra della
sua Casa? Sarebbe stato terribile, giorni sprecati e quasi sicuramente
un sacco di ossa fratturate come ricompensa. " Non credo, non ho molta
pazienza e non sono neppure portata.. però grazie per il
complimento." Victoria non disse che avrebbe preferito un altro tipo di
apprezzamento, era pur sempre qualcosa e soprattutto, era anche la
prima volta che si trovava a parlare da sola con lui. Di solito c'era
Percy, oppure anche Angelina e Penelope, ma mai da soli.
" Oh scusa, ora devo
andare, Percy sicuramente si arrabbierà se arrivo tardi: gli
avevo chiesto un aiuto per Trasfigurazione e poi dovevamo metterci
d'accordo per domani!" Il giorno successivo c'era la sua prima gita ad
Hogsmeade; Cedric aveva già un impegno preso con Maggie
perciò lei aveva tediato a lungo Percy di modo che almeno
lui non la abbandonasse all'ultimo momento. Non le andava di girare per
il villaggio da sola, si sarebbe sentita un'idiota anche se la
compagnia del Grifondoro non era la più indicata per i
divertimenti.
" Ah si, proprio prima
mi ha detto che probabilmente ti saresti unita al nostro gruppo domani,
così ne approfitterò per convincerti a prendere
il Quidditch molto più seriamente di quanto tu non voglia
fare" le disse Oliver con un sorrisetto divertito e per un momento
Victoria pensò che il cuore le sarebbe esploso,
poi sorrise di rimando.
A volte Percy riusciva
a stupirla positivamente, non poteva esserci niente di meglio di una
giornata che si annunciava perfetta: valeva bene la pena ascoltare
qualcosa di Quidditch se era lui a parlarne.
" Victoria, era
proprio necessario che ti.. vestissi così?" Percy la
osservò; portava degli abiti molto simili alla divisa
scolastica che erano di colore nero e tutto denotava una grande cura.
Non stava male, ma per uno come lui era eccessivo pensare di
agghindarsi solo per andare a Hogsmeade; sapeva perchè
l'aveva fatto, la prospettiva di passare la giornata con Oliver l'aveva
esaltata. Si era persino pettinata accuratamente: non era strano che la
ragazza curasse il proprio aspetto, ma lui dubitava che il suo compagno
di Casa notasse tutto questo. " Oh sta zitto Percy, non vorrai che mi
vesta come una stracciona. E la gonna non è corta come
quella indossata dalle tue amiche."
Victoria
indicò un gruppo di ragazze di Grifondoro che portavano
delle gonne appena sopra le ginocchia; all'interno della scuola era
proibito, difatti la sua era identica a quella della divisa scolastica
e la faceva sentire.. più grande. Soffocò una
risatina nel vedere l'espressione altera di Percy mentre le guardava,
ma venne distratta perchè proprio in quel momento stavano
arrivando Oliver Baston e il suo amico Christian, conosciuto l'anno
scorso sul treno. Victoria sorrise. " Lo vedi, Perce? Anche loro non
hanno la divisa di scuola, sei sempre il solito secchione".
nota: sono tornata prima del previsto, spero che
questo capitolo vi piaccia. Ahimè non accade molto nel
secondo anno così sono andata un pò
oltre; come avete potuto vedere si ha la prima apparizione di Sven
Dietrich, ma in maniera MOLTO trasparente.
Dovrete aspettare la fine del quinto anno di Victoria per un contatto
diretto tra i due^^ decisamente sarebbe ridicolo che uno di 25 anni
circa si lasci incantare da una di 13 XDDD
e poi a lei piace Baston, vedete? U____U
ce la farà?
non ce la farà?
certo che no, quello guarda solo il manico di scopa nd Flitt
*lo picchia* zitto tu non portar sfiga ai due xddd
comunque le piace così tanto che si congela le chiappe pur
di vederlo XD
ho dato un breve spazio al famoso Club di Incantesimi, più
avanti magari darò dei dettagli in più zizi
bene lascio a voi tutti i commenti <3 sappiate che dal prossimo
potrebbe iniziare il 4 anno, e con quello un sacco di casini per la
cara Victoria U__U
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
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Capitolo 5 *** 5 - Non sono tutti uguali ***
Angolo
autrice: sono
tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
5 - Non sono tutti uguali
Victoria
notò che Percy, stranamente, sembrava incollato a loro come
un Asticello agli occhi ; solitamente era cordiale anche se serio, ma
quel giorno la ragazza notò qualcosa di diverso. Percy la
squadrava con aria di disapprovazione, e quelle poche volte che
Victoria credeva di essere sul punto di avvicinarsi un pò di
più a Oliver, Percy improvvisamente si intrometteva.
Se non l'avesse conosciuto bene probabilmente avrebbe pensato che era
geloso, ma riteneva che il disappunto del ragazzo fosse dettato da
tutt'altro; non aveva approvato il fatto che Victoria usasse la gita ad
Hogsmeade come pretesto per parlare con il compagno di Casata, e
più volte le aveva sibilato di non comportarsi a quel modo.
Victoria non riusciva però a vedere nulla di male in
ciò che faceva, ed era convinta che Percy avesse esagerato:
di certo non si sarebbe mai azzardata a tentare una mossa esplicita,
forse era quello che lo preoccupava, ma lei lo trovava ugualmente
fastidioso.
" Percy, se ricominci ad assillarmi vado dritta da Penny e le dico che
l'hai spiata mentre faceva il bagno nel lago! " Victoria lo
sussurrò all'orecchio di Percy e sorrise malignamente
divertita nel vedere le guance del ragazzo che erano diventate rosse
come pomodori maturi; il ragazzo non poteva sapere che Penelope non
avrebbe mai fatto un bagno in un luogo pubblico, ma a Victoria piaceva
l'idea di prenderlo in giro. Percy la fulminò con lo
sguardo, approfittando di un momento in cui Oliver e Christian erano
entrati da Mielandia.
" Non ci crederà mai, ma tu dovresti finirla con questa
commedia. Se non gli parli, lo farò io. Non è
divertente fare il terzo incomodo, con te che ci provi spudoratamente!
" L'aria offesa ed indignata di Percy lasciò Victoria senza
parole. Si chiese, preoccupata, se per caso l'amico non avesse ragione,
forse si stava davvero rendendo ridicola? Eppure si limitava solo a
rivolgere la parola ad Oliver, e ad ascoltarlo mentre parlava di
Quidditch; in effetti il ragazzo raramente cambiava argomento, e
Victoria doveva ammettere di avere ormai la testa piena di schemi di
gioco, falli e tutte cose collegate allo sport magico. " Fatti gli
affari tuoi, Perce, e poi a chi vuoi darla a bere? Terzo incomodo.. non
farmi ridere, c'è pure Chris e stiam parlando tutti assieme.
Nessuno ti ha escluso! "
Percy sbuffò, ma non rispose. Sapeva bene che Victoria stava
solo usando quell'uscita come una scusa, se fosse andata direttamente
al sodo, anziché perdere tempo, avrebbe fatto un favore a
tutti . Di quel passo non si sarebbe accorto di lei neppure se gli
fosse rimasta vicino fino alla fine dei sette anni; la ragazza gli
lanciò un'occhiata furibonda e lo distanziò di
qualche passo, ma ormai aveva perso del tutto l'interesse iniziale per
la giornata. Il sole era anche parzialmente coperto dalle nuvole e lei
ritrovò un parziale buon umore solo quando Chris li
costrinse tutti ad entrare in un pub, I Tre Manici di Scopa: la
Burrobirra era per lei una novità, ma non la entusiasmava
poi molto.
Al contrario trovò molto simpatica madama Rosmerta, una
donna relativamente giovane che gestiva il locale, e con cui
intavolò una discussione approfondita sulle regole
scolastiche che impedivano agli studenti più giovani di
visitare il villaggio. Lei e Percy non si rivolsero più la
parola per il resto del pomeriggio, mentre fingeva un interesse del
tutto spropositato per le stupide barzellette che Chris stava
raccontando, in realtà era una serie di aneddoti su alcuni
comportamenti del professor Piton. Victoria sorrise, immaginando la
faccia che avrebbe potuto fare l'insegnante se fosse stato messo al
corrente di quell'esibizione.
Lanciò uno sguardo invidioso verso un angolo del locale,
dove Cedric e Maggie stavano chiacchierando animatamente e avevano
l'aria di divertirsi parecchio; Victoria cominciò a pensare
che forse Percy non avesse del tutto torto dicendo che
avrebbe dovuto evitare quel genere di scuse. Due ore di chiacchiere sul
Quidditch erano estenuanti, e Oliver sembrava talmente preso
dall'argomento da non accorgersi di nulla, neppure del tempo che
passava.
" Certi ragazzi sono proprio stupidi" esordì improvvisamente
Percy, osservandola con aria significativa, e Victoria
arrossì indignata. Non aveva alcun dubbio che si stesse
riferendo ad Oliver, ma lui e Chris trovarono solamente curiosa
quell'affermazione. " Ti riferisci a qualcuno, Perce, magari a Flitt?"
chiese Baston, proprio mentre di fianco a loro passava Marcus Flitt
assieme ad una compagna di Serpeverde. Victoria ammirò la
disinvoltura con cui la ragazza, che aveva un anno più di
lei e che conosceva dato che frequentavano assieme il Club di
Incantesimi, si muoveva e il modo di fare che denotava padronanza
assoluta della situazione.
Li osservò per qualche minuto; di sicuro si conoscevano
bene, ma la ragazza non sembrava per nulla a disagio mentre parlavano.
Tutto il contrario di lei che cercava sempre di non arrossire quando
parlava con Oliver, e si sentì improvvisamente fuori posto.
" Scusatemi, avevo dimenticato di dover fare il tema per Piton o mi
metterà un mese in punizione" esordì
all'improvviso Victoria, lasciando sorpresi i tre che avevano
cominciato a discutere della nuova conquista del cacciatore dei
Serpeverde. Un argomento che l'avrebbe interessata enormemente se fosse
stata dell'umore giusto per spettegolare, ma in quel frangente era
interessante come una lezione di Ruf.
Non si lasciò frenare dall'occhiata sospettosa di Percy,
nè da quella incuriosita di Oliver e nemmeno da quella
delusa di Chris, e guadagnò l'uscita in fretta. Fuori dal
locale sospirò profondamente, per poi allontanarsi senza
alcuna fretta; aveva lasciato Kaiser in giro per il parco di Hogwarts,
e Ginevra si trovava affidata alle cure di Hagrid per essere stata
aggredita da un altro gufo poi guardò quasi
meccanicamente le vetrine dei negozi. Naturalmente aveva usato solo una
scusa per uscire, il tema di Pozioni l'aveva terminato già
da tempo, ma non era riuscita a resistere oltre. Si sentiva stretta in
una morsa curiosa tra le occhiate di Percy e il terrore che potesse
parlare.
Si allontanò dalla via principale del villaggio, superando
una coppia di anziani e dirigendosi verso una direzione ignota; aveva
letto molto riguardo ad Hogsmeade ed era curiosa di esplorarlo
perchè era convinta che da quella parte si trovasse la
famosa Stamberga Strillante. Dopo parecchi minuti di cammino infatti la
vide stagliarsi all'orizzonte ed accelerò il passo; prese
posto su una panchina, ma notò di essere la sola studentessa
nei paraggi. Non le dispiaceva rimanere da sola, c'era un certo
fascino nell'osservare il gioco di colori generato dal sole e
dalle nuvole.: sicuramente era quasi l'ora che calasse la sera, e
presto avrebbe dovuto ritornare a scuola. Si voltò
rendendosi conto che un rumore di passi si faceva sempre più
vicino e rimase molto sorpresa nel notare che si trattava di Oliver.
Non aveva più ripensato a lui o agli altri dopo essere
uscita dal pub ed era colpita dal fatto che era da solo. Per un
momento, osservando l'espressione seria sul suo volto, pensò
che Percy avesse parlato e meditò di strangolarlo non appena
fosse rientrata a scuola; essere amici andava bene, ma in quel caso non
avrebbe potuto perdonarglielo.
" Ti disturbo?" le chiese e lei fece cenno di no, osservandolo sedersi
chiedendosi la ragione di quel modo di fare. Le sembrava diverso dal
solito Oliver, ma non riusciva a capirne la ragione, ed era quasi
sicura che fosse sul punto di dirle qualcosa. L'attesa le logorava i
nervi. " E' successo qualcosa? " domandò più
bruscamente di quanto avrebbe voluto; sentiva il nervosismo nella
propria voce, e non poteva biasimare il ragazzo. Forse pensava che
fosse pazza.
" Non esattamente.. Chris si chiedeva se te ne sei andata per colpa
sua. Io gli ho assicurato di no, ma.." Oliver la osservò con
sguardo penetrante, e Victoria ebbe l'impressione che cercasse di
leggerle nel pensiero. La sua risposta, però, non era quella
che si attendeva e lo guardò, senza capire; il ragazzo
esitò un momento, ma poi spiegò ciò
che lo rodeva. " Ecco, in realtà non dovrei dirtelo, ma
credo sia meglio farlo perchè ero convinto di avere avuto
una buona idea, ma.. "
Oliver si interrupe un momento, alla ricerca delle parole giuste da
dire: percepiva la curiosità di Victoria e e stava pensando
che fosse probabilmente impazzito. " Il fatto è che un paio
di settimane fa, Chris ha pregato me e Percy di trovare un modo per..
diciamo che gli piaci, quindi voleva una specie di appuntamento
perchè lui è timido e si vergogna a chiedertelo
direttamente.. Così io avevo pensato che sarebbe potuta
essere una buona idea questa uscita oggi, ma prima è rimasto
un pò deluso dalla tua improvvisa fuga. Pensa di aver fatto
qualcosa di sbagliato.."
Victoria chiuse gli occhi, desiderando ardentemente di poter
sprofondare. Alla luce di quelle parole le era più chiaro il
comportamento strano di Percy, ma allo stesso tempo le era palese che
ad Oliver evidentemente non era passato neppure per la testa che lei
avesse fatto la stessa cosa. " No, non c'entra niente.. semplicemente..
beh potevate dirmelo, no? " Mentre diceva quelle parole, la ragazza
ricordò quanto le aveva detto Percy: non aveva fatto anche
lei la stessa cosa, forse? Si era adattata ad uscire con loro pur senza
avere il coraggio di dire esplicitamente al ragazzo la ragione del suo
interesse.
" Non sai quante volte gli ho detto così, ma..
vabbè, non credo che le capirò mai queste cose.
Insomma, sicuramente sarebbe stato meno teso se te l'avesse detto, non
credi? " Il ragazzo sorrise, ma non notò il lampo di
delusione negli occhi della ragazza; Victoria aveva avuto l'ennesima
prova, se mai ne avesse avuto bisogno, che la sua era probabilmente una
battaglia persa. Non si era mai aspettata veramente che
Oliver si potesse interessare a lei, ma non era piacevole
ugualmente veder crollare le proprie illusioni. Rimase in silenzio ad
osservare la Stamberga.
" Immagino di si.. ma non credo sarebbe cambiato molto, voglio dire mi
è simpatico, ma.. " Victoria non concluse la frase, anche se
per un momento aveva ipotizzato l'idea di potersi servire di
quell'interesse per, eventualmente, attirare quello di Oliver. Ma un
minuto più tardi aveva già disdegnato quell'idea;
non era proprio portata per quel genere di inganno, e poi non voleva
rovinare una bella amicizia visto che Chris le era davvero simpatico.
Non era giusto ingannarlo, non lo voleva fare.
" Baston! Oh ma guarda, la tua ultima conquista? O la prima?" Una
risatina divertita attirò l'attenzione di entrambi, e
Victoria vide Marcus Flitt che li aveva praticamente raggiunti mentre
il suo gruppetto di amici era rimasto, invece, a distanza. Oliver si
alzò in piedi con l'espressione di chi avrebbe voluto
volentieri picchiare l'altro, ma senza fare nulla. " Non dire
stupidaggini, Flitt. Che cosa vuoi? "
La voce era vibrante di rabbia; Victoria comprese in quel momento che
l'ostilità tra i due andava probabilmente ben oltre il campo
da Quidditch. Il Serpeverde sembrava comunque meno irritato dei due, al
contrario li osservava come se fossero una succulenta preda. Anche lei
si era alzata in piedi:
un gesto meccanico più che un'esigenza. A sua grande
sorpresa Marcus Flitt la osservò con estrema attenzione,
tanto che senza volerlo arrossì vistosamente.
" No, immagino che tu non ti accorga neppure di ciò che ti
sta attorno.. per fortuna, almeno non la guasti con la tua
stupidità da Grifondoro. Il vestito non è proprio
il mio preferito, ma non è male: non hai freddo, ragazzina?
" Le si rivolse, sorprendentemente, con voce ironica, ma priva di
malignità e Oliver notò il
mutamento del suo atteggiamento.
" No, perchè dovrei avere freddo ad
ottobre ? " Victoria sostenne quello sguardo, ma il ragazzo
si limitò ad osservarla, per poi sogghignare all'indirizzo
di Oliver prima di risponderle di nuovo. " Lo so che non c'è
freddo, ragazzina, era solo un modo indiretto per dirti che hai delle
belle gambe, e che le ho notate. Peccato che il tuo spasimante qui
vicino sia tanto cieco da non notarlo, o forse è la tua
fortuna" disse subdolamente il ragazzo ammiccando malevolo ad Oliver.
A Victoria sarebbe piaciuto enormemente tirargli un calcio, ma
costatò con sorpresa che i due avevano deciso di passare
dalle parole ai fatti: la ragazza notò stupefatta che il
Grifondoro si era lanciato contro Marcus, ed entrambi ora se le stavano
dando di santa ragione. Victoria era sicura che non c'entrasse nulla
quanto aveva detto Flitt, sicuramente Oliver lo avrebbe picchiato anche
se lo avesse contraddetto sulle previsioni meteorologiche per il giorno
successivo;
li osservò per qualche istante prima di prendere
la bacchetta ed agire di conseguenza. Un Sortilegio Scudo li divise,
mandandoli a sbattere in direzioni opposte.
“ Ma vi ha dato di volta il cervello?! Siete fortunati che io
non sia un Prefetto, o avrei già tolto un milione di punti
ad entrambi! “ la ragazza era furibonda, ma teneva ugualmente
la bacchetta puntata contro entrambi. Era la prima volta che se ne
serviva per interrompere o placare una lite, solitamente preferiva
utilizzarla solo per sé, o durante le lezioni. Oliver fu il
primo a rialzarsi, ma l'altro lo anticipò nel parlare.
“ La ragazzina non ha torto, non ho proprio bisogno di
sporcarmi le mani con un Grifondoro qualunque..
Però ho ragione io, lui non vedrebbe neppure una donna nuda
se gli passasse davanti” e il ragazzo sghignazzò
mentre Victoria alzò gli occhi al cielo, pur sentendo di non
poter dare troppo torto a quanto aveva appena detto.
“ Vedremo quanto riderai dopo che ti avremo sconfitto a
Quidditch” lo strillo di Baston sicuramente raggiunse Marcus
Flitt e il suo gruppo che si allontanavano, ma non ebbe risposta.
Victoria si stiracchiò durante una lezione di Pozioni,
stando attenta a non farsi vedere dal professor Piton; come al solito
era stata la prima a terminare il proprio lavoro, mentre Cedric quel
giorno era assente. Sicuramente si trovava ancora in infermeria, dove
da due giorni era in stato di semincoscienza; l'ultima partita di
Quidditch della stagione non si era risolta molto bene per la sua
Casa. In particolare per lui che ne era uscito
letteralmente a pezzi grazie ai due bolidi che lo avevano colpito.
E come sempre, Serpeverde si era aggiudicata il trofeo;
sghignazzò ricordando come, nonostante le minacciose parole
di Oliver, Grifondoro non era riuscito a sconfiggere la squadra di
Marcus Flitt. Oliver come portiere era molto bravo, ma aveva una
squadra decisamente scadente, e se ne era accorta persino lei che di
Quidditch non se ne intendeva molto. Aveva sentito dire che l'anno
successivo molto probabilmente i gemelli Weasley avrebbero ottenuto un
ruolo da titolari, come riserve erano risultate persino migliori di
quelle che ricoprivano abitualmente il ruolo.
L'estate era nuovamente alle porte, e quell'anno lei era riuscita a
trovare un lavoro, con grande dispiacere dei Diggory che avevano
accolto un po' male quella notizia. Per lei, invece, era stata una
conquista, sopratutto perchè le avrebbe permesso di iniziare
a rendersi indipendente: avrebbe lavorato da Madama Mc Clan come
apprendista, non avrebbe guadagnato una cifra stellare, ma era un
inizio. Per quanto Amos Diggory avesse insistito, non era riuscito ad
ottenere neppure che tornasse ospite a casa loro; aveva ceduto
solamente per trascorrere gli ultimi dieci giorni prima del ritorno a
Hogwarts da loro, una piccola vacanza insomma.
Ma sapeva che non sarebbe stata la stessa cosa, del resto
già da tempo era convinta che fosse necessario iniziare a
programmare il proprio futuro.
“ Allora, già stancata del tuo Baston? Non ti
posso dare torto, ragazzina” la voce di Marcus Flitt la
raggiunse mentre scendevano dal treno, al binario 9 e ¾, ed
alzò gli occhi al cielo. Stranamente durante l'anno qualche
volta si era ritrovata a parlare con il ragazzo, e aveva notato come la
cosa piacesse molto poco a tanta gente: alcuni dei Serpeverde avevano
storto il naso quando li avevano visti discutere di qualcosa in
biblioteca, ed aveva constatato che persino Oliver Baston li guardava
in cagnesco. “ Quante volte devo ripetertelo che non
è il mio Baston? “ sospirò la ragazza,
mentre attraversavano la barriera che conduceva a King's Cross. Kaiser
si era messo ad annusare sospettoso le caviglie del Serpeverde, ma
Victoria lo aveva preso provvidenzialmente in braccio per evitare che
si guadagnasse qualche nuovo nemico.
“ Oh non essere tanto permalosa, piccoletta, del resto posso
capire che la compagnia di uno del genere possa rincretinire. Guarda
me, io gli sto lontano e sono più in forma che
mai” disse il ragazzo, che provava un particolare piacere nel
tormentare la ragazza. Difficilmente Victoria reagiva con violenza alle
sue battute, cosa che lo spingeva sempre a testare i limiti della
pazienza, per vedere se c'era qualcosa che potesse travalicarli. Fino a
quel momento era però rimasto deluso, ma aveva trovato
comunque qualcuno con cui parlare quando non aveva nessuno attorno; per
quanto fosse sempre assieme ai Grifondoro, la ragazzina pareva molto
meno chiusa di mente tanto che più volte aveva notato che
non aveva paura di parlare con lui o anche con altri suoi amici di
Serpeverde.
Di solito era Weasley a dirle di stare alla larga da loro, ma
chissà per quale motivo lei lo mandava sempre a quel
paese. Anche quella volta non ottenne una replica stizzita da
parte di lei, cosa che lo sorprendeva sempre : lui si impegnava per
darle fastidio, ma ci riusciva poche volte! “
Divertiti allora, ragazzina, magari puoi sempre trovarne di
meglio” le urlò dietro mentre si allontanava,
sicuro che se non altro tutti nella stazione lo avevano sentito, e
magari lei lo stava silenziosamente maledicendo.
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Capitolo 6 *** 6 - Una prova inaspettata ***
Angolo
autrice: sono
tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
6 - Una prova inaspettata
Le prime settimane da
madama McClan non furono altro che un susseguirsi di gesti e routine
che quasi travolsero Victoria; non potendo esercitare la magia, la
ragazza si limitava a fare da assistente personale alla padrona e
titolare del negozio. Prendeva nota delle esigenze dei clienti e le
trasmetteva alla donna, oltre ad occuparsi di tenere in ordine
l'archivio e i materiali necessari al lavoro.
Non avrebbe mai pensato che tanta gente frequentasse quel negozio:
Victoria si era quasi convinta che il solo periodo di
attività fosse quello, frenetico, che precedeva l'inizio
dell'anno scolastico ad Hogwarts. Rimase perciò senza fiato
nel notare come ogni giorno passava un vero e proprio fiume di clienti.
Essendo l'unica aiutante di madama McClan, il suo orario di
lavoro era massacrante e aveva solo un'ora per il pranzo anche se
abitualmente lo saltava. A volte preferiva semplicemente sedersi su una
panchina ed osservare la gente che passava, oppure si spingeva fino
alla gelateria Fortebraccio dopo aver scoperto l'abilità di
Florian nel preparare i gelati. Raramente durante la giornata rientrava
al Paiolo Magico, percorrendo il tragitto tra questo e il luogo avrebbe
impiegato tutto il suo tempo libero.
Madama McClan era molto severa riguardo la puntualità, e
aveva notato compiaciuta che la sua nuova assistente era sempre in
anticipo; probabilmente l'aveva inquietata durante il primo giorno di
lavoro facendole una lista di ciò che si aspettava da lei.
Ma Victoria non sapeva che la donna aveva solo esagerato, e spesso le
concedeva anche di terminare mezz'ora prima per andarsi a riposare. Era
sicura che la maggior parte delle volte fosse distrutta, anche se
Victoria non si lamentava mai.
" Victoria, per favore portami il vestito della signora Malfoy. " La
ragazza annuì e corse nel retrobottega, dove
trovò l'abito richiesto da madama McClan: si trattava di una
lunga veste nera, decorata con una fascia color argento. Il tessuto era
sottile, ma trasudava lusso e nobiltà. Non era neppure di
eccessiva stravaganza, la linea semplice lo rendeva splendido. Victoria
pensò che per potersi permettere un abito del genere,
probabilmente avrebbe dovuto lavorare lì per tutta una vita.
Lo consegnò nelle mani della sua datrice di lavoro, ed
osservò la coppia che stava conversando con lei. La ragazza
fu colpita dalla freddezza dello sguardo dell'uomo biondo, e dal
glaciale snobismo dimostrato dalla donna che doveva essere
indubbiamente sua moglie.
Gli occhi di Lucius Malfoy si posarono su di lei, trasudando disprezzo
mal celato; la moglie si limitò a ringraziarla con un tono
talmente formale da dare a Victoria l'impressione di essere trattata
alla stregua di un elfo domestico. E lei era una delle poche che a
scuola non maltrattava gli elfi, ma non aveva mai incontrato nessuno
come quelle due persone. Quando se ne andarono, dopo aver pagato una
cifra astronomica per l'abito, la ragazza chiese a madama McClan chi
fossero. La donna sospirò.
" Quelli sono i Malfoy, lui lavora al Ministero e lei.. Non lo so,
credo sia una sorta di dama da salotto. Non prendertela se ti hanno
squadrata a quel modo, sono convinti che solo i Purosangue siano degni
di essere maghi." La donna parlò con una sottile rabbia
nella voce perchè aveva notato lo sguardo di disapprovazione
che avevano rivolto alla ragazza; non poteva certo dir nulla di fronte
a loro, ma simili atteggiamenti non le erano mai piaciuti. Victoria
annuì, comprendendo. Non era una novità, ma
almeno a quel modo tutto le era molto più chiaro: anche a
scuola aveva incontrato molti disposti a guardarla con disprezzo per
via delle sue origini. Sorrise ricordando la riverenza che, invece, le
era riservata nel mondo babbano: raramente si presentava
perchè trovava il proprio cognome molto scomodo da portare,
ma era curioso che nel mondo magico dovesse quasi vergognarsene secondo
alcuni. Lei, però, non l'aveva mai fatto.
" E vedrai dalla prossima settimana, sono sicura che si riverseranno
qui migliaia di studenti ora che manca un mese all'inizio della scuola.
Che ne dici se ci occupiamo della tua veste, cara, prima che i tessuti
migliori spariscano? " Madama McClan sorrise alla ragazza, dispiaciuta
all'idea che entro un mese avrebbe dovuto porre fine a quella
collaborazione; Victoria rimase sorpresa dalla proposta, ma
annuì. Lei era solita non preoccuparsi poi molto dello stato
della sua divisa di scuola, ma perchè rifiutare una
gentilezza?
" Lo sai, Ced, credo che quest'anno Harry Potter arriverà ad
Hogwarts " disse Victoria all'amico, venuto a trovarla al Paiolo
Magico. Quel giorno, l'ultimo prima dell'inizio della scuola, la
ragazza l'aveva trascorso gironzolando per Diagon Alley. La sera prima
c'era stata una piccola festicciola da madama McClan, dove la padrona e
le sue collaboratrici sarte avevano voluto salutarla prima che
ritornasse a Hogwarts: avevano anche già stabilito che,
l'anno successivo, sarebbe tornata lì. Le era piaciuto molto
quell'impiego, l'orario di lavoro per quanto massacrante non le aveva
impedito comunque di conoscere nuove persone.
Cedric la osservò con gli occhi sbarrati, e lei
annuì mentre faceva sparire la terza coppa di gelato della
giornata. " Si, l'ho accompagnato io da madama McClan, ma non l'ho
riconosciuto subito. Però aveva quella cicatrice in fronte..
Poveraccio, non vorrei essere nei suoi panni: quanto ci scommetti che
ci sarà la fila di persone per essere suo amico?" Victoria
rise, mentre ricordava il ragazzino timido e gentile che aveva visto:
sembrava curioso conoscere qualcuno dalla fama tanto consolidata. Anche
lei, come tanti, aveva già letto molti libri su di lui, ma
non avrebbe mai immaginato un giorno di conoscerlo. " Dovrebbe esserne
contento, insomma è un eroe no? Anche se forse hai ragione,
molti vorranno essergli amici solo per via della sua fama.." Cedric
sembrava meditare attentamente sulle proprie parole, ma Victoria era
tornata ad occuparsi del suo gelato, trovandolo più
interessante del ragazzino con la cicatrice.
" A proposito, com'è che tra te e Maggie è
finita? E' venuta a trovarmi qualche giorno fa, e ha quasi allagato il
negozio con le sue lacrime" chiese Victoria all'amico, ben sapendo che
non doveva essere un argomento molto piacevole per lui. Cedric rimase
in silenzio per un pò, lo sguardo perso nel vuoto, ma la
ragazza non gli permise di ignorare la sua domanda.
Era curiosa soprattutto perchè ora l'amica l'aveva quasi
supplicata di aiutarla a ricucire il rapporto; Victoria detestava
l'idea di essere un tramite tra i due, era sicura che fossero grandi
abbastanza per chiarirsi anche senza il suo intervento. " Il fatto
è che è gelosa della nostra amicizia, pensa che..
" Cedric lasciò in sospeso la frase, guardando Victoria
quasi con aria di scusa. La ragazza quasi si soffocò con il
gelato al puffo, non era preparata ad una risposta del genere.
" Stai scherzando, vero?" gli chiese, ma senza nutrire troppe
aspettative. Non era la prima volta che altri ipotizzavano un legame
del genere tra lei e l'amico, ma non riusciva proprio a comprenderli.
Gli stessi genitori di Cedric avevano quasi auspicato una soluzione del
genere, ma fortunatamente aveva avuto piena collaborazione da parte
dell'amico per stroncare il desiderio sul nascere. Non era neppure una
novità che Maggie ipotizzasse una cosa del genere, eppure
Victoria era sempre stata convinta che lo dicesse per scherzare.
Del resto l'amica era una delle più corteggiate a scuola, e
già vantava parecchi ammiratori per essere così
giovane: sorrise pensando che al confronto lei non ne aveva neppure
uno, ma non ne sentiva la mancanza. Le parevano solo sciocchezze, a che
cosa poteva servirle un innamorato se poi si finiva sempre per
litigare? Qualche giorno prima aveva ascoltato involontariamente una
conversazione tra alcune studentesse di Serpeverde, che discutevano con
la ragazza di Flitt. A quanto pareva la bella biondina non esitava a
raccontare alle amiche quasi tutto quello che accadeva tra loro, ed
aveva persino rivelato di aver conosciuto un ragazzo greco durante
l'estate. E pareva che le piacesse pure molto.
Victoria aveva riso tra sè e sè, ma in fondo le
era un pò dispiaciuto: lei non avrebbe tollerato un
atteggiamento del genere se avesse avuto un ragazzo, ed era altrettanto
sicura che Flitt avrebbe strangolato la ragazza se fosse venuto a
sapere cosa diceva e faceva.
" Comunque non credo ti darà tregua, conosci Maggie,
è riuscita persino a convincere Piton a sospenderle la
punizione. Come ne sia stata capace lo ignoro, perciò
preparati ad un'offensiva senza precedenti" disse a Cedric, tornando a
parlare di quella rottura inaspettata. Secondo Victoria, il ragazzo non
aveva l'aria di una persona disperata, e ne dedusse che probabilmente
non sarebbe stato un problema per lui non frequentare Maggie.
" Percy! Eccoti, oh ma guarda.. sei diventato Prefetto! " Victoria
prese in giro il ragazzo, indicando la spilla che brillava
orgogliosamente sul petto; aveva già ricevuto parecchie
lettere durante l'estate, in cui il ragazzo le aveva raccontato tutti i
dettagli della spilla. Dal colore, alle ombre che gettava sul mantello.
Per qualche giorno Victoria aveva pensato che se per caso Percy fosse
morto, sicuramente sarebbe stato felice perchè era stato
nominato Prefetto: parlava della spilla con tanto amore che un estraneo
avrebbe anche potuto pensare che si riferisse alla fidanzata.
Durante il viaggio in treno rimase nel suo scompartimento a parlare,
sembrava che durante l'estate fosse diventato molto più
maturo, e parlava del futuro. Anche lei aveva le proprie idee in
merito, ma non riusciva a decidersi: fino a quel momento comunque era
incerta se pensare ad una possibile carriera come Auror, o magari anche
come avvocato. La legge magica la affascinava, e l'idea di esercitare
in tal senso avrebbe potuto essere molto stimolante.
Eppure spesso sentiva che nessuna delle due strade era quella giusta,
le sembravano rispettabili, ma non le davano la sicurezza che aveva
Percy mentre sognava ad occhi aperti di un suo possibile futuro impiego
al Ministero. Anche a Cedric piaceva la strada da Ministeriale,
perchè a lei quella carriera non attirava più di
tanto? Però doveva ammettere che gli Auror non erano poi
molto statici, l'azione e l'avventura potevano arrivare da un momento
all'altro.
" Il professor Raptor quest'anno insegnerà Difesa, lo
sapevi? " Percy la distrasse mentre la ragazza cercava di farselo
venire alla mente; sapeva che era stato il titolare della cattedra di
babbanologia, ma lei non aveva avuto alcun interesse a studiare quella
materia. Perchè aveva cambiato? " Forse avrebbero dovuto
assegnarla a Piton, comincio a pensare che sarebbe molto migliore di
tutti quelli che abbiamo avuto" rispose Victoria, che come tutti, era
al corrente del desiderio dell'uomo di insegnare quella materia.
Si chiedeva perchè Silente fosse sempre così
categorico nel rifiutargliela; indubbiamente avrebbe trovato il modo di
imporre la propria disciplina, ma alla ragazza sarebbe piaciuta l'idea
di avere finalmente una persona competente. Difesa era una materia
estremamente interessante, ma non era sicura di aver imparato qualcosa
di davvero utile, almeno fino a quel momento.
Percy sfogliò la pagina del suo nuovo libro di Incantesimi,
e fece una smorfia sentendo le parole di Victoria." Già, ma
non vorrei diventasse sadico anche in quella materia.. Già a
pozioni è tremendo" disse convinto, e la ragazza non
riuscì a trattenere una risatina. Poi cambiarono argomento
visto che il ragazzo le stava raccontando che quell'anno sarebbe giunto
anche suo fratello Ronald a Hogwarts; Victoria non riuscì a
fare a meno di pensare che per la famiglia doveva essere un enorme peso
avere quattro figli a scuola.
E se non si ricordava male, ne avevano anche un'altra più
giovane e che aveva lo stesso nome della sua amata civetta. In quel
momento Kaiser si era acciambellato sulle ginocchia della sua padrona,
e faceva le fusa soddisfatto; lei lo grattò sotto il mento
sapendo che lo adorava, poi osservò fuori dal finestrino.
Era ormai sera, ed erano certamente sul punto di arrivare.
Dopo un paio di giorni, Victoria cominciò a pensare che
quell'anno a scuola ci fosse qualcosa di diverso. Sapeva bene che era
la presenza del famoso Harry Potter a rendere euforica la gente, ma lei
non riusciva a capire la ragione di tanto entusiasmo; parlando con
Maggie e Penny, aveva già ribadito come fosse assurdo
idolatrare un ragazzino di undici anni solo perchè aveva la
fama di un mago potente. Da quello che vedeva, a lei pareva
semplicemente uno del primo anno come tanti; riusciva a capire
l'emozione di parlare con chi aveva fermato il potente Lord Voldemort,
ma non lo condivideva.
Era molto più impegnata a seguire le lezioni, e a cercare di
sfuggire alla perenne insistenza dell'amica. Maggie non faceva che
supplicarla affinchè mettesse una buona parola con Cedric,
ma lei non ne aveva la minima intenzione. Non erano affari suoi,
così le disse, e desiderava essere lasciata tranquilla a
studiare: la mole di studio era aumentata in maniera allarmante, e
passava sempre più tempo alzata durante la notte alla sola
luce del fuoco del camino. Aveva trovato un piccolo tavolo in un angolo
della stanza, poco lontano dalla maestosa statua di Priscilla
Corvonero, e lì passava le sue ore scrivendo ed
esercitandosi.
Spesso le faceva compagnia un elfo domestico di nome Lillo, conosciuto
durante il primo anno; la creaturina era sempre puntuale alle undici di
sera, quando doveva ripulire la Torre approfittando del fatto che gli
studenti erano tutti a dormire. All'inizio aveva avuto timore nel
rivolgere la parola alla studentessa, ma in breve tempo erano diventati
amici anche se non lo sapeva nessuno; pochi intrattenevano rapporti con
gli elfi domestici, ma a Victoria importava relativamente.
Quell'anno non aveva neanche voluto scendere al campo da Quidditch;
trovava che Oliver fosse ancora estremamente interessante, ma non aveva
più voglia di rimanere ore seduta sugli spalti, a far finta
di seguire lo sport. Aveva quasi deciso di parlare col
ragazzo, come Percy le aveva consigliato caldamente di fare parecchio
tempo prima, ma non era andata bene. Il ragazzo aveva accettato senza
problemi di aiutarla in un incantesimo, ma Victoria aveva notato l'aria
distratta del Grifondoro e se ne era chiesta la ragione; lui aveva
incredibilmente percepito la curiosità della ragazza, e le
aveva spiegato che avevano trovato un Cercatore di talento.
Victoria avrebbe voluto imitare Marcus Flitt e picchiarlo, ma non fece
nulla; era comprensibile che Oliver fosse su di giri per via del
Quidditch, ma cominciava a trovare la cosa un pò
logorroica , soprattutto perchè riteneva
ingiusta la decisione di Silente. Secondo lei non era corretto
permettere a Harry di giocare visto che era del primo anno, :
uno strappo alle regole avrebbe potuto innervosire altri ragazzini. "
Non te la prendere Oliver, ma perchè Harry può
giocare e altri no? A questo punto Silente avrebbe dovuto abolire
direttamente la regola, non credi?"
Ma Victoria sapeva che parlare di regole e Quidditch con Oliver Baston
non serviva a molto, anche se si trovava parzialmente d'accordo con
lei.
" avresti anche ragione, l'importante però
è che lui possa giocare, così vinceremo
finalmente la Coppa. A Flitt andrà di traverso il pasto
quando dovrà accontentarsi del secondo posto" disse Oliver,
gli occhi luccicanti per l'emozione. Victoria lo guardò
incredula, ma non disse nulla. Cominciava davvero a credere che Cedric
avesse ragione, forse doveva lasciar perdere visto che aveva persino
dimenticato la ragione di quell'incontro.
" Penso che Flitt abbia ben altro a cui pensare, da quando è
entrato nel Club di Incantesimi ha sicuramente un sacco da fare" disse
la ragazza, desiderando ardentemente cambiare argomento. Il Quidditch
la sfiniva, non trovava neppure più interessante seguire le
partite scolastiche. In effetti era dell'idea che Marcus Flitt fosse
meno fissato di Oliver al riguardo, ma dirlo ad alta voce avrebbe
potuto causare l'ennesima lite tra i due..
" Già, non vorrà essere bocciato nuovamente"
annuì il ragazzo, ma Victoria lo squadrò
arrabbiata. Da come l'aveva detto, sembrava che il Club di Incantesimi
fosse quasi una sorta di ritrovo per studenti svogliati e bisognosi di
ripetizioni. " Guarda che non ci si iscrive al Club solo per studiare,
al contrario.. Forse dovresti cominciare a pensare che non esiste solo
il Quidditch a Hogwarts anzi, è proprio la cosa meno
interessante di tutta la scuola."
Per un momento Victoria pensò che il ragazzo l'avrebbe
attaccata. Non era riuscita a trattenere la rabbia, ma non ne era
pentita; poteva capire che gli piacesse lo sport, ma riteneva fosse
giunto il momento in cui capire se valeva la pena cercare di avere una
chance con lui oppure no. Non voleva ridursi alla stregua di Maggie,
che urlava istericamente e in modo melodrammatico, ogni volta che
Cedric passava. Oliver la osservò, sorpreso da quelle
parole. " Non fraintendermi, non intendevo dire che.. In fondo tu di
certo non hai bisogno di ripetizioni, non avresti motivo di
frequentarlo se fosse davvero un corso di recupero" e le sorrise, ma
Victoria non si lasciò incantare.
" Quello che intendevo è che Flitt certamente necessita di
molto impegno, lo sanno tutti che non è un genio e io che
frequento le lezioni con lui ne sono testimone. Ma non era mia
intenzione offenderti, al contrario" le assicurò,
cominciando a pensare di non essere stato forse troppo educato. Era la
prima volta che notava una reazione del genere da parte sua, ma non
voleva certo litigare. Victoria si limitò ad annuire, poi
cominciò a raccogliere la pergamena e ciò che
aveva portato; il pomeriggio era stato un disastro e non voleva
peggiorare la situazione. Il ragazzo notò quel gesto e si
sentì colpevole.
" Ma non abbiamo finito.. dai non ti volevo offendere, posso comunque
aiutarti come ti avevo promesso! Anzi, perchè non facciamo
una cosa? Se ti va possiamo andare ad Hogsmeade insieme,
così mi faccio perdonare la mia mancanza di tatto." Il
ragazzo era dispiaciuto per quello che era appena accaduto e sperava di
poterla convincere, ma la ragazza lo osservò con un gelo
negli occhi che Oliver non le aveva mai visto. L'ultima cosa che
Victoria desiderava era proprio andare a Hogsmeade con lui che
desiderava essere perdonato, si sarebbe sentita un tappetino inutile.
Oltretutto non aveva voglia di sentire ancora parlare di Quidditch, ma
si chiedeva perchè Oliver non lo capisse. Forse doveva
dirglielo e farla finita: fu sul punto di farlo, ma le mancò
il coraggio.
" No sei gentile, il giorno della gita dovrò studiare" gli
disse con tono indifferente, quello che con lui non aveva mai usato."
Ci vediamo, Oliver" lo salutò prima di andarsene dalla
biblioteca, e il Grifondoro rimase per parecchi minuti fermo a
riflettere. Doveva averla offesa in qualche modo, ma non riusciva a
comprenderne la ragione.
La sera ne parlò a Percy durante la cena, sottovoce per non
farsi sentire. " Ti giuro che non ho capito cos'è successo,
sembrava offesa.." era ancora incerto e non era neppure riuscito a
studiare quel giorno. Osservò Percy scorrere con lo sguardo
il tavolo di Corvonero e lo imitò, ma della ragazza non
c'era proprio traccia. " Non me ne meraviglio, Oliver, d'altronde sei
sempre stato cieco, no?"
Percy tornò a dedicarsi al proprio stufato, ma si
sentì stranamente osservato e rialzando lo sguardo
notò che Oliver lo squadrava con aria interrogativa. Avrebbe
voluto alzare gli occhi al cielo: possibile che il suo amico fosse
tanto ingenuo? In quel momento decise che avrebbe gettato al vento la
prudenza, in fondo era rimasto in silenzio per tanto tempo, Victoria
l'avrebbe certamente ringraziato. " Vuoi farmi credere che non ti sei
mai accorto che le piaci? Sei quasi peggio di me, Ol, te lo dico
seriamente.. e se pensi di averla offesa, credo che sia successo
proprio questo, ma non per quello che hai detto oggi bensì
per il tuo continuo sproloquio sul Quidditch. Non so proprio
com'è riuscita a sopportarti fino a questo momento" gli
disse senza misurare le parole, e godendosi la sua espressione
sbalordita.
Per un momento Oliver osservò Percy come se credesse che
stesse mentendo, doveva essere così perchè se
fosse stato vero lui se ne sarebbe accorto. Il dubbio gli
attraversò la mente ricordando quello che era successo:
forse non aveva voluto vederlo? E perchè mai, in fondo lei
gli era simpatica, ma come tante. Non aveva mai provato a pensare a
Victoria come a qualcosa di più di un'amica, ma lo stesso
valeva anche per molte altre sue amiche.
" Ne sei sicuro?" si azzardò a domandare a Percy, che
annuì mentre terminava la cena. Il ragazzo non sembrava
neppure troppo interessato a quella conversazione, tanto che Oliver si
convinse che non era vero quello che l'amico aveva appena
detto. Sollevato, tornò a dedicare la propria attenzione
alla cena: il giorno seguente avrebbero giocato contro Serpeverde, e
non aveva bisogno di distrazioni.
" Quello è un caso disperato" disse Percy con aria avvilita
mentre si allontanava per tornare alla Torre di Grifondoro.
" Se sento ancora la parola Quidditch giuro che ti taglio la lingua! "
Cedric rise di fronte alla minaccia proferita da Victoria; la partita
non era durata molto a lungo, ma la ragazza non aveva lasciato il
castello. Lui l'aveva trovata in biblioteca, ma fortunatamente era
riuscito a convincerla ad uscire: era raro che Serpeverde perdesse, e
non aveva voluto perdere tempo per raccontarle l'incontro.
Peccato che a Victoria sembrava non interessare molto, tanto che si
domandò che cosa le fosse successo. Durante la lezione di
Pozioni non aveva detto neppure una parola e lo trovava molto strano. "
D'accordo, pensavo ti interessasse sapere che Oliver Baston sta
praticamente saltando dalla gioia per tutto il castello" le disse,
consapevole del fatto che a Victoria avrebbe forse fatto piacere
incontrarlo, ma rimase colpito dall'espressione rabbiosa che aveva sul
volto.
" No, anzi preferirei proprio non doverlo incrociare”
borbottò mentre si appoggiava con la schiena al tronco di
una quercia. Davanti allo sguardo interrogativo di Cedric, la ragazza
sospirò. " Ho litigato con Percy a colazione, quel.. quel..
insomma, lui, è andato a dire a Oliver che mi piace.. se non
fosse intervenuta la McGranitt probabilmente l'avrei strangolato".
Cedric scoppiò a ridere anche se non riusciva ad immaginare
Victoria, notoriamente tranquilla e pacata, perdere la calma a quel
modo; decise di insistere per farsi raccontare tutto, e a dispetto
dell'irritazione di lei continuò a sorridere. Gli dispiaceva
non avere assistito, ma era dell'idea che la punizione fosse meritata,
anche se comprendeva ugualmente Victoria.
Da Percy non se lo sarebbe mai aspettato, così rigido e
formale sembrava conoscere solamente lo studio. " In fondo è
un bene, se non altro lo sa e potrete parlarne" la rincuorò
Cedric dandole un'amichevole pacca sulla spalla, e Victoria lo
squadrò come se non credesse alle sue orecchie. " Scusa?!
Parlarne? Lo sai che cosa ha detto a colazione, il grande Portiere? Che
gli dispiaceva che Percy fosse un tale burlone.. quello non ha creduto
ad una sola parola! "
Victoria era così arrabbiata che persino Ginevra non osava
posarsi sulla sua spalla, preferendole un ramo della quercia. " Anche
se, ripensandoci, forse è meglio così, ma Percy
non doveva permettersi di fare la spia: se ne pentirà,
credimi, e prima di quanto non creda"
Cedric aggrottò le sopracciglia, ma la ragazza non gli diede
alcuna spiegazione. Il giorno dopo ne comprese la ragione:
evidentemente Victoria aveva ricambiato il ragazzo della stessa moneta,
tanto che nei giorni successivi li vide spesso litigare a causa di
quanto lei doveva avere detto a Penelope.
La rabbia tra i due non durò molto a lungo, pensò
Cedric con sollievo qualche settimana dopo: la tensione tra Percy e
Victoria si era dissolta, ma lui percepiva un tono molto formale da
parte di entrambi quando si parlavano.
" Non aspettarmi, dopo cena devo andare da Piton perciò ci
metterò del tempo. Me lo ridarai domani il libro" disse
Victoria a Cedric agli inizi di Dicembre: aveva prestato all'amico il
manuale di Divinazione, materia affascinante, ma di dubbia
utilità. Di recente la professoressa Cooman le prediceva con
maggiore insistenza l'arrivo di un lieto evento nella sua vita, ma non
le credeva. Di cose piacevoli non ne accadevano tante a Hogwarts, non
da quando cercava di fare di tutto per essere invisibile: la sola
differenza era l'impegno raddoppiato con il Club di Incantesimi, ma non
lo poteva certo definire lieto.
La ragazza si incamminò verso l'aula del professor Vitious,
invidiando i compagni che sarebbero usciti a fare una battaglia a palle
di neve. Avrebbe anche potuto disertare l'impegno, ma lo trovava
stimolante, persino dopo una giornata come quella appena passata: due
ore di Trasfigurazione, due di Divinazione, due di Cura delle Creature
Magiche e due di Pozioni. Avrebbe voluto parlare con il professore alla
fine della lezione, ma le aveva detto che l'avrebbe attesa dopo la cena
per via di alcuni impegni inderogabili.
" Scusi il ritardo, professore" disse la ragazza a Vitious, il quale le
fece cenno di non preoccuparsi. Era sempre la prima, ma quel pomeriggio
aveva varcato la soglia dell'aula per ultima e fu costretta ad andare a
sedersi nell'unico posto rimasto libero vicino a Marcus Flitt. Victoria
sapeva che questo significava soltanto che sarebbe stato lui il suo
avversario; non era un problema visto che spesso si esercitavano
assieme durante quelle ore, ma non aveva voglia di essere provocata.
Sentiva i nervi tesi come corde di violino e il ragazzo solitamente
faceva di tutto per irritarla: aveva constatato con sorpresa che le sue
provocazioni non erano mai offensive, non del tutto almeno,
perciò riusciva a tollerarlo più di molti suoi
compagni di Casata. " Prego, prima le signore" le disse lui con voce
ironica facendole alzare lo sguardo al soffitto con aria esasperata.
Quel giorno Vitious, in una lezione combinata con il professor Raptor,
aveva insistito particolarmente sul corretto movimento della bacchetta
per eseguire gli Schiantesimi. Dovevano tenerla puntata verso
l'avversario senza agitarla troppo,: una stoccata decisa e nulla di
più, aveva insistito. Victoria sapeva che molti studenti,
quelli che non frequentavano il corso, avrebbero trovato ridicolo e
persino una perdita di tempo seguire quelle indicazioni; lei aveva
notato, invece, che spesso seguendo quelle piccole raccomandazioni ne
beneficiava durante la lotta.
La ragazza realizzò di essere quasi del tutto fuori forma
quando si ritrovò atterrata su alcuni cuscini che il
professore aveva posizionato per tutta la stanza, nel caso non fossero
riusciti a difendersi; si rialzò a fatica, ma non avrebbe
certo desistito. " Forse dovresti andare a riposare, mi sembri fiacca
oggi: il tuo caro Baston ti ha ripassata a dovere? " la provocazione di
Marcus Flitt le giunse all'orecchio, ma rifiutò di abboccare
nonostante la stanchezza. Non gli avrebbe permesso di continuare ad
insistere su quell'argomento e si sfogò lanciando contro di
lui una serie di potenti Schiantesimi; per tutto il resto dell'incontro
non si fermarono un attimo, e Victoria notò soddisfatta che
il Serpeverde poteva anche essere più in forma di lei, ma
l'aveva colpita poche volte. Come lei, pareva mancare spesso
l'obiettivo.
Giunse quindi la fine dell'incontro.
“ Molto bravi, mi raccomando esercitatevi prima del prossimo
incontro. Potete andare ora” disse il professor Vitious e
Victoria raccolse la borsa; era estremamente pesante, ma subito dopo
cena doveva recarsi dal professor Piton per un chiarimento. Li aveva
portati con sé dalla mattina perchè avrebbe perso
troppo tempo se avesse dovuto tornare alla Torre appena dopo mangiato;
inaspettatamente, quando fece per posarla su una spalla, se la
sentì togliere di mano.
“ Ehi, ridammela” disse rivolta a Marcus Flitt, che
quasi certamente doveva essere lì per provocarla.
“ Non essere tanto sospettosa, Victoria, volevo solo
aiutarti. Hai l'aria di non riuscire neppure a camminare, figuriamoci
con questa specie di mattone” disse il ragazzo, guadagnandosi
un'occhiata sospettosa da parte di Victoria. Non desiderava essere
provocata di nuovo, le era già bastata la frase che le aveva
rivolto in precedenza, ma il ragazzo non portava neppure la propria
consueta espressione ironica sul volto.
" Questa poi.. da quando conosci il mio nome? " Victoria era sospettosa
per quella ragione: fino a quel momento l'aveva sempre chiamata in vari
modi, ma mai gli aveva sentito pronunciare il suo nome. Era certa che
lo conoscesse molto bene, ma preferiva sempre infastidirla. " Da
sempre, come tu conosci il mio giusto? In ogni caso volevo essere
gentile, non dici sempre che dovrei cambiare atteggiamento? " Marcus le
sorrise, spiazzandola. Sapeva che non era abituata a vederlo a quel
modo, ma non lo trovava neppure faticoso.
La ragazza notò che, al contrario di lei, non sembrava
accusare in alcun modo il peso spropositato della sua borsa e lo
seguì quindi fuori dall'aula. Erano gli ultimi a lasciarla,
visto che anche l'insegnante se ne era già andato, ma
Victoria era insospettita. Non era da lui comportarsi a quel modo e non
riusciva a togliersi dalla testa l'idea che potesse avere un secondo
fine.
" Mah.. se lo dici tu.." borbottò Victoria, arrendendosi
all'apparente evidenza mentre proseguivano per i corridoi deserti. A
quell'ora tutti erano in Sala Grande, ma lì non c'era
nessuno. Il ragazzo la osservò in silenzio mentre parlavano
di quanto era accaduto quel giorno al Club, ma era quasi sicuro che
Victoria non lo stesse ascoltando. Forse non era il momento adatto, ma
aveva aspettato parecchio.
" Avresti tempo domani per esercitarti con me? Non credo di essere
riuscito a padroneggiare bene l'incantesimo spiegato da Vitious, forse
potresti consigliarmi in qualche modo" esordì Marcus
all'improvviso, notando soddisfatto che la ragazza si era fermata di
colpo. La imitò pur continuando a mantenere lo sguardo
disinvolto su di lei; ormai la conosceva abbastanza bene da essere
certo che difficilmente avrebbe rifiutato. Non era il tipo di ragazza
che lasciava qualcuno nei guai se poteva evitarlo, e avrebbe sorriso
volentieri: aveva solo fatto finta di non capire quanto diceva Vitious
così da poter avere una scusa per chiederglielo.
" Domani ci sarebbe Hogsmeade.." ribattè la ragazza, per
nulla entusiasta di quella gita. Ed ignorava che Marcus fosse
perfettamente al corrente del suo desiderio di non farsi vedere al
villaggio; non gli era sfuggito il fatto che era più
distaccata con Oliver e ciò giocava a suo favore. " E' vero,
ma avevo pensato di non andarci.. naturalmente se ti devi vedere con il
tuo Grifondoro posso capirlo" e il ragazzo sghignazzò,
divertendosi nel vedere l'ira deformare i lineamenti della Corvonero.
Di certo Oliver Baston non si sarebbe svegliato in tempo per notare
l'interesse che la ragazza aveva per lui, ma a Marcus Flitt gli occhi
per apprezzarla non mancavano affatto. Se ne sarebbe accorto troppo
tardi, Baston, di cosa si perdeva, e gli andava benissimo. Victoria lo
avrebbe picchiato se non fosse stata tanto stanca, ma in quel momento
comparve proprio Oliver Baston. La ragazza lo osservò
sconvolta: forse percepiva i pensieri altrui e compariva a comando? No,
semplicemente assurdo.
Il ragazzo fissò sorpreso i due, ma non gli
sfuggì l'espressione vittoriosa sul volto di Flitt.
Cercò di ignorarlo. " Ti cercavo, dovrei parlarti" disse
rivolto a Victoria, che in quel momento avrebbe desiderato nascondersi
dietro a Marcus per non farsi vedere. Sollevata, fece cenno di no con
la testa.
" No mi dispiace, devo recarmi da Piton subito dopo cena.. anzi vado
subito. Grazie per la gentilezza, Marcus" disse in tono fintamente
indifferente mentre riprendeva la borsa dalle mani del Serpeverde; ad
Oliver non sfuggì quel modo di fare, e lanciò
un'occhiata sospettosa al suo rivale di sempre. " D'accordo, allora
domani avremo tempo visto che c'è la gita al villaggio" le
disse rivolgendosi di nuovo a lei.
Victoria si chiese che cosa volesse dirle di tanto importante, ma lei
non lo voleva sentire, di qualunque cosa si trattasse e si
aggrappò con disperazione alla sua sola salvezza. " Non
andrò a Hogsmeade, mi spiace, ma mi sono appena accordata
con Marcus per esercitarci assieme per via del Club". Sapeva che non
era vero, in fondo non gli aveva risposto, ma in quel momento avrebbe
acconsentito a tutto: l'espressione sul volto di Oliver era sorpresa ed
allo stesso tempo disgustata mentre osservava il gongolante Flitt, ma
lei non ci badò e si dileguò in fretta prima che
uno dei due potesse trattenerla.
" Tu sei matto" esordì Victoria. Di ritorno in Sala Comune
dopo aver parlato con Piton, era stata bloccata da Frederich Steileir,
il capitano della squadra di Corvonero, che aveva una proposta. Anzi,
una supplica visto che sembrava disperato. " Non mollarmi, Vic, mi
dovevi un favore! Io ho bisogno di una riserva per il Portiere durante
la partita contro Serpeverde e non posso farla rimandare!
Perciò mantieni la parola! " il biondo Battitore era
letteralmente ai piedi della compagna di Casata, che ben ricordava il
favore. Lui non aveva nessuno con cui rimpiazzare il Portiere titolare,
gli restava solo lei.
Una notte era stato lui a farla entrare rispondendo ad una domanda del
Corvo, ma non avrebbe mai immaginato che avesse una richiesta tanto
assurda. " Se vuoi perdere, devi proprio mettere me come Portiere. Sono
una schiappa" gli ricordò, anche se entrambi sapevano che
non era vero, ma Friederich era deciso.
" Senti, ti procuro un appuntamento con Baston se vuoi, te lo porto qui
e lo convinco a fare lo spogliarello, ma tu dovrai giocare! "
nota: Eccomi qui per allietarvi(spero xd) il
finesettimana u.u sappiate che fino a marted' non vedrete nulla lol,
perchè devo continuare ache quella su Lucius e poi non
voglio distruggere Enide per farmi betare continuamente lol credo abbia
anche una vita oltre le fanfic
io penso di no nd Piton
nessuno ti ha interpellato xd
comunque.. questi capitoli sono MOLTO adolescenziali lol e
questa rivalità tra Baston e Flitt è paurosamente
contagiosa o.o
lascio a voi decidere se flitt trama qualcosa di losco o se
è onesto nel suo interesse u.u
ma figuriamoci, quello non ha la minima idea di cosa sia
l'onestà nd Baston
come te che non ti accorgi di chi ti fila, vero?u.u
…. si, circa nd Baston
XDD
oddio vorrei esplicare che Baston non è un idiota, anzi io
lo amo alla follia, ma mi sa tanto da dolce e tenero tontolone su ste
cose :=) magari ora si sveglia, chi lo sa u.u
ed è arrivato Harry a scuola, perciò welkome nei
chappy con Raptor e il trio anche se ci sarà poco
Percy che si accinge a spiegare a Baston le cose dà la
misura di quanto sia grave la situazione AHAHAHAHAAH u.u
e lei giocherà a Quidditch?
Beh se Baston facesse lo spogliarello IO non rifiuterei lol
beh ci sentiamo al prossimo, ciao :=)
p.s. Grazie ai 9 che seguono, e 1 preferito e 1 ricordato e i tanti
lettori. Davvero grazie **
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Perle
nascoste- Contest
Severus
Piton's Time- Contest
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
|
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Capitolo 7 *** 7 - La partita ***
Angolo
autrice: sono
tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
vi
informo che questo capitolo non è opera di Violet Acquarius,
ma di Lee Jordan dato che la sottoscritta è stata reputata
incapace di scrivere decentemente sul Quiditch T___T
Immagine
allo specchio
7 - La partita
" Ceddy, uccidimi ti
prego!" Victoria era disperata, ma il ragazzo si limitò a
ridere mentre la costringeva a prendere la scopa. Il giorno della
partita era finalmente arrivato e Victoria era stata letteralmente
costretta da Firederich ad allenarsi tutti i giorni.
Victoria non aveva cambiato idea, ma alla fine non era riuscita a
rifiutare la proposta, e di certo la prospettiva di un futuro
appuntamento con Oliver Baston non aveva influito poi così
tanto come credevano Cedric e Friederich. A parte il capitano e i
Cacciatori, la squadra di Corvonero sarebbe scesa in campo con solo
riserve: per quella ragione la ragazza non era riuscita a rifiutare.
C'erano state mille discussioni, ma alla fine aveva accettato. Aveva
chiesto di poter essere Battitore, ma Friederich le aveva risposto che
con un fisico come il suo sarebbe stata disarcionata nel giro di due
minuti. Non le piaceva l'idea di ricoprire un ruolo così
importante come il Portiere, ma non c'era altra soluzione: la ragazza
era certa che sarebbe stata una pessima idea giocare, ma se avesse
rifiutato i Serpeverde avrebbero vinto a tavolino l'incontro.
E nella Casa nessuno poteva sostituirsi a lei: purtroppo Friederich
sapeva che lei volava molto meglio di tanti altri candidati, e persino
durante gli allenamenti aveva dato un risultato migliore. Avrebbe
potuto diventare bravissima se avesse voluto, e anche madama Bumb le
aveva fatto quest'osservazione, ma il punto era proprio che il
Quidditch non era la sua passione.
" Dai, con la scopa non dovresti avere nessun problema. Ora rilassati e
pensa a parare. Se ti arriva in faccia un Bolide, non ti preoccupare:
mio padre lavora al San Mungo ed è specializzato proprio in
queste cose. Sarà lieto di operarti gratuitamente, l'ha
già detto. " Victoria si voltò a guardare
Steileir con aria furibonda; uno dei suoi segreti terrori era quello di
farsi colpire da una di quelle due palle volanti, e quella battuta di
dubbio gusto la inquietava. Afferrò la scopa e
seguì con riluttanza il resto della squadra, con il
desiderio di poter sprofondare prima di fare pessima figura.
La scopa era anche una novità soprattutto considerando il
fatto che era sua: l'aveva ricevuta la settimana precedente come regalo
dai signori Diggory, sicuramente esaltati all'idea che potesse decidere
di giocare a Quidditch proprio come Cedric.
A Oliver era piaciuta molto la sua scopa, e aveva pure raccontato che
aveva cominciato anche lui con una Tornado, ma quella curiosa
coincidenza non rassicurava comunque la ragazza: sentiva le dita sudate
avvolte dai guanti e captò l'occhiata preoccupata di
Friederich.
Per un momento pensò di scappare, ma proprio in
quell'istante Lee Jordan annunciò l'ingresso delle due
squadre in campo e seguì meccanicamente gli altri per un
giro del campo. I tifosi erano tanti, ma Victoria non si
soffermò su di loro: aveva l'impressione che tutti avessero
portato con sè cibo marcio per lanciarglielo al momento
opportuno.
Si allineò assieme agli altri, ed osservò
nervosamente i tre Cacciatori di Serpeverde. Marcus Flitt le aveva
già fatto qualche sottile allusione al fatto che non si
sarebbe fatto intenerire dal suo bel faccino, ma a lei non importava.
Quelle parole la rendevano più nervosa del solito, non
riusciva proprio a comprendere perchè da un pò di
tempo a questa parte, il ragazzo fosse diventato quasi gentile.
Gli altri due erano molto più grossi di Flitt, e Victoria
notò lo sguardo disgustato che avevano mentre la
osservavano. Sicuramente, pensò la ragazza, era a causa
delle sue origini.
" Benvenuti alla seconda partita della stagione di Quidditch, oggi si
affronteranno la già sconfitta Serpeverde" e un boato di
gioia scosse gli spalti, tranne dalla parte dei tifosi verde-argento
che fischiarono verso gli altri" e l'incerottata Corvonero! Infatti il
Capitano Frederich Steileir è stato costretto a schierare
una formazione di fortuna a causa di alcuni gravi infortuni durante gli
allenamenti. A parte Steileir, nel ruolo di Battitore, abbiamo Roger
Davies, David Stebbins
e Mark Bones come Cacciatori. Questi quattro sono i
titolari, giovani davvero promettenti che hanno ottenuto il ruolo dopo
la partenza dei loro predecessori" la voce di Lee Jordan riscontrava
parecchie approvazioni dal pubblico, che applaudiva ed agitava le
bandiere.
" L'altro Battitore è August Richmond, uno dei due
Capiscuola" la folla applaudì ancora più forte,
soprattutto molte ragazze. Victoria sorrise divertita nel notare l'aria
pomposa di August, noto tombeur de femme come dicevano le sue compagne.
" Il ruolo di Cercatore è andato alla giovane Cho Chang, ma
il Capitano ha già fatto sapere che la ragazza ha tutti i
numeri per conquistarsi presto il posto da titolare.. e speriamo che
sia così, visto che anche fisicamente promette molt.. SI MI
SCUSI professoressa.. dicevo.. "
La folla rise e Victoria vide la professoressa McGranitt che agitava il
braccio verso Lee, sicuramente per sgridarlo per via del suo modo di
commentare le partite. " E poi in porta è stata schierata
Victoria Windsor, che dovrà tentare di arginare i tre
agguerriti goril.. cioè volevo dire Cacciatori di
Serpeverde. Anche lei decisamente molto carina, e Cedric Diggory, dei
Tassorosso, mi fa sapere che tra lei e Bas.. SI PROFESSORESSA,
D'ACCORDO!" strillò Lee nel microfono, facendo scoppiare a
ridere tutti. Victoria si ripromise di trovare Cedric da solo, in
seguito, per fargli rimangiare quelle parole.
"Ed ecco che madama Bumb libera il Boccino: Terence Higgs e Cho Chang
dovranno riuscire a catturarlo, chi dei due ce la farà?" Lee
sembrava proprio nel suo elemento, si disse Victoria mentre osservava
la dorata pallina svanire velocemente: per quello che aveva visto, Cho
era molto brava, ma Higgs doveva essere più esperto di lei.
Proprio in quel momento schivò uno dei due Bolidi mentre
madama Bumb lanciava in aria la Pluffa.
"La partita è iniziata! Subito Roger Davies prende la Pluffa
e si dirige verso la parte di campo difesa dai Serpeverde! Vai Roger..
occhio al Bolide!" strillò Lee mentre il Cacciatore schivava
la diabolica palla lanciatagli contro dal Battitore dei Serpeverde. Il
ragazzo era però molto agile e ben presto si
ritrovò vicino all'area dei tre anelli" Ed ecco Davies che
lancia e.. Bletchey para, accidenti. Pensavo avesse segnato!
Sarà per la prossima volta. Marcus Flitt ha già
guadagnato il possesso della Pluffa e si dirige velocemente verso
l'area di Corvonero tallonato dal compagno Pucey" la voce di Lee
continuava a farsi sentire quando Victoria osservò che i due
si stavano avvicinando.
Si sentiva estremamente nervosa, ma decisa a non farsi sorprendere. Nel
frattempo la voce di Lee Jordan era sempre più acuta.
"Eccolo lì, ormai mancano pochi metri.. E' una finta!!"
Victoria scartò paurosamente in un eroico e futile tentativo
di bloccare l'avanzata di Flitt, ma lui aveva atteso che si avvicinasse
per passare la palla al compagno di squadra.
"Pucey solo davanti alla porta, sta per tirare.. la Pluffa gli sfugge!
Grande Steileir, il Capitano dei Corvonero ha lanciato un Bolide
proprio addosso al Cacciatore che così non ha potuto
segnare!"
Un boato di gioia si levò dagli spalti, ma Victoria aveva
già ripreso il proprio posto tra gli anelli per evitare
sorprese. "Marcus Flitt però recupera la palla e riesce a
lanciarla con decisione verso gli anelli.. E segna! "
Infatti il Cacciatore aveva beffato Victoria, che aveva solamente
sfiorato con una mano la Pluffa; i tifosi dei Serpeverde applaudirono
gioiosi, e la ragazza si sentì sprofondare dalla vergogna.
"Accidenti che sfortuna.. Ma se fossi in Serpeverde non mi esalterei
troppo, i tre Cacciatori di Corvonero sono già nella vostra
metà campo, pivel.. SI PROFESSORESSA, stavo scherzando"
disse Lee, senza la minima traccia di pentimento nella voce.
I successivi dieci minuti videro Serpeverde aumentare il vantaggio, con
grande costernazione dei tifosi e di Victoria: il primo fallito
tentativo di parata l'aveva resa più insicura, pertanto si
lasciò sfuggire alcuni tiri decisamente facili. Marcus Flitt
sembrava particolarmente a proprio agio, e non mancava di schernirla
ironicamente ogni volta che la Pluffa centrava gli anelli.
"Serpeverde è in vantaggio per sessanta a venti, ma il loro
Cercatore mi sembra molto distratto: già due volte non ha
notato il Boccino passargli davanti al naso" Lee Jordan continuava la
cronaca, divertendosi a prendere in giro i giocatori di Serpeverde ed
incoraggiando per contro gli altri. "Ed ecco che Flitt parte per
l'ennesima volta in direzione della porta di Corvonero, effettua
un'incredibile acrobazia per schivare un Bolide e alcuni tentativi di
disturbo dei Corvonero, e lancia la Pluffa.. E SBAGLIA!!!Anzi, no, si
fa parare! Vai Victoria, fagli vedere chi è il migliore tra
i due!"
L'urlo di gioia questa volta venne dalla parte dei tifosi di Corvonero,
mentre Victoria ancora non riusciva a credere di essere riuscita ad
afferrare la Pluffa. Di fronte a lei Marcus Flitt ostentava
un'espressione sbalordita e furente al tempo stesso; senza perdere
tempo lanciò la palla dritta nelle mani di Roger Davies
mentre Frederich Steileir le faceva un segno positivo da lontano.
" Non esaltarti, un tiro non significa proprio nulla, ragazzina" le
sibilò Marcus mentre il gioco riprendeva, ma Victoria non se
la prese. Stranamente si sentiva euforica.
Dopo mezz'ora di gioco la ragazza aveva rischiato di essere buttata a
terra varie volte, ma aveva ripreso fiducia nel proprio gioco.
"Corvonero si porta in vantaggio centotrenta a ottanta, a quanto pare
non è la giornata di Bletchey oggi! " Lee Jordan continuava
la cronaca, mentre i giocatori di Serpeverde iniziarono a trovarsi in
seria difficoltà; Victoria notò che Cho
più volte aveva tentato di afferrare il Boccino, ma Terence
Higgs era sempre riuscito ad ostacolarla.
"A quanto pare i Battitori di Serpeverde hanno preso di mira Victoria,
che sta cominciando a far sudare freddo i tre Cacciatori avversari: del
resto fonti informate ci dicono che si sia allenata assieme ad Oliver
Baston, e si vede la qualità, lo stile e.. VA BENE
professoressa, ma davo solo qualche informazione! Comunque sia
Serpeverde segna, ma Flitt sta cominciando a diventare estremamente
falloso! " Victoria cercava di non ascoltare più di tanto la
cronaca di Lee nel timore di distrarsi, ma doveva riconoscere che c'era
del vero in quanto diceva. I Serpeverde, ed in particolare proprio
Marcus Flitt, commettevano falli sempre più palesi. Da parte
sua era tallonata quasi sempre da un Bolide, ma fino a quel momento
grazie alla particolare abilità di Steileir e Richmond era
riuscita a cavarsela.
Un'ora dopo la stanchezza cominciò a farsi sentire, ma la
ragazza cercò di non badarci. "Serpeverde attacca, ma
è ancora molto distanziata dal risultato avversario: il
punteggio attuale è di centocinquanta a duecentosettanta per
i Corvonero! Ed ecco che Victoria si prepara per parare e.. NON CI
CREDO, L'HA FATTO APPOSTA! Qualcuno butti fuori il Battitore, non si
può colpire il Portiere a quel modo!" La voce di Lee era
acutissima mentre il pubblico ruggiva la propria disapprovazione:
madama Bumb fermò il gioco e fece una predica al colpevole
mentre Victoria si teneva in sella a fatica. Era stata colpita al
ventre con una Mazza, ma il Battitore si era giustificato dicendo di
averla scambiata per un Bolide. Questo aveva permesso a Pucey di
segnare facilmente.
La partita riprese e questa volta anche i Corvonero cominciarono a
farsi notare per alcune azioni poco corrette: Steileir aveva scartato
di fronte a Flitt, facendolo quasi cadere dalla scopa, mentre
più volte i Cacciatori avevano urtato i loro avversari.
"Siamo duecentoventi a trecento per i Corvonero, ecco che Cho Chang
accelera bruscamente: sta inseguendo il Boccino! Dai, forza, ce l'hai
praticamente in mano!" urlò Lee Jordan nel microfono, mentre
il pubblico si sgolava. Victoria notò che Terence Higgs era
molto più indietro rispetto alla compagna e quasi certamente
Cho l'avrebbe afferrato.
Proprio in quel momento si sentì mozzare il fiato e tutto
diventò buio; perse la stabilità sulla scopa e
ricadde nel vuoto. "Il Portiere dei Corvonero cade a terra dopo essere
stata colpita da entrambi i Bolidi! L'hanno fatto apposta, chiaramente,
quei due sudici doppiogiochisti! " Lee Jordan era furibondo e urlava
nel microfono, mentre la partita veniva fermata da madama Bumb accorsa
assieme a madama Chips vicino alla ragazza a terra.
Sugli spalti Oliver Baston e Cedric Diggory avevano assistito alla gara
con estremo interesse, soprattutto da quando Victoria aveva iniziato a
mostrarsi utile alla squadra. "Sicuramente l'hanno fatto
apposta" ululò Baston arrabbiato quando poco dopo la partita
riprese: Corvonero avrebbe dovuto fare a meno di un giocatore. Anche
Cedric annuì. "Già, scommetto che è
stato solo perchè Cho aveva quasi preso il Boccino! Cavolo,
questa partita era praticamente vinta!"
Victoria aprì gli occhi e riconobbe l'infermeria dopo alcuni
secondi; portò la mano alla testa e con quel gesto
attirò l'attenzione della donna china su di lei. "Oh bene,
sei ancora viva. Come ti senti, Windsor?" Madama Chips andava dritta al
sodo quando si trattava degli studenti e non era particolarmente
preoccupata riguardo alle condizioni di Victoria: la ragazza la
guardò con un'espressione interrogativa.
Perchè era lì? Non si trovava forse sul campo da
Quidditch? La domanda doveva esserle impressa in faccia
perchè madama Chips le rispose "Sei stata buttata
giù dalla scopa dai Bolidi, sei fortunata ad avere ancora
qualche osso intero. Ecco a cosa serve giocare a Quidditch, non
c'è partita senza che l'infermeria venga intasata; ora apri
la bocca, con questa pozione ti sentirai meglio" le disse
costringendola a forza a deglutire un liquido arancione.
Victoria fece una smorfia nel sentire il sapore amaro della pozione, ma
il pensiero della strega era rivolto alla partita. Finalmente si
spiegava l'assenza di ricordi dopo aver visto quel nero improvviso:
chiuse gli occhi dopo aver constatato di avere la testa fasciata e
entrambe le gambe ingessate.
"Allora, Flitt, fammi vedere se si è aggiustato del tutto"
la voce dell'infermiera attirò l'attenzione della ragazza,
che si sporse oltre le tende che circondavano il suo letto per vedere
meglio. Riconobbe proprio Marcus Flitt che portava ancora la divisa
della squadra e aveva un braccio fasciato a cui madama Chips rivolgeva
in quel momento tutta la sua attenzione. La donna lo fece muovere
più volte prima di dichiararlo del tutto a posto.
Pochi minuti dopo lo congedò, ma il ragazzo si
fermò ad osservare Victoria. La ragazza si sentiva
estremamente ridicola, ma sostenne quello sguardo: era scomparsa la
scintilla rabbiosa negli occhi di Marcus, quella che le aveva rivolto
durante tutta la gara. " Devo dire che non sei male a giocare. Un vero
peccato che alla fine non sia servita a nulla la tua presenza" le disse
il ragazzo. Marcus era perfettamente al corrente che Victoria ignorava
il risultato della partita, ma rimase sorpreso dalla totale
indifferenza che manifestava. Se ci fosse stato Baston al suo posto, di
certo avrebbe pianto.
"Avrei fatto meglio a rimanere in biblioteca a studiare, mi sono
rovinata le vacanze di Natale e ho reso ridicola la mia Casata"
replicò Victoria con rabbia. Difficilmente Flitt mentiva sul
risultato, e non era neppure certa di volerlo conoscere nel dettaglio.
Già si aspettava, da un momento all'altro, la visita dei
compagni di squadra: se li immaginava furibondi e pronti ad accusarla
della sconfitta.
“Probabile, anche se a questo modo non avresti potuto essere
notata da Baston. Immagino l'avrai fatto per quello, non per amore del
Quidditch...” Marcus le sorrise ironicamente: quando aveva
saputo che sarebbe scesa in campo non aveva voluto credere alle sue
orecchie: era certo che la ragione fosse quell'infatuazione
irragionevole per il Grifondoro. Una cosa assurda, ma utile per i
propri scopi. Non si sorprese nel vedere l'espressione di Victoria
incollerita, e sorrise nuovamente come se volesse prenderla in giro.
“Non sono affari tuoi, ma posso assicurarti che non c'entra
nulla. Anzi, mi stavo giusto chiedendo perchè sei ancora
qui, dato che Madama Chips ti ha dimesso” Victoria
digrignò i denti per il dolore che sentiva alle gambe e per
la rabbia per le continue insinuazioni del ragazzo. Sapere che
parzialmente aveva ragione non migliorava le cose.
Il ragazzo non si sentì offeso, al contrario si
appoggiò pigramente al muro mentre la osservava; si chiedeva
come mai la ragazza non notasse mai l'intensità degli
sguardi che le venivano rivolti da buona parte della scuola, lui
compreso. “Tranquilla, vado via subito, volevo solo prenderti
un po' in giro. Baston non nota nulla, dovresti guardarti attorno
invece di perdere il tuo tempo a renderti ridicola facendo qualcosa che
neppure ti piace” Marcus però sapeva di mentire
perchè Victoria non era stata affatto ridicola e gli aveva
dato parecchio filo da torcere; peccava soltanto di esperienza, e
quella era la ragione per cui i Serpeverde erano riusciti a segnare
parecchie volte. A Flitt faceva comunque comodo che pensasse che la
stava prendendo in giro. Victoria alzò gli occhi al cielo,
esasperata. “Certo, come te immagino, vero? “ gli
rispose ironicamente. Era il genere di scherzi che lei e Cedric
facevano tutti i giorni, ma Victoria faticava a comprendere la ragione
di tutto quel discorso. Forse, pensò, voleva solo
schernirla; faceva così con tutti quando vinceva.
“ Io? Beh perchè no, sono bello,
affascinante(modesto aggiungerei XDDD) e al contrario di quello stupido
di Baston, so notare le cose anche se non hanno la forma della
Pluffa..” disse Marcus con aria d'importanza, ma il ragazzo
dubitava seriamente che Victoria comprendesse cosa precisamente aveva
voluto intendere. “ Ma non sono certo l'unico: hai visto
quella fila di stupidi di Tassorosso? Ho sentito che si informavano dal
tuo amico Diggory sul modo perfetto per conquistarti. Interessante,
vero? E so che quelli di Grifondoro si rivolgono a quel pollo di
Percy... Sai a cosa pensavo? Se vuoi posso fare da intermediario con i
Serpeverde, sono sicuro che troveresti la fila pure
lì” disse sghignazzando di fronte all'espressione
della ragazza. Naturalmente evitò di specificare che a
Serpeverde erano pochi quelli che avrebbero voluto uscire con una
ragazza di sangue non puro, e aveva il sospetto che lei ne fosse al
corrente. Tuttavia qualcuno interessato c'era tra i tanti.
Anche lui, ma non lo disse.
“ Sei fortunato che non posso muovermi o ti avrei
già picchiato. Come se avessi bisogno di un aiutante se
volessi uscire con qualcuno... bell'idea che avete di me. “
borbottò Victoria, chiedendosi perchè mai gli
altri dovevano essere così impiccioni. Non era
però arrabbiata con lui, al contrario la distraeva dal
dolore, però faticava ugualmente a tollerare certe
insinuazioni.
Lui rise e si spostò dal muro, segno che considerava
conclusa quella conversazione. “Dovresti essere contenta di
avere tanta gente che si interessa a te, ma immagino che se tu lo fossi
davvero, non perderesti il tuo tempo ad attirare l'attenzione di un
idiota. Ora vado, sai com'è.. c'è una vittoria da
festeggiare, ma se cambi idea sull'intermediario sai dove trovarmi.
“
Victoria strinse il lenzuolo arrivando persino a distruggerne un pezzo
con le unghie mentre osservava il ragazzo allontanarsi con passo
spavaldo. “Dimenticavo, vedi di rimetterti in piedi in
fretta, dobbiamo esercitarci per il Club prima che gli incontri
riprendano”
La ragazza pronunciò una parola poco adatta all'infermeria,
e madama Chips la fece tacere con una pozione per farla addormentare
nel giro di poco tempo.
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Capitolo 8 *** 8 - Trame da ragazzi ***
Angolo
autrice: sono
tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
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allo specchio
8 - Trame da ragazzi
Frederich Steileir
andò in infermeria il giorno successivo a quello della
partita dalla quale i Corvonero erano usciti sconfitti; il suo passo
era notevolmente strascicato e si muoveva il più
silenziosamente possibile. Voleva evitare di incrociare i Serpeverde,
non era sicuro che sarebbe riuscito a trattenersi: già
alcune volte durante la cena del giorno prima era stato oggetto di
risatine denigratorie e non voleva litigare. "Steileir" il ragazzo si
bloccò mentre, con suo sommo orrore, vide Marcus Flitt
dirigersi proprio verso di lui.
Era riuscito ad evitarlo il giorno prima, e poco prima a colazione il
Serpeverde non gli aveva rivolto la parola. Ora che ci pensava lo
trovava strano: non era il genere di ragazzo che si lasciava scappare
l'occasione di umiliare gli altri in pubblico.
"Che cosa vuoi, Flitt?" disse il Battitore, asciutto; nonostante Flitt
avesse un anno meno di lui, a volte riusciva ad intimorirlo.
Fortunatamente dall'anno successivo lui non sarebbe più
stato costretto a vederlo: dopo i M.A.G.O. non avrebbe più
frequentato Hogwarts. Quando Marcus sorrise, Frederich
dominò l'impulso di colpirlo con la mazza che teneva in
mano. "Darti il modo di ricambiare il favore che mi devi".
Il ragazzo osservò Flitt senza capire. Da quello che ne
sapeva lui non aveva mai ricevuto favori dal capitano dei Serpeverde, e
lo guardò interrogativo. "Mi riferisco alla partita di ieri,
alla mia bontà di cuore nel consentire che giocaste senza
Portiere anche dopo aver scoperto del tuo tentativo di mettere fuori
gioco Bletchey" disse Marcus osservando l'altro impallidire
leggermente.
"Non capisco cosa intendi, non puoi certo rimangiarti la parola" disse
Frederich con un sorriso falsamente comprensivo. Era consuetidine che,
in mancanza di un giocatore, la vittoria fosse assegnata alla squadra
avversaria salvo un accordo tra i capitani; lui sapeva che Marcus Flitt
avrebbe potuto avvalersi di questa regola, ma aveva concesso il suo
benestare per continuare la partita.
L'aveva trovato strano, anche se poi era risultato inutile. Marcus
sorrise divertito. "Davvero tu credi che io non sappia cos'hai fatto?
Hai cercato di somministrare a Bletchey una pozione lassativa, sei
stato visto da alcuni del primo anno. " Dopo aver parlato, Marcus
restò a godersi l'espressione allibita di Frederich; non che
a lui importasse qualcosa di Bletchey, ma un comportamento
del genere era irregolare . Se la cosa si fosse scoperta, avrebbe
suscitato molto scalpore, e Marcus era sicuro che il ragazzo non
avrebbe osato rischiare di appannare l'impeccabile immagine che la
scuola aveva di lui.
"Ma non preoccuparti, la cosa può... rimanere tra noi, a
patto che tu mi dia un'informazione. Una soltanto." Sentiva lo sguardo
scettico di Steiler su di lui, ma non fornì alcuna
spiegazione. Aveva lui in pugno la situazione. "E sarebbe?" Sembrava
ironico, ma Marcus non ci badò più di tanto.
"Voglio sapere se Victoria ha un ragazzo segreto, oppure un ammiratore
che potremmo definire *pericoloso*. Ovviamente voglio un'informazione
certa, se scopro che tenti di imbrogliarmi... la cosa non
finirà bene" disse il ragazzo, piano, di modo che fosse solo
il suo interlocutore a sentirlo. Non c'erano quadri o presenze estranee
in quel corridoio, ma lui ugualmente non voleva correre il rischio di
essere sentito. Notò l'occhiata profondamente stupita di
Frederich; sicuramente si era aspettato che il Serpeverde avesse voluto
parlargli di qualcosa di più pericoloso o importante.
“Non fai prima a chiederlo a lei direttamente? Cosa vuoi che
ne sappia della sua vita privata?” replicò
Frederich, squadrandolo con sospetto. Per quanto lui e Victoria
facessero parte della stessa Casa, i contatti tra loro erano stati
trascurabili. Avevano interessi differenti e solamente di recente si
erano visti spesso, ma con lo scopo di parlare della partita. Non aveva
mai badato troppo alla sua presenza, salvo quando August si lasciava
andare a commenti espliciti su di lei distraendolo dallo studio; non
che il suo amico fosse veramente interessato alla ragazza, di solito si
accontentava di qualunque cosa respirasse come dicevano tutti.
“Allora informati, e vedi di fare in fretta... cosa ci
vorrà mai per scoprire una cosa così
banale?” gli disse Marcus, ---per nulla interessato
a quelle scuse
. “Senza offesa, ma non mi interessa. Però puoi
scoprirlo parlando con Maggie. “ Ribattè
Frederich, ricordando la ragazza che vedeva spesso con Victoria. Non
poté biasimare l'altro quando vide l'espressione di disgusto
sul volto: Maggie era conosciuta per essere una pettegola di
prim'ordine, e sua sorella Marietta era sulla buona strada per
eguagliarla . Di certo era la più informata sul conto di
Victoria, anche se lui si chiedeva come facesse la Windsor a
sopportarla.
Magari era la ragione per cui spesso la ragazza preferiva la compagnia
di Weasley, o di Diggory, decisamente meno morbosi di Maggie.
“E perché poi ti interessa? Non ce l'avevi
già una ragazza?” si informò il
Corvonero, ben contento di notare lo sguardo pericoloso dell'altro.
“Non penserai che sia per me, vero? Voglio solo giocare un
tiro mancino al caro Oliver. In quanto a quell'oca, non ho nessuna
intenzione di perdere il mio tempo a parlare con lei: ti ho chiesto una
cosa, sta a te decidere se riuscire a darmi quest'informazione, oppure
no. Ovviamente in caso contrario non assicuro il silenzio su quanto hai
fatto... sai, potresti persino incorrere in una spedizione punitiva da
parte dell'interessato...” e gli sorrise il più
ipocritamente possibile.
Sapeva che Frederich avrebbe fatto quanto gli chiedeva, non era tanto
coraggioso da rischiare ed era anche altrettanto certo che avrebbe
fatto di tutto pur di fargli sapere la verità. Il Corvonero
sapeva bene che con lui non c'era da scherzare. Lo osservò
corrugare la fronte.
“E cosa c'entra Baston con lei? Senza offesa, ma non ho
intenzione di aiutarti a far del male ad una compagna. Se vuoi
prendertela con Baston puoi usare altri modi, direi che lei ha
già sopportato abbastanza durante la partita. Non
credi?” Frederich pronunciò quella frase senza
misurare le parole e con l'aria di uno che non stava scherzando, ma
venne bloccato dall'altro, improvvisamente divenuto serissimo a sua
volta.
“Da come parli sembra che io sia un mostro... quanto alla
partita sei davvero senza speranza. Pensavi forse che i miei Battitori
vi avrebbero risparmiato? Non mi sembra che la tua squadra sia stata
più clemente, dico bene? E se vuoi saperlo lei non se
l'è neppure presa” disse Marcus, ricordando come
in effetti la ragazza si fosse solo lamentata delle condizioni fisiche,
e non delle scorrettezze lampanti dei compagni. “Ad ogni modo
tranquillizzati, non si farà male nessuno... ti do fino a
domattina per pensarci”.
"Che cosa nascondi sotto al cuscino?" George sorrise mentre varcava
l'ingresso in infermeria: era certo che la ragazza avesse messo via in
tutta fretta un foglio. Lei scrollò le spalle senza
rispondergli, ma non si era certo lasciato ingannare. "Nulla. Tu
piuttosto, perché ti porti in giro la scopa?" gli chiese
Victoria nel tentativo di fargli dimenticare ciò che aveva
visto, oltre ad essere anche sinceramente incuriosita.
"E' la tua, sciocchina. Oliver l'ha raccolta dopo la fine della
partita, ma si vergognava a passare di persona così mi ha
usato come facchino. Immagino che fosse suo quel biglietto, vero? Perce
ha detto che ha utilizzato tutte e due le ore di Ruf per scrivertelo,
ed erano due righe." George appoggiò la scopa su una sedia
che si trovava vicino al letto, senza smettere neppure per un momento
di sogghignare davanti all'espressione colpevole di Victoria.
La ragazza si limitò ad annuire, ma lasciò il
foglio dove l'aveva accuratamente nascosto; ringraziò
George, anche se non aveva più ripensato alla scopa dal
giorno prima. Sicuramente l'avrebbe utilizzata raramente, e
pensò quasi di restituirla ai Diggory; magari avrebbe potuto
darla a Cedric, se quella di lui si fosse rotta.
"Non avrei mai pensato che Steileir riuscisse a convincere Oliver, sai?
Già vi immagino a Hogsmeade, seduti da Madama Piediburro
a... dai che scherzo!" George ridacchiò di fronte
all'espressione inorridita di Victoria; era tra le poche ragazze che
detestavano l'atmosfera di quel locale, e non riusciva proprio a capire
come mai fosse il preferito delle studentesse.
"Non illuderti, certamente non potrò andare a Hogsmeade, e
se succederà... ti assicuro che quello è l'ultimo
posto in cui mi vedrete. Piuttosto resto a scuola a giocare a
Quidditch, credo di avere detto tutto, vero?" Victoria si mise seduta
sul letto: nonostante le facessero ancora male le gambe, era molto
migliorata, anche se aveva trascorso una notte insonne. Secondo madama
Chips le occorrevano altri due giorni di riposo completo prima di poter
tornare in dormitorio, e lei sapeva bene che il giorno seguente
sarebbero iniziate le vacanze di Natale. Aveva già informato
Cedric che non avrebbe potuto accompagnarlo a casa, ma aveva ugualmente
insistito affinchè almeno lui non modificasse i propri
programmi.
"Non dirlo ad Oliver, o ti prende seriamente in parola... a proposito,
anche Fred ti manda i suoi saluti. Volevamo mandarti un ricordo del
bagno di Mirtilla, ma chissà perchè madama Chips
non vuole... E poi dicono che i regali di Natale sono sempre gli
stessi" disse George, facendo scoppiare a ridere la ragazza. In quel
momento Kaiser miagolò insistentemente e balzò
sul letto per farsi coccolare dalla padrona; Victoria l'avrebbe
volentieri preso in braccio, ma proprio quel momento madama Chips lo
vide.
"Animali in infermeria! Fuori immediatamente!" La donna si
avvicinò per afferrarlo, ma lo kneazle era già
balzato via e si era rifugiato tra le braccia di George(che invidia
*-*); il ragazzo si affrettò ad uscire dal momento che
l'infermiera lo minacciava con la bacchetta.
Victoria rise, ma in fondo era contenta di ritrovarsi da sola. Per quel
giorno aveva ricevuto sin troppe visite e non tutte gradite: alcuni
della squadra di Serpeverde si erano presentati per deriderla
apertamente. In quel momento era ancora intontita dall'effetto sedante
di una pozione e non era riuscita a controbattere, ma li avrebbe
volentieri presi a schiaffi dal momento che era a causa loro se si
trovava inchiodata a letto.
La visita di Maggie era stata quella più esilarante, dopo
quella di George naturalmente. Chissà come mai l'amica era
convinta che Frederich Steileir si fosse innamorato di lei; Victoria
sapeva bene che era impossibile dato che era tra i pochi ad essere al
corrente dell'omosessualità del ragazzo. Ma non aveva detto
nulla: se Maggie ne fosse venuta a conoscenza, era certa che nel giro
di un'ora tutta la scuola l'avrebbe scoperto. Si chiese però
la ragione di quelle domande su di lei, lo trovava molto strano
soprattutto considerando il fatto che Frederich stesso era passato a
salutarla, ma senza dirle nulla.
Per fortuna, il capitano della squadra dei Corvonero non l'aveva
rimproverata per la sconfitta, anzi le aveva addirittura proposto di
essere una riserva ufficiale, ma Victoria sapeva di averne abbastanza
di Quidditch; forse non aveva fatto una figura ridicola, ma la paura
dei Bolidi non era diminuita, al contrario. E con lui erano giunti, uno
dopo l'altro, tutti i compagni con cui aveva giocato.
Senza motivo, Victoria sorrise, riprendendo in mano il pezzo di
pergamena che aveva nascosto sotto al cuscino. Non avrebbe mai pensato
di riceverne uno proprio da Oliver, ma la grafia era inconfondibile e
in un certo senso era compiaciuta all'idea che il ragazzo avesse speso
del tempo per scriverle alcune righe.
Parole banali forse, ma erano pur sempre qualcosa. Ripensò a
quanto aveva detto George: forse dopo tutto non sarebbe stata una
cattiva idea andare da madama Piediburro, ma non l'avrebbe mai ammesso.
(qui sbirciamo un
pò nel dormitorio dei maschi*tossisce*)
Percy alzò lo sguardo su Oliver, perplesso. Erano almeno
dieci minuti che il ragazzo continuava a guardare la stessa pagina del
libro e, ne era convinto, persino la stessa riga. Aveva lo sguardo
vacuo e Percy presumeva che gli appunti sulla pozione Polisucco non
c'entrassero nulla con quell'aria strana. "Sei sicuro di stare bene,
Oliver? Forse dovresti andare in infermeria. Sei pallidissimo" gli
disse Percy, sinceramente sorpreso.
Era la prima volta che lo vedeva in quello stato e non riusciva a
capire che cosa fosse accaduto. Di solito era sempre pronto a parlare,
anche se solitamente solo di Quidditch, e non riusciva proprio ad
immaginare quale catastrofe si fosse abbattuta su di lui.
"No, sto bene, sono solo stanco. Per fortuna domani si torna a casa"
disse Oliver, ma non si mosse e continuò ad osservare la
pagina come se attendesse qualcosa in particolare. Percy lo
squadrò sospettoso per un po', finchè il ragazzo
non si accorse di quella silente attesa e si riscosse. "Ok, ho un
problema, devo andare a Hogsmeade con... con una ragazza, e non ho la
minima idea di quello che dovrei fare. "
Lo disse tutto d'un fiato, incapace di trattenere ancora tutta l'ansia
che provava. Il pensiero lo tormentava da quando Frederich Steiler era
riuscito a persuaderlo che un pomeriggio a Hogsmeade con Victoria fosse
ciò che lui desiderava più di ogni altra cosa al
mondo dopo il Quidditch, naturalmente. Ed ora che ci pensava, doveva
riconoscere che l'idea non era neppure cattiva, ma non riusciva ancora
a capire da dove era spuntata.
"E allora? Immagino che parlerete, no? Se l'hai invitata avrai pure
un'idea di ciò che ti aspetti, giusto?" Percy lo
guardò come se temesse per la sua salute mentale, ricevendo
di rimando un'occhiata esasperata. Oliver chiuse bruscamente il libro e
lasciò che cadesse a terra, senza curarsi dello sguardo
scandalizzato di Percy; chiedere a lui consigli di quel genere era
quasi assurdò, pensò il ragazzo mentre
controllava che la scopa fosse già all'interno del baule
prima di tornare a rivolgersi a lui.
"Il punto è che io non ho invitato proprio nessuno, ma..."
Oliver si rese conto di quanto assurda era quella situazione,
perciò spiegò precisamente all'amico quello che
lui e Steileir si erano detti e di come all'improvviso fosse diventato
un problema parlare direttamente con la ragazza.
Era quello a preoccuparlo, e si vergognava profondamente all'idea di
aver mandato George a restituirle la scopa, soprattutto dopo essersi
ripromesso di farlo di persona. Forse la ragazza si aspettava qualcosa
di preciso da lui, ma non riusciva ad immaginare nulla.
Non notò che Percy lo guardava con esasperazione, e pareva
persino sul punto di scoppiare a ridere: non lo faceva per rispetto a
quello strano comportamento, ma faticava davvero a trattenersi.
"Sinceramente non capisco quale sia il problema, stiamo parlando di
Victoria, non di una pazza esaltata. Giusto? Qualcosa di cui parlare lo
troverete. Per esempio io e lei parliamo spesso di Pozioni, ma anche di
Trasfigurazione e..."
Oliver pensò di avere sentito abbastanza. Gli altri potevano
anche crederlo un fissato del Quidditch, ma Percy non era da meno con
la sua mania per lo studio. Solo il pensiero di parlare di scuola
più del dovuto era decisamente troppo, non era sicuro che
fosse una buona idea dopo tutto. Si sistemò sotto le coperte
senza più badare al monologo di Percy, arrivato a decantare
i pregi di Caramell e di tutto il Ministero.
"Se fossi in te non mi preoccuperei troppo, in fondo nessuno ti obbliga
a fare ciò che non vuoi vero? Di certo sei il solo a poter
dire se ti piace oppure no" disse Percy dopo molto tempo, rompendo il
silenzio che si era creato e Oliver si sentì quasi
folgorato. Aprì la bocca per parlare, ma la richiuse
all'istante.
Era quello che non riusciva a capire, si disse dispiaciuto. Non
riusciva ad immaginare uno scenario da innamorato di nessuna, ma
neppure poteva escluderlo.
Forse quel pensiero dispettoso lo avrebbe abbandonato il giorno
successivo durante il lungo viaggio in treno, o almeno lui lo sperava
ardentemente.
nota: saaalve u.u stavolta è un
pò più corto u.u perdonatemi, ma non mi andava di
aggiungere altro xddd
sei pigra nd Piton
u.u zitto.
dunque come vedete in questo capitolo ho dato spazio ai maschietti
<3 difatti abbiamo Frederich Steileir, Marcus Flitt, George, e
Percy e Oliver.
Ci voleva, no? Non so perchè, ma amo il pezzo finale se se
per un momento sono stata tentata di scrivere che si facevano la
doccia, ma... ho cambiato idea LOL
Bene, spero vi piaccia Frederich(a proposito, sotto vi lascio la scheda
del pg <3). L'ho messo omosessuale, perchè ritengo
che non ci sia nulla di male U___U in ogni caso non è un pg
importantissimo perciò qualche accenno su di lui, ma nulla
di più.
Perchè George e non Fred? Beh io adoro Fred, ma non uso mai
George ed è un peccato... perciò eccolo xDD ah si
ho preso spunto dalla tazza del gabinetto muahahaha sarebbe troppo LOL
come regalo di Natale.
Flitt. Non spendo molte parole su di lui, ma vi dico solo che ha in
mente qualcosa.Vediamo se indovinate cosa <3
Percy. AHAHAAHHAH no è davvero pazzesco, ma non credo che
fosse sempre così fissato solo con lo studio(anche
perchè dovrebbe fidanzarsi con Penny a breve <3). E
poi come si fa a non aiutare un amico in difficoltà?<3
E poi Baston... no dico davvero, ce lo vedo troppo ad essere confuso
u.u credo sia in un età in cui la cosa è anche
normale, dico bene?u.u
in ogni caso non sapete se lui sia davvero interessato a Vic u.u magari
gli han solo messo in testa l'idea <3 ce li vedrei bene da
madama Piediburro no?
*Piton vomita, seguito da Vic*
ebbene si, Marietta Edgecombe... muahahahah non era decisamente adatta
a Ced, la cara Maggie xddd anche se pure
Cho... ok basta, al prossimo chappy u.u
avete qualche richiesta? perchè mi sento particolarmente
buona e prossima ad esaudire ciò che chiedete(ma non
è detto XDDD)
e non solo le Serpi fan dispetti U__U
Nome:
Frederich Steileir
Età: 17
Origine: Mezzosangue(padre mago, madre
babbana deceduta alla nascita)
Aspetto fisico: piuttosto muscoloso, occhi
castani e capelli scuri leggermente crespi. Non un brutto tipo secondo
gli altri
Particolarità: ama fare i
dispetti prima delle partite di Quidditch, soprattutto ai Serpeverde.
Segreti: di inclinazione omosessuale;
Profetti per il futuro: diventare un
avvocato
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
Severus
Piton's Time- Contest
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
|
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Capitolo 9 *** 9 - Esperimenti ***
Angolo
autrice: sono
tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
Capitolo 9 - Esperimenti
"Windsor!" La voce di
Severus Piton risuonò lugubre nel sotterraneo e la fece
sobbalzare; Victoria smise di fare quello che stava facendo, sapendo
che era ciò che l'insegnante si aspettava da chi veniva
richiamato. "Si, professore?" Si sentiva sospesa a metà tra
la beatutidine e l'incertezza di avere compiuto qualcosa di sbagliato.
L'uomo le si avvicinò consegnandole un libro. "Madama Chips
dice che è tuo. La prossima volta che porti in giro
qualcosa, assicurati di non dimenticarlo dove capita". Victoria
annuì riconoscendo il proprio tomo sull'Amleto, e si
affrettò a prenderlo prima che l'insegnante cambiasse idea.
Era stata talmente ansiosa di lasciare l'infermeria che non l'aveva
neppure considerato.
"Grazie mille" gli disse, pur sapendo quanto inutile fosse
ringraziarlo. Era sempre stato di poche parole, e mai si sarebbe
azzardata a chiedergli qualcosa di più delle informazioni
scolastiche. Si sentì quasi arrossire sotto lo sguardo
penetrante dell'uomo e solo in quel momento Victoria ricordò
come avesse nascosto, dentro al tomo che teneva in mano, il biglietto
che le aveva scritto Oliver.
Ora comprendeva l'espressione impassibile dell'insegnante, ma non disse
una parola. Magari non l'aveva visto, anche se non ci credeva molto.
"Il professor Vitious mi ha riferito del tuo interesse verso
l'Occlumanzia e la Legilimanzia" esordì Severus
all'improvviso, spiazzando la ragazza.
Le parole di Filius l'avevano colpito: perchè mai alla
ragazzina dovevano interessare quelle branche della magia? La maggior
parte degli studenti ignorava addirittura la loro esistenza, invece lei
ne sembrava informata; probabilmente, si disse indispettito, essere
amica di studenti del settimo anno le consentiva di essere a conoscenza
di molte cose.
Troppe.
Victoria temporeggiò sulla risposta per qualche istante.
"Ecco, il professore mi ha chiesto se avessi già delle idee
su cosa fare dopo Hogwarts e mi piacerebbe entrare a far parte del
Wizengamot. Immagino che la Legilimanzia possa servire in un lavoro del
genere, perciò ero interessata, ma non posso accedere al
Reparto Proibito per iniziare ad esercitarmi" disse la ragazza. Aveva
pensato spesso a quell'idea, e le piaceva sempre di più, ma
tenne per sè le reali ragioni.
Erano branche della magia avanzata, in un certo senso voleva eccellere
in ciò che le sembrava più complesso oltre che
utile. Sentiva su di sé lo sguardo del professore, ma non
aveva idea di cosa stesse pensando in quel momento. Lui
increspò le labbra in un sorriso prima di parlare. "Capisco,
davvero interessante. In effetti so che lo stipendio dei membri del
Wizengamot è molto alto... magari puoi chiedere al tuo amico
Grifondoro un aiuto, suo padre ne fa parte."
Severus, con quelle parole, era consapevole di distruggere la fragile
speranza nutrita dalla ragazza a che lui non avesse visto quel foglio.
Non l'aveva letto di proposito, dato che era scivolato dal libro
davanti ai suoi occhi, ma non l'aveva gradito. O meglio non apprezzava
il fatto che perdesse il proprio tempo dietro ad un Grifondoro dalla
testa vuota; Oliver Baston era uno dei peggiori del suo anno per quanto
riguardava le Pozioni, e non voleva correre il rischio che la ragazza
*si infettasse* frequentandolo.
"In ogni caso dato che ti sei presa il lusso di disertare l'ultima
lezione dell'anno" riprese Severus, sorvolando sul fatto che Victoria
non aveva scelto volontariamente di non presentarsi visto che era stata
costretta a rimanere in infermeria"... dovrai portarti avanti
perchè sarai sicuramente la prima che metterò
alla prova sull'efficacia degli antidoti. "
Victoria cercò di mantenere la calma, sapendo che
l'insegnante voleva solo metterla alla prova. Sicuramente disprezzava
il Quidditch e voleva punirla a modo proprio, ma lei non gli avrebbe
permesso di trovarla impreparata a costo di esercitarsi durante tutto
l'arco delle vacanze. Però così avrebbe dovuto
sicuramente rinunciare alla gita ad Hogsmeade, pensò
amareggiata. Si sarebbe tenuta proprio il pomeriggio precedente la
prima lezione di Pozioni del nuovo anno, non poteva distrarsi in alcun
modo.
"Certo, professore..." si limitò a rispondere, ma senza
riuscire a cancellare la delusione dal volto: attendeva da
così tanto tempo quel pomeriggio che le sembrava quasi un
segno del destino avverso. Certo non si faceva molte illusioni su
ciò che sarebbe accaduto, ma era stata così
contenta quando aveva visto Oliver proprio poco prima che il treno
partisse. Era passato a salutarla e a farle gli auguri per le feste, e
a Victoria era importato relativamente il fatto che fosse assieme a
Chris e ad un altro di cui non ricordava il nome. Le aveva persino
confermato quell'incontro, tanto che era certa che non ci sarebbe stata
una seconda occasione.
Si allontanò in fretta dopo essersi congedata
dall'insegnante, ma la ragazza sentiva ancora il suo sguardo
accompagnarla. Non aveva osato chiedergli di riavere indietro quel
foglietto: un rifiuto sarebbe stato probabilmente la sola risposta che
avrebbe ricevuto. Oppure avrebbe fatto finta di non saperne nulla.
" Buon Natale, Dama Grigia" disse rivolta al fantasma della donna che
l'aveva appena attraversata, facendola rabbrividire. Il fantasma della
loro Casa non era particolarmente loquace, ma lei cercava sempre di non
scordare di salutarla quando si incontravano per la scuola. La stessa
cosa quando c'erano delle festività: la donna si
limitò a rivolgerle un cenno col capo e a fluttuare
attraverso una parete, mentre Victoria proseguiva diretta alla Torre.
Il giorno seguente ci sarebbe stato il banchetto di Natale, ma non
credeva vi avrebbe partecipato: sentiva l'umore diventare sempre
più nero e vedere la Sala Comune deserta non la
allietò. La giornata era stata irrimediabilmente rovinata,
ma quando vide il regalo dei gemelli Weasley dimenticò ogni
malumore, scoppiando a ridere.
I due gemelli erano davvero singolari, pensò divertita
mentre guardava i tanti rotoli di carta igienica che le avevano
mandato... nella speranza che le fossero utili, così avevano
scritto nel biglietto. Erano davvero divertenti, si disse mentre
accarezzava le piume di Ginevra; sicuramente i gemelli si erano avvalsi
dei servizi di Kaiser per farle avere il regalo, oppure della civetta.
Almeno avevano gradito i due costumi da clown che gli aveva fatto avere.
Madama Pince osservò Victoria che stava studiando in un
angolo della biblioteca e scosse la testa. Erano pochi gli studenti
rimasti a scuola, e la ragazza indubbiamente era la sola a farsi vedere
tanto spesso. Da quello che aveva visto, era circondata da una ventina
di libri sugli antidoti, e li teneva tutti aperti. La bibliotecaria
aveva già intuito che sicuramente doveva essere opera di
Piton. Solo lui poteva indurre i ragazzi a studiare tanto assiduamente
durante le feste natalizie, e lei faticava a mandarla via quando
giungeva il momento della chiusura.
Victoria trascorse a quel modo le vacanze, immersa nella
lettura sui veleni: aveva deciso che non si sarebbe fatta impedire
quella gita per nulla al mondo, non dopo averla aspettata per tanto
tempo, perciò impiegò quasi tutto il suo tempo
studiando.
Tutto sommato non sembrava difficile, si disse la ragazza
qualche giorno dopo il primo dell'anno, stiracchiandosi sulla poltrona
davanti al fuoco: non aveva dormito molto durante quei giorni e sentiva
di avere la testa pesante. Se fosse stato per lei sarebbe rimasta
chiusa in Torre, ma il professor Vitious l'aveva già
ammonita di non nascondersi inutilmente perciò scese
dabbasso dato che era quasi ora di pranzo.
"Ciao ragazzi" disse Victoria mentre passava vicino al tavolo
di Grifondoro, il più pieno della sala visto che era
occupato dai quattro Weasley e da Harry. Victoria era ormai abituata a
salutarli, anche se con lui e il più giovane dei Weasley non
aveva mai avuto troppi contatti. Loro ricambiarono e la ragazza prese
posto al tavolo di Corvonero, dove trovò solo Penelope. Le
sorrise con aria furba; Victoria sapeva bene che lei e Percy avevano
iniziato a vedersi piuttosto regolarmente, e non mancava di prenderla
bonariamente in giro quando nessuno li ascoltava. A volte si era
chiesta cosa ci trovasse di attraente in Percy: lei lo trovava
decisamente poco attraente , ma, rifletté mentre si serviva
abbondantemente di cibo, forse con Penny era diverso. Poco dopo si
chiese da dove fosse spuntato quel pensiero dispettoso; da un po' di
tempo le capitava di pensare in maniera diversa ai ragazzi e non
riusciva a capirne la ragione.
"Oh, grazie... mi sento sempre più vecchia" rise
Victoria quando Penelope le consegnò il regalo di compleanno
subito dopo averle fatto gli auguri. La ragazza lo aprì e
lanciò un piccolo gridolino eccitato di fronte alla
scacchiera magica che aveva di fronte: quella che aveva comprato al
primo anno ormai era distrutta, perciò era molto contenta di
poterne avere una nuova con cui avrebbe sfidato e certamente battuto
Cedric.
Pochi minuti più tardi il gufo dell'amico planò
con eleganza e si posò proprio di fronte a lei con il regalo
dei Diggory. "Rischi di ingrassare" constatò Penelope
divertita, nel vedere l'enorme torta che le era stata mandata: era una
vera e propria bomba calorica a causa di tutta la panna e il cioccolato
con cui era stata preparata. Victoria rise a quelle parole, ma se ne
servì ugualmente una fetta gigantesca e, come consuetudine,
offrì il dolce agli altri presenti in quel momento.
Percy e Penelope naturalmente erano già spariti, seguiti poi
da Harry e Ron, così nella sala erano rimasti i due gemelli,
un certo numero di insegnanti e un Serpeverde. Come immaginava la
ragazza, solamente Silente tra i professori accettò
l'offerta, mentre Piton si era dileguato nel preciso momento in cui
aveva visto Victoria avvicinarsi al tavolo degli insegnanti.
Naturalmente Fred e George non si fecero pregare due volte e rimasero
in Sala Grande assieme a lei per raccoltarle alcune barzellette, mentre
Victoria tentava di tenere Kaiser lontano da quel capolavoro di
pasticceria. Lo kneazle era golosissimo, ma raramente riusciva ad
imbrogliare la sua padrona quando si trattava di dolci.
"Offri a tutti e non a me, potrei offendermi sai?" Victoria
sobbalzò al suono di quella voce perchè era
convinta di essere rimasta da sola in Sala Grande. Osservò
l'espressione ironica di Marcus Flitt: non ricordava di averlo visto,
ma, ripensandoci, avrebbe dovuto essersi resa conto che solamente lui
poteva essere presente al tavolo dei Serpeverde dal momento che era
l'unico presente della loro Casata. La strega alzò gli occhi
al cielo. "Non pensavo ti interessasse il mio compleanno"
buttò lì Victoria, per nascondere il fatto che
non l'aveva visto prima, altrimenti non avrebbe avuto alcun problema ad
avvicinarsi a lui.
Senza essere invitato il ragazzo si sedette proprio vicino a
lei, con un'espressione ironica sul volto. "Ma certo che mi interessa,
e se me l'avessi detto mi sarei sicuramente precipitato qui al tuo
arrivo e ti avrei cantato la canzoncina di auguri" le disse facendola
scoppiare a ridere. Non riusciva ad immaginarlo in quelle vesti,
difatti Marcus le disse subito che stava scherzando.
"Cominci a crescere anche tu, allora... Il tuo ragazzo
sarà contento, no?" le disse ammiccando e facendola
arrossire in maniera vistosa. Non aveva nominato Baston, ma ormai lei
aveva imparato a comprendere il linguaggio del ragazzo.
"Bene, vediamo cosa si prospetta per te in queste settimane"
disse Marcus, afferrando la copia della Gazzetta del Profeta che poco
prima stava leggendo Penelope. Victoria lo osservò
curiosamente mentre sfogliava il giornale: avrebbe voluto ridere nel
vedere la pagina dedicata all'oroscopo del mese.
"Ok... allora sulla questione della salute, senti qua. Avrai
alti e bassi questo mese, dovuti soprattutto ad incidenti con i
fornelli, oppure a ritorni di fiamma di pozioni. Piton ne
sarà lieto, già me lo immagino" disse Marcus
mentre cercava di imitare il tono mistico della professoressa Cooman
quando faceva le predizioni catastrofiche. "Amore... Oh, riceverai
delle avances da qualcuno che non ti aspetti, presumo che non sia
Baston dico bene? Voglio dire, quello non farebbe una cosa del genere
neppure sotto pagamento" ghignò il ragazzo proprio mentre
Ginevra volteggiava con grazia nell'aria per atterrare proprio di
fronte a Victoria; "... e poi, avrai delle brutte delusioni la
settimana prossima. Non è quella della gita ad Hogsmeade?"
Le chiese falsamente incerto, mentre osservava la civetta allungare la
zampa verso la sua padrona. La ragazza, sul punto di rispondere alle
parole di Marcus, rivolse l'attenzione a Ginevra che portava un
pacchettino molto elegante legato alla zampa; Victoria lo prese con
curiosità e ne ammirò la squisita carta da regola.
"Scommetto che è del tuo fidanzato. Dai, aprilo,
sono curioso" Victoria cercò di ignorare il tono volutamente
provocatorio di Marcus, ma era a sua volta curiosa di sapere chi le
avesse mandato quel regalo. Notò subito che non c'era alcun
biglietto e rimase profondamente colpita nel trovarsi tra le mani una
scatola di cioccolatini, precisamente di Mon Cheri, i suoi preferiti.
"Però, che roba sarebbe? Presumo che diventerai una balena
con tutti questi dolci" disse Marcus, sghignazzando indicando prima la
torta di cui si era abbondantemente servito senza che lei protestasse,
e i cioccolatini; Victoria gli fece la linguaccia prima di tornare a
rivolgere la propria attenzione al regalo.
Dal momento che pochi maghi conoscevano quel genere di dolce
babbano, dubitava profondamente fosse un regalo da parte di Oliver; per
un momento solo aveva pensato che il pacchetto fosse da parte sua, ma
non ostentò alcuna delusione quando realizzò che
così non poteva essere. Al contrario, probabilmente erano da
parte delle nonna, ma allora perchè non c'era nessun
biglietto?
"Non immaginavo che Baston fosse una persona romantica, posso
assaggiarne uno?" le chiese Marcus, ma la ragazza allontanò
immediatamente la scatola dalle mani da avvoltoio di Flitt. "Neanche
per idea, ci mancherebbe altro! Questi sono tutti quanti miei, a costo
di ingozzarmi e stare male" dichiarò Victoria con aria
lievemente altezzosa, facendolo sogghignare divertito.
"Direi che l'amore ti fa proprio male, Victoria, se ti riduci
a stare male per qualche cioccolatino. Come sei sicura che sia stato
lui a mandarteli? Non c'è il suo nome, magari è
stato Piton" disse con un ghigno aperto, facendola indispettire.
Victoria era restia a dargli ragione perciò sorrise mielata.
"Me l'aveva detto, e comunque non sono affari tuoi. Certi
regali possono arrivare solo da una mente sensibile, ma questa
è una cosa che tu non puoi assolutamente capire"
rincarò la ragazza con un sorriso falso sul volto, che si
scontrava con l'espressione scettica del Serpeverde. "E che ne sai,
quando voglio so essere molto... sensibile. In ogni caso non importa,
sbrigati a toglierti quell'espressione nauseante dal tuo bel faccino.
Ci aspetta un lungo pomeriggio di allenamento" le disse il ragazzo
alzandosi dalla panca, e lisciandosi il mantello che copriva la divisa.
Davanti all'espressione confusa della ragazza ghignò ancora
più apertamente. Non aveva alcun dubbio che la strega si
fosse scordata della promessa che gli aveva fatto qualche giorno prima.
"Dovevamo allenarci insieme sulla strategia del duello, e dal
momento che ieri hai pensato bene di non presentarti, lo faremo oggi.
Tanto che altro hai da fare a parte sospirare davanti a quello stupido
regalo?" Le sorrise meschinamente prima di prenderle la borsa;
così facendo era certo che non si sarebbe rintanata di nuovo
nella sua Sala Comune e l'avrebbe seguito.
" Si può sapere di preciso cosa ti rende tanto felice?"
Miles Bletchey osservò il compagno che prendeva appunti e
sfoggiava già da qualche ora un sorriso compiaciuto sul
volto.
La scuola era ricominciata quasi da un mese e quel giorno i
due Serpeverde si trovavano seduti al tavolo più nascosto di
tutta la biblioteca, impegnati nei difficili compiti di
Trasfigurazione. Miles aveva già notato che Marcus passava
sempre meno tempo in Sala Comune, e non riusciva proprio a capire che
cosa gli stesse passando per la testa; un'idea l'aveva, ma faticava a
convincersi che fosse per quello. "Semplice, tutto va come previsto"
disse Marcus, gongolante, terminando di leggere un paragrafo sugli
incantesimi di Scambio.
Alzò lo sguardo verso l'amico e ne comprese la
curiosità, così parlò quasi con
noncuranza, ma a bassa voce: non voleva rischiare di farsi sentire.
"Parlo del mio piano, quello che ti avevo accennato tempo fa".
A quelle parole Miles Bletchey lo guardò ancora
più incredulo. Cosa ci trovasse mai Marcus in quella ragazza
non riusciva a capirlo; d'accordo, era stato il primo ad ammettere che
la tallonava solo per rendere Cecily gelosa, dato che lei aveva avuto
la sfacciataggine di preferirgli uno straniero, ma secondo lui era
comunque troppo.
"Non capirò mai perchè tu ti sia messo dietro a
quella Sangue Sporco, va davvero al di là della mia
comprensione". Marcus lo osservò freddamente. Non era da lui
fare quel genere di distinzioni, nè amava gli altri quando
pronunciavano quella parola; pareva che a Serpeverde ce ne fossero
parecchi come Bletchey, e fino a quel momento non aveva ancora
incontrato qualcuno che la pensasse come lui.
"Sinceramente non credo sia una cosa poi così
importante. Voglio dire, quando seduci una ragazza, noti forse il suo
sangue? Io no, non ci trovo nulla di diverso, nè di
così orribile se una è figlia di Babbani. Mica se
li è scelti lei i genitori, dico bene?" fece distrattamente,
mentre cercava di trascrivere sulla pergamena i corretti effetti degli
incantesimi."Ad ogni modo non manca poi molto, ancora un paio di
settimane e Cecily capitolerà: l'ho già sentita
fare commenti velati su ciò che faccio".
Il ragazzo era piuttosto soddisfatto del proprio operato, ma
notò che l'altro sembrava ancora scettico. "Non mi hai detto
cosa ti rende tanto sicuro di avere la Corvonero in pugno " gli disse
Miles, curioso. Gli intrighi erano il suo forte, soprattutto ai danni
di ragazze come quella.
"Molto facile. Ti ricordi la gita a Hogsmeade? Bene,
ovviamente Baston ha disertato senza dirle nulla, e lei se
l'è presa da morire... naturalmente non capirò
mai perchè quell'idiota abbia evitato di confessarle di aver
preso una pozione lassativa così potente, ma non importa"
sghignazzò Marcus, e l'altro comprese che doveva esserci il
suo zampino in quella storia. Non era nuovo a quel genere di bravate e
gli fece cenno di continuare: la storia sembrava interessante.
“Comunque da quel giorno ho visto che lo evita come la peste,
da una mia fonte sicura so che non ha gradito restare ad aspettarlo per
delle ore in mezzo alla neve senza spiegazioni” disse il
ragazzo, evitando di rivelare che la sua fonte era il fantasma di
Mirtilla Malcontenta.
Non l'aveva mai potuta soffrire, ma gli era stata piuttosto
utile in quel frangente. D'altronde non era illogico che una ragazza
disperata si rifugiasse in un bagno a sfogare le proprie pene, e il
curioso fantasma non si lasciava di certo scappare l'occasione di
scoprire che cosa rendesse triste una persona. Peccato che non
immaginasse neppure lontanamente di essere usata da lui, dal momento
che era una sorta di maestro della persuasione: era facile fingere
comprensione, soprattutto con qualcuna non in grado di distinguere chi
mentiva e chi no.
“E a chi piacerebbe? E sei sicuro che serva a
qualcosa? Insomma, è da settembre che ti cimenti in questa
cosa, secondo me perdi tempo... forse dovresti forzare un po' la mano,
non credi?” Miles posò la piuma in attesa della
reazione dell'amico, chiedendosi se avesse capito cosa intendeva dire.
“Oh servirà eccome e non credo sia necessario
andare fino in fondo come dici, ma, nel caso, non mi farò
scrupoli” esordì il ragazzo mentre posava la
piuma, e notò lo sguardo sorpreso dell'altro. Sorrise. Miles
era ancora un bamboccio con i suoi tredici anni, non poteva comprendere
ciò che intendeva. Non del tutto, per lo meno.
“Non fare quella faccia, in fondo Victoria è tra
le ragazze più carine della scuola. Non dirmi che non l'hai
notato, non c'è proprio nulla di male nel divertirsi un po'.
È solamente troppo ingenua, ma a questo servo io”
dichiarò sicuro di sé il ragazzo mentre si
alzava. Aveva finito quel tema assurdo, poteva anche andare ad
allenarsi per conto proprio; nel giro di qualche settimana avrebbero
dovuto affrontare i Tassorosso, e non aveva la minima intenzione di
permettere a quei pivelli di sconfiggerlo. Era già
abbastanza dura convincersi che ci erano riusciti quelli di Grifondoro.
“Muoviti con quei compiti, tra un'ora ti aspetto al campo da
Quidditch e sai che non tollero ritardi” ringhiò
Marcus, notando che Miles era ancora a metà di
ciò che stava scrivendo; persino lui aveva già
finito, del resto nell'anno dei G.U.F.O. li caricavano di lavoro e
faticava a credere che il ragazzo avesse la sua stessa mole di compiti
dato che era soltanto al terzo anno. Si allontanò in fretta,
evitando un gruppo di Grifondoro chiacchieroni che stava disturbando il
resto degli studenti.
“Victoria, vai a cercare il professor Piton” le
disse la professoressa McGranitt con tono fermo. Quel giorno a
Trasfigurazione gli studenti si stavano cimentando nella parziale
trasformazione del corpo umano, e tutti cercavano di non ridere alla
vista di un Grifondoro che aveva una pinna al posto della mano.
“Serve una delle sue pozioni, sbrigati. Non ricordo se sta
facendo lezione a quelli del quinto anno, ma non importa.
Vai” la esortò l'insegnante vedendola incerta, e
la ragazza annuì mentre usciva in tutta fretta dall'aula.
Durante la corsa per i corridoi riuscì ad evitare Pix,
dirottando l'interesse del Poltergeist verso alcuni del primo anno che
si erano nascosti dietro ad alcune statue; dopodiché non
incontrò alcun ostacolo. Ben presto i familiari sotterranei
apparvero, mentre correva senza riprendere fiato. Bussò un
paio di volte alla pesante porta di legno dell'aula dove il professor
Piton teneva le lezioni, ma non ricevette risposta, perciò
la aprì.
Con suo grande dispiacere, Victoria constatò che il
professore stava tenendo una lezione proprio con gli studenti del
quinto anno, e lo capì riconoscendo Percy tra gli altri; il
professor Piton stava camminando tra i banchi, ma le rivolse la sua
attenzione quando gli si avvicinò. Per un momento a Victoria
mancarono le parole nel riconoscere Oliver poco distante dal
professore, ma lo ignorò preferendo ricambiare il saluto di
Marcus Flitt. Piton, si disse la ragazza con un leggero ghigno, aveva
messo i due eterni rivali vicini, tanto che notò
l'espressione livida di rabbia del Grifondoro quando l'altro gli disse
qualcosa che lei non riuscì a decifrare.
“Windsor, capiti a proposito, stavo cercando qualcuno su cui
sperimentare la pozione Polisucco del signor Baston. Vieni
avanti”. Severus Piton aveva liquidato in fretta la ragazza,
dimostrando un blando interesse per ciò che la McGranitt gli
aveva mandato a dire. Victoria rimase sconvolta dal mancato interesse
dell'insegnante e cercò di ripetere la domanda, ma Piton
bloccò sul nascere qualunque tentativo. “Suvvia
miss Windsor, venga qui e assaggi. Il suo compagno non è
certo in pericolo di vita, dico bene? Forza, se va bene, dopo averla
bevuta dovrebbe assumere le sembianze del... “ e il
professore squadrò Baston con disgusto”
… del ragazzo qui presente” Una risatina generale
giunse all'orecchio della ragazza, intenta a pensare ad un modo per
evitare di bere quella pozione; l'affascinava quel tipo di intruglio,
ma era certa che il professor Piton l'avesse scelta apposta. Pareva che
l'insegnante fosse alla ricerca di un motivo per punirla,
perciò fu costretta ad accettare quel bicchiere colmo di
qualcosa che somigliava vagamente a fango.
"Professore, non è che ha un bezoar a portata di mano, vero?
Sa, nel caso in cui..." Tutti scoppiarono a ridere, tranne Severus che
la squadrò con espressione truce, e lo stesso Oliver che
avrebbe volentieri desiderato sparire. La ragazza avrebbe voluto
attendere la risposta dell'insegnante, ma nel vedere la sua espressione
cambiò idea in fretta e si tappò il naso con due
dite prima di bere la pozione di un curioso colore verde scuro.
"Muoviti, Windsor. In ogni caso non temere perché se dovessi
morire subito dopo averla ingerita, ti farò avere l'Ordine
di Merlino alla memoria: non è da tutti essere tanto
coraggiosi da assaggiare una pozione preparata dal signor Baston".
Severus arricciò leggermente le labbra, consapevole di aver
gettato la studentessa nel panico completo; notò
l'espressione disgustata mentre mandava giù quella pozione.
Lui già lo sapeva che Oliver Baston aveva combinato un
pasticcio, gli serviva solo vedere di persona quanto grosso era stato
il suo errore.
"Che succede?! " Lo strillo acuto di Victoria fece involontariamente
indietreggiare tutti gli studenti e parecchi calderoni rovesciarono il
loro contenuto a terra; l'insegnante lanciò un'occhiata
malevola alla classe, ma poi riportò lo sguardo sulla
ragazza e si trattenne dal sorridere. Naturalmente non aveva cambiato
il proprio aspetto, si era semplicemente ristretta e rimpicciolita.
"Bene, come potete tutti vedere, la signorina Windsor è
diventata talmente piccola da far invidia agli Asticelli del professor
Kettleburn. Sinceramente parlando, potrei quasi fare i complimenti al
signor Baston, se non fosse che in questo mese avevo richiesto di
preparare la pozione Polisucco e non questo schifo."
Marcus Flitt rideva a più non posso, imitato dagli altri
studenti tranne i Grifondoro, che ben immaginavano l'imbarazzo in cui
Oliver si doveva trovare; Victoria si sentiva estremamente vulnerabile
e percepiva il mondo che la circondava come una minaccia. Severus
agitò la bacchetta e lei si sentì sollevare per
aria, con gentilezza, ma non poteva non arrossire per la vergogna.
"Signor Flitt, porti queste pozioni alla professoressa di
Trasfigurazione. Quanto a lei, signor Baston, si metta in tasca la
signorina Windsor e provveda a portarla difilato in infermeria; madama
Chips dovrebbe essere in grado di farla tornare al proprio stato
originario." La voce dell'insegnante era atona come al solito mentre
dava quegli ordini; Oliver annuì ben sapendo che lo
aspettava molto probabilmente una D, oltre alla rabbia di Victoria che
avrebbe aggravato il loro rapporto.
Non aveva alcun dubbio che la ragazza dovesse avercela a morte con lui,
ma non aveva potuto evitarlo. Invece, come gli ricordò la
sua coscenza che parlava spesso con la voce di Percy, avrebbe potuto
dirle che non aveva fatto apposta ad ingerire quella pozione lassativa;
a quel modo sicuramente la strega aveva pensato che avesse inventato
una scusa pur di non farsi vedere a Hogsmeade. "E sia delicato, signor
Baston" lo rimproverò il professore, mentre una riluttante
Victoria era costretta a rimanere seduta sul palmo della mano del
ragazzo.
Oliver uscì in fretta dall'aula, ancora accompagnato dalle
risate dei compagni e dallo scherno visto sul volto dell'insegnante.
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Capitolo 10 *** 10 - Sorprese ***
Angolo
autrice: sono
tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
Capitolo 10 - Sorprese
Il professor Piton gli
aveva già fatto sapere di volerlo vedere appena uscito
dell'infermeria, e Oliver immaginava già quello che avrebbe
detto. Lo aspettava, ne era certo, una predica sul rendimento
tutt'altro che brillante durante le lezioni di Pozioni, ma lui non
aveva idea di quello che avrebbe potuto rispondere.
Pozioni era una delle poche materie che non lo interessavano,
né desiderava continuare a studiarla dopo gli esami di fine
anno; allo stesso modo, però, non desiderava ugualmente una
bocciatura. Non tanto per sé, quanto per sua madre,
eccellente pozionista. Sospirò mentre stava appoggiato al
muro in attesa di ricevere qualche notizia.
Aveva impiegato tutto sé stesso per preparare
quella pozione, eppure non si era neppure minimamente avvicinato al
risultato sperato: con rabbia ricordò che quella di Flitt
non era certo migliore della sua, eppure ad essere stato reso ridicolo
era stato lui. Oltre ad aver involontariamente messo in mezzo Victoria,
anche se la colpa era senza dubbio di Piton.
Più volte si era ritrovato a pensare di doverle
almeno una spiegazione, e il fatto che lei non l'avesse pretesa lo
aveva incuriosito. Sicuramente da quel giorno lei lo stava evitando, e
questo lui lo aveva già notato. Più volte aveva
interrotto un discorso con Percy quando lui si era avvicinato, e stava
spesso in disparte se c'era anche lui nelle vicinanze. Doveva
riconoscere che quell'atteggiamento lo rammaricasse, ma sapeva anche di
meritarselo parzialmente.
Sapeva che era colpa sua, non gli sarebbe costato nulla
spiegarle la ragione della sua assenza quel giorno a Hogsmeade, ma
qualcosa l'aveva bloccato e non riusciva a spiegarselo. Se davvero non
avesse avuto intenzione di andare ad Hogsmeade con lei, avrebbe
sicuramente evitato giri di parole, si disse preoccupato, in fondo non
era che un'uscita tra amici. Quante ne avevano fatte? Tante, e si erano
sempre divertiti, l'aveva detto anche Percy.
Percy. Ripensava spesso alle parole che gli aveva detto
all'inizio dell'anno, al presunto interesse che Victoria aveva per lui;
solamente di recente, però, aveva preso in considerazione la
veridicità di quelle parole. E non aveva neppure idea della
ragione, forse era stato per via dello strano comportamento che la
ragazza aveva tenuto in quelle settimane.
Sentiva le gambe stanche: era stato tutto il giorno in piedi,
ed era appoggiato a quel muro da ore. Gettò un'occhiata al
libro di Pozioni e lo trasfigurò in una comoda sedia; per
fortuna poteva compensare il disastro in Pozioni con gli eccellenti
risultati in Trasfigurazione, e anche in Incantesimi e Difesa contro le
Arti Oscure.
Avrebbe tanto voluto recarsi al campo da Quidditch, ma era
fermamente deciso a non muoversi da lì: nessuno gli avrebbe
perdonato quel gesto, né avrebbero capito che la sua non era
una fissa. Come Percy viveva per lo studio ed il dovere, per lui era lo
stesso per il Quidditch: con la professoressa McGranitt, durante il
colloquio d'orientamento, aveva esternato il desiderio di diventare
davvero un giocatore professionista, ed era rimasto alquanto sollevato
nel rendersi conto di essere stato preso seriamente.
Ma gli altri non la pensavano così, e ne era
consapevole, e allo stesso tempo preoccupato.
Marcus Flitt aveva malignato sostenuto che quella pozione probabilmente
avrebbe potuto fare davvero del male a Victoria, e lo aveva
infastidito. Tutto in lui lo rendeva nervoso, bastava la presenza del
Serpeverde a rovinargli la giornata, e Piton, che ben lo sapeva, non
faceva che metterlo alla prova facendoli sedere assieme.
Non era solo quello, però, a dargli fastidio, ma
anche la consapevolezza che effettivamente Flitt aveva un buon rapporto
con la ragazza; la cosa non l'aveva mai davvero interessato
finchè non aveva visto coi propri occhi che Victoria non
aveva nessun problema a rapportarsi col Serpeverde. Alcune volte li
aveva visti allenarsi assieme, e faticava a credere che lei lo
sopportasse.
Una volta, pensò arrabbiato, l'aveva anche vista
osservarlo durante un allenamento a Quidditch, e ne era rimasto
profondamente colpito. Più di quanto fosse disposto ad
ammettere con sé stesso, si disse mentre formulava quel
pensiero. La sola volta che lui aveva proposto a Victoria di seguire il
suo allenamento, lei aveva posto un cortese, ma fermo rifiuto. Non le
piaceva il Quidditch, e quella non era una novità, ma di
colpo si chiese se, magari, non fosse Flitt ad interessarla.
Scrollò la testa. Era impossibile, non sembrava
proprio il suo tipo. Eppure doveva ammettere che il ragazzo spesso
faceva allusioni enigmatiche, e lui non riusciva a capirle del tutto:
Percy aveva sostenuto che forse a Flitt piacesse Victoria, ma lui lo
reputava improbabile. Soprattutto dopo avere visto Cecily Hawthorne, la
sua ultima conquista: forse aveva il difetto di essere una Serpeverde
con la puzza sotto il naso, ma neppure lui era tanto cieco da negare
che fosse decisamente bella. E tutti sapevano che a Marcus Flitt
l'apparenza interessasse molto più del cervello.
"Penso che tu possa andare, adesso sta dormendo". La voce di
madama Chips, apparsa in quel momento vicino a lui, lo distolse da quei
pensieri. Guardò incerto l'infermiera. "Ma sta bene?
Cioè, non vorrei che... " non terminò la frase,
cercando di non palesare la preoccupazione, ma si sentì
sollevato nel vederla annuire.
"Si, non ha nessun problema, è stato
più lo spavento a fare danni. A volte succede, quando Piton
si mette a fare esperimenti" sbottò la donna, disapprovando
l'abitudine dell'insegnante di testare sugli studenti le pozioni che
preparavano durante le sue lezioni. Oliver annuì senza dire
nulla, pensando a cosa fare.
Andare o restare?
Forse Piton si aspettava che rimanesse, in fondo non aveva
precisato un orario in cui recarsi da lui, ma c'era qualcosa che non lo
convinceva. Lo comprese solo dopo qualche minuto: era lui che non si
sarebbe sentito completamente tranquillo finchè non avesse
visto Victoria uscire dall'infermeria, ma non riusciva a capire
perché.
Perché era preoccupato? Era solo gelosia per il
fatto che lei parlava di più con Flitt che con lui? Era
sempre quell'assurda e logorante competizione che li univa dal primo
viaggio in treno che li aveva visti insieme?
"Resterei qui, sa, per essere sicuro che vada tutto bene"
disse il ragazzo sorprendendo l'infermiera. Poi madama Chips
scrollò le spalle: se il ragazzo voleva distruggersi la
schiena appoggiato a quella sedia era libero di farlo,
purché non la disturbasse poi in seguito.
Era notte fonda quando Victoria si risvegliò. L'orologio
segnava le tre del mattino, perciò sapeva bene che non
avrebbe dovuto muoversi a quell'ora: Gazza non aspettava altro che
punire qualcuno, ma a lei non importava. Non era malata da essere
costretta a rimanere in infermeria più del necessario, e poi
madama Chips le aveva detto che sarebbe potuta tornare in dormitorio.
La ragazza sorrise. Di certo l'infermiera intendeva alla mattina,
tuttavia Victoria non aveva voglia di attendere, perciò si
alzò dal letto e ne maledisse la scomodità. Pochi
secondi più tardi, mentre cercava di guadagnare l'uscita in
silenzio, inciampò goffamente in qualcosa.
"Accidenti..." disse la ragazza rendendosi conto di essere caduta per
terra e che qualcuno stava aiutandola a rialzarsi. "Scusa, ma non
pensavo ti saresti svegliata..." a quelle parole Victoria si rese conto
che si trattava di Oliver; in effetti non aveva notato la sagoma nel
buio e si sentì profondamente imbarazzata. "Non
c'è problema, ma che ci fai qui?"
La sua presenza lì era per la ragazza una sorpresa, tanto
che dimenticò per un momento quello che era accaduto a
Pozioni e lo guardò con curiosità; non sembrava
neppure ferito anche se, come riflettè poco più
tardi, se lo fosse stato sicuramente non sarebbe stato su quella sedia,
ma su un letto. Il ragazzo sembrava essere diventato improvvisamente
nervoso, ma non al punto da non riuscire a parlare. "Mi dovevo
assicurare che stessi bene, sai, dopo aver preso quella roba che ho
preparato... " le disse, ma si rese subito conto che stava nuovamente
evitando il problema e non voleva farlo.
"... e poi volevo parlare con te, credo ci sia qualcosa di cui
discutere" disse sentendosi quasi un eroe per lo sforzo di non
inciampare sulle parole. Victoria lo osservò con aria
scettica ed esasperata allo stesso tempo. Aveva temuto proprio quelle
parole: non era sicura di voler sentire le sue giustificazioni.
"Davvero? Io non credo. In ogni caso ti ringrazio per esserti
preoccupato, ma non era necessario che rimanessi qui. Ora dovrei
tornare in dormitorio prima che Gazza mi scopra a zonzo per il castello
di notte. Ci vediamo in Sala Grande". La ragazza non esitò a
liquidarlo in quel modo, e Oliver percepì distintamente
l'ormai comune indifferenza nelle parole che lei gli rivolgeva.
Già da un po' di tempo gli si rivolgeva in quel modo, e lo
infastidiva sapere che con gli altri si comportava in modo differente.
"Immagino che se ci fosse Flitt al mio posto non avresti tutta questa
fretta di andare. Ho ragione?" Oliver non riuscì a
trattenersi al punto che quelle parole gli uscirono quasi
involontariamente dalla bocca, ma notò che Victoria si era
bloccata improvvisamente. "Scusa?" domandò, guardandolo con
un'espressione a metà tra lo scettico e l'incredulo; Oliver
fece qualche passo in avanti per avvicinarsi ed evitare così
di farsi sentire da tutta la scuola dato che erano in un corridoio.
"Non fare finta di niente, Flitt non fa che vantarsi di tutto il tempo
che trascorrete insieme... Non che mi riguardi, sia chiaro, ma con lui
non hai mai fretta. Del resto l'avevo detto, con Percy, che era una
sciocchezza quanto credeva, ma lo conosci, no? Era così
convinto che ti piacessi io da non notare che, invece, era Flitt che.."
Victoria avrebbe volentieri riso sentendo tutte quelle sciocchezze.
Evidentemente Oliver non aveva ancora intenzione di credere a quanto
gli era stato riferito tempo addietro dall'amico. La ragazza lo
osservò chiedendosi che cosa avrebbe dovuto dirgli in quel
momento.
"Forse hai ragione, dobbiamo chiarire un paio di cose" concesse la
ragazza, scendendo a più miti consigli. Forse, dopotutto,
avrebbero fatto meglio ad appianare quella situazione, che in fondo
infastidiva anche lei, anche se non avrebbe mai immaginato che il
momento *propizio* si sarebbe presentato di notte, appena fuori
dall'infermeria, e in modo così inaspettato.
Per qualche secondo solo il silenzio aleggiò tra
loro."È vero che un pò sono arrabbiata per quello
che è successo, perché penso che avresti potuto
dirmelo direttamente che non ti andava di venire a Hogsmeade piuttosto
che prendere apposta una pozione per avere una scusa e..." ma Victoria
venne interrotta da Oliver. Era il punto che gli ineressava chiarire e
non si sarebbe lasciato scappare l'occasione. "Non ho proprio preso
nulla di proposito, e di certo non ne avrei avuto motivo no?"
"E allora perchè non me l'hai detto? Cosa ti fa pensare che
io sia disposta a credere alle tue parole adesso?" lo
incalzò Victoria, sentendosi incredibilmente nervosa; non
credeva del tutto a quelle parole e le sembrava assurdo che solo in
quel momento Oliver volesse rivelarle la verità. Il ragazzo
si sentì estremamente a disagio: naturalmente lei aveva
ragione, tanto che si sentì del tutto colpevole. Un po' come
se avesse davvero voluto prendere quella pozione per evitare l'incontro
che lo aveva terrorizzato durante le vacanze di Natale.
"Non lo so, immagino perchè non sapevo come l'avresti
presa... In un certo senso non avevo idea di cosa ti potessi aspettare
da me e... E mi sono comportato come un idiota, suppongo." La ragazza
osservò incredula Oliver. Raramente si era soffermata a
pensare a cosa potesse significare per lui quella gita, e si
sentì lievemente arrossire: fortunatamente la luce delle
fiaccole non era abbastanza intensa da far si che lui lo potesse notare.
"Capisco... Cosa vuoi che mi aspettassi? Che ti saltassi addosso? Ora
capisco che quanto tu abbia sentito da Percy possa averti turbato,
ma..." Victoria si bloccò, consapevole del fatto che stava
facendo volontariamente un'ammissione. Forse non era pronta a dirlo,
avrebbe dovuto tacere, ma nessuno dei due ebbe il tempo di attendere
una reazione dell'altro.
"Maledizione, è Mrs. Purr" sussurrò il ragazzo
mentre la gatta del custode, appena sbucata da dietro un angolo, li
fissava con espressione penetrante. Entrambi sapevano che quando la
gatta era in circolazione, poco lontano ci doveva essere anche Gazza
stesso; Victoria rimpianse l'assenza di Kaiser, che era solito riuscire
a mettere in fuga il felino. "Direi che non è il caso di
restare qui" disse piano Oliver mentre lei annuiva.
Senza pensarci i due corsero nella direzione opposta, svoltarono poi
l'angolo mentre la voce dell'uomo cominciava a farsi sentire col solito
repertorio di minacce e punizioni; Oliver notò che si
trovavano in una zona priva di nascondigli temporanei.
Scartò l'ipotesi del terzo piano dato che una parte di esso
era proibita, perciò condusse la ragazza in un corridoio che
conduceva al percorso per la Torre di Divinazione.
Non era del tutto certo del luogo preciso in cui si trovavano e avrebbe
voluto consultare in quel momento uno dei due gemelli Weasley; non
conosceva del tutto i segreti di Hogwarts, ma era quasi certo di essere
al corridoio del quinto piano. "Dannate scale, non sai quante volte mi
ci sono perso" disse mentre si fermavano ad un bivio, in attesa di
decidere se svoltare a destra o a sinistra.
Victoria notò che, nonostante l'età, Gazza era
decisamente veloce quando si trattava di inseguire gli studenti. "Di
qua" disse la ragazza: in quel corridoio c'erano parecchie statue,
forse avrebbero potuto nascondersi dietro di loro. Purtroppo
notò che erano tutte troppo mobili, non potevano rischiare
di essere visti.
"Vi prendo, piccoli sudici impostori! Vi faccio espellere, aspettate
che vi metta le mani addosso e non riuscirete a sedervi per una
settimana" lo strillo di Gazza, così vicino a loro, convinse
i due ragazzi a non perdere tempo e Oliver notò in quel
momento un armadio.
"Dentro" disse, ma non attese una risposta da parte della ragazza e la
costrinse ad entrare prima che potesse dire qualunque cosa.
"Ehm, sei sicuro che sia stata una buona idea?" Victoria
notò come lo spazio fosse veramente molto stretto, tanto che
si ritrovò a desiderare di essere nuovamente piccola come
solo qualche ora prima; non c'era proprio modo di non sfiorarsi, e la
ragazza cercò quasi di appiattirsi in un angolo tanto era
l'impegno con cui cercava di non fiatare.
Il rumore dei passi di Gazza era rallentato, ma dopo alcuni minuti
risuonò sempre più in lontananza fino a sparire.
Alcuni minuti dopo Victoria correva verso la Torre di Corvonero, lieta
di essere finalmente libera da quell'angusto nascondiglio; sentiva di
avere le guance in fiamme per la vergogna, ma credeva che Oliver non
l'avesse notato. Del resto sarebbe stato impossibile, tanto era buio, e
aveva la sensazione che anche lui si fosse sentito in imbarazzo per
essersi ritrovato così vicino a lei.
Gli occhi stretti simili a due fessure e il disappunto sul volto. Il
ragazzo squadrò il Grifondoro con aria ostile durante la
cena, incapace di dimenticare quanto sentito quella mattina; quelle
parole lo avevano tormentato per tutto il giorno e non riusciva a
togliersele dalla testa.
Addirittura era arrivato ad aggredire senza apparente motivo uno dei
suoi compagni di squadra durante l'allenamento, accusandolo di essere
troppo distratto per riuscire a giocare decentemente. Marcus sapeva
bene, però, che era solamente una scusa. Gli serviva
qualcosa su cui sfogarsi, e riteneva che il cibo nel piatto fosse
l'ideale, almeno per il momento.
"Cecily ti manda questo" disse una voce vicino a lui mentre un
fogliettino gli veniva messo praticamente davanti al naso. Con uno
sguardo ancora irato osservò il foglio, per poi passare a
fissare la ragazza che stava seduta parecchi posti più in
là.
Sorrideva, ma c'era qualcosa di lei che non gli piaceva
poi tanto: sembrava una bambola di porcellana, aveva
un'espressione finta sul volto al punto che avrebbe volentieri
vomitato. Sapeva che tutti li stavano osservando e chiedendo se si
sarebbero rimessi insieme.
La sceneggiata di quei mesi era stata organizzata per arrivare a quel
punto, avrebbe dovuto sentirsi contento del risultato ottenuto; aveva,
per l'ennesima volta, dimostrato di essere in grado di vincere una
sfida a dir poco impossibile. Ma ne era valsa la pena, in fondo? Non
era facile riguadagnare l'attenzione incondizionata di una ragazza come
Cecily, ma all'improvviso non si sentiva più tanto
vittorioso.
Non aprì neanche il foglietto, si limitò a
giocherellarci con la bacchetta fino a ridurlo in coriandoli. Sentiva
lo sgomento della ragazza, e ghignò all'idea che si sentisse
oltraggiata.
Ben le stava, pensò in modo cattivo, avrebbe imparato cosa
voleva dire essere umiliati.
Quasi meccanicamente riportò lo sguardo su Baston e
desiderò piantargli un coltello nella schiena. Da quello che
era riuscito a sentire, tra lui e Victoria sembrava essersi sciolta la
tensione, e non riusciva proprio a scordare quello che aveva
casualmente ascoltato proprio quella mattina.
Come aveva osato, pensò infuriato, passare la notte in un
armadio con la sua preda? Era assolutamente inconcepibile e intendeva
fargli pagare l'affronto: non aveva idea di ciò che potesse
essere successo, ma non faticava ad immaginarlo. L'idea lo rendeva
ancora più arrabbiato, e se ne chiedeva la ragione.
Ovviamente, nessuno poteva prendersi ciò che aveva decretato
suo, lui e Baston erano sempre in competizione, perciò lo
avrebbe punito.
Poco dopo Victoria, assieme a Cedric, lasciò la Sala Grande,
e il ragazzo notò il silenzio della ragazza mentre si
dirigevano verso la Torre di Divinazione. A tutti dava fastidio essere
costretti, dopo cena, ad ascoltare le inutili parole della Cooman, ma
in quel momento nessuno dei due stava pensando alla lezione imminente.
“Tutto bene?” chiese Cedric, non abituato al
silenzio. Di solito Victoria era sempre pronta a chiacchierare, ma fino
a quel momento non aveva ricevuto altro che dei mugugni in risposta
alle sue domande. La vide annuire, ma non era convinto.
Era troppo strana, silenziosa in un modo che non le apparteneva,
perciò decise che avrebbe indagato più a fondo.
In quel momento venne loro incontro il professor Vitious. "Ragazzi, la
lezione di oggi è stata annullata: la professoressa Cooman
non sta molto bene, perciò se volete potete tornare nei
vostri dormitori".
La ragazza tirò un sospiro di sollievo: avrebbe potuto
impiegare al meglio quelle due ore studiando, o magari riposandosi.
Soprattutto sentiva il bisogno di rimanere da sola, la presenza degli
altri la disturbava anche se faticava a capirne la ragione. "Vieni con
me? Pensavo di andare ad allenarmi un po'" le propose Cedric,
guadagnandosi un'occhiataccia dall'amica. "A quest'ora? No grazie,
preferisco stare qua dentro al caldo, ma tu vai pure a congelarti.
Magari ti servirà per sconfiggere Serpeverde, no?"
Victoria ghignò sarcasticamente, ma in fondo era contenta.
Sarebbe andata in biblioteca, in mezzo a tutti quei libri si sarebbe
sentita a proprio agio, inoltre avrebbe potuto approfittare di
quell'inattesa pausa dalle lezioni per portarsi avanti con i compiti di
Pozioni. Piton li aveva nuovamente riempiti di temi da svolgere, e non
voleva rimanere troppo indietro col programma.
Percorse a ritroso la strada verso la Sala Grande, per poi raggiungere
senza intoppi la biblioteca; notò l'occhiata incredula di
Madama Pince e si affrettò a trovare un tavolo isolato
nell'angolo più nascosto della sala. Poteva rimanere
lì fino alle dieci, e in tre ore sicuramente avrebbe potuto
scrivere senza essere interrotta: nessuno sarebbe venuto in biblioteca
a quell'ora, Cedric spesso diceva che solo i pazzi avrebbero potuto
farlo.
Cominciò a scrivere senza fermarsi se non per quelle volte
in cui intingeva la punta della piuma nella boccetta d'inchiostro, e
per rileggere la pergamena; ci teneva a mantenere una media alta dato
che era riuscita a strappare un 8- a Piton. Alzò lo sguardo
sull'orologio appoggiato al muro e scoprì che era
già trascorsa più di un'ora; sorrise nel vedere
di aver già scritto due rotoli e mezzo di pergamena, ma poi
comprese che cosa l'aveva distratta.
Credeva di essersi interrotta solo per controllare l'ora, ma si accorse
in quel momento di un pezzo di carta volare: aveva la forma di un
uccellino e produceva un gradevole suono quando sbatteva le minuscole
ali. Victoria sorrise, affascinata da quella vista: era una magia molto
semplice, ma ogni volta che ne vedeva uno non riusciva a non ammirarlo.
Era raro vederne in biblioteca dato il rigore di madama Pince.
Dopo alcuni minuti l'uccellino cominciò lentamente a perdere
quota, e la ragazza notò con stupore che si avvicinava
sempre di più a lei; posò addirittura la piuma e
tese le mani a palmo in su non appena comprese che stava proprio
venendo da lei. Il foglietto si posò con delicatezza sulla
sua mano e perse del tutto l'animazione.
Notò con sorpresa il segno inconfondibile dell'inchiostro e
lo aprì con delicatezza, quasi avesse timore di romperlo
inavvertitamente. All'interno c'era una domanda che la indusse ad
osservare incredula il foglio, soprattutto nel leggere la firma.
Victoria pensò immediatamente ad uno scherzo: era
impossibile che proprio Marcus Flitt potesse porle una domanda di quel
tipo e lo appallottolò, gettandolo nel cestino che era poco
lontano da lei. Non era arrabbiata, al contrario riprese a scrivere con
un'espressione palesemente divertita sul volto; si sarebbe
complimentata col ragazzo il giorno dopo, pensò mentre
scriveva, per la magia che era venuta benissimo.
Pochi minuti dopo, Victoria venne nuovamente distratta da un leggero
rumore e notò un altro uccellino di carta che la guardava:
lo prese in mano, sorpresa. Lo lesse e poi si guardò
attorno, accigliata.
Perché non aveva notato l'arrivo di un'altra persona? Era
stata impegnata tutto il tempo a scrivere, si disse, da non accorgersi
di nulla; riportò incerta lo sguardo su quelle parole.
Faticava a capire che cosa volesse da lei.
"Non mi sembra difficile rispondere alla mia domanda, non pensi anche
tu?" La ragazza sobbalzò e rovesciò parte
dell'inchiostro su un libro; con aria seccata osservò il
libro rovinato, ma proprio in quel momento vide Marcus, proprio poco
lontano da lei. Era appoggiato quasi con pigrizia ad un muro, e lei non
l'aveva notato.
"Non capisco..." gli disse sinceramente, mentre si chiedeva da quanto
fosse lì. C'era qualcosa in quell'espressione che lui aveva
che la inquietava; di solito le si rivolgeva con un sorriso ironico, o
con un'espressione arrogante, come se si credesse superiore al resto
del mondo. In quel momento non c'era niente di tutto ciò sul
suo volto, pareva persino serio, e quel sorriso appena accennato aveva
qualcosa di *pericoloso*.
"Cosa c'è da capire? Io ti ho chiesto se vuoi uscire con me,
non mi sembra una domanda difficile. O forse non ti piaceva il mio
uccellino di carta?" Il ragazzo puntò la bacchetta verso il
cestino, e il pezzo di carta gettato via poco prima riprese a volare,
anche se in maniera leggermente più goffa rispetto a prima.
Sapeva di averla spiazzata, ed aveva puntato sul fattore sorpresa; il
fatto che lei non avesse preso sul serio subito la sua domanda lo aveva
irritato, ma non al punto da gettare la spugna. L'esitazione che vedeva
sul volto di Victoria era la conferma di essere se non altro riuscito a
farsi notare; poi lui sapeva bene che alla ragazza piacevano certe
magie, aveva preso informazioni per molto tempo, ed ora le usava a suo
vantaggio. "Ci vediamo tutti i giorni, Marcus, non vedo
perchè mi dovresti chiedere adesso di incontrarci per
studiare..."
Victoria lo osservò con attenzione e vide un lampo
d'irritazione negli occhi del ragazzo, che si avvicinò quasi
di scatto. "Non sto parlando di incontri del Club, o di altre
sciocchezze del genere, ma di un appuntamento. Mai sentito parlare?
Eppure non dovrebbe sorprenderti del tutto, la mia proposta, avrai
certamente notato... il mio interesse. "
Marcus accompagnò quelle parole con un gesto gentile: senza
permetterle di scostarsi, le sfiorò con una mano il volto.
Non lo sorprese l'improvviso irrigidimento della ragazza, e neppure il
fatto che si fosse rapidamente allontanata da lui, quasi temesse quel
gesto che lui reputava innocuo. "No, ma... Non c'era motivo di...
comunque non credo sia possibile, sai anche tu quanto ho da studiare."
La ragazza si sentiva estremamente a disagio, e avrebbe voluto non
essere mai giunta in biblioteca; non aveva paura di lui, ma neppure
intendeva credere a quelle parole.
L'istinto le suggeriva di diffidare di lui.
"La vita non è fatta di solo studio, dovresti saperlo. E poi
non sei neanche una che ne ha troppo bisogno, perciò non
vedo il motivo per cui dovresti rifiutare" le disse in tono pratico,
sapendo di metterla alle strette. Si sentiva sempre a proprio agio
quando era lui a tenere le redini della situazione. Per un istante
Victoria si sentì in trappola, ma la sensazione
durò solo qualche attimo. "Certo che no, ma come ben sai ce
l'ho già un ragazzo. Non vedo perché dovrei
accontentarmi di te".
Victoria si sentiva una bugiarda, ma era la sola frase capace di
zittire il ragazzo ogni volta; a sua grande sorpresa lo vide sorridere,
divertito da quelle parole. "Oh certo, il caro Oliver Baston. Sei
un'illusa se pensi che ti noterà; certo, potrebbe succedere
che decida di farlo allo scopo di competere con me, ma dovresti esserti
svegliata ormai." Le parlò in tono rude, come se stesse
sputando le parole con rabbia; tutto sommato sapeva che non era
accaduto nulla in quell'armadio, Victoria era troppo candida e lui
avrebbe captato un eventuale indizio se così non fosse
stato. Sapeva che al posto di Baston, lui avrebbe invece approfittato
dell'occasione, e forse sarebbe stato più semplice un
approccio di quel genere.
Aveva sempre fatto così, era la prima volta che si serviva
di un piano del genere con una ragazza. Forse non ne sarebbe neppure
valsa la pena, esattamente come era accaduto poi con Cecily, ma per il
momento il piacere della sfida rendeva tutto molto interessante.
"Non dire sciocchezze, lo hai visto anche tu il regalo che mi ha
mandato a Natale, no?" L'espressione di Victoria era ora di scherno,
dopo aver scacciato quell'incomprensibile timore che stava provando;
nonostante tutto si sentiva un verme perchè sapeva che non
era da parte di Oliver quel regalo, magari gli avrebbe chiesto di stare
al gioco solo per far arrabbiare Marcus.
E il ragazzo rise, senza curarsi dell'espressione incredula di
Victoria; le si avvicinò nuovamente, questa volta con un
lampo ironico negli occhi. "La prossima volta che menti, Victoria,
assicurati che l'altro non sappia che lo stai facendo. Sono io ad
averti mandato quei cioccolatini, ma non ti è neanche
passato per la testa, dico bene?"
Marcus pensò che fosse troppo bello vedere la ragazza
annaspare alla ricerca di una risposta convincente; era anche contento
di averle rivelato la verità perché non
sopportava più l'idea che lei davvero pensasse che i dolci
fossero arrivati da parte di quel Grifondoro stupido. Sorrise.
"Veramente non l'hai mai pensato? Eppure era così facile la
risposta... forse dopotutto non sono così furbi, gli
studenti che appartengono a Corvonero. Ma non sono arrabbiato, in fondo
ti sono piaciuti, dico bene?" E il sorriso si allargò,
ipocritamente, sul volto di Marcus. Gli era servito parecchio tempo per
scoprire dove si potessero acquistare quei cioccolatini, dopo aver
scoperto casualmente proprio dalla stessa ragazza che li adorava. Aveva
fatto un ottimo lavoro, ma lei non ne sembrava contenta.
"E allora? Perché perdere tempo con questa messa in scena?
Ti credi furbo, ma conosco la tua reputazione e il tuo modo di trattare
le ragazze, solo un'idiota cadrebbe nel tuo tranello. Ti consiglio di
dedicarti a quelle sciocchine che frequenti solitamente, non ho tempo
da sprecare con uno come te" sibilò Victoria arrabbiata,
scostandosi bruscamente. In quel momento avrebbe voluto prenderlo a
schiaffi, ma non le andava l'idea di essere riuscita a farsi
sorprendere e turbare da lui.
Forse aveva ragione chi sosteneva che i Serpeverde erano in grado di
mentire senza rimorsi; era un cliché che aveva creduto
falso, e le dava fastidio l'idea che alla fine Marcus le fosse sempre
sembrato molto più simpatico e sopportabile dei compagni.
Ora sapeva che non era così.
Dimenticò anche di raccogliere le proprie cose tanto era il
desiderio di tornare alla Torre; incrociò persino Gazza, ma
non perse tempo ad ascoltarlo e solo quando si trovò vicino
alla scala che conduceva alla Sala Comune dei Corvonero, si
fermò.
"Lui non ti dice la
verità.
Lui sta mentendo, non lo vedi?"
Per
un momento Victoria pensò di avere le visioni, ma solo dopo
alcuni minuti riconobbe il fantasma di Helena Corvonero proprio a pochi
passi da lei. Fluttuava a pochi centimetri da terra, e aveva
un'espressione intensa sul volto. " Scusi?"
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Capitolo 11 *** 11 - Scontro a sangue ***
Angolo
autrice: sono
tornata
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
Capitolo 11 - Scontro a sangue
Victoria osservò basita
la Dama Grigia per un po' di tempo , domandandosi che cosa avesse
voluto dire con quelle parole. L'istinto la spinse a non domandare.
Tutti gli studenti, o meglio tutti quelli di Corvonero, sapevano che
le domande rivolte al fantasma cadevano sistematicamente nel
dimenticatoio. Non era una questione di maleducazione, ne era certa,
ma quella donna si limitava a parlare per poi tacere.
Era strana, ma non tutti a
scuola comprendevano il suo modo di fare.
Spesso neanche Victoria
riusciva a capirla, nonostante le piacesse a volte fermarsi a
parlarle. Di notte, in particolar modo: quando era da sola in Sala
Comune a studiare e percepiva la silente presenza della donna,
qualche volta le raccontava ciò che succedeva durante le
lezioni.
Non credeva però che la Dama l'ascoltasse veramente. Non
commentava
né si muoveva, ma lei ugualmente le parlava. Il suo sguardo
profondo
la faceva sempre sentire a disagio, ma, ed era altrettanto curioso,
allo stesso tempo al sicuro.
"Devi stare attenta a
non lasciarti ingannare dalle apparenze..." La voce di Helena
Corvonero era priva di qualunque sentimento: era, come a volte diceva
Victoria, semplicemente pratica. Il professor Vitious le aveva
raccontato che in passato, quando ancora era viva, Helena fosse una
veggente; non c'erano testimonianze scritte su quell'affermazione, ma
l'insegnante ne era certo. Il che, secondo Victoria era possibile,
anche se spesso aveva collegato quel modo di fare tipico del fantasma
al semplice desiderio di solitudine ed alla mente geniale di cui,
così si vociferava da secoli, gli studenti di Corvonero
fossero in
possesso; come figlia della celebre fondatrice, sicuramente aveva
ereditato parecchie qualità dalla madre.
Il riferimento alle
apparenze era, per Victoria, molto scontato. Era impossibile non
ricollegarlo a quello che era successo prima in biblioteca. Si
sentì
arrossire all'idea che il fantasma potesse avere visto la scena,
d'altro canto le sue parole non lasciavano adito a dubbi. "Non
volontariamente, ma mente" disse ancora Helena mentre la fissava
con intensità. La ragazza non si era mossa, continuava ad
osservare
il delicato fluttuare del fantasma senza riuscire a chiedere
spiegazioni; solo dopo alcuni minuti Victoria si rese conto che
Helena aveva attraversato il muro di pietra, così si sedette
su uno
scalino.
Sentiva che i pensieri non
seguivano più una logica, bensì erano
sparpagliati all'interno
della sua mente privi di un filo conduttore; solo in quel momento si
ricordò del tema che stava scrivendo e decise che sarebbe
andata a
riprenderlo. Non aveva alcuna intenzione di farsi turbare dal
ragazzo, o meglio, da quello che le aveva detto.
Doveva essere impazzito,
pensò Victoria mentre correva verso la biblioteca, per farle
delle
proposte del genere. Salutò Nick-Quasi-Senza-Testa quando lo
incrociò in un corridoio, e di colpo le venne in mente la
faccia
perplessa di Oliver. Anche il portiere dei Grifondoro, pensò
la
ragazza, non aveva mai preso sul serio ciò che lei pensava
di lui, e
ciò bastò a farla riflettere.
Poteva aver commesso lo
stesso errore? No, era certa che quella di Marcus fosse solo una
sceneggiata, magari aveva qualcosa da nascondere o nascondeva un
motivo per dirle quelle cose.
Poi ripensò anche a quel
regalo ricevuto. Improvvisamente si sentiva a disagio sapendo che i
cioccolatini arrivavano da lui, e se avesse potuto glieli avrebbe
restituiti all'istante; non sapeva neppure perché la cosa la
turbasse tanto. In fondo era normale scambiarsi dei regali tra amici,
e lei con Cedric e Percy in particolare non aveva nessun problema.
Era il lungo silenzio a
turbarla davvero: forse lui sapeva che non li avrebbe accettati, se
fosse stata a conoscenza del mittente. Ma perché glieli
aveva
mandati? Era un po' assurdo, considerando che doveva aver fatto molta
fatica a trovarli: provenendo dal mondo della magia doveva per forza
essersi spostato tra i Babbani. Faticava a crederlo. Forse mentiva.
Helena non l'aveva appena detto che non doveva lasciarsi ingannare
dalle apparenze?
Si riscosse davanti alla
biblioteca e vide, con suo sommo rammarico, che era chiusa.
Probabilmente madama Pince aveva approfittato della sua scomparsa
improvvisa per impedirle di tornare; la ragazza pregò tra
sé e sé
di ritrovare le proprie cose il giorno seguente, o avrebbe dovuto
riscrivere tutto.
"Hai l'aria di non
avere dormito molto, cara, sei certa di stare bene? Forse non
dovresti venire stasera al Club" le disse il professor Vitious
il giorno dopo, non appena la lezione di Incantesimi era terminata.
Il minuscolo insegnante evitò di specificare che sembrava
più
nervosa del solito: non era da lui invadere la privacy dei suoi
studenti, ma era in qualche modo preoccupato. L'aveva vista scagliare
gli incantesimi in modo molto approssimativo, e persino alcuni
studenti dal rendimento più scarso avevano ottenuto qualcosa
di
meglio.
"Forse ha ragione, è
che ieri sera ho scordato in biblioteca alcune cose e non le ho
trovate. In più ho anche mal di testa, ma verrò
ugualmente."
La ragazza si sentiva davvero girare la testa, ma fortunatamente quel
giorno non doveva seguire Pozioni o Piton l'avrebbe certamente usata
per qualche esperimento."No, non se ne parla assolutamente.
Riposati, questa sera eseguiremo solo un ripasso generale, non
perderai nulla di nuovo" le disse l'insegnante, più
preoccupato
per la salute che del rendimento di solito eccellente della ragazza.
In un altro momento
Victoria avrebbe certamente insistito con il professore, ma
all'improvviso non aveva più tanta voglia di vedere presto
Marcus;
in passato i suoi scherzi non le avevano mai fatto effetto, ma questa
volta era diverso. Si sentiva pervasa da una strana ansia, come se il
ragazzo avesse sbirciato nella sua intimità, e non intendeva
dargli
la soddisfazione di sapere quanto grande fosse il suo turbamento.
Cedric evitò
accuratamente ogni contatto con Maggie, dal momento che la ragazza
aveva ripreso a non dargli tregua; si sentiva estremamente nervoso, e
non poteva neppure contare sulla presenza di Victoria per schivare
l'esuberante ragazza. Sedendosi al tavolo di Tassorosso all'ora di
pranzo, notò come anche in quel momento l'amica fosse
assente della
Sala Grande: era un caso poco frequente, non era da Victoria saltare
i pasti; ricordava però l'espressione nervosa che le aveva
visto sul
volto qualche tempo prima.
Le avrebbe volentieri
chiesto qualcosa, ma durante l'ora di Pozioni era stata interrogata
per quasi due ore consecutive da Piton, oltre che costretta ad
eseguire davanti alla classe la preparazione di un veleno non letale.
Con un altro insegnante sicuramente Victoria avrebbe preso un
punteggio pieno, ma ormai erano tutti abituati ai modi di fare di
Piton che l'aveva spremuta alla pari di un limone.
Sicuramente, pensò il
ragazzo addentando con decisione la cotoletta , il professore non
l'aveva interrogata per farle fare bella figura, ma solamente allo
scopo di mostrare come molti loro compagni fossero estremamente
carenti nella sua materia. Forse, pensò divertito, si era
stancato
di sentire il silenzio dopo ogni sua domanda.
"La tua amichetta non
c'è?" Una voce rude e sprezzante gli si rivolse, e Cedric
alzando lo sguardo notò che Marcus Flitt si era fermato
proprio di
fronte a lui. Non l'aveva notato in Sala Grande ma,
considerò
obiettivamente il ragazzo, difficilmente posava lo sguardo verso il
tavolo dei Serpeverde. "Dovresti guardare dalla parte dei
Corvonero, se ti riferisci a Victoria" rispose Cedric in modo
freddo.
Non trovava nulla di
simpatico in Marcus Flitt, al contrario forse lo detestava ancora di
più per via delle sue scorrettezze durante le partite, e
doveva
ancora capire che cosa ci trovasse in lui l'amica. Non protestava mai
quando le faceva qualche battuta poco carina, né se le
procurava
delle ferite durante gli incontri del Club.
Secondo l'opinione di
Victoria, Flitt era uno a posto nonostante fosse un Serpeverde, e lui
sapeva che cosa significava; aveva giudicato allo stesso modo persino
lui, Percy, e anche i gemelli Weasley. Essere messo sullo stesso
piano di quella specie di mostro non era stato consolante, ma non era
invidioso. Era il modo che Victoria usava per catalogare qualcuno
come simpatico. Poi c'era Oliver Baston, ma lui era un caso molto a
parte: da persona gradevole era diventato tollerabile, per poi essere
classificato come persona a posto pure lui. Era quello, pensava
divertito Cedric, che tra gli amici della ragazza aveva subito
più
variazioni di appellativo, ma era normale: l'amore era volubile,
soprattutto le cotte senza speranza.
"Fai poco lo
spiritoso, Diggory, e ricordati che tra un mese verrai nuovamente
umiliato..." Marcus lasciò trascorrere qualche secondo, di
modo
che le sue parole potessero essere assorbite dal ragazzo prima di
continuare. "Visto che la signorina non si degna di farsi
vedere, dalle tu questo. L'ha dimenticato l'altra sera in biblioteca,
ma falle sapere che se rivuole il suo tema di Pozioni deve solo
venire da me." Posò poco garbatamente il
libro di fronte a Cedric, senza curarsi del disappunto del ragazzo.
Non avrebbe consegnato anche quel tema, Flitt aveva già
deciso che
glielo avrebbe restituito di persona allo scopo di parlarle; non le
avrebbe permesso di comportarsi così con lui, nessuno poteva
reagire
a quel modo senza essere adeguatamente punito.
"D'accordo, ma
potresti darmi anche il tema, no?" Cedric lo osservò
indispettito, ma Marcus si limitò ad osservarlo come se
fosse una
creatura magica di dubbio interesse. "No, non ti fa bene
copiare. Ad ogni modo già che ci sei, aggiungi anche che non
la
credevo una codarda... e che mi deve ancora rispondere"
ringhiò
il ragazzo prima di allontanarsi dopo aver lasciato Cedric con
un'espressione sbalordita sul volto.
Marcus non aveva alcun dubbio sul
fatto che l'assenza di Victoria al Club, la sera precedente, fosse
dovuta a ciò che si erano detti, e l'atteggiamento schivo ne
era la
conferma. Ma non le avrebbe permesso di continuare per molto con quel
modo di fare.
Cedric, seppur tentato
all'idea di raggiungere nuovamente Marcus, cambiò idea e
decise che
avrebbe parlato con Victoria. Non gli era piaciuta l'allusione di
Flitt alla biblioteca, in fondo lei gli aveva solo detto che era
rimasta tutto il tempo da sola a studiare e non aveva neppure
accennato alla presenza di altre persone; forse il ragazzo mentiva,
si disse mentre riprendeva le proprie cose e il libro della ragazza.
Trovò l'amica nascosta in
un'aula vuota e con un'espressione ansiosa sul volto. Non era proprio
da lei. "Ma che ti succede?" le chiese senza preamboli,
mentre le restituiva il libro raccontandole ciò che era
successo in
Sala Grande. Il mutismo della ragazza gli confermò che
Marcus Flitt
non aveva mentito, ma non riusciva a capire.
"Non è niente,
abbiamo discusso e a me è venuto mal di testa. Se pensa che
sia a
causa di questo che non mi sono fatta vedere... beh..." Victoria
agitò minacciosamente la bacchetta facendo cadere
accidentalmente il
lampadario su cui si era seduto Pix.
Non avrebbe mai ammesso
che Marcus aveva ragione, e si vergognò della propria
reazione.
Nascondersi a quel modo solo per avere ricevuto una proposta del
genere era da codardi, e doveva riconoscere di essersi comportata
come tale; non sapeva che cosa dirgli, ma, realizzò con
ferocia,
quel tema poteva anche tenerselo tanto lo aveva già
riscritto tutto.
E gli avrebbe dimostrato che non temeva di certo niente, tanto meno
lui.
Di solito era lui a dare
le indicazioni e a correggere i compagni, ma durante l'allenamento di
quel giorno Oliver si rese conto di essere distratto. Non aveva mai
sgridato Alicia per come continuava a ripetere lo stesso schema,
né
protestato quando i gemelli si erano messi ad inseguirsi per il
campo, approfittando del suo strano mutismo.
Non andava affatto bene,
si disse mentre si rivestiva dopo aver terminato l'allenamento e
fatto la doccia, avrebbe dovuto essere maggiormente severo.
Quell'anno avrebbero certamente vinto la Coppa, ma per riuscirci
doveva smetterla di distrarsi. Per fortuna nessuno gli aveva chiesto
se fosse accaduto qualcosa, non avrebbe saputo che cosa raccontare.
Di certo non la verità.
Percy non aveva neppure
notato che era tornato in dormitorio a notte fonda, e in Sala Comune
aveva incrociato solo un'amica di Harry, di nome Hermione, ma sapeva
che non avrebbe detto niente. Non poteva però negare di
essere
ancora agitato, e non riusciva a comprenderne la ragione. O meglio,
sapeva che era a causa di quegli interminabili momenti trascorsi
all'interno dell'armadio con Victoria, ma non riusciva a capire che
cosa lo avesse tanto turbato.
Forse avrebbero dovuto
parlarne, pensò Oliver mentre si rimetteva il maglione della
divisa
scolastica. Però non la riteneva un'idea grandiosa, al
contrario si
sarebbe reso nuovamente ridicolo, pensò ricordando l'assurda
domanda
sul profumo che usava. Naturalmente non aveva ricevuto risposta.
Come gli era saltato in
mente di domandarle una cosa tanto sciocca? Eppure era certo di aver
distinto un'odore decisamente gradevole, che di certo non poteva
attribuire alla puzza di muffa dell'armadio. E neppure alle scope.
No, era qualcosa di più delicato, ed allo stesso tempo
inebriante.
Ed era assurdo, così come
la sensazione di calore che l'aveva colto. Sicuramente era dovuto al
fatto che rimanere chiusi in uno spazio tanto angusto non era
l'ideale, non c'entrava nulla il fatto che fosse talmente piccolo da
costringere entrambi a prestare attenzione anche al minimo movimento.
Prese la propria scopa per
dirigersi nuovamente al castello, ringraziando l'aria gelida che
controbilanciava la strana ansia che lo rendeva così
stranamente
vulnerabile. Senza dubbio Gazza non li aveva riconosciuti, ma ogni
volta che ripensava a quell'ora trascorsa nell'armadio, si sentiva
stranamente avvampare.
Non aveva potuto evitare
di sfiorarla, si disse ricordando di essere stato costretto a tenerla
per un braccio, per evitare di mettere inavvertitamente le mani in
posti molto più imbarazzanti. Il buio non li aveva aiutati,
o forse
aveva solo evitato di mostrare quanto fosse imbarazzato per quella
situazione.
La cosa che lo colpiva era
che, nonostante tutto, non si era sentito disgustato, ma non riusciva
a capire del tutto che cosa provasse. Forse, si disse, avrebbe dovuto
davvero seguire l'esempio di Flitt e smettterla di pensare, anche se
non aveva idea di cosa fosse successo in biblioteca. Nulla, lo
conosceva abbastanza bene da sapere che si vantava fin troppo di cose
che non faceva mai.
"Oh, ti sei degnata
di farti vedere" sghignazzò Marcus nel notare come Victoria,
quella sera, fosse già giunta nell'aula del professor
Vitious. Il
ragazzo aveva atteso per un paio di giorni che la ragazza lo
cercasse, ma era rimasto deluso. Victoria non si nascondeva
più come
in un primo tempo, ma lui non le aveva ugualmente dato tregua.
L'aveva tormentata di
continuo in attesa di una reazione, l'aveva chiamata codarda varie
volte, ma senza ottenere un risultato. O forse sì, invece,
si disse
Marcus mentre riconosceva che forse era servito a farla uscire allo
scoperto.
"Oggi, ragazzi,
duelleremo. Vorrei due volontari... anzi, Victoria, vieni tu. Ti va?"
L'insegnante si rivolse alla ragazza che annuì; tutto andava
bene se
poteva evitarle di ascoltare le continue provocazioni di Marcus,
perciò si avvicinò al professore che le
indicò lo spazio lasciato
libero nell'aula. "Molto bene, un altro volontario... non tu,
Flitt, hai già duellato la volta scorsa" dichiarò
Vitious,
facendo sospirare di sollievo Victoria. Si era aspettata che il
ragazzo si proponesse per duellare con lei.
"Verrei io,
professore" una voce mielata attirò l'interesse della
ragazza;
Victoria osservò Vitious dare il benestare a Cecily, e a
pregare
tutti di indietreggiare. La ragazza bionda le rivolse un sorriso, ma
Victoria percepì qualcosa di strano. Fino a quel momento non
avevano
mai lavorato assieme al Club, di solito la Serpeverde preferiva
rimanere nel proprio gruppo, ed era certa che ci fosse una ragione
per quell'inaspettata evoluzione degli eventi.
Notò il modo aggraziato
con cui si muoveva, e si sentì goffa: persino quando
camminava,
Cecily pareva muoversi con estrema grazia, come se incedesse sulle
nuvole, e il sorriso la rendeva molto affascinante. Victoria
notò
che molti ragazzi avevano quasi la bava alla bocca mentre la
osservavano, e la invidiò: lei non poteva vantare una tale
adorazione anzi, di solito non aveva neppure un corteggiatore.
Non che fosse importante,
si disse impugnando la bacchetta. "Molto bene ragazze, potete
cominciare. Inchinatevi, indietreggiate ed iniziate. Naturalmente non
voglio vedere incantesimi pericolosi: siete qui per esercitarvi, non
per farvi del male" dichiarò Vitious. Cecily sorrise ancora
più
largamente dopo aver sentito quelle parole.
Le due ragazze
eseguirono alla perfezione il rituale cerimoniale prima di
fronteggiarsi con decisione; dopodiché la bacchetta di
Cecily si
mosse repentinamente, scagliando contro Victoria un lampo di luce
rossa. La ragazza, colta leggermente di sorpresa dal non aver udito
alcuna formula magica, si spostò rapidamente osservando il
raggio
colpiure e mandare in pezzi uno scrittoio che era proprio dietro di
lei. Uno Schiantesimo ben piazzato, pensò Victoria, felice
di essere
riuscita ad evitarlo.
“Non sono ammessi incantesimi non
verbali, signorina Hawtorne” disse Vitious con uno strillo,
di modo
che entrambe le ragazze lo sentissero. Victoria non esitò a
lanciare
contro l'avversaria un Locomotor Mortis, che la colpì
parzialmente
alla gamba destra. Osservò la Serpeverde fare una smorfia
inquietante prima di liberarsi da quell'incantesimo: Cecily non era
il genere di persona che concedeva tregua al suo avversario durante
un duello, perciò Victoria sapeva di dover rimanere
concentrata.
La ragazza bionda si rimise in piedi con estrema rapidità,
seppur
leggermente ostacolata nei movimenti a causa dei postumi dell'effetto
dell'incantesimo; non aveva previsto che Victoria fosse agile, ma ora
non avrebbe più commesso l'erroredi sottovalutarla. Aveva un
anno
più di lei, non era neppure pensabile che potesse lasciarsi
sconfiggere da una del quarto anno.
E poi doveva pur vendicarsi,
dopo che aveva notato che a lei era rivolto l'interesse momentaneo di
Marcus. "Exulcero" pronunciò decisa mentre puntava la
bacchetta verso Victoria, indirizzata prevalentemente al petto. Un
lampo viola partì dalla bacchetta, e la ragazza, pur
essendosene
accorta, non riuscì ad innalzare una barriera protettiva in
tempo.
L'impatto fu estremamente doloroso, tanto che Victoria si
ritrovò a
terra, la mano appoggiata alla base del collo dove la fattura aveva
colpito; Cecily constatò con dispiacere di avere mancato
l'obiettiv,o anche se la pelle solitamente candida della ragazza,
colpita di striscio, era ora ustionata. Victoria proruppe in un
gemito di dolore, ma non chiese all'insegnante di intervenire; non
era certo illegale, anche se riteneva fosse un incantesimo poco
adatto ad un duello amichevole. Puntò la bacchetta verso il
punto
colpito per alleviare temporaneamente il dolore con un incantesimo
cura ferite..
Il professore
osservò le due ragazze con un lampo di preoccupazione negli
occhi:
lui avrebbe voluto un semplice duello d'allenamento, ma era chiaro
che nessuna delle due pareva intenzionata a seguire la sua linea di
pensiero. L'idea di intervenire lo tentava, ma decise che avrebbe
osservato fin dove il desiderio di antagonismo avrebbe portato le due
studentesse prima di fare qualsiasi cosa.
Non era molto sicuro
sulla vincitrice: sicuramente Cecily era molto portata per il duello,
ma lui sapeva che Victoria aveva dalla sua parte un incredibile
istinto che la spingeva a mosse strategicamente imprevedibili.
Schivare lo Schiantesimo era stata una mossa saggia, ma lui sapeva
che la maggior parte degli studenti - e dei maghi e streghe adulti -
avrebbero optato per una difesa. Forse era stato un caso,
pensò
l'insegnante mentre continuava ad osservarle, perché
Victoria aveva
agito d'istinto. Ma a volte l'istinto era l'arma vincente, e questo
la Serpeverde faticava a comprenderlo. Era un suo difetto, in fondo
la conosceva da cinque anni: Cecily amava programmare la strategia
prima dell'inizio di un duello, e di solito era una mossa vincente,
visto che pochi potevano opporsi alla determinazione che metteva
nella lotta.
Allo stesso tempo era una grande pecca, perché nel
momento in cui il duello la svantaggiava, la Serpeverde faticava a
riportarlo dalla sua parte. E non era certo che Victoria fosse il
genere di studentessa pronta a permetterle di fare il suo gioco; la
ragazza non aveva mai concesso a nessuno di vincere solo
perché era
più grande o con più esperienza di lei. Lottava
fino alla fine:
Vitious si aspettava un duello molto combattuto.
Cecily riuscì a
proteggersi dalla fattura Orcovolante di Victoria e rispose in
fretta. "Expedicto" disse decisa, piegando le labbra in un
sorriso malevolo di fronte all'espressione sorpresa della sua
avversaria. Era un incantesimo molto pericoloso, e lei sapeva che se
fosse andato a segno sarebbe dovuto intervenire Vitious per aiutare
Victoria. Bloccava parzialmente le vie respiratorie ed era difficile
da contrastare.
Victoria comprese in quell'istante che non
avrebbe dovuto più pensare ad un semplice duello, le era
chiaro che
Cecily voleva ferirla seriamente. "Protego!" Una barriera
difensiva bloccò del tutto l'incantesimo, e la ragazza
constatò che
certamente non le avrebbe creato seri danni; era molto debole, ma non
si soffermò a rifletterci sopra."Alarte Ascendere " disse,
agitando con decisione la bacchetta verso la sua avversaria.
Cecily, presa alla sprovvista dalla natura apparentemente innocua
dell'incantesimo, non si difese pensando di riuscire a schivare;
lanciò uno strillo acuto di paura nel vedersi sollevata per
aria,
prima di ricadere con violenza sul il pavimento. Alcuni dei ragazzi
presenti risero nel vedere la ragazza rossa in volto dalla vergogna,
l'umiliazione era inequivocabile.
Il professor Vitious osservò
le condizioni delle due ragazze: nonostante Cecily fosse quella che
più aveva subito, era Victoria a presentare una ferita che
avrebbe
potuto diventare persino pericolosa. Stava per interrompere il duello
quando le due ragazze si mossero nello stesso istante.
"Glacius!"
Victoria puntò decisa la bacchetta verso le gambe della sua
avversaria: un raggio gelido scaturì dalla bacchetta e
colpì Cecily
alle gambe. Quasi all'istante una spessa crosta di ghiaccio
ricoprì
le gambe della ragazza, intrappolandone i movimenti. Il ghiaccio,
notò Victoria soddisfatta, era arrivato fin sopra le
ginocchia e
aveva immobilizzato quasi completamente Cecily; non aveva prestato
attenzione all'incantesimo pronunciato dalla sua avversaria, ma era
certa che fosse stato annullato dal suo dal momento che avevano
attaccato allo stesso momento.
"Incendio" la replica di
Cecily, seppur immobilizzata, non si fece attendere, ma la Serpeverde
era consapevole che Victoria non avesse avuto la benché
minima
percezione di ciò che aveva fatto. Le sorrise divertita, e
con gioia
constatò che le fiamme l'avevano colpita appieno. La classe
assistette sbigottita all'immobilità di Victoria, che aveva
portato
le mani all'altezza dell'addome, lasciando cadere a terra la
bacchetta.
" Basta!" Vitious intervenne per evitare che
la situazione degenerasse, ma non riuscì ad impedire che la
ragazza
venisse investita dal getto infuocato. L'incantesimo di Cecily era
comunque debole e lo annullò con un semplice gesto della
bacchetta;
si avvicinò di corsa a Victoria e notò che il
fuoco le aveva
parzialmente rovinato la divisa scolastica. Sicuramente aveva anche
lasciato traccie sulla pelle, ma non le riteneva preoccupanti.
Agitò la bacchetta anche verso Cecily, liberandola dalla
prigione di
ghiaccio che le impediva i movimenti: il gelo era pericoloso allo
stesso modo del fuoco. Osservò Victoria che cercava di
rimettersi in
piedi e si preoccupò: il volto era trasfigurato da un dolore
che lui
non riusciva ad identificare.
"Dove ti fa male?" le
chiese subito mentre si era avvicinato; curiosamente la ragazza
teneva entrambe le mani all'addome, ma non c'erano ferite che
potessero giustificare quell'atteggiamento. Mosse la bacchetta su di
lei e capì all'istante cosìera
accaduto."Steileir, portala
immediatamente in infermeria. E senza perdere tempo, dì a
madama
Chips che sono ferite interne." Il professore si rivolse
all'istante verso uno degli studenti, ed un brivido gelido
attraversò
tutti gli altri.
Marcus osservò prima Victoria, sentendosi
preoccupato, per poi gratificare di un'occhiata cattiva Cecily. Il
sospetto che avesse utilizzato un incantesimo pericoloso lo aveva
sfiorato, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbe spinta fino a
quel punto. Era sicuro che si trattasse del Feritus provocus, era
stato proprio lui ad insegnarglielo l'anno precedente, ma non era mai
stato utilizzato contro nessuno. Neppure contro gli elfi.
In quel
momento, vedendola sorridere trionfalmente in risposta,
capì. Non
l'aveva fatto casualmente, il suo desiderio di fare del male a
Victoria era stato reale; si chiedeva se per caso avesse scoperto il
suo piano con Victoria , anche se
non escludeva l'ipotesi che fosse una semplice punizione per chi non
aveva il sangue puro.
Ma era certo di essere in qualche modo la
ragione di quell'attacco e sperò che quel buffone di
Steileir non
impiegasse troppo tempo per arrivare in infermeria; in quel momento
il professor Vitious si avvicinò alla ragazza. Era furente.
"Avevo detto niente incantesimi non verbali, e neanche magie
offensive potenzialmente dannose. Per questo toglierò alla
tua Casa
cinquanta punti: quanto a te dopo cena seguimi. Una visita al
professor Piton è d'obbligo. " L'insegnante era furibondo, e
già sentiva i ragazzi Serpeverde lamentarsi per quella
punizione, ma
era irremovibile. La Casata non era importante, in passato aveva
punito anche i suoi di Corvonero per simili trovate.
A lasciarlo
sorpreso era il genere di incantesimo utilizzato: non era comune
conoscerlo ed era sconvolto dalla noncuranza con cui Cecily ne aveva
disposto. La sua priorità era però che Victoria
si riprendesse,
perciò congedò gli studenti e nel giro di cinque
minuti era diretto anche lui in
infermeria
A Victoria pareva di
essere trascinata in un limbo senza fine; ricordava il duello, ma poi
il nero e il rosso si erano alternati nella sua mente fino ad
accavallarsi. Seniva il dolore, e poi non percepiva altro che un buio
da cui era impossibile uscire. Delle voci impossibili da distinguere
la circondavano, delle mani la toccavano, ma non vedeva nulla.
Era tutto molto strano: dov'era e cosa stava succedendo? Era la
fine?
"Grazie per l'aiuto, Severus" la voce di Silente
risuonò piano nel silenzio dell'infermeria; il Preside si
trovava
casualmente in quel luogo per via di un principio di
raffreddore. Madama Chips
non era però presente, quindi all'arrivo di Frederich
Steiler si era
occupato personalmente della ragazza, almeno in un primo momento.
Immediatamente aveva fatto chiamare il professor Piton
affinché
portasse alcune pozioni utili a cicatrizzare le ferite interne; come
sempre l'insegnante di Pozioni si era rivelato all'altezza della sua
fama.
"Credo che dovrà rimanere qui almeno dieci giorni,
per essere certi che non ci sia il rischio di una ricaduta"
disse semplicemente l'uomo, esaminando con attenzione la situazione.
Decisamente Cecily Hawtorne non era una strega molto potente,
pensò
sarcastico, in mano ad un mago adulto quell'incantesimo avrebbe
indubbiamente ucciso. Tuttavia non gli piaceva l'idea che se ne fosse
servita, e aveva già detto a Filius che si sarebbe occupato
personalmente della sua punizione.
Ad infastidirlo c'erano i
punti decurtati, ma avrebbe fatto in modo che durante le sue lezioni,
fossero recuperati in breve. Mentre i due uomini continuavano a
rimanere in silenzio, arrivò proprio in quel momento
l'infermiera.
Piton aveva lasciato a lei il compito di occuparsi delle ustioni
più
superficiali, quelle che persino Silente aveva trascurato, preferendo
dare la precedenza alle ferite serie. La donna
si chinò immediatamente su Victoria dopo aver ringraziato
entrambi,
e non disse più una parola per molto tempo. C'era molto da
fare, ma
fortunatamente la ragazza era fuori pericolo.
Era notte fonda
quando chiuse con decisione le tende attorno al letto di Victoria;
non avrebbe potuto ricevere visite senza autorizzazione, ma si
sarebbe risvegliata nel giro di qualche ora, non appena la pozione
avesse terminato di fare il proprio effetto.
Victoria non si
accorse di nulla, se non di uno strano calore attorno alla mano: era
certa che qualcuno gliela stesse tenendo stretta, ma non
riuscì a
identificarlo in alcun modo. Sapeva solo che la faceva sentire al
sicuro, immersa ancora in quel limbo che era chiaro e denso come la
nebbia d'inverno.
nota:
eccomi qui con l'11. Per
il 12 forse aspetterete un pochino perchè in questi giorni
oltre
alla festa ho perso un parente acquisito, perciò non credo
scriverò
tanto. Tuttavia vorrei comunque assicurare che non mancherò
molto
:=) non è stata una cosa imprevista, ma veniamo al capitolo!
-
Vic e Helena... chi
indovina di chi parla la Dama Grigia... lo stimo xDDD ho inventato la
parte della Veggente, quindi chissà... magari è
vero, magari no^^;
-
il pezzo su Baston spero
si veda che è solo un ragazzo di 15(o 16)anni confuso da
quanto
capita u.u gli piace Vic? boh, non lo so
come
non lo sai?! nd
Baston
*lo
ignora*
-
Vic che scappa da Flitt
lol è umana, è chiaro che possa avere "paura" di
essere
presa in giro ecc ecc... anche perchè è proprio
nuova a queste
sperienze, ed è normale che lui la sfotta un pò.
Si rivede Cedric,
non mi ero dimenticata di lui LOL;
-
il duello Vic-Cecily era
voluto(alcuni incantesimi sono invenzione di Enide, perciò
prendetene atto, se li volete usare chiedete a lei u.u). Come vedete la
serpina agisce per vendetta, anche se direi magari più per
gelosia che resto. Da chi l'ha saputo? Beh, si sa che Bletchey
è
pettegolo*tossisce* o forse l'ha immaginato vedendo Marcus
come
vedete Vic usa
incantesimi più "consoni" ed entrambe hanno un modo di
organizzare il duello che è inerente alle loro
personalità: Vic
vuole limitarsi ad immobilizzare, a mettere fuori gioco senza
ferire(difatti la pastoia, il glacius ecc... non fanno poi tutti
questi danni), mentre Cecily usa incantesimi per ferire. Non
perchè
è Serpeverde, ci tengo a dire che agirebbe così
anche da Grifondoro
u.u
-
a prop di Marcus, cosa
pensate del suo interesse?u.u che sia vero e reale, oppure no?u.u
-
sul pezzo finale ho
messo Sev a fare qualcosa(è sempre pigro u.u) e pure Silly
u.u e chi
terrà mai la manina di Vic?U___U
lo
saprete, forse, nel
prossimo XDDD
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
Severus
Piton's Time- Contest
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
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Capitolo 12 *** 12 - Diffidenza ***
Angolo
autrice: Buon Natale *-*
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
Capitolo 12 - Diffidenza
"Che cosa non si fa pur di evitarsi la scuola,
dico bene?" La voce canzonatoria di Marcus Flitt la raggiunse proprio
mentre cercava di mettersi seduta sul letto; già da un paio
di giorni Victoria aveva ripreso conoscenza, ma madama Chips ancora non
le aveva permesso di ricevere visite.
Non era ancora completamente ristabilita, tuttavia Victoria aveva
lentamente cominciato a sentirsi di nuovo in forma: prendeva quattro
volte al giorno una pozione blu dal gusto acre, ma, nonostante il
saporaccio, sapeva che era quella ad aiutarla più di ogni
altra cosa. Non aveva neppure fame, anche se l'infermiera la imboccava
personalmente: semplice brodo, spesso preceduto da alcune pozioni che
servivano per sostituire temporaneamente cibo più solido e
sostanzioso.
La ragazza osservò Marcus, domandandosi la ragione della sua
presenza. Madama Chips lo osservò con aria truce, ma non lo
mandò via. Dopo cinque giorni di isolamento, era dell'idea
che Victoria potesse anche ricevere qualche visita da parte degli
amici. Victoria emise un grugnito incomprensibile come risposta, ma il
ragazzo non ci badò.
"Mi ha mandato Piton, mi ha gentilmente pregato di farti avere il
programma della settimana, oltre ad una pozione" esordì
Marcus, mentre appoggiava quasi distrattamente su una sedia una
quantità spaventosa di pergamene. La pozione la
consegnò direttamente a madama Chips, e Victoria
osservò preoccupata il liquido blu al suo interno.
"Grazie" rispose la ragazza, sentendosi ancora spaventosamente debole e
vulnerabile. Solo la vista di quelle pergamene, scritte chiaramente dal
professore, le aveva ricordato quanto avesse perso in quei giorni.
Trovò curioso il fatto che l'insegnante non avesse mandato
in infermeria uno studente del suo anno, ma non era ugualmente un
problema.
Victoria ignorava che Marcus avesse cercato un pretesto per giungere
fino lì, e che avesse abilmente convinto il professor Piton
a mandare proprio lui.
Lo stesso Marcus ignorava come l'insegnante di Pozioni avesse compreso
fino in fondo il suo desiderio di andare a sincerarsi delle condizioni
di Victoria; aveva pensato di riuscire a dissimulare la preoccupazione
sotto la consueta spavalderia. Per motivi ignoti l'uomo aveva accettato
di accontentarlo, ma questo il ragazzo non l'avrebbe mai davvero
compreso.
Marcus non prese posto su una delle sedie, si limitò a
rimanere in piedi appoggiato al muro, le mani dietro la schiena per
evitare di tradirsi. Ora che era riuscito a vedere Victoria si sentiva
meglio, ma non voleva che lei lo sapesse: era certo che non avrebbe
compreso, né lui stesso riusciva a farlo.
Si era già detto più volte che solamente lui
poteva permettersi di toccare Victoria, e che l'intolleranza al gesto
compiuto da Cecily derivava proprio dalla sua assurda, ma radicata,
convinzione di essere il solo a poterla trattare in quel modo. Ne era
convinto al punto che non aveva esitato a scagliarsi contro l'ex
fidanzata anche per aver fatto perdere ai Serpeverde tutti quei punti.
Un pretesto, e solo in quel momento se ne rendeva pienamente conto.
Non era da lui preoccuparsi a quel modo per qualcuno, tanto meno per la
Corvonero; anche questo suo nuovo modo di pensare era dovuto alla
certezza che voleva essere notato da lei. Non riusciva proprio a capire
cosa lei ci trovasse in Oliver Baston, ma aveva già deciso
che avrebbe annientato quella concorrenza; poteva essere disposto
persino a farsi battere sul campo da Quidditch , ma non gli avrebbe
concesso di vincere quella sfida.
In un certo senso si trattava di una sorta di conflitto tra odio e
amore che si alternavano dentro di lui, e non poteva esserci un
sentimento in grado di dominare l'altro. La ragazza gli piaceva, su
questo non aveva alcun dubbio, e sapeva altrettanto bene che non era
disposto a dividerla con nessun altro.
Non la considerava neppure un grazioso oggetto, ne era certo dato che
almeno fino a quel momento era sempre stato così quando si
trattava di ragazze; la osservò quasi distrattamente, ma non
disse nulla.
Essere ignorato non gli piaceva, e avrebbe quasi voluto picchiarla per
quel rifiuto così deciso quando le aveva chiesto di uscire
insieme; allo stesso modo era però certo che dietro quel no,
si nascondesse solo la paura. E lui voleva vincere la sfida, a
qualunque costo.
Ed in qualunque modo.
Era o no un Serpeverde, dopotutto?
E ne era fiero, si disse con un sorriso compiaciuto: avrebbe fatto in
modo che pure lei se ne acccorgesse. Non era certo la prima ragazza da
conquistare, ma, si disse, sicruamente al momento la più
difficile da convincere.
Forse per quello valeva la pena tentare.
"Beh sbrigati a riprenderti, ho bisogno della mia marionetta personale
o non reggerò la tensione in attesa degli esami finali"
sghignazzò il ragazzo, riprendendo il proprio consueto modo
di fare. Avrebbe voluto dire, invece, che attendeva la sua ripresa per
parlare del suo rifiuto, ma faceva tutto parte della sua tattica; in
quel momento non avrebbe ottenuto nulla, la sua visita in fondo aveva
avuto come scopo solo ricordarle la propria esistenza. E sapeva di
essere stato il primo, nessuno ancora aveva avuto il permesso di
recarsi da lei in infermeria.
Anche quello era un segno che giocava a suo favore. Non rimase sorpreso
nel vederla fare una smorfia, ma non se la prese mentre si allontanava
con passo spavaldo; la giornata era ancora lunga, e doveva ancora
divertirsi a torturare qualche novellino del primo anno. Magari Potter
e i suoi amichetti.
I corridoi erano deserti e il suono dei suoi passi sovrastava ogni
altro rumore. A quell'ora solamente Pix si divertiva a fare danni, ma
Percy sapeva che in quel momento il Poltergeist era altrove. Anche
Gazza era in circolazione, ma, essendo lui un Prefetto, non avrebbe mai
osato contestare la sua presenza in piena notte.
Al contrario, il custode si aspettava piena collaborazione dai
Prefetti, e lui gliene dava il più possibile, pur senza
condividere quell'esaltazione irragionevole che l'uomo provava quando
coglieva studenti in flagrante. Si muoveva senza fretta, Percy, era
solo un normale pattugliamento, una routine, come amava definirla il
Preside. Tuttavia il ragazzo si sentiva veramente utile nel compiere il
proprio dovere, soprattutto quando poteva trasmettere le proprie
conoscenze ai compagni più giovani.
"Percy, che piacere vederti! Allora sei tu di turno, stanotte?" La voce
mielata di Cecily colse il Grifondoro di sorpresa; non aveva avvertito
la presenza di un'altra persona, ma non si accigliò per il
suo arrivo inatteso. "Certo, e anche tu suppongo" disse il ragazzo,
osservando la Serpeverde mentre si avvicinava: notò che
proveniva dal corridoio che portava alla Sala Grande, perciò
forse aveva appena iniziato il proprio turno di sorveglianza.
Si conoscevano da ben cinque anni dal momento che avevano iniziato gli
studi ad Hogwarts contemporaneamente, ma non erano mai entrati in
confidenza; parzialmente la colpa era dovuta all'eterna
rivalità tra le loro due Case, anche se Percy non la trovava
antipatica. Ed era indubbiamente l'unica a poter diventare Prefetto,
dal momento che la maggior parte delle altre ragazze non aveva lo
stesso comportamento irreprensibile.
Nel pensare queste parole, Percy ricordò quanto Penelope gli
aveva raccontato sul duello durante l'incontro del Club degli
Incantesimi, e aggrottò lievemente la fronte. Doveva essere
vero che Cecily aveva calcato un po' la mano con Victoria, ma non
credeva che avesse voluto volontariamente farle del male. Le
conseguenze erano state gravi, ma non vedeva la ragione per cui si
dovesse pensare che l'avesse fatto apposta.
"Si, ho appena spedito Diggory dritto dal professor Piton: stava
cercando di andare in infermeria senza permesso, così gli ho
levato qualche punto. Sicuramente avrà anche una punizione
esemplare" disse la giovane con noncuranza, sistemandosi una ciocca di
capelli sfuggita alla sua coda di cavallo. Quella notte li aveva
legati, ma come al solito la sua chioma non si voleva far domare. Percy
si limitò ad annuire; al posto suo avrebbe agito allo stesso
modo, anche se forse avrebbe evitato di raccontarlo proprio al
professor Piton. Di certo si sarebbe rivolto alla sua Capocasa, la
professoressa Sprite, ma non contestò la scelta di Cecily;
dopotutto Piton era il responsabile di Serpeverde, ed era abbastanza
logico che si rivolgesse a lui.
"Io non ho incontrato nessuno, sicuramente dormono tutti quanti". I due
ragazzi svoltarono l'angolo; Percy era diretto verso la Torre Nord, e
apparentemente Cecily non aveva altre destinazioni da proporre.
"Come sta la tua amica?" chiese Cecily al ragazzo, che la
guardò senza capire a chi alludesse. Per un solo terribile
momento aveva creduto che alludesse a Penelope, ma realizzò
in fretta che non era possibile. Nessuno sapeva di loro, a parte
Victoria perché li aveva visti, e si fidava del suo
silenzio. "Victoria? Ho sentito dire da August Richmond, proprio oggi,
che se la caverà con qualche altro giorno di riposo;
naturalmente ha perso molte lezioni. Avresti potuto essere
più delicata, se posso permettermi" disse il ragazzo,
osservandola con sguardo severo.
Cecily scrollò leggermente le spalle. "Non è
colpa mia se non è riuscita a difendersi, e poi anche io ho
subito gli effetti di parecchi incantesimi" Parlò con voce
neutrale, senza accusa, ma dentro di sè ribolliva di rabbia.
A darle fastidio, più delle ferite riportate, era il fatto
che la Corvonero era riuscita in qualche modo ad umiliarla; di solito
usciva vincente da tutti gli scontri, ma l'essere stata bloccata
dall'Incantesimo Congelante non riusciva ad accettarlo in alcun modo.
Sentiva ancora, di notte, il gelo attorniarle le gambe: secondo il
professor Piton erano solo suggestioni dal momento che era guarita
perfettamente.
"Ad ogni modo mi dispiace che abbia riportato qualche ferita; in
realtà speravo che quello scontro servisse per poter
entrare... in confidenza con lei, diciamo. Desideravo solo metterla in
guardia, ma non credo abbia intenzione di ascoltarmi". Cecily
parlò in modo controllato, misurato, e sentì su
di sé lo sguardo sorpreso di Percy. Tutto stava andando come
programmato, il ragazzo non avrebbe avuto la minima idea che la sua
fosse solamente una sceneggiata. La confidenza con Victoria non la
interessava, almeno non nel modo che Percy avrebbe creduto.
"Non capisco, da cosa dovresti metterla in guardia? " Il ragazzo si
fermò a guardare l'altra, sorpreso da quelle parole. Non
sembrava una menzogna, ed era curioso. Cecily ricambiò lo
sguardo prima di parlare. "In realtà non sarebbero affari
miei, ma ho sentito dire... da un amico, che Marcus la sta utilizzando
per i propri scopi. Da questo volevo metterla in guardia, non so se mi
spiego... "
Percy non rispose mentre ricordava tutte le volte che lui aveva cercato
di convincere l'amica a non cadere nella trappola dei Serpeverde,
soprattutto se si trattava di quel Flitt. Da quello che sapeva,
però, si limitavano a stuzzicarsi a vicenda e non aveva mai
sentito una lamentela seria su di lui; certo non lo considerava un
santo, ma non aveva mai fatto accenni ad altro. Ora, da qualche tempo,
aveva esternato con Oliver la convinzione che a Flitt piacesse
Victoria, o che ne fosse comunque interessato dato che le stava sempre
attorno.
Più che altro, pensò esasperato, l'aveva detto
per spingere l'amico ad una reazione, ma fino a quel momento non era
accaduto nulla. Percy osservò di nuovo Cecily, chiedendosi
se non ci fosse qualche segreto celato sotto a quell'improvviso
interesse. In fondo, rifletté, la ragazza era stata a lungo
la fidanzata di Marcus Flitt, forse era invidiosa.
"Non credo sia un problema, da quello che so io, a Victoria piace una
persona, e posso assicurati che non vede nessun altro. Quindi, se anche
fosse come dici tu, credo che Marcus non ne ricaverebbe proprio nulla"
dichiarò Percy in tono formale. Era convinto di quanto
diceva, in fondo l'amica non aveva mai considerato altri se non Oliver,
tanto che era certo che se lo sognasse persino di notte. In quegli anni
i suoi tentativi di farle notare altre persone, come Chris per esempio,
erano semplicemente caduti nel dimenticatoio.
Cecily decise di fare tesoro di quelle parole; se alla ragazza piaceva
qualcuno, lei non avrebbe faticato a scoprirne l'identità, e
ad agire di conseguenza. Non era particolarmente preoccupata di un
eventuale interesse di Victoria per Marcus, però non voleva
ugualmente che il suo ex ragazzo riuscisse ad ottenere qualcosa da lei.
Fosse anche solo una stretta di mano, anche se dubitava fortemente che
quello fosse il suo obiettivo. Dalle parole di Miles, Cecily aveva
dedotto che Marcus non si sarebbe fermato di fronte a nulla, e di certo
Victoria non se la sarebbe cavata con un gesto innocente se davvero lui
avesse perseverato in quella folle idea. Doveva comunque ancora
comprendere che cosa avesse attirato l'attenzione di Marcus su
Victoria: non si muoveva con particolare grazia, era persino di origini
Babbane, e c'erano molte ragazze molto più belle a scuola.
Come lei. Forse valeva la pena indagare più a fondo: come
diceva sempre sua madre, per sconfiggere un nemico, si doveva diventare
suo amico. E distruggerlo prima che diventasse potenzialmente
pericoloso.
La porta del sotterraneo si richiuse alle spalle dell'insegnante; il
professor Piton fissò con sguardo impassibile la classe che
era già giunta a lezione, e non disse nulla. Notò
a figura di Victoria che aveva ripreso il proprio posto dopo la lunga
assenza; neppure con lei parlò, consapevole che non era il
caso di farle sapere che aveva notato la sua assenza.
Quella era l'ultima lezione di Pozioni prima dell'inizio delle vacanze
di Pasqua e, come di consueto, assegnò ai suoi studenti un
test pratico. Gli piaceva rovinare il piacere dei ragazzi per le
vacanze in arrivo, e al loro ritorno li aspettava un compito scritto.
Sapeva bene come trattarli, anche se dopo quattro anni sapeva di non
poter più sperare nell'effetto sorpresa.
"Come al solito vedo che vi siete adagiati sugli allori. Signor
Diggory, se non sbaglio la sua pozione avrebbe dovuto essere verde.
Perchè ha lo stesso colore delle feci di drago?" Il ragazzo
si sentì sprofondare dalla vergona, ma non
replicò; aveva imparato da tempo che all'insegnante non
interessavano le risposte, se non per cogliere l'occasione di punirli.
L'uomo lo guardò con disprezzo, per poi ripagare della
stessa espressione anche gli altri studenti, inclusa Victoria.
Quel giorno la ragazza non era proprio riuscita a preparare una pozione
decente, e l'insegnante era stizzito. Secondo il suo modesto parere,
essere rimasti assenti non era una giustificazione per dimostrarsi
svogliati a lezione. "Signorina Windsor, non avevo chiesto la ricetta
per preparare il cemento armato, ma una Soluzione Digestiva... ne era
al corrente? " le chiese sprezzante, mentre scribacchiava uno 0 nei
suoi appunti prima di recarsi anche dagli altri per poterli
rimproverare.
Victoria si sentì arrossire, ma, dopo aver incrociando lo
sguardo di Cedric, rivolse il suo verso il pavimento: in effetti aveva
commesso un errore durante la preparazione della pozione, che era
diventata insolitamente grumosa e pastosa. Quella dell'amico, per
quanto di un colore differente, era sicuramente migliore della sua, ma
non era invidiosa. Avrebbe tanto preferito rimanere a letto, ma sapeva
che Piton non le avrebbe mai permesso di perdere l'ultima lezione del
trimestre solo perché si sentiva ancora debole. Per fortuna,
pensò la ragazza, il giorno seguente cominciavano le
vacanze; fortunatamente nulla le avrebbe impedito, quell'anno, di
trascorrerle assieme ai Diggory. E avrebbero potuto, dietro permesso di
Silente, utilizzare il Nottetempo al posto del treno per tornare a
casa; mentre uscivano dall'aula, la ragazza sorrise perché
il Preside aveva fatto finta di credere al fatto che fosse troppo
spossata per un'intera giornata sul treno.
"Ci vediamo dopo" le disse Cedric mentre si allontanava verso il
proprio dormitorio; sicuramente, pensò Victoria, doveva
recarsi al campo da Quidditch per un allenamento prima di pranzo. Il
profumo che arrivava dalla Sala Grande però non la attirava,
perciò la ragazza si infilò in un corridoio senza
una meta precisa; nel giro di un'ora avrebbe dovuto recarsi alla Torre
Nord per la lezione con la Cooman, perciò una volta al sesto
piano decise che sarebbe andata alla guferia. Madama Chips le aveva
raccomandato di non trascurare i pasti, ma Victoria si sentiva ancora
sotto l'effetto delle pozioni prese durante quei giorni interminabili,
ed aveva la nausea solo al pensiero del cibo.
A metà del corridoio comparve Kaiser, che le
saltò in braccio allegramente: da quando era uscita
dall'infermeria, la sera prima, l'animale non l'aveva più
abbandonata, salvo durante le lezioni. Una volta giunta alla Guferia,
Victoria notò che mancavano molti animali; Ginevra
planò dall'alto per farsi accarezzare un po' le piume, e la
ragazza rimase per più di mezz'ora ad osservare i vari
animali in arrivo ed in partenza.
Dopo un altro po' di tempo Victoria si decise a lasciare la Guferia, e
venne distratta da un invitante profumo; trovò curioso che
dalla Sala Grande salisse fin lì l'odore del pranzo, anche
se faticava a riconoscerlo. Non sembrava un primo e neppure un secondo,
tuttavia Victoria seguì le tracce dell'odore e
scoprì, a sua grande sorpresa, che proveniva da poco
lontano. "E tu che ci fai qui?" disse la ragazza, rivolgendosi sorpresa
a Marcus Flitt; il Serpeverde era seduto sugli scalini che conducevano
al sesto piano, e stava mangiando senza ritegno un enorme panino con la
mortadella . Era quello ad aver attirato la sua attenzione,
pensò Victoria osservando il giovane che continuava a
mangiare serafico.
Prima di rispondere, Marcus fu costretto ad ingoiare un pezzo
esageratamente grosso per non rischiare di affogarsi. "Mangio, non si
vede? Dal momento che quegli ingordi dei miei compagni hanno pensato di
divorarsi anche la mia parte, sono stato costretto a minacciare gli
elfi di persona per farmi questo. E per evitare che sparisse, mi son
nascosto qua su" spiegò, osservando poco compiaciuto
l'espressione della ragazza. Sapeva bene che non era mai consigliabile
parlare di maltrattamento degli elfi in presenza di Victoria; era
incredibilmente fissata, anche se lui non ci badava più di
tanto.
E poi, pensò irritato, ne andava della sua vita: meglio
maltrattare uno degli elfi che morire di fame, no? "E tu cosa fai, qui?
" le chiese di rimando, anche per sviare un'eventuale lite
sull'argomento elfi domestici e creature affini. Non si era aspettato
di trovarla lì, e non gli piaceva neppure l'idea che
l'avesse visto ingozzarsi come un maiale; ciò non avrebbe
giovato per nulla al piano che aveva accuratamente programmato.
"Dovrei andare a lezione" disse in maniera vaga Victoria, sentendo per
la prima volta i morsi della fame: sentiva il ragazzo parlare, ed era
certa di avergli risposto qualcosa, ma non aveva idea di cosa di
preciso. Era molto più interessata a quel panino che al
resto, e in un gesto quasi disperato glielo rubò.
"Ehi! E poi parlate male di noi Serpeverde" si indispettì il
ragazzo, osservando incredulo Victoria che aveva letteralmente fatto
sparire il panino a morsi. Non era propriamente arrabbiato, ma solo
indispettito dal fatto che non gli avesse chiesto il permesso. E anche
da quel modo di fare che non le apparteneva; l'aveva spesso osservata e
non era il tipo di persona in grado di mangiare a quel modo, era sempre
maledettamente attenta, garbata e precisa. Ad un certo punto sorrise,
prima di scoppiare a ridere: la situazione era estremamente divertente,
e dopotutto non aveva poi tutta quella fame.
"Certo che sei strana, se avessi saputo che per ottenere un incontro
con te avrei potuto servirmi di un panino l'avrei fatto prima" la
punzecchiò Marcus, sapendo già che Victoria
avrebbe negato quelle parole. Le aveva pronunciate solo per indurla in
difesa, e non rimase deluso vedendola annaspare alla ricerca di una
risposta; non aveva programmato, non ancora, quando tornare
sull'argomento, ma il destino sembrava dalla sua parte dato che li
aveva fatti incontrare quando meno se l'aspettava.
"Non esagerare, avevo solo fame. Visto che fai tante storie,
vorrà dire che ti regalerò un agnello per Pasqua,
così potrai perdonarmi". Victoria si vergognò per
quel gesto tanto impulsivo, ma non era riuscita a resistere; ora capiva
meglio le raccomandazioni dell'infermiera, e decise che a cena non
avrebbe commesso lo stesso errore. In quel momento venne
però distratta da Marcus, a cui era apparsa una luce negli
occhi che avrebbe definito diabolica. "Buona idea, ma credo tu possa
fare altro se proprio ci tieni a farti perdonare. Per esempio stavo per
andare a fare un giro sulla scopa" le disse noncurante, indicando la
scopa che aveva appoggiato al muro, e che lei prima non aveva notato.
"Potresti accompagnarmi, no? Scommetto che non hai mai fatto un tour
dei territori di Hogwarts in volo".
Per un momento Victoria pensò che il ragazzo si stesse
prendendo gioco di lei, e le sarebbe quasi venuto da ridere se lui non
l'avesse improvvisamente afferrata per il braccio. Inutili furono le
proteste della ragazza mentre Marcus la conduceva lungo un percorso che
ancora non conosceva; non sentiva alcun male al braccio,
pensò meravigliata, sembrava che il ragazzo si accontentasse
semplicemente di impedirsi di lasciare la presa.
Si ritrovarono in una terrazza al quinto piano, un luogo che non aveva
mai visto; Victoria notò che la terrazza non aveva un
balcone, tanto che sembrava quasi una pista di lancio.
"Madama Bumb ha detto che Silente ha concesso, a chi vuole, di usare
questo posto per uscire direttamente dal castello con la scopa, ma
siamo proprio pochi a conoscerlo" disse Marcus, mentre ricordava quando
gli era stato mostrato da un compagno di Casata durante il secondo
anno; si godeva anche un bel panorama sulle montagne, tanto che aveva
sempre pensato che non si trovasse poi troppo lontano dalla Torre dei
Corvonero. Non ne era certo, dal momento che non conosceva l'esatta
ubicazione delle altre Sale Comuni.
"Fico, curioso non averne mai sentito parlare" Victoria era colpita e
ammirata, ma non desiderava lasciarlo capire; osservò il
ragazzo mentre saliva sulla scopa, ed esitò a lungo quando
la invitò a fare altrettanto. Non aveva paura di volare, ma
non le era mai accaduto di dover salire assieme ad un altro, in
più non desiderava neppure mettersi in una situazione
pericolosa.
Non aveva scordato quanto si erano detti in biblioteca, nè
gli avvertimenti di Helena, e si sentiva divisa a metà. Le
piaceva l'avventura, ma non era sicura di voler accettare. D'altra
parte, pensò un po' stizzita, non aveva mai avuto nessun
problema con lui.
"Dai, non vorrai mica che aspetti tutto il giorno, vero? Se ti
preoccupa l'idea di cadere... non preoccuparti, baderò bene
a farti rimanere in sella. In fondo se cadi tu, succederebbe la stessa
cosa anche a me, no? " disse con un ghigno Marcus, spezzando quella
tensione che non gli piaceva. Intuiva che Victoria era sul punto di
rifiutare, perciò era stato costretto a puntare su quel
genere di commenti; la vide alzare gli occhi al cielo, esasperata, ma
alla fine ottenne ciò che voleva.
Non le avrebbe permesso di cambiare idea, perciò, nel
momento in cui comprese che era seduta dietro di lui, ne
approfittò per fare in modo che non corresse il rischio di
cadere. "Ti consiglio di non lasciare la presa" l'avvertì,
dopo averla convinta a fatica a stringere le braccia attorno alla vita.
La giornata non era ancora particolarmente calda, notò il
ragazzo dopo il decollo mentre l'aria fredda gli pungeva la pelle, ma
era relativamente preoccupato dal momento che entrambi avevano il
mantello a proteggerli; se fosse stato da solo di certo avrebbe
impresso maggior velocità, ma sapeva bene che la ragazza
temeva gli incidenti ad alta quota perciò lo
evitò. E poi, pensò compiaciuto, lui aveva
promesso una sorta di tour panoramico dei luoghi di Hogwarts, non una
corsa folle.
Victoria non riusciva a non sentirmi segretamente lusingata per quel
volo inatteso; dopotutto quando mai le era successo di poter sorvolare
il castello e i dintorni? Il freddo non le dava particolarmente
fastidio mentre ammirava, dall'alto, la foresta proibita, i prati che
dal castello conducevano alla capanna di Hagrid, e anche il campo da
Quidditch.
La sola cosa che l'aveva messa leggermente a disagio era il contatto
forzato con il ragazzo; non era una cosa che dipendeva dalla persona
che aveva davanti, dal momento che a Victoria piaceva poco il contatto
fisico con gli altri in generale, e lo tollerava solo se strettamente
necessario. Come diceva a volte Cedric, era un po' troppo paranoica, e
si sentiva parzialmente indispettita nel rendersi conto che stare
abbracciata a Marcus, dopo un po', non era poi così
fastidioso.
Solo quando si ritrovarono a sorvolare le torri del castello, Victoria
ricordò la lezione di Divinazione; sicuramente era in
ritardo, ma in quel momento decise che non le importava proprio nulla.
Non c'era modo di parlare, ma sembrava non importare a nessuno dei due;
Marcus notò che la ragazza non aveva ancora chiesto di
essere riportata indietro, al contrario, pareva incredibilmente a
proprio agio, oltre le sue più rosee aspettative.
Alzò lo sguardo verso il sole e si accorse che la luce
cominciava a farsi più rossastra; evidentemente si
avvicinava il momento del tramonto, perciò decise che era
assolutamente necessario sorvolare il lago prima che alla ragazza
cominciasse a venire in mente di tornare al castello.
C'era un certo fascino in tutto quel giro, pensò Victoria
mentre osservava l'acqua riflettere il colore del cielo, ed osservava
sorpresa le loro sagome; inoltre non avrebbe mai pensato che i
territori di Hogwarts fossero così vasti, e quando il
ragazzo si fermò poco distante dalla riva del lago, si
sentì dispiaciuta. "Mi sembri stanca" osservò
Marcus, guardandosi bene dall'ammettere di essersi dovuto fermare
proprio a causa dell'allentamento della presa; poteva essere pericoloso
forzare la fortuna, e non aveva alcun desiderio di farla cadere anche
se non gliel'avrebbe di certo detto.
La ragazza sbadigliò vistosamente, stringendosi nel mantello
e appoggiandosi quasi distrattamente alla spalla del ragazzo; in quel
momento Marcus fu certo che Victoria doveva essere veramente stanca,
altrimenti non avrebbe mai fatto un gesto del genere. Ma non gli
dispiaceva, anche se era incerto: doveva approfittare della situazione
che si era volta inaspettatamente a suo vantaggio?
Forse, rifletté rapidamente, Victoria non avrebbe neppure
notato se lui avesse fatto qualcosa, o magari avrebbe persino potuto
ricambiare, ma non era certo che fosse una buona idea. Era
più probabile che si sarebbe ribellata o, peggio ancora, che
il giorno dopo avesse potuto rinnegare quanto accaduto.
"Maledizione, non sono mica un Grifondoro tutto onore e
lealtà" sbottò tra sé il ragazzo,
rendendsi conto di essere davvero indeciso. Un tempo, e neppure troppo
lontano, non si sarebbe fatto alcuno scrupolo nell'approfittarsi di una
ragazza per un bacio, oppure per qualcosa di più
approfondito.
Tuttavia sapeva di non voler rovinare tutto per un gesto sciocco ed
impulsivo; maledisse quella strana sensazione che lo faceva sentire
tanto vulnerabile, eppure non si arrabbiò quando si rese
conto che la ragazza si era addormentata proprio appoggiata alla sua
spalla. Ora doveva solo risolvere il problema del rientro al castello:
ben presto sarebbe stata ora di cena, e lui non ci teneva proprio a
passare la notte all'aperto. Almeno non quando non era certo della
reazione che avrebbe potuto avere Victoria.
"Ma dove sei finita ieri?" Cedric lo chiese a Victoria durantela
colazione, ma la ragazza era poco incline a parlare. Aveva vaghi
ricordi del giorno precedente, ma era certa di essersi ritrovata
improvvisamente in Sala Comune, senza sapere come ci fosse arrivata.
Solamente Lillo, il suo amico elfo, le aveva detto di averla portata
lì lui con la magia, dietro ordine di un ragazzo, e Victoria
non aveva alcun dubbio sulla sua identità.
Flitt doveva essere impazzito, pensò mentre trasportava il
suo baule, per non averla svegliata. Non l'aveva visto in Sala Grande
quella mattina, ma in fondo non ci teneva neppure: che cosa avrebbe
dovuto dirgli? In più a colpirla era stata l'occhiata
disgustata che le aveva rivolto Oliver proprio poco prima. Si chiese se
non gli avesse detto qualcosa di cui non ricordava nulla.
"Ero stanca, perciò sono andata a dormire presto". Ecco,
così la situazione era più semplice,
pensò dopo aver risposto a Cedric. Non sapeva neppure lei
perchè non gli volesse raccontare di quel giro assieme a
Marcus: di certo sapeva che l'amico avrebbe disapprovato sia l'idea,
sia la compagnia che si era scelta. "Ora sbrigati, dobbiamo chiamare il
Nottetempo" gli fece fretta Victoria, trascinandolo con sé
verso l'uscita del castello.
Almeno per tutta la durata delle vacanze non avrebbe più
dovuto pensare a ciò che era realmente accaduto il giorno
prima.
nota:
Buonsalve a tutti! Sicuramente prima di Natale non avrete un altro
capitolo anzi, considerando che per le feste ho i parenti per casa,
forse anche prima del 31 non ne avrete un altro T_____T mi spiace, ma
ahimè va così.
In ogni caso vi ringrazio tutti: lettori, rencesori, fantasmi
silenziosi ecc.... così, per farmi perdonare, l'ho
scritto un po' lunghino lol
non è stato semplice decidere cosa inserire nel capitolo,
perchè non vorrei mai andare troppo lenta, o troppo veloce
>_____<
come vedete ho dato abbastanza spazio ai maschietti u.u o meglio ad
alcuni di loro; Percy ero incerta se metterlo, ma ci voleva qualcuno
vicino a Vic per dare qualche info alla CARA Cecily u.u che
come vedete è gelosa marcia lol anche se più che
gelosa, io direi invidiosa. Difatti Blankette con la tua descrizione ci
hai preso LOL d'altronde qualcuno di antipatico ci vuole u.u
muahahahah Vic che ruba il panino è troppo LOL anche se sono
incerta: ci sono panini, a Hogwarts?
Si nd Flitt
ok, se ce lo confermi tu U__U
a proposito spero vi piaccia il volo turistico <3 ammetto che se
capitasse a me non rifiuterei di certo U___U specie con un bel fusto
ma chi, flitt bello? Nd Baston scettico
zitto tu, che intanto lui fa conquiste(o ci prova lol)mentre te fai
l'eterno imbalsamato è__é
e chissà co'ha visto e/o sentito Baston per squadrare Vic
disgustato*se la ghigna*
ho palesemente inventato quella specie di "spiazzo" al quinto piano u.u
ma farebbe figo, sapete? e non ho specificato, ma Vic che si addormenta
è dovuto all'effetto delle pozioni prese u.u che la rende
più "debole", sennò col cavolo
mica mi lamento nd FLitt
zitto è__é
a proposito di Marcus... gli sto dando una personalità
precisa, ovvero quella che io chiamo"simpatica canaglia e/o bastardo"XD
ovvero ok sei un Serpeverde,ma non siete fatti con lo stampino= lui
può anche pensare di sedurre una ragazza, ma arriva anche il
momento in cui può pensare che non ne valga la pena. O
meglio, che non ci si possa limitare solo a quello. Ricordo che il
signorino ormai ha quasi 17 anni(devo trovargli un segno zodiacale
*___* help) perciò ragiona con la propria testa, spero u.u
quanto a Vic lei appunto ne ha 15, e fa le sue cazzatine come affidarsi
a quella specie di "profezia" di Helena(nessuno ancora indovina a chi
si riferiva xd), ed è un po' confusa diciamo^^
perchè come vedete lei non vorrebbe fare quel giro,
però si sente comunque segretamente lusingata u.u eh u.u
cosa succederà tra i due?
niente nd Baston
e te chi ti ha chiamato eh? torna a giocare con le Pluffe nd Flitt
O__O
bene vi saluto, attendo i vostri commenti e vi auguro buone feste
<3 tutte perchè non so quando posterò
son certa che Enide ne è contenta XDDD
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
Severus
Piton's Time- Contest
In
memoria di Fred - Contest
A
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Il
Canto di Natale - Contest
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Capitolo 13 *** 13 - Crisi ***
Angolo
autrice: Buon
anno *-*
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
Capitolo 13 - Crisi
I compiti delle vacanze assorbirono molto del
tempo a disposizione di Cedric e Victoria, difatti entrambi furono
costretti a rimanere chiusi nella stanza che i signori Diggory avevano
adibito ad aula. Cedric si era lamentato con il padre, negli anni
precedenti, sostenendo che gli ricordava fin troppo l'atmosfera
scolastica, e Victoria doveva ammettere che non aveva tutti i torti.
Secondo Amos Diggory era essenziale che, durante lo studio, i due
ragazzi non si distraessero ed aveva perciò ritenuto
opportuno fare in modo che la stanza ricordasse loro una delle aule di
Hogwarts. Victoria però sentiva che neppure l'arredamento
familiare era in grado di aiutarla; non aveva detto nulla a Cedric, ma
in quei giorni era impossibile per lei pensare allo studio. Svolgevano
assieme i compiti, ma la ragazza era spesso distratta dal ricordo del
volo assieme a Marcus.
All'improvvisò, pensò sgomenta la ragazza, tutto
sembrava essere stato eclissato da quello che era successo; non aveva
fatto che ripensarci, giorno e notte, in cerca di qualcosa che
stonasse.
"Vuoi una tazza di the, cara?" Victoria alzò lo sguardo e
notò che Lucy era entrata nella stanza dove lei faceva finta
di studiare; la ragazza annuì chiudendo il libro, notando
che aveva trascorso le ultime due ore a leggere la stessa frase. La
cosa era preoccupante. "Certo, ma dov'è Ced? Dovevamo
scrivere il tema per Erbologia" chiese, pur sapendo che in
realtà sarebbe stato Cedric a scrivere, e lei a copiare
spudoratamente. La materia le piaceva molto, e secondo l'insegnante era
anche migliorata, ma in quel frangente non riusciva più a
scrivere: aveva la testa piena di ciò che non avrebbe
neppure dovuto esserci.
Lucy appoggiò il vassoio con le due tazze sul tavolo, e
Victoria riconobbe lo squisito aroma del suo tè preferito,
quello ai mirtilli. "E' andato a Diagon Alley con Amos, la scopa di
Cedric necessita di una manutenzione. Del resto lo sai anche tu
com'è fatto, a breve ci sarà una partita a
scuola, no?" La donna le sorrise e Victoria annuì; era vero,
una settimana dopo il loro rientro a Hogwarts, i Tassorosso avrebbero
affrontato i Serpeverde, e l'amico ne parlava da mesi ormai. E non era
il solo: entrambe le Casate si facevano dispetti in continuazione a
causa dell'imminente evento sportivo.
Le due donne parlarono di argomenti leggeri per circa mezz'ora, ma Lucy
non era giunta casualmente lì per discutere delle vacanze.
Aveva notato lo strano comportamento di Victoria durante quei giorni,
ed era certa che la ragazza nascondesse qualcosa; dal momento che la
scuola non le procurava nessun problema - ne aveva avuto la conferma
dopo un collocquio con il professor Vitious - era sicura che ci fosse
qualcosa a livello personale che disturbava Victoria.
Per quello si trovava in quella stanza a prendere del tè con
lei. Erano entrambe abituate alle chiacchiere tra donne, come
scherzosamente usavano chiamarle, ed era convinta che ci fosse qualcosa
di importante che preoccupava la ragazza. Dopotutto Victoria era
entrata in un'età in cui i segreti erano all'ordine del
giorno, soprattutto se riguardavano la sfera maschile. L'aveva
osservata con attenzione, e per quanto Cedric avesse sostenuto che non
c'era nulla di diverso, il suo sesto senso non falliva mai.
Più difficile era decidere in che modo affrontare
l'argomento: la ragazza era molto riservata, perciò avrebbe
agito con cautela.
"Avrei un dubbio..." esordì inaspettatamente Victoria, che
non aveva fatto altro che pensare ad altro durante quei giorni, ed era
sollevata all'idea di poterne parlare con qualcuno. Aveva pensato a
Cedric, ma l'amico non era la persona ideale; non solo era ingenuo, ma
detestava esplicitamente Marcus, perciò non avrebbe potuto
sperare di avere un consiglio obiettivo da lui.
Tra le amiche avrebbe potuto parlarne a Maggie, ma la ragazza, per
quanto simpatica , era comunque troppo frivola e faticava a
mantenere un segreto. Se qualcuno le confidava qualcosa, nel giro di
un'ora tutta la scuola ne era al corrente; Victoria sapeva che non era
colpa della ragazza, era solo il suo modo di fare, ma la rendeva
inaffidabile riguardo a confidenze.
Naturalmente avrebbe potuto parlarne con Percy che, in quanto a
lealtà e discrezione, non poteva essere superato da nessuno,
tuttavia era restia , in fondo gli aveva riempito la testa per
più di due anni con quell'assurda cotta per Oliver. In che
modo spiegargli che piano piano ormai aveva smesso di pensarci? Forse
ne avrebbe potuto discutere con Penelope, ma l'amica aveva i propri
personali problemi e non voleva disturbarla; oltretutto era anche certa
che la ragazza fosse pienamente concentrata sui G.U.F.O. imminenti, un
motivo in più per non infastidirla.
Lucy era la persona ideale, riflettè Victoria mentre
cominciava a spiegarle la situazione: non aveva pregiudizi, ed in
più era quasi come una seconda madre per lei. O, come a
volte le veniva da pensare, la sola vera madre che avesse mai
conosciuto: ormai non pensava più ai propri parenti, se non
alla nonna a cui scriveva con una certa regolarità.
Victoria non tralasciò nulla, ed in un certo senso era
facile parlare una volta iniziato; aveva già confidato,
negli anni passati, a Lucy della propria cotta per Oliver,
perciò non era tutto una novità per la donna. Il
sorriso sul volto della signora Diggory non era di scherno: le pareva
di sentire, attraverso le parole della ragazzina seduta di fianco a
lei, la classica storia da adolescenti. Anche lei aveva avuto i propri
timori all'età di Victoria, e sapeva che era tutto
decisamente normale, ma comprendeva il turbamento della ragazza.
Posò la tazzina sul piattino, prima di appoggiarli entrambi
sul tavolo; poi sorrise apertamente a Victoria.
"Penso che solo tu possa sapere quale sia la cosa giusta da fare, cara,
nessuno può deciderlo per te" le disse schiettamente Lucy;
in un certo senso sapeva che la ragazza era solo in cerca di conferme,
e sperava quasi di sentirsi dire da lei ciò che doveva fare.
"Alla tua età fa certamente piacere avere dei corteggiatori,
ma se non desideri che lo faccia... allora devi dirglielo, anche a
costo di deluderlo" riprese Lucy e Victoria scoppiò a ridere.
"Fatico ad immaginare Flitt deluso da un mio eventuale rifiuto,
è più probabile che succeda se perde un incontro
contro i Grifondoro" disse mentre sorseggiava il tè.
Però doveva ammettere, ripensandoci, di non aver mai visto
Marcus veramente depresso quando la sua squadra era stata battuta da
Baston; era invece il Grifondoro che ne aveva sempre fatto una
tragedia, pensò ricordando gli eventi degli anni passati.
"Non puoi saperlo. Se è arrivato al punto di dirtelo
apertamente, dovresti prendere in considerazione l'idea che desideri
veramente una tua risposta" rispose la signora Diggory mentre osservava
la strega. Conosceva i genitori del ragazzo in questione dal momento
che avevano frequentato Hogwarts nello stesso periodo, tuttavia non era
sua abitudine paragonare i figli ai genitori. Ovviamente conosceva
anche i signori Baston e sapeva che la rivalità tra i due
era di vecchia data, e sempre per motivi futili come il Quidditch.
"Inoltre credo che tu non debba dare troppo peso alla Casa: non hai
detto che è abbastanza simpatico pur essendo un Serpeverde?"
La ragazza annuì. Certo, l'aveva detto, ma c'era qualcosa
che le sfuggiva e non era certa di comprendere di cosa si trattasse.
Indubbiamente il fatto di appartenere a quella Casa non giocava a suo
favore, tuttavia sapeva di non poter certo giudicare una persona solo
dai colori della divisa. Anzi, non aveva mai fatto una cosa del genere,
e si era anche spesso vantata di avere amici in ogni Casa di Hogwarts:
perché, si chiese arrabbiata, avrebbe dovuto rappresentare
un problema proprio in quel momento?
"Si, certo, ma non credo che Cecily sarebbe molto contenta se..." non
concluse la frase, ma non riuscì a reprimere una nota di
rabbia nella sua voce. Non era ancora riuscita a dimenticare lo scontro
avuto con la Serpeverde, soprattutto avendo la certezza che la ragazza
avesse voluto punirla per qualcosa. Di rado durante gli incontri del
Club ci si faceva seriamente del male, e lei aveva sentito dire che
Vitious era furibondo per il comportamento della ragazza. Quanto a lei,
solo da alcuni giorni riusciva a camminare senza stancarsi ed aveva
smesso di prendere quelle pozioni che le facevano solo venir voglia di
risputarle fuori. "Le scaramucce tra ragazze passano in fretta,
Victoria. Oltretutto penso che tu non debba proprio preoccupartene." le
disse con un sorriso Lucy. Era convinta che alla ragazza servisse solo
un po' di incoraggiamento. "Ad ogni modo dov'è il problema?
Se anche tu decidessi di uscire con lui, non sei certo obbligata a
fartelo piacere. Dico bene?"
La ragazza annuì, ma si sentiva imbarazzata. Non aveva
neppure ipotizzato uno scenario del genere, e doveva ammettere di non
avere la minima idea di cosa aspettarsi. "No, certo che no,
è che mi sembra di... non so, insomma... mi è
sempre piaciuto Oliver e mi sembra... boh..." Victoria
arrossì senza riuscire a concludere la frase, ma Lucy aveva
già capito. Era dell'idea che la ragazza l'avesse detto solo
per abitudine, un po' come se si stesse aggrappando ad ogni scusa,
compresa quella cotta storica, come alibi per non tentare altre strade.
"Puoi sempre provare a parlargli di persona, non pensi? Se proprio ti
piace, diglielo, e vedi la reazione... magari lo pensa anche lui, ma
non riesce a dirtelo". Ma Lucy era dubbiosa anzi, ripensando a quanto
aveva sentito da Victoria, il ragazzo già lo sapeva e la
reazione era stata la peggiore. Non aveva neppure considerato
l'informazione reale, e credeva che Victoria avesse cominciato a
staccarsi da lui proprio da quel momento. La vide scrollare la testa
con aria decisa.
"No, non ha senso, non ho nessuna voglia di rendermi ridicola... e poi
ha altro a cui pensare" dichiarò Victoria con una lieve
rabbia repressa. Il Quidditch. Pensava forse ad altro, Oliver? Da
quello che ne sapeva lei no, anche se non aveva ancora capito la
ragione del suo comportamento il giorno in cui erano iniziate le
vacanze. Gli aveva forse fatto o detto qualcosa di offensivo? Non
riusciva a ricordarlo.
"In ogni caso quando vuoi parlarne fallo pure, è sempre un
piacere per me" le disse con un sorriso affettuoso Lucy, e la ragazza
la ringraziò sinceramente. Le chiese se desiderasse che
l'aiutasse a portare via le tazze e l'occorrente per il tè,
ma la donna le assicurò che ci sarebbe riuscita anche da
sola, così Victoria salì le scale per raggiungere
la sua stanza. Kaiser era sicuramente in cortile a mangiare i fiori
preferiti della signora Diggory, mentre Ginevra dormiva all'interno
della gabbia. La ragazza gettò un'occhiata al gufo marrone
che era arrivato poco prima assieme ad una lettera per lei; era
sicuramente di Marcus Flitt perché l'aveva già
visto a scuola .
"Ok, aspetta un attimo che scrivo e poi potrai ripartire" disse
Victoria accarezzando con gentilezza la testa del gufo, prima di
sedersi alla scrivania; il foglio di pergamena era davanti a lei mentre
si chiedeva che cosa scrivere. In fondo cosa c'era di difficile nel
rispondere a degli auguri di Pasqua?
Il treno era ormai in viaggio da parecchie ore, e Marcus si limitava a
bighellonare per i corridoi in attesa di poter dare fastidio a
qualcuno. Tutti i suoi amici erano rimasti a Hogwarts per le vacanze,
perciò poteva contare solo sul suo svago preferito, ovvero
andare alla ricerca di Oliver e punzecchiarlo .
Con disappunto ricordò la sconfitta avvenuta proprio ad
inizio anno; di certo il Grifondoro non avrebbe perso occasione per
ricordarglielo, ma a lui la cosa importava relativamente. In fondo
cos'era una sconfitta in cinque anni che si affrontavano? Al contrario
del suo rivale, lui non cercava continuamente di annegarsi dopo un
cattivo risultato, semmai si interessava alla sorte che poteva
riservare agli avversari. Con un ghigno compiaciuto continuò
a camminare, osservando con fredda indifferenza la maggior parte delle
persone che vedeva all'interno degli scompartimenti: erano quasi tutti
studenti dei primi anni che non suscitavano in lui alcun interesse.
Neppure il rampollo dei Malfoy, che non perdeva occasione per
rivolgergli la parola e riempirlo di complimenti adulatori. Forse
voleva un posto in squadra, lo aveva pensato spesso, e di certo non
sarebbe stato il primo.
Non degnò neppure di uno sguardo il gruppo di oche che
accompagnavano Cecily, sapendo che l'avrebbe infastidito, ma non gli
interessava l'opinione che poteva avere di lui. Era carina e non su
quello non aveva alcun dubbio, tuttavia non era in grado di tenere viva
la sua attenzione, perciò l'aveva gettata in un canto. Un
giocattolo carino, ma pur sempre un giocattolo.
"Eccoti qui, sempre a pensare al Quidditch eh?" sghignazzò
Marcus mentre entrava nello scompartimento di Oliver Baston senza
invito, e si sedeva di fronte a lui. Se Victoria fosse stata sola di
certo avrebbe approfittato del lungo viaggio per guadagnare altro
vantaggio, tuttavia era circondata dai suoi amici, perciò si
era limitato a salutarla. "Non mi sembra di averti invitato ad entrare"
borbottò Oliver di cattivo umore, facendo sparire il
modellino dello schema di gioco che stava studiando.
Lo aveva ideato durante le vacanze e non vedeva l'ora di mostrarlo alla
squadra il giorno dopo, durante l'allenamento. Marcus si
limitò a sghignazzare, perciò decise di
ignorarlo. Oliver non aveva voglia di litigare con lui, anzi non
avrebbe neppure voluto vederlo, tuttavia era impossibile evitarlo di
continuo.
"Divertito durante le vacanze?" Marcus osservò lievemente
sorpreso Oliver. Non si aspettava una domanda del genere; in effetti,
si disse il ragazzo, a parte quando litigavano, loro due avevano
l'abitudine di ignorarsi. C'era qualcosa nell'espressione del ragazzo
che lo induceva a chiedersi come mai gli avesse rivolto la domanda.
"Certo, ho avuto molto da fare. Tu? " gli rispose di rimando, sapendo
di sorprenderlo a sua volta, continuando ad ostentare il proprio
sorriso sarcastico. Oliver scrollò le spalle, limitandosi a
dire che era andato tutto bene. Non confessò di aver
trascorso quasi tutto il tempo libero a studiare un modo per
sconfiggere i Corvonero oltre che a studiare, né che il
malumore l'aveva perseguitato.
"Immagino che tu e Victoria vi siate visti..." esordì
Oliver, lasciando ancora più sorpreso Marcus, che lo
osservò con espressione lievemente incredula. Era una delle
ultime domande che si sarebbe aspettato dal rivale, e l'espressione di
Oliver non gli piaceva. Sembrava arrabbiato, e si sentì
immediatamente irritato: non avrebbe permesso al Grifondoro di
portargli via ciò per cui stava faticosamente lottando.
"Perchè me lo chiedi?" rispose in tono aggressivo, senza
curarsi di apparire scostante. Si parlavano sempre a quel modo;
probabilmente, riflettè ironicamente Marcus, se si fossero
comportati gentilmente l'uno con l'altro, non sarebbe stato ugualmente
interessante.
"Curiosità. Vi ho sorpresi mentre vi baciavate a scuola,
perciò ho pensato che vi foste visti... Magari è
per quello che hai perso la partita: ti sei distratto." Oliver sorrise
ironico, ma era ugualmente infastidito. Però non sapeva
neppure lui da cosa; non erano affari suoi ciò che Marcus
faceva, tuttavia il ricordo di ciò che aveva visto lo
rendeva nervoso. Aveva rivolto un'occhiataccia a Victoria prima delle
vacanze, e la stessa cosa stava facendo con Marcus in quel momento.
Tuttavia restava ugualmente un mistero dal momento che non riusciva a
capire che cosa di quella situazione lo rendesse tanto nervoso.
Per un momento Marcus fu tentato di negare; sapeva che tra lui e
Victoria non era accaduto nulla del genere, ma decise di sfruttare
l'errore di Oliver a proprio vantaggio. Sicuramente doveva averli visti
al Lago Nero, e pensò che era curioso il fatto che lui non
si fosse neppure accorto della presenza di Oliver. "Scommetto che sei
invidioso, vero? Però ti avviso: se tu avessi intenzione di
intrometterti, di certo finiresti... beh, diciamo che non gradisco i
Grifondoro impiccioni e frustrati" . Marcus calcò bene
sull'ultima parola, e fu contento di notare un guizzo ribelle negli
occhi dell'altro. Non ne era sicuro, ma era quasi del tutto convinto
che Oliver non avesse mai frequentato una ragazza, e non intendeva
permettergli di intromettersi tra lui e l'obiettivo che si era
prefissato. Sapeva che Victoria aveva una buona opinione di Oliver, e
lui non riusciva proprio a capirne la ragione. Non era brutto,
pensò osservandolo con aria critica, ma era troppo... fuori
dal mondo.
"Non preoccuparti, io non raccolgo i tuoi scarti" gli
assicurò Oliver, che si rese immediatamente conto
dell'errore commesso. L'espressione di Marcus Flitt era chiara:
sicuramente avrebbe riferito a Victoria quella frase, con il risultato
che la ragazza si sarebbe sentita probabilmente offesa. "Se consideri i
tuoi amici scarti... beh ti saluto, ormai siamo arrivati e io, al
contrario di te, ho una ragazza a cui tener compagnia fino a scuola"
gli disse con un sorriso subdolo, uscendo dallo scompartimento.
Solo la luce della candela illuminava la pergamena; il ragazzo
aggrottò le sopracciglia mentre intingeva nuovamente la
piuma d'oca nell'inchiosto. Non era da lui essere in ritardo, ma aveva
trascorso le vacanze nel tentativo di capire se valeva la pena
prepararsi al meglio per l'ultima partita della stagione. Si sarebbe
tenuta verso la metà di giugno, ed aveva trascurato un po' i
temi da consegnare.
"Ciao Frederich, tutto bene?" Il ragazzo alzò la testa e
vide Victoria, scesa di buon mattino dal dormitorio; come sempre
l'accompagnava quella peste di kneazle e molti libri di scuola. Per un
momento pensò quasi di aiutarla, ma rimase seduto; Victoria
non era il genere di ragazza che si vergognava a domandare, se le
serviva una mano lo faceva presente senza troppi preamboli.
Appoggiò la piuma sul tavolo. "Non c'è male, e a
te?" Glielo chiese per educazione, ma aveva il sospetto che, almeno da
un po', la ragazza vivesse in una sorta di nuvola rosa. Le vacanze di
Pasqua erano terminate da alcuni giorni, ma lui aveva già
notato un cambiamento: spesso la sentiva canticchiare, e invece di
camminare pareva saltellare. Inoltre, anche se apparentemente aveva
sempre lo stesso aspetto, lui aveva già riconosciuto qualche
cambiamento; per esempio si pettinava con molta più cura del
solito, e qualche volta l'aveva vista preoccuparsi persino dello stato
della propria divisa.
Tutto apparentemente normale, ma lui non aveva mai notato nella ragazza
atteggiamenti del genere prima di allora, e credeva di averne anche
scoperto la ragione. Lei annuì in risposta alla sua domanda
e si sedette su una delle poltrone in Sala Comune, situata proprio alle
spalle del ragazzo. Frederich tornò ad occuparsi del
difficilissimo tema di Pozioni, finché non
percepì qualcosa di stonato. Nessuno aveva fatto rumore, a
parte lo kneazle che si era arrampicato sulla sua gamba, ma lui si
voltò ugualmente verso Victoria e rimase agghiacciato.
La ragazza non aveva neppure aperto un libro e teneva in mano una
fotografia: l'espressione che aveva sul volto era di sorpresa, ma
Frederich era certo che avesse perfettamente celato il disgusto.
"Dammela" disse improvvisamente, strappandogliela di mano con violenza,
facendola sobbalzare. Lui non se ne curò perché
si sentiva improvvisamente minacciato; non ricordava di averla lasciata
nel libro di Pozioni, né si era reso conto che era caduta a
terra.
Victoria lo osservò sorpresa da quella reazione, ma,
ripensando a quell'immagine, poteva capire cosa gli dava tanto
fastidio. "Io..." cercò di dire qualcosa, ma non sapeva come
affrontare l'argomento. Sapeva già delle inclinazioni
sessuali del compagno di Casa, e per quanto fosse sorpresa nel vedere
due uomini baciarsi, non si sentiva comunque scandalizzata.
"Non... non è come credi, era solo... uno scherzo..." il
ragazzo era improvvisamente diventato pallidissimo e si era reso conto
di cosa sarebbe successo se la storia fosse diventata di dominio
pubblico; non se ne vergognava, ma non era certo di essere pronto ad
ammettere pubblicamente le proprie tendenze sessuali. Oltre a sapere
perfettamente che l'atteggiamento di tutti nei suoi confronti sarebbe
immediatamente cambiato: l'avrebbero evitato, deriso, magari persino
preso di mira e sarebbe stato chiamato in modi incivili come checca o
altri.
Doveva perciò buttarla sullo scherzo, e sperare che la
ragazza credesse a quella versione. Ma lui già sapeva che
solo un idiota avrebbe potuto pensarlo. "Frederich... non... non
c'è bisogno che fingi..." Victoria non sapeva come dire
ciò che pensava, e cercò di non farsi
fraintendere. L'ultima cosa che desiderava era una lite con il ragazzo.
"Dicevo... se sei preoccupato, posso rassicurarti. So da molto tempo
questa... questa cosa, perciò..." Victoria
arrossì senza volere. Dopotutto era pur sempre un argomento
di cui non aveva mai parlato con nessuno, pur avendo le proprie idee in
proposito. Frederich la osservò sorpreso ed incredulo, e
rimase a fissarla per un po' di tempo.
"Da... da quanto?" le chiese con voce lievemente aggressiva, cercando
subito dopo di controllarsi. La ragazza esitò un momento
prima di rispondere, lasciandolo sorpreso. "Tre anni circa...
cioè, non so chi è lui nella foto, ma... comunque
davvero, non credo tu debba preoccuparti" gli disse con un sorriso un
po' incerto.
Il ragazzo si limitò ad annuire. Se era vero, di certo si
poteva fidare: in tre anni non aveva sentito nessun pettegolezzo che lo
riguardasse, e si chiese come mai Victoria non ne fosse inorridita, o
persino spaventata. Osservò quella foto che teneva in mano:
non la guardava da anni, ed era rimasta nel suo vecchio manuale di
Pozioni che aveva tirato fuori solo di recente a causa dei M.A.G.O. .
Doveva essere preparato su tutto, ma non avrebbe mai pensato di doversi
nuovamente scontrare col proprio passato."Forse non ti ricordi di lui,
è stato espulso tre anni fa per aver tentato di stregare uno
degli esaminatori durante i M.A.G.O. Si chiamava Edward Flitt, ma non
credo tu abbia mai avuto a che fare con lui..."
Ed era stato meglio, si disse Frederich con rabbia chiudendo di nuovo
quella foto nel libro; Victoria rimase sovrappensiero mentre lo
ascoltava. Il nome non le diceva nulla, ma così ovviamente
non era per il cognome; cercò di fare mente locale e
ricordò che qualche giorno prima, mentre si esercitavano
durante una delle sedute del Club di Incantesimi, Marcus le aveva detto
in maniera molto vaga di avere un fratello più grande ed una
sorella, che però doveva essere più giovane.
"No, comunque non sei obbligato a dirmi nulla... Posso però
capire che tu sia preoccupato, ma da me nessuno saprà nulla:
alla fine ciò che fai è affar tuo, giusto?" Gli
sorrise sperando di essere riuscita a tranquillizzarlo. Non gli disse
di avere il sospetto che, almeno per un po', a loro era piaciuto lo
stesso ragazzo e che ne era rimasta pure indispettita; l'impressione
non era svanita, ma in fondo non poteva certo serbargli rancore se
aveva trovato, come lei, che Oliver fosse estremamente affascinante.
Si chiese se il Grifondoro lo sapesse, ma si convinse di no.
"In realtà non ne parlo da anni... anzi, devo essere onesto,
non ne ho mai parlato..." rispose Frederich: non aveva bisogno di
spiegarne la ragione, erano confidenze che non si potevano fare con
leggerezza. Ma, osservando la ragazza di fronte a lui, si chiese se non
fosse giunto il momento di togliersi un pesante fardello dalle spalle.
Poi si ricordò che aveva ugualmente deciso di parlarle per
chiederle una cosa, perciò decise di approfittare
dell'occasione e vuotare il sacco. L'alba doveva ancora giungere in
fondo.
Oliver Baston si guardò la divisa tutta macchiata; se c'era
qualcosa che detestava più delle sconfitte a Quidditch e
Marcus Flitt, quello era il vomito. E, di conseguenza, ora imprecava
contro l'odioso Serpeverde che aveva avuto l'ardire di vomitargli
addosso dopo una lezione di Incantesimi.
Così, per sfizio, gli aveva detto e Oliver si era dovuto
trattenere per non prendere a calci in faccia il colpevole; non che gli
importasse molto della divisa scolastica, ma non gli piaceva ugualmente
girare per la scuola coperto di lordura.
Per fortuna trovò un bagno e, senza pensarci troppo,
entrò. Era vuoto, e Oliver si precipitò al
lavandino aprendo l'acqua. Fu costretto a levarsi il maglione,
rimanendo con addosso la camicia e la cravatta, quella che ogni giorno
gli faceva sempre perdere almeno dieci minuti. Una volta,
ricordò quasi divertito, era dovuta intervenire la McGranitt
a lezione per sistemargliela, e la professoressa non era propriamente
delicata quando usava la bacchetta. Con suo gran sollievo
notò che con l'acqua era riuscito a far sparire la maggior
parte delle tracce di vomito, anche se rimaneva ugualmente un alone.
Pazienza, si disse sconsolato, per quel giorno si sarebbe limitato ad
andare in giro solo con la camicia, magari stando attento a chiudere
bene il mantello, anche se non faceva più tanto freddo.
"Che ci fai qui?" Oliver sobbalzò nel trovarsi Victoria alle
spalle, chiaramente appena uscita da uno dei cubicoli del bagno. La
ragazza pareva sorpresa di vederlo almeno quanto lo era lui, ma dopo un
attimo piegò le labbra in un inconfondibile sorrisetto di
scherno. "Veramente sei tu ad essere entrato nel bagno delle ragazze.
Anzi, per essere più precisi, questo è il bagno
di Mirtilla." rispose Victoria senza alcun tipo di imbarazzo, al
contrario di Oliver che avrebbe desiderato sprofondare dalla vergogna.
Lui si guardò attorno disperato, una tacita domanda sul
volto.
"Tranquillo, ero la sola qui dentro..." gli disse. Non era comunque in
grado di serbargli rancore, nonostante Oliver avesse chiaramente fatto
di tutto per evitare di parlarle in quei giorni. Lo trovava un
comportamento molto curioso, ma era stata impegnata a studiare, per cui
non ci aveva badato. E poi, in quei tre giorni dal ritorno dalle
vacanze, aveva trascorso molto del proprio tempo assieme a Marcus, e
ciò le aveva totalmente impedito di preoccuparsi dei modi di
fare di Oliver.
Soprattutto dalla sera prima, quando erano stati sul punto di baciarsi:
arrossì come un pomodoro al ricordo, e si mise a sistemarsi
la cravatta nella speranza che Oliver non avesse notato nulla.
"D'accordo... è che... beh non avevo notato che fosse quello
delle ragazze, la prossima volta farò più
attenzione." si affrettò a dire Oliver, sentendosi a disagio
senza comprenderne la ragione. La ragazza annuì, ma aveva la
mente rivolta alla sera precedente quando Marcus aveva, per l'ennesima
volta, insistito per aiutarla a portare la borsa dopo uno degli
incontri del Club; non aveva comunque voluto che l'accompagnasse fino
alla Torre dei Corvonero, perciò le loro strade si erano
divise al terzo piano. Tuttavia la ragazza era consapevole che in quel
momento la distanza tra loro era stata quasi nulla, ed era certa che,
almeno per un attimo, le loro labbra si fossero sfiorate. Forse,
rifletté mentre controllava che i capelli fossero in ordine,
non si sarebbe neppure scostata se non fosse stato per l'intervento
involontario di Cedric. L'amico era improvvisamente comparso nel
corridoio, ma non aveva visto nulla dato che lei si era affrettata a
scostarsi; solo il rossore sulle guance l'aveva tradita, ma Cedric non
aveva fatto alcun collegamento.
Di certo Marcus non si era lasciato sfuggire l'occasione per
vendicarsi, e lei sapeva che l'amico era ancora in infermeria a causa
di una frattura al braccio che non era comunque troppo seria; forse era
già stata sistemata. Sospirò, e poi si rese conto
che Oliver le aveva chiesto qualcosa. Stava per chiedergli di ripetere
quando avvertì un inconfondibile risatina provenire proprio
dall'esterno del bagno.
"Cavolo" imprecò Oliver, riconoscendo la voce di alcune
ragazze in avvicinamento, e tutte intenzionate probabilmente ad entrare
lì. Si sentì prendere per un braccio da Victoria,
ed entrambi si ritrovarono proprio all'interno di uno dei cubicoli; la
ragazza chiuse la porta e salì con cautela sulla tazza del
gabinetto. Oliver si rese conto che si erano mossi appena in tempo
perché proprio in quell'istante un gruppo di ragazze fece il
suo ingresso nel bagno. Non si sentiva per nulla comodo in quella
ridicola posizione, ma non disse una parola.
Victoria si rese conto, dopo averle sentite parlare per qualche minuto,
che si trattava di Cecily e delle sue amiche più intime, ed
in quel momento discutevano di alcuni ragazzi del settimo anno tra cui
August Richmond. La ragazza scambiò un'occhiata esasperata
con Oliver: era chiaro che neppure a lui importava qualcosa delle
chiacchiere da ragazze, tuttavia ormai erano costretti a rimanere
lì visto che se fossero usciti, i commenti sarebbero stati
tremendi.
"Allora, ci dicevi che hai scoperto qualcosa su Marcus... Racconta!"
disse una delle ragazze, e Victoria alzò gli occhi al cielo
sentendole ridacchiare. Perché erano così sceme?,
pensò con rabbia, sembrava che nei loro discorsi non
esistessero altro che i ragazzi. Con un brivido si augurò di
non diventare mai come loro.
"Si certo" disse Cecily, col tono di chi sta per fare una rivelazione
importante, poi cominciò a raccontare, alternando le notizie
alle risatine condivise dalle amiche. Nonostante tutto Victoria si
ritrovò ad ascoltare a sua volta, dal momento che pareva che
l'argomento la riguardasse in prima persona.
"... naturalmente lo sapevo che c'era un motivo dietro a quel suo
comportamento strano, e mi sembrava curioso che gli piacesse davvero
quella bamboccia dal sangue sporco" dichiarò con entusiasmo,
provocando altre risate alle amiche. Oliver avrebbe voluto intervenire
dal momento che detestava quel pregiudizio radicato, tuttavia si
limitò ad osservare Victoria che pareva impassibile "... e
così sono venuta a sapere da Bletchey che Marcus ha ideato
un piano pazzesco per farmi diventare gelosa, e ..."
Victoria non perse una parola, ma non le trovava di suo gradimento, al
contrario si sentiva sempre peggio. Per un momento pensò che
Cecily stesse semplicemente vantandosi con le amiche, ma l'allusione a
tutti i fatti reali accaduti cominciò a penetrarle nella
mente senza possibilità di dubbio; tutti i pezzi
combaciavano, a cominciare da quando il ragazzo aveva cominciato a
mostrarsi più gentile con lei, fino all'allusione ai
cioccolatini.
"... e ha anche detto che non gli importava di dover andare fino in
fondo. Spero di vedere la sua faccia quando capirà di essere
stata solo usata, anche se non riesco proprio ad immaginare che una del
genere possa davvero finire a letto con Marcus, ma non importa."
completò la ragazza, mentre lei e le amiche ridevano a
più non posso. Oliver osservò incredulo la porta,
come se non riuscisse a credere a quanto aveva sentito fino a quel
momento, ma poi si rese conto che la ragazza accanto a lui sembrava
stranamente rigida. Con una mano le tappò la bocca per
evitare che il gemito fosse udibile, ma si mosse troppo tardi. "Chi
c'è?" La voce di Cecily era improvvisamente diventata
sospettosa. La Serpeverde puntò la bacchetta proprio verso
la porta chiusa.
Oliver avrebbe quasi voluto che le facce delle ragazze fossero
immortalate: avrebbe voluto rider loro in faccia, ma si
limitò a tenere stretta Victoria. Aveva agito d'istinto poco
prima abbracciandola, ma l'aveva fatto solo perché aveva
percepito che era stata ferita profondamente da quelle parole.
"Che avete da guardare voi? Non avete lezione?" Disse il ragazzo
rivolto al gruppetto che li osservava come paralizzato; già
poteva immaginare i pettegolezzi che sarebbero seguiti, ma in quel
momento non gli importava. Poteva sentire la ragazza tremare, ma questo
le altre non erano in grado di percepirlo. "Oh... scusate, non
pensavamo di disturbare" disse Cecily con aria spavalda, ma Oliver
notò che sembrava molto meno baldanzosa di alcuni minuti
prima.
"Bene, ora che lo sapete sarebbe il caso che ve ne andaste"
dichiarò il ragazzo con più sicurezza di quanta
ne avesse veramente: da dove gli veniva il coraggio di dire quelle
menzogne non ne aveva idea, ma parevano funzionare. Poco dopo l'uscita
di scena delle ragazze, colpite da ciò che credevano di
avere visto, riuscirono ad uscire pure loro da quel luogo angusto.
Oliver si sentiva imbarazzato.
"Ecco, per quello che ho detto...ho pensato che potesse aiutarti, ma
non importa se..." non riuscì a finire quanto voleva dire;
avrebbe desiderato precisare che aveva solo voluto far tacere quelle
quattro sciocchine, ma aveva il timore di offenderla. Victoria si
limitò ad annuire, ma non riusciva a pensare ad altro che a
quello che aveva sentito.
E così Helena aveva avuto ragione, pensò furiosa
mentre usciva dal castello assieme a Oliver, ma senza notarne la
presenza. Se lo sarebbe dovuta immaginare, continuava a dirsi, e Marcus
non era certo qualcuno che agiva solo per interesse. O meglio, solo per
il proprio. Ma come le era venuto in mente che potesse davvero
interessarsi a lei dopo aver visto Cecily?
Le dava fastidio sapere che il ragazzo era quasi riuscito nel proprio
intento; forse non aveva ottenuto nulla da lei, ma era riuscito
comunque ad imporsi. Tuttavia non disse nulla, anche se avrebbe voluto
ringraziare Oliver per la sceneggiata che aveva messo in piedi. Da lui
non se l'aspettava e non aveva neppure idea di come interpretarla.
Probabilmente gli aveva fatto pena, pensò amaramente.
Victoria si riscosse solamente quando si rese conto di essere seduta;
riconobbe il parco attorno al castello, e vicino a lei c'era sempre
Oliver. Si rese conto che stava parlando, ma non riusciva a capire
quanto le diceva: forse erano frasi consolatorie, ma non le
comprendeva. Avrebbe quasi voluto dirgli che se voleva andare ad
allenarsi a Quidditch avrebbe potuto farlo, ma sentiva la
necessità di una spalla a cui appoggiarsi e in un certo
senso le dava un minimo di conforto sapere che si trattava di lui.
Solo nel rendersi conto che proprio Marcus si stava avvicinando,
cominciò a sentirsi ribollire di rabbia. Fino a quel momento
non aveva fatto che tentare di annegare il dolore, ma ora si sentiva
pronta a picchiarlo: voleva fargli più male possibile,
quanto lui ne aveva fatto a lei. E poi un'idea la folgorò:
lo avrebbe ripagato con la stessa moneta.
"Ehm... Oliver, scusami se... ma..." Victoria sapeva di commettere una
follia, ma desiderava vendicarsi, così non lasciò
al ragazzo il tempo di risponderle. Attese solo un istante, sia per
farsi coraggio, sia per permettere a Marcus di avvicinarsi ancora e
osservare meglio la scena. Presa dal panico, si appoggiò di
più a Oliver e ne percepì la sorpresa, ma di
certo il ragazzo non si sarebbe aspettato che la ragazza appoggiasse le
labbra sulle sue per un tempo non definito.
Victoria sapeva di aver commesso un atto forse imperdonabile, ma era
stato più forte di lei e l'aveva fatto: non era altro che un
gesto goffo ed impacciato, ma era certa che l'altro l'avesse visto.
E tanto bastava.
"Che cosa hai fatto?! Ripetilo." ordinò Marcus furibondo,
mentre rimetteva la testa di Miles Bletchey in acqua. Dopo quello che
aveva visto poco prima era quasi fuori di sé dalla rabbia, e
poco gli importava se Bletchey rischiava di affogare nel lavandino a
causa sua .
Avrebbe voluto strangolare Oliver Baston di persona, ma l'improbabile
coppia formata da lui e da Victoria si era allontanata prima che
potesse raggiungerli e pretendere una spiegazione. Ora dopo aver
parlato con Cecily aveva capito quello che era accaduto, e Miles stava
pagando il prezzo delle sue inutili chiacchiere.
Lo lasciò respirare il tempo necessario a farlo confessare
di avere parlato a Cecily delle sue confidenze di tanto tempo prima,
poi lo mandò a sbattere contro il muro. Doveva controllarsi
per non commettere un atto irreversibile, ma era più forte
di lui: aveva ancora davanti agli occhi quella scena e doveva sfogarsi
su qualcuno.
Proprio quando era convinto di essere finalmente riuscito ad ottenere
ciò che voleva, rischiava di perdere tutto. Tuttavia era
sicuro che fosse solamente una ripicca, ma doveva parlare di persona
con Victoria. Non poteva certo fidarsi di semplici chiacchiere, si
disse mentre cercava di cancellare dalla mente l'odioso ricordo di quel
bacio.
Oliver gliel'avrebbe pagata, si disse mentre si dirigeva verso il campo
da Quiddith, lo avrebbe spedito in infermeria all'interno di una
tabacchiera. Nessuno poteva commettere l'ardire di intromettersi tra
lui e il proprio obiettivo, e del resto Oliver era già stato
avvisato. Tuttavia mentre percorreva i corridoi per uscire dal
castello, si disse che sarebbe stato più logico parlare con
la ragazza prima.
Era ragionevole e di certo avrebbe ascoltato la sua versione; era certo
che avrebbe capito subito, specie dopo quel legame silenzioso che si
era creato tra loro negli ultimi tempi.
nota:
eccoci qui! il 13 è parecchio pieno di avvenimenti, ma non
potevo separare nulla xdddd
andiamo con ordine:
-le chiacchiere tra donne... necessarie u.u spero vi piacciano
-flitt e baston in treno... insomma, la rivalità va sempre
tenuta viva, non credete?XD
- a qualcuno interessa la storia di Edward Flitt(che tra parentesi
è un pezzo di merda di proporzioni bibliche LOL)? u.u
perchè ve la posso raccontare se volete u.u
- ed ecco che si scopre l'inganno-non inganno di Marcus Flitt, e Baston
mente pure pur di far tacere quelle gallinacce XDDD che caro <3
no, è solo un approfittatore nd Flitt
zitto tu u.u
e Vic arriva pure a baciarlo... adesso vi lascio a tutte le ipotesi
possibili ed immaginabili su cosa succederà.
Si metterà con Baston?
*Piton vomita*
Si metterà con Flitt?
*Piton non vomita, ma non approva*
Si metterà con entrambi?!
*Piton sconvolto*
Li manderà tutti a quel paese e si fidanzerà con
Frederich?
Ma non era omosessuale?nd Piton
E allora? può comunque fidanzarcisi no?u.u
beh al prossimo, spero vi sia piaciuto... e attendo i papiri <3
sempre grazie a chi legge e segue in silenzio. Per chi non l'ha letta
chiedo di leggere " Non questa volta", una piccola OS su Vic e Sven(si
XDDD)che più avanti sarà ufficialmente in
cronologia <3
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
Severus
Piton's Time- Contest
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
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Capitolo 14 *** 14 - Scommessa ***
Angolo
autrice: Buon
anno *-*
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
Capitolo 14 - Scommessa
Non gli era mai capitato di urlare contro qualcuno
a quel modo; Oliver, con un libro in mano, si sedette su una delle
poltrone presenti in Sala Comune, ma la mente era ben lontana dallo
studio. Aveva deciso di dedicarsi ai libri dal momento che il campo da
Quidditch se lo alternavano Tassorosso e Serpeverde, tuttavia non ci
riusciva proprio.
In effetti lui urlava solamente durante gli allenamenti, ma mai era
accaduto per altri motivi, e di certo non per qualcosa del genere.
Ancora non riusciva a credere a quanto accaduto nel parco, ed era
servito l'intervento congiunto di due Corvonero per impedirgli di
continuare a prendersela con Victoria; infine aveva taciuto solo di
fronte alla prospettiva di far perdere punti alla propria Casa.
Il ragazzo comunque era propenso a dare ragione a Steileir e Richmond,
che l'avevano accusato di aver esagerato; in effetti forse avrebbe
potuto farle ugualmente una predica, ma senza urlare a quel modo.
"Oliver, c'è Frederich Steileir che mi manda a dirti che
vuole vederti prima di cena" Il ragazzo venne strappato ai propri
pensieri dalla voce di Percy, appena entrato in Sala Comune, e gemette.
Sicuramente il Prefetto e Capitano dei Corvonero voleva fargli una
predica, ma lui aveva già deciso che non gliel'avrebbe
permesso.
In fondo era colpa di Victoria, ma lui già immaginava che la
ragazza avesse scaricato su di lui la colpa. "D'accordo,
sarà per il Quidditch" disse al solo scopo di quietare la
curiosità dell'amico: c'era sempre la possibilità
che Percy non avesse sentito le voci che già da qualche ora
circolavano. Cecily non aveva perso tempo a spettegolare, e pareva che
tutt'ad un tratto ad Hogwarts non si parlasse d'altro che di quello che
era successo nel bagno.
In realtà lui aveva già cercato di spiegare che
non era accaduto nulla, ma la maggior parte degli studenti si era
limitato a dargli delle pacche sulle spalle e a strizzargli l'occhio.
Non aveva neppure osato chiedere che cosa pensassero nel timore di
inorridire; si alzò gettando via il libro e
attraversò il buco del ritratto.
Magari Steileir voleva davvero parlare di Quidditch, si disse Oliver,
dopo aver appreso con sorpresa che lo aspettava proprio vicino alle
tribune dove solitamente si sedevano gli studenti che desideravano
assistere alle partite. Lo riconobbe da lontano: la stazza robusta di
Frederich lo rendeva riconoscibile anche a grandi distanza, e si
avviò verso di lui. Si salutarono, ma Oliver lo
anticipò prima che l'altro potesse parlare.
"Se mi hai chiamato per farmi un'altra predica, preferirei che lo
evitassi. Ho già promesso che non accadrà
più" dichiarò deciso il ragazzo e Frederich
scosse la testa.
"Sei troppo sospettoso, io non faccio prediche. Tuttavia io e August ci
siamo trovati d'accordo nel toglierti cinque punti per quello che hai
fatto. Preferivo dirtelo di persona piuttosto che fartelo sapere
tramite il tuo Prefetto" Frederich parlò in modo tranquillo,
pur sapendo di dare una notizia sgradita a Oliver; tuttavia non poteva
fare diversamente perché quanto visto non gli era piaciuto.
Il ragazzo lo guardò, incredulo. "Ah, vengo punito io anche
se è colpa sua? Beh cosa mi aspettavo, siete delle stessa
Casata, mi sembra logico che vi proteggiate a vicenda"
sibilò Oliver arrabbiato. Cinque punti erano pochi e non
avrebbero influito sulla classifica della Coppa delle Case, tuttavia
era abituato a non subire decurtazioni se non durante Pozioni. Ed era
anche irritato al pensiero che Steileir, di cui aveva sempre avuto una
buona opinione, si mostrasse di parte proprio come faceva il professor
Piton.
"Non sapevo fossi il tipo capace di parlare a sproposito, Ol.
Semplicemente ti togliamo qualche punto per lo spintone che ti abbiam
visto dare a Victoria, ma soprattutto perché sei entrato nel
bagno delle ragazze. Come sai è vietato... e se ti
può consolare, a Victoria ne ho tolti personalmente quindici
per aver saltato le lezioni del pomeriggio, oltre al fatto che ha
contribuito alle urla nel corridoio durante le ore di lezione. Il resto
non è affar mio e le vostre divergenze appianatele tra voi"
disse bruscamente Frederich mentre prendeva in mano la mazza da
Battitore, con il chiaro intento di allenarsi.
Il ragazzo non aggiunse, ma era dell'idea che Baston avesse reagito
davvero in maniera eccessiva; oltretutto aveva dovuto occuparsi
personalmente di riportare Victoria alla Torre dal momento che era in
stato di shock. Non riferì a Oliver che la ragazza era
completamente a pezzi: lui e August non avevano sentito tutta la lite,
ma erano sicuri che il Grifondoro si fosse premurato di dirle le cose
peggiori. Se fosse stato per lui, gli avrebbe tolto molti
più punti, ma Oliver aveva dalla sua una condotta
notoriamente irreprensibile, e non avevano potuto accertarsi di tutto
quello che aveva urlato.
"Ah... scusa, non volevo offenderti. In ogni caso è vero che
ho esagerato, ma non sono proprio riuscito a trattenermi quando..."
Oliver si bloccò, riluttante ad ammettere che ciò
che l'aveva infastidito veramente era il fatto che la ragazza avesse
agito per ripicca. Forse non avrebbe neppure pensato ad una cosa del
genere se non l'avesse vista piangere nel bagno.
Aggrottò le sopracciglia, pensieroso. Non era neppure sicuro
che avesse davvero pianto, ma di certo era impossibile negare che non
fosse rimasta profondamente colpita da tutto quello che avevano sentito
dire. Non era veramente sorpreso dall'atteggiamento egoista di Marcus
Flitt, era solamente indispettito al pensiero che ancora una volta era
stato lui a finirci in mezzo.
La rivalità non aveva mai fine, eppure quella specie di
bacio lo irritava proprio perché era consapevole che non era
veramente destinato a lui. La stessa Victoria lo aveva ammesso,
perciò non si sentiva capace di scusarla. Se proprio voleva
infastidire Flitt, avrebbe potuto scegliere un altro con cui fare
esperimenti.
Frederich lo osservò, dicendosi che il ragazzo non era
consapevole di quanto accaduto. Decise quindi di non misurare le
parole. "So quello che è successo, Victoria me l'ha detto
prima in Sala Comune" esordì, senza essere sorpreso
dall'espressione incredula sul volto di Oliver. In fondo quando lui e
August li avevano separati, nessuno dei due aveva rivelato il motivo di
quella lite accanita. Come ricordò Frederich, c'erano state
solo urla da parte di Baston e passività da parte di
Victoria. "... e posso assicurarti che non sa spiegarselo neppure lei,
tuttavia credo che tu abbia esagerato. Magari dovreste parlarne per..."
Oliver scrollò la testa. Era troppo comodo agire e poi
scusarsi. "Quello che avevo da dirle l'ho già fatto. Per
quello che mi riguarda l'argomento è chiuso."
dichiarò con decisione. Tutto sommato niente lo obbligava a
cercare davvero un chiarimento con Victoria: non aveva bisogno di lei,
e dopo quanto fatto non meritava una seconda possibilità.
Frederich rinunciò a perorare la causa dell'amica; dopotutto
Victoria era abbastanza grande da parlare di persona a Oliver se lo
desiderava, e lui non era il suo avvocato, anche se gli dispiaceva per
quella situazione.
"Come ti pare. In ogni caso, Oliver, ti informo che tra qualche
settimana potrò consegnarti la formazione che
schiererò durante l'ultima partita della stagione. Tu hai
già preparato la tua?" Il Quidditch era in fondo l'ultimo
argomento che avevano in comune; Frederich sapeva di porre una domanda
superflua. Oliver schierava sempre la solita formazione, e non aveva
nessuna riserva anche perché di solito non ne aveva bisogno.
Beato lui, pensò il Corvonero nel ricordare la situazione
d'emergenza che l'aveva portato a schierare una squadra di fortuna
contro i Serpeverde. Inutilmente, tra l'altro. "Certo, te la faccio
avere il mese prossimo." dichiarò Oliver, e Frederich
notò che pareva tornato il ragazzo di sempre. Era come se
non avessero parlato di nient'altro, si disse Frederich. "Perfetto.
Probabilmente dovrò usare un Cercatore di riserva, proprio
qualche giorno fa McDougal mi ha detto che per via dei G.U.F.O. non
potrà assicurarmi la sua presenza."
Oliver osservò sorpreso il ragazzo, ma allo stesso tempo la
notizia lo rendeva euforico. McDougal aveva giocato solamente contro i
Tassorosso quell'anno, e la Chang ancora non era la sostituta ideale.
Anche se, rifletté, pochi erano all'altezza del talento di
Harry: quella sera avrebbe cominciato a predisporre tutto per la tanto
agognata vittoria finale. La Coppa sarebbe stata loro, non aveva alcun
dubbio.
Frederich non rivelò, però, che aveva
già in mente qualcuno da addestrare personalmente in vista
della partita. Mancavano quasi due mesi, e dopotutto solo i Tassorosso
erano certi di non poter vincere la Coppa. Ma il suo obiettivo non era
tanto la vittoria finale, quanto il desiderio di dimostrare che a
scuola non esistevano solo i Grifondoro e i Serpeverde: l'anno
precedente non aveva potuto impedire l'umiliazione in finale, ma
stavolta avrebbe lasciato un segno. Era il suo ultimo desiderio come
Capitano prima di lasciare la scuola.
Victoria avrebbe voluto essere trasparente come la Dama Grigia; la
ragazza si disse che forse doveva prendere in considerazione l'idea di
lasciare un'impronta di sé nel mondo prima di farsi
somministrare un veleno letale da Piton.
Ci aveva pensato seriamente il giorno precedente, e l'idea non era
svanita. Anzi, da quando era diventata oggetto di risatine pubbliche,
aveva quasi pensato di imitare Oliver e annegarsi sotto la doccia.
Certo, lui lo faceva per il Quidditch, ma non era importante: peccato
che non ci fosse riuscita, pensò amaramente mentre
percorreva il corridoio che portava all'aula di Incantesimi.
Aveva provato a parlare con il ragazzo, ma lui l'aveva accuratamente
ignorata e Percy le aveva riferito che Oliver non aveva intenzione di
considerarla. Il fatto che poi lo stesso Prefetto le avesse chiesto
cosa fosse accaduto, le aveva fatto supporre che Oliver non avesse
rivelato nulla. Forse era meglio farlo, si era detta, ma già
faticava ad ignorare le chiacchiere di tutta la scuola su
ciò che era successo nel bagno.
Sentiva di non poter biasimare del tutto Oliver, anche se avrebbe
preferito un chiarimento civile. Forse, si disse mentre si sedeva su
uno scalino, pretendeva troppo: ancora non riusciva a capire come fosse
riuscita a commettere quel gesto sconsiderato di cui aveva solo ricordi
vaghi. Riusciva perfettamente a ricordare i momenti che l'avevano
preceduto, e poi buio totale fino a quella lite furibonda. Non era
neppure riuscita a parlare, e nel momento in cui ci aveva provato, la
reazione di Oliver l'aveva frenata. Sentiva ancora il volto in fiamme,
per l'umiliazione provata in seguito.
Posò la scopa, desiderando con tutto il cuore di poterla
gettare via. Quel giorno Silente aveva riferito alla scuola che madama
Bumb sarebbe stata sostituita fino al termine dell'anno scolastico, ed
aveva presentato il suo sostituo. A grande sorpresa di tutti si
trattava proprio del padre di Oliver, e Victoria aveva dovuto ammettere
che, almeno fisicamente, i due si somigliavano solo relativamente: il
fascino che il signor Baston emanava era circa il quadruplo di quello
del figlio. Da quello che Piton aveva detto faceva parte del
Wizengamot, ma pareva che in passato avesse giocato assieme a Ludo
Bagman.
La lezione non era andata proprio bene; di solito Victoria si limitava
a stare nelle retrovie quando si trattava di Volo, tuttavia non era
stata tanto fortunata. In più il gruppo di Serpeverde non
aveva perso occasione per fare qualche battuta diretta a lei su quanto
accaduto proprio con Oliver, con la conseguenza che il padre aveva
colto l'occasione per terrorizzarla con i suoi metodi. L'aveva
costretta a prendere parte a quella stupida partitella di Quidditch e
le aveva fatto inseguire il Boccino, mettendole sempre alle calcagna
almeno un Bolide. Victoria si era però vendicata di lui
scartando d'improvviso, facendolo quasi scontrare contro uno degli
anelli. In parte aveva immaginato che fosse a causa sua se il figlio
era così fissato col Quidditch, tuttavia le importava
relativamente: aveva male dappertutto, ma naturalmente questo
all'insegnante non era importato.
Al contrario, le aveva detto che finché si era vivi i
problemi non esistevano.
Proseguì, ma fu costretta a fermarsi nuovamente dopo aver
raggiunto il quarto piano. Aveva davvero dolore ovunque, e si disse che
avrebbe disertato tutte le lezioni di Volo fino all'anno successivo.
Non erano d vitale importanza, e neppure richieste ai G.U.F.O.
"Oh no!" gemette la ragazza nel rendersi conto che Marcus Flitt era
comparso e puntava proprio verso di lei. Non voleva incrociarlo, ma era
consapevole di non poterlo evitare per sempre. Lo aveva visto il giorno
prima, e anche quella mattina di sfuggita a colazione, ma l'aveva
evitato facilmente costringendo quasi Cedric a rincorrerla mentre si
recava a lezione. Fece finta di non averlo visto e gli voltò
le spalle per proseguire in direzione opposta, ma non riuscì
neppure a distanziarlo di pochi metri. Si sentì afferrare
per il braccio, e percepì la rabbia riaffiorare.
"Dobbiamo parlare." disse bruscamente il ragazzo costringendola a
voltarsi verso di lui, e Victoria desiderò poterlo picchiare
con la scopa. "Non abbiamo nulla da dirci." rispose inviperita la
ragazza, riuscendo a divincolarsi.
L'ultima cosa che desiderava era quella di stare a sentire la montagna
di menzogne che le avrebbe propinato. Già le immaginava, e
lei non voleva nulla di tutto ciò. Desiderava essere
lasciata tranquilla, ma sembrava che lui non volesse capirlo. Le dava
fastidio dover riconoscere che, in quei giorni, si era davvero abituata
all'idea che le piacesse il ragazzo; non aveva più pensato a
Baston e si era concentrata sulla piacevole sensazione che sentiva
quando era con Marcus.
La irritava l'idea che il ragazzo fosse riuscito ad abbattere il muro
che si era costruita attorno, ma non l'avrebbe mai ammesso.
"Questo lo credi tu. Potremmo stare a parlare per ore e non riusciremmo
a dirci tutto ciò che dobbiamo, tuttavia voglio farti
ugualmente una domanda: davvero pensi che sia vero quello che hai
sentito da Cecily?" Marcus si rese conto di aver assunto un tono
aggressivo, tuttavia non lo moderò, limitandosi
semplicemente a fronteggiare Victoria. Preferiva giungere subito al
nocciolo del problema, girarci attorno non sarebbe servito a nessuno
dei due.
Vederla annuire con aria decisa lo fece sentire quasi male, almeno
prima di percepire la rabbia sorda farsi largo. Tutto sommato non
poteva negare che quella sgualdrina aveva detto la verità,
quella iniziale almeno, ma non era sicuro che Victoria fosse pronta ad
ascoltarlo. "Hai ragione, è vero." ammise, spiazzandola.
All'improvviso Marcus aveva capito che era meglio dire ciò
che pensava, senza negare.
Dall'espressione sul volto della ragazza si disse che probabilmente si
era giocato qualunque futura possibilità, ma decise di
proseguire. "Questo all'inizio, ma poi ho cambiato idea e posso
assicurarti che è da molto." Il ragazzo trovò
molto difficile parlare, ma lo fece ugualmente, anche se il
sopracciglio inarcato di Victoria non era un buon segno. Sapeva di
averla parzialmente sorpresa; di sicuro non si era aspettata che lui le
rivelasse così apertamente ciò che gli era
passato per la testa.
E non aveva neppure detto tutto, considerò mentre parlava.
Per esempio non le aveva raccontato della fatica di far bere a Baston
la pozione lassativa, anche se intuiva che forse l'avrebbe compreso da
sola. Né le aveva rivelato di aver ricattato Frederich
Steileir per avere qualche informazione su di lei, e neppure che era
riuscito a far parlare a ruota libera quella sciocchina di Maggie,
grazie all'aiuto di qualche alcolico.
"Non mi interessa, e poi non ci credo." dichiarò Victoria,
asciutta, cercando di ignorare quella parte di sé che la
chiamava bugiarda. Non voleva più sentire altro
perché non poteva fidarsi di Marcus; forse, si disse,
avrebbe potuto anche credergli se tutto questo gliel'avesse detto prima
e di persona, ma non ne era certa. Ad ogni modo non gli avrebbe
permesso di sconvolgerla più di quanto avesse già
fatto. "Non ti permetterò di ignorarmi, Victoria, e neppure
di prendermi in giro. Ho sentito quelle stupide chiacchiere su te e
Baston, ma non illuderti di riuscire a convincermi che state insieme. "
Ne era certo, conosceva il suo rivale e sapeva che doveva esserci
un'altra spiegazione a quanto accaduto. Parevano non esserci dubbi sul
fatto che si erano trovati assieme, ma lui aveva la certezza che si
fosse trattato solamente di una coincidenza; proprio quella mattina
aveva notato un atteggiamento curioso in Oliver, che aveva
deliberatamente ignorato la ragazza. Di certo non l'avrebbe fatto se
fosse stato vero che stavano insieme, ne era sicuro.
"Tra te e lui non so dirti chi sia più irritante, Flitt. Non
fate che parlarvi male alle spalle: forse dovreste fidanzarvi, visto
che non potete fare a meno l'uno dell'altro." ringhiò la
ragazza arrabbiata. Era venuto fuori il nome di Marcus anche mentre
Oliver urlava, e cominciava ad essere stufa di quella
rivalità, soprattutto perché ora ci era finita in
mezzo senza volerlo.
Il ragazzo strinse pericolosamente gli occhi per un istante, e Victoria
si chiese se non si fosse spinta troppo in là. Aveva
effettivamente parlato senza riflettere troppo sulle conseguenze, e non
ci credeva davvero; Marcus non disse nulla, ma si avvicinò a
lei senza darle modo di poter mettere della distanza tra loro.
Non intendeva fare nulla di strano, tuttavia venne attirato da
quell'odore che sentiva. Era sicuro che provenisse da lei, era mughetto
e ricordò di averlo percepito anche qualche sera prima.
Sicuramente erano i suoi capelli, e d'un tratto rimpianse di aver
atteso tutto quel tempo per farsi avanti. Ora, pensò con
gioia selvaggia, non c'era nessun Cedric Diggory ad interromperli,
avrebbe potuto finalmente ottenere qualcosa di concreto e mostrarle che
il suo interesse era reale. La tenne stretta per le spalle e senza
esitare le appoggiò le labbra sulla fronte.
Subito dopo Marcus pensò che sarebbe rimasto volentieri
incollato a lei per sempre, o almeno per parecchio tempo; non attese la
reazione di Victoria, che al momento pareva aver perso il desiderio di
fuggire, ma scese lentamente fino a raggiungere con le labbra il collo
della strega.
"Lasciami!" disse Victoria, scostandosi con violenza, e osservando
disgustata il ragazzo. Lui si accorse che tremava vistosamente, e ne
dedusse che certamente la ragazza era nuova a quel genere di approcci.
Ciò lo rese ancora più impaziente di continuare
quanto iniziato, ma non le si avvicinò nuovamente. In un
certo senso sapeva di averla turbata, e aveva parzialmente ottenuto
quanto voleva.
"Come vuoi, ma preferirei che cominciassi a riflettere su chi credere.
Pensi veramente che mi abbasserei a fare tutto questo se la mia fosse
solo una scena?" La voce di Marcus suonò leggermente tesa e
aggressiva, ma non gli importava. Sapeva, in passato, di aver detto di
essere pronto ad andare fino in fondo, ma non ne aveva mai avuto
veramente l'intenzione.
Ovviamente non poteva aspettarsi che lei ci credesse, ne era
consapevole. Per il momento però poteva bastare, non era il
caso di spaventarla più di quanto dovesse già
essere.
"Si, lo credo e non azzardarti a farlo di nuovo." ringhiò
Victoria, ottenendo in risposta solo una risatina. Avrebbe voluto
strozzarlo per la sua audacia.
O implorarlo di continuare, sentiva che una parte di sé
desiderava solo quello e ne era impaurita. Non aveva mai provato nulla
di simile, ed era certa che neppure quel bacio dato ad Oliver le avesse
procurato sensazioni del genere. Forse, rifletté la ragazza,
perché l'aveva fatto senza alcun sentimento. Una semplice
vendetta, ed era anche questo ad irritarla: si era abbassata al livello
di Marcus, e non riusciva a capirne la ragione.
Una volta non avrebbe fatto nulla del genere.
"Direi che discutere non serve a nulla, perciò ti propongo
una scommessa per risolvere la questione". Marcus aveva osservato la
scopa di Victoria, e un'idea gli si era affacciata alla mente. Non era
proprio da lui scommettere, tuttavia se avesse finto di volerla
assecondare... Sorrise divertito di fronte all'espressione incerta di
Victoria; la ragazza sembrava scettica. "Tra due giorni c'è
la partita di Quidditch, come sai giochiamo contro la squadra di quel
pivello di Diggory." Il ragazzo non trattenne il proprio pensiero. Per
quanto dotato di talento, il Tassorosso era ancora molto lontano
dall'essere ai livelli suoi e di Baston, o persino di Potter.
Non gli piaceva tutta la confidenza che Cedric aveva con Victoria, e
del resto la ragazza non poteva impedirgli di pensare ciò
che voleva di lui. "Se vince Tassorosso, allora sarò
obbligato ad esaudire una tua richiesta. Una soltanto."
precisò Marcus, ben sapendo che Victoria avrebbe esternato
il desiderio di essere lasciata in pace.
Era un rischio, ma sentiva di doverlo correre se voleva conquistare il
premio finale. Victoria lo squadrò sospettosa, e lui si
affrettò a concludere quanto intendeva dire. "Se vince
Serpeverde, sarai tu a dover esaudire una mia richiesta."
Lasciò cadere l'allusione nel vuoto e attese che la ragazza
avesse il tempo di assimilare nella mente quanto diceva; sorrise di
fronte al cipiglio irritato di Victoria. Era sicuro che la ragazza
stesse immaginando i risvolti peggiori.
"Non mi piace, è troppo facile per te. Voi Serpeverde siete
noti per avere tutti gli stessi pregiudizi, oltre al fatto che non
perdete occasione per cercare di mettere fuori gioco i vostri
avversari." sibilò Victoria. Quel genere di episodi era
frequente, e lei non aveva intenzione di accettare scommesse del
genere. Marcus la guardò irritato. "Magari pensi anche che
siamo fatti con lo stampino, vero?"
La domanda sembrava un ringhio, ma lui non fece nulla per dissimulare
l'ira. Che gli altri li considerassero tutti identici era normale, ma
lei si era sempre mostrata differente. Lo dimostrava l'atteggiamento
avuto fino a pochi giorni prima.
"Varrà bene la pena fare qualche sacrificio pur di
contrariarti. Avanti, detta pure le tue condizioni, tanto vinceremo con
o senza trucchi." dichiarò secco il ragazzo. In fondo che
gli importava se non poteva avvelenare tutta la squadra avversaria
prima della gara?
Victoria lo osservò, sorpresa, per poi sorridere a sua
volta. "D'accordo, allora dovrai dimostrarmi che siete in grado di
vincere senza ricorrere a trucchi. In modo onesto, insomma, e se ci
riesci... Beh non ci riuscirai, Marcus, però mi
divertirò a vedere la tua espressione da perdente quando la
partita sarà finita." disse la ragazza senza misurare le
parole. Non sapeva neppure lei perché accettava quella
stupida scommessa, avrebbe potuto evitarlo, ma già godeva
nell'immaginare Flitt sconfitto.
Lui avrebbe voluto quasi ridere. Era davvero ingenua se pensava che i
Tassorosso avessero delle chance di vittoria: con o senza trucchi li
avrebbe schiacciati senza pietà, non avevano scampo. E con
loro, non ne avrebbe avuto neppure lei. Anzi, si disse ghignando dentro
di sé, soprattutto lei.
"Peccato, avevo già trovato il modo per stregare il tuo
amichetto Diggory... sarà per la prossima volta." disse
Marcus, fingendosi solamente dispiaciuto e sorprendendo Victoria con
quelle parole.
"Tra due giorni verrò a riscuotere la mia ricompensa, fatti
trovare pronta." ghignò il ragazzo prima di allontanarsi. La
ragazza immaginò che fosse diretto al campo da Quidditch,
perciò decise che sarebbe corsa alla ricerca di Cedric:
doveva accertarsi che l'amico riuscisse a rimanere in perfetta forma
fisica prima della partita.
"Che cosa guardi?" Il fantasma di Helena Corvonero fece sobbalzare
l'ignaro studente; Oliver si sentì ghiacciare sotto lo
sguardo immobile della donna che fluttuava a poca gradini da lui. Non
gli piacevano particolarmente i fantasmi, né sapeva chi
fosse quella.
In realtà l'aveva vista varie volte, ma non si era mai
fermato a parlarle e non si era neppure curato di scoprirne
l'identità. "Io? Nulla, mi ero solo fermato a raccogliere la
pergamena che mi era caduta." rispose Oliver, sentendosi a disagio.
Quello che aveva detto era vero, però aveva omesso il fatto
che si era ritrovato involontariamente ad assistere al dialogo
traVictoria e Marcus. Sarebbe potuto tornare indietro, ma aveva evitato
di farlo nel timore che il rumore dei suoi passi potesse essere
percepito.
Sotto lo sguardo freddo della creatura perlacea si sentiva un bambino
colto in flagrante con le mani nel barattolo di marmellata di zucca.
"Allora perché sei rimasto a guardarli?"
Oliver pensò che la voce del fantasma avrebbe potuto essere
persino gradevole se non avesse avuto quel tono inflessibile, tuttavia
non gli piaceva sentirsi interrogato. "Non l'ho fatto apposta,stavo
per... andarmene, ma poi si son messi a parlare... "
Il ragazzo evitò di dire che avrebbe quasi voluto
approfittare dell'occasione per parlare con Victoria, ma era dell'idea
che le sue intenzioni non fossero affari del fantasma. Sceso a
più miti consigli aveva deciso di scusarsi con la ragazza
per la scenata che aveva fatto, ma l'arrivo di Flitt aveva cambiato
tutto.
E poi era rimasto molto incuriosito da quello che era accaduto; non
aveva mai visto Marcus comportarsi a quel modo, né avrebbe
immaginato che fosse davvero tanto interessato a Victoria. Per un
momento aveva preso in considerazione l'idea di intervenire, quando la
ragazza aveva allontanato l'altro, ma poi aveva scelto di non
intromettersi. Erano affari loro, e poi assistere a quello scambio di
battute lo aveva messo a disagio: personalmente era dell'idea che Flitt
fosse il solito bugiardo, eppure doveva riconoscere che ci sapeva fare
con le ragazze.
Lui non avrebbe avuto neppure la minima idea di come comportarsi. Non
come lui, ne era sicuro, si disse ricordando i modi poco cortesi usati
da Flitt. E anche poco consoni.
"Voi uomini avete il gene della menzogna estremamente radicato..."
esordì Helena con voce lugubre, e Oliver cominciò
a sentirsi offeso. Non aveva bisogno di un fantasma per sentirsi a
disagio, nè desiderava essere etichettato come bugiardo, ma
prima di riuscire a parlare lei continuò"... eppure l'ho
avvertita, di stare in guardia da te, ma non sono sicura che mi abbia
capita..."
Per un momento Oliver pensò che quella donna - fantasma -
fosse completamente impazzita. Lui non era forse la persona migliore
del mondo, ma lei decisamente esagerava: in cosa mai avrebbe potuto
essere pericoloso per Victoria? Lui? Tutte assurdità.
"Potrai anche essere un fantasma, e sicuramente nei tuoi tanti anni
di... vita... hai visto molte cose, ma non credo che tu possa
giudicarmi. Soprattutto visto che non mi conosci." dichiarò
Oliver. Per quanto amasse poco i fantasmi, li rispettava, e non aveva
mai avuto nulla da ridire con i pochi con cui parlava. Solitamente
salutava Nick, e poi aveva avuto a che fare con Mirtilla alcune volte,
ma quella donna era estremamente irritante. Soprattutto per via di
quello sguardo: il ragazzo pensò che certamente lei dovesse
ritenersi superiore a lui, se non a tutti.
"Non mi permetterei mai di giudicare uno studente, ma non ho potuto
fare a meno di notare la tua cecità... Non hai mai Visto
tutto ciò che io invece So..." Oliver pensò che
il tono mistico del fantasma somigliasse in maniera impressionante a
quello della professoressa Cooman, donna di cui aveva sacro terrore dal
momento che prediceva spesso e volentieri la sua morte. Tuttavia la
osservò con curiosità. "Che vuoi dire?"
"... notti intere a raccogliere le confidenze di una ragazza
innamorata, sentendo sempre parlare del bel giocatore di Quidditch...
delle prodezze in campo dell'eroico Grifondoro..." La voce di Helena
era sempre più bassa, ma Oliver la poteva chiaramente
distinguere: probabilmente perché era a pochissimi
centimetri di distanza da lui.
Ne parlava, pensò Oliver sgomento, come se fosse colpa sua
se Victoria l'avesse tediata con le sue chiacchiere. Al tempo stesso
però si sentì nuovamente a disagio; i fantasmi di
solito non mentivano, perciò sentiva di fidarsi della sua
parola quasi più che di quella di Percy. L'amico aveva detto
la stessa cosa tempo prima, ma perché lui non aveva mai
notato nulla?
"Non capisco perchè pensi che io menta... non sapevo del suo
interesse, e non l'ho mai incoraggiata." disse il ragazzo, incerto,
ricordando le parole di poco prima della donna. Ripensò al
proprio comportamento, e si sentì rassicurato: non aveva mai
dato alcuna speranza alla ragazza, ne era certo. "Ma non l'hai mai
dissuasa... tacere è come mentire, non lo sapevi?" Helena
rispose con freddezza, lasciando che il ragazzo si sentisse sempre
più a disagio.
Oliver fece per parlare, ma venne bloccato da sé stesso; in
effetti non aveva mai detto nulla del genere, ma solo perché
non aveva mai sprevisto quel risvolto. Aveva pensato di uscire assieme
a Victoria, lo ricordava, ma mai era riuscito a capirne la ragione.
Forse, si disse pensieroso, la risposta l'aveva avuta poco prima nel
vedere Flitt darsi tanto da fare.
"Per fortuna ora la tempesta sembra passata, la sua nave naviga in
acque più tranquille..." La donna aveva continuato a
parlare, ma poco dopo era fluttuata attraverso una parete. Naturalmente
dopo essersi premurata di passargli attraverso, traumatizzandolo.
Navi? Tempesta? Forse, si disse Oliver mentre si dirigeva di corsa
verso i sotterranei del castello, la donna aveva avuto una vita
traumatizzante se riusciva ad essere tanto enigmatica. Per fortuna
constatò di non essere in ritardo per la lezione, non aveva
nessuna voglia di essere avvelenato da Piton prima di scoprire il
risultato della prossima partita. Però non riusciva a
togliersi dalla testa le parole del fantasma, e decise che sicuramente
avrebbe dovuto parlarne con Victoria, anche se non riusciva a credere
che per acque tranquille il fantasma intendesse Flitt.
Semmai era piombata dritta in un uragano.
Marcus lasciò che l'acqua lavasse via il sudore; non aveva
nessuna fretta di finire quella doccia, al contrario ci sarebbe rimasto
volentieri per molto tempo. Dopotutto la partita era stata quasi
irrisoria, e la vittoria praticamente scontata.
Sorrise nel pensare all'espressione terrorizzata che avrebbe sfoggiato
Victoria nel momento in cui avrebbe scoperto l'esito; certamente il suo
amico Cedric sarebbe corso da lei a raccontarle della sconfitta. La
ragazza non era stata in tribuna, né Marcus si era aspettato
di vederla. Aveva sentito dire che Piton l'aveva trattenuta, ma era
sicuro che anche senza quell'impegno la sua assenza sarebbe stata certa.
"Bella partita!" disse Marcus rivolto al Capitano dei Tassorosso; non
avevano giocato male, però la loro preparazione era a
livelli decisamente bassi e non erano neppure riusciti a fare un goal.
In compenso ne avevano subiti parecchi visto che il punteggio finale
era 320-0.
Tutto questo senza neppure ricorrere ad alcun genere di trucco. Marcus
gongolava, tanto che si affrettò a rivestirsi dopo aver
scambiato qualche parola con l'avversario. Aveva fretta di rientrare al
castello: dubitava fortemente che Victoria lo cercasse spontaneamente e
ammettesse di aver perso la scommessa.
In questo era come Baston, una pessima perdente, ma lui non aveva
intenzione di rinunciare al proprio premio. Già lo stava
pregustando con un ghigno soddisfatto.
"Frederich!" Victoria piombò letteralmente addosso
all'enorme Battitore, al punto da lasciare sconvolta persino la
professoressa McGranitt, che la gratificò di un'occhiata
severa. Il ragazzo non cadde, ma osservò Victoria con aria
incuriosita.
Sembrava sconvolta e non riusciva a comprenderne la ragione; forse, si
disse sconsolato, aveva avuto un altro confronto poco gradevole con
Oliver Baston?
"Devi aiutarmi!" disse subito in fretta la ragazza, e Frederich la
osservò questa volta con aria interrogativa. "Ecco, devo
sparire prima che mi trovi Flitt... insomma, se vuoi uccidermi fai
pure, ti assicuro che rilascerò una dichiarazione che ti
scagioni."
La ragazza avrebbe voluto piangere. Lei non aveva avuto alcun dubbio
sull'esito della partita, invece aveva dovuto ricredersi; ora
però non voleva farsi trovare da Marcus Flitt che certamente
aveva tutte le intenzioni di indurla a mantenere la promessa fatta.
Ci avrebbe pensato meglio la prossima volta, prima di promettere
qualcosa. "Che hai combinato, scoiattolino?" indagò
Frederich sospettoso. Sapeva che avevano litigato, ma credeva avessero
poi chiarito.
Errore, evidentemente.
"Nulla, ma.... Idea! Potremmo sempre dire che siamo fidanzati, questo
mi salverebbe da qualunque problema! Ti assicuro che non mi importa se
non..." Victoria si bloccò per non dire la parola ad alta
voce in un luogo dove tutti potevano udirli, ma rimase sconvolta nel
sentirlo ridere. Lei era nei guai... e lui rideva.
"No, cara, adesso mi racconti in che guaio ti sei cacciata e se vuoi ti
aiuto a risolverlo. Ma non contare su questo." dichiarò il
biondo, mentre la conduceva nuovamente alla Torre di Corvonero. Sarebbe
stata una lunga notte di chiacchiere, sospirò pensando agli
esami che incombevano. Avrebbe studiato un'altra volta.
nota:
Ok eccomi. non mi aspettavate, lo so, ho aggiornato ieri. Ma il 14 non
voleva invecchiare nella chiavetta, perciò grazie Enide ed
eccovi un capitolo corposo.
In realtà doveva andare in un altro modo, ma ho slittato
alcune cose per non essere troppo frettolosa^^
bene:
- Oliver è altalenante: si incavola con Vic, non le parla
più, ma nel frattempo tutta la scuola li sfotte xDDD questo
è normalissimo, Cecily e le amichette pettegole hanno
spifferato a tutti quel che han visto XDD tuttavia come vedete verso la
fine Oliver riconosce di essere stato un po' precipitoso e cerca un
chiarimento. Chiarimento che non arriva, dato che si trova senza volere
a "spiare" i due u.u
Gli piacerà Victoria? Beh... a voi giudicare da quanto
lascia trasparire u.u io non vi dico nulla xddd
- Baston senior è troppo LOL. Cioè, ci sta da
Dio, nel Wizengamot e con un passato nel Quidditch lol ed è
più ossessionato di suo figlio XDDD come vedete ha "preso di
mira" Vic u.u maggiori approfondimenti in seguito <3
- la scommessa, o meglio il ricatto di Marcus lol perchè a
casa mia si chiama ricatto, anche se lui lo fa passare per una cosa
così u.u lui sa già che vince, in fondo non viene
mai detto che Tassorosso vinca contro Serpeverde, perciò...
u.u ora lascio a voi pensare che cosa chiederà mai a
Victoria u.u non ciò che credete(xdd)
-ho messo Frederich Steileir Prefetto... ripensandoci, essendo Penelope
quello femminile, il maschile avrebbe dovuto essere del 5 anno, ma ho
deciso che così non è. Non sapendo chi
è quello di Corvonero, ci sta benissimo che sia lui. Bello,
bravo, Prefetto e gay... è l'ideale *__*
svilupperò un rapporto tra lui e Vic, in fondo sono "legati"
da quel segreto u.u e poi non c'è nulla di male,
no?ripensandoci la questione dei Prefetti è contorta
perchè viene detto che vengono scelti al 5 anno, ma non ogni
volta perchè Percy per esempio è Prefetto anche
al suo 6 anno, e prima di Ron ed Hermione non si sa chi fossero i
Prefetti di Grifondoro. Mah xd
Noto che ci sono molti fans di Victoria/Oliver, nel caso decidessi
altrimenti spero non mi fucilerete lol
Avete capito alla fine a chi si riferiva la Dama Grigia? A Oliver lol e
spiega la ragione... certo che se Vic scopre che Helena ha rivelato
parte delle sue confidenze... AHAHAHAH no vabbè u.u comunque
spero sia tutto gradito :=)
Per uomini, Helena intende il genere umano, non i maschi, ma era
necessario scriverlo così, affinchè Oliver la
vedesse come un'accusa diretta^^
ringrazio tutti quelli che recensiscono, siete adorabili, e anche
quelli che seguono e basta. Non siete certo meno importanti dato che
aumentate sempre *__*
Buon anno a tutti quanti, se volete vi cnsiglio la mia long fic su
Oliver Baston, e che sarà spin off ufficiale di questa
storia e del seguito :=)
Oltre a due nuovissimi contest che ho indetto, per S.Valentino e per la
festa della donna.
Ciao!
p.s. Thorfinn lascia recensire Enide e intervieni solo saltuariamente è__é e voglio vederti iscritto al contest di San Valentino u.u
XD
Marmellata di zucca: invenzione mia xdddd secondo me fa schifo, ma vivono di zucca a Hogwarts o.o poracci loro lol io preferirei l'acqua al succo di zucca*tradizionalista*
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
Severus
Piton's Time- Contest
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
|
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Capitolo 15 *** 15 - Rabbia senza confini ***
Angolo
autrice: oggi 3 gennaio è il compleanno di Victoria. Fatele
gli auguri o morite miseramente xddd
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
Capitolo 15 - Rabbia senza confini
Victoria
scese le scale
con aria apparentemente serena, ma temeva di perdere il controllo da
un momento all'altro. Non voleva incontrare Marcus, ma non aveva
scelta. Del resto lei avrebbe fatto la stessa cosa se la scommessa si
fosse conclusa in maniera differente e, come le aveva appena fatto
notare Frederich, doveva imputare la colpa solamente a sé
stessa.
Il Battitore aveva ragione, pensò la ragazza mentre
percorreva un
corridoio cercando di immaginare che cosa volesse Marcus da lei. Sapeva
che desiderava, come le aveva detto,
riscuotere il suo premio, ma ancora non sapeva precisamente di cosa
si trattasse. In ogni caso le aveva fatto sapere, tramite un sorpreso
e quanto sospettoso Cedric, che l'avrebbe attesa poco lontano dalle
clessidre che segnavano i punteggi delle Case.
Un punto a suo
favore, se non altro non era un luogo troppo appartato, dove di certo
lei non si sarebbe mai azzardata ad andare, non da sola con lui
almeno. In quel momento Hogwarts pareva quasi deserta, e Victoria era
certa che quasi tutti gli studenti fossero ancora a dormire;
nonostante fossero ormai le dieci di mattina, era risaputo che al
sabato tutti amavano poltrire. O studiare nelle rispettive sale
comuni, cosa che avrebbe fatto anche lei se non avesse avuto quella
preoccupazione.
Lui non era ancora arrivato, e per un momento
Victoria contemplò l'ipotesi di considerarlo disperso, e
salvarsi
così da quella che le sembrava una sciagura; stava per
mettere in
pratica quel pensiero quando venne bloccata dal suono sempre
più
vicino di alcune voci. Pensò che fossero studenti,
perciò rimase
sorpresa nel vedere proprio Marcus che stava parlando con il
professor Piton. Per non fissarli come una stupida, portò lo
sguardo
sulla bacheca dove Gazza sistemava sempre gli avvisi, ma non si
concentrò su nessuno di quelli in particolare.
Dopo alcuni
minuti si rese conto che i due avevano finito di parlare; il
professor Piton la osservò con sguardo impassibile prima di
proseguire sparendo oltre le porte della Sala Grande. "Scusa il
ritardo, ma Piton ha sempre qualcosa di cui lamentarsi." disse
Marcus. La ragazza avrebbe voluto rispondergli che per lei avrebbe
potuto anche evitare di venire. Tuttavia la trattenne il fatto che
mostrarsi maleducata, almeno finché lui non avesse fatto lo
stesso,
non avrebbe avuto senso.
"Non importa. Allora, cosa vuoi?"
Victoria pronunciò a fatica quelle parole con espressione
che
sembrava quasi ad un ghigno, ma non riusciva a controllarsi del
tutto. Lui non commentò e si limitò ad indicarle
un foglio che era
appeso proprio in bacheca; Victoria si girò per leggerlo.
Aggrottò
per un momento le sopracciglia: era la data della prossima visita ad
Hogsmeade, ovvero il sabato successivo, ma non riusciva a
comprendere. Marcus attese eventuali domande, ma notando che non
arrivavano decise di spiegarle la situazione.
"Come vedi
sabato c'è la gita ad Hogsmeade, pertanto..."
cominciò a
parlare, ma Victoria lo interruppe in fretta, indignata. " Non
mi vieterai di andarci, scordatelo" dichiarò arrabbiata.
L'ultima cosa che desiderava era quella di vedersi costretta a
rimanere al castello con lui, magari con la scusa di allungare
nuovamente le mani. C'era un limite a tutto, pensò
furibonda, ma
rimase colpita quando si accorse che Marcus le stava ridendo
praticamente in faccia. "Certo che ci andrai perchè verrai
con
me." precisò subito il Serpeverde, appoggiandosi pigramente
alla parete per osservare la sua rezione.
Non fu deluso nel
vederla inorridire, anche se avrebbe preferito un minimo di
entusiasmo; aveva riflettuto a lungo su cosa chiederle, per quanto
avesse già deciso che desiderava un incontro con lei, e si
era
convinto che Hogsmeade fosse lo scenario giusto per una conoscenza
più approfondita. Per qualche istante si era detto che,
forse,
avrebbe potuto pretendere qualcosa di più concreto, come un
bacio o
anche qualcosa di più, ma aveva dovuto riconoscere che, in
quel
caso, non avrebbe potuto avere nient'altro. E lei di certo si sarebbe
appellata forse anche alla legge magica pur di non accontentarlo.
"Però con qualche condizione, ovviamente..." Victoria, a
quelle parole, pensò di essere sul punto di mettersi ad
urlare. Non
lo fece solamente perché lui l'aveva anticipata di nuovo.
"Per
quanto preferirei diversamente, devo avvisarti che sono disponibile
solo nel pomeriggio. La mattina c'è il corso di
Materializzazione,
quindi sei fortunata." le disse con un ghigno.
Victoria
pensò che, se non altro, aveva avuto un po' di fortuna.
Un'intera
giornata con Marcus le avrebbe causato incubi a non finire, forse con
solo qualche ora in sua compagnia poteva sperare di sopravvivere.
"Altra cosa fondamentale: quello che farai la mattina non mi
interessa, a meno che tu non decida di provocarmi e passare il tuo
tempo con quel perdente di Baston. In questo caso mi sentirò
autorizzato a picchiarlo, e a pretendere da te un'altra uscita."
disse Marcus senza troppi giri di parole. Non aveva nessuna
intenzione di permetterle di prenderlo in giro con quello stupido;
Victoria si limitò a scrollare le spalle senza rispondergli,
così
lui continuò: "Per finire non voglio vedere nessun altro
quel
giorno, perciò scordati di portarti dietro i tuoi
amichetti... solo
noi, e basta. Tutto chiaro?"
Per un momento Victoria meditò
di nuovo l'ipotesi di farsi avvelenare da Piton. L'insegnante era
sempre disponibile quando si trattava di maltrattare gli studenti, di
certo non sarebbe stato interessato alla ragione della sua richiesta.
Allo stesso tempo però ricordò le parole di
Frederich, e dovette
convenire che se si fosse rifiutata, avrebbe mancato di rispetto alla
nobile Casa dei Corvonero, che erano furbi e non codardi.
"D'accordo." disse la ragazza e si affrettò
ad allontanarsi prima che Marcus cominciasse ad avanzare altre
pretese, il ragazzo non fece neppure il gesto di seguirla, e si
allontanò a sua volta verso la Sala Grande . Aveva
fame, e poi si
disse che non era il caso di costringere la ragazza a stare in sua
compagnia. Aveva una settimana intera prima della loro gita ad
Hogsmeade, e lui non aveva nessuna fretta.
Per Victoria il
tempo era un mistero. Ogni volta che desiderava che trascorresse in
fretta, per esempio quando sapeva che doveva essere interrogata, lui
se la prendeva con estrema calma; al contrario quando desiderava
averne di più, accelerava senza ragione apparente.
La settimana
volò letteralmente, senza lasciarle modo di rimandare quella
che
riteneva essere la catastrofe del secolo; da una parte poteva essere
una buona cosa almeno tutto sarebbe finito in fretta, ma dall'altra
si sentiva trascinare da una corrente inarrestabile. Non riusciva
proprio a togliersi dalla testa quello che Marcus aveva fatto giorni
prima, tanto che a volte non riusciva neppure a dormire dal momento
che il ricordo non faceva che perseguitarla.
A Cedric aveva solo
detto che non sarebbe potuta andare con lui a Hogsmeade, ma l'amico
l'aveva presa discretamente bene dal momento che aveva molto da
studiare e aveva comunque deciso di rimanere al castello. Lo aveva
solo sorpreso che lei, invece, contasse di andarci, e l'aveva presa
in giro scherzosamente quando Victoria, per metterlo a tacere, gli
aveva detto che aveva un appuntamento.
Però non aveva rivelato
con chi, soprattutto dal momento che Cedric era convinto che ci
andasse con Oliver, nonostante gli avesse ripetuto più volte
che non
era così. Aveva evitato di proposito anche il Grifondoro,
soprattutto perchè le lezioni di Volo erano ormai diventate
una
tortura vera e propria. L'espediente di fingersi malata non aveva
funzionato, tanto che il supplente era andato personalmente a
cercarla e l'aveva trascinata al campo da Quidditch prendendola per
le orecchie, scatenando l'ilarità di tutti, soprattutto dei
Serpeverde.
Lei, invece, era arrivata a detestarlo sempre di
più ed era certa che se avesse parlato con il figlio, di
certo
avrebbe scaricato tutto il suo livore su di lui. Sapeva che non era
la stessa cosa, ma non riusciva ad impedirsi quel pensiero; da quel
momento Victoria non aveva più cercato scuse per evitare le
lezioni
di Volo, ed era arrivata quasi a sperare che un Bolide l'uccidesse.
O che ammazzasse l'insegnante, nei confronti del quale non provava
che rabbia.
Il sabato arrivò in fretta e Victoria si ritrovò
davanti la prospettiva di dover trascorrere il pomeriggio a Hogsmeade
senza aver trovato la soluzione per evitarlo; aspettò che i
compagni
lasciassero la Sala Comune prima di alzarsi. Tutti avevano fatto
progetti su come trascorrere la giornata; Maggie, che finalmente
sembrava essere decisa a lasciare tranquillo Cedric, le aveva
raccontato che sarebbe andata con un Grifondoro da Madama Piediburro, e
Victoria era
involontariamente rabbrividta.
Se Marcus l'avesse portata là, lo
avrebbe picchiato: per nulla al mondo avrebbe messo piede in un
locale del genere, piuttosto si sarebbe avvelenata da sola. Scendendo
in Sala Comune incontrò Frederich, che la osservò
con aria
interrogativa.
“Non penserai di andarci vestita a quel modo,
vero?” le chiese, incredulo, e Victoria si domandò
che cosa non
andasse nella sua tenuta. Aveva messo la solita divisa di scuola, ma
pareva che il compagno non la trovasse di suo gusto. Frederich
scrollò la testa esasperato. “Senti, dato che devi
andarci per
forza, tanto vale che ti prepari come si deve: torna su e renditi
presentabile.” disse il ragazzo, facendola inorridire.
Un'ora
dopo Victoria uscì controvoglia dal castello, ed
osservò speranzosa
il cielo: nubi minacciose si stagliavano in cielo e la ragazza
cominciò a sperare che piovesse tanto al punto da riuscire
ad
annegarla durante il tragitto. Le sarebbe dispiacituo solamente per
la veste da strega che Frederich l'aveva costretta ad indossare;
in effetti somigliava
comunque alla divisa scolastica, con la differenza che aveva la gonna
più lunga ed era di stoffa viola.
Victoria sapeva che, di solito, le lezioni di Materializzazione
terminavano dopo pranzo, perciò avrebbe avuto tutto il tempo
per
mangiare, ma non riuscì ad inghiottire neppure un boccone. I
Tre
Manici di Scopa era affollato di studenti, ma la ragazza si era
abilmente nascosta dagli amici: non voleva parlare con nessuno.
Mentre usciva dal castello era certa di aver intravisto con la coda
dell'occhio Oliver Baston, ma l'aveva rapidamente seminato grazie ad
una serie di scorciatoie prima che potesse avvicinarsi. Aveva avuto
la brutta impressione che la stesse cercando, e in quel momento non
aveva voglia di parlargli.
Dopo un po' decise che ne aveva
abbastanza di rimanere li seduta, e si affrettò ad uscire, e
venne
quasi travolta da un violento temporale. Con suo sommo dispiacere
ricordò l'ombrello, dimenticato ovviamente a scuola,
così si calò
sul capo il cappuccio del mantello. “Come sempre
puntualissima,
vedo. Dai vieni qui prima di finire nella pozzanghera.”
Per
poco Victoria non inciampò nei piedi di Marcus Flitt,
evidentemente
arrivato in quel momento e notò che, al contrario di lei,
aveva
l'ombrello. Victoria non avrebbe voluto accostarsi a Marcus, ma il
ragazzo l'aveva già presa per il braccio e le aveva riparato
la
testa senza chiederle il permesso. Lei lo avrebbe volentieri mandato
via, ma doveva ammettere che non aveva senso rifiutare un riparo. "E
dove dovremmo andare? Avremmo fatto meglio a rimanere a Hogwarts se
l'alternativa era farci inzuppare d'acqua."
Marcus fu
costretto a ricordare a sé stesso di trattenersi, dal
momento che in
un altro frangente avrebbe risposto in malo modo a quelle parole
acide; in effetti ci aveva pensato pure lui, ma non avrebbe permesso
ad un po' d'acqua di rovinargli i piani. Tornare al castello era
fuori discussione, c'erano troppi posti in cui la ragazza avrebbe
potuto nascondersi o defilarsi, e lui non voleva. Continuò a
tenerla
stretta per il braccio e si chiese se Victoria potesse capire, dalla
stretta serrata, che il suo non era desiderio di farle del male, ma
solo di tenerla vicino a sé.
Era tutto assurdo, pensò
arrabbiato. "Tranquillizzati, conosco un posto molto
caratteristico, e sarà proprio là che andremo."
le rispose
mentre si accertava di dove mettere i piedi; normalmente avrebbe
usato un incantesimo, ma l'ombrello era sempre più efficace.
E poi
costringeva Victoria a rimanere vicina a lui, e non avrebbe
rinunciato all'oiccasione.
"E dov'è? Spero non sia quella
topaia di Madama Piediburro, perché in tal caso ti assicuro
che non
ci verrò." dichiarò Victoria sempre
più scostante, tanto che
per un momento faticò a riconoscersi. Chiuse per un momento
gli
occhi e fece un profondo sospiro. Quella vicinanza la rendeva
estremamente nervosa, eppure doveva riconoscere, mentre percorrevano
la strada che attraversava il villaggio, che sicuramente il ragazzo
avrebbe potuto approfittarne di più se avesse voluto
infastidirla.
"Credi davvero che io sia il tipo da locali del genere? Per
favore, piuttosto mi faccio mettere nel dormitorio con
quell'imbecille di Baston. Ed è tutto dire... No, conosco un
posto
più appartato, non incontreremmo nessuno degli altri." le
disse
con un ghigno, sapendo che si sarebbe immediatamente allarmata, e non
fu deluso. In ogni caso la Testa di Porco faceva al caso suo, era il
luogo ideale dove rimanere da soli.. ovviamente
perché di solito era vuoto, e gli studenti lo evitavano.
Victoria
non replicò a quelle parole, limitandosi a farsi trascinare
fino
alla stradina laterale, pregando dentro di sé
affinché nessuno li
vedesse assieme. Tuttavia nel vedere il locale non riuscì a
reprimere un gemito: non somigliava per nulla ai Tre Manici e pareva
decisamente lurido; la cosa positiva era che era vuoto, a parte un
gruppo di quattro persone, che si girò immediatamente ad
osservarli,
più per il fatto che avevano aperto la porta che per la loro
presenza.
Il tavolo scelto era in un angolo, e Victoria si
affrettò a sedersi e a prendere in mano quel menu; non aveva
nessuna
voglia di mangiare, specialmente in un posto del genere, tuttavia
qualunque cosa sarebbe andata bene pur di rimandare qualunque
conversazione con Marcus. Il ragazzo aveva evitato di proposito di
sedersi di fianco a lei, ed aveva preferito occupare il posto di
fronte. Aveva già immaginato che si sarebbe sentita a
disagio, e non
era sua intenzione farla stare in quel modo
"Ecco qua."
disse in tono burbero il barista dopo aver portato loro le
ordinazioni; Marcus gli fece segno di andarsene in fretta e
considerò
che fortunatamente la ragazza non aveva chiesto una bevanda inutile
come la Burrobirra. Quella era, secondo la sua modesta opinione, roba
da Grifondoro falliti ed era incuriosito dalla scelta
dell'Acquaviola. Da parte sua aveva chiesto la stessa cosa, anche se
avrebbe preferito un ottimo Whisky Incendiario.
"Allora,
com'è andata la lezione? Scommetto che ti sei Spaccato in
mille
pezzi." esordì Victoria con un sorriso leggermente ironico,
sorprendendo persino sé stessa dal momento che non si
sarebbe mai
immaginata di rivolgergli spontaneamente la parola. D'altro canto era
consapevole che di qualcosa avrebbero pure dovuto parlare, meglio
limitarsi ad argomenti prettamente scolastici.
Marcus inarcò
leggermente un soppracciglio prima di rispondere in modo disinvolto.
"Mi spiace deluderti, ma sono il migliore del corso". Il
ragazzo era consapevole di aver esagerato un po', ma d'altronde
doveva ammettere che la maggior parte degli altri erano scadenti; lui
si era Spaccato solo un paio di volte all'inizio, poi era andato
tutto bene. Gli dispiaceva solo dover attendere ancora alcuni mesi
prima di poter fare l'esame, dal momento che sarebbe diventato
maggiorenne a fine luglio. Tuttavia era compiaciuto dal fatto che lei
avesse dimostrato almeno un po' di interesse.
L'ora successiva
trascorse più velocemente di quanto Victoria avesse
previsto, ma si
sentiva ugualmente a disagio; per quanto Marcus mantenesse le
distanze, si innervosiva ogni volta che si rendeva conto di essere
osservata con particolare intensità. In quei casi cercava un
argomento in grado di distrarlo, ma era sempre più difficile
dal
momento che pareva restio a parlare di cose di scuola. "Mi
sembri nervosa, forse dovresti mangiare qualcosa." dichiarò
il
ragazzo ad un certo punto, facendole venir voglia di picchiarlo.
Victoria scrollò le spalle.
"Non ho fame, e poi tra poco è
ora di tornare a scuola." disse, e Marcus notò il tono
speranzoso con cui aveva parlato. Evitò di dirle che se
fossero
tornati a scuola in quel momento, l'avrebbe costretta ugualmente a
trascorrere dell'altro tempo con lui, gli era chiaro che lo stava
solo facendo apposta per provocarlo. "Davvero non hai fame?
Magari potresti cambiare idea se sapessi cosa ti ho portato..."
Victoria lo osservò sospettosa domandandosi che cosa volesse
dire, e
rimase di stucco quando lui appoggiò sul tavolo, proprio
davanti a
lei, quel cioccolatino; la ragazza lo riconobbe chiaramente come uno
di quelli che piacevano a lei, gli stessi che le aveva regalato
anonimamente per il suo compleanno e si sentì male. Aveva
quasi
sperato che lui non accennasse a nulla di quanto accaduto, ma solo in
quel momento realizzò che il ragazzo non aveva abbandonato
l'obiettivo. "Non vedo perchè dovrei cambiare idea."
rispose Victoria in tono rigido e molto simile a quello che spesso
sentiva utilizzare da Cecily quando voleva essere sprezzante.
Accettare quel regalo avrebbe sicuramente fatto pensare a Marcus di
avere delle chance, lei invece non voleva dargli alcuna speranza.
Poco importava che non riuscisse a levarsi dalla testa quello che
aveva fatto alcuni giorni prima, non desiderava avere nulla a che
fare con lui. Il ragazzo contemplò per un momento l'ipotesi
di
risponderle in maniera brusca, ma si controllò, seppur a
fatica. Era
sempre più difficile, anche se ogni tanto non rinunciava ai
propri
consueti modi di fare.
"Peccato, vorrà dire che me lo
mangerò io allora." dichiarò Marcus con aria
fintamente
noncurante, e se lo mise in bocca senza problemi, per poi pentirsene
un attimo dopo. Sentiva la gola in fiamme, e per un momento si chiese
come mai a lei piacessero tanto: si disse che mettersi a vomitare
davanti a lei non sarebbe stato l'ideale, e per fortuna
riuscì a
contenersi, anche se non riusciva ad immaginare in che modo smettere
di tossire.
Victoria lo osservò allarmata, e poi le venne
inaspettatamente da sorridere. Indubbiamente Marcus non doveva avere
idea che all'interno dei cioccolatini c'era del liquore, e la
scoperta l'aveva colto impreparato. Si fece dare dal barista,
sconvolto dalla scena, un bicchiere d'acqua. "Calmati e bevi
questo, non è nulla di strano." gli disse costringendolo a
prendere in mano il bicchiere, approfittando di un momento in cui la
tosse pareva essersi calmata. Il ragazzo non avrebbe voluto, ma si
era scontrato con la testardaggine di Victoria, che lo aveva
costretto a bere. Inaspettatamente si sentì meglio, ma si
sentiva
ugualmente umiliato.
"Presumo che tu non ne avessi mai
mangiati, dico bene? Contengono un liquore che personalmente trovo
delizioso, ma non mi aspetto che dei Purosangue lo comprendano."
disse Victoria, prima di scoppiare a ridere. La scena era comunque
stata divertente, e il ragazzo si sentì offeso all'idea che
lei
potesse considerarlo un debole: di certo non poteva essere che la
ragazza reggesse meglio di lui uno stupido cioccolatino, e la
scrutò
con aria truce finché la risata di Victoria non si spense.
Non trovò
comunque malignità nel suo sguardo, pareva solo divertita.
"Quando
sono arrivata a Hogwarts mi hanno subito detto che i Corvonero sono
noti non solo per le qualità che il Cappello decanta ogni
anno, ma
anche per la straordinaria capacità di reggere gli alcolici
meglio degli
altri. Perciò non prendertela, anche perché ormai
ti sei ripreso,
dico bene?"
Marcus
poteva tollerare tante cose, ma non che lo si considerasse debole;
tuttavia mentre la osservava, pensò che se non altro quello
stupido
cioccolatino era servito a sciogliere un po' la tensione. E le aveva
fatto dimenticare la fretta di tornare a scuola.
Forse c'era
qualche speranza.
Circa due ore dopo, per il sollievo di
Victoria, erano finalmente di ritorno a Hogwarts; la ragazza non
vedeva l'ora di liberarsi della presenza dell'altro. "Ammettilo
che ti sei divertita, non fare quell'espressione musona." Il
ragazzo, che aveva accuratamente impedito che lei riuscisse a
seminarlo lungo il tragitto di ritorno, aveva usato un tono un po'
serio e un po' divertito.
"Oh certo, come no, Flitt, la
Testa di Porco è un luogo così.. divertente che
non riesco ad
immaginarne uno migliore." rispose Victoria alzando gli occhi al
cielo; per qualche strano motivo, invero, era riluttante ad ammettere
di avere trascorso qualche ora piacevole. Tutto sommato non era stato
un pomeriggio disastroso, al contrario, però la certezza di
vedere
la luce vittoriosa negli occhi del ragazzo la induceva a tacere.
Non gli avrebbe mai permesso di vantarsi, era già tanto che
avesse
acconsentito a trascorrere quel pomeriggio a Hogsmeade;
fortunatamente nessuno li aveva visti assieme, o se non altro lo
sperava, e il fatto che la Testa di Porco fosse un locale quasi
nascosto e poco frequentato la sollevava. "Non esagerare, sempre
meglio dei Tre Manici di Scopa che è sempre pieno di gente
urlante:
l'abbiamo evitato per quello, no? Volevi un po' di
tranquillità,
speravi forse di trovarne in quel.. " Marcus non terminò la
frase sapendo che avrebbe offeso la ragazza se avesse detto
ciò che
pensava, ovvero che quel pub era più adatto agli stupidi, lo
dimostrava il fatto che era sempre pieno di Grifondoro che
schiamazzavano come barbari.
Non era sicuro di aver ottenuto
qualcosa da quell'incontro, neppure sotto l'effetto dell'Acquaviola
la ragazza si era sciolta, al contrario, pareva sempre in grado di
mantenere il controllo. Solo di tanto in tanto aveva creduto di
essere riuscito ad aprire qualche spiraglio nel muro di diffidenza
con il quale lei si era circondata, ma non era riuscito ad abbatterlo
del tutto: nel preciso momento in cui aveva creduto di potersi
permettere un azzardo, lei si era richiusa in quel guscio. Era
estenuante avere a che fare con lei; probabilmente il suo carattere
avrebbe scoraggiato la maggior parte delle persone: non a tutti
poteva interessare un modo di fare tanto glaciale. Victoria era anche
un po' snob, non gli era sembrata così quando le aveva
parlato le
prime volte, lo era diventata dopo aver scoperto che lui avrebbe
voluto servirsi di lei, seppur in modo innocente per i suoi
standard.
Strano come avesse del tutto accantonato quel progetto,
gli piacevano le sfide, ma ne valeva la pena di fare tanta fatica?
"Scommetto che adesso non vedi l'ora di chiedermi aiuto per
studiare."
Victoria si trattenne dal tirargli un calcio: era
evidente che non aveva nessuna intenzione di lasciarla tranquilla,
neppure dopo aver ottenuto ciò che voleva. "Oh sicuro, muoio
proprio dalla voglia di studiare con te!" rispose sarcastica
prima di assumere un'espressione infastidita proprio mentre varcavano
il portone d'ingresso della scuola. "Stammi bene a sentire, ho
mantenuto la promessa ed ora tocca a te lasciarmi in pace, d'accordo?
Se proprio avessi bisogno d'aiuto a studiare chiederei a Ced o a
Percy, ma di sicuro so a chi non chiederei mai : a te."
Victoria sapeva di essere odiosa, ma non vedeva altra via d'uscita
che comportarsi in quel modo che non le era per nulla abituale; ci
avrebbe pensato bene la prossima volta prima di fare qualche promessa
a Marcus.
"Veramente no, gli accordi erano che avremmo
dovuto trascorrere un pomeriggio assieme, la tua ora di mutismo non
era precisamente ciò che mi aspettavo." ribattè
il ragazzo,
leggermente piccato davanti a quel modo di fare. Non si sorprese
vedendola irritarsi ulteriormente per le sue parole: c'era una certa
gioia maligna nel controbattere alle sue accuse, sopratutto sapendo
di avere ragione, e nel vederla annaspare in cerca di una replica. In
quel momento avevano imboccato un corridoio deserto che, ne dedusse
Marcus, conduceva alla galleria che portava alla Torre di Corvonero.
"Senti, non mi interessa se non sei soddisfatto di quello che
hai avuto, accontentati! E se fossi in te ne approfitterei per andare
al campo da Quidditch, il sole ancora non è tramontato."
ribatté Victoria arrabbiata, mentre proseguiva a passo
più spedito:
non aveva nessuna voglia di litigare, riteneva di avere già
sopportato abbastanza. Di certo non avrebbe perso l'occasione per
fare il figo sulla scopa, erano piuttosto semplici da prevedere, i
giocatori di Quidditch.
Non aveva comunque percorso più di metà
del corridoio che sentì una morsa ferrea attorno al braccio
che la
fece infuriare ancora di più, ma quando si voltò
a guardare Marcus,
non era preparata né a quello sguardo rabbioso,
né a quanto accadde
subito dopo. "Non esiste, ragazzina, che tu faccia la prepotente
con me senza subirne le dovute conseguenze."
Per un folle
momento Victoria pensò che Marcus volesse picchiarla, ma le
andava
anche bene, gli avrebbe dimostrato che non era il caso di alzare la
bacchetta su di lei e neppure le mani; il ragazzo invece aveva avuto
un'altra idea, un istinto che non voleva smorzare proprio
perché era
abituato a seguirlo, seppur in altre occasioni. La stretta sul
braccio era forte, ma non aveva intenzione di farle del male; era
già
sufficiente impedirle una via di fuga bloccandola contro il muro con
l'altro braccio.
"Lasciami! " strillò Victoria
spaventata, facendolo ghignare. Sicuramente si aspettava
chissà
quale colpo violento e riuscì a percepire la profonda
sorpresa
quando lui si chinò su di lei per baciarla. Marcus sapeva
bene che
quello non era il modo ideale per farlo, ma sentiva di non aver avuto
scelta, e se avesse dovuto attendere che fosse lei a dargli un
incoraggiamento beh, probabilmente sarebbe riuscito a prendere
Eccezionale in Pozioni prima che ciò fosse accaduto.
Allentò
lievemente la stretta attorno al suo braccio pur senza concederle
ugualmente una via di fuga; era curioso, e persino piacevole,
sentirla remissiva dopo averla vista così combattiva fino a
poco
prima. Forse, dopo tutto, esisteva un modo per renderla mansueta.
Marcus approfittò di quell'attimo di esitazione da parte sua
per
approfondire il bacio, riuscendo ad indurla a far crollare le difese:
quasi non gli sembrava vero, forse sarebbe anche riuscito a fare in
modo che ricambiasse a sua volta, visto a quel modo non sembrava
impossibile.
La realtà tornò bruscamente a farsi notare, un
dolore cocente lo attraversò e gli servì qualche
istante per
comprendere che era stata lei a colpirlo. Si era dimenticato che non
aveva soltanto le braccia per picchiarlo, avrebbe dovuto bloccarle
anche le gambe; credeva di averla fatto, ma doveva aver allentato
inavvertitamente la pressione.
"Dannata gattaccia rabbiosa!"
sibilò Marcus, avrebbe dovuto immaginarlo che lei l'avrebbe
colpito
proprio in quel punto, e l'aveva fatto con tanta forza che era stato
costretto ad appoggiare la mano al muro per non ricadere a terra.
Victoria approfittò del vantaggio per filare via, bloccata
solo un
momento dalla consapevolezza di avere colpito con tanta violenza che
probabilmente avrebbe dovuto aiutarlo, o almeno assicurarsi che non
fosse in condizioni gravi, ma la paura di avvicinarsi era troppa. Non
si sarebbe mai aspettata un gesto del genere e non intendeva farsi
cogliere nuovamente alla sprovvista. Con la reputazione che aveva, si
disse che avrebbe dovuto saperlo; Marcus aveva già fatto il
cretino
con lei nonostante non si fosse mai azzardato prima di quel momento
ad un approccio tanto diretto.
Victoria svoltò l'angolo e corse
come se avesse il diavolo ad inseguirla. A farla arrabbiare era stata
anche la propria reazione lenta, avrebbe dovuto colpirlo subito,
invece l'aveva lasciato fare, anche se non per molto. Mentre si
tastava il polso chiaramente spezzato, sperò che patisse
tanto
dolore: non avrebbe mai dovuto permettersi di baciarla. Era certa che
nel giro di pochissimo tempo tutta la scuola avrebbe saputo quello
che era accaduto, sicuramente Marcus non avrebbe esitato a raccontare
in giro quanto fosse goffa ed inesperta. Aveva perso la nozione del
tempo appoggiata alla fredda pietra: era rientrata nella Torre che
pareva deserta e ne fu contenta, sicuramente non sarebbe riuscita a
dare delle spiegazioni se qualcuno gli avesse domandato
percé aveva
un'aria così sconvolta.
"Victoria, il professor Piton ti
sta cercando". La ragazza si voltò, osservando sorpresa
Penelope; l'amica doveva essere appena arrivata e la guardava con
aria preoccupata. Non disse che l'insegnante aveva un'espressione
pericolosa sul volto e temeva fosse accaduto qualcosa di
irreparabile; avrebbe voluto chiederle qualcosa, ma rimase in
silenzio osservando Victoria annuire debolmente con la testa prima di
precipitarsi al di fuori della Torre.
La preoccupava
quell'espressione sconvolta e avrebbe voluto fare come quando erano
più piccole: prendere tra le braccia l'amica e dirle che
qualunque
cosa fosse successa sicuramente si sarebbe sistemata. Non aveva mai
visto Victoria tanto provata, e si chiese se non c'entrasse per
l'ennesima volta la lite con Oliver.
"Windsor!" una
voce la bloccò e lei si ritrovò a voltarsi e a
fissare con sorpresa
Severus Piton che veniva verso di lei con la sua solita
espressione che non lasciava presagire nulla di buono. Lo stava per
raggiungere nel suo ufficio come aveva richiesto, ma sembrava non
essere più necessario.
"Ho visto quello che hai fatto al
signor Flitt e come conseguenza per le tue azioni la tua Casa
perderà
20 punti e tu passerai un mese in punizione ".
La voce del professore risuonò nel corridoio deserto e solo
in quel
momento Victoria si rese conto che le era anche tornato il dolore al
polso. "Cosa.. cosa ha visto? "
Severus inarcò
leggermente un sopracciglio. Di solito gli studenti- lei compresa -
si preoccupavano di discolparsi e cercavano persino di convincerlo a
cambiare la punizione; stranamente, invece, lei sembrava non averlo
neppure ascoltato. Forse i due avevano discusso di qualcosa di
proibito?
"Il tuo gesto, e mi meraviglia molto, di solito
sei tranquilla, ma devo anche dirti che non mi interessa sapere che
cosa lo ha scatenato. Ti aspetto nel mio ufficio subito dopo cena,
dopo che avrò controllato personalmente che tu sia andata in
infermeria a porre le tue scuse al signor Flitt". L'uomo
replicò
asciutto e non fu per nulla sorpreso nel vedere la ribellione negli
occhi della ragazza; ma non era la sola cosa che si scorgeva nelle
sue iridi, sembrava che avesse paura di qualcosa che lui non riusciva
a decifrare. Victoria avrebbe voluto mettersi a urlare, doveva essere
punita lei quando lo sfacciato era stato lui, era assurdo.
"Professore, mi perdoni ma non credo che.. "
"Non
aggiungere altro o la punizione raddoppierà". Il tono
dell'insegnante non incoraggiava alla replica e Victoria si
sentì
gelare dal suo sguardo. "Ora seguimi, mi premurerò di
persona
che tu non perda la strada che porta all'infermeria." sibilò
l'uomo, facendole cenno di precederlo. La ragazza avrebbe desiderato
morire in quel momento: non si sentiva pronta a rivedere Marcus tanto
in fretta dopo quanto accaduto. Probabilmente erano trascorse un paio
d'ore da quando si erano lasciati in quel corridoio, perché
cominciavano a sentirsi i profumi della cena provenire dalla Sala
Grande.
Con passo silenzioso i due varcarono la porta
dell'infermeria, ed inutilmente Victoria sperò in un
cataclisma che
l'inghiottisse prima di sentirsi umiliata; il professore era alle sue
spalle, e lei ne percepiva l'aura minacciosa.
L'uomo
scambiò qualche parola con l'infermiera, e Victoria non si
sforzò
di seguire il dialogo; evidentemente Marcus era stato costretto a
prendere alcune pozioni che lenivano il dolore, ma non era certo
grave. D'altronde chi era mai morto per un calcio?, pensò la
ragazza
furibonda. Nonostante tutto non riusciva a sollevare gli occhi su di
lui, neppure quando Piton la fulminò con lo sguardo.
La ragazza
avrebbe desiderato essere privata della parola, e trovava molto
meschino da parte dell'insegnante non informarsi sulle eventuali
colpe di Flitt; annaspò in cerca delle parole giuste e fu
costretta
ad interrompersi più volte. Le dispiaceva davvero avergli
fatto del
male, tuttavia riteneva di essere stata trattata ingiustamente.
Lui, pensò Victoria sull'orlo delle lacrime, non si era
preoccupato
di spiegare ciò che aveva fatto, né aveva fornito
una spiegazione.
Tutta la colpa era ricaduta su di lei, così come
l'umiliazione. Era
certa che, dentro di sé, il ragazzo stesse gongolando nel
vederla
sull'orlo di una crisi isterica.
Alla fine riuscì a pronunciare,
tutto d'un fiato, le sue scuse, ma si sentiva il volto in fiamme, e
le parve che il cenno di Piton arrivasse dopo secoli. Non
esitò
oltre e corse via, nel tentativo di mettere quanta più
distanza
possibile tra lei e l'infermeria.
Si ritrovò a vagare per il
secondo piano, senza meta precisa, finché non vide la sola
cosa in
grado di peggiorare la situazione. "Windsor, seguimi al campo da
Quidditch, devo mostrarti una cosa". Quella era la voce
dell'insegnante di Volo, e Victoria pensò che per quel
giorno aveva
già subito troppo, tanto che la rabbia ruppe gli argini.
Sapeva
che il professor Baston non aveva alcuna colpa, ma avrebbe sfogato su
di lui tutta l'ira che aveva cercato di dominare fino a quel momento.
"Sa cosa le dico? Ci vada lei in quello stupido campo, a giocare
a quello stupidissimo Quidditch, e si porti dietro anche il suo
stupidissimo figlio! E magari anche Piton e Flitt, se non altro forse
qualcuno di normale in questa scuola rimarrà!"
L'uomo
la osservò senza riuscire a credere alle proprie orecchie:
per
quanto solito a vederla innervosita, era la prima volta che assisteva
ad uno scoppio rabbioso in piena regola. Non riuscì neppure
a
rispondere che la ragazza era già scomparsa, correndo;
guardandosi
attorno notò che nessuno aveva assistito alla scena. In ogni
caso
non l'avrebbe passata liscia, sapeva già che cosa fare.
"Che
cosa stai facendo?" Frederich osservò Victoria mentre si
muoveva in Sala Comune con apparentemente tra le mani tutto
ciò che
possedeva. Le avrebbe chiesto qualcosa su Flitt, dato che la voce era
circolata rapidamente per tutta la scuola, ma in quel momento si
chiedeva se non stesse per caso male.
La ragazza si bloccò, ed
inaspettatamente scoppiò a piangere. Il ragazzo era
sconvolto perché
non l'aveva mai vista comportarsi a quel modo, così mise
immediatamente da parte il libro. "Faccio i bagagli, non vedi?
Me ne vado, ed è meglio che lo faccia da sola, prima che
Silente mi
faccia sapere che mi hanno espulso." dichiarò con voce rotta
dal pianto mentre si sedeva sul baule aperto, tra le proprie cose.
All'occhiata perplessa di Frederich si decise a raccontare
ciò che
aveva fatto.
"Ho picchiato Flitt, poi ho fatto perdere un
sacco di punti alla nostra Casa e, come se non bastasse, ho insultato
senza motivo Baston senior e pure il figlio. Direi che non ho proprio
speranze di continuare a stare a Hogwarts, e forse è meglio
così..."
Il ragazzo si disse che certamente doveva esserci
qualcosa che Victoria non gli aveva detto: non era da lei comportarsi
a quel modo tanto spropositato, ed era preoccupato. Prima
però di
riuscire a domandarle qualcosa, la porta della Sala Comune si
aprì e
lui rimase di sasso nel vedere chi era entrato.
nota:
benuissimo, rieccoci xd come avevate certamente immaginato qui ci
sarebbero stati soprattutto Marcus e Victoria u.u ed ecco ora sapete
cosa voleva lui da lei, e anche com'è andata lol
a
proposito, Flitt è arrabbiato con chi ha ipotizzato che
avrebbe ricevuto un calcio la sotto se avesse provato a baciare Vic
xddd sta cercando di risalire al colpevole XDDDD
come
vedete Vic è molto altalenante, perchè da una
parte con lui non ci sta male, ma dall'altra ha quella stupida cosa
chiamata orgoglio u.u e diciamo che sbrocca di brutto lol
ah Flitt avvisa che il primo che ride per il calcio è morto
xdddd
come vedete Piton è di una perfidia ammirevole(ed
è sempre fottutamente di parte XDDDD), e Vic manda a quel
paese senza troppi giri di parole anche Baston senior
adesso a voi ipotizzare che succederà, e chi è
che è entrato nella torre di corvonero u.u il pezzo secondo cui i Corvonero sono in grado di reggere meglio l'alcool è una cavolata, ma ricordo in un gdr che ho frequentato c'era questa cosa XDDD col risultato che tutti i Corvonero erano alcolizzati di brutto O___O
p.s. dal prossimo Vic si normalizzerà lol voi fate pure le
vostre ipotesi
magari alla fine sposerà Baston senior in barbva a tutti
ahahahahah ciaooooo
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
Severus
Piton's Time- Contest
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
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Capitolo 16 *** 16 - Onore e bugie ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
Capitolo 16 - Onore e bugie
Cedric era
seduto al tavolo di Tassorosso quando sentì alcune compagne
di Casa bisbigliare tra loro; sul momento non ci badò, ma la
sua attenzione venne attirata sentendo nominare Victoria. In effetti,
si disse il ragazzo osservando il tavolo di Corvonero, l'amica quella
sera non c'era e, ripensandoci, non l'aveva vista neppure per tutta la
giornata. Tuttavia non riuscì a cogliere precisamente
ciò che dicevano, perciò poco dopo si
alzò, deciso ad avvicinarsi a Percy o a Oliver.
Probabilmente loro sapevano qualcosa, difatti li vide parlare a bassa
voce.
“Sii serio Oliver, poteva essere una cosa grave. Mi
chiedo che cosa le sia saltato in mente.“ stava dicendo Percy
irritato, mentre Oliver pareva quasi fuori di sé dalla
gioia. I due notarono la presenza di Cedric e subito ne approfittarono
per chiedergli ciò che sapeva; a malincuore il ragazzo fu
costretto ad ammettrere di non averne idea. “A quanto pare
Victoria ha picchiato Flitt, ed ora si trova in infermeria... spero che
non superi la notte!” disse Oliver, e Percy lo
guardò incredulo. Il ragazzo aveva parlato con tono
speranzoso, ma lui non lo trovava divertente.
Cedric era rimasto sbalordito da ciò che aveva
appena sentito e se ne chiese la ragione; così di punto in
bianco faticava a credere che Victoria avesse iniziato ad odiare
Marcus, soprattutto perché fino a quel momento sapeva che
erano sempre andati d'accordo. In ogni caso i due Grifondoro non
avevano altre informazioni, così decise che per quel giorno
sarebbe potuto tornare nella propria Sala Comune. Cedric si
avviò con un gruppo di compagni, quando notò poco
lontano un gruppetto di Serpeverde intenti a confabulare.
“Sicuramente stanno architettando qualcosa per
mettere fuori gioco i Grifondoro durante l'ultima partita!”
disse un suo amico mentre gli passavano vicino, e Cedric
notò che si trattava dei componenti della squadra di
Serpeverde. A parte Marcus Flitt naturalmente, che era ancora in
infermeria.
“Diggory, dov'è la tua amichetta dal
sangue sporco?” Il ragazzo si voltò verso Bole con
aria furiosa; non era nuovo a sentire quel termine, ma ogni volta lo
trovava rivoltante. “Perché?” Chiese di
rimando, in fondo non gli risultava che tra lui e Victoria ci fosse
qualche rapporto di amicizia. Anzi, da quando era stata fatta cadere
dalla scopa, aveva preso a detestarlo cordialmente. Il ragazzo
però non fece una piega e si limitò a rispondere.
“Dille semplicemente che la sto cercando, e che le conviene
farsi trovare in fretta.”
Cedric era certo che ci fosse qualcosa di strano nella
faccenda, ma il gruppo si era già allontanato verso i
sotterranei, così non gli restò che allontanarsi
con la testa piena di dubbi irrisolti.
Frederich osservò sorpreso l'uomo che era appena entrato
nella Sala Comune dei Corvonero. “Professor Baston, cosa ci
fa qui?” L'insegnante non rimproverò il Prefetto
per quella domanda, in fondo era suo dovere accertarsene. Nel frattempo
aveva già notato che la ragazza continuava a dargli le
spalle, probabilmente convinta che ignorarlo potesse infastidirlo.
Era vero, lui detestava essere considerato invisibile, ma non
era lì per quello, e poi sapeva come trattare con gli
studenti, al contrario di quanto loro stessi potessero credere.
“Signorina Windsor, prenda la scopa e mi segua." disse l'uomo
rivolto alla studentessa. La voce era quella autoritaria che al
Ministero conoscevano tanto bene, e che non consentiva alcuna replica.
La ragazza si fermò un momento, ma non si mosse.
Era tutta una sciocchezza secondo lei, ed era colpita dal fatto che
fosse giunto sino lì; da quello che ne sapeva raramente gli
insegnanti entravano nelle Sale Comuni delle Case, e Vitious stesso
evitava di farlo. "Scusi, non si è accorto che è
un po' tardi per..." Victoria avrebbe voluto protestare, a quell'ora
neppure un fissato come Oliver si recava al campo da Quidditch, ma
l'occhiata dell'insegnante la gelò, e si affrettò
ad obbedire.
L'uomo non le disse nulla mentre percorrevano i corridoi del
castello, arrivando persino ad ignorare gli strilli di Gazza a cui era
venuto quasi un accidente nel vedere uno studente in giro a quell'ora.
Giunti al campo da Quidditch consegnò alla ragazza una mazza
da Battitore prima di andare a liberare i due Bolidi e il Boccino.
"Molto bene, dal momento che poco fa eri piena di energie,
voglio vedere che cosa sei capace di fare." disse l'uomo senza farsi
sorprendere dall'espressione sul volto di Victoria. A parer suo la
ragazza andava considerata, almeno in quel momento, un brufolo e lui
conosceva un ottimo rimedio per farla tornare tranquilla.
"Sta scherzando, come lo vedo il Boccino con questo buio?"
Victoria avrebbe voluto mettersi ad urlare di nuovo, ma l'insegnante
pareva completamente indiffente al suo stato d'animo. "Forse non sai
che il Boccino brilla, ed è quasi più facile
vederlo di notte che di giorno." dichiarò il professore con
noncuranza. Si era già accorto, durante le lezioni, che
Victoria necessitava semplicemente di essere costretta a fare qualcosa.
Aveva avuto una lunga conversazione con Steileir, che reputava un
ottimo giocatore, ed era rimasto sorpreso nel sentire che la ragazza
avrebbe potuto essere un buon elemento per la squadra. Per quel motivo
l'aveva tenuta d'occhio, ma la recente crisi isterica - come l'aveva
chiamata - l'aveva convinto che era il caso di forzare un po' la mano.
"Ho detto al professor Piton che mi occuperò io
della tua punizione, ed è stato felicissimo
perché probabilmente si aspetta che tu venga mutilata da un
Bolide. Quindi se non vuoi renderlo troppo felice fammi vedere che cosa
sai fare". Lui si sarebbe seduto sugli spalti a godersi la scena: il
brufolo necessitava di sfogarsi, e nulla avrebbe potuto essere
più utile di un allenamento del genere. Sapendo di essere
tallonata dai Bolidi. Victoria avrebbe dovuto mostrare maggior
attenzione, ed in più avrebbe ugualmente dovuto cercare di
prendere il Boccino.
Il signor Baston, conoscendo il carattere della ragazza,
sapeva che lei avrebbe dimostrato di esserne capace solo per
infastidirlo, alla fine avrebbe comunque raggiunto l'obiettivo che
aveva in mente per lei; oltretutto era anche un tiro mancino al
professor Piton, perché era certo che Victoria non avrebbe
avuto alcun bisogno dell'infermeria alla fine. E si sarebbe ritrovata
calma: era la prassi con i brufoli, farli sfogare definitivamente prima
di sparire.
Victoria, proprio come aveva immaginato l'insegnante, non
aveva alcun intenzione di permettergli di prendersi gioco di lei
perciò, incurante della stanchezza, riuscì a
mantenersi estremamente lucida. La sola cosa che trovò
veramente complicata fu tenere contemporaneamente la mazza e inseguire
quella dannata pallina; ora non si meravigliava che i Battitori fossero
quasi tutti robusti, ma alla fine ci riuscì ad afferrare il
Boccino. "Lo vedi che se ti applichi ci riesci?" La voce
dell'insegnante le giunse quasi ovattata nel momento in cui
atterrò: solo allora si rendeva conto di essere fisicamente
priva di forze, e trovò curioso non essersene accorta mentre
volava.
Il cielo era ancora scuro e la ragazza calcolò che
probabilmente non era ancora giunta l'alba.
"Spalma questa sul polso, è semplicemente affaticato, e poi
ti consiglierei di farti una bella dormita dato che è
domenica" le disse l'insegnante, consegnandole un unguento giallognolo.
Successivamente insistette per accompagnarla di persona alla Torre, e
Victoria rimase colpita dal fatto che un tempo fosse stato anche lui un
Corvonero. In questo trovava ancora più strano che il figlio
fosse stato destinato ad un'altra Casa, ma ripensandoci fu contenta che
fosse così. Avrebbe tanto voluto raggiungere il proprio
letto, ma appena si sedette su una poltrona della Sala Comune non si
rialzò più.
L'uomo camminava tranquillo per i corridoi; in quel momento non c'era
nessuno in giro dal momento che gli studenti erano quasi tutti o a fare
colazione, oppure nelle rispettive Case. Oppure in infermeria, com'era
il caso del signor Flitt.
Lui sapeva molto bene che il ragazzo aveva semplicemente,
come molti prima di lui, fatto finta di stare più male del
previsto per ricevere le tanto agognate attenzioni dagli amici.
Ridacchiò mentre si sistemava meglio gli occhiali sul naso,
varcando la porta che conduceva all'infermeria. Non sarebbe neppure
giunto lì se non avesse avuto bisogno di un Decotto
Tiramisù: avrebbe potuto prepararselo da sé, ma
preferiva comunque servirsi di Madama Chips. Ogni volta che preparava
qualcosa da solo, l'infermiera lo sgridava in continuazione.
"Signor Flitt, che bello vedere che ogni tanto qualcuno si
occupa di sperimentare i lettini dell'infermeria" . Il Preside si
rivolse al Serpeverde con aria divertita, e il ragazzo
desiderò quasi strozzarlo, prima di arrossire per la
vergogna. Non aveva mai avuto contatti diretti con Silente, ma sapeva
che ogni tanto diceva qualcosa di strano, proprio come faceva durante
il primo ed ultimo giorno di scuola durante il Banchetto. "Si, e non
sono molto comodi, Preside, forse andrebbero sostituiti."
ringhiò il ragazzo, ben deciso a non farsi umiliare da
nessuno, tantomeno dal Preside.
Del resto ci aveva già pensato Victoria il giorno
prima, ed ogni volta che ci pensava si sentiva sempre più
furibondo. Lui si era impegnato per risultare simpatico e gradevole, e
come regalo lei l'aveva umiliato. Il problema non era tanto il calcio,
che avrebbe provveduto a ricambiare quanto prima, quanto l'umiliazione
che ne era seguita. Non solo Victoria si era permessa di rifiutare il
suo approccio, una cosa che nessuna prima si era mai azzardata a fare,
ma l'aveva costretto a ricorrere all'aiuto di un insegnante.
Chiaramente la questione non era finita lì, e
Marcus non vedeva l'ora di uscire da lì per fargliela pagare
con gli interessi: conosceva molte maledizioni minori che desiderava
provare, magari l'avrebbe utilizzata come cavia. "Visto che sei tanto
loquace, alza i tacchi e sparisci che non hai più nulla."
borbottò
Madama Chips rivolta a Marcus, e il ragazzo si
alzò senza protestare. Era noioso rimanere lì, e
poi non voleva ancora sorbirsi un'eventuale visita di Cecily: era
giunta la sera prima in lacrime, neanche fosse in punto di morte,
pensò arrabbiato Marcus.
Proprio in quel momento arrivò Severus Piton, il mantello
che frusciava a pochi centimetri da terra, e il ragazzo fece
involontariamente un passo all'indietro. Non si aspettava l'arrivo
dell'insegnante, che non era solito fare visita agli studenti in
infermeria, neppure se erano Serpeverde. "Un momento, Flitt. Prima di
congedarti desidero essere messo al corrente su cos'è
accaduto ieri, per la precisione su ciò che puoi aver detto
al punto da aizzare a quel modo la signorina Windsor."
Marcus non si aspettava quella domanda, e non aveva neppure
idea di cosa rispondere. Di sicuro la verità andava esclusa:
se si fosse sparsa la voce, tutta la scuola avrebbe riso di lui e del
fatto che era stato violentemente rifiutato da una ragazza. Decisamente
ne andava della sua reputazione, pensò arrabbiato. Non aveva
nessuna voglia di spiegare perché avesse baciato Victoria,
né di confessare che non aveva pensato ad altro che al
sapore delle labbra di lei. Era stato il suo tormento durante la notte,
la sola vera ragione per cui aveva preferito non tornare in dormitorio.
"Io..." Il ragazzo per un momento pensò di cavarsela dicendo
di non averne idea, ed era sicuro che Piton non avrebbe indagato oltre.
Non lo faceva mai, e a loro andava bene anche così.
"Io... abbiamo litigato per via di una sciocchezza ad
Hogsmeade e... e l'ho chiamata Sangue Sporco." disse con deliberata
lentezza, percependo immediatamente l'atmosfera diventare gelida.
Madama Chips aveva lanciato uno strillo indignato e il professor Piton
pareva avere lo sguardo più impassibile che Marcus avesse
mai visto. Non sapeva neppure lui perché avesse deciso di
mentire a quel modo; forse era rimasto colpito, la sera prima, quando
l'aveva vista scusarsi per ciò che aveva fatto. Gli era
sembrato subito chiaro che era stata costretta da Piton, ma a colpirlo
era stata l'espressione distrutta che aveva avuto sul volto.
E poi parzialmente era colpa sua, ne era al corrente. Dannata
ragazza, non avrebbe fatto meglio a ricambiare le sue attenzioni invece
di picchiarlo? Si chiedeva ancora cosa l'avesse spinta ad agire in quel
modo. "In questo caso mi vedo costretto a levare venti punti anche a
te, e come punizione scriverai un tema sui pregi dei Babbani e dei
maghi che provengono da quel mondo."
Per un momento Marcus pensò di ribattere, ma lo
sguardo dell'insegnante era più efficace di qualunque
parola. Decisamente non avrebbe mai più mentito, si disse il
ragazzo furibondo mentre si allontanava in fretta, anche se non si
sarebbe mai aspettato che proprio Piton si schierasse a favore di chi
non aveva il sangue puro.
"A volte una piccola bugia è necessaria." disse
Silente mentre si incamminava verso il proprio ufficio. L'anziano uomo
aveva invero visto quanto accaduto tra Marcus e Victoria,
perciò sapeva che il Serpeverde aveva mentito. E ne era
anche contento, dopotutto non tutti avevano certi pregiudizi, ma non
aveva fatto nulla per contrastare o impedire la punizione che gli aveva
assegnato Severus. "... almeno finché non dura troppo a
lungo!" ridacchiò tra sé e sé il
preside, mentre il Gargoyle di guardia lo squadrava sospettoso.
Ma era abituato al modo strambo di Silente, perciò
non disse nulla.
Il suo ultimo ricordo certo era il colloquio con Penelope su nella
Torre di Corvonero, prima che decidesse di recarsi in biblioteca. Aveva
ancora dei compiti da fare, Victoria, e ormai si sentiva pronta a
riaffrontare la scuola; aveva anche dovuto riconoscere che il professor
Baston non era così sadico come aveva pensato, e che aveva
avuto ragione. Ora lei era più tranquilla dopo essersi
sfogata, ed era propensa ad ammettere che tutto sommato a qualcosa il
Quidditch serviva.
E poi c'era stato il buio totale, fino a quel momento.
Sentiva delle voci, ma non riusciva ad identificarle: in ogni caso
sembravano appartenere a persone che dovevano divertirsi un mondo.
"Più in alto, dai"! Solo in quell'istante la
ragazza comprese che qualcosa non andava perché vedeva il
mondo alla rovescia, e la testa le doleva al punto da indurla a credere
di avere almeno la febbre. Le occorsero alcuni minuti per rendersi
conto che le voci erano meno ovattate, e che lei si ritrovava a testa
in giù; all'improvviso i sensi le tornarono prepotentemente
recettivi, e tutto il corpo pareva dolere a causa di un dolore
straziante.
Erano demoni quelli che le strappavano via la pelle, e si
accorse di urlare spaventata. Fino a quel momento non ne era stata
consapevole; ebbe un conato di vomito nel sentirsi sballottata per
aria, e solo quando toccò terra comprese ciò che
era accaduto veramente. Qualcuno si stava divertendo a farla levitare,
e lei si sentiva le guance in fiamme. Dai telescopi si rese conto che
si trovavano alla Torre di Astronomia, ma il cielo chiaro denotava che
era ancora giorno.
"Allora, ti diverti a girare come una trottola, sudicia
Mudblood?" Uno scoppio di risa sempre più forte la
colpì come uno schiaffo e si sentì di nuovo
strattonata da una forza invisibile: pareva quasi che qualcuno la
tenesse per le caviglie, e Victoria cercò un modo per
provare a liberarsi. In aggiunta si sentiva straziare il corpo da
coltelli affilati, e milioni di creature orrende si gettavano su di lei
per strapparla a morsi.
Erano in tre a tenerla in aria, mentre altri due si
accontentavano di sbeffeggiarla soprattutto perché rimanendo
appesa a testa in giù la ragazza non riusciva ad impedire
che la gonna mostrasse tutto. Ridevano, e Victoria riconobbe con fatica
i profili: erano i giocatori di Quidditch di Serpeverde, e parevano
divertirsi moltissimo. Da parte sua si sentiva umiliata, ma non
riusciva a capire il motivo di quell'azione. Quando venne fatta
nuovamente cadere a terra, poté sentire uno di loro che le
sputava addosso con disprezzo. "La prossima volta che ti
verrà voglia di insudiciare il nostro Capitano con le tue
schifose mani te le taglio." ruggì uno dei tre, che Victoria
riconobbe come uno dei due Battitori.
Per un momento ebbe l'insensata voglia di ridere: era stato
Marcus a fiondarsi addosso a lei come un porco in calore, lei non aveva
fatto nulla se non scostarlo. Ma non era vero, pensò tra
sé, l'aveva lasciato fare, e se avesse voluto essere onesta
avrebbe ammesso che in quel momento, forse, avrebbe potuto concedergli
tutto.
Tuttavia ora capiva che c'era lui dietro a quel gesto, e si
sentì più ferita da quello che da qualunque altra
cosa; aveva quasi pensato di cercarlo per scusarsi sinceramente, ma ora
aveva cambiato idea. Non sapeva quanto tempo fosse li, ma la tortura
continuò e lei cominciò a credere che avessero
intenzione di non finire mai. Si sentiva ancora straziare il corpo, ma
ormai sembrava diventato nuovamente tutto nero.
Oliver si chiese che cosa fosse accaduto alla ragazza; l'aveva trovata,
svenuta, ai piedi di una scalinata che conduceva al sesto piano.
Pensò che fosse caduta, ma qualcosa gli diceva che doveva
essere accaduto qualcosa di diverso.
"Victoria, stai bene?" Si sentiva un idiota a chiederglielo,
ma la ragazza faticava a riprendere conoscenza, e tremava vistosamente.
Da un'occhiata più approfondita, il ragazzo si rese conto
dello stato disordinato della sua divisa. Non era ferita, almeno da
quello che poteva vedere, però era ugualmente preoccupato;
oltretutto non sapeva neppure lui perché si fosse recato in
quella parte della scuola. Stava per rientrare al dormitorio quando
aveva visto un gruppo di Serpeverde ridacchiare, e si era mosso nella
direzione da cui provenivano. E poi l'aveva trovata a terra.
Tuttavia Victoria pareva non essere in grado di parlare,
così decise di non perdere ulteriore tempo e stava per
prenderla in braccio quando comparve Silente.
Per un momento Oliver temette che Silente potesse accusare
lui di aver fatto del male alla ragazza, e cominciò subito a
spiegarsi senza curarsi del fatto che l'uomo si era chinato su Victoria
e non lo stava minimamente ascoltando. "Signor Baston, mi faccia il
piacere di andare a cercare il professor Vitious e digli di
raggiungermi nel mio ufficio". Il Preside sollevò senza
alcuna fatica la ragazza, sorprendendo il giovane Grifondoro, che non
avrebbe mai pensato che alla sua età Silente fosse ancora in
grado di sollevare qualcuno.
Non si diresse verso l'infermeria dal momento che aveva
già provveduto ad accertarsi delle condizioni della ragazza;
fortunatamente Severus era riuscito a scoprire in tempo quello che era
successo, e si stava già occupando dei colpevoli. "Torta al
cioccolato." disse affabile al Gargoyle, che si mosse sentendo la
parola d'ordine per accedere all'ufficio del Preside.
"A volte mi chiedo perché non puoi usare delle
parole d'ordine normali." borbottò l'essere
di pietra, senza ricevere in risposta altro che una risatina
divertita. Una volta dentro appoggiò gentilmente la ragazza
su una poltrona, in attesa del suo risveglio.
Severus osservò il gruppetto in piedi di fronte a lui. Erano
tutti parte della squadra di Quidditch, ma in quel momento era un
particolare che lo interessava relativamente. Erano tutti presenti, a
parte il Cercatore che pareva non aver preso parte a quanto avevano
fatto, e Flitt.
Del resto sarebbe stato ridicolo che proprio lui fosse
coinvolto, dal momento che era stato proprio il ragazzo ad avvertirlo:
non aveva capito in che modo, ma pareva esserne venuto a conoscenza per
caso. Lo aveva sorpreso la decisione di informarlo, e da quel gesto
dubitava fortemente che avesse veramente insultato la Corvonero:
altrimenti perché precipitarsi a riferirglielo dal momento
che i compagni avevano agito, secondo loro, per difendere l'onore del
loro Capitano?
Assurdo.
Non che a lui interessasse, ma gli atti razzisti non li aveva
mai tollerati, a maggior ragione se collegati a motivi futili. Come se
Marcus Flitt non fosse capace di vendicarsi da solo, pensò
stizzito l'insegnante mentre appoggiava le bacchette sulla scrivania.
Era una punizione che raramente aveva dato, quella di levare
la bacchetta ad uno studente, ma era la sola che potesse lasciare
davvero un segno. “Sparite.” sibilò, e i
cinque Serpeverde si affrettarono a lasciare il suo studio chiudendosi
la porta alle spalle. Era sicuro che entro un'ora tutta la scuola
avrebbe scoperto quello che era accaduto; false voci avrebbero
alimentato l'episodio, ma alla fine Silente aveva assicurato che alla
ragazza non era accaduto nulla di davvero grave. Solamente tanto
spavento ed una possibile assenza da tutte le lezioni per il giorno
successivo; Severus conosceva molto bene l'incantesimo Dismundo e
sapeva che a Victoria sarebbe servito un po' di tempo prima di rendersi
conto che si era semplicemente trattato di visioni illusorie. Proprio
in quel momento qualcuno bussò alla porta, e lui
guardò l'orologio.
Certo che Steileir era di una puntualità
decisamente disgustosa, notò l'insegnante mentre lo invitava
ad entrare: come richiesto, il Prefetto dei Corvonero era giunto da
lui, accompagnando proprio Victoria. Voleva ugualmente conoscere la
versione della ragazza, così da punire eventualmente altri
studenti, anche se dubitava fortemente che qualcuno fosse rimasto
impunito.
Non invitò nessuno dei due ad accomodarsi e
andò subito dritto al sodo, cercando di indovinare i
pensieri della ragazza; sicuramente avrebbe ricordato a lungo
quell'esperienza, lo poteva notare da come la ragazza faceva saettare
gli occhi grigi, tuttavia era riluttante a credere che si sarebbe
abbattuta.
Non era decisamente il tipo di persona in grado di farsi
sconfiggere da una semplice, per quanto cruenta, spedizione punitiva;
curiosamente aveva scoperto da Silente che durante lo Smistamento, il
Cappello Parlante aveva considerato seriamente l'ipotesi di metterla
tra i Serpeverde. Sul momento aveva creduto che avesse scelto
diversamente solo per via delle sue origini, nonostante pure la
Bullstrode provenisse da una famiglia di Babbani, tuttavia credeva di
conoscerne il motivo. Victoria non era come la stragrande maggioranza
dei suoi studenti, che pensavano solo a fare dispetti. Gli dispiaceva
riconoscerlo, ma era molto più vicina alle caratteristiche
tipiche dei Corvonero, eppure a lui sarebbe piaciuto che qualche
Serpeverde fosse portato come lei per le Pozioni. Se ne salvavano
pochi, come la signorina Hawtorne e alcuni dell'ultimo anno.
Il resto faceva finta di cavarsela, ma nessuno aveva un vero e proprio
talento, neppure Flitt. Il comportamento dello studente, in quel
frangente, l'aveva fatto molto riflettere, e aveva deciso di riferirlo
a Victoria, per scoprire la sua reazione nell'apprendere una cosa del
genere.. Lasciò scorrere qualche istante dopo aver ricevuto
la sua ultima risposta.
“Volevo informarti che martedì sera sei
attesa nel mio ufficio per la punizione.” esordì
Severus. Il fatto che quello spaccone di Baston si fosse offerto di
punirla al suo posto non gli aveva fatto piacere, e aveva solo finto di
acconsentire. Oltretutto non era neppure sicuro che avesse veramente
messo in pratica quanto promesso, ma anche se fosse stato
così non gli sarebbe importato molto. “Dal momento
che devo punire anche il signor Flitt per averti provocato, ho deciso
che la sconterete assieme, pertanto spero di non vedere scene isteriche
da parte di nessuno dei due.”
La voce del professore era gelida, ma Victoria rimase
profondamente sorpresa dal fatto che volesse punirli assieme; senza
volerlo arrossì perché non si era aspettata che
l'insegnante fosse al corrente di quanto accaduto, e si chiese se non
fosse stato il caso di scusarsi. Non si rese conto che l'insegnante la
stava praticamente monitorando con lo sguardo. Victoria
annuì perché era quanto sapeva ci si aspettava da
lei. “Se qualcun altro la chiama Mudblood, signorina Windsor,
sei pregata di farmelo sapere.” aggiunse Severus, consapevole
del fatto che avrebbe avuto una reazione a quella parole.
Avrebbe quasi voluto sorridere di fronte al lampo incredulo
che attraversò gli occhi della studentessa. Era evidente che
qualunque cosa fosse accaduta, Flitt non doveva aver mai pronunciato
quella parola, ma non diede tempo a Victoria per fargli sapere la
realtà dei fatti. Dopotutto non ne era neppure interessato.
“Tuttavia diciamo che il signor Flitt se non altro si
è dimostrato... dispiaciuto per l'accaduto, forse saresti
ancora stesa ai piedi di quella scalinata in attesa del Principe
Azzurro... oh, volevo intendere Oliver Baston.” concluse con
espressione schifata Severus. Sicuramente il Grifondoro se ne sarebbe
andato in giro saltellando per la scuola, vantandosi di aver trovato la
Principessa in pericolo. Avrebbe vomitato volentieri. E
dall'espressione della ragazza gli pareva quanto mai chiaro che non
aveva la minima idea di chi fosse stato a trovarla.
Ma perché Silente lasciava sempre a lui certi
compiti?
“Potete andare.” disse semplicemente,
congedando i due. Non si voltò mentre uscivano, e solo
quando sentì la porta chiudersi rumorosamente
gettò via il mantello.
Frederich sostenne Victoria mentre camminavano ed era
preoccupato: la ragazza era troppo silenziosa e sembrava immersa nel
proprio mondo. “Sei certa di stare bene?” le chiese
senza preamboli. Non era abituato a girare attorno alle parole, ed era
sicuro che la ragazza fosse ancora sconvolta per quanto accaduto:
avrebbero dovuto immaginare che i Serpeverde non avrebbero tollerato
ciò che aveva fatto a Marcus Flitt, ma non si era aspettato
che agissero con tanta fretta. Fortunatamente, almeno per una volta,
Piton si era dimostrato disponibile a punirli.
“Mi chiedo perché Marcus abbia
mentito... lui non mi ha mai chiamata a
quel modo ” disse Victoria, aprendo bocca dopo quella che le
era parsa un'eternità. Avrebbe probabilmente dovuto chiedere
qualcosa in più a Piton, ma non era ancora del tutto
tranquilla; immaginava che Flitt non avesse perso tempo a raccontare
nei dettagli quanto accaduto, ma la risposta ricevuta non era quella
giusta.
E anche il fatto che fosse stato lui ad avvisare
l'insegnante... no, c'era decisamente qualcosa che non andava. Forse
avrebbe dovuto parlarne con lui, ma non sapeva cosa effettivamente
dirgli. "Non so dirtelo, in ogni caso adesso andiamo in Sala Comune,
magari mi spieghi meglio cos'è accaduto davvero.
Ok?” Lei annuì alle parole di Frederich e si
affrettò a seguirlo.
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 - Come e dimmi, perché, sei entrato qui dentro? ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
Capitolo 17 - Come e
dimmi, perché, sei entrato qui dentro?
Victoria
approfittò appieno dell'opportunità di saltare le
lezioni il lunedì, rimanendo confinata in Sala Comune a
studiare. Non aveva subito nulla a livello fisico, ma si sentiva
ugualmente ancora scossa, anche se faceva uno sforzo per scendere in
Sala Grande durante i pasti. Molte erano le occhiate curiose che le
venivano lanciate, ma la ragazza non fornì alcuna
spiegazione. Fortunatamente gli amici parevano propensi ad
assecondarla, con il risultato che la sera del lunedì
riuscì a recarsi in biblioteca senza timori; aveva solo
sviluppato un'ansia irrazionale per le aggressioni, ed ogni volta che
camminava senza qualcuno vicino si sentiva vulnerabile. Non aveva
comunque voluto essere sempre accompagnata da Frederich: il ragazzo
aveva anche da studiare, e lei non desiderava imporgli la propria
presenza più del dovuto.
"Avanti!" la voce del professor Piton, la sera seguente, la
gettò nel panico, ma si fece forza ed entrò
nell'aula. Tramite un biglietto, l'insegnante le aveva fatto sapere di
aver spostato la punizione e che l'attendeva nell'aula di Pozioni;
un'occhiata le confermò che Marcus Flitt era già
dentro e per un folle momento desiderò scappare e tornare
alla Torre. Tuttavia mise a tacere quei folli propositi e si
avvicinò agli altri due nella stanza, in attesa di sapere
che cosa li aspettava; dopo aver salutato cortesemente l'insegnante,
Victoria si chiese se non fosse il caso di fare la stessa cosa anche
con Marcus, ma l'occhiata sprezzante che le rivolse valse certamente
più di ogni risposta. Dopotutto non poteva neppure
biasimarlo, lei avrebbe forse fatto di peggio.
"Molto bene, dato che siete già qui vediamo di
iniziare." dichiarò l'insegnante, consapevole che i due
ragazzi sicuramente si aspettassero qualcosa di cruento. E a modo
proprio, difatti, li avrebbe accontentati. Sulla lavagna apparvero
delle istruzioni e Victoria rimase sorpresa nel rendersi conto che
voleva davvero far preparare loro una Pozione; ad un'occhiata
più attenta notò che si trattava di un veleno. E
parecchio letale, dal momento che, secondo le parole che stava
pronunciando Piton, c'erano pochi antidoti in grado di contrastarlo in
maniera efficace. "Entro domani sera lo voglio pronto sulla cattedra.
Poi sceglierò uno di voi due per sperimentarne l'efficacia."
sibilò il professore attraversando a grandi passi la stanza.
Victoria ebbe solo il tempo di sentire la porta sbattere per rendersi
conto che l'insegnante era uscito.
Ovviamente non si era dato la pena di assicurarsi di
chiuderli dentro perché sapeva che nessuno dei due sarebbe
scappato. Non avrebbero osato, timorosi delle conseguenze.
"Quell'uomo non è normale." sbottò
arrabbiato Marcus, che non riusciva a trattenere la rabbia. Si era
aspettato una punizione differente, e non avrebbe mai sospettato che il
sadico insegnante sarebbe arrivato al punto da costringerlo a
sopportare di nuovo la vicinanza della ragazza. Non era comunque una
cattiva idea preparare un veleno, pensò mentre cercava di
decifrare la calligrafia del professore, e di certo avrebbe insistito
per far sì che fosse lei a berlo. Si sarebbe trattato di una
piccola vendetta; del resto era sicuro che Piton aveva certamente un
antidoto pronto in caso di necessità. La ragazza non
rispose, ma sentiva di essere d'accordo con l'affermazione del ragazzo.
Senza pensarci troppo sopra decise di cominciare, ma si
sentiva strana, forse era l'atmosfera appesantita dalla tensione che le
impediva di muoversi in maniera sciolta. Di solito non faceva nessuna
fatica a prendere gli ingredienti necessari, tuttavia si sentiva tesa
fino all'inverosimile mentre raccoglieva un disgustoso occhio di rospo
dall'armadio delle scorte e si metteva all'opera.
"Allora, ora
ti farò una domanda." disse Frederich dopo aver terminato di
ascoltare tutto lo sfogo di Victoria. La Sala Comune era deserta, ma i
due parlavano ugualmente a bassa voce mentre Kaiser si divertiva ad
inseguire uno YoYo Saltellante che apparteneva a Cho. Il ragazzo teneva
aperto sulle ginocchia un pesante tomo sulle Arti Oscure, ma non aveva
letto neppure una riga: conosceva a memoria il contenuto, e gli serviva
solo per giustificare la sua presenza in quel momento lì se
fosse giunto un insegnante. "Però mi devi rispondere
sinceramente, e soprattutto lasciando da parte tutte le scuse varie
come la cotta preistorica per Baston, il fatto che sia Serpeverde e
tutte le sciocchezze con cui ti sei riempita la testa di questi tempi."
dichiarò il ragazzo.
Non era sua
intenzione insultare Victoria, ma era dell'idea che si fosse lasciata
un po' sopraffarre da inutili considerazioni che l'avevano portata a
commettere parecchi gesti più o meno discutibili. La vide
annuire ed aspettò qualche istante prima di riprendere a
parlare; si sentiva uno stupido a dare consigli in campo sentimentale,
proprio lui che non aveva avuto che esperienze da dimenticare, eppure
in un certo senso gli piaceva rivestire il ruolo del confidente.
"Come
dicevamo, Flitt ha dimostrato interesse verso di te in questi tempi, e
tu stessa hai appena ammesso che non ti è del tutto
indifferente". La ragazza annuì, ma avrebbe preferito
sotterrarsi: quel dialogo era qualcosa di estremamente imbarazzante, ma
allo stesso tempo aveva bisogno proprio di qualcuno che le dicesse
ciò che pensava senza troppi giri di parole. Erano proprio
questi ultimi a farle perdere tempo, e lei lo sapeva. "Benissimo. Ora,
dopo aver accertato il fatto che sia te che lui avete fatto di tutto
per complicarvi la vita, la mia domanda è questa: cosa
c'è poi di tanto sbagliato in lui?"
Victoria
aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse subito dopo,
senza aver detto nulla. Per un momento avrebbe voluto cominciare ad
elencare tutti i tiri mancini che secondo lei le aveva giocato Marcus,
ma non ci riuscì. Era consapevole di avere parte della
colpa, oltretutto non era ciò che pensava veramente. "Il
fatto è che tu pensi che tutti i Serpeverde debbano dare
importanza alle solite cose, ovvero il sangue puro e sciocchezze varie,
ma io credo che in realtà tu ti sia già risposta.
Se aspetti di avere la certezza che Flitt abbia mentito oppure no...
credo che non lo saprai mai." dichiarò Frederich anticipando
ancora una volta Victoria.
La ragazza non
disse nulla mentre osservava la corsa sempre più sfrenata
dello Kneazle; doveva riconoscere che il ragazzo aveva ragione, eppure
non riusciva ad immaginare davvero di fidarsi di Marcus. E non sapeva
neppure lei il motivo, forse era solo una scusa, come stava suggerendo
Frederich.
Forse non
voleva ammettere di sapere già cosa fare.
"Quanto a
Oliver, a parer mio è quasi peggio di te, ma ti consiglierei
di riflettere. Sono anni che ti ci sei fissata, e finora non hai
ottenuto nulla se non delle reazioni che non ti aspettavi." Frederich
alludeva a tutte le volte in cui Victoria aveva ricevuto dei rifiuti
più o meno espliciti, ed era certo che il Grifondoro in
fondo non fosse veramente interessato. Magari era confuso, ma lo
riteneva ugualmente una possibilità estremamente
improbabile. Fino a quel momento Victoria non aveva ricavato altro che
delusioni, e secondo lui erano una risposta sufficiente. Le sorrise
bonariamente mentre si alzava. "In ogni caso credo che prima o poi
dovrai chiarire ciò che vuoi fare, altrimenti la tensione ti
distruggerà. Perciò non voglio più
sentir parlare di quest'argomento, a meno che non sia per dirmi che sei
arrivata a qualche conclusione."
Victoria
annuì. Forse altri sarebbero rimasti offesi da quelle
parole, ma lei era dell'idea che Frederich intendesse tutt'altro, e gli
era già grata per averla sopportata. Ora toccava a lei
decidere, si disse, ma non era ancora del tutto certa di ciò
che avrebbe dovuto fare.
"Non ti ho chiesto di aiutarmi." Marcus era furibondo e, una volta
fuori dall'aula, non esitò a sfogare la propria rabbia
contro Victoria. La ragazza non rispose, continuando a camminare:
sentiva la testa pesante, e non aveva voglia di discutere.
Invece pareva proprio che Marcus cercasse un litigio.
"Avresti dovuto essere contenta, se io sbaglio tu domani non
morirai." Marcus continuò implacabile ad aggredire
verbalmente la ragazza; doveva pur sfogarsi, e quello era il momento
ideale. Nessuno li ascoltava e lui poteva sfogare la propria rabbia su
di lei senza essere interrotto: non aveva gradito il saccente
intervento di Victoria nel momento topico, che gli aveva evitato di
aggiungere troppo sangue di salamandra al veleno. Non voleva il suo
aiuto, ma lei glielo aveva offerto ugualmente.
Intollerabile.
Victoria si fermò e lo osservò come se
il ragazzo fosse una Creatura Magica di dubbio interesse.”Se
non lo avessi notato, Piton muore dalla voglia di ammazzarci, sia che
sbagliamo che no... Quindi se ci tieni a rimanere vivo almeno segui le
istruzioni.” rispose la ragazza con una punta di polemica
nella voce. Era tardi ed era stanca, pertanto tendeva ad essere
più irritante del solito: inoltre non era neppure sicura di
essere riuscita a seguire bene le istruzioni scritte alla lavagna.
“E che te ne importa? Tanto ci hai quasi provato, ad
ammazzarmi.” ringhiò Marcus, arrabbiato,
ricordando quel calcio.
La ragazza alzò gli occhi al cielo sentendo quella
dichiarazione melodrammatica, e sarebbe volentieri scoppiata a ridere.
“Non ti sembra di esagerare, ragazzo? Non è mai
morto nessuno per un calcio, tantomeno per uno debole come il
mio.” rispose con aria superiore. Sapeva, invece, di aver
colpito con forza, ma preferiva non pensarci.
“E poi volevo solo scusarmi,” aggiunse
all'improvviso, come se non fosse riuscita a trattenere le parole;
Marcus la osservò sospettoso. Fino ad un istante prima era
stato sul punto di scagliarle una robusta fattura, ma di colpo si
riscoprì interessato alla questione, almeno
finché lei non avrebbe deciso di spiegare ciò che
intendeva. “Ecco, non... non era mia intenzione farti male,
ecco tutto, ma non... ho agito... d'istinto, diciamo...”
La voce di Victoria era sempre più bassa, e Marcus
avrebbe voluto poter ricambiare quel calcio. In realtà nulla
glielo vietava, ma avrebbe preferito una risposta differente; per
esempio sarebbe stato meglio sentire le sue scuse per aver rifiutato le
sue avances, tutto avrebbe avuto un altro aspetto.
“Tipico, del resto voi ragazzine siete note per essere delle
maledettissime snob” dichiarò il ragazzo irritato,
per poi lasciarsi andare ad una serie di frecciatine. Non poteva in
fondo evitarlo, doveva pur sfogarsi, perciò per alcuni
minuti si impegnò a tormentarla come meglio riusciva.
Era più forte di lui, doveva comportarsi
così, finché Victoria decise che non ce la faceva
più a sopportarlo. La tensione durava da troppo tempo,
perciò la Corvonero si avvicinò decisa al
ragazzo. Marcus era già pronto con la mano sulla bacchetta
per colpirla, ma rimase completamente di sasso nel sentire le sue
braccia attorno al collo e le labbra di lei sulle proprie.
Per un momento non capì quello che stava
succedendo, sorpreso da quel gesto tanto inaspettato quanto genuino.
Sentire la pressione incerta delle labbra sulle sue lo aveva
disorientato, ma gli servirono solo un paio di istanti per realizzare
che non si trattava né di un errore, e neppure di un
contatto casuale. Strinse la ragazza a sé, come a volerle
impedire una fuga, per poi rispondere a quel bacio e approfondirlo il
più possibile.
Non se l'era aspettato, ma proprio per quel motivo desiderava
che le rimanesse scolpito nella memoria. Lasciò che
continuasse a cingergli il collo, approfittando di un suo attimo di
esitazione per appoggiare il proprio braccio sulla sua schiena. Rimase
deluso nel sentirla scostarsi, ma le permise solo un momento di
esitazione prima di essere lui a baciarla questa volta, come a volerle
dire che non le avrebbe permesso di ritrarsi, né di fuggire
di nuovo. Questa volta era certo che non si sarebbe
ribellata, lo poteva percepire dal modo intenso con cui ricambiava, e
approfittò di una leggera esitazione da parte sua per
insinuarle la lingua tra le labbra per giocare con quella di lei.
Victoria si sentiva stranamente debole, e per quella ragione
cercò di tornare a quella che lei chiamava
normalità; non si era aspettata un'iniziativa del genere da
parte di Marcus, e si sentiva le gambe come se fossero fatte di
gelatina. Era certa di avere anche le guance rosse e non poteva negare
di sentirsi imbarazzata, tuttavia non fece alcun tentativo per
allontanarsi da lui una volta che si furono separati. Al contrario
lasciò che continuasse a tenerla stretta a sé, e
sperò che nessuno potesse vederli in quel momento. Non se ne
vergognava, ma non era certa di sentirsi pronta ad esporsi alla
curiosità altrui; si sentì rabbrividire nel
rendersi conto che lui la stava baciando sul collo, ma non
avvertì alcun senso di disgusto.
Al contrario, avrebbe desiderato che continuasse in eterno, o
almeno per molto tempo. Era la stessa sensazione che aveva provato
alcuni giorni prima, quando l'aveva colta di sorpresa con quel gesto:
ora sapeva di essere stata lei a sorprenderlo, ma pareva che non fosse
più importante dal momento che era lui, in quel momento, a
dettare le regole di un gioco che stava appena imparndo a conoscere.
"STUDENTI FUORI DAL LETTO! Venite qui, disgraziati!" L'urlo
di Gazza rimbombò come un colpo di cannone; per un attimo
Marcus si chiese se il custode fosse alla ricerca di una morte violenta
e istantanea. Detestava essere interrotto, soprattutto in modo
così brusco, tanto che si girò e
gratificò il Magonò con un'espressione schifata.
La ragazza si era allontanata da Marcus come se fosse stata
colpita da uno Shockantesimo, pertanto non aveva idea di cosa Gazza
fosse riuscito a vedere: forse li spiava da tempo? Era imbarazzante
pensarlo. Marcus puntò la bacchetta contro l'uomo, ed
un'esplosione lo costrinse ad arretrare.
"Ma sei pazzo?" Victoria sibilò al ragazzo: non
aveva idea che l'esplosione non avesse colpito il custode, e Marcus non
perse tempo a spiegarglielo. "Zitta se non vuoi che ci scopra. Meglio
se torni in fretta al tuo dormitorio." disse il ragazzo a malincuore.
La sua idea era stata quella di trattenerla lì ancora,
magari per tutta la notte, ma non era più possibile.
Maledetto vecchiaccio. In ogni caso il ragazzo era certo che
il suo incantesimo Confundus gli avrebbe impedito di ricordare chi
aveva incontrato.
La ragazza si osservò nel riflesso della finestra la mattina
seguente. La divisa scolastica era come sempre perfetta, i capelli
raccolti sulla nuca, a parte qualche ciocca ribelle che ricadeva sulle
spalle. Anche l'espressione era quella che tutti conoscevano,
perciò Victoria sospirò immensamente sollevata,
prima di recarsi in Sala Grande. Si sedette al proprio posto dopo aver
salutato gli amici e, pochi minuti più tardi venne raggiunta
da Cedric, che si sedette proprio nel posto di fronte al suo.
"Si può sapere dove... Ma perché porti
il foulard?" Il ragazzo indicò quel tessuto scuro e sottile
che era legato attorno al collo dell'amica, sorpreso. Victoria
inghiottì il boccone che stava masticando e
osservò il Tassorosso, chiedendosi se si trattasse di una
domanda retorica o se non avesse davvero capito. "Io..."
cominciò a parlare, ma si interruppe alzando casualmente lo
sguardo oltre Cedric e arrossì vistosamente nel rendersi
conto di essere osservata.
"... ho mal di gola." disse Victoria, sperando che l'amico
non si fosse reso conto dell'intensa occhiata che lei e Marcus si erano
scmabiati. Era tutta colpa sua, pensò la ragazza furente,
mentre dal tavolo di Serpeverde il giovane non pareva per nulla
imbarazzato. Al contrario, notò sgomenta, pareva
perfettamente a proprio agio. Lei, invece, non appena aveva notato quei
segni che le aveva lasciato sul collo, era entrata nel panico.
Cedric la osservò sorpreso: Victoria non aveva l'aria di
qualcuno ammalato, era semplicemente... strana, si disse osservandola
meglio, ma prima di poterle rivolgere altre domande, lei si era
già alzata. "Andiamo o Piton ci ammazza!" disse Victoria
distraendolo.
Tuttavia mentre attraversavano la Sala Grande, costretti a
passare proprio vicino al tavolo di Serpeverde, Victoria venne bloccata
proprio da Marcus. "Ti è caduto questo." le disse con un
sorriso innocente. Cedric lo guardò con sospetto mentre
metteva in mano alla ragazza qualcosa. Un foglietto appallottolato,
notò lei, che non sapeva come rifiutarlo; qualcosa nello
sguardo del ragazzo le fece ricordare la notte appena passata, e perse
la voglia di contraddirlo.
"Grazie." si limitò a rispondere, ma, prima che
l'amico potesse fare qualche domanda, aveva già lasciato la
Sala. Poco prima di raggiungere l'aula nei sotterranei, Victoria decise
di ricorrere ad una piccola menzogna per scoprire che cosa ci fosse
scritto in quel foglietto.
"Oh Ced, ho dimenticato il libro in Torre! Tu entra, io
arrivo quanto prima." dichiarò la ragazza, dandosi una
manata sulla fronte. Non era vero, ma non rimase ad ascoltare l'amico
che le assicurava di poterglielo prestare; percorse a ritroso due
corridoi, prima di nascondersi dietro ad una colonna e aprendo quel
foglio.
Un orario ed un luogo. Era chiaro, Marcus voleva parlare con
lei, quasi certamente di ciò che era accaduto la sera prima,
e la ragazza sapeva che era indispensabile. Non era riuscita a dormire
quella notte, si era limitata a rigirarsi tra le lenzuola agitata, ed
allo stesso tempo al settimo cielo. Si morse il labbro: alle diciotto
non avrebbe potuto recarsi al campo di Quidditch, aveva lezione con la
professoressa Cooman e non poteva disertarla nuovamente. Allora ebbe
un'idea improvvisa, e corse a cercare Kaiser. Lo kneazle era un fedele
ed affidabile portatore di messaggi, e lo trovò che
trotterellava senza meta al primo piano. "Vieni tesoro, devi portare un
messaggio per me." gli disse prendendolo in braccio, e promettendogli
un gomitolo nuovo.
Non voleva che il ragazzo credesse che non si sarebbe
presentata volontariamente, perciò avrebbero dovuto trovare
un altro modo per parlare di quanto accaduto; oltretutto si sarebbero
visti per la punizione con Piton quella sera, perciò sperava
che Kaiser riuscisse a trovarlo senza incidenti.
La giornata trascorse velocemente, e, al termine delle lezioni,
Victoria si ritrovò in Sala Comune a studiare. Piton le
aveva riferito che non ci sarebbe stato bisogno della sua presenza
quella sera, dal momento che il veleno era pronto: per un momento la
ragazza avrebbe protestato, tuttavia l'insegnante le aveva riferito che
avrebbe ricevuto l'esito della sua valutazione la settimana
successiva.
Victoria aveva creduto che pure a Marcus fosse stato riferito
quel messaggio, ma il professore le aveva anche detto che avrebbe
utilizzato lui come cavia e lei non riusciva proprio a rimanere
tranquilla. Avrebbe voluto recarsi ugualmente in aula quella sera, ma
contrariare il professore richiedeva un coraggio che non possedeva.
Kaiser era tornato vittorioso dalla consegna del messaggio;
la ragazza aveva notato che il foglio era stato nuovamente legato,
appallottolato, al collare dello kneazle, e sopra c'era una risposta
molto rapida. La calligrafia, comunque, era quella di Marcus,
perciò se non altro era certa che non se la sarebbe presa.
Anche la notte trascorse velocemente, e la mattina lei e
Frederich si ritrovarono per caso a passare davanti alle clessidre.
Victoria si bloccò perchè aveva improvvisamente
notato come la clessidra di Grifondoro fosse praticamente vuota;
Frederich aggrottò la fronte, ma pareva già
sapere quello che era accaduto e glielo disse alcune ore dopo, quando
si incontrarono di nuovo e per caso vicino alla Foresta Proibita. Il
professor Kettleburn aveva catturato uno splendido unicorno, e lei lo
aveva ammirato affascinata.
"Ho sentito che Potter e alcuni suoi amici sono stati
sorpresi a girare questa notte per Hogwarts. Peccato, hanno buttato
all'aria la possibilità di vincere la Coppa della Case!"
dichiarò il ragazzo, e Victoria si sentì gelare.
Di certo se fossero stati lei e Marcus ad essere sorpresi avrebbero
potuto subire la stessa punizione, e decise all'improvviso che non si
sarebbe più attardata nei corridoi. "Credo che ti stia
cercando, Vic." le parole di Frederich la sorpresero, ma comprese
subito a cosa si stesse riferendo.
Proprio in quel momento, infatti, vide Marcus che si dirigeva
dalla sua parte: Victoria non poté fare a meno di notare che
la divisa di Quidditch gli stava benissimo, anche se per lei era un
mistero il fatto che si allenasse ancora dato che non doveva
più giocare.
"Dobbiamo parlare" esordì all'improvviso il ragazzo, e lei
si limitò ad annuire. Non era proprio il caso di rimandare
continuamente, anche se non aveva voglia di discuterne proprio davanti
a Frederich; non aveva rivelato nulla di quanto accaduto con Marcus, e
non desiderava farlo in quel momento. Per fortuna Marcus pareva della
sua stessa idea, e le disse semplicemente di seguirlo; dopo alcuni
minuti Victoria si rese conto che si stavano dirigendo verso le serre,
o meglio nelle vicinanze. "Vedo che sei ancora vivo!" esordì
la ragazza, cercando di spezzare quel silenzio teso che si era creato.
"Sì, Piton non era per nulla contento del tuo
veleno." dichiarò il ragazzo, mentendo spudoratamente.
L'insegnante si era invece limitato a dire che il veleno era preparato
più o meno correttamente, e gli aveva somministrato un
antidoto subito dopo averlo costretto ad ingerirne un paiolo. Lo
spavento tuttavia era passato, e lui desiderava discutere di ben altro.
"Forse potresti spiegarmi perchè ti sei attaccata
a me stile piovra gigante." Marcus non disse che era stato gradito, ci
teneva ad avere una certezza, tuttavia non era preparato alla risposta
di Victoria. Aveva immaginato che fosse imbarazzata, ma pareva
più tranquilla di quanto previsto. "Forse per lo stesso
motivo per cui hai mentito dicendo di avermi chiamata Sangue Sporco."
Il ragazzo fu sul punto di negare, ma cambiò idea.
Non aveva immaginato che Piton glielo avesse potuto riferire, ma la
risposta di Victoria era in parte quella che voleva sentire. Non aveva
propriamente spiegato la ragione del gesto, però sentiva che
era tutto implicito; le passò un dito sul volto, e rimase
soddisfatto nel notare che non si era ritratta.
"D'accordo, allora cambio domanda: perchè hai
baciato Baston giorni fa?" Non lo aveva dimenticato, e gli dava ancora
estremamente fastidio ogni volta che ci ripensava. Victoria rimase in
silenzio, vergognandosi profondamente per quel gesto. Ora sapeva che
non avrebbe dovuto farlo, lo aveva capito appieno solo da poco. "Tu fai
troppe domande, non ti va mai bene nulla" dichiarò
all'improvviso, in un tentativo di lasciar cadere l'argomento.
La faceva sentire a disagio, anche se si rendeva conto che in parte il
ragazzo necessitava di risposte. "Non sei divertente, ma non importa...
D'ora in avanti l'unico che puoi baciare sono io. Chiaro?"
Marcus non rinunciò al proprio modo di fare,
brusco ed aggressivo, ma allo stesso tempo era sicuro che non ci fosse
bisogno di giustificarlo. Per quanto interessato a Victoria, non si
sarebbe mai abbassato a sentimentalismi diabetici come altri; se le
andava bene così com'era allora non ci sarebbero stati
problemi, altrimenti poteva anche accontentarsi di gente senza un
briciolo di spina dorsale. Come Baston, tanto per fare un esempio.
"Mi sembra una tale noia..." replicò la ragazza
con un lampo divertito negli occhi, ma non si scostò quando
lui la strinse a sé con decisione per baciarla. Per un
momento Victoria pensò quasi di sottrarsi: un conto era
essere certi di trovarsi da soli, un altro era di correre il rischio
che chiunque potesse vederli. Tuttavia si lasciò andare,
anche se cercò di non prolungare troppo oltre quella
tentazione. "Di una cosa però voglio essere certo, Victoria,
ovvero che se devo perdere il mio tempo con te... non voglio farlo per
nulla." disse Marcus dopo un po'. Non voleva essere costretto a
dividerla con nessuno, la voleva soltanto per sé. "Non fare
quella faccia," le disse con un ghigno, dopo aver notato l'espressione
incredula della ragazza"voglio essere certo che considererai solo me.
Se avessi voluto solamente giocare , te ne saresti accorta,
perciò voglio una risposta sicura."
La ragazza si aspettava una domanda del genere, ma
scoprì di non sapere cosa rispondere. Avrebbe voluto
accettare senza esitazioni, ma da un lato aveva il timore di non essere
pronta ancora a sbandierare la propria vita privata in pubblico:
cercò di spiegarglielo, facendogli capire però
che non era una questione di persone, ma proprio del suo modo di
essere. In fondo desiderava solo un po' di tempo, per essere certa.
Il ragazzo rimase pensieroso per un po'; di solito era lui a
dettare le condizioni, ma doveva ammettere che non si poteva aspettare
che la ragazza diventasse diversa da come era. Già da tempo
aveva avuto l'impressione che fosse estremamente riservata; gli restava
solo il dubbio che non volesse farsi vedere da Oliver, ma non
aprì bocca per chiederglielo. Con una domanda del genere era
sicuro che Victoria sarebbe nuovamente esplosa.
Che gli costava fidarsi di lei?
Tanto, ammise, ma del resto doveva essere tollerante. Almeno
per i primi tempi, perché era sicuro che la ragazza non
credesse del tutto al suo interesse e si aspettasse un repentino cambio
di idee.
"D'accordo, ma nel frattempo hai seriamente bisogno del corso
intensivo sui baci, e per tua fortuna sarò proprio io
l'insegnante." le disse con il suo solito ghigno, ma dopo che Victoria
scoppiò a ridere, lui si unì a lei.
nota:
eccoci
qui con il 17!
ahimè temo di deludere le tante estimatrici della
Oliver/Victoria
perchè come vedete la signorina Windsor è passata
al lato
Serpeverde della storia.
il titolo del capitolo è un pezzo tratto, appunto, da Romeo
e Giulietta di cui la nostra Vic non può fare a meno U___U
La
cosa era già decisa
dall'inizio, perciò spero non vi deluda troppo la cosa T__T
comunque
non aspettatevi fiocchetti e trine da parte di Flitt, la nostra
adorabile canaglia non perderà la faccia tosta che ha sempre
avuto
<3
come
vedete Potter and co.
hanno fatto perdere un sacco di punti a Grifondoro*Flitt esulta*, ma
tanto sappiamo come va alla fine*Flitt uccide Potter, o almeno ci
prova*.
Detto
questo volevo dirvi
che ho aggiornato la long con Oliver Baston, che fa da spin off a
questa. se volete leggerla(se già non la conoscete ovvio) mi
fareste
un enorme piacere.
Inoltre
grazie mille ai 4
preferiti, 1 ricordato e 16 sguite...*_* vi voglio bene!
Ho
deciso di terminare, almeno per una volta, il capitolo con qualcosa di
buono diciamo u.u perchè dal prossimo si riprende u.u ma se
non altro avete la certezza che le cose romanticose sono finite dati
gli sviluppi
sempre
se un certo Grifondoro frustrato non decide di mettersi tra le Pluffe
nd Flitt
*alza
gli occhi al cielo* la rivalità avrà mai fine?u.u
al prossimo <3
I miei
contest *__*
Ti
sposerò perchè...
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
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Capitolo 18 *** 18 - Quando fare l'eroe non sempre rende tutti felici... ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd e ammirate il meraviglioso
Frederich** Grazie a Lady Aquaria per il disegno, davvero sublime
Immagine
allo specchio
Capitolo 18 - Quando fare l'eroe non
sempre rende tutti felici...
In quei giorni Marcus Flitt pensò a molte cose, ma
soprattutto, passò molto del proprio tempo a studiare. Gli
esami finali incombevano, e dopo lo scherzo che gli avevano giocato al
terzo anno, era deciso a prenderli più o meno seriamente.
Ovviamente non avrebbe mai trascorso intere giornate sepolto
in mezzo ai libri, tuttavia aveva preso l'abitudine di sedersi in
biblioteca per cercar di far entrare in testa tutti i concetti che
potevano essergli utili durante i G.U.F.O. Non era mai da solo,
preferendo farsi vedere assieme agli amici che di solito ottenevano
voti alti durante le lezioni. I vantaggi erano diversi: il primo era
quello di riuscire a ricevere costantemente un suggerimento, qualcosa
da annotare che aveva tralasciato durante le lezioni, soprattutto se
riguardava la tediosissima Storia della Magia. Il secondo consisteva
nel migliorare, almeno indirettamente e solo in parte, l'opinione che
molti insegnanti avevano di lui.
Il problema era che la sua figura riluceva di fama oscura
riflessa, grazie al suo santo fratello che alcuni anni prima aveva
incredibilmente dato in escandescenza durante gli esami dell'ultimo
anno di studi.
Grazie Edward.
Era proprio grazie a lui se, almeno per un po', gli
insegnanti si erano divertiti a maltrattarlo più o meno
vistosamente; Piton era stato il più furibondo di tutti. Il
fratello era stato un genio a Pozioni, e l'insegnante aveva
già immaginato che sarebbe uscito da Hogwarts con il massimo
dei voti. E così sarebbe stato, se durante l'esame finale di
Trasfigurazione Edward non avesse insultato pesantemente l'esaminatore,
arrivando a scagliargli una maledizione.
Ancora non aveva idea del motivo che aveva spinto il fratello
a comportarsi a quel modo, ma di certo era consapevole che aveva
gettato tutto all'aria: Prefetto, Caposcuola, addirittura vincitore del
Premio Speciale per i Servigi resi alla Scuola (quali che fossero
questi servigi però Marcus non lo ricordava), e aveva
spazzato via tutto. Ovviamente col sorriso sulle labbra, senza il
minimo rimorso, scaricando su di lui i problemi. A volte Marcus si era
detto che gli insegnanti si fossero vendicati del fratello bocciando
lui, dal momento che tutto era accaduto nello stesso anno, tuttavia
parte di sé riconosceva di aver passato molto più
tempo a giocare a Quidditch che a studiare.
Osservò nuovamente quel maledetto tomo sulle Arti
Oscure e la loro Difesa: che non avessero mai avuto un insegnante
decente era noto, ma Raptor era forse il peggiore di tutti, pertanto
erano costretti, come dicevano loro, a fare da sé; un
movimento attrasse la sua attenzione e notò che due persone
si erano sedute in un tavolo poco distante dal loro, separate solo da
uno scaffale di libri.
L'interesse del ragazzo si ridestò improvvisamente
nel riconoscere in una delle due proprio Victoria; in effetti non
passava giorno che non giungesse in biblioteca, ed era anche una delle
ragioni per cui lui aveva preso a frequentare l'odiato luogo di studio.
Spesso e volentieri sceglieva proprio quel tavolo proprio
perché sapeva che da lì poteva osservarla senza
essere visto.
Non se ne vergognava, ma sapeva che a lei avrebbe dato
fastidio se l'avesse scoperto; sembrava incapace di pensare che le loro
non erano del tutto coincidenze, e gli andava anche bene
così per il momento. Dopotutto si limitava a guardarla
studiare senza essere invadente, pur desiderando a volte evitare quella
sciocca commedia: non gli piaceva più tanto quel gioco di
far finta di nulla, ed era altrettanto sicuro di essere in grado di
sopportare eventuali voci maligne sul loro conto.
Distolse lo sguardo riluttante, concentrandosi su quanto
Morrison gli stava dicendo a proposito della Trasfigurazione umana, e
riportando per iscritto le sue parole. L'amico era uno di quelli a cui
avrebbe dato estremamente fastidio scoprire che lui e Victoria si
frequentavano; ricordava che l'anno precedente aveva fatto qualche
commento positivo su di lei, ma, non appena ne aveva scoperto le
origini, non aveva esitato a rinnegare quanto detto. Lui non riusciva a
capirlo, ma in fondo gli andava bene così.
Poi alzò nuovamente lo sguardo e si
irrigidì: ovviamente Victoria era con quel perdente di
Diggory, quei due sembravano incollati tante erano le volte che si
facevano vedere assieme, e Marcus per un momento l'aveva quasi
scambiato per Baston. E se ne chiedeva la ragione, in fondo non si
somigliavano; forse, si disse mentre scriveva con impeto, era quella
continua tensione a logorarlo. Si aspettava sempre di vedere il
Grifondoro allungare le mani su ciò che era suo, al punto
che lo vedeva anche quando non c'era.
Assurdo.
La conversazione avuta con lui alcuni giorni prima, subito
dopo l'uscita dall'infermeria, gli aveva chiarito che il rivale non
aveva le idee ben chiare su Victoria, pertanto non aveva impiegato
molto tempo per minacciarlo. Eppure a modo suo, Oliver gli era stato
utile per capire alcune cose. Dannato Grifondoro, non doveva neppure
azzardarsi ad avvicinarsi a lei, altrimenti Marcus non sapeva se
avrebbe potuto evitare una strage.
Già l'aveva dimostrato quando alcuni amici dei due
gemelli Weasley avevano fatto qualche progetto su di lei: non
l'avessero mai fatto, erano stati portati in infermeria ricoperti di
letame di Ippogrifo senza che ne comprendessero la ragione.
"Ascolta Marcus, a te va bene se ci provo con la tua
ragazza?" La voce di Morrison arrivò alle orecchie del
ragazzo, il quale non collegò immediatamente il significato
di ciò che aveva appena sentito; dopo alcuni istanti
gratificò l'amico di uno sguardo omicida, avendo finalmente
compreso ciò che gli aveva detto. "Adesso ho capito
perchè quella ciarlatana della Cooman ha predetto la tua
morte." ringhiò Marcus, arrabbiato. L'altro lo
guardò incredulo, prima di riprendere a scrivere.
"Non capisco perché te la prendi tanto, credevo
non ti importasse di cosa fa Cecily, ma se proprio ci tieni..." il
ragazzo posò la piuma ed osservò Marcus con un
sorrisetto divertito. In fondo l'aveva sempre pensato che quei due
fossero adatti a stare assieme, ma Flitt non lo considerò
più dopo aver sospirato. Per un momento solo aveva
creduto... si impose di calmarsi, in fondo se doveva rimanere un
segreto tra loro non aveva senso tradirsi a quel modo. "Infatti non mi
interessa, in fondo se vuoi diventare un cornuto la strada è
quella giusta".
Marcus si godette l'espressione stravolta degli altri due, e
rispose con un ghigno. D'altronde per quanto si lamentasse, pure lui si
era divertito alle spalle di quella sciocca presuntuosa, e l'aveva
fatto così bene che lei si era convinta di essere
insostituibile. Morrison disse qualcosa, ma il ragazzo aveva
già la mente concentrata di nuovo su Victoria e non lo
ascoltò; qualche giorno prima era comparso l'avviso della
penultima gita ad Hogsmeade, e lui aveva deciso di chiederle se voleva
accompagnarlo.
In realtà, pensò adirato il Serpeverde,
sarebbe dovuto essere scontato che ci sarebbero andati assieme,
tuttavia aveva imparato che quando si trattava di VIctoria, di ovvio
non c'era nulla. Per esempio, si disse dopo circa un'ora mentre usciva
dalla biblioteca, non avrebbe mai pensato che la ragazza possedesse un
temperamento tanto vivace: non era molto alta - più o meno
superava appena la sua spalla con la testa quando erano vicini - ed era
abbastanza esile, tuttavia aveva un'incredibile propensione alla lite
fisica. L'aveva vista prendere a pugni Bletchey, molto più
grosso di lei, senza la minima paura e neppure conseguenza, dal momento
che il compagno di squadra era bravo solo a parole.
Proprio in quel momento la ragazza lo superò di
corsa, e Marcus notò che assieme a lei c'era una del primo
anno che, se non sbagliava, doveva essere l'inseparabile amica di
Potter e di quell'altro studente di cui non ricordava il nome. Avrebbe
quasi voluto chiamarla, ma cambiò idea: lo aspettava una
lezione noiosa con la Cooman, che di recente si divertiva a dirgli in
tono lugubre che la sua morte si avvicinava sempre più ed
avrebbe avuto le fattezze di qualcosa di oscuro.
Baggianate, del resto neppure Baston era ancora morto dopo
tutte le volte che la donna lo aveva annunciato, perciò era
immensamte felice al pensiero di poter lasciar perdere quell'assurda
materia dopo gli esami. Certo sarebbe stato molto più
interessante, al posto di Divinazione, convincere la ragazza a tenergli
compagnia, ma sapeva che la possibilità di una cosa del
genere era praticamente nulla.
Era fin troppo precisa nello studio, e di sicuro avrebbe
trovato almeno mille motivazioni utili per non saltare le lezioni;
molto più facile era convincerla ad attardarsi dopo gli
incontri del Club, oppure se decidevano di incontrarsi poco lontano dal
lago.
Circa due ore dopo rimase sorpreso nel vedere proprio
Victoria che lo cercava; lui aveva quasi avuto l'idea di tornare in
Sala Comune, ma si bloccò a metà del corridoio
dopo aver sentito che lo chiamava. “Potresti tenermi Kaiser
per un'oretta? Dovrei andare ad allenarmi e non vorrei che si perdesse
per la scuola.” disse Victoria, senza fiato per la corsa.
Marcus osservò l'animale color prugna che lo
guardava. Lo detestava di tutto cuore, soprattutto da quando era
diventato praticamente l'ombra di Victoria. In principio gli era pure
piaciuto, ma lo kneazle aveva dimostrato di essere geloso e possessivo,
e non era raro che spuntasse apparentemente dal nulla per intromettersi
graffiandolo, oppure soffiando arrabbiato. A volte gli sembrava quasi
che l'animale si credesse il solo proprietario della ragazza.
“Io dovrei tenere questa bestiaccia piena di
pulci?” Marcus non esitò a rispondere in modo
sgarbato, ricambiando lo sguardo irato dell'animale, che se ne stava
accoccolato in braccio a Victoria. Anzi, pareva che volesse provocarlo
con quello sguardo di sfida, come a volergli dire che lui poteva averla
per sé ogni volta che voleva.
“E dai... Un'ora, lo so che in fondo andate
d'accordo.” disse Victoria, guardandolo con aria
supplichevole. Marcus avrebbe volentieri detto ciò che
pensava, ovvero che il suo amato Kaiser era solo un botolo pieno di
pulci estremamente viziato, ma si trattenne, limitandosi a borbottare
qualcosa di indefinito. Non aveva voglia di trovarselo attorno, lui che
non amava particolarmente gli animali, ma se l'avesse fatto di certo
avrebbe avuto un motivo più che valido per cercarla
nuovamente.
“Oh si, gli voglio così bene che lo
affogherei nel calderone.” dichiarò ironico il
ragazzo, guadagnandosi un'occhiataccia da Victoria, che continuava a
stringere il peloso animale. All'improvviso la ragazza
lasciò balzare a terra Kaiser, il quale comunque non si
allontanò, e lasciò scivolare le braccia attorno
al collo di Marcus, con un sorriso malizioso. “Ehi, non vale
usare questo tipo di armi.“ borbottò il ragazzo,
fingendosi indispettito, pur non essendolo per nulla.
“Oh... comunque se ti interessa stasera avrei un
po' di tempo dopo cena... potresti mostrarmi quanto sei bravo a...
ehm... a Quidditch...“ Victoria sorrise mielata e il ragazzo
avrebbe quasi voluto dirle di no solo per vedere la sua reazione.
Allora afferrò l'animale, che cercò di
divincolarsi e si rivolse di nuovo a lei. “Ok, ma solo se non
fai tardi.”
“Potter! Fermati!” L'urlo di battaglia di Oliver
Baston era impossibile da ignorare, ma nel prato non c'era anima viva a
parte lui, che stava raggiungendo di corsa il suo Cercatore. Era in
compagnia del suo migliore amico, ma non gli interessava: anche se
fosse stato impegnato in un colloquio con il Ministro della Magia era
certo che avrebbe dato la precedenza a ciò che gli doveva
dire il suo Capitano. Il Quidditch e la Coppa erano più
importanti di tutto il resto.
Si fermò di fronte all'esile compagno di squadra,
e non gli diede neppure il tempo di rispondere. “Ho appena
ricevuto la formazione della squadra dei Corvonero.” disse
tutto d'un fiato.
Frederich Steileir gli aveva appena fatto avere la
formazione, e lui aveva fatto altrettanto; gli era bastato guardarla
per capire che gli avversari non avevano neppure una chance.
Come immaginava il Cercatore titolare aveva definitivamente
abbandonato la squadra, ma lui si era aspettato che fosse la Chang a
sostituirlo: dopotutto era bravina, anche se nulla di eccezionale.
“Ho saputo chi sarà il Cercatore avversario: la
dovresti conoscere di vista, è Victoria Windsor, ha giocato
contro i Serpeverde, ma nel ruolo di Portiere. Visto che l'ho allenata
io stesso, posso assicurarti che non regge il paragone con te, neppure
se si allenasse da ora fino al giorno della partita senza
sosta”. Il tono euforico di Oliver era perfettamente
percepibile, e non si accorse dell'espressione incerta di Harry e di
Ron, che sembravano imbarazzati.
“Ehm... Oliver... ecco...” Harry
cercò di parlare, ma il suo Capitano non gli permise di
continuare: già sapeva che cosa avrebbe detto.
“Senti, non voglio le tue dimissioni, sei perfettamente in
grado di prendere il Boccino davanti al suo naso, perciò
pensa solo ad allenarti. Gli esami di fine anno sono una sciocchezza,
la partita è più importante.”
dichiarò convinto Oliver, mentre si apprestava a mostrare a
Harry uno schema complicato di una mossa.
“In ogni caso non hai proprio motivo di preoccuparti:
Steileir evidentemente non sa dove sbattere il naso se si avvale
addirittura di Victoria... voglio dire, una che ha paura dei Bolidi
cosa ci fa in una partita di Quidditch? È chiaro che sono
destinati a fare una figura pessima. Un po' mi dispiace, in fondo come
Battitore Steileir è bravo, ma tanto meglio per
noi”.
Harry lo guardò e cercò nuovamente di
parlare, ma venne sommerso da un torrente di informazioni sul Quidditch
e ci rinunciò. “Ah, ma è la tua ragazza
allora!” disse Ron, ricordando quella voce che aveva sentito
dire: Fred e George non mancavano di prendere in giro Oliver ad ogni
momento. Il ragazzo lo osservò come se non riuscisse a
credere alle sue orecchie.
“Scusa? Stai scherzando, vero? Ma ti sembra che io
possa perdere tempo con sciocchezze del genere? Con quella poi...
comunque dicevamo...” riprese Oliver, ma si accorse,
finalmente, che qualcosa non andava. “Si può
sapere perchè hai quella faccia, Harry?” Oliver
era spazientito: erano almeno dieci minuti che cercava di fargli capire
l'importanza della partita, ma sembrava che il ragazzo non lo
ascoltasse.
“Ecco... te lo avrei detto anche prima, ma non mi
hai lasciato parlare.” disse il ragazzino a disagio, mentre
Ron cercava di non ridere per l'assurdità della situazione.
“ È che... è proprio dietro di te, e
già da un po'.” rispose Harry, mentre Oliver si
chiedeva a cosa si riferisse. Si voltò e rimase
completamente di stucco: Victoria lo stava osservando ed aveva
un'espressione poco amichevole sul volto. Il ragazzo si
sentì sprofondare: aveva appena terminato di riferirsi a lei
in termini non proprio entusiastici, ed era quasi convinto che
probabilmente lei avesse sentito tutto.
Proprio in quel momento Victoria si girò per
andarsene. Aveva decisamente sentito troppo, e cominciava a capire
perché Marcus non sopportasse Oliver; non le davano fastidio
i commenti che aveva fatto sul suo modo di giocare, bensì
quelli riferiti propro a lei che, sommati al resto, le davano la misura
della situazione. Oliver si sentì estremamente colpevole e,
del tutto dimentico di quanto voleva continuare a dire ad Harry, decise
di seguirla. “No, aspetta, hai capito male... Io non
volevo...”
La ragazza si girò squadrandolo con espressione
furente. “Stai scherzando, vero? Ti ho sentito benissimo, non
affannarti a negare!” dichiarò, riprendendo poi il
cammino. Non sapeva dove andare, ma non voleva ascoltarlo ancora: ne
aveva abbastanza di sopportare quelle scuse, che sicuramente non erano
neppure sincere, ma Oliver la prese per il braccio.
“No, d'accordo, ma sai come sono... quando si parla
di Quidditch io... beh insomma, non penso sempre a quanto
dico.” cercò di spiegare, ma capì
subito che era inutile. La ragazza se lo scrollò di dosso
come se fosse disgustata e poi si girò ad affrontarlo.
“Risparmia il fiato per quella dannata partita,
però se fossi in te non mi affretterei a cantare vittoria:
non ho nessuna intenzione di lasciartela, e tuo padre è
perfettamente d'accordo con il mio pensiero. Ci vediamo in
campo”. Dichiarò Victoria allontanandosi:
dopotutto non aveva mentito, ed era determinata a dimostrargli che era
in grado di sconfiggerlo. A costo di allenarsi fino allo stremo, lui
non avrebbe vinto né la partita e neppure la Coppa.
Maggio lasciò il posto a giugno, ed il tempo assunse
definitivamente le tinte ed i colori dell'estate in arrivo. Gli
studenti trascorrevano molto tempo a studiare all'aperto, anche se i
più grandi non potevano fare a meno della biblioteca.
Victoria, in seguito, non seppe spiegarsi in che modo fosse
riuscita a conciliare i mille impegni della giornata: lezioni, compiti,
studio, incontri del Club di Incantesimi, allenamenti serrati di
Quidditch e persino del tempo da dedicare a Marcus. Dopotutto non
voleva trascurare nulla, ma non passava giorno che non crollasse
distrutta nel proprio letto; la mattina svegliarsi non era mai facile,
ma poteva fortunatamente contare su un bioritmo ormai perfettamente
collaudato.
Per quanto determinata a far rimangiare la parola ad Oliver,
la ragazza si chiedeva se non avesse peccato di presunzione: Harry era
un bravo Cercatore, dove sarebbe riuscita a trovare la forza per
sconfiggerlo e soffiargli quella maledetta pallina prima che
l'afferrasse lui? Per quanto si allenasse con Frederich e la squadra,
Victoria cominciava a credere di essersi imbarcata in una missione
suicida.
Come aveva previsto, Marcus l'aveva ampiamente incoraggiata a
non mollare, ma Victoria sapeva che l'altruismo non c'entrava nulla,
così come il fatto che si frequentassero: era ovvio che
volesse la sconfitta dei Grifondoro, perché in quel caso
quasi sicuramente la Coppa sarebbe andata di nuovo a Serpeverde.
Tuttavia non ne parlavano mai, Victoria preferiva evitare di pensare a
qualunque cosa quando si trovava in sua compagnia.
Nel frattempo era ovvio che la rivalità tra le
Case fosse sempre più forte, ma non da parte dei Corvonero;
i Serpeverde non perdevano occasione per giocare qualche tiro mancino
ai Grifondoro, che a loro volta ricambiavano. Era estenuante,
così disse a Cedric una sera a cena: avevano ormai poco
tempo per frequentarsi al di fuori delle lezioni, ma l'amico non se ne
lamentava. Tra tutti era l'unico ad incoraggiarla senza doppi fini, e
Victoria lo sapeva molto bene.
La settimana prima della fine della scuola gli esami la
tennero occupata, ma se non altro l'ultima volta che posò la
piuma fu sollevata nel rendersi conto che almeno per qualche tempo non
avrebbe più dovuto studiare. Non aveva neppure idea
dell'esito delle prove, le importava solo essere libera da almeno
qualche impegno di modo da poter tirare un sospiro di sollievo.
"A quanto pare stanotte è successo qualcosa di
serio." le disse Penelope il giorno prima della partita mentre si
vestivano in dormitorio; Victoria la osservò con aria
curiosa mentre indossava la divisa della squadra - Frederich l'aveva
fatta avvisare che nel giro di mezz'ora si sarebbero dovuti trovare in
campo per l'ultimo allenamento - e ascoltò l'amica parlare
di qualcosa che aveva a che fare con Raptor, la sua morte e il fatto
che Harry Potter avesse fatto l'eroe salvando qualcosa dalle mani di
Voldemort.
Victoria non ci capì nulla, ma si ripromise di
chiedere qualche dettaglio in più a Percy dopo gli
allenamenti: lui sapeva sempre tutto, era quasi più
informato della Gazzetta, si era detta qualche volta Victoria.
La giornata la trascorse quasi tutta sul campo ad allenarsi,
e lasciarono il posto ai Grifondoro solo nel tardo pomeriggio; se non
altro, pensò mentre si svestiva prima di andare a dormire,
dal giorno successivo avrebbe potuto finalmente appendere la divisa al
chiodo e rilassarsi per tutta l'estate, anche se da madama McClan c'era
proprio poco tempo per riposarsi. Non aveva avuto il tempo di
avvicinare Percy, ma la mattina seguente percepì una certa
tensione negli spogliatoi. Frederich pareva preoccupato da qualcosa, e
lei si chiedeva se non si fosse pentito dell'assurda decisione di farla
giocare.
Nel frattempo nello spogliatoio dei Grifondoro, Oliver stava
osservando con aria compiaciuta la squadra. I gemelli erano
già pronti, così come lui e le tre Cacciatrici, e
Harry... "Perché Potter non è già qui?"
Fred e George temevano quella domanda, di sicuro Oliver
avrebbe notato l'assenza di Harry e non sapevano che cosa dirgli; allo
stesso modo anche Alicia, Katie ed Angelina sembravano diventate mute,
mentre Baston si domandava quale sciagura si fosse abbattuta sul suo
Cercatore. "Ecco... Ol, Harry è in infermeria, e non
potrà giocare." rispose Fred in un attimo di coraggio, ma
Oliver pensò di avere sentito male.
"E allora? Che esca, c'è una partita da vincere!"
gracchiò il Capitano, furibondo, mentre si metteva i guanti
da Portiere. Gli altri si guardarono, chiedendosi in che modo rivelare
a Oliver, possibilmente senza conseguenze, che Harry era
impossibilitato a giocare. Tutti erano andati in infermeria a
supplicare Madama Chips, ma il compagno non aveva ancora ripreso
conoscenza. Era impossibile perciò che potesse scendere in
campo in qualche modo.
Più il silenzio si prolungava, e meno Oliver si
sentiva tranquillo. Che problema c'era? Bastava che uscisse
dall'infermeria e giocasse... Poi avrebbe potuto tornarci; in quel
momento non pensava che forse Harry avesse rischiato davvero tanto per
affrontare Raptor.
"Allora, ci siamo tutti?" Proprio in quel momento il signor
Baston, che avrebbe arbitrato l'incontro, entrò seguito da
Frederich Steileir. Oliver avrebbe voluto sprofondare. Conosceva le
regole, in assenza di un giocatore avrebbe dovuto schierare una
riserva, ma lui non l'aveva.
Perché non ci aveva mai pensato? In quel momento
capì che deridere il fatto che Steileir si preoccupasse di
avere sempre delle riserve gli si stava ritorcendo contro.
" Noi...ecco, ci manca il Cercatore, ma... ma abbiamo una
riserva". Frederich osservò curioso Oliver: aveva assistito
a parte degli allenamenti degli altri, perciò, a meno che
lui non avesse allenato una riserva nella loro Sala Comune, sapeva che
stava mentendo. Neppure suo padre avrebbe potuto permettergli di
giocare senza un membro della squadra, difatti il signor Baston
dichiarò di non avere nessun nome di riserva nella lista che
gli aveva dato.
Oliver si sentì morire. Se lui non avesse
presentato alcun giocatore, la vittoria sarebbe stata assegnata a
tavolino ai Corvonero. E la Coppa ai Serpeverde. Dannato Potter,
perché non aveva aspettato prima di fare l'eroe? Cosa c'era
di più importante dell'ultima partita della stagione?
A sorpresa Frederich prese la parola. Non sapeva neppure lui
perché lo stesse facendo, forse per solidarietà
tra Capitani. "In realtà ricordo che nella formazione che mi
hai consegnato, Oliver, avevi qualche riserva... mi ero dimenticato di
dirtelo, pensavo che avessi consegnato la stessa lista anche a tuo
padre."
Tutti guardarono Frederich, compreso il signor Baston, che lo
sottopose ad uno sguardo incredulo; il ragazzo lo sostenne senza alcuna
difficoltà, e Oliver si sentì parzialmente
resuscitare. Non si era aspettato un comportamento del genere, che era
una piena violazione delle regole, ma era deciso a scendere in campo lo
stesso.
"Ah... in questo caso ti do un'ora in più. Ormai
siamo già in ritardo, tu muoviti a chiamare questa riserva
se non vuoi perdere." disse Brian Baston, leggermente irritato. Era
quasi certo che Steileir avesse mentito, ma i due ragazzi sembrava
essere d'accordo, e poi lui non aveva le prove per dimostrare nulla,
pertanto avrebbe chiuso un occhio. Solamente uno però.
Oliver rimase fermo sul posto: più tardi avrebbe
ringraziato Frederich per quel gesto, ma in quel momento stava cercando
di pensare a chi mai avrebbe potuto reclutare per non perdere la
partita. Schizzò fuori dagli spogliatoi, deciso ad
ingaggiare il primo Grifondoro bravo a volare che avrebbe incontrato.
"Non eri costretto a farlo!" protestò Victoria quando
Frederich raccontò alla squadra quanto aveva detto al signor
Baston, ma il ragazzo scrollò le spalle. Oliver non aveva
molta scelta, e difficilmente avrebbe trovato qualche allenato. "Lo so,
ma non ha senso: ci siamo allenati a fondo, ed io non ho nessuna
intenzione di chiudere la mia carriera di Capitano con un incontro
vinto a tavolino. Voi giocate come sapete, l'importante è
lasciare il segno".
Tutti annuirono: l'ora era passata ed erano pronti ad entrare in campo.
Victoria vide che erano sette i Grifondoro schierati, e si chiese chi
Oliver avesse reclutato, finché non riconobbe Chris
McDonald, decisamente nervoso.
nota:
d
eccoci con il 18, vi ho
offerto un iniziale spazio a Flitt così anche per far
trascorrere
del tempo senza entrare nei dettagli di ciò che fanno quei
due tutti
i giorni
vedi
di non relegarmi in
un angolo, donna nd Flitt
taci
u.u
se
ricordate bene, Edward
Flitt viene nominato qualche capitolo fa ed era il fidanzato del
bellissimo Frederich(a proposito, cominciate a sbavare sul disegno di
Lady Aquaria che ringrazio di cuore**) e che è un pezzo di
merda di
proporzioni bibliche lol pertanto ho dato qualche info su di lui,
più
avanti lo conoscerete, ma non sarà mai tr ai protagonisti u.u
Ho
fatto trascorrere il
tempo perchè ormai di sto 4 anno non se ne può
più lol come vedete
Potter ha fatto l'eroe, e per la gioia di Oliver non è in
campo lol
la Row dice che i Corvonero stracciano i Grifondoro, pertanto avete
già un'idea di com'è andata la partita lol
la
decisione di Frederich,
ovvero di confermare la menzogna di Oliver, è dovuta
semplicemente a
quello che è scritto, ovvero che vuole concludere degnamente
la
propria carriera, ma non vincendo a tavolino. Spero non ci siano
dubbi in proposito xdd
come
noterete, Marcus ha
un OTTIMO rapporto con lo kneazle: ovviamente Kaiser sarà
invidioso
che la sua padrona non coccola solo lui lol ma vabbè u.u ci
sentiamo
al 19, dove finalmente finirà il 4 anno xdd ciaoo
a
proposito, ho scritto
una flashfic sulla storia di Sven Dietrich vista dagli occhi della
madre: andate e leggete è__é vi lascio qua sotto
il link così lo
trovate xddd ciaoooo!
Die
Blaue Rose
I miei
contest *__*
Ti
sposerò perchè...
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
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Capitolo 19 *** 19 - Non tutti i mali vengono per nuocere ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
19 - Non tutti i mali vengono per nuocere
L'ottimismo di Oliver durò circa dieci minuti, durante i
quali si era detto che Chris avrebbe sicuramente fatto del suo meglio.
Il problema era che l'amico sembrava troppo nervoso, e si era
già fatto sfuggire ben due volte il Boccino, che si era
messo a danzare davanti al suo naso quasi lo stesse prendendo in giro.
Per contro pareva che i Corvonero fossero improvvisamente agguerriti ,
e gli stavano creando più problemi del previsto. Difatti,
preoccupato per le prestazioni a dir poco imbarazzanti di Chris, si era
lasciato distrarre così che gli avversari avevano segnato
tre volte in cinque minuti. Fortunatamente, al momento, le sue tre
ragazze, come a volte amava chiamare le Cacciatrici, stavano dando
motivo di gioia ai tifosi del Grifondoro.
"Ed ecco che per l'ennesima volta Victoria effettua una finta, e
Chris... ci casca!" la voce di Lee Jordan risuonava nell'aria gettando
nello sconforto i tifosi, già depressi per lo spettacolo
deprimente che avevano sotto agli occhi. Del resto Oliver capiva che,
dopo aver ammirato le prodezze di Harry, chiunque sarebbe sembrato
molto meno interessante, e Chris non era il migliore.
Era il solo decente a volare che si era dichiarato disponibile, e il
ragazzo sapeva di non aver alcun diritto di scagliarsi contro di lui.
Fortunatamente riuscì a tornare concentrato ed a parare
parecchi tiri dei Corvonero, cominciando di nuovo a provare sicurezza.
Se si fosse deconcentrato lui, che era il Capitano, che cosa sarebbe
accaduto?
Dopo circa mezz'ora tuttavia Oliver si sentì sprofondare: i
Corvonero li distanziavano di parecchi punti, anche se la partita non
sembrava essere finita. Doveva riconoscere che Frederich stava giocando
davvero al meglio, riuscendo a mettere in estrema difficoltà
persino Fred e George. Suo padre gli aveva detto che una squadra
professionista, le Vespe di
Winbourne, si era messa
in contatto con Steileir,
probabilmente per ingaggiarlo, e lui doveva ammettere che sarebbe
potuto diventare davvero bravo. Schivò per l'ennesima volta
un Bolide, anche se fino all'ultimo aveva temuto di venire colpito:
quell'episodio gli ricordò che era lì per
vincere, pensare ad altro non aiutava.
"Corvonero allunga il vantaggio sui Grifondoro per 120 a 50, ma tutto
può ancora succedere... e... Oh! Il Cercatore dei Corvonero
sta inseguendo il Boccino!! Dai Fred, buttala giù dalla
scopa!" Lo strillo di Lee Jordan indusse tutti i giocatori a voltarsi
verso la ragazza, che effettivamente pareva impegnata in una gara di
velocità col vento alla ricerca del Boccino. Oliver rimase
per un momento bloccato sul posto, finché non si rivolse a
Chris. "Seguila, che cavolo fai?!" strepitò aggressivo, al
punto che il ragazzo non esitò a seguire quanto diceva.
Frederich ne approfittò per lanciare proprio verso di lui
uno dei Bolidi, sapendo di spianare la strada a Victoria; il Boccino
tuttavia, come tutti sapevano, era una pallina molto volubile, pertanto
sparì alla vista della sua inseguitrice, che fu costretta a
bloccarsi prima di schiantarsi contro uno degli anelli difesi dal
Portiere.
La partita riprese, questa volta i Grifondoro sembravano più
determinati a non farsi sconfiggere, e difatti Oliver fece alcune
parate spettacolari e le Cacciatrici segnarono varie volte. "Vai
così!! Ed ecco che il Capitano dei Corvonero è
impegnato in una pericolosa azione diversiva assieme a Fred... no, o
era George?! Ah ecco, entrambi! Dai ragazzi, fatevi valere!"
Victoria osservò la scena: effettivamente Frederich era
riuscito ad intrufolarsi tra i gemelli per impedir loro di colpire un
Bolide, ma la ragazza captò qualcosa di strano.
Probabilmente il Battitore non era riuscito a vedere bene a causa del
sole negli occhi e aveva colpito qualcosa. Forse il manico della scopa
di uno dei gemelli. D'un tratto Oliver si chiese come mai Fred avesse
afferrato per un braccio Frederich ed era atterrato con lui.
Solo un istante dopo si rese conto che era accaduto qualcosa. "A quanto
pare il Capitano dei Corvonero è... oh santo Godric, perde
sangue da un occhio!" strillò Lee nel megafono, e
immediatamente i Corvonero persero interesse nella partita.
L'arbitrò sospese immediatamente lo scontro, poi
atterrò vicino a Steileir, che era disteso a terra e si
teneva la mano sull'occhio sinistro. "Non so cos'è successo,
l'ho visto solo scivolare dalla scopa." dichiarò Fred, senza
accorgersi che nessuno lo stava ascoltando. Il signor Baston aveva
seguito tutta la scena, e sapeva che non c'era stato alcun fallo, ma la
situazione era poco piacevole. Tutti i Corvonero atterrarono, e anche i
Grifondoro scesero dalle scope.
"Madama Chips, lo porti in infermeria all'istante. Quanto alla partita,
c'è una riserva che possa prendere il suo posto?" chiese
l'uomo, rivolgendosi ai Corvonero. Lui aveva un nome sulla lista, ma
riteneva improbabile che potesse giocare. Roger Davies fece cenno di no
con la testa: il solo che avrebbe potuto prendere il posto di Steileir,
August Richmond, era anche lui in infermeria.
Victoria non disse niente mentre teneva la scopa in mano; sembrava
assurdo dover interrompere la partita dopo che era stato fatto tanto
per giocarla, proprio dallo stesso Frederich che aveva persino
accettato di mentire. Certo non intendeva dire che preferiva
continuare, in fondo un colpo all'occhio non era da sottovalutare, ma
si sentiva ugualmente strana. Se avessero seguito le regole, certamente
la vittoria sarebbe andata ai Grifondoro, così come la
Coppa, e qualunque speranza di mantenere alto il nome della Casata
sarebbe svanito.
"Dunque, il punto è questo." esordì il signor
Baston dopo alcuni minuti, mentre ricontrollava le formazioni ricevute,
"In mancanza di un giocatore ci sono solo due soluzioni: una sarebbe
quella di inserire una riserva, ma voi non l'avete, mentre l'altra
è la sconfitta." dichiarò in tono solenne l'uomo,
osservando tutti i ragazzi presenti. In un altro momento Oliver avrebbe
saltato dalla gioia, ma in quel caso sentiva di non poterlo
né volerlo fare.
"Altrimenti i Capitani potrebbero accordarsi diversamente."
continuò il signor Baston, osservando la squadra dei
Corvonero che pareva profondamente delusa. "Sì, ma il
problema è che il Capitano è in infermeria."
sbottò Roger Davies arrabiato, mentre i compagni annuivano.
"Lo so, ma in questo caso l'autorità per decidere spetta al
suo vice. Naturalmente la decisione va presa assieme al Capitano
avversario, solo lui può decidere se accettare o meno che
giochiate in sei." precisò il signor Baston, ben consapevole
che il figlio non avrebbe voluto lasciarsi scappare un'occasione del
genere. Quanto a lui avrebbe seguito solo quanto avrebbero deciso i
giocatori, che parevano incerti.
"Non abbiamo neppure quello!" ribadì Roger, la voce sempre
più cupa. Non ne avevano mai avuto bisogno, erano sempre
stati pronti a credere in Frederich disponibile in campo, e difatti
fino a quel momento il problema non si era mai presentato. "Invece
sì, ho preteso da entrambi i Capitani che segnassero un
sostituto." dichiarò il signor Baston, ricordando la scena
esilarante dei due ragazzi che cercavano di pensare a chi potesse
eventualmente sostituirli in un caso come quello. Come al solito Oliver
era quello che ci aveva impiegato più tempo, l'altro era
stato molto più veloce.
Victoria e gli altri compagni di squadra si guardarono, ma lui si
limitò semplicemente ad appellare il foglio con sopra
scritto e lo mostrò agli interessati; la ragazza per poco
non ebbe un colpo nel vedere il proprio nome scritto nella grafia
sottile ed irregolare di Frederich, mentre notò che a
sostituire eventualmente Oliver sarebbe stata Angelina.
"Vi do cinque minuti per decidere cosa volete fare." disse il signor
Baston indicando Oliver a Victoria, prima di allontanarsi dal gruppo di
studenti. Presto si sarebbe avvicinata l'ora di pranzo, e non aveva
nessuna intenzione di saltarlo.
"Ed ecco che la partita riprende, a ricoprire il difficile ruolo di
Capitano è la Cecatrice, una ragazza piuttosto attraen... SI
PROFESSORESSA, non posso neanche fare una battuta!" strillò
Lee nel megafono, mentre Victoria sentì sciogliere la
tensione a quella battuta. Osservava il campo in cerca anche di un
minimo indizio su dove trovare il Boccino, ansiosa più che
mai di concludere la partita.
In effetti Frederich l'aveva scherzosamente minacciata di farle fare il
Capitano, ma aveva creduto che fossero solamente parole dette per
intimorirla. Inaspettatamente gli altri componenti della squadra non
sembravano arrabbiati per la scelta di Frederich, al contrario avevano
espresso soddisfazione. Victoria aveva deciso di continuare a giocare
solo perché sapeva quanto il ragazzo tenesse alla partita, e
lo dimostrava il fatto che avesse deciso di passar sopra al fatto che
Oliver si fosse inventato una riserva dal nulla.
In fondo Victoria poteva capire le motivazioni che l'avevano animato:
semplice desiderio di giocare, non di vincere, ma solo di dimostrare
che anche loro Corvonero erano qualcuno. Forse, si disse mentre
schivava un Bolide apparso quasi dal nulla, aveva scelto lei per
quello: conosceva, come gli altri, tutti gli schemi di gioco, e si era
allenata per ore. La differenza stava nel fatto che voleva,
più degli altri, dimostrare qualcosa.
Un po' azzardato, ma avrebbe fatto del suo meglio per non venire meno
alle sue aspettative.
"A quanto pare i Corvonero sono tornati in possesso della loro carica,
ora la partita la conducono loro con largo vantaggio." Lee pareva un
po' depresso, ma non perdeva la propria grinta nel commentare; Victoria
notò che Oliver era tornato ad essere più
discontinuo, e Chris stesso era così agitato da farsi
condurre continuamente in azioni diversive.
Tutto sommato la ragazza ci provava gusto nel metterlo in
difficoltà, anche se doveva continuamente guardarsi le
spalle dai Bolidi. Fred e George la prendevano continuamente di mira, e
lei cercava ogni volta di non farsi disarcionare. Non sentiva neppure
più il rumore dei tifosi sugli spalti tanto era concentrata.
E poi lo vide. "Ed ecco che Victoria sfreccia senza paura , almeno
credo visto che da qui non posso vedere l'espressione che ha in faccia,
dietro a... sì, POTREBBE essere proprio il Boccino d'oro!
Dai George, fermala!" Lee urlò in maniera assordante nel
megafono, ma il Battitore Grifondoro rinunciò all'ultimo
momento a colpire la ragazza. Avrebbe potuto farlo e poi dire di aver
creduto che fosse un Bolide, ma si limitò a cercare di
ostacolarla, rischiando quindi uno scontro fontale dribblato all'ultimo
momento. Victoria, che teneva il braccio teso percependo quasi le ali
della pallina vibrare tanto le era vicina, non si accorse del Bolide
che la colpì con violenza sul volto, facendole perdere
l'equilibrio.
"Accidenti, che volo! Il Bolide colpisce in pieno Victoria, ma
casualmente Baston si trovava proprio sotto di lei neanche fosse un
salvagente, perciò entrambi precipitano a terra!" Lee si
interrupe un momento per osservare la scena.
Victoria sentiva un cocente dolore al braccio, piegato in maniera
innaturale mentre l'altro era schiacciato involontariamente dal proprio
corpo. Si sentì tirare in piedi da un paio di mani robuste,
e si rese conto che Oliver doveva essere riuscito a rimettersi in piedi
prima di lei. "Tutto bene?" La voce del ragazzo pareva preoccupata, ma
lei non ci badò e fece meccanicamente segno di sì
con la testa. Aveva i brividi lungo il corpo, in che modo sarebbe
riuscita a tornare sulla scopa e a giocare?
In quel momento un fischio risuonò nell'aria. "... a quanto
pare nell'impeto dell'azione non se ne era accorto nessuno, ma il
nostro imparziale arbitro ha la vista acuta! Avremmo preferito che gli
mancasse qualche diottria." La voce di Lee suonò
straordinariamente depressa, e Victoria vide l'occhiata sconvolta di
Oliver: solo in quel momento si rese conto che tra le dita sanguinanti
teneva proprio il Boccino.
"Corvonero vince l'incontro per 350 a 130 e si piazza in seconda
posizione nella classifica della Coppa del Quidditch, dietro agli
odios... bravi Serpeverde!" Ma, prima che Lee potesse finire di
parlare, la ragazza aveva già lasciato il campo, arrabbiata.
Tutto sommato non si sentiva vittoriosa, e preferiva non esporsi ai
futuri insulti di Oliver non appena il ragazzo avesse realizzato
appieno di aver perso per l'ennesima volta, né voleva unirsi
alla festa. Quella era dei Serpeverde, come sempre.
"Vai in infermeria, Vic, il braccio ti farà sicuramente
male!" Penelope aveva terminato di praticare un incantesimo di
guarigione sulle dita della ragazza, ed era divertita dalla reticenza
con cui si ostinava a non presentarsi da madama Chips. Victoria
scrollò la testa, osservando il braccio fasciato al collo.
Certo che le faceva male, ma non aveva nessuna intenzione di farsi
vedere dall'infermiera. "Non è il caso, si
aggiusterà, e poi madama Chips deve occuparsi di Frederich."
ribadì Victoria, ricordando con un brivido il sangue che
scendeva dall'occhio. Di certo era molto più urgente di un
semplice braccio rotto. E come sempre era colpa del Quidditch,
pensò la ragazza con rabbia.
"Frederich? Ah non lo sai, ovviamente nessuno te l'ha riferito...
L'hanno portato al San Mungo, ho saputo che il professor Vitious l'ha
accompagnato un'ora fa." Penelope si sedette sulla poltrona, mentre
Victoria sgranava gli occhi. La ragazza annuì. "Del resto
c'era da aspettarselo, una ferita all'occhio può diventare
preoccupante e ho sentito dire dal professor Baston che, probabilmente,
se la scopa fosse stata appuntita, avrebbe potuto lesionare
irrimediabilmente la cornea. Sicuramente sapremo qualcosa di
più nei prossimi giorni, anche se hanno escluso che gli
effetti della ferita possano essere permanenti."
Penelope finì di parlare mentre l'amica annuiva nuovamente:
sperava non fosse nulla di grave, neppure al proprio nemico avrebbe
augurato di perdere parte della vista."A proposito, Percy mi ha detto
che Oliver ti stava cercando prima." riprese la ragazza, per nulla
sorpresa dall'espressione avvilita di Victoria.
"Se mi dovesse capitare di incontrarlo gli chiederò cosa
vuole, anche se non fatico ad immaginarlo." Victoria
borbottò bruscamente quelle parole: già
immaginava la scenata che Oliver l'avrebbe costretta ad ascoltare, e
non ne aveva voglia. Il fatto che Harry non avesse giocato l'aveva
gettata nel panico, poiché, nonostante le parole
incoraggianti di Frederich, lei non aveva mai sperato di afferrare
davvero il Boccino prima di lui. Invece, guardandolo sfrecciare per la
Sala Comune, ci era riuscita. E per questo avrebbe pagato, ne era
sicura.
Penelope sorrise. " Non è detto che sia quello che pensi, in
fondo ho saputo da George che ha detto che hai effettuato una buona
presa. Sai quanto gli sarà costato dirlo." e, mentre
parlava, la ragazza scoppiò a ridere. L'intera Casata dei
Corvonero era in festa, ma si trattava di una gioia amara dal momento
che, comunque, la Coppa l'avevano vinta i Serpeverde come l'anno
precedente. La sola cosa che faceva piacere a tutti era essere riusciti
a superare i Grifondoro in classifica, e lei sapeva che i membri della
squadra avrebbero voluto che Victoria continuasse a giocare.
Lei invece aveva già ribadito che dall'anno successivo il
Quidditch l'avrebbe seguito dagli spalti: se aveva giocato in fondo era
stato solo perché Frederich aveva tanto insistito, e anche
perché voleva far rimangiare a Oliver tutto quello che gli
aveva sentito dire. Victoria si era comunque resa conto di quanto
profondamente odiasse quel gioco: era perfettamente in accordo con
Hermione Granger, la quale sosteneva che il Quidditch creasse troppa
conflittualità tra le Case, e scatenasse liti per nulla.
"Sì, immagino, ma non mi importa molto. Anzi, sai che ti
dico? Vado a cercarlo così mi levo il pensiero." Victoria
balzò in piedi, incurante del fatto che Kaiser se ne stesse
beatamente acciambellato sulle sue ginocchia. Penelope la
osservò mentre usciva dalla Sala Comune e sorrise. Percy le
aveva raccontato di aver visto Victoria assieme a Marcus Flitt un paio
di volte in atteggiamenti equivoci, così almeno aveva
riferito. Probabilmente voleva semplicemente dire che li aveva visti
baciarsi o qualcosa del genere, Penelope sapeva che il ragazzo tendeva
sempre ad esagerare, forse perché era rimasto colpito da
quella strana coppia. Lei, invece, aveva già avuto il
sospetto che da tempo l'amica non fosse più così
fissata con Oliver, e la cosa le faceva molto piacere: quel ragazzo
aveva decisamente la testa troppo tra le nuvole, e qualcuno aveva
addirittura malignato che durante i G.U.F.O. avesse cercato di infilare
il suo argomento preferito in qualunque risposta.
"Vieni qui, tesoro, ti va un giretto in cucina?" Penelope si rivolse a
Kaiser, che miagolò soddisfatto prima di farsi prendere in
braccio.
"Ok Fred, dì ad Oliver che se non esce nel giro di... cinque
minuti, lo vado a prendere sotto la doccia così
com'è." Il ragazzo scoppiò a ridere, immaginando
la scena in cui Victoria avrebbe preso per il collo Oliver,
impedendogli di annegarsi e trascinandolo fuori tra urla isteriche ed
imbarazzi.
La ragazza si sedette su una panchina fuori degli spogliatoi: aveva
già incrociato i Serpeverde festanti, ma li aveva abilmente
evitati. Mentre veniva lì si era anche imbattuta nella
professoressa McGranitt, la quale aveva insistito per curarle il
braccio; ora era perfettamente a posto, anche se non riusciva a
dimenticare l'aria avvilita dell'insegnante. Di certo Piton,
rifletté la ragazza, doveva aver sorriso trionfante quando
aveva avuto tra le mani la Coppa: fortunatamente, pensò
Victoria, si era risparmiata uno spettacolo del genere.
Esattamente meno di tre minuti dopo, comparve Oliver, con
già indosso la divisa, anche se stava ancora lottando con la
cravatta e pareva indispettito. "Oh, pensavo alla fine fossi riuscito
ad affogarti." lo prese in giro la ragazza: forse Oliver aveva davvero
preso seriamente la sua minaccia.
Oliver non gradì quel commento, ma non replicò,
tentando di lottare contro quella stupida cravatta che ogni giorno lo
infastidiva. E Percy non era neppure lì ad aiutarlo. "Bella
partita, volevo dirtelo prima, ma sei sparita subito." Il tono del
ragazzo era a metà tra il rigido e il sofferente:
evitò di dire che se anche lei non se ne fosse andata dal
campo, sarebbe stato lui a farlo per primo. Era terribile pensare di
essere stato vicinissimo alla vittoria, e di aver poi perso in quel
modo così umiliante.
"Ho avuto solo fortuna." rispose Victoria, consapevole che, se avesse
agito con la ragione, non si sarebbe mai gettata in mezzo alla mischia
pur di afferrare quella pallina. Aveva agito istintivamente, e faticava
ancora a crederlo. "In più senza Harry era quasi scontato
che lo prendessi io, senza offesa per la tua scelta."
Oliver annuì. Infatti la sua preoccupazione era stata
quella, e non era neppure riuscito ad avercela con Chris. In fondo lo
aveva aiutato, anche se certamente avrebbe fatto più bella
figura se fosse rimasto fermo. Osservò la ragazza
chiedendosi se fosse ancora arrabbiata con lui, e decise che era il
caso di parlarle. Dopotutto era per quello che aveva voluto parlarle.
"In ogni caso non era per la partita che ti ho cercato. Volevo solo
scusarmi per quello che ho detto qualche settimana
fa." Oliver lo ricordava bene, così come gli era tornato in
mente che lei non ne aveva voluto sentir scuse; del resto sapeva di
possedere la finezza di un Ippogrifo coi piedi piatti, Percy glielo
ripeteva in continuazione, ma non aveva mai avuto veramente intenzione
di offenderla.
Poi ci si era messo anche Marcus Flitt che aveva lasciato cadere
allusioni strane e che lui non aveva capito, perciò rimase
sorpreso nel vedere che Victoria scrollava la testa. "Lascia stare, lo
so che non volevi. Adesso che finalmente quella dannata partita
è finita ho capito che non avrei dovuto giocarla. Queste
sono cose per chi ama follemente il Quidditch, io ho voluto solo fare
un favore a Frederich e..."
La ragazza tacque. Non sapeva cos'altro aggiungere senza offenderlo, ma
pareva che Oliver non avesse equivocato le sue parole. In fondo era
lì per quello, mettere la parola fine a quell'assurda ed
inutile competizione che nelle ultime settimane l'aveva fatta quasi
impazzire; per quanto sapeva che Marcus si sarebbe arrabbiato se avesse
saputo che stava parlando da sola con Oliver, non vedeva la ragione per
cui non farlo.
"In realtà volevo anche parlarti di un'altra cosa, diciamo
che è quasi tutto l'anno che mi chiedo se... però
faccio una sciocchezza dietro l'altra, e non riesco mai a...
è che Percy mesi fa mi ha detto una cosa che ti riguardava,
e..." il ragazzo si bloccò, sentendosi profondamente
stupido. Come faceva a spiegare ciò che aveva in mente senza
essere frainteso? Victoria alzò su di lui lo sguardo e
capì cosa intendeva: in effetti non ne avevano mai parlato,
c'era sempre stato qualcosa o qualcuno ad interromperli.
Victoria sospirò piano. "Si, so cosa ti ha detto, e quando
l'ho scoperto... Non importa, in ogni caso non hai nulla di cui
preoccuparti, è già passato tutto." Alla ragaza
sembrò quasi crudele dire una cosa del genere, ma
già da tempo si era resa conto che sia Lucy che Frederich
avevano avuto ragione: con il tempo le era sembrato che il dolore fosse
meno cocente, e quasi non aveva risentito di quell'improvviso cambio di
rotta dei sentimenti. Oliver la osservò sconvolto, ma non
tanto per quello che sentiva in quel momento, quanto piuttosto per il
fatto che implicitamente gli avesse confermato quanto lui aveva sempre
voluto negare.
Prese posto anche lui su quella panchina, ma per molto tempo nessuno
dei due disse nulla: il ragazzo si sentiva a disagio perché
sapeva di aver commesso molte gaffe senza neppure immaginare che forse
avrebbe potuto ferirla. "Devo ammettere che non me ne sono mai reso
conto, mi dispiace se ti ho offesa a parlare solo di Quidditch."
Victoria rise apertamente, sentendo la tensione svanire. Ricordava
molto bene negli anni precedenti, le innumerevoli volte in cui l'aveva
ascoltato parlare di quello sport, nella speranza di poter essere
notata, ma in quel momento capì che non era importante.
Sorrise. "Non è certo colpa tua, forse avrei dovuto
ascoltare Percy quando mi diceva di parlarti apertamente invece di
continuare a fare l'idiota. Ad ogni modo non importa, e poi non hai
proprio bisogno di sentirti in colpa dato che è
già da un po' che ho un ragazzo."
Oliver la osservò con aria sorpresa: tra le tante cose che
si aspettava, quella era proprio l'ultima, anche perché non
riusciva ad immaginare di chi si trattasse, finché... A
Victoria sembrò curioso che all'altro si illuminassero gli
occhi.
"Lo sapevo! Ecco perchè hai accettato di giocare a
Quidditch!" disse Oliver esaltato dalla consapevolezza che gli aveva
appena attraversato il cervello, mentre la ragazza lo guardava
incuriosito. Di certo non l'aveva fatto per Marcus, anzi sarebbe stato
proprio l'ultimo motivo per cui fare una cosa del genere. "In effetti
vi vedo molto bene assieme, appena Steileir torna gli
stringerò personalmente la mano per fargli i complimenti."
dichiarò Oliver, come se stesse già immaginando
il momento, e Victoria scoppiò a ridere. Non aveva potuto
evitarlo, tanto che fu costretta ad alzarsi e ad appoggiarsi al muro.
"Questa è davvero bella, Ol, io e Frederich... sai, potrei
quasi farci un pensiero se non fosse..." la ragazza si interrupe,
scrollando la chioma. Aveva quasi rivelato il segreto dell'amico, e una
cosa del genere non sarebbe dovuta accadere. "No, direi proprio che hai
sbagliato perché io frequento il tuo amatissimo Flitt."
A quelle parole per poco Oliver non si strozzò, dato che
stava ancora tentando di mettersi bene la cravatta, e la
guardò come se non potesse credere a quanto appena udito.
Victoria si godette l'espressione sconvolta di Oliver prima di
allontanarsi verso il castello. Dopotutto avevano già detto
tutto quanto necessario, perciò era il caso di tornare
dentro ed iniziare i bagagli: anche quell'anno era finalmente terminato.
Il banchetto di fine anno aveva riservato una sorpresa molto gradita ai
Grifondoro, e Victoria era riuscita finalmente a farsi raccontare
ciò che era accaduto. La morte del professor Raptor le parve
quindi meritata, anche se aveva gettato lo scompiglio nell'orario
dell'ultima settimana di lezione. Maggie le aveva anche detto di aver
incontrato il capo degli Auror mentre parlava con Silente, e l'amica
aveva cominciato a decantarne le lodi lasciandola sconvolta.
"Ma non ti piaceva Ced?" indagò Victoria, mentre per
quell'anno uscivano per l'ultima volta dalla Torre. Era già
un po' stufa di sentire l'amica parlare di quello Sven Dietrich,
soprattutto perché non riusciva proprio a capire come
potesse farsi piacere qualcuno con cui non aveva mai parlato. Lei aveva
una vaga idea di chi fosse dal momento che leggeva la Gazzetta del
Profeta, ma riteneva che Maggie fosse la solita esaltata. Le bastava
vedere una persona di bell'aspetto per sentire la marcia nuziale, e lei
lo trovava un po' estenuante.
"No, lui non è così affascinante, e poi
è ancora un bamboccio." dichiarò la ragazza, e
Victoria era stata sul punto di dire che probabilmente anche lei
sarebbe stata giudicata allo stesso modo da quell'uomo. Tuttavia fu
sollevata al pensiero che l'amica non avrebbe fatto con lei il viaggio
in treno.
Frederich era tornato dal San Mungo proprio quella mattina, del tutto
ristabilito, e aveva deciso che si sarebbe seduta assieme a lui.
Sembrava un po' strana l'idea che da settembre non avrebbe
più frequentato Hogwarts, ed un po' l'invidiava dato che
anche lei avrebbe voluto terminare al più presto. "Fammi
capire, tu e Marcus avete litigato per l'ennesima volta, dico bene?"
Frederich le chiese quando il treno era già partito e
Hogsmeade solo un ricordo oltre le montagne. Victoria annuì,
ma non entrò nel dettaglio, e il ragazzo soffocò
una risata: quei due erano peggio di cane e gatto, e probabilmente
passavano il loro tempo a litigare per poi riappacificarsi. Li aveva
già notati, ed era dell'idea che anche quella lite non
avrebbe avuto una soluzione diversa.
"Già, ma non importa, raccontami piuttosto perché
hai rifiutato quella proposta." Victoria aveva sentito dire che al
ragazzo fosse arrivata una proposta di ingaggio da parte di una squadra
di Quidditch, ed aveva destato molto scalpore il fatto che l'avesse
rifiutata. Oliver aveva quasi pianto all'idea che qualcuno potesse
scegliere di dare una risposta negativa. Lei era convinta che l'avesse
fatto per via dell'infortunio all'occhio, ma lui scrollò la
testa.
Di ritorno dal San Mungo aveva detto che aveva preso solo una brutta
botta e che nulla di grave sarebbe accaduto, però lei era
convinta che questa fosse la ragione principale del rifiuto.
"In tutta sincerità non credo che faccia per me continuare a
giocare a Quidditch. Mi andava bene a scuola, ma credo che mi annoierei
a morte se dovessi pensare di trascorrere tutta la mia vita a colpire
dei Bolidi." Frederich lo disse con aria convinta: fin da bambino aveva
l'impressione di voler fare qualcosa di più, il Quidditch
non gli poteva dare ciò che voleva, non del tutto. "In parte
è anche per l'occhio, ma non per ciò che pensano
tutti: probabilmente è vero che dovrei stare molto attento,
ma sono guarito del tutto. No, semplicemente voglio fare qualcos'altro.
Dal momento che ho ottenuto i voti necessari, farò domanda
per diventare avvocato al Ministero."
C'era una nota di orgoglio nella voce di Frederich, e Victoria sorrise:
lui aveva ottenuto tutti Eccezionale nei M.A.G.O. che erano stati
esposti proprio quella mattina, assieme ai voti degli altri studenti a
parte quelli del quinto anno. Non era da tutti, e solo un ragazzo di
Serpeverde aveva raggiunto quasi lo stesso risultato di Frederich, con
la differenza che aveva preso O in Divinazione.
"Bene, così quando dovrò denunciare Flitt
saprò a chi rivolgermi!" sghignazzò Victoria,
mentre Kaiser si divertiva ad annusare l'aria e a cercare di
arrampicarsi sul finestrino. Poi il viaggio continuò,
così come le chiacchiere tra i due, a cui si unirono anche
altri come Penelope, Cedric, Percy e Oliver che, come
immaginò Victoria, non disse neppure una parola sul
Quidditch, limitandosi solo a dire che l'anno successivo avrebbe
cancellato la faccia di Flitt dal campo.
"Maschi, non cambiano proprio mai!" sospirò Penelope mentre
scendevano dal treno a King's Cross. Erano tra le ultime, e Victoria
notò che anche Marcus pareva essersi attardato, proprio lui
che di solito era sempre il primo a scendere. "Forse aspetta te." le
disse l'amica con un sorrisetto ironico, e Victoria si
limitò ad annuire, anche se avrebbe voluto dirle di farsi i
fatti suoi.
"Divertita con quello sfigato di Oliver?" le sibilò il
ragazzo quando lei si avvicinò, ma Victoria non si
arrabbiò. In fondo sapeva che era solo geloso, e non poteva
certo cambiarlo. "No, avrei preferito che ci fossi tu, ma come al
solito dovevi fare il Serpeverde borioso." Victoria sorrise
innocentemente, sapendo che la tensione era ormai sul punto di svanire.
Era sempre così: litigavano furiosamente, ma altrettanto in
fretta facevano pace. Marcus avrebbe voluto protestare sentendosi preso
sottobraccio dalla ragazza, ma la lasciò fare mentre si
dirigevano verso la barriera che riportava nella Londra babbana. Non si
arrabbiò neppure quando Victoria lo prese in giro,
facendogli notare che si era gonfiato come un tacchino.
"E lei chi è?" Una ragazzina dall'aspetto piuttosto
disordinato si era piantata a braccia incrociate davanti a loro, e
Victoria si chiese chi fosse. Difficile pensare che fosse un'eventuale
ex di Marcus dato che era fin troppo giovane: portava due codini e
aveva parecchi brufoli sul volto. "Fatti gli affari tuoi,
mostriciattolo. Piuttosto Debbie, che ci fai qui? Pensavo fossi a casa
a prendere a calci il cane." disse Marcus in tono aggressivo, tanto che
la ragazzina si mise a strillare.
Victoria capì immediatamente che quella doveva essere la
sorella di Marcus, e si chiese come mai una bambina della sua
età fosse da sola, finché non vide il giovane con
cui era accompagnata. Era cambiato molto rispetto alla foto che aveva
visto di lui, ma la ragazza capì di avere davanti il famoso
Edward che tanto aveva terrorizzato Frederich.
Marcus non pareva particoalrmente felice di vederli, e si
limitò a salutarli freddamente. Victoria aveva preso in
braccio Kaiser e stava pensando ad un modo pe dileguarsi in fretta; non
faticava a capire perché Frederich fosse rimasto affascinato
da Edward.
E neanche perché il ragazzo fosse scomparso tanto in fretta
oltre la barriera, si disse non vedendolo in giro. "Beh... ci vediamo,
ciao Marcus!" disse in fretta la ragazza allontanandosi
perché si era resa conto che lo sguardo magnetico di Edward
l'aveva catturata e si sentiva quasi impigliata in una rete da cui era
difficile uscire.
Raggiunse Cedric che la stava cercando da alcuni minuti, e si
allontanò con lui e i Diggory, ma non poté fare a
meno di rendersi conto che quello sguardo aveva continuato a seguirla.
Forse si era sbagliata, anzi, sicuramente era andata
così.
nota:
Ed ecco anche il 19 u.u sempre grazie ad Enide per il betaggio xddd
come vedete la partita l'ho descritta un po', e per la gioia del nostro
Oliver, i Grifi hanno perso XDDD
l'infortunio a Frederich era voluto, nel senso che non può
farsi male sempre e solo Vic xddd certo che quando atterra su
Baston*rotola via*
i due si sono chiariti, ed era anche ora, ed ora vissero tutti felici e
contenti... beh mica tanto lol lei e Marcus litigano un giorno si e
l'altro pure xddd ma non sono coccolosi?*_____*
fa la sua comparsa Edward Flitt, e come vedete è
già un personaggio curioso. C'è pure Deborah, la
sorella dei due, che vi avviso entrerà ad Hogwarts
all'inizio del prossimo anno u.u
nel 20 troverete l'estate e... no, non vi dico NULLA xdd grazie a tutti
quelli che commentano/leggono/prefericono/seguono/ricordano ecc... vi
amo*___* ciaooooo
I miei
contest *__*
Ti
sposerò perchè...
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
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Capitolo 20 *** 20 - Qualcosa da non ricordare ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
e auguri a Blankette <3 andate a leggere le sue storie
perchè meritano u.u
Immagine
allo specchio
20 - Qualcosa da non ricordare
Le prime settimane trascorsero tranquille, e Victoria
assaporò appieno il fatto di non doversi più
preoccupare delle lezioni e dei compiti. Naturalmente gli insegnanti
avevano assegnato delle ricerche e dei temi da scrivere, ma la ragazza
li aveva svolti immediatamente.
Già, mentre tutti festeggiavano la vittoria a
Quidditch, lei era rimasta in biblioteca: non aveva nessuna intenzione
di rovinarsi le vacanze, pertanto le restavano da scrivere solo un paio
di temi di Trasfigurazione e di Divinazione. Piton aveva chiesto loro
la bellezza di sei temi, e l'aiuto della biblioteca era risultato
fondamentale per Victoria.
Aveva parlato con Penelope prima della fine dell'anno, e la
ragazza le aveva detto che il quinto anno sarebbe stato fondamentale
per il suo futuro: dal momento che desiderava comunque seguire Pozioni
durante gli ultimi anni di scuola, Penelope l'aveva informata che Piton
pretendeva non meno di Eccezionale nel G.U.F.O. e Victoria aveva
improvvisamente capito che il suo 8- non era ciò che
l'insegnante si aspettava da chi voleva eccellere.
L'amica era riuscita ad ottenere il suo Eccezionale, e
persino Percy aveva avuto il massimo in tutte le materie. Victoria non
voleva essere da meno, ma il senso di competizione non c'entrava. Dal
momento che ancora non aveva le idee chiare sul proprio futuro, non
voleva precludersi alcuna strada. Quell'anno aveva anche deciso di
rimanere dai Diggory, pur facendosi accompagnare ogni mattina al
lavoro; da Madama McClan c'era una relativa calma, anche se lei sapeva
che il massimo del lavoro sarebbe arrivato nel mese di agosto.
Alcune volte si era anche incontrata con Marcus, che era
venuto appositamente da casa, anche se gli unici momenti disponibili
per vedersi erano quelli dell'ora di pausa a pranzo; un paio di volte
avevano raggiunto la Londra babbana, anche se Victoria preferiva
andarci da sola. Era chiaro che Marcus non era proprio la persona in
grado di confondersi tra le persone non magiche, e spesso si girava
nervosamente come se avesse avuto il timore di essere aggredito. Questo
avveniva solamente quando Victoria riusciva a convincere il signor
Diggory che andava a trovare alcune amiche: di solito si avvaleva
dell'aiuto di Penelope, che abitava a Londra.
In quelle sette settimane, Victoria non si era resa conto che
una figura nell'ombra al Paiolo continuava ad osservarla, senza farsi
mai notare. Non la seguiva, ma aveva ormai imparato le abitudini della
ragazza: seduto in un angolo, con davanti sempre un calice riempito con
un liquido dorato, si limitava ad osservare.
"Che cosa ci fai qui?" disse Marcus proprio a quella figura,
un giorno che era entrato al Paiolo Magico per attendere che Victoria
tornasse a Diagon Alley, da madama McClan; l'altro sorrise
ironicamente, senza neppure un'ombra di disagio o di pentimento sul
volto. "Qualcosa da nascondere, fratellino?" gli chiese Edward andando
dritto al sodo. Naturalmente a suo fratello non era neppure passato per
la mente che lui fosse lì per capire che genere di persona
fosse quella ragazza. Di solito a Marcus non importava molto delle
proprie conquiste, ed era lo strano modo in cui si era comportato fino
a quel momento a convincere Edward che ci fosse qualcosa di strano.
Marcus non parlava di lei e cambiava sempre argomento se qualcuno gli
chiedeva qualcosa, così lui aveva deciso di controllare coi
propri occhi.
"Non cambiare argomento, non dovresti essere al Ministero?"
Marcus era arrabbiato perché si sentiva controllato, ed era
una situazione che lo rendeva nervoso. "No, sto aspettando
papà e mamma: lo sai che oggi Debbie deve venire a fare gli
acquisti per Hogwarts, e tu non hai voluto accompagnarli." Edward
calcò bene sulle parole, e vide che il fratello aveva avuto
se non altro il buon gusto di vergognarsi, anche se lui non aveva detto
tutta la verità. Si era limitato ad omettere alcune
informazioni.
"In ogni caso sei strano: quella ragazza è la tua
ultima preda, dico bene?" chiese Edward, indicando con un cenno del
capo il muro oltre il quale era comparsa Victoria, sicuramente di
ritorno nella acciottolata via di Diagon Alley . Non attese
una risposta, appoggiando con delicatezza il calice sul tavolo. "Non
azzardarti a mentirmi, sai che ti scoprirei. Comunque la scelta non
è male, anche se mi chiedevo come mai non ce l'avessi ancora
presentata. Se ben ricordo, con Cecily non ti facevi alcun problema a
portarla a casa, dico bene?" E sottolineò bene quella
domanda, sorridendo innocentemente. Suo fratello non aveva mai davvero
avuto problemi di quel genere, pertanto lui aveva trovato curioso quel
comportamento.
Nel notare il silenzio di Marcus, sorrise. "Ah... Devi ancora
spiumarla, dico bene? Beh fratellino, in questo caso il mio interesse
è destato completamente. Ti consiglierei di darti da fare,
prima che qualcuno te la soffi sotto al naso, come Steileir per
esempio." Il ragazzo aveva già visto alcune volte i due
giovani parlare assieme, ma era anche consapevole del fatto che
Frederich non avesse alcun interesse per le donne. Ovviamente, Edward
ne era perfettamente al corrente, ma gli piaceva l'idea di insinuare il
dubbio nella mente del fratello.
Dopotutto la ragazza non era male, magari avrebbe potuto
essere lui ad arrecare l'ennesimo torto a Marcus. Di Cecily poi non
aveva saputo nulla, quindi non c'era nulla di strano nel divertirsi.
Era da tanto che non si concedeva un capriccio di genere femminile,
forse era giunto il momento di rispolverare quella parte del proprio
carattere.
"Presto cara, tutto dev'essere in ordine!" trillò madama
McClan quel giorno di metà agosto, mentre si rivolgeva alla
sua assistente. Victoria aveva già avuto occasione di
chiedersi che cosa sarebbe successo: la sola cosa che sapeva era che un
personaggio veramente influente aveva prenotato una visita durante la
mattina, e intendeva passare parecchie ore nel negozio dato che doveva
rifarsi il guardaroba. La ragazza, comunque, aveva aiutato le sarte e
la stessa padrona a sistemare la bottega. "Oddio santo, ma sembra di
essere da madama Piediburro." Una voce schifata aveva attirato
l'attenzione della ragazza, che notò un gruppetto di persone
appena entrate. Non riconobbe i due genitori, ma la ragazzina che
tenevano per mano sì.
Era la sorella di Marcus, e con sgomento Victoria vide anche
Edward poco dietro. Aveva l'impressione che avesse puntato lo sguardo
su di lei in modo insistente, ma si sforzò di ignorarlo. A
parlare era stato l'uomo che, come notò la ragazza, aveva
una notevole somiglianza con Marcus se non fosse stato per parecchi
chili di troppo, e persino la ragazzina gli somigliava. Decisamente,
pensò Victoria, era difficile credere che Edward fosse
figlio loro: aveva un tipo di bellezza angelica ed allo stesso tempo
agghiacciante che non ricordava per nulla genitori, forse dal padre
aveva preso solo gli occhi verdi. "Stiamo aspettando una persona
importante, ma nel frattempo se desiderate accomodarvi, madama McClan
si occuperà immediatamente di voi." Victoria sorrise,
rivolta al gruppo, facendo loro cenno di recarsi nell'altra stanza.
"Ehi, ma lei è la fidanzata di Marky!"
sbottò la ragazzina, e per poco Victoria non
scoppiò a riderle in faccia. Marky. Curioso che il ragazzo
non le avesse mai detto di avere quel soprannome, pensò con
un sorriso, adesso era al corrente di qualcosa con cui farlo
arrabbiare. "Avanti Deborah, non essere così precipitosa.
Quante ragazze hai visto con nostro fratello in questi anni? Non
è detto che ognuna di loro sia la sua fidanzata, ed ora
sbrigati che nel pomeriggio devo tornare al lavoro." Fu Edward ad
intervenire prima che Victoria potesse rispondere; in un certo senso la
ragazza sapeva di doverlo ringraziare per aver depistato l'interesse
della ragazzina, ma dall'altro le parve quasi di essere stata
schiaffeggiata da quel modo di fare così ironicamente
glaciale. Sentiva che lo sguardo dei due genitori le si era puntato
addosso, ma fortunatamente si spostarono nella stanza adiacente,
permettendole di sospirare sollevata.
"Lo sai, credo che io e te ci conosciamo, ma non ricordo dove
possiamo esserci visti." Per poco il cuore non si fermò, e
Victoria osservò Edward che era rimasto esattamente dove era
qualche minuto prima. Curioso che non l'avesse notato. Lo
osservò con aria sorpresa. "Non saprei, è la
prima volta che ti vedo."
Victoria non avrebbe voluto essere tanto brusca, ma non
desiderava conversare con lui. Il ricordo delle parole di Frederich era
ancora vivido, e non intendeva fargli sapere che conosceva il suo
segreto. Il ragazzo strinse leggermente le palpebre mentre la
osservava, cercando di ricordare. Aveva davvero la sensazione che quel
volto non gli fosse ignoto, ma proprio in quel momento non riusciva a
farsi venire in mente l'occasione in cui doveva averlo già
visto. Difficile che si fossero incontrati al Ministero, se ne sarebbe
ricordato.
"La seconda, la prima è stata a Londra alla fine
della scuola." la corresse con un sorriso il ragazzo, e Victoria
annuì. Non ci aveva pensato, ma non voleva ugualmente
intrattenersi a parlare con lui. Finse di dover continuare a sistemare
alcuni tessuti, e fu immensamente sollevata quando poco dopo
sentì i suoi passi allontanarsi.
All'ora di chiusura quella sera, la ragazza fuggì
letteralmente dal negozio. Le ultime ore erano state estenuanti, e
Gilderoy Allock il peggior personaggio mai incontrato. Era lui l'ospite
misterioso, e Victoria era rimasta sconvolta nel notare che damerino
vanitoso fosse il celebre scrittore; aveva letto uno dei suoi libri, ma
non erano proprio il suo genere, pertanto si era sorbita tutta la serie
di avventure del mago vestito di rosa
Già, quel colore non se lo sarebbe probabilmente
mai scordato, pensò la strega mentre sedeva ad un
tavolo un po' in ombra del Paiolo Magico. Il mago si era presentato con
una vaporosa veste di quella tinta, ed un orrendo fiore viola tra i
capelli; aveva rivolto sorrisi a tutti i presenti, e non aveva per
nulla esitato a distribuire foto autografate. Si era persino portato
appresso un fotografo della Gazzetta, tanto che Victoria per pura
disperazione si era rifugiata nel laboratorio, trovando consolante il
normale nero *.
Alla fine se ne era andato carico di pacchi, e la ragazza
aveva adocchiato incredula le sue colleghe che avevano salutato la sua
partenza con tanto di fazzolettini sventolati e lacrime agli occhi. Non
vedeva l'ora di raccontarlo a Cedric, uno spettacolo assolutamente
allucinante e degno della peggior Maggie che lei conosceva. La
differenza tra lei e le sarte, e persino madama McClan, era che almeno
Maggie era ancora un'adolescente.
La ragazza tirò fuori alcune pergamene: il signor
Diggory le aveva riferito quella mattina che avrebbe probabilmente
tardato, perciò le aveva consigliato di rimanere
lì ad attenderlo. Era un luogo sicuro, pertanto non avrebbe
corso alcun rischio. In previsione di una lunga serata seduta al
Paiolo, aveva deciso di terminare l'ultimo tema di Trasfigurazione e
difatti, dopo alcune parole scambiate con Tom, stava già
consultando il libro. Si trovava lì già da un po'
quando una voce attirò la sua attenzione.
"Ora ricordo dove ci siamo visti, a Hogwarts." Victoria
pensò quasi di rispondere ad Edward, appena arrivato, di
sparire dalla sua vista, ma come sempre l'educazione era sempre
più forte del suo istinto. Alzò lo sguardo su di
lui con un sorriso tirato mentre lui le si sedeva di fronte dopo averle
chiesto, senza attendere risposta, se poteva. "Sì, sei
quella ragazza che si era persa al quarto piano e che era inseguita da
Pix. Se non ricordo male ti ho scortato anche fino alla Torre."
Victoria posò la piuma mentre cercava di farsi
venire alla mente l'episodio; lo ricordava anche lei, al suo primo
anno, e difatti era proprio intervenuto un Caposcuola a salvarla dalle
grinfie di Pix. Guardandolo, si disse che non l'avrebbe mai
riconosciuto. All'epoca aveva i capelli più corti, o forse
era lei che con il tempo l'aveva dimenticato? "Ah... è vero,
si... chiedo scusa, ma non me lo ricordavo." Il ragzzo si
limitò a sorridere. Ci aveva pensato tutto il pomeriggio, ed
alla fine aveva collegato la ragazzina paurosa con quella incontrata
proprio quel giorno, e prima ancora alcune settimane addietro.
La faccenda si faceva più interessante, dal
momento che lui ricordava con precisione che all'epoca la ragazza era
nuova, pertanto ora era cresciuta, ma di certo non ancora maggiorenne.
Più erano giovani, e meno difficile era plasmarle. Era un
esperto, e maschi e femmine a volte si somigliavano così
tanto. Controllò che i capelli biondi fossero ancora
perfettamente legati e riprese la parola. "Non importa, anche
perché credo che non ci siamo mai presentati. Lascia che
rimedi. Edward Flitt." le disse con un sorriso, protendendo la sua mano
nella direzione della ragazza, e Victoria cominciò a
sentirsi in trappola. Si presentò a sua volta e rimase
colpita quando le chiese come stava il Capocasa, il professor Vitious.
"Forse non lo ricordi, ma eravamo della stessa Casa." le
disse in tono leggero mentre ordinava del vino elfico, godendosi
l'espressione sconvolta della ragazza. Victoria faticava a credere che
fosse dei Corvonero, chissà perché lo aveva
implicitamente assegnato ai Serpeverde. I fratelli di solito erano
della stessa Casa, o almeno così credeva lei. "E adesso cosa
fai?" Tutto sommato Victoria era curiosa di sapere come se la fosse
cavata dopo aver dato spettacolo di sé a scuola: il fatto
che avesse nominato il Ministero la rendeva curiosa, perché
sapeva che servivano particolari abilità per entrarci.
Lui sorrise di nuovo. "Sono un Ispettore Ministeriale, e da
due anni sono anche diventato Esaminatore ed Istruttore di
Materializzazione. Non ti ho vista in effetti ai miei corsi, ma
pensandoci forse non è ancora giunto il tuo momento." Lo
disse con tranquillità, come se non stesse dando peso alla
sua giovane età, anche se rimase colpito nel sapere che
doveva cominciare il quinto anno. Aveva pensato che lo avesse appena
terminato, ma fece un calcolo rapido e comprese che doveva avergli
detto la verità. Non che fosse importante, a volte qualche
bugia rendeva tutto più intrigante. Vide che la ragazza era
rimasta colpita da quell'informazione, e intuì che quasi
certamente avesse sentito parlare della sua rocambolesca uscita di
scena.
In ogni caso non toccò nessun argomento pesante,
al contrario le diede anche qualche nota utile per il tema che stava
scrivendo; in Trasfigurazione dopotutto era stato un genio, molto
più di tanti altri giunti prima e dopo di lui. Tuttavia
mentre parlavano gli sembrava quasi che la ragazza fosse circondata da
un invisibile muro di cristallo, e se ne chiese la ragione. Forse la
imbarazzava sapere che lui era al corrente della sua storia col
fratello, ma non aveva nulla da temere.
Per il momento, certo, perché tutto sommato stava
cominciando seriamente ad accarezzare l'idea di plagiarla. Che ci
voleva? Fino a quel momento non aveva mai mancato di raggiungere un
obiettivo, e irritare un po' il fratello, così come pure
Frederich, era la cosa più semplice del mondo.
"E tu cosa farai dopo la scuola? Erediterai magari qualche
mestiere dalla tua famiglia?" Edward era ansioso di tastare
l'argomento, dal momento che era quasi sicuro che la giovane non fosse
una Purosangue, o se lo era di certo i genitori non dovevano essere
famosi. Lui non conosceva quel cognome, e già sapeva che
stava dai Diggory. Qualcosa doveva pur signficare.
Victoria meditò, per un istante, di dargli una
rispostaccia. Non amava parlare delle proprie origini, ed aveva
imparato a dimenticare di avere una famiglia. Tuttavia doveva
riconoscere che la domanda sembrava essere casuale, non frutto di un
morboso interesse, perciò decise di rispondere, anche se non
le andava molto. "In verità ad ereditare qualcosa dai miei
genitori saranno i miei due fratelli minori, io non più
parte della famiglia da tempo... Non lo so, devo pensarci. Forse
finirò per diventare un Auror." dichiarò
Victoria, anche se l'idea non la convinceva del tutto. Era una delle
possibili soluzioni, ma non aveva ancora una certezza. Fu sollevata,
comunque, nel notare che Edward non aveva riso.
"Auror... Vanno molto di moda, ma da quando hanno cambiato il
capo, non ne ho ancora visti di nuovi. Sembra essere molto esigente,
anche se pure Moody non era da meno." Il ragazzo appoggiò il
bicchiere sul tavolo: non sembrava annoiato dalla conversazione, anche
se aveva già captato qualche argomento su cui insistere. La
famiglia, per esempio, aveva reso la ragazza nervosa, e come tale
avrebbe avuto molto più successo se avesse perseverato in
quel senso. "Ad ogni modo non trovi che sia ingiusto che solo i tuoi
fratelli possano ereditare qualcosa dai vostri genitori? Vi dovrebbero
considerare... uguali."
Per un momento Victoria si chiese se non si fosse
semplicemente immaginata di sentire e vedere la mano di Edward sfiorare
la sua; un senso improvviso di nervosismo la invase e la ritrasse
immediatamente, riuscendo anche a rovesciarsi l'inchiostro addosso.
"Maledizione!" borbottò la ragazza, consapevole di essersi
resa immensamente ridicola senza ragione apparente: non era neppure
certa che quello sfiorarsi di mani fosse accaduto davvero, magari
l'aveva solo immaginato.
"Oh ma guarda, ti sei sporcata, ma lascia fare a me. Tergeo!"
disse il ragazzo, agitando pigramente la bacchetta in direzione della
macchia che scomparve quasi all'istante. Era accaduto ciò
che aveva previsto: la ragazza si era agitata per quel gesto, ed ora si
sentiva imbarazzata. Rassicurarla era un gioco da ragazzi, ma Edward
venne interrotto dall'arrivo di Amos Diggory che aveva finalmente
terminato di lavorare. Victoria accolse il suo arrivo con sollievo, e
si alzò di scatto raccogliendo le sue cose. "Scusami cara,
ma ci sono stati come sempre degli imprevisti." si scusò
Amos avvicinandosi e, rivolgendosi poi ad Edward, disse: "Ah sei qui
anche tu, ti ringrazio per aver tenuto d'occhio Victoria... " La
ragazza si sentì quasi trattata come una neonata bisognosa
di protezione, e ad aggravare quella sensazione sgradevole era la
noncuranza con cui il ragazzo aveva risposto.
Come se fosse vero. Si sentiva offesa, ma evitò di
dire alcunché: finalmente quella giornata era terminata, e
non avrebbe più dovuto sopportare la presenza di
quell'invadente di Edward.
Le due settimane prima dell'inizio della scuola, Victoria le
passò nel più completo relax. Madama McClan le
aveva concesso di terminare in anticipo il suo lavoro, pertanto non le
restava che godersi gli ultimi giorni. Non faceva altro che passare dal
divano alla poltrona, e poi al letto: leggeva, scriveva, e non si
affaticava mai.
Alcune volte lei e Cedric si erano incontrati con i tanti
Weasley, e i gemelli non avevano esitato a raccontarle che Percy si era
rinchiuso in camera e non usciva se non alle ore dei pasti. Victoria
sorrise perché credeva di sapere cosa facesse: l'amico
scriveva sicuramente a Penny, ma non disse una parola dal momento che
entrambi l'avevan supplicata di tacere.
Anche lei aveva scritto parecchie volte a Marcus, ma in quei giorni
aveva evitato di vederlo. In effetti non avrebbe saputo come
giustificare l'uscita ai Diggory, anche se forse le avrebbero fatto
solamente poche domande se avesse detto di doversi incontrare con le
amiche. Eppure non voleva ugualmente rischiare; aveva incontrato altre
volte suo fratello, ed aveva quasi l'impressione che volesse qualcosa
da lei. Per un momento aveva pensato quasi di parlarne a Cedric, ma non
avrebbe neppure saputo spiegare che cosa l'affliggeva.
Edward non era invadente, tuttavia si sentiva
stranamente minacciata dalla sua presenza; era gentile, ma le
sembrava che i modi cortesi e la voce suadente nascondessero qualcosa
di più che non riusciva a comprendere. E poi pareva
comparire dal nulla, proprio quando lei non se l'aspettava e credeva di
essere da sola. Temeva quello sguardo magnetico, ma neppure lei
riusciva a comprenderne la ragione.
Aveva quasi pensato di accennare qualcosa a Marcus, ma non
era sicura di riuscire a spiegarsi; nonostante il ragazzo dicesse di
detestare il fratello, qualcosa la induceva a tacere e a non rivelare
nulla. Anche perché non avrebbe saputo cosa dire: che a
volte si incontravano e lo temeva? Si sarebbe messo a ridere, e pure
lei era tentata di farlo. Forse, si disse divertita, a forza di
ascoltare la Cooman era diventata paranoica.
Il penultimo giorno di agosto si rese conto che c'era
qualcosa di diverso; se ne stava sdraiata su quella poltrona e non
ricordava come ci fosse finita. Ad una seconda occhiata
cominciò a chiedersi dove si trovasse: quella non era la
casa dei Diggory, e di colpo balzò in piedi, spaventata. "Ah
ti sei risvegliata, era ora." Victoria si trovò faccia a
faccia con un uomo che non aveva mai visto prima: a occhio e croce
aveva circa quarant'anni, e anche se appariva apparentemente ordinario,
lei aveva l'impressione che si trattasse di una persona del tutto
particolare.
"Scusi, lei chi è?" La ragazza formulò
la domanda nel modo più cortese possibile, ma allo stesso
tempo si chiedeva con una certa ansia in che luogo si trovasse. Un
momento dopo riconobbe Frederich, e se ne meravigliò ancora
di più. "Te l'ho detto, non era abituata alla
Materializzazione, forse avrei dovuto essere meno frettoloso." Il
ragazzo le rivolse un sorriso dispiaciuto, per poi spiegarle quello che
era accaduto: mentre parlava, ricordava di aver effettivamente ricevuto
un suo messaggio, ma aveva i ricordi offuscati.
"È colpa mia, ti avevo invitato a venire a
trovarmi prima che ricominciasse la scuola, ma non avevo pensato che la
Materializzazione ti avrebbe causato dei problemi, ecco
perché ho chiesto a papà di darti un'occhiata. Ma
è tutto a posto adesso, no?"
L'uomo annuì e si pesentò come Peter
Steileir, il padre di Frederich, e Victoria cominciò a
ricordare. Si vergognò del modo con cui si era rivolta a
loro, ma venne distratta proprio dall'amico che le voleva mostrare la
casa. Il ragazzo abitava su un altissimo promontorio proprio a picco
sul mare, e Victoria si lasciò conquistare dalla bellezza
del posto. Era un luogo solitario, e anche se il ragazzo gliene aveva
parlato spesso, mai avrebbe pensato che fosse tanto affascinante.
Tutto sommato anche suo padre era simpatico, e per un momento
rimpianse che pure Cedric non potesse vedere quel posto; durante il
pomeriggio arrivarono alcuni amici di Frederich, tutti maghi che
avevano già terminato Hogwarts, invitati per scendere in
spiaggia tutti insieme, e Victoria si ricordava di qualcuno di loro.
Loro non se lo fecero ripetere due volte, pertanto Victoria
si affrettò a seguirli senza pensare ad altro. La giornata
in loro compagnia era stata a dir poco bella e piena di sorprese, e le
dispiaceva che fosse giunta al termine. Era anche rimasta colpita dalla
profonda differenza di Frederich col padre, un uomo davvero
stravagante, un costrasto impressionante con il figlio.
Alla sera fu proprio lui a riaccompagnare Victoria a casa
tramite Passaporta, ma non appena fu tornato, decise di andare a
cercare il figlio. Quella storia non gli piaceva, ed aveva accettato di
tacere solo perchè non aveva avuto idee migliori. "Si
può sapere perchè non gliel'hai detto? In questo
modo gli lasci campo libero..."
Frederich scrollò la testa. Ci aveva pensato tutto
il giorno; anche se aveva agito d'istinto, era certo di essersi
comportato nella maniera giusta, o almeno in modo da non ferire
nessuno. Era un rischio da correre, ma era certo che non ci sarebbero
stati problemi. "Non oserà farlo di nuovo, sa quanto ha
rischiato questa volta. La lezione che gli ho impartito se la
ricorderà per un bel pezzo, credimi."
Il ragazzo, a quel ricordo, si sentì attraversare
da un lampo d'ira, e si sentì improvvisamente meglio nel
rendersi conto di essersi anche sfogato. Il padre lo guardò
severamente, cosa che di rado faceva soprattutto negli ultimi anni.
"Frederich, il Ministero dovrebbe esserne informato, e tu commetti un
errore ad affidarti solo al suo timore di essere scoperto. Se non
sbaglio non è la prima volta che Edward riesce a raggirarti,
in più stai rischiando che ci riesca pure con lei. Rischi di
buttare all'aria tutto ciò per cui ti stai impegnando: credi
che ai tuoi superiori farebbe piacere sapere che sapevi e non hai detto
niente? Io non credo."
Frederich osservò il cielo diventare scuro oltre
le finestre. Ci aveva pensato, ma era un rischio che andava corso;
sapeva che suo padre detestava Edward forse più di lui, ma
era comunque sicuro della sua decisione. "Non posso farlo, hai visto
anche tu che non ha nessun ricordo! In più l'unica prova che
avevo è andata in frantumi. Se Victoria avesse ricordato
qualcosa non avrei taciuto, credimi, ma so quel che dico. Edward ci
tiene all'apparenza, non dirà nulla che possa
danneggiarlo... e ti assicuro che per lui sarebbe un grave danno
all'immagine se si venisse a scoprire ciò che è
veramente."
Peter sospirò. La faccenda era più
intricata del previsto, ma si sentiva ugualmente orgoglioso nel pensare
che dopotutto suo figlio era intervenuto per evitare un'ingiustizia.
Peccato che Victoria non se ne rendesse conto: sapeva chi era
perché Frederich gliene aveva parlato alcune volte per
lettera, ed era rimasto sorpreso nell'apprendere che pareva essere la
sola a conoscere il segreto di suo figlio. Forse aveva ragione lui, si
disse ripensando a quanto accaduto, ma era ugualmente preoccupato:
secondo lui prima o poi la verità sarebbe venuta a galla, e
la reazione sarebbe stata più devastante di una Caccabomba.
"In ogni caso non ti coprirò un'altra volta: sono
contento che non sia accaduto nulla, ma non dovresti abbassarti al
livello di quell'essere spregevole. Spera solo che il suo Incantesimo
di Memoria regga, altrimenti le conseguenze potrebbero essere
terribili. Ora devo tornare al San Mungo, cerca di non cacciarti nei
guai... e sarebbe meglio che tu convicessi Becky a non farsi illusioni
sul tuo conto, son stufo di vederla sbavare davanti alla porta di casa."
"Cavolo, hai visto Flitt? Dev'essersi fatto una magia ai denti!" Cedric
attirò l'attenzione di Victoria, che sorrise divertita
dentro di sé. Il giorno prima aveva costretto il ragazzo a
seguirla da un dentista, precisamente dai signori Granger, e ricordava
ancora il terrore che aveva provato nel vedere quel trapano. Lei ed
Hermione avevano riso nella sala d'aspetto, almeno finché
Marcus non aveva minacciato di uccidere il povero dentista,
così che Victoria si era decisa a stargli vicino e a
rassicurarlo sul fatto che il trapano non l'avrebbe orribilmente
mutilato.
Tutto sommato era stata una giornata esilarante, ma era stata
colpa di Marcus, dal momento che si era guardato in una vetrina ed era
rimasto sconvolto nel sentire una vecchietta dirgli che sembrava un
castoro. Così, appena saputo di Babbani capaci di curare i
denti, aveva preteso di andarci immediatamente, salvo pentirsene subito
dopo: solo confortato dal fatto che non era da solo aveva resistito, e
si sentiva come un sopravvissuto ad un Anatema che Uccide. Naturalmente
Marcus stava dando la propria versione magica dell'accaduto agli amici,
e Victoria trattenne una risata sentendolo decantare le proprie lodi di
mago davanti agli amici. Soprattutto perché era riuscito a
passare l'esame di Materializzazione, pertanto sembrava che tutti lo
adorassero.
Durante il viaggio in treno, Victoria trascorse parte del suo
tempo a dormire, mentre Kaiser aveva scelto di rifarsi le unghie sui
mobili del vagone dopo aver scatenato il panico tra gli amici. Ginevra,
invece, si lasciava lisciare le penne da Cedric; nello scompartimento
con loro c'erano anche Hermione e Ginny, la più piccola dei
Weasley. Victoria aveva trovato curioso che mancassero all'appello
Potter e Ron, ma aveva accettato senza problemi di trascorrere il tempo
del viaggio con loro.
"Mi chiedo cosa ce ne facciamo di tutti quei libri di
Allock." borbottò Victoria mentre si dirigevano verso le
carrozze, consapevole che Marcus si era avvicinato probabilmente
intenzionato a ricordarle della sua esistenza. "Non lo so, forse
dovremo dargli fuoco!" rispose il ragazzo, che aveva semplicemente
messo i libri nel baule senza neppure aprirli, né aveva
permesso a sua madre di ammirare la foto di quello stupido mago
vanitoso. Fortunatamente, si disse sollevato, almeno Victoria pareva
del tutto disinteressata a quel tipo: quasi tutte le sue amiche invece
l'avevano tediato sostenendo di voler il suo autografo, e mostrandogli
addirittura le tante foto di lui apparse sui giornali.
Disgustoso come qualcuno potesse mettersi in mostra a quel
modo. "Hai una scopa nuova?" Victoria attirò la sua
attenzione nel notare che stringeva quello che sembrava un manico di
scopa nuovo di zecca, e il ragazzo annuì mostrandoglielo.
Era l'ultimo modello della Nimbus, e ne vantò i pregi per
almeno un paio di minuti.
"Quest'anno direi che Baston può anche mettersi a piangere,
tutti noi della squadra abbiamo questo modello: i Grifondoro non
riusciranno neppure a vederci." dichiarò esaltato Marcus,
mentre la ragazza si chiedeva perché riuscisse sempre ad
andare a immischiarsi con gente che stravedeva per il Quidditch. "E
dove li avete trovati i galeoni necessari? Non credo siate tutti
miliardari."
Marcus esitò un momento, ma poi glielo disse.
Dopotutto era stato un regalo, non le avevano certo rubate, ma rimase
sorpreso nel vedere che gli rideva praticamene in faccia."Ah, ho
capito. Quello spaccone di Malfoy Senior ti ha fatto questo... regalo,
così che il suo
patetico bambino abbia un posto in squadra... Beh che mi
aspettavo? Che scegliessi un Cercatore in base al talento?" La ragazza
era schifata da quel genere di azioni, e ancor di più dal
fatto che Marcus avesse anche accettato quel dono; allo stesso tempo
era però divertente, si disse, perché era certa
che dopotutto Malfoy non fosse all'altezza del talento di Harry.
"Vedrai, questo è l'anno buono in cui Baston ti frega la
Coppa del Quidditch!" sghignazzò la ragazza mentre salivano
i gradini per giungere finalmente in Sala Grande. Il ragazzo, che non
tollerava certe insinuazioni, non esitò a risponderle per
l'ennesima volta, ma Victoria si allontanò in fretta verso
il proprio tavolo, sempre senza smettere di sghignazzare.
Anche quell'anno, come gli altri, cominciò con lo
Smistamento, e Victoria osservò con interesse tutti gli
studenti che raggiungevano il loro tavolo, soprattutto una ragazzina
dall'aria del tutto diversa dagli altri. Luna Lovegood aveva detto il
Cappello, che non aveva neppure esitato: le aveva appena sfiorato i
capelli quando aveva deciso di assegnarla a Corvonero, e Victoria aveva
accettato di farla sedere proprio vicino a lei.
Naturalmente c'erano anche gli altri, ma quella sembrava di
gran lunga la più particolare e ascoltò con
interesse, durante il Banchetto, le bizzarre conversazioni a proposito
di Creature di cui Luna sembrava essere convinta.
"Oddio, no!" La ragazza si era accorta solo alla fine del
Banchetto che Gilderoy Allock era seduto al tavolo degli insegnanti, e
scambiò un'occhiata disperata con Roger Davies che pareva
sconvolto. Victoria notò che l'amico aveva sul mantello la
spilla da Capitano della squadra di Quidditch, ma in quel momento fu
Silente ad attirare la loro attenzione.
"Se mia madre lo scopre, vorrà farsi ammettere a
Hogwarts!" gemette Roger quando il Preside annunciò che
Allock sarebbe stato il loro insegnante di Difesa contro le Arti
Oscure. Victoria scoppiò a ridere, cercando di non farsi
sentire da tutti, ma in segreto condivideva quelle parole ed era
profondamente concorde con lo sguardo che Piton stava rivolgendo al
nuovo e zuccheroso insegnante.
"Se da Raptor non abbiamo imparato niente, da questo
sarà ancora peggio!" disse Victoria a Penelope, una delle
poche a non ammirare Allock. Maggie, neanche a dirlo, pareva la
più felice del mondo.
"Sarà un lungo anno, temo. Molto lungo..." disse
Penelope alcune ore dopo mentre si trovavano in Sala Comune, e lei
annuì.
nota:
E siamo al 20. Avevo tecnicamente pensato di
attendere qualche giorno ancora, ma è colp di Enide che mi
ha betata in fretta(stavolta io non le avevo messo fretta, giuro
xddddd) perciò eccovelo u.u
come sempre grazie a chi
legge in silenzio, a chi segue/preferisce/ricorda. E ovviamente anche a
chi recensisce**
muahahahahah è arrivato il Pirl... Allock U__U insomma, io
ce lo vedo ad andare da madama McClan vestito di rosa, e come vedete
Vic non è molto contenta di lui lol
Ho riassunto l'estate in un capitolo, ma sappiate che è
successo qualcosa che tra qualche capitolo verrà spiegato
completamente A quanto pare i protagonisti sono Vic ed Edward, ma
c'entra anche Frederich. Lei sembra aver subito un Incantesimo di
Memoria... perchè?
Eh... provate a formulare ipotesi u.u
Di una cosa vi assicuro lol ovvero che non sarà una cosa
graditissima a tutti, specie a lei xdddd
Piccolo squarcio sulla famiglia di Frederich, ovvero il padre, ma mi
duole informarvi che a parte qualche apparizione fugace,Frederich non
comparirà quasi più. Ahimè, ma io e
Enide stiamo per rendergli giustizia... attendete <3
COme immaginerete questo è l'anno della Camera dei Segreti,
pertanto anche la cara Vic può essere in pericolo date le
sue origini
Vi lascio elucubrare se la storia tra lei e Marcus
reggerà(muahahaha non ho resistito e l'ho mandato dal
dentista lol), e che cosa accadrà.
Vi dico solo: tra due capitoli avrete qualcosa che riguarda Severus, e
a lui questo elemento NON piace assolutamente
Edward Flitt Corvonero e non Serpeverde come avreste pensato.
D'altronde i cattivi non erano mica tutti Serpeverde, e poi con il
cervello che ha(diabolicamente furbo e intelligente) si sposa alla
grande con questa magnifica Casata.
*se ne va ghignando*
I miei
contest *__*
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10084840
Ti
sposerò perchè...
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
In
memoria di Fred - Contest
A
part of me - Contest
Il
Canto di Natale - Contest
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Capitolo 21 *** 21 - La Camera dei Segreti ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
21 - La Camera dei Segreti
"Ragazzi, e ragazze,"
esordì l'insegnante, sorridendo in modo da mettere in mostra
i suoi
denti lucenti mentre si rivolgeva alle fanciulle "benvenuti al
vostro corso di Difesa con le Arti Oscure. Come ben sapete questo
è
per voi un anno cruciale, pertanto... eccomi."
L'uomo gettò
di lato il mantello e si avviò in mezzo agli studenti come
se si
trovasse su una passerella. Cedric lo guardò con aria
educatamente
incredula, per poi scambiarsi uno sguardo disperato con Victoria;
Raptor forse era stato uno sciocco, ma questo secondo loro era
persino peggio.
Il discorso sui G.U.F.O. in avvicinamento fece
venire la nausea alla ragazza, che continuava a sfogliare quegli
stupidi libri che aveva davanti: non c'era una sola parola sulle Arti
Oscure o su nozioni che avrebbero dovuto conoscere. Parlavano solo ed
esclusivamente delle abilità di Allock come mago, e almeno
in ogni
pagina c'erano due foto di lui. Un esibizionista, pensò
Victoria
schifata.
Comunque la maggior parte delle loro compagne ascoltava
con aria rapita ciò che l'insegnante diceva: lei, invece,
aveva
deciso di inscenare una piccola battaglia navale magica con Cedric,
che pareva ansioso di sottrarsi alla noia della lezione nonostante i
doveri impostigli dalla spilla da Prefetto che aveva appuntata alla
veste. Percy lo aveva riempito di consigli utili, e Victoria sperava
che non ne seguisse neppure uno.
"Signorina Windsor, prego,
vuole essere la mia avversaria?" L'insegnante sorrise radioso in
direzione di Victoria, che per un momento sperò di non avere
sentito
bene; Cedric era riuscito a far svanire il foglio prima che Allock
potesse accorgersi che non stavano prestando attenzione alla lezione.
La ragazza esitò un momento, ma l'uomo sorrise ancora
più
ampiamente invitandola ad alzarsi. Cedric pensò che, per
come si
stava comportando, pareva che la stesse invitando a ballare piuttosto
che a duellare contro lui: il ragazzo cercò di trattenere le
risate,
simulando una tosse improvvisa.
"Allora osservate bene,
ragazzi. Facciamo finta che la vostra compagna sia una strega oscura
di notevole potenza, e anche estremamente affascinante, come si
addice ai cattivi di solito." esordì l'uomo, e Victoria fu
certa di percepire Cedric e i suoi amici ridacchiare sempre
più
forte. " Io interpreterò il paladino della giustizia, a
cavallo
di un Ippogrifo bianco." A quel punto Victoria ne fu certa:
Cedric si stava ammazzando dalle risate, e lei avrebbe voluto tanto
imitarlo, ma si sentiva così umiliata da non riuscire a far
altro
che attendere le istruzioni dello stravagante professore.
"Ora,
cara Victoria, tu proverai ad attaccarmi con una maledizione, quella
dei Fantasmi se la conosci, mentre io proverò a respingerla.
Inizia
pure." L'uomo era improvvisamente diventato serio, tanto che
Victoria cominciò a pensare di avere davvero di fronte un
insegnante
competente. Che importava se era tanto frivolo, si disse impugnando
la bacchetta con decisione, se era riuscito a sconfiggere tanti maghi
e streghe?
Pronunciò una formula della maledizione, ma non
accadde nulla. Del resto Raptor non aveva mai fatto eseguire loro
quell'incantesimo, perciò Victoria non era rimasta del tutto
delusa
per via della scarsità del risultato. Ma la reazione
dell'insegnante
la sorprese: Allock fece roteare la bacchetta facendo esplodere una
sedia vuota. Gli studenti più vicini arretrarono
improvvisamente,
venendo feriti solo da qualche scheggia.
"Eh... a volte
succede quando due incantesimi entrano in contrasto, no?" E
Allock sorrise ampiamente alla ragazza, che era rimasta allibita. Il
professore si sistemò meglio gli abiti per poi puntare la
bacchetta
contro Victoria. Stavolta la ragazza decise di fare un piccolissimo
esperimento, pertanto mormorò una fattura che
riuscì a mandare a
segno. "Oh cielo! Brava signorina Windsor, la sua Maledizione
dei Fantasmi ha colpito in pieno!"
Cedric sentiva persino
dolore alle nocche: che Allock fosse un personaggio particolare lo
sapevano, ma che arrivasse a confondere la Maledizione dei Fantasmi
con un banale Incantesimo di Inciampo era davvero il colmo. Forse
l'insegnante aveva parlato in quel modo per scherzo, si disse il
ragazzo cercando di non ridere apertamente. Non invidiava affatto
Victoria, che osservava sconvolta il professore, ed era felicissimo
di non trovarsi al suo posto.
Il resto della lezione trascorse
fin troppo lentamente: si trattò di due interminabili ore
durante le
quali tutti gli studenti presenti poterono assistere ad esilaranti
performances dell'insegnante. Al termine della lezione, Cedric
seguì
di corsa Victoria, la prima a dileguarsi dall'aula, e le diede
qualche amichevole colpetto alla spalla, anche se la ragazza non lo
notò assolutamente. Era impegnata a pensare ad un metodo per
liberarsi una volta e per tutte di quell'insegnante.
Il
banchetto di Halloween fu piacevole come di consueto, almeno
finché
Hogwarts non venne a conoscenza degli orrori che quell'anno celavano
nel castello. Tutti gli studenti festeggiarono in modo spensierato, a
parte alcuni di loro: Harry e i suoi amici avevano deciso di
presenziare alla festa di Complemorte di Nick-Quasi-Senza-Testa, ma
anche altri due erano assenti dalla Sala Grande. Marcus aveva
convinto Victoria a non recarsi al banchetto, o meglio a lasciarlo
quasi subito, per trascorrere del tempo assieme. Dal momento che si
potevano incontrare sempre più di rado a causa dell'aumento
di
compiti e di impegni di entrambi, la ragazza non aveva faticato a
lasciarsi persuadere.
Pertanto entrambi avevano lasciato ad
intendere ai compagni di Casa che sarebbero rientrati nelle
rispettive Sale Comuni, causa emicrania; invece i due ragazzi si
erano rifugiati in un angolo del quarto piano, lontani da sguardi
indiscreti. Sapevano entrambi che se fossero stati visti lontano
dalla Sala Grande, per di più insieme, ci sarebbero potute
essere
delle ripercussioni anche piuttosto gravi, tuttavia a nessuno dei due
importava davvero.
"Adesso capisco perché non ti hanno
nominata Prefetto, sei troppo monella." disse Marcus divertito
dopo che Victoria gli ebbe assicurato che non avrebbe esitato a
Obliviare Gazza se fosse comparso all'improvviso. In effetti lui si
era aspettato che la ragazza venisse nominata Prefetto: era sempre
stata la candidata ideale per quel posto, almeno secondo lui, invece
la lettera che portava la lista dei libri per il nuovo anno era priva
di quella spilla. "Figurati, Penny è migliore di me, anche
per
quanto riguarda i voti. E poi che noia, sarei stata costretta a
sorbirmi le pesantissime ramanzine di Percy sulle regole."
ridacchiò la ragazza stiracchiandosi. Era una
novità non dover
sempre tendere l'orecchio per captare persone in avvicinamento, e
stava seriamente considerando l'idea di smetterla con quella sciocca
commedia di nascondersi.
A proporre una cosa del genere era stato
Marcus, ma fino a quel momento non ne avevano mai parlato seriamente.
Certe volte Victoria era convinta che se avessero rivelato quel
segreto, tutto sarebbe finito e l'avrebbe perso. Non l'aveva mai
detto ad alta voce perché era certa che Marcus le avrebbe
riso in
faccia, e persino Penelope le aveva detto che quella fosse solo una
sua paura ingiustificata. L'amica le aveva detto che non era
necessario che lo gridassero ai quattro venti, bastava solo che non
si nascondessero più. A Victoria era sembrata
un'argomentazione
sensata, ma non era ancora persuasa del tutto.
"Ehi, dove
dici che abbia nascosto la sua stupida gatta?" Marcus lo
sussurrò a Victoria mentre, nascosti dietro ad alcune
armature,
avevano appena visto il custode passare senza la sua fedele compagna.
Gazza sembrava sull'orlo delle lacrime, tanto che la ragazza, con una
gomitata, impedì a Marcus di lanciargli un incantesimo. "Non
fare l'idiota." sibilò arrabbiata. A lei non piaceva fare
incantesimi alle spalle, tantomeno su chi non poteva difendersi,
anche se Gazza non incontrava esattamente le sue simpatie.
Guardando l'ora, Victoria decise che era il caso di rientrare nel
dormitorio prima che tornassero gli altri. Lei e Marcus si erano
già
mossi quando incontrarono la Dama Grigia che fluttuava; la donna si
voltò verso di loro e, inaspettatamente, parlò
proprio rivolta a
Victoria. "Torna alla Torre, Victoria, là non ci sono
pericoli."
La voce era solo un sussurro, ma, come altre
volte, la ragazza si sentiva intimidita di fronte ai modi di fare
dell'eccentrico fantasma. Marcus osservò a sua volta Helena,
chiedendosi che cosa in vita l'avesse fatta diventare in quel modo.
"Pericoli? E da quando ce ne sono a Hogwarts?" La voce
sprezzante del ragazzo irritò profondamente la Dama Grigia,
che lo
gratificò di un'occhiata severa ed impenetrabile,
costringendolo ad
arretrare di alcuni passi.
"La Camera dei Segreti è stata
riaperta, Hogwarts non è più sicura per chi
è figlio di Babbani."
Per un attimo Victoria fu quasi tentata di ridere, ma il modo di fare
del fantasma era curioso: era la solita impassibile Helena, ma la
studentessa scorse in lei qualcosa che la indusse a non contraddirla.
Dagli occhi pareva quasi preoccupata. "La Camera dei Segreti?"
ripeté la ragazza. Perché quel nome le era
familiare, dove l'aveva
sentito? Marcus non aveva gradito essere liquidato a quel modo, ma le
parole dello strano fantasma lo avevano ugualmente colpito.
"Esatto,
e farai bene a metterti al sicuro prima che Lui ti trovi."
Helena si allontanò fluttuando a qualche centimetro da
terra, e
Victoria rimase a guardarla sconvolta. Non era la prima volta che la
Dama Grigia si comportava in maniera bizzarra, tuttavia qualcosa nel
suo tono l'aveva inquietata.
"Non darle retta, questi
fantasmi non fanno che raccontare frottole: probabilmente
avrà
litigato col Barone. Sono sicuro che non è nulla di
preoccupante;
adesso andiamo, che se ci trovano gli insegnanti a quest'ora in giro
quello sarà un bel problema." disse Marcus, colpito dal
fatto
che la ragazza
pareva estremamente
silenziosa.
In un paio di giorni, Victoria non fu più così
sicura che Marcus avesse ragione; si era fatta raccontare quello che
era successo alla gatta di Gazza, e pareva che esistesse veramente
una leggenda sulla Camera dei Segreti. Cedric aveva detto che era
citata in "Storia di Hogwarts", ed effettivamente Vicotria
la ricordava vagamente, ma nessuno dei due aveva portato con
sé quel
tomo, in modo da poterlo controllare. Anche l'amico pareva certo che
non fosse nulla di preoccupante, forse perché esisteva un
rimedio
per quella strana pietrificazione.
Victoria aveva sentito dire
che la professoressa Sprite aveva intenzione di raccogliere le
Mandragole per farne fare una pozione, e fu questo a convincerla che
c'era qualcosa di curioso: se neppure Silente, che era un mago abile
e di notevole fama, era riuscito a far tornare la gatta normale
evidentemente non poteva essere stata colpita dall'incantesimo della
Pastoia. Sicuramente, ragionò la ragazza mentre cercava di
non
ascoltare i deliri di Allock durante la lezione, si trattava di magia
avanzata. Magia Nera, ne era quasi certa, ma non aveva idea di chi
potesse spiegarle di più. Gli insegnanti evitavano di
parlare
dell'accaduto: si comportavano come se non fosse mai successo.
Adesso tutti aspettavano solo la partita di Quidditch che avrebbe
inaugurato il nuovo anno, anche se a lei importava relativamente. Tra
compiti e impegni di vario genere, il tempo era trascorso
velocemente, ma la minaccia che gravava sulla scuola sembrava averla
resa molto più diffidente di quanto non fosse mai stata in
precedenza.
Marcus quel giorno fece passare un brutto quarto
d'ora a Draco Malfoy, reo di essersi fatto anticipare da Potter
durante la partita. E pensare che un Bolide pareva essersi innamorato
del Cercatore dei Grifondoro, come avevano malignato lui e gli altri,
tanto che si era tranquillizzato: scope più veloci e persino
un
imprevisto a loro vantaggio avrebbero dovuto assicurargli la
vittoria. Anche se Oliver si era lasciato sfuggire alcuni tiri,
Malfoy si era limitato a comportarsi come un pagliaccio. Persino
Marcus era riuscito a vedere il Boccino a parecchi metri di distanza,
ed era un mistero perché il ragazzino se lo fosse fatto
scappare
quando l'aveva avuto davanti a sé.
E pensare che in allenamento
non aveva sbagliato un colpo.
"Se sei qui per prendermi in
giro, ti avviso che non è il momento giusto." Il giorno
successivo a quello in cui si era tenuta la partita, Marcus stava
seduto su uno spesso tronco di un albero vicino alla riva del lago,
quando notò che Victoria era appena arrivata e si era seduta
vicino
a lui. Immaginava che volesse ridere della sua scelta, e non era
sicuro di riuscire a trattenersi al fornirle una rispostaccia:
Victoria era nota per essere assolutamente priva di tatto quando
voleva ridere di qualcuno, e Marcus non aveva voglia di litigare
anche per quello. Discutevano già abbastanza per altre
ragioni,
anche se in quelle settimane trascorse dall'inizio della scuola il
loro rapporto si era fatto meno turbolento. Il ragazzo era sicuro che
in parte fosse stato merito del fatto che durante l'estate si fossero
comunque frequentati, senza il timore di essere visti da altri
compagni.
Gli era costato un po' riuscire a non dire niente, ma
già sapeva che lo avrebbero riempito di domande: bastava
Edward con
le sue frecciatine allusive, e anche Deborah, che ormai lo tallonava
giorno e notte dal momento che erano nella stessa Casata. Aveva quasi
preferito quando c'era ancora Edward a scuola, almeno lui, a
differenza della sorella, non gli stava intorno ogni giorno.
"No,
me le risparmio per Allock." disse la ragazza, appoggiando
stancamente la testa sulla spalla del ragazzo. Marcus
sghignazzò.
L'insegnante era la barzelletta della scuola, e a parte le ragazze,
ben pochi riuscivano a giustificare un comportamento tanto frivolo.
La cosa positiva, almeno per lui, era che le sue lezioni erano
l'ideale per dedicarsi ad altre cose, come le partite di Gobbiglie
con gli amici, o anche i dispetti a danno di Oliver: quelli non
potevano mancare mai. Ad ogni modo al ragazzo non sfuggì
quel modo
di fare tanto strano di Victoria, al punto che la osservò
sospettoso. Di recente aveva detto che aveva dei ricordi strani sugli
ultimi giorni di vacanza, ma lui era convinto che fosse semplicemente
stanca. Non era però quello il caso. "Scotti, forse dovresti
metterti a dormire." le disse dopo averle tastato la fronte con
una mano. Era decisamente bollente, e una febbre non era da escludere
dal momento che ormai il freddo era definitivamente alle porte.
La
ragazza rabbrividì a quel contatto e si strinse di
più a Marcus,
senza pensarci troppo. "A dormire? Me lo fai tu il tema di
Piton, vero? E poi devo anche esercitarmi per Trasfigurazione,
stasera c'è anche il Club e..."
Per un momento Marcus fu
tentato di scostarla da sé. Quel tipo di contatto lo
rendeva, da un
po' di tempo a quella parte, estremamente nervoso e desideroso di
poter ottenere qualcosa di più. Si era illuso che anche lei
provasse
e desiderasse la stessa cosa, ma almeno fino a quel momento Victoria
non aveva neppure accennato a nulla del genere. Del resto la scuola
non era il luogo ideale per appartarsi dal momento che appartenevano
a due diverse Casate; finché si trattava di qualche bacio
poteva
andare bene, ma lui non aveva la minima intenzione di farsi
interrompere sul più bello se fosse spuntato Gazza
all'improvviso.
Poi con la storia della Camera dei Segreti, che per lui era comunque
una sciocchezza, il pattugliamento degli insegnanti di notte si era
intensificato e solamente i Prefetti ed i Capiscuola potevano
affiancarli.
Dopotutto, ci aveva riflettuto spesso, non ci
sarebbe stato nulla di male se fosse accaduto qualcosa tra loro: si
frequentavano da parecchi mesi, e Marcus era dell'idea che avessero
aspettato a sufficienza; tuttavia si era dovuto scontrare col fatto
che, forse, lei non la pensava a quel modo. "Dai, non dire
cretinate che se mi muori qui, potrei persino essere accusato di
essere l'Erede di Serpeverde e non ne ho nessuna voglia."
Non era proprio da lui aiutare qualcuno ad alzarsi e a tenersi in
piedi, ma la ragazza era chiaramente fuori fase: sicuramente
l'influenza l'avrebbe messa ko per alcuni giorni, e di certo lui non
intendeva approfittare dell'infelice situazione per ottenere
ciò che
voleva. "Quanto a Piton e alla McGranitt resisteranno anche
senza i tuoi compiti." Una piccola bugia, ma la ragazza
probabilmente aveva la testa troppo pesante per ascoltarlo: era noto
che Piton non tollerasse ritardi nella consegna dei compiti, mentre
la McGranitt avrebbe potuto anche essere comprensiva, ma non c'era da
sperarci troppo. Fortunatamente, si disse mentre si muovevano verso
il castello, l'insegnante di Pozioni non era più un suo
problema,
dato che con un Accettabile non l'aveva più voluto come suo
studente. Almeno lui non era stato bocciato in Pozioni, al contrario
di Baston, rifletté sghignazzando a quel ricordo.
In compenso a
Trasfigurazione se l'era cavata bene, pertanto aveva continuato a
seguire quel corso assieme a Difesa, Incantesimi e Cura delle
Creature Magiche.
Fortunatamente incontrò Penelope e lasciò
Victoria alle sue cure, dirigendosi poi verso la Sala Grande dove
presto si sarebbe tenuto il pranzo. Non aveva fatto in tempo ad
arrivare al tavolo dei Serpeverde che aveva visto alcuni compagni
parlare tra loro, e in tutta la Sala pareva esserci qualcosa di
strano.
Alcuni minuti dopo si era già dimenticato della fame
mentre usciva in fretta, in cerca proprio di Victoria. A quanto
pareva durante la notte un ragazzino del primo anno era rimasto
pietrificato, come la gatta alcuni giorni prima, e tutti sembravano
propensi a credere che ci fosse un collegamento con la Camera dei
Segreti. Adesso ne era sicuro pure lui, pertanto voleva assicurarsi
che la ragazza non corresse un pericolo reale; conosceva vagamente
l'ubicazione della Torre dei Corvonero, ma c'erano diverse strade per
arrivarci e lui non aveva idea di quale avessero preso le due
ragazze.
"Che cosa fai qui, Flitt?" Il ragazzo si
voltò, a metà del sesto piano, riconoscendo il
professor Piton che
si stava avvicinando. Come al solito l'uomo aveva un'aria che non
invitava alla confidenza, ma il ragazzo non ci fece caso. Severus lo
osservò a lungo: di quei tempi era comune opinione degli
insegnanti
che gli studenti non dovessero bighellonare in giro da soli, anche se
non credeva che Flitt avesse qualcosa da nascondere.
O forse si.
Era solo curioso vederlo in quell'ala del castello, dove lui non
aveva alcuna lezione da frequentare. "Nulla, cercavo Penelope
Light per chiederle una cosa riguardo ad una lezione di Difesa."
rispose Marcus, mentendo senza alcun rimorso: dopotutto era stata
Penelope ad accompagnare Victoria poco prima, quindi non era
propriamente una bugia, ma sembrava che Piton avesse capito che stava
nascondendo qualcosa.
"Davvero? Riuscite pure ad imparare
qualcosa con quello stupido insegnante? Sono meravigliato, sei
diventato davvero diligente." Severus non si lasciò
ingannare
dal fatto che Marcus aveva mentito; lo aveva sempre fatto,
soprattutto quando si trattava di ragazze a cui dare la caccia. Certo
che immaginarlo inseguire una seria e noiosa come la Light era una
novità, anche se di certo da un po' di tempo il ragazzo non
era più
lo stesso. Non avrebbe scommesso neppure uno zellino su di lui,
invece era riuscito a strappare almeno Accettabile nella sua
materia.
"In realtà no, ma sa... preferisco sempre chiedere
a lei, riesce a trovare qualcosa anche quando non c'è nulla.
Come
sta il ragazzo in infermeria?" Marcus deviò l'argomento
accorgendosi di non avere scuse a cui aggrapparsi, e poi era
veramente interessato. Severus lo squadrò con sospetto,
chiedendosi
se Flitt non sapesse cose ignote agli insegnanti, ma ne dubitava: era
astuto se si trattava di Quidditch, ma per il
resto aveva la testa
piena di segatura proprio come il suo storico rivale Baston. Di due
non ne facevano uno buono, e Severus era felicissimo di non doverli
più sopportare durante le lezioni. "Gli è andata
bene, ma non
sarà lo stesso per te se non sparisci all'istante e torni in
Sala
Comune." sibilò l'insegnante, consapevole che il ragazzo,
come
tutti, aveva il sacro terrore di finire nelle sue mire. A lui era
sempre andata bene così, ma in quel caso gli era ancora
più utile
dal momento che c'erano cose di cui gli studenti non dovevano essere
messi al corrente.
La tensione era sempre più forte man mano
che il tempo trascorreva, e Victoria non vedeva l'ora che arrivassero
le vacanze di Natale. All'improvviso non si sentiva più al
sicuro a
Hogwarts, e le pareva quasi di percepire la minaccia incombere dal
nulla.
A suscitare scalpore, oltre al fallimento dell'ultima
trovata di Allock che riguardava l'istituzione di un Club dei
Duellanti, era stata l'aggressione duplice che si era consumata
proprio il giorno prima: Cedric le aveva detto che un ragazzo della
sua Casa, Justin Finch-Fletchley, era stato pietrificato assieme al
fantasma dei Grifondoro.
Da quel momento Victoria aveva smesso di
fingere di sentirsi indifferente: ben due figli di Babbani si
trovavano in infermeria, aggrediti da qualcosa che nessuno riusciva a
spiegare, e persino un fantasma non ne era immune. Percy le aveva
già
detto che era solo questione di tempo prima che tutto finisse, ma
segretamente lei non riusciva a crederci. Anche gli insegnanti erano
più guardinghi, e pareva annaspassero anche loro alla
ricerca di
risposte.
La tensione aveva lasciato il segno sul suo rendimento
scolastico, che era notevolmente precipitato in quasi tutte le
materie, e anche le altre sue attività erano improvvisamente
diventate difficili da seguire. Inoltre lei e Marcus adesso
bisticciavano per un nonnulla, come se tutto fosse improvvisamente
diventato più pesante da sopportare: aveva anche pensato di
porre
fine alla loro relazione perché non riusciva più
a sopportare la
tensione, ma era stato lui a sorprenderla chiedendole se voleva
trascorrere le festività natalizie in sua compagnia.
Victoria
aveva persino pensato di rispondere seccamente di no, ma la proposta
le era sembrata un'ottima alternativa a tutta la tensione accumulata,
anche se ne valutava i rischi e le eventuali aspettative che lui
avrebbe potuto avere.
In quel momento però, di ritorno dai
sotterranei, percepì un rumore alle sue spalle e si
voltò con la
bacchetta sfoderata: osservò sorpresa ciò che
aveva davanti e non
lo riconobbe subito.
"Professor Piton... è lei?"
chiese incerta, arretrando anche di qualche passo, sconvolta da
quello strano spettacolo.
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Capitolo 22 *** 22 - Evoluzione ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
Immagine
allo specchio
22 - Evoluzione
Per un attimo Victoria
pensò di aver incontrato il famoso Erede di Serpeverde:
ormai la storia della Camera aveva gettato nel panico la scuola, e si
vociferava di questa persona enigmatica che avrebbe scatenato orrori a
non finire contro i maghi e le streghe provenienti dal mondo babbano.
L'attimo seguente si
disse che sicuramente quello doveva essere Allock, perché
nessuno sano di mente sarebbe andato in giro vestito a quel modo.
Sembrava un coniglio rosa gigante, non molto grosso, ma decisamente una
taglia umana adulta.
Solo dopo un paio di
minuti realizzò di avere di fronte proprio Severus Piton: i
lineamenti erano i suoi, ma non gli aveva mai visto in viso
un'espressione tanto strana. Sembrava Confuso, come se non comprendesse
pienamente ciò che stava accadendo, ed allo stesso tempo una
scintilla furibonda gli illuminava le iridi. Teneva la bacchetta in
mano, ma per l'uso che ne faceva avrebbe potuto anche stringere un topo
morto senza rendersene conto.
La ragazza
arretrò di qualche passo: non sapeva se restare
lì dov'era ed aiutarlo, oppure se darsela a gambe prima che
l'insegnante riprendesse coscenza di sé e decidesse di
sfogare la sua rabbia su di lei. "Ah signorina Windsor, non trova anche
lei che il professor Piton sia più allegro in queste vesti?"
Gilderoy Allock
comparve quasi dal nulla, ma Victoria notò che il sorriso
sciocco che di solito aleggiava sul suo volto pareva incerto, come se
cercasse conferme da lei. La ragazza stava per chiedere cosa fosse
accaduto realmente, ma il professor Piton grugnì
all'improvviso ed impugnò più saldamente la
bacchetta in mano. Fece un passo verso di lei come se volesse
artigliarle la gola con una mano, e proprio in quell'istante Cuor di
Leone Allock decise di svignarsela come un ladro.
Victoria si
pentì all'istante di non averlo imitato, e soprattutto di
aver impedito a Marcus alcuni giorni prima di tentare una maledizione
su quell'inutile uomo; si sentiva letteralmente in trappola,
finché dall'alto giunse una risatina divertita. Pix
rovesciò quello che pareva un paiolo pieno di zuppa diretta
proprio sulle loro teste, ma la ragazza non rimase lì ad
aspettare di essere investita da quella doccia improvvisata. Si
spostò rapidamente ed evitò così il
getto, ma la stessa cosa non si poteva dire dell'insegnante, che era
rimasto inerme ed immobile.
"Scappa!" Victoria si
sentì afferrare bruscamente per un braccio dopo aver visto
due schegge verdi passarle a fianco, ed una di queste l'aveva appunto
trascinata con sé. Si lasciò passivamente portare
via, e solo dopo che ebbero girato l'angolo lei riconobbe Marcus
assieme ad un amico. Solo molti corridoi di distanza dalla repressa ira
dello strano professor Piton, riconobbe l'identità
dell'altro: Fred Morrison. Sia lui che Marcus erano paonazzii, come se
stessero scappando da qualcosa.
"Non
per farmi i fatti vostri , ma che succede? Insomma, che
avete fatto a Piton?" Victoria non esitò a chiederlo dopo
essersi ripresa da quella folle corsa che l'aveva sfiancata. La domanda
era rivolta ad entrambi, ma il suo sguardo era puntato su Marcus.
Sapeva che il ragazzo era molto più vivace di Morrison
quando si trattava di fare scherzi agli altri, ma non avrebbe mai
pensato che sarebbe arrivato a colpire un insegnante. Proprio Piton
poi, che era il suo Capocasa.
Marcus la
osservò arrabbiato. "Noi? Chiedilo a quel mentecatto di
Allock! A causa sua siamo nei guai fino al collo." La voce del
Serpeverde era stizzita ed allo stesso tempo vibrava di rabbia.
"Allock ci stava
mostrando quello che secondo lui era un incantesimo potente per
destabilizzare i maghi oscuri, e aveva appena scelto di mostrarcelo
quando Piton è entrato nell'aula! Allora ha deciso di usarlo
come cavia, senza dirglielo mi pare ovvio, e... e..." il ragazzo non
concluse quanto stava dicendo, ma Victoria aveva capito. Solamente
Allock poteva combinare un pasticcio del genere, soprattutto servendosi
di una persona come Severus Piton, poco incline a certe situazioni. Le
sfuggiva però il nesso con loro due. Morrison riprese.
"Ovviamente Piton
s'è arrabbiato, ha minacciato di ucciderlo così
Allock ha pensato di Confonderlo, ma avrà fatto un lavoro a
metà... E poi ci ha lasciato lì, in mezzo
all'aula, assieme a lui, dopo averci detto di occuparci dello...
Snapponiglio!" Marcus rabbrividì solo al pensiero,
ricordando la faccia dell'insegnante, e le minacce di morte sempre
più confuse che aveva rivolto a loro. Quando poi si era
accorto di aver incrociato per caso Victoria, non aveva esitato a
portarsela via, consapevole che l'insegnante avrebbe potuto dare la
colpa a lei.
"Oh, santo Salazar!
Appena si riprende ci ammazza! Dobbiamo scappare, emigrare dal Paese
e..." Marcus cominciò ad elencare terrorizzato tutte le
possibili soluzioni che secondo lui gli restavano, quando Victoria
scoppiò a ridere. Non poteva farne a meno, ed era
felicissima di farlo lontano dal professor Piton: poco dopo anche i due
ragazzi la imitarono .
"Direi che non
c'è altra scelta, avvertite Silente: non possiamo di certo
lasciare Piton in quelle condizioni, ed io personalmente non mi ci
avvicinerei senza sapere di non correre rischi." Se c'era una cosa di
cui era certa, era proprio quella, ma non permise ai due di evitare
l'incontro con il Preside, anzi, fu costretta ad accompagnarli per
essere certa che andassero davvero a parlargli.
Victoria si chiese, il
giorno dopo, come Allock riuscisse a camminare tranquillo per la scuola
senza il timore di essere violentemente aggredito da Piton: la storia
dello Snapponiglio aveva fatto il giro di tutta la scuola naturalmente,
ma nessuno aveva più visto l'insegnante di Pozioni dal
giorno prima. Molti concordavano sul fatto che Severus Piton stesse
ideando proprio in quel momento un modo per eliminare definitivamente
Allock dalla faccia della terra.
"Dove hai detto che
vai, al tuo amichetto per la pelle?" chiese Marcus a Victoria con tono
brusco, durante il viaggio in treno che li avrebbe portati a Londra.
Era rimasto sorpreso quando la ragazza aveva accettato di trascorrere
con lui le feste natalizie, pertanto aveva smosso mari e monti per non
farsi guastare quella vacanza.
Victoria rise,
osservandolo; in quel momento aveva la testa appoggiata sulle ginocchia
di lui, e si sentiva particolarmente al sicuro. Forse era solo la
sensazione che provava all'idea di abbandonare, almeno per un po',
Hogwarts con tutti i suoi orrori. "A casa, crede che vada a trovare i
miei zii." rispose la ragazza con noncuranza, chiudendo gli occhi.
Marcus sapeva che
qualunque cosa detta a Diggory, per coprire la loro reale destinazione,
sarebbe stata una menzogna, ma quella inventata da Victoria era la cosa
più improbabile ed era sicuro che lui, al posto di Cedric,
non l'avrebbe bevuta tanto facilmente. "E poi diciamo che è
vero, no? In fondo ci sono i tuoi, di zii." riprese la ragazza,
rivolgendogli un sorriso. Lui annuì, ma non si
dilungò. Sapeva che la verità sarebbe venuta
fuori al loro arrivo, ma non aveva fretta di dirglielo.
Indubbiamente quella
casa sul lago era davvero del fratello di suo padre, ma in quel momento
era all'estero assieme alla moglie. Neppure lui sapeva precisamente
dove, ma si era assicurato che non comparissero nel breve periodo che
avrebbe trascorso a casa loro. Ne era stato informato, ma non voleva
ugualmente che ci fossero: in ogni caso non c'era alcun rischio, e per
quanto si fosse detto che ne avrebbe parlato con lei, non era tanto
ansioso di scoprire la reazione di Victoria nell'apprendere che
sarebbero stati completamente soli.
"Qualcosa non va?"
Victoria si era risollevata da quella posizione rilassata, accorgendosi
di avere un leggero dolore alla schiena; preferì, quindi,
mettersi seduta vicino al ragazzo e appoggiarsi a lui abbracciandolo.
Marcus fece segno di no con la testa, ma allo stesso tempo si sentiva
rimordere leggermente la coscenza, soprattutto visto che lei sembrava
diventata più tranquilla rispetto agli ultmi tempi. In
condizioni normali, infatti, Victoria non avrebbe mai preso
l'iniziativa di abbracciarlo a quel modo in pubblico. In effetti non
c'era nessuno in quello scompartimento, ma Marcus sapeva bene che
chiunque avrebbe potuto scorgerli se fosse passato per il corridoio.
Evidentemente tutti si sentivano più al sicuro negli
scompartimenti, il che concedeva una lieve certezza di
tranquillità.
"È che mi
sembri... non so dirtelo... è colpa mia, vero?" Victoria
sapeva di essere stata, in quel periodo, un po' esasperante, e solo in
quel momento se ne rendeva pienamente conto. Non avevano fatto che
litigare per colpa di quella situazione di tensione che si respirava a
scuola, ma la ragazza era al corrente di essere lei la causa dei
frequenti battibecchi. Inconsciamente aveva trovato comodo scaricare su
di lui la rabbia che provava per le frecciatine che le venivano rivolte
a causa delle sue origini , e ne era davvero dispiaciuta.
"No, anche se resto
della mia idea: questa storia della Camera dei Segreti è una
sciocchezza." ribadì Marcus con forza. Ne era convinto,
anche se doveva ammettere che era la prima volta che a scuola si
respirava un'atmosfera tanto tesa. Tuttavia poteva capire, almeno in
parte, che la minaccia poteva preoccupare un po' chi, come lei, fosse
figlio di Babbani: in fondo erano quasi due mesi che non accadeva nulla
di strano, e glielo disse mentre scendevano a King's Cross, in ritardo
rispetto agli altri.
Avevano già
attraversato la barriera quando Marcus cominciò a sentirsi
estremamente nervoso, soprattutto sentendo lo sguardo curioso di
Victoria su di sé. "Che c'è?" Finse di guardarsi
attorno per sfuggire a quell'espressione divertita, ma fu la sua
risatina che lo fece voltare stizzito. Victoria pareva tornata quella
di sempre, ma a lui non piaceva essere deriso.
"Mi stavo solo
chiedendo quando mi avresti detto quello che non vorresti dirmi."
ridacchiò la ragazza, mentre giocherellava con la cravatta
di Marcus. Lui la guardò come se non capisse, ma si
sentì arrossire senza motivo. Borbottò qualcosa e
lei scoppiò a ridergli in faccia, ma senza malizia, anche se
lui non lo trovò di suo gradimento. "Andiamo, non
sarò la ragazza più esperta della scuola, ma non
sono stupida. Lo so che non ci saranno i tuoi zii dove andremo, anche
se avresti dovuto dirmelo un po' prima. Non credi?"
Marcus avrebbe
preferito ingerire nuovamente un paiolo intero di veleno piuttosto che
confermare quanto aveva appena sentito pronunciare da Victoria, ma in
fondo si sentì sollevato. Non era particolarmente sorpreso
dall'espressione dura negli occhi di Victoria, anche se avrebbe
preferito una reazione diversa. In fondo lui l'aveva fatto per lei,
affinché si rilassasse e... No, si disse, se avesse voluto
essere del tutto onesto, avrebbe ammesso che l'aveva fatto
principalmente per poterci provare senza la certezza di essere
interrotto. Era un pensiero che l'aveva un po' tormentato, ma dopotutto
sapeva che non l'avrebbe certo costretta se non voleva, e poi poteva
pur sempre cambiare idea, magari le serviva solo un po' di tempo.
"Ecco... sapevo che ti
saresti arrabbiata, ma..." il ragazzo si sentiva a disagio, ma fu solo
dopo qualche minuto di tentativi di scuse che si rese conto che se
Victoria si era voltata non era per rabbia.
Stava ridendo, e
piuttosto apertamente.
Marcus si
stizzì immediatamente. Poteva capire che non le piacessero i
suoi metodi, ma essere preso in giro a quel modo non l'accettava
neppure da lei. Anzi, soprattutto da lei. Fece per parlare ma rimase
sorpreso quando la ragazza sembrò calmarsi di colpo, e si
rese conto che lo aveva preso per mano.
"Allora, considerando
che è lontano, forse è il caso che mi mostri
quanto sei diventato bravo a Materializzarti." disse con voce quieta, e
Marcus rimase spiazzato dal repentino cambiamento di umore. "Non... non
sei arrabbiata?"
La ragazza
scrollò la testa. "Certo che no, volevo solo vedere che cosa
ti saresti inventato pur di non dirmelo... Ma ora andiamo, questo
freddo proprio non mi piace e, se non ti sbrighi, passerò il
Natale con quel bel Babbano là." gli disse, indicandogli un
ragazzo piuttosto avvenente che non si trovava a molta distanza da
loro. Marcus la fulminò con lo sguardo, ma non disse nulla
mentre stringeva la sua mano.
Un attimo dopo erano
spariti.
Quell'anno la neve era
caduta in antipico, e durante le vacanze di Natale non se ne vedeva
più in giro dal momento che si era sciolta del tutto.
Victoria osservò il paesaggio che si estendeva al di fuori
della finestra; le sfuggiva il nome del posto in cui sorgeva la casa
degli zii di Marcus, ma la ragazza aveva comunque una vaga idea di dove
si trovassero. Erano di certo lontani sia da Hogwarts che da Londra,
lontani da tutti i problemi che parevano asfissiarli giorno dopo
giorno, soprattutto lei. Il clima di tensione che aveva avvolto
Hogwarts non accennava a diminuire, ed era intimamente contenta di
trovarsi lontano dal misterioso aggressore che tanto si divertiva a
mietere vittime.
In verità
non era morto nessuno, eppure nell'aria pareva che fosse solamente
questione di tempo prima che questo potesse accadere. Forse era per
sfuggire a tutto questo che aveva accettato l'invito del ragazzo, anche
se almeno in principio aveva avuto qualche dubbio.
"Che ore sono?" La
voce insonnolita di Marcus la strappò a quei pensieri,
ricordandole dov'era in quel momento, e Victoria percepì di
nuovo la stretta gentile del ragazzo che le aveva circondato la schiena
col braccio. "L'ora in cui dovresti lasciarmi dormire."
borbottò Victoria, girando dall'altra parte la testa sul
cuscino.
Si era ripromessa che,
nonostante tutto, non sarebbe accaduto nulla. Poco importava se erano
da soli, era convinta di poter tranquillamente tener fede alle proprie
parole; naturalmente, quando l'aveva detto a Marcus, lui aveva fatto
finta di nulla, dicendo che tanto non l'aveva portata lì per
quella ragione. Ma lei sapeva che non era vero, ed ora si stava
chiedendo se non avesse commesso una leggerezza lasciandosi coinvolgere
fino a quel punto.
Non poteva neppure
dare la colpa a lui, dal momento che la sera prima non aveva neppure
opposto resistenza quando aveva percepito le sue mani accarezzarla in
modo diverso dal solito. In realtà avevano scherzato un po'
sull'argomento, come se fosse un gioco, e poi... Sospirò
piano, dicendosi che dopotutto, nessuno l'aveva obbligata. Al
contrario, doveva riconoscere che Marcus era stato decisamente paziente
dal momento che l'aveva fatto attendere fino all'ultimo. Infatti, nel
giro di due giorni avrebbero dovuto tornare a Londra per il viaggio di
ritorno a scuola.
"Tutto bene?" La voce
del ragazzo, ora chiaramente più sveglia di poco prima, la
riscosse dai suoi pensieri ed annuì. Sentiva che non era una
domanda casuale, e si meravigliò un po' nel sentirsela
rivolgere, ma da un lato ne era anche contenta. Per quanto si fosse
detta che non era importante che fosse accaduto, sapeva di mentire a
sé stessa, perché si sarebbe arrabbiata se lui
avesse deciso di gettarla da parte. Non voleva essere solamente un
giocattolo, ed in fondo era stato questo ad averla frenata fino a quel
momento.
"Non mi avevi promesso
una partita a Quidditch, oggi?" gli ricordò Victoria,
girandosi nuovamente e lasciandosi abbracciare; poteva diventare una
routine piacevole, ma fortunatamente il rientro a Hogwarts le avrebbe
impedito di commettere sciocchezze. O forse no?, si chiese per un
momento. Lui la guardò come se non potesse credere alle
proprie orecchie, e la ragazza sorrise. Sapeva che, molto
probabilmente, avrebbe voluto essere elogiato per ciò che
era successo, o magari avrebbe voluto sentirsi dire com'era stato
bravo, ma Victoria non aveva alcuna intenzione di alimentare il suo ego
maschile.
Non era cattiveria, ma
non aveva certo intenzione di comportarsi diversamente dal solito: il
fatto che avessero fatto l'amore non cambiava nulla del suo modo di
fare. Si alzò stiracchiandosi, assicurandosi di essere ben
coperta dal lenzuolo, e poi scese dal letto. Rabbrividì nel
sentir il gelo avvolgerle i piedi, appena appoggiati sul pavimento di
marmo. La ragazza, che si era già guardata attorno in quei
giorni, si era detta che i parenti di Marcus dovevano essere
indubbiamente benestanti dato che quella era una dimora molto
confortevole.
"Ehi, ridammi il
lenzuolo! Non vale che lo prenda tu! " le urlò dietro
Marcus, mentre lei usciva dalla stanza per recarsi poi in bagno.
. Sbuffò mentre strappava la coperta: "Donne!"
sibilò rabbioso, sentendo solo una risata lontana come
risposta.
Il ritorno a Hogwarts
fu traumatico per tutti, soprattutto per Victoria che si era accorta di
avere la mente completamente persa. Il ricordo delle vacanze appena
trascorse non voleva lasciarla, e sperava ardentemente che non le fosse
stato stampato sul volto quanto accaduto tra lei e Marcus. Ma non era
solo quello, era anche il fatto che la tranquillità di quei
dieci giorni trascorsi in riva al lago le aveva fatto dimenticare tutto
il resto.
Il viaggio in treno
l'aveva trascorso ad eseguire i compiti, rimproverandosi per non aver
pensato ad altro che ad oziare: Cedric era rimasto meravigliato quando
aveva scoperto che non aveva neppure aperto i libri e le aveva chiesto
cosa aveva fatto al posto di studiare.
Victoria aveva
risposto qualcosa di vago: poteva forse dirgli che aveva passato le sue
giornate a fare gare di velocità sulla scopa assieme a
Marcus? O magari che, alcuni giorni, si erano uniti ad alcuni maghi e
streghe che avevano terminato da poco Hogwarts? O anche che fossero
semplicemente rimasti ore da soli, a parlare e anche a sbaciucchiarsi?
E non poteva neppure
riferirgli che avrebbe preferito mille volte essere ancora
là. Cedric era suo amico, ma nonostante tutto il bene che
gli voleva, era ancora troppo ingenuo per confidargli ciò
che era accaduto. E pure Percy non era adatto: avrebbe sicuramente
storto il naso se avesse scoperto che aveva trascurato i compiti per
stare con Marcus. Lui non l'avrebbe mai fatto, ne era certa, e un po'
le dispiacque per Penelope, ma non erano affari suoi.
"La settimana prossima
avremo i colloqui di orientamento." le ricordò Cedric, e lei
annuì. Vitious aveva già consegnato loro l'orario
in cui li avrebbe ricevuti nel suo ufficio, e Victoria non era rimasta
sorpresa nel sentire che era l'ultima del gruppo. Era sempre stato
così. Prima, però, aveva una cosa molto
più importante di cui preoccuparsi.
Il giorno dopo, alla
fine della lezione di Pozioni, Victoria si attardò per
domandare al professore il permesso di utilizzare la sua aula per
un'esercitazione; l'insegnante, per quanto sospettoso, glielo concesse,
a patto che la pulisse e non la facesse saltare in aria. Tuttavia le
ordinò di non presentarsi prima di domenica mattina, dal
momento che aveva l'orario pieno, e non poteva in alcun modo concederle
di venire prima.
Victoria
annuì, anche se a quel modo avrebbe perso del tempo
prezioso. Non disse a Piton che voleva preparare la Pozione
Anticoncezionale, di cui aveva trovato la ricetta in un tomo in
biblioteca, perché era sicura che lui gliel'avrebbe vietato.
In realtà le sarebbe servita subito, dato che né
lei, né Marcus avevano pensato ad un'eventuale e sgradevole
conseguenza , ma non poteva far nulla per introdursi di nascosto
nell'aula senza destare sospetti.
Durante quella
settimana di attesa non disse nulla a Marcus, anche se avevano ripreso
a vedersi proprio come facevano prima; era dell'idea che il ragazzo si
sarebbe sentito offeso, ma lei non intendeva rischiare inutilmente.
Sapeva bene cosa poteva succedere e, per quanto ci tenesse a lui, non
aveva nessuna intenzione di complicarsi la vita. Tre giorni dopo,
comunque, riuscì a tirare un sospiro di sollievo nel
rendersi conto che il ciclo era giunto puntuale, senza neppure un
ritardo.
Avrebbe anche potuto
dire al professor Piton che non aveva più bisogno dell'aula,
ma cambiò idea: l'insegnante sarebbe potuto diventare ancora
più sospettoso, in più Victoria poteva ugualmente
tenerne una scorta con sé nel caso fosse accaduto di nuovo.
La porta del
sotterraneo si aprì cigolando ma Victoria non la
sentì neppure, impegnata com'era a non perdere di vista le
istruzioni del libro e a ricontrollare ogni secondo ciò che
faceva: un errore e sarebbe stata finita. Cedric si avvicinò
a passo svelto, domandandosi perché mai l'amica fosse
già nell'aula di Pozioni proprio di domenica, quando
notoriamente lo accompagnava al campo da Quidditch.
"Che stai facendo?
Piton ti ha messa in punizione proprio oggi? " Il ragazzo
aggrottò le sopracciglia: non era da Piton, lui preferiva
rovinare il sabato agli studenti, e poi Victoria non gli aveva
minimamente accennato ad un'eventuale punizione. Erano secoli che il
professore la lasciava tranquilla, a modo suo, da quando era diventata
forse la più promettente. O forse, rifletté, era
per via dei G.U.F.O., dato che aveva già detto di dover
avere Eccezionale per riuscire ad accedere anche l'anno successivo alle
lezioni di Piton. "Non vedi? Mi sto esercitando."
La ragazza non si
scompose e aggiunse un'erba nel calderone, che fece diventare
improvvisamente verde la pozione; Cedric annusò l'odore,
tossendo infastidito. Poi gettò uno sguardo alla pagina
aperta del libro e sgranò gli occhi; un secondo
più tardi scoppiò a ridere, inducendo Victoria a
guardarlo con aria interrogativa.
"E Piton ti fa
preparare proprio la Pozione Anticoncezionale? Ma non è
contro questo genere di intrugli? " Ricordava ancora la predica del
professore quando aveva scoperto che alcune Serpeverdi avevano tentato
di preparare l'Amortentia, una pozione secondo lui inutile per una
classe di Hogwarts. Di sicuro anche quella in cui si stava impegnando
la ragazza rientrava in quello standard.
"No, mi sto solo
esercitando." Victoria non tolse lo sguardo dal calderone per essere
certa di non combinare dei disastri, e allo stesso tempo per evitare le
domande da parte dell'amico; di certo lui non aveva la
benché minima idea di quello che era accaduto. Il rischio
l'aveva corso una volta, se fosse accaduto nuovamente non voleva farsi
trovare impreparata: certo, non sarebbe neppure dovuto succedere, e lo
sapeva, ma non aveva potuto farci niente.
Sospirò.
Non era vero, poteva dire di no, ma non ci era riuscita, non
più. Alzò lo sguardo su Cedric che la guardava
come se non credesse ai suoi occhi. "Cioè, fammi capire,
serve a te?" Il ragazzo pareva incredulo, continuava a spostare lo
sguardo dal calderone al libro a lei, come se sperasse in un'altra
risposta.
"E allora, lui chi
è? " Victoria sapeva che la verità l'avrebbe
distrutto, perciò si limitò a fare un cenno con
la mano, come se servisse ad allontanare la domanda e la
curiosità dell'amico sorpreso e sconvolto da quella
rivelazione implicita. Cedric continuò a guardarla, ma non
riusciva a ricordare che l'amica gli avesse detto di qualche ammiratore
negli ultimi tempi. In effetti si parlavano poco a causa dei mille
impegni di entrambi, ma quella pozione e la concentrazione che Victoria
metteva nel prepararla erano la conferma che non avrebbe voluto avere.
Forse, infine, era
riuscita a far colpo su Oliver Baston? In quel caso non si capacitava
del silenzio di Victoria; eppure, chiunque fosse, doveva essere una
storia importante, perché la ragazza non era certo una di
quelle che si concedevano facilmente. Che cosa gli era sfuggito in
quegli ultimi tempi? "Ho finito" dichiarò Victoria, che
raccolse tutta la pozione in una decina di ampolle che nascose
accuratamente sotto al mantello prima di ripulire tutto cercando di non
lasciare il segno del suo passaggio. Uno sguardo a Cedric la convinse
che doveva essere ancora sconvolto, e gli sorrise gentilmente.
"Non prendertela se
non ti dico nulla, Ced, è che.. diciamo che entrambi
preferiamo non farlo sapere in giro. Ti prego, non farmi domande, prima
o poi te lo dirò." gli promise prima di prenderlo per mano e
costringerlo ad uscire da lì.
Il professor Piton
sapeva che Victoria era stata nella sua aula, ma preferiva tacere su
ciò che sapeva avesse realmente preparato.
In un certo senso per
Victoria fu un bene interrompere la lezione con il professor Kettleburn
per recarsi da Vitious; il piccolo insegnante l'attendeva in piedi
sulla sedia e, nel vederla entrare dopo aver bussato, le fece cenno di
chiudere la porta.
"Accomodati, cara!" le
disse con gentilezza; poi agitò la bacchetta ed una soffice
poltrona rivestita di velluto blu apparve proprio vicino alla ragazza:
le ricordava quelle che c'erano in Sala Comune, e si sedette dopo aver
ringraziato il professore. L'insegnante riconobbe nella ragazza i segni
del nervosismo, e sorrise impercettibilmente. Era più che
normale dal momento che quell'incontro serviva a determinare almeno in
parte il suo futuro: quasi tutti erano indecisi, anche se aveva sempre
pensato che Victoria avesse le idee un po' più chiare dei
compagni.
"Hai pensato a cosa ti
piacerebbe fare, una volta terminati gli studi?" Quante volte, quel
giorno, aveva posto quella domanda? E quante risposte aveva ricevuto?
C'erano stati quelli sicuri, che non avevano esitato a raccontare i
progetti che avevano in mente. Poi c'erano stati gli altri, gli
incerti, che avevano alzato su di lui uno sguardo un po' intimorito o
impacciato, ma non avrebbe mai creduto che anche Victoria fosse parte
di quel gruppo. Niente di male secondo lui, ma era ugualmente una
sorpresa.
Riconobbe la
preoccupazione nelle iridi grigie della ragazza, che sembrava incerta a
parlare: sembrava anche tanto diversa dalla ragazzina decisa che vedeva
ogni giorno in aula e nel Club di Incantesimi. Non era una leader, ma
di certo era in grado di imporsi anche sugli studenti più
grandi di lei; un paio di volte aveva notato che tra lei e Marcus Flitt
c'era un'intesa curiosa, fatta di occhiate intense, e di parecchi
dispetti. Quelli erano sempre stati all'ordine del giorno, ma di
recente lui era sicuro di aver notato un atteggiamento differente, e lo
stesso anche nel Serpeverde.
"Ecco, in
realtà sono incerta..." rispose la ragazza, e gli
parlò dei vari dubbi che aveva. Sembravano due strade
così diverse, quella di giurato al Wizengamot e quella di
Auror, eppure erano le sole alternative che aveva citato. Come molti,
lui già sapeva che la ragazza non era interessata ad una
possibile carriere nel Quidditch, e neanche ad altre strade come la
Gringott, oppure ad una carriera da libero professionista in vari
campi. Le opzioni di Victoria erano comunque scelte curiose, ma
entrambe degne di considerazione. Il professor Vitious agitò
la bacchetta e vari opuscoli apparvero proprio di fronte alla ragazza.
"Benissimo, allora se
tu dovessi decidere di seguire la strada per gli Auror, sicuramente
dovrai continuare a studiare queste materie." le disse. Incantesimi non
era ovviamente un problema, così come Trasfigurazione ed
Erbologia: la ragazza era migliorata molto, a parte qualche ricaduta
durante quell'anno a causa della tensione, pertanto non avrebbe avuto
alcun problema secondo lui. Difesa contro le Arti Oscure non la
considerò neanche, o meglio non si basò sugli
appunti del professor Allock, che erano molto vaghi; l'insegnante non
faceva mai fare pratica agli studenti, pertanto sapeva che forse era il
caso di considerare le sue note più di quelle del defunto
professor Raptor. L'insegnante aveva stilato un giudizio tutto sommato
positivo, anche se non eccellente. Infine Pozioni, la materia che di
solito distruggeva le ambizioni degli studenti. Severus Piton voleva
solo i migliori, e lo ribadì a Victoria, che
annuì perché già lo sapeva. "Dovresti
parlare privatamente con Severus, mia cara, perché credo che
tu possa riuscire ad ottenere il massimo: in questi ultimi due anni sei
passata da 7 a 8 pieno, ma solo lui può dirti se davvero
potresti raggiungere Eccezionale."
Lui non ci credeva,
erano proprio pochi gli studenti in grado di strappare un voto del
genere agli esami, ma perché no in fondo? Victoria
annuì mentre prendeva nota di tutto ciò che
diceva il professor Vitious.
"Per quanto riguarda
il Wizengamot, credo che la strada sia leggermente diversa. Consiglio
sempre Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure... persino
Trasfigurazione non sarebbe una cattiva idea, ma ti avverto che
vogliono gente con un M.A.G.O. in Storia della Magia, con voto non
inferiore ad O." Anche quello era quasi impossibile da ottenere: di
solito gli studenti erano scoraggiati a seguire quella strada proprio
per via di quella materia, e il professor Ruf aveva ben pochi studenti
dopo il quinto anno. Victoria annuì; aveva immaginato
qualcosa del genere, ma a lei la materia tutto sommato piaceva, e poi
era anche normale . A cosa serviva un giurato che non conosceva la
storia della magia? A nulla.
"Inoltre ti
consiglierei anche Antiche Rune, che può tornare utile in
entrambe le carriere a cui stai pensando... Alcuni credono che serva
pure Divinazione, ma non è richiesta come obbligatoria."
continuò Vitious, osservando di nuovo la reazione di
Victoria. Anche Divinazione aveva ben pochi studenti interessati a
seguirla, ma forse a lei sarebbe piaciuto dato che l'aveva sentita
parlare con entusiasmo della lezione sugli Specchi che la professoressa
Cooman aveva indetto a inizio anno.
"Naturalmente hai
tempo per decidere, però ti consiglio comunque di pensarci:
se sarai ancora incerta dopo gli esami, potresti anche decidere di
seguire più materie." L'idea era quella di tenere aperta
qualunque porta, anche se sarebbe stata dura, per lei come per chiunque
altro, tenere il passo in ogni materia. Il colloquio era terminato, ma
l'insegnante la trattenne ugualmente per farle qualche altra domanda,
di genere più personale; dopotutto era pur sempre una sua
studentessa, e sperava che il clima attuale della scuola non la
preoccupasse troppo.
"Complimenti, Ol!"
disse Cedric, a pranzo, dopo essersi avvicinato al tavolo dei
Grifondoro. Aveva parlato piano, ma non poteva ugualmente notare di
sentirsi soddisfatto, e Percy lo squadrò con aria
sospettosa; poco più in là anche Fred e George
erano in ascolto. Oliver Baston guardò il ragazzo con aria
incuriosita, senza capire di cosa stesse parlando il Tassorosso: magari
si riferiva all'ultima e meravigliosa parata fatta in allenamento il
giorno prima, ma gli sembrava curioso che ne fosse venuto a conoscenza.
Decise che, in fondo,
non gli interessava sapere come l'avesse scoperto e sorrise. "Grazie,
anche se non so chi te l'ha detto." In quel momento Percy si
alzò da tavola. "Dai, Oliver, abbiamo lezione con la
McGranitt." gli disse in tono formale, allontanandosi perché
desiderava essere in perfetto orario. Il ragazzo annuì e si
alzò a sua volta, ma la risposta di Cedric lo
bloccò. "Beh, me l'ha detto lei... Anzi, in
realtà l'ho scoperto da solo, però me l'ha
confermato... e... niente, volevo solo dire che sono proprio contento
che stiate finalmente insieme."
Cedric si chiese, dopo
aver visto l'espressione incredula di Oliver, che cosa avesse mai detto
di male: in fondo Victoria l'aveva confermato indirettamente che quella
pozione era per lei, e per quanto ne fosse rimasto colpito, non era
più così scandalizzato. Neppure dal fatto che non
gli aveva detto nulla. "Lei? Ma... scusa, Cedric, sei sicuro di quanto
dici?"
Oliver era perplesso,
soprattutto perché Diggory gli sembrava estremamente
convinto di quanto diceva: non gli piaceva per nulla quel sorriso,
sembrava che volesse dire che sapesse qualcosa che lui ignorava. Da
quando le parate potevano parlare? Non era mai accaduta una cosa del
genere, ne era sicuro.
Cedric
esitò un momento, ma poi gli disse la verità, ma
a bassa voce, e per la sorpresa Oliver si lasciò cadere i
libri sul piede: i gemelli risero fragorosamente, e pure alcuni altri
studenti li imitarono.
Marcus Flitt, invece,
non stava sorridendo affatto; casualmente si era trovato a passare
vicino a loro e aveva sentito le ultime parole pronunciate da Cedric.
L'impulso di prendere di mira Baston come un bersaglio per maledizioni
era tanta, ma prima doveva sistemare la questione con Victoria. Che lei
si fosse deliberatamente concessa proprio al suo rivale lo trovava non
solo ignobile, ma pure umiliante, specialmente perché non
era trascorso neppure molto tempo da quando era successo tra loro...
Gli restava da sperare
che quell'idiota di Diggory avesse capito una cosa per un'altra, ma
diceva di esserne sicuro... Trasfigurazione avrebbe dovuto aspettare,
si disse infuriato mentre lasciava la Sala Grande per dirigersi verso
la Biblioteca: sapeva che era là, e non si sarebbe fermato
neppure se avesse incontrato l'Erede di Serpeverde.
Magari gli avrebbe chiesto di uccidere Baston, in
fondo se lo meritava.
nota:
Eccoci con il 22 XDDD denso di avvenimenti
u.u lo Snapponiglio era superfluo, ma ho comunque voluto inserire un
pezzo in cui Allock si attira le antipatie di Severus lol poveraccio
xddd
come vedete il rapporto Vic/Marcus si è evoluto, e che
evoluzione u.u in effetti potrà sembrare presto, ma in fondo
stanno assieme da parecchio, e lei ha accettato a suo rischio e
pericolo di trascorrere le vacanze con lui lol
ci ho pensato parecchio prima di decidere se i signorini prendevano
qualche precauzione u.u ho deciso di no, la cosa deve sembrare naturale
come è venuta, e non ce lo vedo Flitt a pensare a certe cose
U__U
assolutamente no nd Flitt
appunto lol comunque vedete che lei rimedia subito xddd e Cedric si sta
accorgendo che l'amica ha qualcuno, del resto non poteva mica ignorarlo
per sempre :=)
ovviamente lui pensa a Baston, e il pezzo finale non è
casuale. Non volevo mettercelo, ma credo sia necessario per
ciò che accadrà nel 23^^
a voi tutti i commenti! e grazie!
I miei
contest *__*
Ti
sposerò perchè...
Mio
padre lo verrà a sapere!
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
Profumo
di stelle ( Saint Seiya Contest)
Ciò
che la Vio non ama.. amerà!
In
memoria di Fred - Contest
|
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Capitolo 23 *** 23 - Un eco dal futuro ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd
oggi sponsorizzo la long di mio fratello su Voldemort e i fondatori u.u
Ghiaccio
bollente
Immagine
allo specchio
23 - Un eco dal futuro
Victoria
stava uscendo dalla biblioteca quando Marcus arrivò,
afferrandola rudemente per un braccio prima che se ne potesse
accorgere; non si era mai sentito tanto arrabbiato in vita sua, neppure
la bocciatura aveva avuto quell'effetto su di lui. La ragazza lo
osservò sbalordita, chiedendosi che cosa fosse accaduto per
rendere Marcus tanto collerico: la stretta al braccio era
più forte persino di quella famosa dell'anno precedente,
subito dopo la gita ad Hogsmeade.
"Spera, Victoria, che il tuo amico Diggory sia sotto l'effetto di un
Incantesimo Confundus di potenza eccezionale, e che ciò che
sta spargendo in giro siano solo i residui della sua presunta
intelligenza irrimediabilmente perduta, altrimenti..." Marcus non
concluse la frase, ma la ragazza aveva ugualmente capito anche senza
che lo facesse. In realtà aveva immaginato che il ragazzo la
stesse minacciando, ma non riusciva a comprenderne la ragione e glielo
disse; sentiva la bacchetta di Marcus puntata direttamente alla gola,
ed era una sensazione poco piacevole.
Victoria si sentì però sprofondare quando Marcus
le riferì quanto ascoltato. Da Cedric non se lo sarebbe mai
aspettato, tuttavia il ragazzo sembrava furibondo. "Sai
perché Diggory l'ha pensato? Perché anche un
idiota lo immaginerebbe, se non sapesse come stanno le cose."
sibilò Marcus in tono rabbioso, sentendosi stufo di quella
situazione. Non era da lui nascondersi, non lo voleva più
fare, anche se forse aveva tratto la conclusione sbagliata.
Tutto sommato non era nell'indole di Victoria il tradimento, o almeno
lo sperava, ma non la voleva più giustificare e
rincarò la dose, incurante dell'espressione sconvolta negli
occhi di lei.
"Il fatto è che ancora non capisco perché
dobbiamo nasconderci, lo vedi cosa succede dopo? Credi che mi faccia
piacere sentire che ti fai sbattere da Baston? Mi viene voglia di
spaccare la faccia a te, e di castrare lui... ma non ho intenzione di
tollerare oltre questa situazione." Marcus tolse la bacchetta dalla
gola di Victoria, allontanandosi di qualche passo. La ragazza non disse
nulla, limitandosi ad osservare il ragazzo, rosa dal senso di colpa:
Cedric non sapeva nulla, pertanto Marcus aveva ragione nel dire che
l'equivoco era solo colpa sua. Se avesse detto all'amico la
verità... ma non l'aveva fatto, era certa che non avrebbe
potuto capire, ed era stato più semplice decidere di
tacergliela. La reazione di Marcus però l'aveva sorpresa
perché non credeva gli importasse davvero: certo, poteva
capire che lo infastidissero quelle chiacchiere, ma non avrebbe mai
pensato che fosse così possessivo. Si disse però
che lei, forse, si sarebbe comportata anche in maniera peggiore.
Forse aveva ragione lui, perché dovevano nascondersi? "Ti
concedo fino a domani, non un giorno di più, e poi
decideremo se è il caso di continuare a vederci. Per quello
che mi riguarda non ho più voglia di nascondermi, sono stato
fin troppo paziente." dichiarò il ragazzo, riponendo la
bacchetta in una tasca interna del mantello, con gli occhi scintillanti
di rabbia. Non aveva chiesto direttamente a Victoria se ci fosse stato
qualcosa con Oliver, perché in fondo credeva che quello
stupido di Diggory fosse semplicemente saltato alla conclusione
sbagliata, tuttavia non aveva intenzione di continuare oltre quel
teatrino.
Victoria non disse nulla, ma sentiva che il ragazzo non aveva torto;
forse pensava che lei si vergognasse nel farsi vedere in sua compagnia,
ma non era quella la ragione. Temeva solamente, e stupidamente - come
disse a se stessa in quel momento - le chiacchiere che si sarebbero
scatenate nel momento in cui tutti ne fossero venuti al corrente. Si
era sempre detta superiore alle critiche degli altri, ma mai come in
quel momento si rendeva conto che, invece, le temeva più che
mai; a preoccuparla era in realtà solo la reazione che
avrebbe potuto avere Cedric, dal momento che alcuni - come Percy,
Penelope e persino Oliver - ne erano già al corrente. Non
era certa che lui avrebbe capito, e non voleva litigare.
D'altra parte non poteva neppure farsi condizionare dalla sua opinione,
ne era consapevole. "Marcus." Il ragazzo si stava già
allontanando quando lei lo chiamò, costringendolo a fermarsi
in mezzo al corridoio mentre lei lo raggiungeva; non aveva bisogno di
pensarci, si disse convinta, poteva dargli subito la risposta che
voleva. Marcus rimase leggermente sorpreso nel percepire
quell'abbraccio, ma allo stesso tempo ne era compiaciuto;
sentì la tensione sciogliersi quando la baciò, e
un po' gli ricordò il momento in cui lei aveva deciso di
concedergli tutto di sé. Non che avesse fatto i salti di
gioia ed era stato evidente, ma se non altro non si era ritratta, e lui
aveva cercato di non essere troppo precipitoso.
"Flitt! Windsor! Che cosa diamine state facendo?" I due ragazzi si
separarono immediatamente, impreparati alla voce glaciale di Severus
Piton che li stava osservando; l'insegnante pareva più
immobile che mai, ma anche per questo ai due ragazzi sembrò
ancora più terrificante. Marcus notò comunque che
non era il solo presente, e si chiese al'improvviso perché
tutti fossero in quel corridoio: poco dietro l'insegnante c'erano un
gruppo di Serpeverde, tra cui Cecily, e qualche altro ragazzo.
Notò persino Cedric Diggory, con l'aria di chi fatica a
credere a quanto vedono i suoi occhi.
"Beh professore, mi sembrava chiaro! Se vuole glielo mostro di nuovo."
disse Flitt, trasudando una disinvoltura che non provava assolutamente:
gli occhi dell'insegnante lampeggiarono pericolosamente, e Victoria
desiderò sprofondare immediatamente. "Visto che sei tanto
spiritoso Flitt, vediamo come ti sentirai dopo che..."
"Severus, mi accompagneresti per favore dalla professoressa Sprite?
Voglio accertarmi sulle condizioni delle mandragole." Piton fu
costretto ad interrompere le proprie minacce per posare lo sguardo su
Silente; il Preside sembrava estremamente divertito, ma il suo collega
no. Marcus esalò un respiro di sollievo quando, poco dopo,
Piton venne portato via proprio da Silente, che sembrava far finta di
nulla, come se non sapesse ciò che aveva interrotto.
Victoria sentì parte della tensione svanire, anche se aveva
già notato lo sguardo incredulo di Cedric che si stava
allontanando. "Ci vediamo." disse semplicemente a Marcus, mentre si
precipitava all'inseguimento dell'amico, senza badare alla folla che
sembrava ancora in attesa di vedere altro.
"Se nomini ancora Allock e S.Valentino, Ced, giuro che ti faccio
diventare donna!" sbraitò Victoria quando, la sera dopo la
fatidica giornata, si trovarono entrambi in biblioteca. Il ragazzo rise
piano, ricordando come il loro insegnante avesse seminato il panico tra
gli studenti il giorno precedente. A lui personalmente la ricorrenza
non dispiaceva, pur non avendo comunque motivo di festeggiarla, ma il
professore aveva veramente toccato il fondo. Non solo era vestito di
rosa, cosa che aveva fatto storcere il naso persino a molte ragazze, in
più aveva sguinzagliato - parole di Piton - per la scuola
quegli strani Cupidi che erano stati il terrore delle ragazze.
Lui per primo aveva riso a più non posso quando Victoria ne
aveva ricevuti ben cinque: tre erano da parte di temerari allievi del
primo anno di Grifondoro, e trasudavano talmente tanto miele che Cedric
non aveva potuto che compatire l'amica. Il quarto l'aveva inviato il
suo migliore amico tra i Tassorosso, anche se lui gli aveva caldamente
raccomandato di evitarlo.
Il quinto era stato quello più divertente di tutti: non solo
era uno scherzo da parte dei gemelli Weasley, cosa che aveva fatto
scoppiare a ridere la ragazza, ma era una specie di filastrocca che
prendeva in giro scherzosamente la storia che lei aveva con Marcus
Flitt. Cedric aveva ancora le lacrime agli occhi al ricordo,
soprattutto perché il Serpeverde non aveva gradito per nulla
quell'esibizione senza senso.
Naturalmente la notizia della loro storia aveva fatto il giro di tutta
la scuola talmente in fretta che nel giro di due ore lo sapevano
praticamente tutti. Le reazioni non erano state le stesse: i Serpeverde
erano - in massima parte - sconvolti e anche disgutati per via delle
origini di Victoria, anche se la fama di Flitt restava comunque salda e
nessuno osava azzardare lamentele pubbliche. Molti erano indifferenti a
tale gossip, per somma gioia di Victoria, ma qualcuno si era anche
dimostrato contento; la ragazza aveva sentito una voce, impossibile da
capire chi l'avesse fatta circolare, secondo cui era una buona
pubblicità per i Serpeverde. Cedric aveva suggerito che
fosse Allock l'autore di tale stupidaggine, e Victoria era propensa a
credere a quella versione.
Fortunatamente l'amico, per quanto sorpreso all'idea che stesse proprio
assieme a Marcus, non aveva sollevato obiezioni: certo, aveva tentato
varie volte di dirle che sicuramente Flitt mirava a qualcosa, ma non
aveva mai detto altro. Da parte sua, Victoria era contenta che con il
passare del tempo altri pettegolezzi avessero fatto dimenticare quello
che riguardava loro due; Maggie era rimasta colpita quando aveva saputo
della storia, e non aveva esitato a chiederle quando avrebbero
celebrato le nozze.
Fortunatamente si era incaricato Marcus di farla tacere, tanto che
Victoria non aveva provato neppure rimorso nel vedere l'amica coperta
di bolle blu in faccia.
"È quello che ti ha corretto Piton?" disse Cedric indicando
una pila di pergamene, e la ragazza annuì. Verso la fine di
febbraio si era recata dal professor Piton per avere consigli utili su
come migliorare la propria media; l'insegnante non le aveva riso in
faccia, ma Victoria era certa che l'avesse evitato solamente
perché non era una persona piena di senso dell'umorismo.
Da quel colloquio, improntato principalmente sui mille motivi per cui
lei era una scadente pozionista, la ragazza si era semplicemente vista
consegnare un grosso tomo: centinaia di ricette di Pozioni erano
accuratamente scritte al suo interno, e l'insegnante le aveva detto che
una strada per arrivare alla sua meta passava per quel libro.
Victoria sul momento non aveva compreso, ma Penelope in seguito le
aveva rivelato che Piton evidentemente la credeva in grado di
raggiungere il proprio obiettivo, ma prima avrebbe voluto essere
sorpreso, probabilmente preparando una di quelle misture. Ed erano le
più difficili perché la ragazza aveva notato
pozioni come l'Antilupo, la Felix Felicis, il Veritaserum e tante altre
conosciute solo per sentito dire.
"Sì, esatto, sembra che in parte vada bene."
Victoria posò l'ultima pergamena delle cinquanta che aveva
accuratamente scritto, passate sotto l'inflessibile mano
dell'insegnante di Pozioni. C'erano molti segni, probabilmente i punti
in cui la piuma del professore aveva lasciato un punto: forse erano
passaggi che l'aveva reso perplesso, ma non c'era alcuna correzione.
Victoria conosceva bene il modo che l'insegnante aveva di correggere i
temi, pertanto il fatto che avesse accettato il suo senza riserve
l'aveva insospettita.
"Devo cominciare... oh cielo! Domani sera!" Cedric si chinò
per leggere la nota di Piton sul retro dell'ultima pergamena, e non
invidiò per nulla l'amica. "Secondo me sei impazzita, ci
perderai soltanto tempo." la avvertì il ragazzo, ma Victoria
già stava raccogliendo le sue cose e non lo
ascoltò. Aveva tanto da preparare che il tempo le sembrava
pochissimo.
"Ci vediamo!" disse all'amico allontanandosi. Da quando aveva letto
quel tomo, Victoria aveva deciso che nessuna di quelle Pozioni faceva
al caso suo: sarebbe stata, come aveva detto all'insegnante quando
l'aveva interrogata in merito, semplicemente una delle tante a provare
misture già note al mondo magico, e che - sempre secondo lei
- non avrebbero sorpreso l'insegnante. Pertanto aveva condotto
un'approfondita ricerca, e l'aveva presentata al professore: avrebbe
creato lei una Pozione, che al momento ancora non possedeva un nome, di
modo che Piton potesse convincersi che era in grado di farlo.
Sapeva di avere colpito l'insegnante, che per la prima volta vedeva una
determinazione e un'ambizione in lei che credeva non possedesse.
"Windsor, le probabilità che tu riesca a portare a termine
con successo quello che ti sei prefissa sono meno di zero." le disse
crudamente l'insegnante la sera seguente, subito dopo cena, quando
già era nell'aula come richiesto. Lui l'aveva aspettata e le
aveva indicato un posto in prima fila, anche se non era importante dal
momento che era l'unica.
"Quello che vuoi fare altro non è - e credo tu lo sappia -
la versione liquida del diadema di Priscilla Corvonero. Quanto utile
possa essere non ne ho idea." riprese Severus, mentre non staccava gli
occhi immobili dalla ragazza. La studentessa non sembrava intimidita,
ma solo determinata a proseguire sulla via: aveva letto più
volte quella ricerca, e a convincerlo non erano state tanto le parole,
quanto la sua strana richiesta di creare qualcosa di diverso. Se ci
fosse riuscita, era certo che quella Pozione sarebbe potuta diventare
molto richiesta dal momento che a tutti avrebbe fatto comodo un po' di
astuzia e di intelletto in più, ma dubitava che Victoria ci
sarebbe riuscita. Si stava lasciando trascinare dall'entusiasmo, anche
se Albus gli aveva detto di non dare per scontato il suo fallimento.
"In ogni caso vedo che hai tutti gli ingredienti, pertanto mettiti al
lavoro. Assisterò io personalmente a ciò che fai,
ma ti avviso che non avrò alcuna compassione per te quando
salterai in aria assieme al tuo diabolico intruglio." L'uomo
andò a sedersi alla cattedra dopo essersi sistemato il
mantello, e Victoria sorrise dentro di sé. Avrebbe trovato
il modo di farlo ricredere.
L'uomo prese la pergamena dal becco della fenice, prestando attenzione
a non muoversi bruscamente per non spaventare l'animale. Non aveva
neppure bisogno di aprirla per scoprire il mittente; pochi maghi
potevano permettersi un simile animale, e di sua conoscenza c'era solo
Albus Silente. Fanny era bellissima, e gli era sempre piaciuta, anche
quando andava a scuola. Per fortuna Odino dormiva sul trespolo,
altrimenti avrebbe obiettato riguardo la presenza di un altro volatile.
Appoggiò la pipa mentre si domandava che cosa fosse accaduto
per indurre il noto mago a scrivergli di persona; doveva trattarsi di
qualcosa di estremamente confidenziale se non l'aveva inviato
all'ufficio Auror. Non era la prima volta che l'eccentrico Preside lo
contattava privatamente, facendo appello alla sua discrezione.
La lettura della pergamena gli chiarì che la situazione
nella scuola era decisamente delicata; le allusioni di Caramell e di
Malfoy avevano, evidentemente, solide fondamenta almeno da quello che
poteva dedurne leggendo quelle parole. Eppure, almeno fino a quel
momento, nessuno aveva pensato di contattare gli Auror: ovviamente
dovevano sempre aspettare che succedesse qualcosa prma di farlo,
pensò Sven Dietrich mentre si sedeva sulla poltrona.
Era un caso curioso, ed era sicuro che non ce ne fossero stati altri
del genere: non aveva neppure bisogno di consultare l'archivio
ministeriale per saperlo dato che lo conosceva a memoria. Tutto partiva
da una leggenda, ma sembrava fin troppo assurdo per essere vero.
In ogni caso mancava da Hogwarts da parecchio tempo, e l'invito a
prendere il tè con Silente era solo un modo per camuffare la
richiesta implicita di indagini. Con discrezione, quella di cui lui
spesso si vantava di possedere.
Circa mezz'ora dopo aveva già varcato il portone d'ingresso
della scuola; era notte inoltrata, perciò sapeva che non era
strano che i corridoi fossero deserti; la sua meta, comunque, era
l'ufficio del Preside, pertanto si avviò in fretta verso le
scale. Hogwarts non era cambiata per nulla.
I giorni erano diventate settimane, che a loro volta si erano
trasformate in mesi. Le vacanze di Pasqua, terminate da poco, altro non
erano che un ricordo: Victoria quella volta era rimasta a scuola,
letteralmente incapace di abbandonare quella che chiamava la sua
creatura.
Ancora non c'era nessuna notizia riguardante la Camera dei Segreti, e
dal momento che gli attentati sembravano essersi fermati, anche la
tensione era diventata meno vistosa. Da parte sua ormai non aveva quasi
più tempo libero, tanto che era costretta ad annotare giorno
dopo giorno tutti gli impegni: da soli i compiti le portavano via molto
tempo, anche se la media era tornata ad essere alta in tutte le
materie, ed inoltre trascorreva almeno tre sere la settimana nel
sotterraneo del professor Piton.
Marcus si lamentava del fatto che ormai non la vedeva più:
tra Club, impegni e cose varie, Victoria era consapevole che il ragazzo
avesse ragione. A volte si diceva che quella pozione l'avrebbe uccisa
tanto si stava dimostrando complicata da preparare: l'aveva dovuta
ricominciare almeno quattro volte. Piton, inoltre, non le dava alcuna
tregua e spesso, quando la lasciava andare, era mezzanotte passata.
Ogni volta, però, insisteva affinché si facesse
accompagnare in Torre da un elfo domestico, e Lillo era sempre
disponibile per quello che riteneva essere un gradito lavoro. Del resto
avevano un ottimo rapporto, al punto che l'elfo a volte arrivava a
chiamarla mamma.
In ogni caso Victoria aveva acconsentito, ma solo un paio di volte, a
trascorrere la notte fuori dal castello assieme a Marcus; tuttavia
nessuno dei due aveva desiderato ripetere troppo spesso quegli episodi
per via della sorveglianza che era sempre serrata. Il ragazzo sapeva
che gli spogliatoi del campo da Quidditch non rientravano nei sospetti
degli insegnanti, ma correre troppe volte quel rischio non aveva
attirato neppure lui. Non vedeva l'ora che l'anno scolastico
terminasse, così avrebbero smesso di vedersi solo per
qualche minuto.
La ragazza sbadigliò sonoramente, approfittando dell'assenza
del professore: il calderone emanava un odore poco invitante, ma
Victoria sapeva bene che fosse tutto a posto. Il liquido azzurro che
ribolliva avrebbe dovuto essere grigio in realtà, e lei
stava per l'ennesima volta cercando di capire dove fosse l'errore;
l'insegnante si era dovuto assentare, e quando guardò
l'orologio la ragazza si rese conto che erano le quattro del mattino.
Mai prima di quel momento si era trattenuta così a lungo
nell'aula, ma sapeva di non poterla lasciare senza aver avvisato il
professore.
La porta si spalancò all'improvviso, ma Victoria non si
voltò sapendo che a Piton bastava ben poco per mettersi a
levare dei punti alle Case; si chinò nuovamente sul
calderone finché il rumore dei passi non la
destò. "Non è qui il professor Piton?"
Victoria rimase sorpresa: quella non era la voce dell'insegnante, e si
chiese chi potesse vagare di notte per la scuola. Sul momento
pensò che si potesse trattare di uno studente dell'ultimo
anno, anche se faticava a collegarlo ad un nome e ad una Casata; il su
sguardo si posò sull'abbigliamento, che non somigliava per
nulla alla divisa di scuola, ed era quasi interamente coperto da un
lungo mantello. Aveva i capelli biondi legati in una coda, anche se non
avrebbe saputo dire quanto fossero lunghi, e qualche piccola cicatrice
sul volto e sulle mani, come notò poco dopo.
Dopo qualche attimo Victoria capì che quella persona non era
di certo uno studente, ma un uomo adulto, anche se sembrava ancora
relativamente giovane. A occhio e croce pensò che avesse sui
venticinque o ventisei anni, ed era vestito come un Auror che aveva
visto sulla Gazzetta alcune volte. "Ehm... no... lei chi sarebbe?" La
ragazza si chiese se non fosse magari l'Erede di Serpeverde, ma ne
dubitava: se lo fosse stato non si sarebbe fermato a parlare con lei,
preferendo magari attaccarla.
Sven la osservò per qualche istante, per poi guardarsi
attorno. Era chiaro che l'insegnante non era lì, ma non si
sarebbe aspettato di trovare uno studentessa a quell'ora di notte in
un'aula. Da sola, per giunta, anche se potevano esserci mille motivi
per la sua presenza lì. Ignorò la domanda; dopo
ore di colloqui con Silente e i CapiCasa era sfinito, e di certo non
dell'umore giusto per farsi interrogare da una ragazzina. Mosse qualche
passo all'interno dell'aula, emettendo un sospiro irritato: doveva solo
parlare con il professor Piton dato che era lui il responsabile dei
Serpeverde, e non aveva voglia di perdere più tempo del
dovuto visto che era in piedi, tra il lavoro e quella visita ad
Hogwarts, da quasi due giorni.
Riportò lo sguardo sulla ragazza intuendone i sospetti, e
sorrise. "Un Auror, se può farti stare tranquilla." disse
gentilmente. In fondo poteva capire come la ragazza potesse avere dei
sospetti dal momento che c'erano già stati diversi attentati
all'interno della scuola; la vide annuire per poi tornare a guardare il
proprio calderone.
Dopo aver appurato che non sapeva dove trovare Piton, decise che
sarebbe rimasto nell'aula ad attenderlo; dopotutto prima o poi sarebbe
tornato, e poi non gli piaceva l'idea che lasciasse uno studente da
solo. Per trascorrere il tempo prese in mano un libro appoggiato su una
delle sedie; sorrise nel vedere che era uno di quelli scritti da
Allock. Li aveva letti anche lui, ma non erano di suo personale
gradimento.
"Immagino che Allock vi abbia raccontato di come ha sconfitto quel mago
a Balmoral... anche se non ho ancora capito in che posto sia." Sven
aggrottò le sopracciglia perché non era da lui
ignorare i luoghi magici; alzò lo sguardo quando la ragazza
scoppiò a ridere, e si chiese che cosa ci trovasse di tanto
divertente in quello che aveva detto.
Victoria vide l'occhiata dell'uomo e si affrettò a
spiegarsi. "Dubito fortemente che Allock sia andato a Balmoral... vede,
signor Auror, Balmoral è un luogo Babbano di
proprietà della sovrana d'Inghilterra, una delle residenze a
lei più care... Ecco perché quel libro - assieme
agli altri - per me non è altro che spazzatura, non Difesa
contro le Arti Oscure."
La ragazza aveva parlato con una convinzione tale che Sven avrebbe
voluto chiederle come potesse essere tanto certa che Allock non fosse
veramente stato a Balmoral; tuttavia, se lei aveva ragione, c'era da
credere che il mago avesse commesso un errore. Nel libro definiva
Balmoral come luogo magico misterioso ed accessibile a pochi. Fece per
parlare quando la porta del sotterraneo si aprì
all'improvviso, e la figura di Severus Piton entrò in fretta.
Il professore osservò entrambi, ma il suo sguardo severo
rimase puntato sulla ragazza. "Windsor, smettila di rincretinire di
chiacchiere gli altri e sparisci da qui il prima possibile." La ragazza
non se lo fece dire due volte, e abbandonò in fretta l'aula,
senza voltarsi indietro.
"Dannata ragazza, dov'è finita?" Marcus si guardò
attorno: le tribune del campo da Quidditch erano piene, ma lui non
riusciva a trovare Victoria da nessuna parte. Le aveva strappato la
promessa di sedersi con lui e i suoi amici per la partita
Grifondoro-Tassorosso, ma non la vedeva da nessuna parte.
"La partita è stata annullata." disse Cecily rivolta ai
Serpeverde, dopo almeno mezz'ora che attendevano l'ingresso delle
squadre in campo. Marcus se ne chiese la ragione, ma la notizia di una
nuova aggressione fece il giro della scuola in brevissimo tempo; il
ragazzo scrollò le spalle per dirigersi in Sala Grande, e
vide Diggory seduto da solo al suo tavolo, in disparte. Di solito c'era
Victoria con lui, ma quasi di certo era ancora chiusa o in biblioteca
oppure in Sala Comune.
"Diggory, dov'è la tua amichetta?" Gli si rivolgeva sempre
così allo scopo di infastidirlo, ma quella volta il
Tassorosso non reagì in alcun modo. Il ragazzo si
voltò verso di lui e rimase colpito: sembrava che avesse
pianto, o qualcosa del genere. "Non lo sai?"
Marcus lo guardò con aria interrogativa, ma la risposta che
ricevette non era quella che si sarebbe aspettato. "L'hanno trovata
poche ore fa vicino alla biblioteca, assieme a Penelope Light e a
Hermione Granger: sono tutte e tre in infermeria, pietrificate."
ed
ecco qui il 23 *___* bello denso u.u
come vedete ho fatto trascorrere un po' di tempo, d'altronde non posso
soffermarmi su tutto u.u
Marcus era incazzato nero XDDDD però come vedete hanno
trovato un accordo U___U e neanche il tempo di stilarlo... che
è comparso Piton e metà della scuola XDDD Silente
che si porta via Sev è epico secondo me u.u
Ced ci è rimasto, ma poi come vedete gli è
passata u.u
Il s.Valentino musicale di Allock lo adoro, pertanto ho voluto
omaggiare la cosa XDDDDDDD
come vedete la cara Vic ha avuto un'idea per una pozione di modo da
stupire piton u.u ce la farà? beh a voi cercare di
immaginarlo xddd
E come vedete entra in scena Sven U__U che apparizione figa lol ah gli
appunti su Balmoral sono veri u.u come vedete è rimasto
colpiuto da Vic, ma è anche normale, insomma u.u non
è mica Maggie(XDDDD)
Bene, il colpo di scena: Vic pietrificata l'ho deciso all'ultimo
momento, mi serve per la trama u.u a voi i commenti e ci sentiamo al
prossimo ciauuuuuuu
I miei
contest *__*
My
Drabble in Love
Ti
sposerò perchè...
Mio
padre lo verrà a sapere!
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
In
memoria di Fred - Contest
|
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Capitolo 24 *** 24 - Sfortunati eventi e non ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd oggi sponsorizzo la long di mio
fratello su Voldemort e i fondatori u.u
Ghiaccio
bollente
Immagine
allo specchio
24 -
Sfortunati eventi e non
Le giornate
erano diventate infinite per gli studenti della Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts; Marcus personalmente cominciò a
detestare sempre di più la routine che si era venuta a
creare. Come sempre si alzava, andava a lezione e svolgeva i suoi
compiti, ma l'atmosfera era diventata tesa in un modo da risultare
persino tangibile.
Il Quidditch era stato annullato, così come le gite ad
Hogsmeade - anche se Marcus non aveva nessuna voglia di andarci - ed
anche le scorribande notturne non erano più tollerate. Gli
insegnanti li sorvegliavano in modo tendenzialmente maniacale, e gli
studenti quasi non potevano più andare in bagno senza essere
accompagnati. Tutto, insomma, era diventato insostenibile, tanto che
Marcus cominciò a guardare con desiderio all'avvicinarsi
dell'estate e, di conseguenza, alla fine della scuola.
Spesso alcuni Auror erano giunti a scuola, ma lui non li aveva mai
visti: la sola notizia concreta era stata l'arresto di Hagrid, ma lui
non credeva che fosse lui il colpevole delle aggressioni ai figli di
Babbani. Quella specie di uomo non era capace neppure di tenere in mano
una bacchetta, come avrebbe potuto esserci lui dietro quegli attentati?
Ad ogni modo non c'erano novità, anche se Allock continuava
a ciarlare di essere stato sul punto di cogliere Hagrid con le mani nel
sacco. Marcus non sopportava più quell'uomo e sperava -
assieme alla maggior parte degli studenti ed insegnanti - che sarebbe
potuto diventare la prima vera vittima del mostro della Camera dei
Segreti.
Durante quelle settimane, Marcus si era reso conto che molti compagni
lo osservavano in attesa di scoprire la sua reazione alla lunga
permanenza di Victoria in infermeria; alcuni sussurravano tra loro
sostenendo che sicuramente aveva una ragazza di riserva, mentre tra
altri ancora circolavano voci secondo cui a lui non interessasse nulla
di quello che era accaduto alla Corvonero. Il Marcus di altri tempi
avrebbe desiderato sfogare la sua rabbia su di loro, ma, con una certa
sorpresa, il ragazzo si era reso conto di non averne voglia in quel
momento.
Le chiacchiere lo avevano sempre sfinito, e non aveva nessuna
intenzione di preoccuparsi anche di quelle. Avrebbe voluto andare in
infermeria, ma, con suo sommo stupore, nessuno degli insegnanti
gliel'aveva concesso. L'aveva domandato a Piton, dal momento che era il
suo Capo Casa e, di fronte al rifiuto netto dell'uomo, aveva deciso di
tentare persino con la professoressa McGranitt.
In entrambi i casi aveva trovato di fronte a sé un muro
impossibile da abbattere ed era sempre più infuriato: in
fondo lui non era pericoloso, perciò non vedeva la ragione
per cui gli si dovesse impedire una visita. Naturalmente non aveva
parlato con nessuno dei propri compagni di quella sua idea, e solo in
quel momento cominciò a capire quanto non fosse semplice
dover sostenere una storia con una ragazza che era giudicata, in
massima parte, solo in base a pregiudizi. E più il tempo
passava, più si sentiva nervoso.
Alcune volte si era anche imbattuto in quella strana ragazzina bionda,
una certa Luna Lovegood, che Victoria aveva tanto cara; lui
personalmente non riusciva a capire in cosa quella patetica bambina
potesse essere utile, soprattutto perché parlava solo di
cose astratte ed utilizzava la bacchetta per grattarsi la schiena
più che per compiere magie. Tuttavia sapeva che la ragazza
le era molto affezionata, al punto che più volte lo aveva
ripreso ammonendolo di non chiamarla Lunatica. Marcus la
osservò in quelle settimane, e si rese conto che, forse, a
modo proprio la ragazzina bionda fosse molto più sveglia di
sua sorella. Deborah non faceva altro che decantare le lodi di Cedric
Diggory, per il quale pareva avere una cotta che lui giudicava
difficile da capire, e passava il suo tempo ad infastidire gli altri.
Quella Luna, invece, era strana, ma non sfogava mai la sua rabbia su
nessuno. Era incomprensibile.
"Professoressa, stiamo facendo il possibile." Sven si rivolse pacato a
Minerva McGranitt, ma sapeva che la frase che aveva appena pronunciato
era solo un modo per nascondere il fatto che le loro ricerche non
avevano dato alcun frutto. L'allontanamento di Silente, poi, era stato
ciò che lo aveva colpito più di qualunque altra
cosa; parlare di persona con Lucius Malfoy, al Ministero, non era
servito a nulla. Pareva che la decisione fosse unanime da parte del
Consiglio, ma a lui sembrava una stupidaggine.
Niente, comunque, aiutava le indagini: era sicuro che nessuno studente
potesse riuscire a pietrificare dei compagni, dal momento che si
trattava di magia avanzata e oscura. Più volte si era recato
in infermeria assieme alla Vicepreside, ma gli indizi erano minimi;
c'era solo quello specchietto, trovato assieme alle ultime tre vittime,
ma anche quello pareva essere un enigma senza risposta. Era grazie a
quell'oggetto che non erano morte? L'espressione sul volto delle tre
ragazze non era neppure spaventata, semmai solo perplessa e sorpresa;
Sven aveva riconosciuto, tra le tre, la stessa ragazza incontrata nel
sotterraneo del professor Piton. In un primo momento l'aveva creduta
una studentessa dell'ultimo anno - e ne aveva l'spetto - ed era rimasto
colpito nel sentirsi dire che si stava preparando per i G.U.F.O. prima
di essere colpita. Chissà perché trovava curioso
che fosse una figlia di Babbani; aveva anche sentito parlare di lei da
Amos Diggory, e forse era stato quell'elemento a trarlo in inganno.
Sembrava proprio una Purosangue, ma guardando anche gli altri ragazzi
pietrificati, Sven si disse che in fondo tra di loro non c'era nessuna
differenza. Non c'era mai stata, se non per gente ottusa. In ogni caso
lei era l'unica, tra i presenti, ad avere gli occhi semi chiusi, anche
se era un particolare che non l'aiutava.
"Questa notte riusciremo a scoprirne di più."
Madama Chips aveva rivelato che, con l'aiuto della professoressa Sprite
e del professor Piton, ormai la Pozione Ricostituente era pronta per
essere preparata, e Sven aveva semplicemente annuito. Ormai erano
passati quasi due mesi dall'ultimo attentato, e forse qualcuna delle
vittime avrebbe potuto rivelare cosa le avesse aggredite.
Il giorno seguente Sven e i suoi colleghi Auror, Dawlish e Kingsley,
lasciarono il castello di Hogwarts; durante la notte tutto era stato
chiarito, e la loro presenza ormai era inutile. Silente era tornato a
presiedere il proprio ufficio, e l'enigma della Camera dei Segreti era
stato definitivamente risolto.
Un Basilisco... Sven si disse che avrebbe dovuto saperlo, e si
rimproverò per non aver ipotizzato una cosa del genere. Ai
tempi dei suoi studi era il migliore in Cura delle Creature Magiche, ma
sapeva che non era il solo a non aver previsto quello sviluppo; il
diario incriminato era stato distrutto, e in fondo nessuno si era fatto
davvero male. Aveva assistito di persona al risveglio delle vittime in
infermeria, e provveduto a dare il consenso al loro ritorno alla vita
comune; le sole a poter raccontare loro qualcosa erano state le tre
ragazze e lui aveva ascoltato con attenzione il racconto della
più giovane di loro, Hermione Granger.
La ragazzina gli aveva ricordato una sua vecchia amica, anche lei parte
dei Grifondoro, che a scuola era sempre la migliore di tutti e aveva
sempre la risposta da dare alle domande dei professori; la ragazza era
morta per mano dei Mangiamorte prima della caduta di Lord Voldemort, ma
Sven si affrettò a sciacciare quel pensiero. Anche il
fantasma si era ripreso, e l'Auror ora doveva solo fare rapporto
scritto: aveva avuto modo di parlare anche con il giovane Harry Potter,
l'eroe della situazione, ed ora il loro lavoro era terminato.
Mentre si allontanavano verso il punto in cui sarebbe stato possibile
Smaterializzarsi, Sven ricordò ancora gli occhi grigi della
ragazza che aveva aiutato a rimettersi in piedi, sempre la stessa con
cui aveva scambiato alcune parole settimane prima. C'era qualcosa di
magnetico nella sua personalità, anche se si era detto che
di certo di ragazze affascinanti ce ne erano molte, e anche
più di lei; tuttavia non riusciva a togliersela dalla mente,
non completamente, anche se non capiva di preciso cosa di lei l'aveva
attirato. Forse solo l'espressione degli occhi, o forse tutto
l'insieme; in ogni caso era anche certo che con il tempo se ne sarebe
scordato.
Ogni tanto qualche ragazza attirava la sua attenzione, ma nessuna in
modo permanente e di certo non sarebbe stata una sedicenne - seppur
carina e simpatica - ad entrargli nel cuore.
Victoria osservò di nuovo ciò che aveva attorno,
ancora incredula dopo tutto quello che era successo; ricordava solo di
essere uscita dalla biblioteca assieme a Penelope quando Hermione le
aveva raggiunte, con aria trafelata. Aveva parlato di un Basilisco ed
aveva mostrato uno specchietto; si erano allontanate in fretta in cerca
di un insegnante, ma un rumore alle loro spalle le aveva bloccate.
Victoria era stata addirittura sul punto di girarsi istintivamente, ma
la mano pronta della Grifondoro era scattata per impedirglielo. La
curiosità comunque aveva vinto, e aveva guardato lo
specchio: da lì il nulla, fino a quel momento.
Anche Penelope, seduta vicino a lei, sembrava stravolta, ma in buona
salute. In seguito, uscendo per raggiungere la Sala Grande per il
banchetto notturno, avevano ridacchiato assieme sulla presenza degli
Auror. In effetti Victoria era stata costretta ad ammettere che tutto
sommato Maggie non aveva torto a considerare quello Sven Dietrich una
persona affascinante e, come aveva detto con Penny, era piacevole
svegliarsi e trovare nelle vicinanze uno come lui. Con le loro risatine
aveva attirato lo sguardo perplesso del Frate Grasso, ma loro avevano
continuato il loro tragitto senza badargli più di tanto.
Giunte in Sala Grande erano state accolte festosamente un po' da tutti,
soprattutto dagli amici, e Victoria aveva faticato non poco a impedire
a Marcus di stritolarla con un abbraccio; il ragazzo aveva allenato la
presa solo quando Silente, divertito, si era avvicinato consigliandogli
di non ucciderla solo perché era contento di rivederla. La
ragazza aveva riso a quella battuta, ma era allo stesso tempo contenta
per quell'accoglienza tanto calorosa, tanto che aveva già
scordato le innocenti battute fatte con Penelope al riguardo dell'Auror
che era stato così gentile con tutti loro.
L'entusiasmo di Victoria si appannò leggermente quando
scoprì che ai G.U.F.O mancava meno di una settimana; era pur
vero che la scuola aveva deciso di annullare gli esami, ma questo
valeva solamente per chi non doveva ottenere un diploma. Le lezioni
vennero terminate, e la notizia dell'avventura nella Camera dei Segreti
fece il giro della scuola; assieme a Penelope andò a
complimentarsi con Harry per la sua impresa prima di precipitarsi a
studiare.
Il fatto che Gilderoy Allock fosse un impostore serpeggiò
rapidamente tra gli studenti, anche se Victoria era una delle meno
sorprese: aveva sempre sospettato che ci fosse in lui qualcosa di
strano, ma non avrebbe mai immaginato che si fosse spinto fino a quel
punto.
"Ti dovresti riposare." sbottò Marcus arrabbiato il giorno
dopo, trovando la ragazza in biblioteca, letteralmente sommersa dalle
pergamene: erano tutti gli appunti delle lezioni che aveva
involontariamente perso, assieme a quelli che Percy le aveva fatto
avere dall'anno precedente. "Non posso! Ho gli esami a breve... e ho
perso quasi due mesi... Che Priscilla vegli su di me, non
passerò neppure le parti teoriche!" disse Victoria con una
nota isterica nella voce, facendo alzare gli occhi al cielo a Marcus.
Silente aveva fatto sapere che gli esami per i diplomi erano stati
spostati di pochi giorni, ma era chiaro che non poteva fare di
più. Oltretutto Marcus sapeva come Victoria fosse la sola
studentessa a doverli sostenere, dato che le altre vittime non erano
né del quinto, né dell'ultimo anno; tutti gli
insegnanti le avevano fatto avere i programmi, e sapeva che Vitious
trascorreva le sue notti nella Sala Comune dei Corvonero per istruire
il più possibile la ragazza.
"Figuriamoci, piuttosto Piton mi ha detto di farti avere questo se ti
avessi vista."
Marcus posò una pergamena arrotolata proprio di fronte alla
ragazza; naturalmente l'insegnante sapeva che lui e Victoria si
sarebbero visti, e lui credeva anche di sapere che cosa ci fosse
scritto su quel foglio. La ragazza alzò gli occhi e lo
osservò. "Credo sia il risultato del mio lavoro con quella
pozione." Lo disse piano, e Marcus annuì. Lui l'aveva
ritenuto un progetto folle, e decisamente poco adatto a qualcuno che
aveva degli esami, ma non glielo disse; inaspettatamente Victoria
posò da parte la pergamena e ritornò agli appunti
di Trasfigurazione. "Non intendo rovinarmi l'umore prima dei G.U.F.O.
scoprendo quanto ho fatto schifo. La aprirò solo quando
sarà tutto finito."
Maggie si sistemò i capelli mentre uscivano dalla sala, e
Victoria alzò gli occhi al cielo. Per fortuna quello era
l'ultimo esame da sostenere, e l'amica aveva fatto del proprio meglio
per attirare l'attenzione dell'uomo, purtroppo invano.
"Se continui così ti noterà, ma solo
perché ti rendi ridicola!" sogghignò Victoria.
Silente aveva chiesto agli Auror di presiedere - nei limiti del
possibile - le sessioni degli esami per evitare qulunque rischio, con
il risultato che Maggie aveva fatto di tutto pur di attirare
l'attenzione del capo degli Auror. Victoria le aveva pestato il piede
con violenza quando si era accorta che non faceva che ridacchiare,
così aveva smesso.
La ragazza era già abbastanza tesa per conto proprio per
preoccuparsi di altro: nei giorni precedenti gli esami era convinta di
aver dormito sì e no un'ora al giorno, tanto che il giorno
prima era svenuta proprio di fronte al professor Vitious. L'insegnante
l'aveva costretta a non toccare più libri oltre a farle
somministrare una Pozione da madama Chips per farsi rimettere in sesto.
Victoria non era sicura che Maggie - che sosteneva che un esaminatore
giovane fosse meno severo degli altri - potesse avere ragione, anche se
indubbiamente quelli che si erano presentati erano talmente anziani da
rasentare quasi l'antichità. L'esame che più
preoccupava Victoria era Pozioni, assieme a Difesa contro le Arti
Oscure: fortunatamente si era allenata con gli amici durante l'anno, ma
temeva non fosse sufficente per essere promossa. A Pozioni poi, sotto
lo sguardo vigile del professor Tofty, era quasi convinta di aver
prodotto un Distillato della Morte Vivente molto al di sotto dei suoi
soliti standard, e fu la prima a fuggire dall'aula quando l'esame fu
terminato.
Trasfigurazione ed Incantesimi andarono certamente molto meglio, e alla
fine di Storia della Magia posò finalmente la piuma,
sentendosi libera.
Ora doveva solo aspettare un mese prima di scoprire quanti sogni era
riuscita ad infrangere nel giro di due settimane.
Cedric si stiracchiò dopo essersi seduto in poltrona, mentre
Kaiser decise di prendere di mira la nuova sciarpa del ragazzo; lui
rise e lo lasciò giocare, dicendosi che quasi sicuramente
Victoria fosse ancora da madama McClan. Gli piaceva prendersi cura dei
suoi animali durante la sua assenza, e lo Kneazle era tutt'altro che
una compagnia noiosa. La civetta, invece, era fuori per una consegna.
"Tesoro, dov'è Victoria?" Cedric si voltò verso
la madre, che aveva un'espressione ansiosa sul volto e sorrise.
"Ha detto che era invitata a cena dal suo ragazzo, non credo sia
già di ritorno." Cedric indicò il sole che
cominciava appena a tramontare; era rimasto sorpreso quando l'amica
aveva effettivamente confessato apertamente ai suoi genitori di vedersi
con Marcus Flitt. Naturalmente suo padre aveva fatto una scenata degna
del miglior genitore che vuole proteggere la figlia adottiva da
chissà quali sciagure, e pure sua madre non era stata da
meno, ma alla fine si erano adattati. Raramente comunque Victoria si
tratteneva a Londra con Marcus, ed era rimasta persino sorpresa quando
lui le aveva esteso quell'invito a cena.
"Con un assassino in circolazione, Cedric, non dovrebbe andare in giro
da sola." sbottò Lucy, arrabbiata. Era una novità
di quei giorni e del resto ormai non si parlava che dell'evasione di
Sirius Black; tutto era avvolto nel silenzio del Ministero, e di
concreto si sapeva solamente che Sirius era riuscito a beffare i
Dissennatori per poi sparire nel nulla.
Cedric e Victoria ne avevano parlato a lungo, ed entrambi erano rimasti
colpiti dalla notizia che fosse riuscito ad evadere: nessuno era mai
fuggito da Azkaban, ed entrambi avevano sentito dire da Amos Diggory
che al Ministero gli Auror erano sommersi di lavoro. Victoria, che
ricordava l'incontro con Sven Dietrich, si era chiesta in che modo
partecipasse alle operazioni di ricerca del criminale, ma poi aveva
accantonato il pensiero molto in fretta.
"Oh ecco i risultati!" Cedric balzò in piedi nel riconoscere
due gufi di Hogwarts giungere fino a loro; aprì la finestra
e si fece dare la pergamena da uno dei due volatili. L'altra venne
posata sul divano, e i due animali non erano neanche ripartiti che lui
già teneva il foglio aperto davanti agli occhi.
Il silenzio durò alcuni minuti. "Devo rinunciare a Pozioni."
disse Cedric, anche se non era particolarmente dispiaciuto: una O era
un ottimo traguardo, soprattutto perché di solito non
otteneva risultati brillanti con Piton. Osservò gli altri
risultati, e notò che aveva O ovunque tranne in Divinazione
che aveva preso A e Trasfigurazione addirittura con Eccezionale. Tutto
sommato era contento dei risultati, ed osservò curioso la
pergamena chiaramente destinata a Victoria: chissà che cosa
aveva ottenuto lei, ma decise di attendere il suo ritorno per
scoprirlo. Non era una buona cosa spiare la posta degli altri.
La ragazza sorrise a quel giovane Babbano che già da un po'
la stava osservando; il sole era sceso da alcune ore e lei si chiedeva
che fine avesse fatto Marcus. Lo aveva aspettato al Paiolo Magico, ma,
dopo mezz'ora di attesa, aveva abbandonato il mondo magico per
addentrarsi in quello Babbano.
Non era mai entrata da sola in un pub, e sentiva su di sé lo
sguardo curioso dei clienti abituali del posto; fortunatamente aveva
messo dei jeans ed una maglia bianca a maniche corte, ed aveva
rinunciato al mantello per via dell'afa improvvisa calata su Londra.
Quel giorno aveva tardato al lavoro, e stava quasi per uscire dal
locale per chiamare il Nottetempo quando il ragazzo si era avvicinato a
lei.
Victoria lo aveva notato quasi subito: era decisamente molto carino, e
si era anche accorta che lui l'aveva fissata per quasi tutto il tempo.
"Posso offrirti qualcosa da bere?" le disse con un sorriso talmente
smagliante che, per un istante, Victoria ebbe l'impressione di trovarsi
di fronte Allock. Il modo di sorridere era lo stesso, e quasi rise.
"No, grazie, sono a posto." gli rispose. Aveva scelto una Coca-Cola e
con quella si era guadagnata un'occhiata sospettosa da parte del
barista, ma il ragazzo rise, come se si fosse aspettato una risposta
del genere.
Victoria si rese conto in quel momento di non essere abituata ad un
tipo di insistenza come quella che quel Babbano stava esercitando; di
solito era Marcus ad esasperarla a quel modo, ma, dal momento che
stavano insieme, i suoi approcci erano graditi e comunque mai del tutto
eccessivi ed era impreparata ad affrontare un certo tipo di persone.
Lui non sembrava essere pericoloso, ma di certo dava l'impressione di
non essere del tutto lucido e lei non aveva voglia di farsi notare
troppo.
Seguirono tutta una serie di domande personali - dal suo nome al numero
di telefono - che cominciavano a diventare del tutto fuori luogo,
quando un'esplosione mise fine a tutto. Victoria si buttò a
terra d'istinto, e lui la imitò.
Tre persone erano entrate nel pub e in mano brandivano una bacchetta.
Victoria si sentì gelare nel rendersi conto che dovevano
essere maghi, e che l'esplosione era opera loro. Fu tentata di mettere
mano alla propria bacchetta, ma il momento per farlo andò
perduto; con il braccio bloccò il ragazzo a terra,
intimandogli di non muoversi.
Era la prima volta che si trovava esposta al pericolo, e non aveva idea
di ciò che avrebbe dovuto fare. "Allora, ti diverti eh?!" I
tre avevano preso di mira alcuni anziani e li stavano torturando.
Victoria notò che molti Babbani erano riusciti a scappare
terrorizzati, e nel locale erano rimasti pochi.
Esitò a lungo, ma quando vide la Maledizione Cruciatus
scagliata senza pietà sugli altri, la ragione la
abbandonò. Estrasse la bacchetta sotto lo sguardo incerto
del ragazzo Babbano, e la puntò verso di loro. "Petrificus
Totalus!" Era il primo incantesimo che le era venuto in mente, e
capì che aveva avuto effetto quando uno dei tre maghi
ricadde a terra come se fosse stato paralizzato. Per un momento la
ragazza si sentì quasi pervadere da una gioia estatica -
aveva colpito qualcuno per evitare che facesse del male ad altri -
finché non si rese conto della situazione.
Aveva usato la magia fuori da Hogwarts prima dei diciassette anni -
cosa chiaramente proibita dal Decreto per la Ragionevole Restrizione
delle Arti Magiche tra i Minorenni - ed era anche riuscita a farlo di
fronte ad un Babbano, che la stava ora guardando in preda al panico -
ed era anche questo proibito . Inoltre i due compagni dell'altro che
aveva atterrato ora si erano girati verso di lei con l'aria di chi non
intende passar sopra ad un affronto: era decisamente nei guai.
Pensò di stare per morire senza neppure essersi scusata con
Marcus per avergli dato del maniaco sessuale, e anche per aver detto a
Cedric che era una frana con le donne! Inoltre non sapeva
neppure se era stata promossa all'anno successivo, e si sarebbe persa
tutto questo: si alzò rapidamente in piedi, pensando che
magari le avrebbero dato l'Ordine di Merlino alla memoria per il suo
eroico tentativo di difendere dei Babbani...
"Vediamo ora come ti diverti! Crucio!" La ragazza schivò
abilmente il getto di luce che andò a colpire il muro; si
chiese dove fosse il Ministero nel momento del bisogno, come potevano
ignorare cosa accadeva in quel momento tra i Babbani? Riuscì
a bloccare una Fattura Pungente e fece arretrare entrambi facendoli
quasi travolgere dal lampadario che aveva provveduto a staccare dal
soffitto.
Purtroppo la ragazza si rese conto di aver involontariamente
sottovalutato la situazione: uno dei due riuscì a farle
volar via la bacchetta dalle mani, mentre l'altro la colpì.
Victoria si contorse sotto quel dolore apparentemente infinito: non
aveva mai provato prima d'ora gli effetti della Maledizione Cruciatus,
e sentiva il corpo teso fino allo spasimo sotto quella tortura. Fu
certa di subire almeno due maledizioni, alternate alle risate dei due
aggressori, finché un'esplosione potente mise fine a tutto.
"Presi! Accidenti che disastro!"
Una voce profonda pronunciò quelle parole, e due mani
gentili l'aiutarono a risollevarsi; riconobbe allora uno degli Auror
visti a scuola. Aveva la pelle scura ed un abbigliamento decisamente
curioso, ma in quel momento la ragazza si sentiva relativamente al
sicuro. L'uomo le chiese qualcosa, ma fu costretto a ripetere la
domanda alcune volte affinché Victoria riuscisse a capire e
a rispondere: si sentiva tremare tutta, ed era grata a Kingsley -
così si era presentato - per non toglierle la mano dalla
spalla.
"Siete qui per arrestarmi, vero?"
C'era una nota disperata nella sua voce: non sarebbe tornata a
Hogwarts, e avrebbe deluso tutti. Forse l'avrebbero fatta marcire ad
Azkaban, e rimpianse di non aver conosciuto Sirius Black per farsi dire
il modo per evadere.
"Certo che no! Anche i minorenni possono usare la magia per difendersi,
e questo è un caso lampante; ora dovrai venire con me al
Ministero, non posso lasciarti tornare a casa da sola in questo stato."
Kingsley era convinto che la ragazza non fosse ferita gravemente, ed
era essenziale che rilasciasse una dichiarazione scritta come testimone
dell'accaduto. Inoltre era necessario occuparsi della sua sicurezza dal
momento che i tre malviventi l'avevano vista, e ci sarebbero potute
essere gravi ripercussioni. Si voltò verso Rufus, che si era
occupato di legare i tre con una corda per portarli al Ministero ed
annuì, per poi tornare a rivolgersi a Victoria con voce
gentile. "Ora vieni, è tutto finito." le disse stringendole
la mano per poi sparire in un pop. A sistemare tutto ci avrebbero
pensato gli Obliviatori, appena giunti sul posto.
eccoci
qui! il ritardo è dovuto dal fatto che la mia beta
è pigra... AHAHAHA no che scherzo^^ il fatto è
che mi son iscritta ad un contest ed entro aprile devo presentare una
long su una mary sue... vi anticipo solo che c'è anche
Voldemort... e basta, non dirò altro U__U
veniamo al apitolo. Ho trattato la Camera dei Segreti in fretta
perchè non succedeva altro XDDD lo stesso dicasi per i
G.U.F.O. che per quanto importanti, vi sareste annoiati se avessi
descritto nel dettaglio
come vedete il caro Sven pensa un po' a Vic, ma per ora lei
è saldamente assieme a Marcus u.u anche lei l'ha notato, ma
come detto al momento è tuto molto vago. Posso solo dirvi
che nel prossimo capitolo ci sarà finalmente rivelato
ciò che Vic non ricorda(ve lo ricordate, qualche capitolo
fa? ecco u.u) e che ci sarà una decisione drastica che
cambierà tutto.
vi informo altresì che sto per iniziare una raccolta di
drabble/flash sulla neve e i pg, e che ho deciso di accontentare i
lettori( Blankette xdddd) che han esultato su fb quando ho ipotizzato
una drabble romanticosa tra Oliver Baston e Victoria u.u
però non saltate di gioia perchè quella sarebbe
solo un What If, non farò cambiare idea alla ragazza: ha
scelto Marcus e se lo tiene, ancora per un po' lol diciamo che mi
divertirebbe sapere che cosa sarebbe potuto accadere SE invece Oliver
si fosse svegliato prima U__U
a voi i papiri e commenti^^ per il 25, che è difficile da
stilare, forse ci vorrà qualche giorno in più.
Vedremo u.u ciaooo
I miei
contest *__*
My
Drabble in Love
Ti
sposerò perchè...
Mio
padre lo verrà a sapere!
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
In
memoria di Fred - Contest
|
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Capitolo 25 *** 25 - Qualcosa da non voler ricordare ***
Angolo
autrice:
Grazie a Enide che mi beta sempre xdddd oggi sponsorizzo la mia
raccolta di drabble/flash sulla neve u.u la trovate qui
Witches
and Wizards in the snow
Immagine
allo specchio
25
- Qualcosa da non voler ricordare
La ragazza si
sentì avvolgere da una sensazione di leggerezza che, ne era
certa, non aveva mai provato prima; l'infuso appena preso aveva fatto
sparire i residui di dolore dovuti alla Maledizione Cruciatus, e le
sembrava di essere rinata. Alzò lo sguardo grato su
Kingsley, che l'aveva aiutata fino a quel momento, e si chiese in che
modo fosse giunta sin nel cuore del Ministero.
Non era la prima volta che Victoria vedeva la famosa struttura magica,
ma Amos Diggory non aveva mai portato lei e Cedric oltre l'Atrium.
L'Ufficio Auror non sembrava essere molto vasto, tuttavia Victoria
captò i segni di una fervente attività.
A parte Kingsley sembrava non esserci nessun altro, eppure le pareti
erano tappezzate di manifesti di ricercati; in quel cubicolo in
particolare era Sirius Black ad essere rappresentato, e Victoria ne
dedusse che sicuramente quasi tutti gli sforzi degli Auror erano
concentrati sulla sua cattura.
"Molto bene, ora rileggi questa pergamena e se non hai altro da
aggiungere, ti chiedo di firmarla." le disse l'Auror con un sorriso,
mentre una piuma blu volteggiò fino a lei, posandosi
spontaneamente vicino alla sua mano destra. Victoria prese la pergamena
che le porgeva Kingsley e la rilesse: era la dichiarazione che aveva
appena rilasciato, a seguito delle incalzanti domande dell'Auror che
l'avevano indotta a raccontare tutto quanto sapeva. Non era stato
semplice, però in un certo senso ora si sentiva decisamente
meglio.
Prese la piuma e depose la propria firma: la pergamena si
arrotolò da sola, per finire di nuovo nelle mani di
Kingsley. "Ah eccoti, Sven." disse l'Auror, rivolto al nuovo arrivato
nell'ufficio, e la ragazza notò che si trattava dell'altro
Auror che aveva già visto alcune volte a scuola. L'uomo si
limitò a rivolgerle un'occhiata interrogativa, per poi
porgerle un saluto cortese; era raro incontrare studenti di Hogwarts
nel loro ufficio, a meno che non fosse incriminata di qualcosa e in
quel caso, lui non ne aveva saputo nulla.
"Novità?" chiese Sven, afferrando la pergamena che Kingsley
gli aveva appena lanciato, e srotolandola per leggerla con attenzione;
nel frattempo l'Auror gli stava raccontando quanto accaduto nel pub di
Regent Street senza tralasciare neppure un dettaglio. Victoria si
limitò ad osservare i promemoria che sfrecciavano
imperterriti, ed abbassò la testa per schivarne un paio.
"Mi daresti la tua bacchetta, per favore?"
La ragazza fu costretta a rivolgere la propria attenzione a Sven
Dietrich, che le aveva rivolto la parola inaspettatamente; per un
momento lo guardò come se non avesse capito ciò
che le aveva detto. Fu solo quando l'uomo ripeté la
richiesta che, con uno sbuffo, estrasse la bacchetta per consegnarla a
lui: sapeva che di solito la si doveva registrare all'ingresso, ma a
quell'ora di notte non c'era nessuno e Kingsley le aveva evitato di
essere notata troppo al Ministero. Aveva incrciato solamente Cecily
Hawtorne in ascensore con sua madre - una giurata del
Wizengamot- ma non avevano scambiato che un saluto.
"Bene, di Gibbon e dei suoi compari me ne occupo io; un viaggetto ad
Azkaban non glielo leva nessuno: sono curioso di sapere in che modo
cercheranno di evitare la condanna questa volta." disse Sven dopo aver
studiato a fondo sia la pergamena che le prove che avevano, ovvero gli
ultimi incantesimi che la bacchetta della ragazza aveva compiuto. C'era
solo l'incantesimo della Pastoia che poteva essergli utile, le altre
erano le magie risalenti agli esami pratici ad Hogwarts. E poi c'era il
ricordo che Kingsley aveva tolto dalla mente della ragazza, l'avrebbe
visionato successivamente nel Pensatoio per comprendere meglio la
dinamica di quanto accaduto: i tre balordi non avrebbero avuto scampo.
Era un sollievo sapere che ogni tanto potevano davvero punire chi lo
meritava.
Fece per rivolgersi alla ragazza per chiederle se avesse riportato
ferite, quando all'improvviso entrò un altro promemoria;
somigliava molto più ad una comunicazione ufficiale, e fu
lui ad aprirla mentre aggrottava le sopracciglia. Sorrise, ma non era
divertito. "Immaginavo che la tua magia non sarebbe passata
inosservata..." disse, sventolando il foglio davanti al naso della
ragazza che lo prese per leggerlo: era un ammonimento ufficiale da
parte dell'Ufficio per l'Uso Improprio della Magia, ed era chiaramente
indirizzato a lei.
Un brivido di paura la percorse; con un foglio del genere si rischiava
l'espulsione da Hogwarts, anche se in quel momento pareva aver
dimenticato che poche ore prima era stata la sua stessa vita ad essere
stata messa a rischio. A sua gran sorpresa, Sven riprese il foglio,
come se fosse suo.
"Naturalmente parlerò io con chi di competenza, i testimoni
vanno tutelati ed una volta che si saprà quello che
è successo, questa pergamena non avrà neppure
ragione d'esistere." La ragazza si trattenne dal confessare di non
avere capito nulla di quanto l'uomo avesse appena detto; non era
neppure certa di trovare di suo gradimento quell'atteggiamento, ma si
sforzò di ricordare che non si trovava a scuola e
lì era lei ad aver bisogno di loro.
"Dobbiamo anche assicurarci che la Skeeter non venga a conoscenza di
quanto successo; se il suo nome viene fuori, non credo sia una cosa
positiva." disse Kingsley mentre Sven annuiva. Non era il primo caso in
cui i testimoni andavano tutelati, e del resto non c'era ragione di
mettere in pericolo una studentessa con la pubblicità oscura
che sarebbe derivata da quell'episodio. Se fosse stata a scuola non
avrebbe corso rischi - del resto Sven era dell'idea che Silente fosse
affidabile, anche se bizzarro - ma, essendo ancora estate, la
situazione era ancora più complicata.
"A Rita pensaci tu, dopo aver accompagnato a casa Victoria; qualcuno
dovrà parlare con Amos Diggory di ciò che
è accaduto, e tanto vale che lo faccia tu."
Sven aveva già letto che la ragazza era affidata a loro pur
essendo di origine babbana; quando le aveva chiesto dei genitori
naturali, lei aveva fatto finta di non aver capito la domanda,
così aveva lasciato perdere. Kingsley se ne sarebbe
informato dai Diggory, se lei non voleva parlarne. "Quanto a me, mi
occuperò di sistemare questo cavillo della magia minorile,
poi porterò i nostri simpatici ospiti dritti ad Azkaban
prima di recarmi da Silente: credevo di riuscirci prima, ma non
importa."
Sven avrebbe volentieri evitato la visita al Preside, soprattutto
perché non condivideva l'idea di Caramell: mettere dei
Dissennatori a Hogwarts era pura follia, ma non poteva neppure
protestare apertamente di fronte al suo capo. L'occhiata che
scambiò con Kingsley passò inosservata agli occhi
di Victoria, ma Sven notò che se non altro non sembrava
tremante come poco prima.
"Ovviamente, vai pure. Ora vieni Victoria, ti porto a casa." Era
già l'alba, ed immaginava che Amos Diggory fosse in preda al
panico dal momento che non aveva più notizie della ragazza;
avrebbero potuto mandargli un biglietto per informarlo, ma si erano
preoccupati più che altro di non tralasciare alcun
particolare utile all'indagine. "Andrà tutto bene; magari ti
sembra che Sven sia un po' fuori di testa, ma sa come gestire queste
situazioni, e non avrai nessun danno concreto dopo questa brutta
avventura." Kingsley aveva infatti notato dall'espressione sul suo
volto che la ragazza pareva aver disapprovato il modo di fare di Sven,
d'altronde non era lei a dover decidere come dovevano comportarsi gli
altri. E poi fino a quel momento era andato tutto bene, e non c'era
modo di credere che la situazione potesse sfuggire di mano.
A Victoria servirono alcuni giorni per riprendersi da quanto visto e
subito; Amos Diggory era stato informato da Kingsley di quello che era
realmente accaduto, ma lei non aveva comunque potuto farne parola con
Cedric. Infatti, il giorno successivo, la ragazza aveva ricevuto una
gufo proprio dal capo degli Auror che l'ammoniva affinché
non compromettesse la propria posizione. Doveva tacere anche lei se
desiderava che tutti i loro sforzi avessero successo, e lei aveva
spedito Ginevra in risposta, assicurando che non ne avrebbe fatto
parola con nessuno.
A Cedric aveva raccontato di essere rimasta a dormire nella Londra
Babbana, e persino Lucy ignorava quanto successo; Amos l'aveva
costretta a rimanere a casa dal lavoro per un paio di giorni, dicendole
oltretutto che, dopo quanto successo, non avrebbe più dovuto
andare in giro a sola. Sulla Gazzetta del Profeta non era uscito nulla
che accennasse alla presenza di Victoria nel pub di Londra, e questo
aveva tranquillizzato sia Sven che i suoi colleghi, e anche lo stesso
Amos. Secondo lui era una follia permettere a Victoria di tornare a
lavorare da madama McClan, ma si era piegato sia alle proteste della
ragazza, che alle rassicurazioni degli Auror: secondo loro lei avrebbe
dovuto ugualmente continuare la propria vita senza dare nell'occhio.
Victoria aveva altresì ricevuto una lettera dal Preside
Silente: l'uomo le aveva fatto avere, come sempre, la lista dei libri,
ma in allegato c'era un biglietto scritto di suo pugno che la informava
di essere stato avvertito dal capo Auror di quanto accaduto.
La ragazza era rimasta un po' sorpresa da tutta quella preoccupazione
generale, ma doveva ammettere di aver forse sottovalutato la
situazione. Non si era aspettata che quello strano Sven si mobilitasse
in prima persona, ma era stata costretta a riconoscere che in quel modo
le era sembrato molto più competente e meno strano di quanto
avesse pensato all'inizio.
I risultati degli esami erano rimasti sigillati per alcuni giorni,
finché, circa dieci giorni dopo l'aggressione, si decise ad
aprirli: ormai era la metà di agosto e non poteva continuare
ad ignorare la realtà. Lesse la prima pergamena che citava i
voti di promozione e bocciatura, per poi prendere in mano con timore la
seconda.
Victoria
Elizabeth Windsor ha conseguito:
Erbologia:
O
Incantesimi:
E
Difesa
contro le Arti Oscure: O
Storia
della Magia: E
Astronomia:
A
Divinazione:
O
Cura
delle Creature Magiche: A
Trasfigurazione:
O
Pozioni:
E
Rune
Antiche: E
Volo:
A
Victoria osservò il foglio, incredula, prima di scoppiare a
piangere. Si era convinta che sarebbe stata bocciata in tutte le
materie, invece non aveva avuto neppure una bocciatura.
Osservò le tre E, soprattutto quella vicino a Pozioni, che
riapriva la strada per continuare gli studi col professor Piton. Il
giudizio dell'insegnante riguardo la pozione che aveva tentato di
comporre l'aveva stroncata, ma lei sapeva che non tutto il suo lavoro
era stato da buttare. In quelle righe aveva colto una sorta di
messaggio codificato secondo cui il professore sembrava aver visto
qualcosa di buono, e confidava nel fatto che non avrebbe lasciato
incompiuto quel lavoro.
La ragazza rimase a fissare per un po' i risultati, consapevole che ora
più che mai avrebbe dovuto pensare a cosa seguire in futuro
come materie: di certo avrebe lasciato Astronomia, Volo e Cura delle
Creature Magiche, materie che l'interessavano in maniera relativa, ma
per le altre non sapeva che cosa fare.
In quel momento arrivò Cedric, di ritorno con il signor
Diggory da Londra, e Victoria si precipitò a mostrare loro i
risultati: come immaginava Amos scoppiava d'orgoglio nel vedere quello
che era riuscita a fare, ma la ragazza rimase un po' delusa nel vedere
l'espressione di Cedric. L'amico si era congratulato educatamente, ma
lei aveva colto qualcosa sul suo volto che l'aveva inquietata. Per un
momento pensò che potesse essere invidioso, ma non lo
credeva possibile dal momento che non era mai stato nell'indole di
Cedric. Sul momento non gli disse nulla, ma quando nel pomeriggio si
ritrovarono in giardino da soli, fu lui a prendere la parola.
"Ascolta, devo dirti una cosa, ma non sono sicuro di come potresti
prenderla." Il ragazzo era esitante, e Victoria ricordò di
averlo visto così anche nei giorni precedenti; sembrava che
qualcosa lo rodesse, ed era proprio così.
Il ragazzo aveva visto quel giorno Marcus Flitt a Londra, a Diagon
Alley per la precisione, ed era rimasto sorpreso soprattutto
nell'averlo incontrato assieme a Maggie; anche alcuni giorni prima si
erano incrociati, ma aveva pensato che fosse stato un caso. Invece
proprio poco prima aveva potuto osservare coi propri occhi che i due si
dovevano essere dati appuntamento, perché non c'era proprio
modo di equivocare quel bacio: la cosa lo aveva sconvolto, ma era
dell'idea che Victoia lo dovesse sapere subito. Lui non si era mai
fidato di Flitt, e dubitava ci fosse una spiegazione differente a quel
comportamento; inoltre era sicuro che il Serpeverde lo avesse visto e,
dall'espressione sul suo volto, era anche certo che non fosse per nulla
desideroso di nascondere quello che stava facendo.
Maggie, poi, lo aveva colpito di nuovo negativamente, anche se non
l'avrebbe mai creduta capace di un gesto del genere. Come tutti sapeva
che Victoria frequentava Marcus, ma credeva che fossero amiche, se non
altro il necessario per non scendere a certi livelli. Vide lo sguardo
scettico di Victoria, e immaginò che la ragazza non volesse
credere a quelle parole: lui stesso era rimasto incerto, ma si era
convinto che dirle la verità fosse necessario.
La ragazza rimase in silenzio dopo averlo ascoltato, ma
sentì uno strappo all'altezza del cuore; erano in effetti -
ora che ci ripensava - diversi giorni che Marcus non si faceva sentire,
ed ora lo trovava strano. Sulle prime si era detta semplicemente che
forse aveva da fare, ma non avrebbe pensato da sola ad una soluzione
del genere. Del resto lei era ancora sotto chock per quanto accaduto
nel pub per preoccuparsi di lui. "Ne sei sicuro?" chiese rivolgendo
all'amico uno sguardo a metà tra l'arrabbiato e il
disperato; forse aveva solamente frainteso ciò che aveva
visto, anche se faticava a crederlo. Cedric non era il genere di
persona capace di equivocare, oppure di mentire, e difatti lo vide
scrollare la testa; Victoria non disse nulla, ma era consapevole che la
situazione andava affrontata il prima possibile. Non le piaceva
rimuginare sulle cose, era tipo da prenderle di petto senza
preoccuparsi molto delle conseguenze.
Se era vero, Maggie aveva chiuso con lei, e ovviamente pure Marcus, ma
le sfuggiva la ragione di quel tradimento. Perché Marcus
avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Non era stato proprio lui ad
aver insistito per rendere ufficiale la loro storia? Le suonava davvero
strano quel repentino cambio di idee; oltretutto Victoria sapeva che
Marcus detestava Maggie, la considerava solo una sciocca. C'era
decisamente qualcosa di sbagliato in tutta quella faccenda. Stava per
parlarne con Cedric, quando Lucy l'avvisò che c'era una
visita per lei, e dal modo in cui la guardò - in modo un po'
severo ed ammiccante - capì che doveva trattarsi proprio di
Marcus.
"Resta qui con me." disse con Cedric dopo qualche istante, mentre
proprio in quel momento Marcus stava venendo verso di loro. Non sapeva
spiegarsene la ragione, ma quell'espressione non le piaceva, le
sembrava troppo simile a quella che ricordava lui avesse avuto anni
prima, quando ancora si divertiva a prenderla in giro. Notò
subito che c'era qualosa di diverso in Marcus, ma fece caso a
ciò che teneva in mano solo quando se lo ritrovò
letteralmente ai piedi. Sembrava una piccola sacca, e Victoria
squadrò interrogativa il ragazzo.
"Questo è tuo, avresti anche potuto avere la decenza di
farlo sparire prima che lo vedessi, ma non importa." Cedric
notò che la voce di Marcus suonava fredda e particolarmente
antipatica, un po' come se volesse provocare Victoria; la ragazza non
riuscì a proferire parola, ma raccolse quella sacca e
scoprì - al suo interno - un vestito. Lo riconobbe
immediatamente: era una delle vesti estive da strega che preferiva, ma
non lo vedeva da quasi un anno e si meravigliò profondamente
che ce l'avesse lui. "Non capisco..." disse sinceramente la ragazzza,
scambiando un'occhiata interrogativa con Cedric: più volte
aveva pensato che fosse stato lui a farglielo sparire per scherzo, ma
pareva che l'amico cadesse dalle nuvole e lei dubitava che mentisse.
Marcus sbuffò ridendo amaramente. "Davvero? Ah beh, immagino
che sia faticoso ricordarsi di ciò che si dimentica dai
propri amanti, vero? Forse ne hai un po' troppi, magari dovresti
ridurre il numero." disse velenosamente, senza nascondere la rabbia che
provava. La ragazza lo guardò come se non credesse alle
proprie orecchie, e poi rise. Non poteva farne a meno, era tutto
talmente assurdo da rasentare la pazzia: sicuramente Marcus aveva
inghiottito troppo Whisky Incendiario, ed aveva perduto la ragione.
"Ridi? Lo trovi divertente? In questo caso non mi meraviglia affatto
che tu ed Edward andiate così d'accordo." Marcus riprese a
parlare, sentendosi incredibilmente meglio; era ancora furibondo e
trovava particolarmente di suo gradimento poter sfogare su di lei la
sua rabbia. Victoria, invece, rimase a guardarlo senza capire.
"Edward? Tuo fratello? E che cosa c'entra?"
La ragazza era sinceramente incuriosita, tanto che si era
temporaneamente dimenticata di quello che le aveva detto Cedric su
Marcus e Maggie. Il ragazzo comunque pareva sempre più
infuriato, tanto che avrebbe voluto estrarre la bacchetta per colpirla:
lui non aveva più il divieto di utilizzare la magia fuori
dal castello, al contrario di lei. "Fai pure finta di non capire,
Signorina-Pura-Come-La-Neve... Del resto non è la prima
volta che menti senza farti scoprire; certo che avresti potuto evitare
di andare a scegliere proprio mio fratello, ma non importa. Allora
dimmi, a letto è così bravo come dicono?"
Victoria cominciava a sentirsi sempre più infuriata, anche
se trovava tutta la situazione parzialmente divertente; lui si
preoccupava di accusare lei, quando sapeva bene di essere nel torto, ma
non intendeva lasciarsi sconfiggere in quel campo. "E che ne so io, non
vedo tuo fratello da... da molto tempo!" dichiarò la
ragazza, ed effettivamente l'aveva incrociato l'anno precedente a
Diagon Alley, ma da quel momento se ne era scordata. Le parole di
Marcus, comunque, non le sarebbero uscite dalla mente tanto facilmente
e si chiese come avesse potuto anche solo pensare quella cosa: neppure
le piaceva, Edward. Lo riteneva carino, certo, ma nulla di esaltante.
"Piantala!" sibilò il ragazzo dandole uno strattone, e
Victoria arretrò di qualche passo, sorpresa da quel modo di
fare tanto violento; era la prima volta che Marcus si permetteva di
alzare le mani su di lei, e non intendeva permetterglielo. Cedric
intervenne prontamente, separandoli e costringendo il ragazzo ad
arretrare anche se solo di un passo. "Tu non intrometterti." disse
Marcus rivolto al ragazzo, per poi tornare a focalizzare la sua
attenzione su di lei.
"Visto che la tua memoria ti inganna, lascia che ti ricordi io allora
che ti sei dimenticata questa roba quando eri a casa di Edward, e non
affannarti a negare perché ci sono un sacco di prove.
Soprattutto, l'anno scorso, prima che cominciasse la scuola." Marcus
pronunciò quelle parole come se le stesse sputando, e per un
momento Victoria non riuscì neppure a fiatare. La
convinzione con cui il ragazzo parlava... beh non aveva alcun senso!
Sicuramente suo fratello, che era un bugiardo cronico, gli poteva aver
fatto credere quello, ma le sfuggiva la ragione per cui Marcus gli dava
corda.
"Ah davvero? Certo, come no... ma se neanche mi piace, tuo fratello!
Sai, di solito se decido di stare con qualcuno è
perché mi interessa almeno un po', e non è il suo
caso! Forse, invece, potrebbe essere una buona idea accompagnarti da
uno strizzacervelli del San Mungo visto che stai farneticando! E poi
sei tu quello che va a sbaciucchiarsi Maggie, quindi non capisco
perché tu debba accusare me!" Victoria era certa che i
signori Diggory stessero seguendo quella conversazione dal momento che
sia lei che Marcus urlavano a pieni polmoni, ma in quel momento la
discrezione era l'ultimo dei suoi pensieri. Il ragazzo la
guardò arrabbiato, per poi sorridere.
"Ah, vedo che il tuo amichetto te l'ha detto... Beh te lo sei meritato,
se non altro lei non finge di essere una verginella come hai fatto tu.
Mi ricordo ancora la tua sceneggiata... avremmo risolto la questione
molto prima se avessi ammesso di esserti già fatta
sbattere." dichiarò con rabbia Marcus. Ci pensava da giorni
e la cosa gli piaceva sempre meno; oltretutto sembrava che non ci
fossero neppure dubbi. Lui non ci aveva voluto credere, ma sembrava
essere tutto così chiaro.
Cedric si disse che se non l'avesse visto di persona non ci avrebbe
creduto, e per un momento pensò che Victoria gli avrebbe
scagliato un incantesimo. Invece la ragazza aveva schiaffeggiato Marcus
con una tale rapidità e violenza da sorprendere forse anche
se stessa; Cedric giurò di aver sentito il rumore della mano
di Victoria scontrarsi contro la faccia del Serpeverde, e riteneva che
la situazione stesse rapidamente degenerando. Victoria sembrava fuori
controllo.
"Ma che cavolo dici?! Mi fai vomitare, e non tanto perché
credi alle parole di quel tuo schifoso fratello, quanto per quello che
hai appena detto! Immagino che ora dirai che mi sono fatta
volontariamente qualche taglio, o che avessi il ciclo pur di fingermi
inesperta... Hai delle prove? Beh fammele vedere, prima che mi venga
voglia di strozzarti" . L'urlo sembrava non finire mai, tanto che pure
Marcus si sentì vagamente minacciato: non l'aveva mai vista
comportarsi a quel modo, ma in fondo era anche un sollievo e
impedì a Diggory di intromettersi quando lo vide scattare.
"Mezza Diagon Alley ti ha visto l'anno scorso che ti sei praticamente
incollata ad Edward, senza la minima decenza." dichiarò
Marcus, ricordando il racconto del fratello e anche le voci che aveva
sentito subito dopo. In quel momento teneva stretto il braccio di
Victoria e si augurò di farle male, tanto quanto quello che
aveva provato lui scoprendo di essere stato ingannato in quel modo
tanto meschino. E lui si era fidato, ma la lezione gli era bastata e
non avrebbe commesso di nuovo quell'errore. "E vogliamo parlare di
qualche sera fa, quando avresti dovuto aspettarmi al Paiolo? Non
c'è stato modo di rintracciarti, ed ora so il
perché: te la stavi spassando con lui, ma non sei stata
furba quanto credevi di essere." Lasciò il braccio di
Victoria, facendola volontariamente cadere a terra: era arrabbiato, ma
in un certo senso ora si sentiva meglio.
Cedric pensò che c'era qualcosa di strano; non aveva creduto
ad una sola parola fin quando non aveva sentito l'allusione alla sera.
Victoria gli aveva confermato di essere stata a cena con lui, ma non si
spiegava allora perché Marcus recriminasse la sua assenza
con tanto livore; poteva essere vero che non si erano visti, ma allora
perché lei non gli aveva detto dov'era stata? Non conosceva
questo Edward, ma era quasi certo che Victoria non fosse il tipo di
ragazza capace di avere allo stesso tempo due innamorati: non era nella
sua indole, e comunque parlava così tanto di Marcus che
sembrava assurdo anche solo ipotizzare una cosa del genere.
Era vero, però, che da quella sera lei era strana. La
ragazza si alzò, le guance in fiamme per ciò di
cui era stata accusata; si voltò verso Marcus con
un'espressione talmente gelida che Cedric si sentì
rabbrividire, e rimase sorpreso dall'apparente impassibilità
dell'altro.
"Credi davvero tutto quello che hai detto?" Victoria non
esitò a porre quella domanda, ma si sentì quasi
morire quando lui annuì. Aveva quasi sperato che fosse
magari sotto l'effetto di qualcosa di pericoloso, invece pareva
convinto di quanto affermato, e per Victoria ciò bastava.
Aveva sentito troppo: gli indicò la strada da cui era
venuto. "Allora sparisci, e non azzardarti più a rivolgermi
la parola: ecco a cosa mi è servito fidarmi di te... ma non
avrai più occasioni per offendermi." La voce della ragazza
era gelida e dura come non mai. "Puoi anche andare in giro a spargere
queste disgustose menzogne, ma fà in modo che io non veda
mai più la tua inutile persona! Se davvero ci avessi tenuto
a me non avresti creduto ad una sola parola, ma probabilmente ti
serviva solo una scusa per farla finita."
Cedric rimase a guardare Flitt allontanarsi senza esitazione, e rimase
sorpreso quando, voltandosi di nuovo verso Victoria, vide che pareva
irrigidita; si avvicinò e si rese conto che la ragazza stava
piangendo in silenzio. Senza neanche riflettere l'abbracciò:
se il dubbio che lei avesse mentito l'aveva sfiorato, ora era sicuro
che si fosse dileguato senza lasciar traccia.
"Dai, a volte succede di perdere un po' la ragione, ma non voglio
vederti piangere... non si merita tutto il tuo dolore, Vic, non avrebbe
dovuto dirti certe cose." Cedric era convinto di quanto diceva, ma
sapeva altrettanto bene che sarebbe stato impossibile che Victoria
dimenticasse in un attimo tutto quanto Marcus aveva detto. Non riusciva
a capire perché il ragazzo si fosse scagliato contro di lei
a quel modo, e si ripromise di fargli rimangiare quelle parole prima o
poi.
Allo stesso tempo avrebbe voluto sapere che cosa nascondeva l'amica,
anche se in quel momento non si sarebbe azzardato a chiederlo; era
ancora troppo sconvolta, e in ogni caso era certo che ci fosse una
giustificazione più che valida. Improvvisamente Victoria si
sciolse da quell'abbraccio e con la manica della maglia
asciugò le lacrime.
"Devo parlare con Frederich, forse lui può spiegarmi
qualcosa."
Victoria pareva tornata la stessa di sempre, ma a Cedric non
sfuggì l'espressione ancora sofferente, seppur mascherata.
La ragazza aveva ascoltato ogni singola parola di Marcus, ed aveva
compreso che il giovane avesse alluso al penultimo giorno di agosto,
quando era andata a trovare Frederich.
Aveva sempre avuto l'impressione di avere un buco in quella storia, ma
faticava a credere di poter aver fatto qualcosa del genere; Frederich
era stato molto evasivo, perciò forse poteva dirle qualcosa.
Poi conosceva bene Edward, e magari avrebbe potuto spiegarle
perché mai il ragazzo avesse mentito a quel modo a Marcus.
"Dovevi dircelo, Amos!"
Lucy guardò indignata il marito, e anche Cedric era di quel
parere. Entrambi i Diggory avevano ascoltato la furibonda lite tra
Victoria e Marcus Flitt, ed Amos si chiese perché la ragazza
non gli avesse rivelato la verità sull'aggressione al pub a
Londra.
Ovviamente gli Auror l'avevano dissuasa dal farlo, però lui
si era convinto che a Marcus l'avesse detto. Invece no, ed in fondo
forse era meglio così: a lui quel Serpeverde non era mai
piaciuto, ed era ovvio che non si fidava di Victoria. Sia lui che Lucy
erano rimasti sconvolti nel sentire le accuse infamanti che le aveva
rivolto, ma si erano imposti di non intervenire.
Cedric, invece, era sollevato anche se solo in parte; ora si spiegava
tutto, ma avrebbe voluto saperlo da Victoria. Erano amici, no? Avrebbe
tenuto il segreto... eppure sapeva di non poterla biasimare, dopotutto
era una faccenda seria.
La ragazza non era uscita dalla stanza per tutta la sera, e nessuno di
loro si era azzardato ad andare a disturbarla; Cedric sapeva che l'ira
di Victoria - se provocata ad alti livelli - poteva essere
incontenibile, e riteneva che fosse più prudente lasciarla
sola. Non che avesse paura di lei, ma sicuramente necessitava di tempo
per riprendersi dalla lite; si era aspettato che prima o poi tra i due
finisse, ma non avrebbe mai pensato ad un epilogo tanto rancoroso.
In parte capiva anche Marcus, seppur in massima parte ne fosse
sollevato; non aveva mai davvero creduto in quella storia, anche se
durante il periodo in cui la ragazza si trovava in infermeria era
rimasto colpito dal fatto che lui sembrasse davvero dispiaciuto. Quel
tempo era però passato, ed ora Cedric riconosceva in tutto
il Serpeverde; il modo con cui avevano affrontato la situazione era
stato tremendo, e non poteva biasimare la ragazza per la sua reazione
violenta.
Victoria era seduta sul pouf ed aveva in mano il nuovo libro di
Pozioni; per quanto decisa a non pensare a quanto accaduto, in
realtà non aveva in mente nient'altro, e faticava a leggere
le parole dell'autore. Sentiva ancora un bruciore insopportabile
attorno agli occhi e aveva le guance in fiamme: non riusciva a credere
che Marcus avesse davvero pensato quanto detto, eppure non riusciva
proprio a dimenticare l'espressione schifata con cui l'aveva accusata.
E sapeva di non potergli dare neppure torto, perché se fosse
stato vero... ma non lo era, però lui non aveva dubitato
delle parole del fratello. Victoria allungò a Ginevra un
pezzo di biscotto e sorrise quando la civetta lo fece sparire con il
becco.
La cosa che non riusciva a comprendere era perché Edward
avesse raccontato una tale menzogna su di lei, e la ragione per cui
quel vestito fosse finito in mano sua. Per quanto lei ne sapesse nulla,
non c'era ragione di mentire a quel modo e faticava a credere che
Edward volesse solo dare fastidio a suo fratello; non avevano mai avuto
contrasti quelle volte che si erano incontrati, eppure non aveva
esitato a colpire.
Perché?
E come poteva essere in possesso di quel vestito? Era certa che Marcus
non l'avesse mai neppure visto... Si alzò di scatto dopo
aver visto un gufo arrivare dalla finestra e posarsi sul davanzale;
aveva una pergamena legata alla zampa e Victoria lo riconobbe. Era
l'animale di Frederich, Guittoncino, e pensò che l'amico
fosse stato davvero rapido a risponderle.
Lesse quelle poche parole e rimase sorpresa: non era una vera e propria
risposta, ma solo la proposta di incontrarsi il più presto
possibile. Non era da Frederich rimandare le cose, perciò
Victoria si sentì gelare al pensiero che qualcosa di serio
potesse essere davvero accaduto.
Non fu neppure costretta ad aspettare molto dal momento che circa
un'ora dopo Frederich era già arrivato; la ragazza sapeva
che a quell'ora aveva già terminato il proprio apprendistato
al Ministero, e di certo era arrivato subito dopo.
Per fortuna in quel momento non c'era nessuno in casa,
perciò Victoria decise di rimanere lì ad
ascoltare quello che Frederich aveva da dire; non aveva voglia di
andare in giro sapendo che i Diggory si sarebbero agitati per via della
latitanza di Black, pertanto aveva quasi l'impressione che le avessero
lasciato campo libero di proposito.
Lei e Frederich si scambiarono alcuni convenevoli banali - dalla salute
ai risultati scolastici - prima di affrontare l'argomento; stranamente
il ragazzo pareva tergiversare, tanto che le chiese di raccontargli nel
dettaglio quanto Marcus aveva detto. Victoria non avrebbe voluto
rievocare quelle parole, ma non ebbe altra scelta anche se
cercò di essere il più possibile imparziale.
Il ragazzo aveva immaginato che prima o poi qualcosa sarebbe accaduto,
ed era quasi certo che Edward avesse approfittato dell'aggressione a
Victoria per seminare il dubbio nella mente del fratello; Frederich lo
conosceva abbastanza bene da sapere che era in grado di fare una cosa
del genere, ed era dispiaciuto che la storia fosse venuta a galla. In
ogni caso ne dedusse che pure Marcus Flitt non fosse al corrente della
reputazione del fratello, altrimenti avrebbe capito all'istante che la
ragazza era stata solo incastrata.
"Credo tu debba sapere quanto accaduto, ma non ti piacerà."
esordì Frederich, per nulla sorpreso dalla faccia sconvolta
di Victoria. "Se non ti ho detto nulla prima è stato
perché non avevi alcun ricordo, ma parte di quanto ha detto
Edward è vero. L'anno scorso l'ho incontrato al Ministero e
mi ha fatto qualche allusione che sul primo momento non ho compreso. Mi
è servito un po' per capire che gli avevi detto qualcosa che
l'ha allarmato."
La ragazza lo osservò senza capire, e lui decise di
continuare. "Non so in che modo e neppure il contenuto esatto, ma deve
esserti scappato con lui qualcosa che gli ha fatto capire che eri al
corrente di quanto accaduto tra me e lui."
Frederich non aveva mai visto Edward tanto arrabbiato come in
quell'occasione, anche se non aveva mai capito davvero che cosa lo
spaventasse tanto: temeva fino a quel punto la propria natura?
Perché di certo le conseguenze non ci sarebbero state dato
che gli anni erano trascorsi; osservò Victoria che stava
cercando di ricordare, ma scelse di continuare.
"Come sia successo non so dirtelo, ma è probabile che tu
abbia lasciato cadere un'allusione dopo aver rifiutato alcuni suoi
approcci: questo posso immaginarlo perché Edward non ha mai
sopportato l'idea di essere rifiutato da qualcuno - chiunque sia - ed
il fatto forse di sapere che eri davvero legata a suo fratello lo ha
indispettito... Ma non importa, in fondo non è per questo
che sono qui." disse Frederich, e la ragazza ricordò in quel
momento uno sprazzo di conversazione avuta proprio con Edward. Come
aveva potuto dimenticiarla? Forse perché non c'erano state
conseguenze dirette, e lui aveva semplicemente riso...
"Mi trovavo casualmente a Diagon Alley la sera del 29 agosto, ed
è vero che - come ha detto Marcus - ti sei appicciccata ad
Edward in modo indecente. Devo anche dirti che avevo trovato strano
quel tuo modo di fare, ma ho capito solo in seguito che qualcosa non
andava." Victoria si sentiva paralizzata da quelle parole, ma faticava
a capire la ragione per cui non ricordasse nulla: non riusciva a
focalizzare quella sera, ma non poteva certo aver scordato un episodio
del genere.
"Fammi finire," disse il ragazzo notando che lei voleva interromperlo,
"C'erano molti testimoni, ma pareva non importarvi molto e poco dopo
siete spariti dopo essere usciti dal Paiolo Magico." Frederich lo
ricordava bene, era come se stesse rivivendo quei momenti, come se si
stessero consumando sotto i suoi occhi in quello stesso istante.
Intuiva lo sconcerto dell'amica, ma era deciso a continuare. "La storia
sarebbe finita lì per quello che mi riguardava, ma ho avuto
un sospetto; per come ti conoscevo, sapevo che non avresti mai fatto
una cosa del genere, ma allo stesso tempo faticavo a credere che Edward
ti avesse stregato. Il tuo comportamento era troppo naturale per essere
sotto controllo, così ho dato un'occhiata al bicchiere da
cui avevi bevuto..."
In quel momento Victoria comprese tutto, senza neanche bisogno che lui
le raccontasse nel dettaglio quanto successo. "Amortentia, e anche in
una quantità massiccia se posso permettermi; in quel momento
ho capito che non potevo permettergli di passarla liscia e vi ho
seguiti."
La ragazza annuì, ma sentiva le avvisaglie della vergogna:
lei che adorava le Pozioni, aveva bevuto da un bicchiere senza neppure
controllare che cosa ci fosse dentro. Si sentiva morire, e
pensò che la E fosse totalmente immeritata: se Piton ne
fosse venuto a conoscenza, le avrebbe dato T oppure anche un punteggio
più basso se avesse potuto. E lei se lo sarebbe meritato.
"Non sapevo dove foste diretti, ma ho immaginato che ti volesse portare
dove vive lui, perciò mi sono Materializzato là e
credo di essere intervenuto appena in tempo, se capisci quello che
voglio dire." Frederich sapeva che la ragazza avrebbe capito senza
bisogno che le fosse spiegato; ricordava ancora la fretta con cui era
entrato nella dimora, esopreso i due in flagrante.
O per meglio dire, lui. "C'è stato uno scontro tra me e lui,
e ci sei finita in mezzo." Frederich però non disse che era
stato Edward volontariamente a Schiantarla, riteneva che la ragazza
avesse già saputo tutto ciò di cui doveva essere
messa a conoscenza, e quello era un dettaglio veramente trascurabile.
La lotta era stata cruenta, ma non entrò nel dettaglio
neppure in quel senso: Edward era molto forte ed abile come duellante,
e lui aveva faticato molto ad imporsi. Inoltre il ragazzo aveva spesso
calcato le parole su quella relazione che avevano avuto, come se
volesse spingerlo a sfogare tutta la sua rabbia. "Alla fine comunque
sono riuscito ad afferrarti e ti ho portata via da là; ho
spiegato a papà cos'era accaduto - a grandi linee - e ti ho
fatto somministrare da lui un antidoto."
Victoria ricordò il risveglio a casa Steileir e si disse che
già allora aveva sospettato che ci fosse stato qualcosa di
strano; le parole dei due l'avevano però rassicurata,
pertanto non aveva avuto sospetti di nessun tipo in seguito. Sentiva il
disgusto invaderla, ed un odio sordo verso quell'infame di Edward,
tanto che avrebbe desiderato alzarsi per andarlo ad uccidere di
persona. Come si era permesso di farle una cosa del genere?
"Mi dispiace non averti detto la verità fin dall'inizio, ma
non ricordavi nulla..."
Frederich era certo che Edward l'avesse Obliviata proprio al fine di
proteggere se stesso, e sapeva che anche in quel momento Victoria non
ricordava nulla sulla faccenda. "Posso però dirti che non
credo che Edward fosse davvero interessato a te, forse voleva solo
farti pagare le minacce che gli hai fatto... Credo sia terrorizzato al
pensiero che tutti scoprano la sua parte omosessuale, e ci tiene
all'apparenza. Il mio intervento ha solo rimandato la tua umiliazione,
e me ne dispiace perché se te l'avessi detto prima..."
Frederich era consapevole che Marcus non avesse altra versione che
quella del fratello, e sapeva che in parte era colpa sua; Victoria
scrollò la testa e cercò di sorridere, anche se
faticava a farlo.
"Non importa... o meglio, è vero che Edward ha contribuito
alla lite tra me e Marcus, ma ciò non toglie che lui non si
sia fidato di me... perché, quindi, dovrei essere io ad
avere fiducia in lui?"
A Victoria ancora bruciavano le parole che lui le aveva rudemente
rivolto, ma ora tutto aveva un senso; poteva in parte capire la rabbia
del ragazzo, ma il suo atteggiamento aveva dimostrato che non gli
importava nulla di lei. Si era rapidamente consolato con Maggie, senza
neppure chiederle la sua versione; lei lo avrebbe fatto, ne era certa,
e anche se si sentiva male, era dell'idea che forse sarebbe stata
meglio senza di lui. Non le serviva un ragazzo che non si fidava di
lei; inoltre era in qualche modo legato ad Edward, e dopo quanto
ascoltato non era neppure certa di avere voglia di aveci nuovamente a
che fare.
Per un momento pensò di vendicarsi ugualmente di Edward, ma
capì che non sarebbe mai riuscita a farlo veramente; se
avesse reso pubblica la foto del bacio, anche Frederich ne sarebbe
stato coinvolto, e non voleva che succedesse, anche se il ragazzo aveva
già ribadito che in fondo non gli importava molto. Ma lei
non voleva farlo, soprattutto non con lui che aveva agito tanto
prontamente per risparmiarle un'umiliazione più grande di
quanto era accaduto veramente; aveva i conati solo al pensiero di
essere stata sul punto di essere costretta da un ragazzo a fare
ciò che avrebbe dovuto decidere autonomamente.
Era stata un'azione indegna, e altrettanto indegno era stato il modo in
cui Marcus le aveva rinfacciato di aver solamente recitato. Forse era
la parte che più le faceva male in quelle accuse, e si disse
che non avrebbe più avuto tanta fiducia in un uomo; non
erano che dei bugiardi e manipolatori, e pronti anche a farsi raggirare
da due parole. Per quello che la riguardava, ne aveva avuto abbastanza.
Il primo settembre giunse molto presto quell'anno; Sven Dietrich sedeva
su una panchina posizionata proprio tra i binari 9 e 10, senza
l'uniforme ufficiale. Si sentiva strano negli abiti Babbani, ma da un
lato era una situazione anche divertente in fondo; era lui quel giorno
a doversi assicurare che gli studenti arrivassero sani e salvi al
binario per Hogwarts, e quale miglior mezzo per farlo se non
l'incognito?
Purtroppo non c'erano tracce di Black, anche se la sicurezza degli
studenti veniva prima di qualunque altra cosa: teneva il giornale
aperto, chiedendosi come mai i Babbani non avessero le figure in
movimento. Con la coda dell'occhio notò parecchie famiglie,
tra cui i Diggory, che attraversavano la barriera magica;
posò per un momento lo sguardo sull'orologio e
capì che ormai era giunto il momento di chiuderla di nuovo.
Erano tutti arrivati - lo aveva notato dalla lista che aveva ricevuto
da Silente - perciò non c'era ragione di indugiare oltre.
Anche lui attraversò il passaggio prima di sigillarlo di
nuovo con la magia, e poi si fermò ad osservare la folla di
gente che si era accalcata sul binario; i genitori erano ansiosi e
davano ai figli mille indicazioni, mentre loro parlavano con gli amici
di Quidditch, compiti e scherzi da fare una volta tornati a scuola.
A volte Sven si chiedeva se si sarebbe mai trovato anche lui nei panni
di quei genitori che accompagnavano i figli al binario; non che fosse
vecchio dato, che proprio tra pochi giorni avrebbe compiuto
ventott'anni, tuttavia molti dei suoi amici avevano già
messo su famiglia, o si stavano impegnando per farlo. Lui non aveva
tempo per tutto ciò, e neppure conosceva qualcuna con cui
gli sarebbe piaciuto mettere in pratica quel tipo di progetto; l'ultima
storia avuta era finita in un niente almeno un anno prima, e tutto
sommato era stato meglio così. Naturalmente sua madre non
faceva che sgridarlo, però lui non aveva intenzione di
sprecare il proprio tempo con una persona a cui non era interessato.
Del resto con il lavoro che faceva dove lo trovava il tempo per
corteggiare una ragazza? Adesso poi sarebbe stato costretto a
trascorrere più tempo ad Hogsmeade e a Hogwarts per tenere
parzialmente d'occhio i Dissennatori, e l'ultima cosa che aveva in
mente erano proprio le donne.
Il suo sguardo cadde in quel momento verso una coppia improbabile di
ragazze: la più giovane aveva lunghi capelli biondi ed
un'aria sognante sul volto, e stava raccontando qualcosa alla sua
amica, decisamente più grande di lei. Sven la riconobbe
all'istante: era la stessa ragazza che aveva assistito alla tortura dei
Babbani, e che a sua volta aveva subito la maledizione su di
sé; sembrava dimagrita, e ad una prima occhiata pareva
estremamente sofferente. Era stata l'espressione degli occhi a
rivelarglielo, anche se in quel momento stava ridendo con la sua amica
più giovane.
Se non si sbagliava il suo nome era Victoria, mentre l'altra doveva
essere la figlia di Xeno Lovegood; quell'uomo era pazzo da legare, ma
era estremamente divertente. Proprio quel mese era uscito un articolo
su di lui, nel Cavillo, ed ogni volta riusciva a sorridere quando ci
ripensava. Se non altro sapeva come risollevare l'umore a chi leggeva i
suoi articoli, e lui personalmente l'aveva sempre apprezzato,
specialmente dopo un massacrante turno di lavoro.
Proprio in quel momento il controllore fece fretta agli ultimi studenti
ancora sul binario, e lui osservò le due ragazze salire sul
treno; aveva incrociato nuovamente lo sguardo di quella più
grande, ed avrebbe potuto giurare che lo aveva riconosciuto. Questo lo
aveva sorpreso molto, anche se non si erano salutati se non con gli
occhi; non credeva si ricordasse di lui, anche se forse non era tanto
strano dal momento che doveva averle fatto un'impressione negativa con
i suoi modi di fare.
Soffocò una risatina: non era la prima persona che lo
riteneva un maniaco del lavoro, e aveva ragione, ma anche grazie ai
suoi modi di fare era riuscito a garantirle l'anonimato in quella
brutta vicenda. Le avrebbe voluto chiedere se si fosse ripresa dalla
brutta avventura subita, ma era certo che i segni fossero rimasti, e
l'espressione che aveva negli occhi era chiaramente angosciata, ne era
sicuro. Non era possibile poi dimenticare una cosa del genere alla sua
età, e doveva ammettere che forse lei aveva cominciato
troppo presto a subire le angherie dei malviventi. Osservò
il treno muoversi e partire, e quando sparì oltre la curva
anche lui non era più sul binario: il primo turno ad
Hogwarts era di Rufus, lui avrebbe cominciato con Hogsmeade.
Sul treno, Victoria e Luna presero posto in uno scompartimento vuoto,
il solo che erano riuscite a trovare. "Ho visto Maggie, prima." disse
Luna all'improvviso con aria svagata, osservando Victoria che annuiva;
l'aveva notata anche lei, ma fino a quel momento si erano girate alla
larga.prontamente evitate. Non aveva voglia di litigare anche con lei,
ed era riuscita ad impedire anche un incontro diretto con Marcus,
almeno fino a quel momento; in ogni caso aveva già notato -
con gioia selvaggia - che il ragazzo aveva una nuova ragazza vicino a
sé, segno che Maggie dopotutto era semplicemente stata un
diversivo. Victoria sentiva ancora una sorta di fastidio avvolgerla, ma
vederlo tanto disinteressato le serviva a ricordare il comportamento
tenuto con lei, così da non indurla in un'eventuale ricaduta.
"Ciao ragazze, vi dispiace se ci uniamo a voi?"
Poco dopo la partenza erano arrivati Oliver Baston e Chris McDonald, ed
era evidente che non erano riusciti a trovare uno scompartimento
libero. Le due annuirono, anche se Victoria rise nel vedere
l'espressione sconvolta di Chris che si era seduto vicino a Luna.
Oliver l'aveva accuratamente evitata perché era evidente che
la trovava un po' strana, ma l'altro non aveva proprio potuto
scegliersi un altro posto.
Victoria notò che Oliver aveva ricominciato a parlare di
Quidditch, e non se ne stupiva eccessivamente, anche se intuiva che il
ragazzo forse desiderasse chiederle qualcosa riguardo Marcus; sapeva
che la voce della rottura avrebbe fatto il giro della scuola, ma fu
grata a Luna che riuscì a distrarre il Grifondoro da quel
proposito, coinvolgendolo in uno strano e quanto mai interessante
argomento sull'origine reale delle Pluffe. Victoria soffocò
una risata quando vide la faccia di Chris, sconvolto dalle
argomentazioni per lui prive di senso della sua compagna di Corvonero;
invece pareva che Oliver si trovasse incredibilmente a proprio agio, e
la ragazza ne dedusse che l'argomento Quidditch dovesse essere per lui
davvero importante se riusciva a discuterne pure con Luna.
Al gruppetto nello scompartimento si unì poco dopo anche
Cecily Hawtorne, a cui brillava la spilla di Caposcuola sul mantello;
Victoria già sapeva che Percy la possedeva pure lui, ed era
sorpresa nel vederla addosso anche a lei. E trovava anche curioso che
Cecily si sedesse con loro, ma le bastò osservarla qualche
minuto per capire che doveva essere lì per uno scopo ben
preciso, ovvero Chris. In effetti Victoria doveva riconoscere che il
ragazzo fosse diventato veramente affascinante, ma trovava curioso che
proprio lei si interessasse a lui.
"Ho saputo che hai preso Eccezionale in Pozioni." esordì di
colpo Cecily, rivolgendosi a Victoria in modo gentile. La Corvonero,
che non si attendeva quel commento, rimase spiazzata da quel modo di
fare. Sembrava che la ragazza fosse diventata meno acida, o forse aveva
messo da parte quel modo di fare solo al fine di mostrarsi a quel modo
di fronte a Chris? Probabilmente l'aveva saputo da Cedric, e si
limitò ad annuire; anche quel risultato ora le pareva
immeritato dopo tutto quanto accaduto in quelle settimane. "Non
è da tutti, da quello che ho sentito ci siete riusciti
solamente in tre: del resto non è facile accontentare Piton,
e sono sicura che rimpiangerai di continuare le sue lezioni. Sa essere
davvero sgradevole con chi sopravvive al quinto anno."
dichiarò Cecily, sistemando meglio i capelli mentre
sorrideva a Victoria. La ragazza era ancora colpita da quei modi
gentili al punto che rispose solo con un sorriso forzato.
Alcune ore dopo il treno si fermò, ma tutti compresero che
c'era qualcosa di strano: Victoria notò un improvviso gelo,
del tutto innaturale, e si strinse convulsamente al braccio di Oliver.
Non l'aveva fatto apposta, ma in quel momento le pareva quasi di
annegare tanto il freddo aumentava e per un attimo credette di essere
di nuovo in quel pub ad osservare e subire la tortura; la sentiva
ancora sulla pelle, e non si rese conto che il Grifondoro le aveva
passato un braccio attorno alle spalle.
"Se ne è andato..." disse Cecily con voce di ghiaccio, e
Victoria notò che il treno stava ripartendo e il freddo
scomparendo. Oliver la osservò un po' preoccupato, ma la
ragazza si affrettò a scostarsi, stringendosi meglio il
mantello addosso; Kaiser si era nascoosto tra i suoi piedi, e tutti
avevano un'aria sconvolta. "Sicura di stare bene?" Era sempre Cecily ad
averle rivolto quella domanda, e Victoria notò che sembrava
la meno colpita da quanto accaduto: lei annuì, ma non
riuscì a fare alcuna domanda.
"Doveva essere un Dissennatore, ci hanno riferito che saranno di
guardia a scuola." disse Chris e Cecily annuì, confermando
le parole del ragazzo che si era preoccupato di proteggere Luna quanto
possibile; Victoria pensò quasi di scusarsi con Oliver per
quella scena che l'aveva vista tanto patetica, ma la vergogna non era
ancora svanita, perciò preferì ascoltare i
quattro parlare di argomenti futili e accolse quasi con gioia l'arrivo
a Hogsmeade.
"Ho saputo che hai avuto modo di scoprire quanto può essere
idiota Marcus Flitt."
Cecily l'aveva seguita verso le carrozze, e Victoria si
voltò ad osservare la ragazza bionda; quell'interesse la
infastidiva, soprattutto perché non aveva dubbi che fosse
stato lui a raccontarglielo. "Non arrabbiarti, in fondo non
è colpa sua se è maschio e cretino, ha sempre
fatto così..." dichiarò la Serpeverde
sorprendendola, mentre allo stesso tempo si assicurava che nessuno
perdesse tempo per salire sulle carrozze. Victoria sorrise, senza
riuscire a trattenersi, anche se era una versione minimizzata di quanto
accaduto.
"Già, ma mi sembra strano che tu non gli dia ragione dato
che siete amici."
Sapeva che un tempo erano stati insieme, e si aspettava che tra
compagni di Casa ci fosse solidarietà; la ragazza, invece,
scrollò le spalle noncurante. "Sì, mi ha
raccontato quello che hai fatto, ma so che una parte non può
essere vera perché ci siamo viste al Ministero, ricordi?"
In quel momento Victoria ricordò la presenza della ragazza
in ascensore, e si chiese come mai non l'avesse fatto prima. "Comunque
non ci puoi fare nulla, salvo aspettare che riacquisti la ragione... e
lo farà, fidati. Oppure potresti dimenticartelo e guardare
quel ragazzo che ti sta osservando da qualche minuto."
Victoria si girò e vide da lontano qualcuno che
effettivamente le stava guardando; ad una seconda occhiata riconobbe
Sven Dietrich, l'Auror che credeva di aver visto proprio quella mattina
al binario; non era però sicura che fosse lui, dato che era
vestito in modo differente, ed in quel momento stava parlando con un
altro, che Victoria riconobbe come un altro Auror, lo stesso che era
intervenuto al pub insieme a Kingsley.
"Devo dire che non è niente male, anche se mia madre dice
che è un caso disperato." disse Cecily, sempre rivolta a
Victoria, che questa volta rise apertamente. "E perché mai
dovrei interessarmi a lui? Se proprio ti piace perché non
consideri tu questa possibilità?"
Ma Victoria non intendeva offendere Cecily, era solo divertita dal
suggerimento della ragazza; inaspettatamente Cecily sorrise mentre
salivano - altrettanto inaspettatamente - insieme sulla stessa
carrozza.
"Beh posso dirti una cosa, cara. Se uno come lui mi strizzasse
l'occhio, ti assicuro che non mi volterei dall'altra parte. Ed ora
andiamo, ci tengo alla mia spilla da Caposcuola e non voglio arrivare
tardi al banchetto."
il
25 è arrivato e spero che vi piaccia xddd sappiate che sono
10 pagine complete e oltre, perciò mi attendo dei bei papiri
u.u
non ho potuto spezzarlo perchè... beh doveva andare
così! u.u
ringrazio i nuovi lettori/recensori per i commenti^^ siete adorabili, e
sono felice che la storia vi piaccia^^
credo
ci sia molto di cui discutere, a cominciare dal fatto che Sven
è un Auror strafigo(sono dannatamente di parte, ma io amo
questo OC**)che riesce a farsi guardare male dalla nostra Vic u.u
in ogni caso credo che il suo modo d'agire sia giusto, voi che dite?u.u
e poi ecco svelato quanto accaduto nel capitolo 20 u.u Edward si
è rivelato in tutta la sua bastardaggin <3 e badate,
lo fa solo ed unicamente per apparenza u.u come vedete Vic non
ricordava niente a causa dell'Oblivion, perciò la
rivelazione è sconvolgente xd
e Frederich è sempre figo, non potete negarlo u.u
ma
come vedere Marcus si rivela molto impulsivo... non è il
genere di ragazzo che "perde tempo" ad ascoltare la versione della
ragazza u.u dal momento che Ed gli dà le prove, lui ci
crede, e mette in dubbio tutto quanto.
Forse sono stata un po' cattiva ma questo comportamento è
abbastanza credibile secondo me
Vic si incazza come una iena, e vi avviso che se non c'era Cedric lo
apriva in quattro XDDD perchè comunque dopo tutta la fatica
fatta a fidarsi di lui, le brucia che Marcus possa credere a quelle
parole
Oltretutto lei non può dirle dov'era quella notte,
altrimenti potrebbe anche finire nei guai se si venisse a scoprire.
Ma Cecily non l'ho messa li a caso u.u chissà u.u
torneranno insieme?u.u
beh lo scoprirete xdd ma ormai la presenza di Sve si fa sempre
più fondamentale :=)
Ero tentata di usare lui come eroe di Vic, ma non mi piaceva l'idea u.u
era troppo banale, e poi we love Kingsley *___*
Perchè gli Auror devono pattugliare Hogsmeade e Hogwarts se
ci son già i Dissennatori?
Beh nel libro si scopre che Silly non si fida dei Dissennatori, e non
è stupido, pertanto essendo questo un What If non ci vedo
nulla di strano u.u
così Sven può trovarsi la donna con
più facilità <3
Ok il professor Piton mi ha guardata male dopo questa battuta xddd
a proposito di Sven, ho iniziato a tracciare di lui un quadro
psicologico ben definito che attualmente conta queste info:
-figo(XDD)
- quasi 28 anni(se vi interessa li compie il 9 settembre u.u)
- single e non particolarmente ansioso di sistemarsi, pur comunque
desiderando una famiglia(dalle sue parole si capisce che la cosa non lo
schifa xd)
- madre rompiballe, e per chi lo sa, direi madre decisamente poco
materna XDDD
gli
esami di Vic sono andati stra bene u.u ma del resto studia sempre, che
saran mai due mesi di riposo in infermeria?XDDD
le
fan di Oliver esulteranno per il gesto sul treno?XDDDD beh
chissà u.u
ora
vi saluto ed attendo i vostri papiri^^ ciao a tutti!
I miei
contest *__*
My
Drabble in Love
Ti
sposerò perchè...
Mio
padre lo verrà a sapere!
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
In
memoria di Fred - Contest
|
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Capitolo 26 *** 26 - Cuore di lupo ***
Immagine
allo specchio
26 - Cuore di lupo
La routine di Hogwarts era ormai consolidata; durante le prime
settimane Victoria fu talmente impegnata da non accorgersi quasi del
tempo che passava. Le lezioni erano diventate molto più
difficili del previsto, soprattutto Pozioni. Il professor Piton
strapazzava lei e i suoi due compagni, mettendoli continuamente alla
prova con test sempre più complicati; tuttavia il vantaggio
di seguire le sue lezioni al sesto anno era quello di poter osare un
po' di più. Con meno studenti, l'insegnante era
più incline a spiegare ed aiutare - nei limiti del suo modo
di agire - i pochi che seguivano le sue lezioni.
A Victoria piaceva particolarmente il corso di studi: secondo il
programma, quell'anno avrebbero potuto imparare a produrre il
Veritaserum e anche pozioni come la Felix Felicis e altre di cui aveva
sentito solo parlare. La ragazza rimase particolarmente colpita un
pomeriggio, dopo il termine della lezione, quando vide l'insegnante
alle prese con un paiolo colmo di una Pozione. Alla ragazza
servì del tempo per capire come mai Piton preparasse
l'Antilupo, e ne dedusse che - forse - era una sua improvvisa idea per
una delle lezioni.
Finalmente avevano anche un insegnante di Difesa competente: lei e
Cedric, così come quasi tutta la scuola, avevano accolto con
sollievo l'arrivo del professor Lupin, che si era dimostrato
particolarmente sensibile con loro e anche in grado di sostenere le
lezioni senza rendersi ridicolo. Quell'anno si sarebbero mossi nel
complesso campo delle Arti Oscure, e Victoria era sempre più
impegnata a leggere i libri del Reparto Proibito dedicati
all'argomento; anche le altre materie erano sempre più
interessanti, come Trasfigurazione e Incantesimi. Inoltre quell'anno
Victoria aveva avuto una gradita sorpresa: il professor Vitious le
aveva assegnato il ruolo di Capo durante gli incontri del Club di
Incantesimi, lo stesso che tempo prima aveva ricoperto Frederichi. In
quelle vesti, Victoria non aveva nessun potere particolare, salvo
quello di fungere da intermediario tra i compagni e il professore,
oltre ad essere anche interpellata sul programma degli incontri del
Club.
Nonostante tutti gli impegni, Victoria riusciva ugualmente a trovare un
po' di tempo libero; le era servito un po' di tempo per abituarsi
all'idea di essere tornata single , ma allo stesso tempo sentiva di
stare molto meglio senza Marcus. Non rinnegava quanto accaduto tra di
loro, ma il ragazzo si stava davvero impegnando per renderle la vita
difficile: Cedric le aveva riferito alcune voci che il Serpeverde aveva
fatto circolare, e la conseguenza di queste era stata un'aspra lotta di
magia nel corridoio. Nella foga della battaglia, Gazza era rimasto
coinvolto ed entrambi erano stati puniti severamente da Silente; dopo
quell'episodio Marcus aveva smesso - per il momento - di costituire un
problema, e si accontentava semplicemente di farle alcuni dispetti.
A volte per sfuggire a quell'esasperante persecuzione, Victoria si
rifugiava sulle rive del Lago Nero, soprattutto dietro ad alcuni
cespugli alti che servivano a nasconderla alla vista; era in visita
sempre più spesso in quel luogo che ormai considerava come
suo, attirata anche dallo splendido roseto che tutto l'anno mostrava
gli splendidi fiori come se fossero eterni. Victoria sapeva che
d'inverno sarebbero state ghiacciate, ma erano sempre ugualmente
affascinanti. A volte giungeva in quel luogo assieme a Luna, ma spesso
preferiva essere da sola; Cedric a quanto pareva aveva trovato una
nuova ragazza, mentre Penelope e Percy erano troppo impegnati a
studiare e a trascorrere del tempo assieme. Non aveva quasi
più visto Oliver dall'inizio dell'anno scolastico, e
immaginava che fosse impegnato ad escogitare sistemi di gioco per
vincere la Coppa del Quidditch.
Quel giorno di metà ottobre la ragazza era seduta al solito
posto, mentre guardava il sole iniziare a tramontare: era uno
spettacolo di luci splendido, tanto che l'acqua pareva intrisa di un
intenso color arancione. Victoria era reduce dall'ultima lezione di
Pozioni e desiderava un po' di pace, quella che era impossibile da
trovare all'interno della scuola; in lontananza si vedevano i
Dissennatori, ma non erano così vicini da far sentire il
loro gelido effetto. A volte le dava fastidio ricordare come fosse
potente il loro potere, e si sentiva agghiacciare solo al pensiero; si
era allentata la cravatta ed aveva appoggiato il mantello a terra
sull'erba per sedercisi sopra.
Chiuse gli occhi finchè non percepì una presenza:
si mise a sedere di scatto, e vide un lupo a poca distanza da lei; la
ragazza non ne aveva mai visto uno a Hogwarts, e d'istinto si chiese se
l'animale non avesse intenzione di attaccarla. Per quanto appassionata
di Creature Magiche, non aveva mai davvero approfondito la materia,
preferendo concentrarsi su altro. Non sembrava che il lupo avesse
un'aria aggressiva, ma lei sapeva che quelli erano animali
imprevedibili. La fiera si avvicinò lentamente, studiandola,
e lei si ritrovò a fissare le iridi azzurre del lupo; per un
istante ebbe l'impressione di avere già visto quello
sguardo, che pareva volerle dire qualcosa, ma poi si disse che una cosa
del genere non fosse possibile. Quando mai aveva visto quell'animale
prima di quel momento?
"Ciao, io sono Victoria." gli disse vedendo che pareva annusare l'aria
attorno a lei. Aveva il curioso comportamento di un cane, ma allo
stesso tempo era chiaro che si trattava di un esemplare non abituato al
contatto con gli altri animali. La ragazza si sentiva un'idiota a
parlargli, ma poi notò l'orecchio sinistro del lupo: era un
colore differente dal resto del pelo, sembrava, se possibile, biondo.
Forse era una sua caratteristica e ne rimase molto colpita; l'animale
si limitò ad osservarla e la ragazza ebbe quasi
l'impressione che potesse capire il suo stato d'animo turbato. Solo
poco prima aveva litigato con Marcus, e si sentiva stranamente isolata
dal mondo; guardando il lupo, che aveva emesso un ululato proprio in
quel momento, la sensazione era sparita.
Sorrise. Doveva essere diventata matta per mettersi a parlare con un
animale predatore; di solito era Kaiser ad essere il suo confidente.
Dopo alcuni minuti comunque si rese conto che il lupo non intendeva
farle del male, o non sarebbe rimasto a fissarla con sguardo penetrante
invece di colpirla; notò che si era accucciato poco distante
da lei, come se volesse tenerle compagnia, e si era pure lasciato
accarezzare la testa.
Victoria, che ricordava gli insegnamenti del professor Kettleburn, ne
dedusse che probabilmente il lupo era abituato almeno in parte a
trattare con le persone, magari con lo stesso Hagrid che si occupava di
tutti gli animali di Hogwarts. Portò di nuovo lo sguardo sul
cespuglio di rose e rimase sorpresa quando l'animale, dopo essersi
rizzato sulle zampe, ne aveva strappata una con i denti e gliel'aveva
posata sulle ginocchia, come se volesse invitarla a prenderla. La
ragazza rimase colpita da quel gesto che non si aspettava, ed
osservò a lungo il fiore rosa; nessuno le aveva mai fatto un
regalo del genere, e sorrise pensando che doveva proprio essere un
animale a farle quell'omaggio. "Grazie, anche se non dovevi dist... oh
cielo, dovrei essere al castello!"
Victoria si alzò di colpo nel rendersi conto che il sole era
sul punto di sparire definitivamente per quel giorno; significava che
l'orario in cui poter essere in giro per Hogwarts era scaduto;. Curioso
che non si fosse resa conto del tempo che era trascorso, impegnata
com'era a rendersi ridicola con un animale. Le dispiaceva lasciarlo, ma
non aveva voglia di incorrere in una punizione perciò si
avviò verso il castello in fretta.
Lo sguardo del lupo la seguì a distanza, e quando lei
sparì alla vista si stiracchiò le zampe; un
attimo dopo l'animale era scomparso, e Sven aveva ripreso la sua forma
umana, riflettendo su quanto accaduto. Si era deliberatamente
trasformato solo per passare inosservato agli eventuali sguardi degli
studenti, ma non aveva previsto di incontrare ancora una volta la
ragazza. In verità nei giorni precedenti l'aveva
già vista alcune volte al lago, ma non si era mai mostrato:
aveva optato per restare sotto forma di Animagus. Neppure lui sapeva
spiegarsene la ragione, ma aveva provato la sensazione magnetica che
l'aveva indotto a cercare un contatto con lei; sorrise pensando che non
si era comportato come un lupo, ma quasi come un cane addomesticato.
Non aveva potuto fare a meno però di notare la profonda
solitudine negli occhi di Victoria, perciò cosa c'era di
sbagliato nel volerle offrire un po' di conforto?
Nulla, se non che era sicuro che la ragazza non si sarebbe neppure
lasciata avvicinare se lui non fosse stato un lupo; strappare la rosa
con i denti era sembrato normale, ma si chiese che cosa avrebbe pensato
se avesse immaginato che lui non era un innocuo animale,
bensì un ragazzo, o per meglio dire un giovane uomo.
"Sven!" la voce in lontananza lo distrasse, e riconobbe Rufus che si
stava avvicinando; si alzò in piedi perché sapeva
quanto il collega detestasse non comportarsi, come diceva lui, da
persone civili. Era il suo turno di sorveglianza ora, mentre Sven si
disse che finalmente per quel giorno avrebbe potuto andare a casa. I
due Auror si scambiarono alcuni convenenvoli prima di separarsi e Sven
si allontanò verso i cancelli della scuola. Vide le alte
figure dei Dissennatori agitarsi: come sempre quando captavano una
presenza umana diventavano più irrquieti, ma non
attaccavano, perché Silente era contrario alla loro
presenza. Evocò il proprio Patronus per tenerli a maggior
distanza: il lupo argenteo gli spianò la strada e lui
superò agilmente il passaggio, ritrovandosi quindi oltre i
confini protetti della scuola. Sparì con un sonoro crack,
mentre anche il Patronus si dissolveva nella nera notte.
Poche ore più tardi, sdraiato sul divano, stava con lo
sguardo incollato al soffitto; aveva dormito un po', ma il suo gufo -
Odino - l'aveva svegliato consegnandogli una lettera. Dal mittente si
rese conto che doveva essere un messaggio della madre, ma non l'aveva
aperto. Era ancora impegnato a pensare a quanto accaduto alcune ore
prima: non riusciva proprio a togliersi dalla testa quella ragazza, pur
sapendo che era una follia pensare a lei. Per quanto cercasse di
negarlo, sapeva di essersi avvicinato a lei per interesse; non poteva
negare che fosse una bella ragazza, ma era comunque troppo giovane per
lui.
Proprio per quello non riusciva a spiegarsi quell'attrazione magnetica
che l'aveva portato ad avvicinarsi a lei, seppure come lupo; aveva
ancora in testa il profumo di mughetto che emanava, lieve e delicato,
non quell'odoro pesante e appariscente che di solito piaceva a quelle
della sua età. Però sapeva anche di essere
attratto da quella personalità che le aveva visto nel
profondo dei suoi occhi, più che dall'aspetto fisico.
Di persone belle ce ne erano persino troppe, invece lei gli sembrava
particolare e si chiese se non fosse impazzito; guardò
l'orologio e decise di approfittare ancora di qualche ora di sonno
prima di recarsi in ufficio la mattina dopo.
Non era troppo affollato quel giorno il pub di Rosmerta, nonostante
fosse consentito agli studenti di Hogwarts recarvisi: quanto tempo era
trascorso da quando anche lui girava per le stesse strade divertendosi
invece di pattugliare la zona come faceva in quel momento. I
Dissennatori in qualche modo dovevano pure essere controllati, no?
Erano in cerca di un assassino pericoloso ma non per questo erano del
tutto affidabili, non secondo lui. “Ti verrà il
torcicollo se continui a guardarla. “ La voce divertita della
giovane donna dietro al bancone attirò solo parzialmente la
sua attenzione, intento ad osservare un gruppetto di ragazzi ad un
tavolo poco lontano; era il giorno di Halloween e c'era stata la prima
gita al villaggio per gli studenti di Hogwarts.
Sven li osservò di nuovo, cercando di capire chi fossero. Un
Grifondoro, che portava una spilla da Caposcuola sul mantello, e le
altre – due ragazze e un ragazzo - di Corvonero da quello che
poteva capire. Il Grifondoro doveva essere uno dei tanti Weasley, se
ben ricordava Arthur e Molly avevano messo su una squadra di Quidditch
da soli, e una delle due doveva essere la sua ragazza o comunque amica
intima visto che era l'unica a lisciare bene le pieghe del mantello
sotto le risatine degli altri due.
Era comunque l'altra ad aver attirato la sua attenzione: l'aveva
già vista più volte e aveva imparato ormai a
riconoscerla, soprattutto dallo sguardo.
In quel momento come allora quegli occhi grigi l'avevano ipnotizzato
tanto che non sentì ridacchiare Rosmerta, divertita davanti
a quello spettacolo; stava seduto sull'alto sgabello proprio di fronte
al bancone ma si era girato di modo da osservare senza dare
nell'occhio. Quando bevve un sorso del caffè che aveva
ordinato si sentì schifato. "Ma è freddo!" disse
rivolto alla donna che lo guardò scoppiando a ridere. "E ci
credo, saranno dieci minuti che ce l'hai davanti e ti guardi attorno:
devo ammettere che l'occhio non ti manca. Carina vero?" La graziosa
ostessa si godeva lo spettacolo, un pò colpita dal fatto che
avesse messo gli occhi su una studentessa che era molto più
giovane di lui: avevano frequentato Hogwarts assieme anche se in due
Case differenti, ma si conoscevano bene. Lui mormorò un
sì senza pensarci per poi rendersi conto di cosa aveva
detto. "Ma non dire sciocchezze, mi sembrava di averla già
vista. Tu piuttosto, ho sentito che ti sei sposata."
Sven deviò immediatamente l'argomento sentendosi preso in
contropiede; era sempre stato così anche a scuola,
difficilmente si era avvicinato a delle ragazze perché
spesso i loro modi lo intimorivano, troppo sicure di sé,
troppo spavalde per la sua indole tranquilla. Non che fosse senza
esperienza, ma non si era mai fissato troppo come alcuni suoi compagni;
il fatto che una studentessa fosse riuscita ad attirare la sua
attenzione a quel modo lo aveva indispettito, ma ormai non poteva farci
nulla, e in ogni caso non aveva senso dato che lei lo vedeva solo sotto
forma di lupo. In effetti gli si era avvicinato solo a quel modo, e
sorrise quasi involontariamente. Invece Rosmerta picchiettò
la bacchetta sulle dita dell'amico, fingendosi arrabbiata. "Certo che
mi sono sposata, e se non fossi tanto impegnato a catturare i maghi
oscuri avresti potuto venire, Robert l'avrebbe apprezzato. Ma non
cambiare argomento, perchè non vai a salutarla? "
L'Auror la guardò: chiaramente Rosmerta non era una che
andava tanto per il sottile e anche quello lo esasperava. "Oh certo,
cosa vuoi che sia mai?" I due risero, ma lui si allarmò
quando si accorse che Rosmerta la stava chiamando al bancone e
pensò che le fosse andato di volta il cervello. "Victoria,
tesoro, hai già trovato un lavoro per l'estate?"
Sven si sentì sollevato nel sentire di cosa parlavano, anche
se le occhiate della donna lo mettevano a disagio; evidentemente la
ragazza doveva essere abituata a lavorare d'estate, ragionò,
nonostante abitasse assieme ai Diggory. Curioso, non molti minorenni lo
facevano e lui ne era rimasto sorpreso anche la volta che l'aveva
incontrata all'interno dell'ufficio Auror. In quel momento il ragazzo
Grifondoro si era avvicinato con gli altri due e lo aveva salutato in
quel suo modo pomposo che lo faceva sorridere. "Oh santo cielo Percy,
è solo il capo degli Auror, in che modo ti rivolgeresti a
Caramell se capitasse qui?"
Tutti risero alle parole di Victoria che aveva canzonato i modi servili
con cui si era rivolto all'Auror, che a sua volta doveva ammettere che
aveva perfettamente ragione: evidentemente il ragazzo desiderava fare
buona impressione su di lui, anche se non ne capiva la ragione. Da
quelle parole però dedusse che il giovane Weasley era molto
formale, non a caso era un Caposcuola. "Ma cara, cosa bevi? Non
è una cosa da Corvonero, questa!"
Victoria alzò lo sguardo interrogativo su Roger Davies, che
aveva pronunciato quelle parole: siccome tutti lo guardavano
pensò di esporre la sua teoria secondo cui di solito i
Corvonero bevevano cose molto più raffinate, come i cocktail
elfici che si diceva donassero molta intelligenza, mentre i Grifondoro
solitamente preferivano bevande come la Burrobirra che li rendeva ganzi
e fighi(anche se vedi Potter e ti chiedi dove siano quelli fighi lol),
esattamente come i Serpeverde prediligevano l'alcool puro. E i
Tassorosso quelle cose lì che aveva lei, le
indicò la cioccolata in tazza con la panna montata ballerina
che intonava una canzone un po' infantile quando rimaneva troppo a
lungo nella tazza. Una cosa banale, secondo lui. "Che mucchio di
sciocchezze!" sentenziò Victoria facendo spallucce e
sorseggiando la sua deliziosa cioccolata bollente.
"Ovviamente, certo che dividervi in Case non è una gran
scelta se avete tanti pregiudizi. I Tassorosso sono validi esattamente
come gli altri: guardate per esempio il nostro Capo Auror qui presente,
è stato tra loro ed ha fatto una carriera brillante." disse
Rosmerta con orgoglio facendo persino imbarazzare Sven, non abituato ad
essere elogiato in pubblico, non a quel modo, e trovò
fastidiosissimo il fanatismo ossessivo di Weasley, che si complimentava
con lui. "Beh allora se questa è una bevanda da
Tassorosso... Rosmerta preparamene una doppia così
sarò sicura di fare anche io una carriera brillante come il
signor Dietrich."
Ma Victoria non l'aveva detto con l'intenzione di canzonarlo, sembrava
convinta di ciò che diceva e anche il suo sguardo ammirato
sembrava sincero tanto che Rosmerta lo prese ampiamente in giro
scoccandogli uno sguardo divertito.
"Vic, ci vediamo a cena, ok? Io e Penny dobbiamo andare a... beh
abbiamo qualcosa da fare." disse Percy in tono formale, e Victoria
annuì per poi sghignazzare non appena la coppia di amici si
fu allontanata. Roger si era avvicinato ad altri compagni di Corvonero,
mentre lei era rimasta li seduta al bancone, sotto lo sguardo curioso
di Sven, e malizioso di Rosmerta. "Beh è chiaro, no?
Andranno a sbaciucchiarsi senza essere visti." rispose Victoria
all'Auror con un sorriso, per poi riportare lo sguardo sulla sua tazza.
Rosmerta si voltò, ma non prima di aver strizzato l'occhio a
Sven, chiaramente spiazzato dal fatto che Victoria si fosse rivolta a
lui normalmente e non con i modi di fare di Percy. "Dovresti farlo
anche tu, cara." si intromise Rosmerta, guadagnandosi un'occhiataccia
dall'Auror che aveva compreso - al contrario della ragazza -
l'allusione a lui. "Io? No, grazie, di certo Percy non è il
mio tipo, e non credo di conoscerne altri interessanti."
Victoria aveva visto che, proprio in quel momento, era entrato Marcus
Flitt, che la stava fulminando con lo sguardo; lei evitò di
guardarlo, ma si sentiva quasi minacciata da quel modo di fare e
avrebbe desiderato andarsene senza dare nell'occhio. "Oh accidenti,
è tardissimo!"
La ragazza aveva visto l'orario e sapeva che avrebbe dovuto essere di
ritorno a scuola; il pub infatti si stava svuotando, perciò
si scusò con entrambi prima di scendere dallo sgabello e
allontanarsi.
"E che aspetti? Che faccia notte? Seguila, no?" Rosmerta
alzò gli occhi al cielo: perché quel ragazzo
doveva essere sempre tanto tonto? Aveva persino la scusa perfetta dal
momento che a breve sarebbe stato suo il turno di sorveglianza ad
Hogwarts; Sven le lanciò un'occhiataccia, ma fece ugualmente
quello che lei gli aveva suggerito. Le strade del villaggio
cominciavano a svuotarsi, e lui riconobbe Victoria nella sagoma che si
allontanava verso il percorso che portava ad Hogwarts; di certo a
quell'ora non avrebbe dovuto essere da sola perciò ebbe
un'idea. Si Trasfigurò nuovamente nel lupo e la
seguì, fin quando lei non si accorse di non essere sola.
"Oh... ma sai, ho l'imprpessione di averti già visto!" disse
la ragazza dopo aver riconosciuto l'animale; era quasi sicura di quanto
diceva, ma si sentiva una stupida perché quello era solo un
animale... Eppure c'era qualcosa nei suoi occhi che sembrava essere
già noto; si girò perché le era parso
di percepire un rumore - e di quei tempi preferiva rimanere vigile - ma
non era preparata a trovarsi Sven proprio a pochi passi da lei.
Victoria indietreggiò senza volere di due passi, chiedendosi
dove fosse sparito il lupo, ma poi si rese conto che era ancora
lì.
"Sai, stavo cercando di immaginare la tua faccia quando avresti capito
che ero io, ma devo dire che mi attendevo come minimo qualche
schiaffo!" disse con un sorriso Sven, sapendo che alla ragazza sarebbe
ben presto tornato in mente lo strano comportamento che aveva tenuto
con lei al lago alcuni giorni prima. Lei arrossì
vistosamente, ma nascose quella reazione soffiandosi prontamente il
naso, come se non potesse farne a meno.
"Ecco, in verità non mi aspettavo questa cosa..." disse
sinceramente la ragazza, ancora sorpresa; era sicura che quella non
fosse una banale Trasfigurazione, era troppo perfetta e di colpo si
sentì a disagio per via di quanto successo. Per fortuna lui
non disse niente, limitandosi semplicemente a dirle che quella era la
sua forma da Animagus; Victoria pensò d'istinto alla
professoressa McGranitt, anche lei abile Animagus, e si disse che
avrebbe dovuto comprenderlo subito.
"In ogni caso tu non puoi girare da sola vista la situazione,
perciò ti accompagnerò a scuola." Sven sapeva che
non c'erano pericoli lungo il tragitto, ma l'istinto di Auror era
sempre più forte di tutto; oltretutto era stato addestrato
da Alastor , perciò a volte tendeva a vedere il pericolo
anche quando non c'era. Non era comunque arrivato ai suoi livelli di
paranoia, e di questo poteva esserne certo.
In ogni caso era anche contento di avere un motivo per seguire
Victoria; durante il tragitto i due parlarono un po' di vari argomenti,
dalla scuola a Sirius Black, e lui trovava piacevole quella compagnia.
Troppo, si disse dopo averla accompagnta fin nelle vicinanze del
castello, non voleva darle l'idea di perseguitarla.
"A proposito, grazie." disse Victoria, ma Sven non riuscì ad
approfondire la sua curiosità: l'aveva ringraziato per
averla accompagnata? No, l'aveva già fatto, eppure, rapito
da quel sorriso un po' intimidito, capì che doveva in
qualche modo entrarci il loro incontro precedente.
La cena in Sala Grande era tutta un brusio, ma Victoria si sentiva
scombussolata e non aveva appetito; Percy e Cedric la presero in giro
sostenendo che aveva mangiato troppi dolci di Mielandia, ma lei sapeva
che non c'entrava nulla la gita appena conclusa. Si sentiva ancora
imbarazzata al pensiero di non aver riconosciuto l'Auror, anche se era
ben lontana dall'immaginare che prendesse le sembianze di un lupo.
Non aveva neppure buttato via quella rosa, anzi, l'aveva tenuta
all'interno del suo amato libro di Shakespeare, ma ora si chiedeva che
cosa farne: in fondo era un dono ricevuto da un uomo, e un po' la
faceva sentire a disagio, anche se allo stesso tempo era una sensazione
rassicurante.
Già, non aveva mai provato niente del genere quando era
vicino ad altri amici, e un po' ne era spaventata. Si accorse in quel
momento che Flitt la stava osservando, e notò qualcosa di
diverso nella sua espressione. Quando lei fece per lasciare la Sala,
non si accorse che lui l'aveva seguita, anche se ne ebbe la certezza
dopo aver percorso un corridoio deserto. Si voltò e lo vide
che veniva verso di lei. "Senti, dobbiamo parlare." disse il ragazzo, e
Victoria alzò gli occhi al cielo. L'ultima volta che le
aveva detto queste parole, si erano trovati a lanciarsi fatture e
Schiantesimi, perciò non aveva voglia di ascoltarlo.
"Non credo proprio. Ora sparisci e lasciami in pace." disse la ragazza,
ma non riuscì a fare più di qualche passo che lui
la bloccò, facendola infuriare: se voleva litigare era la
serata giusta, anche se non avrebbe voluto. "Invece mi ascolterai; ho
appena parlato con Cecily, e mi ha detto di averti vista al Ministero
quella notte... e volevo scusarmi per non averti creduta e..."
Marcus in realtà non aveva capito come mai Victoria fosse
stata proprio al Ministero, ma, dal momento che la ragazza non era
comunque una bugiarda, si sentiva propenso a crederle ed aveva anche
preso in considerazione l'ipotesi che Edward avesse mentito. Anche se
ancora non ne capiva la ragione, però ora sapeva di dover
convincere la ragazza a discuterne.
Invece Victoria se lo scrollò di dosso con violenza, animata
dal folle desiderio di picchiarlo per quanto aveva appena sentito. "Ah,
veramente? Beh Marcus, non ti sembra di esagerare? Non ti sei fidato
della mia parola e adesso è tardi; tornatene dietro le tue
stupide amichette, non voglio più avere nulla a che fare con
te. Chiaro? Se pensi che basti una parola di scusa dopo tutto quanto
hai detto... non servirà, ma non mi ripeterò.
Sparisci dalla mia vista e dalla mia vita!" dichiarò
Victoria con voce furente, allontanandosi in fretta lungo il corridoio
per poi sparire diretta alla Torre di Corvonero. Per quello che la
riguardava, Marcus l'aveva già tormentata abbastanza.
Era troppo tardi per rimediare.
eccoci
qui U__U devo dire che questo capitolo da scrivere mi è
risultato facilissimo(2 orette, 3 esagerando), forse perchè
ce l'avevo già in testa xDDD
come avrete notato è quasi tutto incentrato su Sven U____U
dovete sapere che avrei preferito assegnargli un altro animale come
Animagus - non vorrei che pensaste che l'ho fatto per Lupin xdd - ma
era già questo il suo^^ un bel lupacchiotto delle nevi**
c'è anche il primissimo contatto diretto tra i due, anche se
lui non si è mostrato propriamente nella sua forma xDDDD mi
sembrava carino così da mettere u.u e come noterete lui
è già perso u.u ah l'amour <3
lei intanto ha un po' di "moria" di amici: Percy e Penny che sono
impegnati a sbaciucchiarsi, Ced con una ragazza(pietà, non
è Cho, non c'è nulla di male se si impegna con
qualcun'altra xdd) e basta u.u Luna essendo al secondo anno non
può andare ad Hogsmeade, perciò ci ho inserito il
caro Roger u.u
Rosmerta e Sven coetanei... beh questa mi piace, nel senso che non
credo Rosmerta sia vecchia, e 28 anni mi sembrano un'età
ragionevole u.u e notate anche com'è maliziosa AHAHAHAHA mi
dà l'idea di una così o.o
alla fine Vic scopre il "segreto" del lupo, e dite che sia un po' persa
pure lei?** beh intanto Marcus sembra aver ripreso in parte - ma
proprio in parte xd - la ragione u.u ovviamente usa le parole
sbagliate, perciò a voi decidere se riuscirà
oppure no a riconquistarla u.u
io dico di no nd Sven, che guarda male Marcus
*ghigna*
bene vi lascio...ci sentiamo al prossimo, ciao! ven:
victoria: (avrebbe
i capelli neri lei u.u)
I miei
contest *__*
My
Drabble in Love
Ti
sposerò perchè...
Mio
padre lo verrà a sapere!
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
rosa per te
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
In
memoria di Fred - Contest
|
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Capitolo 27 *** 27 - L'inquietudine del cuore ***
Angolo
autrice:
eccomi! non sono morta, il ritardo è dovuto al fatto che la
mia long su Lord Voldemort è a scadenza, pertanto DEVO farne
una mia priorità. Vi lascio il link così la
potrete leggere se vi va*li minaccia*
Nel caso ho pubblicato questo spin off di questa storia: i protagonisti
sono Victoria, Kaiser e Marcus u.u
Stupido umano http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=962997&i=1
Profumo
di tenebra :=)che è
arrivata al secondo capitolo!
Immagine
allo specchio
27 - L'inquietudine del cuore
Il panicò dilagò per la scuola alla notizia che
il criminale Black era riuscito non solo a entrare a Hogwarts, ma che
aveva addirittura tentato l'accesso alla Sala Comune dei Grifondoro;
Victoria si chiese come mai i Dissennatori non avessero fatto nulla per
impedirlo, e dentro di sé sentiva di non poter del tutto
biasimare l'ira degli Auror che si sentivano presi in giro.
Molti si chiedevano che cosa mai Sirius Black stesse cercando a
Hogwarts, ma la ragazza aveva ascoltato uno stralcio di conversazione
tra Piton e Gazza nei corridoi e aveva captato il nome di Harry; che
cosa c'entrasse il ragazzo non l'aveva capito, ma di sicuro era in
qualche modo implicato.
Victoria notò - nei giorni seguenti - che Sven Dietrich e i
suoi colleghi sembravano diventati più nervosi; in effetti
in molti credevano che gli Auror fossero incapaci di svolgere il loro
lavoro e mantenere quindi la sicurezza a scuola, ma lei e Cedric erano
anche dell'idea che forse Black era stato sottovalutato.
Nel frattempo, la strega era impegnata ad evitare Marcus Flitt e di
rado si faceva vedere sola in giro per la scuola; a volte si era detta
che, forse, avrebbe anche potuto provare a dargli una seconda
possibilità, ma era un'idea che non l'aveva mai tentata per
più di qualche minuto. Ogni tanto Cedric la sgridava,
dicendole che non aveva nessun bisogno di uno come Flitt,
però a volte non poteva fare a meno di pensare che, se non
altro, nel periodo in cui erano stati una coppia non si era mai sentita
sola come in quelle settimane. A controbilanciare quello strano
desiderio c'era la certezza che in fondo Victoria desiderasse solo aver
qualcuno a cui voler bene, ed era molto diverso dal volere proprio lui
accanto a sé. Anzi, ripensando al rapporto altalenante che
c'era sempre stato, si era detta che non avrebbe mai potuto reggerlo di
nuovo: che senso aveva litigare in continuazione e tenere il broncio
per dei giorni? Qualche volta poteva accadere, ma non poteva diventare
una routine.
"Adesso potrai distrarti con le lezioni di Materializzazione." le disse
Cedric con aria allegra il giorno in cui nelle varie Sale Comuni era
comparso l'avviso; Victoria era rimasta incerta, ma alla fine, dietro
consiglio del professor Vitious, aveva deciso di iscriversi. L'esame si
sarebbe tenuto il cinque Gennaio, ovvero due giorni dopo aver compiuto
i diciassette anni, perciò poteva anche tentare. Avrebbe
voluto che lo facesse pure Cedric, ma suo padre gli aveva fatto sapere
che avrebbe dovuto attendere di terminare Hogwarts prima di ottenere la
patente. In effetti sarebbe stato anche inutile per lui seguire quelle
lezioni dato che compiva gli anni molto in ritardo rispetto a lei, ma
Victoria aveva deciso di provare anche senza di lui. Per poi pentirsene
all'istante quando aveva visto chi era l'istruttore; Edward Flitt li
aveva osservati con la sua solita aria affascinante, ma non le era
sfuggito che aveva indugiato un secondo di troppo su di lei, che si era
sentita rivoltare lo stomaco al pensiero di quanto accaduto.
Tuttavia il ragazzo non aveva mai detto nulla di strano durante le
lezioni, e Victoria si era resa conto che era tutt'altro che
accondiscendente; non faceva che rimproverare tutti per la loro poca
Determinazione. Lei stessa la prima volta che si era Spaccata aveva
provato le gioie di una ramanzina con i fiocchi, ed era stata costretta
ad aspettare almeno dieci minuti prima che terminasse e la rimettesse a
posto.
Di conseguenza la ragazza lo detestava più di prima, tanto
che era sempre tra le ultime ad arrivare quando c'era la lezione;
inoltre aveva scoperto di non amare particolarmente quel modo di
viaggiare. Preferiva di gran lunga le Passaporte, ma sapeva che
Materializzarsi era pur sempre quasi del tutto fondamentale per gli
adulti.
Victoria osservò da lontano Marcus Flitt e gli rivolse un
sorriso ironico quando vide che la stava guardando; inaspettatamente il
ragazzo le voltò le spalle invece di avvicinarsi per
importunarla di nuovo, così la ragazza terminò
con soddisfazione il proprio pasto. Sapeva bene che Marcus ce l'aveva
con lei per averlo accusato di fronte a tutti gli amici di essere un
codardo; il tempo in quelle settimane era pessimo, e Victoria era certa
- come tutti - che lui avesse solo sfruttato abilmente l'infortunio di
Draco Malfoy per evitare la partita.
Naturalmente lui aveva negato, ma le risatine dei presenti non dovevano
essere piaciute a Marcus, col risultato che ora era lui a evitare la
sua presenza; la ragazza si sistemò i capelli dietro le
orecchie prima di lasciarsi alla spalle la Sala Grande. Doveva recarsi
nell'aula di Pozioni: aveva avuto lezione proprio quella mattina, ma
doveva impiegare il proprio tempo libero nel tentativo di dare una
parvenza di concretezza a quella sua invenzione. Le riusciva sempre
difficile ricordare la ragione per cui si era imbarcata in un'impresa
simile, però era piacevole trascorrere ore in quel
sotterraneo, ad ammirare la sua piccola creatura prendere varie forme.
Oltretutto raramente il professor Piton era presente, e quando c'era si
limitava a scrivere quasi senza sosta su un foglio di pergamena.
A volte si faceva accompagnare da Cedric - quando era sicura,
però dell'assenza di Piton - così da
chiacchierare in tutta tranquillità, ma un paio di volte le
era capitato di incontrare nuovamente l'Auror che faceva il proprio
giro di controllo per la scuola. Doveva ammettere di essersi ormai
abituata alla presenza di ognuno di loro - difatti salutava quasi
sempre Scrimgeour e Kingsley quando le loro strade si incrociavano - ma
c'era qualcosa che la rendeva invece nervosa quando si trovava
più o meno a contatto con Sven Dietrich.
In realtà non le dava alcun fastidio, al contrario, sembrava
sempre molto gentile e bendisposto , tuttavia lei si sentiva sempre
preda di uno strano nervosismo. Cedric l'aveva presa in giro dicendole
che lo faceva di proposito ad incrociarlo e, da quel momento, Victoria
aveva cominciato a temere i commenti dell'amico.
E soprattutto aveva lo strano presentimento che Cedric avesse in
qualche modo ragione; ricordava quella volta che si era avvicinata alla
capanna di Hagrid con la scusa di volerlo salutare, ma era consapevole
di essere stata attirata soprattutto dalla presenza dell'Auror che
stava familiarizzando con l'Ippogrifo colpevole, secondo i Serpeverde,
di aver quasi ammazzato Draco Malfoy.
Visto da vicino l'animale non sembrava tanto pericoloso, ma in
quell'occasione lo aveva ammirato a debita distanza ed era rimasta
particolarmente colpita quando Sven l'aveva personalmente esortata a
non fare mosse stupide per non rischiare; sorrise al ricordo, ma doveva
riconoscere che era piacevole vedere qualcuno preoccupato per la sua
incolumità.
Allo stesso tempo però sentiva che quello fosse un pensiero
pericoloso; la delusione da cui era uscita con Marcus era ancora troppo
vivida per pensare - come l'aveva più volte accusata lui -
di volerlo sostituire, eppure non poteva fare a meno di percepire una
sensazione di sicurezza quando era in presenza di Sven.
Nei giorni successivi il tempo era migliorato, ma la ragazza si sentiva
ancora di malumore; era reduce - per l'ennesima volta - da una lite con
Marcus che aveva visti coinvolti due ignari Grifondoro del secondo
anno. Victoria aveva riconosciuto in uno di loro lo stesso ragazzino
pietrificato l'anno precedente, e gli aveva suggerito di evitare di
contrariare Flitt.
Non era il caso che quel gorilla di Marcus se la prendesse con un
semplice ragazzino curioso. Victoria attraversò di fretta la
via principale di Hogsmeade ripensando alla partita del giorno
precedente.
Cedric l'aveva raggiunta subito dopo per informarla - con grande
stupore - di aver sconfitto i Grifondoro, e Victoria poteva quasi
immaginare la delusione di Oliver alla notizia, avendolo poi recuperato
mentre vagava fuori dagli spogliatoi con l'aria di un condannato a
morte. Però l'amico le aveva detto di aver afferrato il
Boccino senza accorgersi della presenza dei Dissennatori: Victoria ora
capiva anche l'intervento tempestivo di Silente e degli Auror presenti.
Lei ovviamente non era andata ad assistere alla partita, preferendo il
gelido sotterraneo al tempo impossibile che regnava fuori dal castello.
" Su, ti farà bene distrarti!" disse dando una pacca sulla
spalla a Oliver, ma dentro di sé avrebbe voluto ridere.
Aveva convinto - o meglio costretto - il Grifondoro a non restare
chiuso nella scuola durante il giorno della gita ad Hogsmeade: voleva
che si distraesse, ma evidentemente il ragazzo era ancora troppo scosso
dalla delusione ricevuta. Ormai erano due ore che Victoria si sentiva
la testa piena di cose come: "Lo
so che Potter non l'ha fatto apposta, ma non poteva prendere il Boccino
e cadere poi?" oppure: "Non posso neppure prendermela
con Diggory che è stato onesto", e sentiva che
tutta la situazione fosse leggermente comica nella sua
tragicità.
Riuscì a distrarlo grazie al tempestivo intervento dei
gemelli Weasley che costrinsero Oliver a rincorrerli dopo avergli
rovesciato in testa una polvere misteriosa che lo riempiva di prurito
dappertutto; Victoria era scoppiata a ridere nel vedere i tre
allontanarsi, ma il sorriso le si gelò sulle labbra nel
rendersi conto che poco lontano c'era Edward Flitt che veniva verso di
lei.
Aveva contato sulla presenza di Oliver proprio per evitare incontri
indesiderati, ma in quel momento si accorse di essere da sola e il
sorriso sardonico sul volto del ragazzo non prometteva nulla di buono.
Per fortuna proprio in quel momento l'inaspettata apparizione di
Hermione e Ron le consentì la scusa perfetta; li
fermò con un pretesto e li trattenne finché non
fu certa che Edward avesse fatto dietrofront per poi allontantanarsi da
Hogsmeade.
Quel giorno, nonostante la fitta neve che imbiancava il villaggio, il
pub di Rosmerta non era molto affollato, e Sven vide chiaramente
Victoria seduta da sola, ad un tavolino, con l'aria di chi è
arrabbiato e si avvicinò per salutarla; dopotutto si erano
già visti e parlati anche a scuola in quei mesi, non c'era
nulla di male in quello e difatti la ragazza sorrise di rimando mentre
rispondeva al saluto. C'era però qualcosa di strano,
sembrava assente e si chiese se non stesse aspettando in
realtà qualcuno. "C'è qualche problema?" No,
decisamente non era più abituato a cercare un punto di
incontro con le persone se queste non facevano parte del suo lavoro:
sentiva che Rosmerta da lontano li osservava e anche questo lo rendeva
nervoso.
In fondo che cosa c'era di particolarmente strano nel parlare con una
studentessa? Nulla, se non fosse che in quel momento avrebbe voluto
essere più un suo amico che non un rappresentante del
Ministero; si sentiva come se la stesse spiando e non gli piaceva
quell'idea. "Non proprio... in realtà sono arrabbiata con
Percy: aveva promesso di accompagnarmi a Londra oggi, dietro permesso
di Silente ovviamente, ma stamattina ha deciso che nevicava troppo per
i suoi gusti."
Victoria era furibonda: da mesi attendeva quel momento e il fatto di
doverci rinunciare per qualche fiocco di neve la rendeva estremamente
irritabile. Sven era però certo che la rabbia non fosse
rivolta a lui; lo capiva dal fatto che smorzava la delusione sotto una
rabbia gelida, ma non sembrava seccata dalla sua presenza. In quel caso
si sarebbe sentito ancora peggio, se possibile.
"Mi dispiace, anche se forse è meglio così: con
Black in circolazione voi studenti siete di più al sicuro a
scuola, non pensi?" disse in modo molto pratico, guadagnandosi
un'occhiataccia da parte della ragazza, che sfogliò il libro
che aveva di fronte: Pozioni, ne dedusse dal fatto che sembravano
proprio ricette quelle stampate sulle pagine. "Sì, forse
è vero, ma aspettavo questo momento da settimane... ah ma
gli farò pagare questo, a quel Grifondoro da due soldi.
Giocava la mia squadra preferita di pallavolo, mi sono procurata i
biglietti mesi fa dopo aver sgobbato tutta l'estate... e niente.."
La delusione apparve tutta intera e il ragazzo si chiese che cosa fosse
quella strana cosa, la pallavolo, di cui non aveva mai sentito parlare.
All'improvviso Victoria gli sorrise avendo avvertito la sua confusione,
spiazzandolo. L'uomo si rese conto di essere arrossito, ma il gelo
esterno poteva essere una buona giustificazione se lei gli avesse fatto
qualche domanda diretta.
"Scusami, ma io non so molto dei Babbani, la mia famiglia è
composta interamente di maghi.. " Sembrava quasi volersi scusare ma
Victoria si limitò a scrollare il capo, con aria lievemente
divertita. Di solito era lei ad essere guardata male da coloro che la
ritenevano inferiore per via della sua discendenza Babbana e trovava
curioso che proprio un Purosangue - nonché mago esperto ed
Auror capace - si sentisse in dovere di ammettere di essere all'oscuro
di cose Babbane, specialmente uno come lui che era già un
uomo con una vita propria ed un lavoro tanto pericoloso.
"È uno sport: di solito i maghi sentono parlare del calcio,
che mi piace molto, ma... vabbè non è importante,
tanto ormai la giornata è da buttare. E tutto grazie a
quel... quel..." Victoria non riuscì a trovare un
appellativo adatto per definire Percy ma sapeva di aver parzialmente
mentito: di certo era arrabbiata per non essersi goduta la giornata
come sperava, ma le piaceva l'idea di aver incontrato nuovamente
Sven. Era molto piacevole la sua compagnia, ma non era
disposta ad ammetterlo apertamente. Doveva sembrargli ancora una
bambina probabilmente e non intendeva rendersi ridicola più
del dovuto.
Proprio in quel momento Sven udì un sibilo e
riuscì istintivamente a far sì che la ragazza si
buttasse a terra, impedendo col proprio corpo che un'esplosione la
centrasse in pieno. Uno strillo acuto di Rosmerta lo convinse che
qualcuno era davvero entrato in quel momento e vide tre persone
mascherate: non da Mangiamorte, ma era comunque gente che intendeva
tenere nascosta la propria identità.
"Sta' giù." ordinò a Victoria, estraendo fulmineo
la bacchetta; evidentemente chi aveva attaccato non si aspettava di
trovarlo lì perché ne intravide l'esitazione. Non
perse tempo e lo Schiantò così velocemente da
sorprendere persino il secondo, che si lasciò Pietrificare
in un lampo. La ragazza non pensò neppure a disobbedire,
ricordando bene l'esperienza passata quell'estate e le urla del povero
Babbano che continuavano ancora a tormentarla: era sorpresa dalla
velocità d'azione di Sven, in un certo senso ne era persino
ammirata, e le piaceva l'idea che fosse riuscito in breve a metterli
fuori gioco.
Solo uno dei tre riuscì a scappare, ma non andò
lontano, perché poco dopo comparve un altro Auror, che
raccolse uno dei due svenuti con l'intento di portarlo via, mentre Sven
si era precipitato all'inseguimento del fuggiasco. La vide rannicchiata
sotto al tavolino e la aiutò ad alzarsi, informandosi
bruscamente se stava bene e lei lo riconobbe come un altro Auror, Rufus
Scrimgeour. Poco dopo ritornò anche Sven con il fuggiasco,
stordito leggermente. "Rufus, la accompagneresti tu a scuola? Mi occupo
io di portare questi tre al Ministero e della burocrazia."
Lo sguardo di Sven era rivolto a Victoria per accertarsi che stesse
bene e lei si sistemò meglio il mantello che copriva la
divisa scolastica: si sentiva tanto giovane, troppo di fronte a due
maghi già adulti. "Posso andare da sola ma grazie del..."
Non terminò la frase che il mago di nome Rufus con un colpo
di bacchetta sistemò quello che nel locale era stato
distrutto per poi rivolgersi a Sven.
"Ci penso io, vai tranquillo." E aveva convinto la ragazza a seguirlo
senza perderla di vista mentre la conduceva lungo la strada di ritorno
ad Hogwarts.
La ragazza era stata quindi scortata fino a scuola, dove l'Auror aveva
spiegato la situazione ad una preoccupatissima McGranitt che aveva
sentito parlare dell'accaduto; lei arrivava proprio dal villaggio, ma
nel pub ci era andata - assieme a Silente, Hagrid e Caramell - alcune
ore prima. In effetti Victoria era quasi in ritardo, perciò
si premurò personalmente di farle una piccola predica sulla
poca coscenza avuta nel restare in giro oltre l'orario, ma allo stesso
tempo ricordandole che avrebbe dovuto ringraziare l'Auror che era stato
tanto pronto ad aiutarla.
La ragazza borbottò qualcosa di intelligibile per poi
allontanarsi per i corridoi che portavano alla Sala Grande; la fame le
era completamente passata, ma finse ugualmente di mangiare per evitare
domande.
Più che preoccupata per la propria incolumità, il
suo pensiero non riusciva proprio ad essere rivolto ad altre persone:
se prima aveva faticato ad ammettere di provare qualche interesse per
Sven, ora sapeva che la finzione - almeno con se stessa - non poteva
più essere negata. Ricordò le innumerevoli volte
in cui si erano incontrati per caso - più o meno -
all'interno ed all'esterno della scuola, così come anche
quella volta che lui aveva scoperto che si stava impegnando a creare
quella Pozione.
All'inizio aveva pensato che avrebbe riso del suo tentativo, invece era
rimasta piacevolmente sorpresa quando Sven aveva detto che la riteneva
un'idea eccellente, ma che allo stesso tempo lei non avrebbe dovuto
fissarsi troppo con quell'idea: secondo lui - cosa che poi Piton le
aveva ripetuto almeno un milione di volte - a volte occorreva una vita
intera per creare qualcosa di utile, ed era dell'opinione che Victoria
non dovesse avere poi tanta fretta.
Sospirò. A volte pensava che fosse troppo presto per
rivolgere le proprie attenzioni sentimentali a qualcuno, in fondo erano
più o meno sei mesi che lei e Marcus non si frequentavano
più, ma allo stesso tempo era sicura che in fondo la cosa
non fosse importante. Di sicuro lui era impegnato - anche se non aveva
mai osato fare domande del genere, nè lui gliene aveva
rivolte dello stesso tipo - e la sua altro non sarebbe stata che la
classica cotterella di una povera illusa verso qualcuno molto
più adulto di lei. Non che l'età la spaventasse,
ma sapeva che a volte era importante.
Però non poteva negare che avrebbe preferito un amore
platonico e a senso unico come quello piuttosto che accettare le scuse
di Marcus; di recente il Serpeverde aveva ripreso a non darle tregua,
tanto che, in preda alla rabbia, proprio alcuni giorni prima lo aveva
schiaffeggiato. Senza neppure una vera e propria ragione, se non quella
di essere stata portata all'esasperazione per tutti i suoi commenti su
Oliver e la presunta relazione che riteneva avesse con lui.
Lasciare Hogwarts per Natale sarebbe stata dopotutto una buona idea.
La mattina seguente Marcus osservò con aria malevola
Victoria che stava parlando con qualcuno; lui era di spalle
perciò non lo riconobbe, ma era sicuro che si trattasse di
un suo rivale e forse anche potenzialmente pericoloso. Curioso come non
gli sembrasse uno studente: forse la sera prima aveva davvero bevuto
troppo Whisky Incendiario, doveva essere senz'altro quella la
spiegazione.
Si irrigidì però nel notare che lei si era
avvicinata a quello sconosciuto - troppo, per i suoi gusti - e lo aveva
baciato. Sbattè gli occhi un paio di volte, ma il gesto era
inequivocabile; essendo di spalle non poteva esserne del tutto certo,
ma quante volte aveva fatto anche con lui la stessa cosa? Non era
altissima - almeno rispetto al suo interlocutore - quindi lui si era
pure abbassato.
Per un momento desiderò provare su quel criminale la
Maledizione Cruciatus; poco gli importava essere ancora a scuola, lui
se lo meritava senz'altro, ma venne interrotto dalla folla di studenti
che si apprestavano ad uscire dalla scuola per recarsi alla stazione di
Hogsmeade.
Solo quando vide lo sconosciuto voltarsi ed incamminarsi nella sua
direzione capì di aver parzialmente frainteso quanto visto;
se si toccava un punto della guancia probabilmente allora il danno non
era stato così grave come aveva pensato in un primo momento.
Marcus notò comunque che lui aveva un'espressione - almeno
secondo il suo parere - del tutto demente sul volto, e riconobbe solo
in un secondo momento che si trattava di uno degli Auror del Ministero.
Con un ghigno si allontanò anche lui seguendo i compagni.
Cosa ci trovava mai in un vecchio del genere, avrebbe voluto capirlo,ma
di certo Victoria doveva averlo fatto apposta sapendo che lui era
lì. Beh avrebbe trovato il modo di farle cambiare idea visto
che fino a quel momento non aveva mai fallito.
Nota:
bene u.u scusate il ritardo, spero il capitolo vi piaccia. Ho faticato
un po' a scriverlo perchè è un po' di transizione
xddd
ovviamente ho seguito la cronologia del libro così da essere
il più coerente possibile^^
per prima cosa ho voluto inserire la Materializzazione per due ragioni:
- essendo Vic nata a inizio anno, lei sarà presto
maggiorenne perciò potrà fare l'esame e levarsi
dalle scatole sta cosa u.u la stessa cosa però non
è per Ced, che al suo ultimo anno per quanto
maggiorenne(secondo me compie gli anni tra settembre e ottobre) non ha
ancora dato l'esame(lo dice Amos). Fa nulla, io ho deciso cos' per lei.
- Edward. Naturalmente non poteva che essere lui l'istruttore lol e vi
anticipo infatti che sarà lui a farle fare l'esame, nel
prossimo ci sarà pure qualche contatto tra loro. Non voglio
gettare questo OC senza usarlo <3
il tempo passa e la nostra Vic è cotta come poche U__U mi
serviva una situazione figa in cui Sven faceva l'eroe lol e ho trovato
questa idea u.u inoltre così scoprite che a Vic piace la
pallavolo, che Percy non rispetta le promesse(XDDD) per paura della
neve(xddd)e che Sven dei Babbani sa poco e nulla u.u
mi piace questo piccolo pezzo tra loro devo dirvi u.u lui che
arrossisce come un ragazzino poi XDDDD ma in fondo ci sta u.u
il pezzo finale di Marcus geloso è troppo AHAHAHA mi serviva
solo per dire indirettamente che Victoria ha ringraziato Sven per il
suo atto eroico del giorno prima - di cui Marcus ovviamente non sa
nulla lol - con un bacetto sulla guancia U___U naturalmente il nostro
amato Serpeverde fraintende tutto AHAHAHAHA non oso pensare a cosa gli
farebbe Sven se sapesse che lo voleva Cruciare U__U
beh a voi i commenti^^ ciao !!!
I miei
contest *__*
My
Drabble in Love
Ti
sposerò perchè...
Mio
padre lo verrà a sapere!
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
In
memoria di Fred - Contest
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Capitolo 28 *** 28 - Le ragioni del cuore ***
Angolo
autrice:
eccomi! non sono morta, il ritardo è dovuto al fatto che la
mia long su Lord Voldemort è a scadenza, pertanto DEVO farne
una mia priorità.
Profumo
di tenebra :=)che è
arrivata al quarto capitolo!
Inoltre vi lascio il link anche della long su Lee Jordan, correte U__U
Immagine
allo specchio
28 - Le ragioni del cuore
Marcus sbatté con violenza la porta, attirando su di
sé lo sguardo di Edward; il giovane quasi sorrise nel vedere
l'espressione del fratello minore, intuendo vagamente ciò
che stava per dirgli. Aveva incontrato - settimane prima -Frederich al
Ministero e il ragazzo lo aveva informato - con la sua solita aria
piena di sussiego - che Victoria era venuta a conoscenza della
verità.
Poco male, in fondo la cosa non lo preoccupava molto. Sapeva che la
ragazza non avrebbe parlato pubblicamente dal momento che non possedeva
alcuna prova concreta; certo, c'era ancora quella foto che pareva
essere ancora in mano sua, ma la conosceva abbastanza da intuire che
avrebbe taciuto.
Non avrebbe voluto danneggiare Frederich, che anima ingenua e candida!
Era così facile prevedere le mosse delle persone oneste, e
la rabbia del suo fratellino non era poi inaspettata.
"Adesso mi dici cosa ti è venuto in mente di inventarti
tutta quella roba!" Marcus era furibondo e lo lasciava capire, tuttavia
ciò che lo rendeva - se possibile - ancora più
collerico, era l'aria serafica di suo fratello. Sembrava tranquillo,
come a volergli far capire di non essere minimamente toccato dalla sua
furia.
"Suvvia, non ti sembra di esagerare? Da quando una ragazzina merita
tanta considerazione da parte tua? Mi deludi, fratellino".
Pronunciò quelle parole in tono canzonatorio, consapevole
che a quel modo avrebbe fatto infuriare ancora di più Marcus.
La neve cadeva copiosa all'esterno, mentre all'interno la sola cosa che
stonava con il Natale era quella discussione tra fratelli. Edward
agitò la bacchetta e la stella cometa venne sistemata alla
perfezione sulla punta dell'albero.
Marcus chiuse per un istante gli occhi, desiderando di poter scagliare
una maledizione contro il fratello. "L'unico che mi delude, qui, sei
proprio tu. Voglio sapere che cosa ti è passato per il
cervello, perché mi hai dovuto raccontare una tale frottola?
Non riesco a capirlo".
Era vero, faticava a comprendere ciò che era passato per la
testa di Edward, ma non si illuse di poter ricevere una risposta
onesta; percepiva il divertimento nelle iridi del ragazzo, ma si impose
di non perdere la calma. La domanda venne palesemente ignorata, e lui
si sentiva sempre più furibondo. E ferito. In fondo quella
era la prova concreta che Victoria non gli aveva mentito, seppur
nessuno dei due volesse raccontargli quando accaduto veramente. Forse
nulla, ma in quel caso allora perché lei non aveva voluto
dargli la possibilità di rimediare? Questa consapevolezza lo
faceva infuriare ancora di più di tutto il resto.
"Beh prima o poi me la pagherai, Ed, puoi starne certo. Se è
finita tra me e Victoria è tutta colpa tua". Marcus avrebbe
volentieri picchiato il fratello, ma si accontentò di
distruggere l'albero di Natale che era appena stato decorato; Edward
osservò lo Schiantesimo disintegrare l'abete, ma gli
servì un semplice cenno con la bacchetta per riportarlo al
suo stato originario. Poi si girò verso Marcus, il sorriso
ancora delineato sul volto. "Colpa mia? Non esagerare, fratellino, non
sono certo stato io a insultarla, non credi? Non scaricare, quindi, la
tua stupidità sulle mie spalle". Edward sorrise ancora
più ampiamente; Frederich non gli aveva raccontato cosa
fosse successo nel dettaglio, ma se ne era fatto un'idea.
Quello, confermato dal fatto che in estate Marcus era tornato furibondo
da casa dei Diggory, con il chiaro intento di voler uccidere qualcuno,
gli aveva assicurato che il fratello si era comportato come un
troglodita. Era tipico suo, comunque, anche con Cecily... povera cara,
ci aveva poi impiegato un po' di tempo per tirarla su di morale.
Sorrise al ricordo.
"E non azzardarti a contraddirmi." lo anticipò, vedendo che
Marcus pareva sul punto di esplodere. "Non ti ho detto io di darle
della prostituta, hai fatto tutto da solo... Ma forse potresti essermi
grato: in questo modo ti è stato chiaro che lei non si fida
di te, e la cosa direi che è reciproca. Ancora non ho capito
per quale ragione ti impegni per riconquistarla, ma posso affermare
con assoluta certezza che stai perdendo tempo".
Di quello ne era certo. Si alzò in piedi, rimettendosi il
mantello; per quello che lo riguardava la conversazione era conclusa e
non aveva ulteriore interesse a prolungarla. Lanciò ancora
uno sguardo a Marcus. "In ogni caso il mondo è pieno di
donne, la troverai di certo un'altra oca disposta a sopportarti. Forse
a lei va il merito di aver capito quanto sei cafone: le farò
le mie congratulazioni non appena la vedo".
Superò il fratello e raggiunse la porta; prima di varcarla
si girò nuovamente verso di lui. Non era minimamente
imbarazzato da quella discussione. "In ogni caso dovresti essermi
davvero grato, se ti ha sostituito così in fretta non eri
poi così importante... ma forse il fascino che esercita il
capo degli Auror è più forte di quello di un
ragazzino mestruato. Buon Natale, Marcus".
"Farò presto, non preoccuparti. Ci sarà anche
Penelope!" disse Victoria a Lucy quella mattina; la scusa per recarsi a
Londra - quel ventidue di dicembre - era buona dato che
durante l'ultima visita a Hogsmeade non era riuscita a trovare il tempo
per cercare i regali di Natale. Era stata troppo impegnata ad ascoltare
le lamentele di Oliver, evitare Edward e trascorrere il tempo a
studiare nel pub di Rosmerta.
Sorrise al ricordo, anche se non tutto era andato proprio come doveva:
aveva letto sulla Gazzetta che i tre aggressori erano stati condannati
a qualche mese di cella, tuttavia sembrava che tutto fosse stato
eclissato dall'incontro con Sven, ma non disse niente. Neppure a Cedric
aveva accennato qualcosa, perché era sicura che non avrebbe
sopportato il sorrisetto soddisfatto dell'amico, se fosse stato messo
al corrente di quell'interesse sempre più forte che provava
per lui.
"D'accordo, ma torna prima che faccia buio." la ammonì Lucy,
ancora preoccupata al pensiero che Victoria gironzolasse per Londra
quando Sirius Black era ancora a piede libero.
La donna ignorava che la ragazza sarebbe stata in compagnia di Penelope
solo per poche ore; Victoria sapeva che l'amica era impegnata a casa
con i parenti, perciò aveva previsto di girare da sola
almeno per un po' di tempo. Era da tanto che non si recava da sola
nella Londra Babbana, che rischio poteva mai esserci?
"A stasera, allora!"
La ragazza si mosse abilmente per le vie del centro; Penelope era stata
costretta a disertare causa imprevisti, tuttavia gliel'aveva fatto
sapere tramite Ginevra. Per quanto dispiaciuta, Victoria aveva
apprezzato il pensiero di ritrovarsi in compagnia di se stessa per un
po': a Hogwarts non aveva mai tempo per riflettere, sempre circondata
da persone o immersa nelle cose da fare. L'aria gelida di Londra era il
toccasana ideale per liberare la mente e godersi un po' di relax; la
gente che affollava le strade era molta, ma nessuno pareva notare in
lei qualcosa di diverso. D'altronde non era vestita come una strega:
portava dei jeans bianchi, stivali neri e un maglione elegante dello
stesso colore. Di natalizio non aveva molto, anche se il mantello scuro
le impediva di prendere freddo dato che lo aveva chiuso fino al collo.
In testa portava un berretto bianco di lana, acquisto proprio di quel
giorno, e aveva coperto le mani con dei guanti dello stesso colore.
Alcune ore dopo, Victoria sfiorò con sguardo riverente un
bellissimo abito esposto in una vetrina: se ne avesse avuto la
possibilità certamente lo avrebbe acquistato, pur non
essendo il genere da lei preferito. Era un vestito da sera dalla linea
semplice, ma il tessuto nero era volutamente trasparente; non aveva mai
indossato nulla di così audace, ma le sarebbe piaciuto
provare. Lo accompagnava una splendida pelliccia, chiaramente sarebbe
stato impossibile uscire senza nulla addosso oltre al vestito, ma per
una festa natalizia in casa era indubbiamente l'ideale.
"Non mi sembra molto adatto alla stagione, non credi? " La ragazza
sobbalzò nel rendersi conto che qualcuno le si era
avvicinato senza che lei se ne potesse accorgere. Quello che all'inizio
le era parso un semplice Babbano altri non era che Sven Dietrich, e
senza volerlo arrossì: sperava che il freddo pungente
servisse a spiegare le guance color porpora. Riportò lo
sguardo sul vestito senza più trovarlo
interessante."È vero, lo stavo solo guardando."
replicò la ragazza, senza ammettere di esserne stata
tentata. “È strano incontrare un Auror in giro per
la Londra Babbana, che coincidenza...” sorrise, ricordando
quello che le aveva detto quando si erano visti a Hogsmeade o a scuola.
Lui annuì a quelle parole, mentre osservava con aria
distratta la gente che li circondava.
Nessuno notava i mantelli che entrambi indossavano, probabilmente
perché la neve che continuava a cadere li giustificava in
qualche modo. “Ho accompagnato Arthur Weasley per ragioni di
servizio, e poi ho deciso di controllare che non ci siano tracce di
Black.” le riferì quasi con noncuranza. Non disse
alla ragazza che aveva semplicemente voglia di staccarsi un po' dai
soliti ambienti, e che Black poteva essere un buon alibi, anche se non
proprio inattaccabile, dato che l'ultimo avvistamento del criminale era
stato a Hogwarts.
Sven portò nuovamente lo sguardo su quel vestito; era molto
bello, ma eccessivamente pretenzioso secondo lui. Era difficile
immaginarlo addosso a Victoria, e di certo lui preferiva vederla con la
divisa scolastica che con un abito del genere. Non le avrebbe reso
giustizia, pensò tornando ad osservarla; lei non aveva
bisogno di mettersi in mostra per essere carina, ma sapeva che dirle
una frase del genere avrebbe potuto portare ad un'incomprensione.
Sicuramente Victoria avrebbe pensato che la riteneva troppo giovane, ma
era solo una ragione parziale.
"Piuttosto, non hai paura ad andartene in giro da sola? C'è
un assassino in circolazione." Sven la osservò con
attenzione, ma la ragazza non sembrava in alcun modo intimorita. Del
resto neppure ad Hogsmeade o a scuola pareva preoccupata; solamente la
presenza dei Dissennatori la rendeva nervosa, e non la biasimava. Non
si aspettava però quel sorriso malizioso come risposta e si
sentì spiazzato. "E di cosa dovrei avere paura quando su di
me veglia niente di meno che il più coraggioso tra tutti gli
Auror del Ministero? Semmai sei tu quello che dovrebbe avere paura, e
molta!" disse Victoria, con una luce birichina negli occhi.
Quell'incontro così casuale l'aveva messa a proprio agio,
poteva anche divertirsi e prenderlo bonariamente in giro.
"E di cosa? " le chiese con un sorriso Sven; Victoria pensò
che l'uomo fosse fin troppo affascinante con quegli occhi chiari.
Cercando di non farsi confondere la mente come succedeva di solito in
sua compagnia, lo prese sottobraccio: "Facile, perché ora ti
costringerò ad accompagnarmi da Harrods e ad
aiutarmi: devo scegliere un regalo per di Natale per i Diggory,
senz'altro non vorrai lasciarti scappare l'occasione di fare una buona
azione vero?" gli chiese curvando leggermente le labbra
all'insù, in un sorriso malizioso e allo stesso tempo
birichino.
Sven era sorpreso dal gesto confidenziale di Victoria, ma non lo
trovò fastidioso; al contrario si sentiva felice: gli
capitava molto di rado e sempre quando era presente lei, ma non sapeva
se osare qualcosa di più diretto oppure accontentarsi.
C'erano molti motivi per non fare nulla; quello che pesava
più di tutti era la sua età, così
tanto lontana da quella di lei, ma allo stesso tempo gli sembrava
sempre meno importante.
Si lasciò travolgere dalle mille luci scintillanti di
Harrods, un luogo che mai prima d'ora aveva visitato prima; molte volte
si era recato nella Londra dei Babbani, ma era davvero la prima volta
che entrava direttamente a contatto con loro. Seguì Victoria
che entrava con passo disinvolto, chiacchierando del più e
del meno; non toccarono minimamente l'argomento Sirius Black. Sven non
voleva certo che la ragazza pensasse a lui solo come un fissato con
certi argomenti. Naturalmente il suo istinto da Auror non poteva essere
negato in alcun modo, tuttavia gli piaceva l'idea di accompagnarla
anche per cose così apparentemente futili.
Era anche un modo per conoscerla meglio, e un'ottima scusa per starle
vicino senza un motivo apparente. "Dove devi andare, per prima cosa?"
Le chiese interessato, mentre osservava quasi divertito la gente
attorno; molte donne Babbane - tutte agghindate e vestite sontuosamente
- gli ricordavano il modo di fare di sua madre. Sogghignò a
quell'idea; se sua madre, altera e orgogliosa Purosangue, avesse
immaginato che proprio suo figlio l'aveva associata alle comuni
Babbane... poco ma sicuro sarebbe diventata isterica, e gli
bastò quell'immagine per sorridere.
"Uhm non saprei... devo regalare qualcosa a Ced, ma non credo gli
possano interessare i gioielli." rispose Victoria, osservando con aria
critica alcuni negozi che vendevano articoli del genere. Per quanto
l'amico accettasse in genere ogni regalo, le pareva una cosa assurda a
cui pensare. Sven annuì. "Forse potrebbe piacere alla
signora Diggory, non credi? So che di solito alle donne piacciono
questi gingilli" disse l'Auror, osservando alcuni braccialetti e
ricordando l'amore smisurato di sua madre per quel genere di doni.
Certo, di fattura magica, ma a lui parevano sempre molto simili; si
chiese se non avesse offeso la ragazza con quella considerazione, ma
vide che stava solo studiando gli oggetti in modo pensieroso. "Non
è una cattiva idea, ma Lucy ne ha tanti di gioielli e sono
tutti più belli di questi... Ho avuto un'idea, vieni!"
disse, trascinando quasi l'uomo prendendolo per il braccio, anche se
lui non opponeva alcuna resistenza. Al contrario, quasi sorrideva
perché percepiva una familiarità molto stretta
con la ragazza, che lo trattava come se si conoscessero da sempre.
Entrarono così in un negozio dall'aria molto esclusiva: Sven
notò che era tutto dedicato alla moda femminile e che i
prezzi erano decisamente esorbitanti, anche se si intendeva
relativamente di denaro babbano. Una commessa perfettamente vestita e
curata si avvicinò con un sorriso, che gli ricordava quelli
finti di chi è abituato a sfoggiare quell'espressione.
Notò che la donna pareva scettica, almeno finché
non udì Victoria presentarsi: la ragazza si morse un labbro
per non riderle in faccia e Sven si girò dall'altra parte
per simulare una tosse sospetta.
"E lui, chi sarebbe?" La commessa si rivolse con aria mielata a Sven,
che si sentì quasi in trappola; Victoria immaginò
che la donna stesse pensando che si trattava del fidanzato o simili,
perciò decise di correre ai ripari prima che false voci
arrivassero ad eventuali giornalisti presenti. Agitò il
braccio con aria noncurante. "Oh, lui è la mia guardia del
corpo... Non si preoccupi, non sarà di alcun impiccio."
disse con un sorriso, lanciando a Sven un'occhiata che lo supplicava di
accettare la sua versione senza offendersi.
Dal canto suo, l'uomo notò il servilismo quasi strisciante
di quelle persone: era bastato che Victoria accennasse al proprio
titolo nobiliare - di cui lui non aveva neppure idea - che quella gente
aveva iniziato a trattarla con una riverenza quasi disgustosa. Il
direttore del negozio arrivò poco dopo, facendole inchini e
parlandole proprio come se fosse una persona importante. A Sven veniva
in mente, anche se su scala minore, il modo con cui alcune famiglie
Purosangue venivano trattate, anche se quei Babbani erano decisamente
esagerati.
Con un sorriso si rese conto che stavano comportandosi così
pure con lui, anche se naturalmente l'interesse era quasi del tutto
rivolto a Victoria; avrebbe riso volentieri quando - nel momento in cui
uscirono - vide il tappeto rosso che avevano provvidenzialmente
sistemato. E tutto solo per lei.
"Se non altro ho trovato tutto!" disse Victoria alcune ore dopo, carica
di sporte: aveva acquistato un foulard molto bello per Lucy, un
cappello per Amos e una serie di libri da regalare a Cedric. All'amico
piacevano molto i libri Babbani, così aveva scelto alcuni
dei classici della letteratura inglese. Tutto sommato era stato un
pomeriggio piacevole, soprattutto perché aveva apprezzato la
compagnia di Sven e le dispiaceva che la giornata fosse giunta al
termine. Il cielo illuminato dalle stelle e dalla neve che continuava a
scendere, le aveva infatti ricordato di essere palesemente in ritardo:
era giunto il momento di tornare a casa.
La luci che decoravano il centro della città si facevano
sempre più lontane. Sven riconobbe di essersi divertito ad
osservare la ragazza alle prese con gli acquisti; non era
però rimasto solo a guardare: Victoria lo aveva coinvolto al
punto da farlo sentire perfettamente a proprio agio mentre camminavano.
"Ancora un po' e quel poveretto si sarebbe Trasfigurato in un tappeto
perché tu lo calpestassi, avresti dovuto essere meno
birichina, lo sai?"
Sven non riusciva a trattenere un sorriso divertito: quello che aveva
visto gli confermava che la ragazza fosse molto conosciuta tra i
Babbani, anche se forse era solo per il cognome che portava. Il
personale aveva letteralmente circondato Victoria di gentilezze, ed era
una scena che raramente aveva visto. Lei rise, divertita.
"Te l'avevo detto che questa gente mi tratta come i Malfoy nel mondo
dei maghi: è tutto talmente noioso che di solito mantengo
l'anonimato." Sven annuì. Non faticava a crederlo: lei non
era della stessa pasta di alcuni Purosangue ed era certo di aver
percepito appieno il suo disagio. In quel momento era però
rilassata, per nulla pentita di quanto fatto, e pareva perfettamente a
proprio agio. Si lasciava anche tenere per mano senza chiedergli la
ragione di quel gesto.
Lo sguardo di Sven si posò sul parco in cui erano arrivati;
Kensington Garden era, come il resto della città, ricoperto
di neve e la temperatura si era notevolmente abbassata. "Ora dovrei
andare o Lucy penserà che mi sono persa per Londra." disse
Victoria dispiaciuta, dopo aver guardato il proprio orologio. Sven
percepì una lieve sfumatura di delusione in quelle parole,
ma sapeva di non poterla trattenere, anche se avrebbe voluto.
"Allora ci vediamo." le disse cercando di mantenere il timbro della
voce neutrale, ma non le lasciò la mano. Un fiocco di neve
cadde sul naso della ragazza e fu quello a decidere per lui; fino a
quel momento Sven era rimasto incerto e si era accontentato solo di
prenderla per mano. Con le dita le tolse gentilmente quel fiocco di
neve e non riuscì a resistere: l'attirò a
sé baciandola e potè percepire la tensione
svanire dal suo corpo.
Era come se nelle ultime settimane non avesse fatto altro che attendere
quel momento. Si era ripromesso di non compiere gesti avventati sia per
non spaventarla, sia perché temeva di essere respinto, ma la
reazione della ragazza gli confermò che quel bacio era stato
lungamente atteso anche da parte sua.
Anche dopo essersi staccato suo malgrado, la tenne stretta a
sé, percependo il lieve tremito della mano di lei; il
silenzio era diventato estremamente pesante e lui per primo non sapeva
in che modo romperlo. Credeva anche di essere arrossito, ma non era
pentito di quanto fatto; anche lei sembrava diventata tutt'a un tratto
impacciata.
"Oh... scusa, dovrei proprio andare..." Sven notò quanto era
bassa la voce di Victoria, e annuì. L'aveva detto anche
prima e questa volta non poteva continuare a tenerla lì con
sé, anche se lo desiderava. Nonostante la ragazza si fosse
mossa per allontanarsi non le lasciò la mano, non subito.
"Presta attenzione, mi raccomando." le disse con il solito tono che
usava quando si trovava in veste di Auror. Sven si chiese se Victoria
potesse percepire la preoccupazione che lo dominava, e la riluttanza
che provava al pensiero di separarsi da lei.
"Pianeta Terra chiama Victoria. Ci sei?" Cedric era estremamente
divertito: l'espressione assente della ragazza aveva qualcosa di
incredibilmente comico, ma allo stesso tempo pareva immersa in un mondo
a parte, come se non fosse lì.
In quel momento Victoria era alle prese - per la milionesima volta
quella sera - con il ricordo di quanto accaduto; rivedeva il pomeriggio
trascorrerle davanti agli occhi come in un film al rallentatore. Non si
curava di ciò che le accadeva attorno; non era scesa a cena,
affermando di essersi abbuffata per le bancarelle di Londra, riuscendo
quindi ad avere del tempo per sé. Non era neppure
consapevole della presenza di Cedric, che cercava di attirare la sua
attenzione: si sentiva avvolta da una nuvola rosa e non aveva la minima
intenzione di farsi distogliere da quella visione. Esisteva forse
qualcuno di più affascinante e perfetto di Sven
Dietrich? Adesso era sicura che no, non potesse esistere un
altro come lui e si sentiva quasi al settimo cielo al pensiero di
quanto accaduto.
Era stato tutto così diverso dalla precedente esperienza
avuta che quasi faticava a crederlo. Eppure era successo, anche se le
lasciava un po' l'amaro in bocca il pensiero che non avesse
effettivamente idea di come poter considerare l'accaduto: un caso
oppure avrebbe potuto esserci un seguito? Le sembrava folle sperarlo,
ma perché no in fondo?
Si mise di scatto a sedere sul letto, facendo sobbalzare Cedric, che
non si aspettava una reazione tanto repentina; Victoria lo
osservò con un'espressione che il ragazzo avrebbe definito
pericolosa. "Ced, tuo padre non ha parlato di una festa natalizia al
Ministero tra due sere?"
Cedric aggrottò le sopracciglia, cercando di ricordare
quella parte di conversazione. "Ah sì, ha detto che
è riservata ai dipendenti di turno quella sera." disse il
ragazzo, spostando un ciuffo di capelli dalla fronte, per poi osservare
l'amica con aria sospettosa.
"Perché me lo chiedi?" chiese di fronte al sorriso
misterioso di Victoria, che aveva trovato una possibile soluzione al
problema.
Nota:
Eccomi qua! No, non sono morta, ma tra long a scadenza, idee che mi
frullano in testa, ho sempre meno tempo<.<
in ogni caso noto che molte di voi detestano un po' Marcus e non avete
torto, però ci tengo a ricordare che anche lui è
stato ingannato U__U che poi si sia comportato in maniera troppo
precipitosa, è verissimo, ma allo stesso tempo ha ritenuto
di essere nel giusto.
Non voglio giustificarlo, ci mancherebbe :=) però in fondo
ricordiamoci che anche lui è umano lol e resta comunque un
gran figo U___U nel senso di tipo tosto lol
ma ecco che, come qualcuno si aspettava, è successo quello
che ho fatto slittare dal capitolo scorso: il bacio tra i due *-*
ci tengo a ricordare che ormai la cara Vic è alle soglie dei
17 anni(riceverà forse qualche regalo da Sven? <3 )
perciò alla fine credo che di scandaloso non ci sia nulla u.u
mi sono inventata i magazzini Harrods nel senso che non ci sono mai
stata, perciò perdonatemi. Delr esto cosa c'è di
peggio di una ragaza che fa shopping e costringe l'uomo a seguirla?XDDDD
però è anche divertente, insomma u.u
il tutto avviene il 22 dicembre. Questo era un omaggio alla mia beta,
Enide, che compie gli anni quel giorno U___U non che sia un regalo, ma
tant'è xddddd speriamo Thorfinn non sia annegato nel diabete
loooool
bene ci vediamo al 29. Vi consiglio anche di guardare la mia long su
Lee Jordan, mi raccomando U__U
I miei
contest *__*
Ti
sposerò perchè...
Mio
padre lo verrà a sapere!
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Una
mimosa per te
Oltre
il velo - contest
In
memoria di Fred - Contest
|
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Capitolo 29 *** 29 - Osare? ***
Angolo
autrice:
E sono qui! No, non sono morta, ma ho avuto difficoltà a
stendere questo capitolo. Spero vi possa piacere comunque! A proposito,
ancora per un mesetto, l'aggiornamento di questa storia sarà
rallentato, sempre per via della mia long a scadenza(che vi invito
sempre a leggere, ora è arrivata al settimo capitolo u.u)
Ne ho anche iniziata una su Raptor e Petunia(XDDDDDDD).
Profumo
di tenebra :=)
Immagine
allo specchio
29 - Osare?
"Se ti metti a lavorare stasera, Sven, giuro che ti faccio licenziare!"
L'uomo rise, mentre osservava Amelia Bones che lo scrutava severamente;
non era la prima volta che la donna gli diceva qualcosa del genere,
così come neanche la sua risposta fu totalmente nuova.
"Davvero? E credi forse che Sirius Black si catturi da solo, se questa
sera me ne vado a casa?"
La scrivania era piena di pergamene, con appunti di vario genere, che
andavano da possibili avvistamenti del criminale ad altri messaggi da
parte dei colleghi. Non era un modo molto divertente di trascorrere il
Natale, ma Sven non aveva altra scelta: da settimane aveva detto a
Caramell che sarebbe rimasto a disposizione, e non poteva certo
cambiare idea all'ultimo momento.
"E poi cosa vado a fare, a casa? Per fortuna mio padre ha avuto il buon
senso di proporre alla mamma un viaggio attorno al mondo,
perciò credo proprio che mi limiterò a stare qui.
Non sono dell'umore giusto per festeggiare, soprattutto da solo."
ribadì Sven dopo aver chiuso con un colpo di bacchetta
alcuni documenti, che andarono a riporsi in uno dei cassetti della
scrivania. "Quanto a questo sono anni che ti ripeto che dovresti
cominciare a pensare a crearti una famiglia: cosa stai aspettando, che
piovano galeoni dal cielo?"
L'uomo avrebbe voluto ridere, cosa che di solito faceva quando gli
venivano rivolte quelle parole, ma si limitò a sorridere.
Per un momento aveva quasi pensato di accennare ad Amelia di aver
effettivamente avuto intenzione di trascorrere quelle feste con
qualcuno, ma alla fine aveva optato per il silenzio. Le domande
sarebbero fioccate all'istante - seppur conoscesse Amelia e fosse al
corrente della sua discrezione - e lui non avrebbe saputo cosa
rispondere; il bacio con Victoria era stato desiderato a lungo, ma allo
stesso tempo non aveva idea di come la ragazza volesse considerarlo.
Un caso? O qualcosa di più? Certo, lui non aveva alcun
dubbio, ma non aveva avuto neppure il tempo di parlarne con lei: in
quei due giorni sembrava che gli avvistamenti di Sirius Black si
fossero moltiplicati a vista d'occhio, e lui non aveva avuto neppure un
momento libero. A tutti gli effetti era al lavoro da quasi tre giorni
ed era consapevole di non avere un aspetto troppo affascinante; avrebbe
dovuto radersi e soprattutto riposare.
La festa organizzata da Caramell non lo attirava neanche un po'. Aveva
quasi pensato di servirsi di una scusa per passare dai Diggory
più tardi, ma aveva cambiato idea; non gli piaceva fare le
cose di nascosto, non era nel suo stile e neppure desiderava mettere in
difficoltà Victoria. Dovevano parlarne e di certo il momento
giusto non poteva essere guastato dalla fretta.
"Se dovessi aspettare quello, Amelia, non accadrà mai.
Piuttosto, come sta tua nipote?" Sven trovò più
semplice sviare il discorso sulla famiglia della collega. Ricordava che
la donna era sposata, ma senza figli, però aveva visto la
nipote durante i suoi pattugliamenti a Hogwarts, e l'aveva presa in
simpatia, forse perchè appartenevano alla stessa Casata.
Ricordò che anche il figlio di Amos era un Tassorosso ed era
amico di Victoria; fu costretto a riportare la mente al presente,
così da riuscire a sostenere la conversazione con Amelia.
"Comunque almeno non restare chiuso qua dentro mentre tutti fanno
festa; pensa che vengono pure Amos e Brian, alla cena. Credo si portino
dietro le famiglie al completo." disse Amelia mentre Sven continuava a
far finta di ascoltare; solo pochi istanti dopo metabolizzò
l'informazione appena ricevuta. "Amos? Pensavo avesse già
finito di lavorare, per oggi." ribatté Sven, chiedendosi se
avesse sentito bene.
"Già, ma mentre parlavamo prima, ha detto che suo figlio -
sai, quel bel giovanotto - ha tanto insistito che ha deciso di
accontentarlo: povera Lucy, scommetto che per lei sarà una
sofferenza... Credo ci sarà anche l'altra ragazza, ma mi
sfugge il nome..." Amelia pareva pensierosa, ma Sven già non
la ascoltava più. Quella notizia era inaspettata, ma non
aveva nessuna intenzione di farsi cogliere impreparato: forse sarebbe
riuscito a ritagliarsi un po' di tempo per mettersi in ordine, almeno
un po', così da non sfigurare troppo.
Caramell non aveva badato a spese per quella festa, tanto che Edward
faticò a riconoscere l'Atrium: tutto il Ministero era
natrualmente stato decorato per Natale, ma lui non riusciva proprio a
capirne la ragione.
Naturalmente non avrebbe perso tempo a presenziare alla festa, tuttavia
i suoi allievi di Materializzazione lo facevano sempre tardare; proprio
quel pomeriggio uno di loro era riuscito a Spaccarsi in tre pezzi. Era
una novità, di solito si limitavano a due parti divise. Suo
malgrado non era riuscito a trattenere l'ilarità, ma era se
non altro stato attento a non ridergli in faccia.
Povero ragazzo, sicuramente doveva essere stato convinto che, subito
dopo la fine della lezione, Edward non avrebbe esitato a coprirlo di
ridicolo con altri colleghi e così difatti era stato. Lui e
Wilkie avevano trascorso un'ora a ridere di quel poveretto, ma Edward
non era neppure così cattivo dato che non aveva rivelato il
nome al collega.
C'era un limite a tutto. Di sicuro lui sarebbe stato bocciato, l'esame
era a giorni quindi, a meno che il ragazzo non ricevesse
un'illuminazione divina, l'esito era scontato.
"Windsor, che piacere vederti, mia cara... vedo che ti sei messa in
ghingeri come si deve, Cornelius ne sarà onorato." disse
all'improvviso, dopo aver raggiunto la ragazza vestita di grigio, che
in quel momento si stava guardando attorno con aria leggermente
smarrita. Non l'aveva riconosciuta immediatamente a causa dell'abito
che indossava, ma non si era lasciato ingannare da quei lineamenti di
profilo. Sapeva bene che la giovane non lo sopportava, ma lui trovava
un particolare piacere a tormentarla.
In fondo era pur sempre un'adolescente piena di fuoco, come lui ben
sapeva già dall'estate precedente, anche se di solito si
mostrava sempre molto gelida. Una facciata, così come quella
che probabilmente stava recitando in quel momento; non fu per nulla
sorpreso quando Victoria gli lanciò un'occhiata omicida. Era
normale e lui si divertiva sempre enormemente a stuzzicarla: fino a
quel momento la ragazza non aveva mai reagito con violenza e lui
credeva che fosse per via del fatto che erano sempre entrambi
circondati da molte persone.
In quel momento, invece, erano soli e lui era curioso di vedere quella
maschera incrinarsi. Victoria non riuscì a rispondere,
sentendosi irrigidire. Non avrebbe proprio voluto vederlo, ma le fu
subito chiaro che il giovane mago non aveva intenzione di lasciarla
tranquilla.
"Temo però che tu abbia fatto un viaggio a vuoto. Lui non
é qui." disse Edward, ben sapendo che la ragazza avrebbe
capito l'allusione. Victoria lo gratificò di un'occhiata
sprezzante, senza potersi evitare di essere nauseata dal tono con cui
il ragazzo le aveva parlato; si sentì accapponare la pelle,
ma era ancora decisa a tenergli testa. "Non so di chi tu stia parlando,
e ora preferirei essere lasciata sola." rispose gelidamente, senza
misurare troppo le parole. La risatina soffocata di Edward la fece
andare su tutte le furie.
"Come no, non è per questo che sei qui, sotto al vischio?
Magari stai aspettando che compaia dal nulla per baciarti? Dicono che
porti fortuna, davvero un peccato che resterai qui a guardare in su."
Edward si appoggiò pigramente al muro, osservando la ragazza
sempre pià rigida e silenziosa. Era certo che mancasse poco
all'esplosione. "Devo darti atto che hai buon gusto... Almeno Sven
Dietrich - al contrario del mio fratellino - può essere
classificato come uomo e non come ragazzino mestruato." riprese Edward,
mentre il volto della ragazza sembrava essere sempre più
rosso, ma lui fece finta di non accorgersene.
"Tuttavia non so quanto possa durare... voglio dire, credi si
accontenterà di qualche minuto di nascosto a Hogwarts?
Però posso venirti incontro, conosco tutta la scuola e posso
consigliarti i posti migliori dove accoppiarvi senza essere sorpresi..."
Victoria percepì la barriera d'indifferenza incrinarsi sino
a esplodere letteralmente; senza pensarci, si girò per
schiaffeggiare Edward, ma la mano venne repentinamente bloccata e
sentì una pressione violenta sul braccio che
cominciò a dolere. "Lasciami!" strillò la ragazza
in tono acuto, e dopo pochi istanti il braccio venne rilasciato. Edward
la guardò con un'espressione impenetrabile, ma, per la prima
volta da quando era cominciato quel loro dialogo, Victoria
percepì una sensazione di terrore avvolgerla.
In quel momento, mentre osservava furente Edward, uno sprazzo di
ricordo tornò alla mente; non le era mai tornato in mente
prima, ma da quel solo tassello la ragazza capì che quello
che le aveva raccontato Frederich doveva essere accaduto veramente.
Inavvertitamente fece un passo indietro, per rendersi conto che in quel
momento nessuno l'aveva stretta tra le braccia.
"Se devi alzare le mani su qualcuno, assicurati di non poter essere
fermata... Cosa ti dà più fastidio, l'odio verso
di me o, forse, il fatto che io ti abbia detto la verità? Se
a quel babbeo di mio fratello non bastava averti ogni tanto, credi che
un uomo molto più maturo di lui attenderà
pazientemente che tu finisca la scuola? Illusa." dichiarò
Edward, coronando con un sorriso enigmatico quell'affermazione.
Qualcosa però lo spinse a non avvicinarsi a lei: dai suoi
occhi sembrava trasudare molta paura, e comunque a lui bastava
già averle guastato la serata con quelle poche parole.
Victoria non rispose, ma sentiva che a breve avrebbe pianto. Non sapeva
neppure lei perché, ma all'improvviso desiderò
non essere mai giunta lì. "Tu sta' attento, ricorda che
posso rovinarti." ribattè Victoria, arrabbiata, alludendo
implicitamente alla foto in suo possesso. Edward, che si stava
allontanando per uscire dal Ministero, si voltò ad
affrontarla con l'ira negli occhi. "Davvero? Fallo e
ricambierò con vero piacere il tuo gesto. Al massimo puoi
far nascere qualche pettegolezzo, ma non illuderti: non hai la minima
idea di cosa sono capace di fare, non ti consiglio di mettermi alla
prova, ragazzina."
Victoria avrebbe voluto rispondere a tono, ma il ragazzo si era
già allontanato, sparendo in uno dei camini della
Metropolvere. Si tenne stretta il braccio con l'altra mano, maledicendo
dentro di sé il mago, fin quando non si accorse che qualcuno
si stava avvicinando. Sentiva dei passi, ma non si voltò:
sicuramente era Amos, che la stava cercando per tutto il Ministero, o
anche Cedric, e lei avrebbe colto l'occasione per tornare a casa.
Non avrebbe neppure dovuto essere lì, che cosa le era
saltato in mente di rendersi ridicola a quel modo? Sentì una
sensazione curiosa al braccio e si rese conto che qualcuno le aveva
guarito la ferita che Edward le aveva fatto. "Ho pensato che potesse
farti meno male." disse Sven e Victoria non riuscì quasi ad
alzare lo sguardo su di lui, chiedendosi se avesse visto tutto.
Ne dedusse di no: l'uomo sembrava troppo tranquillo, forse
semplicemente provava pena nel vederla in quello stato, e si
detestò doppiamente. Per la sua idea di giungere
lì, si stava solo rendendo ridicola, ed era l'ultima cosa
che avrebbe voluto. “Io... grazie, ma non era nulla di
grave.” disse Victoria, rendendosi conto di essere rimasta
troppo tempo in silenzio.
Sven si chiese se quella di decidere di incontrare lì la
ragazza fosse stata davvero una buona idea. Victoria pareva
estremamente vulnerabile e, soprattutto, scocciata da qualcosa. Forse
era lui il problema, e a quel pensiero si sentì estremamente
nervoso.
"Bene, bene... Sven, ancora al lavoro? O forse é stata
approvata la legge che permette l'arresto dei figli di Babbani?"
Victoria alzò lo sguardo e notò Lucius Malfoy,
che era proprio poco lontano da loro; si sentì profondamente
offesa dal suo sarcasmo, ma l'uomo biondo era scoppiato in una
risatina, come se avesse appena detto le parole più
divertenti del mondo. Sven sorrise, per nulla offeso, e la ragazza
capì che non aveva compreso la serietà dietro le
parole di Malfoy.
"Ho pensato di venire a vedere cosa aveva ideato Cornelius, non pensavo
di trovarci tante persone. Il suo ufficio è già
pieno di gente." rispose Sven con aria disinvolta, come se fosse
normale che il Ministro della Magia potesse indire una festa. "Non
sapevo ci saresti stato anche tu, Lucius, dove hai nascosto Narcissa?"
Per un momento Sven aveva pensato di chiedergli - come faceva sempre -
come stava la sua affascinante consorte, ma ricordando la presenza di
Victoria, aveva cambiato idea all'ultimo momento. Naturalmente la
signora Malfoy era una donna molto bella, e Lucius di certo non si
sarebbe offeso, ma non voleva che la ragazza fraintendesse.
"No, sono solo venuto a recuperare il mantello prima di tornare a casa.
Narcissa non mi perdonerebbe mai se arrivassi in ritardo, lo stesso
vale per mio figlio, Draco. Sai che..." A quel punto Victoria si
disinteressò della conversazione, dopo essersi resa conto
che i due maghi stavano apprestandosi ad intraprendere un dialogo su
cose per lei futili.
Si allontanò il più silenziosamente possibile: la
musica natalizia - che risuonava già da un po' nell'Atrium -
copriva il rumore dei suoi passi, inoltre non desiderava stare in
presenza di Malfoy che decantava le lodi del suo patetico figlio.
Victoria non detestava Draco, ma non riusciva proprio a trovarlo
neanche lontanamente sopportabile, e la Casata non aveva niente a che
vedere con quello. La strega si diresse verso gli ascensori, dove
sapeva che avrebbe incontrato tante persone che si recavano
nell'ufficio della festa.
"Eh no mia cara, dopo che mi hai costretto a venire qui, il minimo che
tu possa fare è trascorrere un po' di tempo con Romeo!"
sibilò Cedric all'orecchio di Victoria mentre erano tutti in
piedi a chiacchierare e a servirsi dal ricco buffet magico che era
stato allestito. La ragazza aveva evitato con cura di avvicinarsi a
Sven, e in mezzo a quella folla di gente vestita a festa non le era
stato neppure difficile. Alzò gli occhi al cielo:
naturalmente Cedric aveva qualcosa da ridire, ma lei si stava annoiando.
"Senti, non è Romeo, e io non sono certo Giulietta...
comunque se vuoi possiamo anche andare a casa, tanto non è
che..."
La ragazza osservò i signori Diggory, che in quel momento
stavano chiacchierando con i signori Baston; aveva già avuto
una lunga conversazione con la madre di Oliver a proposito delle
Pozioni. " Non mi importa come si chiama, adesso vai da lui e balli con
lui! Sennò a cosa ti serve aver trascorso cinque ore a
sistemarti, tra capelli, vestito e cianfrusaglie varie?"
Cedric la osservò con aria truce, ma non era arrabbiato,
desiderava solo che non si lasciasse condizionare da quello che lei e
Edward si erano detti poco prima. Non conosceva il maggiore dei
fratelli Flitt di persona, ma gli sembrava estremamente squallido e
perverso, anche se solo guardandolo non avrebbe mai pensato che fosse
in grado di comportarsi in quel modo. Lui, al contrario dell'amica, non
aveva impiegato molto tempo per prepararsi, anche se doveva ammettere
che tutto sommato Victoria si era impegnata; il risultato era
eccellente, e lui aveva notato che anche alcuni maghi più
anziani le avevano rivolto delle occhiate di apprezzamento. Del resto
doveva ammettere che con quell'abito grigio, così simile al
colore dei suoi occhi, la ragazza stava molto bene: somigliava molto a
un chitone greco ed era stato il regalo di Natale che i genitori le
avevano fatto. L'effetto era impreziosito da un paio di orecchini molto
belli che non le davano per nulla l'aria della studentessa.
"Muoviti!" le disse di nuovo, quando notò che l'Auror non
era lontano da loro. Victoria quasi entrò nel panico quando
lo vide avvicinarsi, e intavolò una conversazione con
Caramell, che si era fermato per scambiare due parole con Amos. Non che
il Ministro la considerasse molto, ma lei sentiva il bisogno di
occupare la mente.
Non prestò quindi orecchio a quanto diceva Cedric, e dopo
alcuni minuti si voltò di nuovo verso di lui e lo vide
intento in una conversazione proprio con Sven; la ragazza
pensò che quella non poteva certo essere una coincidenza,
tuttavia si sentiva già più tranquilla rispetto a
poco prima, perciò si avvicinò a loro.
Victoria aveva immaginato che Cedric avesse qualcosa in mente, ma non
avrebbe mai pensato che si sarebbe sentita addirittura riconoscente nei
suoi confronti. "Hai freddo?" La voce di Sven la strappò a
quei pensieri e scosse la testa, facendo segno di no.
Tutto sommato l'amico aveva avuto una buona idea: se non avesse fatto
finta di essersi fatto male alla schiena, probabilmente sarebbero stati
fermi in eterno a parlare di sciocchezze. Victoria si era allarmata
quando Caramell aveva annunciato che avrebbero potuto ballare
nell'Atrium, e aveva rivolto uno sguardo supplice a Cedric.
Naturalmente l'amico si era subito dimostrato pronto a lasciarla nei
guai. Fingendo di avere improvvisamente un dolore atroce alla schiena,
aveva lasciato lei e Sven da soli, ma la ragazza sapeva bene che la sua
era stata solo una mossa teatrale mal riuscita.
Anche Sven aveva piegato le labbra in un sorriso divertito, ma non
aveva battuto ciglio. "No, ma mi dispiace averti massacrato i piedi."
disse Victoria, arrossendo un po' per la vergogna. Non era servito a
nulla dire che non era in grado di ballare, pareva che all'uomo non
importasse molto visto che l'aveva costretta ugualmente a farlo. Non si
era lamentato, ma la ragazza era sicura di avergli pestato
più volte i piedi, senza volere.
Lui sorrise, poi le cinse la vita con un braccio, stringendola di
più a sé. "Non importa, puoi anche distruggermeli
se desideri." disse semplicemente, sfiorandole con una mano il volto e
accarezzandole gentilmente i capelli. Alla fine era servito a qualcosa
presenziare a quella stupida festa, nonostante avesse avuto il timore
che la ragazza stesse facendo di tutto per evitarlo; era riuscito a
convincerla - senza neppure troppa fatica - ad abbandonare
temporaneamente il Ministero, anche se non erano andati lontano.
In quel momento erano seduti su una panchina in un parco, un luogo che
sapeva essere completamente al sicuro da pericoli. "Mi fai solo sentire
in colpa perché non ho avuto modo di portarti qualcosa come
regalo." disse Sven, accennando indirettamente a quel profumo che lei
gli aveva regalato.
Non aveva mai usato delle essenze come quella: era dell'idea che fosse
da persone vanitose, e lui non si sentiva parte di quel gruppo,
tuttavia quello che lo aveva davvero colpito era il fatto che la
ragazza avesse pensato a qualcosa per lui. Come se fosse davvero
importante per lei, e non una semplice avventura come aveva temuto.
"Non sapevo se in effetti ti avrei incontrato, so che non è
un granché, ma non avevo idea di cosa ti piacesse." ammise
Victoria, ricordando le ore trascorse di negozio in negozio alla
ricerca di qualcosa che fosse all'altezza di ciò che voleva
esprimere.
Sapeva che Farenheit 312 era uno dei profumi da uomo più
pregiati - e a lei piaceva anche molto -, ma solo in quel momento si
rendeva conto che forse lui avrebbe anche potuto sentirsi offeso dato
che era un regalo di foggia Babbana.
"Se veramente tu avessi dovuto regalarmi qualcosa che mi piace... beh
l'hai fatto, la tua presenza mi sarebbe comunque bastata."
La ragazza pensò che avrebbe persino potuto sciogliersi di
fronte a quel sorriso, e fu lei a baciarlo, senza impedire che lui
approfondisse quel gesto poco dopo. All'improvviso era contenta di non
trovarsi ancora in mezzo a quella folla noiosa, preferendo di gran
lunga quel momento tutto per loro.
Per un istante si irrigidì sentendo la mano di Sven
accarezzarle la schiena, ricordando anche le parole di Edward poco
prima, ma lo lasciò fare. Non sentiva possessione in quel
gesto, era solo gentile e rassicurante; in fondo era ciò che
le bastava, almeno per il momento, dato che non aveva intenzione di
lasciarsi usare fisicamente neppure da lui.
Sarebbe stato troppo squallido ed era un sollevo e una gioia immensa
sapere che anche per lui era la stessa cosa; gliel'aveva detto poco
prima, forse intuendo cosa ci fosse stato dietro quel modo di fare di
Victoria.
"Devi solo stare attenta, adesso... Non desidero che tu corra pericoli,
se si venisse a sapere che stiamo insieme, potresti essere seriamente
nei guai."
Sven osservò poco dopo la ragazza, mentre camminavano senza
meta e senza fretta; era la cosa che più lo preoccupava e
voleva rassicurarla che non si vergognava né di lei,
né di ciò che provava.
Anzi, si riteneva estremamente fortunato: un paio di volte durante la
sera aveva avuto la sensazione che fosse legata a Cedric molto
più di quanto non avesse ammesso, ma poi la preoccupazione
si era dissolta. I due sembravano due fratelli, però non
poteva impedirsi di essere egoista e di desiderare Victoria solo per
sé. Però non era neanche sciocco, sapeva bene di
essere pieno di nemici e non voleva metterla in pericolo, in nessun
modo; certo, a Hogwarts sarebbe stata protetta, ma una volta fuori
sarebbe stata più vulnerabile che mai. Le strinse la mano,
cercando di non far trapelare la sua ansia.
"Al momento il mio pericolo più grande é Piton:
l'ultima volta che ha urlato in aula, ci ha quasi costretti a diventare
i suoi schiavi personali e... Ok, ho capito." disse la ragazza con un
sorriso, captando lo sguardo parzialmente severo di Sven. Aveva provato
a gettarla sul ridere, ma era chiaro che lui non aveva propriamente
torto. "Piuttosto spero che non ci siano tante donne criminali, non
vorrei doverlo diventare solo per assicurarmi che ti ricordi di me."
rispose la ragazza, strappando a sé stessa e a lui un
sorriso.
"Non accadrà, ti dò la mia parola..." Per un
momento Sven, mentre teneva la ragazza tra le braccia, si chiese se non
fosse diventato folle: le preoccupazioni non erano per sé,
quanto per ciò che potevano dire gli altri. Sicuramente a
Hogwarts avrebbero potuto essere notati, e aveva anche il sospetto che
Amos Diggory avrebbe fatto una scenata quando fosse stato informato
della loro relazione. "Ora andiamo, prima che Cedric sia costretto a
spaccarsi davvero la schiena per coprirci" disse Victoria con una
risatina.
Avrebbe comprato a Cedric un bellissimo regalo per ringraziarlo, doveva
solo decidere cosa.
Nota:
eccoci qui u.u allora spero vi sia piaciuto, devo ammettere che io i
capitoli con le dichiarazioni faccio pena lol difatti ho preferito
saltarla, dare solo un'idea di quanto accaduto. Ahimè
perdonatemi davvero xddd però spero vi piacciano comunque
questi due piccioncini <3
Edward è il solito bastardone LOL però dobbiamo
riconoscere che almeno in parte ha ragione, cioè se ci si
pensa che uno dell'età di Marcus(18 circa) non
può fare a meno del sesso, a maggior ragione questo dovrebbe
essere valido per uno che di anni ne ha 28-29 lol
tuttavia come vedete però Sven a questo non pensa, o meglio
non è ossessionato. Ci mancherebbe anche altro u.u
è una persona matura, pertanto sa controllare quel genere di
impulsi u.u difatti Victoria con lui si sente al sicuro <3 di
certo il rapporto tra i due non sarà turbolento come quello
tra lei e Marcus, proprio per il fatto che Sven è molto
diverso
ed è incredibilemnte romantico, non trovate? T___T
lode a Cedric ahahaha l'ho adorato xddd devo dargli spazio prima di
farlo crepare<.<
bene a voi i commenti, conto di aggiornare(se possibile)in una
settimana^^ nel prossimo ci sarà l'esame di
Materializzazione(Ed è uno dei miei OC preferiti **) e il
ritorno a Hogwarts u.u
dovrei metterci anche Piton, lo sto trascurando, scusa caro, ma te coi
fidanzatini c'entri poco lol
p.s. Per chi non lo sapesse, la madre di Sven Dietrich
odierà a morte Vic lol un giorno capirete se già
non lo sapete XD
p.p.s. Il profimo regalato a Sven mi è stato suggerito da
saramichy, pertanto se fa schifo, non voglio colpe XDDDD scherzo^^
I miei
contest *__*
Ti
sposerò perchè...
Mio
padre lo verrà a sapere!
Di
cani e di porci - la fiera dell'usato, abusato e non.
Oltre
il velo - contest
In
memoria di Fred - Contest
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Capitolo 30 *** 30 - Situazioni complicate ***
Immagine allo specchio
Angolo
autrice:
Sono tornata.
Beh, sì, è trascorso un po' dal capitolo 29, lo
confesso!
Però ho una notizia: Profumo di Tenebra è
terminata *-*
Il ritardo nel postare non è comunque dovuto solo alla
stesura
di quella long, ma anche al fatto che la chiavetta ha smesso di
funzionare=ho perso tutto o quasi il materiale delle fanfic. Compreso
questo capitolo, riscritto completamente.
In verità devo sistemare gli ultimi due capitoli, ma ormai
ci
siamo. Vi lascio comunque il link, siamo al capitolo 13 ormai :=)
Profumo
di tenebra :=)
Inoltre vorrei ringraziare sentitamente Luna Ginny Jackson
per aver segnalato questa mia storia: me l'aveva già detto,
ma
è stata una sorpresa bellissima! Davvero non ho parole,
quindi
credo che dedicarle questo capitolo sia la sola cosa possibile da fare
per sdebitarmi^^ Consideriamo poi che nessuna mia storia è
mai
stata proposta per le Scelte... beh... In verità io mi
accontento del fatto che la storia continui a piacervi, se poi
riceverà anche l'onore più alto... ancora meglio
:=)
Inoltre ringrazio doppiamente Luna, dato che la sua segnalazione,
corrispondeva alla recensione n.100 o.o cioè... 100
recensioni
positive?! Grazie a tutti!
Ora vi lascio al 30. Questa volta Enide non me l'ha betato... No, ha
già parecchio da fare con tutte le cose che le ho mandato
XDDD
Per questo capitolo me la caverò anche da sola :=)
Solo due info:
- a giorni sarà aggiornata anche "Northern Star", la storia
con
Frederich Steileir. Anche quella era rimasta troppo in cantiere^^
Tenete gli occhietti aperti, mi raccomando :=) penso tra sabato e
lunedì(se non prima) la troverete on line^^
- probabilmente cancellerò "Nemo me impune lacessit", lo
spin
off tra Oliver Baston e Claire. Questa scelta è dovuta al
fatto
che nella chiavetta malfunzionante, ho perso per 5 capitoli scritti e
corretti. Erano anche estremamente complessi e mi sono
perciò
scoraggiata parecchio; a questo aggiungiamo il fatto che sto scrivendo
, che è il sequel di Profumo di tenebra e che
narra
comunque di Oliver Baston con... Crystal Ophelia Riddle, che sarebbe la
figlia di Voldy u.u vedrò cosa fare, io volevo solo
avvisarvi :=)
Immagine
allo specchio
30 - Situazioni complicate
Determinazione, Destinazione e Decisione. Victoria pensò che
di
quelle tre parole ne avrebbe avuto abbastanza per il resto della sua
vita; già non amava di suo la Materializzazione, il fatto
che
l'istruttore fosse Edward non deponeva certo a favore di quella
bislacca branca della magia. La sola cosa che rincuorava la ragazza era
la certezza che in pochissimi giorni tutto sarebbe finito: il cinque
gennaio si sarebbe tenuto l'esame, aveva appena ricevuto la
comunicazione ufficiale da parte dello stesso Edward.
L'aspettava nella via in cui si trovava l'ingresso al Ministero per i
visitatori, alle nove di mattina; assieme a lei ci sarebbero stati
altri ragazzi, tra cui Oliver e quasi tutti quelli del settimo anno che
per motivi vari non avevano sostenuto l'esame l'anno precedente. Del
sesto anno lei era l'unica, complice il fatto che il suo compleanno
cadeva proprio a inizio anno.
"Auguri!" La mattina del tre gennaio venne letteralmente tirata
giù dal letto da Cedric all'alba; il ragazzo non aveva
neanche
aspettato che Victoria scendesse in cucina per colazione, preferendo
piombare nella sua stanza. Cedric rise sentendo le lamentede della
ragazza secondo cui avrebbero dovuto essere arrestati quei-mascalzoni-che-interrompevano-il-sonno-di-chi-è-stanco.
C'era un pacco dalla forma strana sul letto, così Victoria
si
decise a mettersi a sedere, convinta che tanto non avrebbe
più potuto riprendere sonno dopo una sveglia tanto rumorosa.
"Spero tu mi stia prendendo in giro, Ced!" La ragazza
squadrò
incredula il libro che teneva in mano, mentre l'altro soffocava una
risata: sulla copertina c'era un Gilderoy Allock ancora nel pieno della
sua gloria, vestito da Cupido, che puntava una freccia d'oro verso una
coppia di persone, un uomo e una donna. Victoria lesse il titolo,
cercando disperatamente di non ridere. "Il Decalogo della Coppia
più bella del mondo, ovvero tutti i segreti per costruire e
sviluppare a regola d'arte un rapporto sentimentale... a cura di
Gilderoy Allock, ecc...ecc... "
Quel libro era sicuramente stato scritto prima della perdita di memoria
avvenuta pochi mesi prima, ma Victoria non l'aveva mai letto;
sfogliò alcune pagine - che parevano quasi luccicare - e
vide
che si trattava di tutta una serie di consigli da parte del mago sulla
base delle sue esperienze con le streghe. La ragazza vide che almeno in
ogni pagina c'erano due foto di lui, che sorrideva mettendo in mostra
tutta la dentatura candida.
"Sai, ho pensato che poteva esserti utile qualche consiglio, non credi?
Così magari questa volta ti va meglio che con Flitt, no? E
poi
ammettilo: Allock sarà anche stato un imbecille e un
insegnante
davvero pessimo, ma su questi argomenti era quasi un luminare!" Le
risate dei due ragazzi riempirono la stanza e Victoria
schioccò
un bacio sulla guancia di Cedric, per nulla arrabbiata.
"Già, ma
non credo lo seguirò: sono tutte sciocchezze, come altri
libri
che trattano l'argomento" dichiarò la ragazza mentre
scendeva
dal letto, camminando a piedi nudi per la stanza. Fortunatamente la
moquette le impediva di sentire freddo, dato che all'esterno nevicava
abbondantemente.
La giornata trascorse tranquillamente, venendo solo sommersa dai
regali: i signori Diggory le avevano regalato - come aveva previsto
Cedric - il famoso orologio, il regalo che per tradizione veniva
regalato ai maghi e alle streghe che diventavano maggiorenni. Nel
pomeriggio era arrivato invece il gufo di Penelope, che portava una
vasta scelta di dolci magici che lei adorava di più; anche
Audrey le regalò dei dolci, tanto che Victoria
cominciò
seriamente a preoccuparsi di poter ingrassare troppo. Di solito non
aveva molti problemi, ma non voleva ugualmente tentare la sorte.
Era già scesa la sera e si trovava seduta sul pouf quando
arrivò il gufo di Frederich:Victoria lasciò
entrare
l'infreddolito Guittoncino, che teneva una scatola tra le zampe, per
poi permettergli di scaldarsi un po' nel tepore della stanza. Ginevra
lo osservò con diffidenza, anche se sicuramente non lo aveva
dimenticato.
Auguri!
Come
vedi quest'anno mi sono ricordato il giorno esatto, la mia memoria
è migliorata da quando sono uscito da Hogwarts per fortuna.
Spero vada tutto bene: ho avuto la sfortuna di parlare con Edward e so
che dovrai sostenere con lui l'esame pratico di Materializzazione. Se
non lo provochi dovresti farcela, almeno poi non lo vedi più.
Ma
non parliamo di quell'essere, comincia a preoccuparti visto che da oggi
sarai costretta a fare attenzione a ciò che fai, o
dovrò
farti arrestare! In ogni caso spero ti piaccia il mio regalo: non hai
idea della fatica fatta per trovarlo, perciò fattelo piacere!
Porta i miei saluti al professor Vitious quando
torni a scuola, mi dimentico sempre di scrivergli dei miei progressi.
Frederich
La ragazza scosse la testa. Era ovvio che Frederich le facesse le
raccomandazioni sulle responsabilità che la sua
età
comportava; se le era aspettate, perciò non era sorpresa.
Aprì con curiosità la scatola e rimase a bocca
aperta:
era molto simile all'orologio che lei aveva visto a casa dei Weasley, e
al posto delle ore c'erano altre informazioni. Non dubitava affatto
della difficoltà nel trovare un oggetto del genere, dato che
a
casa non ne aveva mai visto uno: al momento le lancette rappresentavano
lei e i Diggory. Indubbiamente il ragazzo aveva pensato proprio a
tutto: cominciò a scrivere una risposta, dopo aver
appoggiato
l'orologio sul tavolino a fianco. Stava ancora terminando un'ora dopo,
quando sentì un rumore alla finestra; alzò lo
sguardo e
vide un gufo che non aveva mai visto. Aveva un'aria estremamente
regale, tanto che quando venne fatto entrare, arruffò le
piume
con aria di importanza, guadagnandosi un'occhiata gelida da Ginevra. Il
gufo aveva lasciato cadere - sempre con eleganza - il pacco che portava
e si appollaiò sul legno del letto, come se fosse in attesa.
Victoria srotolò prima la pergamena, anche se rivolse
un'occhiata curiosa alla scatola: non era grande, anche se la carta che
l'avvolgeva era sicuramente molto raffinata.
Mia
carissima Victoria,
spero
che questo mio messaggio possa giungerti in tempo. Avevo programmato di
inviartelo stamattina, ma ho avuto un contrattempo in ufficio e sono
stato costretto a rimandare.
Non
ti ho ancora presentato Odino, il mio gufo; come avrai già
notato, si crede molto importante, perciò se puoi non
distruggere questa sua convinzione. Sa diventare molto sgradevole,
quando viene provocato.
Dovrei
sgridarti perché non mi avevi fatto sapere il giorno preciso
del
tuo compleanno, ma fortunatamente sono riuscito a scoprirlo ugualmente:
non ho idea di cosa ti possa piacere, ma spero che il mio regalo non ti
sembri troppo inutile alla luce di quelli meravigliosi che avrai
certamente ricevuto dagli amici.
So
che sarai a Londra dopodomani: quando finisci l'esame puoi passare nel
mio ufficio, se te ne resta il tempo: non ho purtroppo modo di
liberarmi dagli impegni, ma avrei comunque piacere di vederti prima che
ricominci la scuola.
Sven.
Ciò che riscosse Victoria dal sorriso stupido che le si era
formato sul volto, fu la certezza che qualcosa non andava: la ragazza
si voltò e vide che Ginevra e Odino si stavano beccando
selvaggiamente, emettendo versi che avevano attirato anche Cedric, dato
che latesta del ragazzo aveva appena fatto capolino all'interno della
stanza. "C'è un Pennuto Party?" chiese divertito il ragazzo,
osservando Victoria che tentava di separare i due volatili. La ragazza
era colpita dal fatto che Ginevra si comportasse in modo tanto
irragionevole: di solito era dolce, anche se non particolarmente
affettuosa, con gli altri gufi... Invece con Odino no; il gufo di
Frederich si stava godendo interessato lo scontro, ma alla fine
Victoria riuscì a dividere i due contendenti.
"Per la barba di Merlino, che fatica! Ora basta, tutti e due... Odino,
tu porterai la risposta a Sven, mentre tu, Ginevra, cercherai di
calmarti o niente più biscottini extra!" Victoria
abbassò
lo sguardo e vide Kaiser che, dopo essersi destato dal riposino, stava
annusando Guittoncino con interesse, per poi miagolare soddisfatto dopo
averlo colpito giocosamente con la coda. "Animali pazzi, dici che li
abbiamo solo noi, Vic?"
La ragazza non potè impedirsi di sorridere a Cedric, mentre
continuava a tenere tra le mani quel volume di poesie, scritte da un
mago che era vissuto nel 1300 circa.
Per quel giorno, Victoria aveva deciso di indossare di nuovo la divisa
di Hogwarts; per addentrarsi nel mondo dei Babbani, non doveva di certo
attirare l'attenzione, perciò quell'abbigliamento era quasi
d'obbligo. Inoltre aveva saputo che ci sarebbero anche stati gli
insegnanti presenti, se non altro nel luogo d'incontro,
perciò
non voleva sfigurare troppo.
"Pronta, cara?" Victoria abbassò lo sguardo sul suo
Capocasa, il
professor Vitious, che le aveva appena rivolto la parola; la ragazza
annuì, ma non disse una parola. Sentiva Oliver poco lontano
che
parlava di Quidditch a ruota libera con Angelina e Alicia, mentre la
McGranitt li osservava con aria truce. Forse, si disse Victoria, era
preoccupata che eventuali Babbani di passaggio li potessero sentire;
poco lontano un gruppetto di Tassorosso discuteva di qualcosa che lei
non riuscì proprio ad afferrare, mentre Cecily e il suo
gruppo
di amiche di Serpeverde ridacchiavano a bassa voce: Piton, infatti, le
tava squadrando come se non chiedesse di meglio che strangolarle.
Di Corvonero non c'era nessun altro, tanto che accolse con sollievo
l'arrivo dell'esaminatore; non era per nulla contenta di vedere Edward,
ma prima arrivava e meno sarebbe durata la tortura psicologica. "Molto
bene, sarete esaminati in ordine alfabetico. Io e Twilkie ci
alterneremo, così da sbrigarci il prima possibile: voi sette
sarete con me".
Victoria si disse che non poteva essere tanto fortunata da evitare
Edward, difatti non rimase sorpresa quando fu lui a chiamare il suo
nome che rientrava tra i sette fortunati che sarebbero stati esaminati
da lui; notò che degli altri sei, c'erano anche Oliver e
Cecily.
Come al solito lei sarebbe stata l'ultima, perciò si
rassegnò ad attendere, cercando di far finta di essere
rilassata.
La ragazza non poté neppure contare sulla presenza del
Grifondoro, dato che Oliver fu il primo a dover sostenere l'esame:
perse la nozione del tempo, anche se fu certa di aver contato tutte le
nuvole presenti nel cielo. Victoria sentiva lo sguardo preoccupato del
professor Vitious, convinto probabilmente che stesse perdendo la
ragione, ma non disse nulla.
"Windsor, vieni avanti". Ormai era rimasta da sola, a parte i
professori che stavano discutendo tra loro: evidentemente l'altro
esaminatore aveva terminato prima di Edward, ma Victoria fece qualche
passo senza dire nulla. Non era per nulla sicura di riuscirci e, anzi,
sarebbe potuta scoppiare in lacrime da un momento all'altro. "Molto
bene, fatti trovare vicino al Big Ben. Pensi di riuscirci?"
La voce di Edward nascondeva una patina di sarcasmo che la ragazza
colse, sentendosi il più possibile nervosa: si era sempre
chiesta perché mai li dovessero far apparire nel mondo
babbano e
non in quello magico, ma si limitò ad annuire.
Ripeté
più volte quelle tre dannate D dentro di sé; si
sentiva
saldamente ancorata a terra, possibile che l'aria si fosse
improvvisamente condensata?
Intravide Edward che inarcava le sopracciglia con fare interrogativo, e
si rese conto di perdere tempo. Crack.
Aveva chiuso gli occhi per il timore di vedere quello che stava
facendo, o anche per deconcentrarsi, e di certo non li avrebbe neppure
riaperti se non avesse sentito delle risatine. Quando si
guardò
attorno, vide che parecchi Babbani la stavano osservando, ridendo: si
chiese se l'avessero vista apparire dal nulla, e fu sul punto di
scappare via il più veloce possibile, quando vide di non
essere
sola.
"Uhm... Posso confermarti i miei dubbi, cara Victoria: sei negata per
questo tipo di magia". La voce di Edward openetrò nella
mente
della ragazza, facendola voltare mentre osservava con ira il ragazzo;
il giovane teneva una pergamena trale mani e una penna nell'altra.
Victoria ipotizzò che doveva trattarsi di una piuma
trasfigurata, probabilmente per non destare l'interesse dei Babbani. Il
mago pareva perfettamente a suo agio e solo in quel momento Victoria
notò che anche lui si era adeguato - nel vestirsi - al mondo
in
cui si trovavano.
Lui vide la sua occhiata e sorrise, consapevole di darle fastidio. "Non
fraintendermi, sarai anche brava a scuola, ma per quello che riguarda
la Materializzazione... Sì, sei riuscita ad apparire dove ti
ho
detto, ma hai faticato molto: la tua Determinazione è
talmente
scarsa che hai rischiato di Spaccarti il gomito". La ragazza si chiese
come Edward potesse sapere che in effetti sentiva un dolore lancinante
proprio al gomito destro; non disse nulla, ipotizzando quello che
sarebbe accaduto.
"La sola cosa in cui sei riuscita bene è la Destinazione,
per il
resto ho visto fare di meglio oggi". Scrisse qualcosa sulla pergamena,
incurante dello sguardo omicida che la ragazza gli stava lanciando;
Victoria avrebbe voluto urlargli contro qualche insulto, ma
capì
di non poterlo fare. Per quanto avesse detestato tutto il periodo di
lezioni con lui, doveva riconoscere che aveva svolto il suo mestiere
con competenza: certo, non mancava di canzonarla, ma lei per prima
riconosceva di non potergli imputare nulla. Pensò
all'espressione delusa dei signori Diggory quando avrebbero scoperto
che era stata bocciata, e represse un singhiozzo. Non voleva piangere,
non c'era ragione di farlo, soprattutto davanti a lui.
"So cosa stai pensando... Tu credi che io ti abbia messo in
difficoltà apposta, vero? Beh, no. Posso assicurarti che non
è così... Per quello che mi riguarda, bocciarti
non
sarebbe neppure utile: i requisiti minimi li hai raggiunti,
però
ti consiglio seriamente di migliorare". La ragazza alzò su
di
lui uno sguardo incredulo, mentre Edward annuì. "Se dovessi
fare
il tuo bene ti boccerei, ma non ho ragione di farlo: come ti ho appena
detto, hai raggiunto il minimo indispensabile per superare l'esame,
anche se potresti fare di meglio. Non sottovalutare quello che ti ho
detto: se in futuro dovessi scegliere di viaggiare con la
Materializzazione, assicurati di essere migliorata. Non so se
avrò voglia di correre a ricongiungere il tuo corpo, qualra
dovessi trovare dei pezzi in giro".
Finalmente si era lasciata alle spalle la Materializzazione e le
vacanze: Victoria aveva sistemato la patente in uno dei bauli che aveva
dovuto riempire prima di tornare a Hogwarts. Dopo l'esame si era recata
al Ministero per andare a cercare Sven, il quale aveva avuto un paio
d'ore di libertà; si erano recati così in giro
per
Londra, senza una meta precisa, l'ideale per permettere a Victoria di
liberarsi dalla tensione dell'esame.
Nonostante i complimenti degli amici, non aveva detto loro niente del
suo quasi-fallimento all'esame: le dava fastidio non essere riuscita ad
avere il massimo punteggio, ma era ugualmente contenta di esserci
riuscita. In segreto si disse che avrebbe provato da sola a migliorare,
dato che le basi comunque non le mancavano.
Poi era finalmente giunto il momento di tornare a Hogwarts: in un certo
senso era impaziente di rimettersi al lavoro, le vacanze le piacevano,
ma non vedeva l'ora di terminare i propri studi. Aveva svolto tutti i
compiti che gli insegnanti avevano dato e aveva anche preso alcuni
nuovi appunti per la sua pozione; il professor Piton aveva accettato di
lasciarla lavorare ancora su ciò che stava preparando, anche
se
non mancava di criticarla in continuazione. Aveva comunque seguito il
consiglio dell'insegnante di non accelerare i tempi, e ormai si recava
nella segreta solo una volta alla settimana.
La scuola era ripresa già da un paio di giorni, quando
Victoria
incontrò Hermione da sola, poco lontano dal Lago Nero.
Durante
quei giorni, aveva incontrato Sven varie volte, anche se avevano
prestato molta attenzione a non farsi vedere; alcuni ne erano al
corrente, come Cedric, ma non volevano attirare l'attenzione su di loro.
Quel giorno l'Auror non era di turno, così lei aveva appena
pensato di andare a studiare in biblioteca, quando venne distratta
dalla vista di Hermione; era raro che la Grifondoro non fosse in
compagnia dei suoi due amici, così Victoria decise di
avvicinarsi e la salutò. Non voleva certo arrivarle alle
spalle
di sorpresa, ma rimase colpita nel vedere che stava piangendo; in
verità si era asciugata in fretta gli occhi, ma Victoria era
convinta che l'avesse fatto solo per colpa del suo arrivo lì.
"Posso aiutarti?" le era simpatica la ragazzina, anche se frequentavano
differenti amicizie. Lei scrollò la testa, ma non
durò
molto: era evidente che la ragazzina aveva bisogno di sfogarsi,
così Victoria apprese ciò che era accaduto.
Evidentemente
Hermione credeva che il famigerato Sirius Black avesse regalato una
Firebolt col malocchio a Harry, e si era guadagnata l'ira dei suoi
soliti amici per aver denunciato il fatto alla loro Capocasa. Victoria
era scettica: dubitava che Black potesse arrivare al punto da comprare
una scopa tanto prodigiosa senza farsi notare, ma era dell'idea che lei
si fosse comportata nel modo più corretto. "Vedrai che lo
capiranno! A volte i maschi sono un po' stupidi, soprattutto a
quell'età: non hai idea di quante volte io abbia litigato
con
Cedric!"
Victoria esagerò volutamente, anche se lei e l'amico di rado
erano arrivati a litigare così furiosamente; voleva in ogni
modo
distrarla, così scoprì anche che Hermione stava
cercando
del materiale storico per aiutare Hagrid nell'udienza contro il suo
Ippogrifo. La ragazza ricordava di aver sentito parlare della storia
tempo prima. "Sai che ti dico? Mi ricordo che durante i G.U.F.O. c'era
una domanda simile, dovevamo parlare di un caso analogo accaduto nel
1435... Se vuoi posso provare a cercare qualcosa in biblioteca, magari
riusciamo a trovare qualcosa".
Victoria aveva sorvolato sul fatto che l'episodio in questione
riguardava un altro tipo di animale, ma riucì se non altro
nell'intento di distrarre la Grifondoro: pochi minuti più
tardi
entrambe varcarono l'ingresso alla biblioteca, ben decise a mettersi al
lavoro il prima possibile.
Nota:
eccoci qui dunque u.u fors eun po' di transizione questo capitolo dato
che dovevo far terminare le vacanze e farli tornare a scuola^^
Come vedete Vic è diventata maggiorenneeee u.u fatele gli
auguri
LOOOL e riceve i regali dagli amici^^ Non a caso ho inserito Frederich
e il suo strambo gufo LOL
Ovviamente poteva mancare il regalo di Sven? Certo che no u.u non
sapevo cosa usare, così alla fine lui le regala un libro di
poesie *-* che tenero *-*
E per poco Vic non viene bocciata all'esame XDDD del resto leggendo il
sequel è chiaro che Vic ha seri problemi con la
Materializzazione: non puà mica essere brava in tutto, no?u.u
Bene, spero di leggere i vostri commenti favolosi :=) un bacio a tutti,
ciao!
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sposerò perchè...
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Capitolo 31 *** 31 - L'abbraccio dell'oscurità ***
Immagine allo specchio
Angolo
autrice:
Eccomi di nuovo qui! Sono di nuovo in ritardo, ma il tempo è
poco e le cose da fare sono molte. RIngrazio sempre Enide per il
betaggio e tutti per il sostegno :=) per quanto io sia affezionata a
molte mie long fic, questa resta una delle mie favorite in assoluto :=)
Immagine
allo specchio
31 - L'abbraccio
dell'oscurità
L'inverno quell'anno fu particolarmente rigido; Victoria usciva di rado
dal castello, e solo quando era costretta a seguire le lezioni di
Erbologia. Non si recava più sulla riva del lago ad ammirare
il tramonto, né sostava troppo a lungo nella fredda neve che
avviluppava i territori di Hogwarts: gennaio era trascorso molto
rapidamente, e già la prima metà di febbraio era
scivolata via in maniera quasi allarmante.
Lei e Cedric erano talmente pieni di compiti da aver quasi dimenticato
la spensieratezza dei primi anni di studio, in cui si crogiolavano in
biblioteca o in altri spazi della scuola per trascorrere i momenti
liberi.
La sua pozione aveva cominciato a dare qualche risultato concreto, e il
professor Piton la tartassava più di prima; le lezioni
diventavano sempre più complicate e la situazione di allerta
nel castello non era scemata, complice anche il fatto che Sirius Black
aveva tentato di entrare nella Torre dei Grifondoro.
Sven pareva parecchio nervoso, tanto che Victoria aveva imparato a non
chiedergli continuamente notizie sul suo lavoro; sicuramente lo
infastidiva parecchio essere preso in giro da quel criminale, e lei non
desiderava di certo ricordargli l'attuale situazione. A parte quello,
non poteva proprio lamentarsi: apparentemente la loro storia non
presentava alcun problema, e andavano d'accordo come se si conoscessero
da sempre; a volte Victoria aveva temuto che l'uomo potesse
improvvisamente decidere di desiderare qualcosa di più da
lei, ma non era ancora accaduto.
Sembrava capire le sue esigenze, non le faceva pressioni di alcun tipo
e trascorrevano il tempo a loro disposizione - poco - parlando, a volte
di banalità e altre volte di cose importanti come il futuro;
quel genere di conversazioni verteva più che altro sui
desideri che poteva avere lei per il proprio futuro, dal momento che
lui aveva già un lavoro ed era realizzato sotto molti punti
di vista. Victoria non riusciva a vedersi in nessun posto che non fosse
Hogwarts, tuttavia era consapevole di non poter rimandare la decisione
ancora per troppo tempo: entrambi comunque non avevano mai fatto
progetti concreti sul loro, di futuro. Victoria non si sarebbe mai
azzardata a porre un interrogativo su ciò che sarebbero
potuti diventare i loro rapporti una volta terminata la scuola,
né Sven accennava a ciò che pensava.
Era per entrambi troppo presto, eppure sentivano che le parole non
erano necessarie: Victoria non riusciva a immaginare di poter avere
un'altra persona al proprio fianco, ma temeva che dirlo avrebbe
costretto Sven a pensare a qualcosa che neppure lei riusciva a prendere
in considerazione. Si limitavano a godersi quei rari momenti di
tranquillità che riuscivano a trovare tra i mille impegni di
lavoro di lui e quelli di studio di lei.
"Sarò assente per un paio di giorni, pare abbiano avvistato
Black a Nord, devo recarmici". Sven aveva detto così dieci
giorni dopo l'inizio di febbraio, e per un momento Victoria aveva quasi
pensato di chiedergli di non andare: sarebbe stata una follia,
eppure... Sapeva che una volta preso Sirius Black, non ci sarebbe stata
più alcuna ragione per la presenza degli Auror a scuola. Per
la sua presenza. In un certo senso, Black le era molto utile, poteva
continuare a latitare ancora... beh, almeno fino alla metà
dell'anno successivo, no? Che fretta aveva di farsi catturare? La
ragazza ridacchiò a cena, mentre Penelope la osservava come
se fosse preoccupata per la sua sanità mentale; Victoria
distolse lo sguardo dall'amica per posarlo sulla pancetta che aveva nel
piatto.
"Oh, vedo che Mr. Romantico non ti ha neanche considerato,
oggi” disse una voce sarcastica all'orecchio di Victoria, che
sbuffò senza neppure voltarsi.
Già da un po' Marcus Flitt era tornato a infastidirla dopo
aver scoperto la sua storia con Sven; Victoria ancora si chiedeva in
che modo il giovane avesse saputo della cosa, ma non dubitava che
potesse averli spiati. Così già da un paio di
settimane si comportava come una spina nel fianco; un paio di volte
avevano litigato al punto che il Serpeverde, dopo averla minacciata di
denunciare la cosa a Silente, si era preso un paio di schiaffi ben
assestati in faccia. In verità Victoria non aveva idea di
che punizione avrebbe potuto darle il Preside, ma non ci teneva a
correre il rischio; era maggiorenne e non facevano altro che parlare
amichevolmente. Era un modo per sminuire i sospetti di Flitt, ma non
funzionava.
Sapeva anche che avrebbe ricevuto il suo scherno: quel giorno era San
Valentino, ed era ovvio che Marcus volesse mostrarle le manchevolezze -
secondo lui - di Sven. "Non esagerare, Flitt. Sven è solo
impegnato, mentre tu l'anno scorso non hai trovato il tempo neanche per
un fiorellino appassito" rispose la ragazza, rifiutandosi di abboccare
alla provocazione. L'uomo era assente da Hogwarts già da
alcuni giorni e lei non sapeva dove fosse: era inutile mandare Ginevra
a cercarlo, non voleva ostacolare il suo lavoro, né
desiderava mostrarsi asfissiante.
Era solo un po' preoccupata, ma non per il fatto che Sven era assente
proprio in quello stupido giorno. "Sai, rimpiango l'assenza di Allock:
saresti fenomenale vestito da Cupido, sei d'accordo con me, Ced?" disse
Victoria rivolgendosi all'amico, che era venuto a sedersi di fianco a
lei dopo aver mangiato, e tutti i vicini scoppiarono a ridere; Marcus
parve offeso, ma l'attenzione di Victoria era tornata a essere rivolta
al piatto ormai vuoto.
"Ehy, non è Odino, quello?"
La voce di Cedric fece voltare la ragazza: Victoria riconobbe il gufo
di Sven che era appena arrivato, e teneva tra le zampe - a fatica - un
grosso mazzo di fiori. Il gufo atterrò elegantemente proprio
di fronte a lei, costringendo tutti a spostare i loro piatti per non
essere investiti dai petali di rose: la ragazza osservò
incredulo la quantità apparentemente infinita di rose rosse
che le erano cadute tra le braccia, per poi posarle con delicatezza sul
tavolo di Corvonero e aprire il bigliettino che le accompagnava. Non
c'era neppure bisogno della firma per decifrare la grafia elegante e
curata di Sven; si sentì arrossire, consapevole che tutti in
Sala Grande si stavano chiedendo chi fosse la fortunata destinataria di
quell'omaggio floreale.
La ragazza si voltò verso Marcus Flitt, pietrificato dalla
sorpresa, che non riuscì a reagire all'espressione
gongolante della ragazza. "Beh, buonanotte ragazzi, sarà
meglio che vada a portare in dormitorio questi fiori, prima che
qualcuno decida di guastarmi la serata". Lanciò un'occhiata
a Marcus, per poi allontanarsi in fretta con le braccia piene di rose:
certo che Sven era stato proprio carino, anche se avrebbe potuto
mandarne un po' meno dato che faticava a camminare per via del profumo
seducente delle rose
"Avrà come minimo svaligiato tutti i negozi Babbani di
Londra" sghignazzò Cedric, ma Flitt si era ormai
allontanato, imprecando vistosamente.
Mancavano una manciata di giornate alle vacanze di Pasqua e la neve si
era finalmente sciolta; un vento freddo infuriava ancora all'esterno di
Hogwarts, ma nessuno aveva modo di badarci più di tanto.
Sven stiracchiò le braccia, senza reprimere uno sbadiglio a
bocca aperta. "Meno male
che non ci sono clienti, o li avresti fatti scappare"
borbottò Rosmerta di malumore, guadagnandosi una risata
indifferente da parte di Sven; quel giorno lui non era di servizio e si
trovava a Hogsmeade, in attesa dell'arrivo di Victoria. Gli studenti
potevano visitare il villaggio e lui le aveva dato appuntamento proprio
lì; non erano neppure le dieci, perciò non era
preoccupato dato che per il momento nessuno era in ritardo.
"Mi sembra di concludere che stia andando tutto alla grande, no?"
Sven annuì avendo già capito a cosa si stava
riferendo Rosmerta. La donna era perfettamente al corrente della
relazione tra lui e Victoria, e già da molto tempo aveva
cominciato a fare i suoi commenti, tra previsioni future e ipotesi
strampalate; fortunatamente era anche estremamente discreta e non ne
aveva mai parlato in pubblico. "Sì,
ed è una cosa strana... Insomma, non è da me
essere tanto costante" disse Sven con aria meditabonda, ricordando i
numerosi fallimenti passati con altre ragazze. Non era mai stato molto
popolare a scuola, al contrario, era sempre stato trasparente per
quello che riguardava le ragazze; le cose erano cambiate dopo l'inizio
del suo apprendistato con Alastor, anche se non in modo radicale. Di
certo le storie non duravano mai molto, anche se non sempre per sua
volontà: per quanto molte si dicessero comprensive, ben
poche riuscivano a reggere i ritmi e le pressioni a cui lui era
sottoposto durante il lavoro, preferendo altri con orari meno incerti.
Fino a quel momento la cosa non gli aveva posto particolari problemi
visto che non si era mai davvero legato a quelle persone - non in modo
importante per lo meno -, ma già da alcune settimane si
stava chiedendo se anche Victoria non si sarebbe stancata. Si era
aspettato delle lamentele per le continue assenze, ma non era accaduto
nulla fino a quel momento; certo, si disse sgranocchiando alcune
noccioline magiche, forse la
ragazza ancora non aveva avuto modo di comprendere appieno tutto
questo. Al momento, essendo ancora una studentessa, era vincolata lei
stessa da orari, problemi e quant'altro... Cosa sarebbe accaduto una
volta che le porte di Hogwarts si fossero chiuse per sempre? In un
certo senso quel periodo di stallo era utile a entrambi, anche se
avrebbe desiderato avere una risposta chiara. Sven si
stiracchiò le braccia; la pazienza in fondo non gli era mai
mancata, era una sua dote sin da quand'era nato, ma a volte l'attesa
rischiava di logorargli i nervi.
Rosmerta gli picchiò lo spolverino in testa con fare
minaccioso. "Tu non sei
mai contento se non rovini tutto, vero? Invece di attendere i problemi,
previenili! O forse credi di riuscire a tenerti stretto una ragazza
così solo guardando per aria? Devi comportarti in modo
carino: sai, cioccolatini, fiori, serenate e..."
Sven scoppiò a ridere, senza riuscire a trattenersi. "Non
esagerare, dai! Faccio già tutto questo, ma senza dare
troppo nell'occhio: insomma, Hogwarts è pur sempre una
scuola di magia, non la sala da tè di madama Piediburro.
Fortunatamente a lei non piace neppure quel genere di luogo, credo che
non sarei sopravvissuto se mi avessero visto là dentro."
L'uomo rabbrividì impercettibilmente: per lui non c'era
nulla di peggio che entrare in tutto quel rosa. Non che lo considerasse
un colore poco virile, ma gli ricordava troppo sua madre, e proprio non
avrebbe retto le chiacchiere; anche il capo degli Auror aveva dei
difetti, e uno di questi erano i pettegolezzi sulla sua vita privata.
Circa mezz'ora dopo, l'uomo osservò l'orologio che teneva al
polso: era stato il regalo di Victoria per Natale, anche se era giunto
un po' in ritardo, e non l'aveva più tolto da lì.
Anche se era un oggetto babbano gli era piaciuto molto, oltre a essere
estremamente utile. In quel momento Rosmerta lanciò un grido
di spavento, cosa che lo indusse a estrarre in fretta la bacchetta, pur
non essendocene bisogno: una fenice argentea era arrivata
all'improvviso di fronte a lui, e aveva parlato.
Un attimo dopo era già fuori dal locale, diretto a Hogwarts.
"Ecco il lupacchiotto
addomesticato"
Severus Piton quasi sputò quelle parole, mentre osservava
Remus Lupin chino sul corpo della ragazza; l'infermeria non era mai
stata così piena da quando l'anno precedente il Basilisco
aveva mietuto vittime, pietrificandole. Il professor Lupin era appena
giunto e già stava mormorando alcuni incantesimi di cura su
Victoria, mentre madama Chips era per la prima volta costretta a
rimanere in disparte; Severus scambiò uno sguardo con Albus
Silente, ma il Preside pareva a sua volta attratto magneticamente dalla
figura della Corvonero che stava distesa su un lettino, le tende tirate
per evitare che eventuali altri arrivi potessero scorgerla.
"I danni fisici non sono molti, come Poppy ha già potuto
constatare si tratta di un braccio spezzato e alcune contusioni..."
La voce di Remus risuonò stranamente acuta nel silenzio
dell'infermeria. "Non sono le conseguenze fisiche il problema" lo
interrupe Piton, con voce sarcastica: l'uomo non riusciva a credere che
la Windsor, persona tanto tranquilla e decisamente non amante del
rischio, potesse essere stata tanto sciocca. Era quasi un fallimento
personale, non riusciva a tollerarlo.
Albus Silente si mosse, avvicinandosi alla ragazza ancora distesa e
toccandole la fronte con la mano: era gelida. "Ho già
allertato il San Mungo, a breve sarà qui il Guaritore
Steileir per una prima... verifica,
ma credo sarà necessario trasportare Victoria all'ospedale
magico. Qui c'è troppa folla". Lo sguardo del Preside era
sempre fisso sulla ragazza, come se potesse essere in grado di aiutarla
a guarire solo con l'intensità dei propri occhi; era proprio
per i pericoli rappresentati dei Dissennatori che si era lungamente
opposto all'idea del Ministero, ma Cornelius come al solito aveva
dovuto agire di testa propria.
Nessuno aveva suggerito di rianimare la ragazza, per il momento era
più conveniente lasciarla a riposo e attendere che
riprendesse i sensi senza forzature: le ferite fisiche erano - come
Severus aveva appena detto - il problema minore, e nessuno in quel
momento poteva immaginare che cosa fosse realmente accaduto alla
ragazza. Quelle creature erano spaventose, chi avrebbe veramente potuto
sentirsi al sicuro trovandosi circondato da loro? Ad Albus si era
stretto il cuore nel momento in cui aveva saputo: gli studenti erano
per lui come figli, e non riusciva proprio a tollerare che qualcosa di
davvero grave potesse accadere loro.
Certo c'erano le ferite sul campo da Quidditch, quelle durante le ore
di lezione... Ma quelli erano incidenti comuni, facevano parte della
loro vita insieme: non
potevano essere evitati.
L'uomo si sentiva una furia, ma non lo dava a vedere. "Ho dovuto
informare anche il Ministero, a breve credo un Auror sarà
qui". Albus Silente non aggiunse altro: detestava vedersi costretto a
rendere conto al Ministero di ciò che accadeva nella sua
scuola, ma un episodio del genere non andava tenuto nascosto. Non a
caso aveva contattato Sven: lo conosceva bene ed era perfettamente al
corrente della relazione tra lui e Victoria, anche se la maggior parte
dei suoi collega ignoravano la cosa. Severus più volte gli
aveva detto che forse sarebbero dovuti intervenire, ma persino
l'insegnante era stato costretto ad ammettere che non c'erano motivi. I
due erano estremamente discreti, non facevano circolare pettegolezzi. E
poi, perché porre limiti all'amore quando si presentava
tanto inaspettatamente?
Forse si stava sbagliando, magari il Dissennatore si era limitato a
spaventare Victoria. Restava solo quella speranza, talmente fragile che
l'aveva sentita andare in pezzi ancor prima di poterla pensare.
Poco prima...
"Luna, sarai brava a
distinguere i Nargilli, ma a scacchi sei davvero una schiappa!"
Victoria ridacchiò divertita nell'istante in cui - per
l'ennesima volta - faceva uno scacco matto all'amica; la Sala Comune
era quasi deserta, a parte alcuni studenti del secondo anno che stavano
cercando di predire il futuro grazie all'ovomanzia, e a loro due che
sedevano sul pavimento a giocare agli scacchi dei maghi. La bionda
Corvonero parve non prendersela mentre la scacchiera veniva riposta, e
gettò un'occhiata a Victoria che stava guardando con ansia
al di fuori delle finestre. "Sei sicura che non che rimaniamo qui,
Luna? Non è un problema la tua presenza" disse Victoria dopo
essersi sistemata meglio il mantello; il freddo ormai stava lentamente
abbandonando Hogwarts, ma ancora non era il caso di essere tanto
ottimisti riguardo al bel tempo. La ragazza sapeva che Sven non si
sarebbe certo irritato se con loro ci fosse stata anche Luna, anzi
l'uomo pareva trovarla molto simpatica, e di solito riusciva a rimanere
sorpreso dalle cose bizzarre che lei diceva.
"No, non avete mai tempo per stare insieme. Io ho già da
fare, ho convinto Pix a dare la caccia a quel Gorgosprizzo che sta
infestando il quarto piano" rispose Luna, sistemando un altro tappo di
bottiglie di Burrobirra nella sua collana, strappando una risata a
Victoria. Pareva che il poltergeist rifuggisse la presenza di Luna,
cosa che molti Corvonero avevano imparato presto e non esitavano ad
approfittare di quella strana paura provata da Pix per poter essere
lasciati tranquilli; Victoria salì in dormitorio e dopo
circa un quarto d'ora ne uscì di nuovo. Si era pettinata
così da non sembrare uno spaventapasseri, e si era anche
applicata un leggero rossetto sulle labbra.
Era tutto silenzio. Victoria accelerò il passo una volta
fuori dal portone, dicendosi che avrebbe anche potuto uscire mezz'ora
prima; in un certo senso era felice che Luna preferisse lasciare lei e
Sven da soli, anche se trascorreva volentieri il tempo assieme a lei.
Le sembrava quasi una sorellina ed era particolarmente legata alla
biondina: da quando Maggie non era più sua amica, aveva
trovato molto piacevole il conforto che le dava Luna. Era tra le poche
della scuola a parlarle, e spesso Victoria se ne chiedeva la ragione;
scrollò la testa e proseguì, diretta ai cancelli.
Un grido soffocato attirò la sua attenzione: volse lo
sguardo attorno a sé e poi li vide: erano due ragazzini
– sicuramente del primo anno, anche se non avrebbe saputo
dire a che Casa appartenessero dato che erano abbastanza lontani
– che si trovavano a parecchi metri di distanza, assieme ad
alcuni Dissennatori.
Per un momento Victoria pensò di aver avuto
un'allucinazione: quelle creature disgustose non potevano entrare nel
territorio della scuola, eppure erano là: Victoria
dimenticò tutto il resto, sguainando la bacchetta e
avvicinandosi in fretta ai due. Il gelo era quasi insopportabile, ma
chiuse gli occhi, cercando di respirare in modo regolare: a lezione non
erano mai stati affrontati argomenti che avessero a che fare con quelle
creature, ma lei conosceva la teoria. Tuttavia non voleva certo
attaccarli, semplicemente richiamare quei due incoscienti che stavano
giocando con loro. “Ehi, tornate indietro!”
Uno dei due la vide e corse nella sua direzione, mentre l'altro teneva
la bacchetta alta contro il Dissennatore; Victoria corse in avanti,
dicendosi che ci sarebbe stato tutto il tempo per chiamare un
insegnante, il pericolo non poteva aspettare.
I Dissennatori erano tre: due di loro arretrarono, forse spaventati
dalla luce argentea che spuntava dalla bacchetta di Victoria, mentre
l'altro rimase ad attendere qualcosa, portando il suo sguardo sulla
ragazza, ignorando del tutto l'altro. “Expecto
Patronum...”
Victoria si sentiva sempre più debole, il gelo cominciava ad
avvilupparla e la bacchetta tremava: il braccio non riusciva a tenerla
in maniera salda e la tenue luce argentea che aveva evocato si spense
bruscamente. Alcune voci terrorizzate le giunsero all'orecchio, ma lei
non ci badava più: il Dissennatore si era avvicinato senza
alcuna paura e le aveva afferrato il volto, facendola sprofondare in un
gelo senza fine.
C'erano solo due occhi azzurri di fronte a lei, che la guardavano e
imprigionavano. Erano la cosa più bella che avesse mai
visto.
C'era anche un forte dolore alle braccia e c'era anche una cerva
argentea che alla fine la separò da quel contatto, ma ormai
era fatta. Cadde a terra come una bambola spezzata, il solo ricordo di
quelle iridi azzurre impresso nella mente e il nero che l'avvolgeva.
Severus Piton accorse immediatamente a fianco della giovane, lo sguardo
contratto dalla rabbia e solcato dalla preoccupazione.
Nota: come volevasi dimostrare, l'idillio
è bruscamente terminato u.u ma so che ve lo aspettavate!
avendo già poi letto il seguito, era anche normale non avere
una
sorpresa, non del tutto almeno. Sono arrivata un po' tardi a postare lo
riconosco, ma ho un tempo estremamente limitato e un casino di cose da
fare zizi
SPero che vi piaccia. Cronologicamente siamo circa a Pasqua dell'anno
del prigioniero di Azkaban: ho descritto un po' di serenità
affettiva, prima di far arrivare i guai.
CHi sono i due del primo anno? Boh, non hanno nome xdddd
Forse tutto si svolge molto rapidamente, ma ammetto che soffermarmi
SEMPRE sui dettagli può essere snervante ._.
I Dissennatori. Non ho mai capito bene ciò che li rende tali
a
dire il vero uhm mi sembra si dica che sotto a quel cappuccio u
na volta
ci fossero delle persone, e su questo mi sono basata: il mio "cucciolo"
di Dissennatore è appunto un cucciolotto u.u che viene
attirato
dalla disperazione, come tutti, ma al contrario dei due suoi compari
è più "affamato" se posso dire così
Ho sviluppato una MIA idea della cosa e ho lasciato qualcosa di "umano"
sotto al cappuccio: Victoria vede due occhi azzurri, traduzione
probabilmente una volta quel Dissennatore aveva gli occhi azzurri u.u
Entrerà in scena anche Peter Steileir che è il
padre di
Frederich che, come ricorderete, è un Guaritore. La sua
presenza
non è fondamentale per la storia, se non in questo punto^^
Ho voluto far agire Severus... amo la sua cerva, anche se devo
ammettere che avrei visto molto bene anche la fenice di Albus.
Però ho visto più probabilità in un
intervento di
Severus - in giro per la scuola e dintorni - che non del Preside.
Attendo i vostri commenti e grazie a tutti coloro che recensiscono e
seguono^^ vi adoro**
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Capitolo 32 *** 32 - Buio ***
Immagine allo specchio
Angolo
autrice:
Oh salve a tutti quanti! Sono paurosamente in ritardo ma d'estate avevo
poca voglia di scrivere, anche se le idee erano ben presenti nella mia
testa^^
Sperando che siate sopravvissuti al caldo torrido dell'estate, mi
auguro troviate di vostro gradimento questo capitolo^^ Qui fa la sua
apparizione Peter Steileir, che come ricorderete è il padre
del
caro Frederich u.u non è un personaggio principale ma per un
numero di capitoli sarà con noi :=) trattatelo bene, mi
raccomando u.u
Un bacione alla mia beta che è sempre paziente xDDD
Immagine
allo specchio
32 - Buio
Peter
Steileir era sicuramente il Guaritore più competente di
tutto il San
Mungo, e questo era un fatto assodato
già da molti anni. Non era stato
semplice per l'ex Corvonero giungere a un simile traguardo ma i
lunghi anni di studio e pratica lo avevano infine premiato. Mentre
l'uomo - che aveva i capelli ormai bianchi legati in una
ridicola mezza coda - attraversava di nuovo l'ingresso di
Hogwarts, pensava all'ultima volta che si era trovato nella sua
vecchia scuola.
Nessuno
avrebbe immaginato che quel Guaritore, dietro al quale si nascondeva
un tempo uno degli allievi più stravaganti di tutta la
scuola, fosse
il migliore di tutto il San Mungo: nonostante il suo aspetto
bizzarro, l'uomo era estremamente serio sul lavoro pur senza
rinunciare al proprio modo di fare, diretto e spontaneo. Ma in quel
momento il suo pensiero non era perso in vecchi ricordi di quando si
era presentato il primo giorno di scuola con la cravatta legata sulla
fronte, bensì alla ragione di quella convocazione urgente:
era raro
che Silente lo facesse chiamare, di solito Madama Pince era
più che
in grado di occuparsi di ciò che succedeva a scuola. Il
messaggio
che gli era stato fatto pervenire però lasciava denotare che
qualcosa di davvero serio era accaduto; in verità non era
strano che
a Hogwarts capitassero incidenti, tra Quidditch e prove di magia di
solito non passava giorno in cui qualcuno visitasse l'infermeria.
Però fino a quel momento al San Mungo non era mai giunto
nessuno, né
lui e gli altri colleghi erano mai stati chiamati nella prestigiosa
scuola: faceva eccezione solo l'episodio di alcuni anni prima, quando
proprio suo figlio Frederich aveva rischiato di perdere un occhio
durante l'ultima sua partita di Quidditch. Ma anche quello poteva
essere considerato un incidente nella norma, nulla a che vedere con
la convocazione urgente di Silente.
"Oh,
professoressa McGranitt, la trovo straordinariamente in forma. Certo,
se ogni tanto scegliesse un colore meno austero sembrerebbe
più..."
L'uomo aveva infatti visto l'insegnante di Trasfigurazione venirgli
incontro in maniera celere e lui aveva cercato di stemprare la
tensione, anche se non si aspettava un successo in tal senso; ma
l'occhiata severa della donna non arrivò:
sembrava solamente ansiosa e inquieta, confermando le sinistre
ipotesi di Peter sull'incidente che aveva avuto luogo.
Ascoltò la
donna parlare abbastanza dettagliatamente di quello che era accaduto,
e poi entrambi varcarono le soglie dell'infermeria: l'uomo fece un
cenno di saluto a tutti i presenti - mettendo un po' più di
enfasi
nel riconoscere il professor Vitious -, poi la sua attenzione si
spostò subito sulla figura distesa sul lettino. Ebbe un
lampo di
sorpresa nel riconoscere Victoria ma fu solo questione di un momento;
ricordava bene la ragazza a cui aveva prestato qualche cura, ma ormai
era passato molto tempo. Quelle erano state ferite superficiali, al
contrario di quelle che aveva ora.
Si
chinò sul corpo della studentessa mentre con la bacchetta
illuminata
esaminava le pupille di Victoria; il silenzio era totale, spezzato
solo dal ticchettio costante dell'orologio da parete che conferiva
una lugubre atmosfera. Il Guaritore praticò alcuni
incantesimi non
verbali sulla ragazza, ma era impossibile capire cosa stesse
pensando: il suo volto era una maschera inespressiva, era totalmente
concentrato in quello che stava facendo. In quel momento il portone
dell'infermeria venne spalancato con decisione e Sven fece il suo
improvviso ingresso all'interno della stanza, ammonito solo da una
severa occhiata da parte della professoressa McGranitt; l'Auror dava
l'impressione di aver percorso buona parte del tragitto di corsa, ma
non sembrava stanco, solamente stralunato.
"Oh,
guarda che combinazione. Avevo proprio bisogno di un rappresentante
del Ministero ed ecco che compare il capo Auror in persona! Se le
circostanze fossero diverse mi fermerei a chiederti come va la vita,
Sven, ma per stavolta credo che dovrai perdonarmi: mi serve il tuo
permesso per allestire una Passaporta immediata e mi piace pensare
che non ci farai perdere troppo tempo." Peter Steileir si
rivolse in maniera gioviale all'Auror, come se tutta la situazione
fosse semplicemente una pratica burocratica; a quel modo cercava di
evitare domande dirette, oltre a ottenere una risposta immediata a
ciò che gli serviva. Poteva tranquillamente allestire una
Passaporta
per conto proprio in caso di emergenza, ma in quel momento la
presenza dell'uomo gli risparmiava notevoli seccature e, soprattutto,
molto tempo che era prezioso.
Sven
osservò incredulo il Guaritore: si conoscevano fin dalla
pima volta
che Moody lo aveva spedito al San Mungo con alcune ferite lievi e per
quanto lo avesse sempre giudicato strano, sapeva che era molto
competente. Nel corso degli anni aveva imparato ad apprezzare la sua
abilità, tuttavia ancora non capiva quello che era accaduto:
il
Patronus di Silente lo aveva solo pregato di raggiungerlo
immediatamente a scuola perché era accaduto un incidente
piuttosto
serio, e nient'altro. Osservò la figura stesa sul lettino e
per un
momento si sentì mancare quando riconobbe Victoria: la
ragazza
sembrava talmente pallida da risultare morta, eppure non sembravano
esserci ferite evidenti.
Silente
decise di prendere parola. "Sono sicuro che Sven non avrà
problemi nel consentirti quello che chiedi, a noi interessa solo
sapere quanto pensi di trattenere la signorina Windsor in
osservazione." Il Preside era sicuro che quelle parole avrebbero
sconvolto Sven, ma non c'era stato il
tempo di prepararlo, il messaggio che gli aveva fatto arrivare non
poteva contenere tutte le informazioni; gli avrebbe spiegato a
voce quello che era accaduto. "Naturalmente... ma... "
Sven non riuscì a pronunciare altra parola, chiedendosi se
fosse
prigioniero di un incubo o peggio; tuttavia si costrinse a riprendere
la calma, era chiaro che non sarebbe stato avvisato se non fosse
accaduto davvero qualcosa di grave.
Peter
Steileir stava osservando con interesse il lettino, avendo deciso
ormai di usare quello come Passaporta; riportò lo sguardo
sui
presenti, soprattutto su Silente, prima di rispondere. "Vedila
così, Albus, se la nostra Victoria aveva in programma una
settimana
bianca con la famiglia... farà meglio a disdirla. Ora
è meglio che
andiamo, ti terrò informato... Ah, consiglierei di tenere
sotto
controllo il Dissennatore, e in quanto a questo desidererei che ci
fosse una sorveglianza al San Mungo. Meglio ancora sarebbe se fossero
gli Auror a occuparsene, visto che la bella idea di quelle... bestie
a scuola è del Ministero. Buona giornata a tutti."
Sven
osservò Guaritore e ragazza sparire quasi all'istante grazie
alla
Passaporta, ancora senza capire quello che era successo; l'allusione
ai Dissennatori non era però passata inosservata e gli
pareva di
sentire il cuore più pesante. Si voltò verso il
Preside che stava
ritornando nel suo studio e gli aveva fatto cenno di seguirlo.
"Filius, occupati di informare i Diggory dell'accaduto, anche se
forse sarebbe meglio attendere... Io mi occuperò dei
Windsor, anche
se non sarà semplice. Minerva, non appena ricevi notizie dal
San
Mungo, portamele nel mio studio: per il momento devo parlare con il
nostro capo Auror in privato, l'avrei fatto prima ma non c'è
stato
tempo. Severus, tu vieni con me.”
Buio.
Nero.
Nulla.
La
testa sembrava improvvisamente pesante da sostenere e Victoria se la
sarebbe staccata senza remore se avesse potuto farlo;si
guardò
attorno ma non vide nulla, sembrava essere in un mondo senza faccia.
Il colore che predominava era il nero e tutto era talmente uguale che
i contorni non avevano più alcuna importanza; si mise in
piedi e si
accorse che non esisteva il pavimento, così come non c'era
traccia
alcuna del soffitto.
Il
nero era il padrone anche se le pareva che qualcuno la stesse
osservando: vide quegli occhi azzurri, gli stessi che l'avevano
imprigionata con il loro magnetismo quando aveva visto la creatura
sotto al cappuccio. Di tutti i dettagli, le erano rimasti impressi
gli occhi e nient'altro, come se del Dissennatore non fosse rimasto
altro; certo ricordava il gelo che l'aveva avvolta, lo sgradito
contatto con le lunghe dita decomposte, ma ben presto tutto era stato
scordato e dell'incontro le rimaneva un'improbabile sensazione di
calore, un fuoco che l'avvolgeva. Mosse i passi in quella direzione
ma più si muoveva e più aveva la sensazione che
lo sguardo si
allontanasse.
Cercò
di parlare ma senza riuscirci; Victoria non sapeva di essere solo
prigioniera di un sogno artificiale, di qualcosa che la sua stessa
mente aveva prodotto sfidando gli incantesimi rilassanti più
potenti. In quel momento si trovava distesa in un letto in una stanza
del San Mungo, lontana dai pazienti comuni e sistemata in un'ala
riservata dell'edificio; il suo sonno era artificiale e non aveva le
proprietà benefiche che aveva sperato Peter Steileir. Il
Guaritore,
spalleggiato dalla sua intera equipe di colleghi, aveva trascorso
più
di dodici ore a esaminare la ragazza, a cercare di capire il suo
stato prima ancora che si svegliasse.
"Il
capo Auror è qui fuori da ore e mi sembra nervoso, cosa devo
dirgli?" Selene Johnson, una delle tirocinanti di Peter,
approfittò del fatto che il Guaritore si fosse staccato dal
letto
della ragazza per parlargli; nessun tirocinante era ammesso in quella
particolare ala dell'ospedale ma si era reso necessario comunicare
con esterni, pertanto l'uomo aveva scelto proprio la ragazza per
quel compito. Tra tutti era la più fidata e discreta;
annuì,
immaginando quanto l'uomo dovesse sentirsi sull'orlo di una crisi di
nervi e decise che era giunto il momento di cominciare a dargli
un'idea della situazione.
"Nulla,
ora lo raggiungo. Resta a fare compagnia a Victoria, siete della
stessa Casa, magari qualcosa di cui parlare lo trovate.
Cercherò di
non impiegare una giornata intera." Il Guaritore cercò di
stemprare la tensione pur sapendo che non ci sarebbe stata alcuna
conversazione tra le due ragazze; l'unica cosa che al massimo sarebbe
potuta accadere era che la tirocinante - seguendo ordini superiori -
la facesse mangiare, ma avevano già
provveduto loro in precedenza con una pozione adatta allo scopo. Una
volta risalita la scala che impediva a
chiunque di accedere alla sala, vide l'Auror che camminava avanti e
indietro per il corridoio, apparentemente calmo,
ma Peter era sicuro che fosse solo una facciata.
"Vieni
nel mio studio, parleremo senz'altro meglio." Anticipò
qualunque domanda da parte del capo degli Auror e lo precedette
all'interno del suo studio, un po' più grande di quello di
altri
suoi colleghi: al San Mungo girava una voce secondo cui l'ampiezza
del proprio studio fosse direttamente
proporzionale alla fama del Guaritore a cui era assegnato.
C'era molto disordine sulla scrivania ma, per paradosso, gli archivi
dei pazienti erano in perfetto ordine. Come se l'ambiente dicesse
chiaramente la cura del Guaritore verso i suoi pazienti.
Sven
prese posto su una delle poltrone che si era spostata autonomamente,
cercando di non mostrarsi intransigente; lui per primo sapeva che
mettere sotto pressione persone come i Guaritori - e, tra i tanti,
soprattutto gli Auror come lui - non era utile a nessuno, anche se
non vedeva l'ora di sentirsi dire che l'incubo era finito. Quelle
ultime dodici ore erano trascorse trascinandosi lentamente,
alternando furia a calma; non gli era riuscito di dormire, anche se
per fortuna non arrivava da un turno lavorativo massacrante. Avrebbe
dovuto andare a casa, a festeggiare il compleanno di sua madre, ma
non ce l'aveva fatta: si era limitato a mandarle un biglietto di
auguri e a dirle che un'emergenza lo teneva impegnato, che era poi
quello che era accaduto. "Allora, hai scoperto qualcosa?"
Sven proprio non riuscì a trattenersi. Il colloquio con
Silente e
Piton era durato un paio d'ore, tempo durante il quale aveva
cercato di comporre i tasselli di un puzzle per poter avere la
soluzione, per quanto il risultato non potesse in alcun modo
cambiare. Sapeva molto bene quello che accadeva a chi veniva Baciato
da un Dissennatore, ma non riusciva a
credere che Victoria si fosse volontariamente gettata in mezzo a
loro, senza riflettere; per come conosceva la ragazza era sicuro che
un'azione simile non le si addiceva. Almeno finché
non era venuta fuori la verità: due ragazzini del primo anno
avevano
volutamente istigato un Dissennatore, e lei era intervenuta. Sven
faticava a crederlo: loro trascorrevano tutto il loro tempo a
rassicurare gli studenti, a convincerli a stare alla larga da quelle
creature... e un paio di cretini
si mettevano in pericolo solo per
dimostrare di essere coraggiosi!
Secondo
le parole di Piton, la ragazza o non era stata in grado di produrre
un Patronus, oppure era talmente debole da essere totalmente
inefficace; Sven si sentiva colpevole pensando che non aveva mai
pensato di insegnare quella particolare
magia alla sua ragazza. Proprio perché
sapeva che era molto razionale non aveva mai creduto indispensabile
aiutarla a difendersi, convinto di essere sempre sul posto se un
pericolo l'avesse minacciata. Aveva avuto la prova che avrebbe potuto
agire tempo prima, in fondo Victoria era particolarmente dotata come
strega, di sicuro ci sarebbe riuscita.
Riportò
l'attenzione sul Guaritore, che pareva estremamente incerto su cosa
dire; all'improvviso cominciava a sentire la stanchezza invaderlo, e
anche la paura. "Come già è stato detto,
fisicamente non ci
sono problemi: certo mi sconvolge pensare che i Dissennatori possano
avere una forza tale da spezzare brutalmente un braccio in pochi
secondi, ma ormai è a posto. Madama Chips è
sempre stata
efficiente. Presumo di non doverti dire
io che cosa succede quando un Dissennatore Bacia la sua vittima..."
Le
parole aleggiarono nell'aria per qualche secondo, come se fossero
state sospese. "Ma non posso dare
ancora una valutazione completa dello stato di Victoria; ho
l'impressione che il Dissennatore non sia riuscito a completare il
suo lavoro di risucchio, ma per esserne
certo, devo visitarla da sveglia. E ho pensato che tu volessi essere
presente." Peter aveva l'impressione che l'interesse dell'uomo
seduto di fronte a lui andasse ben al di là di quello di un
normale
Auror verso una vittima di magia oscura, anche se non era un
argomento fondamentale e neppure lo riguardava. Però aveva
pensato
all'espressione sconvolta sul volto di Sven e si era chiesto se... in
fondo gli ricordava quella che aveva lui nel momento in cui aveva
capito di avere perso la moglie, subito dopo aver partorito
Frederich.
"Ti
informo però che non voglio che tu le parli, almeno per il
momento,
e non ti devi neppure avvicinare; ho l'impressione che la reazione
potrebbe essere anche pericolosa. A questo proposito l'ho privata
della bacchetta, te la consegnerò più tardi.
Seguimi pure se vuoi
vedere di persona, al momento è ancora Abbracciata, ma non
durerà
più molto." Peter si apprestò a uscire di nuovo
dall'ufficio e
comprese di aver sorpreso Sven con quelle parole. "Che cosa vuoi
dire? Di Guarigione me ne intendo esattamente come di Divinazione,
quindi se comprendi cosa voglio dire sappi che ho preso T in quella
materia ai G.U.F.O. ..." I passi dei due risuonarono frettolosi
ma presto la scala separò di nuovo loro dal resto
dell'ospedale,
facendoli entrare in quel mondo fatto di silenzio e inquietudine.
"Quello
anche io! Comunque, ho preferito applicare a Victoria un incantesimo
che utilizzo molto spesso in questi casi. Si chiama Abbraccio
di
Morfeo e produce un sonno artificiale che può
durare anche anni,
questo a seconda delle esigenze dei Guaritori. Mia moglie diceva
sempre che questo somigliava al coma artificiale dei Babbani, ed
è
stato proprio un figlio di Babbani a inventarlo, Edgard Rice. Del
resto il nome Morfeo pare sia quello di una divinità del
Sonno, e il
nome è ben calzante, vero?" L'uomo si affrettò a
dare quelle
informazioni all'Auror, consapevole che era chiedere troppo che fosse
a conoscenza di quelle particolarità, ed era necessario che
comprendesse alcuni dettagli prima che le informazioni diventassero
troppe da assimilare. Con la bacchetta aprì la porta della
stanza in
cui avevano sistemato la ragazza; la tirocinante era ancora
lì ma
lui la congedò all'istante, facendole comunque sapere di non
allontanarsi troppo.
I
due si avvicinarono alla ragazza e Peter controllò che Sven
non
contravvenisse alla promessa che gli aveva fatto. "Vedi? Di
solito sotto l'effetto dell'Abbraccio i pazienti si godono un sonno
privo di tensioni, ma temo che nel suo
caso non sia così..., l'uomo si interruppe osservando alcuni
numeri
su una lavagnetta magica poggiata al muro. "Non corre pericolo,
ci consente semplicemente di visitarla senza danneggiarla... Ma io
credo che la sua mente sia prigioniera di qualcosa che noi non
possiamo vedere, lo comprendo dall'espressione tesa del suo volto."
Sven
pensò di avere preteso troppo da se
stesso; il suo unico desiderio era stato quello di assicurarsi dello
stato di salute di Victoria, ma non era
preparato a quella visione. Distesa su quel letto, la ragazza gli
dava l'idea di essere morta, impressione smentita solamente dal
respiro regolare che nel silenzio pareva rimbombare all'interno della
stanza. "E quando si sveglierà?" chiese Sven
con apprensione, pur temendo la risposta.
"Anche
ora, se vuoi. Siediti su quella sedia e limitati a guardare, fai come
se stessi solo guardando la scena e non fossi nella stanza..."
Il Guaritore indicò la sedia nell'angolo e Sven la raggiunse
di
malavoglia; non voleva intralciarlo,
anche se cominciava a sentire l'ansia riaffiorare. Lo
osservò
avvicinarsi a Victoria e puntare la bacchetta proprio al centro della
fronte della ragazza: si udì uno strano suono nell'aria,
come il
rumore di una bolla che esplode, e una luce azzurrina avvolse
entrambi per un momento.
Peter
Steileir aveva eseguito quell'incantesimo molte volte durante la sua
vita e sapeva di non avere commesso errori, tuttavia non poteva
negare di essere a sua volta ansioso. Aveva preferito evitare di
parlarne subito a Dietrich, ma era
preoccupato, temeva che l'Auror dimenticasse la propria calma e
intervenisse, danneggiando tutto. E nel preciso momento in cui vide
la ragazza sbattere le palpebre, capì di avere avuto
ragione: le sue
pupille grigie erano un pozzo senza fondo, e l'espressione contratta
del suo volto era talmente inespressiva da rischiare di farlo
rabbrividire.
Aveva
visto occhi come i suoi molte volte, e come sempre si sentiva
impotente; il Bacio del Dissennatore non lasciava scampo, eppure
aveva sperato di poter vedere di nuovo quella luce sbarazzina
negli occhi della ragazza, quella che aveva conosciuto alla fine
dell'estate quando era stata loro ospite. Adesso però veniva
la
parte più complessa, quella che gli avrebbe rivelato se il
suo
istinto aveva preso una cantonata oppure no. Si avvicinò di
due
passi, sorridendole: era sua abitudine mostrarsi allegro quando la
situazione lo permetteva, e non si sarebbe fatto di certo scoraggiare
dal vuoto che vedeva negli occhi di Victoria.
"Allora,
come ti senti? Pronta a far saltare per aria qualche aula di
Hogwarts?" Come inizio era ridicolo ma era da quello che lui
avrebbe tratto delle informazioni importanti che lo avrebbero aiutato
a stabilire una cura assieme ai suoi colleghi. La ragazza lo
guardò
come se non le importasse nulla di quello che aveva sentito; si
limitò a fissarlo per un po' di tempo. "Dove sono?"
Sven
sentì un brivido attraversargli la schiena. La voce era
quella della
ragazza che conosceva da tempo, tuttavia c'era una durezza nuova,
un'indifferenza che prima non esisteva; si agitò un momento
sulla
sedia ma badò a fare meno rumore possibile per non
disturbare il
lavoro del Guaritore. "Al San Mungo. Silente pensava che fosse
una buona idea una gita turistica da noi, ti va di visitare lo
stabilimento?"
Sven
sgranò gli occhi e pensò che quell'uomo doveva
essere pazzo: lui
non si sarebbe mai comportato in quel modo tanto naturale, non
davanti a quell'espressione vuota e a quei
modi indifferenti. Victoria si toccava meccanicamente i capelli, e
sembrava del tutto prima di qualunque emozione; alzò gli
occhi a
osservare Peter per la prima volta. "Sì, non ci sono mai
venuta." e si alzò. Mise un piede a terra con apparente
disinvoltura ma cadde quando cercò di tenersi dritta dopo
aver
appoggiato anche l'altro; non toccò terra perché
le braccia del Guaritore la sostennero ma lei si divincolò,
con una
forza bruta che Sven non si aspettava. Aveva appena estratto la
bacchetta per impedirle di avanzare quando un gesto di Steileir gli
impedì di intromettersi.
"Va
bene, dopo ti porto a conoscere tutti... Ma prima dimmi, che cosa
ricordi come ultima cosa? Silente ha detto che ti hanno trovato per
terra, perché sei caduta?" Peter
non fece neanche il gesto di fermare la ragazza, consapevole che gli
incantesimi difensivi le avrebbero impedito di superare la soglia
della porta, e convinto che fosse necessario appurare l'equilibrio
fisico di Victoria. Si teneva sulle proprie gambe,
ma era incerta e si era già appoggiata al muro con le mani;
indossava una veste da notte che le Guaritrici le avevano portato,
anche per consentire a loro di non avere impicci nel
curarla fisicamente. I piedi erano scalzi: sembrava in quel momento
molto più giovane e vulnerabile di come era in
realtà. Victoria si fermò, girandosi a osservare
Peter:
l'uomo vide distintamente le pupille spalancate, il vuoto aleggiava
dietro a esse, ma in quel momento
sembrava che fosse incerta. Fu un lampo tanto rapido che l'uomo si
chiese se non stesse sognando.
"Camminavo...
e... camminavo..." La voce della ragazza era priva di qualunque
emozione ed entrambi gli uomini si sentirono agghiacciare,
ma nessuno dei due pensò di interromperla, neppure per porre
delle
domande. "... E poi... occhi azzurri, li ho visti... mi ha
chiamato..." Un lampo di vita balenò negli occhi di
Victoria,
un'espressione quasi sognante le delineò i lineamenti; a
quel punto
Peter intervenne, cominciando a sentire
la giovane ripetere ossessivamente quelle parole. Era divenuto un
ritornello straziante e non appena si sentì afferrare dalle
braccia
gentili del Guaritore, Victoria cominciò a urlare e a dare
in
escandescenze. Sven rimase colpito da quell'improvvisa
trasformazione, ma sembrava che Peter
Steileir avesse tutto sotto controllo; il mago agitò la
bacchetta e
la ragazza venne riposta sul letto da mani invisibili, e il Guaritore
riuscì a farle bere una pozione. In pochi secondi la ragazza
era
tornata mansueta, addormentandosi contro la propria volontà;
l'uomo
fece cenno a Sven di seguirlo fuori ed entrambi lasciarono la stanza,
non prima dell'arrivo di un collega.
Il
Guaritore attese di trovarsi nell'atrio prima di rivolgersi di nuovo
a Sven. "Come vedi la situazione è complessa, pertanto ti
chiedo di attendere pazientemente che tutte le nostre analisi siano
concluse; come ho detto a Silente, serve che ci sia una sorveglianza
continua, confido che te ne occuperai assieme ai tuoi colleghi. Io
riprenderò servizio domani notte: sono al lavoro da tre
giorni e
necessito di riposarmi." Di rado Peter si tratteneva tanto a
lungo al lavoro, tuttavia una serie di emergenze l'avevano costretto
a turni straordinari; Victoria poi era giunta quando lui stava
proprio per andarsene e non se l'era sentito di lasciare il suo posto
senza provare ad aiutarla. "Certo, anzi scusa, ma sai... Silente
sarà in pensiero, e anche io... noi al
Ministero, insomma...
L'avevo detto che i Dissennatori non si dovevano neanche avvicinare a
Hogwarts" disse Sven con rabbia, ricordando le lunghe
discussioni con Cornelius Caramell. Per la sorveglianza non ci
sarebbero stati problemi, Sven sapeva di poter contare su validi
colleghi per alternarsi.
"Già...
In ogni caso dubito che Victoria possa andarsene da qui prima di una
settimana o dieci giorni. Ora vado o crollerò di schianto.
Per
qualunque cosa mandami pure un gufo, cercherò di essere
comunque
reperibile." Sven annuì a quelle parole e si
allontanò a sua
volta, cercando di capire se fosse meglio andare a strangolare il
Ministro o parlare con Silente di quanto aveva visto e sentito.
Note:
A parte vergognarmi per il ritardo... Spero che abbiate trovato il
capitolo di vostro gradimento u.u ci sono alcune cose di mia
invenzione(l'Abbraccio di Morfeo, per esempio) e png che avranno poca
rilevanza(la tirocinante potrebbe essere pareente di Angelina u.u chi
lo sa xd)
Questo capitolo è stato comlesso proprio perchè
ero incerta su come presentare Victoria: sia chiaro che ho dovuto
elaborare di mio i Dissennatori, così da mostrare quello che
secondo me accade zizi spero vi piaccia
Attendo i vostri commenti e grazie a tutti coloro che recensiscono e
seguono^^ vi adoro** siete pure aumentati** grazie davvero!
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Capitolo 33 *** 33 - Programmi ***
Immagine allo specchio
Angolo
autrice:
Oh salve a tutti quanti! Non sono evaporata, mi si è
semplicemente ridotto il tempo u.u
Prima di tutto vi informo che ho cancellato "Finchè morte
non ci
separi", che è il sequel di questa storia: il fatto
è che
scrivendo questa mi sono accorta di molte incongruenze e ho deciso
così. Mi è dispiaciuto tanto però
meglio farlo ora
che troppo avanti^^
Immagine
allo specchio
33 - Programmi
"Professor
Vitious, ci
voleva parlare?" I due Prefetti di Corvonero - Penelope Light e Robert
Hilliard - giunsero nell'ufficio del professore di Incantesimi poco
prima di colazione: entrambi avevano ricevuto un messaggio
dell'insegnante che li invitava a un colloquio ed erano curiosi. Di
rado una convocazione avveniva così presto ma in quei giorni
c'era qualcosa di strano nella scuola, come se l'aria fosse diventata
pesante senza ragione. Il mago li fece accomodare mentre lui era in
piedi sulla scrivania, arrivando a malapena alla loro altezza;
l'insegnante si chiedeva come affrontare l'argomento senza entrare in
dettagli che non potevano essere rivelati. "Certo ragazzi, volete un
dolcetto?" chiese indicando la famosa scatola di latta, e sorrise
quando Robert accettò: lo aveva previsto, in fondo Penelope
era
più rigida del ragazzo, anche se erano entrambi molto seri e
fidati.
"So che sono girate voci nella scuola e almeno con voi dobbiamo essere
sinceri: si tratta della signorina Windsor." Penelope represse un
brivido. Sentiva che sarebbero arrivati a parlarne: da tre giorni
Victoria sembrava scomparsa nel nulla e non appena gli studenti se ne
erano accorti, avevano formulato le ipotesi più grottesche.
Tra
le più esilaranti c'era l'ipotetica fuga d'amore con Sirius
Black, e tra le peggiori c'era l'omicidio nel bagno di Mirtilla che
magari aveva trovato modo di disfarsi del corpo. Lei non aveva creduto
a niente ma assieme a Robert si era accorta che gli insegnanti
evitavano l'argomento; aveva saputo di Cedric Diggory che aveva
infastidito persino Severus Piton ma aveva
ricevuto solo un colpo in testa e alcuni punti decurtati alla sua Casa.
"Si trova al San Mungo per alcuni accertamenti ma presto
tornerà
tra noi."
Il professore era il primo a credere che una spiegazione del genere non
sarebbe bastata anzi, avrebbe scatenato ancora più
interrogativi, eppure Minerva aveva ragione, dovevano parlarne almeno
ai Prefetti mentre attendevano i risultati definitivi da parte dei
Guaritori. Lui per primo aveva scritto a Peter ma l'amico era stato
evasivo, assicurandogli solo che stavano facendo il possibile: in che
modo avrebbero potuto ridarle ciò che le era stato
sottratto? E
come sarebbe stata la ragazza una volta tornata a scuola? Se lo
chiedeva da giorni ma non aveva alcuna risposta anzi, solo confusione e
dubbi.
"Ma che cos'ha?" A parlare fu Robert che sentiva che qualcosa veniva
nascosto e cercava di saperne di più; il professor Vitious
cercò di non far trapelare la propria ansia, confidando nel
fatto che l'apparente calma potesse convincere i suoi due studenti che
andava tutto bene. Magari fosse stato così. Silente gli
aveva
detto di dire solo il minimo indispensabile almeno fino a nuove
informazioni, e l'insegnante decise che la verità sarebbe
stata
la cosa più giusta in quel momento. "Ha subito
un'aggressione da
un Dissennatore, di più non sappiamo ma non ci sono stati
danni
permanenti."
Penelope si sentì rabbrividire come se fosse stata in
presenza
dei tremendi esseri: nessuno aveva ancora compreso l'utilità
della loro presenza dal momento che Black era già riuscito a
beffarli sia evadendo sia infiltrandosi a scuola senza che nessuno
potesse fare nulla per impedirlo. La ragazza scambiò uno
sguardo
incerto con Robert e capì che anche lui avrebbe voluto
chiedere
maggiori dettagli: in quel momento suonò la campana e il
professor Vitious guardò automaticamente in direzione
dell'orologio.
"Andate pure ragazzi, la professoressa Sprite vi starà
aspettando e fatele sapere che vi avevo convocato io. Appena ci saranno
notizie ve le farò sapere, penso che Victoria non
resterà
troppo a lungo assente da Hogwarts. Buona giornata!"
Di solito a Sven piaceva la sua scrivania, così perennemente
in
disordine e allo stesso tempo tanto ben organizzata: avrebbe saputo
dove trovare ogni cosa anche a occhi chiusi, tuttavia in quel momento
avrebbe voluto rovesciare addosso a Caramell ogni oggetto pesante
presente. Come quell'uomo fosse diventato Ministro era per lui un vero
mistero!
"Ci saranno conseguenze per il Ministero?" Era la quinta volta che
ripeteva quella domanda e l'Auror cominciò a temere di
impazzire: niente gli avrebbe dato maggior piacere di scagliare una
fattura al mago, se non altro sarebbe servito a stemprare la tensione
che aleggiava in ufficio e che lo logorava da giorni. Ormai era una
settimana che faticava a chiudere occhio, si era al massimo gettato sul
letto un paio d'ore per riposarsi, e poi riprendere il lavoro in
fretta. "Te lo ripeto, Cornelius, questo è l'ultimo dei
nostri
problemi... Dobbiamo togliere i Dissennatori da Hogwarts, non servono a
niente e hanno già fatto abbastanza danni."
A Sven venivano i brividi ogni volta che ricordava quello che era
accaduto: Victoria gli sembrava tanto fredda e distante da fargli
venire il desiderio di fuggire lontano invece di starle vicino. Lo
spaventava l'idea che fosse diventata tanto vuota e inespressiva,
persino quelle poche volte in cui parlava sembrava che non le
importasse di niente; a Sven era però rimasto come ricordo,
e
ben impresso, il sonoro ceffone che gli aveva dato quando le si era
avvicinato troppo.
"Che cosa?! No! I Dissennatori sono utili, è colpa di quella
sciocca se è rimasta ferita! Può ringraziare se
non la
faccio arrestare per oltraggio... alzare la bacchetta in presenza di
rappresentanti del Ministero... roba da Azkaban senza processo!" Sven
avrebbe volentieri preso a calci Caramell: fin da quando era entrato al
Ministero, aveva trovato il Ministro abbastanza simpatico e competente.
Come capo si era dimostrato sempre ben disposto, tuttavia da
alcuni mesi stava mostrando il peggio di sè; era
significativo
come neppure Silente fosse riuscito a impedirgli di circondare la
scuola di Dissennatori. Era pura follia, così come quello
che
aveva appena sentito.
"Sua? Davvero? Ha voluto aiutare due compagni del primo anno, loro
hanno istigato i Dissennatori perchè li credevano innoqui ma
non
riesco a condannarli, quelle bestie dovrebbero stare ad Azkaban e non
sono nostri rappresentanti! Credi che la sua ferita si
rimarginerà? No, la sua anima ormai è perduta ma
a te
interessa solo della tua stupida reputazione: in ogni caso ti consiglio
di prepararti un bel discorso, Amos è sul piede di guerra e
pretenderà una spiegazione da te. L'ha già detto."
Sven avrebbe voluto ghignare. Se Amos Diggory si metteva in testa una
cosa era ben difficile fargli poi cambiare idea e Sven neppure ci aveva
provato; era nel suo pieno diritto mostrarsi indignato per quanto
accaduto e gli sembrava strano che non fossero uscite indiscrezioni
sulla Gazzetta. L'Auror non fece una piega di fronte all'espressione
basita di Cornelius, a volte doveva pur togliersi qualche soddisfazione
verbale, pur senza eccedere. "Ora scusa ma devo recarmi al San Mungo,
ti farò avere notizie appena Peter Steileir sarà
pronto a
formulare una diagnosi finale."
"Un posto davvero grazioso, Albus, l'ideale per una conversazione." Il
mago si tolse il laccio e i capelli bianchi ricaddero sulla schiena,
mentre mescolava il cappuccino con un cappuccino e giocherellando con
la schiuma. Il suo abbigliamento era un po' inusuale per un bar
londinese alle prime luci dell'alba, tuttavia l'uniforme del Guaritore
somigliava vagamente a quella dei medici babbani perciò
passò quasi inosservato. "Ci vengo ogni tanto, quando non
sono a
Hogwarts: sapevo che ti sarebbe piaciuto, la tua mente è
così aperta che faresti colazione ovunque."
Peter sorrise: gli piaceva fare colazione, di solito cercava sempre di
essere a casa soprattutto per godersi la compagnia di suo figlio ma
quel giorno doveva necessariamente parlare con Albus Silente. L'idea
gli era venuta proprio quella notte ma non si aspettava che il Preside
lo invitasse lì; aveva quasi pensato che sarebbe stato
costretto
a recarsi a Hogwarts, invece in quel bar dall'aria antica tutto
sembrava così normale da farlo sorridere. Avrebbe dovuto
saperlo
che Albus Silente avrebbe cercato un luogo in cui conversare
amabilmente, dove tutto sarebbe sembrato meno crudo.
Appoggiò il
cucchiaino sul piattino e bevve un sorso prima di rivolgersi al suo
interlocutore.
"Come ti ho detto vorrei parlarti di Victoria e della sua spinosa
situazione. Di solito ti avrei chiesto di venire nel mio ufficio oppure
sarei giunto io a scuola, ma avevo bisogno di staccare." Peter,
notò Albus, sembrava veramente stanco: aveva profonde
occhiaie e
il suo aspetto era fin troppo normale per uno che per tutta la vita non
aveva mai rinunciato alla stravaganza. Lo ricordava ancora il primo
giorno, quando si era seduto sulla sedia per essere Smistato, con la
cravatta legata attorno alla fronte; un ragazzino strano ma simpatico,
che aveva
sempre portato una risata ovunque andasse. I suoi pazienti ne parlavano
benissimo e del resto Albus non era sorpreso: aveva ottenuto molti
M.A.G.O. e con un punteggio davvero alto, ma si era espresso veramente
solo
come Guaritore. Il suo talento aveva germogliato in terreno fertile e
non aveva mancato di fare onore al buon nome dei Corvonero.
"Dimmi la verità, Peter, per quanto brutta possa essere
altrimenti aiutarla non sarà semplice." Sapeva che sarebbe
stato
difficile, Albus lo aveva messo in preventivo, tuttavia doveva
attendere il responso ufficiale di Peter per elaborare una strategia.
Non aveva ancora avuto modo di vedere la studentessa ma si era
ripromesso di farlo quel week end, approfittando di una visita a
Hogsmeade da parte degli altri allievi.
Peter attese alcuni istanti prima di parlare. "Ti dirò la
verità, Victoria non è più la stessa
di prima;
fisicamente è a posto, è il suo nuovo
comportamento che
mi inquieta." Il mago ripensò a tutto quello che era
accaduto
prima di riprendere. "Non fa altro che stare sdraiata su quel letto,
oppure seduta sulla sedia. Non parla volentieri e nulla la interessa;
da un'attenta analisi posso garantirti che il senno non è
stato
danneggiato, anzi mi sembra ancora più precisa e metodica di
prima. Io non la conoscevo bene ma... se dovessi paragonarla a
qualcosa, direi che somiglia molto ai robot dei Babbani."
Albus non disse nulla: in fondo c'era da aspettarselo, non esisteva una
cura per chi veniva privato della propria anima, tuttavia ancora non
aveva incontrato qualcuno con un problema simile; si rese conto che
Peter pareva riluttane a continuare, come se lo facesse controvoglia.
"In tutta franchezza credo che se fosse morta starebbe meglio, privata
dell'anima sarà condannata all'isolamento ed esposta ai
pregiudizi degli stolti; non credo troverà molte persone
disposte a starle vicino, soprattutto considerando il fatto che lei per
prima desidererà non averne attorno..."
Il mago tirò fuori alcuni fogli e li mostrò ad
Albus, il
quale sistemò gli occhiali per leggerli attentamente; si
trattava degli esami che le avevano fatto, per lo più si
trattava di controlli psico-attitudinali. "Come puoi vedere non ha
difficoltà a ricordare tutto ciò che sa, solo che
non
sono sicuro che rimandarla di nuovo a scuola. Passa da uno stato
semi-comatoso a uno paranoico e aggressivo con una velocità
disarmante; la credo in grado di aggredire chiunque se provocata, anche
se di solito rimane in silenzio. Per ore intere, è un
comportamento innaturale ma sempre meglio dell'aggressività.
Ovviamente è un pericolo per sè stessa
più che per
gli altri, inoltre potrebbe essere attratta dal Dissennatore che le ha
portato via l'anima."
Albus sospirò. Aveva già tentato di convincere
Caramell a
ragionare ma non era servito a nulla, il mago continuava a blaterare
senza ascoltare le sue argomentazioni; al Preside dava soprattutto
fastidio il pensiero che quella catastrofe si sarebbe potuta evitare se
quei mostri non fossero stati presenti. Minerva aveva già
punito
i due ragazzini di Grifondoro che si erano avvicinati ai Dissennatori,
tuttavia non aveva neanche calcato troppo la mano: loro non avrebbero
dovuto comportarsi così, ma erano giovani e ignari del
pericolo... Non erano loro, i colpevoli.
"Si tratta di un legame parassitico", riprese Peter, "e somiglia molto
a quello tra umano e vampiro: Victoria potrebbe avere racchiusa in
sè l'ossessione di trovarlo, non so neanche
perchè lo
dovrebbe fare... Ed è molto pericoloso, puoi starne certo...
si
tratta di un caso unico, e alcuni miei colleghi vorrebbero tenerla al
San Mungo per studiarla meglio." Peter odiava definire casi i suoi
pazienti ma non era una bugia: già altre volte aveva avuto
modo
di occuparsi di persone che erano state Baciate ma con Victoria avevano
scoperto che, se bloccati, i Dissennatori potevano non risucchiare del
tutto l'anima di una persona, lasciandole così il senno... e
un
vuoto terribile.
"Invece io ho avuto un'idea anzi, in realtà me l'ha
suggerita
mio figlio ieri sera ma potrebbe essere una valida alternativa..."
Albus ricordava molto bene anche Frederich, un ragazzo silenzioso e
allo stesso tempo carismatico: era un peccato che sotto la sua guida i
Corvonero non avessero mai vinto la Coppa del Quidditch, tuttavia aveva
saputo che anche fuori da Hogwarts aveva iniziato a farsi valere. Al
Wizengamot erano molti quelli che lo consideravano in modo positivo e
che erano propensi ad aiutarlo a coronare il suo sogno. "Dimmi pure, di
solito Frederich ha delle ottime idee."
"Ecco, come immaginerai Caramell ci sta col fiato sul collo e mi ha
già fatto sapere che dovremmo chiudere Victoria ad Azkaban o
al
San Mungo: secondo lui è pericolosa e le andrebbe
tolta la
bacchetta. Ma, come ti stavo dicendo, Frederich mi ha suggerito un
piccolo cavillo legale da sfruttare: ci vorrebbe un mago o una strega
che garantisca per Victoria, una specie di tutore per permetterle di
terminare gli studi e condurre una vita... parzialmente normale
diciamo. Naturalmente in questo caso dovrebbe essere un interno, magari
un insegnante o meglio ancora il suo Capocasa: in questo modo Caramell
non potrebbe appellarsi alla legge, se ci fosse qualcuno pronto ad
assumersi la responsabilità della ragazza lui avrebbe le
mani
legate. La mia convinzione è che le serva solo un periodo di
stallo, sicuramente avrà modo di vivere tranquilla ma non se
resta rinchiusa... So che a scuola ci sono gli Auror, potrebbe essere
uno di loro a occuparsi di tenerla d'occhio di tanto in tanto no? In
fondo è colpa anche del Ministero se è capitato
questo
guaio, dovranno assumersi qualche responsabilità. Che cosa
ne
pensi?"
Peter trovava delizioso il cappuccino, gli ricordava il primissimo
incontro con Josie, la sua defunta moglie, ed era dispiaciuto che nel
mondo dei maghi non esistesse nulla del genere; allo stesso tempo era
curioso di conoscere l'opinione di Albus, dopotutto l'argomento lo
riguardava in prima persona visto che sarebbe spettato a lui decidere
se accogliere o meno la ragazza a scuola dopo quanto successo. In quel
momento pareva pensieroso, come se cercasse la risposta nei fondi di
caffè rimasti sul fondo della tazza.
"L'idea è buona ma non credo che Caramell
accetterà tanto
facilmente, servirebbe che fosse un mago estremamente influente e in
grado di sorreggere le macchinazioni a fare da tutore. Inoltre Victoria
è già maggiorenne, la cosa potrebbe comportare
qualche
piccolo cavillo..." Seguì un silenzio lungo alcuni minuti,
al
termine dei quali Albus sorrise. "E se lo facessi io?"
Note:
Sembra
un secolo che non aggiorno qui o.o e non per dmenticanza, per mancanza
di tempo XDDD
In
questo capitolo manca Victoria U__U che ci crediate o no è
alle Hawaii assieme a Luna, e tutti la credono al San Mungo U__U mah
XDDD
battute
a parte, spero vi piaccia perchè ci ho impiegato tempo per
scriverlo u.u e ogni tanto devo anche mostrare ciò che
succede. Spero vi piaccia Peter <3 l'idea iniziale era di
inserire il dialogo tr alui e quel bel figliolo di suo figlio,
Frederich, ma meglio che ne parlasse con Silente davanti a un
bel cappuccino U__U
ci
vediamo al prossimo <3
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Capitolo 34 *** 34 - Ritorno al buio ***
Angolo autrice:
Ok rieccomi! No, non sono un miraggio, ma tra varie cose mi sono bloccata a scrivere per quanto io sappia esattamente che cosa accadrà qui e in seguito u.u
ci tengo a dire che da qui fino ai prossimi capitoli – numero da definire, ma credo meno di 10 e più di 7 – ci sarà un cambio di POV per ovvie ragioni. Finora la storia ha avuto per lo più Victoria come protagonista, con solo qualche sprazzo qua e la di visioni di altri pg, da ora penso proprio che vedremo l'attenzione concentrata di più su Sven Dietrich. Quasi certamente anche su Cedric, ma più avanti, perché scrivere di capitoli di un pg senz'anima è quasi un suicidio -_- non è che scompare, chiaro, ma credo il mondo visto da fuori possa piacervi un po' di più :D
e spero che il tempo non mi abbia completamente arrugginita!
Immagine allo specchio
34 - Ritorno al buio
"Che cosa vuoi fare oggi?" Sven si rivolse a Victoria mantenendo un tono amichevole e spensierato, molto differente dal suo aspetto e dallo stato d'animo che lo animava; i mesi erano stati lunghi e difficili ed era finalmente giunto l'ultimo giorno di scuola della strega. L'Auror faticava a credere di essere sopravvissuto alle continue lotte che giorno dopo giorno l'avevano opposto alla ragazza.
Victoria aveva fatto ritorno a Hogwarts poco prima della fine delle vacanze pasquali, accompagnata da lui e da un Guaritore: la scuola era praticamente vuota tranne per i fantasmi e alcuni studenti. Lui si era convinto che sarebbe stato meglio per lei riabituarsi alla scuola senza la presenza di tutti, ma alla fine si era detto che la cosa le era totalmente indifferente: la nuova Victoria assomigliava solo vagamente a quella che lui aveva conosciuto e non erano mancati i contrasti. Non faceva niente per rendersi simpatica e nel giro di breve tempo gli amici l'avevano dimenticata; Sven avrebbe voluto intervenire, ma alla fine non aveva fatto niente. Silente aveva ragione sostenendo che erano giovani - e soprattutto immaturi - e non comprendevano il dramma di Victoria, tuttavia il mago avrebbe voluto che il mondo fosse diverso. Che tutti provassero a capire.
Sven era stato costretto a rivedere i suoi sogni utopici: Victoria era diventata cupa, silenziosa e del tutto priva di sentimenti. Il cambiamento era stato talmente repentino che persino lui faticava a capire del tutto; la ragazza non sembrava per nulla turbata dall'assenza dei soliti amici e non incoraggiava nessuno a starle vicino, neppure lui. Restava ore chiusa in biblioteca - dove sceglieva l'angolo meno soleggiato del Reparto Proibito per sedersi a studiare -, oppure nel dormitorio femminile; alle lezioni era la prima ad alzarsi e l'ultima ad arrivare, tuttavia neanche in quelle ore dava segni di entusiasmo.
I soli a starle vicino spontaneamente erano Cedric Diggory e Luna: Sven aveva notato come il ragazzo, dopo il primo impatto disastroso, cercasse di far finta di nulla. Le parlava come prima, si sedeva con lei durante le lezioni e studiava anche in sua compagnia; non gli era sfuggito che il giovane era sconvolto e Sven più volte aveva temuto che anche lui decidesse di abbandonarla ma sembrava tenere duro coraggiosamente, senza offendersi se la strega non rideva mai e restava continuamente in silenzio.
Non era stato facile ottenere da Caramell il permesso di poter utilizzare gli Auror per tenere d'occhio Victoria; il suo primo pensiero era stato che il Ministro fosse tenuto completamente all'oscuro di quello che c'era stato tra loro prima dell'incidente. In caso contrario... beh, difficilmente gli avrebbe permesso di occuparsene, cogliendo l'occasione per scaricare tutto sulle spalle di Silente e di Hogwarts. Il Preside era stato molto più utile di tutti loro: prima del ritorno a scuola di Victoria, i due avevano avuto un colloquio a cui avevano presenziato anche lui e Peter Steiler. Silente si era premurato di mostrare a Caramell qualche informazione sulle origini particolari di Victoria, sulla sua appartenenza a un ceto sociale che difficilmente avrebbe accettato un incidente simile senza attribuire a loro le conseguenze; Sven aveva anche appreso parecchie cose, che la ragazza non gli aveva mai detto. Certo lui sapeva qualcosa, ma non l'aveva mai costretta a raccontargli ogni dettaglio: era stato divertente vedere Cornelius senza parole e spaventato all'idea di doversi scontrare con dei nobili altezzosi, seppure di origini babbane. Aveva ceduto solo di fronte alla consapevolezza che Silente non gli avrebbe permesso di evitare la ricerca di una soluzione.
Era sorto il problema di come occuparsi effettivamente di lei: Silente aveva dato il suo consenso per farli entrare nella Torre dei Corvonero, tuttavia aveva dovuto porre il veto – con giusta ragione – di accedere al dormitorio femminile. A quello Sven aveva già pensato e non si sarebbe mai permesso, però restava il problema che venne risolto nel giro di pochi giorni: la stramba Lovegood si era offerta immediatamente per aiutare Victoria in caso di bisogno e persino la Dama Grigia aveva promesso al Preside di controllare la situazione. In fondo non era neppure necessario tutto quello spiegamento di forze perchè di solito Luna convinceva Victoria a dormire sui comodi divani, limitandosi a portare giù le lenzuola per la gioia degli elfi domestici che invano cercavano di sistemarli. Questo permetteva a lui e Rufus di restare costantemente all'erta, anche se di solito si accollava lui i lunghi turni notturni che cominciavano la sera a cena sino alla colazione del mattino seguente; Sven sapeva di aver sorpreso tutti scegliendo Scrimgeour, soprattutto Caramell che gli aveva quasi imposto Dawlish o Kingsley, ma lui non era pentito. Il collega era scorbutico, ma sembrava gestire Victoria molto meglio di lui e se ne era accorto durante il primo mese. Quando Steileir era giunto a Hogwarts per visitare la ragazza, lo aveva sgridato perchè era dimagrita molto e Sven si era sentito umiliato: non riusciva a costringere Victoria a mangiare, insisteva un po' e poi lasciava che facesse di testa sua.
Rufus, invece, era stato in grado di imporsi: lui non era presente in quel momento, ma Cedric gli aveva raccontato della spiacevole scenata in Sala Grande in cui l'Auror aveva impedito alla ragazza di fare di testa sua e aveva atteso finchè non aveva finito: così facendo Victoria aveva perso metà lezione di Pozioni, venendo poi punita dal professor Piton per il ritardo, ma le era servito. Sven aveva notato il brusco cambiamento quando, durante la cena, aveva mangiato senza neanche dire una parola, e la stessa cosa era accaduta nei giorni seguenti. Da quel momento aveva lasciato che Rufus le imponesse una disciplina più severa della sua dal momento che aveva dato i suoi frutti; c'erano delle scaramucce di tanto in tanto tra i due, ma Sven si era accorto di come dopo la ragazza fosse più tranquilla. A conti fatti, Victoria si era adattata e dopo un po' neppure si lamentava più.
A volte chiedeva a Dawlish di sostituire uno dei due, ma era come se vivesse di nuovo a Hogwarts, solo che aveva perso la familiarità con la scuola: era molto più semplice andare a caccia di criminali che cercare di stare al passo con i continui cambiamenti umorali di Victoria, che passava dall'apatia all'aggressività con una rapidità disarmante.
E alla paura: c'era stato un episodio spiacevole durante una lezione del professor Lupin che ancora lo colpiva. Intanto era raro trovare dei Mollicci, ma la lezione era stata interessante fino alla parte pratica e Sven si chiedeva che cosa sarebbe uscito se avesse osservato lui la creatura prima che uscisse dall'armadio. Anche Victoria era in fila, ma nessuno – neppure lui – era preparato a quello che si vide ovvero un'altra Victoria, molto simile a quella che lui ricordava, piena di vita e a come era prima del malaugurato incidente. La ragazza non aveva reagito, era rimasta immobile, come se fosse stata pietrificata e lui ricordava di aver visto un barlume di paura attraversarle le iridi. Aveva perfino fatto un passo indietro: aveva paura di se stessa? Anzi, di un ricordo di sé? Era intervenuto il professore prima che accadesse qualunque cosa, anche se lei era comunque crollata a terra, senza sensi. Era stato un episodio per certi versi terrificante quanto le crisi aggressive che la animavano.
Peter Steileir aveva stilato una lista di attività che Victoria avrebbe dovuto evitare di fare e Sven l'aveva studiata sino a impararla a memoria: per lo più si trattava di sport, oppure oggetti da non manipolare – come i coltelli e tutti gli utensili taglienti e in grado di ferire -. Per il Quidditch non c'erano problemi dal momento che non faceva parte della squadra, in più la ragazza non aveva detto niente quando gli era stato proposto di lasciar perdere il Club di Incantesimi: Sven avrebbe voluto farle continuare l'attività, ma durante un incontro aveva perso il controllo e si era messa a sparare maledizioni sugli altri e solo lui e Vitious erano riusciti a impedirle di commettere follie. All'Auror era dispiaciuto e sapeva che se Victoria avesse potuto rendersene conto, non ne sarebbe rimasta indifferente; poi era stata la volta di Pozioni.
Lui e Severus Piton avevano discusso a lungo e alla fine l'insegnante aveva deciso di non ammettere Victoria al suo corso l'anno seguente, sicuro che il suo rendimento sarebbe calato drasticamente, offrendo loro il pretesto per non metterla ancora più a rischio: Sven sapeva che maneggiando calderoni, fuoco e ingredienti vari, il rischio di incidenti era elevatissimo. Invece la ragazza aveva smentito le loro previsioni apocalittiche: non solo non commetteva alcuna imprecisione, era persino migliorata. Il suo autocontrollo durante le lezioni era tale da sorprendere chiunque, si limitava ad assorbire nozioni e preparare misture; quando commetteva errori non si lasciava prendere dall'ira come accadeva nelle altre materie pratiche, così alla fine il professore aveva stabilito di lasciarla fare. Sven inoltre sapeva che Victoria aveva continuato a lavorare sulla pozione che aveva inventato e stava studiando, e secondo ciò che vedeva sembrava sulla buona strada per riuscirci.
La osservò scrollare le spalle, indifferente. “Niente, pensavo di leggere.” La vide con un antico libro di pozioni proibite, sicuramente preso in biblioteca e avrebbe sperato di sentire una risposta differente. “Pensavo di portarti a fare un giro a Hogsmeade, è tanto che non andiamo a trovare Rosmerta e so che sarebbe felice di fare quattro chiacchiere con te...” Sven capì che non avrebbe ottenuto nulla: Victoria lo guardò col suo sguardo vuoto e non rispose, per poi aprire il libro, nel chiaro intento di continuare a ignorarlo.
Avrebbe voluto dirle di leggere nel parco, visto che la giornata era bella, tuttavia già sapeva cosa sarebbe accaduto: gli eventuali presenti – ovvero quelli che non avevano approfittato dell'ultima visita a Hogsmeade – si sarebbero allontanati o, peggio, l'avrebbero provocata: tre studenti di Serpeverde dell'ultimo anno una volta avevano cominciato ad attirare la sua attenzione tirandole sassolini, pietre e altri oggetti non particolarmente pericolosi, ma erano stati incauti: Victoria li aveva colpiti legandoli assieme come tre salami, per poi gettarli nel Lago Nero. Fortunatamente lui era nei paraggi e aveva evitato il peggio, ma era rimasto colpito dalla freddezza della ragazza che non era stata scalfita neanche dalla perdita di punti per Corvonero e dalla punizione che Silente le aveva inflitto; Sven aveva cercato di impedirlo, ma non poteva negare che il Preside doveva essere equo con tutti gli studenti e che era già tanto se aveva convinto i genitori degli studenti a non sporgere querela presso il Ministero.
Osservò la schiena della giovane con aria sconsolata: avrebbe potuto benissimo costringerla a seguirlo al villaggio, ma non se la sentiva di essere troppo autoritario quando era certo che non sarebbe servito a niente. Poi a dirla tutta, non era poi così ansioso di mettersi a camminare senza meta: tutto il lavoro di sorveglianza di Victoria non era una cosa semplice ed erano settimane che aveva l'aspetto di un fantasma, solo più consistente e meno fumoso. Spostò lo sguardo su di lei e la vide intenta a leggere dopo essersi seduta sulla panchina e mentalmente si arrese: era più facile assecondarla in quei casi, in fondo bene o male era ormai finita e poi ci sarebbero state le vacanze.
Bel problema anche quello, specialmente quell'anno con l'organizzazione della Coppa del Mondo di Quidditch che li vedeva coinvolti in prima persona, dove avrebbe trovato il tempo per ogni singola cosa? Per non parlare poi del Torneo Tremaghi recentemente ripristinato e che vedeva proprio Hogwarts come scuola ospite delle altre due. Non avrebbero potuto scegliere un'altra delle due questa volta? Almeno il grosso del lavoro l'avrebbero fatto gli altri… Sven si sentiva scoppiare, specie quando pensava alle lettere sempre più irritate che riceveva da sua madre, che lo colpevolizzava di non farsi vedere mai e proprio non riusciva a capire che non era per colpa sua, che era semplicemente impegnato al punto da essere sul punto di diventare pazzo. Fortunatamente aveva trovato una buona soluzione per Victoria, avrebbe solo dovuto dirglielo, ma non in quel momento in quanto aveva bisogno di rilassarsi pure lui per un momento. Mi ci vorrebbe un decennio di vacanza ininterrotta, si e no se otterrò dieci giorni. Sbuffò al pensiero: Caramell li credeva sempre pronti a dover lavorare, come se non fossero davvero persone e poco importava insomma se arrivavano a un punto in cui faticavano a riconoscersi.
Il suo sguardo si posò sulla figura in avvicinamento e corrugò la fronte riconoscendo Edward Flitt venire verso di lui, il mantello scuro che svolazzava elegantemente con il vento: a parte quello, aveva un aspetto impeccabile, persino i capelli leggermente scompigliati non sembravano affatto fuori posto. Da che ricordasse Sven, Flitt era sempre in perfetto ordine, che fosse mezzogiorno, le sette di sera o anche notte fonda: persino se trascorreva tre giorni di fila al lavoro, pareva risplendere come se fosse appena uscito da uno di quei centri estetici dei Babbani di cui gli aveva parlato Victoria. Neanche a dirlo quasi tutte le streghe del Ministero lo mangiavano con gli occhi. Ma come faceva a essere sempre tanto perfetto? Si strinse nelle spalle, in fondo non era un problema suo appurarlo, né gli interessava somigliargli; il punto era perché era giunto fino a lì, aveva pur lasciato qualche collega in ufficio a cui rivolgersi in caso di urgenze. A meno che non cercasse proprio lui, cosa di cui comunque dubitava.
“Scusami tanto Sven se ti disturbo durante il lavoro, purtroppo Caramell mi ha messo fretta e così ho dovuto cercare chi di voi era di turno qui”. La voce del giovane mago era flautata, ma a Sven importava solo una cosa. Maledetto Caramell! Lo sa che non siamo qui a divertirci, quanta fretta aveva per questo foglio? Ma non lo disse ad alta voce anzi, non ebbe che parole gentili come ci si aspettava che facesse mentre osservava l'urgenza che aveva spinto sin lì l'istruttore ministeriale. Una sciocchezza, chiaro, che poteva anche attendere alcune ore, ma era certo di chi fosse l'idea di affrettare la cosa; gettò uno sguardo a Victoria tanto per accertarsi che fosse ancora lì e quando la vide immersa nella lettura, si disse che poteva distrarsi un attimo.
Lui e Edward parlarono per un paio di minuti appena, di argomenti che spaziavano da Sirius Black a banali gossip da ufficio come sempre intavolati dal suo interlocutore, Sven gli teneva dietro a parole per inerzia più che per vero e proprio interesse. Ora che ci pensava, quando era stata l'ultima volta che si era fermato a parlare con un suo collega senza correre qua e la per lavoro? Tutto sommato era anche rilassante la cosa, in fondo lì a Hogwarts non è che mettersi a conversare coi professori desse quel tanto di appagamento di cui si poteva avere bisogno: erano troppo indaffarati, un po' come lui, e gli studenti erano… beh, studenti.
“Ho detto guardami in faccia quando ti parlo!”
Neanche cinque minuti di tranquillità posso avere? Sven ebbe l'impressione di essere stato schiaffeggiato sentendo quelle parole, pur sapendo che non erano rivolte a lui: i suoi nervi erano tesi, ma volse subito lo sguardo a Victoria e rimase sollevato nel rendersi conto che non aveva neppure mosso una mano ed era ancora seduta, immersa nella lettura di un libro. Poi lo vide. Un ragazzo dei Serpeverde era l'origine di quella frase urlata… e sì, era stata detta proprio alla ragazza; la seconda cosa che notò fu che lo stesso studente aveva afferrato il libro di Victoria e lo aveva fatto esplodere con la bacchetta, ragion per cui pezzi di fogli giacevano qua e la ingloriosamente. La terza cosa, fu il suo interlocutore: Edward Flitt era la perfezione anche in materia di educazione, eppure lo sentì sbuffare. Una cosa molto strana se pensava che di solito sorrideva cordialmente.
La quarta cosa era che un rivolo di sangue colava dal naso della ragazza: che l'avesse aggredita? Sven non si pose neanche la domanda che era già scattato in avanti. Non gli piaceva affatto l'espressione sul volto di Victoria perché se c'era una cosa che sapeva e di cui le importava, erano i libri: nessuno – ma davvero nessuno – si sognava di disturbare la ragazza quando leggeva, studiava o scriveva. E questo anche prima del malaugurato incidente col Dissennatore; solo che prima le si poteva fare un dispettuccio senza conseguenze, ora non era davvero consigliabile. Perché la sua espressione vuota era terrificante: non sbatteva neanche le palpebre e quello non era affatto un buon segno, anche se era una cosa che faceva spesso e di cui Peter Steileir lo aveva avvisato.
Che cosa si fossero detti non lo sapeva, vide però la rapidità con cui Victoria aveva estratto la bacchetta puntandola contro il ragazzo: non poteva neppure provare a impedire che castasse l'incantesimo – qualunque esso fosse – perché ormai la ragazza aveva appreso gli incantesimi non verbali ed era un altro modo con cui evitava proprio di parlare. Però doveva fare qualcosa… solo che sia lui che Flitt arrivarono circa tre secondi dopo: ringraziò silenziosamente il fatto che almeno non era una maledizione, ma vedere il ragazzo spedito letteralmente contro il tronco di un albero non era comunque bello, specialmente perché c'era una forte presa sull'incantesimo che gli aveva impedito di deviarlo o difendersi in qualche modo.
Stupido cretino, cosa pensava di fare? Poteva fare come gli altri e evitarla piuttosto, perché cercare una disputa a ogni costo? Decise che la prima cosa da fare era assicurarsi che Victoria fosse Disarmata, poi avrebbe verificato che lo studente non fosse ferito ed era meglio per tutti che la bacchetta non fosse ancora tra le mani della ragazza. Si rese conto che lei non poteva muoversi e spostò lo sguardo su Edward, che ammiccò senza sorridere, dicendo che aveva pensato fosse necessario un intervento immediato.
Sì, indubbiamente aveva ragione, anche se lo stava per fare lui; decise però di non sciogliere l'incantesimo in quanto poteva essere temporaneamente utile. “Sei ferito?” chiese subito al ragazzo dopo averlo raggiunto, aiutandolo a rimettersi in piedi anche se l'istinto di dargli un ceffone era stato davvero forte; per fortuna comunque non era accaduto niente di irreparabile, solo uno spavento, così raggiunse la ragazza che tremava vistosamente una colta sciolto l'incantesimo del suo collega. Era terrificante vedere come passava da uno stato aggressivo a uno pietoso, come in quel momento; la ferita non era certo grave, eppure lui era sicuro che le facesse molto male. Perché? Il Guaritore non lo aveva spiegato, limitandosi soltanto a dire che le ferite fisiche erano triplicate di dolore ora e anche un banale graffio poteva mandarla in paranoia. No, ci mancava solo quello! Fece cenno al giovane di non andarsene e si assicurò che Victoria fosse portata in infermeria e curata da madama Chips e solo in quel momento concentrò la sua attenzione sul Serpeverde.
“Che ti è saltato in testa? Volevi finire male per caso?” Sven non urlava. Lo faceva ben di rado a dire il vero, ma alzare la voce su quel giovanotto incauto… beh, gli era utile anche per scaricarsi; chissà perché Edward stava signorilmente sghignazzando, forse sapeva qualcosa? Ma, come aveva previsto, l'altro non rimase zitto a incassare anzi, sembrava avercela con lui: una cosa senza senso, quella era la prima volta che parlavano da quello che ne sapeva lui. “A me? Le parlo e mi ignora oppure mi aggredisce! Perché poi non può girare senza scorta? Paura che qualcuno te la soffi via?”
A quel punto Edward Flitt rise apertamente, una cosa che sorprese Sven quasi più delle frasi senza senso di quel ragazzetto: in verità non era sorpreso che lui ignorasse la condizione di Victoria perché Silente non aveva detto apertamente che era stata Baciata, era il resto. “Attento fratellino, se offendi il capo degli Auror puoi finire arrestato e fidati delle mie parole, non farò assolutamente niente per tirarti fuori dai guai… e mettiti l'anima in pace, ti ha scaricato da mesi, anche se mai capirò che cosa ci ha trovato di interessante in te”. Edward sbeffeggiò apertamente il giovane, un curioso modo di fare secondo Sven, ma poi tutti i pezzi andarono a posto da soli: Victoria gli aveva effettivamente detto di aver avuto una storia con Serpeverde, un tale Marcus, ma più che dire che era finita e che litigavano sempre, non sapeva granchè. Una cosa normale, la sua era stata solo una domanda e in più neppure lui le aveva raccontato ogni dettaglio delle sue passate relazioni, pertanto era un suo diritto tenere segreti in quel senso. Marcus Flitt! Non avevo collegato… si disse osservando i due: non sembravano affatto somigliarsi anzi, eppure c'era comunque qualcosa di simile tra loro, forse il modo di fare superbo, per quanto in uno fosse meno marcato. E ora che lo guardava, pure lui si chiedeva che cosa aveva attirato la ragazza in lui: non si riteneva il mago più bllo del mondo, ma era sicuro che il Serpeverde fosse tutto tranne che attraente. O magari alle ragazze piacevano di quel genere i ragazzi?
Questo spiegava comunque le parole che gli aveva rivolto, in parte: dubitava che Victoria avesse raccontato di lui a qualcuno, che avesse visto qualcosa? E se sì, cosa? Poi smise di preoccuparsi, in fondo non erano lì per quella ragione. “Ha avuto un incidente come il Preside vi ha riferito… e come avrai notato, deve ancora stabilizzarsi quindi ti sconsiglio altri approcci simili; dimenticherò le tue parole, saranno i M.A.G.O. ad averti reso nervoso” dichiarò Sven, riponendo la bacchetta e scegliendo di lasciar perdere quell'argomento. In fondo era un ragazzetto geloso, appena reduce dagli esami finali: meglio lasciar perdere, non era il caso di farne un affare serio se si poteva accantonare.
Ma questo a lui non piacque perché lo squadrò come se fosse insignificante, un atteggiamento che l'Auror trovò quantomeno di pessimo gusto visto quanto appena accaduto. “Tanto è ovvio che sta con te perché spera di conoscere tuo cugino e quando sarà fatto, ti scaricherà in mezzo alla strada come una qualunque pezza” ebbe modo di sghignazzargli davanti Marcus, lasciandolo senza parole. Sven decise di lasciarlo a suo fratello, in fondo non era affar suo; eppure le parole che aveva sentito in un certo senso lo avevano colpito, per quanto non così profondamente. Certo, suo cugino era pure il famoso Viktor Krum, ma di lui non aveva mai parlato alla ragazza… scrollò le spalle. Non aveva il tempo di preoccuparsi anche di una sciocchezza simile, in fondo c'erano problemi ben più gravi da affrontare.
Andò dal Preside e non usò mezze parole: era fuori questione che Victoria potesse fare il viaggio di ritorno in treno il giorno seguente, pertanto chiese il suo benestare a prelevarla lui di persona al momento opportuno e a portarla a Londra con sé dove aveva comunque già predisposto tutto per l'estate. “Sono sicuro che ricorderà Ninfadora Tonks, è stata assunta da poco nel mio ufficio e dopo una serie di discussioni, abbiamo trovato il modo di occuparci della sicurezza di Victoria in questi tre mesi: ci alterneremo come in questi mesi ho fatto con Scrimgeour, ma i Tonks hanno acconsentito di buon grado a tenerla con loro. Il Ministro è quasi saltato di gioia, sapendola a stretto contatto con un Auror” disse Sven, rivelando quelli che erano infine progetti conclusi e decisi e sapeva che Silente non si sarebbe opposto. Difatti annuì e si dichiarò certo che tutto sarebbe andato bene.
Si chiese perché non era tanto ottimista.
Note:
spero che vi sia piaciuto! I prossimi capitoli sono già in fase di scrittura pertanto penso che non attenderete troppo a lungo per vederli pubblicati! Spero in qualche vostra opinione, ci sentiamo al prossimo capitolo dopo che questo ha chiuso il sesto anno di scuola di Victoria e con l'arrivo della svolta, ovvero il Torneo Tremaghi, la Coppa del Mondo di Quidditch e tutte queste belle cose!
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Capitolo 35 *** 35 - Una lunga e fredda estate ***
Angolo Autrice:
ciao ragazzi! Eccomi di ritorno con il nuovo capitolo, alla fine di quello precedente avevo scordato di dirvi che per ora escono di scena sia Oliver Baston che Marcus Flitt e gli altri studenti che si sono diplomati u.u io avrei peferito che avessero fatto gli asini per godere ancora della loro figaggine, ma niente, zia Row così ha decretato e io mi adeguo >_<
ringrazio i nuovi recensori e coloro che l'hanno inserita in preferiti/seguiti/ecc perché sinceramente non me l'aspettavo o.O però mi fa piacere e siete carinissimi *___*
ordunque iniziano le ultime vacanze estive di Victoria – ultime inteso a cavallo della scuola, a meno che non ci resta secca poi u.u – e quindi buona lettura!
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35 – Una lunga e fredda estate
Il picco di umidità raggiunto a Londra era qualcosa di incredibile, si disse l'uomo mentre alzava lo sguardo dalla scrivania, quasi del tutto sommerso dalle scartoffie di lavoro del suo cubicolo; in verità non si poteva lamentare neppure troppo in quanto il suo luogo di lavoro era più grande di quelli dei suoi colleghi Auror, ma le dimensioni contavano davvero poco in quanto se il suo ufficio era più grande, maggiore era anche la mole di lavoro che aveva. Per quel giorno, però, non sarebbe durata a lungo perché doveva recarsi al San Mungo per dare il cambio a Tonks. La frizzante e giovane nuova Auror si era buttata in quel suo compito – quello di sorvegliare Victoria – con l'entusiasmo di una ragazzina, e ne sembrava sempre più contenta. La ragazza stava con i Tonks ormai da poco più di un mese, anche se naturalmente avevano fatto a turno. Solo che Sven era stato preso di più da altri compiti e Caramell aveva insistito perché lasciasse gli altri a occuparsi di lei; lo aveva fatto, pur non allontanandosi mai completamente da lei. Non gli sembrava che ci fossero stati miglioramenti, se non forse uno soltanto: Victoria aveva smesso di essere così impulsiva, non scattava immediatamente se qualcuno la salutava all'improvviso, un po' come se abbandonare le mura di Hogwarts le avesse sciolto la tensione.
A spiegare quella strana calma era stato peter Steileir, nel controllo che aveva avuto luogo subito dopo la fine della scuola: erano i Dissennatori il problema, la loro vicinanza aveva reso la giovane schiava di una perenne situazione di allerta pertanto era ovvio che fuori da scuola stesse meglio. Dopo aver sentito quelle parole, Sven era stato lieto che il Ministro si fosse infine convinto a ritirarli da scuola: di Sirius Black non c'era alcuna traccia, ma nessuno credeva che si sarebbe fatto vedere a Hogwarts di nuovo e con quei mostri c'erano stati fin troppi incidenti perché pretendesse che rimanessero la. Era comunque un sollievo per lui che la situazione fosse lievemente migliorata, anche se non aveva proprio creduto a ogni cosa che Tonks gli aveva riferito: l'Auror era sempre pronta a dire che andava tutto bene, che anche ai suoi genitori faceva tanto piacere avere una compagnia così giovane, ma lui non ci credeva del tutto.
Poi c'era stato da lottare contro Amos Diggory, furibondo perché non era stato interpellato sul fatto che quell'anno Victoria non andasse da loro come ogni anno; e poco importava che l'idea fosse stata di Albus Silente, era Sven che poi veniva incolpato di tale decisione. Il Preside aveva fatto giustamente notare che i Diggory potevano non essere preparati alla nuova freddezza della ragazza, al suo perenne stato di indifferenza, oltre a non sapere come agire in caso di problemi; lui era stato d'accordo nel sentire che era meglio che se ne occupasse un Auror, tuttavia Sven aveva intuito subito – anche per via dello sguardo penetrante di Silente – che non poteva certo essere lui a ospitarla in permanenza a casa propria. Lo avrebbe fatto, non era un problema, ma sapeva d'intinto che non andava bene: non soltanto non avrebbe potuto spiegare la cosa al Ministero, del perché portarsi una giovane studentessa a casa seppur bisognosa di costanti cure e protezione – da se stessa, per lo più – ma c'era anche il problema che si trattava proprio di una ragazza.
Non erano state mosse accuse dal Preside, ma Sven sentiva che lui sapeva cosa lo legava a lei, non glielo avrebbe davvero mai permesso e non bisognava essere dei geni per capirlo; ma anche senza quel risvolto sapeva che non avrebbe potuto farlo ugualmente, perciò aveva subito pensato a un'alternativa che potesse essere valida.
Anche andare al San Mungo non era stata una sua idea, tuttavia quel giorno il Guaritore era fin troppo impegnato per muoversi lui e così aveva acconsentito ad accompagnarcela, anche per dare respiro a Tonks che per quanto si dicesse non affaticata, doveva essere almeno abbastanza nervosa da gioire all'idea di qualche ora di libertà; avvisò uno dei suoi colleghi e uscì' dal Ministero, ben lieto pure lui di potersi sgranchire un po' le gambe anche se per poco. Mettersi a camminare a lungo con quel caldo umido era da stupidi, tuttavia qualche metro lo si poteva percorrere senza problemi; si sarebbe comunque servito della Materializzazione per giungere più rapidamente e, soprattutto, per andare via più in fretta visto che poi avrebbe avuto la ragazza con sé e voleva evitare se possibile di attirare troppi sguardi.
Giunto all'ospedale magico sapeva già dove andare, difatti scivolò fluidamente in mezzo alle persone presenti per raggiungere lo studio del Guaritore Steiler e quello che vide lo lasciò quasi a bocca aperta. Non era il fatto che Tonks lo avesse salutato da lontano agitando il braccio con il suo solito entusiasmo, ma era stato vedere la figura seduta sulla sedia a sorprenderlo. Si trattava di Victoria, ma per alcuni momenti non ne fu per nulla sicuro perché si aspettava di vederla cupa e ombrosa anche solo dall'abbigliamento ormai fatto solo di abiti scuri. Quella che era seduta, invece, indossava quelli che erano sicuramente abiti da Babbani perché gli ricordava molto le ragazze viste con dei jeans strappati in vari non troppo scuri e una maglietta a maniche lunghe di colore arancione, nonché delle strane scarpe ai piedi che era quasi sicuro si chiamassero infradito o qualcosa di simile. Era spiazzato, non poteva negarlo, perché proprio non si aspettava niente di simile: a coronare il tutto, qualcuno doveva anche averle sistemato i capelli in una treccia, niente di particolare in effetti, ma lui non aveva mai notato che Victoria accettasse anche solo di legarseli.
E le sorprese non erano finite perché quando le salutò, ricevette pure una risposta da lei, cosa che di solito si limitava a fare un cenno con la testa, magari un mugugno o anche a ignorarlo. Rivolse uno sguardo interrogativo a Tonks che gli fece l'occhiolino, facendogli pensare che il mondo si fosse capovolto. Il Guaritore giunse proprio in quel momento, chiaramente esausto, ma dal modo in cui si rivolse alla ragazza proprio non sembrava. “Come hai fatto?” chiese lla collega non appena rimasero soli e lei parve non avere una vera e propria risposta.
“Sai che non ne ho idea? Insomma, sembra si sia messa a collaborare, ma non so esattamente quando questo è cominciato se non che è già da un po'” gli disse la ragazza prima di andarsene, lasciandolo con ancora più domande di prima. Che collaborasse era un bene… e lui in effetti non la vedeva da circa dieci giorni in quanto Sirius Black ancora latitava e non potevano ignorare la cosa, quindi non sapeva dire neppure lui come fosse possibile. Decise di entrare a sua volta, in fondo secondo quel fifone di Caramell, non doveva essere lasciata sola neppure per un minuto. Come se Steileir non fosse capace di difendersi, sbottò tra sé l'Auror sedendosi nel suo solito angolo, pur non perdendo neanche un attimo di quello che succedeva.
Come sempre il Guaritore si rivolgeva a Victoria con naturalezza, come se parlasse a un'amica, mentre la visitava: il suo era un controllo generico, sia fisico che psicologico. “Ti trovo davvero migliorata, hai un colorito migliore e hai pure preso un po' di peso”. Sven osservò meglio la ragazza e a quel punto anche lui se ne accorse: da qualche tempo era molto magra, quasi scheletrica, ma ora aveva l'aria più florida, forse non era ulteriormente dimagrita anzi, magari c'era qualche chilo in più. Quanto alla pelle a lui sembrava uguale di colore, ma non poteva giurarci, o magari a strappare quel commento era il fatto che lei stessa sembrava meno… vuota. Ma gli occhi erano sempre vitrei, pensò Sven con dispiacere. Quelli non sarebbero cambiati in poco tempo… e forse mai; chiuse i suoi per scacciare quel terribile pensiero: alla fine stava facendo tutto quello per niente?
“Sta meglio di prima, dovete continuare in questa direzione” disse Peter una volta che i due furono soli nel suo studio, Victoria mandata assieme a un suo collega per completare il controllo che avrebbe mostrato se vi erano altri difetti fisici a cui porre rimedio. Per esempio mancanza di equilibrio, una cosa che nelle prime settimane aveva avuto e l'aveva resa molto goffa e incline a farsi del male in un modo accidentale. Sven annuì, dicendosi che forse lui non aveva alcun merito in quello: certo, aveva affidato la cosa a Ninfadora, ma di suo lui aveva apportato pochi cambiamenti. Che la vita in una famiglia le facesse davvero meglio, più di quanto non avesse creduto? Magari a quel modo poteva essere possibile considerare di mandarla dai Diggory, se progrediva magari le potevano togliere di dosso tutta quella sorveglianza; al tempo stesso era incline comunque a credere che fosse troppo presto, Amos e sua moglie erano brave persone, ma c'era differenza dall'affidarla a una Auror anche se ancora poco esperta che a un normale Ministeriale senza pratica di cose oscure.
“Mi consigli ancora di lasciarla priva della bacchetta?” Sven ci teneva a insistere su quel punto perché non gli era piaciuto affatto privare la ragazza della sua bacchetta; la custodiva lui nel suo ufficio, ma era come togliere una cosa fondamentale a qualcuno. E tuttavia come agire diversamente quando a scuola era capace di usarla per un nonnulla? L'essere maggiorenne non aiutava la cosa: Victoria quando lo aveva saputo lo aveva persino schiaffeggiato – se lo ricordava quel ceffone, era stato parecchio forte – ma dieci minuti dopo se ne era già dimenticata e non gli aveva più detto nulla. E se le fosse servita? Era questo a roderlo: certo, con loro in circolazione era difficile potesse essere aggredita, ma non si poteva mai dire. Il Guaritore tamburellò per qualche istante le dita sulla scrivania, pensieroso e incerto. “Vedi tu Sven, non la si può certo privare sempre e neppure può tornare a scuola dimenticandosi come si usa; un'altra cosa, mi sembra che non serva a nulla farla stare in ozio, andrebbe trovato qualcosa che può fare e le piaceva senza danneggiare nessuno”.
Già, ma che cosa esattamente? Sven sapeva che alla vecchia Victoria piacevano tante cose, ora anche soltanto una di quelle sarebbe stata una perdita di tempo bella e buona: e poi ebbe un'idea, anche se temporanea poteva essere qualcosa di nuovo e piacevole. O così pensava lui.
“Cosa diav…?” Sven venne preso alla sprovvista e si fece atterrare: a tutti gli effetti la sua idea non era proprio del tutto salutare, anche se sicuramente a lei consentiva di sfogarsi. Pensare di insegnarle l'autodifesa gli era sembrata una cosa intelligente – oltre a renderlo più sicuro se per caso si fosse trovata in difficoltà sul piano fisico – ma non aveva tenuto bene conto che col fatto che le mancava l'anima, Victoria non si faceva alcun problema nel picchiarlo quando era il suo turno. La ragazza apprendeva rapidamente e ormai riusciva ad anticiparlo alcune volte; strategicamente forse non era un granchè, ma quel genere di allenamento l'aveva resa più forte e non si sentiva di certo in colpa se lo faceva finire a terra.
Inoltre in apparenza sembrava instancabile in quanto andavano avanti delle ore intere, per poi vederla sedersi solo un attimo e crollare poi dalla stanchezza, come se prima non se ne accorgesse; non era però il colpo ad averlo sorpreso, erano state le sue parole su cui ora stava riflettendo un istante. La osservò asciugarsi sudore dalla fronte, per nulla preoccupata da qualcosa. “Ho detto che non voglio venire, non mi potete costringere e non mi interessa quella buffonata” ripetè Victoria con il solito tono monocorde e pregno d'indifferenza mentre lo osservava rialzarsi con lo stesso interesse che avrebbe provato osservando un Vermicolo venire al mondo. Sven pensò che forse stava scherzando. “No certo, ma la Coppa del Mondo di Quidditch non è un evento che si tiene sempre, ti dispiacerà poi non avere assistito: sia io che Ninf… Tonks ci andremo. Per lavoro, ovvio, ma come vedi non si porrebbe alcun problema se ci fossi anche tu” le disse Sven, consapevole che con lei bisognava sempre porle le cose nella prospettiva giusta.
Del resto ormai era tutto imminente e c'erano persone che si sarebbero venduti la bacchetta anche solo per poter vedere da lontano i giocatori; inoltre il Quidditch bene o male attirava tutti i giovani, era quindi convinto che così fosse anche per lei. Invece no, la vide scrollare la testa. “Non mi interessa quella roba, preferisco lavare i piatti qui” ribadì la strega sedendosi sulla sedia che era stata portata fuori, poco lontano dalla figura di Cedric Diggory che quel giorno era venuto di sua spontanea volontà a trovare l'amica, pure senza ovviamente ottenere chissà quale reazione entusiastica da parte di lei. Quantomeno questo serviva per farla stare all'aria aperta… e per quella breve lezione in cui si era forse divertita ad allenarsi con lui, almeno perché aveva potuto sgranchirsi gli arti. “Sai che ci sarà anche suo cugino? È un ottimo Cercatore, potresti anche avere il suo autografo sai?” intervenne proprio il giovane Tassorosso, ma ancora la reazione fu la stessa tanto che alla fine Sven fu costretto a stringersi nelle spalle quando la vide allontanarsi per rientrare in casa dei Tonks, forse per riposare o anche per lavare via il sudore di quella giornata. Strano come ora che non era più lì, la giornata sembrasse tornata arida e afosa invece che gelida: Sven era consapevole che non era certo vero gelo quello che emanava dalla ragazza, tuttavia bastava la sua presenza a rendere il mondo più freddo e non era una cosa positiva, neppure con quel caldo. Lui si sforzava di essere positivo, ma era difficile: se non altro adesso sembrava che Victoria fosse più tranquilla, quasi come se vivere lì le rendesse più semplice il tutto e lui temeva il ritorno a scuola. Ci sarebbe stata una ricaduta? E se sì, come poterlo evitare? O era solo la presenza dei Dissennatori che l'aveva resa così?
Si voltò verso il giovane Cedric, ancora incredulo. “Pensi che sia solo un momento? Insomma, quando mai le ricapiterebbe di vedere una competizione simile?” Non riusciva comunque a capacitarsi della cosa, ma il ragazzo rise. “Non credo, può anche avere avuto interesse in passato per qualcuno che giocava a Quidditch, ma posso assicurarti che non le importa poi granchè: ti ricordi quando le hai chiesto se aveva mai sentito nominare Viktor Krum, tuo cugino? Pensava fosse il nuovo elfo domestico di Lucius Malfoy… e fidati, non scherzava affatto. Sono sicuro che davvero preferirebbe mettersi a sbrigare le faccende domestiche con la signora Tonks che assistere a delle partite”. Già, Sven ricordava quella domanda che le aveva rivolto e la risposta lo aveva lasciato in un certo senso sorpreso, ma dopo un po' si disse che era quasi meglio così. Non avrebbe dovuto starle appresso per tutto il tempo se fosse rimasta lì, inoltre se proprio non le interessava, non era di sicuro obbligata ad andarci. Lavoro in meno, si disse quasi sollevato quando ci ripensò qualche ora dopo a casa propria, ma in qualche modo la cosa lo rendeva comunque triste: lui e gli altri si stavano impegnando, ma a ogni lieve miglioramento che credeva di ottenere, ecco che Victoria sembrava sempre pronta a dimostrare come in fondo loro non potessero fare nulla per trascinarla fuori da quell'oblio ed era quella realtà a renderlo più stanco del solito.
Ma le sorprese non erano finite perché il giorno dopo, quando tornò un momento a casa per recuperare alcune pergamene che credeva di avere portato con sé, trovò una grossa sorpresa. Sven viveva in una casa non molto vasta al di fuori del centro di Londra, con molta vegetazione attorno e solo poche case attorno, per lo più abbandonate o occupate da maghi anziani; essere un Auror non era certo il mestiere che rendeva più ricchi in assoluto, tuttavia anche se fosse stato il contrario, lui non avrebbe voluto niente di diverso e in ogni caso ci abitava da solo, perché quindi avere una casa immensa quando un paio di stanze bastavano?
Ciò che lo accolse al suo arrivo fu la presenza inaspettata di suo padre: Miroslav Dietrich in gioventù era stato un ragazzo piacente più che piacevole a livello fisico, abbastanza atletico e con un discreto talento. Non era tanto alto – al punto che sia la moglie che il figlio lo superavano, Sven di parecchi centimetri – e il ventre era abbastanza arrotondato, tuttavia gli occhi azzurri erano rimasti gli stessi di quando era un vispo e responsabile giovane mago e indossava un abito da mago che lo faceva sembrare un vecchio nonno importante. Ma l'uomo non era solo in quanto Sven vide subito la presenza di Orion, che stava giocando con alcune macchinine e lanciava qualche gorgoglio di giubilo quando queste si scontravano tra loro, ma mai acuto quanto quello in cui lo vide e mosse le braccia come a voler far capire che voleva essere sollevato da terra.
Sven non aveva mai rivelato apertamente di avere un figlio: tutti lo sapevano naturalmente, ma lui teneva la sua vita privata molto lontana dalle chiacchiere e quasi nessuno poteva dire di conoscerlo bene. In più questo proteggeva il bambino, cosa che nelle sue condizioni era fondamentale; gli bastò abbracciarlo per scacciare via qualunque segno di stanchezza o problema, accantonò persino Victoria in quel momento, che di solito era comunque sempre presente. “Quando sei arrivato? C'è anche la mamma?” chiese Sven a suo padre dopo essere entrati, contento di vederlo in quanto erano davvero molti mesi che non lo vedeva e il mago più anziano scrollò la testa. “No, lo sai cosa pensa del Quidditch! Ma io non intendo essere di disturbo, in compenso non ho proprio potuto resistere e sono andato da Mary per avere un po' di tempo con il mio nipotino preferito” disse sorridendo al bambino che era tornato a giocare con le macchinine, i movimenti goffi e semplici e lo sguardo di tutti i presenti su di lui.
Mary. Forse il suo solo, grosso errore, o meglio quello che ne era seguito; perché anche se lui amava Orion, non l'avrebbe voluto avere con lei e gli dava ancora fastidio il fatto che in qualche modo lo avesse incastrato, riuscendo pure in qualche modo a vendicarsi di lui in seguito. Infatti nonostante lui fosse ben noto nel mondo magico, nulla poteva contro la potenza del cognome Malfoy che apparteneva appunto alla strega di pochi anni più vecchia di lui e che era stata assistente personale del Ministro in passato. Grazie a quello, infatti, la donna aveva ottenuto di essere lei a dover decidere per il bambino: Sven lo poteva vedere, anche tenerlo con se a volte, ma solo se lei era d'accordo, a meno che non la sposasse. E Sven piuttosto avrebbe preferito ingoiare un paiolo di Distillato della Morte Vivente. Annuì sentendo quello che gli aveva detto suo padre: in effetti forse Mary sapeva che suo padre poi sarebbe venuto da lui, ma non osava essere tanto crudele da dire di no a lui.
“Non essere sciocco, non ho nessuno che sta in queste stanze, è chiaro che sarai mio ospite e così Orion, solo che...” Sven si interruppe vedendo una macchia color prugna schizzare fuori da sotto il divano e bloccarsi poco distante dal bambino: aveva scordato che lo kneazle di Victoria era lì, complice il fatto che non si avvicinava alla sua padrona e quindi aveva dovuto pensarci lui, e temeva le reazioni che ci sarebbero potute essere. Infatti, nonostante Orion avesse ormai otto anni, aveva così tanti problemi a livello mentale e fisico che sembrava un bambino di tre e non si poteva mai sapere come avrebbe reagito. Lo scoprì subito quando allungò le mani mollando le macchinine e avvicinandole prepotentemente all'animale; Sven vide che il felino lo annusava per poi lasciarsi toccare.
Questo non se l'aspettava: Kaiser aveva dimostrato di essere ostile anche a lui, almeno nei primi tempi, e gli sembrava curioso come non temesse niente dal bambino che lo osservava coi suoi semplici occhioni azzurri pieni di aspettativa e i ricciolini biondi un po' spettinati. “Che magnifico esemplare! Ma è tuo? Non sapevo ti piacessero questi animali, Odino è d'accordo?” Sven aveva dimenticato come suo padre diventasse – come tanta gente, forse anche lui – un po' demente quando aveva a che fare con bambini piccoli, cuccioli e animali interessanti; complice il fatto che aveva proseguito dopo Durmstrang lo studio delle Creature Magiche, sicuramente sapeva che quello non era un banale gatto. Solo che… cosa gli avrebbe risposto? No sai caro padre, questo kneazle è della mia ragazza che però non può tenerlo perché sai, dopo essere stata Baciata da un Dissennatore, l'animale non vuole neanche starle vicino e così l'ho preso su io per non scaricarlo in mezzo a una strada? Solo l'idea di un discorso del genere lo faceva rabbrividire e pure divertire, solo che questo avrebbe comportato altre spiegazioni… e lui sinceramente, era stufo di darne. A chiunque.
Si strinse nelle spalle, come se l'argomento fosse di scarso interesse. “No, è di una persona che non può occuparsene così le ho detto che ci avrei pensato io” disse alla fine, sapendo di non avere comunque mentito, soltanto sintetizzato una situazione reale. Suo padre rise, cosa che si aspettava. “Deve essere davvero disperata questa persona, per chiederti una cosa simile: non sei granchè portato per gli animali”. Sì, paparino, è disperata, ma non come credi e neppure se ne rende conto... Sven sapeva di non essere stato un genio a Hogwarts, almeno in alcune materie e Cura delle Creature Magiche era tra quelle; sapeva il minimo indispensabile, insomma, per quanto lui e il suo gufo andavano molto d'accordo. Ma era un animale molto indipendente, cosa che poi aveva constatato anche nello kneazle che ogni tanto lo guardava con tale aria di superiorità da fargli credere che lo stesse giudicando un completo idiota. Restava però il fatto che lo aveva colpito il fatto che Kaiser non volesse neppure farsi avvicinare dalla sua padrona, come se capisse e sentisse che era completamente cambiata. Ed era vero. Il problema non si era posto con la civetta, Ginevra era anche lei trascurata dalla ragazza, ma non aveva alcun timore di passare del tempo sulla sua spalla: forse suo padre avrebbe potuto spiegarli il perché di questa differenza, ma non gli andava di entrare nel dettaglio di quella situazione.
Fortunatamente l'argomento venne abbandonato in favore di altri, lasciò che il padre cominciasse a dirgli tutte le nuove manie di sua madre durante quel giro del mondo che avevano fatto mentre lui cercava di rilassarsi e far scivolare via le fatiche e lo stress accumulato tra il lavoro e i vari problemi. Una cosa che di sicuro con sua madre non sarebbe accaduta, proprio il contrario semmai in quanto Rosalia Krum Dietrich era in grado di destare l'attenzione dei sassi se voleva ed era doppiamente lieto che non fosse giunta. Non ancora, se aveva capito bene: ovvio, non si sarebbe persa per nulla al mondo vedere il suo nipotino – così lo chiamava lei – anche se non amava il Quidditch, se non come argomento di pettegolezzo. Il pensiero di dover sovrintendere anche alla coppa del mondo lo rendeva più nervoso del solito, eppure non poteva fare in modo diverso perciò si era quasi rassegnato.
Finché non giunse un nuovo problema a logorarlo e si presentò tramite gufo, inviatogli inaspettatamente dal giovane Diggory: balzò in piedi come se l'avesse colpito un Asticello, incapace di credere ai suoi occhi. Non anche quello!
Note:
eccomiiiii!
Allora in questo capitolo parlo di come si passa le vacanze la nostra Victoria u.u di sicuro sta più al fresco di me ç__ç attenzione però! Il titolo con riferimento alla lunga estate e fredda, è inteso a lei u.u perché come qui, fa un caldo assurdo e c'è un'umidità spaventosa ç__ç
tonks! La mia piccola Auror preferita – dopo Sven, però u.u – è finalmente entrata in scena, mostrando di saperci fare.
Perché, direte voi. Eh bella domanda u.u ma come dice il nostro Peter, la vicinanza ai Dissennatori era problematica, pertanto standogli lontano la nostra Vic si riprende un po'. Poi contiamo che lei è anche una ragazza ancora giovane, quindi potrebbe essere più in grado di avere qualche punto in comune con lei.
Anche per via del fatto che se ne sta dai Tonks in permanenza u.u
mi sono chiesta infatti perché non lasciarla ai Diggory, ma in fondo non avrebbero saputo gestire la situazione con sangue freddo. Serviva un Auror, ma che Silly lasciasse che la piccola andasse a casa di Sven, era decisamente fuori luogo e pure al Ministero la cosa poteva puzzare.
Come vedete sembra almeno fisicamente stare un po' meglio :D e Sven pure le insegna a fare a botte LOOOL no vabbè, l'autodifesa è importante e quindi ben venga u.u
inoltre era consigliabile non fare duelli di magia fuori dalle scuola, anche se è maggiorenne
coppa del mondo di Quidditch
ho una notizia per Oliver Baston, Marcus Flitt e tutti i patiti di Quidditch: a Victoria non frega niente di vedere una competizione mondiale, neanche se c'è Krum buahahahah
in verità se ci fosse andata, sarebbe accaduto qualcosa, ne sono sicura
e dal momento che davvero a lei non interessa quello sport, tutti a casa u.u meno lavoro per gli Auror
meno male nd Sven che affoga in tre vite di lavoro
e date il benvenuto a Orion Dietrich, il figlioletto di Sven :3 e di quella b...buona cara donna di Mary Malfoy. Ha una parentela coi Malfoy, ma non so di che genere, è cugina di Lucius, vi basti saperlo XD
se a qualcuno è sfuggito, il piccolo Orion che ha tipo 8 anni, sembra uno di 3 come comportamento e questo per via di una malattia genetica che lo rende un po' ritardato :(
sappiate che mi piange il cuore, ma da quando ho creato questo bambino, doveva avere un problema di questo tipo. Un po' come dire che nascere da genitori Purosangue non salva da questo genere di malattia.
Ed è lei che può averne la custodia
Orion è il mio preferito u.u quindi amatelo e basta u.u
e amate anche Miroslav Dietrich, il papà figherrimo e panzerottino di Sven :D e basta con tutti sti pg con la linea perfetta u___u non lo volete un papà pacione e adorabile? Mi ero ispirata un po' a Ted Tonks u.u
costui è un mio OC comparso in “Il lato più affascinante della luna è quello che non puoi vedere” da dove arriva un'altra OC che apparirà, Anastasia Silente che metto un po' ovunque se posso XD
all'incirca Miroslav avrà sui uhm 67 anni u.u ricordiamoci che Sven da solo ne ha quasi 30 e il suo papi non l'ha avuto prestissimo (c'è la moda di sposarsi a 18 anni pare -_- )
la madre di Sven, Rosalia Krum, ha invece alcuni anni in meno, ma non meno di 55-56 u.u la conoscerete presto, vedrete quanto la amerete(?)
tra parentesi non so se ve l'ho detto che Sven fa parte di un'antica generazione di Purosangue
chissà se indovinate cosa potrebbe succedere se si scopre di Vic :D
ora vi saluto u.u perché il buon Ced ha inviato un gufo che fa bestemmiare Sven? u.u mah
tu lo sai nd Sven
certo, cocco <3
al prossimo! |
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Capitolo 36 *** 36 - A scuola col nemico ***
Angolo Autrice:
ehilà! Sto andando circa come un treno XD ma una volta sbloccata, era ovvio che fosse così u.u con lo scorso capitolo – come notato – ho lasciato passare l'estate. In modo molto – forse troppo – rapido, ma considerate che non succedeva granchè u.u almeno per Vic che non le fregava niente del Quidditch xd e che Sven lavori ormai è assodato, ma quanto sarà che non si prende una vacanza quel pover uomo figo?
Forse lo scoprirete u.u
iniziamo l'ultimo anno di Vic * squillo di trombe ** che mi par ieri che ci è entrata per la prima volta! Ordunque ci saranno delle sorprese, del tipo vi svelerò presto che cosa ha spinto Bambolo Digg… cioè il nostro Cedric – che visto non con gli occhi di suo padre credo sia pure simpatico, che dite? - a inviare quel gufo a Sven.
E poi il Tremaghi, i Campioni, fake Moody – punto molto su questo, sappiatelo u.u – e tutte le bellezze che ci sono. Come sempre vedrete ben poco con gli occhiettini di Harry, ma visto che come vi ho detto che il buon Sven è cugino di Viktor, potrete avere qualche panoramica sulla parte di Durmstrang.
Neanche a dirlo inserisco una mia OC di altre storie, Anastasia Silente che appunto sta con la delegazione del nord u.u ma per quanto io ami la mia piccola e vispa settantenne, direi che non ha un ruolo determinante. Mica può fare tutto ovunque buahahahah non sarà però qui in questo capitolo u.u buona lettura :D
ci vediamo alle 11 sull'Hogwarts Express eh?u.u e per i Corvonero, in sala comune dopo!
volevo dirvi che sono senza pc - il mio - al momento in quanto è a far riparare <.< conto di riaverlo in settimana a dire il vero! in ogni caso ho già un altro capitolo pronto, anche se speravo di potermi mettere avanti un po' di più
Immagine allo specchio
36 – A scuola col nemico
“Non deve farlo, le va proibito”. Cedric si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo sentendo Sven Dietrich ripeterlo per quella che doveva essere la milionesima volta in un mese; come se fosse possibile impedire a Victoria di fare qualcosa, specie quella. A lui non sembrava neanche una cattiva idea, in verità non vedeva francamente il problema. “Ho già provato a parlarle, ma un'occasione del genere capita… beh quando è stata l'ultima volta che hanno indetto il Torneo Tremaghi? Non la si può biasimare se vuole provare” rispose sinceramente, osservando la ragazza da lontano che parlava con la bionda Luna. Era il primo settembre ed erano in attesa che l'Hogwarts Express permettesse loro di salire; non c'erano tanti studenti e genitori in quanto era ancora molto presto, ma era particolarmente sorpreso dal fatto che anche l'amica avrebbe viaggiato in treno. Ricordava con precisione l'ultimo giorno di scuola, non era neppure stata presente al banchetto finale ed era rimasta nella torre di Corvonero finché la scuola non era stata vuota. Non sapeva quale degli Auror l'aveva portata con sé a Londra, ma poteva puntare su Sven visto che era lì anche in quel momento.
“Non è un banale torneo, questo, qui chiunque può farsi male o anche perdere più di un po' di capelli per lo spavento” gli rispose di rimando l'Auror, osservandolo come se non credesse che non capiva quello che voleva dire. E in effetti lui non ci riusciva, in fondo qualunque cosa potesse tenerla impegnata che non fossero solo libri non era una cattiva idea, secondo il suo umile pensiero. Certo, poteva essere pericoloso, ma forse proprio per quello meritava un pensiero. Era una cosa a cui lui pure stava pensando… e poi in fondo erano in una scuola, c'erano dei controlli, no? Che poteva mai accadere di serio? E se si fossero presentati entrambi, era sicuro che se uno di loro fosse stato scelto, l'altro l'avrebbe spalleggiato e sostenuto: lui almeno avrebbe fatto così, lei invece? Fino a pochi mesi prima non avrebbe avuto alcun dubbio, ora invece non sapeva cosa pensare se non che poteva essere davvero una possibile scelta. Aveva chiesto a suo padre se sapeva come e chi avrebbe scelto il Campione, i criteri necessari, ma Amos Diggory aveva ammesso di non saperlo e che la cosa era tenuta sotto il massimo riserbo dall'ufficio per i giochi e gli sport magici, quello degli Auror e quello della cooperazione magica internazionale. Molto probabilmente, riflettè il ragazzo mentre si sceglieva uno scompartimento in cui trascorrere il tempo durante il viaggio, nessuno avrebbe detto niente prima del tempo e quella sera al banchetto di benvenuto il Preside avrebbe forse fornito loro altri dettagli. Era impossibile che non fosse così; dal momento che l'amica sembrava tranquilla – a modo suo – con Luna Lovegood, lui le avrebbe lasciate parlare senza intromettersi, poteva anche fare parte del viaggio con gli altri suoi amici senza farsi rintronare dalle stranezze di quella ragazza bionda.
“Bene, così voi siete quelli dell'ultimo anno: dalle vostre faccine direi che non avete la minima idea neppure di come mettervi le mutande dritte”. Cedric sgranò un momento gli occhi sentendo Moody – il professor Moody, per la precisione – rivolgersi a loro come se non fossero altro che un ammasso di gente di discutibile utilità; suo padre gli aveva detto che l'ex Auror era un tipo un po' particolare, ma non si era aspettato che li osservasse e parlasse a quel modo. Gli altri suoi compagni sembravano a loro volta sorpresi, ma nessuno osò rispondere o commentare in qualche modo; teneva in mano la piuma, ma quando l'occhio roteante del professore si fissò su di lui ebbe quasi un brivido e l'istinto lo portò a posarla rapidamente sulla pergamena. Eppure non aveva fatto nulla di sbagliato! Prendere appunti era una prerogativa delle lezioni, perché si sentiva in fallo? Scoccò un'occhiata furtiva a Victoria che era di fianco a lui, dalla parte del muro – in quanto aveva imparato lo scorso anno che era meglio rimanesse lì e non esposta alla classe – e pareva del tutto disinteressata. Normale. Questo non era cambiato; quel giorno però non c'era nessuno degli Auror soliti in circolazione. Cedric era abituato alla loro presenza, si sedevano in un angolo e non fiatavano, a meno che non fosse necessario; erano quasi trasparenti per certi versi, ma non perdevano mai di vista la ragazza. Quell'anno, invece, gli era stato detto che la loro presenza sarebbe stata più saltuaria: poteva capire il motivo, dovevano cominciare a gettare le basi per quella che sarebbe stata poi la vita della ragazza dopo la scuola, non potevano tallonarla ogni istante quando era inutile e ora sembrava capace di trascorrere parecchio tempo anche da sola.
Lui stesso ne era stato testimone e di sicuro durante le lezioni potevano lasciare fare agli insegnanti; c'era parecchia differenza rispetto a solo alcuni mesi prima, gli inizi a scuola erano stati tutt'altro che facile da gestire. Inoltre Moody era un Auror – o ex tale – perciò avrebbe di certo saputo cosa fare con lei in caso di problemi: ma alla fine della lezione Cedric non ne fu più così sicuro. Avevano cominciato a parlare di alcuni potenti incantesimi sulla magia nera – un argomento che di rado avevano toccato durante gli anni precedenti – quando erano arrivati a parlare di Creature dell'Oscurità.
Allora lo sguardo del professor Moody si era fissato su Victoria, un lungo silenzio ne era seguito da parte della classe, finché l'amica non aveva alzato gli occhi dalla pergamena su cui aveva appena scritto sentendosi osservata. Non si erano detti niente per un minuto buono, poi l'insegnante era passato oltre, per niente turbato o sconvolto dagli occhi privi di emozioni della ragazza e la cosa sembrava finita lì, finché non avevano provato alcuni contro icantesimi. A sorpresa il professore aveva voluto fare un po' di pratica con Victoria, con la scusa che aveva sentito parlare bene delle sue capacità di duellante quando si trattava della Difesa contro le Arti oscure.
Cedric era sicuro che fosse una scusa, ma non poteva certo dirgli lui di no, così era rimasto in disparte come gli altri compagni. Alcuni si erano anche nascosti dietro a un armadio prima che questo venisse distrutto da un Bombarda abbastanza potente; non si poteva negare che l'ex-Auror fosse in gamba in quanto aveva continuato a incalzare Victoria per tutto il tempo, a spronarla affinché facesse di più e “non si comportasse da smidollata” come quando cercava semplicemente di schivare e ritardava il contro attacco. “Dovreste essere tutti nella sua condizione se servisse a farvi tenere la bacchetta puntata contro il nemico” sbraitò verso di loro il professore, incurante del fatto che l'intera aula era sottosopra, che aveva ferito abbastanza la ragazza e che per finire aveva trattato quel duello come qualcosa di perfettamente normale. Invece a lui era sembrato tutt'altra cosa, quasi come se il mago volesse provocare la ragazza.
Ma no, per quale ragione? Se lo chiese più volte mentre tornava verso la sua Sala Comune dopo essersi accertato che l'amica si sarebbe ripresa; l'insegnante in persona l'aveva accompagnata in infermeria, lasciandosi dietro un sacco di rimbrotti e l'appello a essere sempre costantemente vigili. In fondo, si disse camminando in modo tranquillo, non la conosceva e forse… si bloccò, fece improvvisamente dietrofront e accelerò il passo. Poteva essere una sciocchezza, ma meglio riferire subito ciò che pensava anche a costo di sembrare sciocco.
“Ti dico che ti sbagli, ma hai fatto bene a riferirmelo: conosco Moody, è normale che ti sia sembrato strano, avresti dovuto vederlo quando entrava in ufficio e scopriva che qualcuno non stava lavorando”. Sven sistemò i capelli che sembravano reduci da una lotta con qualcuno, non prestando troppa attenzione a quello che gli stava dicendo Cedric Diggory. La presenza di Moody non piaceva a molte persone, per lo più adulte, ma era sicuro che il giovane stesse esagerando; non doveva aver mai avuto modo di vedere un vero duello in vita sua, per quanto… come gli era venuto in mente di mettersi a far combattere gli studenti alla prima lezione? Certo, da Alastor aspettarsi una lezione teorica e basta era come… come… come pretendere che Caramell desse degli stipendi adeguati a loro, ma pure un duellino era una cosa strana.
Ovvio che doveva avere impressionato il ragazzo, ma forse in fondo non era male che si cominciasse a far vedere un po' cosa succedeva al di fuori delle mura scolastiche. Ora però il dubbio si era insinuato, più vedendo l'ostinazione del ragazzo che per quanto appena sentito; da quello che ricordava, Cedric non gli aveva mai dato l'impressione di essere un ragazzo che si lamenta – al contrario di quel tale Zacharias Smith, che aveva da ridire su qualunque cosa accadesse e che lui non aveva previsto – e persino le varie performances del professor Piton non gli avevano mai dato modo di reclamare. “Vedrò di dirgli di non esagerare” promise infine per tranquillizzarlo, che era poi quello che voleva. Non era sua intenzione far attirare l'attenzione di tutti su Victoria, una cosa che aveva effettivamente dimenticato di accennare al suo mentore; non appena Silente lo aveva informato di aver scelto lui come nuovo insegnante, Sven aveva sì tirato un sospiro di sollievo, ma al tempo stesso aveva cercato di sfruttare la cosa a loro vantaggio. Con un ex Auror fisso a scuola, lui e gli altri potevano anche fare meno turni e dedicarsi anche agli altri compiti che non potevano trascurare. Adesso erano soltanto lui e Tonks ad alternarsi al castello, e neppure ogni giorno in quanto quel maledetto Torneo Tremaghi riempiva ogni momento libero; adesso Victoria era più stabile, meno incline a passare dall'apatia all'aggressività e poteva stare in mezzo agli altri senza aggredirli a caso. Insomma… che poi era vero questo, ma il solo fatto di essere circondata da tanti studenti aveva reso la giovane ancora più silenziosa e desiderosa del silenzio; non a caso di solito se ne stava da sola in biblioteca, oppure nella sua sala comune e mai – ma proprio mai – cercava volontariamente la compagnia degli altri. Cedric chiaramente quando avevano le lezioni o dovevano studiare, c'era sempre, così come la giovane Luna quando erano al tavolo dei Corvonero o nella loro torre, ma a parte loro… Sven era sorpreso, ma la situazione in quel senso non era cambiata, era proprio come i mesi precedenti; forse erroneamente l'estate lo aveva indotto a credere che qualcosa potesse essere differente. Se così aveva sperato, non si era avverato: sospirò mentre si dirigeva verso quelli che erano i quartieri a Hogwarts dove Alastor alloggiava, che sicuramente dovevano essere quelli di ogni singolo insegnante, cosa che gli aveva sempre fatto pensare di non capire perché mai ogni anno ne avevano uno nuovo. Ma quelli che accettavano quel posto non sapevano che entro un anno erano costretti a fare i bagagli e andarsene?
Scrollò la testa mentre entrava: Alastor era sempre come lo ricordava, del tutto incurante di ogni regola: perché aveva accettato di insegnare? Forse avrebbe dovuto chiedersi perché Silente voleva un docente così particolare per i suoi studenti; quando varcò l'ingresso ebbe la certezza che lui sapesse già che stava arrivando. Era sempre stato così, in fondo, di certo un dettaglio insignificante come essere diventato insegnante in una scuola non avrebbe cambiato le sue abitudini.
Gli parve solo un po' sciupato, ma forse era una sua impressione. “Allora, come sono i ragazzi?” esordì quasi allegro, sapendo che era il modo migliore per ottenere una risposta, cosa che avvenne con un grugnito atto a fargli capire che non avrebbe voluto averlo lì attorno. La cosa non lo offendeva comunque. “Un branco di bambocci, eri persino più bravo tu quando ti sei presentato al Ministero col tuo faccino da neo-diplomato e la convinzione che probabilmente non saresti riuscito neanche a fare due passi senza inciampare come quella sbadata di Tonks” disse il professore e Sven fu costretto a soffocare la risatina che gli era salita alle labbra. Se lo ricordava bene quel giorno, aveva passato molto tempo a rendersi presentabile e aveva esordito facendo la figura dello sciocco inciampando nel niente – proprio nel niente – davanti a un paio di Auror e tutto a causa della tensione. A neanche diciotto anni chiunque sarebbe stato nervoso… ora però era cambiato, molto più sicuro di sé ed era lui adesso che accoglieva i nuovi aspiranti, per pochi che fossero, anche perché più della metà non duravano molto tempo. Era comunque certo che avrebbe trovato il modo di lamentarsi dell'incapacità degli allievi, quindi il commento non lo sorprese più di tanto. “Sono ancora giovani, avranno modo di farsi le ossa” disse Sven, consapevole che non era facile ottenere dei buoni risultati troppo in fretta. Per fortuna a lui non sarebbe mai venuto in mente di mettersi a insegnare a Hogwarts… certo che no, ci tengo alla mia vita. Non che essere Auror fosse la garanzia di una vita lunga e felice, ma Hogwarts… ecco, c'era sempre qualcosa che non andava come doveva; e poi non aveva il dono magico che possedevano gli insegnanti, molto meglio occuparsi delle nuove leve da Auror… anche quello era insegnare, sicuro, ma in modo differente.
Moody sbattè qualcosa sulla scrivania. “Giovani? Sicuro, ecco la scusa ideale per lasciarli crogiolare nel loro calderone! Sai che quei pivelli del settimo anno fanno fatica a impugnare una bacchetta per un banale Sortilegio Scudo? E dovremmo mandarli la fuori a difenderci? Tanto vale scavarci già la fossa” sbraitò rumorosamente l'uomo e Sven trovò subito l'appiglio che cercava.
“A questo proposito… mi hanno riferito che hai messo in luce la studentessa di cui ti ho parlato; va bene farla allenare e istruire, ma ricordati che sia io che il Preside non desideriamo metterla davanti a tutti come un caso da studiare” gli disse senza troppi giri di parole, ricordandogli le condizioni che avevano stabilito. Sven era andato da lui quando aveva saputo che avrebbe insegnato a Hogwarts e gli aveva parlato di Victoria e del suo problema, di come sperasse in un suo aiuto dato che era comunque un mago preparato e capace di cose incredibili. Ed era stato chiarito senza margine di errore che non ci sarebbero dovuti essere problemi di sorta: in caso contrario, Sven avrebbe preso qualche provvedimento in merito anche se sperava di no.
Vide Moody osservarlo come se lo credesse del tutto demente. “La Windsor, dici? Forse è il caso che tu smetta di fare la chioccia con tutti, ha più sangue freddo di quanto non pensi: senza contare che so come trattare la magia nera, dovresti saperlo”. In qualche parole quelle parole gelarono Sven, più per l'indifferenza con cui erano state pronunciate che per il significato intrinseco; lui non aveva mai pensato in quei termini di Victoria, anche perché non c'era nulla di oscuro. Non era stata resa così da un incantesimo di magia nera, anche perché in quel caso ci sarebbe stata una soluzione… e no, quella non esisteva. Loro potevano impegnarsi finché volevano, ma i loro sforzi non avrebbero modificato la realtà ed era quello che non gli piaceva. “Dove hai visto la magia nera? Non ha nulla di nulla, se non...” si interruppe un attimo, come se fosse in cerca delle parole giuste “… se non l'assenza dell'anima, questo non deve assolutamente trapelare, Alastor, neanche tu sai come gestire un caso simile”.
Era vero. Da quello che si sapeva di chi veniva privato senz'anima… beh niente, di solito era lasciato al suo triste destino, forse perché anche il senno era perduto e quindi non erano in grado di potersi costruire una vita; il Guaritore aveva ammesso che forse Victoria era l'unico caso al mondo di quel tipo e che alcuni dei suoi colleghi avrebbe voluto studiarla per capire se eventualmente aiutare gli altri vittime dei Dissennatori. Solo all'idea aveva avuto i brividi, ma non era stato concesso e anzi, tutto era chiuso in un silenzio innaturale: a conoscere la verità erano in pochi e neppure tutti gli insegnanti di Hogwarts erano stati informati. Meno gente lo sa, più possibilità ci sono che rimanga tranquilla. Così avevano detto e ci credeva, anche se poi molto dipendeva da cosa si intendeva per tranquillità; il fatto che il suo stesso mentore ritenesse Victoria un caso da studiare lo turbava, non l'aveva mai ritenuto così… inumano. O era lui a vedere la cosa dalla prospettiva sbagliata.
Moody però sembrava quasi divertito. “Vuoi forse insegnarmi il mestiere? Comunque puoi stare tranquillo, non ho intenzione di metterla su un palcoscenico come quelli di Allock… no, però intendo comunque impedire a te e a quei perdenti che ti porti dietro di tenerla sotto a una campana. Tanto varrebbe gettarla ad Azkaban in quel caso”.
Sven si chiese se avesse sentito bene: non la teneva di certo imprigionata o… e per un momento ebbe il sentore che quelle parole fossero molto più vere di quanto non credesse: non si impegnava così tanto per proteggerla? Forse stava… esagerando e ci voleva un approccio differente? La stava tenendo – come diceva lui – sotto una campana di vetro rendendole quindi impossibile eventualmente vivere in futuro senza alcun aiuto?
In effetti non riusciva a vedere Victoria impegnata in un futuro, ma scacciò il pensiero in fretta. “Sì ok insegnale pure cose nuove, dico solo di non esagerare; già fatichiamo a farle fare cose normali oltre lo studio, se la metti ancora più sotto pressione dubito che potrà migliorare. E ora ti lascio a scovare i tuoi complotti, non vorrei mai che te ne sfuggisse uno parlando con me” disse Sven lasciando quasi con sollievo la stanza. Quello sarebbe stato un anno duro, ne era certo.
“Rifletti, dove lo troveresti il tempo per partecipare?” Sven quel giorno tallonava Victoria, deciso a non cedere sulla sua convinzione che non si dovesse neppure candidare per il Torneo Tremaghi; in un altro momento non avrebbe avuto nulla da ridire anzi, probabilmente l'avrebbe anche incoraggiata… ma adesso no. Era troppo pericoloso e non perché credeva che la strega non potesse affrontare le prove… era come per la sua pozione, si disse con un brivido: ci si sarebbe buttata anima e corpo – beh, anima per dire, ma di certo non le mancava lo zelo – e lo avrebbe usato come scusa per non cercare di stare con i suoi amici a scuola. C'era però da dire che alla fine le era rimasto solo Cedric e la piccola Luna, anche se il ragazzo era stato un po' più assente in quelle settimane sia per lo studio e sia perché pure lui aveva consegnato il suo nome per il Torneo e quindi i suoi compagni di casata lo portavano in gloria; in compenso Luna Lovegood era inseparabile quando non era alle lezioni, trascorreva senza battere ciglio tutto il suo tempo libero assieme a Victoria, che fosse per studiare assieme o per rilassarsi. Era un bene.
La strega lo ignorò, ma lui decise di non desistere, martellandola di previsioni catastrofiche finché lei non si bloccò sul posto, poco prima dell'ultimo corridoio che portava alla Sala Grande dove il Calice di Fuoco era stato posto per permettere agli studenti di candidarsi. “Vuoi stare zitto? Preferisco senza dubbio tuo cugino, almeno lui non mi tedia come fai tu: parteciperò, che ti piaccia o no lo farò, ma se devi continuare a stressarmi puoi anche andartene al Ministero. Non mi sei di alcuna utilità, né tu e neppure i tuoi colleghi: non siete voi che vi siete fatti scappare un criminale senza bacchetta, chiuso in cella qua a scuola?”
Sven si bloccò, dicendosi che avrebbe preferito essere stato schiaffeggiato: quando la strega voleva ferirlo, le bastava usare le parole come aveva fatto in quel momento. E quello che gli dava fastidio era che un fondo di verità esisteva in quelle frasi che aveva appena sentito; Sirius Black era effettivamente sgusciato sotto ai loro occhi e nessuno aveva potuto fare niente. Inoltre lui non era stato presente quando il Dissennatore l'aveva aggredita all'interno della scuola, un'accusa che non aveva detto in quel momento, ma già alcune volte se ne era servita per sottolineare la sua incapacità, tanto che Sven doveva ricordarsi con chi aveva a che fare. Fortunatamente era abituato a certe pressioni, solo che era ugualmente fastidioso; non le rispose, ma neppure continuò a seguirla, in fondo che facesse quello che voleva, dubitava anche che venisse scelta in quanto la storia magica vantava una maggioranza di studenti Grifondoro e Serpeverde tra i Campioni, prima che venisse interrotto.
Mio cugino… ma sicuro, la compagnia ideale. Sven aveva personalmente presentato i due ragazzi, convinto che avrebbero fatto amicizia e in un certo senso era così; nessuno dei due era molto loquace quindi si intendevano alla perfezione. Viktor era arrivato al punto che se andava in biblioteca, si sedeva al suo tavolo: i due si salutavano con qualcosa di simile a un grugnito e poi non parlavano per ore e ore. La compagnia ideale, certo, per chi non ne voleva; scrollò la testa dicendosi che avrebbe potuto anche essere peggio, poi vide che la ragazza stava tornando alla torre passando per un'altra strada.
Poche ore dopo, mentre entrava di nuovo in Sala Grande per il banchetto che avrebbe annunciato i tre campioni, rimase sorpreso perché fu lei ad avvicinarglisi. “Non l'ho fatto, non mi interessa nulla di uno stupido torneo. Ho buttato nel Calice un foglietto vuoto tanto per farti credere che volevo partecipare; ora scusa, vado a sedermi con Luna e a ridere dei poveracci che verranno scelti per finire nei guai.” Sven pensò quasi di avere sentito male, ma poco dopo si sentì molto più sollevato. Anche se avrebbe dovuto metterle un freno con tutte quelle provocazioni, prima che gli venisse un infarto per la preoccupazione prima delle feste di Natale.
Note autrice:
ed eccoci qui u___u come me la cavo col nostro piccolo (mica tanto) Cedric? Finora l'avevo un po' ignorato e me ne scuso, ma per le lezioni penso che Sven potesse essere un po' noiosello u.u inoltre considerando che hanno appurato che la fanciullina ormai si controlla, sarebbe assurdo che le fosse alle calcagna peggio che uno stalker xd
però c'è u.u
e si fida di Moody
quanto odio sta cosa ç__ç insomma, sarà che noi sappiamo chi è, ma ingannare tutti è difficile e odio che ci riesca ç___ç
ci saranno molte interazioni comunque tra Victoria e fake Moody ve lo anticipo, anche se non tutte ve le racconterò u.u
c'è un perché, vediamo se indovinate quale :D
Victoria e Viktor hanno molte affinità come vedete, lui è molto loquace e lei pure XDDDD andranno stradaccordo u.u (si scrive tutto attaccato? Me l'ha insegnato Allock u.u)
la cosa che mi fa un po' imbestialire è che stando ai libri, gli Auror sono praticamente inutili e mi tocca fargli fare la figura dei fessi a favore di tutti sti ragazzini -_- che nervi! Ma prima o poi avranno il loro momento d'oro, ve lo prometto è__è
penso che inserirò il buon Percy perché il signorino sappiamo che fa la figura del babbeo nel non riconoscere che Crouch era mezzo posseduto e comunque ci tengo che lui e Vic interagiscano ancora :3
comunque penso che questo anno scorrerà abbastanza rapidamente perché mi fremono le dita per il dopo Hogwarts che non avete neppure idea *__*
una cosa che sicuramente non vi è sfuggita è che Victoria provoca molto volentieri Sven, questo uomo ha 'na pazienza infinita secondo me XDDD e lei la trovo un po' detestabile, ma dato che è senz'anima, non poteva certo essere carina e coccolosa
e così decide di non proporsi come Campione
ci sono varie ragioni in verità, ma indovinerete quella principale? Vediamo :D
al prossimo!
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Capitolo 37 *** 37 - Inespicando tra le nuvole del dubbio ***
Immagine allo specchio 37
Angolo
Autrice _
ed
eccoci
quindi con il 37: questo è particolarmente incentrato su una
cosa
che voi forse credevate io mi fossi scordata u__u e invece no
ovviamente
entreremo nel vivo del torneo, anche se visto un po' da fuori non
sarà così rilevante in quanto ho appurato che mi
interessava di pià vedere le cose che succedono al di fuori
u.u
fa
finalmente – per me <3 – la sua comparsa
Anastasia :3 sarà utile per un colloquio
per
ora
non ve l'ho ridetto, ma Kaiser rimane assieme a Orion Dietrich u.u mi
piange quasi il cuoricino devo dirvelo ç__ç il
mio
cucciolino
vabbè
non è mica morto :D
buona
lettura!
rassicuro
che i Babbani mi hanno dotato di un nuovo pc :3 in quanto l'altro era
così distrutto da spaventare anche i coraggiosi che ci
avevano messo le mani u.u sto per concludere il 38, che credo
sarà particolarmente lungo xd
Immagine
allo specchio
37
– Inespicando tra le nuvole del dubbio
Ad attirare
l'attenzione della
studentessa fu la Thestral poco distante dal veliero; Alyssa stava
muovendosi sulle rive del Lago Nero come aveva fatto tantissimi anni
prima, attirando a sé la curiosità di quella
ragazza.
Anastasia osservò la scena con attenzione, cercando di
vedere
più di quello che gli occhi le consentivano; decenni di
ricerche, incantesimi complicati e sorprese più o meno belle
non
l'avevano preparata a quell'incontro e non era giunta a Hogwarts per
quello, ma solo perché non si fidava per nulla di Karkaroff.
Come poteva essere che il Consiglio avesse eletto come Preside di
Durmstrang un vigliacco come quello? E anche criminale, visto che era
stato incriminato dopo essere stato catturato come
Mangiamorte…
la donna si era fatta una ragione di quello, ma proprio in
virtù
di quanto sapeva, aveva accettato di trascorrere quell'anno lontana da
casa; doveva essere il suo congedo, quello, dopo la fine del Torneo
Tremaghi sarebbe andata in pensione. Cinquant'anni di insegnamento
erano tanti, nel meglio e nel peggio di quello che aveva fatto; inoltre
doveva considerare anche il fatto che volare sulla scopa era
più
pericoloso alla sua età.
Ma ora era
lì anche
perché quel maledetto Marchio le pizzicava il braccio come
mai
era accaduto da almeno quattordici anni, e una chiacchierata con lo zio
Albus l'aveva convinta a quel passo, c'era decisamente qualcosa di
strano nel fatto che sembrava essersi rivitalizzato e per alcuni segni
curiosi che le aveva riferito. Ora però persino le sinistre
promesse del futuro erano messe da parte mentre osservava la sua
prossima ospite: era giunta voce anche a lei del fatto che l'anno
precedente un Dissennatore aveva aggredito una studentessa, ma come
pensava prima, era un incontro a cui non era preparata. Di
solito le vittime del Bacio erano dei vegetali che venivano sopressi o
lasciati marcire ad Azkaban… lei no, vive… o per
meglio
dire, sopravvive…
La donna non aveva
idea di chi
fosse veramente questa Victoria, ma ora che la vedeva osservare e
toccare la sua Thestral, doveva parlarle: sia perché
gliel'aveva
chiesto lo zio, sia perché comunque era stata lei a
chiederle un
incontro. Di solito non li concedeva: la gente poteva chiamarla snob se
lo desiderava, ma come Spezzaincantesimi era molto impegnata, non
poteva raccogliere le richieste di chiunque. Si chiese chi aveva visto
morire e considerò la totale assenza di paura che mostrava
stando vicino a un Thestral. Si mosse in avanti, avvolta nel mantello
che scacciava da solo il freddo: per una come lei che da tantissimi
anni abitava nelle nevi e nei ghiacci del nord, quello che sentiva era
quasi una passeggiata, ma l'età era quella che era, meglio
non
rischiare.
“Le piace essere
grattata sulle guance” esordì
una volta a portata d'orecchio, sorridendo in direzione della sua fida
amica. La ragazza si voltò per guardarla e per la prima
volta
Anastasia si strinse il mantello più stretto attorno al corpo. Per tutte le entità
sovrannaturali! Ha lo sguardo di un morto…
lei credeva di avere visto tutto nella vita, ma quello. Represse un
brivido e cercò di non scalfire il sorriso, per non darle a
intendere che l'aveva turbata più di quanto non credesse. La
giovane fece come le aveva suggerito e la Thestral emise un suono
deliziato; non pareva per nulla sconvolta dall'indifferenza che emanava
dalla ragazza anzi, pareva pure apprezzarlo. “Lei
deve essere la professoressa Thorvaldsen, Vktor mi ha detto che la si
può riconoscere dai capelli strani”.
Rise. Non
riuscì a evitarlo:
i suoi tre metri abbondanti di capelli ormai bianchi come la luna in un
cielo scuro non potevano renderla anonima, e non si offese minimamente.
“Ha ragione, a
questo modo
è impossibile fare confusione. Vieni con me, cara, starai
sicuramente più calda nella mia cabina e poi sono quasi le
cinque” disse la donna facendole cenno di
affiancarla. Da
vera inglese non mancava mai il rituale del the a quell'ora, abitudine
adottata a casa e imposta a ogni membro della famiglia. La vide
osservare l'interno del veliero, in quel momento vuoto in quanto gli
studenti erano tutti all'interno del castello e Karkaroff
chissà
dove; c'erano varie cabine per gli studenti, mentre lei e Karkaroff ne
avevano una privata, separatamente chiaro ed era proprio nella sua che
la condusse. Un elfo domestico che indossava una veste con il blasone
di Durmstrang si affrettò a preparare e servire il the, con
tanto di biscottini, una cosa di cui lei di rado poteva fare a meno
anche se non ne mangiava così tanti come in
gioventù.
“Viktor
è stato tanto gentile da dirmi che desideravi
conferire…
e in un certo senso, come ex-Corvonero, ho accolto la richiesta, ma
temo che tu sappia già che io non posso darti quello che
cerchi” esordì Anastasia dopo un paio
di frasi
senza senso che non avevano attirato neppure l'interesse dell'elfo;
vide lo sguardo vuoto di Victoria posarsi sulla terza tazza che era
stata preparata. “Noi
siamo solo in due oppure lo offre al suo elfo?” La
domanda poteva sembrare in qualche modo sfacciata, ma non
l'avvertì che per curiosità. Anche
perché loro
erano effettivamente due. “Oh
diciamo che… è per gli amici invisibili, se mai
avessero sete potrebbero bere”
disse con una punta di divertimento, consapevole che sarebbe sembrata
una frase stupida. Ma la ragazza non poteva sapere che non erano soli,
anche se lo sembravano.
Attese in silenzio,
sorseggiando
educatamente il the, poggiando poi la tazza sul piattino: si sentiva
studiata in un modo come mai prima era accaduto, sentiva quasi gli
occhi vuoti di Victoria trapassarle il corpo e non era affatto
piacevole, ma sapeva che stava cercando di capire se la stava prendendo
in giro. E non beveva. “Non
ti piace il the? Eppure avrei giurato che una vera inglese come te non
potesse farne a meno”
le disse, già sapendo cosa avrebbe ricevuto in risposta:
Victoria aveva infatti preso la tazza tra le mani, ma non accennava
neppure a sorseggiarla. “Il
professor Moody ci ha insegnato che solo gli sciocchi bevono qualcosa
senza sapere che non vi siano cose strane all'interno”
le
disse. Un sorriso piuttosto ampio si aprì sul suo volto
privo di
rughe mentre osservava la studentessa che le parlava senza alcun timore.
Nessuna riverenza,
sembrava che parlasse a una sua insegnante.
“Moody è stato un grande Auror, anche se a volte
tende a
dimenticare che non siamo tutti così meschini da avvelenare
gli
ospiti; ecco, guarda, non accade nulla” le
disse
poggiando la tazza e prendendo quindi quella di lei, sorseggiando un
po' del the all'interno. Era sicura che non avrebbe mai bevuto se prima
non l'avesse fatto lei; posò la tazza sul piatto, come se
tutto
fosse normale e con un delicato movimento della bacchetta apparvero
alcuni deliziosi biscottini dall'aria deliziosa e invitò la
sua
ospite a servirsene. “I
Pan di
Fuffole sono molto buoni, peccato che gli elfi di Hogwarts non ne
conoscano la ricetta e mio zio Albus si dimentica sempre di
insegnarglielo... tornando a noi. So che sei alla ricerca della tua
anima, ma non la troverai venendo a parlare con me: anche se mi
incuriosisce questo tuo desiderio, non dovresti provare
nulla”.
Anastasia era sicura
che il
repentino cambio di argomento avrebbe sorpreso la sua interlocutrice,
ma era ormai il caso di non farle perdere tempo; la vide prendere uno
dei biscotti color cioccolato e dalla consistenza tipica delle nuvole
che li rendeva tanto amati, per poi assaggiarlo quasi con cautela.
Parlò dopo aver bevuto: era educata, ma quei gesti erano
così meccanici da far sentire Anastasia come se fosse lei in
quel triste stato. “Lo
so... o
meglio, pensavo potesse conoscere un modo o qualche informazione. Mi
hanno detto che lei è una Spezzaincantesimi e ha svolto
ricerche
in ogni dove e in ogni modo, pensavo che una strega del suo calibro
potesse indirizzarmi nella giusta direzione: gli Auror sono inutili, mi
sono più d'intralcio di quanto non credano”.
Parole
secche in un tono duro che non dava adito a speranze su cosa la giovane
pensava della propria situazione; la strega avrebbe voluto sorridere,
ma non lo fece perchè non c'era niente di divertente in
quanto
sentito. Sapeva che gli Auror facevano quasi da balie a quella giovane,
ma sapevano quanto erano disprezzati? Perchè quello era
disprezzo, una cosa che lei mai avrebbe pensato di sentire in una
senz'anima; si sporse leggermente più avanti con le spalle,
quasi in modo confidenziale.
“Eppure fanno tanto per
te, lo sanno?”
Non rispose alla sua domanda, non ora che erano entrate in un argomento
interessante su cui poter scavare e ricavare qualche indizio; non aveva
chiaramente una soluzione, ma allo stesso tempo era anche quello un suo
lavoro. Gli Spezzaincantesimi erano versati nelle arti magiche, molto
più che altri: erano quasi coloro che mettevano alla prova i
limiti del loro mondo, andando a trovare le cose più
compesse, i
segreti sepolti nell'antichità e li risolvevano. Alcuni
cercavano tesori, altri si specializzavano in alcune branche, altri
ancora partivano all'avventura per luoghi misteriosi e altri ancora
insegnavano; lei si era gettata in tutto questo e più, ma il
suo
ramo era la branca del mistero. Come il suo caso, pensò
osservando gli occhi grigi spenti della giovane. Non aveva
però
mai esteso la cosa al campo dei Dissennatori... e ora capiva
perchè suo zio non l'aveva lasciata in mano a maghi esperti.
Era
un “caso” e come tale sarebbe stata trattata,
sbattuta
sulla prima pagina di ogni giornale, nelle grinfie di gente senza
scrupoli che l'avrebbe sfruttata in più modi per capire fin
dove
arrivassero i suoi limiti magici e non... invece l'aveva protetta con
la potenza del suo nome, una cosa che nessuno aveva contestato. Nemmeno
il Ministro se ben aveva capito, ed era lasciata alle cure di Auror
responsabili; conosceva di fama Sven Dietrich e sapeva che non era
freddo e cinico come altri, ma aperto e sensibile proprio come suo
padre, che lei aveva conosciuto ai propri esordi di insegnante a
Durmstrang... così come alcuni degli altri Auror. Le consentono una vita normale,
nella sua anormalità... ma quanto durerà? Era
intelligente da quello che aveva saputo e anche i gesti non la
smentivano, ma cosa le sarebbe accaduto non appena buttata nel mondo
reale?
L'avrebbero tenuta
sotto a una
campana di vetro così si sarebbe guastata e morta
del
tutto oppure sarebbe stata lasciata sul ciglio della strada,
dimenticata da tutti? Era difficile da prevedere... inoltre la cosa
neppure la riguardava, se non per quel colloquio.
Non faceva molti
gesti, ma quando la vide mettersi più dritta rimase
sorpresa. “Lui
lo saprebbe, se ci pensasse: non fa che starmi addosso, dirmi cosa devo
fare, cosa dire e qualunque altra cosa LUI ritiene giusta: non lo
sopporto più, ma non posso liberarmene... lei non
è un
problema, ma proprio lui non riesco a sopportarne la continua
presenza”. Si
è irritata... un breve guizzo negli occhi, ma c'era!
Anastasia non rispose subito: sembrava che un lieve barlume fosse
rimasto dentro la ragazza, come se fossse stato separato dal resto
dell'anima, ma in modo involontario... per un momento aveva pensato
quasi a un Horcrux, ma la ragazza non era tanto pazza da mettersi a
uccidere qualcuno per spezzare l'anima. No, quello era qualcosa di
diverso, di involontario, e di tutti gli argomenti era uscito quando
aveva parlato del capo Auror. Era stato qualcuno di importante? Non
vedeva come, ma decise di indagare ulteriormente. “E il tuo amico Cedric?
Ho sentito che siete molto amici e che siete inseparabili”.
La tazza fece rumore
sul piattino. Eccolo, di nuovo. Più rapido di prima a
sparire, ma era apparsi nelle sue iridi. “Cedric
ha i suoi nuovi amichetti, ha il suo stupido Torneo a cui pensare; non
ha più tempo per me e io non ne ho per lui” disse
con indifferenza, ma la strega aveva capito il trucco e non aveva
bisogno di vederlo succedere di nuovo. “Non può
certo avere un amico solo, non credi? “azzardò
la donna, consapevole che stava inoltrandosi su un sentiero pericoloso:
la vide scrollare le spalle con indifferenza. “Certo
che no, ma fino a prima non erano molti a considerarlo: da quando
è Campione improvvisamente sono tutti suoi amici, non ha
ancora
capito che non appena commetterà uno sbaglio lo getteranno
da
parte e si dimenticheranno di lui. Ma sarò lì
quando
succederà a dirgli che glielo avevo detto”.
Crudeltà.
Quella nella giovane esisteva, ma poteva anche essere una
mera conseguenza del suo stato.
Le da fastidio essere dimenticata in favore di altri amici e non teme
di ferirlo, ma non gli chiederà di tornare perchè
non
può farlo. “Capisco...
non so se esista qualcosa in grado di aiutarti, ma se anche fosse,
sarebbe magia della più oscura e letale che comporterebbe un
grosso e pericoloso prezzo. A voi studenti sembrano solo chiacchiere,
ma non avete idea di quanto si debbano temere le conseguenze dei propri
gesti” le disse infine, senza misurare le
parole, cosa che
era poi quello che lei cercava; non era venuta da lei per sentirsi
consolare, voleva sentire la cruda e fredda verità... per
fingere che non le importasse. “Lo
so che ci sono cose peggiori della morte, professoressa, l'ho
sperimentato di persona”
controbattè la studentessa, forse piccata sul vivo, ma
Anastasia
non chiese scusa e capì che si riferiva al suo stesso stato.
Si sentiva vuota e non
poteva
colmarlo. Doveva essere la cosa più terrificante di tutte e
non
sapere come poterla aiutare era per lei ancora più brutto;
la
chioma bianca si mosse mentre lei spostò il braccio per
prendere
quella piccola fialetta che Victoria aveva posato di fronte a lei sulla
scrivania. “Ho
preparato una
pozione... l'ho iniziata due anni fa in vista dei G.U.F.O.e l'ho
terminata ora; il professor Piton non ha mai pensato che ce la facessi,
ma io so che è perfetta e funziona. Le darebbe un'occhiata
se ha
tempo? Se funzionasse... se funzionasse allora potrò
servirmene
io stessa e magari trovare questa risposta che cerco, o morire nel
tentativo. Non mi servono stupidi Auror sentimentali o gente che mi
compatisce per decidere del mio futuro, ma solo un po' di ingegno e
astuzia”.
Il liquido nella
fialetta era di un
tenue color argento e pareva muoversi, come se fosse ancora all'interno
del paiolo in cui era stato preparato. “Lo guarderò
appena avrò tempo, ma ti dovresti fidare del tuo insegnante
e del suo giudizio”
le disse. A lei Severus Piton non diceva granchè, ma la sua
fama
lo precedeva e non in positivo; allo stesso tempo non fu affatto
sorpresa quando si sentì rispondere che era lui a non
fidarsi di
lei e che non l'avrebbe mai presa sul serio prima di andarsene dalla
nave. Anastasia sospirò. Alla sua veneranda età
non aveva
bisogno di certi problemi, eppure era ugualmente intrigante, non poteva
negarlo; prese un piccolo paiolo e con la bacchetta ci versò
dentro il liquido argenteo, poi voltò lo sguardo verso
l'angolo.
“So che sei
lì Sven Dietrich, sei bravo a Disilluderti, ma ora esci
dall'ombra e aiutami a capirci qualcosa”. Magari
in due avrebbero risolto l'enigma di quella ragazza.
“Questo
vestito è orribile ed è uno spreco di
tempo essere
qui; non dovevi catturare Sirius Black forse?”
La voce di
Victoria era atona e Sven non badò più di tanto a
quello
che gli aveva appena detto; era consapevole che in qualche modo lei
volesse vendicarsi... e allora che facesse, a lui la cosa non dava
alcun fastidio. Non troppo, almeno. “Non
ha senso non partecipare, ti saresti annoiata a morte in torre e poi
non si sa mai che Black abbia deciso di venire al ballo anche lui,
magari vestito da ragazza: ti perderesti un vero spettacolo e
catturandolo qui potrei pure azzardare una richiesta di aumento di
stipendio al Ministro” rispose pacato,
consapevole che ben
difficilmente il noto ricercato avrebbe rischiato di farsi vedere in
pubblico. Proprio lì. Anzi, gli ultimi avvistamenti volevano
il
criminale a sud, molto lontano quindi dalla scuola; inoltre –
ma
questo Victoria non lo poteva sapere – per lui il caso Black
era
solo una copertura e il vero fulcro delle indagini era affidato a
Kingsley in quanto aveva ricevuto un'altra missione. Era rimasto via
alcune settimane alla ricerca di indizi sulla scomparsa di Bertha
Jorkins, ma di questo non aveva sparso la sua notizia in giro; si era
mosso in Albania cooperando con alcuni Auror del luogo, ma non avevano
trovato indizi rilevanti. si era addentrato al punto che si erano
ritrovati nella zona di cui si diceva fosse stata la dimora dello
spirito di Colui-che-non-deve-essere-nominato, ma anche lì
niente...
Oh qualche traccia
c'era in verità, ma non della strega scomparsa. possibile
che fosse davvero sparita nel nulla?
Sta tornando.
Un brivido lo
percorse: la piccola
chiacchierata con la professoressa Thorvaldsen aveva fatto luce su
alcune cose, sia su Victoria e sia su alcune delle cose strane che
stavano accadendo, dettagli che fino a quel momento non aveva collegato
come pezzi dello stesso puzzle... eppure.... era possibile che stessero
godendo degli ultimi attimi della pace di quegli ultimi quattordici
anni? Non sembrava possibile, ma qualcosa gli diceva che quelle
coincidenze tutte assieme erano bizzarre; il Marchio Nero alla Coppa
del Mondo aveva fatto solo prendere uno spavento, e irritato gli Auror
in quanto questo aveva ricordato come non tutti i colpevoli fossero
finiti ad Azkaban come meritavano. Una beffa, ma non solo quello se
doveva stare a sentire Silente e la sua bizzarra nipote.
Scrollò la
testa, a una
festa non ci sarebbe dovuto essere posto per quei pensieri, ma
osservando di sottecchi la sua dama che ostentava la solita espressione
vuota, si disse che non avrebbe dovuto avere dubbi su come in
realtà sarebbe andata la serata. In quale stupido universo
alternativo aveva potuto anche solo pensare che quel ballo la
rivitalizzasse? Aveva ancora presente l'occhiata che gli aveva scoccato
quando le aveva detto che ballare le avrebbe fatto bene; non era molto
diverso dal far danzare un manico di scopa, rigido e per nulla
accomodante, solo dotato di lingua tagliente.
"E poi non avevo ancora avuto
modo di indossare la nostra nuova uniforme da cerimonia, aveva fin
troppa polvere" disse
infine alludendo a quello che portava addosso; Victoria lo aveva in
verità già notato quando lo aveva visto e gli
aveva detto
che somigliava alle divise degli ufficiali della Marina dei Babbani o
così aveva capito lui, che non ne aveva comunque mai viste,
ma
le credeva sulla parola. Difficile dire se quello fosse stato un
complimento o solo quello che pensava; al contrario invece lui aveva
dovuto riconoscere che la ragazza faceva una figura semplicemente
stupenda con il vestito che indossava e che - come gli aveva
già
ampiamente rinfacciato quella sera - Tonks l'aveva praticamente messo
addosso con la forza. Evidentemente non aveva voluto farlo da sola e si
era piegata solo verso la fine, se non diventando accomodante,
quantomeno aveva collaborato in modo minimo. Non sapeva chi avesse
avuto l'idea di farglielo fare a quel modo, ma le stava d'incanto: il
blu della stoffa richiamava chiaramente il colore principale della sua
casata, impreziosito solo con qualche piccola decorazione sottile
attorno ai fianchi e - cosa per lui incredibile - dei guanti bianchi
che le arrivavano fino ai gomiti. Che cosa aveva detto? Ah
sì! Una
principessa nel mondo dei Babbani non gira mai senza i guanti,
così gli aveva detto in tono solenne; se fosse vero lo
ignorava,
però le davano un'aria importante rispetto agli altri
presenti e
non se li era levati neppure per mangiare.
Aveva lasciato i
capelli sciolti e
se si notavano era solo per la fascia color oro che glieli teneva
lontani dal volto... e da quel girasole che doveva averle messo la
Lovegood, l'unica cosa che la faceva sembrare davvero viva visto che
comunque l'effetto di tanto splendore era guastato dallo sguardo vuoto
e l'espressione completamente indifferente; fortunatamente la Sala
Grande era troppo affollata di studenti che si divertivano poer fare
caso a loro e dopo un po' Sven pensò che non sarebbe stata
una
cattiva idea lalsciarla tornare nella sua torre, solo che non voleva
dirglielo lui per non sembrare ansioso di liberarsene.
Era un bene essere
abituato a
resistere sotto stress o non avrebbe potuto reggere la serata; si era
appoggiato a un muro con Victoria che sedeva poco distante a un
tavolino in dispparte rispetto agli altri, osservando il via vai degli
studenti scatenati fino a quando non arrivò Viktor con la
sua
partner; Sven li invidiò in quanto per tutto il tempo si
erano
divertiti, li aveva già osservati alcune volte e non aveva
dubbi
che almeno per suo cugino la serata era andata molto meglio che la sua.
"Allora, vi divertite?"
Esordì proprio così Viktor, più
rivolto a Victoria
che a lui, pur sapendo che non avrebbe ottenuto chissà quale
risposta e difatti non fu smentito.
"Adesso sì"
disse invece la ragazza e Sven ne fu sorpreso, almeno finchè
non
si rese conto di cosa stava parlando; le aveva già visto il
bicchiere in mano, ma se ben ricordava era quasi vuoto mentre ora
sembrava appena riempito di uno strano liquido. "E' il tuo secondo drink?"
indagò subito, consapevole che sì c'erano
alcolici, ma in
modo moderato in quanto c'erano comunque studenti minorenni; attese la
risposta che non si rivelò essere proprio quella che
pensava,
ovvero Victoria asserì che quello non era il secondo, ma il
sesto visto che comunque non le faceva male.
Il sesto? Qui finisce al San
Mungo se non prende qualcosa per controbilanciare...
Sven non sapeva che a Victoria piacessero gli alcolici, non in modo
così consistente e non ebbe alcuna esitazione nel muovere la
bacchetta e trasformare in acqua quello che stava per bersi. Ci mancava
soltanto che si ubriacasse; non se ne era accorto perchè non
parlava quasi mai, ma solo per quelle poche parole capì che
la
voce era leggermente impastata e quando si alzò -
presumibilmente per sfogare su di lui l'irritazione per il suo gesto -
vide chiaramente che era malferma sulle gambe e inespicò
aggrappandosi di fortuna alla sedia per non cadere. "Su vieni, ti porto in un..." stava
per dire che la portava dal professor Piton, per una pozione che
contribuisse almeno a farle passare un po' quello stato, quando
Victoria aprendo la bocca per parlare la richiuse subito con la mano e
poco dopò vomitò elegantemente su una delle
ragazze di
beauxbatons che passavano proprio da lì, strappandole uno
strillo acuto.
Ok, la serata è
finita,
si disse Sven acchiappando la giovane Corvonero e decidendo che era
meglio non dare spettacolo sgradito anche se dubitava di poter evitare
di essere pure lui imbrattato di vomito. Se la Skeeter è qui,
domani sarò in prima pagina con l'uniforme ufficiale...
piena di vomito di una sbornia...
per un momento Sven avrebbe voluto ridere per l'assurdità
della
cosa. Guadagnarono l'uscita abbastanza rapidamente e l'Auror decise che
una bella notte in infermeria alla ragazza non avrebbe fatto male; il
professor Piton poteva anche avere qualche pozione pronta, ma dopotutto
madama Chips poteva fare lo stesso e assicurarsi che Victoria sarebbe
uscita da lì solo da sobria e in perfetta salute.
Note:
allora,
eccoci! capitolo molto di passaggio, mi ha anche creato un po' di
difficoltà la parte del Ballo in quanto volevo inserirla, ma
ero
incerta su cosa far succedere e poi volevo scrivere da tempo di una
Victoria un po' sbronza XDD non so neanche se ci fossero alcolici al
ballo, ma magari qualcuno di non troppo forte sì u.u
spero
che
la comparsata di Anastasia vi sia piaciuta :D mi serviva per fare un
po' il punto della situazione di Vic u.u Anastasia è la
nipote
di Albus Silente u.u è figlia di Ab, per capirci e per
qualunque
dettaglio vedasi la long Profumo di Tenebra u.u
Gli
Auror
sulle tracce di bertha u.u ebbene sì u.u inoltre Sven ha
qualche
indizietto in più proprio da Anastasia su alcuni segni...
ora
per evitarvi di farvi chiedere perchè, la donna ha il
marchio
nero perchè il BUON voldy gliel'ha imposto quando erano
ancora a
scuola u.u ecco perchè mette la pulce nell'orecchio di Sven
u.u
del resto mi sa strano che nessuno sospetti proprio niente a parte
Silly u.u e facciamoli lavorare sti ministeriali u.u
la
divisa da cerimonia degli Auror è una mia invenzione u.u
vi
piace il vestito di Vic? <3
la
parte dei guanti è solo una mia fissa, non so se sia vero XD
bene
ci vediamo al prossimo che vedrà sicuramente un salto in
avanti perchè voglio arrivare all'ultima prova u.u
ah sì, cosa si saranno mai detti Sven e Anastasia?u.u
mistero u__u
p.s.
ve la ricordavate la pozione che sta preparando Vic? <3
|
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Capitolo 38 *** 38 - Oblio ***
immagine allo specchio 38
Angolo
Autrice _
ciao!
ho
optato per un drastico salto temporale piuttosto di un altro capitolo
sul niente... perchè effettivamente non accade
granchè,
le prove le conosciamo e quindi siamo giunti alla conclusione del
Tremaghi
le cose che accadono le sapete, solo che ho variato alcune cosucce in
vista di sorprese future u.u che spero saranno gradite xd come ho
detto, un po' più di spazio a questi poveri Auror
che
tecnicamente sono dei gran maghi e invece la nostra Queen Jo li tratta
un po' come dei pirlottidi in quanto a risolvere le cose più
complesse ci pensano i minorenni u.u
un'altra cosa: sono di questi giorni gli spoiler di The Cursed Child,
l'opera teatrale basata appunto sul fandom Potteriano. La sottoscritta
non ne terrà conto per la storia nè
rivelerà altro
così iamo tutti felici, in quanto a me non è mai
piaciuto
granchè come trama xd
Immagine
allo specchio
38 – Oblio
Quando la piuma della ragazza venne posata sul banco e la pergamena
consegnata all'esaminatore, Sven seppe che era definitivamente finita:
niente più illusioni o altro, Victoria aveva terminato gli
esami
M.A.G.O. e come tale presto sarebbe stata una strega adulta e diplomata
con solo la scelta di cosa fare nel suo futuro. Il loro lavoro come
suoi custodi - se così si potevano definire - era pertanto
terminato; Sven aveva immaginato mille volte quel momento l'anno
precedente, prima che la ragazza mutasse così drasticamente
la
sua condizione... e no, non era per nulla andata come aveva ipotizzato.
Aveva mille domande su cosa sarebbe successo ora, ma non poteva
porgliele perchè in fondo neppure lei lo sapeva; oh aveva
sentito i suoi progetti, tutti uno più vago dell'altro e non
aveva poi così desiderio di scoprire se avesse poi deciso
per
qualcosa.
I mesi erano trascorsi in modo lento, quasi apatico, senza nessun
risultato concreto: lui non aveva trovato Bertha Jorkins,
Sirius
Black ancora latitava facendosi beffe di loro e Victoria... era sempre
la stessa fredda e apatica ragazza e niente era in fondo cambiato.
Persino il torneo non era più una grande novità,
anche se
ormai sarebbe infine terminato: di lì a poche ore, difatti,
avrebbe avuto luogo l'ultima prova e bene o male anche quello sarebbe
stato soltanto un ricordo, almeno per loro Auror, dato che gli studenti
e i professori sicuramente non lo avrebbero scordato tanto presto.
Seguì Victoria mentre usciva dall'aula dove aveva svolto con
gli
altri lo scritto finale di Rune Antiche, cercando di non farsi
travolgere dagli studenti fin troppo felici di essere liberi dalla fine
degli esami, ma si rese subito conto che qualcosa non andava
perchè la ragazza sembrava quasi esitante, come incerta su
dove
volesse dirigersi. Sven era sicuro che sarebbe andata nella Sala Grande
per il pranzo, ma sembrava muoversi a scatti, come un'automa. "Sicura
di sentirti bene? Mi sembri strana" le disse schiettamente
avvicinandosi e, inaspettatamente, lei si fermò e lo
considerò; solitamente tendeva a ignorarlo, a rifilargli uno
sguardo vuoto o anche una risposta poco gentile, ma di certo mai
rallentava. La cosa lo insospettì subito, specialmente
perchè gli parve che stesse aspettando che il corridoio
fosse
vuoto prima di parlare. "Non
so come ne sono sicura, ma so che stanotte
ho fatto qualcosa di sbagliato: mi ero chiusa in biblioteca - senza
permesso, chiaro, ma era solo per un ripasso dell'ultimo momento - e mi
sono ritrovata poi a camminare verso la torre senza sapere cosa ho
fatto in mezzo".
Sven rimase sorpreso perchè non si aspettava nulla di
simile;
era già raro che Victoria trascorresse la notte fuori dal
dormitorio, ma che fosse stata al di fuori della biblioteca era ancora
più bizzarro. Sorvolò sull'essere senza permesso,
ma la
storia gli sembrava curiosa e la incitò a continuare: aveva
imparato a non sottovalutare niente, anche se magari poteva essere solo
la tensione da esami che aveva colpito anche la vuota e indifferente
Corvonero. La vide guardare fuori dalla grande finestra prima di
riprendere a parlare.
"Sono sicura che c'entra qualcosa l'ufficio del
professor Piton... e il professor Moody. Ho un distinto ricordo di lui,
ma non so perchè, ho come un vuoto di memoria subito dopo e
poi
ricordo di aver percorso la scala che porta alla torre di Corvonero.
Sospetto che sia implicato anche nella mia trasgressione di due
settimane fa, quando sono entrata nell'aula di Pozioni del professor
Piton senza ricordarmi perchè lo facevo, sempre di notte".
Sven avrebbe voluto alzare gli occhi al cielo: in qualche modo Moody
era sempre nominato quando accadeva qualcosa di strano a scuola, ma era
la prima volta che Victoria glielo diceva in quel modo e gli
bastò osservarla per capire che non gli stava mentendo.
Magari
Moody non aveva nessuna relazione in merito però la ragazza
di
sicuro gli raccontava quello che riteneva essere vero; era
però
vero che nell'ultimo periodo era stata severamente punita da Piton per
avere rubato degli ingredienti dall'aula e anche una volta per aver
tentato di forzare l'ufficio dell'insegnante di Pozioni. Perchè?
C'erano dei collegamenti? Tonks aveva detto che probabilmente era solo
il suo desiderio di rendergli la vita complicata, ma ora non ne era
sicuro. "Non ricordi
niente? Magari eri solo stanca e hai sognato
che... non intendo dire che tu menta, solo che sai, gli esami.... cosa
avevi rubato nell'aula di Pozioni la volta scorsa?" Glielo
chiese
perchè effettivamente non era in possesso di
quell'informazione:
sapeva che Piton aveva punito la ragazza, ma il perchè gli
era
sfuggito e poi non era da lui discutere i metodi degli insegnanti,
neppure quelli più duri. Ma quando sentì la
risposta di
Victoria cominciò a credere che ci fosse un filo conduttore
in
tutta quella storia: l'erba fondente era molto rara e di sicuro Piton
la usava ben di rado, e di recente sapeva che una delle sue ultime
lezioni agli studenti del sesto anno era proprio sulla preparazione
della pozione Polisucco.
"Che cosa dici di una piccola avventura per chiudere in bellezza il tuo
percorso qui a Hogwarts?" le chiese quasi con un luccichio
diabolico
negli occhi: una visitina all'ufficio di Moody era una cosa che di
solito nessuno si sarebbe mai sognato di fare, tuttavia non poteva
neppure ignorare dettagli come quello. Poi perchè no, magari
alla ragazza avrebbe proprio fatto piacere essere coinvolta: non si
lamentava sempre di quanto lui e il suo lavoro fosse inutile? Ed ecco
una buona occasione per mostrarle che gli Auror non erano poi
così inetti come sembrava, oltre a risolvere il problema che
si
presentava di capire cosa passasse nella testa del suo mentore di quei
tempi. "Ma prima meglio
se vai in Sala Grande, l'ho visto prima nel suo
ufficio, ci assicureremo che non ci sia nessuno e più tardi
sarà l'ideale".
Se fosse stato per lui avrebbero atteso la fine della terza prova, solo
che la ragazza gli aveva detto che non intendeva uscire dalla scuola
per vederla; a dire il vero quella mattina Victoria aveva asserito che
ci sarebbe andata, anche perchè avrebbe avuto modo di vedere
i
Diggory in quanto presenti come parenti di uno dei Campioni... solo che
era andato a rotoli la cosa quando Amos Diggory l'aveva vista da
vicino. Sven aveva visto la catastrofe incombere quando il mago si era
allontanato da lei di un paio di passi, questo dopo averla
osservata con attenzione, per poi allontanarsi in fretta nonostante le
proteste del figlio. Sven non aveva detto nulla, ma in fondo si era
aspettato una reazione simile considerando che a tutti gli effetti i
Diggory non avevano più incontrato Victoria da oltre un
anno,
era solo dispiaciuto... forse dopo la fine di quel torneo avrebbe
parlato con Amos, magari avrebbe ricavato qualcosa in più
anche
perchè ora che ci pensava non ricordava proprio che la
ragazza
gli avesse detto cosa intendeva fare in concreto dopo aver lasciato la
scuola.
"Non ti facevo proprio capace di violare l'ufficio di un insegnante,
nonchè tuo collega e mentore". La voce atona
di Victoria lo
riportò alla realtà: la scuola era deserta, tutti
fuori
per l'ultima prova e loro erano lì, a violare qualche
regola, ma
Sven sentiva di non sbagliare assicurandosi che fosse tutto a posto. E
lei aveva ragione, di norma non si sarebbe permesso - non senza
un'autorizzazione o un motivo più concreto - ma in caso di
problemi con Silente avrebbe spiegato il perchè; l'istinto
gli
suggeriva di controllare e lui si fidava di quel suo sesto senso,
già in passato gli era stato utile, anche e soporattutto
quando
la ragione diceva che era tutto a posto. Aveva fatto qualche piccola
indagine di suo mentre girava per la scuola, precisamente dall'ufficio
del professor Piton: loro Auror conoscevano un incantesimo molto
complesso che veniva in qualche modo tramandato tra di loro e non tutti
erano in grado di eseguirlo, e che gli consentiva di sapere cos'era
accaduto in una zona. La portata della magia era limitata alla zona
circoscritta e che non poteva essere troppo estesa per evitare di
ritrovarsi senza forze, ma dava comunque un'idea su quello che era
accaduto per poter ricostruire gli avvenimenti in modo quasi corretto.
Era comunque riuscito a risalire a quello che era successo durante la
notte e aveva saputo che la ragazza aveva intuito il vero: era stata
proprio lì e assieme a lei c'era Moody, che si comportava
come
se la controllasse. Purtroppo non era riuscito a vedere tutto,
l'incantesimo era potente, ma spesso se trascorreva troppo tempo le
immagini si mescolavano, tendendo a risultare sfocate e meno precise.
Tuttavia era rimasto un po' a riflettere e alla fine si era deciso a
chiedere a Severus una lista degli ultimi furti: quella notte in
verità non era stato rubato niente, ma quando Sven
guardò
l'elenco che l'insegnante gli aveva dato, aveva capito che c'era
qualcosa di strano. Tutti ingredienti per la pozione Polisucco...
perchè? Cosa stava combinando Moody? Però non era
andato
a chiedergli spiegazioni, qualcosa l'aveva spinto a non farlo e ora era
lì, a cercare una spiegazione che lo aiutasse a capire cosa
diavolo stava succedendo.
"non mi piace farlo, ma forse troveremo qualcosa per aiutarti a
ricordare e... non buttare tutto all'aria se puoi, preferisco evitare
di destare sospetti" le disse mentre con la bacchetta
apriva e chiudeva
cassetti, ma senza arrecare disordine. Moody era molto protettivo sulle
sue cose, lo aveva riscontrato anche solo per forzare gli incantesimi
che impedivano a chiunque di entrare. In apparenza comunque non cera
nulla che non andasse, a parte qualche oggetto strano, ma non vi era
traccia di cose strane o fuori posto; stava quasi decidendo di
lasciar perdere quando Victoria parlò di nuovo. "Ho detto a
Cedric di non andare. Alla prova, intendo: ho avuto uno strano sentore
stamattina, ho sognato vicino a me la Morte che mi guardava, ma non era
lì per me. Sento che sta succedendo qualcosa, solo che non
so
cosa o come posso percepirlo".
Sven si voltò a osservarla, con un'espressione sorpresa: di
solito non gli parlava troppo a lungo e quello era il discorso
più lungo per lei fino a quel momento e anche l'argomento
era
strano. Aveva più o meno ignorato il torneo, preferendo
concentrarsi sugli studi e probabilmente conosceva a memoria ogni
nozione contenuta nel reparto proibito, ma sul torneo niente. Almeno
fino a quel momento; l'Auror riteneva comunque che quella fosse
un'esagerazione, era la prova meno difficile in quanto le altre due
erano state molto più ardue da affrontare. Un labirinto a
confronto era quasi una sciocchezza secondo lui; che ci potessero
essere dei feriti non era comunque da escludere, forse era solo la
tensione ad animarla e a farla parlare così. Stava per
risponderle che non era il caso di avere preoccupazioni quando
sfiorò con la mano una boccetta in apparenza vuota; la prese
in
mano e vide che sul fondo conteneva ancora qualcosa e cercò
di
estrarlo.
Scuro, sembrava quasi simile a fango. Pozione Polisucco... e cosa se
ne
fa? Era forse una domanda sciocca da farsi a proposito del
suo mentore,
conosciuto per essere estremamente sospettoso, tuttavia lui sapeva che
Moody non era molto portato per servirsi delle pozioni. Preferiva
utilizare i mantelli dell'invisibilità o qualche
incantesimo...
glielo aveva detto molte volte e trovare quel residuo di pozione
nascosta... beh, cominciava a farsi qualche domanda. Vide che Victoria
stava trafficando a sua volta con delle fiale, tutte contenenti
ingredienti rari e guardandoli, vide che erano alcuni necessari proprio
per la Polisucco. Non c'erano tutti e dopo un'approfondita ricerca,
dedusse che probabilmente mancavano; trovò comunque - celati
sotto alcuni incantesimi protettivi - il nascondiglio delle scorte
proprio della pozione in questione che decise di requisire. Rubare non
era una gran cosa, solo che cominciava a sospettare che vi fosse
qualcosa di strano in tutta quella storia e non intendeva per nessuna
ragione far finta di non avere visto. Cosa farci rimaneva un problema
perchè affrontare direttamente Moody senza alcuna prova - in
quanto non era illegale prepararla, o almeno non tanto visto che era un
ex Auror - era pressocchè inutile: che genere di accusa
poteva
muovergli?
Lanciò uno sguardo a Victoria: che cosa aveva visto e che
ora
non ricordava? Se avesse voluto avrebbe potuto forzare la sua memoria e
scavare, ma erano incantesimi dannosi, potevano lasciare tracce e
soprattutto, fare del male non da poco. Tuttavia che fosse successo
qualcosa era ovvio e tutta quella segretezza... no, non era da Moody,
sembrava quasi un'altra persona.
Ma no, assurdo... ma lo era poi tanto? In quegli ultimi
tempi c'era
stato qualcosa di strani, segnali di cui soltanto ora si accorgeva e si
chiedeva come mai non vi avesse prestato attenzione più di
tanto. Non era da lui commettere certe ingenuità, si era
fidato
del fatto che si trattava di Moody e non aveva approfondito. "Direi che
possiamo andare, ci penso io a..." si interruppe dopo
aver estratto la
bacchetta; aveva posto un incanto rivelatore prima di chiudere la porta
e ora stava appunto dicendogli che qualcuno stava per entrare. Non un
qualcuno a caso, Moody stesso... o chi per lui. Continuava a sembrargli
assurdo, eppure più guardava quella situazione e meno si
sentiva
sicuro di quale fosse più assurda.
"Non una parola" ammonì la ragazza
trascinandola in un angolo
rendendola invisibile, cosa che fece anche per sè stesso;
non
avevano il tempo di uscire senza essere notati e di certo non potevano
farsi trovare lì in quanto il mago non era da solo. Questo
lo
sorprendeva, ma l'incantesimo indicava chiaramente due persone in
arrivo e non c'era ragione di pensare a un errore; forse non era stata
una buona idea portarsi la ragazza lì, ma non poteva di
certo
fare qualche stupidaggine come mandarla via con una passaporta e
credeva che potesse rimanere tranquilla. Trasecolò vedendo
che
si trattava di Harry Potter e si sentì gelare: il ragazzo
era in
pessime condizioni, chiaramente ferito, non sembrava neppure
mentalmente lucido ed era lì per chissà quale
ragione.
Quindi il Torneo si era concluso? O magari si era ritirato?
Si aspettava tutto, ma non quello che sentì.
Un impostore! E io ho
permesso che gli studenti gli stessero vicino... Sven
non sapeva chi fosse, ma più lo sentiva parlare e
più ne
era convinto: quello non era Alastor Moody, nè nei modi e
tantomeno nelle parole rabbiose che rivelavano un fanatico amore per il
Signore Oscuro che a quanto sembrava era tornato. Non ci aveva badato
più di tanto, semmai avrebbe riflettuto dopo... e poi la
notizia
terrificante, quella che sperava non fosse vera. Cedric Diggory morto,
aveva i brividi solo al pensiero di cosa doveva essere accaduto in quel
cimitero di cui Harry aveva parlato; non riusciva a guardare Victoria
per scoprirne la reazione, in quel momento fu quasi felice che non
potesse provare emozioni o forse sarebbe scoppiata a piangere oppure
qualcosa di simile. Invece quel freddo silenzio, per quanto pesante,
era più tollerabile e gli permetteva di restare lucido e
concentrato, per quanto si stava arrabbiando non poco; ogni parola che
usciva dalle labbra dell'impostore sembrava innescare in lui la voglia
di colpire qualcuno, di fargli del male.
Sciolse l'incantesimo dell'invisibilità e impose con lo
sguardo
a Victoria di non muoversi e non muoversi in alcun modo; non poteva
più rimanere lì ad ascoltare anche
perchè la
situazione sarebbe potuta degenerare rapidamente. Fu comunque
abbastanza furbo da avvalersi del fattore sorpresa: difatti l'impostore
non sapeva che era lì e venne scagliato dall'altra parte
della
stanza, finendo sbattuto contro il muro. Sven sentiva un fuoco
avvolgerlo che avrebbe potuto scatenare il suo lato peggiore, alcune
volte era pure successo, ma sapeva di non potersi permettere questo:
per brutto che fosse, doveva consegnarlo vivo di modo che rispondesse
alle domande di tutti, non poteva cavarsela a buon mercato.
"Che ne dici di prendertela con chi può tenerti testa?" gli
ringhiò contro dopo che l'altro lo aveva finalmente visto e
riconosciuto; lo sentì ridacchiare e non la prese bene tanto
che
lo attaccò di nuovo, venendo però sorpreso dalla
rapidità d'azione dell'avversario. "Non vedo proprio nessuno
capace di tenermi testa, anche se confesso di non averti visto..."
Sven sapeva che l'altro si chiedeva come potesse essere riuscito a
violare i suoi incantesimi difenssivi; l'Auror era però
dell'idea che non avrebbe perso troppo tempo in quello, difatti lo
scontro non accennò a diminuire. Al contrario, sembrava
fosse
l'altro a incalzarlo, forse convinto di riuscire ad abbassare le sue
difese: un serio errore di valutazione, Sven poteva essere
più
cauto nel lanciare incantesimi - in fondo era fondamentale che
rimanesse vivo e incapace di nuocere agli altri - ma in
quanto a
difesa era ben difficile riuscire a coglierlo in fallo.
Eppure una parte di lui era desiderosa di esplodere, di sfogare sul suo
avversario tutta la rabbia che aveva represso in quei mesi e
che
rischiava di emergere da quando aveva iniziato a sentire dell'inganno.
Non meritava affatto di vivere, avrebbe dovuto essere torturato come
forse era toccato al povero Harry, in quel cimitero cui aveva
accennato, o anche a Cedric Diggory; sperava che il ragazzo
non
avesse avuto alcun sentore di quanto stava per accadergli. Un lampo
verde lo sfiorò, andando a infrangersi contro uno degli
innumerevoli oggetti nella stanza, distruggendolo, e Sven decise che
aveva peprso fin troppo tempo; il suo avversario non ebbe neanche il
sentore di ciò che lo colpì, la la luce rossa lo
investì in pieno tempo facendolo stramazzare al suolo,
proprio
mentre la porta si spalancava lasciando entrare un furente Preside
seguito dalla vice preside.
Sven si sedette dopo quelle che probabilmente erano ore: non ricordava
più cosa avesse fatto, ma sapeva che erano successe le cose
più strane che aveva vissuto in tutti i suoi anni da Auror.
Per
iniziare aveva dovuto consegnare Victoria all'infermiera della scuola
in quanto, nel momento in cui si erano accertati che l'impostore era
domato, avevano trovato la ragazza a terra, rigida e con l'espressione
più vuota che lui avesse mai visto. Appurato che non era
stata
colpita durante il cruento duello appena avvenuto, il Preside aveva
suggerito che fossero state le emozioni violente appena visuto... ma
quali, se non poteva provarne? L'Auror aveva però capito,
Silente si riferiva più alla portata gigantesca di quanto
sentito che di ciò che poteva aver provato, pertanto aveva
fatto
in modo che se ne occupasse madama Chips visto che anche lui voleva
scoprire chi fosse l'impostore.
Aveva fatto anche quello: ascoltare era stato meno semplice di quanto
non avesse creduto, ma in un certo senso scoprire tutto era meglio che
altre interminabili ricerche e indagini... per quanto avrebbe preferito
aver potuto in qualche modo anticipare e scongiurare gli eventi. Il
ritorno di Voldemort era qualcosa che faceva congelare il sangue anche
ai più coraggiosi, era stato forse troppo giovane per
combattere
apertamente la volta precendete, ma non aveva dimenticato il terrore in
cui si viveva, l'ansia e la paura dominavano in un crescendo esplosivo
di violenza.
Alla fine era arrivato Caramell. Purtroppo. Lui non era stato presente
da impedire che potesse entrare con un Dissennatore in quanto si
trovava assieme al professor Vitious, ma in seguito aveva avuto da
ridire proprio con lui riguardo a quella decisione, presa senza nemmeno
fargli sapere la cosa. La legge lo diceva chiaramente, anche il
Ministro della Magia doveva passare per l'ufficio Auror -
cioè tramite lui - per prelevare un Dissennatore da Azkaban,
in fondo poteva comunque essere rischioso se la situazione sfuggiva di
mano... e niente, o meglio sì aveva avuto il permesso da un
Auror... ma si era servito di Dawlish, il quale non poteva certo dire
di no davanti a implicite minacce.
Sven aveva avuto voglia di schiaffeggiarlo, ma si erano limitati a
urlarsi contro per un bel po': a lui era servito per sfogarsi un po' e
poi vedere la pressione di Caramell alzarsi era sempre
gratificante.
Tuttavia aveva pagato il suo gesto poco tollerante con una "vacanza" o
così l'aveva chiamata: aveva la bellezza di una settimana
apparentemente di tranquillità, peccato che Sven sapesse
alla perfezione che si trattava solo di un modo per dirgli che doveva
stare calmo e non intralciarlo. Sospirò pensando che bene o
male lì non aveva più niente da fare; difatti
l'idea di lasciare Hogwarts non era stata solo del Ministro, ma anche
la stessa Victoria sembrava incline a premere su quel tasto,
ricordandogli quanto lui fosse incapace di fare qualunque cosa, dal
catturare criminali al preservare la sicurezza di loro studenti. Il
nome di Cedric Diggory era anche stato pronunciato, tuttavia Sven non
aveva ribattuto.
Non lo voleva ricordare, ecco. Nè aveva risposto, forse
sapendo che non sarebbe servito a nulla e poi tutto sommato la giovane
aveva ragione, nulla era andato bene da quando era lì
pertanto fu con un certo dispiacere che lasciò la scuola in
quel momento.
"Avremo bisogno anche
di lei, signor Dietrich, ma andare contro Cornelius non le
sarà di alcun aiuto: si prenda qualche giorno con la sua
famiglia per riprendersi, la signorina Windsor starà
benissimo in questi ultimi giorni e ormai la scuola per lei
è terminata, deve solo attendere l'esito dei M.A.G.O.. In
caso di qualunque problema la farò avvisare".
Così gli aveva detto Silente in un breve colloquio, avvenuto
dopo tutto il macello, in una atmosfera per nulla gradevole;
però aveva ragione, Sven era il primo a rendersi conto che
bene o male il suo compito era finito e che mostrarsi teso e nervoso
sarebbe stato di intralcio e basta. Avrebbe preso del tempo per
riposarsi, non ricordava neppure più l'ultima volta che
l'aveva fatto in modo serio; tuttavia quando varcò i
cancelli della scuola oltre i quali si sarebbe Smaterializzato, sentiva
comunque un grosso peso sul cuore, ma lo avrebbe accantonato per alcuni
giorni.
Note:
benissimo eccoci
u.u esami
finiti, scuola conclusa... e Cedric defunto ç___ç
quanto
odio sta cosa, ho pure più volte pensato di cambiare la
cosa...
ma niente, io cerco di attenermi agli eventi canon, con solo qualche
cambiamento qua e la
ora vi dirò che l'aggiornamento sarà
più regolare, ho intenzione di avviarmi verso la conclusione
che è ancora lontana, spero nei vostri commenti^^
|
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Capitolo 39 *** 39 - Vivere o morire - parte I ***
39 immagine allo specchio
Angolo Autrice
_
devo dire che,
quando ho pubblicato lo scorso capitolo, avevo un po' perso le speranze
che qualcuno leggesse questa storia: tutta colpa mia si intende, ho
tardato molto... E INVECE NO! ci siete! ringrazio tutti infatti, anche
chi l'ha cominciata e la cosa mi fa soltanto piacere!
all'inizio
questo capitolo doveva essere piuttosto lungo, così l'ho
spezzato in due e spero vi piaccia lo stesso^^
un abbraccio e
un bacio a chi legge e commenta, o anche solo a chi c'è : vi
adoro! tr a l altro avevo il capitolo pronto da mesi... e niente, ho
dimenticato di postarlo >_< il prossimo è
già in lavorazione
buona lettura!
Immagine
allo specchio
39
– Vivere o morire- parte I
"Perfetta".
Severus era abituato al dolce suono delle ampolle delle pozioni che
venivano sigillate, non avrebbe dovuto essere sorpreso quindi. Avrei preferito che facesse
schifo. Fu un pensiero selvaggio che quasi non si rese
conto di avere formulato, continuando a osservare il piccolo paiolo in
cui era stata versato il contenuto argentato. Si muoveva da solo, in
senso orario, creando quasi un fastidioso senso di giramento di testa
se la si fissava troppo a lungo.
Non per lui,
ovvio, ma a uno studente o un adulto meno competente avrebbe potuto
avere qualche problema. Era nell'ufficio di Silente, con lui e tre
maghi che rappresentavano la Stra-Straordinaria
Società dei Pozionanti, a cui era stata sottoposta la
pozione creata da Victoria. Severus sapeva che era a posto, lui ci
aveva lavorato sopra settimane prima di decidersi a parlarne con il
Preside e - di conseguenza - con quelle persone.
La ragazza non
era presente. Almeno quello. Severus non aveva la minima idea di come
la freddezza e l'indifferenza della Windsor avrebbe potuto agire su
degli estranei, pertanto l'avevano lasciata alle prese con i bagagli:
il giorno successivo, infatti, il treno avrebbe portato tutti gli
studenti a Londra, ma prima i diplomati dei M.A.G.O. dovevano
attraversare il lago Nero in barca, come avevano fatto al loro arrivo
la prima volta. Un cerchio che si chiudeva e l'insegnante sapeva che la
ragazza lo avrebbe chiuso con un risultato eccellente.
I
risultati degli esami avevano chiarito che era stata lei a avere
dominato, ottenendo E in tutte le materie, inoltre con quella pozione
di sua creazione... beh, si era lanciata. Ma verso che cosa? Oh sicuro,
avrebbe guadagnato tanti bei galeoni, indubbiamente, e il denaro
aiutava, ma poi? Non c'era rimedio al suo "problema" se poteva
chiamarlo così, non le sarebbe neppure importato nulla di
quella scoperta: la pozione che avrebbe reso un po' meno rincoglionita
la gente che poteva permettersela era stata chiamata Bacio di Rowena,
in onore della celebre fondatrice della casa di Corvonero, un nome che
era addirittura piaciuto a quei tre maghi che continuavano a tessere le
lodi di quella creazione. Fu una fortuna che i tre decidessero di avere
concluso perchè lui aveva esaurito la scorta di tolleranza
per quell'anno scolastico.
Non era stata
una buona idea andare a trovare i genitori, decise Sven il quarto
giorno in cui era ospite della grande casa di cui erano proprietari,
circondata addirittura da un bosco magico e invisibile se per caso i
Babbani si fossero avvicinati. Qualche giorno di relax a nord assieme a
loro non sarebbe stata una cattiva idea, così si era detto,
anche sentendosi un po' colpevole perchè durante i mesi
precedenti li aveva visti davvero poco. Solo che come sempre, sua madre
non si controllava mai: stava sempre a lamentarsi di come lo vedeva
sciupato, di quanto il lavoro di Auror lo tenesse occupato, che era
dimagrito e usciva poco... tutte cose già sentite milioni di
volte durante gli anni; suo padre era meno invadente e Sven sapeva che,
con una sola occhiata, sapevano capirsi e convincersi a sopportare
tutto quel tran tran di domande infinito.
Solo
che quella volta sua madre, Rosalia Krum Dietrich, gli aveva giocato un
colpo basso con una scusa poco credibile: aveva fatto in modo che con
loro ci fosse anche Orion - cosa di cui lui era contento, visto che lo
vedeva davvero troppo poco, ma anche Mary. Sven si era dovuto
trattenere per non essere troppo maleducato, ma la presenza della
Malfoy era per lui sempre un problema in quanto sapeva cosa le due
donne tramavano. Non la sposerei neanche se fosse l'ultima donna
rimasta in questo mondo... Sapeva che sua madre voleva vederlo
sistemato con la ragazza - o donna - giusta per lui, ovvero approvata
da lei, e Mary era la sua più grande speranza: da parte sua,
la bionda e gelida Malfoy era meno esplicita di sua madre, ma con la
sua freddezza era capace di tenerlo in qualche modo sempre attaccato a
se per via di Orion. In passato Sven aveva anche pensato che forse
poteva pure sposarla, c'era ben di peggio tra le streghe che conosceva,
ma proprio il fatto che lei usasse il figlio come merce di scambio...
beh no, se lo poteva scordare.
Chissà
come avrebbe reagito sua madre se avesse immaginato che lui, Sven,
avrebbe tanto voluto presentarle qualcuno... in effetti, si disse
ripensando sempre con dolore alla cosa, se Victoria non avesse avuto
quel tragico incidente e fossero stati ancora inssieme, lui non avrebbe
avuto alcuna esitazione nel volerla presentare in famiglia. Sapeva che
suo padre non avrebbe avuto niente da ridire - anzi, sicuramente
l'avrebbe accolta con affetto - e solo sua madre avrebbe avuto da
ridire, ma senza potergli imporre nulla in quanto non poteva decidere
della sua vita.
Pensare a
quella che forse era la sua migliore occasione perduta non smetteva di
lasciarlo depresso in buona parte, ancora di più davanti a
quelle che erano le evidenti manovre delle due donne, intente a
incastrarlo. Comunque bene o male in due giorni sarebbe stato di nuovo
a Londra, di ritorno al lavoro, inoltre Silente già gli
aveva fatto pervenire un messaggio dandogli appuntamenteo la sera
successiva in una stradina della capitale, senza una vera e propria
spiegazione. Era incuriosito, non poteva negarlo, pertanto decise
quindi di non lasciarsi guastare l'umore e di godersi quel poco di
tempo che aveva ancora e passarlo col figlio: Orion sembrava stare
meglio, ma sapevano tutti che era un'utopia. Non c'era una cura, stava
meglio e poi precipitava di nuovo nelle sue crisi, ragion per cui non
era mai troppo lontano dal San Mungo e dai Guariutori. Anzi, uno di
loro lo aveva anche accompagnato lì, per tenerlo sotto
controllo, anche se per fortuna non aveva dovuto intervenire in alcun
modo durante quei giorni.
Erano quasi le
dieci di sera quando Sven, il giorno dopo, si ritrovò a
camminare in una zona di Londra che non gli era del tutto congeniale:
la sola cosa sicura del messaggio di Silente era che era confidenziale,
quindi quell'incontro non doveva esere sbandierato al Ministero o ad
altri. Il perchè? Lo doveva ancora scoprire. Sven scelse di
muoversi sotto forma di Animagus, gli mancava essere un lupo, inoltre
le vie erano deserte e nessuno avrebbe potuto notarlo e spaventarsi:
rimase quindi sorpreso quando, nel bel mezzo di una piazza, scorse il
Preside con una veste arancione che chiacchierava a bassa voce con una
persona al suo fianco. O meglio lui parlava, dato che Sven riconobbe a
sorpresa che si trattava di Victoria; fedele alla promessa fatta non si
era messo a cercarla, ma aveva comunque saputo cosa aveva fatto in quei
giorni grazie alle informazioni che Tonks gli aveva inviato. La strega
risiedeva in quello che era un appartamento di lusso - così
aveva scritto la sua collega - che le era stato regalato dalla nonna
babbana, in centro a londra... e non faceva niente di che. Riceveva
molti gufi di gente entusiasta della sua pozione, ma lui dubitava che
aprisse quelle lettere o rispondesse loro. Se avesse deciso di fare
qualcosa dopo il diploma non sapeva niente, e si chiese la ragione
della sua presenza lì. Forse il Preside voleva dirgli
qualcosa di poco bello? Riprese forma umana anche se era sicuro che lui
si fosse già accorto della sua presenza.
"Ah eccoti Sven, direi che ci siamo tutti, spero di non avere
interrotto i vostri impegni" disse l'uomo amabilmente mentre cercava
qualcosa in una tasta del mantello, osservando l'edificio di fronte a
loro. Non sembrava attendere risposta anzi, riprese poco dopo. "Ho
pensato di invitarvi qui entrambi per parlare della spiacevole
situazione in cui ci troviamo per via degli ultimi avvenimenti".
Sven neppure
ebbe bisogno di chiedere a cosa si riferiva, si trattava indubbiamente
di Voldemort: il Ministero insisteva sull'ignorare ogni cosa, lo aveva
letto dai giornali e lui per primo non aveva nessuna voglia
di risentire i deliri dei Cornelius. "Ma non qui in mezzo alla
strada... ah ecco, prima le signore" disse Silente con garbo,
allungando a Victoria una striscia di pergamena che lei prese con
noncuranza, per poi passarla a lui quando il Preside glielo chiese.
Ordine della fenice? E che cosa
sarebbe? Ma Sven non ebbe il tempo di chiederlo
perchè subito dopo avere letto quella semplice frase,
l'edificio davanti a lui si mosse, mostrando quella che era una casa
nascosta. "Presto, non indugiamo troppo qua fuori" li incitò
Silente e quando tutti furono entrati in quell'angusto luogo,
l'edificio si rimise a posto celandosi a chi non poteva vederlo.
L'ingresso
non lasciava presagire nulla di allettante, pareva una vecchia casa
intrisa di magia oscura e ciò gli veniva confermato a ogni
passo che faceva; chissà come mai Silente li aveva portati
in quel posto e che cosa fosse questo Ordine della Fenice. Considerando
che il foglietto era poi stato distrutto, doveva essere qualcosa di
davvero segreto; salì le scale assieme agli altri due e fu
solo arrivando in una stanza che sembrava adibita a cucina che ebbe un
vero e proprio shock. "Ma quello... è... Sirius Black!
Ma...!" Non riusciva a crederci: cercavano il latitante da anni e ora
lo trovava lì, a pochi passi dal Ministero, come a volersi
burlare di loro. Almeno un caso lo avrebbero risolto, se il resto
doveva continuare a essere rimandato; solo che Silente stesso glielo
impedì, bastò soltanto uno sguardo. "Una cosa
alla volta, Sven: Sirius non è il criminale che tutti
credono, adesso ti racconteremo quello che successe, intanto vi
dò il benvenuto nell'Ordine della Fenice. Si tratta di una
società segreta, non riconosciuta alcun ente
ministeriale, con lo scopo di combattere lord Voldemort dopo il suo
ritorno. Questa è la nostra sede, Sirius ha gentilmente
concesso di poterla usare come ritrovo".
Quelle parole
furono accolte da un silenzio pesante. Sven avrebbe voluto tanto fare
altre domande - per esempio come Black potesse essere innocente -
tuttavia preferì non farlo in quanto Victoria si era rivolta
direttamente allo stesso Black, chiedendogli se aveva uno stanzino che
potesse prendersi per stare lì in quanto gli piaceva
più che casa sua. A quella domanda il non-del -tutto-criminale rise
apertamente, rispondendole che poteva mettersi dove voleva in quella
catapecchia puzzolente e la ragazza neanche aspettò altri
commenti, filò su per le scale in cerca di una stanza.
"Bene, direi
che possiamo fare tutti e tre una bella chiacchierata assieme, non
credete?" chiese Silente amabilmente mentre prendeva posto al tavolo,
rivolto ai due uomini più giovani. In compagnia di qualcosa
di alcolico e di un po' di tempo forse ce l'avrebbero fatta.
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