I miei ricordi

di Levi01Ackermann
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Il Mondo di Sotto ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Il guardiano e Morkiles ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Leyha è in pericolo! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Il covo ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Il primo castello ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il secondo castello ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Il Mondo di Sotto ***


Capitolo 1: Il Mondo di Sotto

 

Mi chiamo Akuma e ho vissuto per centoquindici anni. Sono nato il 15 Ottobre 1901 ma ovviamente, non ricordo molto di quello che è successo nei primi tre anni. Nonostante sono un maschio, per qualche motivo mi scambiano per una femmina e sinceramente è una cosa piuttosto fastidiosa, sapete...avere uomini dietro invece che donne.

 

Il luogo da cui iniziano i miei ricordi è il campo da guerra, la Prima Guerra Mondiale. Essendo un ragazzo, ho dovuto partecipare alla guerra, mettendo in rischio la mia vita molte volte. La gente non sa com'è essere nel campo da guerra...avere quella sensazione di paura che ti perseguita in continuazione, la paura della morte, la paura di essere attaccato nel sonno, la paura di rimanere solo in un mondo di sangue, dormire nei campi sotto lo sguardo dei superiori e svegliarsi a notte fonda per eventuali attacchi. Le tende erano sempre oscurate, i soldati sempre attenti, le notti passate con un occhio solo, la vista dei tuoi compagni saltare in aria o essere uccisi è orribile. La sera prima potevi anche aver bevuto qualche goccia con loro, giocato e scherzato con loro e il giorno dopo...spariti. Il generale, quel dannato generale antipatico ma in fondo con buone intenzioni...ogni mattina ci svegliava con la sua voce roca e se ci trovava a letto, ci buttava giù. Era una vita dura, molto dura per un tredicenne. Ricordo ancora quella dannata battaglia che ho affrontato, quando i tedeschi ci avevano attaccato ed eravamo riusciti a malapena salvarci, molti di noi morti nel tentativo di uccidere il loro generale. Ho perso molti amici e compagni ma ho promesso che sarei diventato forte abbastanza per vivere e proteggere coloro a cui tengo.

 

Gli anni passavano tra una guerra e l’altra, vedevo sempre più sangue e cadaveri. Ogni giorno, delle lacrime venivano versate, ogni giorno gli ospedali lavoravano senza sosta.

Una notte, tutti erano immersi nei loro sogni, nessun rumore, nessuno che fiatasse. Poi, calore, faceva caldo, molto caldo e sentivo odore di bruciato. Ho aperto gli occhi di colpo e ho visto il cielo tinto di un rosso fuoco. La tenda era bruciata, mi ero alzato velocemente, passando tra mille soldati morti che ancora bruciavano o erano già diventati polvere. Cercavo di non guardarli negli occhi, quegli occhi che esprimevano tutto il loro terrore di morire e che in questo momento erano sbarrati. Stavo correndo dal generale per sapere cosa fare ma appena arrivato, vidi solo una polvere nera. Tra la polvere, delle medaglie. Il generale era morto, bruciato in quell’incendio ingiusto. Presi le medaglie e corsi a cercare qualcuno, qualcuno ancora vivo. A un certo punto sentii una fitta lungo la gamba. Caddi a terra per il dolore e spostai lo sguardo alla mia gamba destra e vidi solo sangue. Sentivo bruciare tutto ma nonostante questo, mi rialzai e continuai a cercare. Un'altra fitta si aggiunse dalla gamba sinistra seguita da altri colpi mirati ai miei arti. Nonostante il mio corpo andasse in fiamme per il dolore, un sorriso mi si formò sul viso vedendo alcuni compagni che camminavano zoppicando. Li ho raggiunti e li ho aiutati per scappare. Mi misi il compagno ferito sulla schiena insanguinata dai colpi di fucile che mi avevano colpito di striscio, facendomelo bruciare come non mai. Arrivati in un bosco lontano dal campo in fiamme e dalla vista dei nemici, poggiai il compagno sdraiato ai piedi di un albero ed andai a cercare qualcuno disperatamente, qualcuno che ci aiutasse, qualcuno che ci curasse. Dopo un po’ di tempo, arrivai davanti a un dirupo e improvvisamente, la terra sotto i miei piedi si sgretolò e caddi nel buio.

 

Quando mi svegliai, mi ritrovai in una piccola stanza di legno. Il soffitto decorato da pelle di qualche animale e da collane di coralli. Il letto su cui ero sdraiato non era delle più comode, probabilmente fatto di paglia e pelle animale. Appena realizzai di non stare sognando, mi alzai di scatto guardandomi attorno e una donna si girò verso di me, una ragazzina direi dal suo viso. Aveva capelli castani, raccolti in una treccia che ricadeva sulla sua schiena e una fascia marrone sulla fronte, per tenere i ciuffi ribelli lontani dagli occhi, quegli occhi marroni come il cioccolato e sembrava...preoccupata

“Stai calmo, sdraiati” mi disse, correndomi incontro e spingendomi giù. Ma cosa mi è successo?

“Dove sono?” le chiesi

“Non ricordi come sei arrivato? Sei nel Mondo di Sotto, ti abbiamo trovato davanti al villaggio gravemente ferito, ho paura che per un po' dovrai stare a riposare” mi rispose lei. Io avevo qualche dubbio, non sapevo dell’esistenza di questo mondo, poi mi venne in mente i compagni feriti lasciati nel bosco

“Dove sono gli altri? Dove sono i miei compagni?” chiesi alla ragazza

“Li abbiamo trovati morti nel bosco e li abbiamo seppelliti. Avevano delle ferite molto gravi” mi disse lei. Non potevo crederci, non ero riuscito a salvarli, non ero riuscito a salvarli. Ero così triste che le lacrime mi uscirono senza la mia volontà

“Stai bene? Cosa è successo? Mi dispiace per i tuoi amici ma non abbiamo potuto fare niente” mi disse la ragazza, come se si sentisse in colpa

“No, anzi vi ringrazio per aver dato una tomba dove riposare ai miei compagni” la rassicurai io. Poi, mi riaddormentai cercando di passare quel momento di dolore e l’ultima cosa che sentii fu la chiusura della porta della stanza, poi buio.

 

Il mattino dopo, mi svegliai e vidi la stessa ragazza che mi portava del cibo

“Tieni, devi rimetterti in forze” mi disse. Io mangiai senza dire niente, poi mi resi conto che lei stava ancora seduta accanto al letto che mangiava

“Come ti chiami?” le chiesi e lei rispose

“Leyha, perché? E tu chi sei?”

“Io sono Akuma.” Dopo quel giorno, Leyha si è presa cura di me finché non ho iniziato a camminare da solo. Sembrava di essere tornati neonati ma Leyha mi aiutò e mi insegnò molte cose. Quel mondo era completamente diverso da quello in cui avevo vissuto finora. Alla fine, decisi di vivere in questo mondo, dove non si vedeva neanche l'ombra di una guerra. Leyha un giorno mi regalò questo quaderno e oggi mi sono messo scrivere quello che ricordo da quando sono nato.

 

Leyha si occupa di me tutti i giorni. Non riesco ancora a lavorare ma spero che ben presto riuscirò a muovermi liberamente. Passo i giorni a leggere libri o a guardare la gente di questo posto misterioso. Il villaggio è piccolo e si trova in montagna. Il panorama è bellissimo e qualche volta giuro di aver sentito l’odore della neve. Qualche volta andiamo al mare per pescare o semplicemente per prendere un po' di aria diversa. Scendiamo la montagna e camminiamo fino ad arrivare alla spiaggia. Una vasta area blu si apre tra le scogliere, l’acqua è così pulita che si vede il fondo marino. Leyha mi aiuta spesso anche ad entrare in acqua, e le sono molto riconoscente per tutto quello che fa per me

“Ma perché ti preoccupi tanto per uno come me?” le avevo chiesto una volta

“Perché sei la prima persona che aiuto e lo voglio fare fino in fondo” mi aveva risposto. Io ero rimasto senza parole, non avevo mai conosciuto una ragazza così gentile e altruista prima.

 

Passano i giorni e finalmente, dopo qualche mese, riesco a muovermi liberamente. Mi sgranchisco gli arti per bene e vado in giro per il villaggio. Come dicevo, il posto è stupendo, incomparabile. Vado a cercare Leyha per ringraziarla e la trovo nel bosco a cercare qualche frutto selvatico. La raggiungo

“Ciao!” la saluto e lei ricambia

“Sei guarito completamente vedo. Ne sono lieta”

“Grazie per tutto quello che hai fatto per me, se posso fare qualcosa per ricambiare” le dico “Non è niente, non devi ricambiare. Io sono felice di aver aiutato una persona” e mi rivolge un sorriso. Io le sorrido, come si fa a non voler bene ad una persona così? Per istinto, la stringo tra le mie braccia

“Ma…cosa fai?” mi dice e quando mi accorgo di quel che ho fatto, arrossisco e la lascio andare subito

“Sc…scusa, non volevo, cioè, sono felice…cioè, intendo che sono felice che ti sei presa cura di me…volevo dire…” balbetto e arrossisco ancora di più e infine mi giro dall’altra parte

“Ehm, no, non fa niente” mi dice lei. Mi giro e la vedo imbarazzata quanto me. Ma cosa mi è preso così all’improvviso? Sarò impazzito, sicuramente è così. Alla fine torniamo al villaggio senza fiatare. Ceniamo insieme ai suoi genitori e zii che mi hanno accolto e poi andiamo a dormire. Sono stanco e mi sdraio per bene nel letto. Perché mi sento così? Era solo un semplice abbraccio, nient’altro. Allora perché mi sento come se fosse chissà che? Non lo so, so solo che sono stanco. Appena chiudi gli occhi, sprofondo in un sonno tranquillo.

 

Il mattino dopo, trovo dei vestiti puliti su una sedia. Li prendo e me li indosso

‘Hanno l’odore di Leyha' penso e in effetti è così. Il suo buon odore fresco di piante selvatiche. Mi fermo un momento come per gustarle quell’odore, poi scuoto la testa

‘Ma cosa mi passa per la mente?’ penso e di nuovo mi vergogno di quel che ho appena fatto. Poi, sento di nuovo l’odore di Leyha e lo seguo. Arrivo in cucina e la trovo che prepara la colazione, si gira

“Buongiorno Akuma” mi dice

“Ah sì, buongiorno” dico imbarazzato. Poi pensandoci, da quando ho un olfatto così fino? Non ne ho idea e non ci do tanto peso così mi affaccio alla finestra e il vento fresco mattutino mi scompiglia i capelli. Guardo verso l’orizzonte e vedo una creatura strana. Una creatura gigantesca che vola libero nel cielo e che si dirige verso il villaggio. Esco dalla casa per guardare meglio e non appena mi vede, si dirige verso di me e atterra lì davanti, stando attento a non distruggere niente. Lo guardo meglio

‘Un drago!’ penso. Una creatura magnifica eppure terrificante, dalla pelle di una sfumatura tra il blu oceano e il nero come la notte. Lo squame che dà riflessi argentei sulle mura delle case e le ali grandi e maestose. Un drago a quattro zampe che mi guarda curioso e felice. Gli accarezzo il muso ruvido e lo guardo negli occhi, quei bei occhi grandi blu e verdi. Poi, mi fa segno di salire in groppa e solo allora, noto un oggetto simile a delle redini che portava alla bocca del drago. Tende la sua ala verso di me e io salgo, prendo le redini e il drago parte. Chiudo gli occhi per la paura ma appena li riapro, mi ritrovo tra le vaste montagne. Sento il vento fresco in faccia e il drago che si muove sotto di me. Non penso a niente ma all’improvviso, un dolore alle gambe. Controllo e vedo che sono arrossate e sbucciate. Il drago continua a muoversi e poco dopo, mi ritrovo con le gambe ricoperte di sangue

“Fermati!” urlo al drago, che inizia a planare per poi atterrare nel bosco

“Accidenti! Volare è bello ma non sapevo che avrei dovuto soffrire così tanto!” dissi e il drago mi guarda con uno sguardo dispiaciuto e inizia a leccare dove mi ero sbucciato

“Grazie” gli dico e come per magia, non c’è neanche il segno della ferita. Guardo le mie gambe meravigliato e accarezzo il muso del drago. Quando torno al villaggio, scorgo Leyha che aspetta all’entrata della casetta

“Leyha! Sono qui!” urlo e lei gira la testa verso la mia direzione

“Ma dove eri finito? E questo drago??” mi chiede

“Beh, ti racconto tutto a cena” le rispondo. Lancio uno sguardo verso il drago, che intanto si era accucciato davanti alla casa

“Grazie per l’esperienza indimenticabile di oggi” gli dico, anche se non so se riesce a capirmi. A cena, racconto come è arrivato e tutto quello che ho visto volando sul drago ed anche la sensazione euforica che avevo

“Però quel drago non lo conosco, perché mi ha invitato a salire su di lui? Accidenti, sinceramente non so nemmeno se è un maschio o una femmina” dico poi

“Forse l’hai incontrato quando eri molto piccolo, visto che sembra averti riconosciuto” mi dice Leyha

“Mmmmh...non credo perché nel mondo dove ho sempre vissuto non esistono i draghi”

“Allora non lo so, forse allora era di un tuo antenato” e io annuisco ma con un’aria interrogativa. La notte non riesco a chiudere occhio. Continuo a pensare al drago, al perché sia venuto proprio da me. Poi, con ancora tutte queste domande in testa, mi addormento.

 

Il mattino dopo trovo il drago che dorme davanti alla casa. Appena cerco di rientrare in silenzio, si sveglia e mi guarda

“Ok...allora...” prendo un grosso respiro e gli parlo

“Drago, perché ieri sei venuto proprio da me? Io non ti conosco” gli dico ma poi scuoto la testa, non credo che un drago possa capirmi. Improvvisamente, il drago mi fa segno di avvicinare la mia mano sulla sua fronte. Appena appoggio la mia mano lì, la mia mente si apre come un sipario, lasciando spazio anche alla mente del drago. Per un certo tempo, le nostre menti si collegano e delle immagini compaiono nella mia testa, immagini di un posto simile a questo villaggio, che siano ricordi? Ricordi del drago? Poi, vedo una persona salutare con la mano dal villaggio, un bambino piccolo con occhi grandi di colore diverso, uno nero e l’altro bianco, capelli tra una sfumatura blu e nera e un dolce sorriso stampato sulla faccia. Ma quello, quel bambino sono io, eppure non ricordo di essere mai stato in un posto del genere. All’improvviso, vedo un’ombra nera che avvolge il bambino e che lo porta via, su, oltre il cielo, lo seguo ma non lo trovo, è scomparso nel nulla. Mi stacco dal drago e cado, sconvolto. Quindi, ero originario di questo mondo di sotto ma sono stato portato via da qualcosa

“Allora Nocturnia, ti chiami così giusto? Quello che mi hai fatto vedere era tutto vero?” gli chiedo e lui annuisce. Poi, mi viene un dubbio, corro da Leyha e le chiedo

“Per quanto tempo ho dormito?” e lei risponde

“Per qualche giorno credo, perché?” e io la guardo

“Sei sicura? Non ho dormito di più?”

“No, altrimenti avremmo dovuto chiamare un medico esperto” mi risponde lei

“Ma perché mi fai queste domande?” mi chiede poi

“Ho qualche dubbio, credo di aver vissuto qui per un certo periodo. Puoi portarmi dal capo-villaggio?”

“Certo, non so perché tu voglia andare da lui ma va bene, seguimi.” Arrivati dalla casetta del capo-villaggio, entriamo e il signore ci ospita

“Allora, come mai questa visita di grande importanza?” ci chiede e io prendo subito la parola “Vorrei sapere se sono stato in questo villaggio prima”

“Non lo so, come ti chiami ragazzo?” mi chiede

“Io sono Akuma e so solo che il drago davanti alla casa di Leyha si chiama Nocturnia” gli rispondo io e lui mi guarda incredulo

“Sei tornato alla fine, dopo quasi ottant’anni, finalmente sei tornato!” mi dice

“Cosa? Ottant’anni?” gli chiedo e lui annuisce

“Sì, tu vivevi in questo villaggio ottant’anni fa, con i genitori e Nocturnia. Finalmente sei tornato...fratellone” mi dice, con un sorriso. Cosa? Mio fratello? Non ricordo niente di tutto questo. Cerco di ricordare ma c’è solo un’ombra scura nella mia mente

“Non è possibile, non ricordo niente!” dico, quasi urlando

“Non sforzarti troppo, quell’ombra nera ti aveva portato in un altro mondo e ti aveva cancellato i ricordi in modo che tu non potessi tornare più” mi dice l’anziano signore con un'espressione triste sul volto. Io non capisco, mi tengo la testa fra le mani, cercando di ricordare ma niente. Esco da quella casa ancora più confuso di prima, poi sento dei passi dietro di me e vedo il capo-villaggio venire di corsa

“Aspetta un attimo, ho una cosa da dirti, ho sentito dire che se riesci a uccidere quell’ombra, puoi riprenderti i ricordi, ma sono solo dicerie quindi non so” e io mi sorprendo di quello che ha appena detto e una speranza si accende dentro di me

“Davvero? Posso davvero riprendermi i ricordi?”

“Sì, ma non so dove si trovi l’ombra” mi dice

“Non fa niente, parto subito per cercarlo e lo ucciderò” dico e corro verso la casetta di Leyha per prendere le mie cose. Preparo uno zaino con vestiti, cibo e prendo anche un tappeto da mettere sul dorso del drago per evitare di farmi male di nuovo. Appena esco dalla casetta, vedo Leyha che aspetta davanti all’uscita

“Non andare, rischi di farti uccidere” mi dice

“Questa è l’unica opportunità che ho per riavere i miei ricordi, non posso rinunciare” le dico e mi avvio verso Nocturnia

“Allora vengo con te” dice Leyha all’improvviso

“No, non puoi, è pericoloso” le dico ma lei è già sparita nella casetta. Poco dopo esce vestita diversamente con uno zaino e dei pugnali. La guardo incantato ma poi mi riprendo

“Cosa fai! Ti ho detto che è pericoloso” ma non mi sta a sentire e posa una sella sul drago “Uno, io so come combattere, due, senza di me non sapresti dove andare e come sopravvivere in questo mondo tre, se non vengo, non ti darò la sella e quarto...ho dei conti in sospeso con lui” mi dice con determinazione. La guardo sorpreso, non sapevo di questo suo lato. Alla fine, accetto ma solo ad una condizione, che non vada mai in giro da sola. Alla fine, partiamo entrambi in groppa a Nocturnia per il viaggio, alla ricerca dell’ombra e dei miei ricordi.






Angolo dell'autore
Ciao a tutti, se trovate qualche lettera non accentata scusate, la mia tastiera non ha le lettere accentate :I  Spero che vi sia piaciuto questo capitolo. Devo ancora scrivere il secondo quindi probabilmente arriverà tardi :c comunque, per favore, scrivete che scosa ne pensate, se c'è qualcosa che dovrei migliorare, sono felice di cambiare in modo da scrivere meglio le prossime volte ^v^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Il guardiano e Morkiles ***


Capitolo 2: Il guardiano e Morkiles

 

Siamo in viaggio da qualche giorno e sono ancora contrario all'idea che Leyha sia venuta. Io continuavo a ripeterle di tornare al villaggio ma ovviamente, protestava e alla fine, iniziavamo a litigare ma vinceva sempre lei. Ormai ho rinunciato di insistere da un po' di tempo ma sono felice che non sia andata via, almeno non rimango solo. Sì, certo, anche Nocturnia mi fa compagnia ma non è la stessa cosa. Volevo qualcuno con cui parlare, con cui condividere le strane sensazioni che continuavo ad avere. Da un po' di tempo il mio naso è diventato più fino ad anche la vista e l'udito. Ormai dovrei esserci abituato ma in verità continuo a sorprendermi da solo. Da quando Nocturnia mi ha fatto vedere quei ricordi, la mia vita è in pratica cambiata. Stamattina poi, Leyha mi aveva detto che per un attimo aveva visto le mie orecchie appuntite.

 

Siamo in groppa a Nocturnia ed è notte fonda. Avevamo deciso di muoverci di notte in modo da non dare troppo nell'occhio. La luna piena è così luminosa che non c'è neanche bisogno di una torcia. Nocturnia è come se facesse parte della notte, del cielo stellato e il profumo di Leyha mi da la sensazione di trovarmi nel bosco, senza preoccupazioni. Chiudo gli occhi, libero la mente e cerco di rilassarmi e ad un certo punto, sento una voce, una voce lontana e cristallina come se chiedesse aiuto. Mi concentro meglio

“Qualcuno mi aiuti, per favore!” dice e individuo un odore di acqua pura e fresca

“Nocturnia! Vai da quella parte!” dico al drago che subito, cambia direzione e si dirige verso la zona da dove veniva la voce. Atterriamo in una zona del bosco dove si trova una cascata. La voce viene da dietro la cascata

“Dietro la cascata penso ci sia una grotta, vado a vedere” dico a Leyha e Nocturnia e mi avvio. Arrivato ai piedi della cascata, indugio un po' ma alla fine attraverso l'acqua fredda. Come pensavo, c'è una grotta

“C'è nessuno?” dico sottovoce

“C'è qualcuno lì?” dice la stessa voce che avevo sentito prima. Sento un rumore di catene e mi dirigo verso al provenienza del tintinnio. Arrivato, vedo una ragazza incatenata dai capelli che sembrano della sfumatura dell'acqua, una creatura diafana che mi guarda supplichevole

“Ti prego, aiutami! Liberami!” mi dice

“Chi sei? Perché sei incatenata?” le chiedo

“Io sono l'elfa Krisea e mi hanno incatenata perché pensano che sappia dove si trovi il covo dell'Ombra” dice e io appena sento il nome ‘l'ombra’ sussulto

“E tu sai dove si trova?” le chiedo e lei mi guarda interrogativa

“Stai cercando anche tu l'Ombra?”

“Sì, mi ha rubato dei ricordi e voglio riaverli” le dico e poco dopo sento il rumore di alcuni passi

“Ti prego, liberami e poi ti dirò tutto quello che so ma per favore, liberami” mi supplica. Non so cosa fare ma alla fine la libero, usciamo dalla grotta e raggiungiamo Leyha e Nocturnia

“E lei chi è?” chiede Elenia

“Lei è Krisea, un'elfa e sembra che sappia dove si trovi l'Ombra” rispondo io e tutti noi guardiamo l'elfa. Lei iniziò dal principio, raccontò che l'Ombra non è un essere vivente in un certo senso perché è una creatura nata dai sentimenti negativi delle persone. Non è un essere che si può uccidere con armi qualsiasi, può essere ucciso solo dalla spada leggendaria che non ferisce i vivi ma può uccidere i morti. In questo caso, l'Ombra sarebbe un non-morto

“Ma non credete che sia facile addirittura impugnare la spada leggendaria” ci dice

“A quanto ho letto, se un mortale la tocca, diventa polvere”

“Allora come possiamo uccidere l'Ombra se non possiamo impugnare la spada leggendaria?” chiedo e poi mi viene in mente

“Scusa, tu non puoi impugnarla?” chiedo rivolgendomi a Krisea che scuote la testa

“No, gli elfi non sono immortali, viviamo più a lungo degli esseri umani ma possiamo essere uccisi facilmente anche noi” risponde lei. Questo sì che è un problema, non posso rinunciare ai miei ricordi. Mentre penso, all'improvviso mi sento strano, il cuore si mette a pulsare diversamente dal solito, sento un'energia che non avevo mai avuto prima, mi manca l'aria e mi chino a terra. Guardo Leyha e Krisea e vedo le loro facce sorprese con gli occhi spalancati

“Perché...mi guardate così...? A-aiutatemi...non..respiro” dico e Krisea, riprendendosi, mi sorregge e risponde

“T...tu, che creatura sei?”

“U-un essere umano, n-non si vede...?” rispondo ancora più confuso e affannato. Sento la testa esplodermi finché all'improvviso, un dolore allucinante mi pervade il corpo come se fossi stato colpito da un fulmine. Lancio un urlo che riecheggia tra le montagne e poi, silenzio. Sento il corpo fumare, lo sento bollente ma il dolore e il mal di testa sono passati. Mi alzo a fatica e vedo le due ragazze ancora sorprese ma più spaventate

“E-e quelle?” dice Krisea indicando le mie orecchie. Le tocco e sento una forma diversa, come se le avessi a punta. Mi spavento e mi specchio nell'acqua. Il mio aspetto è cambiato! Le orecchie a punta, dei strani disegni sul viso e su tutto il corpo ma soprattutto, da quand'è che ho quel paio di ali nere?

“Ma cosa mi è successo? Nocturnia, che mi sta succedendo?” chiedo rivolto al drago che china il muso. Poso una mano sulla sua fronte e di nuovo delle immagini. Lo stesso bambino ma stavolta, ci sono anche due persone adulte ma non vedo i volti. Il bambino stavolta ha le orecchie a punta, un paio di ali nere e dei strani disegni sul corpo. Poi, sento una voce che dice

“Guarda, non è né umano né demone ma questo non cambia il mio amore per lui. Rimane e rimarrà per sempre il mio bambino. Sono solo un po' preoccupata per il suo futuro, cosa possiamo fare? Non appartiene a nessuna delle due razze” e un'altra voce che dice

“Ti sbagli, lui appartiene a tutte le razze” e poi, la connessione delle due menti si ferma. Sento delle lacrime sul mio viso

“I...i miei...mezzo-demone..? Cosa...” e inizio a ridere tristemente cadendo a terra

“E per tutto questo tempo...per tutto questo tempo mi sono illuso di essere un umano” e mi metto a piangere

“Perché non me l'hai detto prima? Perché non sei salita in superficie prima?” chiedo a Nocturnia ma risponde Leyha

“Forse non era il momento giusto”

“No! Dovevo saperlo, dovevo saperlo prima! Non vi avrei coinvolto! Avrei potuto salvare i miei compagni! I...miei compagni morti in battaglia...Chris, Matthew, Anthony, Carlos, Andrew, Matt, Nile, Paul, Mike, Rick...tutti quanti...POTEVO SALVARLI E TU...” dico, quasi urlando, battendo un pugno a terra. Mi sento in colpa, terribilmente in colpa per tutti quanti, la mia mente torna ai momenti passati con loro a bere e scherzare e delle lacrime rigano il mio viso.

“Nessuno di loro si meritava quella fine...” dissi, più a me che a loro. Continuai a piangere finché uno schiaffo violento mi colpisce in volto e Leyha mi dice

“Smettila di dire queste sciocchezze! Io sarei venuta lo stesso, anche se tu fossi stato un mezzo-demone o chissà altro! Mi sarei presa cura di te lo stesso perché non eri in grado di muoverti!”, io la guardo con uno sguardo sorpreso e con una mano sulla guancia pulsante

“A me non sarebbe interessato chi fosse, ti avrei pregato di salvarmi lo stesso” mi dice Krisea. Guardo a terra imbarazzato per quella scenata. Le lacrime continuano a scendere, anche se lente.

“Sono sicura, che i tuoi compagni non vorrebbero vederti ridotto così” mi dice Leyha chinandosi accanto a me. Non so cosa dire, è stato uno shock per me sapere così di punto in bianco di non essere un umano e sapere che se avessi voluto o se avessi saputo prima di esserlo, avrei potuto porre fine a quelle guerre senza senso. Poi, all'improvviso Nocturnia appoggia il suo muso sulla mia spalla. Leyha mi prende per le mani e Krisea si avvicina

“Scusa se ti ho schiaffeggiato ma ero fuori di me, sentirti dire certe cose” mi disse Leyha

“No, sono io che devo scusarmi, ho fatto una scenata” dico io e accarezzo il muso di Nocturnia. Alla fine, ci addormentiamo appoggiati al ventre del drago.

 

Il mattino dopo, ci mettiamo in cammino. Krisea aveva voluto venire con noi, anche dopo tanti tentativi per convincerla a tornare a casa. Siccome è giorno non voliamo ma camminiamo tra gli alberi del bosco. Stavolta, non andiamo dove potrebbe essere l'Ombra ma dove Krisea aveva detto si trovasse la spada. Ormai, il mio aspetto non cambia più e rimango con la forma da mezzo-demone. Sinceramente, non mi dispiace così tanto essere un’altra creatura, sempre che io non sia anche qualcos'altro. Camminiamo per qualche ora finché non arriviamo ad un villaggio

“Potremo fermarci chiedere informazioni” dico e mi avvio ma Leyha mi ferma

“Aspetta, se scoprissero che stiamo cercando la spada leggendaria penseranno che siamo un gruppo di assassini o qualcosa del genere e poi, come faremo col tuo aspetto?” mi dice

“Ah già, me ne ero dimenticato” dico io. Cerco di infilare le ali dentro la maglia piegandole più che posso ma senza successo, così prendo direttamente un mantello per coprirle e proseguiamo ma in questo villaggio sento qualcosa di strano, come un richiamo da cui non riesco a liberarmi

“Voi non sentite uno strano richiamo?” chiedo

“No, io non sento niente, tu?” dice Leyha

“Nemmeno io” dice l'elfa e Nocturnia scuote la testa. Perché lo sento solo io? Più ci avviciniamo al centro del villaggio e più diventa forte. Dopo tanti tentativi di liberarmi da quella sensazione, perdo il controllo di me stesso e cammino verso un pozzo. Leyha e Krisea cercano di fermarmi ma continuo a camminare, come attratto da qualcosa. Alla fine, ci gettiamo tutti e tre nel pozzo. Non c'è acqua ma un tunnel. Mi dirigo verso il tunnel e le ragazze mi seguono, cercando in tutti i modi di farmi svegliare. Alla fine, ci troviamo in una stanza grande che sembra un santuario e solo allora, mi riprendo

“Ma dove siamo?” chiedo

“Diccelo tu signor-seguo-il-richiamo, a quanto pare ci stava un tunnel in fondo ad un pozzo del villaggio” mi risponde Leyha, un po' seccata. Guardo in giro e mi avvicino all'arco d'entrata ma all'improvviso, compare un ragazzino, venuto da chissà dove che mi guarda freddamente

“Vuoi passare per questa entrata?” mi chiede e io annuisco senza capire

“Allora dovrò ucciderti” continua e si lancia verso di me. Io cerco di proteggermi ma è troppo veloce e mi ferisce la spalla. Il ragazzino prende la rincorsa e inizia ad attaccare di nuovo

“Perché mi stai attaccando? Leyha! Krisea! Per favore, datemi una mano” urlo ma nessuno risponde. Lancio un'occhiata veloce al punto dove si trovavano e non le vedo

“Ma cosa..” dico e il ragazzino risponde

“Loro non ci sono, non possono aiutarti, questo è un duello, non devono interferire” dice e continua a lanciare attacchi. Alla fine, vengo ferito in tutto il corpo e mi sento come se stessi per morire. Cado in ginocchio, è la fine, eppure non voglio morire prima di aver recuperato i miei ricordi. Senza preavviso, sento il mio corpo trasformarsi. Sento una forza al di sopra di tutto e il mio corpo scatta verso l'avversario, atterrandolo. Mi stupisco della mia velocità e della forza che sento ma riesco a riprendere il controllo del mio corpo prima di finire il ragazzino sorpreso e faccio appena in tempo a spostare la mano e battere il pugno a terra, provocando un buco enorme. Mi alzo da lui, non so cosa mi fosse successo, quella forza era spaventosa eppure meravigliosa. Guardo il ragazzino ma è già sparito finché non sento una presenza dietro le mie spalle

“Tu, cosa sei?” mi chiede

“A quanto pare un mezzo-demone, perché lo chiedi? Non ho controllo sul mio nuovo corpo quindi preferirei non combattere contro di te” gli dico guardandolo con la coda dell'occhio. Mi alzo e mi guardo intorno. Vedo che quella specie di barriera è sparita e Leyha e Krisea che mi guardano senza capire

“Che cosa è successo? Chi è quel ragazzino e poi, perché sei ricoperto di ferite?” mi chiede Leyha allarmata. Guardo il ragazzino e vedo che guarda a terra sconfitto così, ne approfitto per andare verso il tempio. Appena cerco di oltrepassare l'arco, una specie di muro mi ferma e mi elettrizza. Cado a terra, scosso e Krisea mi viene in soccorso

“Stai bene?” mi chiede

“Ma cosa è successo?”

“A quanto pare c'è una sorta di barriera” risponde Leyha da dietro e si avvia ma a lei non succede niente

“Mmmmh, pare sia una barriera per tenere lontano i demoni” dice

“E come posso venire allora?” ma inaspettatamente, mi viene un’idea. Provo ad attraversare di nuovo e stavolta ci riesco ma qualcosa è cambiato, sono tornato un essere umano! O almeno credo...perché dalle facce delle due ragazze non mi sembra

“Ok, non capisco più che razza di essere sei ma, fa niente, ci penseremo dopo” dice Leyha girandosi nuovamente verso la strada. La guardo confuso e ripenso a cosa ha detto

“Sei riuscito a passare! Forse è per il fatto che sei un mezzo-demo...ne...” dice Krisea, che passa tranquillamente la barriera e fermandosi a guardarmi

“Cosa ho che non va?”

“N-niente...” e mi passa seguendo Leyha. Ancora confuso, le seguo verso il tempio e più andiamo avanti, più mi sento in pericolo. Alla fine, entriamo nel tempio e troviamo una spada con fodero sull'altare pieno di pezzi di carta

“Hanno imposto dei sigilli, sono stati cauti” dice Leyha. Tendo la mano ma un'altra barriera mi respinge

“Stavolta nessuno può oltrepassarla eh?” Proviamo in tutti i modi ma la barriera continua a respingere tutto. Ad un certo punto, qualcosa mi ferisce il dito e una goccia di sangue cade sulla barriera. Lo stesso succede a Elenia e Krisea e alla fine, la barriera svanisce

“Ma cosa è successo? Il nostro sangue ha fatto sparire la barriera” dico, prendendo la spada senza problemi

“Forse è per il fatto che per anni gli umani e gli elfi sono stati nemici e la barriera è scomparsa per il fatto che siamo insieme” dice Krisea guardando Leyha

“Può essere, comunque almeno ora possiamo sconfiggere il nemico” dice lei. Appena usciamo dalla barriera d'entrata, la spada inizia a pulsare come se fosse viva. La mia forza demoniaca ritorna e il mio cuore inizia a pulsare a ritmo con la spada

“Morkiles” sussurro, Leyha e Krisea mi guardano con sguardo interrogativo

“Morkiles, questa spada si chiama Morkiles” ripeto.

 

Appena usciamo dal pozzo, vedo il ragazzino di prima

“Chi sei? Come sei riuscito a prendere la spada leggendaria?” mi chiede ed io gli rispondo tranquillamente

“Io mi chiamo Akuma e penso di essere metà umano e metà demone” dico ma subito dopo, sento le due ragazze tossire come per correggermi

“Che c'è? Cosa ho sbagliato stavolta?” chiedo seccato mentre loro due mi guardano preoccupate e pensierose. Le ignoro e guardo il ragazzino che sgrana gli occhi, per poi riprendersi

“Io sono l’esperimento no.160, incaricato di proteggere il santuario dove si trovava la spada leggendaria” poi, si inchina davanti a noi

“Vorrei venire con voi, se permesso. Vorrei vedere come potreste usare quella spada e vorrei anche che mi liberaste dal mio creatore” continua. Noi non capiamo e così lui si spiega meglio

“La mia vita è legata al mio creatore, lui può ordinarmi di fare qualcosa e io lo faccio senza esitare. Sono sotto il suo controllo e vorrei che voi uccideste quella persona.” Aspetta una nostra risposta e noi ne discutiamo un po'

“Accettiamo ma in cambio non devi causare problemi volontariamente” gli rispondo. Così, alla fine ci rimettiamo in viaggio alla ricerca dell'Ombra, con due compagni in più.





Angolo dell'autore
Ciao a tutti, spero che vi piaccia anche il secondo capitolo. Ho fatto un po' di modifiche per vedere se scritto così è più facile da leggere ;) Per favore, scrivete cosa ne pensate e anche se devo modificare ancora qualcosa per migliorare la scrittura. Grazie ^v^
Buona lettura

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Leyha è in pericolo! ***


Capitolo 3: Leyha è in pericolo!

 

È da quasi un mese che stiamo viaggiando ma non abbiamo ancora trovato nemmeno una traccia dell'Ombra. Abbiamo affrontato tanti mostri ma grazie a 160 ora riusciamo ad avanzare più velocemente. Ora che ho le ali, non devo salire sul drago e lascio posto invece a Leyha e Krisea. 160 invece viaggia a piedi, correndo

“160! Non sei stanco di correre?” urlo dal cielo

“No! Stai pure tranquillo, sto bene” risponde lui. Sinceramente non so come faccia a correre con una velocità simile per tanto tempo. Con questo pensiero in testa, non mi accorgo che sto andando sempre più in basso e mi risveglio dai pensieri appena prima di sbattere contro un ramo di un albero ma cadendo

“Stai bene Akuma?” chiede Leyha e il drago mi raggiunge

“Sì, sto bene credo, ma dove mi trovo?” dico io, guardandomi in torno. Mi sembrava di aver battuto la testa e caduto a terra ma no vedo traccia di alberi. Vedo solo terra e liane appese alle pareti e solo dopo un po' di tempo, mi accorgo di essere caduto in una buca

“Leyha! Krisea! 160! Sono qui!” urlo e poco dopo, gli altri mi raggiungono

“Ma dove siamo?” chiede Krisea

“Sembra una buca piuttosto ampia. Guardate! C'è un passaggio!” rispondo io ed inizio ad avviarmi ma una mano mi ferma

“Aspetta, non sappiamo cosa ci sia oltre quel vicolo” mi dice 160

“Beh, non lo sapremo mai se non andiamo” dico io e continuo a camminare. Il passaggio è buio e non si vede niente. Andiamo avanti alla cieca

“Ci siete tutti?” chiedo

“Krisea è qui ed anche io, sono 160, ma Leyha è scomparsa”

“Ok aspetta, COSA? Leyha non c'è più?” dico fermandomi

“Sì, penso si sia persa nel buio” risponde lui. Io torno indietro e gli altri mi seguono finché non cadiamo in un'altra buca.

 

Quando mi riprendo, sono in una stanza buia illuminata solo da alcuni strani fiori viola luminosi. Mi guardo intorno

“Leyha! Krisea! 160! Dove siete?!” urlo al vuoto

“Io sono qui! Akuma, sei tu?” dice una voce che sembra sia di Krisea

“Krisea sei tu? Arrivo” e seguo il suono della voce fino a raggiungerla e con lei c'è anche 160 ma nessuna traccia di Leyha

“Dov'è Leyha? L'avete trovata?” chiedo ma loro scuotono la testa. Accidenti, avrei dovuto essere più attento. Ora Leyha è scomparsa ed è tutta colpa della mia distrazione. Mi sento terribilmente in colpa ma ad un certo punto, sento un leggero odore di bosco, l'odore di Leyha! Lo seguo e mi ritrovo davanti ad un portone di metallo

“160, Krisea! Venite!” urlo e gli altri mi raggiungono

“Sento l'odore di Leyha provenire da questa porta ma non si apre” dico cercando di spingere o tirare la porta. Provo in tutti i modi ma niente. Ci deve essere un modo per entrare! Mi stringo le meningi e finalmente mi viene un’idea. Tiro fuori Morkiles e taglio il portone in due ma...senza successo

“Genio, Morkiles taglia solo i morti” mi dice 160

“Spostati” mi avverte. Io mi faccio da parte e questo mi basta per vedere 160 prendere la rincorsa e sbattere contro il portone, facendolo crollare

“Fa caldo qui dentro” dice

“Già si muore” rispondo ancora sorpreso della sua forza. È strano che faccia caldo sotto terra, a meno che non ci troviamo in un vulcano. Un vulcano, non ci avevo pensato!

“Probabilmente ci troviamo dentro un vulcano!” urlo a 160 e Krisea, che mi guardano sorpresi

“Che intendi dire?” mi chiede Krisea

“Esattamente quello che ho appena detto”

“Che cosa?!? Speriamo che Leyha stia bene” dice 160

“Ehi! Cos’è tutto questo interesse verso di lei così all’improvviso?” dico io rivolto a 160. Ma che mi prende? Come mai ora sono così arrabbiato con lui? Solo perché si è preoccupato un po’ per una compagna di viaggio?

“Eh? Come mai questo improvviso atteggiamento verso i miei confronti?” dice 160

“Beh, ecco...io....” balbetto. Mi sento un idiota. Guardo Krisea e vedo che mi guarda con aria dubbiosa

“Cosa c’è? Perché mi guardi così?” le chiedo

“Oh, niente, semplicemente mi è venuto in mente una cosa” risponde lei sorridendo

“Comunque, perché non dovrei preoccuparmi? L’hai notata anche tu la sua bellezza no?” dice 160

“Che...che....la sua bellezza? Ma che dici?” dico io, voltandomi poi dall’altra parte

“Ma allora sei proprio tonto, Leyha è come un raggio di sole in un giorno invernale, come la luce che attrae le falene, come una splendida rosa rossa tra mille margherite” dice 160, con gli occhi che sembravano brillare

“Che cosa?!? Ma sei impazzito o cosa?” dico io, arrossendo

“Ora basta! Dobbiamo trovare Leyha!” dice Krisea interrompendoci. Sono proprio senza speranza, la cosa importante ora è salvare Leyha. Corro verso dove proviene il suo odore e più vado avanti, più fa caldo. Alla fine, arriviamo in una vasta area piena di lava e con solo un ponte instabile di pietra

“E ora come facciamo?” dice 160

“No aspettate, mi è appena venuta un’idea” dice, guardandomi

“Cosa vuoi fare?” chiedo ma so già la risposta, semplicemente spero che non sia quella

“Tu puoi volare no?” dice con un ghigno. Lo sapevo, tocca sempre a me. Spiego le ali e volo verso l’altra parte. Arrivato, faccio un segno a 160 e Krisea, che ricambiano. Ora devo proseguire da solo e sono felice di farlo io. Non lascerei a 160 di salvare Leyha al posto mio. Ma che mi salta in mente? Perché penso a certe cose? No, devo salvarla anche per loro che non possono proseguire. Mi metto a correre come se qualcuno mi stesse seguendo. Corro fino a stancarmi e finalmente, arrivo in una stanza un po’ più fresca. Mi guardo intorno. È una sala molto grande illuminata solo da alcune torce. Ci sono panchine rovesciate o rotte dappertutto. Vado più avanti e solo allora capisco. Mi trovo in una chiesa! Ma che ci fa una chiesa in un vulcano o qualsiasi posto mi trovo, comunque sotto terra? Cerco Leyha e quando la vedo, sgrano gli occhi. Sulla croce, non c’è una statua, è lei! È lei, ne sono sicuro! Volo e la raggiungo. Cerco di slegarla ma le corde non si staccano allora mi metto a tagliarle con gli artigli. Leyha mi cade addosso, facendomi cadere a terra. Accidenti, ho sbattuto la testa! Ma lei? Sta bene? La guardo e noto che è solo svenuta. Meno male. La guardo meglio. È proprio come ha detto 160, la sua bellezza è incomparabile solo che lui l’ha descritta male. Piuttosto è come una stella che brilla in una notte senza luna, come la neve fredda eppure così affascinante, come una luce che accende le anime delle persone. Scuoto la testa, ma che mi sta succedendo oggi? Mentre sono immerso in questi pensieri, Leyha apre gli occhi

“Eh? Le...Le....Leyha!” balbetto

“Mh? Akuma? Che ci fai qui? Dove sia...” e si alza di scatto

“Ma cosa volevi fare?” mi chiede, guardandomi disgustata e spaventata

“E...ehi! Hai frainteso! Non ho fatto niente! Cioè intendo, ti ho salvata ma poi sei tu che sei caduta addosso a me!” dico io, imbarazzatissimo. Accidenti ai miei pensieri, forse dovevo semplicemente portarla dagli altri invece che soffermarmi a guardarla!

“Mh...ehm...vieni, raggiungiamo gli altri” le dico alzandomi e mi avvio. Non sentendo i suoi passi mi giro ma vedo solo una nebbiolina rosa che velocemente si diffonde in tutta la sala e...ha un odore strano che prima non c’era ma mi accorgo che è aria sonnifera solo troppo tardi. Il mio corpo cede e le mie palpebre si chiudono. Mi sento stanco, molto stanco e alla fine svengo.

 

Mi sveglio che sono legato con catene. Mi guardo intorno, dov’è finita Leyha? E la mia spada?! Cerco di liberarmi con solo le mie forze ma il mio corpo è ancora addormentato. Cerco con lo sguardo Leyha ma non c’è. Tento ancora di liberarmi ma invano. Mentre mi muovo freneticamente, qualcuno entra nella sala. Un uomo alto e robusto con una spada in mano. Morkiles!

“Ehi tu! Che ne hai fatto della ragazza?!?” urlo

“Non parlare, o ti taglio la lingua!” dice lui e mi da un calcio nel fianco. Fa male! Anche se sono un mezzo-demone, fa molto male lo stesso. Mi piego in due per il dolore

“Huh, non sei nella posizione giusta per fare domande, ormai sei sotto l’effetto del veleno” mi dice. Io rimango piegato, mi fa male il corpo. Veleno? Quell’aria sonnifera in verità era veleno? No, sono sicuro che quello era sonnifero, allora me l’avranno fatto bere

“Maledetto, ti ucciderò se scopro che hai fatto del male a Leyha” dico

“Ho detto di non parlare!” dice lui e mi rifila un calcio alla pancia. Sento come un conato di vomito e sputo. Sangue, anche le creature come me possono essere in certe condizioni? Ma non posso rimanere qui, se sto fermo senza fare niente, prima o poi succederà qualcosa a Leyha. Con le mani cerco di rompere il lucchetto ma niente. Quando noto che l’uomo sta dormendo profondamente, cerco di liberarmi di nuovo con solo le mie forze e penso a lei. Devo trovarla e salvarla ad ogni costo! Con tutta la forza che ho, allargo le braccia e finalmente, le catene si spezzano

'Ci sono riuscito! Non ci posso credere!' no, non devo montarmi la testa, devo trovare Leyha. Esco da quella stanza e corro alla ricerca dell’odore o di qualsiasi traccia della ragazza. Quando ormai non avevo più forze di riserva, un leggero ma inconfondibile odore, l’odore di lei. Mi aiuto con le mani fino alla provenienza di quel profumo di bosco. Ogni movimento sembra impossibile, il veleno sta facendo effetto. Il mio corpo sembra sempre più pesante, la mia vista si sta offuscando. Accidenti, nemmeno un corpo del genere riesce a resistere a lungo al veleno. Continuo a camminare finché non arrivo davanti ad una porta, la apro e vedo Leyha. Mi sento sollevato, sta bene. Chiudo gli occhi per un momento appoggiato al lato della porta ma poi, odore di sangue. Spalanco gli occhi all’improvviso e guardo meglio Leyha. Per terra vedo del sangue. Mi guardo intorno e non vedo nessuno. Così mi avvicino a lei. I suoi vestiti sono sporchi di sangue, i suoi occhi sono chiusi ma il suo cuore sta ancora palpitando, anche se debolmente

“Leyha, svegliati!” dico ma lei non si muove

“Leyha! Svegliati! Svegliati!” dico quasi urlando ma niente. La scuoto più che posso continuando a urlare il suo nome temendo il peggio. Cosa avrei fatto senza di lei? Proprio ora che...io...

“A-Aku...ma...non...respiro...” la sento dire con la voce soffocata. La guardo con occhi sbarrati e solo allora mi accorgo di averla scossa stringendole la base del collo. Tolgo immediatamente le mani e cado a terra

“Leyha...quel sangue...tu...” mormoro. Leyha guarda a terra e vede la pozza di sangue. Fa un'espressione spaventata e mi guarda ma vedendomi senza ferite, tira un sospiro di sollievo

“Meno male stai bene, pensavo che...” si blocca vedendomi a terra senza forze. Io la guardo, ancora non posso crederci, è viva! Sorrido e mi alzo ma cado nuovamente. Accidenti, mi ero dimenticato del veleno! La guardo con un'espressione tra il felice e l'imbarazzato e anche preoccupato. Sono felice e sollevato che Leyha stia bene ma ora come farò a proteggerla se non riesco nemmeno ad alzarmi?

“Che ti è successo?” mi chiede e io la guardo

“Veleno, mi hanno fatto bere del veleno per paralizzarmi” le rispondo io. Cerco di alzarmi di nuovo ma niente, il mio corpo non mi risponde più

“Aspetta un attimo qui, mentre venivo portata qui, ho notato una boccetta strana, forse è l’antidoto” mi dice e va verso una mensola frettolosamente, prende una boccetta con del liquido rosso-viola e me lo porge. Indugio un attimo, e se fosse quello il veleno? Per ora non ha importanza, devo decidere, tanto rischierei di morire in entrambi i casi. Ne bevo un po’ ma mi sento ancora peggio

“Non funziona...sto anche peggio” dico

“Allora forse devi respirarlo!” e dicendo così, prese delle foglie e iniziò a sbattere due pietre che aveva trovato lì vicino le une contro le altre finché non si accese una fiammella che diventò più grande. Prese la boccetta e la mise sul fuoco e del fumo si diffuse nella sala. Io indugio ma prendo un bel respiro profondo e sorprendentemente, sento il mio corpo come rinascere

“Funziona!” dico

“Bene, ora possiamo tornare dagli altri”

“Certo ma prima devo recuperare la mia spada” dico. Ci avviamo verso la sala dove mi trovavo io e trovo l’omone ancora addormentato. Mi avvicino piano, prendo la spada e ritorno indietro. Insieme a Leyha, cerco di seguire l’odore della lava fino ad arrivare al ponte di pietra. Io volo ma Leyha deve oltrepassare il ponte. Non riesco a portarla in volo, non sono così forte da portare entrambi. Rimango vicino a lei in caso cadesse. Finalmente raggiungiamo l’altra parte ma Leyha cade in ginocchio

“Che cos’hai Leyha?” le chiedo

“Il corpo....il mio corpo....brucia....” balbetta dal dolore e poi, la parte di roccia su cui stava cede

“Leyha!!” dico e cerco di afferrarla ma la manco. Riprovo ma niente e alla fine, cade nella lava

“Leyha!!!!!” urlo, con le lacrime agli occhi e con la mano ancora tesa. Non sono riuscito a salvarla. Mi siedo sulle rocce roventi con gli occhi gonfi e ancora sbarrati

“Leyha...” mormoro

“Leyha...” dico di nuovo. Colei a cui tenevo di più, perché a me? Che sia mio destino soffrire così tanto? I ricordi di lei mi affollano la mente. Di lei che si occupava di me quando ero ferito e anche di lei quando aveva deciso di venire con me. Non avrei dovuto farla venire. Avrei dovuto insistere finché non l’avrei convinta o addirittura legarla, se necessario. Sono proprio un egoista. L’ho fatta venire solo perché così non sarei rimasto solo. Il calore mi sta bruciando le gambe ma non mi importa. Guardo il pavimento. Dentro di me, sento solo tanta tristezza e una rabbia incontrollabile, una rabbia contro me stesso. Urlo a squarciagola finché non sento un cambiamento dentro di me, come uno strappo. Sento come se il sangue diventasse calda come la lava, nella mia mente solo l’immagine di Leyha che cadeva nella lava. Urlo di nuovo con le lacrime agli occhi e tutta la lava che c’era lì salta in aria ed esce nella superficie finché non rimane più niente. Guardo verso il buco ormai vuoto e scorgo qualcosa a terra. Vado e vedo il corpo di Leyha. Incredibilmente, non è stata bruciata completamente! Arrivato, la prendo in braccio e la guardo. Quel viso candido che mi ha sempre dato conforto, quei capelli marroni come la terra, con qualche ciocca bionda come i girasoli. Un’altra lacrima cade sul viso di Leyha e poi altre ed altre ancora. Porto Leyha in braccio fino all’uscita, dove Krisea e 160 mi aspettavano

“Finalmente! Ci hai messo prop...” dice 160

“Che è successo a Leyha!?” mi chiede. Io non rispondo, non ne ho il coraggio

“Rispondimi!” mi urla contro ma non dico niente, semplicemente, poso a terra il corpo di Leyha, con la sua testa sulle mie gambe e la guardo. Come vorrei che ci fosse un modo per farla ritornare indietro. Una lacrima cade nella sua bocca. Un’altra e un’altra ancora. Chiudo gli occhi. Una mano mi accarezza il viso. Apro gli occhi e vedo Leyha sveglia. Ma come è possibile? L’ho vista cadere nella lava!

“Ma come...” dico ma non riesco a trovare le parole giuste

“Akuma, non piangere...mi spezza il cuore vederti così” mi dice con voce gentile

“M-ma...Leyha tu...come farò a vivere senza di te?”

“Akuma guardami meglio” continua e mi guarda negli occhi. Io mi perdo in quei suoi occhi color cioccolato, come se fosse un magnete e solo allora, vedo uno strano bagliore

“Cosa ti è successo?” le chiedo e lei si alza a sedere, continuando a guardarmi negli occhi

“Non saprei spiegarti come, ma...ho dei vaghi ricordi” mi risponde e la guardo confuso

“Akuma, ti spiego tutto” mi dice lei. Inizia a raccontare da quando era caduta nella buca del passaggio sotterraneo. Quando era arrivata giù, era andata avanti ed era arrivata al portone, era entrata ma qualcuno l’aveva dato un colpo alla testa ed era svenuta. Quando si era risvegliata, era nella chiesa e quando ero arrivato io, era sollevata. Mi stava seguendo quando di uovo, qualcuno l’aveva presa e portata nella sala dove l’avevo trovata io. Le avevano iniettato qualcosa che aveva iniziato a ribollire nel sangue del corpo di Leyha. Poi, le avevano tagliato il fianco destro ma poco dopo si era rigenerato e così via. Poi, era svenuta per la stanchezza e per il dolore

“Per questo il mio corpo è rimasto integro” finisce. Sono arrabbiatissimo che le avevano fatto del male, non posso perdonarli

“E non è tutto” continua lei

“Ho sentito da quelle persone che ora posso anche far rivivere dei disegni ma solo se fatti sul mio stesso corpo.” Ok, questa mi è nuova, da quando esiste un potere che permette di far rivivere dei tatuaggi?

“E alla fine mi hanno disegnato questo sulla schiena” dice, girandosi e facendo vedere la schiena. Una fenice rossa come il fuoco era stata tatuata sulla maggior parte della schiena. La guardo sorpreso, poi mi rendo conto che si tratta della sua schiena e tiro giù il vestito, imbarazzatissimo. Guardo gli altri due, che sono sorpresi quanto me ma penso che loro siano sorpresi più per quello che avevo fatto. Ora che faccio? Cosa stanno pensando di me?

“Co...cosa avete da guardare?” balbetto

“Mh? Oh, niente” e si girano dall’altra parte. Che gran compagni che ho, eh? È tarda sera e la luna oggi è a spicchio. Eh, una notte splendida direi, le stelle illuminano tutto il cielo ma per me, la cosa che illuminava di più era Leyha.






Angolo dell'autore
Ciao a tutti, vi auguro una buona lettura! spero che questo capitolo vi piaccia :) senza rendermene conto, l'ho scritto più lungo del previsto - _ - ' comunque, per favore, scrivete cosa ne pensate e se devo fare delle modifiche ^v^ grazie

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Il covo ***


Capitolo 4: Il covo

 

È mattina, il sole mi acceca gli occhi. L'ultima cosa che ricordo era la sera luminosa di ieri. Ma cosa è successo dopo? Non ricordo. Mi alzo mezzo addormentato e vado verso un fiume lì vicino. Non ricordo ci fosse un fiume. Mi bagno la faccia per svegliarmi per bene e ritorno indietro. Vedo Nocturnia, 160 e Krisea che dormono ancora ma non vedo Leyha. Sarà andata a fare un giro, che sonno. Mi siedo un attimo per terra e cerco di riprendermi e ricordare quello che era successo ieri. Ricordo che eravamo di nuovo tutti insieme e stavamo ammirando il cielo notturno ma poi? Cosa abbiamo fatto? Ad un certo punto, un rumore dietro di me. Mi giro di scatto, c'è qualcuno dietro il cespuglio. Poso la mano su Morkiles ma poi esce solo un lupo bianco. Che spavento, pensavo fosse chissà che ma pensandoci, che ci fa un lupo bianco in questo periodo? Non dovrebbero essere in letargo? Questo è sospetto, seguo da lontano l'animale fino ad una radura ma poi scompare dalla mia vista. Non sento nemmeno il suo odore. Cammino verso dove potrebbe trovarsi e invece, trovo Leyha e solo allora capisco

“Hai usato il tuo potere per ingannarmi, vero?” le chiedo e lei mi guarda con aria divertita

“Beh, volevo vedere come avresti reagito” disse lei, mostrando un tatuaggio di un lupo sul braccio. Mi siedo accanto a lei e noto che si è tagliata i capelli. Ma quando? Forse mentre dormivo

“Perché ti sei tagliata i capelli?” le chiedo

“Erano troppo lunghi” mi risponde lei. La guardo. In effetti, ci sta meglio così, con i capelli lunghi appena oltre le spalle. La vedo dare del cibo ad una coppia di uccellini, che poi volano via. Mi ricordano un po' lei e me, che volavamo su Nocturnia. Guardo gli uccellini finché non scompaiono dalla mia vista

“Dovremo tornare, se gli altri si svegliano e non ci vedono, poi penseranno che ci sia successo qualcosa” dico e mi alzo.

 

Arrivati là, 160 si lancia davanti a Leyha

“Leyha! Meno male che sei sana e salva, cosa ha fatto Akuma stavolta?” chiede

“Lui non ha fatto proprio niente” risponde Leyha, confusa quanto me

“Akuma, se metti in pericolo Leyha di nuovo, te ne farò pentire” mi dice. Ma che gli prende? Come mai tutto questo interesse verso di lei? Non sarà che...no, non voglio pensarci, ma potrebbe essere. Devo esserne sicuro

“160, vieni, dobbiamo parlare” dico e lo porto in un posto dove non possono sentirci

“Sei innamorato di Leyha, vero?” gli chiedo

“E cosa te lo fa pensare?”

“Il tuo atteggiamento nei suoi confronti” gli rispondo

“Beh...ecco....sì, lei mi piace e allora? Che c'è di male?” mi chiede guardandomi. Lo guardo con gli occhi sgranati e sorpresi, lo ammette così semplicemente? Senza esitazioni?

“B....beh, n...non provarci ancora....se non vuoi.....morire” balbetto, mi giro e me ne vado. Che imbranato! Non si può neanche considerare una minaccia. Pensandoci, perché dovrei minacciarlo? Perché sento questa sensazione al cuore come se fossi arrabbiato dei sentimenti di 160 verso Leyha? Dovrei essere felice che vadano d'accordo eppure...non lo so, sarà una cosa passeggera. Torno dagli altri che mi guardano come se dovessi delle spiegazioni

“D...dovevamo chiarire una faccenda” dico semplicemente e mi avvio verso Nocturnia.

 

Ci rimettiamo in viaggio cercando qualcosa che potrebbe portarci al covo dell'Ombra

“È ormai da più di un'ora che stiamo camminando e non abbiamo ancora trovato niente, non possiamo fare una sosta?” chiede Krisea, stancamente

“Aspetta, mi è venuta un'idea” e si disegna dei cavalli sulla mano per poi farli prendere vita

“Ecco, ora potremo andare più veloci” disse, dando le redini di un cavallo all'elfa. Alla fine, solo Leyha e Krisea cavalcarono i cavalli mentre io e 160 ci mettemmo a correre. Io correvo in testa, in caso sentissi o vedesi qualche traccia e 160 chiudeva la fila. Nocturnia invece, volava nel cielo e dando avvertimenti in caso di pericolo in vista. Abbiamo continuato così per un certo tempo, poi ci siamo fermati per far riposare Nocturnia e tutti noi. Ancora non abbiamo trovato niente, possibile che si sia nascosto così bene da evitare pure il fiuto e la vista di un mezzo-demone? Mentre pensavo a questo, qualcosa di nero che sembrava galleggiare sul fiume mi passa sotto gli occhi. Cerco di prenderlo ma è come cercare di prendere l'aria. Sembra come il mio riflesso o la mia ombra. La mia ombra, che sia una parte dell'Ombra?

“Ragazzi, guardate cosa ho trovato” dico agli altri, che si avvicinano

“Sembra un pezzo dell'Ombra!” esclama 160

“Aspettate, vediamo” dice Krisea, tirando fuori un pezzo di vetro. Lo mise in modo da riflettere la luce del sole e fece in modo che il raggio riflesso andasse contro l'Ombra, che come magia, sembrava dividersi o sparire

“Sì, fa parte dell'Ombra, forse si è esposto alla luce per un po' di tempo ed è stato ferito, questo deve essere il suo sangue o un pezzo del suo corpo” conclude Krisea. Io lo annuso per bene in modo da ricordarmelo. Ha odore di tomba, di sangue ma anche morte e....questo cos'è? È stranamente fresco, odore di pioggia invernale, il profumo della pioggia quando cade nell'erba. No, non è pioggia...sembra...odore di lacrime? Sì, sono proprio lacrime, quelle che si versano ai funerali. Una tale tristezza mi attraversa l'anima, che mi succede? Perché ora mi sento così triste? Perché mi vengono in mente di nuovo le immagini di quando Leyha era stata inghiottita dalla lava? No, non voglio che succeda una cosa del genere, Leyha è qui, viva, ma allora perché piango? Perché questa visione è così reale da farmi intristire? Perché questo sentimento legato a lei è così reale, come se tenessi a lei più di chiunque altro?

“N...non capisco....perché....” sussurro e vedo Leyha avvicinarsi

“Cos'hai Akuma? Ti senti male? Perché stai piangendo?” mi chiede. Io la guardo con le lacrime che non vogliono smettono di scendere

“Le....Leyha....Leyha!” dico e la abbraccio

“Perché mi sento così triste, perché rievoco i ricordi di quando eri caduta nella lava!” dico. Leyha sembra sorpresa, ma poi mi stringe come se fossi un bambino che ha perso i genitori

“Stai tranquillo, sono qui, sono viva, non preoccuparti, va tutto bene” mi dice e mi accarezza la testa. Mi sento come se mi calmassi ma un po' di quella tristezza rimane da qualche parte nel mio cuore. Non permetterò che succeda qualcosa di simile a Leyha una seconda volta. Mi stacco da lei, asciugandomi le lacrime e la guardo negli occhi. Quei bei occhi marroni che non mi hanno mai guardato dall'alto in basso, che non mi ha mai guardato come se fossi un mostro quando ha scoperto la mia vera identità, che mi ha guardato come se fossi una persona bisognosa di farsi curare all'animo, ed è vero. Mi sentivo solo quando avevo scoperto che tutti i miei compagni erano morti ma lei mi aveva dato coraggio di andare avanti e.....di starle accanto per sempre. Questo sentimento così forte verso di lei, che mi sia innamorato? Senza neanche accorgermene? Questo spiegherebbe il perché dei sentimenti negativi verso 160, gelosia. Ero geloso di 160, ma perché non l'ho realizzato prima? Forse ero troppo immaturo per capirlo o semplicemente perché non avevo mai provato qualcosa di simile prima

“Leyha, io...” inizio

“Tu?”

“Io...ecco...io....ti ringrazio per tutto quello che fai per me, lo apprezzo molto” dico. Che idiota, volevo dirle quello che provavo ma alla fine, non ce l'ho fatta. Perché è così difficile? 160 l'ha fatto senza esitare, perché io non ci riesco? Forse non sono ancora pronto, glielo dirò quando tutto questo sarà finito, quando avrò riavuto i miei ricordi

“Prego, non c'è di che” dice lei

“Andiamo ora, ormai hai memorizzato il suo odore, no? E poi, se si trovava sul fiume, vuol dire che si trova più in su” continua e sale sul cavallo. Già, ormai non dovremmo essere lontani. Seguiamo il corso del fiume, su per la montagna. La strada è molto lunga ma così ho più tempo per pensare. E se l'Ombra avesse fatto apposta a lasciare quella traccia per tenderci una trappola? È una cosa ragionevole in fondo ma non ne sono sicuro. Non so se l'Ombra sia così intelligente da tenderci una trappola del genere. Accidenti, non lo so proprio e tutti questi pensieri mi fanno venire il mal di testa. Ci sono pure i sentimenti che provo per Leyha che mi confondono ancora di più. Alla fine mi fermo un attimo e mi tengo la testa fra le mani. Non ce la faccio più, ormai ho la testa che mi scoppia. Gli altri notano che mi sono fermato e mi raggiungono

“C'è qualche problema?” mi chiede Krisea

“Eh? Ah, beh, pensavo, se questo non fosse tutto un piano dell'Ombra per tenderci una trappola? Mi sembra strano che abbia lasciato indietro un suo pezzo” dico. Gli altri ci pensano su

“Beh, in effetti, è stato troppo facile” concorda 160

“Non so, magari non se n'è accorto” dice Leyha

“Ma vi sembra che uno che riesce addirittura a cancellare i ricordi si faccia fregare così?” dico. Mi dirigo verso Nocturnia e le accarezzo il muso. Per caso, le tocco la fronte e le menti si connettono. Non vedo niente, è tutto buio. Sento solo una voce che ride malvagia e tutto ad un tratto, il buio svanisce e mi ritrovo in gabbia. Vedo un mantello nero e quando si gira, il volto è nascosto da una maschera. Dalla porta dietro di lui, vedo uscire il bambino incatenato e ipnotizzato, a quanto sembra. Mi guardo intorno, sono in un palazzo scuro, fatto di un materiale strano, come se fosse cristallo ma è nero come la pece. A illuminare la stanza ci sono solo delle candele che rendono la stanza ancora più lugubre. Improvvisamente, l'uomo nero pronuncia una formula e mi sento cadere, come in un vortice. La menti si staccano e vedo tutti che mi guardano

“Non è lì che si trova l'Ombra, se continuiamo per questa via, troveremo una grotta ma il covo dell'Ombra si trova in un palazzo tutto nero” dico e tutti si mettono a riflettere. Dove possiamo trovare un palazzo fatto di cristallo nero? Improvvisamente, Krisea sembra avere un'idea

“Forse so di quale stiamo parlando. Ne avevo sentito parlare mentre vagavo tra i paesi. Avevo sentito di un palazzo di cristallo nero e che tutti quelli che si erano avvicinati, tornavano solo i cadaveri”

“E dove si trova questo palazzo? Dalla descrizione sembra proprio quello che cerchiamo” dico ma lei scuote la testa

“Non so dove si trovi” dice soltanto. Mi siedo su una roccia. Ora sappiamo che un palazzo del genere esiste davvero ma più importante è dove si trova. Mi metto a disegnare qualcosa con un bastoncino per terra, senza farci caso

“Aspetta, Akuma! Lascia il disegno così come l'hai fatto!” esclama Leyha. Io mi blocco e guardo cosa ho disegnato, una specie di mappa! Ma da dove salta fuori questa? Leyha se lo copia sul braccio e lo rende reale, in modo da vederci meglio

“Hai disegnato dove si trovano tutti i palazzi del Mondo di Sotto!” esclama Krisea

“Andiamo per eliminazione. Ho visitato i castelli a est e sud e nessuno di quelli è quello che stiamo cercando” continua

“Vediamo, sono in tutto nove castelli, quelli che hai visitato tu sono quattro, quindi ce ne mancano cinque, ma sono distanti da qui. Forse ci conviene controllare tutti i castelli, magari l'Ombra ne ha presa una che avevi già visitato” dice Leyha e tutti annuiscono. È notte quindi ci fermiamo vicino al fiume. Guardo le stelle e contemplo la luna, per poi addormentarmi in un sonno profondo.






Angolo dell'autore
Ciao a tutti! spero che la storia vi continui a piacere. spero che anche questo capitolo vi piaccia e, per favore, recensite :) se trovate qualcosa che potrei migliorare, per favore scrivetemelo X) perdonatemi se nel capitolo prima potevo scrivere meglio, ero di fretta
grazie e buona letture ^v^

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Il primo castello ***


Capitolo 5: Il primo castello

 

Sono stanco. Mi appoggio ad un ramo per prendere fiato ma so che mi raggiungeranno tra poco e mi rimetto a correre. I rami e le foglie mi graffiano le gambe, le braccia e il viso ma non ci faccio caso, in questo momento devo correre. Riesco a sentire i loro passi ma non vedo i loro volti. Sono creature nere dal volto coperto che mi seguono in un bosco che sembra un incubo. Gli alberi sono spogli e bianchi, il loro viso come se si stessero lamentando, l'erba, se possiamo chiamarla così, era secca e sembrava di correre su ossa. Ululati e strani versi si sentivano da tutte le parti ma si sentiva soprattutto il fruscio dei miei inseguitori. Mentre corro cercando di non pensare a che razza di creatura fossero, inciampo su un dannato ramo e rotolo a terra. Mi rialzo il più veloce possibile ma come dei fulmini mi raggiungono e il loro cappuccio cade, rivelandone l'aspetto.

 

Mi sveglio di soprassalto, pieno di sudore e urlando. Vedo Leyha che mi guarda preoccupata con uno straccio bagnato in mano. Mi guardo intorno

“Ma cosa è successo? Dove sono?” farfuglio, confuso e scuotendo la testa

“Sei a casa di un signore della città gemella Jemes, ha visto che eravamo in strada e che tu stavi male e così, ci ha proposto di venire qui” rispose Krisea, porgendomi una ciotola di zuppa calda. La presi e solo allora, notai le mie mani fasciate

“Cosa è successo ieri? Perché ho le mani fasciate? Non ricordo nulla” dico, cercando di ricordare

“Ieri notte qualcuno ci ha teso un'imboscata. Probabilmente erano banditi ma sapevano lottare bene, erano dei bravi spadaccini” mi disse Leyha, togliendo le fasce e controllando le mani

“Incredibilmente le ferite sono guarite, ora vediamo la schiena” continua, andando dall'altra parte del letto e guardando con attenzione

“Qui invece hai ancora il taglio profondo inferto da quello che presumo fosse il capo” conclude, mettendo una crema che mi fece bruciare la schiena a morte. Mi faccio spiegare quello che era successo mentre Leyha mi cura e fascia le ferite. A quanto pare, la notte un gruppo di persone ci ha attaccati dagli alberi. Avevamo combattuto ma erano molto bravi e di conseguenza, tutti abbiamo ricevuto tagli. 160 dice che mi ha visto combattere con qualcuno che usava due sciabole e che continuava a parlare una lingua sconosciuta. Io a quanto pare avevo combattuto ma ero finito per farmi tagliare fino a cadere in ginocchio.

“Quindi quel taglio sulla schiena me l'ha inferto lui?” chiedo

“O lei, non so se fosse una donna o un uomo, erano tutti vestiti uguali e il viso coperto da maschere e tutti si muovevano velocissimi” risponde 160. Improvvisamente, mi viene un lungo brivido sulla schiena, segno che qualcosa non andava, qualcosa stava per accadere.

“Dove si trova il castello più vicino?” chiedo, prendendo la mappa

“Dovrebbe trovarsi da queste parti, possiamo chiedere al padrone di casa” opta Leyha e io annuisco, assorto nei miei pensieri. È come se avessi vissuto qualcosa di simile, le maschere, due sciabole, ricordo di aver sognato qualcosa di simile ma non ricordo molto. Più ci penso e più mi confondo, forse per ora è meglio andare al castello e basta. Quando torna il signore, lo ringraziamo e gli chiediamo come arrivarci e infine, lo ringraziamo ancora.

Arrivati, controlliamo ogni angolo, ogni parete e addirittura dietro statue o librerie in caso ci fossero entrate segrete ma non trovammo niente. Alla fine, quando stavano per chiudere ai visitatori, Krisea controlla un ultima volta una libreria e all'improvviso scompare

“Ma dov'è finita Krisea? Era qui dietro di noi” dice 160

“Non lo so, forse è andata in bagno” dice Leyha ma ripensandoci, ce l'avrebbe detto

“O forse ha trovato un passaggio e per sbaglio ci è caduta dentro” dico io, mentre mi avvio verso dove prima c'era Krisea. Esamino la libreria ma niente di strano, controllo dietro e sposto i libri ma non succede niente. Continuo a guardare e ad un certo punto, noto qualcosa brillare in una libreria più in là, mi avvicino e noto che sono scritte ma in una lingua a me sconosciuta

“Cosa c'è scritto?” chiedo

“Questo è runico, una lingua oscura che usano soltanto gli stregoni più potenti” risponde 160

“Dice: Uno è due e due sono uno, che significa?” continua 160, cercando di capire cosa significasse. Sinceramente, non lo so neanche io, è la prima volta che sento un indovinello del genere. Ci penso un po' su ma non mi viene in mente niente, uno è due e due sono uno, forse si riferisce alla medaglia, una medaglia ha due facce

“Forse è medaglia, ha due facce no?” sussurro ma non succede niente. Perfetto, Krisea è probabilmente in pericolo da qualche parte e noi siamo qui a romperci la testa per un indovinello impossibile

“Akuma, hai appena detto che la medaglia ha due facce, giusto?” mi chiede Leyha

“Sì, perché? Ti è venuto in mente qualcosa?” chiedo e 160 si batte un pugno sulla mano, segno che aveva avuto qualche illuminazione

“Ma certo! Perché non ci ho pensato prima?” dice

“Ma cosa? Cosa vi è venuto in mente? Non capisco” farfuglio, grattandomi la testa

“Cos'è che sembra una medaglia, non ti viene in mente niente il detto due facce della stessa medaglia?” mi chiede Leyha. Ci penso un po' su, questo detto l'avevo già sentito un sacco di volte ma non ne avevo mai compreso il senso. Di solito, i miei compagni lo dicevano quando due cose o persone si assomigliavano....ma certo! Due cose o persone che si assomigliano!

“Potrebbe essere tipo 'gemelli'?” dico e aspettiamo ma non succede niente

“Niente da fare, avrò sbagliato qualcosa” dico, sedendomi per terra

“Vediamo, se la scritta era in runico, come si dice 'gemelli' in runico?” chiede Leyha a 160

“Non lo so, non ho mai studiato bene il runico...vediamo, può essere 'iornuc'?” dice per ipotizzare ma non succede niente comunque

“E se invece dobbiamo leggere l'indovinello in runico?” dico

“Se fosse così sarebbe troppo banale ma proviamo lo stesso 'IUN SA DONET SUI DONET SA IUN'” dice 160 e aspettiamo. All'improvviso, la libreria si mosse e si spostò, scoprendo un velo verde-acqua. Lo tocco con un dito e il velo reagisce come l'acqua. Immergo una mano e senza preavviso, mi risucchia dentro. 160 e Leyha cercano di prendermi per i piedi ma vengono risucchiati anche loro e alla fine, ci ritroviamo sdraiati per terra, in un luogo sperduto, simile ad una stanza senza tempo, come se fossimo in uno spazio a scacchiera. Cerchiamo Krisea dappertutto ma invano. Possibile che sia scomparsa nel nulla? La chiamiamo per un certo tempo ma niente, si sente solo l'eco delle nostre voci. Mentre cercavamo di raggiungerci l'un l'altro, delle voci si espansero nello spazio, ma più che delle voci sembrano risate. Qualcuno sta ridendo di noi. Improvvisamente, lo spazio cambia e mi ritrovo in un labirinto di specchi. Mi guardo intorno sperduto

“LEYHA! 160! DOVE SIETE?!” urlo ma nessuno mi risponde. Continuo a camminare, in compagnia solo del mio stesso riflesso. Mi fermo a specchiarmi,. Sono solo ora, spero solo che Leyha sia con 160, se fosse così, almeno lei non sarebbe sola. Con questo pensiero in testa, cerco un'uscita, continuo a camminare quando all'improvviso, noto qualcosa muoversi. Mi giro ma non vedo nessuno, eppure mi è sembrato di vedere qualcuno dai capelli bianchi. Mi guardo intorno, stando all'erta e quando il mio sguardo si posa sul riflesso davanti a me, vedo che qualcosa è cambiato. La figura non sono io, ora che lo guardo bene. Mi avvicino meglio e la figura inizia a parlare

“Uhuhuh, vedo che te ne sei accorto finalmente”

“Chi sei? Dove sono i miei amici?” gli dico

“Oh, loro? Sei preoccupato per loro? E se non ti rispondessi?” mi dice, ridendo

“Falla finita e dimmi dove sono”

“Ehi, stai tranquillo” continua, uscendo dallo specchio e poggiando i piedi come se fosse leggero come una piuma

“Non ti voglio fare niente, semplicemente...”

“Vogliamo capire che cosa sei” continua uno alle mie spalle. Mi giro di scatto e mi ritrovo faccia a faccia con uno identico all'altro. Ecco cosa voleva dire l'indovinello, si riferiva a due gemelli, erano loro ad avere pianificato tutto

“Dove sono i miei amici?” chiedo di nuovo

“Dove sono? Da qualche parte” rispondono all'unisono

“Non scherzate con me, non sono qui per giocare” dico

“E chi gioca, abbiamo detto solo che vogliamo capire cosa sei, che creatura sei. Tu non sei un essere umano ma non sei nemmeno un demone, quindi cosa sei?” chiedono

“Se rispondi...” inizia uno

“Forse ti mostreremo dove si trovano i tuoi amici” finisce l'altro. Non so cosa fare, non sono sicuro nemmeno io che creatura sono. Forse sono un mezzo-demone, o forse sono qualcos'altro

“E va bene, sono un mezzo-demone, ora ditemi dove sono i miei amici” dico

“Ma guarda, un mezzo-demone. Mi chiedo che ci faceva con un'elfa, un'umana e un esperimento fuggitivo” dice uno

“Comunque, non era quello che pensavamo, potremo tenercelo come passatempo, è così divertente” dice l'altro e io mi infurio

“Ora basta! Avevate detto che mi avreste mostrato dove si trovano i miei amici, quindi ditemelo!” urlo. Loro prima mi guardano stupiti, poi sul loro viso si forma un sogghigno

“D'accordo, allora ti mostreremo dove si trovano” dicono e in uno degli specchi inizia a formarsi una specie di schermo e lì, vedo Leyha, 160 e Krisea svenuti

“Cosa li avete fatto?” chiedo

“Oh niente, sono semplicemente svenuti, ma se non ti sbrighi a trovarli...” inizia uno

“Potrebbero rischiare di morire” finisce l'altro e scompaiono. La scena rimane impressa sullo specchio. Non so cosa fare, dove potrei andare, se sono intrappolato in questo labirinto di specchi? Ci penso un po' su ma non mi viene in mente niente. E se lo specchio fosse un altro portale? Provo a far passare una mano ma incontro solo il vetro. Mi guardo intorno, alla ricerca di un indizio e noto che le ombre sul soffitto degli specchi e le ombre che ci sono sul suolo sono diverse. Spalanco le ali e inizio a volare in alto, sperando di trovare l'uscita ma il soffitto sembra non arrivare mai. Continuo a volare ma non riesco a raggiungerlo. Guardo sotto di me e noto che non mi sono allontanato neanche di tre metri. Alla fine, perdo la pazienza e inizio a distruggere gli specchi a pugni, uno per uno ma quando ne rompo uno, ne compare un altro e così fino all'infinito. Inizio a volare alla massima velocità, scontrandomi contro i vetri, che si frantumano in mille pezzi ma niente, neanche una luce, nemmeno un segno di un'uscita. Mi fermo a guardare il mio riflesso e non vedo altro che un mostro, un orrore dagli occhi rossi che piangono sangue, ali grandi e strappati anch'esse sanguinanti e il viso mezzo sfracellato. Le mani con artigli lunghi e neri e una bocca con denti aguzzi. Mi inginocchio a terra, stanco e penso come gli altri, no, come Leyha avrebbe reagito se mi avesse visto in quello stato. Non avrei dovuto portarla in questo viaggio, avrei dovuto costringerla a rimanere al villaggio, avrei voluto essere più insistente quel giorno. Guardo a terra, voglio incontrarla, vederla, per dirle di tornare al villaggio, di andare in un posto sicuro, di non seguirmi in questo viaggio disperato. Ho paura, paura che un giorno possa trasformarmi in un mostro peggio di come sono ora e rischiare di farle del male, di rovinare quella sua pelle liscia e quei bei capelli castani che sembrano seta, quegli occhi che probabilmente non sarei degno di guardare. Delle lacrime iniziano a cadere, calde, mentre ritorno al mio aspetto originale. Mi manca, ecco cosa, mi manca quel suo sorriso sincero e innocente che mi aiuta ad andare avanti, che mi infonde coraggio. All'improvviso, i gemelli escono dallo specchio

“Quindi è per lei...” inizia uno

“Che cerchi disperatamente un'uscita” finisce l'altro

“Non lo so, forse sì, o forse è solo per me stesso” rispondo. Loro mi guardano e sospirano con uno sguardo triste. Poi distolgono lo sguardo e si guardano tra loro e solo allora, vedo la tristezza racchiusa nei loro occhi, come se fossero dei contenitori senza anima. Chiudono gli occhi e annuiscono all'unisono per poi parlarmi

“Abbiamo deciso di portarti da loro” dicono. Io li guardo sorpreso. Si innalzano in volo verso il soffitto e io li seguo senza capire. Il soffitto non ha fine, perché ci stanno andando? Ancor prima di emettere un suono per la domanda, una porta compare da chissà dove. Uno dei due prende la chiave e la infila nella serratura e lo stesso fa l'altro e incredibilmente, ci stanno entrambe nella stessa serratura. Appena prima che facessero altro, chiedo

“Perché...? Cosa vi ha fatto cambiare idea?” chiedo e loro abbassano lo sguardo

“Semplicemente...” si guardano per poi rigirarsi e rizzando la schiena

“Ci siamo stufati di te, sei noioso” rispondono cercando di essere duri ma nella loro voce sento un tremolio

“Voi...perché siete qui? Perché fate questo?” e detto questo si girano di nuovo verso di me con le lacrime agli occhi

“COSA NE VUOI SAPERE TU, HAI OTTENUTO QUELLO CHE VOLEVI” mi urlano ma mi avvicino a loro e asciugo le loro lacrime sotto il loro sguardo sorpreso. Dopo questo gesto, appoggiano i loro visi negli incavi del mio collo e si lasciano andare in un pianto disperato farfugliando ogni tanto parole come “Perché?” o “Non lo vogliamo...”. Io cerco di consolarli accarezzando le loro schiene e scendo fino a sedermi a terra. Li guardo piangere e mi ricordano molto due mocciosi, due bambini persi che cercano i loro genitori. Sotto i loro singhiozzi incessabili, chiedo

“Cosa ci fate in un posto come questo?” e loro alzano i loro sguardi guardandomi con gli occhi gonfi

“Vogliamo...u-uscire...” dicono assieme tra un singhiozzo e l'altro

“Siete intrappolati qui dentro?” e loro annuiscono. Per un attimo provo tristezza e pena per loro due, mi hanno fatto disperare e hanno giocato con me ma...in questo momento è come se quelle crudeltà fossero state lasciate dietro le mie spalle e vedessi solo loro due che piangono, come se la loro tristezza non avesse fine. Accarezzo i loro volti e li rivolgo un sorriso come se fossero davvero due bambini e ripeto

“Andrà tutto bene, vi porterò fuori, ok?” e come di conseguenza, loro due fanno sgorgare ancora più lacrime strusciando le loro guance bagnate contro le mie mani. Appena si calmarono, mi raccontarono la loro storia

“Noi siamo nati da due demoni, nostra madre morì partorendo e nostro padre ci portò qui, in questa dimensione. Ci disse che sarebbe tornato e noi abbiamo aspettato. Alla fine, quando era venuto, portò con sé una persona che ci imprigionò qui dentro e da allora, aspettiamo qualcuno che possa liberarci ma col passare del tempo, capimmo che quella persona non esisteva. Non sarebbe mai arrivato qualcuno disposto a liberare due demoni come noi e così, ci mettemmo a divertirci a imprigionare altre persone ma...niente di tutto questo ci aiutò a staccarci dalla mostra solitudine, ma ora ci sei tu, ci libererai, vero? Hai detto che ci avresti liberato” dicono guardandomi con ansia e aspettando in silenzio una risposta. Io li guardo incredulo, lo ammetto, sono stati crudeli a rinchiudermi qui per testare se la loro supposizione era giusta ma pensandoci, saranno rinchiusi qui da cent'anni o più, probabilmente non vedono la luce da tantissimo tempo. Mi alzo e li guardo, sono identici se non fosse per il colore dei capelli. Uno li aveva neri con una ciocca bianca mentre l'altro bianchi con una ciocca nera. Stanno aspettando una risposta

“Vi libererò da questo posto e se vorrete, potrete venire con me” concludo alla fine, sorridendogli. Loro mi guardano con un'espressione sorpresa ma anche felice per la decisione e mi sorridono con ancora qualche lacrima agli occhi. Sfoggiano un sorriso che mi sembra più luminoso del sole, tanto che l'hanno nascosto. Infine si alzano e mi fanno segno di seguirli. Tornano alla serratura e mettono una mano nella maniglia insieme e insieme girano le chiavi. Il paesaggio muta, il labirinto di vetri scompare, gli specchi scompaiono e al suo posto, ecco la stanza dove erano gli altri. Volo verso di loro di corsa, per vedere se stanno bene e con degli schiaffetti, li sveglio

“Dove sono? Cosa è successo?” chiede 160

“Mh? Leyha, 160, Akuma! Cosa ci fate qui?” chiede Krisea

“Eravamo venuti a cercarti, eri scomparsa” rispondo io

“Scusate se vi ho fatto preoccupare ma ricordavo che c'era un passaggio qui da qualche parte e così...”

“Non fa niente, basta che tu stia bene” dice Leyha. Appena la vedo, una sensazione strana si impadronisce della mia mente. Mi giro dall'altra parte, come se dovessi nascondere qualcosa e in effetti, qualcosa da nascondere ce l'avevo, il mio viso. Lei mi guarda con sguardo interrogativo

“Cosa c'è che non va Akuma?” mi chiede

“N-niente, sono felice che stiate bene” balbetto per poi alzarmi e andare dai gemelli

“Come posso fare per liberarvi?” dico, che per tutto il tempo si erano messi a guardare con un'espressione tra il felice e l'incredulo

“Vieni, da questa parte c'è una serratura piuttosto complicata, c'è bisogno della collaborazione di entrambi” dicono, guardando me e Leyha

“Di che cosa stanno parlando, Akuma? Liberarli in che senso?” chiede Leyha

“Beh, vi spiegherò più tardi, ti basti sapere che li libererò da questo posto” spiego io, cercando di farmi capire. I gemelli ci portano in un luogo che sembra una chiesa immensa, dove la luce era di diverse tonalità di blu, come il mare. Tirano fuori un forziere da sotto l'altare e lo aprono. Dentro, c'è un oggetto strano, che loro hanno chiamato 'serratura' ma che non ci assomiglia per niente, è simile piuttosto a un cubo di vetro

“Dovete mettere le vostre mani qui nello stesso momento” dice uno

“E dire: Noi liberiamo i gemelli dal Limbo di questa dimensione ma ovviamente non funzionerà se non ci mettete l'intenzione” finisce l'altro. Noi mettiamo le mani indicatoci e lo stesso fanno i gemelli negli altri due lati. Guardo Leyha e lei accenna il capo e ripetiamo la frase insieme, successivamente, i gemelli pronunciano all'unisono

“Noi accettiamo e giuriamo di servire per l'eternità queste due persone disposte a liberarci da questa prigionia” e una luce abbagliante inizia a fuoriuscire dal cubo, avvolgendoci tutti e quattro.

 

Apro gli occhi e mi ritrovo su un prato. Mi giro e trovo Leyha sdraiata a terra, svenuta

“Ti sei svegliato finalmente” dice qualcuno. Mi giro di nuovo e vedo uno dei gemelli porgermi una ciotola fumante

“È tè, bevi, ti sentirai meglio” dice e prendo la ciotola

“Cosa mi è successo?” chiedo

“Sei svenuto appena è finito il processo, probabilmente hai esaurito l'energia per rompere il sigillo, lo stesso vale per lei” dice, indicando col capo Leyha

“Grazie per averci aiutato” dico

“No, siamo noi a ringraziarti e poi...”

“In cambio della nostra liberazione, vi serviremo per l'eternità” conclude l'altro gemello, comparso improvvisamente. Li guardo con aria interrogativa

“In che senso?” chiedo

“Beh, è un giuramento che ci siamo fatti. Ci avete liberati e ve ne saremo grati per sempre, per questo, abbiamo deciso di servirvi per sempre, per gratitudine” spiegano. Io li guardo con aria incredula, sgranando gli occhi

“Ma perché?” chiedo

“Come riconoscimento e poi, nostro padre ci aveva detto un'ultima cosa prima di rinchiuderci 'Se volete uscire, dovete imparare a fidarvi'” rispondono. Finisco di bere il tè e scuoto Leyha, svegliandola

“Cosa è successo? Dove siamo?” chiede, guardandosi intorno. È vero! Mi ero dimenticato di chiedere in che razza di luogo ci troviamo! Mi giro verso i gemelli

“Siamo al confine tra la dimensione reale e la dimensione dove eravamo” rispondono

“Da qui possiamo andare in posti sconosciuti e lontani in poco tempo”

“Capisco, quindi una specie di portale che conduce in ogni luogo...potremo sfruttarlo per arrivare ai castelli a Sud o per tornare al villaggio e fare rifornimento” propongo e guardo Leyha e gli altri

“Penso che dovremmo tornare al villaggio, così potremo riposare un po' e prendere quello che ci serve e tu magari potresti informarti di più sulla tua famiglia dal capo-villaggio” dice Leyha e gli altri annuiscono. Guardo i gemelli, giusto il tempo di vedere i loro occhi chiusi e un lampo di luce bianca mi acceca. Quando riapro gli occhi, mi ritrovo al villaggio e vedo che anche gli altri sono storditi

“A proposito, ora che ci penso non posso chiamarvi sempre 'gemelli', come vi chiamate?” chiedo

“Il nostro nome? Era da anni che qualcuno non ce lo chiedeva” dice uno e tira fuori una collana con una goccia nera e un puntino bianco

“Già, è vero” e anche l'altro tira fuori un'altra goccia ma bianca con il puntino nero

“Ci chiamiamo Yin e Yang” rispondono, unendo le due gocce formando un cerchio bianco e nero. Annuisco e sorrido, anche solo guardandoli, capisco che sono legati l'un l'altro più delle calamite, più di qualsiasi cosa esistente. Mi avvicino a loro e con fare paterno, li scompiglio i capelli

“Chiamatemi anche solo Akuma e togliete quella formalità. Da oggi in poi, saremo noi la vostra famiglia” gli dico. Loro mi guardano con gli occhi lucidi dalla felicità e mi abbracciano alla vita. Ricambio il loro abbraccio e mi avvio verso la casa di Leyha. Mi sembra passata un'eternità da allora, da quando sono arrivato, sperduto e da quando sono partito, sicuro di me e determinato. Entro, vado in camera e mi sdraio per ricordarne l'odore e la sensazione, per poi addormentarmi senza accorgermene, vedendo all'ultimo, lei che mi guarda.






Angolo dell'autore
Susatemi tanto se vi ho fatti sapettare, ho abuto dei contrattempi ma finalmente ecco il quinto capitolo. Spero che vi piaccia e spero anche di poter pubblicare il sesto capitolo il prima possibile.
Scusatemi di nuovo e commentate.
Grazie e buona lettura.   ^v^  

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Il secondo castello ***


Capitolo 6: Il Secondo Castello
 

Oooh ma guarda, a quanto pare hanno bisogno di me” dice una voce e compare un sorrisino

Sono proprio fortunata, era da tanto che non avevo amici” continua.

 

Mi sveglio di soprassalto. Cos'era quel sogno? Perché sono sudato? Di chi era quel volto inquietante? Mi porto una mano sulla fronte, sarà stato un altro incubo. Mi vesto velocemente ed esco per prendere una boccata d'aria. Mi guardo intorno, quanti ricordi che ho da quando sono arrivato e probabilmente, ci sono tanti ricordi di questo posto che non ho. Mi incammino verso il centro del villaggio, dove da poco hanno costruito una fontanella e noto un gruppo di persone. Mi avvicino e chiedo

“Cosa sta succedendo? Perché siete riuniti qui?”

“Eh? Ah, Akuma, sei arrivato in tempo per accogliere una bella ragazza, guarda lì” mi risponde e sposto lo sguardo dove indicato e mi avvicino. Appena provo ad avanzare, la gente si sposta, facendomi strada verso la sconosciuta e sgrano gli occhi. Sì, lo ammetto, è una bella ragazza. Indossa un cappello simile a un cilindro ma più piccolo, capelli lunghi e un po' mossi di un colore nero per poi sfumarsi in blu, un vestito viola e nero e delle scarpe alte simili a stivaletti. Indossa anche un paio di guanti bianchi e quando solleva lo sguardo verso di me, vedo i suoi occhi, di un colore mai visto prima, tra una sfumatura tra il verde e il viola e le pupille strette come quelle di un gatto. Un brivido mi percorre lungo la schiena, ho un brutto presentimento

“Ehm, salve e benvenuta nel villaggio” dico

“Grazie, anche se in realtà sono arrivata qui per caso...mi sono persa” risponde lei, con un sorriso che mi ricorda quello del sogno

“Ah, beh, puoi fermarti se vuoi” le dico. Questa sensazione, cos'è? È come se l'aria fosse diventata più pesante. Mentre lei si avvia, la guardo e per un attimo, vedo una coda da gatto striata di blu e nero, un paio di canini appuntiti e due orecchie da gatto. Non c'è alcun dubbio ormai, è lei! La persona nel mio sogno era lei!

“A proposito, che hai da guardare?” mi chiede

“Ah, ehm, niente” balbetto e faccio per andarmene quando all'improvviso, sento una musica, molto diversa da quella che ho sentito quando ero nel mondo reale. Mi giro e vedo che la ragazza si è messa a ballare. Muoveva le gambe in modo molto veloce e strano e andava avanti e indietro per la piazzetta, alternando i piedi, girandole. A ritmo con le gambe, le braccia fanno movimenti precisi. Dopo poco, una folla riempiva lo spazio, guardando la ragazza

“Come ti chiami?” le chiedo, ancora ipnotizzato dal balletto e cercando di capire come faceva

“Il mio nome? Lo vuoi sapere? Starax! Solo Starax” risponde lei, lanciandomi un'occhiata da sotto il cappello e facendo un sorrisino un po' inquietante. Rimango fermo a guardarla ballare finché non arriva Leyha che mi scuote. Io la guardo, ancora smarrito nei passi della ragazza

“Akuma, i gemelli...” dice esitando. Mi giro di scatto verso di lei riprendendomi dalla ipnosi

“Eh? Cosa?”

“I gemelli...vieni” risponde e mi trascina per il polso verso casa. Entriamo nella stanza dei gemelli e vedo che stanno male, come se qualcosa stringesse al loro collo

“YIN! YANG!” e mi scaravento da loro. Da quando li abbiamo liberati, mi sono sempre sentito come un padre per loro

“Che succede?? Che avete??” chiedo cercando di capire cosa avevano e loro mi guardano con gli occhi pieni di paura e lucidi

“Aku-ma...n-non respiro...u.una ragazza...” dicono cercando di parlare tra un affanno e l'altro

“Quale ragazza? Di chi state parlando?” chiedo e all'improvviso appare una specie di fumogeno blu attorno al loro collo

“Oh, non sapevo fossero tuoi, perdonami” dice una voce familiare e dal fumogeno appare la ragazza della piazza

“Starax!” e lei vola attorno a me

“Bel ragazzo sei” mi sussurra in un orecchio, provocandomi brividi lungo la schiena

“Ma non riusciresti mai a stare con una come me e poi, so che hai già la tua Alice” dice indicando Leyha con la testa. Io arrossisco a quella frase per poi scuotere la testa

“Lascia i gemelli” le dico e lei di conseguenza si allontana, trasformandosi completamente e togliendo il fumogeno dal loro collo. Appena li vedo tossire massaggiandosi il collo, mi precipito da loro cercando qualsiasi ferita inferta e tiro un sospiro di sollievo non vedendone alcuna. Li abbraccia e mi rivolgo a Starax

“Cosa vuoi da noi?” chiedo e lei con fare ipnotico, sparisce e riappare dietro di me, facendo spuntare solo la testa

“Voglio solo giocare un po' con voi” sorride mostrando i denti appuntiti. Non ho mai visto un essere come lei ma a sentire nominare Alice, mi ricorda qualcosa

“Cosa sei? Un demone?” chiedo e lei ride a quell'affermazione

“Oh no no, non paragonarmi a te o ai tuoi simili, io ho una generazione più lunga della vostra, mai sentito parlare di Stregatto? Alice nel Paese delle Meraviglie? Il Cappellaio?”

“Alice nel...aspetta ma quella è solo una storia, non prenderci in giro” dico serio e irritato

“Aaaah” sospira

“Eeeeh padre, come siamo caduti in basso, adesso ci reputano pure solo dei personaggi di una storia” dice tra sé e sé

“Stregatto esisteva davvero, il miglior mago del mondo, gatto, la creatura più bizzarra ma furba dell'universo, e mi venite a dire che fa solo parte di una storia? Ma scherziamo?” mi chiede guardandomi storto e con una fiamma negli occhi

“Pensavo di potermi unire a voi ma...mi avete fatta irritare con sta storia” afferma e con un schiocco di dita, sparisce. Nonostante questo, una voce rimbomba nella stanza

“Ci incontreremo molto presto” per poi sparire del tutto. Un silenzio ci avvolge, ognuno nei propri pensieri quando all'improvviso, Krisea entra in camera con l'affanno

“Akuma! Leyha! Venite a vedere!” ci dice per poi correre di nuovo fuori. Noi ci guardiamo e la seguiamo di corsa. Appena mettemmo piede fuori, tutto quello che vidi era nebbia, nebbia blu e nemmeno un'anima viva. Cercammo i cittadini del villaggetto ma non trovammo nessuno, sempre e solo nebbia blu, come se fossimo in uno spazio infinito di nebbia. Tornammo indietro e non trovammo nemmeno la casa di Leyha, solo un letto dove stavano i due gemelli e Krisea che si guardava intorno. Cercai con lo sguardo 160 ma nemmeno lui era lì

“Dov'è il villaggio?” chiede Leyha

“Non ne ho idea, sembra sparito”

“Akuma, non riusciamo ad aprire uno spazio temporale” dicono i gemelli. Se non riescono loro ad aprire un portale, dobbiamo essere per forza dentro una barriera o qualcosa. Spalancai le ali e volai in alto, sempre più in alto cercano di arrivare al di sopra della nebbia ma niente, non vedevo nulla a parte questa dannata nebbia blu. Scesi per raggiungere gli altri e vidi che anche loro cercavano di trovare un punto per uscire. Appena atterrato, corsi da loro

“Non c'è niente là sopra, sempre solo nebbia”

“Qui non ci sta nessuna fessura, nemmeno nel pavimento” mi dice Leyha

“Io non sento altre presenze oltre alle nostre, sembra che siamo soli qui” dice Krisea

“Va bene, stiamo uniti e avanziamo in là, ci sarà per forza un punto fine” dico e gli altri annuiscono. Per non perderci, ci teniamo tutti per il lembo della maglia in fila, io a capo e i gemelli alla fine. Essendo Krisea e Leyha non tanto forti, stanno in mezzo. Continuiamo a camminare per quel che penso sia mezz'ora ma ancora niente finché non sento il rumore di un sassolino. Mi giro di scatto giusto in tempo per vedere gli altri guardarmi perplessi che si aprì un buco sotto i nostri piedi cademmo. Aprii gli occhi e mi ritrovai in un pozzo senza fine e senza bordi, dove mille oggetti di ogni tipo rischiavano di colpirci. Un quadro, dei fiori, una tazza, un pian...aspetta, UN PIANOFORTE?!? cercai con lo sguardo gli altri e li vidi poco più in basso di me, anche loro shockati da quello che stavano vedendo. Uno specchio cadde davanti a me e vidi il mio riflesso ma che all'ultimo secondo cambiò in un ragazzo dai capelli corti, arancioni e un cappello nero in testa, vestito con quello che sembrava uno smoking nero a due code e una cravatta bianca a pizzo con un gioiello rosso al centro. Mi sorrideva con uno sguardo inquietante e appena abbassai lo sguardo dal riflesso, vidi il pavimento avvicinarsi pericolosamente e senza pensarci, strinsi gli occhi e mi coprii la testa aspettando l'impatto. Ma questo non arrivò, così aprii un occhio e vidi che stavo sospeso in aria, a pochi millimetri da terra. Mi giro e vedo che anche gli altri sono nella mia stessa situazione. Un momento per scambiarci gli sguardi e anche quei millimetri sparirono. Mi alzai e corsi da loro

“Tutto bene??” chiedo aiutando Leyha ad alzarsi

“S-si...ma...cosa è appena successo?” chiede

“N-non lo so, è stato così improvviso” mi guardo attorno e vedo che siamo in una foresta, una foresta molto buia ma viva, sento mille versi di mille animali, nonostante non ne riconosco alcuno. Dopo essermi accertato che tutti stessero bene, cerco di trovare una strada, un sentiero ma niente

“Forse ci conviene andare avanti, stare qui non mi sembra tanto sicuro” dico agli altri

“Stavolta però usiamo qualcosa per tenerci, tipo una liana” dice Krisea. Leyha allora raccoglie da un albero una lunga liana e la lega alla vita di tutti

“Dovrebbe andare bene così” dice e io annuisco. Dopodiché, ci incamminiamo, con i nervi tesi e i sensi attivi, per cogliere qualsiasi movimento o rumore. Nel frattempo, mi chiedo dove sia finito 160 ma non faccio nemmeno in tempo a girarmi e chiedere che un movimento alla mia destra attira la mia attenzione. Mi è sembrato di vedere qualcosa di bianco. Di nuovo, passa alla mia sinistra a una velocità assurda e mi è sembrato di scorgere due lunghe orecchie. Stavolta passa davanti a me e lo afferro per quelle due lunghe orecchie bianche. Sgrano gli occhi

“160! Che cavolo fai? Che ti è successo??” urlo. 160 sembra avere due orecchie da coniglio in testa e un paio di occhiali tondi poggiati sul naso. I suoi capelli da neri sono diventati bianchi e lunghi. Indossa una specie di smoking a due code rossa con una camicia bianca sotto e un panciotto giallo, abbinato ai pantaloni neri e le scarpe nere. Una coda bianca e paffuta sbuca dal suo didietro

“Come diavolo ti sei conciato?” gli chiedo ma lui, agitatissimo dice solo

“Sono in ritardo, sono in ritardo” finché non mi scappa dalle mani e fugge via. Allora io cerco di corrergli dietro urlando agli altri di correre assieme a me. Seguo quella sua cosa bianca in contrasto con la foresta scura finché non sparisce dalla mia vista. Non capisco, non mi sembra che si fosse voltato. Mi guardo intorno per trovare di nuovo quella coda paffuta ma trovo solo un cartello senza senso che indica tutti i sensi

“Cosa significa?” commenta Krisea vedendo le indicazioni

“Non lo so, se solo ci fosse qualcuno...” e all'improvviso appare il sorriso felino con i denti appuntiti di una ragazza, Starax. Ci sorride felice e divertita

“Allora, com'è stato il vostro atterraggio?” chiede sedendosi su un ramo

“Dove ci hai portati? Che hai fatto a 160?” chiedo arrabbiato

“Oh, parli di Bianconiglio?” risponde mantenendo quel ghigno divertito

“Bianco...niglio?” chiedo confuso

“Esatto, Bianconiglio, penso che tu ricorda dove l'hai sentito”

“Bian...Alice nel Paese delle Meraviglie...questo è...il Paese delle Meraviglie?” chiedo ancora shockato. Starax ride istericamente al mio commento

“HUAAHAHHAHAHAHAHA!! MA QUALE PAESE DELLE MERAVIGLIE, NON ESISTE NESSUN PAESE DELLE MERAVIGLIE!” risponde

“Nelle storie dicono regina dei cuori, regina bianca blablabla ma la realtà è questa!” dice alzandosi e balzando agilmente a terra davanti a noi

“LO STREGATTO REGNAVA SU QUESTO POSTO, IL VERO RE DI QUESTO MAGNIFICO POSTO! Ma quale Paese delle Meraviglie, BENVENUTI NEL PAESE DELLE ILLUSIONI E DEGLI INCUBI! HAHHAHAHAHAHHAHA!!” ride spalancando le braccia, come ad accoglierci in quello spaventoso posto. La guardo esterrefatto, per poi cercare di afferrarla ma sparisce nell'aria poco prima

“Venite al castello, vi aprirò la strada” dice la sua voce riecheggiando per il bosco e l'albero dietro le indicazioni si apre in due, mostrando una strada unica che porta avanti e le indicazioni girano tutte verso il passaggio.

 

Mentre camminavamo verso il castello, sento tanti sguardi puntati su di noi. All'inizio li ignoravo ma vedevo spesso dei puntini luminosi di diversi colori tra cespugli e alberi.

“Ragazzi, non vi sentite osservati anche voi?” chiedo agli altri, non sopportando più questa sensazione di inquietudine

“Te ne sei accorto ora?” chiede Krisea, continuando a camminare senza girarsi

“No ma, pensavo fosse solo una mia impressione...”

“Per ora non pensarli, ma tieni gli occhi e le orecchie aperte e aspettati di tutto” mi dice e scende di nuovo il silenzio. Per fortuna, non succede nulla fino al cancello dei giardini reali, un cancello di ferro nero con lunghe punte contornato da rose bianche. Indugio un attimo prima di poggiare la mano sulle sbarre, sentendo il freddo rabbrividirmi lungo la schiena, come se fosse ghiaccio. Spingo il cancello che si apre silenziosamente

“State attenti, non so cosa potrebbe esserci da qui in poi” dico agli altri prima di mettere piede lì dentro ma giusto il tempo di fare due passi che il giardino diventa una enorme stanza illuminata da fiori blu e viola luminosi, creando un'armonia come la luna e le stelle, che riflettono sul pavimento di marmo dando una sfumatura simile alla galassia. Il soffitto sorretto da colonne dalla figura di angeli come se stessero per uscire dalle pareti e cadere a terra. In fondo alla sala, delle scale portavano a un rialzo del pavimento, con un trono nero dalle rifiniture argentate, con delle rose bianche che spuntavano qua e là. Seduta su quel trono stava la discendente dello Stregatto, Starax. Appena ci vide, fece un ghigno e i suoi occhi divennero luminosi

“Benvenuti nel mio reame!” ci urla, balzando agilmente giù dal trono fino al terzo scalino

“Bella questa sala, vero? Come un riflesso gemello dello spazio”

“Cosa vuoi da noi?” chiedo, arrivando al punto

“Che cattivo, volevo solo essere cortese” risponde

“Come se trasportare un gruppo di persone nel tuo mondo fosse una cosa cortese” le dico, arrabbiato

“Eddai, non prendertela così tanto” dice avvicinandosi a me e punzecchiandomi. Faccio come per afferrarle il braccio ma sparisce in una nube blu

“Non così in fretta Cappellaio, o la tua Alice ne pagherà le conseguenze” dice facendo sbucare dal nulla la testa. Ancora non sono abituato a questi giochi di parole ma inizio a capire ogni tanto. La guardo con rabbia e tendo le braccia davanti agli altri, come per proteggerli

“Tu non toccherai nessuno di loro” sibilo. La ragazza-gatto si mette a ridere e sparisce di nuovo per poi riapparire sul trono

“Prometto che se supererai la prova che ti sottoporrò, a nessuno verrà torto un capello e io mi unirò a voi ma nel caso contrario” sorrise

“Dovrete rimanere in questa dimensione per l'eternità!” finisce tutta euforica. La guardo sia scioccato che arrabbiato, arrivare addirittura a questo punto e farci rimanere qui per sempre, è matta da legare, eppure non ho nessun'altra soluzione. Stringo i pugni e guardo in basso, sentendomi impotente davanti a lei quando Leyha mi poggia una mano sulla spalla

“Non preoccuparti per noi, fai quel che devi fare e usciamo di qui tutti assieme” mi rassicura, rivolgendomi uno di quei suoi magnifici sorrisi

“Ha ragione lei, Akuma, vai e sconfiggila, noi saremo qui ad aspettarti, promesso” mi dicono all'unisono i due gemelli

“Ci fidiamo di te, Akuma” finisce Krisea. Con la loro fiducia nel mio cuore, alzo lo sguardo verso Starax che era rimasta a guardare la scena

“Accetto la tua sfida” le dico, determinato. So che posso farcela, siamo arrivati fino a qui, non intendo fermarmi. Dal trono, la sovrana sorride soddisfatta e con uno schiocco di dita, crea una barriera attorno a me a forma di cubo

“Vediamo se ti stimolo un po' il fondo del tuo cervello” dice e una luce abbagliante mi avvolge, stordendomi.

 

Mi riprendo da quella luce improvvisa e mi ritrovo nel villaggio, a casa. È tutto come prima, come se la parte di...di chi? Chi era arrivata...? Eppure ho la sensazione che questo sia tutto un incubo. Mi alzo dal letto su cui mi ero addormentato e vado alla finestra. Un sole splendente si abbatte sui tetti delle case e una leggera brezza rende la giornata perfetta. Guardo verso la piazza e vedo i gemelli che giocano con Nocturnia. Sorrido alla vista dei loro visi felici e rimango ad ammirare il panorama finché uno scricchiolio non cattura la mia attenzione. Mi giro e vedo colei che dava un senso alle mie giornate grigie, Leyha. Rimango a fissarla per un po' di tempo, quei suoi lisci capelli castani raccolte in una treccia che ricade sulla sua spalla, i suoi occhi che in questo momento stanno guardando solo me e che non smetterei mai di guardare, il suo corpo minuto ma forte coperto da una lunga veste bianca con una cintura marrone. Mi sorride porgendomi della frutta, quel sorriso che mi fa battere il cuore ogni volta che lo vedo, un sorriso sincero rivolto solo a me. Arrossisco quando mi accorgo che la sto fissando da troppo tempo e scuoto la testa, cosa vado a pensare? Allungo la mano per prendere una mela dal cesto ma un'esplosione distrugge mezza casa, travolgendo anche Leyha. Urlo e le corro vicino

'Nonono, non fare che sia come penso' mi ripeto scavando fra le macerie. Appena la vedo, la tiro su e me la ritrovo con del sangue alla testa e che esce dalla bocca. Sento lacrime calde salirmi agli occhi scendere giù per le guance

'Non può essere, tu...non puoi...' mi dico la chiamo per nome, ripetutamente e disperatamente, sperando che apra gli occhi e mi dica che va tutto bene, che mi dica che sta bene e che non devo preoccuparmi ma tutto quello che vedo è un'ultima carezza, Leyha che mi asciuga le lacrime sorridendomi per poi morire tra le mie braccia. Sgrano gli occhi grondanti di lacrime

“Tu...non puoi morire prima di me, non te lo permetto, hai capito?” le dico con voce spezzata

“Sei tutto quello che ho...Leyha” continuo iniziando a singhiozzare. La stringo a me, più che posso, per paura che anche il corpo mi possa abbandonare. Lancio un urlo pieno di disperazione e rabbia per poi trasformarmi in quell'essere che avevo visto allo specchio e esco dalle rovine della casa per poi scatenare il mio potere e distruggere tutto quello che potevo e poi buio. Non mi interessa più nulla, se lei non c'è, non ha senso per me vivere.

Apro gli occhi e vedo il soffitto della casa. Che fosse stato solo un sogno? Mi alzo e vado alla finestra, vedendo il villaggio intatto, nessuna esplosione, i gemelli che giocano con Nocturnia. Mi giro ed ecco Leyha, nella veste bianca come la neve che mi sorride. Che sta succedendo? Era davvero solo un brutto incubo? Mi avvicino a lei per abbracciarla ma l'esplosione me la porta di nuovo via e tutto si ripete. La rabbia, la disperazione e la frustrazione di non riuscire a salvarla mi perseguita. Finisce sempre che distruggo tutto il Mondo di Sotto, se non anche la Superficie. Tutte le volte vedo quel suo sorriso scaldarmi il cuore che poi viene frantumato appena la vedo espirare il suo ultimo respiro vitale, mi fa impazzire finché all'ennesima scena, le urlo mentre sta ancora davanti a me, pieno di lacrime e singhiozzando

“LEYHA PERDONAMI! LASCIAMI STARE, NON CE LA FACCIO!! PERCHÉ TUTTE LE VOLTE MI PIANGE IL CUORE A VEDERTI IN QUELLO STATO, PERCHÉ NON RIESCO A VIVERE SENZA DI TE!! IO....” mi blocco. La guardo che mi sorride con quel suo sguardo gentile e pieno d'affetto e solo allora, mi rendo conto di cosa provo per lei

“Io...ti amo” dico con un ultimo respiro prima di svenire.

Di nuovo quel buio, quell'odioso buio che mi ha sempre accolto fra le sue braccia ma che vorrei non vedere più. Voglio solo rivedere Leyha, almeno una volta, che mi sorrida. Voglio proteggere quel sorriso.

Mi risveglio sdraiato sul pavimento di marmo della sala del trono, tutto sudato. Mi guardo in giro lentamente, ancora con le idee confuse e gli occhi spenti. Sarà un altro di quelle scene, non voglio più vederle, sono stanco, voglio solo dormire e non svegliarmi più. Mi alzo a sedere, mentre guardo un punto vuoto della stanza. Degli stivaletti entrano nel mio campo visivo e alzo lo sguardo, incrociando quello sorpreso di una ragazza-gatta. Non perdo nemmeno tempo a cercare di capire chi sia per quanto sia stanco della vita. Mi manca. Mi manca lei

“Mi hai sorpresa Akuma, finora...nessuno ha mai fatto così tanto per la persona che ama. Di solito, gli umani e i demoni desiderano uscire dall'incubo per salvarsi la pelle, anche in cambio della vita dell'amante o dei suoi sentimenti ma tu...tu hai continuato a pensare a lei, hai pensato al sentimento che ti fa andare avanti, nonostante non sapevi cosa fosse. Hai versato lacrime per lei, anche all'ultimo momento, hai pensato solo di proteggerla. Io...credo di iniziare a capire...cosa aveva provato mio padre per Alice, fino ad arrivare a sacrificare la sua vita per lei” dice, sussurrando le ultime parole e stringendo le labbra, cercando di trattenere il pianto. Stringe i pugni e con uno schiocco di dita, la barriera in cui ero sparisce. Sento dei passi correre verso di me da dietro. Mi giro lentamente e delle lacrime scendono dagli occhi, lacrime di felicità. Guardo la figura che si avvicina e si china davanti a me, abbracciandomi e ripetendomi

“È finita Akuma, va tutto bene, sono qui”. La guardo e incrocio quegli occhi color cioccolato che ho sempre voluto tenere per me e che in questo momento sono lucidi per via del pianto

“Leyha...L-Leyha...” ripeto scoppiando in un pianto e affondando il viso nel suo petto

“Leyha io...io....” singhiozzo, stringendola a me

“Sono qui Akuma, guardami” mi dice sollevandomi il viso e vedo il suo sorriso, rivolto a me soltanto. Non ci penso due volte e mi sporgo leggermente, lasciandole un leggero bacio sulle labbra

“Sono così felice che tu sia qui, prometto che ti proteggerò a qualunque costo” le sussurro a un centimetro dal suo viso. Nemmeno il tempo di riprendermi da quel che avevo appena fatto che due piccoli demoni mi saltano addosso in lacrime

“A-AKUMAAAA” piangono

“L-lì dentro u-urlavi e-e piangevi, ti trasformavi e-e svenivi e poi d-di nuovo urlavi e” dicevano tra un singhiozzo e l'altro. Li stringo a me mentre affondano le lacrime nelle mie spalle. Anche Krisea si avvicina e mi abbraccia, mostrando tutta la preoccupazione che aveva ma io guardavo lei, leggermente rossa in viso ma che mi sorrideva felice.

In quel momento, l'ambiente sparisce e torniamo nella stanza del villaggio. Starax si siede delicatamente sul letto e ci guarda con sguardo dolce e confuso a braccia incrociate

“Perdonami Akuma se ti ho fatto soffrire in questo modo ma, sappi che hai superato la prova eccellentemente e come promesso, verrò con voi” annuncia infine, continuando a sorridere a quella scena.

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