La mia Venere

di Afrodyte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lui, più di chiunque altro, mi tormenta il cuore ***
Capitolo 2: *** Venere ***
Capitolo 3: *** Non siamo, poi, così diversi ***
Capitolo 4: *** Ho visto una cosa che non avrei voluto vedere ***
Capitolo 5: *** Per Venere ***
Capitolo 6: *** La amo così tanto ***
Capitolo 7: *** Così si chiama la mia Venere ***
Capitolo 8: *** E questo cosa significa? ***
Capitolo 9: *** Jeanne ***
Capitolo 10: *** Vai da lui ***
Capitolo 11: *** La mia stella ***



Capitolo 1
*** Lui, più di chiunque altro, mi tormenta il cuore ***


A Tetide,
che mi ha ispirato con una delle sue storie.



Lui, più di chiunque altro, mi tormenta il cuore.


Come ogni sera, poco dopo l'orario di apertura, guardo insistentemente l'orologio appeso alla parete di questo locale: segna le 21.53, questo vuol dire che tra poco arriverà.
E' da una settimana a questa parte che una splendida bionda si presenta quì intorno alle 22 e, verso le 23, quando l'ammasso di gente inizia ad arrivare, lei se ne va, portandosi dietro un alone di mistero.
Certo, non si può dire che sia una donna di tante parole, infatti, non so praticamente nulla su di lei, nemmeno il suo nome, però mi affascina e non poco.
Sento un rumore proveniente dalla porta che si è appena chiusa alle mie spalle e mi basta alzare lo sguardo verso l'orologio davanti a me per capire di chi si tratta.
Dio, questa donna è puntuale come un orologio svizzero!
Mi volto sorridente e mi avvicino per prendere la sua ordinazione.
"Il solito?" le domando, poggiando sul bancone un bicchiere e del ghiaccio.
"Si" dice prima di abbassare lo sguardo e perderlo nel vuoto.
"Benissimo, un Caipiroska alla fragola in arrivo".
Inizio a preparare il suo cocktail e la osservo con la coda dell'occhio: anche questa sera, ha lo sguardo spento.
Chissà quale segreto si cela dietro quell'aria malinconica.
Sono un paio di sere che la osservo, eppure non riesco proprio a capire cosa le possa tormentare tanto il cuore.
All'apparenza, sembra una donna fredda come il ghiaccio che non lascia trasparire alcuna emozione, eppure,  sono sicuro che dentro di lei vi è un fuoco che brucia.
"Ecco a te" dico facendole l'occhiolino.
Lei alza leggermente la testa e posa il suo triste sguardo su di me.
"Grazie" dice, quasi bisbigliando.
Poi, alza il bicchiere e lo porta alla bocca, bevendo tutto il contenuto in un colpo solo.
"Però" dico guardandola meravigliato "Ci dai giù pesante questa sera"
"Ne vorrei un altro" afferma per tutta risposta.
L'assecondo e le porgo il secondo bicchiere.
"Ma dimmi un po', come mai una ragazza così bella viene a bere tutta sola ogni sera?"
Svuota in due minuti anche il secondo bicchiere e, ignorando completamente la mia domanda, me ne chiede un altro.
"Ho capito, non hai voglia di parlarne" dico porgendole il terzo bicchiere "A quanto pare, bere è l'unico rimedio per soffocare le pene d'amore"
"Come?"
Mi domanda sgranando gli occhi, come se con le mie parole l'avessi smascherata.
"Scusa, volevo dire che con il mio lavoro ho imparato ad osservare bene le persone e sembra che tu voglia bere per dimenticare un amore impossibile"
Sposta il suo sguardo su di me e, con le lacrime agli occhi, dice con un filo di voce "Lui, più di chiunque altro, mi tormenta il cuore".
"Capita a tutti, sai. Ma non ne vale la pena ridursi così"
Tace, di fronte alla mia affermazione.
E' calato il silenzio, adesso.
Un silenzio imbarazzante.
Io non so più cosa dire, non vorrei risultare invadente.
Lei non sembra intenzionata a parlare.
Un rumore proveniente dall'ingresso principale cattura la nostra attenzione: un gruppetto di ragazzi entra e prende posto ad uno dei tavoli.
"Torno subito" le dico e mi affretto a porger loro i menù.
Ma, quando mi volto, lei non c'è più.
Torno al bancone e metto nella cassa il denaro che lei  ha lasciato su di esso.
A domani, mia Venere.

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Capitolo 2
*** Venere ***


Venere.



 "Alain, vieni! E' arrivato Andrè"
Guardo l'orologio che ho poggiato sopra la scrivania del mio studio e noto che sono le 13.
"Perbacco" affermo "E' già ora di pranzo!..Arrivo subito Diane, nel frattempo, fallo accomodare"
Lascio sul tavolo tutte le carte e i conti che stavo facendo e mi dirigo all'interno del mio locale che, a quest'ora, diventa un semplice bar.
"Ehi amico" dice Andrè stringendomi la mano "Com'è?"
"Non c'è male" dico sedendomi di fronte a lui "Tu? Come va con la tua bella?"
"Come vuoi che vada, sempre la solita storia"
Ed eccolo che ricomincia con la stessa pappardella di tutti i giorni: ormai, il  nostro è un appuntamento fisso.
Sono un paio di anni che lo conosco e, in tutto questo tempo, non è ancora riuscito a prendere il coraggio per dichiararsi alla sua migliore amica.
Ma dico io, si può essere più rincitrulliti di così?
"Andrè" lo rimprovero come sempre "Devi dichiararti, è l'unico modo per farle aprire gli occhi!"
"Eh, fosse facile" sospira lui "Il suo cuore è già stato stregato da un altro, purtroppo, sarebbe tutto inutile"
E "Non mi guarderà mai".
E "Il suo cuore è già impegnato".
E questo.
E quello.
Ha sempre una scusa!
E' mai possibile?

"Senti un po', ma questa ragazza ne vale proprio la pena?"
"Si" afferma deciso "Se solo riuscissi a vederla almeno una volta, mi capiresti"
"Se lo dici tu.." affermo poco convinto.
Non vedo come io possa riuscire a trovare attraente una con un nome da uomo, che stravaganza!
E' assolutamente impossibile riuscire ad innamorarsi di una così.
Non so che aspetto abbia, ma sono sicuro che anche la più bella della città mi farebbe passare la voglia di provarci con lei.
"Alain" dice Andrè con un tono di rimprovero "Tu non puoi capire"
"Come dici tu" sbuffo spazientito "Ma, se fossi in te, mi deciderei a chiedere di uscire a mia cugina Diane, non so se te ne sei accorto ma sono mesi che non ti toglie gli occhi di dosso"
Andrè ridacchia tra sè e sè.
"Non che io non la trovi una bella ragazza ma, sai, non vorrei illuderla"
Dio, che esagerato.
"Un'uscita che sarà mai" protesto.
"Alain, oltre ad essere tua cugina, è anche la cameriera di questo locale che, vorrei ricordarti, io frequento quotidianamente, con che faccia mi presenterei quì dopo averla utilizzata come rimpiazzo?"
"Bene" dico alzando le mani in segno di resa "Fa' come ti pare, io lo dicevo per te"
Il mio amico mi sorride e non aggiunge altro.
Poco dopo, arriva Diane con il nostro pranzo.
"Ecco a voi" dice prima di allontanarsi.
"Lo vedi come ti guarda?" gli domando subito dopo.
"Come mi guarda?"
"Come io guardo quella delle 22" affermo risoluto.
"Ah già" dice Andrè scuotendo la testa "La tua Venere"
"Amico, tu non puoi capire! Quella riuscirebbe a far girare la testa a chiunque" affermo chiudendo gli occhi per riuscire  a vedere il suo viso ben impresso nella mia mente.
"Occhi azzurri, lunghi capelli biondi.. mamma mia, da togliere il fiato!"
Andrè mi sorride.
"Sei preso questa volta"
"Se solo la vedessi, capiresti" dico facendogli l'occhiolino.
Ma lo vedo scuotere la testa, in segno di negazione.
"Lo so, lo so!" sbuffo, ripetendogli la cantilena che tutti i giorni mi tocca sentire "Nessuna è bella quanto la tua Oscar"
Forse, per lui è così.
Ma io sono sicuro che la mia Venere lo sia di più.
 

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Capitolo 3
*** Non siamo, poi, così diversi ***


Non siamo, poi, così diversi.


Ore 22.
Stesso posto, stessa ora.
Sono due settimane che adoro lavorare la sera.
Perchè posso vederla.
Perchè posso sentire il suo profumo e il suono della sua voce.
Dio, cosa non le farei!
Sento il rumore della porta che si richiude: è lei.
"Caipiroska anche questa sera?" le domando non appena prende posto davanti a me.
Mi fa cenno di sì con la testa ed io mi metto al lavoro.
"Ho visto che stai fissando insistentemente quel volantino"  dico porgendole il suo drink "Hai intenzione di partecipare all'evento?"
"Ecco io non.. ci stavo pensando" balbetta indecisa.
"Che cosa ti ferma?" domando incuriosito.
"Beh, non è il posto adatto a me"
La guardo confuso
"Allora perchè vorresti andarci?"
Beve un sorso del suo cocktail e abbassa lo sguardo.
"Perchè ci sarà lui"
Oh, adesso è tutto chiaro.
"Beh, tentar non nuoce" dico facendole l'occhiolino.
"Già, è facile a dirsi" la sento sospirare tra sè e sè.
La guardo incredulo, possibile che non riesca a capire quanto sia bella?
Tesoro, riusciresti a far colpo su chiunque!
"Sarà facile anche a farsi, vedrai"
E dinuovo silenzio.
Possibile che io non riesca a scambiare più di due parole con lei?
Adesso, cosa potrei dire?
Cosa potrei fare?
Dio, sto diventando più rincitrullito di Andrè!
La osservo mentre finisce di svuotare il suo bicchiere e, per la prima volta, è lei a rompere il silenzio.
"A lui piace.. la sua migliore amica" afferma "Non so se andare, sarebbe imbarazzante se capisse.."
"Ah, guarda" affermo alzando gli occhi al cielo "Non me ne parlare, ho un amico che è nella tua stessa situazione. Anni e anni innamorato della migliore amica e lei non se ne accorge"
Un amaro sorriso compare sul suo volto.
"Non siamo, poi, così diversi"
Già, te lo farei conoscere se non ti avessi già posato gli occhi addosso.
Vorrei cercare di consolarla, in qualche modo.
Così, decido di farle forza poggiando la mia mano sul suo braccio ma, proprio in questo momento, qualcuno spalanca la porta del locale ed io la ritraggo velocemente prima ancora di poterla sfiorare.
"Torno subito, non scappare questa volta" dico facendole l'occhiolino.
Mi allontano per andare a prendere le ordinazioni della coppia che è appena entrata ma, proprio come la sera prima, al mio ritorno lei già non c'era più.
Ah Venere, mi sei scappata anche questa volta!
 

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Capitolo 4
*** Ho visto una cosa che non avrei voluto vedere ***


Ho visto una cosa che non avrei voluto vedere.


"Forza Andrè" dico aprendogli lo sportello della mia macchina "Sali o faremo tardi"
Il mio amico prende posto accanto a me e rompe il silenzio con una sonora sbuffata.
"Dio, sono stanchissimo"
"Che è successo?" domando "Non è da te arrivare in ritardo"
"Oscar ha deciso di passare la serata in discoteca.. ho passato il pomeriggio in giro per negozi insieme a lei, voleva comprare qualcosa di carino per far colpo su quel dongiovanni di Axel"
Ridacchio tra me e me
"E tu l'hai accompagnata?" dico mettendo in moto.
"Certo, sono il suo migliore amico e ha detto di aver bisogno di un parere maschile" afferma risoluto "Poi, ero curioso di vederla con la gonna"
Lo guardo quasi scioccato
"Non hai mai visto in gonna una ragazza di 24 anni? In quasi vent'anni di amicizia?"
"Beh.. diciamo che Oscar è molto legata ai suoi pantaloni" afferma sorridendo.
"E' un maschiaccio"
"No, non lo è" protesta.
"Come vuoi.."
Proseguiamo il resto del viaggio in silenzio.
Destinazione: Obaba club.
Dopo una decina di minuti arriviamo al locale, lascio la macchina nel parcheggio e ci avviamo al suo interno.
"Ma sei proprio sicuro di trovarla quì?" mi domanda il mio amico.
"Non proprio, ma lo spero. L'altra sera stava osservando un volantino con l'evento che si terrà quì questa sera, penso che, alla fine, abbia deciso di partecipare, mi sembra una ragazza decisa, credo proprio di incontrarla"
"Va bene, allora mentre tu ti guardi un po' in giro, io andrò a prendere qualcosa da bere"
Detto ciò, ci dividiamo.
Io da una parte, lui dall'altra.
Mi guardo un po' in giro: sarà difficile incontrarla, c'è troppa gente questa sera.
Se non riuscissi a trovarla, avrò cambiato il turno a Diane per niente..
Vabbè, mi farò perdonare.
Dopo una decina di minuti spesi a girovagare a vuoto, decido di sedermi su un divanetto nero in pelle.
Mi accomodo ed inizio ad osservare le ragazze nella pista da ballo.
Però, è pieno di ragazze carine quì!
Potrei pensare di venirci più spesso..

Mi metto ad osservare una rossa niente male e, accanto a lei, noto una bionda bella far da paura.
Però, quasi quasi..
Se non stesse già ballando con uno dai capelli biondo cenere, la inviterei a prendere qualcosa da bere.

A destarmi da questi miei pensieri è proprio la bionda in pista che, voltandosi verso la mia direzione, mi ha permesso di vedere il suo volto.
"Perbacco, ma quella è.. Venere!" esclamo ad alta voce.
E ringrazio il Cielo che la musica quì è davvero molto alta, altrimenti avrei dovuto dare spiegazioni al gruppetto di ragazzi seduti accanto a me.
Però, si muove bene la ragazza..
Ed è ancora più bella quando sorride a quel modo.
Perchè un sorriso tanto bello deve essere rivolto a quello là?
Insomma, non ha niente di speciale.
Sì, è carino.. ma niente di che.

Continuo ad osservarla, da lontano, in tutto il suo splendore.
Direi che mi basta questo, poterla guardare senza essere visto.
In fondo, al mio locale la guardo di sfuggita solo una volta o due, invece così è molto meglio!
Ad un certo punto, vedo che quel biondo le si fa sempre più vicino e le prende una mano, intrecciando le sue dita con quelle di lei.
Eieiei! Toglile subito le mani di dosso!
E.. le labbra.

"Ma che fa, la bacia!?" esclamo indignato, attirando l'attenzione del gruppetto accanto a me.
"Ehm no, sapete.. quella è mia sorella" affermo grattandomi la testa con fare imbarazzato.
Sarà meglio andare.
Mi alzo, per cercare di raggiungere Andrè al bancone degli alcolici.
Quando mi avvicino, lo trovo con il volto pallido.
"Ehi amico, che ti è successo?"
"Ecco io.. vorrei andare a casa. Ho.. ho visto una cosa che non avrei voluto vedere" mi dice balbettando.
E giuro che non so proprio come io abbia fatto a sentirlo.
La musica è troppo alta e la sua voce è troppo bassa.
"D'accordo" gli dico "Torniamo alla macchina"
Chissà cosa avrà visto di tanto scioccante.
Usciamo dal locale e ci dirigiamo alla macchina in un rigoroso silenzio.
Lui continua a camminare con lo sguardo perso nel vuoto ed io sono diventato la sua balia.
Se questo non si decide a guardare la strada quando cammina, entro oggi lo metteranno sotto!
Menomale che ci sono io vah..

Lo riaccompagno a casa, sempre nel silenzio più assoluto.
Ho sempre amato la pace, ma questo è troppo!
"Si può sapere che ti è preso?"
Gli domando rompendo, finalmente, questo silenzio.
Giuro, stava iniziando ad innervosirmi.
"Io ho visto.. ho visto una cosa che non avrei mai voluto vedere in vita mia"
Ecco, ci risiamo, inizia a fare il melodrammatico.
Che potrà mai aver visto in un locale di così tremendo..
"Si, ma cosa di preciso?" insisto.
"C'era Oscar"
"Oh!" esclamo io "Avresti potuto farmela vedere, dopo tanti anni ce l'avrei finalmente fatta"
"No, io.. non sarei riuscito a voltarmi verso di lei una seconda volta"
"Continuo a non capire" confesso.
"Era con Axel, si stavano baciando.."
"Oh cazzo!" mi lascio sfuggire ad alta voce "Andrè, mi dispiace.."
Dico poggiandogli una mano sulla spalla
"Posso fare qualcosa per te?"
"No, grazie. Ci vediamo domani" dice aprendo la portiera della macchina.
"Aspetta.." tento di chiamarlo, non posso lasciarlo andare via così.
Ma lui non si ferma, scende e si dirige verso il suo appartamento.
Povero amico mio, domani gli toccherà persino sorbirsi i dettagli della festa.
Scuoto la  testa per cercare di scacciare dalla mente questo triste pensiero, metto in moto e mi dirigo verso casa.
"Aah Venere, Venere.." affermo gettandomi  sul letto, esausto
"Anche questa sera non ho concluso niente"

 

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Capitolo 5
*** Per Venere ***


Per Venere.
 

"Allora" mi domanda Diane non appena metto piede nel locale "Hai incontrato la tua Venere ieri sera?"
"Si" rispondo distrattamente.
E avrei voluto aggiungere purtroppo.
Non dico di essere innamorato di lei, però non mi dispiacerebbe affatto conoscerla meglio.
E vederla mentre si baciava con il suo innamorato.. beh, mi ha fatto capire di non avere molte possibilità.
Ah, mannaggia!
Adesso, un'altra bella così dove la trovo?

"E ci hai parlato?"
"Eh?"
La voce di Diane mi ridesta dai miei pensieri.
"Ti ho chiesto se le hai parlato"
"Ah, no" affermo distrattamente "Non ne ho avuto il tempo"
Mento.
Mento spudoratamente.
Io, Alain de Soisson, non potrei mai ammettere di essermi fatto soffiare una ragazza da sotto il naso.
Non sarebbe da me.
"Come mai?"
"Che?"
Accidenti, oggi sono con la testa fra le nuvole.
"Ti ho chiesto come mai.. si può sapere che ti è preso, oggi?"
Ecco, appunto.
"Niente, è che sono preoccupato per Andrè"
"Andrè?" dice facendosi più vicina "Che è successo?"
Aah, lei e la sua dannata cotta per quel cocciuto.
Farò bene a raccontarle tutto?
Bah..
"Ieri sera c'era Oscar, per questo ce ne siamo andati via prima"
Dico mentre passo lo straccio sul bancone.
"E che è successo?" insiste lei.
"L'ha vista mentre si baciava con uno"
"Quello che le piace?"
"Già"
"Oh poverino!" la sento parlottare tra sè e sè "Con la fortuna che ha quella ragazza se ne va a cercare un altro.. ma dove finiremo?"
Eh già, è proprio andata.

Al pomeriggio decido di andare a trovare Andrè, non mi è piaciuta per niente l'aria che aveva quando l'ho lasciato ieri sera, preferisco controllare che stia bene.
Busso alla porta di casa sua e la faccia che ha è simile a quella con cui l'ho visto ieri..se non peggio.
"Ehi amico!" esclamo entrando in casa "Non mi dire che ancora non ti sei ripreso!"
"A dire il vero, sto molto peggio. Oscar è stata quì questa mattina e mi ha raccontato tutto quanto.. per filo e per segno. Adesso, saprei dirti con esattezza il profumo che aveva quello lì, l'emozione che ha provato a stare tra le sue braccia e la speranza che nutre dopo quel bacio" afferma affranto.
"Dio, Andrè.. deve essere stato terribile ascoltare tutto quanto"
"E non è tutto.." afferma portandosi una mano alle tempie "Questa sera si rivedranno a casa di lui, ha detto che le vuole parlare"
Oh merda.
Merda.
Merda.
Merda.
Amico mio, sei fottuto!

"Dio!" afferma disperato "Sono ore che me li immagino insieme, avvinghiati l'uno all'altra e provo terrore solo a pensarci, non deve sfiorare la mia Oscar neanche con un dito!"
Io non so cosa fare, non mi è mai capitato di trovarmi in questa situazione.
Non so cosa dire.
Non so come comportarmi.
Dovrei abbracciarlo?
Nah, gli uomini non si abbracciano!
Alla fine, opto per una pacca sulla spalla, decisamente più mascolina.
"Andrè, non fare così, magari vuole parlarle veramente"
Ecco, come non detto.
Mi ha fulminato con lo sguardo.
Come dargli torto, nemmeno io credo alle mie parole.

"Potrebbero parlarsi in un luogo pubblico, non credi?" protesta.
Hai ragione da vendere, amico mio!
"Questa storia non mi piace, non mi piace per niente" confesso.
"Ma tu hai provato a metterla in guardia?".
"Si, ci ho provato..ma Oscar è troppo ingenua, è convinta che quel bell'imbusto di Axel abbia un animo puro e sarebbe pronta a scommettere che non ha nessun secondo fine. Dannazione, che cosa posso fare?"
Niente, amico mio.
Non puoi fare niente, purtroppo.
Assolutamente niente.

"Non devi pensarci, perchè  questa sera non vieni a tenermi compagnia al locale? Così ti faccio conoscere Venere"
Una proposta niente male.
Non mi sembrava così geniale nella mia testa.
"Ah, non lo so Alain, non sarei di compagnia"
"Amico, hai bisogno di distrarti un po'" tento di convincerlo "Vieni, fallo per Venere"
Mi guarda con la coda dell'occhio e mi lancia un sorrisino.
"Per Venere?" domanda.
"Per Venere" ripeto.
"E va bene" cede infine "Mi hai convinto, per Venere questo e altro"
Già, per Venere questo e altro.
 

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Capitolo 6
*** La amo così tanto ***


La amo così tanto.
 

"Insomma, questa Venere quando arriva?" chiede Andrè osservando l'orologio che tiene al polso "E' quasi un'ora che la stiamo aspettando!"
"Dai Andrè, capita a tutti di fare tardi! Poi, non abbiamo mica un appuntamento"
Tento di convincere il mio amico che siede accanto a me, ma anche io non sono tanto convinto delle mie parole.
Insomma, sono quasi tre settimane che è puntuale come un orologio svizzero e proprio questa sera deve ritardare?
Siamo realisti: non verrà!
Dannazione, Venere!
Mi hai rovinato la serata!

"Alain, non ti illudere, questa sera non verrà" continua il mio amico.
"Può essere" confesso "Ma potrebbe anche avere avuto un disguido, come è successo a te l'altra sera"
"Se pensarla così ti fa stare meglio.."
Lo sento ridacchiare tra sè e sè.
Dio, che nervoso!
Se non fosse il primo sorriso che gli vedo fare in ventiquattro ore, glielo cancellerei dalla faccia a suon di sberle.
Lo odio quando fa così.
E sembra quasi che abbia sentito i miei pensieri, perchè la sua espressione cambia improvvisamente.
"Secondo te, cosa staranno facendo adesso?" chiede serio.
Amico, devo proprio dirtelo?
Ok, ok, la smetto di pensar male.
"Che vuoi che stiano facendo, Andrè! Tu ti preoccupi sempre troppo"
Tento di consolarlo come posso, ma la verità è che la situazione è molto critica.
Insomma, se una bella bionda si presentasse a casa mia.. altro che chiacchiere!
Uhm, anche se la bionda in questione è un essere mascolino dal nome stravagante?
Bella domanda!
Dovrei vederla per assicurarmi che ne valga la pena..

"Pronto?"
La voce di Andrè mi ridesta dai miei pensieri.
Mi volto e mi accorgo che sta parlando al cellulare, così aspetto in silenzio.
"Cosa ha fatto? Aspetta, non capisco se piangi"
Vedo che inizia ad agitarsi.
"Non ti muovere, arrivo subito"
In un batter d'occhio si infila la giacca e tira fuori le chiavi della macchina.
"Io vado" dice aprendo la porta.
"Dove? Aspetta, chi era?"
"Era Oscar, stava piangendo. Giuro che se quel porco l'ha sfiorata anche solo con un dito, io lo ammazzo"
E, detto questo, richiude la porta alle sue spalle e si dirige, con passo spedito, alla sua auto.
In meno di un minuto, sparisce nell'oscurità.
Caspita, ci mancava solo questa!
Speriamo che non si cacci nei guai..


Sono passate alcune ore da quando Andrè è letteralmente corso via dal mio locale ed ancora non ho ricevuto sue notizie, confesso che sto iniziando a preoccuparmi.
Insomma, potrebbe essere accaduto di tutto: per prima cosa, temo che abbia guidato veloce come un pazzo per riuscire a raggiungerla in tempo.
E se avesse fatto un incidente?
No!
Scuoto la testa, non voglio nemmeno pensarci.
Prendo il cellulare e provo a chiamarlo, ma non mi risponde.
Accidenti, Andrè!
Dimmi che non ti sei cacciato nei guai.

Poso, o meglio.. "lancio", il cellulare sul bancone ed inizio a fare avanti e indietro per la stanza.
Sono preoccupato, insomma, prima di uscire era fuori di senno!
Calmati Alain, tra i due è Andrè quello coscienzioso.
Sì, ma non quando si tratta della sua Oscar.
Mi riavvicino al bancone e riprendo in mano il cellulare, chissà se adesso risponderà.
Niente.
Ancora niente.
Provo e riprovo ma, alla fine, l'unica voce che riesco a sentire è quella della segreteria.
Sento il rumore della porta che si richiude alle mie spalle e mi volto.
"Era ora!" esclamo non appena lo vedo entrare "Ma che fine avevi fatto? Ero preoccupato"
"Scusa" dice avvicinandosi a me "Non volevo farti preoccupare, sono passato solo per tranquillizzarti, Oscar mi sta aspettando in macchina, non ho molto tempo ma non volevo parlare davanti a lei"
Lo osservo bene e.. sembra moralmente a pezzi.
"Andrè, che è successo?" domando serio.
"Ecco lui.. Axel.." inizia a balbettare "Era proprio come temevamo, lui voleva solo.."
Si porta una mano alla testa
"Dio, non riesco nemmeno a pensarci!"
Sgrano gli occhi
"Andrè, non mi dirai che.."
E le parole mi muoiono in gola.
"No, no, per carità, no" esclama gesticolando con le mani "Cioè, lui voleva solo l'avventura di una notte, ha detto di non trovarci nulla di male"
Sono sbalordito.
"Ma non dovevano parlare del loro rapporto?" domando.
"Si, lo hanno fatto. Cioè, da quel che ho potuto capire.. lui ha iniziato a baciarla non appena è entrata in casa e lei ne era contenta, ma quando gli ha chiesto cosa provasse nei suoi confronti ha detto 'solo amicizia', così lei ha rifiutato le sue avances e se ne è andata via piangendo. Adesso ha il cuore a pezzi la mia Oscar"
Mi volto verso la macchina e vedo nell'oscurità una figura seduta sul sedile posteriore.
Sembra distrutta.
Poverina..
"Beh, guarda il lato positivo, almeno non rischi più di perderla"
Tento di tirargli su il morale come posso, anche se so di non riuscirci tanto bene..
"Si, ma io non riesco ad essere felice se lei è triste, a questo punto.. avrei preferito vederla con lui piuttosto che vederla piangere"
Caspita!
"Dici sul serio?" chiedo sbalordito "La ami fino a questo punto?"
Non è da tutti dire o anche solo pensare una cosa del genere.
"Si" risponde risoluto "Io la amo così tanto"
Si volta verso la macchina ad osservare la ragazza che lo attende, poi dice
"E adesso scusami, ma devo proprio andare".
Dopodichè, se ne va.
Lo saluto facendogli un cenno con la mano e mi rimetto al lavoro, continuando a ripensare alla conversazione avuta poco fa.
Si, io la amo così tanto.
La amo così tanto.
Così tanto.

Queste parole non fanno altro che rimbombarmi nella mente.
Il suo amore per lei è davvero profondo.
Non ho mai incontrato nessuno prima d'ora che sia disposto a soffrire pur di vedere felice la persona amata.
Nessuno.
Nessuno tranne lui.
La ami fino a questo punto?
Sì.

Nessuna esitazione.
Ha risposto senza pensarci due volte.
Anzi, non ci ha pensato proprio.
Nemmeno un secondo.
Ha risposto così, d'istinto.
Se questo non è amore..
Spero che si risolva tutto per il meglio.
Se lo merita, davvero.
 

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Capitolo 7
*** Così si chiama la mia Venere ***


Così si chiama la mia Venere.


Sono le 21.54 e, dopo la buca di ieri sera, inizio a temere che Venere non si farà vedere quì per un bel po'.
Chissà, magari adesso passa le serate insieme a quel tizio che le piaceva..
Ho visto io stesso che l'ultima volta è riuscita a trionfare.
Insomma, posso darmi per vinto.
Sento il rumore della porta che si richiude e nemmeno mi volto, inutile darmi false speranze.
"Un minuto e sono subito da voi"
Mentre finisco di passare lo straccio sul bancone, sento un rumore di passi farsi sempre più vicini a me.
Mi volto, fingendo un sorriso che diventa a trentadue denti non appena vedo.. lei.
Come non detto, è arrivata.
"Non pensavo di vederti questa sera!" esclamo sorpreso.
"Come mai?"
"Beh, ieri sera non ti sei fatta vedere"
Vedo un sorriso amaro comparirle sul volto
"Beh, tecnicamente ieri sera sono venuta, anche se non sono entrata nel tuo locale"
Afferma iniziando a sfogliare il menù.
"Hai deciso di provare qualcosa di nuovo?"
"Si, vorrei qualcosa di più forte"
La vedo parecchio indecisa, questa volta.
"Tu cosa mi consigli?"
Domanda, dopo un po', guardandomi con i suoi meravigliosi occhi color del cielo.
"Sembra un angelo" mi lascio sfuggire dalle labbra.
Dannazione!
"Come?"
"Ehm.." mi schiarisco la voce "Dicevo che se fossi in te ordinerei un Angelo Azzurro"
Mi fa un sorriso
"Molto bene, allora provo quello"
Le preparo il cocktail con molta cura e, nel frattempo, tento di scoprire qualcosa in più riguardo a questo splendore.
"Allora" le dico "Sei riuscita a far colpo sul ragazzo che ti piace?"
"Oh.." dice abbassando lo sguardo "Si, ma come ti avevo già detto, gli piace un'altra"
"Non sa cosa si perde" dico porgendole il suo drink "A te"
"Grazie" la sento sussurrare imbarazzata.
"Comunque, piacere Alain" dico facendole l'occhiolino.
"Piacere, Osc.. ehm.. piacere Françoise" afferma titubante.
"Bel nome".
Lei mi sorride e mi sussurra un altro 'grazie' prima di bere un sorso del cocktail che le ho servito.
"Che te ne pare?" le domando.
"Ottimo" dice bevendone un altro sorso "Anche se continuo a preferire il Caipiroska"
Fa un sorrisino, ma si vede che non è spontaneo.
Lo so bene io che l'ho vista sorridere con l'anima quella sera all'Obaba.
Cos'è che ti tormenta, angelo  mio?
"Ecco io.. devo andare" dice subito dopo aver svuotato il bicchiere.
Come, di già?
"Quanto ti devo?" domanda frugando nella borsa.
"Niente, questa sera offre la casa" dico facendole l'occhiolino.
"No, ma davvero io.."
"Insisto" affermo risoluto "Mi pagherai domani sera"
La vedo sorridere imbarazzata
"Grazie" dice chiudendosi la giacca "Allora, ci vediamo"
"Domani sera?" domando speranzoso.
"Sì, domani sera" risponde prima di richiudere la porta alle tue spalle.
Domani sera.
Domani sera rivedrò la mia Françoise.
Françoise, così si chiama la mia Venere.

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Capitolo 8
*** E questo cosa significa? ***


E questo cosa significa?

Sento bussare insistentemente alla porta di casa mia di prima mattina.
E mo chi è sto scocciatore?
Lo sanno tutti che io al mattino non ci sono per nessuno.
NESSUNO.

"Eddai Alain, svegliati" sento urlare da fuori.
"Arrivo, arrivo!" dico dirigendomi verso la porta.
"Ho fatto un casino" dice Andrè entrando in casa.
"Ma che ci fai quì a quest'ora?"
"Alain, non hai sentito? Ho fatto un casino, un casino!"
Dice iniziando a fare avanti e indietro per la stanza.
"Andrè, calmati e dimmi che è successo"
"Beh ecco.. ieri sera ho visto Oscar, era triste per Axel e io non ne potevo più di vederla in quello stato, le ho detto di reagire e.. ho seguito il tuo consiglio"
"Il mio che?"
Lo guardo dubbioso.
Non ricordo di avergli dato un consiglio.
"Mi sono dichiarato"
Lo dice tutto d'un fiato.
Ooh, quel consiglio.
"Beh? E com'è andata?" domando prima di bere un sorso di caffè.
Che sonno, mi devo riprendere in qualche modo.
"Com'è andata? Come vuoi che sia andata!" sbotta d'un tratto "Malissimo!"
Dice riprendendo a camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza.
Dio, Andrè!
Mi stai facendo venire il mal di mare!

"Ne sei sicuro?" domando.
Conoscendo bene il tonto, può anche aver capito male.
"Sicurissimo" afferma risoluto "Sono stato un coglione"
Sbuffo.
"Ok, siediti quì e raccontami tutto per bene. Che le hai detto?"
Fa come gli ho detto e prende posto accanto a me.
Per fortuna, aggiungerei, mi stava iniziando a girare la testa.
"Lei stava dicendo di essere stata una stupida a rifiutare Axel, che se non lo avesse respinto, forse, avrebbe potuto vederla sotto una luce differente e non come un'amica dal nome maschile, ha detto che, secondo lei, lui la vede come un maschiaccio e in quel modo l'avrebbe vista come una donna. Io non so cosa mi sia preso, non lo so davvero, ma immaginare loro due insieme, pesare che lui avrebbe potuto sfiorare ogni parte del suo corpo, sentire il suo profumo, baciarla.. tutto questo mi ha dato alla testa, Alain!"
Lo vedo abbassare lo sguardo verso il basso, mortificato.
"Così io le ho iniziato a dire che ci sono tantissimi ragazzi migliori di quello là, che lui non la merita, che lui non è abbastanza per lei e, più lei lo difendeva, più mi ribolliva il sangue nelle vene, così.."
Si porta una mano alle tempie
"Così, le ho accarezzato una guancia e le ho detto che per me lei è splendida e che non avrei cambiato nulla di lei, neanche un capello.. poi l'ho baciata"
Ullallà amico!
Hai davvero avuto il coraggio di baciarla?
Non ti facevo così intraprendente, devo ammetterlo.

"E lei come l'ha presa?" domando, incuriosito.
"Beh, lei ci è rimasta di sasso. Non dimenticherò mai il suo sguardo in quel momento, era così malinconico, come se avesse appena realizzato di avermi perso per sempre.. è questo che mi preoccupa, il fatto che possa pensare di allontanarsi da me, io.. come potrei vivere senza di lei? Ti giuro, Alain, ancora mi rimbomba nella testa la sua voce mentre mi domanda 'E questo cosa significa?' Non avrei dovuto osare tanto, non avrei dovuto"
"Andrè" dico guardandolo bene negli occhi "Nessuno ha mai detto di volersi allontanare da te"
Lo sento sospirare.
"Lei ha.. ecco io non so cosa deciderà di fare, cioè, ha detto che ci avrebbe pensato"
"Pensato a cosa? Se mettersi o meno insieme a te?"
Ma perchè non mi racconta fino alla fine come sono andate le cose?
Amico, così non posso aiutarti!

"No"
"Andrè, dopo che lei ti ha chiesto 'E questo cosa significa?' tu che le hai risposto?"
"Significa che ti amo, questo le ho detto. Poi, mi ha detto che aveva bisogno di stare un po' da sola e se ne è andata. Alain, io sono disperato! Non so cosa fare, io ho bisogno di lei!"
E si alza dinuovo in piedi.
"Dio, mi sembra di impazzire"
Impazzirò io stando appresso a te, amico mio!
"Andrè, calmati! Magari capirà che sei il ragazzo giusto per lei, non fasciarti la testa prima di rompertela"
Tento di rassicurarlo
"Adesso è normale che voglia stare un po' da sola, ha bisogno di tempo per capire cosa vuole veramente"
"E tu che ne sai?"
Già, io che ne so?
E adesso cosa mi invento?

"Sono cresciuto ascoltando i melodrammi di Diane, ricordi?"
Diane, ottima idea!
Alain, tu sei un genio!

Sembra che questo sia riuscito a farlo tranquillizzare perchè si risiede accanto a me e mi dice "Già, forse hai ragione"
"Ma certo che ho ragione!" esclamo "Dai, stai tranquillo! Vedrai che andrà tutto bene"
Speriamo, anche se quì la vedo dura..
Ma, come ho detto prima, perchè fasciarsi la testa prima di rompersela?

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Capitolo 9
*** Jeanne ***


Jeanne.


Ore 22.15
Questa sera non sono proprio in forma.
Se solo fossi riuscito a riposarmi come si deve..
Aah, cosa non si fa per gli amici!
Penso che non sia proprio serata per me, ho mal di testa e di Françoise nemmeno l'ombra.
Peggio di così non si può..
Sento un rumore provenire dalla porta che si è appena richiusa alle mie spalle e, istintivamente, mi giro esclamando "Sei arrivata finalmente!" ma di Françoise neanche l'ombra.
Al suo posto, vedo una splendida ragazza dai lunghi capelli neri guardarmi allibita.
"Stavi aspettando me?" domanda indicandosi la faccia.
Le faccio un sorrisino.
"Devi scusarmi, pensavo che fossi un'altra persona"
"La tua ragazza?" chiede facendosi più vicina.
"No io.. non ho la ragazza" confesso.
"Oh bene" dice porgendomi la mano "In tal caso, io sono Jeanne"
Jeanne eh.. niente male.
Niente male davvero.

"Io sono Alain" dico stringendogliela "Posso prepararti qualcosa da bere?"
La vedo prendere posto davanti a me e la osservo mentre accavalla le gambe con fare sensuale.
Questa ragazza sì che ci sa fare!
"Vorrei un Margarita" dice giocherellando con un ciuffo di capelli.
"E che Margarita sia"
Inizio a preparare il suo drink mentre, con la coda dell'occhio, la osservo mentre continua a giocherellare con quel ciuffo di capelli.
Dio, è così provocante!
"E' da tanto che fai questo lavoro?"
"Beh saranno.. un paio d'anni" dico porgendole il cocktail "Ecco a te"
"Uh, grazie"
La osservo mentre ne beve un sorso.
"E' squisito!" esclama "Dovrei tornare quì più spesso"
"Beh, perchè no?" dico facendole l'occhiolino.
Mi sorride e porta, delicatamente, le mani sotto al mento.
"Già, potrei tenerti compagnia.. vedo che sei tutto solo a quest'ora"
Ooh, non proprio.
Venere.. ehm, volevo dire.. Françoise è in ritardo, ma mi ha promesso che questa sera sarebbe tornata e io l'aspetto.
Anche se lo avrei fatto comunque.

Le sorrido senza proferir parola.
"E nel tempo libero che fai?" continua lei.
"Beh ecco io.. dipende"
"Da cosa?"
"Dipende dai giorni"
"Domani?" domanda lei lanciandomi uno sguardo provocante.
"Non dovrei avere impegni per domani"
"Bene" esclama sorridente "Adesso ne hai uno"
Però, mica male.
Mica male davvero!

Questa ragazza mi piace ogni secondo di più.
Le sorrido.
"Ci sto"
Ooh sì, il vecchio Alain è tornato!
Iniziavo quasi a temere che fosse svanito il mio fascino.
Insomma, con Françoise non ce l'ho fatta, quindi..

Stabiliamo l'ora e il luogo dell'incontro, dopodichè le arriva una telefonata che la porta via da me.
"Ehi Nicolas, dimmi"
Nicolas?
E mo chi è Nicolas?

"Ok, arrivo"
La guardo interrogativo.
Senti bambola, non vorrai tenere il piede in due scarpe, spero!
"Mio fratello" dice indicando il cellulare "Devo andare"
Ooh, suo fratello.
C'ero quasi rimasto male.

"Allora ci vediamo domani" dice infilandosi il cappotto.
"Si, ci vediamo domani"
Le sorrido e lei fa lo stesso prima di richiudere la porta alle sue spalle.
La guardo dirigersi alla macchina mentre, nella mia testa, continuo a sentire il dolce suono del suo nome.
Jeanne.
 

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Capitolo 10
*** Vai da lui ***


Vai da lui.


Ore 22.45
Il mal di testa ha proprio deciso di non abbandonarmi, questa sera.
Sarà meglio prendere qualcosina per sentirmi meglio.
Vado nel retro, dove c'è quello che mi piace chiamare "il mio studio", e mi rilasso un po'.
Eh sì, sembra proprio andare meglio.
Resto così per quel poco che basta per provocarmi sonnolenza ma, quando sto quasi per sprofondare in un sonno profondo, sento una voce provenire dal locale.
Fortunatamente, aggiungerei, altrimenti lo avrei lasciato incustodito.
Mi alzo e, voltando l'angolo, scorgo lei, bella come una dea.
Françoise, la mia Venere.

"Sei arrivata" dico facendomi più vicino.
"Te l'avevo promesso"
Le sorrido.
"Vuoi provare qualcosa di nuovo anche questa sera o ti preparo il solito?"
"Il solito, direi"
Mi metto all'opera ed inizio a preparare il suo cocktail.
Poi, d'un tratto, inizia a squillarmi il cellulare.
Le porgo il suo drink e mi affretto a rispondere.
"Hey, Andrè!" esclamo "Dimmi"
"Alain, so che stai lavorando ma.. Oscar mi ha mandato un messaggio poco fa e mi ha detto che per un po' preferisce non vedermi, sono disperato"
"Scusa amico, non ho sentito bene, cos'ha fatto la tua Oscar?"
E, a queste mie parole, sento un rumore provenire dal bancone.
Mi volto e scorgo Françoise intenta a raccogliere un oggetto che le è caduto dalle mani.
"Ehm.. scusami" afferma imbarazzata.
Le faccio cenno di non preoccuparsi, poi torno alla mia conversazione con Andrè.
"Ha proposto di non vederci per un po' di tempo" ripete.
"Perchè mai avrebbe fatto una cosa del genere?" domando.
E, questa volta, la sento farsi più vicina a me.
Mh, quì c'è qualcosa che non mi convince.
Possibile che Françoise sia un'amica di Oscar?
Adesso ci penso io.

"Non lo so, ma sono già due giorni che non ho sue notizie.." continua a lamentarsi.
"Beh, ma questa è una fortuna, Andrè! Finalmente, potrai uscire con Diane che è da tanto che ti viene dietro"
Dico alzando la voce.
"No, Alain, lo sai che non ne sono interessato"
"Non ti preoccupare amico, ci penso io a rimediarti l'appuntamento"
Continuo osservando la bionda al bancone che sembra essere alquanto agitata adesso.
"Ma cosa stai dicendo? Io non voglio un appuntamento con Diane!" esclama il fessacchiotto.
Aaah Andrè, possibile che tu non riesca mai a capire niente?
"Vedrai, ti farà dimenticare la tua Oscar, ci puoi scommettere!"
Altro rumore provocato dalla caduta dalle chiavi della macchina che, fino a qualche secondo fa, Françoise stava tenendo in mano.
"Uh, che sbadata.. scusa" bisbiglia imbarazzata.
Sisi, sbadata..
Angelo mio, sei troppo agitata per i miei gusti, questa sera.

"Adesso devo andare amico,  tra poco contatto Diane e le dico di chiamarti"
Esclamo chiudendo la chiamata, senza dargli il tempo di rispondere.. o di lamentarsi, perchè sappiamo tutti quanti che avrebbe iniziato a farlo.
Fingo di mandare un messaggio a Diane e, subito dopo, rimetto il cellulare nella mia tasca.
"Ecco fatto" esclamo guardandola "Adesso se la vedranno loro due"
Mi guarda e, cercando di mantenere la calma, domanda "Le hai.. le hai mandato un messaggio?"
"Si" rispondo cercando di sembrare disinteressato "Così, finalmente, si decideranno ad uscire quei due, era da tempo che lei glielo domandava"
"Oh.." la sento sussurrare.
"Già" continuo io "E' quel mio amico di cui ti ho parlato l'altra sera. Anni e anni innamorato della sua migliore amica e lei non se ne accorge"
La vedo sgranare gli occhi
"Era lui?" domanda flebilmente.
"Eh sì.. e, adesso che si è dichiarato, è persino stato rifiutato"
"Beh ma.. magari lei si è vista cadere il mondo addosso, una persona che per quasi vent'anni ha sempre reputato come un fratello le dice di essere innamorato di lei.. cosa poteva pretendere? Alla fine, lei ha solo chiesto del tempo per riflettere e capire cosa vuole veramente, per non illuderlo e non farlo soffrire" sbotta d'un tratto.
Mi faccio più vicino
"Non ho mai detto che la loro amicizia dura da quasi vent'anni anche se, effettivamente, è così"
La vedo sbiancare di colpo.
"Ecco io.." bisbiglia tra sè.
"Tu sei.. sei Oscar?" domando sbigottito.
La vedo abbassare lo sguardo.
"Io.. sì"
Adesso è tutto chiaro.
La ragazza che all'Obaba ho visto baciarsi con quel biondino, era Oscar.
La ragazza che, l'altra sera, era nella macchina di Andrè, era Oscar.
La ragazza che, per un mese intero, ho continuato a chiamare Venere, era Oscar.
Oscar, Oscar, Oscar.

Mi piaceva una con il nome da maschio!
Mi piaceva.. la ragazza per la quale è cotto il mio amico!
Dio, sono un verme!
Anche se, tecnicamente, non lo sapevo..
Però, adesso posso capire le parole di Andrè
"Alain, tu non puoi capire"
Quante volte me lo ha detto!
E quante volte non gli ho creduto!
Che stolto!

"Scusa io non volevo mentirti è solo che.." la sua voce mi ridesta dai miei pensieri "Ecco, l'altra sera Andrè mi ha portato quì fuori e così, quando prima lo hai nominato, ho subito capito che era lui. Io ti ho detto di chiamarmi Françoise ed è così, solo che Oscar è il mio primo nome, una stravaganza di mio padre"
"Ma.." balbetto "Perchè lo hai fatto?"
"Oscar è un nome.. poco femminile" confessa.
E, in questo momento, mi sento proprio uno stronzo.
Non ho fatto altro che pensare che nessuno si sarebbe mai potuto innamorare di una ragazza con il nome da uomo e via discorrendo quando, in realtà, non è, poi, così importante.
Anzi, ci sono cascato anch'io!
Ma, a differenza mia, Andrè l'ha sempre amata nonosante tutto.
Ha sempre amato Oscar, non Françoise.
"Non le ho mandato alcun messaggio" affermo, cambiando discorso.
D'improvviso, vedo i suoi occhi illuminarsi
"Davvero?"
"Davvero"
Abbassa lo sguardo, imbarazzata.
"Andrè è sempre stato la mia ombra, sin da quando eravamo bambini. Dove c'ero io, c'era anche lui.. lo diceva sempre anche sua madre. Io non mi ero accorta dell'importanza che Andrè ha avuto nella mia vita fino a quando.. fino a quando gli ho detto di non vederci più, l'ho fatto per pensare, per riflettere.
Poi, quando prima hai pronuciato il suo nome, mi sono voltata di scatto, istintivamente. E' incredibile come solo il suono del suo nome possa darmi l'illusione che lui sia vicino a me"
Sorride tra sè e sè.
"Però, la sedia era vuota ed io ho sentito la sua mancanza, come nei due giorni precedenti. Quando tu hai.. hai proposto di farlo uscire con quella ragazza io.. non lo so, ho temuto di perderlo"
"Vai da lui" dico d'un tratto.
"Come?"
"Vai da lui, adesso"
Mi guarda prima spaesata, poi, con lo sguardo deciso, si alza in piedi di scatto e mi dice "Grazie".
Dopodichè, apre la porta e corre verso la macchina.
La osservo mentre si allontana dal locale.. e da me.
"Sarà una splendida serata per te, amico mio" dico tra me e me.
Già, sarà proprio una splendida serata.
 

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Capitolo 11
*** La mia stella ***


La mia stella.

"Dai Alain, sbrigati! O il film inizierà senza di noi!"
Sbuffo, mentre cerco le chiavi per chiudere il locale.
"Vengo, vengo"
"Eddai tesoro,  non voglio perdere l'inizio!"
Insiste la splendida mora alle mie spalle che, da circa tre mesi, è diventata la mia ragazza.
Eh sì, dopo essere uscito insieme a lei, mi sono reso conto che è proprio la ragazza che fa per me: bella, decisa e schietta, ma sa essere anche tanto dolce e sensibile quando vuole.
"Si Jeanne, sto arrivando"
Chiudo, finalmente, il locale e, insieme, ci dirigiamo alla macchina.
"Oscar e Andrè saranno già lì?" domando, mettendo in moto l'auto.
"Certo che sì! A differenza tua, i tuoi amici sono persone puntuali, caro" dice facendomi la linguaccia.
Lo so, lo so.
Mi punzecchia un pochettino, ma che relazione sarebbe senza un po' di pepe?
E poi, l'adoro quando mi tiene testa!

Dopo una decina di minuti arriviamo al cinema e, dopo aver parcheggiato, raggiungiamo i nostri amici che, come aveva previsto Jeanne, erano già arrivati da un po'.
"Era ora!" sento Andrè tirare un sospiro di sollievo.
"Eiei amico, non mi rimproverare, dopo l'ultima cosa che ho fatto per te, me lo devi"
Lo vedo voltarsi sorridente verso la sua tanto amata Oscar per scambiarsi uno sguardo d'intesa.
Eh sì, finalmente si sono messi insieme.
E tutto grazie a me!
Gente, chiamatemi pure Cupido.
"Coraggio, entriamo" la voce di Jeanne mi ridesta dai miei pensieri.
"Sì, andiamo"
Le prendo la mano e, come noi, fanno anche Oscar e Andrè.
Ormai, per noi è una routine uscire tutti e quattro insieme, siamo diventati grandi amici.
Per quanto riguarda la mia vecchia cotta per Oscar.. beh, ci ridiamo su.
E così anche per la storia di Venere.
Adesso, sono felice insieme alla mia Jeanne che, anche se non ho soprannominato con il nome di una dea, di tanto in tanto chiamo 'stella'.
E' un termine che ho scelto di utilizzare un pomeriggio, dopo che Diane mi ha letto una frase presa da un libro che le ha regalato il suo nuovo ragazzo, un certo Bernard che tanto le ricorda Andrè.
"Dante Alighieri, nella Divina Commedia, ha trattato diversi aspetti del sapere dell'epoca, indugiando particolarmente sulle conoscenze astronomiche del tempo. Le tre cantiche del poema, inoltre, terminano con la parola "stelle": infatti esse, quali sede del Paradiso, sono per Dante il naturale destino dell'uomo e della sua voglia di conoscenza, tramite il suo sforzo a salire a guardare verso l'alto"
"Jeanne" ho detto in un primo momento, perchè quella frase mi ha fatto pensare a lei.
Lei, il mio Paradiso.
Lei, il mio destino.
Lei, la mia stella.


 
Ciao a tutti!
Con questo, siamo finalmente giunti all'ultimo capitolo di questa storia.
Innanzitutto, vorrei ringraziare tutti coloro che sono arrivati fino a quì e anche tutti coloro che hanno inserito questa storia  tra quelle seguite\preferite\da ricordare.
Un grazie in particolare va a Tetide che, oltre ad avermi ispirato, mi ha anche seguito fino alla fine.
Vorrei, inoltre, ringraziare anche Marmati72, sissi_a, mgrandier, maryjay, lenovo2015 e lupin3 che mi hanno seguito e sostenuto dall'inizio alla fine di questa mia "avventura".
Insomma, grazie a tutti!
 

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