La viaggiatrice del tempo

di eco89 sasuxsaku
(/viewuser.php?uid=924486)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Dal dolore alle gioie della vita. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Un giorno, nel paese di Magic Demise, una ragazza camminava per le vie affollate di persone, viandanti, maghi, streghe e stregoni. Il nome di questa intrepida ragazza era Isabelle, figlia del Dragon Slayer Natsu e della sua compagna di viaggio dell'epoca, Lucy. Mentre passeggiava si diresse verso il castello dove viveva con i suoi, dato che la famiglia della madre erano molto ricca e facoltosa. Grazie al loro status tutti la salutavano, dato che l'intera cittadinanza conosceva benissimo i suoi genitori e le loro avventure, e disavventure, che avevano causato più di qualche problema alla città in passato. Lei era una ragazza molto carina, con capelli lunghi fino ai fianchi e viola. Aveva due occhi marroni. Era anche molto formosa, caratteristica fisica simile a quella della madre. Isabelle stava per festeggiare il suo ventesimo compleanno, ma il destino aveva un regalo speciale per lei e non tutto sarebbe andato come sperato; degli avvenimenti sarebbero accaduti da quella giornata in poi.

Mentre si dirigeva verso casa, incontrò una sua cara amica, che era come una sorella maggiore per lei: Wendy. Da quando era nata le era sempre stata vicina, anche nei momenti difficili che aveva attraversato. << Isabelle, ciao! Sei rientrata da qualche missione importante? >> la ragazza si voltò e la guardò con un gran sorriso, simile a quello di suo padre, dato che di carattere aveva preso un po' da entrambi i genitori. Per questo alla gente piaceva la sua famigila, sempre allegra e spensierata, pronta ad aiutare e divertirsi con tutti loro. << Sì, ci è voluto più tempo del solito dato che Happy si fermava a ogni locanda che trovavamo, e sai che neanche io so resistere al cibo quando è buono! >> anche questo lo aveva ereditato dal padre. << Io sto andando a portare delle cose a tua madre... Se vuoi Isabelle ti faccio compagnia verso casa. >> in risposta la ragazza le fece un sorrisone e un cenno di sì con la testa.

Poi qualcosa attirò l'attenzione di Isabelle, una ragazza che passeggiava con la propria madre. "Mamma... sono già passati quattro anni da quando hai lasciato me e il papà; è stata dura nei primi due anni, ma grazie agli amici e a una ragazza buona e speciale, ora siamo più felici. Questa ragazza la conosci meglio di tutti, è la piccola Wendy, come ti piaceva chiamarla quando giocavamo tutte e tre insieme... Lei è l'unica che mi è stata vicina sempre, anche a papà." pensò, rivolgendo un rapido sguardo al cielo. Al loro rientro al castello trovarono tutto addobbato per la festa imminente. Erano presenti gli amici di Nastu e di Lucy, nonché quelli della ragazza, che subito le diedero gli auguri, dando inizio alla festa di compleanno di Isabelle. Tutti erano felici di quel momento, ma anche un po' rispettosi nei confronti di Lucy che non c'era ormai più. Cominciarono a fare giochi, le solite sfide in cui parteciparono tutti gli invitati.

Tuttavia lei era un po' triste perché desiderava davvero rivedere la madre, soprattutto in un giorno come quello. Appena gli ospiti furono impegnati nei giochi, lasciò la grande sala e si diresse verso la vecchia biblioteca del palazzo, dove sapeva che c'erano libri di ogni tipo, sia normali che di magia. Si mise a curiosare in giro tra gli scaffali. Nel cercare una copertina che attirasse la sua attenzione, i suoi occhi trovarono qualcosa di strano: un libro e una pietra dentro a una teca di vetro. Lei curiosa si avvicinò a vedere. Appena la toccò, questa si illuminò, attivando il suo potere. Si ritrovò improvvisamente in un'altra epoca. In mano aveva la pietra e nell'altra mano il libro a lei collegato.

Si rimise in piedi e sentì delle voci. Guardando in giro capì di trovarsi in un bellissimo parco, pieno di fiori e alberi bellissimi; il profumo che emanavano le piaceva molto. Sulla panchina di fronte a lei notò due sagome, così si avvicinò. Vide i suoi genitori, con un aspetto molto più giovane rispetto a quello che lei ricordava. Si mise a spiarli da lontano per un po' di tempo. Poi Wendy, che si trovava a passare da lì, la vide e le chiese chi fosse, notando forse il suo strano comportamento. Isabelle all'inizio non le rispose, troppo confusa per comprendere quello che stava vivendo, però alla fine abbracciò l'amica. La condusse vicino a una panchina libera, invitandola a sedersi con lei. Quando Wendy la guardò in viso mostrando sorpresa, da lì cominciò a capire. Isobelle prese le mani di Wendy e le raccontò di tutte le volte che avevano giocato insieme e di alcune volte in cui era rimasta a dormire a casa sua. A ricordare quello che per lei era passato, subito divenne molto triste, perché questo significava che doveva raccontarle quello che sarebbe successo in futuro. Isabelle cominciò a raccontare...




Un giorno, mentre aiutava la madre e insieme preparavano il pranzo, Lucy svenne senza motivo e per un po' di tempo non si riprese. Natsu, appena rientrato a casa da una missione, sentì piangere la figlia, così entrò di corsa in cucina e trovò Lucy a terra svenuta. Quindi Natsu la prese in braccio e la portò subito all'ospedale per capire che cosa fosse successo. I dottori la portarono in una stanza e cominciarono a fare i primi controlli. Ben presto venne trovato il problema. Il primario, che conosceva la coppia da anni, chiamò i familiari nel suo ufficio.

Non sapeva come comunicare la brutta notizia, ma dopo un po' iniziò a parlare: << Mi dispiace signor Natsu, ma sua moglie ha un brutto tumore al cervello. Le restano solo due mesi di vita, purtroppo non è possibile fare niente... >> padre e figlia rimasero davvero sconvolti da quella notizia. Com'era possibile? Perché era capitato tutto questo a loro? Come avrebbero fatto senza di lei e in così poco tempo? Si congedarono dal primario, ringraziandolo per quello che aveva fatto per la donna. In fondo era una cosa che poteva capitare a tutti, ma era successa a loro. Natsu la riportò a casa quando venne dimessa, così da farle passare l'ultimo periodo insieme ai suoi familiari.

Appena furono da soli, Natsu chiese alla figlia di non dire nulla a Lucy perché aveva paura di perdere il suo meraviglioso sorriso, di cui anni prima si era innamorato non appena l'aveva conosciuta. Un giorno Lucy, mentre puliva la stanza di studio che usavano tutti loro, urtò per sbaglio un piccolo comodino chiuso, facendolo cadere per terra. Vide al suo interno alcune cartelle. Si chinò a raccoglierle per metterle apposto, ma su alcune lesse sopra il suo nome, così le aprì per curiosare. Man mano che leggeva si rese conto di qualcosa di terribile. Il giorno dopo, mentre sparecchiavano alla fine del pranzo, lei si girò verso Natsu. << È vero che sto per morire? >> chiese con un filo di voce. Lei lo guardò con uno sguardo triste. In tutti gli anni di matrimonio non le aveva mai detto una sola volta una bugia, avevano promesso di essere sempre sinceri tra di loro. E adesso invece?

Anche Natsu si vergognava di quella bugia. << Purtroppo sì, amore mio... >> mormorò, sentendo la gola chiudersi. Si alzò e fuggì via piangendo. Lei rimase molto sorpresa da tale reazione, non lo vedeva piangere da tempo ormai. Magari le aveva mentito per tenere di lei i ricordi più belli, invece di quelli brutti e tristi. Natsu uscì di casa e corse a perdifiato fino al parco. Si fermò di fronte a una panchina e si sedette sopra, iniziando a versare tutte le lacrime che aveva trattenuto per giorni. Comprendeva che cosa le sarebbe successo, anche se non voleva dirle nulla. Di là per caso passava Wendy, che notò qualcuno seduto sulla panchina. Si avvicinò per vedere chi fosse, trovando lì seduto Natsu intento a piangere e singhiozzare.

Si fece più vicina e si sedette accanto a lui. << Che cosa sta succedendo Natsu? Perché sei qui a piangere, invece che stare a casa con la tua famiglia? >> domandò incerta. Lui alzò il viso rigato di lacrime e pian piano le raccontò quello che era accaduto tra lui e Lucy. Anche lei cominciò ad avere gli occhi lucidi e per confortarlo e dargli il suo sostegno e coraggio, lo abbracciò. << Non preoccuparti, io non ti lascio da solo. Se avete bisogno di qualcosa, ci sono sempre. >> disse, appoggiando una mano sulla spalla e gli sorrise per dagli un po' di conforto. Più tardi, quando lui rientrò a casa, trovò la moglie seduta sul divano. Lei gli fece cenno di sedersi accanto. << Natsu, tesoro, dobbiamo parlare di questa cosa. È abbastanza seria e io vorrei che gli altri non lo sappiano perché non voglio che soffrano oppure mi trattino in modo diverso. Sai che non mi piace sentirmi compatita. >> lui la guardò stravolto.

Natsu non era d'accordo. << Ma Lucy... non è giusto. Sono nostri amici, è giusto che sappiano che cosa ti sta succedendo. Devono sapere la verità, se no dopo sarà peggio. Ci aiuteranno, così mi ha detto Wendy, che sarà disponibile per darci una mano. >> lei lo guardò con una faccia davvero arrabbiata. << Come hai potuto coinvolgere Wendy in tutto questo casino? Lei non c'entra nulla. >> lui rimase a bocca aperta per l'uscita della moglie, non si aspettava la sua reazione. << Ma anche Wendy aveva visto che qualcosa non andava bene, Lucy. Lo sai che Wendy è come una sorella per noi ed è giusto che lei almeno lo sappia. >> a quelle parole lei lo guardò con occhi più calmi e abbassò poi lo sguardo triste, in cui cominciarono ad affacciarsi delle lacrime. Natsu si avvicinò e l'abbracciò. << Ti prometto che non lo dirò a nessuno. Lo saprà solo lei tesoro. >> la strinse a sé ancora di più e le diede un bacio, in modo da risolvere quella lite.

Da quel giorno malinconico, ne passarono altri pieni di risate un po' forzate e di divertimento. Natsu cercò di viaggiare con la moglie e la figlia, mostrando a quest'ultima i posti dove loro due avevano vissuto mille avventure con i loro grandi amici. Fecero insieme anche molte feste. Per quel breve periodo, anche Isabelle non pensò più alla malattia della madre, a quello che sarebbe successo. Un giorno però non era iniziato come gli altri. Natsu si era svegliato e aveva sentito qualcosa di freddo accanto a lui. Convito che Lucy si fosse alzata e avesse lasciato scoperta la sua parte, si mise a sedere. Appena sentì che quella parte del letto era in realtà occupata, si voltò verso la moglie. Sembrava addormentata e provò a chiamarla, sentendo l'ansia crescere. << Lucy svegliati, ti prego tesoro... >> ripeté più volte, senza risposta. Era morta nel sonno, lasciandolo solo. << Perché mi hai lasciato così presto?! NOOO. >> gridò chinandosi su di lei. Sentendo le urla strazianti del padre, Isabelle accorse nella stanza dei genitori e si ritrovò di fronte al padre con la testa poggiata sul ventre della madre, intento a piangere. Accorse anche lei sul letto e iniziò a piangere con lui e ad accarezzare entrambi.

Nel frattempo Wendy si era alzata e, mentre si dirigeva in bagno, sentì dei rumori e delle voci. Si avvicinò alla camera dei coniugi, trovando lui e la sua bambina abbracciati e in lacrime sul corpo senza vita della sua amica Lucy. Si avvicinò a loro e prese per mano Isabelle, abbracciandola forte. Le accarezzò la testa per calmarla, come quando era piccola e giocavano insieme, dato che a volte i genitori non erano in casa per varie missioni che svolgevano per la gilda. A volte, nei loro pomeriggi insieme, si divertivano a giocare a nascondino o a ricorrersi. La piccola Isabelle inciampava spesso e si faceva male, così lei la prendeva per mano, la medicava e poi la portava a prendere un gelato.

La figlia di Lucy ricambiò l'abbraccio di Wendy con affetto. << Pensi che dovremmo dirlo agli altri? Lo so che sia io che papà avevamo promesso di non dire niente a nessuno, ma adesso che cosa devo fare? >> domandò con sguardo perso. Wendy la guardò dubbiosa sulla risposta da dare. << Non posso dirtelo io, Isabelle. È una risposta che devi cercare tu da sola. >> dopo questa risposta della sua grande amica, si alzò dal letto e si diresse fuori dalla stanza. Isabelle, dopo essersi sistemata, uscì di casa per poter riflettere sul da farsi. Nel correre verso la città a perdifiato, si fermò casualmente davanti alla gilda ed entrò.


Continua...

NdA: Lo so che vi ho lasciati con una cosa abbastanza triste, ma per ogni cosa c'è sempre una spiegazione a tutto. Un bacio a tutti voi che avete letto. Spero che abbiate apprezzato anche se magari vi aspettavate altro ^_^ Spero di riuscire a darvi il prossimo capito presto! Mille grazie ancora a tutti voi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Dal dolore alle gioie della vita. ***


Capitolo 2: Dal dolore alle gioie della vita.


Isabelle, dopo essere entrata, cominciò a camminare all'interno della gilda. Si guardò intorno, trovando quell'ambiente stranamente vuoto e silenzioso, quindi probabilmente gli altri erano ancora impegnati con le loro missioni. Poco dopo si ritrovò di fronte al posto dove si fermava a mangiare con i suoi genitori. Si sedette al suo solito posto e poi appoggiò la testa sul tavolo, cominciando a pensare a tutti i bei momenti passati in loro compagnia e iniziò piangere. Poi dal magazzino della gilda uscì Mirajane, che stava mettendo in ordine il bar, in modo che al ritorno dalle rispettive missioni i ragazzi avrebbero trovano tutto apposto. La sua attenzione venne colta da dei strani rumori provenienti dal grande salone. Seguendo il rumore, si avvicinò pian piano a Isabelle. La riconobbe subito e accorse da lei. Si sedette vicino a lei e le poggiò la mano sulla spalla per consolarla, convinta che piangesse per qualche litigio con alcuni ragazzi, oppure che qualche ragazza l'avesse infastidita in qualche maniera.

Sentendo qualcuno coccolarla, Isabelle alzò la testa e si sorprese di trovarsi davanti Mirajane sorridente e così calorosa. << Ehi piccola Isabelle, che cosa ti è successo? Sembri uno straccio e davvero distrutta. Calmati e raccontami che cosa è successo, ok? >> la ragazza le fece sì con la testa. Cercò di prendere il coraggio per raccontare tutto quanto. Cominciò a raccontare tutto quello che era successo negli ultimi mesi e che la sua mamma era malata da un po' di tempo. Mirajane, dopo aver ascoltato le parole della ragazza, intervenne. << Isabelle, io vado a palazzo. Tu puoi occuparti dei miei figli, giusto il tempo di andare e tornare? >> la ragazza fece un cenno con la testa.

Mirajane prese alcune cose e si diresse verso la casa di Lucy per vederla. Mentre camminava i suoi occhi si riempirono di lacrime e di immagini, bellissimi ricordi a lei collegati. Quando si erano conosciute avevano fatto amicizia subito perché avevano quasi lo stesso carattere e bontà. Appena arrivata al castello, bussò al portone. Poco dopo le aprì la porta Wendy, anche lei con le lacrime agli occhi. La accompagnò in camera di Lucy e Natsu in religioso silenzio. Lo vide in un angolo a piangere disperato. Poi si girò verso il letto e appena vide Lucy si avvicinò a lei. Le fece una carezza sulla guancia, ma per non mostrare il suo dolore si avvicinò a Natsu, abbracciandolo forte. Andò via quasi subito perché non riusciva a guardarla in quello stato. Si fermò appena un attimo all'ingresso della stanza per parlare un po' con Wendy. << Perché non lo sapeva nessuno? >> Wendy guardò in direzione del corpo esanime di Lucy. << Lei aveva paura che se avessimo saputo della sua malattia, l'avremmo trattata con pietà. Invece lei voleva essere almeno come noi per il tempo che le rimaneva. Anche io l'ho saputo da poco... Adesso dobbiamo preparare tutto quanto. >> Mirajane distolse lo sguardo, non riusciva a vedere in quello stato la sua migliore amica.

Ancora fuori dalla camera da letto, continuarono a discutere. << Perché non ce ne siamo mai accorti in tutto questo tempo? Non avrei mai pensato a una cosa del genere. Tranquilla Wendi, avverto io gli altri di questa tragica fine di Lucy... Non immagino la reazione degli altri e del paese. >> le due si abbracciarono forte, confortandosi a vicenda. Wendy dopo l'abbraccio tornò a rincuorare Natsu per quello che poteva, ma sarebbe stato molto difficile. Mirajane, appena rientrata alla gilda, cominciò a chiamare tutti quanti al telefono per dare la brutta notizia, sperando che i suoi amici avessero finito con le loro missioni. Una volta che la notizia della tragica perdita di Lucy venne diffusa, molti amici si recarono al castello per dare sostegno a Natsu e a Isobelle, tra cui le migliori amiche di Lucy, Cana e Mirajane, e i loro figli che erano amici stretti di Isabelle. Invece per Natsu ci furono Erza, Grey e infine Wendy, che lo sostennero con tutto l'affetto possibile.

Il giorno del funerale fu il più brutto della vita di tutti loro. Amici e conoscenti erano in lacrime. Anche Mirajane trovò il coraggio di dare l'addio a Lucy, la sua amica del cuore. << Mi dispiace davvero tanto che tu non ci sia più, ma sapere che le nostre figlie sono amiche come lo siamo state noi mi rende felice. >> quelle erano le parole che non era riuscita a dire il giorno prima, davanti al corpo dell'amica. Il giorno dopo il funerale, Natsu si svegliò sentendo il letto vuoto e freddo. Decise di alzarsi e andare a mettersi seduto sulla poltrona che era presente in camera da letto. Cominciò a piangere perché iniziava a realizzare di averla persa per sempre. Mentre portava la colazione al padre, Isabelle entrò nella camera e lo trovò in quello stato pietoso. Si avvicinò per abbracciarlo, ma lui la respinse perché la figlia gli ricordava troppo la sua Lucy.

Passarono diversi giorni, ma Natsu ogni mattina ripeteva quel comportamento: si sedeva su quella poltrona e si metteva a piangere, per poi respingere la figlia che lo voleva solo aiutare. Pian piano Isabelle si convinse che lui non le voleva più bene. Anche Wendy, vedendo sempre quella scena, decise di parlare con lui. << Natsu, perché fai così con tua figlia? Perché la mandi via e la maltratti? Anche lei soffre moltissimo per questa situazione... Me lo vuoi spiegare? >> chiese, mettendosi seduta di fronte a lui su una sedia vuota. Lui la guardò con uno sguardo spento e freddo. Lei non vedeva quello sguardo da tempo, da quando in passato lui si era impegnato nei combattimenti contro i nemici. << Me lo chiedi pure Wendy?! Lei mi ricorda la mia cara Lucy e questo mi fa stare ancora più male! Per questo non la voglio vedere... >> Wendy non avrebbe mai creduto di sentire uscire dalla bocca di Natsu quelle parole.

<< Natsu quella è tua figlia! Tua e di Lucy. Lei avrebbe fatto di tutto per proteggerla, adesso tocca a te farlo. Vedi di svegliarti, anche lei ne soffre, molto più di noi. Isabelle non sa cosa vuol dire crescere senza genitori. Questo perché un padre lo ha e ha bisogno del tuo aiuto, e di quello di tutti noi. Anche tu hai bisogno di una mano. Non fare lo sbaglio di perdere l'unica cosa che ti lega ancora a lei, il bel ricordo e il tesoro che ha lasciato per tutti noi Lucy. Non fare quel dannato errore, perché dopo sarà tardi e non potrai mai riaverla indietro, quindi non perdere la luce che vi ha circondato fino a ora. >> dopo quelle parole e con le lacrime agli occhi, Wendy uscì dalla stanza alla ricerca di Isabelle, lasciando Natsu a riflettere su quanto detto.

Nel frattempo Wendy raggiunge Isabelle e appena la vide la strinse forte a sé. La giovane stava piangendo. << Visto Wendy? Papà non mi vuole più bene... >> mormorò continuando a piangere disperata. La più grande l'abbracciò ancora più forte. << Non è vero tesoro... Torniamo a casa, così potrete fare pace e capirai che ti vuole bene. >> Le due si incamminarono verso il castello. Appena tornate a casa, Natsu abbracciò sua figlia e la prese da parte per chiarire. << Mi dispiace tanto per quello che ti ho fatto! Ma se mi perdoni ti prometto che non farò più una cosa del genere. >> Isabelle annuì sollevata. Dopo aver fatto pace, le cose andarono un po' meglio tra di loro. Purtroppo Natsu continuava ancora a disperarsi sulla poltrona della camera, come negli ultimi giorni, però almeno adesso permetteva a sua figlia di stargli più vicino. Allo stesso tempo Natsu aveva perso il suo sorriso e non era più voluto uscire dal castello. Aveva deciso di non farsi vedere neppure quando qualcuno veniva a fare loro visita, ormai preda di una logorante depressione.

Un giorno Isabelle prese da parte Wendy per parlare con lei. << Io non ce la faccio più a vedere papà in quello stato. Sta sempre lì a piangere, mentre tiene in mano una foto della mamma. Si dà la colpa per tutto quello che è successo, perché non ha potuto fare niente per lei... >> Wendy vedeva che anche la ragazza non riusciva a superare il lutto. << Non ti preoccupare Isabelle, sono sicura che con il tempo si risolverà tutto quanto. >> tentò di consolarla con un sorriso rassicurante. L'abbracciò forte e le accarezzò la testa con la mano, come faceva quando lei era piccola quando si faceva male mentre giocava oppure quando qualche bimbo la infastidiva. In quei momenti andava da lei a piangere e trovare conforto. Wendy successivamente provò varie volte a convincere Natsu a uscire, anche se con scarsi risultati. << Io non penso che stare sempre in casa ti faccia bene Natsu. >> gli disse con tono di rimprovero. Lui la guardò confuso e poi rispose: << Che senso ha per me fare le cose che facevo una tempo se lei non c'è più? >> Wendy, dopo questo breve scambio di parole, uscì dalla stanza dell'uomo e andò spazientita dalla ragazza.

Un giorno le ragazze, mentre erano in salotto, sentirono la porta della camera di Natsu aprirsi. Sorprese di quel rumore, raggiunsero il corridoio e videro Natsu dirigersi verso la porta per uscire. Aveva dei fiori in mano. Lo seguirono all'esterno fino a giungere alla tomba di Lucy, dove lui posò il mazzo di fiori. << Senza di te mi sento una persona inutile... Mi dispiace tanto di non essere riuscito a dirti "Ti amo" un'ultima volta. >> sussurrò commosso davanti alla lapide. Da quel giorno Natsu cominciò ad andare sempre più spesso al cimitero a portare fiori e altri oggetti simbolici. Wendy, dopo una settimana da quel cambiamento, si fermò a chiacchierare con Isabelle circa la nuova situazione. << Te lo avevo detto che pian piano sarebbe andata meglio. >> disse mentre erano sedute intorno al tavolo del salotto. << Sì è vero, ma non pensavo che perdere la mamma gli avrebbe fatto così tanto male. >> Wendy la guardò con uno sguardo dolce e le accarezzò la testa, come se fosse ancora piccola.

Passarono due anni da quegli eventi. In quel periodo Wendy comprese di provare sentimenti sempre più forti verso Natsu, così un giorno prese coraggio e confessò il suo amore per lui. Purtroppo non si accorse di aver usato parole sbagliate, che andarono a ferire l'uomo. << Finalmente possiamo stare insieme... >> intraprese la donna, che venne però respinta da lui. << Tu non vedevi l'ora che Lucy morisse per prendere il suo posto! >> gridò furioso. Lei a quelle parole così dure e fredde si mise a piangere e gli rispose: << Come puoi dire una cosa del genere dopo tutto quello che ho fatto per te e Isabelle? >> domandò indignata e ferita. La ragazza dal salotto sentì le urla del loro litigio e si fermò a pensare su come intervenire per calmare gli animi dei due adulti. Wendy uscì poco dopo in lacrime dalla camera e si diresse verso l'atrio, ma venne fermata per un braccio da Isabelle. La donna aveva già la maniglia della porta in mano, pronta ad aprirla. << Per favore Wendy non ci lasciare! Senza di te siamo perduti. >> supplicò la più giovane, anche lei con le lacrime agli occhi. << Mi dispiace piccolina, ma tuo padre mi ha detto una brutta cosa... Se volesse scusarsi, sa dove trovarmi. >> esclamò, per poi aprire la porta e andare via da quella casa.

Appena se ne fu andata, Isabelle raggiunse il padre e cominciarono a litigare su quanto appena accaduto. << Perché l'hai fatta andare via? Lo sai a quante cose ha rinunciato per prendersi cura di noi? >> Natsu guardò la figlia in modo diverso dal solito. << A che servirebbe stare insieme a lei? Tanto io non faccio che pensare a tua madre e questo potrebbe farla soffrire molto, e io non voglio perché... >> non finì la frase e il suo sguardo si intristì ulteriormente. Appena fu solo, prese il telefono e compose il numero di Wendy. La chiamata squillò a vuoto. Ritentò per un paio di giorni, ma lei appena vedeva il suo numero sul cellulare, chiudeva la chiamata. Natsu, stanco di aspettare, decise infine di andare da lei di persona. Davanti alla sua abitazione, bussò più volte al portone, ma non ottenne risposta. Tuttavia lui insistette. << Non me ne vado Wendy finché non mi ascolti! Mi dispiace davvero tanto per tutto quello che ti ho detto, ma se noi stessimo insieme tu non saresti mai felice, perché io non ho ancora dimenticato Lucy. >> cercò di spiegare, sperando che lei ascoltasse. Wendy era dietro alla porta con occhi gonfi di lacrime. << Io non ti ho detto di farlo, perché io ti amo Natsu. >> rispose finalmente. Poi aprì la porta e lo abbracciò. Con sua grande sorpresa lui la baciò e si ritrovò a contraccambiare. << Mi vuoi sposare Wendy? Ormai è da un po' che pensavo a noi due insieme, anche se ero accecato dal ricordo di Lucy e dai sensi di colpa. Anche io ti amo. >> lei lo strinse più forte a sé e gli rispose: << Sì tesoro mio, certo che ti voglio sposare! Mi renderesti la donna più felice del mondo. Dobbiamo dirlo anche a Isabelle, subito. >> accettò, pensando subito alla figlia di lui. Insieme fecero ritorno al castello, proseguendo mano nella mano e sorridenti.

Giunti al castello, arrivarono di fronte al grande portone e bussarono. Isabelle andò ad aprire la porta, trovandoli con sorpresa mano nella mano. Da quel gesto comprese che avevano fatto pace, ma sentì che c'era sotto qualcos'altro. << Ma che succede papà? >> domandò confusa, facendosi da parte per farli entrare in casa. L'uomo non rispose subito e fece strada fino al salotto, dove si misero tutti seduti sul divano. << Piccola mia, io e Wendy ci sposiamo. >> annunciò un po' titubante, non sapendo come avrebbe reagito la figlia. Isabelle a quella notizia gli saltò tra le braccia, per poi stringere la nuova coppia. << Sono così felice che tu e papà vi sposate! >> detto questo, rimasero a chiacchierare per la preparazione della cerimonia.



Fine...?

NdA: Eccomi di nuovo con un altro capito. Spero che vi sia piaciuta la sorpresa finale. Chissà che succederà adesso alla nostra eroina... Riuscirà a tornare nella sua dimensione? Lo saprete solo leggendo! Un Kiss a tutti voi e ancora grazie! Fatemi sapere se vi è piaciuto; da Eco89 e Gerry44, alla prossima. ^_^

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3588637