Si cambia all'improvviso - Terzo anno

di Piumadoro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rientro a scuola ***
Capitolo 2: *** Caro Halloweeniano ***
Capitolo 3: *** Cinque Giorni in una Notte ***
Capitolo 4: *** Il cielo è così Grigio ***
Capitolo 5: *** La questione White ***
Capitolo 6: *** Lettere da Sirius - 1 ***
Capitolo 7: *** La punizione ***
Capitolo 8: *** Natale a Casa Potter ***
Capitolo 9: *** Assenze ***
Capitolo 10: *** Lettere ***
Capitolo 11: *** Genitori e Figli ***
Capitolo 12: *** Corteggiamenti a Corte ***
Capitolo 13: *** Quando spariscono Cinque Ragazzi ***
Capitolo 14: *** L'immobilità di Parigi ***
Capitolo 15: *** L'uomo con la camicia bianca ha un Nome ***
Capitolo 16: *** Pesce Rosso ***
Capitolo 17: *** Leggerezza Adolescenziale ***
Capitolo 18: *** Rosso e Oro ***
Capitolo 19: *** Vendettaaaa! ***
Capitolo 20: *** Esami e Segreti ***
Capitolo 21: *** Lettere da Sirius - 2 ***
Capitolo 22: *** Sorprese Felici per Novità Infelici ***



Capitolo 1
*** Rientro a scuola ***


“Ben tornata al Paiolo Magico, signorina.” Tom, il barista, salutò allegramente Star non appena la ragazza varcò la soglia con la sua famiglia, tutti diretti a Diagon Alley. Lei ripose all’uomo con un cenno ed un sorriso guidando suo fratello e i suoi genitori nel retro.
“E’ incredibile come persino le persone più asociali ti salutino tutte contente.” Sbuffò James affiancandosi alla sorella che varcava decisa il passaggio nel muro di mattoni.
“Tom non è asociale.” Replicò Star.
“Abbiamo proprio una figlia graziosa e solare, ecco perché tutti sono felici di vederla.” Commentò Susan.
“Si, come no. Andrete voi a prenderci i libri, vero?” Chiese James.
“Si certo, voi due girovagate pure.” Acconsentì Henry.
“Bene, ciao!” Il ragazzo afferrò sua sorella trascinandola con sé prima che ella potesse protestare o dichiarare di voler restare con i loro genitori.
“Andiamo alla gelateria Florian?” Domandò la ragazza.
“Certo! Dobbiamo incontrarci lì con Remus!” Ribatté lui.
I due si indirizzarono verso la gelateria in questione litigando un po’, Remus era già seduto ad un tavolino con qualcun altro ma si alzò per correre loro in contro così in fretta che presto i due fratelli videro solo una confusione di pelle e stoffa.
“Bella maglia Rem, ma ora puoi lasciarci?” Ironizzò Star.
“Si, certo, scusatemi.” Il ragazzo sciolse il suo strambo e scomposto abbraccio.
“Non ci vediamo solo da un paio di settimane.” Borbottò James.
Remus lo fissò stranito da quella freddezza e poi si voltò cercando risposte in Star.
“Lascialo perdere, crede che l’essere distaccato lo renda mitico.” Spiegò lei esasperata.
“Hey vuoi due! Sicuri di non essere imparentati sul serio?” Una voce familiare li raggiunse dal tavolino al quale era seduto Remus. Sul volto di James si aprì un sorriso mentre andava a salutare Sirius.
“Bé, almeno sappiamo con certezza che sta solo fingendo di essere di ghiaccio.” Commentò Remus accennando al fratello della ragazza.
Proprio in quel momento James tornò indietro e circondò le spalle dei suoi due amici con le braccia senza smettere di sorridere. “Che bello essere di nuovo insieme!” Esclamò felice.
“Che bello vedere le tue lentiggini felici!” Fece Star senza parlare con qualcuno in particolare, poi si sedette ad un tavolino sorridente e ordinò del gelato per tutti.
I ragazzi si accomodarono accanto a lei, rassegnati.
“Allora, come hai fatto a fuggire dai tuoi parenti?” Chiese James a Sirius mentre Star parlava con Florian, un ragazzone che lavorava a quella piccola e nuova gelateria da pochi anni mettendoci anima e corpo.
“Sono qui con mio zio, in realtà. E’ la nostra ultima uscita insieme quest’anno, dopo il disastro dell’essere quasi scoperto.” Ripose Sirius tranquillo.
Il loro gelato arrivò quasi subito e i quattro amici si misero a gustarlo in silenzio mentre il sole scaldava le loro pelli e per un attimo tornarono tutti in quel paesino italiano.
“Come iniziamo l’anno scolastico? Ci vuole qualcosa di spettacolare, vero?” Esordì Star.
“Si!” Concordarono subito James e Sirius.
“Ok, va bene, basta che non sia niente di troppo esagerato.” Mise subito in chiaro Remus.
“Facciamo esplodere qualcosa!” Cominciò subito James.
“Dobbiamo ancora dare fuoco ai sotterranei!” Proseguì Sirius.
“No, no, no!” Si allarmò Remus.
Da lì partì un bisticcio, come sempre, e presto i minuti passarono. Una volta finito il gelato i Malandrini si alzarono per fare una passeggiata tra i negozi, anche se Remus era ancora intento ad evitare che i suoi due amici decidessero di appiccare il fuoco alla loro scuola.
Passarono davanti a “Accessori di Prima Qualità per il Quiddich” e si fermarono a osservare la vetrina con il nuovo modello di scopa.
“Non volete entrare a prendervene una?” Chiese stupito Remus.
“Le nostre funzionano più che bene.” Replicò sciolto James. “E poi Grifondoro ha vinto la Coppa solo perché io sono mitico non perché la mia scopa è veloce.” Il ragazzo si passò una mano tra i capelli e poi il gruppetto proseguì.
Trovarono i signori Lupin e Remus dovette seguirli per tornare a casa. Sirius si allontanò poco dopo per cercare lo zio e ritornare dai Black.
James e Star rintracciarono i signori Potter davanti al negozio di penne e inchiostro, fecero insieme gli ultimi acquisti e poi lasciarono Diagon Alley.
 
……..
 
La mattina di quel primo settembre James e Star si alzarono all’unisono dai letti, uscirono in corridoio nello stesso momento e si bloccarono a fissarsi.
Il primo ad aprirsi in un sorriso sotto la zazzera di capelli neri sparati ovunque da una notte agitata, fu James. “Si torna ad Hogwarts!” Esordì.
Sua sorella gli sorrise di rimando “Si torna ad Hogwarts.” Confermò.
“Ragazzi! Svegliatevi su! La colazione è pronta e spero che abbiate preparato i bagagli a dovere! Non abbiamo molto tempo!” Gridò la signora Potter dal piano di sotto.
I due fratelli scesero a mangiare in velocità, spazzolando tutto ciò che Rue posava in tavola.
In pochi minuti risalirono a lavarsi e vestirsi e infine scesero di nuovo nell’atrio.
“Henry!” Chiamò Susan tenendo la porta di casa aperta. “E’ ora di caricare i bauli!”
Il signor Potter corse dentro casa. “Perfetto, la macchina è già qui fuori, forza carichiamo!”
Finalmente dopo molta fatica, e anche grazie all’aiuto dell’autista, i Potter partirono verso la stazione di King’s Cross.
Arrivati a destinazione e scaricati i bagagli James partì di corsa col suo carrello attraversano in fretta il muro magico e il resto della sua famiglia dovette affrettarsi per non perderlo tra la folla.
“Ah, ecco! Non lo vedo più!” Si preoccupò Susan.
“Tranquilla mamma, lo ritrovo io e faccio in modo che carichi il suo bagaglio, poi te lo riporterò qui per i saluti, ok?” Suggerì Star.
“Certo, vai tesoro!” Le permise Henry. Qualche attimo dopo anche lei sparì tra gli studenti e i genitori che si accalcavano sulla banchina.
Star si diresse verso il vagone dei bagagli e ovviamente vi trovò James e Sirius intenti in un litigio che si sarebbe presto concluso in una sfida.
“Ragazzi!” Li richiamò. “Mettete sul treno il mio baule, forza!”
“Ah, ciao eh?” Replicò acido Sirius.
“Perché dovremmo farlo?” Le chiese invece suo fratello con aria da superiore.
“Perché ve l’ho chiesto io, ecco perché! Muovetevi, vado a cercare Remus, aspettatemi qui.” Ordinò la ragazza prima di infilarsi di nuovo nella confusione.
“Carichiamo questo coso?” Propose Sirius poco convinto.
“Io ho un’idea migliore!” Si illuminò James.
Quando Star fu di ritorno con Remus, circa due minuti dopo, si trovò davanti al suo baule completamente aperto di fronte a tutti e a James e Sirius intenti a sbraitare come matti nel tentativo di vendere i suoi vestiti, tentativo che stava riuscendo anche troppo bene.
In meno di un battito di ciglia la ragazza affiancò i suoi così detti amici e prese entrambi per un orecchio trascinandoli via dalla folla accalcata li attorno mentre Remus cercava disperato di raccattare gli effetti personali che erano stati venduti.
“Ma che Bolide fate voi due?!” Cominciò a sgridarli Star.
“Ma dai, che vuoi che sia? Tanto tu non li indossi quei vestiti!” Sbottò James.
“E abbiamo fatto su ben venti galeoni!” Cercò di farle notare Sirius.
“Oh, si, è vero! Perché i soldi ci mancano, giusto?” Ribatté lei dura.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo come illuminati da quella scoperta.
“Giusto, siamo ricchi.” Ricordò Sirius.
Star si batté il palmo della mano sulla fronte, sospirando esasperata. “Sarà un anno molto lungo.”
“Mi dispiace ma temo che tu abbia perso una parte dei tuoi vestiti, la gente non vuole restituirmeli.” La informò Remus unendosi a loro in quel momento.
“Non importa. Porto James dai nostri genitori, dobbiamo salutarli.” Decretò lei, poi schioccò le dita verso Sirius. “Il mio baule. Su quel treno. Ora. E che rimanga pieno!”
Sirius sbuffò “E che sono il tuo servo?!” ma la ragazza era già sparita trascinandosi dietro suo fratello.
Quando tornarono indietro tutti i bagagli dei Malandrini erano sani e salvi sul vagone della locomotiva scarlatta e i quattro amici vi salirono a loro volta cercando uno scompartimento tutto per loro. Non appena lo trovarono Star occupò i due sedili vicino al finestrino per sé e le sue gambe, facendo infuriare James che non appena il treno partì sfoderò la bacchetta, ma la ragazza schioccò semplicemente le dita e suo fratello si ritrovò con i pantaloni calati.
“Hei!” Protestò James cercando di rivestirsi.
“Sai quali sono le regole, Potter. Io ho la precedenza sui posti accanto al finestrino.” Sentenziò lei.
“Finitela voi due!” Li ammonì Remus tirando fuori una barretta intera di cioccolato dal suo baule e addentandola tutto felice.
“Wow, non badi alla linea tu, eh?” Commentò Sirius.
“Direi che la linea è cosa da ragazze, e poi è colpa di Star, è lei che ha cominciato a rimpizzarmi di cioccolato dopo il mio primo Patronus. Ora sono come un drogato, non riesco a smettere.” Si giustificò Remus.
“Oh! Che linguaggio, Remy!” Scherzò James beccandosi un calcetto amichevole da Star.
Il ragazzo cercò di farla pagare a sua sorella tentando di spintonarla ma il treno sobbalzò un pochino e lui finì addosso a Sirius che lo spinse via contro Remus che d’istinto mosse un braccio verso l’esterno colpendo Star sullo stomaco. In breve: scoppiò una rissa.
Qualche attimo dopo un Prefetto aprì la porta dello scompartimento attirato dai rumori di grida e colpi.
“Smettetela! Basta! Dieci punti in meno a... Grifondoro!” Gridò il Prefetto.  Funzionò, infatti i ragazzi si fermarono, tutti scompigliati ma ovviamente illesi.
“Si possono togliere punti prima dell’inizio dell’anno?” Domandò Remus più per seria curiosità che per sfrontatezza.
“Anche se non si potesse voi quattro siete in punizione e cercate di darvi una calmata!” Sbottò il Prefetto uscendo e sbattendo la porta.
“Nuovi Prefetti! Si credono chissà chi!” Sbuffò James.
Da quel momento però il viaggio dei Malandrini procedette in tranquillità fino alla stazione di Hogsmeade.
Il tempo era pessimo, pioveva a dirotto con gocce talmente grosse da sembrare intere secchiate d’acqua, appena gli studenti scesero dalla locomotiva furono tutti bagnati fino al midollo, per gli alunni del primo anno non sarebbe stato affatto facile fare la solita traversata con le barche. Tra quelli più grandi invece scoppiò una guerra per accaparrarsi le carrozze. James e Sirius sgomitarono un po’ e alla fine riuscirono a salire con Remus e Star in una delle prime.
“Dunque gente, ho un piano per vivacizzare lo Smistamento di quest’anno.” Cominciò James.
“Sono tutto orecchie!” Si esaltò Sirius.
“Se è qualcosa di mitico mi aggrego.” Commentò Star fissando il temporale fuori dalla finestrella.
“Io farò finta di non conoscervi invece.” Sbuffò Remus.
“E noi urleremo a tutti che sei uno dei nostri.” Lo rimbeccò James.
“Come se già non lo sapessero tutti. I professori mi fissano dispiaciuti come se avessi sbagliato amici.” Brontolò Remus.
“Ah, ecco cosa volevano dire quegli sguardi! Io che credevo che avessi combinato qualcosa di strano senza dircelo!” Scherzò Sirius.
“Il mio Rem non combina proprio niente di strano! Lui è gentile, educato e sa divertirsi senza fare degli scherzi a nessuno.” Lo adulò Star. “Dunque, qual è il tuo piano, quattr’occhi?” Proseguì poi tornando ad interessarsi a suo fratello.
“Sai che anche tu ti diverti facendo degli scherzi alla gente?” Le chiese Sirius.
“Certo!” Rispose lei allegra.
“Ah, ok! Era solo per capire quanto eri svalvolata.”
“Dunque? Quanto sono svalvolata?” Si incuriosì Star.
“Molto.” Le assicurò Sirius.
Tutti risero. Ma la ragazza si bloccò quasi subito. “Un momento, cosa vuol dire ‘svalvolata’?”
James e Sirius si colpirono la fronte con il palmo in segno di completa esasperazione e questo li portò a scoppiare nuovamente a ridere.
Giunti davanti al portone d’ingresso scesero di fretta e entrarono alla svelta nell’atrio fiondandosi subito sopra le scale per osservare chi entrava dopo di loro. Presto l’atrio fu colmo di studenti zuppi e un acuto “Wiiiiiiiiiiiiiii!” li sorprese tutti.
Pix scendeva in picchiata giù dalle scale portando fra le braccia sacchettini dall’aria molto sospetta. Il  poltergeist passò in volo sopra le teste dei Malandrini ignorandoli completamente e lasciando invece cadere i sacchettini sulle teste degli studenti al centro dell’atrio, la stanza si riempì di urla sorprese e polvere bianca che si impiastricciava nei capelli e negli abiti bagnati senza lasciare scampo a nessuno. In meno di pochi secondi Pix era già sulla via di ritorno quando James lo chiamò.
“Hei, Pix!”
Il poltergeist si fermò avvicinandosi a loro. “Volete un po’ di farina anche voi? Non crediate di averla scampata, sarò subito di ritorno!”
“Ah, era farina quella?” Fece Sirius. “Dilettante.”
Pix arrossì violentemente in zona orecchie e guance. “Come?!”
“Si, insomma, farina? E’ roba da poco!” Lo schernì James.
“Già, avessimo avuto noi la possibilità di volare attraverso le cose avremmo lanciato sugli studenti miele o perlomeno zucchero, insomma, cose appiccicose, che creino una rottura di scatole per almeno qualche giorno, la farina viene via con una doccia.” Commentò Star.
“Miele e zucchero, eh?” Il poltergeist schizzò via attraversando il pavimento e dopo qualche secondo fu di ritorno con dei sacchettini pieni di zucchero e miele che riversò su tutta la sala ancora in subbuglio, arrivò la McGranitt che cominciò a sbraitare contro di lui intimandogli di scendere dal soffitto.
“Si, mi dica professoressa?” Domandò Pix abbassandosi e fingendosi cortese.
“Non è possibile che tu possa creare sempre tutto questo disastro! Smettila immediatamente o te ne farò pentire.” Lo rimproverò Minerva.
Pix ghignò contento lanciando uno sguardo ai Malandrini ancora sulle scale perfettamente puliti.  I ragazzi poterono vedere lo scintillio malefico in quegli occhietti anche da lontano.
“Questo è il momento in cui ce la filiamo giusto?” Chiese James.
“No, questo è il momento in cui imparate a tenere la bocca chiusa!” Replicò Remus.
“Dobbiamo farti notare che sei stato graziato pure tu?” Gli ricordò Sirius.
Remus ingoiò una grossa quantità di saliva rischiando di strozzarsi.
In quell’attimo udirono la falsa innocente testimonianza di Pix colmare l’atrio. “Ma non è stata una mia idea professoressa, sono stati loro a consigliarmela!” e infine il dito del poltergeist si puntò inesorabilmente su di loro.
“POTTER! BLACK! WHITE! IN PUNIZIONE!” Sbraitò la McGranitt.
“POTTER!” Le urlò di riamando Star. “ANCHE IO SONO UNA POTTER!”
La professoressa la ignorò cercando di ripulire i ragazzi e le ragazze colpiti da Pix.
“Chissà perché tu la passi sempre liscia!” Sbuffò James rivolto a Remus.
“Vuoi un elenco in ordine alfabetico o posso dirti tutte le motivazioni in maniera disordinata?” Ribatté Star sarcastica.
Gli studenti cominciarono a sciamare nella Sala Grande e a prendere posto ai tavoli.
“Siete riusciti a finire in punizione prima ancora dell’inizio ufficiale dell’anno. Per ben due volte!” Ripeté di nuovo Remus mentre anche loro si sedevano al tavolo di Grifondoro.
“Che ci vuoi fare, abbiamo un talento naturale!” Si vantò Sirius accomodandosi con grazia.
James prese posto accanto al suo migliore amico passandosi una mano tra i capelli ancora umidi. “Uff!” Sbuffò. “Cosa penseranno le mia ammiratrici nel vedermi in questo stato?”
“Quello che pensano sempre Potter: che sei un’idiota arrogante.” Lily passò alle loro spalle per andare a sedersi qualche posto più in là.
“Carina la battuta Evans, ma non chiedi scusa? Non hai paura che la Mc ti tolga punti per questo?” La rimbeccò Sirius.
“Non credo di correre rischi, non sto insultando nulla in particolare, solo Potter, e non credo che Potter possa considerarsi uno studente con dei diritti.” Replicò la rossa.
“Uhu! Questa brucia!” Commentò Star. “E dove hai lasciato il tuo cane da compagnia Lily? Come mai non stai girando con il piccolo Mocciosus alle calcagna?” Ribatté poi. Lily cercò di replicare qualcosa ma proprio in quel momento una voce maschile la chiamò.
“Ah, eccolo lì! Il tuo Fido fedele!” Concluse la mora indicando Severus che veniva verso di loro sbracciandosi. “Buona fortuna.”
La rossa le lanciò uno sguardo sprezzante prima di andare incontro a Piton e fermarsi a parlare con lui.
“Ma voi due non eravate amiche?” Le domandò Remus.
“Oh. Lo siamo!” Gli assicurò Star ma quando tre sguardi scettici si posarono su di lei dovette correggersi. “Ci stiamo provando, a giorni alterni… E’ difficile, ok?”
“Credo che sia ora!” Annunciò James.
 
…………
 
La professoressa McGranitt accolse gli studenti del primo anno come sempre, quei poveri ragazzi erano fradici, così decise di farli entrare immediatamente nella sala senza controllare che fosse tutto in ordine, sperò solo che i Prefetti e gli altri professori fossero riusciti a calmare le acque e a far sistemare tutti gli altri in ordine anche senza di lei.
Aprì il portone della Sala e si domandò perché dovessero capitare tutte a lei.
Black e White stavano duellando con delle spade raccattate chissà quando dalle armature in cima al tavolo dei Grifondoro mentre Potter la prese d’assalto comparendole davanti.
“Professoressa! Venga con me, la prego!” James prese Minerva per un braccio guidandola verso il tavolo dei professori.
“No, grazie Potter, so fare da sola. Potter dove mi porta?” Si agitò la professoressa troppo sconvolta per essere autoritaria sedendosi al suo posto accanto a Silente. In quel momento Star disarmò Sirius con una mossa plateale che fece partire un coro di “Ohhhh!” ammirati. Ma il ragazzo non demorse e raccolse un piatto lanciandolo come un frisbee verso la ragazza che fece ruotare la spada sotto il braccio per poi colpire il piatto e farlo finire a terra tutto ammaccato.
“Prego, ragazzi, prego!” Intanto James guidava quelli del primo anno verso il tavolo dei professori e quindi verso il cappello parlante.
“Dovremo duellare anche noi?” Chiese un ragazzino fissando ammirato Sirius e Star.
“Ti piacerebbe?” Gli chiese James.
“Sarebbe da sballo!” Replicò il ragazzino che gli stava accanto.
James sorrise. “Voi due sarete dei Grifondoro.” Annunciò.
Star fece indietreggiare Sirius fino al bordo del tavolo mentre il ragazzo parava le stoccate di lei con un vassoio ormai tutto bitorzoluto, infine la ragazza con due mosse veloci fece cadere il suo sfidante a terra puntandogli poi la spada alla gola. “Temo d’aver vinto Messer Felpato! Dovrete pagare pegno!”
La sala scoppiò in un grande applauso che risvegliò la McGranitt, la quale saltò in piedi afferrano il rotolo di pergamena con la lista dei nomi dei novi studenti e rimandando a posto James con la minaccia di toglierli più punti di quanto avrebbe mai potuto guadagnare vincendo di nuovo la coppa di Quidditch.
Lo Smistamento proseguì senza altri intoppi e i due ragazzi che adocchiati da James finirono realmente in Grifondoro.
“Hei! Eccoli qui!” Esclamò Sirius indicandoli appena presero posto al tavolo l’uno dopo l’altro.
“Ciao! Io sono Fill!” Si presentò il primo ragazzino che aveva i capelli castani e un sacco di lentiggini.
“Io mi chiamo Al.” Fece l’altro che era già molto alto e snello con una zazzera di capelli rossi.
“Ma non finirete nei guai per quello che avete fatto? O lo fate ogni anno?” Chiese Fill.
“Finiremo nei guai.” Gli assicurò James.
“In realtà siamo già nei guai.” Precisò Star.
Gli sguardi dei due ragazzini si spostarono su di lei e i loro occhi si sgranarono. “Che carina!” Commentò Al.
“Che precoci!” Ribatté Star.
James e Sirius si scambiarono un’occhiata d’intesa e scoppiarono a ridere.
Al arrossì un po’ mentre Fill spostò la sua attenzione altrove.
In quel esatto momento Silente si alzò in piedi. “Benvenuti e bentornati a Hogwarts!” Esordì. “Madam e Messer, che il banchetto cominci!” Il preside si risedette soddisfatto e fu incenerito dalla McGranitt anche se non ce ne fece molto caso.
“Come mai dicevate di essere già nei guai?” Riprese Fill cominciando a mangiare le pietanze che erano appena apparse nei piatti e nei vassoi.
“Perché sono riusciti a prendere già due punizioni.” Spiegò loro Remus. “E per di più non si sono presentati, io sono Remus, e sono l’unico educato a quanto pare.”
“Ah, giusto! Io sono Star, e quell’essere di fronte a me che si ingozza come se al posto dello stomaco avesse un buco nero è mio fratello James.” Rimediò la ragazza sorridendo dolcemente.
“E io sono Sirius.” Il ragazzo allungò la mano con il suo solito ghigno malandrino ormai onnipresente sul suo volto.
Al spalancò la bocca e Fill cadde dal tavolo. “Lo sapevo che eravate voi! Dovevo immaginarmelo!” Gridò Al estasiato.
“Ehm, che?” Chiese Star perplessa.
Fill riemerse dalle profondità della terra. “I Malandrini, giusto? Siete voi, no?”
“Si.” Rispose cauto James dopo aver ingoiato un enorme boccone di cibo.
“Abbiamo sentito così tante storie su di voi! E’ vero che avete camminato in orizzontale sulla torre di Astronomia? E che avete passato l’anno scorso a fare scherzi a tutti i professori?” Cominciò Al.
“E che siete i re del Primo d’Aprile? E che siete già stati ad Hogsmeade e avete invento un dolcetto per san Valentino?”  Proseguì Fill.
“E che la McGranitt vi mette in punizione di continuo per tutto quello che combinate? E che avete sfidato un enorme drago sputa fuoco e la sua testa ce l’avete sotto il letto in dormitorio?” Concluse Al.
“Ok.” Star prese un respiro profondo e contò le risposte sulla punta delle dita. “Si, più o meno, si, dipende, si, e no.”
“Wow!” Esclamarono i due ragazzini in coro.
“Si, lo sappiamo, roba forte!” Si vantò James passandosi una mano tra i capelli.
E così iniziò un appassionata discussione sugli scherzi dalla quale Remus si estraniò presto voltandosi a parlare con un Prefetto sul lieve cambiamento delle regole scolastiche.
“Ecco, credo che anche questo banchetto si sia concluso!” Silente si alzò nuovamente in piedi e gli ultimi rimasugli del dessert scomparvero. “Sono lieto di accogliervi tutti di nuovo qui, dovrei darvi alcune comunicazioni prima che andiate a letto: il professor Franks è staro attaccato da un troll di montagna durante l’estate e quindi ha deciso di ritirarsi dalla scuola, verrà dunque sostituito dalla professoressa Cindy Hough, accogliamola con calore.” La sala si prodigò in un educato applauso mentre la minuta professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure si alzava in piedi. “Infine vorrei ricordarvi che vi è sempre una lista di oggetti proibiti affissa alla porta dell’ufficio del Signor Gazza, e che girare di notte oltre il coprifuoco è proibito e la Foresta Proibita è seriamente sconsigliata come zona pic-nic. Bene, buona notte!”
I Prefetti scattarono in piedi per primi pronti a guidare i ragazzi del primo anno ai loro rispettivi dormitori, i Malandrini attesero che la ressa iniziale fosse scomparsa e poi si incamminarono a loro volta verso la torre di Grifondoro.
“Credete che ci sarà una festa?” Chiese James.
“Anche se ci fosse non parteciperete.” Lo bloccò Remus.
“Perché no?” Insistette Sirius.
“Perché abbiamo di meglio da fare.” Replicò Star.
“Del tipo?” Chiesero tutti e tre i ragazzi in coro.
“Guardare le foto di quest’estate!” Rispose lei entusiasta.
I quattro si fecero dire la parola d’ordine da un Prefetto ma poco prima di arrivare alla Torre James e Sirius si staccarono dagli altri due prodigandosi in mille scuse.
“Ma che combineranno?” Si preoccupò Remus.
“Nulla, credo che vogliano solo cercare di scaldare l’atmosfera.” Lo tranquillizzò Star sorridendo fra sé e sé.
La ragazza salì con il suo amico fino al solito dormitorio maschile, appena entrati lei respirò a fondo quell’aria così familiare, quel dolce profumo indescrivibile di casa che pareva possedere solo quel piccolo angolo di Hogwarts, ma che seguiva i Malandrini ovunque.
“Eccoci!” Esclamarono James e Sirius entrando in fretta e furia nella stanza e poggiando su un comodino quattro tazze colme di liquido fumante. Remus si era appena deciso a sedersi su un letto ma scattò in piedi subito.
“Cosa avete fatto?” Domandò.
“Coltivato rose.” Rispose Sirius con naturalezza beccandosi un occhiataccia scettica da Remus.
“Abbiamo preso la cioccolata calda!” Sbuffò James in tono riconciliatore.
“Bene.” Si accontentò Lupin afferrando la propria tazza. Star stava già bevendo da un pezzo mentre James tirava fuori dal suo baule l’album delle foto dell’estate.
In quel momento dalla Sala Comune cominciò a salire un gran vociare, la festa dei Grifondoro stava per iniziare, i quattro però se ne infischiarono allegramente e unirono due letti aprendo l’album all’inizio.
“Guarda c’è pure tuo fratello in questa foto, vi assomigliate moltissimo!” Esclamò subito Star.
“Ma voi non le avete già guardate?” Chiese Remus.
“Oh, no, Star ha voluto che le sviluppasse Rue e che le incollasse lei per non vederle assolutamente.” Rispose James.
“Le ho chiesto cortesemente di farlo, dillo! Devi dirlo! Altrimenti sembra che io l’abbia costretta, poveretta!” Si agitò Star.
“Non credo che nessuno qui ti possa credere una che da ordini a destra e a manca sorellina!” Replicò James.
“Ok, andiamo avanti!” Si spazientì Sirius.
Voltarono pagina e trovarono alcune foto scattate da tutti i presenti alla prima sera delle vacanze, alcune erano molto stravaganti ad esempio una raffigurante il pavimento del terrazzo o un’altra completamente buia, altre invece erano bellissime, come una di James e Star che ridevano e sembravano veramente fratello e sorella: identico sorriso sul volto, la mano tra i capelli, stesso scintillio allegro negli occhi.
“Wow, ci somigliamo parecchio.” Commentò James strabiliato.
“Ve lo ripetiamo da una vita!” Ribatté Sirius esasperato.
“Ah, che ci vuoi fare? Non ci possiamo vedere dall’esterno!” Sbottò Star.
“Certo ma potreste ascoltarci.” Contro ribatté Remus.
“Stai dalla mia parte?” Gli chiese sorpreso Sirius.
“Solo perché non ho alternative migliori.” Spiegò Remus.
Tutti risero finché Star non si alzò di scatto. “Sono ancora più alta di voi! Osservate!” Detto questo tirò in piedi Sirius e James e se li mise accanto, effettivamente la ragazza era qualche centimetro più alta dei due ragazzi e sembrava anche più matura e più grande in ogni senso.
“Brava, solo perché noi siamo più lenti a crescere!” Sbuffò James rimettendosi a sedere e continuando a sfogliare l’album.
“O forse non crescerete mai.” Scherzò lei affiancandosi al fratello.
“Ah ah.” Fece lui irritato.
Peter entrò nella stanza poco dopo salutò tutti e si infilò in bagno come niente fosse, una volta uscito con il pigiama addosso i Malandrini vollero mostrargli alcune foto prima che andasse a dormire. Dire che Peter era il miglior spettatore desiderabile era dire poco. Continuava a riempire i ragazzi di domande e sospirare esaltato saltellando come se i loro racconti prendessero vita, e la cosa piaceva parecchio a James.
“Domani hai qualcosa da fare?” Gli chiese in quel momento.  Peter scosse immediatamente il capo. “Allora avrai l’onore di fare un giro con noi.” Replicò James. Minus saltellò felice verso il suo letto addormentandosi quasi subito e riempiendo la stanza del suo forte russare.
I quattro ragazzi continuarono a guardare le foto ridendo e scherzando fino a che non si addormentarono sopra una foto scattata durante l’ultimo falò, quello solo tra loro, un momento magico che avevano vissuto insieme, in cui tutto il resto del mondo non importava. Dormirono con i sorrisi sulle labbra e il suono delle risate che alleggia tra loro con un po’ di lieve malinconia.
 
…………
 
Il giorno dopo Remus e Star si svegliarono prima degli altri e scesero a fare colazione.
“Oh, che bello essere tornati ad Hogwarts! Non c’è posto migliore, non c’è!” Sospirò felice Star camminando con lo sguardo che vagava a qualsiasi dettaglio come se fosse il suo primo anno. Remus sorrise osservandola. “Che hai?”
“Niente!” Si affrettò a rispondere lui. “Solo che è strano che tu sia ancora sorpresa da questo posto.”
“Vorrai scherzare! Come si può non restare sempre sorpresi da Hogwarts? L’hai visto quel quadro? Una volta non c’erano un paio di scheletri?”
I due si fermarono a fissare il suddetto quadro.
“Si, credo anche io, magari sono andati in qualche altro quadro per un po’.” Presuppose Remus.
“Forse, ma è strano, non l’avevo mai visto vuoto prima d’ora.” La ragazza fece un passo incerto verso il ritratto vuoto, scosse la testa e continuò a camminare verso la Sala Grande.
“Ah, eccovi qui. Vi devo parlare!” La professoressa McGranitt sbarrò loro la strada con il suo solito cipiglio severo.
“Buon giorno professoressa. Potremmo almeno fare colazione prima di parlare di punizioni?” Chiese Star sfrontata.
“Non è per quello, è per il vostro orario di lezioni. Seguitemi.” Replicò la McGranitt.
La ragazza fece per replicare ma Remus la prese per un braccio trascinandola dietro i passi sicuri di Minerva. Entrarono nell’ufficio della professoressa e si accomodarono alla scrivania seguendo il secco invito della donna.
“Avete una materia di troppo.” Esordì Minerva senza troppi preamboli. “Dovete scegliere una materia da non fare, altrimenti le ore si accavalleranno sul vostro orario.”
“Grazie di avercelo detto l’anno scors…” Cominciò Star spazientita ma un calcetto di Remus la bloccò a metà frase.
“Io farò a meno di Babbanologia, temo.” Rispose Remus.
“Molto bene, e lei signorina White?”
“Potter.” La corresse . “Le farò tutte, posso farle a orare alterne, non è un problema. A meno che le troppe ore d’assenza non diminuiscano la media.”
“Se è sicura di riuscire ad essere presente a tutti i compiti in classe di entrambe le materie e avere una media più che sufficiente la giustificherò volentieri con i suoi professori per le ore di assenza.” Spiegò la professoressa.
“Bene, noi ce ne andiamo colazione ora.” Star si alzò ma non fece nemmeno tre passi che Minerva la bloccò. “Questa sera alle otto nel mio ufficio, tutti e quattro.” Concluse la donna.
La ragazza si voltò con aria smarrita. “Tutti e quattro chi?” Chiese fingendosi un po’ tarda.
“Tutti e quattro voi insolenti. Lei, Potter, Black e mi dispiace ma pure lei signor Lupin.” Ribadì la professoressa rivolgendosi infine a Remus.
Star sorrise e uscì. Remus si alzò in modo rispettoso. “Ci saremo, stia tranquilla.” Le assicurò e infine uscì a sua volta.
I due ragazzi varcarono finalmente le soglie della Sala Grande e si sedettero per fare colazione. Star cominciò ad ingozzarsi maledicendo la McGranitt e la sua fissa di chiamarla ancora White.
“Star, per quanto tempo ancora ti fisserai su questo?” Le chiese Remus stancamente.
“Finché lei non imparerà ad usare il mio cognome! Sai quanto è importante per me!” Sbottò la ragazza dopo aver ingoiato sonoramente un bel boccone di torta.
“Si lo so, ma… Per Merlino mangia più piano, sembri James!” La ammonì lui.
Star si bloccò con la forchetta colma a mezz’aria e la bocca completamente piena, deglutì con grande sforzo e fissò Remus strabiliata. Scoppiarono a ridere entrambi senza una valida ragione.
In quel momento James e Sirius fecero la loro comparsa in Sala Grande, seguiti a ruota da Peter che ascoltava le loro storie saltellando esaltato e lusingando i due ragazzi.
“Sono arrivate le stelle, baby!” Esordì Sirius sedendosi al volo sulla panca accanto a Star.
“Potrei ucciderti per il solo fatto che tu mi abbia appena rivolto la parola mettendo un ‘baby’ alla fine della frase, ma dato che questa sera alle otto siamo dalla McGranitt direi che posso risparmiarmi la fatica tanto ci ucciderà lei.” Commentò la ragazza irritata.
“Wow!” Fece Sirius alzando le mani in segno di resa.
“Aspetta, sta sera siamo dalla Mc?” Chiese James.
“Si, esatto. Per le vostre punizioni.” Chiarì Remus.
“Mi sbaglio o sei in punizione pure tu?” Replicò James.
Remus arrossì e abbassò lo sguardo.
“Ma credete che potrei venire anche io in punizione con voi?” Domandò Peter timidamente.
“Perché sei così masochista?” Ribatté Sirius stupito.
“Vorrei solo farvi compagnia.” Rispose Peter tormentandosi le mani.
“Bene, allora, dobbiamo organizzare qualcosa, e tu ti prenderai la colpa di tutto.” Comandò James saltando in piedi. “Andiamo.”
“Siediti subito!” Esclamarono Star e Remus contemporaneamente. Il ragazzo ubbidì stranito.
“Grazie dell’appoggio, Star.” Commentò Remus. La ragazza alzò lo sguardo su di lui.
“Tu credi che io sia dalla tua parte? No, scusami Rem. Io sto con James, solo che devo finire di fare colazione.” Replicò lei.
James e Sirius scoppiarono a ridere e Remus borbottò qualcosa che somigliava ad un “Si, ovvio.”.
Quando finalmente Star fu sazia si alzarono tutti e si diressero verso i sotterranei. James estrasse il suo mantello dell’Invisibilità e coprì sé stesso e Peter.
“Oh, si, ora te lo porti in giro! Molto utile!” Sbuffò Sirius.
“Taci! Siamo in missione segreta!” Ribatté una voce senza corpo.
“Sto zitto solo perché mi sento un idiota a litigare con il nulla.” Replicò Sirius.
“Tu sei un idiota lo stesso.” Lo prese in giro James.
“Finitela!” Li bloccò Star spingendo il suo invisibile fratello verso la porta a cui stavano puntando, i due ragazzi sotto il mantello entrarono nell’ufficio di Lumacorno.
“Ora che facciamo?” Sussurrò Peter tenendo i suoi occhietti acquosi puntati sul professore comodamente seduto su una poltrona.
“Facciamo un po’ di casino.” Spiegò James con un ghigno malefico negli occhi poi mormorò qualcosa puntando la bacchetta sul libro del professore ed esso prese fuoco. Lumacorno si alzò sorpreso e vi gettò sopra un bicchiere d’acqua. Ma James non aveva ancora finito. Molti oggetti presero il volo scatenando un putiferio e colpendo ovunque il povero professore che cominciò a gridare e correre di qua e di là agitando le braccia. In quel momento entrò la McGranitt e pose fine all’incantesimo di James con facilità.
“Grazie Minerva.” Sospirò Horace.
La professoressa scandagliò la stanza con lo sguardo.“Fatti vedere!” Gridò autoritaria.
“E ora?” Mormorò Peter terrorizzato.
James trascinò il povero ragazzo fino a dietro una poltrona . “Ora esegui!” Disse spingendo Peter fuori dal mantello e oltre la poltrona.
“Signor Minus. Questa sera alle otto nel mio ufficio, farà compagnia a qualcuno in punizione. Ora esca di qui e torni in dormitorio.” Ordinò la McGranitt uscendo per prima.
I Malandrini si ritrovarono tutti in un corridoio poco più in là.
“Bene, ci siamo riusciti!” Commentò Sirius.
“Ed è stato divertente!” Ricordò James.
“Uffa avrei voluto esserci!” Si dispiacque Star.
“Divertente? Davvero lo trovate divertente?” Si sconvolse Peter ancora tremante.
“E dai! L’hai voluto tu! E poi l’hai visto lo sguardo di Lumarcorno mentre lo colpivo con gli oggetti? Era terrorizzato! E le grida! Che donnetta!” Si esaltò James.
Peter ridacchiò. “Ok, è stato fantastico, tu sei stato fantastico, la semplicità con cui hai fatto volare tutta quella roba! Fantastico!”
I Malandrini passarono il resto della giornata ad esercitarsi in vari incantesimi con Peter come spettatore, si incentrarono soprattutto sulla Trasfigurazione scoprendo che non era possibile scegliere in che animale trasformarsi quando si diveniva Animagus ma questo non li spaventò. James e Sirius cercarono inoltre di eseguire un Incanto Patronus ma non riuscirono a far apparire nulla di più di qualche sbuffo di vapore perlaceo.
 
………
 
Quella sera alle otto puntuali cinque ragazzi bussarono alla porta dell’ufficio della McGranitt.
“Avanti.” Li invitò lei. I cinque si sedettero e attesero.
“Dunque, signor Minus, lei sarà in punizione solo questa sera e farà copia con il signor Potter, pulirete i vasi da notte dell’infermeria, li abbiamo tenuti sporchi tutta l’estate apposta per voi, il signor Minus potrà andare a letto alle dieci.” Cominciò la professoressa. “Potter, Black e White hanno tre malefatte da scontare, direi che per aver fatto confusione sul treno basterà questa serata, anche per lei signor Lupin. Mentre per il disastro nell’atrio e la confusione in Sala Grande vi ci vorranno due punizioni ogni settimana per due mesi.” Continuò poi interrotta solo da un “Potter” borbottato da Star. “Per questa sera signor Lupin lei luciderà le coppe in Sala Trofei fino alle dieci e poi potrà andare a dormire. Mentre White e Black spazzeranno e laveranno l’atrio da tutto il miele, la farina e lo zucchero. Per voi due e Potter la punizione finisce a mezzanotte. Buona serata.”
I cinque uscirono e si divisero in silenzio.
Star e Sirius recuperarono il necessario dall’armadio delle scope e si misero all’opera nell’atrio.
“Allora, come va con tua fratello?” Esordì Star.
“Meglio, grazie. Sento che è cambiato qualcosa, il nostro rapporto non sembra più così tanto irrecuperabile. Vorrei solo che la smettesse di passare del tempo con quei tipacci.” Rispose lui e subito dopo il suo sguardo si fece assente e i suoi movimenti meccanici.
“Scusami.” Fece la ragazza riportando Sirius alla realtà.
“Perché?” Chiese lui.
“Ti ho fatto intristire.”
“Tranquilla, sto bene, sono solo in pensiero per lui, ma se la caverà, alla fine farà la scelta giusta.”
“Si, ci credo. E’ pur sempre tuo fratello.” Star sorrise trasmettendo quel dolce arco anche sulle labbra del ragazzo.
La notte si concluse in fretta e i Malandrini troppo stanchi per fare altro si addormentarono ognuno nel proprio letto.

 
 


 
Bene bene bene! Dopo una lunga attesa eccoci qui con il terzo anno! Mi presento, sono Triskell_, scrittrice dilettante e correttrice ufficiale di Piumadoro =)
Oggi sono qui per compiere il mio dovere ed inviare questo fantastico capitolo di apertura del terzo anno.
Piumadoro è un po’ in Germania (come direbbe lei), per uno stage, e mi ha chiesto di inviare il capitolo.
Perciò maghi e streghe di questa epoca, ecco a voi l’inizio di un nuovo anni per i nostri Malandrini!

 

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Capitolo 2
*** Caro Halloweeniano ***


“Incredibile! Incredibile!!” Continuava a ripetere James sbalordito seduto a cena con i Malandrini.
“E’ inutile che fai così, il tuo stupore non cambierà la data di oggi.” Commentò Star.
“Siamo sul serio già al ventisette ottobre?” Domandò Sirius di nuovo ancora immerso nei suoi calcoli alfanumerici dei giorni già trascorsi ad Hogwarts.
Tra le punizioni e i compiti in più dovuti alle nuove materie i Malandrini si erano ritrovati catapultati a metà ottobre senza rendersene conto. Gli allenamenti di Quidditch erano iniziati e la squadra era rimasta invariata.
Peter arrivò in quel momento sedendosi pesantemente accanto a James.
“Allora come è andato il tuo colloquio disciplinare?” Gli chiese preoccupato Remus.
“Bene, la McGranitt dic…” Cominciò Peter ma fu interrotto dalle sguainate risate di Sirius e James.
“Sir, come le è andato il suo colloquio disciplinare? Ci narri, la prego.” Scherzò il primo fingendosi un anziano gentleman altolocato.
“Oh, è stato di mio gaudio. Miss Minerva McGranitt mi ha solo ricordato che far esplodere i gabinetti dell’edificio con i miei malfamati compagni non è raccomandabile.” Finse il secondo con lo stesso tono pomposo.
Peter e Star risero mentre Remus zittì i due ragazzi con degli sguardi di fuoco.
“Aspettate!” Star saltò in piedi esaltata e cominciò a gridare. “Mancano solo t..” Ma Sirius le tappò la bocca tirandola a sedere.
“Si, mancano solo tre gironi ad Halloween.” Concluse per lei.
“Già, ora mollala prima che ti morda.” Gli consigliò James osservando divertito la scena.
“Mordermi? Ma quale razza di ragazza morderebb… Ahi!” Il ragazzo lasciò andare Star afferrandosi un dito della mano che prima premeva sulla bocca di lei. “Questa cosa morde!”
“James ti aveva avvertito.” Pigolò lei fingendosi innocente.
“Brutta…” Sirius si avventò su di lei pungolandola sui fianchi.
“Ragazzi!” Li rimproverò Remus. “E’ una cosa seria, state contagiando anche Peter. E continuate a fare disastri! E i bagni non sono nati per fare da test ai vostri esplosivi fatti in casa.”
“Ci siamo riusciti bene però…” Mormorò James. “E comunque i disastri di cui parli sono solo un paio di uscite di notte e qualche compito non fatto. Uscite di notte che comprendono le lune piene.”
“Star!” Remus chiamò la ragazza in suo aiuto ma prima che quella potesse aprire bocca James e Sirius la invocarono a loro volta sfoderando delle facce tanto supplichevoli da far piangere le pietre.
“Beh,” Cominciò lei rivolgendosi a Remus e lanciando degli sguardi veloci agli altri due. “Io… direi che non sono scherzi così gravi infondo.”
Remus sbuffò esasperato e  si rituffò nella sua cena senza più dire una parola.
“Oh, e dai Rem!” Lo supplicò Star. “Abbi pazienza. Ti prego!”
“Va bene, va bene! Ma ora basta scherzi. Concentratevi per le verifiche di questi ultimi giorni e poi potremmo divertirci tutti insieme ad Halloween.” Li ammonì Remus.
 “Oh, Halloween! Chissà cosa organizzerà Silente per quest’anno!” Sospirò Star.
“Spero nulla di pericoloso.” Mormorò Remus.
“Scusate, sono un po’ stanco, salgo in dormitorio.” Mormorò Peter sparendo alla svelta.
“Uhm… Buffo.” Fece la ragazza fissando Peter uscire dalla sala.
“Facciamo un gioco?” Propose James.
“Ora, nel bel mezzo della Sala Grande, a cena?” Chiese Star sorpresa.
“E perché no?” Accettò Sirius.
“Dipende.” Si insospettì Remus.
“Tranquillo, non è niente di male, ognuno di noi prende un pezzo di carta e ci scrive una persona o un personaggio o anche un animale senza farlo vedere a nessuno e poi lo attacca sulla fronte di quello che ha alla sua destra. Poi ognuno di noi dovrà indovinare cos’è o chi è il personaggio che ha sul proprio bigliettino facendo domande a cui tutti gli altri possono rispondere solo si o no.” Spiegò James.
“O mio cielo! E’ carinissimo! Facciamolo!” Si esaltò la ragazza.
Così tutti i Malandrini presero un pezzo di pergamena gentilmente offerta da Remus e scrissero, dopo di che Star rese il retro di ogni bigliettino adesivo con la magia e i ragazzi si attaccarono in fronte i biglietti.
“Inizio io!” Gridò Star. “Sono una persona realmente esistente o esistita?”
“Si.” Risposero tutti in coro.
“Ok, io sono un personaggio immaginario?” Domandò James.
“No.”
“Io sono maschio?” Fece Remus.
“Ah, amico, se non lo sai tu…” Scherzò Sirius beccandosi un calcio sugli stinchi da Star.
“Si lo sei.” Gli rispose James.
“Io sono affascinate?” Chiese Sirius atteggiandosi un po’.
“No.” Risposero tutti ridacchiando.
“Bene, sono uomo?” Ricominciò Star.
“Si, eccome.” Saltò su Sirius.
“Io sono maschio?” Chiese James.
“No. In tutti i sensi, no.” Replicò di nuovo Sirius ridendosela.
“Smettila idiota non sei divertente!” Lo rimproverò James.
Sirius alzò un dito come a chiedere un attimo di silenzio e poi spostò il suo sguardo su Star che ridacchiava come una matta con la testa posata sul tavolo. “A me pare di si.” Commentò il ragazzo.
“Finiscila!” James lo colpì sulla spalla ma anche lui stava sorridendo.
“Quando avete finito di mettere in dubbio la vostra virilità…” Cercò di riportarli all’ordine Remus ma Sirius si alzò in piedi. “La mia virilità non è mai stata messa in dubbio!” Precisò.
“Per ora.” Commentò piano Star alzando subito le mani in segno di resa sotto lo sguardo malefico del ragazzo.
“Sono reale?” Si intromise di nuovo Remus.
“Si, purtroppo.” Rispose Star, Sirius rise e le batté il cinque mentre James si imbronciava.
“Ok sono James.” Dichiarò Remus esasperato togliendosi il biglietto dalla fronte. “James hai molta fantasia, davvero non riesci a pensare ad altro che non sia te stesso?”
“E non è l’unico, Sirius sta pensando a sé stesso da quando abbiamo cominciato a giocare!” Replicò Star.
“Bene, io sono uomo?” Fece Sirius ignorando il commento dell’amica.
“Si.”
“Ah-a!” Si esaltò lui.
“Dicevamo… Sono un personaggio famoso?” Domandò Star.
“No.” Risposero James e Remus.
“Accidenti, si invece!” Si scaldò Sirius.
Star sospirò. “Ora capisco… sono Sirius, ecco perché non ci sono arrivata prima.”
“Ehi!” Protestò l’interessato.
“Diamine ragazzi, siete di un’ egocentricità assurda.” Disse la ragazza ignorando bellamente Sirius.
“Fantastico, tocca a me. Sono… di questa scuola?” Riprese James.
“Si”
“E io?” Chiese a sua volta Sirius.
“Si.”
“Ok, amico, risolviamola insieme.” Suggerì James.
Sirius annuì. “Siamo studenti?”
“No”
“Insegnanti?” Domandò James.
“Tu si, Sirius no.”
Sirius sbuffò irritato. “Eppure sono sicuro di avere la risposta proprio qui!” E si indicò la fronte esasperato. “Ci sono, sono Gazza!”
“Si, esatto, bravo! Perchè non Hagrid?” Si stupì Remus.
“Oh, giusto, Hagrid non è un insegnate!” Esclamò Sirius, Star si colpì la fronte con il palmo producendo un sonoro SCIAF.
“Ho perso! Non so chi sono! La mia vita non ha più senso!” Recitò melodrammaticamente James.
“Senti, qui staremo cercando di cenare!” Lo rimproverò un Prefetto qualche posto più in là.
“Mi scusi, ma lei chi è? Io chi sono?” Scherzò il ragazzo occhialuto sempre più convincente, il Prefetto scosse la testa rassegnato.
“Ti daremo degli aiuti: sei alta.” Cominciò Star.
“Vecchia, insopportabile, severa, e usa parole della sua epoca quali “colloquio disciplinare”.” Concluse Sirius.
“Sono la McGranitt!” Esultò James.
“No, signor Potter, io sono la professoressa McGranitt.” Lo corresse Minerva comparendo in quel momento dietro al ragazzo.
“Allora io sono fottuto.” Replicò James.
“Linguaggio! Signor Potter, nel mio ufficio! Anche lei signor Black.” Ordinò la professoressa.
I due ragazzi si alzarono con dei ghigni divertiti sui volti e seguirono Minerva verso il suo ufficio.
“Ma quanto si assomigliano quei due?” Si sorprese Star.
“Molto in effetti. Dovresti vedere tu quanto assomigli a James e anche un po’ a Sirius.” Le rispose Remus.
“Wow, quante volte sono finiti in punizione fin ora? Ho perso il conto!” Due ragazzini comparvero nei posti lasciati vuoti dai due Malandrini.
“Al, Fill! Che piacere vedervi!” Esclamò Star.
“Volevamo venire a parlarvi prima ma pensavamo di disturbare.” Si scusò Fill.
“Già, non si disturbano dei geni al lavoro, e poi pare che abbiate avuto poco tempo libero fin ora, eh?” Continuò Al.
“In effetti siamo stati molto impegnati, alcuni per sciocchezze, altri per motivi seri.” Commentò Remus.
“Ovvero?” Chiesero i due in coro.
“James e Sirius hanno fatto un po’ di baldoria con il nostro nuovo amico Peter mentre io cercavo di stare al passo con la scuola, e poi c’è Star… che frequenta i corsi di tutte le materie e va pure in giro con gli altri due scavezzacollo e ancora non dorme tutta la notte ma riesce pure a svegliarsi prima di tutta la scuola la mattina. Forse non dorme affatto.” Raccontò il ragazzo.
“Smettila, Rem! Non sono così speciale come mi dipingi, e io dormo! A volte. In compenso mangio come mio fratello, forse di più, di sicuro di più. Sono un’ obesa.” Dichiarò la ragazza con fermezza.
“Ah-a, tu obesa, e io sono la regina delle fate, ma tu continua pure.” Fece Al sarcastico.
“Questo ragazzino è un Don Giovanni!” Bisbigliò Star a Remus coprendosi la mano con la bocca ma tenendo volutamente un tono abbastanza alto.
“Dillo di nuovo davanti a Sirius e avrai due possibili risultati: la fine del mondo a causa del suo mettersi in competizione oppure la fondazione della scuola Sirius dove solo i più fighi possono entrare.” Scherzò Remus.
“Sirius non è di questo tipo, semmai James potrebbe… oh, insomma! Parlo sempre di loro! Dunque ragazzini, come vi siete incontrati voi due?” Chiese la ragazza.
“Al mi ha aiutato a caricare il bagaglio.” Spiegò Fill.
“E lui mi ha placcato perché credeva che stessi cercando di rubargli dei vestiti.” Proseguì Al.
Fill scrollò le spalle senza smentire. “Dalle mie parti ne vediamo tante di cose che vengono rubate.”
“Figlio della strada?” Gli domandò Star, il ragazzino annuì. “Immaginavo.”
“E tu?” Fece lui.
“Orfanella, di serie Z. Due anni fa.” Rispose lei.
“Ehm… Traduzione?” Si intromise Remus.
“E’ un ragazzo cresciuto in strada senza genitori veri. E io gli ho detto chi ero.” Spiegò la ragazza.
“Quindi orfanella di serie Z sta per abbandonata dalla madre senza nessuno scrupolo in un orfanotrofio maschile, usata, picchiata, senza amici né nessun altro?” Riassunse James apparendo all’improvviso e facendo scattare in piedi Al e Fill.
“Si, più o meno.” Acconsentì Star.
“Se vuoi sederti, noi ce ne andiamo.” Proposero i due ragazzini, James fece loro segno di riaccomodarsi e rimase in piedi.
“Sirius?” Chiese Remus.
“Ahn, lui è già su. Vado anche io ora, vi aspettiamo, non fate tardi e riportateli a letto sani e salvi.” Ordinò prima di andarsene accennando a Fill e Al.
“Sospetto.” Decretò Remus. “Molto sospetto.”
“Naaa…” Star allontanò il tutto con un gesto della mano.
“Io sono stato meglio di te, avevo lo zio Bum, era pazzo, e non era mio zio, ma mi voleva bene.” Proseguì Fill.
“Mio fratello esagera, io avevo persone che mi volevano bene, da piccola, e poi ho avuto lui e i nostri genitori. La tua storia com’è Al?”
“Io? Niente di speciale, sono solo un nato Babbano che ha vissuto normalmente, anche se i miei non erano molto felici di questa scuola e tutto il resto. Ma mi hanno lasciato venire quindi va bene.” Replicò lui annoiato, ma poi si rianimò fissando la porta della Sala Grande. “Cosa faranno?”
“James e Sirius? Non si può mai sapere!” Rispose Star col sorriso di chi invece sapeva esattamente cosa i due stavano architettando. “Salite con noi, così potete vederlo con i vostri occhi.”
I due ragazzini saltarono in piedi e seguirono di corsa Star e Remus.
Entrarono nel dormitorio maschile del terzo anno e vi trovarono Peter, James e Sirius chini su una pergamena piena di scritte e frecce.
“Che cosa state architettando?!” Li colse di sorpresa Remus facendoli sobbalzare.
“Qualcosa per Halloween.” Rispose James restando sul vago mentre Sirius si affrettava a nascondere le carte.
“E non posso saperlo?” Domandò Star.
“No, è una sorpresa per ripagarti dell’anno scorso.” Replicò Sirius.
“Che è successo l’anno scorso?” Si intromise Al.
“Salve piccoli noi!” Li salutò Sirius accorgendosi finalmente della loro presenza.
“Piccoli voi?” Fece Remus sconvolto.
“Si, ci assomigliano un po’.” Ribatté James.
“Secondo me è vero.” Approvò Peter.
“Comunque ragazzi, occhio a quello che pensate quando siete con me se volete farmi una sorpresa, ok?” Li avvertì Star.
“Certo!” La rassicurò suo fratello.
“Perché? E l’anno scorso?” Continuò a domandare Al.
“Ci spiegate qualcosa?” Insistette Fill.
“Giusto, scusate.” Si rammaricò Remus.
Così si sedettero e per tutta la sera i Malandrini raccontarono le loro avventure ai più piccoli e a Peter.
 
………………..
“Allora, avete capito?” Concluse Remus.
“No.” Risposero in coro James e Sirius.
“Bene, io non so cos’altro fare con voi.” Remus depose la sua penna e si mise le mani tra i capelli arrendendosi definitivamente.
Il giorno dopo vi sarebbero state ben tre verifiche e i due ragazzi non avevano capito ancora nulla di nessuna materia, il pomeriggio pareva prospettarsi molto lungo e difficoltoso.
Star rise leggera e si avvicinò ai due ragazzi cominciando a parlottare con loro per qualche minuto sotto gli occhi scettici di Remus, infine ripose la sua penna mentre James e Sirius continuavano a fare i loro esercizi di Pozioni completamente autonomi.
“Ora mi devi dire come hai fatto!” Esclamò Lupin leggermente offeso.
“Devi semplicemente farli ragionare come loro sono soliti fare e non come ragioni tu.” Replicò lei.
In quel momento un ragazzo castano si avvicinò al tavolo.
“Ciao Star.” Dennis si chinò per soffiarle quell’allegro saluto all’orecchio, la ragazza si irrigidì appena prima di sorridere e rispondere al saluto.
“Verresti a fare un passeggiata con me?” La invitò lui. Star accettò con un cenno e si alzò con eleganza.
“E continuate a studiare voi due!” Ordinò severa a James e Sirius prima di incamminarsi con Dennis fuori dalla torre verso il parco di Hogwarts vestito d’autunno. Le foglie cadevano tingendo di rosso, oro e arancio ogni angolo del parco.
I due ragazzi parlarono del più e del meno dirigendosi verso le rive del lago dove alcune anatre migratrici schiamazzavano e immergevano la testa in acqua alla ricerca di pesciolini.
Il ragazzo osservò il viso di Star mentre si stendeva in un sorriso dolce da bambina nel guardare una piccola anatrella lottare con un pesce.
“Sei…” Cominciò lui incerto, la ragazza si voltò a guardarlo inondandolo con i suoi occhi cobalto. “…sei…veramente graziosa quando sorridi così.” Concluse intrecciando le dita a quelle di lei che abbassò il volto per qualche secondo.
“Ehi, pensavo che ormai fossi abituata alla gente che ti fa dei complimenti.” Scherzò Dennis continuando a camminare lungo la riva e stringendo dolcemente la mano di Star.
“Non mi fanno spesso dei complimenti sinceri, e in ogni caso non me li merito.” Replicò lei.
Lui si bloccò di colpo e tirò la ragazza verso di sé così da ritrovare il viso di lei ad un soffio dal suo.
“Ascoltami bene.” Esordì con tono deciso ma leggero e l’ombra di un sorriso sulle labbra. “tu ti meriti tutto ciò che esiste di bello.” Star cercò di replicare ma il ragazzo la baciò sulla bocca. “E spero che questo per te sia stato bello.”
La ragazza abbassò lo sguardo sorridendo disorientata. “Io credo che sia ora di tornare indietro.”
Dennis sorrise soddisfatto. “Non mi hai risposto.”
Star cominciò a camminare verso il castello. “Non mi hai posto una domanda.”
Lui rise. “Ok, mi hai fregato, ma non finisce qui.”
Quando i due raggiunsero la torre di Grifondoro stavano ancora ridendo e scherzando e furono letteralmente travolti da James. “Dunque?” Chiese il suddetto ragazzo leggermente in ansia.
“Abbiamo fatto una bella passeggiata.” Commentò Star lanciando un’occhiata a Dennis senza riuscire a trattenere un sorrisino furbo.
“Bene, signorina, tu vieni con me.” James prese la sorella per un braccio trascinandola al tavolo con gli altri Malandrini.
“Ciao furfante.” La salutò Dennis, lei sventolò la mano e gli sorrise.
Suo fratello la inchiodò ad una sedia. “Te lo chiederò solo un’altra volta, e non scherzo: cosa è…?”
Star si alzò in piedi. “Potresti almeno avere la decenza di chiedermelo in privato.” Sibilò.
James la prese per mano guidandola verso il dormitorio maschile e facendola poi sedere su un letto.
“Delicato come sempre.” Commentò lei sarcastica, poi sospirò rassegnata sotto lo sguardo inquisitore del fratello. “Mi ha baciata, e sto bene, e sono… felice. Un po’ confusa, ma è positivo.”
“Sono soddisfatto.” Dichiarò lui voltandosi per tornare in Sala Comune.
“James?” Lo richiamò Star. “Te lo avrei detto lo stesso… senza tutta quella scenata. La prossima volta evita, per favore.”
“Scusa, ero un po’ in pensiero… ti ho sentita.” Spiegò lui.
La ragazza gli lanciò uno sguardo interrogativo e James si posò una mano sul petto dove, sotto i vestiti, vi era un ciondolo cobalto.
Star gli sorrise e scesero assieme per finire di studiare.
 
 
……………..
 
Il giorno delle verifiche fu terribile. Persino Difesa Contro le Arti Oscure con la professoressa Hough, che durante le prime lezioni era parsa una donna paziente e perfettamente in grado di spiegare loro gli incantesimi più difficili consentendo due lezioni esclusivamente pratiche al mese, si rivelò più impegnativa del previsto.
“Come vi è andata?” Chiese James ai Malandrini appena consegnarono tutti il foglio del compito.
“Non male.” Rispose Sirius.
“Molto bene.” Assicurò Remus.
Star fece per parlare ma suo fratello la interruppe. “Lascia stare, lo sappiamo già.”
“Beh, potreste avere almeno il tatto di fingere che io sia normale.” Sbottò la ragazza.
“Si, giusto.” Le concesse Sirius, poi ci pensò su. “No, troppa fatica per niente.”
 “Grazie.” Mugugnò lei.
“Ehi, abbiamo Pozioni teoriche ora, ci conviene incrociare le dita!” Li distrasse James.
E così si avviarono cupi verso ciò che definivano la loro prematura morte.
Appena entrati in aula si indirizzarono verso il loro solito banco infondo ma Lumacorno li bloccò. “Ho assegnato io personalmente i posti a tutti voi per questo compito e per i prossimi, prego leggete alla lavagna e accomodatevi.”
I Malandrini si scambiarono degli sguardi interrogativi ma eseguirono lo stesso. Remus e Star erano quasi vicini, separati solo da uno spazio vuoto, e nelle ultime file mentre James e Sirius erano agli estremi della prima fila. Una volta che tutti si furono seduti il professore consegnò loro i fogli con le domande.
Remus voltò il foglio e cominciò a rispondere. Si fermò circa alla decima domanda alzando lo sguardo per riflettere meglio, cercò istintivamente i suoi amici per vedere come se la passassero con quelle terribili domande: Star ovviamente scriveva tranquilla senza esitazioni nemmeno stesse descrivendo ciò che aveva fatto nel weekend. Si aspettava che James e Sirius fossero in difficoltà come al solito invece li trovò con la testa china sui fogli a scrivere quasi senza problemi.
Il ragazzo sgranò gli occhi felice e si accorse solo in quel momento dello sguardo di Star su di sé. “Stanno scrivendo!” Mimò allora con le labbra in modo che solo lei potesse cogliere. La ragazza annuì sorridendo.
Due ore dopo uscirono dalla stanza sfiniti ma soddisfatti.
“Allora, le lezioni di Star sono servite, eh?” Remus mise le braccia sulle spalle dei suoi amici visibilmente soddisfatto di loro.
“Ovvio. Mia sorella potrebbe saper spiegare ad un sasso la matematica spaziale e questo diventerebbe il miglior scienziato del mondo.” Concordò James.
“Era un complimento?” Domandò Star stupita.
I tre ragazzi smisero di camminare proprio in mezzo al corridoio fissandola straniti.
“Si, lo era.” Le rispose cauto Sirius.
“Strano, di solito non mi fate mai complimenti.” Commentò la ragazza pensierosa.
 “Come, scusa?” Fece James cercando di convincere sé stesso d’aver capito male.
“Star, noi ti facciamo sempre dei complimenti.” Le ricordò Remus.
“Ah, si? Si. Forse si. Non l’avevo capito, potevate annunciarmeli.” Replicò lei prima di ricominciare a camminare.
“E’ impazzita. L’abbiamo persa! E’ andata!” Enfatizzò Sirius sconvolto.
La seguirono tutti verso la sala da pranzo. Si sedettero vicino a lei e incominciarono a mangiare come niente fosse. Dopo pochi minuti di allegre chiacchierate dei gufi planarono verso ogni studenti recapitando una lettera a ciascuno.
“Ma che diavolo?” Mormorò Sirius aprendo la sua, i suoi amici lo osservarono. “Che fate, non leggete?” Chiese con la busta mezza strappata tra le mani.
“No, preferiamo aspettare e usarti come cavia, se non muori la apriremo anche noi.” Lo informò James.
“Beh, grazie!” Esclamò il ragazzo aprendo infine la lettera. “E’ per Halloween!” Li informò, non successe niente così anche gli altri strapparono le buste e si misero a leggere.
“Caro Halloweeniano,
se vorrai partecipare al gioco notturno di quest’anno sei pregato di scrivere a chiare lettere il tuo nome infondo a questa missiva e attendere.
Cordiali saluti
Professor Silente.”
“Sono tutte uguali?” Chiese Remus, i suoi amici annuirono. “Allora, che facci…”
“Prestami una penna.” Lo interruppe Sirius.
“Deduco che giocheremo.” Sospirò Remus.
“Ovvio!” Star scrisse a chiare lettere il suo nome con la sua penna rossa e oro e i Malandrini la imitarono. Attesero tutti e poi altre righe comparvero nel foglio di ognuno di loro.
“Per la sera di Halloween sei pregato di vestirti da Babbano.” Diceva quella di Remus.
“Come sono le vostre.” Chiese il ragazzo.
“Qui c’è scritto che devo vestirmi da lupo.” Rivelò James con un sorrisetto. “Sarà divertente.”
“Io invece dovrò mascherarmi da gentiluomo medievale.” Annunciò cupo Sirius. “Perfetto, dovrò indossare uno dei miei soliti abiti da gala.”
“Tu?” Chiesero in coro i Malandrini a Star.
“Non ve lo dirò. Lo vedrete dopodomani sera.” Li tenne sulle spine lei.
In quel momento Peter si unì a loro.
“Come vi sta andando la giornata di verifiche?” chiese sedendosi sfinito.
“Complessivamente bene.” Rispose James noncurante.
“Già, infondo voi ve la cavate sempre. Siete magnifici.” Si complimentò Minus.
“Lo so, grazie, grazie.” Finse James come se avesse attorno a sé una folla acclamante e non solo un ragazzino grassoccio.
“Forza, è ora di ricominciare le lezioni.” Remus si alzò dalla panca per primo con un sospiro e i suoi amici lo seguirono.
 
……………
 
Il 30 novembre parve a tutti gli studenti del terzo anno un lungo e estenuante giorno durante il quale i professori tentavano di tenere l’ordine e di completare le interrogazioni di coloro che dovevano recuperare mentre il resto si accasciava a turno sui banchi senza più forze per proseguire con nuovi argomenti.
Gli allenamenti di Quidditch, però, non lasciarono tempo a James, Sirius e Star di riposare, la Squadra di Grifondoro si godeva l’ultimo anno assieme, dopo di che sarebbero rimasti solo i tre Malandrini. Questo voleva dire allenamenti duri e infiniti quasi tutti i giorni.
Star salì a cambiarsi appena finito l’allenamento e non si presentò a cena. Proprio quando i suoi amici si decisero a chiedere a qualche sua compagna se fosse in dormitorio la videro scendere in Sala Comune con un gran sorriso sulle labbra.
“Dove sei stata?” La interrogò suo fratello.
“Uhm, sapessi.” Rispose lei evasiva.
“Non me lo dirai mai, vero?” Sospirò il ragazzo.
“Te lo dirò al momento giusto. Come sempre.” Replicò Star.
“Bene, sarà meglio se andiamo a dormire presto. Domani mattina avremo le ultime lezioni e poi potremo riposare tutto il pomeriggio in vista del gioco notturno.” Propose Remus previdente.
“E noi abbiamo pure due ore buche domani mattina!” Si rallegrarono James e Sirius.
“Anche io come voi.” S’intromise Peter.
“Già. Hai scelto le nostre stesse materie, è ovvio che tu abbia i nostri orari.” Gli fece notare Sirius.
“Giusto!” Esclamò Minus.
“Avete trovato i vestiti?” Chiese Star.
“In realtà io ho un piccolo problema con il mio ma sono sicuro che mi aiuterai nel primo pomeriggio, vero?” La pregò James.
“Certo!” Gli assicurò lei prima di sbadigliare e avviarsi verso il dormitorio femminile augurando ai suoi amici buon riposo.
 
 
………………….
 
Il mattino dopo Star scese in Sala Comune ancora in pigiama stellato e si sedette a leggere l’avvincente storia di un esploratore disperso in un isola deserta colma di strane creature magiche, era così assorta che non si accorse dello scorrere del tempo ne tanto meno degli altri studenti che si affaccendavano nella sala.
“Ehi! Ciao!” La salutò una voce familiare.
“Ciao Remus e… per Merlino! Sirius! Che ci fai già sveglio?!” Esclamò la ragazza alzando lo sguardo sui suoi due amici.
“Non è poi così presto, e poi ci siamo ricordati ora della verifica di Trasfigurazione e sai che io ho bisogno di recuperare. Così Remus mi aiuterà a ripassare.” Spiegò stancamente Sirius.
“Andrà bene.” Lo incoraggiò Star, poi si guardò intorno. “Mio fratello?”
“Lo abbiamo svegliato ma dice che è a posto con tutto o che si inventerà qualcosa ed è rimasto a dormire su.” Riferì Remus.
“Ehi, ragazzi!” Peter corse verso di loro. “Potete spiegare anche a me Trasfigurazione, un altro ripasso non mi farebbe male.”
“Certo!” Acconsentì Remus. “Magari Star potresti…”
“No, scusami. Vorrei salire da James.” Lo bloccò lei con un sorriso cortese e così detto salì le scale verso il dormitorio maschile.
La finestra era stata oscurata magicamente cosicché la luce del sole non disturbasse i ragazzi dormienti, in quel momento solo James. Star si mosse nel buio abituando piano gli occhi, si avvicinò al letto del fratello e si infilò sotto le coperte con lui. Il ragazzo si girò verso di lei aiutandola a coprirsi e la abbracciò forte. Star scoprì di aver provato freddo solo in quel momento, a contatto con il corpo caldo di James, sotto quelle coperte, l’aria pesante ma dal sapore di sogni attorno a loro. “Ciao.” La salutò lui e il suo alito caldo e non proprio profumato le fece il solletico sul viso.
“Ciao.” Replicò lei sorridendo.
Stettero così, semplicemente per alcuni minuti finché James non si spostò a pancia in su costringendo la ragazza a mettersi sopra di lui e poggiare la testa del suo petto.
“Fra un po’ dovremmo scendere.” Mormorò piano lei.
“Lo so. Aspetta ancora un po’, per favore.” Il tono di suo fratello ero supplichevole e la sua voce impastata dal sonno, Star stette ferma ancora lasciando che lui scivolasse in uno stato confuso di dormiveglia e poi in un piccolo sogno dal sonno leggero.
Quando non poté attendere oltre la ragazza tolse la magia oscurante dalla finestra e lasciò che gli ormai freddi raggi del sole autunnale si posassero su James svegliandolo completamente.
“Ti aspetto a colazione. Non fare tardi.” Gli raccomandò e uscì.
Dopo una veloce e silenziosa colazione i Malandrini si avviarono verso l’aula di Trasfigurazione e presero posto nei banchi in prima fila. La professoressa McGranitt spalancò gli occhi a quella vista ma non si lasciò ingannare. Consegnò i fogli dei compiti mentre nella classe regnava il consueto silenzio e dette il via.
Per tutta l’ora i Malandrini risposero velocemente alle domande e tutti si bloccarono su quella finale. Star alzò lo sguardo sulla professoressa per prima, subito seguita dai suoi amici. La ragazza fece scattare in alto la mano. Minerva la fissò dandole il permesso di parlare con un cenno del mento.
“La domanda, ‘Che cos’è una Trasfigurazione Parziale?’ temo sia un errore, dovrebbe essere nel programma del quinto anno.”
“Temo che vi sia stato un giorno in cui ho anticipato in una breve e semplice descrizione la Trasfigurazione Parziale e proprio quel giorno vi erano cinque assenti, una eravate voi signorina White, non vi siete fatta passare gli appunti?” Replicò calma la McGranitt.
“Potter.” Ribatté Star automaticamente. “E mi dispiace ma accetto appunti solo da Remus e Remus era assente con me. Peccato, vorrà dire che risponderò a modo mio, può andarle bene?”
Minerva assottigliò le labbra al limite massimo e poi tornò a concentrarsi su dei fogli sparsi sul tavolo.
Sirius e Remus si arresero subito consegnando il compito senza rispondere, Star scrisse qualcosa come sei o sette righe prima di portare la sua verifica alla cattedra, soddisfatta e James rimase seduto a fissare il suo foglio.
“Ancora cinque minuti signor Potter, farà meglio a consegnare.” Gli ricordò la professoressa.
James sbuffò irritato e esclamò “Eppure sono sicuro di avere la risposta proprio qui!” E si indicò la fronte in una perfetta imitazione della faccia esasperata di Sirius. I Malandrini risero e sulla fronte di James apparve un bigliettino “Ah, ecco!” Il ragazzo lo staccò, lo lesse e ricopiò sul suo compito.
“Signor Potter! Questo è copiare.” Lo sgridò la professoressa McGranitt sbalordita da tale comportamento.
“No, professoressa, io ho solo estrapolato in forma cartacea un informazione del mio cervello, le assicuro che è sempre stata dentro la mia testa!” Si giustificò James.
“Signor Potter non dica fesserie!” Si agitò Minerva ma in quel momento suonò la campanella e i Malandrini fuggirono in fretta, come il resto della classe, lasciandola sola con il compito di James tra le mani.
 
 
………………..
 
Quella sera dopo aver riposato tutto il pomeriggio nel dormitorio maschile Star si alzò e svegliò i suoi amici cosicché potessero prepararsi per il gioco notturno di Halloween.
“Non voglio mettermi questi abiti!” Sbuffò Sirius tirando fuori dal baule un elegante vestito maschile molto simile a quelli usati nel ‘700 di colore verde e argento.
“Potrei cambiare il colore, se vuoi.” Propose la ragazza.
“Davvero?” Si illuminò lui.
Star sorrise e con un semplice schiocco di dita tramutò il verde in blu infinito e l’argento in bordeaux e oro antico.
“Beh, forte!” Si strabiliò James fissando l’abito dell’amico.
“Ah, si! Queste sono le tue orecchie!” Esclamò lei schioccando nuovamente le dita, soffici orecchie da lupo apparvero sul capo di suo fratello.
“Belle! Ma andranno via vero?” Chiese preoccupato.
“Si, domani mattina non le avrai più.” Gli assicurò Star, infine salutò tutti e scese di corsa dirigendosi verso il dormitorio femminile.
 
…………..
                                             
I Malandrini erano già pronti in Sala Comune, Sirius pareva uscito da un libro di fiabe e se ne andava in giro calmo ed elegante nei gesti ma portandosi dietro un’aura quasi fredda che avrebbe attratto le ragazza più ingenue e allo stesso tempo avrebbe fatto scattare ogni sorta di allarme in quelle più sveglie e nonostante questo se si fosse messo d’impegno esse sarebbero cadute lo stesso in qualunque tranello. James con una camicia anticata, dei pantaloni comodi ma eleganti di un grigio-marroncino chiaro, le sue orecchie e i canini leggermente appuntiti come un vero lupo, altro regalino di sua sorella, poteva vantare di avere in tutti i sensi il fascino del lupo, misterioso, sfuggente e pericoloso. Remus e Peter vestiti come normali Babbani quindi come al loro solito parlavano tranquilli con i loro amici felici di non attirare troppo l’attenzione.
Sirius si voltò all’improvviso verso le scale del dormitorio femminile e gli altri Malandrini lo imitarono come del resto anche tutti gli altri presenti nella sala. Una ragazza che pareva una donna scendeva aggraziata verso di loro con la postura e l’eleganza di una vera dama settecentesca. La maschera di pizzo nero sul viso e il ventaglio dello stesso pizzo che lei teneva aperto all’altezza delle labbra impedivano la sua identificazione. I capelli neri ricadevano in boccoli scuri sulla schiena e sulla scollatura non troppo vistosa ma nemmeno casta. La sua vita era stretta dal rigido corpetto rosso scuro ricamato in oro, la gonna dello stesso colore che si espandeva ampia sul fondo come nelle mode di un tempo, ad ogni suo passo sbuffi di sottogonne nere come il peccato danzavano attorno ai suoi piedi che calzavano semplici decolté bordeaux. Vi era un profumo che si lasciava dietro e sapeva di desiderio, di notti magiche, sogni antichi, saloni da ballo e intrighi d’amore, i suoi gesti parlavano di tempi dove molti cavalieri avrebbero sguainato le spade per ingaggiare un duello in suo onore.
“Cioccovaniglia.” Mormorò Sirius.
“I-i s-s-suoi occhi….” Balbettò invece James.
“E’…Star!” Sussurrò Remus ammaliato.
Peter pigolò qualcosa e scomparve mentre la ragazza veniva verso di loro chiudendo il ventaglio e lasciando così scoperta la sua perfetta bocca colorata di rosso intenso.
“Eeeeeeeeeehm… si. Sei splendida sorellina, e fai anche un po’ di soggezione.” Commentò James quando sua sorella giunse finalmente da loro.
“Soggezione?” Ripeté lei mostrandosi sorpresa. “No, che stai insinuando?!”
“Bè…” Cominciò Remus ma sospirò interrompendosi da solo. “Non fa niente, scendiamo.”
I Malandrini giunsero in Sala Grande senza quasi essere notati ma una volta seduta a tavola Star cominciò a mangiare con un eleganza antica ricominciando ad attirare sguardi verso di sé.
“Ti sei proprio immedesimata bene nel personaggio, eh?” Le fece notare Sirius.
“Dici? In effetti mi trovo molto a mio agio in questi abiti.” Replicò lei.
“Aspettate, non ditemi che questi in sottofondo sono i Bread.” Intervenne James ascoltando la melodica musica che si spandeva nell’aria sotto il chiacchiericcio.
“Si, direi di si.” Sussurrò Star ancora in ascolto. “Carini.”
“Insomma! Li odio abbastanza.” Ribatté James.
“Non sono male.” S’intromise Remus.
“A me non dispiacciono.” Fece Sirius alzando le spalle.
 James sgranò gli occhi in direzione dell’amico. “Scusa?! Soft rock? No, non mi cadere così in basso Sirius!”
“La carne!” Trillò Star allegra distraendo i due ragazzi che si gettarono a capofitto nel cibo.
“Non avevi proprio voglia di un bisticcio questa sera, eh?” La smascherò Remus.
“Già, voglio che sia una serata bellissima.” Gli confidò la ragazza sorridendo.
 
…………
 
Silente si alzò finalmente in piedi e nella sala crollò il silenzio. “Bene ragazzi, prima di cominciare il gioco vi prego di prestare attenzione alle regole altrimenti non sarà più molto divertente. Dunque, questa notte ricreeremo una specie di villaggio, tutti coloro che sono vestiti da Babbani saranno i cittadini comuni e verrà loro assegnata una casa e una mappa con degli indizi per trovare le caramelle, starà a voi scegliere fin dove spingervi con la ricerca, se essere buoni o cattivi, se aggregarvi o fare i solitari, nelle vostre case non potrà entrare nessuno senza il vostro esplicito permesso, quindi potrete usare le stanze vuote per creare delle locande e gestirle facendovi pagare per l’alloggio o anche per il vitto se riuscirete a procurarvelo. In ogni nuova locanda si fermerà un professore per controllare che tutti paghino senza storie. Le istruzioni per mettere in sicurezza la vostra casa o per aprire una locanda sono sul retro della mappa assieme agli indizi. Potrete sfidarvi tra di voi per avere le caramelle o scommetterle in qualche gioco ma senza l’uso della magia e ogni sfida sarà vincolata da un patto.”
Il preside fece una breve pausa per assicurarsi che tutti i Comuni avessero capito e poi proseguì. “Ogni ora calerà o sorgerà il sole. In poche parole i vostri giorni e le vostre notti dureranno un’ora. Durante la notte entreranno in azione i lupi che saranno divisi in quattro piccoli branchi a seconda delle case ma potranno poi scegliere se creare un altro branco o diventare un animale da compagnia di qualche Comune o Non morto. I lupi non potranno in nessun modo accedere alle informazioni in possesso dei Comuni e potranno attaccare solo di notte a meno che non siano diventati animali da compagnia, anche a voi è vietato l’uso della magia nelle sfide dirette con i Comuni ma potrete usarla per infiltrarvi nelle case, solo durante la notte. Sia ben chiaro. Potete usare le aule vuote come tane, vi verrà spiegato come dai professori che vi divideranno in branchi e ci porteranno alla tana di inizio.”
Ancora una volta l’uomo si fermò. “Ho parlato di Non morti prima, ebbene si, sono coloro in abiti da medioevo, voi siete gli unici che possono usare la magia per le sfide fra di voi  e potete scegliere se sfidare i Comuni e i lupi con o senza magia e essi potranno adeguarsi alla vostra decisione, siete gli unici in grado di obbligare qualcuno a lavorare per voi, ovviamente dovrete vincere una sfida con questa persona prima. Potete muovervi di giorno e di notte e i lupi non vi possono attaccare se appartengono ad un branco formato da più di due persone, i Comuni non possono scegliere di sfidarvi ma non potete in alcun modo penetrare nelle case o nelle locande senza invito. Non avrete una casa nè una tana ma potete scegliere comunque di depositare da qualche parte le vostre caramelle e proteggerle con incantesimi, sappiate però che non avrete alcuna sicurezza. Vi è concesso di formare gruppi con chiunque vogliate.”
Tutti gli studenti erano stupiti e non vedevano l’ora di cominciare ma il professor Silente parlò ancora. “Per due gironi inoltre verranno eletti il re e la regina del giorno, quindi per la valenza di due ore, essi potranno richiedere ogni cosa a qualunque Comune ed esso dovrà obbedire, i Non morti non potranno scegliere di sfidarli e i lupi non possono attaccarli. E’ complicato, ma ci riuscirete e vi divertirete, spero. Ricapitolerò le cose più importanti: i Comuni non possono usare la magia tranne se sfidati da Non morti e vivono in casa, possono aprire locande, sfidare i lupi, formare gruppi, sono gli unici in possesso delle informazioni per scovare le caramelle. I lupi possono agire solo in branco e solo di notte a meno che non diventino Animali da Compagnia di loro spontanea volontà o tramite sfida di Non morti, possono usare la magia solo nelle sfide con i Non Morti e per tentare di penetrare nelle case, hanno delle tane. Non morti potete usare la magia, sfidare chiunque tranne il re e la regina, non potete assolutamente entrare nelle case e nelle locande senza invito, potete agire sia di giorno che di notte, i lupi non possono attaccarvi in branco di più di due e i Comuni non possono sfidarvi. Penso sia tutto chiaro, giusto? Cominciamo!”
A tutti i Comuni venne legato un nastrino sul polso e poi poterono uscire per primi dalla sala e raggiungere le loro case, nel frattempo i lupi venivano divisi nei quattro branchi dai professori, ad ognuno venne dato un ciondolo, e poi vennero guidati nelle loro tane. Infine fu dato il via libera ai Non morti a cui era apparsa una piccola voglia a testa sulla mano destra.
I corridoi erano tutti ben illuminati e vi era ancora un leggero trambusto di Comuni che vagavano in cerca di case o di compagni d’avventura.
Star e Sirius avevano deciso di fare squadra e poi recuperare James, Remus e Peter.
“Ehi, Star!” La chiamò una voce nel corridoio, Dennis le si avvicinò in abiti da Comune.
“Senti sto per andare a cercare le caramelle e sarai sempre la ben venuta in casa mia, è nell’aula infondo al corridoio e ho già sistemato tutto affinché tu possa entrare anche se io non ci sono e bè, magari aspettami se non mi trovi, voi che fate?”
“Noi non possiamo fare nulla fino a questa sera, per dare il tempo a voi comuni di iniziare a raccattare le caramelle.” Rispose la ragazza sorridendo.
“Certo! Giusto.” Qualcuno gridò il nome di Dennis. “I miei amici sono pronti, ci vediamo eh?” il ragazzo fece qualche passo verso i suoi compagni poi si bloccò e tornò indietro avvicinandosi a Star all’improvviso, la ragazza si trovò gli occhi verdi di lui a poca distanza dai suoi cobalto. “Volevo solo dirti, che sei una favola vestita così.” Aggiunse prima di posarle un bacio leggero sulle labbra e poi correre via.
Sirius che con molto tatto era stato a qualche metro da loro si riavvicinò all’amica. “James deve saperlo?” Chiese quasi scherzoso.
“James lo saprà.” Replicò lei senza irritazione. “Andiamo.”
 
……….
 
Alla tana dei lupi di Grifondoro, dopo la spiegazione della professoressa McGranitt,  James girovagava assorto mentre piccoli branchi si formavano già qua e là. All’improvviso una rossa chioma attirò la sua attenzione e sorrise involontariamente.
“Ehi, Evans!” Gridò alla ragazza e gli occhi verdissimi di lei si voltarono a guardarlo con disprezzo.
“Ovvio, che tra tutti quelli nel vostro gruppetto dovevi capitarmi tu.” Sbottò innervosita Lily.
“E dai, Evans! Possiamo fare squadra, ci divertiremo!” Tentò di convincerla lui.
“Tu ti divertiresti, io no.” Mise in chiaro la ragazza. “E poi voglio fare squadra con le mie amiche.”
“Va bene. Allora posso accompagnarti da loro?” Insistette James.
Lily esitò pensando al beneficio strategico di muoversi con James e poi pensò a Potter e al fatto che fosse Potter ma prima che potesse rispondere il ragazzo le afferrò un polso.
“Sono qui.” Disse fissando la parete cha dava sul corridoio con un gran sorriso. “Andiamo.” E la trascinò con sé fuori dalla tana.
“Che fai? Lasciami, Potter! Non abbiamo nemmeno un piano e non possiamo attaccare perché è giorno! E poi…” La ragazza dovette lasciare la frase a metà perché si scontrarono contro un’altra coppia di persone.
“Sirius! Star! Come siete riusciti a trovarmi così in fretta?” Domandò James stupito.
“Sai quando dico che ho un legame con te, fratellino? Vuol dire che ti posso trovare ovunque!” Gli ricordò Star con ovvietà poi gli sguardi dei nuovi arrivati si spostarono su Lily che lottava invano contro la presa d’acciaio di James.
“Evans?” Fece Sirius stupito.
“Evans.” Confermò James.
“Si è il mio cognome, allora? Mi lasci?!” Esclamò la ragazza al limite dell’esasperazione.
“Fratellino, non passa sangue alla sua mano.” Constatò semplicemente Star.
“Oh, scusami.” Il ragazzo le mollò il polso sinceramente dispiaciuto.
“Ora, se non vi dispiace vorrei raggiungere le mie amiche.” Decretò Lily.
“Ok, punto di ritrovo?” Chiese Sirius.
“Scusa?” Domandò lei confusa.
“Dove avete deciso di ritrovarvi?” Le semplificò Star.
“Noi..noi non abbiamo… non abbiamo deciso un posto…” Balbettò la rossa.
“Tipico.” Sogghignò Star ironica facendo ridacchiare i suoi due amici.
“Bene, ho capito. Faccio da sola, che è meglio!” Sbottò Lily irosa voltandosi per andarsene. James scoccò un’occhiata esasperata a sua sorella che alzò le spalle con un sospiro e poi gridò. “Dai Lily, scherzavo, torna qui, ti accompagniamo noi!”
La ragazza tornò da loro a testa alta.
“Per prima cosa sarà meglio cercare Remus.” Propose Sirius.
“Ah-a!” Saltò su Lily con aria di superiorità. “Ha detto cercare! Vuol dire che nemmeno voi avete un punto di ritrovo.”
Star guardò suo fratello con un altro sospiro. “Glielo spieghi tu?” Mormorò rassegnata.
“Vedi, Evans, a noi non serve un punto di ritrovo, noi abbiamo Star. Lei sa esattamente dove siamo in qualsiasi momento della giornata, le basta concentrarsi.” Raccontò James mentre cominciavano a camminare salendo diverse scale.
“Quindi dov’è Remus?” Dissimulò la rossa.
“In questa stanza.” Rispose pacata la mora bussando alla porta di un’aula.
“Eccovi!” Li accolse sollevato Remus. “Io concedo ai Non morti Star Potter e Sirius Black e ai lupi Lily e James di entrare nella mia casa.” Enunciò chiaramente prima di fare loro spazio e lasciarli entrare.
Sirius trattenne a stento una risata. “Sembri un paggio di corte.”
“Cos’hai contro i paggi di corte ora?” Lo rimbeccò Star scocciata.
“Niente, sono buffi e basta!” Replicò Sirius sulla difensiva. I due cominciarono a bisticciare mentre Remus, Lily e James li ignoravano sedendosi in cerchio attorno a due banchi uniti.
“Allora Lily, sei dei nostri?” Le chiese Remus.
“Io? Con voi? E’ solo per convenienza se mi trovo qui, devo unirmi alle miei amiche.” Replicò lei.
“Ma sentitela!” Esclamò Star ironica. “Perché non ti fai un giro nei dintorni qui fuori mentre noi ideamo un piano vincente?”
“Credo che farò così!” Lily scattò in piedi avviandosi determinata verso la porta. “Grazie Remus, per l’ospitalità.”
“Torna pure qui se non le trovi, anche se non ci sarò potrai entrare.” Le assicurò Remus prima che la ragazza si sbattesse la porta alle spalle.
“Per Merlino! Potevi lasciare che mi divertissi con lei!” Sbuffò James ricolto alla sorella.
“Avrai occasioni migliori.” Lo liquidò la ragazza.
“Allora.” Cominciò Sirius sedendosi a sua volta al tavolo. “Lunastorta ha tutte le informazioni per le caramelle ma se ci muoviamo tutti con lui ci bersagliano. Direi che io e lui potremmo andare in giro insieme, magari un po’ distanti ma tenendoci d’occhio. Mentre voi due, fratello e sorella, andate in perlustrazione dei vari piani. Ci si potrebbe ritrovare qui prima di sera.”
“Manca poco meno di mezz’ora alla sera.” Fece notare Remus guardando l’orologio.
“Basterà. Muoviamoci.” Decretò James prendendo sua sorella per mano e guidandola fuori.
Salirono camminando in silenzio in mezzo alla gente fino ad un piano pressoché deserto.
“Che devi dirmi, James?” Star scrutò il ragazzo negli occhi mentre passava una mano sul muro per trovare incantesimi di protezione.
“Tu e la Evans… vi odiate molto?” Domandò lui con solo una piccola esitazione.
“No. Non ci odiamo. Solo vogliamo bene a persone diverse e questo ci porta a scontrarci per difendere chi amiamo.” Rispose lei tranquilla.
“Ah, bene. Magari, se mollasse Mocciosus potrebbe diventare una tua grande amica, e vi parlereste, che so, di ragazzi…” Buttò lì James passandosi una mano tra i capelli e fissando insistentemente in giro.
“Si, potrebbe essere.” Replicò la ragazza sorridendo alla vista del fratello così imbarazzato. “Sai, Dennis mi ha baciata di nuovo. Di sorpresa, stava andando via e poi è tornato indietro solo per baciarmi. Credo sia stato… carino.”
Il ragazzo si voltò verso di lei sogghignando. “Solo per baciarti? Conosco gente che darebbe la vita per poterlo fare.”
“Non essere esagerato, idiota!” Lo rimproverò Star spintonandolo scherzosamente con una spallata.
“Ehi, è vero! Siamo la coppia di fratello e sorella più desiderabile della scuola, insomma, tutti ci amano!” Continuò James passandosi ancora la mano tra i capelli esasperatamente spettinati.
“Tu sei un’idiota indicibile!” Lo prese in giro la ragazza scattando verso di lui per spettinargli i capelli con entrambe le mani ridendo, mentre quello cercava di allontanarla protestando. “E sei anche il fratello migliore che potessi mai avere.” Concluse baciandolo sulla fronte con dolcezza, le mani ancora posate sulla sua testa scivolarono fino agli zigomi. Il ragazzo sorrise e la abbracciò stringendole la vita e chinando il viso per farlo sprofondare nei suoi capelli morbidi, lei assecondò quell’abbraccio intrecciando le dita dietro la sua nuca e posando il mento sulla sua testa. Si staccarono dopo appena qualche secondo, sorridenti.
“Dovresti invitarla ad uscire, sai.” Disse Star con casualità tornando a concentrarsi sugli incantesimi nelle mura.
James sbuffò piano come per coprire l’inizio di una risatina rassegnata.
“Che hai intenzione di fare a Natale?” Cambiò argomento lui.
La ragazza si fermò un secondo. “Vorrei tornare a casa e passare un Natale con la famiglia, ti va?”
“Inviteremo anche gli altri, vero?” Chiese conferma suo fratello.
“Ovvio!” Esclamò lei.
“Allora, preparati ad un Natale in doppia famiglia.”
 
…………….
 
“Che ne dici?” Domandò Sirius ancora una volta.
“Non lo so! Non capisco.” Rispose nuovamente Remus.
I due erano tornati da una ricerca di caramelle molto fruttuosa, avevano seguito la mappa che li aveva portati ad un corridoio pieno di tranelli da attraversare senza l’uso della magia, nel mezzo di esso giaceva un sacchetto di caramelle, ovviamente Sirius era riuscito a recuperarlo con agilità e insieme lo avevano riportato alla casa di Remus. Solo che la mappa del Comune era cambiata completamente. Ora vi apparivano i nomi dei proprietari delle taverne appena aperte, e molti punti in cui trovare caramelle che diventavano rossi man mano che qualcuno li precedeva conquistando un piccolo tesoro, vi erano anche degli indovinelli a bordo pagina che diventavano arancioni ad intermittenza come alcuni dei punti con le caramelle.
“Pensi che sia perché qualcuno cerca di risolverli?” Suggerì all’improvviso Sirius.
“E’ probabile. Succede anche a certi punti con le caramelle quindi…” In quel momento le torce si spensero e calò il buio completo.
“Credo che questa sia la notte.” Fece inutilmente notare Black.
Remus mollò un grido atroce di spavento che fece gridare di sorpresa anche Sirius e i due accesero insieme le bacchette scoprendo i due Potter accovacciati a terra nel tentativo di contenere le loro risate.
 “Avete fatto un salto pazzesco!” Li prese in giro Star mentre James mimava il loro spavento.
“Ha, ha, ha. Divertente.” Constatò sarcasticamente Sirius lanciando uno sguardo a Remus il quale, con la mano sul cuore, tentava di riprendersi da un lieve infarto.
“Cosa avete trovato?” Chiese incuriosita Star allungando il collo per poter sbirciare la mappa.
“Un solo sacchetto di caramelle. Ma abbiamo ‘sbloccato’ nuovi luoghi e degli indovinelli.” Le rispose Remus una volta ripresosi.
“Perfetto, allora Sirius, io e te andiamo alla ricerca di altre caramelle sfidando un po’ di gente, e tu James trovati un branco e vedi di racimolare qualcosa. Remus cerca di risolvere gli indovinelli ma non muoverti, saresti da solo.” Decretò la ragazza.
“Perché oggi tutti fate piani tranne me?” Sbuffò James preparandosi ad uscire dalla stanza.
“Bella domanda, per fortuna Ramoso che volevi essere il capo.” Lo canzonò Sirius.
“Io sono il capo! Per forza! Chi altri potrebbe essere se non il più mitico!” Si vantò il ragazzo mettendosi in una classica posa da fotomodello.
“Ehm, ok… io vado.” Balbettò Star sconvolta da tale prestazione.
Remus ridacchiò. “Se entro domani mattina non siete qui io esco, sappiatelo.”
I quattro si fecero un cenno di assenso prima di dividersi.
Il corridoio era vuoto e silenzioso e James scomparve subito, così Sirius e Star presero a camminare con calma.
“Dici che ci sarà qualcuno di così stupido da uscire la prima notte?” Buttò lì il ragazzo.
Lei ghignò. “Conosco certi personaggi che corrispondono alla descrizione.”
Sirius sbuffò nascondendo una risatina. “Serpeverde.”
“Eeesatto!” Annunciò la ragazza come se l’amico avesse vinto alla lotteria.
Risero piano e poi si accorsero di quanto le loro voci rimbombassero eccessivamente nel corridoio.
“C’è molta magia qui.” Avvertì Star.
“La magia di un professore?” Si informò lui.
La ragazza scosse la testa. “Uno studente più grande, abbastanza esperto, un incantesimo ostacolante, c’è una tana dietro quella porta.”
Si fermarono di colpo.
“Dunque?” Sirius si guardò intorno in attesa mentre Star si chinava a terra, girava su sé stessa e compiva altri movimenti strani. “Cosa cerchi?”
“Quello che ho appena trovato.” Esclamò lei trionfante lasciando che l’angolo destro della sua bocca scattasse verso l’alto dipingendole un sorriso deliziosamente scaltro sul volto. “Fai l’incantesimo Testa Bolla.” Ordinò poi, il ragazzo eseguì senza discutere e poi la seguì nella sua avanzata lungo il corridoio. Fecero appena qualche passo prima di notare un cambiamento nell’aria, pareva leggermente più spessa, quasi palpabile.
“E’ gas disorientante. Ci farebbe dimenticare perché siamo qui e cosa stiamo facendo per un bel po’ di tempo, magari abbastanza da farci rubare da altri le caramelle.” Spiegò Star, non aveva nessuna enorme bolla attorno alla testa ma emanava una specie di luce che Sirius interpretò come un suo incantesimo di difesa personale.
Una volta raggiunta la porta il ragazzo la osservò con attenzione.
“Solo qualche semplice incantesimo di chiusura, puoi liberartene tu.” Lo incoraggiò lei.
Sirius impiegò qualche minuto di cupi mormorii prima di riuscire ad oltrepassare l’uscio con successo, entrarono in una piccola stanzetta e un sacchettino di caramelle li attendeva sul tavolo.
 
…………
 
Correre al buio per i corridoi di Hogwarts non era mai stato così divertente. James aveva trovato un piccolo branco che lo aveva accettato per quella notte pretendendo che il guadagno venisse spartito in parti pari fra tutti i membri e poi si erano fiondati nel buio.
Lo stavano incoraggiando a fare ciò che faceva da anni per scappare da Gazza, dai professori o da rumori immaginari o meno. Conosceva ogni passaggio segreto e scorciatoia ormai, e mentre tutti avanzavano con cautela in corsa leggera sbattendo addosso a lupi di altri branchi lui sfrecciava sicuro, evitando tutti prima che questi si accorgessero di lui, si fermava ad ogni porta, eludeva gli incantesimi protettivi, entrava di soppiatto e schivava le maledizioni che i proprietari gli lanciavano contro alla cieca, in meno di qualche minuto era di nuovo nel buio degli androni. Spesso gli capitava di non riuscire ad aprire una porta, o di essere sorpreso da Comuni troppo svegli e veloci per poterli imbrogliare senza magia, così se la filava senza nulla. Eppure si stava divertendo troppo. Il cuore gli batteva nel petto all’impazzata, le mani gli tremavano per l’emozione quando estraeva la bacchetta per spezzare gli incanti, tutti i suoi sensi erano all’erta, si sentiva un cervo nella sua foresta che controlla il territorio pezzo a pezzo per creare un posto sicuro.
Svoltando un angolo in un piano in cui gli avevano detto non c’erano case sentì degli scoppi e delle risate.
“Battuti! Consegnateci le caramelle!” Stava gridando Al ad un paio di ragazzi più grandi di un anno mentre Fill si assicurava di ricevere il giusto numero di caramelle come vincita.
“Guarda qua chi si rivede!” Esclamò James una volta che i ragazzini del secondo anno furono scappati via.
“James Potter! Giusto, sei un lupo!” Esclamò Fill.
“Come voi due a quanto vedo.” Replicò il più grande.
“Si, ma i nostri costumi non sono belli quanto il tuo.” Sbuffò Al amareggiato.
“Ah, questo è merito di mia sorella!” James allontanò l’argomento con un gesto della mano. “Ditemi, siete in un branco?”
“Si, quello iniziale, c’eri anche tu, ma sei scappato subito con la rossa.” Spiegò Fill.
“Bella ragazza, a proposito.” Commentò Al.
“Uhm, credo che dovrò tenerti lontano da Star, se sei così precoce potresti conquistarla.” Scherzò James.
“Credi che avrei delle possibilità?” Prese in considerazione il ragazzino.
“Stai parlando di mia sorella! Io volevo fare una battuta, lei sta a chilometri da te! Non che tu sia male, ma insomma… Star!” Si scaldò James. “E poi… per ora sta con Dennis.”
“Si, giusto, scusa.” Al abbassò lo sguardo imbarazzato ma con un sorrisetto ironico sul volto.
“La notte sta per finire. Vi aspetto domani mattina nella classe TO3, chiaro?” Decretò il maggiore.
“Per fare cosa?” Chiese Fill.
“Unirvi a noi Malandrini, ovvio.” Replicò James.
“Si!” Esultarono in coro i due ragazzini battendosi il cinque.
 
 
……………
 
“Sei sempre l’ultimo James!” Lo rimproverò sua sorella appena mise piede nella casa di Remus.
“Scusate! Riscattare la mia parte è stato lungo.” Si giustificò il ragazzo sedendosi. Le luci si erano riaccese solo da qualche minuto ma tutti già lo attendevano.
“Ho una buona notizia per voi!” Esordì Remus allegro.
“Hai risolto un indovinello?”
“Ci hai trovato delle ragazze con cui spassarcela?”
Le due domande si sovrapposero e Star lanciò un lungo sguardo esasperato a Sirius facendogli intendere la sconvenienza di quell'uscita.
“Non è colpa mia, mi annoio!” Sbuffò quello.
“Ti annoi? Sei appena tornato da una caccia e sei nel bel mezzo di un gioco notturno in una scuola di magia! E ti annoi? Potrei ucciderti per questo, ne sei consapevole?” Lo rimproverò la ragazza.
“Ok, ok! Finitela. Cosa dovevi dirci Lunastorta?” Li bloccò James.
“Si, ho risolto un indovinello, pare che porti alla Torre di Astronomia.” Raccontò il ragazzo cercando di ignorare gli sguardi e le linguacce che i suoi due amici si stavano ancora scambiando.
“Anche io ho una cosa da dirvi: ho reclutato due ragazzini di nostra conoscenza.” Annunciò James.
“Hai trovato Al e Fill? Perfetto!” Si entusiasmò Star.
Si sentì bussare alla porta e Remus andò ad aprire ai due ragazzini.
“Ben venuti!” Li accolse la ragazza con un gran sorriso.
“Salve,” Con un passo ampio Al andò ad inginocchiarsi ai piedi di Star come d’uso in tempi antichi e le prese la mano per posare un bacio all’aria sopra le sue dita. “io e Fill siamo al vostro completo servizio, Mylady.”
Lei alzò un sopracciglio divertita e incontrò qualcosa nel fondo degli occhi azzurro ghiaccio del ragazzo qualcosa che era coraggio allo stato puro. “Fossero così tutti i ragazzi.” Commentò poi con un sorrisetto furbo.
“Tirati su amico, non hai speranze.” Lo rimbeccò Fill.
“Io ho eleganza, hai sentito la signorina.” Replicò Al alzandosi.
“Mi ricordano qualcuno.” Commentò Remus alludendo ai suoi due amici.
“Si, in effetti.” Star gli si affiancò spostando insieme a lui lo sguardo dai due ragazzini ai due Malandrini con fare pensieroso.
“Finitela! Abbiamo del lavoro da fare!” Li interruppe James.
“Allora che si fa?” Domandò Sirius attivandosi.
“Remus e Star andate alla torre con Fill. Io Sirius e Al sfidiamo qualcuno.” Decretò James.
La voce di Silente riempì ogni stanza e ogni corridoio. “Il re e la regina di oggi sono Regulus Black e Susy Winny.”
“Perfetto, andiamo!” Star fu la prima a uscire seguita da Remus e Fill.
“Allora, cosa ti fa pensare che sia alla torre di Astronomia?” chiese Star mentre camminavano tra gli altri ragazzi in un corridoio particolarmente affollato.
“Vi sfido a duello!” Gridò una ragazza del quinto anno di Serpeverde.
“Ok, chi vorresti sfidare e in che campo?” Si fece avanti Remus tranquillo.
La ragazza ghignò furba. “Sfido il ragazzino a trasformare questa Figurina delle Cioccorane in un oggetto qualunque, chi avrà compiuto la trasformazione più difficile consegnerà trenta caramelle.”
Fill si voltò verso Star che gli fece un occhiolino e sorrise rassicurante. “Bene, ci sto.” Accettò il ragazzo alcuni studenti si fermarono ad osservarli incuriositi.
La Serpeverde sfoderò la bacchetta e la punto sulla carta tra le dita della sua mano sinistra. Subito la carta si trasformò in un nastro lucente. Star approfittò della distrazione del loro piccolo pubblico per avvicinarsi a Fill e  sussurragli all'orecchio. “Non so quanto tu sia bravo in Trasfigurazione ma lei non ha accennato a questo, ok? Usa l'inventiva. Puoi batterla.”
Fill avanzò respirando a fondo poi sorrise sicuro di sé. Prese la figurina che la ragazza gli porgeva chiuse gli occhi e la lanciò in aria mormorò qualche parola puntando la sua bacchetta sulla carta e quando essa gli ricadde tra le mani era piegata ad opera d'arte a formare uno shuriken giapponese, il ragazzo lo lanciò verso la sua sfidante, l'oggetto tagliò l'aria e si piantò nel muro come fosse stato d'acciaio. La piccola folla radunata attorno a loro batté le mani colpita e la Serpeverde si affrettò a contare le trenta a caramelle lanciandole in un sacchettino prima di sparire tra gli altri ragazzi delusa.
“Wow! Sei stato fortissimo!” Si complimentò con lui Remus.
Fill sorrise imbarazzato. “Non è stato tutto merito mio, insomma, non so come sia potuto ficcarsi nel muro.” Mormorò lui lanciando brevi sguardi a Star che fissava ostinatamente in giro fingendo di non ascoltarli.
“Cosa credi che ci sarà alla torre?” Domandò Fill.
“Secondo l'indovinello troveremo un nemico chiaro ma misterioso nel luogo dove ci si può sentire persi in inchiostro e dovremo guadagnarci il suo rispetto entrando a far parte della sua collezione di grani di sale sparsi schivando la sua falce giustiziera del buio.” Raccontò Remus pensieroso.
“Cosa ti fa pensare che sia alla torre di Astronomia, scusa?” Continuò il ragazzino sempre più confuso.
“Persi nell’inchiostro, collezione di grani di sale sparsi, falce giustiziera del buio…” Elencò Star pensierosa. “Si, la notte, le stelle la luna. Ci sta.”
“Esatto.” Confermò Remus.
“Voi due siete dei geni!” Si stupì Fill.
“Naaaa, Remus lo è…. Io sono io. Solo io.” Replicò Star scherzosa.
“Ma sentila! ‘Solo io’ conosco sì e no un centinaio di ragazze che vorrebbero essere come te!” Ribatté Fill.
“E’ inutile, ci proviamo da anni a farglielo capire, ma niente.” Lo avvertì Remus.
Star sbuffò sonoramente.
Giunsero alla torre e subito una figura vestita di abiti pieni di frammenti di specchi e diamantini si fece avanti.
“Buona sera professoressa Sinistra.” Salutò cortesemente Remus.
“No, signor Lupin, non è divertente così! Io sono il vostro misterioso nemico! Chiamatemi… Moonlight!” Esordì la professoressa vezzeggiandosi nei suoi abiti.
“Ah-a … oooook. Dunque… Moonlight, come possiamo guadagnarci un posto nel tuo cielo stellato questa sera?” Finse Star cercando con tutta sé stessa di non scoppiare a ridere.
“Bene, siete riusciti a risolvere l’indovinello, ma per ricevere il mio aiuto e il vostro premio dovrete indicarmi le stelle più preziose per voi, con la loro storia. Uno solo potrà salire e se riuscirà a commuovermi parlando di stelle e di momenti nella sua vita legati ad esse allora potrete avere ciò che bramate.” Spiegò Sinistra.
“Lo so, lo so! Salgo io!” Esclamò Star prima ancora che Remus potesse dirle qualunque cosa.
La ragazza scomparve su per le scale insieme alla professoressa e al suo scintillante abito.
“Credi che ce la farà? Da sola?” Domandò Fill.
“Scherzi? Star potrebbe vincere questo gioco completamente da sola, solo che non usa tutte le sue potenzialità perché è onesta. E poi ha così tante storie da raccontare sulle stelle.” Lo rassicurò Remus volgendo uno sguardo sorridente al soffitto come se potesse intravedere l’amica attraverso la spessa pietra.
Pochi minuti dopo Star scese le scale da sola coperta dalla testa ai piedi da un lungo mantello blu notte trapuntato di piccoli brillantini che parevano stelle, passò due sacchetti di caramelle ai suoi amici.
“Bel mantello!” Commentò Fill.
“Si, dice che mi servirà nel gioco.” Raccontò la ragazza senza togliersi il cappuccio.
“Perché ti nascondi?” Le chiese Remus gentile.
Star sollevò una mano e allontanò l’argomento con un gesto stizzito indicando il corridoio davanti a loro. “Lo sentite?” Chiese. Squilli di trombe risuonavano a poca distanza. I tre si mossero insieme per andare a scoprire cosa stesse accadendo.
Si fermarono davanti a una coppia vestita con abiti suntuosi ed eleganti che procedeva scortata da alcune armature del castello che suonavano le trombe.
Molte persone si riunivano attorno a loro per osservarli e una ragazza spintonò Star in avanti così che lei si ritrovò nel cammino del re e della regina del giorno.
“Come hai osato interrompere la nostra marcia? Plebea!” Strillò la regina, Regalus al suo finaco alzò gli occhi al cielo esasperato.
“Ti sfido. Per la bellezza di cinque chili di caramelle. Ad una gara di bellezza, faremo una sfilata, fra un quarto d’ora, al calar della sera, in Sala Grande.” Trillò Susy Winni.
Star ancora completamente nascosta dal mantello replicò. “Sfida accettata, ma alziamo la posta, sono sicura che hai più di cinque chili, facciamo otto?”
Susy, che era una ragazza molto carina, pelle ambrata, sguardo intrigante, capelli scuri, setosi e mossi, formosa e slanciata, la osservò con attenzione. “Ci sto!”
“Fra un quarto d’ora in Sala Grande. Ci sarò.” Ripeté Star sparendo tra la folla.
La ragazza rintracciò i suoi compagni e tornò con loro alla casa di Remus, per la strada molti cartelli indicavano le locande aperte. James, Sirius e Al erano già in casa.
“Abbiamo guadagnato moltissimo con le sfide! Una cosa pazzesca! E abbiamo nascosto tutto in altri nascondigli.” Riferì James non appena entrarono.
“Noi abbiamo questi.” Disse Remus mettendo sul tavolo il suo sacchettino subito imitato da Fill e Star. “Ma credo che ci serviranno tutti, saranno si e no cinque chili di caramelle.”
“Cinque chili?!” Si sorprese Al.
“Già, e dobbiamo averne otto entro un quarto d’ora.” Continuò Fill.
“Perché? E perché indossi un mantello, Star?” Chiese Sirius.
“Una sfida, con la regina del giorno. Voi dovrete farmi da scorta, andate a recuperare due chili svelti. Prima che cali la sera, poi dovremo viaggiare di notte, e occhio ai lupi.” Decretò Star senza dare un accenno di volersi scoprire il volto.
 
……….
 
Entrarono in Sala Grande e la scoprirono illuminata a differenza di tutte le altre stanze e i corridoi.
Il re e la regina sedevano in alti troni dove una volta vi era il tavolo dei professori. Silente e la professoressa McGranitt stavano parlottando tra loro in un angolo. Alcuni ragazzi e ragazze avevano affrontato il buio della notte per assistere a quella sfida e nel giro di pochi minuti ne arrivarono degli altri.
Una lunga passerella era stata sistemata al centro della sala. Susy vi salì entusiasta. “Allora, cara, questi sono i nostri giudici imparziali.” Annunciò indicando una giuria di dodici ragazzi, due per casa compresi fra il quarto e il settimo anno, seduti su delle sedie rialzate accanto alla passerella.
“Molto bene.” Replicò Star.
Regalus fissava invece i Malandrini ancora attorno a lei. “Susy,” Mormorò. “Ritirati, ora!”
“Ma che dici? Voglio vederla umiliata.” Sibilò lei in risposta.
“Tu non sai chi è… lei è…” Cercò di insistere Regulus ma Susy era più grande di lui e lo zittì con un gesto. “Presentatore!” Chiamò.
Un ragazzo decisamente carino salì sul palco sorridendo e quando si voltò verso il pubblico Star si irrigidì un poco.
Dennis cominciò ad intrattenere il pubblico mentre la regina scivolava nella stanzetta adiacente per cambiarsi d’abito. “E dopo aver votato la ragazza in generale i giudici si riuniranno per compilare una scheda più precisa che darà un voto complessivo alla ragazza. Partirà la nostra regina. Ovviamente il voto più alto vincerà gli otto chili di caramelle, se la sfidante volesse posizionare le sue caramelle su questa bilancia…”
Star si voltò verso suo fratello mentre Sirius e Remus portavano le caramelle dove richiesto. “Non posso più farlo, Jame.”
“Oh, dai! Lei è bella, ok, forse più grande, ok. Ma tu sei tu. Insomma, è spacciata.” Cercò di rassicurarla lui.
“No! Non è per questo, è per Dennis, James, ho vinto alla torre di Astronomia. Lui non può vedermi così.” Replicò lei, le mani le tremavano mentre alzava un poco il cappuccio lasciando intravedere il suo viso al fratello.  James batté le palpebre più volte e poi sorrise. “Stai benissimo.”
“James!” Fece lei esasperata.
“Tranquilla, faremo in modo che Dennis si perda accidentalmente la tua sfilata, ok?”
“Mi piacciono le cose che accadono accidentalmente.”
La ragazza si rilassò. Susy salì sul palco sfoggiando un abito bellissimo, sempre in tema medioevale ma con dei colori splendidi, e la stoffa che rifletteva la luce rossa delle torce facendo sembrare il suo abito fuoco liquido. Il viso truccato forse un po’ troppo pesantemente sembrava appartenere ad una donna matura e non ad una sedicenne. Lo sguardo accattivante che regalò ai giudici la face sicuramente salire di molto nella scala del punteggio come la non indifferente scollatura.
Una volta finita la sua sfilata la regina si risedette soddisfatta sul trono, accanto ad uno sconsolato Regalus.
“Ed ora prego la sfidante di salire sul palco. Avanti!” Annunciò Dennis facendosi poi da parte. Tre paia di mani lo afferrarono coprendogli gli occhi e trascinandolo nella stanza accanto mentre Star saliva sulla passerella senza togliersi il mantello, il suo sguardo vagò nascosto fino a James che le diede il segnale.
“Tesoro, non possono giudicarti se non possono vederti, so che ti vergogni del tuo orribile aspetto, in confronto a me, ma hai accettato tu questa sfida.” La prese in giro Susy con una voce falsamente dolce.
Star sorrise furba e si portò le mani al nastro sulla gola slacciandolo piano. La stoffa trapuntata di stelle cadde a terra e un coro di sospiri si levò da tutta la sala. La ragazza si morse il labbro inferiore, perfettamente colorato di rosso, abbassando lo sguardo leggermente imbarazzata, lasciando così intravedere la scia di brillantini che le decorava le palpebre come se invece della matita avesse usato polvere di stelle, il blu cobalto dei suoi occhi riluceva mentre lanciava uno sguardo penetrante a tutta la sala prima di cominciare a camminare lungo la passerella. I capelli parevano raccolti distrattamente in una crocchia che lasciava sfuggire i boccoli sulle spalle ma tra essi spuntavano piccole stelline luminose che brillavano di luce propria dandole un aspetto regale. L’abito non era cambiato nella forma in sé ma ora la gonna pareva rappresentare alla perfezione il cielo notturno d’estate con stelle e costellazioni. Il corpetto era semplice e di velluto blu notte ma i ricami brillavano d’oro come in nastri che si intrecciavano sulla schiena nuda della ragazza di una consistenza come seta. La pelle bianca come luce di luna e le braccia che si muovevano morbide accompagnando la sua camminata con gesti tipicamente medievali tanto da trasportare l’intera sala in un mondo antico come il castello in cui si trovavano. Le mille sottogonne nere si allargavano a sbuffi ad ogni passo della ragazza lasciando intravedere le delcoltè ora dorate come stelle pure. Persino le unghie di lei parevano scese dal cielo graziose come i suoi gesti mentre di fronte allo sguardo allibito dei giudici si portava le dita sulla bocca per coprire appena una breve e delicata risata.
Sirius si voltò verso James mentre Star, nel più completo silenzio, rimetteva il mantello. “Credo, amico caro, che da questo momento in poi dovrai creare un campo magnetico anti-pretendenti attorno a tua sorella.”
James sospirò. “Credo che forse sarebbe più efficace rinchiuderla nel suo dormitorio per il resto della sua vita.”
“L’ultima bellissima ragazza rinchiusa in una torre è riuscita comunque a scappare con l’amore della sua vita, o mi sbaglio?” Replicò Sirius.
“Era uno solo, amico, uno solo. Penso sia un gran bel passo in avanti.”
 
 
 
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Gente ho magicamente finito!
Non è vero! Ho solo interrotto Halloween a metà! Come al primo anno! Sto impazzendo! Triskell mi ucciderà!

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Capitolo 3
*** Cinque Giorni in una Notte ***


All’alba del terzo giorno i ragazzi decisero di trovarsi in una taverna, anche perché dopo la vincita di Star era ovvio che molti strateghi li seguissero.
“E’ magnifico! Vendono anche il cibo qui!” Si esaltò la ragazza.
“Ordiniamo qualcosa!” La seguì James.
“Cameriera!” Stette al gioco Sirius. Una ragazzina del primo anno venne subito al loro tavolo. “Io scherzavo, non credevo che ci fossero pure le cameriere!” Si stupì il ragazzo.
“Un piatto di qualcosa di caldo e tipico di questa locanda.” Chiese con gentilezza Remus prendendoci la mano.
La ragazzina sorrise “Siete i Malandrini? Mio fratello mi ha raccontato della tua sfida di questa notte Star, devi essere stata bellissima.”
“Lo era!” Le assicurò Al. “Come una stella, infatti lei lo è. E’ la Regina delle Stelle.”
“Finitela!” Si infuriò Star, infatti dal momento della sua sfilata tutti avevano preso a chiamarla “Regina delle Stelle” anche dopo che era tornata al suo vestito originale portandosi dietro solo il mantello.
“Sei bellissima anche solo vestita così, avrei tanto voluto vederti con tutte quelle stelle.” Continuò la ragazzina trasognante.
“Vorremmo il cibo!” Borbottò Sirius.
“Sciocchezze, tu sei molto più carina di me, diventerai una ragazza bellissima un giorno.” Ribatté Star.
“Si, è vero, ma vorrei correggere, sei già bellissima.” La adulò Al.
La ragazzina arrossì violentemente fuggendo a prendere dello stufato che bolliva placido in un enorme calderone.
“Allora, cosa c’è scritto nella mappa e nei ciondoli?” Chiese Sirius andando subito al punto della questione.
“Dicono che da oggi vi è la possibilità di morire, una volta finite le caramelle.” Raccontò Remus.
“Quindi, tutti i ragazzi e la ragazze che in questa notte hanno perso tutte le caramelle…” Cominciò Fill.
“Se ora sfidano qualcuno e perdono, moriranno automaticamente, i morti si radunano in Sala Grande.” Continuò James per lui.
“Perfetto! Sarà ancora più divertente ora.” Commentò Star.
Peter arrivò al loro tavolo portando le ciotole di stufato.
“Ehi! Minus! Dove eri finito?” Lo apostrofò James.
“Io sono diventato il ricercatore di cibo della locanda, mi danno il trenta per cento del guadagno, è moltissimo! La Luna Nuova va alla grande!” Raccontò Peter.
“Forte! Hai messo in atto i nostri insegnamenti dei passaggi segreti!” Si complimentò Sirius. Peter annuì.
“Ti ho visto ieri, Star. Sei stata magica.” Aggiunse Minus mentre i suoi occhietti acquosi si muovevano inquieti a destra e a sinistra.
“Grazie!” Replicò Star sorpresa più dal coraggio che dal complimento.
“Spero che a voi stia andando bene ragazzi! Facciamo tutti il tifo per i Malandrini qui dentro.” Concluse Peter prima di lasciarli soli.
“Wow, sorprendente quanto stia migliorando.” Fece Star.
“Già. Allora, il piano è: dividiamoci in piccoli gruppetti e sfidiamo le persone, teniamo gli occhi aperti e rientriamo a casa di Remus prima di sera senza portare le caramelle con noi.” Esplicò Sirius.
“Mi piace! Andiamo! Io vado con mia sorella, questa volta e mi prendo Fill.” Decretò James ingurgitando soddisfatto l’ultimo boccone di stufato.
 
 
……………
 
 
La sera arrivò troppo presto.
“Ok, oggi tocca a me. Ho sfidato a duello uno del quinto anno.” Annunciò Sirius aprendo la porta della casa di Remus e gettandosi su una sedia.
“Cosa è successo?” Star cercò di guardarlo negli occhi ma lui tenne lo sguardo basso.
“Non ha importanza, ora sistemerò tutto.” Ribatté lui.
“Dov’è Al?” Chiese Fill.
“Squalificato.” Rispose cupo Sirius.
Al quel punto Remus, che era riuscito a stare in silenzio, esplose. “Sedetevi, vi racconto tutto.”
“NO!” Gridò Sirius. “Non voglio che lei lo sappia!”
“Bene.” Star si alzò in piedi amareggiata. “Uscirò, andrò solo in ispezione o risolverò qualche indovinello, non preoccupatevi, ci troviamo in Sala Grande per la sfida.”
“Vengo con te!” Si propose Fill.
“Star…” Sussurrò James ma la ragazza aveva già richiuso la porta dietro di sé e al ragazzino, il ragazzo riportò lo sguardo sul suo migliore amico e fratello, furioso. “Spero che sia stato per un valido motivo.”
Sirius sospirò e Remus cominciò a raccontare.
 
“Hei, voi!” gridò un ragazzo in un gruppetto poco distante, pareva un gruppo misto di quelli forti ed erano quasi tutti Serpeverde e alcuni Corvonero.
Sirius si fermò con eleganza. “Hai bisogno di qualcosa?”
“Ci chiedevamo:” proseguì un altro ragazzo “se sapete dov’è la vostra amichetta. E’ possibile combinare qualcosa o continuerete a tenervela per voi ancora a lungo?”
“Scusami, cosa stai insinuando?” Si intromise Remus con la solita calma.
“Insomma, lo sanno tutti, no? Che viene spesso a farvi visita nel vostro dormitorio, di notte, e ci rimane fino al mattino. Cacciate pure via un vostro compagno di stanza.” Replicò uno di Corvonero.
“Stai cercando di dire che noi abusiamo di Star?” Chiese conferma Sirius, i muscoli tesi, il tono freddo.
“No, non credo, altrimenti si sarebbe già ribellata. Forse semplicemente si diverte anche lei.” Avanzò un altro ragazzo ancora.
“Si, cosa fate altrimenti? Che dici, alla piccolina piace essere sculacciata? O è più una che frusta?” Continuò il primo che aveva parlato.
“Si, dite che possiamo averla per una notte, a farci compagnia?”
Sirius caricò il colpo tirando indietro il braccio ma Remus lo bloccò afferrandolo all’altezza del polso.
Due Serpeverde però caddero a terra comunque. Colpiti da Dennis e Al, il più giovane dei due aveva dovuto puntare alle parti basse ma aveva comunque sortito l’effetto desiderato mentre il più grande fissava il resto del gruppo con le nocche insanguinate.
“Che razza di comportamento è mai questo?!” Strillò la professoressa Sprite.
“Si, ovvio che i professori arrivino ora.” Commentò Sirius ancora tremando dalla rabbia.
“Mi scusi signor Black, ha qualcosa da ridire?” Pomona si voltò verso di lui.
“Professoressa,” Intervenne Remus. “questi ragazzi hanno pesantemente insultato una nostra compagna e…”
“Non è una motivazione valida, signor Lupin, credo che lei capisca, gli insulti non sono contro il regolamento per quanto siano inconcepibili, e non vi sono prove a favore di quello che dite, so solo ciò che ho visto e questi due ragazzi verranno squalificati.”
“Non è giusto!” gridò un amico di Dennis.
“Lascia stare Koan, ho infranto le regole. Ha ragione la professoressa, dividetevi le mie caramelle, ci vediamo alla fine del gioco.” Dennis seguì tranquillo la professoressa imitato da un silenzioso Al.
“Ehi, sfido a duello uno di voi, fatture e incantesimi di ogni tipo, il primo che non si rialza perde. Questa notte, alla Sala Grande.” Proclamò Sirius infuriato.
“Accetto!” Gridò il secondo ragazzo Serpeverde ad aver parlato.
 
“Li ammazzo!” James divenne pallido, si alzò in piedi di scatto, i pugni chiusi fino a far sbiancare le nocche.
“Uno lo faccio fuori io, non ti preoccupare, di due si sono occupati Dennis e Al.” Replicò Sirius digrignando i denti per la rabbia.
“Perché?!” James si voltò verso di loro, gli occhi lucidi e la voce incrinata. “Perché continuano a parlare così di lei, a dire quelle cose? non ha già sofferto abbastanza?”
Remus sospirò. “E’ una ragazza bellissima, James, e passa il suo tempo solo con noi. Sono gli anni ’70 questi, che ti aspetti dai ragazzi di questa generazione? Sai bene cosa fanno loro tutta l’estate, sai bene che hanno conosciuto moltissime ragazze facili.”
“E allora dovrei permettere loro di trattare mia sorella in questo modo?!” Sbraitò James.
“No, dico solo che… se la conoscessero… Merlino ho la nausea… non posso pensare a quello che hanno detto…” Remus alzò lo sguardo sui suoi due amici. “Fate in modo che lei non lo sappia mai, la sua spontaneità è troppo preziosa, se lo sapesse, si chiuderebbe di nuovo in sé stessa. Non potrei mai non dirglielo. Dovete cancellarmi la memoria. Adesso.”
 
……………..
 
“Tu, chi sei?” Chiese Dennis una volta che le professoressa li ebbe lasciati in Sala Grande.
“Un amico di Star, lei è una ragazza che ha vissuto una vita anche peggiore di quella di Fill eppure è pura. Può capirlo. Quando parlano assieme io sento che lui si rilassa e riesce a raccontare la sua infanzia senza problemi. Le devo molto, e Fill anche.” Rispose Al con il viso rivolto al pavimento.
“E’ stato molto coraggioso… quello che hai fatto tu, intendo.”
Il ragazzino lo fissò negli occhi. “No, è stato solo impulsivo, ma giusto. Non potevo lasciare che dicessero quelle cose… tu l’hai fatto perché è la tua ragazza, giusto?”
Dennis abbassò lo sguardo. “Non la posso considerare la mia ragazza… lei è… wow! E poi lei mi piace molto di più di quanto le piaccia io.”
“Capisco. In effetti è una ragazza difficile. Ma James, Remus e Sirius la comprendono a fondo, potresti provare a chiedere a loro cosa prova per te.”
“E’ vero! Potre…”
“SIRIUS BLACK DEL TERZO ANNO SFIDERA’ NICHOLAS STOR DEL SESTO! GRIFONDORO CONTRO SERPEVERDE!” Urlò un ragazzino entrando di corsa nella sala, tutti si fecero attorno a lui.
“Quando?”
“Dove?”
“Perché?”
Il ragazzino prese fiato e cominciò a rispondere. “Qui, in Sala Grande, questa notte, si sfidano a duello magico e lo fanno per l’onore della Regina delle Stelle.”
Al e Dennis si scambiarono uno sguardo sorpreso.
 
……………..
 
“Allora? Avete finito?” Star rientrò nella stanza con freddo distacco. Sirius si alzò dalla sedia, le andò incontro e l’abbracciò.
“Scusami. Non è che non mi fido di te, solo che…”
Star sospirò. “Non fa niente, Sirius. Ho capito. Ma dopo questa volta la finite di cercare di proteggermi?”
James sospirò sollevato. “Vuoi dire che per questa volta possiamo non dirtelo?”
Star sorrise. “Si, solo per questa volta. Ora andiamo. Sirius ha un’inutile sfida da vincere per l’orgoglio.”
 
……………...
 
I Malandrini arrivarono incolumi in Sala Grande per un soffio e lo sfidante di Sirius ancora non si vedeva.
Dopo parecchi minuti lo stesso gruppo di ragazzi che aveva insultato Star apparve oltrepassando il portone con una camminata pomposa.
“Cominciamo a vuoi tirarti indietro?” Esordì Nicholas.
“Io sono qui da un pezzo, sei tu quello che se la fa sotto e che arriva in ritardo.” Replicò Sirius facendosi avanti.
La Professoressa Hought si preparò ad arbitrare l’incontro, i ragazzi presenti si sistemarono a cerchio attorno ai due duellanti mettendosi a distanza di sicurezza per non essere colpiti dagli incantesimi.
“Bacchette alla mano!” Ordinò la professoressa.
Star vide in un angolo due ragazzi poggiati ad un muro, sorrise e lasciò perdere l’incontro avvicinandosi a loro.
“Non so cosa sia successo,” Esordì la ragazza. “e non posso saperlo, ma mi è stato detto che siete stati squalificati per me.” Poi fece una pausa squadrando Dennis e Al dalla testa ai piedi. “Vorrei insultarvi per la vostra stupidità ma credo che sarò buona. Quindi: grazie.”
Star sorrise e si chinò per baciare Al su una guancia. “Mi dispiace che tu ti sia rovinato la prima notte di Halloween a causa mia.”
“Ne è valsa la pena, direi!” Replicò il ragazzino sconvolto dal bacio.
La mora si voltò verso Dennis, sorrise avvicinandosi a lui e poggiando le mani sul suo petto. “Sei stato un incosciente, ma grazie anche a te.” Gli sussurrò con le labbra a pochi centimetri dal suo orecchio. Allontanò il viso da quello del ragazzo mordendosi il labbro inferiore incerta, infine poggiò un bacio leggero sulla bocca di lui prima di voltarsi e scomparire.
“Uhm, credo che ti abbia risposto lei stessa. Fine dei tuoi dubbi!” Commentò Al mentre Dennis si poggiava al muro lasciandosi scivolare a terra.
“Non sono mai stato così felice in tutta la mia vita.” Sussurrò il ragazzo.
Nel frattempo l’incontro era ormai volto al termine e Sirius stava vincendo alla grande. Con un ultimo spettacolare incantesimo che fece volare di due metri il suo avversario il Malandrino si aggiudicò la vittoria.
“Andiamo via.” Borbottò Sirius passando di fianco a James e camminando spedito verso la porta. Nella sala tutti mormoravano ipotesi su come l’avrebbe presa la Regina delle Stelle.
Star seguì Sirius alla svelta e presto tutti i Malandrini e Fill si ritrovarono in una stanza vuota alla luce delle loro bacchette.
“Ci mancano solo due giorni e due notti dopo di questa. Dite che ce la facciamo?” Fece il punto Remus.
Star guardò James che le sorrise e lanciò uno sguardo a Sirius.
“Nessun problema!” Assicurò la ragazza.
 
………..
 
Il mattino dopo James e Star sfondarono la porta di un’aula che secondo le loro informazioni, raccolte alla Luna Nuova, avrebbe dovuto essere vuota. Invece al suo interno vi era qualcuno di molto agguerrito dato che i due fratelli per i primi secondi videro solo incantesimi infrangersi sulla loro barriera protettiva.
“Ehi, Evans!” Esclamò Star. “Dove sono Alice, Marlene, Mary e Emmeline?”
Lily smise di lanciare incantesimi. “Emmeline e Marlene hanno perso, Mary e Alice sarebbero dovute tornare questa mattina presto dalla ricognizione notturna.”
Star alzò lo sguardo al soffitto per qualche secondo producendo un prolungato suono con la bocca chiusa. “Eh, si… Si trovano in Sala Grande, hanno perso anche loro.” Informò poi sicura riportando lo sguardo sulla rossa.
Lily la fisso a bocca aperta.
“Eh, già, anche noi reagivamo così qualche anno fa…” Commentò James divertito.
“Tu taci Potter!” Sbraitò la ragazza ripresasi.
“Uh, mi scuso, Mylady! Comunque ora che sei rimasta sola puoi sempre unirti a noi se vuoi.” Replicò James le mani in alto in segno di resa.
Lily storse il naso ma poi sospirò sconfitta. “Star, mi unisco al tuo gruppo, questo vuol dire che faccio quello che mi consigli tu, e non prendo ordini da nessuno.”
James sorrise passandosi una mano tra i capelli. “Andata!”
Star poggiò una mano sulla spalla del fratello tirandolo indietro. “Hai sentito la Evans? Comando io! Ci sto.”
Dopo una breve ispezione della stanza Star trovò un nascondiglio magico di caramelle, le presero tutte e poi andarono via.
“Perché prendete così seriamente questo gioco?” Domandò Lily dopo alcuni minuti di camminata senza senso su e giù per i corridoio per evitare le tane di Serpeverde agguerriti.
“Perché è divertente.” Rispose Star con un’alzata di spalle.
Delle voci provenienti dal corridoio dinnanzi a loro li fecero fermare.
“Vuoi una gomma Star?” Chiese James porgendo alla ragazza un pacchettino rettangolare verde acceso.
“Si, grazie.” Replicò la ragazza prendendo sei gomme, una la mise in bocca e le altre le tenne alte davanti a sé come pronta a lanciarle.
Lily li guardò incuriosita tenendosi un po’ indietro.
Quando un gruppetto di ragazzi svoltò l’angolo allegro con le caramelle nei sacchetti ben in vista Star e James cominciarono a lanciare a terra le gomme da masticare che scomparirono in un leggero fascio di luce rettangolare.
Il gruppo ci finì proprio sopra incollandosi a terra.
“Ehi! Che scherzo è mai questo?!” Si ribellò quello che pareva il capo.
Fratello e sorella sorrisero furbi. “Rilassatevi non vi ruberemo nulla, abbiamo solo poca voglia di intrattenerci in duelli di basso livello. Buona fortuna.” Li informò James camminando deciso tra di loro seguito da Star, entrambi procedevano a zig zag senza staccare gli occhi da terra e Lily decise di fare attenzione a mettere i piedi solo dove li mettevano loro.
“Ricordo quelle gomme.” Commentò la rossa.
“Certo che le ricordi! Le abbiamo testate anche su di te!” Replicò Star allegra aprendo una porta e gridando. “Sapete la novità?! Grazie alla Evans ora comando io!”
Fill e Remus si voltarono verso di lei poco impressionati. “Hai sempre comandato tu.”
“Eh, no! Sentite! Qui comandavo io!” Ribatté Sirius facendosi avanti.
“Felpato, vola basso! Prima di Star ero io il capo supremo.” Fece James passandosi di nuovo la mano tra i capelli.
I due cominciarono a bisticciare mentre Star, Remus e Fill si facevano rapporto a vicenda.
“Un altro indovinello inrisolto, dici?” Si stupì Star studiando la mappa con attenzione.
“Eh già! Proprio in questa torre qui, io non l’ho mai vista, nessuno passa mai di là.” Spiegò Remus indicandogliela.
Star impallidì. “Bene, ci vado io, questa notte. Sola.”
“Che torre?” Si intromise Sirius sbirciando insieme a James.
James fissò la mappa e poi sua sorella. “Io?” Le chiese con un paio di occhi dolci da morire.
La ragazza sospirò. “Ok.”
“Sembra complicatissimo.” Commentò Lily.
“Non è un problema per me.” Replicò Star chiudendo la mappa.
“Voglio venire anche io.” Si impuntò la rossa.
Star la squadrò dalla testa ai piedi. “No.” Disse semplicemente. “Sirius, Lily questa notte viene con te. A duellare con quelli che restano.”
“Ma… Senti!” Lily si piazzò di fronte a Star.
“Oh, per Diana, Evans! E’ solo un gioco, no? Dovrai stare con Sirius solo un’ora, capisco che è una tortura per chiunque ma ti credevo abbastanza forte per resistere al sua fascino!”
La rossa arrossì infuriata. “Resistere.. fascino…? Bene. Questa notte starò con Sirius!”
“Sono felice d’aver avuto una scelta!” Esordì Sirius.
“Taci!” Lo zitti Star. “E ora: andiamo a mangiare.” Decretò.
Il gruppetto si sedette al solito tavolo della Luna Nuova e ordinarono qualcosa da mettere sotto i denti.
“Mangiate? All’una del mattino?” Si stupì Lily.
“L’una passata, quasi le due, comunque è pomeriggio del quarto giorno.” La rimbeccò Sirius.
“Black…” Sospirò esasperata la rossa. “Dobbiamo passare un’intera notte insieme, ti prego, lascia che io viva questo pomeriggio in pace!”
James, Sirius e Star si scambiarono dei sorrisetti maliziosi.
Le guance di Lily si arrossarono leggermente. “Ah! Siete proprio dei... dei… degli insopportabili idioti.”
Tutti i Malandrini scoppiarono in una grossa risata.
“Remus! Da te non me lo aspettavo!” Sbottò la ragazza.
“Si, anche noi dicevamo spesso qualcosa di simile una volta.” Replicò Star.
“Già, vi ricordate la sua cattiveria a San Valentino?” Raccontò Sirius.
“E quel giorno che ci ha obbligato a studiare?” Continuò James.
“Ma dai!? E io che credevo che tu fossi quello buono e pacato!” Si sorprese Fill.
“Al contrario! Lui è quello più perfido!” finse Star.
“Smettetela! Non è vero!” Borbottò Remus.
 
………..
 
Quando le luci si spensero Star e James erano già diretti verso la loro torre.
“Perché in questa torre? Nessuno dovrebbe conoscerla.” Si preoccupò Star.
“Bhe… No. Non è possibile…” Mormorò James indeciso.
“Sai che sento i tuoi pensieri, vero? Comunque… forse è possibile.” Replicò la ragazza pensierosa.
L’ipotesi mentale di fratello e sorella si rivelò vera appena misero piede nell’area della torre.
 “Buona sera.” Li accolse il professor Silente. “O meglio, buona mattina!”
“Dunque?” Chiese Star senza perdere tempo.
“Dunque, signorina, so che passate del tempo in quest’ala del castello.”
Era vero, sempre più spesso negli ultimi tempi James e Star si ritrovavano la notte in quella torre, si sedevano sul balcone e fissavano il cielo, alcune volte parlavano altre no.
 
“Non ti senti mai triste, James?”
“No. Ho te, Sirius e Remus. Dovrei sentirmi triste per quale motivo?”
 
“Credo che se volete veramente il mio permesso di frequentare questa torre dovrete guadagnarvelo.” Proseguì il preside.
“E come?” Domandò James.
“Sistematela. Se la renderete più sicura ve la lascerò, e poi potrete anche aggiungervi qualche modifica.”
Silente se ne andò a passo deciso lasciandoli soli.
“Mettiamoci al lavoro.” Decretò Star emozionata.
“Potremmo averla, tutta per noi.” Commentò James sognante.
Cominciarono a lavorare, magia e forza bruta in accordo. Le menti che vagavano tra i ricordi.
“Sai, ho parlato molto con la nonna prima di partire per venire qui.” Esordì la ragazza per rompere il silenzio.
“Si, l’ho notato, che vi siete dette?”
“Uhm… Parlavamo di un abito rosso di velluto.”
 
“Star, vieni qui.” La chiamò la signora anziana seduta sul divano.
“Si, nonna Lea?” La ragazza si sedette accanto a lei.
“Ho sempre voluto una nipotina.” Pigolò piano Lea.
“Nonna, tu hai Fay.” Le rispose dolcemente Star ma la vecchietta scosse la testa.
“Volevo una nipotina da Susan. Vedi cara, tengo molto a Susan, non che io non tenga a Ray, certo, ma Susan è stata la mia figlia femmina e l’ho amata molto come tale, una volta non era come ora, una volta gli uomini andavano d’accordo solo con gli uomini e le donne con le donne, per questo le bambine adoravano le mamme e i bambini smaniavano per i babbi. Ora invece è molto diverso, la maggior parte delle madri ha una predilezione per i figli maschi mentre i padri provano più affetto per le figlie femmine. Ma io sono vecchia e tua madre era il mio orgoglio più grande. Volevo tanto vederla partorire una bambina. Così tanto che temo d’averla portata a rimanere delusa da James. Oh, non pensare male! Susan lo ama e farebbe di tutto per lui. Ma le è sempre mancata una bambina, vedi, era il nostro piccolo sogno, il nostro piccolo segreto.” Nonna Lea aprì la grossa scatola di velluto rosso che si trovava ai suoi piedi. All’interno piccole scarpine rosa fatte all’uncinetto e graziosi minuscoli abitini portavano il cuore di Star a soffrire come se una spada l’avesse perforata, sentiva il desiderio di quelle due donne attraversarla come un chiodo bollente lasciando un piccolo buco bruciante nel petto. “Volevamo aspettare che imparasse a camminare bene per insegnarle a danzare un poco e poterle cucire graziosi e leggeri abitini di uncinetto e chiffon. Più di tutto però, volevamo insegnarle ad essere una brava donna di casa e fare per lei l’abito di velluto rosso.”
“L’abito di velluto rosso?” Chiese la ragazza sfiorando con le dita alcuni vestitini dentro la scatola.
“E’ una piccola tradizione nata da mia nonna, lei un giorno decise che avrebbe dovuto assolutamente farmi un abito di velluto rosso, il velluto allora era molto costoso, spese tutti i suoi soldi, ogni moneta, e il vestito mi venne corto, poiché sopra al ginocchio a quei tempi era scandaloso, per fortuna ero ancora una bambina e quindi potei indossarlo, ma si sa, i bambini crescono in fretta, così l’anno dopo mi era già troppo corto. Ero la prima di sette fratelli tutti maschi, il mio vestito non poteva essere riusato, ma io lo indossavo lo stesso, in casa dove solo mia nonna e mia madre potevano vedermi, lo indossavo sempre perché mia nonna non voleva venderlo e riprendersi un po’ di soldi, lo indossavo anche per cucinare e un giorno ahimè prese fuoco mentre facevo la cena in una fredda giornata d’inverno, e allora non potei più metterlo. Pensai che mia nonna si sarebbe intristita ma lei disse che era un segno che ormai ero diventata una signorina.”
Star poggiò la mano sul grembo della povera donna che batté piano le palpebre cercando di schiarire la mente, districando antichi ricordi, e cacciare le lacrime.
“Feci per Susan un abito di velluto rosso con l’aiuto di mia madre quando lei compì sei anni, era molto grazioso ed elegante e Susan lo indossò ogni domenica, dovetti fargliene uno più grande, finché non diventò anche lei una signorina e smisi di allungare quell’abito.” Lea si fermò ancora, respirando a fondo. “Credo di aver passato tanta tristezza a mia figlia per non essere riuscita ad avere una bambina, non avrei mai voluto. Però ora ci sei tu, anche se non ti abbiamo cresciuta sei parte di questa famiglia, sei arrivata qui già signorina ormai, ma ti amiamo molto. Questo è l’importante.”
La ragazza abbassò lo sguardo pensierosa poi rialzò i suoi occhi cobalto sulla nonnina. “Quando parli di diventare signorina…”
“Si tesoro, intendo perdere sangue.” La bloccò la donna.
Star sorrise piano. “Io… io non le ho ancora avute, quindi forse non è troppo tardi. Sono ancora una bambina dopotutto, no? Nonna, vorrei… vorrei tanto un abito di velluto rosso.”
Lacrime leggere solcarono le vecchie guancie raggrinzite dalle rughe. “Sarà un piacere, piccolina.”
 
James alzò un sopracciglio. “Davvero tu… insomma… non hai ancora…”
“Ma di tutta la storia ti è rimasto in mente solo quello?!” Sbuffò Star spazientita.
Suo fratello rise. “E quando lo indosserai quest’abito?”
“A Natale.”
“Quindi vorresti tornare a casa, e festeggiare con i nostri genitori?”
“E i Malandrini! Ovvio!”
“Come vuoi.”
Dopo altri minuti di lavoro silenzioso James si fermò a fissare sua sorella.
“Che c’è?” Lei alzò lo sguardo su di lui incrociando i suoi caldi occhi nocciola.
“Bhe, ora non sei più come legno scricchiolante. E nemmeno queste scale lo sono.”
“Sempre per merito tuo.” Star sorrise.
“Abbiamo lavorato insieme. Sempre insieme. Quindi il merito è anche tuo. Sono fiero di te.”
“James…” Mormorò lei commossa piegando leggermente la testa da un lato.
Il ragazzo la abbracciò forte a sé e rimasero così per un po’, respirando a  fondo.
A lavoro ultimato i due lanciarono a quell’ala del castello alcuni incantesimi difensivi e protettivi così che restasse per sempre solo loro e poi se ne andarono. Svoltato l’angolo poco più avanti trovarono un sacchetto di caramelle e un biglietto.
“Ben fatto.”
Diceva solo quello, ma per loro era abbastanza.
 
……………
 
“Allora? La tua notte con Sirius?” Chiese fingendosi maliziosa Star quella mattina appena tornarono dalla loro notte alla torre.
“Terribile. E non sei divertente, Potter.” Brontolò Lily. “Non ho fatto altro che cercare di ripigliarlo dai nascondigli nei quali si imbucava con qualche ragazzina. Deplorevole.”
Star ridacchiò prima di avvicinarsi al resto dei Malandrini.
“Allora com’è la situazione?” Chiese.
“Ancora in gioco ci sono una buona quantità di persone, ma hanno pochissime caramelle e se le tengono strette nascondendosi. Quelli che stanno vincendo alla grande sono solo Serpeverdi o Corvonero molto scorbutici.” Rispose Sirius sicuro.
“In più gli indovinelli sono finiti. E voi avete recuperato pochissimo da quella torre, sicuri di aver guardato bene?” Continuò Remus.
“Certo!” Assicurò James.
 “Non mi va che vincano quei tipi tutte le caramelle.” Cominciò la ragazza “Allora, per prima cosa bisogna che troviamo i depositi degli ‘antipatici’ e poi dovremo derubarli in sincronia, creeremo così un bel disastro e poi, bhe…”
 
……………
 
Circa alle 3.40 di mattino, quindi a mezzogiorno del quinto giorno, dopo un breve rifornimento di pozioni e invenzioni dal dormitorio maschile di Grifondoro del terzo anno, i Malandrini si prepararono a quella che Star aveva denominato “La Grande BUM”.
Erano riusciti ad individuare tre nascondigli di caramelle di persone che loro consideravano antipatiche.
Star si trovava al terzo piano con Fill. Nei sotterranei c’erano James e Sirius. Al secondo piano Lily e Remus.
-Meno 10 secondi- Il pensiero di Star attraversò veloci le menti dei Malandrini.
-9..8…7…6…5…- La ragazza premette le mani contro il muro davanti a sé, si era già assicurata che i suoi amici fossero in grado di rompere gli incantesimi protettivi agli altri piani, aveva studiato i nascondigli e spiegato loro cosa fare. Era tutto pronto.
-4…3…2…1…-
Star sorrise
-zero-
Il muro davanti a sé esplose, tolti altri incantesimi difensivi finalmente Fill poté agguantare tutte le caramelle e ficcarle in un sacco.
Scapparono in fretta lasciando dietro di loro polvere e le urla allarmate dei ragazzi derubati che cercavano di raggiungere e controllare il loro nascondiglio.
Senza mai fermarsi Fill e Star raggiunsero il punto di ritrovo con gli altri Malandrini. Una volta al completo sigillarono la stanza e attivarono molti incantesimi difensivi.
“Bene. Fase uno: perfettamente riuscita! Ben fatto.” Si congratulò con tutti James nonostante il fiatone.
“E ora?” Chiese Lily curiosa.
“Ora riposiamoci, faremo dei turni per controllare le caramelle.” Spiegò Sirius.
“Iniziate tu e Fill, vi va?” Propose Star quasi casualmente. La rossa stava per ribattere ma poi capì che c’era qualcosa sotto.
“Ok.” Accettò Fill.
“Va bene. Quanto tempo dobbiamo stare qui?” Domandò Lily.
“Fra un quarto d’ora verremo a darvi il cambio. Tranquilli.” Li rassicurò Remus. E poi i Malandrini se ne andarono.
“Allora?” Chiese Remus appena si furono allontanati.
“Questa notte, dopo il turno tuo e di James e prima del mio e di Sirius.” Decretò Star senza rispondere precisamente alla domanda.
“Sarà la nostra notte.” James respirò a fondo e prese a camminare più deciso, le braccia sulle spalle di Sirius e Remus, il quale prese per mano Star.
 
…………….
 
Fill e Lily aspettavano pazientemente James e Remus i quali avevano appena finito il loro turno.  La Luna Nuova era in fermento grazie all’arrivo in quel momento di dolci, solo che vi erano pochissime persone a goderseli, ed era l’ultima notte, l’ultima ora.
Uno scoppio potentissimo li fece affacciare tutti alle finestre che davano sul giardino di Hogwarts davanti al portone di ingresso, la foresta scura segnava come un confine tra il mondo sicuro e quello pericoloso. Sotto le mura correvano quattro figure e causavano esplosioni ogni due o tre metri. Esplosioni colorate, e qualcosa volava verso le finestre rompendole o entrando da quelle preventivamente aperte.
Caramelle!
Caramelle di ogni tipo e sorte, le caramelle rubate dai Malandrini con tanta fatica. Eccole lì donate a tutti.
In molti si affollarono fuori dal portone, tutti coloro che avevano perso o che si trovavano in Sala Grande e dintorni.
Quattro scope apparvero da nulla e i Malandrini salirono a cavallo dei loro manici di scopa. Tre di loro facevano evoluzioni straordinarie lasciando cadere verso i ragazzi a terra altre caramelle, mentre uno di loro proseguiva con calma facendo partire altre esplosioni con caramelle destinate ai piani più alti.
“Sono pazzi!” Gridò Lily per farsi sentire sopra il frastuono, le urla e le risate. “Perché lo stanno facendo?”
“Non lo capisci?” Le chiese Fill sorridendo furbo come chi sa qualcosa che gli altri non sanno. La rossa scosse la testa. “Vogliono essere liberi. Liberi dalle etichette che gli altri gli hanno affibbiato. In questo momento non vogliono essere la bellissima orfana, il tronfio Cercatore, l’elegante primo genito e quello pacato e cagionevole. Vogliono essere liberi. Vogliono essere i Malandrini. Almeno qui, almeno ora.”
“Liberi…” Ripeté Lily assorta, lo sguardo che seguiva il volo dei quattro ragazzi le orecchie colme delle urla allegre e felici di tutti gli studenti, il cuore che batteva forte. Lo desiderava anche lei. Anche lei avrebbe voluto fare una cosa del genere mentre i primi bagliori dell’alba si avvicinavano, senza pensare alle conseguenze.
Liberi.
 
 
 
****************
 
Sembra incredibile. Ma giuro che è vero. Ho finito Halloween!
Grazie, grazie, basta applausi :D
Ok… ora partirò con il prossimo capitolo dritta spedita come una freccia.
Ce la farò a rimettermi in pari?
 
Ciao ciao.

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Capitolo 4
*** Il cielo è così Grigio ***


“Frisbee!” L’urlo riempì la sala e permise ad un ragazzo del quinto anno di spostarsi appena in tempo dalla traiettoria del disco giallo sbiadito. Il rumore di una finestra infranta rese l’idea della fortuna del ragazzo.
“Bel colpo.” Commentò Sirius sarcastico.
“Ha-ha.” Star gli fece il verso avvicinandosi al balcone, appellò il frisbee e riparò il vetro. “Scusami Felix.”
“Figurati!” Replicò quello disincantandosi da lei.
“Hei amico! Poggia il tuo sguardo altrove.” Scherzò Dennis comparendo in quel momento e circondando la vita della ragazza con un braccio.
Felix alzò le mani in segno di resa e scomparve.
“Ciao.” Star sorrise al ragazzo.
“Chi stavi cercando di ammazzare con quel coso?”
“Nessuno in particolare, è questo il problema.” Si intromise James.
“Buona sera James.”
“Allora, ho saputo che porti la mia dolce sorella a Hogsmeade questo weekend. Proprio poco tempo prima della prima partita della stagione.” Commentò James.
“Si, una settimana prima, esatto. E io ho saputo che dormi ancora con Star.” Replicò Dennis.
“Problemi?”
“Io no, tu?”
“Trattala bene oppure…”
“Ah!” Sbuffò Star esasperata. “Voi due! La smettere prima o poi!”
I due ragazzi si incenerirono a vicenda con lo sguardo.
“Ci vediamo domani al gruppo di studio. Ciao.” Concluse Star con gentilezza sorridendo a Dennis. “E tu poggia di nuovo il tuo culo su quella poltrona, idiota.” Ordinò poi a suo fratello.
Novembre era iniziato da poco e si prospettava un tetro e grigio mese carico di piogge e giornate tristemente buie. La squadra di Grifondoro aveva ripreso i suoi allenamenti tre volte alla settimana per prepararsi al meglio alla prima partita contro Serpeverde. Che ci fosse pioggia, vento, o molta pioggia sette ragazzi in divisa rossa e oro sfrecciavano nel cielo a cavallo delle loro scope cercando di migliorarsi il più possibile. Avevano già vinto la Coppa con quella squadra, potevano farlo di nuovo.
Nel frattempo le lezioni del terzo anno non si alleggerivano affatto, i ragazzi erano in pensiero soprattutto per la verifica di metà anno annunciata dalla professoressa Hough, le sue lezioni erano sempre state molto simili a quelle della professoressa McGranitt, le due donne infatti andavano molto d’accordo, parevano compagne d’armi in un esercito, o anche sorelle.
“Signorina White!” La professoressa Hough la richiamò all’ordine.
“Potter.” Replicò Star smettendo di guardare fuori dalla finestra con aria annoiata a concentrandosi sulla donna di fronte a sé.
“Anche se è già stata chiamata per l’esposizione orale non vuol dire che ora può fare a meno di ascoltare le lezioni.” Continuò a rimproverarla la professoressa senza badare alla correzione della ragazza.
“Si… va bene.” Mormorò lei con tono neutro.
La campanella suonò e tutti cominciarono a sciamare fuori dalla classe.
“Ricordatevi il tema sui Marciotti per la prossima volta!”
“Si, professoressa.” Replicarono alcuni studenti. La signora Hought uscì a sua volta dall’aula per dirigersi a pranzo. Star rimase seduta sul suo banco continuando a guardare il cielo fuori. I Malandrini le furono subito accanto.
“Dunque? Che stai cercando là fuori?” Le chiese subito James.
“Una distrazione… Ma il cielo è così grigio!” Spiegò lei.
“Cos’hai contro il grigio?” Fece Sirius.
“Io odio il grigio, è un colore terribilmente triste e freddo. Così depressivo. Sa di artificiale. E’ orribile!”
“Ahn.” Mugugnò Sirius quasi deluso.
“Dobbiamo stare qui a fare un trattato sul colore grigio o possiamo andare a mangiare?” Sbottò James.
“Il grigio non è un colore.” Replicò Star mogia.
“Oh ti prego! Vieni via da quella finestra!” Remus la afferrò per un braccio trascinandola a pranzo.
“Oh, grazie Rem! Fortuna che ci sei tu!” Star lo abbracciò felice proseguendo da sola verso la Sala Grande.
“Tranquilla, non considerarci!” Le gridò dietro James.
“Già, infondo siamo solo i tuoi schiavi!” Concluse Sirius.
 
……………
 
La sera prima del suo appuntamento ad Hogsmeade Star dormì tranquilla ma si svegliò decisamente presto. Guardò fuori dalla finestra sbuffando al pensiero di doversi nuovamente vestire pesante, non che le fosse necessario, poteva stare tranquillamente in maniche corte anche all’antartico ma la cosa avrebbe dato parecchio nell’occhio, così si adeguò. Indossò un maglioncino azzurro, morbido  e leggermente largo così che scendesse sulle spalle lasciando vedere la semplice camicia blu completò con dei jeans classici e le sue All Star cobalto. Raccolse distrattamente i capelli in una crocchia disordinata retta da un pennello e si  diresse verso la Sala Comune con il mantello sottobraccio.
James era seduto su una poltrona e alzò lo sguardo quando lei entrò.
“Come mai già in piedi?” Gli chiese sorpresa cercando di ignorare il fatto che suo fratello la stesse studiando nei minimi dettagli con occhio critico.
“Aspettavo di vederti, prima di Dennis.” Replicò lui con tono neutro.
“Oh cielo! Jame! Non essere così assillante!”
“Non sono assillante! Semplicemente…”
“Arrivano i rinforzi!” Sirius scese le scale in compagnia di Remus e Peter.  “Non ti preoccupare noi siamo qui…”
“Per controllare che tu sia a posto.” Concluse Remus nervoso.
“Fate sul serio?” Sbottò Star.
“NO!” Intervenne nuovamente Sirius. “Siamo qui per controllare James! Non Star! James! Per Merlino e tutti i Bolidi! Voi di ragazze non ci capite proprio nulla!”
“Bhe, è il suo primo appuntamento dell’anno!” Sbraitò James.
“Oh, ma per favore!” Sospirò la ragazza posandosi una mano sulla fronte.
“Taci James!” Ribatté Sirius poi si avvicinò a Star. “Tranquilla, li tengo a bada io. Tu vai e divertiti, meglio se esci dalla torre, però.”
“Grazie!” Esclamò lei sollevata.
“MA…! HEI!” Gridò James che cercava inutilmente di avvicinarsi a Star e di parlare ma Sirius lo bloccava frapponendosi tra i due fratelli come un marcatore in un partita di basket e colpendolo sul viso quando tentava di aprire bocca.
Star sorrise alla scena e poi si avvicinò a Remus.
“Io non voglio contenerti o cose così ma sono preoccupato… tu non te ne rendi conto ma sei cambiata molto durante l’estate e….” Cominciò il ragazzo ma lei lo baciò piano sulla guancia.
“Tranquillo Rem, so badare a me stessa. Ciao ragazzi!” Star uscì dalla Sala sventolando la mano in segno di saluto.
Una volta fuori sbatté addosso a qualcosa di duro e sarebbe caduta a terra se solo quel qualcosa non l’avesse afferrata.
“Stai benissimo vestita così.” Le sussurrò Dennis all’orecchio.
La ragazza sorrise abbassando lo sguardo. “Ciao, e grazie… e … puoi anche lasciarmi ora.”
“Già, potrei… ma forse non voglio farlo.” Replicò lui sorridendo sfacciato poi si avvicinò piano e la baciò con leggerezza sulle labbra infine le tolse il braccio dalla vita.
Star guardò sempre più basso e le ciocche dei suoi neri capelli le ricaddero sul volto coprendolo. “Hem.. come… come hai fatto a…?”
“Sirius.” Rispose subito lui prendendola per mano e guidandola verso il portone d’ingresso del Castello. “Mi è venuto a svegliare prestissimo e mi ha consigliato di uscire prima che James si mettesse a sorvegliare la Sala Comune.”
“Accidenti! Credo che dovrò proprio ringraziare Sirius.” Si sorprese la ragazza lasciandosi guidare.
Una volta all’esterno mostrarono i loro permessi a Gazza e poi si incamminarono verso Hogsmeade. Dennis sotto il mantello indossava dei jeans scuri, una camicia bianca sotto una spessa ma elegante giacca blu. Il sorriso sul suo volto bastava a rendere l’idea di quanto fosse felice e ogni volta che si voltava verso Star sorrideva sempre di più e la ragazza si scopriva piacevolmente imbarazzata.
“Vuoi andare ai Tre Manici di Scopa? E’ un bel locale, forse lo conosci di fama perché è la prima volta per te ad Hogsmeade, giusto?” Le chiese Dennis.
Star si riscosse accorgendosi del fatto che lo stava fissando con intensità. Si stupì di sé stessa. “Hem, si… la prima volta, si… ma ne ho sentito parlare, già.. andiamo!”
I due ragazzi passarono una piacevole mattinata girando per i negozi di Hogsmeade anche se Star non volle entrare ne a Zonko ne a Mielandia cosa che sorprese Dennis. Presto però i loro vestiti incominciarono a prende l’umido della nebbiolina che li avvolgeva rendendo difficile per il ragazzo evitare di tremare lievemente per il freddo.
“Ma come fai?” Le chiese ad un certo punto mentre lei si fermava a scaldargli le mani tra le sue.
“Come? A fare cosa?” Finse Star. Il ragazzo alzò un sopracciglio scettico. “Ok, ok! Ho capito, intendi come faccio a sopportare il freddo, vero?”
“Fosse solo quello! Non hai nemmeno le guance un po’ arrossate! Niente!”
La ragazza rise. “Sono cresciuta in un luogo parecchio più freddo di questo.”
“In che razza di sobborgo di Londra eri?” La prese in giro Dennis.
Lei sorrise e poi indicò dalla’altra parte della strada. “Andiamo a pranzare lì! Muoio di fame!”
Per il resto del pomeriggio i due si limitarono a girovagare per le vie cercando di entrare spesso nei negozi per scaldarsi. Verso le quattro Dennis lanciò uno sguardo preoccupato all’orologio.
“Sarà meglio che ti riporti ad Hogwarts ora.”
“Ma davvero? Che c’è il mio fratellino ha detto che devo essere a casa per le quattro e mezzo?” Lo prese in giro Star.
Il ragazzo sorrise chinandosi su di lei.  “Il tuo caro fratellino mi ha ordinato di portarti a casa per le due.”
Star trattenne il respiro. “Tu sai di aver appena firmato la tua condanna a morte, vero?”
“Si, ma ne è valsa la pena.” Rise lui. Cominciarono a correre a perdifiato verso il castello e una volta entrati nel dormitorio dei Malandrini James si alzò di scatto da letto.
“Osa fare un altro passo e giuro che non ti rivolgerò mai più la parola.” Lo minacciò Star.
“Avevo espressamente detto alle due!” Cominciò James senza però muoversi.
“Oh, ma sul serio?! Non sono una bambina Jame e probabilmente sono più grande di te!” La ragazza fece la linguaccia a suo fratello e poi si voltò verso Dennis. “Ti ringrazio molto.” Mormorò prima di alzarsi sulle punte e lasciargli un bacio sulle labbra. Sirius afferrò James per le maglia evitando così una rissa e Dennis poté scendere le scale illeso.
James grugnì insoddisfatto rigettandosi nel suo letto. “Devi smetterla Star.”
“Di fare cosa?” Chiese lei con una voce falsamente innocente e stupida.
“Lo sai.” Replicò suo fratello.
“Oh, James! Lasciala stare! Trovati una ragazza e sfogati!” Si intromise Sirius.
“Bene! Mi troverò una ragazza… o forse dieci… nessuna può resistermi.” Il ragazzo si passò una mano tra i capelli ammiccando a caso. “Incomincerò oggi stesso…. Ma più tardi… forse domani…”
I Malandrini risero scuotendo la testa con esasperazione.
 
…………
 
 
Il venerdì prima della partita Serpeverde contro Grifondoro tutta la scuola era in fermento, si sapeva che quelle tra i rossi e oro e i verdi e argento erano le migliori partite a cui assistere. I Malandrini passarono la serata in un angolo cercando di sopportare i continui interventi di Jordan sulle tattiche della partita e impegnandosi a controllare l’ansia che saliva pian piano.
“Ragazzi, se piove siamo morti. Le serpi giocano sporco da sempre e vanno ancora meglio con poca visibilità. Speriamo in una giornata asciutta.” Ricordò loro Jordan per la centesima volta e quella fu l’ultima, i Malandrini si coricarono.
L’indomani a colazione James, Sirius e Remus si unirono ad una riposatissima Star al tavolo dei Grifondoro in grande subbuglio ma tutti e tre avevano profondi segni scuri sotto agli occhi. Peter passò loro accanto camminando allegro.
“Che è successo?” Chiese loro la ragazza.
“Jordan.” Rispose James.
“Ad ogni ora della notte.” Specificò Sirius.
“Quasi ininterrottamente.” Precisò Remus.
Star ridacchiò. “Quanto amo essere una ragazza in questi casi!”
“Ti odio!” Borbottò James afflosciandosi sul tavolo.
“Dormite qui, cinque minuti e poi ingozzatevi. Fidatevi di me, vi sentirete riposati al massimo.” Consigliò loro la ragazza con un gran sorriso.
“Come vuoi tu!” Sirius sprofondò in un sonno profondo quasi immediatamente.
“Cosa fanno? Dormono!?” Jordan arrivò all’improvviso.
“Osa svegliarli e sei morto!fai dormire anche gli altri finché sono in tempo.” Lo minacciò Star brandendo un cucchiaino da tè.
Dieci minuti dopo l’intera squadra, perfettamente sveglia e attiva, si dirigeva verso il campo da Quidditch sotto un cielo tetro e coperto ma senza segni di pioggia imminente.
“Non so come tu abbia fatto ma ti amo per questo.” La lodò Jordan una volta riuniti tutti in spogliatoio.
“Senti mi spieghi perché tu puoi avere la tua privacy e cambiarti in uno spogliatoio a parte mentre noi dobbiamo cambiarci mentre tu sei qui?” Sbuffò Sirius.
“Qualche problema Black?” Lo affrontò lei.
“No, la mia perfezione non teme d’essere mostrata.” Ribatté lui passandosi la mano tra i capelli in una perfetta imitazione di James.
“Hei, quella è una mia mossa!” S’infervorò il ragazzo.
“Squadra! Squadra, per favore! Vi voglio concentrati!” Esclamò Jordan. Tutti si voltarono verso di lui. “Hem…si… Sapete che non sono mai stato bravo nei discorsi di incoraggiamento! Facciamo un bel gioco e basta. Se volate bene la metà di quel che sapete fare non ci saranno problemi!”
“Wow, mille grazie amico.” Scherzò Malcolm.
“Ah, andiamo in campo forza!” Robin li sospinse fuori dagli spogliatoi e finalmente la squadra al completo, scope in spalla, entrò in campo godendosi gli applausi della maggioranza degli studenti.
Il tempo prometteva bene e mentre Jordan dava la mano a Iver Rey, capitano della squadra di Serpeverde,  il cupo cielo si schiarì un poco.
Madama Bumb dette il via.
The Rider prende subito possesso di Pluffa.” Commentò il cronista. Star si voltò verso James con uno sguardo interrogativo, la Pluffa infatti era tra le mani di Greg e nessuno lo aveva mai chiamato “The Rider”.
“Ma che diamine dice?” Chiese Sirius confuso colpendo un Bolide e spedendolo lontano da Jordan che afferrò la Pluffa lanciatagli da Greg.
The Boss afferra la Pluffa e va!” Continuò il cornista un ragazzino forse del primo anno che pareva esaltatissimo d’aver conquistato quel ruolo.
“Scherziamo?” Domandò Malcolm a Star quando la ragazza passò accanto agli anelli per far volare un Bolide dritto addosso ad un Cacciatore di Serpeverde il quale tentava di bloccare Jordan.
“Grifondoro segna! Dieci a zero!” Gridò il ragazzino dal podio del cronista saltellando in circolo e perdendosi gli avvenimenti successivi, accanto a lui la McGranitt sbraitava qualcosa.
Improvvisamente cominciò a piovere, come se una gigantesca piscina si fosse riversata improvvisamente sul campo da Quidditch, una piscina che non si svuota mai, ovviamente.
“Oh, Serpeverde ha segnato! Che peccato!”
Da quel momento la cronaca non fu più il maggior problema anche perché sotto lo scroscio d’acqua non si distinguevano le parole, e nemmeno le persone. Serpeverde segnò due volte di fila e Jordan volò accanto a James protetto da Star. “Il Boccino! Ora!” Urlò il capitano.
“Grazie tante amico! Con questo tempo non si vedono nemmeno le persone!” Ribatté James ma Jordan parve non sentirlo o forse semplicemente lo ignorò e tornò a dedicarsi alla Pluffa.
James si tolse gli occhiali lanciandovi un incantesimo anti-pioggia e poi cominciò a praticare grandi giri di perlustrazione il più in alto possibile.
“Senti Jame, ti lascio, laggiù pare si sia aperto l’inferno. Devo andare a dare qualche casuale mazzata a qualche giocatore, occhio ai Bolidi e prendi quella dannata pallina.” Urlò Star nonostante fosse praticamente spalla a spalla con suo fratello che non staccò gli occhi da sotto di sé ma alzò una mano con il pollice verso l’alto, la ragazza sorrise e si gettò nella mischia. Grazie alla pioggia fitta Madama Bumb non riusciva a vedere praticamente nessun fallo a meno che non vi volasse addosso con la scopa così i Serpeverde come Jordan si aspettava ne approfittarono.  Il gioco si era ridotto ad una mischia volante per il possesso di Pluffa. Quando Dave, conosciuto per essere il più enorme cacciatore ad Hogwats e anche il più stupido, uscì vittorioso dal groviglio di persone un Bolide lo colpì proprio in mezzo alla fronte. Dave lasciò la palla, e perse l’unico neurone funzionate rimanendo bloccato come una statua nel bel mezzo del campo. Robin svelto come sempre afferrò la Pluffa e si diresse agli anelli inseguito da un Battitore di Serpeverde che muoveva la mazza come una clava. Star volò svelta nonostante fosse contro vento riuscì a raggiungere i due ragazzi, vista l’assenza di Bolidi si lanciò verso Claude, il Battitore di Serpeverde, che stava per colpire Robin. I due secondi che seguirono furono un doloroso caos di stoffa, pioggia e oggetti contundenti. Dalla ricostruzione mentale di Star probabilmente era riuscita a bloccare Claude sbattendoci addosso ma un Bolide li aveva colpiti entrambi facendoli precipitare di parecchi metri insieme ingarbugliati con le divise finché la sua caduta non si fermò mentre quella di Claude proseguì fino al suolo.
“Tutto bene? Dovresti fare più attenzione, non credevo ti saresti messa tra me, il mio Bolide e quel tipaccio.” Sirius le cingeva la vita con un sorriso divertito in pieno volto come se il sogno della sua vita fosse finire in una mischia di uomini annegato dalla pioggia.
“Bhe, mi hai colpito, babbeo. Ma grazie per avermi evitato una brutta caduta.” Ribatté Star allontanandosi dal ragazzo di un poco e scrutando attorno a sé.
“Tutto bene?” Chiese poi lui.
“Oh, si. Ho passato di peggio, ma mi chiedo dove si sia spostata la guerriglia.”
Sirius produsse uno sbuffo un po’ troppo simile ad una risata trattenuta la ragazza si voltò di scatto a fissarlo ma lui alzò le spalle con estrema eleganza e indicò dietro di sé da dove proveniva alcune grida ovattate. “Andiamo?”
I due volarono da quella parte cercando di non venir spazzati via dal vento forte. Non riuscirono a fermarsi esattamente dove volevano ma questo non fu un problema dato che il loro arrivare come frecce sparate diradò la massa di persone nuovamente aggrovigliate in una zuffa.
Star cominciò a prendere a mazzate chiunque avesse una divisa verde e così fece anche Sirius alla fine si ritrovarono a terra in una lotta alla Babbana in piena regola.
Un lunghissimo fischio interruppe quell’oscenità.
“Aspetta è finita la partita?” Domandò qualcuno.
“Che è successo?” In preda a una miriade di dubbi le due squadre riuscirono finalmente a radunarsi in un cerchio ristretto accanto a Madama Bumb, James arrivò per ultimo scendendo trionfalmente dalla sua scopa con la mano stretta a pungo.
“IO TI AMO POTTER!” Ululò Jordan fiondandosi su James.
“La partita è conclusa 190 a 60 per Grifondoro.” Sbraitò Madama sfinita. Le squadre si ritirarono negli spogliatoi bagnate fino all’osso e ricoperte di fango.
“Non ci credo! Come diamine hai fatto a vederlo?” Sirius poggiò un braccio sulle spalle di James contento come non mai.
“Hem… non lo so. Ho visto solo un debole riflesso dorato e mi ci sono letteralmente gettato sopra.” Raccontò James.
“Perfetto! Perfetto!” Continuava a ripetere Jordan con gli occhi che brillavano.
“Deve esserci qualcosa che si è impossessato di lui.” Commentò Malcolm tenendosi il naso grondante di sangue.
“Hei, ma che ti è successo?” Gli chiese Greg.
“Ah, mi hanno solo picchiato, credo. Nulla di che.” Replicò il Portiere senza smettere di fissare Jordan che non smetteva di fissare James.
“Aspetta, lascia fare a me.” Star si fece avanti la divisa incollata al corpo.
“Oh, si. Fossi in te mi fiderei.” Robin punzecchio Malcolm con il gomito squadrando Star dalla testa ai piedi.
“Robin Morgan comportati come si deve!” Sbottò la ragazza avvicinandosi a Malcolm e riparandogli il naso con uno schiocco di dita.
“Wow, grazie! Ma ti viene tutto così semplice?” Si complimentò Malcolm.
“Ah, no, non tutto.” Si schernì Star.
“Già, è vero. Non tutto. Ogni tanto deve fare l’immenso sforzo di battere le mani per gli incantesimi più potenti.” Scherzò James.
“Finiscila idiota, sarai anche il campione di oggi ma io posso sempre ucciderti.” Lo ammonì lei.
“NO!” Gridò Jordan lanciandosi ai piedi della ragazza. “Pietà! Farà il bravo ragazzo! Ma non ucciderlo! Devo fargli vincere altre tre partite, e poi potrai fare di lui un mucchietto di cenere se vuoi.” Recitò Jordan facendo ridere tutti.
“Ok, andiamo gente! I Grifondoro ci aspettano per i festeggiamenti!” Ricordò loro Sirius. La squadra uscì senza cambiarsi e subito furono sommersi dai tifosi che li condussero in Sala Comune mentre Gazza li rincorreva infuriato per via della scia di fango e acqua che si stavano lasciando dietro. Quando furono tutti salvi oltre il ritratto della Signora Grassa cominciarono a far baldoria.
Lily scomparve subito seguita da Alice, Emmeline e Marlene sbuffando indignata per quel baccano mentre le sue amiche scuotevano la testa in segno di esasperazione nei confronti dell’irritazione della rossa. Star si rannuvolò.
“Cosa c’è?” James le fu accanto in un baleno.
La ragazza lo incenerì con lo sguardo. “Io non dovevo darti quel ciondolo! Sto bene!”
“Sicura?”
“Si… solo… uffh!” Star si diresse verso il dormitorio femminile. “Ti odio fratellino, sappilo!”
Appena entrata le altre ragazze smisero di parlare. “Scusate, ho interrotto qualcosa di importante?” Domandò educatamente.
“Oh, no, tranquilla, e poi qui noi siamo le impiccione del quarto anno!” Replicò Emmeline con squisita dolcezza.
“Nessun problema, anzi! Ma non ne manca una… Mary?” Notò Star.
“Le piace troppo il Quidditch così abbiamo insistito affinché restasse giù per godersi la festa.” Le rispose Lily.
“Capisco.” Star schioccò le dita e si ritrovò ad indossare degli abiti puliti ma sempre rossi e oro come la sua divisa, si guardò allo specchio e raccolse i capelli magicamente asciutti in uno chignon distratto.
“Ma tu sei bellissima sempre con così poca fatica?” Sbuffò Alice ma con un grande sorriso scherzoso in volto.
“Mi dispiace, ma purtroppo si.” Replicò Star completamente seria le ragazze più grandi la fissarono e poi scoppiarono a ridere. “Risate normali. Che bel suono!” Si beò lei.
“Come?” Lily la fissava con un’aria assurdamente sconvolta.
“Uhm, niente niente. Caciocavallo!” Gridò Star facendo ancora ridere le ragazze.
“Ma con i Malandrini sei sempre così?” Chiese Marlene.
“No, sono peggio!” Replicò Star con il suo tipico modo strafottente acquisito da James e Sirius poi si ricompose e si posò una mano sulla bocca scioccata.
“Lily! Non ce l’avevi descritta così simpatica!” Commentò Alice.
“Probabilmente perché non lo sono!” Scherzò Star con un gran sorriso. “Vi lascio ragazze, divertitevi!” E detto questo scese in fretta le scale salutando la mano in risposta ai numerosi saluti.
La ragazza non fece in tempo a mettere un piede tra la folla di Grifondoro stipati in Sala Comune che qualcuno gridò “BOLIDE!” un oggetto non ben definito di un colore giallo acceso le veniva contro a velocità incontrollata, lei si abbassò con grazia schivandolo senza fatica e quando l’oggetto cozzò contro il muro alle sue spalle poté finalmente riconoscere il suo frisbee. Sirius se ne stava in piedi su un divanetto con un sorriso tutto compiaciuto.
“Le ho insegnato io ad avere questi riflessi perfetti.” Raccontò al gruppo di ragazzi e ragazze attorno a lui.
“Ah, si?!” Sbottò Star, la sua mazza da Battitrice le comparve in mano e lei cominciò a sventolarla con fare minaccioso. “Ora io ti insegno una cosa per ripagarti. Si chiama corsa di resistenza. Pronto?”
Sirius deglutì sonoramente. “Non proprio.”
“Bhe, ti consiglio di cominciare a correre.” Con uno scatto felino Star iniziò a rincorrere il ragazzo brandendo la mazza come impazzita. Dopo alcuni minuti quando Sirius era sul punto di cedere James distrasse la sorella con del cioccolato e la festa continuò alla grande.
 
…………
 
Durante la settimana seguente gli allenamenti non diminuirono e Sirius e James facevano fatica a stare dietro ai compiti assegnati dai vari professori, non che a loro importasse molto dal momento che riempivano il tempo libero impegnandosi  a dimostrare di essere più grandi di quello che erano uscendo con due ragazze assai vuote. Star e Remus non facevano domande e non si interessavano affatto della vita sentimentale dei due ragazzi anche se Remus in particolare cominciava a preoccuparsi della rendita scolastica.
Quella fredda sera di fine novembre i Malandrini al completo risalivano la collinetta erbosa che dal campo di Quidditch portava al castello.
“…insomma, va bene tutto ma sul serio non avete nemmeno la più pallida idea di quello che stiamo facendo in questo periodo!” Li stava rimproverando Remus. Entrarono nell’atrio caldo e accogliente.
“Non è vero! E poi che ci vuoi fare, sono James Potter, il mio scopo da quando mia madre mi ha messo al mondo è vincere partite di Quidditch e far impazzire le ragazze con il mio fascino.” Il ragazzo si passò la mano tra i capelli facendo l’occhiolino ad un fortunatissimo gruppo di ragazze.
“James non credi di essere un po’ arrogante?” Domandò Star smettendo per un secondo di sfidare Sirius ad un gioco di coordinazione delle dita.
“No affatto.”
“James, la mia domanda era un modo gentile per cercare di farti notare che sei decisamente arrogante”
“Non è vero!”
“Ah, no?” La ragazza alzò un sopracciglio scettica.
“No, e posso dimostrartelo!” Suo fratello continuò a camminare sicuro finché oltrepassarono il ritratto della Signora Grassa e finalmente poterono godere dal calore del fuoco nel camino.
James si avvicinò a quella che di solito era la sua poltrona preferita ma che quella sera era occupata da un ragazzino che leggeva tranquillo. “Hei, primariolo! Levati di lì quella è al mia poltrona!” Il povero ragazzino chiuse il libro di scatto e sparì.
Star lanciò uno sguardo di fuoco al fratello.
“Te lo dimostrerò più tardi, ok?” Si scusò il ragazzo accomodandosi sul suo posto.
La mora sbuffò portando gli occhi al cielo o e si voltò di nuovo verso Sirius. “Sei stranamente silenzioso, Black.”
Sirius sobbalzò leggermente un movimento quasi impercettibile ma a James bastò.
“Tua madre ti ha scritto, vero?”
“Si… più o meno. Dice le solite cose, ma sta diventando stancante. Vogliono che passi un Natale con loro.” Spiegò il ragazzo.
“Bhè, è perfetto!” Esclamò Star allegra. “Proponi un patto, questo Natale loro ti lasciano venire da noi e il prossimo lo passerai con loro accettando tutte le feste e quello che vogliono a patto che noi saremo invitati.”
Sirius squadrò la ragazza e poi sospirò, inutile discutere. “Come vuoi, ci proverò, cercherò di essere convincente.”
“Perfetto! Ora mettiamoci a studiare!” Esordì Remus con spropositato entusiasmo subito frenato da una serie di mugolii e cuscini sgualciti che lo colpirono con pigrizia. “Lo prendo come un ‘No, grazie’, ma sappiate che prima o poi dovrete fare i compiti, fra poco inizia dicembre.”
“Uh! Il dieci è luna piena, giusto?” Cambiò argomento James.
“Si, ma fai piano…” Sibilò Remus guardandosi intorno nervoso.
“Rilassati Lunastorta, stiamo solo parlando di lune, per tutti gli altri potremmo star parlando delle mestruazioni di Star.” Sbottò Sirius stravaccato su un divanetto davanti a James.
“Hei! Io non ho ancora avuto... bhe... quelle… e tu non dovresti parlarne!” Scattò la ragazza.
“Uh-u… siamo suscettibili, eh?” Ridacchiò Sirius.
“Finiscila.” Lo mise a tacere lei concentrandosi di nuovo su Remus. “Tu hai già chiesto ai tuoi genitori se puoi venire da noi, vero?”
“Certo. Tutto a posto.” Rispose il ragazzo.
“Ecco, vedete perché mi piace Remus? Perché è efficiente e affidabile.” Concluse Star avviandosi verso il suo dormitorio.
“Uhm… perché è salita a dormire?” Chiese Sirius.
“Non ne ho la più pallida idea.” Rispose James.
“Ragazzi! Hei, ragazzi!” Peter corse loro incontro sventolando le braccia. “Ho sentito dire che i Serpeverde vogliono manomettere delle scope giù alla rimessa.”
“COSA?!” Gridarono in coro James e Sirius.
Jordan che era poco distante si alzò in piedi di scatto. “Non esiste!”
Star scese le scale di corsa. “Ho capito bene? Le nostre scope?!” Sbraitò.
“Hem… posso sapere come hai fatto a… no, non importa.” Remus si arrese a metà della sua domanda.
“Ovvio che non importa qui si parla delle nostre scope!” Urlò James.
“Calmatevi! Basterà avvisare un professore.” Suggerì Remus.
Quattro sguardi raggelanti si puntarono su di lui.
“Chiamare un professore?” Fece James gelido. “Sul serio?! Per dirgli che qualcuno manometterà le scope così i professori si muoveranno con il loro solito gran frastuono e i Serpeverde lo sapranno e lasceranno perdere per concludere il lavoro un’altra notte quando meno ce lo aspettiamo?”
“Abbiamo un vantaggio, dobbiamo sfruttarlo.” Decretò Sirius.
“Giusto. Rintracciamo Greg, Robin e Malcolm. Questa notte si va a caccia.” Progettò Star.
“Oh, poveri noi!” Sbuffò Remus accasciandosi su un divanetto con la testa tra le mani.
 
……….
 
Quella stessa notte con la benedizione di tutti i Grifondoro, Prefetti compresi, la squadra al completo uscì dalla Sala Comune dirigendosi verso la rimessa delle scope. Solo dopo qualche corridoio però udirono i passi svelti di Gazza avvicinarsi annunciati dalla sua voce scontrosa che borbottava qualcosa su Pix.
“Di qua.” Mormorò James infilandosi in un passaggio segreto.
“Apocalittico!” Si stupì Greg. “Ma come facevi a conoscerlo?”
“James è il nostro esperto di Hogwarts, passa più tempo a zonzo per i corridoi di notte che di giorno, quando trova la strada giusta non devi chiedere nulla, è quando si perde che è un problema.” Spiegò Star.
“Potter… un giorno ti sposerò, anche se credo che Dyana non ne sarà felice.” Sussurrò Jordan.
“Dyana?” Chiesero maliziosi Star e Sirius insieme.
“Oh, tacete voi due non vi racconterò i miei fatti personali qui.” Sbottò Jordan.
“Continueremo dopo questa discussione ragazzi, si sta facendo tardi.” Ricordò loro Malcom.
“Giusto, andiamo.” James fece strada, la bacchetta alzata per far luce insieme a quelle dei suoi compagni. Arrivati alla fine del passaggio Robin uscì per primo sotto ordine di James e si sporse oltre il muro del corridoio successivo ritornando indietro preoccupato.
 “Pix!” Li informò con un tono urgente.
“Ah, non c’è problema.” Sirius liquidò la situazione con un gesto della mano e il Poltergeist voltò l’angolo interrompendo un attimo la sua risata.
“Salve, ma chi abbiamo qui!” Ghignò Pix.
Star si fece avanti. “Heilà, senti, dobbiamo far fuori un po’ di Serpeverde che vogliono manomettere le nostre scope, li hai visti?”
L’omino ci pensò su fingendo di nuotare nell’aria. “Penso di si, si. Ma non ne sono sicuro, potrei chiamare Gazza per chiedere a lui.” Uno scintillio malefico passò nei suoi occhi.
“Oh, non ti preoccupare. Ci penso io.” Lo precedette Star e poi lanciò un urlo penetrante.
“Ma che sei impazzita?!” Si sconvolse Malcolm. James gli posò una mano sulla spalla per trattenerlo.
“Uh, ti piace il rischio. Io però posso passare attraverso i muri, voi no.” Constatò Pix.
“Beh, guarda caso anche noi passiamo attraverso i muri. Ma abbiamo un vantaggio. Io so calcolare esattamente quando Gazza sarà qui, mentre tu brancoli nel buio. Chi resisterà più a lungo?” Replicò la ragazza.
Il Poltergeist ci pensò su. “Le Serpi sono forse già uscite.”
Star sorrise malandrina. “Forse Gazza sta arrivando e tu non lo sai.”
Pix storse la bocca. “Si stavano riunendo nei sotterranei probabilmente usciranno fra due minuti.”
La mora sorrise largamente. “Quindici secondi a Gazza, divertiti!”
Sirius estrasse una piccola fialetta contenente un liquido giallo acceso e la gettò a terra, il pavimento parve diventare una distesa d’acqua e loro sprofondarono un piano più in giù.
“Non ci credo!” Gridò Jordan esagitato.
“Paranormale!” Ululò Greg.
“Ma tu una parola normale mai eh?” Lo prese in giro Malcolm.
“Ah Rich, tu non vivi con Star e Sirius, e si vede.” Commentò James. “Loro sono mille volte peggio di Greg.”
“Oh, ti prego non usare il mio cognome!” Sbottò Malcolm.
“Ragazzi! Siamo ancora in pericolo di essere scoperti, muovetevi!” Sirius li riscosse tutti prendendo il comando della missione e guidandoli con sicurezza verso l’uscita.
“E questo è Sirius, che non perde mai di vista l’obiettivo e non si fa distrarre facilmente.” Raccontò ancora Star al resto della squadra. Poi la ragazza si bloccò all’improvviso.
“Che succede?” Domandò Robin.
“Passi.” Disse solo lei. Tutti si arrestarono in un secondo voltandosi a guardarla pietrificati ma dopo pochi secondi Star tirò un sospiro di sollievo. “Remus.”
Il ragazzo svoltò l’angolo con il fiatone. “Fortuna che vi ho trovati è un casino che vi cerco.”
“Che c’è Lupin?” Lo interrogò Jordan.
“E’ una trappola, vi hanno attirato fuori dai letti per poter avvertire i professori. Non solo manometteranno le vostre scope ma finirete tutti nei guai. C’è un gruppo di ragazzi e c’è anche Severus in mezzo, hanno intenzione di raccontare che siete voi quelli che vogliono mettere fuori uso le loro scope, vi squalificheranno dal torneo.” Raccontò Remus preoccupatissimo.
“Dobbiamo andarcene.” Decretò Sirius.
“Troppo tardi.” Annunciò Star.
“Come?!” Proruppe James.
“Ci hanno circondati e controllano l’ingresso alla torre. Possiamo solo uscire ora dal castello bloccare la loro manomissione e poi tornare ai dormitori volando.” Suggerì la ragazza.
“Non faremo mai in tempo. I Serpeverde sono in contatto rapido tra loro, non so come, e sono già appostati pronti a chiamare un professore. Il tempo di cominciare a combatterli là fuori e qualcuno ci verrà a cercare.” Remus scartò subito l’idea.
“Allora dobbiamo eliminare chi è più vicino ai professori.” Decise James.
“In parole povere andiamo loro incontro.” Ricapitolò Robin.
“Più o meno.” Confermò Remus tristemente.
“Sir Nicholas!” Mormorò Star.
Il fantasma di Grifondoro comparve qualche attimo dopo. “Sono al suo servizio, Milady.” Fece un grande inchino che mise a dura prova la sua gorgiera.
“Ci serve una mano: ci devono essere dei ragazzi nei sotterranei davanti allo studio del professor Lupin, spaventali, distraili, allontanali fai qualunque cosa per rispedirli a letto o in punizione.” Ordinò coincisa la ragazza.
Nick sorrise e si inchinò di nuovo. “Sarà un piacere.” Replicò prima oltrepassare il soffitto.
“Dici che sono anche dalla Mc?” James si voltò verso Remus che annuì.
“Devo solo arrivare da loro prima senza che lo sappiano. Posso distrarli io e allontanarli.” Star si mordicchiò il labbro pensierosa. Suo fratello tirò fuori qualcosa da sotto la divisa, un mantello argenteo scintillò alla luce delle bacchette dei ragazzi. “Andiamo.” La incitò.
Lei scosse la testa. “Devi restare con la squadra. Sei l’unico che li può condurre all’esterno, ci ritroviamo alla capanna di Hagrid.”
“Te lo scordi di andarci da sola!” Gridò James.
“Complimenti ora ci troveranno più in fretta e non ho bisogno della balia!” Sibilò Star tra i denti.
Sirius sbuffò e afferrò il mantello coprendo sé stesso e la ragazza. “Alla capanna di Hagrid, e vedete di nascondervi il più possibile, dovete darci il tempo di distrarli.” Poi iniziò a camminare e Star si ritrovò trascinata dalla stoffa e dalla stretta del suo amico verso l’ufficio della McGranitt.
“Come hai intenzione di distrarli?” Le chiese Sirius senza smettere di corricchiare.
La ragazza lasciò scattare l’angolo destro delle labbra in alto assumendo un’aria furba e intrigante. “Vedrai.”
Poco prima dello studio della professoressa notarono due ragazzi accucciati nel buio in attesa a parlottare tra loro con tranquillità. Star scivolò fuori dal Mantello e prima che Sirius potesse fare qualunque cosa andò incontro ai Serpeverde.
“Hei, voi.” Esordì con sicurezza spostando con una mano i lunghi capelli neri lasciati sciolti.
“Tu!” Si mise subito in allarme uno di loro. “Tu sei una di loro, hai sbagliato a venire qui bambolina.”
Star sbatté le palpebre velocemente. “Come ho sbagliato?” Chiese fingendosi un po’ troppo stupida per i gusti di Sirius, ma poi si chinò verso di loro e il ragazzo notò la profonda scollatura della sua camicia e si chiese se l’avesse sempre avuta così, inoltre c’era qualcosa di diverso nella sua amica, qualcosa di più bello certo ma di quella bellezza di cui tutti abusano, quella bellezza vuota fatta di sorrisini palesemente finti ma decisamente belli e di curve messe in mostra. Parve bastare a distrarre i due Serpeverde che cominciarono a prendere coraggio e fare parecchie avance. All’improvviso con un movimento rapidissimo la ragazza sbatté le teste dei due l’una contro l’altra e i due corpi si accasciarono a terra.
“Wow!” Esclamò Sirius togliendosi il mantello e avvicinandosi a lei.
Star gli sorrise, era tornata bella nel suo modo semplice e la cosa lo rincuorò. “Nascondiamoli da qualche parte e andiamo, ci staranno aspettando da Hagrid.”
“La cosa che hai fatto prima… sembravi…” La interruppe lui.
“Artificiale, si lo so. Non avrei voluto farlo ma era una mia piccola vendetta per quello che è successo ad Halloween, non dirmi che non li hai riconosciuti? Comunque non mi piace fare così.” La ragazza liquidò in fretta l’argomento.
“Lo hai già fatto in passato, vero? E non è andata come volevi, giusto?” Insistette Sirius.
Star si voltò di scatto a guardarlo. “Te lo ha detto James?”
“No, ma ricorda che qui l’esperto dei passati misteriosi sono io.” Il ragazzo prese uno dei due Serpeverde sulle spalle come un sacco di patate e strizzò l’occhio alla sua amica prima di cercare un buon nascondiglio.
 
 
…………
 
“Allora, state a posto?” James arrivò con il resto della squadra e osservò sua sorella con insistenza, una lieve pioggerellina inumidiva i loro vestiti ma nessuno di loro aveva più di qualche piccola ferita.
“Certo, avresti dovuto vederla, probabilmente quei poveretti sono morti.” Rispose Sirius con tranquillità.
“Bene, perché noi abbiamo fatto al nostra parte.” Assicurò Jordan.
“Allora, qual è il piano ora?” Domandò Greg serio.
“Oh, ora è facile!” Esordì Star.
“Già, basta andare lì e ridurli in polvere di serpi. Niente di che.”
“E allora andiamo!” Si esaltò Robin.
Partirono alla carica correndo come pazzi sul terreno scosceso e umido.
“Chiamate pure la mammina, nessuno risponderà!” Urlò James prima di giungere alla rimessa e schiantare a caso qualche ragazzo.
I minuti successivi si ridussero ad un miscuglio di ragazzi, pioggia, incantesimi e pugni. Circa un remake della partita di Quidditch forse meno bagnato ma di sicuro più buio.
Quando il tutto si fermò Star si ritrovò in piedi accanto ad un Sirius conciato malissimo, Jordan sorreggeva Greg poco distante, James stordito era a terra a contare i fili d’erba, Malcolm agitava ancora i pugni come un pugile saltellando di qua e di là, Robin sputava abbondante muco verde e Remus giaceva straiato sulla schiena. Con un grido la ragazza gli fu subito accanto e con un semplice schiocco di dita lo risvegliò. In compenso stavano meglio dei Serpeverde tra i quali nessuno riusciva a reggersi in piedi così soddisfatti cominciarono ad avviarsi verso il castello.
“Hei ce la siamo cavata bene!” Jordan sorrise largamente mostrando un labbro parecchio insanguinato.
“Ok, fatemi vedere che abbiamo combinato.” Star li osservò uno ad uno rimettendoli in sesto alla svelta.
“Wow, niente male queste tue capacità curative.” Fu il ringraziamento velato di Malcom.
“Ok, grazie! Ora andiamo, abbiamo fatta abbastanza casino da farci notare da chiunque ormai.” Ricordò loro la ragazza con un tono di voce leggermente più basso del normale. 
James le fu accanto in un attimo e le sorrise semplicemente. “E’ stato parecchio folle!”
“Oh, questo è sicuro!” Fece Remus completamente scioccato dall’accaduto.
“Fermi!” Gridò una voce familiare.
“Uh-u… Mocciosus è qui.” Annunciò Sirius voltandosi a guardare Severus.
“Si esatto, e non vi lascerò tornare al vostro dormitorio come se niente fosse, li avevo avvertiti che eravate pericolosi.”
“Grazie del complimento.” Fece James compiaciuto.
“Si, pericolosi quanto dei gorilla che menano le braccia a caso. Siete solo fortunati e troppo stupidi per avere un piano.” Replicò Piton.
“Wow. Vacci piano, ci fai male al cuoricino.” Ribatté Star sarcastica.
“Scusami, non credevo che ne aveste uno.” Sbottò il Serpeverde.
“Oh, finitela!” Remus si fece avanti. “Severus dacci un taglio, non sono sicuro che Lily sia felice di quello che stai facendo. Probabilmente se farai una carognata del genere non ti perdonerà mai.”
“Non usare Lily per cercare di salvarti! Non farlo!” Si scaldò il ragazzo.
“Bhe, tu le avrai detto che questa notte avresti potuto vendicarti degli scherzi, no? Non ha reagito molto bene, giusto? Facciamo che non ci siamo mai incontrati. Ti do la mai parola.” Continuò Remus.
Severus sbuffò con arroganza ma si voltò su sé stesso rapido come una biscia e si volatilizzò nell’ombra del corridoio.
Star saltò al collo di Remus. “Il mio Rem fa il grande e grosso! Cucciolo!”
“Amico, quanto sei fortunato?” Chiese Malcolm fissando l’imbarazzo di Lupin.
“Beh, Remus, non ci avevi detto di essere in così buoni rapporti con la Evans.” Borbottò James.
“Parliamo spesso in biblioteca.” Ammise il ragazzo.
“Nei nostri piani Star doveva diventare amica della Evans per avere almeno una ragazza con cui confidarsi. Non tu!” Fece Sirius sconvolto.
“Abbandona l’idea Sir, non ho bisogno di compagnia femminile, non sono te.” Commentò Star fingendosi altezzosa.
“Uh! Questa brucia!” Si intromise James.
“Fratellino, tu non sei tanto meglio.” Concluse la ragazza girando sui tacchi e dirigendosi tranquilla verso la torre.
“Vi fate sempre mettere sotto così?” Domandò Jordan divertito.
James gli puntò un dito contro. “Non una parola con nessuno.”
I loro compagni di squadra alzarono le mani come in arresto. “Ok, ok!”
Le risate dei Grifondoro riempirono i corridoi che ormai si stavano schiarendo sotto l’effetto delle primissime luci dell’alba.
 
…………….
 
Il mattino seguente in Sala Comune la McGranitt e Lumacorno si alzarono in piedi richiedendo il silenzio.
“Siamo venuti a conoscenza di alcuni fatti accaduti questa notte, gli interessati, ovvero le squadre di Grifondoro e Serpeverde sono pregate di saltare la prima ora e dirigersi verso lo studio del preside.” Chiara e coincisa come sempre la professoressa tornò a sedersi con calma.
Una volta finita la colazione la squadra di Grifondoro si radunò pronta ad affrontare il peggio.
“Ragazzi, mi dispiace avervi guidato in questo casino.” Cominciò Jordan.
“Ah, smettila!” Lo rimproverò Greg. “Ci siamo divertiti tutti. Ora andiamo a pagare il conto.”
Jordan sorrise e i ragazzi si diressero verso l’ufficio di Silente una volta entrati trovarono la squadra sei Serpeverde già affollata all’interno.
“Tipico.” Sbottò James facendo ridere Sirius.
“Come signor Potter?” Domandò la professoressa McGranitt in piedi accanto al professor Lumacorno. Silente se ne stava seduto oltre la sua scrivania sorridendo come sempre quasi stessero per discutere amabilmente su quale delle due squadre fosse la migliore, discussione che sarebbe risultata comunque un bagno di sangue.
“Minerva, Albus, mi rincresce mettervi al corrente del fatto che molti miei studenti si sono lamentati della condotta dei Grifondoro durante al notte passata.” Iniziò Lumacorno.
“Oh, ma per favore!” Sbottò Star dando il via a milioni di scuse sovrapposte da parte dei suoi compagni di squadra.
“Loro volevano manomettere le nostre scope per primi non ci saremmo mossi se non l’avessimo saputo!” Gridò Robin ma metà frase fu inghiottita dalle urla dei Serpeverde che continuavano a sostenere il contrario.
“Ora basta.” Il tono del preside era abbastanza alto da farsi sentire ma sempre pacato. “Non riusciremo mai a risolvere questo dilemma e di sicuro non possiamo squalificare entrambe le squadre, ma sono molto deluso dal vostro comportamento. Vi verranno tolti 30 punti, a testa,” Un coro di lamentele si alzò dai ragazzi ma si spensero subito quando Silente sollevò una mano. “e in più finirete tutti in punizione per il prossimo mese, ogni sera, compresi i weekend. Potete andare.”
Le squadre abbandonarono mogie l’ufficio.
“Grazie mille, sfigati!” Sibilò il capitano di Serpeverde Rey.
Jordan scattò verso di lui ma Robin e Malcolm lo trattenendo per le braccia.
“Sparite dalla vista prima che vi riduciamo come ieri sera!” Li minacciò James con il pugno alzato i Serpeverde se ne andarono sagginando.
“Ma che diamine avranno sempre da ridere come i cattivi delle favole? Secondo me la prima notte nella loro Casa quelli più grandi li immergono in una pozione di stronzaggine e stupidità pura!” Sbuffò Star soffiandosi via dalla fronte una ciocca di capelli.
“Modera i termini marinaio! Abbiamo un mese di gavetta in cui potrai sfogarti.” La rimproverò Sirius facendo scoppiare a ridere tutti.
“Si signor Capitan Mutanda signore!” Saltò sull’attenti la ragazza.
La squadra rise ancora sollevata, infondo poteva andare peggio.
 
 
*****
 
Allooooooora, si… ecco… ci ho messo parecchio tempo e non è nemmeno un capolavoro quindi, si… in effetti potreste uccidermi, se solo non fossi l’unica in grado di scrivere la continuazione di questa storia quindi .. hei! Resterò in vita ancora per un po’!
 
Ciao ciao

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Capitolo 5
*** La questione White ***


“Allora, si avvicina il gran giorno, eh?” Sospirò James strofinando la sua spazzola a terra come un dannato.
“Farai venir via il pavimento così!” Commentò Star con la ramazza in mano.
“E’ esattamente ciò che voglio fare, voglio creare un buco così posso sprofondare all’inferno.” Sbottò il ragazzo.
“Non finirai all’inferno se cadi di un piano, ci sono i sotterranei.” Lo corresse Remus calmo mentre li osservava.
“E nei sotterranei cosa c’è? Il covo delle Serpi. Anche detto Inferno!” Ribatté James. “Grazie per l’aiuto comunque Lunastorta.”
“Sono stanco, la luna è vicina…” Finse lui.
“Oh, il mio povero Rem!” Sospirò Star baciandolo sulla guancia mentre spazzava a terra a passo di danza.
“Tu stai diventando decisamente troppo furbo.” Constatò James lanciando uno sguardo torvo all’amico.
“Io?” Finse Remus con sorprendente teatralità.
“Per oggi avete finito, raccogliete tutto e andate a cena.” La McGranitt pose fine alle loro sofferenze.
“Dov’è Sirius?” Chiese Star.
“Il signor Black è al terzo piano nei bagni ma io non sono una mappa signorina White.” Rispose Minerva.
“Potter!” Sbuffò la ragazza. “Potter! Mi hanno adottata legalmente! Prima non esistevo nemmeno all’anagrafe quindi l’unico cognome con cui compaio è Potter! Non è difficile!” Afferrò James e se lo portò vicino come per mostrarlo alla professoressa. “Lui è mio fratello! James Potter, lei lo chiama Potter chiami Potter anche me per Diana!”
“Farete in ritardo per la cena se non vi sbrigate.” Disse semplicemente la professoressa McGranitt prima di oltrepassare il portone della Sala Grande.
Star si lasciò sfuggire un lungo ed esasperato sospiro. “Recuperiamo Felpato, ho bisogno di un piano per questa notte.”
“Piano? Notte?” Le fece eco James con gli occhi che luccicavano.
“Ragazzi, siete già in punizione non peggiorate…” Tentò Remus ma i suoi due amici partirono di corsa come schegge. “…le cose.”
“Hei, Remus!” Lo salutò allegramente Lily. “Hai una brutta cera, sei di nuovo malato?”
“Si, diciamo di si… ma beh, sono anche preoccupato.” Spiegò il ragazzo.
“La compagnia di quelli scalmanati non ti fa bene, ti stanca parecchio.” Osservò la rossa.
“Oh, no, al contrario! Stare con loro mi fa sentire meglio, meno malato. Solo che ecco, vorrei evitassero tutti questi… disastri.”
La ragazza sorrise. “Va bene, ok! Non capisco come facciano ma li ho visti ad Halloween, forse noi tutti dovremmo essere un po’ più liberi, come voi.” Appena finì di pronunciare quelle parole arrossì violentemente. “Non dire a nessuno che l’ho detto. Sono ancora convinta che Black sia solo un galletto acchiappa galline e Potter un arrogante sbruffone e poi se Star lo sapesse lo sfrutterebbe per prendermi in giro a vita.”
“Come vuoi tu.” Replicò Remus trattenendo una risatina. “Ma posso giurarti che sono amici leali e sinceri, e sono la cosa migliore che mi sia mai capitata e la cosa bella è che so di essere lo stesso per loro.”
“Si, deve essere bello. Star… lei sta sempre con voi, non ha amiche, voglio dire, non passa del tempo con delle ragazze, magari le nostre compagne di corso o cose così?” Si interessò Lily.
Il ragazzo guardò a terra con un sospiro. “No, e James è preoccupato per questo. Lui è il fratello migliore del mondo, insomma, Star gli dice tutto ma è pur sempre un ragazzo ed è piuttosto protettivo nei suoi confronti quindi Sirius deve essere quello che le fa da complice con Dennis e fino a qui tutto bene. Solo… noi notiamo che è molto imbarazzata quando incappiamo in argomenti più femminili, infondo noi siamo pur sempre ragazzi e lei è sola… capisci… non ha ancora un rapporto abbastanza buono con Susan per chiederle certe cose e nessuno le ha mai spiegato niente, penso sia piuttosto spaventata e imbarazzata, non so cosa accada a voi ragazze ma quando comincerà ad accadere a Star saranno guai se non avrà una buona confidente… insomma…”
“Si, credo di capire. Solo che non riesco proprio a trovare un punto d’incontro con lei è così mutevole e poi ha quella luce negli occhi, ha la luce di una guerriera e ho paura che se cercassi di aiutarla la ferirei nell’orgoglio e renderei tutto più difficile.” Mormorò la ragazza avviandosi verso il tavolo dei Grifondoro per la cena.
Remus la seguì ridendo apertamente. “Oh, si. E’ semplice in realtà, ovviamente noi non ci saremmo mai arrivati senza James ma… ok, ti spiego. Lei ora non si fida delle ragazze sono qualcosa di completamente nuovo per lei e convive ancora con lo stereotipo procuratogli dai racconti di James e Sirius quindi puoi immaginare. Non devi aiutarla, non ne ha bisogno, devi solo fare in modo che si fidi di te, e quindi devi fidarti di lei. Fai il primo passo e dimostrale che le ragazze si sanno divertire quanto i ragazzi e non sono tutte false e subdole. Buona fortuna, però, ammetto che Star è un osso duro.”
 
………
 
"Remus verrai con noi, vero?" Chiese nuovamente James steso pigramente sul suo letto.
"Assolutamente no! Questa volta no!" Rispose l'interessato smettendo per un secondo di camminare avanti e indietro per la stanza.
"Anche il mese scorso avevi detto che non saresti venuto e poi sei arrivato con delle informazioni, che non ci hai ancora detto da dove hai ricavato, e in più hai sfidato Mocciosus a viso aperto." Ricordò Sirius seduto a terra accanto a Star entrambi con la schiena poggiata al materasso del loro amico.
"Già, e non contateci più! Qualunque cosa accada, qualunque punizione vi becchiate, questa notte la meritate." Ribatté Remus.
"Va bene, Rem. Riposati però, la luna è dopodomani." Si preoccupò con dolcezza Star.
"Non cercare di mandarmi a letto presto così potete pianificare qualunque cosa dobbiate pianificare, non vi lascerò fare questa scampagnata così facilmente!" Gridò il ragazzo al limite dell'esasperazione. I suoi tre amici sollevarono scettici un sopracciglio.
"Tu sei solo e debole Lunastorta, non credo che riuscirai ad impedirci nulla." Fece notare James.
"Non è importante, io faccio appello alla vostra coscienza!" Urlò Remus.
La ragazza gli si piantò davanti. "Se non vuoi venire con noi va bene ma ora sul serio va a letto, ti prometto che li controllerò, a modo mio, ok?" I suoi occhi cobalto erano resi più duri da uno sguardo terribilmente serio che non le apparteneva ma infondo ad essi si leggeva quella tipica preoccupazione materna che lo fece intenerire, eseguì infilandosi sotto le coperte e prima di rendersene conto già dormiva. "Poveretto, era sfinito e non lo sapeva nemmeno." Mormorò Star accarezzandogli piano i capelli e passando le delicate dita sulle cicatrici che solcavano le braccia di lui.
"Ooooook, allora, che si fa?" Sirius ritornò rapido al loro argomento principale.
"Beh, andiamo lì, facciamo quello che dobbiamo fare, torniamo indietro senza farci scoprire e... no, scherzavo... potremmo fare qualche deviazione divertente prima, eh?" Suggerì James.
"Io ci sto amico." Sirius gli batté il cinque
Peter entrò timidamente nella stanza. "Hem, dite che... dite che potrei esservi utile in qualcosa?"
lo sguardo di James e Sirius si illuminò.
"Gente!" Annunciò Star. "Abbiamo la Distrazione."
Il povero ragazzo dagli occhi acquosi deglutì sonoramente.
 
........
 
"Il tuo ruolo è facile, ok? Vuoi che te lo spieghiamo di nuovo?" Chiese gentilmente James. I tre ragazzi e la ragazza si trovavano in un piano buio e si sporgevano verso un corridoio nel quale un Prefetto di Tassorosso faceva la ronda tranquillo giocherellando con la sua bacchetta accesa.
Peter annuì tremando per la tensione.
"Beh, è piuttosto semplice..." Cominciò James ma Sirius perse la pazienza e spinse il ragazzo grassoccio oltre l'angolo dietro al quale si stavano nascondendo.
Il Prefetto gli puntò contro la bacchetta e Peter rimase paralizzato per qualche secondo prima di cominciare a cantare una canzoncina imbarazzante girando su sé stesso sempre più velocemente. Il povero ragazzo di Tassorosso sollevò un sopracciglio. “Hei, amico, tutto bene?”
“Niente male…” Mormorò James.
“Mi sto divertendo troppo, ok via!” Sussurrò di rimando Sirius, il suo amico li coprì tutti e tre con il Mantello dell’Invisibilità che però lasciava fuori una buona porzione di caviglie per ciascuno. Minus ruotò sempre più veloce con le braccia allargate mentre il Prefetto tentava di fermarlo, i Malandrini poterono così passare inosservati per il corridoio.
“E ora lo lasciamo lì?” Domandò Star. “Non è una buona idea.”
“In effetti, ma non possiamo farci niente se ha deciso di usare questo metodo di distrazione e…”
Un piccolo grido e un tonfo sordo interruppero James.
“Ragazzi, credo sia svenuto.” Ululò Peter intimorito da sé stesso, il Tassorosso giaceva a terra ai suoi piedi colpito probabilmente da un suo goffo pungo rotante.
“Oh-o! Magnifico!” Esultò James, Minus parve decisamente compiaciuto da quel complimento e arrossì. I ragazzi proseguirono nel silenzio più completo coperti dall’oscurità dei corridoi non sorvegliati e presto arrivarono a destinazione.
“Ok, Peter fai il palo!” Ordinò James, il ragazzo si mise ritto in piedi tutto rigido con le braccia lungo il corpo.
“Il palo nel senso di guardia.” Specificò Star mentre i suoi due amici soffocavano le risate.
“Oh, giusto!” Minus scattò qualche metro più in là controllando ad intervalli entrambi i corridoi.
“Com’era la formula?” Chiese James puntando la sua bacchetta contro una porta.
“Spumarepitus” Rispose Sirius sicuro di sé mirando a sua volta verso la soglia.
“Oh, giusto.” I due armeggiarono per un po’.
“Forza ragazzi!” Star entrò nella stanza di soppiatto e poi ne uscì di nuovo piena di schiuma. “Ottimo lavoro!” Esclamò soffiando le soffici bolle contro i suoi due amici.
“Hei!” Protestò James divertito.
“Shhh, fai piano! Non siamo ancora fuori dai guai!” Sussurrò Star.
“Già, ed è questo il bello! Spumarepitus!” Esclamò Sirius verso la ragazza ricoprendola di schiuma.
Star rispose al fuoco e James si alleò con Sirius per battere sua sorella, così presto il corridoio fu completamente pieno di schiuma. Peter si distrasse ad osservare la loro lotta più o meno silenziosa finché un insistente miagolio non lo fece di nuovo voltare verso l’altro corridoio.
“Hem, ragazzi! C’è Mrs. Purr!” Li avvertì restando bloccato a fissare lo smilzo gatto.
James lo raggiunse con un balzo gli afferrò un braccio e lo sospinse nella schiuma tentando di scappare verso l’ala del castello opposta, Sirius e Star li seguirono, cercavano di correre il più veloce possibile scegliendo le strade più brevi per arrivare salvi alla torre ma non bastò, le ronde dei Prefetti sembravano intralciare sempre il loro cammino migliore e presto i passi pesanti di Gazza si fecero un po’ troppo vicini.
“Andiamo James, perché ti fermi?!” Si agitò Sirius in procinto di imboccare un buio corridoio.
“Sono vicoli cechi. Tutti.” Mormorò il ragazzo.
Star si immobilizzò. “Tutti? Oh, questa è la maledizione di Remus!”
“Gazza, è vicinissimo!” Tremolò Peter.
James e Sirius si scambiarono uno sguardo d’intesa e poi sospinsero il ragazzino grassoccio in una minuscola porticina nascosta in un muro facendolo scomparire.
“Ah-ah! Vi ho presi furfanti!” Gazza li squadrò tirando il fiato per la corsa fatta.
“Non farti venire un infarto, nonnetto.” Commentò Star.
“TU!” Gridò il custode sputacchiando saliva dalla rabbia. “E I TUOI AMICHETTI! CON ME!”
“Penso che dovresti abbassare il volume, c’è gente che dorme in questo castello.” Replicò Sirius totalmente calmo.
“SUBITO!” Tuonò Gazza ancora più forte. I tre ragazzi si fecero spallucce e lo seguirono. Fino al solito stanzino cupo che l’uomo usava chiamare “ufficio”.
“Bene, bene, tre Grifondoro fuori dai letti, dovrò punirvi.”
“Bah, se lo dice lei.” Fece James osservandosi le unghie con fare annoiato.
“Nessuna supplica? Nulla? Bene, resterete svegli fino a domani mattina per… ecco… sistemare il mio archivio.” Decretò il vecchio.
“Tremo di paura, e voi?” Ribatté Star sarcastica cercando l’appoggio dei suoi amici.
“Oh, ma lo farete incatenati, e il primo che parla…” Gazza sollevò un attrezzo arrugginito dall’aria equivoca.
“Io la butto lì, ma forse è meglio se lavoriamo e smettiamo di fare i superiori.” Mormorò James senza staccare gli occhi da quello che aveva tutta l’aria di essere uno strumento di tortura medievale.
“Amico, concordo con te.” Sussurrò Sirius di rimando.
“A me quel coso non piace.” Li assecondò Star.
I tre ragazzi cominciarono il lavoro senza più aprire bocca, quando tirarono fuori i primi plichi di fogli uno sbuffò di polvere fece starnutire James che si beccò un pizzico tutto dentini di ferro arrugginito dal pazzo attrezzo di Gazza.
“Ahi!” Gridò il ragazzo assicurandosi così un altro pizzico. James si morse il labbro e continuò il lavoro. In quello che rimase della nottata i tre Malandrini si beccarono qualche pizzicotto a testa alcuni graffi e vennero spesso pungolati per divertimento. Quando sorse il sole tirarono un sospiro di sollievo.
“Potete andare.” Annunciò il custode un po’ deluso. “E vedete di non combinare altri guai.”
Sempre in silenzio i tre lasciarono lo studio di Gazza e si avviarono verso la Sala Grande abbandonandosi alle lamentele circa a metà strada.
“Quell’uomo è pazzo!” Gridò James.
“Completamente fuori di testa!” Confermò Sirius.
“Voi due perdete un pochettino di sangue, fatemi vedere.” Li pregò invece Star alla quale le piccole ferite stavano già svanendo.
I due ragazzi si sottoposero alle sue veloci cure in un alula vuota e poi ripartirono attratti dal pensiero della colazione.
“Stai migliorando nel curare le persone.” Le fece notare James.
Sua sorella sorrise con dolcezza. “Una delle poche cose buone dei miei poteri. Oh! Finalmente!” Si sedettero su una panca cominciando subito ad addentare qualunque cosa contenesse una buona dose di zuccheri.
“Voi tre!” Gridò una voce alle loro spalle. “Non sapete quanto mi avete fatto stare in pensiero! Peter è salito all’una tutto trafelato dicendo che Gazza vi aveva scoperti!” Remus si stagliava nella sua imponente pallidezza e cercava di assumere un tono di rimprovero, un’impresa non da poco visti i segni di evidente preoccupazione che si intravedevano sul suo volto.
“Rem!” Star gli saltò al collo. “Stiamo bene, solo che la prossima volta ci facciamo beccare dai Prefetti se proprio dobbiamo.” James e Sirius annuirono vigorosamente dimostrando tutto il loro assenso.
“Bene! Ma non azzardatevi mai più a non tornare alla torre e non dirmelo e farvi beccare e …” La lunga lista di raccomandazioni fu interrotta dai passi decisi delle professoressa McGranitt che puntava verso di loro.
“Voi tre!” Esordì la donna. “Nel mio ufficio! Di nuovo.”
“Che succede, Minerva?” Silente venne loro incontro con il suo solito tono pacato e la sua meravigliosa calma.
Le labbra della professoressa si assottigliarono parecchio. “Venga a vedere lei stesso! E voi, seguiteci.”
Quello strambo piccolo corteo si indirizzò alla svelta verso lo studio della professoressa McGranitt e già nel corridoio che lo precedeva si capiva che qualcuno si era divertito molto: cumuli di schiuma erano accostati alle pareti in ogni dove e i muri portavano segni di umidità. La stanza della professoressa era invece ancora completamente piena di candida e densa schiuma.
“Ha esagerato con il bagnoschiuma?” Chiese Star con falsa ingenuità. La donna la fulminò con uno sguardo mentre una piccola folla si accalcava attorno a loro.
“Uhm, credo sia un guasto di quella cosa da Babbani, l’abbiamo studiata ieri.. lavratice!” Tentò James con fare da esperto.
“Si, ma credo si chiamasse lavatrice. Ah, le nuove invenzioni non sono mai perfette.” Sospirò Sirius.
“Smettetela di fare assurde ipotesi, siete stati voi!” Sbottò Minerva.
“Che cosa glielo fa credere?” Domandò Silente.
La professoressa puntò la bacchetta su un ammasso di schiuma all’interno del suo ufficio e quello scomparve mostrando il muro della stanza sul quale a caratteri cubitali e in color cobalto campeggiava la scritta “E’ Potter, non White! POTTER!”
Sirius si sporse leggermente verso Star per sussurrarle all’orecchio. “Geniale.” La ragazza sorrise soddisfatta.
"Chi altri potrebbe essere stato a scrivere questo?!" Replicò Minerva.
Star alzò le spalle. "Probabilmente un vendicatore supremo degli studenti che ha notato il fatto che il mio cognome venga da lei sempre ignorato."
"Signorina White, si consideri in punizione, da ora!" Strepitò la professoressa.
"Come volevasi dimostrare..." Mormorò la ragazza tranquilla.
Silente stava per intervenire quando una ragazza dalla rossa chioma si fece avanti. “Sono stata io!”
I Malandrini e altri studenti scoppiarono a ridere, nemmeno i professori la degnarono di nota.
“Oh, cielo! Crolleranno le mura! Bel tentativo Evans!” Commentò Star sganasciandosi dalle risate.
“Signorina Potter, temo che lei debba proprio seguire la professoressa nel.. mio studio con i suoi due compagni e accettare la punizione che vi verrà assegnata.” Ordinò dolcemente il preside.
La ragazza annuì e cominciò ad indirizzarsi dietro la McGranitt verso il gargoyle di pietra seguita da James e Sirius che esibivano un furbo ghigno sul volto.
“Dunque,” cominciò la professoressa appena entrati nello studio senza però sedersi. “voi quest’anno non mi avete lasciato i nominativi per restare ad Hogwarts quindi tornerete a casa, ma fortunatamente quest’anno Silente ha deciso di fare una piccola festa l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze e voi non pensate di sfuggire, resterete qui e…” Gli occhi dei tre ragazzi si illuminarono di sorpresa e meraviglia. “…sarete i camerieri della serata. Fin dal primo pomeriggio aiuterete con la preparazione della sala e poi la sera dovrete lavorare senza possibilità di pause. Spero che questo vi serva da lezione. Potete andare.”
I Malandrini scesero le scale scontrandosi con un ansioso Remus.
“Tu ti divertirai, Lunastorta.” Mugugnò James.
“Non ci credo, farci lavorare! Durante una festa! Non potremo abbordare le ragazze!” Si lamentò Sirius.
“Sai, che problemi, le ragazze! Pensa a tutta quella roba da mangiare che non potremo mangiare!” Sospirò Star.
“Ecco, vi sta bene, vi sta proprio bene. Io ve l’avevo detto1 e dovreste ringraziare di non essere stati espulsi!” Rinfacciò loro Remus.
“Ragazzi!” Peter corse loro incontro al meglio delle sue possibilità fisiche. “Non vi hanno buttato fuori vero? Grazie grazie per non avermi fatto beccare, è stato fantastico, mitico!”
James sorrise. “Tranquillo Minus, e non c’è di che.”
 
………….
 
Le giornate d’inverno erano terribilmente corte, quel lunedì ancora di più. Appena terminate le lezioni del pomeriggio Remus dovette prepararsi per raggiungere la Stamberga Strillante ma il pensiero di Star lo rincuorò.
I suoi amici arrivarono presto, alcuni minuti prima che la luna sorgesse.
“Tutto bene Lunastorta?” Chiese James sedendosi su una poltrona.
“Potrebbe andare meglio.” Replicò Remus con una smorfia.
“Senti, Rem. Questa notte vorrei provare a farti uscire dalla stanza. Ok?” Mormorò Star dolcemente posando una mano sulla spalla dell’amico.
“Sei sicura? E James e Sirius?” Chiese il ragazzo.
“Si nasconderanno nella nostra stanza.” Rispose lei.
“Va ben…” Un gridò eruppe dalle labbra di Remus e la trasformazione cominciò.
Appena il lupo ebbe riconosciuto la figura ormai famigliare di Piumadoro lei aprì piano la porta della stanza. Lunastorta la fissò sospetto e poi fece qualche passo incerto, lei lo stuzzicò giocosamente e lo precedette fuori, scesero fino al pian terreno e poi, presa dall’euforia la ragazza aprì un varco che conduceva all’aria aperta nella boscaglia accanto alla casa. Il lupo annusò voglioso quell’aria ma nel suo sguardo c’era timore. Piumadoro gli andò accanto strofinandosi con dolcezza contro di lui, spalla a spalla uscirono nella notte e rimasero per un secondo fermi illuminati dal chiarore della luna. Poi gli odori, le sensazioni e i piccoli rumori si fecero vividi, colpendo il cervello della creatura e Lunastorta partì di corsa verso gli alberi, la ragazza lo seguì senza paura. Riconosceva i passi del lupo, non erano aggressivi, non stava cacciando, stava solo scoprendo un nuovo mondo. Piumadoro lo fermò in una radura e lì lo intrattené giocando come due cuccioli fino al mattino quando Remus si ritrasformò in un ragazzo sfinito, addormentato ma felice e lei poté caricarselo sulle spalle e tornare alla Stamberga.
“Tu sei pazza!” La rimproverò sottovoce James.
“Non possiamo seguirti fuori, lo sai. Se lo avessimo fatto il lupo avrebbe sentito il nostro odore prima di qualsiasi altro.” Continuò Sirius preoccupato.
“Lo so, avete fatto bene a restare qui, infatti.” Replicò lei calma lasciando scivolare Remus su un letto.
“Ma se fosse successo qualcosa?” Ritornò all’attacco James.
“Ok, va bene, avete ragione non avrei dovuto farvi preoccupare tanto. Ma ora date ragione a me. Ho fatto bene.” Mormorò lei felice. “Insomma, guardatelo!”
Il loro amico riposava sereno, pareva che la trasformazione non fosse stata altro che una parte accettabile della sua vita, una parte che lo rendeva integro e felice come qualsiasi altro momento della sua vita da ragazzo.
“Ok, questa volta hai vinto tu.” Mormorò Sirius.
“Sei stata una meraviglia.” Si congratulò James. “Ma ora andiamo!”
 
…………..
 
Remus li raggiunse a colazione e corse ad abbracciare Star. “Grazie.” Disse solo, ma era il più bel grazie del mondo.
Il resto della giornata trascorse tranquillo e il Malandrino sembrava avere più energie che mai, ma soprattutto era felice, sorrideva veramente e non per qualche minuto, come era accaduto da quando aveva conosciuto Star, James e Sirius ma per lunghissimi periodi di tempo come se non riuscisse a smettere. Per la prima volta riusciva a pensare di poter accettare di essere un lupo mannaro e poteva quasi credere che non ci fosse nulla di sbagliato. Star gli aveva dimostrato che aveva semplicemente una parte animale in sé, non aveva niente di meno degli altri, anzi aveva qualcosa in più: un mondo che quasi nessuno aveva la possibilità di scoprire.
 
…….
 
Qualche giorno dopo Lily decise di prendere coraggio e si fece largo in Sala Comune per raggiungere Star, seduta tra i Malandrini ad un tavolo appartato.
“Hei, Evans! A cosa dobbiamo l’onore?” La salutò James.
“Potter.” Replicò freddamente la rossa senza neanche guardarlo. “Star, posso parlarti?”
Star si lasciò sfuggire un sorrisetto sarcastico tutto alla Sirius. “Sono nei guai?” Chiese alzandosi, Lily non rispose e la guidò verso l’angolo opposto della stanza.
“Senti, Evan.. Lily. Non ti ho mai ringraziato per quel tuo disperato tentativo di coprirci sulla questione White.” Cominciò Star recuperando il suo sorriso sincero.
“Questione White? Hem… si, beh, prego. Volevo chiederti… ceneresti con me e le altre questa sera?” Andò all’attacco la rossa appena ripresasi dallo spiazzo.
“Uhm… Io…” La mora invece lanciò un rapido sguardo al resto dei Malandrini e poi sospirò. “Va bene.”
“Sembra che tu abbia fatto un’enorme sforzo!” La prese in giro Lily. “Ci vediamo in Sala Grande allora.”
“Non immagini nemmeno quanto enorme…” Mormorò Star guardandola andar via con il suo solito passo deciso poi tornò dai suoi amici. “Ragazzi, a quanto pare questa sera cenerò con le altre ragazze, non so perché, non chiedete. Dite che devo vestirmi in qualche modo particolare?”
James e Sirius si misero a ridere.
“Tipo vestirti bene come se dovessi uscire?” Chiese suo fratello.
“Si, non lo so… io…” Farfugliò la ragazza.
“E’ una bella occasione, se vuoi vestirti un po’ carina, almeno toglierti la divisa puoi farlo direi. Infondo è pur sempre venerdì sera.” Rispose con gentilezza Remus.
“Grazie Rem, tu si che sei d’aiuto, a differenza di questi due idioti!” Replicò la ragazza un po’ scocciata.
“Hei, noi siamo d’aiuto!” Sbottò James smettendo di ridere.
“Si, è vero! Infatti ti aiuteremo a decidere come vestirti!” Gli diede man forte Sirius.
“Mi devo fidare?” Chiese lei sospettosa.
“Certo che si! Insomma, guardaci!” James si alzò in piedi facendo un giro rapido su di sé e poi fermandosi puntando le dita a pistola e schioccando la lingua.
“Oh, cielo mio!” Sospirò Star ma seguì comunque i due ragazzi allo spogliatoio maschile il suo baule comparve sul pavimento in un attimo.
“Dunque. Di sicuro dei jeans, ti metti quelli nuovi?” Cominciò James porgendole dei jeans classici leggermente a zampa di elefante.
“Poi metti questa.” Sirius le passò una maglia nera dei Rolling Stones.
“E’ una delle tue preferite, Ziriuz!” Commentò lei commossa.
“Storpia ancora il mio nome e cesserò di parlarti.” La minacciò lui in risposta, la ragazza gli fece una linguaccia e poi afferrò al volo qualcosa lanciatole da suo fratello.
“E questo è perfetto!” Si stupì la ragazza ritrovandosi tra le mani un leggero cardigan rosso piuttosto lunghetto ma non oltre metà coscia.
“Visto?” Si vantò James.
“Ok, avevi forse ragione.” Sbottò la ragazza cominciando a cambiarsi.
“Hai bisogno delle mie All Star rosse?” Le domandò Sirius.
“Bhe, si!” Rispose lei tutta contenta.
“Tieni ti regalo quelle vecchie, sono cresciuto di piede e mio zio me ne ha regalate altre, anche nere.” Sirius le lanciò le scarpe.
“Sul serio? Sei un grande!” Star le indossò in fretta e poi abbracciò l’amico.
“Stai molto bene.” Commentò Remus.
“Grazie, Rem!” La ragazza li saluto tutti e poi scese in Sala Grande tutta di fretta.
“Hei, siamo qui!” Lily si alzò in piedi sorridente quando la vide arrivare.
“Ripeto: ma tu stai sempre così bene con tutto?” Fece Alice scherzosa.
“Ripeto: purtroppo si.” Replicò Star. “Comunque metà vestiti sono di Sirius.”
“Di Sirius? Ha un gran bello stile.” Commentò Mary.
“Ah, salve… tu sei l’amante del Quidditch, giusto? Perché non hai fatto i provini per entrare in squadra?” Star spostò l’attenzione su di lei.
“Uhm, non mi andava quest’anno, non mi sentivo pronta.” Rispose lei nascondendosi un po’.
“Sono baggianate, è bravissima!” La lodò Emmeline.
“Eh, già! Anche secondo me lo sei, il prossimo anno dovresti provare ci saranno dei posti da riempire.” La invitò Star.
“Già, comunque avrei fatto meglio di Tassorosso lo scorso sabato si sono fatti stracciare da Corvonero  70 a 210.” Prese coraggio Mary.
“Corvonero è una squadra molto forte, è difficile batterli!” Replicò Star facendo richiudere a riccio la ragazza.
“Allora, tu che musica ascolti?” Buttò lì Lily per rompere la tensione.
“Che non si vede?” Star si indicò la maglia e le ragazze risero. “Comunque un po’ di tutto ciò che è rock. Seguo James più che altro anche se i miei gusti si avvicinano di più a quelli di Sirius e poi mi piace ballare su qualunque cosa anche i balli paesani Italiani come la scorsa estate.”
“Wow! Sei stata in Italia?” Chiese Marlene stupita.
“Certo, tutti noi Malandrini ci siamo stati insieme. Non pensate però che abbiamo visto molto, non siamo andati in quelle città famose di cui si sente parlare, eravamo in un paesino un po’ sperduto ma con delle spiagge bellissime!” Raccontò la ragazza.
“E i ragazzi quanto erano carini? Dicono che gli italiani siano sublimi!” Domandò Mary.
“I ragazzi?” Star ripensò agli italiani conosciuti, la pelle abbronzata come se vivessero sotto il sole e i sorrisi genuini. “Belli. Si, direi che erano molto belli.”
“Mary!” La rimproverò Emmeline. “Non porre queste domande!”
“Perché no? Insomma, io pagherei per vedere un ragazzo italiano.” Replicò quella mordicchiandosi un labbro.
“Buona sera, signorine.” Dennis arrivò all’improvviso posizionandosi dietro a Star e chinandosi per poggiare le mani sui fianchi di lei. La ragazza inclinò la testa all’indietro per vederlo e sorrise. “E buona sera anche a te.” Mormorò lui drizzandosi senza lasciarla così da sollevarla e stringerla per un attimo a sé. “Allora te la spassi con le ragazze finalmente!”
“Oh, non cominciare anche tu!” Sospirò Star senza perdere il sorriso.
“Va bene, va bene! Continuate pure, volevo solo salutarti.” Dennis la baciò su una guancia e poi si allontanò verso i suoi amici.
“Ahw!” Mormorò Marlene.
“Anche io vorrei un ragazzo così!” Desiderò Alice.
“Ah, io ne cerco uno più deciso! Ma lui è dell’ultimo anno, giusto? Quindi ti avrà insegnato qualche giochetto…” Fece Mary maliziosa.
“MARY!” Gridarono sconvolte le altre ragazze.
“Cosa? Che giochetti?” Le chiese invece Star confusa.
“Giochetti… sessuali, sai, cose come masturbazione reciproca, seghe, pompin…” Cercò di spiegare lei con disinvoltura ma venne bloccata da un altro grido di rimprovero delle sue amiche.
“Non puoi parlare di queste cose a tavola!” Si scandalizzò Marlene.
“Beh, allora andiamocene in dormitorio!” Sbottò quella.
Le ragazze cominciarono ad alzarsi ma Star non si mosse. “Aspettate, ma non avete mangiato praticamente nulla! E poi manca il dolce!”
“Non prendiamo il dolce, e poi non possiamo mangiare troppo, altrimenti ingrassiamo.” Le rispose Emmeline con ovvietà, anche se di tutte era la più tondetta ma stava bene così. Star fu tentata di restare a tavola ma l’argomento di cui parlava Mary le era del tutto nuovo o meglio, qualcosa si muoveva nel suo cervello ma sapeva che erano informazioni derivanti dai suoi antenati e aveva deciso di tenerle a bada, non voleva più sembrare un’odiosa sapientona. Così si alzò rimpiangendo il dolce e si avviò con le altre passando accanto ai Malandrini.
“Hei, Evans! Vedi di riportarmi mia sorella sana e salva.” Esordì James passandosi una mano tra i capelli.
“Mi sbaglio o tua sorella è in doppia punizione a causa tua?” Ribatté Lily aggressiva.
“Touchè!” Esclamò il ragazzo facendo poi l’occhiolino a sua sorella. “Ma non credo sia proprio tutta colpa mia.”
Star si finse innocente. “Io? Non guardare me! Non era mia quell’idea, e nemmeno quella dopo! Oh, no!”
Sia i Malandrini che le ragazze risero e Star sorrise brevemente.
“Allora, cosa state andando a fare di bello?” Chiese Remus.
“Mary mi spiegherà cosa sono i giochetti sessuali.” Rispose Star con sincerità e senza imbarazzo.
“Oh! Ottimo argomento! Brava Mary!” Fece Sirius individuando la ragazza bionda che gli sorrideva fiera.
James rise. “Purché tu non li faccia, divertiti!”
Remus invece si irrigidì. “Hem, non trasformarti in Sirius ti prego!” LA supplicò.
“Tranquillo, Rem! Sono solo curiosa.” E detto questo la Malandrina si mosse con tutte le altre verso la torre di Grifondoro.
Una volta nel dormitorio femminile del quarto anno Mary si levò le scarpe e si gettò sul suo letto. “Bene, preparati tesoro. Zia Mary ti spiegherà come funziona una vera relazione.” Cominciò, Emmeline e Marlene sospirarono mentre Alice ridacchiava già e Lily sembrava prepararsi psicologicamente ad una discussione piuttosto imbarazzante. “Dunque, esistono miliardi di giochetti m a quelli che i ragazzi apprezzano di più sono seghe, pompini, amano farci i ditalini, adorano il 69 e altri giochetti simili e poi si va sul complicato. Ma iniziamo da questi.”
Dopo svariati minuti di monologo finalmente Mary concluse la sua dettagliata spiegazione.
“Bene, ti ringrazio, ho deciso che non avrò nulla a che fare con il sesso o con tutto questo fino ai diciotto anni.” Decretò Star.
“Wow, ti ho scandalizzata?” Si stupì Mary.
“Oh, no! Sei stata scientificamente utile ma sai, non sono sorda, so che molti ragazzi mi considerano già una puttana, non voglio peggiorare la situazione.” Spiegò la mora.
“Come?!” Si sorprese Alice.
“Perché dici così?” Disse Lily sconvolta.
“E’ vero, lo so perché più volte Sirius e James finiscono nei guai per avermi difeso da questi commenti. I ragazzi più grandi si fanno strani pensieri… non voglio che peggiori.” Raccontò ancora Star.
“Cafoni.” Commentò Marlene.
“Per le Mutande di Merlino! Devi essere davvero sconvolta!” Scherzò Alice.
“Mary, tu hai già avuto dei ragazzi?” Chiese Star.
La bionda ci pensò su. “Alcuni, ma nulla di che, devo ancora trovarne uno che mi faccia emozionare sul serio.”
“Alice?” Continuò Potter.
“Io si, due o tre, ma non sono mai andata affondo come Mary.” Rispose lei tranquilla.
“E poi ultimamente hai messo gli occhi su quel Paciok!” Mormorò canzonatoria Mary.
“Sembra un bravo ragazzo!” La difese Lily.
“Oh, l’ho conosciuto! Ottima scelta! Tu Lily?” Riprese Star.
La rossa divenne dello stesso colore della sua chioma.
“Lily aspetta quello giusto! Come me!” Venne in suo aiuto Marlene.
“Io invece credo che non troverò mai un ragazzo.” Emmeline si posizionò davanti allo specchio. “Sono così brutta.”
Star si alzò e si specchiò accanto a lei, la pelle perfetta, il fisico slanciato e formoso un viso stupendo.
“Vorrei essere come te.” Sospirò sconsolata Emmeline fissandosi i fianchi un po’ troppo morbidi.
“Non volerlo!” La sgridò Star. “sembra bello, sai. Essere carina sempre, avere mille ragazzi che ti guardano, ma quello è solo desiderio! E ho sempre paura che qualsiasi ragazzo, persino Dennis, possa volere altro da me, il discorso di Mary me lo ha confermato! Invece tu, tu sei bellissima così! E se troverai qualcuno ti amerà anche per il tuo carattere e per la tua intelligenza e ai suoi occhi sarai speciale e stupenda e ti amerà sul serio! Invece io…” Gli occhi cobalto passarono in rassegna la perfezione estetica dell’immagine nella cornice. “…cielo, che tristezza!”
Emmeline la guardò. “Lo credi davvero?” La mora annuì e sorrise con sincerità.
“Ma Dennis, insomma, lui non ti ha mai…” Cominciò Marlene.
“Oh, no! No! Lui è un caro ragazzo! Solo che presto si stancherà anche lui, non sono esattamente affettuosa, è perché non mi fido ancora e questo gli pesa un po’.” Rivelò Star.
“E James lo sa questo?” Chiese Lily.
“Ovvio, è per questo che ce l’ha a morte con Dennis.” Replicò la ragazza ridendo.
“Invidio un po’ la tua amicizia con quei ragazzi.” Sbuffò Alice. “Insomma, James è tuo fratello e ti difende a spada tratta da qualunque cosa, Lupin sembra essere l’unico sulla terra che ha così paura del tuo fascino da non pensare nemmeno a te in nessun modo che implichi l’amore al di là dell’affetto che prova per te come amico e Sirius ti sta allevando come piccola ruba cuori ma se qualcuno osa insultarti è morto.”
“Si nota tutto questo?” Si sorprese Star.
“Oh, si.” Toccò a Lily ridere. “E non serve leggere nel pensiero per capire l’effetto che fai sui ragazzi quando passi e ridi… pare si sciolgano nella scia del tuo profumo.”
“Il mio profumo? Io ho un profumo particolare?” Domandò ancora più stupita.
“Certo, non si decifra bene ma è qualcosa di semplice, sensuale e un po’ intrigante… anticamente intrigante.” Rispose Marlene.
“E la sera di Halloween poi! Sembravi una dama vera!” Le fece i complimenti Emmeline.
Star abbassò lo sguardo lasciando che i suoi capelli sciolti le coprissero il volto. Lily si alzò. “Va bene, noi andiamo a letto, ci vediamo domani ragazze. Andiamo Potter?” Star annuì e la seguì nel dormitorio del terzo anno dove le loro compagne le accolsero con calore augurando loro una buona notte.
 
………..
 
“Star, Star! Svegliati!” Sussurrò Lily al suo orecchio nel buio.
“Dimmi?” Replicò lei già completamente sveglia.
“Usciamo.” Propose la rossa.
“Tu vuoi uscire dal dormitorio di notte? Tu, Evans, vuoi infrangere le regole?” Si stupì Star.
“Shhh! Si, ok? Andiamo ora!” Insistette Lily, Star si alzò con solo una maglia di un pigiama un po’ troppo grande per lei rosso con le impronte di cane fuxia.
“Non ti avevo mai vista in pigiama.” Commentò Lily.
“Si, si. Lo so! E’ di Sirius!” La mora indossò dei pantaloncini a vita alta ficcando il bordo della maglia all’interno e avanzò verso la porta.
“Non metti altro?” La rossa la fissò con un sopracciglio sollevato.
“No.” Rispose secca lei e cominciò a scendere le scale.
“Aspettami!” Mormorò Evans seguendola frettolosamente vestita di tutto punto.
Uscirono cercando di non svegliare la Signora Grassa e poi si avviarono lungo i corridoi.
“Inizio a capire cosa ci provate nell’infrangere le regole. La scuola è così suggestiva di notte!” Bisbigliò Lily guardandosi intono con gli occhi spalancati.
“Già, James la adora. Saprebbe arrivare ovunque per qualunque strada tanto ha girato questi corridoi e relativi passaggi segreti. Ah, già è provabilissimo che incontriamo sia lui che Sirius.”
La rossa si irrigidì. “Speriamo di no.”
“Cos’hai contro di loro?” Questa domanda rodeva Star da molto e una volta finalmente espressa la ragazza si sentì più leggera.
“Trattano male Severus senza motivo.”
“Quello lo faccio anche io eppure sei qui con me. C’è dell’altro.”
Lily si morse un labbro a disagio. “E’ come si comportano sempre, come se fossero i migliori in ogni cosa.”
“Lo sono, e lo sono anche io.”
“Tu sei diversa, tu non te ne vanti, anzi lo odi. Invece loro lo ostentano e poi camminano tronfi per i corridoio come se possedessero il mondo. Si credono migliori di chiunque perché sono simpatici e belli e capaci ma non sono nessuno.” Si sfogò la ragazza.
“Wow! Quanta rabbia! Si, non posso smentirti, forse sembrano così, ma hanno tanto buono dentro ed è l’unica cosa che hanno paura di mostrare agli altri.” Spiegò la mora.
Dopo qualche metro Star cominciò a canticchiare una famosa canzone movimentata ottima da ballare e infatti cominciò ad accennare qualche passo.
“Che fai? Non fare rumore ti prego!” Si preoccupò Lily.
“E dai! Fallo anche tu, è divertente! Nessuno ci sentirà!” Cercò di trascinarla Star. Lily tentennò ma infine la felicità dell’altra ragazza divenne troppo contagiosa e lei dovette prendere un respiro profondo e buttarsi cominciando a ballare.
“Si così! Brava!
You can shake an apple off an apple tree
Shake-a, shake- sugar,
But you'll never shake me
Uh-uh-uh
No-sir-ee, uh, uh
I'm gonna stick like glue,
Stick because I'm
Stuck on you

Gonna run my fingers thru your long black hair
Squeeze you tighter than a grizzly bear
Uh-uh-uh,
Yes-sir-ee, uh, uh
I'm gonna stick like glue
Stick, because I'm
Stuck on you”
La rossa rise senza smettere di muoversi. “Ti piace questa canzone, eh?”
“Me la canta sempre James! Per via dei capelli neri!” Star si interruppe un secondo prima di ricominciare a cantare

“Hide in the kitchen, hide in the hall
Ain't gonna do you no good at all
'Cause once I catch ya and the kissin' starts
A team o' wild horses couldn't tear us apart

Try to take a tiger from his daddy's side
That's how love is gonna keep us tied
Uh-uh-uh
Yes-sir-ee, uh,uh
I'm gonna stick like glue
Stick, because I'm
Stuck on you”
“Chi va là?” Il grido ghiacciò in un secondo la felicità delle due ragazze. Star prese Lily per mano e la trascinò via in fretta.
“Fortuna che era solo Lumacorno!” Esultò la mora spingendola dentro uno sgabuzzino. Appena chiuse la porta dietro di sé notò che lo spazio era decisamente ridotto.
“Hei!” Protestò una voce maschile.
“Potter?!” Strillò Lily.
“Evans?!” Si esaltò James.
“Sirius.” Fece il ragazzo come per presentarsi.
“E Star.” Replicò la ragazza allo stesso modo.
Finalmente i quattro accesero la punta delle loro bacchette.
“Guarda guarda chi abbiamo! La Evans fuori dal letto in piena notte!” Commentò James con falsa disapprovazione.
“Io… Beh, mi so divertire anche io, Potter! Non sei solo tu l’unico ad avere l’esclusiva sul rompere le regole.” Sbottò la rossa.
“Bene, voi da chi scappate?” Si interessò Sirius.
“Oh, solo il vecchio lumacone, voi?” Rispose Star tranquilla come se stessero bevendo un the mentre Lily inceneriva James con lo sguardo e lui si passava una mano tra i capelli cosa degna di nota visto il poco spazio.
“Gazza.” Ghignò Sirius divertito. “Stavamo appunto scommettendo su cosa ci avrebbe fatto se ci avesse beccati.”
“Come fate a scommettere su una cosa che non saprete mai per certo?” Domandò Lily con aria di superiorità.
“E’ qui che sta il bello. Stavamo pensando se farci beccare per scoprirlo!” Spiegò James.
“Ah! Ma allora vi volete male!” Sbottò la rossa.
“Sentite, qui è piuttosto affollato, usciamo?” Propose Star. Tutti accettarono e dopo qualche manovra riuscirono a ritrovarsi nuovamente nel corridoio.
“Bene, allora noi andiamo.” Fece James con evidente fretta.
“Le ragazze aspettano?” Chiese Star con un mezzo sorriso sarcastico che invase anche il volto di Sirius.
“E che ragazze!” Confermò lui.
“Ognuno per la sua strada, Evans? Senza rancori?” Chiese James.
“Oh, si! Andate, le vostre gallinelle attendono!” Sbuffò la rossa irritata e il gruppetto si divise.
“Ecco, ecco perché li odio tanto!” Esplose Lily dopo alcuni minuti.
Star rise. “Io li adoro invece, spezzano il cuore a tutte quelle ragazze che un po’ se lo meritano, insomma, basta guardarle. E poi si divertono.”
“Tu approvi?”
“Che posso farci io? Sono maschi, è la loro pura natura, mi affido a Remus se cerco un ragazzo solido e di sani principi, quei due sono persi dalla nascita.” La mora rise ancora con una leggerezza tale da far sorridere anche al sua amica. Tornarono verso la torre di Grifondoro e Lily si stupì quando la Signora Grassa le lasciò passare senza arrabbiarsi e regalando un occhiolino a Star. Doveva essere abitudine per quei tre rientrare tardi ma come avessero fatto a convincere la donna nel ritratto a coprirli resta un mistero.
“Lily?” La chiamo Star una volta che si furono infilate nuovamente a letto la ragazza mugugnò piano. “Grazie, è stata una bella serata, e una bella notte.”
Lily Evans non aveva mai ricevuto un grazi più sincero di quello, per una volta si sentì certa di aver fatto la cosa giusta e per la prima volta da quando aveva violentemente litigato con Petunia le parve di aver in parte riacquistato la figura di una sorella a cui volere bene.
“Grazie a te Star, grazie di essere così.”  

***********

Ok! Sono stata un fulmine vero? Ditemi di si! Ci ho messo più tempo a cercare la canzone da far cantare e ballare a Star che a scrivere il capitolo! Evviva Lily sciolta!
Ciao ciao

 

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Capitolo 6
*** Lettere da Sirius - 1 ***


 22 – 12 – 73
Cara Star,
cosa è successo questa notte? Perché quando tu e Lily siete comparse sul nostro cammino e io ti ho vista vestita in quel modo con la maglia del mio pigiama e quei pantaloncini mi sono sentito orgoglioso del fatto che la maglia fosse mia? Come se mi facesse sul serio piacere che tu la indossi ancora, piacere al punto che non avevo più voglia di raggiungere quella ragazza al terzo piano. Prima la sera, quando ti sei messa tutti quei miei vestiti, mi sembravano più belli su di te e mi sentivo bene nel vedere che li apprezzavi.
L’estate passata insieme noi Malandrini? Vogliamo ricordare? Stupenda! Non mi sono mai sentito così libero e tu l’hai capito, come sempre e anche quella notte, quando io e James abbiamo infranto al promessa e ci siamo ubriacati. Perché sentire le tue mani su di me mi ha reso così sveglio? E ho provato vergogna come mai prima, non per il mio corpo ma per il mio stato. Non volevo che mi vedessi così, non volevo che credessi che non fossi nemmeno in grado di cambiarmi da solo! Era inaccettabile!
Questa notte però mi hai distratto, non riesco più a non pensarti e la ragazza con cui sono stato m i ha chiesto cosa mi turbasse. Tu. Tu mi turbavi e mi turbi tutt’ora. Perché voglio aiutarti con Dennis ma allo stesso tempo una parte di me crede che quel ragazzo abbia qualcosa che non va?
Stai attenta ti prego!
Sirius                                            

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Capitolo 7
*** La punizione ***


“Dicono che la festa di domani sarà grandiosa! Potremo ballare!”
“Si! Sono emozionatissima! Fortuna che la fanno prima che vada a casa per le vacanze!”
Un gruppetto di ragazzi e ragazze del primo anno passò accanto ai Malandrini parlottando con fare eccitato.
“Oh, ma dai!” Sbuffò James. “Persino i ragazzini andranno alla festa!”
“Tecnicamente anche voi ci verrete.” Scherzò Remus.
“Lo trovi divertente?” Ringhiò Sirius.
“Uhm… un po’ si.” Ridacchiò l’interessato.
“Maledetto.” Borbottò James poggiando il mento sulla mano e sospirando pesantemente.
“Lasciate stare il mio Rem!” Star arrivò in quel momento sedendosi leggera tra suo fratello e Remus e scompigliando affettuosamente i capelli a quest’ultimo. “Lui si divertirà perché è stato un bravo ragazzo! Potresti ballare con Marlene, ti piacerà!” Suggerì poi serena.
“Neanche se crollasse la Torre di Astronomia!” Esclamò il ragazzo scandalizzato.
“Uh! Siamo suscettibili, eh?” Lo prese in giro Sirius.
“Vedremo, Lunastorta, vedremo. A proposito, che avete fatto oggi tu e Dennis?” Domandò James a sua sorella. La ragazza sbuffò esasperata. “Nulla di che… per lo più abbiamo studiato e poi chiacchierato.”
“Per le mutande di Merlino, Ramoso! Lasciala stare!” Intervenne Sirius prima che James potesse porre qualche altra domanda.
“Forza, sarà meglio andare a letto. Domani sarà una lunga giornata.” Remus chiuse tutte le discussioni e si alzò per primo costringendo gli altri Malandrini a seguire il suo esempio.
 
…….
 
La prima ora del venerdì i ragazzi si fiondarono alla lezione di Babbanologia dal momento che la professoressa Murray aveva annunciato una sorpresa per quel giorno.
“Buon giorno, prof!” Salutò allegramente James entrando nella classe vuota seguito dagli altri Malandrini.
“Sono così felice di aver attirato la vostra attenzione, così potrò vantarmi con gli altri professori di aver visto voi quattro entrare per primi nella mia aula.” Scherzò la professoressa.
“si, si. Le daremo il permesso di raccontarlo in giro.” Cominciò Sirius.
“Ammesso che la sorpresa sia soddisfacente.” Concluse James.
“Vi piacerà ragazzi, vedrete.”
Gli studenti cominciarono ad arrivare e la Murray chiese il silenzio appena ci furono tutti.
“Come vedete oggi non ci sono ne banchi ne sedie, questo perché faremo un’attività particolare, lo so che è un programma avanzato, ma credo che sia piuttosto divertente.  Oggi proveremo a capire perché i Babbani amano così tanto il teatro a differenza di noi che conosciamo quest’arte ma non è così famosa. Da poco meno di un secolo i Babbani hanno cominciato a rimpiazzare il teatro con il cinema ma questo è veramente troppo avanzato, per ora concentriamoci sul teatro; sulla voglia che i Babbani hanno di fingersi qualcun altro, di immaginare altri mondi di cui non possono conoscere l’esistenza mentre noi abbiamo già tutto nella nostra realtà e non sentiamo affatto questo bisogno di finzione.”
James si sporse vero Star mormorandole nell’orecchio “Spettacolare!” lei sorrise.
“Allora, inizieremo con un po’ di scenette guidate e poi ci diletteremo con la famosa ‘improvvisazione’ per la quale, si dice, ci voglia un grande talento.” Continuò la professoressa.
Sirius si chinò su Star dal lato opposto di James sussurrando “Abbagliante!” la ragazza non resistette più e scoppiò a ridere e quel suono pareva una folata di aria estiva che si faceva spazio in quel freddo inverno.
“Vedo che qualcuno già di diverte. Vuoi iniziare tu?” La invitò la professoressa. Star la raggiunse entusiasta. “Perfetto, credi che riusciresti a fingere di essere innamorata, molto innamorata? Cerchiamo un ragazzo che ti aiuti… Black, vieni tu?”
Sirius si alzò in piedi in un frastuono di ovazioni e risatine.
“Stareste bene insieme!” Commentò un ragazzo di Corvonero.
“Beh, in effetti… la ragazza più bella e il ragazzo più affascinante della scuola!” Insistette la sua vicina.
“Ti piacerebbe, Black.” Scherzò Star.
“Piacerebbe a te, Potter.” Replicò Sirius.
“Va bene, va bene! Basta così!” Li bloccò la professoressa. “Fatemi una bella dichiarazione a vicenda visto che vi va di scherzare.”
Sirius si chinò immediatamente ai piedi della ragazza. “Ahi! Lo avete sentito anche voi questo dolore?” Esordì in tono tragicamente innamorato, da vero professionista. “Il mio cuore s’è spezzato da quando ho notato che il vostro sguardo elude il mio con insistenza. Forse il mio aspetto non vi gaudia e la mia compagnia non vi rallegra. Lo sentite ora? E’ ancora il mio cuore! E palpita esplodendo d’emozione solo per la vostra vicinanza, sentite! Toccate con mano il mio amore!” Il ragazzo prese una delle mani di Star poggiandosela sul petto, lei sobbalzò ritraendosi e voltandosi. “Oh, messere! La sconvenienza vostra mi imbarazza. Non state li prostrato, vi prego alzatevi. Non era mia intenzione spezzarvi il cuore, anzi!” La ragazza prese le mani di Sirius tra le sue fingendosi imbarazzata e indecisa con grande maestria. “Anzi… io necessito di svelarvi… desidero dirvi che i miei occhi si discostano dai vostri poiché ho il timore che se vi lasciassi scrutarvi dentro vi scorgereste tutti i sentimenti che il solo vedervi mi suscita… perché io v’am…” Il ragazzo le passò rapido un braccio attorno alla vita e la fece chinare leggermente all’indietro stringendola a sé. “Io vi amo, Milady, ed era mia dovere dirvelo prima che voi poteste farlo. Oh, non sapete quanto vi amo, siete così unica!” Sirius le sfiorò una guancia con un bacio e poi la lasciò andare. I due ragazzi ritornarono ad essere loro stessi e si ritrovarono davanti ad una classe ammutolita che piano piano si lasciò ad un grande e lungo applauso.
“Io ho insegnato loro tutto quello che sanno!” Esclamò James pieno d’orgoglio.
“Allora, sarai il prossimo, forza.” Lo incitò la professoressa. James accettò di buon grado e si fece subito avanti. “E magari Davison puoi aiutarlo?” La ragazza che aveva parlato in proposito a Star e Sirius si alzò in piedi. “Da voi voglio una scena divertente, qualcosa come un litigio tra fratello e sorella sotto gli occhi di un papà esasperato... vediamo, Collins?” Un altro Corvonero si avvicinò a loro sorridente.
“Le piace.” Mormorò Star a Sirius il quale annuì.
“Chi?” Domandò sottovoce Remus mentre i tre protagonisti iniziavano ad inscenare la loro commedia.
“A Sam Collins piace la ragazza… Katrin mi pare.” Spiegò la Malandrina.
“Già. Purtroppo la cara Katrin è decisamente interessata a James.” Replicò Sirius osservando la scena con un sorriso divertito in volto.
“Sei, orribile, Felpato!” Si scandalizzò Star con un tono di voce bassissimo. “Devo impedire che quell’idiota di mio fratello ceda a Katrin, lei deve capire il ragazzo d’oro che è Sam!”
“Star, non puoi fare cupido.” Cercò di farla ragionare Remus.
“Oh, ma io non voglio fare Cupido… pensavo piuttosto a qualcosa di più potente, tipo Afrodite in persona.” Ribatté la ragazza.
“Si, ti si addice. Dunque, dea dell’amore, che vuoi fare?” chiese Sirius scherzoso.
“Io farei attenzione se fossi in te.” Lo avvertì Remus mentre la loro amica fissava Sam pensando intensamente.
“E perché mai?” Fece Sirius sicuro di sé come sempre.
“Felpato, tu mi aiuterai.” Decretò infine Star.
“Ecco perché.” Concluse Remus tra l’esasperato e il divertito.
La lezione finì dopo solo altre tre scenette una delle quali veramente tragica.  I Malandrini si recarono a pozioni ancora con il sorriso sulle labbra, che si congelò non appena tutti furono seduti.
“Dividetevi in coppie, compito pratico a sorpresa!” Annunciò il professor Lumacorno come se stesse offrendo loro una grossa fetta di torta al cioccolato e la cosa peggiore è che per alcuni Serpeverde pareva veramente così. Ad esempio per Severus che si mise subito in coppia con Lily e cominciarono ad aprire i libri cercando una pozione di livello avanzato da fare per sorprendere il professore.
Star si avvicinò a Sirius mentre Remus cercava di convincere James a collaborare ad una semplice pozione giusto per non prendere un voto negativo.
“Dunque, dici che questa va bene?” Sirius le indicò una pozione basilare.
“Stai imparando, Fel, si possiamo farcela.” Lo incoraggiò lei sorridendo.
“Oh, finiscila! Possiamo? Io posso. Tu non dovresti nemmeno guardare il libro per una cosa del genere.” Sbottò il ragazzo.
Star si rabbuiò. “Sei ingiusto.”
“Scusami. E’ che potresti fare a meno di fingere con noi.” Replicò Sirius.
“E cosa dovrei dire? ‘Si, con questa potresti riuscirci, stupido umano dal cervello minuscolo’?” Ribatté la ragazza.
Lui sorrise piano. “In effetti.”
Cominciarono a seguire passo passo il libro in silenzio come il resto della classe, Lumacorno faceva qualche giro ogni tanto spiando curioso nei calderoni.
“Sembriamo carcerati!” Esordì Sirius silenziosamente.
Star si guardò attorno. “Già, c’è un po’ l’aria da galera qui dentro.”
Il ragazzo lasciò che sul suo volto si dipingesse il suo solito sorriso sghembo e furbo. “Galera, esatto!” Poi iniziò piano a canticchiare una melodia movimentata estremamente familiare.
“Sirius, sei un fottuto genio!” Esclamò la ragazza sempre a bassa voce.
“La conosci?” Si stupì lui.
“Ovvio!”
Sirius ghignò ancora e saltò in piedi cantando pieno di energia. 
“The warden threw a party in the county jail.
The prison band was there and they began to wail.”
Poi porse una mano a Star che la afferrò sicura e lui la tirò verso di sé facendola girare.
“The band was jumpin' and the joint began to swing.
You should've heard those knocked out jailbirds sing.”
Infine cominciarono a danzare e cantare scatenati, coinvolgendo subito James e altri che ballò con Ann.
“Let's rock, everybody, let's rock.
Everybody in the whole cell block
Was dancin' to the Jailhouse Rock.”
“Ragazzi! Calmatevi!” Gridò Lumacorno cercando di riportare l’ordine ma ormai persino Remus si era lasciato trascinare dalla frenesia cominciando a ballare, al che anche Jane e le altre ragazze si unirono a loro. Star prese per mano Lily e le due danzarono come quella notte in cui non avevano avuto nessun pensiero.
 “Spider Murphy played the tenor saxophone,
Little Joe was blowin' on the slide trombone.
The drummer boy from Illinois went crash, boom, bang,
The whole rhythm section was the Purple Gang.
Let's rock, everybody, let's rock.
Everybody in the whole cell block
Was dancin' to the Jailhouse Rock.”
 Il professore non riusciva a fare nulla e persino i Serpeverde si erano unti a quel ballo sfrenato, tutti cantavano allegri, l’unico seduto al suo posto era Severus che osservava Lily e Star ballare accanto agli altri Malandrini con un’aria tutt’altro che amichevole.
“Number forty-seven said to number three:
“You're the cutest jailbird I ever did see.
I sure would be delighted with your company,
Come on and do the Jailhouse Rock with me.”
Let's rock, everybody, let's rock.
Everybody in the whole cell block
Was dancin' to the Jailhouse Rock.”
 Non c’era modo di fermali, i ragazzi facevano saltare le ragazze, c’erano passi assurdi e acrobazie supreme, Lumacorno richiedeva il silenzio cercando di oltrepassare il suono del canto dei ragazzi. Star lanciò Lily con una giravolta dritta tra le braccia di James, la rossa si distanziò scettica ma continuò a ballare vicino a lui, Sirius e Remus. La mora afferrò il professore trascinandolo nelle danze e fu un’impresa epica che rimase impressa nella memoria di tutti per molto tempo. La possente mole di Lumacorno che si scatenava in una specie di ballo tribale era uno spettacolo sconvolgente.
“The sad Sack was a sittin' on a block of stone
Way over in the corner weepin' all alone.
The warden said, "Hey, buddy, don't you be no square.
If you can't find a partner use a wooden chair."
Let's rock, everybody, let's rock. 
Everybody in the whole cell block
Was dancin' to the Jailhouse Rock.”
 James tentò di avvicinarsi a Severus ma un suo sguardo di fuoco bastò a far deviare Potter verso una ragazza Serpeverde.
“Shifty Henry said to Bugs, "For Heaven's sake,
No one's lookin', now's our chance to make a break."
Bugsy turned to Shifty and he said, "Nix nix,
I wanna stick around a while and get my kicks."
Let's rock, everybody, let's rock.
Everybody in the whole cell block
Was dancin' to the Jailhouse Rock.”
La campanella suonò esattamente dopo la seconda volta in cui i ragazzi stavano ripetendo l’ultimo ritornello così a ritmo uscirono tutti in gran fretta lasciando Lumacorno con gli occhi chiusi a muoversi cantando a squarciagola. Una volta in corridoio insieme a tutto il resto della scuola la classe smise di cantare e si divise nella folla che procedeva verso il pranzo in Sala Grande.
“Sirius sei stato geniale!” Si complimentò ancora Star abbracciando l’amico.
“Beh, che ti aspettavi da uno come me?” Scherzò il ragazzo.
“Perché voi dovete sempre superare il limite? Se faceste semplicemente scherzi di questo genere non sarebbe tanto meglio?” Consigliò Remus.
“Questo era uno scherzo?” Fece James strabiliato. “Allora non ti abbiamo proprio insegnato nulla Lunastorta!” I ragazzi si sedettero a tavola.
“Oh, mi avete insegnato molto, invece. Ad esempio che ora dovrete mangiare in un lampo perché la professoressa McGranitt reclama la vostra presenza.” Replicò Remus soddisfatto.
“Vi prego di seguirmi.” La professoressa arrivò da loro in un lampo con il suo solito cipiglio severo.
“Ma sta scherzando?!” Urlò Star. “Io devo mangiare! Mi guardi! Sto scomparendo!”
“Credo che dovrà mangiare più tardi, gli elfi giù alle cucine hanno bisogno d’aiuto per il buffet.” Insistette Minerva.
“Baggianate! Gli elfi non necessitano d’aiuto!” Sbottò la ragazza.
“Vuole dirmi che crede che gli elfi debbano essere trattati da inferiori, da schiavi?” Constatò furbescamente la professoressa.
“NO! Io… argh! Per questa volta vince lei!” Sibilò lei fra i denti afferrando un grosso pezzo di pane e aprendolo a metà ficcandoci poi dentro mezzo roast beef, salsa a non finire, formaggio a caso e un pezzo di dolce appena comparso sulla tavola.
“Sul serio?” Fece Sirius stupito.
“Che c’è?” Lo aggredì Star. “In questo momento potrei anche mangiare te!”
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa e i tre seguirono la professoressa senza opporsi oltre. Lungo il tragitto si udiva solo il rumore delle mascella di Star al lavoro. Era incredibile quanto, anche divorando un panino di quel genere con quella voracità, la ragazza potesse essere comunque aggraziata e bella.
Giunti alle cucine Minerva li lasciò con qualche breve indicazione e i ragazzi si misero subito al lavoro, ormai conoscevano quei mobili come le loro tasche e gli elfi non cercavano quasi più di svolgere i lavori al posto loro.
Dopo un tempo imprecisato una ragazzina bionda mai vista prima aprì la porta di colpo entrando nella cucina come un uragano e sbraitando contro qualcuno che rimase in corridoio.
“…CHE NON E’ COLPA MIA SE TU HAI SCELTO DEGLI INCOPETENTI!” Concluse sbattendo il quadro che nascondeva le cucine, si voltò verso i Malandrini che la fissavano straniti. “Chi siete voi?!” Li aggredì.
“Sirius Black.” Si presentò immediatamente il ragazzo facendo comparire il suo mezzo sorriso migliore.
“E James Potter.” Fece a sua volta l’altro Malandrino passandosi la mano tra i capelli.
“Star Potter e siccome so, a differenza di questi due, che i nostri nomi non ti dicono nulla preciserò: siamo studenti della scuola in punizione. Tu, ora, chi sei?” Si fece avanti la ragazza.
La bionda parve calmarsi un po’. “Studenti della scuola in punizione? Oh, siete voi allora. Sapete che lavorerete per me? Sono Becky Moore la maitresse di questa sera.”
“Mia madre vi attende al piano superiore.” Replicò automaticamente Sirius con gli occhi vuoti e un tono spento, Star e James si voltarono di scatto verso di lui squadrandolo. Il ragazzo si riprese come da un brutto sogno. “Volevo dire… siamo fortunati, no?”
Becky sorrise amaramente. “No, non credo proprio. Sono piuttosto severa. Cominciamo. Chi di voi ha una qualche esperienza di servizio in sala da galà?”
Sirius alzò la mano e dalla sua espressione pareva avesse appena ingoiato della pozione Polisucco al gusto di troll.
“Bene. Uno su tre, meglio di niente. Facciamo una lezione accelerata e speriamo in bene. Se farete esattamente quello che dirò io andrà tutto al meglio.” Incominciò Becky. “Dunque i piatti si portano al tavolo posandoli dalla destra del cliente e si raccolgono da sinistra. Un coperto consiste in tutta la posateria che il cliente utilizzerà nel corso della cena, bicchieri inclusi. Se dovete servire all’inglese il vassoio va sull’avambraccio sinistro e le clips vanno tenute con la destra anche se siete mancini e si serve dalla sinistra. Mai mettere le dita oltre il bordo del piatto mai toccare con le mani i tovaglioli dei clienti o la sommità delle loro posate e tanto meno il bordo dei bicchieri. Servire il vino è un’arte: l’etichetta va sempre mostrata al cliente e non si poggia il collo della bottiglia sul bicchiere, mezzo giro alzando la bottiglia quando si finisce di versare, la quantità deve essere la stessa su tutti i bicchieri: circa un terzo pieno. Quando si è in servizio non ci si tocca ne il viso ne i capelli ne altre parti del corpo. Non starnutite, non tossite, portate i piatti uno alla volta se non siete sicuri di riuscire a trasportarne di più. Siate veloci senza correre, vedere i camerieri correre mette in agitazione i clienti. Non camminate a passo pesante, siate sempre gentili e sorridenti anche se servite a chi odiate e loro sfrutteranno la vostra posizione per essere il più odiosi e subdoli possibile. Non lasciatevi prendere dalle emozioni, siate cordiali e accoglienti con tutti. Posate tutto in modo aggraziato, se sentite che qualcosa vi sta per scivolare poggiatevi sulle panadore. Evitate di fissare le persone, non indicate nessuno, non parlate male di nessuno. Intrattenete gli ospiti, offrite loro le informazioni che desiderano. Penso sia tutto, iniziamo ad esercitarci. Tutto chiaro?”
James alzò la mano confuso. “Ho un po’ di nausea, è normale?”
Becky sorrise ancora, ma questa volta con più gentilezza. “Abbiamo appena cominciato.”
La signorina Moore, come voleva essere chiamata, non li risparmiò; i tre ragazzi si ritrovarono a destreggiarsi nel servizio di ogni portata possibile immaginabile, passarono dalle minestre ai piatti piani  in meno di un secondo. Becky insegnò loro a portare più piatti contemporaneamente, a servire le bevande a rispondere in modo cortese, ad indicare le cose con grazia senza puntare il dito, a comportarsi da perfetti camerieri di alto livello. Sirius si muoveva con un eleganza inconsapevole e pareva conoscere ogni servizio, ogni movimento, ogni risposta adeguata come se si fosse studiato “Il Manuale del Bon Ton per camerieri”. Star imparò in fretta, troppo in fretta per una ragazza qualunque, con la sua solita grazia e un sorriso di cortesia talmente splendido fingeva di servire clienti immaginari in modo così delizioso che pareva quasi di vedere persone reali sedute ai tavoli in attesa della sua attenzione. James fece del suo meglio, e non se la cavò male, solo che spesso dimenticava piccoli dettagli, confondeva i servizi e faticava a ricordare tutti quei nuovi nomi, gli era difficile al punto di dimenticarsi dell’espressione facciale per concentrarsi sui gesti. Becky fu più cortese con lui che con gli altri due, come se la fatica di James fosse stata la sua una volta, eppure sembra solo una ragazzina del sesto anno, quanti anni di servizi in sale importanti poteva avere alle spalle?
“Basta così.” Annunciò la signorina Moore ad un tratto. “Rimettete tutto a posto e indossate le divise. Voi due ragazzi vi cambierete qui. Tu vieni con me.” Star la seguì perplessa fino ad uno stanzino.
“Sei stata fin troppo brava, sicura di non aver mai lavorato in sala?” Chiese Becky all’improvviso dopo aver mostrato a Star la sua divisa ed essersi seduta su un secchio rovesciato.
“No, non ho mai lavorato in sala. Ma sono sempre stata piuttosto veloce ad imparare qualsiasi cosa. Questa tipologia di lavoro, poi, mi piace particolarmente.”  Replicò Star evasiva.
“Senti. Non sono mai andata a scuola, ho sempre lavorato nelle sale dei ristoranti e la gavetta non è mai facile, per una donna ancora meno per una ragazzina è pressoché impossibile. So capire bene le persone e mi sono formata da sola. Ci ho messo impegno, ho faticato, quindi ora sono qui dove sono e me lo merito. Non puoi dirmi che in meno di tre ore hai acquisito tutte le tecniche di sala più la grazia e l’empatia necessaria solo perché sei rapida ad imparare. Non è possibile!” Sbraitò la bionda accalorandosi.
“Becky, hai mai avuto un sogno oltre l’essere una maitresse?” Domandò calma la mora.
“Si, una volta danzavo. Piuttosto bene. Nei cabaret. Mi sarebbe piaciuto farne una professione, ma ho preferito avere il rispetto che ho ottenuto grazie a questo lavoro. E’ quello che voglio fare.” Rispose Becky con tono contenuto.
“Il mio più grande sogno ora è non essere così odiosamente perfetta. Avessi capito prima cosa in realtà sono mi sarei uccisa, ma l’ho scoperto quando ho trovato mio fratello e i miei amici ed era troppo tardi. Ora ho troppo da perdere, ora amo la mia vita per quanto sia detestabile essere me.” Spiegò Star lasciando la signorina Moore di stucco. “Mi aiuteresti con questo grembiule?”
 
………...
 
Poco dopo i tre Malandrini si ritrovarono nelle cucine. James e Sirius erano vestiti con camicia bianca e pantaloni, giacca e papillon neri. In più avevano ancora stretti in mano dei guanti bianchi da servizio.
Star rise appena entrata facendo voltare i due ragazzi verso di sé. “Siete molto eleganti.”
“Tu sembri più grande… e comunque pari più una governante che una cameriera.” Commentò James.
Sirius piegò la testa di alto squadrando il classico abito nero e bianco dal ginocchio e con la gonna a sbuffo che la ragazza indossava. “In effetti ti manca il piumino.”
“Le governanti non sono altro che cameriere di alto livello.” Becky entrò con la stessa divisa. “La sala è quasi pronta. Muovetevi. Si comincia.” Uscì poi di gran carriera chiamata da altre voci all’esterno.
Star sorrise e aiutò i suoi amici a infilarsi i guanti mentre lei ne indossava già un paio con il bordo in pizzo.
“Perché questi odiosi cosi devono dare così tanto fastidio?” Borbottò James continuando a lisciarseli nervosamente.
“Perché sono stupidi, ecco perché.” Replicò Sirius mordicchiandosene uno infastidito.
“Suvvia, ce lo siamo meritati.” Sospirò Star. “Immaginate la faccia soddisfatta di Remus! Si divertirà tantissimo questa sera!”
“E’ un tentativo di tirarci su di morale?” Domandò James abbattuto.
“Si! E’ un lato positivo! Infondo uno dei nostri scopi nella vita è far divertire Remus, giusto?” Ribatté lei tutta pimpante avviandosi verso la Sala Grande dove un’altra decina di camerieri e due cameriere in divisa si affaccendavano attorno a piccoli tavoli rotondi posti ai lati della sala lasciando un grande spiazzo rettangolare al centro. Su un palco infondo una stravagante band di stravaganti personaggi accordava stravaganti strumenti.
“Ma che diamine…?” Fece Sirius sorpreso fissando una strega con un merluzzo in mano battere il tempo e scaldare la voce. “Speravo che almeno la musica fosse decente!”
“Eh, non c’è più il rock dei Babbani da quando le feste non le organizziamo più noi.” Mormorò James con fare melodrammatico.
“Voi tre! Ce ne avete messo di tempo! Forza muoversi! Ci sono i coperti da preparare e assicuratevi che sia tutto pronto per il servizio!” Li sgridò la signorina Moore battendo le mani con fare autoritario. I Malandrini scattarono come se avessero avuto il fuoco sotto i piedi e in men che non si dica presero il ritmo dei loro “colleghi per una notte” e cominciarono a portare piatti, posate, bicchieri e tovaglioli.
“Va bene! Tutti qui per favore!” Dopo un tempo indecifrato Becky li richiamò all’ordine. “stiamo per cominciare. Gli Chef de Rang oggi sono cinque: Loui, Carin, Ted, Daina e Vincent…” La ragazza indicò ciascuno dei camerieri nominati, tutti più grandi di lei di più di qualche anno, e in particolare si lasciò sfuggire una smorfia impercettibile sull’ultimo nome. “Voi altri farete riferimento a loro e loro faranno riferimento a me. Tutto come sempre. Sapete quali sono i vostri ranghi. L’aperitivo si servirà mano a mano che i clienti arriveranno restando in piedi. Li farete accomodare solo quando il preside ci segnalerà che sono tutti. Le portate compariranno nella saletta adiacente al palco. Buon Lavoro.” Tutti si allontanarono in ordine tranne i tre ragazzi. “Oh, giusto. Non vi ho detto chi dovete seguire… Sirius vai con Carin, James segui Luoi e Star…” Becky si fermò per un secondo.
“Con Vincent. Giusto?” Completò la mora.
La bionda annuì risoluta. “Afferrate un vassoio. Cominciano le danze!”
Le porte della sala si aprirono nell’istante in cui i Malandrini seguivano i loro rispettivi Chef fuori dallo stanzino tutti armati di vassoi Remus era tra i primi e li individuò subito sorridendo soddisfatto esattamente come Star aveva previsto. I tre cercarono di andargli incontro rispondendo alle domande degli altri studenti e incassando le battutine con estrema classe ma Severus si piazzò proprio tra James e Sirius servendosi dal vassoio del secondo e incominciando a porre domande al primo.
“Quindi, cameriere, mi consigli il tonno o il roast beef? Ammesso che nella tua scarsa intelligenza tu conosca la differenza.”
James lo fissò con tranquillità. “Se le piace molto il pesce credo che il tonno faccia a caso suo ma se non ne è un amante le consiglierei caldamente di optare per il classico roast beef.”
Severus spalancò gli occhi strabiliato ma non si diede per vinto. “Questa roba fa schifo!” Protestò lanciando una tartina mezza mangiucchiata addosso a Sirius il quale si pulì elegantemente con un tovagliolo di servizio e poi alzò lo sguardo calmo. “Riferirò elle cucine.”
Piton stava per andare in escandescenza, tentò un ultimo colpo, voltandosi di scatto fece saltare via di mano il vassoio di James che cadde a terra rumorosamente attirando Becky. “Che succede qui?”
“Questo idiota ha fatto cadere il cibo. Spero che gli direte qualcosa.” Sbottò Severus.
La signorina Moore fissò James che piano raccoglieva le tartine. “Ha ragione il signore, gli sono finito contro. E’ stata colpa mia.” Testimoniò James, Piton sbuffò, girò sui tacchi e svanì tra gli altri Serpeverde.
“Tutto a posto?” Si assicurò Becky.
Sirius le sorrise. “Niente che non sappiamo gestire, grazie a te.”
Mentre James si rialzava scorse due occhi verdi fissarlo straniti. Lily aveva visto e sentito ogni cosa e non riusciva a crederci. Potter si alzò alla svelta e fece per passarsi una mano tra i capelli ma qualcosa gli bloccò il polso. “Non ci si tocca i capelli in servizio!” Lo sgridò Star severa.
“Chiedo venia capo!” Sbuffò James pianissimo, poi si ricompose e sul suo viso apparve un sorriso cordiale di prima classe. Remus si avvicinò a loro seguito da Peter, Al e Fill. “Ecco ragazzi cosa succede ad andare sempre oltre il limite.” Spiegò Remus agli altri indicandoli come un maestro avrebbe potuto fare con degli scimpanzé in gabbia.
“Ve la state spassando, eh?” Chiese Fill.
“Nulla di che, ho vissuto di peggio, e poi il capo è uno schianto!” Commentò in risposta Sirius abbandonando un po’ quella postura perfetta che aveva assunto da quando avevano iniziato a lavorare. Dal fondo della sala Victor fece un cenno a Star. “Devo andare, ci vediamo più tardi.” La ragazza scattò verso il suo capo senza però accennare ad una corsa. “Come posso esserti utile?” Domandò cordialmente.
“Stiamo per far sedere gli ospiti, posa il vassoio e inizia a prepararti per il servizio all’italiana degli antipasti.” Le ordinò il ragazzo con semplicità.
“Perfetto.” Star eseguì con obbedienza e grazia e la cena cominciò. Gli studenti furono molto sorpresi di essere serviti dai Malandrini in persona, alcuni si lamentarono cercando di metterli nei guai, altri li lodarono come sempre, altri ancora scherzarono con affetto sulla loro posizione. Il tempo volò su e giù per i tavoli senza smettere mai di portare piatti, riempire bicchieri, cambiare posate e rispondere alle domande. Tutto era accompagnato dall’assurdo sottofondo della musica che produceva la band sul palco, anche se a basso volume era decisamente strana.
 Improvvisamente fu quasi ora del dolce. I tre ragazzi si ritrovarono soli nello stanzino per la prima volta.
“Wow!” Commentò James distrutto appoggiandosi ad un tavolo, i suoi guanti erano sporchi e lui se li cambiò per l’ennesima volta. “Odio questi cosi!”
“Dai, è quasi finito!” Cercò di rincuorarlo Sirius senza smettere di rimanere ritto in piedi con una perfetta postura.
“Sei stato bravissimo James! Il mio dolce Jame! Fratellino fratellino!” Si complimentò Star scherzando appena e facendo a suo fratello qualche buffetto.
“Ha ha.” Replicò debolmente il ragazzo.
“Sei senza forze?! E pensare che io e Star avevamo pianificato una certa cosetta…” Rivelò Sirius fingendo innocenza.
“Cosa?!” Chiese James recuperando immediatamente tutte le sue energie.
Sirius e Star si scambiarono uno sguardo d’intesa.
 
…………...
 
Il dolce venne servito con estrema scioltezza, ormai tutti sentivano il peso dello stress sollevarsi, per i camerieri il lavoro era ormai finito. Tutti gli studenti nei loro abiti eleganti si preparavano per il momento delle danze. I ragazzi osservavano in giro per trovare qualche ragazza da invitare e le ragazze si ritoccavano il trucco e si sistemavano nervosamente i capelli in attesa di essere notate.
Una volta che i piatti furono portati via l’intera sala si oscurò. Si sentì provenire dal palco un lieve trambusto e qualche voce mormorare qualcosa in tono coinciso ed emozionato.  Le luci sul palco si accesero di colpo e partì la musica ma al posto di tutti quegli strani strumenti c’erano i classici strumenti da rock band Babbana e più importante di ogni altra cosa sul palco c’era un solo componente della strana band magica che aveva suonato per tutta la sera e stava suonando una batteria babbana mentre alla chitarra uno scatenato Sirius si divertiva come mai in vita sua, Star suonava il contrabbasso come se non avesse fatto altro per tutta la vita e James con i capelli sistemati in due secondi alla Elvis Presley cantava esattamente come il mito che voleva impersonare.
“You ain't nothin but a hound dog
Cryin all the time.
You ain't nothin but a hound dog
Cryin all the time.
Well, you aint never caught a rabbit 
And you ain't no friend of mine.”
Tutti anche se parecchio presi di sorpresa si alzarono felici a ballare come quel giorno in classe e di nuovo tutti si esibirono in mille acrobazie.
 “When they said you was high classed,
Well, that was just a lie.
When they said you was high classed,
Well, that was just a lie.
You ain't never caught a rabbit
And you ain't no friend of mine.”
Mentre la sala esplodeva in applausi la professoressa McGranitt e il professor Lumacorno si avvicinarono a Silente e a Vitious.
“Quei ragazzi non erano in punizione?”  Indagò Filius.
“Lo erano” Sospirò Minerva.
“Evidentemente non è stato abbastanza.” Notò Horace quasi divertito.
“Per me invece sono ancora in punizione.” Cominciò il preside. “Dovevano servire al galà giusto? E lo hanno fatto. E ora invece di divertirsi e ballare come avrebbero potuto fare stanno suonando per gli altri, quindi tecnicamente stanno lavorando. Una tale perseveranza andrebbe premiata.” La professoressa lo incenerì con lo sguardo. “Ma dato che se lo sono meritati va bene così.” Concluse Silente battendo allegramente il piede a terra a ritmo di una nuova melodia che i ragazzi stavano cominciando. Questa volta Star suonava un basso elettrico, Sirius era la voce e la chitarra ritmica mentre James si sfogava alla prima chitarra. Fin da subito il pezzo fu molto apprezzato dagli studenti ma molto meno dai professori.
“Baby, baby, I've been so sad since you've been gone
Way back to New York City
Where you do belong
Honey, I missed your two tongue kisses
Legs wrapped around me tight
If I ever get back to Fun City, girl
I'm gonna make you scream all night

Honey, honey, call me on the telephone
I know you're movin' out to Hollywood
With your can of tasty foam
All those beat up friends of mine
Got to get you in their books
And lead guitars and movie stars
Get their toes beneath your hook

Yeah! You're a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star
Yeah, a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star
A star fucker, star fucker, star fucker, star fucker star”
Nessuno tra gli studenti riusciva a fermarsi, nessuno smetteva di ballare, cantare o gridare e per i professori era impossibile riportare l’ordine, ogni singolo tentativo andava a vuoto così decisero di sedersi a lasciare perdere.


“Yeah! You're a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star
Yeah, a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star
A star fucker, star fucker, star fucker, star fucker star”
Finalmente i professori poterono tirare un sospiro di sollievo ma subito i Malandrini ricominciarono a suonare e questa volta cantò anche Star.
“Can you make it to the island
Rock and roll island in the middle of the time seas...                                                                                            back thru time in firesign magnetics flow all around me... sonar laser quasar pulsar
Bombarded with argon...                                                                                                                                              open your hands and build a park clear your mind and touch the dark we go down down down
back home walkin in the park flashin in the dark no care for the narcs you know
We're home free... and if you make it to the island rock and roll island
All you got to know is that you are the rules...                                                                                                                            do it in the sunshine it really is magic you'll never get this high if you try California rock and
Roll thunder gonna bring you up from down under we go down down
Down gonna/get back home


Never get so high when you try I never been this high when I try I never
Been so high but I try I never get this high when I try y'know when I try
Can you feel us coming... and going and coming can you feel us singing
Electric in your body...
Can you make it to the island north winds rollin' behind you can you make it to the island


Look around you tell me what you see see the people look at you look at
Me we are alive and we see that what we are and what we will be will not
Explode until the twenty ninth century
We have only begun to grow you know only begun to grow just begun to
Grow and go you grow we are seedlings of the sun we go down down
Down down down back home...”
I ragazzi scesero ridendo dal palco lasciando spazio alla band stravagante che avrebbe dovuto suonare fin dall’inizio e che non era poi così male ma loro erano di sicuro meglio. I loro compagni si calmarono un po’ e cominciarono a ballare un po’ meno agitati. Becky li bloccò prima che potessero arrivare a Remus, Peter, Fill e Al. “Dunque voi suonate, anche.” Constatò.
“Noi abbiamo imparato da nostro padre.” Raccontò James.
“Adora la musica Babbana.” Completò Star.
“Io ho imparato da mio zio e anche da alcuni tizi a Woodstock.” Commentò Sirius come se niente fosse.
“Siete stati fantastici! Sicuri di avere solo quattordici anni? Sono pochissimi!” Si complimentò infine la signorina Moore.
“Dici sul serio?” Fece Star con falsa aria di superiorità. “Però non mi sembra che tu ne abbiamo molti in più, vero cara la mia sedicenne in carriera?”
Becky le lanciò uno sguardo che diceva chiaramente: “Come diamine fai a saperlo?” ma Star si voltò casualmente da un’altra parte e Sirius ne approfittò. “Hai solo sedici anni sul serio? Wow, e poi dici a noi che siamo spettacolari!  Tu gestisci praticamente una compagnia di uomini e donne al tuo servizio!”
“Si, bhe, nel mio lavoro però non ci si diverte spesso.” Mormorò lei fissando in basso sconsolata.
“Allora lascia che ti invita al prossimo ballo. Vedrai non te ne pentirai!” Sirius mise in moto tutto il suo fascino inconsapevolmente, sporgendosi in avanti e sfiorando la guancia della bionda, e Becky accettò, nessuna ragazza avrebbe potuto rifiutare, così i due si allontanarono sulla pista.
“Tu!” Star puntò un dito contro suo fratello. “Trovati una ragazza che non sia Katrin e balla!” Gli ordinò.
“Katrin chi?” Le chiese suo fratello togliendosi definitivamente il papillon che aveva già allentanto per riuscire a cantare meglio.
“Quella con cui hai recitato questa mattina!” Si scaldò la ragazza.
“Oh, giusto. Ok. Lily Evans va bene, per te?” Fece poi passandosi una mano tra i capelli.
“Non riuscirai mai ad invitare Lily, ma va bene provaci se vuoi. Aspetta un secondo…” Star si avvicinò a lui e gli tolse la giacca nera trasformò il colore del panciotto da crema a nero solo sfiorandolo, gli aprì qualche bottone della camicia, arrotolò leggermente le mani del ragazzo fino agli avambracci e infine con uno schiocco di dita rese i suoi pantaloni un po’ più sportivi. “Sei sublime, vai!”
“Sublime?” Fece James con uno sbuffo per coprire un mezzo riso.
“Si, lo dicono sempre Mary e le altre.” Spiegò lei con un’alzata di spalle.
“Va bene sorellina, vado!” Il ragazzo le lasciò un bacio in fronte e poi scomparve.
“Fese uno: completata.” Borbottò Star tra sé e sé. Remus le si avvicinò da solo in quel moemnto.
“Ciao, sapevo che avreste fatto qualcosa del genere.”
“Ciao Rem, dove sono gli altri?”
“Se con ‘gli altri’ intendi Fill e Al sono a ballare, se intendi Peter è fuggito in dormitorio quando ha visto James e Sirius ballare con delle ragazze e, beh, se intendi James e Sirius sono a ballare, con delle ragazze una delle due, invece, non era il vostro capo fino a poco tempo fa?” Rispose il ragazzo con estrema precisione.
“Hem, si. Ok dovrò distrarre Sirius, mi dispiace per Becky ma ci vorrà solo un attimo.” Con uno svolazzo nero e bagliori dorati Star si sciolse i capelli e appena il campo visivo di Remus si allargò di nuovo all’intera figura della ragazza in fronte a sé essa aveva cambiato d’abito. Ora indossava dei pantaloni stretti e neri, una camicia bianca arrotolata sulle maniche coperta in parte da un panciotto aderente e nero, le decolté nere erano rimaste invariate o forse si erano alzate di qualche centimetro? Fatto stava che il risultato era una donna decisamente bella.
“Per Merlino ma come diamine fai?” Sbottò Remus distogliendo lo sguardo. Lei rise e gli stampò un bacio sulla guancia. “Non lo so, ma mi piace questo stile.” Pochi millesimi di secondo dopo era sparita tra la gente.
“Sirius devi venire con me, ora.” Sussurrò all’orecchio del suo amico che stava conversando con Becky appoggiato ad una parete. “Te lo riporto tra pochissimi minuti, giuro!” Si scusò poi con la bionda.
Black sorrise a Becky e poi seguì in fretta Star. “Che succede?”
“Katrin e Sam.” Disse lei semplicemente scrutando tra gli studenti.
“Oh, Bolide!” Sbottò Sirius alzando gli occhi al cielo.
“Allora, questo è il piano: trova Sam e io mi occupo di Katrin e poi….”
 
………
 
“Katrin! Come va!” Esordì Star appena avvistò la ragazza parlare con una sua amica di Corvonero in un angolo della sala. L’altra Corvonero le lasciò in pace e appena Star si avvicinò a Katrin notò che nel suo campo visivo c’era James che ballava con una ragazza bellissima e più grande.
“So cosa provi per mio fratello.” Cominciò Star. Katrin si voltò di scatto verso di lei. “Lo so, ti ho vista, so riconoscere quello sguardo, ma non è una buona idea, mio fratello ti userebbe per divertirsi e basta, fidati.”
“Perché mi dici questo?” Si offese Katrin.
“Perché è vero! Conosco mio fratello, non gli interesserebbe spezzarti il cuore o meno e non voglio che tu perda tempo con lui anche perché so che non ti piace sul serio. Lo ammiri, è bello, geniale, spiritoso, certo… ma non ti piace veramente, non lo ameresti mai.” Continuò Star con sempre più foga.
La Corvonero la fissò. “Ma… come…?”
“Seguimi.” Le ordinò semplicemente la Grifondoro prendendola per mano e trascinandola via. “Dovresti trovare qualcun altro con cui divertiti questa sera, sul serio! Il mare è pieno di pesci! Non se nemmeno cosa voglia dire ma lo dice Alice quindi ci fidiamo, ok?” Star le fece un occhiolino veramente grazioso, in quel momento andarono a finire contro due ragazzi che si stavano spostando con sicurezza nella direzione opposta.
“Ahi!” Esclamarono Sam e Katrin sorpresi.
“Hei, Sirius! Balli con me?” Chiese Star tutto d’un fiato mollando Katrin e afferrando il suo amico. “Comunque sul serio, dovresti ballare con qualcuno, ti divertirai!” Furono le ultime parole della mora prima di scomparire con Sirius.
“Allora che gli hai detto? Di che hai deciso di parlare?” Lo aggredì subito.
Black sospirò cominciando a ballare con la Malandrina. “Di ragazze ovviamente, noi non ci facciamo tanti problemi come voi donne. Ah, a proposito, stai bene così.”
“Lo so, me lo ha già fatto notare Remus. Dici che è esagerato?” Chiese Star mordendosi un labbro mentre cercava di spiare da sopra la spalla di Sirius Sam che finalmente chiedeva a Katrin di ballare e lei che accettava.
“No, assolutamente. E’ perfetto per questa sera, solo che aspetterei qualche anno per questo stile, fossi in te. Ti fa molto più grande di quello che sei, e tu non hai alcuna fretta di crescere.” Replicò il ragazzo.
“Grazie.” La ragazza spostò finalmente lo sguardo su di lui e vide che indossava una camicia nera sotto il panciotto candido e aperto. “Come hai fatto?” Gli domandò accennando al suo abbigliamento.
Sirius sorrise furbo. “L’ho imparato una sera mentre James frugava in uno sgabuzzino per cercare una cosa. Mi ero stufato di ricorre a te per un incantesimo così semplice.”
Star sorrise. “Perfetto, Black. Stai imparando. Ora sarà meglio che torni da Becky, la nostra missione è compiuta!”
Il ragazzo si voltò a guardare Sam e Katrin ballare e ridere insieme. “Sei stata grande.”
“Tu mi hai aiutato, ora vai!” Lo incitò lei.
Sirius inspirò, sorrise e lasciò Star per tornare da Becky.
La festa stava ormai giungendo al termine quando James rintracciò di nuovo i Malandrini rubando Star da Dennis e Sirius da Becky. “Remus suoneremo un’ultima canzone.” Annunciò. Remus alzò le spalle con un sospiro arrendevole. “Perfetto.” Decretò James. “Andiamo.”  Sirius e Star lo seguirono di nuovo fino al palco, questa volta la band fece loro spazio in fretta anzi annunciò addirittura la loro salita sul palco. I ragazzi imbracciarono gli strumenti e comicniarono.
“Are you hanging up a stocking on your wall?
It's the time that every Santa has a ball
Does he ride a red nosed reindeer?
Does a 'ton up' on his sleigh
Do the fairies keep him sober for a day?”
Cominciò a cantare Sirius ma poi Star e James gli fecero da coro.

“So here it is merry Christmas
Everybody's having fun
Look to the future now
It's only just begun”
La sala intera cominciò ad ondeggiare a ritmo e tutti erano felici, alcuni estrassero i loro accendini.
“Are you waiting for the family to arrive?
Are you sure you got the room to spare inside?
Does your granny always tell ya that the old songs are the best?
Then she's up and rock 'n' rollin' with the rest”


Quando arrivò la seconda parte di coro si unirono a loro molte voci tra i ragazzi accalcati sotto di loro. Faceva un gran caldo sopra il palco e James e Sirius cominciarono a sudare ma non smisero di suonare e cantare e sgolarsi al massimo era il loro momento per lo spettacolo.

“So here it is merry Christmas
Everybody's having fun
Look to the future now
It's only just begun
What will your daddy do
When he sees your Mama kissin' Santa Claus?
Ah ah
Are you hanging up a stocking on your wall?
Are you hoping that the snow will start to fall?
Do you ride on down the hillside in a buggy you have made?
When you land upon your head then you've been slayed”
“So here it is merry Christmas
Everybody's having fun
Look to the future now
It's only just begun”
Tutti cantarono ancora il ritornello a gran voce come se non ci fosse un domani, lo ripeterono più volte finché non si stancarono e scoppiarono gli applausi. Silente mandò tutti a letto e mentre la sala cominciava a sgombrarsi Sirius scese dal palco dove Becky lo attendeva, si salutarono con un bacio e poi James li raggiunse portandosi via il suo amico. Star scese per salutare la sua nuova amica.
“Tornerai ad Hogwarts, un giorno o l’altro?” Chiese la mora.
“Oh, si, lo spero. E spero che se tornerò voi sarete di nuovo ai miei ordini.” Replicò la signorina Moore sorridendo. “Sei fortunata” Proseguì poi guardando i due Malandrini canterini ricongiungersi al terzo e ridere insieme. “James è il miglio fratello del mondo e Sirius ti vuole molto bene. Ed è proprio un bravo ragazzo…” Lo sguardo le si perse qualche millesimo in più su Sirius. “Tutti e due lo sono!” Aggiunse poi in fretta tornando a guardare Star che sorrise.
“Ti piace Sirius, eh?” Constatò.
“Già.. ma credo che lui abbia occhi solo per un’altra.” Becky sospirò.
“O altre dieci!” Rise Star ma negli occhi di Becky lesse qualcosa, qualcosa che sapeva di scoperta, la scoperta di un segreto che solo un’estranea innamorata poteva aver notato. “Comunque, tu hai Victor, giusto? E qualunque cosa abbia fatto non sarà mai abbastanza grave. Riuscirai a perdonarlo.” Cambiò discorso al mora.
La bionda sospirò. “Ovviamente lo farò, ma è stato divertente farlo ingelosire un po’. Beh, arrivederci Star, è stato bello conoscerti e smettila di fare Cupido, pensa un po’ anche a te.”
“Ma io non sono Cupido, sono Afrodite!”
Le due ragazze risero e si abbracciarono e poi la Malandrina raggiunse i suoi amici con una corsetta leggera e insieme si avviarono fuori dalla Sala Grande ormai deserta come i corridoi.
In un passaggio particolarmente buio Star si fermò all’improvviso posandosi la mano sul cuore e lasciandosi scappare un sospiro sofferente.
“Che succede?” James le fu accanto in un baleno.
“Una… una strana sensazione, tutto qui.” Mormorò la ragazza raddrizzandosi subito.
“L’ho sentita. Leggermente, ma l’ho sentita, quindi immagino cosa abbia sentito tu.” Sussurrò James posandole un braccio attorno alle spalle.
“Cosa?” Domandò Remus preoccupato.
“Come un’improvvisa schizofrenia! Mai sentito niente del genere.” Rispose Star. “Non importa, è passato andiamo.”
Sirius la scrutò con attenzione dalla testa ai piedi e lei gli sorrise. “Sul serio, andiamo.”
Così si mossero e tornarono alla torre pronti a partire per casa Potter il giorno dopo.
 
***************
*Resuscita dal mondo dei morti tipo Genio della Lampada in Aladin*
Muahahahhaahah, siamo a giugno e io dovevo descrivere il Natale tipo due capitoli fa invece mi sono persa! Mauahahahahahahah!
Aiutatemi, sto impazzendo! Perdonate la mai lentaggine, vi prego!
Ciao ciao

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Capitolo 8
*** Natale a Casa Potter ***


“Non ingozzatevi così tanto! Dobbiamo viaggiare con la Metropolvere, starete male!” Remus cercò di fermare i suoi tre amici che ingerivano cibo come se non ci fosse un domani.
“Rem, è inutile, abbiamo fame e per questo mangeremo fino a scoppiare. Nessuno ci potrà fermare!” Scherzò Star in tono teatralmente epico prima di ricominciare a spazzolare tutti i dolci al cioccolato della tavola.
“Buon giorno!” Li salutarono allegramente Al e Fill, Remus fece loro spazio rispondendo al saluto mentre gli altri tre Malandrini bofonchiarono qualcosa.
“Abbiamo sentito che partite.” Constatò Fill.
“Proprio il nostro primo Natale qui ad Hogwarts!” Sospirò Al.
“Suvvia, vi stiamo lasciando campo libero!” Cercò di tirarli su di morale Star.
“Infatti, quest’anno tocca a voi, noi al nostro primo anno abbiamo…” James interruppe il suo avvincente racconto e si grattò il mento perplesso. “Che diamine abbiamo fatto?”
“Abbiamo rubato i calzini di tutti e li abbiamo appesi mescolati tra loro in Sala Grande.” Venne in suo aiuto Sirius.
“E il nostro pino!” Ricordò Remus.
“Giusto, il pino! Quanto era bello! Con tutte quelle belle decorazioni!” Sospirò Star nostalgica.
“Che non erano altro che i nostri vestiti.” Precisò James.
“Wow, e poi?” Chiese Fill emozionato.
“Poi abbiamo giocato a palle di neve con i professori e fatto un falò qui in Sala Grande.” Raccontò James.
“Da sballo.” Fece Al chiaramente invidioso.
“Dai, su! Sicuramente Silente organizzerà qualche festa, vi divertirete da matti, vedrete!” Li rincuorò la ragazza.
“E’ ora di andare.” Annunciò Remus. I Malandrini si alzarono e salutarono Fill e Al con allegria lasciandoli soli al tavolo mentre Peter arrivava trafelato.
“Dite che avremmo dovuto invitare anche lui?” Chiese James voltandosi per osservare il ragazzo grassoccio che sedeva al tavolo e cominciava a mangiare.
“No, dice che deve obbligatoriamente andare dai suoi genitori.” Rispose Remus, tre sguardi sorpresi si puntarono su di lui. “Sapevo che vi sareste dimenticati di invitarlo così l’ho fatto io, o meglio lo avrei fatto dopo avervelo chiesto se lui mi avesse detto che aveva le vacanze libere.” Cercò di scusarsi lui.
I tre ragazzi risero.
 “Sei unico, Rem!” Esclamò Star allegra abbracciandolo.
I Malandrini andarono fino alla torre a prendere le loro valige. Un gruppetto di ragazze si avvicinò a loro, erano Lily e le sue amiche più grandi.
“Dunque, te ne vai, furbetta?” Le chiese Alice.
“Hem, si… solo per le vacanze di Natale, mica scompaio per sempre.” Spiegò Star confusa.
Le ragazze risero piano. “Ci mancherai!” La salutò Emmeline abbracciandola di slancio subito seguita da tutte le altre. “Uhm, ok…” Mormorò Star sempre più sconvolta e rigida, poi tutte si allontanarono da lei e si incamminarono verso l’uscita della Sala Comune.
“E metti in pratica i miei insegnamenti!” Le urlò dietro Mary.
“Anche no!” Gridò James prima che sua sorella potesse rispondere.
“Cosa dovresti mettere in pratica?” Le chiese Dennis arrivando in quel momento.
“Nulla!” Rispose immediatamente la ragazza sgranando gli occhi. “Proprio un bel niente. Dobbiamo andare ora, ci vediamo alla fine delle vacanze di natale, ok?” La ragazza si voltò convinta verso le scale del dormitorio ma lui le afferrò un polso attirandola tra le sue braccia e le lasciò un bacio leggero sulle labbra.
“Ci rivedremo di sicuro.” Le sussurrò poi all’orecchio prima di lasciarla andare.
James tossicchiò eloquentemente. “Le valige!” Ricordò a sua sorella che sorrise scuotendo la testa e finalmente salì in dormitorio.
I quattro ragazzi si radunarono dopo pochi minuti di nuovo in Sala Comune e  infine camminarono verso l’ufficio della McGranitt salutando amici e conoscenti per strada. Quando varcarono la porta Minerva a malapena alzò gli occhi dalle carte sulla scrivania.
“Volete finalmente far trascorrere ad Hogwarts un Natale tranquillo?” Domandò con una leggera punta di sarcasmo.
“Professoressa, lei sa scherzare?!” Si finse sconvolto Sirius.
“Sirius!” Lo rimproverò Remus.
“Il collegamento al camino dei Potter è pronto, non vi resta che partire.” La professoressa indicò il suo camino come se niente fosse e passò a James un vaso di Polvere Volante.
“Andiamo!” Star afferrò il suo baule una manciata di Polvere e si precipitò nel focolare gettando la Polvere a terra e gridando “Casa Potter!” Sparì in una vampata di fiamme verdi smeraldo e cominciò e roteare nei cunicoli stretti finché non sbucò nel camino della sua casa. “E’ così bello qui d’inverno!” si stupì avanzando d’un passo verso i suoi genitori riuniti lì per accoglierli.
“Ciao, tesoro.” Susan la abbracciò.
“Ben tornata a casa.” Mormorò Henry stringendola a sé.
“Sono a casa, non mi toccate, non sono mica stato in guerra.” Annunciò James uscendo dal caminetto in quel momento.
Star sbuffò. “Sempre il solito.”
Dopo qualche secondo apparve Remus. “Buon giorno signori Potter, che casa graziosa.”
“Buon giorno Remus.” Henry sorrise accogliente.
“Sirius Black è qui gente!” Sirius sbucò fuori dal camino in quel momento poggiando il baule a terra. “Buon giorno, Henry.” Salutò con un cenno poi si rivolse a Susan. “Lei non perde mai un briciolo della sua bellezza, signorina.”
La signora Potter rise. “Forza andate a sistemarvi nelle vostre stanze, appena avrete finito pranzeremo insieme e poi potrete andare dove volete.”
I ragazzi afferrarono i bauli e corsero di gran carriera verso il piano superiore.
“Certo che nemmeno voi Potter ve la passate male, eh?” Commentò Sirius adocchiando il lungo corridoio.
“Vedremo casa tua presto, caro Black, e allora potremmo sfotterti per tutto lo sfarzo che ci sarà.” Lo rimbeccò James.
Sirius rabbrividì. “Non ricordarmelo: un Natale con i miei, almeno ci sarete voi.”
“Dunque quelle sono le vostre famose stanze?” Remus indicò le porte blu cobalto e oro una davanti all’altra.
“Esatto!” Esclamò Star poi si illuminò tutta e sul suo viso si aprì un gran sorriso. “E se arredassimo anche le due stanze per gli ospiti come piacciono a Sirius e Remus? Tanto ormai praticamente saranno loro!”
James si esaltò a mille. “Sarebbe fichissimo! Potremmo chiedere a mamma e papà…”
“Oddio, è vero! No. Scherzavo io non li voglio disturbare e farli comprare cose e…” Lo interruppe sua sorella ma fu a suo volta interrotta dal suo stesso fratello.
“E allora? Star, siamo ricchi! E i nostri genitori non vedono l’ora di spendere soldi inutilmente! E poi è per Sirius e Remus!”
“Si, grazie di averci lasciato fuori dalla conversazione a proposito.” Fece loro notare Sirius.
“TACI!” Gridarono in coro i due Potter.
“Ok, facciamolo!” Decretò Star.
“Niente di ciò che diremo varrà qualcosa in questa decisione, giusto?” Domandò Remus retorico ma Sirius annuì lo stesso giusto per rafforzare un po’ il concetto ed entrambi rimasero fermi impalati a guardare i due fratelli scendere le scale scivolando sul corrimano e urlare qualcosa di indecifrato in soggiorno per poi tornare su di corsa praticamente saltellando.
“Ok, hanno detto di si! Hanno detto di si!” Gridò James.
“Oggi pomeriggio andiamo a comprare tutti gli armadi eccetera. Ora decidiamo cosa togliere e cosa mettere, andiamo!” Sbraitò Star senza quasi respirare.
Entrarono per primi nelle stanze dei due Potter e poi in quelle degli ospiti che oramai erano quelle degli “ospiti” intesi come “Sirius e Remus”. A Sirius era piaciuta così tanto la stanza di James che disse semplicemente: “La voglio così.” Mentre Remus una volta entrato nella sua stanza decise che gli piaceva pressappoco così com’era. I mobili di legno chiaro e profumato, tutto perfettamente pulito e dal taglio essenziale, un letto semplice, tende azzurrine e le pareti bianche. “Mi piacerebbe solo che i muri fossero azzurri, se non disturbo troppo.”
“Assolutamente, no! Ma perché azzurri?” Chiese Star.
“Perché l’azzurro mi ricorda i tuoi occhi e il cielo e il mare.” Rispose lui.
“I miei occhi sono cobalto.” Sbottò la ragazza.
“Lo so bene, ma dipingere tutto di cobalto sarebbe decisamente troppo per me, devo attutire un po’ il colpo.”
“Ok, allora.” Decise James.
“Perfetto, e adesso che abbiamo deciso non ci resta che pranzare presto così potremmo andare presto a prendere i mobili, decorare presto le stanze e … Per il cielo, James!” Scattò Star spalancando la bocca scioccata.
“Che c’è?! Che c’è?!” Si allarmò Remus.
“Il Covo!” Trillò la ragazza.
“Il Covo!” Le rispose nello stesso tono esaltato suo fratello e poi senza dire nient’altro afferrarono i loro amici per mano e li guidarono verso il giardino dove il sentiero di bianche nuvole era stato rimpiazzato da piastrelle circolari e dorate che producevano mille riflessi colorati. Star si bloccò per un secondo su una di esse fissandola. “Perché?” Chiese solo.
James si voltò verso di lei. “Perché trova tu piastrelle bianche e morbide in mezzo alla neve bianca e morbida.”
“Giusto.” Concordò lei e poi i due fratelli ripresero a correre trascinandosi dietro Remus e Sirius finché non arrivarono ad un edificio leggermente malandato. Sirius spalancò la bocca sbalordito.
“Cosa bolide è?”
“Benvenuti al Covo!” Fece James allegro.
“Il nostro Covo!” Proseguì Star. Il vento freddo li sferzò facendoli tramare poiché nella fretta avevano dimenticato i cappotti.
“Questo posto è nostro, tutto nostro, e i nostri genitori ci hanno promesso che non ci entreranno mai a scanso di emergenze. Possiamo passare tutte le vacanze ad arredarlo e sistemarlo.” Continuò James.
“O meglio: sistemarlo e poi arredarlo. Riempirlo di cose nostre, e farlo nostro del tutto. Passarci le giornate ad inventare scherzi e fare piani.” Concluse Star.
Sirius crollò in ginocchio inchinandosi rispettosamente al capannone. “Che tu sia lodato Covo!”
Remus mormorò qualcosa di indecifrato.
“Ok, piace a tutti, perfetto. Mettiamoci al lavoro.” Si entusiasmò ancora di più James.
“Sarà come il nostro Pontile ad Hogwarts. Solo fuori Hogwarts, e più grande, e coperto, e… beh, avete afferrato, no?” Commentò Remus una volta ripresosi.
“Esatto!” Star lo abbracciò con foga.
In quel momento Sirius si alzò in piedi con una lentezza e un eleganza tale da sembrare il protagonista macho di una scena epica di un film d’azione e poi disse con tono profondo e roco: “Cominciamo.”
Le risate degli altri rovinarono un po’ il momento ma uno scatto di macchina fotografica li immortalò con estrema maestria. Sirius a gambe leggermente divaricate davanti a tutti dava le spalle all’obbiettivo mentre gli altri ridevano piegati in due.
“Papaà!” Sbottò James.
“Me ne vado!” Replicò Henry.
“E’ venuta bene la foto?” Chiese Star.
“Divinamente.” Le rispose lui.
 
…………
 
Dopo aver sgomberato la maggior parte delle cose inutili dal Covo i ragazzi pranzarono e poi seguirono il signor Potter al negozio di mobili scelsero quelli per le stanze e nessuno per il loro “luogo sacro” perché Star li aveva obbligati a pensarlo come un posto completamente loro e quindi composto da oggetti che si erano guadagnati di tasca loro, in più dovevano ancora finire di sistemare le struttura.
Per tutto il pomeriggio dipinsero le due stanze degli ospiti e spesso la signora Potter e Rue dovettero bloccare delle lotte di vernice in piena regola prima che l’intera casa diventasse un miscuglio indistinto di colori. Cenarono tutti assieme ascoltando “Goats Head Soup” il nuovo album dei Rolling Stones da cui avevano preso la canzone “Star star” che avevano suonato alla festa, raccontarono del “concerto” al signor Potter che rise soddisfatto promettendo loro qualche lezione di musica e poi andarono a dormire. Remus e Sirius si spostarono due stanze degli ospiti più in là dal momento che le loro stanze si stavano asciugando.
 
……….
 
Nel pieno della notte Sirius si alzò dal letto e si avviò di soppiatto fino alla stanza dalla porta oro di James. Entrò in punta di piedi e poi avvicinò la bocca all’orecchio dell’amico che dormiva beatamente. “Sono, Lily, Lily Evans.” Mormorò in falsetto. “Baciami!” James si agitò nel sonno cercando di afferrare Sirius con un sorriso beato in volto. Black rise svegliandolo e poi rise ancora di più della sua faccia sconvolta.
“Che ci fai qui?” Chiese James leggermente aggressivo.
“Nulla di che, mi andava di fare un giro. Vuoi giocare a carte?” Sirius tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloni a quadri del pigiama un mazzo di carte Babbane di quelle che avevano usato l’estate prima in Italia e cominciò a mescolarle.
“Va bene, dai carte.” Replicò il ragazzo in italiano stentato.
Si sedettero l’uno di fronte all’altro sul letto e cominciarono a giocare.
“Ti piace stare qui?” Domandò ad un tratto James.
“Si, meglio che casa mia, di sicuro. Poi i tuoi genitori sono fantastici! Tua madre si preoccupa per qualunque cosa, è carino. Tuo padre è un grande, e ascolta praticamente il nostro stesso tipo di musica.”
“Vedrai quando ci darà lezioni di musica!”
“Mi piace stare, qui, sul serio. La casa decorata a festa, la famiglia. Tu, Star, Remus.” Il ragazzo sospirò gettando una carta sbadatamente. “E’ molto diverso da quello che ho sempre vissuto. Grazie. Sono felice che tu mi abbia invitato.”
“Scherzi?! Tu sei praticamente come mio fratello. E voglio che tu ti senta a casa mia come ti senti ad Hogwarts.”
“Grazie, vale molto per me.” Mormorò Sirius posando le carte.
“Lo so. Sembrerò un ragazzino viziato che ha tutto, e in effetti lo sono, ma riesco a capire quello che hai passato.” Gli occhi nocciola del ragazzo perforarono quelli grigi del suo amico. “Quando me ne parli e anche quando non lo fai, lo vedo nei tuoi gesti e nelle tue espressioni, come lo vedo in Star e in Remus, capisco quando state soffrendo e so che parlarne spesso non aiuta e nemmeno fare vittimismi così cerco di farvi ridere, di farvi pensare ad altro. Non so se funzioni o meno ma io ci provo, perché tutto l’amore che ho ricevuto devo riversarlo su qualcuno e tu, Star e Remus siete perfetti, con i vostri misteri e i vostri dolori. Ora non pensare che lo faccia per dovere o per avere amici felici, lo faccio perché vi voglio bene. Da quando vi ho conosciuto, dal momento in cui tutti noi ci siamo riuniti, da lì ho capito che abbiamo qualcosa di speciale insieme, ho capito che siamo effettivamente una famiglia e non voglio perdervi.”
Sirius si allungò sopra le carte fino ad abbracciare James, un abbraccio ovviamente molto virile, un abbraccio fraterno.
“Grazie, Ramoso.”
James sorrise. Si staccarono quasi subito e ricominciarono a giocare, il padrone di casa tirò fuori dal cassetto del suo comodino un bel po’ di dolciumi di cui aveva fatto rifornimento appena arrivato e li condivise. I due ragazzi passarono qualche ora a giocare a carte, mangiare schifezze e farsi battute a vicenda, parlarono anche di ragazze, delle loro conquiste come le chiamavano e presto l’alba si fece vicina.
“Pensa un po’ se Remus fosse qui!” Fece James ridendo silenziosamente.
“Ci rimprovererebbe per la mancanza di tatto nei confronti dei sentimenti delle nostre dame.”
“Credo anche io.”
“Senti, quello che mi hai detto è molto importante, e sono sicuro che anche a Remus piacerebbe sentirlo ma forse ci vuole un’azione più decisiva per lui, qualcosa da parte di tutti noi.” Sirius tornò all’improvviso serio.
“Cosa esattamente?” Si interessò il suo amico.
Il ragazzo si lasciò sfuggire il suo mezzo sorriso furbo. “Tu chiama Star ci troviamo nella stanza che sarà di Remus.” E detto questo uscì in fretta.
James non se lo fece ripetere due volte e uscì piano in corridoio a sua volta entrando dalla porta cobalto nella stanza di sua sorella. Si avvicinò al letto e sorrise con dolcezza; la ragazza dormiva stesa supina le braccia abbandonate accanto alla testa come se si fosse addormentata cercando di afferrare qualcosa in aria. I capelli mossi erano stesi sul cuscino e le incorniciavano morbidi la testa e il viso avvolgendosi un po’ agli avambracci e ai polsi chiari. Le guance rosee come le labbra che erano distese in un sorriso tranquillo creando una deliziosa fossetta sul lato destro. Le lunghissime ciglia vibravano ad ogni respiro di lei. Così addormentata pareva una creatura incantata.
“Allora ti muovi?” Sussurrò Sirius concitato entrando nella stanza.
“Guardala.” Fu l’unica risposta del suo amico. Il ragazzo spostò lo sguardo su Star, dal suo viso ai suoi capelli alle sue labbra. “E’ così… Bella.”
“Già.” Concordò Sirius. “Di sicuro nessuno avrà mai il coraggio di farle male mentre dorme.”
James si avvicinò a sua sorella chinandosi sul suo viso, le carezzò piano una guancia. La ragazza aprì leggermente gli occhi per richiuderli subito. “Uhm… Jame.” Mormorò quasi facendo le fusa, poi afferrò la maglia di suo fratello e vi sprofondò dentro il viso.
“E’ per Remus. Vieni?” Le chiese allora lui.
Star aprì gli occhi di scatto e si alzò in piedi completamente sveglia nel suo pigiama blu notte con le stelline oro.
“Carino, chissà chi te l’ha regalato.” Scherzò Sirius.
“Finiscila, tanto non ammetterò mai che hai buoni gusti in fatto di vestiti.” Sbottò lei. “Allora, il piano?”
Con un cenno James le indicò di seguirli, si misero dei vesti da lavoro ed entrarono nella stanza accanto completamente dipinta d’azzurro e con i mobili coperti da teli.
“Ok. Facciamolo.” Si emozionò la ragazza una volta letto nelle menti dei suoi amici e cominciò a prendere diversi vasi di vernice mentre i due sposavano bene i mobili dalla parete infondo.
Si armarono di pennelli e si guardarono per un secondo prima di dare inizio allo spettacolo, nei loro occhi passarono così tanti sentimenti in una volta sola, pensieri che volavano, ricordi che tornavano, ringraziamenti, parole mai dette, ma bastarono quegli sguardi e si capirono così.
Star intinse il suo pennello nel colore rosso e poi schizzò con violenza il muro davanti a sé, anche James e Sirius si unirono a quel rituale. Usarono più colori possibili e presto abbandonarono i pennelli per usare le mani pareva quasi che una canzone da scena da film si stendesse tra loro invece stavano lavorando nel più completo silenzio, la neve cadeva fuori posandosi piano a ricoprire ogni cosa. James sporcò sua sorella sulla guancia, la ragazza per vendetta lo abbracciò lasciandoli vernice ovunque allora il ragazzo si voltò verso Sirius dipingendoli con il pennello i capelli di arancione.
“Sei stupendo.” Mormorò Star mentre James crollava a terra in preda a risate silenziose.
“Sono sempre stupendo.” Le ricordò il ragazzo spostansi con eleganza una ciocca di capelli colorati.
Continuarono a dipingere il muro sporcandosi tra loro ogni tanto finché non parve loro di aver ottenuto l’effetto desiderato.
 
……….
 
Remus credeva di essersi svegliato piuttosto presto, scese in cucina sperando che ci fosse qualcuno che stava già facendo colazione dal momento che era stata la fame a tormentare il suo sonno, probabilmente il giorno precedente era stato troppo emozionato per mangiare a dovere. Trovò l’elfa Rue indaffarata ai fornelli, la piccola creatura gli servì subito la colazione come se lo stesse aspettando.
“Ciao, hem, grazie. Sai se c’è qualcuno di già sveglio?” Le domandò con gentilezza.
“Rue sa, i signori sono usciti per lavoro, loro doveva sistemare qualche intoppo hanno detto a Rue che loro torna prima di pranzo. Padroncini invece aspettano.” Rispose subito l’elfa.
Il ragazzo si incuriosì. “Aspettano cosa?”
“Lei, signorino.” Replicò Rue inchinandosi.
Remus si alzò in fretta e salì verso la stanza di James aprì di scatto la porta ma non c’era nessuno, andò anche in quella di Star, ovviamente bussò prima ma i suoi amici non erano nemmeno lì. Poi notò la porta della stanza accanto a quella della ragazza, la stanza che sarebbe dovuta diventare sua. Era dipinta di bianco con piccoli decori argentati, quando si avvicinò vide che erano piccole lune e altri elementi naturali. Sorpreso si fece coraggio ed entrò nella stanza. Tutti i mobili erano al loro posto, anche quelli nuovi. Il letto era stato preparato amorevolmente con lenzuola candide e ogni cosa odorava di ammorbidente e di legno. E poi il suo sguardo si bloccò sulla parete infondo dove stava la finestra e sotto di essa una scrivania bianca. Era il muro in sé ad essere sorprendente: c’erano schizzi di colore ovunque sopra l’azzurro chiaro, colori che parevano quasi scintillare e poi foto, foto ovunque tra un colore e l’altro, foto di loro, dei loro momenti. Al centro di tutte se ne stava una foto dei suoi tre amici vestiti con gli abiti con cui avevano costruito il pontile tutti sporchi di vernice in quella stanza davanti a quel muro tutto colorato. Colorato esattamente come quella stanza alla Stamberga Strillante dove avevano giocato con le scintille. Infatti accanto era appesa la foto di quel momento e poi sotto una di loro sul pontile, rimase così incantato da tutte quelle foto, da quello che i suoi amici avevano fatto, da quello che avevano cercato di riprodurre, che solo dopo parecchi minuti li notò; seduti a terra con le schiene appoggiate al letto a dormire, le teste ciondolanti sulle spalle proprie o degli altri i vestiti ancora sporchi e i sorrisi ancora in viso. Remus li abbracciò. Senza svegliarli senza dire nulla li abbracciò. I Malandrini aprirono gli occhi e risposero a quell’abbraccio con calore. Restarono così per un po’ finché uno stomaco non brontolò sonoramente.
“Scusate!” Esclamò James.
“Forse era il mio.” Sospettò Star.
“Uhm, no, credo fosse il mio.” Replicò Sirius toccandosi la pancia come alla ricerca di altri eventuali rumori.
Remus sorrise. “Scendiamo a fare colazione, nemmeno io ho finito la mia.”
Quando uscirono dalla stanza di Remus Sirius si bloccò di colpo fissando la porta di fronte a loro, una porta che prima era normalissima e ora invece era rosso acceso. Il ragazzo si voltò di scatto verso i due fratelli.
“Abbiamo accidentalmente finito di arredare la tua camera.” Rise Star.
Sirius scattò verso la maniglia e si precipitò dentro. La stanza era la fotocopia di quella di James, uguale in tutto e per tutto, stessi colori, stessi mobili. Il ragazzo si buttò supino sul letto e fu allora che le vide: foto sul soffitto, in versione ingrandita così da poterle vedere bene che lo tappezzavano completamente.
“Vi adoro, ma quando lo avete fatto?” Chiese alzandosi in piedi con un sorriso immenso.
“E’ stata principalmente Star a farlo. Ci abbiamo pensato insieme abbiamo sistemato i mobili quando ti sei addormentato nella stanza di Remus e poi mi sono addormentato anche io così è stata Star a finire tutto per poi svegliarmi e tornare da te.” Raccontò James alzando le spalle.
Star guardò in basso per un secondo poi alzò il viso. “Colazione, forza!” Ricordò a tutti.
 
………..
 
Quando i signori Potter tornarono a casa trovarono i ragazzi nel salottino a guardare gli album di foto e ad ascoltare buona musica.
“Forza, scendete a pranzo che poi dovremo fare una cosa molto importante.” Li chiamò Susan. I ragazzi obbedirono e spazzolarono il pranzo senza troppi complimenti.
“Dunque?” Chiese Star.
“Non credi che manchi qualcosa in questa casa, tesoro?” Le domandò in risposta Henry.
“No, certo che no! L’avete decorata a perfezione per domani.” Rispose lei.
“Invece manca qualcosa di parecchio importante che abbiamo aspettato voi per fare.” Insistette il signor Potter.
Susan saltellò sul posto cercando di trattenersi mentre la ragazza pensava ma poi scoppiò. “L’albero, tesoro! L’albero!”
Star trattenne il respiro. “Vuoi dire che lo faremmo insieme? Pensavo che non lo faceste mai!”
“Scherzi? Mamma adora fare l’albero.” Le spiegò James sbuffando appena.
In men che non si dica i signori Potter fecero apparire un bell’abete nella sala da ballo nel punto più vicino al focolare mettendoci dei caldi tappeti e qualche divano. Susan scomparve tornando poco dopo con scatole di palline e festoni da appendere e poi cominciarono. All’inizio Remus e Sirius si tennero in disparte sentendosi di troppo ma poi Star si voltò verso di loro.
“Scusate, ma che credete di fare, fissarci tutto il tempo?” Sbottò.
Al che si girò anche James. “Forza, famiglia, facciamo un gran bell’albero!”
Da quel momento i due ragazzi non ebbero più esitazioni e risero con i signori Potter come fossero i loro genitori, soprattutto Sirius. Il giradischi all’angolo suonava da tempo “Santa Claus is Coming to Town” di Frank Sinatra e si respirava un clima di calore talmente forte che a Star parve di sentire odore di biscotti e cioccolata calda ancora prima che Susan annunciasse di star andando a prepararli.
“Le do una mano signora Potter.” Si offrì Sirius felice.
“Va bene, ma io sono Susan!” Replicò la donna anticipandolo verso la cucina.
Una volta lì dovettero spostare qualche scatolone di decorazioni prima di poter avere accesso ai piani di cottura. Rue aveva già cominciato a preparare biscotti e Sirius si chinò raccogliendo una pallina di vetro decorato molto particolare. “Oh quella è la mia preferita!” Esclamò Susan allegra.
“Molto bella.” Il ragazzo fece per poggiarla nuovamente nella sua scatola quando Rue aprì lo sportello del forno che gli finì sulle gambe e la pallina gli scivolò di mano rompendosi a terra.
“Mi dispiace! Mi dispiace!” Si agitò guardando terrorizzato la signora Potter la quale sorrise indulgente ma la cosa non servì a calmare Sirius che continuò a scusarsi. “E’ stato un incidente… io…”
“Lo so, lo so.” Susan cercò di poggiargli una mano sulla spalla per calmarlo ma il ragazzo si ritrasse. “Tranquillo. Va tutto bene.” Con un colpo di bacchetta allora la donna aggiustò la pallina mostrandola al giovane che parve quietarsi.
“Mi scusi, io…”
“Nessun problema, nessun problema.” Susan sorrise. “Allora, mi aiuti con questa cioccolata?”
Sirius annuì e muovendosi lentamente riprese a solita confidenza. Portarono la merenda nel salone con i biscotti e il signor Potter si sedette su una poltrona e aprì un grosso libro di favole tutti loro si sedettero a terra tra i morbidi cuscini e si misero in ascolto mangiando mentre Susan si accomodò sul bracciolo della poltrona.
Quella che Henry cominciò a raccontare era una favola babbana sul natale, piena di dolciumi, case con il camino come quello attorno a  cui erano radunati loro e magia, magia creata dai sentimenti e magia buona. Mentre il fuoco scoppiettava gettando su di loro caldi riflessi dorati James se ne stava seduto con le gambe incrociate ad osservare sua sorella accanto a sé, distesa a pancia in giù con il mento poggiato sulle mani e gli occhi fissi sul padre. Il ragazzo arricciò una ciocca di quei neri capelli sulle sue dita e lei si voltò a sorridergli e spostandosi pian piano si mise a sedere tra le sue gambe poggiando la schiena al petto di lui che la racchiuse tra le sue braccia e chiuse gli occhi sprofondando il viso sull’incavo della sua spalla.
“…e vissero per sempre Felici e Contenti.” Concluse il signor Potter svariati minuti dopo.
“Andate a vestirvi, usciamo a comprare i regali.” Annunciò Susan.
“Al quartiere Babbano o a Diagon Alley?” Chiese James curioso.
“Ad entrambi se volete.” Rispose Henry alzandosi dalla poltrona.
La giornata di shopping andò piuttosto bene. I ragazzi entravano in qualsiasi negozio Babbano stupendosi per ogni cianfrusaglia e attirando molti sguardi da parte di altri ragazzi. La neve aveva ormai ricoperto ogni cosa e spesso i Malandrini si fermavano per fare qualche piccola battaglia a palle di neve coinvolgendo anche i signori Potter. Il gruppo si divise molte volte per cercare di comprare i regali per tutti senza farsi scoprire dal destinatario e alla fine del tour dei negozi Babbani i signori Potter li portarono con loro con la Smaterializzazione Congiunta fino a Diagon Alley, si ritrovarono al Paiolo Magico e notarono molti dei loro compagni di scuola. Incrociarono anche un indaffaratissimo Arthur Weasley che salutarono in gran fretta ma con affetto.
“Lui e sua moglie vivono in una bellissima casetta di poche pretese, mi pare che abbiano già due figli.” Li informò la signora Potter.
“Forse sono tre.” Henry ci pensò su. “Non importa comunque, lui è un bravo ragazzo peccato che la sua paga sia così bassa, ho sempre trovato che l’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani sia sottostimato, invece dovrebbe essere alla base di tutto! Senza quell’Ufficio ci avrebbero già scoperto mille e mille volte.”
“E’ stato bello rivederlo, vi ricordate Halloween? E il bacio che ha dato alla sua ragazza quando ha fatto la telecronaca alla partita di Quidditch in cui Grifondoro ha vinto la Coppa?” Fece Star nostalgica.
I tre ragazzi annuirono persi nei loro pensieri.
Tornarono a casa e cenarono in grande allegria come una grande famiglia delle favole.
 
……..
 
La notte successiva, la notte della Vigilia di Natale, tutto taceva a casa Potter. La famiglia aveva passato la giornata del 24 Dicembre tutta in casa, tra giochi con la neve in giardino, merende, letture in Biblioteca e vecchi dischi in vinile. Avevano anche fatto dei pupazzi di neve rappresentanti loro stessi e Sirius aveva infilato sulla testa di quello di James due bastoni ramificati come corna, per questo quella notte il ragazzo voleva vendicarsi dell’amico. Sia alzò quando era convinto che tutti dormissero e aggiunse un pacchetto sotto l’albero poi tornò beato a letto.
 
…………
 
“E’ NATALE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” Immaginare un grido più forte era alquanto impossibile. Star spalancò la porta della camera di suo fratello e gli tolse le coperte di dosso con tanta foga che il ragazzo cadde a terra assieme alle lenzuola!
“Ahi!”
“NATALE! Natale in casa Potter! Gente è Natale!” Continuava a gridare Star canticchiando canzoni natalizie e correndo a svegliare tutti. James e Sirius si affacciarono assonnati al corridoio nello stesso momento, si fissarono per qualche secondo e poi qualcosa nei loro sguardi si illuminò. “I regali!” Esclamarono in contemporanea partendo per una corsa pazza in pigiama verso l’albero seguiti subito da Remus e Star e poi dai signori Potter. Henry afferrò la macchina fotografica urlando di aspettare ad aprire i regali ma era troppo tardi; i ragazzi sedevano già tutti a terra con alcuni pacchetti già scartati.
Dolciumi, libri, penne eleganti, attrezzature da Quidditch e tanto altro erano già sparsi sul pavimento tra carte e fiocchi. La signora Potter accese il camino. Sirius aprì un regalo indirizzato a lui ma quando sciolse il nastro il pacchettino gli esplose tra le mani tutti risero della faccia stupefatta del ragazzo, dei suoi capelli disordinati e del viso annerito.
All’improvviso Star notò un pacchetto diverso da tutti gli altri, era incartato con semplice carta da pacchi marrone e spago da cucina. La ragazza lo aprì: conteneva una maglia bianca da uomo, o meglio, una maglia che era stata bianca, perché era ricoperta da impronte colorate di mani diverse, frasi e firme e dipinte in un angolo orme di animali diversi, una cane, un lupo, un cervo e poi una piuma. La ragazza si commosse molto ma rimase letteralmente a bocca aperta quando notò una piccola mano azzurra all’altezza del cuore, troppo piccola per appartenere ai suoi amici. Passò più volte le dita su quel punto e poi alzò gli occhi ancorandoli in quelli nocciola di suo fratello.
“La maglia era mia.” Prese coraggio Remus. “Anne, mi deve aver sporcato durante l’anno scorso.”
“Grazie.” Mormorò Star abbracciandoli tutti insieme.
Remus aprì il suo pacchetto blu cobalto con il nastro rosso e oro e vi trovò due volumi, il primo era un libro di favole Babbane mentre il secondo pareva scritto a mano, il ragazzo lo sfogliò notando la scrittura di Star.
“Ma che…?” Chiese sorpreso.
“E’ il mio diario. Volevo che lo avessi tu. Ho scritto tutto, ogni cosa che ricordavo, tutta la mia storia è lì dentro e potrai farne quello che vuoi. Raccontarlo a chi credi. La mia vita passata è, letteralmente, tra le tue mani.” Spiegò la ragazza.
Remus la fissò sbalordito. “Sicura?”
“No, ridammelo… certo che sono sicura! Che credi?!”
I signori Potter aprirono i loro regali. Star aveva regalato a Susan uno scialle fatto a mano mentre ad Henry una valigetta minuscola comoda da infilare ovunque che conteneva tutto il necessario per curare una persona o scappare da un luogo senza aiuto di magia.
“In caso ne avessi bisogno, per il lavoro, sai…” Fece lei con una vocina piccola piccola.
“Grazie mille, tesoro.” Il signor Potter la baciò sulla fronte.
“Stanno per arrivare, meglio se vi andate a cambiare, e Star, il regalo di nonna Lea è sul tuo letto.” La informò dolcemente Susan. La ragazza corse di sopra seguita dai suoi amici ma si bloccò prima di entrare nella sua stanza voltandosi con un sorriso consegnò due pacchetti identici a James e Sirius. “Pensavate non vi avessi regalato nulla?”
“Non ci è nemmeno passato per l’anticamera del cervello.” Ribatté Sirius aprendo il suo regalo.
I due ragazzi si ritrovarono davanti a due specchi quadrati in argento, leggeri e maneggevoli.
“Questo significa: guardatevi allo specchio, siete bellissimi?” Scherzò James.
“No, vuol dire: guardatevi allo specchio che fate spavento.” Lo rimbeccò sua sorella. “Sirius entra in camera mia.” Il ragazzo eseguì sospettoso. “James, guarda lo specchio e chiama Sirius.”
“Fai sul serio?” Chiese lui ma dopo aver incrociato lo sguardo convinto di sua sorella si rivolse allo specchietto. “Sirius?” Subito il viso del loro amico apparve all’interno della cornice “James? Bolide del Bolide!” Esclamò stupito prima di riaprire la porta ed uscire di nuovo per abbracciare Star.
“Funzioneranno ovunque a qualunque distanza, prima erano rettangolari in realtà ma incantandoli ho perso un pezzettino e ora sono quadrati e quindi…” Cercò di raccontare lei.
“Li hai incantati tu? Ti adoro!” Anche James si unì all’abbraccio.
Star scivolò via dalle braccia dei due ragazzi mentre Remus rideva della scena. “Ok, ora devo proprio cambiarmi, e anche voi. Forza!”
 
…..
 
Il campanello suonò e Star si precipitò giù dalle scale scivolando sulla balaustra mentre si infilava un orecchino gridando: “Vado io!” Aprì la porta e nonna Lea entrò felice seguita da Ray, Maya e Fay. Nonna Lea la abbracciò con calore. “Sei bellissima con questo abito.” Commentò osservando l’abito di velluto rosso senza maniche, stretto un po’ di centimetri sotto il seno da un nastro blu scuro e lungo fino a poco sopra il ginocchio che la ragazza indossava sopra ad una camicia dello stesso blu del nastro, ai piedi, dello stesso colore, delle decolté dal tacco non troppo alto e con il laccetto alla caviglia. I capelli erano raccolti in una crocchia elegante dalle quale sfuggiva solo la frangia e un ciuffo di capelli al lato sinistro del viso. “L’hai fatto tu nonna. E’ ovvio che mi stia bene, è bellissimo.” Si complimentò con lei la ragazza. Anche Fay indossava un abitino di velluto rosso a campana sopra ad una camiciola bianca e ai piedi portava delle basse ballerine rosse.
“Sei bellissima.” Fece la bimba con la sua vocina sottile.
“Anche tu!” Star la prese in braccio felice. “Mi sei mancata!”
“Tu di più!”
“Ah, che carine!” Trillò Susan. “Venite qui vi faccio una foto!”
Le due si misero vicine davanti all’albero e lasciarono che la signora Potter scattasse loro una foto. Dopo di che arrivarono i nonni paterni; Abigail e Phil. La nonna si mise seduta a tavola togliendosi solo il cappotto e uno dei suoi soliti capellini e poi attese ritta ed elegante nella sua severa semplicità.
Phil invece sorrise e andò ad abbracciare con calore Henry e James che era appena sceso in salone con Sirius e Remus tutti elegantemente vestiti.
“Jame! Vieni qui! Voglio farti una foto con tua sorella e poi una con tua sorella e tua cugina e poi una con tutti i vostri amici e poi…” Lo chiamò sua madre ma il ragazzo la interruppe.
“Va bene, va bene! Ho ricevuto! Basta che la finisci.”
E così fecero le foto come Susan le desiderava, per farla felice Henry incantò la macchinetta così che potessero fare una foto con tutta la famiglia Rue compresa. Infine Abigail si sedette di nuovo a tavola e protestò: “E’ mezzogiorno in punto; il mio vecchio stomaco ha fame.”
“Si cara. Ora mangiamo.” La accontentò Susan e con l’aiuto di Star e Rue portò il piatti in tavola. Mangiarono a sazietà e tutti continuarono a fare delle domande a Star e James sui loro amici.
“Dunque vi conoscete dal primo anno?” Chiese Phil.
“Esatto nonno, e siamo amici dal primo anno e abbiamo vissuto tante avventure insieme.” Rispose James cortese.
“Non dovreste vivere avventure, dovreste studiare.” Commentò Abigail.
“E’ quello che dico sempre anch’io! Continuo a ripetere loro che non dovrebbero cacciarsi nei guai e dovrebbero impegnarsi di più nello studio, sono così intelligenti! Se solo studiassero avrebbero i voti più alti di tutta la scuola invece no. Mai dare retta a Remus!” Sbottò il ragazzo esasperato.
I suoi amici risero e nonna Abigail lo squadrò dalla testa ai piedi. “Questo ragazzo mi piace.” Decretò.
“Quindi tu sei quello che tiene a bada James? Complimenti.” Scherzò Ray.
“Credimi, anche per il caro Sirius lì accanto c’è molto lavoro da fare, giusto Remus?” Fece Henry.
“Non immagina quanto!” Sospirò il ragazzo in questione.
Fay dal canto sua non la smetteva di osservare Sirius come incantata. “Vi sono piaciute le uova di Pasqua che ho fatto?”
“Si, certo. Le ho adorate, bellissime decorazioni.” Rispose Sirius felice, ancora semi-ridendo a causa della battuta di Remus.
Fay si voltò verso Star e con tono trasognate le ripeté: “Le ha adorate!”
“Si, ho sentito.” Sorrise la ragazza.
“E’ ancora più bello di come me l’avevi descritto in lettera. E’ come un principe.” Continuò la bambina.
“Hai un’ammiratrice Sirius.” Lo informò Maya, il ragazzo che aveva sentito tutto sorrise.
“Mamma!” Sbottò invece Fay arrossendo.
“Sei troppo piccola per Sirius.” Commentò James risoluto.
“Non è vero!” La bambina sprofondò il viso nel petto di Star mugugnando, la ragazza le accarezzo un paio di volte i capelli.
“Perché non ci racconti qualche aneddoto dell’infanzia di James nonna?” Domandò Star alla sua nonna paterna.
“Si, come quella del gatto!” Concordò Sirius.
“O quella del bagno!” Insistette Remus.
“Ma li sapete già tutti?” Domandò Susan.
“Certo, Star non ha mancato a raccontarglieli.” Fece James imbronciato.
“E su quello del gatto è partita una vera e propria discussione.” Ricordò Remus.
“Perché mai?” Chiese Phil.
“Perché James può uccidere gatti mentre io non posso schiacciare un insignificante insetto! Ecco perché!” Sbottò Sirius.
“James era piccolo!” Ribatté Star.
“Erano gatti! Anche i bambini sanno che i gatti non si uccidono!” Replicò il ragazzo.
“Vi prego non ricominciate!” Li rimproverò Remus i ragazzi tacquero squadrandosi a vicenda.
“Che polso fermo!” Si complimentò nonna Abigail.
I Malandrini risero tutti insieme.
“Ci vedo triplo.” Commentò nonna Lea a nessuno in particolare ma Star pensò alla sera della festa in onore del suo arrivo e a come sua nonna le avesse fatto notare la somiglianza tra lei e James, poi guardò suo fratello e Sirius e capì, sorrise dolcemente. Fay finalmente riemerse dal suo nascondiglio per riprendere a mangiare con calma senza smettere di guardare i ragazzi più grandi di sottecchi.
 Il pranzo proseguì molto tranquillo e prima del dolce i nonni consegnarono i loro regali ai nipoti e anche tra zii, zie e cugini ci fu uno scambio di doni. La piccola Fay consegnò speranzosa tra le mani di Sirius un piccolo pacchettino.
“Grazie.” Replicò quello. “Mi dispiace, io non ti ho fatto nessun regalo.”
“Non importa. Aprilo.” Ribatté la bimba con voce sottile. Il ragazzo obbedì sorridendo con clemenza e si trovò tra le mani un piccolo portachiavi in tessuto spesso e rosso acceso a forma di cuore mal ritagliato. “Ritorna sempre in tasca portandosi dietro le chiavi, così le ritrovi sempre. Mi ha aiutato Star.” Gli confidò poi.
“E’ molto utile, mille grazie, appena avrò delle chiavi importanti lo userò.” Promise il ragazzo facendo sorridere felice la bambina. Fay cominciò a correre verso le stanze sopra e James dovette alzarsi dal tavolo per andarle dietro.
“Grazie mille.” Mormorò Star a Sirius.
“E’ stato un piacere.” Si schernì lui e poi trascinarono Remus con loro verso il piano superiore.
Giocarono per un lungo tempo con Fay, a dame e cavalieri, agli indiani, a Maghi e Babbani e costruirono un fortino con coperte e cuscini trovati nel salottino e nelle camere. Scesero solo per il dolce di Natale di Susan e poi ritornarono nella loro fortezza sicura.
“Ma davvero ci si diverte così da bambini?” Si stupì Star.
“Ehm, si.” Le assicurò James quasi ridendo.
“Diamine, fortuna che ci sei tu Fay!” Esclamò la ragazza tutta felice.
Presto venne l’ora per i parenti di tornare a casa nonostante le parecchie insistenze di Henry per invitarli anche a cena. Così Fay si fece promettere di poter giocare ancora con tutti i Malandrini al completo nei giorni a venire e poi lasciò la casa tra le braccia di Ray.
La famiglia Potter, Remus e iris si stesero nel salone sotto all’albero.
“Uff…” Soffiò Star seduta tra le braccia di James come quando il signor Potter aveva raccontato loro la fiaba. “E’ quasi già finito tutto.”
“Suvvia! Avete altri giorni di vacanza qui.” Cercò di risollevarla Henry. La ragazza sorrise. Si udì un rumore provenire dal camino e della cenere cadde sugli ultimi tizzoni ancora accesi. I signori Potter scattarono in piedi sfoderando le bacchette verso il focolare. Udirono un sommesso “Ho ho ho!” e poi una figura vestita di rosso cadde rotolando sui tappeti e spargendo cenere ovunque.
“Zio Alphard?!” Esclamò Sirius sorpreso.
“In persona!” Replicò quello tutto allegro. “Mi dispiace aver fatto intrusione in questo modo in casa vostra ma ho portato i regali!”
“Sei sempre il ben venuto.” Lo tranquillizzò Henry.
“Papà…” Lo richiamò Star.
“Si, tesoro?”
“saresti più convincente, ecco, se abbassassi la bacchetta.” Gli fece notare lei.
“Oh, si, giusto!” L’uomo rinfoderò la sua bacchetta e strinse vigorosamente la mano al nuovo Black, anche Susan mise via la sua e salutò allegra Alphard.
“Dunque ragazzi. Questi sono per voi.” Lo zio lanciò loro quattro identici pacchi rettangolari. I Malandrini li aprirono in fretta e furia indossando immediatamente le loro nuove All Star. “Un uccellino mi ha detto che vi erano diventate strette le altre, e Remus credo che l’ambra ti sia più gradito del nero, giusto? Ora se guardate sotto la carta troverete qualcosa che dovrete chiedere ai vostri genitori se potete tenere o meno.”
James e Sirius spostarono la carta per primi curiosi mentre Star e Remus tentennarono un po’, sul fondo di ogni scatola stavano dei coltelli a serramanico e nel caso di Star un pugnale tutti di semplice metallo placcato in argento con le loro rispettive iniziali incise. Sirius aveva un modello molto più avanzato rispetto a quello di James e Remus ma di sicuro lui ne aveva già maneggiati parecchi infatti lo fece scattare con agilità infilandoselo poi in tasca come se nulla fosse. “Grazie zio. Finalmente uno tutto mio da potermi portare in giro.”
“Non uccidere nessuno.” Lo ammonì Alphard, il ragazzo sorrise malandrino.
“Hem.. voi che dite?” Chiese Star ai suoi genitori i quali la guardarono sorridenti.
“Più protetti siete meglio è.” Commentò Susan per nulla preoccupata.
“Già, potrebbe capitarvi a volte di non poter usare la magia o di essere minacciati da bulli Babbani oppure di scontrarvi con esseri e creature su cui la magia non ha effetto. Dovete essere preparati a queste evenienze.” Concordò Henry. “Potresti anche insegnare loro come usarli correttamente.” Propose poi a Black senior.
“Perché no, usciamo?” Il gruppo si vesti in fretta e con entusiasmo e tutti si riunirono all’esterno dove Susan accese alcune torce per rischiarare la fredda sera. Alphard insegnò loro tutto sulle lame, era un esperto di coltelli e pugnali e Henry si unì a loro per aiutarlo nell’insegnamento di qualche mossa di lotta. Remus si fermò dopo le prime basi sedendosi con Susan ad osservare i suoi amici diventare dei piccoli esperti dell’arte dell’uccisione.
“Bel movimento!” Si complimentò Alphard con Star visibilmente sorpreso dalla fluidità della ragazza. “Credo che a te piacerebbe la lotta con le spade.” Il viso della ragazza si illuminò e l’uomo rise. “Si, direi di si. Ma sei sicura di no aver mai preso parte a qualche battaglia?”
“Ha lottato parecchio, senza armi però.” Rispose James al posto suo, lo zio sorrise.
La notte era calata da un pezzo su di loro e la neve depositata in giardino scintillava al chiarore delle torce, le lame i scontravano e fendevano l’aria nell’assoluto silenzio interrotto anche dai respiri dei ragazzi che seguivano i movimenti imparandoli come in un codice, le gambe svelte, gli occhi attenti. Solo quando Alphard annunciò di doverli lasciare si resero conto dell’ora tarda. Era quasi l’una e nessuno aveva cenato.
“Fermati a mangiare qualcosa!” Lo pregò Susan.
“Non credo di poter…”
“Zio ti prego!” Sirius spalancò gli occhi.
“Non sei ancora convincente quanto una donna, ragazzo mio, ricorda: le donne sanno farti fare tutto con uno sguardo e l’uomo che riesce a fare altrettanto starà uno scalino sopra gli altri uomini.”
Sirius allora afferrò Star piazzandosela davanti, la ragazza comprese e spalancò i suoi grandi occhi cobalto in segno di supplica. “La prego signor Alphard.”
L’uomo sospirò. “O puoi usare la tua bellissima amica, anche questa è una soluzione. Mi fermerò. Ma tu, piccola peste, vedi di chiamarmi almeno Al e non darmi del lei.” Sbuffò poi puntando un dito contro Star la quale annuì obbediente.
Entrarono nella sala da pranzo dove Rue aveva già preparato un pasto completo come se li avesse sentiti parlare di cibo mezz’ora prima di quando avevano effettivamente cominciato. La cena si svolse tranquilla mentre Alphard raccontava qualche aneddoto divertente dei suoi viaggi in lungo e in largo per il mondo, i Malandrini pendevano completamente dalle sue labbra e facevano quasi fatica a concentrarsi sul cibo. Purtroppo venne l’ora decisiva e Alphard tornò al camino, afferrò della Polvere volante, salutò tutti e abbracciò Sirius infine lanciò la Polvere sul focolare gridando un nome di una località irriconoscibile e scomparve tra le fiamme verdi smeraldo.
“Io amo tuo zio.” Mormorò James ammirato.
“Mi sento lusingato.” Sbuffò il signor Potter ironico.
“Dai, pà, tu sei un grande come padre non poteva capitarmi di meglio però lui come zio deve essere mitico.” Replicò James.
“Credo sia la cosa più vicina ad un complimento che tu mi abbia mai detto.” Fece Henry sorpreso.
Star lo abbracciò con calore. “Sei il migliore.” Gli assicurò.
 
…………..
 
 
Il girono dopo i Malandrini si alzarono tardi e Rue li informò che i signori Potter erano usciti e che loro potevano fare quello che volevano a patto che non si allontanassero troppo e che fossero a casa per l’ora di cena.
“Quindi che si fa?” Domandò Sirius ingozzandosi di uova strapazzate.
“Finiamo di mettere a posto il Covo, ovviamente.” Ricordò loro Star, era vestita con semplici jeans e una felpa di James ma aveva usato il suo nuovo pugnale chiuso nel fodero di cuoio per tirarsi su i capelli in una crocchia disordinata e questo le dava un’aria parecchio pericolosa, per chi riusciva a distinguere le fattezze del pugnare in quell’ammasso di boccoli scuri.
“Ovvio! Ma che ne dite se nel pomeriggio usciamo un po’ e vediamo se riusciamo a procurarci un po’ di vernice e qualche altra cosa per rimettere a nuovo la struttura?” Propose James.
“Ottima idea, sono stufo di cercare di non cadere in quel buco tra le assi.” Concordò Remus.
“E così sia.” Decretò Star.
 
…………
 
“Sera Rue.” Salutò la signora Potter rientrando in casa e togliendosi il cappotto, henry entrò poco dopo di lei.
“Buona sera signora. Posso preparare le cena?” Chiese l’elfa servizievole.
“I ragazzi sono già tornati?” Domandò il signor Potter.
“Sono al Covo, loro ha detto a Rue così. Rue crede che il Covo è il deposito infondo al giardino.”
“Ah, si certo. Molto bene, prepara pure.” Accettò di buon grado Susan.
“Vado a chiamarli io!” La avvertì Henry e poi partì all’esterno lungo le piastrelle dorate e una volta giunto in prossimità del Covo urlò semplicemente “Cibo!” e tre frecce uscirono dalla struttura atterrando direttamente sulla tavola, infine uscì anche Remus e con tutta calma tornò indietro insieme ad Henry.
“Allora, ti stai divertendo?” Gli chiese il signor Potter.
“Molto, il Covo sta venendo benissimo e oggi ci siamo veramente scatenati.” Raccontò lui. “o meglio loro si sono scatenati.” Ormai erano arrivati anche loro nel salone ma Remus continuò a descrivere la loro giornata in tranquillità. “Quando siamo andati a fare compere abbiamo incontrato un signore che doveva portare molte assi sul suo furgone da lavoro così lo abbiamo aiutato, idea di Star, e alla fine del lavoro l’uomo ci ha regalato alcune assi e ci ha insegnato il metodo migliore per riparare i buchi. Poi abbiamo comprato della vernice e James e Sirius hanno litigato sui colori e mentre litigavano sono arrivate due ragazze così hanno smesso di litigare.”
“Ok, ora puoi smetterla, sta diventando imbarazzante.” Lo avvertì James, Remus fece spallucce e tacque ma continuò Star.
“Hanno smesso di litigare e …”
“Ma buon giorno, dolcezze. Che ci fanno due ragazze così carine in un negozio da uomini?” si fece aventi James passandosi una mano tra i capelli.
“Uhm, anche voi avete un’amica molto carina e anche lei è in questo negozio.” Replicò scherzosa una delle due.
“Ah, non badate a me, io non sono una ragazza!” Esordì Star voltandosi poi verso Remus e cominciando a conversare con lui.
“Comunque siamo le figlie del proprietario.” Riferì la seconda.
“Allora magari potreste aiutarci a trovare delle viti automaschianti? ” Si fece avanti Sirius con la sua tipica eleganza che non si sforzava di esibire ma che era insita nei suoi gesti e lui nemmeno se ne rendeva conto.
“Wow, sei troppo esperto! Lavori per caso nel settore?” Chiese la prima. “Io mi chiamo Erika, a proposito. E lei è Silly.”
“Che maleducati! Non ci siamo nemmeno presentati a questi splendori! Sono Sirius.”
“James, James Potter.” A quel nome le ragazze trattennero il respiro.
“James Potter? Quello che vive nella mega casa in quella viuzza da ricconi?” Chiese Silly.
“Esattamente.” Rispose l’interessato passandosi di nuovo la mano tra i capelli. “I miei amici qui sono tutti ospiti a casa mia.”
“Fate al scuola insieme?” Domandò Erika.
“Si… fuori città, un college molto rinomato. Roba da famiglie ricche.” Rispose Sirius con disprezzo.
“Beh, noi invece frequentiamo una scuola qui in città. Non è male e poi organizza un ballo la notte dell’ultimo dell’anno.” Buttò li Silly.
“Fico. Noi tornando a casa per Natale ci siamo persi tutte le feste.” Spiegò James.
“Oltre al fatto che nella nostra scuola non ci sono ragazze carine come voi da invitare ai balli.” Continuò Sirius.
Le ragazze risero ma lanciarono comunque uno sguardo scettico verso Star che interruppe la sua conversazione con Remus alzando un dito per poi voltarsi verso le due Babbane “Ripeto, io non valgo come ragazza. E comunque non sono disponibile.”
“Beh, beata te! Magari noi fossimo occupate!” Replicò Erika.
“Volete dire che non avete degli accompagnatori per il ballo?” Si stupì James.
Erika scosse la testa. “E pensare che è aperto anche a chi non frequenta la nostra scuola ammesso che sia accompagnato da uno studente.”
“Allora non possiamo proprio permettere una simile atrocità! Vi accompagneremo noi! Se, ovviamente, voleste onorarci d’accettare d’essere le nostre dame.” Si offrì Sirius.
Silly ed Erika si scambiarono uno sguardo eccitato.
“Ma certo!” Esclamò la prima adocchiando James.
“E possiamo trovare un modo di far entrare anche la vostra coppia di amici.” Confidò la seconda rivolgendosi direttamente a Sirius.
“Sarebbe perfetto.” Decretò James.
 
Susan entrò nel salone poggiando in fretta i piatti. “Ho sentito tutto! Oh, sono così felice! Andrete ad un ballo!”
“Fantastico.” Borbottò sarcastico James nascondendo il viso tra le mani.
“Allora domani tutti a fare shopping! Sarete bellissimi!” Continuò la signora Potter entusiasta.
“Ok, ma solo se ci lascerete organizzare un dopo ballo qui e se sgombrate completamente l’area e niente incantesimi rilevatori o che altro.”
Susan si mordicchiò le labbra indecisa e cercò lo sguardo di suo marito per un sostegno ma quello alzò teatralmente le mani in segno di resa. “E’ figlio tuo!” Annunciò. La donna sospirò e fissò James negli occhi. “Va bene, mostriciattolo. Ma tu indosserai quello che ti dico io ti farai fare delle foto e andrai a prendere a casa quella ragazza. E anche Sirius andrà a prendere la sua, vi procureremo una macchina con autista.”
James sorrise. “Perfetto.”
“Sfruttatore.” Tossicchiò Star e tutti risero.
“Ma tu tesoro, con chi ci vai al ballo?” Le chiese Henry.
Gli occhi della ragazza si illuminarono “Con il mio Rem!” Esclamò saltando al collo di Lupin che arrossì violentemente.
“E come farete ad entrare?” Domandò il signor Potter.
“Da quel che ho capito le due ragazze hanno una coppietta felice tra i loro amici, ci aspetteranno fuori dalla scuola e noi entreremo con loro come se il ragazzo fosse il mio e la ragazza stesse con Remus, ovviamente sarà solo una formalità!” Rispose lei allegra.
Susan si lasciò sfuggire un gridolino. “Allora tu Remus dovrai prepararti senza vedere Star, uscire di casa e poi entrare come se fossi venuta a prenderla e lei scenderà le scale e sarà tutto perfetto, ma non poi vedere il vestito che le comprerò. Sarà meraviglioso!”
“Ehm, va... va bene.” Balbettò il ragazzo.
“Sono felice che sia tu ad accompagnare mia figlia a questo ballo, ti te mi posso fidare.” Commentò Henry.
“Si ma lei, insomma… sta con…” Cominciò Remus.
“Dennis.” Lo interruppe Susan. “Si, lo sappiamo, ovvio! Ma siamo felici che sia tu e non qualcun altro. Tutto qui.”
“Bene.” Lui sorrise imbarazzato.
“Okaaaaaay!” Star chiuse la questione. “Dunque domani saremo tutti ai tuoi ordini per i vestiti. Ma gli altri giorni possiamo fare quello che vogliamo vero?”
“Certo che si!”
 
…………
 
Un’intera giornata di shopping pazzo agli ordini della signora Potter era un’esperienza da non ripetere, la donna si era adoperata per far provare ai ragazzi tutti gli abiti eleganti possibili immaginabili e poi ne aveva comprati uno per Sirius e uno per James infine aveva preso con sé Remus lasciandoli soli ed era tornata dopo un’ora per riportarlo e portare via Star. La ragazza provò così tanti vestiti da far girare la testa, e scarpe! Terribilmente troppe scarpe! Anche quella giornata però volse al termine e i ragazzi non ebbero la forza di fare altro che radunarsi nel Covo ormai completato anche se parecchio vuoto e giocare a carte Babbane.
Per i tre giorni che precedettero l’ultimo dell’anno i ragazzi non fecero altro che lavorare al Covo. Uscivano solo per tornare con qualche pezzo d’arredo comprato nuovo o ai negozi di antiquariato oppure avuto in regalo al seguito di un aiuto offerto a qualche passante. James e Sirius trovarono anche il tempo di passare qualche ora con le loro nuove fiamme. L’unica cosa che Star e Remus vennero a sapere era l’età delle due ragazze: Erika ne aveva quattordici come loro mentre Silly un anno in meno.
Infine arrivò il 31 tanto atteso. Dopo colazione i Malandrini fuggirono nel Covo. Star se ne stava sdraiata su un’amaca appesa insieme ad altre tre nella zona che chiamavano “Stiva” un po’ perché era un angolino della stanza sotto il soppalco e lontano dalle grandi finestre e quindi sempre semibuio e un po’ perché lo avevano arredato alla marinaresca grazie ad oggetti che avevano recuperato da un Hanseat Club all’angolo dopo aver aiutato l’anziano proprietario, Ferdi, a ripulire il locale. Sirius se ne stava stravaccato su un divanetto in vinile verde scuro assai vecchiotto, donazione Ferdi, James sedeva a terra accanto a lui. Remus invece si era accomodato su uno sgabello al bancone del bar lì accanto poggiando un gomito sul lustro legno e pensando intensamente a qualcosa che solo lui sapeva.
“Quindi una volta tornati ad Hogwarts potremmo ideare il ‘Muro Tascabile’ oltre che a perfezionare il ‘Pavimento Liquido’ e questo ci aiuterà molto per l’attuazione del nostro prossimo piano malvagio.” Diceva James.
“Si, ma se noi invece di scappare dall’ala ovest passassimo per la est con pausa alla torre di Divinazione?” Replicò Sirius.
“Geniale! Potremmo fare due in uno!” Si ritrovò d’accordo Star.
“Certo, certo. Ma dovremmo ideare un piano ancora più preciso altrimenti farci scoprire sarà facile. Sarà fantastico!” Approvò James.
“IL PRANZO!” Udirono gridare Susan.
I ragazzi si precipitarono fuori.
Per tutto il pomeriggio Star rimase chiusa nella sua camera con Susan a provare abiti e acconciature, come se non fosse tutto già deciso. Eppure fu un’esperienza meravigliosa, parlarono come madre e figlia di cose da madre e figlia e Star parlò a lungo di Dennis, senza sentirsi sotto accusa perché sua madre non lo avrebbe mai permesso.
Giunta finalmente sera Henry fece uscire di casa Remus, vestito di tutto punto, sotto gli ordini di sua moglie poi rientrò e sfoderò la macchina fotografica. Susan scese di corsa e poi chiamò sua figlia attendendo alla base delle scale dove Sirius e James si stavano osservando a vicenda scherzando tra loro sul loro aspetto da damerini.
Star scese piano il primo scalino, indossava un semplicissimo abito senza maniche con lo scollo tondo e largo di color azzurro polvere stretto in vita e con la gonna a ruota classica, i tacchi color crema come la larga fascia in vita. Le stava d’incanto.
“Sei bellissima tesoro!” Si complimentò il signor Potter scattandole una foto, la ragazza abbassò per un secondo il viso contornato dai capelli neri acconciati in onde morbide e vaporose poi spostò lo sguardo su James e Sirius che si erano voltati a guardarla immobilizzandosi nel loro controllo incrociato. James le sorrise mentre Sirius smise di sistemare la cravatta dell’amico per poterle ammiccare divertito da tutte quelle scene. Qualcuno bussò alla porta e Henry aprì la porta a Remus che fissò per un secondo Star con un espressione accigliata prima di lasciare che il suo solito timido sorriso si aprisse sul suo viso.
“Fatevi fare una foto insieme!” li pregò Susan, così si avvicinarono e fecero anche quella foto.
 “Vogliamo andare?” Chiese Remus alla sua dama porgendole il braccio.
Star si trattenne dal ridere e seguì l’amico dal completo ecrù chiaro verso l’esterno dove tre Dodge Challenger nere con autista li attendevano. Salirono con gli altri due sulla stessa e partirono alla volta della casa delle due sorelle.
“E’ ridicolo!” Sbottò James. “Solo mia madre sa rendere tutto così noioso!”
“Fidati, tu non conosci mia madre, lei non solo rende tutto noioso ma sa renderlo anche doloroso! Su questo è una regina, non c’è che dire!” Ribatté Sirius seduto sul sedile davanti senza perdere il sorriso dovuto all’avventura in arrivo che loro potevano vedere chiaramente grazie allo specchietto retrovisore.
“Comunque, aspetta che mostriamo a Dennis le foto di questa sera, potrebbe uccidere Remus!” Scherzò James.
“Cosa?! Dennis non farebbe mai una cosa del genere!” Si scaldò Star.
“Questo lo dici tu! Quel tipo lì potrebbe fare chissà che cosa per te!” Continuò suo fratello.
“Dennis sa che io e Star siamo solo amici.” Commentò saggiamente Remus.
“Già, ma non ha ancora visto come state bene insieme!”
“E dai, Ramoso! Lasciali in pace!” Sbuffò Sirius. “Altrimenti noi mostreremo le foto del ballo alla Evans!”
“E la Evans che c’entra?” Saltò subito su James.
“Molto.” Ridacchiò Star.
“Cosa intendete dire?” Sbottò il ragazzo.
“Che Lily ti piace.” Rispose Remus tranquillo.
“COSA?! Come vi è saltata in mente una simile idea? Io? La Evans?” Rise nervosamente James.
I suoi tre amici lo fissarono scettici.
“Ramoso, si vede lontano mezzo chilometro. Non puoi nasconderti a noi.” Replicò Sirius.
“E soprattutto non puoi nasconderti a me.” Concluse sua sorella picchiettando l’indice sul petto del fratello. “Questo non va solo ad un senso, ricordi?”
“Questo cosa?” Chiese incuriosito Sirius.
“Il ciondolo, quello con il sassolino.” Spiegò la ragazza sorridendo ed estraendo il suo dalla scollatura.
“Già, a cosa serve di preciso?” Domandò Remus tirandolo fuori dai vestiti a sua volta seguito da Sirius e James.
“A proteggerci e a rafforzare la mia connessione con voi.” Rispose con un sorriso. La macchina si fermò su un vialetto e l’autista annunciò con voce monotona. “Arrivati.” Gli era stato impedito di sentire altro che non fossero indirizzi grazie ad un geniale incantesimo del signor Potter così che fossero al sicuro da orecchie indiscrete e non poteva nemmeno guardare altro che la strada cosa che evidentemente non lo rendeva molto felice. Scesero tutti, Star solo per fare delle foto a James e Sirius con le loro ragazze seguendo la promessa fatta a sua madre. Poi salirono ogni coppia in una macchina e ripartirono.
 
……….
 
James osservava Silly senza pensare ad altro che ai Malandrini e a quello che avevano scoperto di lui. Non aveva mai detto nulla, forse si era fatto scappare con Sirius che la Evans non era niente male ma era sicuro di aver rimediato con un commento su quanto fosse noiosa e puntigliosa. Eppure loro lo sapevano, Lily gli interessava perché era diversa dalle altre ragazze. Ovviamente nulla di più, James Potter era pur sempre James Potter non si sarebbe fatto distrarre da un pesce solo quando poteva possedere l’intero mare.
Silly indossava un abitino lilla molto carino, morbido e lungo e teneva i capelli raccolti e tra essi aveva sistemato il fiore che lui le aveva portato un giglio bianco. Sorrise, forse Sirius aveva ragione, era un libro aperto. La ragazza si era subito sentita a suo agio in quella macchina e si era seduta molto vicino a lui stringendogli la mano.
“E’ il tuo primo ballo?” Le chiese gentile sfoderando il suo sorriso migliore.
“Questo? No. Solo che è il primo ballo dove vengo accompagnata da un ragazzo che mi abbia invitato di sua spontanea volontà. Di solito è mia sorella a chiedere a qualche suo amico di farmi da cavaliere.” Spiegò lei imbarazzandosi.
James non capì: Silly non era affatto brutta, era anzi piuttosto carina. “Come mai nessuno ti ha mai invitato?”
“Quelli del mio anno mi considerano strana. A differenza di mia sorella non sono molto femminile, mi piace lavorare con mio padre e adoro costruire, non mi vesto bene e non mi trucco, sono anche piuttosto competitiva. Non è normale per una ragazza. Credo di fare paura.”
Il ragazzo rise di cuore, non era riuscito a trattenersi. “Capisco. Sono degli ignoranti! Mia sorella ti direbbe che sei piuttosto fortunata ad essere così e a non avere pretendenti. Lei cerca di essere pari ad uno scaricatore di porto, ma non so se l‘hai vista, non le riesce molto bene e lo odia! Dice che non troverà mai nessuno che la amerà sul serio, saranno tutti affascinati solo dal suo aspetto esteriore. Quindi credo che ti direbbe qualcosa come: ‘non sei affatto brutta ma sei intelligente, quindi hai una speranza di trovare qualcuno che ti amerà anche per il tuo intelletto’ o qualcosa del genere. E avrebbe ragione.”
Silly si voltò verso di lui. “Tu lo dici ma non lo pensi, sparirai per molto dopo questa serata vero?”
“Credo che tu non possa sapere quello che penso, ma forse hai ragione. Per questa sera però ti do un consiglio: non pensare troppo a quello che farai, divertiti.”
 
………
 
Erika era curiosa, si era sorpresa della professionalità dell’autista ma non si sentiva comunque di parlare nonostante Sirius le avesse assicurato che non avrebbe ascoltato. Sirius, lui le interessava, era così strano e decisamente bello. Portava in quegli occhi grigi qualcosa di affascinate quasi come una calamita, in più aveva un portamento elegante che non si sforzava di mostrare era come parte di lui.
Sirius si portò le braccia dietro alla testa accomodandosi meglio sul sedile e si voltò verso Erika che indossava un vestito corto, molto simile  a quello di Star solo di un bianco rosato che si accostava in modo particolare al completo rosso del ragazzo. “Allora, pronta per questa sera?” Le chiese notando che si stava torcendo le mani.
“Si, certo.” Rispose subito lei. “Senti, so che ti vuoi divertire ma promettimi che avrai rispetto di me.” Riprese dopo una lunga pausa.
Sirius si rizzò a sedere perforandole gli occhi con lo sguardo. “Va bene. Prometto.”
Erika sorrise sollevata. “Sai, ho avuto molti ragazzi, vi so distinguere bene.”
Il ragazzo non seppe trattenere il suo ghigno malandrino. “Ho notato, sei piuttosto brava, infatti.”
“Grazie.” Replicò lei e allungò la mano sul sedile fino a stringere quella di Sirius. “Davvero, grazie.”
L’auto rallentò fino a fermarsi e Sirius scese come una freccia per aprirle lo sportello. Erika abbassò lo sguardo ma accettò comunque il braccio del ragazzo e unendosi alle altre due coppie camminarono fino all’ingresso dove una terza coppia sconosciuta li attendeva.
“Questi sono Marika e Cody, vi aiuteranno ad entrare.” Annunciò Erika rivolgendosi a Star e Remus. Ci fu un breve scambio di saluti e poi Star con Cody, Remus con Marika oltrepassarono l’ingresso fino al tavolo dove stava un’eccitatissima ragazza che controllò i loro nomi e fece loro un timbro sul dorso della mano. Infine entrarono nella palestra decorata alla perfezione e le coppie tornarono alla loro originale composizione.
Sirius, Erika, James e Silly li raggiunsero solo per salutarli prima di dileguarsi tra la folla di studenti danzanti.
“Va bene.” Mormorò Star rimirandosi il timbro rosso sulla mano. “Hai intenzione di invitarmi a ballare Rem?” il ragazzo si voltò di scatto verso di lei. “Non sono bravo a ballar…” Lei sospirò interrompendolo e gli afferrò un braccio trascinandolo sulla pista.
 
…….
 
Silly non si era mai sentita così felice in vita sua. Volteggiava stretta a James e grazie a questo gli altri ragazzi iniziavano a notarla e a lanciarle sguardi di desiderio, quegli stessi sguardi che vedeva sempre rivolti a sua sorella. Era tutto così bello che presto le girò la testa. “Fermiamoci per favore.” Mormorò a James che la prese per mano senza dire una parola guidandola fino al tavolo delle bibite. Incredibile come gli occhi nocciola del ragazzo viaggiassero a mille chilometri orari dal suo viso al fiore tra i suoi capelli alla stanza attorno a loro fino a trovare con sicurezza Sirius e Star come se sapesse esattamente in ogni momento dove i due sarebbero stati.
“C’è qualcosa che non va?” Gli chiese.
James puntò lo sguardo nel suo per la prima volta dal viaggio in macchina, si passò una mano tra i capelli e sorrise. “No. Mi sto divertendo parecchio. Vorrei solo poter sapere se le cose che accadranno saranno tutte positive.”
“Cose come?” Domandò curiosa. Lui le cinse la vita con un braccio e si chinò per baciarla. Silly non era mai stata baciata, la lingua di James era prepotente ma gentile, eppure mancava qualcosa. Si stava forse divertendo? Ma non sarebbe dovuto essere così. O si?
 
………
 
“Ti sei rotto di ballare?” Chiese Erika ad un tratto.
“Uhm, ballare mi piace. Poi è un pretesto per tenere le mani su una creatura deliziosa come te.” Replicò Sirius con il suo solito mezzo sorriso.
“Ok. Però scommetto che sei uno a cui piace il rischio, e io so dove trovarlo, seguimi.” La ragazza lo guidò attraverso un uscita secondaria fino ad angolino buio del giardino scolastico dove piccole lucine rosse brillavano danzando, l’odore era parecchio forte e le risate anche.
“Ciao Erika, chi è il damerino?” Chiese un ragazzo avvolto in una coltre di fumo piuttosto densa da cui veniva un odore particolarissimo come se un campo di menta o altre spezie odorose stesse andando a fuoco, Sirius lo aveva già sentito a Woodstock e suo zio aveva fumato.
“Quello che a differenza di te ha avuto le balle di invitarmi al ballo.” Sbottò Erika.
“Sai che odio i balli, baby. E poi a me pare solo un gesto stupido, dal momento che tu sei sotto la mia protezione. Qualcuno passerà dei guai.” Replicò la voce.
“Senti bello, io ho solo invitato una bellissima ragazza ad un ballo dove voleva andare. Tutto qui. Mi spiace che tu sia così avverso ad un po’ di gente che si diverte su della buona musica, o forse semplicemente non sai ballare, in ogni caso la tua ‘baby’ è qui sana e salva, mi pare.” Si fece avanti Sirius strafottente.
“Chi ti avrebbe detto che non so ballare, amico?” Si scaldò il ragazzo.
“Gerald lascialo stare.” Si mise in mezzo una ragazza dai capelli cioccolata e dal viso bello ma quasi in modo volgare, di quella bellezza che si basava solo sugli ormoni. “Il ragazzo ha coraggio, non trovi? E poi ha anche ragione, sappiamo che non ha fatto niente ad Erika, la tua ragazza giocava solo con te, come al suo solito.”
Erika emise un gesto sprezzante che però poteva benissimo aver coperto l’accenno di una risata. Gerald mosse la mano come per chiamarla a sé e la ragazza andò ad accomodarsi accanto a lui lasciando che le circondasse un braccio con le spalle. “Scusami Sirius.” Fece poi.
Il ragazzo rise. “Nessun problema! Ma dovrò regalare a Star una barretta di cioccolato, aveva ragione al primo anno. Dunque, dato che nessuno di voi ha speranza di raggiungere il mio stile e la mia superba bellezza vi rintanate qui. Attraente. Fatemi fare un giro ai piani passi, che fate di bello?”
Anche la sexy mora rise di cuore trattenendo con un braccio Gerald aiutata da Erika che abbozzò un sorriso divertito. “Noi qui ci divertiamo sul serio, fumiamo, beviamo qualcosa, parliamo un po’ e poi andiamo a zonzo senza meta a fare cose sensazionali.”
“Scommetto che tu sei la regina delle cose sensazionali.” Sirius sfoderò il suo mezzo sorriso più malandrino che mai.
“Non provarci con lei, non sei abbastanza uomo.” Sbottò Gerald.
“Decido io per me stessa grazie. Comunque sono Lisah.” Replicò la ragazza glaciale.
Sirius si inchinò elegantemente ai suoi piedi e le prese una mano sfiorandola con un bacio, cosa notevole visti i tre ragazzi fra di loro intenti a godersi una sigaretta.
“Quando tu avrai una classe del genere sarai abbastanza uomo.” Commentò Lisah rivolgendosi a Gerald che sbuffò sonoramente stringendo meglio a sé Erika.
“Bha, secondo me è solo un damerino.” Si inserì un altro ragazzo.
“Lo vedremo Sigmund.” Lo zittì Lisah poi fissò Sirius negli occhi. “Hai mai fumato?”
 
……….
 
“Ciao Star, come ve la passate tu e Remus?” James si avvicinò a lei al tavolo delle bibite.
“Io bene, Rem non so. L’ho costretto ad accettare un ballo in questo giro alla Sadie Hawkins e non so se sia molto felice di questo. Ma si divertirà. Tu?”
“Io? Io vado alla grande, sto prendendo da bere per me e Silly, è molto simpatica.” Il ragazzo si guardò attorno un paio di volte. “Hai visto Sirius?”
“Che c’è è scomparso dai tuoi radar di mammina preoccupata? In ogni caso sta fuori, credo, poco distante da qui. E si sta divertendo parecchio.”
“Si, beh, spero non troppo. Dopo quest’estate non mi va molto che prendiamo l’alcol e il resto troppo sotto gamba.”
“Credo allora che non andrà nemmeno a Sirius, anche se lui ha retto meglio di te.”
“Ha ha ha.” Fece lui sarcastico.
“Dai, rilassati! E goditi la serata! Vai!” La ragazza gli mise in mano due bicchieri e lo sospinse verso il fulcro della festa.
 
……….
 
“Tutto qui? Mi aspettavo di meglio.” Commentò Sirius spegnando il mozzicone di sigaretta a terra senza una piega.
“Come prima sigaretta te la sei cavata piuttosto bene.” Rivelò ammirata Lisah prima di porgergli una bottiglia. “Bevi un po’ dai.”
Sirius tracannò un lungo sorso. “Gin?” Chiese e dopo aver ricevuto un segno d’assenso da un ragazzo lì accanto prese ancora un sorso. “Preferisco il Whisky o il Rum.”
“Non male per un ragazzino!” Fece sempre più sorpresa Lisah. “Ce l’abbiamo ancora un po’ di Bumba?” Chiese poi rivolgendosi a un piccolo gruppetto che ridacchiava lì accanto. Sirius si accorse nell’oscurità che erano due ragazze e un ragazzo e pareva si stessero divertendo con certi giochini. Una ragazza passò un’altra bottiglia e Sirius bevve. Sapeva di benzina ma non si lamentò, il Whisky incendiario bruciava mille volte di più anche se aveva un sapore certamente migliore.
Lisah rise e ululò trascinando con lei molti altri ragazzi e ragazze.
 
………
 
“Non farlo mai più!” Sbottò Remus tornando al suo fianco. “Non una, ma ben tre canzoni prima di togliermi quella piovra di dosso! Non credo che ti perdonerò mai.”
Star ridacchiò. “Suvvia, non sarà stato così brutto!”
Il ragazzo la incenerì con uno sguardo. “Ti prego, ora fermiamoci un attimo! E dimmi che non manca molto a tornare a casa.”
Lei ci pensò su. “Credo ce se sei stanco possiamo tornare a casa anche ora. Basterà avvertire James.”
“Tu dici?” Chiese Remus speranzoso.
“Se me lo domandi così direi proprio di si.” La ragazza sorrise cercando il fratello con lo sguardo.
“Ma dov’è Sirius?” Le chiese nel frattempo il suo accompagnatore.
“Ah, che ansiosi! Sta bevendo qualcosa qua fuori.” Rispose Star alzandosi in punta di piedi.
“Bevendo!?” Si allarmò Remus.
“Trovato!” Esultò lei trascinandolo con sé fino a James. “Scusateci. Vi ruberemo solo un secondo.” Silly le sorrise mentre suo fratello la scandagliò con lo sguardo. “Siamo un po’ stanchi quindi torniamo a casa ora, Jame. Recupera Sirius, ci vediamo dopo, svegliami se sto dormendo.” 
Girarono sui tacchi e se ne andarono distribuendo saluti. Le macchine erano parcheggiate poco più in là i guidatori tristemente seduti all’interno. Saltarono su su una di esse.
“A casa, per favore.” Disse Remus poggiandosi poi esausto sul sedile.
“Sono un po’ offesa però, speravo che mi concedessi un ultimo ballo!” Scherzò Star.
“Ma sei tu che mi hai concesso di andare via presto!” Replicò il ragazzo.
“Lo so! Lo so!” Rise lei. “Non ti agitare.”
“Però siamo sempre in tempo.” Mormorò lui. “Accosti qui per favore.” Chiese all’autista. Erano in una zona desolata con qualche rada casa lungo la strada completamente deserta. Remus lasciò aperta la portiera davanti e accese la radio, cambiò canale un paio di volte finché Star non gridò: “Questa!” poi si voltò verso la ragazza le poggiò le mani sulla vita e ballò con lei sulle note di un lento un po’ malinconico ma decisamente sentito. E quando le note si alzarono si spostarono proprio in centro alla strada e la fece volteggiare più volte. Risero molto e rientrarono in macchina accaldati nonostante la bassa temperatura e il loro abiti leggeri.
 “Grazie Rem.” Sussurrò Star quando l’auto fu ripartita poggiando la testa sulla spalla del ragazzo e chiudendo gli occhi.
“Hei, manca meno di un minuto alla mezzanotte! Fra un po’ sarà il 1974!” Le fece notare Remus.
Star sorrise fissando l’orologio da polso del ragazzo. “Meno 30, 29, 28…”
Remus si unì a lei. “27, 26, 25, 24…”
Incredibile come in quel momento il mondo pareva essere solo loro. Contavano i secondi che mancavano ad un nuovo anno, un altro anno insieme agli altri Malandrini, un altro anno di guai e risate.
“23, 22, 21…”
………..
 
“Mancano 20 secondi alla mezzanotte! 18, 17, 16…” Annunciò un ragazzo dal palco. Tutti cominciarono a contare. Silly e James smisero di ballare e si unirono a quel conto alla rovescia pieno di speranza.
“15, 14, 13…”
Anche James sperava come tutti gli altri. Sperava in un nuovo anno pieno di nuove occasioni, di nuovi scherzi, di nuovi divertimenti e di nuovi sentimenti.
“12, 11…”
 
………
 
Lisah aveva condotto Sirius in un luogo appartato e stavano parlando tra loro quando la ragazza afferrò il polso di lui sgranando gli occhi di fronte all’orologio.  “Solo 10 secondi, Mister.” Scherzò.
Sirius la guardò negli occhi scuri senza riuscire a decifrarne l’esatta sfumatura di colore a causa del buio intenso attorno a loro. “5, 4, 3…” Contò. Lisah rise. “2, 1..”
 
………
 
“Buon anno!” Mormorò Star a Remus che la baciò sulla fronte replicando l’augurio.
 
……..
 
“BUON ANNO!” Gridarono James e Silly tra la folla, i volti accaldati i cuori colmi di sentimenti positivi.
 
……
 
“Buon ann…” Cercò di dire Sirius ma Lisah si sporse verso di lui e lo baciò con passione. E fan culo anche ai buoni propositi.
 
……….
 
Erano le due passate quando James rientrò a casa, i signori Potter erano già a letto come anche Star e Remus. Entrò comunque nella stanza di sua sorella come da lei richiesto e la svegliò con un bacio posato leggero fra i capelli.
“E’ arrivato uno dei due festaioli!” Commentò la ragazza aprendo gli occhi e tirandosi a sedere.
“Sirius?” chiese James.
“Sta per tornare credo, o almeno ne ha l’intenzione.” Rispose lei, poi sbadigliò. “Resti qui con me?”
Suo fratello annuì stanco e si accomodò sotto le coperte con lei, era così bello tornare a casa e infilarsi in un letto caldo. Si ricordò che una cosa simile era già successa. Forse più volte. Gli piaceva quella sensazione di familiarità. Tutto tornava.
 
……..
 
Sirius rientrò in casa alle tre e mezzo e solo Star e James lo sentirono, uscirono dalla camera per bloccarlo in corridoio.
“Ragazzi sono ancora un po’ ubriaco, o forse sono fatto. Possiamo rimandare le domande a domani?” Chiese il ragazzo poggiandosi allo stipite della sua stanza e cercando di inquadrare i due fratelli.
“Notte brava, eh?” Commentò semplicemente James dopo di che aiutò l’amico a mettersi a letto e infine raggiunse di nuovo Star e tornò a dormire con lei.
 
………..
 
I ragazzi si svegliarono ad ore sfalsate. La prima fu Star che preparò la colazione salutò i suoi genitori che uscivano per andare al lavoro raccontando brevemente di come si erano divertiti e poi si incamminò al Covo dove cominciò a mangiare. Poco dopo Remus la raggiunse.
“Allora, James e Sirius sono sopravvissuti?” Le chiese.
“Si, mio fratello è stato bravo… Sirius… è stato Sirius. Che ci vuoi fare? Cioccolata calda?” La ragazza riempì due tazze fino all’orlo offrendone una al suo amico. Una volta finito di fare colazione i due si stesero uno su un divano nella zona bassa l’altra su un letto sopra il soppalco tutti e due a leggere libri provenienti dalla loro piccola e personale biblioteca al sicuro nella parte alta dell’edificio.
Un paio di orette più tardi James e Sirius fecero il loro trionfale ingresso nel Covo. Il secondo dei due reggendosi la testa ma comunque sorridendo si distese sul primo divano libero. “Ragazzi che sballo ieri!”
“Già, ora ci dirai che hai combinato?” Chiese Remus.
“Si, ero con Erika, ma lei mi ha usato per attirare l’attenzione del suo ragazzo, ah si, tieni Star.” Il ragazzo interruppe il racconto per lanciare all’amica una barretta di cioccolato.
“Oh, la mia preferita! È rarissima!”
“Non c’è di che, avevi ragione sull’usare e l’essere usati. Quindi ho fumato e bevuto, da che ricordo. E c’era questo sballo di ragazza, aveva una gran bella carrozzeria e…”
“Oh, ti prego non parlare così delle donne, almeno non di fronte a Star!” lo rimproverò Remus indicando la ragazza che alzò la testa smettendo di mangiare il cioccolato con sguardo confuso. “Ah, no tranquillo, nessun problema.” Replicò lei Sirius alzò le spalle e proseguì. “Insomma abbiamo parlato e bevuto e poi ci siamo appartati…”
“Uh uh!” Ululò James battendo una pacca sulla spalla dell’amico.
“E abbiamo festeggiato il nuovo anno insieme.” Concluse Sirius.
“E come?” Chiese James malizioso.
“Fatti gli affari tuoi, fratello.” Scherzò Sirius.
Esaurito l’argomento festa i ragazzi uscirono per andare a raccattare qualche buon disco da ascoltare nel Covo e magari scovare qualche pezzo per amplificarne il suono in caso di eventuali feste.
Il resto dei gironi che passarono dai Potter trascorse con semplicità. Il giorno dopo il primo dell’anno i ragazzi  poterono partecipare ad una delle esclusive lezioni di musica del signor Potter. Mentre il giovedì andarono tutti da nonna Lea e giocarono con Fay costruirono un altro fortino con i cuscini di tutta la casa e nonna Lea li osservò tranquilla dalla sua poltrona mentre faceva a maglia. Raccontò anche loro una fiaba senza bisogno di leggerla dal libro e senza mai smettere di sferruzzare con agilità. Il fuoco scoppiettava nel camino mentre fuori infuriava una tempesta di neve e il rumore ritmico dei ferri come il muoversi veloce delle dita della nonna accompagnavano la sua dolce voce leggermente impastata dalla vecchiaia e i ragazzi seduti sul tappeto ascoltavano attenti giocherellando con dei piccoli modellini di legno che Fay aveva usato da piccola come James prima di lei e il sapore di tutta quella dolce antichità li faceva stare bene.
 
……
 
Venerdì mattina, una volta svegliati, i Malandrini scesero lentamente le scale per la colazione. Mangiarono chiacchierando normalmente e poi salirono a prendere le valige. Sirius salutò Henry come fosse stato suo zio e poi si chinò per salutare Susan sfiorandole la mano con un bacio infine saltò nel fuoco. Remus fu più normale nell’andarsene ma trasmise comunque la gratitudine per l’accoglienza e la gentilezza ricevuta in quella casa. Star abbracciò entrambi i suoi genitori e rise nervosa ad un qualcosa che sua madre le sussurrò all’orecchio poi svanì tra le fiamme smeraldo. James stava per seguirla con un semplice “a presto” ma Henry lo bloccò.
“James, sono curioso: perché ti circondi di persone che hanno sofferto così tanto? Cos’hai in comune con loro? Non che noi li disprezziamo, assolutamente no! Ma ci sembra strano che tu abbia fatto amicizia con persone che hanno un passato così diverso dal tuo, ti abbiamo sempre istruito al meglio ma non pensavamo che tu avessi veramente appreso…”
“Papà.” Lo fermò il ragazzo. “Sono persone meravigliose, nonostante quello che hanno passato o che stanno ancora passando, non ci sono persone migliori di loro e un loro sorriso vale molto più di qualunque altra cosa per me. Sono così felice che nonostante la mia vita sia così diversa dalla loro mi accettano e mi vogliono bene e siamo legati da qualcosa che è invisibile ma fortissimo e non smetterò mai di voler condividere con loro il bello che c’è nel mondo. Voglio mostrare loro quello che si perdono quando camminano con lo sguardo basso, voglio che tutto quello che io ho imparato a vivere grazie a voi e a quello che mi avete dato passi a loro perché se lo meritano. Si meritano tanto amore e se nessuno se ne rende conto allora ci penserò io.”
Susan lo baciò sulla fronte con gli occhi lucidi. “Sei proprio figlio di tuo padre.”
James sorrise ed entrò nel camino. “Ciao mamma. Ciao papà. Grazie.”
 
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Ho partorito gente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Un nuovo parto per me! Sembrava un po’ infinito! Ok è stato infinito! Ma ci sono riuscita. Ok, ora quando smetterò di ripetere “ok” potrò incominciare il mio prossimo capitolo. E dato che già questo vi arriverà con altri ulteriori due giorni di ritardo grazie a quel maledetto fratello che ho che mi ha spento la connessione sarà meglio che il successivo sia rapido. Giusto?
 

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Capitolo 9
*** Assenze ***


Dal momento che Remus aveva obbligato i ragazzi a studiare tutto il resto della giornata di venerdì per rimettersi in pari con tutti i compiti di tutte le materie i Malandrini decisero di fare una lunga pausa il sabato e di godersi una giornata di ozio, anche perché Fill e Al li avevano bloccati a colazione chiedendo loro di aggiornarli su tutti i dettagli delle loro vacanze. Così i giovani si riunirono in Sala Comune e diedero inizio ad un torneo di scacchi e racconti da qui Remus uscì vittorioso in quanto al gioco e Sirius in quanto a storia. Mentre quest’ultimo ripeteva tutti i tratti stupendi di Lisah e James cercava di zittirlo usando Silly passò di lì Lily alla quale arrivò un bel pezzo delle conversazione dei due ragazzi anche perché era tenuta con toni così alti che Remus si era stupito già parecchie volte che la McGranitt non fosse comparsa nella Sala per rinchiudere i suoi due amici in punizione.
“Per le mutande di Merlino!” Sbottò Alice. “Potreste perlomeno tenervi per voi i vostri commenti sui corpi delle vostre ultime conquiste? C’è chi gradirebbe fosse portato un po’ di rispetto al genere femminile.” Sbottò Alice visibilmente irritata e di cattivo umore.
“Frena gli ormoni dolcezza, non ho mai mancato di rispetto a nessuna donna. Credimi. Anche perché quella di cui parlavo è più che altro una… dispensatrice di gioia, credo.” Replicò Sirius con una mano sul cuore.
“Idiota maschilista.” Sibilò Lily voltandosi per andarsene con le sue amiche ma prima si rigirò verso Star. “Come fai a sopportarlo?” Chiese indignata.
La mora alzò lo sguardo come appena uscita da pensieri profondi e lo puntò a turno sugli interessati del battibecco. “Ma perché…” Fece poi come se fosse un importante problema filosofico esistenziale. “…non rutto mai?” James e Sirius risero di cuore, Remus si batté una mano aperta sulla fronte, mentre Lily la fissò disgustata prima di girare definitivamente sui tacchi. Poi qualcosa si illuminò in James che si alzò in piedi gridando. “Domani c’è una gita ad Hogsmeade, Evans, esci con me?”
La rossa si voltò inorridita. “Per diventare la prossima… dispensatrice di gioia che descriverai urlando al tuo amichetto? MAI.” E se ne andò seguita da Alice, Emmeline, Marlene e Mary.
Sirius si alzò in piedi imitando uno swing del golf e poi fingendo di osservare un’immaginaria pallina attraversare la sala con tanto di mano sopra gli occhi per coprirseli dall’inesistente sole. “La vedi Star?”
Anche la ragazza si alzò in piedi. “Eh, si.” Replicò
“A me pare proprio…” Cominciò lui.
“Eh, già, anche a me.” Continuò lei.
“Ma che diamine…?” Cercò di chiedere James ma entrambi si voltarono in contemporanea verso di lui urlando “BUUUUUUUUUCA!” per poi scoppiare a ridere trascinando con loro Al e Fill, anche il ragazzo occhialuto dopo un breve attimo di sorpresa si unì alla risata senza però mancare di insultare i suoi due amici con qualche appellativo non troppo carino.
“Scacco matto.” Annunciò Remus dalla sua poltrona abbattendo il re di Sirius.
“Oh, ma dai!” Protestò il ragazzo.
“Voi che avete fatto invece?” Chiese Star ad Al e Fill. I due si guardarono sospirando.
“Beh, c’è stato il falò…” Raccontò Al abbattuto.
 “E una partita a palle di neve ma senza professori.” Continuò Fill.
“Ma non abbiamo fatto niente di particolare. Sul serio.”
“Se ci fosse stati voi sarebbe stato meglio.”
James rise. “Su! Forza! Non vorrete mica farci credere che è stato tutto così brutto! Vi promettiamo che per il primo aprile troveremo qualcosa di abbastanza forte.”
“Davvero?” Chiese estasiato Fill.
“Potete giurarci.” Promise Sirius.
 
………………
 
L’indomani i Malandrini si apprestarono a partecipare alla loro prima gita ad Hogsmeade con il permesso e tutti insieme.
“Niente trucchi!” Si stupì per primo James mentre camminavano verso il portone d’ingresso dove li attendeva la McGranitt che con l’aiuto di Gazza e Vitious controllava i permessi.
“Niente passaggi segreti.” Proseguì Sirius un secondo prima di voltarsi verso la professoressa mostrandole la firma di suo zio e sottostando all’occhiata inquisitrice di quest’ultima semplicemente sorridendo. “Quest’oggi è più splendida del solito. Davvero, la trovo in gran forma!”
La donna sbuffò facendogli segno di andare avanti o meglio di sparire dalla sua vista, James e Star lo seguirono ridendo e dietro di loro Remus si fermò con la professoressa per scusarli con un’occhiata.
“E niente Mantello!” Concluse la ragazza.
“Solo noi quattro.” Ricominciò James cercando di non correre verso i cancelli di Hogwarts.
“E la nostra sbalorditiva ficaggine!” Preciso Sirius sorridendo come poche altre volte.
“Troppe novità da scoprire per rompere qualche regola.” Cercò di rilassarsi Remus.
“Pronti per questa nuova avventura!” Urlò Star saltando emozionata lungo la High Street.
“Respira a fondo, non succederà niente di male.” Mormorò Remus come una cantilena.
“Prima tappa: Zonko!” Annunciò James indicando il negozietto colorato e illuminato sotto lo spesso strato di neve.
“Perfetto… perfetto… rifornimenti per scherzi… perfetto!” Ricominciò a preoccuparsi Remus torcendosi le mani.
“Rem, smettila! Divertiti! Non faremo nulla di male!” Star lo prese per mano trascinandolo con sé dietro ai due ragazzi che avevano già spiccato una corsa verso Zonko.
Entrarono nel negozio dove pareva che niente stesse fermo e nulla avesse un posto proprio sensato. Molti ragazzi li squadrarono ridendo quando oltrepassarono l’uscio come in attesa di vederli esplodere dalla felicità o chissà cos’altro.
Purtroppo per Remus avevano ragione: James, Sirius e Star partirono di slancio assaltando il proprietario e obbligandolo a spiegare loro ogni singolo articolo in esposizione riempiendosi le braccia man mano che qualcosa li attraeva. Uscirono dal negozio praticamente senza soldi e pieni di buste lasciando la devastazione alle loro spalle.
“Ok, abbiamo preso un tantino tanta roba.” Commentò Star.
“Già, e se passassimo a lasciarla da qualche parte così da non dovercela portare in giro ovunque?” Chiese Sirius.
“Potreste lasciarla da Mielandia.” Propose Remus.
“Giusto! Andiamo!” Approvò James.
Entrarono nell’affollatissimo negozio e il signor Hitch andò loro incontro con un gran sorriso. “Ragazzi! E Star!” L’omone aprì le braccia in segno di benvenuto.
“Sono arrivati?” Chiese la signora Hitch facendosi largo tra gli altri studenti che fissavano la scena strabiliati. “Oh, eccovi! Ci siete mancati, sapete? Fate come se foste a casa vostra! E come mai non siete venuti a Natale?”
Molti ragazzi cominciavano a bisbigliare sorpresi da quell’assurda confidenza.
“Siamo stati a casa nostra. E’ stato un bellissimo Natale, mi dispiace non essere passata prima, vi sono arrivati i miei regali?” Raccontò Star tutto d’un fiato.
“Oh, si certo!” Le assicurò Abbey.
“Ne siamo felice, in realtà noi volevamo chiederti se potevamo lasciare qui i nostri acquisti per venire a prenderli a giornata finita insieme ad una buona dose di dolci.” Domandò James cortese ma spavaldo ben coscio degli occhi puntati su di loro.
“Ma certo!” Ivan gli indicò le scale con fervore. I ragazzi salirono poggiando le loro borse nel salottino dove avevano atteso che Star guarisse il signor Hitch. Sirius si bloccò a fissare quel dannato orologio facendogli poi una linguaccia.
“Tu sei complessato.” Decretò Star dopo averlo visto.
“Parli tu.” Ribatté lui.
Scesero di nuovo salutando in fretta i proprietari e uscirono esponendosi ancora alla fredda aria invernale diretti ai famosi Tre Manici di Scopa.
Il locale era caldo e accogliente come se lo erano immaginato. Riuscirono a malapena a trovare un tavolo libero, i possenti alberi di natale invadevano ancora gran parte dello spazio e le persone affollavano il resto. C’erano persino alcuni professori, seduti al bancone a parlare con un uomo anziano che rideva alla grossa di qualcosa che Vitious gli stava raccontando. Vi erano persone molto strane e altre piuttosto normali, adulti, ragazzi e persino un bambino con la madre.
“Wow, non avevo mai pensato a questo posto come un vero villaggio abitato da vere famiglie prima di venire qui.” Si sorprese James.
“No? Questo è perché non hai letto Storia della Magia. Lì c’è scritto tutto di Hogsmeade.” Lo rimproverò Remus.
“Non è che non ho letto quel libro. E’ che tu sei l’unico che lo legge, Star sa tutto senza leggere niente.” Lo rimbeccò James.
“Che diavolo dici?” Sbuffò sua sorella senza nemmeno voltarsi a guardarlo ma continuando ad esaminare ogni angolo del locale.
“Shhh, stai al gioco, no?” Fece suo fratello.
“Oh, giusto… si, Remus ha ragione.” Replicò lei fissando ostinatamente il soffitto.
“Ma che diamine stai cercando?” Le chiese Sirius dopo aver smesso di ridere.
“Io? Non lo so, ma ho come la sensazione di essere già stata qui più volte, anni fa. Mah, non sarà niente.” Mormorò la ragazza decidendosi finalmente a prestare attenzione ai suoi amici.
Una ragazza con circa una decina d’anni in più di loro si avvicinò al loro tavolo pulendosi le mani sul grembiule. “Che vi porto?” Chiese sorridendo, era decisamente una bella donna, formosa e con un bel viso.
“Quattro Burrobirre e un altro di quei sorrisi, grazie.” Rispose Sirius con un tono diverso dal solito, molto più maturo e calmo, prima che potesse farlo qualcun altro.
La cameriera rise piano come se fosse abituata ai complimenti di ogni genere ma questo fosse ben diverso. “Subito fatto.”
“Mi fido, eh.” Le gridò dietro poi il ragazzo lasciando che un angolo della sua bocca salisse verso l’alto in quel mezzo sorriso stupendo.
“Amico, sono tutte ai tuoi piedi.” Si complimentò con lui James, i due si scambiarono il cinque sotto lo sguardo esasperato di Remus.
“Star ti prego, di loro qualcosa!” La chiamò in soccorso volgendo gli occhi ambra a lei che con i gomiti sul tavolo e il mento poggiato sulle mani osservava la scena sorridendo più con lo sguardo che con la bocca.
“Perché? Te l’ho detto che li ho allevati proprio bene.” Scherzò poi facendo sbuffare Remus.
“Ci manca un piano.” Osservò James. “Dove andiamo dopo?”
Sirius ci pensò su. “Potremmo andare alla Stamberga strillante e vederla da fuori.”
“NO!” Bocciò l’idea Remus.
“Ok, ok! Allora passiamo a vedere qualche cosa da turisti?” Riprovò il ragazzo.
“E se invece andassimo in qualche posto sdolcinato o senza senso a seminare un po’ di panico?” Propose Star.
“Oh, no…” Si abbatté Remus.
“Star! Potei amarti!” Si entusiasmò invece Sirius.
“Ottima idea sorellina, quasi degna di me.” Replicò James.
La ragazza scoppiò in una sonora risata. In quel momento tornò la cameriera con le loro Burrobirre e un gran sorriso stampato in volto, poggiò i bicchieri davanti ad ognuno di loro e lasciò un tovagliolino sotto quello di Sirius “Se mi cerchi, mi trovi sempre qui.” Disse poi.
Il ragazzo lo lesse con una sola occhiata. “Grazie Rosmerta, ne terrò conto.”
La donna si allontanò per servire un altro tavolo.
“Che ti ha scritto?” Si incuriosì James.
“Solo il nome, e ha lasciato il timbro del rossetto.” Rispose Sirius.
“Sei incredibile!” Si stupì Star. “Dovresti imparare da Felpato, fratellino.”
James le fece il verso. “Io ho mille volte più fascino.” Concluse.
Remus sospirò. “A parte questo, servirebbe a qualcosa farvi desistere dal creare scompiglio?”
“No, ma grazie di avercelo ricordato.” Rise Star. Il ragazzo si portò una mano sul volto. “Ma perché sono così imbecille?”
 
…………..
 
Poco dopo uscirono dai Tre Manici di scopa e si divisero: James e Sirius andarono a prendere qualche scherzetto tra i loro nuovi acquisiti e Star trascinò Remus a preparare il campo.
I primi due si diressero decisi controvento camminando a passo svelto, Sirius però si bloccò all’improvviso. “Non posso più aspettare per dirtelo…” Annunciò. James i voltò verso di lui preoccupato. “Parli di quella sera?”
Il suo amico annuì.
 
………..
 
“Allora?” La voce impaziente di James arrivò all’improvviso da dietro Star e Remus facendo sobbalzare il secondo dei due. Sirius e James risero sbucando fuori da sotto il Mantello dell’Invisibilità.
“Hai preso un bel colpo, Rem.” Constatò semplicemente Star spostando piano lo sguardo dalla piccola finestrella su cui si erano appostati per spiare l’interno del locale di Madama Piediburro.
“Vorrei vedere te se non avessi avvertito la loro presenza!” Replicò il ragazzo tentando di riprendersi.
“Avrei sentito il loro incessante bisbigliare cinque metri prima e poi il tentativo di silenziosi passi.” Ribatté la ragazza stiracchiandosi.
“Se, se… ringrazia solo di poterci entrare nella mente, altrimenti riusciremmo a farti prendere uno di quei colpi che neanche immagini.” Sbottò Sirius.
“E’ una sfida?” Chiese lei.
Lo sguardo di James si illumino. “E sfida sia.”
“Ma non riuscite proprio a concentrarvi su una cosa sola voi, eh?” Si esasperò Remus.
“Che c’è, Lunastorta? Sei impaziente di iniziare il lavoro? Ti accontentiamo!” Scherzò Sirius.
“No, affatto! Solo che… ah! Finitela!” Sbuffò quest’ultimo irritato dalle risatine dei suoi amici provocate dalla sua confusione.
“Allora, che cosa usiamo?” Domandò Star riportandoli con la testa alla loro missione.
“Abbiamo scelto queste.” James estrasse parecchie scatolette colorate tutte uguali.
“Hanno un nome terribile.” Protestò debolmente Remus ma nessuno gli badò.
“Sono facili da usare.” Proseguì Sirius sempre più deciso.
“Perfetto.” E Star decretò l’inizio.
 
……..
 
Dennis se ne stava seduto in un angolino del tavolo, cosa piuttosto difficile dal momento che il tavolo era rotondo, e cercava di evitare con lo sguardo il suo amico che baciava con gran foga quella ragazza a cui dava ripetizioni e che lui lo aveva costretto a presentargli. Era perfettamente il terzo incomodo, e non solo in quel tavolo ma in tutta la sala di Madama Piediburro. Avrebbe tanto voluto che Star fosse stata lì, quando ci erano stati durante la loro prima uscita ad Hogsmeade si erano divertiti così tanto a prendere in giro tutte le altre coppiette e a ridere dell’ambiente decisamente troppo roseo. Era stata una giornata meravigliosa per quanto lui avesse fatto fatica a starle dietro. Star era così strana, un secondo prima non riusciva quasi ad intendere quello di cui parlava, era matura, tremendamente intelligente e profonda. Esplorava senza paura ogni angolo di conoscenza umana scoperta, mentre il secondo dopo rideva come una bambina di cose stupidissime e scherzava con lo stile di un ragazzino monello. Si, starle dietro diventava sempre più complicato.
All’improvviso qualcosa nella stanza esplose. Circa una trentina di piccoli colpi si udirono sopra al normale chiacchiericcio e poi fu il caos. Numi di orribile odore si levarono ovunque e tutti cercarono di mettersi in salvo anche dallo sporco provocato dalle piccole, ma micidiali, bombe. In pochi secondi tutti o quasi uscirono dalla sala da the spintonandosi a vicenda per andare il più lontano possibile. Dennis rimase qualche secondo a fissare il locale incuriosito mentre la proprietaria piangeva eccessivamente disperata davanti all’ingresso cercando di ripulirsi con un fazzolettino ricamato. Forse era una sua impressione ma gli parve di udire delle risate conosciute provenire dal retro del locale. Decise che non era nulla e si incamminò sconsolato verso il castello.
 
………
 
“Oh mio cielo!” Esultò Star.
“Meraviglioso, meraviglioso!” Ripeté Sirius per la millesima volta cercando di smettere dal ridere.
“L’avete visto quel ragazzo che ha usato la sua dolce fidanzatina come scudo, non credo che dopo di questo staranno ancora insieme!” Scherzò James ansando per l’eccessivo riso.
Persino Remus non riuscì a trattenersi. “Perché voi non avete visto la proprietaria gettarsi su una bomba tentando di evitarne lo scoppio, la sua faccia quando si è resa conto che tutti stavano scappando è stata epica!”
“Remus!” Finsero di rimproverarlo i suoi amici prima di scoppiare a ridere tutti insieme.
“Ah, Caccambombe, le Caccabombe sono il futuro!” James poggiò le braccia sulle spalle di sua sorella e Remus tenendo una mano anche sulla spalla di Sirius che si ritrovò schiacciato su Star e quindi passò a sua volta un braccio sulle spalle dell’amica. Così sempre ridendo ondeggiarono inciampando lungo la strada.
“We gotta get out of this place
if it’s the last thing we ever do”
Cominciò a cantare Sirius.
“We gotta get out of this place
’cause girl, there’s a better life
for me and you”
Lo seguì James senza indugio.
“Now my girl you’re so young and pretty
And one thing I know is true, yeah
you’ll be dead before your time is due
you know it
” Continuò Remus a sorpresa.
“Oh, mio cielo! La conosci Rem!” Si stupì Star.
“Incredibile!” Fece James sarcastico.
“Stiamo educando bene il caro Lunastorta, eh?” Commentò Sirius.
Risero ancora e poi ricominciarono a cantare tutti insieme camminando sulla neve delle strade di Hogsmeade.
“We gotta get out of this place
if it’s the last thing we ever do
we gotta get out of this place
girl, there’s a better life
for me and you, oh baby

We gotta get out of this place
if it’s the last thing we ever do
we gotta get out of this place
girl, there’s a better life for me and you
oh you know it, baby
and I know it, too, baby.”

“Ok, ok!” Remus respirare a fondo cercando di calmare le risate convulse.
“Ora che si fa?” Domandò Sirius guardandosi attorno, una palla di neve lo colpì dritto nell’orecchio. “Ah! Maledetta!” Ringhiò voltandosi verso Star con un’altra palla di neve pronta in mano. In pochi secondi crearono una battaglia in piena regola, con tanto di trincee ricavate in fretta da panchine o fontane spente lungo le vie. Ovviamente i loro molti tiri sbagliati aprirono la guerra tra qualche altro gruppetto di ragazzi e ragazze in gita così che Hogsmeade divenne un campo di guerra di neve ambulante. Solo quando Sirius atterrato da James afferrò Star per una caviglia facendola finire lunga e distesa a terra e Remus ne approfittò per riempire tutti e due di neve facendoli diventare due ghiaccioli ambulanti James barcollando decise di rientrare a Hogwarts.
“Ok!” Star saltò in piedi senza nemmeno un brivido mentre i suoi amici tremavano dalla testa ai piedi sotto il vento freddo.
“Sei proprio una maledetta. Muoviamoci mi si sta congelando anche non vi dico cosa.” Borbottò Sirius alitandosi sulle mani per scaldarsi.
Una volta rientrati al castello furono praticamente rapiti da Al e Fill che li condussero in Sala Comune chiedendo il racconto dettagliato della loro giornata. Sirius e James iniziarono allegri fino a quando incontrarono Dennis e un altro paio di ragazzi lungo il corridoio diretti forse in biblioteca, lui e un altro suo amico si portavano addosso ancora una leggera puzza molto famigliare ai Malandrini. Star lo guardò leggermente dispiaciuta.
“Hei, posso parlarti?” Le domandò Dennis. La ragazza fece l’occhiolino a suo fratello che proseguì con gli altri mentre Dennis liquidò con un cenno i suoi amici. Rimasero soli.
“Si?” Fece Star dato che il ragazzo non sembrava voler parlare.
“Siete stati voi?” Domandò lui serio.
Lei rise e si poggiò al muro osservandosi le unghie. “Dipende, a fare cosa?”
“Non scherzare. Non è stato divertente.” La rimproverò.
La ragazza si drizzò confusa. “Oh, ma dai! Abbiamo preso in giro insieme quel posto, e poi non sapevo che fossi lì anche tu!”
“Beh, e non sei nemmeno un po’ curiosa di sapere perché ero lì e con chi?” La aggredì Dennis.
“Io… no… sono fatti tuoi, se eri lì ci sarà stato un motivo, perché?” Balbettò lei sempre più disorientata.
“Quello è un posto per coppiette, non sei nemmeno un po’ gelosa? Non hai nemmeno pensato al fatto che potrei essere stato lì con un’altra ragazza?”
“No! Mi fido, insomma. Anche se fosse… tu mi hai detto… quindi… io non lo so!”
“Ero lì a fare il terzo incomodo, comunque. Grazie dell’interessamento.”
“Sei arrabbiato perché non sono gelosa?”
“No. Sono arrabbiato perché mentre io mi rodo al pensiero di dove sei tu in ogni momento a te la cosa non tocca minimamente e anzi ti diverti a fare stupidate con i tuoi amici.” Il ragazzo girò sui tacchi e se ne andò deciso.
Star lo osservò sparire dietro un angolo completamente spiazzata, poi sospirò. “Chiederò a Lily.” Decise e si avviò verso il dormitorio femminile del quarto anno dove sapeva che avrebbe trovato l’allegra combriccola di ragazze riunite a chiacchierare. In Sala Comune lo sguardo di James si puntò su di lei con precisione appena varcò la porta ma lo ignorò tanto era impegnato con Al e Fill, avrebbe dovuto mandare un mazzo di rose a quei ragazzi o meglio un mazzo di Caccabombe, le Caccabombe erano il futuro. Salì decisa le scale e bussò alla porta. Fu Emmeline ad aprire. “Hem, ciao.”
“Ma guarda chi si vede!” La aggredì Lily.
“Si, credo che dovrebbe dispiacermi. Quindi… scusate?” Tentò Star.
“Dovrebbe dispiacerti? Ma non ti rendi conto di quello che dicono quei tuoi amici? Non ti senti offesa?” Domandò Alice.
“Uhm, no. Insomma non parlano di me, ne di ragazze che sono mie amiche. Anche se ormai credo di non averne più, giusto?” Sospirò la mora.
“Come mai lo chiedi a noi?” Sbottò Mary.
“Perché siete voi le mie uniche amiche, a chi altro dovrei chiederlo?” Rispose Star sincera.
“Oh.” Fece Marlene addolcita, e a quanto pareva se Marlene decideva di perdonare le altre ne tenevano conto.
“Entra.” Disse secca Alice.
Star si sedette su un letto con grazia.
“Come mai sei qui?” Le chiese Lily.
“Credo di aver litigato con Dennis, ma non ne sono sicura.” Spiegò lei.
“Come non ne sei sicura?” Rise Mary. “Scusami ma o hai litigato o no. Non ci sono vie di mezzo quindi dovresti saperlo con certezza.”
“Giusto. Beh, mi ha accusata di fare scherzi stupidi mentre lui pensa a me e credo sia infastidito dal fatto che non sono gelosa di lui.” Raccontò Star concentrandosi al massimo.
“Oh, poveri noi!” Mormorò Lily.
“Tesoro, in che senso non eri gelosa?” Chiese Emmeline.
“Beh, lui era da Madama Piediburro e io non lo sapevo così quando l’ho scoperto non mi è sembrato nulla di che ma si è arrabbiato perché diceva che avrebbe potuto essere con qualche ragazza ma che cosa c’entra?” Si liberò la ragazza.
“Non ci credo.” Si stupì Alice mentre le altre la fissavano strabiliate.
“Ovvio che si è arrabbiato! Quel posto è un covo per le coppie e se il tuo ragazzo è lì e tu non lo sai il tuo primo pensiero dovrebbe essere che lui c’è stato con un’altra ragazza più carina di te!” La sgridò Mary.
“Avresti dovuto pensare che ti tradiva, in poche parole.” Continuò Marlene.
Star aprì la bocca per replicare ma poi la richiuse fissando Mary con scetticismo, infine pensò a quello che aveva detto Marlene.
“Ok, si, in effetti se anche io avessi il tuo aspetto non crederei che il mio ragazzo possa tradirmi.” Brontolò Lily gettandosi su un letto.
“Non è questo! E’ che sinceramente non mi sarebbe importato. E’ grave?” Sbottò Star.
“Se è grave?!” Strillò Alice. “Gioia tu sei da ricovero!”
Star si prese all’improvviso la testa tra le mani lasciandosi scappare un sospiro di dolore.
“Tesoro ti senti bene?” Si preoccupò Emmeline.
“Oh, si. Beh, ok. Ho capito. La gelosia non fa poi tanto male ai rapporti. Grazie.” Star si alzò in fretta senza nessun segno di sofferenza sul volto. “Grazie sul serio!” E detto questo uscì.
“Ok, io ora ho solo un dubbio.” Sussurrò Mary sconvolta. “E’ umana?”
 
………..
 Una volta tornata in Sala Comune James, Sirius e Remus le si fecero accanto in un baleno conducendola verso la cena.
“Tutto ok?” Chiese James.
“Sono solo un po’ confusa. Che ne dite se questa sera ci ritroviamo da qualche parte e ci raccontiamo la giornata trascorsa? E’ da moltissimo tempo che non lo facciamo più!” Propose la ragazza emozionata.
Remus sorrise. “Ottima idea.”
Cenarono in fretta e si ritirarono presto nei loro rispettivi dormitori fingendo di dormire fino a mezzanotte quando, come svegliati da un timer preciso, si alzarono e scesero di nuovo nella Sala Comune deserta.
“Torre di Astronomia?” Chiese Sirius gli altri annuirono così silenziosamente camminarono lungo i corridoi salirono le scale e uscirono nella fredda ma limpida notte.
“Guarda Sirius! Orione! E Sirio!” Esclamò Star indicando a Sud quasi all’orizzonte.
“Sei diventata brava!” Si complimentò il ragazzo. “E hai visto marte quant’è luminoso?”
“O la luna quanto è quasi piena?” Fece Remus intimorito.
“Quando avete finito di fare gli intelligentoni avremmo una giornata sballosa da descriverci.” Protestò James interrompendoli.
“Ok, allora. Natale, oggi, tutto. Wow. Grazie James, sei veramente il fratello migliore sulla faccia della terra.” Cominciò Sirius sedendosi sulle merlature le gambe a penzoloni nel vuoto.
“Non c’è di che.” Replicò James sedendosi accanto a lui. I due ragazzi si sistemarono schiena contro schiena nell’oscurità.
“Comunque è vero James, e anche Star e anche Sirius…” Cercò di iniziare Remus.
“Grazie di avermi messo in fondo alla lista.” Scherzò Sirius fingendosi infastidito.
“O taci o ti buttò giù.” Lo minacciò Star ridendo.
“Va bene, grazie Sirius, James e Star per il Natale per tutte le lune e per oggi. Grazie di lasciarmi far parte di voi, di tutto questo, della vostra vita.” Con un sospiro il ragazzo ingoiò la tristezza e si sedette a sua volta con le gambe nel vuoto accanto a Sirius che gli mise una mano sulla schiena.
“Si, grazie è sempre la parola giusta tra di noi. Tutto quello che stiamo vivendo è così vero e me ne rendo conto solo una volta che abbiamo finito di viverlo, sta andando tutto così veloce che inizio a credere che presto finirà, poi viviamo un’altra avventura, ci cacciamo ancora nei guai e penso che non finirà mai, che resteremo sempre così che anche da vecchi saremo i soli e unici Malandrini. Quindi grazie.” Star rimase in piedi dietro di loro e nessuno si mosse per un bel po’.
“Guarda, c’è saturno accanto alla luna e… una stella cadente!” Indicò Sirius e Remus che poggiò una mano sopra gli occhi come per cercare di vedere più distante. “Vedi, il cielo non è poi così pauroso.”
La ragazza scattò una foto e i suoi tre amici si voltarono a guardarla sorridenti.
“E’ bella?” Chiese James.
“Meravigliosa.” Gli assicurò lei.
“Cosa è successo con Dennis.” Proseguì suo fratello.
“Abbiamo litigato. All’inizio non capivo perché poi le ragazze mi hanno spiegato che sono stata diciamo, indelicata nei suo confronti dal momento che non ho provato gelosia nel saperlo da Madama Piediburro senza di me. E’ tutto credo. Sono un po’ triste, non avrei voluto litigare, ma lui sembrava stanco.” Raccontò lei senza imbarazzo.
Sirius rise. “Stanco di te? Deve essere un pazzo, ma che ci vuoi fare?! Accada quel che deve accadere!”
 James le sorrise a sua volta battendo piano sullo spazio nel muretto accanto a sé, sua sorella si sedette allegra e tornarono tutti a guardare le stelle.
“Questa volta basta, però!” Tuonò la voce della professoressa Sinistra dietro di loro dopo alcuni minuti che si rivelarono essere stati quasi u’ora. “Capisco che le stelle abbiano un certo ascendente su di voi ma questa volta mi vedo costretta a mettervi in punizione! Intanto dieci punti in meno a testa.”
James e Sirius balzarono all’unisono giù dalle merlature. “E’ solo colpa nostra professoressa, li abbiamo costretti noi.” Cercò di convincerla il primo.
“Ha tolto i punti a tutti ma metta in punizione solo noi due, loro non se lo meritano.” Concluse il lavoro il secondo.
La professoressa sospirò, “E sia, domani nel mio ufficio alle sei. Ora tornate svelti in dormitorio e non sedetevi mai più lassù potevate cadere!”
I ragazzi ubbidirono veloci.
“Come mai ci avete difeso così?” Chiese Star.
“Beh, voi avete più materie di noi e gli esami si avvicinano.” Cominciò James.
“Tu forse non avevi problemi, ma non volevamo subirci Remus che dava di matto per stare dietro a compiti e punizioni.” Rise Sirius.
“Grazie del pensiero!” Esclamò Remus cupo. “E grazie di avermi fatto venire in mente gli esami!”
“Suvvia, ce la caveremo benissimo!” Cercò di tirarlo su di morale Star. “Ti aiuterò io.” Gli assicurò poi prendendolo per mano.
 
………..
 
Il mattino scesero a colazione in ritardo, Star era venuta a svegliarli con una faccia eccessivamente preoccupata e senza dire una parole li aveva trascinati in Sala Grande. L’intera scuola era seduta in silenzio sui lunghi tavoli e si respirava una strana aria. Dopo di loro entrarono ancora un paio di Tassorosso e qualche Serpeverde poi Silente si alzò.
“Siamo tutti, o almeno tutti quelli che restano.” Annunciò.
“Che intende dire?” Bisbigliò James nell’orecchio della sorella lei si voltò a guardarlo mordicchiandosi un labbro preoccupata.
“Manca uno studente all’appello.” Rispose il preside rivolgendosi a tutta la sala.

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Capitolo 10
*** Lettere ***


Un unanime brivido percorse tutta la sala sottoforma di mormorii, sguardi, piccoli gesti. Istintivamente James prese la mano di Star stringendola forte. La ragazza capì la sua paura. “Non io Jame, sono un osso duro, ok?”
“Non sappiamo ancora le dinamiche di questo incidente ma vorremmo che voi vi sentiste al sicuro. Per questo dovrete tutti aiutarci e accettare con pazienza alcune restrizioni nella vostra libertà: avrete orari fissi, sarete accompagnati ovunque dai professori e uscire di notte se prima era proibito ora potrebbe addirittura farvi espellere, se non volete collaborare mettete a rischio voi stessi ma anche il buon nome della scuola. Mangiate e dividetevi per classi i vostri professori della prima ora vi accompagneranno in aula.” Silente si risedette.
“Chi è scomparso?” Domandò Sirius a bassa voce sporgendosi sul tavolo per farsi sentire anche da James e Star seduti davanti a lui e Remus.
“Non lo so… forse…” Star si alzò borbottando e si avvicinò al Caposcuola di Grifondoro nonché loro compagno di squadra Malcolm Rich. “Hei.” Cominciò lei sedendosi di fianco al ragazzo che alzò lo sguardo sconsolato.
“No, Star, non posso dire nulla.” La bloccò lui.
“Oh, dai! Nemmeno il nome di chi è scomparso?” Fece la ragazza.
“Si chiama Thomas Dellaway, Corvonero, quarto anno. Non chiedermi altro.”
“Grazie.” Star tornò tra i Malandrini. “Un Corvonero del quarto. Dellaway. Lo conoscevate?”  Li informò.
James e Sirius scossero la testa, Remus invece spalancò la bocca.“Thomas Dellaway? Loro no, ma tu si! Non lo ricordi?”
“Hem, no… esattamente cosa dovrei ricordare?” Domandò lei completamente spiazzata.
“Quest’anno, era appena forse due mesetti fa…” Cominciò a raccontare Remus.
 
Star e Remus erano di ritorno dalla loro lezione di Rune Antiche e stavano chiacchierando nel corridoio non troppo affollato.
“Ma tu non avevi deciso di lasciare Babbanologia? Come mai alla fine hai scelto di lasciare Aritmanzia? Mi sento così sola ora!” Chiese la ragazza.
Lui sbuffò. “Oh dai, era una materia troppo difficile e in più non mi interessava molto, poi volevo stare con voi a Babbanologia. Non puoi lamentarti, comunque, non ci vai praticamente mai a lezione di Aritmanzia! Ti fai solo passare gli appunti!”
“Ovvio! Tu non ci sei, e quindi non ci vado!” Replicò Star sorridente anticipandolo di qualche passo e poi voltandosi indietro per fargli una linguaccia finendo così tra le braccia di un ragazzo alto, dai capelli color grano e decisamente carino. “Oh, scusami tanto! Non so proprio come…”
“Tranquilla.” La interruppe lui sorridente. “Non posso certo dire che sia stato un dispiacere, comunque nemmeno io guardavo dove stavo andando quindi dovrei scusarmi anche io. Se ti invitassi a bere qualcosa ad Hogsmeade per ricambiare? Infondo da questo scontro io ci ho guadagnato di avere una ragazza bellissima come te tra le braccia mentre tu probabilmente sarei semplicemente inorridita di fronte al mio aspetto o potrei averti anche fatto male.”
La ragazza rise con sincerità. “Ma scherzi? Sei molto carino, dovresti avere più autostima. Sono Star Potter comunque e…”
“Star, certo! Era ovvio, sei famosa. Peccato, hai già un ragazzo, giusto? Esci con Dennis, se non mi sbaglio. Non voglio certo mettermi tra voi! Sono Thomas Dellaway di Corvonero, lieto di averti conosciuto, Star Potter, ci si vede in giro. Magari il prossimo anno.” Detto questo se ne andò.
“Credo che siamo in ritardo per Erbologia.” Le ricordò Remus.
La ragazza si voltò sorridente verso di lui. “Giusto! Andiamo.”
 
“Oh giusto! Il ragazzo biondo dagli occhi color miele!” Ricordò Star.
James spalancò la bocca. “Ok, devo proprio scrivere quella lettera.” Decretò.
Sirius alzò gli occhi al cielo sospirando. “Ancora con quella storia?”
“Quale storia? Che lettera?” Si incuriosì la ragazza.
“Niente!” Rispose James rapido scoccando uno sguardo di fuoco a Sirius che lo ignorò bellamente rivolgendosi all’amica. “Una notte parlavamo di ragazze e poi non ricordo bene perché siamo finiti a parlare di te e Dennis e tuo fratello ha deciso che vuole scrivere una lettera da consegnare ai tuoi eventuali ragazzi futuri.”
Star si voltò verso James. “Sei un idiota. Se lo fai mi prenderò la libertà di scriverne una anch’io da consegnare alle tue ragazze future e non te la farò leggere.”
“Beh, fanne molte copie allora.” Replicò il ragazzo con aria di superiorità passandosi una mano tra i capelli.
“Idiota.” Borbottò sua sorella. “Dunque è sparito questo ragazzo. Ma come? E chi è stato? E quando?”
“Probabilmente i professori ne parleranno questa sera prima di cena.” Ipotizzò Remus.
“E tu che ne sai?” Gli chiese James.
Il ragazzo sventolò un foglietto identico a quello che, gli altri tre se ne resero conto in quel momento, era apparso sotto i loro piatti; lo presero e lo lessero velocemente in silenzio.
“Quindi chi ha ore buche deve rimanere chiuso qui?” Sospirò Sirius con un tono quasi tendente alla disperazione claustrofobica.
“Ma quello hai notato?” Cominciò Remus. “Non hai visto che oltretutto prima di cena siamo obbligati a stare tutti qui in Sala Grande invece di poterci dividere tutti in ogni Sala Comune. I professori non dovrebbero avere lezione in quelle ore quindi i Capi Casa potrebbero benissimo controllarci nelle nostre Sale Comuni e invece siamo chiusi qui dove, come durante il giorno, saremo sorvegliati da Prefetti e Capiscuola vari che uniti andranno meglio. Vuol dire che loro faranno una specie di riunione segreta per parlare dell’accaduto, questo vuol dire che si devono essere accorti da poco della sparizione di Thomas, questo vuol dire che tutte le tracce sono ancora fresche e questo vuol dire che nemmeno loro sanno esattamente quello che è successo.”
“Si, e tutto questo vuol dire che noi indagheremo.” Decise James passandosi la mano tra i capelli.
“Oh, no. Potremmo essere espulsi! E poi perché noi?!” Sbottò Remus.
“Oh, già l’espulsione, preoccupiamoci di quello, non della morte! Dell’espulsione! Ovvio!” Lo prese in giro Sirius.
“Non è ovvio? Siamo quelli che conoscono praticamente tutta Hogwarts, potremmo essere utili, scoprire qualcosa che loro potrebbero non notare e salvare delle vite!” Cercò di convincerlo Star.
“Ma… sul serio ragazzi è rischioso. Se ci buttano fuori non potremmo più tornare, niente più Hogwarts, niente più noi, le nostre nottate i vostri scherzi. Niente più Torre di Astronomia a mezzanotte.” Tentò invece il ragazzo.
“Si, ma se non investighiamo noi potrebbero omettere qualcosa e se sparissero altri ragazzi? I genitori si spaventeranno! Chiuderanno la scuola, e non ci sarà più Hogwarts per nessuno. Ne per noi ne per i nostri amici e nemmeno per i nostri figli.” Se ne uscì James con una passione incredibile.
“Sinceramente gente, se vengo espulso da qui mi educano a casa e questo vorrebbe dire non uscire più alla luce del sole e sposarmi una ragazza a caso decisa da mia madre, ma senza Hogwarts non potrò mai vedere mio figlio entrare a Grifondoro e far morire di crepacuore la vecchiaccia di sua nonna! Non posso permettere che accada! Dobbiamo agire!” Si dimostrò d’accordo Sirius.
“Quindi noi abbiamo deciso.” Tirò le somme Star. “Se tu non vuoi aiutarci, Rem, non possiamo obbligarti.” Aggiunse poi con falsa innocenza.
Il ragazzo si mordicchio il labbro passando lo sguardo tra i suoi amici e si potevano quasi udire i colpi della lotta interiore che avveniva nella sua testa ma alla fine cedette. “Ci sto.”
James allungò la mano tra loro felice. “Qui le zampe gente!”
Tutti i Malandrini posarono la mano sopra quella del ragazzo e sorrisero. “Si va!” Esclamò Sirius.
 
……….
 
Durante tutta la giornata i quattro ragazzi si comportarono in modo impeccabile. Durante alcune lezioni si divisero appositamente per evitare di fare baccano e la cosa insospettì non di poco alcuni professori. Durante le ultime due ore di Trasfigurazione Star si era seduta accanto a Peter chiedendogli delle sue vacanze, all’inizio il ragazzo si era chiuso nella sua timidezza rispondendo a monosillabi ma dopo alcuni minuti aveva iniziato a sciogliersi e fiero di tutta quell’attenzione era partito in una dettagliata descrizione del pranzo di Natale nella sua modesta famiglia dai lavori semplici e dalle poche avventure tanto che quando lui era riuscito a raccontare delle ultime punizioni con i Malandrini i suoi genitori invece di arrabbiarsi avevano riso felici che per la prima volta qualcuno in famiglia fosse accettato e imparasse a divertirsi.
Star sorrise. “Bene! Allora credo che i tuoi avranno ancora molto da ridere, perché presto potremmo avere bisogno ancora del tuo aiuto.”
Peter sorrise estasiato e la campanella suonò, la McGranitt li radunò tutti guidandoli fino alla Sala Grande e come previsto poi si allontanò da lì lasciandoli nelle mani di Prefetti e Caposcuola.
“Ok, è il momento giust..” Cominciò James ma una voce alle sue spalle lo richiamò all’ordine.
“Potter, Black, siete in punizione se non erro, dal momento che non potete allontanarvi da qui direi che potete iniziare a ricopiare queste.”  La professoressa Sinistra rovesciò sul tavolo una cinquantina di mappe stellari consunte al punto che l’inchiostro era a malapena visibile. “Vincent vi controllerà.” Li informò poi indicando il Caposcuola di Serpeverde che sorrise loro maligno poco distante da lì, infine si allontanò con passo deciso.
“Oh, perfetto.” Brontolò Sirius.
“Andate voi!” Decise James con urgenza passando il Mantello dell’Invisibilità a sua sorella cercando di non farsi vedere troppo.
“Muovetevi, manca solo una classe, credo di Divinazione e poi le porte si chiuderanno per il resto della serata.” Consigliò loro Sirius.
Star annuì e fece cadere la borsa di Remus sotto il tavolo rovesciando tutti i libri, i due ragazzi si chinarono in contemporanea come per raccoglierli invece si infilarono a loro volta sotto il tavolo e indossarono in fretta il Mantello, uscire da la sotto passando oltre la panca senza farsi vedere fu piuttosto complicato e le porte si aprirono quando loro erano ancora sul punto di completare quella laboriosa manovra così dovettero correre per riuscire a passare in tempo approfittando di tutti quegli studenti in piedi e pregando che nessuno notasse delle scarpe muoversi da sole proprio nel momento in cui a Star parve di vedere gli occhi di una ragazzina del primo anno di Tassorosso sgranarsi per la sorpresa in direzione dei loro piedi Remus la strattonò oltre il portone che si chiuse appena dietro di loro.
“Mai più.” Decretò il ragazzo con il cuore a mille, lei poteva sentirlo bene tanto erano vicini sotto la stoffa, la professoressa di Divinazione stava svoltando l’angolo allontanandosi dalle scale.
“Aula professori?” Chiese senza il minimo segno di affannò, Remus annuì e camminarono in fretta. Lungo la strada Star pensò che probabilmente avrebbero trovato la porta chiusa e quindi sarebbero stati costretti a trovare un modo di origliare per loro immensa fortuna la professoressa di Divinazione arrivò dopo qualche secondo anch’essa a passo svelto evidentemente i passaggi segreti erano serviti ai due ragazzi. Si infilarono d’istinto nell’aula dietro alla professoressa che parve sentire per un attimo una certa resistenza nel chiudere la porta ma non vi badò troppo. Fortunatamente gli altri professori stavano ciarlando tra loro con aria grave e con toni alti così Star poté trascinare Remus in un angolo della stanza stretti tra il muro e l’armadio. Silente chiese il silenzio.
“Ora che siamo tutti possiamo cominciare, con ordine.” Ogni professore chiuse ermeticamente la bocca all’istante. “Da quanto ci è stato riferito dai signori Dellaway pare che il ragazzo avesse promesso di tornare a casa prima di un violento litigio via lettera che li ha portati a credere per tutte le vacanze che fosse rimasto qui ad Hogwarts. Da quanto sappiamo noi invece Thomas ha firmato per andarsene, ha preparato le valige e non l’abbiamo visto da quando il treno è partito la mattina dopo il galà. Nessuno quindi ha immaginato nulla finché l’altro ieri Vitious non ha controllato gli studenti di ritorno e si è reso conto che Thomas non era ancora rientrato così mi ha informato e ho immediatamente contattato i genitori via Polvere Volante i quali, confusi, mi hanno assicurato di aver creduto fosse rimasto qui, per l’appunto. Sono immediatamente andato a parlare con il controllore che mi ha riferito che nessun Thomas Dellaway è salito nel treno e che ovviamente non mi ha informato perché cose del genere accadono quasi ogni anno. Ho dovuto licenziare quel povero ragazzo dopo aver accidentalmente informato i signori Dellaway della sua negligenza. Mi stava parecchio simpatico, a parte la testa tra le nuvole, peccato…”
“Albus!” Lo richiamò la McGranitt con le labbra assottigliate dalla preoccupazione.
“Giusto. In ogni caso il ragazzo non ha mai lasciato Hogwarts, forse. Bisognerà interrogare prima tutti i ragazzi che hanno preso le carrozze per assicurarci che non sia disperso ad Hogsmeade di sua spontanea volontà. Nel mentre Hagrid ti prego di controllare la Foresta Proibita non vorrei chiudere la scuola solo perché un giovane ha deciso di morire buttandosi in pasto a quelle creature.” Il guardiacaccia annuì con aria solenne. “Dopo di che interrogheremo il resto dei suoi amici e compagni per chiarire quando sia stata l’ultima volta che l’hanno visto. Continueremo a controllare i ragazzi in ogni spostamento, ci sono troppe leggende assopite in questo Castello per poter eliminare l’ipotesi che quel ragazzo sia ancora qua dentro da qualche parte. In caso tutti gli indizi portassero a questo dovrò chiamare degli Auror.”
“Comincerò all’istante a chiamare ogni ragazzo della mia Casa che sia salito sul treno.” Propose Vitious.
“Si, fatelo tutti, non vorrei rovinare la cena o la tranquillità dei ragazzi… ma la tempestività è essenziale.” Lo assecondò il preside con una leggere smorfia sul viso quasi impercettibile.
Tutti i professori uscirono meno che la professoressa McGranitt, Remus fece per spostarsi ma Star lo trattenne.
“Crede che sia la Camera?” Chiese Minerva.
“No, spero di no, almeno.” Rispose Albus.
“Ma c’è qualcosa che la preoccupa, è come se già sapesse che il ragazzo è sparito entro le mura.” Continuò la donna.
“E’ solo una sensazione, ma non posso negare che non mi piaccia affatto.” Replicò il preside unendo le lunghe dita sopra il tavolo e fissando un punto lontano.
“Star.” Mormorò Remus con urgenza. “Dobbiamo tornare, si accorgeranno che manchiamo!”
La ragazza si voltò verso di lui sgranando gli occhi per la preoccupazione e nel suo cervello gli ingranaggi girarono a più non posso. Silente parve risvegliarsi dai suoi profondi pensieri e Star afferrò la mano di Remus chiudendo gli occhi.
 
………….
 
“Hai dimenticato una stella qui, guarda.” Indicò malignamente Vincent a Sirius chinandosi sul foglio del ragazzo.
“Senti, bello… si fa per dire… so di stelle più di te, certamente, e ti dico che lì non c’era nessuna stella nel 1867 quello è un pianeta e lo devo segnare con un colore diverso.” Sbottò il ragazzo.
“Come dici.” Con un movimento fulmineo il Serpeverde rovesciò la bocchetta di inchiostro sulla pergamena così faticosamente ricopiata. “Oh, scusa amico, dove dicevi il pianeta?”
James fece per alzarsi con ogni tipo di violenza nello sguardo ma il suono secco di uno schiocco di dita lo bloccò, il foglio tornò come prima e l’inchiostro in eccesso si richiuse nella sua boccetta. Vincent si voltò verso la fonte di quell’incantesimo e si trovò faccia a faccia con dei grandi occhi cobalto semichiusi in uno sguardo furbo e colmo di sfida.
“E tu da dove spunti?!” La aggredì il Caposcuola.
Star lasciò che un angolo del suo labbro salisse in un tipico sorrisino strafottente alla Sirius. “Sono sempre stata qui, amico.”
Vincent era sul punto di ribattere ma la professoressa Sinistra arrivò silenziosa come sempre. “Per oggi basta. Fermatevi qui. Ricomincerete domani.”
“Abbiamo gli allenamenti domani!” Fece presente James.
La professoressa lo guardò con un poco di compassione. “Temo che sarà difficile allenarvi per voi, d’ora in poi. E in caso trovaste il modo qualche ora di allenamento in meno non vi ucciderà. Vincent, caro, ti cerca il professor Lumacorno.”
“Che intendeva dire? Avete scoperto qualcosa?” Sirius si voltò con foga verso Remus e Star non appena professoressa e Caposcuola si furono allontanati abbastanza.
“Non credo che questo sia il posto giusto.” Disse semplicemente Remus guardando oltre la spalla di James.
Malcolm si avvicinò a loro in quel momento. “Allora, i professori ci informeranno presto della situazione e di come dovremo affrontarla per ora voglio solo chiedervi un favore ragazzi: rispettate le restrizioni. Se non lo fate potreste mettere in forse la possibilità di giocare ancora a Quidditch in più non voglio che veniate espulsi. Per favore.”
James deglutì sonoramente, il Quidditch era un argomento più che valido ma Star e Sirius furono più rapidi; sorrisero entrambi e rassicurarono Malcolm con false promesse.
“Sul serio, non vi sentite un po’ in colpa?” Li rimproverò Remus.
“Rem, è per un bene superiore. In più sto dalla parte di Silente: non ho una bella sensazione.” Star mise fine al discorso e i tavoli si imbandirono con piatti, bicchieri e vassoi ricolmi di cibo e bevande dando inizio alla cena.
Spesso durante tutta al serata i quattro professori responsabili delle Casa interrompevano qualche studente chiamandolo fuori dalla sala. Una volta conclusa la cena professori, Caposcuola e Prefetti li riaccompagnarono nelle loro Sale Comuni.
I Malandrini si ritirarono subito nel dormitorio dei ragazzi del terzo anno ma anche Peter era lì.
James lo squadrò da cima a fondo. “Devo andarmene?” Chiese il ragazzo dagli occhietti acquosi.
 “Dipende. Noi ora parleremo di cose che abbiamo scoperto facendo cose che non avremmo dovuto fare e poi parleremo di altre cose che non dovremmo fare ma che faremmo. Tu saprai tenere la bocca chiusa?” Lo interrogò Ramoso.
“Io…” Cominciò Peter esitante. “Potrei anche aiutarvi.” Assicurò alla fine.
“Va bene, resta.” Decise James.
Sirius si buttò sul proprio letto con una spanciata che fece tremare molte volte i tubi che reggevano le tende e molti indumenti caddero a terra. Star si sedette di peso nel letto di James buttando giù con i piedi i vestiti accumulati tra le lenzuola. Suo fratello la spostò con una mano sedendosi dietro di lei e lasciandola poi accomodarsi tra le sue gambe e poggiando la schiena al muro in modo da far stare più comoda la schiena della ragazza sul suo petto. Remus scosse la testa disperato. “Non riuscirò a mai a capire come tutto questo disordine e sporco non possa causarti problemi.” Si stupì ancora accomodandosi su un angolino del materasso di Sirius in modo da poter guardare i due fratelli. Peter piano piano come per paura di disturbare si fece avanti sedendosi a terra tra i due letti.
“Allora?” La voce di Sirius arrivò loro soffocata dal cuscino.
“Abbiamo scoperto che Thomas è scomparso dall’inizio delle vacanze e nessuno se n’è accorto per via di vari disguidi comunicativi…” Cominciò Star.
“Disguidi comunicativi.” Sbuffò Sirius trattenendo una risata e alzando appena la testa. “Remus ti sta contagiando.”
“Parla Sir Villano Black.” Lo rimbeccò la ragazza.
“Non chiamarmi Black!” Ringhiò il ragazzo.
“Basta!” Li bloccò James, i due tacquero.
“Dunque ora i professori stanno prendendo in considerazione tre possibilità dato che sanno che Thomas non è mai salito sul treno verso Londra. Uno: Il Corvonero è arrivato fino a Hogsmeade ma non ha preso il treno di sua volontà o meno. Due: Si è intrufolato nella Foresta Proibita e non ne esce oppure è stato attaccato.” Elencò Remus contando sulla punta delle dita.
“Tre: Thomas è scomparso dentro le mura di Hogwarts.” Intervenne Star.
“Quindi i prof questa sera hanno interrogato tutti quelli che hanno preso le carrozze fino al treno per sapere se hanno visto Thomas o no.” Proseguì Remus.
“Silente comunque ha un brutto presentimento, per lui è qualcosa nella scuola, la Mc ha parlato anche di una certa Camera ma lui ha scartato l’idea.” Concluse la ragazza.
“La Camera dei Segreti, potrebbe essere, secondo le leggende l’ultima volta è stata aperta trent’anni fa ma ci dovrebbe essere qualche messaggio da qualche parte come mi hanno spiegato. Strano. Poi se Silente dice di no…” Mugugnò Sirius alzando ancora la testa.
“Dobbiamo stare un passo avanti ai professori, come facciamo a sapere cosa hanno scoperto questa sera?” Si scervellò James.
“Posso leggere nel pensiero della Mc domani mattina, ma io propongo di partire già ad interrogare gli amici di Thomas e vedere dove è stato l’ultima volta che l’hanno visto. Se i suoi amici come lui se ne andavano dovrebbero sapere subito che non era con loro nelle carrozze, se invece restavano qui ci diranno di certo se era strano o altro.” Propose Star.
“Giusto. Sorellina sei un genio.” Si esaltò James.
“Come fai a sapere chi sono i suoi amici?” Domandò Sirius.
“C’era un ragazzo moro con cui se n’è andato quel giorno che l’ho incontrato. Lo ricordi anche tu Remus?” Rispose la ragazza.
“Come mai ti ricordi di quel tipo moro? Era ancora più carino di questo Thomas?” Chiese subito James.
“No, anzi credo che Thomas fosse decisamente meglio di lui ma… che c’entra? Me lo ricordo e basta! Ora che Rem mi ha raccontato di quel giorno mi ricordo piuttosto bene i particolari. E’ questo che conta.” Si difese lei.
“Ma come farai a farti dire tutto quanto?” Si intromise timidamente Peter.
“Ho i miei metodi. E voi mi aiuterete, si, anche tu.” Star strizzò l’occhio allegra. “Ora tutti a nanna. Domani siamo in missione.”
 
…………..
 
Il mattino seguente dopo essere stati accompagnati fino alla Sala Comune da Prefetti e Caposcuola un gruppo sostanzioso di Grifondoro si accomodò sul tavolo. I malandrini sedettero piuttosto isolati e Star si alzò in piedi con tranquillità avvicinandosi al tavolo di Corvonero, ormai l’identità del ragazzo scomparso era trapelata e molti studenti delle altre casa facevano avanti e indietro per offrire il loro supporto, quindi la Malandrina non fu notata.
Star si piazzò davanti all’amico di Thomas e con un sorriso commosso si chinò in avanti in modo da avere il viso decisamente vicino a quello del ragazzo. “Ciao, ho saputo di Thomas, ovviamente, eravate amici, giusto?”
“Si.” Rispose mogio il Corvonero senza però riuscire a staccare gli occhi da Star.
La ragazza si morse il labbro come se fosse dispiaciuta e indecisa. “So che non è il momento giusto, ehm…” Cominciò come in attesa lui si presentasse. “Patrik James.” La aiutò il ragazzo aprendosi in un sorriso. “Ok, Patrik, mi parleresti un po’ di lui?” Chiese lei.
Il ragazzo annuì. “Siediti se vuoi.” Star obbedì. “Noi eravamo molto amici. Sai mi ricordo quel giorno che vi siete scontrati in corridoio.”
“Me lo ricordo anche io! Mi ricordavo che eri insieme a lui, per questo sono venuta da te. Insomma, non sarebbe stato semplice dimenticarvi.” Replicò la ragazza.
Patrik annuì. “Lui, avrebbe voluto che ti parlassi di noi, di lui soprattutto. Insomma, da quando ti ha visto quel giorno non ha smesso un attimo di parlare di te! Quindi sono convinto che gli farebbe piacere il suo interessamento.” Il Corvonero si scurì di nuovo in viso. “Se solo sapessi dov’è e se sta bene.”
Star posò una mano sulla spalla del ragazzo scendendo piano fino alla sua mano. “Lo troveremo, noi Malandrini abbiamo intenzione di dare una mano. Ma ci serve sapere alcune cose. Ricordi l’ultima volta che l’hai visto? Ogni dettaglio è utile.”
“Si, certo era il giorno del galà. Lui aveva litigato da poco con i suoi genitori e era poco felice di tornare a casa per le vacanze ma non mi ha mai detto che avrebbe voluto restare qui, anche perché voleva rivedere suo fratello, sono molto legati. Durante la serata si è comportato come sempre e poi ci siamo divisi tornando alla torre.” Raccontò Patrik fermandosi imbarazzato.
“Perché?”
“Beh, ero in buona compagnia e quindi ho preso una strada più larga, lui stesso mi aveva detto di voler fare una passeggiata verso la vostra torre, secondo me nutriva la speranza segreta di vederti.” Il ragazzo le regalò un occhiolino ma poi ancora una volta il suo sguardo si intristì. “Non l’ho visto la mattina, se ti interessa i professori credono che sia scomparso quella notte. Da quel che so io Silente ora sta avvisando i suoi genitori e credo che prenderà provvedimenti. Non è bello sapere che le persone scompaiono all’interno di Hogwarts anche se c’è ancora la possibilità che sia finito nella Foresta o da altre parti, infondo a me ha detto che andava in quella direzione ma nulla mi assicura che non sia poi tornato indietro o andato da un’altra parte, non credi? E’ quello che ho detto anche ai professori. Hagrid lo sta cercando nella Foresta assieme al professor Kettlerblum ma non lo troveranno. Anche se fosse voluto scappare mi avrebbe salutato. Gli è successo qualcosa, sono sicuro, quella notte e secondo me anche Silente la pensa così.”
Star sorrise commossa. “Vedrai, sta bene, dobbiamo solo trovarlo.” Gli strinse la mano con calore e poi si alzò.
“Grazie.” Mormorò Patrik prima che lei potesse allontanarsi, la ragazza fece segno di aver inteso con un cenno e poi tornò al tavolo dei Grifondoro.
“Allora?” Chiese impaziente Sirius.
“Uhm, deve essere scomparso la notte del galà, diceva che sarebbe venuto vicino alla Torre di Grifondoro ma nessuno ne è sicuro.” Rispose Star senza smettere di pensare intensamente.
“Silente.” Fece Remus.
“Silente sta avvertendo i genitori e provvedendo ad indagare, perché anche secondo lui è andata così e…” Incominciò la ragazza ma suo fratello le prese un braccio indicando le porte della sala. “No, Silente.”
Il preside avanzava lungo i tavoli con passo sicuro, pareva che non fosse successo mai, di solito quando gli studenti entravano lui era già seduto da un pezzo. Silente si mise davanti al tavolo professori guardandoli tutti, ogni studente si zittì.
“Pare che il vostro compagno, Thomas Dellaway, sia scomparso la notte del galà. Se qualcuno avesse qualche notizia su di lui potrebbe venircelo a dire e facilitarci il suo ritrovamento. Non siamo ancora certi che il ragazzo sia sparito di sua spontanea volontà ma stiamo seguendo questa pista quindi da ora in poi sarete di nuovo liberi di muovervi da soli per il castello anche se vi preghiamo di non attardarvi soli nei corridoi e se vi troveremo fuori dai dormitori nelle ore notturne saremo sempre costretti all’espulsione. I professori controlleranno i corridoi e le sale principali durante le ore non di lezione. Voi dovrete semplicemente cercare di stare nelle vostre Sale Comuni, in Biblioteca o in Sala Grande quando non siete nelle aule a meno che non vi siano cose molto importanti. Per quanto riguarda gli allenamenti di Quidditch: possono riprendere ma Madama Bumb si è gentilmente offerta di sovraintendere ad ogni allenamento quindi vi prego di essere accondiscendenti e di farle sapere quando intendete allenarvi. So che non è ancora come avere indietro la vostra solita libertà di spostamento ma non possiamo abbandonare nessuna ipotesi, semplicemente vogliamo che vi sentiate al sicuro fin tanto che non avremo ritrovato Thomas Dellaway e chiarito ogni mistero.”
Il discorso parve sciogliere un po’ di nervosismo e preoccupazione che affliggeva gli studenti ma i Malandrini si scambiarono delle occhiate sospette.
“Comunque non mi serve leggere nel pensiero di nessuno, Patrik mi aveva già detto che i professori pensavano ad una sparizione all’interno di Hogwarts.” Concluse Star.
“Ma come hai fatto a farti dire tutto questo? E poi cos’era quella stretta sulla spalla?” La interrogò James.
“Altro che stretta.” Commentò Sirius concentrato sulla sua colazione ma con il suo ormai solito mezzo sorriso sul volto. “Quello era un invito al sesso allo stato puro!”
“Ma dai, Felpato!” Lo schernì la ragazza.
“Io non stavo scherzando. Probabilmente gli avrai lanciato sguardi da vera seduttrice, hai proprio flirtato pesante con quel ragazzo.” Replicò Sirius.
“Non è vero io non ho…” Star si scaldò subito ma poi parve ripensare alla chiacchierata con Patrik, gli sguardi, il tocco, le parole, i sorrisi, le parve tutto calcolato da una mente non sua ed eseguito con precisione senza che potesse rendersene conto, con una naturalezza degna di anni d’esercizio. “Ok, mi faccio schifo da sola.”
“Non mi pareva che ci fossi andata tanto pesante da qui, semplicemente hai saputo toccare i punti giusti, insomma Patrik James, è piuttosto famoso tra le ragazze.” Ribatté Remus cercando di proteggerla.
“Forse non lo hai sedotto nel senso carnale della parola, ma probabilmente gli hai risollevato parecchio il morale, non sembravi nemmeno tu! E lui continuava a sorridere! Non è che centra qualcosa con la tua discendenza? Insomma sai cose che non hai studiato perché la tua linea di sangue ti ha passato la conoscenza magari in famiglia erano tutte seduttrici e ti hanno passato anche quello, so che esistono certe dinastie…” Partì in quarta Sirius.
“Ok, basta così. O giuro che rinchiudo mia sorella in qualche stramaledettissima torre!” Lo bloccò James.
“Sono sempre qui se ti interessa.” Gli fece notare Star. “Potrebbe essere probabile quello che dici Sirius, ma ora andiamo a lezione. Non vorrei che Ruf crepi d’infarto perché non ci presentiamo.”
“Tu sai che è già morto, vero?” La prese in giro Sirius mentre si dirigevano tutti verso l’aula di Storia della Magia.
“Oh, no! E’ già morto! Ma come?! Pare così pieno di vita.” Commentò la ragazza sarcastica.
“Stiamo parlando dello stesso professore?” Le chiese Sirius fingendo di non intendere il tono dell’amica.
“Ah, finiscila Black!” Replicò lei saltando un poco per spettinargli i capelli poi si bloccò con la mano ancora a mezz’aria mentre il ragazzo infuriato si risistemava la chioma.
“Che hai ora?” Le chiese James ridendo poiché convinto che non fosse nulla di importante.
“Sirius è cresciuto.” Disse infatti sua sorella con aria stralunata e fintamente triste.
“Si, anche James e parecchio anche, lo hai notato solo ora?” Precisò Remus gentile.
“Beh, si. Ero più alta io prima!” Brontolò Star incrociando le braccia offesa. “E non tirarti fuori, ti sei alzato anche tu! Uffa! Dai camminate spilungoni, facciamo tardi.”
James e Sirius si sorrisero a vicenda al limite del ridere per le scene della loro amica che ora li precedeva verso la classe.
Quando finalmente si sedettero nei posti infondo, senza quasi che il professore li notasse nonostante il loro ritardo, James e Star cominciarono a giocare a tris mentre Sirius commentava le loro mosse come fosse stato un cronista.
“E vediamo Potter maschio in grande difficoltà pensare alla mossa successiva a direi che non c’è proprio nessuna speranza per lui, la mossa di Potter femmina è stata decisiva qualunque cosa farà Potter maschio donerà la vittoria alla sua avversaria.”
“Sirius, taci!” Protestò James mettendosi a pensare.
“Ha ragione, Jame, è una cosa semplice: io vinco tu perdi.” Ridacchiò Star.
“Tacete tutti e tre!” Li rimproverò Remus a tono un po’ troppo alto, il professor Ruf si voltò verso di loro interrompendo straordinariamente la sua spiegazione.
“Qualche problema, signor…?” Lo interpellò.
Remus arrossì violentemente.  “Lupin, Remus Lupin professore, mi chiedevo se potevo andare in bagno.” Inventò alla svelta il professore annuì e il ragazzo uscì in fretta lanciando una sguardo carico d’odio ai suoi tre amici che si stavano soffocando nel tentativo di non ridere.
Remus camminò verso il bagno più vicino, dato che aveva mentito tanto vale far diventare la bugia una mezza verità. Si sciacquò il viso con dell’acqua fredda non appena entrato e mentre fissava il suo riflesso pallido allo specchio si ricordò che la luna piena sarebbe stata l’indomani. Forse i suoi amici se ne sarebbero scordati impegnati com’erano con la sparizione e tutto il resto. Provò un improvvisa sensazione terribile allo stomaco come quando si salta uno scalino al buio, possibile che si dimenticassero di lui?
In quel momento sentì un rumore alle proprie spalle e si voltò in tempo per vedere Mirtilla Malcontenta posarsi sulla tazza di un bagno.
“Hem, ciao. Mi spiavi?” Domandò il ragazzo.
Il fantasma alzò le spalle malinconica. “Tutti la stessa domanda, il mondo non gira attorno a voi bei ragazzi. Facevo soltanto un giro, ma visto che nessuno è in vena di chiacchiere, me ne andrò. Come sempre. Non pensate a Mirtilla! Come Pix non ha mancato di ricordarmi nel bagno poco distante dalla torre di Grifondoro, sono brutta e grassa. E anche se fossi stata viva nessuno mi avrebbe mai invitatoal galà. Che terribile sera! E anche oggi poi quando ho scoperto quella ragazzina parlarmi male alle spalle!” Con un ululato di dolore Mirtilla fece per gettarsi di nuovo nelle tubature.
“Aspetta!” La bloccò Remus. “Tu eri vicino alla torre di Grifondoro la notte del galà?”
“Può darsi, ma che cosa potrebbe mai importarti?”
“Beh, perché se l’avessi saputo avrei potuto invitarti a ballare con me. Insomma, sono tornato presto da quella festa e se lo avessi saputo sarei venuto in bagno e…” Si inventò il ragazzo disperato.
“Ma davvero?” Il volto del fantasma si illuminò. “Potremmo ballare ora, qui, per me va bene lo stesso.”
Remus deglutì sonoramente maledicendosi da solo. “Hem, ok, ma non c’è la musica.”
“Poco importa, canterai per me!” Insistette Mirtilla.
Il ragazzo sospirò pregando che nessuno avesse bisogno del bagno e si avvicinò alla figura perlacea lasciando che essa posasse le gelide e incorporee mani sulle, si mossero poi piano mentre lui canticchiava la melodia di quella vecchia canzone ballata con Star sulla strada, spesso il fantasma gli passava attraverso in vari punti facendolo rabbrividire.
“Oh, è tutto così magico, se avessi potuto farlo quando ero ancora… ancora…” Cominciò  piagnucolare Mirtilla.
“Che è successo la sera del galà?” Tentò di sapere Remus prima che il fantasma decidesse di avere una crisi.
“Oh, Pix è arrivato tutto gongolante per aver preso in giro un ragazzo lungo la strada e mi ha detto quelle cose orribili e sono scappata, strano però, ero talmente sconvolta che sono passata per i corridoi ma non ho visto nessun ragazzo nei pressi della Torre, quel odioso avrà mentito anche su quello! Mente su tutto, anche quando dice quelle cose orribili su di me, giusto?”
“Oh si! Difatti non sei affatto brutta ma ora devo proprio tornare in classe o mi sgrideranno…” Cercò di svignarsela il ragazzo.
“Oh, no! Balliamo ancora! O promettimi che tornerai!” Lo pregò Mirtilla. Remus annuì impercettibilmente allontanandosi un po’, in quel momento entrò un altro ragazzo e lui ne approfittò per schizzare via. Tornò in classe alla velocità della luce e si sedette affannato al suo posto. Star si voltò verso di lui inarcando un sopracciglio.
“Che è successo?” Lo prese in giro James.
“La tazza del cesso ti ha accusato di aver mentito?” Insistette Sirius, i due risero bonariamente ma prima che Remus potesse aprire bocca la campanella suonò e i ragazzi furono costretti a spostarsi da un aula all’altra. Remus e Star andarono a Rune Antiche dove arrivarono in ritardo e non poterono sedersi vicini, mentre James e Sirius si rifugiarono in Sala Comune a confabulare tra loro escogitando chissà che cosa.
Dopo la campanella della pausa uscirono all’aperto per Erbologia e nella serra, mentre lottavano contro i Tentacoli Velenosi cercando di potarli, i Malandrini poterono ricominciare la discussione senza paura d’essere sentiti.
“Quindi? Che cosa è successo?” Chiese Star schivando agilmente l’attacco dell’arbusto e tagliandone un ramo.
“Beh, ho ricavato alcune informazioni da Mirtilla Malcontenta, dice che Pix era andato a prenderla in giro nel bagno vicino alla nostra torre la sera del galà e diceva di aver incontrato un ragazzo ed era felice di averlo deriso ma poi quando Mirtilla è scappata sconvolta passando per i corridoi non c’era nessuno.” Raccontò Remus sollevandosi da quel peso.
“Come hai fatto a farti dire queste cose da quell’arpia piagnucolona?” Domandò Sirius.
Remus arrossì violentemente. “Io… non… non è stato difficile…” Cominciò a balbettare.
Star lo squadrò da cima a fondo. “Oh, ma sul serio!?” Esclamò sconvolta.
“Lo sai? Diccelo!” James la scosse pieno di curiosità.
“Non farlo!” La pregò Remus.
“Non lo farò. Lo prendereste in giro a vita. Tentacolo!” La ragazza puntò il dito oltre Sirius.
“Non mi inganni, so che stai cercando di distrar… ahi!” Il giovane si voltò di scatto in seguito ad una frustata sulla schiena ricevuta da un ramo pieno di spine, afferrò il tentacolo con le mani premendosi le spine fino infondo alla pelle e lo tagliò con le cesoie eliminando anche un altro paio di ramoscelli. “Maledette piante!” Sbottò poi osservandosi i palmi feriti.
“Calma, fratello. Respira! Fuori il negativo, dentro il positivo! La natura è nostra amica.” Scherzò James accompagnando le sue parole con ampi gesti teatrali.
“Ti faccio vedere io quanto sono amico della natura!” Ribatté Sirius tutt’altro che divertito.
“Dai, fammi vedere… tu e la tua idiotità da idiota. Così idiota da essere idiota anche senza fare l’idiota ma fa comunque l’idiota perché è idiota.” Borbottò Star afferrando le mani dell’amico tra le sue e sprigionando una lieve luce azzurrina che curò le ferite procurate dalle spine.
“Hai messo diecimila ‘idiota’ in questa frase, non so nemmeno come tu ci sia riuscita senza farle perdere il senso generale.” Finse di complimentarsi Sirius.
“Un grazie sarebbe stato meglio.” Sbottò lei.
“Non per interrompervi, ma credo che la lezione sia finita.” Fece notare Remus.
“Lunastorta!” James lo prese a braccetto come se l’avesse appena notato. “Raccontaci della tua esperienza con il fantasma dei cessi… su su!”
“Non se ne parla!” Sbottò il ragazzo.
“E dai! Non è che solo perché conosci una canzone dei The Animals ora possiamo perdonarti ogni cosa! Non puoi vivere in pace se ci siamo noi.” Lo rimbeccò Sirius mentre arrancavano sulla salita di neve sporca e ormai ghiacciata che ricopriva tutti i prati.
“Non credo di aver voglia di dirvelo…” Mormorò Remus guardando altrove.
“James, lascialo stare!” Sbottò Star tirando l’amico verso di sé con fare protettivo. “Andiamo a pranzo e ragioniamo su quello che Rem ha scoperto.”
“Credevo di essere io il capo!” Replicò James.
“Non sei il capo proprio di un bel niente!” Ribatté la ragazza.
“Sirius, dille che sono io il capo!” suo fratello schioccò le dita verso il loro amico che prese un respiro profondo pronto a parlare.
“Sirius. Di una sola cosa contro di me e giuro che ti accoltello.” Lo minacciò Star sfoderando il pugnale ricevuto per natale dai capelli e puntandolo contro il ragazzo.
Sirius alzò le mani in segno di resa. “Infatti stavo per dire che sei certamente tu il capo!”
“Star! Ti porti dietro quel coso a scuola?” La rimproverò Remus.
La ragazza si risistemò il pugnale nel fodero che ancora le teneva su i capelli in una crocchia disordinata. “Ovvio.”
“Grazie dell’appoggio, amico.” Sbuffò James rivolto a Sirius.
“Hei fratello, lei è armata e pericolosa!” Si giustificò il ragazzo sogghignando.
I ragazzi raggiunsero la Sala Grande senza altri battibecchi e si accomodarono al tavolo di Grifondoro. cominciarono a ricapitolare come una nenia tutte le informazioni ricavate mentre si servivano di pollo e purè. Poi Star, seduta di fronte a Remus il viso rivolto all’intera sala cominciò a notare qualcosa: ogni tanto qualche gruppetto di studenti passando vicino a loro indicava Remus sogghignando e imitando dei passi di danza.
“Rem, ti ha visto nessuno?” Chiese all’improvviso interrompendo suo fratello nella millesima proposta di piano per controllare i corridoio accanto alla loro torre. 
 Il ragazzo interpellato sollevò lo sguardo dapprima interrogativo poi comprese e arrossì violentemente. “Un ragazzo è entrato nel bagno, ma io insomma… io non stavo… mi ero già allontanato…”
“Beh, deve averti visto, perché lo sanno.” Concluse la ragazza accennando con il mento ad due studenti che stavano dando spettacolo per dei loro compagni di Serpeverde inscenando dei passi di danza molto osé.
“Credo sia il momento di dirci tutto, perché dobbiamo picchiare qualcuno.” Commentò James.
“Ho dovuto ballare con Mirtilla, perché era triste dal momento che nessuno aveva ballato con lei la notte del galà… e ho cantato… era l’unico modo per avere informazioni!” Remus raggiunse una sfumature quasi violacea.
“Ok…” Disse cauto Sirius respirando a fondo ma poi incontrò lo sguardo di James e i due ragazzi si misero a ridere. “Oh ti prego! Dimmi che con il tuo canto hai attirato anche un paio di avvicini che hanno incominciato a spruzzare su di voi l’acqua dei cessi mentre volteggiavate leggiadri!” Scherzò il ragazzo. Poi entrambi si ripresero e divennero seri.
“Bene, ora posiamo picchiare duro.” Annunciò James.
“Oh ma dai ragazzi, c’avete appena scherzato anche voi!” Fece Remus sconvolto.
“Si, ma noi possiamo, e poi te lo ricorderemo per tutta la vita a momenti alterni finché non imparerai a riderci su anche tu.” Gli spiegò Sirius.
“Già come quella volta che Star ha battuto James, o quando ha battuto te e sei andato in giro truccato da ragazza, o quando James si è preso una sgridata perché non ha saputo scegliere tra due ragazze, o quando i professori parevano averti preso di mira e ti hanno interrogato tutti, o quando Lily ha spudoratamente rifiutato l’invito di James ad Hoagsmeade…. Giusto?” Sbottò Remus.
Sirius ci pensò su. “Uhm, si esatto!” Esclamò poi contento.
“Ok, andiamo a lezione prima che combiniate guai a forza di fare i paladini della giustizia.” Star si alzò in piedi afferrando i due per le divise e invitando Remus a seguirla con un semplice cenno.
Avevano quasi raggiunto il portone della sala quando Sirius voltò lo sguardo verso il tavolo di Serpeverde come richiamato da qualcosa. Severus sedeva fra alcuni ragazzi che ridevano degli scherzi e delle battute su Remus e rise a sua volta.
“Ha riso?” Chiese James incredulo.
“Ha riso.” Confermò Sirius.
I due Malandrini si scambiarono uno sguardo d’intesa. “Deve perire.” Decretarono all’unisono.
“Bene Remus, sappi che li seguirò.” Lo avvertì Star.
“Oh, ma perché?!” Si esasperò il ragazzo dagli occhi ambra.
“Perché ti vogliamo tanto tanto bene.” Rispose James avviandosi verso la classe di Difesa Contro le Arti Oscure. Entrando nell’aula ancora intenti nel loro bisticcio non notarono subito che essa era completamente vuota.
“Professoressa Hough?” Chiese spiegazioni Star voltandosi verso la donna ritta in piedi nel suo solito ordine militare.
“Oggi ci eserciteremo con qualche elementare duello, vi dividerò a coppie.” Annunciò mentre altri studenti varcavano la soglia. Tutti si emozionarono all’istante. I Serpeverde arrivarono all’ultimo e la professoressa non perse tempo, li indicò uno ad uno creando le coppie e per l’immensa gioia di Sirius  il ragazzo si ritrovò contro Severus.
“Salve Mocciosus.” Bisbigliò appena la professoressa li ebbe indicati, Severus tenne senza problemi lo sguardo minaccioso di Sirius e poi iniziarono. Lily e Jane erano state chiamate per la prima dimostrazione. La professoressa Hough ricordò loro gli incantesimi base di disarmo, offesa e scudo e poi dette il via; in un batter d’occhio la bacchetta di Jane volò in aria e Lily sorrise soddisfatta.
Subito dopo toccò a Sirius il quale sorrise ghignando a James prima di farsi avanti. Si misero in posizione i guardia secondo le indicazioni della professoressa e poi cominciarono.
“Levicorpus!” Gridò immediatamente Severus ma il “Protego” di Sirius risuonò un millisecondo prima e il Malandrino riuscì a respingere l’offesa.
“Questo non l’avevo mai sentito Mocciosus.” Lo beffeggiò Sirius. “Cos’è sei così stupido che non ti ricordi nemmeno un incantesimo?... Stupeficium!” Questa volta fu Severus a riuscire a proteggersi in tempo e in quell’attimo qualcosa arrivò dritto nella mente di Sirius.
-Incantesimo non verbale.-
Bastò. Star aveva cercato di insegnarglieli una notte prima di Natale perché in quel modo si sarebbero sentiti più al suo livello, inoltre era roba parecchio avanzata e utile in battaglia quindi faceva al caso loro. Ne lui ne James erano mai riusciti a far volare un cuscino perfettamente dove desideravano ma sentì che quello era il momento giusto. E poi se Mocciusus aveva gridato ai quattro venti la formula per un incantesimo non verbale era perché non si sarebbe mai aspettato che nessuno capisse cos’era, forse sperava di vederlo provare a vuoto a gridare un assurdo incanto, forse si sarebbe anche lasciato colpire apposta per fargli fare una figuraccia. Le sue labbra ebbero una spasmo involontario e si sollevarono brevemente in uno dei suoi ghigni e Sirius si chiese a che velocità scorrevano i pensieri per essere riuscito a sgarbugliare un simile fatto prima di un contrattacco e forse per questo riuscì a malapena a vedere la bacchetta di Mocciosus muoversi senza che lui aprisse le labbra. “Protego!” Gridò appena in tempo e poi non dette al suo cervello nemmeno il tempo per riprendersi. “Colpisci ancora prima di pensare con cosa e dove colpirai. E’ questo il segreto delle vittorie in battaglia.” Gli ripeteva sempre zio Alphard e così fece…
Severus si capovolse all’improvviso come sollevato per un piede da una corda invisibile e tutti cominciarono a ridere mentre il ragazzo cercava di tenere a posto la sua toga, il giovane Serpeverde fece un movimento di bacchetta e poi atterrò pesantemente sul pavimento.
“Basta così!” Li fermò la professoressa Hough. “Incantesimi Non Verbali? Sono sorpresa, certo, ma non dovreste spingervi così oltre, sono molto pericolosi e voi non avete ne le conoscenze ne il controllo necessario. I prossimi!”
Sirius passò accanto a Severus colpendolo con una spallata che la professoressa non notò intenta ad arbitrare Ann contro un’altra ragazza di Serpeverde. “Ridi ancora alle spalle di Remus e sei un uomo morto.” Lo minacciò tornando poi dagli altri Malandrini.
La lezione finì senza altri intoppi dal momento che James era capitato con Peter e così poterono uscire di nuovo per recarsi ai margini della foresta dove il professor Kettlerblum li attendeva accanto ad una cassa di metallo e a parecchi secchi d’acqua.
“Buon giorno ragazzi!” Li accolse il professor Kettlerblum, il quale aveva qualche nuova ferita sanguinate su tutto il corpo e le mani e il viso pieni di bruciature.
“Che le è successo?” Chiese James curioso e amichevole.
“Oh, vi ho recuperato delle uova di Ashwinder , la madre ha preso fuoco non da molto. Venite venite, avvicinatevi!” Li incitò il professore.
Grifondoro e Serpeverde fecero drappello attorno a lui. Da lontano i Malandrini notarono che ancora alcuni di loro ridevano e scherzavano di Remus.
“L’Ashwinder nasce da un fuoco magico lasciato incustodito ed è un serpentello  verde pallido dagli occhi rossi... oh ma vediamo: chi sa dirmi altro?”
“Fa le uova in casa e fa prendere fuoco a tutto.” Disse una Serpeverde annoiata guardando le rosse uova dentro la cassa metallica con un vacuo interesse.
“Si, più o meno. Uhm, Potter?” Chiese Kettlerblum guardando verso il lato dei Grifondoro. James alzò un sopracciglio pronto ad affermare di non averne mai avuto uno in casa e che quindi la cosagli era nuova ma Star fu più svelta.
“L’Ashwinder è diffuso in tutto il mondo. Dopo essere scivolato via dai tizzoni ardenti di un fuoco magico cerca un angolo della casa in cui deporre le uova, ovvero quelle che stiamo vedendo ora. Esse producono molto calore che solitamente appiccano il fuoco a tutta la casa. Dopo aver deposto le uova l’Ashwinder si incenerisce e le uova possono essere congelate con un incantesimo diventando così non solo inoffensive ma anche molto utili per Filtri d’Amore o contro la febbre malarica.”
“Esatto, dieci punti  Grifondoro!” Le assegnò felice il professore. “Ora, queste uova stanno per raggiungere il punto di fuoco, assisterete ad uno spettacolo unico, sentite come sprigionano calore?”
“Ma non sarebbe meglio congelarle?” Chiese un’altra Serpeverde indietreggiando di un passo.
“E perderci tutto il divertimento?” Domandò il professore poggiando delle assi di legno accanto alla cassa che subito presero ad annerirsi poi distribuì dei bastoncini lunghi ad ogni studente.
“Marshmallow?” Chiese Sirius divertito.
“Esatto! Cinque punti a Grifondoro!” Rispose Kettlerblum sempre più divertito.
Sirius si voltò verso i suoi amici i quali risero un po’ per l’assurdità di tutto e poi le assi presero fuoco all’improvviso e il professore li invitò ad arrostire i marshmallow che aveva messo a loro disposizione, i ragazzi non si fecero pregare e cominciarono a banchettare.
Le compagne di stanza di Star stavano pregando Jane di unirsi a loro ma la ragazza non ne volle sapere e rimase distante dal fuoco a mangiucchiare un marshmallow crudo. Remus le si avvicinò porgendole il proprio cotto a perfezione.
“Grazie ma non posso accettare.” Replicò Jane.
“Ho imparato molte cose da quei tipi laggiù e una è l’insistenza a volte brutale quindi mangialo prima che te lo spalmi su tutta la faccia.” Ribatté Remus.
Jane rise e accettò. “E’ vero che hai ballato con Mirtilla nel bagno?” Chiese poi.
Remus arrossì ma poi prese coraggio. “Si, insomma, divertente, vero?”
“Uhm… non nel modo in cui credono quei farabutti laggiù, io penso sia stato… dolce… sai mi fermo spesso a parlare con Mirtilla e lei me lo ha raccontato di persona, sei stato molto gentile e coraggioso, nessuno lo avrebbe mai fatto. Lei ha molto apprezzato, ha persino smesso di lamentarsi dei suoi brufoli o della morte. Grazie.” Gli spiegò lei sussurrando.
“Hem… non c’è di che.” Questa volta il ragazzo arrossì un po’ per la vergogna di quel merito assegnatoli quando lui stava solo cercando informazioni ma non lo confessò, era stranamente piacevole sapere che Jane gli era grata per qualcosa si sentì come se avesse potuto camminare a testa alta sbattendo in faccia quel segreto a tutti anche se lo avrebbero preso in giro a vita non importava, non importava finché Jane lo guardava con quei dolci occhi pieni di gratitudine e quasi ammirati.
“Sai…” Ricominciò poi la ragazza guardando verso gli altri tre Malandrini che scherzavano attorno al fuoco. “Lily si chiede sempre perché un ragazzo gentile, intelligente ed educato come te se ne stia con quei ragazzi, ma io credo di averlo capito: in qualche modo ti rendono migliore, sei meno malinconico quando stai con loro, ti capiscono, giusto? Ti vogliono bene e cercano di farti affrontare tutte le tue paure. Sei più sicuro di te da quando stai con loro perché sai che non ti lasceranno. Vero? Anche io vorrei avere delle persone così accanto.”
Remus spalancò la bocca stupito ma poi si riprese. “Wow, ci hai azzeccato in pieno e comunque… troverai anche tu qualcuno del genere… fidati… Star ad esempio…”
“Si, lo so. Lei è fantastica. Ma non voglio trascinarla con me in tutto questo schifo che ho dentro. Non se lo merita.” Lo bloccò Jane.
“Non credo che le dispiaccia affatto essere tua amica e tutto il resto. Fidati.”
“E’ che lei ora sta con Lily e quelle più grandi, Sophia e Ann sono inseparabili come sempre e hanno trovato dei ragazzi gentili con cui fare uscite a quattro e io sono sola…” Lo sguardo della ragazza si spense. Remus la capiva. Capiva la solitudine, la sensazione di credere di non essere abbastanza. Ogni cosa. Le sorrise gentile lasciando che lei potesse leggere nei suoi occhi ambra ogni cosa.
Poco più in là James e Sirius facevano a gara tra chi dei due si avvicinava di più al fuoco e Star si godeva lo spettacolo mangiando marshmallow. All’improvviso la ragazza sentì un presentimento, una scossa, che la fece voltare di scatto giusto in tempo per agire senza usare la bacchetta congelò l’oggetto che le stava volando addosso e lo bloccò in aria sospeso a pochi centimetri dalle sue mani. Tutti si voltarono a guardarla e lei lasciò cadere a terra l’uovo di Ashwinder che rotolò per qualche centimetro. Subito tutti cominciarono a sussurrare e bisbigliare alle sue spalle James e Sirius le andarono vicino prendendola a braccetto e senza dire altro la portarono via.
La campanella suonò e Remus li raggiunse nel loro dormitorio dove Star se ne stava sdraiata a pancia in giù nel letto di James mentre i due ragazzi erano rimasti in piedi accanto a lei.
“Alzati.” Le intimò suo fratello.
“No.” Replicò lei.
“Oh dai, solo perché ora tutti sapranno che sai fare magie senza bacchetta, sai che roba. Remus ha appena ballato con Mirtilla.” Le ricordò Sirius.
“Oh, già!” Star riemerse dal letto piena di rabbia. “Perché prendersela per essere così odiosamente perfetta? Perché mai dovrei prendermela per il fatto che ora tutti mi guarderanno con aria ancora più ammirata e i pochi che mi odieranno mi odieranno di più, e a ragione! Basta! Non ne posso più. Non posso tipo regalare un po’ di questa cazzo di perfezione?! Eh? Non potrei semplicemente smetterla di essere infallibile? Perché non posso cadere a terra e farmi male? Perché non posso svegliarmi con la faccia gonfia e i capelli ovunque?  Perché devo essere così fottutamente bella? Così odiosamente brava in tutto? Fan culo!” Con uno scatto la ragazza si alzò senza smettere di inveire quasi gridando e cominciò a graffiarsi le braccio con forza poi si portò davanti allo specchio guardando la sua immagine riflessa, si sciolse i capelli con furia e se li tagliò corti spettinandoli il più possibile, lasciò cadere il pugnale e si strofinò il volto con le dita graffiando infine si guardò allo specchio ma l’immagine che le tornò indietro era se possibile ancora più bella di prima, quasi sexy con quell’espressione piena di rabbia e disgusto. “Tutti vogliono essere perfetti, pagherebbero per essere me. Ma la perfezione è una MERDA!” Star assestò un pugno allo specchio mandandolo in frantumi e ferendosi la mano e le braccia con le schegge.
“Star…” Mormorò Remus preoccupato.
James si avvicinò e lei e la abbracciò nonostante la ragazza lottasse debolmente per liberarsi ma il respiro di lei non si calmò come al solito. Sirius invece si allontanò e raggiunse il suo baule, ci frugò dentro un po’ fino ad estrarne la sua mazza da battitore e tornò verso Star, la guardò negli occhi, le prese una mano e la condusse sull’impugnatura di legno fece un passo indietro e James sciolse l’abbraccio sconvolto quanto sua sorella.
“Vai.” Disse solo Sirius. “Credimi funziona.”
“Ma sei impazzito? Potrebbe farsi m…” Cominciò Remus ma James lo zitti con uno sguardo.
La ragazza strinse la mazza e prese un respiro profondo. Chiuse gli occhi. Cercò il controllo dentro di sé ma non lo trovò, c’era troppa rabbia, troppa tristezza, troppo odio verso sé stessa, si accorse di tremare e allora colpì, ancora e ancora. Distrusse il letto di James poi quello di Sirius, fece a pezzi i comodini e qualunque altra cosa si trovasse nella stanza, smise di pensare a qualunque cosa.
Quando alla fine si fermò ogni oggetto era ridotto parecchio male. Star prese ancora qualche respiro profondo e poi si sedette a terra dove i suoi amici la raggiunsero guardandola.
“Grazie.” La ragazza alzò il viso su tutti loro uno ad uno.
“Meglio, vero?” Le domandò Sirius, lei annuì e suo fratello le sorrise.
“Fammi vedere.” James tese la mano verso di lei che lo fissò stupita ma poi si ricordò di aver rotto uno specchio e tese la mano destra sopra quella del ragazzo, la ferita non sanguinava più e ormai era guarita come i graffi sulle sue braccia.
“Sarà meglio se sistemo tutto…” Mormorò poi guardandosi attorno.
Remus le sorrise indulgente. “Non esiste! Senti, fra un po’ James e Sirius dovranno andare in punizione quindi scendi con loro sistemo io qui, insomma, è una cavolata, un paio di Reparo e via. Poi tu vieni con me che c’è l’allenamento. Faremo i presi in giro assieme, ok? Infine andiamo tutti a cena.” Star annuì.
“Senti… resto anche io con te.” Annunciò James rivolgendosi a Remus. Tutti si stupirono enormemente. “Credo di farti un po’ troppa pressione adesso e poi sembra che Sirius sappia meglio di me di che cosa hai bisogno in questo momento.” Il ragazzo si girò verso il suo amico. “Ti affido mia sorella, ok? Parlate un po’, non lo fate mai.” Sirius sorrise e i due sollevarono un braccio davanti a loro piegato a novanta gradi e si strinsero la mano con i gomiti vicini mentre con l’altra mano si diedero una pacca sulla spalla a vicenda. Sirius afferrò una felpa larga e scura di James e la lanciò a Star. “Mettila e andiamo.” Le ordinò. “Ah, Ramoso, ci presti il Mantello?”  James tirò fuori il Mantello dell’Invisibilità dal suo baule mal ridotto e passò il tessuto argentato all’amico. “Non ficcatevi nei casini, ok?” Si raccomandò, Sirius gli fece l’occhiolino e mentre Star si tirava su il cappuccio della felpa finendo completamente nascosta da quel capo lui con le mani in tasca le dette una lievissima spallata e la precedette di pochi passi verso la Sala Comune.
“E’ strano.” Commentò Remus appena i due si chiusero la porta alle spalle cominciando a riparare il suo letto.
“Cosa?” Gli domandò James.
“Che tu non sia con lei in un momento simile.”
“Lo so. Ma il peggio è passato. Ha smesso di stare male quando ha smesso di colpire ogni cosa. Quindi ora sta bene e poi Sirius ha saputo come farla stare meglio questa volta mentre io no, è giusto che si parlino un po’, non credi?”
“Si, vero. Ma ora non ti abbattere. Sarai sempre il fratello di Star quello che sa cosa fare con lei in ogni caso, può capitare a tutti di toppare una sola volta, insomma tu hai tenuto in piedi lei e Sirius… e me per tutto questo tempo! Ok?” Si infervorò Remus.
James sorrise. “Ok, ok, capo! Ma perché hai iniziato dal tuo letto scusa?”
“Perché sono il più importante qua dentro.” Decretò il ragazzo scherzoso.
“Amico che ti succede? Conosci i The Animals, ti fai con Mirtilla, e mi rispondi male? Io non ti riconosco più!” Lo prese in giro James.
Remus lo guardò storto per un secondo ma poi entrambi cominciarono a ridere.
 
………….
 
Sirius avanzava sicuro facendole largo tra la folla di studenti accalcati nella Sala Comune. Incrociarono Peter che si avviava verso il dormitorio, chissà come l’avrebbe presa trovando tutto sottosopra, un po’ le dispiacque ma poi si rese conto che la notizia aveva circolato in fretta, come sempre, e molti studenti la indicavano. Uscirono dalla torre e la cosa continuò con tutti i ragazzi lungo i corridoi.
“Che hai da guardare?!” Sirius aggredì un ragazzino del primo anno che la stava fissando sbalordito e quello preso dal panico si volatilizzò.
“Hei, vacci piano.” Lo riprese lei debolmente.
“Stai perdendo lo smalto, meraviglia?” Sirius si chinò su di lei sollevandole un poco il cappuccio così da poterla vedere meglio in viso.
Star si allontanò con uno sbuffo e continuò a camminare. “Semplicemente evita di far pisciare nei pantaloni i primarioli.” Borbottò poi.
“Già meglio.” Commentò il ragazzo sorridendo. “Ok, credo che ora possiamo mettere il Mantello.” Decise trascinandola in un secondo in un corridoio laterale un poco più buio degli altri. Un gruppetto di ragazze passò nel corridoio che avevano appena abbandonato e Sirius svelto la spinse contro il muro premendola contro di esso con il suo corpo e poggiando le labbra a un centimetro dalle sue senza la pretesa di un bacio semplicemente posandole lì sfiorandola a malapena. Una ragazza si fermò a fissarli e poi corse via impettita.
“Ma che diamine…?” Star lo spinse via amichevolmente.
“Oh, scusa. Era quella con cui uscivo e non avevo voglia di dirle che mi ero stancato, così mi sono risolto un po’ di problemi, grazie a proposito.” Rispose lui tirando fuori il Mantello da sotto la propria felpa.
“Sei proprio un bastardo.” Replicò lei.
“Lo so. Ma quella è pallosissima, non avrebbe mai accettato il fatto di non piacermi più.” Con uno svolazzo il ragazzo coprì entrambi.
“Ma non è quella contro cui ho gareggiato ad Halloween?” Chiese ancora Star.
“Bhe, si.” Rispose lui evasivo.
“E’ parecchio più grande, quando vi siete trovati?”
“Prima di Natale e poi qualche notte dopo, sai prima che finissero le vacanze e venisse fuori questo casino… hai finito l’interrogatorio ora?” Il ragazzo cominciò a camminare e Star dovette assecondarlo.
“Si, ma non credi che ora inizieranno a parlare di me e te assieme.”
“Eri troppo in ombra, non può averti riconosciuto per quello che ha visto potresti essere stata anche un ragazzo.” Replicò lui quasi con aria annoia.
“Wow, grazie. Molto gentile.” Sbottò Star scherzosa.
“Bolide falla finita, ok?” Sbuffò Sirius quasi ridendo.
I due uscirono all’aria aperta e si diressero al pontile, una volta arrivati si tolsero il Mantello e si sedettero sulle assi di legno ricoperte da un leggerissimo strato di ghiaccio in alcuni punti.
“Allora bel visino, cosa aspetti a fare la tua domanda?” Le chiese lui sdraiandosi con le braccia dietro la testa.
“Ora sei tu che leggi nel pensiero?” Domandò la ragazza divertita e sorpresa.
“Non mi serve leggere nel pensiero per sapere che hai una domanda.” Ribatté Sirius facendo spallucce cosa che in quella posizione gli fece di conseguenza tirare i muscoli sulle braccia.
Lei ridacchiò. “Penso di capire cosa vedono le ragazze in te.”
“Grazie. La domanda…” Le ricordò il ragazzo.
“Ok! Allora, come facevi a sapere di che cosa avevo bisogno?”
Sirius chiuse gli occhi. “Intuizione.”
“Se. Fanculo.” Sbottò Star.
“Senti, modera il linguaggio! Scaricatrice di porto!” La rimproverò lui.
La ragazza si tolse le scarpe e lasciò i piedi a mollo nell’acqua con un brivido che le fece inarcare la schiena liberandole la testa dal cappuccio.
Sirius aprì un occhio solo sollevando un po’ la testa. “Se ti prendi un accidente sono cazzi tuoi.”
“Modera il linguaggio.” Lo rimbeccò lei.
“Mi sto solo adattando al tuo registro linguistico.” Replicò il giovane.
Star sbuffò poi dopo qualche secondo in silenzio cominciò a parlare. “Sai cosa mi ha calmato? Mentre prendevo a mazzate tutto mi sono sfogata, certo, mi sarei fermata comunque, ma verso la fine… io ho cominciato a pensare a quante altre volte tu hai fatto una cosa simile nella tua vita. Quanta rabbia ti porti dentro, Sirius? Tutto quello che i tuoi genitori ti hanno fatto, il loro odio, la loro delusione per quello che sei. Quanto fa male non essere amati nella propria casa?”
Sirius si alzò a sedere a la guardò per una attimo prima di abbracciarla lasciando che lei sprofondasse nel suo petto. “Tanto.” Rispose poi  chinando la testa fino a nascondere il viso tra i capelli della ragazza. “Ma si tira avanti. Ho voi e zio Alphard.”
Star strinse le braccia attorno a lui. “Grazie.”
Il ragazzo si staccò dopo un paio di attimi e la fissò sbalordito. “Mi hai abbracciato?!” Domandò esagerando sulla sorpresa per farla ridere. Funzionò.
“Lo faccio sempre, idiota.”
“Lo fai sempre negli abbracci di gruppo, ma non mi hai mai abbracciato. Sul serio sarà la prima volta!”
“Non è vero!” Sbottò la ragazza, lui alzò un sopracciglio scettico. “Ok, forse non ti abbraccio molto spesso ma l’affetto femminile non ti manca di certo, mi pare!”
“Oh, questo era un colpo così basso che mi fanno male le palle.” Scherzò Sirius.
“Sei pessimo.” Decretò lei.
“Lo so. Ma il tuo affetto non mi dispiace, potresti dimostrarti grata più spesso.”
Star sorrise. “Se lo facessi non sarebbe più una cosa speciale.”
“Giusto.” Concordò il ragazzo.
Stettero li fermi ancora per alcuni minuti infine Sirius si alzò in piedi. “Sei pronta ad andare?”
“Si.” Rispose lei sollevandosi da terra.
Sirius strinse gli occhi guardandola e poi le sue labbra si allargarono in un ghigno furbo.
“Che hai da guardare cos…?” Tentò di chiedere la ragazza ma prima di finire lui l’aveva già afferrata per la vita sistemandosela su una spalla come un sacco di patate e tenendola così cominciò a camminare mentre lei si dimenava ridendo, infine la lasciò e ancora con il riso sulle labbra coprì sé stesso e Star con il Mantello. Tornarono verso il castello a passo allegro e quando furono in un altro corridoio secondario si tolsero il Mantello dell’Invisibilità e Sirius ricominciò a precederla con le mani in tasca ma almeno la ragazza non si coprì più la testa e il volto con il cappuccio.
Rientrarono nel dormitorio e James e Sirius ripartirono subito verso la loro punizione mentre Star andò nel dormitorio femminile per mettersi la divisa e poi scese al campo con Remus e tutta la squadra accompagnata da Madama Bumb.
“Quindi sono in punizione?” Le chiese Jordan. “Oggi?!”
“Si, mi dispiace, è un po’ anche colpa mia, però hanno detto che se riusciranno a finire presto ci raggiungeranno.” Rispose lei.
“Sarà meglio! Abbiamo la partita fra due settimane e intanto questo weekend non possiamo allenarci di sabato perché c’è Tassorosso contro Serpeverde.” Sbottò Jordan.
“Calmati amico! Sfogati sul gioco.” Lo riprese Malcolm.
Jordan annuì e lasciò che tutti entrassero in spogliatoio dopo di che bloccò Star. “Cos’è successo con Dennis?”
“Si è arrabbiato con me perché…” Cominciò a raccontare lei.
“No, quello lo so. Ma tu, come stai? Lui ti ha già parlato dopo quel giorno?” La interruppe il ragazzo.
“Sto bene e no… non mi ha parlato… di cosa deve parlarmi?”
“Uhm… vuole mettere le cose in chiaro, non lo riconosco più ultimamente. Ok. Scusami, non volevo distrarti prima di un allenamento, riesci a tenere questo fuori dal campo?”
Star sorrise sollevando la sua mazza da battitrice. “Ovvio.”
 
………….
 
James e Sirius non riuscirono a raggiungerli per l’allenamento e arrivarono in ritardo alla cena ma pareva avessero ideato qualcosa.
“A che cosa state pensando?” Chiese loro Star sospettosa.
“Ai cammelli.” Rispose Sirius felice.
“Si, quello lo so. A che cosa state pensando così seriamente da dover pensare ai cammelli per coprire quel pensiero.” Precisò lei.
I due si scambiarono uno sguardo allegro. “Allora funziona?” Domandò Sirius.
“No, funziona solo perché sono troppo gentile per intrufolarmi di prepotenza nelle vostre piccole menti, ma vi prego finitela di pensare ai cammelli.” Replicò la ragazza.
“Ok, abbiamo usato gli specchi oggi. Fighissimi!” La distrasse James.
“Davvero? Bene, sono felice!”
Per tutto il resto della serata non si parlò altro della fantastica idea di quegli specchi e di quanto fossero utili.
 
 
…………..
 
Il giorno dopo Remus cominciò già dal primo mattino ad adoperarsi per convincere i suoi amici a non assisterlo durante la luna. Cosa piuttosto inutile dato che loro erano impegnati a creare un diversivo per poter controllare in completa tranquillità i dintorni della torre di Grifondoro durante le lezioni in modo da non dover uscire la sera o nelle pause quando i professori erano più vigili. La conseguenza era un preoccupatissimo Remus impegnato a distrarre gli altri tre Malandrini da due missioni troppo pericolose senza che questi gli dessero un minimo di attenzione.
“Non verrete questa notte vero?” Chiese ancora.
“Verremo.” Decretò Star senza alzare gli occhi dai fogli di appunti sparsi sul tavolo. “Quindi che dite? Dove lo facciamo?”
“Io direi ristretto ad un corridoio o due.” Propose James.
“Ragazzi, non c’è proprio un altro modo?” Domandò Remus disperato.
“No, Lunastorta. Come credi che riusciremo a tenerlo in un corridoio o due?” Fece Sirius studiando a sua volta gli appunti.
“Si può fare, qualche barriera e via. Magari in due piani.” Continuò Star.
 “Uhm, vero… Sarà disgustosamente epico!” Concordò Sirius.
“Bene. Io non verrò.” Si impuntò Remus tutti i Malandrini si voltarono verso di lui e lo fissarono con aria annoiata.
“Non puoi non venire, Rem, sai com’è… la cosa si fa per te…” Cercò di spiegargli Sirius.
“Non parlavo di stanotte. Parlavo del vostro piano per oggi.” Replicò il ragazzo dagli occhi d’ambra.
“Ok, non venire.” Gli concesse James.
“Cos…?” Fece per chiedere Remus stupito ma in quel momento suonò la campanella e loro si resero conto di essere rimasti gli unici ai tavoli così si alzarono in fretta correndo a più non posso per non arrivare troppo in ritardo a lezione. Purtroppo per loro era ovviamente e significativamente in ritardo e quando entrarono dopo una pazza corsa la professoressa McGranitt li squadrò dall’alto al basso.
“Siete in ritardo.” Commentò Minerva.
“Si, grazie, lo sapevamo già.” Replicò Sirius scontroso.
“Allora sareste dovuti entrare in orario.” Ribatté la professoressa.
“Stavamo correndo! Evidentemente arrivare qui in orario era quello che cercavamo di fare!” Sbottò il ragazzo.
“Sedetevi. E dieci punti in meno a Grifondoro, a testa, così la signorina Evans sarà felice. Ora vorrei iniziare la lezione.” I ragazzi si accomodarono sui posti infondo e mentre sfilavano lungo la classe notarono lo sguardo di fuoco di Lily.
“Ma che avrà voluto dire?” Domandò James a Sirius appena Minerva riprese la sua lezione.
“Che Lily si è lamentata del nostro ritardo facendo notare alla Mc che noi la passiamo sempre liscia.” Rispose Star sottovoce senza staccare gli occhi dalla professoressa. “Uh, questo è importante. Ascoltate!”
“Ottimo consiglio anche se un poco tardivo. Dato che questo argomento pare interessarla non le dispiacerà se il primo esempio lo eseguirà Potter.” La professoressa spostò gli occhi da Star a James che impugnò la sua bacchetta dirigendosi verso la cattedra con decisione. Si schiarì la gola e osservò il piccolo riccio che zampettava allegro nel terrario vuoto in modo che tutti potessero osservare la trasformazione al suo interno. James mosse la bacchetta, pronunciò l’incanto a chiare lettere  e in un attimo il riccio si tramutò in un cucciolo di volpe dal rosso e soffice pelo che fece sospirare dolcemente molte ragazze nell’aula.
La professoressa McGranitt sbatté un paio di volte le palpebre colpita. “Molto bene, signor Potter. Ha chiaramente compreso appieno il nuovo argomento, venti punti in più a Grifondoro, può sedersi.”
La lezione proseguì e mentre ogni studente tentava di trasformare rane, ricci e corvi in un altro animale della stessa classe Minerva camminava su e giù assegnando o togliendo punti e diffondendo consigli per migliorare. James ovviamente era stato esonerato dal riprovare, Sirius ora giocava con il cucciolo di cane che prima era stato un altro riccio e Star lasciava che un minuscolo ghiro le si arrampicasse su e giù per le braccia prima di formare un nido nel suo cappuccio infilandoci dentro i capelli della ragazza. Anche Remus trasformò il suo corvo in un meraviglioso pappagallo verso la fine della lezione e quando la campanella suonò uscirono tutti soddisfatti.
“Ok, si parte con il piano. Noi andiamo a Babbanologia e tu vai ad Aritmanzia che così ci sarà più semplice uscire tutti insieme.” Ricapitolò alla svelta James.
“Io non verrò.” Si impuntò Remus.
“Si, si. Lo sappiamo. Abbiamo afferrato il concetto.” Lo rimbeccò Sirius trascinandolo via.
Star rimase sola nel corridoio affollato con il riso sulle labbra e poi si voltò per raggiungere l’aula di Aritmanzia. In quel momento Dennis la raggiunse e il suo sorriso si spense.
“Hei.” La bloccò lui.
“Faccio tardi a lezione.” Lo avvertì la ragazza senza conoscere il vero motivo per cui non voleva ascoltare nulla.
“Senti. Sarò breve: sono stanco di cercare di correrti dietro di capirti quando non ci sei con la testa e poi di vederti così intelligente tutto ad un tratto. Che problema hai? O sei una neonata o un’adulta! Non puoi essere una ragazza e basta? Ok, scusa. Non volevo litigare ma…” Il ragazzo sospirò. “Credo che abbiamo bisogno di una pausa…”
“E che dovrei fare?” Chiese lei confusa.
“Niente, solo smettiamo di vederci per un po’.” Dennis si voltò e corse via.
Star stette ferma a pensare alcuni secondi poi si ricordò della lezione e del piano e corse a sua volta nella direzione opposta.
Entrò nell’aula come una freccia bloccandosi di scivolata giusto davanti al professor Berger.
“Signorina Potter, quale onore! Finalmente potrò vederla seguire una mia lezione! Dato che c’è può recuperare il compito in classe della scorsa settimana.” La accolse quest’ultimo senza scomporsi minimamente.
Star si spostò un ciuffo dei capelli ancora corti e ribelli dalla fronte e rise. “Ok, ma facciamo alla svelta.” La ragazza si sedette ed estrasse una penna e dell’inchiostro blu dalla borsa mentre Berger le posava davanti un foglio colmo di domande e un rotolo di pergamena. Il professore si voltò verso la lavagna e cominciò a scrivere nuovi appunti nell’assoluto silenzio. “E’ ora di iniziare un nuovo argomento, tutti pronti?” Nessuno rispose e Berger fu costretto a girarsi a controllare cosa impedisse ai suoi studenti un minimo di feedback. Trovò gli sguardi dei suoi studenti concentrati su Star che stava in bilico su due gambe della sedia con le braccia dietro la testa e un’aria molto rilassata. “Dovresti proprio fare quel compito.” La ammonì lui. La ragazza sorrise tranquilla. “Finito.” Mormorò poi con un ghigno che gli ricordò immediatamente uno dei ragazzi che stavano sempre con lei. “Finito cosa, signorina?” Le chiese allora. Star spinse avanti il rotolo di pergamena completamente scritto. “Ho finito il compito.” Annunciò soddisfatta. “Posso andare al bagno?” Chiese poi. Sbalordito Berger annuì prendendo la pergamena dal banco della ragazza che sia alzò e uscì in fretta.
Star corse verso i corridoio del settimo piano destinato all’azione e incrociò James e Sirius.
“Orario perfetto.” Si complimentò con lei suo fratello battendole il cinque. “Ok, tu ti occupi delle barriere qui e poi giù e io e Sirius cominciamo poi lui si stacca e scende da te tanto io avrò ormai finito e vediamo se il ‘Muro Tascabile’ funziona a bloccare l’unico passaggio segreto che collega i due piani con gli altri. Io lancio il primo, vi aspetto, passiamo insieme e poi lanciamo il secondo e corriamo verso la nostra Sala Comune, controlliamo in giro e ce la diamo a gambe.”
Sirius rise. “Una passeggiata. Abbiamo trentacinque minuti, genio.”
I ragazzi si dettero il cinque e si divisero.
 
…………
 
Remus seduto da solo infondo all’aula di Babbanologia cominciò a sussurrare insulti e preghiere contro quei tre assurdi amici che si era ritrovato. Lily gli si sedette accanto e lui non capì affatto il motivo di tale gesto e parve dimostrarlo anche nell’espressione perché la ragazza gli sorrise indulgente. “E’ un lavoro a coppie. Una ricerca. Cominciamo?” Remus annuì accondiscendente, gli piaceva lavorare con Lily, sapeva curarsi di lui, era gentile e attenta ai suoi bisogni e parve accorgersi subito che non era un bel giorno per lui. “Sei di nuovo pallido.” Gli fece notare dopo un po’. “Stai ancora male, vero?”
Il ragazzo sospirò. “Si, ma non è importante.”
“Tu stai male e quei tre se ne fregano e vanno a combinare un guaio, giusto?” Fece lei con aria di rimprovero.
“Come…?” Cominciò lui ma la ragazza lo blocco con uno sguardo colmo di ovvietà. “Nessuno di loro è in classe, non sono un’ingenua, c’è sempre qualcosa sotto quando si parla di loro.” Replicò svelta.
Remus tacque per un secondo. “Non sono cattivi…”
La campanella suonò prima che il ragazzo potesse aggiungere altro. Tutti gli studenti uscirono dalle aule, molti diretti ad altre lezioni, alcuni volevano raggiungere le loro Sale Comuni per cambiare i libri o riposare durante un’ora buca ma la maggior parte si ritrovò la strada sbarrata da dei liquami puzzolenti. Pareva che fossero contenuti solo nella parte dei corridoio del sesto e settimo piano più vicini alla Sala Comune di Corvonero, fino all’altezza di un metro. Certi ragazzi uscendo dalle aule che davano in quell’ala del castello si ritrovarono travolti da ondate di liquami o in ogni caso ci dovevano finire in mezzo attraversare i corridoi ed uscire di lì, fortunatamente le barriere trattenevano solo i liquidi e lasciavano passare le persone, cosa non molto utile a chi era di passaggio nella parte sana e a causa di una distrazione finiva dritto dritto nel putridume. Per chi cercava invece un’ingegnosa scorciatoia tentando di schivare la maggior parte dei liquami grazie ad un passaggio segreto si trovata la strada ostruita da un solido muro di mattoni. Quella novità attrasse studenti curiosi e professori che tentavano di scovare i colpevoli e di riportare i maleodoranti corridoi alla normalità.
 
……..
 
“E’ deserto! Perché ce ne stiamo stretti sotto questo coso?!” Sbuffò Sirius strattonando il Mantello dell’Invisibilità con cui James aveva coperto sé stesso, l’amico e sua sorella.
“Potrebbe ancora passare qualcuno.” Replicò James.
“Chi? Sono tutti a vedere il nostro diversivo e nes…” Ribatté Sirius ma in quel momento due ragazzini uscirono da dietro l’angolo spintonandosi ed incitandosi a vicenda a far svelti per vedere i corridoi bloccati.
“Dicevi?” Fece Star sarcastica.
In silenzio e molto vicini i tre cominciarono ad entrare in ogni stanza nelle vicinanze e a togliersi il Mantello solo una volta dentro, cercavano tracce, indizi, segni di lotta, qualche graffio nel legno, sangue, biglietti, pezzi di stoffa, qualunque cosa, ma non trovarono nulla. Ormai erano ad un punto fermo, si sarebbero presto arresi e all’improvviso entrarono nell’aula subito accanto alla loro torre, adibita a magazzino o meglio a discarica. Star conosceva quella stanza a memoria per tutte le “Notti dei Pensieri Passati” che vi aveva trascorso così prese una sedia e si accomodò accanto alla finestra perché non aveva mai realmente visto tutti gli oggetti lì contenuti ma li aveva sempre percepiti scovandoli con la mente, ricercandoli nelle ore di veglia, con dedizione e concentrazione. Non fece nemmeno tempo a chiudere gli occhi che subito percepì una forte sensazione sbagliata, quasi un groppo allo stomaco, si alzò di scatto e puntò il dito contro un angolo della stanza.
Sirius la fissò sconcertato mentre James si diresse nella direzione indicata e dopo alcuni secondi si alzò da terra stringendo in mano qualcosa di piccolo e lucido.
“Ma che…?” Fece Sirius sorpreso. I tre si avvicinarono tra loro e James ammorbidì la stretta sull’oggettino lasciando che esso gli scivolasse sul palmo.
“E’ una ‘E’ di metallo?” Chiese retoricamente il ragazzo occhialuto.
“Non solo. Viene da un cimitero.” Precisò Star.
“Come bolide fai a saperlo?” La interrogò Sirius.
“Semplice, la connessione con gli spiriti non è solo tetra e noiosa, a volte serve.” Replicò lei.
“BECCATI!” Gridò trionfalmente Gazza facendo il suo ingresso nella stanza, James si infilò in fretta la lettera in tasca cercando di passare inosservato e per fortuna il Custode era troppo impegnato a festeggiare la loro cattura per rendersi conto di qualunque altra cosa.
“Ah! Vedrete come saranno felici quando sapranno che ho preso i responsabili di quel disastro. Faranno pulire tutto a voi, oh si! Questa volta vi sistemo io. E non solo! Questa volta non mi impediranno di frustarvi per incentivarvi a pulire bene, no signore!”
“E’ andato!” Rise James.
“Partito!” Gli diede man forte Star.
“Vi prendete gioco di me? Vedrete fra poco non riderete più.” Borbottò Gazza.
“Come vuoi Gazzarello Picchiatello! Ma dove sono le prove che siamo stati noi?” Lo derise Sirius.
“Tutte le prove le ho raccolte io. Voi tre non eravate a lezione prima, giusto?” La professoressa McGranitt entrò a sua volta nell’aula. “Può portarli a pulire in fretta? I corridoio sono bloccati e il professor Silente mi ha vietato di riportare l’ordine in fretta, dovremo sospendere le lezioni per un giorno intero ed evacuare il piano. Spero siate soddisfatti. Ora muovetevi, avete molto da pulire.”
Il Custode li precedette allegro verso l’ala opposta del piano ma la professoressa lo richiamò subito. “Mastro Gazza? Niente percussioni o punizioni corporali.”
Gazza annuì leggermente smorzato nell’entusiasmo ma comunque molto più felice del solito.
 
…………..
 
“Tutto il pomeriggio! Tutto! E ancora non abbiamo completamente finito dato che dovremo grattare via da ogni minuscolo buchino e incisione anche la più minima particella di…” Cominciò a gridare James stendendosi sul suo letto a fine giornata dopo una lunga doccia bollente, interrompendosi per non essere troppo volgare.
“Merda.” Venne in suo aiuto sua sorella che si guardava allo specchio i capelli ancora umidi e corti.
“Grazie.” Sbottò il ragazzo chiudendo gli occhi.
“E’ stato terribilmente puzzolente e disgustoso.” Sirius uscì dal bagno in quel momento con solo un asciugamano legato in vita.
“Che vi sia di lezione, e per favore vestiti! C’è una ragazza qui!” Sbuffò Remus.
“Grazie Rem, ma tranquillo non avrò nessuna crisi ormonale, conosco il corpo di quel deficiente come il tuo, ricordi?” Fece lei decidendo finalmente di allungarsi i capelli almeno fino a poco sotto le spalle ma lasciandoli lisci e sbarazzini.
“Però è stato mitico! Tutti quei Corvonero schifati! Epico! Dovranno stare fuori dal loro corridoio per qualcosa come due o tre giorni.” Ricominciò James ora di nuovo divertito.
“Già, ma sentite un po’; perché proprio i Corvonero?” Chiese Star all’improvviso seria.
Sirius e James si scambiarono sguardi in silenzio.
“Finitela di fare gli amanti segreti, leggo nel pensiero!” Si scaldò la ragazza.
“Ok! Era per quell’uovo! Abbiamo scoperto che sono state delle Corvonero nascoste dietro gli arbusti.” Spiegò suo fratello esasperato.
Star soffiò lungamente come cercando di riprendere la calma. “Idioti.” Decretò alla fine.
“Ciao.” Peter entrò piano nel dormitorio. “Ho sentito che è stato un vostro scherzo. Forte. Era per scoprire qualcosa del rapimento?” Domandò cauto sedendosi nel suo letto.
“Esatto.” Gli rispose Sirius. “E abbiamo trovato solo una lettera che una volta stava in una lapide. Una ‘E’ per giunta.”
Remus trattenne rumorosamente il respiro. “Ma scherzate? Dovete dirlo subito a Silente!”
“Lo avremmo fatto se solo non fossimo finiti in punizione!” Replicò acido James.
“Non è vero. Fatelo ora.” Propose Remus.
“Non siamo tonti. C’è sempre il tuo Piccolo Problema Peloso da risolvere questa sera. Io ti do una mano e i due tonti vanno dal vecchio bacucco. Domani mattina ci ritroviamo tutti insieme qui e siamo felici.” Spiegò in fretta Star.
“Perfetto.” Accettò James.
“Ma di che parlate?” Chiese Peter.
“Quando sarai più grande te lo diremo!” Gli gridò dietro Sirius mentre finiva in fretta di vestirsi e seguiva gli altri fuori dal dormitorio.
 
……………
 
James e Sirius salutarono Remus insieme a Star, attesero cinque minuti tutti insieme e poi si divisero.
I due ragazzi camminarono svelti verso l’ufficio del preside e James teneva stretta in mano la preziosa lettera di metallo che era sgradevolmente appiccicaticcia come se secoli di sporco si fossero stratificati in maniera indelebile.
Si trovarono di fronte al gargoyle di pietra e si guardarono disperati.
“Tu sai la parola d’ordine?” Chiese James.
“No… ma è Silente; non dev’essere difficile.” Sirius prese un gran respiro e poi incominciò ad elencare tutti i nomi di dolci che gli vennero in mente e James si mise subito ad aiutarlo. Riversarono sul guardiano tantissime pietanze, caramelle e cioccolata che quando finalmente il gargoyle si spostò con un balzo non seppero dire esattamente quale fosse stata la parola esatta che aveva loro aperto la via, inoltre era irrilevante. Corsero su per le scale ed entrarono senza bussare trovando così il preside tra mille scartoffie alla sua scrivania intento a discutere con un ritratto che subito finse di dormire.
“Professor Silente!” Esclamò Sirius come se il preside non si fosse accorto della loro presenza.
“Forse Minerva non ha tutti i torti quando dice che mancate di disciplina.” Commentò pacatamente Silente. “Sedetevi.” Li invitò poi.
“Abbiamo scoperto qualcosa che potrebbe esserle utile per risolvere il mistero della sparizione di Thomas.” Annunciò James soddisfatto.
“E fatemi indovinare, l’avete casualmente trovata in un corridoio come tutti gli altri, giusto, infatti non avete creato un diversivo solo per poter frugare liberamente nelle stanze da soli come vi era stato proibito di fare, giusto?” Chiese il preside unendo le lunghe dita sopra la scrivania e fissandoli con i suoi azzurrissimi occhi che parvero scrutare dentro ognuno di loro.
“In realtà l’abbiamo fatto. E siamo già in punizione per questo.” Confessò Sirius.
“In ogni caso abbiamo trovato questa, nell’aula subito accanto alla nostra torre.” James lasciò cadere la lettera sopra tutte le pergamene fittamente scritte di Silente. Albus la prese per osservarla meglio.
“Star dice che viene da un cimitero.” Continuò Sirius.
“Dov’è la signorina Potter?” Chiese invece il preside.
 
………..
 
Correre, correre era l’unica cura, l’unica risposta. Era difficile tenere dietro al lupo ma non troppo.
La luna brillava e Lunastorta era parecchio rumoroso. Non sapeva ancora comportarsi furbamente ma avrebbe imparato.
C’era tempo per gli agguati.
 
……
 
I due ragazzi si scambiarono brevi e fugaci sguardi.
“Nel suo dormitorio. Non volevo che uscisse di notte.” Rispose James.
“Scelta stravagante.” Commentò Silente.
“E’ mia sorella e scelgo io cosa è bene per lei!” Sbottò il ragazzo occhialuto.
“Non era questo che intendevo. In ogni caso vi ringrazio per avermi portato questa lettera. I genitori del ragazzo ne saranno molto felici. Voi invece un po’ meno.” Rispose pacato il preside.
Sirius piegò di lato la testa curioso. “Perché noi meno?”
“Se è veramente quello che penso che sia dovremmo ristabilire le vostre restrizioni. E chiamare dei professionisti.” L’aria grave con cui Silente parlò mise in allarme i due ragazzi più di qualunque altra cosa.
“Quelle lettere sono tutte dei genitori?” Chiese James.
“Non è mai certo un’ottima pubblicità farsi rapire uno studente da sotto il naso.” Replicò il preside e un poco di stanchezza trapelò da quelle sue parole. Mentre vari oggettini sbuffavano allegramente nei loro mobiletti e i ritratti sbuffavano sonoramente fingendo il sonno i due ragazzi immaginarono la dura vita del loro beneamato preside in quel momento.
 
……………..
 
Lunastorta annusò l’aria inquieto e ululò forte.  Piumadoro calcolò che non dovesse mancare molto all’alba e cominciò a farsi rincorrere per tornare nei pressi della Stamberga.
 
………..
 
Il pomeriggio seguente i ragazzi si ritrovarono tutti in infermeria accanto al letto di Remus il quale pareva non essersi ripreso molto bene da quella corsa notturna.
“Siete usciti dalla Stamberga? Senza di noi?” Si infuriò James.
“Calmati fratellino. Voi piuttosto, avete compiuto la vostra missione?” Lo interruppe Star.
“Certo che si! Silente ha detto che avrebbe chiamato degli esperti, chissà chi arriverà e quando…” Le rispose Sirius tranquillo.
“Chiunque sia ora possiamo tornare a fare gli studenti, tranquillizzarci e rispettare le restrizioni?” Chiese Remus supplichevole.
“Restrizioni che non sono ancora state applicate… chissà quanto ci vorrà.” James si mise a pensare per i fatti propri.
“Può uscire ora, signor Lupin.” Madama Chips passò accanto a loro con delle bende in mano tutta indaffarata a curare un ragazzo con qualche problema parecchio doloroso a sentire i suoi lamenti provenienti da dietro le tende bianche.
I Malandrini si avviarono lungo i corridoi.
“Voi invece che avete fatto oggi come ultimo giorno di libertà studentesca?” Domandò Remus.
“Ci siamo vendicati di quelle Serpi che ti hanno preso in giro.” Raccontò Sirius vittorioso.
“Oh, ma dai! Da non credere! Non potevate andare, che so? A caccia di farfalle?” Sbottò Remus.
“Oh, no, non ci saremmo divertiti così tanto!” Gli confidò Star.
“Insomma li abbiamo beccati dopo l’ora di Erbologia e io ho fatto a uno di loro il Levicorpus e… ciao mamma!”  James interruppe all’improvviso il suo racconto fissando la donna ferma pochi metri davanti a loro. “Che ci fai qui?”
Susan sorrise. “Io e tuo padre siamo gli esperti chiamati da Silente.”
Star corse ad abbracciare sua madre mentre James seppellì il volto tra le mani. “Perfetto, la mia vita è finita.”
“Non essere melodrammatico! Ho ancora tanti modi per metterti in imbarazzo che non ho ancora iniziato ad usare.” Il signor Potter si fece largo tra la piccola folla di studenti che si stava creando in vista della cena.
“Non puoi farlo apposta! Non vale!” Sbottò James esasperato.
“Posso fare quello che voglio, sono tuo padre e un Auror, ci vediamo all’ora del rancio.” Henry girò sui tacchi e Susan lo seguì.
“All’ora del rancio? Ma chi sa che cosa diamine vuol dire?!” Sbuffò il ragazzo occhialuto.
“Credo si riferisse alla cena.” Lo prese in giro Sirius con tono appositamente pacato.
“Lo so!” Si scaldò James. “Oh, andiamo! Tanto a nessuno di voi frega della mia morte sociale!” Esordì poi marciando a passo di carica verso la Sala Grande.
 
 
*************
Ok, è finito! Anche questa è andata! Da ora in poi tutto sarà più entusiasmante!
Muahahahahah
Non era Dennis!
 
Ciao ciao

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Capitolo 11
*** Genitori e Figli ***


Dopo l'arrivo degli Auror e le nuove restrizioni ad Hogwarts si respirò aria di pace. I Malandrini sembravano essersi dati una calmata improvvisa, forse perché due di loro si trovavano sotto lo sguardo severo dei loro genitori. I due Potter cominciarono a seguire diligentemente le lezioni e a consegnare i compiti in perfetto orario, a comportarsi bene nei corridoi e a non dare fastidio ai Serpeverde costringendo anche Sirius ad evitare i guai.

Il primo weekend dall'arrivo dei signori Potter si svolse la partita Tassorosso contro Serpeverde a cui i Malandrini assistettero solo per restare un po' fuori dal castello. Con grande dispiacere di tutte le altre Case vinse Serpeverde 210 a 80 e subito dopo pranzo la squadra di Grifondoro si fermò per un allenamento d'urgenza dato che, a sentire Jordan, non erano pronti a competere contro Corvonero.

Tra allenamenti supplementari e compiti in più per affrontare meglio le verifiche nessuno nella squadra di Grifondoro ebbe tempo per divertirsi, ne per fare altro.

"Ok, è un mese che non esco con una ragazza, va bene?" Sbottò James al limite dell'esasperazione.

"Fai schifo amico!" Lo derise Sirius sedendosi al tavolo per la colazione, soddisfatto dell'ammissione ricevuta.

"Perché tu hai avuto molto tempo per i flirt, vero? Non puoi più uscire di notte." Replicò James in tono canzonatorio.

"Io il tempo lo creo, fratello. Comunque non ho bisogno delle notti, e tu lo sai." Rise ancora il ragazzo dagli occhi grigi.

"Oh, ma dai! Io non posso farci nulla! Ho i miei genitori sempre alle calcagna!" Si irritò James.

"Non è vero! E' solo una tua paranoia da figlio viziato." Replicò Sirius bevendo poi a grandi sorsate del succo di zucca.

"Buon giorno ragazzi!" Trillò Susan allegra passando loro accanto e fermandosi per un secondo.

Sirius quasi soffocò nel suo bicchiere e una volta ripresosi guardò il suo amico dritto negli occhi. "Quella cosa di prima, ti do ragione. Buon giorno signora Potter."

"Chiamami Susan!" Soffiò lo donna con un mezzo sorriso.

"Avete scoperto qualcosa di nuovo?" Domandò James.

"A parte il fatto che non ti sei comportato esattamente al meglio finché non siamo arrivati noi?" Chiese Henry apparendo all'improvviso.

"Si, a parte quello." Sospirò James.

"Tesoro, tutto quello che abbiamo scoperto, è segreto, un affare tra noi Silente e il Ministero." Rispose Susan sempre più felice.

"Ciao mamma! Ciao papà!" Salutò Star arrivando in quel momento con Remus.

"Ciao tesoro!" Trillò la signora Potter mentre Henry sorrideva.

"Avete scoperto qualcosa?" Chiese la ragazza servendosi di cioccolata calda e biscottini al cioccolato.

"Nulla, pare che chiunque o qualunque cosa abbia preso Thomas e lasciato quella lettera non sia mai stato realmente qua. Non c'è nemmeno una piccola minuscola traccia di resistenza da parte del ragazzo eppure c'è una lettera di metallo, ed è chiaro come il sole che: o è la firma di chi ha fatto tutto questo oppure questa persona, ammesso che sia una persona, ci sta sfidando a capire chi è." Raccontò il signor Potter lasciando a bocca aperta James e Sirius.

"Perché a me non avete detto niente e a lei rivelate tutto senza problemi!" Fece loro notare il piccolo Potter.

"Perché tu non ci dimostri un minimo di affetto mentre tua sorella si?" Ribatté Susan.

"Genitori!" Sibilò il ragazzo tornando a concentrarsi sulla sua colazione.

"Figli!" Sbuffarono i signori Potter, salutarono Star e andarono verso il tavolo dei professori.

..........

La partita Grifondoro contro Corvonero si avvicinava e i signori Potter riferirono a Silente le loro difficoltà nel controllare sia i ragazzi nel parco, che quelli nella scuola avute durante la precedente partita dal momento che tutti i professori, i Caposcuola e i Prefetti erano al campo da Quidditch. Il preside fece dunque un discorso il venerdì mattina con il quale obbligava tutti gli studenti ad assistere alla partita fino la fine in più chiunque si fosse aggirato per il resto del parco o addirittura all'interno del Castello sarebbe stato espulso immediatamente.

Così quella sera dopo l'allenamento James entrò trionfalmente nella Sala Comune di Grifondoro e andò dritto dritto da Lily con il petto infuori e un sorriso fastidiosamente vittorioso.

"Evans!" Esordì. "Ti va di venire a vedere la mia Partita domani?"

Lily sopirò irritata. "Sono obbligata a venire alla partita domani."

"Lo so, è questo il bello tu verrai a vedermi." Replicò il ragazzo spavaldo. "E non puoi rifiutare il mio invito perché effettivamente ci verrai."

Lily strinse i denti. "Potter, sto prendendo in seria considerazione l'espulsione ora levati di torno. E a proposito, non credevo che la partita fosse tua."

Sirius sbucò fuori dal nulla."Ma certo che è sua, non lo sapevi?"

"Già, domani gioca James Potter contro James Potter; chi sarà il più veloce a prendere il Boccino?" Continuò Star arrivando all'improvviso.

"Grazie ragazzi, siete simpatici come sempre, ma nulla può farmi sentire male oggi! Perché Lily Evans semplicemente non può rifiutare un mio invito!" Ripeté James con aria epica quasi incidendolo sui muri con le parole.

"Forse posso riuscire ad entrare a Beuxbatomes." Commentò Lily fissando il vuoto come se fosse la sua ultima speranza.

Star e Sirius risero. "Non sei poi così male, Evans." Commentò la ragazza trascinando via suo fratello.

"Sei patetico, fratello." Gli fece notare Sirius.

"Non è vero, sono un vincente!" Ribatté James continuando a camminare come uno che possiede l'universo.

"Sei incredibilmente patetico." Rincarò la dose Star.

"Pensatela come volete, e comunque potrei anche accettare un consiglio da Sirius ma non di certo da te, sorellina. A proposito, come va con Dennis?"

La ragazza sospirò. "Non parliamone, quel ragazzo è indecifrabile."

"Eh, i problemi di cuore, sono sempre l'unico che non ne avrà mai." Li prese in giro Sirius.

"Perché, credi che non ti innamorerai mai?" Gli domandò Star.

"Non è che lo credo, lo so. L'amore non fa per me. Sono stato con moltissime ragazze diverse tra loro sotto ogni aspetto ma non vedo niente di effettivamente differente. Non sono speciali, se mai mi innamorerò quella ragazza deve essere veramente fuori dal comune. Ma non esistono ragazze del genere. Non penso esista nessun essere umano così. Ergo, non mi innamorerò mai." Spiegò il ragazzo.

"Hai gusti complicati, fratello." Rise James.

"Secondo me alla prima ragazza terribilmente bella e sexy crolla a terra disperato annunciando di essersi follemente innamorato." Scherzò Star.

"Hei, ne ho già viste di ragazze sexy, so tenere a bada i miei ormoni, grazie." Sbottò Sirius.

"Ma se i tuoi ormoni ancora non esistono!" Lo prese in giro la ragazza.

"Oh, ti assicuro che esistono, e si fanno anche sentire!" Replicò lui.

Star sbuffò e poi si guardò attorno sorpresa. "Remus?"

"L'abbiamo lasciato in biblioteca, ricordi?" Le fece presente suo fratello.

"Oh, si, giusto." Si calmò lei.

"Quando riuscirai a stare concentrata su qualcosa abbastanza a lungo da capire cosa succede nevicherà d'estate e farà caldo d'inverno." Sospirò Sirius.

..............

Quel sabato mattina molti erano gli studenti emozionati per l'imminente partita mentre alcuni di loro erano parecchio seccati dal dovervi assistere invece di prendersi avanti con i compiti.

La squadra di Corvonero era già riunita in Sala Grande mentre non c'era ancora l'ombra di Jordan e degli altri ragazzi di Grifondoro e probabilmente solo Remus sapeva perché. Almeno così pensaro i più tifosi i quali si avvicinarono al povero ragazzo per chiedergli informazioni.

"Dove sono?"

"Perché non sono qui?"

"Hanno un piano?"

Domandarono molte voci sovrapponendosi. Remus calmo come sempre alzò gli occhi dal suo pane tostato. "Jordan è uno stacanovista." Commentò con semplicità lasciando poi spazio ad un'altra inondazione di dubbi e ricerca di chiarimenti. Fortunatamente in quel momento la squadra di Grifondoro al completo entrò già in divisa nella sala e l'orda di tifosi poté abbattersi direttamente su di loro.

"Suvvia gente, abbiamo bisogno di cibo e concentrazione, per favore, per favore!" Li tenne a bada Jordan.

La squadra prese silenziosamente posto al tavolo e i ragazzi cominciarono a mangiare. Remus si avvicinò agli altri Malandrini.

"Allora, siete sopravvissuti?" Domandò dolcemente.

"Come si può sopravvivere ad una prova generale degli schemi in una stanza minuscola a cavallo di scope ma senza poter volare?" Replicò James.

"Ovviamente siamo morti." Spiegò Sirius.

Remus rise. "Capisco. Però siete in gran forma per essere morti."

"E' solo una tua impressione. Ti assicuro che per vincere questa partita ci serve un miracolo, Jordan ci ha sfiancato."

"Qualche problema?!" Domandò un isterico Jordan a voce decisamente troppo alta.

"No, no!" Risposero subito James, Sirius e Star con aria colpevole.

Finalmente giunse l'ora per le squadre di avviarsi verso il campo da Quidditch sotto una pioggia molto fitta.

"Perché bolide deve sempre piovere?" Sbuffò Sirius irritato.

"Nessun problema. Nessun problema!" Gridò Jordan. "Ci siamo allenati per la pioggia, siamo pronti."

"Se è per quello ci siamo allenati anche per l'evenienza di un uragano..." Commentò sottovoce Greg facendo ridere Malcom e Star.

I sette Grifondoro si ripararono negli spogliatoi già fradici.

"Dunque," Cominciò Jordan. "ripassiamo tutto ancora una volta."

"Oh, no! Basta amico!" Sbottò Robin afferrando il braccio di Jordan con forza. "E' ora che cerchi di rilassarti un attimo, ce la faremo, vedrai, siamo talmente ben allenati che possiamo vincere ad occhi chiusi, giuro!"

"Non prendete sottogamba gli avversari!" Si agitò il Capitano.

"No signore! Abbiamo capito, che ne dici se ora giochiamo e basta?" Propose James.

Jordan annuì anche se poco rilassato. Uscirono di nuovo sotto la pioggia fitta, fortunatamente c'era poco vento e quindi l'acqua cadeva dritta e tranquilla.

Le due squadre si disposero al centro del campo attorno a Madama Bumb e Jordan strinse la mano di Cris. Madama fischiò e in un attimo furono tutti in volo. Cris e James se la giocavano come sempre l'uno contro l'altro per trovare in fretta il Boccino mentre tutti gli altri volavano avanti e indietro come pazzi, gli allenamenti dei Grifondoro diedero i loro frutti in men che non si dica grazie agli schemi di Jordan segnarono trenta punti.

"E' incredibile signori! E' la terza volta che i Grifondoro mettono la Pluffa negli anelli e siamo solo a venti minuti dall'inizio della partita, sembrano una macchina ben oliata, senza sbavature, guardateli come filano hanno già ripreso possesso di palla e quello è Greg che si abbatte come una furia tra gli avversari sbaragliandoli, passa la Pluffa a Robin che conclude il lavoro con un tiro pulito e siamo già 40 a zero per Grifondoro!"

Strillava allegro il cronista. Remus sventolava il loro telo per la tifoseria aiutato da Al e Fill tutti e tre erano incredibilmente bagnati dato che avevano rinunciato agli ombrelli per dare un sostegno morale in più. James si fermò qualche secondo ad osservare la scena e sorrise. Poi evitò accuratamente di incrociare lo sguardo con i suoi genitori che lo osservavano fieri.

"OH PERBACCO! Quello deve aver fatto molto male! Jordan è stato colpito proprio bene da quel Randy di Corvonero quel Bolide gli deve aver perforato lo stomaco come minimo, purtroppo era un colpo regolare e... accidenti Jordan cade dalla scopa! Fortuna che si era abbassato di quota ma dopo di questo è fuori dal gioco! Madama Bumb fischia un time out richiesto da Greg. E' troppo tardi amico."

Sirius fu il primo ad atterrare e ad aiutare Jordan a tirarsi su, il ragazzo sputava sangue e aveva lo sguardo appannato ma nonostante questo si rifiutava di smettere di giocare.

"Star..." Rantolò. La ragazza gli fu accanto in un attimo.

"Cosa c'è? Di che cosa hai bisogno?" Domandò lei preoccupata.

"Curami, potrei ancora giocare." Spiegò Jordan respirando affannosamente.

"Non puoi, hai toccato terra prima del fischio." Gli ricordò Malcom.

"Ma io..." Star lo zittì posandogli una mano sullo stomaco con gentilezza.

"Hai il fegato messo malissimo, diamine ti ha colpito forte! Sembri un frullato di interiora." Annunciò.

Madama Chips arrivò in un baleno. "Come sta?" Chiese notando Star.

"Messo male." Rispose lei. "Potrei darle una mano ma mi servirebbe un luogo caldo e asciutto, se lo portiamo in infermeria..."

"Non puoi lasciare la partita." Decretò Jordan debolmente.

"Si che posso, guarda come stai messo!"

Il ragazzo la afferrò per il bavero credendo di essere minaccioso con il sangue che gli colava da un angolo della bocca, un colorito più che pallido e il tremore del suo corpo. "Se esci da questo campo prima di aver vinto questa partita ti giuro che mi butto giù dalla Torre di Divinazione."

La sua minaccia però valse e la ragazza annuì obbediente affidandolo alle cure di Madama Chips.

"Tranquilla Potter, sarà doloroso e lungo ma non è il primo budino di ragazzo che mi ritrovo tra le mani. Questo pericolossimo sport!"

Madama Bumb fischiò di nuovo e loro tornarono in volo ma nessuno stava pensando al gioco, erano tutti preoccupati per le condizioni del loro capitano.

"Pare che Grifondoro abbia perso lo smalto." Commentò il Cronista, ed era così. Corvonero non fece nemmeno fatica a rimontare e superarli. Segnò sei reti consecutive e indisturbate, persino a Star e Sirius capitò di sbagliare colpi finché la ragazza non digrignò i denti schiaffeggiandosi da sola.

"Sei impazzita?" Le chiese Sirius perplesso volandole accanto.

"Io? Siamo impazziti tutti! Una sola cosa Jordan ci ha chiesto di fare: vincere. E dovessi muorire vinceremo." Stabilì lei con decisione e grinta.

"Sono d'accordo, tranne che per la grammatica. Mai pensato di prendere in mano un dizionario?" Scherzò Sirius poi si girò verso le porte dove il miglior attaccante di Corvonero, Darry, era sul punto di segnare per l'ottava volta e gli scagliò contro un Bolide preciso e pulito che colpì solo la Pluffa deviandola dalla sua traiettoria.

"Gran bel tiro." Commentò Star.

"Lo so." Replicò il ragazzo voltandosi verso il resto della squadra. "Reagite, cazzo!"

"Poi sono io la scaricatrice di porto..." Bofonchiò lei riprendendo a giocare come all'inizio della partita e così fecero gli altri loro compagni e i Corvonero le presero di brutto.

"Nessuno può più avvicinarsi agli anelli di Grifondoro! E' incredibile come Star e Sirius bombardino chiunque provi a segnare. Mentre Greg e Robin collaborano per recuperare il vantaggio perso e sembra quasi che non manchi la presenza del loro beneamato capitano Jordan infatti eccoli segnare e guadagnare altri dieci punti arrivando così a 60 di totale dieci sotto i Corvonero. Che grande rimonta!"

Quello che accadde successivamente i Grifondoro lo chiamarono "prodigio" mentre i Malandrini e gli allievi delle altre Case lo considerarono "immensa botta di culo", ovviamente l'interessato era più propenso a puntare sul "prodigio".

James si voltò dopo aver gioito all'ultimo punto segnato da Greg e Robin e ciò che fece dopo fu troppo veloce per essere ben inteso in ogni caso il ragazzo si gettò dalla scopa, un bel tuffo ad angelo nel vuoto dalla fortunata altezza di quattro metri e mezzo sotto lo sguardo stupefatto di ogni essere umano vivente. Una volta rialzatosi faticosamente dal suolo reso morbido dalla pioggia il ragazzo poté orgogliosamente mostrare il Boccino stretto fra le sue mani e Sirius e Star resistettero a far cadere accidentalmente le loro mazze da Battitori sulla zucca vuota del loro amico. Nulla però sarebbe riuscito a placare la furia scatenata di Susan che oltrepassate con un balzo le barriere fu addosso a suo figlio gridandogli contro una dose preoccupante di insulti. Fortunatamente per il ragazzo la sua squadra lo raggiunse prima circondandolo e issandoselo sulle spalle portandolo fino al castello tra gli altri tifosi. Una volta varcato il portone d'ingresso la squadra di Grifondoro non ebbe bisogno nemmeno di guardarsi negli occhi per sapere cosa fare; salirono in sella alle loro scope e volarono rapidi lungo i corridoi e su per le scale passando anche attraverso quei buchi di gradini che scomparivano di tanto in tanto, schivando quelle che si stavano spostando e infilandosi nel corridoio che portava in infermeria. Non scesero dalle scope neppure per entrare, spalancarono le porte e sfrecciarono dentro facendo volare fogli e bende ovunque. Jordan si alzò a sedere di scatto cosa che gli provocò molto dolore a vedere dalla sua espressione ma non se ne curò. La squadra si fermò ignorando le urla di Madama Chips.

"Come stai, amico?" Gli chiese Malcom.

"Se mi dite quello che voglio sentire potrei mettermi a ballare." Annunciò il ragazzo con un sorriso eccitato.

"Noi te lo diciamo ma sarà meglio che tu stia inchiodato a quel letto altrimenti saremo costretti ad stordirti." Scherzò Greg.

"Abbiamo vinto!" Annunciò Robin allegro.

Jordan espirò felice lasciando fuoriuscire tutto lo stress accumulato e poi si lasciò cadere sui cuscini con un aria beata in volto.

"TUTTI FUORI DI QUI!" Gridò Madama Chips brandendo una delle loro scope, James gliela strappò di mano con i capelli bianchi dallo spavento. "FUORI!" Continuò ad urlare l'infermiera sempre più infuriata spingendoli a forza fuori dal suo regno. Star rimase accanto a Jordan sorridendogli e cominciando a passargli una mano sullo stomaco sotto gli occhi indagatori di Madama Chips.

............

"Tua madre non sembra molto felice." Commentò Greg quando si sedettero al tavolo di Grifondoro per pranzare. James sbirciò il tavolo dei professori dove effettivamente Susan sedeva imbronciata cercando di calmarsi dopo l'infarto preso vedendo il suo bellissimo figlio gettarsi dalla scopa.

"Beh, almeno mi avete risparmiato l'imbarazzo di trovarmi tra le sue amorevoli braccia davanti a tutta la scuola." Replicò il ragazzo con un sospiro sollevato.

"Si, i genitori possono essere fonte di grande imbarazzo." Commentò Malcom.

"Già, non dirlo a me." Sbuffò Sirius inserendosi nella conversazione.

"I tuoi genitori sono imbarazzanti? Ma se sono Black, sono così freddi e controllati... senza offesa." Ribatté Robin.

"Prova a ballare il valzer davanti a tutti i parenti che conosci..." Sbottò Sirius.

"Tu balli il valzer?" Rise Greg.

"Ecco appunto." Borbottò il ragazzo.

"Ma tu non dovresti essere in infermeria tutto dolorante?" Chiese all'improvviso Malcom osservando James stupito.

"Star sa il fatto suo in quanto a ossa ammaccate." Rispose solo il ragazzo.

..................

Quella sera in Sala Comune i Malandrini cercarono qualche minuto di tranquillità in un angolo nell'attesa dell'appello serale, d'obbligo dopo l'arrivo degli Auror. L'impresa risultò piuttosto complicata dal momento che molti Grifondoro continuavano a fare i complimenti a James, Star e Sirius per l'ottima giocata.

"Hei, Sirius. Ci sai proprio fare con la mazza." Scherzò una ragazza del settimo anno passando accanto a loro e facendo l'occhiolino a Sirius.

"Oh, non sai quanto." Ribatté lui con tono sensuale.

La ragazza se ne andò ridendo e Star e James risero prendendo in giro il loro amico. Remus si coprì il viso con le mani scuotendo la testa orripilato.

"Eh, dai Lunastorta! Non credere di essere superiore a questa battutine, tu hai fatto il bagno nudo di notte nel Lago Nero!" Lo rimproverò Sirius.

"E guardando mia sorella altrettanto nuda." Aggiunse James.

"E hai ballato con Mirtilla." Concluse Star.

"Ok, ok! Ho inteso: non sono meno pessimo delle battute di Sirius. Grazie." Li bloccò l'interessato.

I ragazzi risero e in quel momento entrò la professoressa McGranitt per fare l'appello. Fu una cosa noiosa come ogni sera ma tutti sapevano che era necessaria, erano più che altro i pensieri che passavano nelle loro menti ad essere preoccupanti. Ognuno ripercorreva mentalmente i nomi di tutti i loro amici o conoscenti prima che lo facesse la professoressa e tutti pensavano alla reale minaccia che stavano affrontando. C'era un appello serale. Erano controllati ovunque. Uno studente era scomparso, o peggio. E non si sapeva ancora niente. Niente che potesse assicurare loro la fine del pericolo. Eppure la vita andava avanti, loro ridevano e scherzavano e tutto sembrava normale, tranne che per nome in meno. Per quel ragazzo a cui volavano i pensieri di tutti, prima o poi. C'era chi ci pensava sempre e lo sentiva distante, perennemente in pena per ciò che gli era accaduto. C'era chi se ne ricordava solo nei momenti morti durante le lezioni quando lo sguardo cadeva oltre la pioggia che ricamava le finestre del castello, quel castello che era sempre stato un luogo sicuro per chiunque ma che non aveva saputo proteggere Thomas. Durante gli appelli serali tutti pensavano a quel ragazzo e l'atmosfera si riempiva di paura e tensione.

Sarebbe mancato qualcun altro? Gli Auror avevano scoperto qualcosa di nuovo? Si sapeva cos'era accaduto? Thomas stava bene?

Mille domande, solo una risposta.

"Tutti presenti." Annunciò con sollievo Minerva infine si voltò ed uscì dalla sala. I ragazzi ripresero a parlare, ridere, scherzare, fare i compiti e altre cose normali da adolescenti normali. Per quanto normali potessero essere gli studenti di una scuola di magia.

Tempo una mezz'ora e la professoressa rientrò squadrandoli tutti con un aria preoccupata ma determinata. "Mettetevi in fila per due, ragazzo e ragazza in ordine di classe i Prefetti si mettano nel mezzo e i Caposcuola guidino il gruppo. Io starò infondo. Tutti in Sala Grande."

Nessuno quasi fiatò, eseguirono tutti in fretta e in silenzio. James afferrò il braccio di sua sorella ma la ragazza lo baciò su una guancia spingendolo in avanti accanto a Lily che non ebbe il tempo di cambiare posto. Sirius si mise accanto a Star con le mani in tasca come quel giorno in cui l'aveva aiutata a sfogarsi.

"Heilà." Fece serio. Era incredibilmente disorientante Sirius quando diventava serio. Sembrava pericoloso in una maniera letale.

Cominciarono a camminare tutti in fila a passo deciso verso la Sala Grande. Lily aveva negli occhi una strana luce, sembrava che si stesse mentalmente preparando al peggio, qualunque cosa immaginasse fosse il peggio e James lo notò. "Hei..." Esordì ma la ragazza lo fulminò con uno sguardo e lui si zittì.

In Sala Grande il cielo nuvoloso e minaccioso li osservava dall'alto mentre ordinati scorrevano dove c'era sempre stato il loro tavolo che ora era scomparso. Le altre Case erano già tutte riunite e la luce delle torce illuminava a tratti i loro volti preoccupati. Silente salì sul patio del tavolo dei professori e li osservò tutti.

"All'appello di questa sera mancano due studenti. Gli Auror hanno già ricostruito il fatto: pare che Liam Forest di Serpeverde e Joy Herm di Corvonero si siano deliberatamente allontanati dal campo di Quidditch durante la partita per cercare un luogo appartato. Ovviamente nonostante il fatto che hanno infranto una regola per la loro sicurezza la loro sparizione è pur sempre preoccupante e quindi in qualunque momento voi o i vostri genitori vorrete, potrete tornare a casa. Per questa notte dormirete tutti qui. Stanno par arrivare nuovi Auror qui ad Hogwarts."

Dei sacchi a pelo apparvero accanto ad ogni studente e i ragazzi poterono portarseli negli angoli della sala più vicini ai loro amici.

I Malandrini si radunarono automaticamente senza nemmeno parlarsi.

"E ora che succederà?" Chiese Remus preoccupato.

"La maggiora parte dei ragazzi con dei genitori maghi se ne andrà, mentre per i nati Babbani è diverso, loro possono mentire sulla situazione, dipende tutto dal loro coraggio se restare o meno." Presuppose Sirius.

"Anche tu te ne andrai?" Gli domandò Star.

"Uhm, no. Non credo che questo sia abbastanza grave per interrompere la mia formazione scolastica, in più i miei genitori credono che io e mio fratello siamo immuni a qualunque cosa solo per il nostro sangue." Borbottò il ragazzo.

"La vita sarà dura qui, d'ora in poi. Dobbiamo indagare, comunque. Il prima possibile." Decretò James.

"Perché non lasciamo fare agli Auror?" Sbottò Remus.

"Perché non conoscono la scuola bene come noi." Replicò James con aria ovvia.

"No. Non ve lo permetto, vi farete espellere." Si impuntò Remus.

"Ok, va bene. Sentite: dormiamoci su. In quanto ad indagare direi che non ci farà male fare qualche ricerca in biblioteca su strane creature, giusto? Faremo solo questo, per ora. Ve bene?" Propose Star.

"Che bello! Ora di libri polverosi!" Esultò Sirius con falso entusiasmo.

Remus ci pensò su. "D'accordo. Solo ricerche teoriche, ma solo dopo aver finito i compiti."

Star sorrise mentre James e Sirius sbuffarono irritati.

.............

Dopo la notte passata in Sala Grande arrivarono nuovi Auror, quasi l'intero reparto del Ministero, questo permise ai ragazzi di acquisire un po' di libertà nei movimenti dal momento che tutta la scuola era stata messa in sicurezza. Nuovi incantesimi e ronde programmate, Prefetti e Caposcuola erano persino stati esentati dai compiti per poter aiutare meglio i loro compagni. Nessuno era più obbligato ad essere accompagnato anche se chi voleva poteva richiederlo. Il coprifuoco vigeva per tutti alle otto e l'espulsione era ancora la punizione per chi si aggirava nei corridoi di notte. Gli appelli erano mattutini e serali oltre a quelli in ogni ora scolastica.

Nonostante tutto questo le lezioni ripresero con il solito andazzo e gli studenti ricominciarono a ridere e scherzare nei corridoi anche se sempre più spesso i loro pensieri andavano ai ragazzi scomparsi o ai loro amici che i genitori avevano richiamato a casa in tutta fretta.

Febbraio cominciò portando un cambiamento climatico tale da essere notato solo dagli studenti veramente annoiati dalle lezioni di Ruf, ovvero da piogge e temporali a temporali e piogge.

Il primo mercoledì del mese Remus ebbe parecchi difficoltà nell'arrivare illeso alla fine delle ore di lezione, il suo colorito era diventato ancora più pallido e arrancava faticosamente per i corridoi mentre il suo livello di attenzione ebbe un calo drastico.

"Piccolo Problema Peloso in arrivo?" Domandò James quella sera osservando l'amico.

"Eh, già. Domani." Rispose Star al posto suo.

"Bisognerà escogitare un bel piano per farti uscire visti tutti questi controlli." Ricordò loro Sirius.

"NO!" Gridò Remus, molte teste si voltarono verso di loro ma poi ripresero a mangiare serenamente. "E' fuori questione! Sarò accompagnato da un Auror questa volta, potrebbe restare nei dintorni, quindi no. Posso farcela, ok? Credete in me per una buona volta. L'argomento è chiuso e se vi presentate o se ne parlate ancora potete scordarvi la mia amicizia. Fine." Il ragazzo si alzò infuriato uscendo dalla sala a grandi passi.

Remus si chiuse in sé stesso per tutta la giornata seguente, rispondendo a monosillabi e tenendo il tipico broncio di chi ha l'aria di fare sul serio.

Quel tardo pomeriggio il ragazzo entrò in infermeria e i Malandrini rimasero soli e incompleti a vagare per i corridoi e fu così che incontrarono Lily tra altre ragazze che seguivano un'Auror.

"Sul serio, Evans?" Esclamò James. "Ti fai accompagnare in giro?"

L'Auror si voltò verso di lui con aria severa. "James, tu più di tutti dovresti comprendere che non c'è nulla di male nel farsi accompagnare in un momento del genere."

"Lo so, Rod. Sono solo sconvolto dal fatto che una come lei scelga di girare accompagnata. Non credevo che avrebbe mai accettato di averne bisogno. Insomma, la credevo più forte." Spiegò James gentile.

"Per tua informazione, Potter, non è stata una mia idea. Solo che Severus crede che così io sia più al sicuro, sai ci tiene tanto alla mia incolumità. Ha il cuore d'oro." Sbottò la rossa.

"Lui non gira accompagnato però." Sibilò Sirius.

"Lui è un grande mago, a differenza è di quel che credete." Ribatté Lily.

Sirius rise di cuore mentre James sorrise amaro. "E tu non sei una grande strega? Perché credi che tu a differenza di lui abbia bisogno di essere protetta?"

La ragazza rimase a bocca aperta.

"Ciao Rod." Concluse James girando sui tacchi e prendendo una strada differente seguito da sua sorella e Sirius.

Presto incapparono in un altro Auror un po' suonato che faceva la ronda accanto ad una grande finestra dove batteva insistente la pioggia. "Heilà, Gus!" Lo salutò James.

"Ciao Piccolo Lord!" Esclamò di rimando il possente ma sorridente uomo.

"Piccolo Lord?" Chiesa Star incuriosita.

"Ah, tu devi essere la nuova sorella di James! Molto piacere, sono Gus e conosco tuo fratello da quando era grande quanto la mia scarpa, e non di più! Giuro!"

"Non stento a crederci." Replicò sorridente Sirius osservando i lunghi piedi fasciati di cuoio di Gus che rise di gusto.

"Si in effetti forse potevo anche infilarcelo dentro una mia scarpa. Comunque il Piccolo Lord si è sempre comportato da tale. Figlio unico in quella villa! Che lusso! Anche io ho passato qualche notte lì. I genitori di James mi hanno tirato fuori da parecchie brutte situazioni, a loro devo molto. E' grazie a loro che sono potuto diventare un Auror." Raccontò Gus. "E quante ne ho viste!"

"Oh, si, raccontaci qualcosa!" Lo pregò James. "Sapete, lui è uno di quelli che sa raccontare le missioni senza filtri in un modo speciale." Rivelò James ai suoi amici che si sedettero a terra nel bel mezzo del corridoio.

"Oh, bhe..." Cominciò Gus un po' impacciato e imbarazzato come sul punto di rifiutare ma poi prese un gran respiro. "Eravamo solo in cinque nel deserto di notte. Un freddo becco vi dico!" L'omone gesticolava con enfasi parlando come il narratore di una storia da libro. "La sabbia ce l'avevamo ovunque e se avessimo pianto avremmo pianto a granelli. Avevamo sete, era tutta la giornata che stavamo sotto quel sole infernale e anche se la notte aveva portato il freddo che leniva le nostre scottature la sete e la fame erano rimaste. Quanta sete ragazzi! Ma dovevamo trovare l'accampamento di quei pericolosissimi maghi indiani, roba potente sapete, lo fanno da millenni! Avevano preso uno dei nostri che stava facendo una semplice ricognizione e dovevamo recuperarlo prima che fosse troppo tardi. Camminammo tutta la notte, ci perdemmo spesso, è troppo facile perdersi nel deserto, la bussola ti serve a poco. Finché non riconoscemmo la magia, è assurdo da dire ma la magia lascia sempre tracce riconoscibili, un giorno lo capirete. Scavammo un poco nella morbida sabbia e milioni di neri scorpioni uscirono all'improvviso il loro veleno era mortale ma ci metteva del tempo a fare effetto, prima ti dava allucinazioni e poi ti portava alla pazzia. Si avventarono su Ern che cercò di tenerli a bada e noi altri strisciammo nel buco che era rimasto. Io ero il secondo della fila così quando arrivammo a quella finestrella bassa potei vedere benissimo gli egiziani che torturavano il nostro compare. Volevano sapere che cosa ci faceva in quella piramide ma Julian non poteva capire le loro domande, parlavano solo in Egiziano antico o Arabo e nessuna delle due era tra le lingue preferite da Julian ai tempi di Hogwarts. Eravamo giunti proprio nel momento in cui le torture si facevano più invasive. Julian era già pieno di ematomi e tagli profondi e anche alcune bruciature e ferite infette o avvelenate. In un attimo un di loro gli prese un unghia con una pinza e gliela strappò via. Dovevate sentire le urla del poveretto! Gli egiziani ripeterono la domanda e Julian cercò di dire che non capiva ma un altro egiziano gli afferrò un orecchio e glielo staccò di netto. ZAM!" Urlò Gus facendoli sobbalzare. Altri studenti si erano fermati ad ascoltare tutti rapiti. "Cosa successe poi?" Chiese una ragazzina tremante.

"Il mio capo non ce la fece più. Balzò fuori senza nemmeno pensare alle conseguenze e si avventò sugli egiziani, noi facemmo lo stesso ma quando tutto quel trambusto di antichi incantesimi, lame, polveri, lampi di luce e corpo a corpo finì Julian giaceva morto sulla sedia dell'interrogatorio. Scoprimmo poi che era la magia degli egiziani ad averlo tenuto in vita. Tutti quei veleni e quelle ferite lo avevano ucciso da tempo. Tornammo a casa sconfitti più che mai." Concluse Gus triste. "Mi raccomando, però, non abbiate pregiudizi sugli egiziani, non tutti sono così, anzi, quella era una cerchia molto ristretta di solito sono un popolo più che ragionevole." La piccola folla si disperse.

"Da paura." Commentò Sirius ammirato.

 

.......

 

Per tutta la notte Star rimase sveglia a pensare al povero Remus tutto solo nella Stamberga Strillante. Molte volte ebbe l'impulso di andare contro le direttive del ragazzo e quindi scendere e fargli compagnia ma ogni volta ripensava a quegli occhi ambra scuro pieni di determinazione. "Credete in me per una buona volta.". Quella frase continuava a tornarle in mente, aggressiva e insistente come un trapano. Remus, il loro Remus, credeva che loro facessero tutto questo perché non credevano in lui, perché pensavano non fosse abbastanza forte. Non era così. Loro lo facevano per stare con lui, per aiutarlo certo a superare quelle notti ma non perché avevano deciso che da solo non ci sarebbe riuscito, ma perché loro non potevano stare fermi al pensiero di tutta quella sofferenza. Dividere il peso di quell'incubo da buoni amici, questo era il loro scopo. E Remus doveva saperlo, non poteva continuare a pensare diversamente.

Dopo la centesima volta in cui ripercorreva a grandi passi la Sala Comune di Grifondoro Star si voltò verso il buco del ritratto. Sfidò gli ultimi pensieri avversi nella sua testa e li demolì tutti uno ad uno. Si alzò in punta di piedi come una tuffatrice pronta al lancio e quando la pelle elastica delle sue piante si tese ancora di più per accennare ad un passo qualcosa la trattenne.

"Non farlo. Sai che Remus smetterebbe di parlarti." Disse semplicemente James lasciando poi la presa sul suo braccio.

"Ma..." Cominciò la ragazza.

"Si, lo sappiamo." La bloccò Sirius. "Siediti. Lasciamolo fare per questa volta. Domani potremmo spiegargli tutto. Ma ora basta intrometterci."

Star obbedì sprofondando in un divanetto subito si gettarono ai suoi lati anche i ragazzi e il povero mobilio sbuffò irritato.

"Cosa faremo quest'estate?" Chiese James all'improvviso.

"Potremmo semplicemente stare a casa nostra, andare in spiaggia ogni tanto, provare uno di quei parchi divertimento, cose così." Propose Star.

"Un'estate tranquilla come le nostre vacanze invernali? Si, mi piace." Concordò Sirius.

I ragazzi parlarono per tutta la notte poggiandosi ogni tanto l'uno all'altro per dormicchiare o solo per sentirsi vicini.

Il mattino arrivò dopo tanto affanno, anche se il sole non era ancora sorto e la Sala Comune era buia quanto durante la notte, l'orologio di James segnava le cinque e quarantacinque.

"Quando credete che riporteranno Remus a scuola?" Domandò Sirius.

"Ora si dev'essere appena ritrasformato questo vuol dire che fra una ventina di minuti dovrebbe essere tranquillo nel letto dell'infermeria. Che dite ci cambiamo?" Fece Star sicura. I due ragazzi annuirono in segno di assenso e svelti raggiunsero i lori rispettivi dormitori per mettersi la divisa, scesero insieme ad alcuni altri studenti mattinieri e si avviarono verso l'infermeria come se niente fosse.

"Non passate per di là!" Gridò un ragazzino completamente sporco d'inchiostro e qualcosa di leggermente luccicante e granuloso.

"Che succede?" Gli domandò James.

"Pix! Bombarda chiunque con inchiostro e sabbia, fa malissimo!" Rispose il ragazzino scomparendo alla svelta.

"Passaggio segreto?" Propose Sirius annoiato.

"Passaggio segreto." Decretò Star.

In un baleno passando attraverso buchi coperti da arazzi e scale con scalini fintamente disconnessi raggiunsero la loro meta ed entrarono con tranquillità.

"Non è ancora orario di visite!" Cominciò a sgridarli Madama Chips.

"Ragazzi!" Esclamò Remus sollevato. "La prego, Madama, li lasci restare."

L'infermiera fissò i tre ragazzi con uno sguardo truce ma poi sospirò. "Restate, ma non affaticate il signor Lupin oltre il necessario. Ha bisogno di riposo."

I Malandrini si riunirono attorno al letto di Remus.

"Ragazzi," Cominciò il ragazzo che esibiva nuovi tagli e ferite fresche e profonde. "mi dispiace da morire. Non volevo comportarmi così, solo che non sopportavo l'idea che mi metteste in guai così seri per me."

"Ok." Disse solo James.

"Com'è stato?" Chiese Star passando la mano gentile sulle ferite più gravi del ragazzo che si chiusero rapidamente.

Remus abbassò lo sguardo chiudendo gli occhi come per cancellare la notte passata. "Mille volte peggio di prima che iniziassi a stare con me in quei momenti. Star, so che ti è costato molto. Scusami. In ogni caso sono felice che tu non sia venuta, ma non credo che avrò il coraggio di impedirtelo di nuovo. Questa notte è stato orribile."

La ragazza lo abbracciò con dolcezza. "Non mancherò mai più."

"Possiamo fare qualcosa per te Lunastorta?" Domandò gentile Sirius.

"Voglio del cioccolato, e poi voglio uscire da qui." Decise Remus con convinzione.

"Cioccolato!" Star tirò fuori dalle sue tasche barrette di ogni tipo di cioccolato di Mielandia.

"Ma tu lo tieni sempre con te?" Fece Sirius sbalordito.

"Certo, lo mangia in continuo, quando si mette la mano davanti alla bocca durante le lezioni sta mangiando cioccolato. Non l'avevi mai notato?" Rispose James al posto della ragazza che era troppo impegnata ad ingozzare Remus di dolci.

"Oh, ora capisco." Mormorò Sirius.

Una volta che Lunastorta fu sazio i ragazzi cominciarono l'operazione "Via dalle Grinfie di Madama Chips" che consisteva semplicemente nel lanciare un utilissimo incantesimo inventato da James durante le ore di studio notturne e giornaliere per scoprire qualcosa in più sulle sparizioni di studenti.

Madama Chips così non poté sentirli aprire il grosso portone e non li vide nemmeno impegnata com'era nei suoi appunti così i Malandrini sgusciarono fuori finalmente liberi.

Remus però era comunque piuttosto debole.

"Ti senti bene?" Si preoccupò Star.

"No. Ragazzi... io... non credevo a quello che ho detto, so che voi non state con me perché mi credete debole ma..." Cominciò il ragazzo ma James lo bloccò con un secco. "Basta così."

"Non importa, lo sappiamo già. Ora forza. Dimentichiamo questa notte, esprimi un desiderio." Insistette Sirius.

Remus ci pensò su e poi lasciò che nel suo volto pallido si dipingesse lo stesso sorriso malandrino tipico dei suoi amici quando avevano un'idea diabolica. "Facciamo esplodere qualcosa."

I Malandrini rimasero a bocca aperta per qualche secondo e poi si ripresero gridando contemporaneamente. "I sotterranei!"

"Buon giorno ragazzi. Tutto bene?" Chiese un'Auror passando loro accanto, era ancora piuttosto giovane e Susan la raggiunse subito dopo. "Evy, ti presento i miei figli e i loro amici. Ragazzi lei è Evy, sta ancora imparando ma è molto in gamba." Spiegò la signora Potter entusiasta. "Vedi, Evy, quello è mio figlio, quello che si è buttato giù dalla scopa facendomi prendere UN COLPO!" Aggiunse poi con tono isterico.

"Non credo che ti abbia ancora perdonato." Mormorò Star a James.

"Dici? Non l'avevo notato." Sbottò il ragazzo occhialuto.

"Bene, è stato un piacere incontrarvi. Ora noi ci volatizziamo. A presto." Si intromise Sirius trascinando via i suoi amici.

"Non lo puoi salvare sempre Sirius!" Gli gridò dietro Susan. "Un giorno farò morire di imbarazzo mio figlio per quello che mi ha fatto!"

"Sirius Orion Black." Esordì James quando furono lontani dalle grinfie della signora Potter. "Io ti amo!"

"Io di più!" Replicò quello con passione.

"Ok, dolce coppia innamorata, abbiamo un sotterraneo da far saltare in aria, ricordate?" Li riportò all'ordine Star sorridendo.

I due ragazzi risero sedendosi al tavolo e anche Remus per quanto pallido accennò ad un sorriso divertito.

"Allora, ecco il piano." James frugò nella sua borsa per alcuni secondi estraendo alla fine un pezzo di pergamena piuttosto sciupato e lo stese sul tavolo tenendolo fermo con un bicchiere di succo di zucca e un vasetto di marmellata.

"Ma come fai ad aver già preparato il piano?!" Si stupì Remus.

"Semplice, ce lo abbiamo pronto dalla prima volta che abbiamo accennato al far prendere fuoco barra esplodere i sotterranei." Replicò Sirius tranquillo.

"Ancora con questo fuoco? Remus ha detto esplodere!" Sbottò Star.

"Ragazzi, avete un piano pronto da quanto esattamente?" Chiese Remus ancora sconvolto.

"Non ricordo bene. Era verso Natale, l'anno scorso, forse... c'era Anne..." Cominciò a ricordare James.

"Già. L'unica donna ad aver dato buca a Sirius." Star fissò in basso sconsolata per qualche secondo.

"Era solo una bambina, non aveva la minima idea di quello che si stava perdendo." Precisò Sirius.

"Non ricordo..." Mormorò Remus.

"Allora," Cominciò a raccontare la ragazza. "era sabato, mi pare..."

Il sabato a pranzo, dopo l'allenamento mattutino, i Malandrini si riunirono al tavolo di Grifondoro in Sala Grande. James e Sirius volevano ideare uno scherzo ma non avevano nessuna idea decente. Remus leggeva tranquillo pronto a captare qualche piano troppo balordo e a bloccarlo. Star ascoltava i suoi amici cercando di non pensare al fatto che quel giorno era il giorno dei biscotti, per Anne.

"Che ne dite di allagare i sotterranei?" Prospettò James.

"E se invece li bruciassimo?" Suggerì Sirius.

"No, facciamoli esplodere!" Si unì con entusiasmo la ragazza.

"No, meglio il fuoco. Il fuoco depura, il fuoco BRUCIA!" Commentò Sirius con una scintilla maligna negli occhi alla parola "brucia".

"Ehm, ragazzi...no." Li avvertì Remus senza nemmeno alzare gli occhi dal libro.

"Potrebbe essere divertente..." Protestò James.

"Sarà, divertente!" Gli diede man forte Star.

"No. Non lo sarà mai perché non farete mai nulla di simile. Punto." Decretò Remus.

"Uffa!" Si lagnarono i due ragazzi e la ragazza.

"Ciao Anne!" Salutò qualcuno infondo alla sala. Molti studenti si unirono a quel saluto con grande vivacità.

I Malandrini si voltarono verso il portone e videro l'esile figura della bambina avanzare piano cercando qualcuno tra i tavoli. Il suo sguardo incontrò il viso stupito di Star. La piccola si aprì in un sorriso e cominciò a correre, la ragazza scavalcò la panca e si alzò in piedi in mezzo al corridoio aprendo le braccia tra le quali si fiondò Anne.

"Non volevo dirti quelle cose! Scusami!" Pianse la bimba tremando tutta. Dopo qualche singhiozzò si calmò abbastanza da alzare gli occhi su Star e aggiungere un trepidante "Mi sei mancata tanto!"

"Anche tu mi sei mancata." Le assicurò la ragazza prendendola in braccio e tornando a sedersi al tavolo.

"Allora che ne dite di fare un giro questo pomeriggio?" Propose Sirius.

"Dove?" Chiese la bambina riemergendo dal petto di Star strofinandosi gli occhi arrossati con la manica.

"Noi tre uomini abbiamo deciso di festeggiare portando voi due graziose ragazze a fare un po' di biscotti a Mielandia." Spiegò Sirius entusiasta.

"Tu non mi porti da nessuna parte, io esco solo con Remus." Ribadì Anne imbronciata.

"Uh, ecco il primo buco nell'acqua di Felpato!" Esclamò James prendendo in giro l'amico.

Star rise di cuore e Remus si chinò sulla piccola.

"Ti invito formalmente a venire con me e gli altri a fare i biscotti. Verresti?" Sussurrò lui gentile.

La bambina annuì convinta e James e Star crollarono sotto il tavolo per le troppe risa mentre un imbronciato Sirius cercava di finire la sua colazione e una Anne adorante chiacchierava con Remus.

"E voi avete ideato un piano anche se io vi avevo detto che non avreste potuto farlo?" Cominciò un po' ad arrabbiarsi Remus.

"Tecnicamente non l'abbiamo fatto." Gli ricordò James.

"E poi l'unica cosa tra noi e il far esplodere i sotterranei eri tu, e sapevamo che ti avremmo portato al lato oscuro prima o poi.... Muahahahahahahahahahaha!" Star rise malefica facendo voltare molti ragazzi verso di loro.

"Va bene. Non importa, facciamolo. Come si procede?" Si arrese Remus.

"Ci servono degli esplosivi." Elencò James.

"E dove pensate di trovare gli esplosivi?" Chiese Remus.

I tre ragazzi si guardarono per un secondo e poi sorrisero in maniera identica. "Zonko!"

.............

"Non ci credo che con tutta quella roba che avete comprato da Zonko non abbiate preso nemmeno qualche fuoco d'artificio!" Stava ripetendo per la millesima volta un Remus seccato mentre con Star e Sirius si avviava a lezione di Difesa Contro le arti Oscure.

"Non ti preoccupare, James li recupererà in poco tempo." Lo tranquillizzò Star.

"Si, lo so! Ma io dovrò mentire!" Si scaldò il ragazzo.

"Shhhh." Gli intimò Sirius. "Siamo quasi arrivati.

"Buon girono professoressa Hough." Salutarono Star e Sirius filando dentro la classe.

"Buon giorno professoressa. Volevo avvertirla che James Potter è a letto, non sta cercando di schivare le lezioni, mi creda, semplicemente non sta troppo bene, abbiamo provato a convincerlo di andare da Madama Chips ma non ne ha voluto sapere. Così abbiamo deciso di venire a lezione senza di lui e di tornare a vedere come sta al cambio dell'ora, se per lei va bene, potrei andarci solo io, se si sentisse meglio lo porterei alla seconda ora della sua lezione se invece dovesse stare ancora male lo costringerò ad andare in infermeria." Recitò Remus con convinzione. La professoressa Hough lo scrutò nel profondo degli occhi e poi fece un breve cenno d'assenso. "Lo segnerò assente giustificato, per questa volta." Acconsentì.

Remus scivolò dentro la classe e raggiunse i suoi amici nei banchi infondo. Prese la sua penna d'oca e scarabocchiò "FATTA" sul bordo di un foglio d'appunti.

La lezione proseguì tranquillamente finché cinque minuti prima della fine dell'ora Star si rizzò dritta a sedere e mormorò a Remus. "Non è ancora nel tunnel." Remus riferì a Sirius che si raddrizzò a sua volta. "Come no? E' troppo in ritardo." La ragazza attese qualche secondo e poi sorrise. "Ok, è nel passaggio."

"E' comunque tardi." Sbottò Remus. "Dovremo aspettare troppo rispetto a quello che abbiamo deciso e la professoressa potrebbe irritarsi."

Star lo zittì con un gesto della mano e attesero il suono della campanella, per loro fortuna quando arrivò la professoressa era nel mezzo di una spiegazione piuttosto complicata e loro attesero ben volentieri che finisse il discorso.

"E' quasi arrivato, puoi andare Remus." Sussurrò Star quando la spiegazione fu conclusa.

Remus alzò la mano. "Hem, professoressa?"

"Oh, certo, il signor Potter." Ricordò Cindy, poi passò lo sguardo su tutti gli studenti e si fermò su una ragazza dai capelli rossi in prima fila. "Signorina Evans, può andare a controllare nel dormitorio maschile il signor Potter? A quanto dicono dovrebbe stare male, provi a convincerlo ad entrare in infermeria, se invece lo trova in condizioni buone può ricondurlo qui."

"Perché una ragazza, prof? Non sarebbe meglio scegliere un ragazzo?" Si mise in mezzo Sirius.

"Perché lei è l'unica che non potete comprare. Se veramente le cose stanno come mi ha riferito questa mattina il signor Lupin non ci sono problemi, giusto?" Replicò la professoressa. "Vada pure." Ordinò poi a Lily che si alzò scoccando uno sguardo truce ai ragazzi nei banchi infondo che poteva volere indicare loro la sua irritazione per il dover perdersi un pezzo di lezione e in più dover entrare nel dormitorio di James Potter, sogno segreto di mille ragazze, oppure era l'esatto risultato dal sapere che avrebbe potuto riferire che James non si trovava affatto in dormitorio.

La professoressa riprese a spiegare.

"E ora?" Domandò Remus. "Star non puoi raggiungere James con i tuoi pensieri, vero?"

La ragazza scose la testa. "E' troppo distante. Sirius, tocca te."

Sirius la fissò stranito per qualche secondo senza comprendere che cosa avrebbe dovuto fare, poi ebbe un fremito e frugò nelle tasche della sua divisa estraendo uno specchietto quadrato che poggiò sul banco e al quale cominciò a sussurrare con insistenza il nome del suo amico in missione.

"Che diamine vuoi Felpato!" Gridò James da dentro lo specchio. Sirius dovette coprire in fretta l'oggetto e Star simulò un attacco di tosse.

"Qual è il problema ora?" Chiese scocciata la professoressa Hough.

"Nulla. Tutto bene." La rassicurò Star con uno dei suoi migliori sorrisi angelici.

"Se vi sento ancora parlare vi tolgo trenta punti a testa. Prestate attenzione." Tagliò corto la professoressa rimettendosi a spiegare.

"Imbecille." Sibilò Sirius contro lo specchio. "Muoviti corri nel nostro dormitorio più in fretta che puoi, abbiamo un allarme rosso. Che più rosso non si può."

"Come faccio non ho mica il teletraspor..." Cominciò a replicare James ma Star afferrò lo specchietto e gli lanciò uno sguardo inceneritore di quelli che avrebbe tramutato la roccia in lava. "C-O-R-R-I." Sillabò. James sparì da dentro la cornice.

"...di questo potrebbero farcene una dimostrazione il signor Black e la signorina White quando avranno finito di rimirarsi allo specchio." Disse in quel momento la professoressa.

"Sono troppo favoloso!" Annunciò Sirius alzandosi in piedi e scuotendo i capelli corvini. In molti risero ma la professoressa Hough continuò ad osservali con uno sguardo severo.

.................

"Muoviti James, corri James. Ma che cazzo ci sarà di così pericoloso da dover arrivare per forza in dormitorio..." Stava borbottando tra sé e sé James correndo attraverso mille passaggi segreti fino al ritratto della Signora Grassa. "... insomma, in che razza di guaio potrebbero essere riusciti a cacciarmi, le istruzioni erano semplici e .. EVANS!" Esclamò quando notò Lily davanti al ritratto. "Oh, allarme rosso, ora comprendo." Sbottò. Si infilò svelto sotto il mantello e con un balzò riuscì a passare dietro Lily per entrare in Sala Comune e poi approfittando del fatto che la ragazza camminava decisa ma senza fretta facendosi largo con pazienza tra gli studenti con un ora buca cominciò a correre buttando a gambe all'aria qualche ragazzino che se la prese con qualche fantasma che gridò di essere incorporeo e così si scatenò un putiferio ma, almeno, James raggiunse il dormitorio in pochi secondi e cominciò a togliersi la divisa con l'intenzione di stendersi a letto per fingere di dormire.

La porta si aprì con decisione e Lily entrò convinta immobilizzandosi sull'uscio.

"So di essere splendido in mutande ma ti spiacerebbe non fissarmi in quel modo? Mi fai sentire come un bocconcino appetitoso." Fece James divertito.

La ragazza si riscosse in fretta. "Che diamine stai facendo." Gli chiese con aria inquisitrice.

Il ragazzo con un calzino in mano e l'altro infilato la fissò alzando un sopracciglio. "Mi vesto per scendere a lezione, tu che ci fai qui a fissarmi, mezzo nudo. A proposito grazie per aver bussato." Concluse cominciando a vestirsi.

Lily arrossì appena e James riuscì a notarlo alzando lo sguardo della sua posizione china. "Sono qui perché la prof credeva che Remus le avesse raccontato una fandonia questa mattina, così a chiesto a me di venire a vedere se stavi male o meno." Spiegò.

"Beh, perfetto ma non riesci proprio a staccarmi gli occhi di dosso, eh?" Replicò lui passandosi una mano tra i capelli dopo aver infilato la divisa. Poi raccolse la borsa e si diresse verso la porta toccando per un secondo il mento di Lily e chiudendole così la bocca che la ragazza aveva aperto per ribattere con qualcosa di pungente. "Le foto autografate non le vendo ancora ma per te potrei fare un'eccezione, andiamo o preferisci che mi spogli di nuovo?"

"Non ho nessuna intenzione di rivedere quello spettacolo orripilante." Cercò di smontarlo la ragazza affrettandosi a seguirlo fuori dal dormitorio.

"Orripilante? Uhm, non posso crederti mi dispiace. Mia sorella dice che ho un buon fisico e un aspetto decisamente bello, non affascinate quanto Sirius ma sopra la normale media dei ragazzi e nel complesso mi posso considerare bello, o super fico, come preferisco." La rimbeccò James con un mezzo sorriso.

Lily mise su il broncio e sbottò qualcosa che somigliava ad un "Come credi tu." Guardando poi ostinatamente altrove.

"Hei Jacqueline, tutto bene?" Gridò poi James ad una ragazza piuttosto carina che gli sorrise. "Tutto bene, grazie questo mercoledì ti fermi nella solita aula dopo l'allenamento?" Rispose la ragazza. "Certo." Accettò James passandosi una mano tra i capelli. Lily sbuffò. "Invidiosa Evans?" Le chiese il ragazzo.

"Neanche morta. Puoi uscire con tutto il castello per quanto mi riguarda. Sei solo un tronfio arrogante e mi fanno pena tutte quelle ragazze che decidono di passare del tempo con te." Replicò lei acida.

"Jacqueline intendi? Si è brava a sopportarmi, infondo ci sono molti altri ragazzi da cui prendere ripetizioni di Trasfigurazione..." Cominciò James ma fu interrotto da una risata della rossa.

"Tu dai ripetizioni di Trasfigurazione? Se, come no. Posso solo immaginare di che ripetizioni si tratti."

"Si, do ripetizioni, problemi, nemmeno tu con tutto il tuo studiare organizzato e il prendere appunti riesci a stare al passo con me in Trasfigurazione. Siamo arrivati." Annunciò poi indicando con un cenno l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure.

Entrarono e Lily si sedette immediatamente al suo posto. Mentre James perse tempo a ringraziare la professoressa a e rassicurarla sul suo stato di salute attuale. Poi si sedette vicino ai suoi amici nel fondo della classe.

"Li hai presi?" Chiese Remus concitato.

"Sono nella borsa." Rispose James soddisfatto.

"Comunque se un idiota." Lo beffeggiò Sirius. "Se avessi gridato un po' più forte sarebbe andato tutto all'aria."

"Oh, già. L'allarme rosso. Perché ti costava tanto dirmi che la Evans stava arrivando." Ribatté James.

"Non potevo certo dirlo dato che ero in classe e chiunque avrebbe potuto sentirmi e..."

"Moeghea so!" Sbuffò Star i due ragazzi si girarono verso di lei perplessi.

"Che bolide hai detto?" Chiese suo fratello.

"Non ne ho la più pallida idea, credo qualcosa sul smettere di parlare ma non chiedetemi in che assurdo dialetto, perché era un dialetto. Ok?" Replicò lei esasperata. I due ragazzi stettero zitti per tutta la lezione quando finalmente poterono uscire dalla classe per la pausa il piano poté iniziare.

Avevano deciso di optare per qualcosa di grande e ben visibile così presero un quarto di fuochi d'artificio a testa ed erano veramente molti e si diressero tranquillamente fino ai sotterranei badando bene di fermarsi nel corridoio più centrale possibile proprio quando la campanella suonò di nuovo poi James dette il via. "Pelo!"

E i ragazzi cominciarono a correre accendendo e lanciando più fuochi d'artificio possibile che scoppiarono dietro di loro travolgendo chiunque nelle vicinanze e dal momento che alcuni studenti erano già o ancora chiusi in classe i ragazzi poterono gettare fuochi d'artificio anche dentro le aule richiudendo immediatamente le porte ottenendo così il massimo effetto. Quando in ogni angolo dei sotterranei furono esplosi fuochi d'artificio coprendo tutto di fuliggine facendo esplodere, oggetti e sopracciglia e bruciando capelli, pelle, carte, pergamene e altre cose i Malandrini si ritrovarono nell'atrio godendosi le grida disperate dei ragazzi, professori e Auror.

"Deve rettificare ora le nostre epiche frasi: è stato assurdamente divertente." Fece Sirius soddisfatto.

"Per quanto possa sembrare strano concordo. Anche se passeremo i prossimi mesi in punizione perenne." Decretò Remus felice. "Le esplosioni fanno bene... di tanto in tanto!"

I ragazzi risero di cuore finché non sentirono dei passi avvicinarsi di corsa. La McGranitt, Gazza e la signora Potter correvano verso di loro con aria decisamente infuriata. "Squagliamocela!" Gridò James afferrando sua sorella per un braccio e trascinandola via, lo stesso fece Sirius con Remus in pochi secondi i due Potter si ritrovarono molti piani più su.

"Che diamine di passaggi segreti abbiamo passato?" Domandò Star stupita.

"I miei. Fidati, sono un genio." James la condusse fino alla loro ala del castello quella praticamente dimenticata in cui nessuno si avventurava e salirono di corsa nella loro torretta gettandosi sul pavimento sfiniti dalla corsa. Dopo aver preso qualche respiro profondo si misero a ridere incontrollatamente.

"O mio Cielo! E' stato meraviglioso! Spettacolare!" Commentò Star.

"Da scompisciarsi! Io ho beccato Mocciosus dritto sul naso! Sul naso!" Raccontò James. Risero ancora.

"Io ne ho scoppiato uno nell'aula di Lumacorno. Dovevi vederli tutti lì prima che chiudessi la porta a fissare il fuoco d'artificio come dire 'Eh?'. Da muorire dal ridere!" Riferì Star. Di nuovo ci fu un altro scroscio di risate.

Quando finalmente riuscirono a calmarsi ancora stesi sul pavimento si rigirarono a pancia in su osservando la pioggia sbattere sui vetri della grande finestra colorata che avevano creato.

"Ho mal di pancia. E' stato bellissimo." Concluse Star.

James afferrò la sua borsa ci frugò dentro e scattò una foto a sua sorella illuminata fiocamente dalla poca luce che entrava dalla finestra e dalla porta.

"Hei, passamela!" La ragazza afferrò la macchinetta fotografica e scattò una foto a suo fratello poi la alzò in aria per inquadrare entrambi arrossati dalle risate.

"Chissà dove sono Remus e Sirius." Si chiese James.

"Già, speriamo che non siano finiti tra le grinfie della mamma. Ah, Jame, vorrei che questi giorni non finissero mai. Non ti senti mai un po' malinconico sapendo che non potrai mai rivivere ciò che hai vissuto?"

"Uhm, no. Perché so che non smetterò mai di comportarmi così, anche a novant'anni con il bastone in mano. Io posso solo diventare sempre più pessimo. Troverò sempre un modo per divertirmi così tanto."

"Lo spero!" Star girò il volto verso la parete opposta. Dopo di che si alzarono insieme e scesero le scale. Subito a destra notarono che una porta era aperta. In quella stanza aveva sistemato un po' di materiale inutile per svuotare la loro torretta personale ed erano sicuri di aver lasciato la porta chiusa con il chiavistello. "Credi che gli Auror siano stati qua?" Chiese James fermatosi davanti a quella stranezza.

"E' improbabile. Per raggiungere questo posto devono attraversa un miliardo di passaggi segreti e perdersi. E' d'obbligo perdersi. Per questo nessuno conosce quest'ala del castello oppure se la conosce non ci sa più tornare. James, mi sento strana. Tipo arrabbiata, confusa e ho mal di testa. E' la stessa cosa che ho sentito la sera della scomparsa di Thomas." Star aprì con convinzione la porta e nel più assoluto silenzio ispezionò ogni angolo della stanza, non ci volle molto prima che tornasse sull'uscio con una mano chiusa a pugno. Suo fratello la fissò sospettoso e la ragazza aprì la mano, due lettere di metallo scintillarono sul suo palmo insieme ad un piccolo serpentello di legno. "Puoi tenerli tu per favore. Non mi piace toccarli, mi sento strana." James annuì e afferrò i tre piccoli oggettini mettendoli al sicuro in tasca.

"E ora dovremo far venire qui gli Auror?" Chiese il ragazzo.

"No. Non ce n'è bisogno. Non c'è nessun segno di combattimento e non ci sono tracce magiche. Lo so. Silente mi crederà. In più è un messaggio. L ed A... potrebbe essere E AL ... oppure E LA... o anche E' LA... potrebbe anche essere una firma, un nome intero ELA... che dici?" Si mise a ragionare Star.

"Dico che se è un messaggio spariranno altre persone. Ma se è un messaggio per chi è?"



******
 

Tadan! Ho finito!

Perfetto, e ora pregate tutti che la mia connessione del picchio che non è mia ma della piazza regga affinchè io possa inviarvi questo capitolo pieno di errori perché non ho voglia di rileggerlo!

OLE'!

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Capitolo 12
*** Corteggiamenti a Corte ***


I giorni successi al ritrovo delle nuove lettere l’intera Hogwarts si deconcentrò completamente da ogni cosa, nessuno seguiva più le lezioni e nei club i presenti si riducevano a zero, persino nelle squadre di Quidditch cominciava a mancare qualche ragazzo. Quelli che sceglievano di ritornare a casa erano sempre di più e la paura cominciò a serpeggiare tra i banchi di scuola.
Forse per questi motivi il professor Silente, in accordo con gli altri professori e gli Auror, volendo dimostrare di non temere la sfida di questo essere sconosciuto decise di sospendere le lezioni in vista di San Valentino per poter permettere ai ragazzi di godersi un giorno libero in cui sarebbero state permesse le uscite nel parco cosa che si era evitata in tutti quei giorni anche per il fattore pioggia.
Il giorno prima del grande evento James e Sirius stavano ancora bisticciando per decretare chi dei due avesse effettivamente centrato Mocciosus in pieno naso il giorno dell’esplosione dei sotterranei, giorno grazie al quale erano ancora in punizione, come predetto da Remus.
“Oh, smettetela!” Sbottò Star ad un tratto ripiegandosi poi sul grosso librone tirato giù da uno scaffale della silenziosa biblioteca. “Come se ci volesse un genio della mira per beccare quel naso.”
I ragazzi risero, compreso Remus rischiando di incorrere nelle ire della temibile Madama Pince.
“Niente, non c’è assolutamente nessuna pozione che possa aver fatto entrare qualcuno ad Hogwarts senza l’utilizzo della magia.” Sbuffò James chiudendo il libro che stava leggendo. “E in più ora odio pozioni peggio di prima.”
“E qui non dice nulla di attacchi simili nel corso della storia.” Aggiunse Sirius chiudendo “Storia della Magia di Hogwarts”.
“Neanche mezzo incantesimo che si sia scoperto non lasciare tracce magiche.” Annunciò sconsolato Remus.
“E nessun serpente che abbia chissà quali assurde proprietà magiche e nemmeno qualche Animagus serpente registrato.” Concluse Star.
“Va, beh. Che facciamo domani?” Chiese James.
“Io esco con una ragazza.” Rispose Sirius mezzo sdraiato sulla sedia con tono annoiato.
“Allora dici che posso uscire con una anche io?” Fece James pensieroso.
“Vuoi il mio permesso, tesoro?” Gli domandò l’amico in falsetto e i Malandrini ridacchiarono cercando di non fare troppo rumore. “Comunque la Evans ti darà buca di nuovo, dopo quello che le hai fatto il giorno prima della partita.”
“Non parlavo della Evans. Comunque mi mangiava con gli occhi il giorno dell’esplosione.”
“Buon per te.” Sbadigliò Star. “A proposito del giorno del grande BUM, siamo in ritardo per la punizione.”
Remus saltò in piedi. “Oh, giusto, andiamo.”
I ragazzi si alzarono in fretta riponendo i grossi libri che stavano consultando e avviandosi verso l’ufficio della McGranitt.
“Ben arrivati.” Li accolse la professoressa e senza perdere tempo e con la solita efficienza consegnò loro dei foglietti di pergamena. I Malandrini vi erano ormai abituati, sapevano che dovevano semplicemente seguire le istruzioni sul foglio. Solitamente si ritrovavano completamente divisi ma ogni tanto poteva succedere che stessero a coppie e che le coppie girassero in base agli incarichi. Lessero le pergamene insieme e alzarono lo sguardo sorpresi più che mai verso la loro insegnante che, sentendosi osservata, smise per un secondo di correggere dei compiti e li fissò a sua volta. “Problemi?”
James prese coraggio. “Sul serio possiamo?”
“Sono ordini del professor Silente, ovviamente, crede che se proprio non potete fare a meno di essere ingegnosi e di usare tutta questa magia avanzata almeno potete farlo per qualcosa di utile.” Rispose Minerva con le labbra strette per dimostrare la sua disapprovazione.
I giovani partirono di gran carriera e salirono ai loro dormitori per prendere i mantelli con il cappuccio infine scesero di nuovo il più veloce possibile anche se le scale parevano mettercela tutta per ostacolarli e raggiunsero l’atrio. Uscirono nel parco sotto la pioggia grossa e sferzati dal vento, con il fiatone ma dei sorrisi eccitati sul volto.
Remus si guardò attorno. “Credevo ci fosse andata bene, dover semplicemente far in modo che domani la pioggia stia distante dal parco, ma non sembra poi così facile.”
“Non dobbiamo tenere la pioggia lontana, semplicemente dobbiamo solo far in modo che la gente che uscirà nel parco non si bagni, giusto? Al massimo montiamo dei tendoni e siamo a posto.” Precisò James.
“Quindi, da dove iniziamo?” Domandò Sirius.
“Potremmo creare una specie di cupola.” Propose James.
“Il parco è gigantesco e non riusciremo mai a far apparire così tanto materiale e poi se creiamo una cupola non potremo più respirare.” Gli fece notare Remus.
“Potrebbe essere una cupola di incantesimo, tipo le protezioni di Hogwarts.” Se ne uscì Sirius dopo molti minuti di riflessione silenziosa durante i quali i mantelli dei ragazzi cominciarono a diventare pressoché inutili.
“Già ma quale incantesimo.” Rimuginò James poi si voltò verso sua sorella che in estremo silenzio osservava il cielo plumbeo lasciando che la pioggia la colpisse in pieno viso e probabilmente non si era nemmeno accorta che il cappuccio le era scivolato giù esponendo i suoi capelli di nuovo lunghi fin poco oltre le spalle e mossi alla furia del vento che li intrecciava violentemente a suo piacere.
“Incantesimo impermeabile.” Disse solo la ragazza senza staccare gli occhi dalle nuvole.
“Potremmo rendere tutto e tutti impermeabili, è questo che intendi?” Le chiese Remus.
“No.” Rispose lei abbassando finalmente lo sguardo. “Possiamo rendere le protezioni incantate di Hogwarts impermeabili con un semplice incantesimo impermeabile. Sarà faticoso ma reggerà fino a domani sera tarda, noi ci sentiremo un po’ stanchi ma non eccessivamente e recupereremmo in questa nottata, anche se verso sera è probabile che ci sentiremo un po’ giù di corda anche se credo che non ce ne faremo molto caso. Che ne dite?”
“Mi pare perfetto, mettiamoci al lavoro.” Decise James e poi tirò di nuovo su il cappuccio di Star. “A che cosa pensavi?” Le chiese approfittando di quel momento e della momentanea lontananza di Sirius e Remus che si stavano esercitando nell’incantesimo impermeabile su qualche foglia e sui loro vestiti.
“Le persone hanno appena smesso di osservarmi come se fossi un animale da baraccone, sai le sparizioni hanno contribuito a rendere la notizia della mia magia meno esaltante ma prima che questo accadesse ho sentito un gruppo di ragazzi più grandi affermare che voi siete speciali e riuscite a fare tutte le cose mitiche che fate solo perché tra voi ci sono io.” Raccontò la ragazza.
“E non è forse vero?” Le domandò suo fratello ma prima che lei potesse di nuovo aprir bocca lui ricominciò a parlare. “Insomma, alcune cose non saremmo mai riusciti a farle senza di te e la tua bravura, ma anche se la gente pensa che sia solo merito tuo noi sappiamo come stanno veramente le cose. Io lo sento quando tu ci aiuti a fare certe magie e non lo hai fatto quasi mai, quindi so quanto valgo e così Sirius e Remus. Non ci è mai interessato niente di quello che pensa la gente, in più tu sei una di noi, quindi se in qualche nostra impresa la tua magia ha pesato più della nostra c’è per caso qualche problema? Non credo proprio, se Sirius fosse un grandissimo mago superpotente non sarebbe comunque al nostro fianco, e se anche fosse solo lui ad usare la magia per farci affrontare le nostre avventure non sarebbero comunque nostre? Sei sempre una Malandrina, Star, e la tua storia è la nostra ora.”
Star sorrise. “Si, capo.” Poi rise forte. “Era da un po’ che non mi facevi uno dei tuoi discorsetti filosofici. Iniziavo a credere che Lily avesse ragione e che tu ti fossi veramente montato la testa.”
“Io? Montarmi la testa?” Fece il ragazzo fingendosi offeso. “La compagnia della Evans ti fa male.”
“Iniziamo?” Gridò Sirius impaziente. In un baleno i due fratelli raggiunsero lui e Remus e cominciarono a mettersi d’accordo per rendere impermeabile la barriera.
 
 
……………..
 
Quando l’alba sorse sul giovedì più romantico del mese tutti gli studenti poterono finalmente notare quello che con il buio non avevano visto: nonostante il cielo fosse pieno di nuvole che scaricavano acqua come se non ci fosse un domani tutta Hogwarts rimaneva perfettamente asciutta. I primi che scesero nel parco armati di lenzuola o coperte da stendere a terra poterono notare come anche il vento fosse diventato meno invadente e deciso tanto che se ci fosse stato solo un altro po’ di sole sarebbe potuta sembrare una splendida giornata di primavera.
Star salì nel dormitorio dei ragazzi e fu sorpresa di trovarli già tutti svegli intenti a vestirsi. Remsu e Peter era già pronti e indossavano dei semplici jeans e maglietta. James e Sirius dal canto loro erano in piena impresa di ristrutturazione e vagavano tra i loro bauli cercando i vestiti migliori.
“E poi sono le ragazza quelle vanitose che ci mettono anni a prepararsi.” Commentò Star ricordando ciò che le aveva detto Mary sugli appuntamenti.
“Ciao.” La saluto Remus allegro mentre gli altri due ragazzi non si degnarono nemmeno di ribattere impegnati com’erano.
“Che fate voi due oggi?” Chiese Peter timidamente a Star e Remus.
“Credo che andrò a studiare in biblioteca, sono preso indietro con alcune cose, vuoi aggregarti?” Gli propose il ragazzo, Peter annuì felice.
“Forse verrò anche io.” Sbadigliò Star sgranchendosi le braccia.
“Sono splendido!” Decretò James dopo essersi guardato allo specchio.
Sua sorella sbuffò e si avvicinò al ragazzo chiudendogli la camicia azzurrina che lui aveva tenuto volontariamente troppo aperta. “Vacci piano Elvis.”
“Potrei farmi i capelli alla Elvis, come starei?” Ribatté James rimirandosi più e più volte.
“Vieni, ti faccio vedere.” Lo invitò la ragazza indicando una sedia e prendendo forbici e pettine.
“Non mi fido, sai quello scherzetto con il rasoio e tutto il resto.” Sbottò suo fratello.
Star rise. “Ok, siediti tranquillo, giuro che se non ti piacciono te li faccio ricrescere esattamente come ora.”
“Vuoi dire che li riporterai allo stato di cavernicolo che non conosce il pettine, giusto?” Scherzò Sirius.
“Si, più o meno.” Rispose lei appositamente professionale trattenendo James sulla sedia.
“Brutto cagnaccio puzzolente!” Sbraitò Ramoso.
“Se non stai fermo ti taglio la gola.” Lo avvertì sua sorella e lui si immobilizzò. “Stai bene vestito completamente di nero.” Disse poi a Sirius che osservava le sue mani svelte muoversi fra i capelli come se non avessero fatto altro in tutta la vita poggiato ad un palo del letto a baldacchino nei jeans eleganti e neri e la camicia nera anch’essa.
“Lo so.” Replicò automaticamente senza staccare gli occhi dalle dita rapide della ragazza.
“Vuoi anche tu un bel taglietto?” Gli chiese lei all’improvviso.
“No, grazie.” Rispose coinciso senza guardarla.
“Ora che li vedo bene li stai facendo crescere molto i tuoi capelli, no?” Insistette Star.
“Lo so. Infastidisce i miei genitori, quindi va bene.” Ribatté ancora con voce atona.
La ragazza concluse il taglio a suo fratello con grande maestria. “Vai a vederti, Jame.” Una volta che il ragazzo si fu allontanato lei si avvicinò a Sirius piantandosi di fronte a lui e prendendogli ciocche di capelli tra le dita. “Dato che ci sei perché non ti fai anche le treccine? Magari poi inizi a piacere anche ai ragazzi così fai prendere un bel colpo a tua madre quando il prossimo Natale potrai presentarle il tuo ragazzo.” Scherzò poi.
“Ha ha. Spiritosa. Intanto io piaccio a tutti. Non sono mica come James che deve fare tutta questa fatica per piacere solo alle ragazze. Cocca, gli omosessuali esistono solo perché io sono un maschio. Comunque le treccine non sono una brutta idea.” Si prese gioco di lei il ragazzo.
“Sirius, stai raggiungendo un livello di autostima piuttosto preoccupante.” Gli fece notare Remus.
“Sono sempre meglio di James il quale si considera…” Cominciò Sirius ma James saltò fuori dal bagno gridando soddisfatto. “Sono il re del mondo! Sono un figo da paura. Osservatemi! E ora chinatevi tutti al mio cospetto.” Poi passò accanto a sua sorella baciandola sulla guancia. “Grazie sorellina.”
“Potrei essere più grande di te.” Gli ricordò la ragazza.
“Si, ma momentaneamente sei più bassa.” La rimbeccò James beccandosi un’occhiata omicida da far gelare il sangue nelle vene.
“Va bene, splendore, andiamo?” Domandò Sirius rivolto al suo amico che annuì passandosi una mano sui capelli come per pettinarli meglio.
“Dovresti fare una foto, Star, e mandarla a vostra madre. Probabilmente è la prima volta che i suoi capelli stanno in ordine.” Suggerì Remus.
“Ottima idea.” Svelta come un fulmine Star afferrò la macchina fotografica e scattò una foto a suo fratello e a Sirius. “Ma quanto siete carini.”
“Parla solo di me ovviamente. Tu sei venuto bene solo perché mi stai accanto.” Sussurrò James a Sirius con fare cospiratore.
“Ovvio.” Replicò Sirius alzando gli occhi al cielo. “Ora andiamo.”
“Oh, i miei bimbi diventano ometti.” Cantilenò Star.
“Li stai leggermente prendendo in giro, mi pare.” Constatò Remus.
“Nooo, che dici, non mi permetterei mai.” Replicò lei sarcastica.
“Ciao.” Salutò Sirius deciso trascinando James giù dalle scale.
“Dunque tutti in biblioteca.” Star aprì la fila verso una bellissima giornata di libri.
“Come mai non esci con il tuo ragazzo?” Le domandò Peter timido.
Star si girò verso di lui pensierosa. “Non lo so. Credo che non voglia più vedermi.”
“E’ un cretino.” Si lasciò sfuggire Remus sorprendendo la ragazza.
“Forse ho sbagliato io. Sai, è stata la mia prima relazione e non ne so niente come Mary e Alice non mancano di ricordarmi ad ogni occasione.”
“Non credo, tu sei deliziosa, e lui si impunta su dei difetti inventati.”
“Beh, sono felice che almeno qualcuno trovi dei difetti in me. Non è tutto male, giusto?”
“Uhm. E’ un cretino lo stesso.”
“Anche secondo me.” Concordò una voce dietro di loro.
I tre si voltarono trovandosi davanti Al e Fill.
“Sei quasi single il giorno di San Valentino, che ne dici di approfittarne?” Fece Al chinandosi elegantemente ai piedi della ragazza.
“Hem, ragazzino precoce, non credo che tu sia grande abbastanza.” Lo bloccò Star con aria divertita.
“Non badargli, stiamo già uscendo con due ragazze.” La rassicurò Fill.
“Ma è fantastico ragazzi! Buon per voi. Ma fatemi un piacere: non diventatemi come James e Sirius, due Don Giovanni sono più che abbastanza in questa scuola.” Borbottò la ragazza.
“Giurin giurello.” Promise Al scomparendo in gran fretta verso la Sala Comune di Corvonero mentre Fill sospirando, dopo aver salutato, si allontanò nella direzione della Sala Comune dei Tassorosso.
Peter, Remus e Star raggiunsero quindi la biblioteca senza altri intoppi. Dietro ad uno scaffale di libri sugli antichi rimedi medici trovarono Lily e la sua allegra compagnia di ragazze intente a fare i compiti e a ridere tra loro.
“Heilà, Remus, tu e i tuoi compari volete unirvi a noi?” Lo accolse Alice quando il ragazzo da solo si sporse oltre lo scaffale.
“Hem, in realtà sono qui solo con Star e Peter.” Disse lui mentre i suoi amici venivano avanti.
“Hei, Star! Vuoi un’altra lezione da me?” Scherzò Mary con aria maliziosa.
“Non finché ci sono io, grazie. Se volete vi lascio sole.” Rispose Remus al posto suo.
“Dai, sedetevi con noi. Stiamo studiando un po’ di varie materie. E faremo stare buona Mary, promesso.” Propose Marlene.
“Per me va bene.” Accettò Peter a sorpresa.
“Ok, allora.” Remus si sedette al tavolo tirando fuori i suoi libri subito imitato da Star. Le ragazze ridevano e scherzavano sempre a bassa voce per non allarmare Madama Pince. Peter si trovò stranamente a suo agio e fece subito amicizia con tutte, specialmente con Emmeline, rivelando un lato sensibile e moderatamente divertente anche se un po’ comicamente goffo. Remus e Lily studiavano insieme sullo stesso libro come se lo avessero fatto per anni e Alice rivelò a Star che era proprio così. Infondo la ragazza Malandrina non era mai stata con Remus quando affermava di star studiando con Lily e le altre e non li aveva mai visti insieme, avevano un’intesa molto buona e la rossa sembrava quasi dolce quando si rivolgeva al ragazzo, forse senza il quasi.
Star si alzò dal tavolo.
“Dove vai?” Le chiese Mary.
“Ho finito tutti i compiti, quindi credo che andrò a camminare per un po’ e magari vi raggiungerò più tardi per il pranzo.” Dichiarò la ragazza con un sorriso. Le altre sembrarono un po’ deluse e Remus piegò la testa leggermente di lato scrutandola incuriosito ma nessuno osò ribattere e lei salutò e se ne andò. Uscì nel parco e poté qualche bianco e appena tiepido raggio di sole che riusciva a passare oltre le nuvole, moltissime coppie se ne stavano appartate in ogni angolo del parco alcuni avevano optato per uscite a quattro o a sei ma la maggior parte preferiva semplicemente perdersi l’uno negli occhi dell’altro. Con un sorriso avvistò James con una ragazza dai capelli color mogano poggiata con la testa al petto di lui guardandolo lasciare e riprendere un boccino d’oro con grande agilità e ascoltandolo parlare forse delle sue ultime partite come incantata. Avanzò verso il limitare della foresta e all’ombra di un albero in riva al lago molto in lontananza le parve di distinguere Sirius che steso sull’erba con una biondissima ragazza a cavalcioni su di lui ci dava dentro a suon di baci tanto che la maggior parte degli studenti girava al largo o cercava di evitare di guardarli. Si lasciò sfuggire un piccolo sbuffò che le servì per nascondere il principio di una risata poi ci pensò su e credette che non c’era motivo di trattenere una risata in una così bella giornata e allora rise di cuore finché Hagrid non le venne incontro uscendo dalla foresta.
“Ma ‘giorno signorina. Non è che per caso stai cercando di infilarti nella foresta per abbattere qualche altro albero?” Il grande uomo la fissò sospettoso sorridendo sotto la barba cespugliosa.
“Oh, no. Semplicemente facevo una passeggiata qui vicino.” Rispose Star innocente.
“Allora aiutami per portare in casa queste cosucce qui, si, ecco, prendi quelle crine di unicorno, attenta a quegli artigli forse sono avvelenati. Andiamo.” Il guardiacaccia la guidò con le braccia ingombre di legna fino alla sua capanna e la fece entrare dicendole di appoggiare gli oggetti che trasportava in una cesta nell’angolo della cucina. “Puoi restare a bere il the?” Le chiese poi.
“Ma certo!” Accettò Star allegramente sedendosi su una grande sedia attorno al tavolino rotondo, i suoi piedi sfioravano appena terra e dovette sedersi molto in avanti per raggiungere il tavolo restando dritta con la schiena. Hagrid nel frattempo aveva messo l’acqua a bollire sul fuoco che scoppiettava allegro nel caminetto all’angolo della stanzetta e la luce aranciata illuminava un poco anche un giaciglio che doveva essere il letto del guardiacaccia.
“Mi dispiace, piccola Potter, non ho niente per mangiare con il the, spesso non cucino, faccio disastri, sa.” Si scusò l’omone.
“Non è un problema. Posso insegnarti io. Possiamo fare dei biscotti. Ti va? E chiamami Star.”
Hagrid sorrise felice e in un batter d’occhio mise a disposizione della ragazza tutti gli ingredienti che possedeva anche se Star dovette correre comunque alle cucine per recuperare qualcosa di commestibile.
 
………….
 
Remus, Peter, Lily e le altre ragazze chiusero i libri e andarono verso la Sala Grande, la cosa eccezionale era che su tutti i tavoli erano distribuiti cestini da picnic e i ragazzi potevano prendere quanto cibo volevano per mangiare all’esterno oppure sedersi al tavolo e mangiare in santa pace. Il gruppetto scelse quest’ultima opzione e finalmente cominciarono a chiacchierare del più e del meno senza il peso opprimente dei libri di studio. Dopo alcuni minuti Sirius entrò nella sala per afferrare un cesto da picnic e riempirlo poi alzò lo sguardo e si accorse di Remus.
“Heilà, compare. Credevo fosse James quello fissato ma pare che per oggi vi siate scambiati i ruoli. E’ lui che fa ballare una ragazza bruttina mentre tu pensi alle rosse, solo che per lo meno James l’ha scelta viva.” Scherzò il ragazzo dagli occhi grigi.
“Simpatico come sempre, Sirius. Comunque non credo proprio che James sia con una ragazza brutta.” Replicò calmo Remus.
“Ma sentilo! A che si riferiva? Ancora a quella storia di Mirtilla? Dovrebbe essere tuo amico!” Sibilò Lily irritata. Remus le sorrise. “Infatti, non ti preoccupare, lo dice amichevolmente ma sarebbe il primo a sfondare di pungi il muso di chi mi prende in giro seriamente e con cattiveria. E poi io posso rispondere per le rime.” Il ragazzo tornò a rivolgersi a voce alta al suo amico. “Sir, dì a Jame che sono un punto più aventi a lui e mandagli un messaggio da parte mia: ‘scarafaggio’.”
Sirius rise. “La cattiveria ti scorre nelle vene, Lunastorta.”
Remus sorrise con il tipico ghigno malandrino. “Eh, già. Comunque tu e il tuo ragazzo ve la passate bene, Pulcioso?”
Sirius saltò in avanti sporgendosi oltre il tavolo verso il suo amico e ringhiando come un cane effetto che fece prendere un colpo a tutte le ragazze e Peter cominciò a piagnucolare ma poi il giovane dagli occhi grigi sorrise e si lasciò sfuggire una risata simile ad un latrato di fronte all’impassibilità del ragazzo dagli occhi ambra e replicò calmo. “La nostra compagni ti fa sempre peggio.”
“Mi state trasformando in un mostro.” Ribatté Remus sempre con un mezzo ghigno identico a quello di Sirius.
“Porterò il tuo messaggio a James, ma preparati a soccombere.” Rise quest’ultimo.
“Star si schiererà dalla mia parte, come sempre. E vincerà.” Gli ricordò il ragazzo.
“Giusto. Hei, dov’è Star?”
“Diceva che ci avrebbe raggiunto per il pranzo, ma così non è stato.” Gli rispose asciutta Alice.
“Uhm, sta bene?” Si chiese fra sé e sé Sirius.
“Direi di si, altrimenti avresti visto James scattare ovunque dando l’allarme a tutti e guidando un esercito improvvisato in quattro e quattr’otto verso l’ultimo luogo dove la sua preziosa sorellina è stata avvistata.” Lo rassicurò Remus.
“Giudizioso come sempre, o quasi. Domani punizione, a proposito.”
“Di nuovo?”
“Ultimo giorno. Ciao.” Sirius afferrò il suo cestino e si diresse verso l’uscita della sala.
“Allora sul serio sai tenere loro testa!” Si stupì Marlene.
“Si, sono miei amici, è ovvio. Scherziamo, ci prendiamo in giro, non c’è problema. Ma loro ci sono sempre quando ne ho bisogno e io cerco di fare lo stesso.”
Lily sorrise a Remus con l’orgoglio negli occhi.
“Quindi Sirius sta con una ragazza.” Fece Mary.
“Per oggi.” Sospirò Remus.
“Ciao.” Salutò timidamente Jane avvicinandosi a loro.
“Ciao!” Le rispose Lily. “Dove sono Ann e Sophia?”
“Con i loro ragazzi.”
“Sei sola, quindi. Vuoi unirti a noi?”
Jane accettò con piacere e sollievo la proposta della rossa e si sedette con loro al tavolo e tutti cercarono di farla sentire a suo agio.
 
………………
 
Sirius camminò sicuro con il cesto in mano verso l’albero dove James e la sua ragazza stavano già pranzando. “Ramoso.” Lo chiamò. “Remus pranza con l’allarme rosso. Ha un punto in più di te.”
“Cosa? Stai scherzando? Spero che abbia delle parole di scusa per me.” Replicò James fingendosi offeso o forse cercando di nascondere la sua offesa.
“Oh, si. Ne ha una: scarafaggio.” Sirius trattenne appena le risate notando il suo amico che tentava di rimandare giù il cibo che aveva mangiato fino a quel momento con un brivido visibile.
“Morirà.” Decretò James.
“Ha Star dalla sua.” Gli ricordò Sirius.
“Allora soffrirà. Questa notte.” Fece James sempre più convinto.
“In ogni caso tua sorella non è con lui.”
“Immaginavo. E’ perché ci siamo dimenticati di qualcosina. Giusto?”
Sirius si batté la mano sulla fronte. “Bolide del bolide!” Esclamò.
 
……………
 
“Grazie Star. Spero che torni presto a trovarmi.” Hagrid salutò la ragazza dalla porta della sua capanna quel pomeriggio e la osservò salire lungo il pendio verso il castello. La maggior parte delle coppie si preparava al tramonto e alcuni ragazzi girarono erroneamente la testa verso di lei al suo passaggio così si beccarono delle occhiatacce delle loro ragazze.
Quando Star giunse in Sala Comune Remus si staccò dal gruppo delle ragazze e lasciando Peter da solo la prese a braccetto accompagnandola così fino al dormitorio maschile.
“Sta per accadere qualcosa, vero?” Domandò lei quasi con retoricità.
“No. Affatto. Ce ne staremo solo qui seduti sui letti a guardarci negli occhi e … vuoi giocare a nomi, cose, città e animali?” Propose Remus.
“Certo, che ne dici se giochiamo finché non arriveranno James e Sirius?” Fece Star con aria vaga.
Il ragazzo rise. “Se vuoi, ma secondo me dovremmo aspettare un po’ troppo. Facciamo solo fino a dopo il tramonto, che dici?”
Lei alzò le spalle e si misero a giocare. Passata neanche un’ora Remus si alzò in piedi di scatto la prese per un braccio e la trascinò giù per le scale e poi lungo svariati corridoi fino alla statua della Strega Orba.
“Posso farti una domanda ora?” Chiese Star gentile notando l’aria irritata dell’amico.
“No, ho aspettato quei due per troppo tempo, andiamo. Avevano promesso che ci sarebbero stati, che avremmo fatto gli Gne-gna come ogni anno invece pare che questa volta siano troppo occupati con le loro ragazze. Non ci credo!” Sbottò lui agitatissimo aprendo il passaggio e infilandosi dentro.
“Rem, calmati, non c’è nulla di male in questo. Ti assicuro che va bene così, insomma, erano solo dei dolcetti.” Cercò di rassicurarlo la ragazza procedendo con lui nel tunnel.
Remus non rispose e per il resto del tempo camminarono in silenzio. Una volta giunti nella cantina di Mielandia per poco non venne un infarto ad entrambi.
“SORPRESA!” Gridarono James e Sirius all’improvviso, tanto che Remus che si stava arrampicando oltre la botola mollò la presa e cadde addosso a Star in un groviglio di stoffa e braccia.
“Hei, tutto bene?” Chiese Sirius.
“Remus se hai ucciso mia sorella io ti spezzo le ossa!” Esclamò James.
“Io sono viva… Remus non lo so.” Replicò Star aiutando l’amico a rialzarsi.
Con l’aiuto di James e Sirius uscirono dalla botola e Remus si avventò contro i suoi due amici. La ragazza estrasse la macchina fotografica incitando Remus e scattando foto all’impazzata.
“Basta! Basta!” Urlò James.
“Un’aiutino, Star?” Supplicò Sirius. Lei sorrise gentile mentre Remus li pizzicava e li graffiava o faceva loro il solletico. “Uhm, credo che ve lo siate meritate. E poi io sto cercando di collezionare degli scatti della furia di Lunastorta. Potrebbe non accadere mai più.” 
 “Star ti prego!” Implorò James.
La ragazza sospirò, toccò Remus su una spalla e lui si alzò senza dire altro, si spolverò gli abiti e girò i tacchi. Si avviarono tutti verso le cucine.
“Allora, le vostre ragazze?” Chiese Remus ancora un po’ arrabbiato.
“Le abbiamo lasciate a prepararsi per questa sera.” Rispose James.
“Perché, cosa ci sarà questa sera?” Domandò Star.
“Una specie di ballo di San Valentino. Una cosa noiosissima credo, ma riuscirò a subirla.” Sbuffò Sirius. “Ah, i signori Hitch vi salutano. Sono un po’ impegnati al negozio e non credo che ce la faranno a venire a salutarci.”
“Che peccato. Ok, mettiamoci al lavoro!” La ragazza afferrò tutto il necessario e cominciò a mescolare gli ingredienti di buona lena e i suoi amici si misero subito all’opera per aiutarla.
“Mi sembra solo ieri che venimmo qui per la prima volta.” Sospirò Remus malinconico.
“Infatti, era ieri. Giusto?” Scherzò Sirius alle prese con la panna.
“No, Sirius! Ma guarda che hai fatto!” Sbottò Star indicando la ciotola colma di spuma bianca.
“Cosa?!” Sirius si chinò sulla ciotola tra le sue mani per vedere meglio e rapida Star  gli schiacciò la testa nella panna.
“Tu!” Tuonò Sirius.
“Oh, Jame, aiuto! Il villano Sirius mi attacca!” Pigolò la ragazza fingendosi dolce e indifesa.
“Il villano Sirius ha le sue buone ragioni.” Decretò James.
“Ma tu mi vuoi bene o cosa?” Sbuffò lei indignata mentre Sirius se la rideva.
“O cosa.” Replicò James.
“O cosa. E’ un modo di dire, nel senso che…” Cominciò a spiegare Star.
“No, no. La risposta alla tua domanda è: o cosa.” La interruppe suo fratello e furono le sue ultime parole prima di ritrovarsi la faccia completamente sporca di impasto al cioccolato.
“Siete maligni! Non è così che si tratta una dolce fanciulla.” Fece la ragazza ricominciando a lavorare dopo aver battuto il cinque a Remus.
“Ringraziate il cielo che oggi ci sentiamo magnanimi, invece. Altrimenti tu e il tuo compare sareste già sotterrati nella farina.” Ribatté James digrignando i denti.
“Ah, si?” Chiese Remus sfoderando un sacchetto di zucchero.
E come ogni anno fu guerra con il cibo, normale sprecarlo in un momento del genere quando passa per la mente di nessuno la fame o la carestia.
Dopo qualche ora, qualche altro bisticcio e un po’ di altre foto scattate finalmente gli Gne-gna furono pronti e ben decorati. Ne lasciarono la maggiora parte ai signori Hitch, pulirono la cucina e si portarono via gli altri in grosse ceste.
“Accibolide!” Esclamò Sirius. “E’ tardissimo!”
“Oh, Merlino! E’ vero. Il ballo è già iniziato, siamo in ritardo!” Fece James.
“Sai che novità.” Lo derise Star.
“Non è divertente.” Replicò Sirius.
“Come vuoi, comunque secondo me siete giusto in tempo per l’entrata.” Li avvisò la ragazza.
“C’è un’idea in corso in quella testolina… e so che mi piacerà!” Sghignazzò James saltellando per l’emozione.
 
…………..
 
La Sala Grande era magicamente illuminata da mille candele, il soffitto era pieno di stelle anche se fuori dalle finestre il cielo era ancora coperto. I ragazzi ballavano a ritmo di qualche disperata canzone del mondo magico ma parevano divertirsi comunque, infondo non era male.
“Ah, amo la magia, sul serio, ma la musica fa veramente schifo.” Sussurrò Regulus alla ragazza con cui era uscito mentre ballavano vicini.
“Tu suoni, no? Potresti suonarmi qualcosa di meglio.” Replicò Taylor che era una bellissima e astuta Corvonero.
“Potrei, ma tu ami il rock Babbano e se i miei mi sentissero suonare qualcosa del genere mi diserederebbero.”
“Già, ma i tuoi genitori non sono qui.” Gli ricordò Taylor.
“Giusto…” Concordò Regulus prendendo coraggio.
In quel momento la musica si bloccò e salirono sul palco quattro figure incappucciate afferrando strumenti Babbani e cominciando ad accordarli, in meno di qualche secondo un di loro afferrò il microfono di scatto e…
“C'mon, c'mon, c'mon, c'mon now
Touch me, babe”
Tutti insieme si scoprirono i volti; Star alla chitarra, James al basso e persino Remus un po’ tentennante alla batteria cominciarono a suonare mentre Sirius cantava con grande stile facendo impazzire un bel po’ di ragazze.
“Can't you see that I am not afraid?
What was that promise that you made?
Why won't you tell me what she said?
What was that promise that she made?”
 
“Ma non è tuo fratello quello?” Chiese Taylor a Regulus sorpresa e esaltata.
“Si.” Rispose cupo il ragazzo.
“E’ strafico!” Apprezzò Taylor ondeggiando a ritmo.
 
“Now, I'm gonna love you
Till the heavens stop the rain
I'm gonna love you
Till the stars fall from the sky
For you and I
 
C'mon, c'mon, c'mon, c'mon now
Now touch me, baby
Can't you see that I am not afraid?
What was that promise that you made?
Why won't you tell me what she said?
What was that promise that she made?
 
I'm gonna love you
Till the heavens stop the rain
I'm gonna love you
Till the stars fall from the sky f
or you and I
I'm gonna love you
Till the heavens stop the rain
I'm gonna love you
Till the stars fall from the sky
For you and I”
 
Appena la canzone finì i quattro ragazzi si inchinarono tra gli applausi generali e poi James e Sirius si scambiarono di posto.
“Siamo i Malandrini! Al vostro servizio per divertirvi anche questa sera!” Gridò James poi si avvicinò di più al microfono. “Diamoci dentro!”
“Well, I saw my baby walkin'
With another man today
Well, I saw my baby walkin'
With another man today
When I asked her what's the matter
This is what I heard her say

See you later alligator
After 'while crocodile
See you later alligator
After 'while crocodile
Can't you see you're in my way now
Don't you know you cramp my style”

 
Gli occhi divertiti di James volarono sulla sala finché non la trovò: la lunga chioma rossa che si dimenava nell’aria a ritmo, si stupì della cosa ma ovviamente notò che era con Mocciosus. Solo con lui si lasciava andare sentendosi meno rigida, forse perché Mocciosus era rigido abbastanza per entrambi.
 
“When I thought of what she told me
Nearly made me lose my head
When I thought of what she told me
Nearly made me lose my head
But the next time that I saw her
Reminded her of what she said

See you later alligator
After 'while crocodile
See you later alligator
After 'while crocodile
Can't you see you're in my way now
Don't you know you cramp my style

She said, I'm sorry pretty baby
You know my love is just for you
She said, I'm sorry pretty baby
You know my love is just for you
Won't you say that you'll forgive me
And say your love for me is true

I said wait a minute 'gator
I know you meant it just for play
I said wait a minute 'gator
I know you meant it just for play
Don't you know you really hurt me
And this is what I have to say

See you later alligator
After 'while crocodile
See you later alligator
So long, that's all, goodbye”

 
Dopo di che tra gli applausi degli studenti e i sospiri esasperati della McGranitt, i due fratelli Potter si invertirono.
“Sei sicura di voler cantare?” LE chiese James coperto dal rumore delle ovazioni.
“Si, è Janis Joplin, è piuttosto bassa di voce non ucciderò nessuno.” Scherzò lei prima di cominnciare.

“Oh, come on, come on, come on, come on!
Didn't I make you feel like you were the only man -yeah!
Didn't I give you nearly everything that a woman possibly can?
Honey, you know I did!
 
And each time I tell myself that I,
Well I think I've had enough,
But I'm gonna show you, baby, that a woman can be tough.
I want you to come on, come on, come on, come on
And take it, Take it!
Take another little piece of my heart now, baby!
Oh, oh, break it!
Break another little bit of my heart now, darling, yeah, yeah, yeah.
Oh, oh, have a!
Have another little piece of my heart now, baby,
You know you got it if it makes you feel good,
Oh, yes indeed.
 
You're out on the streets looking good,
And baby deep down in your heart I guess you know that it ain't right,
Never, never, never, never, never, never hear me when I cry at night,
Babe, I cry all the time!
And each time I tell myself that I, well I can't stand the pain,
But when you hold me in your arms, I'll sing it once again.
I'll say come on, come on, come on, come on and take it!
 
Take it!
Take another little piece of my heart now, baby.
Oh, oh, break it!
Break another little bit of my heart now, darling, yeah,
Oh, oh, have a!
Have another little piece of my heart now, baby,
You know you got it, child, if it makes you feel good.”
 
I Malandrini era sul punto di scendere dal palco ma molti studenti non erano d’accordo e incitavano per un’altra canzone, fu soprattutto Peter a convincerli dato che il ragazzo pareva sul punto di avere un attacco isterico se non avessero suonato ancora così Sirius riprese il suo posto al microfono e sorrise con solo un angolo della bocca come solo lui sapeva fare senza sembrare un malato mentale e riuscendo pure ad apparire sexy e cominciò.
 
“Hello, I love you 
Let me jump in your game 
Hello, I love you 
Won’t you tell me your name? 
Hello, I love you 
Let me jump in your game 

She’s walking down the street 
Blind to every eye she meets 
Do you think you’ll be the guy 
To make the queen of the angels sigh? 

Hello, I love you 
Won’t you tell me your name?
Hello, I love you 
Let me jump in your game 
Hello, I love you 
Won’t you tell me your name? 
Hello, I love you 
Let me jump in your game 

She holds her head so high 
Like a statue in the sky 
Her arms are wicked, and her legs are long 
When she moves my brain screams out this song 

Sidewalk crouches at her feet 
Like a dog that begs for something sweet 
Do you hope to make her see, you fool? 
Do you hope to pluck this dusky jewel? 

Hello, Hello, Hello, Hello, Hello, Hello, Hello …
I want you 
Hello 
I need my baby 
Hello, Hello, Hello, Hello …

Hello, I love you
Won’t you tell me your name?”

 
Quando anche questa canzone finì i ragazzi poterono finalmente scendere dal palco e godersi il ballo con tutti gli altri. James e Sirius in particolare raggiunsero le loro ragazze mentre Star sospinse gentilmente Remus verso Jane lasciandoli poi soli.
Si sedette in un angolo della sala e restò lì cercando di non attirare troppo l’attenzione. Suo padre le si sedette accanto. “Ciao.” La salutò.
La ragazza sorrise. “Ciao. Cosa ci fai qui? Pensavo che tu e la mamma steste indagando ai piani alti.”
“Si, ma dato che questa sera siete tutti qui facciamo turni e ronde qui attorno.” Le rispose. “Star, tu e James sapete qualcosa in più di questa storia?”
“No, magari. Cerchiamo sui libri quasi ogni giorno ma non c’è nulla di utile.”
“Davvero?” Si stupì lui. “Però siete sempre voi a trovare le lettere.”
“Lo so. Credo sia perché conosciamo bene Hogwarts, e siamo in posti in cui nessuno dovrebbe stare.”
“Fate attenzione. Oh, guarda, un ragazzo che ti cerca!” Il signor Potter si alzò in fretta scomparendo tra la folla mentre Patrik le si avvicinava.
“Hei. Senti, so che state lavorando per ritrovare la gente scomparsa e mi è venuta in mente una cosa: so per certo che tutte le persone rapite odiavano i serpenti, Thomas compreso.” Annunciò lui.
“Wow, si… ne terrò conto grazie.” Sospirò la ragazza.
“Senti, mi sento in dovere di dirti di fare attenzione. Se ti accadesse qualcosa Thomas non me lo perdonerebbe mai.” Le confidò Patrik, poi senza aggiungere altro la lasciò sola.
 
 
………………….
 
I giorni trascorsero cupi anche se il cielo cominciava ad aprirsi in un timido azzurro e i raggi del sole diventavano sempre più tiepidi. Mai febbraio fu più pigro e tetro. Nessuno faceva nulla di eclatante. Si giocò persino una partita di Quidditch nel più completo ordine e Corvonero che vinse contro Serpeverde 190 a 60 festeggiò solo fino al coprifuoco. Pareva che le forze degli studenti si stessero prosciugando, quei pochi rimasti ascoltavano le lezioni in silenzio, si ritrovavano a fare i compiti diligentemente, sbadigliavano sempre e trascinavano i loro piedi sui pavimenti tanto che il signor Gazza cominciò a lasciare in giro degli stracci nella speranza che qualche giovane li pestasse portandoseli dietro per qualche metro e contribuendo così a tenere la scuola pulita.
I professori dal canto loro cercavano in tutti i modi di rendere le lezioni divertenti ma nulla pareva funzionare. Quel pomeriggio tra gli ultimi giorni di febbraio in particolare perfino la professoressa Hough era più morbida del solito.
“Ottimo lavoro, signor Potter. Ha schiantato il suo compare a perfezione.”
“Quello è mio fratello.” Sbottò James passandosi una mano tra i capelli e osservando un corpo svenuto su dei cuscini. “Quindi lo faccia rinvenire così potrà schiantarmi a sua volta, se gli riesce.”
Sirius si alzò di scatto a quelle parole e sfoderò la sua bacchetta. “Se mi riesce?! Stpeficium! Brutta caccola di Troll.” James volò in aria atterrando a sua volta su un’altra pila di cuscini dal lato opposto della classe.
“Si contenga con il linguaggio, la prego signor Black.” Lo ammonì la professoressa senza scomporsi minimamente e con un tono così spropositatamente serio da rivelare lo scherzo dietro ad esso.
“Oh, mio cielo! Cos’hai fatto villano! Mio fratello giace a terra come morto!” Star si gettò accanto al corpo di James con un impeto recitativo degno di una grande drammaturga.
“Ora cercherai vendetta?” Le chiese Sirius.
“Ma scherzi? Eccoti anzi un premio per avermelo tolto di mezzo!” Replicò la ragazza ridendo e alzandosi alla svelta per sfiorare con le labbra la guancia del suo amico prima di piegarsi in un elegante inchino.
L’intera classe rise, o meglio, quello che ne rimaneva. La campanella suonò e i Malandrini rimasero nell’aula in attesa del risveglio di James.
“Ahi! Brutto plebeo!” Gridò il ragazzo con gli occhiali riprendendo conoscenza.
“Meno male sei vivo!” Esclamò Remus sollevato. “Immagina se morivi con la situazione che stiamo affrontando ora avrebbero di certo chiuso la scuola.”
“Grazie per l’affetto che mi donate, eh!” Sbuffò James sarcastico tirandosi in piedi con l’aiuto di Sirius.
“Sempre qui per te, fratellino.” Scherzò Star.
I ragazzi si avviarono lungo il corridoio in direzione della cena.
“Sentite…” Cominciò James con aria grave. “Questa notte voglio uscire dal dormitorio.”
“E’ fuori discussione.” Si impuntò Remus.
“Sul serio ragazzi, vi chiedo solo questo favore, ne ho bisogno! Non ce la faccio più a non girovagare! Fa parte di me, mi manca la Hogwarts notturna.” Insistette James.
“Senti, che credi? Che a noi faccia piacere rimanere rinchiusi?” Cominciò Star mentre Remus di sottofondo continuava a borbottare elencando tutti i motivi per cui le cosa era assolutamente sconsigliata. “Ma ci dobbiamo adeguare, almeno finché non ne sapremo di più. Se tu sparissi…”
“Voi mi trovereste. Tu mi troveresti. E così ritroveresti tutti gli altri.” Suppose il ragazzo sempre più convinto.
“No.” Decise Remus sperando di chiudere l’argomento.
“Non te lo permetto.” Decretò Star.
“Per me va bene.” Se ne uscì Sirius a sorpresa. “Ti capisco. Se dovessi starmene chiuso senza nessun obbiettivo anche io impazzirei. Quindi sono con te. Ti aiuto io ad uscire.”
James sorrise. “Grazie, fratello.”
“E quale sarebbe il tuo obbiettivo?” Sbottò Remus.
“Ma niente! Me lo sono messo in testa solo per non diventare scemo come questo Cornuto qui di fianco.” Sirius allontanò l’argomento con un gesto della mano.
“Chi sarebbe il Cornuto, Fido?” Sbraitò James.
Star sospirò mentre i due cominciavano a bisticciare e guardò Remus. “Diamogli una mano, dobbiamo cercare di stare almeno dalla stessa parte, se proprio non possiamo essere nel giusto.”
Remus annuì.
 
…………………
 
Quella stessa sera Star tornò in Sala Comune dopo aver inviato una lettera alla cugina di Sirius praticamente al limite del coprifuoco e James sotto il Mantello dell’Invisibilità uscì svelto dal buco del ritratto. Star sorrise e si avvicinò a Sirius e Remus badando bene al trattenersi dal ridere.
“Cosa ti ha detto?” Le chiese Sirius curioso.
“Che dovrei fare attenzione a non inciampare in qualche bel ragazzo. Idiota.” Commentò la ragazza lasciandosi finalmente andare ad una rumorosa risata.
“Sapete che ora ci sarà l’appello, vero?” Ricordò loro Remus con apprensione.
“Certo. Ciao Peter.” Star salutò il nuovo arrivato.
“Vi state per cacciare nei guai, non credete che sia un po’ troppo pericoloso di questi tempi?” Si preoccupò quest’ultimo mentre i suoi occhietti acquosi scattavano a destra e a sinistra come sempre quando era nervoso.
“Cerchi una via di fuga? Siamo noi quelli che finiamo nei guai non tu. Anche se potresti aiutarci…” Commentò iris osservandolo.
“E come?” Chiese il ragazzotto impensierito ma eccitato.
“Coprendomi e tenendo la bocca chiusa.” Rispose Sirius.
In quel momento scattarono i cinque minuti dopo il coprifuoco. “L’ora dell’appello.” Sospirò Remus.
La professoressa McGranitt entrò nella sala e sfoderò senza tanti preamboli la lista di nomi cominciando a chiamarli tutti uno per uno attendendo risposta e scrutando bene ogni volto.
“Sirius Black.”
“Presente.” Rispose Sirius con un mezzo ghigno che fece stringere le labbra alla professoressa che però continuò indisturbata e Peter si piazzò davanti al ragazzo insieme a Remus nascondendolo dalla vista tra la folla di studenti in piedi.
Star afferrò Sirius per un braccio spingendolo appena un po’ su per le scale del dormitorio maschile e schiacciandolo contro un muro nell’ombra.
“Vacci piano, sei un po’ troppo agitata.” Scherzò Sirius.
“Ridi tanto tu! Non sono sicura di riuscirci, e se l’incantesimo finisse proprio quando stai dicendo ‘presente’ e la Mc ci ammazza?” Sbottò lei cercando di respirare a fondo.
“Hei, meraviglia! Non mi dirai che hai paura?” La prese in giro lui ma con tono dolce.
“Fanculo Black.” Sbuffò infine poggiandogli le mani sul volto e cercando di non sprigionare troppa luce.
“Ah, è caldo!” Si stupì il ragazzo.
“Le mie scuse, Sir Villano.” Mugugnò Star allontanandosi un po’ per ammirare il suo lavoro.
“No, era… piacevole… allora, com’è?” Sirius estrasse dalla tasca uno specchietto quadrato. “Muoviti, James.” Per un attimo gli parve che nessuno fosse comparso all’interno della cornice ma dovette ricredersi quando notò che lo sfondo era differente. “Sei identico a me.” Commentò il vero James. Star non perse tempo e spinse Sirius di nuovo alla luce della sala giusto in tempo.
“James Potter.” Nominò la professoressa.
“Presente.” Disse James dallo specchietto dietro la schiena di Sirius che sorrise innocentemente quando la McGranitt posò il suo sguardo indagatore su di lui. Dopo qualche attimo di tensione passò avanti.
“Star White.” Completò.
“Potter.” Replicò la ragazza.
“Perfetto, tutti presenti.” Fu l’unico commento della professoressa che arrotolò nuovamente la pergamena ed uscì. Con un sospiro di sollievo Star ricondusse iris su per le scale prima che qualcuno potesse vederli e con uno schiocco di dita lo riportò alla normalità.
“Ucciderò mio fratello un giorno o l’altro.” Decretò poi.
“Dovrei ucciderlo io. Sono io quello che per due minuti ha dovuto indossare la sua faccia.” Le rammentò il ragazzo.
“Idioti. Tutti e due.” Concluse lei tornando in Sala Comune.
 
…………………
 
James si bloccò davanti ad un arazzo piuttosto bizzarro di troll in tutù istruiti da un tipo che doveva per forza aver avuto qualche rotella fuori posto vista la sua situazione. Tutta la scuola era ben sorvegliata, soprattutto i piani dove vi erano gli ingressi per i dormitorio o quelli con gli uffici dei professori e pure la biblioteca, ma lì non c’era anima viva. Il ragazzo si lasciò scivolare a terra con la schiena appoggiata al muro e iniziò a pensare assicurandosi pigramente di essere perfettamente nascosto dal Mantello. Ogni volta in cui tutto pareva calmo venivano attaccati da quell’assurda persona. Che cosa ne era dei suoi compagni? Aveva visto una delegazione del Ministero salire nell’Ufficio di Silente ma non si era dato la pena di controllare, sapeva che avrebbero discusso delle sparizioni. Serviva proprio un bello scherzo, qualcosa che mettesse tutti di buon umore. Ma cosa? E dove idearlo dal momento che di giorno erano tenuti sotto stretto controllo in ogni aula conosciuta in cui potessero rifugiarsi? Si alzò in piedi di scatto e cominciò a camminare avanti indietro ripetendosi questi mille pensieri.
“Dove potremmo stare tranquilli, e come faremo a spostarci industurbati?” Sbottò piano e la sua voce rimbombò fiocamente nel corridoio. La terza volta che passando davanti all’arazzo buffo James si ripeté quella domanda in testa una piccola porticina di legno comparve nel muro di fronte. “Ma che diamine?” Sussurrò strabiliato il ragazzo.
 
…………..
 
“Sirius svegliati!”
Sirius si alzò a sedere di scatto mettendo piano a fuoco la figura di James nell’oscurità della notte. “Già tornato? Potevi almeno lasciarmi dormire, sai quanto sono invidioso del fatto che tu sia potuto uscire.”
“E non solo questo.” Gli rivelò lui. “Sveglia Remus, io vado a prendere mia sorella.” James eccitato scese rapido giù per le scale e poi risalì per quelle che portavano ai dormitori femminili e sgusciò in quello del terzo anno.
“Star.” Sussurrò nel buio riconoscendo subito il respiro di sua sorella e la sua posizione scomposta nel letto accanto alla finestra.
La ragazza si alzò, gli occhi cobalto semi aperti e i riflessi oro dei suoi capelli che rilucevano nella scarsa luce proveniente dalla finestra. “Che ci fai qui? E’ successo qualcosa?”
“Si! Vedrai!”
“James Potter?!” Sophia fissava il ragazzo con un misto di stupore e eccitazione.
“In persona.” Replicò quello passandosi la mano tra i capelli.
“E ora se ne va. Andiamo.” Borbottò Star afferrando suo fratello per una manica e trascinandolo di nuovo nel suo dormitorio.
“Cosa bolide devi mostrarci! E come hai fatto a rientrare? Dicevi che avresti dovuto attendere che la McGranitt rientrasse per l’appello mattutino.” Lo interrogò con violenza Sirius in piedi accanto ad un assonnato Remus.
“Credevo anch’io, ma guardate!” Il ragazzo occhialuto puntò il dito contro la parete.
“Non vedo niente. E tu devi aver perso la testa.” Sbuffò Remus soffocando uno sbadiglio.
“No, guarda meglio.” James si avvicinò alla parete infilando due dita in una fessura e tirando verso di sé, la parete si aprì come una porta tra i sospiri di stupore dei tre ragazzi. “C’è una stanza…” incominciò a spiegare il ragazzo. “…che porta ovunque una persona voglia. E poi una volta tornato indietro la porta scompare con il passaggio. Ci si entra dal settimo piano, davanti ad un arazzo orrendo. Ci sono passato tre volte avanti e indietro pensando ad un luogo che potesse portarmi agilmente in altri luoghi. Andiamo.”
I Malandrini oltrepassarono la porta e giunsero quasi immediatamente in una grande stanza con dei divanetti spaziosi e poltrone dall’aria molto comoda, scaffali di libri e  qualche amaca.
“Sembra il Covo.” Osservò Remus.
“Ed è perfetto. Sai se può condurre anche all’esterno?” Chiese Star.
“Credo di si. Prova a chiedere.” La invitò suo fratello.
La ragazza si schiarì la gola. “Mi piacerebbe molto che ci fosse un modo di passare all’esterno di Hogwarts.”
Subito un’altra porta comparve e Star si avventurò da sola facendo subito ritorno. “Questa cosa ci sarà molto utile la prossima settimana quando ci sarà la luna piena. Non credete?”
“Già, e anche prima o dopo… per qualche scherzetto.” James rise allegro. “Riportiamo un po’ di animo qui ad Hogwarts.”
 
…………
 
La prima domenica di marzo quando l’aria cominciò a diventare tiepida e il cielo prese ad essere di un azzurro limpido per l’intera Hogwarts si spanse un urlo da far accapponare la pelle.
Una decina di Auror, alcuni insegnati e molti studenti corsero da tutti i luoghi per raggiungere la fonte di quella disperazione trovandosi davanti una ragazza rossa in volto e un ragazzo massiccio che correva dietro a altri due giovani sventolando il pugno.
“Ora vi insegno io a toccare i fondoschiena altrui! Irrispettosi! Brutti cafoni!”Urlava a squarciagola il grosso ragazzo che essendo un Tassorosso avrebbe dovuto essere piuttosto incline al parlare e al perdonare. James e Sirius ridendo e senza smettere di correre si voltarono per un secondo a guardarlo.
“Che ci vuoi fare amico, la ragazza aveva certe curve!” Scherzò Sirius.
“E insomma, con quei pantaloncini ci ha provocato!” Rincarò James.
“Io vi ammazzo!” Gridò il Tassorosso giunto quasi ad acciuffare i due malfattori quando un muro si erse all’improvviso davanti a lui facendogli prendere una bella botta.
“La gente dovrebbe guardare dove va, non credi Felpato?” Constatò James fermo dall’altra parte del muro.
“Direi di si.” Concordò Sirius il suo mezzo sorriso sarcastico ben in vista sul volto affascinante.
“Delinquenti! Questa volta vi tolgo così tanti punti da far impallidire le armature! Siete una vergogna!” La professoressa McGranitt correva loro incontro a dir poco infuriata con al seguito i signori Potter e altri due Auror.
“Filiamo!” James prese a correre lungo un altro corridoio seguito da Sirius che quando i loro inseguitori si fecero troppo vicini lanciò a terra una bottiglietta piena di liquido azzurrino, il vetro si ruppe spendendo tutto a terra e quando la professoressa e gli Auror vi passarono sopra sprofondarono come se il pavimento fosse stato acqua atterrando di fortuna su qualche morbido studente al piano di sotto.
James e iris intanto si fermarono davanti ad un muro in una stanza vuota e infilando due dita in una fessura aprirono un passaggio che attraversarono in fretta finendo nel loro Covo, al sicuro.
“E’ stato molto bello.” Sputò fuori Sirius tra una risata e un grosso respiro.
“Si.” Concordò James. “Ma mia madre lo sa, questo vuol dire che io non uscirò mai più di qui. Mai più.”
“Dici bene. Ma io mi preoccuperei di più di…” Cominciò Sirius subito interrotto dal violento aprirsi della porta principale.
“James idiota Potter e Sirius Orion Villano Black! Cosa le mie povere orecchie hanno dovuto udire!” Tuonò Star richiudendo subito la stanza.
“Oh Merlino, è giunta la fine.” Mugugnò James.
“Noi…” Cercò di scusarsi Sirius ma non ne ebbe il tempo.
“Avete toccato il culo di una ragazza, vi siete fatti rincorrere, pure dagli Auror, e siete scappati usando il Muro Tascabile e il Pavimento Liquido, finendo qui nel Covo! Il tutto senza di me!” Sbraitò quella.
“Avresti voluto toccare il deretano, impara a moderare i termini, di una ragazza?” Chiese Sirius con irriverenza.
“No, ovvio che no! Quello lo avrei lasciato a voi anche se poverina magari potevate farle prima un po’ il filo, sapete, magari conquistarla e poi sarebbe stata vostra ma… insomma! Volevo fare anche io una fuga del genere! E’ stata epica! E voi siete cattivi, tenete il divertimento tutto per voi.” Replicò lei imbronciandosi.
“Oh, mia dolce sorellina… sei dalla mia parte! Ora impedisci a nostra madre di uccidermi! Vai!” James afferrò la ragazza spingendola verso la porta.
“Uhm, vediamo… prima promettete di non toccare più il deretano di una ragazza senza prima esservi assicurati che la cosa possa essere di suo gradimento?” Chiese lei.
“Promesso.” Risposero in coro i due ragazzi.
“Molto bene, parlerò con la mamma. Ma la Mc vi ha messo in punizione, fino alla fine di maggio, e vi ha tolto centocinquanta punti.” Riferì Star divertita.
“Centocinquanta!” Esclamarono i due assieme.
“Ma non è un po’ esagerato?” Fece Sirius.
“Centocinquanta a testa. E aspettate di sentire le ire di Remus.” Precisò la ragazza uscendo poi dal Covo con una risata tra l’incredulo e il divertito.
 
…………..
 
Il giovedì sette ci fu luna piena. Quella notte fu facile da affrontare per Remus che non osò obbiettare sulla presenza dei suoi amici, anzi… In più, con l’aiuto della Stanza speciale, o Covo di Hogwarts come lo chiamava Sirius, uscire era stato un gioco da ragazzi.
Così Piumadoro giocò ancora con Lunastorta per tutta la notte mentre James e Sirius, rassicurati dalla ragazza, rimasero nella Stanza con le Scintille ad esercitarsi nella Trasfigurazione.
 
…………
 
“Peter, dove sono James e Sirius?” Domandò Jordan entrando in piena notte nel dormitorio con il resto della squadra.
“Non lo so.” Replicò quello sbadigliando.
“Senti, dovevamo fare una riunione notturna ma loro non si trovano, se si cacciano di nuovo nei guai verranno espulsi e la mia squadra perfetta andrà in fumo quando manca così poco per vincere!” Si allarmò Jordan con uno sguardo inceneritore. Peter scattò in piedi. “Sono passati per di qua, credo. Ci deve essere una porta, qui da qualche parte, porta ad una stanza, così dicevano.” Riferì quello obbediente cercando la fessura. Dopo qualche minuti finalmente si aprì un passaggio.
“Tu credi che dovremmo seguirli?” Sussurrò Greg dubbioso.
“Credo che dobbiamo impedire loro di finire espulsi.” Decretò Jordan superando l’apertura seguito dalla squadra e anche da Peter; curioso di vedere cosa facessero i suoi compagni di stanza.
 
………………..
 
All’alba James e Sirius chiamarono Star e tornati nel parco di Hogwarts usarono il passaggio segreto offerto dalla Stanza Speciale per ritornare all’interno del castello ma una volta giunti lì nel pavimento di legno scintillavano in bella vista cinque lettere di metallo e subito accanto una bambolina di paglietta dall’aria inquietante.
“Corte.” Mormorò Star con una smorfia di dolore ma restando immobile davanti alle lettere. “E’ la Corte. Ci sta dicendo dove si trova, vuole essere trovato, i nostri compagni potrebbero essere ancora vivi.”
“Andiamo a chiamare qualche Auror.” Sospirò James.
“Quanti ne saranno scomparsi questa volta? E chi? Chi conosceva questo posto.” Rifletté Sirius.
I tre ragazzi si guardarono con aria grave e una luce determinata negli occhi.. “Peter.” Sussurrarono all’unisono.
 
 
*****
 
Alleluia!
*Cori angelici in sottofondo*
Ho concluso anche questo capitolo!
Gente vi chiedo immensamente scusa per la mia immensa lentezza… ma posso farcela!

Un ringraziamento speciale a:
Malandrina Acquisita che odia Star ma ama James e Lily :D
SiriusBlack394 che mi segue ovunque vada tra Efp e Wattpad
Delia_821 con le sue dolci recensioni

e Salentinamente che non ha ancora letto Harry Potter ma lo leggerà per me <3

 

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Capitolo 13
*** Quando spariscono Cinque Ragazzi ***


“Lasciateci soli.” Pretese Silente con gentilezza, Auror e professori uscirono in silenzio e il preside si ritrovò faccia a faccia con i due ragazzi e la ragazza, congiunse le dita sopra il tavolo e li osservò con i suoi occhi azzurri. Pareva potesse guardare loro dentro. “E’ piuttosto bizzarro, gli Auror sono ovunque e controllano ogni angolo della scuola ma voi ne trovate sempre uno nuovo in cui nascondervi, giusto? Di che si tratta questa volta?”
“C’è questa stanza, che compare solo quando uno ne ha necessità ed esprime un bisogno, al suo interno si trova tutto ciò che potrebbe essere utile a chi l’ha evocata. James cercava un Covo e un modo rapido di spostarsi ovunque così è comparsa con le sembianza di un salottino dalla mille porte che conducono ovunque ad Hogwarts, anche all’esterno del castello. Noi siamo usciti questa notte lasciando una porta nella nostra torre e a quanto pare Peter deve averci sentito e ha voluto seguirci, ma ne sono scomparsi altri quattro, temo e non sappiamo chi.” Raccontò Star con calma e lo sguardo fisso negli occhi di Silente.
“Perché altri quattro?” Chiese il preside con gentilezza.
“Perché chi sta portando via gli studenti vuole essere trovato. Con ‘E’ uno persona in meno. Poi c’è stata ‘LA’ e due persone scomparse e in più quel piccole e nero serpente in legno, e questa notte ‘CORTE’ e quella bambolina. Se ogni persona corrisponde ad una lettera devono esserne scomparse cinque, ma chi mai può essere stato con Peter? Di sicuro sono Grifondoro, probabilmente maschi, basterà l’appello e lo sapremo.” Rispose la ragazza. “Ma, professor Silente, lei sa chi è?”
“Non agisce mai due volte nello stesso luogo, quella stanza può rimanere un segreto ma vi prego di non usarla più per infrangere le regole, per favore, restate nei vostri dormitori, lasciate che se ne occupino gli Auror. Ora andate, domani sarà un triste giorno.” Cambiò argomento Albus.
“E perché?” Si lasciò sfuggire James anche se in cuor suo temeva la risposta.
“Perché quando spariscono cinque ragazzi in un colpo solo una scuola non può continuare per molto ad andare avanti.” Spiegò il preside con una certa gravità nella voce che quasi non gli apparteneva.
“Hogwarts non può chiudere, è la mia casa!” Esordì Sirius disperato. “E’ la nostra casa.”
“Finché ci saranno ancora genitori che permetteranno ai loro figli di rimanere qui e studiare non chiuderà.” Promise Silente. I tre ragazzi si sorrisero e uscirono alla svelta dall’ufficio tornando alla torre scortati dalla professoressa McGranitt.
 
……….
 
Il giorno dopo in tutte le Case si fece l’appello e in Grifondoro risultarono cinque ragazzi in meno. Questo triste annuncio arrivò svelto alle orecchie dei genitori e del ministero e già il mattino seguente ci fu un via vai di adulti, alcuni che riportavano a casa personalmente i propri figli e altri che, vestiti in toghe ufficiali, attendevano di essere ricevuti dal professor Silente. Gli studenti rimasti si potevano contare con l’aiuto di poche mani e nei corridoi si respirava aria di desolazione.
Mentre i Malandrini si apprestavano ad andare a lezione passarono accanto ad una stanza in disuso vicino all’atrio, la porta era solo accostata così con il cuore in gola le si avvicinarono per controllare. All’interno per fortuna vi erano solo due ragazzi che bisticciavano.
“Andiamo?” Suggerì Remus.
“Ma scherzi? La Evans e Mocciosus stanno litigando, non posso perdermelo!” Decretò James accostandosi ancora di più allo spazio tra le porta e lo stipite per sentire meglio.
“Questa è forse la tua ultima occasione di andartene, coglila!” Sibilò Severus.
“E perché, sentiamo?” Sbottò Lily.
“Perché è pericoloso e basta. Per tutti. Io parto oggi. Vieni con me, torniamo a casa. Potremmo studiare insieme al parco e rispettare comunque il programma così quando sarà tutto finito…”
“E se non finisse, Sev? O se la scuola chiudesse perché non c’è più nessuno? Ogni studente che se ne va mette Hogwarts sempre più vicina alla chiusura. Io resto. Ma se tu hai troppa paura di proteggere la tua casa vattene.”
“Io sto tornando a casa.” Concluse Severus girando sui tacchi. “Fai quello che vuoi, sacrifica pure la tua vita!” Urlò poi sbattendo la porta dietro di sé.
I Malandrini nascosti dietro ad una colonna sospirarono quando lo videro voltare l’angolo.
“Direi che ci sono ottime notizie.” Mormorò James incominciando a raccontare ai suoi amici ciò che aveva udito.
“Lily?” Star si affacciò con cautela alla stanza dove la rossa fissava fuori dalla finestra.
“Che vuoi?” Sbuffò questa irritata strofinandosi una guancia con la manica.
“Solo… è stato molto coraggioso, quello che hai detto, quello che vuoi fare. Vorrà dire che in dormitorio resteremo solo io te e Jane, non male, eh?” Tentò la mora.
Lily sospirò. “Si, esatto… ma hai origliato?!” Si agitò poi.
“Tecnicamente io no. Mio fratello si, e poi mi ha raccontato tutto.” Rispose Star, James e gli altri scelsero quel momento per entrare piano nell’aula.
“Potter!” Si irritò la rossa. “Sei disgustoso! Non si può avere nemmeno un po’ di privacy?”
“Ti ammiro.” Replicò semplicemente James.
“E perché? Anche voi siete qui.” Sbuffò Lily.
“Io qui ho i miei genitori, e conosco la maggior parte degli Auror. Se io o gli altri Malandrini fossimo nei guai loro ci salverebbero mettendoci come priorità.” Spiegò James.
“Come credi.” Sospirò la ragazza.
“Andiamo a lezione?” Chiese Remus con gentilezza.
Lily annuì e si incamminarono insieme arrivando in ritardo solo di un paio di minuti.
“Buon giorno!” Li salutò la professoressa McGranitt. “Stavo per fare l’appello, accomodatevi.”
 
………….
 
Qualche sera più tardi James e Star se ne stavano da soli in Sala Comune, tutti gli altri erano già saliti nei dormitori da un pezzo ma loro avevano deciso di rimanere svegli fino a tarda ora a guardare le vecchie foto.
“Sei un po’ triste quando vedi quelle con Dennis?” Chiese James all’improvviso.
“No… ed è per questo che mi sento triste, capisci? E’ che non provo quello che credevo avrei provato. Sono arrabbiata e infastidita ma sono tutti sentimenti che riguardano chi fa scomparire i ragazzi. Sono preoccupata. Ma più per Jordan e gli altri che per Dennis.” Star fissò lo sguardo negli occhi di suo fratello. “James, sono sbagliata?”
“No, ma forse ti sei lasciata trasportare dai sentimenti di quel ragazzo, forse lui non ti piaceva, ti stava simpatico come chiunque altro ma era la sua insistenza e tutto il resto a farti credere che lui potesse essere speciale. Credo sia normale, non sai ancora capire bene ciò che provi. E’ difficile, lo so, crescere senza qualcuno che ti dia un esempio dei vari sentimenti ma pensa a mamma e papà, a come si guardavano quel girono a natale, ricordi?” Cercò di spiegarle lui.
“Si, avevano una strana luce negli occhi, qualcosa di … caldo.”
“Esatto. Quello è il grande amore a cui devi aspirare. Ok? Non accettare niente che ti faccia sentire meno felice di così. Devi essere certa che per la persona che ami daresti la vita, devi avere il dubbio di chi salvare, me o lui? E sicuramente devi preferire la sua compagnia alla mia. Capisci?”
“Deve essere proprio grande questo amore, per superare quello fraterno.” Commentò Star.
“Non è detto che debba superarlo. Insomma, credo siano due cose diverse e basta.” Mugugnò James un po’ abbattuto.
Sua sorella rise e lo abbracciò. “Lo so, lo avevo capito questo, scherzavo…”
 
……………….
 
L’ombra  si mosse velocemente, come un serpente che striscia tra l’erba, completamente in simbiosi con la natura a lui circostante. Così fece anche lei, mimetizzandosi nell’ oscurità della notte a cui si sentiva così affine.  Sorrise quando si ritrovò di fronte al grande portone del palazzo di Hogwarts. Arretrò un po’, quel che bastava per una piccola rincorsa e poi saltò, e in un attimo era in cima alla torre. Si diede un po’ di tempo per assaporare quella visione, l’immensa vastità di quel luogo, lievemente illuminato dalla luna, che alta nel cielo assisteva inerme a quel massacro. Poi entrò.
 
……….
 
Star si svegliò di soprassalto. Qualcosa non andava; si guardò intorno nell’oscurità illuminata appena dal bagliore argenteo della luna e controllò le sue due compagne. Lily dormiva serena su un fianco, pareva che nonostante tutto almeno nei sogni potesse stare tranquilla, invece Jane dormiva a pancia in giù come al suo solito e il suo viso era contratto in una smorfia tristemente dolorosa. Doveva parlarle al più presto, le sarebbe piaciuto saperla aiutare come James, Sirius e anche Remus avevano aiutato lei.
Mancava un minuto alle undici, non era poi così tardi, aveva preso sonno da poco, come mai allora si era già svegliata? E in più così all’erta? Ecco, la lancetta si spostava. Erano le undici.
Il castello cominciò a tremare violentemente, ogni studente, professore o Auror si alzò di scatto cercando riparo dal terremoto. L’unici due che invece di cercare un punto dove stare al sicuro partirono di scatto in una corsa folle furono Sirius e James che raggiunsero il dormitorio di Star in pochi attimi.
“Idioti!” Urlò loro la ragazza da sotto il suo letto. I due la raggiunsero.
“Tutto bene?” Gridò James, in quel momento il castello smise di ondeggiare violentemente e presto tutto si fermò.
“Si.” Rispose Star alzandosi in piedi subito imitata da tutti nella stanza.
“Voi non potete stare qui.” Cominciò ad infuriarsi Lily.
“Ce ne andiamo subito. Controllavo solo mia sorella.” Replicò James pacato e gentile.
“Ero sveglia quando è successo, Jame. Una sensazione, una brutta sensazione, mi ha svegliato.” Raccontò la mora sovrappensiero.
“Non vorrai per caso dire che…” Cominciò Sirius sorpreso e preoccupato.
“Credo che abbia attaccato di nuovo.” Mormorò lei prima che il suo amico potesse concludere.
Senza dirsi niente i Malandrini corsero giù per le scale dove una folla si stava radunando in Sala Comune, afferrarono Remus e si precipitarono fuori dalla torre.
Gus li bloccò subito. “Ragazzi, non potete uscire in questo momento!”
“No, Gus, non capisci!” Gridò James.
“E’ già successo.” Spiegò Star stranamente calma.
L’Auror li guardò con preoccupazione e poi prese una decisione. “Avanti, scendiamo.”
Lo seguirono lungo i corridoi, evidentemente stava cercando di guidarli verso l’aula professori ma una volta che si furono avvicinati un poco notarono che tutti i professori e molti Auror erano già radunati fuori dalla stanza.
“Che succede?” Chiese Sirius.
“Non sono cose per te, Black.” Sbottò il professor Lumacorno alquanto preoccupato.
“E’ successo un’altra volta, vero?” Domandò conferma Remus.
“Come fate a saperlo?” Indagò la professoressa McGranitt uscendo in quel momento dalla sala professori insieme al professor Silente, lei reggeva una cartina che nella fioca luce delle torce era per lo più indecifrabile ma sicuramente rappresentava Parigi mentre nelle mani del preside luccicavano tre lettere, “DEI”.
 
 
…………
 
L’indomani ci fu un’incursione nel Ministero a Hogwarts, Silente non poté più scegliere gli Auror e non solo ma lo minacciarono intimandogli di abbandonare la scuola. Gli unici studenti che tenevano duro continuavano le lezioni che ormai si erano ridotte e tutta la giornata fu disturbata dagli indelicati investigatori scelti dal Ministro in persona, l’unica cosa che Silente riuscì ad ottenere fu di non vedere la scuola invasa dai Dissennatori.
Nel pomeriggio i Malandrini si chiusero nella biblioteca ormai deserta e cercarono qualcosa su Parigi e su qualche tipo di magia antica che si avvicinasse al voodoo.
“Oh, mio Cielo!” Mormorò Star sconvolta impallidendo dopo aver appena girato pagina di “Incantesimi Antichi – Secondo Volume”.
“Cosa c’è?” James le fu subito accanto spiando da sopra la spalla di lei notò un incantesimo molto antico in cui era d’obbligo l’utilizzo di una bambolina che a vedere dall’illustrazione accanto somigliava a quella che loro avevano ritrovato. Sospirò felice di avere almeno una pista e poi notò quello che aveva spaventato sua sorella; lungo il bordo sinistro della pagina in una scrittura antica molto bella ma in cui spesso diventava difficile distinguere bene le lettere anche se tra le parole vi era il giusto spazio, come se la mano che avesse  tracciato quelle parole fosse stata terribilmente in ritardo, c’era una scritta nera d’inchiostro, pareva un versetto, un piccolo spezzone di un racconto…
Gringoire: è una storia che ha per luogo
Parigi… nell’anno del Signore millequattrocentoottantadue
storia d’amore e di passione
e noi gli artisti senza nome
della scultura e della rima
la faremo rivivere
da oggi… all’avvenire…
 
“Che significa?” Chiese poi il ragazzo.
“Non lo so…” Rispose piano Star. “…ma mi sento male solo a guardare questa scritta.” La ragazza allontanò il libro di scatto. “Abbiamo un indizio.”
Sirius e Remus lessero a loro volta.
“Parigi, 1482.” Ripeté Remus.
“Potremmo cercare le più importanti dinastie magiche di Parigi nel 1482.” Suggerì Sirius.
“E perché credi che sia qualcuno che viene da una dinastia ad aver scritto quello?” Ribatté James.
“Era il 1482, tu credi che i non nobili sapessero scrivere o leggere, o avessero l’inchiostro per farlo?” Sbottò Sirius.
“Bene, Felpato, guidaci!” Decise Star.
Il ragazzo annuì con determinazione e un pizzico d’orgoglio.
Due ore dopo finalmente Remus incappò in quello che poteva essere il libro giusto. Sirius lo aprì sfogliandolo flebilmente. “Perfetto!” Esultò dopo qualche minuto alzando gli occhi sui suoi amici.
“Che dice?” Chiese immediatamente James.
“Dinastia Blakest.” Cominciò a riassumere Sirius scorrendo veloce la pagina con gli occhi. “Ha regnato fino all’anno 1536 finché non è crollata e un’altra ha preso il soppravvento, qui parla di fatti strani accaduti in quei giorni: sparizioni, terremoti, incendi e altre cose…”
“Più o meno quello che è successo qui.” Constatò Remus.
“Già, chi prende il potere?” Chiese Star pensierosa.
Prese, si dice prese.” La corresse Sirius, la ragazza lo fulminò con lo sguardo. “Comunque, un tipo di nome Agostine, ha creato l’esercito più potente mai esistito che ha sede nella Corte dei Miracoli.”
La Corte dei Miracoli?” Fece Remus sbalordito. “Da quanto ne so io di storia francese non esisteva una sola corte dei miracoli, ce ne erano molte ed erano chiamate così perché i vagabondi scomparivano nel nulla col calare della notte o qualcosa del genere.”
“Non credo che qui si parli della stessa Parigi che conosci, Remus. E’ qualcosa di molto più antico, come questi rapimenti, qualcosa che sta a sé, in un mondo diverso, vedi? Tutto questo è accaduto nel 1482, fosse la storia della vera Parigi tutta questa faccenda sarebbe passata alla storia, giusto?” Ipotizzò Star con una mano sul volto. James le circondò le spalle con un braccio.
“Comunque, si, hai ragione. Dovete sapere che come la storia magica di Londra è ben distante da quella Babbana così è anche in tutte le altre parti del mondo. Magari ci sono delle ripercussioni in uno o nell’altro mondo se i fatti che avvengono sono molto gravi ma di solito non ci si accorge quasi di nulla.” Chiarì Sirius con un sospiro.
“Cosa successe dopo?” Lo incitò Star.
“C’è stata una rivolta dell’esercito per liberarsi dal tiranno, Agostine, e poi a quanto c’è scritto Parigi è rimasta senza regnante in completa decadenza.”
“Tutto qui?” Fece James.
“Hem, si.” Sirius alzò le spalle.
“Sicuramente, c’è altro ma tu hai letto male, Remus prova a vedere tu.” Sbuffò James.
“Grazie, amico. Sono così felice di avere l’utilità di un…” Cominciò Sirius.
“Bradipo in decomposizione in piena estate.” Completò Star per lui.
“Deduco che se mi trattate così è perché mi amate.” Sbottò Sirius.
“In realtà…” Provò sarcastico James.
“Mi amate.” Lo interrupe Sirius. “Tutto qui.”
James e Star annuirono con accondiscendenza e poi tutti e quattro si misero a ridere.
 
……….
 
Quella notte nessuno dei Malandrini chiuse occhio, anche se durante la cena erano riusciti a distaccarsi dai cupi pensieri delle loro scoperte una volta nei loro letti ricominciarono a rimuginare su tutto ciò che avevano letto quel pomeriggio.
Poco prima delle undici Star si alzò di scatto dal letto e con un passo talmente leggero da far invidia ad un felino corse nel dormitorio maschile del terzo anno. “Ragazzi!” Esclamò abbastanza forte da svegliare i Malandrini. “E’ qui!”
James saltò giù dal letto sfoderando la bacchetta che teneva sotto il cuscino. “Qui dove? Chi?!” Gridò allarmato.
“Shhh!” Sbottò Star intimandogli il silenzio. “L’essere o la persona che rapisce gli studenti, è qui, lo sento.”
Remus guardò il suo orologio. “Sono le undici.” Proclamò.
Sirius si vestì in fretta subito imitato da James e Remus, i ragazzi prestarono degli abiti anche alla loro amica e presto scesero in velocità le scale del dormitorio indossando jeans e felpe scure con il cappuccio. Alcuni studenti si erano radunati davanti alle braci del camino, anche loro sentivano che qualcosa non andava. Lily corse incontro a Star.
“Che succede?” Chiese sconvolta, ma la mora abbassò lo sguardo con aria grave.
“Evans.” Cominciò James sorridendo. “Proteggi la scuola, fa in modo che non chiuda, qualunque cosa accada, sei la nostra unica speranza.”
“Cosa credete di fare voi?” Sbottò la rossa preoccupata.
“Andrà tutto bene, non faremo nulla di avventato.” Promise Remus ma Star lo vide incrociare le dita dietro al schiena.
“Ne siete sicuri?” Indagò ancora Lily scrutandoli uno ad uno.
“Ma certo!” James sorrise ancora di più. “Noi tutti vogliamo rivedere Hogwarts.” E detto quattro i quattro si dileguarono.
Uscirono dalla torre proprio quando l’Auror che faceva da guardia alla loro Sala Comune corse via in fretta come richiamato all’ordine per un emergenza.
“Lo sentite anche voi?” Domandò Remus annusando l’aria.
“Odore di bruciato.” Confermò Star con una strana scintilla negli occhi cobalto. “Qualcosa va a fuoco.”
Senza parlarsi i quattro si diressero correndo dalla stessa parte dell’Auror e poi seguirono l’odore di bruciato e il crepitio delle fiamme fino alla Sala Grande dove professori e Aurora stavano già collaborando per spegnere le fiamme divagate all’interno del loro bellissimo salone, il soffitto ero coperto da una nume di fumo nero e i loro tavoli, con le panche su cui si erano seduti così tante volte bruciavano in fretta, la loro amata Sala era irriconoscibile. Rimasero lì, senza ben sapere che fare, per qualche minuto, poi si riscossero e diedero una mano a domare l’incendio. Quando finalmente le fiamme si spensero Star fu la prima ad avanzare verso il centro della Sala ancora calda e fumante. Il professor Silente le tenne dietro e la osservò fermarsi davanti a delle lettere di metallo posizionate a terra accanto ad un ramo con delle foglie verde scuro e di forma ovale, bacche quasi nere e dei piccoli fiori a forma di calice viola scuro.
“Quello è un ramo di Belladonna, è una pianta con cui si può creare un potente veleno.” Constatò Silente.
“Miracoli.” Mormorò invece Star osservando le lettere. “E’ la Corte dei Miracoli.” La ragazza si voltò verso gli altri Malandrini e a passo spedito si avviò verso la Sala Comune di Grifondoro.
“Non sappiamo ancora se se il rapitore se n’è andato, lasciatevi accompagnare!” Esclamò la signora Potter.
“Mamma, è già molto lontano, e mancano otto persone, forse non solo studenti. Domani mattina si vedrà.” Dichiarò Star uscendo svelta dalla Sala Grande seguita dai suoi amici.
“Professor Silente, è sicuro lasciarli andare così?” Chiese sottovoce la professoressa McGranitt al preside il quale sospirò affranto. “Nulla è più sicuro ormai, Minerva, lasciamoli fare le loro scelte.”
 
…………
 
Star guidò i Malandrini fino al loro Covo.
“Vuoi uscire dalla scuola?” Le chiese Remus con apprensione.
“Voglio andare a Parigi, quella pianta è velenosa, c’è un serpente nero che somiglia moltissimo a quella miniatura di legno ed è il Mamba Nero, pure quello è velenoso a livello mortale. Poi la piantina di Parigi, tutti quegli indizi. E’ come se ci sfidasse, come se dicesse: sono una persona pericolosa ma so che mi verrete a cercare lo stesso, vi aspetto.” Rimuginò la ragazza camminando avanti e indietro in quella stanza. “Potete non venire.” Aggiunse poi estraendo il ciondolo con il sassolino dai suoi abiti. “Preferirei che non veniste, se avete ancora questo saprete se sto bene e io potrò avervi con voi.”
“Ma tu ci avrai con noi.” Ribatté James.
“Noi veniamo con te.” Dichiarò Sirius.
Remus annuì energicamente posandole una mano sulla spalla. Star sorrise commossa. “Ci avrei giurato.”
“Ora, come facciamo ad arrivare a Parigi?” Chiese James.
Sua sorella sospirò. “Semplice, sfruttiamo un bel po’ di magia.” Una porta apparve a loro e la attraversarono senza indugi ritrovandosi all’esterno del castello, corsero fino ai cancelli e con un semplice schiocco di dita Star li aprì spezzando ogni incantesimo di allarme, uscirono dalla proprietà della scuola e camminarono ancora fino ad arrivare il più vicino possibile ad Hogsmeade. Lì i Malandrini si misero in cerchio stringendosi le mani. Star chiuse gli occhi e respirò a fondo, una strana sensazione avvolse i quattro, non erano più al Villaggio Magico.
 
 
*****
So che rispetto ai miei standard è un capitolo piuttosto corto, ma ammettetelo, è piuttosto intenso. Eh? Eh? *Tira gomitate a lettori invisibili accanto a lei*
Ok, sappiate che ho già iniziato il prossimo capitolo, ma sta tutto su quante volte io e Bellador potremo vederci ora :D
Ciao ciao

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Capitolo 14
*** L'immobilità di Parigi ***


I quattro ragazzi comparvero in un vicolo buio e puzzolente.
“Ce l’abbiamo fatta?” Chiese Remus guardandosi intorno.
“Credo di si, sono stato a Parigi una volta, e questo è il tipico puzzo dei vicoli di questa città.” Rispose Sirius sollevando l’orlo del mantello da terra.
“Hei, Star!” Esclamò James sostenendo sua sorella che gli si accasciò tra le braccia.
“No, sto bene, giuro…” Mormorò lei.
“Staremo fermi finché non ti riprenderai.” Decretò James.
“Non possiamo!” S’impuntò Star.
“Dai, la porteremo in spalla a turno, andiamo.” Suggerì Sirius. “Se Mademoiselle ce lo permette.” Aggiunse poi scrutando Star che annuì leggermente imbronciata.
“Salta, su.” Sbottò James. Poi si incamminarono verso la strada principale e da lì scesero lungo un viale pieno di persone tutte agghindate a festa, strette in abiti vistosi, e con molto profumo addosso.
“I parigini puzzano, io pensavo fossero carini da morire, Mary diceva che erano carini!” Si lamentò piano la ragazza sprofondando il viso sulla schiena di suo fratello.
“Chi sei tu? Che ne hai fatto della vecchia Star?!” Scherzò Sirius.
“Ragazzi siamo in missione, insomma, sono passati solo venti minuti o poco più e siamo in un Paese sconosciuto, con Star senza energie, senza sapere che fare o cosa cercare.” Ricapitolò Remus con gravità ma senza riuscire a nascondere un piccolo sorriso.
“Io so che fare.” Annunciò Star. “Andiamo lì.” La sua mano si sollevò fino ad indicare una grande costruzione di metallo completamente illuminata che si stagliava dritta di fronte a loro.
“Sulla Torre Eiffel? Ma sei matta?! Non siamo qui in vacanza!” La riprese Sirius.
“Lo so, ma da lì potremmo vedere praticamente tutta la città, ed è il posto migliore da dove cercare.” Rispose lei calma.
“Sembra una buona idea.” Disse semplicemente Remus e questo bastò a tutti. Camminarono in silenzio e finalmente giunsero ai piedi della torre, ma nessuno dei quattro piedi di esse era aperto. Fecero due volte il giro cercando qualcuno a cui chiedere informazioni finché Star non balzò giù dalle spalle di suo fratello e non afferrò tutti i suoi amici spazientita assicurandosi di essere in contatto fisico con tutti. I quattro sparirono per ritrovarsi in cima alla torre.
“Sei pazza!” Sbraitò James. “Non ti eri ancora ripresa del tutto e…”
“Taci, ti pare che sto crollando a terra? No! La mia magia è più forte qui, e come se tutta Parigi emanasse magia antica. Si sta bene qui sopra, credo che per quanto i Parigini possano trattare male questa città e tutti i turisti che vi arrivano le persone continueranno a venire qui anche solo per stare qui, su questa torre, e respirare quest’aria magica.” La ragazza prese un gran respiro avvicinandosi alle recinzioni che limitavano la terrazza.
“Sarà, io sento solo puzza di inquinamento e sudiciume.” Borbottò Sirius.
“No, ha ragione lei. Sentite? E’ proprio l’atmosfera, è magico, magico sul serio.” Mormorò Remus.
Stettero per alcuni secondi in silenzio a bearsi di tutto ciò che li circondava mentre Star osservava seria ogni singolo angolo della città. Ripresero a camminare senza parlarsi finché non si trovarono a pochi passi da una chiesa.
“E’ una bellissima chiesa.” Mormorò Remus.
“Saint Merri…” Sussurrò Star. “Si chiama Saint Merri.”
Un tintinnio interruppe quell’attimo di religioso silenzio, i ragazzi si voltarono trovandosi di fronte ad un uomo che indossava dei pantaloni neri e una felpa elegante con il collo alto e quattro bottoni in riga diagonale parallela alla linea naturale della spalla, il suo volto allungato e dagli zigomi squadrati incuteva un certo timore, i capelli biondissimi e corti erano ordinati sulla testa e la sua mascella leggermente sporgente dava un taglio quasi militare al suo viso.
“Ops.” Fece lui atono, poi si portò piano il dito alle labbra intimando ai ragazzi di tacere, si voltò con tutta l’intenzione di andare via. La luce dei candelabri baluginò sul petto dell’uomo e Star poté vedere un piccolo serpentello d’argento appeso al suo collo con una sottile catenina.
“Fermati!” Gridò la ragazza all’improvviso e la sua voce rimbombò nella chiesa vuota.
Lo straniero si voltò e con un gesto teatrale della mano che riportava ad epoche antiche li invitò a parlare.
“Tu, chi sei? Hai qualcosa a che fare con le sparizioni di Hogwarts? Dove sono i nostri compagni?” Sputò fuori Star tutto d’un fiato.
“Star!” La riprese Remus sottovoce pallido e teso.
Fu come vedere un castello di carte cadere a terra, carte fatte di sabbia blu, l’uomo scomparve in pochi secondi. Un rumore alle spalle dei Malandrini li fece voltare e i quattro se lo ritrovarono di fronte. Lo sconosciuto se ne stava dietro l’altare e poi poggiò le mani al muro; una porta senza maniglie di legno scuro, quasi nero, comparve all’istante, lui afferrò l’aria a poca distanza da quella superficie e come se stesse tirando una maniglia invisibile aprì la porta scendendo le scale che si trovavano dietro di essa.
James e Sirius si scambiarono uno sguardo sospetto ma prima che potessero parlarsi Star li superò velocemente seguendo l’uomo lungo le scale, così i suoi tre amici dovettero affrettarsi per starle dietro. Dopo pochi metri in discesa però l’ambiente si fece talmente buio da non riuscire a distinguere le loro stesse mani ma i passi della ragazza non si fermarono e James afferrando un lembo del mantello di Sirius che afferrò quello di Remus continuò a rincorrerla. Ancora più giù, finché non si trovarono in un corridoio ben illuminato da delle fiaccole.  Sirius si avvicinò ad una di esse pensando di poterla togliere dal suo sostegno ma sotto di essa brillò una targhetta. “Ragazzi…” Sussurrò lui attirando l’attenzione, tutti gli si radunarono attorno per leggere.
Il sangue col vino noi lo mescoliamo, tu sei dentro la Corte dei Miracoli.
“Suona bene.” Mugugnò Remus.
Star seguì l’andamento del corridoio con una mano posata sul muro finché non giunse sotto un’altra torcia e lesse ancora: “Noi siamo gli stranieri, i clandestini, noi siamo gli sconfitti e se perdiamo, perdiamo niente.”
Il viso della ragazza si scurì e James le prese la mano spronandola a continuare. Proseguirono ancora finché non cominciarono a sentire uno strano vociare. “Ci sono altre persone qui?” Domandò Sirius sorpreso.
Nel bel mezzo del corridoio trovarono un arco di pietra attraversato orizzontalmente  da una tavola di legno posizionata quasi a metà altezza, su vi era inciso qualcosa.
Oh Notre Dame, e noi ti domandiamo asilo.”  Lesse piano Star.
Un’antica cancellata giaceva a terra come scardinata con violenza molti anni prima, oltre l’arco solo il buio come se ci fosse un velo di oscurità.
Star si voltò a guardare i suoi amici, i Malandrini, la sua famiglia, tutti lì con lei, per lei. Dove li avrebbe condotti? James parve leggerle questo pensiero negli occhi perché fece un passo avanti affiancandola.
“Hai paura del buio ora?” Le sussurrò.
La ragazza prese un respiro profondo e cominciò ad avanzare stringendo la mano a suo fratello che prese la spalla di Sirius che afferrò per il braccio Remus. Nell’esatto momento in cui sui loro occhi calò l’oscurità i Malandrini sentirono un dolore forte intenso ed improvviso, come mille schegge di vetro conficcate in tutto il corpo. “Ahi!” gridarono sorpresi ma si strinsero più vicini sfiorandosi a vicenda e tendendo le mani libere davanti a loro, bastarono pochi passi per riuscire a vedere di nuovo e lo spettacolo che si presentò loro era inquietante tanto quanto stupefacente; la stanza era enorme e dava l’impressione di essere infinita, la piccola porzione che i loro occhi riuscivano a seguire pareva circolare e ricordava come stile architettonico il pantheon romano, almeno fu quello che pensò Remus, l’unico che lo aveva visto, perché gli altri non avrebbero mai saputo come descriverlo. Anche il soffitto era identico a quello del pantheon con il foro rotondo al centro della cupola da qui entrava la luce del giorno.
“Ma fuori… furi era… era notte…” Balbettò Remus osservando in alto ma nessuno dei suoi compagni di avventura rispose e quando abbassò lo sguardo capì subito il perché; c’erano delle persone, vestite tutte come il soggetto che avevano incontrato nella chiesa. Ognuna di loro si muoveva in modo strano, tremando, spostandosi come se avessero memorizzato un percorso geometrico e lo stessero ripetendo da anni, solcando il pavimento passo dopo passo. Remus si chiese come aveva fatto a non notarli subito anche perché, si accorse, tutti bisbigliavano qualcosa, una specie di nenia infinita che loro non riuscivano a comprendere. La paura lo pervase e cominciò a respirare ansiosamente nel tentativo di calmarsi. Osservò James, il quale aveva la bocca semiaperta per lo stupore e qualcosa dipinto sul volto simile al disgusto che le persone ricche e crudeli provano per i mendicanti. Sirius era inespressivo al punto da incutere timore, la schiena dritta e un’aria quasi regale. Infine Star passava lo sguardo su ogni dettaglio con una tale concentrazione che Remus poteva seguirlo alla perfezione, dall’architettura, alle persone, la luce, il colore sulle pareti, le mani tremanti di un uomo. I suoi occhi studiavano attentamente ogni minuzia spostandosi da una cosa all’altra con distacco scientifico.
Un improvviso movimento, colto con la coda dell’occhio, fece voltare Remus di nuovo verso James che si stava spostando trascinando il suo mantello fuori dalla portata della mano tesa di un uomo. Star, al contrario, si girò verso Sirius e in quel momento un altro uomo con uno scatto repentino gli afferrò il braccio, il ragazzo non si scompose minimamente osservandolo con una certa curiosità. L’uomo aprì la bocca e parlò: “Io che mi ribellai, rivoltai, rifiutai, mondo che mi umiliò, mi piegò, mi spezzò, condannò.” La sua voce non era la singola voce di un uomo ma pareva si dividesse in eco, come se invece d’uno stessero parlando in tanti, un intero coro di voci al servizio di un solo paio di labbra.
Star strappò via il braccio di Sirius dalla presa di quell’individuo e questo gesto fece riacquistare a tutti la capacità di reagire, corsero indietro verso l’uscita ma non trovarono nessun arco, così corsero nella direzione opposta i passi che rimbombavano in quel luogo enorme scandendo il ritmo delle voci degli uomini. Quattro nuovi soggetti spuntarono dal nulla, erano diversi dalle persone che ripetevano in coro la stessa frase e non solo perché non parlavano ma anche perché erano forti e i Malandrini se ne accorsero quando furono trascinati via da loro su per una grande ed elegante scalinata che conduceva ad un balcone e per quanto si dimenassero non riuscivano a liberarsi ne a contrastarli anche se James, nel panico completo, era convinto che sua sorella ci stesse provando sul serio, Sirius si accorse che la ragazza si lasciava trasportare remissivamente. Giunti alla terrazza come se provenissero dall’esterno entrarono poi in un edificio attraversando una porta di vetro. Al centro della stanza spiccava un tavolo circolare di legno attorno al quale erano sedute cinque persone vestite come tutti gli altri completamente di nero, quattro uomini e una donna, i ragazzi riconobbero l’uomo biondo della chiesa. Un altro uomo, con indosso una camicia bianca, era in piedi dietro all’unica donna e quando i ragazzi entrarono stava dicendo: “E’ un suicidio. Li attaccheranno e noi resteremo a guardare.”
“Ma come…?!” Esclamò un uomo bloccandosi a metà frase notando che gli occhi della donna non erano più puntati su di lui. I sei attorno al tavolo prestarono tutti attenzione ai Malandrini, i quattro uomini che li avevano condotti fino a lì li lasciarono e se ne andarono tanto i ragazzi avevano smesso di lottare e rispondevano agli sguardi.
“Chi sei?” Chiese Star fissando lo sguardo  su l’unica persona vestita in modo diverso.
La donna scoppiò a ridere e la ragazza rivolse a lei la sua attenzione. “O… chi sei tu… o uno a caso, chiunque, insomma che avete in questo posto? Vi tagliano le lingue?”
“Credo che una mente sviluppata definirebbe il nostro comportamento morboso con il termine ‘terrorismo psicologico’.” Commentò calmo il biondo portandosi il bicchiere alle labbra senza però bere nulla, riappoggiandolo quasi immediatamente sul tavolo.
Star schioccò le labbra insoddisfatta per quattro volte passando gli occhi su tutti i presenti. L’uomo con la camicia bianca mosse la mano invitando gli altri uomini a lasciarli soli. Prima di andarsene il biondo si sporse verso la donna baciandola sulla guancia “Non impazzire.” le ordinò. “Neanche tu, ragazzino venuto dall’Est.” Rispose quella, il biondo se ne uscì con una piccola risata e nella stanza rimasero l’uomo con la camicia bianca, la donna e i quattro ragazzi.
 


****
Sembra il titolo di una favola inquietante “L’uomo con la camicia bianca, la donna e i quattro ragazzi.”
Ma mò, mò inizia la medda.
 
Piumadoro e Bellador 

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Capitolo 15
*** L'uomo con la camicia bianca ha un Nome ***


“Possiamo conoscere i vostri nomi?” Domandò Sirius con cortesia quasi si trovasse a bere un thè con un’allegra compagnia.
“Ci sono domande ben più importanti a cui volete risposta, non è vero, Piumadoro?” Chiese la donna con voce bassa e leggermente roca.
Star spalancò gli occhi, James fece un passo avanti come per proteggerla mentre Sirius e Remus passavano lo sguardo dalla donna alla loro amica sbalorditi, ma la ragazza si riprese in fretta e un angolo della sua bocca salì in alto imitando il ghigno strafottente di Sirius. “Tu mi conosci?” fece allora.
“Non è la domanda giusta.” Replicò la donna, spostandosi una ciocca dei suoi capelli lunghi, ricci di un marrone così scuro da apparire nero.
Star sospirò spazientita. “Io sono venuta qui per sapere chi sta dietro i rapimenti. Siete stati voi? Chi sei tu?”
La donna si alzò in piedi lentamente come se avesse tutto il tempo del mondo. “Tu sei venuta qui per sapere chi sei tu.”
“Lei sa chi è! E’ mia sorella, ok? E questo le basta, la sua storia, la sua identità è incominciata il giorno in cui ha trovato noi, ce lo ha detto.” Saltò su James con coraggio.
“Jame…” Mormorò la ragazza posandogli una mano sul petto per farlo indietreggiare, suo fratello la fissò stupito.
 “Quindi deduco, che tu sia quello coraggioso ma stupido…” Commentò la donna dopo aver sollevato un diario nero dal tavolo e aver percorso la pagina con un dito fermandosi in un punto apparentemente ben preciso. “…con un alta stima di sé, sopravvalutate doti di giocatore di Quidditch… devo continuare?”
James strinse i pugni conficcandosi le dita nei palmi.
“Ti prego di non parlare così della mia famiglia.” Sbottò Sirius glaciale.
“Oh, ma sentilo il principino. Non ho alcun motivo per insultarti, il tuo cognome è già una condanna vivente.”
“Me ne sbatto di me, ma non puoi parlare così a loro e sperare di passarla liscia…” Cominciò ad infuriarsi il ragazzo dagli occhi grigi.
“Felpato.” Lo richiamò Remus utilizzando il suo soprannome per chissà quale teoria nella sua testa.
Gli occhi della donna passarono da Sirius a Remus con decisione, eppure il suo sguardo cambiò, i ragazzi se ne accorsero, la malizia era scomparsa e al suo posto c’era qualcosa di molto simile alla compassione. Era possibile? “Tu, tu sei decisamente il mio preferito.”
Remus deglutì sostenendo però quegli occhi marroni terribilmente scuri, quasi neri.
“Hai, finito?” Attaccò Sirius.
“Si, bene. Ti presento la mia famiglia, oh, vedo che la conosci già… quindi passiamo oltre… tu sai chi siamo, noi non sappiamo chi siete, mi pare abbastanza svantaggioso anche il fatto che voi sapete dove siamo, quindi ora potremmo avere qualche risposta?” Domandò Star in un tono indecifrabile tra la gentilezza e il più spudorato sarcasmo.
“Tu vieni qui, nella mia città, nel mio palazzo, nella mia vita e pretendi risposte? Tu, che ci accusi e ci giudichi?” Il tono della donna era cambiato ma, se per il suo sguardo avevano avuto dubbi di un animo che poteva provare calore, questa volte non ne avevano.
“Bene, perfetto … allora combattiamo, sono pronta!” Si fece avanti Star ignorando le mani dei suoi amici che cercavano di trattenerla.
La donna rise ancora. “No.”
La ragazza indicò il tavolo tra loro con un dito e poi con un gesto rapido della mano lo fece volare di lato. “Ops, il tavolo è ‘accidentalmente’ volato via.” Commentò poi usando le dita per virgolettare la parola “accidentalmente”.
“Peccato, era mogano.” * Replicò l’uomo facendo spallucce.
“Ed era pure un regalo di tua madre.” * Disse invece la donna.
“Piuma, lascia stare…” Cercò di dissuaderla Remus.
“Io li ammazzo!” Gridò invece Sirius.
“Non sei d’aiuto!” Sbraitò Remus esasperato.
“Qui non ci serve un aiuto, ma molte armi.” Borbottò James.
La donna sbuffò scocciata facendo dei passi verso la ragazza ma l’uomo le prese il polso tentando di fermarla.
“Andros.” Lo chiamò lei in tono neutro.
“HA!” Esclamò James soddisfatto puntando il dito contro l’uomo. “Andros!”
La donna si voltò verso Andros, “Ricordarmi perché non gli ho ancora spezzato il collo.” gli chiese. I due si guardarono per un secondo tornando seri finché lui non le lasciò il polso.
“Complimenti, Ram, ora hai peggiorato le cose.” Sbuffò Star.
“Hei, sei tu che hai iniziato a lanciare tavoli di mogano!” Ribatté il ragazzo.
“Fatemi il favore di stare indietro, ok?” Sospirò la ragazza.
James e Sirius indietreggiarono incerti osservandola attentamente.
“Fai attenzione.” Le consigliò Remus.
“Ok, forza, se non vuoi darmi risposte me le prenderò.” Gridò Star voltandosi verso la sua avversaria, sfoderò il pugnale dal fodero che le teneva raccolti i capelli e si fiondò sulla donna con movimenti talmente rapidi da essere quasi impercettibili eppure lei non si mosse e la ragazza poté affondare la lama a lato del collo della donna. Star si ritrasse subito con un balzo e rimase in attesa di vedere l’effetto del suo colpo ma soprattutto di scoprire il motivo della sua immobilità.
La ferita cominciò a rimarginarsi mentre il sangue ancora gocciolava dal pugnale della ragazza.
“Oh, ti prego!” Sbottò la giovane atterrita. “Non dirmi che siamo parenti!”
“No.” Rispose la donna.
“Appurato ciò, rimetteresti a posto il tavolo? Sai, ha cinquecento anni, un valore affettivo, cose così.” Richiese Andros con ironia.
“Facciamo del sarcasmo ora?” Sirius lo incenerì con lo sguardo.
“Taci.” Gli intimò Star voltandosi poi verso Andros. “Dovresti ringraziarmi, quel tavolo… è fuori moda.” Infine spostò la sua attenzione di nuovo sulla donna. “Cosa sei? Com’è possibile?”
“Mai sentito parlare… di vampiri?” Rispose Andros al posto suo. “Sai, quelli immortali, sempre giovani, invincibili, indistruttibili e via dicendo.” Accentuando il tutto con un gesto della mano.
Star rimase a fissare gli sconosciuti con aria interrogativa e quasi non si accorse che James le si era avvicinato finché lui non le tirò leggermente una manica. “Solo perché tu lo sappia…” Cominciò il ragazzo. “…siamo nella merda.”
“Che linguaggio, Ram.” Si finse sconvolta lei senza staccare gli occhi dai nemici. “Hai detto che sono venuta qui per sapere chi sono, quindi, vuoi dirmelo tu, chi sono?” Chiese poi alla donna.
“No.”
“Perché?” Insistette la ragazza.
“Perché, Gioia, io non ho la risposta.” Replicò lei.
“Cos’è Gioia?!” Chiese James sorpreso fissano sua sorella che cercava di assimilare quell’informazione.
“E’ un nome italiano.” Rispose Sirius.
“E’ il mio nome. Chi me lo ha dato?” Domandò ancora Star.
“John White.” Le rivelò Andros. “Tuo padre.”
“Lo conoscete?! Dov’è? Che fine ha fatto? Perché non mi ha cercata?” Si infervorò la ragazza.
“Si. In cimitero. E’ morto. Da quattordici anni.” Spiegò brevemente la donna.
Gli occhi cobalto di Star persero parte della loro luce in un colpo solo, se non ci fosse stato James al suo fianco a stringerle la mano forse sarebbe crollata a  terra. Ma James c’era, e lei alzò lo sguardo.
“Parlami di lui.” La voce della ragazza era ferma e decisa.
“Nel tuo baule a Hogwarts c’è la risposta che cerchi.” La informò Andros.
La porta alle spalle dei ragazzi si aprì e una bambina piccola con i capelli ricci, castano scuro, e gli occhi azzurri corse verso la donna chiamandola “Bell!” e saltandole in braccio.
“Belladonna.” Mormorò Star.
La donna prese in braccio la bambina la quale iniziò ad arrotolare tra le dita i capelli dell’adulta. “Credo che tu abbia avuto tutte le risposte che cercavi.” Disse Belladonna. “Ora puoi andare.”
“Perché hai rapito i nostri compagni?” Chiese James d’impulso.
“Ramoso, per favore.” Lo zittì Star tornando poi ad osservare Belladonna. “Perché hai rapito i nostri compagni?” Domandò decisa.
“Non è ovvio?” Replicò quella. “Per portare te qui.”
Andros mosse una mano verso di loro come per invitarli ad andarsene.
Star girò sui tacchi e camminò decisa a ritroso lungo la strada da cui erano arrivati seguita dai suoi amici.
“Ce ne andiamo così? Senza liberare gli altri?” Si preoccupò Remus.
“Ho la sensazione che siano già al sicuro…” Sussurrò Star sovrappensiero.
“E se così non fosse?” Insistette James.
“Torneremo qui e prenderemo qualche vampiro a calci in culo.” Borbottò la ragazza.
“Delicata come sempre.” Scherzò James ma persino il suo sorriso caldo si spense in fretta in quel luogo che odorava di stantio.
Per il resto della strada corsero senza pensarci, tanto veloci che non fecero quasi caso alle persone cantilenanti nell’immenso sala con il buco sul soffitto a cupola e in men che non si dica sbucarono di nuovo nella chiesa, dietro l’altare.
Uscirono subito da lì e si allontanarono il più possibile a passo svelto, si fermarono solo nei pressi delle torre Eiffel completamente illuminata, e per quanto malsana fosse l’aria presero un gran respiro. L’alba cominciava a farsi sentire e la città dava i primi segni di vita.
“Guardatela…” Sussurrò Star incantata dalle luci di quella costruzione. “…un giorno ci saliremo solo per divertimento, vero?”
James la abbracciò. “E’ bello che tu non perda mai la meraviglia, sorellina.”
“Torniamo a casa?” Chiese Sirius fissando i due fratelli e provando uno strano senso di calma e calore lungo tutto il corpo.
Star annuì porgendo le mani ai Malandrini. In un attimo tornarono ad Hogsmeade e il cielo ancora pieno di stelle li accompagnò nella loro camminata verso il castello.
Una volta entrati nell’atrio si accorsero di un certo vociare proveniente dalla Sala Grande. Entrarono incuriositi e si sorpresero di vedere tutti gli studenti e i professori lì riuniti. Quando la scuola si accorse di loro li acclamarono come eroi, gli Auror fecero loro i complimenti e li informarono che i loro compagni scomparsi erano tornati, volevano tutti conoscere la storia del loro salvataggio ma Silente decise che era ora per tutti di dormire anche perché sapeva che quella era una storia che doveva essere narrata sottovoce in un luogo sicuro.
 
 
…………
 
“Cosa è successo?” Chiese il preside unendo le lunghe dita sopra la scrivania del suo studio.
“Belladonna.” Rispose Star.
“Lo immaginavo, sapevo che poteva essere lei ma speravo di sbagliarmi, o forse speravo il contrario. Quindi voleva solo valutarti…” Sospirò Silente.
La ragazza lanciò uno sguardo interrogativo ai suoi amici e ai suoi genitori e poi tornò a fissare il preside. “Valutarmi?”
“Per capire se puoi essere una degna avversaria.” Rispose paziente Silente. “E’ così che lei ragiona.”
“Ci era arrivato, vero, quando è comparso il ramo di Belladonna.” Lo interrogò la professoressa McGranitt stringendo le labbra. “Per questo li ha lasciati andare.”
“Presupponevo.” La corresse Albus. “Infondo gli indizi conducevano tutti a lei ma non si sarebbe mai fatta trovare da nessun altro e nemmeno avrebbe smesso di rapire ragazzi finché la signorina Potter non si fosse scomodata.”
“Mi ha detto che il mio vero nome è Gioia.” Mormorò Star osservandosi le scarpe. “E che mio padre è morto, è vero?”
“Se c’è qualcuno che può conoscere la tua storia è lei, sei più vicina a scoprire chi sei che mai prima d’ora.” Le rispose l’uomo.
“Capisco… quindi dovrei fidarmi di ciò che mi dice sul mio passato.” Constatò la ragazza.
Silente la squadrò con i suoi occhi azzurri. “Temo di si.” Poi si voltò verso i signori Potter. “Mi affido a voi per radunare gli altri… sapete dove, ci sono novità importanti. Buona notte.”
I Malandrini si alzarono in piedi ed uscirono dall’ufficio seguiti dai genitori di James e Star.
Susan abbracciò entrambi con calore. “State bene, si?”
“Certo.” Le assicurò Star con un caldo sorriso.
“Se vuoi possiamo cambiarti il nome…” Le propose il signor Potter.
“Non voglio cambiarlo… per voi sono Star…” Rifletté la giovane.
“Lo aggiungeranno come secondo nome. Meglio?” Suggerì James, sua sorella annuì felice.
“Bene, noi dobbiamo andare. Prendetevi cura di voi a vicenda.” Si raccomandò la signora Potter.
“Certo mamma.” Rispose Star.
Henry strinse sua figlia tra le braccia. “Sogni d’oro, Star Gioia Potter.” Le augurò a bassa voce così che solo lei potesse sentire.
“Andiamo a letto, sono a pezzi.” Consigliò Remus.
“Sirius, sei silenzioso.” Notò James mentre camminavano verso il loro dormitorio.
“Sto pensando.” Rispose il ragazzo.
“Sai pensare?!” Si stupirono tutti in coro.
“Ha, ha.” Fece l’interessato sarcastico. “Ma quanto siete simpatici.”
“Niente di grave, vero?” Domandò Remus.
“No, no.” Li tranquillizzò Sirius.
Entrarono nella Torre e i loro compagni li assalirono e per quanto l’idea di poter far colpo raccontando a tutti l’ultima avventura fosse sublime, James e Sirius dovettero rinunciarvi, erano terribilmente stanchi come anche Remus e Star e iniziavano a rendersene conto solo in quel momento.
Riuscirono a liberarsi di tutti solo quando il sole era già completamente sorto e arrancarono verso i loro rispettivi dormitori, felici di potersi godere un giorno di sonno donato da Silente a tutti gli studenti.
 
………
 
Il giorno seguente i Malandrini si svegliarono molto tardi e nonostante questo non trovarono un attimo di pace, tutti volevano ringraziarli e saperne di più di questa donna/vampira/rapitrice.
“E’ una stronza. Ecco tutto!” Sbraitò Star contro l’ennesimo gruppo di ragazzi venuti a conoscere qualche dettaglio succulento, quelli fuggirono via alla svelta.
“Il suo linguaggio non è migliorato Madame.” Al si avvicinò a loro in un angolo della Sala Comune seguito da Fill.
“La cosa non ti riguarda.” Sbottò la ragazza sorridendo.
“Oggi è martedì, giusto?” Chiese James perplesso fissando l’agenda di Remus.
“Martedì ventisei marzo, esatto.” Confermò Fill mentre i suoi occhi scuri controllavano Star come per assicurarsi che non avesse segni di percussioni o altro.
“Quindi abbiamo meno di una settimana per ideare il miglior primo aprile del mondo!” Commentò il ragazzo con gli occhiali.
“Esatto!” Esclamò Sirius. “Voi ci state?” Domandò ai due ragazzini che accettarono entusiasti.
Remus approfittò di quel momento di allegro chiacchiericcio per sporgersi vero la sua amica. “Nel tuo baule… le risposte… ricordi? Hai guardato?”
Star sospirò. “No, voglio prendermi un giorno di pausa.”
Il ragazzo sorrise. “E fai bene!”
“Ah, Star, ci stavamo quasi per dimenticare che qui fuori ci sono un paio di ragazzi carini che chiedono di te.” Le comunicò Al.
“Ah.” Fece lei ancora immersa nei suoi pensieri.
Suo fratello la fissò. “Allora ti muovi?!” Le intimò facendola sobbalzare.
“Si, si, va bene! Che fretta!” La ragazza si alzò e uscì dalla Sala Comune, appena fuori Patrick la bloccò.
“Hei, come va?” La salutò.
“Oh, benone.” Rise lei.
“Bene, perché, si, insomma… ho sentito di quello che hai fatto e wow… che coraggio, comunque Thomas voleva ringraziarti di persona.” Balbettò quello spostandosi in fretta per mettersi il più in disparte possibile lasciando così spazio libero al suo amico.
“Hei, ciao.” Thomas con i suoi capelli color grano e gli occhi color miele le sorrise con calore e poi la strinse a sé in un breve abbraccio. “Grazie per avermi salvato.”
Star sorrise nervosa cercando di rilassare i muscoli che per riflesso aveva irrigidito. “Ma figurati! Nulla di che…”
“Nulla di che? Ti sei Smaterializzata a Parigi con altre tre persone e sei riuscita a ferire mortalmente un vampiro super potente e ci avete liberati e siete tornati indietro! Wow!” Elencò lui.
“Sembra più grandioso di quello che è stato veramente.” Bofonchiò la ragazza.
“Tuo fratello mi ha raccontato che hai sfidato quei vampiri senza un briciolo di paura, hai rovesciato il loro preziosissimo tavolo!” Continuò Thomas.
“Sul serio… non è stato così magnifico…” Provò a spiegare lei ma si arrese subito vedendo che il ragazzo stava per ripartire in quarta. “Comunque sono lieta che tu sia tornato, con tutti gli altri, ci vediamo in giro, ok?” Lo salutò stringendogli leggermente un braccio prima di voltarsi e tornare nella torre.
“Dice che è lieta di rivedermi… e che ci vedremo in giro….” Ripeté Thomas a favore di Patrick che gli si fece vicino.
“Emozionate! Ora vedi di riscuoterti da questo tuo stato catatonico, abbiamo molto da studiare…” Borbottò il suo amico trascinandolo via.
 
 
*****
Note dell’ Autore:
* Come potete notare stiamo citando molti fandom… è colpa del fatto che stiamo tentando di scrivere a quasi mezzanotte e con solo una bottiglia di succo all’ACE a disposizione.
 
Coooomunque, anche questo capitolo è finito … spero vi piaccia… e ringrazio tutti coloro che hanno da poco cominciato a seguirmi e quelli che sono da tempo impiastricciati in questa storia soprattutto:
Laly_13 perché mi sta simpatica
Levicorpus03 che lovvo (cof cof …. Gente che ha problemi… ovvero me)
E
Felpatoramoso394 che è una mia sgrandissimissima fanssss e va bene così perché è mitica ciao
 
 
 
Ciao
 
Da Bellador e Piumadoro

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Capitolo 16
*** Pesce Rosso ***


Quella stessa sera i Malandrini andarono a letto molto presto, soprattutto Star la quale voleva aprire il suo baule in solitudine e scoprire ciò che conteneva. La ragazza salì in dormitorio subito dopo cena lasciando i suoi amici a raccontare ancora l'accaduto ai curiosi.
Dopo essersi lavata si infilò il pigiama di Sirius con le impronte e, con i capelli ancora umidi appena trattenuti da un nastro di raso rosso, si chinò sul baule poggiando le mani sulla serratura. Stette ferma alcuni secondi cercando di capire se provava semplicemente paura o c'era dell'altro. La curiosità alla fine ebbe la meglio. Spinse il coperchio con forza, balzando indietro nello stesso momento, completamente all'erta ma l'unica cosa differente da quando aveva lasciato la scuola era un piccolo diario in pelle di drago rosastra. Respirando a fondo e sentendosi anche piuttosto stupida, Star si sciolse i capelli per legarli nuovamente con estrema calma, sperava che quel diario fosse appartenuto a suo padre ma una profonda sensazione le suggeriva diversamente, per non parlare del colore. Prese il diario tra le mani senza quasi guardarlo, si sedette sul letto chiudendo le tende del baldacchino attorno a sé e creò una piccola pallina di luce sospesa. Infine aprì il diario; la scrittura precisa, delicata e decorata che riempiva le pagine le fece venire il voltastomaco. La prima pagina risaliva al 7 maggio 1956 e trattava solo di scelte di abiti e acconciature per un Galà Magico. Star scorse velocemente alcune pagine con il disgusto sul volto finché non giunse all’11 Agosto 1957 dove le parve di scorgere “White” tornò indietro di una pagina per timore di fraintendere o di capire male e cominciò a leggere attentamente.
“                                                                                                                                                                   10 Agosto 1957
Quest’oggi è finalmente giunto il tempo della Serata Stellata, sono in visibilio perciò desidero ch’ogni dettaglio sia deliziosamente perfetto. Il mio abito è appena stato ritoccato nei suoi incantevoli ricami dorati che trapuntano il velluto blu come delicati arabeschi di stelle, e i diamanti su esso e sulle mie calzature splendono di fulgida luce. Ecco è il momento di agghindarsi.
                                                                                                                                                                                     Rose”
“                                                                                                                                                                   11 Agosto 1957
Buone nuove! La notte scorsa ho avuto la miglior visione di bellezza mascolina da quando sono a Londra. Il nome di tale virile creatura è John White ed è tutt’altro che banale come indicherebbe il suo nominativo. Egli è colto e discorrere con lui è piacevole in qualsiasi materia, in più è d’aspetto più che gradevole, ier’ sera in particolare indossava un elegante completo candido con la camicia nera come la rosa nel suo taschino, rosa che mi ha galantemente ceduto dopo alcune danze e una passeggiata sotto le stelle cadenti. E’ stato magico, credo d’esser caduta in amore.
Rose”
 
Star chiuse il diario di colpo con un brivido infelice. Le bastava così per quella sera, almeno sapeva che suo padre le aveva dato il cognome ma questo le lasciava pur sempre un dubbio che era il cognome di sua madre. Tirò fuori il vecchio medaglione dal cassetto del comodino. Rose aveva preso il cognome di John quindi si erano sicuramente sposati, in ogni caso lo avrebbe scoperto leggendo il diario, ma perché nascondere così tanto il suo cognome nubile? Controllò più e più volte se fosse scritto in qualche angolo del diario ma trovava solo “Rose” senza nessun seguito. Si sentì stanca all’improvviso, ributto il diario nel fondo del baule e si decise a dormire. Sentì salire le sue compagne poco dopo ma non le salutò ne aprì le tende.
Cadde in un sonno inquieto.
 
…………
 
 
James se ne stava a pancia in su nel suo letto ad ascoltare il respiro pesante di Peter unirsi a quello terribilmente leggero di Remus, persino nel sonno quel ragazzo temeva di disturbare, eppure Sirius non dormiva, lo sapeva senza necessità di analizzare il respiro dell’amico.
“Problemi?” Gli chiese ad un certo punto.
“Sto pensando…” Replicò Sirius.
“Non ci credo nemmeno se mi regali una nuova scopa.” Sbuffò James.
“Fa come credi.”
Il silenzio si estese tra loro per qualche secondo infinito.
Sirius sospirò spazientito. “E se Belladonna e Andros tornassero? E se cercassero di far del male a Star, o di rapirla per far in modo che si unisca a loro? E se…?”
“Lo so.” Sbottò il ragazzo infilandosi gli occhiali e mettendosi a sedere. “L’hanno valutata, certo. Non ci hanno fatto del male. Ma perché farlo senza avere un motivo, un piano? Non ci credo. Sanno tutto di noi, di lei. Ci hanno osservato e la conoscono. Sapevano come avrebbe reagito e non credo che ora abbiano smesso di tenerla d’occhio. Potrebbero farle qualsiasi cosa, in qualunque momento…”
I due amici si fissarono tesi. “Ci stiamo preoccupando troppo. Sa cavarsela meglio di noi.” Tentò Sirius.
Passò solo un’altra manciata di secondi  prima che James si rizzasse in piedi. “E se andassimo a dormire nel dormitorio delle ragazze? Così solo per questa notte…”
“Ottima idea.” Sul volto di Sirius si dipinse un ghigno strano. “Così potrai cogliere l’occasione di osservare il tuo piccolo Giglio riposare… in pigiama… magari senza biancheria intima… magari con un pigiama molto scollato…”
James arrossì. “Tu sei un pervertito, Felpato!”
Il ragazzo Black trattenne a stento una risata. “E tu ci hai pensato, Ramoso.”
Uscirono dal loro dormitorio di soppiatto e James sfoderò il suo mantello dell’invisibilità per nascondere sé e il suo amico dagli occhi di quel quadro impiccione proprio infondo alle scale del dormitorio femminile, quello non era l’unica cosa che teneva i ragazzi alla larga da quell’angolo della torre, c’era più che altro un regolamento non scritto che sanciva di garantire alle ragazze il loro spazio in qualunque momento, qualcosa tra il pudore e il terrore di essere bollati come dei pervertiti, ma in quel momento a loro non interessava assolutamente.
Salirono le scale piano e in silenzio temendo che qualche gradino scricchiolante li tradisse e alla fine giunsero alla porta del dormitorio del terzo anno, la spinsero millimetro dopo millimetro finché non riuscirono a sgusciare all’interno della stanza.
James si immobilizzò sul serio vedendo i rossi capelli di Lily sciolti sul cuscino bianco e il suo sguardo sereno anche se lei era ben coperta. Sirius gli tirò un paio di gomitate amichevoli “Te lo avevo detto!” sussurrò.
“Finiscila idiota!” Sibilò il ragazzo dagli occhi nocciola spostando lo sguardo sul letto dopo chiuso dalle tende.  Sospirò tristemente sistemandosi a terra accanto ad esso e di conseguenza vicino a quello di Lily.
Sirius invece prese posto sull’altro lato e osservò le stelle fuori dalla finestra per molti minuti prima di sorridere udendo che il respiro di James era diverso, il suo compagno di avventure si era addormentato. Scosse la testa incredulo portando lo sguardo sulle tende del baldacchino di Star notando che vi era uno spiraglio all’altezza della testa forse per poter dal letto sempre vedere il cielo. La ragazza si mosse e lui si immobilizzò, gli occhi gli si erano abituati a quel buio illuminato poco da un piccolo spicchio di luna e quindi la vide distintamente rigirasi e mettersi a pancia in su buttando un braccio a penzoloni proprio in quello spazio delle tende. Il ragazzo si stese bene a terra e osservo la linea delicata della mano dell’amica e il candore della sua pelle che in quel momento appariva così etereo e argenteo. Cominciò a giocherellare distrattamente con le dita di lei sfiorandole delicato. Forse le accadeva spesso, forse il fatto di averla toccata le aveva riportato alla mente quando dormiva con James in un letto più grande, fatto sta che Star si rigirò ancora vero il bordo del letto e oltre finendo a pancia in giù su Sirius e ovviamente svegliandosi nella caduta.
“CO…!” Tentò di gridare ma il ragazzo le schiacciò una mano sulla bocca soffocandole la voce in gola. “Che ci fai qui?” Chiese sottovoce la ragazza una volta che lui l’ebbe lasciata.
“Ti controlliamo, per via di Belladonna. Avevamo paura.”
“Mi controllate? Tu e…?”
“Tuo fratello, era dall’altra parte del letto, ma forse controlla più Lily, in ogni caso si è addormentato.”
“Sono felice che stesse controllando Lily, ne ha più bisogno di me. E tu, non ne hai approfittato per fare qualche visita bollente?”
“Ma chi credi che io sia?” Soffiò il ragazzo. “Sono venuto qui perché ero preoccupato per te, so trattenere i miei istinti, tra noi sei tu quella senza biancheria intima.”
“Come fai a dirlo?!” Sbottò piano Star.
“Lo sento.” Replicò Sirius vittorioso accennando con lo sguardo in basso dove il petto della ragazza premeva contro il suo. Lei si alzò rapida. “Sono una ragazza anche io, ok? Ho le mie esigenze di comodità quando non dormo con voi.”
“Mi scusi Mademoiselle.” Sorrise il ragazzo senza accennare a muoversi.
“Non te ne vai?” Domandò lei sorpresa.
“Ti ho detto che siamo qui per proteggerti, anche se James sta già dormendo, e così sarà.” Decretò lui.
La ragazza si risedette sul letto e sospirò. “Non ne ho bis… Ah! E’ inutile vero? Perlomeno tu che sei sveglio dormi con me sul letto. Non voglio che tu prenda freddo.”
“Tranquilla, nessun problema, son abituat…”
“Sirius Orion Black, sotto le coperte, subito!” Decretò lei. Il ragazzo obbedì cercando di non invadere lo spazio vitale della sua amica. “Tanto non dormirò.” Le ricordò. “Fa come vuoi. Ma domani mattina non dovrai essere qui.” Sbadigliò Star e presto si addormentò.
 
 
…………..
 
 
Il sole era appena sorto e Sirius aprì gli occhi, si sentiva piacevolmente caldo e ci mise qualche secondo a capire che era per via di Star, la quale stava ancora dormendo, che nella notte gli si era accoccolata addosso posando la testa sul suo petto. La osservò per alcuni secondi senza spostarsi, sapeva che doveva essere un riflesso incondizionato dettato da tutte le notti passate con James. I lunghi capelli corvini della ragazza rilucevano d’oro come sempre ed erano sparpagliati un po’ sulla maglia bianca di lui e un po’ sulle lenzuola candide, il ragazzo ne prese una ciocca tra le dita giocherellando allegro e beandosi di quella morbida sensazione. Dopo pochi minuti si rese conto del fatto che non sarebbe dovuto essere lì ma si stava piuttosto comodi e le dita della sua amica stringevano dolcemente la sua maglia e sapeva che non avrebbe mai avuto il cuore di sfilare la stoffa da quella presa. Nel frattempo aveva cominciato a passare le dita nel folto dei capelli della giovane ammirandone i riflessi con tanta intensità da accorgersi solo dopo qualche secondo che gli occhi cobalto di Star erano aperti e lo fissavano dritto in volto.
“Non è tardi?” Gli chiese lei sorridendo.
“Si… credo di si…” Sirius si alzò silenziosamente sistemandosi i pantaloni a quadri rossi e oro la vita dei quali era scesa di un paio di centimetri. Star trattené una risata con un singolo suono grazioso e posandosi le dita sulle labbra. “Che c’è?” Bisbigliò il ragazzo.
“Niente… solo, sembra una scena di una storia amorosa che mi ha raccontato Mary.” Replicò lei tranquilla.
“Oh, non ti preoccupare, se fossi stato qui per renderti parte di una di quelle storie amorose te ne saresti accorta e purtroppo anche le tue compagne.” Scherzò lui.
“Non farmi ridere e muoviti!” Mugugnò la ragazza.
Sirius sorrise vittorioso e si mosse per svegliare James ma sbatté un piede contro il baule ai piedi del letto provocando un sordo tonfo. Rapido fece segno alla sua amica di stare in silenzio e fingere di dormire. Star obbedì ma tenendo le palpebre socchiuse riuscì a vedere il ragazzo balzare vicino a suo fratello e cercare di svegliarlo. In quel momento Ann si svegliò “Sirius Black?!” urlò meravigliata. Subito Lily, Sophia e Jane si rizzarono in piedi e cominciarono a gridare le più svariate cose in mille toni diversi e Sirius e James cercarono di darsela a gambe nonostante Lily lanciasse loro contro tutti gli oggetti a portata della sua mano destra mentre con la sinistra tentava di arraffare la bacchetta dal cassetto nel comodino. Tutte le ragazze si misero in allerta in un battibaleno e alla fine un paio di studentesse del quinto anno in pantofole acciuffarono i due mascalzoni trascina doli fuori dalla torre diretti dalla McGranitt.
“Che ci facevano i tuoi amichetti nel nostro dormitorio?” Domandò in tono accusatorio Lily a Star che era in ginocchio davanti al suo baule tentando di recuperare la divisa scolastica o perlomeno degli abiti decenti.
“Cercavano di non muorire di preoccupazione, quegli idioti credevano che sarei stata in pericolo per via di Belladonna.” Sbottò la ragazza dai capelli corvini arrendendosi nella ricerca e schioccando le dita per apparire vestita di tutto punto.
“Bhe, non ci si comporta così! Non avevano il permesso di farlo! Insomma e non hanno pensato al fatto che magari a noi non va di essere spiate nella notte?” Continuò Lily fuori si sé.
“Probabilmente no.” Sbuffò Star cercando di guadagnare l’uscita ma Lily la bloccò mettendosi tra lei e la porta.
“Sirius Black ha dormito nel tuo letto.” Commentò Ann strabiliata.
“Si. Che c’è di strano?” Rispose Star. “Ora scusatemi, devo andare a tirar fuori dai guai quei due enormi giganteschi deficienti.” E detto questo schivò Lily e uscì a passo sostenuto.
 
 
……….
 
Star spalancò la porta dell’ufficio della McGranitt con furia. “Professoressa!” Esordì. “Questi due idioti l’hanno fatto per proteggermi da Belladonna e…”
“Signorina White, si calmi, chiusa la porta, e si sieda.” La invitò Minerva in tono severe, le labbra talmente strette da scomparire. “Nessuno! Mai! In tutta la storia di Hogwarts nessun ragazza ha mai nemmeno provato ad intrufolarsi nel dormitorio delle ragazze in piena notte, qualunque fosse il motivo.” Proseguì poi rivolgendosi ai due ragazzi seduti a testa bassa davanti a lei. “Che vergogna.”
“A questo punto dovrò non solo scrivere alle vostre famiglie, e assegnarvi un adeguata punizione ma dovrò anche prendere provvedimenti severi e migliorare il metodo di sorveglianza del dormitorio femminile, nessun ragazzo potrà più salirci a nessun’ora, girono o nette che sia e non chiuderò più un occhio quando i Prefetti mi riferiranno che la signorina White sale nel vostro dormitorio la sera tardi e non la si vede scendere.”
“Ma noi…” Tentò James, sua sorella fu più rapida. “Loro lo hanno fatto per paura che mi accadesse qualcosa, professoressa.”
“Lo so, per questo sto cercando di essere clemente. Ci vediamo questa sera per pulire i bagni di tutta la scuola, se domani avrete finito poi potrete passare alla sala trofei, vi attende inoltre lo schedario di Mastro Gazza e le docce degli spogliatoi. Cento punti in meno, a testa, lei compresa signorina. E ora fuori.” Decretò la professoressa.
I ragazzi uscirono dall’ufficio abbattuti.
“Ecco cosa succede a non ascoltarmi mai! Non ho bisogno di protezione, mettetevelo bene in testa.” Gridò Star infuriata.
“Hai intenzione di infierire ancora a lungo?” Chiese Sirius.
“Pensavo di si, ma credo che le docce degli spogliatoi siano abbastanza.” Rispose lei esibendo poi un dolce sorriso. “Mi dispiace che vi abbiano scoperti, è stato un pensiero molto dolce, sul serio. Grazie.” La ragazza li abbracciò.
“Vorrei sapere chi ha parlato del fatto che spesso dormo nel vostro dormitorio.” Rifletté poi.
Sirius e James la squadrarono. “Davvero non ci arrivi?” La Malandrina li guardò sempre perplessa. “Forse il tuo ex ragazzo?” Suppose sarcasticamente Sirius.
“L’ho sempre detto che non mi piaceva.” Commentò James.
“COSA BOLIDE AVETE COMBINATO!?!?!?!?!?!?!?!?” Remus corse loro incontro come una furia e cominciò a gridare contro i suoi amici per cinque minuti buoni finché Star non gli poggiò una mano sulla spalla calmandolo. Gli spiegarono tutto l’accaduto ma nonostante questo il loro amico non smise di guardarli storti per tutta la giornata. James e Sirius dovettero subire molti sguardi pesanti da parte di ragazze e ragazzi quel giorno e non serviva a niente concentrarsi sui pochi che credevano che la loro impresa fosse stata epica o sulle ragazze che arrossivano alla loro vista perché, a detta di Star, speravano di trovarsi uno di loro nel letto.
 
 
……………..
 
 
Dopo alcuni giorni la storia del dormitorio femminile non si era ancora conclusa, Lily stringeva convulsamente la bacchetta ogni qual volta incrociava James o Sirius e Severus da bravo cagnolino da guardia aveva tentato di far finire i ragazzi in alcuni guai. Si scoprì molto presto quali erano le prevenzioni che la McGranitt aveva adottato in proposito alla sorveglianza del dormitorio femminile; un pomeriggio un ragazzo del quarto anno dopo aver urlato contro la sua ragazza per dieci minuti buoni tentò di bloccarla dall’andare via ma appena mise il piede sul primo scalino delle scale per il dormitorio delle ragazze la scala si tramutò in uno scivolo facendolo cadere a terra e una forte sirena suonò con insistenza.
In ogni caso il primo aprile si avvicinava e i Malandrini non avevano tempo di pensare alla loro situazione, dovevano ideare qualcosa per il Pesce d’aprile. Durante il weekend i ragazzi non si staccarono nemmeno per un secondo dalle loro importantissime pergamene piene di idee diaboliche e si impegnarono tanto che Remus cedette presto e decise di partecipare all’azione solo per non sprecare tutta quella fatica.
Così arrivò il fatidico lunedì primo aprile.
Per torre di Grifondoro e per tutti coloro che conoscevano abbastanza i Malandrini fu un risveglio molto cauto. Ognuno osservava attentamente ogni oggetto prima di utilizzarlo ma a quanto pareva non c’era niente di strano quella mattina.
Lily si vestì con cura come era solita fare e sbirciò nel letto di Star, la ragazza non c’era, il che era normale, eppure quella mattina ci aveva sperato, non solo perché avrebbe significato che nessuno scherzo era in arrivo ma anche perché non le rivolgeva la parola da quando Potter e Black si erano intrufolati nel loro dormitorio e ora che la rabbia e l’indignazione erano un po’ scemate si rese conto che forse era stata troppo dura con lei che non ne poteva nulla. In più forse si era sentita un po’ gelosa perché lei aveva qualcuno che si preoccupava a tal punto da andare contro una regola così severa solo per poter vegliare sul suo sonno. Quando finì di preparasti riguardò il letto di Star e si ricordò che avrebbe dovuto parlare di qualcosa di importante ma il motivo era già scomparso nei meandri della sua mente. Stava per scendere per la colazione ma dovette più volte ritornare indietro a cambiare i libri nella borsa poiché non era convinta dell’orario, alla fine si stancò e guardò il foglietto su cui se l’era appuntato per essere perfettamente sicura. Una volta raggiunta la Sala Grande si accomodò con Alice, Mary, Marlene ed Emmeline e cominciò spensierata a chiacchierare del più e del meno, i loro discorsi però sembravano terribilmente frivoli e senza quasi alcun senso, provò più volte a concentrarsi su quello che era stato detto solo qualche secondo prima ma le appariva tutto offuscato. Si guardò intorno e notò che tutti avevano un’aria serena spensierata e piuttosto leggera, gli unici che parevano sicuri e attenti erano casualmente i Malandrini. Si avvicinò a loro ma quando giunse al loro lato del tavolo non sapeva più esattamente che cosa dire, sapeva di essere semplicemente irritata.
“Buon giorno Pesce Rosso.” La salutò Sirius.
“Taci Black. Perché credo che voi abbiate fatto qualcosa a tutti oggi?” Sbottò la rossa.
“Mah, chissà, forse ti risponderemo se ci raggiungerai nella vecchia aula di Divinazione al secondo piano, ammesso che ti ricordi dov’è.” Scherzò Star.
“Perché non dovrei ricordarmelo?” Chiese scettica la ragazza.
“Allora nessun problema, ci vediamo lì.” La salutò James.
Lily girò sui tacchi e se ne andò decisa. Dopo pochi secondi faticò a ricordarsi il luogo esatto dell’incontro.
La colazione di quel giorno parve decisamente lunga, o meglio lo era, semplicemente nessuno si alzava dal tavolo e chi ci provava vagava senza una meta certa con solo un vago senso di dover andare a lezione e di essere in ritardo. La cosa più difficile quel giorno doveva ancora arrivare, quando più o meno tutti riuscirono a raggiungere la loro classe per tutti fu difficile concentrarsi sulla lezione, professori compresi. Ogni circa trenta secondi tutti avevano difficoltà a ricordare quello che era stato detto quello che avevano fatto. Ricorda davano di dover cambiar classe ma si dimenticavano a metà dove erano diretti e dove si trovavano le classi che cercavano. Presto tutti incominciarono a girare con dei foglietti per ricordarsi ogni cosa. All’ora di pranzo, più o meno, i Malandrini osservavano quella massa di pesci sperduti.
“Ok, è stato piuttosto rilassante, andiamo con la parte seria, ora?” Chiese James ridendosela nel vedere il professor Lumacorno andare avanti e indietro senza ricordare perché.
“Quando volete!” Assicurò Star.
“Non credete che sarà un po’ troppo? Insomma la memoria da Pesce Rosso è una cosa, ma questo?” Chiese Remus indeciso.
“Fidati sarà mitico, abbiamo già predisposto tutto… la pozione è pronta ed è già nelle cucine e gli elfi ignari la stanno già servendo e tutti la stanno già bevendo e sarà fantastico…” Pregustò Sirius guardandosi intorno eccitato.
“E la cosa bella è che hai partecipato anche tu a tutto questo! E hai pure rubato gli ingredienti dall’ufficio del professor Lumacorno durante quel suo festino sabato!”  Ricordò James.
“Ti prego non rigirare il dito nella piaga, è stato un momento di debolezza!” Esclamò il povero ragazzo nascondendosi il viso tra le mani.
“Rem, il mio eroe coraggioso!” Si complimentò invece Star abbracciandolo.
“Ok, è andata.” Decretò Sirius osservando tutta la sala.
“Oh Merlino…” Mormorò Remus.
“Il primo sorso lo ha dato quel ragazzo laggiù due minuti fa, giusto?” Domandò James pratico osservando attentamente un ragazzo di Corvonero e poi il suo orologio.
“Esatto.” Confermò Star. “Mancano solo pochi secondi, e noi avremo il nostro infernale primo di Aprile! Sarà fantastico!”
“E cinque, quattro, tre, due, uno…” Contò Sirius mentre Remus borbottava tra sé e sé dandosi dello stupido. Il ragazzino di Corvonero saltò in piedi sul tavolo e tutti riacquistarono la loro normale capacità di memoria giusto in tempo per vederlo gridare “Sono un pollo fritto e mi chiamo Giovanni!” e poi fuggire via schiamazzando come un pollo e tendendo il corpo piegato in avanti e le braccia come ali.
“Geni, ecco cosa siamo, semplicemente geniali!” Si complimentò James con sé stesso.
“Oh, ora capisco perché ci avete detto di non bere il succo di zucca oggi.” La voce di Fill giunse dalle loro spalle ammirata.
“Eh, già, bella roba questa mattina, non ricordo quasi nulla, quanto eravamo ridicoli?” Chiese Al.
“Non troppo.” Gli assicurò Remus.
“Eh, meno tre, due, uno…” Fece Star indicando una ragazza del Serpeverde che subito cominciò a correre avanti e indietro per la sala a braccia spalancate e facendo il suono di un aereo.
I Malandrini, Al, Fill e le altre persone ancora sane cominciarono a ridere, presto tutti coloro che avevano bevuto del succo di zucca cominciarono a fare cose strane, a gridare come matti e a fingere di essere animali o altri oggetti animati. Uno dei più divertenti era un ragazzino minuto del terzo anno che saltellava sulle tavole accovacciato su se stesso, un braccio in vita e l’altro sollevato ad arco verso il basso assicurando a tutti di essere una teiera e convincendosi di Star versando il the nei bicchieri di tutti.
“E’ pazzesco!” Rise Al.
“Allora, Remus?” Chiese Star al suo amico dopo essersi ripresa da una sfilza infinita di risate causate dal fratello di Sirius che si muoveva come una spia, nascondendosi in ogni spazio e sventolando la bacchetta a caso gridando incantesimi contro chiunque.
“Penso che qualcuno potrebbe farsi male.” Borbottò quello.
“Non ti preoccupare, Star, sa tenere tutto sotto controllo.” Lo rassicurò James indicando sua sorella che gli fece l’occhiolino felice.
“In che senso?” Domandò Fill curioso.
“Nel senso che Star sta alimentando una barriera contro incantesimi e oggetti contundenti attorno a tutti nella scuola.” Spiegò Sirius.
“Wow, Myledy, siete sempre più stupefacente.” Si complimentò con lei il ragazzino.
“Galante come sempre, Fill.” Rise Star.
“Via gli occhi da lei, sei troppo piccolo!” Gridò James.
“Ah, Jame! Lascialo perdere…” Sbuffò la ragazza.
In quel momento però notarono il professor Vitious fare il suo ingresso nella sala danzando un po’ scompostamente e urlando a chicchessia: “SONO UNA LEGGIADRA CREAUTRA!”
“Questo dovrebbe essere immortalato per la vita…” Mormorò malignamente Sirius estraendo la macchina fotografica.
“Metti via…” Gli impose Remus severo con uno sguardo da far congelare il sangue nelle vene.
“Ok.” Sirius ripose la macchinetta e alzò le mani lentamente in segno di resa.
Eppure nessuno poté far a meno di ridere, nemmeno tra i professori “sani” al tavolo ce ne erano molti che si salvavano dal mantenere un espressione di severità e disaccordo.
L’unica che ci riusciva alla perfezione era la professoressa McGranitt, la quale era rimasta ferma tutto quel tempo solo per cercare di ripercorrere la mattinata trascorsa nella sua mente per assicurarsi di non aver fatto nulla di disdicevole, appurato ciò si voltò lentamente verso i Malandrini fissandoli con intensità e mimando con le labbra “Punizione”. James, iris e Star finsero immediatamente di non vederla puntando lo sguardo su qualunque altra cosa mentre Remus sospirò rassegnato.
“Andiamo allo zoo?! Mamma, mamma, lo zoo!” Stava cantilenando Peter saltellando con un bambinetto piccolo e tirando una manica invisibile.
“Questo lo posso fotografare?” Chiese Sirius a Remus con aria di supplica.
“Va bene.” Acconsentì il ragazzo.
Sirius scattò quella foto e molte altre.
I Malandrini uscirono dalla sala per fare un giro del castello e osservare al meglio il loro operato composto da gente fuori di testa. Un ragazzo passò loro accanto dilettandosi in una ruota con finale a spaccata.
“Uh!” Esclamarono cupamente James e Sirius stringendo i denti e chiudendo gli occhi come parte stessa della sofferenza di quel ragazzo.
“Quello fa male.” Commentò tristemente Remus.
“Immagino, ma non posso farci niente.” Si dispiacque Star.
“Speriamo che il dolore svanisca prima dell’effetto della pozione!” Pregò James proseguendo la sua camminata seguito dai suoi amici, incontrarono spesso anche persone sane, alcune se la ridevano da morire e seguivano i loro amici scattando foto per poterli prendere in giro anche in futuro mentre altri controllavano che parenti o amici non si facessero troppo male con l’ansia sul volto spesso solcata da un piccolo involontario sorriso. Altri giravano solitari ammirando l’operato dei Malandrini con disgusto o ammirazione a seconda dei casi.
Trovarono anche Lily, Marlene e Emmeline che osservano attente Alice e Mary giocare a cricket con delle mazze inesistenti come due vecchietti in pensione.
“Poi dire quello che vuoi Evans, ma stai ridendo.” Le fece notare James avvicinandosi.
“Sparisci Potter, tu e Black siete ancora pari a dei sudici insetti per me.” Sbottò la rossa.
“Però stai ridendo, questo scherzo ti piace infondo, eh?” Ribatté Sirius.
“Lontani dalla mia vista prima che…!” Gridò la ragazza sfoderando la bacchetta.
“Vuoi infrangere le regole, Evans?” Si finsero sorpresi James e Sirius insieme.
“Ah, finitela e chiedete scusa per l’introduzione.” Sbuffò Star.
I due ragazzi risero. “Introduzione suona malissimo!” Commentò James ma poi divenne serio come anche Sirius i due si voltarono verso Lily. “Ti chiediamo scusa, a te e alle tue compagne di dormitorio, e anche alle altre ragazze che potrebbero essersi sentite non al sicuro.” Assicurò Sirius. “Già, dovete sapere che lo abbiamo fatto senza cattiveria o altro nei vostri confronti, volevamo solo controllare Star.” Continuò James.
“Bravi!” Si congratulò Star con i suoi amici spettinando i capelli di entrambi, James la uccise con lo sguardo rispettinandoseli ad arte mentre Sirius scosse semplicemente la testa per farli tornare a posto. “E voi godetevi la giornata.” Augurò la ragazza alle altre precedendo i Malandrini lontani dal corridoio.
“Oh, ma guarda tu…” Bofonchiò Lily. “Potter, scusami per come ti ho attaccata in dormitorio.” Le gridò dietro, Star si voltò senza smettere di camminare e la ringraziò con un sorriso e un gesto della mano.
“Voi siete in punizione anche questo pomeriggio, vero?” Domandò Remus ai suoi amici.
“Eh, già… ma devi proprio farci pensare a quello che ci aspetta?” Replicò James.
“Direi di si, dato che non sarete soli questa sera.” Borbottò Remus imbronciandosi.
“Vuoi dire che secondo te la Mc metterà in punizione anche voi due, proprio oggi’ dai, non stanno nemmeno facendo lezione, sono tutti impazziti! Vitious balla la danza classica e…” Cominciò Sirius.
“E voi quattro passerete il resto del pomeriggio agli spogliatoi, senza magia, con Mastro Gazza. Buon divertimento.” Lo interruppe la professoressa McGranitt dalle loro spalle.
I ragazzi sospirarono guardandosi rassegnati ma non senza l’ombra di un sorriso sui volti.
Seguirono Gazza fuori dal castello fino al campo di Quidditch e il custode li divise mandando Star nello spogliatoio delle ragazze e gli altri in quello dei ragazzi. Prima di separarsi James le mise in tasca qualcosa, per fortuna della ragazza Gazza andò con i suoi amici per controllare il loro operato. Dopo molto tempo di disgustoso lavoro soprattutto negli scarichi delle docce intasati finalmente il custode decise di tornare un po’ al castello per tornare più tardi a controllarli. Star aveva sfilato lo specchietto quadrato di James dalla sua tasca già da tempo e lo aveva poggiato su un lavandino tenendo la porta del gabinetto di fronte, dove stava pulendo di buona lena, aperta.
“Che bella vista!” Commentò la voce di Sirius tutto ad un tratto. La ragazza si voltò verso lo specchietto girandosi completamente su sé stessa. “Felpato!” Lo rimproverò con le mani sui fianchi ma suo fratello ci stava già pensando a suon di pungi. “Ram, lascialo stare! Perché dovete sempre battibeccare come una coppietta di sposini?!” Si spazientì lei quasi subito.
“Perché è quello che sono, due novelli sposini.” Le diede ragione Remus apparendo nella cornice con uno strano colorito in volto.
“Immagino che i vostri scarichi siano peggio dei miei.” Rise la ragazza.
“Oh, non immagini quanto!” Sbuffò James riemergendo dal pavimento con un aspetto molto accaldato seguito subito da Sirius nelle stesse condizioni.
“Non vi dico cosa si potrebbe immaginare dalla mia prospettiva.” Commentò la ragazza scioccata.
Remus rise di cuore abbassando lo specchio di riflesso così che Star riuscì solo a cogliere le sue risate e qualche insulto oltre che a diversi tipi di stoffa. “Oh, uffa, vi raggiungo!” con uno schiocco di dita la ragazza fece risplendere gli spogliatoio da entrambe le parti e poi si diresse in quello dei ragazzi. Appena entrata trovò un mucchio indistinto di braccia e gambe, sorrise e prese un bel respiro. “Remus se sei lì vengo a salvarti!” gridò prima di gettarsi nella mischia di lotta allo stuzzicamento e solletico.
Dopo alcuni minuti Sirius e James finirono sconfitti e si arresero alla supremazia dei loro amici. Ancora sorridenti i Malandrini si apprestarono a tornare al castello prima di cena così da godersi l’ultimissima parte del loro scherzo, quella ideata in collaborazione con Al e Fill che dovevano aver già concluso i preparativi.
Mastro Gazza li beccò a metà strada facendoli tornare indietro per valutare le loro pulizie e non trovando niente da ridire dovette lasciarli andare, la cena però stava per cominciare e sapevano che l’effetto della pozione era ormai svanito su tutti. Entrarono in Sala Grande giusto in tempo per godersi il primo sventurato della serata sedersi convinto per poi rizzarsi in piedi gridando di dolore.
“Quelle erano le puntine invisibili, giusto?” Si accertò James.
“Esattamente capo.” Gli riferì Al raggiungendoli da chissà dove.
“Ah, gli scherzi classici!” Sospirò Sirius in ammirazione. “Non c’è niente di meglio di un po’ di …” la sua adorazione agli scherzi fu interrotta da un gruppo di ragazzi e ragazzi che uscirono dalla sala di corsa urlando qualcosa come “Peperoncino nella zuppa!”.
“Ecco, appunto.” Concluse Star ridendo soddisfatta. “Molto bene voi due. Siete stati proprio bravi e …”
Qualche piccola esplosione li fece voltare tutti verso il tavolo dei Tassorosso dove il purè stava esplodendo in faccia a molti sventurati.
Tanti risero e le risate si propagarono presto per tutta la stanza e ogni tanto qualcosa di nuovo ne faceva partire altre, fu una delle cene più allegre di Hogwarts, tanto che molti ragazzi dovettero uscire dalla sala per riprendere fiato.
Prima di andare a letto Silente augurò loro la buona notte esprimendo la speranza di una notte tranquilla per tutti e i Malandrini sapevano a chi si riferiva ma loro avevano concluso la giornata degli scherzi e l’unica cosa che fecero quella sera fu di restare alzati fino a tardi in Sala Comune insieme a Fill, Al e Peter per raccontare loro le avventure più belle vissute con tanto di foto.
Star si distrasse solo un secondo dalla felicità di quella notte alzando lo sguardo verso il dormitorio femminile dove, all’interno del suo baule, il diario di sua madre attendeva di essere letto per svelargli altri segreti della sua esistenza ma subito allontanò quel pensiero. Non era il momento giusto, aveva aspettato tanto per delle risposte, non si sarebbe fatta rovinare la vita da uno stupido plico di fogli scritti a mano se ciò che vi era scritto non le fosse piaciuto poteva sempre bruciare tutto e dimenticarsene. Passò lo sguardo sui suoi amici che ridevano di una battuta di James, quella era la sua vita, e lo sarebbe sempre stata.
 
 
 
 
***********
 
Ok, questo capitolo, almeno ciò che riguarda la mattinata del primo aprile è in memoria di Bellador perché lei è il mio piccolo pesce rosso smemorato.
Oggi è il mio compleanno, tanti auguri a me! E pubblico il capitolo perfettamente in orario come ogni anno, sono un genio, amatemi! Solo, non chiedetemi cosa ho scritto, che non ne ho la più pallida idea :D
Ciao ciao

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Capitolo 17
*** Leggerezza Adolescenziale ***


Giunse il sabato sera e Remus andò a letto presto sfinito dall’imminente arrivo, la notte seguente, del suo “Piccolo Problema Peloso”. Gli altri Malandrini rimasero in Sala Comune e ovviamente invece di studiare cominciarono a parlare d’altro.
“Non so cosa fare per Pasqua.” Sbuffò Star.
“Di solito chiedi sempre il nostro aiuto per Pasqua.” Fece Sirius sarcastico gettandosi su un divanetto da poco libero.
“Non è vero, non ho chiesto mai il vostr… non riconosco più il tuo tono scherzoso Sirius, il che è grave.” Si sorprese la ragazza sedendosi fra le gambe di James in una poltrona.
“Allora, cosa credi che faranno le uova di Pasqua quest’anno?” Le chiese suo fratello abbracciandola con dolcezza e sprofondando il viso tra i suoi lunghi capelli morbidi e mossi.
Star rise piano accarezzandogli la testa. “Come mai così affettuoso questa sera?”
“E’ da tanto che non dormiamo assieme, sorellina, ho bisogno di coccole…” Mormorò lui senza alzare il volto.
“Lily ti sta guardando.” Disse la ragazza per creare una qualche reazione che non ci fu.
“Mi guardi pure, so di essere irresistibile.” Borbottò.
“Bolide amico, sei proprio in carenza d’affetto! Arriva un treno carico d’amore solo per te!” Scherzò Sirius aprendo le braccia e gettandosi sui due fratelli.
“Ah, smettila!” Gridò James cercando di scacciarlo via.
“Ci vogliamo tanto bene!” Urlò invece Star contribuendo a rendere l’abraccio più stretto e caloroso. I pochi studenti ancora presenti in Sala Comune si voltarono a guardarli sorridendo.
“Non vi credevo capaci di così tanto amore…” Ridacchiò Alice passando lì accanto con Lily e le altre.
Sirius si rizzò in piedi, la mani in tasca e l’aspetto di un ragazzo più maturo e esperto di calde passioni. “Voi, signorine, ignorate quanto amore possa farvi provare, sta tutto a voi. Se me ne date la possibilità ve lo dimostrerò.”
“Si certo, Black, torna a amoreggiare con il tuo amico Potter.” Lo prese in giro la rossa.
Le labbra del ragazzo si piegarono nel suo tipico sorrisetto che aveva un accenno di sarcasmo e divertimento nascosti da pura sensualità. Star e James si scambiarono uno sguardo d’intesa ammirato. Il loro amico si pose di fronte a Lily sovrastandola di alcuni centimetri, si chinò quindi leggermente su di lei per avvicinare il volto al suo. “Torno volentieri ad amoreggiare, vuoi unirti anche tu alla nostra piccola orgia? Puoi portare anche le tue amiche, io ho amore per tutte voi e per molte di più.” Sussurrò lui con un che di intrigante.
“Neanche morta Black!” Esclamò la rossa arrossendo e balzando indietro per allontanarsi da Sirius.
Il ragazzo sorrise ancora di più raddrizzandosi e osservò Lily trascinare via le sue amiche verso il dormitorio, Mary però si girò indietro verso di lui facendogli l’occhiolino.
Sirius si ributtò sul divano soddisfatto.
“Complimenti, accalappia donne che non sei altro.” Fece Star divertita.
“Faccio solo il minimo, potrei far innamorare di me chiunque senza fatica, infondo basta solo che mi guardino.” Si vantò il ragazzo con tono scherzoso.
“Senti, sono io il più bello qui, chiaro?” Sbottò James alzando ancora la testa ma senza mai lasciare sua sorella.
“Come vuoi. Andiamo a letto, su.” Decise la ragazza alzandosi.
Suo fratello si profuse in un lungo sospiro lamentoso ma dovette per forza riemergere dalla poltrona, salutare Star e andare in dormitorio con Sirius.
I due ragazzi trovarono Peter profondamente addormentato mentre Remus li fissò entrare stralunato con il diario di Star tra le mani.
“Oh.” Mormorò James. “Cosa hai letto?”
“Lei… è stata… lui… ci ha veramente… sai cosa le ha fatto?” Balbettò Remus.
“Di che parla?” Chiese Sirius preoccupato.
“E’ una cosa di tempo fa.” James si sedette ai piedi del letto dell’amico che pallido lo fissava e anche Sirius sentì il bisogno di sedersi. “Si, John ha veramente cercato di fare sesso con la nostra Star. Non mi ha mai raccontato i dettagli, ovviamente. Lì ci sono?” Chiese poi accennando al diario.
“All’inizio no. C’era solo scritto ‘prima volta, fa paura’ e poi via così senza nessun altro accenno, solo il numero e il sentimento, non capivo nemmeno di che cosa stesse parlando. Alla quinta è esplosa e ha scritto molto.” Remus prese un profondo respiro e posò la vita scritta della sua amica nel fondo del cassetto. “Lo lascerò sempre qui, in caso vogliate leggerlo.”
James annuì e andò a letto mentre Sirius continuò a guardare in basso per alcuni secondi prima di seguire l’esempio dell’amico. Remus si addormentò quasi subito e i due ragazzi rimasero i soli svegli.
“Hai intenzione di restare alzato tutta la notte a pensare a Star?” Sbottò James.
“Credo di sì.” Sirius si avvicinò alla finestra per guardare le stelle in cielo.
“Allora scendiamo di nuovo in Sala Comune che così non disturbiamo Remus e possiamo parlare d’altro e distrarci un po’.” Propose il ragazzo balzando in piedi.
 
 
……..
 
Star provò a dormire ma le venne difficile così afferrò il diario di sua madre e scese in Sala Comune per poterlo leggere al sicuro e lontano da possibili sguardi indiscreti.
Appena posò il piede sul primo scalino che dava alla sala riconobbe subito le voci di James e Sirius, si diede una mossa e con rapidi e allegri passi fu nuovamente tra le braccia di suo fratello come poche ore prima.
“Che ci fate ancora alzati?” Chiese sorpresa.
“Parlavamo dei the Doors.” Spiegò Sirius stiracchiandosi bene nel divano.
“Mentre tu perché sei qui?” Le domandò James stringandola a sé.
“Volevo leggere questo.” Rispose al ragazza con sincerità sventolando il diario. “Era di mia madre, a quanto pare, sono arrivata poco dopo il girono in cui ha conosciuto mio padre, che si chiamava John White, quindi White non è il cognome di mia madre. In ogni caso loro due sembrano davvero innamorati se solo non fosse che mia madre racconta tutto esagerandolo, in più pare che tutti le portino un rispetto assurdo come se fosse una specie di regina sovrana del mondo intero. In più non parla solo di abiti e balli come credevo ma anche di duri e severi allenamenti che la portano a compiere imprese veramente degne di nota, era molto forte, sia nelle arti magiche che nel combattimento con o senza armi in più studiava molto e le veniva tutto bene.”
“Come te.” Notò Sirius. “A proposito, ti sei resa conto di essere diventata molto più forte per quanto riguarda la magia, insomma stai migliorando a vista d’occhio, sai fare cose fortissime senza quasi il minimo sforzo.”
“Si, ci ho fatto caso un paio di volte ma ho deciso di non pensarci e semplicemente di fare le cose come se fosse naturale saperle fare. Non rompetemi questo sogno, vi prego.” Sospirò la ragazza.
“Certo che no!” Esclamò suo fratello. “Se vuoi puoi stare qui con noi a leggere, non ti disturberemo, staremo in religioso silenzio.”
Star ci pensò su. “Resterò qui, ma voi continuate a parlare d’altro vi prego. Credo che mi sentirei meglio.”
I due ragazzi sorrisero e ricominciarono a parlare di musica Babbana e altre cose finché poco alla volta non si addormentarono tutti e tre.
 
…………..
 
Il mattino seguente Star riuscì a svegliare i suoi amici prima che cominciassero ad arrivare i primi studenti, risalirono tutti nel dormitorio maschile e dormirono ancora per molto tempo.
“Senti, che ne dici se per oggi dimentichi questo stupido diario e mentre io e James controlliamo che Remus  stia tranquillo tu ti prendi un bel giorno di libertà e passi un po’ di tempo con la Evans e le altre ragazze?” Le suggerì Sirius mentre cercava qualcosa da mettersi.
“Già, magari cogli l’occasione per raccontare qualcosa di mitico su di me alla Evans.” Concordò James.
“Ci vuoi proprio provare, Ramoso!” Scherzò Sirius.
La ragazza sospirò smettendo di ascoltare il battibecco dei due e dopo aver frugato per qualche secondo nel baule di suo fratello si infilò un paio di James a vita alta.
“E quelli perché erano lì? Non sono miei!” Si stupì James lasciando perdere l’amico.
“Lo so, ho messo un po’ dei miei pantaloni nel tuo baule per questi casi, voi ragazzi non avete un grasso fondoschiena come me.” Sbottò lei passando poi al baule di Sirius alla ricerca di qualche maglia rock.
“Più che grasso io direi formoso e femminile. Grasso non ti si addice, alcune ragazze potrebbero ucciderti per il fatto che tu ti consideri grassa, vuol dire che loro sono enormi balene.” La rimproverò James.
“Sei scortese.” Sbuffò la ragazza infilandosi una maglia nera con dei the Doors.
“Credo che il tuo culo sia stupendo e quella maglia è un cimelio. La perdita di Jim Morrison è ciò che di più triste sia accaduto l’anno scorso e noi non lo abbiamo nemmeno onorato, e ora i the Doors sono finiti. Finiti!” Commentò Sirius in un crescendo di tristezza.
“Si che lo abbiamo onorato, al concerto di Natale! Ricordi? Comunque mi prendo anche questa.” Star afferrò anche la giacca in pelle di Sirius e le All Star nere di James. “Non solo sono più bassa di voi ma fra un po’ non mi andranno neppure bene le vostre scarpe!”
I due sospirarono. Erano solo un paio di centimetri più alti della loro amica e le loro scarpe le erano più larghe perché aveva dei piedini graziosi e sottili ma discutere era inutile.
“Bene, ora vai a farti un giro e metti quella maglia dentro quei jeans altrimenti che li metti alti a fare? E poi ti fanno risaltare la vita sottile.” Le ordinò Sirius spingendola con gentilezza verso l’uscita.
Star si sistemò gli abiti come richiesto non senza una linguaccia  e poi tornò indietro veloce per baciare Remus sulla fronte. Una volta di nuovo in Sala Comune si stupì della sua fortuna dato che proprio in quel momento Lily e le altre stavano per uscire dal buco del ritratto, le seguì veloce e le fermò chiamandole in corridoio.
“Hei! Posso passare un po’ di tempo con voi oggi? Vi disturbo?”
“Certo che no!” Rispose Emmeline gentile.
“In più devi raccontarci molte cose su una certa notte.” Aggiunse Mary.
“Quei vestiti, poi, sono di Sirius?” Chiese Alice curiosa.
“Ragazze!” Si scioccò Marlene.
“Stavamo andando a fare una passeggiata.” Spiegò Lily ignorando le altre. “Unisciti pure a noi se vuoi.”
“Frase che detta davanti a Sirius lo farebbe scaturire in un sorriso perverso livello 200, ma … volentieri!” Replicò Star sorridente. Le ragazze risero e si incamminarono tutte assieme.
“Sul serio però, dicci qualcosa…” Insistette Mary.
“Sul fatto che James e Sirius erano semplicemente venuti a controllarmi per via di Belladonna e poi è successo un casino oppure sul fatto che si, rubo i vestiti di Sirius perché suo zio è un figone americano nel cuore?” Chiese Star scherzosa.
“Oh, magari puoi dirci perché Sophia e Ann giurano che Sirius era a letto con te.” Continuò Alice.
“Per lo stesso motivo per cui lo sarebbe stato James se solo non si fosse addormentato per terra invece di controllarmi. Dai forza, fate le vostre supposizioni, le avete fatte anche con James e ora siamo fratello e sorella. Quindi, Alice, come va con Frank Paciock?”
La ragazza arrossì. “Come fai a saperlo?”
“Ho parlato con lui in biblioteca, è carino, vi vedete da quanto? Due mesi?” Spiegò la mora.
“Si, quasi tre. Ma i pettegolezzi passano anche attraverso i ragazzi?” Si stupì Alice.
Star rise. “No, meglio! I ragazzi passano solo informazioni certe! Solo che hanno poca memoria e spesso considerano poco importanti le cose molto importanti.”
“Oh, questo me lo devo ricordare…” Borbottò Alice.
“Comunque credo che stiate molto bene assieme.” Concluse la Malandrina.
“Allora, la squadra è pronta per l’ultima partita della stagione?” Cambiò rapidamente argomento Mary.
Star sorrise, due domeniche dopo Pasqua Grifondoro avrebbe giocato contro Tassorosso concludendo la gara alla Coppa di Quidditch. Grifondoro aveva un distacco di soli 70 punti da Corvonero momentaneamente in vetta alla classifica, solo 80 punti e la vittoria era loro. La squadra era preparata e carica. “Credo che andrà bene!” Assicurò. “Tutti si sono allenati molto, soprattutto James. E’ molto migliorato, ed è così impegnato che non riesce più a pensare a nessunissimo scherzo. In più prende dei buonissimi voti in classe.”
“Già, infatti il primo aprile è un classico esempio di quanto si stia concentrando.” Sbuffò la rossa.
“Oh, ma dai! Vi siete divertite anche voi!” Ribatté la mora.
“Comunque chi vi ha insegnato a suonare così bene tutti insieme?” Chiese Emmeline a bruciapelo. Oramai erano fuori dal castello e la fresca e frizzante aria primaverile solleticava il buon umore mentre i tiepidi raggi del sole scaldavano i loro visi.
“Mio padre. Bhe, e prima … sapevamo già un po’ strimpellare, in più credo che nessuno possa fallire in niente, finché ci credo.” Rispose Star allegra.
“Uhm, che strana fiducia.” Commentò Marlene.
“Lo so.” La Malandrina si sedette all’ombra di un albero osservando il Lago Nero. “Che ci vuoi fare… hei! E se le uova di Pasqua potessero…?!?!?!” La ragazza scattò in piedi. “Perfetto!”
Le sue amiche risero allegre a quella scena e poi si sedettero accanto a lei parlando del più e del meno e di altre cose da ragazze come i ragazzi.
 
…………
 
Poco prima di cena Star ritornò nel dormitorio dei ragazzi e si buttò sul letto di James stranamente vuoto.
“Mio fratello?” Chiese a Sirius che staccò il naso da delle pagine di un volume che pareva molto antico. “E’ un libro quello?” Corresse la domanda stupida.
“Si. E non fare quell’aria stralunata, senza offesa Lunastorta.” Dal suo letto Remus mugolò qualcosa con poche energie. “Tuo fratello si sta facendo una doccia e io si, sto leggendo, uno dei libri di scuola, esatto.”
“Non sembra un libro di scuola.” Insistette la ragazza.
“Beh, è un approfondimento, per la verifica di lunedì.” Sirius fece spallucce.
“La verifica su Storia della Magia? Sirius, sul serio?” Si sbalordì lei.
Il ragazzo annuì tornando a leggere ma lei lo abbracciò con così tanta foga che in campo avrebbero fischiato fallo. “Splendido! Mi piace quando vi impegnate negli studi, beh, tu almeno ti stai impegnando…”
“Anche James, ha appena finito.” Spiegò Sirius.
Star sorrise e tirò fuori dalla borsa un famoso diario rossastro incominciando a leggere di nuovo.
“L’hai quasi finito.” Notò lui.
“Già, mia madre è incinta da un pezzo. E si sta nascondendo da mio padre, non vuole che lui lo sappia perché vuole abbandonarmi, lo ha già deciso. Sta solo cercando il luogo giusto, magari dove rischio di non sopravvivere. Sta depistando mio padre in tutti i modi, e lui ci prova a trovarmi. Forse ho ancora una speranza, forse mia madre è riuscita a cancellare benissimo le mie tracce…” La voce della ragazza si spense.
“Eppure?” James se ne stava sulla soglia del bagno con l’asciugamano intorno alla vita e la fissava con i suoi intensi occhi nocciola.
“Eppure lui è stato un osso duro fin ora. Con tutto quello che sta accadendo, dovrebbe avermi già trovato.” Spiegò lei.
Un silenzio tombale calò nella stanza.
“Continua a leggere.” Le ordinò semplicemente James cominciando poi a vestirsi.
Star eseguì a testa bassa sfogliando flebilmente le pagine. Dopo essersi cambiato suo fratello si mise seduto dietro di lei circondandola con le braccia, Sirius cercò di concentrarsi sulla sua lettura senza risultato e Remus si tirò su mille volte a controllare la ragazza nonostante la stanchezza.
Più i minuti passavano più il tempo sembrava solidificarsi scorrendo terribilmente lento, scandito solo dal girare delle pagine. Piano, poco per volta, finché Star non fece sobbalzare tutti chiudendo di scatto il diario.
“Star?” La chiamò piano James stringendo di più l’abbraccio.
Dopo qualche secondo la ragazzi si staccò per vedere suo fratello in viso, prese un profondo respiro. I suoi occhi blu cobalto erano terribilmente tristi, sembravano spenti, solo una piccola luce morente si allungava ancora per cercare di emergere ma anche quella stava annegando in tutto quel dolore. “Mio padre è morto. Mia madre l’ha ucciso. Solo a qualche chilometro da me. Appena dopo il parto. Il dodici dicembre 1959. Lo ha ucciso perché lui voleva prendermi con sé. Mentre lei… lei voleva lasciarmi sola.” Annunciò la ragazza con un tono spaventosamente fermo. I suoi occhi divennero più scuri e per un attimo bruciarono di una luce  fondamentalmente sbagliata. Era vendetta, ed era spaventosa oltre che inadeguata a quel viso. Non andava bene.
“Gioia.” Mormorò Sirius.
Lei si voltò a guardarlo e quella luce si spense lasciando spazio al solito blu cobalto, immenso, puro, bello.
Presero tutti un respiro profondo.
“Beh, sei più giovane di me, allora.” Commentò Sirius. “Io sono nato il tre novembre 1959.”
All’improvviso la ragazza si ricordò della promessa che i Malandrini le avevano fatto all’inizio dell’anno. Non conosceva i loro compleanni perché lei non ne aveva uno. Era giunto il momento.
“Io il ventisette marzo del ’70.” James sorrise. “Non ci credo, sei più grande di me! Non potrò più chiamarti sorellina!”
“Ma tu sarai il mio fratellino!” Finalmente anche Star si aprì in un sorriso e una piccola risata seguì a ruota.
“A-ha! Non sono il più piccolo! Dieci marzo 1970!” Esclamò vittorioso Remus, cosa che gli costò un po’ di sofferenza.
“Vi ringrazio, ragazzi.” Sussurrò lei afferrando i due sani e trascinandoli sul letto di Remus per poterli abbracciare tutti insieme.
 
 
 
……………..
 
Quella notte uscire fu piuttosto semplice. Niente Auror e i controlli erano tornati alla normalità, sembrava che Silente si fosse dato un bel da fare per tranquillizzare tutti. Come se Belladonna fosse morta, il problema risolto e nulla fosse accaduto. A Star aveva detto che il Ministero, come il Ministro, erano inclini a credere che il peggio fosse passato in ogni caso. A nessuno piacciono le brutte notizie. Si vive meglio immaginando che tutto vada bene. “Ed è per questo…” le aveva confidato il preside “…che tutti saranno presi alla sprovvista dalla prima emergenza, noi invece dobbiamo essere pronti. Anche se per un bel po’ non sentiremo più parlare di Belladonna. Ci saranno altre minacce. Preparati.”
Perfettamente invisibile grazie al suo incantesimo di Disillusione Star seguiva le caviglie dei suoi due migliori amici stretti sotto il Mantello dell’Invisibilità ridacchiando per i bisticci sussurrati dei due che rendevano quasi inutili tutte le forme precauzionali che avevano preso per non farsi scoprire.
Si bloccarono tutti di colpo in completo silenzio quando Mrs Purr passò qualche corridoio più avanti.
“Ecco, avete visto? Tutta colpa vostra, vedete di fare un po’ meno casino.” Li rimproverò allegra la ragazza dando un piccolo colpetto con la mano nel punto dove più o meno doveva trovarsi il fondoschiena di James.
Uscirono dal castello in gran fretta e senza nemmeno un bisbiglio, corsero fino al platano picchiatore e lì poterono smettere di essere invisibili.
“Star, non che la cosa non mi abbia fatto piacere ma quello era il mio culo!” Scherzò Sirius.
Lei rise. “Ops, pensavo fosse quello di mio fratello! Capita! Ora andiamo!”
Dopo la solita preparazione Piumadoro entrò nella Stamberga subito seguita dei suoi amici e un’altra Luna Piena iniziò.
 
…….
 
Il mattino seguente, quando Star stava per andarsene prima che arrivasse Madama Chips, Remus la bloccò pregandola di nascondersi e restare lì. Star diventò invisibile giusto in tempo; Madama Chips entrò nella stanza e controllò Remus.
“Mi pare che vada molto bene, signor Lupin.”
“Lo so… sto migliorando… ma dice che potrei restare un po’ qui? Non mi sento abbastanza in forze da poter andare a lezione.” La pregò il ragazzo esibendo uno sguardo terribilmente dolce.
“Ma certo! Potrei accompagnarla anche in infermeria se preferisce, è più caldo e …” Propose la donna ma venne interrotta. “Oh, no! Va bene qui. Grazie.”
“Bene allora… faccia attenzione nel ritorno.” Madama Chips si alzò un poco sorpresa ed uscì dalla stanza.
“Sei strano, Rem. Sicuro che sia tutto a posto? Di solito odi che io e gli altri perdiamo le lezioni…” Star ricomparve nuovamente.
“Si, tutto bene. Tranquilla.”
La ragazza fece spallucce. “Ok, allora andiamo a svegliare quei due poltroni.”
“Si, andiamo!” Remus si alzò in piedi molto in fretta per le sue condizioni ma vacillò solo un po’ prima di precedere la sua amica verso la stanza delle scintille. Lui aprì la porta spostandosi subito di lato.
“SORPRESA!” Gridarono insieme i tre ragazzi. “BUON COMPLEANNO STAR!”
La giovane sorrise davanti ad un tavolino mal concio con sopra una tovaglia fiorita e tanto cibo Babbano terribilmente semplice come patatine, cioccolatini, panini e caramelle e poi altre bevande Babbane in bottiglia.
“Oh, grazie! Ma… i vostri compleanni? Non abbiamo festeggiato nemmeno quelli, e tutta questa roba?!” Star si guardò intorno smarrita.
“Non ti preoccupare, stiamo festeggiando anche i nostri compleanni, fidati.” Cercò di rasserenarla Sirius porgendole una bottiglia di vetro contenente un liquido scuro dai riflessi colo caramello ramato.
La ragazza lo accetto ma prima di bere squadrò il suo amico. “Cos’è?”
“Coca-Cola, fidati, è peggio della Scolampezzo poi non potrai più farne a meno.”
Star bevve e parve gradire molto ma James la distrasse porgendole un pennello intriso di vernice blu cobalto. Ognuno prese un pennello con del colore e si avvicinarono insieme alla parete. James scrisse “Ramoso 27-03-60” in un bel verde bosco, Sirius aggiunse il suo nome di malandrino e la sua data di nascita in un bel rosso accesso, Remus fece lo stesso con un dorato-ambrato come i suoi occhi e poi toccò a Star.
“Ora la parete è ancora più bella.” Sospirò lei una volta finito.
“Sei del Saggittario, io sono Scorpione… buffo. James è Ariete e Remus Pesci.” Commentò Sirius.
“Un giorno mi spiegherai perché per te è così tanto buffo. Sappilo.” Replicò Star la quale si stava già ingozzando di cioccolata in compagnia di Remus.
“Ah, cioccolata, molto meglio.” Sospirò il ragazzo.
“Oh, no, ti ho contagiato!” Esclamò Star.
“Nessun problema! Amo il cioccolato e lo amavo già… forse meno… Non è importante!” Remus si gettò nuovamente sul buffet e ne riemerse con dei bellissimi baffi di cioccolata.
“Arriva il dolce!” Annunciò James portando in trionfo una torta molto semplice con sopra scritto “BUON COMPLEANNO STAR”.
“Avevate detto che era il compleanno di tutti ma qui ogni cosa recita solo il mio nome!” Sbottò la ragazza.
“Non è vero!” La zittì Sirius.
“E’ solo perché sei la nostra stella preferita. E anche perché vedere un’altra volta il mio nome fatto di glassa su una torta mi manderebbe in manicomio.” Spiegò James sorridendo e passandosi una mano tra i capeli.
“Come vuoi…” Mugugnò lei.
“Dia spegni le candele!” La incitò Remus.
“Quattordici…” Mormorò la ragazza.
“Eh già, gli anni passano, eh? Oh, non dimenticarti di esprimere un desiderio!” Le ricordò James.
“Un desiderio?” Chiese Star.
“Si, quando spegni le candele al tuo compleanno puoi esprimere un desiderio, dicono che si avvererà…” Raccontò Remus.
“Oh, come le stelle cadenti?” Domandò lei sospettosa.
“Più o meno… ma devi spegnerle tutte in un soffio.” Rise Sirius.
La ragazza prese un gran respiro e poi soffiò sulla torta spegnando tutte le candele in un sol colpo.
“Oh, guarda…” Commentò subito dopo. “Il mio desiderio si è avverato, vuoi siete ancora qui.”
James non poté fare a meno di abbracciarla mollando in malo modo la torta tra le mani del suo amico dagli occhi grigi. “E ci resteremo per molto tempo.”
 
 
……….
 
Spiegare ai professori perché avevano perso le prime tre ore di lezione non fu facile per i Malandrini, Remus escluso, ma alla fine riuscirono a convincerli che si erano semplicemente addormentati nel parco dopo una passeggiata alquanto mattutina.
Finita la faticosa giornata scolastica i tre dovettero affrettarsi ad andare ad allenamento e una volta concluso anche quello si radunarono in Sala Comune per fare i compiti.
La Sala si svuotò rapidamente quella sera. Presto rimasero solo loro e qualche tizzone di fuoco.
“Credo sia ora di andare a letto.” Annunciò Star alzandosi in piedi. James le afferrò un polso con gentilezza. “Oh, no. Tu vieni con me.” Le impose con un sorriso sfilando il Mantello dell’Invisibilità dalla borsa.
 Dopo aver salutato i loro amici fratello e sorella si dileguarono nei corridoio scarsamente illuminati e districandosi pian piano e silenziosamente in quel labirinto di scale e arazzi giunsero alla loro torre.
James spalancò le finestre e lasciò che l’aria fresca e energica della primavera occupasse la stanza. La luce lunare anche se molta non era abbastanza per il ragazzo il quale accese molte candele rivelando quindici pacchi regalo di diverse misure.
“Jame…” Mormorò Star.
“Sono tutti per te. Uno per ogni anno di vita in cui non hai festeggiato il tuo compleanno, la tua nasciata compresa.” Le spiegò.
“Non avresti dovuto!” Protestò debolmente lei.
“Già, e tu non avresti dovuto diventare mia sorella, ma eccoci qui, quindi tanto vale che ne usufruisci, giusto?”
La ragazza sbuffò e si sedette a terra, suo fratello la imitò porgendole un piccolo pacchettino quadrato. Lei lo aprì e vi trovò dentro delle piccole scarpette da neonato confezionate all’uncinetto, erano blu cobalto.
“Di solito per le bambine sono rosa ma credo che ti sarebbero state meglio queste. Alcuni sono anche da parte dei nostri genitori e parenti vari, sono stato molto aiutato. Quelle le ha fatte nonna Lea.” Svelò James.
“Sono bellissime.” Disse la ragazza semplicemente poggiandole a terra acconto ad un bigliettino di auguri che recitava tanta felicità per la nuova nascita.
Per il suo primo anno ricevette un maglioncino molto carino. A due anni pareva essere abbastanza grande per un pigiama non intero seguito subito da un delizioso vestitino blu notte l’anno successivo. Compiuti quattro anni fu l’ora della prima salopette tutta blu cobalto. Per i cinque una bambola di pezza dai capelli corvini e gli occhi azzurri. A sei anni ti viziano molto con un peluche morbidissimo a forma di piccolo panda. Sette anni; comincia la scuola e quindi una bella penna con un grazioso quaderno era proprio quel che ci voleva. Per gli otto ricevette dei pastelli stupendi. A nove giunse il momento di imparare a dipingere con le tempere su tela. L’anno dopo l’arte le piaceva molto dato che giunsero anche gli acquerelli e molti altri piccoli e utili oggettini per dipingere e scrivere. Le fu regalato, per gli undici anni, un bel libro che sembrava essere un romanzo rosa per bambine. Al compimento dei dodici era già ad Hogwarts e l’album di fotografie scattate quell’anno non poteva mancare. Giunse un altro libro con un bel paio di orecchini di perla per i tredici anni.
Infine James le passò l’ultimo pacchetto regalo. “Nonna Lea dice che in alcuni paesi soprattutto in Italia è normale regalare una cosa simile ad un neonato ma dato che abbiamo scoperto il tuo vero nome solo ora…”
Star sfilò da una piccola bustina regalo una fine catenina d’oro che si interrompeva lasciando spazio ad una placchetta dorata per poi ricominciare, era un bracciale stupendo e l’elegante incisione portava scritto “Star Gioia Potter”. La ragazza alzò gli occhi cobalto su quelli nocciola di suo fratello che nel frattempo la stava aiutando a chiudere il braccialetto attorno al polso. “Sei un enorme, gigantesco, infinitamente grande e profondamente…” cominciò ad inveire lei ma rimase presto senza parole sensate. “Cielo! Mi sento scombussolata come un pennuto nell’oceano o un pesce nel cielo!” Star sospirò più volte e poi abbracciò il ragazzo. “Grazie Jame…” gli sussurrò all’orecchio. “Ti amo.”
 
 
………….
 
Nessuna settimana trascorse più in fretta di quella antecedente alla Pasqua quell’anno. Star era in panico completo per metà del tempo e non solo perché non aveva la più pallida idea di che cosa fare per Pasqua ma anche perché i suoi amici dovevano affrontare moltissimi test che continuavano a prendere sottogamba.
“Ti ripeto che ho tutto sotto controllo! Sei asfissiante!” Le ripeté iris per la millesima volta il giovedì sera.
“Non so cosa voglia dire asfissiante e non voglio saperlo. Domani potresti essere chiamato ad esporre in Trasfigurazione e abbiamo il test di Cura delle Creature Magiche… che probabilmente sarà un tentativo di ucciderci, come sempre.” Insistette la ragazza.
“James! Di a TUA sorella di lasciarmi in pace che so quello che faccio.” Sbottò Sirius stendendosi su un divanetto.
“Star…” Cominciò James sedendosi su una poltrona.
“Non ci provare nemmeno! Dovresti studiare pure tu!” Lo zittì lei.
“Sono un genio in Trasfigurazione… e anche nella sopravvivenza ai test di Kettleburn.” Sospirò James.
“Io non so più che fare con voi!” Si arrese Star.
“Benvenuta nel club.” Mugugnò Remus alzando appena la testa dal libro di Trasfigurazione.
“Bene, me ne vado a letto!” Decretò allora la ragazza procedendo a  grandi falcate verso il dormitorio.
“Dai Star!” Le gridò dietro Sirius ma non ebbe alcun effetto.
“Credo che questa volta l’abbiate fatta un po’ arrabbiare…” Notò Remus staccando finalmente gli occhi dal testo scolastico.
“No, sta solo andando a cercare un’idea per Pasqua.” Spiegò James tranquillo. “Però hai ragione, è un tanto preoccupata per il nostro rendimento scolastico, dovremmo metterci a studiare sul serio…” Il ragazzo fece una pausa di riflessione e poi incrociò gli occhi di Sirius. “Ci impegneremo di più… quando gli esami saranno più vicini.”
 
 
………
 
 
Nel pieno della notte Star sentì Lily svegliarsi di soprassalto e aprì gli occhi senza però muoversi. Vide la sua amica mettersi a sedere e sospirare.
“Problemi?” Le chiese incuriosita.
“No…si…non proprio, solo… beh, ne avrei parlato con Sev ma lui oggi è uscito con i suoi amici quindi aspetterò domani, tutto bene.” Rispose la rossa in confusione.
“Potevi parlarne con Alice e le altre…”
“No, non voglio farle intristire per nulla…”
“Allora puoi parlarne a me.”
“Siamo in piena notte, sveglieremo le altre.”
“Non credo, non se usciamo.” Propose Star.
“Vuoi che venga in giro per i corridoi di notte con te?!” Si scandalizzò Lily.
“Lo hai già fatto e non pareva che ti fosse dispiaciuto così tanto, inoltre era stata una tua idea o sbaglio?” Le ricordò la mora.
La rossa arrossì sbuffando e si alzò in fretta per vestirsi mentre Star rimase tranquilla con la maglia del pigiama infilando solo i soliti pantaloncini vita alta.
“Esci sempre così di notte?” Sussurrò Lily..
“O così, o con la salopette e semplicemente in pigiama.” Rispose Star precedendola per la seconda volta fuori dal dormitorio.
Uscirono dalla torre e camminarono per un po’ al buoi prima che Lily cominciasse a parlare. “Mi distacco sempre di più da mia sorella Petunia e questo fa male.”
“E non ti fa male vedere Severus con certe compagnie?” Le chiese schietta la mora.
“Scusa? Non capisco. Ha solo trovato degli amici, come io ho trovato delle amiche.”
“Non è proprio la stessa cosa, tu hai trovato ottime amiche i suoi amici invece… non importa, mi dispiace per te e tua sorella deve essere molto dura.”
La rossa si fermò qualche secondo. “lo è. E tu che mi dici?”
“Io? Beh, belladonna mi ha dato il diario di mia madre grazie al quale ho scoperto che lei si chiamava Rose e mio padre John White, è una famiglia purosangue piuttosto famosa a detta di Sirius ma non è quella a darmi tutto questo potere quindi dovrei rintracciare il cognome di mia madre per capire qualcosa intanto so che sono nata il dodici dicembre del ’59 che è già tanto.“ Rispose quella tutto d’un fiato lasciando la sua amica un po’ scioccata.
“Bene… auguri in ritardo allora.” Fece lily ma ancora una scintilla di tristezza era viva nei suoi occhi.
Così star cominciò a cantare abbozzando qualche passo e cercando di trascinare anche lei.
“You know I can be found
Sitting home all alone
If you can't come around
At least please telephone 
Don't be cruel to a heart that's true        
 
Baby, if I made you mad          
For something I might have said  
Please, let's forget the past       
The future looks bright ahead     
Don't be cruel to a heart that's true        
I don't want no other love      
Baby it's just you I'm thinking of.”
 
Lily rise leggermente cercando di non far troppo rumore. “Anche questa canzone te la canta tuo fratello?”
“Si, l’ha tirata fuori un girono in cui ho deciso di arrabbiarmi un po’ con lui. E’ Don’t be Cruel di Elvis ovviamente.”
“Vi piace molto Elvis Presley.”
“A chi non piace il re?”
“Giusto.” Concordò Lily. “Continui a cantare?”
Star sorrise.
 
“Don't stop thinking of me   
Don't make me feel this way
Come on over here and love me
You know what I want you to say
Don't be cruel to a heart that's true        
Why should we be apart ?       
I really love you baby, cross my heart          
 
Let's walk up to the preacher
And let us say I do
Then you'll know you'll have me
And I'll know that I'll have you
Don't be cruel to a heart that's true        
I don't want no other love      
Baby it's just you I'm thinking of
 
Don't be cruel to a heart that's true        
Don't be cruel to a heart that's true        
I don't want no other love      
Baby it's just you I'm thinking of.”
 
“E’ proprio una bella canzone.” Le concesse la rossa.
“Certamente lo è ma ora…” La mora le prese una mano senza smettere di sorridere. “…ora è meglio se corriamo.”
Lily non fece in tempo a replicare che si ritrovò a scappare da qualcosa o qualcuno guidata dall’amica che espertamente passava su e giù per le scale usando passaggi segreti e altre scorciatoie per farle arrivare entrambe sane e salve alla torre.
“Da chi stavamo…?” Cercò di chiedere la ragazza con il fiatone una volta al sicuro in sala comune.
“Da un prefetto.” Rispose Star ridendo e contagiando anche la sua compagna di avventure. Le due ragazze passarono ancora un po’ di tempo a parlare del più e del meno raggomitolate in un divano accanto alle braci quasi spente del camino e poi si decisero ad andare a dormire.
 
 
………….
 
Finalmente arrivò la domenica di Pasqua e nel dormitorio maschile del terzo anno il primo ad aprire gli occhi fu James che nel cercare gli occhiali sul comodino trovò anche qualcos’altro. Una volta messo a fuoco il piccolo ovetto rosso e oro rimase ad osservarlo per un po’ di tempo insicuro sul da farsi.
Sirius si alzò in piedi dopo un po’ rigirando tra le mani un ovetto blu cobalto e rosso. “Ciao Fratello. Che dici ci fidiamo di romperli?”
“Fossi in voi aspetterei la dimostrazione pratica di Star, non si sa mai cosa potrebbe accadere.” Sbadigliò Remus cominciando a vestirsi e tenendo sempre sott’occhio l’ovetto che aveva trovato all’interno del suo baule come per paura che potesse esplodere da un momento all’altro.
Una volta vestito James scosse Peter prendendolo per una spalla e il poveretto si svegliò con un aria piuttosto persa. “Trova il tuo uovo e preparati.” Gli consigliò il ragazzo occhialuto.
Scesero in Sala Comune tutti insieme e lì si era già radunata la maggior parte della casa, tutti nel vederli sollevarono le loro uova in attesa di istruzioni ma i Malandrini non aprirono bocca. In cima alle scale dei dormitori femminili apparve Star con un ovetto blu cobalto. “Hei, Jame!” Grido la ragazza. “Fammi un favore, Sali uno scalino e aziona lo scivolo.”
“Neanche morto!” Le urlò in risposta suo fratello.
“Codardo.” Sbuffò semplicemente lei. Il ragazzo le lanciò uno sguardo omicida e si rimboccò le maniche avvicinandosi alle scale, saltò sul primo scalino e poi scese immediatamente mettendosi a distanza di sicurezza, le scale si fusero in uno scivolo di pietra suonando l’allarme, attirando così l’attenzione di tutti, e Star gettò a terra il suo piccolo uovo che si ruppe creando una bolla spessa e blu cobalto, la ragazza la modello a suo piacimento finché non divenne una sfera abbastanza grande da contenerla fatto questo prese la rincorsa e vi saltò dentro. “Arrivo!” Gridò, la sfera si solidificò trattenendola al suo interno e rotolando lungo lo scivolo, una volta fermatasi contro un divanetto Star batté due volte le mani e la bolla attorno a lei scoppiò lasciandola libera. “E buona Pasqua a tutti!” Augurò dopodiché ruppe un altro uovo lanciò la bolla contro suo fratello al quale scoppiò in faccia infine con un sorriso enorme lasciò cadere a terra un altro uovo gridò “BOING” e iniziò far rimbalzare la bolla per poi lanciarla, la sfera si comportò come una pallina di gomma super rimbalzante rischiando di schiacciare qualcuno. In pochi minuti l’intere Sala Comune si trasformo in un disastro pieno di palline rimbalzanti e bolle che scoppiavano addosso a  tutti tanto che alcuni usarono il proprio uovo per creare una sfera solida in cui mettersi al sicuro.
I Malandrini uscirono dalla sala un po’ sconvolti ma sicuramente divertiti come alcuni altri studenti. Presto i mille usi delle uova si sparsero in giro per il castello e la maggior parte uscì nel parco dove vi era più spazio per rotolare.
“Ok, quest’idea e fantastica.” Si complimentò James con sua sorella a colazione mentre tentavano di non essere travolti da sfere, bolle e palline.
“Piace anche a me.” Le confidò Remus.
“Allora sono felice!” Sorrise lei tuffandosi in un muffin al cioccolato.
“Star?” Lily si avvicinò al loro tavolo in compagnia di Alice. “Sei stata tu?”
“Sono nei guai?” Chiese la mora.
“No, cioè… non credo… è forte… a suo modo.” Balbettò la rossa.
“Sta cercando di dirti che è un idea meravigliosamente fantastica!” Le venne in aiuto Alice sprizzante di energia.
“Ho usato meno parole per lo stesso risultato…” Borbottò James poggiandosi la mano su un orecchio apparentemente ferito dal tono della ragazza.
“Ovvio, sei un ragazzo, voi usate sempre meno parole possibili.” Lo rimbeccò Alice.
“Ok, beh, grazie…” Mormorò Star sorridendo.
“E’ una mia impressione, Evans, o ti stai lasciando trascinare dall’entusiasmo di Star per le pazzie?” Commentò Sirius.
“Non mi sto lasciando trascinare da niente!” Sbottò quella offesa.
“Non direi, ricordiamo tutti come eri messa il giovedì mattina, mi sbaglio o Vitious ti ha pure ripreso perché stavi per addormentarti in classe?” Replicò Sirius.
“Taci Ziriuz!” Lo zittì Star prima che Lily potesse replicare. “E’ stata una bellissima serata tra donne. Grazie a entrambe, spero vi divertiate, ciao!” Afferrò il concetto e trascinò via la sua amica.
“Tragedia evitata.” Notò Remus.
“Confermo.” Sospirò Star. “E tu, Felpato, potresti essere meno…?”
“Meno divertente, affascinante, magnifico, stupendo e geniale? No, mi dispiace.” Il ragazzo si chinò verso di lei sporgendosi sopra il tavolo. “E, dolcezza, non storpiare mai più il mio nome.”
“Meno odioso. E tu, non chiamarmi dolcezza.” Ribatté Star alzandosi in piedi per fronteggiarlo, i loro visi erano estremamente vicini e i due si stavano fulminando con lo sguardo. All’improvviso Sirius si lasciò sfuggire il suo solito mezzo sorriso e Star lo spinse a sedere borbottando qualcosa come “Idiota.” entrambi ricominciarono poi a mangiare tranquilli.
James fece spallucce. “Voi due siete così strani…”
“Per gli dei del Rock! Taci!” Sbraitarono all’unisono Black e White.
“Oh, hai messo il bracciale d’oro!” Se ne uscì Remus all’improvviso indicando il polso della sua amica.
“Eh già, avete ottimi gusti voi ragazzi, lo metto sempre, mi piace molto, è così carino e c’è incisa anche la mai data di nascita dietro la placchetta in piccolino, è così grazioso, una libellula spargi fiori!” Cantilenò la ragazza tutto d’un fiato cominciando poi a fissare il soffitto.
“E’ partita di nuovo per il mondo degli unicorni rosa!” Scherzò Sirius.
“Azzurri, per favore.” Puntualizzò lei.
“Azzurri, giusto!” Concordò il ragazzo con un pizzico di sarcasmo. “Comunque ovviamente il braccialetto l’ho scelto io, sono l’unico con abbastanza gusto e quella che indossi è la mia maglia dei Rolling Stones?”
“Hai appena detto che hai buon gusto, giusto? Quindi se indosso i tuoi vestiti ho un buon gusto anche io, vero? Argomento concluso, usciamo devo provare una cosa…” Star si alzò in piedi di scattò afferrando una decina di uova lungo il percorso fino al parco seguita dai Malandrini troppo intenti a schivare le bolle colorate per far altro.
Una volta all’esterno milioni di sfere di mille colori e con mille utilizzi viaggiavano ovunque a mille velocità differenti.
“Un bel casino.” Si complimentò con sé stessa la ragazza rompendo poi un ovetto, plasmò la bolla finché non riuscì a contenerla e poi gridò BOING.
“So che sarà una brutta idea…” Si disperò Remus in anticipo mentre gli altri due ragazzi imitarono la loro amica che cominciò a saltare ovunque rimbalzando all’impazzata seguita da James e Sirius anche loro nelle bolle e da Remus terribilmente preoccupato per la vita degli studenti che i suoi amici stavano rischiando di spiaccicare.
Remus raggiunse gli altri Malandrini in riva al lago dove quelli erano appena usciti dalle bolle un po’ storditi e con la testa che girava. “E’ stato mitico!” Si esaltò James.
“Non fatelo mai più!” Li pregò Remus.
“Andiamo in cima alla salita e rotoliamo giù fino al lago, tutti nella stessa bolla!” Gridò Star esaltata.
“Si!” Urlarono James e Sirius afferrando Remus e trascinandolo con loro.
Entrarono tutti e quattro in una gigantesca bolla e rotolarono con essa lungo la discesa fermandosi poco prima del lago in un groviglio di braccia e gambe si districarono alla svelta e ripartirono.
Per tutta la mattinata gli studenti si sfogarono al massimo e nessuno cercò di fermarli. Dopo pranzo i più stanchi si fermarono in qualche angolo ad osservare gli altri così Star spiegò loro un altro utilizzo della bolla.
“Sei pronta?” Chiese ad una ragazza che aveva voglia di leggere in pace all’aperto e alla quale aveva fatto prendere dei morbidi cuscini e un libro. Prese un uovo lo ruppe e le creò una sfera. “Ora entraci tenendoti stretta tutto quanto.” La ragazza obbedì. “E adesso dì su.”
“Su…” Sussurrò appena la ragazzina del primo anno, la sfera si sollevò lentamente portandola in alto.
“E ora di stop.” Le consigliò Star quando la vide a circa due metri d’altezza, la ragazza eseguì ancora una volte e la sfera si fermò in aria. “Ora puoi sistemarti come vuoi e leggere, e quando vuoi scendere basta che dici giù. Tutto qui, buon divertimento!”
La Malandrina si riunì con i suoi amici e ricominciò a divertirsi con loro finché Lily e le altre ragazze non passarono loro accanto proprio mentre stavano per entrare nell’ennesima bolla rotolante.
“Hei, com’è?” Chiese Star. Le ragazze le sorrisero.
“Sei un genio!” Si complimentò Mary. “Non sai con quanti meravigliosi ragazzi ho potuto restare sola in una bolla!”
“Mary!” La rimproverò Emmeline.
“E’ vero!” Si difese la bionda.
“Ah, fantastico. Ehi Lily fai un giro con me?” Propose Star indicando la bolla appena creata. La rossa fece spallucce e acconsentì entrandoci. Con un gesto fulmineo la mora afferrò suo fratello gettandolo all’interno della sfera e poi le diede una spinta. Lily gridò qualche minaccia ormai incomprensibile mentre rotolava con James. Le ragazze la fissarono come se avesse appena firmato la sua condanna a morte mentre Sirius le diede un’occhiata ammirata.
“Lo so, non mi parlerà mai più… ma ne è valsa la pena, io sono dalla parte di mio fratello!” Spiegò quella allargando le braccia.
“Credo che Lily vi ucciderà entrambi sterminando così i Potter.” Suppose Remus.
Dalla riva del Lago provenne un grido femminile. “Mai e poi mai Potter! Tu morirai per questo Potter due!” Lily risaliva la collina con una luce omicida negli occhi. “Ma che ti è saltato in mente! Credo fossimo amiche! Rinchiudermi con quel Potter!”
“Ops, errore mio!” Star lanciò un ovetto a terra tuffandosi alla svelta in una sfera e partendo a  rimbalzare via il più lontano possibile.
Quando i Malandrini si riunirono al pontile, nascosti da occhi indiscreti o fiammeggianti James abbracciò sua sorella con calore.
“Sei un piccolo genio!”
“Ma che cosa lei hai fatto?” Chiese Sirius.
“Ovviamente l’ho scopata, in meno di quattro secondi, in una palla rotolante a velocità impazzita.” Commentò sarcastico James passandosi una mano tra i capelli.
“Se ci sei riuscito sul serio tanto di capello!” lo prese in giro Sirius fingendosi serio.
“Ragazzi!” Li bloccò Remus.
“Ok, veramente James dimmi che non hai sprecato l’occasione che ti ho dato grazie alla quale dovrò ricominciare a creare un rapporto con la mia unica confidente di sesso femminile.” Borbottò Star ridendo.
“L’ho solo circondata con le braccia tenendole rigide per non schiacciarla.” Raccontò il ragazzo.
“Ottimo.” Decretò sua sorella.
“E poi le ho chiesto di uscire con me all’ultima uscita ad Hogsmeade a maggio.” Continuò lui.
Tutti e tre i suoi amici si accasciarono a terra esasperati. “Sei un disastro, fratello.” Commentò Sirius.
 
…………..
 
Per tutta la cena Lily cercò intensamente di uccidere con lo sguardo i due Potter. Fortunatamente non vi riuscì. E quando Silente si alzò in piedi per augurare a tutti la buona notte i Malandrini balzarono in piedi sul tavolo, Remus compreso, afferrarono delle uova, corsero sul tavolo fino all’uscita e aprirono il portone di quercia uscendo all’aria aperta con una folla di studenti sorpresi e professori inferociti alle spalle.
“Se mi uccidono per questo io uccido voi, lo giuro!” Gridò Remus.
“Nessuno ti ucciderà finché io sarò in vita.” Lo rassicurò Star facendogli un occhiolino poi lasciò cadere tre uova dietro di se gridando “Sbrilluccicate!” le bolle che scaturirono dalle uova si illuminarono volteggiando allegre e colorate a circa un metro sopra il suolo. Molti studenti che li seguivano li imitarono liberando moltissime bolle colorate. I Malandrini nel frattempo erano entrati due a due in due sfere luminescenti e stavano rotolando verso il lago finendoci dentro e galleggiando sulla superficie dell’acqua. Eppure le bolle non sembravano essere totalmente impermeabili dato che presto i ragazzi cominciarono a spruzzarsi a vicenda con dell’acqua raccogliendola da sotto i loro piedi e lanciandola nella sfera degli “avversari” che diventava così molto scivolosa.
Presto molti ragazzi e ragazze seguirono il loro esempio e il Lago Nero si trasformò in un luccicante e colorato campo di battaglia all’ultimo spruzzo.
“Credo che dovresti perdonarla.” Suggerì Marlene a Lily mentre erano sulle rive del lago ad osservare la maggior parte dei loro compagni darsi battaglia.
“No.” Sbuffò la rossa.
“Io credo di si.” Provò Alice mentre insieme a Mary la raggiungeva entrambe erano bagnate dagli schizzi e la bionda teneva in mano  un foglietto di carta blu cobalto.
“Cos’è?” Chiese Emmeline.
“Le scuse di Star.” Spiegò Mary consegnandolo alla sua amica dagli occhi verdi.
“Non le leggerò.” Decretò Lily.
“Credo dovresti.” Insistette Alice. “Fallo per me!”
La rossa sospirò ed aprì il foglietto leggendo ad alta voce. “Sono seriamente molto dispiaciuta per ciò che ho fatto, era solo uno scherzetto infantile, ora puoi vendicarti. Devi semplicemente dire POP! Varrà più volte.” Dopo un altro sospiro la ragazza intascò con violenza il bigliettino. “Sul serio?! E dovrei fidarmi?! Magari mi ritrovo chissà dove con chissà chi!”
“Credo che dovresti darle un po’ di fiducia. Ti prego!” La supplicò Marlene.
“Ok, ok!” Lily prese un bel respiro e disse “POP” quasi al centro del lago una bolla scoppiò e James e Star finirono in acqua. I due furono quasi sommersi dalle altre bolle e raggiunsero la riva a fatica tra le risate generali e ridendo a loro volta. Star cercò con lo sguardo una chioma rossa e quando la trovò le fece un occhiolino.
“Si, credo che potrei perdonarla, forse.” Sorrise Lily attendendo poi che i due fratelli entrassero in altre bolle per farle scoppiare di nuovo.
Intanto Sirius cominciò a cantare.
“I never met a girl who makes me feel the way that you do. (You're alright)
Whenever I'm asked who makes my dreams real, I say that you do. (You're outta sight)

So, fee-fi-fo-fum
Look out baby, 'cause here I come.

And I'm bringing you a love that's true.
So get ready, so get ready.
I'm gonna try to make you love me too.
So get ready, so get ready 'cause here I come.

(Get ready 'cause here I come) I'm on my way.

(Get ready 'cause here I come)”
“Sul serio Felpato! I The Temptations?” Lo prese in giro James.
Ma Star seguì l’esempio dell’amico.
“If you wanna play hide and seek with love, let me remind you (It's alright)
But the lovin' you're gonna miss and the time it take to find you (It's outta sight)

So, fiddley-dee, fiddley-dum
Look out baby, 'cause here I come.

And I'm bringing you a love that's true.
So get ready, so get ready.
I'm gonna try to make you love me too.
So get ready, so get ready 'cause here I come.

(Get ready 'cause here I come) I'm on my way.

(Get ready 'cause here I come)
(Ger ready)”

Ben presto anche James dovette arrendersi e cantare con I suoi amici trascinando pure Remus, si trovavano tutti nella stessa sfera.

“If all my friends should want you too, I'll understand it. (Be alright)
I hope I get to you before they do, the way I planned it. (Be outta sight)

So tiddley-dee, tiddley-dum
Look out baby, 'cause here I come.

And I'm bringing you a love that's true.
So get ready, so get ready.
I'm gonna try to make you love me too.
So get ready, so get ready 'cause here I come.

(Get ready 'cause here I come) I'm on my way.

(Get ready 'cause here I come)
(Get ready 'cause here I come-a)
(Get ready)”

Stavano per cominciare una nuova canzone quando la bolla scoppiò e i ragazzi caddero nuovamente in acqua. La fantastica serata si prolungò ancora per un paio d’ore e molte altre volte James e Star finirono in acqua o a terra. Finché Silente non decise che era davvero tardi e obbligò tutti ad andare a letto.
Nella dormitorio femminile da quarto anno mentre le ragazze si preparavano per andare a dormire asciugandosi alla meglio Lily si avvicinò a Star. “Perdonata, per questa volta. Ma non azzardare mai più a fare così!”
Con una risata generale tutte si infilarono a letto, Star sfilò un certo diario da sotto il cuscino, lo guardò un po’ di volte e poi lo gettò dentro il baule facendo in modo che finisse sul fondo, tornò a stendersi e guardò fuori dalla finestra dove le stelle brillavano. “Spero che tu ora sia in un posto migliore, papà.” Mormorò al cielo.
 
 
 
***********
 
Bingo! Ci sono, dai, ho finito Pasqua…. E si, dai…. È solo un po’ tardi… ma mò ce la faccio, eh!
Ciao ciao

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Capitolo 18
*** Rosso e Oro ***


"Direi che può bastare. Siete stati grandi!" Jordan batté le mani un paio di volte e poi scese a terra subito imitato da tutta la squadra. "Bene, la partita è domani e noi dobbiamo tutti essere al meglio. Cercate di dormire e giuro che non verrò svegliarvi in piena notte dato che Star mi ha caldamente consigliato di evitarlo se voglio che siate riposati e rilassati. Il nostro vero nemico domani non sono i Tassorosso ma i Corvonero i quali sono a 470 punti e noi solo a 400 dobbiamo realizzarne abbastanza da superarli e quindi arrivare alla coppa, tutto qui. Possiamo farcela."


"E' un'idea di Star quella di far passare la partita di domani come una cosa che siamo perfettamente in grado di gestire al meglio?" Chiese Malcolm sorridente.


"Si..." Sbuffò Jordan. "Sarai un capitano migliore di me il prossimo anno." Commentò poi ricolto alla ragazza.


"Non sarò mai un capitano! Troppa pressione, troppe responsabilità! Tu sei stato fantastico e vedrai che andrà bene. Faremo fatica senza di te il prossimo anno, senza tutti voi..." Replicò Star battendogli una mano sulla spalla.


"Andiamo a cambiarci prima di scoppiare tutti in lacrime..." Borbottò Greg.


"Si meglio!" Sirius si avviò per primo verso gli spogliatoi.


La squadra bella pulita ripose le scope nella rimessa e si allontanò dal campo di Quidditch certo che l'indomani sarebbe stato il giorno più bello. Quello in cui far vincere la Coppa a Jordan che se lo meritava come capitano e come studente dell'ultimo anno, se lo meritavano anche Robin, Malcolm e Greg e James, Star e Sirius erano più che decisi ad ottenere quella coppa.




.................



Il mattino seguente mentre il sole primaverile splendeva tiepido sul parco di Hogwarts le squadre di Tassorosso e Grifondoro scesero in divisa a fare colazione acclamati dalle loro rispettive Case. Vista al situazione, ovviamente, i Corvonero tifavano tutti per Tassorosso mentre i Serpeverde tifavano per loro stessi, cosa inutile dato che ormai, avendo totalizzato solo 330 punti, erano completamente fuori gara.


Al tavolo di Grifondoro Jordan farfugliava nervoso tra sé e sé. "Bella giornata direi, se il sole non ci acceca, ma il sole non ci accecherà, bisogna essere positivi, vero? Però potremmo sempre beccarci un casino di Bolidi in faccia e morire dissanguati e quel che è peggio è che perderemmo... noi perderemo! No! Devo essere positivo, abbiamo degli ottimi Battitori, si insomma, proprio bravi, al massimo potremmo perdere per i troppi goal, no, no... ho un bravissimo Portiere, si... e dei bravi Cacciatori... forse non prendiamo il Boccino... ma che dico?! C'è James Potter!"


"Eccomi qui!" Esclamò James alzandosi in piedi e passandosi la mano tra i capelli. Jordan lo fissò come in estasi.


"Vorrei dire qualcosa per smontare mio fratello, ma così facendo demolirei Jordan, e non mi sembra giusto... per niente." Borbottò Star stiracchiandosi tranquilla.


"Già..." Concordò Sirius. "Non vedo l'ora di giocare, ci siamo veramente allenati moltissimo..." il ragazzo fu interrotto dal capitano di Serpeverde che si fece avanti allegramente e andò a stringere la mano a Jordan per fargli i suoi migliori auguri. Tutti rimasero immobili e stralunati per qualche attimo mentre i Cacciatori di Serpeverde battevano incoraggianti sulle spalle di Greg e Robin. James fece per alzarsi ma una ragazzina di Tassorosso gli finì contro facendogli cadere gli occhiali e poi lo guardò terrorizzata prima di correre via, li raccolse un ragazzo di Corvonero porgendoli nuovamente al proprietario sussurrando: "Buona fortuna.".


Era tutto così terribilmente strano che la squadra era ancora un po' frastornata quando si diresse verso il campo. Indossarono le loro uniformi e poi Jordan attese che Star li raggiungesse per fare il suo discorso.


Il capitano li guardò tutti uno ad uno. "Siate concentrati, non fatevi distrarre, nulla, nulla, ci farà perdere questa partita. Chiaro?" I ragazzi annuirono decisi, pareva che dovessero andare in guerra. Presero le loro scope e uscirono all'aria aperta carichi di aspettative e di voglia di vincere. Vennero annunciati come sempre dal cronista che questa volta era una ragazza, si stupirono tutti alzando lo sguardo verso la piccola cabina da dove Mary raggiante li salutò tutti.


Jordan strinse la mano al capitano di Tassorosso e Madama Bumb fischiò immediatamente. Tutto partì così in fretta che James ci mise qualche millesimo di secondo per capire di doversi alzare in volo ma una volta datosi la spinta tutto andò al suo posto; era nel suo elemento. Si sentiva sveglio, pronto, calmo. Sapeva cosa fare, dove andare, cosa guardare. Evitò un bolide con uno scarto di classe approfittandone per passarsi la mano tra i capelli, senti qualche sua fan gridare. Era un giorno perfetto, luminoso ma non troppo e il sole non accecava. Tutto era dalla loro parte; e allora perché Tassorosso era già in vantaggio?


James si decise a scrutare attentamente i suoi compagni di squadra, per qualche assurdo motivo Sirius e Star parevano colpire i Bolidi con forza a malapena sufficiente ad allontanarli da loro stessi. Osservò il capitano di Tassorosso fiondarsi sugli anelli dorati coperti da Malcom che non aveva nessuna intenzione di staccare le mani dalla scopa ma quando la Pluffa fu in aria il ragazzo si obbligò a fare quello sforzo e James capì perché non ne era troppo felice: la sua scopa scartò capovolgendosi e Malcolm si ritrovò a testa in giù riuscendo a reggersi sulla scopa per miracolo. Tutto ciò puzzava di imbroglio lontano chilometri. O meglio: puzzava di imbroglio a lui che odiava con tutto il cuore i Serpeverde eppure gli unici ad avere problemi erano quelli a cui nessun sospetto si era avvicinato durante la giornata. Jordan segnò con un tiro mozzafiato e ben presto Greg e Robin gli diedero man forte. Grifondoro pareva sulla cresta della rimonta.


James si abbassò per schivare un altro Bolide, ovviamente Star e Sirius avevano ancora qualche problema, avrebbe voluto avvicinarsi a uno dei due ma con la coda dell'occhio vide un bagliore dorato. Si lanciò all'inseguimento; se la sua squadra aveva dei problemi l'unica soluzione era catturare il Boccino il prima possibile ma quella pallina era di nuovo scomparsa lasciandolo lì a frugare il campo con lo sguardo. Non aveva altre soluzioni se voleva che Grifondoro vincesse doveva assolutamente concentrarsi solo su quello e così smise di osservare gli altri.


Jordan non capiva cosa avesse Malcolm ma finché aveva quel problema era determinato a tenere la Pluffa in costante possesso di Grifondoro così da evitare che Tassorosso provasse a segnare, un ottimo piano a quanto pare.


"E con un altro incredibile tiro di Greg vediamo Grifondoro salire in vantaggio 50 a 40! Finalmente ragazzi! Sotto ai rosso e oro è il nostro anno! IL NOSTRO ANNO!" Si udirono dei rumori al microfono. "No, professoressa, non sono di parte! Lo giuro era solo un dato di fatto oggettivo..." Mary teneva il microfono il più possibile distante dalla McGranitt che con aria piuttosto accigliata lasciò stare.


Stavano iniziando a distaccare i Corvonero con estrema rapidità, una volta arrivati 90 a 40 pareva che nulla potesse più toccarli, infatti le cose cominciarono ad andare peggio. Greg e Robin avevano una spalla dolorante al tal punto che lanciare diveniva impossibile e Jordan cominciò ad accusare uno strano pizzicore alla mano destra. Il capitano di Grifondoro chiamò una pausa. Scesero tutti dalle scope e la squadra rossa e ora gli si strinse intorno in velocità.


"Sabotaggio." Decretò Star una volta che ebbero elencato i proprio problemi. "James, devi prendere quel Boccino immediatamente. Ho dovuto fare un incantesimo alla mia mazza e a quella di Sirius per farle tornare normali altrimenti voi sareste già stati schiacciati dai Bolidi."


"Ci sto provando, ma come avrete sentito quella piccola pallina svanisce ovunque. Sto iniziando ad avere il mal di testa." Esordì James con un accenno di agitazione, la squadra contava su di lui e il meglio che sapeva fare era lamentarsi. Impossibile. Star lo fissò intensamente confabulando tra sé e sé. "In effetti... si... tutti quei falsi allarmi che Mary ha annunciato... pare che si vede troppo spesso... e lo vedi solo tu... credo che... GLI OCCHIALI!" Gridò infine la ragazza strappando gli occhiali di suo fratello dal volto del poveretto e lanciandoli via per poi tirarne fuori dalla tasca un altro paio. "Credo che i tuoi occhiali fossero incantati per farti vedere dei bagliori dorati e confonderti."


"E' quasi finito il tempo." Ricordò loro Malcolm.


"Ok, voi due mostratemi la spalla." Ordinò Star a Greg e Robin. Dopo aver passato rapida le mani sotto le divise dei due provocando qualche brivido inatteso si dedicò alla mano di Jordan che era terribilmente gonfia. "Sei tu il capitano, posso sistemartela e farti finire bene la partita o puoi giocare così e poi avere la prova del sabotaggio da usare per vendicarti e per avere giustizia."


Jordan la fissò per un lungo momento e poi sorrise. "Sistemami la mano, i loro culi posso prenderli a calci in qualsiasi giorno ma oggi voglio vincere."


Poco dopo erano di nuovo in sella alle scope, il punteggio di Grifondoro saliva mentre quello di Corvonero restava invariato. Erano a 170 e sentivano la vittoria vicinissima.


"Questa partita diventa decisamente sempre più avvincente, qualunque cosa facciano i Tassorosso non riescono a fermare l'avanzata dei Grifondoro. vedo una pioggia di Bolidi diretta contro Robin che è in possesso di Pluffa ma non serve a nulla, Star e Sirius sono decisamente in gran forma e ... uh! Hanno colpito Ray! Deve far molto male! Grifondoro segna ancora! Ma la partita continua e... James Potter, Cercatore di Grifondoro, scende in picchiata! Questa volta avrà visto veramente il Boccino? Pare di si dato che anche Mike Lewis il Cercatore di Tassorosso si dirige a tutta velocità vero lo stesso punto. Vedo il Boccino! E sta andando dritto dritto tra le mani di Mike! Solo fortuna! No... professoressa! E' un momen... critico!..."


Star sperò con tutto il suo cuore ma Mary aveva ragione il Boccino si era avvicinato molto di più a Mike che a James e il Tassorosso poté afferrare la pallina dorata con estrema sicurezza mentre James gli sfrecciò invano accanto, troppo tardi. Avevano perso. La ragazza si voltò a guardare Sirius completamente sconvolta ma lui sorrise indicando il tabellone segna punti. Tassorosso aveva 190 punti e Grifondoro... la ragazza sgranò gli occhi; 200 punti. Scesero dalle scope e Star si lanciò su Jordan, Greg e Robin. "Non so come abbiate fatto ma siete dei geni!" Greg e Robin la fissarono sprizzanti di gioia. "Io ho segnato solo il punto del pareggio con il loro aiuto." Spiegò Jordan indicando i suoi compagni Cacciatori. Lei si voltò sbalordita, dietro di sé Malcolm sorrideva imbarazzato. "Ha parato l'ultimo tiro dei Tassorosso ed è partito come una scheggia, avrà segnato si e no da dieci metri di distanza." Continuò Jordan entusiasta.


"Non è ver...!" Cercò di smentirsi il ragazzo ma ormai la folla di tifosi era riuscita a passare oltre le tribune e la squadra si ritrovò immersa in un mare rosso e oro. Li condussero in trionfo fino a dove Silente li osservava pronto con la Coppa tra le mani. Ed eccola lì che passò da un giocatore all'altro fino a Jordan che la sollevò e poi la lasciò alla stella del momento: Malcolm. Le grida, i canti e l'euforia erano indescrivibili. Per tutto il giorno i Grifondoro festeggiarono piuttosto rumorosamente. Remus raggiunse il resto dei Malandrini subito dopo la premiazione avvolto nel loro stendardo per il tifo ma non passò troppo tempo con loro, era il girono dedicato alla squadra migliore e lui non voleva togliere questo piacere ai suoi amici. Li osservò rispondere alle domande, raccontare nuovamente del sabotaggio, rassicurare i compagni. Rise quando doveva ridere e non staccò gli occhi da loro nemmeno per un secondo, erano felici e lui pure.


Lily gli si avvicinò durante la cena mentre la squadra beveva dalla Coppa. "Ciao."


"Ciao, Lily." Remus spostò lo sguardo su di lei e si accorse solo in quel momento di essere molto stanco.


"A quanto pare hanno vinto." Constatò inutilmente la rossa.


"Già, ma James non è davvero felice." Remus sospirò fissando l'amico.


"Potter?! A me pare che si stia divertendo per bene!" Replicò lei scocciata lanciando a sua volta uno sguardo a James che in quel momento stava parlando con due ragazze molto carine e più giovani che pendevano dalle sue labbra come incantate.


"No, ha perso il Boccino, non se lo perdonerà mai. Guarda Star, non smette di tenerlo sott'occhio."


Era vero. La ragazza era attorniata da una miriade di ragazzi che cercavano di avere la sua attenzione, sorrideva, scherzava ma ogni volta che tutti erano impegnati a ridere i suoi occhi cobalto si fissavano su suo fratello. Non c'era nulla di più dolce di quella piccola attenzione e del sorriso che lei gli rivolgeva quando lui la beccava in flagrante.


"E tu come stai?" Cambiò argomento la rossa.


"Sempre debole e malato, ma è molto più facile con loro al mio fianco, non puoi nemmeno immaginare quanto abbiano fatto per me, sono così grato ad ognuno di loro... e tu come stai? Severus si è un po' staccato da te, mi pare..." Cominciò il ragazzo ma si bloccò da solo quando gli occhi verdi di Lily divennero pericolosamente accesi.


"Sembra di si... ma fortunatamente non è così. Io e lui siamo ancora ottimi amici, studiamo spesso insieme anche se in realtà cerchiamo di non farci vedere troppo insieme a lui non va più molto, sai, dopo che i tuoi cari amici l'hanno preso in giro perché mi stava sempre dietro..." Sbottò quella.


"Non credo che sia per colpa dei miei amici." Sottolineò Remus senza riuscire a trattenersi Lily lo squadrò dalla testa ai piedi ma parve non averlo sentito e decise di passare oltre.


"Allora hai letto quel libro che ti ho consigliato?" Domandò la ragazza con un lieve sorriso.


"Si, è molto avvincente. Soprattutto nella parte dove tutti muoiono!" Sbuffò lui esasperato.


"Oh, dai non è così male!"


"Oh, infatti è peggio di quel che credi, sul serio, come fai a leggere libri così terribilmente realistici?!"


"Mi piace la realtà! Le cose accadono."


"Si, ma... James!" Remus scattò in piedi. "Non lo vedo da nessuna parte, tu?"


Lily sospirò passando veloce in rassegna la Sala. "No, e allora? Si sarà rifugiato chissà dove con qualche ragazza..."


"No!" Star apparve alle loro spalle. "E' scappato dalle luci della ribalta, mio fratello! La situazione è grave! Bisogna..."


"Star! Vieni qui!" La chiamarono.


"Senti tu resta qui, e stai tranquilla, lo troviamo io e Lily tanto non qui non facciamo nulla." Propose Remus sorridendo.


"Non voglio... Jame..." Iniziò lei ma il suo amico scosse la testa. "lo senti, senza concentrarti? Sai dov'è?" Le chiese con l'aria di chi sapeva già la risposta e quando la ragazza scosse la testa non si stupì. "Vedi? Non vuole che tu lo cerchi, non ora, avrete questa notte, lascia che lo troviamo noi e gli facciamo compagnia."


"Si, ma nessuno mi sta chiedendo se voglio farlo!" Li interruppe Lily.


"Lo farai? Per favore dimmi che lo farai, se ci sarai tu a fargli compagnia io sarò tranquilla!" La pregò la mora.


La rossa sospirò sospettosa ma poi accetto e uscì dalla Sala Grande insieme a Remus; si divisero quasi subito per coprire più terreno in una vana ricerca di un ragazzo che conosceva il castello meglio di chiunque altro e non voleva essere trovato.


Per questo Lily si stupì molto quando quasi inciampò sulle gambe di James seduto a terra accanto ad una statua in un corridoio semi buio. "Potter!" Esclamò lei.


"Presente all'appello dei patetici senza fama." Mugugnò il ragazzo, sembrava così serio senza il suo solito sorriso.


La rossa sbuffò. "Patetico? Non c'è dubbio... senza fama? Purtroppo non direi... credo tu sia l'esatto contrario di senza fama."


"Ho perso il Boccino." Commentò James afflitto. "La squadra contava su di me, tutti i Grifondoro contavano su di me e io ho lasciato che quel tizio prendesse il mio Boccino."


"Credo che fosse una lotta impari... in fondo da quello che mi ha detto Remus pare che il Boccino abbia semplicemente deciso di avvicinarsi al Cercatore di Tassorosso."


"Difatti Remus è di parte... come sempre...." Borbottò il ragazzo impensierito ma poi qualcosa in lui si accese. "Ma dimmi: come mai Lily Evans è venuta a cercarmi?"


"Non ti montare la testa, Potter, è solo per fare un piacere a tua sorella e a Remus." Ribatté lei leggermente altezzosa.


"Oh, mi scusi Evans!" Scherzò lui. Dopo qualche attimo di silenzio aprì la bocca come per ricominciare a parlare ma la rinchiuse subito.


"Che volevi dirmi?" Gli chiese Lily.


"Nulla." Sì affrettò a rispondere lui.


"Credevo che fossi il più coraggioso della scuola, mi sbagliavo?"


Gli occhi del ragazzo lampeggiarono di sfida ma ancora non parlò. La rossa si alzò dalla posizione inginocchiata in cui era scivolata. "Allora posso andarmene..." disse. Quando ormai aveva già cominciato a muoversi James la chiamò. "Evans?" Lei si fermò a fissarlo in attesa. "Vuoi uscire con me?" Le domandò.


Lily gli lanciò un'occhiataccia che avrebbe potuto ucciderlo. "Nemmeno se fossi costretta a scegliere tra te e un drago con l'alitosi." Sbottò voltandosi di scatto e superando un angolo a passo di carica.


"Grazie per avermi risollevato il morale." Mormorò James sinceramente fissando il corridoio ormai vuoto.



..........



Alle cinque di quel mattino James scese in Sala Comune con il Mantello dell'Invisibilità sotto braccio e un pezzo di cioccolata in mano. Star era già lì. Si chiese se sua sorella dormisse almeno una o due ore, non gli capitava spesso di farsi certe domande, aveva imparato a lasciar perdere, ma quella sera non poté farne a meno dal momento che la festa era andata avanti fino a pochi minuti prima e lei pareva fresca e riposata.


Si guardarono negli occhi e parlare divenne superfluo. Si strinsero assieme sotto il Mantello appena fuori dalla Sala Comune godendosi quel momento di intimità. Camminarono in silenzio fino alla loro torre dove poterono tornare visibili.


Star rise.


"Non credo che ridere sia il metodo giusto di aiutare qualcuno." Borbottò James.


"Lo so, scusami. Ma per una volta posso chiedetelo io: come stai? Intendo dire come stai veramente." Esordì lei soddisfatta.


Il ragazzo sorrise a quelle parole e lasciò volentieri che i ricordi lo trascinassero via come la corrente di un fiume. Poi tornò in sé . "La situazione non è così grave da essere impensieriti. Sono deluso da me stesso ma ammetto d'aver un po' esagerato per rimanere solo... è stato piuttosto brutto, deludere tutti, non riuscire a fare l'unica cosa che credevo di saper fare alla perfezione... ma passerà... so che in confronto ai tuoi problemi non è nulla ma, lo ammetto, è uno smacco per me."


"Non devi paragonare i tuoi problemi ai miei. Ci viene dato quello che possiamo superare per diventare quello che vogliamo essere." Mormorò la ragazza.


"Ah! Le tue meravigliose perle di saggezza da sorella maggiore! Ma scordati di farlo diventare un'abitudine. Per me tu resterai sempre la mia adorabile e un po' ingenua sorellina. Ci siamo capiti?" James sorrise e si sedette a terra trascinando sua sorella ad accomodarsi di fronte a sé, poggiò la fronte su quella di lei e poi la strinse forte. "Ti amo."


"Ti amo." Star cominciò a canticchiare una lieve e dolce canzoncina a bocca chiusa passando delicatamente le dita tra i capelli di suo fratello che aveva sprofondato il viso nell'incantevole della sua spalla. "Come è andata con Lily?" Chiese poi. Lui alzò il viso per qualche secondo; giusto il tempo di incrociare gli sguardi. "Non vuole uscire con me..." Mugugnò poi.


"Oh! Ora è tutto chiaro! È per questo che sei triste, altro che Boccino d'oro!" Scherzò la mora sorridendo anche con quei meravigliosi occhi cobalto. James la guardò di nuovo e poi scoppiarono entrambi a ridere.



........



"Io credo che dovremmo vendicarci." Annunciò Sirius per quella che doveva essere la centesima volta.


"No. Non ancora." Decretò Star.


"Perché no?" Chiese James leggermente ferito.


"Perché questa domenica c'è la giornata dei Grifondoro e noi non vogliamo che venga annullata, giusto?" Ricordò loro la ragazza, i suoi due amici.


"Già. Ottima idea; niente vendetta." Concordò Remus felice.


"Ho detto non ancora, non mai più." Precisò Star con un classico sorriso malandrino e passandosi la mano tra i capelli.


"Ah, guardatela! La mia adorabile sorellina. Non è decisamente una Potter?" Esclamò James con un eccesso di entusiasmo volontario. Tutti i Malandrini scoppiarono a ridere e così spensierati si incamminarono alle lezioni del pomeriggio.


Sfortunatamente per loro la professoressa Hough non era del loro stesso umore. Appena entrarono in classe si ritrovarono i suoi occhi fissi addosso e sembrò loro di essere sotto esame. Impressione non del tutto sbagliata dato che la donna annunciò severa: "Prendete i vostri mantelli. Oggi faremo una verifica pratica all'esterno."


"Wow! Che forza, non vedevo l'ora di una bella verifica pratica per mostrare a tutti come si usa veramente la magia." Esordì James sicuro di sé sollevando la mano pronto a passarsela tra i capelli ma Sirius fu più veloce e glieli scompigliò tutti ottenendo forse un risultato migliore del precedente tentativo di ordine. "Ehi!" Protestò James afferrando l'amico per il colletto.


"Calmati fratellino... la professoressa potrebbe vederti." Intervenne Star.


"Mi ha toccato i capelli!" Replicò il ragazzo senza mollare la presa. Sirius allora sfoderò il suo meraviglioso mezzo sorriso e con tutta calma staccò le dita del suo amico dai vestiti una ad una poi lo guardò con aria di sfida. "Sono io il migliore in questa materia. Ti distruggerò." Affermò con una freddezza che nascondeva la voglia di misurarsi e divertirsi con il suo migliore amico.


"Poveri noi." Sospirò Remus.


"Non ti preoccupare, Rem, in caso questi due idioti decidano di farsi fuori a vicenda resteremo sempre noi due persone di buon senso ad ereditare tutti i loro averi e a tenere viva la memoria dei Malandrini." Lo rassicurò Star.


"Giusto." Sì mostrò sorprendentemente d'accordo James.


"A parte per il fatto che tu, piccola stellina, non sei e non sarai mai una persona di buon senso." Concluse Sirius.


I ragazzi risero ancora, andarono a prendere i loro mantelli e poi scesero nel parco di Hogwarts dove il sole primaverile era abbastanza tiepido ma spesso qualche forte soffio di vento li sorprendeva.


"La prova di oggi è relativamente semplice per chi ricorda a perfezione l'esecuzione di tutti gli incantesimi studiati fino ad ora." Cominciò a spiegare la professoressa Hough. "Ci sono ostacoli da superare lungo tutto il percorso che compirete a coppie. Usate tutte le tecniche che preferite ma arrivate al traguardo illesi e avrete la sufficienza, arrivateci con stile e potrei prendere in considerazione un E." Ci fu qualche secondo di fermento tra i ragazzi che cominciarono subito a cercare i loro amici con lo sguardo. "Le coppie le decido io, ovviamente." L'intera classe si mostrò seriamente seccata da questa decisione ma non ci fu tempo per le proteste dato che la professoressa li stava già dividendo. "Potter e Evans" Lily si voltò verso Star sorridendo. "L'altro Potter." Precisò la Hough. "Oh, ma dai!" Scoppiò la rossa. "Non si discute." La rimproverò la professoressa passando oltre.


James si passò una mano tra i capelli e le sorrise in un modo che ricordava l'irresistibile espressione di Sirius quando cercava compagnia femminile ma era solo un'ombra lontana di quel fascino. "Dunque che vogliamo fare? Il destino continua a farci incontrare... forse dovresti accontentarlo ed uscire con me."


"Frequentiamo la stessa scuola Potter, incontrarsi è normale ma non diventerò un'altra delle tue conquiste. Te lo scordi." Replicò Lily con freddezza. "E vedi di farmi prendere un bel voto."


"Se ti faccio prendere un E uscirai con me?" Insistette il ragazzo.


"Potter..." Sospirò lei. "Per nulla al mondo uscirei con te."


"C'è un percorso per ognuno di voi, scegliete un numero e partite. Avete entrambe le ore." Concluse in fretta la professoressa indicando loro vari cartelli sparsi in giro per il parco. James avrebbe voluto scegliere uno di quelli nei pressi della Foresta Proibita che avevano tutta l'aria di essere terribilmente avvincenti ma Lily puntò immediatamente verso le rive del Lago Nero.


"Hai paura della foresta o di quello che potrei farti se stessimo soli in un luogo buio e appartato?" Le chiese scherzando.


La ragazza arrossì per un solo secondo prima di ribattere con acidità. "Non ho paura ne della foresta ne di te. E se provassi a farmi qualcosa..." gli puntò la bacchetta contro il petto per essere più eloquente ma James si limitò a passarmi una mano tra i capelli sorridendo. "In ogni caso credo che ci saranno degli Avvicini da tenere a bada al Lago. Sembra una cosa abbastanza difficile da guadagnare un' Eccezionale."


James fece spallucce.


Nel frattempo Remus e Star camminavano già nella foresta.


"Cosa credi che dovremmo aspettarci oltre a quell'Incantesimo di Confusione subito all'inizio e l'attacco degli Asticelli?" Le chiese Remus camminando cauto, la bacchetta con la punta illuminata ben alta di fronte a sé.


"Spero un Molliccio." Rispose la ragazza allegra come se stessero andando a fare una scampagnata.


Lui la fissò per qualche secondo alla scarsa luce delle loro bacchette e poi sorrise rilassato. Quella verifica non era affatto male. Proprio in quel momento cominciarono a sentire dei lievi rumori come piccoli e grezzi ingranaggi all'opera. Si misero in allerta, schiena contro schiena, osservando attentamente gli alberi e gli arbusti attorno a loro. All'improvviso comparvero delle figure di forma umana ma assai stilizzata come tanti spaventapasseri ma non ebbero il tempo di osservarli al meglio poiché cominciarono ad attaccarsi con i più svariati incantesimi. Colti alla sprovvista i due ragazzi ebbero solo il tempo di difendersi ma superata la sorpresa cominciarono una serie di attacchi precisi che mandarono presto KO gran parte dei manichini.


Quando ormai ne mancavano solo un paio e i due erano completamente concentrati nel schivare e attaccare Star si ritrovò spinta a terra ma toccò il suolo quasi con delicatezza. Gli spaventapasseri erano stati tutti sconfitti ma gli attacchi non si erano conclusi. Star vide Sirius sopra di sé; il ragazzo teneva ancora le braccia attorno al suo corpo per attutirle la caduta, i capelli gli ricadevano sugli occhi e lei dovette quindi concentrarsi sulle sue labbra per capire cosa gli passasse per la testa. Lo vide mordersi il labbro inferiore e poi sorridere. "Stai bene!" Esclamò felice lui spostandosi finalmente i capelli dal viso con una mossa fluida di una mano senza smettere di tenere l'altra attorno alla vita della ragazza. "Ovvio che sto bene." Sbuffò Star e poi con una rapida mossa capovolse la situazione finendo a cavalcioni sui fianchi di Sirius e subito girò il busto per poter parare un incantesimo in arrivo da un ragazzo di Serpeverde che Remus stava trattenendo a suon da rapidi attacchi, con un gesto deciso della mano mise fine allo scontro con un incantesimo che immobilizzò completamente il Serpeverde.


"Era per lui che mi hai gettato a terra?" Chiese la ragazza appena scocciata.


Sirius sorrise e si alzò piano tendendo sempre la ragazza tra le braccia, una volta in piedi la posò a terra delicatamente. "Stai diventando forte." Commentò lei. "O forse tu sei leggera... pare di sollevare una bambina." Replicò il ragazzo chinandosi leggermente per avere il viso alla sua stessa altezza.


"Una bambina?! Ho appena messo al tappeto quel tizio!" Sbottò.


"Non gli hai fatto del male però." Le fece notare lui spettinando le affettuosamente i capelli e poi dirigendosi verso il Serpeverde e caricandoselo su una spalla. "Grazie dell'aiuto Remus. Sei stato grande." Salutò e si dileguò tra gli alberi. La sua figura era ancora visibile quando Star mosse un passo verso di lui con il pugno alzato in segno di minaccia urlando. "Non trattarmi come una bambina Black! Maledetto villano torna qui e affronta la mia furia! Sir villano Black io vi sfido a duello!"


Sirius sollevò una mano in segno di saluto senza nemmeno voltarsi e poi il buio lo inghiottì. La ragazza pestò un piede a terra e borbottò qualcosa tra sé e sé. Remus rise osservandola divertito e quando lei lo squadrò sospettosa tossì e mormorò qualcosa sull'aver finito la verifica pratica.


"Credo anche io." Sospirò lei. "Torniamo indietro?"


Il ragazzo annuì e cominciarono a muoversi.


Nel frattempo anche James e Lily erano alle prese con i loro manichini. Nonostante la rossa odiasse il moro combattevano piuttosto bene insieme. La ragazza era totalmente concentrata sui colpi da lanciare e se la cavava anche piuttosto bene ma non riusciva a notare come James cercasse sempre di parare i colpi diretti a lei piuttosto che concentrarsi sul difendere sé stesso. Lily se ne accorse solo una volta che l'ultimo manchino fu annientato. "Hai cercato di proteggermi Potter?" Gli chiese indispettita.


"Ma scherzi? Avevi tutto sotto controllo." Rispose lui sicuro.


"Sarà meglio per te che sia stato così. Non ho bisogno della balia e potrei batterti in qualunque momento." Sbottò lei.


"Ci credo! Hai staccato di netto la testa di quel pupazzo. Questa è pura violenza femminile." Replicò James prima di voltarsi e incominciare a risalire la collinetta verso il punto di ritrovo.


"Che cosa...? Potter!" Sbuffò la ragazza seguendolo indignata.


Tornarono dalla professoressa attorno alla quale si era già radunata gran parte della classe. Quando arrivarono tutti la professoressa fece l'appello per sicurezza e dichiarò conclusa la lezione assicurando loro che avrebbero ricevuto i loro voti a breve.



.......



Il raduno in volo dei Grifondoro si avvicinava senza pietà e quel venerdì sera i Malandrini erano concentrati al massimo per ideare le maglie dell'anno con l'aiuto di Fill e Al.


"Credo che il grifone dovrebbe stringere una coppa. Come quella che avete vinto." Propose Al.


"Giusto. Questo perché non solo siamo i migliori ma siamo pure dei campioni." Ragionò James.


"Come volete." Acconsentì Sirius che era seduto su un tavolino spalla a spalla con Star lavorando al disegno come l'anno precedente.


"È stupendo!" Sì strabiliò Fill dopo aver dato uno sguardo al bozzetto.


"Certo che tu, Star, non ti fermi davanti a nulla, non esiste cosa che tu non sappia fare con grazia ed eleganza" La elogio Al.


"Oh, per favore! Vai da qualche dolce ragazza che necessita di affetto a dire cose del genere!" Sbuffò la ragazza.


"Subito!" Il ragazzino si alzò felice e corse via.


"L'abbiamo perso." Decretò Fill.


"Conosciamo qualcun altro di questa stoffa... vero?" Insinuò Remus.


"Ah, vero! Ho un appuntamento! Grazie di avermelo ricordato." Sirius posò la matita e si sistemò la cravatta. Star lo fissò per un secondo poco convinta. "Era meglio allentata, ti dava un'aria più vissuta da rock star." Commentò poi.


Sirius eseguì e poi scomparve a sua volta.


Rimasero in tre dato che James si allontanò da loro poco dopo con una ragazza del primo anno che doveva condurlo da una sua amica Corvonero del terzo. Presto conclusero gli stampi e andarono a letto.



.........



Il mitico 28 aprile giunse senza nessun particolare intoppo e già di prima mattina la squadra di Grifondoro era all'opera per sistemare il campo e preparare le scope. I primi ragazzi cominciarono ad arrivare subito dopo colazione e tutti indossarono le maglie rosse e ore con il grifone che stringeva la coppa e sotto la scritta "Siamo ancora noi i campioni" davanti invece capeggiava il solito conteggio dei minuti di volo che quest'anno era magico così che segnasse lo scorrere del tempo da se come un vero e proprio cronometro autonomo che riconosceva quando qualcuno stava a terra o meno.


"Perfetto. Ogni cosa è perfetta. Anche quest'anno siamo stati grandi." Decretò Jordan.


"Abbiamo vinto la coppa. Abbiamo organizzato un'ottima rimpatriata in volo dei Grifondoro. Tutti sono felici..." Cominciò ad elencare James ma si bloccò quando notò l'espressione cupa del suo capitano.


"Che succede?" Domandò Star fissando a sua volta quegli occhi preoccupati.


Jordan sospirò. "È che l'anno sta finendo. Ho dato tutto quello che potevo ad Hogwarts, e ora me ne andrò. Sarà difficile non stare più qui. In più non so cosa farò una volta uscito da qui. Tutto quello in cui sono bravo è il Quidditch ma non sono nemmeno lontanamente all'altezza dei grandi campioni là fuori..."


"Non dire così!" Lo rimproverò la ragazza.


"Esatto. Sei stato un grande capitano in questi anni. Ci hai portato sempre alla vittoria hai segnato i centri migliori e puoi fare tutto quello che vuoi. Ma per ora ti consiglierei di non pensarci." Proseguì James.


"Grazie. Ma perché non dovrei pensarci?" Chiese il capitano decisamente sollevato.


"Perché Amy Harris sta venendo verso di noi. O meglio... verso di te." Detto questo James afferrò sua sorella per un braccio lasciando Jordan solo con Amy.


"Sei stato forte. Come sempre. Il mio Jame!" Cantilenò con finta aria civettuola Star.


"Ha ha. Molto divertente. Dai afferra la tua scopa che ti mostro come si vola da campioni." Replicò suo fratello.


"Non credo che tu riuscirai a mostrarmi niente. Sarai troppo impegnato a mangiare la mia polvere." Ribatté la ragazza.


"Sì certo. Vedremo."


I due presero il volo sulle loro scope e in un attimo avevano già ingaggiato una gara senza senso qualche metro sopra tutti gli altri che li osservavano, divertiti e ammirati, esibirsi in mille acrobazie.


Star si fermò per qualche secondo seguendo con lo sguardo il suo caro fratellino. Aveva una tecnica impeccabile e un talento innato, in più in volo pareva diverso; più spensierato, più naturale, non doveva fingere di essere nessuno doveva solo volare. Come gli pareva, dove voleva.


"Ti sei incantata." Le fece notare Sirius volandole accanto.


"Lo so, mi piace vedere Jame nel suo elemento. Diventerà un vero campione. Potrebbe addirittura scegliere di fare il giocatore professionista."


Il ragazzo ci pensò su. "Potrebbe farlo. Si..."


"Sirius Black è serio gente!" Esclamò lei fingendo di dare un grande annuncio.


"Non usare il mio cognome!" La rimproverò lui.


La ragazza lo squadrò con intensità. "Prima o poi dovrai smettere di avere questo complesso."


"Quando scopriremo il cognome di tua madre potrò dirti la stessa cosa White." Ribatté Sirius.


"Sono una Potter in ogni caso. Anche se White era il cognome di mio padre e lui ha cercato di proteggermi questo non vuol dire niente. Ormai faccio parte della famiglia di James. Legalmente sono una Potter." Replicò Star con calma.


"Capisco." Il ragazzo voltò la scopa cupo e volò via lasciandola sola a cercare di capire il perché di quella reazione.


James la raggiunse in quel momento. "Tutto bene?" Le chiese. La ragazza sospirò "Credo di aver fatto arrabbiare Sirius." Suo fratello guardò prima lei poi il suo amico. "Ma no! Vedi? sorride!" Le assicurò poi. Ricominciarono a gareggiare e fare acrobazie, si fermarono a parlare con persone nuove e aiutarono chi aveva difficoltà nel volare fino allora di pranzo. All'improvviso il campo di Quidditch prese le sembianze di un'enorme coperta patchwork e tutti cominciarono a mangiare seduti su vari pezzi di stoffa di svariate provenienze.


"Ah! Adoro questa giornata!" Esclamò Al passando loro accanto gioioso ricominciando poi a scherzare con Fill e altri ragazzi del primo anno.


Il pranzo tra i Malandrini i si svolse senza intoppi e senza nessun tipo di tensione. Quindi Star si rilassò ma James aveva notato qualcosa di diverso.


Il pomeriggio gare e evoluzioni si susseguirono senza indugio, ci fu anche una breve grande e comunitaria partita a Quidditch che si concluse subito dopo i primi feriti leggeri.


Presto l'intera Casa di Grifondoro rientrò al Castello soddisfatta e affamata. La cena si svolse in Sala Grande tra l'invidia delle altre Case. Jordan felice e commosso riuscì a fare una incursione nell'ufficio della McGranitt e sottrarre la Coppa di Quidditch che portò in trionfo in mezzo ai Grifondoro intenti a cenare. Per tutta la cena la squadra si passò il trofeo rimirando attentamente il frutto delle loro fatiche e nessun professore ebbe nulla da obiettare. Come il gruppo più compatto del mondo i rossi e oro si sposarono nella loro Sala Comune per continuare la festa.


Un grammofono sgangherato gettava fuori delle canzoni del mondo magico che Star non riusciva a comprendere come potessero piacere a qualcuno ma ballava lo stesso nella sua gonna a pieghe rossa con stampe di Boccini d'oro.


"Hei." James la prese tra le braccia obbligandola a fare una giravolta. "Non trovo Sirius." Le annunciò, il cuore della ragazza sprofondò fin nelle viscere e lui lo capì. "Ok. Non ti preoccupare, lo troverò e sistemeremo questa situazione." Detto questo il ragazzo se ne andò agile e rapido.


James trovò il suo amico seduto sul suo letto a fissare di fronte a sé.


"Hei." Cominciò il ragazzo occhialuto.


"Non ne voglio parlare. Tanto lei è tua sorella e tu sarai dalla sua parte." Sbottò Sirius.


"Io sono sempre neutrale in queste cose. E lo sai. Ma che è successo?"


Black sospirò lasciandosi cadere di schiena sul materasso ma poi si tirò in piedi di scatto e cominciò a camminare avanti e indietro come una sentinella. "Stavamo parlando di cognomi... sai quanto sono delicato in questo... e lei mi ha detto che non importa se suo padre era una buona persona; non si farà chiamare White perché ormai lei è una Potter... ecco... non lo trovo giusto. Non è giusto. Punto. Anche io James... anche io vorrei essere tuo fratello sul serio, venire a casa tua e non tornare in quel covo di maniaci purosangue anche io vorrei essere un Potter. Lo vorrei anche io." Sì liberò il ragazzo in un crescendo di tono.


James lo abbracciò in modo molto virile ma sempre pieno di sentimento. "Tu sei mio fratello. Qualunque cosa dicano. Lo sei. Siamo fratelli dal giorno in cui ci siamo conosciuti. I cognomi sono inutili. E questa estate vieni a casa con me. Vedrai che tuo zio saprà inventarsi qualcosa..."


Un lieve scricchiolio interruppe quell'attimo di sentimentalismo e Star piombò nella stanza abbracciando entrambi i ragazzi.


"Hai ascoltato molto?" Le chiese Sirius una volta allontanatosi dalla sua amica.


Lei scosse la testa. "Non ho visto ne sentito nulla. Ho solo percepito qualche frammento dei tuoi pensieri e ricostruito il resto da me. Quando sono arrivata eravate già stretti l'uno all' altro e James parlava di 'venire insieme' cosa che io ragazzi non giudicherò. Insomma, se è questo il vostro amore chi sono io per..."


La ragazza smise di parlare anche perché si era beccata un cuscino dritto in faccia. E la battaglia ebbe inizio. Quando Remus salì li trovo ancora nel pieno della guerra alla quale fu obbligato ad unirsi come anche Peter; nessuno dei due ne fece un dramma. Ovviamente Star rimase per la notte e dormì nel letto con suo fratello ma quando i respiri di tutti si erano fatti pesanti non poté fare a meno di notare che Sirius era ancora sveglio, allora sussurrò qualcosa dolcemente e il ragazzo sorrise nel buio della stanza. "Accetto le tue scuse." Mormorò quest'ultimo un attimo prima di addormentarsi.

 


*********



Lo so! È tardissimo. ... ma vi voglio bene.... E ora dormo.


Ciao ciao

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Capitolo 19
*** Vendettaaaa! ***


Star si svegliò il lunedì mattina tra le braccia di James e presto si accorse che il sole era piuttosto alto nel cielo, anche con le finestre chiuse e le tende leggermente tirate riusciva a percepire quanto l’aria profumasse di primavera. Baciò sulla fronte suo fratello e prese un profondo respiro. “Siamo in RITARDO!” Urlò.
I risultati furono molteplici: James sobbalzò un po’ e si posò le mani sulle orecchie dichiarando fuori uso per la vita il suo apparato uditivo. Remus saltò giù dal letto accasciandosi subito dopo con un infarto in atto. Peter rotolò semplicemente sul pavimento come un corpo morto. L’unico in piedi era Sirius; la bacchetta sfoderata lo rendeva stranamente minaccioso a dispetto dell’abbondante porzione di boxer bianchi a cuori rossi che spuntava oltre il bordo dei suoi pantaloni semi calati, in più il ragazzo doveva aver patito molto il caldo come ogni notte infatti non indossava la maglia. “Chi Belladonna quando?” Borbottò convinto di aver detto qualcosa di senso compiuto.
Star rise osservandolo. “Tranquillo, stiamo tutti bene.”
“Ah, ok.” Sbadigliò lui, in un attimo la ragazza gli fu addosso tenendogli aperta la bocca con entrambe le mani e scrutandovi all’interno.
“Star?” Chiese James perplesso.
Sirius sentiva il corpo della ragazza aderire al suo e ancora confuso dal sonno cercò di capire perché lei gli passasse le dita sui denti.
“Hai dei canini stupendi! Sono così appuntiti!” Mormorò Star.
Suo fratello rise di cuore. “Sorellina, te ne sei accorta solo ora? Comunque sarebbe meglio se adesso ti staccarsi da lui, infondo è sempre un maschio e tu non indossi niente sotto la maglia.
Toccò a Sirius ridere. “Si, lo sento. Ormai ci ho fatto l’abitudine.” Replicò, poi afferrò la ragazza per la vita caricandosela sulla spalla come un sacco e ignorando le urla di lei che inneggiavano alla sua morte lenta e dolorosa la gettò infine sul letto di James che incominciò a farle il solletico.
“Ragazzi!” Li bloccò Remus con tono deciso, probabilmente era già da un po’ che cercava di richiamarli  all’ordine.  “Star ha ragione siamo già molto in ritardo.”
“Giusto!” La ragazza balzò in piedi abbracciando l’amico. “Non volevo farti prendere paura! Mi dispiace!”  Il ragazzo divenne fucsia e Sirius tossicchiò.
“Sei sempre nuda, ti ricordo.” Commentò James ridacchiando.
Star sbuffò. “Non sono nuda! Indosso una maglia. Che noia! Così sono nuda…” Rapida come un fulmine si sfilò gli abiti. Remus serrò gli occhi e trattenne pure il respiro chissà per quale motivo, James e Sirius la fissarono mentre correva da una parte all’altra della stanza. 
“È sempre un bello spettacolo.” Commentò Sirius tranquillo.
“Già… Peter!” Gridò James allarmato afferrando il suo lenzuolo e ponendolo, con l’aiuto di Sirius, tra sua sorella e il loro grassoccio amico il quale stava giusto ora resuscitando dal pavimento.
“Ma che...?” Chiese quello confuso inquadrando pian piano il lenzuolo teso che lasciava intravedere lunghe e perfette gambe nella parte inferiore e da sopra esso sbucava la testa piena di capelli neri sparsi in onde naturali.
“Buon giorno Peter!” Esclamò lei.
“Star, vestiti. Gli farai venire un collasso così.” Insistette James.
“O un erezione.” Constatò Sirius ridendo della faccia imbambolata di Peter.
“Sirius!” Gridò la ragazza scandalizzata e in men che non si dica indossava di nuovo il suo pigiama.
“Io credo che andrò a lezione.” Annunciò Peter meccanicamente uscendo senza indossare la divisa.
“Sei in ritardo!” Gli urlò dietro Star.
“E del fatto che sia in pigiama non ti preoccupi?” Sbottò Remus.
“Oh, finalmente hai aperto gli occhi!” Lo prese in giro Sirius. “Non sai che ti sei perso!”
“Era un complimento?” Chiese la ragazza sconvolta.
“No… direi più un apprezzamento.” Replicò il ragazzo.
Lei alzò le spalle e si gettò sul letto di James.
“Non dovevamo andare a lezione?” Domandò Remus.
“Andiamo alla prossima. Ormai questa è andata.” Bofonchiò quella con il viso nel cuscino.
“Io ci sto.” Approvò James gettandosi accanto a lei.
 
…….
 
Il mercoledì sera Star si rifugiò in biblioteca lasciando James e Sirius sotto il controllo di Remus in Sala Comune anche se sapeva che non sarebbe servito a molto. La grande sala piena di scaffali era quasi completamente vuota a quell’ora, la giovane passò davanti a Madama Prince e cercò un tavolo appartato. Si sedette e aprì un libro polveroso intitolato “Le stirpi” che aveva prelevato giorni prima dal Reparto Proibito con il permesso di Silente e estrasse dalla borsa anche il diario di sua madre. Dopo quelli che credette essere solo pochi minuti una lieve sensazione le fece alzare lo sguardo e incontrò così gli occhi color miele di Thomas Dellaway. Il ragazzo sorrise imbarazzato.
“Mi stavi fissando da quanto?” Gli chiese lei.
“Scusami… io… tu…” Cominciò lui decisamente in difficoltà, rise nervoso per un attimo e poi tornò a guardarla negli occhi. “Scusami.”
“L’hai già detto.” Gli ricordò Star con tono morbido.
“Lo so, ma cerca di comprendermi: tu sei lì con il tuo controllo e la tua sicurezza e invece io mi sono incantato a fissarti… sembravi così concentrata, eri molto carina e diversa dal solito. Normalmente ti muovi di continuo invece prima eri ferma mi perdonerai se ne ho approfittato per osservarti…” Spiegò Thomas.
Lei sorrise divertita. “Fermati ti prego! Basta così, sei stato abbastanza convincente.”
“Ok, ho capito ti sto dando noia… me ne vado!” Esclamò il ragazzo.
“No! È solo che…” Star sospirò e nascose in fretta i libri dentro la borsa. “Siediti pure.”
Thomas si spostò i capelli color grano dagli occhi e si accomodò accanto alla ragazza.
“Dunque… volevi parlarmi di qualcosa?” Gli chiese.
“Eh… si… allora…” Il ragazzo si sporse all’indietro sulla sedia e afferrò un libro a caso apprendono casualmente sull’immagine disegnata di un uomo in preda ad un dolore atroce.
“Beh…” Cominciò Star sollevando appena il libro per leggerne il titolo. “Torture e Confessioni, suona bene!”
I due risero e le loro dita si sfiorarono. Lei saltò in piedi sistemandosi la gonna a pieghe azzurra. “Cerco un libro io ora.”
“Ma certo!” Thomas la osservò girare attorno al tavolo e dargli le spalle sollevandosi in punta di piedi per leggere bene i dorsi dei libri. Bisbigliando tra sé e sé la ragazza scorse il dito su alcuni volumi sistemandosi una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio e poi si bloccò sentendo la mano di Thomas sulla schiena e il suo respiro sul collo. “Questo sembra bello.” Disse lui mettendo la mano sopra quella di Star che stringeva il dorso di un libro molto grande, lo sfilarono insieme dallo scaffale aprendolo  verso la metà. Un bellissimo dipinto di un sentiero di campagna che si snodava tra le colline con un mandorlo in fiore in primo piano accolse i loro occhi donando ai due una sensazione familiare e calda.
“È ora, Star.” Sirius apparve in quel momento da dietro una scaffale osservando la scena che si ritrovò di fronte con i suoi occhi grigi, impassibile. “Non abbiamo molto tempo.” Disse per scusarsi.
“Giusto.” Concordò la ragazza scivolando a qualche centimetro di distanza da Thomas. “Devo andare.” Spiegò poi al ragazzo dai capelli color grano che annuì comprensivo lanciando uno sguardo strano a Sirius.
“Non ti preoccupare, te la riporterò uno di questi giorni.” Gli assicurò Sirius con un sorriso poco raccomandabile. Star salutò Thomas con un cenno della mano e seguì il suo amico fuori dalla biblioteca.
“Un altro?!” Scherzò lui non appena furono in corridoio. “E poi ti lamenti di me!”
“Hei! Non c’è niente tra di noi!” Esclamò la ragazza.
“Sì… non c’è niente per ora… ah piccolina! Se lo sapesse il tuo fratellone!”
“Non essere crudele!” Sbottò lei.
“Don't be cruel to a heart that's true” Cominciò a cantare il ragazzo in risposta.        
“Oh ti prego! È già abbastanza agitato per conto suo.” Sì preoccupo Star.
“Baby, if I made you mad          
For something I might have said  
Please, let's forget the past       
The future looks bright ahead” Insistette Sirius.
“Oh cielo!” Sospirò la ragazza.
“Dai… tranquilla! Non gli dirò nulla… sono offeso dal fatto che tu abbia potuto pensare al contrario.” Le assicurò lui.
“Don't be cruel to a heart that's true “ Prese allora a cantare Star accennando qualche passo. Il suo amico rise e iniziò ad accompagnarla sia di voce che con la danza.
“I don't want no other love      
Baby it's just you I'm thinking of
Don't stop thinking of me   
Don't make me feel this way
Come on over here and love me
You know what I want you to say
Don't be cruel to a heart that's true        
Why should we be apart ? 
I really love you baby, cross my heart          
Let's walk up to the preacher
And let us say I do
Then you'll know you'll have me
And I'll know that I'll have you
Don't be cruel to a heart that's true”
 
In quel momento i due ballerini si ritrovarono nei pressi del punto scelto da James come nascondiglio e semiserio di cantare concentrandosi sulla missione in vista ma ciò non spense il loro sorriso.
Sirius bussò alla porta molto piano e ci furono dei brevi bisbigli all’interno della stanza ai quali il ragazzo rispose con “Frangelico” e la porta venne aperta.
“Eccoli qui! Esclamò James cordiale aprendo le braccia in direzione dei due Malandrini. Star sorrise nel vederlo così sicuro di sé dietro la cattedra, difronte a tutti quei Grifondoro, gli schemi del loro piano alle spalle.
“Fratellino!” Esordì lei. “Mi devo inchinare al Comandante Supremo o posso farne a meno?”
“No, tu no, mia cara sorella. Sei degna del mio grado e come tale puoi prendere posto qui alla mia destra.” Spiegò James, la ragazza eseguì e poi lo baciò sulla guancia. “Tu, Sirius, comincia a strisciare!”
Il ragazzo sorrise sarcastico. “Certo, come no. Lo vuoi spiegare il piano si o no?”
“Giusto.” Sì illuminò Ramoso. “Oggi inizia il piano di vendetta verso i Serpeverde per il loro sabotaggio nei nostri confronti durante l’ultima partita. Voi che siete qui riuniti siete considerati affidabili in caso non fosse così, dal momento che tutti avete firmato questa pergamena, vi troveremo immediatamente.”
“Abbiamo pensato ad un paio di cosette ma alla fine un’idea ha prevalso sulle altre per semplicità e bellezza.” Aggiunse Star.
Sirius estrasse dalla tasca dei pantaloni una piccolissima pastiglietta bianca-trasparente. “Questa meraviglia si scioglie immediatamente a contatto con ogni liquido e si amalgama automaticamente ad ogni cibo; anche solo se la poggiate sopra ad un pollo contaminerà l’intero animale.”
Il silenzio scese nella stanza. Un silenzio carico di ammirazione e intrepida attesa.
“I suoi effetti sono molteplici a seconda della quantità inserita ma vi possiamo assicurare che non sono pericolosi ne tanto meno mortali. Il primo effetto è un’immediata colorazione della pelle di verde, gli altri saranno piacevoli sorprese.” Riprese la ragazza.
“Il vostro obiettivo è cercare di far assumere il più pastiglie possibili a tutti i Serpeverde.  Potete ingaggiare persone fidate delle altre Case ma tutte dovranno firmare nel foglio che vi daremo assieme alla scorta di pasticche.” Continuò James mentre Sirius e Star distribuivano il necessario a tutti i presenti. “Diamo inizio all’operazione Sempreverde.” Concluse il ragazzo con il fuoco negli occhi a brillare da dietro le lenti degli occhiali.
 
……
 
Il pomeriggio seguente all’inizio del piano Sempreverde Star si allontanò quatta quatta dalla Sala Comune dove Remus stava tenendo storicamente il muso a James e Sirius che lo supplicavano di entrare a far parte dell’operazione.  Non sapendo da che parte stare la ragazza uscì e lasciò andare un sospiro leggermente divertito una volta che il ritratto della signora Grassa si chiuse alle sue spalle. Decise di andare a passeggiare nel parco. La primavera era ormai in stato avanzato e il sole era caldo se solo non fosse stato per la piacevole, leggera e fresca  brezza sarebbe potuto essere estate.
Senza rendersi bene conto del perché la ragazza camminò spedita, nel tentativo di evitare tutte le persone di qualunque età e sesso, fino alla capanna di Hagrid il guardiacaccia. L’omone si trovava sul retro della casa a smuovere la terra nel suo orto. “Buon giorno Hagrid!” Salutò lei allegra sedendosi sullo steccato dove lei e i Malandrini si erano attaccati a vicenda con l’acqua colorata e le sembrò passato un secolo da quel momento.  Sorrise inconsapevolmente e si accorse che Hagrid le stava parlando da qualche secondo di ortaggi e fertilizzanti.  “… lo sterco di Drago è di sicuro il meglio.  Tanto più quello delle specie che vivono sai nei posti con molti vulcani.”
“Capisco.” Commentò Star. “Senti Hagrid… avresti qualche seme di fiori o arbusti? Vorrei piantarne alcuni qui se potessi.”
Il guardiacaccia sorrise sotto la folta barba bruna. “Ma certo. Puoi piantare quanto che vuoi vado a prendere alcuni bulbi ho solo quelli ma fanno bei fiori.” Così dicendo entrò nella capanna con passo allegro e la ragazza poté prendere bene le misure, quando Hagrid tornò con i bulbi e alcuni attrezzi si mise al lavoro di buona lena. Gli unici rumori che riempivano l’aria erano la zappa di Hagrid che affondata nel terreno, il cinguettio degli uccellini indaffarati e alcune volte una risata di qualche studente arrivava fin lì.
“Ottimo lavoro!” Esclamò l’omone osservando il rettangolo di terra smossa ai piedi di Star.
“Grazie.” Replicò lei piuttosto soddisfatta.
“Non sono un tanto bravo cuoco ma un the lo saprei fare… vuoi entrare?” Le Propose lui.
Star accettò con piacere ed entrarono nella piccola capanna dove il guardiacaccia mise a bollire dell’acqua in un bollitore nel vecchio caminetto.
“Com’è che non sei con gli altri due diavoli e Remus?” Domandò Hagrid tirando fuori due tazze grandi come secchi.
“Bhe… loro stanno discutendo e io mi sentivo un po’ confusa… volevo stare distante da tutte le persone della mia età.” Rispose la ragazza osservando il guardiacaccia mettere sul tavolo delle caramelle Mou non proprio appena comprate.
“Capisco. Anche me voglio rimanere per i fatti miei a volte. È più semplice respirare.” La comprese lui.
“Già. Respirare, esatto.” Mormorò la ragazza pensierosa. “Senti Hagrid. Io so cucinare molto bene. Se ti insegnassi potrei mangiare qui questa sera?”
“Ma certo!” Accettò quello felice.
Così la giovane e il guardiacaccia passarono una piacevole serata all’insegna della cucina e dell’allegro chiacchierare.
Quando Star tornò alla torre di Grifondoro poco prima del coprifuoco James la squadrò severo seduto ad un tavolo infondo alla stanza mentre Sirius, accanto a lui, le lanciò un sorriso complice.
“Non è come pensate.” Disse subito la ragazza sedendosi accanto a Remus. 
“Ah no?” Insinuò Sirius.
“No. Ero con Hagrid. Gli ho insegnato a cucinare e mi è stato molto d’aiuto per mettere in ordine alcuni pensieri.” Spiegò lei.
“Ok.” James fece una breve alzata di spalle soddisfatto. “La sai la novità?” Le chiese poi eccitato.
“Desideri che legga nella tua mente e te la dica o era una domanda retorica a cui dovrei rispondere negativamente così che tu possa spiegarmi che Remus ha deciso di partecipare al piano Sempreverde?”
“Era la seconda opzione… non c’è nemmeno gusto con te!” Sbuffò il ragazzo.
Sua sorella rise di cuore contagiando tutti i Malandrini.
 
……
 
Verso la fine della prima settimana di maggio i Grifondoro e pochi altri prescelti Tassorosso e Corvonero già gongolavano per la realizzazione imminente della loro Vendetta e niente avrebbe potuto fermarli ormai. L’effetto delle pastiglie si sarebbe mostrato quel sabato e i ragazzi erano più che impazienti di scoprire tutti le stranezze progettate dai Malandrini tanto che alcuni si erano meticolosamente segnati tutte le pastiglie ingerite dai loro nemici più odiati, nei limiti del possibile dato che non vi era quasi mai una certezza. Erano pronti.
“Allora…” Esordì James il venerdì sera sedendosi al tavolo dove Star e Remus stavano completando i compiti assegnati per lunedì. “Sono tutti in fermento. Attendono solo che arrivi domani.”
“Che novità!” Replicò Star sarcastica.
“Vuoi una novità? Indovina dov’è Sirius.” Ribatté James entusiasta.
“Con una ragazza?” Tirò ad indovinare sua sorella con una certa sicurezza.
“No. È in punizione.” La corresse James soddisfatto. “Ce lo ha mandato Vitious.”
“Questa potrebbe quasi essere una novità se solo Sirius  non fosse quasi sempre in punizione … come te. Allora dimmi: come mai è in punizione.” Scherzò lei.
“Scordati che te lo dirò! E non pensare di leggermi nel pensiero perché se no ti diseredo come sorella. Se vuoi scoprirlo arrangiati dato che non sono capace di portarti delle novità.” Sbuffò quello.
“Oh cielo, Jame! Non essere insopportabile… sai che stavo scherzando! E ora dimmelo!” Insistette Star.
Ma suo fratello non demorse e scuotendo violentemente la testa si portò una mano alla bocca fingendo di avere una chiave tra le dita e chiudendo un’immaginaria serratura sulle sue labbra strette.
“Bene. Andrò a chiederlo a Sirius in persona.” La ragazza si alzò violentemente dalla sedia e partì a passo di scarica verso l’uscita della Sala Comune.
“Questa volta sembra proprio arrabbiata…” Commentò Remus sospirando.
“Sembra. Ma tranquillo… se lo fosse lo saprei… ehi, Lunastorta… me lo dai un aiutino con i compiti?” James sorrise innocente tirando fuori pergamena, penna e calamaio il che significava che aveva tutta l’intenzione di copiare semplicemente i compiti dell’amico. Remus si coprì il viso con le mani. “Sei impossibile!”
 
…….
 
Star vagava per i corridoi da un pezzo. In realtà non aveva tutta questa fretta di trovare Sirius o avrebbe usato i suoi poteri, semplicemente le andava di camminare un po’ avendo una meta da raggiungere. Una meta era ciò che le impediva di ritirarsi in qualche angolo ad esaminare il diario o il medaglione di sua madre alla ricerca di risposte su di sé. Prese un profondo respiro e appena svoltato l’angolo si bloccò di colpo; infondo al corridoio semibuio due figure stavano parlando sottovoce ma senza riuscire a smorzare così la forza dei loro toni.
“…avevi promesso, capisci?! Dovevi stare attento! Avevi promesso che i miei genitori non sarebbero  venuti a saperlo.” La voce della ragazza arrivò a Star percorrendo la distanza tra loro in un baleno.
Il ragazzo spinse la sua compagna contro il muro con delicatezza ma decisione così facendo una torcia appesa li accanto illuminò i loro volti e Star poté riconoscere Sirius che ora lentamente chinava il capo verso quello della ragazza tra le sue braccia sussurrando qualcosa e spingendo il suo corpo contro quello di lei. Quando le labbra di lui furono sull’orecchio della giovane la Malandrina vide perfettamente il desiderio negli occhi della ragazza che si inarcò alla ricerca di ancora più contatto con il corpo del ragazzo che ora le stava baciando il collo. Sirius mormorò ancora qualcosa prima di staccarsi dalla sua compagna e lasciarla andare via.
Star fece appena in tempo a Disilludersi e spostarsi prima che la ragazza le finisse addosso.
“Ti nasconderai per quanto tempo ancora?” Le chiese il Malandrino dopo aver atteso la completa scomparsa del rumore di passi.
“Mi hai visto?” Sì stupì la ragazza ritornando visibile.
“Certo! È da un pezzo che sei lì… spero che ti sia almeno goduta lo spettacolo…” Scherzò lui ma Star non ebbe alcuna reazione e si avvicinò semplicemente all’amico.  “Non mi sono nemmeno avvicinata al livello di goduria di quella ragazza.” Replicò lei.
“Uh… giochi sporco.”
“Da sempre.” Sbuffò la ragazza. “Allora… vuoi spiegarmi come mai sei in punizione?”
“Semplice: sono stato un ragazzo cattivo… insieme a Missy… finché Vitious non ci ha scoperti. Fortuna che sono riuscito a convincerlo che era tutta colpa mia ma per far in modo che i genitori di lei non lo venissero a sapere mi sono preso una punizione di proporzioni gigantesche. Fine.”
“Che gentil uomo! Sei sempre così galante con le ragazze? Mantieni sempre la parola data?” Chiese Star.
“Certo che si… quasi tutte le parole date. Ad esempio ogni tanto prometto di non essere troppo affascinante ma purtroppo non riesco a controllarmi e…”
La Malandrina rise di cuore. “Ok… si, certo. Ma dimmi… che punizione è?”
Il sorriso di Sirius si spense un poco. “Dovrò passare l’intera giornata di domani nel buio ufficio di Gazza a riordinare le sue stupide carte.”
La ragazza si lasciò andare ad un lungo fischio sommesso. “Wow… dobbiamo fare qualcosa o ti perderai la nostra Vendetta!”
“No. La Mc sta già scrivendo a mia madre gli effetti di questo saranno devastanti è meglio non peggiorare la situazione... Avrò il tuo specchio con me… quello basterà.” La bloccò lui appena preoccupato.
“Ti sforzi molto di nascondere ciò che ti pesa vero?” Sospirò lei. “Va bene… faremo come vuoi. Ora torniamo di là.”
 
…….
 
Il mattino dopo Sirius si svegliò molto presto, scese in Sala Comune e non si sorprese di trovare Star seduta su una poltrona a leggere.
“Non hai detto a James della tua punizione, vero?” Chiese quella senza preamboli.
Il ragazzo sorrise un poco a disagio. “No. Non so se sia il caso…”
Ci furono alcuni secondi di silenzio prima che Star lasciasse andare un lungo sospiro. “Dovresti andare prima che tu faccia tardi.”
Sirius sorrise ancora questa volta in modo più rilassato e poi sfrecciò via.
Solo un paio di ore dopo, quando la Sala si era ormai riempita di persone, comparvero James e Remus con un po’ di preoccupazione sul volto.
“Hai visto Sirius?” Le chiese James.
“Pensavo sapessi che è con una ragazza.” Replicò Star tranquilla.
“Ah si? Ma si perderà il piano Sempreverde!” Sì scocciò allora il ragazzo.
“Scempiaggini!” Ribatté sua sorella allontanando l’argomento con un gesto della mano. “Non inizieremo che poco prima di mezzogiorno. Ha tutto il tempo di fare ciò che deve fare.”
“Ma…” Ritornò all’attacco James ma Remus lo spinse verso la porta. “Senti; ho fame. Quindi dato che vuoi proprio che partecipi a questa pagliacciata almeno fammi mangiare un bel po’ di cioccolata.” Ringhiò quest’ultimo.
“Accidenti, Rem, non ti avevo mai sentito parlare con questo tono.” Scherzò la ragazza.
“Ho scoperto, grazie a te, che quando la cioccolata chiama farei di tutto.” Rispose lui sorridendo.
I tre ragazzi si avviarono verso la Sala Grande dove la colazione li attendeva. Mangiarono con allegria e concessero a Peter di stare con loro mentre discutevano di Quidditch. Il ragazzo pendeva letteralmente dalle labbra di James che si divertiva un mondo ad essere al centro delle attenzioni.
Il resto della mattinata lo passarono all’aperto, seduti all’ombra di un albero nei pressi della riva del Lago Nero e James poté dare libero sfogo a tutta la sua fantasia.
Ad un tratto Star si alzò in piedi e le sue labbra si aprirono in un largo sorriso. “È giunta l’ora.” Annunciò allegra.
“Wow… di già? Sai dov’è Mocciosus?” Le chiese suo fratello estasiato.
“Si. In biblioteca.” Rispose lei. Come fulmini cominciarono tutti a correre verso il suddetto luogo e quando arrivarono alle porte di esso seppero per certo che ancora una volta tutto aveva funzionato. Un grido perforò l’aria e con esso molti altri, i Malandrini furono felici di poter udire tra gli altri anche il grido sorpreso di Lily. Molti ragazzi e ragazze Serpeverdi cominciarono ad uscire a flotte dalla biblioteca cercando di coprirsi voltò e mani il più possibile. Tutti loro erano verdi, completamente verdi, ma la cosa bella è che alcuni esibivano delle orrende pustole colme di pus in tutto il corpo altri oltre a quelle avevano anche delle orrende verruche e infine pochissimi erano addirittura ricoperti di muco verdastro che pareva bruciare persino gli abiti riducendo la superficie di stoffa disponibile per coprirsi. Uno tra questi era Severus che sfrecciò davanti ai Malandrini che risero di cuore soprattutto quando Lily tentò di seguirlo e fermarlo ma provando visibile ribrezzo all’idea di toccare il muco.
“Oh, è stupendo! Sono cose che ti scaldano il cuore!” Commentò la voce di Sirius.
James si guardò attorno “Felpato! Sei arrivato?”
“No, idiota. Sono qui. Nello specchio.” Sbottò il ragazzo irritato. Il suo amico lanciò uno sguardo a Star che sorrideva furba tenendo fra le mani un piccolo specchio rettangolare, quello che gli aveva regalato. James fissò l’immagine del suo amico all’interno della cornice. “E come mai sei lì e non qui con noi?”
Sirius sorrise malandrino. “Mi sono fatto una tipa e mi hanno messo in punizione.” Spiegò rapido. Il ragazzo con gli occhiali scosse piano la testa senza riuscire a nascondere un sorriso. “Oramai avrai finito le ragazze nella scuola.” Sbottò questo. Gli occhi grigi di Sirius si illuminarono. “Fortuna che ogni anno ne arrivano di nuove.”
“Ooook!” Intervenne Remus imbarazzato piazzandosi di fronte allo specchietto. “Non volete vedere i Serpeverde che cercano una soluzione al fatto che la porta del loro dormitorio sia  bloccata?” Li distrasse lui.
“Ma no Rem! Io volevo ascoltate! Stavo per scoprire tutte le storie di Sirius e forse anche quelle di mio fratello.” Sì lamentò Star delusa.
“Se vuoi ascoltarle basta che lo dici… una sera ti facciamo il resoconto completo.” Le assicurò Sirius.
“Già, e ora tutti ai sotterranei!” Esclamò James.
Ricominciarono a correre e arrivarono alla svelta davanti alla porta della Sala Comune dei Serpeverde dove da soli o in piccoli gruppi gli sventurati Sempreverdi arrivavano di corsa tentando di aprire la porta senza nessun successo e una volta realizzato che non potevano entrare a nascondersi filavano da qualche altra parte. Nel frattempo i ragazzi delle altre Case arrivati a godersi lo spettacolo aumentavano.
“Allora. Diteci come ci siete riusciti.” Fill comparve alle loro spalle insieme ad Al.
“A fare cosa?” Chiese James godendosi il momento di gloria.
“La porta… fa parte della magia di Hogwarts che è antica e veramente potente. Come siete riusciti a bloccarlo?” Specificò Al.
“Semplice,” Cominciò Ramoso. “Non lo abbiamo fatto.”
“Ma…” Fill aprì la bocca subito ma la rinchiuse ad uno sbuffo spazientito di Star.
“E diglielo, no?” Fece la ragazza rivolta a suo fratello che sorrise senza aprire bocca e tornò ad osservare quella che negli anni a venire sarebbe stata chiamata la “Sfilata della Vergogna Verde”. Così lei si voltò verso i due ragazzini. “Non abbiamo incantato la porta. È solo un’illusione, abbiamo creato una porta davanti a quella vera che non  si apre mentre dietro il vero passaggio continua ad aprirsi e chiudersi. Questa sera l’illusione che abbiamo creato sparirà e i ragazzi potranno rientrare nel loro dormitorio.”
“Sbalorditivo!” Si complimentò Al.
“Naa…. È solo ingegnoso.” Sì schermì lei.
“C’è così tanto da imparare da voi!” Li lodò Fill.
“Eccolo!” Esclamò Sirius dal suo specchio. James estrasse la macchina fotografica facendo circa duemila foto a Severus che doveva aver provato a Disilludersi poiché le sue pustole avevano raggiunto un colorito tendente all’arancione e foruncoli pieni di pus verde continuavano ad esplodere. Ma la cosa più sorprendente era che Lily  non o seguiva più.
“Devo ammettere che la tua idea di creare il tutto non solo resistente ad incantesimi di Disillusione o Svenimento ma addirittura peggiorativo in risposta è fantastica.”  Fece Star a Sirius sollevando bene lo specchio in modo che potesse vedere meglio Mocciosus.
“Ah! Ti ringrazio. Lo so che le mie idee sono sempre splendide! Se solo potessi vedere anche com’è ridotto mio fratello, ma a quanto pare non è così stupido come credevo. Si sarà nascosto bene… arriva Gazza! Ci vediamo a cena!” Così dicendo l’immagine di Sirius sparì frettolosamente dall’interno della cornice lasciando la superficie riflettente vuota.
“Che peccato, povero Felpato.” Mormorò la ragazza.
“Va bene, va bene, avete preso abbastanza in giro Severus. Ora possiamo andare?” Chiese Remus impaziente.
“E dove andiamo?” Replicò James con lo sguardo ancora fisso sulla processione di Serpeverde.
“A farci un giro… o qualunque altra cosa.” Sospirò Remus.
Peter si avvicinò timidamente a loro. “Ragazzi… vi ringrazio per quello che avete fatto a Stuart… sapete mi rendeva in giro da molto.” I Malandrini si fissarono tra loro senza avere la più pallida idea di cosa avessero fatto è di chi fosse Stuart. Peter indicò con un cenno un brutto ceffo di Serpeverde coperto da pustole che gridava rabbiosamente contro il passaggio segreto.
“Ahn, non c’è di che.” Rispose James poco convinto. “Senti, hai idea di come arrivare a Hogsmeade per prendere un po’ di cibo decente?” Fece poi colto da una improvvisa ispirazione. Il povero ragazzo fece di no con la testa ma negli occhietti acquosi si accese una luce emozionata.
“Star,” Annunciò James sorridendo malandrino. “aspettaci in Sala Comune dopo cena. Recupera Sirius. Noi arriviamo a festeggiare degnamente la riuscita del piano.”
La ragazza annuì con vigore e Remus sospirò ma lei non gli concesse di dire nulla perché lo prese per mano e lo condusse a sedersi al tavolo dei Grifondoro accanto a Lily e le sue amiche più grandi.
 
 
……
 
Dopo cena Star, Remus, Lily e le altre si accomodarono nei divani in Sala Comune per scambiare qualche chiacchiera sui libri, sulle lezioni e sui professori, finché Mary non prese la parola.
“Dunque, hai un nuovo ragazzo carino che ti ronza intorno, eh Star?”
“Ma tu come diavolo fai a saperlo?” Sbottò Star.
“Io so tutto, e Alice mi aiuta.” Replicò la bionda. “Ora sputa il rospo.”
“Si chiama Thomas.” Disse Star.
“Si, questo già lo sapevamo ma vogliamo sapere cos’è accaduto tra voi!” Sbuffò Alice.
Star saltò in piedi. “Devo recuperare Sirius.” Affermò prima di partire di corsa.
“Bene. Se scappa vuol dire che c’è qualcosa.” Sogghignò Mary.
Remus storse leggermente la bocca.  “Qualcosa non  va?” Gli chiese Lily.
“Niente di che. Sono solo un po’ in pensiero per Star.  A lei piace la vostra compagnia ma non è mai stata con delle ragazze e questa vostra insistenza nel sapere i suoi affari forse la disturba più di quanto lasci a vedere. O almeno sono sicuro che la imbarazzi. Quindi se volete continuare così fate attenzione alle sue reazioni, per favore.”  Sì sfogò il ragazzo tutto d’un fiato.
Le ragazze si scambiarono uno sguardo e poi presero a ridere come delle matte.
“Grazie per le dritte, ma ci eravamo già arrivate, in più ce l’ha detto lei stessa.” Replicò Lily.
Remus sospirò sollevato e sorrise con loro. “Scusatemi. Spesso quando si tratta di Star siamo tutti un po’ apprensivi.”
“Sarà ma io non me li vedo Sirius e James apprensivi.” Mormorò Marlene.
“Bhe. Lo sono molto, a modo loro. Pensano sempre a Star e la capiscono, spesso anche molto meglio di me. Soprattutto James.” Raccontò il ragazzo.
Lily fece per parlare ma in quel momento Star tornò da loro. “Ho trovato Sirius, dice che sta arrivando ma ho sentito James… questa stanza sta per ospitare…” Cominciò a spiegare ma James fece irruzione nella sala portando cesti di dolci di Mielandia e un giradischi che subito venne afferrato da Malcom che lo mise in funzione e in pochi secondi la Sala Comune divenne una pista da ballo. Peter poggiò su un tavolino litri di succo di zucca e Burrobirra e la festa cominciò.
 Star stava ballando sola al centro di un cerchio di ammiratori quando Sirius si mise a ballare con lei.
“Ho una sorpresa per te.” Annunciò lui facendola girare su se stessa.
“Sarebbe?” Chiese la ragazza ma il suo amico invece di risponderle la lasciò andare con una giravolta e lei si ritrovò tra le braccia di un ragazzo dai capelli color grano.
“Ciao.” Mormorò Thomas, gli occhi come miele puro caldi e sorridenti.
“Ciao” Salutò Star, la ragazza era perlopiù ferma anche se le mani del nuovo arrivato sulla sua vita la spingevano ad ondeggiare a ritmo.
“Non fermarti, eri così bella quando ballavi.” La pregò lui.
Lei sorrise e scosse la testa, prese il ragazzo per mano e lo condusse in un angolo della sala dove nessuno li avrebbe disturbati. “Ti ha fatto entrare Sirius, giusto?” Thomas annuì. “Perché?”
“Per conoscerti meglio, penso, per state con te. O perché mi aveva detto promesso giorni fa che ti avrebbe riportato da me.” Ipotizzò lui.
La ragazza sospirò. “È perché  vuoi stare con me? Conoscermi?”
“Perché sembri una forte. Sei interessante. Insomma… indossi pantaloni a vita alta e maglie di rock band babbane. Non sei come le altre, quindi voglio scoprire come sei.”
“E poi?”
Il ragazzo rise e la prese per mano. “Poi si vedrà.” Rispose riconducendola a ballare.
La festa andò avanti a lungo e la professoressa McGranitt venne a dir loro di smetterla, fortunatamente Thomas non era presente. Lui e Star erano sulla torre di Astronomia a parlare di loro e dei loro interessi da qualche minuto. E quando decisero di tornare nei loro dormitori la Sala Comune di Grifondoro era vuota e immobile. Tutto taceva. Solo il respiro di Star si udiva nella notte che finiva. Era stata una magnifica serata.
 
 
 
 
 

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Capitolo 20
*** Esami e Segreti ***


Gli esami erano alle porte e Sirius e James parevano aver improvvisamente messo la testa a posto; ascoltavano in classe, svolgevano i compiti, erano preparati per verifiche e interrogazioni. Praticamente studenti modello. I loro voti erano sempre stati buoni anche se il loro comportamento era deplorevole ma da dopo il piano Sempreverde sembrava fosse accaduto un miracolo.
“Ma è mai possibile che vi decidiate a comportarvi come si deve solo in vista degli esami?” Chiese loro Remus un pomeriggio in biblioteca mentre studiavano teoria di Incantesimi.
“Che intendi dire?” Chiese sinceramente incuriosito Sirius.
“Credo si riferisca al fatto che fate i disinvolti disimpegnati tutto l’anno e poi gli esami vi fanno venire la tremarella e decidete di diventare gli angeli della classe. O meglio; i Severus Piton e Lily Evans della classe.” Spiegò Star succhiando piano la punta della sua penna, ovviamente doveva essere una di quelle allo zucchero comprate da Mielandia.
“Stai per caso insinuando che gli esami ci fanno paura?” Montò di rabbia James.
“No… ovviamente no.” Replicò Star.
“Bene.” Asserì Sirius.
“Difatti io non insinuo. Io affermo.” Completò la ragazza facendo ridere Remus e dopo qualche secondo di facce offese anche gli altri due cedettero. 
Passato qualche minuto di tranquillità, però, il viso di Remus si contrasse in un breve spasmo di dolore. 
“La luna si avvicina?” Domandò James.
“Amico, la luna è domani.” Rispose Star prima di chiunque altro.
“Di già?!” Si stupì Sirius.
“Purtroppo si.” Sospirò Remus.
“Oh, il nostro dolce piccolo Remus alle prese con il suo piccolo problema peloso.” Cinguettò Sirius in falsetto. Tutti risero di nuovo.
“Mi mancava la tua dolce voce signorile.” Commentò Star.
“Mancava a tutti… in effetti….” Concordò James.
“Almeno domani notte avrò qualcosa da fare.” Sbadiglió falsamente la ragazza come per dimostrarsi completamente rilassata e pronta a tutto.
“Ricordatevi che il giorno dopo c’è scuola, non voglio che facciate tardi!” Sbottò Remus ormai arresosi alla compagnia dei suoi amici.
“Certo.. nessun problema… Star? Dove stai andando?” James interruppe la sua sfilza infinita di rassicurazioni per fissare sua sorella, la quale si era alzata di scatto e aveva cominciato a mettere via le sue cose.
“Ho promesso ad Hagrid che sarei ritornata a trovarlo e a insegnarli ancora a cucinare… non tornerò per cena, credo. Ci vediamo più tardi.” Spiegò lei raccogliendo la borsa.
“Vai da Hagrid o da quel ragazzo? Thomas?” Chiese Sirius invadente.
“Felpato! Lasciala stare. Vecchia suocera.” Sbuffò James con grande sorpresa di tutti i presenti.
“Uh, il fratellino mola la presa!” Commentò il ragazzo dagli occhi grigi mentre Star salutava Remus con un dolce bacio sulla fronte e se ne andava. “Come mai questo cambio di rotta improvviso?”
“Non è improvviso! Mi aveva già pregato di non essere pressante solo che l’altro tipo non mi piaceva proprio. Invece da quanto mi hai detto questo pare meglio. Meno sfacciato.” Replicò James. “in più trovo giusto che faccia le sue esperienze. In ogni caso se dice che va da Hagrid è da Hagrid.”
Sirius sorrise. “Questo è ovvio… ma non si sa mai chi potrebbe incontrare per strada.”
“I vostri libri non si leggeranno da soli!” Li riprese Remus.
 
 
…………….
 
Al contrario delle previsioni di Sirius Star non trovò nessuno lungo la strada verso le cucine e poi fino da Hagrid. La ragazza fu bene accolta nella capanna dal dolce aroma di infuso e dall’ospitalità del guardiacaccia che vedeva in lei uno spirito affine. Entrambi avevano un passato oscuro e una parentela da nascondere.
Per questo quando, mentre cucinavano i biscotti, Star gli chiese della sua famiglia Hagrid cominciò a raccontarle tutto senza vergogna. Le disse di aver avuto un padre umano e una madre gigantessa, le raccontò di come era stato cacciato da Hogwarts per colpa di un ragno gigante che ora viveva nella foresta che era stato creduto il mostro della Camera dei Segreti e per molti è ancora così. Sapeva di potersi fidare di lei. Lo stesso sentiva la ragazza, così decise di parlargli del diario di sua madre e di Belladonna e Andros, di quella notte a Parigi e di suo padre che era un White.
“Quindi ora cerchi del nome della tua mamma?” Le chiese Hagrid.
“In realtà no… non in modo ossessivo.” Mormorò la giovane sfogliando un libro di ricette alla ricerca di un altro semplice piatto da insegnare all’omone.
“Però ti  piaceva conoscere tuo papà, ecco, si?” Fece lui.
Star sollevò lo sguardo. “Volevo sapere com’era, qualcosa di più di quelle descrizioni superficiali di mia madre, vorrei sapere se era una persona buona, se aiutava il prossimo, se lottava contro le ingiustizie anche nel suo piccolo.”
“Ma non hai dei nonni? Se sai che sei dei White puoi chiedere a Silente di…” Cominciò il guardiacaccia ma la ragazza lo bloccò con un gesto dolce della mano.
“Nessuno di loro è più in vita, quella donna orribile che mi ha partorito sapeva fare pizza pulita di intere dinastie, sono l’ultima White, anzi in realtà nemmeno dato che sono una Potter ora.”
Hagrid le poggiò una mano sulla spalla con gentilezza ma era comunque una mano così grande da pesare molto. “Tu sei quello che vuoi.”
Star sorrise. “Grazie, credo che ora possiamo continuare con la cucina prima che la seconda infornata di biscotti si bruci.”
 
 
……..
 
“Sta piovendo.” Notò Remus osservando il cielo della Sala Grande sopra di loro mentre cominciava a mangiare.
“Dite che Star tornerà prima che diventi troppo forte?” Domandò James.
“Anche se aspettasse l’ultimo secondo per cercare di vedere se spiove non credo che sarà un problema. O smette o lei saprà inventarsi qualcosa per non prendersi un malanno.” Ragionò Sirius.
“Giusto, in ogni caso ormai è quasi il coprifuoco, dato che avete insistito per cenare proprio all’ultimo momento, quindi lo scopriremo presto.” Sospirò Remus.
La pioggia cominciò a cadere con più forza e un tuono rumoreggiò in lontananza.
Star giù alla capanna di Hagrid sospirò. “Non serve.” Ripeté per l’ennesima volta al guardiacaccia.
“Ma ti bagni!” Insistette l’omone. “Prendi qualcosa per coprirti, qualunque cosa!”
“Hagrid. Se volessi non bagnarmi potrei farlo con la magia, la pioggia mi piace, adoro l’acqua e non mi ammalerò, promesso.” Replicò ancora la ragazza. “Fidati, e grazie di tutto.” Concluse aprendo al porta con decisione ed uscendo sotto il temporale. In pochi passi era già bagnata fradicia ma non se ne preoccupò affatto, anzi si fermò spesso a girare su se stessa e ad accennare qualche passo di ballo alzando le braccia per godersi appieno lo scorrere dell’acqua sul suo corpo.
Entrò attraverso il portone di ingresso gocciolando sul pavimento dell’atrio e purtroppo, dal momento che la camicia della divisa le aderiva al corpo attirò l’attenzione degli studenti ritardatari che si avviavano ai loro dormitori, non se ne rese nemmeno conto dato che percepì i Malandrini nelle vicinanze, entrò nella Sala Grande e li raggiunse felice.
“Star, sei praticamente nuda.” Le fece notare suo fratello.
“E bagnata, ti prenderai un… giusto, tu non ti ammali.” Borbottò Remus.
“Ti consiglio di cambiarti se non vuoi che la McGranitt vada in escandescenza.” Disse Sirius cominciando a sbottonarsi la camicia.  “Metti questa.”
Star obbedì senza discutere ma Remus fissò stralunato il suo amico. “E quindi tu pensi che per risolvere il problema di avere tutti gli occhi dei ragazzi puntati su Star sia giusto che tu ti svesta?”
“Certo, gli occhi delle ragazze su di me non sono un problema. E poi anche la McGranitt non può restare indifferente a questo spettacolo.” Ribatté il giovane sicuro di sé.
“Difatti non è rimasta indifferente, credo che ti abbia appena notato ed è un tantino livida. Io consiglio di correre.” Suggerì James alzandosi di scatto dalla panca seguito subito degli altri.
Corsero a perdifiato verso la loro Sala Comune senza un motivo apparente, visto che la professoressa non li aveva seguiti, e si scontrarono contro un gruppo di Corvonero.
“Hei, Thomas, c’è la tua amica.” Esclamò uno di loro aiutando Star a rialzarsi.
“Buona sera.” La salutò Thomas facendosi largo tra i suoi amici.
“Se volete vi lasciamo soli…” Disse uno di loro mollando una gomitata amichevole al ragazzo.
“Hem, io non credo ce ne sia bisogno.” Replicò Thomas gentile stringendo la mano a Star. “Sei zuppa fino al midollo, dovresti proprio salire a cambiarti. Ci vedremo un altro giorno.” Detto questo le baciò sofficemente le dita e la lasciò andare.
“Di grazie al ragazzo gentile, sorellina.” La incoraggio James dal momento che la ragazza non parlava.
“Si, certo… grazie. Ci vediamo.” Fece lei stringendosi addosso la camicia di Sirius e avviandosi verso la torre con un sorriso.
“E Star colpisce ancora, un altro cuore innamorato!” Commentò scherzosamente Sirius una volta attraversato il buco del Ritratto.
“Ah-ha. Sei proprio divertente.” Replicò sarcastica la ragazza.
 
………..
 
 
La luna piena non era mai divertente, ma Piumadoro sapeva renderla affascinante. Il lupo dentro il ragazzo si stupiva ogni mese di come quella ragazza le sembrasse sempre meno umana e sempre più simile a lui. Ogni gesto, suono, le sembrava provenisse da qualcosa di selvaggio, di libero e forte. In un certo il lupo sentiva di doversi sottomettere a quella creatura perché avrebbe vinto lei, forse per questo Remus riusciva a controllare l’animale, la presenza di Piumadoro lo rendeva mansueto come un cucciolo.
La mattina la ragazza se ne andò svelta seguita da Sirius e James, le lezioni di quella giornata erano molto importanti e loro speravano di riuscire a dormire un paio di ore prima di doversi presentare in classe.
Remus rimase solo, avrebbe dovuto seguire Madama Chips in infermeria ma quando la donna arrivò lui la pregò di andarsene e lasciarlo lì. Così rimase seduto nella stanza per qualche secondo, era tutto completamente distrutto dai suoi artigli e in giro qua e la vi erano tracce di sangue che solo lui sapeva essere anche di Star. Uscì nel corridoio con calma, e passò la mano sul legno di una porta tanto amata. Entrò nella stanza delle scintille e si mise sul letto, osservò i colori sulle pareti e le scritte fatte per il loro compleanno.
Incredibile come la Stamberga Strillante fosse un esempio del fatto che il mondo non è nettamente diviso tra bene e male. In quella stessa struttura c’erano i suoi ricordi più paurosi e tenebrosi, in suo segreto indicibile e tutta una vita di sofferenze, il tutto accostato e mescolato ai ricordi più belli di quegli anni di scuola, le avventure migliori, era tutto così vicino e intrecciato da non distinguere dove iniziava l’uno e finisse l’altro come i colori delle scintille su quelle tetre pareti.
Remus si alzò in silenzio e si avviò verso il passaggio segreto, poi si bloccò, afferrò un pesante mantello e cambiò direzione.
 
………
 
 
“Hei, Remus!” Salutò Sirius entrando nel dormitorio maschile quel pomeriggio a fine lezioni seguito dagli altri e Star.
“Ciao. Oh, Peter ci sei anche te?” Remus si alzò agilmente dal letto, un po’ pallido ma non troppo stanco.
“Si?” Mormorò il ragazzo dagli occhietti acquosi facendosi piccolo come se avesse sbagliato qualcosa.
“No! Tranquillo, tutto bene, non ti agitare. Puoi restare anche tu per la grande sorpresa se vuoi.” Replicò il giovane frugando nel suo baule.
“Mi piacerebbe. Se volete, se posso… Posso?” Chiese Peter guardando più James degli altri.
“Ovvio che puoi. Ma che sorpresa Rem? Cosa hai combinato?” Si interessò l’occhialuto.
“Ah, nulla di che, solo che oggi ero un po’ nostalgico e quindi ho deciso che era giunto il momento.” Rispose Remus.
“Giunto il momento per cosa?” Insistette Star curiosa al massimo.
“Il momento di saltare la cena per poter stare in dormitorio a mangiare dolci di Mielandia e parlare tra noi.” Spiegò finalmente il ragazzo.
“Ottima idea! Quindi vuoi che andiamo fuori dalla scuola, attraverso un passaggio segreto illegale, per poter prendere dei dolci dai signori Hitch?” Chiese Sirius divertito.
“No, li ho già presi io passando dalla Stamberga questa mattina.” Replicò calmo Lunastorta.
“Wow! Rem! Ti sei dato da fare!” Si strabiliò James.
“Alla faccia del mio dolce Rem! Stai diventando un Cattivo Ragazzo! Mitico!” Star corse ad abbracciarlo aiutandolo a tirare fuori i dolci dal baule mentre James univa i letti.
“I miei rispetti.” Si complimentò Sirius in tono scherzo e molto ammirato insieme andando poi ad aiutare Ramoso.
“Sarà una serata fantastica!” Si esaltò Peter. “Potrò sentire molte delle vostre storie! Sarà fantastico! Meraviglioso!”
“Si, si. Ma ora calmati e siediti.” James si accomodò per primo mentre sua sorella faceva rifornimento di cioccolata insieme a Remus prima di cercare una posizione comoda, Sirius ovviamnte si sdraiò occupando la maggior parte dello spazio e quindi Peter si accontentò di un angolino ma non sembrava affatto dispiaciuto. Essere lì ad ascoltare le storie di quelle leggende era già tanto per uno come lui. Poter guardare come Star sedeva tranquilla e serena tra le braccia di James mentre il suo sguardo vagava soddisfatto tra suo fratello e Sirius fermandosi a dare un occhiata complice a Remus di tanto in tanto come per assicurarsi di avere dalla sua parte qualcuno di modesto e sincero. Osservare James e Sirius intervallarsi nel raccontare le loro migliori avventure, le estati, i programmi per il futuro, sentire le battute, vederli ridere. Erano davvero unici, insuperabili. Remus poi, persino lui, tanto calmo e controllato sapeva quando veniva il tempo di uscire dagli schemi e regalare a tutti una serata del genere. Pensò che ai Malandrini serviva proprio, erano sotto pressione a causa degli esami anche se non lo avrebbero mai ammesso, in più dovevano ancora sistemare le idee da quando erano tornati da Parigi e si vedeva che avevano passato qualcosa che li aveva segnati, Star più di tutti. Credette che era proprio fortunato a poter vivere così vicino a loro e poterli osservare abbastanza bene da capirli così spontaneamente, e vivere un momento come quello con loro lo rendeva felice. Realmente felice. Per la prima volta si sentiva incluso, normale, persino divertente quando se ne usciva con qualche commento sempre meno timido che faceva ridere gli altri.
Era la serata migliore della sua vita.
 
………….
 
I temuti esami non tardarono ad arrivare, verso la fine di maggio ormai il tempo per studiare era agli sgoccioli, gli studenti del quinto e del settimo anno come sempre erano ovviamente quelli più agitati e nervosi. Per i Malandrini invece quello era il primo anno con un gran numero di esami da superare, le materie erano aumentate e non tutte erano belle come Babbanologia o Cura delle Creature Magiche, soprattutto per Remus la situazione era piuttosto stressante dal momento che avrebbe dovuto sostenere alcuni esami durante il periodo della luna piena.
“Ma come diavolo facciamo a concentrarci se Mocciosus e la Evans occupano tutti i posti migliori per lo studio!” Si lamentò un giorno Sirius.
“Come?” Chiese Star alzando la testa da un romanzo prestatole da Susan.
“E’ vero, sono ovunque! Se andiamo in biblioteca sono lì, se cerchiamo di studiare in Sala Comune eccoli sul tavolo con la luce migliore! Ovvio che studiamo poco!” Sbottò James.
“Se voi metteste via l’orgoglio e studiaste anche se ci sono loro nei paraggi non sarebbe un problema.” Li rimbeccò Remus.
“Cos’è questa storia?” Domandò Star furiosa.
“Semplice,” Cominciò a spiegare Remus prima che gli altri due potessero inventarsi qualche scusa. “Sirius non vuole studiare davanti a Severus perché dimostrerebbe di aver bisogno di studiare come lui e questo è fuori discussione e James non vuole stgudiare davanti a Severs per lo stesso motivo e nemmeno daventi a Lily perché non sarebbe elegante ne ‘macho’ .”
La ragazza li fissò per qualche secondo sbalordita poi si mise a ridere. “Fratellino,” Partì con l’aria di chi la sa lunga. “Ma hai mai pensato che forse Lily adorerebbe chi studia? Tipo se ti mettessi a studiare di fronte a lei e riuscissi a sopportare Severus che ti prende in giro con eleganza senza cedere ai suoi giochetti infantili, magari ti dimostreresti maturo e lo noterebbe anche lei e magari, dico, magari, cominceresti a piacerle.”
James si illuminò.
“Si, stupendo.” Li interruppe Sirius con un gesto della mano. “Ma in quanto a me?”
“Tu subisci in silenzio, James è un caso disperato, ha bisogno di tutto il sostegno possibile, sii la sua miglior spalla.” Lo liquidò Star.
“Mi devi un enorme favore, fratello.” Borbottò Sirius, avviandosi a testa bassa verso il tavolo della biblioteca accanto a quello della coppia di amici.
La rossa alzò lo sguardo dal libro per una pausa giusto quando il resto dei Malandrini si accomodò accanto al ragazzo dagli occhi grigi, li guardò con un misto di curiosità e superiorità mentre tiravano fuori i libri dalla borsa in religioso silenzio, poi tornò al suo studio.
Dopo qualche minuto James si accorse di non aver capito nemmeno una sola parola di quanto aveva letto fino a quel momento e si fermò a riflettere. Il motivo era ovvio, avere Lily a pochi metri di distanza rendeva difficile concentrarsi su qualunque cosa. I suoi capelli rossi rilucevano alla luce del sole che passava dalle grandi vetrate della biblioteca, era una bella e calda giornata e i suoi occhi erano verdi come i prati del castello. Ogni cosa di lei gli impediva di pensare ad altro, come sfogliava le pagine, come muoveva le labbra seguendo le parole cercando di memorizzare i concetti più importanti senza produrre alcun rumore, come teneva la testa inclinata o spostava le mani… no. Doveva concentrarsi, gli esami erano vicini. James rispostò la sua attenzione sul libro e …
“Che diamine vuol dire questo? Star, aiutami!” Si lasciò sfuggire il ragazzo. Sua sorella si alzò pronta affiancandolo ma tutto quel rumore aveva fatto emergere dai libri anche il viso pallido di Severus. “Incredibile, i fenomeni di Hogwarts hanno deciso di abbassarsi al livello di noi comuni mortali e studiare! O è solo una copertura per qualche altro vostro scherzo da bambini con l’intelligenza sottosviluppata, ovvero quello che siete.” Cominciò a deriderli quello.
“Sev!” Si scandalizzò Lily.
“Non siamo qui per nessun tipo di scherzo, geniale, questa volta. Stiamo studiando sul serio.” Replicò calmo James.
“Si, certo. Per studiare, ammesso che sappiate come si fa! Non mi stupisco che in questa scuola esista un voto come Troll, devono averlo messo apposta per voi, non c’è parola migliore per descrivervi.” Continuò il ragazzo dai capelli unticci liberando tutto il rancore represso.
“Non è che solo perché non facciamo dello studio la nostra vita non sappiamo come si fa, in quanto ai voti mi dispiace deluderti ma ti sarai accorto che siamo tra i migliori della classe in quasi tutte le materie, a parte Star che è la migliore in tutto punto, e Remus che ha solo qualche pecca in pozioni, ma andiamo tutti odiano pozioni!” Ribatté Sirius in tono parecchio vivace.
“Bhe, è normale quando si è i preferiti da tutti i professori, Silente compreso, siete i suoi cocchini. Mi sbaglio o vi fa passare liscia ogni cosa? Quel vecchio babbuino ha il cuore tenero per tutti coloro che sono troppo stupidi per distinguere le cose giuste da quelle sbagliate.” Sfuriò Severus.
“Senti, Mocciosus,” Sbottò Star alzandosi in piedi. “posso sopportare che tu ci dica che non sappiamo studiare o che i nostri voti non siano al massimo, ma che tu insulti Silente e che tu, tu! dica a noi che non sappiamo distinguere il bene dal male con le compagnie che ti sei scelto proprio non te lo permetto. Silente è un gran uomo e noi non rispettiamo tutte le regole ma almeno nel futuro saremo delle persone che si guadagnano il pane onestamente! Per il cielo!”
“Star…” James si alzò posandole una mano sul braccio nel tentativo di calmarla.
Il Serpeverde la fissò livido di rabbia. “IO SO SCEGLIERE LE MIE AMICIZIE DA SOLO. GRAZIE.”
“Severus!” Lo rimproverò Lily con voce talmente bassa e tremula da far preoccupare immediatamente James che si voltò giusto per vedere la delusione negli occhi verdi della ragazza.
“Signor Piton!” Trillò Madama Pince. “Sono veramente orripilata da lei, non mi aspettavo che uno studente bene educato e intelligente come lei si mettesse a fare tutto questo baccano in biblioteca. Mi segua nel mio ufficio. Immediatamente.”
Il ragazzo si alzò con la testa bassa per coprire il rossore opaco di vergogna sul suo viso mentre sfilava di fronte a moltissimi studenti. Entro l’ora di cena tutta Hogwarts avrebbe saputo che il perfetto Severus Piton si era fatto mettere in punizione in biblioteca, o almeno lo avrebbero saputo quei pochi a cui interessava una notizia su Severus Piton.
“Scusatemi, sono esplosa, quando ha detto quelle cose su Silente io non ci ho più visto e… Lily, scusami, non volevo offenderlo, ne volevo che questo accadesse ma…” Cominciò Star ma la rossa la interruppe con un gesto della mano. “Hai avuto ragione, forse sei stata un po’ troppo dura ma quello che Severus ha detto è imperdonabile, anche se magari se voi non lo aveste stressato tanto in passato lui non avrebbe incominciato, in ogni caso lo credevo più maturo e controllato di così.”
“Lily, è tutto ok, è la prima volta che gli capita qualcosa di simile. Gli daranno una punizione leggerissima e tutto sarà presto dimenticato dopo i voti eccezionali che prenderà agli esami. Non devi preoccuparti per lui, un errore capita a tutti.” Cercò di rassicurarla Remus.
“Certo, certo…” La rossa si risedette e provò per qualche secondo a riconcentrarsi nello studio ma con un lieve sbuffò mise via subito il suo libro. “Hai detto che non capivi qualcosa James, posso spiegartelo? Spiegare agli altri mi rende più semplice lo studio.” Il ragazzo rimase imbambolato per qualche secondo di troppo perché lei passò gli occhi da lui a Star. “Oh, giusto, lo avevi chiesto a tua sorella, magari preferisci che te lo spieghi lei, è sicuramente più brava.”
“Ti sbagli,” Intervenne la mora. “io non sono in grado di spiegare niente a nessuno. Non so spiegare nemmeno a me stessa perché so già tutto senza impararlo ed… colpa della donna che mi ha partorito, storia lunga… spiega tu.” Detto questo si allontanò dai due e si avvicinò a Remus e Sirius.
Nessuno dei Malandrini studiò quel pomeriggio. Uno era troppo impegnato ad osservare ogni singolo dettaglio del viso di Lily e gli altri tre si divertivano troppo a vedere il loro leader così imbambolato ad ascoltare una ragazza parlare di pozioni con più passione del professor Lumacorno stesso. Il lato negativo era che, a parte fare la figura del bravo ragazzo, James non fu in grado di fare nient’altro. Non fece nessun gran discorso con la ragazza dei suoi sogni, non riuscì nemmeno a sfiorarla per sbaglio facendo scattare qualche scintilla, niente, sedettero vicini lui in silenzio e lei a parlare.
Quando si alzarono per andare a cena James recuperò finalmente la sua solita audacia. “Evans! Alla luce dell’aiuto che mi hai dato, che ne diresti di uscire con me?”
Remus, Sirius e Star sospirarono esasperati.
La rossa lo fissò disgustata. “No.”
“Ma vieni a cena con noi?” Tentò Star.
“Mi dispiace, non credo. Devo proprio andare a vedere cosa succede a Severus, come sta intendo.”
“Ma…” Tentò James, Remus lo bloccò con un’occhiataccia.
“Ci vediamo presto, allora, ciao.” Salutò Star prendendo suo fratello sottobraccio e andandosene seguita dagli altri.
“Sono stato bravo?” Sbuffò Sirius spazientito una volta che furono fuori dalla biblioteca.
“Si, proprio bravo. Ti meriti un biscottino, Fido.” Scherzò la ragazza.
Sirius mollò un ringhio tale che tutti si girarono sorpresi verso di lui. “Non chiamarmi Fido, pennuto.”
“Spero proprio che tu diventi un cane sul serio, altrimenti dovremmo aspettarci un altro lupo con tutta quella rabbia che hai dentro.” Replicò James.
“A proposito; questa sera ci si allena!” Annunciò sua sorella.
“Ma pure sotto esami!” Si disperò Remus.
“Certo!” Replicò Sirius. “Non smetteremo finché non ci riusciremo.”
 
 
……………..
 
All’inizio di giugno gli esami cominciarono facendo disperare tutti gli studenti.
Dopo aver superato con successo la maggior parte delle prove scritte venne il momento, per i Malandrini, di affrontare la  prova di Astronomia la quale si sarebbe svolta proprio prima della luna piena. Non sarebbe stato un problema per Remus poiché ci sarebbero stati un paio di giorni di pausa prima di cominciare le prove pratiche ma Star il giorno dopo la luna avrebbe dovuto affrontare l’esame di Aritmanzia.
I ragazzi stavano discutendo proprio di questo in Sala Comune mentre avrebbero dovuto ripassare Astronomia per quella sera.
“No. Questa volta non te lo permetto, è fuori discussione.” Sbottò Remus.
“Dai, Rem! Sono io! Non è mai stato un problema non dormire la notte, ti prometto che dormirò tutto domani se proprio vuoi.” Insistette la ragazza.
“No, non è per il sonno che mi preoccupo, è per il fatto che spendi moltissime energie per… badare al mio Piccolo Problema Peloso e Aritmanzia è una materia difficile anche per te o non ti piacerebbe così tanto da saltare le divertenti lezioni di Babbanologia per prendere parte a quelle.”
“Che cos’è il Piccolo Problema Peloso?!” Chiese Peter comparendo alle spalle di Remus e facendo sobbalzare tutti.
“Niente di che, Peter.” Cercò di dissuaderlo James.
“Riguarda la malattia di Remus? Non sembri stare bene oggi, amico.” Continuò il piccoletto.
“Per favore, Peter, stiamo discutendo di cose serie, questa cosa è importante.” Tentò di cacciarlo Sirius usando un tono gentile.
“Comunque la mia decisione è che ci sarò. So gestire la mia stanchezza, grazie.” Decretò Star.
“Stanchezza, riguarda i tuoi poteri, vero? Sei stanca solo quando ne usi troppi, che cosa avete in mente?” Continuò a fare domande Peter.
“Per le mutande di Merlino! Peter, puoi lasciarci soli per qualche secondo, mi dispiace ma non siamo abbastanza amici da doverti dire tutto della nostra vita, quindi accetta questo rifiuto e vai via! Star: NO. se ci provi non te lo perdonerò mai. Questa è la mia parola definitiva.” Gridò Remus.
Non era mai successo che il giovane perdesse la pazienza così violentemente senza pensare a scusarsi con chi aveva involontariamente offeso. Fu proprio il fatto che quella volta Remus si alzò ancora arrabbiato e se ne andò nella sua stanza senza una parola in più che lasciò tutta la Sala Comune a bocca aperta. Peter corse via offeso e ferito e i Malandrini rimasero lì a bocca aperta senza sapere che fare.
Fu Lily la prima a muoversi; salì di corsa le scale verso il dormitorio maschile e entrò in quello del terzo anno. Remus era seduto sul letto e dava le spalle alla porta.
“Star, ti ho già detto cosa ho deciso IO e dal momento che questa cosa riguarda me tu dovresti…” Cominciò il ragazzo.
“Non sono Star.” Mormorò Lily. “Posso entrare?”
Remus si voltò a fissarla e in un lampo la rabbia si trasformò nella solita calma. “Si certo.”
La rossa si sedette accanto a lui e lo guardò preoccupata mentre fissava la finestra.
“Sei venuta a dirmi che sono stato parecchio crudele e insensibile?” Le chiese ad un certo punto.
“Sono venuta a farti le mie congratulazioni per il fatto che finalmente ti sei accorto di quanto quei ragazzi ti stressino.”
Lui scosse la testa. “Tu non capisci… cercavano solo di aiutare… Star più di tutti, e come mi sono comportato con Peter… imperdonabile.”
“Non credo, non conosco Peter ma sono sicuro che non se la prenderà se gli spiegherai perché eri così nervoso.”
“Il punto è questo: non posso. Non posso spiegargli perché ero così nervoso.” Sbottò il giovane.
“Ah no? Io proverei con le solite scuse: gli esami, il fatto che Star un po’ ti piace e dirle di no ti fa sentire uno schifo, o il fatto che James e Sirius ti facciano diventare isterico.” Remus rise appena. “Oppure,” proseguì Lily sporgendosi in aventi per cercare gli occhi ambra dell’amico. “potresti iniziare un amicizia con tutta l’onestà del mondo e dirgli la verità: che sei un Lupomannaro.”
Il ragazzo sbiancò e balzò in piedi in preda all’agitazione. “Tu come…? … Come hai…? E non … paura!?”
 
 
……………
 
“Allora?” Chiese per l’ennesima volta Sirius a Star mentre cercavano Peter fuori dalla torre.
“Non percepisco bene i suoi sentimenti ma sento il suo battito, si stava calmando fino a qualche secondo fa, aveva lasciato andare l’ansia e la rabbia ma ora… oh-oh…” La ragazza si bloccò.
“Cosa?! Cosa?!” Sbraitarono Sirius e James preoccupati.
“Lily lo sa.” Disse solo lei.
 
…………….
 
“Calmati, se sono venuta qui a consolarti, da sola, senza nessuno nelle vicinanze, credi che io abbia paura di te?” Spiegò paziente Lily.
“No, giusto… ma …” Il ragazzo cominciò a calmarsi un poco ma non del tutto.
“Sai che la professoressa Hough ha accennato ai Lupimannari quest’anno? Bhe, in teoria era nel programma ma non li abbiamo fatti. Quindi io li ho fatti da sola perché avevo timore che il prossimo anno avremmo cambiato professore e io sarei stata impreparata. Ma capisco perché non li abbiamo che accennati, è fin troppo semplice scoprire un nesso tra la tua malattia e il tuo reale problema. Hai voglia di parlarne?”
“In realtà no. ma se vuoi farmi domande spara pure.”
“Non ti chiederò di parlarmi di qualcosa di cui non vuoi parlarmi!”
Remus sospirò. “Allora ti farò io delle domande: perché non sei impaurita da questa cosa? Perché non ti chiedi se gli altri lo sappiano già o meno? Perché non mi dai del bugiardo?”
“Non ho paura di te, Remus. Sono solo dispiaciuta per te, per quello che ti è accaduto, tu sei una persona buona e niente può cambiare quello che sei. E non sei un bugiardo se cerchi di nascondere un segreto del genere, so che molte persone non capirebbero. Se con gli altri intendi Star, Black e Potter sappi che è grazie al fatto che i loro letti sono sempre vuoti durante la tua malattia e che continuano a chiedersi a vicenda quando cade la luna piena che ho scoperto più in fretta di te. Ho solo una domanda su di loro, se posso.” Il ragazzo annuì incoraggiante. “Cosa fanno per te? Insomma, il lupo dovrebbe farti perdere il controllo, anche se sono i tuoi più cari amici non dovresti riconoscerli quindi non verranno di certo con te … ovunque tu vada… ma scompaiono… perché? Hanno un rito o cose simili? Organizzano qualche sorpresa?”
“Sorprese? Beh, si, ogni tanto… quando mancano in classe la mattina solitamente è colpa mia. Ma non è questo. E’ vero, il lupo prende il sopravento e io non li riconoscerei se non al mattino dopo averli uccisi. Ma Star…”
“Oh, ovviamente lei! Cosa si è inventata questa volta?” Scherzò la rossa.
“Quando l’hanno scoperto al primo anno ho raccontato loro tutto, vado alla Stamberga Strillante prima che scenda il sole attraverso un passaggio segreto sotto il Platano Picchiatore. Lì mi trasformo da solo e solitamente mi ferivo, per questo alcune volte restavo in infermeria per un giorno o due, gli altri non potevano verdermi con delle ferite o si sarebbero fatti delle domande, comunque è a quel periodo che devo tutte le mie cicatrici. A lei questa cosa non è mai andata giù, nemmeno a James e Sirius in realtà, ma lei è Star. Dopo un paio di mesi non ce l’ha più fatta, in piena notte ha deciso di venire fino alla Stamberga…” Lily inspirò rumorosamente e spalancò gli occhi terrorizzata. “Per Merlino! Dimmi che gli altri due l’hanno fermata, ti prego, dimmi che non si è ferite, non può essere, non ho visto nessuna cicatrice…”
Il ragazzo guardò in basso. “Non credo di poterti raccontare il resto, non è una storia che riguarda solo me. Devi chiederlo a Star.”
“Chiamala. Voglio sapere. Esigo di sapere.” Si agitò lei.
“Ok, ok! Allora scendiamo, sarà in Sala Comune o…” Ma Remus non riuscì a completare la frase perché Lily aveva già aperto la porta  e si avviava decisa verso il basso.
 
 
……………..
 
“Peter! Scusalo, è che ha veramente un problema piuttosto imbarazzante e non è cosa da poco riuscire a dirlo anche a te.” Cominciò James raggiungendo il loro nuovo amico che si era rifugiato in un corridoio deserto.
“Ma voi lo sapete!” Replicò quello.
“Si ma noi siamo grandi amici fin dal primo anno, e ci abbiamo messo mesi per scoprirlo! Non ce lo ha detto.” Continuò Sirius.
“Ok, beh, è stato scortese comunque.” Insistette Peter.
“Si lo so, ma era un brutto momento… stavamo litigando… è colpa mia che l’ho stremato. Senti un po’, lo perdoni se ti chiede scusa, e perdoni me se quest’estate ti invitiamo a casa nostra?” Provò Star.
Gli occhi del ragazzo si illuminarono. “Io? A casa tua e di James, con tutti voi Malandrini?”
“Certo!” Gli assicurò Ramoso.
“Allora, possiamo tornare in Sala Comune ora?” Propose Sirius.
Peter annuì contento conducendo lui stesso i tre amici verso la torre.
Appena superarono il buco del ritratto l’unica cosa che Star riuscì ad inquadrare fu uno sbuffo di capelli rossi che contornavano due occhi verdi e poi si ritrovò trascinata verso il dormitorio maschile del terzo anno.
Lily la spinse a sedere su un letto mentre il resto dei Malandrini e Peter entrava nella stanza.
“Ma che bolide succede?” Domandò Star confusa.
Remus sospirò. “Lily ha scoperto una cosa, e allora mi ha chiesto delle Notti dei Pensieri Passati e io non potevo risponderle senza te. Quindi ti ha chiamato e…”
Peter si fece avanti. “Senti, Remus, so che certe cose sono molto private, e tu non vuoi che tutti le sappiano, ma io posso essere un buon amico se me ne dai la possibilità. Posso fare il bravo. Non dirò mai niente a nessuno. Manterrò tutti i vostri segreti. Voglio solo esservi amico.”
Il ragazzo prese un respiro profondo e passò con attenzione lo sguardo su tutti i Malandrini e Lily cercando qualche segno nei loro volti, ma si leggeva a chiare lettere come loro rimettessero la decisione a lui e solo a lui. “Peter, non stiamo parlando di un segreto tra compagni di classe e basta, questo è molto di più.”
“Se te lo dicesse dovresti giurare di non dirlo mai a nessuno e di non rivelare a nessuno che lo sai, professori compresi. Nemmeno in caso di vita o morte. Mai.” Intervenne James, il loro nuovo amico annuì seriamente. “Giuro solennemente di non rivelare mai nulla a nessuno di quello che voi mi dite.”  
I Malandrini si scambiarono uno sguardo e risero. “Sei dei nostri!” Annunciò James felice.
“E perché ora lui è dentro il vostro club esclusivo e io no?” Domandò acida Lily.
“Vorresti entrare, Evans?” Chiese Sirius con l’aria di uno che sta sventolando un succulento bocconcino di carne davanti agli occhi di un cane affamato.
“Neanche per sogno. Non entrerei nel vostro gruppetto di imbecilli neanche se mi pregaste in ginocchio, senza offesa Remus. Poi dovrei stare con voi, e già questo mi disturba, e in più dovrei seguirvi nelle vostre idiozie. No, grazie. Mi domandavo solo perché Peter entra a pieno titolo nel gruppo senza nemmeno sapere il segreto mentre non lo avete chiesto a me.” Ribatté lei quasi tutto d’un fiato.
“Bhe, perché ci entrano solo i maschi, sai, parliamo di cose da maschi, facciamo cose da maschi, le donne non sono ammesse.” Rispose Sirius convinto.
“E Star?” Insistette la rossa.
La mora sentendosi chiamata in causa alzò gli occhi su di loro. “Oh, io sono più uomo che donna, lo scoprirai quando assisterai ad una gara di rutti.”
“Ah, per Merlino. Voglio solo sapere cosa è successo quella notte.” Sbottò Lily riportando la sua attenzione sull’amica.
“Prima dovrei spiegare a Peter il famoso Piccolo Problema Peloso.” Le ricordò Remus e lo sguardo che gli lanciò la ragazza gli fece ben capire che avrebbe dovuto fare in fretta. “Io sono diverso da voi. Non sono malato, sono un Lupomannaro. Ma ti assicuro che non sono pericoloso, Silente lo sa e mi ha invitato comunque a stare ad Hogwarts. Non farei mai del male a nessuno, ma quando il lupo prende il sopravvento decide lui. Così mi rinchiudono quando accade, nelle notti di luna piena. Mi trasformo da solo nella Stamberga Strillante, mi ci porta Madama Chips attraverso un passaggio sotto il Platano Picchiatore e poi il mattino mi viene a prendere. Di solito mi ferivo da solo perché non avevo nulla da attaccare. Ma poi gli altri lo hanno scoperto e hanno deciso di restarmi amici comunque…”
“Anche io! Anche io ti resterò amico. Mi dispiace di averti fatto tanta pressione prima, non pensavo fosse così grave. Ma hai la mia parola, non lo saprà mai nessuno.” Promise ancora Peter con energia crescente afferrando le mani di Remus.
“Star però non poteva stare ferma, giusto? Quindi sei andata nella Stamberga e…?” Riassunse Lily avida di sapere.
“Oh, è per questo… ora capisco. Si, se possibile vi pregherei di non dire nulla a nessuno nemmeno di questo. Ecco. Io sono andata alla Stamberga e ho lottato con il lupo.” Raccontò Star.
“Ti sei fatta colpire dal lupo.” Rettificò Remus.
“Già, nessuno era molto felice della mia scelta, ma dovevo farlo. Anche perché una parte di me sapeva che non mi sarebbe successo nulla. Queste magie che so fare, diverse da quelle normali, a quanto pare derivano da una grossa fonte di potere ereditata da mia madre. Non sono una strega normale, ho qualcosa in più, non mi ferisco come gli altri, certe cose non funzionano su di me, come i morsi del lupo, e guarisco in fretta. Stiamo cercando di capire chi sono ma con scarsi risultati… per ora spero solo di non essere un mostro.”
“Sorellina! Cosa abbiamo detto della parola con la ‘M’?” La rimproverò James scherzoso eppure anche con una punta di serietà.
“E’ cattiva!” Sibilò la ragazza come una bambina piccola.
La rossa stava ancora cercando di assimilare tutte quelle informazioni quando partì una lotta con i cuscini in piena regola a cui anche lei fu costretta a partecipare, più cha altro per guadagnarsi una via di fuga. Una volta fuori dal dormitorio si chiuse la porta alle spalle e camminando piano verso la Sala Comune si domandò come fosse per la sua amica non sapere a chi appartenesse tutto il potere dentro di lei, non avere nessuno che potesse spiegarle come usarlo, e non essere certa nemmeno della grandezza di esso.
Capì solo in quel momento perché i Malandrini stavano tanto bene insieme, si erano creati un luogo sicuro dove stare ognuno con il peso dei propri segreti. Dunque si incuriosì, se ognuno di loro aveva qualcosa da nascondere agli altri ma da custodire in quello strano gruppo; quali erano i segreti di Sirius e James?
“Tutto bene Lily?” LA faccia di Alice le comparve d’imporvviso davanti agli occhi facendola sobbalzare.
“Certo.”
“Beh, sembri un po’ persa, che ti è successo?” Le chiese Mary.
“Ho avuto … stavo solo pensando a Star.” Rispose quella.
“Ah, ecco. Come sta? Siete tornate amiche?” Domandò Marlene.
“Bene , credo. Si, immagino di si.”
“Perfetto, così potremmo averla ancora in giro, adoro le sue storie.” Si esaltò Emmeline.
“Già…” Mormorò Lily fra sé e sé mentre le altre discutevano su qualcosa di frivolo, una conversazione leggera era quello che le ci voleva così dopo qualche secondo si riscosse e si unì a loro in un allegro chiacchiericcio quasi dimenticandosi della prova d’esame di quella sera.
Quasi.
 
 
…………….
 
“Non è stata per niente difficile.” Commentò Sirius mentre scendevano dalla Torre di Astronomia. Lily si era accorta dell’esame solo quando li aveva visti scendere di corsa perché in ritardo. Così erano arrivati tutti sfiancati ma non troppo tardi da non essere ammessi all’esame. Le mappe Stellari che andavano riempite quella sera erano piuttosto semplici e le domande decisamente banali per Sirius e un po’ più impegnative secondo l’opinione comune. Comunque nel complesso era andata bene a tutti.
“Già. Grazie, a proposito, senza di te non avrei mai saputo la risposta alla sette.” Notò Star.
“Non c’è di che, la mia magnificenza mi precede e… scusatemi.” Erano giunti ai piedi della torre e nonostante la professoressa Sinistra e il professor Lumacorno fossero giusto dietro di loro per poterli riaccompagnare ai loro rispettivi dormitori il ragazzo Black riuscì a filarsela lo stesso in un attimo di distrazione dovuta al gruppo scalcinante di ragazzi creatosi in fondo alle scale. Così i Malandrini rimasero piantati lì senza poterlo richiamare per avere risposte per paura di metterlo nei guai.
“Non vi preoccupate, ho lo specchio.” Ricordò loro James tirando fuori l’oggetto in questio e cominciando a chiamare Sirius sottovoce mentre procedevano, scortati dai professori, verso la Sala Comune.
Quando il viso del giovane Black comparve nel riquadro ci fu un sovrapporsi di voci da parte dei Malandrini.
“Ok, ok. Scusate. Ho avuto un emergenza. Datemi due ore, o tre e sarò di nuovo alla Torre.” Si spiegò in fretta il povero ragazzo prima di scomparire di nuovo. Per Star, Remus e James la questione finì lì, si dettero un rapido sguardo a vicenda, alzarono gli occhi al cielo e continuarono a camminare senza più parlare. Peter però non ci capiva niente.
“Quindi, cosa è successo?” Domandò.
“Ah, giusto. Tu sei nuovo di queste cose. Sirius è con una ragazza.” Rispose James tranquillo.
“Con una ragazza? Adesso? E che ci fa?” Continuò Peter.
“Meglio non saperlo.” Remus allontanò l’argomento con un rapido gesto della mano e tutti si dimostrarono d’accordo.
 
 
………..
 
Sirius rientrò in Sala Comune che mancava poco all’alba incontrando Star che completamente vestita scendeva gli scalini del dormitorio femminile.
“Oh, ben tornato Don Giovanni!” Esclamò lei con tono canzonatorio.
“Smettila dai. Tu dove stai andando invece?” Le chiese.
La ragazza si sistemò il grazioso abitino azzurro senza spalline e rifece con calma il fiocco al nastro di raso bianco che le stringeva la vita. “Io non ti ho chiesto nulla di ciò che hai fatto, dovresti fare lo stesso con me.” Disse poi lentamente e con sicurezza alzando il viso solo una volta finito di parlare per regalare al ragazzo uno sguardo molto intrigante lanciato da sotto il velo delle lunghe ciglia scure e un mezzo sorriso che portava un marchio ben noto.
“Hei, quello lo hai imparato da me! Non è valido!” Sbottò Sirius dopo qualche secondo.
“Lo so, ma non riuscirò mai a farlo bene come te, in più tu alzi il lato sinistro delle labbra, io ci riesco solo con il destro.” Replicò la ragazza avvicinandosi al buco del Ritratto.
“E’ ovvio, io sono mancino e magnifico.” Scherzò lui.
Star gli sorrise pienamente e uscì in fretta e furia.
“Ma guarda…” Mormorò Sirius tra sé e sé prima di salire a dormire almeno un paio d’ore.
 
 
…………………
 
 
Quando i ragazzi si svegliarono nel dormitorio del terzo anno, Star era seduta sul bordo del letto di James a leggere un grosso libro molto antico.
“Buon giorno sorellina.” Mugolò James cercando gli occhiali sul comodino.
“Avevi promesso che oggi avresti riposato e studiato.” Le ricordò immediatamente Remus.
“Infatti ho riposato, e ora studio e poi risposo e poi vengo con te.” Ribatté la ragazza.
“Ah bene, quindi vi siete decisi.” Sbadigliò Sirius.
“Ieri sera.” Spiegò Remus. “Era ovvio che avrebbe vinto lei. In tutti questi anni non ha mai perso una sola discussione.”
“Peter!” Esclamò James. “Verrai con noi questa notte?”
Il ragazzo deglutì sonoramente. “Non sei obbligato se non vuoi.” Gli concesse dolcemente Remus.
“Il fatto è che sono un gran codardo. Ho paura di qualunque cosa, non tanto di te Remus, ma se qualcosa dovesse andare storto? Insomma, già nella vita di tutti i giorni può succedere, figuriamoci a fare una cosa del genere. Però… voi mi avete accettato, anche se sono grasso e brutto mentre voi siete belli, divertenti, coraggiosi e avventurosi. Non posso permettermi di essere un codardo con voi. Non ho mai avuto degli amici come voi, mi avete detto tutto. L’unica cosa che io ho da nascondere è questa mia costante paura di tutto e una mamma molto apprensiva. Quindi voglio venire con voi, anche se potrei essere espulso, o morire…” Raccontò Peter prendendo sempre più forza.
“Perfetto.” Gli occhi di James brillarono come d’orgoglio.
Il resto della giornata lo passarono in dormitorio a far silenzio per lasciar dormire Star e ad aiutarla a studiare quando era sveglia, oppure a raccontarsi storie divertenti e mangiare i dolci avanzati dalla luna piena precedente. Poi la sera dopo aver salutato il loro amico gli altri quattro ragazzi si prepararono alla loro missione.
Il Mantello dell’Invisibilità copriva a filo James, Sirius e Peter mentre Star li seguiva coperta dal suo incantesimo di Disillusione. La situazione con Peter era piuttosto difficile; ad ogni minimo scricchiolio il ragazzo si lasciava scappare un squittio spaventato e sobbalzava scoprendo i piedi dei suoi due amici. Per non parlare di quando Mrs Purr passò davanti a loro e il giovane rischiò di farli scoprire per quanto tremava.
Riuscirono a raggiungere il Platano in tempo solo per pura fortuna, e perché Remus aveva pregato Madama Chips di accompagnarlo lì prima del solito così da lasciare più tempo ai suoi amici.
Star sparì nella stanza con il lupo mentre James e Sirius presero Peter sottobraccio portandolo nella stanza delle scintille.
“Qui noi di solito ci esercitiamo sulla Trasfigurazione. Vedi, non te lo abbiamo detto davanti alla Evans ma c’è di più.” Cominciò James.
“Per ora ci sta bene che Star faccia tutto il lavoro ma non vogliamo che vada avanti così per sempre, vogliamo esserci anche noi accanto a Remus. Per questo abbiamo deciso che l’unico modo per non correre rischi è trasformarci in qualche animale.” Continuò Sirius.
“Dobbiamo diventare Animagus.” Concluse James.
“E credete che se mi eserciterò con voi ci riuscirò anche io.” Gli occhietti acquosi di Peter si illuminarono.
“Certo! Ma devi sapere che può essere rischioso.” Lo avvertì Sirius.
“Ah, e quanto rischioso? Potrei restare mezzo animale per sempre?”
“No, credo che al San Mugo ti sistemerebbero ma è illegale diventare Animaghi non dichiarati.”
“Ah, capisco… ma se lo fate voi lo faccio anche io.”
 
 
………………..
 
La mattina dopo all’esame Star andò leggermente stanca ma riuscì a completare al meglio il test.
Le prove pratiche ricominciarono fin troppo presto ma per fortuna finirono in fretta e così i ragazzi poterono godersi gli ultimi giorni ad Hogwarts senza stress.
L’ultimo pomeriggio al catello, dopo aver fatto le valigie, i Malandrini si radunarono in giardino con il loro mitico lenzuolo decorato e a turno si lanciarono in aria.
Andarono a cena soddisfatti e quando salirono alla Torre Peter era convinto di aver concluso un’altra perfetta giornata con i suoi amici, ancora non sapeva cosa lo aspettava.
James lo svegliò in piena notte, ancora confuso guardò gli altri tre vestirsi con delle maglie colorate e indossare delle vecchie All Star.
“Mettiti qualcosa, muoviti!” Lo incitò Sirius.
Il ragazzo fece come ordinato e prima di accorgersene stava in piedi in Sala Comune ad aspettare Star, la quale scese rapida dalle scale. Si trovò spinto e tirato sotto il Mantello dell’Invisibilità e iniziò a rendersi conto di qualcosa solo quando furono nel parco.
“Ma cosa stiamo facendo?” Domandò.
“Vedrai.” James uscì da sotto il Mantello e cominciò a correre seguito da sua sorella ora visibile e poi Sirius e Remus così cominciò a correre anche lui, si dirigevano verso la parte di Foresta che costeggiava il Lago. Andarono tra gli alberi ma ne uscirono in fretta. Davanti a loro un pontile di legno se ne stava lì solido e fiero. I quattro Malandrini si lanciarono di corsa dentro il lago facendo non poco rumore su quelle assi di legno, ma non gli importava. Lo chiamarono a gran voce, tutti allegri e si gettò anche lui, nonostante il suo terrore per la piovra gigante.
L’acqua era tiepida, e stare lì a galleggiare era come un sogno. Gli altri ridevano e scherzavano e lo trascinavano nei loro giochi. Cominciarono una gara di tuffi a cui partecipò volentieri.
“Questa è una tradizione dall’anno scorso. Roba piuttosto nuova.” Gli raccontò James tutto fiero dando un sette al tuffo di Sirius che quindi iniziò a fargli mille moine che gli valsero un dieci pieno al tuffo successivo.
Star gli disse che l’anno prima si erano fatti il bagno nudi ma questo aveva sconvolto Remus, quindi era meglio di no. peter si sentì sollevato di questo, non credeva di essere pronto a farsi vedere nudo, non con loro. Li osservava da tempo, anche perché James e Sirius non avevano alcun pudore, e poteva dire che chiunque avrebbe voluto vederli nudi, Remus non era molto diverso da loro, solo che era meno spavaldo. Infine Star, qualunque ragazzo sano di mente avrebbe dato l’anima per vederla senza vestiti ma Peter pensò che non sarebbe riuscito a contenersi e sarebbe sprofondato nel più completo imbarazzo.
Prestò dimenticò anche questa riflessione perché i Malandrini lo afferrarono per gambe e braccia trascinandolo fuori dall’acqua per poi gettarlo di nuovo dentro facendolo dondolare un po’.
La notte passò svelta tra storie vecchie e nuove, scherzi e giochi con l’acqua.  Presto venne ora di ritornare al dormitorio, cambiarsi i vestiti e dormire un paio d’ore prima di svegliarsi e partire.
Il viaggio in treno fu il migliore in assoluto per Peter, non c’era niente di meglio che ascoltare i suoi nuovi amici parlare del più e del meno, svelargli qualche nuovo segreto su di loro, prendere da loro lezioni di Trasfigurazione, vedere Star compiere piccole magie senza bacchetta come quando riempì lo scompartimento di alcuni Serpeverde, tra cui Mocciosus, di palline di plastica colorate facendoli andare su tutte le furie. Mangiarono dolci fino a scoppiare e quando fu ora di scendere fu felice di presentare i Malandrini ai suoi genitori. I signori Potter dovettero subito fare opera di convincimento per permettergli di passare qualche settimana a casa loro e per fortuna ci riuscirono. Poi andarono a parlare con i signori Black. Remus conversava tranquillo con i suoi genitori e Star mentre James restò con lui a parlargli dei progetti per l’estate. Sarebbe stato fantastico, meraviglioso. L’estate più bella di sempre.
Si salutarono con un abbraccio e poi Peter guardò i suoi amici allontanarsi con il cuore pieno di speranza.
Non sarebbe stato più solo.
 
 
 
****************
 
Quindi…. Eccomi qui, tornata dal mondo dei morti….. ma ve lo giuro non sono stata assente ingiustificata; mi sono trovata un ragazzo! Eh! No… non è solo per quello…. Sono anche stata occupata con la scuola…. Ma il ragazzo!…. Cioè gente, se ce l’ho fatta io con tutta la mia bruttezza e obesità può riuscirci chiunque….
Comunque si, è colpa della scuola.
Ma siate felice per me!
Sta per cominciare un nuovo anno scolastico ancora più denso di impegni.
E ora siate ancora più felici perché tanto il quarto anno l’ho quasi già scritto tutto…. A mano.
Eh, portate pazienza ….

 
Ciao ciao

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Capitolo 21
*** Lettere da Sirius - 2 ***


5 Luglio 1974
Cara Star,
penso di aver capito cosa mi succede.
L’ho capito la notte in cui io e James siamo riusciti ad intrufolarci nel tuo dormitorio per controllare che non ti accadesse nulla di male e che Belladonna non ti cercasse.
James secondo me era venuto solo per guardare Lily, infatti se ne è stato tutto il tempo a fissarla anche se dopo dieci minuti si è addormentato a terra accanto al suo letto.
Io invece mi sono disteso accanto al tuo di letto, e fissavo te, cercavo di distrarmi con le stelle, ma non posso mentire a me stesso, ti guardavo.
C’era così poco spazio tra le tende ma sono riuscito a vederti mentre ti rigiravi sistemandoti a pancia in su sul bordo del materasso lasciando sporgere un braccio, i tuoi capelli sciolti scendevano quasi fino a terra e brillavano di riflessi dorati grazie alla luce della luna. Non so perché ma ho avuto l’impulso di toccarti la mano. Ti sei svegliata di colpo e sei caduta a pancia in giù su di me, con il viso vicinissimo al mio, ho dovuto impedirti di gridare posandoti la mano sulle labbra, in più non indossavi la biancheria intima e potevo sentire perfettamente il tuo seno sul mio petto. Capirai che il mio cuore ha iniziato a battere forte anche se quella notte credevo fosse solo per lo spavento di essere stato scoperto. Tu poi ti sei alzata veloce e ti sei ficcata sotto le coperte probabilmente imbarazzata dalle mie parole.
Mi hai chiesto se volevo andarmene ma ho insistito per rimanere e proteggerti. Mi ricorderò per sempre come con quasi noncuranza mi hai chiesto di dormire nel tuo letto con te, per non prendere freddo. Ricordo che ho cercato di insistere nel dormire per terra ma tu non me lo hai permesso e mi hai ordinato di stendermi accanto a te. Hai usato pure il mio secondo nome, e il cognome. Avevi un tono autoritario ma preoccupato e il mio nome intero non ha mai avuto un suono più dolce.
Mi sono infilato a letto. Non ricordo quando ho preso sonno, ricordo che dovevo essere piuttosto rigido dato che tentavo di non sfiorarti in alcun modo ma tu occupavi molto spazio e io non capivo perché mi sentissi così strano, avevamo dormito insieme altre volte. Forse i ricordi delle notti passate insieme agli altri Malandrini sono stati il mio punto di partenza per un sonno piuttosto profondo.
Il mattino dopo mi sono svegliato e tu eri raggomitolata su di me, la tua testa sul mio petto, i tuoi capelli sulla mia maglia. Tutto mi faceva impazzire. Le tue ciglia lunghissime e le tue labbra perfette appena schiuse. Ho preso un ciocca dei tuoi capelli tre le dita, e credo che lì, mentre giocherellavo beandomi della tua bellezza e respirando il tuo profumo, lì qualcosa è scattato in me.
Ora che siamo distanti da un po’, che ho potuto pensare con calma a te in questi miei giorni di reclusione in casa lontano da James, da Hogwarts, dalla frenesia di scherzi e battute. Ora che mi manchi così tanto, in modo così solido e vero da farmi provare un dolore fisico. Ora che posso passare ore a ripercorrere ogni dettaglio del tuo viso guardando le poche foto di noi Malandrini che possiedo.
Ora ho capito:
Io ti amo.
Ti amo praticamente da sempre, e non me ne sono mai reso conto. Tutti i comportamenti che avevo e che non sapevo spiegarmi acquistano senso alla luce di questa scoperta.
E non posso far altro che tremare se penso a te, così scaltra, te ne sarai accorta? O il fatto che tu sia cresciuta con così poche relazioni umane mi ha salvato?
Non lo so. Per adesso so che ti amo, e mi basta.
 
Sempre tuo
Sirius 

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Capitolo 22
*** Sorprese Felici per Novità Infelici ***


“Non vedo l’ora che arrivino…” Ripeté James dondolando pigramente su un’amaca del Covo.
“Abbiamo passato da soli solo quindici giorni e già non ti sopporto più. Evidentemente il nostro gruppo si regge in piedi solo grazie a Remus. Il mio Rem!” Sbottò Star finendo con un esclamazione di sospirata nostalgia.
Finalmente quel sette luglio giunse il giorno in cui Remus e Sirius sarebbero arrivati a casa Potter per passare un’estate piena di avventure. Peter invece li avrebbe raggiunti più avanti e sarebbe rimasto solo per poco più di una settimana, come inizio non era male.
“E tu allora? Non fai altro che parlare di Remus? Remus qui, Remus lì, se ci fosse Remus… Rem Rem Rem!” Replicò scocciato James. “Almeno io alterno e non parlo solo di Sirius.”
“Tu parli solo di Sirius! Sirius qui, Sirius lì, Sirius sarebbe stato d’accordo con me, Sirius ed io avremmo fatto… Felpato, Felpato, Felpato!” Gridò Star.
“Chi usa il mio nome invano?” Esordì Sirius spalancando la porta del Covo con un aria da salvatore del mondo stampata in faccia.
“Sirius!” Esclamarono sollevati i Potter. James corse ad abbracciarlo molto virilmente e Star invece gli si gettò al collo sorridente. Sirius sorrise a sua volta e poi si allontanò d’un passo.
“Ok, lo so che sono super figo e attraente ma con calma gente, se vi mettete in fila potrete avere tutti la mia foto con l’autografo.” Scherzò il ragazzo dagli occhi grigi gettandosi sul divano.
“E’ stata la mamma a dirti che eravamo qui?” Chiese Star.
“No, vostro padre me l’ha detto e ha trascinato mio zio a bere qualcosa, vostra madre non è in casa, che io sappia. Comunque mi ha detto che vi avrei trovati qui a gridare l’uno contro l’altro… e infatti… da quando in qua litigate così spesso?”
James sospirò. “Non litighiamo davvero, è che ci annoiamo… e tu e Remus ci mancate un sacco, quindi tanto per tenerci occupati discutiamo animatamente.”
Sirius annuì fintamente serio. “Capisco.” Poi il ragazzo si mise a scrutare attorno a sé prima di riportare lo sguardo sui suoi due amici. “Non è cambiato niente qui, e tu James, ti sei alzato un po’? io si! E tu Star…” la ragazza lo fissò incuriosita in attesa di scoprire se ci fosse qualcosa di nuovo. “…sempre la solita, ti scrivi con Thomas?”
“Hem, si… credo… come si fa a scrivere ad una persona della quale non si ha l’indirizzo?” Rispose lei.
“Oh, non ci credo, ma ti devo insegnare tutto?!” Sbottò quello.
“Hem…”
“Permesso?” Il viso pallido di Remus fece la sua comparsa sulla soglia seguito subito dal suo corpo magro.
“Rem!” Gridò felice Star correndogli incontro per saltargli praticamente addosso facendolo quasi finire a terra. “Il mio Rem! Come stai? Sei così sciupato! Che ti hanno fatto?” Cominciò a bombardarlo di domande prendendogli il viso tra le mani per poterlo osservare meglio.
“Se mi lasci sedere te lo racconto…” Replicò lui gentile.
“Certo. Accomodati!” La ragazza si avvicinò al divano e prendendo Sirius per le caviglie lo trascinò a terra facendoci poi accomodare Remus come se fosse un oggetto prezioso  e fragile.
“Scusami Sirius, ma non ho nemmeno la forza di…” Remus si interruppe per prendere un forte respiro.
“Sei ridotto piuttosto male, eh?” Si preoccupò Sirius.
“Ma cosa ti è successo?” James si sedette a terra accanto a lui osservando il loro amico con attenzione mentre Star prese posto sul divano obbligandolo a sdraiarsi e posare la testa sul suo grembo.
“Grazie ragazzi… il fatto è che c’è questa nuova cura miracolosa, dicono loro, che potrebbe diminuire la ferocità del lupo fin quasi ad azzerarla, dicono loro, e su chi hanno deciso di provarla? … me.” Cominciò a spiegare debolmente il giovane.
“Oh, Rem.” Sospirò sconsolata Star passandogli la mano tra i capelli con delicatezza.
“Non fa niente… i miei non volevano che venissi, la luna piena è stata solo l’altro ieri e questi esperimenti mi rendono decisamente debole, non so nemmeno se abbiano un qualche reale effetto o cosa, non vogliono dirmi niente, più che altro ho paura che mi facciano continuare questa cura anche durante Hogwarts…”  La già debole voce del ragazzo si ruppe del tutto lasciando solo il silenzio.
“Senti un po’…” Cominciò James cercando di rallegrare la situazione. “I miei mi devono ancora una mitica festa qui a casa da Natale, Ricordi? Mi avevano promesso che potevo organizzare un dopo ballo se fossi stato bravo ma non l’abbiamo mai fatto. Quindi che ne dici di organizzare una festa? Niente alcolici! Ok? E puoi scegliere tu il tema, o il tipo di festa o chi invitare, eh?”
Remus era quasi sul punto di declinare l’offerta, senza dubbio generosa, del suo amico poiché non era mai stato un tipo da festa, non si trovava a suo agio tra troppe persone, e poi non era proprio in vena di festeggiare un bel niente, eppure la reazione di Star lo colse di sorpresa; la ragazza al sentir parlare di festa si illuminò tutta d’entusiasmo.
“Oh davvero?! Che bello! Finalmente vedrò utilizzato quel grande salone che abbiamo, mi sono sempre immaginata le dame e i cavalieri di un tempo ballare sotto quegli immensi lampadari per tutta la notte, deve essere magico, quasi come danzare sotto le stelle e poi tutti quei vestiti spettacolari di un tempo! E immaginate le persone in maschera, in quelle bellissime maschere veneziane ad esempio! Oh cielo! Che meraviglia!” Star si guardò intorno rendendosi conto di avere sconvolto i suoi amici con tutta quella passione così rise piano imbarazzata. “Scusatemi.”
“No, ok! Sembra bello. Lo voglio fare. Mi piacerebbe davvero organizzare un ballo in maschera veneziano a casa tua, James. Accetto volentieri la tua offerta, ma prometti che non ci sarà alcol.” Cambiò idea il ragazzo dagli occhi ambra, vedere la sua amica così felice era stupendo e sapere di aver partecipato a renderla così lo faceva sentire importante e entusiasta.
“Bene facciamolo!” Aggiudicò James, poi si voltò verso Sirius. “Felpato?”
“Io ci sto, vi aiuto volentieri, se è per Remus, poi è casa vostra e io che c’entro?” Rispose lui preso alla sprovvista.
“Sei un fratello per me voglio sapere che ne pensi, e poi tutti i Malandrini dovrebbero avere diritto di parola. A proposito, credo che dovremo fare il ballo la prima sera di Peter, penso che sia giusto aspettarlo. Si perfetto. E poi tu Felpato, siamo nelle tue mani ora.” Prese il comando James.
“Nelle mie mani?” Si sorprese il ragazzo.
“Certo, sei tu quello che ha partecipato e visto l’organizzazione di balli ufficiali e sobri come questo. Ce ne racconti sempre, tua madre non ti obbliga a prenderne parte in continuo?” Continuò James.
“Oh già. Bhe, come volete, vi spiegherò come si fa.” Accettò Sirius anche se con poco entusiasmo.
“Perfetto! Il tuo aiuto sarà fondamentale, non vedo l’ora di sapere ogni cosa, oh dovrà esserci anche una cena, con tutte quelle regole d’etichetta d’un tempo che tu rispetti sempre in casa. Sarà come rivivere i tempi del Rinascimento! Ci insegnerai tutto, vero? Per una volta tutti quegli anni di sofferenze saranno utili, no?” Partì Star decisamente eccitata.
Sirius sorrise portando in alto solo un angolo della bocca. “Certo. Facciamolo.”
“Bene.”  James si alzò per primo e guidò tutti i Malandrini dentro casa dove il signor Potter aveva appena aperto la porta a sua moglie. I due coniugi li fissarono in attesa di qualche spiegazione.
“Ma’, pa. Ricordate di avermi promesso una festa questo Natale? Una festa che non ho mai organizzato. Bene, credo sia giunta l’ora.” Iniziò James, Susan sospirò sconfitta già pronta alle più strambe esigenze del figlio adolescente: alcol sicuramente, magari molte ragazze carine, di sicuro avere casa libera per tutta la notte, o chissà che altro. “Vogliamo organizzare un Ballo in Maschera Veneziano, ufficiale. Se volete invitare anche i genitori dei nostri compagni di scuola, tutte le famiglie importanti che conoscete. Va bene, ma deve essere un ballo con i fiocchi. Luci, musica a tema, decorazioni, abiti, la cena. Ah, niente alcolici ai minori, ovvio.”
Henry rimase in silenzio, un silenzio pietrificato dalla sorpresa, mentre la mandibola di Susan sfiorò il pavimento a dimostrare pienamente tutto lo stupore della donna.
“Un ballo? Ufficiale? Con le famiglie? Ma se li hai sempre voluti evitare, non sei mai voluto venire con me e tuo padre a quelli dei Black, ad esempio!” Chiese spiegazioni la signora Potter.
“E’ stato molto scortese da parte tua.” Si intromise Sirius sarcastico.
“Questa volta è diverso! Mi comporterò in modo esemplare, promesso!” Insistette il ragazzo dopo una breve risatina dovuta al commento dell’amico.
“Se ci tieni tanto…” cominciò il signor Potter ma fu interrottò da grida di esultanza da parte dei Malandrini che partirono subito su per le scale pronti ad organizzare il tutto.
James tornò indietro dopo qualche secondo. “Ah, pensavamo di farla fra due sabati. Vi faremo sapere i dettagli entro questa sera così potrete mandare gli inviti e sentire le risposte.”
 
Per tutto il resto della giornata i Malandrini, riuniti prima nella camera di James e poi nel Covo, scrissero carte e riempirono fogli,  pensarono a chi invitare assolutamente e chi no, ragionarono sul nome del ballo e sul suo tema, Star fece un bozzetto per i vestiti e con l’aiuto di Sirius disegnarono anche l’effetto finale della sala da pranzo e del salone da ballo una volta messe le decorazioni. Decisero anche di andare da nonna Lea per farsi raccontare dell’Italia e chiederle se era mai stata a Venezia, mostrarle i disegni ed apportare eventuali modifiche. Lo avrebbero fatto subito ma oramai la cena era pronta in tavola e si sapeva che nonna Lea era più lucida al mattino.
Così cenarono con i signori Potter continuando a bisbigliare con gran fermento.
Dopo cena si riunirono nel Covo, precisamente salirono sul soppalco distendendosi sui materassi per poter guardare il cielo attraverso la grande vetrata sul soffitto proprio sopra di loro. Risero e scherzarono ricordando i bei momenti passati insieme e raccontando qualche altra novità. Poi Remus si addormentò e Star si mise a leggere al suo fianco per fargli compagnia annunciando che avrebbe dormito nel Covo anche lei. James e Sirius si alzarono per continuare a parlare da qualche altra parte ma promisero di tornare per dormire anche loro. Uscirono attraverso delle scalette che dal soppalco conducevano al tetto dove si misero a giocare a carte Babbane.
“Devo dirti una cosa, Jame.” Annunciò Sirius con aria grave dopo qualche minuto. “Ho pensato e ripensato a come dirtelo ma bhe, devo dirtelo e basta.”
“Riguarda quello che mi hai detto quel giorno, a proposito del ballo Babbano questo capodanno?” Domandò James serio.
“Si. Vedi, l’ho fatto di nuovo. Ad Hogwarts.” Confessò lui.
“Hai fatto di nuovo sesso con una ragazza più grande?” Chiese conferma il giovane occhialuto.
“Si, ma… non direi una…” Sirius guardò negli occhi il suo amico attendendo una qualche reazione. Quello che arrivò fu doloroso.
James lo guardò con una punta di delusione. “Pensavo che quello successo a capodanno fosse stato un errore, solo perché lei era bellissima e più grande… e sicura di sé. Credevo che ti fossi lasciato trascinare da lei, e dal fatto che eri confuso dall’alcol e chissà cos’altro. Pensavo che la tua prima volta a quattordici anni fosse una cosa abbastanza drastica. Speravo che non lo avresti rifatto almeno prima dei sedici o diciassette. Quella volta, quando me lo hai detto, non mi sono arrabbiato, ricordi? Perché pensavo a tutto questo. Ma ora, Sirius, non posso fare altro che chiederti: perché?”
“Ah, non puoi capire, James. Sono le donne! Hanno un odore così buono, e io mi sento così bene quando sono con loro. Mi sento sicuro di me come se fossi io quella ragazza al ballo, come se fossi io quello esperto e irresistibile. Cazzo, dovresti vedere come mi guardano! Quando si lasciano portare in qualche posto nascosto in piena notte, e non si lamentano se le tocco ovunque. Non posso fermarmi… quando gridano poi… adoro quando gridano! E’ come una dipendenza. Solo che poi, se ci penso troppo, mi sento come se fossi un malato di sesso. Forse lo sono, ma mi fa sentire bene davvero, James. Mi sento davvero bene. Come se tutti i miei problemi sparissero.”
“Quante… quante?” Lo bloccò James.
“Solo con altre due sono arrivato fino in fondo. E un paio di volte per ciascuna. Poi per il resto sai, solo qualche giochetto. Quindi se conti anche averle baciate e toccate in tutto sono quattro. Da capodanno. Le miei storie non durano molto, dato che non dedico mai a nessuna del tempo alla luce del sole.”
“Vuoi dirmi che sei tu lo sciupa femmine di cui parlano i ragazzi più grandi? Quello di cui le ragazze hanno iniziato a parlare da un po’?” Chiese ancora il suo amico.
“Non lo so. Non credo di essere così ‘famoso’. So che una di loro mi ha detto che ha parlato di me ad una sua amica, di come sia bello farlo con me, e che spera di poterlo fare ancora, anche l’anno prossimo. Quello è stato il momento in cui ho deciso di troncare tutti i rapporti con lei. Quindi non so cosa dica di me ora. Non so nemmeno se abbia ben capito che non la voglio più vedere. So solo che la evito se posso.”
“Perché pensi che ti faccia sentire bene? Se poi ti senti malato, intendo, non credi che forse sia sbagliato?”
“Io so che normalmente è sbagliato. Ma io non obbligo mica nessuna. So che forse sono troppo giovane, o altro. O magari dovrei aspettare quella giusta. Ma non credo che ne esista, una giusta per me. Non voglio legarmi con una ragazza per tutta la vita. Non voglio il matrimonio, non voglio figli. Non fa per me. Voglio essere libero, non voglio portare avanti la dinastia dei Black e tutto quel mucchio di stronzate. Voglio solo divertirmi e essere vivo, senza fare del male a nessuno. Vorrei essere come mio zio Alphard, anzi, lui è ancora legato alla famiglia, io non voglio. Voi siete la mia famiglia e se mi inviterai al tuo matrimonio ci sarò. Ma non chiedere a me di fare una vita normale. Non ne posso più di tutte queste costrizioni. Voglio essere libero.”
I due rimasero in silenzio per un po’ dopo quello sfogo, finché Sirius non sentì di voler avere un appoggio. “Che ne pensi?”
“In che senso?” Replicò James.
“Che ne pensi di me, di quello che voglio essere.”
“Penso che io sono cresciuto in una famiglia che mi amava e quindi sento un calore che so di voler trasmettere un giorno a mia moglie e ai miei figli. Mentre tu, sei cresciuto in un posto diverso, tutto quello che mi hai raccontato della tua famiglia fino ad ora… capisco perché tu non voglia una famiglia. Credo che tu abbia paura di ferire qualcuno. Lo so, non vuoi ferire nemmeno me, e so perché me lo hai detto, so che tieni a quello che penso. Sei come un fratello per me. Mi dispiace, mi dispiace per tutto il freddo che hai dentro, quindi ti propongo un patto. Dal momento che hai ragione a dire che non capirò mai esattamente ciò che provi queste sono le condizioni: promettimi che terrai aperto il cuore e se mai crederai di aver trovato una ragazza o una donna di cui potresti innamorarti al tal punto da metterla sopra ogni cosa, di non tradirla nè ferirla mai, e di continuare ad amarla per sempre, famiglia o meno, dimmi che proverai ad avere una relazione seria con lei, ah, dovrai dirmi chi è così saprò aiutarti, ti prometto che proverò ad aiutarti, chiunque sia. Poi vedi di limitare tutto questo sesso, ok? Non dico di non farlo più ma almeno esci con una ragazza alla volta! Se lo farai starò dalla tua parte anche in questo, dopotutto immaginavo che uno come te dopo la prima volta avrebbe fatto strage, wow, sai quando si verrà a sapere a scuola! Sarai il don Giovanni di turno! Ti aiuterò a tenerti a bada. A proposito di sesso credo che sia d’obbligo chiederti di non distruggere mai i sentimenti di una ragazza, ok? Se vedi che una ci starebbe solo perché tu gli piaci e prova dei veri sentimenti per te allontanala, con gentilezza ma fermezza. Nessun cuore spezzato, nessuna scenata di qualche ragazzina innamorata. In più fammi il favore di uscire anche di giorno con qualche ragazza. Non con quelle che ti fai, possibilmente, provaci davvero ad avere un qualche sentimento per qualcuna… o qualcuno… io sono dalla tua parte comunque, fratello.” Le brevi risate dei due ragazzi riempirono l’aria. “Immagino, sia tutto. Oltre a non usare forza e violenza per convincere le ragazze ma so che non lo faresti mai. Ci stai?”
“Ovvio che ci sto. Hai la mia parola.” Sirius abbracciò l’amico, sollevato.
 
 
………………
 
Il mattino dopo i ragazzi si svegliarono tutti aggrovigliati sullo stesso letto nel Covo. Nulla di nuovo. Tornarono a dentro casa per fare colazione e salutare i signori Potter ma non ci riuscirono poiché marito e moglie erano andati presto a lavoro, secondo ciò che riferì loro l’elfa Rue.
Dopo aver fatto colazione i Malandrini si recarono da nonna Lea come promesso. Tornare in quella casa per Star era sempre un piacere, e secondo lei piaceva pure a James anche se non voleva dimostrarlo. La loro cara nonnina li accolse con il solito calore e rispose gentile a tutte le domande aiutando Star e Sirius a perfezionare i bozzetti. Dopo di che si fermarono anche per pranzo e Star fu ben felice di imparare a cucinare qualche piatto Italiano. 
Restarono fin quasi l’ora di cena e poi salutarono e tornarono in casa Potter pronti a far conoscere le loro richieste. Susan prese pergamena e calamaio e si mise a scrivere una bozza dell’invito cambiandola finché i Malandrini non si dissero soddisfatti. Alla fine di una lunga serata il foglio recitava così: 


“ Cari signori, signore, signorini e signorine, 
Siete ufficialmente invitati a passare a casa Potter una piacevole serata in occasione del ballo in maschera veneziano “Al calar dea sera sua Laguna de Venesia”. 
Vi invitiamo cortesemente a mandarci conferma via gufo della vostra partecipazione per noi assai gradita e importante. In caso voleste prendere parte al ballo vi preghiamo inoltre di abbigliarvi di conseguenza. 
Attendiamo le signorie vostre per le 18:00 del 20° giorno del mese corrente.
Cordiali saluti 
La famiglia Potter” 


Di seguito vi sarebbe andate le firme di Susan, Henry, James e Star essendo essi gli ospiti della serata anche se James si lamentò a lungo di non poter inserire anche quelle di Sirius e Remus. 
Il giorno dopo sarebbe stato chiamato un esperto di calligrafia a scrivere tutti gli inviti con inchiostro rigorosamente nero di seppia su carta italiana, le forniture di entrambi i prodotti erano state ordinate la sera stessa e sarebbero arrivati alle prime ore del mattino.  Il compito dei ragazzi era supervisionare il tutto dal momento che i signori Potter sarebbero andati nuovamente al Ministero, quindi tutti e quattro andarono a letto molto presto. 
Il mattino seguente Star salutò i suoi genitori che uscivano di casa e con l’aiuto dell’elfa Rue preparò la colazione. Dopo di che svegliò i suoi amici e li costrinse a mangiare in fretta e furia per poi correre a vestirsi bene. I giovani scesero in camicia e pantaloni eleganti lamentandosi del gran caldo ma Star non volle sentire ragioni nonostante lei indossasse un semplice abitino in chiffon azzurro e violetto con la gonna da metà coscia leggermente rigonfiata di tulle.
Il fornitore della carta sarebbe dovuto arrivare in quel momento, infatti si sentì il suono di un campanello, Star aprì la porta d’ingresso aspettandosi di trovare qualcuno o qualcosa a cui sorridere ma non c’era niente.
“Ma come…?” Cominciò confusa la ragazza, ma suo fratello la interruppe con un lieve colpetto di tosse e quando lei si voltò verso di lui il ragazzo le indicò con un cenno il camino in sala da pranzo dove Sirius e Remus stavano accogliendo un uomo dall’aria annoiata, aiutandolo a spostare vari scatoloni dal focolare al tavolo. Prima che la ragazza potesse realizzare ciò che accadeva l’uomo rientrò nella costruzione in mattoni prese una manciata di polvere che gettò tra le braci scomparendo in lingue di fuoco verde.
“Ma potevi dirmelo che arrivavano con la Metropolvere!” Si lamentò Star delusa.
“Scusami, non immaginavo che ti aspettassi delle consegne babbane.” Replicò James.
“Però è suonato il campanello.” Sbuffò lei dirigendosi in cucina.
“Suona quando arrivano fornitori o ospiti che stiamo aspettando. Sai, lo mettono i miei genitori per poter accogliere subito le persone che attendono anche se loro sono in cucina o in ufficio.” Spiegò suo fratello.
“Ah… capisco.” Sospirò lei. “Bhe, sarò pronta per il prossimo!”
Il campanello suonò di nuovo e la ragazza sollevò leggermente gli angoli della gonna per qualche secondo lasciandoli ricadere in uno sbuffo di tessuto, si posizionò di fronte al camino con un gran sorriso luminoso e quando comparve il fattorino portando anche lui alcune scatole gli offrì un bicchiere di succo di zucca mentre i suoi amici si occupavano degli scatoloni. L’uomo accettò di buon grado e se ne andò felice salutando tutti con entusiasmo.
“Un'altra buona azione perfettamente riuscita!” Si congratulò con sé stessa Star.
“Sei un’ottima padrona di casa.” Le fece i complimenti Remus sorridendo, mentre Sirius e James sbuffavano alle sue spalle.
“Ok, Sirius, sali a prendere i bozzetti, così dopo aver dato le direttive all’esperto potrò concentrarmi sui vestiti, andare a prendere le stoffe e tutto il resto.” Ordinò lei con gentilezza.
“Si, padrona.” Replicò il ragazzo scherzosamente avviandosi su per le scale.
Nel frattempo Star, Remus e James aprirono i pacchi e sistemarono tutto sul grande tavolo della cucina, insieme all’inchiostro avevano ordinato della ceralacca rosso scuro e James salì nello studio di suo padre per prendere lo stemma dei Potter, scese più in fretta di Sirius cosa che preoccupò Star.
Arrivò l’esperto e si mise subito al lavoro seguendo le direttive dei fratelli, le buste cominciarono a volare ovunque in modo ordinato e molte penne seguivano tutte gli stessi movimenti della mano allenata dell’uomo seduto al tavolo. La ceralacca si versava da sola sulle buste e James doveva solo imprimere i timbri sul cerchietto. Sirius non era ancora sceso così Star andò a cercarlo e lo trovò seduto sugli scalini.
“Che ci fai qui? Tutto bene?” Gli chiese.
“Eh, si… come no.” Sbuffò quello. “Tieni, i tuoi bozzetti.” Lui le porse dei fogli che lei accettò ma che poi poggiò subito a terra per potersi sedere accanto all’amico.
“Cosa succede?” Domandò di nuovo.
“Quel tipo…. Era il mio vecchio insegnate di calligrafia a casa. Sai, quello che mi obbligava a scrivere con la destra…” Cominciò il ragazzo.
“Ricordo, si. Dunque?”
“Non so se sono pronto a rivedere qualcuno che lavorava per rendermi la vita difficile…”
“Bhe, ora lavora per noi, e quindi anche per te. Sei il suo capo, e puoi dimostrare di essere non solo una persona migliore dei tuoi genitori ma anche un ragazzo maturo.”
“Gli ho tirato addosso una boccetta di inchiostro…”
“Si, e sei già stato punito per questo. Eri solo un bambino. Dovresti fargli vedere ciò che sai fare con la tua mano sinistra! I tuoi disegni sono stupendi e hai una bellissima calligrafia.”
“E’ stato lui a curare la mia calligrafia fino a poco prima che partissi per Hogwarts. Sa già che ho una calligrafia carina. Però ci sto… su quella cosa di essere meglio dei miei genitori come capo. Posso farcela.”
Il ragazzo si alzò pronte per affrontare l’uomo in sala da vero uomo, fece qualche passo e poi si voltò verso l’amica. “Grazie Star.” Entrò in sala da pranzo a testa alta. “Buon giorno Mastro Fether.”
Per un attimo tutto il frullare di buste e fogli e scribacchiare di penne si bloccò, l’uomo seduto al tavolo alzò lo sguardo e sobbalzò leggermente. “Signorino Black, buon giorno.”
“Non credevo fosse lei l’esperto che i signori Potter avevano chiamato ma infondo quale migliore calligrafia della sua esiste nel mondo magico? Beh, buon lavoro, se ha necessità di qualche cosa non esiti a chiedere.” Disse Sirius gentile prima di accomodarsi accanto a James e Remus per occuparsi della ceralacca.
Con un cenno Mastro Fether ricominciò il suo lavoro e presto la cucina si riempì di nuovo di rumori.
“Bhe, se voi avete tutto sotto controllo io vado a prendere le stoffe.” Avvisò Star spiando al’interno della sala da pranzo.
“Vai da sola?” Le chiese James un po’ preoccupato.
“Posso venire con te, se vuoi.” Propose Remus alzandosi in piedi.
“Sappi che dovrai restare fuori da tutti i negozi e non potrai sbirciare.” Lo avvertì lei.
“Affare fatto.” Sorrise lui.
Salutarono insieme James e Sirius e partirono.
 
 
……………….
 
I giorni trascorsero in fretta dal momento che i ragazzi erano completamente assorbiti dal lavoro per il ballo. Gli inviti erano stati inviati da uno stormo di gufi che aveva riempito di piume e altro il giardino dei Potter mandando in crisi Henry il quale passava più tempo possibile a risistemare le sue piante, cosa che rese molto felice Star che adorava aiutarlo. La ragazza passava, inoltre, molto tempo nella sua camera che era diventata offlimits da quando aveva cominciato a cucire gli abiti per tutta la famiglia. Era un lavoro talmente duro che spesso James bussava piano alla sua porta in piena notte per pregarla di andare a dormire dal momento che filtrava ancora della luce attraverso gli spiragli della soglia. Qualche notte lui la obbligava ad uscire e la portava con sé a dormire distante dalle tentazioni del lavoro.
Le mattine in cui James si svegliava e sua sorella era nel letto con lui erano stupende, poteva guardare quanto era sereno il suo viso, e chiedersi come sarebbe stato quando nel futuro avrebbero auto entrambi una famiglia. Pensò che nel futuro in cui entrambi sarebbero stati adulti non avrebbero più potuto dormire insieme, e questo lo rattristò, ma poi si ricordò che in compenso avrebbe potuto dormire con la sua bella moglie e quel pensiero lo rese nuovamente felice. Si, sua moglie sarebbe stata…
“La smetti di pensare a Lily Evans? E’ inquietaggiante! Fra un po’ finisce pure nei miei sogni.” Star interruppe il filo dei suoi pensieri e centrò in pieno il concetto.
“Inquietagginate? Cosa vorrebbe dire?” Chiese lui cercando di diminuire il proprio imbarazzo.
“Inquietante, oltraggioso e orripilante. Non sviare il discorso: la rossa è sempre nei tuoi pensieri, eh?” Ritornò alla carica lei.
“Bhe, ogni tanto, si… io… va va a fan Pluffa!” James si alzò in piedi rosso in viso e cominciò a vestirsi.
Star rise e lasciò cadere l’argomento. “Oh, oggi mamma e papà staranno a casa perché arrivano le decorazioni per il salone, quindi metti i jeans e la maglia da lavoro che oggi dobbiamo montare un bel po’ di cose!”
“Si, capo!”
Veloce come un lampo Star si ritrovò ad indossare la sua salopette con maglia e All Star cobalto e poi saltellando allegramente andò a chiamare Sirius e Remus bussando alle loro porte.
La colazione con i signori Potter fu allegra anche se i ragazzi sentivano che la presenza degli adulti li costringeva ad essere meno liberi sul modo di parlare e su cosa poter dire. Presto arrivarono degli esperti di decorazioni e i lavori cominciarono. Gli invitati avevano quasi tutti risposto agli inviti in modo positivo e le ultime risposte sarebbero dovute giungere quella stessa mattina. Star infatti stava sovraintendendo l’arrivo della posta in cucina quando arrivò il barbagianni di Sirius e rimase molto sorpresa nel vedere che teneva nel becco una lettera dall’aria terribilmente ordinata e formale.
“Sirius, posta!” Lo chiamò lei liberando la lettera dal becco dell’animale per poterlo nutrire. “Ciao Velvet, ma quanto sei bella! Che morbida!” Cantilenò la ragazza accarezzando il barbagianni.
Sirius arrivò e prese la lettera tra le mani. La aprì con cautela come se potesse contenere un congegno esplosivo e poi libero un cupo sospiro sconfitto.
“Che hai?” Domandò la sua amica.
“E’ la risposta della mia famiglia… verranno.” Replicò lui rassegnato.
“Non pensavo avessimo invitato la tua famiglia.” Si stupì Star.
“Bhe, lo abbiamo deciso io e James, pensavamo fosse un gesto cortese per assicurarci la mia libera uscita per le prossime volte in cui avessi voluto stare con voi. Sai, dato che ci dobbiamo comportare bene per un motivo meglio sfruttare a pieno la situazione. Solo che una piccola parte di me sperava che non sarebbero venuti.” Spiegò il ragazzo.
“Capisco… bhe, è stata una bella scelta secondo me. Insomma, se ci comporteremo bene loro capiranno che siamo una compagnia perfetta per te. Quindi ti lasceranno venire da noi sempre! Ce la possiamo fare, devi solo insegnarci!” Si entusiasmò lei prendendolo per mano e guidandolo nel salone da Ballo per finire la loro opera di decoro.
Giunta la sera era oramai tutto pronto. Mancavano solo decidere la disposizione degli invitati nel grande tavolo in sala da pranzo. Ovviamente non tutti sarebbero arrivati per la cena e questo semplificava le cose dato che il salone sarebbe stato colmo di persone tante erano le risposte positive. Fortunatamente avevano deciso di addobbare anche il giardino.
“Quindi direi che noi possiamo sederci accanto a tuo zio Alphard, Sirius, e poi subito dopo posizionare i tuoi genitori, accanto ai tuoi altri zii Cygnus e Druella, mentre le tue cugine staranno accanto a te dall’altra parte del tavolo…” Provò a pianificare Susan scribacchiando su un foglio. Sirius si irrigidì appena così Star si intromise velocemente. “Preferisco avere Andromeda vicino a me, così starò in compagniafemminile, quindi sposta le cugine di Sirius alla mia destra con i loro compagni. Poi metti accanto a Sirius Remus e il figlio dei Paciock, e accanto a loro i Weasley, poi gli Abbott. Dalla mia parte continui dopo le cugine di Sirius con i signori Paciock e con i genitori di papà, infine puoi mettere i Malfoy e i Lestrange.”
“Odio quelle persone…” Borbottò Henry.
“Immagino, ma devono stare tra te e i nonni, altrimenti entrano in contatto con i Paciock e i Weasley e nessuno vuole una guerra magica durante il ballo, giusto?” Cercò di convincerlo sua figlia.
“Già…” Asserì monocorde il signor Potter.
“Dove hai imparato tutte queste cose sulle dinastie purosangue?” Le chiese Susan stupita.
“Ho fatto ricerche… in attesa del Ballo.” Spiegò evasiva la ragazza.
“Dopo cena arriveranno altre famiglie, giusto?” Domandò James correndo in aiuto della sorella come al solito.
“Si, certo. Il signor Olivander ci onorerà della sua presenza quindi lucidate le bacchette. Poi ci saranno i Greengrass, i Flint, i Crouch, i Fawley, i Macmillan, Alcuni Prewett, i Rosier, i Travers, gli Shacklebolt, altri Weasley, Malfoy e Abbott, i Parkinson e per finire i Rowle. Ah, dimenticavo i Travers.” Elencò Susan leggendo la lunga lista di conferme ricevute.
“Avremo come ospiti buona parte del mondo magico, in poche parole.” Notò Henry preoccupato. “Sicuri di riuscire a comportarvi a modo? Vi ricordo che se qualcosa va storto noi…”
“Papà, va tutto bene. Vogliamo impegnarci sul serio questa volta. E’ essenziale fare bella figura sui Black, giusto Sirius?” Lo tranquillizzò Star.
“Si, giusto.” Concordò il ragazzo chiamato in causa.
“Bene, allora domani ci insegnerai il galateo!” Si entusiasmò lei.
Sirius sospirò ma poi sorrise, l’allegria della sua amica era fin troppo contagiosa.
 
 
……………….
 
 
Il mattino dopo i ragazzi si svegliarono con calma e si radunarono nel Covo. Star aveva preparato un tavolo e preso in prestito tutto il set di posate e porcellane.
“Sai come sarà preparata la tavola? Mamma ha detto che chiamerà degli esperti ad aiutarci con la preparazione della sala in più cucineranno il cibo alcuni elfi che papà è riuscito a convincere a farsi pagare e poi ci saranno dei camerieri a servire. Quindi sarà una cosa proprio seria, ci saranno un infinità di posate anche se le portate non sono poi molte.” Cominciò a preoccuparsi la ragazza guardando ansiosa Sirius.
Lui sospirò e le prese dalle mani le posate. “Abbiamo tre antipasti, tre primi e due secondi più il dolce. Vuol dire che ci sarà un piatto segnaposto sul quale non si mangia, l’hai scelto tu, ricordi? Quello con le sfumature arancioni e rosse per abbinarsi alla tovaglia con le sfumature pervinca e blu e replicare i colori del tramonto.” Spiegò posando un piatto molto largo di fronte ad ogni sedia. “Poi avremo da mettere più vicine al piatto la forchetta e il coltello per i secondi, hai scelto pesce quindi sono da pesce. Poi metteremo la sola forchetta per i primi e di nuovo forchetta e coltello più piccole per gli antipasti. Il cucchiaino da dessert va di fronte al piatto in orizzontale. Ecco, ora sai che le posate vanno usate da quelle più esterne a quelle più interne. Poi ci saranno i bicchieri appena sopra i coltelli. In ordine: calice da vino rosso, calice da vino bianco, calice da acqua e flute per il dessert. Il bicchiere con il vino per gli antipasti, hai scelto un Prosecco sotto consiglio di nonna Lea, verrà preso dai vassoio prima di sedersi insieme alle tartine, quelle con il baccalà mantecato. Il tovagliolo sarà messo sopra il piatto con qualche tecnica carina in modo che somigli ad un fiore o che so io… bene, siediti.”
Tutti i Malandrini si avvicinarono alla tavola preparata da Star e Sirius e attesero di vedere con che gesto fluido sedeva il loro esperto amico, lo imitarono meglio che poterono e faticarono a tenere la schiena dritta come lui. Furono momenti di terribile sofferenza per James, quelli in cui dovette starsene dritto e composto ad ascoltare Sirius spiegare come prendere al meglio le posate, come bere dai bicchieri, come non si potesse parlare con le persone troppo distanti da sé e altro. Per Star invece fu una meraviglia. I movimenti le venivano naturali, come se avesse già preso parte a milioni di cene di gala. Ogni nuova regola la faceva sentire sempre più a suo agio, come quando ripassava un argomento prima dell’esame e si accorgeva di sapere tutto alla perfezione. Remus fu come al solito un allievo molto impegnato e obbediente, cercò di Star dietro a Sirius ma ovviamente si notava la differenza. Era normale dato che lui era stato educato su quegli argomenti fin dalla nascita.
La tarda mattina si trasformò rapidamente in pomeriggio e nonostante il caldo sole estivo che li chiamava invitante i ragazzi non smisero di esercitarsi.
“Dovresti insegnarci a ballare.” Propose James alzandosi dal tavolo sperando più che altro di non dover più restare in quella posizione scomoda.
“Se insisti. Vuoi fare colpo su qualcuno in particolare?” Insinuò il suo amico alzandosi a sua volta e tendendo il braccio verso Star.
“Perché inizio io?” Chiese lei avvicinandosi.
“Perché impari in fretta, quindi poi potrai aiutare Remus mentre io mi occupo di tuo fratello che in più potrà guardarmi fare i passi base e cercare di memorizzarli.” Spiegò. “Iniziamo dai passi del valzer.” Il giovane la prese per la vita deciso e poi le guidò una mano sulla spalla infine le afferrò l’altra. Comicniò a condurla con abilità mollando la presa mano a mano che lei imparava i passi. Dopo poco la lasciò a Remus e cominciò a far ballare James.
“Sei la donna ora Sirius?” Chiese lei ridendo.
“Già. I sacrifici che faccio per questo cornuto!” Sospirò quello melodrammatico.
“Si, sei decisamente più donna di me, vuoi che ti presti il mio vestito per il ballo?” Continuò a stuzzicarlo.
“Non mi tentare, farebbe venire un colpo ai miei e sai quanto sono felice di queste cose!”
 
I Malandrini passarono gli ultimi giorni precedenti al ballo a imparare tutte le regole di Sirius e sistemare a perfezione ogni singolo angolo delle sale da pranzo, da ballo e del giardino.
La sera prima del ballo cenarono tutti fuori perché nel salone i camerieri e altri esperti stavano già preparando la tavola, mangiarono cibi freddi per facilitare il lavoro degli elfi già all’opera per i piatti squisiti del giorno seguente. Peter era arrivato nel pomeriggio e era rimasto incantato da tutto quanto, non vedeva l’ora di partecipare al ballo per il quale si era procurato un vestito il giorno dopo aver ricevuto l’invito.  Fu una cena allegra anche perché l’allestimento esterno prevedeva lo skyline della città di Venezia tutto attorno al padiglione illuminato da dietro come se il sole fosse nel punto più basso del cielo. Mille lanterne erano disseminate per tutta la serra e il giardino con moltissime gondole disegnate o vere sparse qua e là. Le stelle erano così luminose in quelle notti e rendevano il tutto semplicemente magico. Avevano fatto scorrere anche un ruscello magico nel giardino per richiamare i boccheggiare delle gondole ancorate, l’acqua scorreva tranquilla e spesso passava sotto ponticelli di legno bene illuminati o meno.
“Credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro.” Commentò fiero James guardandosi intorno mentre si alzavano per andare a letto.
“Certo che si, e domani lo vedremo pieno di gente.” Si emozionò Star. “Sarà stupendo…” sospirò felice guardando il cielo.
“Forza tutti a letto. Domani sveglia presto!” Ordinò Susan.
Tutti si diedero la buona notte e si avviarono nelle loro camere.
 
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Il mattino dopo tutto era in gran fermento. Nonostante i ragazzi si fossero svegliati “oltraggiosamente presto”, a detta di James, tutti attorno a loro si muovevano a velocità incredibile. Riuscirono a malapena a fare colazione in giardino prima di essere spediti ad aiutare in salone.
Dopo un pranzo veloce e un’altra oretta di lavoro ogni cosa era perfetta così tutti i Potter lasciarono gli operatori di sala e gli elfi a lavorare e salirono a lavarsi e cambiarsi. Star consegnò gli abiti ai suoi genitori con un certo orgoglio e loro li indossarono con lo stesso orgoglio. Quello di Henry era in perfetto stile della borghesia veneziana del settecento ogni dettaglio era perfetto, la camicia, la giacca lunga dalle maniche ampie ricamata in rilievo, i pantaloni persino le scarpe. Susan ci mise un po’ a vestirsi con l’aiuto della figlia. Il vestito aveva una gonna ampia con le balze solo sul davanti in bella vista grazie allo spacco frontale dello strato di stoffa superiore rosso scuro mentre lo strato di gonna a balze era oro antico. Il corpetto stretto era oro con ricami in rilievo rossi, le maniche rosse a tre quarti ampie alla fine e decorate con pizzo oro. Degli stessi colori era il vestito di Henry ed entrambi appartenevano al 1700, come loro consigliato nonna Lea e come suggeriva il tipo di ballo organizzato. 
I Malandrini aiutarono Peter ad indossare il suo vestito che infatti era anche esso settecentesco ma di sicuro molto più semplice e banale di quelli fatti da Star. La ragazza consegnò poi a suo fratello un abito simile a quello di Henry e con gli stessi colori. Remus indossò il suo grigio, argento e bianco. 
“Sembri uno sposo.” Fu il commento scherzoso di James. 
“È molto elegante.” Lo rassicurò invece Sirius guadagnandosi un’occhiata di rispetto da Star mentre gli passava il suo abito.  Era blu scuro con rifiniture nere e dettagli di un blu più chiaro. 
“Ragazzi!” Chiamò la signora Potter. Scesero tutti tranne Sirius e Star ancora impegnati negli ultimi ritocchi  che la ragazza aveva dedicato a tutti. Infatti il pomeriggio stava finendo. 
“Qualcosa non va?” Chiese la ragazza sistemando un orlo. 
“Adoro il blu perché è l’unico colore che nessuno indossa mai alle feste della mia famiglia. Lo indossano le ragazze perché sanno che mi piace e potrei indossarlo anche io ma io devo vestirmi solo di nero. Completamente nero.” Spiegò lui. 
“Il nero ti dà fastidio?”
“No… assolutamente. Sta bene in questo abito. Mi piace. Ti ringrazio.” Replicò lui sinceramente grato. “Io ora scendo, con gli altri… credo sia arrivato il parrucchiere che tua madre ha richiesto. Quindi, vado a sostenere James. Ci vediamo giù.” Il ragazzo uscì dalla stanza salutandola con un sorriso e lasciandola sola a prepararsi.
Una volta finito la ragazza si avviò verso le scale che davano all’ingresso, la famiglia era lì per accogliere il parrucchiere. Cominciò a scendere le scale e Susan la notò per prima trattenendo rumorosamente il respiro. La fattura dell’abito era molto simile a quello della signora Potter anche se le balze sul davanti erano solo due con pizzi grigio perla sul fondo della gonna blu cobalto ricamata in azzurro identica allo stretto corpetto, la scollatura decorata dallo stesso pizzo delle balze. Lo strato superiore della gonna era meno vaporoso e di un bel blu notte, la stoffa correva anche ai lati e sulla schiena del corpetto allungandosi poi su le maniche a tre quarti ampie alla fine con pizzo azzurro. Tutti si girarono verso di lei rimanendo incantati.
“Dovresti scendere le scale anche quando arrivano gli invitati, vedrai che facce faranno.” Commentò James stupito.
“Volevo, volevo farlo rosso e oro come i vostri, ma non ho calcolato bene la stoffa per quello di mamma, non mi ero resa conto di quanti strati ci fossero quindi ho dovuto ordinarne altra e una mia amica è la mia fornitrice, mi ha inviato un pezzetto di questa e me ne sono innamorata. Mi dispiace, ripensandoci ora sono un po’ scoordinata alla famiglia, ma per Fay l’ho fatto uguale così quando arriverà dopo cena con nonna Lea non mi farà sfigurare, giusto?” Spiegò Star leggermente nervosa raggiungendoli all’ingresso.
“Non credo tu possa sfigurare.” La rassicurò Remus.
“Io comincerei dagli uomini.” Annunciò il parrucchiere senza togliere gli occhi da Star. Si spostarono tutti nel salottino degli adulti e l’acconciatore non fece altro che sistemare appena le capigliature dei ragazzi e di Henry. James e suo padre furono i più difficile, come era ovvio, quelli di Peter rimasero pressoché identici, mentre i capelli di Sirius, lunghi fino a metà collo, si fecero domare con facilità in un look piuttosto naturale, simile a quello di Remus. Poi toccò a Susan, i suo capelli vennero raccolti in roselline e piccoli intrecci, non eccessivamente alti sopra la testa ma comunque vaporosi e con la fronte libera, come dettava moda Maria Antonietta, anche se meno eccessivo, pochi boccoli le furono lasciati liberi a coprirle il collo fino alle spalle, poi il tutto fu fissato e completato con una live spruzzatina di brillantini oro e una piccola rosa rossa. Quando fu il turno di Star l’uomo passò le dita tra i suoi capelli setosi osservando come i riflessi oro brillassero alla luce. “Stupefacente…” Commentò tra sé e sé prima di cominciare il lavoro. Le raccolse i capelli come a sua madre ma meno, lasciandole più boccoli sciolti in modo che le ricadessero di lato sopra la spalla destra fino alla scollatura, le sistemò un delizioso cerchietto d’argento fatto come dei rametti intrecciati con qualche piccola fogliolina e alcune perline cobalto e azzurre, le spruzzò appena appena qualche brillantino argento fissò soddisfatto la sua opera. Poi insistette per truccare madre e figlia. Dipinse di rosso le labbra di Susan e con l’oro delineò i suoi occhi senza esagerazioni. Poi usò un rosa antico per le labbra di Star, ombretto azzurro lieve e sfumato e linee grigio perla. “Hai una carnagione perfetta per questo tipo di festa.” Si complimentò con lei mentre le passava lievemente le guance con una minuscola quantità di fard rosa.
James se ne rese conto solo in quel momento ma in effetti la carnagione di sua sorella, di solito sempre molto abbronzata d’estate, quasi color miele, quella sera era molto più simile a porcellana finissima, il che le donava un aria ancor più da nobildonna settecentesca. La ragazza gli lanciò un sorriso furbo.
“Già, è perfetta.” Asserì il giovane.
L’esperto acconciatore se ne andò presto, visibilmente dispiaciuto di dover abbandonare un’opera così bella. La famiglia Potter, Sirius, Remus e Peter, però, erano troppo occupati a controllare gli ultimi dettagli per accorgersene.
Susan rapì Star per qualche minuto portandola nella sua camera da letto. La stanza dei suoi genitori era come sempre ordinata, pulita e ben arieggiata. Come se loro non vivessero lì, infatti, occupati come erano con il lavoro ci dormivano e basta. Sua madre la fece sedere alla specchiera di legno chiaro e aprì una scatola. “Qui ci sono i gioielli a me più cari.” Le spiegò. “Sono i miei averi più importanti e passeranno tutti a te. Voglio che li indossi con orgoglio di essere parte di questa famiglia, le parenti mie e di James se li tramandano da secoli. Ecco, questi vanno bene!” Estrasse dalla scatola una sottile catenina d’argento con un ciondolo tondo e piccolino di zaffiro, poi degli orecchini anche essi d’argento con gli zaffiri piccoli e tondi, infine un bracciale uguale alla collana. Li mise alla figlia con cura e amore osservando il suo riflesso allo specchio. Anche Star la guardava. Sembrava così felice.
“Grazie mamma.” Le strinse una mano sorridendo commossa. Si, era quello l’amore che desiderava fin da piccola. Tornarono di sotto.
Era tutto pronto. Mancavano un paio di minuti alle sei.
“James prendi a braccetto tu sorella e portala in cima alle scale, vedo arrivare i Black. Senza offesa Sirius, ma voglio stupirli per bene.” Ordinò Henry divertito.
“Nessuna offesa. Noi mettiamoci qui.” E guidò Remus e Peter nel lato destro nell’ingresso, lasciando i signori Potter in bella vista a sinistra e James e Star in cima alla scale centrali.
Orion Black bussò alla porta e quando Henry la aprì si fece indietro per far passare Walburga, sua moglie. Subito dopo di loro entrarono Druella e Cygnus, zii di Sirius, con le loro tre figlie, Andromeda, Bellatrix e Narcissa. Seguite da Rodolphus e Lucius. Infine entrò lo zio Alphard.
“Benvenuti.” Li accolse calorosamente Susan con uno splendido sorriso.
“Gentili ospiti, vi presento mia moglie Susan e i nostri figli James e Star.” Annunciò Henry fiero indicando poi le scale dalle quali stavano scendendo i due fratelli, li raggiunsero in fretta ma con eleganza. Strinsero mani, si scambiarono nomi. Poi Star e Sirius li accompagnarono nella sala da pranzo dove camerieri in abiti antichi erano pronti con vassoi pine di flute di Prosecco e tartine di baccalà mantecato.
In poco tempo arrivarono gli altri ospiti, tutti si salutarono mangiando e bevendo e poi si accomodarono.
Henry a capotavola, alla sua destra Susan, poi Alphard, Orion, Walburga, Cygnus Druella, i coniugi Abbott, Arthur Weasley e Molly, Frank Paciock, Peter, Remus, Sirius e James a capotavola. Alla sua destra, per suo grande stupore e piacere Lily Evans sedeva il più dritta possibile cercando di non sentirsi a disagio in un vestito rosso e oro visibilmente firmato Star. Affianco a lei infatti la sorella del ragazzo se la rideva sotto i baffi.
“Avevi calcolato male la stoffa, eh?” LE chiese in un sussurro James. Lei sorrise furba nascondendolo dietro ad un ventaglio azzurro dal pizzo grigio perla, estratto con grande classe.
Di fianco a Star stava Andromeda con un sorriso compiaciuto e felice, poi Rodolphus, Bellatrix, Lucius, Narcissa, i coniugi Paciock, nonno Phil e nonna Abigail, i coniugi Malfoy, poi i Lestrange subito alla sinistra di Henry.
Vennero serviti gli antipasti di pesce. Schie e polentina bianca perlata per iniziare e a seguire altri assaggi di prelibatezze veneziane.
“Incomincia dall’esterno.” Sussurrò Star a Lily.
“Perché mi hai invitata? Metà delle persone qui mi vorrebbero morta. E poi perché devo stare vicino a tuo fratello?” Replicò Lily tra i denti.
“Devi stare lì altrimenti avresti complicato la disposizione che è già fragile così com’è. Comunque non devi parlare con lui, puoi parlare anche con Sirius.” Rispose la mora. In quel momento il giovane Black di fronte alla Evans le sorrise appositamente provocatorio. Star si era già voltata verso Andromeda e le due parlavano fittamente. La rossa sbuffò e si rivolse a James. “Hai una casa stupenda.” Commentò un po’ fredda.
“E’ dei miei genitori, ma ti ringrazio. La adoro, e piace anche a Star. La maggior parte delle idee per le decorazioni sono ovviamente sue e di Sirius.” Il ragazzo rise piano e poi le sorrise.
“Allora, cosa avete ideato per oggi?” Domandò lei.
“Niente. Cerchiamo di fare i bravi. Abbiamo promesso a Remus, e poi vogliamo fare colpo sui genitori di Sirius.”
“Capisco… e siete certi di riuscirci?”
“Siamo Malandrini, non canaglie. Le promesse le manteniamo, e poi non metteremmo mai nei casini Sirius per uno scherzo. Abbiamo un limite anche noi. Inoltre non necessitiamo sempre di infrangere le regole, oggi te lo dimostrerò.”
“Non sono come le ragazzine che ti corrono dietro, Potter, non sono così facile da stupire.” Sbottò lei.
“Non ho mai parlato si stupirti.” Ribatté James con un sorriso furbo completamente copiato da sua sorella. Che in realtà imitava senza rendersi conto il mezzo sorriso di Sirius. Anche se a James Potter i sorrisi venivano meno audaci di quelli di Sirius ma completi, quindi più allegri.
La cena andò avanti senza intoppi. Le tre sorelle Black avevano un portamento impeccabile così come il resto della famiglia. Sirius riusciva a mantenere lo stesso comportamento e al contempo avere un aria rilassata e inconsapevole del suo fascino. Star reggeva a pieno la situazione. Forse le ci voleva un istante in più a scegliere la forchetta o il bicchiere ma anche quei micro secondi di esitazione erano fluidi, eleganti e graziosi. Era una spruzzatina di fresco venticello estivo nell’aria pesante e afosa della tavolata.
Il resto degli ospiti si comportava con un livello di educazione normale, spesso qualcuno sbagliava posata o bicchiere e altri si sporgevano a parlare con chi era forse troppo in là ma anche questo ravvivava la serata nonostante gli sguardi sprezzanti delle famiglie più altolocate.
Nonno Phil fu un grande eroe riuscendo insieme a nonna Abigail a tenere testa ai Malfoy. Henry non dovette occuparsi dei Lestrange dato che loro si degnavano di parlare solo con i Black di fronte o i Malfoy a lato.
Andò tutto bene. Dolce compreso. Il tiramisù fece gran furore, molti non avevano mai assaggiato la cucina italiana e la cena piacque a tutti.
 
……………..
 
I signori Potter invitarono tutti ad alzarsi con comodo e dirigersi verso il salone da ballo. James e Remus si mossero per primi guidando alcuni invitati. Star prese coraggio e si avvicinò ai Black, Lestrange e Malfoy riuniti a parlottare tra loro con la solita aria sprezzante di chi è superiore a qualunque cosa.
“Prego, se voleste indossare le vostre maschere e seguirmi, vi condurrei volentieri alla nostra Sala da Ballo.” Annunciò cortese con un breve inchino decisamente elegante. Gli invitati le fecero cenno di proseguire e con un gesto fluido la ragazza indicò loro la strada affiancandoli. “Spero che la cena sia stata di vostro gradimento.”
“Era … particolare.” Commentò Walburga fredda studiando ogni dettaglio del suo vestito.
“Chi è il vostro sarto?” Le chiese Bellatrix anche lei intenta a studiare le cuciture e i ricami.
“Oh, i vestiti della famiglia e altri li ho cuciti io stessa, ci tenevo tanto a mettermi alla prova. Non sono all’altezza di un sarto professionista ma è una passione che mi entusiasma molto.” Rispose lei.
“In effetti si può migliorare.” Replicò la madre di Sirius.
“Credo che si possa sempre migliorare in tutto. Prego.” Con un altro gesto del braccio morbido e grazioso Star indicò loro la Sala attorno a loro. Gli occhi di tutti passarono da lei all’ambiente completamente decorato e arredato come una vera sala da ballo di qualche Villa Veneziana. Affreschi alle pareti e sul soffitto, colonne, poltrone, qualche piccolo tavolo di legno. Ogni dettaglio era settecentesco e italiano. Mancava solo Giambattista Tiepolo che dipingeva un quadro in qualche angolo del salone o Goldoni che scriveva su un tavolino oppure Vivaldi che componeva. In quanto a Vivaldi una piccola orchestra posta in una angolo del salone stava giusto eseguendo una sua sonata a quattro. L’atmosfera era perfetta e gli altri ospiti cominciavano ad arrivare e riempire il salone, servendosi di Prosecco o altre piccole delizie dolci e salate dai vassoi portati dai camerieri.
Star si allontanò con calma e cercò tra le ormai molte persone i suoi amici, infilandosi nel frattempo la sua maschera in stile veneziano blu e azzurra decorata in argento a mezzo volto con alcune piume sul lato destro. Li trovò a bere semplice acqua seduti su delle poltrone all’estremo opposto dell’orchestrina, anche loro indossavano maschere veneziane a mezzo volto abbinate ai vestiti ma più maschili.
“Eccomi!”
“Finalmente, unisciti a noi, beviamo acqua come promesso!” Esultò James.
“Mi sembra giusto.” Lei sorrise e salutò Frank Paciock che in quel momento si allontanò dalla compagnia per raggiungere Alice, l’amica di Lily. La rossa li lasciò soli e raggiunse i Malandrini o meglio, Remus e Star.
“Oh… questo non lo sapevo.” Mormorò Star a Lily aprendo di nuovo il ventaglio per indicare con un cenno del mento Alice e Frank senza essere notata da altri.
“E’ una cosa che provano a far andare da un po’. Se riescono a cominciare bene credo che la storia potrà durare a lungo.” Le rispose lei.
“Bene. Quindi non puoi stare con la tua amica questa sera.” Si dispiacque Star.
“Già, ma spero che la proprietaria di casa mi farà compagnia. O anche Remus.”
In quel momento l’orchestra cominciò a suonare un valzer. “In realtà…” Cercò di spiegare piano la mora. “…io e Remus ci eravamo promessi a vicenda il primo ballo.”
“Capisco… andate pure.” Li rassicurò Lily.
I due partirono anche se Remus non proprio felicemente.
 Sirius si guardò attorno e diede un colpetto al braccio di Peter. “Quelli sono i tuoi genitori? Fammeli conoscere.” Gli chiese quasi tirandolo su di peso dalla poltrona e così anche loro si dileguarono.
James la guardò, era così bella in quell’abito rosso e oro. Si abbinava così bene ai suoi capelli e faceva risaltare i suoi occhi verdi. Si chiese come era riuscita sua sorella a farle accettare l’invito. Durante la cena avevano parlato del più e del meno. O meglio lui aveva cercato di farla parlare il più possibile anche se questo aveva significato sorbirsi tutta una sfilza di spiegazioni sui compiti extra svolti per le vacanze ma non gli importava. Gli piaceva semplicemente come lei muoveva le labbra o come si spostava nervosa una ciocca di capelli dietro all’orecchio. Le piaceva anche come si sistemava di continuo il vestito, non sembrava affatto abituata a gonne e corpetti e lui la trovava così carina quando lo faceva.
“Tutto bene?” Lily si era chinata leggermente vero di lui con un aria un po’ preoccupata. Quel Potter era stato fermo per un minuto buona a fissare il vuoto. Non le sembrava possibile, di solito si muoveva così tanto che era quasi difficile distinguere il colore dei suoi occhi. Nocciola, aveva gli occhi nocciola. Buono a sapersi, ma perché poi? Era strano vederlo così tranquillo e ben educato, senza la solita aria furba di chi ha appena messo una manciata di polvere pepata dentro la minestra del primo malcapitato. Li ora, in casa sua, con i suoi amici attorno, pronto a sacrificare una serata di festa per far bella figura con i genitori di Sirius e anche per aiutare Remus a sentirsi meglio. Aveva scritto al suo amico, era stato lui più che Star a convincerla a partecipare al ballo. Certo lei la aveva invitata ma Remus le aveva raccontato quanto organizzare il tutto con i suoi amici lo rendesse felice e lo distraesse dal dolore del suo “Piccolo Problema Peloso”. Forse lui aveva ragione nel pensare di non aver potuto trovare amici migliori. Infondo si dovevano essere impegnati parecchio affinché tutto fosse perfetto, e erano riusciti a distrarre bene il loro amico, si era anche dimenticato di risponderle, o forse non aveva avuto tempo negli ultimi giorni. Incominciò a pensare che probabilmente alcune cose che i Malandrini facevano in maniera così esagerata, gli scherzi, Pasqua, Natale, Capodanno, forse tutte queste cose erano una delle ragioni che facevano andare avanti Remus giorno per giorno. Lui stesso le aveva scritto che era bello svegliarsi al mattino e avere come primo pensiero “Cosa combineranno oggi?” invece di “Quanto manca alla luna piena?”. Star stava con lui anche in quelle notti, le sarebbe piaciuto poter fare altrettanto. Forse, nonostante Remus la ringraziasse spesso e le dicesse quanto era importante per lui sentirsi ascoltato, lei non faceva abbastanza. Come non faceva abbastanza per convincere Severus che i suoi nuovi amici non le sembravano brave persone.
“Si, sto bene, scusami.” Le rispose James in quel momento. Fortunatamente pareva ancora immerso a metà in qualche suo pensiero così lei riuscì a riprendersi dai suoi. “Ti va di ballare?” Le chiese poi alzandosi in piedi e porgendole la mano.
“Non credo di esserne in grado.” Cercò di scusarsi Lily sperando di non essere arrossita, va bene che si vergognava di ballare ma un po’ di contegno non sarebbe stato male!
“A me ha insegnato Sirius qualche giorno fa, mi ha detto che è l’uomo che conduce quindi basta che mi segui, ci sono riuscito io ad imparare i passi base, può riuscirci chiunque.” La incoraggiò lui.
La rossa accettò anche se non di buon grado ma era rimasta troppo sconvolta da quella frase: il signor Potter aveva appena detto qualcosa che comprometteva il suo essere infallibile e migliore degli altri o era solo una strategia di abbordaggio?
Le sarebbe piaciuto andare infondo alla questione ma le era già piuttosto difficile coordinare i movimenti alla musica quindi, al fine di non sembrare totalmente ridicola, si concentrò sul ballo lasciando perdere il resto.
 
………….
 
 
“Star, smettila di lanciare occhiate furtive ai genitori di Sirius.” La rimproverò Remus mentre si preparavano ad un nuovo ballo.
“Non mi noteranno, tranquillo. Voglio solo assicurarmi che non stiano fissando qualcuno con lo ‘Lo Sguardo Della Morte’. Deve essere tutto perfetto, Sirius si sta comportando in maniera impeccabile e noi stiamo dando del nostro meglio.” Spiegò lei.
“A parte che devi non capisco cosa tu intenda per ‘sguardo uccisore eccetera’. Credo che tu sia quella con più possibilità di fare bella figura con i Black. Dovresti metterti in mostra un po’, per far vedere che i Potter hanno classe e sono all’altezza dei Black.”
“Ho detto ‘Lo Sguardo Della Morte’, è quello che fanno quando disprezzano qualcosa nel profondo. Comunque, grande saggio, che mi consigli di fare?”
“Ballare con Sirius. Ballate molto bene voi due, si è visto in questi giorni.”
“E’ solo perché lui è bravo e io imparo in fretta, e avendo imparato da lui è facile avere un intesa.”
“Qualunque sia il motivo siete belli da vedere, e sembrate molto altolocati che è esattamente quello che vogliamo sembrare. Quindi … vai.” La canzone si concluse e Remus la allontanò con dolcezza da sé, fece un inchino per ringraziarla e poi le lasciò la mano. Star prese un respiro profondo e si diresse verso Sirius mentre Remus allontanava Peter portandolo a parlare con Arthur Weasley.
“Rem dice che dovremmo ballare insieme per far bella figura agli occhi dei tuoi genitori.” Sussurrò lei in tono cospiratore. Sirius si ritrovò a pensare che avrebbe potuto anche avere le movenze di una nobildonna ma sarebbe sempre rimasta la solita stramba Star. Sorrise. “Si, proviamoci. Ma lo faremo per bene.” Accettò lui prima di inchinarsi prendendole la mano sfiorandola solo con la punta delle dita e posando un bacio qualche centimetro sopra la sua pelle. “Star Gioia Potter, mi concedete questo ballo?”
Lei sorrise a sua volta, fece una lieve riverenza che aveva un sapore antico quanto lo stile dei loro abiti e dell’ambiente attorno a loro. Fu come se il tempo rallentasse. Tutto attorno a loro sembrava più vero come se con i loro gesti avessero catapultato l’intera sala nella Venezia del 1700. Non c’era sforzo o falsità, i movimenti venivano loro naturali e il tema del ballo prese vita. I due si spostarono al centro della sala con delle movenze così controllate e allo stesso tempo fluide, tipiche. Sembrava di vedere una vera nobildonna e un vero gentiluomo.
La musica cominciò e i loro piedi si mossero, c’era un gioco di sguardi e sorrisi tra loro che rendeva ogni cosa più reale, lo svolazzare della stoffa, la leggerezza dei loro piedi. si divertiva vano veramente.
“Spero che ci stiano guardando.” Mormorò lei senza quasi muovere le labbra.
Sirius la attirò a sé per sollevarla per qualche secondo girando su sé stesso. “Ti svelo un segreto:” La posò a terra come fosse senza peso e poi la allontanò piano per farla tornare a sé subito dopo. “tutti ci stanno guardando, anche quelli che ballano con noi. Quindi sta funzionando.”
Dire che quel ballo fu uno spettacolo magico per i presenti è superfluo. La cosa importante era che ora i Black non toglievano gli occhi di dosso da Star e Sirius. Nemmeno quando la musica per ballare si concluse e i due ragazzi si allontanarono dal centro della sala per parlare con il signor Olivander.
“Che fanno?” Domandò Star mentre dava le spalle ai genitori dell’amico per prendere un calice d’acqua.
“Ci studiano, prendi il vino.” Rispose lui
Con un gesto rapido e impercettibile la ragazza cambiò di poco direzione afferrando con grazia una flute.
“Un'altra regola è: sorseggiare ma non bere, assaggiare ma non mangiare. Non so perché ma secondo mia madre le ragazze non devono mai vuotare il bicchiere o il piatto e non devono mai farsi trovare con la bocca piena.” Le spiegò lui salutando alcuni Weasley.
“Star!” Una piccola freccia blu, azzurra e nera le volò addosso atterrando fra le sue braccia. Fay le era corsa in contro saltandole in braccio e Star la strinse a sé felice. La bambina indossava un abitino che era una copia più piccola e con qualche dettaglio in meno di quello della cugina, i capelli a boccoli erano stati impreziositi con perlina azzurre e le due sembravano, come al solito, davvero parenti consanguinee.
La ragazza la teneva ancora in braccio quando la piccola notò Sirius e subito arrossì nascondendosi sul petto della cugina.
“Fai la timida ora?” Le chiese dolce Sirius chinandosi verso di lei.
Walburga li osservava da lontano. “Chi è quella ragazza?” Chiese a nessuno in particolare ma come al solito qualcuno si prodigò per darle risposta anche se quella volta Andromeda fu ben felice di farlo. “Star Gioia Potter.”
“Questo lo so, sciocca, ce l’hanno presentata tutti orgogliosi all’entrata. Non è, però, realmente figlia dei Potter. L’hanno adottata da tre anni, lo so perché ho dovuto far aggiornare tutti i miei libri. Mi chiedo da dove venga fuori. E’ bella in modo anche troppo particolare e ha il modo di muoversi di chi ha avuto un ottima istruzione. Anche se ci sono delle sbavature qua e là.”
“Dicono che sia orfana e non si sappia nemmeno chi fossero i suoi genitori, è stata abbandonata.” Commentò Narcissa sperando di essere premiata.
“Come fai a saperlo?” Le domandò Andromeda sconvolta.
“Ad Hogwarts le notizie viaggiano in fretta, peccato non frequentare più, avrei potuto scoprire di più.”
“Non importa, Andromeda sembra sapere molto.” La bloccò Walburga girandosi poi verso la più grande delle sue nipoti. “Tu le scrivi, vero? Sei in contatto con lei.” La poveretta fece appena un cenno. “Devo sapere se è purosangue. E’ la cosa più importante ora, e tu mi aiuterai.” Ordinò la donna.
Andromeda sopirò rassegnata, tanto con le torture o con altro prima o poi lo avrebbe saputo.“Io so solo che suo padre era John White e che è morto. La madre non riesce a rintracciarla neppure lei.”
“Quindi è a lei che hai inviato quei libri sulle dinastie purosangue? Peccato. In nessun libro risulta che John White avesse una moglie, tanto meno una figlia. Si pensava che l’intera casata fosse morta con lui, in circostanze sospette ovviamente. In ogni caso sono sicura che ci fossero delle voci su una sua tresca molto pericolosa. Almeno ora sono quasi certa della sua purezza.” Ragionò Walburga ad alta voce.
“Perché, zia?” Chiese Narcissa curiosa.
“Perché John White amava le avventure ma in quanto a donne era un inguaribile romantico, così si diceva. Uno di quegli uomini che cercano ‘l’amore della vita’, si lasciava guidare dal cuore. Eppure le voci che giravano dicevano che la donna che cercava di conquistare fosse pericolosa. Una Babbana o una Mezzosangue non sono mai pericolose, ricordatelo ragazze. Sono solo sporche e una relazione con loro è disonorevole. Niente di più.”
 
……………
 
James si avvicinò al suo amico e a sua sorella. “Hei!” Esclamò notando Fay e salutandola con una carezza gentile. “Sentite un po’ voi due: che avete combinato? Tua madre, Sirius, non smette di guardarvi.”
“Abbiamo cercato di dimostrare che la compagnia dei Malandrini ha dei validi elementi. E credo che abbia funzionato. Di sicuro abbiamo incuriosito mia madre.” Spiegò Sirius lanciando un’occhiata a Walburga, i loro sguardi si incrociarono come due nemici in un campo di battaglia. “Eh già. E’ terribilmente curiosa.” Confermò Sirius. “Probabilmente manderà qualcuno a scoprire di più su di te. Stai all’erta.” Avvertì poi la sua amica.
“Si capo.” Scherzò lei con un sorriso che lasciava trasparire una punta di maliziosità.
“Allora, l’esperimento è riuscito?” Remus si unì all’allegra compagnia.
“Perfettamente.” Gli assicurò Sirius.
“Ma perché devi far diventare curiosa la mamma di Sirius?” Domandò Fay a sua cugina. “Dovete sposarvi?”
Star rise. “Certo che no!” Poi sussurrò all’orecchio della bambina. “Sirius è tutto tuo.” Quella arrossì visibilmente. “E poi,” continuò la ragazza “io amo solo il mio Remus!” Concluse con un occhiolino al suo amico, accertandosi di dare le spalle a Walburga per farlo.
La piccola rise a sua volta. “Posso invitarla a ballare Signorina.” Le chiese allora Sirius con un inchino galante. Fay annuì emozionata e saltò giù dalle braccia di Star lasciandosi poi condurre per mano in pista. Salì sui piedi di Sirius che la fece ballare per un intera canzone.
“Posso avere l’onore?” Chiese James a sua sorella tendendole la mano.
“Certamente.” Rispose lei. Così anche i fratelli Potter si avviarono al centro della pista.
Remus stava osservando le due coppie composte dai suoi amici, sorridendo senza rendersene conto.
“Bhe, almeno ora so che non mentivi al riguardo.” Lily gli si avvicinò.
“Come?” Fece lui preso alla sprovvista.
“I tuoi amici. Forse a me non piacciono ma almeno ora so che non menti quando dici che stai bene con loro.” Spiegò lei.
“Già. Senti: non sono un gran ballerino ma Star dice che fare qualcosa che sia una piccola sfida mi aiuterà a sentirmi meglio. Quindi ti va di ballare?”
La rossa sorrise. “Star dice… Star pensa… vi fidate molto di lei, eh?”
“Ci fidiamo di tutti noi.” Replicò Remus prima di prenderle la mano e condurla a ballare.
Il ballo continuò sereno e Star concesso un ballo persino a Peter. Appena finito Sirius la rapì praticamente per evitare che finisse nelle grinfie di qualche sua parente avida di notizie. Ballarono ancora e dall’altro lato della sala videro anche Lily e James ballare di nuovo tra loro.
Le ultime note erano ancora nell’aria, Sirius fece un inchino e quando rialzò lo sguardo suo padre era lì accanto a loro.
“Vorrei chiederti in prestito la dama, figlio.” Il tono pareva gentile ma nascondeva una minaccia. Star lo rassicurò con un sorriso e Sirius si spostò al lato della pista senza togliere gli occhi di dosso alla strana coppia. Immediatamente Bellatrix e Narcissa lo circondarono.
“Preoccupato?” Chiese la più grande.
“E’ solo un ballo, infondo, cosa c’è da aver timore?” Continuò la minore.
“Sparite. Megere.” Sbuffò Sirius.
Nel frattempo Star si metteva di impegno per seguire ogni singolo movimento di Orion. L’uomo conduce, le aveva spiegato Sirius, la donna segue non si può sbagliare se si sanno interpretare bene i movimenti dell’uomo.
“Posso sapere che cosa vi lega a mio figlio?” Le chiese a sorpresa Orion.
“Siamo amici. Io, lui, mio fratello e Remus fin dal primo viaggio sull’Hogwarts Express.”
“Ah già. Le amicizie su quel treno! Io e il padre di Rodolphus ci siamo conosciuti lì. Hai incontrato i Lestrange? erano con noi quando ci hai condotti in questa sala.”
“Certo.”
“Mia moglie vi ha visti ballare, tu e Sirius. Sembrate molto affini.”
“Sirius mi ha insegnato a ballare, pochi giorni fa. E’ normale che sappia seguirlo bene.”
“Ah, capisco. Eppure ora non siete una pessima ballerina, al contrario. Siete in grado di seguire ogni passo.”
“Vostro figlio è un bravo insegnate.”
“Mio figlio erediterà tutto ciò che ora appartiene ai Black. Voi erediterete solo dai Potter?”
“A quanto pare.”
“Non risultate nell’albero genealogico fino a tre anni fa.”
“Sono stata adottata.”
“Mi dispiace.” Orion la fece girare su sé stessa e poi tornò all’attacco. “E i vostri genitori?”
“Mia madre mi ha abbandonato. Da poco ho scoperto che mio padre era John White. Andromeda, vostra nipote, ha provato a cercarlo nei vostri preziosi archivi ma purtroppo non c’è l’ombra di una moglie accanto al suo nome.”
“Abbiamo molti libri, e tanti archivi. Sicuramente da qualche parte ci sarà qualcosa su vostra madre. Questo Natale consideratevi invitata da noi. Sirius ne sarà felice, e potrà aiutarvi a cercare qualcosa nella nostra biblioteca. Credo sia nel vostro interesse accettare.”
“Non passo il Natale lontana da mio fratello e i miei amici. Mi dispiace, ma vi ringrazio per la cortese offerta.”
“Non è un problema, invitare un paio di persone in più. Saremo lieti di accogliervi.”
“Sembra proprio che io non possa rifiutare allora.” Constatò la ragazza con un sorriso calcolato.
“Bene, allora vi attendiamo. Faremo sapere a Sirius i dettagli, buona serata.” La canzone finì e Orion si dileguò con un inchino.
Sirius la raggiunse immediatamente, nel suo sguardo si leggeva la preoccupazione che il resto del suo viso e i movimenti del suo corpo non lasciavano trasparire, dietro di lui i motivi di tutto quel controllo: le sue cugine.
“Ah, sono un po’ stanca di ballare.” Esordì Star.
“Capisco, sarà meglio uscire a prendere un po’ d’aria.” Sirius colse la palla al balzo, come quando giocavano a Quidditch e si intendevano con gli sguardi. Le porse il braccio perché lei vi posasse il suo e uscirono in giardino facendosi largo tra le due sorelle.
Si allontanarono dalle luci e si appartarono su un ponticello buio. Sirius la abbracciò forte sorprendendola completamente.
“Tutto bene?” Le chiese poi lasciandola andare.
“Certo.” Sorrise lei. “Credi che non sappia tenere testa ad un interrogatorio? Comunque credo di aver perso la partita. Siamo tutti invitati da te a Natale.”
“Come tutti?” Si stupì lui.
“Io te, James, Remus e se potrà anche Peter.”
“Allora credo che tu sia riuscita a segnare un po’ di punti.” Le assicurò lui felice.
“Bene. Vuole che tu mi aiuti a cercare mia madre.” Gli confidò.
“Oh… vogliono sapere se sei Purosangue. Devi averli insospettiti molto.”
“Meglio così. Almeno saprò di più su chi sono. Della serie; non tutto il male vien per nuocere, no?”
“Se ti senti pronta ti aiuterò volentieri. Beh, allora… torniamo dentro?”
Le ragazza annuì e ripercorsero la strada a ritroso, passando accanto ad un punto dove una gondola ondeggiava posata sull’acqua. “Aspetta! Aiutami.” Esclamò lei afferrando un braccio di Sirius nel tentativo di calarsi all’interno della barchetta.
“Wow, piano!” Rise lui sostenendola e poi sedendosi di fronte a lei. “Dunque?” fece dopo un po’.
“Niente, nonna Lea dice che i giri in gondola sono la cosa più bella di Venezia. Volevo provare ad immaginarmene uno. Ok. Possiamo andare.”
Sirius sorrise scuotendo la testa. “Non cambierai mai.” Mormorò aiutandola ad uscire.
“E’ un male?” Chiese lei.
“Tutt’altro.”
 
…………………
 
Gli ultimi invitati se ne andarono alle prime luci dell’alba. Fay era crollata presto ma non prima di aver ottenuto il permesso dai suoi genitori di passare qualche giorno con i suoi cugini. Quindi Star l’aveva portata nel suo letto a dormire.
Ogni cosa sembrava eccessivamente silenziosa. I musicisti se ne andarono e le decorazioni furono subito smantellate. I camerieri portarono via tovaglie piatti e bicchieri. Ogni cosa tornò alla normalità.
“Bhe.” Disse James una volta terminata la pulizia della casa con il sole ormai alto. “Ottimo lavoro. Ora possiamo concentrarci sul vivere appieno questa estate Malandrina. Sarà fantastico!”
I Malandrini risero felici e emozionati. Stanchi morti si avviarono a dormire pieni di sogni e speranze meravigliose per l’estate che era appena cominciata.
 
 
 
 
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Ok, moltissime persone mi hanno chiesto di cominciare il quarto anno…. E io dovevo ancora finire il terzo.
Ma vabbè. Spero di riuscire ad essere più veloce.
Questo capitolo, almeno metà, credo di doverlo dedicare a Rosaria Gori che pochi giorni fa mi ha fatto sentire in colpa per aver smesso di scrivere. Così ho rinunciato a qualche ora di studio ed ecco qui un altro parto.
Ringrazio tutti voi che mi seguite e che siete sempre un forte sostegno con i vostri voti o commenti.
Grazie
Ciao ciao

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