Io non ho paura di te - parte II

di Its a beautiful day
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredici ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordici ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quindici ***
Capitolo 16: *** Capitolo Sedici ***
Capitolo 17: *** Capitolo Diciassette ***
Capitolo 18: *** Capitolo Diciotto ***
Capitolo 19: *** Capitolo Diciannove ***
Capitolo 20: *** Capitolo Venti ***
Capitolo 21: *** Capitolo Ventuno ***
Capitolo 22: *** Capitolo Ventidue ***
Capitolo 23: *** Capitolo Ventitré ***
Capitolo 24: *** Capitolo Ventiquattro ***
Capitolo 25: *** Capitolo Venticinque ***
Capitolo 26: *** Capitolo Ventisei ***
Capitolo 27: *** Capitolo Ventisette ***
Capitolo 28: *** Capitolo Ventotto ***
Capitolo 29: *** Capitolo Ventinove ***
Capitolo 30: *** Capitolo Trenta ***
Capitolo 31: *** Capitolo Trentuno ***
Capitolo 32: *** Capitolo Trentadue ***
Capitolo 33: *** Capitolo Trentatré ***
Capitolo 34: *** Capitolo Trentaquattro ***
Capitolo 35: *** Capitolo Trentacinque ***
Capitolo 36: *** Capitolo Trentasei ***
Capitolo 37: *** Capitolo Trentasette ***
Capitolo 38: *** Capitolo Trentotto ***
Capitolo 39: *** Capitolo Trentanove ***
Capitolo 40: *** Capitolo Quaranta ***
Capitolo 41: *** Capitolo Quarantuno ***
Capitolo 42: *** Capitolo Quarantadue ***
Capitolo 43: *** Capitolo Quarantatré ***
Capitolo 44: *** Capitolo Quarantaquattro ***
Capitolo 45: *** Capitolo Quarantacinque ***
Capitolo 46: *** Capitolo Quarantasei ***
Capitolo 47: *** Capitolo Quarantasette ***
Capitolo 48: *** Capitolo Quarantotto ***
Capitolo 49: *** Capitolo Quarantanove ***
Capitolo 50: *** Capitolo Cinquanta ***
Capitolo 51: *** Capitolo Cinquantuno ***
Capitolo 52: *** Capitolo Cinquantadue ***
Capitolo 53: *** Capitolo Cinquantatré ***
Capitolo 54: *** Capitolo Cinquantaquattro ***
Capitolo 55: *** Capitolo Cinquantacinque ***
Capitolo 56: *** Capitolo Cinquantasei ***
Capitolo 57: *** Capitolo Cinquantasette ***
Capitolo 58: *** Capitolo Cinquantotto ***
Capitolo 59: *** Capitolo Cinquantanove ***
Capitolo 60: *** Capitolo Sessanta ***
Capitolo 61: *** Capitolo Sessantuno ***
Capitolo 62: *** Capitolo Sessantadue ***
Capitolo 63: *** Capitolo Sessantatré ***
Capitolo 64: *** Capitolo Sessantaquattro ***
Capitolo 65: *** Capitolo Sessantacinque ***
Capitolo 66: *** Capitolo Sessantasei ***
Capitolo 67: *** Capitolo Sessantasette ***
Capitolo 68: *** Capitolo Sessantotto ***
Capitolo 69: *** Capitolo Sessantanove ***
Capitolo 70: *** Capitolo Settanta ***
Capitolo 71: *** Capitolo Settantuno ***
Capitolo 72: *** Capitolo Settantadue ***
Capitolo 73: *** Capitolo Settantatré ***
Capitolo 74: *** Capitolo Settantaquattro ***
Capitolo 75: *** Capitolo Settantacinque ***
Capitolo 76: *** Capitolo Settantasei ***
Capitolo 77: *** Capitolo Settantasette ***
Capitolo 78: *** Capitolo Settantotto ***
Capitolo 79: *** Capitolo Settantanove ***
Capitolo 80: *** Capitolo Ottanta ***
Capitolo 81: *** Capitolo Ottantuno ***
Capitolo 82: *** Capitolo Ottantadue ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Pov. Giorgia
Mi osservo allo specchio. Sono pronta? Sì, cazzo lo sono.
Faccio per andaremene, ma mi giro ancora una volta per guardarmi allo specchio.
No, forse non sono pronta.
Ormai sono venti minuti che sono in bagno, indecisa se andare opure no da lui.
Dopo che Zayn è tornato, circa una settimana fa, ho avuto tempo per pensare. Pensare se davvero ne valesse la pena provare, se davvero valesse la pena rischiare di provare di nuovo quel dolore.
Ci ho pensato e ripensato, ho passato notti insonne, ma alla fine mi sono semplicemente detta ' Per stare così, fanculo ci provo '.
Voglio provarci. Sì, voglio poterlo baciare quando voglio, poterlo vedere quando voglio. 
Voglio poterlo toccare, passare le mani nei suoi adorati capelli ma soprattutto voglio fare l'amore con lui.
Sì, voglio sentirlo dentro di me, voglio che mi tocchi e che mi baci.
Forse spinta da questi pensieri, finalmente lascio il bagno prendo le chiavi del motorino e sgommo verso casa sua.
Ma cosa dovrei dirgli? Dovrei dirgli tutto quello che ho pensato fino ad adesso? Oppure dovremmo affrontar un argomento alla volta, piuttosto che fare un gran casino?
Forse la soluzione migliore è aspettare, prendere tempo, per fare le cose per bene se davvero vogliamo cominciare una relazione seria.
Arrivo qualche minuto dopo e citofono, aspettando una risposta
"Chi è?" chiede 

"Ehm, Giorgia" balbetto

"Gio? Cosa? Sali" ride
Salgo nervosamente le scale, e per un attimo mi pento di essere venuta: il ricordo del dolore provato dalla scoperta del piano assurdo e insensato di Zayn mi ritorna in mente, appesantendomi il petto.
"Ehi" compare da dietro la porta, con un enorme sorriso sul volto

"Ciao" mi blocco sulla porta, non sapendo cosa fare

"Entra, vieni" si sposta per farmi passare

"Che è successo?" indico il muro crepato

"Oh, io ehm.." si strofina il restro del collo

"Sei stato tu?" sgrano gli occhi

"Forse" sorride nervosamente.
Continuo a camminare per l'appartamento, osservandomi intorno: mancano alcuni ripiani del mobile, mentre delle finestre sono momentaneamente aggiustaste con del nylon
"Non ti aspettavo" mi rapisce dai miei pensieri "Nel senso, non pensavo che saresti venuta. Mi sarei aspettato una chiamata"

"Se vuoi torno a casa e ti chiamo" rido

"Nono!" si affretta a dire provocandomi una risata

"Ehm, c'è stato qualche cambiamento dall'ultima volta che sono stata qui" indico il mobile dov'è posizionata la tv

"Diciamo" annuisce "Vuoi qualcosa da mangiare?"

"Uhm, un bicchiere d'acqua va bene" la gola mi è diventata incredibilmente secca, e mi sono completamente dimenticata tutto ciò che ho pensato nella settimana passata.
Ci sediamo al tavolo, mentre bevo imbarazzata un sorso d'acqua.
Rimango in silenzio, mentre cerco di evitare lo sguardo di Zayn, ma soprattutto evitando di pensare che i suoi occhi mi stanno osservando.
Tengo lo sguardo basso, mentre finisco il mio bicchiere d'acqua.


Pov. Zayn
Sa bene che la sto osservando, per questo non alza lo sguardo. Mi conosce fin troppo bene.
Sorrido, mentre la guardo cercare di non alzare lo sguardo, ma so che sta morendo dalla voglia di guardarmi negli occhi.
"Com'è stato il soggiorno a Melobourne?" rompe il silenzio, facendo finalmente incontrare i nostri sguardi

"Non male. Ho rincontrato un mio amico, un mio carissimo amico" 

"Davvero?" sembra un po' sorpresa

"Sì. Sono stato bene, diciamo" 

"Oh, okay" aggiunge, continuando a tenere lo sguardo basso.
Devo parlare. Devo dirle tutta la verità, ora.
Perché lei deve sapere cos'ho fatto, prima che decida di darmi una chance.
"Gio, devo parlati" le prendo la mani

"Anche io" annuisce

"Ti prego, lascia che sia io il primo a parlare" la supplico

"0kay.. di cosa vuoi parlarmi?" il panico le attraversa il viso

"Del mio passato" i suoi occhi si rlassano un po'

"Zayn, te l'ho già detto: non voglio sapere nulla" mi passa una mano sul viso

"Devi sapere. Ti aiuterà a decidere cosa fare" le riprendo la mano

"Io.."

"Ti prego ascoltami" annuisce, dopo aver pensato qualche secondo "Allora sai benissimo che mi dorgavo, fin lì c'eri arrivata da sola" annuisce di nuovo "Louis ed Harry mi hanno portato dentro il mondo della droga. Io mi ci sono ritrovato dentro senza volerlo. Non che questo mi giustifichi, ma non pensavo di arrivare fino a quel punto. Divenni dipendente dalla cocaina"

"E io dall'eroina" ride ironica

"Possiamo completarci" una risata nervosa esce dai nostri corpi "comunque, i miei mi portarono in una struttura di disintossicazione dove stetti tre mesi. Dopo frequentai una psicologa, per beh, 'aiutarmi a superare questo trauma'' " faccio il verso alle parole che mio padre mi ha ripetuto per mesi

"Conobbi qui Giusy. Era una ragazza fantastica. Era bellissima, intelligente e simpatica" non noto alcun cambiamento di espressione da parte di Giorgia "Mi piacque fin da subito. Così ci provai" sorrido leggermente

"Uscimmo insieme, perecchio anche. Ci divertimmo davvero molto nella prima fase della nostra relazione. Poi le chiesi di mettersi con me, e così diventammo una coppia. Sì, eravamo carini dai, nulla in confronto a noi due" sottolineo, e un sorriso le curva le labbra "Facemmo la pazzia di andare a vivere insieme, dopo solo sei mesi. Avevemo diciotto anni. È stata un pazzia, ma all'inizio funzionò" 

"Poi la cosa degenerò. Cominciai a diventare paranoico: lei lavorava, mentre io no. Perciò quando tornava tardi dal lavoro, le chiede sempre dove fosse stata e con chi. Cominciai a starle addosso, perché non volevo che frequentasse nessun'altro. Quando usciva con qualunque ragazzo, davo di matto. Allora cominciò a mentirmi. Fu lo sbaglio peggiore che potesse fare" gli occhi di Giorgia mi rivelano la preoccupazione che sta scuotendo il suo corpo

"Odiavo il fatto che mi mentisse, così cominciai.." stringo i pugni. Mi poggia una sua piccola mano sulla mia, prendendola e intrecciando le dita "cominciai a picchiarla" sento la sua presa allentarsi.
Ora, ha paura.
Paura di me.
"La picchiavo, perché odiavo che mi mentisse, perché odiavo il fatto che uscisse con qualcun'altro. La picchiavo perché ero solo un fallito" gli occhi mi si inumidiscono. 
Lei non dice una parola. Fissa il tavolo, ma non esprime ciò che sta pensando

"Io, non so che cosa mi fosse preso in quel periodo, ero toltamente impazzito. Non farei mai del male ad una donna, almeno penso. Cazzo, non lo so nemmeno io. Per questo motivo ero così riluttante nel cominciare una storia con te: la paura di farti del male, era più forte di qualsiasi altra cosa, e tuttora è così" stringo i pugni

"Non, non so cosa dire" aggiunge, rompendo quel silenzio che mi stava uccidendo

"Dimmi tutto quello che pensi, per favore. Voglio saperlo" la supplico

"Non me lo sarei mai immaginato. Cioè, sapevo che eri un ragazzo che perde la pazienza molto velocemente, ma non pensavo che potessi arrivare fino a questo" ha lo sguardo perso. Mi giro dall'altra parte "ma è una cosa buona no? Significa che non hai l'aria da 'picchiatore di donne ' " cerca di scherzare

"Che vuoi dire?" cerco i suoi occhi

"Che non ho paura di te Zayn" mi prende il volto tra le mani

"Cosa?" sgrano gli occhi

"Hai sentito, non ho paura di te" i suoi occhi sono bagnati da piccole lacrime "Ciò che hai fatto, fa parte del vecchio Zayn. So che questo Zayn" poggia il suo lungo indice sul mio petto "Questo Zayn, non farebbe mai nulla del genere" mi sorride

"Come fai a saperlo?" 

"Perché mi fido. Mi fido ciecamente di te" tiro un sospiro di sollievo

"Avevo paura che dopo che l'avessi scoperto, avresti avuto paura di me" ammetto

"Non ne ho motivo" mi sorride "Non piangere" aggiunge.
Sorrido alle sue parole: la situazione si è invertita. Ora è lei quella che asciuga le mie lacrime

"Ti amo tanto, lo sai?" annuisce prima di asciugarmi ancora una volta il viso.
Cerco di rilassarmi, mentre fisso il pavimento. Non ho il coraggio di guardarla negli occhi, per paura di poterci leggere il disgusto nei miei confronti. 
Chissà cosa starà pensando ora.
Che idea si sarà fatta di me? Odio non poter sapere esattamente cosa pensa. Oppure è meglio così?
Forse è meglio che io non sappia cosa stia pensando.
Ma vorrei solo sapere se davvero lei non ha paura di me.È la cosa che più mi importa.
Sarei distrutto se lei avesse paura a starmi vicino.

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Pov. Giorgia
In questo momento sono un vortice di emozioni: sono felice che Zayn si sia aperto con me e mi abbia rivelato questa parte del suo passato che tanto odia, ma sono anche preoccupata.
Preoccupata che questo possa interferire con la nostra relazione. Il suo unico freno, è la paura di farmi del male.
Ha paura che tutto quello che ha fatto a quella ragazza potrebbe farlo a me. 
Se devo essere sincera, sarei disposta ad accettarlo pur di stare con lui.
So che è una cosa terribile da dire, ma lo amo sul serio e mi fa stare dannatamente male il fatto che lui pensi di potermi fare del male.
"Zayn, non ho paura di te" gli ripeto ancora

"Tu non sai di cosa sono capace" stringe i pugni sul tavolo

"No, e non mi interessa, okay? Mettiti in testa che non mi arrenderò così facilmente. Hai voluto raccontarmi tutto, in modo che se io avessi avuto paura di te, mi sarei potuta tirare indietro. Ma non ho paura, quindi voglio stare con te" mi avvicino a lui

"Tu sei.." si blocca un attimo "Troppo accecata da ciò che provi, per ragionare in maniera razionale" sospira

"È vero, quando ti ho davanti, o semplicemente si tratta di te, non riesco a ragionare in modo lucido, perché mi mandi completamente in confusione. Ma ho capito una cosa in queste due settimane, anzi tre settimane, che abbiamo passato lontani: che ho bisogno di te per andare avanti. Che non posso vederti andare via di nuovo. Ti avevo detto di non tornare, ma lo hai fatto. Non puoi andare via di nuovo" mi avvicino a lui, mettendogli una mano dietro al collo. Le nostre fronti sono a contatto

"Non voglio andare via" mi passa una mano sul viso

"E allora resta, e sii il mio ragazzo" prendo coraggio e lo bacio.
Le nostre bocche si uniscono, assaggiandosi l'un l'altra. Abbiamo aspettato questo momento per tanto, troppo tempo, e ora siamo completamente in balia di ciò che proviamo.
 La sua lingua entra nella mia bocca, cercando disperatamente la mia. Mi siedo sopra di lui, mentre continuo a baciarlo.
Non riesco a staccarmi, non riesco a smettere di assaggiare quelle labbra.
"Fa' l'amore con me" dico in mezzo al nostro bacio


Pov. Zayn
"Fa l'amore con me" dice in mezzo al nostro bacio. 
Mi blocco immediatemente. Non può averlo detto davvero

"Cosa?" chiedo, leccandomi le labbra. Osservo le sue labbra gonfie, mentre le inumidisce con la lingua. Le bacerei ancora, se non fossi così paralizzato dalle sue parole

"Ti prego" mi supplica, mentre cerca di alzarmi dalla sedia

"No, Giorgia, no" la allontano da me

"Perché?" la sua espressione è un misto tra delusione e dolore

"Perché non posso" 

"Perchè?" chiede ancora

"Non sai quanto vorrei, ma non ora, non nella nostra situazione"

"Tu sei il mio ragazzo ora, e ti voglio" mi abbraccia, cercando di arrivare alle mie labbra "Ti amo Zayn. Ti amo da prima che io partissi"

"Ti amo anche io, ma non è questo il modo di risolvere.." mi chiude la bocca con un bacio

"Sta' zitto" ordina.
Devo dire che questo suo lato aggressivo mi fa eccitare parecchio. Sentirla parlare in questo modo, questi baci disperati, mi fanno perdere la testa.
Lascio che mi sfili la maglietta. Comincia a baciarmi il petto, mentre le sue mani armeggiano con i miei jeans.
La allontano leggermente mentre le sfilo la maglietta e l'aiuto a togliersi i pantaloni.
Siamo entrambi in intimo. 
Mi prendo un attimo per osservare il suo corpo: è bellissima, con la pelle ambrata che risalta grazie al completino di pizzo bianco
"Sei bellissima" sussurro.
Mi bacia ancora, allora la prendo in braccio: le mie mani la sostengono da sotto il sedere, mentre lei avvolge la gambe intorno al mio bacino.
Le bacio collo, alternando piccoli succhiotti e piccoli morsi. La sento ansimare, mentre il suo battito aumenta notevolmente.
"Va' sul letto" mi ordina e faccio come dice.
Raggiungo la camera da letto e mi siedo con lei in braccio. Lascio il mio corpo in balia di questa piccola ragazzina.
Mi bacia il collo, e dietro l'orecchio. Poggia le mani sui miei fianchi, stringendoli, provocando così dei brividi in tutto il mio corpo.
La mia erezione preme contro i boxer, che ormai sono diventanti troppo stretti. Muove i fianchi, strusciandosi sopra di me, provocando profondi ansimi ad entrambi.
La faccio sdraiare sotto di me, e mi appoggio delicatamente sulle sue gambe, mentre faccio scorrere i suoi slip lungo le cosce. Le poso un bacio sull'inguine, in alto a sinistra, prima di alzarmi per permetterle di sfilare completamente le mutandine.
Mi inginocchio davanti a lei, divaricandole le gambe. Avvicino la mano, mentre lei mi aiuta a portarla più vicina, in attesa del mio tocco. 
Da tanto sognavo di farlo, ed ora che lo sto per fare, voglio godermi ogni singolo secondo.
Infilo due dita in lei, muovendole lentamente, e piegandole un po'. Geme il mio nome, mentre le muovo dentro di lei.
Cerca l'altra mia mano libera, e vi intreccia le dita.
Continuo a muovermi in lei, mentre lei si agita sul letto. Non saprei descrivere ciò che vedo, perché le parole non renderebbero giustizia alla bellissima ragazza che ora ansima il mio nome.
"Basta" mi sfila la mano, portandomela alla bocca

"Amo il fatto che tu sia così spinta" avvicino le mie labbra all'orecchio provocandole dei brividi lungo la schiena. Mi lecco le dita, assaggiandola.
Mi sfila i boxer, e prende in mano la mia lunghezza, stringendola delicatamente.
Inizia a muovere la mano, alternando a strette un po' più forti, facendomi gemere.
Mi abbandono completamente al suo tocco, che mi manda in estasi.
È in ginocchio davanti a me, con indosso solo il reggiseno, che tiene in mano la mia durezza.
Non riesco a reagire, sotto l'effetto narcotico che solo lei sa darmi.
"Ti voglio" mi dice, portandomi al limite.
La faccio sdraiare sotto di me, ma lei mi sale in braccio.
Si appoggia su delicamente su di me, mettendosi in modo che possa entrare in lei.
Non saprei descrivere cosa sto provando, perché è davvero troppo tempo che desideravo perdermi dentro di lei, e ora che lo sto facendo, cazzo, non mi sembra vero.
Ci siamo solo io e lei. E nessun'altro.
Posso sentire quanto mi ama, dal modo in cui mi bacia e mi stringe a se.
"Questo lo togliamo?" le tiro leggermente la spallina del reggiseno. Annuisce prima di sgrancarsi l'ultimo indumento che indossa e posare nuovamente le sua labbra sulle mie.
Le faccio scorrere le spalline, strisciando le dita sulle sue braccia. Si inarca, a causa dei brividi e il suo seno viene schiacciati contro il mio petto.
I nostri batitti diventano una cosa sola, come i nostri respiri, caldi e pesanti in mezzo a noi.
Alzo i fianchi, per riuscire a sprofondare meglio in lei, mentre lei si agita sopra di me cercando disperatamente di aver più contato.
Le sue unghie lasciano profondi graffi sulla mia schiena, mentre le mie mani premono la parte bassa della sua schiena.
Mi bacia, e prende il mio labbro tra i denti, tirandolo. Le stringo i fianchi, aiutandola a muoversi. Ci baciamo ancora, e scoppiamo a ridere quando avvolgo le mie labbra intorno alla sua lingua
"Che fai?" mi domanda col fiatone

"Voglio assaggiarti" le derido, e mi tira uno shiaffo sul petto.
È tutto così meraviglioso: quando apro gli occhi sopra di me c'è davvero lei, e non più Mirta o qualsiasi altra ragazza.
Non potrei più immaginare nessun'altra ragazza sopra di me, che non sia lei.
Non posso immaginare di toccare nessun'altra ragazza che non sia lei.
Nella stanza ripiomba il silenzio, che viene interrotto solo da un singhiozzo
"Che succede?" mi fermo, facendole alzare la testa

"Nulla, continua per favore" mi supplica

"Non continuerò finchè non mi dirai cos'hai"
Cos'ho fatto? Cos'ho sbagliato? Le ho fatto male?

"Harry.. È tutto così.." le scappa un altro singhiozzo.
Ma certo, come ho fatto ad non arrivarci da solo?

"Oddio, scusami. Non avrei mai dovuto farmi trascinare" cerco di alzarla da sopra di me, ma le si aggrappa alle mie spalle, spingendosi verso il basso

"Fammelo dimenticare. Ricordami quant'è bello tutto questo" appoggia la testa sul mio petto, mentre mi abbraccia. Cerco di alzarla ancora ma lei si tiene giù "Per favore" mi supplica ancora. Rincomincia a muovere i fianchi, cercando una mia risposta

"Vuoi continuare davvero?" annuisce, senza alzare la testa dal mio petto. La accarezzo i capelli, mentre rincomincio a muovermi lentamente, in modo che tutto il dolore provocato da Harry non affiori di nuovo.
Non riesco a smettere di perderemi dentro di lei, non riesco a smettere di baciarla. 
Le nostre labbra ormai sono rosse e gonfie, ma a nessuno dei due importa.
Continuiamo a muoverci, completandoci nei movimenti, mentre veniamo entrambi.
Sentirle urlare il mio nome, mentre mi stringe i capelli, mi ha portato al limite, a svuotarmi dentro di lei.
Si accascia esausta sopra di me, mentre mi butto sul letto.
Non parliamo, incapaci di dire una sola parola.
Nella stanza silenziosa risuonano solo i nostri respiri affannosi.
È la prima volta che faccio l'amore, e posso dire che è valsa la pena aspettare ventun'anni, per provare queste sensazioni che sono niente in confronto a tutto il sesso che ho fatto fino a questo momento.

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Pov. Zayn
"Ehi" la stringo a me

"Ciao" sorride, contro il mio petto

"Come stai?" 

"Bene, tu?"

"Sicura, stai bene?" la sposto i capelli dal viso

"Sì, non ti preoccupare. Anzi scusami, scusami se ho rovinato tutto" cerca di nascondersi sotto le coperte

"Ehi, ehi. Non hai rovinato nulla, anzi sono felice che tu mi abbia detto perché stavi piangendo. Mi dispiace, avrei dovuto capirlo" mi passo una mano sul viso

"Va bene" mi bacia, moridicchiandomi leggermente il labbro

"Non ti farà più del male" le sorrido

"Lo so" ricambia il mio sorriso

"Allora, beh.. com'è stato?" arrosisce alle mie parole

"Dire che è stato meraviglioso, è dir poco" si morde il labbro per trattenere un sorriso "So che tu hai tantissimi altri termine di paragone, ma per me, è stato davvero bellissimo e.."

"Potrò avere anche mille termini di paragone, ma fidati, niente è migliore di ciò che abbiamo fatto io te" la blocco

"Davvero?" sorride

"Sì. Cioè non so spiegare, ma mi è piaciuto un sacco" la stringo ancora "E poi amo il modo in cui mi comandi quando sei eccitata" la prendo in giro

"Daai!" mi colpisce il petto, affondando la testa sotto le coperte. 

"Vieni qui" le tiro sul il viso "Ti amo" la bacio.
Non mi risponde, continua il nostro bacio, come per paura di interromperlo.
Sono fidanzato con la ragazza più bella del mondo, ed è mia. Solo mia.
Che stupido, tutto questo poteva succedere molto prima se solo non fossi scappato.
Ma ora basta. Basta fare il cazzone, basta pensare al passato.
Il mio presente è lei, e voglio che sia anche il mio futuro, non ho intenzione di rovinare nulla.


Pov. Giorgia
Sto ancora pensando dove io abbia trovato il coraggio di comportarmi in quella maniera con lui.
Sono stata così.. senza freni.
A volte mi stupisco da sola, perché non so mai fino a quanto potrò spingermi in là. Ma non deve essere per forza una cosa brutta.
Mi allontano da Zayn, e cerco di raccogliere almeno l'intimo che è buttato per terra, ai piedi del letto. Mi avvolgo nelle lenzuola, cecando di comprirmi
"Cosa stai facendo?" mi chiede divertito 

"Io? Niente" mento, protendendomi verso terra

"Cercavi questi?" mi sventola davanti la mia biancheria intima

"Zayn, dammeli" urlo incrociando le braccia sul petto

"Dovrai prenderli da sola" mi sorride, lasciando la stanza

"Che? Stai scherzando? Dammeli" scendo, portandomi dietro il lenzuolo
Lo raggiungo in salotto, con indosso ancora il lenzuolo. Cerco di coprirmi, ma il tessuto scivola sul mio corpo

"Come se non ti avessi già vista nuda" ride

"Smettila" aggiungo a denti stretti

"Come mi sta?" mi chiede, infilando le braccia nelle spalline del mio reggiseno, indossandolo

"Oh mio dio, non l'hai fatto sul serio" scoppio a ridere, osservandolo mentre si mette in posa con le mani sui fianchi. Mentre rido, il lenzuolo mi cade, ma riesco a fermarlo all'altezza della cintura.
Zayn appoggia la mia biancheria su una sedia e si avvicina a me
"Sei bellissima" mi ripete ancora, e non posso evitare di arrossire.
Mi accarezza i fianchi, mentre i suoi occhi osservano il mio seno: ci avvolge la mani intorno, stringendoli leggermente
"Queste sono un po' piccole, ma cresceranno" mi sorride, mentre le stringe nelle sue grosse mani

"Stiamo insieme da nemmeno due ore, e mi dici già che ho le tette piccole?" rido, ma non riesco a trattenere un gemito

"Vanno bene anche così" mi sussurra all'orecchio. Lascio cadere il lenzuolo, mentre una sua mano stuzzica il mio capezzolo destro.
L'altra mano si appoggia sul fianco, tenendomi ferma. Stringe il mio capezzolo tra le dita, poi si avvicina, chiudendolo tra le sue labbra. Lecca e succhia leggermente, facendo aumentare il mio battito
"Amo l'effetto che ho su di te. Amo vederti godere sotto il mio tocco" insiste, portando una mano in mezzo alle mie gambe.
Di nuovo. Non vedo l'ora di perdermi nel suo tocco ancora.
Si inginocchia davanti a me, portando le sue dita dentro di me. Stavolta le muove più velocemente, stuzzicando anche il mio clitoride. Preme il pollice su di esso, mentre le sue dita affondano e girano dentro di me.
Questo è ancora meglio di quello che ho provato prima: è come se le sensazioni fossero raddioppiate, anzi triplicate.
Mi abbandono al suo tocco, e poco prima di venire Zayn si alza in piedi per reggermi.
Vengo tra le sue braccia, mentre lui si porta nuovamente le dita alla bocca
"Sei buonissima" mi deride

"Smettila" rispondo. Cerco di dargli uno schiaffo, ma sono incapace di muovermi

"Ora puoi metterla" mi porge la biancheria

"Grazie" sbuffo.
Mi prende in braccio, portandomi sul letto. Mi aiuta a rivestirmi, lasciando un bacio sul mio fianco prima di tirarmi su completamente gli slip.
Mi aiuta a infilare le spalline, e poi mi volta per agganciarmi il reggiseno
"Non capirò mai questi cosi" si lamenta, aggianciandolo con fatica. Scoppio a ridere.
Mi sdraia sul letto, e mi posa un bacio casto sulle labbra.
"Dormi, sarai esausta" un ghigno compare sul suo volto

"Dai" rispondo appena, prima di poggiare la testa sul cuscino morbido.
Due orgasmi nel giro di quindici minuti. Devo ammetterlo sono davvero esausta.
Mi lascio andare, nel letto, stravolta dalle emozioni che hanno invaso la mia giornata

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Pov. Giorgia
"Grazie per essere venuto" lo ringrazio per essere tornato a casa con me

"Non devi ringraziarmi, è un piacere per me" mi stringe la gamba. Gli sorrido
Il viaggio in macchina è silenzioso, mentre ripenso a ciò che è successo nelle ultime ore: cio che avevo aspettato per tanto tempo, è finalmente successo, portando ciò che.. siamo, ad un livello superiore.
Ma il problema sta proprio nel cosa siamo.
"Cosa siamo?" la mia voce risuona nell'abitacolo

"Cosa?" mi chiede confuso Zayn

"Noi, cosa siamo ora?" mi volto verso di lui.
Rimane in silenzio, fissando la strada. Stringe il volante tra le mani, ma poi si rilassa
"Ho ancora bisogno di un po' di tempo per pensare"

"Oh, andiamo! A cosa devi pensare?" mi lamento

"A tante cose"

"Tutte scuse. Prima mi scopi, e poi sparisci" accosta bruscamente la macchina, facendomi sobbalzare appena schiaccia il pedale del freno. Il mio corpo vieni buttato in avanti e poi indietro violentemente contro il sedile dalla cintura di sicurezza
"Ma che cazzo?" esclamo massaggiandomi la testa

"Non dirlo mai più" stringe i denti

"Cosa?"

"Che ti scopo e poi sparisco. Io non faccio queste cose" inarco il sopracciglio "Con te, intedo" 

"Allora perché non vuoi stare con me?" chiedo

"Non l'ho mai detto, semplicemente devo ancora valutare bene la cosa" riparte, accellerando: stavolta il mio corpo viene premuto contro il sedile, mentre raggiunge un'alta velocità

"Puoi rallentare per favore?"

"Quando mi abbracciavi in moto, non ti lamentavi delle grandi velocità" ghigna
Metto il broncio, incrociando le braccia. Non gli rivolgo la parola per tutto il viaggio, e rimango in silenzio per tutta la sera.
Zayn racconta divertito la causa del mio sciopero del silenzio, e mia cugina non può evitare di ridere
"La solita bambina" mi deride. Aumento il broncio, increspando le sopraciglia, e curvando la bocca verso il basso.
Lascio il salotto, salendo in camera mia. Certo, non è il modo migliore per recuperare il tempo perso con Zayn, ma questa volta ha superato il limite.


Pov. Zayn
"Gio?" cerco Giorgia, in giro per la casa. La trovo chiusa in camera con l'ipod e gli auricolari nelle orecchie. 
È distesa sulla schiena, con la testa verso la porta, quindi non può vedermi.
La osservo dondolare le gambe a ritmo di musica: dal dondolio, la canzone che sta ascoltando è lenta.
Alcune flebili parole vengono rilasciate dalla sua bocca
"How many times do I have to tell you
Even when you're crying you're beautiful too
The world is beating you down, I'm around throught every mood
" riconosco le parole famililiari di una delle sue canzoni preferite. Mi avvicino a lei, e le sfilo gli auricolari

"You're my downfall, you're my muse
My worst distraction, my rythm anda blues
I can't stop singing, it's ringing, in my head for you
" mi fissa mentre continuo a cantarle la sua canzone, ma mi blocca prima che io possa continuare

"Non funziona" si imbrocia ancora

"Cosa non funziona?" sorrido

"Questo" agita le mani davanti a sè

"Non sto facendo nulla" alzo le mani in segno di difesa

"Stai cercando di distrarmi con la tua voce" riduce i suoi enormi occhi a due piccole fessure

"Non è vero" affermo

"Non funziona con me" incrocia le braccia

"Però posso dormire con te stasera?" sfrego la testa nel suo collo

"Smettila" ringhia.
La faccio sdraiare con me, nel suo letto. La stringo mentre lei cerca di liberarsi. Non posso evitare di ridere: non ha ancora capito che può dimenarsi quanto vuole, ma non la lascerò andare. 
Non può più sfiggiurmi ora.
"Perché ridi?" si lamenta

"Perché non hai ancora capito che non riuscirai più a sfuggirmi" sorrido, posandole un bacio sulla fronte

"Frase, fatta. Non vale" ride

"Mh, mi tocca recuperare allora" rido anche io. Scorro le dita della mia mano destra lungo la sua spina dorsale, provocandole piccoli brividi.
Lei picchietta silenziosamente il mio petto, mentre una melodia familiare risuona in fondo alla sua gola.
Cerco di fare mente locale, e capire a quale canzone appartenga quella dolce melodia
"Said I’d never leave her
Cause her hands fit like my t-shirt
Tongue tied over three words, cursed
Running over thoughts that made my feet hurt
Bodies intertwined with her lips
Now she’s feeling solo
Since she went solo
Hole in the middle of my heart like a polo
And it’s no joke to me
So can we do it all over again
" le parole mi esco automatiche, mentre canto una canzone scritta quando avevo quindici anni. Una delle mie canzone preferite della band, e le parole esprimono perfettamente ciò che vorrei, ma non ho il coraggio di fare

"Hai una voce bellissima" mi dice prima di addormentarsi.
Respira lentamente, avvolta tra le mie braccia. Le accarezzo i capelli, e non posso evitare di pensare a tutto ciò che è successo qualche ora prima: le sua bocca che si muoveva sul mio corpo, lasciando baci e segni.
Il modo in cui mi ha preso tra la mani. Ma la cosa che più mi piace, è il fatto che sia così.. autoritaria. Amo il fatto che voglia prendere l'iniziativa, e amo essere comandato da lei.
Rido ripensando a quanto fossero disperati i suoi ordini.
La amo. Non c'è più nulla d fare.
Sono completamente perso di lei, un sentimento che non ho mai provato, e dubito proverò una seconda volta.
Vedo solo lei nel mio futuro.

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


Pov. Giorgia
"Zia! Zia!" sento gridare dalle scale. Una voce familiare mi riporta alla realtà.
Oh no. Alice è qui.
No, no, no. Con tutto ciò che è successo mi sono dimenticata di dire a Zayn che Alice e sua sorella sarebbero venute qui.
Cerco di liberarmi dalla stretta di Zayn che mi ha tenuta sveglia per tutta la notte, ed esco dalla camera
"Alice" la prendo il braccio lasciandole un bacio sulla guancia.

"Ciao zia!" esclama abbracciandomi. Ho sempre amato il fatto che mi chiamasse zia

"Come state?" Saluto anche sua sorella Jasmine

"Bene tu?" Jasmine mi da una bacio sulla guancia

"Bene grazie" sorridono entrambe.
Metto giù Alice e non faccio in tempo a fermarle che entrano in camera mia. Appena notano Zayn, sdraiato sul letto urlano spaventate
"Ma che cazzo?" sobbalza Zayn

"Ziaa! Quell'uomo ha detto una parolaccia" Alice lo indica. Non posso evitare di ridere

"Alice, Jasmine questo è Zayn. È un amico della zia" sorrido

"Cosa diavolo sta succendendo?" Zayn si passa una mano sul viso, ancora mezzo addormentato

"Non devi dire quel nome. La mamma dice che è una cosa brutta" lo rimprovera Jasmine

"Giorgia, potresti spiegarmi chi diavolo sono queste due?" ignora completamnete lo sguardo di Jasmine

"Sono le mie cuginette. Cioè sono le nipoti di Giulia. Non so esattamente cosa siano per me ma.."

"Okay, okay. Ho capito" si ributta sul letto

"Avete dormito insieme?" mi chiede Alice

"Che? Nono" rispondo subito

"Sapeste cos'abbiamo fatto" ghigna Zayn

"Zayn!" lo rimprovero. Alza le mani in segno di difesa

"Scusi signore" Alice picchietta l'enorme braccio di Zayn

"Sì?" lui si gira, piuttosto confuso

"Devi andare via. Noi dobbiamo giocare" incrocia le braccia sul petto, continuando a fissare il ragazzo disteso sul letto

"Io sono stanco, quindi dovresti lasciarmi dormire. Appena mi alzo, avrete la camera tutta per voi"  si gira chiudendo gli occhi. Alice fa il giro del letto, e prima che riesca a fermarla tira un piccolo pugno nelle parti basse di Zayn
"Ma che cazzo?" urla, mettendo instintivamente le mani per proteggiersi

"Non si dice quella parola" gli tira un altro piccolo pugno sulla spalla

"Okay rocky, mi alzo" Zayn sbuffa lasciando la stanza

"Alice non farlo più" la rimprovero

"Non voleva lasciarci la stanza" si difende

"Non devi farlo, okay? Non lo conosci neanche"

"Scusa" dice con aria colpevole

"Non importa. Fate le brave, io ora torno" sorrido
Vado in camera di Zayn, per cercarlo ma lui non c'è. Guardo in bagno e poi scendo in cucina.
Lo trovo appoggiato al bancone, che beve un'aranciata
"Buongiorno" rido

"Il buongiorno è tutto tuo" sbuffa

"È solo una bambina" la difendo

"Ma una pugno nei coglioni me l'ha dato comunque"

"Zayn!" lo zittisco e lui alza gli occhi al cielo "Mi sono dimenticata di dirti che sarebbero venute, mi dispiace"

"Certe cose non dovresti dimenticarle"

"Avanti, non fare il bambino ora"

"Colpire i genitali, è una cosa di famiglia vedo" arrossisco ricordando quando gli tirai un calcio, per allontanarmi da lui

"Probabile" mi avvicino a lui, prendendogli il volto tra le mani "Scusami"

"Anche per il calcio?"

"Anche per il calcio" rido. Gli poso un piccolo bacio sulle labbra

"Bleah" Alice si copre gli occhi 

"Le farete anche voi queste cose" aggiunge Zayn. Gli do un schiaffo sul petto "Che c'è?" chiede in difesa

"Vatti a mettere una maglia" rido


Pov. Zayn
Che bambina del cazzo. Come si è permessa di tirarmi un pugno?
Che bel buongiorno.
Mi metto la maglietta, e sento delle risate provenire dal giardino. Mi affaccio per trovare Giorgia seduta per terra che fa le bolle di sapone e le due bambine pestifere che le scoppiano
"Guardate che grande questa!" esclama Giorgia, mentre una grossa bolla di sapone vola via. Viene scoppiata poco dopo dalle due bambine che scoppiano a ridere divertite.

"Ancora ancora" la più grande batte la mani, in attesa che Giorgia produca altre bolle.
Prendo il telefono, e filmo ciò che riesco a vedere: non pensavo che Giorgia avesse questo lato.. materno.
È davvero adorabile
"Giochiamo col pongo?" propone, chiudendo il barattolo

"Sì!" esclmano le due bambine, battendo le mani
La prende entrambe per mano, e le porta in casa. Ora le risate si sono spostate al piano di sotto, e posso sentire Giorgia ordinare alle due bambine cosa devono prendere.
Sinceramente mi rifiuto di scendere, quindi mi butto sul letto di Giorgia e guardo la tv.
Rimango per l'intera mattinata chiuso in camera e scendo giusto per l'ora di pranzo.
"Questo signore ha dormito nel letto di zia senza maglia" la piccola peste mi indica. Quando guardo Giorgia, le sue guance sono arrossate e lo sguardo è basso

"Sai piccoletta, dovresti davvero stare zitta" la guardo

"Sei antipatico" 

"Anche tu" le sorrido. Non mi risponde, e si infila in bocca una forchetta di pasta.
Io e Giorgia non apriamo bocca per tutta la durata del pranzo e solo quando Giulia e Filippo portano via le due bambine riprendiamo a parlare
"Quelle sono le figlie del demonio" dico, buttandomi sul divano

"Dai" ride

"Ma l'hai vista la piccolina?" esclamo voltandomi verso di lei

"È solo una bambina" la difende

"Non la sopporto" 

"A quanto pare nemmeno lei sopporta te, quindi" mi sorride
La bacio, e lei ricambia. Si siede a cavalcioni sopra di me, cominciando a baciarmi il collo. 
Le sue intenzioni sono chiare in fondo ai suoi occhi. La prendo il braccio, poggiandola sulla spalla mentre le batte i pugni sulla mia schiena divertita, ma il nostro momento viene bruscamente interrotto
"Anche io voglio essere portata così" saltella la bambina dai lunghi capelli biondi

"Anche io" aggiunge l'altra bambina

"Ma voi non eravate fuori?" mi lamento. Poso Giorgia accanto a me, che si sitema la maglietta

"Dai, prendimi! Prendimi!" urlano le due bambine. Mi volto terrorizzato verso Giorgia: lei mi guarda senza dire una parola ma so che vorrebbe che lo facessi

"D'accordo" sospiro prendendo prima la piccola e portandolo al piano sopra.  Appena la metto giù si mette a ridere coprendosi la bocca con la sua piccola mano.
Faccio lo stesso con l'altra, che rimane immobile sulla mia spalla. Appena tocca il pavimento si mette a saltare divertita
"Ancora!" esclamano

"Scordatevelo, non sono una giostra" sbuffo chiundendomi in camera mia. Accendo la tv, e mi sdraio sul letto.

"Grazie" Giorgia mi posa un bacio sulla guancia

"Prima e ultima volta" mi lamento. 
Ride, e lascia la stanza per tornare dai due demoni.
Guarda cosa mi sono ridotto a fare per questa ragazza.

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Pov. Giorgia
Le due bambine sono appena andate via. Sono davvero esausta.
Stare dietro ad entrambe è davvero difficile: sono iperattive e molto chiacchierone. Non dico un incubo ma quasi.
Rido ripensando a quello che ha detto Zayn: 'Quelle sono le figlie del demonio'. Forse, non ha tutti i torti alla fine, ma voglio davvero un bene immenso ad entrambe.
Salgo per trovarlo in camera sua, sdraiato sul letto
"Grazie, grazie davvero per oggi" lo bacio "Non eri costretto a farlo"

"L'ho fatto solo perché sapevo che tu ci tenevi"

"Forse.." sorrido "Grazie comunque" 

"Per te questo ed altro" mi bacia, portandomi sulle sue gambe "Però, la prossima volta che verranno avvisami: mi farò trovare fuori casa prima del loro arrivo" scoppio a ridere.
Lo bacio, cercando disperatamente la sua lingua. Infila la sua mano in mezzo ai miei capelli, mentre l'altra tiene fermi i miei fianchi che sfregano contro di lui
"C'è tua cugina di sotto" mi ricorda, mentre continuo a baciarlo

"Beh possiamo lo stesso" mi allontano, per osservarlo meglio

"Lo sai che per me non c'è problema" ride.
Mi alzo dal letto, e giro silenziosamente la chiave, in modo da chiudere la porta.
Improvviso un piccolo spogliarello, tirandomi via scherzosamente la maglia e i pantaloni. Rimango in intimo e faccio una piccola piroetta davanti a lui: sgrana gli occhi mentre scivolano maliziosi lungo il mio corpo semi nudo. Non mi stancherò mai del suo sguardo su di me.
Salgo sul letto, gattonando verso di lui
"E meno male che eri timida" scherza, mentre mi siedo sopra di lui

"Solo in alcuni casi" rido.
Gli sfilo la maglietta, e gli poso un bacio nel centro del petto. Le mie mani scivolano sulla sua pancia, fermandosi sulla fascia dei suoi boxer. 
Infilo le dita, passandole sotto il bordo, mentre il respiro di Zayn aumenta.
Posso sentire la sua lunghezza indurirsi sotto di me, mentre mi muovo leggermente sopra di lui.
"Giorgia" mi minaccia

"Sh" poso l'indice sulla sua bocca e comincio a sbottonargli i jeans
I miei movimenti sono lenti, mentre si dimena sotto di me in attesa del mio tocco. Mi piace avere il controllo, mi piace vederlo dimenarsi. Stavolta è lui l'impotente.
Gli sfilo i jeans, mentre appoggio la mani sulla sua erezione: faccio scorrere le dita sul ringonfiamento dei boxer, provocando piccoli gemiti
"O ti muovi, o ti sbatto ora" mi manaccia Zayn. Quelle parole mi fanno sentire una strana sensazione che parte da.. sotto, e si diffonde in tutto il corpo

"Non c'è fretta" sorrido mentre gli abbasso leggermente i boxer.
Gli poso un bacio sul fianco, e abbasso ulteriormente i boxer in modo che la sua erezione possa uscirne.
La osservo, non sapendo bene cosa fare. Non ho mai fatto nulla con la bocca, ma solo con le mani.
"Cosa diavolo stai aspettando?" aggiunge a denti stretti

"Io.." sposto lo sguardo sul suo viso "Io, beh.."

"Non hai mai fatto un pompino?" mi chiede, passandomi una mano sul viso

"No" distolgo la sguardo

"Non devi farlo. Con quelle mani fai delle cose fantasiche" ammicca. Sorrido, e approffintando del suo momento di distrazione, lo prendo in mano.
Stringo leggermente, senza fargli male, e lui sgrana gli occhi per poi serrarli subito dopo.
Apre leggermente la bocca, mentre respira a fatica. Le sue mani stringono il copriletto sotto si lui, mentre il petto si alza e si abbassa velocemente.
"Ti prego" sussurra. Rimango incantata dall'immagine del ragazzo vulnerabile davanti a me: non ho mai visto nulla di più bello di lui. Il modo in cui la fronte si imperla di sudore, in cui serra gli occhi, o si prende il labbro inferiore tra i denti porta la sua bellezza ad un livello superiore.
Passo il pollice sulla punta rosa, punto ancora più sensibile. Questo gli fa pronunciare il mio nome, in mezzo ad un gemito.
Non riesco a togliere lo sguardo dal ragazzo ansimante davanti a me e vengo colta alla sprovvista: mi toglie la mano, e si posiziona velocemente sopra di me
"Okay, ora basta. Ora ti scopo" non posso evitare di ridere
Si posiziona sopra di me, le gambe in mezzo alle mie: mi sfila le mutandine, e si abbassa
"Merda, il preservativo" aggiunge "Non possiamo farlo di nuovo senza"

"Cosa?" chiedo

"L'altra volta, l'abbiamo fatto senza"

"Oh cazzo" non posso crederci. Siamo stati così irresponsabili? "Ce l'hai?" chiedo

"Guardo nel portafoglio" si alza dal letto, e fruga nel portafoglio "Cazzo" impreca

"Giulia forse ne ha in camera sua. Passami la tua maglia"

"Mettiti anche gli slip" borbotta. Alzo gli occhi al cielo.
Esco dalla camera ed entro silenziosamente in quella di Giulia: frugo in due o tre cassetti e infine trovo ne una scatola in fondo ad un cassetto del comodino di Filippo. Ne prendo due, per sicurezza, e torno velocemente in camera
"Tieni" glieli lancio, prima di chiudere nuovamente la porta. Se lo infila, mentre i mi svesto velocemente

"Dicevamo?" mi bacia il collo, mentre scoppio a ridere
Sento la punta del preservativo farmi il solletico nell'inguine prima di entrare dentro di me. La sensazione è fastidiosa, nulla in confronto al contatto con la sua pelle, ma non possiamo fare altrimenti.
Si muove lentamente, ma ben presto le sue spinte diventano più veloci e disperate. Spinge sempre più in fondo, come se volesse sentirmi appieno. I nostri respiri si uniscono in mezzo ai nostri baci disperati. Stringo le sue spalle, mentre le nostre lingue si toccano.
Poggia la sua fronte sulla mia, mentre mi fissa.
"Zayn, Giorgia, la cena è pronta" Giulia picchietta sulla porta

"Ma porca puttana" impreca a bassa voce

"Okay, cinque minuti e scendiamo" cerco di tenere un tono normale

"Va bene" 

"Okay, dovrò essere veloce questo giro" mi sorride, mentre le sue spinte diventno più veloci.
Succhia le pelle del mio collo, facendo affiorare il sangue. Le mie unghie incidono piccoli graffi sulla sua schiena muscolosa.
Le sensazioni aumentano, e diventa sempre più difficile tenere il suo passo. 
La testa inizia a girarmi, le gambe mi tremano, e vengo mordendomi il labbro per non urlare.
Zayn si accascia sopra di me, mentre le sue spinte rallentano notevolemente: anche lui viene pronunciando il mio nome.
"Zayn, dobbiamo scendere" gli ricordo.
Si alza di malavoglia, vestendosi velocemente. Mi aiuta a sistemarmi i capelli, per poi prendermi per mano e scendere di sotto.


Pov. Zayn
Sono esausto. Ma dobbiamo cenare per non destare troppi sospetti. Mi sembra di essere tornato un fottuto ragazzino, ma ci dovrò fare l'abitudine.
La prendo per mano, e scendiamo di malavoglia le scale.
Ci sediamo a tavola, ed emtrambi non riusciamo a trattenere uno sbadiglio
"Che facevate di sopra?" ci chiede Giulia, sorridendo.
Giorgia comincia a tossire, mentre le sue guance si arrossano. 
Devo dire discreta.
"Nulla guardavamo un film" mi volto verso di Giorgia, sorridendole e prendendole la mano

"Stava finendo, e non volevamo rimandare il finale a dopo la cena" gli occhi di Filippo ci osservano, mentre cerca di capire se stiamo dicendo la verità.

"Oh, okay" sorride Giulia "Quindi ora voi due state insieme?" Giorgia si irrigidisce sulla sedia

"Sì" sorrido. Lei si volta di scatto, un enorme sorriso si forma sul suo volto

"Davvero?" penso potrebbe urlare da un momento all'altro

"Sì" confermo. Mi butta le braccia al collo, e non riesce a smettere di ridere

"Ti amo" mi sussurra

"Ti amo" le poso un piccolo e nascosto bacio sul collo.
Continuiamo la cena, parlando un po' di come abbiamo passato questi giorni lontani. Mi fa male sapere queanto lei abbia sofferto: avrei preferito soffrire il doppio, piuttosto che far soffrire lei, ma non dipende da me.
Improvvisamente il ricordo di Girogia che canta 'Over Again' mi torna in mente: come fa a conoscerla? Quelle canzoni non sono mai andate in onda in nessuna radio, sono sempre rimaste all'interno del nostro isitituto.
Sparecchiamo velocemente e torniamo su in camera, stavolta lasciando la porta aperta
"Gio, posso farti una domanda?" 

"Certo, dimmi" sorride

"Come facevi a conoscere over again?" le sue guance si arrossiscono un po'

"Beh, quando te ne sei andato, ho cercato il tuo gruppo su internet. Ci sono un sacco di video in cui cantate le vostre canzoni. Penso di averle imparate tutte a memoria" abbassa lo sguardo

"Davvero?" chiedo stupito

"Sì. Era l'unico modo che avevo per non sentire la tua mancanza. Molte notti mi sono addormentata con gli auricolari nelle orecchie, ascoltando la tua voce"

"Oh" è tutto ciò che riesco a dire. Non posso credere che abbia imparato tutte le mie canzoni "Ti piacciono almeno?"

"Le amo. Dalla prima, all'ultima"

"La tua preferita?"

"Se dovessi scegliere? Little things, More than this e Half a Heart. In quest'ultima mi ci sono ritrovata moltissimo quando non c'eri"

"Quelle parole rappresentano appieno, ciò che abbiamo passato"

"Già" conferma, abbracciandomi

"Adesso sono qui, lo sai no?" le chiedo

"Mi fido di te, non farmene pentire, ti prego" aumento la stretta

"Non posso promettertelo, ma ti prometto che m'impegnerò a farti stare bene, e a non farti più soffrire. Ti amo" 

"Ti amo" mi bacia

"Okay, ora però devi dirmi chi cazzo è questo" indico la sua foto di profilo facebook.
Lei scoppia a ridere, e appoggia la testa sul mio petto, mentre scorre annoiata la sua bacheca. 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


Pov. Giorgia
"Davvero devi dirmi chi è" Zayn continua ad insistere

"Dai Zayn, è da ieri sera. Te l'ho detto, è un mio amico"

"Non lo conoscevi prima che io partissi"

"Infatti l'ho conosciuto il giorno in cui sono scappata da casa tua" mi lamento

"Cosa?" sgrana gli occhi

"Sì, mi ero fermata a piang.. Mi ero fermata in un parco a riordinare le idee e lui mi ha vista. Per tirarmi su il morale mi ha offerto un gelato: da lì è nata la nostra amicizia"

"Tu non stai bene! Chissà cosa avrebbe potuto farti!" urla furioso

"Andiamo, sono viva a vegeta, no?" continuo a lavare i piatti del pranzo

"Le cose potevano andare diversamente" 

"Intanto lui c'è stato quando stavo male per colpa tua Zayn. Se non fosse stato per lui, non oso nemmeno immaginare come sarei ridotta ora" le mie parole sono forti e non ho idea dell'impatto che potrebbero aver su Zayn. Rimane in silenzio, senza dire una parola. Cosa starà pensando?
"Mi dispiace" dice

"Per cosa?"

"Per averti attaccata così ora. Non avrei dovuto. Mi fa piacere che lui ti abbia aiutato" sorride leggermente

"Non importa" sorrido anche io

"Dovrei davvero darmi una regolata" mi cinge da dietro, appoggiando la testa sulla mia spalla

"Mi sa" rido

"Ma è come se tutti i ragazzi di questa terra complottassero per portarti via da me. Tu non sai quanto possa essere frustrante tutto questo" sospira

" 'Tutto questo ' " gli faccio il verso "è frutto della tua immaginazione. Jacob non prova alcun interesse verso di me, così come James o qualsiasi alto ragazzo che mi circonda" mi giro, per essere faccia a faccia con lui

"È ovvio che tu non sappia quanto tu sia bella e affascinante. Ti sottovaluti troppo" scuote la testa

"O forse sei tu che mi sopravvaluti?" scherzo, ma i suoi occhi diventano severi, mentre mi inchiodano 

"Non scherzare su questo" ringhia

"Okay, scusa" alzo le mani in segno di difesa

"Ecco, brava" mi bacia "Ora torna a pulire, donna"

"Cosa scusa?" sgrano gli occhi

"Ehi, ehi scherzavo" stavolta è lui che alza le mani per difendersi

"Allora dato che ti piace tanto scherzare, ora ti faccio un bello scherzetto: lava tu i piatti, o niente sesso per un mese" gli porgo i guanti gialli

"Stai scherzando" ride nervoso

"Amo davvero tanto scherzare" gli passo affianco, sfiorando con le dita il cavallo dei suoi pantaloni

"Sei una stronza"

"E tu un maschilista" rispondo


Pov. Zayn
Ora lavo pure i piatti. Non ci posso credere.
È la ragazza più insopportabile che abbia mai visto, ma l'unica che riesce ad avere questo controllo assoluto su di me. È così frustrante.
Proprio per questo è una ragazza che piace a molti: è bellissima e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.
È un cazzo di bulldozzer, solo più bello.
Mi fa talmente incazzare il fatto che non capisca quanto sia bella, si sottovaluta troppo.
Ma giuro che le farò entrare in quella testa quanto lei sia speciale.
Sento il suo telefono squillare e la sua voce rispondere poco dopo.
"Jessy" posso scommettere che stia sorridendo

"Cosa? Davvero? Che forza!" la porta sul retro si apre, e Giorgia esce in giardino.
Che sta succendendo? Perché non vuole che io ascolti?
Mi tolgo questi orrendi guanti gialli, e li butto nel lavandino.
Silenziosamente raggiungo Giorgia cercando di ascoltare ciò che dice, ma quando arrivo, la telefonata è già finita.
"Mi stavi spiando?" inarca il sopracciglio, piuttosto divertita

"No"

"Allora cosa stavi facendo qui?"

"Io, beh, stavo venendo a chiederti una cosa"

"Certo" ride "Finito di lavare i piatti?" mi chiede trascinandomi in cucina

"Non ancora" mi lamento

"Ma quanto sei lento? Io avrei già finito da almeno dieci minuti" 

"Allora lavali tu" la supplico

"Assolutamente no" scuote la testa "Zayn! Hai lasciato cadere i guanti nell'acqua? Così si bagneranno dentro" 

"Cosa?"

"Mio dio, che impedito" ride "Forza continua a lavare, ma ricordati non far cadere più i guanti nell'acqua" mi bacia la guancia

"Cosa voleva la tua amica?" chiedo prima che lasci la stanza

"Si chiama Jessy, primo" mi rimprovera "E secondo, nulla voleva solo informarmi sull'annuale sfilata del centro commerciale" si mangia le ultime parole 

"Come?"

"Voleva informarmi sulla sfilata del centro commerciale" dice tutto d'un fiato

"Che sfilata?" chiedo

"La fanno una volta all'anno, in estate. Potremmo sfilare anche noi" le si illuminano gli occhi

"Che? Scordatelo"

"Cosa? Perchè?" si lamenta

"Non sfilerai per nessuno. In più cosa dovrai indossare, costumi?" chiedo disgustato

"Anche" si morde il labbro

"È fuori discussione"

"Zayn!"

"No" chiudo il discorso. Lascia la stanza, sbattendo i piedi. Sale rumorosamente le scale, e si chiude in camera, sbattendo la porta.
Se lo sogna che io la lasci sfilare, in costume per di più, in un centro commerciale pieno di ragazzi con gli ormani in subbuglio. No, è escluso.
Finisco di lavare i piatti e cerco di raggiungerla in camera, ma si è chiusa a chiave
"Giorgia, apri la porta" ordino

"No" 

"Se non la apri tu, la butto giù, e sai che lo faccio"

"Provaci" mi sfida. Tiro una leggera spallata, solo per farle capire che posso farlo se voglio "Okay, okay" sospira e il mio piano ha funzionato. Ovviamente.

"Non chiuderti mai più in camera" ringhio

"Non puoi dirmi cosa fare o non fare Zayn. Non sei mio padre!" urla

"Ti sto solo aiutando" urlo in risposta

"Tu vuoi sempre aiutare, ma com'è che peggiori solo le cose?"

"Senti, non sfilarai per un gruppo di ragazzi con gli ormoni a palla, soprattutto se dovrai sfilare in costume" dico a denti stretti

"Sai benissimo che lo farò" incrocia le braccia

"Ah sì?" la guardo

"Certo, perché io posso fare quello che voglio"

"Beh dillo a tua cugina" sorrido, e lascio la sua camera.
Dovrò convincere sua cugina a dirle di no, è l'unica mia speranza.

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


Pov. Giorgia
Mi cugina è arrivata dal lavoro.
Scendo silenziosamente le scale, in modo che Zayn non possa sentirmi
"Ehi" la saluto

"Ciao" mi sorride

"Come.. stai?" chiedo impaziente di arrivare al sodo

"Bene grazie, tu?"

"Bene grazie. Ehm, Giulia posso chiederti una cosa?" 

"Certo, dimmi" mi sorride

"Questo weekend, ci sarà una sfilata al centro commerciale. Jessy e le ragazze sfileranno, non è che potrei andare anche io?"

"Non mi sembra il caso Gio" sistema nella credenza la spesa

"Ti prego Giu. Mi piacerebbe tantissimo andarci!" la supplico

"No, non sfilerai con il culo scoperto" mi guarda

"Mio dio, sembri Zayn" lascio la stanza sbattendo di nuovo i piedi.
Questo è un complotto, lo so. Non posso crederci che perfino Giulia abbia detto di no.
Eppure io sono convinta che lei facesse queste cose: vaghi ricordi si ripresentano nella mia mente, e una giovane Giulia sfila sorridente.
È impossibile che mi abbia detto di no.
Mi butto sul letto, e accendo il computer
"Allora, cos'ha detto tua cugina?" Zayn è appoggiato alla porta

"Non ti riguarda" ringhio

"Ha detto di no, vero?" ride

"Smettila" gli tiro un cuscino

"Sarà per la prossima volta" ghigna

"Ti odio, Zayn" urlo

"Dai, non fare così" cerca di avvicinarsi

"Non, non fare un altro passo. Non puoi prendere queste decisioni per me" 

"Come tuo ragazzo, la mia opinione conta"

"Sì ma non è definitiva! È una cosa che voglio e devo fare io"

"Non sopporto l'idea che tutti ti vedano svestita"

"Ti prego Zayn" lo supplico "È importante per me" mi a avvicino lui. La sua espressione severa viene sostituita dal panico. Non sa cosa rispondere e solo Dio sa a cosa sta pensando

"D'accordo" sospira "Ma il primo coglione che cerca di avvicinarsi è un uomo morto" ringhia

"Grazie" gli salto al collo, abbracciandolo "Non è che conviceresti Giulia?" gli poso un bacio sul collo

"Ci provo, tu resti qui" mi sorride.
È comunque piuttosto arrabbiato: le sue mani sono chiuse a pugno lungo i fianchi, mentre esce velocemente dalla stanza. Non è felice per il fatto che sfilerò, ma deve anche imparare che non può avere il pieno controllo sulla mia vita. 


Pov. Zayn
Perfetto, sono riucito a cedere pure in questo.
Così sarò costretto a vederla sfilare in costume, mentre una massa di ragazzi la guarda.
Vaffanculo.
Nemmeno il no di Giulia, l'ha fermata. Quella ragazza non si ferma finché non ottiene ciò che vuole.
"Giu, possiamo parlare?" le chiedo

"Ho fatto come mi hai detto, ma questa è la prima e l'ultima volta che ti aiuto" sbuffa

"Proprio di questo volevo parlarti"

"Che succede?"

"Giorgia vuole davvero andare a quella dannata sfilata, e non sono risucito a dire di no. Stasera dovresti dirle che hai cambiato idea" scuoto la testa

"Ah, così hai costretto mia cugina  dirmi di no?" Giorgia è in piedi con la braccia incrociate. Posso vedere la rabbia ribollire attraverso i suoi occhi chiusi a fessura

"Io.." non riesco a dire una parola "Possiamo parlarne?" si avvicina velocemente a me e mi tira uno schiaffo

"Sei uno stronzo!" urla

"Ahia.." sussurra Giulia

"Ehi!" mi passo la mano sulla guancia arrossata "Giorgia aspetta!" la prendo per un polso. Alza nuovamente una mano per tirarmi uno schiaffo ma la blocco

"Non ci provare" la sbatto contro il muro "Non provare mai più a tirarmi uno schiaffo" ringhio

"E tu non provare mai più ad interferire con la mia vita" sputa "Non sei nessuno per dirmi cosa posso o non posso fare"

"Ah quindi per te sono nessuno?" mi allontano

"Non in quel senso" sospira "Ti prego Zayn, non starmi troppo addosso. Tu non sai quanto possa essere frustrante essere continuamente controllate" scuote la testa. Mi blocco

"Eh invece ti capisco. Abbiamo un passato simile, e c'è stato un momento nella mia vita in cui anche io sono stato controllato ossessivamente dai miei. Mi dispiace, forse ho esagerato. Ma vivo continuamente con la paura di perderti" mi siedo sul pavimento, appoggiandomi con la schiena contro il muro

"Quando capirai che amo solo te?" mi sorride, passandomi una mano sul viso. Mi apre le gambe e si posiziona in mezzo "Posso capire che non sia piacevole, sto immagiando la situazione inversa, e non farebbe piacere nemmeno a me che sfilassi in costume, ma riuscirei  a sopportarlo. Perché mi fido di te" mi bacia

"Che cosa mi fai te?" le passo una mano sul viso.

"In che senso?" chiede confusa

"Hai quest'effetto calmante su di me. Basta un tuo tocco per rilassarmi"

"È una cosa buona no?"

"Per niente" scoppia a ridere

"Forza, alzati. Voglio andare a mangiare fuori!" batte la mani

"Dove vuole che la porti, signorina?" cito le parole di un famoso film

"Al ristorante italiano" sorride

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


Pov. Giorgia
"Andiamo, Gio. Ma quanto ci metti?" Zayn si lamenta dall'altro lato della porta

"Solo due minuti ancora" finisco di arricciarmi i capelli con la piastra e inizio velocemente a truccarmi.
La matita nera intensifica il mio sguardo, mentre l'eyeliner allungato all'esterno lo migliora. Infoltisco le ciglia con due passate di mascara e coloro le labbra di rosso.
Impiego circa una decina di minuti a truccarmi, un recordo per me che di solito ne impiego quindici.
Spruzzo la lacca nei capelli, e mi infilo velocemente un vestito nero, lungo fino a metà coscia. È senza spalline, con dei disegni azzurri e rossi nella parte alta. Il profondo scollo sulla schiena viene coperto dal sottile golfino che indosso.
Le scarpe con i tacchi completano il mio look elegante.
Mi guardo nello specchio, e non mi riconosco. Raramente mi vesto così, però ogni volta che lo faccio, mi sento così.. bene.
Mi fa sembrare femminile e incredibilmente sexy. Sorrido pensando a come reagirebbe Zayn, vedendomi così.
Gli piacerò?
Cerco la pochette nera, e ci infilo dentro il telefono e dei soldi. Recupero il rossetto rosso dal bagno e lo infilo dentro, nel caso avessi biosgno di una ripassata.
Appena arrivo alla scale mi blocco: non ho il coraggio di andare di sotto.
La vergogna e l'ansia si stanno impadronendo di me, e non riesco a fare un passo.
L'idea di Zayn che mi veda così, mi fa chiudere lo stomanco
"Giorgia! Dai!" urla e lo sento alzarsi dal divano.
Si avvicina alle scale, e l'unica cosa che vorrei fare e correre, scappare. Andare a nascondermi in camera, o almeno cambiarmi. 
"Porca puttana" impreca e comincia a salire le scale "Sei, sei bellissima" 
Non posso evitare di sorride.


Pov. Zayn
"Giorgia! Dai!" sono quaranta minuti che la sto aspettando. Saremmo dovuti uscire una ventina di minuti fa per non trovare casino al ristorante ma ovviamente, lei ci sta mettendo una cazzo di eternità.
Sono quaranta minuti che faccio avanti e indietro dal bagno al divano, per avere sue notizie.
Mi alzo dal divano e vado verso le scale, più deciso che mai a trascinarla via dal bagno, ma quado arrivo davanti alla rampa, lei è in cima
"Porca puttana" impreco, e salgo verso di lei "Sei, sei bellissima"  dico mentre le cingo la vita con un braccio

"Grazie" sorride e abbasso lo sguardo

"Cazzo, sembri una modella" non posso nascondere l'evidente sorriso che mi sta nascendo sul viso

"Grazie" ride leggermente. La prendo per mano e la porto fuori.
Le apro la portiera, e l'aiuto a salire. Quel vestito le impedisce movimenti troppo larghi quindi la prendo in braccio e l'appoggio sul sedile
"Che gentiluomo" si piega leggermente in avanti, imitando un inchino

"Visto?" ride. Chiudo la portiera e salgo al posto del guidatore. Imposto il navigatore, dato che non ho la più pallida idea di dove sia questo dannato ristorante italiano e poi partiamo.
Accendo la radio e Giorgia comincia a cantare tutte le canzoni che mandano in onda. Ha davvero una bella voce, se solo la mostrasse di più.. 
Potremmo cantare insieme un giorno, magari.
Trovo per miracolo un parcheggio, e ci dirigiamo velocemente all'interno.
Un forte odore di ragù e cipolle mi invade le narici. Giorgia sorride ad un signore che ci raggiunge velocemente
"Giorgia, piccola mia!" l'abbraccia "Come stai?"

"Bene grazie, tu?"

"Bene bene" appoggia le sue grandi mani sulle sue spalle. Ma perché cazzo la tocca il quel modo? Avrà il triplo dei suoi anni!

"Ciro, volevo presentarti Davide, il mio ragazzo" sorride. La ringrazio con lo sguardo per aver usato l'altro nome invece che Zayn

"Oh, piacere!" mi stringe la mano "Era ora che ci portasse un bel ragazzo" la vedo arrossire un po'

"Potresti darci un tavolo per due?" gli chiede

"Certo, seguitemi" il grosso signore si muove tra i tavoli e i camerieri portandoci al nostro tavolo

"Grazie mille" gli sorride

"E di che?" ci lascia da soli.
L'aiuto a sedersi, avvicinandole la sedia. Il ristorante è piuttosto rumoroso, nulla di troppo chic o elegante. Alle pareti, foto di tutti i monumenti più importanti d'Italia. Riconosco alcuni camerieri ritratti in alcune foto.
Quadri che rapprensentano paesaggi italiani affiancano le foto. Sul bancone della cassa, una grossa rappresentazione del colosseo, contiene un piccolo vaso con dei fiori gialli.
"Ti piace?" mi chiede

"Oh sì, è carino come posto. Non è troppo elegante o snob" le sorrido

"è il ristorante di mio fratello" sorrido

"Tuo fratello?" 

"Sì, Marco. L'ha aperto da pochissimo, ma guarda già che successo" sorride orgogliosa

"Non mi hai mai approfondito nulla riguardo alla tua famiglia" le ricordo

"Oh, non c'è molto da dire. Vivevo con mia madre e quattro fratelli prima di trasferirmi da Giulia"

"Come mai ti sei trasferita da tua cugina?"

"Te l'ho già detto. Non sopportavo vedere mia madre incolparsi per qualcosa in cui non c'entrava nulla"

"Che rapporti hai ora con la tua famiglia?" chiedo

"Boh, buoni. Quando tu non c'eri, sono venuti a trovarmi. È stato bellissimo, perché non passavo un pomeriggio con loro da tanto tempo, e mi ha resa veramente felice" sorride, e i suoi occhi si illuminano

"Hai origini italiane vero?" 

"Sì, come fai a saperlo?" ride

"I tuoi tratti, sono tipici del mediterraneo. Capelli scuri, occhi scuri. Poi il tuo cognome.. e il ristorante" scoppiamo a ridere entrambi

"Questo posto mi riporta un po' alle mie origini" sorride. Prende in mano il menù "Cosa prendi?" 

"Oh beh, non so. Ci sono tanti piatti che non so nemmeno cosa siano" ride

"Io prendo un piatto di pasta alla boscaiola. È buonissima: panna, piselli, prosciutto e funghi" si lecca le labbra

"Allora fai due piatti" sorrido
La cena passa in fretta, fra un piatto e l'altro. Non sapevo che la cucina italiana fosse così buona. Mi ha stupito come Giorgia conoscesse tutti lì dentro. Sembrava felice e a suo agio.
Dopo aver finito la coca cola che aveva nel bicchiere e la frutta che ci hanno portato, ci dirigiamo alla cassa per pagare.
Ci fermiamo un po' a parlare con suo fratello, che ci saluta sorridendo, ma ci lascia andare velocemente.
La prendo per mano appena usciamo dal ristorante, e decidiamo di andare a fare un giro in centro.
Le vetrine dei negozi sono tutte illuminate, colmi di clienti alla ricerca di qualcosa da comprare.
Passeggiamo tranquillamente, fermandoci ogni tanto, quando proprio Giorgia non riesce a non fermarsi.
"Hai visto che bella?" indica la vetrina di un negozio, i suoi grandi occhi marroni luccinano

"Cosa?"

"La borsa! Quella bianca!" batte l'indice sulla vetrina

"Ti piace?"

"Da morire!"

"Allora vieni" la tiro dentro il negozio

"No Zayn, no!"

"Buona sera, volevamo quella borsa bianca in vetrina" sorrido alla commessa

"Certo" la prende dalla vetrina, e la mette dentro una grossa busta di plastica "Sono 120 $" sorride.
Giorgia, imbarazzata, si copre il viso con le mani

"Ecco a lei, arrivederci" la prendo nuovamente per mano

"Non avresti dovuto prendermela! 120 $!"

"Pensi che mi importi dei soldi?" le poso un bacio sulla guancia

"A te non importerà, ma a me sì!" si lamenta

"Tu pensa a goderti la tua nuova borsa di Chanel" sorrido

"È di Armani" ride

"Qualunque marca sia" liquido il discorso e continuiamo a passeggiare.
È tutto così perfetto, così irreale.
Non avrei mai immaginato, appena misi piede in quella casa e vidi Giorgia, che le cose sarebbero finite così. 
Non mi sarei immaginato in giro per il centro, mentre la tengo per mano.
Sinceramente, dopo Giusy, non pensavo avrei più avuto alcuna storia. Non m'importava avere qualcuno affianco, qualcuno a cui avrei dovuto comprare dei regali per esempio.
Ma ora è tutto diverso.
"Guarda! C'è una macchinetta per le foto! Ce ne facciamo qualcuna?" 

"Va bene" sorrido.
Entriamo nella cabina. Lei si siede in braccio a me, e iniziamo a scattare quattro foto.
Lei non riesce smettere di ridere mentre io le bacio prima la guancia e poi la bocca. Le stringo il viso con la mano, fancendole fare la 'faccia da pesce' come la chiama lei.
"Quante ne stampiamo?" mi chiede

"Stampane due, così almeno possiamo tenerne una copia a testa" sorrido.
Scende velocemente da sopra di me, e corre fuori a prendere le foto. Le si illuminano gli occhi appena le guarda
"Siamo bellissimi" dice

"Tu sei bellissima" fa una smorfia, poi mi bacia "Torniamo a casa?"

"Mi sa che ci tocca" mette il broncio

"Dai, ci hai guadagnato una borsa da 120 $ "

"Puoi evitare di ricordarmelo?" si lamenta. Scoppio a ridere.
La prendo per mano, e ci dirigiamo verso la macchina.
L'aiuto di nuovo a salire, e poi lentamente torniamo verso casa. Si addormenta poco dopo, a causa della lunga camminata sui tacchi.
Rallento la velocità, in modo da ridurle gli sballottamenti.
Quando arriviamo a casa, la prendo in braccio e la porto in camera sua. Le tolgo le scarpe e le infilo il pigiama,
Mi stendo accanto a lei, guardandola dormire. Mi addormento poi, con la testa appoggiata alla sua, cullato dal ritmo dolce del suo respiro.

 
*Ciao ragazze! Vi chiedo scusa per la lunga assenza, ma gli ultimi mesi sono stati mesi di inferno.
Un'alternarsi di stress ed esami, ma finalmente ora posso dirlo. sono patentata e diplomata.
Non potrei essere più felice di così. Ora senza alcun impegno o stress aggiuntivo, posso iniziare a postare nuovamente con regolarità, almeno spero.
Vi riempio di bacioni, e vi chiedo scusa per la lunga assenza*

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***


Pov. Giorgia
Zayn ovviamente, è di nuovo sopra di me, rendendomi impossibile dormire.
Cerco di allontanarlo, ma questo non fa altro che aumenatre la sua presa sua di me
"Daai" mi lamento, disperata per l'eccessivo calore e la mancanza di aria.
Scalcio un po', cercando di allontanarmi: riesco a sgattaiolare via, non riuscendo però ad evitare una rovinosa caduta dal mio letto.
"Ahia" mi lamento, massaggiandomi il sedere. Sento Zayn sbuffare leggermente e quando alzo lo sguardo su di lui, lo vedo abbracciato al mio cuscino.
Lascio la stanza, prendendo giusto il necessario per farmi una doccia.
Entro i bagno, e mi chiudo la porta alle spalle.
Mi spoglio velocemente ed entro nella vasca, prendendo la lametta: ho seriamente bisogno di eliminare quell'accesso di peluria dalle mie gambe. È una cosa che non sopporto.
Sento bussare alla porta
"Occupato!" urlo, sovrastando il rumore dell'acqua

"Potevi dirmelo che ti saresti fatta la doccia, sarei venuto anche io" brontola Zayn stiracchiandosi

"Buongiorno anche te" rido "Potresti gentilmente uscire? Mi sto lavando" sbuffo

"Come se non ti avessi già vista nuda" ghigna "Ti ricordi la prima sera? Fu la prima volta in cui ti vidi nuda"

"Smettila" arrossisco

"Devo ammettere che ho pensato parecchio a te, quella notte. Ho pensato parecchio alle cose che avrei potuto farti" si lecca le labbra "Ma poi ho capito quanto fosse macabra la cosa: cioè, farmi dei simili pensieri su una ragazzina di sedici anni, alla mia età" ride

"O mio dio" scivolo, per sfuggire al suo sguardo

"Ehi" compare sopra di me, rimanendo però, fuori dalla vasca

"Zayn!" cerco di coprirmi

"Scusa, scusa" alza le mani "Avresti comunque dovuto avvisarmi" si lamenta

"No, perché devo depilarmi" sbotto

"E allora? Avrei potuto farlo io"

"Che? No"

"Dai non c'è nulla di male" sorride

"Non mi depilerai le gambe" chiudo il discorso

"Okay" mette il broncio. Si siede sulla tazza chiusa del gabinetto, guardandomi

"Potresti evitare di fissarmi?" chiedo

"Quanto siamo irrascibili la mattina" mi deride

"Vorrei vedere dopo un'intera notte senza dormire"

"Non hai dormito?" si avvicina preoccupato

"Con tutta il tuo corpo addosso, e il caldo di fine luglio, no" 

"Scusami" ride "Questo ti rifrescerà" apre l'acqua calda dal rubinetto, facendo trasformare la mia in acqua fredda

"Zayn! Chiudi quell'affare" scoppia a ridere, e chiude il rubinetto "Fuori di qui!" urlo

"Così impari a lasciarmi solo nel letto, e a non farmi fare la doccia con te"

"Fuori!" urlo


Pov. Zayn
Esco ridendo dal bagno. È incredibile quanto possa essere timida, quando non è eccitata.
Quando l'adrenalina le scorre dentro, ogni muro viene abbattutto, e si mostra sicura di sè, mentre normalmente è una delle ragazze più timide che abbia mai conosciuto.
Scoppio a ridere. Mi vesto, mettendomi dei bermuda e una canotta bianca, ed esco in giardino per fare allenamento.
Faccio una ventina di flessioni, e una ventina di addominali, poi comincio a correre lungo il perimetro del giardino
"Che stai facendo?" Giorgia è affacciata alla finestra della sua camera piuttosto divertita

"Mi alleno" dico soddisfatto

"Ti alleni?" chiede confusa

"Certo" annuisco "Vieni" la invito. Entra in casa, e ne riesce poco dopo

"Vuoi allenarti con me?" le porgo la mano

"Ho appena fatto al doccia, ma non importa" ride "Facciamo gli addominali?"

"Va bene. Sdraiati" le dico. Si sdraia sull'erba quasi secca del giardino "Le gambe vanno messe così, ecco. Le mani dietro la testa e alzati di venti gradi" 

"Così?" prova a farne due

"Esatto" sorrido, e conto ogni esercizio. Butta fuori l'aria pesamente, quasi ansimante. Mi posiziono sulle sue gambe, per bloccarle.
Starle dietro diventa difficile: mi concentro sugli ansimi che esco dalla sua bocca, mentre la osservo serrare gli occhi per lo sforzo.
Con questi leggins, e questa canottiera rosa è davvero eccitante.
Continuo a concentrarmi sui suoi ansimi, incapace di sentire altri suoni.
"Basta" si butta all'indietro, col fiatone

"No continua" la supplico. Alza lo sguardo confusa

"Cosa?" chiede

"È così eccitante vederti fare ginnastica" arrosisce, e si nasconde il viso con le mani

"Zayn, ti prego! Sono assolutamente innocente questa volta" ride

"Lo so, ma tu sei sempre così eccitante" mi metto sopra di lei, baciandola

"Scommetto che lo sei anche tu, quando fai ginnastica" mi fa l'occhiolino, e prende il mio labbro inferiore tra i denti

"Ragazzi" Giulia richiama la nostra attenzione. La voce di Giulia fa sobbalzare Giorgia, che si alza di scatto, battendo la testa contro la mia

"Ahia" urliamo entrambi.

"State bene?" Giulia si avvicina preoccupata

"Sì sì" si affretta a rispondere Gio

"Ehm, io e Filippo dovremmo parlarvi" si pizzica nervosamente le dita

"Okay" Gio si gira confusa verso di me, ma poi si alza e segue la cugina all'interno della casa.
Non so se dovrei preoccuparmi o meno, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è il culo di Giorgia, che in questo momento mi sta sculettando davanti in maniera provocante.
Vorrei davvero prenderla sul quel cazzo di divano, ma dovrò tenere i miei desideri per la prossima volta.

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici ***


Pov. Giorgia
"Hai visto la faccia di Giulia? Che dovranno dirci?" chiedo preoccupata a Zayn

"Sinceramente non lo so, sono distratto dal tuo meraviglioso culo che mi sculetta davanti" mi sussurra

"Zayn!" gli tiro uno schiaffo sul braccio

"Okay, scusa" alza le mani "comunque non ne ho idea" 

"Eccoci" Giulia e Filippo entrano in salotto, sorridendo

"Che succede?" chiedo preoccupata

"Volevo solo dirvi, che ci piacerebbe andare in vacanza tutti insieme" sorride Filippo

"Davvero?" sorrido

"O mio dio" sospira Zayn

"Non ti piace l'idea?" gli chiedo

"Non amo molto queste cose da 'famiglia felice' " agita le mani davanti a sé. Scuoto la testa

"Sarebbe bellissimo" sorrido

"Vorremo andare a Miami, è a parecchie ore da qui, ma è davvero una città splendida e il mare poi" Giulia ha l'aria sognante

"Miami? È fantastico!" scatto in piedi "Ci sto!"

"E tu Zayn?" ci voltiamo tutti a guardarlo

"Se Giorgia va, non posso fare altrimenti" sospira

"Grazie" lo abbraccio. Alza gli occhi al cielo "Quando partiamo?" chiedo

"La prossima settimana, intorno a martedì o mercoledì" mi sorride

"Perfetto. Non vedo l'ora!"

"Anche noi" aggiunge Filippo cingendo da dietro Giulia.
Io e Zayn lasciamo la stanza, per tornare in giardino: l'idea di una vacanza con Zayn mi rende molto felice. È un modo per migliorare il nostro rapporto, e sarebbe anche la nostra prima vacanza insieme. Dopo pochi mesi che stiamo insieme, ma piccoli dettagli.
"Stavamo dicendo?" Zayn si avvicina malizioso a me, affondando la testa nel mio collo

"No Zayn. Perché non ti piacciono queste cose?" chiedo

"Cosa?"

"Le vacanze intendo"

"Non lo so, non mi piacciono e basta. Fossimo stati solo noi due, sarebbe stato meglio"

"Sicuramente, ma è anche un modo per conoscere meglio Giulia e Filippo"

"Con tutto il rispetto, ma di loro non è che m'importi tanto" scoppio a ridere

"Lo immaginavo" 
Ci sediamo per terra. Appoggio la testa sulle gambe di Zayn, mentre mi passa la sua grossa mano nei capelli. Guardo cielo, mentre il suo tocco delicato mi rilassa.
Non riesco a frenare le fantasie sull'imminente vacanza: io e Zayn sdraiati sulle spiagge di Miami a prendere il sole, o giocare in acqua. Giocare è una parola grossa, ma sono sicura che ci divertiremo lo stesso.
Non riesco comunque a capire il motivo per cui non gli piacciano questo tipo di cose
"C'entra la tua famiglia?" chiedo ancora

"No"

"Non mi hai mai parlato della tua famiglia"

"Non c'è molto da dire" alza le spalle. Lo guardo, supplicandolo con gli occhi "Okay" sospira

"Non vedo la mia famiglia da parecchio tempo. Dopo che è successo tutto quel casino con Giusy, i miei hanno cominciato a guardarmi con aria diversa. Come se fossi il peggiore dei mostri" gira lo sguardo

"Non sopportavo che mi guardassero in quel modo. Il loro sguardo era un misto tra paura, delusione, disgusto. Era orribile. Me ne andai appenna arrivammo qui. Cominciai a correre per mantenermi, e intanto stavo da amici" 

"Non li hai più visiti d'allora?" chiedo sbalordita

"Più o meno" 

"Oh" non riesco ad aggiungere nient'altro. 
Fisso come la mascella di Zayn sia serrata, mentre cerca di trattenere tutto ciò che ha dentro.
So che raccontare tutto questo, gli fa più male di quanto dia a vedere, e ciò mi distrugge.
Vorrei poterlo aiutare ma non so come fare.


Pov. Zayn
"Puoi sfogarti con me" mi dice, tracciando il profilo della mia mascella con l'indice "So che ti stai trattenendo"

"Non ne ho bisogno, come non ho bisogno di loro" le sorrido, non credendo nemmeno io pienamente alle mie parole

"Tutti abbiamo bisogno dei nostri genitori"

"Non io. Stai tranquilla, mi basti tu" le do un bacio, per chiudere il discorso.
Rimane in silenzio, appoggiata alle mie gambe. Fissa il cielo, e posso vedere migliaia di pensieri muoversi nella sua mente attraverso i suoi occhi.
Non voglio che la mia vita influenzi la sua, o ciò che succede a me possa influenzarla.
"Non pensare a me, ti prego. Odio vederti così in conflitto su cosa fare" sospiro

"Io.."

"L'unica cosa che devi fare è amarmi, ti prego" la supplico, cercando le sua labbra

"Volentieri" sorride.
Si siede a cavalcioni sopra di me, avvolgendo le sue braccia intorno al mio collo. Le nostre labbra si uniscono, le nostre lingue si cercano.
Ogni singolo bacio è un emozione unica, ogni bacio mi fa chiudere la bocca dello stomaco, mi fa sentire.. vivo.
Lei è esattamente ciò di cui io avevo bisogno per tornare in carreggiata.

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodici ***


Pov. Zayn
È tutta la mattina che Giorgia messaggia. Non so esattamente con chi, ma sicuramente qualcuno che la fa sorridere parecchio.
Ha un cazzo di sorriso sul volto, da almeno due ore
"Con chi parli?" chiedo cercando di mantenere la calma

"Jacob" sorride

" 'Jacob' " le faccio il verso, ricevendo un'occhiataccia "Potrei sapere di cosa state parlando che ti fa tanto sorridere?"

"Nulla, mi sta raccontando delle cose" ride

"Tipo?" 

"Nulla che ti riguardi, o che riguardi me" alza gli occhi al cielo

"Tutto ciò che riguarda te, riguarda anche me"

"Ti ho appena detto che non riguarda me, puoi stare tranquillo" mi sorride "Sto per uscire con lui" distoglie lo sguardo dal mio

"Davvero?" ringhio

"Sì". Sa benissimo che la bomba sta per esplodere

"È necessario vero?" annuisce leggermente "Certo" sbotto

"Ti prego, è un sacco che non lo vedo" mi supplica

"Certo, vai. Vai pure da lui" ringhio lasciando la stanza

"Ehi, aspetta" mi tira per un polso "Ti amo" cerca di avvicianarsi per baciarmi, ma mi allontano "Ti prego" mi supplica cercando un contatto con me

"Va' da lui" sbotto

"Voglio solo una persona" mi guarda "Sei tu, lo sai. Ma ho bisogno di vedere i miei amici. Sono importanti anche loro"

"Lo so" sospiro

"Ti amo" mi bacia. Mi perdo nel nostro bacio, incapace di reagire.
Non posso cominciare a controllare la sua vita.
L'allontanerei da me.
È un'adolescente, ha bisogno di vedere i suoi amici, maschi o femmine che siano. Ha bisogno di loro quanto di me, ma condividerla con qualcuno è la cosa più difficile.
Soprattutto se questo qualcuno, ha un pene.
Non voglio che si ripeti ciò che è successo con Giusy. 
Se dovessi arrabbiarmi, potrei farle del male, so benissimo di poterlo fare.
E non sarà l'amore a fermarmi dal farlo.



Pov. Giorgia
Non mi aspettavo una reazione diversa da parte di Zayn: sapevo benissimo che si sarebbe arrabbiato per il fatto di Jacob, ma non posso rinunciare ai miei amici per lui. Proprio non posso.
Lo saluto, prima di uscire. Mi sono tenuta per me il dettaglio che sarei andata a casa sua, perché senno mi avrebbe legata ad una sedia in modo che non andassi da nessuna parte.
Cammino velocemente per raggiungere la casa del mio migliore amico: ho così tante cose da dirgli, che ho paura di diventare logorroica e parlare per un intero pomeriggio, ma è un rischio che Jacob ha deciso di correre.
"Ehi" mi abbraccia, appena mi vede arrivare

"Ciao" sprofondo nel suo abbraccio

"Vieni entra" mi mette una mano sulla parte bassa della schiena, spingendomi leggermente dentro

"Buongiorno, come state?" saluto i genitori di Jacob, che sono seduti in cucina

"Ciao cara" la madre mi saluta "Tutto bene grazie, e tu?" mi passa le mani sul viso

"Bene grazie" il padre rimane in silenzio, fissandomi

"Siamo in salotto" li avvisa il figlio

"D'accordo" sorride la madre
------------

"Allora non fari più sentire eh" mi rimprovera scherzosamente Jacob

"Scusami hai ragione" rido "È che sono successe così tante cose" 

"Tipo?" mi chiede curioso

"È tornato" non riesco a trattenere un sorriso

"Cosa? Chi? Lui?" sgrana gli occhi

"Sì.."

"E come? Cioè quando?"

"L'ho trovato in cucina che parlava con mia cugina quando sono tornata dal pomeriggio in biblioteca"

"Bella sorpresa" ride

"Già" rido anche io 

"E ora?" chiede

"Stiamo insieme" un sorriso a trentadue denti compare sul mio viso

"Oh Gio, sono così felice per te" mi abbraccia "Te lo meriti, dopo averti visto in quelle condizioni"

"Sono felice anche io" non posso contenere l'emozione nella mia voce "E poi, abbiamo fatto l'amore" sussurro

"Non ci credo" urla

"Sì, è stato bellissimo. Dio, non c'è cosa più bella" in un attimo, tutto mi torna alla mente: le sue mani, i suoi baci. Le guance diventano rosse, mentre sento la mia temperatura aumentare notevolemente

"Sono felicissimo per te Gio. Non c'è cosa più bella del vederti sorridere" mi abbraccia ancora

"Grazie Jacob, parte delle mia felicità dipende anche da te" sorrido

"Ma smettila" mi spinge leggermente

"È vero!" lo colpisco con uno schiaffetto "E tu invece?" chiedo

"Beh, mi sto sentendo con una ragazza" sorride, mordendosi il labbro

"Cosa? Davvero? Racconta tutto!" 
 
-------------

"Questa pasta è deliziosa! Davvero" mi lecco le labbra

"Grazie cara" ride "Se vuoi ce n'è ancora"

"Uhm, volentieri!" le porgo il piatto

"Ecco a te" 

"Grazie" sorrido

"Sei italiana per caso?" il padre di Jacob mi osserva

"Ho origini italiane. Mia madre è italiana" sorrido

"E tuo padre?" chiede

"Non lo conosco. Non l'ho mai conosciuto in realtà, e non m'interessa conoscerlo"

"Perché?" 

"Ehm perché, beh, in sedici anni non si è mai interessato a me, quindi perché io dovrei interessarmi a lui?"

"Magari lui non sapeva di avere una figlia" 

"Papà basta. Ma che diavolo ti prende?" chiede Jacob, fulminando il padre con lo sguardo

"Hai ragione, scusami" abbassa lo sguardo, tornando a guardare il piatto

"Non, non importa" mi infilo l'ultima forchettata in bocca

---------------

"Grazie del pomeriggio Jake" lo abbraccio

"Figurati" mi stringe forte

"Fammi sapere come finisce con questa ragazza" gli sorrido

"Ma certo! E tu dimmi come ti tratta questo Zayn" scherza

"Certamente" gli poso un bacio sulla guancia prima di dirigermi verso casa.
Il comportamento del padre di Jacob è strano e mi mette piuttosto a disagio, ma non avevo mai preso in considerazione l'ipotesi che mia madre non avesse mai detto a mio padre che avesse una figlia.
Perché non avrebbe dovuto dirglielo? Mia madre non lo farebbe mai.
Non arriverebbe a nascondere una figlia.
Forse.
Dovrei parlarne con lei.. Non abbiamo mai parlato di mio padre, non ho mai avuto il coraggio di sapere altro, oltre a quello che già mi aveva detto mia madre
'Non era l'uomo adatto a crescere una figlia'.
Avevo tredici anni, quando mi disse quelle parole per la prima volta.
Ho sempre preso queste parole come la conferma del fatto che mio padre non avesse mai voluto conoscermi.. E se invece lui non sapesse nemmeno che io esista?
Non ho mai voluto approfondire, ma forse è il caso che io cominci a indagare su questo uomo senza volto.

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredici ***


Pov. Zayn
"Ehi, sei silenziosa, che succede?" le passo una mano sulla schiena

"No, nulla" sorride. Siamo sdraiati sul mio letto, la sua testa sul mio petto.

"So che c'è qualcosa che non va. Che ti ha fatto quel Giacomo?" 

"Si chiama Jacob" ride "e poi lui non c'entra. Stavo solo pensando" si alza per guardarmi

"A cosa?" mi appoggio sui gomiti, per avvicinarmi

"A mio padre"

"A tuo padre?" chiedo confuso "Credevo che non t'importasse di lui"

"Il padre di Jacob mi ha messo un dubbio: e se mia madre non avesse detto a mio padre di avere una figlia? E se avessi passato sedici anni ad odiare un uomo che non sa nemmeno che io esista?"

"Oh, beh, può essere una possibilità" alzo le spalle "ma perché il padre di Jacob ti avrebbe detto questo?"

"Non lo so.. L'unica cosa che so è che ci sto pensando da ieri" sospira

"L'avevo detto che non mi piaceva quel ragazzo" scuoto la testa

"Lui non c'entra nulla" mi tira uno schiaffo sul braccio ridendo

"Dici?" la sfido

"Certo" sorride

"Non mi sfidare" la minaccio buttandola sul letto, facendola finire sotto di me. Urla spaventata prima di scoppiare a ridere

"Zayn! Dai" ride

"Io ho sempre ragione" aggiungo prima di attaccarla sul collo, mordendo e baciando l'area sensibile. Le risate si trasformano presto in respiri pesanti. Le sue mani stringono la mia maglia, mentre si incarca sotto il tocco della mia bocca

"Ti voglio" sussurra

"Anche io" rispondo prima di sfilarle la maglietta. Le nostre labbra si incontrano lasciandosi solo per il tempo necessario a svestirci.
Rimaniamo velocemente in intimo, mentre le si siede a cavalcioni sopra di me. Sfrega disperatamente il suo bacino sul mio e l'effetto è immediato: il sangue scorre più velocemente, facendomi indurire sotto il suo tocco.
L'unica cosa che mi separa da lei è la stoffa sottile del nostro intimo.
Le blocco i fianchi con le mani, e continuo a baciarla sul collo e sul petto
"Non correre" sorrido

"Ti prego" mi supplica, cercando di muoversi

"No no" rido
La butto sul letto, appoggiandomi delicatamente sopra di lei. Le bacio l'ombelico, per poi lasciare una scia di baci che salgono, per finire subito sotto al suo reggiseno.
"Toglilo" le ordino. Si alza leggermente dal letto, e porta le sua mani dietro la schiena per slacciare la parte sopra dell'intimo
"Bene" sorrido, appena il mio sguardo si posa sul suo petto nudo. Continuo la mia scia di baci, passando nel solco tra i seni, finendo sulla sua bocca.
La sua lingua entra nella mia bocca, cercando avidamente la mia. Stringe tra le piccole mani le mie spalle, aumentando la presa quando la mia bocca finisce sul suo capezzolo destro.
Lecco e succhio la punta dura, sentendo Giorgia gemere sotto di me
"Zayn smettila" ringhia

"Di fare?" ghigno

"Questo" butta fuori l'aria

"Preferisci così?" la mia bocca continua il suo lavoro, mentre una mano raggiunge il capezzolo sinistro

"Oddio" ansima
La sento scalciare un pochino, cercando di allontanarmi
"Me la pagherai" ride

"Non vedo l'ora" riporto la bocca sulla sua, prima di sfilarle gli slip.
Si sporge verso il comodino prendendo un preservativo
"Sono così dure queste bustine" impreca cercando di aprirla

"Dammi" rido, e con un colpo secco la apro, tirando fuori la protezione "Sai metterlo?" le chiedo

"Più o meno" mi guarda incerta

"Vieni" le prendo le mani "Prendi la punta tra le dita, e tiralo in giù" dei brividi mi percorrono non appena tocca la mia lunghezza

"Così?" alzo lo sguardo su di me

"Sì" ansimo
Sorride appena nota la mia reazione e la fermo prima che possa stringere la mia durezza tra le mani
"Non ci provare" sorrido, sdraiandomi sopra di lei.

"Mi vendicherò" sorride, posandomi un bacio casto sulle labbra

"Ora è il mio turno" affondo la testa nel suo collo, prima di entrare in lei.
La sensazion di pienezza che provo quando sono dentro di lei è inspiegabile: una sensazione che mi rilassa e mi devasta contemporaneamente. Non potrò mia averne abbastanza.
Mi muovo, cercando di andare più affondo possibile, per sentire ogni centrimetro di lei.
Aggancia la gambe intorno alla mia vita, in un disperato tentativo di avvicinarsi di più.
La passione che ci mette è una delle cose che preferisco: riesce a trasmettermi con gesto, cosa prova per me, in questo momento più che mai.
Le mordo leggermente la spalla, mentre lei stringe tra le dita i miei capelli. Appena alzo la testa, piccole goccioline imperlano la sua fornte, facendola brillare sotto la luce fioca che proviene dalla tende.
Tira il suo labbro inferiore tra di denti, spingendo la testa all'indietro, e non c'è visione più bella. 
La temperatura nella stanza aumenta notevolmente, mentre le coperte scivolano via dai nostri corpi.
"Ti amo" aggiunge

"Ti amo" rispondo, prima di spingere ancora.
Continuo a entrare in lei, ma sto pr raggiungere l'apice. Giorgia è la forza che mi porta in alto, l'unica che riesce a farmi volare facendomi toccare il cielo.
Spingo ancora due volte prima di gridare il suo nome, accasciandomi su di lei.
Poco dopo, rilascia l'ultimo ansiamo prima di buttare le braccia sul letto, esausta.
"Ogni volta è una scalata" ride ancora col fiatone

"Sei una bella montagna da scalare allora" le faccio l'occhiolino

"Smettila" si copre il viso con le mani, nascondendosi

"No, non coprirti" ordino "Amo guardarti"


Pov. Giorgia
Il nostro respiro sta tornando regolare, mentre entrambi fissiamo il soffito. O meglio, io fisso il soffito, lui fissa me.
Non posso omettere il fatto che mi metta a disagio, in senso buono ovviamente:  amo il modo in cui i suoi occhi scivolano sul mio corpo.
Non so spiegarmelo, ma mi fa sentire bella e.. sexy.
"Sai.. mi fai sentire sexy" confesso a bassa voce

"Oh, fidati, lo sei. Lo sei eccome. Quando hai fatto quello spogliarello l'ultima volta stavo letteralmente impazzendo. Oppure quando ti sei messa quuel vestito nero. Dio, eri così sexy" si prende il labbro fra i denti

"Grazie" posso sentire ogni parte del mio viso diventar rossa "Anche tu sei terribilmente sexy così" faccio scivolare l'indice sul suo petto

"Grazie" sorride soddisfatto prima di lasciare un bacio sulle mie labbra

"Volevo andare da mia madre oggi"

"A fare?" chiede

"Boh parlare" gli scompiglio i capelli. Il gonfio ciuffo che aveva, ora non c'è più. I capelli sono attaccati alla fronte, mentre le piccole goccioline di sudore si stanno asciugando. Devo dire che i capelli post-coito gli stanno davvero bene

"Di cosa?" alza un sopracciglio

"Beh.."

"Non so se sia una buona idea andare da tua madre per parlare di tuo padre, ma se vuoi farlo, non posso impedirtelo" appoggia le mani dietro la testa "Sai che molto probabilmente non ne ricaverai nulla? Che se quello che ha detto il padre del tuo amico è vero, lei di certo non ti dirà la verità?"

"Beh ma se io le dico quello che mi ha detto lui, magari.."

"Non lo so Gio. Vuoi farlo davvero?"

"Sì" annuisco decisa

"Allora vestiti, che ti accompagno" mi sorride

"Ehm, forse è meglio di no" tutto ciò che mi disse mia madre su Zayn quando lo rinchiusero in carcere mi ritornano in mente, provocandomi dei brividi solo al pensiero di un loro possibile incontro

"Perché?" 

"Mia madre, beh, non ti ha preso molto in simpatia dopo quello che è successo con Harry" mi pizzico le dita

"E ha ragione" sospira

"No" ringhio "Non ho intenzione di tirare fuori questo discorso"

"Okay, okay. Lascia lameno che ti accompagni. Aspetterò in macchina"

"D'accordo" alzo le spalle
Mi alzo dal letto per vestirmi. L'ansia mi chiude lo stomaco, provocandomi dei conati di vomito. Mi siedo un attimo sul letto, per prendere fiato
"Tutto okay?" Zayn mi poggia una mano sulla spalla, la preoccupazione traspare dalla sua voce

"Sono solo agitata" sorrido, infilandomi i leggings.
Dopo esserci sistemati entrambi per sembrare un po' meno fase 'post-coito' saliamo in macchina e ci dirgiamo verso quella casa da cui sono stata lontana per troppo tempo e che racchiude troppe verità che ancora non so.
Davvero, non so a cosa questo potrebbe portare. Forse nulla, o forse a scoprire la verità. O una parte almeno.
Ne ho tutto diritto, perché ormai sono abbastanza da grande da porter capire le cose, e la frase 'Non era in grado di fare il padre', ora non mi basta più.

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Capitolo 14
*** Capitolo Quattordici ***


Pov. Zayn
La musica rieccheggia nell'auto troppo silenziosa. Lei non canta. Guarda fuori dal finestrino, immersa nei suoi pensieri.
Non ho idea di cosa stia pensando, e vorrei davvero poterle leggere la mente, giusto per fare un po' di chiarezza nella nebbia che sta diventando.
Si è chiusa in sé stessa, come fa sempre quando pensa, isolandomi completamente. Si pizzica i polpastrelli con le lunghe unghie smaltate, mentre una gamba si agita nervosamente.
"Ehi" le poggio una mano sulla gamba in movimento, rivolgendole un sorriso. Lei rimane in silenzio ma mi rivolge un sorriso "Andrà tutto bene, rilassati" metto in moto appena il semaforo torna verde
La sua gamba rallenta i movimenti, facendomi capire che le mie parole l'hanno aiutata a rilassarsi. 
E questo mi rassicura
"Gira di qua, fai prima" mi consiglia, romprendo il silenzio in cui era caduta da dieci minuti

"Okay" 
Svolto in una via stretta costeggiata da alberi, che sfocia in un bellissimo centro residenziale. Decine di villette a schiera costeggiano la strada, ognuna con il proprio giardino, tutte dalle mura dai colori tenui.
Per un attimo mi immagino qui, dentro ad una di queste case, insieme a lei.
La nostra casa, con il nostro giardino, e magari un cane che ci gioca dentro. Sarebbe tutto perfetto.
"Eccola" aggiunge indicando una casa dalle pareti color salmone. Nel giardino recintato una vecchia altalena arruginita dondola leggermente spinta dal vento caldo di agosto.
Mi immagino una piccola Giorgia dondolarsi, i lunghi capelli mossi che svolazzano nell'aria solleticandole il viso. Un sorriso si forma sul mio volto: avrei davvero voluto vederla, scommetto che era adorabile.
"Aspettami qui" mi posa un bacio sulla guancia prima di lasciare la macchina.
Si avvia con passo incerto, lungo il vialetto contornato di fiori colorati e prima di bussare mi rivolge un ultimo sguardo.


Pov. Giorgia
Il mio stomaco è completamente chiuso. Posso sentirlo arrotolarsi su sé stesso per l'ansia. 
Ci sono così tante cose che voglio, e devo sapere, e così tanti ricordi che stanno affiorando fissando quella casa dalle pareti color salmone.
Mi ricordo di quanto odiavo quel colore, della nausea che provavo ogni volta che le fissavo durante il mio 'periodo nero', il periodo dell'eroina. 
Quella sensazione di perfezione che diffondeva non faceva altro che aumentare l'odio che provavo.
Non so esattamente per quale motivo il mio cuore stia sbattendo in un modo incontrallato contro la mia gabbia toracica. Forse per l'argomento che devo affrontare con mia madre, oppure per la marea di ricordi che sta per colpirmi.
L'altalena che regalarono a Marco, il più grande dei miei fratelli, è ancora lì. Un po' più arruginita, ma sempre bellissima. 
Mi ricordo i pomeriggi passati su quell'altalena, mentre i miei fratelli giocavano a calcio per la strada, o durante le feste di quartiere: guardavo la gente camminare per gli stand, o la banda suonare mentre gruppi di majorette si esibivano a tempo di musica.
Ci passai molto tempo anche prima di entrare nel 'periodo nero' perché mi aiutava a pensare.
Ecco cosa vorrei fare adesso: andare a sedermi lì, e dondolarmi. Dondolarmi finché non trovo il coraggio di andare davanti a quella dannata porta e bussare. Ma ormai sono qui, quindi.
Mi giro ancora una volta, per guardare Zayn. Mi sorride, mimando un 'ti amo' con le labbra.
Annuisco e prima che possa bussare la porta si apre: mi scontro, con un grosso uomo, dall'aria familiare.
Appena incontro i suoi occhi, lo riconosco: il padre di Jacob è in piedi davanti a me, con gli occhi sgranati
"Che ci fa lei qui?" chiedo cercando di trovare una connessione logica

"Io beh, potrei farti la stessa domanda"

"Sono a casa mia. Questa è casa di mia madre"

"Oh davvero? Io e lei siamo amici di vecchia data, diciamo" sta mentendo

"Certo" aggiungo entrando in casa. L'odore di lavanda mi invade le narici, ed è come se fossi riportata a sei anni fa, quando ero solo una bambina che faceva merenda con pane e nutella e si dondolava allegramente sull'altalena in giardino.
Una bambina felice, non tormentata dal fatto di non avere un padre.
Nulla è cambiato, se non qualche foto in più appesa ai muri.
La cucina è sempre uguale: il tavolo con le sei sedie è sempre lì in mezzo alla stanza a poca distanza dalla penisola della cucina. Il grosso vaso di biscotti è posto al centro del piano da cucina. 
Mi ricordo che mia madre mi disse che lo mettava lì così noi 'gnometti da giardino' non ci saremmo mai arrivati. Quando eravamo bambini, eravamo troppo bassi per arrivarci.
Quando Marco crebbe, divenne molto alto in pocchissimo tempo, e cominciò a passarci i biscotti. Mio zio lo chiamava il pusher.
"Giorgia" la voce sopresa di mia madre mi strappa dai ricordi

"Ciao mamma" sorrido leggermente

"Che ci fai qui? Non, non ti aspettavo" si guarda nervosamente in giro

"Se ti preoccupi del tuo amichetto, l'ho già visto. Non dovresti provarci con lui. È sposato, ed è il padre del mio migliore amico" ringhio

"Che cosa? Io non ho una storia con lui" alza le mani per difendersi

"E allora cosa ci faceva qui?"

"Siamo, beh, amici" mente anche lei

"Ad ogni modo, non è per questo che sono venuta. Devo farti alcune domande"

"Su cosa tesoro? Vuoi qualcosa?"

"No grazie" riufiuto "Su mio padre" il mestolo che tiene in mano le cade, provocando un forte rumore che rimbomba nella cucina dai muri bianchi

"Tutto quello che dovevi sapere su quell'uomo, l'hai saputo"

"Lui sa di avere una figlia?"

"Cosa? Certo, certo che lo sa" balbetta

"Mamma" ringhio

"Forse. Comunque non gli avrei lasciato la custodia"

"Tu hai nascosto ad un uomo di avre una figlia? Mi hai nascosta per sedici anni?" urlo

"Ti ho solo protteta"

"Ma cosa sai dicendo? Tenendomi lontana da mio padre? Sai pefettamente che lui è stato uno dei motivi che mi ha portato a fare uso di eroina, e non ti sei nemmeno degnata di spiegarmi come diavolo stessero le cose!" è tutto così irreale

"Lui non avrebbe potuto aiutarti"

"Magari sapere che a lui importava di me mi avrebbe aiutato. Per sedici anni ho odiato un uomo che nemmeno sapeva che io esistessi. Ho odiato un uomo che non ha colpe, lodandoti come madre perfetta, quando avrei dovuto odiare te per avermi tenuta lontano da lui per così tanto tempo" Eccole lì, le emozioni. Come un'onda anomala mi travolgono e non riesco a trattenere le lacrime

"Amore mio" si avvicina cauta

"No" ringhio lasciando la casa

"Giorgia aspetta!" urla ma non mi fermo.
L'unica cosa che voglio fare è chiudermi in macchina e piangere. Sprofondare la testa nel petto di Zayn, perdermi tra le sue braccia e lasciarmi andare.
Apro la portiera sbattendomela dietro
"Parti" ordino 

"Cosa succede?" si gira allarmato

"Parti!" urlo
Senza aggiungere nient'altro, mette in moto allontanandosi da quella maledetta casa.
Se prima tutto aveva un non so che di bello, di familiare, ora è tutto diverso. È come se tutto si fosse trasformato in una menzogna.
Come se le persone a cui più tengo si fossero trasformate in lame che mi traffiggono il petto. 
Appena trova un piazzale, abbastanza lontano da casa mia, Zayn accosta la macchina, tirandomi su di lui.
Non fa domande, si limita a lasciarmi sfogare contro il suo petto.
Il pianto disperato aiuta a liberarmi di tutta la rabbia e il dolore che avevo dentro, lasciando di me sono un involucro vuoto e esausto.
Non so quando esattamente sia stata sopra di Zayn, perché ritorno alla realtà solo quando comincia a parlare
"Torniamo a casa?" annuisco, spostandomi pesantemente sul mio sedile.
Abbasso il parasole, per specchiarmici. Gli occhi sono rossi e gonfi, mentre il mascara è sbavato sulle guance
Per fortuna la maglia di Zayn è nera, così i segni del trucco non saranno troppo evidenti.
Cerco di togliere il residuo secco dalle guance, ma abbandono l'impresa quando capisco che non ci sia nulla da fare.
Appoggio la testa al finestrino, e aspetto di arrivare a casa per poter affondare la testa nel cuscino.

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Capitolo 15
*** Capitolo Quindici ***


Pov. Giorgia
Quando arriviamo a casa di Zayn, esco di malavoglia dall'auto. Mi trascino verso la porta d'ingresso, senza dire una parola.
Entro velocemenete nell'appartamento, chiudendomi la porta alle spalle.
Vado in bagno, a lavarmi la faccia. La mia mente è completamente vuota, e esausta. Non ho voglia di pensare a nulla, perché è tutto più doloroso ora.
Mia madre mi ha nascosta per sedici anni, facendomi credere che mio padre avesse rinunciato a me, o che non volesse proprio conoscermi.
Mi sono fidata per anni di una donna che mi ha presa solo in giro, nascondendosi dietro la maschera di madre buona e amorevole.
Ora come ora, la rabbia ha sostituito l'affetto che provo verso di lei.
Mi butto sul divano, coprendomi con il braccio gli occhi
"Ehi" Zayn appoggia delicatamente la mano sulla mia pancia "Come stai?"

"Mhh" mugulo

"Lo so che sei arrabbiata con tua madre. Lo sarei anche io, cazzo se lo sarei. Ma devi capire che le scelte dai genitori, sono scelte fatte per tutelarci"

"Zayn.." cerco di aggiungere

"No Giorgia, aspetta. Se tua madre ha fatto quello che ha fatto, è perché evidentemente l'ha ritenuta la cosa migliore da fare, all'epoca ovviamente. Le cose magari sono cambiate nel corso del tempo, ma quando ha scoperto di essere incita, l'ha ritenuta la cosa migliore"

"Ma se le cose fossero cambiate davvero, perché non me ne ha parlato prima?" 

"Non lo so" sospira "Giorgia, cerca di capirla. Io sono assolutamente dalla tua parte, ma devi anche capire le sue motivazioni"

"Certo, e a me chi mi capisce?" urlo. Lascio il salotto per chiudermi in camera da letto.
Lo sento arrivare fino alla porta, ma poi allontanarsi di nuovo e accendersi la tv.
Zayn mi capisce, per questo fa così. Sa che voglio stare sola, per questo non mi ha seguita.
E per questo lo amo, perché riesce a capirmi perfettamente, senza che io parli, senza che io dica nulla.
Mi sdraio a fissare il soffitto, mentre incrocio le mani dietro la testa.


Pov. Zayn
Posso dire che quando l'ho vista entrare in macchina con le lacrime mi è venuto letteralmente un infarto.
Odio da morire vederla piangere, e i dieci minuti di viaggio senza sapere cosa fosse sucesso, anche se era intuibile, sono stati un inferno.
Poi quando ci siamo fermati nel piazzale, sapevo che lasciarla sfogare sarebbe stata la cosa migliore. L'ha già fatto, quindi sapevo un po' come muovermi.
Sentirla tremare e singhiozzare contro di me, è una cosa che odio, ma preferisco che venga a piangere da me piuttosto che dal suo migliore amico. O qualsiasi altra persona.
Sono davvero dell'idea che sua madre le abbia nascosto al verità per protteggerla, d'altronde io sono scappato per fare la stessa cosa, ma quando si è nella sua posizione non lo si può capire.
Le ho parlato, sperando che cambiasse idea, ma la cosa non sarà così immediata.
Sono ormai due ore che è chiusa in camera da letto. Ho deciso di lasciarla da sola, perché sapevo che era quello che voleva. Ma ho resistito abbastanza.
"Gio?" picchietto sulla porta chiusa

"Entra" borbotta

"Ti ho lasciata fin troppo da sola" scherzo

"Lo so. Grazie"

"Me lo fai un sorriso?" non riesce a trattenere un sorriso, anche se cerca di nasconderlo con un broncio "Sei bellissima quando sorridi sai? Anche quando metti il broncio" la punzecchio

"Dai!" si lamenta

"Vieni qui" la abbraccio. Mi stringe forte, inspirando profondamente "Vuoi tornare a casa?"

"Casa mia è dove sei tu" susurra con una guancia schiacciata sul mio petto. Non posso evitare di sorridere, e il mio cuore comincia a battere più forte.
Mi poggia una mano sul cuore, alzando la testa sorridendomi. Le poso un bacio sulle labbra.
"Mangiamo?" la spingo giù dal letto

"Sì!" si lecca le labbra e si dirige velocemente in cucina.
Metto su la pentola per la pasta, mentre lei si muove allegramente per la cucina.

*Ciao ragazze!
Vi rubo pochi secondi solo per avvisarmi che tra stasera e domani andrò via di casa, quindi pubblicare per le prossime due settimane mi risulterà difficile, se non impossibile.
Farò ciò che posso per pubblicare almeno uno o due capitoli, così da non lasciarvi ferme due settimane.
Un bacione enorme, buone vacanze1*

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Capitolo 16
*** Capitolo Sedici ***


Pov. Giorgia
"E se ti portassi alla corsa? Torneresti felice?" tira fuori il suo ultimo jolly, dopo una serie di tentavi falliti

"Può darsi" mi mordo il labbro per non sorridere

"Lo sapevo" si alza in piedi, puntandomi il dito. Scoppio a ridere 

"Tu sei pazzo"

"Forza preparati!" mi da un pacca sul sedere, mentre mi spinge verso il bagno

"Come fai a sapere che oggi ci sarà una corsa?" chiedo mentre mi pettino

"Mi tengo in contatto con John ancora" alza le spalle, mentre mi osserva

"Certo" sbuffo

"Cosa c'è?" chiede perplesso

"Odio quell'uomo"

"Perchè?"

"Come perchè? Vi usa come se foste dei giocattolini. Non gliene frega niente di voi. A lui importa solo fare soldi"

"Pensi che non lo sappiamo?"

"Allora perché le fai?"

"Sei pronta?" mi chiede cambiando discorso

"Sì" mi infilo il giubbotto e prendo il cellullare.
Scendiamo in garage, e ne usciamo poco dopo, in sella alla sua moto. Non so esprimere quanto mi sia mancato stringerlo così forte, mentre sfrecciamo per le strade della città. 
Mi piace sentire l'aria addosso, mentre osservo il cielo ancora chiaro cominciare a scurirsi.
Il tramonto, che colora il cielo di arancione e viola, trasforma tutto come se fossimo in un film.
Zayn corre veloce, ma non troppo, verso la location dove si terrà la gara.
Ma ad un certo punto, Luke mi torna in mente: sarà lì stasera? Lo incontrerò di nuovo? Ma soprattutto, dirà qualcosa a Zayn?
L'ansia mi chiude lo stomaco, provocandomi delle fitte. Cerco di restare calma, regolando il mio respiro.
No, non lo farà. Lui non dirà nulla, mi fido di lui.


Pov. Zayn 
Appena arriviamo, tutto è esattamente come lo ricordavo. Mi sono tenuto un po' fuori dal giro, con tutta la storia di Harry e Gio, ma ora sono tornato e non vedo l'ora di fare il culo a tutti.
Scendiamo entrambi dalla moto: lei si sfila il casco, ma resta distante.
Presumo sia ancora incazzata per il fatto che io corra: davvero non la capisco. Prima vuole venire qui, e poi mi dice che non devo correre. È assurdo.
"Ragazzi! O mio dio! Ce l'avete fatta, eh?" Niall ci deride venendo verso di noi

"Zitto" rido, e intravedo Giorgia ridere

"Dove te ne eri sparito te?" mi tira una spallata giocosa

"Sono tornato, beh, a Melobourne"

"A Melbourne?" Niall e Mirta si avvicinano

"Sì, l'ho ritenuto il posto più lontano in cui andare" abbasso la testa

"Ma com'è andata? Cosa c'era lì? Lei sa tutto?" abbassa la voce sull'ultima parte della frase

"Sì, Giorgia sa tutto" mi volto verso di lei, che mi sorride debolmente "è andata diciamo. Ho rincontrato Jonas, non so se ti ricordi"

"Ah, lo sfigatello?"

"Non chiamarlo così" ringhio

"Scusa scusa" alza le mani per difedersi

"Comunque, sì, lui. Sono stato da lui per tutti il tempo in cui sono stato lì"

"Ehi" Luke è in piedi davanti a noi

"Ehi" Giorgia sorride mentre le sue guance si colorano di rosso

"Ciao Luke" spingo Giorgia dietro di me

"Come state?" 

"Bene grazie tu?" Giorgia torna davanti a me, avvicinandosi pericolosamente al ragazzo

"Tutto bene grazie" le rivolge un sorriso a trenta due denti. Giuro che vorrei spaccargleli uno ad uno, così impara a provarci con le ragzze altrui.
Lei è stata mia fin dalla prima volta che è venuta qui, fin dalla prima volta che mi ha visto correre. E lui lo sapeva.
Sa bene che non le si deve avvicinare, ma continua a farlo. Sta mettendo a dura prova la mia pazienza
"Forse è il caso di andiarsi a preparare" ringhio avvicinandomi a Luke

"Sì Zayn, hai ragione" Niall mi trascina via. Mi porta fino alla linea di partenza, e la mia ragazza scompare dal mio campo visivo

"Cosa cazzo? Che fai? Lasciami" mi dimeno per liberarmi dalla stretta del mio amico "Dove cazzo è?" mi guardo intorno cercando quella dannata testa di cazzo

"Zayn rilassati, sarà andato a prepararsi. Mantieni la calma per favore" scuote la testa

"Ma non vedi come si comporta? Porca puttana, ci sta provando con la mia ragazza!" urlo

"Ma non è assolutamente vero. Smettila" mi spinge verso la moto
Mi infilo il casco, voltandomi a guardare ancora una volta verso di lei: è intenta a parlare con Luke. Ha la testa bassa, mentre annuisce. Sul suo viso, un'espressione di dolore, mentre incrocia le braccia sul petto.
Che diavolo sta succedendo? Raggiungo velocemente la coppia che continua a parlare. Lui non le stacca gli occhi da dosso, e questo mi sta facendo fottutamente incazzare.
"Penso che tu debba andare a prepararti Luke" ringhio spintonandolo leggermente

"Ehi calmo, ora me ne vado" sbuffa

"Zayn ti prego" mi supplica Giorgia

"Zitta, io e te faremo i conti dopo" sbotto. Apre la bocca per replicare ma decide di non dire nulla.
Giuro che lo uccido. Cosa diavolo si stavano dicendo? Per quale valido motivo lei era così?
Lascio velocemente Giorgia con Mirta e mi allontano prima di fare o dire qualcosa di cui potrei pentirmi. Cerco di ritrovare la calma, perché se perdo le staffe, le cose potrebbero mettersi male.
Molto male.

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Capitolo 17
*** Capitolo Diciassette ***


Pov. Giorgia
Zayn non mi rivolge la parola da quando è finita la gara, e anche ora, mentre torniamo a casa, è freddo e distaccato.
Si è incazzato per la storia con Luke. 
Se solo sapesse cos'altro è successo tra di noi.
Abbiamo solamente parlato e chiarito le cose. Luke ora sa che sto Zayn, e che lui non sa nulla riguardo ciò che è successo durante la nostra vacanza.
Glielo dirò, questo è poco ma sicuro, ma il modo in cui mi ha risposto prima di lasciarci, mi ha fatto venire i brividi: era davvero incazzato, e ho paura di come potrebbe finire una nostra possibile discussione.
Sinceramente non so di cosa io abbia paura. Di una sua possibile reazione violenta, o semplicemente di essere, ancora una volta, ferita dalle sue parole.
Quando arriviamo all'interno del suo garage, lo stomaco mi si chiude. Riesco a malapena a respirare, mentre attendo che la sua ira si scateni contro di me
"Vuoi da bere?" mi domanda appena arriviamo in cucina

"Cosa?" chiedo sorpresa

"Vuoi da bere?" scandisce la parole

"No grazie" mi siedo al tavolo. Si porta alle labbra un bicchiere pieno d'acqua per poi sbatterlo sul piano da cucina. Sussulto per lo spavento

"Tu e Luke siete parecchio in sintonia vedo" 

"Stavamo solo parlando"

" 'Stavamo solo parlando ' " mi fa l'eco "e perché avevi quella faccia da cane bastonato? Che diavolo avete fatto voi due?"

"Nulla" mento

"Andiamo chi vuoi prendere in giro? Non sono stupido" mi prede il viso con una mano stringendolo, e costringendomi a guadarlo in faccia

"Zayn per favore" lo supplico

"È la tua ultima possibilità per dirmi la verità Giorgia. Se dovessi venirlo a sapere da solo, e sai benissimo che succederà, sarà mille volte peggio"


"Io" balbetto

"Sì?" stringe ancora il mio viso tra le mani

"Puoi lasciarmi andare?" mugulo. Il panico attraversa per un attimo i suoi occhi, poi fa cadere velocemente la mano. Si allontana, andando dalla parte opposta della stanza, con la penisola della cucina a dividerci.

"Scusa" serra i pugni appoggiati al bancone

"Non, non importa" si muove lentamente per lasciare la stanza "No Zayn, aspetta. Ti devo dire una cosa" il cuore mi sale in gola

"Cioè?" si gira, prendendo nuovamente le distanze 

"Hai presente quanto ti dissi che andai a letto con un ragazzo in vacanza?" annuisce leggermente "Ecco, beh, il ragazzo.. è Luke" non saprei spiegare la sua espressione. Una moltitudine di emozioni si dipinge sul suo viso, ma lo sguardo di disgusto con cui mi sta guardando in questo momento, è sicuramente ciò che più mi ferisce. 
Ad un certo punto, scoppia a ridere. Alzo di scatto la testa per osservarlo
"Luke eh? Ora si capisce tutto"

"Mi dispiace"

"Ti dispiace? Ti dispiace? Con tutti i ragazzi che potevi scoparti, hai deciso di aprire le gambe proprio ad un mio amico?" urla

"Zayn" lo supplico

"No, Zayn un cazzo! Pensavo fossi diversa, cazzo. Diversa. Il tuo sorriso, quel viso da bambina" sorride appena "Pensavo che non fossi come tutte le altre. E ci ho pure creduto! Sei una puttana" sputa. Per quanto vorrei trattenermi, non riesco a controllare la lacrime

"Queste parole dette da te, fanno venti volte più male" singhiozzo

"Non fare la vittima ora"

"Non sto facendo la vittima! Non mi merito di essere tratta così, per una volta che l'ho fatto io. Quante volte ho dovuto sopportare di vederti tornare a casa con una ragazza diversa? Sapere che te la stavi sbattendo nella camera affianco?" urlo

"Non stavamo assieme"

"Nemmeno quando io e Luke siamo andati a letto"
Mi pulisco con i dorsi della mani, le guance bagnate. Se qualsiasi altra persona mi avesse chiamata puttana, non mi sarebbe importato.
Ma detto da una persona che significa tutto per me, fa male. Dannatamente male.
Lascio la cucina, singhiozzando rumorosamente.
Mi chiudo nello studio, in modo che Zayn abbia a disposizionela sua camera.
Mi rannicchio sul divano accanto alla scrivania, con le ginocchia al petto mentre aspetto che quest'ondata di dolore si plachi.



Pov. Zayn
Come ho fatto a non capirlo subito? Come ho fatto a non fare due più due?
Si vedeva lontano un miglio che tra Giorgia e Luke c'era stato qualcosa, ma forse stavo cercando di autoconvincermi del contrario.
Quando si sono incontrati la prima volta dopo il ritorno di Giorgia, si sono scambiati sguardi e segni, che io ho colto solo in parte.
Li ho visti, ma non capiti.
È doloroso, cazzo se è doloroso. Sapere che lui l'ha toccata nei modi in cui la tocco io, mi fa venire voglia di ucciderlo a mani nude.
Le ho dato della puttana. Non volevo farlo, davvero.
Ero così incazzato con lei, per una cosa che alla fine non ha fatto. Lei non mi ha tradito, perché non stavamo insieme quand'è successo.
Quando ha fatto riferimento alle donne che ho portato a casa, il mondo mi è crollato addosso, o meglio, ciò che era rimasto del mio mondo: lei ha dovuto sopportare tutto questo più volte.
E non si è mai incazzata nel modo in cui l'ho fatto io. Non ha mai infangato il mio onore.
Non posso restare qui. Prendo le chiavi della macchina ed esco velocemente lasciando all'interno di quelle mura la litigata con Giorgia.
Cercando di dimenticare il suo sguardo ferito, i suoi occhi immersi nelle lacrime.
Salgo in macchina non so ancora bene dove andare.
Il suo volto sempre lì, ferito e disgustato dalle mie parole.

                                                                                             ----

Quando rientro sono circa le due. La casa è silenziosa.
Comincio a girare, cercando la mia ragazza.
La cucina è vuota, così come il salotto e il bagno. Il letto della mia camera, è ancora fatto.
Il panico si impossessa di me: dov'è andata? La casa è deserta, e di lei non c'è traccia.
I ricordi di Harry che la porta via riafforano, facendomi respirare a fatica.
"Giorgia!" urlo, in preda ad una crisi. Crollo per terra: le mie gambe tremano, il respiro è affannoso, e la testa mi gira a causa della mancanza d'ossigeno

"Zayn, Zayn che succede?" si butta per terra affianco a me, prendendomi il viso tra le mani

"O mio dio" l'abbraccio, cercando di tornare a respirare regolarmente

"Sono, sono qui" balbetta. La voce è leggermente roca, a causa del pianto di qualche ora prima

"Scusami" le prendo il volto tra le mani "I, i ricordi di Harry, di ciò che ti ha fatto" serro gli occhi

"Mi ero semplicemente addormentata nello studio" mi rassicura

"Non volevo svegliarti"

"Non importa. Va' a letto ora" si alza, lasciandomi da solo 

"Tu vieni?" 

"No, io.. Io dormirò in salotto"

"No. Dormirò io in salotto, tu vai in camera" mi alzo leggermente traballante

"Hai bisogno di stare comodo Zayn"

"Il divano è comodo" mi ci butto sopra prima che possa replicare

"Oh, okay. Grazie" lascia la stanza, chiundendosi la porta della camera alle spalle.
È la prima volta che mi capita di aver così paura, dopo aver scoperto che Giorgia era scomparsa, ovviamente.
Non sarei mai dovuto andarmene via, perché non posso permettermi di lasciarla sola, proprio come quella sera.
La paura che me l'avessero portata via di nuovo, che le facessero ancora del male, mi ha mandato completamente in confusione. Tutto intorno a me è diventato sfocato, e il mio respiro irregolare non ha aiutato.
Mi sono buttato per terra, in preda alla paura che si ripetesse tutto da capo.
Il mio amore per lei è qualcosa di completamente nuovo per me, e conviverci è difficile.
Conviveci senza strafare, come è successo in passato.
Più volte ho esagerato, e stasera è stata una di quelle.
Mi ero ripromesso di non fare il cazzone, ma puntalmente il peggio di me riaffiora, rovinando tutto ciò che ho faticosamente creato.

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Capitolo 18
*** Capitolo Diciotto ***


Pov. Giorgia 
Quando mi volto a guardare l'ora, sono circa le nove. Non ho dormito molto stanotte.
Sono stata sempre allerta, per controllare Zayn.
Quando l'ho sentito gridare il mio nome, e un tonfo per terra, mi sono quasi sentita male: sono corsa da lui, e l'ho trovato in preda ad una crisi, mentre respirava a fatica.
Non sapevo che avesse delle crisi, non mi aveva mai accennato a questo fatto. E quando mi sono ritrovata davanti a questa situazione, ero completamente nel panico. Non avevo idea di cosa fare, e la cosa migliore mi è sembrata lasciare che lui mi abbracciasse, mettendo da parte tutta la rabbia che provavo, e tutt'ora provo, nei suoi confronti.
Ciò che mi ha detto, non l'ho dimenticato. Il dolore causato dal suo giudizio è stato solo accantonato.
Non mi muovo dal letto, per evitare di incontrare Zayn. Fisso il soffitto, mentre la luce del sole si infila attraverso i buchi della tapparella.
Scorro il dito lungo il posto vuoto accanto a me, ricordando tutto ciò che è successo in questo letto: dalle litigate, ai giochi. I momenti di passione, alternati ai momenti teneri, quelli in cui stai abbraciata a lui, ma non fai assolutamente niente. Ti fai cullare dal suo respiro e dal suo profumo, mentre con la testa fantasichi su una possibile vita con lui.
Ne abbiamo passate tante, in poco tempo, ed è così strano.
La maniglia si abbassa lentamente, e serro gli ochi, facendo finta di dormire.
Zayn si avvicina con passo lento al grosso letto matrimoniale. Ci si siede sopra, passandomi una mano sul viso.
"Ehi" sussurra "Dormi?" non rispondo

"Sei così bella quando dormi sai? Forse questo non te l'ho mai detto, ma era sottinteso ovviamente. Mi dispiace per la parole di ieri sera. Ero incazzato. Incazzato per il semplice fatto che mi odio come persona, e immaginarti come me, mi ha portato ad odiarti un po'. O meglio, ad incazzarmi con te" sospira

"Non volevo insultarti e soprattutto, non penso che tu sia una puttana. Beh se tu sei una puttana, allora io sono San Frncesco" mi muovo leggermente, cercando di nascondere un sorriso

"Davvero, scusami. Vorrei potessi sentire queste cose, così che tu capisca che sono davvero pentito" si avvicina per darmi un bacio

"Le parole restano anche se ti penti" aggiungo, spostandomi verso il lato del letto

"Hai sentito tutto?" 

"Sì"

"Mi dispiace"

"è una parola che diciamo un po' troppo spesso, non credi?" mi volto

"Hai ragione" abbassa la testa 

"Le tue parole mi hanno ferita molto" mi accovaccio

"Lo so. Io.. lo so"

"Ti dispiacerebbe riportarmi a casa?" so che questo lo distrugge, ma ho bisogno di stare un po' da sola, per pensare.

"Perché?" sgrana gli occhi

"Ho bisogno di stare sola, almeno per un po' "

"Puoi stare sola qui"

"Non penso che tu sappia il significato di 'voglio stare sola'. E diciamo che essere a casa tua non mi aiuta"
Stare sola, a casa del mio ragazzo, mi è completamente impossibile

"Possiamo parlare ancora" si avvicina

"No, non ora" mi alzo barcollando dal letto.
Mi infilo le ciabatte, e prendo i miei vestiti. Entro in bagno, chiudendo la porta a chiave. Discutere con lui, di prima mattina, è estenuante.
Mi rinfresco la faccia, lavandomi con dell'acqua fredda. Mi sciacquo la bocca, sperando che aiuti a far passare l'alito pesante dovuto alla nottata.
Quando esco, sono vestita e pronta per andare.
"Allora vuoi davvero tornare a casa?"

"Sì, almeno fino a stasera" 

"D'accordo" sospira.
Prende le chiavi della macchina, e si sposta per farmi passare. Supero la stretta porta, che conduce alle scale dela garage e inizio a scenderle, infilandomi le mani nelle tasche della felpa.
Mi posiziono davanti all'auto, mentre aspetto che la apra.


Pov. Zayn
Cammino il più lentamente possibile, in modo che abbia tutto il tempo di cambiare idea.
È in attesa, impaziente. Ha la braccia incrociate, e un espressione scocciata sul viso.
Ed ecco che ne combinata un'altra delle mie: sono il tipico individuo autolesionista, quello che si fa del male da solo. 
Avevamo raggiunto una stabilità, che io più volte ho interrotto, ed eccoci al primo punto di rottura. Direi a tempo di record.
"Hai spesso quei.. attacchi?" mi chiede

"Cosa?"

"Attacchi di panico. Quello di ieri sembrava un attacco di panico"

"Io, no. Mai avuti, è stata la prima volta"

"Oh" aggiunge "Puoi aprire?" indica la macchina

"Certo" spingo il bottone sul telecomando, e le luci lampeggiano illuminando il garage
Salgo al lato del guidatore, l'osservo agganciarsi la cintura, per poi cominciare a fissare davanti a lei, senza voltare mai lo sguardo.
Penso che non riesca a guardarmi, perché sa che se dovesse incontrare il mio sguardo, cederebbe.
Perché cederebbe, no?
Metto in moto ed esco dal garage.
Guido lentamente per le strade, che ovviamente sono poco trafficate. Il che non aiuta.
"Non sei un tipo che corre tu?" chiede scocciata

"Non c'è fretta oggi" mi volto a guardarla. Mette il broncio, mordendosi il labbro per evitare di parlare e nella macchina sprofonda nuovamente il silenzio.
Quel silenzio assordante che mi fa pensare e analizzare ogni singolo errore. 
Quel silenzio che urla tutta la rabbia di Giorgia.
Quel silenzio, che silenzio non è.
Arriviamo davanti a casa di Giulia, e scende dalla macchina
"Ti chiamo poi" 

"D'accordo" annuisco. Sbatte la portiera e si avvia verso la casa.
C'è solo una persona a cui posso chiedere aiuto, per quanto mi costi ammetterlo.
Riparto sgommando, dirigendomi verso la casa di quell'idiota del migliore amico della mia ragazza.

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Capitolo 19
*** Capitolo Diciannove ***


 

Pov. Zayn

Busso alla massiccia porta di legno intagliata, della casa azzurra dove vive Jamal.

Busso una seconda, e una terza volta, poi finalmente si decide ad aprire questa cazzo di porta

"Ciao Jamal, ho bisogno del tuo aiuto"

"Mi chiamo Jacob"

"è uguale. Grazie" entro in casa 

"Prego accomodati" sbuffa "che c'è? E perchè sei venuto proprio da me?"

"Ho fatto un casino con Giorgia"

"Ovviamente" ride

"Il tuo sarcasmo non è ben accetto in questo momento" ringhio

"Senti, per quale motivo dovrei aiutarti?"

"So che non ti sto molto a genio, perché sto con Giorgia, ma devi aiutarmi perché sai che lei può essere felice solo con me"

"Allora, mettiamo in chiaro una cosa: tu non mi stai sul cazzo perché stai con Giorgia, perché lei a me, non piace " sottilinea l'ultima parte "mi stai sul cazzo perché dovevi vederla in che condizioni era quando tu sei partito, in che condizioni l'ho trovata"

"Non c'è bisogno che me lo ricordi"

"E per quanto riguarda la seconda parte, beh hai ragione. Giorgia può essere felice solo con te" sorrido "Che hai combinato?"

"Mi ha confessato una cosa, e le ho dato, beh.. della puttana" mi sfrego il retro del collo, in evidente imbarazzo

"Tu cosa? Ma come ti sei permesso?" si avvicina a me, putandomi il dito contro

"Ehi pivello, non ho bisogno che tu mi dica che ho sbagliato, fin qui ci arrivo da solo. Devi aiutare a farmi perdonare da lei"

"Come hai potuto chiamarla così?" ringhia

"E poi a te non piace la ma ragazza" rido sarcastico

"è la mia migliore amica, e tu le hai dato della puttana"

"Mi aiuti o no?"

"La mia idea sarebbe di lasciarti perdere, ma se lei è felice con uno come te, devo aiutarti per forza"  scuote la testa

"Bene, quindi?" 

"Che ne dici di prepararle una sorpresa?"

"Sorpresa?"

"Sì, beh, tipo.. Preparale un cena romantica"

"Una cena?" scoppio a  ridere

"Ma soprattutto canta per lei. Ama quando le canti una canzone, e ne ho sentite alcune, e devo dire che non sono niente male"

"Quindi dovrei cantare per lei?"

"Diciamo che è la cosa più importante" alza le spalle

"Devi aiutarmi. Porta Giorgia fuori da casa, ho un'idea"

"D'accordo" sorride

 

Pov. Giorgia

Andare via da casa di Zayn, è stato difficile, soprattutto sapendo quanto male gli fa sapere che voglio andarmene via da lui. Vive con la costante paura che io possa andarmene, e spesso questa sua paura si avvera.

Ma io non voglio andare via da lui per sempre, solo per un po'. Giusto il tempo di pensare.

L'ha detto. Lui non lo pensa davvero. Era solo arrabbiato.

'Ero incazzato. Incazzato per il semplice fatto che mi odio come persona, e immaginarti come me, mi ha portato ad odiarti un po' '

Sapere che lui si odia, mi fa incazzare. È una delle persone migliori che abbia mai conosciuto, per quale diavolo di motivo si deve odiare?

"Ehi" Jacob mi abbraccia

"Ciao!" lo saluto sorpresa

"Mi ha fatto entrare tua cugina" ride "Vieni ti porto a fare un giro" mi trascina

"No, no Jacob"

"Dai!" 

"Uffa" mi lamento

----

"Non dirmi che non ti sei divertita!" mi spintona leggermente

"Avrei preferito rimanere a casa" metto il broncio

"Ma sei hai riso tutto il tempo!" scoppiamo entrambi a ridere

"Grazie Jake" lo abbraccio

"Niente" ride "Ti voglio bene"

"Anche io" 

Vado in camera mia e mi butto sul letto. Prendo il telefono in mano: dovrei chiamarlo? Gli ho detto che l'avrei chiamato. Almeno per sapere come sta

"Ehi" mi saluta

"Ciao" 

"Come stai?"

"Bene tu?"

"Tutto bene"

"Che fai?"

"Sono nel giardino di casa tua, tu?"

"Sono sul letto che.. Che cosa?" mi alzo

"Affacciati"

Quando guardo fuori dalla finestra, un tavolo illuminato da due candele è posto al centro del giardino. Tanti petali rosa sono sparsi intorno ad esso. Zayn è a pochi metri dal tutto, con indosso uno smoking con un papillon coordinato.

Comincia a cantare a cappella una delle mie canzoni preferite: right now

"Right now, I wish you were here with me

'cause everything's new to me

You know I can't fight the feeling

And every night I'm feeling

Right now

I wish you were here with me " non riesco a trattenere una risata per la scelta delle parole.

Scendo velocemente le scale, ed esco in giardino.

"Sei bellissimo" mi avvicino

"Anche tu" mi sorride

"Potevi dirmelo, mi sarei cambiata. Guardami: sono in leggins e canottiera"

"Ma sei bellissima lo stesso" mi posa cauto le mani intorno alla vita

"Sei pazzo" gli tocco la punta del naso con l'indice

"Se non fosse così banale, risponderei di te" ride "comunque il concetto è quello"

"Ti amo"

"Anche io" mi bacia

"Comunque preferisco le cravatte" lo schernisco

"Ah, pure?" scoppio a ridere

Ci sediamo al tavolo, e cominciamo a mangiare.

Lo guardo mentre mi racconta il suo incontro con Jacob, e si lamenta di quanto sia "antipatico " e "maleducato ". Rido.

Non mi sarei mai aspettata da lui una cosa simile. Non pensavo arrivasse a fare una cosa del genere, per me.

Non posso evitare di sorride. L'ho sempre saputo, in fondo, che è una persona straordinaria.

Il mio prossimo obbiettivo è farglielo capire.

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Capitolo 20
*** Capitolo Venti ***


Pov. Giorgia
"Buongiorno" mi saluta

"Ehi" sorrido leggermente

"Ti tocca alzarti: devi andare a prepararti"

"Prepararmi? Per cosa?" chiedo confusa

"Per la sfilata. Non ricordi?" 
La sfilata? Quella al centro commerciale?

"Quella al centro commerciale? Davvero?" mi alzo

"Sì" mi sorride

"Grazie!" gli salto al collo, abbracciandolo

"Forza, a prepararti! Prima che possa cambiare idea" sospira
Lascio velocemente la stanza, e mi chuido in bagno.
Mi lavo la faccia e mi pettino i capelli.
Mi fa piacere che Zayn alla fine abbia ceduto: capisco che per lui sia un enorme sacrificio, ma questo mi fa capire anche quanto tenga a me.
Scoppio a ridere, e raggungo Zayn
"Pronta?"

"Certo!"

"Tempo record: in solo dieci minuti. Vedi che quando vuoi sei veloce?"

"Muoviti" scoppio a ridere
Saliamo in macchina, e ci dirigiamo verso il centro commerciale. 
Quand'ero piccola, e mi chiedevano cosa volessi fare da grande rispondevo che volevo fare la ballerina. C'è stato un periodo in cui dicevo di voler fare l'astronauta.
Ma quella fase è passata in fretta: sono dovuta crescere molto velocemente, a causa di tutto quello che ho passato. È come se fossi passata da tredici ai diciassette anni di colpo.
Non sono riuscita a godermi la mia adolescenza come avrei dovuto dato che l'ho passata tra terapie, centri di disintossicazione e psicologi.
Ora quando mi chiedono cosa voglio fare da grande, c'è solo un grande punto interrogativo.
Nella mia testa c'è una gran confusione, ma soprattutto una grande paura per quanto riguarda il futuro.
Il non sapere cosa mi aspetta mi terrorizza.   
L'unica cosa di cui sono sicura, è che Zayn farà parte del mio futuro.
Non riesco ad immagianare una scena del mio futuro, dove lui non sia presente.
Chissà se per lui sia lo stesso
"Eccoci arrivati" la sua voce mi risporta alla realtà

"Evvivaa!" mi butto letteralmente giù dalla macchina, e dopo essermi rialzata corro dentro il centro commerciale

"Gio, stai bene?" il braccio forte di Zayn mi tira verso di lui

"Sì sì tranquillo"

"Non farlo più. Cazzo, mi hai fatto prendere un'infarto"

"Scusa" rido "Forza, andiamo" lo trascino
Raggiungo le mie amiche che mi stavano aspettando.
"Gio!" mi saluta Chiara

"Ciao ragazze" ricambio il saluto

"Pronte? Sono così eccitata!" Jessica saltella per l'emozione

"Ma tu non sei fidanzata?" chiede Zayn

"Sì perché?"

"E il tuo ragazzo cosa dice?"

"Oh, nulla. Si è rassegnato al fatto che non mi avrebbe impedito di sfilare. E da un lato è contento che lo faccia: così può fare vedere a tutti con chi sta, e che sono 'sua ' " fa il verso alle parole di Eddy

"Ah" Zayn arretra un po', mettendosi dietro di me

"Perché tu non vuoi che Giorgia sfili?"

"Assolutamente no, ma tanto l'avrebbe fatto comunque, quindi" alza le spalle rassegnato

"Grande Gio, devi imporre la tua volontà. Potere alle donne!" alza un pugno in'aria

"Povero ragazzo" sospira Zayn nel mo orecchio

"Zayn!" gli tiro una gomitata e scoppio a ridere

"Tutte le aspiranti modelle devono raggiungere il backstage" la voce pronfonda di un uomo risuona nell'aria

"Ciao amore, fai il bravo" lo bacio

"Vorrei accompagnarti in realtà"

"Niente uomini. Via via" Jess lo spinge via. Serra la mascella, ma la rilassa subito dopo

"Ciao piccola, a dopo" sospira e si allontana

"Forza andiamo!" urla Chiara trascinandoci via
Arriviamo nel backstage, è il casino regna sovrano. Ci saranno una cinquantina di ragazze, che si alternano tra trucco e capelli. Un grosso uomo pelato coordina il lavoro, mentre tiene in mano una cartellina
"Dovete sfilare?" una signora dalla pelle color caffè latte, ci squadra

"Sì" rispondo

"Bene, andate a prendere i costumi della vostra taglia, e andate a cambiarvi. Veloci, dovete fare anche i capelli e il trucco!" ci spinge verso un attaccapanni dove sono rimasti ormai pochi costumi 

"C'è da diventare matti qua dentro" scoppia a ridere Jess

"Hai ragione" rispondiamo io e Chiara, scoppiando a ridere subito dopo.


Pov. Zayn
"Ciao" saluto gli amici di Giorgia "Piacere Zayn"

"James" bene lui è il drogato. Farò meglio a ricordarmi il suo volto, nel caso dovessi spaccarglielo se dovesse ancora passare della roba a Giorgia

"Eddy" sorride

"Ah, tu sei il ragazzo di Jessica vero?"

"Sì" sorride soddisfatto

"Auguri. La tua ragazza ha un bel caratterino"

"Lo so, è questo la rende ancora più attraente" si morde il labbro.
Ci appogiamo tutti e tre contro una recinzione che divide tutto lo spazio da un piccolo laghetto con una piccola fontanella.
Dopo circa dieci minuti, la sfilata comincia. Iniziano a sfilare ragazze di tutti i tipi, e devo ammettere che sono anche molto belle.
Mi guardo intorno, e noto con orrore che sono presenti tantissimi ragazzi, che giudicano con molta non chalance tutte le aspiranti modelle. Urla e fischi si levano ogni volta che sale una ragazza in passerella.
Se le mangiano con gli occhi.
Un urlo di Eddy mi fa tornare alla realtà: Jessica sta sfilando, con un'enorme sorriso sul volto.
È in costume come ogni altra ragazza. Sfila orgogliosa, come se fosse abituata a farlo e prima di tornare nel backstage, manda un bacio al ragazzo.
La segue a ruota Chiara, e infine Giorgia.
Non saprei spiegare cosa provo guardandola sfilare.
È bellissima, con un bikini bianco, che fa risaltare il colore ambrato della sua pelle.
Sfila sorridente, mentre urli e fischi di apprezzamento si elevano quando fa una giravolta.
Devo dire che quel costume copre il minimo indispensabile. Sarebbe stata più coperta con un tanga addosso
"Bella eh?" mi tira una gomitata Eddy

"Porca puttuna" impreco
Ne è valsa la pena. Sicuramente ne è valsa la pena potarla qui: il sorriso che ha in questo momento è uno dei più belli che le abbia mai visto, e vederla così sensuale, mi manda in estasi.
La osservo, arrivare alla fine della passarella: mi lecco le labbra, e lei mi manda una bacio.
Sorrido, e la continuo a fissarla. Torna indietro, sculettando, e Dio solo sa come ho fatto a trattenermi qui, senza correre per andarle a coprire il culo.
"Wow" sospiro appena scompare

"Ne è valsa la pena, non è vero?" mi chiede Eddy

"Assolutamente" sorrido
Decidiamo di andare a sederci in un bar, in attesa delle ragazze
Stando a quanto mi ha detto Giorgia, devono solo cambiarsi e poi ci raggiungeranno.
Non ci resta che aspettare.
"Il livello del laghetto è salito di venti centimetri con tutta la bava che ha perso Zayn" mi deride Eddy all'arrivo delle ragazze

"Davvero?" ride Giorgia

"Eri fottutamente bella" arrosisce "E appena arriveremo a casa ti scoperò, perché verderti sculettare in costume, mi ha fatto venire in mente certe fantasie.." ci mordiamo entrambi il labbro

"Zayn per favore" sospira

"Noi andiamo" la prendo per mano, trascinandola via

"Di già?" mette il broncio Chiara

"Ehm sì, scusate" si scusa Giorgia

"D'accordo, ci sentiamo. Ciao" ricambia il saluto James

"Ciao ragazzi" Giorgia rivolge un sorriso a tutti e poi si lascia trascinare da me

"Sali" ringhio indicando la macchina.
Annuisce, e velocemente sale dentro allacciandosi la cintura. 
Sfreccio per le strade della città, mentre Giorgia si aggrappa con ai lati del sedile, completamente terrorizzata.
Okay, forse sarei dovuto almeno rimanere sotto i cento chilometri orari, ma avevo i miei buoni motivi, per correre in mezzo al delirio della città.

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Capitolo 21
*** Capitolo Ventuno ***


Pov. Giorgia
Non smetto di pensare alle parole di Zayn da quanto le ha pronunciate. Sto immaginando le sua mani, sopra e dentro di me, aumentando la temperatura all'interno della macchina.
Mi muovo nervosamente sul sedile, in attesa di arrivare a casa.
Quando arriviamo in garage, Zayn apre la portiera ancora prima di fermare la macchina. Ne esce velocemente, e mi spalanca la portiera
"Allora? Scendi?" mi incita
 
"Sì" rispondo
Ma appena metto piede per terra, butto le braccia intorno al collo di Zayn, facendo incontrare le nostre labbra. Aspettavo da troppo tempo questo contatto, e posso intuire che per lui è la stessa cosa dal modo in cui le nostre lingue si cercano. Mi prende in braccio, tenendomi dalle cosce. Le stringe forte, tra le sue grandi mani provocandomi dei brividi.
Mi inarco contro di lui, premendo il mio petto contro di lui. Un profondo ansimo sale dalla sua gola.
Mi sbatte contro il muro, attaccando il mio collo.
"Zayn, portami su" ansimo
 
"Okay"
Mi posiziona contro il suo petto, e mi porta su per le scale. Mi butta sul divano e attacca nuovamente il mio collo
"No no, voglio andare in camera da letto"
 
"Porca puttana" impreca. Mi trascina in camera e non riesco a trattenere una risata "Qui va bene?" sbuffa indicando il letto
 
"Sì" rido e lo bacio. Lo trascino dietro di me, facendoci finire entrambi su letto.
Le sue mani scivolano veloci sul mio ventre arrivando al reggiseno. Lo apre, facendolo scivolare via, dopo avermi tolto la maglietta.
Rimango con addosso solo pantaloni e slip
"Giuro che in questo momento potrei venire sono guardandoti" 
 
"Smettila!" gli tiro uno schiaffetto sulla spalla, coprendomi gli occhi
Succhia e morde la pella già sensibile del mio collo, mentre la mano scivola dentro i miei pantaloni.
Gli sfilo la maglia per avere accesso al suo petto. Quando finalmente posso vedere la pelle nuda, comincio a baciarla, lasciando piccoli succhiotti sul petto.
Armeggio con la cintura, che tutt'a un tratto è diventata difficilissa da aprire
"Lascia stare" sbuffa Zayn staccando le sue mani da me per portarle alle cintura. Mi sento quasi nuda, senza le sue mani su di me, e non appena tornano dov'erano prima, mi sento completa.
"Il preservativo" aggiungo, mordendogli il labbro
 
"Merda" si alza correndo, e prende il portafoglio. Estrae la bustina blu e torna sul letto
 
"Non era meglio prenderlo dal comodino?"
 
"Non ci ho pensato, sono completamente eccitato. Ti sembra che possa pensare cosa sia  meglio ora?" scoppio a ridere
 
"Sei incredibile"
 
"Sì sì lo so, ora continuiamo però" scoppio a ridere di nuovo.
Mi sfila i pantaloni e gli slip, e io faccio lo stesso.
Rimaniamo completamente nudi, uno vicino all'altro. Nonostante la mancaza di vestiti, la temperatura non può essere più alta.
Porta la mano verso il mio centro ma lo fermo
"No, non voglio" 
 
"Perché?" si allarma
 
"Non mi piacciono molto i preliminari" arrosisco
 
"Te li farò piacere" ghigna "Ma non oggi" mi porge la bustina aperta e lo aiuto a infilare il preservativo.
Poi si posiziona sopra di me, e cerca di entrare
"Sarà un po' più difficile, dato che non abbiamo fatto nulla prima. Cercherò di non farti male" mi sussurra poggiando la fronte sulla mia spalla
 
"Non ti preoccupare" annuisco
Sento la punta di silicone, solleticarmi l'inguine e infile trovare accesso al mio corpo. Viene spinta leggermente dentro di me. Zayn mi osserva, molto probabilmente volendo osservare le mie reazioni. Lo guardo e annuisco, poggiando le mani sulla parte bassa della sua schiena per incitarlo a spingere ancora.
Non posso evitare però una sensazione di fastidio quando entra completamente dentro di me, che mi fa urlare leggermente
"Tutto bene?" i suoi grandi occhi marroni sono colmi di preoccupazione
 
"Certo" sorrido leggermente. Stringo i suo fianchi, affondando le unghie. Non so come faccia a non provare dolore: l'ho già graffiato parecchie volte, ma non si è mai lamentato.
Comincia a muoversi lentamente, e aumenta la velocità quando capisce che necessito dei movimenti più veloci.
Ben presto la sua iride color nocciola, viene inglobata dal nero delle sue pupille.
Le sue braccia sono ai lati della mia testa, le mie mani ancora sui suoi fianchi.
Non saprei esprimere cosa provo ogni volta lui entra in me. 
è come se fossi completa. Sotto di lui mi sento al sicuro. Ci siamo solo io e lui.
"Ti amo" appoggia la fronte sulle mia
 
"Anche io" le mani gli prendono il viso e ci lasciamo andare ad un bacio passionale.
Sto per arrivare al culmine, lo sento. Una strana sensazione sta partendo dal mio basso ventre, e sta salendo.
Diffondendosi in tutto il corpo. Le gambe si irrigidiscono, le testa comincia a girare.
Raggiungo l'apice urlando il nome di Zayn. Lui mi segue poco dopo.
Si accascia sopra di me, esausto.
 
 
Pov. Zayn
Non era una semplice scopata, era qualcosa di più. C'eravamo solo io e lei.
E il nostro amore, che ci ha avvolto come una bolla di sapone.
Con Giorgia ho capito cosa significa fare l'amore. Da quel punto di vista, è stata una prima volta per entrambi. 
Almeno spero.
"Zayn, mi stai schiacciando" ride
 
"Oddio, scusami. Stai bene?" mi butto al suo lato, portandole una mano sul viso
 
"Un po' senza fiato, ma sto benissimo" sbadiglia
 
"Dormi" la bacio, prima di accarezzarle i capelli
 
"Solo se tu stai qui con me"
 
"Volentieri" l'avvicino al mio corpo, chiudendola tra le mie braccia.
Appoggia la fronte contro il mio petto. Entrambi siamo sudati, ma ad entrambi non importa.
Pichietta con le dita sui segni lasciati da lei sul mio petto, nel nostro precendente momento di passione prima di addormentarsi.
Il suo respiro diventa regolare, e per me diventa quasi una ninna nanna, e così mi addormento anche io.
 
----
 
"O mio dio" la voce di Giorgia mi strappa via dal dormiveglia
 
"Che succede?" mi alzo leggermente per guardarla
 
"Il mio collo" lo indica: tre o quattro segni viola lo decorano
 
"Ti donano" rido
 
"Zayn!" urla "Se li vedesse Giulia?"
 
"Penso che tu debba seriamente parlare con Giulia, riguardo questa storia della verginità"
 
"Prima dovrei parlarne con te"
 
"Non ho intezione di sapere come Federico ti ha toccata, o cosa ti ha fatto Luke. Sono cose che voglio dimenticare e archiviare"
 
"Io invece voglio sapere delle tue esperienze passate. Cosa ti facevano le altre ragazze, cosa ti piace fare. Posso imparare" si siede alla fine del letto
 
"Davvero non ti da fastidio?" chiedo
 
"Un po'. Ma so comunque che sono cose finite, e 'archiaviate' " mi fa il verso "si può sempre imparare no?"
 
"Quindi davvero vuoi sapere?" inarco il sopracciglio
 
"Sì"
 
"Bene allora. Le ragazze che ero solito frequentare, facevano tutto quello gli chiedevo. Dai preliminari, al rapporto orale, o la semplice penetrazione. Con qualcuna ho avuto anche altri tipi di rapporto. Tipo da dietro" ghigno. Lei rimane impassibile
 
"Comunque. Davvero si lasciavano fare qualsiasi cosa" sorrido
 
"Ti manca poter fare tutto quello che volevi?"
 
"Quella che ho fatto in passato è nulla in confronto a ciò che abbiamo appena fatto, o a ciò che abbiamo fatto in passato. Okay?" le prendo il volto tra le mani. Le annuisce, ma i suoi occhi mi dicono che non è convinta
 
"Sono sempre andato con ragazze grandi, con una certa esperienza. Tu sei ancora una ragazzina, ma di esperienza ne hai. Te lo assicuro" ghigno "Non è indispensabile che tu lo prenda in bocca, o faccia tutto quello che dico, capisci? Ciò che fai, è già abbastanza"
 
"Vorrei darti di più"
 
"E io accetterò questo 'di più' quando sarai pronta" le sorrido
 
"Grazie" abbasso lo sguardo
 
"Prego" le alzo il viso "Non sottovalutarti mai, ti prego. Sei una ragazza piena di risorse"
 
"Anche tu ti sottovaluti un po' troppo"
 
"Io ho i miei motivi" scuote la testa, ma non mi risponde
 
"Comunque sei un ninfomane" aggiunge ridendo
 
"La ninfomania è una patologia sessuale femminile"
 
"Allora sei una maniaco sessuale" 
 
"Beh poteva andarti peggio. Poteva capitarti un nerd"
 
"Ma che cattivo che sei" scoppia a ridere.
Ci sdraiamo nuovamente nel letto, e continuaiamo a parlare, mentre le ore scorrono veloci, tra baci, lotte a colpi di solletico.

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Capitolo 22
*** Capitolo Ventidue ***


Pov. Giorgia
Riempio le valige con i vestiti che preferisco. Domani partiremo per le vacanze, e non vedo l'ora. 
Saremo io e Zayn .
E mia cugina e Filippo, ma pur sempe noi due.
Lui non è ancora entusiasta all'idea di partire con Giulia e Filippo, ma a quanto pare affitteremo due auto diverse una volta lì, così almeno potremmo andare in giro per conto nostro.
Insomma, una coppia di qua, e una di là.
L'unico problema sono i succhiotti sul mio collo, che dopo tre giorni sono ancora presenti. Meno colorati, ma sempre presenti
"Zayn guarda il tuo petto" mi lamento, indicando alcuni punti viola

"Sono carini" mi prende in giro

"Capiranno quando te li ho fatti!"

"E allora? Siamo una coppia, e anche noi scopiamo. Non c'è nulla di male"

"Non lo stai dicendo sul serio"

"Giorgia, rilassati. Ne stai facendo un dramma"

"Sono più preoccupata di quello che potrebbe pensare mia cugina"

"Che ne dici di parlarle?"

"Non mi va Zayn, è qualcosa di troppo intimo. Mi ha vista crescere, passare dall'essere una bambina ad essere una ragazza. Non posso andare da lei e dirle: Sai Giulia, non sono pù vergine! Non è così facile"

"Con me non ti sei fatta problemi"

"Uno, sei stato tu a scoprirlo, in modo orribile tra l'altro. E secondo, non ti conoscevo, quindi il tuo giudizio valeva meno di zero"

"Non che ora valga di più" sbuffa

"Dipende dai casi" alzo le spalle "E poi, ad ogni modo, una volta che scoprirà che non sono pià vergine, non esibirò i miei succhiotti come se fossero un premio"

"Dovresti. Almeno gli altri ragazzi saprebbero che devono starti lontana"

"Zayn" mi lamento. Lui mi fa la lingua prima di tornare a sistemare vestiti in valigia.
Mi consiglia cosa portare, proprio come la prima che partii, nemmeno tanto tempo fa. È passato così poco tempo dalla mia prima vacanza, ma tutto è cambiato così radicalmente: la mia storia con Zayn, i nostri stessi sentimenti.
C'è stato un cambiamento notevole, ma in meglio ovviamente.
"Non sapevo di avere tutti questi vestiti da te" rido

"Cioè tu hai riempito una valigia, solo con i vestiti che avevi qui?" sgrana gli occhi

"Non l'ho riempita tutta. Forse riesco ancora a infilarci un paio di scarpe"

"O mio dio" scuote la testa.
Raggiungo l'armadio per cercare altri miei rimasugli
"Ma cosa?" tiro giù una tela ed una cartellina "O mio dio" sussurro guardando i disegni

"Che c'è? Oh" Zayn si ferma a qualche passo da me, intento ad osservare le mie reazioni

"L'hai, l'hai fatti tu?" sfoglio velocemente una ventina di disegni

"Sì, beh, quando ero a Melbourne. Mi faceva sentire meno la tua mancanza" si strofina il retro del collo con una mano

"Non sapevo che tu sapessi disegnare"

"In realtà non disegnavo più da quattro anni. I miei vecchi amici, mi avevano infilato in testa che fosse da sfigati. Ritornare a Melbourne mi ha fatto riavvicinare al ragazzo che ero prima della coca"

"Sono bellissimi"

"Non stai pensando che io sia un ossessionato, vero?"

"No! Perché dovrei?" chiedo

"Ci sono circa una trentina di disegni di cui una ventina almeno rappresentano te"

"No, li adoro. Davvero Zayn, sono bellissimi. Per non parlare della tela"

"Grazie, ma il merito è tutto del soggetto" gli lancio un'occhiataccia prima d tornare a fissare i disegni.
Sono davvero meravigliosi. Non avrei mai detto che Zayn potesse essere un'artista. Sincermente l'idea non mi aveva mai lontanamente sfiorato. Questo perché Zayn è un ragazzo pieno di risorse. 
Sono dell'idea che non finirò mai di conoscerlo.
"E questo?" chiedo indicando un disegno: rappresenta due ragazzi, uno col braccio sulla spalla dell'altro, che ridono. Uno sembra Zayn, mentre l'altro non l'ho mai visto.

"Che ne dici se ne parliamo durante il viaggio? Abbiamo precchie cose di cui parlare" mi propone

"Uh, d'accordo" annuisco e torno a sistemare la valigia.
Decido di lasciare qulache maglia, recuperandone di più carine a casa mia. Chiudo il trolley e lo appoggio vicino alla porta.
Quest'immagine mi fa tornare in mente quando vidi Zayn per l'ultima, quando ci lasciammo, si può dire.
Il ricordo del dolore che provai mi toglie il respiro per un attimo.
Sono sicura che non potrei sopportare una secondo volta un dolore simile.


Pov. Zayn
Una volta pranzato, accompagno Giorgia a casa. Deve ancora finire di preparare le valige e a quanto pare passerà il pomeriggio con Giulia, tra manicure e cerette.
Che pomeriggio entusiasmante.
Scuoto la testa, e metto in moto l'auto.
Però prima di tornare a casa devo fare un piccola deviazione.
Raggiungo un altro quartiere residenziale, dove abita il migliore amico di Giorgia
"Zayn?" chiede sorpreso "Che hai combinato stavolta?"

"Ciao Jam.. Jacob. No in realtà sono qui, per.. beh, ringraziarti" ringhio

"Eh?" chiede

"Per ringraziarti" tossico

"Non ho capito" sorride. Oh sì che hai capito, brutto pezzo di merda

"Hai capito perfettamente"

"Suona meglio quando lo dici te" ghigna

"Non farmi rimpiagere di essere venuto"

"Okay okay" ride "perché mi vuoi ringraziare?"

"Bhe per tutto quello che hai fatto per Giorgia. L'hai fatta stare bene, quando io l'avevo distrutta, mi hai aiutato a chiarire con lei, nonostante io non lo meritassi"

"Io l'ho fatto solo esclusivamente per lei, tu non c'entri nulla"

"Lo so, e ti ringrazio per questo. Per averla fatta stare bene quando sarei dovuto essere io a farlo"

"Prego, per me è stato un piacere"

"Sono felice che lei possa contare sempre su di te. Sei una brava persona in fondo. E sei bravo a nascondere i tuoi sentimenti"

"Ancora convinto che mi piaccia la tua ragazza?" ride

"Lo resterò per sempre" alzo le spalle

"Beh, se avessi saputo che mi avresti detto cose del genere, ti avrei registrato cazzo" ride ancora

"Sarà per la prossima volta"

"Sicuramente" ghigna

"Beh allora ciao, e grazie ancora"

"Ciao Zayn, figurati" mi sorride e si chiude la porta alle spalle.
Torno in macchina, e tiro un sospiro di sollievo. Sono sicuro che Giorgia sarebbe orgogliosa di me, se mi avesse visto. Ma sono altrettanto sicuro che il suo migliore amico le farà sapere presto che sono venuto.
Metto in moto la macchina e sgommo via.
Sinceramente, sono davvero felice che Giorgia abbiamo avuto una persona con Jacob affianco, perché non so come sarebbe finita se lui non ci fosse stato.
L'ultima cosa che volevo era rovinarla, ma alla fine, ho fatto solo quello.
Lui l'ha salvata dalla fossa in cui io l'avevo buttata, e gli sono davvero grato.
Ha fatto ciò che avrei dovuto fare io. Ora non capiterà più. D'ora in poi sarò io a prendermi cura di lei, e l'unico compito di Jacob sarà quello di intrattenerla durate alcuni pomeriggi.
Anche se so che Giorgia vorrà uscire spesso con lui, perché è il suo migliore amico, ma magari riuscirò a farle cambiare idea, no?
Salgo a casa, e finisco di sistemare le ultime valige.
Siamo ad agosto, e fa davvero caldo. Mi tolgo la maglietta, e rimango solo il bermuda.
Osservo allo specchio i punti viola sul mio petto: ce n'è uno sotto il pettorale sinistro, uno sopra lo sterno, uno sul pettolare destro e un ultimo sulla spalla destra.
Mi ricordo come la sua bocca succhiava e mordava le mie pelle, mentre con le mani mi provocava piacere.
Non potrò mai eliminare dalla mente i momenti di passione tra me e lei, perché indubbiamente sono i migliori che abbia mai passato.
Ma soprattutto, non potrò mai dimentiarmi di lei. Comunque andranno le cose, lei sarà sempre presente nel mio cuore.
Ha un posto riservato, proprio al centro. Un posto bello grosso.
Vorrei poterglielo spiegare, per farle capire l'importanza che ha nella mia vita, ma penso che un ti amo possa racchiudere al meglio le migliaia di parole che vorrei dirle. 

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Capitolo 23
*** Capitolo Ventitré ***


Pov. Giorgia
Dire che le mie gambe stiano soffrendo è riduttivo. Quella dannata estetista non ha avuto un minimo di pietà per le mie povere gambe, strappando la cera con un forza che ho visto solo a dei body-builder.
Davvero, non sto scherzando.
E diciamo che lo sfregamento con il tessuto dei leggins non aiuta.
"Io l'ho sempre detto che la lametta è meglio" mi lamento

"Almeno la ceretta dura di più" dice Giulia

"Sì ma la prossima volta me la fai tu, altro che estetista. Quella poteva far concorrenza ad un body builder"

"Non esagerare. A me non ha fatto così male" ride

"Tu sei abituata" sbuffo

"Ti va di prendere qualcosa al bar?"

"Certo, così mi siedo un attimo"

"D'accordo" aggiunge ridendo
Ci sediamo in un bar del centro commerciale: è molto carino e moderno. Sulle pareti spiccano colori sgargianti come il rosso e l'azzurro. Nonostante l'abbinamento sia insolito, sono coordinati molto bene. Rendono l'ambiente più giovane e fresco.
Fotografie di Marilyn Monroe, sono appese ai muri, coniugando insieme passato e presente.
Le sedie bianche sono morbide, un vero sollievo per me.
"Cosa prendi?" mi chiede

"Uhm, un succo all'albicocca"

"Okay aspetta qui" mi sorride. Annuisco. Torna poco dopo con un cornetto e un bicchiere "Ecco"

"Grazie" sorrido "Che ne diresti di.. parlare?" chiedo

"Parlare?"

"Sì beh, di tante cose"

"Okay.. Cominci tu?"

"Sì, ecco. C'è una cosa che dovresti sapere.."

"E cioè?"

"Io, beh, non, non sono più... mhmh" le faccio uno strano cennpo con la testa 

"Mhmh?" chiede

"Giulia, capiscimi per favore" mi lamento

"Vegine intendi?" arrossisco abbassando lo sguardo "Cosa? Davvero? Racconta!" la sua voce sale di qualche ottava

"Sì, beh.."

"Zayn? è stato Zayn?"

"No, no no" scuoto la testa. Così le racconto tutto, liberandomi finalmente da quel peso che portavo dentro da troppo tempo. Sentendomi meno in colpa, e meno 'sporca'.
"Quindi è stato Federico?"

"Sì, circa due mesi dopo che stavamo insieme"

"Ti è piaciuto?"

"Giulia ti prego" mi lamento "non farmi domande" mi copro la faccia

"Dai! Parliamone" ride

"No, te l'ho detto giusto perché mi sembrava giusto che lo sapessi"

"Te l'ha detto Zayn, vero?"

"Sì" sospiro

"Mi fa piacere che te me l'abbia detto comunque" sorride "E con Zayn?" la sua espressione diventa maliziosa

"Giulia!"

"Okay l'avete già fatto" si alza ridendo

"Sapevo che non avrei dovuto dirtelo" mi lamento
Mi trascina via ridendo, e lasciamo il bar. 
Il resto della giornata è passato velocemente, ma mi sono divertita molto. Era parecchio che io e Giulia non passavamo una giornata del genere: solo io e lei. E il gossip ovviamente.
Se c'è una cosa in cui Giulia è brava, è sicuramente il gossip.
Una giornata da ragazze, tra me e lei, mi mancava. Da quando Zayn è arrivato nelle nostre vite, non ne abbiamo più avuto l'occasione, e dopo il modo in cui l'ho trattata nel periodo che ha seguito la partenza di Zayn, è stato un solievo passare del tempo con lei, come una volta.
Torniamo a casa, verso le sei e troviamo in nostri 'uomini' seduti sul divano a giocare alla play. Li si poteva sentire ulrlare dal giardino
"Guardali, uno peggio dell'altro" Giulia li indica

"Davvero" scuoto la testa

"Ciao Gio" Zayn si gira per baciarmi, ma lo tiro per un orecchio

"Ma vieni via che hai vent'anni" rido

"Ahi" mugula

"Ciao" gli sorrido, e lo bacio

"Ciao anche a te" sbuffa ma poi sorride "Torniamo a casa?" annuisco.
Mi prende per mano e lasciamo la casa di mia cugina


Pov. Zayn
Siamo entrambi silenziosi. Nessuno dei due parla. Giorgia sembra piuttosto pensierosa.
"Cosa succede?" le chedo, voltandomi non appena ci fermiamo ad un semaforo

"No nulla, ho parlato con Giulia"

"Di..?" lascio intendere cosa voglio dire

"Sì"

"E..?"

"E nulla, lei era felice di saperlo. Le ha fatto piacere che gliene parlassi, anche se ha capito che sei stato tu a consigliarmi di farlo" ride "E mi ha chiesto di noi"

"E tu?"

"Non le ho detto nulla, ma ha capito" alza le spalle

"Però non sembri così felice"

"Oh sì sì, lo sono. Ma stavo riflettendo su una cosa che mi ha detto Giulia, precchio tempo fa"

"Cioè?"

"Lei perse le verginità con Liam, il che fece arrabbiare da morire Filippo. Loro due si stavano già frequentando, e lei è comunque andata a letto con Liam. Filippo ci rimase molto male. E come se ora si stesse ripetendo la cosa, ma ora sono io la 'protaginista' "

"Federico e me" aggiungo

"Esatto"

"Non nego che mi sarebbe piaciuto essere la tua prima volta. Essere il primo ragazzo che ti toccava, che ti vedeva nuda" mi mordo il labbro "ma il fatto che tu abbia già delle esperienze non mi dispiace. Sei così eccitante quando ti mostri sicura, soprattutto durante il sesso" ghigno

"Ah" si lamenta sprofondando nel sedile. 
Il discorso ci tiene impegnati per l'intero viaggio. Abbiamo due idee differenti su questo argomento. In realtà io stesso ho due diverse idee.
Il fatto che qualcun'altro l'abbia toccata, baciata, vista nel suo stato più vulnerabile mi fa impazzire; ma il fatto che sia così aperta per quanto riguarda i fatti, beh mi fa impazzire anche quello.
Il modo in cui mi provoca, improvvisa degli spogliarelli che finiscono sempre con lei che inciampa su qualche vestito, o il semplice fatto che a volte vuole avere il controllo della situazione, è qualcosa che una con meno esperienza non riuscirebbe a fare.
Quindi, da un lato, ben venga.
"Davvero, da un lato sono felice che le cose siano andate così. Non ti fissare troppo su questa cosa. Ti amo anche se non sei più una verginella" le faccio la linguaccia 

"Ah, ah. Simpatico" sbuffa, prima di essere bloccata da un mio bacio

"Ti amo" ripeto

"Anche io" mi bacia "Allora finito di preparare le valigie?"

"Mi aiuti a controllare?"

"Sì" mi sorride "forza andiamo!"
Passiamo poi il resto della serata abbracciati sul divano, a guardare un film. 
Giorgia, da un punto di vista, è un po' la prima volta in tutto. La storia che ho avuto con Giusy, per un periodo, poteva sembrare un storia come tante. 
Ma poi le cose sono precipitate velocemente. Con la convinvenza, sono uscito completamente di testa, e l'amore che provavo verso di lei, si è trasformato in ossessione.
Ossessione vera e propria. 
Le litigate sono diventate più frequenti, fino ad arrivare, beh.. si sa.
Giorgia è il mio nuovo inizio. Giorgia è la prima ragazza che sta, seriamente, con il nuovo Zayn.
Niente droga, sesso occasionario e violenza. Almeno per ora, almeno non più.
Che sia geloso, è sottinteso. Sono sempre stata una persona gelosissima, ma ho imparato a controllarla, con tutte le cazzo di ore passate in terapia.
Penso di aver passato più tempo in terapia che con la mia famiglia.
Ma è bello sapere che  non siamo il tipico stereotipo di coppia.
è pur sempre una favola, ma un po' più originale.

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Capitolo 24
*** Capitolo Ventiquattro ***


Pov. Giorgia
Dire che le mie gambe stiano soffrendo è riduttivo. Quella dannata estetista non ha avuto un minimo di pietà per le mie povere gambe, strappando la cera con una forza che ho visto solo a dei body-builder.
Davvero, non sto scherzando.
E diciamo che lo sfregamento con il tessuto dei leggings non aiuta.
"Io l'ho sempre detto che la lametta è meglio" mi lamento
 
"Almeno la ceretta dura di più" dice Giulia
 
"Sì ma la prossima volta me la fai tu, altro che estetista. Quella poteva far concorrenza ad un body builder"
 
"Non esagerare. A me non ha fatto così male" ride
 
"Tu sei abituata" sbuffo
 
"Ti va di prendere qualcosa al bar?"
 
"Certo, così mi siedo un attimo"
 
"D'accordo" aggiunge ridendo
Ci sediamo in un bar del centro commerciale: è molto carino e moderno. Sulle pareti spiccano colori sgargianti come il rosso e l'azzurro. Nonostante l'abbinamento sia insolito, sono coordinati molto bene. Rendono l'ambiente più giovane e fresco.
Fotografie di Marilyn Monroe, sono appese ai muri, coniugando insieme passato e presente.
Le sedie bianche sono morbide, un vero sollievo per me.
"Cosa prendi?" mi chiede
 
"Uhm, un succo all'albicocca"
 
"Okay aspetta qui" mi sorride. Annuisco. Torna poco dopo con un cornetto e un bicchiere "Ecco"
 
"Grazie" sorrido "Che ne diresti di.. parlare?" chiedo
 
"Parlare?"
 
"Sì beh, di tante cose"
 
"Okay.. Cominci tu?"
 
"Sì, ecco. C'è una cosa che dovresti sapere.."
 
"E cioè?"
 
"Io, beh, non, non sono più... mhmh" le faccio uno strano cenno con la testa
 
"Mhmh?" chiede
 
"Giulia, capiscimi per favore" mi lamento
 
"Vergine intendi?" arrossisco abbassando lo sguardo "Cosa? Davvero? Racconta!" la sua voce sale di qualche ottava
 
"Sì, beh.."
 
"Zayn? è stato Zayn?"
 
"No, no no" scuoto la testa. Così le racconto tutto, liberandomi finalmente da quel peso che portavo dentro da troppo tempo. Sentendomi meno in colpa, e meno 'sporca'.
"Quindi è stato Federico?"
 
"Sì, circa due mesi dopo che stavamo insieme"
 
"Ti è piaciuto?"
 
"Giulia ti prego" mi lamento "non farmi domande" mi copro la faccia
 
"Dai! Parliamone" ride
 
"No, te l'ho detto giusto perché mi sembrava giusto che lo sapessi"
 
"Te l'ha detto Zayn, vero?"
 
"Sì" sospiro
 
"Mi fa piacere che te me l'abbia detto comunque" sorride "E con Zayn?" la sua espressione diventa maliziosa
 
"Giulia!"
 
"Okay l'avete già fatto" si alza ridendo
 
"Sapevo che non avrei dovuto dirtelo" mi lamento
Mi trascina via ridendo, e lasciamo il bar.
Il resto della giornata è passato velocemente, ma mi sono divertita molto. Era parecchio che io e Giulia non passavamo una giornata del genere: solo io e lei. E il gossip ovviamente.
Se c'è una cosa in cui Giulia è brava, è sicuramente il gossip.
Una giornata da ragazze, tra me e lei, mi mancava. Da quando Zayn è arrivato nelle nostre vite, non ne abbiamo più avuto l'occasione, e dopo il modo in cui l'ho trattata nel periodo che ha seguito la partenza di Zayn, è stato un sollievo passare del tempo con lei, come una volta.
Torniamo a casa, verso le sei e troviamo in nostri 'uomini' seduti sul divano a giocare alla play. Li si poteva sentire urlare dal giardino
"Guardali, uno peggio dell'altro" Giulia li indica
 
"Davvero" scuoto la testa
 
"Ciao Gio" Zayn si gira per baciarmi, ma lo tiro per un orecchio
 
"Ma vieni via che hai vent'anni" rido
 
"Ahi" mugola
 
"Ciao" gli sorrido, e lo bacio
 
"Ciao anche a te" sbuffa ma poi sorride "Torniamo a casa?" annuisco.
Mi prende per mano e lasciamo la casa di mia cugina
 
 
Pov. Zayn
Siamo entrambi silenziosi. Nessuno dei due parla. Giorgia sembra piuttosto pensierosa.
"Cosa succede?" le chiedo, voltandomi non appena ci fermiamo ad un semaforo
 
"No nulla, ho parlato con Giulia"
 
"Di..?" lascio intendere cosa voglio dire
 
"Sì"
 
"E..?"
 
"E nulla, lei era felice di saperlo. Le ha fatto piacere che gliene parlassi, anche se ha capito che sei stato tu a consigliarmi di farlo" ride "E mi ha chiesto di noi"
 
"E tu?"
 
"Non le ho detto nulla, ma ha capito" alza le spalle
 
"Però non sembri così felice"
 
"Oh sì sì, lo sono. Ma stavo riflettendo su una cosa che mi ha detto Giulia, precchio tempo fa"
 
"Cioè?"
 
"Lei perse le verginità con Liam, il che fece arrabbiare da morire Filippo. Loro due si stavano già frequentando, e lei è comunque andata a letto con Liam. Filippo ci rimase molto male. E come se ora si stesse ripetendo la cosa, ma ora sono io la 'protagonista' "
 
"Federico e me" aggiungo
 
"Esatto"
 
"Non nego che mi sarebbe piaciuto essere la tua prima volta. Essere il primo ragazzo che ti toccava, che ti vedeva nuda" mi mordo il labbro "ma il fatto che tu abbia già delle esperienze non mi dispiace. Sei così eccitante quando ti mostri sicura, soprattutto durante il sesso" ghigno
 
"Ah" si lamenta sprofondando nel sedile.
Il discorso ci tiene impegnati per l'intero viaggio. Abbiamo due idee differenti su questo argomento. In realtà io stesso ho due diverse idee.
Il fatto che qualcun'altro l'abbia toccata, baciata, vista nel suo stato più vulnerabile mi fa impazzire; ma il fatto che sia così aperta per quanto riguarda i fatti, beh mi fa impazzire anche quello.
Il modo in cui mi provoca, improvvisa degli spogliarelli che finiscono sempre con lei che inciampa su qualche vestito, o il semplice fatto che a volte vuole avere il controllo della situazione, è qualcosa che una con meno esperienza non riuscirebbe a fare.
Quindi, da un lato, ben venga.
"Davvero, da un lato sono felice che le cose siano andate così. Non ti fissare troppo su questa cosa. Ti amo anche se non sei più una verginella" le faccio la linguaccia
 
"Ah, ah. Simpatico" sbuffa, prima di essere bloccata da un mio bacio
 
"Ti amo" ripeto
 
"Anche io" mi bacia "Allora finito di preparare le valigie?"
 
"Mi aiuti a controllare?"
 
"Sì" mi sorride "forza andiamo!"
Passiamo poi il resto della serata abbracciati sul divano, a guardare un film.
Giorgia, da un punto di vista, è un po' la prima volta in tutto. La storia che ho avuto con Giusy, per un periodo, poteva sembrare un storia come tante.
Ma poi le cose sono precipitate velocemente. Con la convivenza, sono uscito completamente di testa, e l'amore che provavo verso di lei, si è trasformato in ossessione.
Ossessione vera e propria.
Le litigate sono diventate più frequenti, fino ad arrivare, beh.. si sa.
Giorgia è il mio nuovo inizio. Giorgia è la prima ragazza che sta, seriamente, con il nuovo Zayn.
Niente droga, sesso occasionario e violenza. Almeno per ora, almeno non più.
Che sia geloso, è sottinteso. Sono sempre stata una persona gelosissima, ma ho imparato a controllarla, con tutte le cazzo di ore passate in terapia.
Penso di aver passato più tempo in terapia che con la mia famiglia.
Ma è bello sapere che  non siamo il tipico stereotipo di coppia.
è pur sempre una favola, ma un po' più originale.

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Capitolo 25
*** Capitolo Venticinque ***


Pov. Zayn
Le sue valige sono pesantissime. Davvero.
Il nostro limite è di quindici chili a valigia, e le sue li riempiono tutti abbondantemente.
Molto probabilmente li superano anche.
Per questo motivo io e Filippo abbiamo deciso di partire mezz'ora prima per arrivare all'aeroporto, in modo che le valige di Giorgia e Giulia, non ci creino problemi.
E meno male che l'abbiamo fatto.
Dopo quasi quaranta minuti al check-in, a causa di alcune discussioni alzate dalle due ragazze contro quei poveri malcapitati degli addetti, siamo riusciti a salire sull'aereo e a sederci ai nostri posti.
Giorgia si siede dalla parte del finestrino, io affianco lei. Giulia e Filippo si siedono affianco a noi, a dividerci solo uno stretto corridoio.
Giorgia sembra stranamente irrequieta. Si agita nervosamente sul sedile, guardando fuori.
"Tutto bene?" chiedo
 
"Che? Sì sì"
 
"Hai paura?" rido
 
"Io? Ma va" la sua voce sale di qualche ottava, chiaro segno che sta mentendo
 
"Non devi avere paura. Questo aereo non cadrà e non si schianterà al suolo. Non finiremo in mare, senza salvagente, lontani dalla civiltà"
 
"Zayn!" urla, facendo voltare verso di noi tutti i passeggeri "Scusate" aggiunge diventando rossa
 
"Sarà un viaggio divertentissimo" aggiungo, posizionandomi sul sedile
 
"Smettila" ringhia.
Appena l'aereo comincia a muoversi sulla pista, cerca nervosamente la mia mano e poi la stringe forte, per cercare conforto
"Parlami" ordina
 
"Di cosa vuoi parlare?" chiedo
 
"Il disegno. Quello che ho trovato a casa tua" rimane immobile, rannicchiata vicino a me
 
"Il disegno? Ah sì. Quel disegno rappresenta me e il mio migliore amico"
 
"Non sapevo ne avessi uno"
 
"Abita a Melbourne. Era il mio migliore amico prima che diventassi un drogato. Poi si è allontanato a causa della brutta gente che stavo frequentando. Quando sono tornato a Melbourne, dopo aver lasciato Greenville, mi ha accolto in casa sua. È stato bellissimo. Lui è stato la prima persona a cui ho pensato appena ho messo piede in Australia"
 
"Sa di Giusy?"
 
"Sì, ma nonostante tutto mi ha perdonato. Appena mi ha visto, e ha capito che fossi tornato non perché avevo fatto di nuovo quelle cose orribili, mi ha abbracciato. Non saprei descriverti le emozioni che mi ha tramesso quell’abbraccio. È stato.. confortante. Era un bruttissimo periodo per me, e quel gesto mi ha.. colto di sorpresa. Sono stato bene da lui, e ho recuperato un amico a cui volevo tantissimo bene"
 
"Mi fa piacere" si alza dalla sua posizione, non appena l'aereo raggiunge quota. Mi avvicina le mani al viso "Mi fa piacere che lui ti abbia aiutato in quel periodo difficile"
 
"E a me fa piacere che quel tuo amico.. Jamal? Ti abbia aiutata"
 
"So che sai come si chiama: so cos'hai fatto" sorride soddisfatta
 
"E cos'avrei fatto?"
 
"Gli hai chiesto aiuto quando abbiamo litigato, e l'hai perfino ringraziato. Me l'ha raccontato"
 
"Dovevo farlo" alzo le spalle
 
"Grazie, so quanto ti è costato farlo" mi bacia, poggiandomi una mano sulla sua guancia. Sorrido, e mi appoggio allo schienale.
Faccio scorrere il pollice sul dorso della sua mano morbida, cercando di tranquillizzarla.
Continuiamo a parlare interrottamente per quasi un'ora, finché lei non si addormenta.
 
 
Pov. Giorgia
Vengo svegliata dalla dolce voce di Zayn che mi chiama
"Ehi Gio, svegliati, Miami ci aspetta" ridacchia
 
"Mh, siamo già arrivati?" borbotto
 
"Sì, l'incubo è finito" mi deride
 
"Smettila" sbotto. Mi aiuta ad alzarmi e mi sostiene dalla vita. Scendiamo dall'aereo e ritiriamo i bagagli dopo un'attesa più breve del previsto viste le dimensioni imponenti dell'aeroporto di Miami
Il viavai di gente è incredibile: famiglie, coppie, studenti, gruppi di amici si spostano rumorosamente per l'enorme edificio raggiungendo i propri terminal.
Le ruote dei carelli si aggiungono al forte brusio creando una forte confusione.
Seguiamo mia cugina e Filippo tra le persone, fin fuori.
Saliamo in un grosso taxi a sette posti, la cui maggior parte viene occupata da bagagli - miei e di Giulia, ovviamente - dato che nel bagagliaio non ci sono stati tutti.
Ci muoviamo tra le corsie dall'autostrada, raggiungendo Miami.
Appena vi entriamo, lo spettacolo è bellissimo: salta subito agli occhi la quantità di gente chi si aggira per le strade.
Ragazze, ragazzi spesso in costume, si muovono per le strade, entrando e uscendo dai negozi.
La quantità di negozi è altrettanto spettacolare: Greenville non è una citta piccola, ma in confronto a questa, beh, sembra un paesino.
Viaggiamo costeggiando il mare blu e cristallino.
Uno specchio perfetto di questo cielo limpido.
Le spiagge sono affollate da ragazzi che giocano a calcio, beach-volley, e racchettoni.
L'aria di mare mi riempie i polmoni, dandomi un leggero fastidio al naso.
Arriviamo al nostro hotel: un bellissimo edificio di almeno dieci piani, che si affaccia sulla spiaggia.
Filippo e Zayn si occupano di scaricare le valige mentre io e Giulia entriamo per sistemare le ultime cose alla reception.
"Ecco a lei la chiave" una receptionist troppo abbronzanta ci porge una chiave, mostrando un falso sorriso che mette in evidenza i dei denti bianchissimi, molto probabilmente resi così bianchi dal colore ambrato della sua pelle.
 
"Grazie" Giulia le rivolge un altrettanto falso sorriso e poi si mette e coordinare il lavoro dei due ragazzi.
Zayn e Filippo si muovono a fatica, trasportando le nostre grosse valige.
"Dammi Zayn" mi allungo per prendere un borsone dalle sue mani
 
"Lascia stare. Sali con tua cugina e cominciate ad aprire la camera. Noi arriviamo" mi fa un cenno con la testa
 
"Ma.."
 
"Vai Gio" mi spinge via
Sbuffo, ma poi faccio ciò che mi dice. Chiamo l'ascensore e insieme a Giulia saliamo.
Arriviamo al quinto piano e raggiungiamo la nostra camera in fondo al corridoio.
Appena entro rimango senza fiato: poco dopo la porta d’ingresso, un divano è accostato al muro diviso dal muro adiacente da una porta. Una televisione al plasma è attaccata al muro davanti ai divani.
Superata la porta accanto ai divani si arriva in una piccola anticamera che separa le due camere dal letto ed il bagno.
Quest’ultimo è una stanzetta piccola, ma ben sistemata. La doccia angolare, è abbastanza grande da poterci entrare in due.
Le due grandi camere da letto matrimoniali sono una accanto all'altra collegate esternamente dal balcone.
La vista è bellissima: sul mare blu, si riflettono i raggi caldi del sole. Gli schiamazzi delle persone e dei bambini risuonano nell'aria.
"È bellissimo" aggiungo voltandomi verso Giulia
 
"Vero? Appena abbiamo visto quest'hotel su internet, io e Filippo ce ne siamo innamorati. Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Mentre Zayn.."
 
"Non ti aspettare nulla da lui. Non ammetterà mai che gli piace il posto, almeno non davanti a te" rido
 
"Che simpatico il tuo ragazzo"
 
"È un tipo particolare"
 
"Lo sappiamo" aggiunge ridendo
 
"Giulia? Posso dormire..”
 
"Potrai dormire con Zayn" mi sorride "Ma per favore, noi saremo nella stanza accanto, abbiamo un balcone in comune. Contenetevi"
 
"Giulia!" urlo, coprendomi la faccia. Scoppia a ridere e rientra in camera, attirata dagli sbuffi e i lamenti di Filippo e Zayn.

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Capitolo 26
*** Capitolo Ventisei ***


Pov. Zayn
"Giorgia! Vieni a sistemarti la roba" urlo buttando per terra le sue enormi valige
 
"Grazie" mi bacia "Ti avevo offerto il mio aiuto"
 
"Non ho detto nulla infatti. Ma la prossima volta, evita di portarti l'intero guardaroba" sbuffo
 
"Vedrò cosa posso fare" mi fa la linguaccia e comincia ad aprire i suoi bauli.
Per l'intero viaggio ho temuto che scoppiassero, talmente fossero stracolme.
Ma da un lato la capisco. Le ragazze devono portarsi dietro borse, scarpe, trucchi e tutte quelle cazzate lì.
Quindi è ovvio che abbiano sempre delle valigie di dimensioni anormali.
Diciamo che io mi sono portato sette-otto magliette, con tre o quattro paia di jeans. Per due settimane vanno benissimo. E comunque posso sempre comprarmi qualcosa qui.
"Vado a farmi una doccia, così appena torno posso sistemare la mia roba" la informo
 
"D'accordo. Fai con calma: qui le cose sono lunghe" ride
 
"Lo so" aggiungo ridendo
Prendo un costume e una canotta dalla valigia, e mi chiudo in bagno.
È un stanzetta non molto grande, ma grande abbastanza da contenere una doccia per due persone. Così io e Giorgia potremmo fare la doccia insieme, se lei lo volesse.
Comunque farò in modo che lei voglia farlo. A parole sono bravo, ma lei ad autocontrollo è altrettanto brava.
"Okay Zayn, fatti questa dannata doccia" mi dico
L'acqua non troppo calda mi scivola addosso, rinfrescandomi.
Mi limito a darmi una sciacquata, giusto per rinfrescarmi in attesa di andare in spiaggia o in piscina.
Passo cinque minuti sotto il getto, e poi decido di uscire.
Sono quasi tentato ad uscir con indosso solo l'asciugamano, ma purtroppo Giulia e il suo ragazzo sono in camera quindi sono costretto a vestirmi in bagno.
Ecco un cazzo di motivo per cui odio queste cose: non c'è libertà. O meglio, ci sarebbe se a Giorgia non importasse così tanto di quello che pensa la cugina.
"Finito?" le chiedo entrando in camera
 
"Oh, più o meno. Ma tanto questa roba la lascio nelle valige"
 
"E la mia roba dove dovrei metterla?" guardo sconvolto l'armadio ormai pieno
 
"Ehm, lì?" indica un angolino
 
"Sì okay, grazie tante" scoppia a ridere
 
"Vado a mettermi il costume"
 
"Puoi metterlo anche qui"
 
"Assolutamente no. So già dove vuoi arrivare"
 
"Io?" chiedo con finta innocenza
 
"Sì tu, mister maniaco sessuale. Ora stai qui e aspettami"
 
"D'accordo" sospiro "Starò qui, tutto solo, a mettere apposto la roba nell'angolino"
 
"Smettila" ride
Apre un cassetto del comodino, ovviamente strabordante di costumi, e ne prende uno militare.
Poi esce velocemente chiudendosi la porta del bagno alle spalle.
Svuoto la mia - unica - valigia per sistemare i miei - pochi - vestiti nell'armadio.
L'angolino che mi è stato riservato è piccolo, ma riesce comunque a contenere il mio ristretto numero dei miei vestiti.
 
 
Pov. Giorgia
Mi infilo il costume, e corro fuori dal bagno.
Non vedo l'ora di sdraiarmi al sole. L'abbronzatura presa un mesetto fa, sta già scomparendo e devo recuperare.
Preparo la borsa mare, sotto gli occhi vigili di Zayn.
"Allora. Cuffiette, libro, crema solare. Dev'esserci tutto, no?"
 
"L'asciugamano" Zayn mi porge un asciugamano arancione
 
"Oh sì, grazie. Ah! Gli occhiali da sole" me li metto in testa, e avvolgo intorno al polso un elastico.
 
"Hai intenzione di vestirti?" 
 
"Volevo mettermi maglietta"
 
"Solo la maglietta?" alza un sopracciglio
 
"In realtà sì"
 
"È fuori discussione. Sarà già abbastanza doloroso in spiaggia, almeno nel tragitto potresti coprirti?"
 
"No" aggiungo
 
"Giorgia" ringhia
 
"Andiamo ragazzi?" Giulia bussa alla porta della stanza
 
"Certo" rispondo prendendo una maglietta e la borsa
 
"Non giocare con la mia pazienza Giorgia, chi ci rimette sei tu" ringhia Zayn, prendendomi per un polso
 
"Non mi fai paura, lo sai" mi allontano, seguendo Giulia.
Beh come inizio niente male.
Rimango vicino a Giulia, finché non arriviamo in spiaggia. Durante il tragitto, io e Zayn ci teniamo a distanza l'uno dall'altro, anche se posso sentire i suoi occhi addosso per l'intera durata del percorso
"Questi sono i nostri lettini, quelli i vostri" ci sorride Giulia
 
"Grazie giu" Zayn si limita a sorride.
Mi siedo sul lettino, e comincio a spalmarmi la crema solare sul corpo.
La crema fredda mi rinfresca, facendomi luccicare sotto i raggi del sole. Do le spalle a Zayn che non può vedermi.
La faccio scivolare sulle braccia e sulle gambe, per finire poi sul ventre
"Giulia me la metti sulla schiena?" alzo il flacone
 
"Te la metto io" interviene Zayn, stappandomi di mano il flacone "Hai deciso di ignorarmi?" mi sussurra
 
"In realtà sei tu che mi stavi ignorando. Da quando siamo usciti dall'hotel non mi rivolgi più la parola"
 
"Difficile se scappi da tua cugina" rimango in silenzio "Non dovresti farmi arrabbiare" le sue mani scivolano sulla mia schiena, arrivando a sfiorare gli slip
 
"So cosa stai facendo"
 
"E cosa sto facendo?"
 
"Sta cercando di distarmi col sesso. Sai che non funziona" mi giro
 
"Mi credi così subdolo?" ghigna
 
"Non ti credo subdolo. Tu sei così subdolo" scuoto la testa
 
"Ammetti che non puoi resistermi"
 
"Ho più autocontrollo di quanto tu possa immaginare"
 
"Lo so" sospira
 
"Appunto" sorrido "Finito con la crema?" annuisce.
Mi sdraio sul lettino, lascio che i raggi del sole colpiscano la mia pelle. È una sensazione meravigliosa: il rumore del mare che s'infrange sulla spiaggia, le urla dei bambini e il verso dei gabbiani crea un'atmosfera meravigliosa di tranquillità.
È incredibile come i tuoi problemi sembrino scomparire quando sei in questi posto.
Lascio che il calore del sole riscaldi il mio corpo, mentre un leggero venticello, mi rinfresca.
Entro in uno stato di dormiveglia, finché il sole non viene oscurato
"Ehi" Zayn mi sorride
 
"Cosa diavolo ci fai sopra di me?" incrocio la braccia
 
"Voglio andare a fare il bagno" mi bacia la guancia
 
"Io starei prendendo il sole" gli ricordo
 
"Ma io mi sto annoiando, quindi vieni a fare il bagno con me" mi prende in braccio, appoggiandomi sulla sua spalla
 
"Zayn! Lasciami" urlo ridendo
 
"Siamo in acqua" avvisa Giulia
 
"Questo è rapimento di persona!" lo colpisco sulla schiena
 
"No questo si chiama divertirsi" ride
Appena arriva sul bagnasciuga entra in acqua, e quando arriva ad una profondità per lui adeguata, mi butta in acqua
"Benvenuta a Miami baby" aggiunge ridendo

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Capitolo 27
*** Capitolo Ventisette ***


Pov. Giorgia
Ed è già finito il primo giorno qui.
Mentirei se dicessi che non mi sono divertita. Dopo l'attacco di Zayn siamo stati in acqua per parecchio tempo.
Abbiamo giocato, abbiamo parlato, ci siamo baciati. È stato bellissimo.
È come se lo Zayn di Greenville, si fosse trasformato in un'altra persona. Vorrei davvero che questo Zayn restasse anche dopo il nostro ritorno.
Miracolosamente siamo riusciti a farci tutti la doccia prima delle otto, l'ora di cena.
I ragazzi ci stanno aspettando in salotto, mentre io e Giulia finiamo di prepararci.
"Sembra felice Zayn" rompe il silenzio
 
"Sì è vero" sorrido "Beh, chi non lo sarebbe a Miami?" ridiamo
 
"Siete bellissimi insieme. Mi piace il modo in cui si comporta con te"
 
"È un bravo ragazzo. Il giudizio che gli ho dato all'inizio non può essere più lontano dalla realtà"
 
"Te l'avevo detto" ride
 
"Smettila" metto il broncio
 
"Allora? Avete finito?" Zayn sbuffa dall'altra parte della porta
 
"Quasi" aggiungo "Ecco, l'unica pecca è che non sa aspettare"
 
"Ho notato" ridacchia Giulia
Finiamo velocemente di truccarci e raggiungiamo i ragazzi. Zayn mi prende per mano, e scendiamo giù, al piano ristorante.
La sala non è molto piena: molte persone restano in spiaggia fino a tardi, visto che il sole rimane alto nel cielo fino alle nove, nove e mezza circa.
Raggiungiamo il nostro tavolo, mentre Giulia e Filippo raggiungono l'esposizione di antipasti
"Non vuoi degli antipasti?" chiedo a Zayn
 
"No, tu?" scuoto la testa "Allora come primo giorno?"
 
"È stato bellissimo" gli sorrido "Ma la prossima volta che mi prendi il quel modo sarò costretta a tirarti un calcio. E tu sai dove"
 
"Mi munirò di conchiglia" alza le spalle. Scoppio a ridere coprendomi la bocca con una mano
Mi guardo intorno: noto che sono presenti poche famiglie, è che la maggior parte delle persone presenti in sala sono ragazzi giovani o coppie.
Devo dire che sono presenti tanti ragazzi carini. E non posso evitare di guardarli uno per uno.
La maggior parte sono biondi, e i più fortunati hanno pure gli occhi azzurri.
Un gran bel vedere
"Appena hai finito di guardare ogni ragazzo presente in sala, fammi uno squillo" Zayn si appoggia allo schienale della sedia, incrociando le braccia
 
"Guardare ma non toccare, no?" lo stuzzico
 
"Giorgia" sospira
 
"Sto scherzando" rido, mi alzo e mi avvicino a lui "Ti amo, lo sai?" faccio sfregare il naso con il suo, prima che lui volti il viso.
Prendo il suo viso tra le mani, guardandolo negli occhi "Ti amo" ripeto
 
"Anche io" mi bacia. Uno di quei baci che ti rimangono impressi nella mente
 
"Ragazzi, siamo al ristorante" Giulia scoppia a ridere.
Torno a sedermi, mentre le mie guance si colorano di rosso.
Il cibo qui è buonissimo, anche se ovviamente non mi sbilancio a prendere cose strane.
La cena passa velocemente e così saliamo in camera per sistemarci ancora una volta prima di uscire.
 
 
 
 
Pov. Zayn
Sarano quindici lunghissimi giorni. Non nel senso negativo, ma semplicemente perché Giorgia non mi da mai retta, fa sempre quel cazzo che vuole.
E la cosa mi fa incazzare. Forse lo fa proprio perché sa che mi fa incazzare.
Mi faranno santo, io lo so.
Solo io ho visto quanti cazzo di ragazzi le hanno guardato il culo mentre raggiungevamo la spiaggia.
Per non parlare di quando si è messa a prendere il sole col culo all'insù.
Sarò anche esagerato io, ma ogni ragazzo che passava, prima di andarsene posava i suoi fottuti occhi sul suo fottuto culo.
È stata un'agonia.
Poi per fortuna sono riuscito a portarla in acqua, ed è stato bellissimo.
Abbiamo fatto tante cose, ci simo divertiti un sacco. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentito.. felice.
Ecco, lei ha la capacità di farmi sentire felice, pulito. Come se tutto quello che ho fatto in passato non fosse mai successo.
Ci sono state occasioni in cui ho raccontato cos'ho fatto quando ero ancora uno stupido ragazzino, e ho visto come le persone mi guardavano. Come se fossi il peggiore dei mostri. Molte persone si sono allontanate.
Raccontarle tutto è stato molto difficile, perché non avrei sopportato un suo allontanamento, ma era anche giusto che lei sapesse.
Se davvero l’amavo dovevo dirglielo, e l'ho fatto. Ma lei è rimasta comunque.
Con lei è come se diventassi un ragazzo normale, un semplice ventenne che ha avuto tutto quello che voleva dalla sua vita.
È incredibile come lei riesca a trasformarmi.
"Cosa pensi?" mi domanda, trascinandomi via dai miei pensieri
 
"A quanto tu sia incredibile"
 
"Incredibile?"
 
"Quando sto con te, è come si fosse un ragazzo normale. È come se tutto quello che ho fatto in passato, non esistesse più. Sono solo.. Zayn"
 
"Tu sei un ragazzo come tutti gli altri, con un passato difficile alle spalle, ma sei un ragazzo normale"
 
"Lo sai anche tu che non è così"
 
"Non ho intenzione di tirare fuori di nuovo questo discorso. Io rimango della mia idea" alza le spalle, e mi prende per mano
Passeggiamo per il lungo mare, passando davanti a negozi illuminati e locali rumorosi.
L'ambiente qui è totalmente diverso dalla tranquilla città di Greenville, ma non mi dispiace per niente.
Poi qualunque posto è meraviglioso se Giorgia è con me. Per quanto sia banale, è la verità.
"Zayn! Andiamo?" indica una sala giochi
 
"Certo" sorrido e mi lascio trascinare all’interno del locale buio dove le luci dei videogiochi creano strani effetti colorati sulle pareti.
Il rumore dei videogiochi è quasi assordante, e il calore della stanza è appena sopportabile.
Mi trascina verso una piattaforma per il ballo
"Scordatelo, io non ballerò" scuoto la testa
 
"Nemmeno una partita?" mi supplica
 
"Giorgia, no"
 
"D'accordo" sospira. Dannazione, ogni volta che sospira in quel modo, non posso fare altre che rimangiarmi ciò che ho detto
 
"Okay, una sola però" sbuffo
 
"Grazie!" mi salta al collo, poi sale sulla piattaforma.
Infilo le monete, e Giorgia sceglie una canzone. Opta per 'Dark Horse' di Katy Perry.
Le frecce scorrono veloci sullo schermo e riesco a stento a seguire i passi. Non sono mai stato un ballerino provetto, e sicuramente non lo sarò stasera. Sono salito su questa dannata piattaforma solo per lei, ma io e il ballo siamo due cose completamente diverse.
Mi muovo lentamente sui tasti, non riuscendo ad andare a tempo mentre Giorgia conquista un buon risultato
"Evviva!" saltella "duecento punti!"
 
"Grande!" le batto il cinque, e poi la tiro verso di me. Le do un casto bacio, prima che lei scappi via verso una nuova console
 
"Hockey ad aria?" mi chiede
 
"Questo mi piace di più" sorrido. Infilo altre monete nel tavolo, e prendo un dischetto "Pronta?" annuisce.
Lascio andare il dischetto sul piano, e lo colpisco con la manopola.
È una sfida piuttosto dura, ma dopo cinque minuti di gioco incassa il decimo colpo
"Dieci a sette" sorrido "Mi devi un premio" la guardo, alzando il sopracciglio
 
"Se tu mi vinci quel peluche, ci penserò" indica un peluche a forma di tigre
 
"Scommessina?" le porgo la mano
 
"Okay. Se vinci il peluche entro il terzo colpo, avrei un regalino. Ma se non ce la fai, niente sesso per una settimana"
 
"Mhh, sarà dura. Ma ci posso provare" le faccio l'occhiolino.
Raggiungo la postazione da basket. Ho bisogno almeno di ottocento punti per avere quel dannato peluche.
Prendo in mano il pallone, miro e tiro. Riesco a fare tredici tiri su venti.
"Mh, 337 punti. Ci sei quasi, hai ancora due possibilità" ghigna
 
"Stai indietro, non vorrei che la mia bravura ti colpisse" scoppia a ridere, mentre fa due passi indietro.
Ritento per la seconda volta, e stavolta ne faccio diciassette su venti.
"514 punti!" ghigno. Un commesso della sala giochi si avvicina a me, congratulandosi del risultato e porgendo un morbido peluche "Tieni" sorrido
 
"Grazie" mi bacia la guancia
 
"Ora voglio il mio regalo"
 
"Appena arriviamo in camera vedrai" mi sussurra all'orecchio, trascinandomi via.
Usciamo dalla sala, ma l’aria è talmente afosa che la differenza è impercepibile
Continuiamo a camminare sul lungo mare, mentre lei stringe forte il peluche.

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Capitolo 28
*** Capitolo Ventotto ***


Pov. Zayn
Aspettiamo con impazienza l'ascensore, per salire in camera.
Appena le porte di aprono, la trascino dentro, sbattendola contro il muro
"Zayn, aspetta" ansima ma mi butto sul suo collo, succhiandolo e poi mi sposto sulle labbra baciandole e tirandole tra i denti.
Questo dannato ascensore ci mette anni a salire. Davvero.
Quando finalmente raggiunge il piano, ci incamminiamo velocemente verso la camera.
"Andiamo a letto, che siamo esausti. Notte" Giorgia sorride e Giulia e Filippo
 
"Okay, stavamo andando anche noi. Notte" sorride Giulia.
Ci chiudiamo la porta alle spalle, e lei ci si appoggia contro
"Bene, ora possiamo.." comincio a lei mi zittisce
 
"Sh! Ora tocca a me" si avvicina lentamente, spingendomi verso il letto. Mi poggia l'indice sulla bocca, mi fa sedere.
Mi sfila la canotta nera, soffermandosi sempre sul petto.
Lo bacia in tanti punti diversi, mentre mi slaccia i pantaloni.
Non so ancora esattamente cosa voglia fare, ma ho qualche sospetto
Mi alzo leggermente dal letto, in modo che possa far scivolare i pantaloni e i boxer.
Afferra il mio membro tra le mani, e inizia a muovere la mano. Lo stringe, mentre sento il sangue affluire in un unico punto.
Il desiderio si diffonde in me, facendomi bramare il suo corpo.
Continua i movimenti, facendo scivolare il pollice sulla punta sensibile.
Osserva come la mia lunghezza si indurisce nella sua mano, e capisco esattamente cosa vuole fare
"Fermati" le tiro sul il viso "Non lo farai"
 
"È il tuo premio"
 
"Non voglio quel tipo di premio, soprattutto se non ti senti pronta"
 
"Sono qui, inginocchiata davanti a te, e pensi che non sia pronta?" ridacchia. Posa un bacio sulla punta della lunghezza, aumentando il desiderio delle sue labbra intorno a me
 
"Sicura?" abbasso lo sguardo verso di lei, ma lo tiro su immediatamente: ciò che mi si presenta davanti, potrebbe essere sufficiente per farmi venire. Solo guardando.
 
"Certo" sorride.
Nei suoi occhi, c'è sicurezza, anche se in fondo posso scorgere una nota di paura. Chissà se durante la sua prima volta era così sicura. Oppure aveva paura..
Vengo strappato dai miei pensieri non appena chiude la sua bocca intorno a me. Non si spinge troppo in giù, sapendo di non riuscire a prenderlo tutto.
Si limita ad affondare più che può, muovendo la testa leggermente. La lingua stuzzica la punta
"Ahi" rido "Magari i denti non li usare" le alzo il mento
 
"Scusami" arrossisce
 
"Ehi, ehi. Stavi andando benissimo, solo prova a coprire i denti con le labbra" le mostro come fare
 
"Uhm, okay" annuisce ma la fermo prima che possa buttarsi di nuovo su di me
 
"Vuoi continuare?" chiedo. Annuisce, e prima che possa aggiungere altro, mi prende di nuovo, e stavolta i denti non intralciano il nostro piacere.
Comincio ad ansimare, mentre lei continua ad infierire su di me. Copre con la mano, la parte di lunghezza che non riesce a prender in bocca, massaggiando con il pollice la parte inferiore.
Poche ragazze l'hanno mai fatto, ed è una cosa che mi manda completamente in estasi.
Il petto si alza e s'abbassa velocemente, mentre stringo il lenzuolo fra le dita.
"Guardami" ansimo, mentre le continua senza sosta i suoi movimenti. Alza gli occhi, e li posso vedere attraverso le ciglia piene di mascara. Mai potrò dimenticare quant'è eccitante vederla così.
"Okay, okay basta" la spingo via, prima di venire nella sua bocca.
Mi svuoto, facendo finire il liquido sul pavimento, ma lei si avvicina e lecca ciò che è rimasta lungo il mio membro
"Niente male" ridacchia, pulendosi i lati della bocca
 
"Porca puttana" sospiro, lasciandomi andare sul letto
 
"Allora?" si siede sopra di me "Com'è stato?" chiede insicura
 
"Poche ragazze sono riuscite a farmi godere così solo con del sesso orale. Complimenti" sorrido, e lei non riesce a trattenere un sorriso.
Si agita sopra di me, ovviamente impaziente di ricevere la sua parte
"Ehi calma, lasciami prendere fiato" rido. La faccio stendere affianco a me, e infilo la mano nei suoi leggings "Per stasera ti dovrai accontentare di questo" aggiungo succhiandole il collo.
Entro dentro di lei con l'indice, stuzzicando le sue pareti. Entro ed esco, girando leggermente. Poi aggiungo un altro dito, mentre con il pollice gioco con il suo clitoride.
Lo sento indurirsi per l'afflusso di sangue.
"Zayn" ansima "Ti prego"
 
"Cosa?" chiedo, ma lei rimane in silenzio. Riesce a stento a trattenere gli ansimi, che risuonano rumorosi nella stanza "Lo sai che ti amo, vero?" aggiungo
 
"Sì" sospira "E ti amo anche io" appoggio le labbra sulle sue, cercando la sua lingua.
Continuo a stuzzicarla, e alla fine viene, mordendosi il labbro
"Ora dormi pulce" sorrido spostandola sotto le coperte. Si rannicchia sotto il sottile lenzuolo, ancora vestita "E comunque anche tu non sei niente male" aggiungo portandomi le dita alla bocca, ma lei si è già addormentata.
 
 
Pov. Giorgia
Quando mi sveglio, sono sola nel letto.
La luce del sole trapassa le tende, colpendomi in faccia. Ovviamente.
Mi stiracchio, ancora un po' intorpidita da quello che è successo ieri. È stata una notte fantastica, e non posso evitare di ricordare quella meravigliosa sensazione nel sentire gli ansimi di Zayn.
Ero io a provocarglieli, ero io che gli provocavo piacere. Il suo sapore poi..
Mi lecco le labbra, come per riassaporare quel gusto un po' salato.
"Buongiorno dormigliona" Zayn compare in camera con in mano un piatto contente un croissant e un bicchierone di succo. Nonostante io abiti in America da quando sono nata, preferisco mille volte la colazione all'italiana
 
"Giorno" sorrido "Ma che ore sono?"
 
"Le undici. Io, Giulia e Filippo siamo andati a far colazione. Ho preferito lasciarti dormire dopo tutto quello che è successo ieri sera" si morde il labbro "Ti dispiace?"
 
"No no, anzi grazie" mi metto a sedere "La colazione a letto è mille volte meglio" Zayn mi avvicina il croissant alla bocca e lo mordo
 
"È stato bellissimo. Dio, se ci ripenso.." butta la testa all'indietro
 
"Anche per me è stato bellissimo. Sono, sono felice che ti sia piaciuto il mio premio" arrossisco
 
"Il migliore mai vinto" ghigna
 
"Oh, sei sveglia. Buongiorno" Filippo mi sorride
 
"Buongiorno!" urla Giulia
 
"Ciao" rido "Sì mi sono svegliata ora, finisco di mangiare, mi preparo e andiamo in spiaggia?"
 
"Certo" mi sorride
 
"Spero che almeno stavolta avrai la decenza di metterti dei pantaloni" sospira Zayn
 
                                                                               ----
 
"Mai una volta che mi ascoltassi" Zayn cammina con le braccia incrociate, e il muso sul volto
 
"Smettila, vieni qui" rido chiudendogli le braccia intorno alla vita
 
"Dovrò camminare con una mano sul tuo culo ora"
 
"Ti dispiace?"
 
"Assolutamente no".
Rido
 
"Dai forza, che voglio prendere il sole. E devi mettermi la crema" ammicco
 
"Uffa"
Arriviamo in spiaggia una decina di minuti prima di Giulia e Filippo. Lascio che Zayn mi spalmi la crema sul corpo, trattenendolo dal mettere le mani dove non dovrebbe. In spiaggia, almeno.
Poi mi sdraio a pancia in giù a prendere il sole mentre parlo con Zayn.
"A Miami ci sono tante aree commerciali. Che ne diresti di andare ad Ocean Drive stasera? In quella strada è presente la casa di Versace, così ci rifacciamo un po' alle tue origini" mi schernisce
 
"Simpatico" borbotto "Beh, non è male come idea. Quant'è lontano da qui?"
 
"Non molto, infatti è una delle vie di South Beach"
 
"Perfetto" sorrido "Amore mi metti la crema in faccia?"
 
"Mi piace quando mi chiami amore" non riesce a trattenere un sorriso.
Mi sdraio a pancia insù, e lascio che mi metta la crema sul viso. Appena ha finito, chiudo gli occhi e mi lascio coccolare dal calore del sole.
Non c'è cosa più bella essere avvolti dal calore del sole con il rumore del mare in sottofondo.
Ma ho appena una ventina di minuti prima che Zayn si lamenti e mi trascini con forza dentro l'acqua
"Zayn, smettila!" rido, e lo schizzo
 
"Vieni qui sirenetta" ride, e mi tira per un piede verso di lui.
 
"Che meraviglia" dico appoggiando la testa sulla sua spalla, Avvolgo le gambe intorno al bacino, e mi lascio cullare mentre le sue mani mi accarezzano la schiena
 
"Che cosa?"
 
"Questo" mi indico attorno "Il mare, il sole, noi due"
 
"Hai ragione" annuisce Zayn prima di baciarmi.
Non mi stancherò mai di baciare quelle labbra, non ne avrò mai abbastanza.
Ogni volta che le incontro, il mio desiderio di lui aumenta.
A dir la verità le dimensioni dei miei sentimenti per lui, mi spaventano un po'. È la prima volta che provo dei sentimenti simili, e Zayn, beh.. ha un carattere particolare.
Non sai mai che gli possa passare per la testa, e vivo costantemente con la paura che lui se ne vada di nuovo.
Dopo il suo ritorno, ci ho pensato tanto. All'eventualità che lui possa andarsene di nuovo, intendo.
Non potrei sopportare una seconda volta la sua assenza, non dopo tutto quello che abbiamo passato.
Se prima con lui avevo solo piccoli ricordi, ora ho i ricordi delle notti passate a baciarci e coccolarci. Delle sensazioni che provo ogni volta che mi tocca, o dei brividi che mi percorrono ogni volta che stinge la mia mano nella sua.
Sarebbe tutto troppo difficile da accettare.
Ma non ho intenzione di rovinare la favola che stiamo vivendo: io ci credo. Io credo in noi, e non smetterò mai di crederci.

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Capitolo 29
*** Capitolo Ventinove ***


Pov. Giorgia
I giorni passano in fretta quando sei in vacanza. L'idea che fra dieci giorni dovremo tornare, mi fa salire una tristezza infinita.
So che dieci giorni sono tanti, ma non voglio tornare a Greenville.
Non voglio che tutto ciò che si è creato con Zayn, vada a puttane. Perché una parte di me sa che quando torneremo a Greenville, tutto questo sparirà.
Ad ogni modo, non voglio pensarci per ora. Oggi è un giorno speciale: è il mio compleanno!
Sedici anni ufficialmente compiuti.
"Buon compleanno pulce" mi sorride Zayn
 
"Grazie amore" lo bacio
 
"Auguri cuginetta! Quanto sei cresciuta" riesco quasi a scorgere della commozione nelle parole di mia cugina
 
"Auguri Gio" Filippo mi abbraccia
 
"Grazie Fil, ti voglio bene"
 
"Anche io" sorride
 
"Allora, li vuoi aprire questi regali?" batte le mani Giulia
 
"Non aspetto altro" rido
 
"Ecco" Giulia e Filippo mi passano una busta. Dentro, ripiegato con cura, uno splendido vestito a tubino. La gonna è nera ed estremamente corta, mentre la parte alta è candida. Ricade delicatamente con degli sbuffi sulla gonna.
"Ma, è bellissimo" esclamo
 
"Davvero? Giulia stava diventando matta con tutte le sue paranoie: 'Le piacerà? Le starà grande? E se non le piace?' ?" Filippo imita la sua ragazza
 
"Che carino che sei" Giulia gli tira un buffetto sul collo
 
"Grazie" li abbraccio entrambi
 
"Oh, beh, dopo la reazione al loro regalo, sono leggermente spaventato" Zayn mi porge il suo
 
"Scommetto che il tuo sarà il più bello" sorrido. Apro il pacchetto e non riesco a trattenere un sorriso "Beh, il libro te lo dovevo, ricordi? E mentre stavo andando a Melbourne l'ho anche letto. Strano eh? Però non è male, è molto.. nel tuo stile" ride
 
"Grazie Zayn" lo abbraccio
 
"Ce ne sarebbe anche un altro, ma voglio dartelo stasera, a cena"
 
"A cena?"
 
"Sì. Tua cugina ci ha concesso la serata, dato che è il tuo compleanno"
 
"Davvero?" sorrido
 
"Sì, mi sembra più che giusto. Domani festeggeremo tutti insieme"
 
"Grazie" l'abbraccio
 
"Andiamo in spiaggia?" propone Filippo
Annuiamo tutti quanti. Poso i regali sul letto, e raggiungo Zayn.
Mi prende per mano e ci dirigiamo verso la spiaggia.
 
 
Pov. Zayn
Dopo una lunga giornata in spiaggia, io e Giorgia torniamo in camera. Decidiamo di rientrare prima perché sappiamo entrambi che Giorgia ci metterà anni a prepararsi per stasera.
"Non ci metterò molto" sbuffa
 
"Scommettiamo? Sai benissimo che vincerò anche questa"
 
"Beh sarebbe un premio in più per te" ghigna.
È proprio maliziosa quando vuole.
Raggiungiamo la camera, e cominciamo a preparaci.
Mentre Giorgia si fa la doccia comincio a farmi la barba
"No, non farla. Amo come ti sta"
 
"È troppo lunga" sorrido
 
"A me piace" mette il muso
 
"Okay, d'accordo. Giusto perché è il tuo compleanno" mi sciacquo la faccia dalla schiuma. La vedo sorride e poi scomparire di nuovo nella doccia.
Esco per andare a scegliere i vestiti: opto per una canotta bianca, e dei jeans neri stretti accompagnati dai miei soliti anfibi. Il massimo dell'eleganza che posso raggiungere è questo, ma so che Giorgia ama quando mi vesto così, quindi va più che bene.
Mi vesto velocemente per poi tornare in bagno e prendere l'accappatoio di Giorgia
"Ma che diavolo?" dice tastando il mobile alla ricerca dell'accappatoio "Zayn!" urla
 
"Cercavi questo?" Glielo sventolo davanti
 
"Zayn, no. Avanti dammelo" allunga il braccio
 
"Vieni a prenderlo" ghigno
 
"Sono nuda" si lamenta
 
"E un bello spettacolo, devo aggiungere" le sue guance di colorano di rosso ma mette comunque un piede fuori dalla doccia.
Cerca di coprirsi mentre avanza verso di me.
La osservo avanzare verso di me, l'acqua che fa scintillare il suo corpo ambrato sotto la luce proveniente dalla finestra.
Non c'è spettacolo più bello.
In più, la sua espressione imbarazzata la rende adorabile
"Potresti darmelo ora?" balbetta
 
"Sei bellissima" le accarezzo il volto. Abbassa lo sguardo imbarazzata "Come se non ti avessi già vista nuda" sorrido
 
"Ora è diverso" si lamenta
 
"Sei splendida. Guardati" la faccio voltare verso lo specchio. Le mie mani scorrono lungo il suo corpo, tracciando con le dita i suoi fianchi. Amo la forma che il suo corpo prende all'altezza dei fianchi: sono leggermente larghi, ma non troppo. Sono perfettamente proporzionati a lei. Le accarezzo dolcemente i seni, e poi lascio piccole scie di baci sulle sue spalle
 
"Zayn"
 
"Non dubitare mai di questo" le poso un bacio sul collo prima di avvolgerla nel tessuto spugnoso "Se non dovessimo uscire, giuro che sti scoperei dentro quella doccia" i suoi occhi si sgranano
 
"Sei un maniaco" mi colpisce, scoppiando a ridere
 
"E tu sei bellissima"
 
                                                                                      ----
 
In tv non c'è assolutamente nulla che mi possa intrattenere finché Giorgia non è pronta. Odio aspettare che sia prepari. Lei è bellissima anche così, non c'è bisogno che usi tutti quei trucchi o cazzate varie.
Starebbe bene anche un sacco addosso. Ma lei non lo capisce, ovviamente.
Faccio zapping tra i canali, ma vengo distratto dal rumore della porta che si apre. Appena la vedo, rimango senza parole: indossa il vestito che gli ha regalato sua cugina, con un paio di tacchi non esageratamente alti.
Il vestito le sta da Dio, le risalta i suoi splendidi fianchi. La gonna le scopre le corte gambe, che risultano slanciate dalle alte scarpe.
Gli occhi sono poco truccati, e i capelli spostati di lato
"Porca puttana" sussurro.
 
"Ti piace?" fa una giravolta, mostrandosi in tutta la sua bellezza
 
"Sei splendida"
 
"Andiamo?" mi porge la mano
 
"Certo" sorrido leggermente. Posso solo immaginare la mia espressione in questo momento: sono completamente perso a guardarla e non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
Le prendo la mano, e usciamo. Cammino accanto a lei, ma vengo distratto dai continui sguardi che la maggior parte dei ragazzi le dedica. Se c'è una cosa che non sopporto, è che qualcuno guardi la mia ragazza. E posso dire che tutti i fottuti ragazzi, se la stiano fottutamente mangiando con gli occhi.
Potrei usare le loro stupide facce come pungiball. Davvero.
Stringo un po' di più la sua mano. Giorgia si accorge del mio disagio, così mi rivolge uno dei suoi splendidi sorrisi, mi blocca in mezzo alla strada, e mi bacia, mostrandosi mia davanti a tutti i ragazzi presenti.
Dopo il lungo bacio, mi prende per mano, e sempre senza dire una parola continua a camminare verso il ristorante.
Cammino con un fottuto sorriso sul volto, sulle labbra ancora il suo sapore, il sapore del suo amore.
"Signorina" mi posiziono dietro la sua sedia, e l'aiuto a sedersi, non appena arriviamo al ristorante
 
"Oh, che gentiluomo" ridacchia
 
"Cosa vuole ordinare?" mantengo un tono serio
 
"Quello che vuole lei. Ha carta bianca"
 
"La festeggiata è lei"
 
"Carta bianca" aggiunge
 
"D'accordo" sorrido
Un cameriere ci raggiunge e prende la nostra ordinazione, ma rimaniamo ben presto da soli
"Non ci posso credere" sorrido
 
"A cosa?" chiede
 
"A tutto questo, a quello che hai fatto. Non so, sembra tutto perfetto. Io e te, tu che ami me, io che ti amo. È tutto così bello"
 
"Amo sentirti dire queste cose. L'aria di Miami ti ha proprio cambiato" sorride, poggiando la testa sulle mani
 
"La pensi così?"
 
"A Greenville non sei così. Vorrei tanto che questo Zayn rimanesse anche quando torneremo a casa. Sarebbe il miglior regalo del mondo" sospira
 
"Farò in modo che rimanga. Perché ti amo" sorride
 
"Ti amo" mi prende per mano.
Parliamo ininterrottamente per tutta la sera, ed è qualcosa di meraviglioso. Non sono mai stato un gran chiacchierone: fin da piccolo ho sempre preferito stare da solo, a disegnare. Stare con la gente mi metteva a disagio, soprattutto se c'era tanta gente e tanto rumore.
Ma con lei è diverso. È come se non volessi mai smettere di sentire la sua voce, e allora parlo, parlo, e parlo finché lei non si stanca.
Pago il conto, e lasciamo il ristorante. La prendo per mano e rincominciamo a camminare.
La città si muove velocemente affianco a noi, ma per me, è come se tutto si fosse fermato. Ci siamo solo io lei.
"Ce la fai a camminare sulla sabbia?" le chiedo
 
"Sulla sabbia?"
 
"Sì voglio darti il regalo"
 
"Oh, okay. Sì penso di farcela" sorride. Le metto un braccio intorno alla vita, aiutandola a camminare, ma a metà strada si toglie le scarpe
"Quelle cose sono un vero e proprio attentato alla salute" scuoto la testa
 
"Sono bellissime!" porta una scarpa davanti al mio viso.
 
"Sarà" sospiro. "Ecco, siediti. Beh io, volevo darti questo" le porgo una scatolina
 
"Zayn, cos'è?" balbetta
 
"Un, un anello. Ma non ti preoccupare, non c'è il mio nome inciso sopra" rido nervosamente. I suoi occhi si sgranano un po' ma poi appena vedono l'anello cominciano a brillare. La luce della luna le illumina il viso, mentre gira tra le mani il piccolo gioiello
 
"È bellissimo" sussurra
 
"Posso.. mettertelo?"
 
"Certo" mi porge una mano tremante, e noto che anche la mia sta tremando. Le infilo l'anello nell'anulare della mano sinistra, e nella mi testa la immagino vestita di bianco, davanti ad un altare. Gli occhi lucidi, il mio respiro pesante per l'emozione e le parole 'ora può baciare la sposa'.
"Potessi, ti sposerei anche ora" dico, prima di potermi fermare. Le rimane in silenzio, a fissarmi prima di rispondermi
 
"E allora fallo" scivola su di me
 
"Che cosa?" chiedo sconvolto
 
"Vuoi sposarmi? Fallo. Facciamolo. Andiamo via da qui, andiamo.. a Las Vegas magari"
 
"Hai sedici anni, nemmeno a Las Vegas celebrerebbero il matrimonio"
 
"Ti stai tirando indietro?" posso sentire il dolore nella sua voce
 
"No, assolutamente no. Solamente sto dicendo che non possiamo sposarci, non ora cioè" sottolineo l'ultima parte "Sei troppo piccola" sospiro
 
"Bene, allora.. Andiamo in Africa!"
 
"Africa?" scoppio a ridere
 
"Sì, dai, hai capito. Lì le bambine di sposano anche a dieci anni"
 
"Forse è il caso di tornare in hotel. Tua cugina sarà felice di sapere tutto questo" l'abbraccio
 
"Forse siamo un po' pazzi" ride
 
"Pazzi e innamorati. Bell'abbinamento" scoppia a ridere ancora.
Il mio cuore affonda ogni volta che sento quel suono, e non mi stancherò mai di guardarla mentre ride: il modo in cui le si arriccia il naso, o di come piega all'indietro la testa coprendosi la bocca con una mano.
Il meraviglioso suono che fa, la risata dolce e infantile che amo tanto.
Sì, è proprio vero: la amo più della mia stessa vita.

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Capitolo 30
*** Capitolo Trenta ***


Pov. Giorgia
Nemmeno la notte è buia qui a Miami. Le luci dei locali e delle strade illuminano la notte, e parte della stanza. Posso vedere le ombre proiettate sul muro, e immaginarmi cosa stia succedendo fuori.
Mi alzo dal letto, per prendere una boccata d'aria. Approfitto del momento di tranquillità per sdraiarmi sull’amaca.
Il balcone è spazioso e la ringhiera completamente trasparente mi permette di vedere il mare anche dall’amaca. Vedere come si scurisce a mano a mano che il sole cala, o come diventi incredibilmente spaventoso durante la notte.
Le onde si infrangono sulla spiaggia. Il rilassante rumore dell'acqua, non si placa nemmeno di notte.
'Potessi, ti sposerei anche ora'
Queste parole si sono tatuate nella mia mente, e non riesco a cancellarle. Lui pensa le stesse cose che penso io, proviamo entrambi lo stesso sentimento l'uno verso l'altro. Per questo motivo, quando me l'ha detto, non sono riuscita a fermare le mie parole.
Oh, Zayn, potessi ti sposerei anche io. Nel pieno della notte, solo io te. Il nostro piccolo segreto.
Un piccolo segreto che custodisce un amore senza fine.
Perché io lo so, qualsiasi cosa succederà, lui rimarrà la parte più importante della mia vita, quella che non riuscirò mai a dimenticare.
Quanto può sembrare assurdo tutto questo? Stiamo insieme da pochissimo, ma è come se ci stessi da una vita.
Come un genitore che ama suo figlio fin dal momento in cui viene al mondo. Anzi, l'amore di un genitore comincia durante l'attesa del figlio.
Il mio amore per lui è nato proprio così, mentre aspettavo che tutto questo si realizzasse.
E ora che è successo tutto questo.. Beh, ciò che provo per lui è ha assunto proporzioni a dir poco enormi.
Forse non importa quanto tempo passi con una persona, ma bensì cosa quella persona ti fa provare.
E Zayn mi ha fatto provare un sacco di cose, emozioni che non sapevo nemmeno esistessero. Mi ha fatto provare un dolore che non pensavo fosse possibile, me mi ha fatto innamorare come non avrei mai immaginato.
Sì forse tutto questo mi distruggerà, o forse mi aiuterà a vivere.
La mia storia con Zayn è imprevedibile, perché lui, per primo, lo è.
È un ragazzo dolcissimo, ma altrettanto pieno di risentimento e odio verso sé stesso.
La mia paura più grande è che tutto questo possa portare alla fine della nostra storia.
Vivo con la costante paura che tutto possa finire.
L'aria fresca della notte mi spinge a tornare dentro, e sdraiarmi di nuovo accanto a Zayn.
Mi sdraio di lato, osservando come Zayn appaia così dolce e innocuo quando dorme. Le sopracciglia leggermente corrugate, il respiro lento e delicato. Gli passo una mano sul volto prima di prendere la sua e stringerla tra le mie.
Mi addormento velocemente, mentre il lento respiro di Zayn mi culla
 
                                                                                    ----
 
"Buongiorno" punzecchio Zayn, toccandogli il naso
 
"Ehi" mi sorride, con gli occhi ancora chiusi
 
"Io scendo a far colazione, appena hai voglia, raggiugimi" gli poso un bacio sulla guancia
 
"Mh mh" annuisce leggermente, prima di raggomitolarsi sul letto. È adorabile
Scendo nella sala allestita per la colazione, e mi avvicino al buffet. Tantissimi cibi diversi sono esposti al tavolo, ma mi limito a prendere una ciotola con del latte e dei cereali. Poso la tazza sul tavolo riservato alla mia stanza, e torno al buffet per prendere un cucchiaio ma, ovviamente, mi scontro con un ragazzo, facendo cadere la sua colazione
"Oh scusa!" esclamo, chinandomi a recuperare ciò che è rimasto dei suoi pancake
 
"Non importa, tranquilla. Forse dovresti essere più preoccupata per loro" ride il ragazzo, indicando due camerieri dall'aria scocciata che si stanno avvicinando
 
"Oh no" sussurro "Scusate, io, non volevo" mi chino ancora
 
"Non si preoccupi signorina" uno dei due camerieri mi rivolge un falso sorriso "Puliamo noi"
 
"No ma.."
 
"Prego, vada" il secondo mi caccia velocemente
 
"Okay" sospiro "Simpatici" sbuffo rivolgendomi al ragazzo
 
"Molto devo dire" ride "Piacere Bryan" mi sorride
 
"Giorgia, piacere. E scusami per la colazione. Io.. non volevo" giocherello con le dita
 
"Non ti preoccupare" mi sorride "Di che camera sei?"
 
"206, tu?"
 
"209. Quindi sei al quinto piano?"
 
"Sì, anche tu?"
 
"Sì" sorride
 
"Questo è il mio tavolo, ma sono da sola, se vuoi unirti a me, sei il benvenuto"
 
"Volentieri" si siede davanti a me e cominciamo a parlare.
La nostra allegra conversazione è accompagnata dalle note di qualche canzone latino americana di cui non ricordo il titolo.
Mangio con gusto la mia colazione, mentre ascolto il ragazzo dai capelli biondi seduto davanti a me.
 
 
Pov. Zayn
Mi stiracchio nel letto, e mi ci vuole un po' per capire di essere solo. La stanza è silenziosa, non si sentono chiacchiere ne musica.
Quindi Giorgia non c'è. Mi alzo e noto che sono le nove e trenta.
Mi do una rapida sciacquata alla faccia, una pettinata ai capelli e mi infilo un costume con una canotta. Provo a chiamarla ma ovviamente il suo telefono si mette a suonare sul comodino.
Decido di scendere sotto, nella sala della colazione per vedere se è lì.
La sala sta per chiudere, ma nonostante questo è piena di persone. Cerco Giorgia in mezzo alla moltitudine di gente, ma sembra non esserci.
Sarà andata in spiaggia? Mi avrebbe avvisato.. Non sarebbe mai andata da sola, no?
Mi volto ancora una volta a osservare la stanza. Infine la vedo seduta al tavolo, che ride.
Tiro un sospiro e la raggiungo. Mi stupisco che Giulia e Filippo siano ancora in hotel.
Non appena supero la colonna che copriva metà del nostro tavolo, cambio decisamente umore: un ragazzo biondo è seduto al nostro tavolo. La sta intrattenendo con una conversazione molto interessante data l'attenzione che Giorgia gli sta dedicando
"E tu saresti?" chiedo, fulminando il ragazzo
 
"Ehi amore" Giorgia si alza di scatto, ma faccio un passo indietro
 
"Ciao, piacere Bryan" mi porge la mano
 
"Zayn, ora levati dal cazzo" lo alzo dalla sedia
 
"Zayn per favore" mi supplica Giorgia, appoggiando le piccole mani sulle mie braccia
 
"Stai zitta, io e te facciamo i conti dopo" mi volto di scatto verso di lei. So perfettamente che il modo in cui le ho risposto le ha fatto male, ma vederla con un altro ragazzo mi ha fatto male. Quindi siamo pari.
"Okay, forse è il caso che vada" il ragazzo si allontana "Piacere di averti conosciuto" le sorride
 
"Anche per me" ricambia il sorriso. Poi lascia la stanza.
La seguo, raggiungendola per le scale. La sua espressione è chiaramente contrariata: posso vedere la rabbia ribollire in fondo ai suoi occhi che ora sono diventati incredibilmente scuri. La prendo per un polso, fermando la sua corsa
"Che cazzo ti è saltato in mente, eh?" mi spintona
 
"Potrei farti la stessa dannata domanda" urlo
 
"Io? Non ho fatto nulla!"
 
"Nulla? Stavi flirtando con quel ragazzo!"
 
"Che cosa? O mio dio! Tu sei malato!" cerca di fare qualche scalino ma la fermo "Zayn lasciami!"
 
"Parliamo in camera, qui c'è troppa gente" noto un gruppo di persone che si sono radunato vicino alle scale
 
"Non c'è niente di cui parlare"
 
"Io credo di sì" la trascino con me fino all'ascensore, e sempre con assoluta lentezza arriviamo in camera.
 
"Ora puoi anche lasciarmi" si lamenta "La devi finire di trattarmi come se fossi una bambola, Zayn!"
 
"Non ti tratto come una bambola" mi difendo
 
"A no? E tutte le volte che mi trascini o mi prendi in braccio? Ne vogliamo parlare?"
 
"Non mi sembra ti sia mai dispiaciuto"
 
"In determinati casi. Quando stiamo giocando e scherzando. Odio quando mi trascini via contro la mia volontà. E odio quanto ti comporti da cazzone"
 
"Da cazzone?" urlo "Io mi comporto da cazzone? Non posso lasciarti un attimo da sola che qualcuno ti si butta addosso!" urlo
 
"Hai mai pensato che magari un ragazzo vuole essere solo un amico? Oppure che certi incontri capitano per caso?"
 
"Se un ragazzo ti si avvicina, non vuole essere tuo amico. Vuole solo entrarti nelle mutande"
 
"E tu ne sai qualcosa vero?" risponde
 
"Cosa intendi?" chiudo gli occhi a fessura
 
"Sembra che tu sappia di cosa stai parlando. Coscienza sporca?"
 
"Ma che diavolo stai dicendo? Io non ho mai voluto solo portarti a letto. Io ti amo!" urlo. Non posso credere che abbia anche solo lontanamente pensato che io volessi portarmela solo a letto. È una delle cose più dolorose che possa dirmi
"Io non l'ho mai detto" incrocia le braccia
 
"Senti, ascoltami bene, non so quale cazzo di idea tu ti sia fatta in quella cazzo di testa, okay? Sappi che odio il fatto che non posso lasciarti da sola, che subito qualcuno ti si butta addosso"
 
"Non mi è buttato addosso. Gli sono andata addosso senza volerlo, e poi, dato che ero da sola, gli ho chiesto se voleva sedersi con me"
 
"Gliel'hai proposto tu?" sgrano gli occhi
 
"Non c'è nulla di male" alza le spalle
 
"Non ci posso credere" sbatto un pugno sul tavolo "Gliel'hai proposto tu!" urlo
 
"Smettila di urlare!"
 
"Ma che cazzo ti è saltato in testa?"
 
"Zayn, vado in spiaggia" sospira.
La mia mano involontariamente si alza, ma la blocco subito. La chiudo a pugno e la sbatto di nuovo sul tavolo.
La osservo uscire velocemente dalla camera, con la testa bassa.
Non volevo lasciarla andare, davvero.
Avrei voluto trattenerla, ma so che se l'avessi fatto, le avrei fatto del male. Se l'avessi trattenuta, non so fino a quando mi sarei riuscito a trattenere, e l'idea mi spaventa.
Quindi l'unica cosa che ho potuto fare è stata lasciarla andare.
Mi sbatto la porta alle spalle, e lascio la stanza, non sapendo ancora dove andare.

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Capitolo 31
*** Capitolo Trentuno ***


Pov. Giorgia
Il modo in cui si è comportato Zayn è orribile.
Il modo in cui mi ha trattato, come mi ha parlato. E come se le sue parole fossero tante piccole pietre che, scagliate addosso, fanno male. Ma male davvero.
Quando litigo con lui, mi sento sempre così inferiore, mai all'altezza. Il suo tono duro che supera il mio, o il modo in cui mi urla addosso.
Non avevo mai preso in considerazione il fatto che lui volesse solo portarmi a letto, perché non mi ha mai dato motivo per pensarlo, ma questo suo bisogno ossessivo di difendermi, e le parole che mi ha detto mi portano a pensare che vogliano proteggermi. Proteggermi da qualcosa che lui stesso ha fatto.
Se davvero tutto questo fosse vero, mi distruggerebbe.
Ho preferito passare il pomeriggio a bordo piscina, prendendo il sole sul un lettino, ma ho finito per girarmi e rigirarmi in prenda all'angoscia, e all'ansia
Zayn non si è fatto vedere per tutto il giorno: non lo vedo da stamattina, e non ho idea di dove sia.
Non ho ancora provato a chiamarlo e sono combattuta se farlo oppure no: lui si è comportato malissimo con me, ed è abbastanza grande da potersi occupare di sé stesso. Ma se gli fosse successo qualcosa? Se avesse bevuto?
Non è una cosa che faceva spesso, ma in passato è già tornato a casa ubriaco, dopo aver guidato soprattutto.
"Ehi" accenno appena risponde
 
"Ciao"
 
"Come, come stai?" chiedo incerta
 
"Che domanda del cazzo è?"
 
"Perché non torni e ne parliamo?" il mio tono è quasi implorante
 
"Vuoi che io torni?"
 
"Certo che sì. Che domanda è?"
 
"Mi hai fatto così incazzare"
 
"Anche tu, sai?" cerco di ridere
 
"Però ti amo"
 
"Anche io" sorrido, tirando un sospiro di sollievo "Torna qui, e parliamone" aggiungo
 
"D'accordo"
 
"Ti aspetto in piscina"
 
"Va bene" aggiunge prima di chiudere la chiamata.
Forse ho sbagliato, o forse no. Sosteniamo entrambi teoria diverse, ognuno favorevole a sé stesso.
Certo, forse io avrei potuto evitare di invitare Bryan a sedersi con me, ma è stato un gesto totalmente innocente.
E comunque, lui non avrebbe mai dovuto reagire in quel modo. Le sue reazioni sono sempre sproporzionate alla gravità della cosa. Lui sa che lo amo, quindi perché preoccuparsi se faccio colazione con qualcun'altro?
Se la situazione fosse inversa, non me la sarei presa così tanto. Io non sono gelosa quanto lui, non mi da fastidio che parli con qualche altra ragazza, perché mi fido di lui e dell'amore che prova per me.
Vorrei che per lui fosse lo stesso.
Passano circa una ventina di minuti prima che veda Zayn entrare nella zona piscina: il suo sguardo perso vaga per cercarmi e appena mi trova, è come si i suoi occhi si illuminassero un po'
"Ciao" sorrido leggermente
 
"Ehi" si siede al fondo del lettino "Bel costume" indica il mio bikini maculato
 
"Grazie" mi porto le ginocchia al petto
 
"Mi, mi dispiace. Forse hai ragione, dovrei smetterla di trascinarti e prenderti di peso quando non vuoi parlarmi"
 
"Forse?" rido "Dispiace anche a me, per.. per aver invitato Bryan a mangiare con me. Forse non avrei dovuto"
 
"Forse?" alza un sopracciglio. Lo fulmino con lo sguardo, provocandogli una risata.
 
"Perché non ci facciamo un bagno?" mi alzo
 
"Dobbiamo?" si lamenta
 
"Certo!" scatto in piedi e lo trascino verso il bordo "Questa togliamola" gli sfilo la maglietta
 
"Mh, amo quando lo fai" mi sussurra prendendomi i fianchi
 
"Smettila" rido e cogliendo il suo momento di distrazione lo butto in acqua
 
"Sei una stronza" ride, passando le mani tra i capelli bagnati
 
"Arrivo!" urlo tuffandomi a bomba nell'acqua
 
                                                                              ----
 
E così un altro pomeriggio è passato.
Io e Zayn siamo stati insieme tutto il tempo, sotto gli occhi curiosi delle molteplici coppie o gruppi di persone che avevano assistito al nostro litigio di qualche ora prima.
Una cosa che ho notato da quando siamo qui è il fatto che attiriamo molta attenzione: penso sia dovuto al nostro temperamento. Siamo due caratteri opposti, che ogni volta che si scontrano provocano fuoco e fiamme. Siamo due caratteri tanto diversi quanto uguali. Ci capita spesso di litigare, e quando lo facciamo, attiriamo molto l'attenzione.
Ma non è questo a preoccuparmi. La gente tende sempre a giudicare, e non sarà questo a far naufragare la mia storia con Zayn.
Torniamo in camera, e ci facciamo tutti e quattro la doccia in attesa della cena.
 
 
Pov. Zayn
È stata una giornata davvero pesante. Abbiamo già litigato, molte volte direi, ma questa volta è stata diversa.
È stato.. orribile. Ma poi quando ho ricevuto la sua chiamata, beh, tutto è cambiato.
È come se tutta la rabbia che avevo dentro fosse svanita.
"Non ho molta voglia di uscire, se rimanessimo in camera?" mi domanda Giorgia. È sdraiata sul letto, con le mani dietro la testa
 
"Vuoi davvero rimanere in camera?"
 
"Sì, passiamo una serata tranquilli"
 
"Uhm, d'accordo" alzo le spalle
 
"Quindi non uscite?" Giulia sembra piuttosto delusa
 
"Preferisco rimanere in camera" le risponde Giorgia
 
"Okay, d'accordo. Tenete conto che massimo due ore e siamo di nuovo in camera, quindi" ammicca Giulia
 
"Giulia!" urla Giorgia, coprendosi il volto. Non posso evitare di sorridere
 
"Ce ne ricorderemo, grazie Giù" sorrido
 
"Ciao ciao" sorride, allegramente appoggiandosi al suo ragazzo.
Giorgia si butta all'indietro sul letto, ancora il volto coperto dalle mani
"Sei adorabile quando sei imbarazzata" rido
 
"Smettila" si lamenta. La osservo un attimo, poi sospiro e inizio a parlare
 
"Sai, oggi quando abbiamo litigato ho avuto davvero paura che potessi.. Potessi farti del male"
 
"Davvero?" si volta verso di me
 
"Beh, sì. Mi hai davvero fatto incazzare, e.. Ho avuto paura" aggiungo
 
"Mi fido di te" mi accarezza il volto
 
"Ho paura che la tua fiducia possa essere la tua condanna"
 
"Sh" si siede sopra di me "L'unica mia condanna sei tu. Sono condannata ad amarti per sempre" ridacchia
 
"Che pena dolorosa" aggiungo con finto tono sofferente.
Mi posa un bacio sulle labbra, prima di scendere sul mio collo.
Le sue mani stringono le mie spalle mentre la sua bocca assaggia avidamente la mia pelle.
Le mie mani scivolano su di lei, fermandosi sul suo sedere. Lo stringo dolcemente e questo gesto la porta a strusciarti su di me.
"Voglio fare l'amore" mi guarda negli occhi
 
"E allora facciamolo" sorrido.
E in un attimo la nostra bolla si ricrea. Ci siamo di nuovo solo noi due.
Io che mi perdo dentro di lei, dentro ai suoi ansimi, nei suoi baci passionali.
Ci siamo solo io e lei. E il nostro amore.

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Capitolo 32
*** Capitolo Trentadue ***


Pov Giorgia
"Hai notato quanta tranquillità c'è in camera senza Giulia e Fillippo?" chiedo voltandomi verso Zayn.
È sdraiato sul letto, le mani dietro la testa. La canotta è leggermente alzata mettendo in mostra i suoi tatuaggi. Una scia di peli parte dall'ombelico, scomparendo al di sotto del costume.
 
"In realtà dovresti vedere quant'è tranquilla casa quando ci sei. Il paradiso" mi deride
 
"Ah sì? Allora me ne vado" cerco di alzarmi
 
"Ehi" mi fissa negli occhi "Dove pensi di andare?" si mette sopra di me, bloccandomi con il suo peso
 
"Ovunque tu vada" lo bacio. Lui continua il bacio, assaggiando avidamente le mie labbra. Le morde e le succhia, mentre la sua mano si stringe intorno al mio fianco.
Cerco di sfilargli la canottiera, approfittando dell’unico momento in cui le nostre labbra si dividono.
"Di là ci sarebbe ancora quella doccia.." aggiungo, mordendomi il labbro
 
"Davvero?" chiede. I suoi occhi si spalancano e posso vederli brillare per l'eccitazione
 
"Il tempo sta per scadere, quindi.. Sì" ci alziamo, mi prende per mano e porta verso il bagno.
Le nostre bocche si separano solo il tempo necessario a toglierci i vestiti. Apre l'acqua e i suoi occhi scivolano sul mio corpo, osservandolo.  Il suo sguardo scivola malizioso, e posso vedere come brillano di eccitazione.
La mia mente comincia ad immaginare la sua bocca su di me: le sue labbra che baciano la mia pelle, la lingua che lascia piccole scie bagnate, e come la sua bocca succhi la mia pelle.
Non riesco a trattenermi, mi avvicino a lui, buttando le mani intorno al suo collo. Lo bacio, e lentamente entriamo nella doccia. Un getto d'acqua tiepida ci colpisce, bagnandoci.
I capelli gli si appiattiscono sul volto, coprendogli gli occhi. Glieli sposto lentamente e li stringo tra le dita.
Le sue mani mi stringono i fianchi, mentre preme la parte sua bassa contro di me. La mia schiena sbatte contro la parete fredda, facendomi inarcare contro di lui.
Dalla sua gola, risale un gemito e infila anche lui le mani nei miei capelli bagnati.
Ad un certo punto si stacca. Prende lo shampoo dal porta sapone, e ne versa una po' sulla mano. La strofina tra i miei capelli, massaggiando delicatamente la testa. Le sue carezze mi rilassano e mi mandano in estasi contemporaneamente: chiudo gli occhi godendomi questa meravigliosa sensazione.
Stacca la doccia dal muro e mi sciacqua, facendo attenzione a non farmi andare il sapone negli occhi, poi si avvicina di nuovo a me
"Eh no, stavolta tocca me" prendo il suo shampoo e faccio la stessa cosa.
Lo abbasso in modo che la sua testa sia al mio stesso livello, ma lui si abbassa ancora in modo da avere libero accesso con la bocca sul mio seno. Gli massaggio la testa, mentre lui succhia la pelle poco sopra al capezzolo.
"Va bene così" si alza di scatto e si sciacqua. La sua erezione ormai è evidente, ed ogni volta che mi avvicino a lui, posso sentirla a diretto contatto con la mia pelle.
Lo colgo di sorpresa, prendendolo in bocca. La sua mano destra si infila nei miei capelli, mentre l'altra è appoggiata al muro, come un sostegno.
Inizio a muovermi lentamente, mentre succhio e lecco la punta rosa. Lo sento ansimare, e ciò mi porta a desiderarlo ancora di più. Continuo il mio lavoro, finché non mi tira su, prendendomi in braccio
"Ora basta fare questi giochetti" mi minaccia.
Mi sbatte contro il muro, ed entra in me. Si muove lentamente, cercando di trovare il giusto ritmo per entrambi ma i movimenti sono resi difficile dall'acqua che rende scivolosa la base in ceramica.
L'acqua continua a scorrere sui nostri corpi, e mia la bocca bacia la sua spalla sinistra. Succhio la pelle bagnata, mentre lui continua a premersi contro di me. Lascio piccoli succhiotti sul collo e le spalle, ma molto probabilmente scompariranno nel giro di qualche ora visto che il sangue non è affiorato.
Le spinte diventano più profonde e disperate, e io cerco di muovermi, aiutandolo. Cerco di aiutarlo nei movimenti, finché non lo sento svuotarsi in me
"Dio" ansima appoggiando una mano al lato della mia testa
Io cerco di muovermi ancora e lui - a fatica - segue i miei movimenti cercando di velocizzare l'orgasmo. Porta la bocca sul mio collo e una mano sul seno, e questa combinazione mi porta all'apice, facendomi venire mentre impreco.
 
"Porca puttana" butto la testa all'indietro, sbattendo contro il muro. Zayn mi appoggia delicatamente per terra, e prende la spugna.
La passa sul mio corpo, indugiando di più in alcune aree
"Sei insaziabile" ridacchio
 
"Non ne avrò mai abbastanza di te" mi sussurra nell'orecchio, mentre la spugna passa nella parte bassa del mio corpo
 
"Zayn" ansiamo
 
"D'accordo" ghigna "Ti lascio riprendere"
Si insapona il corpo velocemente, poi sciacqua entrambi. Prende l'asciugamano e, posizionandosi dietro di me, ci copre.
Raggiungiamo la camera da letto, dove mi giro, facendoci così, ritrovare petto contro petto.
"Dovresti farti rifare la doccia a casa" rido
 
"Ah fidati, sarà la prima cosa che farò appena torneremo a casa" avvicina la sua parte bassa a me
 
"Zayn!" rido, uscendo dall'abbraccio in cui mi aveva stretta.
 
"Vedo che ora non ti vergogni più a farti vedere nuda" ghigna
 
"Dai!" urlo, coprendomi il corpo nudo con una maglia. Si mette a ridere, e lascia cadere l'asciugamano.
Lo guardo quasi incantata mentre si muove per la stanza. I muscoli della schiena si contraggono ad ogni passo, e non posso evitare di fermarmi a guardare all'altezza dei suoi boxer.
"Mi piace quando mi guardi in quel modo" aggiunge
 
"Che? Cosa?" chiedo, uscendo dalla fase di trance
 
"Amo come i tuoi occhi mi guardano" si gira verso di me, mostrandosi completamente nudo. I miei occhi ricadono nuovamente alla stessa altezza e non posso evitare di leccarmi le labbra.
 
"Altro round?" chiedo
 
"Volentieri" sorride prima di avvicinarsi a me e farmi cadere sul letto.
 
 
Pov. Zayn
Il rumore di una porta che viene sbattuta mi sveglia. Mi guardo attorno e noto come la camera sia incredibilmente disordinata: l'asciugamano è ancora per terra, ai piedi del letto. Le lenzuola sono stropicciate sotto i nostri corpi e la biancheria intima e buttata in un angolo del letto singolo posizionato accanto al matrimoniale.
La voce stridula di Giulia riecheggia nella stanza e faccio appena in tempo a vestirmi e coprire Giorgia che entra in camera
"Oh, scusatemi" arrossisce un po' "Ho questa brutta abitudine di non bussare mai"
 
"Ho notato" sbuffo
 
"Sta dormendo?" indica Giorgia. Annuisco "Ehm, non penso dovresti scoprirla" la blocco prima che possa spostare il lenzuolo
 
"Oh, io.." sgrana gli occhi "O mio dio" indietreggia un po'
 
"Tu non hai visto nulla, okay?"
 
"Sapevo che voi due andaste a letto insieme ma averne la conferma.. Wow" si porta una mano sulla testa
 
"Non dirle nulla. Di tutto questo, per favore" agito le mani davanti a me
 
"Siate responsabili. Ti chiedo solo questo" e in un attimo, mi rendo conto di ciò che abbiamo fatto: più volte abbiamo fatto l'amore senza usare il preservativo.
Più volte sono venuto dentro di lei.
La testa cominciare a girare, e riesco a quasi sentire la mia pelle sbiancare.
"Okay" sussurro
Giulia lascia la stanza, e io mi siedo sul letto. Mi prendo la testa tra le mani: come abbiamo fatto a essere così irresponsabili? Qualche volta l'abbiamo usato, ma la maggior parte delle volte no.
Cazzo, e non prende nemmeno la dannata pillola!
Mi volto a guardarla, e la osservo. L'espressione è leggermente imbronciata, con il labbro che sporge un po'. Le braccia strette intorno al cuscino e i capelli rossi sparsi sulla federa.
Il mio sguardo si blocca all'altezza della pancia, dove il lenzuolo mal sistemato, sembra assumere la forma di un pancione.
E se lei fosse incita? Come potremmo fare? Lei va scuola, io non ho nemmeno un lavoro. Almeno, un lavoro legale.
No, no, no. Non può essere.
Se fosse incinta l'avrebbe già notato. Me l'avrebbe detto.
Sospiro buttandomi all'indietro sul letto.
 
                                                                                       ----
 
"Zayn, sei pronto?" mi chiede Giorgia dalla camera da letto
 
"Sì, quasi" rispondo.
Dovremmo scendere a minuti per la cena, ma in realtà non ho il coraggio di andare da lei perché sono letteralmente terrorizzato dal fatto che lei possa essere incinta, e non il coraggio di parlarle.
Non ho mai pensato di avere dei figli: anche perché negli ultimi anni, non ho avuto proprio il tempo per pensare ad una cosa del genere, vista la mia situazione.
Ma una cosa la so: non voglio averne. Non averne perché molto spesso i figli seguono la strada dei propri genitori, e non potrei sopportare che mio figlio, o mia figlia, entri nel tunnel della droga.
Non potrei sopportare che mio figlio diventi un amante violento.
Questo è l'unico motivo che mi spinge a non voler dei figli.
Ma come spiegarglielo? Mi ricordo di quando la portai al centro commerciale, e finimmo in quell'ascensore infernale con quel bambino indemoniato.
Piangeva un sacco, e Giorgia si è piegata è ha cominciato ad accarezzarlo e a parlargli. Era bellissima, e per un attimo è come se fossimo solo io e lei, e il nostro bambino.. ma come spiegarle questa mia fobia? Così decisi di dirle semplicemente che odio i bambini, anche se in realtà - fossi un ragazzo diverso - mi piacerebbe diventare padre, soprattutto con lei.
Faccio un respiro profondo e lascio la stanza
"Eccomi" le sorrido
 
"Alla buon'ora! E meno male che sono io quella lenta!" ride prendendomi per mano.
Lasciamo la stanza insieme a Giulia e Filippo e raggiungiamo il ristorante. Ovviamente, ogni volta che entriamo saluta quel Bryan, come fa da una settimana a sta parte, ma non penso l'abbia più rivisto dato che passiamo quasi ventiquattro ore su ventiquattro insieme.
Ci sediamo al tavolo, e aspettiamo che arrivi il cameriere
"E così la nostra penultima cena qui" fa il broncio
 
"Che vacanza" Giulia sospira
 
"La migliore della mia vita" Giorgia sorride, voltandosi a guardarmi
 
"Puoi dirlo forte" sorrido anche io. Ogni volta che la guardo sorridere, i miei nervi si rilassano
 
"Giorgiaa!" Esclama un odioso animatore.
Questo ragazzo, ha un debole palese nei confronti di Giorgia. Da quando è arrivato in hotel, circa tre o quattro giorni fa non perde occasione di parlarle.
"Thomas!" lei gli rivolge uno di quei sorrisi che mi mandano in confusione la testa "Come stai?"
"Tutto bene te? Pronta per la partenza?"
 
"Onestamente no" si lamenta "Preferirei rimanere qui"
 
"Dai rimani, ti ospito io" scherza, ma sono più che sicuro che ci sia un fondo di verità
 
"Ah, ah, ah. Simpatico" aggiungo, fulminando quel dannato cazzone
 
"Ciao anche a te, Zack"
 
"Mi chiamo Zayn" ringhio
 
"Scusami" alza le spalle "Vieni, ci facciamo un ballo?" Le porge la mano
 
"Thomas, io.." annaspa nelle parole
 
"Dai, uno solo" la prega
 
"Thomas.."
 
"Uno uno" la supplica ancora
 
"Credo che abbia detto di no" ringhio ancora
 
"Zayn" mi rimprovera Giorgia "D'accordo, ma solo uno" ride. Ma che diavolo?
 
"Evviva!" sul volto del ragazzo si dipinge un sorriso a trentadue denti. La prende per mano, stringendo troppo la presa su di lei. Arrivati nella pista da ballo, l'abbraccia. La sua mano è giusto poco sopra il suo dannato culo, e il modo in cui le fissa le labbra mi manda in bestia. Giuro che se la tocca solo..
"Zayn, rilassati" Filippo mi da una pacca sulla spalla e solo ora mi accorgo di star stringendo le mani a pugno così forte da sentire le unghie incidermi la carne. La mia gamba si agita nervosamente sotto al tavolo, e non riesco a staccare gli occhi da quel cazzone che ha le mani addosso alla mia ragazza.
"Adesso basta" mi alzo andando verso la coppia "Giuro che se metti ancora una volta le mani sulla mia ragazza, ti spacco la faccia. Hai capito cazzone?" lo alzo dalla maglietta, sbattendolo contro il muro.
 
"Ehi, ma che diavolo ti prende?" ansima il ragazzo
 
"Zayn!" Giorgia cerca di tirarmi via "Zayn lascialo per favore" mi supplica.
 
"Che cosa succede qui?" un grosso uomo arriva nella sala squadrandomi dalla testa ai piedi.
È alto quasi una trentina di centimetri in più di me, e torreggia su di me e su Teddy.
 
"Nulla, nulla" si affretta a dire Giorgia
 
"Signore, sono costretto a farla uscire" Il grosso uomo mi allontana dall'animatore il cui colorito è quasi fucsia
 
"No, la prego" Giorgia, che è alta circa la metà di lui, messa a confronto sembra quasi sua figlia
 
"Forza, fuori" mi prende per un braccio trascinandomi via. Le parole di Giorgia non l'hanno minimante toccato
 
"Vado con lui" la sento dire prima che entrambi veniamo scortati fuori dal ristorante
 
                                                                                    ----
 
"Ma che diavolo ti è saltato in mente?" Urla Giorgia agitando le braccia
 
"Ti stava toccando troppo" aggiungo tranquillo
 
"Stavamo ballando!"
 
"Aveva le mani dove non dovevano stare. Da quando è arrivato qui non ha fatto altro che provarci con te. Non hai mai fatto caso che dove sei tu, c'è lui?"
 
"È un animatore! Gira per l'hotel, è più che normale che io lo veda spesso" si giustifica
 
"Non avresti dovuto ballare con lui"
 
"Era solo un ballo"
 
"E intanto lui ti ha toccata"
 
"Zayn per favore! Questa cosa che non posso parlare con nessun ragazzo è così opprimente. Ho sedici anni, posso essere amica con chi voglio senza dovermi sentir dire che tutti i miei amici mi vogliono portare a letto? Non è molto carino sentirselo dire"
 
"Sto dicendo solo verità. Voglio solo proteggerti"
 
"No, tu hai questo bisogno ossessivo di tenermi sempre sott'occhio, di controllarmi continuamente, ma non funziona così Zayn. Non sono tua figlia"
 
"Cosa devo dire di Louis o Harry?" inarco un sopracciglio
 
"Sono storie vecchie. E poi non sono tutti così i ragazzi"
 
"Mi dispiace okay? Potrò essere geloso della mia ragazza?" la mia pazienza comincia ad incrinarsi
 
"Sì ma non in questo modo ossessivo!"
 
"Allora se per te sono troppo possessivo vattene! Sono così Giorgia, non posso cambiare. Questa mia gelosia è dovuta semplicemente al fatto che so che troverai qualcuno migliore di me, e che ti porterà via da me. Quanti ragazzi migliori di me ci sono in giro? Eh? Quanti sono quelli pronti a portarti via da me?" si blocca alle mie parole, e apre la bocca tre volte prima di riuscire a parlare
 
"Non devi avere paura, perché io amo te. Non ho bisogno di guardarmi attorno, perché ora ho tutto ciò di cui ho bisogno. Ti ho aspettato per tanto tempo, anche quando eri a migliaia di chilometri da me, eppure ho sempre e solo desiderato te"
 
"Non posso non pensarci. Non ci riesco"
 
"Smettila di tormentarti. Sei un ragazzo fantastico, e io amo solo te" mi prende il volto tra le mani "Ma ho bisogno di un po' di tempo, almeno per stasera" grano gli occhi
 
"Perché?" balbetto
 
"Non ti preoccupare, solo un piccolo distacco. Non chiedo molto"
 
"Vuoi lasciarmi?" non so quanto la mia voce risulti ridicola in questo momento, ma sono completamente preso da panico
 
"Assolutamente no. Non avrei le forze per farlo. Ma ho davvero bisogno di una serata.. per me" mi da un piccolo bacio a stampo "Per favore" mi guarda negli occhi
 
"D'accordo" sospiro
 
"Grazie" sorride. Si alza dal letto su cui eravamo seduti "Torno presto" si chiude la porta alle spalle.
Non ci posso credere. Non posso credere che se ne sia andata, e che io l'abbia lasciata andare.
Quindi non saranno gli altri a portarmela via, ma sarò io stesso ad allontanarla.
Sarò proprio io, con la mia dannata paura di perderla, ad allontanarla.
Ma perché non riesco a esser semplicemente un ragazzo normale?

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Capitolo 33
*** Capitolo Trentatré ***


Pov. Giorgia
Quando sono tornata in camera ieri sera, Zayn era sveglio. Era seduto sul balcone, a fumarsi una sigaretta.
Quando mi ha vista, mi ha rivolto un semplice sguardo e mi ha dato la buonanotte. Poi è tornato a fissare il vuoto, con quella dannata sigaretta in bocca.
Non ho voluto iniziare nessuna conversazione perché sapevo benissimo che fosse parecchio arrabbiato. Il problema era capire con chi fosse arrabbiato. Con me? Con Thomas? O peggio ancora, con sé stesso?
Per quanto Zayn cerchi di mostrarsi forte, entrambi sappiamo che non lo è. Almeno, non quando si parla di determinati argomenti. Tipo me.
Il fatto che io lo renda così insicuro mi preoccupa perché finirà per uscire di testa se continua in questo modo. Il continuo pensare che qualcuno possa portarmi via.
Ora come ora, non posso nemmeno immaginare di fare tutto ciò che faccio con Zayn - dalle cose più semplici come cucinare, ad altro come fare l'amore - con nessun'altro ragazzo.
Ma sono altrettanto cosciente che tutto può cambiare in un attimo.
Ricontrollo l'armadio per essere sicura di aver preso tutti i vestiti. E poi scendo a far colazione.
Quando mi sono alzata Zayn già non c'era, ma so che non può essere lontano. Alcune valige sono già state caricate in macchina, e mancano solo quelle mie e di Giulia.
Raggiungo la sala buffet dove saluto Bryan.
Lancio un'occhiata al tavolo, e vedo Zayn seduto al tavolo, mentre una ragazza bionda gli parla.
"Ciao" gli sorrido leggermente, tornando seria quando guardo la ragazza
 
"Ehi" sembra sorpreso di vedermi "Lei è Baby"
 
"Baby?" chiedo
 
"Barbara, ma puoi chiamarmi Baby" mi porge la mano
 
"Ciao" sorrido leggermente "Ehm, vado a prendere qualcosa da mangiare. Vuoi qualcosa?" chiedo a Zayn
 
"No, grazie" mi sorride
 
"Uh, d'accordo" mi allontano velocemente dal tavolo.
Non immaginavo di trovarlo al tavolo con una ragazza. Beh sicuramente nemmeno lui s'immaginava di trovarmi seduta al tavolo con Bryan.. è stato strano. Da molto tempo non provavo più quella fitta allo stomaco e al cuore, come se tutto quello che hai fosse in pericolo.
Così mi sento, almeno in parte. Come se lui potesse interessarsi alla sua interlocutrice, restare colpito da qualcosa, e dimenticarsi di me.
È questo ciò che prova lui, ogni volta che parlo con un ragazzo.  E non me ne rendevo nemmeno conto.
Prendo un croissant vuoto, e un bicchiere di succo.
Ritorno al tavolo, e mi siedo in silenzio. Cerco di seguire le loro conversazioni, ma mi perdo molto presto ad osservare questa ragazza: ha un sorriso meraviglioso, che mi oscura completamente. I lunghi capelli biondi ondeggiano sulla sua pelle ambrata mentre ride allegramente con Zayn.
Il fisico è perfetto, sembra una modella. Niente pancia e lunghe gambe slanciate. Messa a confronto sembro un puffo.
Gli occhi verdi risplendono sotto i riflessi di luce, i suoi denti bianchi illuminano la stanza.
Avanzo il mio croissant, incapace di ingoiare qualsiasi cosa.
Vengo riportata alla realtà quando i due si salutano, facendo piombare il silenzio fra di noi
"Scusa" balbetto. Il nodo alla gola è cresciuto, e sono terrorizzata dall'idea di scoppiare a piangere davanti a lui
 
"Per cosa?"
 
"Tutto. Solo, solo ora ho capito come ci sente, e mi dispiace. Tutto ciò che ho fatto, non l'ho fatto apposta.. Io non pensavo ci si potesse sentire così" rimane in silenzio "Bella vero?" guardo Baby
 
"Sinceramente non ci ho fatto caso" alza le spalle. Lo guardo confusa "Non ho fatto caso se fosse una bella ragazza, perché non mi è mai importato"
 
"Lo stesso vale per me"
 
"Lo so"
 
"Perché ti sei arrabbiato allora?" avvicino la mia mano alla sua, e con grande sorpresa, non la ritira
 
"Non lo so" sospira "La mia è solo paura"
 
"Anche la mia" annuisco
 
"Possiamo tornare ad essere quello che eravamo fino a ieri sera?"
 
"Non c'è nemmeno bisogno di chiederlo" mi alzo e mi avvicino a lui. Lo bacio, perdendomi nelle emozioni uniche che ogni bacio riesce a trasmettermi.
 
"Forza, un lungo volo ci attende" mi da una sculacciata
 
"Zayn!" scoppio a ridere, tirandogli un piccolo schiaffo sul petto.
 
 
Pov. Zayn
Quella ragazza dev'essere un angelo. Il nostro angelo custode. Non c'è altra spiegazione.
Grazie a lei siamo riusciti a risolvere parte dei nostri problemi, e stiamo di nuovo insieme.
Una parte di me sa che se non avessimo risolto oggi, avremmo risolto in futuro, perché nessuno di noi due riesce a stare senza l'altro.
Diciamo che ci ha aiutato ad accorciare i tempi. Mentre guido sul lungo mare, sento la malinconia entrare in circolo: questi quindici giorni sono stati meravigliosi, e tutto ciò che abbiamo vissuto qua è stato bellissimo, ma dobbiamo tornare alla realtà, alla vita di tutti i giorni, dove i nostri inevitabili problemi torneranno a interferire con la nostra storia.
Dovrò tornar a correre, perché sono a corto di soldi, e quindi dovrò rivedere Luke. E diciamo che l'idea non mi entusiasma molto.
Comunque sono più convinto che mai ad impegnarmi a non mandare tutto a puttane per ogni singolo problema che affronteremo.
Anche il più grande, come una possibile gravidanza.
Non ho ancora affrontato l'argomento, ma dovrò farlo, prima o poi.
Giorgia è silenziosa nel sedile del passeggiero, la testa appoggiata al finestrino.
Posso comunque immaginare che i pensieri siano gli stessi, tranne ovviamente il piccolo particolare della gravidanza.
 
                                                                                   ----
 
Il viaggio in aereo è stato meno lungo rispetto all'andata, forse a causa della mancanza di perturbazioni che invece hanno disturbato il primo volo.
Riprendiamo le valige e saliamo in macchina, diretti verso casa.
"Posso dormire da te stasera?" Giorgia si volta verso di me
 
"Certo" le sorrido, appoggiandole un braccio intorno alla spalla, per consolarla
 
"Mi manca già Miami" sospira
 
"Anche a me, ma tu sei qui con me, quindi potrei anche dimenticarla"
 
"Ti amo" mi posa un bacio sulla guancia
 
"Anche io" appoggio la guancia sulla sua testa.
Dopo circa una ventina di minuti arriviamo a casa mia: Filippo mi aiuta a scaricare le valige prima di andarsene.
"Casa dolce casa" sospira Giorgia, buttandosi sul divano
 
"Casa dolce casa" ripeto, con un buco nel petto. L'odore di chiuso ci invade le narici, così decido di spalancare le finestre. L'appartamento viene invaso dalla luce del pomeriggio, mettendo in evidenza lo strato di polvere che ricopre i mobili
"Dovremmo dare una pulita qui" Giorgia si guarda in giro
 
"Hai ragione"
 
"Magari domani. Ora sono esausta"
 
"Posso farlo da solo" sorrido
 
"No, voglio farlo anche io! Proprio come una coppia sposata!" esclama battendo le mani
 
"Facciamolo allora" ghigno. Mi fulmina con lo sguardo prima di scoppiare a ridere
 
"Sempre il solito"

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Capitolo 34
*** Capitolo Trentaquattro ***


Pov. Zayn
"Buongiorno" Giorgia appoggia un vassoio accanto a me
 
"Ehi" bisbiglio, ancora addormentato
 
"Colazione a letto!" saltella sul materasso, facendo cadere un po' di succo sul vassoio "Ops" aggiunge picchiettando un tovagliolo sulle chiazze bagnate
 
"Non dovevi" rido, mettendomi a sedere
 
"Oggi sarà una lunga giornata, quindi ti servono le giuste energie!" incrocia le gambe, portandosi una forchettata di pancakes alla bocca
 
"Ehi quello è mio!" mi lamento buttandomi addosso a lei
 
"Messi così non finirà bene" scuote la testa "Abbiamo una tabella di marcia piuttosto rigida, che non comprende il sesso mattutino"
 
"Tabella di marcia?"
 
"Dobbiamo fare un sacco di cose! Pulire casa, devo finire i compiti i, uscire con i miei amici"
 
"Di già?" chiedo
 
"Sì, sono quindici giorni che non li vedo. Mi mancano da impazzire"
 
"Okay, okay. Ho capito" mi alzo da sopra di lei "Forza mangiamo"
 
                                                                                   ----
 
Dopo l'ottima colazione che mi ha preparato, entrambi ci siamo vestiti con qualcosa di comodo. Impugnano scopettoni e stracci, e cominciamo a pulire tutta la casa.
Giorgia collega il suo cellulare allo stereo, in modo che la sua orrenda musica risuoni in tutta la stanza
"Quindi, non solo devo pulire, in più mi devo sorbire le tue orribili canzoni?"
 
"Sta' zitto e ascolta" si limita a dire, mentre passa lo straccio a tempo di musica.
Si muove saltellando, mentre intona le canzoni che vengono riprodotte dall'impianto.
Non avevo mai visto le pulizie sotto questo punto di vista: è proprio vero che quando hai la persona che ami accanto, faresti di tutto.
Con Giorgia perfino fare le pulizie diventa bellissimo. Dobbiamo ancora finire, ma non vedo l'ora di rincominciare di nuovo.
Sorrido, guardandola sculettare a tempo di musica mentre cerca di imitare le mosse di Nicki Minaj.
"Dai, non sei male a ballare" la derido
 
"Simpatico. Ammetti che vorresti il mio movimento di bacino" si mette le mani sui fianchi, e comincia ad ballare
 
"Chi non vorrebbe?" la osservo mentre improvvisa una specie di danza del ventre scoppiando a ridere "Sei bellissima" mi mordo il labbro
 
"Lo so" aggiunge, facendomi la linguaccia.
 
 
Pov. Giorgia
Pulire l'intero appartamento di Zayn mi ha stremata. O meglio, ballare per la casa mentre Zayn puliva, mi ha stremato.
È che quando sento le mie canzoni preferite non riesco a stare ferma. È davvero più forte di me.
Sono comunque riuscita a riposarmi un po' prima di farmi una doccia e uscire per raggiungere i miei amici. Fremo dalla voglia di vederli, dato che è passato così tanto tempo, e mi mancano davvero tanto
"Giorgia!" esclamano appena mi vedono, correndomi incontro e chiudendomi in un abbraccio
 
"Ciao!" esclamo, godendomi l'abbraccio di tutti "Jacob" sorrido, buttandogli le mani al collo
 
"Ciao" sorride. Da dietro di lui, una ragazza fa capolino
 
"Oddio, lei è..?" chiedo
 
"Sì" sorride
 
"Aaa Jacob!" Lo abbraccio "Piacere Giorgia" mi presento
 
"Melissa piacere" sorride timida
 
"Jacob mi ha parlato molto di te" ricambio il sorriso "Non vedo l'ora di sapere come siete finiti ad essere fidanzati" batto le mani
 
"Però prima raccontaci di questi quindici giorni di vacanza. Tu e Zayn ci avete dato dentro eh?" Jacob mi tira una spallata scherzosa
 
"Jake!" gli tiro un pugno sul braccio scoppiando a ridere
Passiamo l'intero pomeriggio nel solito parco, a raccontarci le ultime novità. Mi erano mancati questi pomeriggi tutti insieme. Per quanto Zayn abbia reso quei quindici giorni indimenticabili, nella mia vita ho ancora bisogno dei miei amici. Raccontagli di me e Zayn, ascoltare il loro problemi e aiutarli.
La mia vita è giusto equilibrio di amicizie e amore, e ho bisogno di entrambi nella giusta quantità.

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Capitolo 35
*** Capitolo Trentacinque ***


Pov. Zayn
Stavo guardando la tv quando ho ricevuto un messaggio da Giulia
*Zayn, ti aspetto a casa mia. Dobbiamo parlare*
Ho fissato il messaggio almeno per due minuti, analizzando cosa io avessi fatto a Giorgia nell'ultimo periodo. Perché se Giulia vuole parlarmi, è sicuramente qualcosa che riguarda lei.
Forse sta ancora pensando alla piccola chiacchierata che abbiamo avuto a Miami? Riguardo a ciò che io e Giorgia.. facciamo? L'ipotesi più plausibile per ora è questa.
Mi vesto velocemente, mi do una pettinata ai capelli e lascio la mia dolce casetta per andare da Giulia. Tutto ad un tratto, mi sento incredibilmente nervoso e agitato.
Ho il terrore di aver fatto qualcosa di sbagliato, e che in un modo o nell'altro, Giorgia si allontani da me. Eppure, ho la coscienza apposto. Stavolta non ho fatto nulla.
A parte qualche scenata a Miami.
Passano almeno cinque minuti prima che io riesca a bussare alla porta.
"Ciao" Giulia mi sorride debolmente, spostandosi di lato per farmi entrare
 
"Ehi" accenno, raggiungendo il salotto. Rimango leggermente stupito dalla figura che mi trovo davanti "Salve. Lei è la madre di Giorgia, non è vero?" le porgo la mano
 
"Sì" il suo sguardo mi esamina. Un grosso ragazzo si avvicina "Questo è mio figlio, Marco"
 
"Sì, ci siamo già incontrati" annuisco, e non posso evitare di sorridere ricordando quella sera in cui io e Giorgia andammo al suo ristorante italiano
 
"Veniamo al dunque" mi si avvicina minaccioso "So che hai fatto" mi punta il dito
Che cosa intende, precisamente? Cosa significa che sa cos'ho fatto?
"In, in che senso?" balbetto
 
"Un ragazzo che lavora al mio ristorante ha vissuto a Melbourne per qualche anno. Mi ha raccontato tutto di te" ad un certo punto, è come se mi mancasse la terra sotto ai piedi
 
"E cosa, cosa avrei fatto io?"
 
"Lo sai benissimo" mi spintona "Hai picchiato una ragazza, facendola finire all'ospedale" ringhia.
Nonostante i soli due anni di differenza tra di noi, mi supera di almeno venti centimetri.
 
"È successo tre anni fa"
 
"Cosa mi assicura che non farai lo stesso con mia sorella?"
 
"Zayn, è mia figlia. Devo proteggerla. Ha già sofferto abbastanza in passato"
 
"Io non voglio farla soffrire, e non le farò del male" ma so bene che una parte di me non crede a queste parole
 
"Non possiamo permettere che Giorgia corra dei rischi. È ancora una ragazzina, non capirà, ma devi allontanarti da lei"
 
"Non posso farlo" una strana sensazione si diffonde in me: è come se tutto ciò che avessi, stia per scomparire
 
"Ma devi" incrocia le braccia "Andiamo, sei il primo a pensare di non essere il ragazzo ideale per lei. Chi vuoi prendere in giro, eh?" le parole della madre di Giorgia mi feriscono, ma non posso non ammettere che ha ragione
 
"Cosa dovrei dirle?" sospiro
 
"Non lo so" alza le spalle Marco "L'importante è che tu le stia alla larga, se no saremo costretti a far intervenire un giudice"
 
"Un giudice?" esclamo
 
"Con misure cautelari"
 
"Mi, misure cautelari? Voi, voi non potete" balbetto
 
"In quanto genitori e tutori di Giorgia, beh, sì" la madre sorride di sbieco.
 
"Mi allontanerò, ma per favore, lasciate il giudice fuori da tutto questo" li supplico
 
"Sapevamo che saresti stato giudizioso caro" la donna mia passa una mano sul viso "Ci vediamo" mi passa affianco, il figlio al seguito mi tira una spallata,
Mi butto sul divano, prendendomi la testa fra le mani. Sento Filippo sedersi accanto a me. Mi posa una mano sulla spalla.
"Come farò ora?"
 
"Ci dispiace Zayn. Abbiamo fatto il possibile per farli ragionare, per poco non si portavano via Giorgia non appena hanno saputo che noi eravamo a conoscenza della vostra storia" sospira Filippo
 
"Non posso lasciarla un'altra volta" al pronunciare queste parole, sento una fitta al cuore
 
"Zayn.." interviene Giulia
 
"Scusate devo andare. Giorgia tonerà presto a casa, e devo pensare cosa dirle. Ci vediamo" mi alzo velocemente dal divano, lasciando quella casa.
Dedico l'intero viaggio di ritorno, pensando a qualsiasi cosa io possa dirle per farla allontanare. Ma lei mi disse che non avrebbe sopportato di nuovo un mio allontanamento.
Io stesso non posso stare di nuovo senza di lei. Ma devo farlo, se voglio stare a meno di cinquecento metri da lei.
C'è un'unica cosa che posso dirle, per allontanarla definitivamente da me.
 
 
Pov. Giorgia
Canticchio lungo la strada di casa. Il pomeriggio insieme ai ragazzi mi ha messo di buon umore, e mancavano davvero solo loro a rendere perfetta questa giornata.
Il risveglio è stato a dir poco stupendo, e poi la mattinata a pulire con Zayn è stata divertentissima.
Potrei fermarmi a noleggiare un film. Almeno non passerò un'altra sera abbracciata a Zayn guardando uno di quegli orribili film che piacciono a lui.
Infilo la tessera nella macchinetta e decido di affittare l'intero cofanetto di gossip girl. Così soffrirà un po' anche lui.
Scoppio a ridere. Infilo i dischetti nella borsa e m'incammino di nuovo verso casa. Le giornate di stanno accorciando, ormai l'estate sta finendo. Il sole comincia a tramontare prima, colorando d'arancione e rosa il cielo blu, facendo sembrare tutto un enorme tela.
Citofono a Zayn, salgo velocemente le scale ed entro nell'appartamento
"Ciao amore" cerco di abbracciarlo, ma lui si sposta "Che succede?" chiedo
 
"Dobbiamo parlare" il suo tono è serio, le braccia incrociate sul petto
 
"Di, di cosa?"
 
"Non può più funzionare" Dio, ti prego, dimmi che non l'ha detto davvero.
 
"Cosa scusa?" non so se essere sorpresa, incazzata oppure calma. Non so perché ma sapevo sarebbe arrivato questo momento. Stupida io che ho voluto provarci
 
"Hai sentito"
 
"Perché? Cosa ti ha fatto cambiare idea stavolta?"
Fa la forte Giorgia, fa la forte.
 
"Nulla"
 
"Allora perché vuoi lasciarmi?" il mio tono risulta più disperato che forte e indifferente
 
"Semplice, non ti amo più"
 
"Non, non mi ami più?" mi appoggio al tavolo, come se quelle parole fossero state un sasso scagliato contro di me con la forza di un'onda anomala "Come puoi dirlo? Fino a stamattina sembrava andasse tutto bene.."
 
"So fingere bene" alza le spalle
 
"Sai fingere bene?" urlo "E in tutto questo tempo che siamo stati insieme hai sempre finto?" abbassa lo sguardo, ma lo rialza subito
 
"Sì" Non posso crederci. Dio ti prego no. Come ho fatto ad essere così stupida?
 
"Non so se essere stupita oppure no. Tutto.. tutto ciò che ho pensato quand'eravamo a Miami, finalmente è venuto a galla. E io che pensato mi amassi davvero. La cena in giardino, la nostra splendida vacanza, il tuo stupido, dannato anello" sbatto il gioiello sul tavolo "Vaffanculo Zayn. Ti ho dato tutta me stessa, ti ho dato tutto ciò che avevo ed ero disposta a darti l'impossibile, ma tu ti sei sempre solo approffitato di me!"
 
"Sono fatto così, che ci posso fare?"
 
"Sei così?" urlo "Perché sei tornato allora? Anzi, perché sei entrato nella mia vita? Io a quest'ora potevo essere con il mio fidanzato, felice, invece che qui ad urlarti contro! Ti avevo chiesto di non tornare, ma l'hai fatto. Ti ho chiesto di non andartene, e ora te ne vai?"
 
"Mi piace giocare"
 
"Basta, è troppo" Prendo la giacca che avevo appoggiato sulla sedia e esco da quell'appartamento per la seconda volta, in lacrime.
Non posso credere che si sia comportato così. Non posso credere che mi abbia usata per tutto questo tempo.. e soprattutto che io gli abbia permesso di usarmi.
E io che avevo pensato mi amasse.. Che stupida!
Le nottate passate a parlare, i pomeriggio avvolti nelle lenzuola con i corpi luccicanti di sudore.
Le corse in moto, la spiaggia, i bagni in mare.
Tutte prese per il culo. Tutte, fottute, prese per il culo.
Tutti i nostri ricordi diventeranno la mia tortura. La mia condanna.
Apro la porta di casa e corro in camera, sbattendomi la porta alle spalle.

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Capitolo 36
*** Capitolo Trentasei ***


Pov. Zayn
Credevo a stento alle parole che dicevo, non posso credere che lei mi abbia creduto.
Ma come biasimarla? Il modo in cui l'ho dette.. La sicurezza nella mia voce.
Una maschera perfetta che nascondeva l’anima che cadeva a pezzi.
L'unico modo che avevo per allontanarla da me era mentire. Sapevo che se le avessi detto quelle cose, si sarebbe incazzata.
Le pareti di questa casa sono diventate troppo opprimenti. È come se su questi dannati muri ci fossero dipinti i nostri momenti più belli: io e lei che giochiamo nell'acqua, con l'acqua salata che rendere amare le nostre pelli.
Le nottate passate a toccarci, a cercarci.
Tutto è fisso nella mia mente e si ripete come un nastro continuo.
Forse dovrei andarmene? Andarmene via di nuovo?
A che scopo? Per poi tornare implorando Giorgia di tornare con me? So che non lo farà, non dopo quello che le ho detto.
Ancora una volta, il mio passato, ha rovinato tutto. Il vecchio Zayn ha segnato per sempre quello nuovo.
L'anello di Giorgia luccica sotto i fiochi raggi di sole e, a questo punto, non riesco trattenere le lacrime.
Un cofanetto di gossip girl giace per terra, vicino al tavolo. Lo raccolgo, passandolo da una mano all'altra.
Voleva vederlo. Erano due settimane che non faceva altro che parlare di questo dannato telefilm.
Sbatto il cofanetto sul tavolo, facendo cadere l'anello per terra.
Mi siedo a terra, la schiena contro il muro e la testa fra le mani.
 
                                                                                   ----
 
La luce del sole filtra tra le tende, e finalmente ho un motivo per alzarmi dal letto. Ho passato l'intera nottata insonne, senza chiudere occhio.
Gli incubi sono tornati. Lei è sempre lì, che si allontana da me, e io non riesco mai a raggiungerla.
Fisso il lato vuoto del letto, immaginandomi il suo piccolo corpo raggomitolato contro di me.
Mi alzo dal letto, un po' confuso a causa della brutta nottata. La testa sembra pesantissima e sono leggermente disorientato.
La cucina è semi distrutta: a terra sono sparsi pezzi di ceramica e vetri. Le tende sono state strappate.
Non ricordo molto di ieri sera, ma le bottiglie sparse a terra mi ricordano tutto l'alcool che ho ingerito.
Noto sotto il tavolo il piccolo anello. Mi chino a raccoglierlo, e lo appoggio sopra alla credenza. Quell'anello non potrà stare in nessun'altra mano che non sia la sua.
Decido di farmi una doccia per smaltire la sbornia e poi esco.
L'aria appena pungente di settembre mi rinfresca. Faccio un respiro profondo, inalando l'aria fresca di una soleggiata mattina di settembre.
Corro lungo le strade del quartiere cercando di dimenticare la conversazione di ieri.
È stato così dannatamente difficile dirle tutte quelle cose orribili ma ho dovuto farlo.
Ho dovuto farlo, se non volevo che me la portassero via per sempre. Ora come ora, posso sempre sperare nel suo perdono, ma se un giudice me la portasse via..
Accelero il passo, la testa ancora immersa nei suoi pensieri. Mi ritrovo così a correre lungo le strade di un quartiere malfamato
"Louis" dico, fermandomi di colpo
Lui è l'unico che può aiutarmi in questo momento
 
 
Pov. Giorgia
Si sta ripetendo tutto. Io chiusa in camera, il cuscino bagnato stretto al petto, per colmare quel vuoto lasciato da lui.
Non è la prima volta, e mi sarei dovuta aspettare una seconda. Almeno sarei stata preparata.
Invece sono qui, il dolore che mi lacera.
Da un lato, sinceramente mi aspettavo che lui se ne andasse. Mi ero tenuta pronta, ma non per tutto ciò che ha detto. Non avrei mai immaginato che potesse essere quello il motivo che l'avrebbe spinto ad andare via.
Non mi ha mai dato ragione di pensare che non mi amasse. È un ottimo attore.
"Gio?" Giulia bussa alla porta
 
"Entra" la mia voce è roca a causa del pianto
 
"Che succede?" si siede al fondo del letto
 
"Mi sono lasciata con Zayn. O meglio, lui ha lasciato me" sottolineo l'ultima parte
 
"Cosa?" esclama, ma non sembra particolarmente sorpresa
 
"Lui mi ha usata, per tutto il tempo" serro le labbra e gli occhi, cercando di trattenere le lacrime
 
"Oh.. cioè non penso sia così.."
 
"Me l'ha detto! Me l'ha detto in faccia Giulia!"
 
"Mi dispiace" abbassa la testa. Rimango in silenzio un attimo prima di riprendere a parlare
 
"Scusa, non volevo urlati contro" mi mordo il labbro
 
"Non importa, so che stai male" mi sorride debolmente "Ma non credi possa esserci qualche altro motivo che l'ha spinto a farlo?"
 
"L'unico motivo per cui può avermi lasciata è che ha trovato un'altra"
 
"Non penso sia questo il motivo"
 
"Giulia, lo stai difendendo?" non posso credere che lo stia difendendo davvero.
 
"No no, assolutamente no. Ma c'è sempre una spiegazione ad ogni azione che facciamo" mi poggia una mano sulla coscia
 
"Sai qualcosa che dovrei sapere?"
 
"No. Non posso sapere che cosa passa per la testa di Zayn" alza le spalle "Ma non avercela con lui"
 
"Sei incredibile Giulia. Ti ho appena detto che mi ha usata per tutto questo tempo, e tu mi dici di non essere arrabbiata con lui? Ma che diavolo ti prende?" urlo
 
"Hai ragione, hai ragione. Scusami" si allontana "Mi dispiace"
 
"Anche a me" mi butto sul letto.
Cazzo, quanto lo odio. Perché si è comportato così? Che cosa ci ha guadagnato?
Del sesso ovviamente, mi ricorda il mio subconscio
Ah fantastico, adesso si aggiunge pure il mio subconscio a torturarmi.
Tutto questo è così assurdo. Lui non può avermi usata, ma soprattutto non può aver finto così bene per tutto questo tempo.
Perché non può semplicemente provare quello che provo io? Perché non può amarmi almeno la metà di quanto lo amo io?
Ricomincio a piangere, affondando la testa nel cuscino.

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Capitolo 37
*** Capitolo Trentasette ***


Pov. Zayn
Mi ero dimenticato di come ci si sentiva. Di come ci sente quando la cocaina entra nel tuo corpo, e delle sensazioni che si provano quando sei totalmente strafatto.
La cocaina ti aiuta ad essere felice. Tutto ciò che è successo ieri sembra sparito dalla mia mente
"Vuoi un'altra striscia?" Louis mi porge una tavoletta di vetro con due strisce sopra. Annuisco e prendo la banconota arrotolata.
Sniffo la polvere bianca e mi appoggio al muro, aspettando che faccia effetto.
Comincio a sorridere e ridere appena la sostanza entra in circolo.
"Mi è mancato tutto questo"
 
"Bentornato nel club" mi sorride Louis sniffando la sua parte.
Sono ormai due giorni che ho rincominciato, le cose vanno decisamente meglio rispetto alla prima volta che ho lasciato Giorgia e sono tornato a Melbourne. Non c'è dolore.
"Che ne dici di andare in un locale stasera? Ho voglia di scopare" mi propone
 
"D'accordo" annuisco
Passo l'intero pomeriggio a casa di Louis ridendo sotto l'effetto di questa dannata polvere bianca.
So che ho sbagliato a rincominciare, non avrei dovuto farlo. È come se si stesse ripetendo tutto da capo, ma non importa.
A questo punto non ho più nulla da perdere.
Verso le nove lasciamo la casa e insieme ad alcuni amici di Louis, molto probabilmente imbottiti di droga quanto noi, raggiungiamo un locale nel centro città.
La musica e le luci mi disorientano, più di quanto lo fossi già. La testa mi gira leggermente per questo motivo raggiungo il bar e ordino una birra
"Tieni" il barista mi passa una bottiglia. Annuisco prima di allontanarmi.
La pista è stracolma di persone. O meglio, il locale è strapieno di persone. C'è gente che balla ovunque.
La birra scivola lungo la mia gola, appesantendomi ulteriormente. Tutto intorno a me comincia a farsi più lento, insieme ai miei riflessi.
Non riesco ad evitare un ragazzo che senza volerlo, mi urta
"Scusa" alza le spalle, e si volta. Non rispondo, ma mi limito a strisciare verso un tavolo dove mi siedo.
Il rumore è assordante.
Inoltre, comincio ad avvertire un senso di nausea. L'aria carica di anidride del locale non mi aiuta a respirare così esco dal locale per prendere una boccata d'aria. Vomito poco dopo, in un vicolo.
L'effetto della cocaina assunta nel pomeriggio comincia ad esaurirsi e la depressione comincia a salire. La mia mente torna lucida facendomi capire quanto sia un fallito. L'odio che provo per me stesso cresce, insieme alla nostalgia di Giorgia.
Cerco di chiamare Louis, ma non risponde. In fondo al vicolo, un uomo incappucciato sta passando un bustina ad un ragazzino.
"Scusa, hai della coca?" mi avvicino all'uomo
 
"Quanta ne vuoi?"
 
"Ho bisogno di una sola sniffata, ma ne ho bisogno subito"
 
"Sono 150$"
 
"150? Andiamo, altri spacciatori me la venderebbero anche a 110"
 
"150 o te ne trovi un altro"
 
"D'accordo d'accordo" gli porgo tre banconote da cinquanta, e lui mi passa una bustina.
Scendo di nuovo nel locale, dove trovo Louis alle prese con una bionda prosperosa
"Hai comprato un’altra dose eh" Louis mi guarda quasi divertito
 
"Sì" annuisco, grattandomi le braccia.
Inizio ad avvertire i primi sintomi dell’astinenza.
 
"Finalmente il vecchio Zayn è tornato"
Mi allontano velocemente da lui per raggiungere il bagno.
'Finalmente è tornato il vecchio Zayn'. No, no. Non è vero. Non è tornato.
Eppure sono seduto in una merda di bagno con la mano imbiancata.
Proprio come quattro anni fa.
Cosa direbbe Giorgia?
 
 
 
Pov. Giorgia
Non avevo mai notato tutte quei piccoli segni sul soffitto. Piccole macchioline nere.
Non ho la più pallida idea di cosa siano, ma sono circa cinque o sei.
Non sono diventata pazza, lo giuro. È solo ho passato gli ultimi due giorni, a fissare il soffitto o seguire distrattamente la tv.
Non ho mangiato molto, perché la fame mi ha completamente abbandonata. Quindi, sono completamente sola.
Ogni tanto ho sentito i miei amici, ma non gli ho mai detto della mia rottura con Zayn. Non sono ancora pronta a parlarne. Penso che non lo sarò per molto tempo.
Sulle mie ginocchia, il computer è l'unica cosa che mi da calore. Osservo con sguardo perso le foto e i video della vacanza a Miami.
Zayn non sorride quasi mai nelle foto: ha gli chiusi, oppure mi bacia o in altre ancora ha il broncio. Odiava farsi fare le foto, e se davvero mi avesse amata, ne avrebbe fatte insieme a me. Ma perché fare questo sacrificio per una persona che non hai mai amato?
Nei video invece sorride. Oh, è bellissimo. La lingua contro i denti e gli occhi che brillano.
Eppure sembravamo così felici.. E saremmo potuto esserlo, se solo lui si fosse innamorato.
Ormai non piango nemmeno più. Non ho più la forza.
Mi alzo a fatica dal letto, che ormai ha praticamente preso la mia forma, e mi butto sotto la doccia.
Ma anche fare la doccia è doloroso: le immagini di noi due sotto il getto d'acqua, la sua bocca sulla mia pelle.
Non è solo una mancanza fisica. Oh, no.
Mi manca il continuo scambio di battute, gli insulti, la sua voce. I suoi occhi così profondi da potermici perdere, o quando cantava per farmi addormentare.
Adoravo quando lo faceva.
Tanti piccoli gesti, che lo rendevo il ragazzo migliore che avessi mai conosciuto.
Mi siedo sul fondo della doccia, la testa fra le mani.
Pensavo fosse bello innamorarsi: le farfalle nello stomaco, i sospiri, gli occhi lucidi, ma soprattutto i sogni, i desideri.
Ma ogni medaglia ha due facce: se da un lato ci sono quelle meravigliose sensazioni, dall'altra invece il dolore immenso di aver perso l'unica persona che ti faceva provare quelle emozioni.
E ciò che fa più male è rendersi conto di non essere abbastanza per la persona che ami. Non sono mai stata alla sua altezza, non sono mai stata abbastanza per lui, altrimenti si sarebbe innamorato.
Mi lascio andare in un altro pianto, mentre l'acqua scivola sul mio corpo.

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Capitolo 38
*** Capitolo Trentotto ***


Pov. Zayn
Mi sveglio disorientato, provando una strana sanzione: mi appoggio sui gomiti, guardandomi intorno. Una ragazza è piegata su di me.
"Ma che cazzo?" esclamo tirando via la ragazza
 
"Ciao" sorride leccandosi le labbra
 
"Ma che diavolo ti è saltato in mente?" urlo tirandomi su i boxer
 
"Volevo darti il buongiorno" ride
 
"Sparisci puttana" sputo
 
"Come ti permetti?" la ragazza spalanca la bocca. Alza una mano per tirarmi uno schiaffo
 
"Non ci provare. Ora vedi di sparire prima che ti porti via di peso" mi alzo dal letto
 
"Coglione" sbuffa raccogliendo le sue cose.
Decido di non rispondere alla provocazione ma di cercare Louis dato che non so per quale motivo del cazzo sono nel suo dannato appartamento.
Sono completamente a secco di coca, e la depressione comincia a salire. Di nuovo.
Non ricordo nulla di ieri sera. Ero completamente drogato e ho bevuto parecchio. Visto il mix che ho fatto, è un miracolo che sia ancora vivo. Ma che importa in fondo?
"Cosa diavolo è successo stanotte?" irrompo nella camera di Louis
 
"Ehi amico" sussulta. Accanto a lui, una ragazza nuda si gira verso di me, mettendosi in mostra
 
"Ho bisogno di sapere che diavolo è successo stanotte. E di altra coca" la ragazza mi osserva "Dio, copriti" sbuffo ed esco dalla camera
 
"Che cosa ti prende ora?" Louis si sistema i boxer
 
"Ti ho fatto una sola domanda, potresti rispondere?" urlo
 
"Eravamo piuttosto sballati ieri sera. Al locale c'era un gran casino. Dopo che ti sei fatto la striscia, hai fatto a botte con un ragazzo" a botte? Mi guardo allo specchio e noto che l'occhio sinistro è cerchiato di viola "Poi una ragazza si è avvicinata. Avete ballato un po', e dopo vi siete baciati. Avete passato una notte di fuoco amico! Si sentivano versi fin dalla mia stanza!" scoppia a ridere
 
"O no" barcollo leggermente, sedendomi sul divano
 
"Che succede?"
 
"Io non avrei dovuto farlo. Io non potevo" mi prendo la testa fra le mani
 
"Oh, andiamo Zayn! Ti sei lasciato ormai. È una bambina, ora potrai avere molto di meglio"
 
"Non c'è nulla di meglio di lei!"
 
"Ehi, stai calmo. Ho solo detto la verità"
 
"Tu non la devi nemmeno pensare, perché giuro che ti uccido. Non la conosci nemmeno, tu non sai quanto lei sia speciale"
 
"Sicuramente è brava a letto" ghigna.
La mia vista si annebbia, sento il sangue pompare più velocemente.
Le mie mani si chiudono a pugno e, prima che me ne renda conto, mi scaglio contro Louis. Colpisco il suo volto, finché non comincia a sanguinare
"Non provare più a nominarla. Non mi fermerò la prossima volta" sputo.
Prendo una bustina con la polvere bianca e lascio la casa.
Solo l'idea che Louis parli di lei mi fa salire la nausea. Lui è una delle peggiori persone che abbia mai conosciuto, e l'idea di ciò che avrebbe potuto farle tempo fa.. Beh Harry ha fatto ciò che Louis non è riuscito a fare, ma ha subito le conseguenze delle sue azioni.
Ma il vero problema sono io: sono andato a letto con una ragazza stanotte e mi sono svegliato mentre mi faceva un pompino.
Se Giorgia sapesse tutto questo..
Salgo in macchina e torno a casa mia. Questa depressione post-cocaina è troppo difficile da sopportare, rende tutto più chiaro, lucido.
Mi manca terribilmente, e non posso nemmeno chiamala per sapere come sta. Sono giorni ormai che non ho più rapporti con lei, che non sento più la sua voce.
E sì, la cocaina mi aiuta a dimenticare.
Appena arrivo a casa, raduno la coca in una striscia sottile, arrotolo un pezzo di carta e la sniffo.
Mi vergogno del mio comportamento ma non posso più farne a meno.
Almeno finché Giorgia sarà lontana da me.
 
 
Pov. Giorgia
Le macchioline sul soffitto sono sempre sei. Sempre nello stesso punto, ma non ho ancora ben capito cosa siano.
Mi volto a pancia in giù, gli auricolari nelle orecchie ad ascoltare le canzoni di Zayn.
Osservo il calendario appeso al muro: 3 settembre.
Tra meno di quindici giorni rincomincia la scuola. L'estate è passata in fretta con i suoi alti e bassi.
Forse è stata la migliore estate della mia vita, a parte quando Zayn se n'è andato per la prima volta. E ora ovviamente.
L'idea di tornare a scuola mi terrorizza: non sono pronta ad affrontare un altro anno, soprattutto nelle condizioni in cui sono ora.
Solo alzarsi la mattina è difficile, figuriamoci seguire sei o sette ore di lezione.
Passerà mai questa sensazione di vuoto che parte dal cuore, e si allarga fagocitando tutto il mio corpo?
Ora è come se non avessi più un motivo per alzarmi dal letto, o farmi bella. Non m'importa più di nulla.
Ogni sentimento è stato rimpiazzato dalla rabbia, dal dolore e dalla solitudine.
"Giorgia, amore mio" mia madre entra in camera
 
"Ciao" faccio un cenno con la testa
 
"Mamma mia che faccia tesoro. Che succede?" si siede affianco a me, posandomi una mano dal viso.
 
"Nulla" mi allontano da lei. Sono ancora molto arrabbiata per ciò che ha fatto: avermi nascosto a mio padre è stato davvero un colpo basso
 
"I tuoi occhi dicono altro" mi sorride
 
"Vuoi davvero saperlo? Da quando t'interessi tanto a me?"
 
"Amore mio, sei mia figlia, è ovvio mi m'interessi a te" si porta le mani in grembo
 
"Mamma lasciami stare, sei l'ultima persona con cui voglio parlare"
 
"Ti manca Zayn?"
 
"Cosa?" chiedo sconvolta
 
"Tua cugina mi ha raccontato tutto. Sapevo che c'era qualcosa che non andava in quel ragazzo" oddio, ci risiamo
 
"Mamma, per favore. Non ho bisogno di te che mi dici che non è il ragazzo adatto a me. L'ho scoperto da sola, grazie tante" sputo
 
"Passerà" A questa parola, devo fare appello a tutta la mia forza di volontà per non sbottare un'altra volta
 
"Hai ragione" sospiro, decidendo di farle vincere questa battaglia.
Mi posa un bacio sulla testa, prima di lasciare la stanza. Affondo la testa nel cuscino e comincio ad urlare.
Il mio urlo viene intrappolato contro la federa ormai troppo macchiata dalle mie lacrime.
Non sono sicura che passerà tutto questo. Anzi, ora come ora, il mio sentimento per Zayn è rimasto invariato.
Nonostante il colpo basso.
Ma non sono nemmeno così sicura che nulla cambierà.
Le cose cambiano, io cambio.
Tutto passa, in fondo. Ho visto molte persone tornare ad amare dopo brutte delusioni.
Federico ne è l'esempio.
Jacob ne è l'esempio.
Forse, in fondo, ci sarà un giorno in cui tornerò ad amare.

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Capitolo 39
*** Capitolo Trentanove ***


Pov. Giorgia
È passata una settimana ormai da quando io e Zayn ci siamo lasciati. Non l'ho più visto né sentito da allora.
Ma dopo una settimana, comincio a tornare a me. Finalmente sono riuscita ad uscire.
Devo raggiungere Jacob a casa sua, per vedere un film.
È la prima volta che esco dopo la rottura, ed è così strano. L'aria fresca di settembre mi inonda i polmoni, sostituendo l'aria afosa di agosto.
Il sole è comunque alto nel cielo e i suoi raggi sono ancora caldi. Risplende sull'azzurro del cielo limpido creando una meravigliosa atmosfera.
Cammino lungo le silenziose strade della città, accompagnata dal mio inseparabile Ipod.
Sono riuscita a mettermi anche un minimo di trucco addosso, giusto per risultare presentabile.
Non ho ancora detto a nessuno della mia rottura con Zayn. Molto probabilmente Jake mi chiederà qualcosa e a quel punto non potrò più mentire, o omettere.
Busso sulla spessa porta di legno scuro di Jake
"Ciao Gio" mi sorride, abbracciandomi
 
"Jake" sprofondo la testa nel suo petto, e il suo profumo forte mi invade le narici
 
"Tutto okay?" mi domanda allontanandomi per potermi guardare negli occhi
 
"Sì, perché?" abbasso lo sguardo
 
"Ogni volta che c'è qualcosa che non va, affondi la testa nel mio petto" sorride
 
"Oh" rimango senza parole
 
"Avanti, entra e racconta" mi prende per mano, portandomi in salotto.
Appena ci sediamo comincio a parlare, sfogandomi con lui. Tutta la mia rabbia repressa esce fuori sottoforma di un mare di parole. Raccontarlo a qualcuno fa male, ripetere ciò che ha detto fa male il doppio, ma allo stesso tempo e stranamente liberatorio. Portami quel peso sulle spalle stava diventando sempre più dura, e avevo davvero bisogno di parlarne con qualcuno.
D'altronde, Jake mi ha già salvata una volta, no?
"Oh Giorgia, è terribile" mi abbraccia "è terribile e assurdo"
 
"Non quando si parla di Zayn" scuoto la testa
 
"È impossibile, lui.. Lui quando è venuto qui sembrava davvero innamorato di te"
 
"lo pensavo anche io" abbasso lo sguardo "Mi aveva regalato un anello per il compleanno. Era stupendo. Me lo diede sulla spiaggia, quand'eravamo in vacanza. Mi disse che mi avrebbe sposata anche in quel momento, se avesse potuto" rido
 
"Cosa? Sul serio?" spalanca la bocca
 
"Sì" sorrido, mordendomi il labbro "Allora io gli dissi che avremmo potuto farlo. Scappare da lì, anche a Las Vegas o ovunque lui avesse voluto, e farlo. Sposarci, ma lui mi disse che fosse pazzia”
 
"Mi dispiace" mi abbraccia di nuovo
 
"Anche a me" sospiro
 
 
Pov. Zayn
Non mangio da circa quattro o cinque giorni. La nausea ormai accompagna ogni mi giornata.
Passo le giornate con affianco una bacinella nel caso dovessi vomitare. E qualche volta è anche successo.
Non dormo nemmeno più, perché gli incubi e l'ansia me lo impediscono. L'ansia mi prende ogni volta che finisco un incubo, e non riesco a chiudere occhio.
Mi ricordo quando, tre anni fa, sniffavo la cocaina. Era tutto più divertente, mi sballavo un sacco.
Ora invece, è totalmente diverso: quando la coca è in giro per il mio corpo la sensazione di solitudine si allevia un po', ma torna non appena smette di far effetto.
Le mie giornate sono un susseguirsi di cocaina e vomito.
Ogni tanto mi ritrovo a pensare a lei. Cosa fa, con chi è, ma soprattutto, come sta.
Più volte ho ripensato a ciò che le ho detto, e forse ho esagerato. Ma l'ho fatto per noi, no?
Il sole comincia a calare, dipingendo il cielo d'arancione.
Prendo il giubbotto nero di pelle e il casco: ora devo partecipare più spesso alle gare, dato che il costo della cocaina è davvero alto.
Sgommo via verso il vecchio aeroporto dove si terrà la corsa.
La città mi sfreccia accanto, ma è come se tutto fosse rallentato.
Riesco a frenare giusto in tempo ad un semaforo, e per poco non investo una donna.
Riparto immediatamente, e nel giro di qualche minuto, raggiungo il posto.
Circa una quindicina di moto sono già posizionate sulla linea di partenza, e i rispettivi proprietari si stanno scaldando. Appoggiati alle loro moto, scambiano tutt'altro che tenere effusioni con prosperose ragazze mezze svestite.
Rimango disgustato dalla scena, e mi posiziono al fondo della riga
"Zayn" Niall mi batte una mano sulla spalla
 
"Ehi" lo saluto senza togliermi il casco
 
"Carico per la gara?" mi domanda sfregandosi le mani
 
"Sono nato pronto ricordi?"
 
"Che vinca il migliore" mi porge la mano. Annuisco, ricambiando il gesto.
I megafoni ci avvisano che la gara sta per cominciare. Le ragazze di allontanano dai motociclisti, la cui maggior parte da una pacca sul culo alla rispettiva ragazza, e salgono in sella.
Comincio ad accelerare, l'adrenalina entra in circolo, anche se sembra rallentata. Parto leggermente in ritardo rispetto agli altri, e a fatica riesco a stare dietro al terzo.
Il lungo rettilineo mi aiuta a seguire la scia del mio avversario, e riesco a superarlo.
Il secondo motociclista, sembra un miraggio in lontananza, un piccolo pallino nero che si muove.
Cerco di raggiungerlo, ma il massimo che riesco a fare è classificarmi terzo.
Supero il traguardo, e scendo dalla moto senza togliermi il casco
"Ehi che succede amico? Hai perso smalto?" ride Niall, dandomi una spallata giocosa
 
"Tutta fortuna. E poi sono arrivato terzo" sbuffo
 
"Puoi anche togliertelo il casco ora"
 
"Niall, non rompermi il cazzo" lo spintono
 
"Ehi amico rilassati. Capita di perdere"
 
"Sparisci" sputo, spingendolo
 
"Zayn, che diavolo fai?" Mirta si mette in mezzo a noi, allontanandoci
 
"Ci mancavi solo tu" alzo gli occhi al cielo "Lasciatemi stare" sbotto
Mirta e Niall si allontanano insieme, squadrandomi, ma la mia tranquillità viene interrotta presto
"Ehi Zayn, non me lo sarei mai aspettato da te questo terzo posto" Luke ride tirandomi un pugno. Mi tolgo il casco e lo appoggio sulla moto "Stai bene?" sgrana gli occhi
 
"Brutto figlio di puttana!" urlo scagliandomi contro Luke. Cerca di coprirsi il viso, per proteggersi. I miei movimenti sono meno fluidi, e i miei riflessi non mi aiutano
 
"Che cazzo fai Zayn?" urla Luke
 
"Sei andato a letto con la mia ragazza" ringhio stringendogli il collo
 
"Io, io" cerca di dire, ma la mano sul suo collo glielo impedisce
 
"Zayn!" Urla Mirta tirandomi via "Che diavolo ti prende?" mi osserva, e poi indietreggia "Zayn, hai ripreso..?" si copre la bocca con una mano
 
"Stai zitta!" mi stringo i capelli tra le mani, e mi abbasso "Zitta! Non lo dire!" urlo
 
"Perché?" mi chiede, gli occhi leggermente lucidi
 
"Non sono affari tuoi" mi infilo il casco e sgommo via.
Voglio lasciare tutto. Voglio andarmene da qui.
Troppa gente che mi conosce, e l'unica cosa che vorrei fare è isolarmi dal mondo.
O sprofondare in un suo abbraccio. Sentire quel suo dolce profumo, l'odore di cocco che i suoi lunghi capelli rossi emanavano.
O sentire ancora il sapore delle sue labbra. Morbide, e delicate. Vorrei poterle mordere ancora, perdermi in tutto ciò che solo lei era in grado di farmi provare.

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Capitolo 40
*** Capitolo Quaranta ***


Pov. Giorgia
Jacob ha quest'incredibile capacità di riuscire a tirarmi su di morale in qualsiasi occasione. Qualsiasi cosa mi accada, qualsiasi sia il problema.
Il vuoto che provavo c'è ancora, ma si è ridotto un po'.
Cammino lentamente per le strade, tenendo la testa basa per evitare la luce ancora molto forte del sole.
La mia playlist risuona nelle mie orecchie e la spengo solo quando entro nel giardino di casa. La familiare villetta color pesca, mi rilassa leggermente.
Infilo la chiave nella porta, ed entro. Prima che possa salutare, delle voci attirano la mia attenzione
"L'ho fatto per il suo bene"
Mamma?
 
"Il suo bene? Ma che ne sai tu del suo bene?" una familiare voce maschile s'impone su quella di mia madre
 
"Perché tu pensi di saperlo?"
 
"Se non ci sono stato è solo per colpa tua" sputa la voce
 
"Allontanare Zayn da Giorgia è stata la cosa migliore"
 
"Allontanare Zayn.. da me?" rimango senza parole
 
"Giorgia" esclama mia madre "No, aspetta, posso spiegarti"
 
"Cos'hai fatto?"
 
"Nulla tesoro" scuote la testa cercando di avvicinarsi a me
 
"Gliel'hai detto tu! Gliel'hai detto tu di dirmi tutte quelle cose orribili" sento piccole scie bagnate farsi strada sulle mie guance
 
"No, tesoro"
 
"Non mi mentire!" urlo
 
"L'ho fatto solo per il tuo bene.." cerca di giustificarsi "Sai cos'ha fatta alla sue ex ragazza?"
 
"So tutto!"
 
"Nonostante sapessi, hai continuato a stare con lui?" l'espressione di mia madre passa da compassionevole a disgustata
 
"Devi stare fuori dalla mia cazzo di vita, hai capito?" urlo un’altra volta, stavolta la definitiva, prima di lasciare la stanza.
Afferro velocemente le chiavi e poco prima di uscire, noto il padre di Jacob in un angolo della cucina. Che diavolo ci fa lui qui?
Mi sbatto la porta alle spalle e decido di affrontare un problema alla volta.
Devo raggiungere casa di Zayn, e risolvere questa storia, prima che qualcuno si faccia del male.
 
 
Pov. Zayn
L'occhio nero è sparito, sostituito da un colorito pallido.  Da questa mattina non faccio altro vomitare.
Non sono per niente in forma.
Sistemo la coca sul tavolo, disponendola in una fila ordinata, aiutandomi con un foglio di carta, ma non faccio in tempo ad arrotolarlo che suonano alla porta.
Nascondo la striscia sotto un tovagliolo e vado ad aprire
"Zayn" una piccola figura balbetta davanti a me. Per un attimo, è come se mi mancasse la terra sotto i piedi: le mie gambe cominciano a tremare, il cuore ha improvviso aumento di velocità. Il mio stomaco si contorce provocandomi delle fitte simili a nausee
 
"Giorgia" balbetto "Che ci fai qui?"
 
"Amore mio, che ti succede?" scoppia a piangere, portandosi le mani sul viso.
 
"Giorgia, io.." cerco di aggiungere ma le parole mi muoiono in bocca
 
"So tutto"
 
"Che cosa?"
 
"So tutto. Di mia madre, del fatto che ha voluto allontanarti da me per tutto ciò che è successo con Giusy. So tutto, e mi dispiace, avrei dovuto capire cosa c'era sotto" mi abbraccia, e non posso evitare di lasciarmi andar nel suo abbraccio.
La sensazione delle sue braccia attorno a me, mi riporta per un attimo alla realtà, ma l'effetto della cocaina sta svanendo, e non posso affrontare un discorso senza il suo effetto
"Mi dispiace" aggiungo
 
"Cosa ti è successo Zayn?" scoppia a piangere "Il tuo viso, i tuoi occhi.. Hai ripreso a drogarti, non è vero?" a quelle parole, mi lascio cadere per terra. Si siede affianco a me, portando la mia testa nell'incavo del suo collo. Le sento singhiozzare, e poco dopo comincio a piangere.
Ed eccomi di nuovo qui, a provare quell'orribile sensazione di fallimento che provai anni fa, quando i miei genitori scoprirono che la verità.
Quella sensazione di non essere abbastanza, di essere un completo idiota per non riuscire ad andare avanti senza l'aiuto di una stupida sostanza.
Di essere solo un'enorme delusione.
"Perché l'hai fatto?" la sua mano tremante mi accarezza i capelli
 
"Non ce la facevo ad affrontare tutto. Il fatto che tua madre mi volesse lontano da te, tutto ciò che tu provavi verso di me, a causa delle parole che ho detto" serro gli occhi
 
"Non avresti dovuto" scuote la testa mentre le asciugo le lacrime con i pollici
 
"Mi dispiace" sospiro, ma piccoli spasmi mi impediscono i piccoli gesti
 
"Oh Zayn.." si porta le mani sul volto, scoppiando a piangere
 
"Ho bisogno.. Ho bisogno della coca" sussurro cercando di trattenere il senso di nausea
 
"No, ti prego" si avvicina, prendendomi il viso tra le mani "Non lo fare" singhiozza
 
"Ne ho bisogno.. Scusami" mi alzo, e torno al tavolo.
Giorgia si porta le ginocchia al petto, e mentre continua a piangere, serra gli occhi.
Ora più che mai, con lei rannicchiata a pochi passi da me, mi sento un fallimento. Ho deluso l'unica persona importante nella mia vita. Ho tradito le sue speranze, riprendendo a fare uso della cocaina.
Arrotolo il pezzo di carta che ho usato per radunare la polvere bianca, e comincio ad inalare la sostanza.
Chiudo gli occhi, cercando di non ascoltare i singhiozzi di Giorgia.
Appena ho finito di inalare, chiudo gli occhi e aspetto qualche minuto, in modo che la sostanza mi rilassi.
Giorgia rimane immobile per terra, in preda ai singhiozzi.
"Ti ho delusa" chiudo le mani a pugno
 
"No, non è vero"
 
"Stai mentendo" ringhio
 
"Zayn, ti amo. È stata difficile per entrambi questa separazione, solo che l'abbiamo affrontata in modi diversi"
 
"Sono un fallito"
 
"No, non lo sei"
 
"Ho ripreso a drogarmi. Dovrei darti il buon esempio. Voglio essere adatto a te, essere alla tua altezza. Essere il ragazzo di cui ti puoi fidare, non quello che.. che potrebbe riportarti nella fossa dei leoni"
 
"Ne usciremo insieme" si alza, calmando i suoi singhiozzi "Te lo prometto, ne usciremo insieme" mi prende la mano
Deglutisce a fatica guardando la polvere bianca sparsa sul tavolo
 
"Non promettere qualcosa che non puoi mantenere" sospiro
 
"Non permetterò che ti accada nulla Zayn, non posso nemmeno immaginare di vivere senza di te" mi accarezza i capelli "Lascia che ti aiuti, ti prego"
 
"Non voglio che tu abbia ancora a che fare con questa merda"
 
"Non l'affronterai da solo. È fuori discussione"
 
"Lo sai benissimo che le persone in astinenza possono essere persone orribili"
 
"Sopporterò" alza le spalle "Vieni a casa con me. Parliamo con Giulia e Filippo. Mi hanno trovato loro la casa di riabilitazione quando.."
 
"Ho capito" annuisco
 
"Ti prego" mi supplica
 
"Ho paura" ammetto
 
"Anche io, tantissima. Sapere che tutto ciò è successo per colpa della mia famiglia" stringe i pugni
 
"È solo colpa mia. Colpa del mio passato, e di ciò che ero"
 
"Per favore, non parliamone. Vieni a casa con me" mi porge la mano
 
"E se ti trattassi male?"
 
"Sto creando degli anticorpi per i tuoi cambiamenti improvvisi" cerca di ridere. Sorrido leggermente, e le afferro la mano
 
"Ti amo"
 
"Anche io"
E dopo poco più di una settimana, le sue labbra sono di nuovo sulle mie.
Ci perdiamo in un bacio appassionato, le nostre mani si cercano, le nostre lingue si toccano. Lei spinge il bacino contro di me, mentre cerca di avvicinarmi
"Tutto ciò che ti ho detto, erano cazzate" ansimo
 
"Lo so" annuisce, intrappolando le nostre parole in un altro bacio
 
"Non riesco.. Non riesco a provare niente" sussurro
Fino a qualche settimana fa, anche un semplice bacio risvegliava in me profonde emozioni.
In questo momento, con il cervello completamente annebbiato dalla coca, averla sopra di me non mi prova nulla.
Rabbrividisco. In cosa mi sono trasformato?
Lei annuisce semplicemente, posandomi un altro piccolo bacio sulle labbra.
Intreccia la sua piccola mano con la mia, e come un angelo, mi trascina via dall'inferno in cui ero caduto.

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Capitolo 41
*** Capitolo Quarantuno ***


Pov. Giorgia
Ho la testa che mi scoppia. Dio, così troppe cose in così poco tempo.
L'idea di mia madre che si intromettere nella mia vita, allontanando Zayn da me, mi fa uscire di testa.
Non ho mai pensato, nemmeno una volta, che Zayn fosse un fallito.
Spesso chi fa uso di queste sostanze non è un fallito, è solo.. debole. Non in grado di affrontare ciò che lo circonda.
Ogni persona ha un modo diverso di affrontare le cose, beh.. lui ha scelto la cocaina.
La sua scelta mi ferisce, ma ora come ora voglio solo aiutarlo a uscire da questo dannato tunnel. So che sarà difficile, e potrebbe richiedere molto tempo, ma non posso, e non voglio, abbandonarlo proprio ora.
"Non hai freddo?" Zayn mi posa le pallide mani sulle spalle
 
"No, tu? Stai bene?" l'osservo
 
"Tranquilla, io.. sto bene" sorride leggermente.
Il meraviglioso color caramello dei suoi occhi, è stato completamente fagocitato dal nero delle sue pupille.
Quello sguardo che tanto amavo, in cui iniziava a vedersi un po' di vita, è stato divorato completamente da quel.. mostro che può essere la coca.
"Mi dispiace così tanto Zayn.." sospiro
 
"Non è colpa tua. Sto pagando le conseguenze di ciò che ho fatto. Tutto torna"
 
"Avrei dovuto capire che c'era qualcosa sotto. Non ho mai dubitato dei tuoi sentimenti verso di me. E che sembravi così.."
 
"Sicuro? Menefreghista? Vorrà dire che sono davvero un bravo attore" alza le spalle
 
"Dio, come ho fatto essere così stupida?" mi copro il volto con le mani
 
"Eri incazzata. E ne avevi tutto il diritto. Non sono mai stato incazzato con te per il fatto che avessi creduto alle mie parole. Non sentirti in colpa per questo"
 
"Mia madre ti ha ridotto così"
 
"Non è stata lei a darmi la prima dose di cocaina"
 
"Ma ha creato le situazione che ti spinto a riprenderla"
 
"Non giustificarmi"
 
"Non lo sto facendo"
Penso.
Mi stringe la mano, non continuando il discorso. Il sole fioco nel cielo, irradia deboli raggi arancioni. Il cielo tinto di rosa e viola è qualcosa di meraviglioso.
Camminiamo lentamente verso casa di Giulia.
Vedere quella polvere bianca sparsa sul tavolo ha destabilizzato un po’ il mio equilibrio. Me lo ricordo bene cosa vuol dire essere strafatti: sei rinchiuso nella tua fottuta bolla, nulla può toccarti.
Non senti nulla, se non un enorme vuoto. Non provi emozioni, non provi dolore.
Solo vuoto.
Non potrei mai tornare a drogarmi, non dopo tutto ciò che ho passato, ma devo dire che averla lì a portata di mano ha messo in serio rischio il mio autocontrollo.
Sono stati giorni difficili quelli appena passati. Ho provato un dolore che non pensavo fosse possibile.
Quella dose mi avrebbe permesso di non.. non soffrire più.
Scuoto la testa. Devo essere forte.
Lo devo a me stessa, lo devo a Zayn.
 
 
Pov. Zayn
L'apatia in cui caduto è stata interrotta per un attimo dall'arrivo di Giorgia, ma ora, mentre mi tiene per mano, non sento assolutamente nulla.
Il suo abbraccio è stato meraviglioso, qualcosa che a parole non si può descrivere. La sensazione di sollievo, di benessere c'è stata, ma è durata pochissimo. Non appena ho assunto la sostanza, tutto si è annullato.
E questo mi fa dannatamente incazzare, perché voglio sentire ancora come il cuore accelera quando chiude la mia mano nella sua, o di come i brividi si diffondono in tutto il mio corpo non appena mi sfiora.
Mentre imbocchiamo il vialetto di casa, Giorgia aumenta la presa, ma io vengo colto da un'improvvisa ansia.
E se Giulia s'arrabbiasse? Mi porterebbe via Giorgia?
Il mio respiro aumenta, e inizio leggermente a barcollare.
"Zayn che succede?" Giorgia mi si pone davanti, mettendomi le mani sulle spalle
 
"Non posso" esclamo. Mi fa sedere sulle pietre che portano fino alla grossa porta bianca d'ingresso
 
"Che succede amore mio? Parlami per favore" il suo respiro diventa irregolare, i suoi occhi si muovono velocemente su di me, come se cerassero di salvarsi dal panico in cui stanno annegando
 
"È.. è un'attacco d'ansia. Penso" cerco di controllare il respiro
 
"Di cos'hai paura?" mi prende il viso tra le mani
 
"Che possano portarti via da me, di nuovo. Ho paura che Giulia possa arrabbiarsi per ciò che ho fatto. Non le darei torto se volesse portarti via da me: io sono la chiave che può aprire tutte le porte del tuo passato"
 
"No Zayn, tu sei la chiave che apre le porte del mio futuro. Non lascerò che mi portino via da te"
 
"Giorgia che succede?" Giulia cammina velocemente verso di noi. Mi volto, per evitare che mi veda in viso
 
"Giulia, dobbiamo parlare" Giorgia si volta verso la cugina "Forza Zayn" mi porge una mano. L'afferro tremolante, e tutti insieme torniamo dentro casa.
Non appena mi siedo in cucina, e i miei occhi incontrano quelli di Giulia, le sbianca portandosi una mano alla bocca.
Rimane in silenzio per qualche secondo, me è come se restasse muta per anni
"Zayn.." esclama. Rimango in silenzio
 
"Ha bisogno d'aiuto Giulia" la disperazione nella voce di Giorgia è palese
 
"Zayn, com'è successo?"
 
"Non ero in grado di sopportare l'allontanamento da Giorgia" alzo le spalle
 
"Non avresti dovuto ricominciare"
 
"Lo so, mi dispiace" annuisco
 
"Giulia, hai ancora i dépliant della mia clinica?"
 
"Certo, certo. Vado a vedere se sono in camera da letto"
Appena esce dalla stanza, cala il silenzio. Giorgia è seduta davanti a me, lo sguardo fisso nel vuoto in attesa.
Avvicino la mano alla sua, stringendola leggermente al centro del tavolo. Mi rivolge un debole sorriso, poi torna a mangiarsi le unghie
"Non essere agitata per me"
 
"Non sono agitata. Sono terrorizzata" abbasso lo sguardo "Scusami. Sono davvero terrorizzata, è inutile che ti menta, ma so che in questi momenti è fondamentale il sostegno delle persone a cui teniamo"
 
"Eccoli qui" Giulia interrompe la nostra conversazione porgendoci due o tre dépliant di una clinica
 
"Questa è clinica dove andai io, dopo che uscì dal coma. Ha una struttura stupenda, è il personale è davvero fantastico" mi sorride
 
"Non lo metto in dubbio" sorrido
 
"Zayn, se davvero vuoi uscire dal tunnel della droga, ce la farai"
 
"Lo voglio fare per te" le prendo le mani
 
"Prima vieni tu, poi io"
 
"No, tu vieni prima di tutto" un sorriso spunta sulle sue labbra, prima di tornare seria
 
"Ci ho impiegato cinque mesi per concludere il percorso, ma ne vale la pena"
 
"Lo so" annuisco
 
"Allora, vuoi davvero iscriverti alla clinica?"
 
"Assolutamente sì"

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Capitolo 42
*** Capitolo Quarantadue ***


Pov. Zayn
Le ventotto settimane che seguirono la sera in cui io e Giorgia siamo tornati insieme, sono state le più lunghe faticose che abbia mai vissuto.
Il percorso di riabilitazione è stato duro, e la lontananza forzata da Giorgia lo è stata il doppio.
Ma oggi, 16 aprile finalmente lascio questa merda di clinica completamente pulito e più convinto che mai a non voler più aver a che fare con tutta questa merda.
In questi sette mesi, sono successe molte cose. Giorgia mi ha tenuto regolarmente informato su tutto ciò che succedeva al di fuori di queste mura.
L'aria frizzante di aprile di riempie i polmoni, facendomi sentire libero.
Mi ero dimenticato come ci si sentisse..
Fuori dalla clinica, Giulia, Filippo e Giorgia mi stanno aspettando
"Zayn!" Giorgia mi corre incontro, chiudendomi le braccia intorno al collo. La sua testa affonda contro di me, e il profumo del suo shampoo al cocco mi invade e narici
 
"Ciao pulce" le bacio la testa
 
"Sono così felice che sia tutto finito" le lacrime scivolano veloci sulle sue guance
 
"No, non piangere" ridacchio "Sei più bella quando sorridi" mi colpisce con un pugno la spalla prima di affondare le testa nel mio petto
 
"Mi sei mancato così tanto"
 
"Anche tu amore, anche tu" sospiro
 
"Zayn" esclama Giulia, abbracciandomi. Le passo una mano sulla schiena, ricambiando l'abbraccio "Ti trovo bene" aggiunge
 
"Grazie" sorrido soddisfatto
 
"Ciao campione" Filippo mi batte una mano sulla spalla, sorridendomi
 
"Ciao Filippo!" stavolta sono io a chiuderlo in un abbraccio "Mi fa piacere vedervi, non ce la facevo più a stare chiuso là dentro" rido
 
"Ti capisco. Dopo cinque mesi stavo uscendo di testa, non so come hai fatto a rimanerne qui sette" Giorgia mi cinge la vita con un braccio
 
"Capitolo chiuso, e archiviato. Ora voglio solo rincominciare da zero" sorrido
 
"E io ti sarò accanto" Giorgia mi bacia.
Sorrido, e la prendo per mano. Da questo momento inizia un nuovo capitolo della mia vita, e Giorgia ne farà parte.
Tutto quello che ho passato, non sarà dimenticato ma solo archiviato.
Non voglio rivivere nulla di tutto ciò che è successo, tanto meno tirare Giorgia dentro al flashback della mia orribile vita.
Il viaggio in macchina è stranamente sereno, l'apatia è sparita, sostituita da un miscuglio di emozioni che nemmeno sapevo esistessero.
Il mio cuore batteva fortissimo mentre abbracciavo Giorgia per la prima volta dopo sette mesi. L'odore di cocco dei suoi capelli, mi ha riportato ai nostri giorni felici: Miami, la sera al ristorante italiano, noi che facciamo l'amore.
Tutto è tornato come prima. È tutto tornato meravigliosamente apposto.
Arriviamo a casa di Giulia e Filippo, ma noto una donna dai capelli scuri, sulla porta di casa
"Mamma?" esclamo
 
"Oh Zayn, ho parlato con tua mamma" Giorgia si volta leggermente verso di me
 
"Tu cosa?" ringhio
 
"Doveva sapere"
 
"Che cosa? Quanto fosse miserabile suo figlio?" scendo dalla macchina, e vado incontro alla donna
 
"Oh, tesoro mio" mi avvolge la braccia intorno al collo
 
"Ciao mamma" sospiro
 
"Giorgia mi ha raccontato tutto"
 
"Non avrebbe dovuto"
 
"Sono tua madre, volevi tenermi all'oscuro di tutto?"
 
"Ti ho già deluso una volta, non volevo farlo una seconda" abbasso lo sguardo
 
"Ognuno ha le sue debolezze, tesoro. Alcune piccole, altre più grandi, ma sono sempre debolezze"
 
"Ho deluso tutti"
 
"Non hai deluso nessuno, anzi ci hai resi fieri. Per la seconda volta, hai avuto il coraggio di prendere in mano la tua vita e cambiarla"
 
"È stato grazie a Giorgia se l'ho fatto"
 
"Allora va da lei, e cerca di risolvere il casino che hai appena fatto"
Giorgia ci passa accanto, con le testa bassa. Le mani sono nascoste nelle grandi tasche della felpa.
Sorrido leggermente a mia madre, e prima di raggiungere Giorgia la chiudo in un abbraccio.
 
 
Pov. Giorgia
Come inizio, non promette bene. Sapevo si sarebbe arrabbiato per la storia di sua mamma, ma lei doveva sapere. Zayn è pur sempre suo figlio, anche se il loro rapporto non era dei migliori.
Spero che questo non rovini ciò che potevamo iniziare a creare. Finalmente si poteva iniziare a costruire qualcosa, senza intoppi.
Ma non è mai detta l'ultima parola, non è vero?
"Toc toc, è permesso?" la voce di Zayn mi riporta alla realtà
 
"Ma, ma certo. Entra" sorrido
 
"Non ci credo, hai riverniciato la stanza?" si guarda attorno, osservando le foto sul muro
 
"Quel 'rosa principessa' mi aveva stancata" rido
 
"Questo è Jacob?" spalanca la bocca
 
"Oh sì, beh ti avevo detto che era cambiato un po' "
 
"Beh non pensavo che con la frase 'è cambiato un po' ' intendessi che è diventato un body builder" scoppio a ridere
 
"Dopo che Melissa l'ha lasciato, si è dedicato molto a sé stesso. Devo dire che è diventato proprio fico"
 
“Mi devo preoccupare?” cerco di sdrammatizzare. Lei mi fulmina con lo sguardo "Beh.. Comunque sono venuto qui per scusarmi. Mi sono comportato in modo orribile con te. Non avrei dovuto sbottare così"
 
"Ho solo fatto ciò che ritenevo giusto" cerco di giustificarmi
 
"E hai fatto bene. È solo che avevo paura che mia madre mi ritenesse un fallito. Dopo ciò che è successo anni fa, sento che il suo giudizio su di me è cambiato drasticamente"
 
"Lei è tua madre Zayn, ti amerà sempre, indipendentemente da quello che fai"
 
"Come te?" chiede con lo sguardo basso
 
"Come me" sorrido.
Mi avvicino a lui, e ci lasciamo andare in un bacio. Assaggia avidamente le mie labbra, come se avesse bisogno di sentirne il sapore.
Gli stringo i lunghi capelli neri tra le dita
"Ti sta bene il codino" sorrido in mezzo ad un bacio
 
"Grazie" sorride soddisfatto
Arretriamo e finiamo entrambi distesi sul letto. La sua mano s'infila sotto la mia maglia, e il contatto con la sua pelle mi mette i brividi
"Forse abbiamo una ventina di minuti a disposizione" ghigno
 
"Molto bene" sussurra, chiudendo la porta della camera a chiave.
Si mette sopra di me, cominciando a baciarmi il collo. Con il naso traccia il contorno della mia mascella, lasciando piccoli baci lungo il suo.. percorso.
La mano sinistra invece stuzzica i fianchi, una parte sensibile del mio corpo. Mi metto a sedere scivolando via dal suo attacco, e gli sfilo la maglietta.
"Sei dimagrito parecchio" osservo, guardandogli il costato
 
"Solo un po' " alza le spalle
 
"Forse dovremmo ridurre l'esercizio fisico" lo stuzzico
 
"Non ci pensare neanche" mi si butta nuovamente addosso, mentre mi sfila la maglietta.
Comincia a baciarmi i seni mentre con una mano cerca di sfilarmi il reggiseno
"Cristo" impreca
 
"Lascia stare" rido e con una mano solo lo slaccio, poi mi avvicino a lui. Mi sfila il reggiseno, e bacia la punta sensibile.
La lecca, e la succhia facendomi inarcare.
Tasto il suo corpo cercando di arrivare ai suoi pantaloni. Apro gli occhi, lo spingo via, e gli apro i jeans.
Glieli sfilo lentamente, mentre lui si lecca le labbra.
L'erezione preme contro i boxer, creando un grosso rigonfiamento. Ci passo sopra il dito, per stuzzicarlo.
Afferra il lenzuolo tra le mani e impreca sotto voce.
Poi abbasso leggermente l'elastico dei suoi boxer. Un ciuffo di peli fuoriesce dal tessuto.
Abbasso ancora l'indumento, e poi lo faccio scivolare via, buttandolo sul pavimento.
Afferro la lunghezza dura tra le mani, e poi mi piego per prenderla in bocca.
Assaporo appieno il gusto salato che fuoriesce dalla punta rosa.
Mi concentro sulla punta, leccandola e succhiandola, mentre con una mano stringo ciò che non riesco a prendere in bocca. Con l'altra, lavoro sull'altra parte di lei, massaggiandone delicatamente il retro.
La sua mano stringe i miei capelli, e ansimi sempre più profondi risuonano nella stanza
"Ehi, ehi non correre" mi tira su "Ti ricordo che sono sette mesi che non faccio sesso. Mi bastano quattro secondi per venire" ghigna buttandomi all'indietro sul letto.
Mi lecco le labbra, e concludo la provocazione mordendomi il labbro inferiore.
"Ora proveremo una cosa che non abbiamo mai fatto, okay?"
 
"Cioè?" susurro
 
"Lasciami fare" sorride
Mi sfila gli slip, buttandoli anche lui, ai piedi del letto. Mi divarica leggermente le gambe, e avvicina la testa.
Il naso sfiora il mio clitoride, provocandomi piccoli brividi. Appoggia poi, la bocca su di esso, stuzzicandolo con la lingua. Lo succhia leggermente, mentre con le dita, entra ed esce a me
"Oh Zayn" ansimo
 
"Amo quando ansimi il mio nome" lo sento sorride su di me
 
"Ti prego, entra in me"
 
"Cosa? Non ho sentito"
 
"Hai sentito benissimo, smettila di fare il coglione" lo tiro via, cercando disperatamente di sentirlo entrare in me.
Ride leggermente, poi mi bacia il collo.
Lo sento entrare in me lentamente poi aumentare la velocità.
"Giorgia, Zayn! Scendete a bere qualcosa?" Giulia prima bussa, poi abbassa la maniglia
 
"Cazzo" esclamo "Sì, sì Giulia, arriviamo" cerco di nascondere gli ansimi
 
"Oh, d'accordo" dice, poi si allontana
 
"Quasi sgamati" ride Zayn
 
"Ci avrà scoperti sicuramente! La porta è chiusa a chiave, io praticamente ansimavo mentre le parlavo!" mi copro il viso con le mani
 
"Non far così amore" ghigna, baciandomi il collo "Dobbiamo ancora finire qui" riprende a muoversi, e non posso evitare di farmi rapire nuovamente da quelle meravigliose emozioni.

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Capitolo 43
*** Capitolo Quarantatré ***


Pov. Zayn
"Oh, eccoli qui!" mia madre ci accoglie in cucina
 
"Ciao mamma" rido
 
"Ci sono tante cose che vorrei dire, ma principalmente devo ringraziare Giorgia"
 
"Me?" Giorgia alza velocemente la testa
 
"Sì. Se non fosse stato per te, chissà ora che ne sarebbe di mio figlio" si avvicina a lei, con gli occhi leggermente lucidi
 
"Entrambe teniamo tantissimo a Zayn, quindi può capire perché l'ho fatto"
 
"Lo so, e ti ringrazio cara" l'abbraccia
 
"Forza mamma, non fare troppo la melodrammatica" rido
Ci sediamo poi in salotto, dove passiamo l'intero pomeriggio a parlare tra di noi.
Era da molto tempo che non vedevo mia madre così felice, con quel luccichio negli occhi che tanto amo vedere.
Giorgia indubbiamente l'ha colpita, nonostante la nostra differenza d'età.
È bello sapere che a mia madre piace, perché ho intenzione di passare il resto della mia vita insieme a lei.
"Mi raccomando, fatti sentire più spesso eh, tesoro" mia madre mi prende il volto tra le mani
 
"Tranquilla mamma" annuisco posandole un bacio sulla testa
 
"Ciao cara" sorride a Giorgia
 
"Ciao Trisha" sorride
 
"Tua mamma è davvero una persona fantastica" aggiunge Filippo mentre sistemiamo il salotto
 
"Già" sorrido.
Mentre ripulisco il tavolino del salotto da bicchieri e bibite, noto una foto mia e di Giorgia sulla spiaggia di Miami incorniciata e appena al muro. Mi avvicino per vederla meglio: le sto facendo il solletico, lei si copre la pancia mentre ride divertita.
Mi torna in mente tutto ciò che la cocaina non ha cancellato: le passeggiate sul lungo mare, i bagni, le cene. E quella sera, in spiaggia. Ad un tratto mi torna in mente l'anello.
"Arrivo subito, devo fare una cosa" informo Giorgia
 
"Cosa?" chiede preoccupata
 
"Nulla a che fare con la droga, tranquilla. Ti amo" la bacio
 
"Anche io" ricambia il bacio, ma l'espressione preoccupata rimane dipinta sul suo viso.
Corro velocemente verso casa mia: dopo che mi sono iscritto alla clinica, la casa è stata ripulita da tutta la cocaina, mentre Giulia e Giorgia se ne sono occupate regolarmente durante la mia assenza.
L'anello è comunque rimasto nel comò accanto al letto, nascosto sotto alcuni vestiti.
Quando arrivo, noto che l'erba del giardino è parecchio alta, chiaro segno che nessuno se ne occupa da tempo.
L'interno della casa invece, è in condizioni migliori: le tende sono state rimesse, e le finestre rotte sono state sostituite.
Nuovi piatti e bicchieri sono sistemati nelle credenza, sostituendo quelli che ho rotto.
Raggiungo la camera da letto, e scavo nei cassetti trovando la scatolina blu.
La apro è il piccolo anello con un diamantino brilla sotto la luce del sole.
Prendo le chiavi del fuoristrada, e finalmente dopo sette mesi, posso tornare a guidare la mia macchina.
 
 
Pov. Giorgia
Finito di sistemare il salotto, mi butto sul divano, in attesa che Zayn torni.
Non so dove sia andato, e mentirei se dicessi che non sono in ansia. Ho solo paura che possa.. sbagliare ancora.
Dopo che sono uscita dalla clinica, Giulia ha avuto la mia stessa ansia per almeno sei mesi. È stato terribile.
Ma so che per me non sarà lo stesso. In fondo, mi fido di lui.
Faccio zapping tra i canali televisivi cercando qualcosa da guardare ma non c'è assolutamente nulla.
"Quando tu e il tuo ragazzo fate sesso, fate in modo di avere la casa libera, almeno" Giulia si appoggia al coprifili della porta, con le braccia incrociate
 
"Cosa?" comincio a tossire
 
"Hai capito" mi osserva con espressione seria, anche se sembra stia cercando di nascondere un sorriso
 
"Io.."
 
"Ho detto che non voglio avere nulla a che fare con la vostra storia. Non voglio sapere cosa fate, come o quando. Però anche voi, cercate di non farvi cogliere in flagranza" scoppia a ridere
 
"Scusa" mi strofino il retro del collo
 
"Siate responsabili Giorgia, vi chiedo solo questo"
 
"Va bene" le sorrido.
Appoggio la testa al divano, ma ad un tratto realizzo che nell'ultima volta, come in altre, abbiamo fatto sesso senza usare il preservativo
"Oh merda" sussurro. Abbasso lo sguardo, per guardarmi la pancia.
Okay, manteniamo la calma. Più volte abbiamo fatto sesso, senza usare il preservativo, e non sono mai rimasta incinta. Perché dovrebbe capitare proprio oggi?
E poi, andiamo, ci sono pochissime possibilità che io rimanga incita. No?
Mi poggio le mani sulla pancia, accarezzandomi il ventre
"Eccomi" Zayn compare in salotto
 
"Dio! Zayn, che spavento!" gli tiro un cuscino
 
"Scusami" ride
 
"Dobbiamo parlare" gli dico
 
"Nono, aspetta. Prima questo" mi porge una familiare scatolina blu
 
"Zayn.. l'anello" sorrido aprendo la scatolina
 
"È rimasto per mesi in fondo ad un cassetto. Aspettava solo te" mi bacia "Cosa volevi dirmi?" la sua espressione ritorna seria
 
"Oh, nulla nulla"
 
"Sicura?" mi squadra
 
"Certo" annuisco
 
"Giorgia" mi rimprovera
 
"Nulla davvero. Stai tranquillo!" lo bacio
 
"Tanto qualsiasi cosa sia lo verrò a sapere, lo sai?" annuisco "Beh amore, ora dovrei davvero andare a sistemare casa. L'erba in giardino è alta quasi quanto te" ride
 
"Lo prendo come un complimento nei miei confronti" incrocio le braccia, e metto il muso
 
"Chi vuol intendere, intenda" alza le spalle "Ci sentiamo stasera?"
 
"Va bene. Ciao" lo saluto
 
"Ti amo" sorrido, e lo bacio.
Lo guardo salire in macchina, e sgommare via. Mi chiudo la porta alle spalle, e salgo in camera.
E se fossi rimasta incinta? No. Giorgia non può essere.
Rilassati.
E se lo fossi davvero? Sento il bisogno di parlarne con Zayn, ma non posso, non ora almeno. Non adesso che stiamo cercando di vivere un periodo tranquillo.
C'è solo una persona che può aiutarmi. Prendo il telefono e compongo il numero
"Ehi Jake, ho bisogno di parlarti"

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Capitolo 44
*** Capitolo Quarantaquattro ***


Pov. Giorgia
Cammino nevosamente per la stanza, mangiandomi le unghie.
Ci sono così tante cose che vorrei dire, ma che non voglio dire.
È come se avessi un nodo fatto di parole che aspetta di uscire, ma non riesce. È bloccato proprio lì, sul fondo della gola.
"Hai intenzione di parlarmi, oppure vuoi andare avanti ancora per molto?" Jake è seduto sul mio letto, in attesa che io cominci a parlare
 
"È che.."
 
"È che cosa Gio? Inizi a preoccuparmi sul serio" incrocia le braccia sul petto
 
"Oggi Giulia, mi ha fatto ragionare su una cosa"
 
"O mio dio" scuote la testa "Che cosa?"
 
"Io e Zayn.. beh.. abbiamo fatto sesso senza.. preservativo"
 
"Stai scherzando vero?" sgrana gli occhi
 
"Vorrei tanto" mi copro il viso con le mani
 
"Come diavolo vi è venuto in mente?" urla
 
"Sh! Stai zitto!" gli copro la bocca con una mano "Non, non ce ne siamo accorti, davvero"
 
"È questo che dirai a tua cugina quando le dirai che aspetti un figlio?"
 
"Ehi, ehi, non correre! Non sono incinta, non penso" scuoto la testa
 
"Non pensi!" alza le braccia "Quando avete fatto sesso?"
 
"È importante?" chiedo imbarazzata
 
"Certo che lo è!"
 
"Beh contando che è uscito oggi dalla clinica.."
 
"Oggi pomeriggio?" annuisco. Comincia a contare sulla punta delle dita "Quindi fra circa una decina di giorni farai un dannato test. Nel frattempo prega che dentro di te non si crei un piccolo Zayn"
 
"Dieci giorni? Ma è un'eternità!"
 
"È inutile fare un test prima"
 
"E se fossi incinta?" mi butto per terra
 
"Puoi sempre abortire" mi poggia una mano sul ginocchio. Una scia di brividi mi percorre la schiena: davvero l'aborto sarebbe l'unica soluzione? "Oppure darlo in adozione. Giorgia, le possibilità sono comunque basse, contando che più volte l'avete fatto senza protezioni, più volte non sei rimasta incita"
 
"Ho paura Jake"
 
"Lo so" annuisce "Ne hai parlato con Zayn?"
 
"Non esattamente. E non dire niente, lo so" alzo la mano per bloccarlo.
Mi sdraio sul letto, e Jake mi segue a ruota. Ho la testa completamente incasinata, completamente terrorizzata dall'idea di diventare madre.
Di ciò che potrebbe succedere tra me e Zayn, o ciò che succederebbe tra me e la mia famiglia.
Giulia molto probabilmente s'incazzarebbe con sé stessa per aver permesso che questo succedesse tra le mura di casa sua.
Come se fosse sua la colpa.
Ad ogni modo, non potrò avere nessuna risposta prima di dieci, quindici giorni. Dovrò anche parlare con Zayn, ma soprattutto valutare se è il caso di diglielo ora, o aspettare che compaiano dei presunti sintomi di una presunta gravidanza. Giusto per non creare confusione per una cosa che non esiste.
Appoggio la testa sul ventre di Jake, fissando il soffitto.
Il silenzio è l'unico rumore che riempie la stanza, insieme al rumore dei nostri pensieri.
 
 
Pov. Zayn
Il sole ormai è quasi del tutto calato, e lavorare in giardino è praticamente impossibile.
Parcheggio la macchina in garage, e salgo a casa.
La dispensa è semi vuota, a parte per qualche alimento a lunga conservazione come passata o pasta.
Apro l'armadietto in alto a sinistra, alla ricerca del sale, ma non lo trovo
"Fantastico" sospiro rassegnandomi a mangiare una scatoletta di tonno e del pane.
La prima cosa che farò domani sarà andare a fare una bella spesa. Una di quelle come si deve.
È incredibile come tutto sia rimasto immutato nonostante il lavoro di Giulia e Giorgia: i DvD sono esattamente nello stesso posto dove li ho lasciati, così come i CD e alcuni vecchi libri di mia madre. Tra il muro e il mobile che sorregge la tv, è ancora presente la tela che dipinsi quando andai a Melbourne. La tiro fuori osservandola, poi decido di appenderla in salotto.
Con l'aiuto del martello, pianto un chiodo nel muro, poi appendo la tela.
Con un dito traccio il contorno del volto di Giorgia, mordendomi il labbro.
Non so quante volte ho pensato a lei, quando ero in clinica. Molte, ad ogni modo.
È stato grazie a lei che sono andato avanti nella terapia, perché sapevo che, fuori da quelle mura, lei mi stava aspettando. Non l'avrei delusa di nuovo.
Ho dato il massimo, per essere almeno alla sua altezza, e d'ora in poi farò il possibile per sostenere il ruolo di persona adulta e matura.
Prendo il telefono e le scrivo un messaggio
| Operazione 'tagliamo l'erba in giardino' non è andata a buon fine. In realtà non è mai cominciata. Cosa fai? |
Attendo invano per una ventina di minuti una sua risposta, che non arriva. Così le mando un altro messaggio
| Non voglio fare l'iperprotettivo, ma è più forte di me. Se non rispondi entro dieci minuti vengo a casa tua |
Non è propriamente una minaccia, anche se può sembrarlo. È che da quando mi conosce ne ha passate così tante.. Ciò che Harry le ha fatto, è ancora impresso nella mia mente. Sento un continuo bisogno di proteggerla, da tutto e da tutti.
Attendo pazientemente la sua risposta, e dopo otto minuti decido di raggiungerla a casa.
So che può sembrare esagerato, ma cazzo, sono innamorato. Perdutamente innamorato di lei. I sette mesi passati lontano da lei, non hanno fatto altro che aumentare in maniera smisurata ciò che provo verso di lei. Mi preoccupo semplicemente.
Guido cercando di tenere una velocità normale per le vie della città, mentre la musica della radio tiene impegnata la mia mente.
Dopo circa cinque minuti arrivo a casa di Giulia. Inizialmente rimane un po' scossa nel vedermi, ma poi mi saluta indicandomi di salire al piano di sopra.
Salgo le scale, e busso alla porta: quando apro, trovo Giorgia sdraiata sul letto insieme a Jacob
"Per questo non mi rispondevi ai messaggi" rido nervoso
 
"Zayn? Che ci fai qui?" si alza di scatto
 
"Sono venuto a vedere per quale cazzo d motivo non rispondevi al quel cazzo di telefono!" urlo
 
"No, ti prego, non ti arrabbiare" si avvicina a me
 
"Perché lui è qui? E perché cazzo è sul tuo letto?"
 
"Stavamo parlando, solo parlando"
 
"Sul tuo letto?"
 
"Zayn dannazione, quando mi darai un minimo di fiducia? Dio, è frustrante questo continuo controllo!"
 
"Io.." non ha tutti i torti.
 
"Stavamo solo parlando" sospira
 
"Cosa ti turba amore? Perché non ne parli con me?"
 
"Perché.. non posso"
 
"Cosa significa che non puoi?" uno strano senso di nausea cresce nel mio stomaco.
 
"Non pensare male, non volevo parlartene, perché non volevo rovinare tutto ciò che stavamo vivendo. O meglio, quello che stiamo per iniziare a vivere"
 
"Cosa succede?" mi siedo nel letto accanto a lei. Fulmino Jacob con lo sguardo, che saggiamente, decide di lasciare la stanza
 
"Giu, Giulia mi ha fatto notare una cosa"
 
"E cioè?"
 
"Che più volte abbiamo fatto sesso senza.. protezioni" ad un tratto, la conversazione avuta con Giulia mesi fa, mi ritorna in mente: mi disse di essere responsabile, di essere responsabili.
 
"Oh merda"
 
"Lo so. È da oggi pomeriggio che ci penso.."
 
"Me ne aveva già parlato. Quando eravamo a Miami"
 
"A Miami? E perché non me ne hai parlato?"
 
"La situazione è, beh.. precipitata dopo il nostro ritorno"
 
"Avresti dovuto parlarmene comunque!" mi spintona leggermente
 
"Hai ragione, scusami. Ora come stai? Come ti senti?"
 
"Zayn, non rimango incinta da un giorno all'altro" ride "Jacob ha detto che devo aspettare almeno dieci giorni prima di fare un test"
 
"Jacob? Tu ne hai parlato prima con Jacob e poi con me?"
 
"Dio, Zayn, non ricominciare"
 
"Che diritto ha lui di sapere queste cose? E soprattutto che diritto ha lui di saperlo prima di me?"
 
"Smettila per favore, smettila" sbotta "Fai la persona matura! Non si tratta di chi prima lo viene a sapere, ma bensì che c'è una possibilità, seppur piccola, che io sia incinta. Possiamo concentrarci su un cazzo di problema alla volta?"
 
"Allora perché non affronti il tuo 'cazzo di problema' con Jacob dato che ora è diventato così importante?"
 
"Sicuramente riuscirò ad avere una conversazione più matura con lui!"
 
"Perfetto, vi lascio alle vostre conversazioni 'mature' "
 
"Zayn.." mi sbatto la porta alle spalle e velocemente salgo in macchina.
Come ha potuto parlarne prima con lui? Lui non è il suo ragazzo. Il problema riguardava me e lei, solamente. Perché cazzo deve sempre tirare in mezzo quella merda di migliore amico?
Colpisco il volante con le mani prima di mettere in moto e andarmene.
Davvero, ora più che mai ho bisogno del sesso. È l'unica cosa, oltre a Giorgia, che può calmarmi. Ma ovviamente da lei non posso andare, e non posso andare a scoparmi qualche altra ragazza pescata a caso in un bar.
Ottimo direi.

 

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Capitolo 45
*** Capitolo Quarantacinque ***


Pov. Giorgia
Quando ami una persona, sei disposto a cambiare. Almeno così dicevano.
E allora perché mi sembra che Zayn sia sempre, dannatamente uguale?
Io, non voglio che cambi radicalmente, ma solo che.. crescesse.
Vorrei solo che capisse che se parlo con un'altra persona dei miei problemi, non vuol dire che quella persona sia più importante di lui.
Vorrei che capisse che posso parlare o stare nella stessa stanza con altri ragazzi, senza innamorarmene.
Vorrei, vorrei. Forse voglio troppe cose.
Amo Zayn, lui lo sa. L'ho aspettato per sette dannati mesi, sperando e pregando per lui ogni dannata sera, prima di andare a dormire.
Ho sopportato l suoi continui sbalzi d'umore, e i suoi continui andare e venire. Che cosa vuole ancora?
Si dice che la notte porti consiglio, ma a me sembra che porti solo dubbi e incertezze.
Mi volto a guardare l'ora: 8.47.
Svogliatamente mi alzo dal letto, nonostante sperassi un sabato mattina passato interamente a dormire.
La cucina è silenziosa è vuota.
Prendo un'arancia dal portafrutta, un bicchiere di latte e mi siedo.
Sul telefono non ci sono messaggi né chiamate. Ovviamente.
Dovrei chiamarlo io? In fondo il torto l'ho fatto io.
No, dannazione, il torto l'ha fatto lui.
Perché lui ha questa fottuta capacità di farmi sentire in colpa, anche quando non ho fatto nulla di male?
Ma se pretendo della maturità da parte sua, anche io devo fare la mia parte.
| Quando vuoi parlare, io sono qui | mi limito a scrivergli, anche se benissimo che non mi risponderà.
Finisco il latte, lavo il bicchiere e salgo in camera. Per occupare il tempo decido di studiare - o meglio, prendere il libro di scienze, aprirlo davanti a me facendo finta di studiare - ma la distrazione dura ben poco.
Forse, non sarebbe male diventare mamma. Ho sempre adorato i bambini. Con quei loro piedini e quelle manine adorabili.
E poi dovremmo prendere tutte le tutine e i giocattoli.
Ci immagino già: io e Zayn, per mano, in un negozio per bambini. Un sogno.
Se fosse femmina mi piacerebbe chiamarla Darianna. Se fosse maschio, chissà, magari Luca. No, troppo banale, meglio Amar. Ho sempre amato i nomi stranieri.
Eppure è così dannatamente sbagliato pensare a tutto questo. Dovrei pensare a cosa mettermi per la festa di fine anno, o cosa andare a vedere al cinema con le mie amiche.
| Dovremmo essere insieme, a discutere di questa assurda situazione. Invece siamo di nuovo distanti.. Ti prego, rispondi | le mie dita scrivono, come se fossero divise dal mio corpo.
Il mio amore per lui, viene prima di tutto. Anche prima dell'orgoglio.
 
 
Pov. Zayn
Il sole, rende i lavori ancora più stancanti. L'erba è stata tosata in gran parte del giardino, e nonostante siano solo le dieci del mattino, fa davvero caldo.
Stanotte non ho chiuso occhio, ma nonostante questo, l'iperattività mi distrae da qualsiasi pensiero. O almeno, da quasi tutti i pensieri.
Non sono più così incazzato con Giorgia: la notte mi ha aiutato a pensare e sbollire la rabbia, ma ancora non mi va giù il fatto che abbia preferito parlarne prima con quel Jacob, piuttosto che con me.
Cazzo, è un problema che riguarda me e lei. Lei e me. Lui non c'entra, e mai c'entrerà con noi.
Se solo lei capisse..
"Ciao!" un'allegra voce femminile mi riporta alla realtà
 
"Ciao" sorrido confuso alla figura davanti a me
 
"Piacere Louise! Sono la tua nuova vicina di casa"
 
"Oh, non sapevo fosse in vendita la casa affianco"
 
"Infatti non lo era" ride "La casa era dei miei genitori, ma si trasferiti dall'altra parte della città, così io sono venuta ad abitare qui. Strano che tu non abbia visto i camion dei traslochi"
 
"Ehm, in realtà non ci sono stato per qualche mese"
 
"Viaggiato?"
 
"Diciamo" rido
 
"Comunque, che ne diresti di condividere un pranzo oggi? Giusto per conoscerci meglio" ora che l'osservo meglio, è davvero una bella ragazza: è alta e slanciata. Lunghi capelli biondi le incorniciano il viso ovale, non troppo scuro. Due grandi occhi azzurri sono circondati da lunghe ciglia nere. E le tette.. Beh niente male. Fino a un anno fa, me la sarei portata a letto alla prima occasione, ma ora è tutto diverso. Ora c'è Lei.
 
"Ehm, che ne diresti invece di un caffè?"
 
"Mh, ragazzo serio, eh?" ammicca "D'accordo, facciamo da te domani sera?"
 
"Uhm, d'accordo" annuisco. La osservo sculettare via nei suoi jeans super skinny, e le alte scarpe.
Rimango a fissarla, finché non scompare all'interno della sua proprietà.
Una distrazione, proprio nella casa affianco. Questa mi mancava.
Riprendo a tagliare l'erba, cercando di togliermi dalla testa l'immagine delle sue tette che mi ballavano davanti mentre parlava.
Verso mezzogiorno, dato che il sole è troppo caldo, decido di smettere, e rientro in casa.
Mi faccio una doccia veloce prima di prendere il telefono: due messaggi.
Non appena leggo il suo nome, una fitta mi fa contorcere lo stomaco. Li rileggo entrambi due volte prima di prendere le chiavi della macchina e uscire di casa.
Ha ragione. Ha dannatamente ragione, come sempre. Dovremmo essere insieme a discutere cosa fare, invece, come sempre, mi sono comportato da immaturo.
Busso alla porta d'ingresso. Da dietro il legno, una piccola figura dall'aria stanca fa capolino
"Mi dispiace" la stringo in un abbraccio
 
"Anche a me" mi stringe la vita, affondando la testa nel petto. La sento respirare profondamente.
Rimaniamo abbracciati sulla soglia per qualche minuto, poi mi prende per mano e senza dire una parola, mi porta in camera sua.
"Non avrei dovuto dire quelle cose" si chiude la porta alle spalle
 
"Non, non avrei dovuto reagire in quella maniera. Scusami, è che.. Ho solo paura di perderti"
 
"Zayn, ti ho aspettato per sette mesi. Ho vissuto sette mesi un amore che consisteva nel vederti una volta al mese se andava bene, dove ti scrivevo lettere tutti i giorni impregnandole del mio profumo per farti capire quanto io ti fossi vicina. Ho vissuto sette mesi aspettandoti. Non hai alcun motivo di pensare che io voglia qualcun'altro" le sue parole fanno scaturire in me sentimenti contrastanti: sensi di colpa per i miei comportamenti, e un'immensa felicità per aver sentito parole di cui non avrò mai abbastanza.
 
"Lo so, e ti chiedo scusa. Non dubito di te, assolutamente. La mia è.. insicurezza. Sei la prima cosa bella che mi capita dopo anni. È come se stessi vivendo una favola, ma tutte la favole finiscono prima o poi. Vivo aspettandomi questo dannato finale"
 
"Ma le favole hanno tutte un lieto fine"
 
"Non la mia" scuoto la testa
 
"Smettila con questa autocommiserazione Zayn. Non è troppo tardi per cambiare la tua vita"
 
"Voglio cambiare per te"
 
"Non voglio che cambi. Voglio solo che tu capisca che ti amo, e che non sei meno importante di altri se non sei il primo a sapere le cose"
 
"Mi dispiace" l'abbraccio
 
"Ti amo"
 
"Ti amo" le bacio la testa.
E quando mi bacia il petto, che capisco di aver tutto quello che voglio e tutto ciò che potevo desiderare.
Giorgia è la concentrazione di tutto ciò che odio e amo. Un miscuglio di emozioni e sensazioni, ancora totalmente ignote, nonostante i mesi passati insieme.
Si dice che se ami una persona, sei disposto a cambiare. E cazzo, per lei sono disposto a farlo.

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Capitolo 46
*** Capitolo Quarantasei ***


Pov. Giorgia
"Non mi fa impazzire l'idea che tu ti prenda 'un caffè' con la tua nuova vicina" mi lamento osservando la prosperosa bionda impegnata con dei lavori in giardino
 
"È solo una vicina di casa"
 
"Una vicina di casa con una quarta ben piazzata. Fidati sono rifatte"
 
"Da cosa lo deduci?" scoppia a ridere
 
"Sono così sode.. e perfette. E poi andiamo, una così magra non può avere davvero una quarta, è contro natura!"
 
"Non pensavo t'intendessi così tanto di tette. Un giorno potremmo davvero parlarne insieme"
 
"Zayn!" lo colpisco con un pugno, e scoppia nuovamente a ridere
 
"Amore, non penserai davvero che m'interessi?" chiede con finta aria afflitta
 
"Magari lei no, ma la sua quarta sì"
 
"Mi feriscono le tue parole" mi cinge da dietro, appoggiando la testa sulla mia spalla. Ora siamo entrambi davanti alla finestra "Guarda che bel culo che ha però. Quasi quasi un pensierino ce lo farei"
 
"Tu osa solo pensarlo e dovrai davvero cambiare nome. Ma stavolta dovrai trovarne una da donna" ringhio, andando a sedermi sul divano. Zayn scoppia a ridere, e mi segue a ruota.
Metto il muso, e incrocio la braccia. Zayn, divertito, mi tira giocosamente le guance e mi punzecchia.
Cerco di rimanere impassibile, nascondendo una risata
"Anche tu dovresti capire che amo solo te" aggiunge baciandomi la spalla
 
"Forse ho dei problemi di autostima anche io"
 
"Sei meglio di qualsiasi quarta in circolazione" lo fulmino con lo sguardo "E poi perché dovrei volere una quarta, quando ho queste due piccoline?" affonda le testa - si fa per dire - nella mia seconda accennata
 
"Ah, simpatico" gli tiro su la testa
 
"Ti amo" non rispondo, e Zayn cattura la mia bocca in un bacio. I suoi baci sono come un'onda che mi travolge. L'onda della passione mi travolge tutte le volte che le sue labbra incontrano le mie.
Ci trasciniamo in camera, dove diamo sfogo al nostro amore.
"Stavolta questo lo usiamo" tira fuori dalla tasca un preservativo, ammiccando.
Sorrido, tornando a baciarlo.
 
 
Pov. Zayn
I nostri respiri sono tornati regolari, ma le nostri fronti sono ancora imperlate di sudore.
Giorgia traccia piccoli disegni sul mio petto.
"Non mi hai mai detto che significano" indica con le dita i disegni neri sulla mia pelle
 
"Quanto tempo hai?" scoppia a ridere
 
"Beh non tutti. Cominciamo da questo" indica la scritta in arabo in alto a destra
 
"Quello significa Walter. È il nome di mio nonno. Morì quando ero in terapia, tre anni fa"
 
"Oh, scusami io.."
 
"Non ti preoccupare" le sorrido "Continua"
 
"Uhm, questo?" le piccole dita tracciano i contorni delle ali sul mio petto
 
"Non penso tu voglia saperlo"
 
"Perché?" le sue sopracciglia s'increspano un po'
 
"L'ho fatto per Giusy"
 
"Ah. Non pensavo l'amassi così tanto"
 
"Infatti, ma ero solo un ragazzino, cercavo una scusa per farmi un tatuaggio in qualsiasi cosa"
 
"Mi piace molto quello dietro all collo. Cosa significa?"
 
"L'ho fatto perché mi piaceva"
 
"L'ho sempre saputo che non avevi un significato per ognuno" ride soddisfatta "Ora però, devo proprio andare" si alza velocemente dal letto, raccogliendo le sue cose
 
"Dai rimani ancora un po' " la supplico
 
"No, devo studiare, e tu ti devi preparare per la tua 'nuova vicina' " fa il verso
 
"Quanto sei bella quando sei gelosa" la derido
 
"Fottiti" lascia la stanza.
La raggiungo poco dopo, e la trovo intenta a radunare le sue cose
"Puoi rimanere un altro po' " l'attiro tra le mie braccia
 
"Non mi tentare" si divincola "Devo studiare. Non vorrai mica portarmi sulla cattiva strada eh, bad boy?"
 
"Assolutamente no. Io sono un bravo ragazzo" la lascio andare, facendo un inchino
 
"L'esempio di gentilezza e eleganza" mi deride "Ah, un'ultima cosa: la faccia, è qui, non qui. Ricordatelo" indica prima il viso, e poi il seno
 
"Me ne ricorderò" scoppio a ridere "Ciao, ti amo" la bacio
 
"Anche io" ricambia il bacio, e lascia la casa che piomba in un insopportabile silenzio.
 
                                                                                    ----
 
"E così sei di Melbourne! Dev'essere una città bellissima" Louise è appoggiata con i gomiti al tavolo, la testa appoggiata sulle mani. L'aria innocente la rende ancora più attraente, ma sono particolarmente distratto: le immagini di oggi pomeriggio mi ritornano alla mente. I momenti passati a far l'amore, il modo in cui osservava curiosa i miei tatuaggi. Quanto vorrei che lei fosse qui ora.
 
"Sì, è molto bella. Vale la pena andarci" sorrido annuendo leggermente
 
"Dai, parlami un po' di te" sorride, avvicinando la mano alla mia "Oggi ho visto una ragazzina lasciare casa tua. Era tua sorella?" sgrano leggermente gli occhi. Che cosa? Non può averlo detto davvero.
Non avevo mai pensato che la differenza d'età fra noi due potesse essere tale da poterci scambiare per una coppia di fratelli
 
"No, lei.. Lei è la mia ragazza"
 
"Oh, scusami" arrossisce "È che è così piccola.. Quanti anni ha? Quattordici?"
 
"Sedici in realtà” comincio ad irritarmi
 
"E tu ne hai? Scusa la curiosità"
 
"Ne ho 21" incrocio le braccia "E non mi sembra una cosa così strana"
 
"Vedo che l'argomento non ti va a genio, e hai ragione. Non dovrei impicciarmi nelle cose che non mi riguardano"
Finalmente l'hai capito.
 
"Vuoi dell'altro caffè?"
 
"No grazie" sorride "Beh, è molto che sei qui a Greenville?"
 
"Qualche anno"
 
"Ho sempre amato questa città. È così tranquilla. Già solo il nome m'infonde una sensazione di tranquillità"
 
"Hai ragione" annuisco "Anche le persone che ci abitano sono molto cordiali"
 
"Immagino" so perfettamente a cosa sta alludendo "Oh si è fatto tardi" guarda il cinturino rosa che ha al polso "Devo andare. Ti dispiace se dovessi chiamarti per qualche lavoretto a casa mia? Ci sono certe cose che da sola proprio non posso fare" dipende che tipo di lavoretti, cara Louise. Dovrei cogliere un doppio senso?
 
"No, tranquilla" sorrido "Aspetto una tua chiamata allora" l'accompagno alla porta
 
"Va bene. Allora ciao" mi da due baci sulle guance, avvicinandosi parecchio alla bocca
 
"Ciao" accenno con la testa "Uff, anche questa è andata" sospiro appoggiandomi alla porta.
Ripulisco la cucina, ma è tutto così insolito: fino ad un annetto fa, quella ragazza me la sarei portata a letto alla prima occasione. Eccome se lo avrei fatto, ma ora.. beh, non riesco a fare nessun tipo di pensiero su qualsiasi altra ragazza che non sia Giorgia.
A dir la verità un po' la cosa mi spaventa: non ho mai provato nulla del genere, nemmeno con Giusy. È così strano.
Non so se ne sono all'altezza. Quando ti impegni seriamente con una persona, hai delle responsabilità e io non so se sarò in grado si rispettarle.
Mi prendo la testa fra le mani, e sospiro.
| Se n'è appena andata. Mi manchi un sacco | le scrivo prima di buttarmi sul letto.
| Com'è andata? | la risposta non tarda ad arrivare
| Sinceramente? Avrei preferito passare una serata con te |
| Nemmeno le sue amichette ti hanno tenuto compagnia? :( | un sorriso compare sul mio volto
|No, a dir la verità, preferisco altre amichette ;) |
| Ti amo |
|Anche io | blocco il telefono, e come un adolescente, mi addormento col sorriso sulle labbra.

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Capitolo 47
*** Capitolo Quarantasette ***


Pov. Giorgia
Il sole filtra tra le finestre, ricordandomi purtroppo che è mattino.
Mi alzo barcollante raggiungendo il bagno, e dopo essermi sciacquata la faccia mi vesto.
Tra qualche minuto arriveranno le mie cuginette. È tantissimo che non le vedo, da quando Zayn se ne andò per la prima volta. Rabbrividisco ripensando a quel periodo della mia vita.
Scendo allegramente le scale, e faccio appena in tempo ad arrivare al fondo delle scale che due vocine si mettono ad urlare
"Ziaa!" Alice mi corre in contro, abbracciandomi
 
"Ehi piccoletta! Come siamo cresciute!" mi abbasso e le scompiglio i capelli
 
"Ciao zia" mi saluta timidamente Jasmine
 
"Ciao Jasmine! Quanto siete cresciute" sorrido osservando le due sorelline
 
"Mamma ha detto che ci viene a prendere stasera" Alice batte forte le manine
 
"Dov'è l'uomo antipatico?" Jasmine si guarda attorno
 
"Zayn dici?" scoppio a ridere "È a casa sua ma sta arrivando.." mi blocco. Oh no. Mi sono dimenticata di avvisarlo, di nuovo.
Sento delle chiavi infilarsi nella serratura, e un angelo dai capelli neri entra in casa. Rimango completamente incantata: indossa dei pantaloni a cavallo basso neri, con una canotta bianca e una camicia azzurra. Gli auricolari nelle orecchie gli donano quell'aria da tipico adolescente americano
"Ehi" sussurro
 
"Ciao amore.. O no" fissa terrorizzato le due bambine
 
"Ciao" Alice si avvicina, e istintivamente Zayn si copre sotto la cintura
 
"Evidentemente per la zia è troppo difficile avvisare quando voi siete a casa" sbuffa, fulminandomi con lo sguardo
 
"Bambine, che ne dite di aspettare in salotto?" propongo
 
"Va bene" Jasmine annuisce, portando via la sorella.
Ho sempre pensato che quella bambina fosse molto matura per l'età che ha, anche se qualche volta può non sembrare così "Mi dispiace, davvero. Giuro che non lo faccio apposta"
 
"Se quella peste, mi tira un altro pugno, giuro su qualsiasi cosa che l'appendo al muro"
 
"Sei assolutamente senza cuore" rido
 
"Non scherzo" mi avvisa. Annuisco, e mi avvicino per baciarlo, ma lui si allontana
 
"Andiamo, so che muori dalla voglia di baciarmi" lo stuzzico. Porto una mano sul suo fianco, stringendolo
 
"Non mi stuzzicare, ci sono due bambine nell'altra stanza" mi sussurra in un orecchio, provocandomi brividi in tutta a schiena. Sorride soddisfatto alla mia reazione, e si avvia verso il salotto, lasciandomi come incantata nel bel mezzo dell'ingresso.
Raggiungo poco dopo il salotto, non appena riemergo dalla fase di tranche in cui ero caduta.
Zayn è seduto sul divano, con in mano il cellulare. Le due bambine sono sedute accanto a lui, osservandolo e bisbigliandosi qualcosa nelle orecchie
"Potete finirla di fissarmi?" sbuffa Zayn, voltandosi verso le due bambine
 
"Che bello questo disegno. Sembra uno di quelli che si trovano nei fumetti" Alice indica la scritta 'zap' sul braccio di Zayn "Con quali pennarelli l'hai fatto?" Zayn scoppia a ridere
 
"Non l'ho fatto con nessun pennarello. Sono come i tatuaggi che vi fate voi.. bambine" agita le mani davanti a se "Quelli che dopo un po' con l'acqua vanno via. Solo che questi non vanno mai via"
 
"Mai?" chiede sorpresa la più piccola
 
"Mai mai" sorride Zayn
 
"Ma come sono fatti?" Alice osserva il braccio del mio ragazzo, toccandolo con le piccole dita
 
"Sono belli vero?" chiedo appoggiando le mani sulle spalle di Zayn
 
"Ehi, non sapevo fossi qui" mi bacia il braccio, poco sopra il polso
 
"Lo voglio anche io! Voglio il disegno di Dora l'esploratrice proprio qui" Alice indica la sua spalla
 
"Stai scherzando spero" Zayn scoppia a ridere. Gli do un piccolo schiaffo sulla spalla, prima di scoppiare a ridere
 
"Quando sarai più grande lo farai. Nemmeno la zia ne ha uno" sorrido scompigliando di nuovo i lunghi capelli biondi della bambina
 
"Io li trovo brutti" aggiunge Jasmine "Sembra che qualcuno ti abbia disegnato su tutto il corpo"
 
"Non devono piacere a te" aggiunge Zayn
 
"Basta voi due. Dai bambine, volete giocare a Just dance?" propongo, cercando di distrarre tutti dall'inevitabile casino in cui stavamo andando a finire.
 
"Sì!" entrambe corrono giù dal divano, prendendo in mano un telecomando wii ciascuna.
 
"Zayn, balli?" gli passo un telecomando
 
"Scordatelo" scuote la testa
 
"Uffa" gli faccio il muso, ma lui risponde con una linguaccia.
Maturo.
Inserisco il gioco nella console, e aspetto che carichi. Poi lascio decidere alla due bambine le canzoni.
Ci divertiamo un sacco a ballare, nonostante io sia completamente negata per il ballo.
Cerchiamo tutte e tre di seguire i passi di danza, anche se con molta fatica.
Ci cimentiamo in coreografie di canzoni già conosciute e tentiamo di ballare sulle note di canzoni che non conosciamo.
"Dai Giorgia, magari qualche passo l'azzecchi in questa canzone" mi deride Zayn
 
"Sta zitto" l'ammutolisco mentre le bimbe ridono divertite
 
"Guarda, perfino Alice sta facendo più punti di te"
 
"Almeno io ballo" lo zittisco
 
"Ah sì? Passami un telecomando allora" si alza dal divano, tirandosi su leggermente i pantaloni
 
"Davvero?" chiedo emozionata
 
"Certo" mi risponde con in faccia stampato un sorriso di sfida.
Gli porgo un telecomando, e cominciamo a ballare tutti e quattro sulle note delle canzoni più belle.
Ci divertiamo un sacco, mentre Zayn, Alice e Jasmine continuano a punzecchiarsi, prendendosi in giro a vicenda.
E per la prima volta, sento in fondo allo stomaco una sensazione meravigliosa, come se fossimo davvero una famiglia. Io, Zayn e le nostre bambine, in un normale pomeriggio a casa Malik.
 
 
Pov. Zayn
"Sono esausto" mi butto sul divano.  È ormai quasi ora di cena, e devo dire che è stato un pomeriggio davvero intenso
 
"Faticoso vero tenerle d'occhio?" Giorgia mi sorride "Vado a fare il bagno alle bambine. Sono sudatissime"
 
"Non mi propongo per aiutarti per ovvi motivi" sorrido
 
"Questa volta te la cavi" mi fulmina con lo sguardo prima di salire le scale e raggiungere le due bambine in bagno.
Le sento ridere e urlare dal bagno, e mi spunta un sorriso.
In questa giornata davvero mi sono sentito come se fossimo una vera famiglia. Giulia e Filippo non c'erano, quindi a pranzo c'eravamo solo noi.
Io cucinavo mentre Giorgia teneva d'occhio le due pestifere mentre mangiavamo. Era come se fossimo una famiglia.
Ed era la mia famiglia: la ragazza che amo, e due pestifere bambine che possono davvero rappresentare le figlie che avremo un giorno.
Incrocio le braccia dietro la testa, e la mia mente comincia a viaggiare, immaginando ciò che io e lei potremmo essere.
Io che torno a casa dopo una lunga giornata di lavoro, lei che mi accoglie baciandomi e i nostri figli che mi corrono incontro.
La casa in disordine, piena di giocattoli sparsi ovunque. DvD di cartoni animati sparsi sul tavolino del salotto e macchie di pennarello sulle pareti della camera dei bambini.
"Zayn ci sei?" la piccola mano di Giorgia mi tocca il ginocchio
 
"Ehi, sì che succede?"
 
"Ti ho chiamato quattro o cinque volte e non mi hai risposto. Mi stavo preoccupando. Che pensavi?" chiede divertita
 
"Oh nulla, nulla. Successo qualcosa con le bambine?"
 
"No, volevo solo chiederti se avevi visto il braccialetto di Jasmine. è disperata, non lo trova più"
 
"Adesso lo cerco. Tu prova a guardare in camera tua. So che oggi pomeriggio sono state lì un'oretta"
 
"D'accordo" mi posa un bacio sulla guancia, prima di tornare al piano di sopra.
Sarebbe bello. Sarebbe bello se tutto quello che ho immaginato, si avverasse. Come se tutto quello, fosse il risultato di anni di sofferenze e cose orribili.
Comincio a cercare il braccialetto nel salotto. Guardo sul tavolino, sotto i divani, tra i cuscini. Lo trovo in un angolo del salotto, leggermente illuminato dalla luce della tv.
Lo prendo tra le mani e lo osservo: è minuscolo, ancora più piccolo del braccio di Giorgia. Piccole perline rosa ricoprono un filo elastico e un ciondolino a forma di cuore pende dalla perlina centrale.
Ne rimango affascinato per un attimo fino a quando la voce di Jasmine mi riposta alla realtà
"L'hai trovato!" urla correndomi incontro
 
"Sì beh, era lì" indico il punto del pavimento dove l'ho trovato
 
"Grazie" mi abbraccia
 
"Oh, prego" balbetto, appoggiando goffamente una mano sulla sua schiena
 
"Zia! Zia! L'uomo antipatico ha trovato il braccialetto!" la bambina corre via dal salotto per raggiungere Giorgia.
L'uomo antipatico . Beh, bel ringraziamento.

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Capitolo 48
*** Capitolo Quarantotto ***


Pov. Giorgia
"Che giornata, eh?" chiedo a Zayn, dopo essermi buttata sul suo letto
 
"Già. L'ho già detto, e lo ripeto: quelle due piccolette sono figlie del demonio" scoppio a ridere
 
"Scommetto che un po' ti sei affezionato. L'ho visto nei tuoi occhi quando Jasmine ti ha abbracciato oggi pomeriggio" quando sono entrata in salotto, Jasmine era abbracciata a Zayn, mentre le grosse mani di lui picchiettavano goffamente la sua schiena. Senza che se ne accorgessero, ho scatto una foto. L'ho guardata a lungo dopo averla scattata, e tutte le volte che la guardavo mi trasmetteva quella meravigliosa sensazione che partiva dallo stomaco ed arrivava fino al cuore.
                      
"L'hai, l'hai visto?" mi chiede
 
"Sì, eravate bellissimi" sorrido, guardandolo
 
"Non pensare che ora voglio bene a quelle due solo perché l'ho abbracciata" sbuffa
 
"Tanto so che vuoi bene ad entrambe"
 
"Sinceramente voglio più bene ad un'altra persona" si avvicina, premendo le sue labbra contro le mie.
Sorrido al contatto, e mi sdraio sul letto, in modo che possa mettersi sopra di me
"Bleah! Ma perché fate sempre quella cosa lì?" Alice si copre gli occhi
 
"Dannazione" esclama Zayn, buttandosi accanto a me
 
"Bimbe, che ci fate qui?" chiedo sorridendo
 
"Non abbiamo mai dormito lontane da mamma.. Abbiamo paura a dormire da sole. Possiamo dormire di qua con voi?"
 
"Cosa? Nono! è fuori discussione" si affretta a dire Zayn "L'avevo detto che era una pessima idea chiedere alla loro madre di lasciarle dormire qui"
 
"Okay, allora venite, dormiremo insieme nel mio letto" mi alzo, senza rispondere a Zayn
 
"Cosa?" lo sento dire prima di lasciare la stanza.
Una volta arrivata nella mia, le bambine raggiungono il grosso letto matrimoniale e ci salgono sopra.
"Quell'uomo è davvero antipatico" afferma Jasmine, le gambe incrociate e le mani appoggiate alle caviglie
 
"È un tipo.. particolare" sorrido alla bambina, prima di sdraiarmi accanto a loro.
Cominciamo a parlottare, o meglio iniziano a parlottare di cose che non hanno senso ma partecipo comunque alla conversazione divertita dall'attenzione che entrambe mettono.
Dopo qualche minuto sento dei passi: mi volto e vedo Zayn raggiungere il letto
"Non dormiremo separati" si siede sul letto, accanto a me
 
"Uh, d'accordo" alzo le spalle.
Lui rimane in silenzio, a fissarmi mentre parlo con le due bimbe.
Verso le undici e mezza, le metto a letto, rimboccando le coperte ad entrambe.
Osservo le due bambine sdraiate l'una accanto all'altra e poi sposto lo sguardo sul ragazzo sdraiato accanto a loro: le sopracciglia sono increspate, e le braccia incrociate sul petto.
"Forza Zayn, fammi un sorriso" scatto una foto, mentre Zayn si copre il viso "Sempre il solito" scoppio a ridere.
Mi sdraio accanto a Alice, e le passo una mano tra i capelli, accarezzandola dolcemente.
Le sussurro una storia, finché non le sento russare leggermente
"Si sono addormentate entrambe" informo Zayn
 
"Sono esausto. Mi sa che sarò il prossimo" sbadiglia
 
"Buonanotte amore. Ti amo" mi sorride, e affonda la testa nel cuscino.
Qualche minuto dopo cado nel sonno anche io, stravolta dalla lunga giornata.
 
 
Pov. Zayn
Quando mi sveglio, il letto è vuoto. Mi guardo attorno, cercando Giorgia.
Mi alzo barcollante e raggiungo la cucina.
"Giorgia è uscita: ha portato Alice e Jasmine a casa" mi sorride Filippo
 
"Perché non mi ha chiamato?"
 
"Ha detto che è stata dura per entrambi stanotte, con le due bambine nel letto" aggiunge Giulia divertita
 
"Oh" annuisco prendendo un'arancia
 
"E dai, Zayn. Per una volta che non l'accompagni, non ti arrabbiare" mi deride Giulia
 
"Come siamo simpatici stamattina" sbuffo
 
"Già" sorride. È stranamente di buon umore stamattina. Insopportabile.
Dopo aver finito l'arancia, lascio la cucina andandomi a sedere sul divano.
Prendo il telefono in mano, trovando un messaggio
| Stasera c'è una corsa. Ci sarai? Niall xx |
| Certo! Quando mai mi tiro indietro? |
| A stasera allora |
Durante la mia riabilitazione, non solo Giorgia mi è stata vicino, ma anche Niall, e Mirta.
Mi sono stati vicini, mentre riaffrontano nuovamente un percorso che avevamo già affrontato in passato.
Le uniche persone che potevano capirmi erano loro, e non sapranno mai quanto il loro aiuto sia stato confortante per me.
"Ehi, piccolo pensatore" Giorgia mi sorride, sedendosi accanto a me
 
"Ciao piccolo angelo" arrossisce un po'
 
"Cos'è che ti tiene la mente così impegnata?"
 
"Niall mi ha avvisato che ci sarà una corsa stasera"
 
"Davvero?" le si illuminano gli occhi
 
"Sì. Vuoi venire?" le chiedo
 
"E me lo chiedi?"
 
                                                                                   ----
 
"Da quanto che non vengo più qui" Giorgia si guarda attorno. I volti sono sempre i soliti, qualcuno più educato addirittura ci sorride.
 
"Già" annuisco prendendola per mano
Ci muoviamo tra la ressa di corpi che si strusciano l'uno sugli altri e ragazze che ballano, raggiungendo i nostri amici
"La coppia dell'anno finalmente si fa vedere!" esclama Mirta, accogliendoci
 
"Ciao Mirta" Giorgia le rivolge un piccolo sorriso
 
"Pronto?" chiedo a Niall
 
"Nato pronto" mi sfida. Rimango vicino a Giorgia, finché non sono costretto a lasciarla per andare a posizionarmi sulla linea di partenza.
Controllo ancora una o due volte che Giorgia sia al sicuro, prima di sfrecciare allo sparo.
Sfreccio accanto ad altri motociclisti, desiderosi quanto me di vincere. Raggiungo velocemente il secondo posto, e lotto per qualche metro con Niall che corre subito davanti a me.
Nell'ultimo rettilineo riesco a sfruttare la sua scia, superandolo e tagliando per primo il traguardo.
Un gruppo di persone mi si avvicina, esultante ma non presto attenzione a nessuno. Cerco, in mezzo alla moltitudine di persone la mia ragazza, e non appena noto con chi sta parlando, sento il sangue ribollirmi dentro
"Che cosa stai facendo, eh?" ringhio
 
"Zayn, no. Per favore" mi supplica Giorgia
 
"Luke, ti avevo già avvisato di stare lontano dalla mia ragazza. Te la scopata già una volta, non ci sarà una seconda"
 
"In realtà la seconda, c'è già stata, subito dopo la prima" mi stuzzica. Giorgia lo fulmina con lo sguardo, prima di spostare i suoi grandi occhi terrorizzati su di me
 
"Questo non lo dovevi dire!" mi scaglio nuovamente su di lui, picchiando la sua orribile faccia da stronzo.
Sfogo tutta la mia rabbia, mentre lui cerca di difendersi. Mi colpisce parecchie volte.
Sembra si sia allenato dall’ultima volta in cui ci siamo picchiati.
Continuo a sfogare la mia rabbia su di lui, mentre grida confusa si diffondono intorno a me
"Ahia!" una voce mi paralizza. Quando mi volto, Giorgia è seduta per terra, con una mano sul naso, mentre il sangue le cola dal viso
 
"O cazzo. Cazzo! Cazzo! Giorgia stai bene?" mi alzo dal corpo di Luke, e mi avvicino a lei
 
"Ti sembra che io stia bene?" urla
 
"Scusa, io non volevo, davvero!" mi tolgo la maglia, poggiandogliela sul naso
 
"Possiamo, cortesemente, andarcene?" ringhia
 
"Oh, certo" annuisco.
Le porgo un fazzoletto, che infila sotto il casco. Cerco di guidare piano, per evitare che venga sballottata durante il viaggio.
Per tutto il percorso, penso a cosa potrei dirle, a cosa usare per potermi giustificare, ma presumo che questa volta, non ci siano giustificazioni.
A dir la verità, non ho la più pallida idea di come abbia fatto a farle male. Ero talmente concentrato a rompere la faccia a quella testa di cazzo..
Appena arriviamo a casa, scende dalla moto e sale in casa, senza aspettarmi.
La seguo a ruota, togliendomi il casco e il giubbotto lungo il percorso
"Mi dispiace Giorgia. Davvero, non avrei mai voluto farti del male"
 
"Non avresti dovuto fare a botte con Luke!" urla
 
"Ti prego, non urlare"
 
"Disinfettati il labbro. Sei messo male anche tu"
 
"Lascia, faccio io" le tengo la testa, mentre le pulisco il naso "Davvero Gio, mi dispiace" stringo l'asciugamano tra le mani
 
"Non importa" sospira "Non sono arrabbiata perché mi hai quasi rotto il naso. Sono incazzata nera per il fatto che hai fatto a botte, di nuovo. Pensavo che fossi cambiato. Almeno sotto quel punto di vista"
 
"Ti ho deluso"
 
"Non è vero" mi prende la testa fra le mani "Mi hai solo fatto arrabbiare" sorride "Guarda il tuo labbro" passa il pollice sulla ferita
 
"Magari un bacio potrebbe aiutare.."
 
"Scordatelo. Non te lo meriti, dopo il tuo comportamento immaturo" scuote la testa
 
"Nemmeno uno piccolino?" la supplico
 
"Smettila. Disinfettati il labbro. Dobbiamo scendere. Giulia deve parlarci"
 
"D'accordo" sospiro.
Appena esce dal bagno, mi siedo per terra con la testa fra le mani. Come ho potuto farle questo?
Come ho potuto farle del male? Non era mia intenzione, eppure, qualsiasi cosa faccio, lei è quella che ci rimette sempre.
Sospiro nuovamente, poi mi alzo e mi sistemo il labbro. Entrambi i miei occhi sono neri, e dovrò spiegare cos'è successo a Giulia e Filippo.
Fantastico.
Scendo svogliatamente le scale, in attesa dell'inevitabile
"Zayn, che hai fatto?" Giulia si copre le bocca, osservando inorridita il mio viso tumefatto
 
"Io.."
 
"Ha difeso una ragazza da una coppia di stupidi ragazzi che la stavano importunando" mi volto verso di lei con aria confusa. Giorgia mi guarda nervosa, sperando che la sua bugia riesca a coprirmi
 
"Oh, davvero?" Giulia si volta verso di lei, con le mani giunte sul petto
 
"Sì. Zayn è sempre il solito" Giorgia alza le spalle "Che dovevate dirci?"
 
"È stato un gesto stupendo Zayn" Giulia mi sorride "Ecco beh.." Porge la mano davanti a sé, mostrando un semplice anello con incastonato un enorme diamante. Prima che possa capire cosa succede, Giorgia si mette ad urlare e saltare mentre le prende la mano osservando meravigliata l'anello
 
"Vi sposate?" esclama
 
"Sì!" risponde Giulia
 
"Era ora" derido Filippo
 
"Tempo al tempo" risponde divertito
 
"Quando?"
 
"Beh, fra un mese" sorride
 
"Un mese?" esclama Giorgia
 
"Sì. In realtà me l'ha chiesto molto tempo fa, ma abbiamo aspettato a dirlo. Non era il momento migliore per voi, e volevamo che voi lo sapeste insieme"
 
"Sono così felice per voi Giulia" Giorgia abbraccia sua cugina
 
"Anche noi" risponde Filippo.
Mi appoggio al divano, guardando la scena: l'anello di Giulia risplende sotto la luce dei lampadari ed è davvero meraviglioso.
Sono davvero felice per loro, perché finalmente hanno realizzato il loro sogno.
La mia storia con Giorgia, invece, è continuo alternarsi di alti e bassi.
Un mix perfetto di dolore e amore, che non so per quanto andrà avanti.
Dopo quello che è successo oggi, non so davvero se posso definirmi il ragazzo giusto per lei.

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Capitolo 49
*** Capitolo Quarantanove ***


Pov. Giorgia
Forse sto esagerando. Forse non è nulla di grave.
Sì, infondo magari è solo stressato.
Da una settimana a questa parte, Zayn è particolarmente silenzioso e pensieroso.
Vorrei davvero sapere a cosa pensa. Cosa diavolo sta passando per quella dannata testa.
Sono appoggiata alla porta della stanza, e lo osservo in silenzio, mentre lui guarda un punto fisso davanti a lui.
Dovrei parlargli? E se mi rispondesse male? O mi lasciasse? Forse dovrei lasciar perdere, ma c'è qualcosa che non va, e non posso essere così egoista, evitando di affrontare un discorso, solo per paura di perderlo, o che si allontani da me. Non posso proprio.
"Perché non mi dici a cosa stai pensando?" gli poggio delicatamente una mano sulla spalla, per paura di risvegliarlo dal suo stato di semi incoscienza
 
"Ci sono tante cose a cui sto pensando, Gio" sospira
 
"Tipo?" comincio a giocare nervosamente con il lenzuolo
 
"Da quando Giulia e Filippo ci hanno informati del loro imminente matrimonio, non faccio altro che pensare a quello"
 
"Al matrimonio?"
 
"Sì. Dio, il matrimonio. Uno stupido pezzo di carta, che ti lega per sempre alla persona che ami" si volta verso di me
 
"Non lo faremo, se non lo vorrai" gli poso una mano sulla sua
 
"È proprio qui che sta il problema: io lo voglio, lo desidero più di quanto immagini. Vorrei poterti prendere e portare su un dannato altare in questo momento, metterti un anello al dito, e dirti che passerò la mia intera vita al tuo fianco"
 
"Non serve certo il matrimonio per poter passare un'intera vita insieme"
 
"Ma è un incentivo. Un segno che certifica il nostro amore"
 
"L'amore non va.. certificato. L'amore va provato. L'amore va vissuto"
 
"E poi, Jasmine e Alice"
 
"Jasmine ed Alice? Cosa, cosa centrano?"
 
"Il fatto di essere una famiglia. Quella giornata passata insieme a loro, è come se fosse stata un salto nel futuro per me. Io e te che giochiamo con le nostre figlie, e viviamo la nostra vita insieme. Io e te, e la nostra famiglia"
 
"Ma tu avevi detto di non voler dei figli" sussurro
 
"Io voglio dei figli. Voglio dei figli con te ma ho paura"
 
"Paura?"
 
"Sì, paura che possano prendere la mia stessa strada. Che mio figlio diventi un violento. Che la mia bambina diventi una drogata"
 
"Oh, Zayn" gli prendo il volto tra le mani "Non accadrà. Non permetterei mai che accada, e non lo permetteresti nemmeno tu"
 
"I figli seguono sempre le orme dei genitori"
 
"E noi potremmo essere un bellissimo esempio! Guardati uscito due volte dal tunnel della droga!"
 
"Davvero vuoi che i tuoi figli sappiano ciò che abbiamo fatto in passato?" rimango in silenzio "Non potrei mai essere un buon padre"
 
"Ma davvero stiamo parlando di questo? Matrimonio e figli?"
 
"L'argomento dovrà venire fuori no?"
 
"Ma non prima di quattro anni almeno! Zayn, sono ancora troppo giovane per entrambe le cose. Perché non ci godiamo la nostra storia da adolescenti.. Semi adolescenti, e ci lasciamo questi discorsi a quando sarà il momento?"
 
"Forse hai ragione" annuisce.
Mi sdraio sul letto, osservandolo mentre rimane immobile, gli occhi ancora fissi nel vuoto. Non diciamo una parola, e ben presto il silenzio diventa l'unico rumore all'interno della stanza.
 
 
Pov. Zayn
Sì, forse ha ragione. Indubbiamente ha ragione.
Lei ha solo sedici anni, è ovvio che non voglia parlare di matrimonio o di.. bambini.
Ecco uno dei tanti limiti della nostra differenza d'età: quello che voglio io, non è quello che vuole lei.
Ovviamente, entrambi vogliamo la felicità l'uno dell'altro, e passare il resto della nostra vita insieme. Almeno, per ora.
Lei è solo una ragazzina, come può sapere di voler passare il resto della sua vita con me? Si sa, gli amori adolescenziali finiscono. Le favole prima o poi finiscono.
E io lo so che tutto questo finirà. Perché beh, troverà di meglio e quando lo capirà io non potrò fare altro che mettermi da parte, e lasciare che lei viva la sua vita nel migliore dei modi.
Certo, quando succederà ne morirò, ma non posso negarle di vivere una vita felice. Sarebbe puro egoismo.
Ma io la amo, la amo più di quanto si possa immaginare, e il mio amore per lei non cambierà, lo so. Continuerò ad amarla, nonostante lei ami un altro uomo.
Nonostante tutte le promesse che ci siamo fatti, e che andranno inevitabilmente a puttane, io la amerò.
Perché lei.. lei, beh, è l'unica ragazza che abbia mai conosciuto che riesca a capirmi così bene, e che riesca a farmi diventare pazzo e a calmarmi contemporaneamente.
È la mia kryptonite.
È tutto ciò che posso desiderare.

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Capitolo 50
*** Capitolo Cinquanta ***


Pov. Giorgia
Mancano due settimane al matrimonio di Giulia e Filippo.
Sono così eccitata. Le farò da damigella, e non vedo l'ora di provarmi l'abito.
Passeggio distrattamente, osservando i vestiti appesi, mentre Zayn mi segue.
È sempre silenzioso ma la situazione sembra migliorata.
La discussione affrontata quella sera non ha portato a nulla, ma sicuramente mi ha fatto capire che lui mi ama. Non che non lo sapessi, ma ne ho avuto la conferma.
Sono felice che sia qua anche lui, che si sia offerto di accompagnarmi - anzi accompagnarci - alla prova abiti.
Giulia, come avevo previsto, è già entrata nella sua fase di isteria acuta: passa le giornate al telefono, e la maggior parte del tempo, urla contro il povero malcapitato dall'altro capo del telefono.
Inoltre, ad aggravare la situazione, il fatto che non riesce a trovare un vestito adatto. Sta completamente uscendo di testa
"Giorgia!" la sento urlare
 
"Tua cugina è completamente impazzita" si lamenta Zayn
 
"Dai, capiscila. Sta per sposarsi" sorrido "Vieni qui" lo prendo per mano e lo trascino verso Giulia
 
"Allora?" mi chiede. Sul viso, un'espressione mista tra disperazione e rassegnazione si è dipinta, dopo aver provato il decimo vestito
 
"Giulia ti sta benissimo!" la guardo, e per poco non comincio a piangere. Un strettissimo vestito bianco a sirena, le fascia il corpo, mettendo in risalto le sue forme. Dei disegni di strass le decorano il corpetto, mentre un lungo velo bianco le copre la testa. È davvero bellissima, avvolta nella stoffa bianca "Davvero, per me, è questo! Che ne dici Zayn?"
 
"Oh sì" annuisce, ma gli tiro una gomitata "Ahi! A Filippo piacerà sicuramente" le fa l'occhiolino. Mi appoggio sul suo petto, ringraziandolo per il gesto
Giulia continua a guardarsi allo specchio, mentre esamina la sua figura: posso vedere i suoi occhi brillare leggermente, prima di girarsi verso di noi
"È questo" annuisce. Zayn tira un sospiro di sollievo e si allontana
 
"Fantastico!" sorrido
 
"Sì, ma ora bisogna provare i vostri! Manda via Zayn" incrocia le braccia
 
"Zayn?" scoppio a ridere
 
"Non deve vederti prima del matrimonio" questa frase mi provoca dei brividi, ma cerco di ignorarli
 
"Non siamo noi a doverci sposare"
 
"Ma si deve abituare. Forza" mi fa cenno con la testa
 
"D'accordo" mi mordo il labbro, e mentre raggiungo Zayn, mi immagino mentre cammino lungo la navata della chiesa, in bouquet in mano e la marcia nuziale che rimbomba
 
"Ehi" Zayn mi prende tra le braccia, non appena mi scontro contro di lui
 
"Oh, scusami. Ero sovrappensiero"
 
"Ho notato" ride
 
"Comunque ti porto degli ordini di Giulia: devi andartene"
 
"Cosa?"
 
"Si ha detto che non puoi vedermi con l'abito prima del matrimonio" cerco di trattenere una risata
 
"L'ho detto che sta impazzendo" mi sussurra in un orecchio "Ci vediamo a casa?"
 
"Va bene" annuisco e lo osservo uscire dalla porta.
Le mani nelle grosse tasche dei jeans mentre lo sguardo è fisso verso il basso.
Giuro che se lo incontrassi per strada, me ne innamorerei comunque
"Giorgia!" urla Giulia
 
"Arrivo" sospiro, raggiungendo la mia isterica cugina.
 
 
Pov. Zayn
Quella ragazza è completamente pazza. Questa storia del matrimonio l'ha mandata fuori di testa.
Nell'ultima settimana non fa che urlare, correre, e piangere.
Sì, piangere. Una volta l'ho trovata seduta per terra in salotto che piangeva perché avevano sbagliato gli inviti.
Oppure perché le tovaglie erano bianche invece che color crema.
Filippo si sta giustamente tagliando fuori da questa assurda situazione, anche perché se dovesse intervenire in qualche modo, il matrimonio salterebbe completamente.
Giorgia regge pazientemente il gioco, sapendo benissimo che è solo una fase passeggera, mentre io mi tengo bel lontano da casa loro che ormai può definirsi un manicomio.
Ma le ragazze sono tutte così quando organizzano un matrimonio? Perché non farsi aiutare da degli organizzatori? Come si chiamano.. Wedding planner?
Si risparmierebbero un bel po' di casini.
E poi, che storia è mai questa che non posso vedere che vestito metterà Giorgia? Io devo vederlo.
Ho il diritto di vederlo! E se è troppo corto? Troppo scollato?
Ci saranno un sacco di invitati, non posso cavare gli occhi a tutti i cazzo di ragazzi che verranno.
Sì, lo ammetto, a volte mi sento un po' un maniaco: non faccio altro che pensare mille modi diversi per torturare chi guarda troppo la mia ragazza, ma che ci posso fare? Sono innamorato.
Svolto l'angolo, e poco davanti a me noto delle figure familiari: la madre di Giorgia, sta animatamente discutendo con il padre di Jacob.
Lei sembra parecchio arrabbiata. Gesticola nervosamente e ogni tanto di passa le mani tra i capelli stringendoli.
Lui continua a fissarla, mentre si muove nervosamente sulle gambe.
Mi avvicino leggermente, cercando di sentire cosa si stiano dicendo.
"Non puoi farlo!" urla lei
 
"Ne ho bisogno, devo recuperare il tempo perso" scuote la testa
 
"Glielo devo dire io"
 
"Ma non lo farai!" urla l'uomo, facendola indietreggiare un po'
 
"Pensi sia facile? Pensi sia facile dire a mia figlia che il padre del suo migliore amico è anche suo padre?"
Cosa? Il, il padre di Jacob è il padre di Giorgia? Com'è possibile?
Indietreggio leggermente, cercando di capire cosa stia succedendo. Jacob è di circa un paio d'anni più grande di Giorgia, quindi significa che l'hanno avuta quando lui era già sposato. O almeno, quando Jacob era già nato.
Ma come diavolo è possibile? Abbandono velocemente quella strada. Mi tiro nervosamente i capelli.
Cosa devo fare ora? Non posso diglielo, ma non posso nemmeno tenerglielo nascosto. Si arrabbierebbe a morte se scoprisse che io sapevo chi davvero è suo padre, prima ancora che lei stessa possa scoprirlo.
Sono dannatamente confuso, perché non so che cazzo fare.
Forse dovrei parlare con sua madre.. Forse è la cosa migliore.
Potrei convincerla a parlare con Giorgia, e dirle tutta le verità, così io non dovrei portarmi dietro questo peso per molto tempo.
Ma perché invece di andare meglio, le cose peggiorano sempre di più?

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Capitolo 51
*** Capitolo Cinquantuno ***


Pov. Zayn
Forse non è ancora il caso di dire nulla a sua madre.
Forse gliene parlerà a breve. O almeno è quello che spero.
Se devo essere sincero, quella donna mi spaventa un po'. E se lo dico io.
Mi ha già allontanato una volta da Giorgia, e non esiterebbe ad allontanarmi una seconda.
Dopo ciò che è successo, i suoi rapporti con Giorgia sono andati completamente distrutti.
E questo sicuramente non ha aumentato la sua simpatia nei miei confronti.
Se non sarà lei a parlare con Giorgia, dovrò affrontarla. Perché c'è in gioco la mia relazione con Giorgia. Non posso permettere che sia compromessa ancora.
Sfoglio distrattamente una rivista, ma la mia attenzione viene attirata da un rumore proveniente dalla porta. Qualcuno sta bussando
"Jonas?" esclamo
 
"Ehi amico! Sono venuto a farti visita!" mi abbraccia
 
"Che piacere vederti. Entra pure" mi sposto per farlo passare
 
"Niente male" si guarda attorno annuendo "Niente male davvero!”
 
“Grazie” sorrido
 
“Anche queste sono molto artistiche” indica le crepe sul muro
 
“Già..” sorrido imbarazzato
 
“Non ti smentisci mai” scoppia a ridere “Come fai a permettertelo?"
 
"Corro in moto" alzo le spalle
 
"Ora ho capito perché piaci tanto a Giorgia" ghigna tirandomi un pugno sulla spalla "A proposito, quando potrò conoscerla?"
 
"Ehi, ehi. Sei appena arrivato e già pensi alla mia ragazza? Mi devo preoccupare?" lo schernisco
 
"Vai tranquillo Zayn, ho gusti leggermente diversi dai tuoi" scoppiamo a ridere entrambi
 
"Comunque, Giorgia dovrebbe arrivare a minuti" sorrido, aspettando impaziente il suo arrivo "Ma dimmi, come mai qui?"
Ci sediamo sul divano e accompagnati da una birra, cominciamo a parlare. Ci sono un sacco di cose che voglio dirgli: è passato un sacco di tempo dall'ultima volta che ci siamo visti, quasi otto mesi, e dato che sette sono stati occupati solo dalla terapia, mi è stato difficile mantenere i rapporti con i miei "amici".
Per quanti io ne avessi.
Devo raccontargli di come io e Giorgia ci siamo riappacificati quando sono tornato a Melbourne, della vacanza a Miami, e tutto quello che ne è seguito. E poi c'è lui: le sua relazione con quel.. William, del suo arrivo qui, a Greenville.
Mi è mancato un sacco in questi otto mesi, e sono felice che ora sia qui.
 
Pov. Giorgia
Ringrazio il cielo che Zayn abbia comprato casa. Il pomeriggio con Giulia è stato estenuante, tra le sue crisi e le sue urla. Ho davvero bisogno di riposarmi.
Guardo distrattamente fuori dal finestrino mentre Filippo mi porta a casa di Zayn
"Grazie per tutto quello che stai facendo per tua cugina"
 
"Cosa?" chiedo confusa
 
"Il fatto che stai sopportando le sue crisi, assecondi ogni suo desiderio. Grazie davvero, so quanto possa essere.. particolare in questo periodo"
 
"Tranquillo, non ti preoccupare" gli sorrido "è solo una fase passeggiera.. Spero" scoppiamo a ridere entrambi, mentre ci muoviamo velocemente per le strade della città.
Quando arriviamo a casa del mio ragazzo, la sua vicina di casa è impegnata a far non so cosa in giardino. I lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, pantaloni di jeans a vita alta le fasciano i fianchi, mentre una magliettina a fiori aderisce al suo petto, mettendo in risalto le sue forme.
Tiro un sospiro, e volto lo sguardo verso casa di Zayn: le luci del salotto sono accese, confermando la sua presenza nella stanza.
"Grazie del passaggio, Fil. Buona fortuna"
 
"Non ti preoccupare" mi sorride "Grazie" sospira provocando una risata generale.
Scendo dalla macchina, ed entro nel giardino. Il taglia erba è sotto al portico, vicino alla porta del garage. Gli occhiali protettivi sono appoggiati sul bancone, vicino ad altre serie di attrezzi. Salgo le scale, e fin da fuori, posso sentire delle rumorose risate.
"Zayn, sono a casa" metto la testa dentro
 
"Amore" mi viene incontro, gli occhi che brillano
 
"Ciao" lo bacio, abbracciandolo
 
"Vieni, voglio farti conoscere una persona" mi prende per mano, portandomi in salotto "Giorgia, questo è Jonas. Jonas, questa è la mia ragazza" sorride soddisfatto
 
"Finalmente ti conosco!" un alto ragazzo dai capelli mori mi abbraccia. Un dolce profumo mi invade le narici. Non sono pienamente sicura che questo sia un profumo maschile.
 
"Ciao" lo saluto imbarazzata. Ora che osservo meglio il suo viso, i tratti non mi sono nuovi.
 
"Gio, ti ricordi di quel ragazzo di cui ti ho parlato mentre andavamo a Miami?"
 
"Tu sei quello del disegno!" esclamo, voltandomi di scatto verso il ragazzo nuovo
 
"Sì, sono quello del disegno. E tu sei quella dei disegni " scoppiamo a ridere tutti quanti
Ci sediamo sul divano, e cominciamo a parlare. O meglio, cominciano a parlare.
Zayn e Jonas si perdono ben presto a raccontarsi qualsiasi cosa, nominando persone di cui Zayn non mi ha mai parlato, e ricordando vecchi aneddoti.
Vengo rapita dalle loro conversazioni, ma soprattutto rimango rapita da come Zayn sembra essere felice. Felice e a suo agio come non l'avevo mai visto insieme ad altre persone.
Certo, Mirta e Niall sono suoi amici - amici veri - ma non è mai così a suo agio come lo è con lui.
Sicuramente avere a che fare con persone che fanno parte del suo passato, e che hanno avuto una tale importanza gli fa bene.
E non posso non essere più felice di questo.
Inoltre Jonas è una persona davvero simpatica, molto estroversa, a differenza di Zayn e questo mi porta a chiedermi come due caratteri così diversi, si siano potuti conoscere e legare così tanto.
"Morivo dalla voglia di conoscerti" esclama Jonas, riportandomi alla realtà
 
"Ah sì?" chiedo imbarazzata
 
"Certo! Quando Zayn tornò a Melbourne, ci parlò così tanto di te" mi sorride "E sicuramente i suoi disegni e le sue descrizioni non rendono giustizia alla tua bellezza! Wow ragazza, sei davvero splendida!" mi volto verso Zayn, che mi rivolge un meraviglioso sorriso.
Rimango stranita dal fatto che Zayn non si turbi per i complimenti provenienti dal suo amico
 
"Oh, grazie mille" abbasso lo sguardo "Anche Zayn mi ha parlato di te. Ho trovato il disegno, ed eravate così teneri" ridacchio "Non avevo mai visto questo lato di Zayn"
 
"Nemmeno io avevo questo Zayn innamorato prima d'ora. L'hai proprio stregato" mi fa l'occhiolino
 
"Okay okay, che ne dite di mangiare qualcosa?" aggiunge Zayn, alzandosi borbottando dal divano
 
"Volentieri" ridacchio, seguendolo in cucina
 
"Pizza?" chiede, voltandosi verso di noi
 
"Andata per la pizza" esclama Jonas.
Mentre Zayn ordina telefonicamente la pizza, e io Jonas ci divertiamo ad apparecchiare insieme: mi racconta vecchi aneddoti di quando erano due ragazzini e non riesco a trattenere un sorriso. Mi sarebbe piaciuto vedere quel lato di Zayn.
Quello Zayn felice, privo di qualsiasi pensiero. Lo Zayn che la droga ha rapito, facendolo scomparire per sempre.

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Capitolo 52
*** Capitolo Cinquantadue ***


Pov. Zayn
"È davvero simpatico quel ragazzo" Giorgia si sta cambiando, infilandosi una mia maglia come pigiama
 
"È davvero un'idiota" scuoto la testa divertito
 
"Mi sarebbe piaciuto vedervi da ragazzini. Dovevate essere adorabili" si porta le mani al petto
 
"Perché ora non lo sono?" sfodero una delle mie espressioni più adorabili, avvicinandomi a lei
 
"No, ora sei tutto tranne che adorabile" scoppia a ridere, ma la sua risata viene interrotta non appena la mia bocca raggiunge il suo collo "Zayn, di là c'è Jonas" ansima leggermente
 
"L'avevo detto che doveva andarsene in hotel" sbuffo, me lei mi tira uno schiaffo sulla spalla.
Raggiunge velocemente il letto, sedendosi a gambe incrociate. La sua mente si perde nei suoi pensieri, e gli occhi rimangono fissi a guardare il vuoto.
La raggiungo lentamente, per non disturbarla. Quando noto che non si è accorta che mi sono seduto accanto a lei, le metto una mano sulla schiena
"Ehi, che succede?" le chiedo avvicinando il volto al suo
 
"Stavo pensando"
 
"A cosa?"
 
"Dovrei fare il test, ricordi?" ma certo, il test di gravidanza. Come dimenticarselo?
 
"Oh, hai ragione" si alza dal letto, e raggiunge la borsa. Ne tira fuori una scatola rosa e bianca. La gira un po' tra le mani, giocandoci nervosamente "Come stai?"
 
"Non lo so" scuote la testa "Sono divisa tra voler un figlio, ed essere terrorizzata dall'idea di essere incinta"
 
"Hai avuto nausee in questi giorni?"
 
"Nemmeno una" sospira "Le possibilità che io sia incinta sono meno di zero"
 
"Abbiamo un sacco di tempo" le passo la mano sulla schiena
 
"Lo so" sorride leggermente, prima di appoggiare il test sul comodino.
Si sdraia, dandomi la schiena. Ha gli occhi fissi sulla scatola, posso giurarci.
Entrambi siamo divisi tra il voler essere genitori, e l'esserne terrorizzati. Lei sicuramente più di me.
Rimanere incinta a sedici anni, non è semplice, e le rovinerebbe la vita.
Però, se immagino io e lei, con un bambino stretto tra le braccia, il mio cuore inizia a battere velocemente perché è uno dei miei desideri più nascosti.
Domani sarà il giorno della verità. Domani scopriremo se il mio sogno - il nostro sogno -  si avvererà, oppure no.
 
 
Pov. Giorgia
Non ho chiuso occhio per tutta la notte. Ogni volta che chiudevo gli occhi, un bambino mi si materializzava davanti, gridando 'Mamma! Mamma!'.
È stato terribile.
Butto un'occhiata all'orologio: sono le 9.45.
Svogliatamente mi alzo da letto, e prendo il test. Mi chiudo nel bagno, e mi appoggio al bancone.
Rigiro la scatola tra le mani, mentre leggo e rileggo il foglietto di istruzioni.
La mia vescica sta letteralmente scoppiando, ma non ho il coraggio di sedermi sul quel cazzo di water.
Guardo l'orologio almeno due volte: sono passati venti minuti da quando sono entrata in bagno, e se non faccio pipì ora, giuro che me la faccio addosso.
Vado in bagno, e aspetto che su questo dannato test compaia il risultato. Mi siedo sul bordo della vasca, osservando il test.
"O mio dio" sussurro non appena cominciano a formarsi delle righe. Prendo la scatola in mano, e leggo al legenda: una riga, non incinta. Due righe, incinta.
Guardo nuovamente il test: una riga.
Non so se saltare di gioia, o scoppiare a piangere.
"Gio?" Zayn bussa leggermente sulla porta
 
"Entra"
 
"Allora?" gioca nervosamente con le dita. Indossa solo i boxer a vita bassa, che mettono in risalto la sua V. I tatuaggi gli abbelliscono il petto, mentre i capelli sono schiacciati sulla fronte, dopo la lunga dormita.
È meraviglioso.
"Una lineetta. Non sono incinta"
 
"Oh ma questo è.."
 
"Fantastico" continuo per lui "Non saremmo stati in grado in questo momento di crescere un bambino. Stiamo insieme da poco, io sono troppo piccola.."
 
"Stiamo insieme da poco? è quasi un anno ormai"
 
"Sono nove mesi"
 
"E per te è poco?" esclama
 
"Non lo sto dicendo in senso negativo. Stiamo insieme da poco per aver un figlio, soprattutto vista la mia età" butto il test
 
"Hai ragione" sospira, attirandomi tra le sue braccia.
Premo il volto contro il suo petto, e posso sentire il suo cuore aumentare il battito appena lo stringo a me. Gli lascio un piccolo bacio sul tatuaggio a forma di cuore, mentre lui mi bacia la testa.
Rimaniamo qualche minuto così, poi mi prende per mano ed usciamo dal bagno.
Si infila un paio di pantaloncini e raggiungiamo la cucina. Jonas è già in piedi, che guarda la tv a basso volume
"Buongiorno" ci sorride
 
"Buongiorno!" esclamo, cercando di nascondere quella sensazione di tristezza
 
"Già fatto colazione?" chiede Zayn
 
"No, aspettavo i padroni di casa" ci sorride
 
"Caffè o cappuccino?" Zayn fa finta di prendere le ordinazioni
 
"Caffè, con due cucchiaini di zucchero e un goccio di latte, per favore" gli risponde divertito
 
"Cosa vuoi amore?" mi domanda poi dolcemente
 
"Oh, non ho fame, grazie" gli sorrido. Mi rivolge un'occhiata storta prima di sparire in cucina "Hai dormito bene?" mi volto verso Jonas
 
"Benissimo grazie! Questo divano, è molto comodo" mi rassicura
 
"Meno male, avevo il terrore che non riuscissi a dormire"
 
"Non ti preoccupare" mi sorride.
Mi siedo accanto a lui nel letto, mentre mi racconta uno strano programma televisivo che ha appena visto in tv. Non riesco ancora a capire per quale motivo la parte iperprotettiva di Zayn non esca fuori, nonostante i comportamenti di Jonas. Anche con Niall, o Luke - prima che mi portasse a letto - i suoi atteggiamenti iperprotettivi hanno avuto la meglio.
"Tieni Jo" porge una tazza di caffè all'amico "Tieni amore, mangia qualcosa per favore" mi porge una fetta di pane e nutella
 
"Grazie" gli sorrido leggermente.

 

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Capitolo 53
*** Capitolo Cinquantatré ***


Pov. Giorgia
Davvero, sono felice di non essere incinta. Un figlio ora avrebbe portato solo guai. E direi che io e Zayn ne abbiamo già passate tante per incasinarci di nuovo.
Mi pettino i capelli, e lascio il bagno.
Sì, beh, ora posso tornare a pensare a tutte quelle cose a cui pensano le sedicenni: scuola, uscire con gli amici, ai ragazzi. Non a bambini e tutine.
La mia storia con Zayn è precaria, lo è sempre stata fin dall'inizio. E ancora adesso, dopo nove mesi di relazione, non so quale sia il nostro destino. Rimarremo davvero tutta la vita insieme, come non smettiamo mai di ripeterci? Oppure uno dei due di stancherà e lascerà l'altro? O qualcun'altro si intrometterà nella nostra relazione, distruggendola, come è già successo in passato?
Non lo sappiamo. Nessuno dei due lo sa, e questo è ciò che più mi preoccupa. 
Sono arrivata ad un punto, in cui dipendo completamente da Zayn. La mia vita gira intorno a lui.
Sono arrivata ad un punto in cui non sarei mai dovuta arrivare, ma ormai, il danno è fatto.
Le cose per me non cambieranno così facilmente.
"Ragazzi, io torno a casa. Mia cugina ha bisogno di me"

"Ti accompagnamo" Zayn si alza dal divano prendendo le chiavi della macchina

"Oh, non c'è bisogno. Posso andare a piedi" gli sorrido

"Tranquilla, tanto dobbiamo uscire: voglio portare Jo a fare un giro per conoscere la città"

"Sarà divertente" annuisce Jonas

"Va bene" annuisco in risposta, e prendo la mano di Zayn.
Lasciamo l'appartamento e saliamo sul fuori strada. Stranamente non supera i limiti di velocità, e si muove lentamente - ma non troppo - per le strade della città.
Sono sicura che questo mio silenzio gli stia dando da riflettere. È l'ultima cosa che voglio, ma davvero non ho molta voglia di parlare. E sono sicura che Giulia mi darà molta da parlare oggi con le sue crisi isteriche. 
Sospiro, e mi lascio andare sul sedile.


Pov. Zayn
A cosa stai pensando Gio? Sei così silenziosa.. Perfino Jonas che non ti conosce ha capito che c'era qualcosa che non andava, già da stamattina
"Ehi amico, tutto okay con Giorgia?"

"Cosa? Sì, sì più o meno" ho sospirato

"Che succede?"

"Ti dispiace se ne parliamo dopo, quando siamo.. soli?" mi sono voltato verso la camera da letto, per vedere se Giorgia stesse arrivando

"D'accordo" ha annuito Jo, prima di lasciarmi da solo in salotto.
Non riesco a capire come la notizia di non essere incinta l'abbia colpita: se l'abbia lasciata indifferente, oppure se l'abbia ferita.
Diamine sto impazzendo! Questo silenzio mi sta uccidendo. 
Accendo nervosamente la radio, mentre scorro le varie stazioni per cercare una cazzo di canzone decente
"Zayn, perché non lasci qui?" Jonas mi toglie la mano dalla radio, riportandola sul volante

"D'accordo" annuisco e stringo il volante tra le mani.
Dopo un quarto d'ora - che mi è sembrato infinito - siamo arrivati a casa di Giorgia. Sono sceso e l'ho accompagnata fino alla porta
"Ascolta, non so a cosa sia dovuto questo silenzio, ma mi sta facendo impazzire. Perché stasera non andiamo fuori a cena, e parliamo un po'?" propongo 

"Non c'è niente di cui parlare Zayn" sorride "Sono solo terrorizzata dalla lunga giornata che dovrò passare con Giulia. Le crisi isteriche sono sempre dietro l'angolo" ride

"Ho bisogno di passare del tempo da solo con te"

"Va bene" annuisce "Allora a stasera" mi prende il volto tra le mani, e mi posa un bacio leggero

"Ciao piccola. Per qualsiasi cosa, chiamami. Non farti problemi" 

"Tranquillo" ride "Ciao" mi saluta prima di aprire la porta 

"Gio" la chiamo

"Sì?" si gira confusa

"Ti amo" la prendo tra le mie braccia, stringendola forte

"Anche io" la sento inspirare profondamente, prima di sparire dietro alla porta.
Ritorno in macchina, chiudendo la portiera alle spalle. Ci dirigiamo verso il centro città, immersi in un silenzio assordante che ci accompagna finché non raggiungiamo le vie del centro
"Allora, che succede?"

"Giorgia bhe.. ha rischiato di rimanere incinta" 

"Cosa?" esclama

"Sì, abbiamo fatto sesso senza preservativo e sì, siamo stati irresponsabili. Lo so" sbotto

"E ora?"

"Ha fatto il test stamattina: è risultato negativo" 

"Quindi non è incinta?"

"No" scuoto la testa

"E allora cosa succede?"

"Non lo so nemmeno io. È così sbagliato che io desiderassi quel figlio?"

"No, non lo è. Tu la ami" mi sorride

"Ma lei ha sedici anni. La nostra storia è così.."

"Non centra" scuote la testa "Tu la ami. Lei ama te. Non è sbagliato, forse solo un po' affrettato" ride

"Già, mi sa che hai ragione" rido anche io

"Anche lei desiderava questo bambino evidentemente, per questo motivo è così giù"

"Lo so" annuisco "Vorrei poter fare qualcosa" sospiro

"Falle un regalo"

"Del tipo?"

"Non lo so, sorprendila" mi sorride
Dovrei farle un regalo? Forse potrebbe migliorare il suo umore.. Potrei fare qualcosa di speciale stasera. Non una cena qualsiasi, ma una Cena, con la 'C' maiuscola.
Ma cosa potrei fare? Cosa potrei fare per rendere questa serata, una delle più belle della nostra vita?

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Capitolo 54
*** Capitolo Cinquantaquattro ***


Pov. Zayn
Non poteva venirmi in mente una cosa migliore.
Dopo una ventina di minuti passati a pensare cosa avrei potuto fare, finalmente ho avuto un'illuminazione.
Sgommo velocemente per le strade della città, troncando il giro turistico di Jonas. Potrà farlo un altro giorno, ora ho altre cose a cui pensare.
Parcheggio l'auto in garage, e corro di sopra, dove mi chiudo in camera.
Non ho tempo, non riuscirò mai a fare tutto entro stasera. È impossibile. 
Ho bisogno di più tempo
"Ehi amore" saluto Giorgia non appena mi risponde al telefono

"Ciao" sento quasi un sorriso formarsi sul suo volto

"Ti dispiacerebbe se rimandassimo la cena di stasera, a domani? Ho avuto un contrattempo" mento

"Oh, d'accordo. Tutto okay?" mi domanda confusa

"Sì sì, non ti preoccupare. Ora devo proprio andare. Ci sentiamo"

"Va bene"

"Ti amo"

"Ti amo" risponde confusa, prima che possa attaccarle in telefono in faccia.
Okay, sono riuscito a guadagnare ventiquattro ore in più. Dovrebbero bastarmi.
Ciò che più mi preoccupa è la parte finale: richiede molta preparazione, e sarà un lavoro lungo, ma passerò anche l'intera notte sveglio, se servirà a concludere la mia sorpresa.
Raccolgo tutto il necessario, e mi siedo sul letto cominciando a creare ciò con cui stupirò Giorgia domani sera.


Pov. Giorgia
Certo che è proprio strano. Certe volte Zayn proprio non lo capisco. 
Sorrido leggermente mordendomi il labbro. Che sarà successo? Perché ha rimandato la cena?
Sembrava anche piuttosto di fretta al telefono.
Decido di accantonare questo ennesimo mistero che avvolge il mio ragazzo e raggiungo Giulia
"Okay, manca una settimana" si ripete, mangiandosi la penna "Catering: chiamato. Bouquet: ordinato. Vestito: trovato. Gli inviti? Sono stati spediti gli inviti?" esclama facendomi sussultare

"Giulia, calmati. È tutto apposto. Gli inviti sono stati spediti, la lista nozze sarà fatta domani. Devi solo più farti la manicure venerdì pomeriggio, mentre sabato mattina ti aspetta il parrucchiere"

"Meno male che ci sei tu" sospira "Grazie tesoro" mi abbraccia

"Non ti preoccupare" le sorrido

"Spero tu stia studiando" mi rimprovera. Da lunedì non sto più andando a scuola, a causa dei preparativi del matrimonio a cui Giulia vuole che io partecipi attivamente. Purtroppo.
Approfitto comunque di questi giorni per studiare, dato che la prossima settimana sarà una settimana d'inferno: mi aspettano tre interrogazioni e due verifiche, e sono completamente nel panico.
"Certo" annuisco leggermente, allontanandomi da lei

"Sarà meglio. Ora forza, torna a studiare" mi spinge verso la mia camera

"D'accordo, d'accordo" rido.
Una volta arrivata in camera, prendo il libro di storia e inizio a ripassare. Come ogni volta, sottolineo con un evidenziatore le parti più importanti e le ripeto ad alta voce.
Prima di cominciare guardo l'orologio: sono le 12.15
Faccio in tempo a studiare solo due pagine, perché vengo chiamata per il pranzo. Mangio un piatto al volo per poi tornare a studiare.

Quando finalmente chiudo il libro, sono le 17.30; ho studiato davvero tanto, e ho la testa che mi pulsa.
Noto che sul telefono, non ci sono messaggi di Zayn. Non mi ha scritto.
È da stamattina che non parliamo. Normalmente, stiamo insieme tutto il giorno e quando siamo lontani ci scambiamo continuamente messaggi.
Non siamo mai stati così tanto tempo senza parlare. Quando non gli rispondo, lui si precipita a casa per controllare che io stia bene, ma oggi non mi ha nemmeno scritto.
Che diavolo succede?
| Sicuro che vada tutto bene? | mi limito a scrivergli. 
Eppure stamattina sembrava tutto apposto, no? Mi ha abbracciata. Mi ha detto che mi amasse. 
E allora perché adesso mi ignora completamente, spostando - tra l'altro - la cena che lui stesso aveva programmato per stasera?
Mi sdraio sul letto, tenendo stretto il telefono tra le mani. Attendo invano una risposta, e dopo circa due ore gli mando un altro messaggio
| Non voglio fare la ragazza appiccicosa, ma questo tuo comportamento mi sta preoccupando | mi infilo il telefono nella tasca e scendo a cenare.
Ovviamente non ricevo risposta. Un'altra volta.
Questa situazione inizia a preoccuparmi sul serio. A cena non ho mangiato molto, dato che l'ansia mi ha chiuso lo stomaco.
Quel senso di nausea che provo ogni volta che sono in ansia, mi accompagna da quando gli ho mandato il primo messaggio, e inizia a diventare fastidioso.
Mi sdraio sul letto, con il telefono accanto, in attesa di una dannata risposta, anche se non so se arriverà.

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Capitolo 55
*** Capitolo Cinquantacinque ***


Pov. Giorgia
| Scusami amore, non ho proprio visto i messaggi. Non ti preoccupare, va tutto bene. Ricordati della Cena (: | ieri sera, verso le undici, vengo svegliata da questo messaggio.
L'ho riletto due volte prima di comprenderne bene il significato. Finalmente dopo sei ore dal primo messaggio, e quattro dal secondo, mi ha risposto.
A dir la verità, ho tirato un sospiro di sollievo non appena ho letto il messaggio: almeno ho avuto la conferma del fatto che stava bene.
Il problema è perché non ha visto i messaggi? Era con qualcuno? O peggio, qualcuna?
No. No, so che non è così. Zayn non è quel tipo persona. O meglio, non più.
Dato che ero troppo stanca per rispondere, gli ho mandato un messaggio stamattina. 
| Sì, me lo ricordo | sì, okay forse ho aspettato la mattina per rispondere solo per ripicca. Ammesso e non concesso, ovviamente.
Ad ogni modo, non ho ricevuto risposta nemmeno a questo messaggio, e sono tentata ad andare a casa sua, per chiedere spiegazioni di persona. Ma forse è esagerato. Finirei per passare per una pazza psicopatica.
In fondo non ha ancora annullato la cena, vuol dire che vuole vedermi, non è vero?
Vago da sola per la casa, dato che Giulia e Filippo sono andati a preparare la lista nozze.
A dire il vero, l'eccitazione per il matrimonio di mia cugina inizia a farsi sentire. Amo questo tipo di cerimonie, dove puoi metterti un bel vestito, farti una bella acconciatura, e una bella manicure. 
Non ho molte occasioni dove sfoggiare un nuovo taglio di capelli, o un nuovo vestito, dato che non frequento molte feste - di qualsiasi tipo - soprattutto da quando ho conosciuto Zayn.
Sì beh, Zayn è stato un po' il mio freno. Da quando sono diventata ufficialmente la sua ragazza, dopo il suo ritorno da Melbourne, le feste si sono fatte sempre più rare per me. Non è che mi dispiaccia, posso vivere benissimo senza frequentare locali, ma ovviamente Zayn è stato un bel cambiamento nella mia vita.
Negativo e positivo. Ma più positivo, sicuramente.
Dato che stasera dovrò andare a cena con Zayn, decido di dedicarmi un bagno rilassante, in modo da svuotarmi anche la testa.
Riempio la vasca da bagno, e dopo aver acceso lo stereo, mi immergo, lasciando che l'acqua calda mi avvolga, cullandomi.
Canticchio ciò che passa in radio, ma la mia mente viene riportata indietro nel tempo: il biglietto che avevo attaccato alla porta, Harry e Louis che sono entrati in casa mentre ero da sola.
Rubarono i soldi di Zayn quel giorno. Oh, quanto s'incazzò. Ora che ripenso al suo viso quando ha capito cos'era successo, mi accorgo del panico che ha provato capendo a cos'ero andata incontro.
Era già innamorato di me, quando successe?
Sì, mi capita spesso di ripensare ai momenti del passato, soprattutto quelli che precedono l'inizio della mia relazione con Zayn.
Mi piace osservare come il nostro rapporto sia cambiato. Da come Zayn sia passato dall'essere così strafottente e menefreghista, a correre a casa mia quando non gli rispondo ad un messaggio.
Oppure, da quando mi ha vista nuda per la prima volta - per sbaglio - ad ora che non mi vergogno più a mostrami nuda davanti a lui. O quasi.
Mi capita spesso di ripensare a quei fatti, soprattutto quando rivivo il circostanze in cui determinati  fatti sono accaduti, come adesso: io nella vasca da bagno, con la musica alta e sola in casa. O quando sfoglio la copia di 'Colpa delle Stelle'.
Tutto in questa dannata casa mi ricorda lui.


Pov. Zayn
Ho quasi finito. Mi manca davvero poco.
È da ieri che lavoro, e stanotte avrò dormito a malapena tre ore, ma ne vale la pena.
Tutto ciò che ho fatto fino ad ora, mi piace molto, e sta venendo tutto come dovrebbe.
Ho ancora un pomeriggio per creare l'ultima parte, poi dovrò sistemare tutto e preparami.
Sì, rimarrà a bocca aperta.

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Capitolo 56
*** Capitolo Cinquantasei ***


Pov. Giorgia
Sto guardando distrattamente la tv, quando Giulia e Filippo rientrano a casa.
Giulia è intenta a parlare di non so cosa, mentre Filippo la ascolta con aria esausta. Lei agita un foglio arrotolato, mentre gesticola
"Te l'avevo che non aveva senso! Che cosa ce ne facciamo di un set di trapunte? Oh, ciao Gio" mi sorride "Tieni, questo è per te" mi porge il foglio
 
"Per me?" chiedo confusa. Lei annuisce, poi sparisce in cucina, mentre continua a parlare.
Osservo il foglio mentre lo rigiro tra le mani: non è un semplice foglio, ma bensì una carta decorata. 
È scritto a mano, e riconosco la perfetta calligrafia di Zayn
 
Ciao amore mio,
Abbiamo davvero bisogno di un po' di tempo, solo per me e te, non è vero? Fatti trovare pronta per le 19.20. Alle 19.30 esci di casa, ti aspetterà una sorpresa. 
Zayn
 
La lettera si conclude con un bellissimo cuore decorato. La lettera è interamente scritta e disegnata a mano. Sarà questo che l'ha tenuto occupato così a lungo?
Guardo l'orologio: sono le 17.40
Forse è il caso che cominci a prepararmi. 
Sì, forse dovrei. Almeno sono sicura di non fare tardi.
Ci impiego più di un'ora a prepararmi, e per una volta, quando mi guardo allo specchio, sono soddisfatta di ciò che vedo riflesso.
Decido di tenermi addosso ancora la tuta e la canotta, per non rovinare il vestito che ho intenzione di mettermi.
Nonostante il trucco leggero, quando finisco di prepararmi sono le sette in punto: i capelli mi hanno dato un bel po' di lavoro. Mi siedo sul divano, e seguo distrattamente la tv, mentre leggo e rileggo la lettera di Zayn.
Oh, è così bravo a disegnare: la sua perfetta calligrafia, il modo in cui ha decorato la lettera. È qualcosa di assolutamente meraviglioso.
Dopo circa un quarto d'ora mi vesto, e per le 19.30 esco di casa.
Appena esco, per poco non mi sento male: una graziosa auto d'epoca bianca è posteggiata fuori da casa mia, con l'autista ad aspettarmi davanti alla portiera.
"Wow" riesco a dire prima di avvicinarmi alla macchina
 
"Buonasera signorina" l'autista si toglie il cappello, s'inchina leggermente e mi apre la portiera
 
"Sera" sussurro ed entro.
Trovo appoggiato sul sedile un altro foglio: stavolta è un disegno. Ci siamo io e Zayn sopra ad un cavallo bianco, e poco sotto una scritta "Anche se non sono lì con te, e non sono proprio un principe azzurro, questo è il mio cavallo bianco" sorrido e mi stringo il foglio al petto.
Dopo dieci minuti di viaggio, l'autista torna ad aprirmi, e non appena scendo, noto un disegno attaccato al cancello d'ingresso.
"Tutto cominciò così.." recita, e sotto un disegno. Zayn che mi porge la mano, mentre io lo guardo imbarazzata. 
Rappresenta la sera in cui lui si trasferì a casa nostra. L'inizio di tutto.
Raccolgo il disegno, ed entro in giardino. All'inizio delle scale, trovo un altro foglio
"Anzi, così.." la scritta riempie la parte superiore del foglio, mentre un disegno di Zayn appoggiato al muro che mi osserva mentre esco dai camerini, riempie la parte centrale. 
Se lo ricorda.. Sorrido e raccolgo il disegno.
Tre scalini più sù, un altro disegno
"L'inizio della nostra piccola favola.." stavolta, il disegno rappresenta un bacio tra me e Zayn
 
"... Del nostro amore.." sorrido nel vedere la rappresentazione mia e di Zayn sdraiati nel letto, abbracciati
 
"Della mia felicità" non appena vedo questo disegno, i miei occhi di inumidiscono un po': il foglio è diviso in due parti. Nella parte superiore è rappresentato uno Zayn triste e solo. Nella parte inferiore, uno Zayn felice, che mi tiene per mano.
 
"E non so quante volte te l'ho detto, ma ti amo da morire" stavolta Zayn è inginocchiato, con in mano un mazzo di rose rosse.
Arrivo alla porta d'ingresso. Il mio stomaco è in subbuglio, e sono totalmente in ansia per ciò che sta per accadere. Apro la porta e trovo Zayn inginocchiato con un mazzo di rose rosse
"Ti amo amore mio" dice, porgendomi i fiori
 
"Oh Zayn!" lo aiuto ad alzarsi e lo abbraccio, prendendo le rose "è tutto meraviglioso" quando alzo lo sguardo, noto che ha gli occhi sgranati: mi osserva e apre la bocca due o tre volte prima di parlare
 
"Sei, sei stupenda" mi prende per mano e mi fa girare. Il mio vestito nero lungo, con uno scollo a 'V' sul davanti, ha fatto colpo 
 
"Grazie" abbasso lo sguardo 
 
"Vieni" mi porta al tavolo e mi fa sedere.
Sparisce un attimo in cucina, ma ritorna subito dopo, con due piatti in mano.
Rimango disorientata da tutto ciò che ha preparato, e non riesco a trattenere un sorriso: è tutto così meraviglioso, ed è tutto così meraviglioso per me.
In questi mesi di conoscenza, Zayn ha subito grandissimi cambiamenti, e non posso essere più orgogliosa di così per il ragazzo che è diventato.
 
Pov. Zayn
Quando è entrata in casa, aveva gli occhi lucidi. Era sconvolta - in senso buono - da tutto ciò che ho fatto, e non sono mai stato così orgoglioso di me. 
Ho impiegato un giorno intero e fare tutti quei disegni, ma ci ho messo il cuore e l'anima, per farle capire quanto lei fosse importante per me.
Fino ad adesso è andato tutto secondo i piani. La parte che mi preoccupa di più, e ciò che devo dirle. Sono completamente terrorizzato da quella che potrebbe essere la sua risposta, ma cerco di concentrarmi su di lei e su un possibile dialogo
"Allora?" le sorrido
 
"Stupendo è riduttivo. Davvero. I disegni sono così belli, e significativi.."
 
"Ne è valsa la pena aspettare un giorno in più?"
 
"Assolutamente" sorride. Oh, uno di quei sorrisi che mi fanno perdere la testa. Quelli dove perfino gli occhi sorridono, brillando sotto la luce delle candele
 
"Volevo chiederti una cosa" le prendo la mano "Ma devi essere sincera"
 
"Cioè?" chiede confusa
 
"È da ieri che sei strana. Sei triste, e non ne so il motivo" abbassa lo sguardo "Cosa ti turba?" passo il pollice sul dorso liscio della sua mano
 
"Oh Zayn" sospira "Come spiegartelo.."
 
"Provaci"
 
"Se ti dicessi che desideravo davvero quel bambino? Anche se ho solo sedici anni, e non dovrei pensare a queste cose, lo desideravo davvero"
 
"Anche io. Anche io lo desideravo. Quando sarai più grande, e quando entrambi saremo più adulti, potremmo riprovarci" 
 
"Zayn.. Tra qualche anno potremmo non essere nemmeno insieme.."
 
"Ho una proposta da farti" ecco, ci siamo
 
"Sarebbe?" i suoi grandi occhi marroni mi osservano
 
"Ecco, beh.." farfuglio "Stavo pensando.."
 
"Sì?"
 
"Che noi potremmo.." mi fermo
 
"Potremmo cosa, Zayn?"
 
"Che ne dici di sposarmi? Non ora ovviamente, ma quando avrai compiuto diciotto anni"
 
"Cosa?" la sua voce sale di qualche ottava
 
"Sì beh, potremmo aspettare che i tuoi diciotto anni, e poi sposarci"
 
"Zayn, sarebbe meraviglioso.."
 
"Ma?" chiedo terrorizzato. Cosa c'è che non va? Perché non le piace l'idea?
 
"Zayn.." comincia "Non c'è nessun ma" sorride
 
"Quindi è okay? Quindi mi sposi?"
 
"Certo. Certo, io ti sposo" le lacrime le riempiono gli occhi
 
"Ti amo" l'abbraccio
 
"Anche io" mi bacia
 
"Oh, aspetta un attimo" la lascio in piedi accanto al tavolo, e raggiungo la camera da letto. Prendo dal cassettone, una scatolina di velluto blu. Dentro sono custodite due fedi d'argento. L'avevo fatte fare tempo fa, ma non ho mai avuto il coraggio e l'occasione per potergliele dare. Sopra sono incisi i nostri nomi. Faccio un lungo respiro e torno in cucina "Che proposta di matrimonio è, senza anello?" le porgo la scatolina blu
 
"Oh Zayn, vuoi proprio uccidermi stasera" scoppia a ridere, mentre le lacrime rigano il suo viso "Sono, sono stupende" ammira le fedi con le mani leggermente tremanti
 
"Posso, posso mettertela?"
 
"Certo" mi sorride. Prendo la fede, e con la mano tremante gliela infilo "Andiamo, non fare il timido. Me l'hai già messo un anello" ride emozionata, mentre le lacrime continuano a rigarle il viso
 
"Questa volta è diverso"
 
"Stavolta ci sposiamo davvero" ride entusiasta.
Per tutta la sera non faccio altro che sorride. Sì, tutto è andato secondo i piani, e non posso essere più felice di questo.
I disegni le sono piaciuti, abbiamo affrontato il problema del bambino, e lei mi sposerà. 
E infondo manca sono un anno e mezzo ai suoi diciotto anni.
Un anno e mezzo, e lei diventerà mia moglie. Non riesco a calmare il mio cuore, ogni volta che penso a lei sull'altare con un velo che le copre il viso.
Sono ad un passo, dal realizzare il mio sogno.

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Capitolo 57
*** Capitolo Cinquantasette ***


Pov. Giorgia
La notte che ha seguito la nostra cena, è stata una delle più belle della mia vita. 
Io e Zayn abbiamo fatto l'amore tante volte, ma ogni volta diventava sempre più bello. 
Abbiamo passato la notte abbracciati, ed ora, mentre lo osservo dormire, ripenso alla promessa che ci siamo fatti ieri sera: non appena avrò compiuto diciotto anni, ci sposeremo.
Tremo solo all'idea. Questo significherebbe realizzare il mio sogno. Passare il resto della mia vita con lui, avere dei figli.
E devo aspettare solo un anno e mezzo.
Non è incredibile? Non è incredibile quanto questo ragazzo mi stia facendo impazzire? All'età di sedici anni, ho già deciso il mio futuro. 
Qualsiasi persona sentisse questa promessa ci prenderebbe per pazzi. E forse un po' lo siamo. Pazzi e affrettati, ma la vita è una sola, e va vissuta no?
Ora come ora, non sono più preoccupata di un possibile, drastico cambiamento della mia storia con lui, perché sento come se niente e nessuno possa rompere ciò che c'è tra noi.
Forse un legame così forte non l'ha mai provato nessuno. Questo amore incondizionato che proviamo l'un l'altro, che non è stato distrutto nonostante tutte le separazioni che abbiamo affrontato.
Forse la separazione più difficile, sono stati i sette mesi che abbiamo passato lontani. Sette mesi in cui non abbiamo potuti toccarci, baciarci. Sette mesi d'inferno, ma ne è valsa la pena viverli, perché ora stia vivendo qualcosa che mai nessuno potrà provare e capire.
"Hai finito di guardarmi?" sussurra Zayn, mentre un sorriso gli spunta in volto

"Oh, scusami mio futuro marito, ma sei davvero un bello spettacolo" sorrido, accarezzandogli una guancia coperta di barba

"Oh, mia futura moglie, non chiamarmi così perché mi fai salire una certa agitazione"

"Scusami" ridacchio "Devo proprio andare. Io e Giulia dobbiamo andare a farci le unghie: domani è il gran giorno"

"Il loro" sbuffa 

"Zayn" scoppio a ridere.
Mi alzo dal letto, recupero i miei vestiti e raggiungo la cucina dove prendo un'arancia per fare colazione. 
Rimango da sola qualche minuto, poi Zayn entra in cucina strofinandosi il viso. I capelli sono spettinati, e i boxer tirati giù fino al limite. La scia di peli sparisce dentro i boxer, scatenando in me varie fantasie
"Buongiorno" sorrido, cercando di cancellare i pensieri tutt'altro che casti, che si sono creati nella mia mente

"Ciao" ricambia il sorriso, baciandomi la testa. Si siede accanto a me, rubandomi uno spicchio d'arancia

"Ehi, quello è mio" metto il muso

"Ora non più" sorride, infilandosi lo spicchio in bocca.
Parliamo allegramente, e la tristezza che ha accompagnato i due giorni passati, è sparita completamente, sostituita da moltissime speranze per il futuro.
Ci prepariamo e di mala voglia ci salutiamo davanti alla porta di casa mia. Non lo vedrò fino a domani, dato che passerò la giornata tra parrucchieri e truccatori. Non che mi dispiaccia, ma mi sarebbe piaciuto che Zayn fosse con me.
Ad ogni modo lo vedrò domani pomeriggio in chiesa. Il mio testimone. Il mio bellissimo, amato testimone.


Pov. Zayn
Dopo aver salutato Gio, raggiungo l'hotel dove Jonas si è fermato per la notte: è stato molto carino, preferendo una stanza d'hotel per poter lasciare soli me e Giorgia.
Ovviamente, glielo pagata io. Glielo dovevo.
Soprattutto dopo l'incedibile notte passata. Non pensavo si potesse amare una persona fino a questo punto, ma con lei ho scoperto - e sto continuando a scoprire - emozioni nuove. Quella gelosia accecante, che ti fa venire voglia di spaccare il mondo. Quella felicità che non provavo da tempo. Quell'amore che senza non potrei vivere.
Sì, sono diventato un romanticone. Uno dei tanti lati negativi dell'essere innamorato.
Sorrido mordendomi il labbro, mentre canticchio le canzoni che passano in radio.
"Ehi amico" mi sorride Jonas, entrando in macchina

"Ciao" 

"Allora? Notte coi fiocchi eh?" mi deride

"Zitto cazzone" scoppio a ridere "La sorpresa le è piaciuta un sacco"

"Ne ero certo. Nessun regalo potrà mai competere con qualcosa fatto da te, che viene dal tuo cuore"

"E poi, dobbiamo ammettere che ho un certo talento nel disegno" ribatto orgoglioso

"Su quello c'è ancora da lavorarci" ride "William è molto più bravo di te a disegnare" aggiunge fiero

"Non parlarmi di quel coglione" sbuffo "A proposito, mi stupisce che tu non sia venuto qua con lui"

"Diciamo che lui ha i suoi impegni, e io i miei"

"Non vi sarete lasciati, vero?" 

"Nono, per fortuna" sorride "Solamente che avevo voglia di vedere il mio migliore amico, dato che lui non si faceva sentire, e William avevi degli impegni giù a Melbourne"

"Zitto" sbotto, facendolo scoppiare a ridere.
Torniamo a casa, e passiamo la mattinata a guardare degli stupidi programmi in televisione, finché dopo pranzo non decidiamo di uscire per concludere il famoso giro turistico iniziato l'altro giorno e troncato a causa mia ovviamente.
Rimango comunque perso nei miei pensieri.
Tra meno di due anni sposerò la ragazza che amo, e fremo solo all'idea. All'idea che tutto ciò che desidero si avveri, diventi finalmente realtà.
Sta andando tutto bene - meglio del solito - ma nonostante questo, com'è possibile che abbia questa terribile sensazione che tutto stia per finire?

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Capitolo 58
*** Capitolo Cinquantotto ***


Pov. Giorgia
Sono le undici del mattino, e ho già un mal di testa allucinante. Giulia non fa altro che urlare, e l'ansia la sta letteralmente divorando. 
Sono sicura che se continua in questo modo, scoppierà a piangere. Speriamo almeno che lo faccia prima di farsi il trucco.
La parrucchiera mi sta sistemando i capelli, lisciandoli e legandoli in un codino alto. Mi sparge poi dei glitter e fissa i capelli con molette decorate e chili di lacca. 
Giulia ci ha impiegato circa un'ora e mezza per farsi i capelli, dato che ogni volta o si muoveva, oppure non le piaceva la pettinatura. Peggio di una bambina.
Per tutta la mattina mi sono sentita come se l'adulta fossi io, coordinando tutto il lavoro, mentre Giulia faceva l'adolescente urlando e lamentandosi per tutto il tempo.
Mancano poche ore al matrimonio, e l'unica mia ancora di salvezza sono i messaggi di Zayn.
Ci stiamo scrivendo da quando ci siamo lasciati ieri pomeriggio. Non facciamo altro che parlare, parlare e parlare. Ed è stupendo. 
Finalmente abbiamo trovato quella stabilità a cui ambivamo entrambi, ed ora è tutto perfetto.
E poi, non vedo l'ora di vederlo in smoking, con i capelli gellati e il papion. Il mio principe..
Scuoto la testa, e torno a concentrarmi su Giulia, che sta avendo una delle sue tante crisi isteriche
"Giulia, per favore, calmati. Andrà tutto bene" sospiro prendendola per le spalle

"Dio, non c'è nulla che vada bene! I miei capelli l'hai visti? E io mio vestito? Dove cazzo è il mio vestito?!" urla

"È in camera, sul letto. E i capelli ti stanno d'incanto. Vedrai che una volta vestita e truccata ti sentirai una principessa. E Filippo ti troverà bellissima" le sorrido

"Dici davvero?"

"Non ti mentirei mai. Non su questo, so quanto è importante per te. So da quanto aspetti questo momento Giulia, e non permetterei mai che venisse rovinato. Ora rilassati, perché rischi di mandare tutto a monte"

"D'accordo" annuisce "Scusami"

"Non importa" le sorrido "Vai a mangiare qualcosa. Veloce" la spingo verso la cucina, e mi rintano in quei minuti di silenzio.
Mi siedo sul divano, e mi prendo la testa fra le mani: finalmente un po' di silenzio. Lo contemplo, ammaliata dall'assenza di suoni, mentre il costante senso di nausea che provo da stamattina non mi lascia pace.
Il silenzio viene squarciato poco dopo
"Giorgia!" urla mia cugina

"Arrivo" sospiro, alzandomi dal divano.


Pov. Zayn
Sono in ritardo. Sono in ritardo di ben venti minuti. 
Filippo sta tremando, accanto me, mentre gioca nervosamente con le dita
"E se avesse cambiato idea?" mi chiede sussurrando, e posso sentire la paura e la disperazione fino all'ultima sillaba

"Non ha cambiato idea" credo. Gli do una pacca sulla spalla rassicurandolo.
Lui rimane in silenzio, fissando la porta in attesa di vederla entrare. 
E io non sono da meno. Aspetto di vederla entrare dal giorno in cui Giulia e Filippo ci comunicarono che si sarebbero sposati, ed ora che siamo qui, non sto più nella pelle. 
Mi guardo nervosamente in giro, cercando di combattere queste farfalle che stanno svolazzando nel mio stomaco.
Nella terza fila, noto la madre di Giorgia, e tutti i suoi fratelli. Mi rivolge uno sguardo veloce, ma posso notare tutto il suo disappunto nel vedermi qui. Marco, accanto a lei, non smette di fissarmi da quando sono arrivato. 
Mi sento leggermente a disagio. 
Per quanto riguarda gli altri fratelli, sembrano indifferenti: uno dei due gemelli sembra impegnato a smanettare con il cellulare, mentre l'altro sta osservando attentamente una graziosa ragazza seduta nei banchi dall'altra parte della navata. Francesco, invece, è in silenzio mentre si muove nervosamente. 
Giorgia e Francesco hanno da sempre avuti dei problemi, di cui lei non mi ha mai parlato. Non so se dovrei rimanerne fuori, oppure provare a parlarle. Sono cose, comunque, che devono risolvere tra di loro.
Però così potrei guadagnarmi la fiducia di uno dei fratelli.. Sarebbe un punto a mio favore.
La marcia nuziale interrompe i miei pensieri, e tutto ad un tratto, il mio cuore batte velocissimo: mi volte verso l'entrata: ad introdurre la sposa, due piccole paggette che spargono petali di rosa lungo la navata, seguite da due ragazze. Poi entra lei: Giorgia accompagnata da un'altra ragazza. 
Dio sembra un angelo: un vestitino color pesca lungo fino alle ginocchia, risalta sulla sua pelle, mentre le scarpe con un tacco non troppo alto le slanciano le gambe. 
Il trucco è leggero, quasi inesistente, ma è bellissima. 
I capelli sono legati solo in parte, decorati di brillantini e mollette. 
Cammina sorridendo, a braccetto con l'altra ragazza, che accanto a lei, vieni totalmente oscurata. 
Quando arrivano vicino all'altare, si posiziona davanti a me: mi sorride timidamente, e poi abbassa lo sguardo.
Vorrei poter andar da lei, tirarle su il viso, e dirle quanto è fottutamente bella vestita così.
Sembra una bambolina. La mia bambolina.
Sorrido, continuando a guardare quell'angelo che sorride orgoglioso. 
Torno alla realtà solo quando Giulia raggiuge l'altare, il corpo già scosso da piccoli singhiozzi.
Tuttavia torno a posare lo sguardo su Giorgia, che ogni tanto mi rivolge un sorriso timido per poi tornare a guardare sua cugina.
Continuo a fissarla, ammaliato da ciò che vedo.
Sì, sono il ragazzo più fortunato del mondo.

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Capitolo 59
*** Capitolo Cinquantanove ***


Pov. Giorgia
Dopo la fine della cerimonia, Zayn mi ha subito raggiunta, cingendomi in un abbraccio
"Oh Gio, sei.. wow.. Davvero" i suoi occhi brillavano mentre osservavano il mio corpo

"Grazie" ho sorriso "Anche tu sei fantastico" Dio, quando sono entrata e l'ho visto per poco non mi si fermava il cuore: i capelli sono tirati indietro, sistemati con del gel. Lo smoking gli sta benissimo, completando lo stile elegante.
È davvero una meraviglia.
Ed ora, mentre camminano per mano verso la macchina per raggiungere il ristorante, ripenso alla cerimonia: il momento che mi ha emozionata di più è stato lo scambio degli anelli. Oh, è stato meraviglioso.
Il modo in cui si guardavano, come ad entrambi brillavano gli occhi e tremavano le mani. Riuscivano a trasmetterci il loro amore solo tramite i gesti.
Anche Zayn mi trasmetteva amore, dal modo in cui mi guardava: i suoi occhi sono rimasti su di me per tutta la cerimonia, e non mi sono mai sentita così.. bella. 
Lui ha questa capacità di farmi sentire bella, in qualsiasi momento, e in qualsiasi modo io sia vestita. 
Sorrido mentre gli accarezzo la mano, e poi saliamo in macchina.
Il tragitto, però, non mi aiuta: le continue curve mi scombussolano lo stomaco, già in subbuglio da stamattina
"Zayn, Zayn, accosta!" urlo

"Che succede?" mi chiede preoccupato

"Cristo, accosta!". Appena si ferma sul ciglio, scendo e mi piego. Comincio a vomitare, mentre Zayn m tiene la parte sciolta dei miei capelli

"Non sapevo soffrissi la macchina, avresti dovuto dirmelo" mi risponde, passandomi una mano sulla schiena

"Ma io non soffro la macchina" scuoto la testa, e mi rialzo, leggermente disorientata "Non volevo che mi vedessi vomitare"

"Sono il tuo ragazzo Gio, di che ti preoccupi?" mi sorride, porgendomi un fazzoletto

"Grazie" sorrido, e mi pulisco il volto 

"Vuoi una mentina?" annuisco "Stai male?"

"No.. è da stamattina che ho la nausea, ma durante la cerimonia un po' è passata. Le curve non hanno aiutato" 

"Forse avrai contratto un virus" mi guarda

"Può essere, spero solo di non vomitare in mezzo alla sala: ci manca solo questa" sospiro

"Non ti preoccupare, andrò più piano. Se hai bisogno, dimmelo" annuisco e saliamo nuovamente in macchina.
Bene, se prima il mio stomaco era torturato dalla nausea, adesso è torturato dall'ansia di poter rovinare il ricevimento di Giulia.
Tiro un sospiro, mentre cerco di controllare il casino che si sta formando dentro di me.


Pov. Zayn
Arriviamo poco dopo gli altri, ma nonostante il ritardo, non hanno ancora cominciato a servire.
Ci sediamo al tavolo con Giulia, che non fa altro che piangere e ridere, e ovviamente Giorgia si unisce a quello strano mix di emozioni.
Sono comunque preoccupato per quello che è successo prima: e se stesse male? Forse dovrei portarla a casa.. Ma mi ucciderebbe anche solo se glielo proponessi. Quindi decido di rimanermene in silenzio per la mia incolumità.
Il pranzo passa veloce tra chiacchiere e risate, e quando gli sposi aprono i balli, mentirei se dicessi che non mi sono emozionato: ballano stretti l'uno all'altro, mentre Filippo la strige a sé calmando i singhiozzi della sua - ormai - moglie.
Poco dopo, la pista da ballo si riempie, allora mi volto verso di Giorgia
"Mi concede questo ballo?" mi guarda sconvolta, poi sorride

"Certo" prende la mia mano, e raggiungiamo la pista.
La stringo a me, mentre lei poggia la testa sul mio petto. Si lascia cullare dai miei lenti movimenti, mentre mi sposto lento sulla pista. La musica crea un'atmosfera perfetta, nonostante il brusio di sottofondo, e ci lasciamo rapire da quelle note meravigliose mentre improvvisiamo entrambi un lento che non sappiamo ballare
"Si bellissima oggi" 

"Solo oggi?" mi prende in giro

"No, tu lo sei sempre. È incredibile come tu riesca ad apparire così bella sempre" abbassa lo sguardo

"Zayn.."

"Sto dicendo la verità. Sul serio"

"Sei gran bugiardo" sorride, cingendomi il collo con le braccia e baciandomi. Rimaniamo con le nostre fronti a contatto per qualche minuto, accompagnando il nostro ballo con qualche bacio.
"Zayn" sussurra "Ho di nuovo la nausea" si porta la mano alla bocca

"O, okay. Tranquilla, ti porto in bagno" mi faccio largo tra la gente, cercando di portare il più in fretta possibile Giorgia in un bagno, e facciamo appena in tempo ad arrivare che Giorgia vomita.
"Dio.." sussurra appoggiandosi al bacone

"Stai bene?" mi passo una mano sul viso, piuttosto nervosamente

"Sì credo" annuisce

"Forse è il caso.."

"Non ci pensare nemmeno, non torno a casa. È il matrimonio di mia cugina!"

"Lo dico solo perché.."

"Zayn, no. Forza torniamo di là" mi trascina via, verso la sala del ricevimento.
Ci sediamo al tavolo, mentre i camerieri ci servono le varie portate. Giorgia non mangia molto, lasciando gran parte del cibo.
Giulia non sembra accorgersene, talmente è presa a imboccare Filippo. Sì devo ammetterlo, sono proprio carini.
Rimango comunque concentrato su Giorgia, che non sembra particolarmente in forma.
Nonostante tutto, ha un bellissimo sorriso in volto, e questo è ciò che mi rende più fiero di lei: il sacrificarsi per le persone a cui vuole bene.
La madre di Giorgia ci osserva, senza espressione. Da quando Giorgia è entrata in chiesa, non fa altro che osservarci, ma non è ancora venuta a parlarci. O meglio non a me, e nemmeno a Giorgia che io sappia. 
Si sono salutate appena arrivati al ricevimento, ma Giorgia l'ha liquidata in fretta per raggiungere Giulia al tavolo.
Sono più che sicuro che questi mesi lontani da Giorgia, l'abbiano fatta stare male, è pur sempre sua madre, ma questa situazione se l'è creata lei. 
"Mi concedi un ballo?" mi giro, per trovare Francesco vicino a Giorgia. Lei si volta a guardarmi, indecisa su cosa fare. Le annuisco leggermente, dedicandole un sorriso

"Certo, sì va bene" balbetta, e afferra la mano tremante del fratello.
Raggiungono la pista da ballo, e goffamente improvvisano un lento. Per qualche minuto non si guardano, infine Francesco inizia a parlare, ma non riesco a leggere il labiale. Giorgia rimane in silenzio mentre annuisce, e serra gli occhi. 
No, non posso alzarmi. No, non posso andare da lei. È suo fratello, ha il diritto di parlare con lui, senza che io intervenga.
Stringo i pugni, mentre cerco di distrarmi: osservo come la madre di Giorgia guarda i suoi figli, e di come di porta le mani al petto. Sembra commossa e sollevata, sollevata di un peso che portava avanti da troppo tempo.
Da quanto mi ha detto Giorgia, lei è suo fratello litigarono quando lei uscì dalla riabilitazione, e d'allora non si sono più parlati.
Ora, a distanza di quattro anni, stanno ballando insieme, e non posso essere più felice di questo.
So quanto questa storia con suo fratello la facesse stare male: certe volte la trovavo con lo sguardo fisso, gli occhi pieni di lacrime e prima di scoppiare a piangere diceva solamente "Mi manca". E da lì capivo ogni cosa.
"Sono belli, non è vero?" una voce familiare mi fa sussultare

"Signora Di Stefano?" la madre di Giorgia è in piedi accanto a me. Ma com'è possibile? Fino a poco fa era al suo tavolo, ed ora..

"Sono così felice. I miei ragazzi di nuovo insieme" sorride

"Sono felice anche io" annuisco

"Se solo lei potesse perdonarmi.." no, ti prego dimmi che non mi chiederà quello che sto pensando "Non è che le parleresti?" Merda.

"Signora.."

"Zayn, è mia figlia. Lei è importante per me" anche per me è importante, ma non ha esitato ad allontanarla da me, stronza.

"D'accordo, ma ad una condizione" 

"E quale sarebbe?" si volta sorpresa 

"Che lei parli con Gio di suo padre" inizialmente sgrana gli occhi, ma poi torna seria

"Non so di cosa parli" si sistema il vestito

"Oh ,sì che lo sa. Lo sappiamo entrambi. Il padre di Jacob è anche il padre di Giorgia, e lei dovrebbe saperlo"

"Come fai a saperlo?"

"Sa, dovrebbe parlare di certi argomenti a casa sua, non per le strade della città"

"Zayn.." alzo la mano per fermarla

"Io non le ho detto nulla, e non lo farò, perché non spetta a me. Ma se non ha intenzione di dirle la verità, sarò costretto a farlo io, perché non voglio che questo rovini la mia relazione con lei" 

"Ho bisogno di tempo per farlo"

"Appena lei avrà detto a Giorgia di suo padre, io le parlerò"

"Mi stai ricattando?" chiede allibita

"No, le sto offrendo una proposta equa" incrocio le braccia sul petto "Sa benissimo che sono l'unico che può farle cambiare idea"

"Dannazione" impreca sottovoce "D'accordo, dammi qualche giorno"

"Perfetto" annuisco e mi volto a guardare Giorgia. 
Sento al signora Di Stefano allontanarsi velocemente, su quei dannati tacchi.
Non solo lei si è comportata da grandissima stronza verso di me, ora devo pure aiutarla a far pace con Giorgia, provocando una lite sicura.
Mi prendo la testa fra le mani: dio, non siamo nemmeno sposati e c'è già la suocera che ci rende la vita impossibile.
Non oso immaginare la sua reazione non appena saprà che io e Giorgia abbiamo intenzione di sposarci. 
Osservo ancora la mia ragazza ballare con il fratello che aveva perduto, e mi perdo nei miei pensieri non appena si stringono in un abbraccio: penso al profumo dei suoi capelli, al suo profumo, al suo cuore che batte a tempo con il mio.
Tutto ad un tratto, mi sento solo senza di lei, e continuo ad osservare la coppia, nel disperato tentativo di attirare la sua attenzione.

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Capitolo 60
*** Capitolo Sessanta ***


Pov. Giorgia
Anche stamattina ho vomitato, ma diciamo che la situazione è migliorata parecchio. Non ho più nausee, e mi sento notevolmente meglio.
Faccio zapping, cercando qualcosa di interessante di guardare in tv, ma non trovo assolutamente nulla.
Zayn e Jonas sono seduti al tavolo, che giocano a carte. Sono silenziosi, mentre si scambiano buffi sguardi di sfida.
Forse dovrei iniziare a recuperare un po' di materie.. È una settimana ormai che non vado più a scuola, e purtroppo domani mi tocca tornare.
L'unica cosa bella è che sarà mio fratello a portarmici: finalmente ho risolto con Francesco. 
Quando mi ha abbracciata dopo tutti questi anni, non sono riuscita a trattenere le lacrime. 
La frase più bella che mi ha detto è stata 'Mi dispiace non esserci stato mentre crescevi'. Mi si è fermato il cuore. Nemmeno io ci sono stata mentre lui cresceva. Entrambi siamo cambiati, ma nessuno dei due era presente mentre l'altro cambiava.
Quando ho sentito la sua voce, così profonda e mascolina, ho sentito un groppo alla gola: da tanto tempo non la sentivo più, e ha avuto un cambiamento incredibile.
Abbiamo ballato per circa un quarto d'ora, senza fermaci mai, mentre parlavo di tutte le cose che ci sono successe: gli ho raccontato di Federico, e di Zayn. Della mia prima volta, e della vacanza a Miami.
Lui ascoltava entusiasta, e poi quando mi ha raccontato della sua ragazza, non potevo essere più felice per lui. 
Ora davvero va tutto meravigliosamente bene, e questo mi preoccupa un po', ma cerco di non pensarci.
Ho paura che questa felicità possa sgretolarsi da un momento all'altro, ma non do troppo peso a questa cosa
"Chissà se Giulia e Filippo sono già arrivati" dico, rompendo il silenzio. Sono partiti da qualche ora, per la luna di miele. Passeranno due settimane alle Hawaii in uno splendido resort con il mare cristallino e la sabbia bianca.
Dev'essere un posto meraviglioso, e li invidio da morire. Due settimane solo per loro.. con un mare stupendo e il caldo sole delle Hawaii. 
Non ricevo risposta alla mia semi-domanda "Zayn!" urlo

"Ehi, ehi che succede?" si volta di scatto, con l'aria preoccupata

"Ho detto una cosa, e non mi hai nemmeno ascoltata" incrocio le braccia

"Scusami tesoro, non ti ho proprio sentito"

"Ho notato" sbuffo

"Allora che c'è?" mi raggiunge, passandomi una mano sul volto

"Dicevo, chissà se Giulia e Filippo sono già arrivati"

"Oh, penso di sì. Sono partiti da parecchio ormai"

"A proposito di partenze.." Jonas interrompe il nostro discorso "Partirò domani mattina per Melbourne. Mi sono trattenuto anche fin troppo"

"Ma come? Di già?" Zayn si volta verso di lui

"Jo, puoi rimanere quanto tempo vuoi" aggiungo

"Lo so ragazzi" ci sorride "Ma devo tornare. Devo riprendere a lavorare, William mi aspetta.." William? Chi è William? Che cosa mi sono persa?

"Okay.. Ma sappi che sei il benvenuto ogni volta che vuoi!" Zayn gli da una pacca sulla spalla 

"Certo, anche voi! Devi portare la tua principessa a Melbourne!" gli fa l'occhiolino

"Oh, meglio di no" scoppiamo a ridere entrambi


Pov. Zayn
Mentirei se dicessi che non mi mancherà Jo, e che non sono triste per la sua partenza. È il mio migliore amico, ed abita praticamente dall'altra parte del mondo. 
I chilometri tra di noi sono tantissimi, e il fuso orario non aiuta.
Potrò andare a trovarlo, ma non ho intenzione di portare con me Giorgia. 
Non ho intenzione di portarla nel luogo che mi ha reso il mostro che sono, sapendo che parte delle persone che hanno fatto parte del mio passato, è ancora viva e in grado di parlare con lei di ciò che ho fatto.
Le ho raccontato assolutamente tutto di me. Lei è una delle poche persone, se non l'unica a sapere ogni singola cazzata che ho fatto. Però non voglio che sappia nel dettaglio cosa facevo quando ero completamente drogato.
Quante ragazze che mi sono scopato, le cose che mi facevo fare - e facevo - nei bagni delle discoteche.
Non voglio che lei sappia nel dettaglio come trattavo le ragazze in quel periodo della mia vita, anche se non era molto diverso dal comportamento che avevo prima di conoscerla, ma diciamo che sono leggermente migliorato.
So che mi ama, ne ho avuto la conferma più volte, ma vivo con questa costante paura che se lei conoscesse appieno la persona che ero, non vorrebbe più avere a che fare con me.
Come biasimarla?

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Capitolo 61
*** Capitolo Sessantuno ***


Pov. Giorgia
Il rientro a scuola è stato a dir poco sconvolgente. Ho rimpianto per ogni singolo secondo passata seduto al mio banco, i momenti passati con Giulia ad organizzare il suo matrimonio. 
Meglio quelli che seguire le lezioni. Questo è poco ma sicuro.
Mi dispiace un sacco non aver potuto accompagnare Zayn all'aeroporto: so che in fondo, la partenza di Jo lo fa star male, e mi sarebbe piaciuto stargli vicino.
Ad ogni modo, la giornata è passata tra i suoi alti e bassi. Devo recuperare qualche verifica e qualche interrogazione ma niente di così terrificante.
L'unica cosa bella di questa giornata è stato trovare Francesco ad aspettarmi fuori di casa, un po' come faceva Federico.
L'ho trovato con un enorme sorriso sul volto, nonostante fosse lunedì mattina, e mi ha accolta abbracciandomi
"Buongiorno" mi sorride

"Ciao" ho sorriso, mordendomi il labbro

"Non ci posso ancora credere" ha aggiunto mentre sistemava lo zaino nel portabagagli

"A chi lo dici!" ho risposto. Poi siamo saliti entrambi in macchina, e abbiamo cantato allegramente le canzoni che passavano per radio.
Sì, il rapporto con mio fratello è recuperato ormai del tutto, e nonostante gli anni che abbiamo passato separati non c'è imbarazzo. Ci comportiamo esattamente come ci comportavamo prima che la situazione degenerasse.
Appena esco da scuola, noto il fuoristrada nero di Zayn. Lui ci è appoggiato, con le braccia sul petto, e un'espressione scura in volto
"Ehi" mi avvicino cauta

"Ciao" mi sorride leggermente

"Non, non ti aspettavo qui" 

"Lo so, non era previsto infatti" scuote la testa "Sali in macchina"

"Uh, d'accordo" saluto le mie amiche con un cenno della mano, e a fatica salgo in macchina. Continuo a sostenere che questa macchina è dannatamente alta.
Durante il viaggio non parla molto. Mi chiedo se il suo essere taciturno sia collegato in qualche modo alla partenza di Jo
Era pur sempre il suo migliore amico, è normale che sia triste
"Jo è.. è partito?"  rompo il silenzio 

"Sì stamattina" annuisce, con lo sguardo fisso davanti a lui

"Mi, mi dispiace" abbasso lo sguardo

"Doveva pur partire prima o poi" alza le spalle. Cala nuovamente il silenzio.
Okay, forse non è la questione di Jo che lo tormenta. Allora cos'è? Cosa può essere successo di nuovo? Vuole lasciarmi? 
Dio, non posso nemmeno pensarci. Non di nuovo.
"Cosa c'è Zayn? Cosa ti turba?"

"Louis.." stringe la mani sul volante. Louis? Cos'ha fatto di nuovo?

"Louis?" chiedo in ansia

"È morto" frena di colpo, facendomi sbattere violentemente sul sedile.
Morto? Ma.. come? Non è possibile.. Era giovane.
Morto..
"Come è morto?" 

"Una delle sue puttanelle l'ha trovato con una siringa nel braccio" si volta dall'altra parte

"Oh Zayn.. Mi, mi dispiace"

"Per quanto lo odiassi, per quanto fosse un coglione, gli volevo bene. Sono cresciuto con lui.. La band, i pomeriggi passati in giro" stringe il volante "Anche se ha contribuito al mio avvicinamento alla droga, gli volevo bene" 

"Amore mio.." sgancio la cintura di sicurezza, e mi siedo a cavalcioni su di lui "Mi dispiace da morire" lo abbraccio, e lui mi stringe forte a sé, inspirando profondamente.
Poi mi allontano leggermente, prendendogli tra le mani il volto. Gli occhi sono spenti, ma non lucidi.
Zayn non piange, non l'ho mai visto piangere, se non rare volte. E tutte avevano a che fare con me.
"Mi mancherà quello stronzo" ride leggermente 

"Già, era proprio uno stronzo" sorrido leggermente. 
Lo bacio e lui ricambia, facendoci perdere nel nostro amore. Stringe tra le mani i miei capelli, preme il petto contro il mio. 
Vieni schiacciati entrambi contro il volante, facendo suonare il clacson
"Ops" scoppio a ridere

"Guarda che mi fai fare" ride leggermente "Scendi che rischaimo di finire male" mi aiuta a tornare al mio posto.
Gli sorrido e prima che possa ripartire, gli stringo la mano.
Ricambia il sorriso, poi riparte dirigendosi verso casa.


Pov. Zayn
Prima la partenza di Jo, ed ora questo.
Louis non era più un mio grande amico, soprattutto da quando ho smesso di fare uso di droghe, ma cazzo, è stato il mio migliore amico per anni. Uno dei pochi ragazzi con cui sono cresciuto.
Nonostante tutto quello che ha fatto, dall'aver quasi violentato Giorgia, ad aiutarmi a rientrare nel giro, gli volevo bene.
Sapere che una persona, che una volta era una delle più importanti, ora non c'è più, fa male. Indipendentemente dai rapporti che si avevano.
Mi mancherà davvero molto.
Quando arriviamo a casa, la macchina di Niall è parcheggiata fuori. Lui è seduto sulle scale, con la testa fra le mani. Mirta gli posa un braccio sulle spalle, confortandolo.
"Ehi amico" gli do una leggera pacca

"Ciao Zayn" piagnucola. Rivolgo un sorriso a Mirta, che mi guarda con gli occhi pieni di dolore. 

"Forza, entriamo" Giorgia mi tiene per mano, mentre saliamo le scale.
Una volta in casa, raggiunge la cucina e mette a scaldare un pentolino di acqua. Poggia delicatamente delle bustine di the sul tavolo. Poco dopo ci porge delle tazze.
Niall continua a scuotere la testa, mentre Mirta rimane in silenzio, affogando nel dolore. 
Non sono sicuro che tutto questo dolore sia causato da Louis: sono convinto che gran parte del dolore sia dovuto al fatto che Niall stia soffrendo. So quanto si sente impotente in questo momento.
Immergo una bustina nel'acqua bollente, e osservo l'acqua colorarsi. 
Com'è possibile che si sia spinto fino a questo punto? Com'è possibile che si sia spinto fino a iniettarsi una dose che il suo corpo non era in grado di reggere?
"Perché non si è fermato?" domanda Niall, come se stessimo viaggiando sulla stessa lunghezza d'onda

"Niall.. Quando una persona fa queste cose, non è in grado di fermarsi. Non sa quanto il suo corpo possa reggere. E detto francamente, non gliene importa nemmeno" risponde Giorgia. Ha ragione.
Sia io che lei, abbiamo affrontato ciò che stava passando Louis, ed entrambi sappiamo che quando sei drogato - o meglio, sotto l'effetto di droghe, come preferisce dire Giorgia - non t'importa quanto roba il tuo corpo può reggere. T'importa solo soddisfare quell'opprimente bisogno di assumere, e scappare da quella mancanza che ti soffoca.
Louis non è mai stato in grado di smettere. Ma se magari avessi insistito..
"Avremmo potuto salvarlo?" chiede, osservando il liquido scuro nella tazza

"Non credo" scuoto la testa "Mentirei se dicessi che non l'ho pensato, ma Louis ormai era irrecuperabile. Non avevo mai visto nessuno così dipendente dalla cocaina come lo era lui" Giorgia mi stringe la coscia, sorridendomi

"Non è giusto" aggiunge, bevendo un sorso di thè, forse per evitare le lacrime comincino a rigargli il volto.

"Harry lo sa?" Giorgia si volta verso di me

"Noi non l'abbiamo avvisato" Mirta le risponde

"Forse è il caso.."

"No. Noi non andremo da lui, tanto meno tu" ringhio

"Ma Zayn.."

"Zayn un cazzo. Giorgia non ti devi più avvicinare a lui" chiudo il discorso, portandomi la tazza alla bocca.
Lei abbassa lo sguardo, mimando il mio gesto, e bevendo un sorso di thè.
Il silenzio cala velocemente nella casa, ma sono sicuro che Louis è nei pensieri di tutti noi.

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Capitolo 62
*** Capitolo Sessantadue ***


Pov. Giorgia
"Buongiorno" sorrido appena a Francesco

"Ehi, che succede?" mi chiede, chiudendomi in un abbraccio

"È mancato un amico di Zayn, e lui sta così male.." sospiro, mentre salgo in macchina

"Oh, mi dispiace" 

"Anche a me. Non era un suo grande amico, però lo è stato anni fa. E nonostante tanti anni, gli voleva bene"

"Come è morto?"

"Oh, ehm, Zayn non me l'ha detto. Penso incidente stradale" mento. Non voglio dire la verità a Francesco, perché fu proprio la droga a farci litigare

"Dev'esser terribile perdere un amico caro.." sospira

"Già" annuisco, e ben presto nella macchina cala il silenzio.
Non ho molta voglia di parlare oggi. Sto solo pensando a cosa fare per aiutare Zayn, in modo che stia meglio. Ma non c'è un cazzo di niente che io possa fare, a meno che io non riesca a riportare in vita Louis.
Fantastico.
Arriviamo a scuola, e di malavoglia mi dirigo verso la classe.
Racconto alle mie amiche ciò che sta succedendo a casa nostra, e mi rivolgono espressioni compassionevoli che non fanno altro che aumentare il mio malumore.
Mi siedo al mio banco e seguo distrattamente le lezioni. Durante la ricreazione Jacob cerca di tirarmi su il morale ma con scarsi risultati.
Quando finalmente, quest'eterna giornata di scuola termina, posso tornare a casa. 
Trovo la macchina di Zayn parcheggiata fuori da scuola. Sorrido leggermente, e mi avvicino
"Ehi" mi sorride, cingendomi la vita

"Che bella sorpresa" lo bacio 

"Ho bisogno di uscire di casa. Stavo letteralmente uscendo di testa" 

"Ora ci sono io" gli passo una mano sul volto, accarezzandolo dolcemente. Sembra rilassarsi sotto il mio tocco, e tira un sospiro di sollievo

"Avevo davvero bisogno di te" risponde, incantato dal mio tocco


Pov. Zayn
Le ore passate a casa da solo, sono state un vero inferno. I lavori in giardino, o dentro casa, non mi hanno distratto a sufficienza dal pensiero di Louis. Così ho passato la mattinata a ricordare i pomeriggi passati in teatro a cantare e provare i saggi di fine anno.
Mi ricordo com'eravamo uniti e felici con in mano un microfono. 
All'epoca bastava così poco..
Ma poi è precipitato tutto, tutto è cambiato in un attimo. Proprio come il vento: un momento tira da una parte, il momento dopo dall'altra.
Con noi è andata così: un momento prima avevamo il vento in poppa, l'attimo dopo navigavamo controvento.
Louis ed Harry hanno cominciato a girare con le persone sbagliate, e beh, il resto è storia.
Ho passato la mattinata a ripensare a quei momenti, finché non ho deciso di andare a prendere Giorgia a scuola.
Quando mi ha accarezzato in volto con la mano, per un attimo mi sono dimenticato ogni singolo pensiero che aveva accompagnato la mia mattinata: l'odore della sua pelle, il calore prodotto da lei mi hanno tranquillizzato, e quando mi ha baciato ho sentito come se tutto stesse andando bene. Bene per davvero.
Le ho preso la mano, e l'ho aiutata a salire, posando lo zaino nel bagagliaio.
Ed ora, mentre mi racconta distrattamente com'è andata la giornata, mi sento un pochino meglio: ascoltare il suono della sua voce mi rilassa, e mi distrae dai miei pensieri.
Domani si terrà il funerale, e poi questa storia sarà chiusa.
Domani sarò pronto ad archiviarla per sempre, continuando la mia vita di sempre.
"Dovresti davvero avvisare Harry di tutto ciò che è successo" 

"Gio, ti prego.." 

"Eravate tutti migliori amici, lui deve saperlo"

"Anche se dovessi andare, tu non verresti"

"Voglio starti vicino. Hai bisogno che io ti stia vicino" ha ragione.

"Mi prometti che non gli parlerai?"

"Non lo guarderò nemmeno in faccia se non lo vorrai"

"D'accordo" sospiro.
Faccio inversione, dirigendomi verso il carcere. Non penso sia una buona idea, ma - parlando da amico - deve sapere cos'è successo a Louis. 
Ed è altrettanto vero che ho bisogno di Giorgia per poterlo riferire ad Harry. Pensarlo fa male, dirlo ad alta voce fa male il doppio.
È come se dirlo ad alta voce lo confermasse, rendesse tutto reale.
Parcheggio fuori dallo spoglio edificio di cemento, e prima di scendere respiro profondamente
"Pronto?" mi prende per mano Giorgia. Annuisco leggermente, e lei apre la portiera, scendendo.
Appena arriviamo davanti ai cancelli d'entrata, un brivido mi percorre la schiena: non riesco a non pensare a tutto ciò che successo un anno fa.
Harry a casa nostra, il video girato da lui, io che mi scaglio sula sua figura riempiendolo di pugni.
E ancora il processo, i giorni passati qua dentro, la visita di Giorgia.
Cazzo, tutti mi torna in mente, e mi sembra di essere all'interno di un mulinello: continuo a girare e sento come se stessi per affogare.
Per un momento mi manca il respiro, e devo tenermi alla cancellata per non cadere
"Zayn che succede?" Giorgia si volta preoccupata

"Tutto, tutto questo è troppo per me. Troppi ricordi, emozioni. È tutto ancora così nitido" mi prendo la testa fra le mani

"Non sei obbligato a farlo se non vuoi, se non te la senti" mi toglie le mani dal viso, le stringe tra le sue, prima di portarle sul mio viso e dedicarmi uno dei suoi sorrisi migliori.
Non parlo, rimango in silenzio 
"No, devo farlo" rispondo dopo un po'

"Sicuro?" mi guarda preoccupata

"Certo" sorrido.
Mi prende per mano, la stringe, ed insieme ci incamminiamo verso il carcere.
All'interno compilo tutti moduli necessari, e ci fanno accomodare in una sala non molto diversa da quella dove io e Giorgia ci siamo incontrati quando passai i giorni in carcere.
Mi siedo, facendo nascondere Giorgia dietro il divisore che separa il nostro tavolo da quello affianco a noi. 
Non voglio che lui la veda, non voglio che lei parli con lui. 
"Oh, oh, ma guarda chi si vede" ghigna "Malik"

"Harry, non sono qui per sopportare i tuoi giochetti. Sono qui per dirti una cosa importante"

"E la tua amichetta dov'è? Oh, mi ricordo ancora come gemeva mentre me la scopa.."

"Harry" ringhio sbattendo un pugno contro il tavolo di metallo

"Signore" vengo ammonito da un polizotto. Alzo le mani in segno di scuse

"Harry, per favore. Devo dirti una cosa" alzo lo sguardo verso di Giorgia, che mi osserva preoccupata. La scena di qualche secondo fa deve averla lasciata confusa.
Harry rimane in silenzio, mentre guarda distrattamente in giro per la sala
"Louis.. Louis è morto" aggiungo. Gli occhi verdi di Harry si bloccano in un punto fisso, per poi spostarsi lentamente su di me

"Cosa?" balbetta

"Ieri. Una delle sue puttanelle l'ha trovato già morto con una siringa nel braccio. Si è iniettato troppa cocaina.. il, il suo cuore non ha retto" stringo i pugni

"Non è possibile" scuote la testa

"Mi dispiace" 

"Quando ci saranno i funerali?"

"Domani"

"Non potrò esserci" abbassa lo sguardo, colmo di rabbia "Non potrò essere ai suoi funerali" stringe i pugni

"Mi dispiace" aggiungo nuovamente "Era giusto che tu lo sapessi, in quanto eri come me, il suo migliore amico. Ci mancherà, nonostante i nostri rapporti non fossero più quelli di un tempo"

"Già" si alza, lasciandomi seduto da solo, con il telefono ancora premuto all'orecchio.
Giorgia, che ha seguito la scena senza capire nulla, non appena ha visto Harry allontanarsi mi ha preso la testa appoggiandosela sul petto, e mi ha accarezzato la testa, mentre io l'ho stretta tra le braccia
"Come sta?" chiede

"Sconvolto, come tutti noi"

"Appena te la senti, possiamo andare" mi posa un bacio sulla testa. Annuisco, e dopo circa due minuti, mi alzo, prendendola per mano.
Ci lasciamo l'edificio alle spalle, e torniamo a casa, ognuno immerso nei suoi pensieri.

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Capitolo 63
*** Capitolo Sessantatré ***


Pov. Giorgia
Mi trucco leggermente, mettendo solo un po' di mascara sulle ciglia, e un po' di matita.
Mi infilo un vestito nero, lungo fino al ginocchio. Non esattamente nel mio stile, ma sicuramente adatto ad un funerale. Indosso le mie solite scarpe col tacco, e raggiungo Zayn, intento a sistemarsi i lacci degli anfibi.
Non si è messo uno smoking, ma ha optato per dei jeans neri e una t-shirt nera.
I capelli sono sparsi sulla fronte, e non sistemati come al solito, ma è bellissimo anche così.
Prende le chiavi della macchina dal tavolino, e dopo essersi assicurato di aver preso il cellulare e il portafoglio, usciamo di casa e saliamo in macchina. 
Ci dirigiamo lentamente verso la chiesa, dove sta per tenersi la funzione funebre di Louis. 
Non mi aspetto molta gente, anzi a dir la verità, mi immagino solo me, Zayn, Niall e Mirta.
Non immagino nessun'altro, anche perché, oltre loro, non conosco nessun altro amico di Louis, ammesso che ne abbia.
Harry ovviamente non potrà esserci, visto che ormai è quasi un anno che è rinchiuso nel carcere della città.
Tornarci è stato come fare un salto nel passato, quando ci andai con Filippo per incontrare Zayn.
Non appena ieri ho varcato la soglia, un brivido mi ha percorso la schiena, e ho stretto più forte la mano di Zayn.
Qualche giorno dopo la mia visita in carcere, Lui scappò, lasciando un vuoto enorme dentro di me.
Sì, entrare in quell'edificio è stato un dolorosissimo salto nel passato.
Oggi tocca a Zayn. Tornare indietro nel tempo a quand'era un semplice ragazzino e si divertiva a cantare insieme ai suoi amici.
Non ha parlato molto stamattina, mentre si preparava. Si è limitato a rispondere alle mie domande.
Non ha nemmeno toccato cibo. Io sono a malapena riuscita a mangiare metà arancia.
A dir la verità, il mio stato di inquietudine, non è data dalla morte di Louis, dato che non lo conoscevo, bensì dal fatto che Zayn stia soffrendo.
Dio, potessi accollarmi io tutto il suo dolore, giuro lo farei. Ma non posso, e tra l'altro non ho idea di cosa possa fare per aiutarlo.
Quando arriviamo davanti alla chiesa, non c'è nessuno. Niall e Mirta arrivano poco dopo di noi, e ci abbracciamo scambiandoci parole di conforto.
Piano piano arrivano altri ragazzi, più o meno coetanei di Zayn. Arrivano anche molte ragazze, e non mi sorprenderebbe sapere che almeno la metà di esse sono state a letto con Louis. Hanno tutte l'aria afflitta, mentre stringono tra le mani un fazzoletto.
Vediamo in lontananza il carro funebre arrivare, e sento Zayn irrigidirsi accanto a me.



Pov. Zayn
I presenti saranno circa una ventina. Sono arrivate molte ragazze, visi già visti con l'espressione addolorata.
Sono presenti anche ragazzi dall'aria sconosciuta: Louis faceva ormai parte di un giro di cui non eravamo compresi. Niall era l'unico con cui aveva più rapporti: andava spesso da lui al locale a bersi qualcosa, nei suoi momenti più lucidi.
Si beveva un drink, magari due, e quando sentiva il bisogno di spararsi un pera, tornava a casa e non lo si vedeva più fino al giorno dopo.
Per questo motivo, lui è quello a soffrire di più.
Mi siedo in seconda fila, dietro a Niall. Accanto a lui, un ragazzo dai capelli neri, fissa un punto vuoto. Non lo conosco, ma dev'essere un amico del nuovo giro.
Poco prima dell'inizio della messa, sento una mano toccarmi la spalla: mi volto, e trovo Liam con gli occhi lucidi, le mani strette a pugno lungo i fianchi.
Lo abbraccio forte, tirandogli piccole pacche sulle spalle per confortarlo. Si siede accanto a me, e rimane in silenzio per tutta la funzione.
Poi seguiamo il carro funebre fino al cimitero, dove la bara viene interrata. Allora, molte ragazze presenti cominciano a piangere, e anche Niall non riesce a trattenere le lacrime, e si sfoga contro il petto di Mirta, che è immobile, immersa nel dolore.
Liam osserva in silenzio la bara che viene calata già, gli occhi lucidi, velati di lacrime, ma nonostante questo non versa una lacrima.
Giorgia mi tiene per mano tutto il tempo, aumentando la presa proprio nei momenti in cui sto per cedere, come se viaggiassimo sulla stessa lunghezza d'onda.
Osservo come la bara venga ricoperta di terra, come se volessero cancellare il ricordo di tutto questo. Come se volessero cancellare il ricordo di lui su questa terra.
Non appena la bara è stata ricoperta del tutto, la gente inizia a sparire, e ben presto rimaniamo solo io e Liam
"Com'è successo?" mi chiede

"Overdose. La condanna di ogni drogato"

"Non c'è da stupirsi, era completamente fuori controllo ormai"

"Già" annuisco

"Rimarrà sempre nei nostri cuori. La sua risata, le battute e gli scherzi che ci faceva sempre quando eravamo più piccoli"

"E chi se li scorda?" sussurro, poi mi chiude in un abbraccio.
Rimaniamo così per qualche secondo, poi se ne va, lasciandomi da solo.
Giorgia si siede davanti alla lapide, incrociando le gambe
"Che fai?" chiedo confuso

"Nulla, aspetto che tu sia pronto ad andare via" mi sorride, ricambio il sorriso e osservo ancora la lapide

| Louis Williams Tomlinson
24.12.1991-03.05.2020
Per sempre nei cuori di chi gli ha voluto bene |

Abbiamo scelto questa frase per ci sembrava la più adatta alla situazione. Sì, mi mancherà nonostante tutto.
Ma Louis è solo un altro capitolo della mia vita. Un altro capitolo finito.
Ma i capitoli finiti non vanno dimenticati, bensì ricordati, perché sono proprio loro che ti aiutano ad andare avanti.
E così sarà: Louis è un altro capitolo finito della mia vita, ma lo ricorderò per sempre, perché mi aiuterà a ricordare cosa nono voglio diventare. 
Mi aiuterà a creare la mia nuova vita, senza sbagliare un'altra volta, per amore di me stesso, e soprattutto delle persone che amo.

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Capitolo 64
*** Capitolo Sessantaquattro ***


Pov. Zayn
Ripenso a ieri pomeriggio, al funerale di Louis.
Giorgia mi è sempre stata vicino, mi ha sempre tenuto la mano, come per ricordarmi che lei c'era, che lei era lì per me. 
Se non ci fosse stata lei, molto probabilmente sarei crollato. Sì perché lei riesce a calmare le mie inquietudini, le mie paure. Lei è la mia forza.
Per questo che la amo.
Mi alzo dal letto, decidendo di preparale la colazione. 
Dal giorno del matrimonio non ho più sentito la madre di Giorgia, e forse dovrei davvero cominciare a chiederle cos'ha intenzione di fare. Non potrò parlare con Giorgia, finché Maria non avrà parlato con lei, ma soprattutto non posso portarmi dietro questo peso.
Il conoscere chi è vero il padre di Giorgia, mi sta uccidendo. Ma sicuramente non posso essere io a dirglielo
| Quando ha intenzione di parlare con Giorgia? | Scrivo a Maria
| Oggi pomeriggio. La andrò a prendere, e le parlerò. Ti ricordi cosa devi fare? |
| Certo che me lo ricordo |
| Benissimo |
Ovviamente il lavoro sporco tocca a me, perché a me tocca risistemare la merda che sua madre ha fatto.
Fantastico
"Ehi, già che pensi alle sette del mattino?" Giorgia si siede al bancone, appoggiando il volto sulle mani, gli occhi ancora chiusi

"Buongiorno amore" sorrido, notando quanto sia adorabile la mattina appena alzata

"A che pensi?"

"A cosa potrei farti per colazione" scherzo, cercando di risultare il più normale possibile

"Fammi quelle crepes che hai cucinato l'altra sera. Erano buonissime" borbotta

"E crepes siano!" 
Mi muovo velocemente per la cucina, preparando l'impasto. La mia iperattività è un modo per occupare la mente. Non voglio in alcun modo pensare ad oggi pomeriggio ed a quello che succederà.
L'unica certezza che ho e che non so quale potrebbe essere la sua reazione, e devo dire che questo mi terrorizza.
Come la prenderà? Sarà delusa, incazzata o ferita?
È così dannatamente imprevedibile, e questa cosa mi sta letteralmente facendo uscire di testa
"Comunque sono due giorni che Jacob non mi rivolge più la parola" aggiunge, non appena è abbastanza sveglia da poter sostenere una conversazione

"Cosa? Come?" saprà già tutto?

"Non lo so.. non mi parla e basta. È come se gli avessi fatto qualcosa, ma non so cosa. E lui non vuole parlare con me, quindi non riesco nemmeno a chiedergli cosa gli ho fatto" 

"Magari è solo un periodo no"

"Sai quanti suoi 'periodi no' abbiamo affrontato da quando ci conosciamo? Nessuno è mai stato come questo"

"Andrà tutto bene amore mio. Ricordati che qualsiasi cosa accada, lui ti vorrà sempre bene"

"Sai qualcosa che dovrei sapere?" chiede dubbiosa

"Io? No" scuoto velocemente la testa. Lei continua a fissarmi, poi si alza per andarsi a preparare.
Rimango solo in cucina, immerso nella paura per ciò che sta accadere.


Pov. Giorgia
Appena arrivata a scuola, ho incontrato Jacob, che mi è passato davanti senza nemmeno guadarmi. Ha raggiunto un suo amico, che frequenta ancora il campus, e si sono allontanati, sparendo in fondo alla strada.
Questa situazione mi sta letteralmente distruggendo. È orribile il fatto che il tuo migliore amico ti ignori, senza che tu ne sappia il motivo. Cosa avrò fatto?
Ho passato questi due giorni ripensando a qualche mio possibile comportamento sbagliato, ma anche volendo, non riesco a trovare nulla che abbia potuto portare a tutto questo.
Ho provato ad avvicinarmi a lui, ma senza successo. Anzi, ho ricevuto solo un 'vaffanculo' da parte sua.
Avrei voluto morire in quel momento: l'odio in fondo ai suoi occhi, mi ha letteralmente distrutta.
Passo l'intera giornata di scuola a fissare il vuoto, desiderando solo che Zayn fosse qui, a baciarmi e stringermi, ripetendomi che tutto si risistemerà. 
Quelle parole, dette da lui, hanno la capacità di farmi credere davvero che tutto tornerà al suo posto, anche se in realtà sta andando tutto a puttane.
Ma quando penso che nulla potrebbe andare peggio, noto la macchina di madre aspettarmi all'uscita da scuola.
"Mamma?" domando confusa

"Ciao tesoro" sorride appena "Vieni sali, voglio pranzare insieme a te"

"Zayn dov'è? Di solito mi porta lui a casa" mi guardo attorno

"L'ho avvisato, tranquilla. Sali, dai" mi fa un cenno con la testa. Annuisco e salgo in macchina.
Non appena saliamo entrambe in macchina, il silenzio è l'unico assordante rumore. Per quale dannato motivo, mi è venuta a prendere? E per quale dannato motivo, vuole pranzare con me? Non l'ha mai voluto fare per mesi, ed ora si presenta qui, senza avvisarmi almeno il giorno prima? 
"Com'è andata scuola?" mi domanda

"Uhm, bene" 

"Meno male" annuisce "Vorresti andare da qualche parte in particolare?"

"No, vorrei solo sapere per quale motivo sei qui"

"È solo un gesto carino di una madre nei confronti della propria figlia"

"Certo" annuisco, e mi volto a guardare fuori dal finestrino.
Il silenzio piomba di nuovo nell'abitacolo. Guida lentamente tra le corsie della città, e mi verrebbe voglia di premerle la gamba per farle premere quel dannato acceleratore.
Questo dannato viaggio è una dannata agonia.
Tiro un sospiro, quando vedo in fondo alla strada, la casa dove sono cresciuta.
Scendo velocemente dalla macchina, respirando profondamente per rilassarmi.
Poi insieme a mia madre, mi incammino verso casa. Appena entriamo, un odore di lavanda mi invade le narici, e come tutte le volte che entro qui migliaia di ricordi mi affiorino nella mente.
Scuoto la testa e mi siedo al tavolo nella grande e luminosa cucina
"Cosa vuoi da mangiare tesoro? Pasta al formaggio, oppure toast al formaggio?"

"Toast al formaggio"

"Uhm, bene" annuisce e comincia a muoversi per la cucina, preparando tre o quattro toast.
Appena ha finito, si siede davanti a me, e mangia in silenzio.
Penso di non essere mai stata così a disagio, come in questo momento.
Guardo in giro per la cucina, osservando le varie foto di famiglia appese alle pareti. La più bella è quella che campeggia accanto alla finestra centrale. Mi ricordo perfettamente quel giorno: era il diciassettesimo compleanno dei gemelli. Io, Francesco e Marco decidemmo di spegnere le candeline prima che lo facessero loro. La mamma ci immortalò nel momento successivo, tutti sorridenti e soddisfatti per lo scherzo riuscito.
"Che ne diresti di.. ehm, parlare?" eccoci arrivati al punto

"Immaginavo che ci fosse qualcosa sotto" incrocio le braccia sul petto "Di cosa?"

"È un argomento piuttosto delicato"

"Senza troppi giri di parole mamma"

"Volevo.. parlarti di tuo padre" mi si ferma il cuore. Mio padre?

"Mio padre?" appoggio le braccia sul tavolo, avvicinandomi a lei

"Sì. È ora che faccia un po' di chiarezza su questa storia" sento il cuore battermi all'impazzata. Davvero sto per scoprire chi è mio padre? "Hai avuto già a che fare con quest'uomo"

"Sì?"

"Sì. Perché lui.. Perché lui è il padre di Jacob" cosa? Non può essere, non può essere vero. Il padre del mio migliore amico, è anche mio padre?

"Che cosa?" sussurro "Non può essere. I genitori di Jacob sono ancora insieme.. Vuole dire che tu.. Che voi.."

"È stata un scappatella, tesoro. Una cosa da nulla. Ci siamo incontrati in un locale di New York, circa diciassette anni fa e noi.."

"Sei andata a letto con lui, mentre era sposato?" urlo. Lei rimane in silenzio "Io sono il frutto di un adulterio? O mio dio!" mi alzo lasciando la stanza

"Tesoro aspetta.."

"Jacob lo sa vero? Per questo motivo ora mi odia!"

"Mi dispiace.."

"Dio mamma! Mi hai tenuta nascosta per anni, e per di più sono nata da un adulterio!"

"Tesoro.."

"Lasciami stare!" urlo.
| Zayn, vienimi a prendere per favore. Fai in fretta, sono a casa di mia madre | digito violentemente, prima di mettere il telefono in tasca.
Esco da quella casa per la seconda volta piangendo. Mi siedo sul bordo del marciapiede, aspettando di vedere il suv nero di Zayn arrivare e portarmi via da qui.
Non posso crederci. Il padre del mio migliore amico, è anche mio padre. E ora il mio migliore amico mi odia.
Tutta colpa di mia madre e delle sue cazzate. Non posso credere che tutto questo sia succedendo davvero.
Non posso credere che mia madre, per l'ennesima volta mi abbia rovinata.
Mi prendo la testa fra le mani, continuando a piangere.
Un rombo di motore di fa sempre più vicino: alzo lo sguardo e vedo Zayn scendere dall'auto, per sedersi accanto a me, e prendermi tra le braccia.
Mi sfogo per l'ennesima volta contro il suo petto, mentre lui mi accarezza i capelli.
Quando poi mi calmo leggermente, mi prende in braccio e mi fa sedere sul sedile, portandomi via da quel posto che negli ultimi tempi non mi ha prodotto altro che dolore.

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Capitolo 65
*** Capitolo Sessantacinque ***


Pov. Giorgia
"Lui mi odia per questo" sussurro con la voce roca, mentre Zayn mi accarezza dolcemente.
Siamo sdraiati sul letto. Ho la testa appoggiata sul suo petto, e una grossa macchia bagnata scurisce la sua maglia grigia. Mi passa una mano nei capelli, mentre con l'altra mi tiene per mano.

"È solo sotto shock. Dagli il tempo di assimilare la notizia, poi sarà più che felice di essere tuo fratello"

"Fratellastro. E comunque suo padre ha tradito sua madre.. con mia madre! Dio, peggio di una fottuta telenovela spagnola!"

"Pensa, un giorno potranno davvero farci un soap: 'Le avventure di una strampalata famiglia allargata' "

"Smettila, non sei divertente" scoppio a ridere

"Amo la tua risata" mi bacia la testa "Ascoltami Gio, siamo esseri umani e in quanto tali tendiamo a fare cazzate. Penso sia proprio scritto nel nostro DNA, e che ogni persona abbia un numero predefinito di cazzate. Beh guarda me per esempio, ho un numero di cazzate davvero infinito nel mio Dna"

"Dove vuoi arrivare?"

"Voglio solo cercare di farti capire che ciò che è successo tra tua madre e quell'uomo è solo frutto della follia umana. O meglio, dell'istinto umano. Non so se ti è mai capitato, ma certi impulsi sono davvero.. complicati da gestire"

"La stai giustificando?" esclamo, alzandomi da lui

"Giorgia aspetta, ti prego" mi blocca, prendendomi un polso "Non la sta giustificando, in alcun modo. E non voglio nemmeno che tu ce l'abbia con tuo padre, ma la colpa non è esclusivamente di Maria. Il padre di Jacob sapeva benissimo di essere sposato, e magari tua madre non ne era nemmeno al corrente"

"Non so cosa pensare" mi prendo la testa fra le mani "Vorrei solo poter parlare con Jacob, risolvere prima le cose con lui, e poi con i miei.. genitori"

"Te la senti di fare un salto a casa sua?" mi propone, riportando la mia attenzione su di lui

"Mi porteresti davvero?"

"Certo, so quant'è importante per te" sospira

"Ti amo" lo bacio, abbracciandolo forte "Ma non me la sento di andare. Non me la sento di incontrare mio padre, di cui tra l'altro non conosco nemmeno il nome"

"Quasi un anno di amicizia con Jacob e non sai nemmeno il nome di suo padre" scoppia a ridere

"Dai, non lo ritengo importante" gli tiro un pugno sulla spalla

"Ti amo amore mio" mi bacia "E per favore, ricorda che siamo esseri umani: tendiamo a fare cazzate senza pensare alle conseguenze"

"D'accordo" annuisco, e torno a sdraiarmi con la testa sul suo petto.
Lui comincia a canticchiare a bassa voce, come per non disturbarmi i miei pensieri. Stringo un po' più forte la sua maglietta, e inspiro profondamente per sentirne il profumo. 
L'odore pungente del suo dopobarba si unisce al muschio del suo bagnoschiuma, creando un odore particolare che diffonde in me un senso di tranquillità.
Si riesce a percepire anche l'odore di fumo, che impregna i suoi vestiti.
Adesso che ci penso, non ho nemmeno dato il tempo a mia madre di spiegarmi come stavano realmente le cose.
Lei sapeva che lui era sposato? Sapeva che aveva un figlio? E cos'ha pensato appena ha scoperto di essere incinta? E soprattutto, perché mi ha nascosta?
Domande che non ho avuto la forza di fare, perché troppo piena di rabbia.
Ma forse Zayn ha ragione: siamo esseri umani, ed è nella natura degli esseri umani sbagliare. Commettere errori di cui potremmo pentirci.
Ciò che più mi fa rabbia, è la collera di Jacob nei miei confronti. Lui è arrabbiato da morire con me, e questo mi distrugge.
Devo prendere coraggio, e affrontare questo problema di persona. Voglio assolutamente aggiustare le cose con lui, se solo avessi una dannata idea di cosa fare.



Pov. Zayn
È stato un pomeriggio parecchio pesante. Giorgia dopo che siamo tornati da casa di Maria, non ha fatto altro che piangere per circa mezz'ora, e cazzo, sono stato malissimo.
Non saprei dire come mi sento tutte le volte che la vedo piangere, semplicemente non sopporto vederla stare male.
Non riesco a dire nulla e l'unica cosa che sono in grado di fare e abbracciarla e accarezzarla, perché so che se aprissi bocca anche io, scoppierei in lacrime.
Che uomo.
Sorvolando questo, quando si è calmata, e siamo riusciti a parlare, la situazione sembra si sia rilassata un po'.
È rimasta poi tutto il pomeriggio sul letto, alternando stati di dormiveglia a stati di lucidità.
Non ha nemmeno parlato molto, ma si è limitata a rivolgermi qualche sorriso tutte le volte che entravo in camera.
Circa ogni dieci minuti.
Mentre tengo d'occhio il sugo per la pasta, cerco di capire quali siano i veri sentimenti di Giorgia verso la madre: è davvero arrabbiata? Oppure è soltanto delusa? Avrà capito ora, e sarà disposta a perdonarla?
"Odio piangere. Tutto le volte che lo faccio, gli occhi mi si gonfiano, e diventano rossi. Sembro fatta. Per non parlare del mal di testa" si lamenta entrando in cucina

"Ehi, come stai?" mi avvicino a lei, cingendola tra le braccia

"Ho passato periodi migliori" mi sorride. Le passo una mano sulla guancia, e posso sentire le lacrime secche sulla sua pelle morbida. 
Prendo un fazzoletto, lo bagno, e glielo passo sul viso, in modo da eliminare i residui.
"Grazie" mi sorride ancora

"Prego, mia piccola lacrimuccia"

"Come mi hai chiamata?" alza la testa disgustata

"Pensavo fosse tenero" aggiungo

"I soprannomi teneri non fanno per te, Zayn" scoppia a ridere, dandomi un piccolo schiaffetto sul petto

"Però ti ho fatta ridere" sorrido

"In quello non fallisci mai" mi guarda negli occhi, e non posso fare a me di sciogliermi nel suo sguardo dolce e innocente.

"Ti amo" aggiungo

"Anche io"

"Forza, è pronta la cena! Pasta al sugo, e panini a volontà!"

"Oh no Zayn, ti prego! Sono stufa di mangiare panini!" si lamenta scoppiando a ridere subito dopo.

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Capitolo 66
*** Capitolo Sessantasei ***


Pov. Giorgia
"Grazie per avermi accompagnato" sorrido a Zayn, mentre lui è concentrato a guardare le strada. Stiamo andando a casa di Jacob, in modo che possa parlare con lui

"Non ti preoccupare amore" mi stringe una gamba "Come stai? Agitata?"

"Un po'. Un po' tanto. Terrorizzata è riduttivo, diciamo" 

"Andrà bene" sorride "Se vuoi posso.."

"No Zayn, grazie" lo blocco immediatamente "è una cosa che dobbiamo affrontare io e Jake"

"D'accordo" annuisce, ma posso cogliere una nota di amarezza nella sua voce.
So che vorrebbe starmi vicino in questo momento, e lo vorrei davvero anche io ma è il caso che io affronti questa cosa a quattrocchi con Jake.
Ci ho pensato tutta la sera ieri, per poi arrivare a decidere che è il caso di parlare con lui. E comunque non potevo aspettare oltre.
Spero solo che mi ascolti.
Ho bisogno di lui. Ho bisogno del mio migliore amico. Dei suoi abbracci, del suo profumo sui miei vestiti.
Gioco nervosamente con le dita per tutto il viaggio, finché non arriviamo a casa sua.
Penso che si possa addirittura vedere il mio cuore battere, talmente sono agitata
"Amore, rilassati, andrà bene" si volta ancora Zayn

"Lo spero. Mi dai un bacio?" lo supplico

"Anche due" mi sorride, poi si avvicina. Mi prende il volto tra le mani, e appena le sue labbra toccano le mie, sento il mio cuore calmarsi "Ti aspetto qui fuori?"

"Oh, non saprei.. se vuoi" 

"Certo che voglio" sorride "Ti aspetto qui. Ciao piccola" mi accarezza ancora il volto, poi mi osserva camminare verso casa di Jake.
Mi incammino con passo incerto, e dopo aver rivolto un'ultima occhiata a Zayn busso alla porta. Dopo qualche secondo, la grossa figura di Jacob mi compare davanti
"Ciao" sussurro "No! Aspetta! Possiamo parlare?" blocco la porta prima che possa chiuderla

"Non ho niente da dirti" ringhia

"Jacob.. Ti prego" singhiozzo. Oh bene, comincio a piangere molto prima del previsto

"Non.. Non piangere" urla

"Ho bisogno di parlare con te. Ho bisogno di parlare con te di questa cosa" sussurro

"Quale cosa?" chiede

"Quella dei nostri genitori"

"Cosa vorresti dirmi? Che non è colpa tua? Che tu non c'entri nulla? Cosa pensi, che non lo sappia? So che tu non hai colpe, ma non posso essere tuo amico"

"Perché Jake?"

"I miei genitori si stanno separando a causa tua.. cioè, di questa situazione" si corregge

"Mi dispiace, davvero, ma non è colpa mia.."

"Come posso essere amico della persona che è in parte la causa della separazione dei miei genitori?"

"Jacob ascoltami per favore" lo supplico "So che sei arrabbiato, e ne hai tutto il diritto, ma ti ricordi cosa mi dicevi sempre? Sei la sorella che non ho mai avuto. Ed ora? è tutto reale, condividiamo lo stesso sangue, siamo fratelli Jacob"

"Lo so, e se non fosse per la separazione dei miei, potrei anche essere felice di questo"

"Ho ancora bisogno di te, Jake" mi avvicino a lui, e lo abbraccio, scoppiando a piangere sul suo petto

"Oh, Giorgia.." mi stringe, appoggiando la testa alla mia.
Ben presto ci ritroviamo terra: lui seduto a gambe incrociate, io accanto a lui.
Entrambi abbiamo gli occhi rossi e gonfi.
Piccole lacrime sul volto scivolano veloci, mentre sul suo viso è dipinta un'espressione di chi non sa cosa fare
"Ti voglio bene, davvero tanto Giorgia. Ma cerca di capire, i miei genitori si stanno separando, a causa di tua madre. Tu sei il frutto del tradimento di mio padre. Come posso guardarti e non pensare che a causa di tua madre,  o comunque che a causa di quello che è successo tra tua madre e mio padre, i miei si sono lasciati?" mi accarezza il volto

"Io.."

"Non voglio chiudere l'amicizia con te, perché non ce la farei. Io.. ho solo bisogno di un po' di tempo per.. per assimilare bene questa situazione"

"Quanto tempo ci vorrà?" chiedo, leggermente più tranquilla di qualche minuto prima

"Non lo so.. Perché non lasci che sia io a tornare da te?"

"E se non dovessi tornare?"

"Tornerò. Non so quando, ma tornerò. Okay?" mi sorride debolmente

"Ti voglio bene" lo abbraccio ancora, prima di allontanarmi da lui.
Prima di salire sulla macchina, ci scambiamo un ultimo sguardo, poi lui scompare dietro la massiccia porta di legno.



Pov. Zayn
Tornerà. Certo, chissà quando. Come se Giorgia se non avesse già sopportato abbastanza attese.
Io che per due volte me ne sono andato, adesso lui.
Che diamine, appena mi ha raccontato tutto, avrei voluto spaccare la faccia a quella testa di cazzo.
Come puoi incolpare Giorgia della separazione dei suoi genitori? Ma lui non l'ha fatto, mi ricorda la mia coscienza.
Okay, forse non l'ha proprio incolpata, ma non vuole più vederla perché la reputa in parte causa dell'allontanamento dei suoi genitori.
Cazzo, so quant'è difficile il divorzio, ci sono passato. Quando ero piccolo i miei di separarono, e cazzo fu difficile, ma come puoi trattare Giorgia così? Dopo tutto quello che ha fatto?
Certo il mio parere non ha molto valore, ma è comunque una delle persone migliori su questo pianeta. 
Quando ero rinchiuso in quella merda di clinica per la disintossicazione, Giorgia veniva spesso a farmi visita, e mi parlava di Jacob e quella ragazza.. Melissa. Stavano insieme da due mesi più meno, poi si sono lasciati e Giorgia ha fatto di tutto purché tornassero insieme. E per qualche tempo ci è pure riuscita.
L'ha aiutato a sistemare le cose con la sua ragazza, ed ora lui la tratta così? Ma che razza di migliore amico è?
Faccio zapping alla tv, mentre aspetto che Giorgia finisca il bagno. Vengo riportato alla realtà quando il mio cellulare vibra
| Hai parlato con lei? | Maria non mi lascia tregua
| Ci ho provato, ma non so cosa ci ho ricavato. L'unica cosa a cui pensa ora, è il suo rapporto con Jacob |
| Cerca di convincerla, ti prego |
| Farò il possibile, ma non sono un mago. Non ho una bacchetta magica che sistema i tuoi errori. Tu ora stalle lontano, non penso voglia vedere né te, né suo padre |
| Non puoi dirmi cosa fare con mia figlia |
| Ti sto solo aiutando | 
Non ricevo risposta.
Dio, questa situazione è stressante per tutti. Io devo risistemare i casini di Maria, rischiando di metter in pericolo il mio rapporto con Giorgia che, tra l'altro, potrebbe essere messo in pericolo da Maria stessa, se non faccio quello che dice.
Ma che diavolo di casino è?

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Capitolo 67
*** Capitolo Sessantasette ***


Pov. Zayn
Navigo per il web, in attesa che mi venga un'idea.
Voglio portare Giorgia lontano da qui per un po', giusto per tranquillizzarla.
Ma non ho idea di dove portarla. Miami forse? D'altronde siamo stati benissimo lì, forse i migliori giorni che abbiamo passato insieme, a parte qualche litigio.
La osservo mentre legge un libro di Sparks
"Sempre a leggere quei libri" la derido

"Cos'hanno che non va?"

"Sono troppo.. romantici" le prendo il libro, e inizio a sfogliarlo

"Mio caro Malik, sebbene lei di romanticismo in fondo se ne intenda, dovrebbe davvero imparare da quest'uomo"

"Ah sì?" mi avvicino a lei, che d'istinto si morde il labbro

"Assolutamente sì" annuisce, incrociando le braccia sul petto

"Forse non sono molto alla Sparks. Forse preferisco altri generi"

"Tipo?" si sdraia sul letto, permettendomi di sdraiarmi su di lei

"Come cinquanta sfumature" le alzo la maglietta, facendo scivolare le mie labbra dallo sterno fino all'elastico dei suoi slip. Il suo respiro aumenta, mentre stringe le gambe.

"Mh, non ricordo bene di cosa parla.. Non è che mi farebbe un riassunto?" mi domanda, mordendosi il labbro

"Oh beh, prima regola: non morderti mai il labbro" mi avvicino a lei, prendendo il suo labbro inferiore tra i denti.
La sua bocca si allarga in un sorriso
"Poi?" mi prende il volto tra le mani

"Poi? Beh, non alzare mai gli occhi al cielo" la bacio dietro l'orecchio

"Così?" mima il gesto

"Male signorina Di Stefano, dovrò punirla ora"

"Prego signor Malik, faccia di me quello che vuole" si morde ancora il labbro
Comincio a baciarle il collo, mentre la tengo ferma dai fianchi. Lei si agita sotto di me, in attesa del mio tocco.
Le sfilo la maglietta, baciandole il petto, e il seno.
Riesco a slacciarle il reggiseno, e dopo averlo sfilato con una mano stuzzico il seno sinistro, mentre con la bocca assaggio il destro.
Lei si inarca premendosi contro di me. Quando sono sazio, riporto la mia bocca sulla sua, baciandola.
Premo la mia parte bassa su di lei, facendole sentire che effetto provoca in me
"Dato che ha violato le regole per ben tre volte, dovrai aspettare per averlo" sorrido, mentre mi premo ancora contro di lei. 
Le sfugge un ansimo, mentre mi avvicina a lei per potermi baciare.
La sua bocca assaggia la pelle del collo e delle clavicole, lasciandoci piccoli segni viola.
"Se continui così, il gioco si concluderà molto presto" ansima

"Mi deludi così" la derido "Vediamo quanto riesco a portarti vicino"

"Zayn non ci.." cerca di alzarsi, ma la blocco

"No. Stai giù" mi siedo delicatamente sul suo bacino, cercando di non farle male.
Le blocco i polsi sopra la testa, mentre la bacio. Poi scendo sul collo e sui capezzoli.
La stuzzico, e quando noto che è quasi all'apice, mi allontano.
"Cosa cazzo fai?" ansima

"Amo vederti così bisognosa del mio tocco" ghigno, ma anche la mia resistenza inizia a diminuire "Non vedo l'ora di scoparti, ma dovrai aspettare ancora un po'" la bacio
Le sfilo i leggings che aveva indosso, e faccio scivolare le labbra sulle sue cosce. Ben presto dei brividi compaiono sul suo corpo, e diventa irrequieta.
Le abbasso leggermente gli slip, e le lascio un piccolo succhiotto. Mi stringe le spalle, mentre continua ad ansimare.
Abbasso le testa, e le divarico le gambe. Gliele tengo aperte, mentre succhio leggermente il suo punto sensibile.
A questo punto, inizia ad ansimare il mio nome. Stringe il lenzuolo tra la mani, e cerca i chiudere la gambe, ma le mie braccia le bloccano.
Faccio ruotare due dita sul suo clitoride, alternandole alla mia lingua.
Poi le infilo dentro di lei, e comincio a muoverle aumentando sempre di più la velocità ma mi fermo non appena le sue gambe si irrigidiscono.
"Ti prego Zayn, ne ho bisogno" mi tira verso di lei, baciandomi intensamente "Ti prego" mi supplica ancora

"Ancora un momento" sorrido. 
Mi alzo dal letto, e prendo un preservativo dal comodino. Lo apro, e dopo averlo messo, mi riposiziono su di lei.
Cercando ancora di provocarla, faccio scivolare la punta di silicone lungo le sue cosce finché lei non interviene
"Basta, questo gioco è durato abbastanza" si alza leggermente, prende il mio membro tra le mani, e mi aiuta ad entrare in lei.
Spingo delicatamente in lei, mi muovo lentamente come per assaporare ogni spinta. Le mie labbra assaggiano il suo collo, mentre le sue mani spingono la parte bassa della mia schiena, come per aiutarmi a spingere.
Mi stringe le spalle e si inarca contro di me, non appena raggiunge l'apice.
Nonostante questo continuo a spingere, cercando il piacere
"Fermati" mi ordina. 
Non riesco a fermarmi e continuo a spingere, finché lei non mi spinge via.
"Siediti" mi ordina di nuovo e stavolta l'ascolto, e mi siedo sul bordo del letto.
Mi sfila il preservativo e prende in bocca la mia lunghezza. Inizia a muovere la testa, leccando la punta.
Con una mano tiene ferma la lunghezza, mentre con l'altra stimola il retro del pene, provocandomi un piacere mai provato fino ad ora.
Butto la testa all'indietro, mentre ansimo il suo nome. Quando abbasso la testa, e la vedo nuda in ginocchio davanti a me basta a farmi raggiungere l'apice. La spingo via, e vengo, macchiando il pavimento.
"Perché mi hai spinto via?" domanda, sdraiandosi accanto a me

"A dir il vero non lo so, ma non voglio che tu lo faccia"

"Okay" mi sorride, prima di lasciarmi un piccolo bacio "Sì, sei proprio strano"

"L'hai capito solo ora?" 


Pov. Giorgia
Oh sì, Zayn ci sa proprio fare.
Non riesco a smettere di pensare a questa mattina, a come sia stata incredibile.
Solo lui riesce ad avere questo effetto su di me. È incedibile come riesca a conoscere tutti i miei punti deboli, e sfruttarli a suo vantaggio.
E poi devo dire che questa cosa alla 'Cinquanta Sfumature', non mi è dispiaciuta per niente. Anzi.
Il tono autoritario in cui mi ha parlato, e quel giochetto ha avuto sicuramente un effetto positivo.
Mi muovo sul sedile del pullman, attirando l'attenzione di un signore. 
Abbasso lo sguardo imbarazzata, e cerco di distrare la mente da quei pensieri.
Sto raggiungendo le ragazze, per un pomeriggio di shopping. Finalmente, dopo tanto tempo, possiamo dedicare un pomeriggio a noi.
| Ti aspettiamo all'entrata del centro commerciale! Chiara | ricevuto un messaggio
| D'accordo! | rispondo e rimetto il telefono in tasca.
Dopo un interminabile viaggio, finalmente raggiungo le mie amiche
"Eccola!" grida Veronica

"Scusatemi il ritardo" aggiungo imbarazzata "Adesso sono tutta per voi"

"Era ora! Da quando stai con Zayn, noi non esistiamo più!" mi deride Chiara

"Non è vero" scoppio a ridere

"Dici?" mi sfida Jessica

"Okay, okay. Possiamo andare?" cerco di sfuggire a questa imbarazzante situazione

"Scappa, scappa!" mi deride ancora Chiara.
Cominciamo a girare per il centro commerciale, fermandoci in parecchi negozi. Ci fermiamo a provare qualche vestito, e fare qualche foto, poi decidiamo di andare nel giardino esterno.
"Che bella giornata" esclamo, sedendomi al sole

"Che meraviglia" annuisce Jessica

"Ma come vanno le cose con Zayn, Gio?" mi domanda Chiara

"Oh, molto bene. Stranamente le acque sembrano tranquille per il momento" sorrido

"E a sesso? Com'è la situazione?" interviene Jessica

"Cosa?" esclamo, scoppiando a ridere

"Hai capito bene signorina"

"Bene penso" rispondo coprendomi il volto

"Che vuol dire 'penso' ?" scoppia a ridere Chiara

"Ragazze, da quel punto di vista le cose vanno più che bene" annuisco, ricordando ciò che è successo poco ore prima "Anzi, dovete aiutarmi: ho intenzione di comprarmi un bel completo intimo, da usare con lui.."

"Uhuh! Qua le cose vanno a gonfie vele direi!" urla Veronica battendo le mani

"Siete sempre le solite" rido scuotendo la testa

"Forza, vieni vieni! Dobbiamo assolutamente trovare qualcosa!" mi trascina Jessica
Rientriamo nel centro commerciale, e velocemente ci dirigiamo verso il primo negozio di intimo che troviamo. 
Mi propongono diversi modelli, alcuni dei quali fin troppo osé: rimango indecisa tra un completo di pizzo nero, e un completino rosso.
Il completo nero, ha un reggiseno con dei disegni in pizzo, e le mutandine completamente di pizzo sul davanti e si concludono con una linea sottile dietro.
Mentre il completo rosso, è un po' più coprente: una brasiliana col pizzo, e un reggiseno con decori in pizzo.
"Quale dovrei prendere?" domande alle mie amiche

"Mh, io opterei per quello nero! Guarda le mutandine, ti staranno da dio!" annuisce Veronica

"Concordo" annuisce Jessica

"Ehm, penso che prenderò quello rosso. Non sono ancora pronta per portare il perizoma. Non mi copre nulla"

"È esattamente questo il punto!" esclama Jessica.
Scuoto la testa ridendo, e decido di comprare il completino rosso, più adatto a me.
Poi dopo un ultimo giro veloce, decidiamo di tornare a casa.
"Facci sapere quando lo userai" ammicca Chiara

"Sarete le prime a saperlo" le derido

"Ciao tesoro" mi salutano, prima di salire sul loro pullman.
Attendo qualche minuto l'arrivo del mio, e poi torno a casa, immaginandomi la reazione di Zayn non appena vedrà cos'ho comprato per lui.

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Capitolo 68
*** Capitolo Sessantotto ***


Pov. Giorgia
Le velocità dei pullman di Greenville è davvero incredibile: una quarantina di minuti per fare un percorso si potrebbe fare tranquillamente in trenta. 
Incredibile.
Quando finalmente arrivo alla mia fermata, tiro un sospiro di sollievo: stavo impazzendo. Sembra che quasi tutta Greenville abbia preso il mio stesso pullman al mio stesso orario.
Incredibile, non è vero?
Cerco le chiavi di casa di Zayn, e dopo aver quasi rovesciato il contenuto della mia borsa in mezzo alla strada, apro la porta e ciò che trovo appena entro, non mi migliora la giornata: la poco appariscente vicina di Zayn, sta allegramente parlando con lui, seduta al suo tavolo.
Indossa, ovviamente, una delle sue canottiere scollatissime, che mette in risalto il suo seno siliconato.
I leggings neri, lasciano ben poco all'immaginazione.
"Ciao" saluto la coppia seduta al tavolo

"Ciao amore" Zayn mi rivolge un sorriso

"Oh, ciao" Louise mi rivolge un finto sorriso

"Come stai, Louise?" mi avvicino a lei, indecisa se staccarle quell'orribile parrucca bionda che ha in testa, o le tre paia di ciglia finte che ha sugli occhi

"Tutto bene, e tu?" i suoi denti bianchissimi sembrano illuminare la stanza

"Bene" le rispondo prima di lasciare la stanza.
Sento Zayn dire qualcosa prima di raggiungermi
"Ehi piccola, tutto okay?" 
Mi stai chiedendo se tutto è okay? Dannazione, no che non è tutto okay. Cosa cazzo ci fa quella plasticata in casa nostra?

"Certo, perché?" rispondo

"Ascolta, è venuta semplicemente a prendersi un caffè" si giustifica

"Va bene, non mi devi spiegazioni" sistemo la mia borsa

"Amore, non sarai gelosa?" sorride avvicinandosi a me

"Zayn non ti avvicinare" ringhio "La tua amica ti sta aspettando"

"Quanto sei bella quando fai così" mi bacia sulla guancia "Ne parliamo dopo"

"Certo" annuisco.
Certo, un caffè. Coincidenza quando io non c'ero.
Torno poi in cucina, infilandomi gli auricolari e buttandomi sul divano, isolandomi dalle loro conversazioni.
Rimango per tutto il tempo al telefono messaggiando e scorrendo distrattamente la bacheca di Facebook, finché l'ospite sgradito non decide di lasciare la casa.
"Ehi musona" Zayn si siede sul divano, sfilandomi gli auricolari

"Mh"

"Non penserai davvero che lei sia il mio tipo?"

"Nono figurati, infatti le ragazze che ti sei scopato in passato ero basse, minorate e con i baffi"

"Non ho mai guardato nessun'altra ragazza da quando sto con te. Non riesco ad immaginare di fare sesso con nessun'altra, perché io voglio fare l'amore, e voglio farlo con te"

"Non penso che lei la pensi così"

"Beh, non è un mio problema, no?" mi sorride "Ti amo"

"Mh" annuisco coprendomi il viso con le mani per l'imbarazzo

"Sei bellissima quando fai così" ride "Allora, raccontami com'è andato il pomeriggio" si sdraia accanto a me, prendendomi tra le sue braccia


Pov. Zayn
Amo quando fa la gelosa. Amo il modo in cui mette il broncio, e il modo con fulmina Louise con lo sguardo.
Mi fa sentire.. importante.
Quando le ho detto che non ho mai guardato una ragazza da quando sto con lei, non mentivo: da quando ho lei, ho tutto ciò di cui ho bisogno. Non avrei motivo di guardare nessun'altra ragazza o anche solo desiderare un'altra.
Forse lei non ha ancora capito quanto io la ami.
Quando finisce di raccontare del suo pomeriggio, sono indeciso se parlare di suo padre. Mark, padre di Jacob e di Giorgia, è passato nel pomeriggio, prima che arrivasse Louise per parlare con Giorgia.
Ed ora? Cosa dovrei fare? Diglielo? Forse è la cosa migliore, c'è il rischio che ritorni in giornata, e se non è preparata potrebbe rimanerci malissimo
"Gio, devo dirti una cosa" dico, rompendo il silenzio

"Cosa c'è?" si volta preoccupata a guardarmi

"Ecco, beh.." 

"Zayn, per favore" mi incita

"Tuo padre è venuto a casa oggi"

"Cosa?" sgrana gli occhi

"Sì, voleva parlare con te, ma tu non c'eri. Gli ho detto che non sapevo quando saresti tornata, ma vuole davvero parlare con te"

"Io no Zayn"

"Ascolta piccola, so che tu sei arrabbiata con i tuoi genitori. Ma qual è il vero motivo? Che grazie a loro, Jacob ti odia, o c'è dell'altro?" l'esamino. Lei rimane in silenzio, distogliendo lo sguardo "Mi hai sempre detto che negli ultimi anni hai sofferto parecchio la mancanza di un padre, ed ora che finalmente questa persona ha un identità, la stai allontanando per quale motivo?"

"Non lo so Zayn" si alza dal divano, e si avvicina alla finestra. I raggi ormai deboli del sole, le illuminano il viso, rendendola ancora più bella "Ho paura, e non so di cosa" scuote la testa

"Hai aspettato per sedici anni questo momento, non permettere che la paura ti freni"

"Lo so Zayn.." annuisce "Non so cosa fare" sospiro

"Ascolta" mi alzo, e la raggiungo "Domani andremo da lui, insieme. D'accordo? Ti accompagnerò fino a casa sua, o fin da lui se vorrai" mi osserva

"Va bene" annuisce, dopo un lungo silenzio

"Ti amo" la bacio, le mi sorride e mi abbraccia rimanendo in silenzio.
Per cena ordiniamo una pizza, e passiamo la serata sul divano a guardare la tv. Lei non parla molto, sembra persa nei suoi pensieri. Ma come biasimarla?
È completamente terrorizzata da questo incontro, e vorrei poter fare qualcosa per alleggerirle un po' l'animo.
Guarda la tv con sguardo assente, mentre mangia lentamente. Ride appena a qualche battuta che le faccio per tirarle sul il morale.
Verso le undici abbandona la cucina, per andare a dormire. La raggiungo, ci sdraiamo insieme nel letto e la prendo tra le mie braccia.
Comincio ad accarezzarle i capelli, mentre canticchio a bassa voce per calmarla. Dopo qualche minuto si addormenta, ma rimango nella stessa posizione: osservo i suoi tratti, e i suoi lineamenti.
Osservo la linea morbida della sua mascella, seguo con gli occhi la forma del suo piccolo naso, e inspiro profondamente per assimilare bene quel profumo che tanto amo.
"Andrà tutto bene, amore mio" le sussurrò all'orecchio, prima di appoggiare la testa sul cuscino, e sprofondare nel sonno.

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Capitolo 69
*** Capitolo Sessantanove ***


Pov. Zayn
Così come ieri sera, stamattina Giorgia non ha parlato molto. Ha mangiato in silenzio la sua colazione, e altrettanto silenziosamente si è preparata.
Ora siamo in garage: lei cammina distrattamente osservando le scatole sistemate sugli scaffali. Si sofferma davanti a una in particolare su cui è visibile una scritta nera 'Scuola'
"Posso vederla?" mi domanda, indicando la scatola. Tiro un sospiro di sollievo per aver finalmente sentito la sua voce

"Certo" annuisco e le sorrido, avvicinandomi per prenderle la scatola.
L'aiuto a sedersi sul bacone, mentre si appoggia sulle gambe la scatola. Tira fuori da essa alcuni quaderni, e dei libri. Li sfoglia attentamente, passandoci sopra le sue piccole manine
"Chi era Catherine?" mi domanda, indicando una scritta scarabocchiata su un libro

"Uhm?" mi giro "Oh, Catherine! Fu la ragazza a cui diedi il mio primo bacio. Ero proprio partito per lei, ma diciamo che lei non lo era molto per me" rido imbarazzato. Annuisce, e continua a sfogliare i libri.
Poi tira fuori un vecchio annuario, e comincia a sfogliarlo
"Oddio, ma questo sei tu?" scoppia a ridere. Indica una foto in bianco e nero, che mi ritrae con un orribile taglio di capelli, e l'apparecchio ai denti

"Non ridere" mi lamento "Ero davvero un schifo" mi giro dall'altra parte

"Puoi star tranquillo che hai avuto la tua rivincita" mi sorride, avvicinandomi a lei per potermi baciare.
Poi riprende a sfogliare l'annuario, finché dal piccolo libro non cade una foto.
Non appena la vedo capisco di che si tratta: io e Giusy, sdraiati su una spiaggia, risalente ad una vacanza che facemmo insieme.
"Oh" sussurra "Lei è..?"

"Giusy" annuisco 

"Era una bella ragazza. Cioè, lo è ancora" si corregge

"Già"

"Non l'hai più sentita, dopo..?"

"No. Perché avrei dovuto? Lei mi odia"

"E se tornassi da lei?" cosa? Cosa vuol dire?

"Cosa intendi?" chiedo, non sapendo bene dove vuole arrivare

"Se io venissi con te, andresti da lei a parlarle? A chiederle scusa?"

"Giorgia, non sai cosa stai dicendo" mi allontano da lei, ma mi blocca prendendomi un braccio

"Invece lo so Zayn. Perché non vuoi provarci?"

"È solo una grandissima cazzata e basta. Lei mi odia, e ne ha tutto il diritto"

"Ma tu non lo sai! Possono essere cambiare le cose da allora" mi prende il volto tra le mani "Dovresti davvero chiederle scusa, farle capire che non sei più quello di un tempo. È il minimo che tu possa fare"

"A cosa servirebbe? Chiederle scusa non cancellerà sicuramente ciò che le ho fatto"

"Ma potrebbe aiutare a metterti apposto con questa" indica la mia testa "E con questo" indica il mio cuore

"Giorgia.."

"Dove hai detto che sta?" mi domanda, bloccandomi

"Mi hanno detto che si è trasferita in Francia"

"Potremmo passare un weekend romantico io e te, e poi magari, se te la senti, passare da lei"

"Non so Gio.."

"Dai Zayn, io mi riconcilio con mio padre, e tu con Giusy"

"Ne parliamo poi, ora andiamo. Mark ti aspetta"
Scende dal bancone svogliatamente.
Sale in macchina, e torna immediatamente silenziosa, mentre ci dirigiamo verso casa di Jacob.


Pov. Giorgia
Mi piacerebbe davvero che Zayn provasse a parlare con Giusy. Penso che debba chiederle scusa, per ciò che le ha fatto. E se dovesse ottenere qualcosa di positivo, potrebbe alleggerire un po' il peso che si porta sulle spalle da anni ormai.. In fondo, è quello che più desidero.
Sarebbe bello se lui riuscisse a risistemare le cose con lei, e io con mio padre. Potremmo archiviare entrambi una parte della nostra vita che ci ha portato solo all'autodistruzione.
Il silenzio regna sovrano nella macchina: io sono persa nei miei pensieri, e Zayn non è da meno. Che stia davvero prendendo in considerazione ciò che gli ho detto?
Impiego qualche secondo a capire che siamo arrivati. 
"Ti prego, aspettami qui" gli sorrido

"Sicura?" annuisco e mi sorride.
Scendo dalla macchina, e m'incammino verso casa di Jacob. Quasi sicuramente lui non ci sarà, visto che ha gli allenamenti di football, quindi potrò tranquillamente - per modo di dire - parlare con suo.. nostro padre.
Esito un attimo prima di bussare alla massiccia porta di legno.
"Giorgia" sussurra sorpreso mio padre

"Mark" sorrido debolmente "Posso, posso entrare?"

"Certo, entra" mi fa spazio, ed entro in quella casa familiare che d'un tratto mi è diventata così estranea "Sono così felice che tu sia venuta. Ieri sono passato e.."

"Lo so, Zayn me l'ha detto" annuisco

"Quindi stai con lui ora?"

"Sì, stiamo insieme da parecchio ormai" sorrido leggermente

"E vivi anche con lui?"

"Non esattamente. Prima vivevo con mia cugina, ma adesso lei è in luna di miele, quindi sto da Zayn. Ma siamo qui per parlare di noi, o di me e Zayn?"

"Hai ragione" annuisce "Ascoltami tesoro.."

"Penso che per ora tu debba ancora chiamarmi Giorgia"

"Oh, d'accordo" risponde "Giorgia, credo che tu debba sapere la verità"

"Un'altra verità? Cos'è? Ho una sorella gemella in giro per il mondo?"

"Io e tua madre ci siamo conosciuti in un locale di New York. Io ero lì per lavoro, e in parte per scappare dalla crisi che io e la madre di Jacob stavamo passando" abbassa lo sguardo

"Una sera, uscì a fare una passeggiata. Ad un certo punto notai una birreria, non troppo affollata, così decisi di entrare. Mi sedetti al bancone, ordinai una birra. La bevvi, poi ne ordinai un'altra. Prima che la cominciassi, una donna si avvicinò: era tua madre. Si sedette accanto a me, e cominciammo a parlare. Era molto simpatica, attraente, una bellissima donna. 
Poi uscimmo e facemmo una passeggiata. Ci ritrovammo ben presto sotto il mio hotel e forse a causa dell'alcool, o semplicemente perché entrambi ci sentivamo soli, ci baciammo. È stato bellissimo, lo ricordo ancora come se fosse successo ieri. Ci baciammo ancora e ancora, e poi la invitai a salire. 
Beh, il resto è storia" abbassa lo sguardo

"La mattina, quando ci alzammo e tutta la magia ormai era sparita, compresa la sbronza, parlammo. Le rivelai di essere sposato, e di aver un figlio. Lei mi disse che si era lasciata da qualche tempo con il suo compagno, e che ultimamente si sentiva molto sola. Le lasciai il tempo di farsi una doccia, poi veloce come era arrivata, se n'è andata.
Non le avevo nemmeno chiesto il numero di telefono, l'unica cosa che mi rimase di lei, era il suo profumo nelle lenzuola.
Quando tornai a casa da mia moglie, sembrava che il periodo passato lontano, avesse migliorato le cose, e riportato il desiderio e l'amore tra noi, così non ho avuto il coraggio di dirle ciò che avevo fatto e nemmeno di cercare quella donna"

"Non vidi più Maria da qual soggiorno, finché non vi siete trasferiti qui a Greenville. Non so se è stata un semplice coincidenza o uno scherzo del destino. Quando ci siamo incontrati al supermercato, per la prima volta dopo sedici anni beh.. è quasi svenuta. 
Penso che sia stato il fatto che avevo una moglie a frenarla dal dirmi di te"

"Oh" rispondo solamente "Wow, che storia.." 

"Ti prego, non avercela con tua madre. Lei ha solo voluto salvaguardare un matrimonio"

"Sì ma io ci sono stata male per tutto questo. Non so se ti ha raccontato.."

"Della droga? Mi ha detto tutto. Mi ha raccontato ogni cosa. Noi ci siamo incontrati per la prima volta, circa un anno fa, quando ormai tu avevi già superato da parecchio la cosa della droga. Lei non aveva alcun contatto con me, non avrebbe comunque potuto dirmelo.. Ci siamo letteralmente persi dopo quella notte. Anche volendo, non avrebbe potuto dirmi di te, visto che non aveva strumenti per trovarmi"

"Non sapevo bene la storia. A dir la verità non ho mai dato la possibilità a mia madre di spiegare come realmente stessero le cose.. Forse avrei dovuto lasciarla spiegare, prima di saltare a conclusione affrettate"

"Tua madre ha capito perché ti sei arrabbiata. Non ti preoccupare, ti abbiamo capito" mi sorride

"Jacob come.. come sta?"

"È ancora piuttosto scosso, ma si riprenderà"

"Non c'è modo di salvare in vostro matrimonio?"

"Tesoro, era già arrivato ad un punto di stallo diciassette anni fa, e questi ultimi due anni sono stati praticamente un flashback di quegli anni di crisi. Ormai non aveva più storia, stavamo portando avanti qualcosa che non poteva avere più alcun futuro" si volta per guardare fuori dalla finestra "Ascolta, parlerò io con Jacob, gli spiegherò bene la situazione, e farò in modo che possa smettere di essere arrabbiato con te"

"Grazie Mark" sorrido "Scusami, ma io non riesco ancora a chiamarti.."

"Non ti preoccupare" mi sorride "Tempo al tempo"

"Grazie ancora, grazie di tutto. Per Jacob, per avermi spiegato la situazione"

"Grazie a te per avermi ascoltato"

"Ciao Mark" lo abbraccio sulla soglia, prima di raggiungere Zayn in macchina.
Mi rivolge uno dei suoi sorrisi migliori e mi stringe la gamba.
"Com'è andata?" mi domanda.
Mi perdo ben presto nel racconto, mentre Zayn guida soddisfatto verso casa.

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Capitolo 70
*** Capitolo Settanta ***


Pov. Zayn
"Forse dovrei davvero parlare con mia madre" aggiunge Giorgia, mentre finisce il suo piatto di spaghetti

"Mh, dici?" domando, ma l'unica cosa che voglio è che lei aggiusti le cose con sua madre, in modo da togliermi da questa situazione surreale

"Sì perché.. beh, non le ho nemmeno dato la possibilità di spiegare" scuote la testa 

"Sì, forse hai ragione. Diciamo che l'incontro con Mark ti ha davvero illuminata" la derido

"Diciamo che mi ha aperto gli occhi su come stessero davvero le cose" annuisce soddisfatta

"Sono davvero contento che tu sia riuscita a sistemare le cose con Mark: so quanto ti facesse stare male l'assenza di un padre" stringo la sua mano appoggiata al tavolo

"Grazie Zayn" mi sorride "Ma veniamo a te: hai deciso allora?"

"Che cosa?"

"Non fare il finto tonto! Riguardo alla Francia, a.. Giusy"

"Perché vuoi tanto che torni da lei? Vuoi liberarti di me?"

"Assolutamente no. Voglio liberarti l'anima" mi sorride "So quanto la situazione con Giusy ti turbi, per questo ricevendo il suo perdono potresti sentirti meglio"

"E se lei non volesse perdonarmi?"

"Beh, è una possibilità di cui dobbiamo tenere conto, ma non potrai mai saperlo"

"Verresti davvero con me?"

"Assolutamente" mi sorride.
Dovrei prendere in considerazione questa cosa? Forse il perdono di Giusy potrebbe davvero aiutarmi a vivere meglio.
Certo non cancellerebbe in alcun modo ciò che le ho fatto, ma sapere che non mi vuole morto, mi farebbe sentire meglio.
E poi, se Giorgia viene con me, di cosa dovrei aver paura?
Forse quello che più mi spaventa è un possibile rifiuto da parte di Giusy. Se davvero si rifiutasse di vedermi, le cui possibilità sono altissime, come potrei reagire? Mi sentirei solo peggio, no?
Ma Giorgia sa sempre qual è la cosa giusta da fare.
Sono diviso tra il provarci e lasciar perdere, ma per passare la mia vita tormentato dai miei fantasmi, val la pena provare, no?


Pov. Giorgia
Butto sul tavolo un'altra carta. La mia avvincente partita a carte con Francesco, sta procedendo bene, visto che sto per vincere.
Siamo entrambi concentratissimi sulla partita, mentre Zayn rimane silenzioso sul divano.
Guarda distrattamente la tv, ma è perso nei suoi pensieri. Ha le sopracciglia aggrottate, mentre mordicchia nervosamente la cover del suo telefono.
Decido di lasciar stare, e parlare con lui non appena Francesco se ne sarà andato
"Scala!" esclama mio fratello

"Che cosa?" urlo, sorpresa

"Ho vinto sorellina" mi rivolge un sorriso sodisfatto

"Ma come? Io pensavo.."

"Mai giocato a poker? È importantissimo saper bluffare"

"Ti odio" incrocio le braccia sul petto, provocandogli una risata

"Zayn, vieni a giocare?" lo invita Francesco

"Uhm? No grazie" gli rivolge un sorriso distratto, prima di tornare a guardare la tv

"Rivincita allora?" mi propone

"Assolutamente" accetto, più determinata che mai a vincere.
Passiamo così la serata, tra chiacchiere e giocate a carte. Quando Francesco se ne va, Zayn si è addormentato.
Ha la testa nascosta dal braccio, mentre il suo telefono è appoggiato sul ventre.
Sonnecchia leggermente, così prendo una coperta per coprirlo.
Avrà pensato a quello che gli ho detto? Beh penso proprio di sì, visto che ha passato l'intera serata a pensare.
Per tutta la sera è rimasto silenzioso, mentre la sua testa era immersa in mille pensieri.
Forse dovrei tirarlo un po' su. Mi mordo il labbro, sorridendo.
Mi chiudo in bagno, e indosso il nuovo completino, comprato il giorno prima. Mi guardo allo specchio, e noto quanto questo completino mi faccia sembrare.. sexy.
Non so se sia colpa del completino, o di ciò che mi dice Zayn, ma ultimamente la mia autostima è cresciuta parecchio. Mi sento bene con me stessa, dopo tanto tempo. 
Le sue parole, il modo in cui mi guarda, mi fanno sentire bellissima. Sorrido ancora una volta, poi faccio una piroetta davanti allo specchio, osservandomi.
"Andiamo" mi sussurro 
Torno in salotto, e mi sdraio sopra di Zayn.
Comincio a baciargli il collo, soffermando soprattutto nell'incavo. Succhio avidamente la sua pelle, e il sapore aspro del suo bagnoschiuma mi scivola giù per la gola.
Con le mani, gli alzo la maglietta, baciandolo dall'ombelico fino allo sterno. Succhio ancora la pelle dei suoi pettorali, e dal fondo della sua gola, risale un gemito
"Che fai?" mi sorride

"Voglio farti sentire bene" gli apro i pantaloni.
Per provocarlo, mi chino su di lui, e tramite il sottile tessuto dei boxer lascio un bacio sul suo membro, poi delicatamente gli faccio scivolare un dito sopra, ammiccando
"Piccola vogliosa" si morde il labbro

"Ah, ah, prima regola di mister Grey: non morderti mai il labbro" muovo l'indice davanti a me, e mi chino ancora su di lui.
Lascio piccoli baci sul basso ventre, e vicino alla striscia di peli che scompare dentro i boxer. L'effetto delle mie provocazioni inizia a farsi sentire. 
Si indurisce sotto di me, e sento una strana sensazione partire da lì sotto e diffondersi in tutto il mio corpo
Calmati Giorgia, calmati - mi ripeto nella mente.
In questo momento, vorrei solo scoparmi Zayn, ma è davvero il caso di fargliela pagare per quello che mi ha fatto l'altro giorno.
Oddio, sto parlando proprio come lui. Scuoto la testa, e torno a concentrarmi sul suo corpo.
Passo le mani sull'ormai gonfio tessuto dei suoi boxer, ed ogni volta che lo faccio, butta la testa all'indietro, godendosi il mio tocco.
Lo faccio sedere sul divano, e io mi siedo sopra di lui. Gli bacio il collo e dietro l'orecchio, mentre mi muovo lentamente sopra di lui.
Lui mi mette le mani sui fianchi, assecondando i miei movimenti, e aiutandosi ad aver più contatto con la mia pelle
"E questo?" mi tira leggermente la spallina del reggiseno, mentre mi bacia la spalla

"L'ho comprato solo per te" ansimo, mentre mi mordicchia la pelle

"Ottimo acquisto" lo sento sorride contro di me.
Mi allontana un attimo da lui, e si prende un momento per osservarmi

"Dio, sei stupenda. Amo questo completo, però ti preferisco senza.." ammicca e mi slaccia il reggiseno "Ecco, così è molto meglio" mi alza leggermente, per aver un accesso migliore al mio seno.
Prende un capezzolo in bocca, e lo lecca leggermente, ma questo già basta a diffondere il piacere in me. Piccoli ansimi escono dalla mia bocca, mentre Zayn approfitta dal mio corpo
Capovolgi la situazione! Capovolgi la situazione - mi ordina il mio subconscio, ma sono sicura che anche lui stia godendo quanto me
"No, oggi è il tuo turno" di malavoglia lo stacco da me, e mi butto sul suo collo, baciandolo ancora.
Con le mani cerco di sfiorare il suo membro, anche se in parte ci sono seduta sopra.
Muovo il bacino su di lui, mentre bacio la sua bocca.
"Mi ucciderai un giorno" ansima, mentre sulla sua bocca si trasforma in un sorriso.
Mi sposto sulle sue ginocchia, e gli abbasso i boxer. Prendo la lunghezza tra le mani, e inizio a muoverle velocemente, godendo alla vista del mio ragazzo ansimante.
Butta la testa all'indietro.
Muovo ancora le mani, poi scendo e mi metto in mezzo alle sue gambe. Lecco la sua punta sensibile, per poi prendere il suo membro in bocca.
Mi muovo velocemente, leccando la durezza.
Prima che possa venire, mi tira su, mi sfila gli slip e mi aiuta a sedermi su di lui
"Ti amo" aggiunge, appoggiando la sua fronte alla mia

"Ti amo" sorrido
Comincio a muovermi, mentre lui mi stinge il sedere. Con le grosse mani aiuta i miei movimenti, facendo provare ad entrambi immenso piacere.
Inizio a muovermi più velocemente quando sento di raggiungere l'apice, e lo raggiungo poco dopo Zayn.
Mi fa sdraiare accanto a lui, i nostri corpi nudi e sudati a contatto, e ci copre con una coperta.
Appoggio la testa sul suo petto, e posso sentire il battito del suo cuore rallentare insieme al ritmo del suo respiro.
Mi accarezza i capelli, e mi bacia la fronte.
Con il dito traccia il contorno del mio viso, poi posando il dito sotto il mio mento, mi alza il volto
"Grazie" mi bacia, concludendo meravigliosamente questa serata.

 
 
Angolo Autrice.

Ciao ragazze, vi rubo due secondi per avvisarvi che per i prossimi quattro giorni non riuscirò a pubblicare.
Tonerò operativa dal 2 Gennaio.
Vi auguro Buon Anno, nella speranza che sia.. migliore.
Un bacio

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Capitolo 71
*** Capitolo Settantuno ***


Pov. Zayn
La luce del mattino filtra attraverso le finestre, riflettendosi sul cuscino bianco che ne amplifica a luminosità.
Mi volto a guardare l'ora: 11.45
Mi stiracchio leggermente, per permettere ai miei arti di riprendere sensibilità dopo una lunga nottata.
Il lato di Giorgia è vuoto, segno che è andata a scuola.
Mi sarebbe piaciuto svegliarmi con lei al mio fianco, ma questa dannata scuola deve sempre rovinare i miei sogni.
Mi sdraio a pancia in su, e fisso il soffitto. Ripenso a ciò che è successo ieri sera: la sensazione che ho provato quando mi sono svegliato è stata meravigliosa. Un misto di brividi ed eccitazione che mi ha portato ben presto a desiderare il suo corpo.
Amo i suoi baci e i suoi succhiotti. Amo il modo in cui succhia la mia pelle, e assaggia le mie labbra.
Ma soprattutto amo come riesca a farmi sentire così incredibilmente vivo.
Sì, è come se avessi passati gli ultimi quattro anni in uno stato di tranche, ed ora mi stia risvegliato.
Dio, poi se ripenso a quel completino rosso.. Mi mordo il labbro.
Mi volto ancora una volta a guardare l'ora, e appoggiato sul comodino noto un vassoio 

*Buongiorno amore, ecco un piccolo regalo. Ti amo

Un piccolo foglietto azzurro è appoggiato ad un grosso bicchiere di aranciata, con tanti piccoli cuoricini disegnati sopra. In un piatto, un croissant ripieno di cioccolato è accompagnato da croissant alla marmellata.
Sia il bicchiere che il piatto sono coperti, segno che tutto è stato preparato questa mattina, poco prima di uscire per andare a scuola
| Bellissimo risveglio, grazie piccola. Però avrei preferito che tu fossi qui | le mando un messaggio, poi mi appoggio il vassoio sulle gambe.
Accendo la televisione, e faccio zapping tra i canali, mentre mangio soddisfatto la colazione di Giorgia.
| Anche io voluto essere lì, tra poco mi interroga di storia! :( | mi risponde
| Ah, solo per sfuggire all'interrogazione vorresti essere qui? | la prendo in giro
| Certo che no amore mio | mi risponde, provocandomi una risata
| Andrà tutto bene, vedrai |
| Crepi! A dopo | blocco il telefono, e torno a fissare distrattamente la tv.
Dopo aver passato quasi un'ora a letto, e aver esultato per le B presa da Giorgia nell'interrogazione, mi preparo per andarla a prendere a scuola.
Mi infilo dei pantaloni neri lunghi fino al ginocchio, con una maglietta nera. Lo scollo a 'v' , scopre parte del tatuaggio che ho sul petto.
Mi sistemo i capelli, e poco prima di uscire, ricevo una telefonata
"Ehi Niall! Come stai?"
"Tutto bene, tu?"
"Bene grazie. Dimmi tutto" prendo le chiavi della macchina e chiudo casa
"Stasera ci sarà un'altra corsa!" esclama
"Grandioso, dimmi dove e quando e ci sarò"
"Vecchio aeroporto, alle nove. Dovremmo fare attenzione, questa gara sarà tosta"
"Non ho paura, lo sai"
"Per questo mi piaci amico. A stasera"
"Ciao Niall" chiudo la chiamata elettrizzato all'idea di tornare finalmente a correre.
È parecchio ormai che non corro, visto che a Giorgia non va giù il fatto che io partecipi alle corse. Ultimamente ci vado solo quando è strettamente necessario. 
Nell'ultima corsa, ho guadagnato i soldi necessari per sistemarci per qualche tempo, ma ora devo tornare, le risorse ormai stanno per finire.
Lancio un'occhiata alla moto, sorridendo, poi salgo in macchina.


Pov. Giorgia
Manca un minuto. Un solo, dannato, eterno minuto al suono della campanella.
E se faccio quattro calcoli, manca meno di un mese alla fine della scuola. Non vedo l'ora.
L'idea di poter passare un'intera estate con Zayn mi manda fuori di testa. E poi, fra un po' è quasi un anno che ci conosciamo.
Esattamente fra una settimana.
Cavolo, un anno fa la mia vita sta per prendere una svolta inaspettata che mi ha completamente cambiata.
Chissà se lui si ricorderà di questa data.
La campanella suona, e il trambusto nella classe mi fa tornare alle realtà.
Le mie amiche mi raggiungono, e usciamo chiacchierando dalla classe. Non fanno altro che chiedermi come sia andata ieri sera con Zayn.
E io non faccio altro che ripetere che è stato meraviglioso. Anzi, meraviglioso è riduttivo.
Zayn è quel tipo di persona che riesce a farti capire quanto ti ama anche solo guardandoti, figurarsi facendo l'amore.
Sorrido ripensando a tutte le emozioni provate ieri sera, e sorrido ancora di più quando vedo il suo fuoristrada nero parcheggiato davanti al campus.
"Ciao piccola" mi sorride, abbracciandomi

"Ciao" sorrido, e gli poso un bacio sulle labbra

"La mia piccola esperta di storia"

"Ho preso B! Ho preso B!" comincio ad esultare, facendo girare molti ragazzi "Oh" sussurro, e salgo velocemente in macchina. Dal parabrezza vedo Zayn ridere. Fa il giro, mette il mio zaino sui sedili posteriori e si siede al posto guida
"Tranquilla, non ti ha vista nessuno" mi deride

"Simpatico" sbotto, incrociando le braccia.
Mi deride per tutto il viaggio di ritorno, e anche mentre prepara il pranzo. Io lo osservo incantata mentre ride: la sua lingua si nasconde dietro i denti, ed è qualcosa di davvero meraviglioso. 
Poi i suoi occhi diventano più piccoli, prendendo un taglio diverso, quasi orientale.
"Smettila. Ero solamente felice. Ero letteralmente terrorizzata da quell'interrogazione. Hai idea di che significa dover studiare quattro capitoli di storia, in un solo weekend?" mi lamento

"Certo, soprattutto sei hai passato la domenica al centro commerciale con le tue amiche" rimango il silenzio "Ma vogliamo parlare di quel completino che indossavi ieri. Porca puttana, eri bellissima" arrossisco leggermente

"Ti piace davvero?"

"Se mi piace? Lo adoro!" gli brillano gli occhi "Trovo che il rosso sia incredibilmente sexy e provocante" ammicca

"Allora ho fatto la scelta giusta" sorrido soddisfatta

"Assolutamente" annuisce "Ah Gio, stasera devo andare a correre"

"Hai una gara?" il mio entusiasmo si spegne leggermente

"Sì" annuisce "Ma puoi venire se vuoi" sorride

"Certo" sorrido.
Non sono particolarmente felice che lui corra in moto, ma per ora è l'unico modo che lui ha per procurarsi i soldi per vivere. E poi è una cosa che ama fare, e non posso vietargli di correre.
Il problema è che tutte le volte che corre un senso di terrore per ciò che potrebbe succedere, mi invade.
Mi ricordo ancora la sera, in cui un ragazzo cadde dalla moto. Non l'ho mai conosciuto, e non ho mai saputo chi fosse, ma le immagini di una ragazza straziata dal dolore, mi sono rimaste impresse nella mente.
Le sue urla, e le sue lacrime. Si sono registrate nella mia mente, in un modo terribile.
E se capitasse qualcosa a Zayn? Come potrei andare avanti?

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Capitolo 72
*** Capitolo Settantadue ***


Pov. Giorgia
Mangiamo un boccone al volo, e usciamo di casa.
Siamo leggermente in ritardo, ma giuro che non è colpa mia.
Se i miei vestiti la finissero di giocare a nascondino..
Il vecchio aeroporto è a circa un ventina di minuti da qui, ma visto che siamo in moto ce ne metteremo nemmeno quindici .
Infatti Zayn sfreccia per le strade deserte di periferia e in dodici minuti esatti, arriviamo alla destinazione.
La gara inizierà tra meno di cinque minuti. Mi prende per mano, e si muove velocemente cercando Mirta o Calum con cui potermi lasciare
"Posso cercarli da sola, vai a sistemarti. La gara comincerà tra poco"

"Non scherzare nemmeno. Non ti lascerò mai qua in mezzo da sola. Aiutami a cercare Mirta"

"Laggiù c'è Calum" indico il ragazzo, vicino ad un piccolo chiosco improvvisato

"Mirta non la vedi proprio?" si lamenta, guardandosi in giro

"Zayn, per favore" sbuffo, scuotendo la testa

"D'accordo, d'accordo" borbotta, e s'incammina velocemente verso un gruppo di ragazzi.
Calum mi vede arrivare, e mi sorride allegramente. Alza la mano per salutarmi, e ricambio il saluto.
"Giorgia!" esclama

"Ciao Calum" sorrido, abbracciandolo

"Senti, sono in ritardo per la gara. Tienila d'occhio bene, perché se le succede di nuovo qualcosa.." lo minaccia Zayn, ma lo blocco

"D'accordo Zayn. Faremo tutti attenzione" lo bacio "Ti amo" gli sussurro nell'orecchio

"Ti amo" si rilassa leggermente. 
Mi abbraccia ancora una volta, e poi si allontana velocemente, andandosi a sistemare sulla linea di partenza. 
Gran parte de motociclisti erano già in sella, e ora stanno salendo gli ultimi.
Tutto intorno cala un gran silenzio, tutti in attesa di sentire lo sparo.
Un grosso uomo barbuto, si avvicino alla line di partenza. Si sente la voce urlare prima un 'pronti?', successivamente un 'partenza!' e poi uno sparo.
Il silenzio scompare in un attimo, sostituito da urla e rombi di motore.
Calum con i suoi amici, Ashton e Micheal se non sbaglio, iniziano ad urlare, facendo il tifo per Luke.
Lo provoco scherzosamente, lodando le grandi qualità di Zayn e lui mi risponde di tutto punto, affermando che Luke è di gran lunga migliore di Zayn.
Le nostre risate vengo interrotte da uno scontro.
Si sentono ruote stridere per le frenate brusche, e versi di sorpresa e sconcerto di tutti i presenti.
Mi si ferma il cuore. Comincio a guardare ansiosamente verso la pista.
L'incidente è avvenuto a circa cinquecento metri da punto in cui siamo noi, e le figure sono poco distinguibili.
La gente intorno a noi inizia a parlare e fare ipotesi sulla dinamica dell'incidente.
Non riesco a capire cosa dicano tutte le voci intorno a noi, finché una non mi gela in sangue nelle vene
"Malik è caduto!"


Pov. Zayn
Mi guardo attorno sulla linea di partenza. Stasera le moto che corrono sono più di una trentina. Quindi i soldi in ballo sono parecchi.
La tensione è molto alta: molti soldi e soltanto una persona potrà vincerli.
Rufus, un ciccione con la barba sottopagato da John, si avvicina alla linea di partenza, e come ogni gara, dopo il solito rito, spara un colpo.
Tutte le moto sfrecciano in avanti, ammassandosi un tumulto disordinato. 
Cerco di sfruttare la scia del motociclista davanti a me, ma dopo pochi metri percorsi un motociclista cade, facendo cadere quello davanti a me.
L'impatto è inevitabile. Mi scontro con la moto a terra del motociclista che mi precedeva, e vengo sbalzato via dalla moto.
Rotolo sull'asfalto, atterrando sulla spalla. Emetto un urlo, poi mi stringo la spalla dolorante.
Nel giro di pochissimo tempo, le nostre moto vengono spostate dalla pista, in modo che gli altri motociclisti possano concludere la corsa, e tutti quelli coinvolti nell'incidente vengono soccorsi da gruppi di persone.
Circa una decina di persone mi circondano, togliendomi l'aria
"Sto bene, sto bene cazzo" urlo cercando di alzarmi "Ahia!" mi lamento, tenendomi la spalla

"Sta bene, si sta rialzando!" urla una voce

"Sembra che si sia fatto male solo ad una spalla!" urla un'altra

"Io, io sto bene" affermo ancora "Ma non riesco a muovere la spalla" mi lamento
Una serie di persone inizia a mostrarmi dei numeri con le dita per verificare l'assenza di commozioni.
Sento un forte brusio proveniente dalla massa di spettatori. E in un attimo Giorgia mi torna alla mente
"Giorgia!" urlo attirando l'attenzione delle persone attorno a me

"Che succede?" mi domanda un uomo

"La mia ragazza! Ho bisogno di parlare con la mia ragazza!" urlo cercando di alzarmi

"Stai tranquillo, ora la cercheremo" mi tranquillizza una ragazza, che mi rivolge uno sguardo compassionevole.
Dio, spero che non sappia che sono caduto. Ne morirebbe.
In lontananza vedo una figura avvicinarsi velocemente. La luce fioca dei lampioni improvvisati non mi permette di capir chi sia, ma non appena riesco ad udirne la voce, mi si ferma il cuore: Giorgia sta correndo verso di noi, urlando il mio nome
"Eccola!" urlo, indicando la piccola ragazzina ma il rombo di motori aumenta. Le moto stanno tornando indietro "Fatela togliere dalla pista! Fatela andare via!" urlo e mi alzo barcollante cercando di raggiungerla

"Zayn o mio dio!" sta piangendo, mentre corre verso di me

"Giorgia sposati! Le moto stanno tornando indietro!" le urlo, e appena capisce le mie parole, si allontana dalla pista, venendomi incontro

"Porca puttana Zayn" mi abbraccia scoppiando a piangere contro il mio petto. Emetto un lamento, non appena sbatte contro di me "Oddio scusa" indietreggia

"Va tutto bene" sorrido leggermente

"No, non va bene un cazzo!" urla "Dove ti sei fatto male?" mi chiede ancora piangendo.

"Sto bene, solo un po' ammaccato" cerco di abbracciarla, ma appena alzo il braccio sinistro, non riesco a trattenere un gemito

"Ti fa male la spalla" si avvicina a me, accarezzandola dolcemente "Devo chiamare un ambulanza" 

"No signorina, non può farlo" un signore sulla cinquantina si avvicina a lei

"E perché?" domanda, con fare impertinente

"Queste corse sono illegali, non può permettere all'ambulanza di venire qui. Dovrete portarlo voi" 

"E come pensa che possa portarlo?" urla

"Non è un mio problema!" risponde l'uomo "Non faccia venire qua l'ambulanza" la minaccia, facendola indietreggiare 

"Senti rocky, vattene da qui, prima che ti rompa la faccia" ringhio, mettendomi in mezzo ai due.
L'uomo mi rivolge uno sguardo, poi sparisce.
"Forza Zayn, andiamo. Chiediamo un passaggio a Calum"

"Ma la moto.." mi fulmina con lo sguardo, prima di trascinarmi via.
Mi prende per mano, trascinandomi verso la fine della pista. Ormai tutti i motociclisti hanno raggiungo il traguardo e vengo a sapere che un certo William Ruffrey ha vinto la gara.
Hai vinto solo perché sono caduto, pivello.
Non presto molta attenzione ai dialoghi che avvengono attorno a me, e rispondo distrattamente quando mi viene fatta una domanda.
Giorgia invece è iperattiva: ordina a Calum cosa fare, mentre il panico si dipinge sul suo volto.
Dopo circa una decina di minuti dall'incidente, siamo in macchina diretti verso l'ospedale più vicino.
Calum e un altro ragazzo cercano di trovare una spiegazione credibile al mio incidente, mentre Giorgia è silenziosa, intenta a guardare fuori dal finestrino.
Ha una mano stretta a pungo, e ogni tanto aumenta la stretta, facendomi capire che è parecchio incazzata.
L'altra mano e appoggiata alla portiera, e sostiene la testa.
Appoggio la testa al sedile, e sospiro.
Mi aspetterà una lunghissima nottata.

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Capitolo 73
*** Capitolo Settantatré ***


Pov. Zayn
Dopo un intera nottata passata in ospedale, finalmente siamo a casa.
Cazzo, non avevo idea che per farmi fare una radiografia e fasciarmi la spalla, potesse volerci tutto questo tempo.
Giorgia mi passa affianco, senza rivolgermi la parola. I suoi occhi sono gonfi e arrossati a causa del pianto e della stanchezza.
Indossa il pigiama, e senza andarsi a struccare si mette a letto. Essendo arrivati a casa alle cinque del mattino, non andrà a scuola, quindi resterà a casa tutto il giorno.
Ed è incazzata da morire con me.
Sento che questa giornata non andrà a finire bene.
Bevo un sorso d'acqua, e vado in camera da letto. A fatica mi tolgo la felpa, scoprendo il braccio immobilizzato dal tutore.
Mi sdraio accanto a lei, ma non appena mi avvicino, lei si allontana facendomi capire che è il caso di tenere le distanze.
Allora mi allontano da lei, leggermente ferito dal suo allontanamento e chiudo gli occhi, scivolando nel sonno.
 
                                                                                                                            ---- 
 
Sento delle voci provenire dalla cucina. Stanno parlando animatamente di qualche intrigo amoroso. Solo dopo qualche minuto capisco che dev'essere qualche soap che guarda Giorgia.
Infatti, quando mi giro, lei non c'è.
Mi alzo dal letto, e dopo aver fatto un profondo respiro, entro in cucina. Lei è seduta sul divano, le gambe allungate sul piccolo tavolino in legno.
Come avevo pensato, sta guardando una di quelle telenovele dalla trama surreale, mentre beve un bicchiere di succo.
Mi rivolge uno sguardo veloce, prima di tornare a guardare la tv
"Buongiorno" la saluto
 
"Giorno" fa un cenno con la testa
 
"Hai intenzione di affrontare la cosa con maturità, guardandomi almeno in faccia quando mi parli?" le dico, arrivato ormai al limite di sopportazione. Non mi parla più da quando siamo saliti sulla macchina di Calum ieri notte. Mi ha sempre evitato, e anche gli altri se ne sono accorti. Prima di andare via, Calum mi ha saluto con un 'Buona fortuna', rivolgendomi uno sguardo compassionevole
 
"Giorno" ripete, stavolta guardandomi
 
"Ah, matura" annuisco prendendo un bicchiere dai pensili
 
"Ah, allora vogliamo parlare di maturità. D'accordo" abbassa il volume della tv e sbatte il telecomando sul tavolino "La persona matura è quelle che riconosce i pericoli, e li evita" urla
 
"No Giorgia. La persona matura è quella che se affrontare le situazioni in un determinato modo. E poi chi ti ha detto che io non so riconoscere i rischi? So che è pericoloso quello che faccio"
 
"E allora per quale dannato motivo continui a farlo?"
 
"Perché è l'unica cosa che mi permette di andare avanti!" urlo "L'unica cosa che mi fa guadagnare bene. Secondo te, chi darebbe un lavoro ad una persona con una fedina penale come la mia, eh?"
 
"Andiamo, vuoi dirmi che l'unico problema qui è la tua fedina penale?" ride ironica
 
"È il problema maggiore"
 
"Se fosse stato davvero questo il motivo, avresti potuto parlarmene. Avrei chiesto a mio fratello di farti avere un posto come cameriere nel suo ristorante"
 
"Non ho intenzione di fare il cameriere" rispondo disgustato
 
"E allora non è solo la tua fedina penale il problema, non credi?" inarca un sopracciglio avvicinandosi a me.
Io indietreggio, posizionandomi dietro il muretto di separazione della cucina, per precauzione. 
Tutto questo non finirà bene.
 
"Senti, mi sono sempre mantenuto benissimo così. Ti ho sempre regalato tutto quello che volevi, ho una casa bellissima, una macchina bellissima. Come credi che potrei mantenere tutte queste cose con una semplice lavoro da cameriere?"
 
"Cosa? Stai parlando come se io ti chiedessi di comprarmi tutto ciò che voglio! O mio dio!" urla "Questo anello non te l'ho chiesto! Potevi anche risparmiartelo!" sbatte il gioiello sul tavolo
 
"È stato un regalo, molto importante per me!"
 
"Beh ma se l'hai pagato troppo potevi anche evitare!" urla
 
"Non intendevo questo prima" sospiro "Voglio darti tutto ciò di cui hai bisogno. Voglio farti sentire bene"
 
"Non sono queste cose che mi fanno sentire bene" indica l'anello "Voglio sentirmi dire 'Ti amo', svegliarmi accanto a te la mattina. Fare l'amore tutte le volte che ne abbiamo voglia, camminare per mano. Questo mi rende felice"
 
"Mi sembra di farle già queste cose"
 
"Infatti. Io sono già felice così" annuisce
 
"Questo non cambierà la mia idea"
 
"Hai rischiato di morire ieri sera" quando pronuncia queste parole, posso sentire la sua voce tremare leggermente
 
"Ma non è successo"
 
"E se fosse successo? Ci hai pensato a me? A come avrei fatto ad andare avanti senza di te?"
 
"Ce l'avresti fatta, sei una ragazza forte" cerco di alzare le spalle, in segno di indifferenza, ma mi pento subito di ciò che ho detto. Gli occhi di Giorgia si riempiono di lacrime, e il suo respiro diventa irregolare
 
"Cosa?" sussurra
 
"Io.." cerco di avvicinarmi a lei
 
"Non ci posso credere, questo è troppo" sussurra appena "Non posso credere che tu l'abbia detto. Hai minimizzato in un attimo ciò che provo per te" scuote la testa. 
Si muove velocemente nella cucina, prendendo le sue cose
"Dove stai andando?" chiedo, la disperazione nella mia voce
 
"Me ne vado. Ora come ora non voglio più avere a che fare con te" apre la porta, ma non faccio in tempo a raggiungerla e si chiude la porta alle spalle
 
"Giorgia, per favore parliamone" corro giù per le scale, seguendola
 
"Zayn sparisci. Non voglio più vederti" urla
La osservo allontanarsi velocemente da casa mia, con il giubbotto in mano. Non si gira nemmeno una volta.
"Scusa" sussurro, non appena svolta l'angolo in fondo alla via.
 
 
Pov. Giorgia
Questa è stata sicuramente la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Ce l'avresti fatta, sei una ragazza forte.
Non può averlo detto davvero.  Non può aver minimizzato in questo modo tutto ciò che provo per lui.
No che non ce l'avrei fatta. E no, non una ragazza forte.
Ieri sera, quando ho sentito quel uomo dire semplicemente 'Malik è caduto' mi sono sentita mancare.
Calum mi ha presa, prima che potessi cadere. Mi ha guardata negli occhi, e dopo aver chiamata due o tre volte, ho ripreso il contatto con la realtà.
Nell mia testa non faceva altro che ripetersi quella frase
'Malik è caduto'
'Malik è caduto'
'Malik è caduto'
Sentivo solo quelle parole, come se un disco si fosse bloccato.
Ho cominciato a correre, verso il luogo dell'incidente. Circa una ventina di persone erano riunite lì.
Sono corsa verso di loro, continuando a gridare il nome di Zayn. Calum mi seguiva con lo sguardo e continuava a gridare qualcosa che io non capivo.
La mia vista era offuscata dalle lacrime, e vedevo solo un gruppo di persone piegate in avanti, verso un ragazzo che si teneva la spalla. Mi ricordo di aver pregato fino in fondo che fosse lui, poi quando ha cominciato a chiamare il mio nome, il mio pianto è aumentato.
Lui era vivo.
Lui stava bene.
La sensazione di conforto che ho provato quando l'ho abbracciato, non la dimenticherò mai.
Una sensazione a me completamente estranea.
E stamattina, non capendo perché io voglio che molli tutto, ha solo peggiorato la situazione.
Mi avvicino ad una fermata del pullman, e mi fermo ad aspettare.
Dopo cinque minuti, la voglia di piangere si è affievolita, e salgo sul pullman.
Mi metto in un angolo, per evitare qualsiasi contatto con le persone ma quando volto lo sguardo, vedo Jacob che mi sta osservando.
Scoppio a piangere, e Jacob si alza di scatto dal posto in cui era seduto, e mi abbraccia
"Zayn?" mi chiede.
Annuisco, e mi lascia sfogare contro il suo petto.

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Capitolo 74
*** Capitolo Settantaquattro ***


Pov. Zayn
Sono in piedi in mezzo alla cucina. Riesco a sentire il suo profumo dolce in tutta la casa. Lenzuola, tende e tessuti vari ormai ne sono impregnati.
Come ho potuto dirle una cosa del genere? Ce l'avresti fatta, sei una ragazza forte.
Dannazione, è la cosa più stupida che potessi dirle!
Lei era davvero preoccupata per me, e io ho minimizzato tutto con quella frase.
Stupido! Stupido! Stupido! - non fa altro che ripetermi il mio subconscio.
Mi volto, attirato da un luccichio: l'anello di Giorgia è sul tavolo, illuminato da uno fascio di luce. 
Fantastico, pure il fascio di luce. Strani scherzi del destino direi.
Per la seconda volta osservo il piccolo gioiello abbandonato sul tavolo, e non posso evitare di odiare me stesso, per le parole che le ho detto.
Afferro il bicchiere che avevo preso qualche minuto prima e lo scaglio contro il muro
"Vaffanculo!" urlo


Pov. Giorgia
Siamo seduti nel parco, ironia della sorte, lo stesso dove ci siamo conosciuti.
Stesso parco, stesse circostanze, più o meno.
Siamo seduti sul prato. Tengo lo sguardo basso, sull'erba, mentre con le mani strappo nervosamente i fili d'erba.
"Se n'è andato di nuovo?" mi chiede Jacob, tirandomi su il viso con un dito

"No, stavolta me ne sono andata via io" sussurro

"Oh no, deve averla combinata grossa per farti andare via. È andato a letto con un'altra?"

"Nono, niente di simile. Abbiamo discusso" scuoto la testa, e inizio a raccontargli tutto.
Il mio racconto è disordinato e confuso, ma a grandi linee riesco a spiegargli il motivo che mi ha spinto a lasciare tutto.
"Oh, certo che è stato davvero uno stronzo"

"Già" tiro su col naso

"Ascolta Giorgia, capisco che tu sia preoccupata per lui, e ne hai tutto il diritto, ma devi anche capire che lui è grande. Può capire da solo quali sono i suoi limiti"

"Il problema è che lui non lo capisce!" esclamo, facendo girare verso di noi una coppia che portava a spasso il cane. Gli rivolgo un sorriso imbarazzato prima di tornare a posare lo sguardo su Jacob.
"Lo so Gio" annuisce "Ma non puoi vietargli di fare qualcosa, non sei sua madre"

"Ma mio fratello potrebbe davvero aiutarlo"

"Cerca di capire: il lavoro che fa ora, gli permette di fare una vita agiata, che nessun lavoro semplice potrebbe dargli. Per guadagnare quello che guadagna ora, un semplice lavoro come cameriere non basta"

"Ma perché riducete tutto ai soldi? Qui non si tratta di soldi, ma della vita di Zayn. Vale molto di più di uno stupido stipendio" mi alzo

"Giorgia!" mi raggiunge bloccandomi un polso "Non so proprio come aiutarti in questo caso. Lui si è comportato come un vero coglione, ma sono sicuro che tutto si risolverà tra di voi: voi siete Zayn e Giorgia, non una coppia qualsiasi" mi tira una spallata giocosa
"Lo spero" sorrido debolmente.
Poi vengo stretta in un abbraccio. La sua acqua di colonia mi inonda i vestiti, riportandomi ai pomeriggi passati insieme.
"Jacob" 

"Dimmi" si allontana di qualche passo da me

"Mi sei mancato in questi giorni"

"Anche tu" 

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Capitolo 75
*** Capitolo Settantacinque ***


Pov. Giorgia
Sono sdraiata sul letto di Veronica, mentre lei guarda la tv.
Mi ha offerto ospitalità finché le cose con Zayn non saranno tornate a posto. O almeno, finché mia cugina tornerà dalla luna di miele.
In questi giorni l'ho sentita ogni tanto, e sembra che si stia divertendo parecchio. Sono davvero felice per lei, se lo merita.
Leggo distrattamente i messaggi di Zayn: da ieri sera non ha fatto altro che scrivermi, ma non ho mai risposto.
| Scusami | dice il prima
| Non avrei dovuto dire quella frase. Ero incazzato |
| Giorgia per favore |
| Parliamone di persona |
| Ti amo |
E via dicendo. Quando stamattina mi ha chiamato, sono stata costretta a rispondere alla quinta chiamata sotto costrizione di Veronica.
Mi ha chiesto scusa una ventina di volte, e ha tentato di convincermi di vederlo, per risolvere di persona, ma non ci è riuscito.
L'ultima cosa che voglio in questo momento è vederlo. Penso.
Non che io non sia arrabbiata con lui, anzi, ma il solo pensiero di un suo bacio o di un suo abbraccio mi fa sciogliere.
Sì, forse dovrei vederlo e sistemare le cose di persona invece che continuare a scappare. Essere maturi è la cosa migliore.
Oh, come vorrei che Jacob fosse qui.
"Gio, andiamo a farci un giro in centro?" mi propone Veronica, riportandomi alla realtà

"Va bene" annuisco distrattamente, alzandomi dal divano


Pov. Zayn
Faccio rimbalzare una dannata pallina di gomma conto il muro della camera da letto, che improvvisamente è diventata così.. vuota. 
A dir la verità, tutta la cosa è diventata così vuota, silenziosa. Non si sentono voci canticchiare, parlare a vanvera. La tv è spenta, invece che accesa su Mtv Music.
L'unico rumore che si sente è il rimbalzo della palla contro il muro.
Irritante direi.
Rileggo la ventina di messaggi che le ho mandato ieri sera, sperando ancora di ricevere una risposta.
È inutile che aspetti, non avrai un risposta -  mi ricorda il mio subconscio
Sei stato uno stronzo - mi ripete.
Non ha tutti i torti, sicuramente.
Devo risistemare la faccenda. E se le prendessi dei fiori? Potrei comprarle quelli che le piacciono tanto..
E magari andare direttamente da lei. Se solo sapessi dove si trova.. E se potessi guidare.
Questa maledetta spallata ingessata.
Prendo il telefono e compongo il numero di Jacob
"Zayn" sospira

"Non dire nulla per favore. Dimmi solo dove sta"

"Non penso sia.."

"Non pensi cosa, eh? È la mia ragazza, quindi posso cortesemente sapere dove sta?" ringhio

"La tua ragazza" sento il suo tono duro "L'hai fatta scappare ieri sera con i tuoi comportamenti da emerito coglione"

"Non ho bisogno che mi fai una cazzo di ramanzina! Voglio solo sapere dov'è!"

"Fattelo dire da lei" sputa.
Non faccio in tempo a rispondere che sento la sua voce dall'altra parte del capo. Non riesco a capire cosa stia dicendo, ma la sento parlare.
"Sto arrivando" chiudo immediatamente la telefonata per chiamare un taxi.
In meno di dieci minuti raggiungo casa di Jacob.
"Zayn" Giorgia mi stava aspettando 

"Ciao" sorrido "Possiamo.. parlare?" mi chino verso di lei, poggiandole una mano sul viso "Per favore"

"Jacob vai pure" sorride all'amico, che annuisce preoccupato e si chiude la porta alle spalle "Che vuoi?"

"Mi dispiace okay? Sono stato un coglione. Mi dispiace e.."

"Zayn sono stanca di questi tuoi comportamenti e.. ahia" si piega in avanti, toccandosi il basso ventre

"Giorgia! Che succede?" la prendo tra la braccia, sorreggendola

"Una fitta" si massaggia "Ultimamente non sto molto bene"

"Non me l'avevi detto" sussurro

"Zayn, è colpa del ciclo" 

"Oh, okay" annuisco "Vuoi che ti porti a casa?"

"Cosa intendi per casa?" socchiude gli occhi

"Ovunque tu voglia andare Gio. Meglio ancora se torni a casa con me" abbasso lo sguardo

"Io.." sussurra "Voglio tornare a casa con te, ma questo non vuol dire che sei perdonato"

"Davvero?" esclamo, esplodendo in un sorriso

"Sì, lasciami però andare a salutare Jacob" la lascio andare e un po' traballante si avvia verso la casa.
La aspetto e nel frattempo chiamo un taxi. 
Ogni tanto sento delle risate provenire dal salotto, e devo dire che questo mi irrita un po'.
Osservo ansiosamente la porta, finché non vi vedo uscire Giorgia.
Mi viene in contro, con un piccolo sorriso, misto ad una smorfia di dolore.
Poco dopo arriva anche il taxi.
La osservo agganciarsi la cintura, mentre guarda fuori dal finestrino per non guardarmi.
"Possiamo andare" conferma all'autista

"D'accordo"

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Capitolo 76
*** Capitolo Settantasei ***


Pov. Giorgia
Dio, questo ciclo mi sta uccidendo. Mi è capitato di accusare dei dolori durante il ciclo, ma mai come questa volta.
Ho forti fitte al basso ventre, e le mie perdite sono molto irregolari.
Oltre al fatto che sta durando più del normale. Con oggi, sono circa otto giorni.
Un tempo che non ho mai raggiunto, visto che il mio ciclo normale dura sì e no quattro giorni.
"Cosa pensi amore?" mi domanda Zayn, massaggiandomi la pancia

"Non chiamarmi amore" lo rimprovero

"Per quanto vorrai andare avanti ancora?" sorride, mordendosi il labbro e per un attimo perdo il contatto con la realtà

"Ehm, finché sarò arrabbiata con te. Non dimentico ciò che hai detto" gli rinfaccio

"Ma sono passati quattro giorni ormai" ride

"Non importa" sbuffo

"Però non hai ancora risposto alla mia domanda"

"Cosa? Ah sì.. Stavo pensando al mio ciclo"

"Cosa c'è che non va?" sbianca leggermente

"Non è come al solito"

"Cosa vuol dire?" mi chiede, leggermente preoccupato

"Innanzitutto, sta durando quattro giorni in più del normale. E le perdite.. lascia stare Zayn, non parlo con mia madre di queste cose figurati con te" mi copro il volto con le mani

"Giorgia non scherzare su queste cose. Se c'è qualcosa che non va dobbiamo portarti da un medico"

"Non andrò da un ginecologo" scuoto la testa

"Senti nemmeno a me fa impazzire il fatto che tu apra le gambe davanti a qualcuno, ma devo assicurarmi che tu stia bene"

"Zayn.."

"Forza"

"Cosa?" sgrano gli occhi

"Andiamo a prenotare una visita. Non starò qui a far nulla sapendo che c'è qualcosa che non va"


Pov. Zayn
Ci mancava solo che dovesse aprire le gambe davanti ad un uomo. Dio, come cazzo farò.
Anche se la mia priorità, è la sua salute, non posso sopportare che qualcuno la.. tocchi. 
In tutti i sensi dannazione!
Prendo in mano quel fottuto telefono, e dopo un'accurata ricerca su internet, chiamo uno dei migliori ginecologi della città.
Se qualcuno deve toc.. visitare la mia ragazza, voglio almeno che sia un Signor Medico.
Attendo con impazienza che qualcuno risponda al telefono, e appena riceviamo risposta, metto il vivavoce, in modo che Giorgia possa partecipare alla conversazione. Dopo qualche minuto prenotiamo la visita.
Non ci hanno fatto molte domande, il medico ha solo ascoltato i sintomi di Giorgia, ma il fatto che ci abbiamo prenotato la visita già per dopodomani mi preoccupa. Perché tutta questa urgenza?
Non che mi dispiaccia, almeno capiremo presto se c'è o no qualcosa di grave, ma il fatto che le abbiano riservato una visita così presto, non mi fa star tranquillo.
Giorgia mi ha detto che non devo cercare assolutamente nulla su internet, che non vuole sapere nulla fino a giovedì.
Me l'ha fatto giurare, e cristo non ho potuto fare altro.
Non ho mai avuto così tanta paura.

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Capitolo 77
*** Capitolo Settantasette ***


Pov. Giorgia
La situazione a casa è piuttosto tesa. Zayn è piuttosto taciturno, e presumo non faccia altro che pensare a quella dannata visita di domani.
Gli ho fatto giurare di non andare a cercare su internet alcuna informazione, perché voglio farmi dire l'esatta diagnosi dal medico. Non voglio né illudermi che sia qualcosa di poco conto, ma nemmeno smettere di vivere perché pensiamo sia qualcosa di più grave di quello che è realmente.
Preferisco aspettare, e vedere cosa ci dirà il medico.
Ho paura a dir la verità, e non poca. Solo che cerco di non darlo a vedere.
Posso vedere nei gesti di Zayn, nei suoi occhi quanto sia terrorizzato, e non voglio aggiungergli altre preoccupazioni.
Forse era meglio che stessi zitta, o lo tenessi per me. Sarei potuta andare da sola a quella dannata visita.
Ma c'è un piccolo lato positivo di tutto questo: Zayn è incredibilmente dolce e coccolone.
Da quando ci siamo alzati, non fa altro che baciarmi e abbracciarmi, e tutte le volte che lo fa, le mie preoccupazioni svaniscono per un attimo.
"Se sei sempre così, dovrei dire più spesso che sto male" lo derido, chiusa in un ennesimo abbraccio "Scusa" rido, non appena noto il suo sguardo contrariato

"Giorgia, per favore non scherzare su questo" mi accarezza la testa

"So che sei preoccupato amore" gli sorrido debolmente "Ma non voglio che tu viva con l'ansia. Sicuramente sarà sballato il ciclo a causa degli ormoni" rido

"Lo spero. Potrei sempre tenerteli d'occhio io" mi rivolge un'occhiata maliziosa e per la prima volta da ieri pomeriggio lo sento ridere.
Sento migliaia di farfalle svolazzarmi nello stomaco. Sorrido stringendolo ancora di più a me, e inspiro profondamente quell'odore pungente di fumo e colonia.
Questo è solo un altro ostacolo sul nostro cammino, e sicuramente non ci fermerà.
D'altronde, noi siamo Giorgia e Zayn, giusto?


Pov. Zayn
La tengo per mano mentre camminiamo per Trisian Park. Non mi è mai piaciuto questo parco, soprattutto quando mi ero appena trasferito qui. 
È pieno di bambini che giocano a pallone, bimbe che saltano la corda e giocano a quel fottuto gioco della campana. Cani che corrono ovunque e famiglie allegre che scambiano quattro chiacchiere.
Contando com'ero quattro anni fa, quando arrivai qui, direi che non era proprio il tipo di posto che amavo frequentare.
Ma ora che ci sto camminando insieme a Giorgia, ha tutto un altro aspetto: al posto dei genitori che spingono i bambini sulle altalene, ci vedo me e lei, che spingiamo il nostro bambino.
Al posto delle famiglie che fanno i picnic, vedo me e lei seduti sull'erba che rimproveriamo il nostro cane perché non lascia nostro figlio mangiare in pace.
Sì, tutto è diverso da quando c'è Giorgia. 
Nonostante il parco siamo molto affollato, riusciamo a trovare un posto tranquillo dove sdraiarci. Giorgia corre verso uno spiazzo soleggiato, dove un'altra coppia si sta rilassando.
Si sdraia sull'erba verde, e mi incita ad andarle accanto.
Mi sdraio, e lascio che appoggi la testa sul mio petto. Continua ad osservare la parte più movimentata del parco, sorridendo ad ogni bambino che le passa accanto.
"Sai, ho sempre desiderato avere dei bambini. Hai presente quando nascono? Sono così teneri.. Con tutte quelle tutine minuscole, le scarpette e i cappellini" si morde il labbro 

"Già, dev'essere bello" annuisco 

"Poi insegnargli a camminare. Prenderli per quelle piccole manine, e fargli fare quel gioco.. Ti ricordi quand'eri piccolo e i tuoi ti facevano saltare, tirandoti su per le braccia?" annuisco "Ecco, mi sono sempre immaginata in questo parco mentre gioco con i miei bambini" 

"Dev'essere davvero meraviglioso" sorrido, osservando il cielo ed immaginando me e Giorgia che giochiamo con nostro figlio

"Avevi detto che non volevi bambini" si gira confusa verso di me

"È passato parecchio tempo da quando te l'ho detto. Sono cresciuto in questo arco di tempo. Voglio avere dei figli con te, anche se ho ancora paura che possano diventare.. come me"

"Sai cosa penso? Che se mai dovessimo avere un figlio sarà totalmente immune alle cazzate che abbiamo fatto noi. Magari non gl'importerà della droga, e nemmeno di azzuffarsi"

"Lo spero proprio. Se esce fuori come la mamma, siamo rovinati" scoppio a ridere

"Zayn!" mi tira uno schiaffo sulla pancia, prima di mettere il broncio. Avvicino la testa alla sua, e poso un piccolo bacio sulle sue labbra

"Ti amo" sussurro strofinando il naso al suo

"Anche io" sorride.
Rimaniamo in silenzio, ascoltando i nostri respiri. In sottofondo, urla di bambini che riempiono l'aria.
Fisso il cielo, notando quanto sia incredibilmente blu. Il sole ci riscalda, e in questo momento non potrei chiedere di meglio.
Non saprei cosa mi faccia stare così incredibilmente bene in questo momento, ma è proprio vero che alla fine sono le piccole cose che ti fanno stare bene, soprattutto se fatte con la persona che si ama.
Perdo completamente di vista l'imminente visita che ci aspetta domani, e mi godo questi attimi di felicità.

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Capitolo 78
*** Capitolo Settantotto ***


Pov. Giorgia
Un fascio di luce filtra tra le tende troppo sottili della camera da letto, annunciando l'arrivo del giorno.
O almeno, dandomi un motivo finalmente per alzarmi dal letto. Stanotte non ho chiuso occhio, nonostante lo splendido pomeriggio passato con Zayn ieri. L'agitazione ha avuto la meglio, facendomi così alternare tra stati di dormi veglia a stati di piena lucidità.
Per Zayn la nottata non è stata migliore: si è alzato parecchie volte dal letto, per fumare o bere. Spesso si girava a guardarmi, ma non ero in grado di sostenere un suo sguardo. O forse non avevo il coraggio di guardare la preoccupazione nei suoi occhi.
Ad ogni modo, tutte le volte che si girava dalla mia parte, facevo finta di dormire, anche se in fondo ignorarlo mi faceva male.
Mi volto a guardare l'ora: sono appena le 7.05.
Zayn è già in piedi, che lavora in cucina. Un aroma di caffè si diffonde per la casa, mentre un dolce odore di cioccolato crea uno strano misto di aromi.
Rimango immobile a letto, in attesa che la forza di affrontare questa giornata arrivi.
"Buongiorno" Zayn entra in camera. Sul suo volto un sorriso stanco gli adorna il viso

" 'Giorno" sorrido sedendomi. Mi poggia un piatto davanti

"Ecco la colazione" mi porge due waffles coperti di cioccolato e un grosso bicchiere di succo "Avrei voluto portarti la colazione a letto, ma questa dannata spalla.." sorride imbarazzato

"Oh amore, grazie va benissimo così" lo bacio "Ma non ho molta fame stamattina. Mangia qualcosa con me" lo incito. 

"Non ho fame"

"Forza, apri la bocca" sorrido, prendendo con la forchetta un pezzo di waffle e portandogliela alla bocca

"Sei sempre la solita" apre la bocca, e mangia con gusto

"Ti voglio in forma. Se non mangi, diventa difficile tenere il ritmo" ammicco, leccandomi le labbra

"Muoviti a mangiare, dobbiamo andare dal medico" si distrae delle mie labbra, alzandosi dal letto "Vado a prepararmi"

"Non fai colazione con me?" chiedo, osservandolo 

"Vuoi che rimanga qui?" annuisco alla sua domanda, e lui torna velocemente accanto a me, imboccandomi giocosamente, mentre nei suoi occhi colgo una nota di felicità nonostante tutta la stanchezza e la preoccupazione


Pov. Zayn
Odio questa dannata spalla, proprio non ci voleva.
Attendo nervosamente l'arrivo del taxi, mentre Giorgia raduna le ultime cose. 
Quando finalmente riusciamo a partire la paura si impossessa di me. Ho paura, non voglio affrontare la realtà, ma se penso che la vita di Giorgia può dipendere da questa visita il mio cuore perde un battito, cercando di arrivare il prima possibile dall'uomo che metterà le mani dentro alla mia ragazza.
Solo il pensiero mi fa venire la nausea.
Dopo una ventina di minuti, arriviamo allo studio medico.
Siamo entrambi silenziosi, entrambi persi nei nostri pensieri.
La prendo per mano, dopo averle rivolto un sorriso e ci incamminiamo verso l'edificio. 
Appena entriamo nell'ambulatorio, un odore di disinfettante ci invade le narici mentre l'inquietante luce bianca dei lampadari illumina le nostre pelli, facendole sembrare più pallide di quanto siano in realtà.
Camminiamo lungo i corridoi, fino alla sala d'attesa. Faccio sedere Giorgia, e raggiungo il banco dell'accettazione.
Dopo un interminabile discussione, mi mandano a sedere
"Che è successo?" Giorgia si volta a guardarmi 

"Nulla, semplicemente non hanno il senso della priorità" rispondo brusco

"Non ti sarai messo a far discussioni spero"

"Io? Ti sembro il tipo di persona che fa queste cose?"

"Oh Zayn" scuote la testa, prima di tornare a sedersi composta, gli occhi chiusi e la testa contro il muro.
Rimaniamo in silenzio, all'interno della sala fin troppo silenziosa. Una fastidiosa musichetta da sala d'attesa riempie il silenzio, innervosendomi ancora di più.
Cristo, la mia ragazza sta male, ma non è una priorità. Dobbiamo aspettare che il medico ci chiami, nonostante ci abbia fissato un appuntamento il prima possibile. 
Che teste di cazzo.
Giorgia si massaggia il basso ventre, tormentata da altri dolori.
E io dovrei stare qui ad aspettare che un rincoglionito ci chiami? Proprio mentre sto per alzarmi, sento il una voce chiamare il nome di Giorgia
"Di Stefano?"

"Vieni amore" l'aiuto ad alzarsi, sorreggendola 

"Prego, accomodatevi" il medico ci fa entrare nel suo studio "Lei è la signorina che soffre di dolori al basso ventre se non sbaglio, giusto?"

"Sì" annuisce Giorgia "Ho dei dolori più o meno in questa zona" si indica il basso ventre

"Venga, dovrebbe sdraiarsi su questo lettino. Si alzi solo la maglietta"
Rimango nell'angolo, osservando quest'uomo di mezz'età che tocca la mia ragazza. Stringo i pugni lungo i fianchi, e cerco di rimanere calmo. Le preme leggermente il ventre, mentre il viso di Giorgia si contorce per il dolore.
Prende uno strano strumento e dopo aver stesso quello che sembra qualche sorta di gel, passa quello strano affare sulla pancia.
Osserva un monitor assolutamente nero, dove compaiono strani segni. Ad un certo punto sgrana gli occhi
"Signorina, ha mai avuto rapporti sessuali?"

"Scusi, cosa c'entra questo ora?" intervengo 

"Zayn, lascia stare" mi zittisce Giorgia. Si volta verso il medico e annuisce leggermente

"I rapporti sono sempre stati protetti?"

"Ehm, ecco.. La maggior parte delle volte sì"

"Signore, forse è il caso che lei si sieda" si volta verso di me, serio in volto

"Che succede dottore?" mi avvicino al lettino, stringendo la mano di Giorgia

"Bhe, è in corso un aborto spontaneo"

"Un cosa?" sussurro. Le nostre mani allentano contemporaneamente la presa, mentre Giorgia sbianca in viso

"Un aborto spontaneo. La gravidanza in corso si è interrotta per cause naturali"

"Io, io non sapevo di essere incita" sussurra

"Lo immaginavo signorina" ci sorride leggermente "Comunque la gravidanza era di qualche settimana"

"Quante?" 

"Circa tre" tre settimane. Tre settimane. Ho la mente completamente bloccata, non riesco più a ragionare "Per quanto riguarda il feto, non c'è più nulla da fare. Presto espellerà l'embrione e la placenta"

"Da cosa è dovuto l'aborto?" Giorgia ormai è impassibile

"Sicuramente la colpa non è sua signorina. Sono cose che posso succedere. Può dipendere da anomalie dell'utero, ma non è il suo caso" sorride leggermente "Quello che le persone non sanno, è che le possibilità di un aborto spontaneo sono altissime, o almeno molte di più di quanto si pensi" passa un grosso pezzo di carta sul ventre di Giorgia, per togliere ciò che rimane del gel, e la fa alzare.

"Le prescrivo delle pillole, nel caso il dolore persista" scrive velocemente sul foglio "E un'ultima cosa: capisco che la notizia vi abbia sconvolti, ma questo non deve frenarvi dal provare ad avere altri figli. Tutto questo non deve impedirvi di provarci ancora. E poi siete giovani" mi da una pacca sulla spalla, e stringe leggermente la piccola e debole mano di Giorgia

"Grazie mille dottore" riesco a malapena a dire.
Prendo per mano Giorgia, e usciamo dall'ambulatorio.
Siamo in silenzio, camminiamo lentamente, come due anime spente.
Torniamo verso casa, entrambi completamente sotto shock.

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Capitolo 79
*** Capitolo Settantanove ***


Pov. Giorgia
Aborto spontaneo
Mi ci è voluto un po' per capire a cosa si riferisse.
Aborto spontaneo? Io non sapevo nemmeno di essere incita, e in un pomeriggio vengo anche a sapere che sto abortendo.
Dio, è tutto così surreale. Se pensavo che la mia storia con Zayn fosse ai limiti dell'irreale, ora ne ho la conferma.
È tutto così incasinato ora. Sembra che il mondo vada troppo veloce, e faccio una fatica immensa a stargli dietro.
Le case, le persone mi sfrecciano accanto, e non faccio nemmeno in tempo a vederle.
Mi tocco la pancia, pensando che lì dentro stava crescendo qualcosa, prima che.. si fermasse.
Quale motivo l'ha spinto a fermarsi? Ho sbagliato qualcosa? 
L'ho ucciso io?
Solo al pensiero la testa mi gira.
Mi volto verso Zayn e rimango scioccata da ciò che vedo: il suo volto è pallido, la sua meravigliosa carnagione scura e sparita sostituita da una pallida e bianca. Gli occhi sono persi nel vuoto, e il suo viso è scavato, quasi fossi invecchiato di vent'anni.
Osserva stranito il mondo attorno a lui.
Siamo entrambi spersi, incapaci di capire cosa succeda intorno a noi.
Più volte abbiamo parlato di avere dei figli, e per tre settimane quel sogno si stava realizzando.
Ma poi tutto è svanito sotto i nostri occhi.
Appena arriviamo a casa, mi siedo sul divano e scoppio a piangere. Mi porto le ginocchia al petto, e le mani al viso.
Zayn rimane immobile per qualche minuto, e poi si siede accanto a me. Mi prende la testa, e l'appoggia sul suo petto, mentre mi accarezza dolcemente la testa.
Rimane sempre in silenzio, e nella casa si sentono esclusivamente i miei singhiozzi.
Non appena mi calmo un po', si alza dal divano, e scompare sul balcone. Dalla mia posizione posso vedere il fumo della sigaretta dissolversi nell'aria.
Mi sdraio, per cercare di calmare questi costanti giramenti di testa, e far passare un po' l'emicrania dovuta al pianto. 
Chiudo gli occhi lentamente, e mi addormento.




Pov. Zayn
Non può essere. Non può essere vero.
Tutto quello che desideravamo era sotto i nostri occhi, e non ce ne siamo nemmeno accorti. Il nostro bambino, il frutto del nostro amore, stava crescendo dentro di lei.
Ma poi..
Aborto spontaneo. Com'è possibile? E forse malata? Ma certo che no! 
E allora perché il bambino è.. morto?
"Cazzo" esclamo, tirando un calcio al tavolino rosso del balcone. La sottile gamba di plastica si spezza, facendo cadere a terra il portacenere di vetro, che si frantuma non appena tocca terra come il vaso con qualche strana pianta dentro.
La cenere delle mie sigarette di sparge per il pavimento insieme alla terra del vaso, e in poco tempo il balcone è un disastro.
Non posso rimanere qui.
Prendo un foglio di carta dal mobile, facendo cadere una piccola fotografia di mia madre, e con mano tremolante scrivo un biglietto a Giorgia.
Lo appoggio sul tavolo, ed esco da quella casa.
Non so bene dove io sia diretto, o forse lo so. E sicuramente lo capirà anche Giorgia, non appena si sveglierà.
Ho bisogno di bere per superare questo dolore. È tutto troppo recente e semplicemente.. troppo da sopportare.
Ci mancava solo quello per essere felice, solo un fottuto bambino, che come altre cose, ci è sfuggito dalle mani.
E ciò che mi fa incazzare maggiormente è che io sono qui fuori, diretto al locale di Niall, mentre Giorgia  è casa da sola.
Non voglio nemmeno sapere cosa penserà quando vedrà che non ci sono. Invece di essere con lei, sarò in un cazzo di locale a bere fino quasi al coma etilico.
Complimenti Zayn, non ti smentisci mai.

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Capitolo 80
*** Capitolo Ottanta ***


Pov. Zayn
Sono passati due giorni dalla drammatica scoperta. E sento come se la nostra storia stesse per subire una brusca svolta.
Sicuramente non positiva.
Non parliamo molto, ma soprattutto non ci parliamo molto.
Ognuno rimane chiuso in sé stesso, incapace di affrontare questo momento.
Quando sono tornato a casa dal locale, circa la mattina del giorno dopo, io e Gio abbiamo litigato, e non è stata una litigata come le altre.
Sono volate parole grosse, soprattutto da parte sua. Mi ha definito come un 'bambino che vuole giocare a fare il grande', un immaturo che non è in grado di affrontare i problemi.
Mi ha dato dell'egoista, per averla lasciata sola tutto quel tempo, per aver preferito andare via piuttosto che affrontare il dolore che entrambi stiamo provando.
Come darle torto?
Dopo ieri mattina, non ci siamo rivolti la parola tutto il giorno. Non solo perché non volessimo, ma perché lei è semplicemente uscita di casa e non è tornata fino a poche ore fa.
Ha passato la notte da Jacob, ma in questo momento non riesco a provare nulla. Nono sono arrabbiato con lei perché è andata da lui.
Mi sento svuotato di ogni singola emozione. Mi sento come un involucro vuoto.
L'ultima volta che mi sono sentito così, fu quando la madre di Giorgia mi separò da lei. E sappiamo tutti quali furono le conseguenze di quell'allontanamento.
Sì la cocaina sembra la soluzione a tutto in questo momento. Ne prenderei una dose soltanto, per superare questa situazione.
Solo una dose..
Ma chi voglio prendere in giro? Si sa che dopo una dose, ce ne sarebbe un'altra, e poi un'altra.. e così via. Non voglio certo finire in un'altra merda di clinica, e tanto meno in una bara sotto terra.
Ma è tutto così difficile, e troppi pensieri mi girano per la testa.. Lei sapeva?
Sapeva di essere incita e non mi ha detto nulla? 
Impossibile.. lei me l'avrebbe detto.
Eppure le nausee le ha avute..
Mi alzo dal divano e apro la porta del balcone, facendola sbattere contro il muro
"Potresti anche evitare" mi rimprovera Giorgia

"Cosa?" chiedo, voltandomi verso di lei

"Hai capito. Potresti evitare di spaccare tutto quello che tocchi. Come il tavolino sul balcone per esempio"

"Questa è casa mia, e faccio cosa cazzo mi pare"

"Sì ma non ti aspettare che io pulisca i casini che fai tu! Avevo una forte emicrania, le fitte alla pancia e ho dovuto pulire tutto casino che avevi lasciato su quel fottuto balcone !" urla

"Pensi di essere l'unica che sta male qua dentro?"

"No! Appunto per questo vorrei che ne parlassimo insieme, invece di scappare in qualche locale del cazzo" 

"Non sono affari tuoi ciò che faccio, okay?" ringhio avvicinandomi a lei

"Certo che non sono affari miei, perché quando ti comporti così da immaturo, non voglio avere nulla a che fare con te!"

"E allora vattene! Cosa ti devo dire? Sicuramente non ti pregherò di restare" sputo, ma mi pento immediatamente di quelle parole "Ecco, nel senso.."

"Tranquillo, ho capito. Domani Giulia tornerà dalla luna di miele, e io tornerò a stare con loro" lascia il salotto, e si dirige verso la camera da letto.
Rimango immobile, davanti al divano, osservando lo spazio vuoto che lei ha lasciato davanti a me.
Non volevo dire quelle cose. O forse sì? Non ero io a parlare, davvero.
Non la caccerei mai via, perché lei è tutto ciò che mi rimane. Ma non riesco nemmeno a guardarla in faccia se penso che lei potrebbe avermi nascosto la sua gravidanza.
Tiro un pugno al muro, e mi accendo l'ennesima sigaretta, osservando il cielo che, come la nostra relazione, sta diventando sempre più buio e tempestoso.


Pov. Giorgia
Non piango nemmeno più, perché ho esaurito tutte le mie lacrime nei giorni passati.
Le parole di Zayn non mi hanno ferita, perché non sento più nulla e forse perché in parte me le aspettavo.
So quanto possa essere spietato Zayn quand'è arrabbiato, quindi non c'è da stupirsi.
Il problema è che non so mai quando realmente pensa qualcosa, e quando in realtà lo dice per rabbia. È così frustrante riuscire a comprendere ciò che vuole.
Sicuramente non ho intenzione di decifrare ciò che gli passa per la testa ora, perché non ne ho più le forze.
Stamattina ho avuto delle perdite, e questo mi fa pensare di aver espulso anche l'ultima parte della mia gravidanza interrotta.
Devo ammettere che ho pianto. Avere quest'ultima certezza che tutto quello che stiamo vivendo è vero, fa dannatamente male.
Prendo la valigia dallo sgabuzzino, e butto dentro tutto i miei vestiti senza occuparmi di piegarli.
Nel giro di pochi minuti è completamente piena, e faccio fatica a chiuderla. 
Non mi ero mai accorta di avere tutti questi vestiti a casa di Zayn, e solo ora rimpiango di non averne lasciati un po' a casa mia.
Sarà strano tornare a casa, dormire nel mio letto e svegliarmi senza il profumo di Zayn ma è la cosa più giusta da fare finché le cose non si sistemeranno.
Sempre se si risistemeranno. 
È vero, abbiamo litigato molte volte, e anche dopo le litigate peggiori siamo sempre tornati insieme, ma stavolta è diverso. Lo sento dentro di me.
Da quando siamo usciti dallo studio medico, giovedì, un brutto presentimento mi accompagna e non riesco a ignorarlo.
L'allontanamento da Zayn ormai è iniziato, e ho paura che tutto questo termini nella nostra definitiva separazione.
Non sono pronta a separarmi da lui, perché nonostante tutto, io lo amo ancora.
Nonostante le litigate, le parole, i fatti, io lo amo ancora.
E poi, noi siamo Zayn e Giorgia, giusto?

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Capitolo 81
*** Capitolo Ottantuno ***


Pov. Giorgia
Non ho avuto il coraggio di raccontare a Giulia e Filippo la verità sul mio ritorno a casa. 
Mi sono limitata ad un 'Abbiamo litigato' e per ora sembrano averla bevuta.
Sistemo i vestiti nell'armadio, cercando di lisciarli un po' con le mani
"Niente da fare, siete tutti da stirare" scuoto la testa, spostandoli sul letto.
Sistemo le scarpe nella scarpiera e la roba da lavare in un angolo della camera.
Giro per la camera, osservando le foto appese ai muri: sono abbastanza recenti, non hanno più di sei mesi, ma comunque i nostri ulteriori cambiamenti sono evidenti.
Osservo una foto mia e di Zayn, e noto come il suo viso sia diventato più rude e squadrato. La folta barba nera, lo invecchia un po' donandogli quel fascino che fa girare tutte le ragazze ogni volta che cammina per strada.
Jacob, invece, ha quel viso sempre un po' bambino, dolce e tenero in forte contrasto con il corpo adulto e pompato grazie alle ore passate in palestra.
Poi osservo me: recupero una foto sulla scrivania, scatta se non ricordo male poco dopo 'l'incidente' con Harry. Ho gli scavati segnati da profonde occhiaie. Sorrido debolmente, abbracciata a Giulia.
Poi sposto lo sguardo su una foto scattata a me e Zayn, il giorno del mio compleanno a Miami. Entrambi abbiamo stampato in volto un meraviglioso sorriso, e nonostante la lontananza della macchina dal nostro volto, si può notare un piccolo luccichio nei nostri occhi.
Sì, quello è stato indubbiamente il nostro periodo più felice, anche se qualche litigata c'è stata.
Poi mi volto a guardarmi allo specchio: quella ragazza sorridente e felice non c'è più.
Gli occhi sono spenti e distrutti, esattamente come il suo cuore.
Sono stanca e stremata dalla situazione con Zayn. Sono mesi che andiamo avanti così: litigate, riconciliazioni, parole dette per sbaglio che feriscono comunque.
E poi arriva questa notizia del.. dell'aborto. È stato indubbiamente il colpo di grazia.
Il mio sguardo cade inevitabilmente sulla pancia, mentre le mie mani, si posano delicatamente su di essa.
"Toc, toc, è permesso?" Giulia si affaccia alla mia porta

"Certo" le sorrido, togliendo le mani

"Zayn.. Zayn è qui" gioca nervosamente con le dita

"Cazzo" sussurro "Fallo salire" abbasso la testa mentre un orribile sensazione mi blocca il respiro



Pov. Zayn
Io non ce la faccio. Stare in quella casa senza di lei, stare proprio senza di lei. Non ce la faccio. 
Quella ormai non è casa mia, è casa nostra. 
Quando ho aperto le ante dell'armadio per sistemare - si fa per dire - dei vestiti una ventata del suo profumo ha invaso la stanza, e in un angolino ho trovato una piccola maglietta appallottolata. 
L'ho presa tra le mani, e nonostante non la mettesse da parecchio tempo, non appena l'ho srotolata il suo profumo si è diffuso nell'aria, chiudendomi la bocca dello stomaco.
Lei non era più qui e l'armadio semi vuoto, il bagno ordinato senza trucchi o macchie colorate sul bancone non facevano altro che sottolineare la sua assenza.
Alla fine mi sono convinto, e sono andato a casa sua ma sento che non dovrei essere qui.
Una strana sensazione mi chiude la bocca dello stomaco, e spero che Giorgia decida di non vedermi. Stavolta non insisterò se lei non vorrà. Me ne andrò e basta
"Vieni Zayn" mi sorride debolmente Giulia
Cazzo.
Le salgo lentamente, come per prendere coraggio e cercare le parole adatte da dirle, senza sbottarle addosso
"Ehi" entro timidamente in camera, come fossi un estraneo

"Ciao" mi saluta, appoggiandosi alle colonne del suo letto a baldacchino

"Ehm, premetto che non sono qui per litigare" 

"Lo spero, perché non ne ho più le forze" scuote la testa

"Come stai? Nel senso, hai ancora dolori alla.. alla pancia?" 

"Sto bene Zayn. Ormai è tutto.. finito" si gira a guardare fuori dalla finestra

"Cosa è finito, esattamente?" la mia voce trema leggermente, mentre pronuncio queste parole. Lei mi rivolge uno sguardo, ma rimane in silenzio "Giorgia.."

"Zayn" mi blocca "Non ho mai detto di voler chiudere con te.  Sono solo stanca"

"Cosa vuoi dire?"

"Sono stanca, esausta. Stanca di litigare per ogni singola cosa, di star male e di vederti andare via ogni volta che qualcosa non va. Dovremmo affrontare insieme i momenti difficili, e invece tu che fai? Ti rifugi nell'alcool o nella droga"

"Non.. non sono affari tuoi" ringhio 

"Sono affari miei sì!" urla, riscuotendo la rabbia che sto cercando di placare "Perché quello che fa male a te, fa male anche a me! Io non posso accollarmi il dolore di due persone!"

"Nessuno te l'ha mai chiesto!" 

"Zayn tu non capisci! Non hai mai capito, e mai capirai!" si prende il volto tra le mani e si avvicina alla finestra.
Inizio a camminare, non ho più controllo sul mio corpo o su ciò che dico
"Io non capisco? Io non capisco?" ringhio "Non hai idea di quello che ho dovuto passare da quando sto con te. Ho dovuto affrontare le mie paure, ho dovuto superare tutti i miei fottuti complessi riguardo la mia rabbia e la mia violenza"

"Cosa credi, di essere stato l'unico a stare male? Eh?  E io cosa devo dire? Ti devo ricordare come sono stata ogni volta che sei andato via? Ai giorni passati a piangere, le notti passate e non dormire, mentre tu eri chissà dove? E dobbiamo parlare di Harry? Dannazione Zayn, non fare la vittima!" indietreggio alle sue parole.
Harry. Certo.. come dimenticarlo. Per colpa mia, Harry ha fatto quel che ha fatto, e questo dalla coscienza non me lo toglierà mai nessuno. 
Voglio scappare, andare via qua, più lontano possibile da lei. Vorrei poter cancellare ciò che lui le ha fatto.
Dio, la testa mi gira.
Mi allontano, ma la sento avvicinarsi velocemente a me
"Non ti chiederò scusa per quello che ti ho detto, ma ti chiedo di restare. Non andar via come fai di solito, parliamo" continuo a camminare, a passo lento, verso la porta "Cristo Zayn! Cresci per favore! Non andrai da nessuna parte facendo così! Hai vent'anni, impara ad affrontare i problemi!"
Mi volto a guardarla, e in un attimo tutta la rabbia che ho cercato di reprime da quando ho scoperto dell'aborto esplode prendendo possesso di me
"Davvero vuoi che affronti i problemi? Davvero vuoi che ti affronti? Allora lasciami parlare e stai zitta" ringhio, avvicinandomi a lei "Sono innamorato di te, più di quanto io sia mai stato e la grandezza dei sentimenti che provo per te mi terrorizza. Mi terrorizza il fatto che dipendo completamente da te. Ho paura di poterti fare del male e cazzate varie, cose ti ho ripetuto più volte. Ma sono anche dannatamente incazzato con te, perché tu sapevi!" le punto il dito contro

"Sapevo cosa?" sussurra

"Della gravidanza! Tu sapevi, e non mi hai detto nulla! Cazzo, sono venuto a sapere che fossi incinta tramite un merda di medico!"

"Io non lo sapevo.."

"Non mentirmi!" urlo spintonandola contro il muro. Un rumore sordo mi riporta alla realtà, mentre Giorgia si piega leggermente su sé stessa

"Ahia" sussurra appena, ma quelle parole mi fanno morire dentro.  

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Capitolo 82
*** Capitolo Ottantadue ***


Pov. Giorgia
Zayn è davanti a me, immobile. Gli occhi sgranati mi guardo mentre mi rimetto dritta. 
Mi ha spinta contro il muro, facendomi sbattere la schiena e la testa. Rimango disorientata per qualche secondo, prima di vedere ancora la figura di Zayn fissa davanti a me.
"Io.." balbetta, e fa qualche passo indietro.
Non riesco a dire nulla, sono paralizzata dalla paura. Se dicessi qualcosa di sbagliato, lui potrebbe attaccarmi ancora? Farmi del male?
Tutto è così confuso ora. Questo è il vero Zayn, e nessuno riuscirà mai ad eliminarlo o sostituirlo. Però io gli dissi una cosa, un tempo. 
Non ho paura di te Zayn. Ed è vero in parte, io non ho paura di lui, perché so che non spingerà mai oltre un certo limite. Il problema è solo capire quale sia il suo limite.
"Zayn.." lo chiamo 

"No, stammi lontana" mi ordina "Ecco, proprio di questo parlavo" agita nervosamente le mani davanti a lui

"Io sto bene" annuisco

"Giorgia, ti ho appena spinta contro un muro. Hai battuto la testa e la schiena cazzo. Pensi che non possa spingermi più in là?" si avvicina di nuovo a me. Per un attimo rimango senza fiato "Pensi che non possa prenderti per i capelli? O tirarti un pugno?" mi tiene leggermente i capelli. 

"Zayn" sussurro, la voce leggermente tremante "Io so che puoi farlo, ma so anche che non vuoi farlo. So che mi ami, me l'hai detto tu e per questo.."

"L'amore non ci salva!" urla "L'amore non può cambiare una persona!" le sue parole mi ferisco, più del gesto di qualche minuto prima 

"L'amore può salvare chiunque. Ti prego Zayn, lasciati salvare"

"Non c'è salvezza per le anime già dannate" sospira, lasciandomi un bacio sulle labbra.
Si allontana velocemente da me, e prima di uscire mi rivolge un ultimo sguardo ed esce dalla stanza lasciandomi sola.
Mi accascio per terra, la testa fra le mani, con la consapevolezza che la mia storia con Zayn sia giunta definitivamente alla fine.
L'orribile sensazione che sentivo, alla fine si è realizzata, ed ora sono qui distrutta più di quanto lo fossi prima, in preda al dolore.
Ho perso tutto quello che avevo, tutto quello che poteva farmi stare bene. Ho perso tutto ciò di cui avevo bisogno
Il ragazzo che amo è uscito da quella porta, e uscendo da quella porta, è uscito definitivamente dalla mia vita.
Scendo velocemente le scale, sperando di trovarlo ancora qui, ma quando arrivo giù lui non c'è. Esco fuori, nella speranza di poter fermare la sua macchina, ma non c'è nemmeno lei.
Prendo il telefono e lo chiamo
"Informazione gratuita, il numero da lei chiamato non è più attivo o è stato disabilitato dall'utente" mi annuncia la voce robotica.
Osservo incredula la schermata del mio telefono, prima di lasciarlo cadere. Rimbalza ai miei piedi, finendo a pochi metri di distanza da me.
Mi accascio nuovamente per terra, in preda al pianto mentre Giulia corre verso di me il volto afflitto dal dolore.


Pov. Zayn
Alla fine ce l'ha fatta. Il solito, vecchio, incasinato Zayn ha avuto la meglio. Anche con lei.
Le ho messo le mani addosso. L'ho spinta. Le ho fatto del male.
Nella mia testa rimane fissa l'immagine di Giorgia piegata in avanti, una smorfia di dolore in volto,
Sono stato io a provocargliela.
Il taxi sembra sfrecciare tra le strade della città. Al primo semaforo prendo la mia scheda telefonica, e la spezzo, per evitare di ricevere chiamate da lei.
So che mi chiamerà, ma non posso più avere a che fare con lei. Non dopo oggi.
Una volta arrivato a casa prendo le chiavi dell'auto, e pericolosamente mi allontano da qui.
Non riesco a guidare con questa maledetta spalla ingessata, ma non m'importa più.
Ho la vista offuscata dalle lacrime, ma non m'importa più di nulla.
Ho perso ciò che avevo di più importante, e il resto non ha più senso ora.
Nemmeno la mia esistenza ha senso ora, perché se non ho lei, non ho più nulla. 
Non sono più nulla.
Non che io sia mai stato qualcosa. Sono sempre stato solo un gran casino che lei ha tentato di aggiustare, ma certe cose non si possono aggiustare.
Certe cose vanno semplicemente prese e buttate via.
Certe persone non possono essere salvate. Vanno semplicemente eliminate, prima di far seriamente del male a qualcuno.
Lascio che le lacrime mi righino il viso, mentre lascio andare il volante dell'auto.
"Non c'è salvezza per le anime dannate" sussurro prima di schiantarmi contro la parete rocciosa della statale.

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