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di rainbowpastels
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** One ***
Capitolo 3: *** Two ***
Capitolo 4: *** Three ***
Capitolo 5: *** Four ***
Capitolo 6: *** Five ***
Capitolo 7: *** Six ***
Capitolo 8: *** Seven ***
Capitolo 9: *** Eight ***
Capitolo 10: *** Nine ***
Capitolo 11: *** Ten ***
Capitolo 12: *** Eleven ***
Capitolo 13: *** Twelve ***
Capitolo 14: *** Thirteen ***
Capitolo 15: *** Fourteen ***
Capitolo 16: *** Fifteen ***
Capitolo 17: *** Sixteen ***
Capitolo 18: *** Seventeen ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Quando sei piccola e ti chiedono cosa vuoi fare da grande rispondi le cose più assurde, vorresti essere tutte le cose più strane che la tua fantasia ha da offrirti. Poi diventi un adolescente e cominci pian piano a "uccidere" i sogni su cui hai tanto fantasticato per rimpiazzarli con il classico periodo di ribellione.
Quando hai 16 anni e ti sei lasciato alle spalle quel periodo assurdo, rinnegandolo come la peste, vivi i tuoi ultimi giorni da teenager e li vivi con spensieratezza. Ed eccomi qui a 20 anni a interrogarmi sui perché della vita mentre osservo il mare e la sua vastità. Adesso se mi chiedono cosa voglio fare da grande non so più rispondere.
Il telefono comincia vibrare nella mia tasca riscuotendomi dai miei pensieri.
"Si?" Rispondo distrattamente.
"Scarlett dove sei?" Chiede preoccupata mia madre.
"Sono... Sono sulla spiaggia, non ho visto che si era fatto così tardi, scusami."
"Non preoccuparti, papà è appena tornato a casa con la pizza!" Esclama "Dai che ti aspettiamo" aggiunge e riattacca.
Mi alzo dalla sabbia soffice e mi libero dai fastidiosi granelli che si sono infilati dappertutto e comincio ad incamminarmi verso casa.
Scarlett, 20 anni. Occhi verdi e capelli castani.
Scarlett con la testa sempre tra le nuvole, la ragazza che conta i suoi amici sulla punta delle dita.
Scarlett che odia il contatto umano e preferisce un libro o della buona musica.
Scarlett la ragazza che si perde a guardare il vuoto.
Scarlett la sognatrice.


//SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti!:)
Beh è da un sacco che non scrivo e sinceramente ho buttato giù le prime cose che mi sono passate per la mente.
Non ho idea di che direzione prenderà questa storia. Spero di non abbandonarla come le altre.. Ho qualche idea e spero che seguiate la storia!:)
Se riesco posto il primo capitolo domani :)
Bye xx

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Capitolo 2
*** One ***


Sento la sveglia suonare come ogni santa mattina e mi ritrovo a spegnerla imprecando sottovoce. Quando imparerò ad addormentarmi prima la sera?!
La porta della mia stanza si apre improvvisamente e Lia entra come un uragano.
"Come diavolo riesci ad essere così piena di energie di prima mattina?!" le chiedo prendendo il cuscino e spiaccicandomelo in faccia.
"Buongiorno anche a te Scarlett!" ridacchiò e spalancò le tende della mia piccola finestra "A che ora sei arrivata ieri? Non ti ho sentita arrivare!"
"Erano le dieci di sera, eri sommersa da appunti e libri vari, non me la sono sentita di disturbarti!" mi strinsi nelle spalle.

Ogni tanto tornavo a casa per il weekend per un saluto veloce a differenza di Lia che non tornava quasi mai.
Io e Lia ci conosciamo ormai da dieci anni, mi fa stranissimo pensare che all'inizio non potevamo neanche sopportarci. Eppure le cose fortunatamente sono cambiate ed eccoci qui a dividerci una stanza al college.

"Lo so ho un esame la prossima settimana e andrà malissimo." mi disse con tono preoccupato.
"Oh ma sta zitta!" le tirai il cuscino che era ancora sulla mia faccia "Tutte le volte che dici così prendi sempre il massimo dei voti. Beh a dir la verità prendi il massimo a prescindere che tu lo dica o no!" la presi in giro.

Lia era una cervellona, era un po' come un'enciclopedia. Studiava letteratura, arabo per me. Inizialmente aveva preso ingegneria seguendo il volere della sua famiglia ma sapevamo entrambe che non era la strada che voleva intraprendere, così cambiò facoltà e si buttò sulla sua passione. Ecco perché non torna quasi mai a casa, la sua famiglia la rimprovera per la sua scelta e la giudica in maniera negativa per la strada che ha intrapreso.

"Ah ah. Molto divertente" scimmiottò rilanciandomi il cuscino "Alzati bella addormentata che tra 20 minuti cominciano le lezioni!" mi prese i piedi e cominciò a tirare facendomi cadere dal mio amatissimo letto. "Il tuo caffè è già sul tavolo di là!" concluse uscendo dalla stanza.
"Ma cosa cazzo pensavo quando mi sono iscritta al college?!" mi lamentai.




Venti minuti dopo mi trovavo in aula pronta ad ascoltare una noiosissima lezione sulla ricombinazione del DNA e sulla probabilità di ottenere un patrimonio genetico sano o malato.
Mandai un messaggio veloce a Lia: Ci vediamo a pranzo al solito posto. Se non mi vedi arrivare è perché ho deciso di porre fine alla mia inutile vita.
Fortunatamente la lezione era solo di un'ora, non sarei sopravvissuta a un minuto di più in quella stanza.
Mi avviai verso la mensa camminando distrattamente per i corridoi, musica nelle orecchie a volume decisamente troppo alto per rendermi conto delle persone attorno a me, una ragazza mi lasciò un volantino probabilmente di una qualche festa che avrebbero dato di li a poco. Entro nella stanza e mi avvio verso il nostro solito tavolo buttandoci sopra lo zaino e sedendomi in maniera decisamente poco femminile. Guardai distrattamente il volantino che avevo ancora in mano, blaterava qualcosa su una band e un concerto, tali 5 seconds of summer, mai sentiti. Buttai il volantino nello zaino e salutai il ragazzo che prese posto accanto a me.
"Ciao Joseph!"
"Se mi chiami ancora così ti riempio la stanza di ragni." mi rimproverò "E sai benissimo che sono capace di farlo!"
"Joe, Scarlett" ci salutò Conor prendendo posto di fronte a me.
"ODDIO RAGAZZI SONO TORNATA IMPROVVISAMENTE SEDICENNE!" esclamò Lia sedendosi accanto a me.
"Siamo tornate sedicenni!" la corresse Maya sedendosi vicino a Conor e stampandogli un bacio a fior di labbra.

Eccola lì la mia banda. Joe era all'ultimo anno di ingegneria, era stato nominato il re degli scherzi, erano geniali, pensati nei minimi dettagli. Magrolino, biondo, occhi azzurri con uno spiccato senso dell'umorismo. Conor e Maya stanno insieme dai primi anni delle superiori, lui alto e muscoloso, capelli corvini e occhi neri come la pece, lei invece bassina con due occhi azzurrissimi e la pelle olivastra e una chioma indomabile; Conor studia economia e Maya è in corso con Lia. 

"Cosa è successo?!" chiese Joe alla mia destra "Avete visto Zac Efron nudo?!"
"No, peggio" iniziò Maya "Abbiamo scoperto una nuova band"
"Cioè in realtà non è esattamente nuova, ma l'abbiamo ignorata fino ad adesso!" continuò Lia.
"Sono diventati famosi in poco tempo e spopolano tra le ragazzine" proseguì Maya.
"Ho ufficialmente paura!" le squadrò Conor con il terrore negli occhi.
"Come si chiamano?" chiesi ingenuamente.
"5 SECONDS OF SUMMER!" strillarono in coro.
"Oddio le abbiamo perse." commentò Joe e mi lasciai sfuggire una risatina.




"Dai Scarl ti prego, prova ad ascoltarli, non sono così male come credi!" mi pregò Lia.
Da un ora buona stava cercando di convincermi ad ascoltare qualche loro canzone.
"Oh e va bene." le dissi rassegnata, lei in tutta risposta fece un urletto di gioia.
Lia passò tutto il pomeriggio a canticchiare le loro canzoni mentre cercava di convertirmi, mi corruppe anche con una pizza.
"Allora?" mi chiese con occhi speranzosi dopo avermi fatto sentire tutta la loro discografia.
"Non sono male" le dissi sinceramente stupita mentre ci avviavamo verso le nostra stanze cominciare una sessione di studio matto e disperatissimo. "Ripetimi come si chiamano?"
"5 seconds of summer!" urlò dalla stanza accanto alla mia.


Presi lo zaino e rovesciai il contenuto sul letto ricordandomi solo in quel momento del volantino che mi avevano dato quella mattina. Lo presi e cercai di spiegarlo il più possibile, il concerto sarebbe stato tre settimane più tardi e che i biglietti andavano in vendita oggi stesso. Era da tempo che non vedevo Lia così felice per qualcosa di così semplice. Non ci pensai due volte, presi la giacca e il portafoglio e uscii dalla  nostra stanza il più silenziosamente possibile. Scarlett era pronta per andare in missione.

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Capitolo 3
*** Two ***


Ogni dannata mattina è sempre la stessa storia, sveglia, caffè veloce, imprecazioni varie, lezioni noiose e finalmente pranzo.
Mentirei se dicessi che per una buona volta io sia riuscita ad addormentarmi presto, l'insonnia e gli incubi che mi perseguitano non me lo permettono. Nemmeno Lia lo sa.
Ad ogni modo la  "missione" di ieri è andata a buon fine, ho dovuto lottare con delle ragazzine urlanti e le loro madri per riuscire a prendere due stramaledettissimi biglietti, ma alla fine ce l'ho fatta.

Vado verso il solito tavolo in mensa e prendo posto vicino a Joe. "Ciao ragazzi!" saluto. "Come state?"
"Uno schifo" risponde Conor "Domani ho un esame di Diritto Privato e non so assolutamente nulla."
Ecco, io e Conor su questo aspetto siamo simili, se diciamo di non sapere nulla è davvero perché non sappiamo un accidenti.
"Ehi Con, non abbatterti così, ci saranno tanti altri appelli!" cerco di rassicurarlo e in tutta risposta ricevo un grugnito da parte sua.
"Sto sudando in posti che non sapevo nemmeno di avere." si intromette Joe "Cioè, come diavolo è possibile sudare dietro al ginocchio?!"
"Grazie Joe, non potevamo vivere senza questa informazione essenziale per il genere umano." lo ripresi ruotando gli occhi al cielo.
"Sono in depressione adolescenziale." disse Lia accasciandosi sul tavolo.
"E' perché non sudi dietro le ginocchia?" chiese Joe.
"No idiota." rispose lei "Ricordate la band che vi dicevamo ieri? Vengono a Sidney tra due settimane"
"Tre settimane" la correggo.
"Va beh, è uguale. Ad ogni modo è totalmente sold out."
"Hai con te 1984 di Orwell" Chiesi alla mia migliore amica.
"Si ma cosa c'entra?"
"Sfoglialo e vedi cosa trovi." istruì.
Prese a sfogliare velocemente le pagina fino a quando non trovò i due biglietti spalancando occhi e bocca e rimanendo impalata come uno stoccafisso.
"Ehm... Buon compleanno in anticipo?" provai a risvegliarla. Il suo compleanno era circa una settimana dopo quella del concerto, era più o meno il regalo perfetto.
Lia mi si lanciò addosso stritolandomi. "GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE!" cantilenò "Sei la migliore amica che potessi chiedere!"
Non sono esattamente nella top 10 delle persone che amano il contatto fisico, mi limitai a darle qualche pacca sulla schiena, in fondo sapeva anche lei che non ero a mio agio con queste cose.
"Ma Maya? Tu non vieni?" chiese Lia guardando con aria sognate i due pezzi di carta.
"Avevo promesso a mia madre che sarei tornata a casa quel weekend! Mi aspetto una telefonata durante il concerto però!" rispose la ragazza dalla chioma ribelle con un sorriso.


Non sto nemmeno a raccontare l'inferno che ho passato durante le settimane prima dell'evento, Lia diede sfoggio delle sue impeccabili abilità di stalker e scoprì ogni dannatissima cosa su quei tre ragazzi, ah no, quattro.
Nomi, secondi nomi, cognomi, fratelli e sorelle, sapeva se avevano cani o gatti, qual'era il loro cibo preferito, una stalker vera e propria.
Per non parlare della loro musica che suonava praticamente a ogni ora del giorno nella nostra stanza del dormitorio.
Avevo creato un mostro, ma ero felice che lei fosse felice.


"Scarlett!" sentii una voce "Scarlett svegliati!"
"Mmmmh... Lasciami dormire!" mugugnai.
"Scarlett è il giorno del concerto è ora di svegliarsi!" riconobbi Lia.
"Che diavolo di ore sono Lia?"
"Sono le 10 passate!" trillò.
"Lia il concerto è stasera alle 21. Lasciami dormire altri cinque minuti."
Non sentii più alcun rumore, provai ad aprire un occhio e mi ritrovai Lia a guardarmi con la faccia da cucciolo ferito.
"Oh, e va bene! Mi alzo!" sbuffai.


"I panini per stasera li ho fatti, i soldi per il taxi?" chiesi a Lia.
"Li ho!" asserì con un sorriso a trentadue denti.
La mia amica aveva passato tutta la mattinata a provarsi vestiti di ogni tipo venendo poi a supplicarmi di darle una mano.
Alla fine prese in prestito una mia vecchia maglia di un concerto dei Sum 41 che usavo da tempo come pigiama, ci abbinò un bel paio di skinny neri e le sue vans a fantasia.
Io in confronto sembravo una scappata di casa, una maglia bianca dei jeans neri e un paio di nike tutte mezze rotte.
Lei perfettamente truccata, io con a malapena un po' di correttore sulle mie occhiaie. Lei capelli perfetti, io con una specie di concio fatto a caso che sembrava più un nido di rondine.


Arrivammo al luogo del concerto con ben sei ore di anticipo. C'erano ragazzine e madri accampate alla bell'e meglio ovunque.
"Lia sono solo le 15 facciamoci un giro qua intorno prima di metterci in fila!" proposi.
"Ok Scarl, però un giro veloce! Vorrei arrivare il più avanti possibile."
Attorno a noi c'era una quantità indicibile di skinny neri, camicie a quadri e bandane di ogni colore. Ottimo la guerra dei cloni.
Eravamo quasi alla fine del giro dell'arena quando Lia si bloccò in mezzo alla strada dopo aver sentito un risolino.
"Ehi tutto ok?" le chiesi, aveva lo sguardo fisso nel vuoto.
Improvvisamente si avvicinò alla paratia di quello che dedussi fosse il back stage.
"Lia cosa stai facendo?"
"Ashton?" chiese a voce alta.
"Chi?!" le chiesi io.
"Si?" rispose qualcuno dall'altra parte della paratia con un altro risolino.
"ODDIO!" esclamò lei guardandomi per poi riportare l'attenzione alla voce oltre al muro "Sei davvero tu?"
"Direi proprio di si!" altro risolino "E tu sei?"
"Lia, io sono Lia!" disse lei tutta contenta. "Ehm... Ashton possiamo venire di là con voi?"
"Se riuscite a scavalcare si!" ulteriore risolino "Aspetta quante persone siete?"
"Due!" disse lei con aria sognante.
"Muovetevi che il tizio della security adesso non c'è!" ci incitò "Luke vai a prendere due pass!"
"Cosa diavolo vuoi fare Lia?!" le chiesi con un pizzico di terrore.
"Fidati di me!" disse lei.
"Ma..." provai a ribattere.
"Devi osare un po' nella vita Scarl!" Mi sprona Lia.E per una volta le do ragione. Lei parte per prima, scavalca la paratia esultando con i ragazzi dall'altra parte."Forza ce la puoi fare!" Mi incoraggiano dall'altra parte.Faccio un respiro e corro, corro verso quel muro precario e in qualche modo so già che la mia vita cambierà.

//SPAZIO AUTRICE
Hola!:)
Secondo capitolo vero e proprio!:) sto cercando di scrivere e pubblicare il più velocemente possibile prima che mi scappino le idee che ho in testa.
Ad ogni modo.. Mi farebbe molto piacere sapere il vostro parere, quindi lasciate un commentino:) fatemi capire se ne vale la pena continuare la storia o no!
Besos xx

P.s. Trovate la storia anche su wattpad, cercatemi sono Im-a-mess_
Se vi va spargete la voce e fatela conoscere!:)

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Capitolo 4
*** Three ***


Con le leggi della fisica dalla mia parte, nonostante un sacco di di patate fosse più agile di me, riuscii a scavalcare quella paratia senza cadere rovinosamente a terra, risparmiandomi una figura di merda colossale.
"Ma chi me l'ha fatto fare" borbottai tra me e me.
Vidi una mano allungarmi una specie di cartellino, doveva essere il pass di cui stavano parlando prima. "Grazie" dissi al ragazzo.
"Mi raccomando, tenetelo sempre al collo!" disse l'altro ragazzo aggiungendo un risolino.
"Ciao, sono Luke!" si presentò il ragazzo del pass. Occhi azzurro cielo, ciuffo biondo, un perfetto nasino all'insù.
"Scarlett" gli risposi notando poi un piercing al suo labbro.
"Quindi... Siete qui per il concerto?" mi chiese.
"Già, io sono più in veste di accompagnatrice a dir la verità. E' lei la fan sfegatata!" spiegai indicando Lia che mi stava guardando con gli occhi sbarrati.
"Ehm... Scusate se vi interrompo" intervenne il tipo dei risolini, Anton è possibile? "La tua amica sta iperventilando e non so bene cosa fare" aggiunse in imbarazzo "Comunque sono Ashton, piacere"
Ecco, Ashton, ci ero andata vicina. Capelli castani, occhi color miele e due fossette adorabili.
"Lia, riprenditi" agitai una mano davanti alla sua faccia imbambolata.
"Scarlett... Scarlett sono davvero loro!" disse prima di scoppiare a piangere in maniera isterica.
"Oh santo cielo." mi sbattei una mano in fronte. "Ok ragazzi adesso non so nemmeno io cosa fare!" in tutta risposta i due ragazzi si cacciarono a ridere.
"Non siete di aiuto" borbottai di nuovo.
"Venite, proviamo a darle un po' d'acqua" disse Ashton trascinando Lia con se.
Luke apparve al mio fianco invitandomi a seguirli "Secondo me Ash peggiorerà solo le cose." disse con un sorriso sulle labbra.
Esattamente due secondi dopo sentimmo un urlo provenire dall'interno dell'area beck stage, "Io l'avevo detto" ridacchiò Luke contagiando anche me.

Entrammo nella stanza da cui si era sentito partire l'urlo della mia amica e la scena che ci si presentò davanti fu talmente assurda dal far piangere dal ridere Luke.
Lia era attaccata a uno dei due ragazzi sul divano come un koala mentre Ashton cercava inutilmente di staccarla sotto lo sguardo impassibile dell'altro ragazzo con un improponibile colore di capelli.
Nel frattempo Luke non aveva ancora smesso di ridere.
Tentai di aiutare Ashton come meglio potevo. "Lia, staccati" provai "Lia, staccati o giuro che cucino io per una settimana" niente da fare "Lia, staccati subito e ti prometto di alzarmi presto per una settimana e farti trovare la colazione a letto." Lei mi guardò.
"Un mese" patteggiò.
"Due settimane e mezzo."
"Andata" disse lasciando andare il tipo che stava stritolando.
"Oddio riesco a respirare!" si accasciò sul divano il ragazzo.
"E' stata una delle scene più belle della mia vita!" Esclamò Luke continuando a ridere.
Spostai lo sguardo sui due ragazzi e notai che il tipo con i capelli blu mi stava fissando, a dir la verità non aveva ancora smesso di farlo da quando avevo parlato.
"Grazie di avermi salvato la vita!" mi si parò davanti il tipo che stava stritolando Lia "Sono Calum!" mi porse la mano. Capelli di un nero corvino, occhi scurissimi e pelle olivastra.
"Scarlett" risposi stringendogli la mano.
"Sedetevi dove vi pare, io ordino le pizze, mangiate con noi?" Chiese Ashton.
"Certo! Sarebbe meraviglioso!" Rispose Lia. Imbarazzante. Andai a sedermi sul divano abbastanza distante da capelli blu.
"Non mordo, sai." disse lui continuando a fissarmi. 
Guardai in giro per vedere dove fossero andati tutti gli altri ma mi ritrovai sola in quella stanza con quello strano tipo. I capelli blu lo rendevano ancora più pallido di quello che realmente fosse e gli faceva risaltare gli occhi in maniera incredibile.
"Immagino, il cannibalismo è reato" rispondo facendolo ridacchiare.
"Michael"
"Come?"
"Mi chiamo Michael." disse di nuovo tornando a guardare la tv.
"Scarlett" risposi per la milionesima volta "E mi piacciono i tuoi capelli" aggiunsi sentendo il suo sguardo addosso.
"Quindi tu e la tua amica siete qui per vederci?" cercò di fare conversazione.
"Già"
"Non mi sembri molto contenta di essere qui" continuò.
"No è che... Scusami non sono molto brava con le persone, nel senso, non sono una persona molto socievole." mi scusai "Comunque siete bravi, Lia mi ha fatto sentire le vostre canzoni." lui sorrise in maniera sincera.
"CALUM DELLA PIZZA E' QUI!" entrò all'improvviso con due cartoni di pizza "CONSEGNA EFFETTUATA!" e uscì di nuovo.
Scoppiai a ridere, una risata così pura e cristallina che Michael colto dalla sorpresa cominciò a ridere anche lui arricciando il naso, era davvero adorabile.

Mangiammo la nostra pizza mentre parlavamo del più e del meno. Gli raccontai della mia scelta di studi e lui mi disse di come aveva deciso di abbandonarli. Parlammo della musica che ci piaceva trovandoci d'accordo su quasi tutte le band. Mi disse dei suoi tatuaggi e delle sue innumerevoli tinte.
"Tu hai cosa?!" mi prese in giro.
"Ti risulta così improbabile pensare che io abbia dei tatuaggi?!" ridacchiai.
"Voglio vederli!" mi sfidò.
"Non credo sia possibile!" risposi "Sono in posti leggermente personali"
"Oh..." rispose arrossendo.
"Però questo lo puoi vedere!" mi sfilai la scarpa e la calza mostrandogli una piccola "&" sul lato del mio piede destro.
"Immagino abbia un significato!" disse allungando una mano per sfiorare il piccolo segno indelebile sulla mia pelle.
"E' un po' complicato da spiegare ma si, c'è una storia dietro!" gli sorrisi rimettendo il calzino.
"Un giorno me lo dirai" aggiunse Michael sbadigliando e sistemandosi meglio sul divano. Solo in quel momento notai le profonde occhiaie che gli segnavano il viso.
"Hai... Hai sonno? Posso andarmene a cercare gli altri così ti riposi" proposi.
"No, non preoccuparti" disse guardandomi "Tanto non riuscirei a dormire o mi sveglierei più stanco di prima." sorrise malinconicamente.
"Oh ti capisco credimi."
"La tua amica lo sa che di notte non dormi?" chiese mantenendo gli occhi puntati su di me.
"Cosa?"
"Oh andiamo, le tue occhiaie hanno praticamente vita propria!" mi prese in giro.
"Parla per le tue." lo feci ridacchiare "E no, non lo sa."
"Perché non glielo dici?" chiese mentre si sdraiava sul piccolo divano in pelle appoggiando la testa sulle mie gambe.
"Io non... Non lo so..." risposi.
"Potrebbe aiutarti" continuò "I miei amici lo sanno, ma ormai hanno tentato qualsiasi cosa"
"Perché è legata a qualcosa che lei crede io abbia finalmente superato" gli risposi sinceramente cominciando a passare una mano tra i suoi capelli blu notte, erano tremendamente soffici.
Michael inizialmente si irrigidì al mio gesto ma poi mi lasciò fare rilassandosi sempre più.
"E' qualcosa di brutto?" indagò.
"Non è esattamente una cosa carina." spiegai osservando il suo viso rilassarsi sempre più fino a che non chiuse gli occhi.
"Promettimi che glielo dirai" sospirò lui.
"Ci penserò" continuai a giocare con i suoi capelli spostando lo sguardo verso la porta, vidi Ashton intento a sbirciare mentre aveva un'espressione decisamente stupita. "Credo proprio si arrabbierebbe un mucchio se lo sapesse..."
Mi accorsi che il respiro del ragazzo si era fatto più pesante, si era addormentato come un bambino.
Di li a poco lo seguì anche io nel mondo dei sogni facendomi cullare dal suo respiro e ripensando allo sguardo stupito di Ashton. Indagherò...

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Capitolo 5
*** Four ***


"Scarlett" qualcuno mi scosse "Scarlett, sveglia"
O ho un dejavù o la gente si diverte a svegliarmi.
Aprii gli occhi dopo averli sbattuti più volte, trovai davanti a me un viso pressoché sconosciuto.
"Ehi, ben svegliata!" Mi sorrise il ragazzo davanti a me.
"Quanto ho dormito Ashton?" Chiesi massaggiandomi il collo, pessima idea addormentarsi da seduta.
"Avete dormito quattro ore, tra un ora dobbiamo andare sul palco" mi sorrise. "Beh tu hai dormito quattro ore, lui qualche minuto in più... E chiamami Ash!" proseguì indicando Michael che stava ancor dormendo beato sulle mie gambe.
D'istinto gli passai una mano tra i capelli, erano così dannatamente soffici che creavano dipendenza.
"Potresti svegliarlo tu Scarlett?" Chiese ancora "E se non ti dispiace dopo vorrei parlarti, non preoccuparti nulla di grave" sorrise di nuovo e abbandonò la stanza.
Posai lo sguardo sul ragazzo che continuava a dormire tranquillo sulle mie gambe. "Michael.." Lo chiamai " Michael, svegliati" lo scossi leggermente.
"Ancora 10 minuti, ti prego" mugugnò.
"Tra un ora devi essere sul palco Michael" gli dissi spostano la mano che era ancora tra i suoi capelli di quel bellissimo blu.
"Quanto... Quanto ho dormito?" Chiese
"Quattro ore" lo vidi sbarrare gli occhi, prese di nuovo la mia mano e la riportò tra i suoi soffici capelli.
"Non ho avuto nessun incubo" borbottò puntando i suoi occhi nei miei.
"Nemmeno io" sorrisi timidamente.
Il ragazzo si stiracchiò rimettendosi seduto senza mai staccare lo sguardo dal mio.
"Michael vieni a provare Disconn..." Entrò Luke spalancando la porta "Oh, ho interrotto qualcosa?"
"No, no tranquillo stavamo solo parlando del più e del meno" rispose Michael "Arrivo subito"
"Ok amico, ti aspettiamo di là" disse il biondo prima di uscire.
Michael si alzò dal divano cominciando ad avviarsi verso la porta, non avevo notato quanto fosse alto rispetto a me. Quando si accorse che non lo stavo seguendo si voltò nella mia direzione e sorridendomi "Vieni con me?"

I ragazzi fecero un breve sound check per assicurarsi che strumenti, microfoni e spie varie fossero a posto per poi tornare nel back stage a sistemarsi.
Ashton e Luke furono i primi a finire di prepararsi, raggiunsero me e Lia, la quale si era lanciata in un'avvincente conversazione con uno dei manager dei ragazzi.
"Scarlett, potresti venire con me un secondo?" chiese Ash.
Ci spostammo in un area più appartata del back stage per poter parlare in tranquillità.
"Ok, allora... Da dove posso cominciare?" iniziò "Ok, prima, cioè prima del sound check, Michael stava dormendo no? E lui non dorme mai, non dovrei essere io a dirtelo però lui ha sempre un sacco di incubi e se sa che te l'ho detto mi ammazza..."
"Ehi, ehi, calmati Ash!" gli dissi con un piccolo sorriso "Lo sapevo già"
"Lo sapevi già?!" chiese lui stupito.
"Si, me l'ha detto lui stesso" Ashton era sempre più stupito "E beh, io ho un problema simile."
"Ti ha detto anche il perché dei suoi incubi?"
"No" dissi scuotendo la testa "Ma lo capisco, nemmeno io gli ho detto il motivo dei miei e nemmeno Lia lo sa."
"Oh..." parve sorpreso "Lui, lui non dorme mai più di mezz'ora... Ma con te ha dormito ben quattro ore di fila... Non si è mai svegliato?"
"No, nemmeno una volta."
"Come diavolo hai fatto a farlo dormire?"
"Io... Io non lo so... A dir la verità non ho fatto proprio nulla!" risposi sinceramente.
Sentimmo Calum richiamare il batterista, a momenti dovevano salire sul palco.
"Arrivo!" gli urlò dietro "Ah, Scarlett... Lui non permette a nessuno di toccargli i capelli, ma a quanto pare tu sei un'eccezione!" aggiunse con un sorriso mentre si allontanava.

Grazie ai pass che ci erano stati dati riuscimmo ad essere in prima fila.
Il concerto fu una bomba, quei ragazzi sprizzavano energia da tutti i pori, erano davvero bravi.
Lia aveva urlato e saltato per tutto il concerto cantando a squarciagola ogni singola canzone, inutile dire che alla fine era totalmente sfinita.
"Scarl sono stanca morta" disse lei con uno sbadiglio.
"Ho già chiamato il taxi, tra poco saremo in camera." dissi sorreggendola.
"Grazie per questa giornata, sei la migliore amica che potessi mai chiedere" mi disse una volta sul taxi mentre si accoccolava sulla mia spalla.


Una volta raggiunto la nostra stanza in dormitorio Lia si buttò a peso morto sul suo letto non preoccupandosi di mettere il pigiama. Era davvero esausta.
Chiusi la porta di camera mia e una volta indossato qualcosa di comodo mi sdraiai nel mio piccolo letto incapace di prendere sonno.
Presi il telefono dalla scrivania accanto al letto ed entrai su Twitter, non scrivevo quasi mai sui social, odiavo espormi o essere al centro dell'attenzione quindi mi limitavo sempre a leggere e commentare sporadicamente qualche post dei miei amici.
Cercai i quattro ragazzi sul social e li aggiunsi notando poi la quantità enorme di followers che possedevano.
Tornai sulla homepage per vedere cosa mi ero persa in quella giornata quando la mia attenzione cadde su un tweet del ragazzo dai capelli blu notte.
"@Michael5SOS: Where are you?
And I'm so sorry.
I cannot sleep, I cannot dream tonight."
Riconobbi immediatamente la citazione da I Miss You dei Blink-182, misi un like e commentai proseguendo la canzone:
"I need somebody and always
This sick strange darkness 
Comes creeping on so haunting every time."
Vidi il mio commento sparire in mezzo a quelli delle migliaia di fan che continuavano a scrivergli senza sosta, spensi il telefono e tentai di dormire in una notte che sarebbe stata esattamente come tutte le altre.

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Capitolo 6
*** Five ***


Due settimane, erano passate due settimane dal concerto e Lia non aveva fatto altro che piangere e lamentarsi in preda alla depressione post concerto.
Come le avevo promesso mi ero svegliata per due settimane prestissimo per portarle la colazione, mancavano solo tre giorni e avrei finito quell'agonia.
Così come ogni santa mattina mi apprestavo a svolgere il mio compito da buona amica, presi caffè e biscotti e li portai a Lia in stanza.
"Buongiorno raggio di sole!" dissi entrando e appoggiai il piccolo vassoio sulla sua scrivania "Potrei prenderci gusto a svegliarti tutte le mattine!" aggiunsi spalancando la finestra della sua camera facendo entrare la luce del giorno.
"Io potrei quasi abituarmici!" mugugnò ancora mezza addormentata.
"Stavo scherzando!" le dissi con una linguaccia.
"Oh andiamo! Hai finito tutti gli esami di questo semestre, potresti aiutare un'amica in difficoltà!"
"Scordatelo! Finalmente posso dormire qualche ora in più!" dissi prima di uscire dalla stanza "Se mi cerchi sono in biblioteca! E' il mio turno oggi!"

Appena finiti gli esami avevo trovato un piccolo impiego nella biblioteca del college, nulla di difficile, dovevo solo catalogare e mettere a posto i vari libri, la paga era abbastanza buona e non era male mettere da parte qualche soldo.
In quel periodo le sale e i tavoli della biblioteca erano pieni di studenti in crisi che tentavano in tutti i modi di superare gli esami della sessione. In fondo li capivo, non sapevo nemmeno io come avevo fatto a superare tutti gli esami del semestre in così poco tempo, ma più e più volte mi ero trovata nella loro stessa situazione.
Addentai la fine del mio panino mentre sfogliavo distrattamente Orgoglio e Pregiudizio della Austen in attesa che il mio turno finisse. Avevo letto quel libro probabilmente un milione di volte ma ogni volta coglievo una piccola sfaccettatura che mi era sfuggita durante le precedenti letture.

"Ciao!" disse una voce maschile riscuotendomi dai miei pensieri.
"Arrivo subito!" posai il libro e presi un sorso d'acqua per buttare giù il panino. "Dimmi tutto, hai bisogno?" chiesi senza guardare chi fosse il ragazzo davanti a me.
"In realtà volevo sapere quando finivi!" proseguì.
A quel punto riconobbi la persona che mi stava davanti "Luke?!" chiesi sorpresa.
"In carne ed ossa!" ridacchiò facendo comparire una fossetta "Allora? Quando finisci? Così avviso gli altri che ti ho trovata!"
"Mi cercavate?"
"Si, tu e la tua amica siete sparite dopo il concerto senza nemmeno salutarci e ci dispiaceva perdere i contatti con voi!" sorrise "Così ci siamo messi a cercarvi in ogni college di Sidney!"
"Oh... Lia era stanca morta e siamo tornate al dormitorio, scusateci..."
"Ehi, non preoccuparti! Quindi quanto ti manca?"
"Devo mettere a posto questa pila immensa di libri e ho finito per oggi!"
"Ti do una mano!" asserì. "Così finisci prima!"

Con l'aiuto di Luke avevo sistemato tutti i libri in meno di un'ora.
"Mi sarebbe piaciuto fare il college" disse il ragazzo mentre camminavamo per i corridoi.
"Beh, ti è andata decisamente meglio" dissi dandogli una pacca amichevole.
"Già!" ridacchiò "Ma a volte penso a come sarebbe la mia vita se non avessi deciso di postare il primo video su YouTube."
"Oh, sarebbe tremendamente noiosa e piena di esami, accompagnala con un pizzico di ansia e disperazione e il piatto è servito!" scherzai provocando una sincera risata nel ragazzo.
"E tu?" chiese "Non fai parte degli studenti schizzati di questo periodo?"
"Non so come sia possibile ma no, ho finito i miei esami la settimana scorsa." risposi "Mi manca solo il prossimo semestre e mi laureo."
"E dopo?"
"N-non so ancora cosa farò." risposi fermandomi davanti alla porta della mia stanza "Probabilmente cercherò un lavoro."
"Ed è quello che vuoi realmente?"
"Non proprio, ma mi accontenterò" conclusi la conversazione aprendo la porta della stanza. "LIA HO UNA SORPRESA PER TE!"
"IN QUESTO MOMENTO ACCETTO SOLO CAFFE'!" urlò dalla sua stanza.
"Oh, fidati, ti piacerà comunque!" le dissi aprendo la porta della sua stanza.
"Ciao!" la salutò Luke.
"T-tu?! Come? Aspetta sto sognando?" chiese lei spostando lo sguardo da me al ragazzo. "Perché se sto sognando significa che non sto studiando. E se non studio non passo l'esame. Se non passo l'esame non avrò una laurea e morirò per strada."
"Ora capisco cosa intendevi prima con vita piena di ansia ed esami!" ridacchiò.
"Quindi non sto sognando?!" esclamò la mia amica "Aspettate, ma gli altri?!Stanno venendo anche loro?!"
Non fece in tempo a finire la frase che qualcuno bussò alla porta.
"Direi proprio di si!" le sorrisi mentre mi avviavo ad aprire la porta.
"Ashton è qui signore e signori! E ha con se pizza e film!" esclamò il ragazzo entrando, appoggiò le varie cose sul tavolo in cucina prima di lanciarsi con poche cerimonie sul divano.
"Ciao ragazza!" mi salutò Calum con un abbraccio, "E' stata un'impresa trovarvi!"
"Ciao ragazzi, è bello vedervi!"
Per ultimo entrò Michael facendomi un piccolo cenno con la testa a mo di saluto che contraccambiai con un sorriso.

"Scordatevelo, io non lo guardo un film horror." sbottai mentre aprivo il divano letto mai utilizzato per poi mettermi in un angolo per avere vicino il bracciolo.
"Non avrai mica paura Scarlett?!" mi prese in giro Calum sedendosi vicino a me.
"Se stanotte non dormo è colpa tua." borbottai.
Sfilai il telefono dalla tasca per rispondere ad un messaggio di mia madre, nel giro di un minuto Michael aveva preso il posto di Calum e ora si trovava accanto a me.
"Popcorn per tutti!" esclamò Lia prima di lanciarsi su quel letto improvvisato con due ciotole di popcorn in mano.

"CALUM PASSAMI QUEL CUSCINO DANNAZIONE!" esclamai.
"NO. SERVE A ME!" disse il moro coprendosi la faccia con l'oggetto.
"Non eri tu quello che faceva lo spavaldo prima?!" lo prese in giro Ashton.
"TACI ASH!" soffocò un urletto Calum provocando una sonora risata nell'amico.
Stavo cercando di coprirmi come meglio potevo per evitare di guardare quel dannato film, come cavolo facevano Lia e Luke a dormire così tranquillamente tra urla e sangue?!
"Ma chi me l'ha fatto fare?!" borbottai.
Sentii un braccio circondarmi le spalle e spostarmi dal mio piccolo rifugio, Micahel mi sorrise e mi strinse in un abbraccio facendomi nascondere il viso nel suo petto togliendomi totalmente la visione da quel dannatissimo film.
"Grazie" mormorai.
"Figurati" lo sentii dire.

Fortunatamente mezz'ora dopo il DVD era finito, alla visione dei sottotitoli feci i salti di gioia e corsi a spegnere la tv interrompendo quella tortura.
Calum e Ashton avevano già raggiunto Lia e Luke nel mondo dei sogni, gli unici svegli eravamo io e Michael che mi guardava con curiosità.
"Vado a farmi una camomilla, ne vuoi?" chiesi.
"Volentieri" mi sorrise.

Finii di bere la mia camomilla e mi sfuggì uno sbadiglio.
"Vai a dormire, potresti crollare sul tavolo da un momento all'altro" disse il ragazzo dai capelli blu.
"Vuoi un paio di pantaloni della tuta? Sai, per stare più comodo." gli chiesi mentre mettevo la mia tazza nel lavandino "Non so come facciate a portare dei pantaloni così stretti, cioè faccio fatica io che sono una femmina!" aggiunsi sbadigliando.
"No, non preoccuparti!" mi sorrise "E comunque ci si fa l'abitudine" ridacchiò.
"Beh, buona notte!" lo salutai avviandomi verso la mia stanza.
"Speriamo.." le sentii borbottare.

Era appena l'una di notte e mi ero già svegliata per la terza volta perdendo così tutta la voglia di dormire. Restai a fissare il soffitto per un tempo indefinito quando sentii la porta della mia stanza aprirsi.
"Sei sveglia?" riconobbi la voce di Michael.
"Si"
"P-posso... Posso dormire con te?" chiese quasi in un sussurro "Non riesco a chiudere occhio."
Mi spostai il più vicino possibile alla parete facendogli spazio.
"E ci ho ripensato sui pantaloni della tuta"
"Armadio, secondo cassetto a destra" dissi indicandogli il mobile mentre soffocavo una risata.
"Trovati!" disse lui con in mano l'indumento, potevo vedere chiaramente i suoi occhi stanchi con la poca luce che filtrava dalle persiane e, insieme ad essi, un sorriso sincero.
Mi coprii la testa con le lenzuola per permettergli di cambiarsi senza essere fissato, pochi istanti dopo sentii il materasso abbassarsi e le coperte spostarsi dalla mia testa.
Dopo qualche istante sentii un braccio cingermi i fianchi, quel gesto mi lasciò leggermente sorpresa ma in qualche modo mi sentivo anche al sicuro e protetta; pian piano sentii il respiro del ragazzo diventare calmo e regolare e così fece anche il mio.

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Capitolo 7
*** Six ***


Non si sa bene per quale legge matematica, ma la probabilità che l'unico raggio di sole che filtra tra le persiane colpisca proprio il tuo occhio è del 100%.
Tentai di ignorare quel fastidioso fascio di luce quando il mio telefono prese a vibrare sulla scrivania accanto a me. Ottimo, cos'altro manca?!
Lo spazio nella stanza non permetteva l'esistenza di un comodino da quanto era piccola, quindi la scrivania era una sorta di mobile milleusi.
Sbuffai frustrata e tentai di allungarmi verso il mio vecchio iPhone che non voleva smettere di vibrare, ma qualcosa o meglio qualcuno mi impediva di muovermi propriamente. In quel momento realizzai appieno che avevo dormito per più di 2 ore senza mai svegliarmi.
Abbassai lo sguardo e vidi Michael dormire beato con la testa appoggiata sulla mia pancia. Sorrisi d'istinto vedendo il suo viso rilassato.
Tentai di prendere il telefono senza svegliarlo e trovai una ventina di messaggi e svariate chiamate senza risposta.
Il mittente principale era Lia, li lessi velocemente:
- Cosa diavolo ho appena visto?! Io e te dobbiamo parlare cara mia.
- Non sperare di evitare il discorso.
- Scarlett ci sei?
- Scarl io e i ragazzi stiamo andando a fare colazione in caffetteria, quando vi svegliate raggiungeteci
- Abbiamo appena finito, come siete messi?
- Scarlett?
- S
- C
- A
- R
- L
- E
- T
- T
- Stiamo andando al parco qui fuori dal campus, dateci qualche segno di vita.
- Non ci posso credere, state ancora dormendo?!

Diedi un'occhiata all'ora sull'aggeggio che tenevo in mano. 11.27. Incredibile, dieci ore di sonno filate.
Digitai velocemente un messaggio di risposta:
-Sono viva, si ho dormito fino ad adesso, so già che non vedi l'ora di farmi l'interrogatorio, prendo i panini e arriviamo.
Posai il telefono sul cuscino e abbassando lo sguardo trovai Michael guardarmi.
"Buongiorno" sussurrò.
"Ciao!" gli sorrisi "Lia mi ha mandato miliardi di messaggi, sono al parco qui vicino, dobbiamo raggiungerli con il pranzo."
"Oh ok!" disse lui alzandosi. "Dov'è il bagno?"
"La porta qua di fronte!" gli indicai.
Non ero stupida, sapevo perfettamente di aver davanti a me un estraneo, non sapevo praticamente nulla di lui a parte le poche cose che mi aveva raccontato due settimane prima al concerto. Mia madre probabilmente mi avrebbe urlato contro di essere un'incosciente e svariate altre cose, ma in qualche modo sentivo di potermi fidare, c'era qualcosa in lui che mi incuriosiva e mi tranquillizzava.
Mi alzai dal grumo di coperte che si era formato durante la notte e notai un bigliettino sulla scrivania con una calligrafia che non era la mia e nemmeno quella di Lia.
"L'hai fatto di nuovo, voglio sapere il tuo segreto.
A più tardi,
Ash xx"


"Michael sei sicuro di riuscire a portare tutto?" chiesi mentre uscivamo dal supermercato. Non avevamo più nulla di commestibile in stanza a parte un uovo e del succo di limone.
"Si, tranquilla, sono solo tre buste in fondo!" sorrise.
"Ok, come vuoi."
"Sei... Sei silenziosa oggi..." commentò "Ho fatto qualcosa di sbagliato? Perché qualsiasi cosa io abbia fatto non era intenzione e.."
"Ehi! Frena cowboy!" ridacchiai "Non hai fatto nulla di male! Sto solo pensando!"
"Oh... E a cosa pensi, se posso chiedere?" chiese osservandomi.
"Pensavo principalmente al fatto che a parte le cose che mi hai detto nel backstage quel giorno non so niente di te..."
"Ah... Beh, io pensavo che... Che, ecco avessi letto..." borbottò.
"Non voglio conoscere Michael dei 5sos, io voglio conoscere il vero Michael..." gli sorrisi prendendogli una busta dalle mani. Vidi una scintilla nei suoi occhi, sorpresa, felicità, curiosità.
"Ok allora" disse appoggiando le buste a terra. "Michael Gordon Clifford, piacere di conoscerti" mi porse una mano sorridendo.
"Scarlett Elizabeth Jones" strinsi la sua mano nettamente più grande della mia "Il piacere è mio Gordon!"
"Non chiamarmi così!" Roteò gli occhi al cielo e mi scappò una risata.


"Ciao ragazzi!" salutai "Scarlett porta doni quest'oggi!" aggiunsi indicando le buste.
"Ma allora siete vivi!" ci corse in contro Calum.
"CIBO!" Luke si lanciò su una delle buste cominciando a mangiare un gigantesco panino al prosciutto "Scusate ragazzi, avevo una fame assurda!"

"Ok, propongo di fare un gioco!" propose Lia.
Era ormai metà ottobre e cominciava a fare discretamente caldo a Sidney.
"Spara!" la incitò Ashton appoggiandosi al tronco del grande albero sotto al quale ci eravamo riparati dal sole.
"Allora, prendete un foglietto di carta, scriveteci sopra una domanda e metteteli al centro. Mescoliamo e ognuno dovrà pescarne uno a caso e rispondere a quello che c'è scritto dentro." proseguì lei. "Scrivete la prima cosa che vi viene in mente!"
I bigliettini vennero raccolti nello snapback di Luke e successivamente distribuiti a caso.
"Ok, comincio io!" Disse Calum scartando il suo bigliettino "Se dovessi vivere in un paese che non è l'Australia dove vivresti? Hmm... Probabilmente in Italia, o in America, o in Nuova Zelanda... Non saprei!"
"Vado io!" Ashton scartò il foglietto "Qual'è il tuo colore preferito? Calum. Davvero?! Mi aspettavo qualcosa di meglio!" Lo riprese scatenando una risata generale.
"Oh andiamo! Non mi veniva in mente nulla!" si giustificò il moro "E devi rispondere lo stesso!"
"Oh santo cielo" Ruotò gli occhi al cielo "E' il rosso, Lia è il tuo turno"
"Qual'è il tuo più grande segreto" lesse e arrossì "I-io... Sono ancora vergine" disse diventando ancora più rossa. I ragazzi ammutolirono e la fissarono senza sapere bene cosa dire.
"Bene, il mio dice: Una cosa che gli altri non si aspettano da te!" Presi l'iniziativa e distolsi l'attenzione di tutti da Lia. "Vediamo... Oh si! Ho dei tatuaggi!" esclamai.
"Sei seria?" chiese Calum.
"Perché nessuno mi crede mai quando lo dico?!" mi lamentai.
"Beh non sei esattamente una tipa da tatuaggi!" ridacchiò Ashton.
"Ne ha cinque!" testimoniò Lia, ero riuscita a distogliere l'attenzione da lei e quello era l'importante.
"Cinque?" chiese Luke.
"Pari portano sfortuna! Quindi si, cinque!" gli confermai.
"Ne ha uno sul piede" confermò poi anche Michael.
"E tu come lo sai?!" chiesero gli altri quattro.
"Beh al concerto ho reagito allo stesso modo!"
Sfilai la scarpa e mostrai loro il piccolo tatuaggio sul mio piede.
"E gli altri?" chiese Luke incuriosito.
"Non si possono vedere" gli risposi io "Lia è l'unica che li ha visti"
"Già" sorrise lei "Sono nascosti alla vista di tutti"
"Li ho fatti apposta nascosti... Hanno un significato per me ed è quello che conta!"

La giornata terminò fin troppo in fretta, i ragazzi ci accompagnarono al dormitorio e ci salutarono con la promessa di venire a trovarci presto.
"Scarlett" sentii qualcuno picchiettarmi sulla spalla "Mi daresti il tuo telefono per un secondo?"
"Uhm... Certo!" Allungai l'oggetto a Michael che scrisse qualcosa sullo schermo e me lo rese.
"Ecco" sorrise. "Beh allora ciao!"
"Ci vediamo!" lo salutai con la mano mentre mi allontanavo con Lia.
"Ricordati che io e te dobbiamo parlare" disse la mia amica con un sorriso sornione.
"Sapevo che non vedevi l'ora di farmi il terzo grado!" le diedi una leggera gomitata.
Il telefono che avevo in mano vibrò segnalando l'arrivo di un nuovo messaggio.
Da Sconosciuto:
Non ti libererai di me così facilmente signorina Jones.
Sorrisi al messaggio e digitai velocemente la risposta sapendo già di chi si trattasse.
A Sconosciuto:
Ne ero più che sicura, Gordon.
Da Sconosciuto:
Non chiamarmi così.

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Capitolo 8
*** Seven ***


"Per la millesima volta, non abbiamo fatto nulla Lia!"
"Oh andiamo! Ci sarà pur un motivo per cui vi ho trovati insieme!"
"Si, non riusciva a dormire e io ero sveglia!" risposi tralasciando la parte dei miei incubi.
"Qualcosa non mi torna" mi fissò pensierosa.
Se c'è una cosa che ho imparato è che Lia non demorde finché non raggiunge il suo obbiettivo.
"Devi promettere di tenere la bocca chiusa" le dissi sbuffando, lei mi guardò incuriosita annuendo e facendomi cenno di andare avanti. "Michael ha dei problemi nel dormire, però quando ci sono io sembrano scomparire. Non posso dirti di più."
"Quindi, in poche parole, tu riesci a tranquillizzarlo"
"Io faccio dormire lui e lui fa dormire me." le confermai.
"In che senso 'lui fa dormire me'?" aggrottò le sopracciglia.
"Merda." borbottai.
"Scarlett." mi riprese "E' quello che penso? Non mentirmi."
"Si..." ammisi.
"Da quanto va avanti questa cosa?"
"Quasi un anno..." sussurrai.
"Perché non me l'hai detto prima?" chiese "Avrei potuto aiutarti..."
"Avevo paura, credevo ti arrabbiassi..." sentì le lacrime che cominciavano ad accumularsi.
"Non potrei mai arrabbiarmi con te per questo..." mi disse stringendomi in un abbraccio "Vai a sciacquarti la faccia, io chiamo Joe e gli altri. Stasera cinese da asporto e giochi da tavola!" sorrise.

"NON CONQUISTERAI MAI LA KAMCHATKA!" esclamò Joe mentre lanciava il suo dado per difendere il suo territorio dai carrarmatini di Maya. "SEI! HAHAHAHAH! E' ANCORA MIA!"
"Grazie Joe!" sorrise lei "Ho vinto!"
Risiko, il miglior gioco rovina amicizie della storia.
"Ma hai perso il tuo ultimo carrarmato!" si disperò il ragazzo.
"Esatto! Il mio obbiettivo diceva di distruggere le armate blu, ossia le mie, e così ho fatto!" ridacchiò la riccia.
"Non prenderla così sul personale, è solo un gioco!" lo prese in giro Conor. "Comunque Maya, non provare a parlarmi per il resto della serata, ti odio!" aggiunse scatenando una risata collettiva.

Qualche ora e svariate partite dopo i ragazzi tornarono alle loro stanze lasciando me e Lia a sistemare le ultime cose prima di metterci a dormire.
"Scarl mi raccomando, non esitare a venire a svegliarmi, l'abbiamo superata una volta, riusciremo anche questa" mi disse Lia assonnata e in pigiama sulla porta della sua stanza.
"Ok..." le dissi mantenendo lo sguardo basso "Lia" la richiamai "Grazie"
"Sono qui anche per questo" mi sorrise di nuovo prima di socchiudere la sua porta.
Misi il pigiama e mi buttai senza troppe cerimonie sul letto ancora sfatto, che senso aveva rifare il letto tutti i giorni se poi alla sera dovevi disfarlo di nuovo?! Mia madre probabilmente mi avrebbe uccisa, lei e la sua mania per l'ordine.
Presi il telefono e le cuffie e cominciai ad ascoltare qualche canzone per prendere sonno, non so voi ma io sono una di quelle persone strane che ha una playlist 'nanna-time'.

Mi svegliai di soprassalto come al solito mentre nelle orecchie risuonavano le ultime note di With Me dei Sum41. Tolsi le cuffie e le lanciai sulla scrivania ributtandomi a peso morto sul materasso.
Una pecora, due pecore, tre pecore, quattro pecore, potrei andare da Lia, cinque pecore, sei pecore, no, sta russando, sette pecore, otto pecore, potrei scrivere a Michael, nove pecore, dieci pecore, cosa conto a fare che non riesco a dormire?
Presi in telefono e mandai un messaggio al ragazzo:
S: Sei sveglio?
Rimasi a fissare il telefono per qualche istante senza ricevere risposta. Sospirai e bloccai il telefono cominciando a fissare passivamente il soffitto.
Due secondi dopo vibrò il telefono.
M: Direi di no. Incubo?
S: Al solito. Te invece?
M: Stessa cosa... Uhm, visto che non riusciamo a dormire ti va di fare il gioco delle dieci domande? Una domanda io e una tu.
S: Ok, comincia tu.
M: Compleanno? Il mio 20 novembre.
S: 24 dicembre. Fratelli o sorelle?
M: Figlio unico, non hai risposto alla tua domanda :)
S: E' vero ahah! Ho un fratello più grande, si chiama Marcus e ha dieci anni in più di me!
M: Ora ho paura 😱
S: Nah, è buono come un pezzo di pane! Comunque puoi stare tranquillo, vive in Inghilterra ;)
M: OH MENO MALE! :) Sta a me, se potessi essere un supereroe chi vorresti essere? Io Spiderman! Anzi no, Deadpool! Vorrei essere figo come lui!
S: Deadpool. Seriamente?! Sceglierei Wonder Woman perchè Girl Power!
M: Scherzi?! Deadpool si rigenera! Cioè figata! Sarei immortale! Comunque mi sarei aspettato qualcosa di più da lei signorina Elizabeth, Wonder Woman è piuttosto scontato!
S: Sarebbe stato ancora più scontato rispondere Iron Man, quindi rimango su WW. Cartone animato preferito? Vado sul sicuro e dico Pokémon!
M: Non saprei cosa scegliere tra Dragon Ball Z e i Pokémon... Primo concerto a cui sei stata?
S: Green Day! Te invece?
M: ...Non prendermi in giro... Era un nostro stesso concerto...
S: AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH Sei serio?!😂
M: non sei simpatica. Tocca a te.
S: Scusami :P Hai mai fatto sport? Quando ero piccola mio fratello mi aveva insegnato a fare surf! :)
M: Giocare ai videogiochi vale?!
S: Direi di no!🤔
M: Ma si muovono i pollici! E lo zapping in TV?😨
S: Nemmeno quello vale🙄
M: Sono indignato.😒 Tatuaggio preferito? Il mio è il simbolo strambo che ho sul braccio!
S: Quello di Final Fantasy che significa 'casa'? E perché siete tutti così fissati con i miei tatuaggi?!😒
M: CONOSCI QUEL GIOCO?!😱😱😱 E rispondi alla domanda!
S: Si, lo conosco, ogni tanto ci gioco ancora... E per rispondere alla tua domanda il mio preferito è una parola in greco che ho sulle costole a sinistra... Significa 'grazia' ma allo stesso tempo vuol dire anche 'dono'... In più è una specie di ricordo...
M: Ricordo bello o brutto? Da come lo dici sembra una cosa triste 😕
S: Un po' bello e un po' brutto... Prometto che te ne parlerò di persona, è legato al casino di persona che sono... E' un po' delicata come cosa.
M: Ehi, è ok se non vuoi parlarmene! :) Non preoccuparti!😊
S: Provo a dormire, domani ho il turno in biblioteca... Ci sentiamo Michael
M: Buonanotte Scarlett! Per favore non sparire...

Bloccai il telefono e lo lanciai sulla scrivania. Ricordi dolorosi stavano cominciando a riaffiorare in maniera violenta. Mi alzai e andai verso la stanza di Lia.
"Ehi va tutto bene?" mi chiese assonnata mentre si metteva seduta sul suo letto.
"Mi manca Lia, Chris mi manca da morire." dissi singhiozzando buttandomi tra le sue braccia.
"Shh, va tutto bene..." cercò di calmarmi "Va tutto bene..."

 

// SPAZIO AUTRICE 
SORPRESAAAAAA!
Avevo già altri due capitoli pronti oltre a questo quindi mi sono detta: perché non pubblicarlo?!
Ed eccolo qui!:)
Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate.
Bye bye
Xx

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Capitolo 9
*** Eight ***


La mattina dopo mi svegliai in camera di Lia con gli occhi gonfi e un mal di testa che non lo auguro a nessuno.
"Ehi buongiorno" mi sorrise entrando con un piatto pieno di pancake e un barattolo di Nutella "Come ti senti?"
"Come se mi avesse investito un tir" le risposi massaggiandomi le tempie.
"Tieni, mangia questi" disse porgendomi il piatto "Vado in biblioteca ad avvisare che non ci sarai oggi"
"Perché?" Chiesi mentre spalmavo la Nutella sul primo pancake.
"Perché tu stai uno schifo e torniamo a casa fino a lunedì" mi sorrise "E se i miei mi cacciano vengo a dormire in camera tua! Sappilo!"
 

Bundeena non distava molto da Sidney, anzi erano praticamente attaccate.
Ma casa nostra era una piccola oasi a due passi dalla città. Un piccolo villaggio sulla costa perennemente affollata dai surfisti.
Ma assieme ad essi c'erano anche parecchi ricordi.
Parcheggiai la macchina davanti a casa e salutai Lia che abitava in fondo alla mia stessa strada.
Prima di andare a casa decisi di fare un salto in spiaggia, erano le 10 di mattino, i ragazzini erano ancora a scuola e il mare aveva solo qualche piccola onda adatta ai tre surfisti decisamente inesperti che si trovavano in acqua.
C'era una scorciatoia da casa mia fino alla spiaggia, quel luogo era un po' come un rifugio, una scappatoia dal mondo reale.
Ero seduta sulla sabbia soffice quando notai una figura farsi sempre più vicina fino a fermarsi a pochi metri da me.
"Non mi vedi da un anno e già ti dimentichi di me?" Canzonò l'uomo che era a pochi passi da me.
"Marcus?!" Strabuzzai gli occhi "Sei davvero tu?"
"Ciao piccola Scarlett!" Mi disse mentre mi stavo buttando su di lui.
"Mi sei mancato un sacco fratellone!" Lo abbracciai.
"Anche tu piccola peste!" Ridacchiò "Ma cosa ci fai qui? In teoria dovevo venire a farti una sorpresa al campus in questo fine settimana... Ma sei qui, perciò... SORPRESA!"
"Avevo bisogno di staccare la spina per qualche giorno..."
"È tutto ok?" Chiese preoccupato.
"Più o meno" gli sorrisi "Oh! Ho conosciuto un ragazzo!"
"Devo spezzargli le gambe?"
"Che?! No!" Gli dissi tirandogli un pugno sulla spalla.
 

Tornando a casa raccontai a Marcus di Michael e di tutto il trambusto di quelle ultime giornate.
"Mamma e papà lo sanno?" Chiese lui.
"No, non sanno nulla. A dir la verità non sanno neanche che sono qui!" Confessai varcando la porta di casa.
Marcus ed io eravamo praticamente identici, anche lui aveva capelli castani e occhi verdi, era decisamente più alto di me ma eravamo slanciati allo stesso modo. Era un cervellone peggio di Lia, era uno sviluppatore informatico per una nota azienda inglese. Un genio in pratica.
"Oh ottimo! Fossi in te mi preparerei qualcosa da dire, mamma e papà saranno qui tra un'ora." Disse lui.
"Aspetta che ore sono?"
"Mezzogiorno" disse prima di sparire nella lavanderia per levare la muta da surf.
Salii in camera e posai la borsone che avevo recuperato dalla macchina prima di entrare. Cercai il telefono tra quel caos di vestiti e cianfrusaglie varie, li sbloccai rapidamente e trovai un messaggio di Lia che diceva che i suoi non erano a casa ma che si preparava al peggio. Le risposi con un veloce "nemmeno i miei ci sono, ma in compenso ho un Marcus selvatico che vaga per casa".
Passai ai messaggi di Michael, beh lui e Lia avevano qualcosa in comune.
Buongiorno signorina Jones, come sta nella giornata odierna?
- Ehilà? C'è nessuno?
- Scarlett dove sei? Sono passato in biblioteca ma non c'eri.
- E ho appena finto di bussare alla porta di camera tua senza ricevere risposta. Dove sei?
- Scarlett se è uno scherzo non è divertente.
- Sto cominciando a preoccuparmi, rispondi per favore.
Optai per chiamarlo, composi il numero e partì la chiamata, dopo due squilli rispose nel panico.
"Scarlett tutto a posto?!"
"Ciao stalker!" Lo salutai con una risatina ignorando la sua domanda.
"Non è divertente." Disse con tono scocciato, probabilmente ruotando gli occhi al cielo "Dove sei?"
"Sono tornata a casa, torno a Sidney lunedì" presi a giocare con un filo della mia maglietta.
"Oh... Non me lo avevi detto..." Disse dispiaciuto.
"In realtà l'abbiamo deciso questa mattina... È stata una cosa dell'ultimo secondo e non ho fatto in tempo a..." Non riuscì a finire la frase che Marcus mi sfilò il telefono dalle mani.
"Ehi ciao amico!" Cominciò "Tu devi essere Michael! Si, si io sono suo fratello!"
"Marcus ridammi il telefono. ORA." Sbottai cercando di arrivare all'aggeggio.
"Oh sì, certo capisco, aspetta un secondo" disse spostando il telefono dal suo orecchio "Scarlett un po' di buone maniere, sto parlando con il tuo amico adesso. Un secondo e sono da te." Sentii Michael ridere dall'altra parte della cornetta.
"Ehi senti!" Proseguì quella bestia di mio fratello "Ti andrebbe di venire qui? Tanto abbiamo una stanza in più! E poi sai devi farti il solito discorso da fratello e bla bla bla. Oh grandioso! Più o meno un'ora e un quarto, si Bundeena esatto. Ok ci vediamo!" Riattaccò con un sorrisetto in faccia.
"Molto maturo." Commentai a braccia incrociate.
"Beh preparati a spiegare a mamma e papà il ragazzo che si presenterà alla porta tra esattamente 75 minuti." Ghignò restituendomi il telefono.
 

"MARCUS SIAMO A CASA!" Sentii urlare dalla porta di entra.
Scesi rapidamente le scale ed esordii con un "Ehi! Bella giornata oggi eh?!"
"Scarlett?" Chiese mia madre.
"Cosa ci fai a casa?" Chiese papà abbracciandomi.
"Ho finito gli esami in anticipo e volevo venire a casa per un po'" dissi cercando di essere il più convincente possibile.
"Oh ma è meraviglioso!" Esclamò mamma "Mi sembra un sogno riavervi entrambi a casa!"
"Aspettiamo ospiti?" Chiese mio padre entrando in cucina.
"Perché Simon?" Chiese mamma.
"Beh è apparecchiato per cinque, viene Lia a pranzo?"
Terminò appena la frase che il campanello di casa suonò.
Mamma e papà erano già in cucina pronti a mangiare quello che il mio caro e simpatico fratello aveva preparato per pranzo. Andai ad aprire e trovai Michael decisamente in imbarazzo.
"Ciao" salutò con un sorriso.
"Ciao stalker" lo presi in giro "Preparati ad essere mangiato vivo dalla mia famiglia al completo!"
Mi guardò con occhi pieni di terrore, "Sto scherzando! Vieni!" Lo presi per un braccio e lo guidai verso la cucina.
"Non sono psicologicamente pronto!" Bisbigliò.
"Troppo tardi!" Gli sorrisi "Mamma, papà, fratello scemo, lui è Michael!"

 

//SPAZIO AUTRICE

Heyoooo!
Come al solito vi chiedo di lasciare un commento, mi piacerebbe sapere cosa pensate della storia fino ad adesso!:D
xx

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Capitolo 10
*** Nine ***


"Allora, cosa fai nella vita Michael?" chiese mia madre.
"Ehm... Suono in una band, siamo tornati da poco da un tour mondiale." Spiegò lui sotto lo sguardo attento dei miei genitori "Stiamo scrivendo il secondo album in questi giorni"
"Oh fantastico!" commentò mia madre cercando di metterlo a suo agio "E dimmi caro, qual'è il paese che ti è piaciuto di più?"
"Beh, suonare qua in Australia fa sempre un certo effetto, in realtà ogni paese ha quella particolarità che ti rimarrà sempre in testa, ma se devo proprio scegliere dico Giappone!" Sorrise "Cioè sono un sacco strani! In senso buono ovviamente!"
"Oh sono strani forte!" commentò mio padre ridacchiando "Ci ho lavorato per un paio d'anni e ogni giorno era una nuova scoperta!"
"E come hai conosciuto mia sorella pazza?!" chiese Marcus soffocando una risata.
"Ho accompagnato Lia ad un loro concerto e in qualche modo siamo finite nel back stage, fratello scemo." gli risposi.
"Non cambierete mai" commentò mia madre sbattendosi una mano in fronte e facendo ridere tutti quanti.





"Non vorrai mica rapirmi e uccidermi vero?!" chiese Michael divertito mentre mi seguiva per la scorciatoia verso la spiaggia.
"Nah, volevo solo abbandonarti tra la boscaglia e darti in pasto agli animali selvatici."
Davanti a casa mia c'era un piccolo boschetto abbastanza esteso, c'era un piccolo sentiero che si era formato nel corso degli anni dal costante passaggio degli abitanti del nostro quartiere. Da quando ero piccola io e mio fratello lo usavamo per arrivare prima alla spiaggia.
"Non pensavo fossi così crudele!" ridacchiò lui.
"Pensi male Clifford!" Risposi facendogli una linguaccia.
"Wow, è una figata qui!" Disse con voce stupita una volta affondati i piedi nella sabbia.
"Già! Un piccolo angolo di paradiso!"
Feci strada verso la piccola scogliera che interrompeva bruscamente la distesa di sabbia andandomi a sedere su uno scoglio più o meno piano cercando di lasciare un po' di spazio a Michael che stava cercando di arrampicarsi.
"Non sei molto atletico" ridacchiai.
"Te lo avevo detto!" Disse raggiungendomi.
"Quindi state scrivendo un nuovo album?"
"Uhm... Si, abbiamo qualche idea e abbiamo buttato giù un paio di pezzi ma siamo ancora all'inizio!" Sorrise.
Dio, il suo sorriso.
"Sarà una bomba!"
"O un flop totale!" Commentò "Ma preferisco pensare la prima!"
"Come sei positivo Mikey!" ruotai gli occhi al cielo.
"Come... Come mi hai chiamato?"
"Io... Scusami non volevo..."
"No, no è ok!" disse sorridendo "E' che non mi chiami mai così! Sono solo sorpreso!"
"E' che faccio schifo con le persone, non sono molto brava nei rapporti umani... Però se preferisci posso chiamarti Gordon!"
"Non ci provare." disse serio.
"Gordy? E' carino!"
"Giuro che ti butto dagli scogli"
"Come sei suscettibile!" gli dissi imitando Sid dell'era glaciale punzecchiandogli una guancia con un dito.
Un istante dopo mi ritrovai in acqua "Dannazione Michael, non so nuotare!" starnazzai cercando di rimanere a galla.
"Oddio, oddio, oddio, afferra la mia mano!" si allungò dallo scoglietto, afferrai la mia mano e lo tirai in acqua "Cosa diavolo?!" chiese una volta riemerso.
"So surfare ricordi?" ridacchiai cominciando a nuotare verso riva seguita dal ragazzo.
"Giusto, che idiota" tentò di nascondere un adorabile sorriso.


"Marcus ti prego, apri la porta!" Per essere praticamente estate faceva ancora decisamente freddo per fare un bagno. "Oh andiamo so che sei lì!"
Idea geniale quella di dimenticate chiavi e telefono in casa. Continuai a bussare alla porta e suonare il campanello sotto lo sguardo divertito di Michael.
"Marcus non è divertente! Apri la porta!" Supplicai di nuovo. Mamma e papà erano tornati al lavoro, quindi l'unica speranza era quel mongolo di mio fratello.
Stavo per riprendere a bussare quando finalmente la porta si aprì.
"Cosa diavolo?!" Imprecò. "Perché siete fradici!?"
"Ci annoiavamo e abbiamo deciso di fare un tuffo" ruotai gli occhi al cielo facendo ridere il ragazzo dietro di me. "Ora per favore ci fai entrare? C'è freschino a stare così!"
"Oh no, entrate dal retro!" Disse lui chiudendo la porta.
"NON TI LAMENTARE SE DOMANI MATTINA TU SVEGLI SENZA CAPELLI!" Gli urlai dietro.
"Vi volete decisamente bene voi due!" Ridacchiò Michael.
"È puro amore fraterno!" Risposi "Vieni, andiamo sul retro!"
L'unico modo per raggiungere la parte sul retro era arrivare infondo alla via e ridiscenderla dall'altra parte, decisamente scomodo.
"Mikey posso farti una domanda?" Chiesi camminando.
"Uhm... Certo, se posso rispondere!"
"Come... Come riesci a farmi dormire? Voglio dire, un tempo anche Lia ci riusciva, poi sembra passata come cosa e poi è ritornata e sei arrivato tu e.... Sally?" Chiesi bloccandomi in mezzo alla strada.
"Sally?" Chiese Mikey aggrottando la fronte "Scusami, non ti seguo"
"Sa-Sally?" Gli occhi della ragazza erano fissi sui miei, riuscivo a leggere disprezzo, delusione, tristezza.
Le corsi incontro sotto lo sguardo confuso di Michael il quale non sapeva bene cosa stava succedendo.
"Ti prego... Ti prego possiamo parlare?" Chiesi raggiungendola a grandi passi.
"Credevo te ne fossi andata." Rispose fredda "E intendo per sempre."
"I-io sono tornata per qualche giorno.." Abbassai lo sguardo. "I-io volevo solo... Volevo solo scusarmi di nuovo e so che non sarà mai abbastanza ma..."
"Smettila Scarlett, per una volta smettila" ringhiò Sally allontanandosi sempre più "Non parlarmi, non cercarmi, nulla riporterà indietro quello che ci hai tolto."
"Ma è stato un incidente!" Cercai di raggiungerla.
"Vattene Scarlett. Non voglio vederti mai più." Concluse lei lasciandomi li.
Eccole le lacrime che odiavo tanto far uscire travolgermi come un fiume in piena.
"Scarlett... È tutto ok?" Una mano si posò sulla mia spalla, Michael aveva assistito a tutto quel casino.
Mi voltai verso di lui con due cascate che scendevano dagli occhi, si stupì di vedermi in quello stato.
Odiavo farmi vedere così dalle persone, con uno scatto mi voltai e cominciai a correre. Corsi più veloce che potevo cercando di scappare da tutto e tutti.




//SPAZIO AUTRICE
Yo! Ecco a voi il capitolo!
Come al solito vi chiedo di lasciare una stellina e un commento! :)
Inoltre vi chiedo di condividere questa storia se vi sta piacendo! :D
Alla settimana prossima! 
Besos xx

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Capitolo 11
*** Ten ***


Adagiai il girasole e la margherita vicino al marmo e guardai la fotografia del ragazzo sorridente.
Quattro anni, erano passati quattro maledettissimi anni e ancora non me ne rendevo totalmente conto.
Ero seduta davanti a quella stupida lapide a pensare al ragazzo che se ne era andato abbandonandomi al mio destino.
Non so quanto tempo passò prima che una mano si posasse sulla mia spalla riscuotendomi dai miei pensieri.
Mi asciugai velocemente gli occhi e mi girai.
"Come... Chi ti ha portato qui?" Chiesi sentendo di nuovo le lacrime salire.
"Ho parlato con tuo fratello e con Lia... Ti ha trovata lei, ma poi ha mandato me." Disse il ragazzo dai capelli ormai di un blu sbiadito. "Ti abbiamo cercato un po' ovunque..."
"Mi dispiace..." Dissi abbassando lo sguardo.
"E per cosa?" Sentivo il suo sguardo su di me.
"Per essere scappata in quel modo..."
"Ognuno ha i propri demoni da combattere, non sono io a dover giudicare le azioni di qualcun altro, ma se vuoi parlare io sono qui..."
"Io..." Ero pronta ad aprirmi totalmente con lui? Lia e la mia famiglia sapevano tutta la storia, ma ero pronta a farla pesare sulle spalle di qualcun altro? "Lui è Chris. Era Chris..." Cominciai. "Era e sarà sempre il mio migliore amico, se ne è andato quattro anni fa."
I ricordi di quella notte cominciarono a bruciare vividi nella mia mente.
"Quella sera avevamo deciso di andare in un locale a Sidney, Robert, il tipo popolare della scuola, aveva dato una festa e non potevamo perderla assolutamente. Lia al tempo aveva una macchina a due posti e doveva far vedere a tutti che aveva preso la patente, così lei fece una macchina e Chris l'altra. Stavamo tornando a casa e all'improvviso la macchina è sbandata ed è finita in un fosso..." Tirai su con il naso e presi un grande respiro prima di continuare "Io... Io non so bene come siano andate le cose, è tutto così confuso... E' successo tutto troppo in fretta... Un attimo stavamo ridendo e scherzando e l'attimo dopo io ero ancora lì e lui no." Michael mi guardava senza sapere bene cosa fare, così finì di raccontare togliendomi l'ultimo peso. "Ero su quella macchina, ero con lui, capisci?! L'ho visto andarsene, non riuscirò mai a perdonarmelo." Proseguii "La ragazza che abbiamo incontrato prima è sua sorella... Mi odia da quel giorno e ha tutte le ragioni per farlo..."
"E' questo che sogni ogni notte?" chiese titubante.
"Si, ogni dannata notte rivivo quel momento. E' straziante." confesso puntandogli gli occhi in viso. "Dovevo esserci io al suo posto."
"Non dirlo." mi rimprovera "Probabilmente lui avrebbe detto lo stesso. Ad ogni modo pensa a come si sarebbero sentite le persone che ti vogliono bene. E' stato un incidente, non hai nulla di cui incolparti."
"Ma era così giovane..." dissi in un singhiozzo.
"Lo so... Credo, però, che lui ti stia accanto ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della tua vita, e penso anche che in questo momento si arrabbierebbe parecchio a vederti in questo stato." disse lui accarezzandomi piano la schiena. "Una confessione per una confessione." aggiunse.
Lo guardai interrogativa, si accorse del mio sguardo e proseguì "Io... Io soffro di insonnia, ho provato a prendere delle pillole per un po' ma hanno smesso di funzionare. L'insonnia è dovuta a depressione. So che starai pensando che sono pazzo, insomma ho praticamente tutto dalla vita... Ma più e più volte mi sono trovato sul punto di mollare tutto. Non mi sento al mio posto, sembra tutto sbagliato... Sono patetico" disse tutto d'un fiato fissando un punto indefinito davanti a sé.
"Non immaginavo..." dissi osservando il suo profilo e le pesanti occhiaie che gli segnavano il viso "E non sei patetico... Forse un po' strano, quello si, ma chi non lo è!" mi sfuggì uno starnuto, a quel punto mi ricordai del 'tuffo' che mi ero fatta qualche ora prima, rendendomi conto di essere ancora bagnata fradicia. Grandioso, mi sono presa un bel raffreddore.
"Siamo come due giocattoli rotti" sorrise tornando a guardarmi appoggiando la sua giacca sulle mie spalle.
"Forse questa volta, due sbagliati faranno la cosa giusta..."


"Scarlett!" esclamò mia madre preoccupata "Dov'eri finita?"
"Piccola deviazione di percorso... Ho incontrato Sally..." risposi notando il suo sguardo incupirsi "Michael mi ha ritrovata..."
"E' tutto a posto?" chiese apprensiva.
"Si mamma, è tutto ok. Beh, potrebbe andare meglio, ma in fondo è tutto ok"
"Oh... Ok" disse accarezzandomi una guancia "Beh, vi ho tenuto da parte un po' di pizza, Marcus la stava mangiando tutta! Ve ne ho salvata un po'!"
"Grazie Signora" Rispose il ragazzo dai capelli sbiaditi con uno strano luccichio negli occhi.
"Chiamami Lauren, caro! Mi sento vecchia se no!" ridacchiò lei "Beh, immagino abbiate fame! La pizza è di là, Scarlett mostri tu al nostro ospite la sua stanza più tardi? Io vado a dormire, altrimenti domani chi si alza più!"
"Certo, mamma" risposi avviandomi verso la cucina seguita  da Michael. "E grazie!" Le sorrisi prima che cominciasse a salire le scale.
"Ti ho già detto quanto adoro la pizza?!" Chiese Michael infilandosi metà fetta in bocca.
"Credo di averlo appena appurato con i miei occhi!" Non riuscì a trattenermi dal sorridere. "Almeno è buona?" Aggiunsi prendendo posto di fronte a lui.
"Ci puoi scommettere! Tu non ne vuoi? Dovresti mangiare qualcosa..."
"No, fa pure, mangerò più tardi" risposi "Non me la sento di privarti del tuo tesoro!" Ridacchiai.

"Beh, questa in teoria è la tua stanza..." Indicai la porta a Michael "Ma visto che siamo entrambi due persone piuttosto problematiche, questa è la mia di stanza e... Si, ecco, lo sai il resto"
Vidi il repentino cambio di espressione dei suoi occhi, passarono dalla pura angoscia e terrore a sollievo.
"Vado a recuperarti dei vestiti, arrivo subito" aggiunsi prima di lasciarlo nella mia camera ad osservare il caos presente sulle pareti.
"Marcus?" Bussai alla sua porta in fondo al corridoio.
"Si?" Sentì dall'altro capo.
"Ehm mi servirebbero dei tuoi vestiti da prestare a Michael..." Gli dissi una volta entrata mantenendo lo sguardo basso.
"Oh, certo! Prendi pure ciò che ti serve dall'armadio" rispose lui "Scarl, va tutto bene?"
"Oh, sì... Cioè prima no... Adesso va meglio però..." Risposi "Ho incontrato Sally prima... Beh non è stato un incontro piacevole..."
"Gliene hai parlato?" Sapevo esattamente a cosa si riferisse.
"Si..." Risposi in un soffio "Doveva sapere il perché di tutto..."
"Sai, mi piace quel ragazzo, ha una buona influenza su di te." Mi sorrise.
"Ok, il discorso sta diventando imbarazzante, io levo le tende." Balbettai uscendo dalla stanza "Grazie per i vestiti, notte!"
Dio che imbarazzo. Rientrai in camera mia e trovai Michael a fissare la parete dei dischi. "Ehi, ehm... Ti ho preso qualcosa di comodo, dovrebbero starti in teoria!" Lo vidi sobbalzare preso alla sprovvista.
"Oh, grazie!" Disse prendendo i vestiti.
"Il bagno è la porta qua di fianco!" Indicai.
Presi dal borsone una maglia extra large e dei pantaloncini e riordinai un po' il casino che c'era in giro.
"Quella la sai suonare?" Sobbalzai sentendo la voce di Michael.
"Dio Santo, mi hai fatto venire un infarto!" Lo feci ridacchiare.
"Allora? La sai suonare?" Chiese e indicò di nuovo l'oggetto nell'angolo della stanza.
"Oh quella! No, non ho mai imparato, Marcus ha tentato di insegnarmi ma ha gettato la spugna!" Spiegai osservando la chitarra addossata al muro.
"Vorrà dire che ti insegnerò io!" Sorrise mentre prendeva lo strumento, quella chitarra era così vecchia che appena la prese in mano saltò una delle corde "Ok, forse un'altra volta..." Risi di gusto vedendo la sua faccia imbronciata.
"Vedi?! È destino!" Lo presi in giro.
"Mi piace la tua camera" cambiò discorso buttandosi sul mio letto a una piazza e mezzo "Anche se mi sarei aspettato tutto molto rosa"
"Non lo hai detto sul serio." Lo guardai storto.
"Magari con qualche Barbie qua e là!"
"Ripetilo di nuovo e ti raso a zero mentre dormi." Lo minacciai prendendolo a cuscinate. "Ho sempre odiato le Barbie e il loro stupido sguardo perso nel vuoto" rabbrividii.
"Sei sempre stata una bambina speciale!" Disse lui attirandomi in un abbraccio. Sentii le mie guance andare a fuoco.
Sentii Michael cercare di trattenere uno sbadiglio senza troppi risultati. "Hai sonno?" Chiesi.
"Un po'" confessò tenendomi ancora stretta al suo petto.
Mi allungai verso l'interruttore e spensi la luce. "Hai i piedi freddi" asserì
"Scusa..." Cercai di spostarli ma le sue gambe si attorcigliarono di più alle mie.
"Non ho detto che mi danno fastidio, ho solo detto che sono freddi ghiacciolino!" Ridacchiò e prese ad accarezzarmi i capelli. Sentii pian piano gli occhi farsi sempre più pesanti.
Cosa mi stava facendo quel ragazzo? Non ero mai stata tagliata per questo genere di cose, ma con lui era tutto diverso, sembrava tutto così giusto...
"Mikey..." Lo chiamai sentendo il sonno farsi sempre più pesante.
"Hmm?"
"Anche tu sei speciale..." Borbottai.
L'unica cosa che ricordo dopo sono le sue braccia stringermi un po' di più e due labbra soffici appoggiarsi sulla mia fronte.

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Capitolo 12
*** Eleven ***


"SCARLETT!" Urlò Lia entrando nella mia stanza e svegliandoci di soprassalto.
"Ma che diavolo?!" Imprecai, dalla foga del momento cascai a terra. Tipico di me.
"Oddio." Sbarrò gli occhi "Scusatemi, non volevo!" Aggiunse sbattendo velocemente la porta di camera mia.
Passò qualche istante di silenzio prima che Michael scoppiasse a ridere di gusto. A dir la verità non so se stesse ridendo della scena alquanto assurda o di me che ero finita col culo atterra.
"Ma non potevo avere una migliore amica normale?!" Borbottai alzandomi da terra. "E ti prego, dimmi che stai ridendo per la scena nell'insieme, non nel particolare" implorai Michael.
"Vuoi che dica la verità o che menta?" Chiese scoppiando di nuovo a ridere.
"Che figura da idiota." Dissi imbarazzata è probabilmente di un colore tendente al rosso, ma rosso molto acceso. "Vado a vedere cosa vuole, fai con comodo ti aspetto giù" conclusi socchiudendo la porta alle mie spalle.

"Spiegati." Dissi a Lia una volta raggiunta in soggiorno "Ora."
"Beh, innanzitutto ho bussato alla porta per qualche minuto, poi sono passata al campanello, ma nessuno apriva e..."
"Hai preso la chiave dallo zerbino" conclusi la frase.
"Esatto, avevo visto lo scuro chiuso in camera tua prima di tutto questo iter, così sono entrata e... Beh non credevo ci fosse anche lui, altrimenti non sarei mai entrata!"
"Marcus l'ha invitato qui ieri" spiegai notando la faccia confusa di Lia "Prima che tu me lo chieda: no, non sono amici di vecchia data, mi ha semplicemente levato il telefono di mano e gli ha chiesto di venire qua." Omisi i vari dettagli della giornata precedente.
"Oooooh capisco..." Annuì lei.
"Comunque... Sei qui perché..."
"Oh sì, ho litigato di nuovo con i miei... Solita storia, prima di dire cose di cui poi mi sarei pentita sono dovuta andarmene..." Spiegò a capo chino.
"Oh, mi dispiace..." La consolai "Vuoi che ce ne torniamo al campus prima?"
"No, va tutto bene, mi inventerò qualcosa da fare stasera!" Sorrise "Comunque siete davvero carini insieme!"
"Che?!" Squittii.
"Oh andiamo!" Disse lei mentre si avviava verso la porta "Non sono così stupida! E poi per certe cose ti conosco meglio di te stessa!" Aggiunse prima di uscire da casa.
Risalii le scale e aprii piano la porta di camera mia per vedere cosa stesse facendo Michael, "Ti piace curiosare tra le mie cose, eh?" ridacchiai entrando definitivamente.
"Scusami..." rispose tristemente appoggiando una foto sulla mia scrivania.
"Sto scherzando! Non ho nulla da nascondere!" lo rassicurai.

Camera mia era tre volte più grande di quello stanzino che mi avevano assegnato al college, le pareti erano coperte da poster di varie band e qua e là c'era qualche foto. Su un lato era stato piazzato un armadio decisamente troppo grande per i miei pochi vestiti, mentre dall'altro c'era una libreria con pochi libri e molti più dischi. Accanto ad essa c'era uno stereo non troppo moderno ma perfettamente funzionante. Qua e là c'erano oggetti addossati alla parete o negli angoli, come quella chitarra, ad esempio. Il letto si trovava di fronte alla grande finestra che dava luminosità a tutta la stanza. Una piccola scrivania era stata messa accanto ad essa, era piena di foto ricordo e stupidi souvenirs che avevano rimpiazzato i vecchi libri di scuola.

"Cosa stavi guardando?" mi avvicinai per vedere cosa teneva in mano.
"Trovo questa cosa alquanto disturbante" commentò porgendomi la foto, in tutta risposta scoppiai a ridere. "Cosa dovrebbe essere?" Chiese lui.
"Beh, in effetti trasmette un po' di disagio!" presi in mano l'immagine "Hai presente il telefilm 'Il Trono di Spade'?" chiesi.
"Uhm... Si" mi guardò confuso.
"Ecco, un mio vecchio compagno del liceo era un fan decisamente accanito della serie e beh, si faceva decisamente troppi film mentali" Ridacchiai al ricordo di Richard "Comunque questo è Jon Snow in sella ad un pony che scappa da una mandria di altri pony, questi sono crudeli, mentre Sam e Dean di Supernatural cercano di salvarlo sparando a caso da una macchina in corsa perché sono fatti come dei copertoni. Ah! il coso sopra è l'Enterprise. Non chiedermi perché!"
"Il tuo amico si faceva di crack?" chiese scoppiando a ridere.
"No, era sobrio e pulito, aveva una bella fantasia, alle volte un po' malata, ma ehi! Che ci vuoi fare!" alzai le spalle e appoggiai la foto sulla scrivania "Sinceramente non so nemmeno che fine abbia fatto, penso sia andato a studiare grafica a Perth." Conclusi cominciando a cercare il mio telefono che nel frattempo aveva cominciato a suonare.
"Si?" risposi una volta che l'avevo trovato.
"Ho un'idea per stasera!" trillò Lia dall'altro capo "Falò sulla spiaggia! Poi dormiamo in tenda!"
"Aspetta che chiedo a Michael..." risposi staccando leggermente il telefono "Lia ha proposto una sorta di campeggio con falò in spiaggia, ti va di andare?"
"Uhm, si! Sarà divertente!" rispose raggiante "Posso chiamare anche gli altri?"
"Michael può invitare anche gli altri ragazzi?" chiesi alla ragazza.
"Ovvio!" ridacchiò lei e feci un cenno di assenso a Mikey che era già pronto ad inviare i messaggi ai suoi amici.
"Ok, allora a più tardi!" la salutai prima di riattaccare.
 

"Il sacco a pelo l'hai preso vero?" domanda Lia mentre comincia a scavare il buco per il falò.
"Si mamma." rispondo ruotando gli occhi al cielo. "Vado a prendere della legna, riesci da sola o ti serve una mano?"
"No, vai pure!" disse lei continuando a scavare "Ma Michael?"
"E' andato a recuperare gli altri, penso si siano persi!" spiegai allontanandomi da lei per cominciare a raccogliere dei rametti per accendere la pira.
Mi era sempre piaciuto il bosco, da piccola venivo sempre a giocare tra questi alberi. Sorrisi a quei ricordi felici mentre accatastavo in una sacca sempre più legno.
Riconobbi il sentiero su cui mi trovavo e decisi di seguirlo per vedere se una parte della mia infanzia era ancora lì.
E c'era davvero, la casetta sull'albero aveva resistito per tutti quegli anni, posai il sacco ai piedi dell'albero e cominciai a salire i pioli di quella scaletta ormai rovinata.
Io e Chris venivamo a giocare sempre qui, ridacchiai al ricordo di un piccolo bimbo paffutello con una benda sull'occhio che saltava qua e là affermando di essere il pirata più forte dei sette mari.
Mi sedetti distrattamente contro una delle pareti di quel piccolo luogo incantato per assaporare i ricordi felici di quell'infanzia che sembrava così lontana. Sentii uno scricchiolio come di un foglio che si accartoccia, guardai alle mie spalle e trovai un vecchio disegno sbiadito e ingiallito per l'umidità insistente di quel posto.
Si riuscivano ancora a distinguere le figure che io e il mio amico avevamo disegnato con tanta cura: due bambini sorridenti che si tenevano per mano.
A scuola ci avevano appena fatto leggere una di quelle fiabe a lieto fine e Chris si era messo in testa di essere un principe, mi ricordo perfettamente di lui che disegnava il bambino su quel pezzo di carta, lo presi in giro perché aveva colorato in modo strano i capelli di quella piccola figura. Mentre ultimava la sua opera affermò tutto impettito che 'Si deve capire che è il principe azzurro! La mamma non mi ha ricomprato il pastello azzurro, quindi ho usato quello blu!'.
Ridacchiai al pensiero del ragazzo dai capelli blu che avevo conosciuto quasi un mese prima e a quanto mi ero legata a lui in così poco tempo. Rimasi a fissare il vuoto per qualche istante prima che il mio cervello arrivasse alla tanto agognata conclusione, mi piaceva Michael, e questo incasinava tutto.

Tornai alla spiaggia con il sacco pieno di legna e mille pensieri per la testa. Le tende erano già state montate e attorno al buco che aveva scavato Lia erano stati messi dei tronchi, per quanto potesse essere forzuta non sarebbe mai riuscita a fare tutto da sola, dedussi che fossero arrivati gli altri.
"Scarlett!" mi sentì chiamare da una voce familiare "Ciao!" salutò Calum.
"Ehi ciao! Siete qui da molto?" chiesi mentre lasciavo a terra il pesante sacco.
"Mezz'ora più o meno!" mi sorrise "Ehi, vieni ti presento una persona!"
Lo seguii verso il bagnasciuga dove intravidi Luke e Michael parlare con una ragazza.
"Ciao Esse!" Esclamò Luke facendo voltare gli altri due ragazzi verso di noi.
"Scarlett lei è Mali-Koa! È mia sorella!" Mi presentò Calum.
"Finalmente ti conosco!" Disse lei abbracciandomi.
"Il piacere è mio!" Risposi lasciandole qualche pacca amichevole sulla schiena.
"È appena tornata da Londra, mi dispiaceva lasciarla a casa, passiamo così poco tempo insieme... Ho pensato di invitare anche lei!" Spiegò il moro.
"Hai fatto bene! In fondo più siamo meglio è, no?" Gli sorrisi in risposta. "Lia e Ash?"
"Oh, ecco... Mi sono dimenticato i marshmellow in macchina e sono andati a recuperarli" rispose il biondo.
"LUKE, QUANTI CAVOLO DI SACCHETTI HAI COMPRATO?!" Sbottò Ashton sommerso dai pacchetti "Oh! Ciao Scarlett!"
"Ehilà!" lo salutai "Ehi, vuoi una mano?"
"Si, grazie!" supplicò.
Gli presi qualche sacchetto dalla pila e ci avviammo verso le tende. "Già che ci siamo mettiamo giù la legna per dopo!" suggerì lui.
"Signorsì signor capitano!" risposi facendolo ridere "Lia?"
"Stava parlando con una signora, cioè non stava proprio parlando, si stavano urlando addosso..." rispose cominciando a posizionare la legna nel buco.
"Oh... Era sua madre" dissi "Non hanno un bel rapporto da un bel po' di anni ormai..."
"Capisco... Non riesce a sistemare le cose?"
"No, ormai ci ha rinunciato, non torna quasi mai qui" gli spiegai mentre gli passavo i vari pezzi di legno da sistemare.
Passò qualche momento di silenzio prima che Ash sganciasse la bomba "Allora, come va con Mike?"
"Che?" chiesi sentendo le mie guance cominciare a scaldarsi.
"Sai, sta tornando il chiacchierone di una volta!" mi confessò mentre si fermava un istante a guardare il suo amico in riva al mare "Sembra felice!" aggiunse riprendendo a impilare gli ultimi legnetti "E credo sia per merito tuo..."
"I-io... Io non saprei... Ho un gran casino in testa al momento..." abbassai lo sguardo.
"Vuoi parlarne?" si sedette su uno dei tronchi che erano stati disposti attorno al falò "Prometto di non dire una singola parola!" picchiettò con la mano sul tronco invitandomi a sedermi accanto a lui.
Sospirai e decisi di confidarmi "E' che... Non lo so... Mi sono affezionata a lui così in fretta che non so nemmeno io cosa stia succedendo esattamente... Quando sono con lui mi sento me stessa..."
"E' semplice" mi sorrise "Lui ti piace, devi solo ammetterlo!"
"Anche se fosse, non credo che la cosa sia ricambiata..." borbottai mentre guardavo il ragazzo dai capelli sbiaditi rincorrere un pallone e ridere sul bagnasciuga.
"Ne sei proprio sicura?" chiese retorico.
Continuai a fissare la sua figura da lontano, lui parve accorgersene e si voltò nella mia direzione sorridendo in un modo adorabile e scuotendo la mano a mò di saluto prima di essere travolto da Calum e Luke.
"Cosa ti avevo detto?!" disse Ash con un sorriso sincero prima di alzarsi e raggiungere i suoi amici.



 

//SPAZIO AUTRICE
Heyoooo!
Eccovi il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Come al solito commentate, fatemi sapere cosa pensate della storia fino ad ora e cosa pensate possa succedere!
Alla prossima :D
xx

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Capitolo 13
*** Twelve ***


La serata andò meglio del previsto, il falò venne acceso senza nessuna difficoltà e i marshmellow di Luke andarono quasi finiti, quasi perché ne aveva comprata una quantità industriale.
Calum e Ashton si portarono dietro un paio di chitarre e ci perdemmo a cantare canzoni attorno al fuoco sotto un meraviglioso cielo stellato.
Noi ragazze decidemmo di prendere la tanda più grande, così da lasciare le due più piccole ai quattro ragazzi. Era dai tempi prima del liceo che non facevo qualcosa del genere, dormire con le amiche in spiaggia, raccontarci segreti, spettegolare su questo e quell'altro. È stato bello rivivere un momento del genere.
Erano più o meno le due di mattina e io, Lia e Mali eravamo ancora sveglie.
"Secondo voi i ragazzi stanno dormendo?" Chiese Lia alla mia destra.
"Lo senti questo rumore?" Disse Mali, effettivamente qualcuno stava russando "Ecco, è mio fratello... Mi dispiace per Ashton che è in tenda con lui!" Cercammo di soffocare qualche risolino per non svegliare nessuno.
"Per quanto resti Mali?" Chiese Lia in uno sbadiglio.
"Riparto tra qualche giorno, sono passata a fare un saluto veloce alla mia famiglia." Disse lei sistemandosi nel suo sacco a pelo "Ho un sacco di cose da fare a Londra, mi piacerebbe restare di più però..."
"Oh capisco..." Sussurrò la mia vecchia amica.
"Ragazze..." Bisbigliai.
"Magari possiamo venire a trovarti a Londra! Mi piacerebbe un sacco visitarla!" Proseguì Lia.
"Ragazze..." Ripetei un pochino più forte.
"Sarebbe grandioso!" Esclamò piano Mali "Sarete sempre le benvenute!" Mi ignorarono di nuovo.
"Ragazze... Ho bisogna di un consiglio, mi sta per esplodere la testa." Mi misi seduta. Attenzione catturata.
"Dicci pure!" Disse Lia.
"Se possiamo aiutarti volentieri!" Intravidi un sorriso sul volto di Mali-koa.
"Beh, prima ho parlato con Ashton di..."
"Ti prego dimmi che avete parlato di tu sai chi!" Esplose Lia.
"Si, abbiamo parlato di lui..."
"Aspettate per 'Lui' intendete il lui che inizia per M e finisce per Ichael?" Rise l'altra ragazza.
"Questa cosa sta diventando imbarazzante." dissi prima di nascondermi nel sacco a pelo.
"Scarlett..." Mi scosse Lia "Dai stavamo scherzando, vai avanti..."
"Uffa, va bene." Tirai fuori appena la testa e sentii le mie guance andare a fuoco. Meno male che siamo praticamente al buio. "Ok, come fate a capire se piacete ad una persona, nel senso... Come diavolo faccio a spiegarvelo?!"
"Abbiamo capito cosa vuoi dire, beh, secondo me gli piaci." Disse Mali con un tono dolce "Lo conosco da tantissimo tempo e poche volte l'ho visto così, ti guarda sempre, segue ogni tuo piccolo movimento! Spesso fa delle espressioni buffissime!" Rise.
"Direi che la felpa che hai addosso ne è un'altra prova!" Ribadì Lia "E si, anche secondo me gli piaci!"
Durante la serata Michael mi aveva prestato la sua felpa, non avevo pensato al fatto che ci potesse essere freddo così lasciai tutto a casa.
"Ne siete sicure?" Sussurrai nascondendomi nella felpa del ragazzo.
"Più che sicure!" Decretò Lia.
"Conoscendolo ne starà parlando con Luke in questo momento!" Ridacchiò Mali prima di sbadigliare sonoramente "Buonanotte ragazze, sono felice di avervi conosciute!" Biascicò.
"Notte..." Sussurrò Lia.
Rimasi sveglia, non per gli incubi, ma perché la mia testa stava viaggiando ai 100 all'ora. Mille se e ma si facevano spazio nel mio cervellino impedendomi di dormire.

Guardai distrattamente l'orologio sul mio cellulare. Erano le 5:36 di mattino, notai che fuori cominciava a farsi un po' di luce, così presi il mio sacco a pelo e uscii dalla tenda. Andai a sedermi sulla riva dove la sabbia era a metà via tra l'asciutto e il bagnato con il vecchio sacco a pelo come coperta.
Stava albeggiando, il cielo stava diventando pian piano di un azzurro sempre più accesso, segno che il sole sarebbe sorto di lì a poco.
"Ciao..." Sobbalzai, credevo dormissero tutti.
"Ehi..." Salutai "Vieni, ti do un po' del mio sacco a pelo, in fondo ti ho fregato la felpa!"
Michael si sedette accanto a me e prese il lembo di stoffa pesante che gli stavo porgendo.
"Puoi tenerla" lo guardai interrogativa "La felpa, la puoi tenere se vuoi..."
"Ah, grazie!" Gli sorrisi tornando a volgere lo sguardo verso il cielo che cominciava a tingersi di rosa. Nel frattempo Calum aveva preso a russare ancora più forte, risi ricordando le parole di sua sorella.
"Oh, questo è nulla, delle volte è ancora più rumoroso!" commentò Michael "Ma il peggio è quando si mette a dormire nel bunk del tour bus, lì rimbomba e diventa assolutamente insostenibile!"
Risi al pensiero degli altri tre ragazzi disperati in quello spazio minuscolo.
"Ti ha svegliata lui?" chiese "Perché posso andare a mettergli un calzino in bocca."
"N-no, a dir la verità non riuscivo a prendere sonno..." dissi fissando il cielo sempre più rosso "Il mio cervello aveva deciso di mettersi a pensare e fare considerazioni. Te invece?"
"Ehm... Ho parlato un po' con Luke, ma poi si è addormentato piantandomi lì come un idiota... Poi ho buttato giù alla bell'e meglio un paio di canzoni che mi sono venute in mente..."
"La tua nottata è stata più produttiva della mia..."
"A cosa stavi pensando?" chiese portando i suoi occhi sul mio viso.
"Io..." fissai l'orizzonte "Faccio schifo con le persone, questo lo sai, per questo non ho mai avuto molti amici in vita mia, ma per qualche strano motivo con voi non sono così pessima." presi un respiro, dovevo vuotare il sacco? "Odio il contatto fisico da più o meno sempre, non sono brava con questo genere di cose, è Lia quella espansiva, non io..."
"Ma..." incalzò lui chiedendomi implicitamente di andare avanti.
"Ma cosa?" lo guardai.
"C'è sempre un ma!" sorrise lievemente.
"Ma..." abbassai lo sguardo, dannazione, "Ma con te in qualche modo è diverso, non mi sono mai aperta così tanto con nessuno a parte Lia e Chris... Sei l'unico tra voi quattro da cui non ho l'impulso di allontanami se mi stai vicino o se mi abbracci... Mi piace vederti ridere, non quando ridi in maniera forzata per le stupide battute di mia madre, ma come quando io faccio qualcosa di stupido e arricci il naso mentre strizzi gli occhi. Mi piace il fatto che tu riesca a farmi dormire, mi infondi una fiducia e una sicurezza che non ho mai avuto. Mi piace quando mi cerchi a caso senza preavviso e ti preoccupi senza motivo perché magari non rispondo al telefono. Tutto questo mi fa sentire così giusta che ho paura che sia tutto sbagliato in realtà. Sono così tanto un casino che ancora non so perché tu mi abbia cercato dopo due settimane..." Riversai tutti i pensieri che mi avevano assillato durante quelle ore.
Michael mi fissava con gli occhi sgranati senza spiaccicare alcuna parola.
"Mi sento così stupida... Dimentica ciò che ho detto..." Feci per alzarmi ma sentì la sua mano stringermi il polso, mi trascinò tra le sue braccia e prese ad accarezzarmi la schiena.
"Quando ti accorgerai che sono un casino più grande di quello che pensi?" Sussurrò lui tra i miei capelli.
"Michael... Se tu sei un casino io sono il caos più totale..." Ricambiai l'abbraccio del ragazzo nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.
"Posso..." Bloccò a metà la frase.
"Puoi?" Incalzai.
"Posso baciarti?" Sussurrò pianissimo.
Spostai i miei occhi nei suoi avendo la totale certezza di ciò che aveva appena detto. Le sue guance erano tinte di un rosa tenue, ma i suoi occhi non si volevano assolutamente staccare dai miei.
Non mi resi conto di quanto fossimo vicini fino a quando non presi iniziativa e poggiai le mie labbra sulle sue.
Fu talmente tanto veloce che non appresi appieno quanto fossero morbide sino a che Michael non prese il mio viso tra le sue mani e riportò le sue labbra sulle mie, lo sentii sorridere lievemente in quel bacio così semplice ma sostanziale.
Si scostò leggermente dal mio viso e sistemò una ciocca di capelli che era ricaduta dalla coda di cavallo che mi ero fatta per dormire, quando una secchiata d'acqua piuttosto fredda ci finì addosso seguita da un "FINALMENTE STUPIDE CAPRE!" Urlato da Ashton.
"Ma che cavolo..." Michael fulminò con lo sguardo l'altro ragazzo "Ashton Fletcher Irwin."
"Oh oh... Ehm Mike, perché mi guardi come se volessi uccidermi?!" Fece un risolino isterico.
"Hai tre secondi per scappare." Asserì.
"Uno..."
"Dai stavo scherzando!" Cominciò ad indietreggiare.
"Due..."
"Michael lo sai che ti voglio tanto bene?" Tentò Ashton.
"TRE."
Michael scattò e cominciò a rincorrere l'altro ragazzo che alternava momenti in cui urlava come una femminuccia ad altri dove rideva come un ragazzino.
Continuarono a rincorrersi finché Michael non si lanciò su Ashton, finirono entrambi rovinosamente a terra ridendo a crepapelle.
Abbandonai il sacco a pelo ormai fradicio e raggiunsi i due ragazzi che stavano rotolando tra la sabbia lanciandomi su di loro con poche cerimonie.
"Ragazzi così mi schiacciate" borbottò Ashton.
"Beh un po' te lo meriti" lo presi in giro.
"Concordo con lei!" Confermò Michael.
"In effetti... Ehi! Non vale! Vi state coalizzando contro di me!" Sbraitò scherzosamente cominciando a divincolarsi.
Nel giro di qualche istante mi ritrovai in mezzo alla sabbia con Michael praticamene sopra di me con un sorriso a trentadue denti che approfittò per lasciarmi un tenero bacio a stampo.
"Oh andiamo, prendetevi una cavolo di stanza!" Ridacchiò Ash, Michael gli mostrò un bel dito medio che in tutta risposta fece ridere ancora di più l'amico.




//SPAZIO AUTRICE
Sono vivaaaaa!!!
Eccovi il capitolo!:) come sempre vi chiedo di commentare dicendomi cosa ne pensate!:)
Pace e amore
Alla prossima
Xx

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Capitolo 14
*** Thirteen ***


HO UNA PROPOSTA:
STO SCRIVENDO UNA STORIA SU CALUM, SU WATTPAD E' STATA GIA' PUBBLICATA, VOLETE CHE LA METTA ANCHE QUA? FATEMI SAPERE NELLE RECENSIONI :)

Un semestre, dovevo resistere solo un altro semestre e sarebbe finita anche questa. Più e più volte mi sono chiesta se questa era veramente la strada che volevo prendere, alcune volte mi ritrovavo convinta della mia scelta, altrettante ero sul punto di mollare tutto. Il telefono accanto a me segnalò l'arrivo di un messaggio, lessi il mittente e sorrisi involontariamente.
Era passata qualche settimana dalla notte del falò, novembre era arrivato e con esso erano ricominciare anche le lezioni.
"Scarlett, mi stai ascoltando?" Lia ondeggiò una mano davanti alla mia faccia riscuotendomi dai miei pensieri.
"Si, cioè forse... Ok no, cosa stavi dicendo?" Mi scusai posando la tazza di caffè che stavo rigirando da almeno dieci minuti.
"Ti avevo solo chiesto come andavano le cose con il tuo bello!" Disse assumendo un'espressione da perfetta pettegola.
"Va-va tutto normale direi... Smettila di fare quella faccia, mi fai paura!"
"Quindi state finalmente insieme?" Proseguì lei.
"Non lo so a dir la verità..." Scrollai le spalle.
"Come non lo sai?!"
"Non mi ha chiesto nulla, quindi di fatto non stiamo propriamente insieme... Il loro produttore li ha praticamente rinchiusi in studio per finire il nuovo disco, non ci siamo visti molto in queste settimane." Spiegai "Ci siamo solo mandati qualche messaggio qua e là..."
"Direi più tonnellate di messaggi!" Puntualizzò lei prima di sparire dalla piccola cucina della nostra stanza.
Ripresi a sorseggiare il caffè ormai freddo e guardai distrattamente l'ora sul mio telefono, erano già le 9.30 e io ero ancora in pigiama, tanto per cambiare ero in ritardo per le lezioni.

Otto ore di lezione il primo giorno del semestre non le auguro a nessuno. Stipati come bestie in un'aula che dispone della metà dei posti rispetto ai presenti e con dieci minuti di pausa per trangugiare un'insalata il più infetta possibile, una gioia dopo l'altra.
Uscendo dall'aula dopo, finalmente, l'ultima ora di lezione incrocio Joe e Conor sorridenti e spensierati come sempre.
"Oi Scarlett!" Mi saluta il primo "Cosa fai stasera?"
"Schifo" gli rispondo con un grugnito "Come fate ad essere felici il primo giorno del semestre?!"
"Perché stasera c'è una festa nella confraternita giù all'ala ovest!" Spiegò Conor.
"Abbiamo già avvertito Lia, mancavi solo tu!" Continuò Joe.
"Il che implica che mi toccherà venire, giusto?" Sbuffai.
"Eeeeeeesatto!" Dissero in coro.
"Ci vediamo alle 22 all'entrata del dormitorio!" Concluse Conor "A dopo!"
Ci mancava solo quella, Scarlett stava alle feste come il sole sta ai ghiaccioli.
Sbuffai e mi lamentai mentalmente appuntandomi di come farla pagare ai miei amici.
Camminai spedita per i corridoi per arrivare il prima possibile alla mia stanza per trovare cinque minuti di pace in quella giornata incredibilmente frenetica.
"Cosa ci fai qui?" Chiesi stupita.
Michael era seduto davanti alla mia stanza a gambe incrociate, la tinta blu era stata rimpiazzata da uno stravagante biondo platino.
"Mi mancavi e ho pensato di farti una sorpresa!" Mi sorrise "Qui c'era del cioccolato, ma mi annoiavo e ho finto per mangiarlo tutto, scusami!" indicò la scatola accanto a lui.
"Da quanto stai bivaccando qua davanti?" Ridacchiai allungandogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
"Da un po', ma non importa!" Scrollò le spalle.
Aprii la porta della mia stanza facendo e stirate prima il ragazzo che si buttò sul divano.
"Che programmi hai per questa sera?" Chiese Michael mentre posavo la mia roba in stanza.
"I miei amici mi hanno incastrato per andare ad una festa." Risposi stona mentre mi infilavo una comodissima tuta "Ti va di venire?"
"Uhm... Ok! È un problema se chiedo anche ad Ash?"
"No no, assolutamente! Con gli altri ci troviamo alle 22 all'ingresso del dormitorio!" Gli sorrisi buttandomi anche io sul divano. "Come sta andando in studio?"
"Io e Ashton abbiamo finito questa mattina di registrare, gli altri due ne avranno ancora per un po'!" Spiegò cingendomi in un abbraccio. "Però sta venendo bene, questo weekend ti porto a sentire qualcosa in anteprima!" Concluse dandomi un leggero bacio sulla testa.
"SCARLETT DOBBIAMO PREPARAR..." Esclamò Lia entrando in stanza "Oh... Scusate... Non volevo disturbarvi, di nuovo..." Disse lei in imbarazzo.
"Non preoccuparti Lia!" Ridacchiò Michael alzandosi dal divano. "Ci vediamo dopo, ok?" Annuii come risposta, mi schioccò un bacio sulla guancia prima di uscire dalla camera.

"Vi shippo troppissimo!" Disse Lia con gli occhi a cuoricino una volta che la porta si chiuse.
"Gesù, mi sembri una quattordicenne!" Ridacchiai.
"Oh andiamo! Lasciami fantasticare!" Starnazzò prima di raggiungermi nella mia camera.
"Non stiamo nemmeno insieme!"
"Per ora, sono più che sicura che te lo chiederà! Andiamo è cotto come una pera!" Proseguì lei mentre cominciava a rovistare nel mio armadio.
"Lia cosa stai facendo?"
"Sto cercando un vestito da FEMMINA tra tutta questa roba da maschiaccio."
"Ehi! A me piacciono i miei vestiti! E scordatelo, mi metterò quei pantaloni neri e quella camicia a fantasia."
"Nemmeno una gonnellina?" Chiese con gli occhi da cucciolo.
"È un no categorico."
"Almeno lasciati truccare! Ti preeego!"
"Ok, ma nulla di pesante o appariscente." Le concessi.

Qualche ora dopo eravamo pronte e svariati cambi d'abito di Lia eravamo pronte. Fortunatamente mi aveva fatto solo una piccola linea con l'eye-liner aggiungendo un po' di mascara.
"Potevi metterti quel vestito a fiori." Si lamentò la ragazza accanto a me. "Dovresti mettere in mostra quelle tette che ti ritrovi!"
"Lia!" La ripresi "Non vorrei ripetere l'esperienza dell'ultima volta."
Per chiarire, la scorsa volta avevo una semplicissima maglia un po' più scollata del solito e, beh, qualunque ragazzo cominciasse a fare conversazione con me finiva col parlare alle mie tette.
Non sono una persona pudica, tutt'altro, ma non mi sento a mio agio nel mettere in mostra le mie forme.
"Ehi ragazze!" Ci richiamò una voce conosciuta.
"Ash!" Esclamò Lia andandogli incontro.
"Ciao Lia! Michael è disperso nei parcheggi del vostro campus" ridacchiò dopo avermi stretto in un abbraccio amichevole.
"Perché è sempre così impossibile trovare un dannato posto libero." Borbottò Michael tra sé e sé mentre entrava dalla porta scorrevole.
"Perché è pieno di universitari fannulloni che non spostano mai la macchina!" Gli rispose Lia prendendolo un po' in giro. "Oh venite! Vi presento gli altri!" Esclamò la mia amica mentre tirava Ash per un braccio.
"Stai benissimo" sussurrò Michael prima di appoggiare le sue labbra sulla mia fronte.
Borbottai un grazie diventando rossa come un peperone, non cambierò mai...

"Ti stai divertendo?" Chiese Michael comparendo affianco a me con due bicchieroni rossi in mano. "È birra"
"Non sono esattamente una party animal... Per lo meno non più." Spiegai premdendo un bicchiere dalle sue mani.
"Nemmeno io... Beh più o meno!" Ridacchiò in imbarazzo.
La casa della confraternita era un grumo di persone, gente ubriaca o fatta in ogni angolo. Il piano di sopra era impraticabile per ovvi motivi e il giardino era diviso tra chi si lanciava in piscina completamente vestito (o chi veniva lanciato contro la propria volontà) in preda all'euforia e un gruppo abbastanza folto preso a giocare a beer pong, tra cui Ashton e Joe che stavano stracciando tutti gli altri.
Il salotto della grande casa era stato adibito a pista da ballo, un deejay pompava a tutto volume la musica nelle casse.
Scrollai le spalle e tracannai il bicchiere stracolmi di birra, si vive una volta sola e ormai mi ero persa un sacco di cose per i miei sensi di colpa, Chris mi odierebbe.
"Ehi! Con calma tigre!" Rise Mikey.
"Andiamo a ballare, ti va?" Chiesi prendendo una mano al ragazzo accanto a me. 
Michael mi assecondò, si lasciò trascinare in una qualche stupida danza. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sentì libera da un peso inesistente, e non era la birra bevuta con così tanta foga a parlare.
Quella sera risi così tanto da sentirmi finalmente viva, mi divertii veramente come non facevo da tempo, stavo finalmente vivendo e non sopravvivendo come avevo fatto negli anni precedenti, e il merito era solo del ragazzo che avevo di fronte.


//SPAZIO AUTRICE

holaaaa! scusate per il ritardo ma ero in vacanza senza internet (ho finito il 3G tipo subito e non c'era nessun cavolo di free wifi)
comunque eccovi qui il capitolo! Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!
Ok, bye!
xx

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Capitolo 15
*** Fourteen ***


Venni svegliata da un leggero russare proveniente dall'altra stanza.
I ricordi della sera precedente mi tornarono alla mente. Michael e Ashton avevano passato la notte da noi al dormitorio, entrambi troppo stanchi per affrontare il viaggio di ritorno.
Alzai lo sguardo osservando il ragazzo ancora assopito che mi aveva cullato durante una di quelle rare notti senza incubi. Un ciuffo ribelle era finito fuori posto solleticando il viso del ragazzo, spostai la piccola ciocca togliendo quel cipiglio infastidito dal suo bellissimo volto.
Le sue labbra piene erano leggermente dischiuse in perfetta armonia con il viso rilassato. Le sue braccia cingevano i miei fianchi e le nostre gambe formavano un groviglio indistinto impedendomi di muovermi, non che io volessi andare da nessuna parte.
La mia testa era appoggiata al suo petto, potevo sentire il battito armonioso del suo cuore.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo viso tranquillo. Quanto era passato dal concerto? Un mese? Due? Prima di allora non avrei mai immaginato di poter dormire con qualcuno che non fosse Lia. Per provare dei sentimenti così forti verso qualcuno che non fosse Chris. Mi stavo innamorando? Può darsi, se amare significa vivere in apnea finché non ci si ricongiunge alla propria metà, allora si... Forse lo amavo, o forse no. Chi sono io per dare una definizione di amore se sono la più asociale e apatica persona sulla faccia di questa terra?
Ho amato in passato, un'amore veloce e lesto che si è consumato come la cera di una candela.
Eppure, guardando il ragazzo che mi teneva tra le sue braccia mi sentivo bene, mi sentivo in pace, mi sentivo a casa.
Michael strizzò ripetutamente gli occhi segno che si stava svegliando, arricciò il naso soccombendo ad uno sbadiglio e subito dopo posò lo sguardo su di me.
"Ehi..." Biascicò stringendomi più a se "Da quando stai lì a fissarmi?"
"Da un po'!" Ridacchiai nascondendomi nel suo petto. "Sei carino mentre dormi..." Soffocai la frase nel tessuto della sua maglietta.
"Come hai detto?" Sorrise osservandomi.
"Hai capito perfettamente, non ho intenzione di ripeterlo!" Lo punzecchiai diventando rossa come un peperone.
"Ci ho provato..." Scrollò le spalle.
"Che ore sono Mikey?" Chiesi sbadigliando.
"Uhm... Quasi mezzogiorno!" Rispose dopo aver controllato sul suo iPhone.
"MERDA!" Mi alzai di scatto "LE LEZIONI!" Urlai nel panico.
Quasi tre anni di università non mi avevano ancora insegnato a NON andare alle feste di lunedì sera. Ottimo lavoro Scarlett 30 e lode.
"Ehi, ehi, Scarl, calma!" Ridacchiò bloccandomi per un polso "Facciamo finta che io ti abbia rapito, ok? Sei mia per tutto oggi, niente scuse!" Proseguì trascinandomi di nuovo tra le coperte.
"Ma, le lezioni..." Mi imbronciai.
"Beh, ormai le hai perse... Tanto vale rimanere qui con me, no? Sono un'ottima alternativa, sai?!"
Ci pensai un po' su, non mi andava di andare in quelle aule minuscole, avrei potuto andare alle due ore pomeridiane, ma accantonai l'idea.
"Sei la migliore alternativa..." Sussurrai prima di dargli un bacio a fior di labbra.

"Visto che di solito faccio un sacco di figure di merda, stavolta vi avviso che: STO PER BUSSARE ED ENTRARE!" urlò Lia dall'altra parte della porta.
"Oh, andiamo! Entra e basta, no?!" Aggiunse Ashton aprendo.
"NON CI POSSO CREDERE!" Sbraitò Michael. "UN'ALTRA!"
"Non ti lamentare se perdi ancora!" Risi e riavviai per l'ennesima volta il gioco.
"Ok vado a ordinare il cibo." Ruotò gli occhi al cielo Lia andando a recuperare il telefono.
Di fronte al mio letto avevo installato una piccola TV a parete all'apparenza totalmente inutile visto che non aveva il collegamento all'antenna.
Lia mi aveva categoricamente proibito di attaccare la mia povera Xbox 360 nella TV grande in sala, quindi da ottima nerd quale sono l'ho messa in camera mia assieme ad un lettore DVD.
"Game over!" Esultai.
"Non parlarmi mai più." Si imbronciò.
"A cosa stavate giocando?" Chiese Ash ancora a cavallo della porta.
"L'ultimo Halo!" Risposi "Dai Mikey, è solo un gioco!"
"È solo un gioco se perdi una o due volte." Mantenne il broncio "Quando perdi sette, SETTE, volte di fila diventa una questione personale!" Gesticolò.
Ashton scoppiò a ridere di gusto "Tu che perdi ad Halo!? Devo dirlo assolutamente a Calum!"
"NON TI AZZARDARE IRWIN!" Urlò lui facendo ridere ancora di più l'altro.
"Dai, non puoi essere seriamente arrabbiato!" Lo punzecchiai.
"Sono infastidito" puntualizzò "Io non perdo MAI ad Halo."
"C'è sempre una prima volta!" Ridacchiai riponendo i joystick nel mobiletto pieno di DVD e giochi. "Ashton perché mi sta guardando così?"
"Non lo so ma è parecchio inquietante, io levo le tende!" Disse prima di lasciare la stanza.
"Michael non so cosa ti stia passando per la testa, ma la tua faccia fa ufficialmente paura!" Asserì chiudendo il mobiletto.
Non so bene come, ma in una reazione di secondo mi ritrovai starnazzante sul mio letto con Michael che non accennava a smettere di farmi il solletico.
"Battuto da una ragazza!" Ridacchiò lui "Me la pagherai cara!"

La giornata passò decisamente in fretta, i ragazzi tornarono dagli altri due in studio verso sera per vedere come procedevano le cose, lasciando me e Lia di nuovo sole.
"Maratona Game of Thrones?" Propose lei.
"Andata! Vado a fare i pop corn!"
"Oh! Scarlett!" Mi richiamò Lia "Ashton mi ha detto di dirti che tra due settimane vogliono fare una festa a sorpresa per Michael e che ti manderà un messaggio in questi giorni!"
"Ah ok!" Risposi distrattamente "ASPETTA. TRA DUE SETTIMANE?! Quindi ho solo due settimane per trovare un regalo?!"
"Non cominciare ad andare nel panico. Venerdì andiamo a cercare qualcosa in città!"
"Sei la migliorissima amica che potessi mai avere!"
"Seh, seh... Ora, dove sono i miei pop corn? Ho bisogno di distrarmi da tutti i feels che mi colpiranno." Le allungai una ciotola stra colma di cibo.
Cominciò così una delle nostre tante serate nerd in compagnia di casa Stark, Lannister e Targaryen.
Perché al gioco dei troni o si vince o si muore, o nel nostro caso ci si addormenta a metà della terza stagione!

//SPAZIO AUTRICE
HOLA!
Non so come giudicare questo capitolo.... Boh. Ad ogni modo le cose stanno andando troppo bene, quindi tra poco ci sarà un po' di drama 🙊

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo corto e brutto capitolo.

Alla prossima
Xx

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Capitolo 16
*** Fifteen ***


"A che ora torni?" Chiese impaziente Lia.
"Sinceramente non ne ho idea..." Scrollai le spalle andando verso la porta "Per sicurezza prendo la macchina!"
"Ok, ok, chiamami se ti fanno sentire qualcosa di interessante! E mi raccomando, non fate gli sporcaccioni!"
"LIA" la ripresi.
"Che c'è?! Ho solo detto la verità! Ora sbrigati se non vuoi arrivare in ritardo!"

La settimana era passata ed era arrivato il tanto agognato weekend. Lia mi aveva accompagnato a cercare un qualsiasi regalo per la festa a sorpresa, dire che è stato un parto è poco. Per le prime tre ore non trovammo assolutamente nulla, poi in qualche modo era arrivata la folgorazione.
Michael mi aveva mandato l'indirizzo dello studio di registrazione per raggiungerli nel weekend. Mandai un veloce 'Sto partendo' ai ragazzi, puntai il navigatore e misi in moto.
Era da anni ormai che vivevo a Sidney ma non ero mai stata in quella parte della città, probabilmente perché era composta solo da ville super lusso, la gente che viveva lì era decisamente ricca e fuori dalla mia portata.
Parcheggiai la mia macchina sgangherata dietro ad un macchinone da parecchi soldi e mi avviai verso la villa con studio di registrazione all inclusive e chi più ne ha più ne metta.
Non sapendo bene cosa fare mandai un messaggio ad Ashton chiedendogli di venirmi ad aprire. Pensai di andare sul sicuro visto che Ash aveva più o meno sempre il telefono in mano... Beh, questa volta non era uno di quei giorni. Rimasi imbambolata davanti alla porta per svariati minuti in attesa di risposta senza risultati, decisi di suonare il campanello sperando che qualcuno mi sentisse.
"Si?" Rispose una voce maschile dall'altro lato della porta.
"Uhm... Salve, sono Scarlett, io..."
"La interrompo subito, non vogliamo nulla" mi interruppe bruscamente.
"Ma veramente io..."
"Vuole un'intervista? Qualche scoop? Un'anteprima? Non credo che rimanen.."
"Scarlett?" Sentì la voce di Calum provenire dalle spalle dell'uomo alla porta "Ehi ciao! Tutto a posto Frank, è l'amica che aspettavamo oggi!"
Frank si fece da parte facendomi entrare in quella che sembrava una villa da parecchi soldi.
"Vieni di qua, ti porto nello studio!" Istruì Cal.
Attraversammo l'ampio salotto per uscire da una porta che conduceva al giardino dove chiaramente non poteva mancare la piscina. Lo studio era una sorta di dependance più o meno grande quanto casa mia; ok lo ammetto, ero lievemente a disagio.
Calum fece scorrere un'anta della porta a vetri che dava sull'interno del "piccolo" stabile, attraversammo un altro salotto, probabilmente adibito a sala d'attesa, dove erano esposti i vari riconoscimenti che avevano ricevuto i dischi nati in quello studio. Proseguimmo per un corridoio che si apriva su alcune stanze contenenti mixer e le classiche zone di incisione separate da invisibili pareti di plexiglass, "Ash sta registrando di nuovo un pezzo di batteria perché non lo convinceva, il solito perfettino!" ridacchiò il moro, spiegandomi implicitamente perché non aveva visto il messaggio.
Entrammo nella penultima saletta, Ashton era alle prese con la sua batteria, Luke era stravaccato sul divanetto di pelle nera addossato alla parete, di Michael nemmeno l'ombra.
"Ciao Esse!" mi salutò il biondo, facendomi posto accanto a lui "Devo farti una domanda, sembri davvero una giraffa?" chiese lasciandomi spiazzata.
"Non farci caso, è da due giorni che non fa altro che leggere fan fiction, è convinto che finirà col coltivare pomodori." spiegò Calum prendendo posto sulla sedia girevole davanti al mixer.
"Ehi, almeno io finirò per avere uno splendido campo di pomodori a differenza tua!" roteò gli occhi al cielo "Anche se Michael è il più fortunato visto che muore, diventa un angelo e poi resuscita!" concluse sbuffando.
"Luke... Non vorrei deluderti ma sono solo storie..." cercai di spiegargli nella maniera più apprensiva possibile.
"Quindi niente pomodori?" mi guardò sgranando gli occhi.
"Mi spiace, niente pomodori, ma puoi sempre andare al mini market a comprarli!"
"Ok, vado e torno!" concluse sfrecciando fuori dalla porta.
"Cosa devo fare per chiedere amici normali?!" Chiese esasperato Calum.
"Ehi ciao bellezza!!" Mi salutò Ash dall'altra parte del vetro "Da quanto sei qui? E dov'è Luke?"
"È andato a prendere dei pomodori..." ridacchiai.
"Oh santo cielo. Michael?" Proseguì il batterista uscendo dallo dalla piccola porta affianco al mixer.
"È andato a casa a recuperare la sua chitarra nera!" Spiegò Calum.
"Ma sono già tornato!" spuntò Michael dalla porta dietro di noi "E ciao" mi salutò schioccandomi un bacio sulla guancia. "Luke?"
"E' al minimarket, a comprare pomodori." spiegò Calum sedendosi sulla sedia girevole.
"E' ancora in fissa con quelle storie?! Ormai non so più come dirgli che non sono un angelo e non ho rose con poteri speciali!" sbuffò Michael sedendosi sul divano di pelle e portandomi al suo fianco.
"Torniamo alle cose serie" prese la situazione in mano Ashton "Scarlett sei qui per tre motivi, uno: vorremmo il tuo aiuto per scegliere che canzoni mettere nel secondo album, ne abbiamo parecchie ma possiamo sceglierne solo una parte. Due: Ci piace averti tra i piedi, specialmente lui, quindi eccoti qui!"
"Ehi!" Protestò il ragazzo accanto a me arrossendo.
"Zitto, è la verità! E tre: in realtà non c'è un punto tre, ma mi piaceva l'idea di dare tre motivazioni!" ridacchiò Ash.
"RAGAZZI! POMODORI PER TUTTI!" Irruppe Luke con due sacchetti stracolmi di pomodori.

"Quindi questa secondo te è da scartare?" Chiese Calum.
"Scartare non mi sembra la parola più appropriata, preferirei dire 'usare in un'altra occasione'" spiegai "Non credo sia il contesto più adatto..."
"Già, hai ragione, ha un sound troppo diverso" confermò il moro.
"Ok, queste dieci sono sicure, ne abbiamo altre quattro da decidere per la versione normale..." riepilogò Ash a braccia conserte "Michael, potresti mettere via il telefono e darci una mano?"
"Uhm... Si... Ok..." borbottò mettendo l'oggetto in tasca.
"Tutto ok?" Gli sorrisi.
"Certo. Non potrebbe andare meglio." Roteò gli occhi al cielo. "Comunque io non metterei quella."
"Perché?" Chiese Luke "Era quella su cui eravamo tutti d'accordo!"
"Non lo so, mi sembra fuori posto." Rispose non curante con una scrollata di spalle.
"Uhm, mi potete dire dov'è il bagno? Devo assolutamente fare pipì" borbottai.
"Due porte più la di questa alla tua sinistra" spiegò Ash con un sorriso.
Lunatico. Ecco cos'è, lunatico. Ha cambiato umore nel giro di dieci minuti per non si sa neanche cosa.
Aprì la porta del bagno e mi ci infilai dentro per darmi una rinfrescata, non avevo realmente bisogno del bagno ma l'aria si era fatta decisamente pesante in quella piccola stanza e sentivo il bisogno di lasciarli da soli per un attimo.
Da buona paranoica quale sono cominciai a pensare a cosa avessi potuto fare di così brutto da farlo reagire così, cosa era cambiato dal giorno prima? Forse aveva letto qualcosa che gli aveva dato particolare fastidio, anche se non mi sembrava il tipo che se la prendeva per così poco.
Riattaccai il morbidissimo asciugamano al suo gancio e uscì da quella piccola bolla che mi ero creata. Non feci in tempo ad uscire dalla porta che sentì i ragazzi discutere animatamente.
Mi avvicinai con cautela alla porta per sentire cosa si stavano dicendo, pessima idea Scarlett, assolutamente pessima.
"Mi spieghi quale diavolo è il tuo problema?!" Sbottò Ashton.
Da dove mi trovavo potevo sentire chiaramente ciò che si stavano dicendo, ma non ero in grado di vederli, ne loro riuscivano a vedere me.
"Dovresti aver capito qual'è il mio problema." il tono piatto di Michael mi fece venire i brividi.
"Amico, ti sei bevuto il cervello?!" Esclamò Luke.
"Se la gente vuole parlare lasciala fare. Da quanto tempo non eri così felice Michael? Mesi? Anni? Di cosa hai paura? Non buttare tutto al vento per così poco!" All'affermazione di Calum capii che stavano parlando di me.
"Non voglio che faccia parte di tutto questo." Eccolo il pugno allo stomaco, sentì i miei occhi inumidirsi all'istante.
"Lasciatelo dire Michael, sei veramente un idiota!" alzò la voce Ashton, presi coraggio ed entrai nella stanza raccogliendo in fretta e furia le mie cose.
"Ciao ragazzi! Devo scappare, ci vediamo!" balbettai sfrecciando fuori dalla porta.
Non mi misi a correre e non piansi nemmeno, volevo mantenere un minimo di dignità, ma ad ogni 'Scarlett' ripetuto da Michael dietro di me aumentavo il passo.
"Scarlett, fermati ti prego!" Mi fermò per un polso.
"Cosa mi fermo a fare?! Ho chiaramente capito che non sono gradita" Sibilai.
"N-non era quello che intendevo, io..."
"Ah no?! Credo che l'affermazione 'Non voglio che faccia parte di tutto questo' sia abbastanza chiara." Strattonai via il mio polso stretto ancora nella sua mano e ripresi per la mia strada.
"Scarlett, lasciami spiegare dannazione! Io..." Annaspò lui.
"Cosa Michael?! Cosa mi devi spiegare, è da mesi che ci sentiamo o ci vediamo ogni dannato giorno e ancora non so cosa diavolo c'è tra noi!" Sbottai. "Ma non c'è più bisogno di dire nulla su questo, me lo hai fatto capire chiaramente. Quindi lasciami in pace." Girai i tacchi e me ne andai lasciandolo lì impalato.
A quel punto non mi trattenni più, corsi fuori dalla grande casa e mi rifugiai nella mia piccola e vecchia automobile. Lasciai che le lacrime scorressero dai miei occhi con la speranza che ogni goccia si portasse via la rabbia, la delusione e il dolore che provavo il quel momento.
 

//SPAZIO AUTRICE
CIAO BELLA GENTE! 

Ho finalmente aggiornato yeeeeh!🙊
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo (è stato un parto scriverlo!).

Alla prossima
Xx

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Capitolo 17
*** Sixteen ***


"Scarlett sto per uscire, sei sicura di non voler venire?" Chiese Lia bussando alla porta.
"No, vai pure. Devo studiare" mentii.
Era passata poco più di una settimana da, beh, sapete anche voi cosa, ero stata brava a nascondermi da tutto e tutti. Uscivo dalla mia stanza solo per andare a lezione, recuperare un po' di cibo e andare in bagno.
Chiaramente avevo raccontato tutto a Lia, anche se a dire il vero la cosa era stata inevitabile, appena rientrata le ero praticamente scoppiata a piangere in faccia.
Avevo attentamente evitato di rispondere alle mille chiamate e messaggi da parte di Ash, Michael e altri due numeri che immaginai appartenessero a Calum e Luke.
Dicevano tutti più o meno la stessa cosa, lascia che ti spieghi il suo punto di vista, dovresti perdonarlo, stai a sentire quello che ha da dire e bla, bla, bla.
Una persona normale avrebbe ascoltato di buon grado, ma visti i miei problemi di fiducia verso il prossimo mi risultava veramente molto difficile.
Ricevetti l'ennesimo messaggio di scuse che prontamente cancellai, il silenzio assordante in cui era piombata la nostra stanza venne interrotto da un costante e fastidioso bussare alla porta.
Lia era uscita da più o meno due minuti, conoscendola avrà dimenticato qualcosa tipo le chiavi o il cellulare.
Abbandonai il mio nido di coperte e andai ad aprire borbottando qualche 'arrivo' lievemente scocciato.
Non era Lia. A meno che Lia non si fosse schiarita i capelli e non fosse diventata di genere maschile.
Avevo davanti una versione di Michael che non avevo mai visto, era disperato, i suoi occhi erano gonfi e contornati da pesanti occhiaie. "Scarlett..." sussurrò sollevato.
Non gli diedi il tempo di aggiungere altro che richiusi la porta assicurandola con il piccolo chiavistello. Sapeva benissimo dove tenevo le chiavi di scorta e avrebbe potuto tranquillamente usarle.
"No, no, no, no! Ti prego!" Sbattè i pugni contro la porta "Scarlett, dannazione, ascoltami... Ti prego, ascoltami" la sua voce era poco più di un sussurro.
Poi lo sentii, sentii un singhiozzo, poi un secondo ed un terzo. Nella mia mente si formò l'immagine del ragazzo dai capelli colorati rannicchiato contro la mia porta mentre piange come un bambino.
Accesi la TV alzando il volume il più possibile, non volevo sentire nulla di ciò che stava accadendo al di fuori della mia stanza, non sapevo nemmeno io se e quanto avrei resistito dall'andare fuori a consolarlo.
Rimasi a fissare passivamente un qualche programma televisivo per quelle che sembrano delle ore, venni riportata alla realtà delle urla provenienti dal corridoio.
Qualcuno stava litigando così forte da svegliare quasi sicuramente le poche persone rimaste al dormitorio.
Riconobbi entrambe le voci, erano Ashton e Michael. O meglio Ashton che stava cercando di far ragionare Michael "Amico devi lasciarla da sola per un po'. Quando vorrà ascoltarti lo farà, così peggiori solo le cose! Quindi adesso fai un bel respiro e calmati!"
"Calmarmi?! Come faccio a calmarmi Ashton?! È probabilmente la prima volta che mi importa realmente di qualcuno. È la prima fottutissima volta che mi sento al posto giusto nel dannatissimo momento giusto. Ma ovviamente sono un coglione. Sono un coglione lunatico, ecco cosa sono." Come potevo dargli torto?! "Credevo sarebbe stato meglio allontanarla ma non è così. È così da egoisti rivolere indietro ciò che ho perso?! Ho bisogno di lei. Ne ho bisogno, è come l'aria per me."
"Allora fai in modo che ti ascolti!" Gli urlò Ashton "Sono stanco di sentirti lamentare per qualsiasi cosa! Hai visto che in questo modo non ti ascolta, bene! Cercane un altro! Se non va nemmeno quello allora trovane un altro ancora! Fai ciò che ti viene meglio!"
Senza volerlo mi ritrovai ad origliare attaccata alla porta.
"Io..."
"No Michael, io niente. Ti ci sei cacciato tu in questo casino. Sono più che sicuro che ti farai venire in mente qualcosa, quindi metti in moto quel fottuto cervello e trova una soluzione."
Tornai a sedermi sul vecchio divano, non avevo mai sentito Ashton così arrabbiato, non avevo mai sentito Michael così disperato.
Nel corridoio scese di nuovo il silenzio, probabilmente Ash se ne era andato lasciando Michael lì da solo, o forse se ne erano andati entrambi, di certo io non controllai.

Michael aveva sbagliato a dire quelle cose, questo era poco ma sicuro. La cosa non riuscivo a capire era il motivo del suo cambio repentino. Cosa lo aveva spinto ad allontanarmi così di punto in bianco?
Era lunatico, questo lo sapevamo già, ma come lo era lui lo ero anche io. Anzi, probabilmente io lo ero anche più di lui. Ma non avevo mai messo in dubbio il fatto che in qualche modo fossi legata a lui in una maniera così dannatamente profonda da non riuscire ad odiarlo, non ci riuscivo e basta.
E nonostante fosse passata una settimana e poco più, mi mancava. Mi mancava da morire, mi rendevo perfettamente conto del fatto che undici giorni sono, di fatto, una briciola minuscola di tutto il tempo della mia vita, ma non riuscivo ad accettare appieno il fatto che mi avesse respinto da un giorno all'altro.
Due timidi colpi alla porta risvegliarono il mio stato di trance, la mia attenzione venne catturata da un foglio piegato alla bell'e meglio fatto passare da sotto l'entrata e da dei passi che si sentivano sempre più in lontananza.
Raccolsi titubante quel pezzo di carta, sopra di esso c'erano otto lettere, Scarlett, il mio nome.
Mi rigirai tra le mani quel foglio sgualcito indecisa sul da farsi. Era stata scritta da Michael, di questo ne ero più che sicura, avevo riconosciuto la sua scrittura un po' goffa.
Una parte di me voleva leggere quello che aveva scritto, speravo in una spiegazione, o in delle scuse. Ma l'altra parte di me, quella orgogliosa da fare schifo, voleva ridurre il tutto in coriandoli.
Sbuffai e spiegai quella lettera improvvisata anche se non ero del tutto pronta a ciò che avrei letto.

"Scarlett,
Sinceramente non so se aprirai mai questo foglio, ma ormai non so più cosa fare e questa è l'unica idea che mi è venuta in mente.
Quindi ti prego, leggi fino alla fine e non farne una pallina di carta.
Ti chiedo scusa per quella che ormai è la milionesima volta, sono stato un coglione ma sono determinato a farmi perdonare.
So che siamo come due giocattoli rotti e problematici, so che non hai tanto da darmi, so che sei la persona più asociale e strana sulla faccia di questa terra (da che pulpito eh?!) ma me lo faccio bastare perché non riesco a fare a meno di averti con me.

–I'll take what you got, got, got
I know it's not a lot, lot, lot
Cause I just need another hit
You're the thing that I can't quit.–

E so di aver fatto la più grande stronzata sulla faccia della terra ad aver detto quelle cose, ma sappi che l'ho fatto con l'intenzione di proteggerti.
Ho letto cose in giro, la gente stava cominciando a parlare di me e di te. Ti hanno seguita quel giorno mentre sei venuta in studio, i paparazzi mi hanno fotografato mentre venivo da te anche oggi e probabilmente saranno ancora là fuori ad aspettare uno scoop da sbattere in prima pagina.
Avrei dovuto parlarne con te prima di fare quella marcata del cazzo. Avrei dovuto parlartene per farti decidere cosa fare, probabilmente tu avresti trovato una soluzione migliore e ora non sarei qua fuori a tentare di farmi perdonare.
Faccio schifo quanto te in queste cose, non è vero?
Ma sono troppo egoista per rinunciare a te, ho bisogno di averti sempre attorno a me come l'aria che respiro. È la prima volta che sento di essere al mio posto e non voglio cederlo per nulla al mondo.

–I want to breathe you in like a vapor
I want to be the one you remember
I want to feel your love like the weather
All over me, all over me.–

Voglio essere la persona che è costantemente nei tuoi pensieri, così da non scordarti mai di me.
Voglio sentirti blaterare delle cose più inutili e stupide di questo pianeta, ma voglio sentire anche tutte le cose belle e gentili che hai da dire su tutte le persone che ti stanno intorno, me compreso.
E voglio sentire le cose di cui parli solo con me ancora e ancora, finché non ti stancherai di dirmele.
Voglio ricordarle, imprimerle nella mente, custodirle come se fossero il più grande segreto esistente.

–Savour your words, I won't ever waste them
Look in your eyes and know just what you meant.–

Quindi, ti prego... So che sei arrabbiata con me, anzi, arrabbiata è piuttosto riduttivo; sei incazzata nera ed è giusto così, lo sarei anche io probabilmente.
Ma non riesco a stare senza di te, non ci riesco e basta.
Ti chiedo solo di darmi un'altra possibilità, ti chiedo di provare a perdonarmi perché ho davvero bisogno di averti con me.
Pensaci Scarlett, per favore.
Michael."

Mi resi conto solo alla fine che stavo piangendo.
Non sapevo come sentirmi, non sapevo se essergli grata per aver ritardato il momento in cui tutto il mondo veniva a sapere della mia esistenza, o se essere furiosa con lui per non avermene parlato.
Mi accasciai sul divano e rilessi da capo più e più volte le sue parole impresse su quella carta ormai stropicciata appisolandomi sempre di più sapendo già in cuor mio di averlo perdonato.

 

//SPAZIO AUTRICE
Heyoooo!
Capitolo nuovo a voi!
Scriverlo è stato più o meno un parto, non perché non avessi ispirazione (no ok, un po' anche per quello) ma per il fatto che l'università è ricominciata e ho un sacco di roba da studiare.
Ad ogni modo, ditemi cosa ne pensate, mi fa piacere avere un vostro parere!

Lasciate un commento! 💕

Alla prossima ✌🏼️
XX

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Capitolo 18
*** Seventeen ***


"Ashton appena senti questo messaggio richiamami per favore!" chiusi la chiamata e lanciai distrattamente il telefono sul letto.
"Scarlett, la smetti di andare avanti e indietro come una pazza?! Mi stai facendo venire il mal di mare!" sbottò Lia.
Non le avevo ancora detto della pseudo-lettera di Michael e non sapeva nemmeno della mia intenzione ad andare alla sua festa quella sera.
"È che..." 
"È dall'altro giorno che sei strana, cosa non mi hai detto che ti turba in questo modo?" Chiese la mia migliore amica.
Estrassi quei fogli rovinati dalla tasca posteriore dei jeans e li tirai a Lia, "Quando smetterai di leggermi come un libro aperto?!"
"Cosa dovrebbe essere?" chiese.
Il mio telefono aveva preso a squillare nella mia stanza, "Tu leggili e basta!" spiegai velocemente a Lia.
"Scarlett, tutto a posto? Ho visto adesso le chiamate, stai bene vero?!" chiese Ashton tutto d'un fiato.
"Si, sto bene, è che avrei bisogno di sapere un paio di cose per questa sera!"
"Verrai davvero?" chiese stupito. "Cosa ti ha fatto cambiare idea?"
"Io... Mi ha semplicemente convinta ad ascoltarlo..."
"Oh, davvero e cos... Aspetta un momento Scarl. HO CAPITO CALUM, ARRIVO!" Disse prima di allontanare il telefono dall'orecchio e mettere una mano davanti al microfono "Ascolta, devo andare a registrare un pezzo di batteria adesso... Vieni qua allo studio, tanto sai già dov'è!"
"C'è anche lui?" chiesi in un sussurro.
"Uhm... No, è andato via dieci minuti fa!"
"Ok, allora a tra poco!" riattaccai.
Recuperai la borsa che avevo abbandonato accanto al letto buttandoci dentro telefono e chiavi prima di imbattermi nello sguardo accusatorio di Lia.
"Quindi lo hai perdonato?" Chiese lei.
"Sto considerando tutte le opzioni possibili... Ma credo proprio di si..."
"Lo sai che è un coglione, vero? Ma penso che..."
"Lo so Lia, lo so... Ma-"
"Fammi finire Scarl!" Ridacchiò "Il fatto che abbia tentato così tante volte di farsi perdonare dovrebbe farti capire quando tiene a te... D'altronde è un maschio e si sa che hanno due neuroni, uno nascosto e l'altro che spende la propria vita a cercarlo, ma credo abbia già patito abbastanza... Quindi su, muovi quel culo e vai riprenderti ciò che è tuo!"
"Ti voglio bene!" Le saltai al collo.
"Muoviti!" Rise lei sciogliendo quell'abbraccio disordinato.

Il tragitto fino allo studio di registrazione fu a dir poco straziante, il mio cervello stava ipotizzando tutti gli scenari apocalittici possibili facendo aumentare il mio nervosismo esponenzialmente.
Girai la chiave nel cruscotto spegnendo la macchina, se ero in quelle condizioni per andare a parlare con Ashton, Calum e Luke, non oso immaginare in che status mi sarei ritrovata quella sera.
Uscii dalla macchina con la mia piccola borsa al seguito e andai a passo spedito verso la porta.
"Ehm, ciao Frank... Ashton ti ha avv-.." esordii quando l'ormone mi aprii la spessa porta.
"Si, entra. La strada la ricordi?" Chiese richiudendo.
"Uhm... Credo di sì..." risposi prima di prendere il corridoio che portava alle sale di incisione.
Sentii il suono del basso di Calum e il vociare degli altri due che scherzavano sull'espressione super concentrata che il moro assumeva mentre suonava.
Bussai lievemente contro lo stipite per attirare la loro attenzione "Ehm... È permesso?".
"Esse!" Mi corse incontro Luke "Pensavo ti fossi stancata di me!" Proseguii stritolandomi in un abbraccio.
"Ehi! Lasciala salutare anche a me!" Si lamentò Ashton.
"Aspetta che tiriamo fuori Mr concentrazione da lì dentro!" Disse Luke prima di attaccarsi al microfono per comunicare con il ragazzo all'interno della sala insonorizzata "Cal, prenditi una pausa, abbiamo visite!"

"A cosa state lavorando?" Chiesi giocherellando con una matita abbandonata sul tavolino "Pensavo aveste finito di registrare!"
"Beh lo pensavamo tutti, Michael ha insistito per aggiungere un altro pezzo" spiegò Luke.
"L'altra notte è corso qui a scrivere la nuova canzone, non è uscito da qui per due giorni" aggiunse Calum buttandosi sul divanetto "A parte per pisciare e mangiare, ovvio..."
"Aspetta, l'altra notte?" Chiesi incrociando lo sguardo di Ashton.
"Già, proprio quella notte..." confermò.
"Ehm, ragazzi? Non ci sto campendo nulla, potreste gentilmente spiegare?" Gesticolò Luke.
"Posso sentirla?" Ignorai la richiesta del biondo. "Per favore..."
Ashton lasciò il suo posto per andare al mixer, fece partire la traccia e rimase a guardare la mia reazione.
La musica era ancora grezza, si sentiva che ci stavano ancora lavorando, ma ciò che mi colpì furono le parole.
Estrassi dalla tasca dei miei jeans logori quei fogli che avevo letto troppe volte, le parole erano praticamente le stesse.
Mi aveva scritto una canzone.
L'aveva scritta per farsi perdonare.
Probabilmente aveva deciso di inciderla perché così sarei stata obbligata ad ascoltarla, sarebbe stata indelebile.
"Continuo a non capire..." sbuffò Luke.
Non dissi nulla, allungai semplicemente i fogli al biondo che venne presto raggiunto dagli altri due ragazzi.
"Direi che la frase 'Allora fa che ti ascolti' ha colpito nel segno..." commentò Ash prima di scoppiare in una risata cristallina.

Tre ore, ero in camera mia da tre ore seduta sul letto a fissare l'armadio aperto senza troppi risultati.
"Scarlett, allora sei... NON SEI ANCORA PRONTA?!" Sbarrò gli occhi entrando in camera mia.
"Non so cosa diavolo mettermi" borbottai incrociando le braccia al petto.
"Vieni con me Cenerentola" disse sorridendo sotto i baffi.
"Mi fai paura quando fai quella faccia..." dissi alzandomi dal letto ed entrando in camera sua dove stava rovistano in un cassetto alla ricerca di non so bene cosa.
"Eccoli!" Esultò "Questi vanno sotto a quello!" Mi indicò il suo letto per poi proseguire alla ricerca di qualcos'altro.
"Ma Lia, è nuovo? Ha ancora il cartellino!"
"Si, te l'ho preso prima, è una tutina così ti senti meno a disagio! Buon non compleanno, ora sbrigati a metterlo, dove diavolo è finita quella giacca?!"
Staccai l'etichetta dall'indumento, era una tutina a fiori per nulla attillata e abbastanza sportiva e i collant neri che mi aveva precedentemente passato si intonavano perfettamente.
"Tieni, mettiti questa. Gli stivaletti che ti ho obbligato a comprare sono sempre allo stesso posto?" Chiese Lia prima di sparire nella mia stanza.
"Uhm... direi di sì..." risposi infilandomi il leggero cardigan anch'esso nero.
"Ok, trovati! Siediti alla scrivania!"
"Lia, cosa vuoi fare?"
"Sistemare il nido che hai in testa e coprirti le borse che ti ritrovi sotto gli occhi!" Spiegò "Prometto di fare la brava, parola di lupetto!" Sbuffai ma la lasciai fare.
"Ti prego, non voglio sembrare un pagliaccio!" La pregai.
"Ecco, ecco! Ho finito!" Mi rimproverò "Non capirai mai tutta quest'avversione verso tutto ciò che è femminile. Su, guardati allo specchio e ringraziami!" Ruotò gli occhi al cielo riponendo le cose che aveva tirato fuori.
"Wow, sembro così... Riposata" lo ammetto, rimasi piacevolmente stupita.
I miei capelli erano stati raccolti in una crocchia abbastanza ordinata e le mie occhiaie erano praticamente inesistenti.
"Un po' di correttore, del mascara e dell'eye-liner fanno miracoli! Beh, a dir la verità era più di un po' di correttore, le tue occhiate mi spaventano..." mi guardò perplessa "Ora andiamo o faremo tardi!"

"No Lia, non lo voglio fare." Confessai stringendomi nel cardigan.
"Scarlett, è da dieci minuti che continui a cambiare idea..."
"Lo so, però cosa gli dico quando mi presento lì?! Ehi, ciao come butta?! Buon compleanno, scusa se non ti ho preso un regalo, ma ehi l'ho buttato dopo che mi hai trattato assolutamente di merda!" Dissi tutto d'un fiato "Sempre che mi voglia vedere."
"Smettila di farti tutte queste paranoie..." roteò gli occhi al cielo prima di rispondere al cellulare.
"Chi era?" Chiesi dopo che aveva riattaccato.
"Era Ash che mi chiedeva dove fossimo, Michael è già dentro" spiegò "E stanno arrivando i rinforzi, anzi, sono già qua" appena finì la frase si aprì la portiera dal mio lato e nella mia visuale apparvero Luke, Ashton e Calum.
"Vi prego, aiutatemi a tirarla fuori di qui!" Li pregò Lia che era uscita dall'auto e li aveva raggiunti.
"Dai, esci da lì" mi sorrise Ash allungandomi una mano.
"Ti promettiamo che se qualcosa va storto ti portiamo via subito!" Sorrise Luke.
"Ottimo lavoro Luke, così è sicuramente invogliata ad entrare!" Lo rimproverò Calum con uno scappellotto.
Sbuffai un risolino ed afferrai la mano di Ashton per uscire dall'auto di Lia.
"Andrà tutto bene, ne sono più che sicuro!" Mi abbracciò.
"Scarlett? Sono davvero le tue gambe quelle? O sono solamente ubriaco?" Chiese stupito il biondo.
"Si Luke, sono le mie gambe e si, sei anche ubriaco!" Ridacchiai "Va bene, andiamo..."

Non era esattamente l'idea di festa con pochi intimi che mi ero fatta, la casa, che presumo fosse di Ash e Cal, era piena di gente che non conoscevo assolutamente. Il lato positivo è che erano praticamente tutti ubriachi quindi non prestarono troppa attenzione né a me né a Lia quando entrammo.
Senza pensarci troppo andai verso la zona adibita a bar e presi uno dei tanti bicchieri già pronti con non si sa bene cosa dentro. Ammettiamolo, un po' di alcool in questi casi fa sempre bene, soprattutto se si tratta di me.
Mi appoggiai allo stipite osservano la massa di persone che rideva, scherzava, ballava, beveva nella stanza che intuii fosse il salotto, di Michael neanche l'ombra.
Avevo ormai esaminato a fondo quella stanza per almeno dieci volte, quando la mia attenzione cadde su una porta a vetri leggermente socchiusa dalla quale si vedeva l'ampio giardino.
Buttai giù quello che era rimasto nel bicchiere facendo una smorfia da quanto fosse amaro e mi diressi a grandi passi verso quella piccola uscita alla ricerca di un po' d'aria.
Richiusi la porta alle mie spalle soffocando dentro a quell'ampia stanza tutto il resto del mondo.
Mi sedetti sui gradini della veranda che portavano al rigoglioso e soffice prato all'inglese cominciando a sentire un gran caldo, non so se per l'alcol o per il fatto che fossimo quasi a fine novembre.
Mi persi come al solito nei miei pensieri facendo vagare lo guardo tra la piscina e tutto ciò che la circondava, compreso il piccolo gazebo. Strizzai gli occhi per cercare di vedere chi fosse seduto al tavolino, ed era lui, era proprio lui.
Mi alzai dal mio gradino e avanzai affondando nella soffice erba ricoperta da qualche gocciolina d'acqua, probabilmente dovuta all'irrigazione, avvicinandomi sempre di più.
Michael era seduto di spalle con il capo chino e stava giocando distrattamente con una bottiglia di birra.
"Ashton vattene, non ho intenzione di tornare là dentro!" Borbottò.
Allungai una mano toccandogli appena una spalla facendolo voltare verso di me.
"Ciao..." sussurrai abbassando lo sguardo sulla punta delle mie scarpe.
"Sei davvero qui?" Bisbigliò in quel silenzio assordante che si era creato.
Non dissi nulla, annuii semplicemente spostando lo sguardo sul suo viso.
Non si era ancora spostato di un millimetro da quella sedia, allungò un braccio titubante prendendo la mia mano e avvicinandomi a se, come per assicurarsi che fossi davvero reale.
Mi abbracciò affondando il viso nel mio ventre e prendendo a singhiozzare come un bambino.
"Ehi, va tutto bene..." cercai di rassicurarlo "Sono qui, non vado da nessun'altra parte Mikey..."
"Scusami... Sono stato un idiota" biascicò.
"Oh questo lo so, credimi!" Lo presi in giro lasciandogli un lieve bacio tra i capelli. "Comunque buon compleanno e scusami se non ti ho portato nulla..."
"Sei già tu il più bel regalo che potessi ricevere oggi" confessò abbassando lo sguardo e tirando su con il naso.
Sorrisi intenerita da quella situazione, gli sollevai il viso lasciandogli un piccolo bacio a fior di labbra che lo portò a stringermi più a se e a sorridere come un bambino il giorno di Natale.


//SPAZIO AUTRICE
Dopo due mesi eccomi qua! Scusatemi per questa assenza inaccettabile...
Purtroppo tra lezioni, parziali e viaggi improvvisati il tempo per scrivere era svanito.
Spero ci sia ancora qualcuno che aspetta questo aggiornamento...
Beh, cercherò di aggiornare il prima possibile (esami permettendo)!!
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo!:)
A presto!:)
Besos

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