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Non che a Mickey non
faccia piacere uscire di tanto in tanto, ma deve dirlo: Non riesce a capire che
diavolo sta succedendo! Quando Emil ha proposto di andare a mangiare fuori,
era certo che l’invito, anche se esteso anche a lui, fosse solo per Sara,
eppure, quando nella hall nell’albergo non l’ha vista, non gli è sembrato per
nulla deluso. Gli ha sorriso in maniera imbarazzante, e gli ha chiesto dove gli
sarebbe piaciuto mangiare.
Ora sono seduti uno di fronte all’altro, attorno a un piccolo tavolino
quadrato, davanti ad un piatto di pasta, e se Emil sembra felice come una
pasqua, nonostante nella sua carbonara ci sia del salmone al posto del
guanciale, Mickey non trova il coraggio di affrontare le sue tagliatelle.
-Ti rifarai l’anno prossimo, non pensarci.-
Mickey annuisce. Sì, gli rode che quel giapponese pervertito gli abbia soffiato
la partecipazione al Grand Prix per una manciata di punti, ma non è questo il
pensiero che lo sta tormentando. È lui ad essere impazzito o più che una
semplice uscita, il loro sembra un appuntamento? Ristorante carino, tavolo
appartato, musica.
Arrossisce al pensiero, e scrolla la testa. Che diavolo va a pensare! Emil è
solo gentile perché punta ad uscire con Sara. Nulla di più. In tanti hanno
provato questa strategia, e hanno fallito miseramente visto che Michele
Crispino non si fa prendere in giro.
Improvvisamente arrabbiato, afferra la forchetta, e la affonda nel piatto con
così tanta forza da colpire la porcellana con un suono fastidioso. Emil
strizza gli occhi per riflesso, come un gatto infastidito, e Michele si chiede perché,
l’unica parola che gli è venuta in mente a guardarlo con quella faccia stupida,
sia carino, e non idiota. Abbassa gli occhi, e dopo aver arrotolato le sue
tagliatelle attorno alla forchetta, le solleva e le porta alla bocca. - Sono buone?- gli chiede Emil.
Michele annuisce mentre inghiotte, prima di realizzare, e alzare gli occhi dal
piatto. Gli ha parlato in italiano, o sbaglia? Emil sorride mentre ricambia il
suo sguardo sorpreso - So un po’ di italiano, l’ho imparato per capire che
diavolo dici durante le interviste. Il tuo inglese è atroce.-
-Il mio inglese non è atroce.-
-Fidati che lo è.-
Mickey batte le mani ai lati del piatto e gira la testa borbottando e Emil
ridacchia mentre torna ai suoi spaghetti. A differenza di Michele, sembra più
che a suo agio nella situazione, anzi, sembra quasi contento. No, senza anzi. È
proprio contento. Mickey lo guarda perplesso mentre mastica a guancie gonfie. Sembra
un dannato criceto!
-Mi stai sorridendo o sbaglio?-
Michele si tappa la bocca con una mano. No, che non gli sta sorridendo!
-Dovresti sorridere di più. - Emil sta guardando il suo piatto di pasta, eppure
Mickey si sente stranamente in imbarazzo – Di solito sembri sempre incazzato.-
-Non sono costantemente incazzato!-
Non è colpa sua se è… -Lo so che sei solo timido.- Mickey spalanca gli occhi -
Non ti preoccupare. Ti sto dicendo come appari agli altri.-
Mickey si massaggia il mento con una mano. Dove diavolo sta andando a parare la
loro discussione? E perché è così dannatamente agitato? Emil ha scoperto che il
suo, non è brutto carattere, ma solo timidezza, e allora? Che c’è da farsi
venire l’ansia così?
“Forse perché, per la prima volta, qualcuno mi presta la sua attenzione…”
Sia i genitori, che i fan, lo hanno sempre visto come una parte integrante di
Sara. Non hanno mai percepito lui come singolo, ma sempre come pezzo di un
puzzle incompleto senza di lei. Così, con l’andare del tempo, ha iniziato
davvero a credere di non valere nulla da solo, nonostante Sara abbia cercato di
fargli capire che non è affatto così.
Emil è il primo che sembra conoscerlo, non in relazione a sua sorella, ma solo
per un interesse nei suoi riguardi.
“Non so che dire.” Pensa imbarazzato.
-Tu…Non hai proprio capito, vero?-mormora Emil.
Michey aggrotta la fronte. Cosa non avrebbe capito? E perché Emil è arrossito
di botto? Questo si tocca il retro della testa con una smorfia mentre lo guarda:
-Non è a Sara il Crispino che mi piace, Mickey.-
-Uaaaah, ora mi odia
ancora di più!-
Sara Crispino batte una mano fra le scapole del ragazzo che, non appena ha aperto
la porta della sua stanza, le ha buttato le braccia al collo
frignando. Chissà perché, si aspettava che Michele mandasse tutto all’aria.
Appoggia le mani sulle spalle di Emil, e lo tira indietro per guardarlo in
viso. Ha una guancia gonfia e il labbro superiore rotto, Michele deve avergli
mollato uno dei suoi destri che, a Napoli, ormai sono leggenda.
-Oh poverino, ti ha picchiato?-
Emil annuisce mentre si strofina gli occhi con una mano. Mickey gli ha mollato
un pugno così forte da farlo ribaltare con tutta la sedia. Sara sospira mentre
lo fa sedere sul bordo del letto. Tipico di Michele non capire un cavolo delle
situazioni e reagire sempre nel peggior modo possibile -Non posso credere che
siamo gemelli!-
Bagna un asciugamano e lo preme sul viso di Emil, che continua a singhiozzare e
a tirare su con il naso. A differenza di Mickey, a lei è voluto davvero poco
per accorgersi della cotta del ragazzo e a decidere di volergli dare una mano.
-Su, smetti di piangere.- prova a consolarlo - Mi spieghi bene che è successo?-
Se deve essere sincero,
Mickey non ha idea del perché abbia mollato quel gancio a Emil. Avrebbe potuto
farsi una risata. Avrebbe potuto semplicemente andarsene, dicendogli che non
gli piace essere preso in giro. E invece…E invece la rabbia è stata così
tanta, che prima di poter pensare, l’ha preso a pugni. Un destro così forte da
farsi male anche lui e da buttarlo per terra.
Passa le nocche spellate sotto l’acqua e fissa il sangue andarsene a rigagnoli.
Non si aspettava una simile sparata, sinceramente. Non poteva semplicemente
chiedergli il permesso di frequentare Sara senza prenderlo in giro così?
Si butta sul letto, la mano avvolta nell’asciugamano, e si gira verso la
finestra.
È colpa di quell’idiota , non sua. Non si sente in colpa. Eppure non riesce a
smettere di pensare a come l’ha guardato mentre si tirava sul pavimento,
sembrava sul punto di piangere.
-Chissà perché…-
Emil non c’è durante l’esibizione di Sara, forse per non farsi vedere con la
faccia gonfia, chissà. Mickey aspetta la sorella negli spogliatoi, si è tenuto
lontano dal kiss and cry come le aveva promesso, ma quando se la trova davanti,
non può fare a meno di cercare un suo abbraccio. Sara sbuffa senza ricambiare
la sua stretta.
-Perché hai picchiato quel povero ragazzo?-
Mickey serra la presa sulle spalle della ragazza. Perché? Non è logico?
-Ti sembra davvero così strano che qualcuno possa volere te e non me?-
Mickey si sente allontanare con forza, e lascia cadere le braccia di fronte l’espressione
risoluta di Sara. Che sta dicendo? -Emil è davvero innamorato di te, stupido!- lo rimbrotta nella loro
lingua natale - Sei il solo che non se n’è reso conto, sai?- Tira fuori
dalla sacca da palestra una rivista , la apre, e la allunga il fratello. È un
lungo articolo di gossip su Emil, e su come sembra preso dal fare tifo per la
giovane stella italiana Michele Crispino.
Mickey spalanca gli occhi.
-La domanda ora è solo una: A te piace?-
-Yuri?-
All’uscita del palaghiaccio, Mila Babicheva corre ad abbracciare Yuri Plisetsky. Questi è seduto su una , panchina all’esterno del parcheggio
principale, e come ogni bravo adolescente che si rispetti, è chino sul suo
cellulare. Mila gli passa le braccia attorno al collo e preme una guancia
contro la sua.
-Hai visto la mia esibizione?- gli chiede mentre lo sballotta come al suo
solito –Sono stata brava, non è vero?-
Yuri neanche alza gli occhi dal cellulare, strano, visto che odia essere
abbracciato -Eh? Ah, sì! Una vacca storpia avrebbe saltato meglio.-
-Sempre il solito maleducato! Che stai guardando?-
Afferra la mano di Yuri al polso, e sposta il cellulare verso di sé. Non sta
sbirciando nessun profilo istagram compromettente, ma che noia! - Da quando
leggi notizie di… Oh merda!-
Non è vero.
È da quando Mila ha praticamente tirato fuori Sara dal taxi e le ha messo in
mano il cellulare di Plisetsky
che Michele non fa che ripeterselo.
Non è vero. Non è vero.
Secondo diversi siti sportivi, Emil Nekola è stato ricoverato all’ospedale di
San Pietroburgo per una sospetta lesione cranica. Michele ha quasi rischiato di
vomitare addosso a Sara, mentre questa lo afferrava per un braccio e lo
spingeva di nuovo nel taxi assieme a Mila.
Maledizione, gli ha dato solo un pugno! Non può essere finito in ospedale per
quello. Si massaggia le tempie mentre Mila urla indicazioni in russo al
tassista e Sara lo abbraccia.
Da quando quello scemo è così delicato? L’ha visto cadere non sa più quante
volte durante le competizioni, e mai che si sia lamentato per il male.
-Mickey.- Michele alza gli occhi su Sara che lo stringe forte a sè- Sono certa
che sta bene, vedrai.-
Storia in due parti, se vi va, fatemi sapere
che ve ne pare, e se vorreste leggere il seguito :D
Quando Michele, Sara e Mila arrivano
in ospedale, Emil sta uscendo.
È stato portato al Pronto Soccorso da
suo padre, nonché coach, dopo aver vomitato nel bel mezzo della hall
dell’albergo. Ha la testa insaccata nelle spalle e lo sguardo basso,
quando viene letteralmente travolto da Sara e Mila, e costretto a fare qualche
passo all’indietro per non cadere seduto a terra sotto il peso delle due
ragazze.
Una urla in russo, l’altra in italiano, Emil guarda
una e poi l’altra senza capire cosa diavolo stiano dicendo. Giusto di Sara
riesce a beccare qualche parola, ma non è abbastanza per mettere insieme una
frase di senso compiuto.
-Cosa?- chiede confuso, prima di accorgersi di Michele poco più in là.
I due si fissano per uno lungo momento mentre Sara tira fuori dalla borsa il
cellulare, e lo passa ad Emil. Il ragazzo, legge la
notizia che lo vuole con un piede nella fossa, e alla fine sospira un -I
giornalisti si sa, sono bravi a gonfiare le notizie da nulla.- che lascia i tre
a bocca aperta.
Racconta di aver vomitato nel bel mezzo del check-out in albergo, e visto
il livido che ha in faccia, i giornalisti devono aver tirato le
conclusioni da soli. Si tocca distrattamente la medicazione sulla sua guancia
mentre parla - Sono caduto durante un allenamento, succede.- ride mentre
il padre, poco più in là , scrolla la testa.
Michele è incredulo -Non sei caduto.- mormora. Ha parlato in italiano,
ma Emil sembra averlo capito. Si chiude nelle spalle
mentre lo guarda, che avrebbe dovuto fare? Dire a suo padre ch un pattinatore
avversario l’ha steso con un destro? Lo avrebbe denunciato alla federazione
sportiva per condotta violenta.
-Perché hai vomitato? Hai preso un virus?- gli chiede Sara.
-Non mangiavo da ventiquattr’ore, non avevo
voglia.-
Questo è grave. L’appetito di Emil è
leggendario. Non c’è una persona, nel mondo del pattinaggio artistico
che non si sia chiesto, almeno una volta, come diavolo faccia Nekola a mangiare così tanto e a non sfondare il ghiaccio
con uno dei suoi salti. Sara corruga le labbra contrariata mentre il padre di Emil, si avvicina alla strada per chiamare un taxi. -Ascolta…- Michele sposta la sorella di lato per
avvicinarsi, ma non è decisamente la sua settimana questa. Non appena fa per
aprire bocca per continuare a parlare, un taxi si avvicina alla strada e
coach Nekola chiama il figlio. Emil
annuisce nella sua direzione, prima di borbottare un saluto.
Dio, così triste non sembra nemmeno lui! Michele lo afferra per un braccio
prima che si allontani. Vorrebbe dirgli tutto quello che gli passa per la
testa, ma l’unica cosa che gli chiede è perché non lo abbia denunciato.
- A me piaci davvero Mickey, se ti facessi soffrire, soffrirei anche io.
-Michelino ha
proprio preso male la sua sconfitta.-
Sara guarda la madre e poi alza gli occhi al soffitto. Non è per aver lisciato
la partecipazione al GrandPrix
che Michele è così triste da che sono tornati in Italia. Emil non si è più fatto sentire. Dopo mesi passati a
parlare sui social, da che si sono conosciuti, ha smesso ogni contatto con
Michele. Non che Sara glie ne faccia una colpa, sia chiaro.
Michele glie l’ha detto la sera prima, mentre fissava senza vederlo realmente
lo schermo del suo pc. Sara gli ha chiesto se gli
manchi sentirlo praticamente tutti i giorni, dopo mesi passati a maltrattarlo e
a chiedersi che diavolo volesse da lui quel tipo strano, e per risposta
Michele si è morso le labbra, prima di balbettare la bugia più pietosa del
creato.
-No, certo che non mi manca, perché dovrebbe?-
Ah, uomini! Sara si passa una mano su un lato del viso mentre guarda il
fratello sprofondato nel divano davanti al televisore. Dovrebbe farlo cuocere
nel suo brodo per almeno un paio di mesi, ma è troppo buona d’animo per
farlo. Non appena sono soli, si siede accanto a lui, e gli porge il cellulare.
-Cosa?- chiede Michele mentre Sara infila le mani fra le sue, e tocca lo
schermo.
È una foto di Emil,
è su una pista di pattinaggio con una decina di bambini. Sta sorridendo
nonostante la faccia gonfia, ma non sembra felice.
-È tornato a casa.-
lo informa Sara.
-E allora?- Michele si costringe a distogliere lo sguardo da
quell’espressione mogia che lo fa sentire peggio di quanto non stia.
-Ho controllato, i voli last minute per Praga costano settanta euro.
Emil ci sa
davvero fare con i bambini.
Sarà perché, nonostante abbia diciotto anni, a volte riesce ad essere molto più
infantile di tutti loro messi assieme, o per naturale predisposizione, sta di fatto che i
bambini del corso baby di pattinaggio lo adorano.
Quando Michele entra nel palaghiaccio, la
lezione sta per finire. I piccoli allievi sembrano divertirsi, e anche il
loro maestro. Emil è di spalle, ma Michele è certo
che stia sorridendo alla bimba che si è appena esibita in una piroetta di
fronte a lui.
-Ehi, ma tu sei Michele Crispino!-
Michele sbarra gli occhi quando uno dei bambini lo indica e Emil
si volta sorpreso. Si fissano stupefatti dai due lati della pista, prima che
Michele venga assalito da un nugolo di bambini sovraeccitati e sia costretto a
firmare una quantità imbarazzante di autografi.
-Che ci fai qui?-
Bella domanda, Michele si gratta la fronte mentre Emil
lo guarda perplesso. È evidente che non si aspettava di vederlo, e sa da
una parte, è felice di averlo sorpreso, dall’altra non sa come diavolo
rispondere alla sua domanda.
Oh meglio, lo sa, ma è troppo imbarazzante rispondere.
-Allora?- Emil lo incalza e Michele sente le
orecchie andare a fuoco. È sicuramente arrossito come una mammoletta. Si schiarisce la voce, e gira la testa verso
una spalla.
-Sei uno stronzo, non puoi entrare a forza nella vita di una persona, e poi
sparire così.- Emil lo fissa come se fosse un drago a tre teste, e
Michele si chiede se sia possibile morire di imbarazzo. Maledizione,
quale ventiduenne non è capace di sostenere una conversazione al suo stesso
modo? Si augura nessuno o il mondo è destinato allo sfascio.
-Mickey perché sei qui?- ripete Emil con dolcezza -Volevi
vedermi?- e Michele alza su di lui il viso. Oh, andiamo, non dovrebbe
sorridergli a quel modo. È ingiusto. -Sì.- mormora.
-Perché?-
-Perché non lo so se mi piaci anche tu, ma so che se non mi stai attorno, mi
sento solo.- Emil sgrana gli occhi e Michele si morde
l’interno di una guancia per la vergogna. Maledizione! -Vaffanculo,
Nekola, guarda che mi fai…- Emil non lo lascia finire, dandosi una spinta sui pattini,
glibutta le braccia al collo, Michele
gli si aggrappa addosso per non finire per terra - …Dire.-
-Mi basta questo, Mickey! Sssh, non sforzarti.-
Michele sente un nodo stringergli la gola, Emil è
così emozionato da non riuscire quasi a parlare - Sei un idiota.- sussurra
mentre strofina il viso contro la sua spalla - Si può sapere perché ti piaccio?-
-Perché sembri triste quando pattini.-
-Cosa?-
-Lo so, pattini per Sara, lo dici in ogni intervista. Però, secondo me, ti
senti solo quando lo fai. Ogni volta che ti guardo ho l’impressione che tu stia
cercando qualcosa, più che omaggiando tua sorella.-
Michele sospira - E che sto cercando secondo te?-
-Qualcuno che, magari, voglia restare con te per sempre.-
Michele trattiene il fiato. Dopo i primi anni passati in simbiosi, Sara
non ha fatto altro che cercare la sua indipendenza, lasciandolo indietro.
Nonostante Michele abbia sempre cercato di trattenere i lembi del loro
rapporto, non è riuscito a far si che questo rimanesse stretto com’era in
passato. E ora gli manca. Gli manca qualcuno che lo guardi come se fosse il
centro del mondo. Gli manca avere la certezza che, qualsiasi sarà la portata
del fallimento, c’è qualcuno per cui sarà per sempre un eroe.
-Ehi ci hai fatto caso?-
Michele corruga la fronte.
-Ti ho abbracciato, e non hai urlato come se ti stessero scannando. Anzi, mi
hai abbracciato anche tu.-
Michele scoppia a ridere -Ehi, quel giapponese mi ha spaventato, non è colpa
mia. Tu non lo hai visto alla festa dell’anno scorso mentre ballava con Giacometti. Avresti urlato anche tu a vedertelo addosso!- -Giacometti?- Emil si
allontana per guardare Michele in faccia - Perché ballava con Giacometti?-
Michele sta per raccontargli della sbronza colossale che Yuuri
e gli altri si sono presi durante la festa, quand’è ecco che si accorge di una
cosa. Non solo si stanno abbracciando, ma stanno praticamente naso a naso, ma
non gli da’ fastidio. Anzi, una parte di lui si sta chiedendo cosa proverebbe a baciare quel sorriso buffo.
-Non spaventarti, ma non hai idea di quanto voglia baciarti in questo momento.-
mormora Emil arrossisce fino alla radice dei capelli e peggio
che mai, ora Michele vuole davvero baciarlo.
-Scusa non avrei dovuto dirlo.- farfuglia. Cerca di scostarsi, ma Emil è più lesto di lui.Loprende per il baverodella giacca, e prima che possa protestare, ha
già premuto la bocca sulla sua con una tale forza da fargli male coi denti.
Michele ha già baciato ed è stato baciato, ma mai così.Emil è chiaramente
inesperto, se questo non è il suo primo bacio, è il secondo, ma ha una foga e
una passione tale, che quando si allontana per respirare, è Michele
prendergli la testa fra le mani per piegarlo verso di sé e baciarlo. Si
allontanano solo quando, distrattamente, Michele gli tocca la guancia ferita, e
nel bacio, Emil mugugna per il dolore.
- Mi dispiace.-
-A me no.-
Michele ride -Smetterai mai di essere un raggio di sole?- Emil scrolla la testa -Il tuo? Mai.-
SCENA BONUS:
Sono passati diversi mesi dalla vittoria di Yuuri al GrandPrixe lui e Viktor stanno seguendo gli europei di
pattinaggio alla televisione. A contendersi
l’oro sono Nekola per la Repubblica Ceca e Crispino per l’Italia. Quando terminal’esibizione di quest’ultimo, Yuuri si ritrova a battere le mani estasiato.
-Sono io o Michele sembrava proprio divertirsi?- chiede a Viktor seduto accanto
a lui. Questo non rispondesubito,
sembra preso da chissà quale riflessione -Viktor?-
-Quella non è la giacca di Emil?- chiede
indicando lo schermo con un cenno della testa - Quella del libero alla coppa di
Russia.- Yuuri socchiude gli occhi e cerca di fare mente
locale. Beh, sì,sembra proprio la
giacca di Emil. Non ci fa troppo caso, però. Non è
raro che alcuni pattinatori prendano spunto dai costumi dei colleghi. Come il
piccolo Minami ad esempio, e il suo tributo alsuo costume più brutto.
-Quello invece è il cravattino di Michele.- Yuuri sposta lo sguardo da Viktor
a Emil sullo schermo. Sì, quello sembra il cravattino
di Michele, quello del costumeche aveva
alla coppa di Russia. Arriccia leggermente il naso, è strano.
-Beh, ora si capisce perché Michele sembrava divertirsi così tanto.-
Viktor si alzalasciando Yuuri perplesso davanti allo schermo -Eh?- esclama -Perché?-si alza per seguire ilsuo coach (e compagno)nei bagni - Dai spiegamelo!-
FINE Spero davvero che vi sia piaciuta. Ho
altre storielle su Emil e Mickey, quindi questo non è
un addio, ma un arrivederci. Sempre che non mi diciate che, piuttosto che pubblicare su questi due, dovrei darmi all'ippica :P