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Quando i ruoli sembrano
essere assegnati, quando non sembrano esserci dubbi,
la realtà si rivela per ciò
che è: un'illusione...
Perché anche
il gioco perfetto può sfuggire di mano ai giocatori e prendere il comando,
costringendo
tutti ai suoi ordini. C'è sempre qualcosa che può sfuggire,
anche in un
piano perfetto...e può essere la differenza tra la pace e la
distruzione.
1.
Prologo
Una dolce melodia proveniva dalla camera della principessa
Fine, diffondendosi lungo il corridoio deserto. Era un carillon a produrla, un
carillon molto speciale perché ritraeva il loro mondo: al centro, il Regno
Solare ruotava su sé stesso, donando la sua luce ai regni che lo
circondavano.
La sua proprietaria però lo fissava con uno sguardo
triste: quell'oggetto le ricordava perché sopportasse ancora il gioco cui era
costretta a partecipare, a mentire, a ingannare. A tradire. A sfruttare le
persone per poi gettarle via come rifiuti. Sua sorella compresa.
Anche con lei aveva smesso
di dire la verità, perché era meglio che ne restasse all'oscuro, che continuasse
a credere di condurre una vita perfetta con il principe dei suoi
sogni.
Secondo alcuni, i gemelli
avevano un legame molto più profondo rispetto ai semplici fratelli, al pari che
fossero la stessa persona, al punto da provare le stesse
emozioni.
Bhe, sperava che Rein non
sentisse il dolore del suo cuore...o l'oscurità che, sempre più spesso, tentava
di ghermirla e catturarla.
Con
un sospiro rassegnato, si preparò per coricarsi, levandosi i vestiti e
infilandosi la camicia da notte. Quando tornò ad osservare il carillon, però,
notò al suo fianco qualcosa che, un secondo prima, non
c'era.
Qualcosa che la spaventava
oltre ogni immaginazione.
Una
rosa nera come inchiostro e un biglietto, che Fine impugnò
tremante.
-Principessa Fine!- esclamò Lulu, appena la ragazza si
tolse la camicia da notte. Camelot non era più in gamba come un tempo e la
rossa, tempo addietro, aveva deciso di dare alla gattina la possibilità di
dimostrare d'essere pronta al difficile compito di governante. Allora non sapeva
ancora a che cosa l'avrebbe condannata. –Dovete parlarne con qualcuno…
La
fanciulla abbassò la testa: il suo corpo era segnato da lividi...ed era così da
quando aveva firmato un contratto con il Diavolo. La povera Lulu li vedeva ogni
mattina, quando la aiutava a vestirsi e a nasconderli sotto il trucco o a
maniche più lunghe. La aiutava e taceva, perché questo era il desiderio di
Fine.
-Non posso, te l'ho già
ripetuto- rispose. Stava per lasciare il Regno Solare: il padrone del gioco
aveva nuovamente bisogno della sua pedina e l'avrebbe ricompensata con altri
aloni violacei sulla sua pelle chiara.
-Almeno a vostra sorella…lei
potrebbe…
No, nemmeno a Rein, che pure sapeva di quei lividi,
avendoli scoperti per caso: ne era rimasta sconvolta e aveva fatto mille domande
a cui Fine aveva dovuto mentire.
"Sono caduta dalle
scale" le aveva raccontato. Una scusa davvero poco credibile: era chiaro a
cosa erano dovuti quei segni… A mani che l'avevano stretta con troppa forza,
fino a ferirla.
Rabbrividì al pensiero della
persona che doveva incontrare, ma si fece coraggio e abbracciò Lulu,
ringraziandola per tutto: faceva molto più dei suoi compiti e la principessa non
l'avrebbe mai ripagata abbastanza per l'appoggio che le
dava.
-State attenta…- le
raccomandò.
Non
era la prima volta che Fine intraprendeva un viaggio misterioso, senza dire né
la meta, né la durata: i sovrani del Regno Solare, inizialmente, non si erano
allarmati. Ma ultimamente era un rituale che si era compiuto spesso, al punto da
farli sospettare dell'esistenza di un innamorato.
Con
Fine era tutto possibile, ma Rein non credeva a questa versione: sua sorella era
sempre più triste, stanca e cupa ad ogni ritorno…non aveva l'aspetto di una
persona nel pieno di una storia d'amore. Era preoccupata per lei: si era
certamente cacciata in un pasticcio da cui non riusciva ad uscire. Voleva delle
risposte vere, delle spiegazioni…ad esempio sui suoi lividi: non si era bevuta
la bugia sulla caduta.
Si
era confidata con Bright, il quale le aveva consigliato di indagare su questi
viaggi pieni di segreti.
Ma
sicuramente non immaginava che le risposte si trovassero proprio nel Regno dei
Gioielli… Che ruolo aveva la dimora del suo fidanzato in tutta quella
confusione?!
Fine percorse un tragitto
divenuto ormai tristemente famigliare, che le fece attraversare i giardini
ricchi di fiori variopinti che Altesssa amava coltivare. Erano splendidi, ma lei
doveva spingersi oltre, dove la gioia cedeva il posto al dolore, la luce
all'oscurità. Le rose bianche a quelle nere.
-Fine, che
piacere.
-Non posso dire lo stesso,
ma avevamo un appuntamento.
-Sei sempre più bella, lo
sai?- affermò Bright, attirandola a sé e stampandole un lungo bacio sulle
labbra, a cui la giovane non reagì in alcun modo.
-Cosa vuoi da me,
stavolta?
-Vieni- disse il biondo,
porgendole il braccio. –Discutiamone a palazzo…nella mia
stanza.
Rein era sconvolta.
Appoggiata con la schiena al tronco di un albero, non aveva nemmeno la forza di
muovere un muscolo. Bright…il suo Bright…come aveva
potuto?
Incontrava Fine di
nascosto…la baciava…
E
poi giurava amore eterno a lei.
Possibile che si fosse
sempre illusa, che non avesse mai capito quali erano suoi veri scopi? Che la sua
gentilezza e cortesia fossero solo una viscida e spregevole
montatura?
Scivolò lentamente a terra,
le guance rigate dalle lacrime e la sua mano sfiorò un petalo di quei tetri
fiori: rose nere… Bright…lui aveva sempre preferito quelle bianche…e aveva
sempre indossato abiti bianchi…
Allora perché adesso era il
nero il suo colore? Era stato anche questo un trucco?
Oppure c'era qualcosa
d'altro?
Con
un gesto veloce si asciugò gli occhi e prese una decisione: sarebbe andata fino
in fondo.
***
-Allora?- domandò la
principessa dai capelli rossi.
-Voglio che tu vada nel
Regno della Luna e ti guadagni la fiducia del principe Shade: non importa in che
modo… Portatelo anche a letto, se vuoi, l'importante è che abbassi la guardia-
spiegò, sorseggiando una tazza di the. –A quel punto potrò facilmente
sbarazzarmi dell'ultimo ostacolo alla mia ascesa.
-Vuoi ucciderlo?!- esclamò
Fine. –Il nostro accordo non contemplava un omicidio!
-Io
ordino e tu esegui, era questo il patto. O devo forse ricordarti le conseguenze
nel caso tu ti opponga?
-No…non ne hai bisogno- si
arrese. Come sempre: non aveva alternative. Come un uccellino in una gabbia, era
costretta a cantare a comando. –Farò quello che desideri.
-Perfetto, amore mio. E
quando sarò il sovrano di Wonder, tu regnerai al mio fianco- aggiunse,
cingendola in vita.
-Non mi interessa il potere,
lo sai. Voglio solo che il mio popolo sia felice e al
sicuro.
I
suoi baci erano regolarmente prepotenti e bagnati di sangue, un contatto dettato
dal desiderio di averla, incurante oppure appagato dalla violenta bramosia che
lo divorava. E Fine gli cedette, indifesa, aggrappandosi a lui con forza mentre
la sollevava di peso, spingendola contro il muro e sbattendo contro i mobili in
un percorso di distruzione verso il letto. Lulu avrebbe dovuto ignorare nuovi
lividi…
Una
breve lotta con bottoni e ganci, qualche indumento strappato e infine fu in lei,
piccola principessa diventata oramai una sua proprietà oltre che un'alleata
preziosa.
La
ragazza lo assecondava, si prestava al suo gioco ben sapendo che ciò che subiva
non era niente in confronto a quello che Bright avrebbe potuto fare a
Wonder…
Fine osservava la figura che le dormiva accanto con un
sorriso dolce, sfiorandogli delicatamente i capelli biondi: quello era il vero
Bright, il principe dolce e gentile di cui Rein era innamorata. Riposava
tranquillo, del tutto ignaro di quanto aveva commesso, come se durante quel
periodo di tempo avesse abbandonato il suo corpo…come se fosse stato un'altra
persona.
E
per la principessa era così: non era il suo amico a farle del male e ricattarla,
ma il suo lato oscuro che prendeva il sopravvento, annullando il resto. Lui non
ricordava mai nulla quando l'oscurità si ritirava in qualche angolo della sua
anima, riportandolo alla normalità. Per questo la rossa non riusciva ad odiarlo:
non era un carnefice, ma una vittima, esattamente come lei. Vittima di un potere
malvagio che, da un giorno all'altro, l'aveva catturato e dominato come un
burattino e muoveva i fili della sua esistenza.
Ora
l'erede al trono dei Gioielli era diviso in due: uno era il ragazzo cortese che
tutti conoscevano, fidanzato con Rein… Una rosa bianca. L'altro…l'altro era un
mostro interessato solo a comandare su Wonder, un demonio che aveva risvegliato
l'antico interesse per Fine, trasformandolo in una passione violenta e brutale.
Una rosa nera.
La
persona che, un anno prima, le aveva proposto un patto. O, più esattamente,
l'aveva gettata all'Inferno…
"-Bright! Ehi, Bright, dove sei
finito?
Fine osservò
sua sorella girare per il giardino alla ricerca del giovane: per quanto la
riguardava, avrebbe preferito essere a casa, nella sua camera e non lì a fare da
terzo incomodo. Ma Camelot non aveva sentito scuse.
"È sconveniente
per una principessa recarsi da sola da un ragazzo" aveva
detto.
Così, eccola
inchiodata in quel regno a sopportare quei due piccioncini: per somma sfortuna,
Altessa non era a palazzo. Non che fossero amiche per la pelle, ma era meglio
dei cuoricini che volteggiavano tra Rein e Bright… Cosa aveva fatto di male per
meritare una simile punizione? Proprio lei che detestava le sdolcinatezze
romantiche.
-Ciao,
Fine.
La fanciulla si
volse, sbattendo sorpresa le palpebre: chi era quel giovane vestito di nero?
Somigliava a…
-Bright?-
tentò, guardandolo meglio.
Sulle labbra
dell'amico si dipinse uno strano sorriso, che pareva più lo snudarsi di una
spada che un gesto di gioia.
-Sì. Sono molto
felice che sia venuta anche tu- annunciò, prendendole una mano e posandovi sopra
un bacio leggero. –Desideravo parlarti.
-D…davvero?-
balbettò, imbarazzata dai suoi modi. Di solito non era così…cosi… Le sfuggiva la
parola esatta, ma era le trasmetteva una sensazione d'inquietudine: Bright non
era lo stesso di sempre. –Rein…Rein ti stava…
-Calmati, mia
principessa, non hai nulla da temere. Vieni, devo mostrarti una
cosa.
Fine non
avrebbe voluto acconsentire, ma il luccichio comparso negli occhi cremisi del
principe la convinse a seguirlo, nella speranza di capire cosa gli fosse
accaduto. Attraversarono le aiuole variopinte, ammirando lo splendido e costante
lavoro di Altessa, finché il biondo non si fermò.
-Chiudi gli
occhi.
-Cosa?
-Per favore.
Voglio farti una sorpresa…- aggiunse, guidandola lungo la strada. –Ora puoi
aprirli.
La rossa ubbidì
e un brivido le percorse il corpo: quelle…erano rose nere…centinaia di rose
nere! Si girò in cerca di spiegazioni che non ricevette: Bright infatti la
strinse rapidamente a sé e la baciò.
Fine era
talmente sorpresa e sconvolta che, all'inizio, non reagì; quando fu nuovamente
padrona di sé stessa si separò bruscamente, dandogli uno schiaffo. O provandoci:
il ragazzo le bloccò la mano a pochi centimetri dalla guancia, fissandola con
uno sguardo terribile.
-Tu…tu non sei
Bright…
-Non il
principe insulso che conoscevi. Sono il nuovo Bright, il futuro sovrano di
Wonder.
-No…non è vero…
Sei un impostore! Bright non è mai stato interessato al
potere!
-Fine, mio
dolce e ingenuo bocciolo, tutti inseguono il potere: è la sola cosa per cui
valga la pena vivere e morire. Io voglio dominare questo mondo per eliminare il
dolore e la sofferenza, e adesso ne ho la possibilità- proseguì. –Però ho
bisogno di un aiuto. E ho pensato a te: insieme saliremo sul trono di
Wonder.
-Mai! Non ti
permetterò di mettere le mani su questo pianeta!- esclamò, liberandosi dalla sua
stretta.
-Credo che tu
non abbia compreso la situazione- ribatté, tendendo una mano verso il giardino:
i fiori cominciarono ad appassire improvvisamente. –La Benedizione del Sole si
sta indebolendo: se mi aiuterai, farò in modo che recuperi l'energia e che
Wonder non collassi insieme alla Stella. In caso
contrario…
-Che
succederà?- chiese terrorizzata.
-Cancellerò la
Benedizione e il mondo insieme a lei.
La principessa
spalancò gli occhi: non era possibile…era un incubo, un brutto sogno da cui si
sarebbe svegliata. Ma la gelida concretezza del tocco di Bright sulle spalle le
diede la risposta: era tutto reale.
-Sei con me,
Fine?
-Sì…- sussurrò,
reclinando il capo, come la preda catturata dal
cacciatore.
-Bright!- La
voce di Rein spezzò la cupa atmosfera di quel luogo: l'oscurità parve ritrarsi e
svanire, le rose persero il loro tenebroso colore e la luce tornò a
splendere.
-Ciao,
principessa Fine. Cosa ci fai qui?
La ragazza non
riusciva a crederci: Bright era vestito di bianco, come sempre…le rivolgeva il
solito sorriso delicato…
-In che senso,
scusa? mi hai portato tu in questo posto…
-Davvero?-
domandò, sinceramente sorpreso. –Che strano: non lo ricordo
proprio…
-Sì, volevi un
mio parere prima di mostrarlo a Rein e lo trovo stupendo- mentì, intuendo che il
principe era realmente all'oscuro di quanto accaduto. –Adesso vai: è da un po'
che ti cerca.
-Hai ragione. A
dopo.
Fine lo guardò
allontanarsi, sentendo dentro di sé che il tempo dei giochi e dei sogni era
finito."
-Bright…- mormorò, alzandosi
dal letto e raccattando i suoi vestiti: la camicia era da buttare, strappata
dalla foga del giovane. Con un sospiro, la nascose sotto la giacca, prendendo
poi gli abiti candidi di lui e posandoli sul divano: si sarebbe svegliato un po'
confuso, magari preoccupato per quei sempre più frequenti vuoti di
memoria.
Se
avesse anche solo sospettato la verità…probabilmente ne sarebbe
morto.
Gli
rivolse un'ultima occhiata, prima di lasciare la camera e partire per il Regno
della Luna.
-Regina Maria, sono la
principessa Fine del Regno Solare. Mi scuso per essere piombata qui senza
avvertire, ma la situazione del nostro mondo è seria e non potevo perdere
tempo.
-Si
tratta della Benedizione del Sole, vero?
-Sì, purtroppo. Io e mia
sorella Rein stiamo visitando i regni per stabilire la gravità della situazione
e cercare di rimediare, se possibile.
-Questo vi fa onore:
nonostante la giovane età avete a cuore le sorti di Wonder. Quindi è solo una
maldicenza quella che vi descrive come "le principesse meno principesche del
pianeta".
-Solo in parte- ammise la
giovane. Era da tempo che nessuno le rivolgeva più quella frase: apparteneva al
passato, forse ad un'altra vita. La ragazzina pasticciona e spensierata aveva
dovuto crescere in fretta e abbandonare la sua vera natura per una maschera di
ipocrita cortesia, di falsa raffinatezza. Nel mondo di menzogne in cui si
muoveva, non c'era spazio per la vivacità che l'aveva sempre
accompagnata.
-Non essere modesta. Sono
lieta di ospitarti: fai come se fossi a casa tua- l'accolse la sovrana.
–Purtroppo mio figlio non è a palazzo oggi: al suo ritorno gli dirò di
incontrarti. Lui saprà certo spiegarti tutto sul nostro
clima.
-Grazie, regina
Maria.
-Da-da-da!- esclamò una
vocina squillante. Da un corridoio spuntò improvvisamente qualcosa di volante…o
per meglio dire qualcuno. Fine impiegò un attimo per mettere a fuoco una bambina
che viaggiava a bordo di una stella: doveva trattarsi della principessa Milky…
-Da-da-pa!- continuò, avvicinandosi a lei.
-Ti
presento mia figlia Milky.
-Ciao, piccolina- la salutò,
stringendo la manina che le porgeva. –Io sono Fine.
-Da-pa-da.
-Sì, mi fermerò qui qualche
giorno e giocherò volentieri con te.
La
regina Maria notò con sorpresa che l'ospite capiva perfettamente i balbettii
della bimba, proprio come Shade e questo fece svanire ogni residuo di dubbio
sulle intenzioni della fanciulla. Aveva sicuramente un animo buono, altrimenti
Milky non le si sarebbe rivolta con tanta spontaneità.
Al
contrario, Fine si stava dando del mostro: adesso ingannava anche i bambini… Che
cosa era diventata? Il braccio destro di un folle che voleva conquistare
Wonder…il riflesso di ciò che era stata.
Questo rimaneva della
principessa di una volta: l'interpretazione sbiadita di una persona che non
esisteva più.
***
Lontano da dove si trovava
Fine, nel Regno della Goccia, Rein era immobile, sdraiata sul letto: si era
rifugiata da Mirlo in cerca di un posto dove riflettere e cercare un modo per
superare tutto quanto. La cosa migliore sarebbe stata affrontare Brigth e la
gemella, capire cosa nascondesse, anche se le sembrava abbastanza
evidente.
Eppure, una volta passato il
dolore iniziale, la principessa cominciò a porsi delle domande: ad esempio,
perché Fine fosse tanto triste? E i lividi sul suo corpo erano opera di Bright?
Che cosa significavano quelle rose nere?
Aveva visitato spesso il
giardino e non aveva mai visto quei fiori. Anzi, ricordava bene che in quel
punto Altessa aveva piantato rose bianche. Ma era anche vero che da un anno sua
sorella non metteva piede nel Regno dei Gioielli insieme a lei…evitava sempre
quel viaggio con qualche scusa. Di cosa aveva paura? Della sua reazione? Di
farla soffrire?
-Rein, posso
entrare.
-Vieni pure,
Mirlo.
-Stai bene?- le domandò con
la sua solita e discreta dolcezza.
-Sì, perdonami se sono
arrivata all'improvviso.
-Non ti preoccupare: sono
felice di ospitarti per tutto il tempo che desideri.
-Grazie, sei una vera
amica.
-È
successo qualcosa con Fine? È strano che tu sia senza di
lei.
-Sinceramente non lo so,
Mirlo. Ultimamente non mi sembra più la stessa persona…ha un segreto che la far
star male ma che non vuole rivelarmi- confessò. –Sono preoccupata e allo stesso
tempo ho paura di scoprire la verità.
-Rein, tu vuoi bene a Fine,
giusto?
-Certo, siamo gemelle e ci
vogliamo molto bene.
-Allora hai già trovato la
risposta: quando vuoi bene a qualcuno non hai scelta, né dubbi. Trovala e
risolvete insieme il problema: sono sicura che non te ne
pentirai.
Rein si specchiò negli occhi
viola della coetanea, intuendo quanto quelle parole fossero vere. Lei e Fine
erano inseparabili: sua sorella non avrebbe mai fatto qualcosa che potesse
ferirla. E soprattutto non si sarebbe mai messa con
Bright.
La
verità doveva essere un'altra. C'era sicuramente una
spiegazione.
Forse non era piacevole o
facile, ma scovarla le avrebbe restituito Fine.
-Hai ragione, devo andare a
cercarla.
***
Passi felpati, furtivi,
sicuri. Una figura di tenebra si muoveva tra le rose nere e studiava le mosse di
Bright.
-Esci allo scoperto e
combatti da uomo- disse il principe, lanciando a terra una spada. –Non mi
piacciono gli avversari che si nascondono.
-Allora dovresti avere in
odio anche il tuo riflesso- rispose il misterioso personaggio, comparendo dalle
tenebre e impugnando l'arma. –Stai sottomettendo Wonder, sei il nemico di tutti,
eppure ti mascheri dietro le apparenze. Fra di noi, quello che si nasconde sei
tu.
Un
sorriso di sfida incurvò le labbra del biondo: quel tipo gli piaceva, doveva
ammetterlo. Aveva quella giusta mescolanza di strafottenza e coraggio che gli
consentiva di rimanere vivo il tempo necessario per un
duello.
La
spade cozzarono l'una contro l'altra…era anche un abile spadaccino. Un vero
peccato doverlo uccidere, ma era impicciato in affari che non lo riguardavano:
quel gioco divertente doveva finire.
-Ti
batti quasi come un principe- commentò. –Però è proprio quel "quasi" a fare la
differenza tra noi.
Stava per lanciare l'assalto
finale, quando i fiori iniziarono lentamente a diventare bianchi: le tenebre
dovevano ritirarsi.
-Proprio sul più bello-
ringhiò Brigth, riponendo la spada e allontanandosi. Fatti pochi passi, si
volse. –Il duello è solo rimandato…chiunque tu sia.
-Da-da-pa- disse Milky, guidando Fine tra i corridoi
deserti. La rossa si guardava attorno, sorpresa da quel silenzio quasi irreale:
era abituata al frenetico caos che animava il Regno Solare e quell'assenza di
suoni e di vita le dava i brividi. Provava sensazioni del genere solo quando si
trovava in compagnia di Bright.
Già, Bright… Infilò una mano
in tasca, estraendone un petalo: era bianco e questo significava che l'amico era
libero dalle tenebre. Almeno per il momento.
Presa dai suoi pensieri,
imboccò il corridoio sbagliato, perdendo di vista Milky e iniziando a muoversi a
caso tra quei cunicoli che le parevano tutti uguali.
-Complimenti, Fine. Solo tu
riesci a perderti anche quando segui qualcuno- borbottò a mezza voce. Se almeno
avesse incontrato una guardia…una cameriera…uno qualsiasi… Era impossibile che
in quel palazzo vivessero solo tre persone! –Cosa ho fatto di
male?!
-No, è stata colpa mia. Mi
sono distratta. Ora prometto di non perdermi.
-Da-da.
-Principessa Milky, c'è
qualche problema?- domandò un uomo, arrivando alle loro spalle. –Oh, voi dovete
essere la principessa Fine: è un onore avervi come ospite. Io sono il ministro
Roman- si presentò con un leggero inchino.
-La
regina Maria è stata così gentile da invitarmi a restare- continuò Fine. C'era
qualcosa di strano nei modi affettati di quel tipo, qualcosa che non la
convinceva: le sembrava solo una facciata per ingannare la
gente.
Era
simile a lei e questo la portava istintivamente a non
fidarsi.
Oppure era una sua
fissazione: costretta ad agire in un mondo di maschere e apparenze, vedeva
l'inganno in ogni persona, anche quando non c'era. Tra un po' sarebbe arrivata a
sospettare persino di Camelot…
-Vi
auguro una buona giornata, principesse.
-Altrettanto- lo congedò la
giovane, attendendo che sparisse dalla sua visuale.
-Da-ca-pa- mormorò seria la
bambina.
-Non piace neanche a me,
Milky- convenne, riprendendo il cammino. –Che tipo è tuo fratello
Shade?
La
piccola cominciò a raccontare con toni entusiasti quanto lui fosse buono,
gentile e coraggioso…e all'altra fu chiara la sua adorazione: quale bambina non
avrebbe amato un fratello che leggeva le favole e giocava con
lei?
Dalla sua descrizione ne
usciva una sorta di supereroe invincibile, come i principi delle storie che
sconfiggevano i draghi e salvavano le donzelle in pericolo. Fine sapeva bene di
dover filtrare quelle informazioni: di certo Shade aveva un punto debole, tutti
lo avevano. Bastava trovarlo e poi…
E
poi Bright lo avrebbe ucciso.
Avvertì chiaramente lo
stomaco contrarsi a quella riflessione: la piccola Milky avrebbe perso il
fratello a cui voleva così bene. E la colpa sarebbe stata sua, della fanciulla
con cui rideva e scherzava in quel momento…e di cui non immaginava l'oscurità e
la corruzione.
***
-Rein, sei sparita senza
nemmeno avvertirci- la rimproverò Toulouse. –Non basta Fine a farci
preoccupare?
-Scusatemi, sono stata
imperdonabile- si giustificò Rein. –Avevo un appuntamento con Mirlo ed ero in
ritardo.
-Va
bene, cara. Eravamo solo in pensiero per te, non volevamo sgridarti. Ormai sei
grande…
-Per caso, Fine è
tornata?
-No, speravamo che tu
sapessi dirci dov'è… Ultimamente non è più la stessa.
Cosa poteva rispondere a sua
madre? Che temeva fosse in un brutto guaio? Non poteva darle una simile
angoscia…
-Sì, me ne sono accorta.
Purtroppo non si confida con me e non ho idea del motivo del suo cambiamento-
replicò, ritirandosi nella sua stanza e prendendo una mappa di Wonder. Sette
regni: poteva escludere il Regno Solare e quello dei Gioielli…ne restavano
cinque. In quale si era nascosta sua sorella?
Bella domanda: se toglieva
il Regno della Goccia da cui era appena rientrata, riduceva a quattro le
possibilità.
-È
nel Regno della Luna- affermò una voce, facendola sussultare. Una voce roca,
venata da un leggero strato di beffarda indifferenza. E, voltandosi, Rein si
accorse che era perfetta per il suo proprietario, il classico ragazzo per cui
perdere la testa.
Indossava dei pantaloni
scuri dentro a degli stivali bianchi, una camicia azzurra, una cravatta gialla e
un soprabito nero; un paio d'occhi cobalto la fissavano severi da sotto la tesa
di un cappello. Pareva il personaggio di un romanzo d'avventura…un bel ladro
misterioso o un affascinante cattivo…
Ma
non incantava Rein: lei aveva sempre preferito i tipi tranquilli, senza segreti.
A Fine, invece, sarebbe piaciuto.
-Chi sei? Come fai a sapere
dov'è Fine? L'hai forse rapita e sei qui per chiedere un
riscatto?
-No, niente di tutto questo.
Voglio semplicemente mettere i bastoni tra le ruote a Bright: tua sorella lavora
per lui, lo aiuta ad assoggettare Wonder.
-È
impossibile…- obbiettò sconvolta. –Loro non…
-Scendi dal mondo dei sogni,
principessa- disse duramente. –Il tuo principe intende governare tutto il
pianeta.
-E
Fine?
-È
il suo braccio destro.
La
ragazza scosse la testa, stringendosi nelle braccia: erano solo menzogne, la
verità era sicuramente un'altra… Non poteva fidarsi delle parole di un
mascalzone.
-Vattene, prima che chiami
le guardie.
-Sei libera di non credermi,
ma il loro bersaglio è il Regno della Luna, l'unico che ancora resiste a Bright-
concluse, uscendo dalla finestra e lasciando Rein in mezzo ai
dubbi.
Nel
frattempo, Fine recitava la sua parte alla perfezione, discutendo con gli
addetti del clima le conseguenze dell'indebolimento della Benedizione del Sole.
Una farsa impeccabile a cui tutti credevano, esattamente come gli altri regni si
erano bevuti le parole sue e di Bright, finendo per cedere e firmare l'alleanza
con il giovane.
Non
avevano capito che, al momento opportuno, colui che era apparso come un
salvatore avrebbe tirato i fili del gioco che aveva tessuto e loro si sarebbero
ritrovati in trappola, prigionieri di un'invisibile ragnatela. Mancava solo il
Regno della Luna, il cui principe costituiva un ostacolo: era lui in sostanza a
gestire e reggere il regno.
-Quindi l'aurora si sta
assottigliando- aggiunse Fine.
-Sì
e questo stravolge il clima del regno, perché non filtra più il sole, facendo
aumentare la temperatura.
-Non c'è un altro modo per
abbassare la temperatura? Qualcosa che possa rinforzare la barriera
dell'aurora?
-Certo. Ridare energia alla
Benedizionedel Sole- spiegò una
voce.
Fine si girò e i suoi occhi
cremisi si scontrarono con due laghi blu.
-Principe Shade, bentornato-
lo salutarono gli addetti del clima.
E
così, finalmente, incontrava il suo obbiettivo. O meglio, quello di
Bright.
-Mi
dispiace non avervi accolto al vostro arrivo…
-Vostra madre mi ha detto
che eravate impegnato. E preferirei che mi deste del tu- replicò
Fine.
-Meglio così. Fai pure
altrettanto- convenne il ragazzo. –Sei qui per la Benedizione del
Sole?
-Sì. Io e mia sorella Rein
stiamo tentando di risolvere il problema, ma non è facile.
-Me
ne rendo conto perfettamente: ci sono giorni in cui sembra tutto una perdita di
tempo- affermò, volgendo gli occhi sull'aurora che stazionava nel cielo del suo
regno. –Ma dobbiamo continuare a fare il possibile- aggiunse, rivolgendo di
nuovo l'attenzione su di lei e porgendole il braccio. –Discuteremo meglio
nell'altra stanza.
La
giovane lo studiò di sottecchi mentre percorrevano i corridoi: non sapeva
spiegarsene la ragione, ma c'era qualcosa in lui che la turbava. Così
tranquillo, pacato, impeccabile…eppure ribolliva un fuoco dietro quegli occhi
tanto calmi…come una corrente impetuosa nascosta dalla superficie del mare
piatto.
O
un fiume in piena che si scontrava con le rigide convenzioni che il ruolo di
principe gli imponeva.
Qualsiasi cosa fosse, era
quello che Bright voleva abbattere. E lei non si sarebbe lasciata ingannare da
quell'aria d'angelo tenebroso: era abituata a smantellare le apparenze, poiché
entrambi sembravano una cosa mentre in realtà erano
tutt'altro.
***
-Lulu! Lulu, sei qui?-
domandò Rein, entrando nella camera della sorella.
-Principessa Rein, avete
bisogno di me?- replicò.
-Sì. Tu sai dov'è
Fine?
-No…io…io non ne ho idea-
balbettò, riprendendo a ordinare la stanza con fare nervoso. Fine le aveva
affidato il suo segreto, facendole giurare di non rivelare niente a nessuno, per
nessun motivo.
Ma
Rein, adesso, voleva la verità: il ragazzo misterioso le aveva raccontato una
versione, però non era sicura potersi fidare. La sua gemella era nei guai, guai
che andavano ben oltre le sue peggiori ipotesi: eppure la conosceva molto bene e
sapeva che non era la sete di potere a muoverla. Bright (sempre che ci fosse
davvero lui a capo di quella follia) doveva aver trovato il modo di ricattarla e
costringerla a collaborare.
-Lulu, ti prego… Se sai
qualcosa…
-Non posso, principessa.
Vostra sorella si fida di me…
-È
nei pasticci, vero?
-Cerca solo di fare la cosa
migliore per tutti- fu l'unica cosa che rivelò.
***
-Prego- le fece strada,
indicandole il divano. –Gradisci una tazza di the?
-Grazie. L'aurora è parte
integrante del Regno della Luna, esatto? Che succederebbe se
scomparisse?
Il
principe ebbe un lieve sussulto che non sfuggì a Fine: doveva studiare ogni
minima cosa anche la più stupida se voleva trovare uno squarcio nella sua
impeccabile maschera.
-L'aurora non è importante
solo per il filtraggio del sole- rispose, sedendosi sulla poltrona. –Ogni
mutamento che avviene…influisce anche sulla salute di mia madre. Nessuno conosce
il motivo di questo legame, ma l'indebolimento della Benedizione e le sue
conseguenze sono un rischio per la sua vita.
La
giovane riportò alla mente l'immagine di quella bellissima donna che l'aveva
accolta, che le era apparsa tanto buona e dolce; lo stomaco le si contrasse di
nuovo: se Bright fosse riuscito nel suo intento, non sarebbe stata l'aurora ad
uccidere la regina Maria. Era inutile: quel compito non le piaceva per niente,
nonostante sapesse di non potersi opporre agli ordini del suo
carceriere.
-E
non esiste una medicina per lei?
-Continuano a studiare una
soluzione, ma per ora non è ancora stata trovata.
-Non posso…c'è in gioco il
futuro di Wonder, ma…questo è troppo meschino anche per me- rifletté la giovane.
Non avrebbe usato la malattia della sovrana per far crollare le difese di Shade.
Era un gesto troppo vile e poi…e poi le piaceva l'amore che sentiva nella voce
del ragazzo quando parlava della madre. La faceva pensare a casa, ai suoi
genitori…alle menzogne con cui li aveva ingannati per tutto l'anno: loro la
credevano ancora una principessa gentile, pura, innocente. Ma la realtà, come
sempre, era diversa.
-Bhe…questo è un nostro
problema, non riguarda la tua missione.
-Da-bida!- li interruppe
Milky, entrando come un razzo e dirigendosi dalla rossa.
-Milky,
cosa…
-Hai ragione, avevo promesso
di passare il pomeriggio con te- ribatté Fine, alzandosi. –E io mantengo sempre
le promesse.
-Tutte le promesse?- domandò
Shade, cogliendola di sorpresa.
-Io…ci provo…- ammise a
disagio. –Se puoi scusarmi…
-Non ce n'è
bisogno.
Le
due principesse si allontanarono, osservate dai suoi occhi cobalto che
abbatterono le barriere della rigida etichetta, liberando uno spirito indomito e
ribelle che non aveva abboccato al gioco di Fine.
Si
avvicinò al muro, premendo un bottone e aprendo un passaggio segreto: Bright
avrebbe dovuto fare di meglio per riuscire ad ucciderlo.
***
La
notte era calata sul palazzo della Luna, ma non tutti dormivano. Fine intendeva
liberarsi di quella missione il più in fretta possibile o rischiava di mandare a
rotoli tutto: nel bene o nel male aveva ancora una sorta di coscienza, anche se
ridotta all'osso e fuori allenamento.
Bright era stato chiaro:
poteva usare qualsiasi mezzo. Passò in punta di piedi davanti alla porta della
camera di Shade, diretta allo studio: come posò la mano sulla maniglia, però, si
ritrovò una lama puntata al collo.
-Io
ti consiglio di rinunciare al tuo piano- suggerì una voce alle sue spalle,
levando l'arma e permettendole di voltarsi.
Un
tipo ben strano si presentò ai suoi occhi sorpresi…lo stesso personaggio che
aveva svelato a Rein dove si trovasse la sorella e che aveva affrontato Bright
in un duello.
-E
tu chi sei?
-Mi
chiamo Eclipse e voglio fermare Bright.
Qualcuno era a conoscenza
del piano del principe?
-Non so di cosa stai
parlando.
-Ovviamente. Non mi
aspettavo che tu lo tradissi. In ogni caso, io so tutto di te e di lui:
riferiscigli che il Regno della Luna non cadrà mai sotto la sua
tirannia.
-Non sarai tu a impedirlo-
ribatté con cupa rassegnazione. –Nessuno può fermarlo, è troppo
potente…
La
sua sicurezza vacillò: perché non aveva il tono fiero di chi credeva nelle
proprie azioni? Aveva forse sbagliato nel giudicarla?
-Io
diventerò il suo incubo- concluse, svanendo nel nulla.
-È
lui il vero incubo…- sussurrò Fine, stringendosi nelle braccia e decidendo di
lasciar perdere le ispezioni.
Non
sapeva che il suo misterioso assalitore la stesse ancora osservando, nascosto
dalle ombre. Shade sollevò la tesa del cappello, svelando un'espressione
assorta: cosa c'era davvero nell'animo di quella ragazza? Ogni volta che era
stato certo di aver compreso chi fosse, rivelava una faccia nuova, come una
pietra dalle mille sfaccettature.
Era
il braccio destro di Bright…o una sua vittima, una pedina di quel gioco che
aveva come premio il dominio di Wonder? Chiunque fosse il principe non ebbe il
tempo di pensarci: un rumore lieve di passi veloci lo distolse dalle sue
riflessioni.
Il
ministro Roman stava lasciando il palazzo… Il ragazzo conosceva i suoi piani, la
malvagità del suo cuore e, soprattutto, la sua alleanza con Bright: quello
stupido credeva di tenere il coltello dalla parte del manico, ma non aveva idea
di quanto si sbagliasse.
-Nemmeno tu salirai al
trono- mormorò.
Hola,
lettori!!
Scusate il
ritardo ma sono presa tra mille impegni e il tempo è
tiranno…
Saruwatari_Asuka:
Ciao, tesoro,
non c'è nessun problema, l'importante è che tu sia arrivata adesso. E comunque
ho pubblicato cinque capitoli insieme per questo non ti sei accorta,
probabilmente. Allora, Bright ormai è chiaro a tutti che lo adoro nella sua
versione cattiva: più bello, con più carattere e senza inutili e insignificanti
problemi. Qui forse è addirittura troppo cattivo con la piccola Fine, costretta
a sottostare al suo gioco cattivo. La sicurezza e la lealtà della principessa
dovrà fare i conti con il risveglio di nuovi sentimenti. Rein…bhe, pensavo di
aver fatto questo personaggio troppo sbiadito, ma il tuo commento mi ha convinto
a continuare su questa rotta e ha cancellato i dubbi. Shade…è il solito Shade:
principe perfetto e impeccabile, ma con una doppia identità. Come vedi ho
scritto anch'io un tema… Spero di risentirti, un bacione.
Nicenena:
Grazie! ^__^
Spero continui a piacerti. Un bacione.
Frvlcu:
Allora, diciamo
che ho giocato un po' sull'età dei personaggi: mi servivano più grandi rispetto
all'anime (quindi Fine e Rein hanno 15-16 anni), ma Milky l'ho mantenuta
piccola, sempre ai fini della storia. Spero di essere stata chiara e che la
storia continui a piacerti. Un bacione.
Faira4ever:
Grazie, cara.
Già, la piccola Fine è sempre presa nel gioco cattivo di Bright (Adoro questo
ragazzo quando è cattivo ^__^). Spero continui a piacerti. Un
bacione.
Heart:Grazie! ^__^ Spero continui a piacerti. Un
bacione.
Rein non aveva chiuso occhio
quella notte, percorrendo ininterrottamente il perimetro della sua stanza,
indecisa sul da farsi.
Sua
sorella era nel Regno della Luna, o almeno questa era l'unica indicazione che
aveva: doveva raggiungerla? Se le aveva mentito forse era per proteggerla.
Forse…
Oppure era davvero
innamorata di Bright e il mondo che aveva sempre creduto di conoscere non era
che un'illusione, una recita costruita per non farla soffrire? Il suo fidanzato
e la sua gemella…
Nel
Regno della Goccia era stato così facile liberarsi dei dubbi, ma una volta
rimesso piede a casa, niente era più stato certo e sicuro.
Bright aveva sempre fatto la
corte a Fine in passato…lei poteva aver ceduto…
-No, non farebbe mai una
cosa del genere a me…- si ripeté per l'ennesima volta. E per l'ennesima volta la
coscienza riportò a galla l'immagine di un bacio tra le rose nere. Sempre che ci
fosse stato solo un bacio…
Perché non sapeva prendere
una decisione definitiva? Prima o poi avrebbe dovuto comunque affrontare la
realtà, non poteva ignorarla per sempre.
-Principessa Rein, è già
sveglia- si stupì Camelot, entrando. Ma, notando il letto intatto, capì d'aver
sbagliato. –Non ha dormito affatto stanotte, vero?
-Sono preoccupata per
Fine.
-Il
vostro rapporto è molto cambiato in quest'ultimo anno: eravate inseparabili da
bambine.
-Purtroppo il tempo passa,
Camelot- mormorò, lasciando che la sua governante le spazzolasse i lunghi
capelli azzurri. –Non so cosa fare… Lulu non scuce una parola, io non ho idea di
chi abbia ragione… Perché è tutto così complicato?
-Perché siete cresciute,
principessa, e il mondo vi mette davanti a scelte più difficili- rispose la
donna. –Vostra sorella ha eretto un muro attorno a sé e non permette a nessuno
di avvicinarsi: si è fatta introversa e triste… Ha avuto un cambiamento troppo
repentino perché sia naturale.
-Ma
ora è una principessa modello- obbiettò Rein, ricordando che, all'ultima festa,
in molti avevano ammirato l'eleganza della rossa.
-È
solo una maschera: la preferivo quand'era spontanea, sincera…quand'era sé
stessa, non una finta immagine di perfezione.
-Tu
credi ci sia un fidanzato, un amore segreto? È quello che pensano mamma e
papà.
-No, non penso. Anche
perché, se così fosse, le consiglierei di lasciare questo ragazzo che le ha
tolto il sorriso e la gioia.
-Camelot, dì ai miei
genitori che sono andata nel Regno dei Gioielli- affermò, con una risolutezza
che la governante non le aveva mai visto.
-Ma, principessa Rein…è
sconveniente che…
-Tornerò vergine come quando
sono partita, te lo prometto.
***
-Da-pa!
-Buongiorno, Milky- la
salutò Fine, raggiungendola per la colazione. –Sei qui da
sola?
-Da-bida-du.
-Mi
dispiace per tua madre…più tardi possiamo andare a farle visita, va
bene?
-Pa!- annuì entusiasta la
bimba, mangiando un dolcetto al cioccolato, subito seguito da una generosa fetta
di torta e altri pasticcini.
La
rossa le sorrise, allungando una mano verso i biscotti e bloccandosi di colpo,
rievocando un passato che spesso pareva lontanissimo: quanto le piacevano i
dolci… Era stata una ragazzina golosa prima di soffocare anche quel lato di
sé.
Ma
con Milky non doveva dimostrare niente, non doveva fingersi qualcuno che non
era… E mangiare quel biscotto le diede una gioia che credeva di non poter più
provare: quella di poter essere sé stessa, anche solo per pochi
minuti.
-E
Shade?
-Ta-da-da.
-Ah, è uscito molto presto.
Quindi siamo solo noi due…cosa vuoi fare?
-Da-pa-bi!- propose,
battendo le manine.
-Ottima idea: esploreremo la
città da cima a fondo!
***
Intanto, nel Palazzo dei
Gioielli, le tenebre erano all'opera…
-Ministro Roman, vi sarò per
sempre riconoscente: voi mi avete concesso questo potere- disse Bright con un
sorriso cattivo.
-Sapevo che eravate la
persona giusta per dominare Wonder.
-Già, ma c'è ancora un
ostacolo sulla mia strada e sento che la lealtà del mio soldatino non è più così
forte- continuò il principe. –Qual è il punto debole di
Shade?
Ben
celato ai loro occhi, l'oggetto della discussione seguiva il dibattito: doveva
scoprire i loro piani e giocare d'anticipo se non voleva che la sua testa
diventasse un soprammobile sulle mensole di Bright.
-Sicuramente farebbe
qualunque cosa per sua madre e sua sorella.
-Sua sorella…se non sbaglio
è poco più di una neonata… Molto interessante…
-Milky…- sussurrò Shade,
abbandonando il nascondiglio il più in fretta possibile: doveva tornare a casa
immediatamente e proteggerla.
-Mi
siete stato di grande aiuto- proseguì il biondo. –Meritate una ricompensa…-
sibilò, mentre una nebbia nera avvolgeva l'uomo.
-Cosa…cosa sta succedendo?!-
esclamò spaventato.
-Ti
do il premio per l'aiuto che mi hai gentilmente concesso…un viaggio di sola
andata per il Vuoto- lo congedò per sempre. –Ed ora occupiamoci della
principessina…
***
Fine e Milky erano sedute su
una panchina a mangiare un gelato: stavano trascorrendo una bellissima giornata,
tra le bancarelle e le previsioni delle indovine. La ragazza riscoprì la
bellezza di una risata sincera, del passare del tempo con un'amica…del vivere
come una sedicenne qualunque.
-Il
tuo regno è davvero splendido- affermò, guardandosi attorno. Superato il primo
impatto della tranquillità e del silenzio, aveva iniziato ad apprezzare quel
velo magico che avvolgeva tutto quanto. Non era un'invenzione dei romanzi: la
luna aveva davvero qualcosa di unico, una magia lieve e discreta. Bastava una
lieve distrazione…e ti rapiva il cuore.
-Da-bidu-da.
-Zucchero filato? Va bene,
ti aspetto qui.
La
bambina si allontanò a bordo della sua stella, diretta ai dolciumi. Ma non ci
arrivò mai: qualcuno sbucò da un vicolo e la afferrò, fuggendo
nell'oscurità.
-Da-da!!- riuscì a urlare la
principessina, mettendo in allarme Fine che corse in quella
direzione.
-Milky!- la chiamò, gettando
occhiate ansiose a destra e a sinistra, finché non notò a terra dei petali neri.
–No… Bright…- balbettò, seguendo quella traccia. Le aveva affidato la
missione…non aveva motivo di impicciarsi…non in quel modo: rapire una bambina
innocente… -Milky!
Anche Shade attraversava il
regno come un razzo in sella alla sua cavalla, spronandola ad andare ancora più
veloce: la sua dolce sorellina era in pericolo…l'aveva lasciata sola con Fine…
Perché si era fidato?
Certo, non pensava che
arrivassero a tanto, ma erano interessati a lui e avrebbe dovuto immaginare che
non si sarebbero fermati davanti a niente pur di
ucciderlo.
Fine si appoggiò ad un muro, riprendendo fiato: i petali
neri erano scomparsi e lei non sapeva più dove cercare la piccola. Aveva
fallito…aveva pagato quel breve momento di normalità…
-Fine, non è da te
arrenderti…
La
giovane sgranò gli occhi, riconoscendo quella voce.
-Bright…lascia andare
Milky.
-Perché? Pare che Shade le
sia molto affezionato…non la trovi un'esca perfetta per
eliminarlo?
-Non puoi usare una
bambina!- esclamò con rabbia.
Le
iridi cremisi del ragazzo si riempirono di cupo sospetto.
-Mi
stai forse dicendo cosa fare, Fine?- domandò con un tono gelido che però non
fece arretrare la rossa.
-Lasciala andare. Ti
consegnerò Shade a modo mio.
Il
principe restò a squadrarla in silenzio, poi scoppiò a ridere, un suono aspro e
malevolo che voleva essere di scherno. Fine non sapeva se fosse più
agghiacciante e pericoloso quand'era di cattivo umore, o quando era esaltato
come in quel momento.
-Tu
ti sei affezionata, non è così? Oh, Fine…credevo avessi compreso che i
sentimenti sono solo una debolezza, ci rendono schiavi.
-Può darsi, ma lei non
centra niente con noi due e con la missione. È solo una bambina: lasciala
andare!
-Stai molto attenta, tesoro:
tu mi appartieni, lo sai. Una mossa sbagliata e Wonder sarà solo un
ricordo.
Fine annuì e Bright alzò una
falda del mantello nero, liberando Milky che volò immediatamente tra le braccia
dell'amica.
-È
tutto finito, non temere- la rassicurò dolcemente, accarezzandole i
capelli.
-Ricordati, Fine: tu sei
mia- ripeté il biondo, scomparendo.
-Come se potessi
dimenticarlo- pensò, stringendo Milky. –Stai bene?
-Da-da-pa…
-Ho
avuto tanta paura anch'io.
-Non toccare la
principessa!- urlò qualcuno, facendola voltare. In fondo alla strada si
stagliava la figura di un ragazzo… Eclipse…
-Da-bidu-da!- ribatté la
bimba, avvicinandosi a lui e iniziando una concitata conversazione che Fine non
udì. A un certo punto Eclipse la guardò, puntandole addosso un paio di freddi
occhi blu, nascosti per metà dalla tesa del cappello: era lo sguardo più gelido
che avesse mai visto, come una porta spalancata su un ghiacciaio. Infine se ne
andò.
-Tu…lo
conosci?
-Pa-da…bida-pa- mentì,
sperando d'essere convincente. Sapeva che dietro quei panni si nascondeva suo
fratello, ma gli aveva giurato di mantenere il segreto.
-Un
amico di Shade… Ora capisco…- disse a mezza voce la principessa. –Torniamo a
casa: abbiamo avuto abbastanza emozioni per oggi.
***
-Bright, sei in
giardino?
-Sì, Altessa. Cosa c'è?-
chiese il principe, rivolgendosi alla sorella. –Hai bisogno di
qualcosa?
-No, sono venuta a dirti che
c'è Rein.
-Rein? Strano, non avevamo
un appuntamento…- mormorò. –Arrivo subito.
L'ultima volta in cui si
erano visti, gli aveva rivelato i suoi timori sulla gemella: secondo lei si era
cacciata in un brutto guaio.
-Forse ha delle novità su
Fine- valutò, percorrendo i corridoi. –Speriamo non sia niente di grave…era così
in ansia per lei…
-Rein, tesoro- la salutò,
entrando nel salotto. –Va tutto bene?
La
fidanzata lo fissò con aria triste: perché era così maledettamente dolce e
premuroso? Le rendeva le cose ancora più complicate.
-Non lo so, Bright- ammise,
scuotendo la testa. –Sono così confusa.
-Si
tratta di Fine?
Rein sussultò nel sentirgli
pronunciare il nome della rossa: era una sua impressione o c'era veramente una
nota di angoscia nella sua voce? Era dunque innamorato? Si soffermò sui suoi
abiti bianchi, su quel viso che credeva di conoscere…qual'era la
verità?
-No, si tratta di noi-
avrebbe voluto rispondere. Ma si limitò a: -Sì, non so quale sia la cosa giusta
da fare.
L'erede al trono dei
Gioielli si sedette al suo fianco, cingendole le spalle con un braccio per farle
coraggio.
-Ti
va di raccontarmi tutto dall'inizio? Sono sicuro che insieme troveremo una
soluzione.
***
Shade, abbandonato il
travestimento di Eclipse, rientrò a palazzo nel tardo pomeriggio dopo aver
risolto alcune questioni che riguardavano il regno. Passò a far visita alla
madre, costretta a letto per colpa dell'aurora e decise di confidarle parte dei
suoi interrogativi.
-Shade, tesoro… Cosa ne è
stato del ministro Roman? Nessuno ha saputo dirmi dove
sia…
-Sembra sparito, mamma. Temo
se ne sia andato: purtroppo da tempo tramava contro il nostro
regno.
-Perché non me ne hai
parlato? Devi sempre fare di testa tua, vero?
-Perdonami, ma non volevo
darti altri pensieri- rispose. –Mamma, tu cosa ne pensi della principessa
Fine?
-Perché questa domanda?- si
incuriosì la regina, osservandolo. Che il suo irruente e introverso primogenito
si interessasse a una ragazza era una novità.
-Così…non c'è un motivo
particolare. Di solito tu sei più brava di me nel giudicare le
persone.
-A
parte il ministro Roman… Bhe, è molto graziosa…- iniziò, facendo apparire un
lieve imbarazzo sul volto del figlio. –Mi sembra una brava giovane, oltre che
una principessa responsabile. Sarei felice di averla per
nuora.
-Mamma!- protestò Shade,
avvampando. –Non voglio sposarla…volevo solo la tua opinione. Ora
riposati.
La
donna gli sorrise, permettendogli di andarsene e continuando a pensare che quei
due formavano davvero una bella coppia.
Il
principe, invece, aveva altro per la mente: doveva controllare sua sorella e
assicurarsi che stesse bene.
Secondo Milky, lei l'aveva
salvata, ma poteva essere tutta una montatura: non sapeva ancora se fidarsi o
meno della principessa del Regno Solare.
Ma,
quando aprì la porta della camera, uno strano calore si diffuse nel suo petto,
cancellando i dubbi: la rossa dormiva sul divano insieme a Milky, probabilmente
vinte dalla stanchezza. Era un'immagine così dolce da abbattere anche la natura
sospettosa del ragazzo.
Stando attento a non fare
rumore, portò la bambina nella sua culla, poi prese delicatamente tra le braccia
Fine. La fanciulla mosse un braccio nel sonno e la manica della sua camicia
scivolò fino al gomito, svelando dei lividi violacei che sorpresero Shade. Erano
opera di Bright?
Avvertì qualcosa di
sconosciuto agitarsi dentro di lui, un misto di rabbia, voglia di proteggerla…e
un sentimento a cui non riusciva a dare un nome.
La
posò sul suo letto, fissandola per alcuni istanti prima di uscire, tormentato e
ancora più confuso.
***
In
un altro palazzo, anche Rein era vittima di una confusione immensa: non aveva
avuto nessun giovamento da quel viaggio e tornava a casa piena di
dubbi…
Bright era stato un tesoro,
l'aveva consolata e ascoltata come il migliore dei fidanzati, consigliandole di
parlare direttamente con Fine.
-Siete gemelle: il vostro
legame vi permetterà di affrontare qualunque difficoltà.
Già, ma che in modo si
poteva chiarire il loro problema? E, soprattutto, che ruolo aveva
Bright?
La risposta era molto più inquietante di quanto potesse
credere e stava svelando la sua ultima mossa.
"Principe Bright"
sussurrò una voce. "Ti ricordi di me? Io ti ho aiutato a realizzare i tuoi
desideri…"
Il
biondo rabbrividì, stringendo una mano all'altezza del cuore, mentre le rose
bianche sulla sua scrivania divenivano nere. Cosa stava accadendogli? Immagini
di fatti che non rammentava lo raggiunsero: era ciò che aveva fatto sotto il
controllo delle tenebre…le bugie, le violenze…Fine…
"Ricordi come ci siamo
conosciuti?"
***
"Bright si specchiò
nell'acqua del lago: si sentiva inutile, un fallimento, sia come principe che
come persona. I suoi genitori iniziavano a parlare di matrimonio e lui non
sapeva proprio cosa rispondere: voleva molto bene a Rein, ma non riusciva a
cancellare Fine dal proprio cuore. Lei però non aveva accettato la sua corte,
malgrado non avesse altri spasimanti e non avesse mai mostrato interesse verso
qualcuno. Non lo aveva voluto, semplicemente, e il giovane si ritrovava ora in
un intrico di bugie che si reggeva in piedi a fatica.
-Principe Bright, non essere
così severo con te stesso.
Il ragazzo si guardò
attorno, cercando il luogo da cui proveniva quella voce: tutto pareva coperto da
una strana nebbia dai riflessi violacei.
-Chi sei? Chi
c'è?
-Tutto ciò che credi di
conoscere sta per cambiare. Pensi di essere una creatura limitata, imbrigliata
in doveri e aspettative, ma non è così: esistono molte vie per coronare i propri
sogni- proseguì. –Puoi governare Wonder e trasformarlo in un mondo di
pace.
-Davvero?
-Naturalmente. So che questo
è uno dei tuoi desideri: io posso aiutarti a farlo diventare realtà. E se sei
convinto che la tua esistenza sia vuota, io ti metterò nelle condizioni di
colmare quel vuoto. Ma…
-Ma?
-C'è un piccolo prezzo da
pagare…niente in confronto a ciò che puoi ottenere. Accetta il mio sostegno e
non dovrai più preoccuparti di nulla…"
***
"È giunto il momento di
pagare, Bright."
Un
grido squarciò il silenzio della sera nel Palazzo dei
Gioielli.
Erano trascorsi due giorni
dal rapimento di Milky, ma le due principesse parevano averlo dimenticato e
trascorrevano insieme moltissimo tempo. Fine si trovava bene in quel castello,
con quelle persone: le stavano restituendo la sua vera personalità. E molto di
più…
-Ciao, Shade- salutò, appena
lui entrò nella stanza.
-Ciao. Sai per caso dove
sono finite mia madre e mia sorella?- chiese, sedendosi di fronte a
lei.
-La
regina Maria ha già fatto colazione ed è ad una riunione, mentre Milky ha
saccheggiato la cucina ed ora è in giro per il palazzo.
Il
principe sorrise, facendo spuntare un tenue rossore sulle guance della ragazza
che distolse confusa lo sguardo: cosa le stava succedendo? C'era forse un
incantesimo tra quelle mura, una magia capace di abbattere le sue
difese?
Stava recuperando ciò che
Bright aveva annullato…ed era pericoloso: era in bilico su un filo e tornare al
passato poteva essere il passo che l'avrebbe fatta precipitare nel
vuoto.
-Hai degli impegni per la
giornata?- domandò Shade.
-No,
perché?
-Vado a controllare la
situazione nel deserto. Vuoi venire con me?
Ecco, quella era la prova
che si era completamente bevuto il cervello, o almeno era questo il pensiero del
giovane: avrebbe dovuto starle alla larga, ma proprio non ci riusciva. Sarebbe
stata la sua fine, ne era certo.
-Davvero? Sicuro che non ti
disturbo?
-Non preoccuparti. Prima,
però, dovrai farti accettare…
***
Intanto, nel Regno Solare,
Rein osservava la mongolfiera del Regno dei Gioielli svanire nel cielo: Bright
era arrivato lì la sera prima, chiudendosi nello studio con i sovrani senza
nemmeno chiedere di lei, come se non esistesse…
Come se non fosse la sua
fidanzata.
La
principessa adesso era decisa: aveva capito che, se voleva davvero risolvere il
problema, doveva partire dalla causa…da Bright, anche se conservava una punta di
scetticismo sul suo coinvolgimento.
-Mamma, papà…avete finito
ora?
-Sì, cara. Il principe
Bright ci ha messo al corrente di un fatto molto grave che riguarda l'intero
pianeta e abbiamo discusso tutta la notte per prendere una decisione- spiegò
Toulouse.
-Di
cosa si tratta?
-Il
principe della Luna sta tramando per ottenere il controllo totale di Wonder e
per impedirlo abbiamo firmato un accordo con gli altri regni. Per questo non ti
abbiamo permesso di andarci.
-Questo significa…- iniziò
la fanciulla, intuendo il seguito, seppur con un brivido d'apprensione.
-…guerra.
-Purtorppo sì. Se il Regno
della Luna farà un passo falso, tutti gli eserciti lo attaccheranno- confermò il
re.
Rein stava per ribattere,
non riconoscendo più suo padre, quando notò un vaso di fiori sulla scrivania. Un
vaso di rose nere.
-E
queste?- mormorò.
-Le
ha portate Bright direttamente dal suo giardino.
Il
colore abbandonò il viso di Rein: era tutto vero…era il suo fidanzato l'artefice
di quel gioco cattivo che iniziava a svelare il suo scopo
finale…
***
-Ti
presento Regina, la mia cavalla- disse Shade, mostrandole un dinosauro grigio
già sellato e pronto a partire.
-È
bellissima- commentò Fine, cercando di accarezzarla. Ma l'animale si ritrasse,
guardandola di traverso e sbuffando contrariata. –Non credo di esserle
simpatica…
-Fa
così perché non ti conosce: è diffidente con gli estranei- replicò il ragazzo,
prendendole la mano nella sua e posandola sul muso di Regina che, stavolta, non
si ritrasse.
La
rossa avvertì il cuore martellarle nelle orecchie ad un ritmo serrato, talmente
forte che era certa potesse sentirlo anche il principe. Perché bastava che le si
avvicinasse per farle perdere il controllo? Non domava più i suoi pensieri, le
sue azioni…la sua recita si inceppava, quasi avesse scordato le
battute.
-Ora non ti darà problemi-
affermò lui, lasciandola forse troppo velocemente. Stava sbagliando, se ne
rendeva conto, non avrebbe dovuto invitarla, ma il suo cervello sembrava essersi
preso una lunga vacanza.
La
aiutò a montare in sella, sistemandosi alle sue spalle e impugnando le
redini…anche se erano le redini dei suoi sentimenti che avrebbe dovuto tenere
salde.
Il
deserto si estendeva di fronte a loro e la ragazza si abituò ben presto
all'andatura dell'animale, godendosi il viaggio: era tutto magnifico in quel
regno…o così le appariva tra le braccia di Shade. Le trasmetteva sicurezza,
faceva sorgere pensieri che mai avrebbe accarezzato una settimana prima. Il
pensiero di poter rimanere così per sempre, vicino a lui, al suo calore, al suo
profumo…
La
fragranza delle rose era lontana, troppo lontana perché fosse più di un vago
ricordo.
Improvvisamente il cuore del
giovane accelerò e lei si accorse di avergli posato la testa sul petto,
trasportata da una strana forma di incoscienza; si ritrasse di scatto,
arrossendo come un pomodoro maturo.
-Quelle sono le rovine
Monmon, vero?- domandò, per scacciare l'imbarazzo.
-Sì, una volta all'anno il
golem si sveglia e realizza un desiderio. È di buon auspicio per il
regno…
-Allora devi vedere il lago
stella- decretò Shade. –Per alcuni è la cosa più bella che
abbiamo.
-E
per te?
-È
il mio regno e non ho preferenze. Anche se il lago ha il suo fascino, lo
ammetto.
***
-Brava, Fine. Stai eseguendo
tutto secondo il piano- valutò Bright dal suo nuovo
castello.
Aveva apportato delle
piccole modifiche estetiche: ora non era più un semplice palazzo, ma il fulcro
del suo sogno.
Lo
sciocco ragazzino di cui si era impossessato desiderava la felicità dei suoi
sudditi, la gioia… Tutte stupidaggini: la fine era l'unica cosa che meritava
quel pianeta. Grace si era illusa di aver vinto le tenebre, confinandole in un
angolo sperduto dell'universo…ma il buio era tornato ed ora sedeva in cima a
quel mondo che presto avrebbe raso al suolo.
Il
Palazzo dei Gioielli era diventato oscuro come il suo cuore (sempre che ne
avesse uno), freddo, inospitale, nero: gli apparteneva e gli si
addiceva.
Si
era sbarazzato dei suoi abitanti, gettando gli orgogliosi sovrani del regno e la
loro superba figlia nelle celle dei sotterranei, aveva assoggettato la
popolazione, costringendo tutti ad ubbidirgli e, cosa più importante,
controllava le menti dei reali di Wonder.
Doveva solo sistemare
quell'ultima faccenda…
-Non deludermi- ordinò ad un
cavaliere d'ombra.
***
-Siamo arrivati- annunciò
Shade, smontando imitato da Fine. –Ecco il vanto del nostro regno: il lago
stella.
-È
stupendo…- replicò la principessa, ammirando il riflesso delle stelle
dell'aurora. –Avevi ragione: questo spettacolo da solo vale un viaggio nel Regno
della Luna.
-Durante la primavera delle
stelle arriva gente da ogni parte di Wonder per ricevere una previsione sul
futuro.
-Una
previsione?
-Già. Secondo alcuni, se
vedi passare una stella dopo aver ripetuto per tre volte il nome della persona
che ami, significa che siete destinati a stare insieme- spiegò, con un tono che
vacillava tra l'annoiato e lo scettico.
-È
molto romantico- mormorò la giovane. Chissà cosa sarebbe successo se avesse
pronunciato il nome di Shade… Probabilmente niente. –E tu, sei mai stato qui per
conoscere il futuro?
-No. È raro che venga in
questo posto…e non ho nulla da chiedere alle stelle.
Fine non ribatté, avvertendo
qualcosa di strano nell'aria, di stonato: la brezza leggera che sollevava la
sabbia e le muoveva i capelli, portava con sé un profumo noto. Un profumo di
rose.
E
dove c'erano le rose…c'era anche lui…
La
rossa si volse, cogliendo una figura oscura e una balestra puntata al cuore di
Shade. Il suo corpo si mosse da solo.
-Giù!- urlò, gettando il
principe a terra.
La
freccia diretta a lui si conficcò nel fianco di Regina, che lanciò un grido di
dolore mentre l'emissario di Bright, fallito l'obbiettivo, svaniva nel
nulla.
-Regina!- esclamò Shade,
cercando di calmarla. La ferita non sembrava seria, ma doveva riportarla subito
a palazzo. –Buona…buona… Riesci a camminare?
-È
grave?- chiese Fine, vedendo la sua agitazione.
-Spero di no- rispose
bruscamente, incamminandosi verso la reggia.
***
-Fine…questa è stata una
mossa molto stupida- commentò Bright.
Hola!! Rieccomi
qui con questa storia molto tormentata!
Saruwatari_Asuka:
Bright è sempre
un personaggio ambiguo nelle mie storie…la verità è che mi piace maltrattarlo!
Poi ora che sto apprezzando le FinexBright, il livello di depressione delle mie
storie è sceso ancora. Ma veniamo al capitolo…allora, Shade non sa più cosa
provare e Fine non vorrebbe sentire niente nei suoi confronti, perché sa che
Bright gliela farà pagare a caro prezzo. La regina Maria è stata mitica XD! Rein
ha finalmente deciso di scendere dalle nuvole e dai castelli in aria e di vedere
il suo fidanzato per il mostro che è (non sono mai buona con lei, mi dispiace).
Ti ringrazio per esserci sempre puntuale a commentare. Per quanto riguarda "Gems
of you"…bho, potrebbe avere un seguito…oppure potrebbe restare così, dipende
dall'ispirazione. In ogni caso, sì, Fine crede di salvare tutto con la decisione
di lasciare Bright di cui è innamorata (non è solo un'attrazione carnale) per il
bene di sua sorella e di Shade, ma in realtà è una decisione che spezza il cuore
a tutti e l'unico ad aver ragione è proprio Bright, che avrebbe voluto rendere
pubblico ciò che provava e che è convinto che a Shade non basterà il bene di
Fine. In conclusione di questo tema, come sempre tu riesci a dire perfettamente
il concetto contenuto nelle mie storie, sei unica. Un
bacione!
Heart:
Grazie!
^__^
Frvlcu:
Grazie! ^__^ Mi
fa piacere che continui ad interessarti.
Midnight rose:
Questo nick non
mi è nuovo…dobbiamo esserci incontrate per qualche altra storia… U_U In ogni
caso, grazie per i complimenti: Fine saprà ritrovare coraggio, non preoccuparti.
Il coraggio più importante: quello di amare. ^__^
Poi, grazie a
chi legge, a chi ha messo la storia tra i preferiti e a chi continua
pazientemente a sopportare i miei deliri.
Fine si diresse nella sua stanza, dopo aver lasciato Shade
nella stalla: il ragazzo non le aveva rivolto la parola per tutto il viaggio,
lasciandola a riflettere su quanto era accaduto.
Aveva complicato tutto
salvandogli la vita: Bright voleva ucciderlo e lei era lì per dargliene
l'opportunità…era stata ad un passo dalla meta, dall'ottenere forse la libertà…
E l'istinto l'aveva obbligata a proteggere il principe della
Luna.
Il
suo carceriere non doveva essere affatto contento di quella bravata e, a
conferma di quel pensiero, trovò una rosa nera posata sul cuscino del letto. Le
rammentava che aveva in mano il destino di Wonder, che lei gli apparteneva…e che
aveva tutto da perdere a disubbidirgli.
Bhe, non aveva bisogno di
rinnovare il ricordo: il patto che li legava era come tatuato sulla sua
pelle.
-Va
al diavolo, Bright- imprecò, gettando il fiore nel cestino con un gesto
furente.
***
Il
Palazzo dei Gioielli era irriconoscibile: lo sfavillante castello era stato
trasformato in una mostruosità, un groviglio di lame, rostri, bordi taglienti e
pezzi di cristallo contorti in modo grottesco. Uno scuro orrore di punte
acuminate, spirali, zanne, vortici e punte frastagliate, attorcigliate, fuse le
une nelle altre.
Metteva i brividi solo a
guardarlo, quasi che quella costruzione trasmettesse la malvagità che abitava
all'interno.
Rein tremò, camminando sul
lucidissimo pavimento in marmo nero, in cui poteva specchiarsi e ricevere
un'oscura immagine di sé. Bright aveva creato quell'incubo…chi l'avrebbe
accolta, in quello che pareva in tutto e per tutto l'anticamera dell'Inferno?
Non era il tipo che si spaventava facilmente, però non riusciva a smettere di
guardarsi freneticamente attorno, come se si aspettasse che un mostro saltasse
fuori per aggredirla.
-Chi va là?- domandò la
guardia all'ingresso della sala del trono. Non la riconosceva? Cosa era successo
a quell'uomo che avrebbe dovuto sapere perfettamente chi
era?
-S…sono…sono la principessa
Rein del Regno Solare. Vor…vorrei parlare con il principe
Bright…
Il
soldato scostò la lancia, permettendole di entrare. Lui era lì, seduto su un
immane e ancestrale scranno che sembrava formato da fauci fameliche in attesa di
chiudersi su una vittima.
-Bright, che significa? Io
non ti riconosco più!- lo affrontò immediatamente.
-Piccola e delicata Rein…
Sei così ingenua- affermò con un sorriso annoiato. –Perché non ti sei
precipitata nel Regno della Luna quando ancora potevi farlo? Perché non sei
andata dalla tua sorellina invece di esitare? Non volevi ammettere l'idea che il
tuo amato fosse una persona malvagia, o che intrattenesse una relazione con
Fine, vero? Mi dispiace, ma hai commesso un grave errore venendo qui. Guardie,
catturatela!
La
ragazza non ebbe il tempo di reagire e venne afferrata da due uomini che la
trascinarono fuori, indugiando solo per permettere al loro principe di
dirle:
-Se
Fine è precipitata nelle tenebre, è anche per colpa tua.
***
-Regina
Maria.
La
donna alzò la testa dai fogli che stava leggendo, facendole cenno di
avvicinarsi.
-Ho
saputo quello che vi è capitato stamattina: tu stai bene?
-Sì, io e Shade non ci siamo
fatti nulla- le assicurò. In realtà non era quello il motivo che l'aveva portata
lì: aveva bisogno di parlare con qualcuno o sarebbe impazzita. Lei, la
principessa più falsa e doppiogiochista di Wonder, stranamente, non sapeva
spiegarsi quello che le stava accadendo.
-Cosa ti preoccupa, cara?
C'è un'ombra scura nei tuoi occhi.
-Si
è mai sentita in trappola?
-In
che senso?
-Gli eventi si susseguono
intorno a me ed io non ho alcun potere su di loro, sono come una pedina che
viene sballottata da una parte all'altra del tavolo da gioco o una barchetta in
mezzo alla tempesta- raccontò, con una sincerità che le era estranea. –E quando
posso fare qualcosa per gestire il tutto, ho paura delle mie decisioni e delle
conseguenze che potrebbero avere.
La
regina Maria la fissò attentamente: c'era qualcosa di terribile celato in Fine,
qualcosa che lottava contro il suo animo buono e che le provocava una grande
sofferenza.
-Una sovrana ha la
responsabilità del suo popolo e si trova a fare scelte da cui dipendono molte
persone. Ma mi sono accorta che è più facile gestire un regno che i sentimenti:
prendere decisioni su quelli è la cosa più difficile.
Sì,
lei aveva paura che venisse fatto del male ai suoi cari e sapeva che sarebbe
accaduto, qualsiasi strada avesse scelto.
-E
quando nemmeno il cuore sa da che parte andare?
-A
volte ti devi lasciar spingere dalle onde e aspettare che siano gli eventi a
darti una direzione.
Lasciarsi trasportare…
Sembrava così bello… Così normale…
-Così semplice- pensò,
avviandosi verso la sua stanza e passando davanti alla camera del principe: era
già calata la sera e lui non era ancora uscito dalla stalla. –Forse potrei
provare a seguire il consiglio…
Shade si era addormentato
accanto a Regina, sopraffatto dalla stanchezza e dalla preoccupazione per la
sorte della sua cavalla. Fine lo coprì con la coperta, restando a guardarlo e
provando di nuovo quell'intenso calore nel petto che faceva cadere la maschera
abilmente costruita in un anno di "prigionia". Arrossiva, sorrideva…non c'erano
più convenzioni e apparenze.
Non
sapeva se fosse un bene o un male. In verità non le
importava.
-Come stai, Regina?-
sussurrò, accarezzandola. –Scusami…è stata solo colpa mia.
L'animale sollevò il muso,
leccandole una guancia: aveva salvato il suo padrone, non doveva scusarsi di
nulla. E poi, non era cattiva come credeva…aveva tanta bontà nascosta nel
profondo del cuore.
-Cosa ci fai qui?- esclamò
Shade, sollevandosi di scatto. Dopo quanto era accaduto, aveva capito di non
potersi permettere nessuna distrazione se voleva restare vivo. Troppo spesso
aveva dimenticato chi fosse davvero Fine.
-Ti
ho portato una coperta- rispose, colpita da quel tono ostile. –Ti eri
addormentato.
-Ah…bhe…grazie…- ribatté,
preso alla sprovvista. Come faceva ad incantarlo in quel modo? Erano quegli
occhi, in cui era contenuto un dolore indicibile? O quel raro sorriso sincero,
che gli era entrato dentro come la lama di un pugnale?
Qualunque cosa fosse, non
gli lasciava possibilità di scampo.
-Come
sta?
-Meglio, ma preferisco
restare qui stanotte, per sicurezza. Fine…io…non ti ho ancora ringraziato per
avermi salvato la vita…
-Oh…è stato…solo un caso-
affermò, abbassando lo sguardo. Purtroppo, era la realtà.
-Sì…lo immagino- mormorò,
sorprendendola. Quel ragazzo era strano: a volte aveva l'impressione che
conoscesse tuta la verità su di lei e su Bright.
-Allora, io vado.
Buonanotte…- lo salutò. Regina però l'afferrò per una manica,
trattenendola.
-A
quanto pare, vuole che tu resti. Siete diventate amiche- disse il giovane,
facendola sedere accanto a sé e passandole un braccio attorno alle spalle per
avvolgerla nella coperta. Era folle e suicida, ma non poteva farci niente: il
cuore comandava le sue azioni. Avrebbe dovuto dirigere il gioco, smascherarla e
salvare Wonder.
Non
aveva tenuto conto dell'imprevisto.
Proprio come Fine, le cui
ultime difese crollavano di fronte al risveglio di quei nuovi sentimenti: la
minaccia di Bright si allontanava velocemente, quasi non fosse mai esistita,
perché l'abbraccio di Shade era un porto sicuro in cui abbandonarsi e scordare
il resto.
Si
erano innamorati, malgrado tutto fosse contro di loro…e questo poteva modificare
radicalmente l'esito della partita.
Salve. Sono depressa: il ritorno di Bright mi rende molto
triste… Dov'è il mio amato Dark Bright, il mio solo ed unico amore??? ç__ç Non
capirò mai questa mania di redimere i cattivi…
Va bhe, passiamo a rispondere ai commenti…
Midnight rose: Ultima o prima l'importante è
esserci. Allora, grazie per i tuoi complimenti. Fine e Shade si avvicinano
sempre di più l'uno all'altra: è inutile, quando ci si mette l'amore bisogna
arrendersi. Rein…bhe, io sono sempre cattiva con lei, ma sì, avrà anche lei un
po' di felicità, non preoccuparti. Grazie mille ^__^ Un bacione.
Saruwatari_Asuka: Mi dispiace deluderti questa
volta, ma Regina non ha fatto proprio niente a parte beccarsi una freccia. Per i
sovrani del Regno dei Gioielli non è che mi dispiaccia più di tanto…sono
talmente superbi che qualche giorno in prigione non potrà fargli che bene.
L'amore? Sì, naturalmente…ma non sarà rosa e fiori finché non arriverà la parola
fine. Per quanto riguarda Rein, bhe, anche lei non se la passa bene, come hai
potuto leggere. Cosa succederà adesso? ^__^ Grazie mille e un bacione.
Il sole picchiava inclemente sul viso di Shade,
strappandolo con prepotenza al mondo dei sogni per gettarlo nella realtà. Si
stropicciò gli occhi e qualcosa si mosse accanto a lui: uno sbadiglio lo avvisò
che anche Fine si stava svegliando.
Alla fine si erano
addormentati sulla paglia, abbracciati l'uno all'altra, dimentichi del mondo che
li attendeva fuori da quel luogo.
-Da-da!- esclamò una
voce.
-Milky!- la riconobbero
entrambi, tirandosi a sedere.
-Da-bidu-pa!- trillò la
bambina, battendo le manine. Era da un po' che li stava osservando e li trovava
molto carini.
-Noi non siamo innamorati!-
ribatterono vivacemente, arrossendo.
-Da-bidu-pa!- ripeté la
piccola, allontanandosi e facendo calare un gigantesco imbarazzo tra i
due.
-È…è meglio che vada…-
mormorò Fine.
-Sì- convenne
Shade.
Un
solo sguardo…e in un istante le labbra del principe furono su quelle della
giovane, in un bacio delicato che aveva la freschezza della sincerità. Un gesto
talmente spontaneo e naturale da sconvolgerli: quando si separarono, infatti,
presero strade diverse, senza rivolgersi la parola.
Fine arrivò alla sua stanza
con un sorriso lieve dipinto sul viso, come una bambina all'approssimarsi di una
festa. Un sorriso che purtroppo morì sul nascere nell'accorgersi della presenza
di un ospite.
-Bright…- pronunciò
spaventata. –Che cosa vuoi?
-È
semplice: riportare il mio soldatino prediletto sulla retta via. Cosa ti prende,
Fine? Non vorrai farmi credere che hai perso la testa per Shade…- ringhiò,
afferrandole i polsi e sbattendola al muro.
-È
stato solo l'istinto…non si ripeterà, te lo giuro…
Il
biondo si soffermò sui suoi occhi, fissandoli intensamente e leggendovi la
paura. Poi la baciò con prepotenza, cancellando la dolcezza del bacio di Shade,
quasi a ricordarle che non le era permessa un'esistenza normale o un semplice
attimo di serenità. Lei era sua e di nessun altro.
-Me
lo auguro per te, Fine. O Wonder sarà condannato- sussurrò, svanendo in un
turbine di petali neri.
La
principessa scivolò lungo la parete, sedendosi a terra: fosse stata la
protagonista di una favola, ora sarebbe apparsa la sua fata madrina per aiutarla
e tirarla fuori dai guai. Ma le storie non erano reali, erano solo dei bei
racconti che la gente aveva creato per fuggire al mondo duro che vivevano ogni
giorno. Perché credere che esistesse una realtà diversa spesso era l'unica
speranza rimasta.
Le
storie si facevano beffe della vita vera.
***
Non
aveva più lacrime: Rein le aveva esaurite tutte. E piangere non avrebbe risolto
la situazione.
Bright aveva ragione: era
stata sciocca ad aspettare tanto prima di agire, a permettere che dei dubbi le
impedissero di scoprire la verità su Fine. Ma di una cosa era sicura: sua
sorella non era precipitata nelle tenebre. Forse aveva perso la sua gioia di
vivere e la sua allegria, però non sarebbe mai diventata
malvagia.
Alla fine, in qualche modo,
la luce avrebbe diradato l'oscurità…aveva bisogno di crederci e sperare. Sì,
tutto sarebbe finito bene, come nelle favole. Il buio doveva
passare…
-Fine…perdonami…- sussurrò,
alzando lo sguardo al soffitto.
***
-Da-bida!
-Milky, dove vai?- domandò
Fine, inseguendola. Aveva passato tutto il giorno in compagnia della
principessina, ma il fantasma di Bright era ancora vivo e
presente.
-Da-pa-du- continuò la
piccola, volteggiando verso la camera di Shade.
-L'ora della storia?-
tradusse, pur non capendo cosa significasse.
-Sempre puntuale, sorellina-
la accolse il principe. –Cosa vuoi che ti legga stasera?
-Ecco perché correva-
commentò la rossa, appoggiandosi allo stipite. Milky era una bambina, era
normale che le piacessero le fiabe… Shade le rivolse solo un sorriso, prendendo
in braccio la sorella e iniziando a leggere il libro che aveva scelto. Non ci
volle molto perché la sorella si addormentasse: il ragazzo la portò nella sua
stanza, rimboccandole le coperte e tornando poi da Fine, trovandola impegnata ad
osservare i titoli dei libri sulle sue mensole. La maggior parte erano i
racconti preferiti di Milky…
Non
sembrava provare niente per quello che era accaduto quel mattino… Ma cosa si
aspettava da lei, in fondo?
-È
bello avere la sua età- disse, dandogli le spalle e sfiorando le lettere sulle
copertine. –Riesci ancora a credere a queste storie, ai principi che con le loro
spade brillanti uccidono i draghi e salvano le donzelle… Sono belle le favole
quando hai ancora l'innocenza per crederci, quando il mondo non si è ancora
rivelato per ciò che è…quando hai paura solo dei lupi nei
boschi…
Si
fermò un attimo, pensando a come fossero crollate in fretta le sue illusioni di
ragazzina.
-Dopo scopri che sono altre
le cose di cui avere paura, che non ci sono cacciatori pronti a salvarti… Il
principe si stanca, il drago distrugge il castello e la donzella deve cavarsela
da sola. Nella vita vera non esistono eroi, solo mostri.
-È
la tua storia?- chiese Shade, posandole una mano sulla spalla e facendola
voltare.
-Forse…- riuscì solo a
mormorare, prima che lui la baciasse.
Cos'era accaduto tra loro?
Quando il gioco di ruoli li aveva catturati al punto da cancellare ogni
distanza?
La
preda e il cacciatore: non era più chiaro chi fosse uno e chi l'altro…chi
inseguiva e chi veniva preso.
Fine non controllava più
nulla: il bacio di Shade non aveva niente del contatto violento a cui l'aveva
abituata Bright. Conteneva tanta passione da scaldarle il cuore e accenderlo
come un falò, accelerandone il battito. Possibile esistesse davvero un amore che
non fosse distruttivo, che non spezzasse la sua anima, facendola a brandelli? Un
amore da romanzo e non un amplesso vuoto e macchiato di
sangue?
Le
pareva un'utopia, eppure la mano di lui sulla schiena era un tocco delicato e
ciò che provava era un desiderio che cresceva in entrambi ad ogni attimo che
trascorrevano insieme.
Il
principe non era meno confuso: il cervello tentava disperatamente di convincerlo
a smettere, ad allontanarsi da lei…ma il cuore era sordo agli avvertimenti. Il
cuore lo guidava verso quella che la mente definiva una follia…una bellissima
follia…come stare sull'orlo di un burrone e bramare la caduta. Le slacciò
l'abito, lasciandolo cadere a terra e rimanendo un istante ad ammirare il suo
corpo nudo, coperto solo dalla biancheria intima, segnato da lividi più o meno
violacei. Non immaginava che Bright potesse arrivare a tanto…o che la giovane
subisse tutto questo solo per sete di potere. Forse era una semplice vittima,
incastrata in un gioco da cui non poteva uscire.
La
attirò a sé, scendendo a baciarla lungo il collo e le
spalle.
Ben
presto gli ultimi indumenti finirono a fare da tappeto sul pavimento della
stanza: i baci di Shade non le davano tregua, causandole dei brividi che mai
aveva provato prima. Le sue carezze la facevano sentire tranquilla e amata, come
se quel "noi" che aveva ritenuto un'illusione potesse diventare realtà. Cercò le
mani del ragazzo in quella frenesia che divorava ogni cosa, annullando il tempo
e i doveri che il mondo esterno imponeva loro, lontani dai ruoli che fino a quel
momento avevano interpretato.
Fine lo accolse dentro di
sé, rendendosi conto che con lui era tutto diverso, non solo i preliminari. Non
c'era violenza o ossessività: Shade si muoveva in lei con dolcezza e
attenzione…e nel suo sguardo c'era qualcosa, oltre al desiderio, che la
principessa non sapeva descrivere.
Era
semplicemente amore, ma doveva ancora scoprirlo.
Chiuse gli occhi,
abbracciandolo, due creature fuse e avide di possedersi che si stringevano in un
susseguirsi di movimenti e di piccoli gesti; la loro pelle era tempestata di
gocce di sudore che alla luce della luna parevano stelle sparse sui loro
corpi.
L'apice giunse sul finire di
quella lunga notte d'amore e crollarono l'uno tra le braccia dell'altra, in un
abbraccio colmo di sentimenti.
La luce della luna entrava delicata nella camera del suo
principe, discreta come se si muovesse in punta di piedi. Era padrona di casa in
quel regno ma, nonostante questo, non si mostrava mai invadente e curiosa, non
dirompeva nelle stanze con la prepotenza e la vivacità del sole. Si posava lieve
su oggetti e persone, morbida quanto una farfalla, donando a tutti la sua magica
atmosfera.
E
Fine la osservava scivolare sulla pelle di Shade, rendendolo ancora più
bello.
Cosa fosse successo quella
notte restava un mistero che non voleva svelare: in fondo al buio della sua vita
aveva intravisto un barlume di serenità, una pace che mai avrebbe pensato di
poter provare. Forse la bellezza di quel momento sarebbe durata un attimo, un
attimo soltanto, ma la principessa era certa che quel tempo valesse quanto
un'intera esistenza.
Eppure non capiva le sue
azioni, perché lui e lui soltanto le facesse quell'effetto. Reagiva
come…come…come se si fosse innamorata…
La
profonda verità di quella risposta la colpì tanto da toglierle il respiro:
innamorata…poteva succedere anche a lei, quindi? Anche ad un'anima lacera e
corrotta come la sua? Non aveva mai donato a nessuno il suo cuore, crogiolandosi
nel pensiero di preservarlo per un unico amore. Poi era giunta l'oscurità e Fine
aveva accantonato ogni romanticismo, soffocandolo dietro l'ipocrisia e la
menzogna, l'inganno e l'apparenza, arrivando a credere che il suo cuore fosse
morto, schiacciato dal mondo che era costretta a frequentare. Invece era vivo e
gliene stava dando prova.
Era
qualcosa di enorme, di terribile…ma anche qualcosa di dolce: un sentimento
nuovo, bello e pericoloso.
Qualcosa di fragile che si
scontrò brutalmente con la realtà. Una realtà che profumava di
rose.
-Bright…- sussurrò,
alzandosi e vestendosi velocemente, continuando a guardarsi intorno. Uno dei
suoi tirapiedi si stava avvicinando per uccidere Shade…
E
lei…lei lasciò che fosse l'istinto ad agire…
Si
volse di scatto, saltando addosso all'assassino, uno dei cavalieri d'ombra: gli
strinse il braccio attorno al collo, finché la creatura non svanì in una pioggia
di petali neri.
-Fine…- mormorò Shade,
incredulo. Gli aveva salvato di nuovo la vita, lei che avrebbe dovuto essere la
sua condanna.
Perché? Possibile che
provasse ciò che sentiva lui, che la sua passione fosse vera e non un'altra
finzione?
M
ala ragazza non lo stava ascoltando e crollò sulle ginocchia, serrando i petali
tra le dita.
-Che cosa ho fatto?- disse.
Passata la magia della notte con il principe, la potenza delle minacce di Bright
la travolse come una tempesta, facendola scoppiare in lacrime. Per amore aveva
condannato il suo pianeta alla distruzione.
"Hai fatto la tua scelta,
piccola Fine" la raggiunse la voce del biondo. "Spero tu sia pronta a
pagarne le conseguenze."
-Fine…
Sentì a malapena i richiami
del giovane, le sue braccia che la avvolgevano. Aveva fatto una scelta…e aveva
sacrificato il mondo.
-Bright…non farlo, ti
scongiuro…- singhiozzò.
-Fine, che ti
succede?
-Bright…lui distruggerà
Wonder…- balbettò, guardandolo in faccia. –Ed è solo colpa mia… Gli ho impedito
di ucciderti…
Il
dolore contenuto in quei rubini era come un coltello che gli straziava il cuore:
l'abbracciò di slancio, tenendola contro il petto…un corpo esile, scosso dai
singhiozzi, tormentato da una responsabilità troppo
grande…
-Lo
fermeremo, te lo giuro- promise, ancor prima di rendersene
conto.
-In
che modo? Lui è spietato…ma non è colpa di Bright…
-Che
significa?
-È
cominciato tutto un anno fa…- iniziò, raccontandogli la sua
storia.
***
-Fine…- pronunciò Bright nel
suo palazzo di tenebra. Avvertiva un dolore sordo stringergli la bocca dello
stomaco, una sensazione che non aveva ragione d'esserci, non in chi aveva
annullato i sentimenti.
Ma
c'era ancora del buono in lui, una metà luminosa che, nonostante gli sforzi, non
era morta e brillava, rosa bianca in una distesa di rose
nere.
Una
parte di luce che splendeva anche se ogni speranza di riemergere si spegneva di
fronte a lui: era solo, completamente. Non c'era più nessuno al suo fianco,
nessuno gli avrebbe teso una mano per salvarlo. Forse non c'era più niente da
salvare e quella sensazione era solo gelosia.
Fine aveva sfidato il suo
potere per proteggere Shade…si era innamorata.
Lei, che doveva essere solo
sua.
-Pagherai a caro prezzo,
Fine- ringhiò, spezzando il gambo della rosa che teneva in
mano.
Il
ragazzo strinse la giacca all'altezza del cuore: di nuovo quell'intromissione,
quel principe smidollato che tentava di avere la meglio sulla forza che lo aveva
ottenebrato. Aveva ottenuto ciò che desiderava, aveva il mondo ai suoi piedi.
Non nel modo che aveva immaginato ma, come gli era stato detto, esistevano molte
vie per realizzare i propri sogni.
-Non hai niente di cui
lamentarti: ho tenuto fede al patto e ora devi pagare il prezzo del mio
aiuto.
"La distruzione di
Wonder? Avevi detto che era una piccola cosa…"
-No, mi hai ceduto il tuo corpo e hai avuto la ragazza che
amavi, il controllo su Wonder. Adesso il prezzo è la mia vendetta verso questo
pianeta.
***
-E
così sono venuta qui: dovevo dargli l'occasione per ucciderti- terminò
Fine.
Shade era in silenzio:
l'aveva ascoltata attentamente, ricomponendo un puzzle terribile fatto di
ricatti, sbagli e sofferenza, una storia amara che nessuno avrebbe mai dovuto
vivere. Che faceva perdere la fiducia negli altri.
-Perché glielo hai impedito?
Una volta che Bright avesse ottenuto il trono di Wonder tu forse saresti stata
libera dalle sue minacce.
-Forse…- ripeté, quasi
avesse cancellato il significato della parola "libertà". –Non so perché ti ho
salvato…non ho ancora le idee chiare- confessò. –Per ora non c'è finale alla mia
storia. Sei vivo: temo dovrai accontentarti di questo.
Il
principe annuì, evitando di insistere: non era il momento per domande di quel
tipo. Avevano un mondo da salvare.
-Cosa hai intenzione di
fare?
-Non ho molto da
perdere…posso provare a far ragionare Bright- rispose la principessa. –Nella
peggiore delle ipotesi sarò liberà per sempre.
-Vengo con te- decretò
lui.
-Shade…non…
-Ha
tentato di uccidermi e ha rapito mia sorella: non intendo fargliela passare
liscia. Vado a preparare la mongolfiera.
Rimasta sola, Fine guardò i
petali sul pavimento, chiedendosi se da qualche parte dentro di lei esistesse
una luce in grado di spazzare via le tenebre.
Hola!!
Silvyinlove:
Grazie! Bhe,
anch'io adoro le FinexShade anche se ho un certo affetto anche per le
FinexBright… Quanti complimenti…non li merito ^///^ Bhe, Bright non è apparso
nella camera da letto, ma ha comunque propositi di vendetta. Un
bacione!
Heart:
Grazie!
^_^
Nicenena:
Grazie!
^_^
Faira4ever:
Grazie! ^_^
Come vedi l'aggiornamento è stato rapido!
Saruwatari_Asuka:
I due sono
molto confusi, nonostante tutto…anche se non credere sia tutto rose e fiori.
Qualcuno mi ha detto che quando mi metto a scrivere la tragedia è sempre dietro
l'angolo… ^//^ Bhe, Rein è normale che si senta in colpa dopo le parole di
Bright, che certo non si arrenderà: vuole la distruzione di Wonder e non si
lascerà fermare dal tradimento di Fine. Milky…è Milky XD! Anche a me piace
Altessa, ma non i suoi genitori…soprattutto sua madre… Il Bright buono si
sveglierà? Questo è ancora tutto da vedere!! ^__^ Grazie mille perché ci sei
sempre!!
Grazie inoltre
a diegotiamo e a I love sasunaru per aver messo la storia tra i
preferiti. ^_^
-Siamo arrivati- annunciò
Shade, facendo atterrare la mongolfiera in un boschetto a distanza dalla reggia.
L'alba stava alzandosi su Wonder, ma non rendeva meno tetro il Palazzo dei
Gioielli in quella nuova versione di cristallo nero. I due ragazzi avevano
lasciato un messaggio per la regina Maria ed erano partiti: un viaggio
silenzioso, ognuno preso da pensieri che non voleva
condividere.
-Rimani qui, Shade. Hai la
responsabilità di un regno…ed è una faccenda che riguarda me e
Bright.
-Non ci andrai da sola-
ribatté il giovane con una determinazione tale da far capire alla rossa che
niente lo avrebbe dissuaso da quell'idea.
-D'accordo- acconsentì,
aspettando che le desse le spalle per colpirlo e tramortirlo. –Scusami, ma non
posso permetterti di seguirmi: tu devi vivere… Milky attende la sua
favola.
Gli
passò con dolcezza una mano tra i capelli, baciandolo sulla fronte prima di
scendere dal mezzo e dirigersi al castello.
Bright la stava aspettando,
seduto sul suo trono: nel bene o nel male c'era ancora un legame tra loro, un
filo invisibile che univa i loro destini.
-Fine, ci hai messo più del
previsto…
-Adesso sono qui e intendo
chiudere la partita
-Davvero?- chiese, alzando
pigramente una mano e mandando la ragazza a sbattere con violenza contro una
parete. –Sai che non puoi nulla contro di me, lo sapevi anche quando hai deciso
di tradirmi. Sei sola, proprio come me.
-Io
non sono sola- replicò, rialzandosi dolorante.
-È
solo un'illusione… La tua dolce sorellina è rinchiusa in prigione; i tuoi
genitori, mentre non c'eri, hanno firmato un accordo con me e gli altri regni
per attaccare il Regno della Luna…- raccontò con macabra soddisfazione. –In
questo preciso istante, gli eserciti si stanno preparando per marciare e la
regina Maria non potrà fare altro che arrendersi.
-Non stai dimenticando
qualcuno?
-No. Guarda fuori dalla
finestra- disse con un sorriso mellifluo. –È appena scoppiato un terribile
incendio a nord di qui. Oh, non è là che sei atterrata con la tua
mongolfiera?
La
principessa spostò lo sguardo al vetro, notando le fiamme alzarsi dal bosco: i
suoi occhi si spalancarono, colmi di disperazione e
angoscia.
-Shade… No, non è
possibile…
-Hai tenuto fede al nostro
accordo e mi hai aiutato ad ucciderlo. Forse senza di te non ci sarei
riuscito.
Lacrime bollenti
attraversarono le guance di Fine, cadendo come gocce di pioggia sul marmo nero
del pavimento: non era riuscita a salvarlo… E il suo cuore, che da poco si era
riscoperto capace di battere, si fermò, morendo insieme a lui…all'unico che
avesse mai amato. Ora che lo aveva perso per sempre, aveva trovato il finale
della sua storia.
Si
asciugò le lacrime e lo fissò con odio: era pronta anche a morire, non aveva
paura.
-Non ti è rimasto più nulla,
Fine…ti ho tolto tutto, proprio come questo maledetto mondo ha fatto con me,
lasciandomi solo l'amaro sapore dei ricordi- aggiunse Bright. –Non fanno forse
più male di qualunque altra cosa?
La
principessa si ritrovò di nuovo a rotolare su quella superficie nera, ma si
rialzò: lo avrebbe fatto fino all'ultimo respiro.
-Mi
hai profondamente deluso, sai? Credevo fossi come me, che anche tu giudicassi
questo mondo falso e ipocrita, che avessi visto quant'è corrotto. L'unico modo
perché ci possa essere pace, è distruggerlo.
-Dov'è
Bright?
-Il
tuo amichetto c'è ancora, ma diventa più debole ogni secondo che
passa.
-Tu
non lo conosci: lui ti combatterà, non ti lascerà uccidere degli innocenti! Lui
tornerà per Rein!
***
Ignara della battaglia che
si svolgeva alcuni metri sopra di lei, Rein se ne stava seduta in un angolo
della cella, le gambe strette al petto e l'animo pieno di rimpianti. Aveva
sbagliato tutto: con Bright, con Fine, con sé stessa… E ormai non aveva più modo
di rimediare: il suo principe era perduto, della sua gemella non aveva
notizie…
-Fine…- sussurrò. Non le era
stata vicina, non aveva compreso la situazione in cui si trovava…e adesso erano
al capolinea: il loro mondo darebbe stato raso al suolo. Avevano toccato il
fondo e Rein non si sentiva abbastanza forte per tentare di risalire: sapeva che
ad attenderla non c'era che dolore.
-Rein, non fermarti alle
apparenze- disse una voce.
La
giovane venne avvolta da una luce dorata e davanti ai suoi occhi stupiti
comparve una bellissima donna dai capelli rosa e gli occhi azzurri…una donna che
conosceva solo dai racconti…
-Principessa
Grace…
-Rein, non permettere
all'amarezza di vincere. Tutto quello che ti circonda è un'illusione, non è più
solida del battito d'ali di una farfalla. Anche Bright ti appare come un mostro,
ma devi andare oltre: la persona che ami esiste ancora.
-Davvero?
-Sì, è posseduto da uno
spirito malvagio che molti anni fa tentò di impadronirsi di Wonder. Io riuscii a
sconfiggerlo, confinandolo lontano da qui…ma purtroppo è tornato e vuole
vendicarsi del pianeta- spiegò Grace. –Puoi ancora salvare Bright: il potere
dell'oscurità è immenso, ma non supererà mai quello
dell'amore.
-Come
posso…
-Presto qualcuno arriverà a
liberarti. Tua sorella è qui e sta lottando, ma il suo cuore è colmo d'odio e
disperazione e non fa altro che alimentare il buio. Corri da lei e aiutala:
insieme potrete restituire la luce al nostro mondo.
-Grace! Aspetta, ti prego!-
implorò la fanciulla, vedendola svanire. –Grace!
-Rein!- la chiamò una figura
con tono stupito, quasi non si aspettasse di trovarla lì. Era una voce che era
certa di aver già udito da qualche parte… -Stai lontana dalle sbarre- la
avvertì; poi un colpo di frusta ruppe il cristallo che la imprigionava. –Tutto
bene?
-Sì, grazie…ma tu…- iniziò,
cogliendo nell'oscurità uno scintillio cobalto.
-Non c'è tempo per spiegare.
Vai: Fine ha bisogno di te.
Lei
annuì, correndo verso le scale: si volse solo un secondo verso il suo salvatore,
poi scosse la testa e salì i gradini.
-Corri, Rein. Sei la loro
ultima speranza- mormorò Shade, osservandola.
-Se tu ti arrendessi avresti salva la vita- disse Bright
con tono annoiato. –Non capisco la tua sciocca ostinazione: questo mondo non ha
mai avuto valore nemmeno per te… Non l'hai forse giudicato sempre un pianeta di
apparenze, senza alcuna sostanza…un semplice circo di maschere pronte a puntare
il dito su chi è diverso da loro?
-È
vero…- tentennò, reggendosi a malapena sulle gambe. –Potrei fermarmi e lasciarmi
morire… Sarebbe facile…e Wonder non…non sentirebbe la mia mancanza dopo il modo
in cui l'ho ingannato. Non sono un'eroina…non sono nobili intenti a darmi la
forza per rialzarmi… Voglio solo vendicarmi…
-E
io che mi aspettavo qualche bella frase epica… Che delusione- ironizzò il
giovane. –Comunque sei stata tu a scegliere di stare dalla mia parte. Inoltre,
se uccidi me, ucciderai anche il tuo amico Bright.
-Sono certa che sarebbe ben
lieto di morire se questo potesse salvare il mondo… Lui non è come noi- ribatté
e nei suoi occhi apparve una fiducia immensa verso il principe dei Gioielli, un
sentimento tanto intenso da far vacillare per un istante le tenebre, aprendo un
varco alla luce.
"Fine…com'è
possibile?" sussurrò il giovane, sentendola. Ma il buio non si lasciò
intimorire e riprese il controllo totale.
-Ci
hai provato.
-Lasciala stare, Bright-
intervenne una voce dal fondo della sala.
-Rein- pronunciarono
entrambi, sorpresi dalla sua presenza.
La
principessa percorse la sala tranquillamente, come se avesse a disposizione
tutto il tempo che desiderava, e si portò accanto alla sorella, stringendole una
mano.
-Perdonami se ho permesso
che affrontassi tutto questo da sola, se ho lasciato che la gelosia avesse la
meglio. Avrei dovuto avere più fiducia in te.
-Rein,
io…
-Insieme lo
sconfiggeremo.
-Come?
-Risvegliando il suo lato
buono. L'odio non fa altro che dargli potere.
-Che scenetta commuovente.
Rein, sono sorpreso: come sei fuggita dalla prigione?
-Diciamo che ho un angelo
custode.
-Ma
hai poco cervello, esattamente come Fine. O una predisposizione al suicidio-
commentò, deciso a sbarazzarsi delle gemelle. Ma l'energia che fino ad un
istante prima aveva messo al tappeto la rossa, non le smosse di un millimetro,
limitandosi ad agitare loro i vestiti e i capelli come una brezza. –Che
diavolo…
-Il
nostro legame è più forte delle tenebre! Bright, ti prego, torna in
te!
"Rein…" la riconobbe.
"Non toccarla… Non osare toccarla!"
Il
biondo si agitò sul trono, serrando una mano all'altezza del cuore: non poteva
essere sconfitto da due mocciose, non ad un soffio dal
traguardo.
-Non vincerai, stupido…-
sibilò, boccheggiante. –Non risveglierete quel principe patetico…- annunciò,
seppur con qualche esitazione. –Rein…tu non vuoi che lui torni…hai paura che la
persona che ami ti abbandoni…
-No, Rein. Non ascoltarlo!-
esclamò Fine.
-Lo
leggo nei tuoi occhi, principessa: il tuo timore più grande è che Fine ti porti
via Bright- aggiunse, ottenendo l'effetto voluto: il potere delle ragazze calò e
dei rovi spinosi germogliarono attorno a loro con l'intenzione di stringerle in
una morsa mortale. Sarebbe stato divertente ascoltare le loro suppliche, le loro
grida di dolore…
Per
sua sfortuna, qualcuno non era dello stesso parere e un colpo di frusta spezzò
le piante.
-Shade…- mormorò Fine, non
credendo ai propri occhi. Era vivo…era sopravvissuto all'incendio… -Sei
vivo…
-Certo. Non è così facile
sbarazzarsi di me- le rispose con un sorriso beffardo che cancellò nel guardare
Bright. –Non fatevi ingannare dalle sue parole: fa leva sulle vostre insicurezze
per battervi. Dovete continuare a credere l'una nell'altra- le incitò il
principe della Luna. –Fate tutto il possibile.
Le
due annuirono, chiudendo gli occhi e concentrandosi per raggiungere lo spirito
dell'amico.
-Avrei dovuto immaginare che
sarebbe toccato a me ucciderti di persona- disse Bright, snudando la spada e
gettandone una all'avversario.
-Non ci riuscirai nemmeno
stavolta- replicò l'altro, impugnando l'arma.
-Non sopravvalutarti, Shade.
Sei solo un essere umano…
***
"Buio…
Buio e
solitudine.
Un mondo di disperazione e
arrendevolezza accolse le principesse, facendole rabbrividire: in mezzo a una
distesa di rose nere era stato confinato il principe dei
Gioielli.
-Bright!- lo chiamò Rein,
correndo nella sua direzione. Ma le spine di quei maledetti fiori si allungarono
fino a creare un muro invalicabile. –Bright!
Rispondimi!
-Rein…- sussurrò, sollevando
la testa.
-Bright, sono io! Ribellati
all'oscurità! Tu sei più forte!
-Non posso…ci ho provato, ma
è troppo forte. Non c'è speranza…
-Bright, che stai dicendo?-
intervenne la rossa. –Non puoi permettere che distrugga Wonder e uccida degli
innocenti.
-Sei un vigliacco- urlò la
principessa dai capelli azzurri, stupendoli. –Se solo lo volessi, potresti
fermare questa follia. Ti credevo un principe, non un verme! Credevo mi
amassi…
-Tu…tu non puoi capire…-
ribatté cupo. –Dopo quello che ho fatto, questo è il solo luogo in cui posso
smettere di pensare ai miei errori, in cui nessuno mi giudica…"
***
Le
spade proseguivano la loro danza, un ballo mortale che coinvolgeva i due
principi. Bright prendeva lezioni di scherma fin da bambino…era un avversario
contro cui Shade aveva parecchie difficoltà: parava i suoi colpi, ma attaccare
gli risultava praticamente impossibile.
-Speriamo che ce la
facciano- pensò, gettando un'occhiata alle fanciulle.
Era
per loro che doveva continuare a resistere: non poteva mollare…poteva cambiare
arma… Fece forza sulla lama, allontanandosi dal biondo e sostituendo la spada
con la sua frusta, che schioccò sul marmo quasi fosse una belva che ruggiva
prima di balzare sulla preda.
-Una frusta… Da un principe
del tuo stampo non potevo aspettarmi altro- commentò Bright. –Si
ricomincia.
***
"-Scappare è sempre la
via più facile- convenne Fine. –Spesso avrei voluto farlo anch'io, ma troppe
persone dipendevano da me e dal fatto che continuassi a vivere. Ora i tuoi
sudditi hanno bisogno di te: puoi decidere della loro vita…o della loro morte. I
giudizi arriveranno sicuramente, ma tu sarai in pace con la tua
coscienza.
-No, Fine…non
posso…
-Bright…il Regno della Luna
verrà distrutto se non intervieni: gli eserciti stanno avanzando…sarà la guerra…
E dopo toccherà a Wonder- raccontò la ragazza con sincero dolore. –Ti
prego…
Le spine si ritirarono,
consentendo loro di avvicinarsi e prenderlo per mano.
-Perché mi state salvando?
Io non so se sarò in grado di fermare tutto quello che sta
accadendo…
-In nessuna storia vincono i
cattivi.
-Non credo più alle storie,
Rein- replicò, fissando Fine. Era una sua frase…e ora che sapeva cosa le aveva
fatto, ne capiva il significato.
-Ma questa non è una storia-
affermò lei. –È la nostra vita e non finirà con il sangue e la
morte.
-Sì- concluse Bright, mentre
le rose nere svanivano nel nulla."
Un
gridò spezzò la battaglia: Bright cadde in ginocchio, stringendosi il cuore in
preda ad un dolore lancinante. Non potevano aver vinto…
I
suoi abiti recuperarono il colore bianco, il marmo nero e il cristallo si
dissolsero come una macchia che copriva il vero Palazzo dei Gioielli. L'ultima
rosa nera sbocciò sul petto del giovane e cadde a terra, sparendo in una polvere
scura.
-Ci
siamo riuscite…- disse Rein con le lacrime agli occhi.
-Sì, sorellina… Abbiamo
vinto…- pronunciò la gemella in un soffio.
Poi
entrambe persero i sensi.
Siamo alle
battute finali: ancora due capitoli e anche questa storia giungerà al
termine.
Midnight rose:
Grazie, cara.
Addirittura un commento per ogni capitolo, non ci sono abituata! ^_^ Fine, non
solo credeva che il suo amore fosse morto, ma di esserne stata addirittura
responsabile. Bhe, ma per fortuna è vivo e vegeto. Rein ha aiutato la sorella e
Bright è tornato normale. Sarà l'inizio di un idillio? Mha, dicono che io non so
scrivere altro che cose drammatiche e disperate…^//^ In ogni caso, puoi stare
certa che scriverò ancora su questo anime bellissimo! Non dubitarne. Un bacione.
PS: Dark Bright rimane un mito!!
Saruwatari_Asuka: Già, non si sa
come, ma Shade sopravvive a tutto. Comunque sì, era Bright a desiderare Fine,
certo in un modo più puro e candido, non come poi l'ha avuta. Un sentimento da
principe, insomma. Quando il potere oscuro gli ricorda il loro accordo, lui dice
chiaramente di essere triste e scoraggiato perché i suoi genitori avevano
iniziato a parlare di matrimonio, quando lui, pur essendo molto affezionato a
Rein, pensasse ancora a Fine. Bright è tornato alla normalità e tutto sembra
essersi concluso per il meglio…almeno all'apparenza. Ma da una ff che si
intitola "Illusione" c'è da aspettarsi di tutto… Grazie mille dei complimenti
che reputo sempre immeritati! ^///^ PS: Sì, alla fine è tutta colpa di Bright… Grazie anche per i commenti alla ff su Mirmo! ^__^
U_U
Nicenena:
Infatti pensavo
di concludere il capitolo precedente proprio con l'apparente morte di Shade, poi
ho cambiato idea, comunque mi fa piacere riuscire a coinvolgerti così tanto.
Come farai quando la storia sarà finita? Leggerai quella che ho in cantiere, mi
sembra ovvio. Il finale sarà incredibile, credimi…terrà con il fiato sospeso
fino all'ultima parola. Un bacione! ^__^
Heart:
Grazie!
Purtroppo sì, siamo alla frutta, come si dice. Due capitoli e saluteremo questa
storia. ^_^
Silvyinlove:
Grazie, troppo
buona ^///^! Il lieto fine nelle mie storie non è mai scontato…non è la prima
volta che decido per qualcosa di drammatico al 100%. Certo è che tutto sembra
tornato alla normalità. Almeno in apparenza. FinexShade forever, è il caso di
dirlo, alla faccia di quelli che vogliono che stia con Rein, ma il mio unico
amore rimane Dark Bright! XD Grazie mille dei tuoi complimenti che non merito
assolutamente. Spero di sentirti per il gran finale.
In conclusione
ringrazio tutti quelli che leggono, quelli che commentano, quelli che hanno
messo la storia tra i preferiti e anche quelli che le hanno solo dato
un'occhiata di sfuggita. Per me siete tutti importanti, mi date la carica per
continuare.
-State meglio?- domandò Altessa quando ripresero i
sensi.
-Sì- rispose Fine,
osservandola. Aveva visto raramente la ragazza durante quell'anno e si rese
conto che era cambiata moltissimo: la stranezza di Bright aveva riempito il suo
sguardo altezzoso di malinconia e tristezza, rendendola simile ad una bambola di
porcellana dimenticata su una mensola per troppo tempo. E, paradossalmente,
quell'umiltà a lei così estranea le dava una bellezza incredibile. –Il Regno
della Luna!- ricordò improvvisamente.
-Gli eserciti stanno
rientrando: quando le tenebre sono state sconfitte, è svanito anche il controllo
che avevano sui sovrani degli altri regni- la rassicurò la principessa. –Io e i
miei genitori vi dobbiamo moltissimo per quello che avete fatto, come l'intero
pianeta: salvando Bright aveva impedito la distruzione di Wonder. E mi avete
restituito il mio adorato fratello.
-Dov'è Bright?- domandò
Rein.
-Lui…se ne è andato- spiegò
la bionda. –Preferisce restare solo per il momento e fare chiarezza. Tornerà
quando sarà pronto a ricominciare… Ha detto che ora non può essere utile né a sé
stesso, né al regno. Ha lasciato queste per voi- aggiunse, consegnando loro due
lettere.
-C'era un ragazzo insieme a
noi…- continuò la rossa.
-È
sparito prima che potessimo ringraziarlo. Vi ha aiutate,
giusto?
-Sì…- mormorò Fine. Cosa si
aspettava? Che Shade rimanesse per lei, che ci fosse un "noi"? Non esistevano i
lieto fine nella vita vera: lo aveva imparato, e con dolore, sulla sua pelle.
C'erano brevi attimi di luce in mezzo ad una perenne oscurità: la loro notte
insieme era stato questo. Nient'altro.
Aprì la busta e iniziò a
leggere.
"Cara
Fine,
non ci sono parole che
possano giustificare quello che ti ho fatto, né posso ripararmi dietro la scusa
del potere oscuro. Erano mie le mani che ti ferivano, era mio il corpo che
abusava di te…ed era mio quel folle sentimento che
provavo.
Non pretendo il perdono: i
mostri come me non lo meritano.
Ma non è cominciata con
questi presupposti…"
***
Fine e Rein terminarono la
lettura quasi contemporaneamente, rimanendo in silenzio per diversi
minuti.
-Tu
lo sapevi?
-No, ma non ho mai creduto
che fosse per sete di potere. Per me è sempre stato innocente ed ora ne ho la
prova- disse. –Voleva solo il bene di Wonder, ma il gioco gli è sfuggito di mano
e si è ritrovato diviso in due.
-Fine, tu e
lui…
-Ti
racconterò tutto, Rein, anche se non è una bella storia. Ma prima torniamo a
casa: abbiamo dato abbastanza preoccupazioni a mamma e papà. E devo ringraziare
Lulu: da oggi basta bugie.
-Non hai mentito perché sei
una bugiarda: cercavi di fare la cosa migliore per tutti.
-Hai ragione, Rein- convenne
la principessa Grace, comparendo nella stanza. –Nessuno di voi ha delle colpe:
l'oscurità fa leva su qualsiasi desiderio…scopre ciò che una persona desidera di
più e glielo offre, nascondendoci dietro un'insidia che la farà rimpiangere di
averlo mai desiderato. Ma grazie a voi, la minaccia è stata
scongiurata.
-E
la Benedizione del Sole?
-Sta recuperando energia e
presto riavrà la sua massima potenza. Wonder vi deve la vita, principesse: non
dimenticate mai che l'amore vi ha permesso di vincere.
Addio.
-Allora è davvero finita…-
sussurrò Fine. Era libera… -Rein, mi odi?
-No, non potrei mai. Ma ci
vorrà del tempo perché tutto torni come prima.
-Niente tornerà più come
prima, sorellina- pensò cupa la gemella. Era cambiata in modo troppo drastico
per poter recuperare ciò che era: qualcosa era riaffiorato durante il periodo
nel regno di Shade, ma c'erano parti di lei irrimediabilmente perdute. Non
sarebbe più riuscita a concedere una fiducia istintiva alla gente dopo aver
esplorato e sfruttato la disonestà contenuta in ognuno; la spontaneità era un
ricordo nascosto sotto le mille maschere che aveva
indossato.
No,
si poteva vivere l'illusione che tutto riprendesse lo stesso aspetto di un anno
prima, ma la realtà sarebbe stata ben diversa.
E
Fine aveva compreso che, per quanto quel mondo si reggesse sulle illusioni e
sulle apparenze, la realtà veniva sempre a presentare il
conto.
Sempre.
ç_ç Siamo al
penultimo capitolo…che tristezza…
Bhe, mettiamo
via i fazzoletti, perché non vi libererete di me così facilmente!!
^__^
Midnight rose:
Già, Bright è
stato liberato e si è reso conto di tutto! Come finirà? La risposta all'ultimo
capitolo! Grazie per i tuoi commenti. Spero di risentirti
presto.
Saruwatari_Asuka: Bhe, ormai
siamo agli sgoccioli… Fine ha aiutato Bright semplicemente perché capiva
esattamente come si sentiva lui, avendo vissuto la stessa cosa. Purtroppo il
Dark Bright è stato sconfitto (ç__ç) e non ci resta che leggere l'ultimo
capitolo e il gran finale. Grazie mille! ^_^
Nicenena: Grazie!
^__^
Silvyinlove:
Grazie!
^__^
Heart: Grazie!
^__^
Frvlcu:
Grazie!
Ovviamente è meglio Dark Bright! XD Il mistero sui sentimenti di Bright si
chiarirà nel prossimo capitolo! ^__^
Era trascorsa una settimana dalla vittoria delle gemelle
sulle tenebre e Wonder stava tornando alla normalità: restava però qualcosa
nell'aria, come l'odore di bruciato dopo un incendio…un vago senso di
rancore…forse verso Bright, forse verso sé stessi.
L'unica cosa a non essere
cambiata era il veleno di certe malelingue che non trovavano di meglio da fare
che sparlare e lanciare accuse con sguardi sospetti. Ma al principe dei Gioielli
non interessavano quelle chiacchiere, quei sussurri che accompagnavano il suo
passaggio: era preparato ad affrontare loro e la diffidenza che aleggiava sul
pianeta. Era uno solo il giudizio che contava per lui: quello di
Rein.
Era
solo per lei che aveva fatto ritorno sul suo mondo.
Però più si avvicinava alla
meta, più i dubbi lo assalivano: era giusto quello che stava facendo? Era finito
sul fondo…forse non aveva il diritto di chiedere amore a quella che un tempo era
la sua fidanzata: le aveva dato solo menzogne e dolore…non capiva nemmeno perché
lo avessero salvato, perché non lo avessero ucciso…
Percorse il cortile del
Palazzo Solare, rivolgendo l'attenzione al cielo: era davvero finita per sempre?
Non c'era alcuna possibilità che le tenebre lo catturassero di nuovo? Si guardò
le mani, lisce e perfette…le mani di un principe: ai suoi occhi erano lorde di
sangue, peccati e petali neri.
Fine aveva pagato a caro
prezzo la sua caduta nell'oblio. Non poteva correre il rischio che la stessa
sorte toccasse a Rein.
Doveva mettere termine a
tutto…era l'ultimo gesto d'amore per la sua principessa.
***
Fine salutò Lulu e si
incamminò verso il giardino: ultimamente trascorreva in quel luogo intere
giornate… Si prendeva cura dei fiori e delle piante: la aiutava a non pensare,
la rilassava e la faceva sentire in pace con quel mondo che aveva rischiato di
distruggere.
Aveva raccontato tutto ai
suoi genitori…o meglio, tutto quello che era giusto sapessero: aveva evitato di
parlare delle violenze subite o di quanto era accaduto con Shade. Non voleva
procurare loro altro dolore, non lo meritavano. E, inoltre, erano entrambe
storie che appartenevano al passato.
A
Rein, invece, aveva dovuto rivelare ogni cosa: era la sua gemella e nasconderle
parte della verità avrebbe creato una crepa nel loro legame. Sapeva di averle
dato una grande sofferenza, anche se la sorella non aveva fatto pianti o
scenate: aveva davvero paura che Bright la lasciasse per
lei.
-Dirti che mi dispiace non
basta, lo so- le aveva detto, abbracciandola. –Ma non dubitare di Bright: lui ti
ama, posso giurartelo.
Sospirò, gettando
un'occhiata alla finestra e notando qualcosa su una delle strutture del
palazzo…anzi, qualcuno.
-Bright…- pronunciò,
correndo fuori. Che diavolo aveva in mente? Di buttarsi dal Regno
Solare?
Doveva impedirgli quella
follia.
-BRIGHT!- urlò,
raggiungendolo e afferrandolo in vita.
-Fine…
-Che stai facendo?- domandò,
tenendolo stretto.
-Evito che quanto è accaduto
possa ripetersi- rispose. –Non posso andare da Rein come se nulla fosse…dopo
quello che ho fatto. Lei non può stare con me, non ci si può fidare di qualcuno
che ha ceduto alle tenebre…che ha usato la violenza per conquistare il pianeta…
Tu dovresti darmi una spinta, non fermarmi!
-Non essere stupido! Non sei
sopravvissuto per piangerti addosso.
-Sono sopravvissuto perché
il destino è crudele.
-No, perché sei un principe
buono e giusto che può davvero cambiare Wonder in meglio senza bisogno del
Potere Oscuro.
-Fine…non ho più un buon
motivo per vivere… Ho perso tutto, anche la persona che
amo…
-E
hai un buon motivo per morire?- ribatté la principessa, lasciandolo. –Girati,
Bright…guardami negli occhi, ti prego.
Il
ragazzo ubbidì, fissando quelle iridi che aveva fatto piangere innumerevoli
volte, da cui aveva strappato la gioia.
-Io
non ti accuso di niente- proseguì la fanciulla. –Non eri tu a servirti di me, ma
un altro che si impadroniva del tuo corpo, che ha approfittato dei tuoi sogni
per soggiogarti… Qualcuno che abbiamo sconfitto per sempre. Sei stato solo un
contenitore, niente di più.
-Come puoi parlarmi così?
Come fai a non odiarmi?
-Eri imprigionato come me in
qualcosa di più grande che non potevamo controllare. E questo lo sa anche Rein:
lei ti ama e aspetta solo che tu le tenda una mano. Ora, ti va di scendere da
qui?
Bright annuì e insieme
rimisero i piedi al sicuro sul pavimento del cortile.
-E
se ti sbagliassi? Non può volermi dopo ciò che mi ha visto fare! Io merito di
rimanere solo: è l'unico modo perché altri non soffrano a causa
mia.
-Bright…- mormorò dolcemente
la giovane, prendendogli il viso tra le mani. –Il tuo cuore è puro e nobile: non
mi avresti mai sfiorata, nemmeno con un dito. Tutto questo è accaduto perché
volevi la pace e la felicità di Wonder: non sei un tiranno, non accusarti
ingiustamente- concluse, dandogli un lieve bacio sulla fronte. –Il resto del
mondo non può capire e ti punterà un dito contro, ma per me tu non hai fatto
nulla che meriti una punizione.
Bright rimase un attimo in
silenzio, poi l'avvolse tra le braccia, stringendola fraternamente a
sé.
-Grazie, Fine- sussurrò,
alzando lo sguardo e incontrando degli occhi azzurri.
–Rein…
Fine si separò dal giovane,
scambiando un sorriso con la gemella e riprendendo la strada per il
giardino.
-Sei
tornato…
-Sì. Io…-
iniziò.
-Bright, rispondi
sinceramente: sei innamorato di mia sorella?
Doveva togliersi quel
dubbio, anche se la risposta poteva spezzarle il cuore.
-Fine ha, o almeno aveva,
un'energia e una vitalità che attirano inevitabilmente e sì, un tempo ero
convinto fosse la ragazza per me, quella che desideravo al mio fianco- confessò.
–Ma lei non ha mai accettato la mia corte, così mi sono interessato a te, pur
continuando a pensare a Fine. In realtà non è mai stato amore ciò che provavo:
questa storia ha messo una pietra sul passato, mi ha permesso di capire che io e
Fine non siamo adatti a stare insieme perché desideriamo cose diverse…un amore
diverso. Quella che amo veramente, sei tu, Rein.
-Bright…
-So
di aver perso la tua fiducia e il tuo amore, e non hai bisogno di
giustificarti…lo capisco.
-Quello che hai fatto con
Fine, il dolore che le hai dato, le bugie che entrambi mi avete raccontato…non
dimenticherò facilmente tutto questo. Io ti amo, Bright, però non mi sento
pronta a ricominciare da dove ci siamo fermati- disse Rein. –Io…vorrei partire
da zero, come se non ci fosse stato niente prima di
adesso.
-Lo
vuoi…davvero, Rein?- balbettò lui, incredulo. Gli stava concedendo un'altra
possibilità?
-Sì. Devo riscoprire chi sei
e tu devi riguadagnarti la mia attenzione…riconquistarmi… Accetti, principe
Bright del Regno dei Gioielli?
La
luce di felicità che apparve nei suoi occhi fu la sua
risposta.
***
Fine stava dando da bere ai
fiori di luna, i più delicati tra quelli di cui si occupava…e quelli a cui era
più legata, perché le ricordavano un periodo felice…la piccola Milky, la regina
Maria…e lui…
-Fine- la chiamò re
Toulouse, facendola voltare. –C'è una visita per te.
Il
cuore le balzò in gola nel vedere di chi si trattava: cosa ci faceva
lì?
-Shade…
Dopo la sconfitta
dell'oscurità non si erano più incontrati, ognuno rinchiuso nel proprio regno a
cercare di rimettere ordine e riportare il tutto alla normalità. Soprattutto
dentro di loro.
-Ciao, Fine- la salutò. Ora
che tutto si era concluso per il meglio, Fine gli appariva più serena, più
spontanea: nei suoi occhi faceva capolino una luce che le tenebre avevano spento
durante quell'anno di prigionia e ricatti. Stava tornando sé stessa, una ragazza
che Shade aveva potuto solo immaginare nel periodo trascorso insieme. –C'era la
mongolfiera del Regno dei Gioielli…
-Sì, Bright è tornato…sta
chiarendosi con mia sorella.
-E
noi?- le domandò il ragazzo, cogliendola decisamente di
sorpresa.
"Noi". Una parola che feriva
quanto la spada più affilata. Era impossibile un "noi" per quanto li riguardava:
lei, con i suoi peccati e i suoi crimini, con il suo passato e i suoi fantasmi,
non poteva certo ambire al principe della Luna. Lui e il suo regno meritavano di
meglio.
-Noi cosa?- ribatté. –Non
esiste un "noi".
-Davvero?- continuò Shade,
senza lasciarsi bloccare da quella freddezza. –Quindi per te non c'è stato
niente, siamo due estranei…
-È
stata una notte, Shade: non darle un significato
particolare.
-Stai mentendo- disse, con
tutta la tranquillità possibile. –Guardami negli occhi e sii sincera: ora non
hai più il mondo di carta velina che ti eri costruita con le
bugie.
Fine sospirò, dandogli le
spalle e ammirando il giardino. Verità…in quel terribile anno aveva scoperto
quanto fosse flebile come concetto, quanto spesso fosse più facile una bugia,
quante persone accontentasse la menzogna.
-Ti
devo la fine della mia storia- aggiunse, infrangendo il silenzio. –Ora l'ho
trovato… Ti racconterò la conclusione, ma non aspettarti il lieto fine: ho
smesso di crederci tanto tempo fa…- ammise. –Prima di arrivare nel Regno della
Luna, ero convinta che amare significasse distruggere ed essere amati fosse
uguale all'essere distrutti. Questo era ciò che avevo provato sulla mia pelle e
non pensavo esistesse qualcosa di diverso. Poi ho conosciuto te e ho capito cosa
fosse davvero l'amore, quanto potesse scaldare il cuore un gesto o un semplice
sguardo. Non ti ringrazierò mai abbastanza per questo- proseguì. –Ora sai tutto.
Come vedi, il "vissero per sempre felici e contenti" appartiene soltanto alle
favole. Per noi c'è un addio.
-Aspetta. È vero, per
giungere a me hai mentito, hai complottato per uccidermi…ma hai scelto di
salvarmi, pur conoscendo le conseguenze- replicò il giovane. –Ho anch'io i miei
segreti da svelare- annunciò, portando una mano in tasca ed estraendo una
cravatta gialla.
-Eclipse…eri tu… Quindi hai
sempre saputo tutto…
-Sì. Non i dettagli, ma
sapevo che Bright voleva conquistare il pianeta: è stato il ministro del mio
regno a liberare il Potere Oscuro, sperando di ottenere il trono. Ma ha fatto
una fine diversa… E sapevo perché tu eri venuta da me.
-Io
non capisco…perché non hai…- iniziò, bloccandosi improvvisamente e facendosi
triste. Si era illusa: l'amore era veramente un'invenzione dei romanzi. –Anche
tu mi hai usata…ti sei solo divertito con me… Sono stata solo una bambola tra le
mani di un altro giocattolaio …
-No, Fine- negò, prendendola
per le spalle e fissandola con serietà. –Quando ci siamo conosciuti volevo
studiarti, scoprire il tuo ruolo nei piani di Bright e giocare d'anticipo. Ma
poi è successo qualcosa che non avevo previsto…
-Cosa?
-Mi
sono innamorato di te.
La
rossa sgranò gli occhi, cercando la menzogna nei suoi di cobalto, senza trovarne
traccia. Era sincero…
-Ma
io avrei potuto ucciderti…
-Non sei la prima, mi
dispiace. E non sarai nemmeno l'ultima- scherzò. –Avrei potuto lasciarci la
pelle, ma il cuore è stato molto insistente…e non ho potuto far altro che
ascoltarlo e correre il rischio.
-Certo. È tutto passato,
ormai. Non hai più niente da temere: adesso ci sono io e non permetterò ti
accada nulla di male.
-E
ci sarai per sempre?
-Se
lo vorrai, ci sarò per molto di più.
Fine si abbandonò nella sua
stretta: per la prima volta dopo un anno, sentiva di potersi fidare di
qualcuno…qualcuno che l'avrebbe protetta, difesa e, soprattutto,
amata.
Forse si era sbagliata:
doveva ancora credere alle favole e alla loro magia. Non erano tutte
un'invenzione, un mondo fittizio costruito con mattoni di inutili fantasie che
non reggevano al contatto con la realtà. Alcune uscivano dalle pagine e
diventavano vere.
Forse non avrebbe raggiunto
il "per sempre felice e contenta", ma era certa che con Shade ci sarebbe
arrivata molto vicino.