E' possibile amare un mostro come lui?

di Lilith_supernatural
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'unica possibilità ***
Capitolo 2: *** "Primo Giorno" ***
Capitolo 3: *** "Era un miraggio" ***



Capitolo 1
*** L'unica possibilità ***


{Chiedo scusa se sbaglierò qualcosa, ma vi avviso. In questa storia, insieme a Tom Riddle, vi saranno anche Lucius, Narcissa e Bellatrix da giovani anche se la loro "epoca" non è proprio la stessa. Scusate ancora...Spero vi piaccia lo stesso anche così. Detto questo, buona lettura a tutti ;) }



 “L’unica possibilità.“
Tutto era ancora immerso nel buio. Nessun spiraglio di luce. Oscurità totale.
La guerra era appena iniziata e già la forza dell’Oscuro Signore si faceva sentire nell’aria, soffocante e scura. Il giovane trio era in preda al panico per soccorrere i feriti, pregando ogni volta di non vedere una faccia troppo familiare, e cercare di proteggere i confini della scuola. Un lavoro troppo faticoso per dei ragazzi. Ad aiutarli, ovviamente, c’era il professore Lumacorno che, come al suo solito, spronava anche gli altri studenti a dare una mano con le medicazioni, facendo uso delle sue strane e bizzarre pozioni.
Le urla dei feriti si espandevano per tutto l’edificio; urla di dolore e sofferenza. Urla strazianti d’ascoltare; urla che stringevano il cuore anche a tutti coloro che cercavano in tutti i modi di non sentirle, o di prestarci attenzione. Improvvisamente un suono rieccheggiò per tutto il corridoio principale della scuola, così forte e assordante da far riversare tutti gli studenti e professori fuori dalle varie aule. “Cos’è stato?” continuarono a ripetersi e a chiedersi tutti nella mente, finché, da un’aula, uscirono Ron e Neville completamente bruciacchiati in viso e sorridenti per l’imbarazzo.

“Scusate per il rumore” dissero in coro, facendo scoppiare tutta la scuola in una grossa e fragorosa risata. Non era possibile, anche in una situazione come quella, di panico e paura, loro riuscivano sempre a portare gioia e risate in tutti quanti. Erano incredibili.

“Che idioti” dissero Hermione e Ginny accompagnate dalla risata di Harry che non riusciva a togliere lo sguardo da quei due ragazzi rossi in viso per tutto il disagio che avevano appena creato; un rossore difficile da individuare per colpa di tutta quella fuliggine che li ricopriva dalla testa ai piedi, ma al compenso impossibile da dimenticare.
I due ragazzi si avvicinarono a loro, chiedendo scusa nuovamente mentre il resto degli alunni tornava alle sue mansioni per dare una mano in giro. Dopo qualche altra risata nel piccolo gruppo che si era creato, una voce li fece leggermente sobbalzare.

“Harry, Ron ed Hermione. La Professoressa McGranitt vi vorrebbe vedere. Ha detto che vi deve dire una cosa di estrema importanza.”  I ragazzi nominati rivolsero un saluto agli altri come per salutarli, sparendo poco dopo in un’aula non molto distante da dove si trovano prima.

“Eccovi finalmente. Sedetevi, per favore” disse la professoressa osservando il Trio con occhi attenti e agitati. I ragazzi si sedettero come gli era stato chiesto e subito si lanciarono degli sguardi preoccupati riguardo il comportamento strano della loro professoressa. Non fecero in tempo a dire nemmeno una parola che la McGranit riprese subito a parlare.

“Questo è il momento giusto per agire. Silente mi aveva avvisata e questa è la nostra unica possibilità” disse quasi tutto d’un fiato, portando i ragazzi subito ad intervenire dato che non avevano capito nulla di ciò che la professoressa voleva dirgli.

“Unica possibilità? Che cosa?” chiese Harry, rompendo il silenzio che si era appena creato nella stanza.

“Uno di voi dovrà tornare ad Hogwarts nel 1943, anno dell’adolescenza del Signore Oscuro e sarà Hermione. Harry tu non puoi perché lo uccideresti subito e non è questo che ci serve, dobbiamo solo fargli cambiare le idee. Mentre tu Ron…tu ti scorderesti semplicemente il compito assegnato” spiegò velocemente ai tre studenti che rimasero senza parole, soprattutto Hermione. I due ragazzi si ripresero subito, iniziando a contestare la scelta della professoressa, volendo sapere molte più informazioni e motivazioni di quella scelta; Hermione, invece, rimase ancora pietrificata. Doveva tornare indietro nel tempo per scoprire cosa aveva reso quel giovane ragazzo il mostro che era ai giorni d’oggi. Un’impresa, a parere suo, impossibile. Un’impresa suicida ed estremamente pericolosa, ma se sarebbe servita a salvare il mondo che conosceva da un’era infita d’ombra ed oscurità…era pronta a tutto.
Nel frattempo, nel posto più oscuro e isolato della Foresta Proibita, i Mangiamorte e Voldemort in persona, escogitavano un nuovo piano per cercare di intrufolarsi nella scuola o, semplicemente, per far uscire alla “luce” il Prescelto, ignari di cosa i loro nemici erano pronti a fare pur di mettere fine a questa gigantesca e disastrosa guerra.
Tutto era pronto ad Hogwarts per il viaggio della giovane ragazza. Si prese cinque minuti per salutare gli amici, rassicurandoli per farli stare tranquilli e partire senza doverli lasciare in ansia o preoccupati. Finiti quei pochi minuti, afferrò tutte le sue cose e salutò la professoressa che le ricordò la sua missione e il numero di giri che doveva far fare alla sua giratempo. Era pronta. Aveva paura, ma doveva farlo. Fece un grosso respiro e mandò indietro il tempo, vedendo tutto quello che aveva attorno a sé cambiare durante gli anni che passavano.
Il tempo si fermò e la giovane Granger si ritrovò nel Settembre 1943. Non riusciva ancora a crederci. Era finalmente arrivato il suo momento. Aveva l’occasione di cambiare il futuro e non avrebbe fallito. Non poteva permetterselo, ma una voce la svegliò dai suoi pensieri.

“Scusa, ma chi sei tu?” chiese una giovane ragazza con i capelli neri ricci e arruffati, con un’aria abbastanza strafottente. L’avrebbe riconosciuta ovunque. Quella era di sicuro Bellatrix.

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Capitolo 2
*** "Primo Giorno" ***


Hermione era ancora leggermente confusa; quel cambiamento d’epoca le aveva provocato un piccolo giramento di testa. Fu però costretta a girarsi verso la ragazza che aveva appena parlato e, proprio come aveva pensato, quella riccia ragazza era proprio la famosa Mangiamorte Bellatrix, o almeno lo sarebbe diventata tra qualche anno. “Sono una nuova studentessa dell’ultimo anno, vengo da un’altra scuola e…mi sono persa” affermò la ragazza mentre si sentì scrutare dallo sguardo dell’altra che si limitò a sbuffare e farle cenno con la testa di seguirla mentre si avviava verso la Grande Sala del castello. Il castello, dovette ammettere, non era cambiato nemmeno di una virgola. I quadri erano sempre gli stessi, chiassosi ma simpatici e la stessa cosa valeva per i fantasmi. Si fermò accanto all’altra ragazza che continuava a fissarla con la coda dell’occhio mentre si avvicina a loro sempre di più il Preside che, con grande sorpresa, l’accolse con un enorme sorriso stampato sul viso e un caloroso abbraccio. Nemmeno Silente aveva mai fatto una cosa del genere. “Hermione Granger, Signore. Mi sono appena trasferita e vengo da un’altra scuola” disse tranquillamente, d’altronde poteva stare sicura visto che entrambi i suoi genitori erano babbani; non correva nessun rischio da quel lato. Era impossibile che qualcuno conoscesse la famiglia babbana dei Granger. Un’altra volta il suo essere Mezzosangue l’aveva salvata. “Alla faccia tua, stupido furetto” pensò, riferendosi naturalmente a Draco Malfoy e a tutti i suoi continui insulti di cui, oramai, era stanca di sentire ogni volta, facendosi sfuggire un delicato sorriso. “Ottimo! Allora bisognerà smistarti in una delle nostre quattro Case. Mettiti seduta lì, al tavolo dei Corvonero mentre io vado a recuperare il cappello per lo smistamento.” Disse allontanandosi velocemente per cercare di recuperare il cappello il prima possibile. Si sentiva gli occhi di tutti gli studenti addosso e solamente adesso si rendeva conto di non avere più Bellatrix accanto a sé. Grazie al cielo il Preside non tardò molto ad arrivare con in mano il cappello che aveva già iniziato a brontolare. Accennò un sorriso per ricambiare quello che le era stato appena rivolto dal Preside che si affrettò a poggiare il cappello sulla testa della ragazza. “Grifondoro!” urlò quest’ultimo, facendo partire applausi e grida da parte di tutto il tavolo dei leoni. Grifondoro una volta, Grifondoro per sempre. Tirò un sospiro di sollievo e distese, quasi senza pensarci, le labbra in un ampio sorriso. Si alzò da quel tavolo per andarsi a sedere con quelli della sua stessa casa. “Ehi ciao! Io sono Lily Evans, ma tu puoi chiamarmi semplicemente Lily” disse una ragazza roscia di capelli e con un viso molto delicato. Simpatica e dolce dall’aspetto erano le prime impressioni che le aveva dato. Non ci fece subito caso e ricambiò il saluto e la presentazione, ma nel momento in cui rivolse lo sguardo verso uno dei professori sgranò subito gli occhi. “La madre di Harry!!” pensò subito mentre una presa le strinse il cuore sapendo la fine alla quale quella povera ragazza era destinata se non avrebbe fatto nulla per cambiare i pensieri dell’Oscuro Signore. “Forza ragazzi, tutti nei dormitori o a lezione” disse Lumacorno sorridente, felice di mettere alla prova altri studenti, soprattutto i primini con le sue strane pozioni. Tutti gli studenti si alzarono e si diressero verso l’uscita. Ovviamente Hermione si fece guidare da Lily e subito iniziarono a fare amicizia, chiacchierando come se si conoscessero da una vita. Sarebbero diventate amiche per la pelle, su questo Hermione era più che sicura e le piaceva come idea. Le serviva un’amica se voleva passare un anno in quell’epoca e poi, avrebbe avuto l’occasione di conoscere la madre del suo migliore amico in modo tale da potergli raccontare qualcosa sul conto dei suoi genitori una volta tornata a casa. Ma dal lato opposto dell’aula qualcosa tramava nel buio. “Visto la nuova? Devo ammettere che non è niente male! Avete visto che belle forme che possiede?” disse un ragazzo dai lunghi capelli biondo platino, legati da un semplice e lento laccio che faceva uscire delle ciocche dalla bassa coda e dagli occhi azzurri come ghiaccio affilato e tagliente. “Lucius, fai davvero schifo. Per di più è una grifondoro!” disse un’altra ragazza, anch’essa con capelli biondi, ma leggermente più scuri del ragazzo seguita a ruota dalla risata di Bellatrix che fu costretta a portarsi la mano a coprire le labbra per mantenere un’aria alquanto educata. “Cosa ne pensi tu invece? Non dirmi che anche tu la vedi come questo maiale di Lucius” chiese quest’ultima, accennando ancora una volta una sottile risata che contagiò anche gli altri due ragazzi, ad un ragazzo alto, secco e dal corpo perfettamente asciutto con un accenno di muscoli e dagli occhi e capelli marroni scuro; un marrone così cupo e profondo da potersi perdere in esso solo attraverso un semplice sguardo. “Non perdo tempo con queste sciocchezze. Quella ragazza è insignificante” disse il ragazzo con un tono di voce decisamente secco e freddo, come se fosse scocciato da quegli atteggiamenti che avevano i suoi amici. Detto ciò si alzò e si avviò verso l’uscita, ma fu costretto a fermarsi sull’uscio della porta dato che vi erano due figure femminili a bloccare il passaggio non facendolo apposta. E, ciliegina sulla torta, chi potevano essere se non Lily ed Hermione? Quest’ultima si girò, sentendo una figura di troppo accanto a loro e fu lì che i loro sguardi si incrociarono. Alzò gli occhi verso i suoi, rimanendo per qualche secondo come incantata da quel colore. Ripreso il controllo della sua mente fece per dire qualcosa, ma venne bloccata dalla voce profonda del ragazzo. “Dovrei passare e voi state bloccando il passaggio, vi dispiace?” la sua voce era qualcosa di assolutamente magnetico e difficile da dimenticare anche se si volesse. Il ragazzo riuscì finalmente ad uscire e a sparire tra i corridoi della scuola, ma Hermione continuava a chiedersi chi fosse finché la voce della sua amica non la risvegliò dal sogno. “Quello lì è il Re delle Serpi. Tom Riddle. Fai attenzione.”

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Capitolo 3
*** "Era un miraggio" ***


{Un saluto speciale va a gattabianca che ha recensito i primi due capitoli. Grazie mille!!! Sono contenta che ti piaccia, spero che continuerai a leggerla e commentarla ;). Grazie davvero}
 
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Le parole della sua nuova amica continuavano a rimbombare nella sua mente. Non era possibile. Quel bel ragazzo, raffinato e misterioso era davvero il futuro Signore Oscuro, colui che non deve essere nominato. Da un lato se lo poteva immaginare data la sua eleganza nel camminare e la superiorità che mostrava negli atteggiamenti che aveva potuto osservare mentre lo guardava allontanarsi da loro, ma dall’altro non poteva ancora crederci. A dire la verità si aspettava qualcuno più come Draco Malfoy: strafottente, ma a differenza di lui più intelligente. Per metà aveva indovinato. Fatto sta che non riusciva più a toglierselo dalla mente e questo risultava essere un grosso problema e il solo pensiero di doverci parlare e diventare possibilmente sua amica, non faceva altro che peggiorare la situazione.

“Hermione? Tutto apposto? Ci sei? Dai andiamo” disse Lily, scoppiando in una sottile risata vedendo la ragazza completamente immersa nei suoi pensieri; le afferrò un braccio che subito scosse l’amica, facendola tornare nel presente con la mente e velocemente uscì con lei dalla Sala Grande.
Dopo una serie di minuti entrarono nel dormitorio. Per Hermione non fu difficile imparare a memoria la parola d’ordine visto che era il nome di una delle materie che più detestava in quella scuola: Divinazione. Da quando era stata “insultata” dalla professoressa al terzo anno davanti all’intera classe, umiliandosi così davanti a tutti, quella materia era diventata semplicemente inutile, sciocca ed irritante.
Appena entrata notò che nemmeno questa stanza sarebbe cambiata nel corso degli anni e questo era decisamente a suo favore, sapeva come muoversi senza essere vista o sentita. L’unico problema adesso erano i venti occhi puntati su di lei dagli altri ragazzi che si trovavano nella Sala Comune dei Grifondoro. Era così imbarazzante che avrebbe preferito di gran lunga sprofondare nella bava di lumaca. Per fortuna che con lei c’era Lily. Si girò versa la ragazza che le rivolse un debole sorriso e la condusse via da quegli occhi, ma qualcosa le fermò. Una voce.

“Ciao, io sono James Potter. Benvenuta nei Grifondoro e perdonaci se ti abbiamo messo in imbarazzo” disse un ragazzo dalla voce calda e poco più alto di lei. L’unica cosa a cui pensò non appena alzò lo sguardo, incrociando così il suo, fu ad Harry. Quello era il padre del suo migliore amico. Aveva da un lato e di fronte a sé i genitori del prescelto e le sole cose che le venivano da fare era piangere e stringerli tra le braccia, ma si limitò soltanto a rivolgere al ragazzo con gli occhiali un piccolo sorriso di ringraziamento, sparendo poi nella camera dove si era appena intrufolata Lily.

“Carino eh?” chiese la piccola roscia con un tono divertito e malizioso nella voce, girandosi verso di Hermione che non riuscì a trattenersi, scoppiando quindi a ridere, contagiando alla fine anche lei.

“Sì, carino ma non è il mio tipo” rispose asciugandosi le lacrime dovute a quella grossa risata. Si trovava proprio bene con lei ed era felice di conoscerla. Lo faceva soprattutto per Harry. Pensare a lui in un momento come questo, dopo aver conosciuto entrambi i suoi genitori, faceva male. Le si stringeva il cuore solo al pensiero, ma doveva farci l’abitudine e doveva assolutamente trattenersi dal rivelargli qualunque cosa o la guerra sarebbe scoppiata subito, senza nemmeno passare dal via.
Proprio quando l’amica stava per risponderle, qualcuno bussò alla porta. James era alla porta e le invitava a seguirlo per una passeggiata pomeridiana nei corridoi insieme ad un gruppo di Grifondoro curiosi di conoscere la nuova arrivata. Accettarono entrambe ed uscirono dal dormitorio, riversandosi nei corridoi, cercando di non fare troppo chiasso per rispetto a tutti i ragazzi che, a differenza loro, erano costretti a frequentare le lezioni.

Era un pomeriggio abbastanza soleggiato e il prato accanto al castello, prima dell’inizio della Foresta Proibita, era così invitante che nessuno dei ragazzi si trattenne dal non sedercisi sopra. Come pensato da tutti quell’erba era molto morbida al tatto con le mani e i loro fondoschiena ed era la giusta occasione per rilassarsi o per, come Hermione, pensare a come muoversi per conquistare la fiducia del suo nemico che aveva incontrato solo una volta.

Ma una bella giornata come quella si può rovinare facilmente. Infatti, non molto distanti da loro, un gruppo di serpi era pronta a dargli fastidio con prese in giro o con i loro soliti insulti.
Narcissa, la sorella di Bellatrix, si affrettò a raggiungere il gruppo tranquillo dei grifondoro e con un sonoro colpo di tosse attirò la loro attenzione, anche quella della giovane Hermione.

“Guarda guarda chi abbiamo qui. La novellina della scuola. Non hai fatto nulla e sei già famosa, ma stai tranquilla. Le voci spariranno presto e tornerai ad essere un’insignificante studentessa” disse rivolgendosi naturalmente ad Hermione. Ovviamente la ragazza stanca delle continue prese in giro che era costretta a sentire nella sua epoca, riteneva insulse queste rivolte dalla serpe ma non voleva passare per la ragazza bersaglio anche qui. Perciò si sbrigò a rispondere, utilizzando il so stesso sarcasmo e tono di voce.

“Un po’ come te allora” con quella semplice risposta pietrificò tutti, sia le Serpi che i Grifoni, attirando però l’attenzione di Tom Riddle su di sé che in silenzio e in leggera disparte le stava ascoltando. Soddisfatta della reazione provocata in tutti i suoi compagni, distese le labbra in un ampio sorriso rivolto soprattutto alla ragazza che l’aveva appena insultata e che non accennava a rispondere con tono. Lasciò scivolare l’attenzione anche sulle altre serpi e, per sua sorpresa, erano rimasti immobili come la prima ragazza. Lucius era divertito poiché finalmente qualcuno aveva avuto il coraggio e la faccia tosta di ribattere l’insulto, mentre Bellatrix era rimasta muta, divertita anche lei ma per l’espressione scioccata della sorella.
Lo sguardo si posò infine su Tom. per suo grande stupore notò che anche lo sguardo del mago era rivolto verso di lei; uno sguardo però attento e indagatore. “È così bello…Ma cosa diavolo stai pensando!! Lui è Lord Voldemort!! Torna in te Hermione Jean Granger!” si ripeté nella mente, ma i suoi pensieri vennero interrotti dal ragazzo stesso.

“Impressionante, i miei complimenti. Nessuno mai era riuscito a zittirla.” Era un miraggio. Non c’era altra spiegazione. Lo era di sicuro, ma sul volto del ragazzo era appena apparso un sorriso divertito rivolto a lei. Tom Riddle le aveva sorriso. 

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