The Gentle Giant

di yo_ki_min
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** How To Sleep During A Storm ***
Capitolo 2: *** Why The Long Hair? ***



Capitolo 1
*** How To Sleep During A Storm ***


Asahi amava la pioggia. Il dolce picchettare delle gocce sul vetro della finestra, l'atmosfera che si fa fresca e umida, l'inconfondibile odore della terra bagnata.

La pioggia lo faceva rilassare, tranquillizzare. Si sentiva in pace con se stesso. Per qualche ora riusciva a mettere da parte le miriadi di preoccupazioni che lo assillavano in continuazione, a placare il turbinio di pensieri che gli si affollavano incessantemente nella testa.

 

Asahi amava la pioggia. Ma i tuoni? I tuoni lo terrorizzavano. Il vento? Gli faceva venire la pelle d'oca. La bufera lo faceva sentire inquieto, come se il mondo fosse sotto attacco, come se lui stesso fosse sospeso in un limbo, incapace di curarsi di qualcosa che non fosse il rumore assordante che lo soffocava. Entrava nel panico.

 

Quel pomeriggio era stato bello. Era andato a un campo di allenamento insieme ai suoi compagni di squadra, e come al solito dormivano tutti assieme in un'enorme stanza tappezzata di coperte e cuscini. Non erano previste partite quel giorno, perciò Asahi insieme agli altri due ragazzi del terzo anno, a Noya e a Tanaka aveva speso le ore a bere bevande calde, giocare a carte e parlare del più e del meno. Era stato bello. Uno di quei momenti in cui una persona insicura come il giovane capelluto provava quel leggero senso di benessere nel constatare che esisteva qualcuno della cui compagnia godere mutualmente, con cui potersi sentire al sicuro, di cui potersi fidare.

 

Ma adesso era notte fonda, probabilmente le tre passate, e l'asso dei Karasuno era in uno stato di estrema tensione. Non riusciva a chiudere occhio. Si girava e rigirava fra le lenzuola, tentando di attutire il rombo dei tuoni nascondendo il volto in un cuscino. Il vento faceva sbattere le finestre e la porta, e rumori indefiniti provenivano dall'esterno dell'edificio. Che si trovava al limitare di un boschetto. Buio. Lontano dalla città.

 

Il maltempo sembrava non dargli tregua. Il cuore gli batteva all'impazzata. Avrebbe voluto poter parlare con qualcuno, per distrarsi, per essere rassicurato. Ma si sentiva troppo stupido, la sua paura era troppo infantile. Perciò non osava muoversi.

 

Intorno a lui tutti dormivano beatamente; le sagome scure dei corpi che lo accerchiavano come una cinta muraria lo facevano sentire protetto, ma non abbastanza. Dopo un altro quarto d'ora di tormento però la tempesta parve acquietarsi, e, passati pochi minuti, Asahi russava beatamente.

 

Ma un nuovo, fortissimo botto lo colse indifeso. In un lampo si svegliò e istintivamente si aggrappò alla persona alla sua destra, urlando.

 

Ci vollero pochi secondi perché comprendesse ciò che aveva appena fatto, poi l'imbarazzo lo sovrastò a tal punto che sarebbe pure potuta scoppiare una terza guerra mondiale e non avrebbe sentito l'esplodere delle bombe.

 

"Ma che.." esclamò stupito Noya, l'ignara vittima del suo abbraccio spaventato.

 

"Ommioddio, scusa. Scusa, scusa, scusa. Sono un idiota. Ti prego dimentica tutto". Le parole sgorgavano a fiotti, un bisbiglio ininterrotto di autoaccuse e richieste di perdono.

 

Asahi stava ancora cercando di giustificare il suo increscioso comportamento, quando Noya lo prese per il braccio, riuscendo così ad arrestare il flusso di mormorii angosciati. Il ragazzo grande e grosso si bloccò e osservò il piccoletto come se avesse visto un alieno.

 

"Ehi." Noya sussurrò "sta tranquillo. Non c'è niente di cui vergognarsi. E comunque, con me il tuo segreto è al sicuro". Poi sorrise.

 

"Anzi, vuoi sapere una cosa? Anche a me i temporali non piacciono tanto. Mi fanno sentire ancora più piccolo di quanto già non sia. Ma con te accanto so di essere al sicuro."

 

Asahi non rispose. Noya non mollò il suo braccio. Si distesero nuovamente. Vicini.

 

"Ma non dire a nessuno che ho ammesso di essere piccolo. Allora si che dovrai davvero preoccuparti!"

 

Asahi sorrise.

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Capitolo 2
*** Why The Long Hair? ***


Di solito Asahi teneva i capelli legati, per evitare che durante la partita o gli allenamenti le ciocche gli finissero sul volto, bloccandogli la visule. Anche in classe non li aveva quasi mai sciolti, dal momento che gli sembrava più appropriato al contesto scolastico.

Quando però finiva le ore di studio e si incamminava verso casa, provava un indescrivibile senso di libertà nello slegarsi i capelli e lasciare la chioma libera e indomita nel vento serale. La gente lo guardava, lungo il suo cammino, con espressioni sempre nuove sul volto, e Asahi si divertiva a catalogarle, segnandole su un piccolo taccuino che portava in tasca in ogni momento. 

La disapprovazione di un'anziana signora imbellettata, il sorrisetto complice di un metallaro quarantenne che barcollava mezzo ubriaco una notte di festa, l'invidia di un ventottenne stempiato, la curiosità di una giovane scolara, il pianto sconsolato di un bambino solitario a cui aveva cercato di chiedere se si fosse perso; queste e altre le reazioni che descriveva e raccontava poi ai suoi amici per farsi qualche risata con loro. 

Ma se qualcuno provava a domandargli quale fosse la ragione per quella scelta tanto vistosa e scomoda, le sue risposte si facevano sibilline e asciutte. Così a poco a poco erano nate delle teorie riguardo ai Capelli di Azumane, teorie che lui stesso si divertiva ad alimentare con il suo comportamento enigmatico.

E anche queste ipotesi venivano prontamente appuntate, quando arrivavano al suo orecchio o a quello dei suoi compagni di squadra e scuola. Ognuno aveva le sue preferite, e venivano organizzate in Top Five e Top Ten. Alcune delle più  o diffuse erano:

-Asahi è un hippie pacifista che tenta ancora di seguire quel look anni '70. (questa non era niente male, Asahi era una sorta di pacifista, dopo tutto)

-Asahi è freddoloso; i capelli gli servono da sciarpa e berretto.

-Azumane ha una rock band e la lunghezza dei capelli indica il suo ruolo indiscusso di leader nonché chitarrista principale del gruppo (sciocchezze, Asahi suonava il basso in realtà)

-E' tutto frutto di una scommessa con Suga e Daichi

-Serve per l'estetica della squadra, per controbilanciare la pelata di Tanaka

-Quel ragazzo grande e grosso fa parte di una banda di criminali e ha quest'aspetto per intimorire le sue vittime

-La sua ansia sociale gli impedisce di andare dal barbiere (beh, non era del tutto falso)

-Il Gigante Gentile non ha il coraggio di abbandonare i suoi vecchi capelli, e soffrirebbe troppo a vederli giacere su un pavimento anonimo, per poi essere gettati via e finire la loro esistenza in una triste discarica

-Ha promesso ai suoi fratelli di non tagliarseli fino a quando non sarebbe riuscito a superare la sua paura delle montagne russe (mai, quindi)

-Sono così per far colpo sulle ragazze

L'asso dei Karasuno sorrideva divertito, e lasciava fare. Coloro che contavano davvero, sapevano. Suga e Daichi lo sapevano, Noya lo sapeva. Eccome se lo sapeva. 

Ma gli altri? Avrebbero continuato a fantasticare.

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