Il figlio dell'imperatore

di fiphina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La verità rivelata ***
Capitolo 3: *** Decisioni ***
Capitolo 4: *** La grande Roma ***
Capitolo 5: *** Il Circo Massimo ***
Capitolo 6: *** L'imperatore ***
Capitolo 7: *** Al Palazzo Imperiale ***
Capitolo 8: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 9: *** Credere è difficile quanto ammettere la verità! ***
Capitolo 10: *** Il figlio ritrovato ***
Capitolo 11: *** Padre e figlio ***
Capitolo 12: *** Il figlio dell'imperatore ***
Capitolo 13: *** Sospetti pericolosi ***
Capitolo 14: *** Cecilia ***
Capitolo 15: *** Il piano di Crispina ***
Capitolo 16: *** Grandi differenze ***
Capitolo 17: *** Una realtà irriparabile ***
Capitolo 18: *** L'accordo ***
Capitolo 19: *** Il malessere di Lucio ***
Capitolo 20: *** L'attentato ***
Capitolo 21: *** Caduto nel tranello ***
Capitolo 22: *** Bugia o verità? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Il ragazzo dormiva sotto una folta coperta ricavata dalla pelliccia di un orso; I capelli neri se ne stavano scompigliati nel cuscino e nella fronte; Il braccio destro era appoggiato sopra il cuscino mentre quello sinistro passava sotto.

I suoi occhi verdi si socchiusero quando sentì un ottimo profumo proveniente dall’altra stanza della capanna: sbadigliò sonoramente e si alzò dal letto per dirigersi nel punto esatto da cui proveniva quel buon profumo: sua madre stava cucinando e gli aveva preparato una ciotola di latte caldo ed un pezzo di formaggio.

-Buongiorno, madre- Disse Lucio salutando la donna con un bacio in una guancia, si dovette chinare per compiere quell’azione perché era cresciuto molto nell’ultimo anno, poi si sedette nello sgabello posizionato davanti al tavolo e iniziò a mangiare il formaggio con gusto.

Lucio abitava con sua madre in quella capanna da quando era nato, non conservava un solo ricordo di suo padre perché, come gli aveva raccontato la stessa donna, era scomparso qualche tempo prima della sua nascita.

-Lucio, andresti a prendere della legna nel bosco? L’abbiamo quasi terminata-

-Quanta ne hai bisogno?-

-Cerca di prenderne il più possibile ma fa attenzione-

Il ragazzo alzò gli occhi al soffitto, sua madre si preoccupava anche troppo a volte, perfino quando non era necessario; Mangiò tutto il formaggio e mandò giù il latte in pochi, lunghi, sorsi ed uscì dalla capanna alla ricerca di rami che potessero fare al caso suo; Si inoltrò nel bosco in profondità perché non riusciva a trovare quello di cui aveva bisogno, trovò dei rami perfetti a poca distanza dall’ingresso di una grotta.

Lucio si recava spesso nel bosco ma non era mai stato in quella grotta, non l’aveva mai vista prima di quel momento e s’incuriosì a tal punto che lasciò momentaneamente in disparte la legna.

Rimase incantato nel vedere l’interno della grotta perché non aveva mai visto nulla di più affascinante: sulle rocce cresceva del muschio verde e nella parte opposta c’era una piccola cascata.

La guardò per qualche altro momento pensando che era un posto perfetto dove andare con i suoi amici, stava per uscire quando vide qualcosa che brillava nel terreno roccioso; Si chinò e lo raccolse e si rese conto che si trattava di un bracciale.

Lo guardò con attenzione: c’erano due parole incise, forse due nomi, ma era praticamente impossibile capire quali erano le parole.

Poteva lasciarlo dove lo aveva trovato ma qualcosa dentro di sé gli fece stringere le dita attorno al bracciale e tenerlo con sé. 

 

 

 

Spazio per le autrici: 

Siamo tornate con il sequel di cui vi abbiamo parlato, ed ecco Lucio, il figlio di Commodo e Priscilla! Il ragazzo ha trovato il famoso braccialetto della vera madre, lasciato li l'ultima volta dal padre nell'ultimo capitolo del prequel! Ora per lui qualcosa potrebbe cambiare, ma lo scoprirete presto!! Intanto fateci sapere che ne pensate! A presto 

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina!

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Capitolo 2
*** La verità rivelata ***


Capitolo uno:
La verità rivelata


Lucio rientrò nella capanna con la legna che gli aveva chiesto sua madre.

-Eccomi, madre- Annunciò, poggiando i rami vicino al focolare.

La donna gli si avvicinò con aria preoccupata.

-Dove sei andato a finire? Ci hai messo tempo, mi hai fatto preoccupare!-

-Madre, non preoccupatevi. Non riuscivo a trovare la legna adatta e ho dovuto addentrarmi nel bosco-

-Addentrato quanto? Poteva succederti qualcosa, questi luoghi non sono molto sicuri, Lucio-

Il ragazzo la cinse per le spalle –Madre, smettetela di preoccuparvi inutilmente. So badare a me stesso, non dovete essere in ansia- Rispose in tono rassicurativo.
La donna lo abbracciò forte.

-Lo so figlio, ormai sei grande, ma per me sarebbe un dolore se dovesse accaderti qualcosa di brutto!-

-Lo so vi capisco, dai andiamo a mangiare. Sento un ottimo profumo-

-Non è ancora pronto, mangione!- Scherzò la donna.

-Ho una fame da lupi-

-Quando mai, eh?-

Quando venne l’ora del pranzo, Lucio si gustò il saporito brodo di carne preparato dalla madre.

Tutto ad un tratto, mentre girava distrattamente il cucchiaio nella scodella ormai vuota, si perse a guardare un punto indefinito.

-Tesoro, cos’hai? Sei pensieroso-

Lo chiamò la donna, a quel punto Lucio tirò fuori dalla tasca un bracciale d’oro leggermente sbiadito dal tempo.

-Mentre raccoglievo la legna, dentro una grotta ho trovato questo-

Le porse l’oggetto che ancora luccicava, la donna cambiò subito espressione quando capì cos’era esattamente.

-E solo un bracciale- Dichiarò lei, cercando di deviare; Lucio tuttavia notò il suo sguardo strano.

-E allora perché siete diventata pallida se non è nulla se non un comune bracciale?-

-Ti ripeto che non è assolutamente nulla, figlio- Ripeté la donna, alzandosi dallo sgabello visibilmente agitata.

-Madre non mentitemi. Le sorprese mi divertono ma le bugie no… qualcosa mi dice che voi conoscete perfettamente la storia di questo bracciale, non è così? solo non capisco perché provate tale terrore nel condividerla con me-

La madre non sapeva cosa fare: aveva promesso alla schiava, quindici anni prima, che una volta venuto il tempo opportuno avrebbe dovuto rivelare la verità a Lucio, ma si era affezionata a lui in maniera così forte che aveva paura che poi l’avrebbe odiata; Benché avesse tutto il diritto di sapere, temeva anche che il ragazzo si sarebbe sentito ferito e ingannato in tutti quegli anni di bugie continue.

Lucio attendeva una risposta che però non arrivò perché qualcuno bussò alla porta, andò ad aprire e si trovò di fronte Marzia.

-Buon giorno Marzia- La salutò il giovane.

-Buon giorno a te Lucio, mamma mia, come sei cresciuto in questi ultimi tempi!-

Si stupì la schiava, ma la cosa che più le faceva impressione in senso positivo, era la fortissima somiglianza tra lui e il padre: stessi capelli, stessi occhi e stessa cicatrice sul labbro.

Appena entrata notò l’atmosfera tesa creatasi nella capanna.

-Che succede?-

-Voi sapete darmi una spiegazione a questo?- Riferì il giovane alzando la mano col bracciale.

Non riuscì a credere ai propri occhi quando si accorse che anche Marzia era impallidita; a quel punto la cosa, secondo lui, stava diventando troppo strana e intuì che c’era sotto qualcosa, e qualunque essa fosse, non era cosa da poco, bensì qualcosa di grave.

-Allora non mi sbaglio, mi state nascondendo qualcosa! Riguarda il bracciale, vero? O magari quello che è inciso sopra ma che purtroppo non riesco a leggere-

Le due donne si guardarono reciprocamente, timorose e tremanti: era arrivato il momento che da tempo le aspettava.

-Vieni Lucio…- Lo invitò lentamente Marzia a sedersi.

Così rivelarono ogni particolare del suo passato e il povero ragazzo non poteva fare altro che ascoltare e ricevere un duro colpo al cuore.

-Cosa…?- Chiese Lucio con le lacrime agli occhi.

-Volevamo dirtelo prima ma volevamo aspettare che fossi un po’ più grande, purtroppo il destino ha voluto che accadesse prima… ci dispiace tanto, non era così che volevamo lo sapessi, Lucio- Singhiozzò la donna che aveva da sempre considerato sua madre.

Strinse il braccialetto nella mano ed uscì di casa senza dire altro, solo con mille fitte al cuore.  



Spazio delle autrici: 
Eccoci, vi siamo mancate?? Qui c'è un grosso colpo di scena! Lucio ha scoperto la verità e ora bisogna scoprire come la prenderà, perché ciò che ha scoperto dopo quindici anni, non è cosa da poco, veramente!! Non temete, il prossimo capitolo arriverà tra poco!! Intanto fateci spaere che ne pensate, vi salutiamo e ringraziamo 
Le antiche romane Fiphina e Mackenzie94!

 

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Capitolo 3
*** Decisioni ***


Capitolo due:
Decisioni


-Perché non mi avete mai raccontato la verità?- Domandò Lucio quando vide marzia apparire davanti a lui, era sempre stato un ragazzo calmo e tranquillo ma una notizia simile avrebbe sconvolto chiunque.

La donna si sedette nel bordo del letto, vicino a Lucio.

-Eri piccolo, come avremmo potuto? Anche adesso sei ancora troppo giovane ma come potevamo fare dato che hai trovato il bracciale?-

-Potevate dirmi una bugia-

-No, se lo hai trovato adesso significa che è arrivato il momento. Che cosa vuoi fare?-

-Non lo so- Rispose il ragazzo scuotendo la testa; Che cosa doveva fare? Partire per Roma e incontrare il suo vero padre?

-Anche se volessi incontrarlo, come potrei sapere quello che mi aspetta? E se mi credesse un impostore?-

-Questo è impossibile perché sei la sua immagine, ascolta, Lucio, tuo padre era innamorato della tua vera madre e se sapesse che tu sei vivo ti accoglierebbe subito a braccia aperte-

-Ci voglio pensare, ho bisogno di rimanere da solo per un po’- Mormorò il ragazzo; restò seduto nel suo letto per lungo tempo, continuando a fissare il bracciale che aveva in mano, e poi tornò nella stanza dove si trovavano Marzia e la donna che lo aveva adottato.

-Voglio conoscerlo- Disse alle due con voce decisa, la madre emise un lungo sospiro perché si aspettava una risposta simile.

Non voleva che partisse ma non poteva nemmeno fermarlo.
 

Nel frattempo, a Roma, nel Palazzo Imperiale delle ancelle si stavano occupando di preparare una giovane donna.

Aveva lunghi capelli corvini, grandi occhi neri ed un corpo snello, il suo nome era Brutia Crispina ed era la donna più bella di Roma.

Quello era il giorno più importante della sua vita perché stava per sposare l’imperatore ed essere incoronata imperatrice.

Una delle schiave sistemò un velo rosso in cima all’acconciatura: il rito del matrimonio prevedeva che ogni giovane indossasse un abito bianco ed un velo cremisi che doveva essere sollevato solo al termine della cerimonia.

Crispina aveva impiegato lunghi anni per conquistare Lucio Aurelio Commodo ed aveva subito capito quale genere di legame ci fosse tra lui e la sorella ma quando sarebbe diventata imperatrice tutto sarebbe cambiato.

Niente e nessuno poteva permettersi di mettere in pericolo la sua nuova posizione ma se ciò sarebbe accaduto, Crispina non sarebbe rimasta a guardare.




Spazio per le autrici: 
Eccoci di nuovo! Eh eh, ecco a voi Brutia Crispina, che rammentiamo: nella realtà è stata la vera moglie di Commodo. Di certo non è una tipa tranquilla che non si fa scrupoli quando vuole ottenere qualcosa, ma non ha fatto i conti con un certo qualcuno, sapete di chi parliamo! Ma ora basta spoilerare! Speriamo vi piaccia e grazie a tutti! Commentate please!!!! Alla prossima
Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina!
 

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Capitolo 4
*** La grande Roma ***


Capitolo tre:
La grande Roma


Lucio guardò indietro alla capanna ancora una volta; Quel luogo non gli era indifferente, dopotutto ci aveva vissuto per quindici anni.

Ma la vita continuava e per lui evidentemente era previsto un destino diverso rispetto a quello che aveva sempre creduto: se avrebbe dovuto affrontare pericoli ed ostacoli per scoprire la verità, allora era disposto a farlo, doveva solo giocare d’astuzia perché sapeva che se tutto sarebbe andato per il verso giusto, si sarebbe trovato di fronte a persone molto pericolose e disposte a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi.

La madre adottiva gli si avvicinò sospirando.

-Abbi cura di te, Lucio…- Non riuscì  a continuare a causa del groppo di pianto alla gola, si portò una mano davanti alla bocca, cominciando a singhiozzare.

-Ovunque tu sarai ti vorrò sempre bene, sarai sempre il mio birbantello- Continuò lei, accennando il termine scherzoso che usava sempre quando era piccolo.

Il ragazzo le prese una mano.

-Non dimenticherò mai quello che avete fatto per me in tutti questi anni, anche io vi voglio bene, non dimenticatelo.- Poi, dalla piccola bisaccia prese il fiore secco ma ancora profumato che la donna gli aveva regalato giorni fa e glielo poggiò sul palmo della mano.

-Ora lo regalo a voi… spero possa esservi prezioso come lo è stato per me-

La donna lo abbracciò, sempre con la speranza che un giorno lo avrebbe rivisto o avuto sue notizie dicendogli che stava bene ed aveva fatto finalmente giustizia.

Marzia, commossa, disse a Lucio che dovevano andare; Il ragazzo salutò per l’ultima volta la donna e salì sulla carovana.

Non pensava ad altro che a cosa lo aspettava una volta giunto a Roma, pensava a suo padre: com’era, che persona era… cosa avrebbe pensato di lui.

Marzia richiamò la sua attenzione.

-Stai bene?-

-Si…-

-Non avere timore, Lucio. Tu sei il figlio dell’imperatore e tuo padre ti vorrà bene; Non solo perché sei sangue del suo sangue, ma anche perché sei il frutto del suo grande amore con Priscilla, la tua vera madre!-

Il giovane annuì, ripensò a quelle parole: lui, figlio dell’imperatore di Roma.

Da un comune ragazzo  quindicenne scoprì di essere un principe, seppur figlio illegittimo.

Ma a lui non importava di essere ricco o povero, uno schiavo o un principe, voleva solo ritrovare l’unica persona della sua famiglia che gli era rimasta.

-Lucio, una cosa… non fidarti mai di nessuno, soprattutto stai in guardia da Novia e Brutia Crispina, d’accordo?-

-Certo, state tranquilla… agirò con cautela e presto avranno quello che si meritano-

-Ok, ma fa attenzione-

-Tranquilla-

Dopo un viaggio lungo, all’orizzonte cominciò ad intravedersi, in tutto il suo splendore, lui: il Colosseo; Lucio la osservò in tutta la sua imponenza e maestosità.

Da qui sarebbe cominciata la sua impresa. 



Spazio delle autrici: 
Ecco un nuovo capitolo per voi, Lucio è partito ed è arrivato a Roma! Ora gli tocca incontrare suo padre, ma non sarà facile! Lo scoprirete molto presto dato che arriverà subito un nuovo capitolo, intanto fateci sapere che ne pensate!!! Grazie a tutti e alla prossimissima 
Le antiche romane Fiphina e Mackenzie94!

 

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Capitolo 5
*** Il Circo Massimo ***


Capitolo quattro:
Il Circo Massimo


Lucio rimase annichilito davanti alla grandezza di Roma: ne aveva sentito parlare fin da quando era solo un bambino ma vederla, ora, davanti ai suoi occhi.

Ben presto, però, Marzia portò il ragazzo lontano dal centro della città in direzione della Suburra: il quartiere più povero di Roma, Lucio rimase nuovamente sorpreso, com’era possibile che un posto grandioso come Roma avesse un quartiere così povero e sporco?

-Che cosa sono quelli?-

-Sono le insule- Rispose la donna.

-Sono le abitazioni in cui vivono i più poveri dei poveri, quelli che non hanno quasi nulla abitano nei piani più alti.  Per loro non c’è speranza quando scoppia un incendio o quando c’è un terremoto; Le insule non sono molto stabili.-

Lucio lanciò un’ultima occhiata alla costruzione instabile e si allontanò come se dovesse cadere da un momento all’altro; Fortunatamente Marzia abitava in una casetta ordinata e pulita, ben differente da tutto il resto della Suburra.

Quando era stata liberata dalla sua condizione di schiava le era stato dato un piccolo sacchetto colmo di monete d’oro, con quello che aveva ricevuto in regalo avrebbe potuto permettersi una bella abitazione in un bel quartiere ma lei diceva sempre che sfoggiare le proprie ricchezze equivaleva ad attirare delle serpi , continuando a vivere un’esistenza modesta non avrebbe mai avuto un solo nemico.

Il ragazzo si sedette in uno sgabello e Marzia gli offrì una ciotola di stufato che lui accettò con molto piacere.

-So che vuoi incontrare subito tuo padre ma credo che prima sia meglio che tu lo vedessi da distante-

-Da distante?- Domandò Lucio corrucciando le sopracciglia.

-Domani ci sarà uno spettacolo per il popolo di Roma e lui sarà presente. In questo modo sarai già pronto quando lo vedrai di persona-

-Andremo alla Grande Arena?-

-No, andremo al Circo Massimo a vedere una corsa di bighe. Non voglio che vedi uomini che si uccidono. E’ meglio se riposi, ora, è stato un viaggio molto lungo e ti aspetta ancora molto altro.-

Lucio seguì il consiglio della donna e si sdraiò nel giaciglio che lei stessa gli aveva preparato; Provò a dormire ma non ci riuscì prima di diverso tempo perché era troppo eccitato e teso per ciò che lo attendeva il giorno seguente.

Non riusciva a capire se era più ansioso di vedere la sua prima corsa con le bighe o di vedere suo padre.

Si alzarono molto presto, poco dopo l’alba, per trovare un buon posto e Lucio rimase impressionato davanti alla maestosità unica del Circo Massimo: l’enorme costruzione dalla forma ellittica poteva contenere fino a centocinquantamila romani.

Quando si sedettero, ed iniziò ad arrivare altra gente, Marzia spiegò a Lucio come funzionavano le corse; C’erano quattro squadre: la rossa, la verde, la blu e la bianca.

Le squadre dovevano compiere sette giri, la prima che arrivava al traguardo vinceva, nei bordi della pista c’erano sette delfini di bronzo.

Quando un giro veniva completato il delfino si abbassava grazie ad un meccanismo interno.

All’improvviso, quando le tribune erano piene da diverso tempo, delle trombe squillarono e tutti si voltarono verso il Palco Imperiale, il ragazzo fece lo stesso perché sapeva che il momento era arrivato.  



Spazio per le autrici: 
Come promesso eccoci di nuovo, stavolta nel Circo Massimo e sta per entrare Commodo! Chissà cosa penserà Lucio e cosa accadrà!!! Non vi spoileriamo nulla;-)
Speriamo che vi piaccia e commentate pleaseee!!! Vedrete col tempo la piega che prenderà la situazione!!!! Vi ringraziamo come sempre e alla prossima
Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina!
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Capitolo 6
*** L'imperatore ***


Capitolo cinque:
L’imperatore


Lucio aveva il fiato sospeso, sapeva che di li a poco suo padre avrebbe fatto il suo ingresso nel Circo Massimo.

Il ragazzo si rivolse a Marzia.

-L’imperatore darà inizio ai giochi, vero?-

-Esattamente, sei agitato Lucio?-

-Un po’…- Confessò il giovane, abbassando per un attimo lo sguardo a terra.

-Sta tranquillo-

Dopo quelle parole, al termine del suono delle trombe, l’imperatore fece il suo ingresso sul palco.

Marzia tenne stretta la mano del ragazzo.

Lucio non riusciva a muoversi, i suoi occhi verdi erano rimasti inchiodati su suo padre: aveva l’armatura blu con il mantello viola ricadente sulle spalle e aveva una corona d’alloro dorata sulla testa.

Quest’ultimo alzò la mano destra in segno di saluto ai presenti che nel frattempo applaudivano.

Solo dopo qualche secondo Lucio notò che non era solo: una donna dai capelli neri raccolti in un’acconciatura semplice e adornata con un ricco abito che intuì essere Brutia Crispina.

Strinse i pugni e accennò a stringere le labbra in una smorfia di rabbia.

-E’ lei, vero?- Chiese a Marzia, serio.

-Si, Lucio- Rispose la donna allo stesso modo, il che significava che condivideva i pensieri del giovane.

-Che possa essere maledetta!- Ringhiò ancora Lucio.

-Tutto a suo tempo, figliolo, tutto a suo tempo-

Lucio si sorprese quando vide comparire un’altra donna con un bambino, forse sugli otto anni.

-Quelli chi sono?-

-La donna è Augusta Lucilla, sorella di tuo padre e tua zia. Il bambino e suo figlio, si chiama come te-

-Lucio?-

-Si, Lucio Vero, come suo padre, il defunto marito di tua zia.- Spiegò Marzia.

In quel momento l’imperatore diede inizio alla corsa.

Al suo cenno le bighe trainate dai cavalli partirono a tutta velocità e sollevando un enorme polverone, per riuscire a guadagnare il primo posto.

La folla era in delirio e faceva il tifo per la propria squadra preferita; Ad un certo punto, dopo un paio di giri, una biga: quella blu si schiantò dopo aver urtato una delle avversarie.

Il comandante della biga danneggiata tagliò la corda che aveva legata attorno alla vita, mentre il mezzo si capovolse.

-Marzia perché quell’uomo ha tagliato la corda?- Chiese Lucio, stupito.

-Il comandante che guida la biga si chiama Auriga, ha tagliato la corda altrimenti rischiava di essere calpestato dai cavalli-

-Capisco, non trovo ci sia alcuna differenza tra la corsa e i giochi gladiatorii-

-Non dire così, Lucio. Nei giochi c’è chi vive e chi muore; Credimi, non è la stessa cosa-

In gara ormai la folla si divideva tra la squadra verde e quella rossa, entrambe quasi in testa.

Le grida della folla aumentarono e dopo l’ultima curva la squadra rossa tagliò il traguardo, vincendola gara.

Tutti i presenti si alzarono applaudendo forte e gridando, mentre l’auriga alzava le braccia per la vittoria.

Dopo ora di fermento, il Circo cominciò a svuotarsi, quella mattinata si era rivelata piena di sorprese per il giovane Lucio.

-Adesso sarà meglio ritirarci, Lucio- Lo avvertì Marzia, lui la seguì attraverso la folla , ma era difficile starle dietro.

Mentre la cercava con lo sguardo sperando di rintracciarla subito per evitare guai, una ragazza gli andò a sbattere contro.

-Oh, scusami tanto, ragazzo, non volevo mi dispiace terribilmente-

Lucio alzò lo sguardo e scoprì essere una bella giovane dagli occhi azzurri, come quelli di sua madre da quel che gli avevano raccontato.

-Scusami tu, ti sei fatta male?- Le chiese, aiutandola ad alzarsi.

-No, tranquillo… come ti chiami, non ti ho mai visto da queste parti…?-

La giovane si bloccò quando lo guardò in volto per la prima volta; Le era sparita la voce in gola a quella vista e Lucio intuì cosa stesse pensando la ragazza.

-Non può essere- Mormorò infatti sbalordita.

Il ragazzo cominciò a sudare freddo quando sentì la voce di una donna chiamare la ragazza; era la voce di Lucilla. 
 
-Clelia dove sei finita?-

Tuttavia lei non rispose, troppo impegnata a fissare incredula Lucio, quella somiglianza era incredibile ma non capiva come potrsse essere possibile una cosa del genere.

Lucio alla fine scappò via, seppur difficoltosamente tra la folla, in cerca di Marzia.

-Sorella dobbiamo andare- Sentì dire da una voce maschile ed ebbe l’istinto di voltarsi: non lo avesse mai fatto! I suoi occhi incontrarono da lontano, casualmente, quelli di suo padre. 




Spazio delle autrici: 
Salve a tutti! In questo capitolo Marzia e Lucio assistono alla corsa delle bighe e finalmente Lucio vede suo padre per la prima volta, anche se non direttamente!

Peròòòò, al termine del capitolo c'è statao un altro colpo di scena: Commodo e Lucio hanno incrociato gli sguardi!!! ;-) Che succederà lo scoprire presto nel prossimo capitolo!!! 
Intanto fateci sapere che ne pensate, se vi è piaciuto e tutto il resto! Un grazie come sempre e alla prossima 
Le antiche romane Mackenzie954 e Fiphina!

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Capitolo 7
*** Al Palazzo Imperiale ***


Capitolo sei: Al Palazzo Imperiale
Lucio e Marzia tornarono alla modesta abitazione della donna, mentre consumavano una frugale cena il ragazzo domandò -Come posso tenere un colloquio con l'imperatore?- 
-Devi recarti al Palazzo Imperiale molto presto e parlare con i funzionari che si occupano di questo- 
-E se non mi permettono di parlare con lui?- 
-Vedrai che riuscirai a parlare con tuo padre- Rispose Marzia, consigliò a Lucio di riposarsi e quest'ultimo si sdraiò nel pagliericcio ma non fu affatto facile addormentarsi. 
Continuava a pensare al momento quando, al Circo Massimo, aveva visto suo padre per ma prima volta, aveva continuato a fissarlo come se quello fosse sufficiente a comprendere il suo carattere e quale sarebbe stata la sua reazione quando si sarebbero trovati faccia a faccia; Poi, i loro sguardi si erano incrociati o era stata solo la sua immaginazione? 
Il viso di Commodo cambiò rapidamente nella mente di Lucio e si trasformò in quello di una ragazza dai lunghi capelli neri e dagli occhi azzurri: era Clelia, la fanciulla che aveva conosciuto al termine della gara. 
Nel villaggio in cui Lucio era cresciuto c'erano molte fanciulle, anche sue coetanee, ma nessuna lo aveva mai colpito come Clelia. 
Non poteva sapere che anche l'ancella dell'imperatrice era stata colpita profondamente come lui, e mentre era sdraiata nel pagliericcio ai piedi del letto di Brutia Crispina lo stava pensando. 
Il ragazzo seguì il consiglio di Marzia e si alzò presto, indossò un mantello con cappuccio, e si diresse verso il Palazzo Imperiale. 
Purtroppo, erano già molte le persone che attendevano di parlare con i funzionari perché non mancavano mai persone che volevano chiedere favori all'imperatore. 
Lucio si mise pazientemente in fila, attendendo il momento di arrivare al tavolo dei funzionari, e quando arrivò disse che doveva parlare con l'imperatore di faccende personali. 
-Devi dire esattamente il motivo per cui vuoi parlare con l'imperatore e togli quel cappuccio- Ordinò uno degli uomini e non poteva essere differente dal momento che qualcuno poteva nascondere un pugnale; Il giovane abbassò il cappuccio e subito nelle facce dei funzionari si dipinsero delle espressioni esterrefatte davanti alla forte somiglianza tra Commodo e Lucio. 
Uno degli uomini si distaccò dal piccolo gruppo, si diresse a passo veloce nella sala del trono. 
-Che cosa vuoi?- 
-C'è una persona che vuole parlare con voi- 
-Non vedo che cosa abbia di diverso da quelle che ho già visto- Rispose Commodo, Crispina, seduta affianco a lui, rise. 

Capitolo sette:

Al Palazzo Imperiale

Lucio e Marzia tornarono alla modesta abitazione della donna, mentre consumavano una frugale cena il ragazzo domandò -Come posso tenere un colloquio con l'imperatore?- 

-Devi recarti al Palazzo Imperiale molto presto e parlare con i funzionari che si occupano di questo- 

-E se non mi permettono di parlare con lui?- 

-Vedrai che riuscirai a parlare con tuo padre- Rispose Marzia, consigliò a Lucio di riposarsi e quest'ultimo si sdraiò nel pagliericcio ma non fu affatto facile addormentarsi. 

Continuava a pensare al momento quando, al Circo Massimo, aveva visto suo padre per ma prima volta, aveva continuato a fissarlo come se quello fosse sufficiente a comprendere il suo carattere e quale sarebbe stata la sua reazione quando si sarebbero trovati faccia a faccia; Poi, i loro sguardi si erano incrociati o era stata solo la sua immaginazione?

 Il viso di Commodo cambiò rapidamente nella mente di Lucio e si trasformò in quello di una ragazza dai lunghi capelli neri e dagli occhi azzurri: era Clelia, la fanciulla che aveva conosciuto al termine della gara. 

Nel villaggio in cui Lucio era cresciuto c'erano molte fanciulle, anche sue coetanee, ma nessuna lo aveva mai colpito come Clelia. 

Non poteva sapere che anche l'ancella dell'imperatrice era stata colpita profondamente come lui, e mentre era sdraiata nel pagliericcio ai piedi del letto di Brutia Crispina lo stava pensando. 

Il ragazzo seguì il consiglio di Marzia e si alzò presto, indossò un mantello con cappuccio, e si diresse verso il Palazzo Imperiale. 

Purtroppo, erano già molte le persone che attendevano di parlare con i funzionari perché non mancavano mai persone che volevano chiedere favori all'imperatore. 

Lucio si mise pazientemente in fila, attendendo il momento di arrivare al tavolo dei funzionari, e quando arrivò disse che doveva parlare con l'imperatore di faccende personali. 

-Devi dire esattamente il motivo per cui vuoi parlare con l'imperatore e togli quel cappuccio- Ordinò uno degli uomini e non poteva essere differente dal momento che qualcuno poteva nascondere un pugnale; Il giovane abbassò il cappuccio e subito nelle facce dei funzionari si dipinsero delle espressioni esterrefatte davanti alla forte somiglianza tra Commodo e Lucio. 

Uno degli uomini si distaccò dal piccolo gruppo, si diresse a passo veloce nella sala del trono. 

-Che cosa vuoi?- 

-C'è una persona che vuole parlare con voi- 

-Non vedo che cosa abbia di diverso da quelle che ho già visto- Rispose Commodo, Crispina, seduta affianco a lui, rise. 

-Questo... questo è diverso-

-Fa entrare questa persona- Rispose il giovane uomo iniziando ad essere irritato. 

 

 

Spazio delle autrici: 

Buonsalve a tutti!! Finalmente sta per avvenire l'incontro tanto atteso tra padre e figlio! Che pensate, come reagirà Commodo?? E non solo lui, ma anche Crispina?? 😁😁😁 Lo scoprirete presto!!! Speriamo vi piaccia e fateci sapere che ne pensate, alla prossima

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina!

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Capitolo 8
*** Faccia a faccia ***


Capitolo sette: Faccia a faccia 
Il funzionario, come aveva ordinato l'imperatore, tornò nell'altra sala per dare a Lucio il permesso di entrare. 
La sua espressione era sempre scioccata, così come lo era diventato ogni volto li presente che aveva visto il ragazzo dopo che si era tolto il cappuccio. 
Si chiesero come poteva essere possibile una cosa del genere, mentre lo fissavano ad occhi spalancati e a bocche semiaperte; Dopo aver ricevuto il permesso di entrare, Lucio, con le mani tremanti, si fece avanti ignorando i vari commenti in sottofondo e le occhiate che percepiva su di sé: da un lato perché non gli importava poi molto, dall'altro perché c'era solo una porta a separarlo dal padre. 
Seguì il funzionario a testa bassa e quando entrarono notò le figure del padre e dell'imperatrice Crispina seduti sui loro rispettivi troni, ma non alzò lo sguardo per timore e fastidio, quest'ultimo a causa della donna. 
Commodo lo osservò a distanza mentre si avvicinava, tuttavia senza riuscire a vederlo bene in faccia, con il gomito appoggiato sul bracciolo e la mano a sorreggersi il mento. 
Gli sembrò per un secondo famigliare ma rifletté che ne aveva visti molti di ragazzini negli ultimi giorni; Comunque si sorprese di vedere che si trattava di un ragazzino. 
Con la mano lo invitò ad alzare lo sguardo. 
-Quale motivo spingerebbe un giovane della tua età a voler proferire con me? Ti ascolto, parla- 
Commodo pensò che prima gli avrebbe detto ciò che doveva e prima lo avrebbe rispedito da dove era venuto; Si alzò e gli andò incontro. 
Lucio prese un profondo respiro e alzò lo sguardo verso suo padre: piantò i suoi occhi verdi su quelli altrettanto verdi dell'ignaro genitore, il quale impallidì all'istante come se avesse visto un fantasma: le pupille si erano visibilmente ridotte a due puntini neri. 
Iniziò a tremare e a sudare freddo. Scostò per un attimo lo sguardo,  momento i cui Crispina, anch'essa allibita, lo raggiunse. 
-Commodo? Cos'hai? Vuoi che lo caccio via?- Chiese, per poi sferrare un'occhiata minacciosa e sospettosa a Lucio che era rimasto immobile. 
-No- Rispose l'imperatore dopo un paio di minuti. -Torna a sederti, ci... ci penso io...- 
La moglie con aria contrariata tornò al suo posto. 
-Cosa vuoi?- Si rivolse Commodo a Lucio, con tono duro e freddo. 
-Voi non sapete chi sono, vero?- 
-Cosa insinui ragazzo?- 
-È palpabile la vostra sorpresa nel vedermi e immagino il motivo... mia madre è morta dandomi alla luce quindici anni fa, sono cresciuto in un piccolo villaggio di Teutoburgo, in Germania, e... sono venuto a Roma per incontrare l'unica persona che mi rimane della mia famiglia... voi- Concluse il giovane, con timore ma allo stesso tempo determinato e senza girarci intorno. 
Commodo era letteralmente senza parole di fronte a quella confessione: non sapeva se credergli oppure no. 
Per un attimo intuì che tutto avrebbe potuto combaciare alla perfezione ma era dubbioso. Dalla morte della sua amata Priscilla era cambiato, non si fidava facilmente di ogni cosa che gli veniva riferita e perché avrebbe dovuto fare un'eccezione? 
Priscilla e il loro figlio erano morti lo stesso giorno! 
-Guardie!- Le chiamò, senza dare una risposta al figlio e girandosi di spalle. 
I pretoriani entrarono e dopo aver ricevuto l'ordine, presero Lucio e incatenandolo lo condussero in carcere. 
-Perché mi fate questo? Siete così cieco a tal punto da negare l'evidenza davanti a voi? Vi prego, dovete credermi! Vi prego...- Le grida di Lucio rimbombavano nella mente di Commodo che strinse gli occhi e le mani. 
Crispina gli si avvicinò -Hai fatto la cosa giusta, è solo un impostore- 
 

Capitolo sette:

Faccia a faccia 


Il funzionario, come aveva ordinato l'imperatore, tornò nell'altra sala per dare a Lucio il permesso di entrare.


La sua espressione era sempre scioccata, così come lo era diventato ogni volto li presente che aveva visto il ragazzo dopo che si era tolto il cappuccio.


Si chiesero come poteva essere possibile una cosa del genere, mentre lo fissavano ad occhi spalancati e a bocche semiaperte; Dopo aver ricevuto il permesso di entrare, Lucio, con le mani tremanti, si fece avanti ignorando i vari commenti in sottofondo e le occhiate che percepiva su di sé: da un lato perché non gli importava poi molto, dall'altro perché c'era solo una porta a separarlo dal padre. 


Seguì il funzionario a testa bassa e quando entrarono notò le figure del padre e dell'imperatrice Crispina seduti sui loro rispettivi troni, ma non alzò lo sguardo per timore e fastidio, quest'ultimo a causa della donna.


Commodo lo osservò a distanza mentre si avvicinava, tuttavia senza riuscire a vederlo bene in faccia, con il gomito appoggiato sul bracciolo e la mano a sorreggersi il mento.

 
Gli sembrò per un secondo famigliare ma rifletté che ne aveva visti molti di ragazzini negli ultimi giorni; Comunque si sorprese di vedere che si trattava di un ragazzino.


Con la mano lo invitò ad alzare lo sguardo. 


-Quale motivo spingerebbe un giovane della tua età a voler proferire con me? Ti ascolto, parla-


Commodo pensò che prima gli avrebbe detto ciò che doveva e prima lo avrebbe rispedito da dove era venuto; Si alzò e gli andò incontro.

 
Lucio prese un profondo respiro e alzò lo sguardo verso suo padre: piantò i suoi occhi verdi su quelli altrettanto verdi dell'ignaro genitore, il quale impallidì all'istante come se avesse visto un fantasma: le pupille si erano visibilmente ridotte a due puntini neri. 


Iniziò a tremare e a sudare freddo. Scostò per un attimo lo sguardo,  momento i cui Crispina, anch'essa allibita, lo raggiunse. 


-Commodo? Cos'hai? Vuoi che lo caccio via?- Chiese, per poi sferrare un'occhiata minacciosa e sospettosa a Lucio che era rimasto immobile. 


-No- Rispose l'imperatore dopo un paio di minuti. -Torna a sederti, ci... ci penso io...- 


La moglie con aria contrariata tornò al suo posto. 


-Cosa vuoi?- Si rivolse Commodo a Lucio, con tono duro e freddo. 


-Voi non sapete chi sono, vero?- 


-Cosa insinui ragazzo?- 


-È palpabile la vostra sorpresa nel vedermi e immagino il motivo... mia madre è morta dandomi alla luce quindici anni fa, sono cresciuto in un piccolo villaggio di Teutoburgo, in Germania, e... sono venuto a Roma per incontrare l'unica persona che mi rimane della mia famiglia... voi- Concluse il giovane, con timore ma allo stesso tempo determinato e senza girarci intorno. 


Commodo era letteralmente senza parole di fronte a quella confessione: non sapeva se credergli oppure no. 


Per un attimo intuì che tutto avrebbe potuto combaciare alla perfezione ma era dubbioso. Dalla morte della sua amata Priscilla era cambiato, non si fidava facilmente di ogni cosa che gli veniva riferita e perché avrebbe dovuto fare un'eccezione? 


Priscilla e il loro figlio erano morti lo stesso giorno! 


-Guardie!- Le chiamò, senza dare una risposta al figlio e girandosi di spalle. 
I pretoriani entrarono e dopo aver ricevuto l'ordine, presero Lucio e incatenandolo lo condussero in carcere. 


-Perché mi fate questo? Siete così cieco a tal punto da negare l'evidenza davanti a voi? Vi prego, dovete credermi! Vi prego...-


Le grida di Lucio rimbombavano nella mente di Commodo che strinse gli occhi e le mani. 


Crispina gli si avvicinò -Hai fatto la cosa giusta, è solo un impostore- 

 


Spazio delle autrici: 

Siamo tornate con un nuovo capitolo! L'incontro tra Lucio e Commodo non è andato proprio bene, purtroppo.. Che succederà lo scoprirete tra poco!! Speriamo possa piacervi e diteci che ne pensate!! Grazie a tutti come sempre!

Le antiche romane Fiphina e Mackenzie94!



 


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Capitolo 9
*** Credere è difficile quanto ammettere la verità! ***


 

Capitolo otto: 
Lucilla si trovava nei suoi appartamenti personali quando sentì una voce che gridava ordini, si affacciò nel corridoio e vide Commodo entrare nella sua camera da letto. 
Era riuscita a vedere il suo volto e ciò l'aveva turbata. 
-Perché mio fratello è turbato?- 
-Un ragazzo gli ha detto di essere suo figlio. I pretoriani lo hanno arrestato e condotto nel carcere Tulliano- Rispose Crispina degnando la principessa di un solo sguardo; La donna corrucciò le sopracciglia di fronte a quella strana notizia, eppure c'era qualcosa che non riusciva a capire: se il ragazzo che aveva parlato con Commodo era un impostore, perché lui aveva un'espressione così sconvolta? 
Decise di recarsi al carcere Tulliano, lei era la principessa e nessuno le avrebbe mai impedito di andare da qualsiasi parte, ed ordinò ad una guardia di condurla davanti alla cella del giovane impostore. 
Appena vi giunse congedò la guardia. 
-Ragazzo, guardami negli occhi- Ordinò con il tono più autorevole che possedeva; Lucio sollevò il viso dopo aver ascoltato la voce femminile che non conosceva e Lucilla si ritrovò a trattenere il fiato: si aspettava di vedere qualcuno del tutto sconosciuto e non un ragazzo che era la copia di suo fratello da giovane. 
-Chi sei, tu?- 
-Io sono il figlio dell'imperatore- Rispose Lucio alzandosi e avvicinandosi alle sbarre della sua cella , riconobbe la sorella del suo vero padre e pregò di avere una possibilità con lei, raccontò alla principessa la stessa storia che aveva raccontato a Commodo. 
-È una storia incredibile- Commentò la donna. -Ma la tua somiglianza con Commodo è una prova tangibile- 
-Non ha voluto credere alle mie parole, ti prego, cerca di convincerlo- 
-Purtroppo, negli ultimi anni è cambiato profondamente- 
-Ti prego, sei la mia unica possibilità- Mormorò Lucio con uno sguardo implorante. 
Lucilla si impietosì davanti a quello che sembrava essere il suo unico nipote, gli promise che avrebbe fatto tutto il possibile per convincere suo fratello e che lo avrebbe fatto subito, tornò a palazzo, bussò alla porta della camera da letto di Commodo, entrò e lo trovò in compagnia di Crispina. 
-Devo parlare con mio fratello. Da sola.- 
-L'imperatore non può ricevere nessuno- Rispose subito Crispina che non voleva lasciare suo marito da solo con la sorella. 
-Crispina, lasciaci- Disse, però, Commodo ed alla giovane donna non restò altro che obbedire all'imperatore ma rimase fuori dalla porta, in modo che alle sue orecchie potessero giungere i discorsi che provenivano dall'interno. 
Non appena i due fratelli rimasero da soli calò un silenzio quasi innaturale. 
I loro rapporti erano profondamente cambiati dopo che Lucilla aveva organizzato una congiura nei suoi confronti; Commodo si era sentito profondamente ferito e deluso quando aveva scoperto tutto, doveva ucciderla (anche Crispina glielo aveva detto più volte) ma non era in grado di farlo: come poteva giustiziare l'unica persona che era sempre stata al suo fianco da quando era solo un bambino? 
-Che cosa mi devi dire?- 
-Sono stata nel carcere Tulliano. Ho visto quel ragazzo. Commodo, non so che cosa hanno visto i tuoi occhi ma quel ragazzo è davvero tuo figlio- 
-Quello è solo un impostore- Rispose l'imperatore in tono secco -Priscilla ed il figlio che attendeva non sono sopravvissuti- 
-Commodo, i tuoi occhi ti impediscono di vedere la verità- 
-Tu non c'eri quel giorno, sorella- 
-Torna da quel ragazzo ed osservalo con attenzione- 
Commodo, nonostante tutto, continuava a seguire tutti i consigli di Lucilla per cui si recò nel carcere Tulliano. 
Lucio non si aspettava di vedere suo padre e si alzò di scatto; Commodo lo guardò con attenzione, senza giungere ad una conclusione troppo affrettata, e si rese conto di quanto era stato cieco all'inizio. 
Come aveva potuto non notare la somiglianza che aveva con Lucio? 
Come se quella non fosse già una prova sufficiente, Lucio allungò la mano destra e Commodo vide quello che reggeva  

Capitolo otto: 

Credere è difficile quanto ammettere la verità!


Lucilla si trovava nei suoi appartamenti personali quando sentì una voce che gridava ordini, si affacciò nel corridoio e vide Commodo entrare nella sua camera da letto. 


Era riuscita a vedere il suo volto e ciò l'aveva turbata. 


-Perché mio fratello è turbato?- 


-Un ragazzo gli ha detto di essere suo figlio. I pretoriani lo hanno arrestato e condotto nel carcere Tulliano- Rispose Crispina degnando la principessa di un solo sguardo; La donna corrucciò le sopracciglia di fronte a quella strana notizia, eppure c'era qualcosa che non riusciva a capire: se il ragazzo che aveva parlato con Commodo era un impostore, perché lui aveva un'espressione così sconvolta? 


Decise di recarsi al carcere Tulliano, lei era la principessa e nessuno le avrebbe mai impedito di andare da qualsiasi parte, ed ordinò ad una guardia di condurla davanti alla cella del giovane impostore. 


Appena vi giunse congedò la guardia. 


-Ragazzo, guardami negli occhi- Ordinò con il tono più autorevole che possedeva; Lucio sollevò il viso dopo aver ascoltato la voce femminile che non conosceva e Lucilla si ritrovò a trattenere il fiato: si aspettava di vedere qualcuno del tutto sconosciuto e non un ragazzo che era la copia di suo fratello da giovane. 


-Chi sei, tu?- 


-Io sono il figlio dell'imperatore- Rispose Lucio alzandosi e avvicinandosi alle sbarre della sua cella, riconobbe la sorella del suo vero padre e pregò di avere una possibilità con lei, raccontò alla principessa la stessa storia che aveva raccontato a Commodo. 


-È una storia incredibile- Commentò la donna. -Ma la tua somiglianza con Commodo è una prova tangibile- 


-Non ha voluto credere alle mie parole, ti prego, cerca di convincerlo- 


-Purtroppo, negli ultimi anni è cambiato profondamente- 


-Ti prego, sei la mia unica possibilità- Mormorò Lucio con uno sguardo implorante. 


Lucilla si impietosì davanti a quello che sembrava essere il suo unico nipote, gli promise che avrebbe fatto tutto il possibile per convincere suo fratello e che lo avrebbe fatto subito, tornò a palazzo, bussò alla porta della camera da letto di Commodo, entrò e lo trovò in compagnia di Crispina. 


-Devo parlare con mio fratello. Da sola.- 


-L'imperatore non può ricevere nessuno- Rispose subito Crispina che non voleva lasciare suo marito da solo con la sorella. 


-Crispina, lasciaci- Disse, però, Commodo ed alla giovane donna non restò altro che obbedire all'imperatore ma rimase fuori dalla porta, in modo che alle sue orecchie potessero giungere i discorsi che provenivano dall'interno. 


Non appena i due fratelli rimasero da soli calò un silenzio quasi innaturale. 


I loro rapporti erano profondamente cambiati dopo che Lucilla aveva organizzato una congiura nei suoi confronti; Commodo si era sentito profondamente ferito e deluso quando aveva scoperto tutto, doveva ucciderla (anche Crispina glielo aveva detto più volte) ma non era in grado di farlo: come poteva giustiziare l'unica persona che era sempre stata al suo fianco da quando era solo un bambino? 


-Che cosa mi devi dire?- 


-Sono stata nel carcere Tulliano. Ho visto quel ragazzo. Commodo, non so che cosa hanno visto i tuoi occhi ma quel ragazzo è davvero tuo figlio- 


-Quello è solo un impostore- Rispose l'imperatore in tono secco -Priscilla ed il figlio che attendeva non sono sopravvissuti- 


-Commodo, i tuoi occhi ti impediscono di vedere la verità- 


-Tu non c'eri quel giorno, sorella- 


-Torna da quel ragazzo ed osservalo con attenzione- 


Commodo, nonostante tutto, continuava a seguire tutti i consigli di Lucilla per cui si recò nel carcere Tulliano. 


Lucio non si aspettava di vedere suo padre e si alzò di scatto; Commodo lo guardò con attenzione, senza giungere ad una conclusione troppo affrettata, e si rese conto di quanto era stato cieco all'inizio. 


Come aveva potuto non notare la somiglianza che aveva con Lucio? 
Come se quella non fosse già una prova sufficiente, Lucio allungò la mano destra e Commodo vide quello che reggeva nel palmo: il braccialetto che lui aveva regalato a Priscilla. 

 

 

Spazio delle autrici: 

Bene, bene, eccoci ad un nuovo capitolo e qui siamo ad un possibile punto di svolta che la storia potrebbe prendere, o in positivo o in negativo!😁😁😁 Tutto verrà al pettine prossimamente, non temete!! Intanto godetevi questo capitolo e commentate, please!!! Alla prossimissima!!! 

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina! 

 

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Capitolo 10
*** Il figlio ritrovato ***


 

Capitolo nove: Il figlio ritrovato 
Commodo vide il braccialetto che Lucio aveva in mano e non ebbe più parole in bocca. 
-So che potrà esservi difficile credermi e non vi obbligo a farlo...- Ammise il ragazzino, voleva solo esprimere quello che sentiva, quello che aveva nel cuore come figlio. 
-Ma vi chiedo di ascoltarmi, per l'ultima volta se volete che sia tale- 
Commodo non parlò, né si mosse, era incapace di reagire e non sapeva il perchè; Fece solo un cenno col capo per farlo andare avanti con ciò che doveva dire: non voleva subito farsi prendere dai sentimenti, voleva prima accertarsi. 
-Non vi biasimo per avermi fatto condurre qui, anche se ammetto che il fatto che non mi credete mi fa male... venire qui a conoscervi è stato il mio unico desiderio fin da quando ho scoperto le mie vere origini; Vi assicuro che non è assolutamente mia intenzione ingannarvi perché io stesso ho vissuto in una bugia e quindi so cosa significa! Per quindici anni ho vissuto nel buio che credevo luce!- La voce di Lucio cominciava ad incrinarsi e a stento tratteneva i singhiozzi. 
L'imperatore lo ascoltava attentamente e sentiva sempre più fortemente un nodo alla gola che saliva fino alla gola. 
-Ed ora cerco di ritrovarla per quel che riesco, provando a recuperare almeno mio padre...- Lucio gli mostrò il braccialetto dorato. 
-Questo lo avete regalato a lei in segno del vostro grande amore... c'è scritto il vostro nome e il suo: Priscilla! La persona che ci è stata strappata via senza pietà- 
Commodo avvertiva le lacrime agli occhi mentre afferrava lentamente il braccialetto che il figlio gli stava porgendo. 
Rivedeva sempre di più in lui, nella sua voce, la determinazione e la forza di volontà della sua amata Priscilla. 
Lucio, ormai vinto dal pianto, diede il colpo finale: -Diceva sempre che... se fosse stato un maschio, avrebbe dato al suo futuro figlio il nome di Lucio.- 
Commodo si fece dare le chiavi dalla guardia e aprì lui stesso la cella, come se servisse ad osservarlo meglio, ma ormai i dubbi erano quasi del tutto spariti. 
Lucio fu sorpreso da questo. 
L'imperatore lo guardò negli occhi -Non può essere...- 
-Mi credete ora? Mi credete?- 
-Oh dei... non è possibile... tu, tu sei Lucio... figlio- 
-Padre- 
Infine i due cedettero completamente alle lacrime e Commodo abbracciò il figlio, maledicendosi per non averlo capito prima. 
Lo tenne stretto a sé, non voleva perderlo mai più. 
-Mi dispiace per non averti creduto, figlio mio!- 
Nel frattempo Crispina aveva subito capito benissimo chi era Lucio, o meglio, lo aveva intuito. 
A passo rapido e deciso si diresse verso una porta e l'aprì quasi furiosa. 

Capitolo nove:

Il figlio ritrovato

  

Commodo vide il braccialetto che Lucio aveva in mano e non ebbe più parole in bocca. 

-So che potrà esservi difficile credermi e non vi obbligo a farlo...- Ammise il ragazzino, voleva solo esprimere quello che sentiva, quello che aveva nel cuore come figlio. 

-Ma vi chiedo di ascoltarmi, per l'ultima volta se volete che sia tale- 

Commodo non parlò, né si mosse, era incapace di reagire e non sapeva il perchè; Fece solo un cenno col capo per farlo andare avanti con ciò che doveva dire: non voleva subito farsi prendere dai sentimenti, voleva prima accertarsi. 

-Non vi biasimo per avermi fatto condurre qui, anche se ammetto che il fatto che non mi credete mi fa male... venire qui a conoscervi è stato il mio unico desiderio fin da quando ho scoperto le mie vere origini; Vi assicuro che non è assolutamente mia intenzione ingannarvi perché io stesso ho vissuto in una bugia e quindi so cosa significa! Per quindici anni ho vissuto nel buio che credevo luce!-

La voce di Lucio cominciava ad incrinarsi e a stento tratteneva i singhiozzi. 

L'imperatore lo ascoltava attentamente e sentiva sempre più fortemente un nodo alla gola che saliva fino alla gola. 

-Ed ora cerco di ritrovarla per quel che riesco, provando a recuperare almeno mio padre...-

Lucio gli mostrò il braccialetto dorato. 

-Questo lo avete regalato a lei in segno del vostro grande amore... c'è scritto il vostro nome e il suo: Priscilla! La persona che ci è stata strappata via senza pietà- 

Commodo avvertiva le lacrime agli occhi mentre afferrava lentamente il braccialetto che il figlio gli stava porgendo. 

Rivedeva sempre di più in lui, nella sua voce, la determinazione e la forza di volontà della sua amata Priscilla. 

Lucio, ormai vinto dal pianto, diede il colpo finale: -Diceva sempre che... se fosse stato un maschio, avrebbe dato al suo futuro figlio il nome di Lucio.- 

Il padre si fece dare le chiavi dalla guardia e aprì lui stesso la cella, come se servisse ad osservarlo meglio, ma ormai i dubbi erano quasi del tutto spariti. Lucio fu sorpreso da questo. 

L'imperatore lo guardò negli occhi

-Non può essere...-

-Mi credete ora? Mi credete?- 

-Oh dei... non è possibile... tu, tu sei Lucio... figlio- 

-Padre- 

Infine i due cedettero completamente alle lacrime e

Commodo abbracciò il figlio, maledicendosi per non averlo capito prima. Lo tenne stretto a sé, non voleva perderlo mai più.

-Mi dispiace per non averti creduto, figlio mio!- 

Nel frattempo Crispina aveva subito capito benissimo chi era Lucio, o meglio, lo aveva intuito. A passo rapido e deciso si diresse verso una porta e l'aprì quasi furiosa. 

-Mi dovete una spiegazione, e subito!- 

-Chi sei?- Mormorò l'altra donna all'interno della stanza, non aveva riconosciuto subito chi fosse stato a pronunciare quelle parole. 

Crispina si tolse il cappuccio e con uno sguardo colmo di rabbia fissò la sua interlocutrice. 

-Salve Novia! Abbiamo una faccenda in sospeso a quanto pare!- 

 

 

Spazio delle autrici: 

Finalmente qualcosa di positivo in tutte queste vicende! Commodo e Lucio si sono ritrovati, anche se, c'è sempre e comunque qualcuno che trama nell'ombra!! 😉😉😉 Come avete notato è ricomparsa una vecchia conoscenza: Novia!! Chissà cosa avranno in mente lei e Crispina!! Fateci sapere che ne pensate e grazie a tutti! 

Le antiche romane Fiphina e Mackenzie94!

 

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Capitolo 11
*** Padre e figlio ***


Capitolo dieci:
Padre e figlio

 

Commodo condusse Lucio nel Palazzo Imperiale, andarono entrambi in una terrazza che aveva una splendida vista sulla Grande Arena e sui tetti di tutte le altre abitazioni; L'imperatore ordinò ad uno schiavo di portare qualche vassoio carico di cibo per lui ed il figlio. 


Si sedettero entrambi in triclini imbottiti di seta colorata, Lucio non si era mai seduto in qualcosa di così morbido come quel divanetto. 

-Mi dispiace di averti accolto in modo così freddo ma quando tua madre ti ha dato alla luce mi avevano detto che né tu né lei eravate sopravvissuti, non avrei mai potuto immaginare che, un giorno, ti avrei incontrato- 

-Raccontami di mia madre- 

Disse il ragazzo preferendo non ripensare alle ore che aveva trascorso in carcere, non voleva farne una colpa del padre, dato che era stato informato nel modo sbagliato. 

-Tua madre era una donna bellissima, la più bella che io abbia mai visto. L'ho conosciuta quando sono venuto a Carnantum per la prima volta: Roma era impegnata nella guerra contro i Barbari e mio padre credeva che la presenza dell'imperatore e del principe potesse migliorare l'umore delle truppe. Tua madre, Priscilla, era la principessa della tribù dei Batavi e quando abbiamo iniziato la nostra relazione suo padre era profondamente contrario- Iniziò Commodo con un sorriso, anche se parlare di quell'amore passato lo faceva soffrire e non poco, raccontò anche della ribellione del villaggio di Ariogaesus, di come la giovane coppia aveva scoperto che sarebbero diventati genitori e di come la gioia aveva lasciato posto al dolore più ceco e profondo. 

-La cosa che più mi fa male, ancora, è il fatto di non essere riuscito a dirle addio, di salutarla per l'ultima volta, se avesse saputo che quando ha abbandonato l'accampamento non l'avrei più vista, l'avrei salutata in modo differente ma come potevo saperlo?- 

-Mi dispiace- 

-Non hai nulla di cui dispiacerti, se è andata in questo modo vuol dire che era destino.- Rispose l'imperatore, e si ritrovò a pensare che anche Massimo non aveva avuto l'occasione di salutare per l'ultima volta la donna che amava ed il figlio che aveva avuto da lei; Anche Massimo aveva provato le sue stesse sensazioni? 

Si augurava di si. 

Commodo disse a Lucio di raccontargli com'era stata la sua vita in Germania; Il ragazzo gli raccontò del villaggio e della donna che lo aveva allevato come una vera madre.

Commodo lo ascoltò con attenzione e sorrise nuovamente al figlio. 

-Adesso tutto quello che importa è il tuo ritorno a Roma, abbiamo molto tempo da recuperare e questa sera ci sarà un banchetto in tuo onore- 

-Un banchetto in mio onore?- 

-Certo, Lucio, sei mio figlio ed è il minimo che possa fare come inizio- Rispose il giovane uomo; Ordinò ad uno schiavo di accompagnare suo figlio in quella che sarebbe stata la sua camera da letto da quel momento in poi. 

L'imperatore tornò nei suoi appartamenti personali e trovò Crispina che era tornata da poco dalla discussione che aveva avuto con Novia, l'altra donna le aveva detto di essere paziente ed aspettare che i fatti si evolvessero, pensare al modo in cui agire. 

Commodo le raccontò subito dov'era stato e la decisione che aveva preso per quella stessa sera. 

-Un banchetto?- Disse Crispina con un'espressione scandalizzata nel viso -Conosci appena quel ragazzo, come puoi voler organizzare un banchetto in suo onore? Che cosa dirai ai nostri ospiti?- 

-La verità. Dirò loro che Lucio è mio figlio ed erede al trono.- 

La giovane donna aspirò con il naso: Commodo voleva già nominare come suo erede Lucio, un figlio bastardo anziché un possibile figlio loro? 

Crispina doveva mantenere la calma, come Novia le aveva consigliato, ed attendere lo sviluppo degli avvenimenti. 




Spazio delle autrici: 
Salve a tutti! Siamo tornate con un nuovo capitolo che speriamo vi piaccia! Vogliamo dare un po' di spazio a Commodo e Lucio come avrete notato.. resta da capire cosa farà crispina, ora!!! Godetevi questo capitolo e fateci sapere le vostre opinioni.. ne arriveranno delle belle prossimamente ma non sveliamo nulla per ora!!! A presto e grazie 
Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina!

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Capitolo 12
*** Il figlio dell'imperatore ***


 

Capitolo undici: 
La sera scese molto presto per Lucio; Il ragazzo si trovava nella sua camera, di li a pochi minuti il banchetto sarebbe cominciato. 
Era agitato, lo ammise. Si rimirò nello specchio nell'angolo e vide la sua immagine riflessa: non era più vestito come uno straccione, bensì come un principe, il principe di Roma. 
Queste parole gli rimbombarono nel cervello e lo fecero sentire strano. 
Doveva ancora abituarsi a quella nuova vita. 
Poco dopo una serva venne a chiamarlo -Principe, vostro padre vi attende- Disse la voce in tono neutro. 
Lucio fece per rispondere e si voltò, rimanendo per un attimo sorpreso, sorprendendo anche la ragazza. 
-Ehm... ciao... arrivo subito- Abbozzò lui un po' imbarazzato. 
Clelia ricambiò titubante: il ragazzo che aveva incontrato al Circo Massimo era il principe di Roma; Si chiese come mai non lo avesse mai visto prima, allora. 
Comunque sia annuì alla risposta del giovane. E, rossa in viso, sparì dalla soglia della porta. 
Lucio raggiunse suo padre che lo stava aspettando proprio davanti alla porta della sala del banchetto; Crispina era li vicino con uno sguardo quasi freddo ma neutro, senza nessuna emozione che traspariva. 
Lucio ricambiò per pochi secondi il suo sguardo, nello stesso modo, tenendo a bada la rabbia che sarebbe venuta fuori al momento giusto. Spostò gli occhi su suo padre che gli sorrideva. 
-Nervoso figlio?- Gli domandò circondandogli le spalle. 
-Un po', padre- 
-È normale, ma non devi temere nulla- 
Il giovane si sentì un po' più tranquillo e dopo un respiro profondo fece un cenno affermativo all'imperatore. 
Commodo entrò per primo nella sala e subito tutti i presenti lo salutarono. 
-Questa sera non è come tutte le altre... perché voglio presentarvi una persona molto speciale a cui un giorno dovrete il vostro servizio: mio figlio Lucio, colui che credevo perduto molti anni fa, ma che ora ho ritrovato- 
Commodo fece avanzare il ragazzo, che, imbarazzato accennò piccoli saluti. 
Tutti i presenti si meravigliarono nel vedere la reale e ovvia somiglianza con l'imperatore, il che indicava la reale parentela con lui. 
Dopo un po' che iniziarono a mangiare, Commodo fece conoscere al figlio alcuni importanti senatori di Roma. 
-Lucio, loro sono il senatore Gaio e il senatore Falco- 
-È un immenso onore conoscervi, principe- Dissero i due, rivolti a Lucio. 
Da lontano un ragazzino si avvicinò. 
-Zio Commodo!- 
-Ehi, nipote- L'imperatore accarezzò la testa di Lucio, il figlio di sua sorella Lucilla che infatti seguì subito dopo. 
-Sorella- La salutò il fratello. 
-Buona sera fratello- 
-Zio lui è tuo figlio? Davvero? Come mai non l'ho mai visto prima?- Continuò il bambino. 
-Lucio... un po' di rispetto- Lo riprese la madre. 
-Non preoccuparti Lucilla- Intervenne l'imperatore -Vedi nipote, saprai tutto a tempo debito... comunque sono fiero di annunciare che portate lo stesso nome; Figlio, lui è Lucio Vero, figlio di mia sorella Lucilla- 
-Ehm... ciao, sono felice di conoscerti.- Proferì il quindicenne, non sapendo se si stesse esprimendo nel modo corretto di un principe. 
-Avrete molto tempo per comoscervi- Aggiunse Commodo. 
La principessa salutò nuovamente il nipote. 
-Ciao Lucio, è un vero piacere averti con noi!- Gli sorrise. 
Il ragazzo ricambiò, facendole intuire un grazie per averlo aiutato con il padre. 
Quelle che Lucio passò furono ore abbastanza, forse troppo tranquille; Gli sembrò molto strano che Crispina non avesse non avesse detto o fatto alcunché! Decise di non pensarci. 
La sua mente tornò a quando suo padre aveva annunciato che lui era il suo erede, un momento sicuramente molto intenso e carico di emozioni, ma il suo più grande desiderio si era realizzato: godere dell'affetto di suo padre. 
Mentre era affacciato alla finestra gli capitò di ripensare a Marzia. 
-Grazie per tutto!- Disse, osservando le varie abitazioni, sapendo che la donna era li da qualche parte. 
  
 

Capitolo undici:

Il figlio dell'imperatore

 

La sera scese molto presto per Lucio; Il ragazzo si trovava nella sua camera, di li a pochi minuti il banchetto sarebbe cominciato. Era agitato, lo ammise.

Si rimirò nello specchio nell'angolo e vide la sua immagine riflessa: non era più vestito come uno straccione, bensì come un principe, il principe di Roma. 

Queste parole gli rimbombarono nel cervello e lo fecero sentire strano. 

Doveva ancora abituarsi a quella nuova vita. 

Poco dopo una serva venne a chiamarlo -Principe, vostro padre vi attende- Disse la voce in tono neutro. 

Lucio fece per rispondere e si voltò, rimanendo per un attimo sorpreso, sorprendendo anche la ragazza. 

-Ehm... ciao... arrivo subito- Abbozzò lui un po' imbarazzato. 

Clelia ricambiò titubante: il ragazzo che aveva incontrato al Circo Massimo era il principe di Roma; Si chiese come mai non lo avesse mai visto prima, allora. 

Comunque sia annuì alla risposta del giovane. E, rossa in viso, sparì dalla soglia della porta. 

Lucio raggiunse suo padre che lo stava aspettando proprio davanti alla porta della sala del banchetto; Crispina era li vicino con uno sguardo quasi freddo ma neutro, senza nessuna emozione che traspariva. 

Lucio ricambiò per pochi secondi il suo sguardo, nello stesso modo, tenendo a bada la rabbia che sarebbe venuta fuori al momento giusto.

Spostò gli occhi su suo padre che gli sorrideva. -Nervoso figlio?- Gli domandò circondandogli le spalle. 

-Un po', padre- 

-È normale, ma non devi temere nulla- 

Il giovane si sentì un po' più tranquillo e dopo un respiro profondo fece un cenno affermativo all'imperatore. 

Commodo entrò per primo nella sala e subito tutti i presenti lo salutarono.

-Questa sera non è come tutte le altre... perché voglio presentarvi una persona molto speciale a cui un giorno dovrete il vostro servizio: mio figlio Lucio, colui che credevo perduto molti anni fa, ma che ora ho ritrovato- 

Commodo fece avanzare il ragazzo, che, imbarazzato accennò piccoli saluti. 

Tutti i presenti si meravigliarono nel vedere la reale e ovvia somiglianza con l'imperatore, il che indicava la reale parentela con lui. Dopo un po' che iniziarono a mangiare, Commodo fece conoscere al figlio alcuni importanti senatori di Roma. 

-Lucio, loro sono il senatore Gaio e il senatore Falco- 

-È un immenso onore conoscervi, principe- Dissero i due, rivolti a Lucio. 

Da lontano un ragazzino si avvicinò. -Zio Commodo!- 

-Ehi, nipote- L'imperatore accarezzò la testa di Lucio, il figlio di sua sorella Lucilla che infatti seguì subito dopo. 

-Sorella- La salutò il fratello. 

-Buona sera fratello- 

-Zio lui è tuo figlio? Davvero? Come mai non l'ho mai visto prima?- Continuò il bambino. 

-Lucio... un po' di rispetto- Lo riprese la madre.

-Non preoccuparti Lucilla- Intervenne l'imperatore -Vedi nipote, saprai tutto a tempo debito... comunque sono fiero di annunciare che portate lo stesso nome; Figlio, lui è Lucio Vero, figlio di mia sorella Lucilla- 

-Ehm... ciao, sono felice di conoscerti.- Proferì il quindicenne, non sapendo se si stesse esprimendo nel modo corretto di un principe. 

-Avrete molto tempo per comoscervi- Aggiunse Commodo. 

La principessa salutò nuovamente il nipote. 

-Ciao Lucio, è un vero piacere averti con noi!- Gli sorrise. 

Il ragazzo ricambiò, facendole intuire un grazie per averlo aiutato con il padre. Quelle che Lucio passò furono ore abbastanza, forse troppo tranquille; Gli sembrò molto strano che Crispina non avesse non avesse detto o fatto alcunché! Decise di non pensarci. 

La sua mente tornò a quando suo padre aveva annunciato che lui era il suo erede, un momento sicuramente molto intenso e carico di emozioni, ma il suo più grande desiderio si era realizzato: godere dell'affetto di suo padre. 

Mentre era affacciato alla finestra gli capitò di ripensare a Marzia. -Grazie per tutto!-

Disse, osservando le varie abitazioni, sapendo che la donna era li da qualche parte. 

 


Spazio delle autrici: 

Buonsalve!! Beh, gli eventi si evolvono ma le sorprese sono dietro l'angolo per i nostri protagonisti! Intanto Lucio è un principe ora e pare essere finito nelle grazie degli altri romani, ma non tutti!!😁😁😁 Scoprirete altro nei prossimi capitoli! Fateci sapere i vostri pareri! A presto 

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina!

 

 

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Capitolo 13
*** Sospetti pericolosi ***


 

Capitolo dodici: 
Lucio si svegliò quando una schiava entrò nella sua camera ed aprì le tende per illuminarla; Per un momento sperò che fosse Clelia ma poi si rese conto che il viso apparteneva ad un'altra persona. 
La ragazza gli disse che l'imperatore lo stava attendendo per la colazione e Lucio si vestì velocemente; La schiava lo condusse nella terrazza dove era stato il giorno precedente e rimase sorpreso nel vedere che anche Crispina era presente. 
Nella mente del giovane si formulò subito il sospetto che la donna avesse letto nei suoi occhi la verità che conosceva e, di conseguenza, non voleva che rimanesse da solo con l'imperatore, Lucio si augurò che quella fosse solo una sua supposizione o avrebbe dovuto affrontare una nemica molto pericolosa. 
-Buongiorno, Lucio, hai dormito bene?- 
-Si, grazie- 
-Crispina, ci puoi lasciare?- Domandò Commodo con gentilezza ma era chiaro che non avrebbe accettato una risposta che non fosse stata positiva. 
-Naturalmente- Rispose la giovane donna alzandosi dal triclinio, prima di rientrare a palazzo, però, lanciò una lunga occhiata a Lucio. 
Si, si convinse il ragazzo, lei aveva capito che conosceva la verità. 
-Adesso che sei un principe, Lucio- Iniziò Commodo quando rimasero soli -Ci sono molte cose che devi sapere. Essere un membro della famiglia Imperiale comporta grandi responsabilità. Tu non hai mai avuto un insegnante, vero?- 
-No, non ho mai avuto qualcuno che mi insegnasse, no- Confermò il ragazzo con una punta di imbarazzo nella voce, ma l'imperatore gli disse che non c'era nessun motivo per cui doveva sentirsi a disagio. 
-Da domani inizierai a studiare insieme al tuo insegnate personale, devi conoscere tutta la storia di Roma e come si deve comportare un buon principe. Io non ho avuto un padre presente e non voglio che questo accada anche a te- 
-Non è stata colpa tua, padre, tu non potevi sapere che...- 
Lucio venne interrotto bruscamente dall'arrivo di Crispina. 
La donna era stata per tutto il tempo dietro la tenda ad ascoltare ed era intervenuta perché il discorso si era indirizzato in un argomento a lei non gradito. Crispina disse loro che mancava poco tempo all'inizio della corsa con i carri, Commodo disse a Lucio che dovevano recarsi al Circo Massimo subito e che lui avrebbe avuto il privilegio di assistere all'intera corsa dal Palco Imperiale e che, così, il popolo avrebbe iniziato ad abituarsi all'idea che adesso aveva un principe. 
Andarono al Circo Massimo, Lucio era ancora intenzionato a continuare quel discorso con il padre ma lo avrebbe fatto al tempo opportuno. 
Rimase a bocca aperta davanti alla magnifica visuale che si godeva dal Palco Imperiale. 
Assistette alla corsa con molta attenzione, scordandosi di Crispina ed alla fine di esse vinsero i verdi, una delle squadre sempre favorite. 
L'esultazione di coloro che tifavano per quella squadra cambiò in esclamazioni di sorpresa quando l'auriga vincitore si tolse l'elmo e rivelò, così, di essere una ragazza dai folti capelli color del rame. 

Capitolo dodici: 

Sospetti pericolosi


Lucio si svegliò quando una schiava entrò nella sua camera ed aprì le tende per illuminarla; Per un momento sperò che fosse Clelia ma poi si rese conto che il viso apparteneva ad un'altra persona. 

La ragazza gli disse che l'imperatore lo stava attendendo per la colazione e Lucio si vestì velocemente; La schiava lo condusse nella terrazza dove era stato il giorno precedente e rimase sorpreso nel vedere che anche Crispina era presente. 

Nella mente del giovane si formulò subito il sospetto che la donna avesse letto nei suoi occhi la verità che conosceva e, di conseguenza, non voleva che rimanesse da solo con l'imperatore, Lucio si augurò che quella fosse solo una sua supposizione o avrebbe dovuto affrontare una nemica molto pericolosa. 

-Buongiorno, Lucio, hai dormito bene?- 

-Si, grazie- 

-Crispina, ci puoi lasciare?- Domandò Commodo con gentilezza ma era chiaro che non avrebbe accettato una risposta che non fosse stata positiva. 

-Naturalmente- Rispose la giovane donna alzandosi dal triclinio, prima di rientrare a palazzo, però, lanciò una lunga occhiata a Lucio. 

Si, si convinse il ragazzo, lei aveva capito che conosceva la verità. 

-Adesso che sei un principe, Lucio- Iniziò Commodo quando rimasero soli -Ci sono molte cose che devi sapere. Essere un membro della famiglia Imperiale comporta grandi responsabilità. Tu non hai mai avuto un insegnante, vero?- 

-No, non ho mai avuto qualcuno che mi insegnasse, no- Confermò il ragazzo con una punta di imbarazzo nella voce, ma l'imperatore gli disse che non c'era nessun motivo per cui doveva sentirsi a disagio. 

-Da domani inizierai a studiare insieme al tuo insegnate personale, devi conoscere tutta la storia di Roma e come si deve comportare un buon principe. Io non ho avuto un padre presente e non voglio che questo accada anche a te- 

-Non è stata colpa tua, padre, tu non potevi sapere che...- 

Lucio venne interrotto bruscamente dall'arrivo di Crispina. 

La donna era stata per tutto il tempo dietro la tenda ad ascoltare ed era intervenuta perché il discorso si era indirizzato in un argomento a lei non gradito.

Crispina disse loro che mancava poco tempo all'inizio della corsa con i carri, Commodo disse a Lucio che dovevano recarsi al Circo Massimo subito e che lui avrebbe avuto il privilegio di assistere all'intera corsa dal Palco Imperiale e che, così, il popolo avrebbe iniziato ad abituarsi all'idea che adesso aveva un principe. 

Andarono al Circo Massimo, Lucio era ancora intenzionato a continuare quel discorso con il padre ma lo avrebbe fatto al tempo opportuno. 

Rimase a bocca aperta davanti alla magnifica visuale che si godeva dal Palco Imperiale. 

Assistette alla corsa con molta attenzione, scordandosi di Crispina ed alla fine di esse vinsero i verdi, una delle squadre sempre favorite. 

L'esultazione di coloro che tifavano per quella squadra cambiò in esclamazioni di sorpresa quando l'auriga vincitore si tolse l'elmo e rivelò, così, di essere una ragazza dai folti capelli color del rame. 

 


Spazio delle autrici: 

Buonsalve!! Ormai ci avrete fatto l'abitudine con la nostra puntualità nel pubblicare!! 😁😁😁 

Intanto gli avvenimenti vanno avanti e certe persone continuano a tramare nell'ombra! Vedrete ulteriori sviluppi nei prossimi capitoli!!! Per ora non spoiler da parte nostra... diteci che ne pensate, soprattutto ora che si è rivelato un nuovo personaggio femminile! Che dite, sarà anche lei una possibile villain, oppure no?? Speriamo vi piaccia e alla prossima

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Capitolo 14
*** Cecilia ***


 

Capitolo tredici: Cecilia 
Lucio rimase di stucco nello scoprire che quell'auriga era una ragazza; Pareva avere la sua stessa età più o meno, ma non ne era sicuro. 
-Vuoi andare a conoscerla?- La voce del padre lo riscosse. 
-Come?- 
-Hai spalancato due occhi appena l'hai vista!- Ridacchiò il genitore, mettendolo in imbarazzo. 
-Ehm...- 
Commodo rise ancora di più. 
-Tranquillo, don giovanni, dai vieni- Il ragazzo, titubante, seguì il padre giù nel campo. 
Le trombe suonarono e i pretoriani annunciarono, in cerchio, l'arrivo dell'imperatore. 
La ragazza respirò profondamente, non si aspettava che l'imperatore volesse vederla, ed appena comparve si inchinò in segno di rispetto; La giovane notò la presenza di un ragazzo e si sorprese. 
-Alzati pure, auriga- La invitò Commodo, con un gesto della mano. 
Lei fece come le era stato ordinato. 
-Mio figlio ha espresso il desiderio di conoscerti, vero Lucio?- 
-Certo...- Rispose il ragazzo, un po' nervoso. 
-Sono al vostro servizio- Affermò la giovane auriga. 
Il principe si fece avanti -Posso... sapere il tuo nome?- 
-Cecilia, onorata di conoscervi, principe- Si inchinò nuovamente. 
-Sei in gamba Cecilia, mi congratulo con te- Lucio era agitatissimo e aveva paura che stesse facendo una brutta figura davanti a tutti. 
Commodo lo lasciò fare, fidandosi del figlio, sorridendo impercettibilmente. 
Quando tornarono al Palazzo Imperiale Lucio era pensieroso. 
-Qualcosa ti turba, figlio?- Gli chiese il padre, avvicinandosi. 
Crispina li raggiunse, facendo il più possibile intendere di essere interessata alla questione. 
-Lascialo in pace, Commodo. Il ragazzo ha avuto una giornata piena e ora sarà stanco, non è così, Lucio?- 
Il giovane la fissò per qualche minuto negli occhi e poi annuì. 
-Crispina ha ragione, padre. Stai tranquillo. Ora se permetti, vorrei ritirarmi- 
-Certo, vai pure- Gli concesse l'imperatore, benevolmente. 
-Sarà un ottimo imperatore, un giorno- Disse poi, rivolto alla moglie, che però non rispose. 
Lucio entrò in camera sua, continuava a pensare a Cecilia: quella ragazza aveva davvero molto fascino e voleva rivederla il prima possibile. 
Poi pensò anche a Clelia; Rifletté sulla differenza che le caratterizzava, una timida, l'altra temeraria; Una bruna, l'altra rossa. Entrambe lo avevano colpito molto ed ora era confuso. 
Crispina nel frattempo girava nervosa nella stanza; Novia la raggiunse. 
-Sei sempre stata molto ansiosa e insicura, Crispina- Commentò sarcastica. 
Quella si fermò e la guardò. 
-Taci! Quel ragazzo sta diventando un serio problema, Novia! Bisogna eliminarlo! Non riesco, non riesco a far si che sbagli... in nessun modo! Commodo lo adora!- 
Novia rise. 
-È proprio questa la chiave della soluzione, cara Crispina!- 
-Sii chiara- 
-Oh, lo sarò! Rifletti: l'imperatore come pensi reagirebbe se venisse a sapere che il suo amato figlio avesse attentato alla sua vita?- 
Il sorriso della donna era maligno e Crispina venne presto contagiata; Poteva essere proprio quella la soluzione e quindi il momento di agire. Dovevano solo pensare ai dettagli. 

Capitolo tredici:

Cecilia 


Lucio rimase di stucco nello scoprire che quell'auriga era una ragazza; Pareva avere la sua stessa età più o meno, ma non ne era sicuro. 

-Vuoi andare a conoscerla?-

La voce del padre lo riscosse. 

-Come?- 

-Hai spalancato due occhi appena l'hai vista!- Ridacchiò il genitore, mettendolo in imbarazzo. 

-Ehm...- 

Commodo rise ancora di più. 

-Tranquillo, don giovanni, dai vieni-

Il ragazzo, titubante, seguì il padre giù nel campo. 

Le trombe suonarono e i pretoriani annunciarono, in cerchio, l'arrivo dell'imperatore. La ragazza respirò profondamente, non si aspettava che l'imperatore volesse vederla, ed appena comparve si inchinò in segno di rispetto; La giovane notò la presenza di un ragazzo e si sorprese. 

-Alzati pure, auriga- La invitò Commodo, con un gesto della mano. 

Lei fece come le era stato ordinato. 

-Mio figlio ha espresso il desiderio di conoscerti, vero Lucio?- 

-Certo...- Rispose il ragazzo, un po' nervoso. 

-Sono al vostro servizio- Affermò la giovane auriga. 

Il principe si fece avanti -Posso... sapere il tuo nome?- 

-Cecilia, onorata di conoscervi, principe- Si inchinò nuovamente. 

-Sei in gamba Cecilia, mi congratulo con te- Lucio era agitatissimo e aveva paura che stesse facendo una brutta figura davanti a tutti. 

Commodo lo lasciò fare, fidandosi del figlio, sorridendo impercettibilmente. 

Quando tornarono al Palazzo Imperiale Lucio era pensieroso. 

-Qualcosa ti turba, figlio?- Gli chiese il padre, avvicinandosi. 

Crispina li raggiunse, facendo il più possibile intendere di essere interessata alla questione. 

-Lascialo in pace, Commodo. Il ragazzo ha avuto una giornata piena e ora sarà stanco, non è così, Lucio?- 

Il giovane la fissò per qualche minuto negli occhi e poi annuì. -Crispina ha ragione, padre. Stai tranquillo. Ora se permetti, vorrei ritirarmi- 

-Certo, vai pure- Gli concesse l'imperatore, benevolmente. 

-Sarà un ottimo imperatore, un giorno- Disse poi, rivolto alla moglie, che però non rispose. 

Lucio entrò in camera sua, continuava a pensare a Cecilia: quella ragazza aveva davvero molto fascino e voleva rivederla il prima possibile. Poi pensò anche a Clelia; Rifletté sulla differenza che le caratterizzava, una timida, l'altra temeraria; Una bruna, l'altra rossa.

Entrambe lo avevano colpito molto ed ora era confuso. Crispina nel frattempo girava nervosa nella stanza; Novia la raggiunse. 

-Sei sempre stata molto ansiosa e insicura, Crispina- Commentò sarcastica. Quella si fermò e la guardò. 

-Taci! Quel ragazzo sta diventando un serio problema, Novia! Bisogna eliminarlo! Non riesco, non riesco a far si che sbagli... in nessun modo! Commodo lo adora!- 

Novia rise. -È proprio questa la chiave della soluzione, cara Crispina!- 

-Sii chiara- 

-Oh, lo sarò! Rifletti: l'imperatore come pensi reagirebbe se venisse a sapere che il suo amato figlio avesse attentato alla sua vita?- 

Il sorriso della donna era maligno e Crispina venne presto contagiata; Poteva essere proprio quella la soluzione e quindi il momento di agire. Dovevano solo pensare ai dettagli. 

 

 

Spazio delle autrici: 

Eccoci, vi siamo mancate??? Qui Lucio ha conosciuto la new entry: Cecilia, ed ora è ad un bivio tra lei e Clelia!!😁😁😁 E come avrete letto, Crispina,e Novia stanno per passare al contrattacco! Fateci sapere i vostri pareri, e speriamo che il capitolo vi piaccia! Alla prossima 

Le antiche romane Fiphina e Mackenzie94!

 

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Capitolo 15
*** Il piano di Crispina ***


 

Capitolo quattordici: Il piano di Crispina
Crispina camminò per un po' nella stanza in cui si trovava con Novia, si passò una mano tra i capelli neri mentre pensava a tutto quello che rischiava di perdere e tutto per un ragazzo che era comparso all'improvviso, che nemmeno doveva esistere. 
Si fermò all'improvviso perché le era venuta in mente un'idea che poteva funzionare, che doveva funzionare, perché, altrimenti, non c'era altra possibilità. 
-Dobbiamo organizzare una congiura- 

Capitolo quattordici:

Il piano di Crispina

 

Crispina camminò per un po' nella stanza in cui si trovava con Novia, si passò una mano tra i capelli neri mentre pensava a tutto quello che rischiava di perdere e tutto per un ragazzo che era comparso all'improvviso, che nemmeno doveva esistere. 

Si fermò all'improvviso perché le era venuta in mente un'idea che poteva funzionare, che doveva funzionare, perché, altrimenti, non c'era altra possibilità. 

-Dobbiamo organizzare una congiura- 

-Una congiura?- Ripeté Novia, sicura di aver capito male le parole della giovane donna ma Crispina era sicura di quello che aveva detto. 

-Dobbiamo organizzare una congiura e far ricadere la colpa su Lucio, Commodo non potrebbe perdonarlo- 

-E come vorresti organizzare una cosa simile?- 

-A questo ci devi pensare tu dopo quello che è accaduto. Se non ci fosse stato Lucio non ci sarebbe nulla di tutto questo, maledizione! Trova un ragazzino che assomigli a Lucio e digli che avrà tutto quello che desidera se farà ciò che gli ordino- Rispose la giovane donna a denti stretti, sapeva che quando Crispina aveva quello sguardo era meglio non fare altre domande e dileguarsi dalla stanza. 

L'imperatrice tornò nei suoi appartamenti personali, vide che suo marito stava ancora dormendo e si avvicinò ad una tavola in cui era posata una brocca d'acqua. 

Riempì una coppa con l'acqua fresca e ci versò dentro un liquido colorato. 

Quella era una sostanza oppiacea che Crispina somministrava quasi quotidianamente a Commodo: annebbiava la mente e così poteva fargli fare quasi tutto quello che lei voleva; Aveva aumentato le dosi dopo l'arrivo improvviso del ragazzo. 

Andò da Commodo e dopo averlo svegliato con dolcezza gli offrì la coppa da bere. 

Contemporaneamente, nella sua camera da letto, Lucio si era svegliato da poco; Nonostante avesse dormito durante la notte era ancora tormentato da Clelia e Cecilia nella sua mente. 

Non avrebbe mai immaginato che il suo soggiorno a Roma sarebbe stato scosso da ben due ragazze! 

Dopo essersi vestito uscì dalla stanza perché quando era nervoso aveva sempre bisogno di camminare, era così immerso nei suoi pensieri che andò a sbattere contro una persona. 

Con sua grande sorpresa scoprì che si trattava di Clelia. 

-Mi dispiace- Mormorò subito Lucio aiutandola ad alzarsi -Stavo pensando e non ti ho vista- 

-Non è accaduto nulla- Rispose la ragazza raccogliendo la stoffa che, nell'impatto, era caduta a terra. 

-La mia padrona mi sta aspettando, devo andare- 

-Scusami- Ripeté ancora una volta il ragazzo, sinceramente dispiaciuto per quello che era accaduto, era bastato un semplice incontro con Clelia per turbarlo profondamente, la stessa cosa aveva provato davanti a Cecilia. 

Dato che ora non poteva uscire da palazzo rimase in quello stesso corridoio ad attendere che l'ancella tornasse per parlare un po' con lei. 

Voleva conoscerla così da poter dare un nome alla sensazione che lo aveva turbato così profondamente. 

Finalmente la vide arrivare: la sua figura snella che si avvicinava e la sua lunga chioma di capelli che le ricadeva sulla schiena. 

-Clelia- 

-Lucio, che cosa ci fai ancora qui?- 

-Ti ho aspettata perché volevo parlare con te- Rispose il giovane sorprendendo l'ancella. 

 

 

Spazio delle autrici: 

Salve a tutti! Siamo tornate con un nuovo capitolo che speriamo vi piaccia!! Come avrete notato, Crispina è uguale a Novia in fatto di intrugli da bere, ma non anticipiamo altro su questo!! Intanto Lucio è riuscito ad incontrare come si deve, Clelia! Che dire.. fateci sapere che ne pensate e alla prossima! 

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina! 

 

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Capitolo 16
*** Grandi differenze ***


 

Capitolo quindici:
Clelia era stupita e incredula che proprio il principe di Roma volesse parlare con una schiava, una come lei; Si guardò intorno e dopo un paio di secondi rispose -Principe non so se è opportuno che voi...- 
Lucio la interruppe -Proprio per questo Clelia, io in quanto principe posso con chi voglio, quando voglio. Perciò non devi temere nulla, ok?- 
La giovane annuì, sempre più sorpresa. 
Così si rotrovarono a parlare per i corridoi del palazzo. 
-Io sono cresciuto a Carnantum, in Germania... non ho mai conosciuto mia madre, Priscilla- Ammise Lucio con una punta di tristezza nella voce. 
-Mi dispiace- Rispose Clelia, abbassando lo sguardo a terra. 
-Ma ora ho ritrovato mio padre, ed è questo quello che conta ora!- Fece una breve pausa prima di riprendere a parlare. 
-Ma ora dimmi di te! Da quanto tempo vivi qui?- 
-Non da molto... da quando vostro padre e l'imperatrice Crispina si sposarono.- 
Il giovane principe si corrucciò, Clelia notò la cosa e si preoccupò.
-Ho detto qualcosa che non va, principe? Se è così vi porgo le mie scuse- 
Lucio la tranquillizzò -No, affatto, è solo che...- Sospirò -Solo che parlare di quella donna mi fa ribollire il sangue!- Confessò increspando le labbra. 
Celia rimase stupita e curiosa di sapere il motivo di tale affermazione, ma pensava che, essendo una semplice schiava, dovesse restare al suo posto. 
Contemporaneamente Lucio si chiese come mai la ragazza non gli avesse rivolto possibili domande riguardo alla questione. 
Certo, magari non le avrebbe rivelato subito il motivo che gli faceva provare tanta rabbia, ma lo avrebbe fatto dopo aver acquistato più fiducia, sia lui verso di lei, che viceversa. 
Voleva essere molto cauto con tutti, almeno inizialmente, per capire di chi fidarsi e di chi invece no: un po' gli dispiaceva dover agire così con lei, ma era purtroppo necessario.
Dopotutto quello che sapeva era di estrema gravità e Crispina avrebbe potuto anche farle del male e questo non lo poteva permettere.
La ragazza, notando il troppo silenzio lo chiamò -Principe, state bene?-
A quella frase il giovane si riscosse dai suoi pensieri -Si Clelia, non preoccuparti...- 
Prima che potesse aggiungere altro, vennero interrotti da una guardia pretoriana. 
-Principe, scusate il disturbo... c'è qualcuno che desidera vedervi- 

Capitolo quindici:

Grandi differenze

 

 

Clelia era stupita e incredula che proprio il principe di Roma volesse parlare con una schiava, una come lei; Si guardò intorno e dopo un paio di secondi rispose -Principe non so se è opportuno che voi...- 

Lucio la interruppe -Proprio per questo Clelia, io in quanto principe posso con chi voglio, quando voglio. Perciò non devi temere nulla, ok?- 

La giovane annuì, sempre più sorpresa. Così si rotrovarono a parlare per i corridoi del palazzo. 

-Io sono cresciuto a Carnantum, in Germania... non ho mai conosciuto mia madre, Priscilla- Ammise Lucio con una punta di tristezza nella voce. 

-Mi dispiace- Rispose Clelia, abbassando lo sguardo a terra. -Ma ora ho ritrovato mio padre, ed è questo quello che conta ora!- Fece una breve pausa prima di riprendere a parlare. -Ma ora dimmi di te! Da quanto tempo vivi qui?- 

-Non da molto... da quando vostro padre e l'imperatrice Crispina si sposarono.- Il giovane principe si corrucciò, Clelia notò la cosa e si preoccupò.

-Ho detto qualcosa che non va, principe? Se è così vi porgo le mie scuse- 

Lucio la tranquillizzò -No, affatto, è solo che...- Sospirò -Solo che parlare di quella donna mi fa ribollire il sangue!- Confessò increspando le labbra. 

Celia rimase stupita e curiosa di sapere il motivo di tale affermazione, ma pensava che, essendo una semplice schiava, dovesse restare al suo posto. 

Contemporaneamente Lucio si chiese come mai la ragazza non gli avesse rivolto possibili domande riguardo alla questione. 

Certo, magari non le avrebbe rivelato subito il motivo che gli faceva provare tanta rabbia, ma lo avrebbe fatto dopo aver acquistato più fiducia, sia lui verso di lei, che viceversa. 

Voleva essere molto cauto con tutti, almeno inizialmente, per capire di chi fidarsi e di chi invece no: un po' gli dispiaceva dover agire così con lei, ma era purtroppo necessario.

Dopotutto quello che sapeva era di estrema gravità e Crispina avrebbe potuto anche farle del male e questo non lo poteva permettere.La ragazza, notando il troppo silenzio lo chiamò -Principe, state bene?-

A quella frase il giovane si riscosse dai suoi pensieri -Si Clelia, non preoccuparti...- 

Prima che potesse aggiungere altro, vennero interrotti da una guardia pretoriana. -Principe, scusate il disturbo... c'è qualcuno che desidera vedervi- 

Lucio si domandò chi mai volesse vederlo, così presto poi. 

Si girò verso Clelia -Perdonami, devo andare, Clelia... comunque mi ha fatto molto piacere parlare con te!- Lucio era indeciso se compiere quel gesto, ma il suo corpo si mosse da solo: prese la mano della fanciulla e se la portò alle labbra, baciandola, e così facendola arrossire per l'inaspettato gesto. 

-Anche a me ha fatto piacere, principe!- Rispose imbarazzata. 

Dopodiché Lucio seguì il pretoriano fino ad una sala e non credette ai suoi occhi: c'era Cecilia che lo attendeva e gli rivolgeva un sorriso; Quando restarono soli Lucio non sapeva cosa dire. 

-Siete senza parole per la mia visita, principe, non per essere scortese!- Ridacchiò lei, sistemandosi un ricciolo dietro l'orecchio. 

-Beh, devo ammettere che me lo aspettavo! Se posso chiedere... come mai volevate vedermi?- 

-Mi avete colpito molto quando vi ho visto in arena, quindi volevo semplicemente conoscervi meglio... con il vostro permesso- Espresse Cecilia. 

Lucio constatò ancora una volta la diversità tra lei e Clelia: Cecilia era molto aperta e non si vergognava a dire ciò che pensava, quello che aveva appena detto lo confermava. 

-Va bene, Cecilia- Il ragazzo non poteva non subire l'incredibile fascino di quella ragazza. 

Parlarono, ma non di quello che di cui aveva conversato con Clelia. Una differenza pazzesca e non sapeva come uscirne. 

Quando avrebbe avuto tempo ne avrebbe parlato con suo padre. 

 

 

Spazio delle autrici: 

Salve a tutti!! Siamo tornate con un nuovo capitolo che speriamo sia di vostro gradimento! Qui viene dato più spazio solo a Lucio con le due donzelle!!😁😁😁 Si trova di fronte ad un bivio, povero! Fateci sapere che ne pensate, alla prossima con numerosi colpi di scena!! 

Le antiche romane Mackenze94 e Fiphina!

 

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Capitolo 17
*** Una realtà irriparabile ***


 

Capitolo sedici: Una realtà irriparabile
Lucio si recò dal padre con la testa piena di dubbi riguardo a Clelia e Cecilia; Lo trovò nei suoi appartamenti personali con una mano appoggiata alla fronte. 
-Padre posso parlarti?- 
-Che cosa mi devi dire, Lucio?- 

Capitolo sedici:

Una realtà irriparabile


Lucio si recò dal padre con la testa piena di dubbi riguardo a Clelia e Cecilia; Lo trovò nei suoi appartamenti personali con una mano appoggiata alla fronte. 

-Padre posso parlarti?- 

-Che cosa mi devi dire, Lucio?- 

Domandò Commodo con una smorfia appena accennata agli angoli della bocca, doveva aver dormito poco la notte precedente perché la testa gli doleva e si sentiva confuso. 

-È una questione che riguarda... due ragazze- 

-Due ragazze?- 

-Esatto, le ho conosciute da poco tempo.-  Commodo sapeva che una delle due ragazze era Cecilia ma ignorava l'identità dell'altra. 

Disse al figlio di raccontargli quello che stava accadendo, Lucio prese un profondo respiro prima di parlargli di Cecilia e Clelia, anche del bacio tra lui e quell'ultima. 

-Ahh!- Si limitò ad esclamare l'imperatore ed il suo tono di voce non prometteva nulla di buono. 

-Ho detto qualcosa di sbagliato?- 

-Ti piacciono due ragazze. Non conosci la famiglia di una e l'altra è una schiava che si trova qui a palazzo- Rispose Commodo, ignorava che ci fosse una schiava di nome Clelia ma dopo la descrizione che aveva fatto Lucio aveva capito che si trattava di una delle ancelle di Crispina. 

-Ho fatto qualcosa di sbagliato?- Domandò una seconda volta il ragazzo, timoroso di aver detto qualcosa che avrebbe dovuto tacere. 

-È meglio se dimentichi Clelia, non puoi stare con una schiava. Una come lei puoi averla solo come concubina, come amante. Non devi nemmeno lontanamente pensare di sposarla- 

-Vuoi dire che non potrei mai stare insieme a lei? Nemmeno se venisse liberata?- 

-No, Lucio, sei un principe ed una simile cosa non verrebbe accettata dal popolo- 

Il ragazzo rimase sconcertato dalla durezza con cui il padre aveva parlato ed al problema che non pensava che non credeva sarebbe mai sorto. 

Che cosa avrebbe potuto fare? 

Nel frattempo, Crispina convocò nella sua camera da letto il medico di palazzo perché era preoccupata per la propria salute: era sposata con Commodo da qualche mese, ormai, e non era ancora riuscita a rimanere incinta. 

Spiegò il problema all'anziano uomo, il quale si occupò subito di visitarla in modo accurato. 

Alla fine, diede il verdetto che non avrebbe mai voluto sentirsi dire. 

-Imperatrice, voi non potete avere figli- 

La giovane donna riuscì a rimanere impassibile nonostante la notizia che avesse ricevuto, congedò il medico dicendogli che ci avrebbe pensato lei a comunicarlo a Commodo. 

In realtà, Crispina non aveva la minima intenzione di dire a Commodo della propria infertilità perché ciò avrebbe compromesso il suo ruolo: se un'imperatrice non poteva avere figli, l'imperatore scioglieva i voti matrimoniali per sposare un'altra donna. 

Suo marito non doveva assolutamente saperlo e mai lo avrebbe saputo; Doveva occuparsi di Lucio in poco tempo e quella sera stessa venne a conoscenza di un'altra informazione a suo favore quando Commodo le raccontò di Clelia. 

 

 

Spazio per le autrici: 

Ehilà siamo tornate! In questo capitolo è presente un colpo di scena non indifferente per Crispina!!😁😁😁 Non può avere figli e non vuole dirlo a Commodo! Riuscirà con i suoi piani??? Lo scoprirete presto! Speriamo che il capitolo vi piaccia, fateci sapere che ne pensate!! Alla prossima 

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina!  

 

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Capitolo 18
*** L'accordo ***


 

Capitolo diciassette: 
L'accordo
-Siamo d'accordo, allora?- Ribadì Novia con aria seria, voltandosi a fissare il ragazzo di fronte a lei. 
Lui annuì -Si, signora, come desiderate- 
Il giovane era stato un po' riluttante inizialmente, ma quando gli avevano promesso una proficua somma di denaro, non poté che accettare. 
La sua famiglia ne aveva bisogno. 
Anche se ciò che gli avevano chiesto lo spaventò seriamente, non poteva permettersi di rifiutare o ci sarebbero state conseguenze tutt'altro che piacevoli; si chiese anche perché dovesse compiere tale gesto contro l'imperatore di Roma, ma non osò proferire ulteriori domande vista l'espressione poco amichevole di Novia. 
-Bravo ragazzo- Lo lodò la donna a mo di scherno. 
-Sappi che l'imperatrice conta su di te! Saranno guai se fallirai, te lo assicuro!- 
Il ragazzo deglutì, con le mani tremanti. 
-Non preoccupatevi, andrà tutto come previsto- 

Capitolo diciassette: 

L'accordo

 

-Siamo d'accordo, allora?- Ribadì Novia con aria seria, voltandosi a fissare il ragazzo di fronte a lei. 

Lui annuì -Si, signora, come desiderate- Il giovane era stato un po' riluttante inizialmente, ma quando gli avevano promesso una proficua somma di denaro, non poté che accettare. 

La sua famiglia ne aveva bisogno. Anche se ciò che gli avevano chiesto lo spaventò seriamente, non poteva permettersi di rifiutare o ci sarebbero state conseguenze tutt'altro che piacevoli; si chiese anche perché dovesse compiere tale gesto contro l'imperatore di Roma, ma non osò proferire ulteriori domande vista l'espressione poco amichevole di Novia. 

-Bravo ragazzo- Lo lodò la donna a mo di scherno. 

-Sappi che l'imperatrice conta su di te! Saranno guai se fallirai, te lo assicuro!- Il ragazzo deglutì, con le mani tremanti. 

-Non preoccupatevi, andrà tutto come previsto- 

Dopodiché afferrò al volo il sacchetto con la ricompensa. 

-E non pensare di fuggire, sarai tenuto costantemente d'occhio- Fu l'ultima cosa che sentì prima che la donna uscisse da dove era entrata. 

Tirò un sospiro di sollievo appena fu solo. 

Ora, seppur molto titubante, l'unica cosa a cui doveva pensare, in base alle istruzioni che aveva ricevuto, era come agire per eseguire l'ordine datogli indirettamente dall'imperatrice. 

Lucio era nella balconata a fissare ciò che gli veniva offerto di vedere dal panorama romano; ancora non riusciva a capire come mai suo padre gli avesse rivolto in quel modo la parola. 

Tuttavia non voleva incolparlo ingiustamente. 

Ogni tanto capitava a tutti di essere nervosi e di dire cose che neppure si pensano oppure di usare toni poco gradevoli e probabilmente a suo padre era successo proprio questo; non voleva rovinare per una cosa così stupida il loro rapporto, ora che l'avevano recuperato. 

Ad un tratto bussarono alla porta. 

-Avanti- Disse il giovane principe. 

-Ciao Clelia- La salutò, vedendola, per poi bloccarsi, ricordando le parole di suo padre e si fece leggermente più serio benché gli costasse. 

La schiava sorrise -Ciao Lucio, sono venuta per dirti che la cena è pronta- 

-Grazie... puoi ritirarti- 

La ragazza rimase non poco sorpresa dalla sua "semplice" risposta e si chiese il motivo di tale comportamento, comunque sia non erano affari di una schiava la vita di un principe, e lo sapeva, perciò non interferì oltre. 

Si inchinò ed uscì, mentre Lucio aveva una fitta al cuore e si diede dello stupido.

Mentre erano seduti attorno al grande tavolo Lucio pareva distratto, non aveva ancora toccato cibo. Continuava a rigirare la forchetta nella mano. 

-Lucio, qualcosa non va? Non hai mangiato nulla!- 

La voce di Commodo attirò la sua attenzione. 

-Si, sto bene, padre- Rispose. 

-La cena non è forse di tuo gradimento... Lucio?- Intervenne l'imperatrice in tono quasi viscido che però parve tale solo al giovane principe. 

Lui la fissò come un sergente che fissa la sua preda. 

-Assolutamente no... Crispina- La imitò nella pausa nel pronunciare il suo nome, mettendo in bocca la prima cosa che c'era. 

La donna accennò un lieve sorriso, tutt'altro che dolce e amichevole: sapeva di veleno. 

Lucilla osservò tutta la scena e capì che non scorreva affatto buon sangue tra quei due. 

Prima di ritirarsi nelle proprie stanze, Commodo ricordò al figlio che l'indomani sarebbero dovuti andare al teatro di Roma. 

-Buona notte, figlio!- Gli augurò. 

-Buona notte, padre- 

Purtroppo non fu decisamente una notte tranquilla per Lucio, tanto che il mattino seguente si alzò con lo stomaco dolorante. 

 


Spazio delle autrici: 

Ehilà, salve a tutti! Siamo tornate con un nuovo capitolo, che speriamo vi piaccia! Dunque, i fatti si evolvono e Crispina è sempre più cattiva, da come avete potuto notare! Per Lucio non finisce qui purtroppo!!😁 Che ne dite, l'imperatrice riuscirà nel suo intento?? Al prossimo capitolo con la risposta! Fateci sapere le vostre opinioni! 

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina!

 

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Capitolo 19
*** Il malessere di Lucio ***


 

Capitolo diciotto: Il malessere di Lucio
Lucio si recò a fare colazione, Commodo e Crispina erano già presenti nella sala e notarono subito il colorito pallido del volto del ragazzo, lo notò anche Clelia che era in piedi, affianco ad una tenda, in attesa di ricevere un ordine dalla sua padrona. 
-Lucio, stai male?- 
-Non mi sento molto bene- Rispose il ragazzo al padre, si sedette con una mano stretta all'altezza dello stomaco perché da quel punto partivano continue fitte che quasi gli toglievano il respiro, Commodo gli appoggiò una mano sulla spalla destra, preoccupato. 
-È evidente che non stai affatto bene, adesso chiamo subito il medico- Ordinò l'imperatore, due schiavi portarono Lucio nella sua camera da letto mentre un terzo si occupò di cercare il medico di palazzo; l'anziano uomo arrivò in pochi minuti e valutò subito le condizioni del giovane principe, il tutto sotto lo sguardo ansioso di Commodo e quello neutrale di Crispina. 
-Sta bene- Rispose il medico dopo una visita accurata -Deve aver mangiato qualcosa che gli ha fatto male, nulla di preoccupante. Tutto quello che deve fare è riposare- 
-Molto bene- Ripose l'imperatore visibilmente sollevato dalla lieta notizia. 
Lucio rimase perplesso davanti alla diagnosi dell'anziano uomo: come poteva essere stato vittima di una indigestione quando aveva mangiato solo due o tre bocconi la sera precedente. 
-Io ho mangiato poco, ieri sera- 

Capitolo diciotto:

Il malessere di Lucio

 

Lucio si recò a fare colazione, Commodo e Crispina erano già presenti nella sala e notarono subito il colorito pallido del volto del ragazzo, lo notò anche Clelia che era in piedi, affianco ad una tenda, in attesa di ricevere un ordine dalla sua padrona. 

-Lucio, stai male?- 

-Non mi sento molto bene- Rispose il ragazzo al padre, si sedette con una mano stretta all'altezza dello stomaco perché da quel punto partivano continue fitte che quasi gli toglievano il respiro, Commodo gli appoggiò una mano sulla spalla destra, preoccupato. 

-È evidente che non stai affatto bene, adesso chiamo subito il medico-

Ordinò l'imperatore, due schiavi portarono Lucio nella sua camera da letto mentre un terzo si occupò di cercare il medico di palazzo; l'anziano uomo arrivò in pochi minuti e valutò subito le condizioni del giovane principe, il tutto sotto lo sguardo ansioso di Commodo e quello neutrale di Crispina. 

-Sta bene- Rispose il medico dopo una visita accurata -Deve aver mangiato qualcosa che gli ha fatto male, nulla di preoccupante. Tutto quello che deve fare è riposare- 

-Molto bene- Ripose l'imperatore visibilmente sollevato dalla lieta notizia. 

Lucio rimase perplesso davanti alla diagnosi dell'anziano uomo: come poteva essere stato vittima di una indigestione quando aveva mangiato solo due o tre bocconi la sera precedente. 

-Io ho mangiato poco, ieri sera- 

-Evidentemente è bastato quel poco a farti male. Voglio che tu riposi ora- 

-Ma... devo venire con te a teatro- 

-Hai sentito cos'ha detto il medico? Hai bisogno di riposare, Lucio, verrai a teatro un'altra volta. Non voglio ripeterlo una seconda volta- Disse l'imperatore vedendo che il figlio era subito pronto a controbattere; Lucio rimase in silenzio, nonostante ci fossero ancora delle cose che non capiva non poteva disobbedire a suo padre. 

Crispina non mostrava alcuna espressione particolare ma dentro di sé era lieta che il piano stava procedendo esattamente come lei desiderava; tutto quello che si augurava era che Novia avesse spiegato al ragazzo assoldato che l'imperatore doveva essere solo ferito non ucciso o avrebbe ucciso lei entrambi. 

Dopo che le condizioni di Lucio non erano state ritenute gravi, l'imperatore e l'imperatrice salirono in una lettiga coperta che li condusse al teatro di Marcello. 

-Mi dispiace per Lucio- 

-Non preoccuparti, caro, come hai detto tu stesso, verrà un'altra volta- Rispose Crispina mentre prendevano posto nel palco riservato a loro, in realtà non ci sarebbe stata nessun'altra seconda volta se tutto sarebbe andato come desiderava la giovane donna: Lucio sarebbe stato giustiziato pubblicamente e lei avrebbe pensato ad una soluzione per il suo problema. 

Ora doveva solo godersi lo spettacolo. 

Nel frattempo, a palazzo, Lucio cercava di dormire ma non ci riusciva perché continuava a pensare alla notte precedente, non riusciva a capire come era possibile che il suo malessere fosse stato provocato da una indigestione quando aveva mangiato pochissimo.

C'era qualcosa di strano in tutta quella faccenda. 

D'improvviso gli tornò in mente Crispina e la strana domanda che lei gli aveva rivolto; un pensiero inquietante lo fece rabbrividire: che gli avesse avvelenato il cibo? 

Non aveva prove per confermare il suo timore ma qualcosa gli diceva che doveva recarsi subito a teatro. 

 

 

Spazio per le autrici: 

Salveee!!! Siamo giunti ad un inizio di colpo di scena che avrà il suo culmine nel prossimo capitolo!! Il piano avrà successo oppure no?? Non sveliamo nulla, lo scoprirete nel prossimo aggiornamento!! Grazie a tutti e diteci che ne pensate! 

Alla prossima 

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina! 

 

 

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Capitolo 20
*** L'attentato ***


 

Capitolo diciannove: 
L'attentato 
Lucio decise di seguire suo padre a teatro, sentiva chiaramente che qualcosa non quadrava ma doveva capire bene cosa. 
Fino a che non fosse giunto sul luogo non avrebbe mai potuto immaginare il quadro reale della situazione e le conseguenze al suo seguito. 
Commodo, insieme alla moglie Crispina, nel frattempo era arrivato a teatro da un po' ed aveva preso posto. 
Lo spettacolo parve svolgersi nella maniera più normale del mondo; nulla di strano o di sospetto... tranne forse per la presenza tra la folla di una figura semicoperta che non aveva tolto lo sguardo dall'imperatore nemmeno per un istante. 
Il ragazzo finalmente riuscì ad arrivare al teatro, di nascosto. 
Era necessario, però, che il padre non lo vedesse per evitare incomprensioni: lo vide mentre si rivolgeva al popolo nei saluti, poi fissò Crispina con sguardo accigliato; pareva estremamente all'erta, come se stesse aspettando qualcosa. 
"Cosa nascondi...? Cosa cerchi?" Si disse mentalmente Lucio. 
Ad un tratto la visuale gli fu offuscata dalla folla che premeva, così decise di spostarsi. 
Il ragazzo assoldato fece per avvicinarsi il più possibile a Commodo nascondendosi tra la gente, e quando ci riuscì, facendo attenzione a non farsi beccare dai pretoriani, estrasse un coltello dal mantello e lo conficcò nel fianco dell'imperatore che gemette dal dolore, per poi fuggire. 
Il giovane monarca si accasciò a terra con Crispina che, fingendosi sorpresa, lo soccorse. 
-Commodo, cos'hai?!- Chiese, apparentemente allarmata. 
Lui sollevò la mano dal fianco sporca di sangue. 
-Mi hanno ferito, ma non so chi, Crispina!- 
I pretoriani fecero allontanare la gente dal luogo, anche minacciando. 
Le urla e il tumulto erano ferventi. 
Lucio si chiese che cosa fosse accaduto e quando vide che il padre era ferito, capì all'istante. 
Doveva trovare il colpevole subito. Si guardò in giro, facendo saettare gli occhi dappertutto e vide qualcuno in disparte che fuggiva, così si lanciò al suo inseguimento. 
-Fermati!- Gli disse. 
Girato il vicolo trovò un mantello insanguinato ed un coltello vicino. Li raccolse, ma dell'aggressore nessuna traccia. 
Improvvisamente sentì delle imprecazioni dietro di lui... 
Spazio per le autrici: 
Salve a tutti!!! 
Ecco un colpo di scena coi fiocchi, e Lucio purtroppo è caduto dritto nel complotto della perfida Crispina, vedrete in seguito cosa succederà! 
Fateci sapere i vostri pareri!! Grazie a tutti i lettori! 
Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina! 

Capitolo diciannove: 

L'attentato 


Lucio decise di seguire suo padre a teatro, sentiva chiaramente che qualcosa non quadrava ma doveva capire bene cosa. 

Fino a che non fosse giunto sul luogo non avrebbe mai potuto immaginare il quadro reale della situazione e le conseguenze al suo seguito. 

Commodo, insieme alla moglie Crispina, nel frattempo era arrivato a teatro da un po' ed aveva preso posto. 

Lo spettacolo parve svolgersi nella maniera più normale del mondo; nulla di strano o di sospetto... tranne forse per la presenza tra la folla di una figura semicoperta che non aveva tolto lo sguardo dall'imperatore nemmeno per un istante. 

Il ragazzo finalmente riuscì ad arrivare al teatro, di nascosto. 
Era necessario, però, che il padre non lo vedesse per evitare incomprensioni: lo vide mentre si rivolgeva al popolo nei saluti, poi fissò

Crispina con sguardo accigliato; pareva estremamente all'erta, come se stesse aspettando qualcosa. 

"Cosa nascondi...? Cosa cerchi?" Si disse mentalmente Lucio. 

Ad un tratto la visuale gli fu offuscata dalla folla che premeva, così decise di spostarsi. 

Il ragazzo assoldato fece per avvicinarsi il più possibile a Commodo nascondendosi tra la gente, e quando ci riuscì, facendo attenzione a non farsi beccare dai pretoriani, estrasse un coltello dal mantello e lo conficcò nel fianco dell'imperatore che gemette dal dolore, per poi fuggire. 
Il giovane monarca si accasciò a terra con Crispina che, fingendosi sorpresa, lo soccorse. 

-Commodo, cos'hai?!- Chiese, apparentemente allarmata. 

Lui sollevò la mano dal fianco sporca di sangue. 

-Mi hanno ferito, ma non so chi, Crispina!- I pretoriani fecero allontanare la gente dal luogo, anche minacciando. 

Le urla e il tumulto erano ferventi. 

Lucio si chiese che cosa fosse accaduto e quando vide che il padre era ferito, capì all'istante. 

Doveva trovare il colpevole subito. Si guardò in giro, facendo saettare gli occhi dappertutto e vide qualcuno in disparte che fuggiva, così si lanciò al suo inseguimento. 

-Fermati!- Gli disse. 

Girato il vicolo trovò un mantello insanguinato ed un coltello vicino. Li raccolse, ma dell'aggressore nessuna traccia. 
Improvvisamente sentì delle imprecazioni dietro di lui... 

 

Spazio per le autrici: 

Salve a tutti!!! Ecco un colpo di scena coi fiocchi, e Lucio purtroppo è caduto dritto nel complotto della perfida Crispina, vedrete in seguito cosa succederà! Fateci sapere i vostri pareri!! Grazie a tutti i lettori! 

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina! 




 

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Capitolo 21
*** Caduto nel tranello ***


 

Capitolo venti: Caduto nel tranello
Lucio si voltò a guardare il ragazzo che aveva appena parlato, che si trovava poco lontano. 
Aveva rivelato la propria presenza con un imprecazione appena soffocata: tentava di tamponare, con un lembo della tunica, un profondo taglio che aveva sul palmo della mano destra ma sembrava non funzionare. 
Non aveva nulla di particolare, il ragazzo, eppure Lucio capì ugualmente che doveva essere lo stesso che aveva tentato di pugnalare suo padre, al teatro. 
Anche lo sconosciuto percepì che non era più solo, incrociò lo sguardo del giovane principe e capì subito chi era, perché la somiglianza con Commodo era inconfutabile. 
Iniziò a correre, Lucio lo inseguì senza preoccuparsi della stanchezza e del dolore all'altezza del fianco sinistro; ciò che aveva veramente importanza era riuscire a prendere lo sconosciuto, portarlo a palazzo e lasciare ai pretoriani il compito di farlo confessare. 
Lucio lo raggiunse quando, ormai, si trovavano nella zona della Suburra, gli afferrò la tunica macchiata di sangue ma l'altro, complice la disperazione, si voltò e colpì il giovane principe allo stomaco. 

Capitolo venti:

Caduto nel tranello

 

Lucio si voltò a guardare il ragazzo che aveva appena parlato, che si trovava poco lontano. 

Aveva rivelato la propria presenza con un imprecazione appena soffocata: tentava di tamponare, con un lembo della tunica, un profondo taglio che aveva sul palmo della mano destra ma sembrava non funzionare. 

Non aveva nulla di particolare, il ragazzo, eppure Lucio capì ugualmente che doveva essere lo stesso che aveva tentato di pugnalare suo padre, al teatro. 

Anche lo sconosciuto percepì che non era più solo, incrociò lo sguardo del giovane principe e capì subito chi era, perché la somiglianza con Commodo era inconfutabile. 

Iniziò a correre, Lucio lo inseguì senza preoccuparsi della stanchezza e del dolore all'altezza del fianco sinistro; ciò che aveva veramente importanza era riuscire a prendere lo sconosciuto, portarlo a palazzo e lasciare ai pretoriani il compito di farlo confessare. 

Lucio lo raggiunse quando, ormai, si trovavano nella zona della Suburra, gli afferrò la tunica macchiata di sangue ma l'altro, complice la disperazione, si voltò e colpì il giovane principe allo stomaco. 

Il ragazzo cadde a terra, la vista offuscata da lacrime di dolore e le braccia avvolte nella parte dolente. 

Quando riuscì ad alzarsi, lo sconosciuto era già sparito ed era impossibile sperare di trovarlo: la Suburra era il quartiere più affollato di Roma, solo se avesse avuto la Dea Fortuna dalla propria parte avrebbe potuto sperare di riuscire nell'impresa. 

Nel frattempo, l'imperatore Commodo era stato portato a palazzo, i pretoriani avevano allontanato il popolo e delle guardie si erano assicurate che nessun'altro potesse avvicinarsi a Commodo. 

Lo portarono nella camera da letto e lo aiutarono a sdraiarsi; arrivò subito il medico del Palazzo Imperiale che si occupò di esaminare la ferita che il giovane uomo aveva nel fianco sinistro e assicurò che non era grave perché la lama del pugnale non era penetrata in profondità. 

-Non vi dovete preoccupare, tra un paio di giorni sarà già guarita- 

-Non mi devo preoccupare?- Ringhiò Commodo, con la mano destra stretta a pugno -Qualcuno a tentato di uccidermi ed io dovrei fingere che non sia accaduto?- 

-Sei riuscito a vederlo in volto?- Intervenne Crispina. 

-No, aveva un cappuccio- 

-Vedrai che i pretoriani troveranno il colpevole e poi, ci penserai tu- 

Commodo annuì alle parole della moglie, poi domandò -Dov'è Lucio? Non l'ho ancora visto-

-Nemmeno io l'ho ancora visto- Rispose la giovane donna, era contenta che il marito avesse notato quel dettaglio, così sarebbe stato più semplice convincerlo della colpevolezza del ragazzo; dopo qualche minuto arrivò Lucio, il fiato ansante e gli occhi spalancati per la preoccupazione, che si avvicinò subito al padre. 

-Padre, come state?- 

-Sto bene, Lucio, è stata solo una ferita superficiale. Mi stavo domandando dov'eri- 

-È vero, Lucio, ce lo stavamo domandando tutti e due- Disse a sua volta l'imperatrice, pronta a lanciare accuse a cui il povero ragazzo non sarebbe riuscito a rispondere. 

 

 

Spazio per le autrici: 

Buonsalve!! Beh, a quanto pare, per Lucio le cose si stanno mettendo davvero male, seppur innocente! Purtroppo la cosa non finisce qui, Crispina è davvero un osso duro e non si fermerà così facilmente! I colpi di scena non sono finiti!! Fateci sapere i vostri pareri!! A presto e grazie a tutti!

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina! 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Bugia o verità? ***


 

Capitolo 
Lucio era di fronte a suo padre e a Crispina, i quali, erano in attesa di una risposta da parte sua. 
Il ragazzo cominciò a sudare freddo, senza capirne la tanta gravità; almeno non subito. 
Lui non aveva fatto nulla, anzi, aveva cercato di proteggere suo padre, ma ora aveva capito di essere caduto in un orribile tranello di cui l'artefice era proprio l'imperatrice. 
Non sapeva come ma tutto gli era cominciato a quadrare esattamente in quel preciso istante: Crispina doveva aver ordito un complotto per addossargli la colpa ed aveva fatto in modo di attirarlo sul luogo cruciale, facendogli facendogli apposta quella domanda alla cena per insospettirlo, sapendo che lui stesso sarebbe andato a cercare spiegazioni. Ma così facendo aveva fatto il suo gioco. 
"Maledetta" mormorò mentalmente, e nel mentre si accorse tardi che l'imperatrice stava indicando la sua ferita. 
-Lucio, cos'è quel sangue che hai li?- domandò, come se avesse un copione in mano da seguire; anche Commodo lo notò e aggrottò le sopracciglia, confuso. 
-Lucio, ma... come te lo sei fatto?- Lo fissò nuovamente. 
Il giovane principe assunse un'aria spaventata e divenne pallido in viso; ormai le gocce di sudore gli colavano a picco sulla fronte e sul collo. 
-Io... ecco- emise, scostando lo sguardo da suo padre a terra. 
-Lucio cos'è successo?- continuò l'imperatore, accennando un tono serio. 
Il petto di Lucio faceva su e giù per l'agitazione e la paura: sapeva che col suo perpetuo ma involontario silenzio stava dando la prova completa della verità che però era una bugia. 
Crispina si intromise -Commodo ho un presentimento e questo lo dimostra!- affermò, toccando il sangue sul ragazzo in maniera perfida e in realtà anche fiera, poi si voltò di nuovo verso il marito. 
-Il sangue non mente mai!- concluse. 
Era fatta, il suo piano era riuscito, ora doveva solo attendere il risvolto. 
Infatti Commodo, non riuscendo a credere alle sue orecchie, guardò il figlio incredulo. 
-Era il tuo piano fin dall'inizio, di la verità! Per questo insistevi affinché io ti riconoscessi come figlio; per poi aspettare il momento giusto per prendere il mio posto come imperatore di Roma!- Ringhiò, alzandosi e facendo indietreggiare il giovane. 
Lucio scosse la testa -No, non sono stato io, ve lo giuro! Volevo solo proteggervi, padre, è la verità!- 
Commodo lo interruppe bruscamente, lanciandogli un'occhiata di disprezzo -Non osare chiamarmi così! Sarai punito per ciò che hai fatto! Guardie!- le chiamò, e subito esse arrivarono e afferrarono il principe, che, con il viso solcato dalle lacrime, implorava di ascoltarlo, invano. 
-Vi prego, ascoltatemi! È stata l'imperatrice, lei vi ha tradito fin dall'inizio! Ha ucciso mia madre Priscilla, la donna che avete sempre amato, vi prego dovete credermi!- 
Commodo sembrò un attimo perplesso da quell'ultima frase, ma Crispina smorzò subito le radici di quell'affermazione. 
-Non dargli ascolto, Commodo! Tenta solo di ingannarti, hai visto anche tu quello di cui è capace!- Sussurrò. 
Lui non disse nulla, continuando a fissare il vuoto, per poi gettare una veloce occhiata al bracciale dorato che aveva di nuovo sul polso, segno del suo grande amore con la principessa Batava. 
Nel suo cuore era come presente una scintilla. 
Nel frattempo a Roma, la notizia del ferimento dell'imperatore giunse anche alle orecchie di Marzia. 
Subito la buona schiava capì tutto, senza bisogno di spiegazioni: sapeva che c'era Crispina dietro a tutto quello, forse con un piccolo aiuto da Novia. 
Non poteva permettere che vincessero ancora e che Lucio e Commodo rovinassero il loro rapporto per una bugia che poteva portare il ragazzo dritto sul patibolo. 
Spazio per le autrici: 
Salve a tutti!! Siamo ritornate con un nuovo capitolo ricco di colpi di scena!! Purtroppo per Lucio le cose stanno andando di male in peggio e Crispina ne sta risultando pulita e linda, anche se è tutt'altro!! Vedremo che succederà ora che Marzia ha scoperto tutto! Grazie a tutti
Le antiche 

Capitolo ventuno:

bugia o verità?

 

 

Lucio era di fronte a suo padre e a Crispina, i quali, erano in attesa di una risposta da parte sua. 

Il ragazzo cominciò a sudare freddo, senza capirne la tanta gravità; almeno non subito. 

Lui non aveva fatto nulla, anzi, aveva cercato di proteggere suo padre, ma ora aveva capito di essere caduto in un orribile tranello di cui l'artefice era proprio l'imperatrice. 

Non sapeva come ma tutto gli era cominciato a quadrare esattamente in quel preciso istante: Crispina doveva aver ordito un complotto per addossargli la colpa ed aveva fatto in modo di attirarlo sul luogo cruciale, facendogli facendogli apposta quella domanda alla cena per insospettirlo, sapendo che lui stesso sarebbe andato a cercare spiegazioni. Ma così facendo aveva fatto il suo gioco. 

"Maledetta" mormorò mentalmente, e nel mentre si accorse tardi che l'imperatrice stava indicando la sua ferita. 

-Lucio, cos'è quel sangue che hai li?- domandò, come se avesse un copione in mano da seguire; anche Commodo lo notò e aggrottò le sopracciglia, confuso. 

-Lucio, ma... come te lo sei fatto?- Lo fissò nuovamente. 

Il giovane principe assunse un'aria spaventata e divenne pallido in viso; ormai le gocce di sudore gli colavano a picco sulla fronte e sul collo. -Io... ecco- emise, scostando lo sguardo da suo padre a terra.

 -Lucio cos'è successo?- continuò l'imperatore, accennando un tono serio. 

Il petto di Lucio faceva su e giù per l'agitazione e la paura: sapeva che col suo perpetuo ma involontario silenzio stava dando la prova completa della verità che però era una bugia. 

Crispina si intromise -Commodo ho un presentimento e questo lo dimostra!- affermò, toccando il sangue sul ragazzo in maniera perfida e in realtà anche fiera, poi si voltò di nuovo verso il marito. 

-Il sangue non mente mai!- concluse. 

Era fatta, il suo piano era riuscito, ora doveva solo attendere il risvolto. 

Infatti Commodo, non riuscendo a credere alle sue orecchie, guardò il figlio incredulo. 

-Era il tuo piano fin dall'inizio, di la verità! Per questo insistevi affinché io ti riconoscessi come figlio; per poi aspettare il momento giusto per prendere il mio posto come imperatore di Roma!- Ringhiò, alzandosi e facendo indietreggiare il giovane. 

Lucio scosse la testa -No, non sono stato io, ve lo giuro! Volevo solo proteggervi, padre, è la verità!- 

Commodo lo interruppe bruscamente, lanciandogli un'occhiata di disprezzo -Non osare chiamarmi così! Sarai punito per ciò che hai fatto! Guardie!- le chiamò, e subito esse arrivarono e afferrarono il principe, che, con il viso solcato dalle lacrime, implorava di ascoltarlo, invano. 

-Vi prego, ascoltatemi! È stata l'imperatrice, lei vi ha tradito fin dall'inizio! Ha ucciso mia madre Priscilla, la donna che avete sempre amato, vi prego dovete credermi!- 

Commodo sembrò un attimo perplesso da quell'ultima frase, ma Crispina smorzò subito le radici di quell'affermazione. 

-Non dargli ascolto, Commodo! Tenta solo di ingannarti, hai visto anche tu quello di cui è capace!- Sussurrò. 

Lui non disse nulla, continuando a fissare il vuoto, per poi gettare una veloce occhiata al bracciale dorato che aveva di nuovo sul polso, segno del suo grande amore con la principessa Batava. 

Nel suo cuore era come presente una scintilla. 


Nel frattempo a Roma, la notizia del ferimento dell'imperatore giunse anche alle orecchie di Marzia. 

Subito la buona schiava capì tutto, senza bisogno di spiegazioni: sapeva che c'era Crispina dietro a tutto quello, forse con un piccolo aiuto da Novia. 

Non poteva permettere che vincessero ancora e che Lucio e Commodo rovinassero il loro rapporto per una bugia che poteva portare il ragazzo dritto sul patibolo. 

 

 

Spazio per le autrici: 

Salve a tutti!!

Siamo ritornate con un nuovo capitolo ricco di colpi di scena!! Purtroppo per Lucio le cose stanno andando di male in peggio e Crispina ne sta risultando pulita e linda, anche se è tutt'altro!! Vedremo che succederà ora che Marzia ha scoperto tutto! Grazie a tutti

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