Christmas In Fairy Tail

di H a n a e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Perfect Christmas ~ Nalu ***
Capitolo 2: *** Unexpected Confession ***



Capitolo 1
*** A Perfect Christmas ~ Nalu ***


A Perfect Christmas



 
 
Per quale assurdo motivo non poteva avere un albero di Natale tutto suo Natsu non lo capiva proprio.
Gli alberi gli piacevano, tutte quelle lucine colorate erano una vera goduria per gli occhi e quei giochi di colori lo divertivano sempre, per non parlare di tutte quelle belle palle rosse da appendere all'albero. Le sue preferite erano di gran lunga quelle lucide perché gli ricordavano le squame di Igneel e, ovviamente, il suo amato fuoco, senza contare che poteva anche specchiarsi in esse e fare espressioni buffe che lo facevano rotolare dalle ristate.
Secondo Lucy doveva stare almeno a 4 metri di distanza dagli alberi - magari anche di più -, più specificamente dal suo.
Natsu, però, preferiva di gran lunga quello della biondina - era così bello e luccicante da guardare! - e ogni anno la supplicava di lasciarglielo fare, ma lei puntualmente lo guardava con uno sguardo terrorizzato e puntava le mani sui fianchi aggrottando le sopracciglia.
Gli ripeteva che non voleva che i pompieri le facessero l'ennesima visitina natalizia anche quell'anno.
Ammetta che si faceva sempre prendere dall'emozione e finiva per sputare fiamme a destra e a manca, abbrustolendo ogni mobile dell'amica e, alle volte anche lei stessa, però ancora non comprendeva il perché di tutto ciò. Ricordava perfettamente ogni punta dei suoi capelli o vestiti bruciati grazie alla collezione di schiaffi, pugni e calci che poteva vantare.
Però non riusciva a capire perché in quel periodo dell'anno casa sua era addirittura oxff-limits per lui e soprattutto perché nemmeno Happy gli permetteva di avere un albero tutto loro.
«Happy, ti ripeto che è una magnifica idea!» Ritentò per la centesima volta in quel giorno a convincere l'amico. Ormai Natale si avvicinava e anche lui voleva trovare i regali sotto l'albero invece che nel loro vecchio camino abbrustolito.
«Sai come va a finire poi, Natsu e non voglio che Lucy si arrabbi con noi anche quest'anno.» Rispose il gattino blu svolazzando in giro per la loro casa in cerca di qualcosa sconosciuta al Dragon Slayer.
«Ma Lucy non è mai veramente arrabbiata con noi, lo sai!» Gli fece notare il rosa.
Poteva anche essere vero, però Happy non voleva rinunciare alla versione natalizia del pesce al forno di Lucy. Trovava che la trota salmonata in crosta di sale rosa era una vera prelibatezza e, di rischiare la pazienza della maga non aveva proprio voglia, per non parlare del suo adorato pesce.
«Trovato!» Esclamò il gattino stingendo tra le zampette rivolte verso l'alto un pacchettino colorato con un nastrino in pendant.
«E quello cos'è?» Domandò Natsu cercando di sbirciare dalla sua comoda posizione a gambe incrociate sul marmo del pavimento - Lucy lo aveva costretto a cambiare le travi di legno con delle mattonelle fredde e scomode, diceva che ne andava della sua incolumità e quella di Happy.
«Un regalo per la mia meravigliosa Charle» rispose l'amico sognate e con gli occhi a cuoricino, facendo anche qualche giravolta per aria, «adesso devo andare!» Annunciò uscendo dalla finestra «la mia Charle mi attende!»
Ritornò qualche minuto dopo unicamente per porre una domanda al rosato.
«Neh, Natsu, tu che regalo hai preso a Lucy?»
Il ragazzo inclinò la testa di lato e si grattò la zazzera rosa schiudendo le labbra in una smorfia interrogativa e alquanto confusa: da quando doveva fare un regalo a Lucy?
 
 
Era un punto fisso ormai, non poteva smettere di pensarci: doveva assolutamente trovarle un regalo.
Lei glielo faceva sempre a Natale, e al compleanno e anche a Pasqua.
Ormai erano ore che girava per le strade di Magnolia con sguardo assente e una camminata abbastanza provata davanti a vetrine di negozi di tutti i tipi.
Di tazze, peluche, presine per le pentole e candele puzzolenti non ne poteva più.
Sbuffò pensando che quello che credeva il regalo perfetto non esisteva; nemmeno quel completino intimo che la commessa del negozio aveva ritenuto 'all'ultima moda ed estremamente sexy'. Aveva pensato che avrebbe potuto prenderle uno di quei reggilatte nuovo visto che quelli che portava lei erano alquanto striminziti e non della sua taglia.
Poi però gli era venuto in mente che non sapeva la sua misura e che non voleva rischiare di essere linciato.
Sbuffò sonoramente alla vista dell'ennesimo negozietto che tutto aveva tranne ciò che cercava lui.
Che poi, quello che cercava era ignoto anche a lui.
Aveva anche pensato di prenderle qualcosa di simile a un oggetto che aveva già, però le era sembrato troppo scontato e non adatto a Lucy.
Lei si meritava di meglio di un gingilletto comprato per quattro soldi ad un negozio qualsiasi.
Solo cosa?
Non riusciva a trovare risposta a quel problema che sembrava senza soluzione.
Eppure conosceva Lucy, quasi come le sue tasche ed era sicuro di sapere i suoi gusti.
Pensa Natsu, pensa.
«Ehi, Natsu!» 
Il ragazzo alzò la testa di scatto e a pochi metri di distanza si ritrovò una Lucy sommersa da pacchettini e bustine che si sbracciava per farsi vedere dal compagno di team.
La maga gli corse incontro, rischiando anche di scivolare a causa dei tacchi alti e il ghiaccio sul marciapiede.
«Cosa ci fai qui in giro?» Gli domandò.
«O-oh niente, stavo solo facendo un giro veloce... Eh eh» ridacchiò nervoso, non poteva mica dirgli che aveva passato il pomeriggio a cercarle un regalo.
La ragazza aggrottò le sopracciglia e gli domandò se si sentisse bene perché lo vedeva strano, invitandolo anche ad accompagnarlo a casa per preparargli qualcosa di caldo, o anche solo per accendergli il fuoco onde evitare incendi indesiderati.
Lui però la rassicurò dicendo che era solo un po' stanco e, nonostante lei le sembrò un po' scettica al riguardo gli credette lo stesso e gli sorrise.
Gli sorrise con uno di quei sorrisi che sapeva fare solo lei e che lo contagiavano sempre.
Come colto da un'improvvisa illuminazione sentì l'immediato bisogno di andare a casa, perciò salutò Lucy in modo frettoloso, lasciandola interdetta e corse via.
Come aveva fatto a non pensarci prima? Eppure lo aveva avuto sotto gli occhi tutto il tempo.
 
 
Dopo ore di duro lavoro ce l'aveva finalmente fatta: era riuscito a completare il suo regalo per Lucy.
L'idea gli era venuta quando l'aveva vista e gli aveva sorriso e l'unico pensiero che la sua mente era riuscita a formulare era che quel sorriso era davvero unico, proprio come la padrona; perciò cosa c'era di meglio di un regalo fatto a mano per una persona speciale? Sì perché Lucy era speciale per lui, c'era sempre quando aveva bisogno di lei e lo sopportava nonostante i suoi difetti e si prendeva cura di lui ed Happy, anche se la facevano arrabbiare costantemente. Quel sorriso sapeva di casa e di famiglia.
Ripose alla bell'e meglio i pennelli e le tempere che aveva preso a Reedus e anche le pinze che aveva usato per fondere le lampadine di vetro che aveva staccato dai vari lampioni ai confini della città.
Non era un capolavoro, ne era perfettamente consapevole, ma sicuramente ci aveva messo il cuore e poi se non le piaceva poteva sempre buttarlo. Sentiva che in qualche modo doveva ringraziarla e per farlo avrebbe usato quel regalo.
Perciò, soddisfatto del suo lavoro incartò il tutto e ci aggiunse anche qualche coccarda qua e là insieme a diversi nastrini e brillantini vari.
Completato il tutto si alzò di scatto da terra e avvolse rapidamente la sciarpa di Igneel intorno al collo che aveva tolto per non far rovinare e uscì di casa.
Non vedeva l'ora di darglielo e visto che mancavano poche ore allo scoccare della mezzanotte e quindi all'inizio del Natale pensò che fosse il momento migliore.
Sgattaiolò tra i vari palazzi fino ad arrivare al suo.
Come di consuetudine non si prese la briga di bussare e saltò le varie finestre prima di arrivare alla sua.
Si accovacciò sul davanzale e sbirciò all'interno, trovando il vetro aperto. Diceva sempre che quella finestra l'avrebbe chiusa con dei lucchetti per non farlo entrare di notte senza il suo permesso, e nonostante fossero passati due anni di quei lucchetti non ce n'era nemmeno l'ombra.
Ghignò nel vederla girata di spalle china sulla sua scrivania, intenta a scrivere quel suo romanzo tanto segreto.
Le avrebbe fatto uno scherzetto. Un paio di baffi e qualche pesciolino stilizzato gli avrebbero sicuramente donato sul viso.
Aspettò che si infilò sotto le coperte e che spegnesse la luce.
Scese silenziosamente dal davanzale e in punta di piedi si avvicinò al letto della ragazza.
L'aveva osservata innumerevoli volte dormire e alcune l'aveva anche presa in giro insieme ad Happy per il modo in cui si raggomitolava sotto il piumone.
La voglia di farle uno scherzo era scemata improvvisamente, sembrava avere un'espressione così beata che quasi gli dispiaceva svegliarla, perciò fece ciò che ormai era diventata un'abitudine: si mise a dormire con lei.
Scansò rapidamente le coperte e, con poca eleganza s'infilò sotto, ritrovandosi la schiena di Lucy davanti.
Aveva ancora il pacchetto saldamente stretto in mano e lo guardava intensamente: le sarebbe piaciuto?
Con la mano libera le pizzicò un fianco, facendola rigirare verso di lui e produrre una smorfia di fastidio, poi una guancia, facendola finalmente svegliare e mettersi seduta.
Si stropicciò gli occhi assonnati e sussurrò il suo nome «Natsu...»
«Yo, Luce» la salutò lui con un sorriso.
«Cosa ci fai qui? Ti ho detto tante volte che non puoi entrare senza permesso, soprattutto adesso.»
Con la voce impastata di sonno il rimprovero della maga non suonò molto convincente e difatti il Dragon Slayer ridacchiò.
«Ti ho portato un regalo» proclamò tendendo le braccia in avanti con il pacchetto fra le dita, proprio come fanno i bambini.
«Eh?» Domandò perplessa la ragazza sbattendo le palpebre ripetutamente.
«È Natale!» Spiegò il rosa tutto elettrizzato indicando il grande orologio al di fuori della camera.
«Ma i regali si scambiano la mattina di Natale, non allo scoccare della mezzanotte» disse Lucy ridacchiando con una mando davanti alle labbra, «però posso aprirlo anche adesso, se vuoi.»
Il volto di Natsu si illuminò e un sorriso a trentadue denti prese posto.
Le consegnò il pacchetto, e agitato per la sua reazione iniziò a dondolarsi avanti e indietro.
Lucy lo notò e non gli passò inosservata nemmeno l'espressione concentrata che aveva assunto: la lingua tra i denti e le gambe incrociate ne erano un chiaro segno.
La ragazza scartò l'involucro fino a ritrovarsi tra le mani una sfera di vetro rossa e rosa, con all’interno una foto di tre persone: lei, Natsu ed Happy, tutti e tre sorridenti e abbracciati.
Lucy sorrise di cuore e quasi le scese una lacrima di commozione. Quello era sicuramente il regalo più bello che avesse mai ricevuto, non era perfetto e i disegni erano molto stilizzati oltre che colorati male, ma si vedeva che l'aveva fatto lui, con le sue mani.
«Ho pensato che siccome non posso avere un albero di Natale, né farne uno, volevo almeno avere qualcosa di mio sul tuo» spiegò sorridendo «vedi, questa è la nostra famiglia: io, te ed Happy!»
Lucy continuava a guardare quella palla di Natale e alla fine una lacrima le scese per davvero.
«C-che c'è non ti piace?» Domandò allarmato il Dragon Slayer notando quella reazione del tutto inaspettata sul volto della ragazza; di tutto si aspettava tranne che si mettesse a piangere. Sapeva che era bruttino e anche fatto all'ultimo momento, però... «Se non ti piace puoi buttarlo e comprarne un altro-»
«No! Ma che dici!»Lo bloccò la maga.
«E allora perché piangi, Lu?»
«Perché è il regalo più bello che abbia mai ricevuto,» confessò la biondina asciugandosi quelle lacrime fraintese e guadandolo in quei meravigliosi occhi verdi, «e sono felice.»
«Non sapevo le persone piangessero quando sono felici.» Notò il rosa confuso.
Lucy ridacchiò ancora «A volte succede. Le lacrime non devono essere sempre di tristezza.»
La ragazza, sotto lo sguardo attento del mago, si alzò dal materasso facendolo sobbalzare e si avvicinò al suo albero di Natale e, mettendosi in punta di piedi appese il suo nuovo regalo proprio in cima.
Si fece indietro per ammirarlo e adesso sì che quell'albero le sembrava davvero completo.
Natsu la raggiunse e si mise a guardalo anche lui: era davvero soddisfatto, aveva anche lui per la prima volta contribuito a rendere speciale uno di quegli alberi che tanto adorava, avrebbe preferito averne uno per sé, era vero, però anche in quel modo gli andava più che bene. 
Spostò il suo sguardo su Lucy e la vide più sorridente che mai.
«Buon Natale, Natsu» disse la giovane in un sussurro appena udibile, tranne che per lui.
«Buon Natale, Luce.»
La biondina si alzò in punta di piedi e scoccò un bacio proprio al lato della bocca del rosa, facendolo diventare più rosso delle sue fiamme.
Eh sì, quello era proprio un Natale perfetto.






















Angolo Autrice:
Buonasera! Dopo diverso tempo torno con questa specie di raccolta Natalizia! 
Probabilmente non dovrei nemmeno pubblicarla perché fa pena, ma allo stesso tempo non mi andava di far marcire le due storie che ho scritto; perciò ecco qui la prima!
Non mi aspetto che piaccia ma consideratelo un mio piccolo tributo per questa festa speciale ^.^

Hanae

 

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Capitolo 2
*** Unexpected Confession ***


Unexpected Confession





 
Natale. Probabilmente la festa preferita dell'intera popolazione mondiale.
Giorno in cui grandi e piccini si riunivano con le proprie famiglie e amici per celebrare e scambiarsi regali. La festa in cui si è tutti più buoni - o quasi, Gajeel ci stava provando.
Per esempio, aveva smesso di partecipare alle risse, in cui senza rendersene conto finiva puntualmente coinvolto.
Si era anche ripromesso però, che quell'anno non avrebbe mai e poi mai partecipato ancora alla festa che Erza organizzava a casa della Bunny Girl; neanche per tutto il ferro del mondo.
Quell'anno se ne sarebbe stato tranquillo e al calduccio - e soprattutto con i vestiti addosso - nel suo appartamento, con il suo Lily raggomitolato sulla pancia.
Anche se la vista di una piccola Levy nuda non gli sarebbe affatto dispiaciuta.
Una bella tazza di ferro caldo sciolto e un piatto di lasagne preparato da Mira a fargli compagnia. Anche se il suo cibo preferito in assoluto era il ferro le lasagne della tettona albina erano diventate immancabili nelle sue abbuffate.
Anche perché, diciamocelo, lui sembrava più l'antagonista del Natale che altro; lucine e ghirlande colorate non erano di certo le sue preferite e lo stesso valeva per quei maglioni orrendi con le renne sopra che il vecchio faceva indossare a tutta la Gilda. Un vero incubo per gli occhi di Gajeel abituati sempre e solo ai suoi monotoni vestiti neri.
A lui, il Natale piaceva solo per le vacanze, perché nessuno gli veniva a rompere le palle - o almeno così credeva.
Perciò, come programmato, chiuse a chiave la porta di casa - ci aggiunse anche qualche chiavistello e lucchetto, non si poteva mai sapere e la sicurezza in quella gabbia di pazzi non era mai troppa -, sbarrò tutte le finestre e si stravaccò sulla sua amata poltrona reclinabile con tanto di poggiapiedi incorporato - probabilmente il suo miglior acquisto.
Mise le mani dietro la testa come cuscino e incrociò le dita per sostenersi meglio. Si stiracchiò tutto, comprese le dita dei piedi indolenzite dopo quella stupida missione che il sorcetto lo aveva costretto a fare. Ne aveva abbastanza di abeti da tagliare per quell'anno, e quello successivo, e anche quello dopo ancora.
Tazza in mano e Lily sullo stomaco Gajeel pensò veramente di averlo scampato per quella volta il Natale.
Neanche il tempo di un sorso della sua bevanda che qualcuno iniziò a battere i pugni sulla sua porta come un forsennato.
Non si prese nemmeno la briga di andare a vedere chi fosse, tanto per lui poteva anche scoppiare una guerra e non avrebbe mosso comunque il culo da quella poltrona.
«Gajeel va ad aprire immediatamente» gli intimò Lily, «o ti graffio tutta la poltrona.»
Il Dragon Slayer obbedì più perché non ne poteva più di sentire quella porta battere e il gatto di fargli la predica che per la minaccia stessa.
Con un grugnito si alzò inaspettatamente, facendo spaventare il povero Lily che si ritrovò per terra da un momento all'altro.
«Non ci riusciresti comunque» ghignò.
Sbloccò tutti i vari chiavistelli e lucchetti e aprì la porta.
Non si aspettava di certo di ritrovarsi quell'esserino davanti alla porta.
«Sapevo che eri in casa» disse sgrullandosi di dosso la poca neve che si era andata a posare sulla sua testolina coperta dal cappello arancione.
«E io non pensavo che i sorcetti come te fossero ancora in giro a quest'ora» rispose appoggiandosi alla trave della porta con le possenti braccia incrociate. Con quell'abbigliamento che era almeno il doppio di lei era così carina, doveva ammetterlo.
«Spostati e fammi entrare, cafone» di certo non aspettò che l'ascoltasse, perciò si fece strada da sola nell'appartamento.
«Che cosa ci fai qui, gamberetto. Non dovresti essere con la bionda e la pazza armata?» Domandò raggiungendola da dietro visto che si era accovacciata a fare le coccole a Lily.
«Ci vado più tardi» disse «e tu verrai con me.»
Gajeel corrugò la fronte accigliato e iniziò a picchiettare con il piede destro sul marmo.
«Credevo che per una cervellona come te vedere chiavistelli e lucchetti ad una porta non fosse stato difficile capire che ho piani ben diversi per questa sera.»
«A dire il vero pensavo fossi spaventato da Babbo Natale» disse con noncuranza senza prestargli attenzione «e comunque, per tua informazione dovresti tappare anche il camino, è da lì che scende di solito.»
Adesso lo aveva davvero fatto incazzare, nessuno poteva sfotterlo in quel modo - e non solo perché se avesse davvero incontrato quel panzone rosso sarebbe stato lui a mettersi paura - e probabilmente se non fosse stata Levy l'avrebbe affettata a metà. Ma ahimè, quella era proprio Levy e aveva anche promesso di essere più buono quell'anno, tra l'altro - guarda caso sotto richiesta della stessa Levy.
Contò fino a 10 e poi la prese per la collottola, portandola alla sua stessa altezza.
«Non credo di essere stato abbastanza chiaro: io non verrò. E adesso fuori di qui.»
La maga del Solid Script si dimenò, ma quello non le impedì di lanciare uno sguardo di sfida al ragazzo «Forse non lo sono stata io, caro il mio Gajeel. Tu non hai scelta: o vieni o vieni.»
Con la mano libera andò a stringere il setto nasale con l'indice e il pollice dalla frustrazione.
«Ho detto che non verrò.» Ripeté.
Le ultime parole famose...
 
 
 
Di come Levy fece a trascinarlo fuori di casa ancora non riusciva a capirlo. 
Non era lui per caso quello che non avrebbe mosso il deretano di drago nemmeno se ci fosse stata una guerra?
Si era ritrovato a camminare dietro di lei con le mani in tasca, la testa incassata nelle spalle e uno sguardo truce, molto truce, che volendo avrebbe potuto infiammare tutti gli abeti che si trovavano nel raggio di 5km e fare un baffo a Salamander.
«Perché ci tieni tanto a rompere anche a Natale, eh, Shorty?» Domandò in quello che poteva essere un ringhio o una semplice domanda molto brusca, «che c'è, non riesci più a starmi lontana, eh?» Ritentò. Infondo, se proprio era costretto ad andare a quella stupida festa aveva diritto ad infastidirla un po’, no?
«Sai che se vuoi farmi contento devi farti trovare avvolta solamente da un nastro rosso, di quelli per i regali? Anzi, forse è meglio se ti fai trovare nuda direttamente. Magari nel mio letto.»
Gajeel e i suoi modi da gentiluomo; un tutt'uno.
La ragazza non si girò nemmeno a guardarlo dopo quelle provocazioni alle quali lei rispondeva sempre dandogli dello stupido pervertito; invece continuò semplicemente a camminare per la sua strada.
Nel frattempo si era anche accorto che la via che avevano imboccato non era neanche lontanamente quella della tettona, ma quella di Levy.
«Ehi, questa non è la strada per la casa della Bunny Girl.»
Distratto sì, magari anche pervertito, ma stupido no.
Visto che quella piccoletta non voleva dargli una risposta e a Gajeel giravano abbastanza in quel momento, accelerò il passo e, sempre con un movimento brusco si spostò la pesante sciarpa dalla bocca e le bloccò la via, costringendola a guardarlo dritto negli occhi - o nello stomaco, faceva lo stesso.
«Ti ho fatto una domanda, sorcetto.» Disse, abbassandosi alla sua altezza con il busto per poterla finalmente guardare negli occhi color mandorla.
Aveva sempre trovato affascinante il modo in cui i suoi cremisi riflettessero in quelli nocciola di lei.
I loro visi adesso erano a pochi centimetri di distanza e Gajeel poté notare le piccole lentiggini che costellavano le guance e il naso rosso dell'amica. 
Lei girò gli occhi al cielo e sbuffò, «ti ritenevo più intelligente, Gajeel. Sei quasi al pari di-»
«Non osare paragonarmi a quel piromane. O a nessun altro di quei mentecatti dei tuoi amici.» La minaccio lui aggrottando le sopracciglia e pizzicandole una guancia. Il suo quoziente intellettivo non aveva pari tra tutti i Dragon Slayer - per essere più precisi tra lui e Natsu e non perché fosse l'unico che conoscesse, no no.
«Ahia, mi hai fatto male, brutto idiota,» si lamentò Levy strofinandosi il punto dolente «credevo avessi capito perché ti sono venuta a prendere.» Ripeté, questa volta più dolce.
A quella risposta fu Gajeel a roteare gli occhi al cielo «E mi spieghi come faccio a sapere che cosa ti gira in quel cervelletto da roditore?»
Levy sospirò ancora una volta e poi sorrise, sorprendendo il Dragon Slayer del ferro e, come si spiega una cosa ai bambini spiegò a Gajeel il suo vero intento: «A Natale nessuno deve stare solo.»
Levy fin da piccola, prima di entrare a Fairy Tail, rimasta orfana sia di padre che di madre in quegli anni era sempre sola, anche a Natale e aveva desiderato ardentemente passarlo con le persone che amava. Vedere gli altri bambini che ricevevano regali e festeggiavano con i loro genitori le metteva sempre tanta tristezza e si era ripromessa che anche lei, un giorno, sarebbe stata felice come loro.
«Natale è il giorno in cui si è tutti più felici e dove le persone care si ritrovano.»
«Tsk, io non ho persone care» ribatté mettendo il broncio e girando il volto dall'altra parte, per evitare di far vedere a Levy che era arrossito terribilmente. Anche se non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, le parole del gamberetto l'avevano toccato particolarmente.
«Invece sì, Gajeel, » gli disse, sorridendo intenerita prendendogli il volto con le piccole manine avvolte dai guanti arancioni, «Tu non sei solo, hai me.» 


















Angolo Autrice:
Buongiorno! Ecco qui anche l'ultimo capitolo di questa super breve raccolta. Spero che anche questa storia vi sia piaciuta e che vi abbia tenuto almeno un po' di compagnia in un momento di noia.
Purtoppo ultimamanete ho notato un calo di presenze qui su efp un po' su tutti i fandom e questa cosa mi dispiace tantissimo perché questo sito merita tantissimo! Ho conosciuto un sacco di persone speciali qui dentro e ho imparato tante nuove cose, e vederlo piano piano morire fa un po' male... Perciò speriamo che questo 2017 ci riservi qualche buona notizia e miglioramento.
Detto questo vi lascio e ci vediamo al prossimo aggiornamento, che sarà quasi sicuramente il penultimo capitolo di Natsu No Hoshi!
Un bacio,

Hanae

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