La Terza Cronaca dell'Aldereth

di Matteo Trusendi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il duello ***
Capitolo 3: *** Un'altra possibilità ***
Capitolo 4: *** Lacrime e spade ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il portale verso il regno d'Avalönnë comparve dinanzi ad essi.
Nonostante l'eccitazione, Vittorio avvertì una sfumatura d'ira mista a tristezza; ma non ne comprese l'origine.
" Tutto molto bene, Emily? " domandò il ragazzo.
" Sì, non c'è male... " mormorò, i pensieri collocati altrove.
" Coraggio! Vi attende un'altra (e spero ultima) missione! Oggi vi recherete nel regno degli Oldëlonnêsi. Abbiamo bisogno dell'esercito Oldëlonnê per avere qualche possibilità di vittoria. E poi, magari, potremo affrontare Avälar e sconfiggerlo. "
Vittorio non poté occultare la propria delusione: " Una missione diplomatica? E l'azione? L'avventura? "
" Al mondo non c'è solo l'azione… " mormorò il professore con affetto.
" Sopporterò… " sospirò il dodicenne, accedendo al portale.
" Emily… " esclamò Sellâs, inquieto. " C’è qualcosa (qualsiasi cosa) che tu vorresti dirmi? "
" No, non ti preoccupare " rispose la fanciulla. " Tutto a posto, tutto bene… "
Tuttavia, nell’istante successivo, sul suo volto si dipinse il terrore puro; un grido le affiorò alle labbra: " Aiutami, Sellâs! Ti prego, ti scongiuro, aiutami! "
" Cosa? Cosa succede? Ti senti male? "
" No… Non preoccuparti… Non so cosa mi sia preso… Non importa… "
Afflitto, il professore osservò la ragazza scomparire alla vista, riflettendo sul misterioso accaduto.

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Capitolo 2
*** Il duello ***


Oscurità. Erano avvolti dalle tenebre più pure. 
La fanciulla, nonostante il controllo del Traditore, ebbe uno spasmo di terrore.
" Vittorio! Dove sei? " gridò.
In risposta ottenne un prolungato sibilo.
Coi sensi in tensione, Emily avvertì una presenza al proprio fianco. Essa sussurrò: " Ma ragioni prima di parlare? Cerchiamo un'uscita, al posto di urlare come una femminuccia! "
" Primo: io sono una femminuccia. Secondo... "
L'attenzione dell'erede era, ormai, rivolta altrove; ovvero alla ricerca d'una possibile via d'uscita dal luogo.
Vagarono in un dedalo di corridoi fiocamente illuminati, per giungere ad un passaggio verso il mondo esterno.
" Dunque eravamo dentro una tana! " comprese Vittorio, scrutando l'immensa pianura nella quale erano posti.
La quiete fu tuttavia squarciata da un grido: " Ahh! Che schifo!! Vattene subito!! "
L'orrore della ragazza era causato dalla comparsa, priva di qualsivoglia preavviso, di una vipera fai colori sgargianti.
Vittorio sguainò involontariamente Altheria ma la sua azione fu interrotta da un'ennesima voce: " No! Fermati, non farle del male! "
Un drappello di guerrieri vestiti di sfumature argentee apparve, animato da un sonoro brusio.
" Cosa vi ha fatto di male quella povera vipera? " gridò il primo ufficiale. " Fosse pericolosa poi! È appena appena mortale! "
" Ad ogni modo, sa dirmi dove posso trovare il vostro re? "
" Il re? " domandò il soldato, avvertendo le risate avanzare in direzione dell'esterno. " Per quale motivo un drappello così povero dovrebbe avere un re? Non controlliamo nessun regno! "
A tali parole, la compagnia s'abbandonò all'ilarità incontrollata. 
Questa gente è pazza!, mimò Emily rivolta a Vittorio.
Nonostante la situazione il ragazzo tentò nuovamente un contatto con gli uomini.
" Io dicevo il vostro vero re. " mormorò paziente. " Anche se siete soldati, dovrete avere per forza un re che vi governa come cittadini. "
" Ho capito! " sussurrò l'ufficiale, illuminandosi. 
" Voi intendete il nostro vero re! Ma allora potevate dirlo subito! Venite, vi portiamo da lui! "
Il paesaggio mutò rapidamente al loro passaggio: la naturale e incontaminata brughiera fu sostituita abitazioni in legno o mattoni, giungendo, alfine, ad una magione in pietra adornata da semplici blasoni.
Un uomo dalle vesti vivaci pervenne ad esclamare: " Oh! Abbiamo ospiti! Sapete, qui a palazzo non viene nessuno da praticamente tre anni! "
" E per quale motivo? " chiese Emily.
" Diciamo che il nostro re non sta molto simpatico agli altri sovrani! " affermò gioviale.
Furono dunque scortati al cospetto del giovane re degli Oldëlônnesi: un uomo alquanto giovane dallo sguardo vivace, dalle vesti umili.
" Rat eras, vis er mis? " domandò.
" Oh, scusatemi! " gridò il primo uomo, accedendo fulmineamente alla sala del trono. " Mi sono dimenticato di dirvi che il re conosce solo la sua lingua natale e quindi ha bisogno di un traduttore per poter interagire con le altre persone. Ad ogni modo, quello che ha detto è 'Benvenuti! Cosa siete venuti a fare?' "
" Lar heron Garterenîr. Ges yu? "
" 'Il mio nome è Garterenîr. Portate notizie?' "
" Veramente, Sire, siamo venuti qui con una richiesta: siamo qui per richiedere la partecipazione del suo esercito alla guerra che stiamo combattendo contro il Traditore. " confessò Vittorio.
Il nobile tacque, meditando sulle possibili conseguenze d'una donazione di codeste dimensioni.
" Ser nah itas, si ni otäs! "
" Ehm... " ha esitato l'Eldëlônne. " Ha... ha detto che... che non succedeva niente di eccitante da molto tempo e che pertanto sarà più che lieto di lasciarvi l'esercito. "
" Perfetto! " esclamò Vittorio. " Allora, andremo a vedere le truppe e... "
" Oh, non credo proprio. " mormorò Emily.
" Cosa succede? " domandò l'erede.
Nell'istante in cui si voltò verso la fanciulla, avvertì un'intensa aura colma d'oscurità emanare dal suo corpo. Istintivamente, assunse la posa d'attacco.
" Cosa sta succedendo? "
" Dovresti averlo già capito. " affermò, con voce roca.
Dai palmi della dodicenne saettò una miriade di dardi in direzione del ragazzo, il quale erse una protezione cristallina.
" Ma bravo! Ti proteggi? Ma se fosse la protezione che si rivolta contro di te? "
La barriera si tinse di scarlatto e collassò: il contatto fra Vittorio e la folgore generata da Emily inflisse al ragazzo un intenso dolore psico-fisico.
" Chi sei? " domandò l’undicenne.
" Ma allora sei proprio stolto! " affermò la fanciulla. " Il mio nome è Avälar, meglio noto come il Traditore, legittimo sovrano di questo mondo! "
" Come hai fatto ad impossessarti di mia sorella? "
" Nel complesso, non è stato complicato. Tua sorella – come te, del resto – avete una grande difesa mentale, difesa che, nelle mie condizioni attuali, non avrei potuto infrangere.
Ma un  crollo emotivo può disinnescare anche il migliore dei muri. "
" Cosa l’hai detto? "
" Oh, una semplice bugia non avrebbe sortito lo stesso effetto.                  
Per avere il massimo risultato necessita una pura verità.
Le ho detto la verità sui suoi genitori. "
Il gelo della comprensione avvolse il cuore del ragazzo nelle proprie laceranti spire.
" È… È una menzogna. "
" Non avresti quello stato d’animo se fosse una menzogna. Una delle capacità degli eredi dei Perti è quella di riconoscere la verità dalle bugie. Sì, io sono tuo padre. "

Il ragazzo era attanagliato dall’ira. Al pari d’un maestoso ghepardo, si librò, privo di limitazioni, e si avventò alimentato da una furia assassina.
Tuttavia, l’offensiva non compì il proprio dovere, poiché la ragazza aveva condotto la sua massa attraverso lo spazio-tempo per materializzarsi sul trono regale.
" Davvero pensavi che avrei giocato pulito? Quando possiedi un potere quasi infinito, è male usarlo solo 'seguendo le regole'. "
In una frazione di tempo, l’erede corrotta fu coi palmi serrati alla gola del fratello. Sussurrò: " Sei proprio stupido per provare a intralciare i miei piani. Ti dirò: non ho intenzione di soggiogarti, costituisci una minaccia troppo grande per non essere eliminata. Per il momento, non ti voglio fra i piedi. Arrivederci, erede di Aldë! " gridò, scagliando l’undicenne in un varco per la Terra.

" Adesso ci divertiamo… " mormorò il Traditore a Garterenïr, sovrano Oldêlonnê.

 

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Capitolo 3
*** Un'altra possibilità ***


L’atmosfera di Villa Sellâs era colma di serenità. Il professore, immerso nella lettura, non diede segno di sorpresa nel momento in cui il ragazzo apparve, trafelato, al suo cospetto.
“ Sei tornato. ” affermò l’uomo, privo d’emozione.
“ Ho… Ho combattuto contro Emily. ”
A codeste parole, Sellâs posò il libro e rivolse la sua attenzione a Vittorio.
“ Per quale motivo? ”
“ Il Traditore, Avälar, è riuscito a impadronirsi della sua mente. Ha dovuto provocarle un crollo emotivo. Le… Le ha detto dei suoi veri genitori. ”
Il volto del professore pareva trasfigurato in pietra.
Mormorò: “ Sapevo che questo giorno sarebbe finalmente venuto. Ne ho discusso anche con il Presidente. ”
“ Quindi… Voi lo sapevate? ”
“ Sì. Eravamo indecisi se dirvelo oppure no, pertanto abbiamo deciso di aspettare. Invece è finita esattamente come temevo; la cosa vi è stata rivelata da una fonte esterna. ”
“ Oggi è il nostro compleanno. ”
“ Lo so, infatti vi avevo fatto la torta. Avevo intenzione di dirtelo oggi. ”
“ Della serie: ‘Tanti auguri! Scartate i regali e oh, sì, vostro padre è la creatura che vuole distruggerci da tutti conosciuta come Avälar. E non scordatevi di spegnere le candeline!’. ”
“ Ok, Vittorio ho fatto un errore non uccidermi per questo! ” esclamò con voce alterata.
“ No, prof. Questo è un errore che non posso tollerare. Avresti dovuto dircelo prima. ”
Abbandonò la biblioteca, in direzione della sua camera. Sellâs, la pena dominante l’animo, non compì movimento alcuno.
 
Aldë, il Signore d’Avalönnë, aveva confinato il Traditore negli oscuri meandri dell’Ioliö, il regno dei morti.
Il sigillo grazie al quale Avälar era privato dei propri poteri era posto all’interno d’un vulcano inattivo.
Governando il corpo di Emily e dunque essendo in possesso delle capacità dalla fanciulla, il Sire del Mondo generò un varco per gli ignoti recessi del monte.
“ Finalmente! Dopo tutto questo tempo… Rivendicherò ciò che è mio! ” mormorò.
Alfine giunsero alla meta: un altare in bronzo, con incise lettere appartenenti all’alfabeto dei Perti, l’Avalön.
“ I poteri di mia figlia sono sufficienti per rompere questo sigillo. E allora… Questo mondo e la Terra scopriranno che Avälar non è morto! ” esclamò trionfante.
In seguito, la ragazza mormorò, nella lingua dei Perti: “ Kio däl jer resan Pertus uwer herastus! ”
L’altare parve collassare: un intenso bagliore venne sprigionato. Una maestosa figura si delineò nell’angusta camera; era colma di oscura ira, e, animata dal Potere dell’essere, il monte sopito rivelò la propria indomabile e perenne forza con la sua prima violenta eruzione.
Una voce permase la terra: “Udite, deboli mortali! Avalär è tornato per avere quello che gli è stato sottratto! ”
Nel mentre, Vittorio era immerso in complesse riflessioni. La sua meta era invariata: distruggere il Traditore, il Sire del Mondo. Tuttavia… Costui era suo padre. Possedevano un legame sanguigno. Nondimeno…
I pensieri del ragazzo vennero interrotti da una richiesta:                     “ Posso entrare? ”
“ Entra. ” fu la risposta, priva d’emozione.
Il professore accedette dunque al luogo ove il fanciullo rimuginava sul proprio tempestoso e ignoto futuro.
“ Vittorio, vieni. Voglio farmi perdonare. E darti la possibilità di riscattare Emily. ”
 
Il Potere di Avälar, alimentato dall’ira la quale aveva posseduto l’oscuro essere per millenni trascorsi nell’Ioliö, aveva  edificato un’angosciante magione in cui aveva posto la propria essenza.
Avalönnë era incline ad accogliere la dimora del Signore dell’Universo, pertanto era stata ubicata in una pianura corrotta, e tale frammento di mondo s’era librato e, al momento, fluttuava priva d’una meta.
Il generale Emily si recò nella Sala del Trono per riferire il rapporto sulle attuali probabilità di conquista e sottomissione delle Tre Razze.
“ Il popolo si sta innervosendo ” mormorò. “ Stanno sospettando qualcosa, anche se non hanno niente in mano. Converrebbe attaccare in questo momento, quando ancora sono troppi confusi per fare alcunché o per rispondere ad un attacco.
Sua Magnificenza cosa ne pensa? ”
“ Il tuo ragionamento non è illogico ” rispose una voce gutturale. “ Ma senza un esercito sarà difficile combattere.          Io non sono ancora nel pieno delle forze e tu sei debole. ”
“ Io non sono debole. ”
“ Senza di me lo saresti. Tu sei la secondogenita, pertanto i tuoi poteri dipendono dalla vicinanza con l’Aldereth e con tuo fratello Vittorio.
Ora dovrai andare nel posto che ti dirò e dovrai reclutare, ad ogni costo, i miei futuri soldati. È chiaro? ”
“ Sì, Mio Signore, è chiaro. ” si congedò Emily, ferita nell’orgoglio.
L’Ioliö era un luogo tetro, tuttavia avevo un proprio, innaturale, fascino perverso.
L’oltretomba era di gradimento ad Emily. Ella, assorta in riflessioni militari, vagava prima di meta nelle aride terre dell’inferno, in cerca di soldati.
Tuttavia, la curiosità pervase il suo animo ed, avvistata un’anima solitaria, si recò per poter porre inizio ad una conversazione.
“ Ma come funziona? ” domandò, con stile pratico.
“ Quando si muore, cosa succede? ”
“ Per esempio ” narrò l’entità “ Io, che sono un Aldalönnê, avevo la possibilità di trasferire la mia anima altrove, in altri oggetti inanimati.
Poco prima della mia morte, ho trasferito la mia anima in una spada, poiché ero un grande soldato un tempo.
Noi Aldalönnê abbiamo anche la capacità di scegliere il momento della nostra morte. Ti spiego meglio: se è di nostra volontà, possiamo annullare la nostra esistenza con un semplice pensiero.
In sostanza, possiamo trasferire la nostra anima in un oggetto prima di morire, e poi o continuare ad essere coscienti fino alla completa distruzione dell’oggetto, oppure scegliere di troncare la propria esistenza dal mondo. ”
“ È molto complicato. ” mormorò la fanciulla.
“ Sì, lo so, ma tu non te ne dovrai preoccupare, hai tutta la vita davanti, al contrario di me. ” rispose, con un sorriso malinconico.
Dunque, giunse alla meta. I demoni erano servi dell’attuale Imperatrice di Iol, Lya la Gelida e, al momento, adempivano al loro dovere: erano intenti a tormentare le anime dannate.
“ Tu non dovresti essere qui, giovane mortale. ” mormorò un essere antropomorfo. “ Questo luogo non è fatto per i vivi. ”
“ Mi manda Avälar. ” fu la risposta. Un istintivo tremore serpeggiò fra le creature.
“ Come osi pronunciare il suo nome? Orribili sciagure e indicibili pene avrai alla morte! ” esclamò un demone simile ad un artropode.
“ Ho la sua autorizzazione. Egli mi ha mandato in codesto luogo senza gioia per svolgere un compito. ”
“ Ma davvero?  Senti senti… Quale sarebbe questo così importante compito? ” domandò un’entità priva di corpo.
“ Devo convincervi a combattere per il mio padrone. È riuscito a distruggere il sigillo che lo imprigionava e adesso è giunto nel mondo per portare distruzione. Ed ha bisogno di un esercito. ”
“ In effetti ci eravamo accorti della sua assenza. Ma pensavamo che si fosse solo spostato. L’Ioliö è molto vasto; non abbiamo preso in considerazione l’idea che fosse riuscito a fuggire. ” rifletté l’artropode.
“ Quindi quale sarebbe la vostra risposta? Sono venuta fin qui per domandarvi di combattere, e ora pretendo un responso. ”
“ Onestamente non vedo cosa tu potresti darci in cambio per convincerci. Qui abbiamo già tutto quello che ci serve. ”
“ Non ho intenzione di adirarmi. Pensateci bene: vi conviene rifiutare? ”
In tale istante, i demoni avvertirono un’aura di potere emanare dalla fanciulla. Nonostante in lei non vi fosse il minimo segno d’ira, il furore dilagava nell’animo corrotto degli esseri.
“ C-Cosa ci offri in cambio? ” chiesero le creature.
“ Vi offro gli uomini. La possibilità per voi di scagliarsi contro creature viventi. L’ebbrezza della morte. Inoltre avrete anche dei territori molto vasti da governare. Quando il mio padrone sarà al potere, ricompenserà coloro che lo hanno aiutato. Allora, ci state? ”
Trascorsi intensi istanti di discussione fra i demoni, tuttavia giunsero alfine ad una conclusione.
“ E va bene. Ci stiamo. ”
 
Preceduto da una scarica elettrostatica, il portale per il regno di Avalönnë fu nuovamente accessibile.
Usufruendo del saggio consiglio del professor Sellâs, Vittorio avrebbe varcato il passaggio per giungere nella corte del re Garterenîr.
“ Augurami buona fortuna. ” fu l’addio del ragazzo.
“ Buona fortuna, figlio mio. ”
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Lacrime e spade ***


L'atmosfera era tetra, ospite dai presagi del massacro il quale accadrà a breve.

Ormai abbandonati dalla speranza e mossi unicamente dalla disperazione, un esercito marciava sul terreno coperto dalla sabbia.

Il battaglione nemico, al contrario, era spavaldo: certo di poter vincere con rapidità, aveva sottovalutato la legione posta di fronte a loro; un errore imperdonabile.

 

Al comando dell'esercito di Avälar, v'era una giovine fanciulla dalla chioma dorata. La ragazza aveva tradito il fratello e l'intero mondo di Avalönnë, convertendosi agli ideali del Traditore.

Ma, d'altronde, ella non aveva colpa: era stata soggiogata dal maleficio del Sire del Mondo.

 

Il luogotenente delle truppe ribelli era un personaggio alquanto particolare: non era in grado di esprimersi con lingua comprensibile al genere umano, nonostante paresse un individuo colto.

Fulmineo nel combattimento e d'un introversia inespugnabile, era un abile stratega e uno spietato guerriero.

Egli tentò di individuare il comandante nemico, ma la ragazza parve sottrarsi al suo sguardo indagatore, probabilmente occultata dalle retrovie.

 

Alfine, la battaglia ebbe inizio. I soldati difensori combatterono con sagacia e potenza, ma nulla potevano dinanzi ai demoni e ai mercenari del Traditore.

Fu una carneficina. Trascorse due ore, le gloriose legioni sostenenti Avalönnë s'erano ridotte ad uno sparuto insieme di fanti, tra cui il comandante.

 

“ Fatevi avanti, se ne avete il coraggio! ” fu la minaccia del luogotenente, espressa in una lingua ignota ai suoi alleati.

I suoi sensi, inverosimilmente sviluppati per grazia di  molteplici anni d’esperienza, avvertirono un debole spostamento d’aria.

La reazione fu istintiva: tramite la propria lama, schermò un fendente a lui occultato, udendo, nel mentre, una risata pervadere l’atmosfera.

“ Sei un grande combattente, su questo non c’è dubbio… ” osservò Emily, il cui corpo era nuovamente visibile.

“ E-Emily? S-sei veramente tu? N-non avrei mai immaginato che potessi passare al nemico… ” esclamò alquanto sorpreso l’uomo.

 “ Io sono Erran! T-ti ricordi di me? ” sussurrò con un debole sorriso.

“ Non conosco nessuno con quel nome. Comunque, ho sempre odiato le chiacchere! Preferisco l’azione… ”

E, al pari di una lepre, la fanciulla si scagliò sul comandante, dando inizio ad un duello dall’esito imprevedibile.

L’arma con la quale Emily combatteva era una spada effimera, composta da pura oscurità e corrosione, dotata del potere di squarciare il metallo e la carne umana con facilità infinitesimale.

 

Erran era in posizione di svantaggio.

Nonostante la sua  abnorme abilità, non era in grado di sfiorare il corpo dell’avversaria; la ragazza pareva protetta da una sorta di campo di forza.

La forza della fanciulla era evidentemente conferitole dal Traditore, Avalär, poiché mulinava la spada con furia omicida: la sua energia era infinita, derivante dalla malvagità.

Il comandante era ormai certo d’esser giunto al termine della sua esistenza. La ragazza levò la lama per infliggere il colpo di grazia, tuttavia l’ira si congedò dallo spirito di Emily ed ella rovinò sulle braccia protese del luogotenente.

“ Erran… ” mormorò, con espressione dolente. “ Sbrigati, fuggi, sono riuscita a sconfiggerlo per un attimo ma non so quanto potrò resistere… ”

 

Nell’udire tali suppliche, Erran tentennò per una frazione di secondo. V’era dunque un frammento di bontà in lei? Un barlume di speranza si generò all’interno del comandante ma la ragazza materializzò la propria lama d’ombra e, con un singolo fendente, pose termine alla vita maledetta del tenente Erran.

Ella assassinò in seguito i soldati rimanenti, fedeli al loro comandante. Una lacrima argentea, pura e magnifica, si dissipò nel caos.

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