The Snow Prince

di Chocolat95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fiocchi di neve ***
Capitolo 2: *** Giardini in fiore ***
Capitolo 3: *** Gocce d'acqua ***



Capitolo 1
*** Fiocchi di neve ***


Non era raro nelle tiepide giornate di primavera, vedere rondini svolazzare alte nel cielo limpido, rincorrersi intrecciarsi e poi rifugiarsi sotto il tetto di una qualche casa.
A Taemin piaceva puntare il naso in su e seguirle nei loro viaggi vorticosi, soprattutto quando poi finivano nel nido che si trovava proprio sotto il suo di tetto. Tetto che tra l’altro era vicinissimo a quello di un’altra casa, la casa del suo migliore amico Jonghyun.
Per la verità, Jonghyun era più vicino d’età a suo fratello maggiore Jinki, quindi era prima diventato amico suo che di Taemin, ma entrambi avevano lo stesso spirito un po’ infantile quindi si era trovati presto. E proprio grazie alla vicinanza dei due edifici, spesso capitava che, con un po’ di abilità sviluppata nel corso egli anni, avessero imparato a spostarsi da un’abitazione all’altra tramite i balconi, così il piccolo Kim poteva andare a giocare dai fratelli Lee e viceversa.

Quel gran viavai che caratterizzava tutta la primavera e tutta l’estate, era però più difficile da attuare d’inverno quando la neve e il gelo rendevano pericoloso l’attraversamento. Se non potevano scendere in strada allora, si limitava a salutarsi attraverso i vetri, dopo averli spannati per bene con le mani.

Una di quelle sere, la neve scendeva a grandi fiocchi, candidi e delicati
“Ma secondo te – Taemin ruppe la quiete rivolgendosi al fratello – chi comanda tutte le nevicate, dicendo ai fiocchi dove andare?”
Il più grande sorrise, avvicinandoglisi e mettendo una mano sul vetro freddo, vicino alla sua
“I fiocchi di neve sono come un grande popolo e anche loro hanno un sovrano che li guida”
“Ah sì?” chiese stupito
“Già, lo spirito dell’inverno è il loro re”
“E come è fatto?” continuò curioso”
 “Non lo si può dire con certezza, non è facile vederlo sai, gira sempre circondato dai suoi fedeli sudditi… ma nelle notti più fredde, può capitare di scorgerlo… ” rispose semplicemente Jinki

Per un po’ nessuno parlò più e i due fratelli rimasero semplicemente alla finestra a contemplare ancora la neve che cadeva, finchè non decisero che era giunta l’ora di coricarsi.
In realtà Taemin non aveva sonno, la neve lo rendeva sempre molto eccitato e sarebbe stato capace di guardarla cadere all’infinito, fino a che non fosse venuta giù tutta e forse era davvero questo il suo obbiettivo mentre si riavvicinava alla finestra incollando il naso al vetro.
La notte era buia, i fiocchi rilucevano solo grazie alla poca luce proveniente dall’esterno, in realtà non c’era molto da vedere, la cosa si sarebbe fatta monotona molto presto quand’ecco che, fu un attimo, ma gli parve di intravedere qualcosa.

Poco più in là, sulla sommità dei tetti vicini, sembrava esserci un ammasso più fitto di fiocchi che si muoveva di un moto apparentemente solo suo, danzava veloce ma leggero sulle tegole spostandosi da una parte all’altra e fu solo quando gli fu più vicino, che lo vide.
Un ragazzo esile, dai capelli chiari e la pelle ancora più bianca, i cui  tratti delicati rendevano impossibile stabilire una vera età. Si guardarono per un attimo, un momento soltanto che a Taemin fu sufficiente per essere trapassato dal suo sguardo di ghiaccio e notare, mentre quello si allontanava agile e aggraziato com’era arrivato, come i suoi abiti sembrassero fatti della stessa sostanza della sua candida corte di fiocchi di neve.


Il giorno dopo il ragazzino raccontò lo strano sogno all'amico, ma il tono leggero con cui entrambi ne discussero fece loro dimenticare l’argomento non appena venne concluso e ben presto tornarono a pensare solo a con quali giochi impiegare le giornate.

Un pomeriggio meno freddo degli altri si ritrovarono a giovare fuori ma non era passato tanto tempo che il più piccolo si sentì strano
“Ehi, che ti prende?” Jonghyun gli si fece vicino non appena lo vide piegarsi su se stesso
“Non lo so all’improvviso, ho sentito come una fitta al petto” e fece appena in tempo a finire la frase che si portò una mano a sfregarsi gli occhi
“Cosa c’è, non stai bene?!” chiese di nuovo l’altro cominciando a preoccuparsi davvero
“No… non lo so… - balbettò – farse è quest’aria ancora pungente… forse avevi ragione tu Jinki – riprese rivolgendosi al fratello – era meglio rimanere a casa…”
“Non importa, ci torniamo ora” stabilì il più grande, e preso il fratello sotto braccio si avviò a passo deciso.

Appena arrivati, Taemin s’infilò a letto sentendo la testa scoppiare mentre il fratello gli preparava qualcosa di caldo, di tanto in tanto poi, si affacciava alla finestra per aggiornare brevemente l’amico.
Non sembrò essere nulla di particolarmente grave, solo qualche linea di febbre e una dormita lunga un giorno anche se, quando si riprese, Jinki ebbe come l’impressione che avesse qualcosa di strano.
Una volta ripresosi infatti, non andò a salutare Jonghyun alla finestra quando questo chiese di lui, ma sul momento il maggiore pensò fosse solo per evitare di raffreddarsi subito un’altra volta, fu ciò che accadde nei giorni seguenti ad impensierirlo maggiormente.
Taemin infatti appariva più freddo e distaccato, all’inizio in maniera quasi impercettibile, solo per piccoli atteggiamenti, poi in modo sempre più manifesto.

“Sai Jonghyun… sono un po’ preoccupato per mio fratello…” era chiaro dal tono quanto la preoccupazione non fosse poca come voleva far intendere, ma l’amico lasciò che fosse lui a parlare e sfogarsi
“Non riesco a capire… da quando è stato male ha cambiato totalmente atteggiamento e mi chiedo allora cosa sia veramente accaduto… finchè si comporta in maniera strana con me, posso ancora provare a capire e ad aiutarlo, ma con gli altri… non vorrei finisse nei guai…”
Jonghyun aveva intuito a cosa si riferisse, non era tanto il fatto che avesse smesso di cercarlo per passare i pomeriggi, quanto che avesse cominciato a frequentare un gruppo di ragazzi più grandi che trascorrevano  le giornate nella piazza principale a far chiasso e infastidire di tanto in tanto i passanti.
E dato che nessuno dei due era riuscito a far sentire le proprie ragioni a Taemin, l’amico aveva deciso per il momento, di limitarsi a seguirlo e tenerlo d’occhio, senza interferire troppo.

Per quel motivo quindi, quel pomeriggio si trovava vicino alla fontana  della piazza principale, quella dal getto completamente gelato, mentre quei teppistelli si divertivano ad attaccare gli slittini alle vetture della gente.
Il piccolo ribelle per non essere da meno, si era appena agganciato al suo obbiettivo, una slitta chiara, particolarmente più elegante delle altre tanto che Jonghyun immaginava sarebbe stato costretto a straccarsene abbastanza presto. Invece questa, inaspettatamente, non appena il ragazzino fu a portata cominciò ad accelerare. Come se ne accorse, il più grande scattò in direzione della vettura per aiutare il suo amico a liberarsene ma il mezzo aveva sollevato un polverone candido nella sua corsa che lo avvolse completamente e quando si diradò, slitta e slittino erano svaniti, sotto lo sguardo sbigottito del maggiore.


Incredulo, Jonghyun si fermò col fiatone, per poi guardarsi intono nel caso Taemin fosse stato sbalzato più in là, ma anche andando avanti, nessuna traccia.
Corse allora a casa da Jinki per  riferirgli l’accaduto, magari il fratello era solo da un’altra parte, in due avrebbero fatto prima  a cercarlo, ma doveva sbrigarsi, a breve sarebbe calato il buoi e anche la neve aveva ricominciato a scendere. 




Angolo dell'autrice: 
Salve a tutti! Premetto che questa è la mia prima storia in questo fandom, ed è pure la prima volta in assoluto che scrivo una storia su personaggi reali, quindi sono abbastanza nervosa... ^^
L'idea mi frullava in testa da un po' perciò ho deciso di liberarla, e dato il tema, quale giorni migliore per farlo se non il primo giorno d'inverno??
Ma a parte le sciocchezze, spero che non ne venga fuori un casino totale e che possa piacervi :-)

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Capitolo 2
*** Giardini in fiore ***


Convincere Jinki non era stato affatto facile, anzi forse  era stata una delle cose più complicate da fare da che si conoscevano, ma era l’unica soluzione apparente.

Con non poca difficoltà Jonghyun lo aveva infatti persuaso che c’era un’unica spiegazione alla misteriosa scomparsa del fratello; era stato portato via dal Principe delle Nevi.
Sembrava un’assurdità, se ne rendeva conto da solo, ma del resto, Taemin era scomparso ormai da qualche giorno e non rimaneva che questa possibilità da  sondare.

Per la verità, forse non gli sarebbe venuta un’idea simile, se non si fosse ricordato improvvisamente di quello strano sogno che il più piccolo gli aveva raccontato, lo aveva relegato in un angolino della sua corta mente  ma quando aveva ripercorso gli ultimi istanti in cui erano stati insieme, gli era sembrato lampante.
Quella slitta così diversa dalle altre cui erano soliti, quell’andamento, rapido e al contempo leggero, ma soprattutto, quella strana coltre di neve che l’aveva inghiottita. Non era sicuro di aver visto bene il passeggero della vettura ma era abbastanza certo fosse una figura completamente in bianco, come non ne aveva mai viste. Così come era bianca la mano che, poco prima di sparire dalla sua visuale, si era allungata verso Taemin.

E a chi poteva corrispondere una descrizione così eterea ed evanescente, se non a qualcuno come il sovrano dell’inverno?
Più ci pensava, più gli sembrava incredibile, ma anche l’unica logica conseguenza.

Per tale motivo ora si trovava in viaggio alla ricerca di qualcuno che sapesse indicargli dove trovare ciò che stava cercando.
Aveva inoltre insistito per andare da solo perché si era sentito troppo responsabile per la scomparsa del più piccolo, anche se non sapeva bene da che parte cominciare.

Mi basterà chiedere a più persone possibile  
era stato il suo ottimistico pensiero non appena si era messo in cammino, ma evidentemente preso dalla foga aveva messo in secondo piano il fatto di trovarsi in pieno inverno e molto probabilmente era pure che il sovrano delle nevi fosse passato da quelle parti perciò, quando si ricordò di questo piccolo particolare, comprese perché  si fosse trovato  a girare parecchio senza incontrare anima viva.

Ogni tanto si concedeva qualche pausa, ma solo per riposare le gambe e rilassarsi un attimo, non aveva alcuna intenzione di perdere più tempo di quello che aveva già sprecato.
E fu proprio durante una di queste pause, che incontrò finalmente qualcuno.

Stava giusto pensando che forse, di quel passo non avrebbe concluso nulla quando incrociò una ragazza.
Le andò in contro, cauto per non spaventarla ma appena la vide, si dimenticò ciò che voleva chiederle;  ella infatti si stava portando dietro a fatica diverse sporte e gli venne spontaneo offrirle aiuto come prima cosa.

“Ehi, ce la fai , hai bisogno di una mano?” chiese Jonghyun

Quella si fermò un attimo titubante, non aspettandosi di essere chiamata, ma nel vedere la sua espressione sincera, si convinse a rispondere

“N-no grazie… credo di riuscire anche da sola…”

“Non vorrei sembrarti scortese, ma mi sembra proprio che un aiuto ti farebbe comodo” si permise di insistere.

L’altra lo squadrò di nuovo, l’indecisione ben leggibile in volto, ma in fine si arrese.

“A proposito, io sono Jonghyun” si presentò caricandosi in spalla un pesante sacco.

“Sekyung” rispose lei semplicemente.
 


L’accompagnò per un bel pezzo, e stava per andarsene, pensando di essere stato forse fin troppo invadente, quando lei lo richiamò

“Senti… sta cominciando a fare buoi… potresti rimanere qui fino a domani…”

Questa volta fu Jonghyun a guardarla spaesato, certo aveva camminato tanto ed era stanco, ma aveva appena iniziato la sua ricerca, la strada era ancora lunga

“Io… ti ringrazio molto… ma non so se è il caso…”

“Solo per stanotte… per ringraziarti”

Ci pensò nuovamente, aveva fretta, Taemin lo aspettava, ma era anche vero, che messo così forse non avrebbe resistito tanto perciò alla fine si convinse e la stanchezza vinse.

Sekyung gli aveva offerto una bevanda calda e mentre sedevano al tavolo della piccola cucina, si era fatta raccontare cosa l’avesse portato fin lì.
Si sentì un po’ triste nell’ascoltare la vicenda, ma una vocina dentro di lei aveva cominciato a pensare che anche lei era da sola e che le sarebbe piaciuto avere qualcuno accanto.
Così di tanto in tanto gli accarezzava una mano con la sua, portando la conversazione ad altri pensieri, e più quel tocco caldo e gentile continuava, più Jonghyun si dimenticava del freddo, di Taemin e della neve.

La mattina dopo non partì alla ricerca del suo amico, e non lo fece neanche i giorni seguenti.


Senza farsi vedere, la ragazza aveva fatto in modo che nel suo giardino non ci fosse un solo fiocco di neve ma solo fiori vivaci e colorati, che allontanassero i brutti pensieri e la malinconia dalla mente di Jonghyun.

Il ragazzo ormai dimentico di tutto, rimase con lei a lungo, il tempo scorreva senza che se ne accorgesse.
Ogni mattina la aiutava a preparare ciò che poi ella avrebbe portato al mercato, ma non ve la accompagnava mai

“Non è necessario esca anche tu, non i preoccupare, ce la faccio da sola, rimani qui, riposati, tornerò presto” gli diceva sempre Sekyung

E quel tono così dolce, così protettivo, rilassava il ragazzo, che non protestava e si lasciava convincere.
In realtà la ragazza, temeva che il suo ospite potesse vedere come solo nel suo giardino regnasse una primavera perenne quando invece il resto del mondo era ancora avvolto in un gelido inverno.

Ma fu proprio un giorno in cui era immerso in tutta quella primavera che a  Jonghyun capitò di udire il cinguettare di un uccelline e alzando lo sguardo per vedere da dove proveniva, vide una rondine saltellante su un ramo.
Fu un attimo, e tutti i suoi ricordi affiorarono.
Come un flash gli passarono davanti a gli occhi i pomeriggio trascorsi col naso all’insù a vedere in quale nido si rifugiavano quegli uccellini, sotto il tetto di quale casa, le loro case che si toccavano, e chi abitava sotto il tetto di quella attaccata alla sua.

“Taemin…” quel nome fu in grado di infrangere il sogno in cui fino ad allora era rimasto.

Cosa stava facendo, perché si trovava ancora lì? Quanto tempo aveva perso in un piccolo angolo di paradiso…?
Senza perdere un secondo di più, recuperò il suo piccolo bagaglio che aveva abbandonato tempo addietro e veloce abbandonò quella casa.

Come mise piede fuori dal giardino, si rese conto che l’inverno non era mai passato, era ancora l’, freddo pungente e ben presente a ricordargli quale era lo scopo del viaggio che aveva intrapreso.
Si sentì in colpa per aver lasciato quella ragazza senza dirle nulla, ma fu un pensiero che durò un attimo solo,e si allontanò senza girarsi.
Non ce l’aveva con lei, ma promise a se stesso che non si sarebbe distratto più, avrebbe fatto attenzione d’ora in avanti, Taemin aveva ancora bisogno di lui, e il Principe delle Nevi rimaneva in mistero da svelare. 




Angolo dell'autrice:
eccomi ancora qui, sinceramente non mi capacito ancora di ciò che sto facendo, non sono del tutto convinta ma vedo che comunque qualcuno ha apprezzato quindi non posso che ringraziare Gonzy_10 e MiRan_90 per le recensioni ^^'
Chiedo scusa per il capitolo che può risultare un po' cortino ma, oltre al fatto che sto ancora cercando di ingranare bene con questa storia, c'è anche che non mi rendo sempre conto da sola quanto sia consistente il pezzo che scrivo, a volte riesco a rendere l'idea con poche parole, altre no, quindi se avete osservazioni, fate pure... ^^'
Non so quando pubblicherò il prossimo (la produzione cappelletti mi chiama) quindi intanto vi auguro Buone feste e vi ringrazio ancora per essere arrivati fin qui :-)

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Capitolo 3
*** Gocce d'acqua ***


L’unica differenza rispetto a prima era che si sentiva meno stanco, per il resto Jonghyun era confuso come quando era partito, se non altro però, sarebbe stato  in forze per continuare la ricerca. Anche se sarebbe stato meglio dire iniziarla proprio, dato che aveva divagato quasi subito.

Questa volta starò più attento  Pensò tra sé  Aiutare gli altri sì, perdere tempo no

E sarebbe stato tutto perfetto se non fosse stato che, appena finita tale riflessione, si fermò di nuovo, perché nonostante tutta la determinazione e le buone intenzioni, non aveva idea di dove andare.
Decise questa volta di non fermarsi dietro passanti casuali ma andare a cercare persone specifiche, che con più probabilità avrebbero saputo dargli le risposte che cercava, e quale luogo poteva essere più adatto del mercato cittadino?
Sekyung ci andava tutti i  giorni e se riusciva a destreggiarvisi una ragazza da sola, che difficoltà avrebbe avuto lui? Così di buon passo si diresse al piccolo borgo poco distante.

Come aveva immaginato, la piazza era piena di gente e non gli fu difficile capire in breve a chi poteva rivolgersi, inoltre la sua proverbiale parlantina al momento gli si stava rivelando molto d’aiuto per vincere la diffidenza di alcuni.
Ovviamente non risolse tutto subito ma qualunque  informazione utile ricevesse se la teneva cara e sforzava la sua mente intirizzita a non dimenticarla.

“Un ragazzino giovane eh? E fin dove immagini possa spingersi uno scricciolo del genere con questo tempo…?”

“Ah questo speravo poteste dirmelo voi signore, sapete io non ho viaggiato tanto come invece mi sembra di capire abbiate fatto…”

Il viandante con cui si stava intrattenendo, aveva dato da subito a Jonghhyun l’idea di uno che conosceva il mondo fuori dalle mura cittadine, sarebbe stato perfetto per farsi un’idea dei luoghi possibili esplorabili. Anche se, il fattore “Principe della neve” poteva essere una variabile non da poco… ma non poteva essere troppo esplicito o avrebbero anche potuto prenderlo per pazzo

“Io lo so, dov’è il ragazzo che cerchi”

Una voce gracchiante li interruppe e Jonghyun  si voltò sgranando gli occhi
Dietro di lui, di fianco alla bancarella vicina stava una vecchietta, intenta a scegliere con cura qualche mela

“Scu-scusate, stavate parlando come me…?” chiese un po’ incerto e sentendo salire una certa agitazione

“Sicuro giovanotto, ho udito per caso la tua conversazione e il tono accorato con cui parlavi, ma ti posso dire che non devi preoccuparti più”

“Dite davvero…? Come potete esserne sicura…?” continuava ad essere cauto, conosceva bene il suo temperamento che lo portava ad agire senza pensare, quindi voleva sondare bene il terreno questa volta

“Perché è il principe di questa terra!”

“Cos..cosa…?!” Questa sì che non se la aspettava, di tutte le cose improbabili, questa le batteva forse tutte. Taemin un principe? E da quando?

Com’era successo? Vuoi dire che mentre gelavamo al freddo preoccupandoci, quello se ne stava bello comodo in un castello…?! Impossibile.
No no no, era troppo assurdo, Jonghyun non poteva crederci. Decise quindi di farsi raccontare meglio la questione, perché fosse stata vera, avrebbe avuto dell’incredibile!

“Poco tempo fa sono state celebrate le nozze della nostra principessa, e lo sposo era uno straniero, un giovane alto, bello..” e tutta la descrizione che seguì lasciò il ragazzo a bocca aperta perché non c’era più alcun dubbio, la vecchietta stava parlando proprio di Taemin.

Ora, se da una parte la situazione sembrava risolta, dall’altra rimaneva ancora da scoprire cosa c’entrava il Principe delle Nevi in tutto questo. Possibile che se lo fosse portato via, solo per lasciarlo in un castello? O forse l’aveva semplicemente liberato e il castello l’aveva trovato da solo… O era l’amico stesso che era riuscito a fuggire! O forse- No, non aveva alcun senso… ! La mente di Jonghyun non era abituata a pensieri così intricati quindi decise di darsi una calmata o sarebbe scoppiato.

“Bene, allora… potreste gentilmente indicarmi dove si trova il castello…?”

“Hai intenzione di recarti lì ragazzo?? Non ti sarà semplice farti ricevere…!”

“S-sì immagino, ma posso aspettare”

Jonghyun ridacchiò, nascondendo il nervosismo. Non aveva certo tempo di aspettare un invito ufficiale al palazzo! Voleva solo riuscire a vedere il suo amico, assicurarsi che stesse bene, e visto che ormai si era accasata e pure non male, riportare a Jinki la lieta notizia. Come sarebbe riuscito ad intrufolarsi, era un altro discorso.

“…e per questo credo dovrò aiutarti io”

“Cosa?” ancora perso nei suoi pensieri non si era accorto l’anziana avesse ripreso a parlare

“Lo vedo che in realtà non aspetteresti neanche un secondo, quindi ti aiuterò ”

Onde evitare di sembrare ulteriormente stupido facendo l’ennesima faccia sorpresa, Jonghyun annuì solo e ringraziando la seguì.
Quell’anziana signora gli procurava un misto di stupore e timore, pur sembrando una nonnina pacifica e tranquilla, conosceva strade nascoste che probabilmente non venivano percorse di solito dalla gente normale. E senza rendersene conto si trovarono all’interno del castello.

“Aggiustati un po’ i vestiti ragazzo, nessuno ti scambierà mai per un nobile ma se sembri troppo uno sguattero ti spediranno subito in cucina”

Quelle parole però ebbero il potere di illuminare la sua mente
Ma certo!
E girandosi subito verso di lei le prese le mani con fervore

“Grazie, vi ringrazio davvero tanto, vi sono molto grato e da qui in poi credo di riuscire a cavarmela!” e stava per correre via quando lei lo bloccò per una manica

“Non credi sia più facile introdursi in cucina portando qualcosa?”

E dissipò il suo stupore ficcandogli tra le braccia il cestino di mele che si era portata appresso fin dal mercato.
Sorridendo Jonghyun si allontanò.
Scivolando agile nei corridoi riuscì in breve a raggiungere i lavoranti della cucina ma fu solo quando sentì qualcuno parlare chiaramente di pasti da portare ai principi che si fece notare

“E tu da dove arrivi?” chiese quello che sembrava uno dei capi, squadrandolo da capo a piedi

“Io ero impegnato in altre commissioni signor-“

“Bene ora porta questo nella stanza degli eredi, la principessa odia tardare il momento del thè!” e senza dargli tempo di parlare gli strappò di mano il cestito che lui stesso stava per porgere rimpiazzandolo con un vassoio colmo di dolci cibarie.

Al ragazzo venne l’acquolina solo a guardarle e dovette concentrarsi per ricordarsi il suo obbiettivo.
Per quanto fosse contento di quella insperata fortuna, si rese conto presto di non avere la benchè minima idea di dove fossero queste famose stanze degli eredi.
Senza sembrare troppo impacciato, cercò qualcuno che non sembrasse oltremodo esperto del luogo per evitare che potesse riconoscere un estraneo e chiese indicazioni

“Sai, lavoro qua da poco e non ho ancora ben memorizzato tutti i corridoi di questa immensa dimora” disse ad una cameriera. Cercò di essere gentile senza far subito il cascamorto, come lo prendevano spesso on giro i suoi amici,  se la prendeva male rischiava di non rispondergli.

Quella per fortuna sembrava così annoiata dal lavoro che stava facendo, che distrarsi un attimo a parlare con qualcuno parve farle molto piacere, e addirittura fu molto precisa nei riferimenti così che non sbagliasse.

“Quella divisa ti sta molto bene, spero sia bella anche la mia quando me la daranno” si concesse di abbindolarla un po’ prima di proseguire per la sua strada non prima di averle lasciato anche un sorrisone.

In breve raggiunse la sua destinazione e dopo aver bussato delicatamente ma con decisone aspettò l’invito ad entrare che non tardò ad arrivare.
La stanza era riccamente arredata come ci si poteva aspettare considerando gli occupanti, ma anche una certa eleganza regnava che conferiva al tutto un senso di ordine.
Compostamente seduta ad un tavolino scuro c’era una ragazza, la principessa probabilmente, ma dov’era il principe…?
Jonghyun si guardò intorno, sembravano esserci solo loro nel salotto, questo non andava bene, non poteva trattenersi molto lì, o si inventava una scusa credibile per guadagnare tempo o poteva dire addio a Taemin.

Intanto si diresse al tavolo più lentamente possibile, fingendo di dover reggere il vassoio in particolare equilibrio, altrettanto lentamente lo posò sulla superficie scura e nella stessa estenuante maniera, fece un passo indietro come ad attendere disposizioni.

“Puoi andare”

Una voce delicata ma decisa lo riscosse
Cosa?

“Perdonate?”
La giovane sembrò accigliarsi leggermente

“Ho detto che puoi andare per ora, se ho bisogno ti farò richiamare”

Dannazione, questo non ci voleva, il principe non era ancora comparso e già mi mandano via

“Il cuoco vorrebbe sapere se vostra altezza gradisce” tentò

“Lo sa perfettamente che gradisco, altrimenti non me li porterebbe!”

“E il principe?” osò insistere

“Gradirà sicuramente anche lui, se solo si sbrigasse”

Se solo si sbrigasse  condivise Jongyun
Ma capì da sé che non poteva trattenersi oltre, la fanciulla sembrava irritata, e un conto era infastidire una cameriera, un altro una principessa. Decise di arrendersi per il momento, magari poteva attendere vicino alla porta, fingendo di attendere ordini da lì.
Fece un breve inchino e girandosi si avviò all’uscita della saletta ma come aprì la porta si trovò faccia a faccia con un nuovo venuto

“Taemin!”

L’esclamazione gli uscì spontanea, non riuscì a controllarla appena vide il ragazzo di fronte a lui e nemmeno la propria mano che d’istinto si strinse attorno al polso dell’altro

“Taemin! Ti ho trovato finalmente!”

“Ma cosa…”

Quello si scansò velocemente lasciando Jonghyun interdetto, che però si riprese subito.

“Taemin, non mi riconosci? Sono io Jonghyun… lo so che forse non mi consideri più tuo amico ma-“

“Ma tu chi sei?!” quelle parole ebbero il potere di pietrificarlo sul posto

“Jongin, che succede…?” si era completamente dimenticato che aveva appena lasciato la principessa, e si riscosse solo vedendola avvicinarsi con aria sconcertata

“jong…in…?” balbettò confuso

“Krystal, non ti avvicinare…” ammonì la moglie distanziandola tendendo il braccio libero

Allora Jonghun gli lasciò andare quello che ancora stringeva

“Ma tu… chi sei…?” domandò flebilmente

“Questo dovrei chiederlo io a te...! Cosa vuoi? Come sei entrato?!”

“Io…” dovette appoggiarsi allo stipite della porta

“Vado a chiamare le guardie-“

“A-aspettate... -si riscosse un attimo- vi dirò tutto e poi me ne andrò, ve l’assicuro” per quanto la sua mente fosse in subbuglio, trovò la forza di fermare la principessa e si ricompose prima di ricominciare a parlare.

Cercando di sembrare il meno teso possibile, raccontò tutto, dalle rondini ai fiocchi di neve, dalla scomparsa dell’amico al giardino fiorito, e della vecchietta che gli aveva dato le informazioni sul principe.
I principi sembrarono abbassare presto le difese e ascoltarlo con crescente interesse.
E anche ora che lo guardava meglio e con calma, Jonghyun aveva sempre l’impressione che il giovane fosse Taemin che fingeva un’amnesia, ma aveva anche notato delle sottili differenze che con l’agitazione di poco prima gli erano sfuggite.

Decisamente il suo amico si trovava altrove.




Angolo dell'autrice:
WooOoow, questo capitolo m'ha preso la mano più di quanto mi aspettassi, l'ho scritto quasi di getto e personalmente m'è sembrato buono ^^' forse ce la posso fare! XD
Aspetto vostri commenti o eventuali smentite ^^'

Ringraziamento speciale a MiRan_90 

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