BUROCRAZIA: BUON NATALE

di Dedenputtis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** VEGETA ***
Capitolo 2: *** GOKU ***
Capitolo 3: *** FREEZER ***
Capitolo 4: *** VEGETA 2 - la patente ***
Capitolo 5: *** PAN ***
Capitolo 6: *** TRUNKS: AUGURI MAMMA ***
Capitolo 7: *** GOTEN: BUON NATALE ***



Capitolo 1
*** VEGETA ***





"Salve, dovrei fare la carta d'identità. Eccole le foto"
"Dia pure. Grazie. Ha con sé quella vecchia?"
"No, mai avuta. Nessuno me l'ha mai fatta e finora non ne ho mai avuto bisogno"
"Mhm...ha compilato il modulo coi suoi dati?"
"Certo, eccolo"
L'impiegata comunale prende il foglio e, dopo aver letto le prime righe alza un sopracciglio perplesso per poi alzare lo sguardo al di sopra degli occhialetti odiosi che porta sulla punta del naso e chiede:
"Mi faccia capire, lei si chiama Vegeta Vegeta?"
"Sí, perché?"
"Bella fantasia, i suoi genitori...Ma a parte questo. É nato in un paese che si chiama Vegeta? Mi prende in giro?"
"No, non é un paese, é il mio pianeta di origine"
"Sta scherzando, vero?"
"No, si trovava nella Galassia del Nord, prima che venisse distrutto"
"Scusi, mi vorrebbe dire che é un alieno?"
"Preferirei sayan, se non le dispiace"
La donna, preso atto che la persona che ha davanti é completamente fuori di testa, si mette alla scrivania, inserisce una carta d'identitá vergine nella stampante e inizia a scrivere al computer, commentando ad alta voce:
"Cognome: Vegeta
Nome: Facciamo...CTRL c e CTRL p
Data di nascita: 527...
Ma che diavolo di data é?"
"L'anno ricorrente sul mio pianeta, quando sono nato. Che domande!"
"Non me la prende il pc...quanti anni ha lei?"
"29"
"Almeno il giorno di nascita me lo puó dire?"
"L'ultimo dell'anno"
"Ok, dunque...
Data di nascita: 31/12/1985
Luogo di nascita: CTRL p
Sesso...
Ma come 'molto spesso e volentieri'?"
"Cosa dovevo scrivere? Non é M = molto spesso e volentieri e F = forse domani?"
"Fa lo spiritoso?"
"No, il modulo non é chiaro"
"M, maschio. F, femmina. Mi fa finire? Quando avró bisogno di qualche altra informazione, gliela chiederó, ok?
Sesso: Maschio
Stato civile: ----
Non vuole indicare se é sposato?"
"Non credo che siano affari che la riguardino...o sbaglio?"
"Ma se mi ha appena reso partecipe delle sue abitudini sessuali, mi sembra che la mia domanda sia molto piú pertinente della sua dichiarazione spontanea. Comunque...
Occupazione: Principe dei sayan...
???
???
Mi scusi, ma i titoli nobiliari nel nostro Paese non sono riconosciuti. Cosa fa per vivere?"
"Scrocco pranzi e cene a casa Brief in cambio di sesso con la figlia dei proprietari della Capsule Corp."
"Nemmeno il gigoló é un lavoro riconosciuto nel nostro paese"
"No, ma quale gigoló? Mica mi paga!"
"Quindi? Come passa le giornate?"
"Mi alleno per vincere i tornei di arti marziali"
"Oh! Allora... basta dirlo. É uno sportivo. Giusto?"
"Se la vuole mettere cosí"
"Sí, la mettiamo cosí. Ora la parte piú facile:
Altezza: 1.70
Occhi: ...
Capelli: ...
Cosa vuol dire 'dipende'?"
"Dipende se sono ssj"
"Eh?"
"Ora li vede neri, ma possono diventare azzurri...con i capelli biondi"
"Certo, anche io vorrei essere rossa con gli occhi verdi...ma lasciamo perdere...Normalmente com'é?"
"Come sono ora"
"Ok.
Occhi: Neri
Capelli: Neri
Segni particolari: Bello e impossibile? Ma sa che lei é proprio un bel tipo?"
"Infatti, é quello che ho scritto, non va bene?"
"No. Segni particolari sono cose tipo, una cicatrice, un neo, qualcosa che la distingua dagli altri...capisce?"
"Ok, ho la cicatrice lasciata dalla coda"
"L-la c-coda??? Ma come ha la coda? Senta se é venuto qui per farmi perdere tempo allora farebbe bene a tornarsene a casa, sa?" commenta la donna al limite di una crisi di nervi.
"Ma quale perdere tempo, la cicatrice della coda non é un 'segno particolare'? Non mi sembra che molte persone ce l'abbiano. Solo noi sayan, credo"
"Vuol dire che ci sono altri come lei?"
"Certo, Kaaroth, suo figlio...
"Ok, ok...senta, non posso scrivere...quello. Capisce che vorrebbero vederla tutti, quando mostra la carta d'identitá?"
"Ok, so volare" conclude il sayan alzandosi in volo davanti agli occhi allibiti della donna che, subito dopo, sviene. Viene sostituita da un collega a cui non rimane altro da fare che stampare la carta, applicare la foto, firmare il documento e farlo firmare a Vegeta, che appone ovviamente la sua firma in sayan.
Il principe prende poi la sua nuovissima CI e, tutto soddisfatto, la infila sotto la battle suit, saluta e se ne va.





 

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Capitolo 2
*** GOKU ***



"Buondí, dovrei rifare la carta d'identitá. Vegeta mi ha detto di portare le foto...ecco...dunque...qui ero al mare, qui é quando mi sono sposato e qu...
"Sta scherzando?" lo interrompe la stessa impiegata con gli occhialetti odiosi che il giorno prima aveva avuto la sventura di incappare nel principe.
"No, sono davvero io questo qui, vede? E questa é mia mo...
"Ma non lo sa che per fare la carta d'identitá servono le foto tessera?"
"???
???
???" faccia da pesce lesso.
"Deve entrare in quella macchinetta, inserire i soldi e fare 4 foto uguali...senza ridere...se ce la fa" spiega la signora scocciata.
"AAAAAHHH! Ho capito! Ok, torno subito..."  risponde il sayan facendo un sospiro, come se stesse andando incontro alla peggiore missione della sua vita.
Torna poco dopo.
"Vanno bene?"
"Sí. Immagino che non abbia una carta d'identitá scaduta con sé..."
"Sí, invece, eccola"
L'impiegata la prende facendo una faccia stupita e la osserva incurvando le labbra in una chiara espressione disgustata. Il documento che ha in mano presenta macchie di unto in vari punti, nonché accumuli vari di sugo.
"Ma é scaduta da piú di un anno, come ha fatto sen...Lasci perdere, il suo amico di ieri non l'aveva mai avuta..."
La donna si mette al computer, inserisce una carta vergine nella stampante e apre il file relativo all'uomo che ha davanti.
Dopo aver digitato in silenzio per un lunghissimo minuto, spalanca gli occhi per poi spostare lo sguardo sul sayan che, di rimbalzo, le fa un allegro sorriso ed esclama:
"Qualcosa non va?"
"Mi scusi, ma lei risulta morto. É stato presentato un certificato, circa un anno e mezzo fa...non...non capisco...evidentemente c'é un errore" afferma la donna in evidente difficoltá.
"Eheh...no, ma quale errore? Mi ha riportato in vita la mia amica Bulma con le Sfere del Dr...
"NO! Non me lo dica, non lo voglio sapere, non mi interessa, é chiaro? Sono giá svenuta ieri a causa di quel...quel Vegetale, Vegetariano...o come diavolo si chiamava. Quindi, guardi, che lei sia qui davanti a me, tanto mi basta per sapere che é un errore del computer. Punto fine. Allora, sa che facciamo adesso, mi compila di nuovo il modulo con i suoi dati personali cosí facciamo tutto come se nulla fosse mai successo, va bene?"
"L'ho giá compilato, il modulo...eccolo. Scusi, é un po' sporco di majonese, l'ho scritto mentre facevo merenda..."
"Immaginavo.Dia a me"
La donna scruta velocemente le prime righe e, non trovando nulla di anomalo, inizia a digitare, leggendo ad alta voce le voci inserite, come per avere conferma:
"Nome: Goku
Cognome: Son
Data di nascita: ...ma come il 15 maggio dell'anno scorso?"
"E, gliel'ho detto che mi hanno riportato in vita. É come essere...non so, rinato. Quindi quello é il mio nuovo compleanno!"
"Vista la sua etá mentale, non stenterei a crederlo, ma abbiamo stabilito che lei non é mai morto. Ergo..."
"Chi é? Un suo amico?"
"Ma chi?"
"Ergo"
"Vuol dire "dunque", "quindi". Posso continuare? O vuole anche lei farmi uscire di testa?"
"No. Prego"
"Grazie.
Dunque, dove eravamo?"
"Ergo"
"Ha finito?"
"Ha chiesto dove eravamo..."
"Lo so dov'eravamo, parlavo tra me e me. Ora, per favore, stia zitto e mi faccia finire, ok?"
"Ok"
"Luogo di nascita: CTRL p...eheh, é rimasto in memoria da ieri...
Sesso:...Ma come: Meglio il panino con la Mortadella?"
"Non é: M = Molto Meglio Mangiare e F = Faccio Faville tutte le sere?"
"Si é messo d'accordo con il suo amico?"
"Perché, lui cos'ha scritto?"
"Lasciamo perdere.
Sesso: M, maschio.
Stato civile: ... 'incastrato dopo il torneo di arti marziali'?"
"Eheh...ehm...sí" dice il sayan imbarazzato.
"Coniugato. E non si discute.
Occupazione: Sportivo"
"Me lo ha detto Vegeta, di scrivere cosí..."
"Non poteva farsi spiegare anche M o F per il sesso?"
"Ha detto di scrivere ció che volevo perché tanto il modulo non era chiaro..."
La donna riabbassa lo sguardo e, scuotendo la testa sconsolata, ricomincia a digitare:
"Occhi: Neri
Capelli: Neri
Altezza: 1,90
Segni particolari: ... sa teletrasportarsi? Sí, certo, e io sono il capitano Kirk dell'Enterprise" dice la donna stizzita.
Goku non fa altro che mettersi due dita in fronte e sparire per qualche secondo per riapparire poco dopo davanti alla donna, con in mano un panino preso al bar di fronte all'anagrafe.
La donna sviene.
Viene sostituita dallo stesso collega che aveva preso il suo posto il giorno precedente, al quale non rimane altro da fare che stampare la carta, applicare la foto, firmare il documento e farlo firmare a Goku, che lo sporca inevitabilmente con l'unto del panino. Il sayan prende poi la sua nuova carta d'identitá e, tutto soddisfatto, la infila nei pantaloni della tuta, saluta e se ne va.

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Capitolo 3
*** FREEZER ***





"Salve, dovrei consegnare la dichiarazione dei redditi, mi puó dire se l'ho compilata bene?"
L'impiegata guarda l'individuo alzando un sopracciglio perplessa. Prende la documentazione e la sfoglia pagina per pagina. Arrivata alla sezione delle 'spese mediche', legge e scoppia in una sonora risata.
"C'é qualcosa che non va?" chiede l'uomo mostrandosi leggermente offeso.
"AHAHAHA! Lei pretende di essere rimborsato per questa spesa, come se fosse 'indispensabile per la sua vita'?"
"Guardi che io sono un Demone del Ghiaccio...
"Sí, e io sono la Fatina dei Denti. Mi dispiace, ma non puó detrarre le spese per l'aria condizionata come 'spesa medica'. Al piú, puó inserirla come rimborso per ristrutturazione, a patto che abbia pagato l'IVA e abbia una fattura"
"Ma io non la conosco questa Iva...mi dica dove abita che se mi ha fatto una fattura gliela faccio pagare io. Ho giá avuto abbastanza sfighe, nella mia vita. Prima tra tutte aver conosciuto i sayan..."
"I...i...sa-sayan?" chiede l'impiegata strabuzzando gli occhi e spalancando la bocca allibita.
"Sí, li conosce?"
"Ma sa che, a causa loro, ho dovuto cambiare lavoro? Prima ero all'anagrafe comunale. Mi hanno fatto quasi morire con le loro...'stranezze'...e quello che sapeva volare e quell'altro che era morto, ma non era morto...non mi ci faccia pensare"
"Anche io sono quasi morto, a causa loro. Lo sa che quel Son Goku mi ha fatto tagliare a metá con un mio stesso colpo e mi hanno dovuto ricostruire?"
"Cioé? Ha subito operazioni importanti?"
"Certo! Importantissime e costosissime!"
"Ma lo sa che quelle spese le puó detrarre completamente dalle tasse?"
"Davvero? Anche la fisioterapia con la massaggiatrice tailandese?"
"Beh...veramente, dovrebbe andare in un centro fisioterapico riconosciuto dall'asl...Ma..." si interrompe mordicchiandosi il labbro inferiore, per poi continuare:
"Sa cosa le dico? Visto che ho una sorta di 'sete di vendetta' nei confronti di quei due...
"A chi lo dice"
"Lei si faccia fare la ricevuta dalla sua massaggiatrice e...
"Hehe...chissá se é brava a fare anche quella, come tutto il resto..." sghignazza Freezer con fare malizioso.
"Beh...deve farsela fare, altrimenti niente rimborso" precisa la donna guardandolo un po' perplessa, per poi proseguire:
"Mhmmm...sííí...mi puó fare quello che vuole con quelle cinque dita che ha per ogni mano...e per ogni piede" commenta Freezer trasognante.
L'impiegata scuote la testa e raccoglie tutti i documenti che le sono stati consegnati in una cartellina, per poi concludere:
"Ok, allora, quando mi avrá portato tutti i documenti che le ho detto, procederemo con la correzione del 730. Va bene?"
"Ok. Posso chiedere un'ultima cosa?"
"Certo, sono qui apposta"
"Sa se devo pagare l'IMU su un'astronave?"
"Dipende, é prima o seconda casa?"
"No, ci vivo, con la mia famiglia"
"Beh...penso che un'astronave possa essere assimilata ad una casa mobile...tipo roulotte...quindi, no, non deve pagare nulla. Solo la tassa sui rifiuti"
"E perché? Noi li disintegriamo, non produciamo rifiuti"
"Come li disintegrate?"
Freezer non fa altro che creare una piccola sfera luminosa sull'indice e polverizzare il vicino cestino della pattumiera, a titolo dimostrativo.
L'impiegata sviene di nuovo e l'alieno se ne va, con la coda tra le gambe. Avrebbe voluto farle vedere l'astronave e la sua bellissima collezione di lucertole terrestri.





 

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Capitolo 4
*** VEGETA 2 - la patente ***



"Salve, ancora lei?"
"No, ancora lei lo dico io. Ma perché mi perseguitate? É il terzo ufficio che cambio. Perché non mi lasciate in pace?"
"Il terzo? Ma non era all'anagrafe?"
"Mi ero spostata all'ufficio imposte, ma poi é venuto un certo Frigorifero, no...Refrigeratore...no, neppure...ma come diavolo si chiamava...
"Freezer?"
"Giá, lui...con la storia che non voleva pagare la Tasi perché disintegrava i rifiuti...Ha distrutto il cestino della spazzatura con un raggio luminoso e io sono svenuta...di nuovo. Ora mi hanno spostato alla Motorizzazione e chi é il primo cliente? Ancora lei? Ma perché?" chiede l'impiegata quasi mettendosi a piangere.
"Io veramente dovevo rinnovare la patente...Tutto qui..."
"Ha fatto la visita oculistica?" chiede gentilmente ritrovando un certo contegno.
"Sí, ecco il modulo del dottore"
"Ok, mi dia la vecchia patente, per cortesia"
"Eccola"
"Ma che patente é, scusi? Non si capisce un tubo, nemmeno che tipo di patente sia" chiede la donna spaesata.
"In che senso?"
"A, B, C, D, K, CQC...cosa puó guidare lei?"
"Veramente la mia é una patente intergalassia che mi consente di pilotare qualsiasi tipo di astronave...non so in quale categoria rientri"
"Già, perché gliel'ho chiesto...- mugugna la donna tra sé e sé per poi alzare lo sguardo e continuare scocciata - Senta signor Vegeta, l'avverto, non mi faró impressionare di nuovo, sa? Oramai li ho capiti i vostri giochetti, ma questa volta mi manterró seria e professionale. Ha capito?"
"Faccia un po' come crede" risponde il sayan con totale indifferenza.
"Allora. Quale patente le interessa avere?"
"Ma é ovvio, la stessa che avevo prima, no?"
"La stessa che aveva prima, certo...E chi me lo assicura che questo pezzo di carta stropicciato che mi ha portato, non sia tutt'altro che la sua vecchia patente? Non si capisce nulla di ció che c'é scritto!"
"É sayan"
"Beh, non c'era come opzione, in nessuna delle scuole che ho frequentato. Per me vale meno di nulla, questo foglio" spiega l'impiegata duramente.
"Mi faccia capire, cosa devo fare per riavere la mia patente?"
"Scegliere una delle patenti terrestri e rifare l'esame. Visto che pilota una navicella le consiglio di fare una D, cosí puó portare piú di otto persone, ma poi la deve abbinare a una CQC, per guidare un mezzo sopra la tonnellata e mezzo, circa" spiega l'impiegata con tono professionale.
"COSA? Ma a me non interessano quelle! Io ho bisogno di quella intergalassia!" risponde Vegeta iniziando innervosirsi.
"Perché? Mi vuol far credere che ha una nave spaziale per girare l'Universo e non ha auto o moto?"
"...
...
..."
"Non ce l'ha, vero?" chiede di nuovo la donna sbiancando completamente.
"É parcheggiata nel mio giardino. Non ho auto, né qualunque altro stupido mezzo terrestre. Se devo spostarmi ci vado in volo. Vuole sapere anche che velocitá raggiungo in volo, oppure posso avere la mia patente nuova?"
"Deve fare un piccolo esame orale, per sapere se é almeno idoneo alla guida"
"Orale? E con chi?"
"Sí, qui, con me, adesso. Altrimenti niente patente" spiega la donna aprendo un cassetto per estrarre un breve questionario.
Vegeta, visibilmente imbarazzato, inarca le sopracciglia perplesso, ma poi, dopo un sospiro, decide di prendere il viso della donna tra le mani e stamparle un bacio molto poco aggrazziato sulla bocca.
La donna, presa completamente alla sprovvista, sgrana gli occhi per poi andare a cercare le mani del sayan e, staccandole con forza da suo viso assieme alle labbra del principe, lo allontana da sé urlando:
"Ma é impazzito?"
"Ha detto lei che dovevo fare l'esame orale. Non andava bene? Bulma dice che bacio bene..."
"No! Non l'esame orale della mia bocca, é pazzo? Doveva semplicemente rispondere a delle domande!"
"Aaaahhh...ho capito! Prego, chieda pure!" continua il principe come se nulla fosse successo.
"Non crede di dovermi prima delle scuse per ció che ha fatto?"
"Perché? Non le é piaciuto? Non capita tutti i giorni di essere baciati da un principe e io ho molte piú fan di Kaaroth!"
"Dovrei sentirmi onorata?"
"Faccia lei. Un semplice 'Sí, grazie, mi é piaciuto molto' andava bene...peró...Che domande doveva farmi?"
L'impiegata allibita scuote la testa per qualche istante. Poi, ripresasi dallo shock, prende una matita per spuntare via via le domande da fare al sayan e continua:
"Le domande sono semplicissime. É pronto?"
"Quando vuole lei"
"Cosa bisogna fare quando il semaforo é rosso"
"Semplice, la storia é vietata ai minorenni e per leggerla e recensirla bisogna inserire nick e pw"
"Eh?" chiede la donna evidentemente confusa.
"Il rating: Rosso, maialini e porcellini. Arancio, mi fa venire in mente Kaaroth e quindi é un rating che non mi interessa. Giallo, sono un po' maialino, ma non lo dó a vedere e verde...casti, puri o demenziali, come il tizio che scrive 'ste storie..."
"Pensa di essere simpatico? Cosa c'entra il rating con il semaforo?"
"Non lo so, é lei la maialina che mi ha chiesto del rosso...non io...Ha altre domande?"
"Mi sta dando della depravata?"
"No, ma sono curioso di sentire le altre domande"
"Ok - prosegue la donna ormai in tono di sfida - allora, vediamo, cosa mi sa dire dell’uso del triangolo?"
Vegeta fa un sorriso maliziosissimo e ammiccando le dice:
"Vede che allora é fissata?"
"In che senso?"
"Credo siano stati pubblicati non piú di cinque o sei racconti con l'avvertimento 'triangolo' a rating verde. Tutti gli altri ce l'hanno minimo arancio...quindi...Vede che é lei la cultrice del genere?"
"COSA? Ma io intendevo il triangolo per segnalare una sosta o un incidente!"
"Mai fatti incidenti con la mia navicella spaziale, se non durante gli allenamenti...Altro?"
"Senta, signor Vegeta, mi sto veramente innervosendo…
“A chi lo dice, dovevo solo rinnovare la patente e mi trovo a fare un noiosissimo esame orale a rating verde, quando invece mi sarebbe molto piaciuto che fosse rosso con anche la prova pratica. Sto iniziando a chiedermi perché non mi sono tenuto la mia vecchia patente e non l’ho ancora disintegrata, per lo sguardo di sfida che mi sta rivolgendo”
“Non mi fa paura” risponde la donna con lo stesso fare minaccioso.
“Bene, allora facciamo così: o mi dà la mia patente nuova, oppure domani mando Kaaroth a rinnovare la sua…Va bene?”
“COSA? No…no, per favore…questo no, la prego. Facciamo così, lasciamo perdere il test, dimentichiamoci dell’accaduto. Ora le stampo la sua nuovissima patente intergalassia e siamo a posto, ok? Ma mi prometta di non far venire il suo amico, va bene?”
“Brava, così mi piace”



NOTA: Dedicato a vincenzoraimondo, che mi ha chiesto questo capitolo, spero sia di tuo gradimento.
Buone vacanze Vince'
 

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Capitolo 5
*** PAN ***


 



"Salve, oggi é il mio primo giorno di lavoro. Mi hanno detto di passare da lei per la divisa. Io porto la 44"
"Hehehe... La fa facile lei. La divisa dipende dal reparto in cui lavora"
"Beh, sono al quarto piano, per ora"
"Ok, allora le ci vuole quella rosa" esclama la signora estraendo da un cassetto una decina di fogli pinzati da una graffetta, sui quali sembra essere riportato una sorta di questionario.
"Va bene, non é proprio il mio colore preferito, ma se cosí é...vada per il rosa. Cos’è quello?"
"Il modulo di consegna divise. Sa che l’ho stilato io stessa?”
“Davvero? Ѐ molto…professionale…” esclama Pan facendo uno strano sorriso che esprime tutto il suo stupore.
“Faccio il mio lavoro. Allora, cominciamo – continua la donna prendendo una matita per spuntare le caselle di quello che sembra essere un questionario infinito, per poi proseguire - La vuole coi bottoni o la cerniera?"
"Esiste anche con la cerniera? Non lo sapevo"
"Certo, bottoni, cerniera, laccetti. Quest'ultimo peró l'ho finito..."
"Eheh...pazienza. Prenderó quella coi bottoni. É piú classica, credo" ride imbarazzata Pan.
"Ok, li vuole centrali o spostati di lato?"
"Lato?" chiede la ragazza con un tono che peró viene interpretato come risposta.
"Destra o sinistra"
"Ma non fa differenza, veda lei!"
“E no, certo che fa differenza! Sa da quanto tempo faccio questo lavoro? Da venticinque anni. Sa quante divise mi sono state riportate indietro perché ‘non adatte’?”
“Nessuna?” chiede timidamente la ragazza.
“E.S.A.T.T.A.M.EN.T.E! La soddisfazione del cliente è una questione di principio, per me. Quindi, se non vuole farmi perdere il posto, per favore, può rispondere alle domande che le pongo senza discutere?”
“Ok, ok. Non si arrabbi però! Va bene a sinistra, i bottoni, voglio dire”
“Ok. Li vuole quadrati, triangolari o rotondi? Per le forme particolari deve fare richiesta scritta. Queste sono forme standard che abbiamo in casa”
“Forme particolari?”
“Sì, trenino, farfallina, cuoricino, stellina…
“No, va bene…rotondi sono perfetti…
“E quanti ne desidera avere? Da cinque a sette. Se ne vuole di più o di meno, deve fare richiesta scritta” continua impassibile la donna.
“Sette”
“Sette” spunta la donna nel quadratino riservato alla risposta alla sesta di centoventi domande.
“Bene, ora passiamo al colore”
“Ma non aveva detto che era rosa?”
“Sì, ma può scegliere, vuole il RAL 3014, 3015, 3017 o 3018?” chiede la donna estraendo da un cassetto l’intero pacchetto con tutti i colori RAL possibili e immaginabili.
“Mi sembrano tutti uguali…facciamo il 3018…”
“Quello glielo sconsiglio” dice la donna alzando lo sguardo sopra a degli occhialini odiosissimi che porta sulla punta del naso.
“E perché, di grazia?” chiede la ragazza alzando un sopracciglio sempre più perplessa.
“Non si trovano mai rossetto e smalto da abbinarci. Viene un pasticcio”
“Io non mi trucco e non metto lo smalto sulle unghie, quindi non è un grosso problema, no?”
“In questo caso le consiglio il 3014. Ѐ quello più naturale…”
“Ok, mi dia quello” risponde Pan alzando gli occhi al cielo iniziando ad essere leggermente innervosita.
“E i bottoni li vuole dello stesso colore della divisa o un altro?” insiste la donna.
“Sì, lo stesso…per amor del cielo” mugugna Pan tra sé e sé iniziando a tagliar corto.
“E questo rosa lo desidera in tinta unita o con una leggera quadrettatura, rigatura, verticale, orizzontale o obliqua, o con ricamati dei graziosi fiorellini?”
“No, tinta unita andrà benissimo” risponde secca la ragazza facendo delle facce via via sempre più scocciate.
“Bene, passiamo ora al colletto…
“Senta, ma non può scegliere lei? Io dovrei proprio andare, sa? Non vorrei arrivare in ritardo proprio il primo giorno…”
“Ma cara, non gliel’hanno detto che il primo giorno è dedicato alla scelta della divisa? Abbiamo TUUUUUTTO il giorno, solo per noi. Vuole un caffè?”
“Magari…anche no” si affretta a correggersi Pan prima che anche la scelta del caffè vada ad occupare le successive due ore.
“Ok, io invece lo prendo volentieri. Le dispiace se faccio un colpo di telefono per ordinarlo?”
“No, si figuri”
La donna prende il telefono e chiama il bar sul piano e, dopo aver tacchinato qualche minuto con quello che doveva essere il barista, sotto gli occhi sbarrati di Pan, gli dice:
“Mi porti il solito? Però oggi vorrei la schiuma a mezzo cm, solo 3.27 g di cacao e il caffè in miscela 70% arabica e 30% liberica…Come? Con ce l’hai? Allora fammelo tutto ‘robusto’, ma togli il cacao e mettici 2 ml di latte fresco parzialmente scremato. Grazie. A dopo”
Riabbassa il ricevitore e, facendo un sorrisone a Pan, le dice:
“Continuiamo?”
“Forse avrei fatto meglio a prenderlo anch’io, il caffè”
“Se vuole glielo ordino. Come lo desidera’”
“Nero, forte e dannatamente lungo”
“EHEH…buongustaia” sorride la donna con fare malizioso richiamando il bar e facendo il nuovo ordine.
“Allora, come lo vuole il colletto, a punta o arrotondato?” chiede appena riabbassato il ricevitore.
“A punta…



1 ora e ½ dopo:
“Ok. Abbiamo quasi finito. Ora mi dica, lo vuole in cotone al 100% o un misto? Per via delle allergie, sa...Lei è aller…
“Mi scusi, signorina. Sono un po’ di fretta, posso passarle avanti? Ci vorrà solo un secondo, devo ritirare una cosa e scappare urgentemente in reparto” interviene un signore che sembra davvero arrabbiatissimo con in mano della carta igienica.
“Prego, faccia pure” risponde Pan incuriosita dalla situazione.
“Grazie!” risponde l’uomo con un leggero sorriso prima di rivolgersi scocciatissimo verso la donna e, con fare di chi vorrebbe veramente prenderla a ceffoni, dirle:
“Allora, questa è la carta igienica che uso normalmente a casa, le mutande e il loro contenuto gliel’ho già fatte vedere ieri…Me lo dà questo stramaledetto vasetto per fare l’analisi delle urine o no?”






NOTA: Mi scuso. Ho riciclato una barzelletta che conosco da molti anni, ma volevo dedicare questo capitolo ad una persona e mi è venuta in mente solo questa 'cosa', comunque perfettamente in linea con il titolo della raccolta, o no?
Buone vacanze a tutti!
Ci si rilegge dopo metà agosto!
DDS

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Capitolo 6
*** TRUNKS: AUGURI MAMMA ***


“Mi scusi...mi scusi, signora?” chiese timidamente la vocina di un bimbetto alla giovane ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi color nocciola che sedeva dietro un tavolo, nella saletta privata degli infermieri di turno.
La ragazza, richiamata dalla vocina gentile, alzò lo sguardo e lo guardò teneramente prima di mostrargli un sorriso allegro e andargli incontro.
Quando gli fu vicino, si chinò in avanti, per poterlo guardare negli occhi color cielo e domandargli con voce tenera:
“E tu chi sei?” 
“Sono Trunks” rispose il bimbetto allegro.
“Ma sai che sei proprio un bel bambino? E dimmi un po’, chi cerchi?” continuò la giovane infermiera.
“La mia mamma...Le devo portare i fiori, oggi è la festa della mamma...” rispose il piccolo con un sorriso tirato, mostrandole il mazzo di fiori che aveva appena comprato per la madre, evidentemente ricoverata in quel reparto.
“Oh...ma che pensiero carino! Quanto sei dolce! Ma sai...temo che tu non possa portare questi fiori alla tua mamma. Certo puoi andare a trovarla, ma...non puoi...portarle...questi...fiori...” cercò di spiegare non senza imbarazzo la ragazza.
“No-o? E perché?” chiese il bambino mostrando tutto il suo stupore.
“Perchéééé...Perchéééééé...Beh...perché no...” disse la ragazza arrossendo e rimettendosi dritta, per evitare di mostrare al bambino il suo stato d’animo misto tra divertito e intenerito, ma anche seriamente preoccupato di non ferire i sentimenti del piccolo.
Il bimbo sgranò gli occhi scioccato. Ma non lo sapeva quella ‘adulta’ che ai bambini non si risponde mai, mai, mai, mai, mai e poi mai “perché no”? 
“Che c’è?” chiese allora stupita dell’improvviso silenzio del bimbo.
“Di’ un po’...Tu non hai bambini, vero?” chiese il piccolo puntandole il minuscolo indice sotto lo sguardo ora perplesso di lei.
“Eh? No...ma...che c’entra?”
“Sei invidiosa” spiegò Trunks con aria di sufficienza, incrociando le braccia e voltando la testa di lato.
“Che?”
“Sei invidiosa che io ho portato i fiori alla mia mamma e tu oggi non li avrai”
“Hey, ragazzino! Guarda che non è carino accusare qualcuno di essere invidioso. E poi io sono ancora giovane per avere un bambino, sai?” cercò di difendersi la giovane.
“Sèh, sèh...vabbè...e magari i fiori te li devo lasciare qui, prima di andare a trovare la mia mamma, vero?” la schernì sogghignando.
“Beh, sì...non li puoi portare in reparto. Non si possono portare i fiori...è la regola” disse tornando seria e professionale.
“Ma dai! Oggi è la festa della mamma! Li ho comprati da solo i fiori, li ho scelti gialli perchè è il colore preferito della mia mamma...E poi...hanno anche un buon profumo, senti?” la supplicò porgendole i fiori per farglieli annusare.
In tutta risposta la ragazza si arretrò per evitare di annusare l’odore di quei fiori che l’avrebbero sicuramente disgustata.
“No...non è il caso...Dai, dalli a me, te li tengo nell’acqua così li puoi prendere all’uscita, ok? Poi passerò dalla tua mamma a rassicurarla che le avevi portato i fiori, va bene?” affermò cercando di portargli via il mazzo di fiori dalla mano.
“No, lasciali, li ho presi per la mia mamma. Che regola è che non si possono portare i fiori in ospedale? Nemmeno il giorno della festa della mamma, poi! Sei cattiva!” esclamò Trunks scostandosi da lei.
“Trunks, non fare il bambino! Dammi quei fiori. Non è il caso che tu li porti alla tua mamma...”
“Ma perchè? Io sono un bambino e ho usato i miei soldini per comprare i fiori per lei e la stupida regola di questo stupido ospedale dice che non glieli posso portare? Perché? Perché siete così cattivi? Non puoi chiudere un occhio?”
“No, non posso. Dammi-quei-fiori. Sono sicura che a tua madre non faranno così piacere come pensi tu” si lasciò scappare con una cattiveria che non era da lei.
“C-cosa?” chiese titubante con il labbro tremolante e le lacrime agli occhi.
L’infermiera si sbattè una mano in faccia e scosse la testa.
Non si stava per mettere a piangere lì, davanti a lei, vero?
E soprattutto, non per causa sua, vero?
“N-non sono belli questi fiori?” chiese il piccolo con i lacrimoni che gli stavano per cadere sulle guance paffute.
“No...cioè...sì...cioè...no...Voglio dire...Vedi, Trunks...questi fiori, che a te sembrano così belli, gialli e...gonfi...in realtà si chiamano...beh...si chiamano crisantemi e credimi...non è bello regalarli alle persone all’ospedale...sono i fiori...dei morti...si portano alle persone morte...al cimitero...capisci?” disse la ragazza sottovoce con tono imbarazzato.
“Mhmm...sapevo che avrei fatto meglio a raccogliere quelli gialli nel mio giardino...” rispose pensieroso il bambino.
“Ah! I ranuncoli! A me piacciono tantiss...
“No, non quelli piccoli, quelli grandi, a forma di stella!” la interruppe felice.
“Trunks”
“Sì?”
“Quelli sono ancora peggio dei crisantemi...sai come li chiamano dalle mie parti?”
“No”
“Pisciacane...”
“Mi sa che l’anno prossimo scrivo un biglietto...per la mia mamma”
“Sono sicura che sarà già felice di leggere questo racconto”
“Beh, allora le faccio gli auguri qui...che dici?”
“Non è una cattiva idea, sai? Allora li faccio anche io alla mia!”
 
 
 
 
 
 
 
NDA: Faccio gli auguri alla mia mamma anche di pronta guarigione! Un bacio e auguri! TVB! DDS

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Capitolo 7
*** GOTEN: BUON NATALE ***


BUON NATALE


“Il prossimo! Ciao, Goten…Cosa fai qui?” chiede l’impiegata delle poste al piccolo che, dall’altra parte della vetrata, arriva a malapena a mostrare i suoi occhioni al di sopra del profilo del bancone.
“Ciao signora. Mi dai un francobollo? Devo spedire questa lettera urgentemente. È per Babbo Natale…”
La signora dietro lo sportello della posta prende la piccola letterina dalle mani paffute del bimbo e sul volto le compare un’espressione, prima di totale sconcerto e, poi, terribilmente sadica. Abbassa la letterina sul banco davanti a sé e fissa i suoi occhi cerulei, circondati da un mascara malamente posizionato sulle ciglia per nulla aggraziate, in quelli scuri e speranzosi del bambino per poi dirgli:
“Sono 40 euro”
“Qu-quaranta euro?” chiede il bimbetto con aria triste e scioccata allo stesso tempo.
“Sì. Oggi è la vigilia di Natale e già sto facendo gli straordinari. Questa letterina deve arrivare al Polo Nord entro 4 ore, almeno per essere in consegna a Babbo Natale in tempo utile per confezionarti il qualsivoglia regalo che hai chiesto. Devo chiamare urgentemente un corriere che, sempre urgentemente deve portare la tua letterina all’aeroporto più vicino e imbucarla sul primo volo in partenza per il primo aeroporto da cui parte un volo per il Polo Nord e, se permetti, in questo periodo non è facile che ce ne siano. È complicato, capisci? Più è complicato, più deve essere veloce, più è costoso…40 euro, appunto. Quindi, cosa vuoi fare? Il tempo stringe e il prossimo aereo partirà da… vediamo un po’…” spiega la signora con un fare misto tra il sadico e il perverso, come se ci stesse godendo a vederlo scoppiare in lacrime. Ferma la sua lunga spiegazione, che a Goten sembra più un cazziatone e si mette a digitare sulla tastiera del pc davanti a sé cose ‘inimmaginabili’, per poi smettere tutto d’un tratto e rispostare lo sguardo sul bimbetto e concludere:
“C’è un piccolo aeroplanino che parte fra due ore da Novosibirsk, in Siberia. Porta le provette per le analisi antidoping delle renne di Babbo Natale. Se me la dai subito riesco ad imbucarla su quel volo… Certo, ti costerà un’extra…”
“Un’extra? E di quanto?” chiede Goten sempre più depresso.
“Dieci euro” lo informa lei con fare indifferente.
“Cinquanta euro per spedire una letterina a Babbo Natale?” chiede ancora incredulo.
“Dovevi pensarci a tempo debito, Goten. Non ridurti all’ultimo momento...” puntualizza la signora che, per qualche assurdo motivo, sembra far di tutto per remare contro al piccolo Son.
“Non potevo. Questa era una richiesta aggiuntiva che prima non potevo desiderare” spiega sconsolato.
“Beh, puoi sempre chiederla il Natale prossimo” afferma la signora prendendolo in giro.
“No, non posso. Grazie comunque per il suo aiuto. Non ho tutti questi soldi, ma devo comunque far avere la letterina a Babbo Natale. Ci andrò in vo…
“Sssshhh…figliolo…non è necessario che spieghi tutto alla signora, ha il suo da fare. Vieni, troveremo un modo per far avere la tua letterina a Babbo Natale” lo interrompe bruscamente Goku, per non svelare alla signora che suo figlio sapesse volare, vista la reazione dell’impiegata comunale che, pochi mesi prima, gli aveva rifatto la carta d’identità.
“Va bene. Buon Natale, signora” dice rivolto alla donna ora molto perplessa.
“Ma…hey, ragazzino…si può sapere cosa volevi di così urgente da Babbo Natale?” chiede quasi turbata per il repentino cambio di idea del bambino, quasi avesse paura di perdere il posto per non essere riuscita a soddisfare un cliente.
“Che suo figlio, che è in classe con me, guarisse presto dall’influenza. Così possiamo giocare assieme a palle di neve, settimana prossima”
La signora ha solo il tempo di sbiancare e darsi della stupida duecento volte per essersi comportata così da stronza, prima di vedere il bambino  prendere la mano del suo papà. Vede l’uomo mettersi due dita in fronte e Goten che si volta un ultimo istante verso di lei per dirle:
“Non ti preoccupare, il mio papà sa dove vive Babbo Natale…Ciao e auguri”
Poi alza lo sguardo verso il sorriso dolce di suo padre e allegro esclama:
“Andiamo?”
“Certo, tieni stretta la mia mano” afferma l’uomo prima di sparire nel nulla.
La signora sviene e viene portata a casa.
Al suo risveglio, trova suo figlio completamente ristabilito a prendersi cura di lei che, con un sorriso, pensa che nemmeno la burocrazia può fermare i sogni dei bambini.
Poi, stanca della lunga giornata, si addormenta con in testa un’unica domanda:
“Ma come hanno fatto a sparire quei due?”
 
 
Buon Natale, anche alle signore delle poste e a quelli che, alla vigilia di Natale, vanno a fare i controlli antidoping alle renne…
 
 
DEDENPUTTIS
 

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