Sometimes a dream turns into a dream

di AlexisRose
(/viewuser.php?uid=677896)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 ***
Capitolo 2: *** 2.2 ***
Capitolo 3: *** 3.3 ***
Capitolo 4: *** 4.4 ***
Capitolo 5: *** 5.5 ***
Capitolo 6: *** 6.6 ***
Capitolo 7: *** 7.7 ***
Capitolo 8: *** 8.8 ***
Capitolo 9: *** 9.9 ***
Capitolo 10: *** 10.10 ***
Capitolo 11: *** 11.11 ***
Capitolo 12: *** 12.12 ***
Capitolo 13: *** 13.13 ***



Capitolo 1
*** 1.1 ***


31/12/2014, ore 11.59 minuti ~ Kitee, Finland

10! 9! 8! 7! 6! 5! 4! 3! 2! 1! AUGURIIIIIIIIIIIIIIIII
Emppu e Jukka mi presero in braccio e mi alzarono in aria iniziando a girare in tondo.
-ragazzi! Mettetemi giù!- dissi io ridendo
- Fiorellino scordatelo! E adesso andiamo a battezzarla Jukka!- rispose Emppu sghignazzando e dirigendosi verso la portafinestra che dava sul giardino. 
-no! No! Ragazzi non posso uscire così! Mi prenderò un accidente! Ci sono -22 gradi fuori!- urlai. Lentamente i due mi fecero scendere ed io iniziai a calmarmi, pensando che almeno questa volta, l'avevo scamp... Ma che cosa?!? Tutto a un tratto mi trovai a a dondolare fissando il grigio cielo finlandese e con i due ragazzi che urlavano 
 - yksiiii...kaksiiii...KOLMEEE!- facendomi finire col culo immerso nel cumulo di neve fresca che era stato fatto quella mattina stessa per spalare il passaggio verso la sauna.
- voi... brutti... cattivi... VICHINGHI NANI!!- urlai cercando di rialzarmi invano e ridendo della situazione.
- ragazzi che cosa succ..? Floor? Ma che cosa ci fai li?!?- disse un Tuomas alticcio guardandomi e diventando sempre più rosso in viso. 
- e così l'avete battezzata senza di me eh? Marco vieni qua un attimo per favore- disse Mr-sono-rosso-come-un-peperone-Holopainen. Il vichingo arrivò subito, studiò la scena senza dire una parola e si voltò verso il tastierista, annuendo. E fu così che Jukka e Emmpu vennero lanciati entrambi insieme a me nella neve fresca, seguiti subito dopo spontaneamente dal bassista e dal tastierista.
- il battesimo dell'anno nuovo lo si fa tutti insieme! É la tradizione! Quindi, ora vi tocca la punizione cari ragazzi. - dichiarò Mr Hietala.
Fissai i ragazzi sempre più confusa. Cos'era questa storia del battesimo? E che punizione ci aspettava? Cercai di trovare delle risposte ma nessuno sembrava volermi spiegare la situazione, così decisi che il mio culo era giá abbastanza bagnato e gelato e che avevo bisogno di scaldarmi. Tentai di alzarmi, ma prima di poterci provare davvero venni sollevata di peso da un gigante moro dagli occhi da lupo.
-Andiamo ad asciugarci mentre i ragazzi scontano la punizione. Non sia mai che la nostra cantante si prenda un raffreddore...-
Annuii e mi lasciai trasportare all'interno della baita, godendomi il calore emanato dal petto del lupacchiotto. Mi trasportò nella sua camera e mi adagiò sul letto. 
- vediamo di rimediarti qualche vestito... La tua valigia é nella camera di Susanna vero?- mi domandò premuroso Tuomas. Annuii e lui uscì dalla stanza tornando subito dopo con un asciugamano, un abito di lana grigio e dei leggins neri. Non mi andava a genio il fatto che avesse ravanato nella mia valigia, ma un gesto di cortesia da parte del tastierista era raro, pertanto gli sorrisi e lo ringraziai invitandolo ad uscire per potermi cambiare.
Ora che ero completamente asciutta mi sentivo decisamente meglio. Mi guardai allo specchio e fissai la mia immagine. Capelli neri liscissimi e due occhi chiari luminosi. Se solo non ci fossero state le occhiaie a dimostrare lo stress degli ultimi mesi, avrei potuto affermare di essere in forma. Ma non è tutto oro quello che luccica...

01/10/2012 - Seattle, United States  ore 7.32
Il telefono non smetteva di suonare. Era da più di un'ora che cercava di ignorare l'affare tecnologico e continuare a dormire. Fare le ore piccole non era più il caso, Floor!
Ignorai di nuovo il telefono, spegnendolo definitivamente e girandomi dall'altra parte.
Avevo appena ripreso sonno, quando un bussare insistente alla porta mi fece svegliare di soprassalto. Beh, se qualcuno veniva a pescarmi qui doveva essere davvero urgente.
Mi alzai di malavoglia e mi presentai alla porta che stava per essere buttata giù un canottiera e mutandine di Minnie.
- FLOOR!APRI! Lo so che ci sei!- una voce dall'accento Finlandese mi fece scattare il campanello d'allarme. Che fosse Tommy? Ormai era troppo tardi per cercare dei pantaloni, la porta non avrebbe retto a lungo. Aprii e mi trovai davanti il tastierista più figo al mondo.
- Holopainen. Ho capito che tu non dormi mai, ma qua c'é una povera ragazza che sta facendo i conti con un doposbronza ipergalattico!- risposi piccata.
Lui non mi degnò nemmeno di uno sguardo e sgattaiolò dentro la mia camera d'albergo.
Chiusi la porta e mi girai verso il musicista, che intanto si era accorto della mia lingerie.
- ehm...Floor...non é che potresti, sai... Metterti qualcosa?- disse piano il tastierista fissando il pavimento. Tornai in camera e mi misi i pantaloni del pigiama, rigorosamente di Paperina.
- Holopainen cosa ci fai qua e a quest'ora?- chiesi 
Intanto mi avvicinai al cucinino e versai il caffè in due tazze, porgendone una a Tuomas.
- grazie - rispose avvicinandosi al tavolo e lasciandosi cadere su una sedia, stringendo la tazza tra le dita.
- abbiamo licenziato Anette. Stasera abbiamo uno spettacolo. Tunonécheverrestiacantareecisalverestiilculo?- disse lui pianissimo e tutto d'un fiato.
- Tuomas ripeti per favore. E piano. Non ho capito una cippa- dissi guardandolo male
- allora... Abbiamo licenziato Anette...non mi guardare così, poi ti spiego. Fatto sta che stasera abbiamo un concerto qua a Seattle e siamo senza cantante. Tu non è che saresti disposta a salvarci il culo cantando al suo posto?- 
Fissai il finlandese con aria sconcertata. Iniziavano a tremarmi le mani. Loro avevano fatto cosa?! E mi stavano chiedendo di sostituire Anette?! 
- non credo che dopo tutto quello che é successo sia il caso... - dissi cauta e a dirla tutta, a malincuore.
- Floor, sono passati 3 anni. Siamo tornati amici nel contempo. Non vedo come un'amicizia possa essere rovinata da della bella musica. Vieni li, stiamo in compagnia, ti scateni, ti diverti e in più ci guadagni. Cosa c'é di meglio? - disse Tommy supplicandomi.
- hai ragione. Nessun problema Tuom, sono dei vostri!-
E fu così che il sorriso di Tuom esplose per la prima volta dopo tanto, forse troppo, tempo.

01/10/2012 - Seattle, United States   ore 21:25
Fissai la mia immagine allo specchio. 
Qualche decorazione di fianco all'occhio, vestito di pelle, mascara ed eyeliner nero, stivali... Ok. Sono pronta. Concentrazione al massimo. Floor ricordati che devi anche fare i cori a Marco. E non starnazzare. E non farti prendere dal panico. Spacca il culo e basta. Fottitene. Divertiti. Scatenati. Let it be. Carpe diem. Take it easy. Don't panic. Scheiße. Suerte.
Da qualche minuto stavo recitando uno dei miei migliori mantra scaccia-stizza.
Non funzionava, o per lo meno non del tutto. Uscii dal camerino e radunai i ragazzi.
- ragazzi per favore, non é che vi schierereste un attimo? Emppu e Jukka voi no, lasciate stare - dissi loro sorridendo.
Marco, Tero e Tuomas si schierarono interrogativi e io valutai i ragazzi.
- ok, Marco. Vieni qua e abbracciami più forte che puoi!- dissi di slancio
- non aspettavo altro Fiorellino!- esclamò il vichingo abbracciandomi di slancio e alzandomi in aria. Ora andava meglio. Diedi dei colpetti alla schiena di Marco e lui mi fece scendere.
- scusate ma io non ho capito... Perchè lui si e noi no? - chiese Emppu confuso.
- l'abbraccio é una manovra che serve a calmare i nervi, in quanto va a comprimere il petto e aiuta a rilassare il battito cardiaco. Quindi mi serviva una persona abbastanza alta e grossa per raggiungere il mio scopo- spiegai sorridendo
- bhé, ma non é giusto... Ragazzi, ALL'ATTACCO!- dichiarò Jukka
E fu così che tutti i ragazzi mi stritolarono in una morsa d'acciaio vichingo.
Pochi istanti dopo mi lasciarono di nuovo respirare. Tuomas lasciò andare avanti i ragazzi e rimase indietro con me. 
- stai tranquilla Fló. Andrá tutto bene. Sarai fantastica- mi diede una stretta sulla spalla e mi lasciò lí, in attesa di entrare in scena.

02/10/2012 ~ Camera d'albergo di Floor, Seattle, United States  ore 02:12
Lo spettacolo era stato grandioso. Certo, spiegare ai fan che la loro beniamina non sarebbe stata li a cantare per loro né ora né mai più non era stato facile, e in quel momento non aveva invidiato Marco. Tutto sommato però, la serata era stata meravigliosa e la risposta dei fan era stata sconcertante.
I ragazzi erano spariti subito dopo lo spettacolo, chiedendole il permesso di venirla a trovare in albergo dopo una doccia. Acconsentii, certa che quella notte il sonno non sarebbe arrivato a causa della troppa adrenalina. Mi ero fatta una doccia e avevo lasciato i capelli bagnati. Faceva un caldo lá dentro! Mi misi il mio pigiama di Paperina e iniziai a pettinarmi i capelli. Forse era meglio asciugare i capelli. Non sia mai che mi prendo un mal di gola.
Mentre stavo per andare in bagno, suonarono alla porta e accolsi i ragazzi nella mia stanzetta d'albergo. Gli indicai il tavolo con le sedie e versai il caffé a tutti, lasciando a disposizione la bottiglia di Vodka sul tavolo e dei biscotti olandesi.
Nel giro di 10 minuti i biscotti e il caffé erano spariti e la vodka dimezzata. Decisi di tirar fuori anche le scorte di emergenza, rifornendo il tavolo di cibarie e alcolici vari. Dopo circa 2 ore di chiacchiere sul concerto, complimenti e risate, Tuomas si schiarì la voce richiamando l'attenzione di tutti. Il silenzio si fece imbarazzante.
- allora Floor, io e i ragazzi ne abbiamo parlato prima e volevamo chiederti se per caso ti andava di farci da cantante per il resto del tour. Non parlo di essere la nostra cantante fissa, so che hai il tuo bel daffare con i ReVAMP e il lavoro al conservatorio, ma visto che sei in vacanza fino a Luglio...magari... - il tastierista venne interrotto dal bassista, che prese in mano le redini del discorso.
- Fiorellino caro, lascia perdere questo stronzo che non sa parlare. Quello che volevamo dirti é che stasera hai spaccato. Sei bravissima e tutti noi avevamo la pelle d'oca quando cantavi sul palco. Era da tantissimo tempo che nessuno ci faceva provare tali vibrazioni musicali positive. Quindi, per favore, Fiorellino mio... Ti supplico! Vieni a cantare con noi per il resto del tour?- disse un Marco dagli occhietti dolci e teneri. Scoppiai a ridere, mi alzai e gli schioccai un bacione sulla guancia. 
- fai conto che le parole che ha detto Marco sono uscite anche dalle nostre bocche prima, quindi in teoria il bacio spetterebbe a tutti noi, piccola grande cantante!- disse Emppu.
E fu così che feci il giro a baciare i miei vichinghi tra sfottó e risate.
- Per quanto riguarda la proposta, consideratela accettata. Saró dei vostri fino a Luglio. Le emozioni che ho provato sul palco insieme a voi, la vostra simpatia e la musica fantastica non possono che portarmi a dire: ASSOLUTAMENTE SI!- 
Un coro di urla ed esclamazioni in finnico esplose in quella camera, tanto potenti che dieci secondi dopo il telefono interno squilló. La receptionist chiedeva gentilmente di abbassare la voce e le ricordava che quell'hotel non era il tipo di hotel nella quale fare certe cose...
Riportai il tutto ai ragazzi, che dopo la telefonata iniziarono a fare versi osceni imitanto orgasmi multipli femminili. Studiai la situazione. Tutti eran felici. Io in primis. Anche Tuomas sembrava stranamente a suo agio e rilassato. Non vedevo l'ora di cimentarmi in questa nuova esperienza. Tutto sarebbe andato per il meglio. Tutto sarebbe stato perfetto. O per lo meno, fino a Luglio...

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2.2 ***


12/08/2013 ~ M'era Luna Festival, Holdesheim (Germany).  Ore 03:45

 

Era passato un anno e mezzo da quel fatidico 2 Ottobre 2012, giorno in cui era diventata la cantante provvisoria dei Nightwish. Avrebbe dovuto cantare con loro fino a Luglio, ma poi Luglio era diventato Dicembre e Dicembre era diventato Agosto. Ed ora era tutto finito. I giorni di gloria erano finiti. I ragazzi sarebbero tornati alle loro vite e io sarei tornata alla mia.

Ma quale vita? Negli ultimi anni non avevo fatto altro che commettere errori su errori. L'idea di lasciare il lavoro al conservatorio non era stata poi cosí intelligente come prima pensavo. Prima però c'era stato l'entusiasmo. Entusiasmo che mi aveva portata a lasciare un lavoro che era un punto fisso nella mia vita allo sbaraglio. Ora ero sola. Mi sentivo soffocare in quella camera d'albergo. Piangere non serviva a nulla. Dovevo assolutamente schiarirmi le idee. Controllai la stanza e notai degli allarmi antifumo che mi fecero abbattere ancora di piú. Per fumarmi una sigaretta sarei dovuta scendere nella hall. Arrabbiata e triste mi alzai, infilai un paio di jeans e una maglietta e scesi in piscina. Mi sdraiai su un lettino ed iniziai a aspirare il fumo della sigaretta. Era 1 anno e mezzo che non ne fumavo piú nemmeno mezza. Un anno e mezzo... Da quando.... ZITTA FLOOR! SEI MASOCHISTA! Disse la mia vocina interiore.

La sigaretta finí troppo in fretta e ne accesi un'altra. Ero cosí piena di pensieri e tristezza che avevo bisogno di sfogarmi. Tirai fuori dalla tasca dei jeans l'ipod, mi misi le cuffie e mi persi tra le note di I want my tears back. Quella canzone spaccava, ma mi ricordava i momenti sul palco. Finita la canzone cercai qualcosa di più calmo e triste che mi aiutasse a piangere in modo tale da sfogare tutte le emozioni. Feci partire Halleluja di Jeff Buckley ed alla prima nota ero giá sciolta in lacrime. 

 

Maybe there's a God above

But all I've ever learned from love

Was how to shoot somebody who outdrew ya

And it's not a cry that you hear at night

It's not somebody who's seen the light

It's a cold and it's a broken Hallelujah

 

Le ultime note stavano scemando e fu allora che mi accorsi di Tuomas seduto di fianco a me.

Mi alzai lentamente, asciugandomi le lacrime e cercando di nascondere le emozioni, invano.

- é sempre triste lasciare il palco. La fine di un'avventura come questa, vissuta con anima e corpo, ti lascia vuota e piena di emozioni allo stesso tempo. Lo so come vanno queste cose. Mi sento anch'io cosí, ed é da quando abbiamo finito il tour di Once che non riprovavo queste emozioni. Gli ultimi anni ero sempre felice di tornare a casa, riabbracciare la mia famiglia e buttarmi a capofitto su qualche nuovo progetto musicale, lontano dai fan e, anche se é brutto dirlo, dai ragazzi. Questa volta però é diverso. Io sono diverso. I ragazzi sono diversi. I Nightwish sono diversi. Tutto perché ci sei stata tu. Sei una cantante fantastica e senza manie di protagonismo. Ci eravamo dimenticati tutti quanto fosse bello avere con noi una cantante che non si lamentasse delle troppe fatiche. Sei una macchina da guerra Floor, non smentirti. Ma non devi nemmeno cercare di nascondere le lacrime davanti a me. In quest'anno e mezzo siamo diventati una famiglia. Di nuovo. Grazie. Per tutto.- disse Tuomas.

Non aveva mai fatto un discorso cosí lungo durante il tour e forse nemmeno prima. Fatto sta che anuii e lo abbracciai. Non c'erano parole. Lui capiva. Aveva giá capito. Non volevo lasciarli andare. Ma non dipendeva da me.

- ti andrebbe di tornare con me a Kitee e mettere giú qualche nuova canzone? Vorrei aiutarti ad incanalare tutte queste emozioni nella maniera piú produttiva possibile e anch'io ho parecchie idee a riguardo.- chiese lui accarezzandomi i capelli gentilmente.

- si Tuom, grazie-

Rimanemmo cosí, abbracciati sul lettino di una piscina in piena notte. Ci svegliammo qualche ora dopo, con le prime luci dell'alba. Avevamo un aereo da prendere.

 

15/08/2013 ~ Kitee, Finland    Ore 06:13

Eravamo sbarcati a Kitee due giorni fa e ancora non mi sembrava vero di essere in Finlandia.

I ragazzi non si erano sorpresi molto quando io e Tuom avevamo preso la barca insieme per recarci a casa sua, dove avremmo buttato giù qualche bozza di canzone. 

Tuomas mi aveva riservato la stanza degli ospiti, provvista di Gibson les Paul e ovviamente una Korg OASYS. Misi le cuffie e iniziai a suonare la tastiera dando forma alla melodia che non riuscivo a togliermi dalla testa da quando avevamo lasciato la Germania.

Le dita scivolavano lente sui tasti, colpa delle mie scarse qualitá di tastierista, ma tutto ció mi serviva per cercare la linea melodica sulla quale poter impostare la parte cantata.

 Una prima strofa del testo c'era, ma non riuscivo ad andare avanti. 

Arrivata ad un punto morto, mi accasciai sulla tastiera, senza speranza. I miei gomiti toccarono le note più dissonanti, facendomi saltare sulla sedia dallo spavento.

Alzai lo sguardo ed incrociai quello di Tuomas fermo sulla porta, con due tazze di caffé in mano. Mi tolsi le cuffie e spensi la tastiera, mentre lui prendeva posto sulla sedia accanto a me.

- vedo che siamo mattinieri. Non mi aspettavo di trovarti giá sveglia- disse lui porgendomi una tazza.

- non riuscivo a dormire. Sono giorni che non riesco a tirar fuori la melodia che mi frulla in testa. Non riesco nemmeno più a sentire i miei stessi pensieri, talmente mi perseguita. Ed ora sono ad un punto morto. Ho tirato fuori parte della melodia, ma manca il resto, che non riesco proprio a figurarmi. - dissi buttando giú la bevanda calda e ristoratrice. Avevo scoperto che Tuomas ed io avevamo la stessa dipendenza: il caffé.

- posso sentirla?- mi chiese lui. Annuii e lui staccó le cuffie, lasciando che la melodia fluisse libera. Iniziai a suonare piano, passando da un accordo all'altro con paura di fare una figura pessima. Ovviamente lui sapeva che la tastiera non era il mio strumento, ma le mie dita non davano cenni di rilassamento. Per sciogliere la tensione provai a cantare la prima strofa.

 

In the middle of nowhere

there's a lost and lonely child

He thought that life would be better,

If he could just throw it all away.

Time flows away,

like the wind cames before a storm.

Life is powerful,

But he still feels week.

 

Take it and left it all behind

Go on and search your way

Time will pass, but feelings remain.

Feelings of a lost and lonely stormy day.

 

Il ritornello prese vita senza che nemmeno me ne resi conto. Appoggiai le mani sulle gambe e guardai la tastiera stupita.

- il ritornello non c'era prima. - disse Tuomas impassibile

- e tu come fai a sapere che non c'era prima?- chiesi allarmata

- semplicemente ti osservavo da un po', e se non te ne fossi resa conto sappi che canticchiavi la melodia a bassa voce. Sono sicuro che questo pezzo non c'era.-

Rimasi in silenzio, cercando di riordinare i pensieri. Ero un po' rattristata dal fatto che Tuom non avesse detto nulla. Mi sembrava che facesse schifo.

- non fare quella faccia Floor. Sai che la canzone é stupenda. Mi piace un sacco e mi sembra che tu mi abbia rubato i pensieri dalla testa. Sto solo cercando di figurarmi la seconda strofa. Ho un'ispirazione! Passami il moleskine!-  disse lui impetuoso.

Subito gli passai il mio quaderno e rispettoso, prese una matita, anziché una penna e 

inizió a scrivere.

 

The little child grow up

His life is still a mess.

Lonely and afraid walks 

through the streets of shame.

Until he see a beautiful girl pray.

She take his hand and say

"Boy, this day will be a tale,

Don't be afraid when the whole world will turns gray"

 

Take it and left it all behind

Go on and search your way

Time will pass, but feelings remain.

Feelings of a lost and lonely stormy day.

 

Guardai Tuomas finire di scrivere e ripropormi la versione cantata. Aveva una bellissima voce. Era da quella notte al piano bar che non lo sentivo cantare. Rimasi allibita. La strofa era perfetta! Ora dovevo solo convincerlo a cantarla insieme a me. 

Convincerlo non fu affatto un'impresa difficile. Anzi, non ci fu nemmeno bisogno di chiederglielo. Riprovammo la canzone con lui alla tastiera e tutto prese forma. Aggiuse sfumature dove prima c'erano solo accordi spezzati e piccoli riff di stacco tra la strofa ed il ritornello. Contemporaneamente ci fiondammo sul moleskine e sulla matita.

Io acciuffai la matita per prima ed iniziai a scrivere.

 

We ride through the world hand by hand.   Scrissi io.

Life is beautiful when I see her smile.          Scrisse lui strappandomi la matita ed il moleskine.

Life is safer now that he holds me tight.      Scrissi io riprendendomi il blocco e poi

                                                                     ridandoglielo.

But the dreams of tales can't come true.      Scrissi.

And in the dark night all came loose.          Scrisse lui.

  

Rimanemmo in silenzio a rileggere la canzone. Poi lui prese la parola per primo.

- certo che da te non mi aspettavo proprio questo genere di depressione! Sembri la mia copia con le tette! - disse lui ridendo ed alleggerendo l'atmosfera.

- guarda che io ho iniziato con un bambino! Tu sei sfociato con il resto! Io ti ho solo seguito a ruota, dando corda al filo logico della storia. Se tu non avessi messo di mezzo una bimba, a quest'ora lui sarebbe diventato un grande avvocato di successo!- 

Dissi io di impeto. Lui mi guardò fisso e scoppió a ridere.

-un avvocato di successo?!? Tu volevi fare l'avvocato?!? - disse lui cadendo dalla sedia e spanciandosi per terra dalle risate.

- senti, Mr.-io-volevo-fare-il-biologo-Holopainen, sfotti poco!- dissi io scoppiando a ridere me tre lui mi tirava giú dalla sedia.

E fu cosí che ci ritrovammo per terra a guardare il soffitto come due bambini troppo cresciuti.

 

Riprovammo la canzone e presi dall'entusiasmo la registrammo. Un duetto. Il mio primo duetto. La sua prima canzone cantata dopo tanto tempo.

Eravamo entrambi euforici ed io non vedevo l'ora di farla sentire agli altri.

Un momento: agli altri!? Floor svegliati! Non ti hanno chiesto mica di fargli da cantante! Smettila di illuderti! Disse la mia coscienza interiore.

Subito mi rattristai e lasciai la stanza per andare a fumarmi una sgaretta in veranda.

Stavo prendendo di nuovo il vizio. Mannaggia a me! Mannaggia al nervosismo!

Tuomas mi raggiunse pochi istanti dopo.

- Fló, che hai?- chiese lui accendendosi una sigaretta.

- niente Tuom. Tranquillo.- dissi io cercando di essere convincente.

Fu cosí che rimanemmo in silenzio ad ascoltare il canto degli uccelli e guardando il giorno calare.

 

01/09/2013 ~ Kitee, Finland.   Casa Holopainen Senior.  Ore 20:12

Tuomas ed io avevamo passato un mese insieme a comporre musica. Tutto era stato fantastico, i giorni erano volati ed eravamo riusciti a scrivere una decina di canzoni, tre della quale erano duetti. Ora Tuom aveva invitato me e i ragazzi alla grigliata indetta per il compleanno di Susanna, sua sorella, a casa dei suoi genitori. Sarebbe stato anche il mio ultimo giorno in Finlandia, l'indomani sarei partita per la Le Isole Canarie, dove mi attendeva una bella vacanza per cercare di scacciare la tristezza dal cuore dopo tutto quel tempo passato a casa. Esatto. A casa. Li ero a casa. Nonostante il freddo, mi sentivo legata profondamente a quella terra cosí selvaggia e piena di insidie. Ma soprattutto dovevo cercare di riprendere in mano le redini della mia vita dopo tutto quel tempo passato con la band.

paljon onnea vaan, paljon onnea vaan, paljon onnea Susanna, PALJON ONNEAAA VAAAAAN! Auguri!!!- un coro di vichinghi finlandesi aveva intonato la canzoncina di bun compleanno per Susanna ed ora si ritrovavano tutti a brindare riempiendo i calici.

Mi avvicinai a Susanna.

- auguri Susan!- le dissi baciandole la guancia e porgendole il mio regalo.

- grazie Fló, sei un tesoro! Non dovevi!- disse lei abbracciandomi.

Io e Susanna avevamo legato parecchio negli ultimi tempi. Era diventata come una sorella maggiore per me.  Il giovedí era il suo giorno libero e passavamo tutta la giornata insieme all'insegna dello shopping ed era stato proprio in uno di quei momenti che avevo trovato il regalo per lei. Era rimasta incollata alla vetrina per almeno dieci minuti prima di sospirare tristemente ed allontanarsi. Susan era una cuoca fantastica e come ogni donna di casa sognava l'impastatrice perfetta. Peccato che quel modello costasse 400€ e che lei avesse giá superato il budget di spese-shopping per quel mese. 

Appena scartó il pacco un urlo di gioia fece zittire tutti all'istante. Ad occhio e croce doveva aver preso un Si bemolle.

- FLÓ! TU SEI PAZZA! Non posso accettarlo! Anzi no...LO ACCETTO! Ma é troppo!- disse lei travolgendomi in un abbraccio con l'impastatrice sotto il braccio sinistro.

- tu non ti preoccupare! Basta che mi mandi la ricetta della torta al cioccolato e pere e siamo a posto!- dissi io stringendola forte

-affare fatto!- mi strizzó l'occhio e raggiunse suo marito, che nel contempo stava tagliando la torta.

Mangiammo la torta tra risate e schiamazzi alcolici.

Un coltello tintinnó su un bicchiere, richiamando l'attenzione di tutti i presenti.

Tuomas si schiarí la voce ed inizió a parlare

- ragazzi, oltre che a festeggiare Susanna, questa sera salutiamo Fló che domani parte per raggiungere il caldo sole spagnolo per una meritata vacanza. Floor, grazie di cuore da tutti noi ancora! É stato un tour fantastico e l'ultimo mese é stato uno dei piú rilassati ed allo stesso tempo piú produttivi degli ultimi anni! Quindi, un hippip-urrá per Floor, la nostra piccola grande cantante! Grazie Fiorellino!- disse Tuom alzando il calice mentre la banda di vichinghi e relative consorti si cimentavano in un coro di  hipip-urrá.

La serata proseguí con allegria ed ora avevo lasciato la casa salutando tutti con un grosso abbraccio. Anche Kirsti mi aveva ringraziata, anche se non sapevo esattamente per cosa. Il tempo di chiederglielo non c'era stato.

E cosí ora mi ritrovavo nella stanza degli ospiti della casa di Tuom a fissare il soffitto, pensando a quanto mi sarebbe mancato tutto questo. Ricacciai indietro le lacrime. 

Non questa volta Floor. Non si risolve niente se piangi. Incanala le tue emozioni in altro modo, brutta bambina capricciosa! 

Ed ecco che la voce nella mia testa si faceva risentire. Questa volta aveva perfettamente ragione. Basta piangere. Scrivi.

Mi alzai e strappai un foglio dal moleskine. Mi sedetti alla tastiera e collegai le cuffie.

Dopo un paio d'ore registrai la traccia e la misi su cd. L'avrei data l'indomani a Tuomas in aereoporto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3.3 ***


02/09/2013~ Aeroporto di Helsinki, Finland  Ore 13:45

allora, i bagagli sono in stiva. Le bottiglie di vodka sono al sicuro e i documenti sono nella borsa. Direi che é ora di andare. Mi imbarco tra mezz'ora.- dissi ricontrollando tutto per l'ennesima volta. Le mie dita toccarono la custodia del cd e lo afferrarono.

- questo é per te Tuom, ascoltalo a casa- gli dissi strizzandogli l'occhio.

- ora vado, guida con prudenza e in bocca al lupo per la composizione dei nuovi pezzi!- 

Stavo per girarmi quando lui mi abbracció forte.

- buona vacanza Fló. Fai la brava e produci! Anzi, rilassati e produci! Ci sentiamo presto..ehm..questo é per te...- disse lui porgendomi in pacchetto.

Scolsi l'abbraccio imbarazzata, lo ringraziai e mi avviai verso il check-in.

Un coro di urla vichinghe mi fece girare.

- Fiorellino dove scappi? Vieni ad abbracciarci! Non puoi mica andartene cosí!- urló Marko correndo seguito da Emppu, Jukka e Tero.

Mezzora dopo ero seduta sorridente sull'aereo ripensando al saluto caloroso dei ragazzi.

Non me lo sarei mai aspettata. Stringevo tra le dita il pacchetto incartato che mi aveva dato Tuom. Stavo tentando di resistere alla tentazione di aprirlo. La voce del pilota mi strappó dai miei pensieri mentre invitava i passeggeri ad accomodarsi con le cinture allacciate.

Pochi minuti dopo ero in volo e mentre guardavo fuori dal finestrino, due lacrime solitarie scesero sulle mie guance senza accorgermene. Tirai fuori il pacchetto e lo scartai.

Dentro c'erano le foto che avevamo fatto durante il tour e nell'ultimo mese. Ripercorsi con le dita i contorni delle facce cosí familiari. Alla fine delle foto c'era un cd con disegnato sopra un Girasole. Presi il compact-disk versione anteguerra dalla borsa e feci partire il brano.

La voce di Tuomas uscí dalle cuffie lenta e carica di emozioni. 

 Questo faceva male. Male davvero. Ma oggi mi concessi di non essere forte e cosí mi sciolsi in lacrime.

 

The words can't explain

The feelings you make me feel

When your voice turns warm

Waking up happiness i didn't really ever feel.

I wanna thank you, my dear friend

My dear sunflower.

 

Inside my heart this moment will stay

As the night welcomes the light's day

The sunbeams caress my skin

In this new day everything begin.

 

Let you heart free,

Free from the shadows inside of you

You've a light inside

Please, share it with us.

Make us dream that this tale is real,

In this moment we all have a deal.

 

Inside my heart this moment will stay

As the night welcomes the light's day

The sunbeams caress my skin

In this new day everything begin

 

Follow the sunbeams and you will see

That all of this can't only be a dream...

 

Riascoltai la canzone lasciando fluire le lacrime. Incurante di chi mi stava attorno.

 

 

02/09/2013 ~ aeroporto di Helsinki, Finland.   Ore 14:45.  POV TUOMAS

Avevo lasciato andare Floor a malincuore. Avrei voluto chiederle di restare e farci da cantante, ma in quel mese non ne avevo ancora parlato con i ragazzi. Speravo che lei non avesse capito Roma per Toma. Forse avevo esagerato con la canzone. C'era un verso in cui parlavo al plurale! Idiota che non sono altro! Mi era sfuggito! Ora dovevo parlarne con i ragazzi, anche se ero sicuro che sarebbero stati entusiasti di avere Fló come cantante.

Intanto erano venti minuti che mi rigiravo il cd tra le mani, indeciso tra l'ascoltarlo in macchina o aspettare di arrivare a Kitee. Naaaa! Troppe ore! Disse la mia vocina interiore. E come darle torto!. Misi il cd nella radio e chiusi gli occhi. 

Le dita di Fló sulla tastiera si erano fatte piú decise, merito di quel mese passato inisieme a me. A quel pensiero sorrisi, lasciandomi cullare dalla melodia.

 

In a golden cage there's a nightingale

With his voice sings the song of eternity

Love will pass, shadow remains

But all the dreams I dreamt I can't refrain

 

Now that I'm free it's hard to believe

That all of this is still a dream

Make me shiver inside

I sing this song, where thank you is my last word.

 

This time, my friend, I'll open my heart

I wanna make you enter in me,

Can you feel that all of this can't let it be?

Please don't wake me up, I don't want it ends.

 

Now that I'm free it's hard to believe

That all of this is still a dream

Make me shiver inside

I sing this song, where thank you is my last word.

 

My whole entire world was broken

'Till your music wokes me up.

 

Arrivai a Kitee avendo imparato la canzone a memoria. L'avevo ascoltata ininterrottamente per tutto il viaggio. Era perfetta. Ora peró avevamo un problema. Io e Fló ci stavamo rincorrendo a vicenda. Io volevo lei e lei voleva i Nightwish. 

Chiamai i ragazzi e organizzai una riunione straordinaria, chiamando subito dopo il nostro manager e chiedendogli di raggiungerci.

Era ora di andare a riprenderci la nostra cantante.

 

03/09/2013 ~ aeroporto di Puerto del Rosario Fuerteventura, España.   Ore 01.45

Tre scali e parecchie ore dopo ero arrivata a Fuerteventura. Mi era rimasto l'amaro in bocca.

Non capivo se Tuom, con quella canzone, volesse chiedermi altro o solo ringraziarmi. 

Decisi di lasciar perdere e godermi la vacanza. Se avesse avuto qualcosa da dirmi, me lo avrebbe detto a voce, non certo con una canzone, non per una cosa cosí importante!

 

20/09/2013  Corralejo, Fuerteventura ( España ). Ore 15:30

Ero sdraiata al sole cercando di riprendere sonno. 

Da quando le spiagge de questa meravigliosa isola sono diventate il ritrovo per bambini chiassosi ed urlanti?! Mi misi le cuffie e feci partire The Islander dei Nightwish.

Non una parola, non un'email né un segnale di fumo da parte di Tuomas-cazzone-stronzo-di-cacca-Holopainen da ben due settimane! Meno male che Jukka, Emppu e soprattutto Marco mi scrivevano tutti i giorni. Ora peró erano due giorni che non sentivo nessuno e iniziavo a pensare che mi stessero dimenticando. Intanto il sole splendeva e cullata dalla musica e dalle onde ricominciai a prendere sonno.

Una ninna nanna in finnico mi fece destare dalla mia siesta pomeridiana.

Impossibile! Stavo ancora sognando. In Spagna non si parla finnico, idiota! Decisi pertanto di girarmi dall'altra parte.

La melodia persisteva e mi ritrovai ad aprire gli occhi focalizzando una lunga barba intrecciata e dei capelli biondi. 

Perfetto! Ora avevo anche le allucinazioni! Basta con le quesadillas ai peperoni Floor!

 

"Lapsistain rakkain tää näyttämö on
Mis kuutamo kujillaan kulkee
Taipunut havu, kesä hoivassa sen
Valkomeren niin aavan
Joka aavekuun siivin
Saapuu mut kotiin noutamaan

Päällä talvisen maan hetki kuin ikuisuus
Mi pienen kissan jaloin luokseni hiipii
Tääl tarinain lähteellä asua saan mis
Viulu valtavan kaihon
Ikisäveltään maalaa
Laulullaan herätää maan"

 

Mi svegliai completamente e mi accorsi che quello non era esattamente un sogno. 

I sogni solitamente non sono impersonificati da vichinghi, Floor! Sveglia!

-ragazzi! Ma cosa ci fate qui?!- gridai squadrando le quattro mozzarelline sbiadite

- siamo venuti a trovarti Fiorellino! Ci mancavi!! - disse Marco fiondandosi su di me ed abbracciandomi. Gli altri lo imitarono e fu così che mi trovai piena di sabbia e senza respiro.

- Fiorellino ma come fai a non scioglierti con questo caldo?- chiese Jukka rubando il mio cappello di paglia e sventolandosi con la mia copia di Alice nel Paese delle Meraviglie.

- ho accumulato troppa umiditá nella vostra terra. Sto ancora cercando di far sciogliere il ghiaccio nelle ossa- risposi io iniziando ad imbrattare Tuomas, Jukka, Emppu e Marco con la protezione solare 50 ( quella per bambini ).

- sul serio, cosa ci fate qua?- chiesi una volta che ebbi finito di spalmare la crema su ogni centimetro di quei candidi corpi.

- siamo venuti a trovarti. Ci mancavi sul serio! E poi ci voleva una bella vacanza! Ragazzi guardate che acqua! Chi se lo fa un bagno?- chiese Emppu con gli occhi che brillavano.

Tutti lo seguirono meno che Tuomas, che rimase li con me.

- come va Fló?- chiese lui accendendosi una sigaretta

- va. E a te Tuomas, come va la vita? - chiesi piccata, cercando di evitare di far trapelare l'aciditá.

- va.- rispose semplicemente.

Dopo questo lunghissimo discorso si approprió di metá del mio telo e chiuse gli occhi.

Fumavo dalla rabbia. Come cavolo gli veniva in mente di venire qua e poi far il finto tonto?

Questa visita mi puzzava, ma ero decisa a fare il loro gioco. Cosí mi girai dall'altra parte e ripresi sonno.

 

20/09/2013 ~ Corralejo, Fuerteventura (España).  Ore 21:45

ragazzi io devo scappare! Tra quindici minuti ho lo spettacolo! Non vi preoccupate che il conto é giá pagato. Se volete venire, sono al pub qua di fianco a cantare fino a mezzanotte.- 

Detto questo presi le mie cose e uscii dal ristorante di tutta fretta sorridendo, sentendo i miei vichinghi urlarmi dietro per aver pagato il conto. 

Entrai nel locale salutando tutti con un -Hola Chiiiicos!- generale e andai a preparare il palco.

Pochi minuti dopo ero giá alla terza canzone, quando vidi i miei vichinghi appropriarsi di un tavolo proprio davanti al palco e ordinare direttamente una bottiglia di Jegermeister e una di Vodka. Alla fine della canzone, insieme ai vari fischi di apprezzamento e applausi, il quartetto inizió ad urlare complimenti in finnico.

Il chitarrista mi si avvicinó e mi chiese se doveva far uscire quei barbari. Non potei fare a meno di sorridere e negai, spiegandogli che erano miei amici. 

Alle 23:45 mi stavo preparando per cantare l'ultima canzone, quando ebbi un'idea.

- signori e signori, questa é l'ultima canzone della serata, spero di ritrovarvi qui anche domani. Siete un pubblico fantastico, come sempre! L'ultima canzone la vorrei dedicare ai miei amici seduti qua davanti, kiitos pojat! Rakastan sinua!-(grazie ragazzi! Vi voglio bene!)

 i vichinghi risposero in coro -me rakastamme sinua, Kukka!- ( ti vogliamo bene, Fiorellino!)

E con le lacrime agli occhi attaccai a cantare Amaranth.

 

21/09/2013 ~ Ajuy, Fuerteventura (España).   Ore 14:39

Quel giorno avevo deciso di portarli a vedere le grotte di Ajuy e la loro meravigliosa spiaggia nera. I ragazzi ne erano stati entusiasti e il viaggio era durato ben 3 ore a causa delle continue fermate per fare foto al panorama. Avevamo mangiato pesce in un ristorantino sulla baia ed ora eravamo immersi nella fase relax del post-pranzo. I ragazzi erano tornati a visitare le grotte mentre io, Marco e Tuomas eravamo rimasti a crogiolarci al sole. Prevedevo un'ustione di terzo grado per i Finnici. Il doppio strato di crema protettiva non bastava, quindi tutti si erano rimessi la maglietta per evitare ulteriori danni. Marco e Tuom dormivano beati a pancia in su e mi concessi un minuto per squadrarli. I loro nasini stavano diventando fucsia, quindi da brava mammina, iniziai a spalmare la crema sul naso di Marco, che non si sveglió minimamente.

Passai poi a Tuom, passandogli la crema il piú delicatamente possibile, conscia che il suo sonno non era cosí pesante come quello del bassista.

Appena ebbi finito, mi rilassai, felice di non averlo svegliato. 

- grazie, Sydän- lo sentii biascicare nel sonno. (-grazie, Cuore-)

- Tuomas, sei sveglio?- provai a bisbigliargli vicino, presa dal panico.

Non ottenni risposta e cosí pensai che stesse sognando, oppure che fosse stato un riflesso incondizionato. Fatto sta che all'udire quel nomignolo, Sydän, mi si era scaldato il cuore.

Sciocchezze Floor! Scendi dal piedistallo e dalle nuvole! Di certo non pensava che fossi tu!

Hai ragione vocina... Sono una povera illusa.

Pensavo di averlo dimenticato, ma ogni qualvolta mi riserva un po' di attenzione, il cuore mi fa le capriole nel petto. 

Mi sdraiai e ripercorsi quel momento... Dove tutto ebbe inizio.

 

 

Note autrice: buongiorno a tutti, cari lettori silenziosi! Tenevo a precisare che i testi delle due canzoni a parte Taikatalvi, quella in finnico, non fanno parte del repertorio dei Nightwish xD sono frasi messe a caso dalla sottoscritta per far capire che quei due si stanno rincorrendo a vicenda! Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la storia! Fatevi sentire! Ho bisogno di capire se il modo in cui scrivo é comprensibile (SERIAMENTE O.o)

Detto ciò, se mi accontenterete.... vi anticipo che i prossimi 4 capitoli sono giá pronti (quindi magari, chessó... volendo... poteei pubblicarne uni presto) e nel prossimo chpt. faremo un tuffo nel passato per capire come si sono conosciuti (nella mia mente perversa) F & T. Come avrete ben capito, sono una fan di Floor, ma anche di Tarja e Annette. Sarebbe stato più semplice fare un fanfiction su loro, ma che vi devo dire? Le cose facili non mi sono mai piaciute! 

Credo che se Tuom abbia scelto Floor come cantante, un motivo ci sia e non vedo l'ora della prossima primavera per sentire il nuovo album! Detto questo... Vi lascio e vi invito a recensire.

 

LE CRITICHE BEN ACCETTE MA IL LANCIO DELLE PADELLE È VIETATO. SOLO KORG PER ME ;-)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4.4 ***


19/09/2009 ~ Hartwall Areena - Helsinki, Finland.   Ore 03:45

Avevo passato tutta la serata a distribuire birra ed ora stavo rimettendo tutto a posto, in vista della tanto agognata ora di chiusura. 

Meno male che avevo trovato un modo per entrare al concerto. I biglietti erano andati sold-out mesi prima e per tutto quel tempo avevo escogitato un modo per assistervi. A qualsiasi costo.

La mia cara amica Jenni mi aveva gentilmente offerto di lavorare al chioschetto dell'arena, che per fortuna si trovava in una posizione abbastanza decente da poter vedere il palco. Avevo accettato subito. I ragazzi non vogliono la birra quando i loro idoli stanno suonando, quindi ebbi tutto il tempo per godermi il concerto e scatenarmi dietro il bancone. 

Peccato per la bolgia post-concerto! era stata un'impresa ascoltare mille voci che in finnico le ordinavano da bere. Per fortuna c'era Jenni, che prendeva gli ordini e faceva spillare la birra a me. Ora però se n'era andata via con il suo ragazzo, un vichingo alto e biondo che le aveva fatto perdere la testa, lasciando il compito di chiudere a me.

Stavo giusto per togliermi il grembiulino quando una voce mi destó dai miei pensieri.

antaisit minulleolut, kiitos ? - disse un moro riccioluto dalle ciocche rosse accasciandosi sul bancone.

- eh? Scusa non parlo finlandese e la mia amica non c'é... Vorresti... Una birra immagino?- chiesi riconoscendo a scoppio ritardato il tastierista piú figo dell'universo.

- si, grazie. Se non é un problema, ovviamente- disse lui sorridendo debolmente.

Gli feci passare una birra davanti agli occhi e lui si sveglió immediatamente, iniziando a trangugiare il contenuto dal bicchiere. Mi sembrava insofferente. Che stesse male? Tentai la sorte e glielo domandai.

- no, solo un po' giú di morale. É l'ultima data del tour e francamente stasera abbiamo fatto pena. - disse lui apertamente

Decisi che se quello era il mio giorno fortunato, tanto valeva approfittarne. Mi tolsi il grembiule e mi sedetti di fianco a lui, in versione barista-psicologa-dei-miei-stivali.

guarda che proprio schifo non avete fatto. Certo, la voce stasera non era delle migliori.. Per non parlare dell'acustica di questo postaccio, ma dai! Siete fantastici lo stesso!- dissi cercando di essere convincente.

- caspita, che ragazza diretta! vorrei solo capire cos'é andato storto esattamente. Rivedere tutto da capo. Se solo avessi acconsentito a riprendere il concerto a quest'ora non sarei cosí incazzato!- disse lui finendo la birra e sbattendo il bicchiere sul bancone.

Io mi zittii, combattuta tra il dirgli la veritá o stare zitta. Optai per la veritá, al limite mi sarei beccata un'altra denuncia firmata Finlandia! Yuppiiii! Un altro pezzo da aggiungere alla mia collezione! 

- ehm.. A dire la veritá... Io... Avrei... REGISTRATOTUTTO- dissi alzandomi di fretta dalla sedia ed allontanandomi in previsione della sua reazione.

- tu coooosa???? ... ... ... ... FAMMENE UNA COPIA TI PREGO! Ma come hai fatto? Da qua non é che si vede granché..- disse lui sorridente ma titubante.

- ehm... Diciamo che ho nastrato una telecamera al pilone davanti al palco prima del concerto...- dissi abbassando lo sguardo imbarazzata. 

- andiamo a prenderla!- disse entusiasta prendendomi per mano e trascinandomi verso il pilone.

Subito lo fermai, dicendogogli di darmi due minuti cosí avrei chiuso il chiosco.

Dopo cinque minuti esatti eravamo sotto il pilone.

- é quella cosa lassú?- disse Tuomas guardando in alto e deglutendo per la paura

- yes! La mia piccola! Tranquilla Candy, la mamma adesso ti viene a recuperare!-

Detto questo iniziai ad arrampicarmi sul pilone. Arrivata a quota 10 metri guardai giú e mi trovai Tuomas con le mani nei capelli. Scesi piú in fretta che potei, legandomi la videocamera al collo. Trenta secondi ed ero giù. Fissavo il tastierista che intanto era diventato ancora più bianco di prima. Qualche secondo dopo riprese colore e mi prese per mano

- tu. Sei. Pazza. Adesso andiamo a vederci questo schifo di concerto! -

Fu cosí che mi ritrovai nella stanza d'albergo del mio idolo a riguardare il video del concerto mangiando pop corn e bevendo caffè.

Due ore dopo stavamo commentando il concerto senza peli sulla lingua.

- certo che Anette poteva risparmiarsi l'acuto stonato! Se live non ci arriva é inutile che ci prova ogni volta!- dissi io trangugiando pop corn e caffé insieme.

- esatto! Per non parlare della mia steccata finale nella chiusura di Over the Hills and far Away!- disse lui imitandomi e soffocandosi con il caffé.

Gli diedi delle pacche sulla schiena fino a quando non si riprese.

- ma tu com'é che te ne intendi tanto di musica? Suoni? - mi chiese una volta che si fu ripreso.

- no. Canto- risposi timidamente

E fu cosí che tutto ebbe inizio. 

Passammo un autunno insieme ad Helsinki, dove io cantavo la sera in un bar.

Passavamo le giornate insieme a parlare di musica, libri e ovviamente della Disney,

altra nostra passione in comune. La sera lui veniva ad ascoltarmi cantare rimanendo nascosto in fondo alla sala per non dare nell'occhio e quando finivo mi consigliava dei pezzi da preparare.

Il tempo volava e Novembre arrivó presto. Era tempo per lui di tornare a Kitee per iniziare il nuovo album. Ed io restai ad Helsinki, dove decisi di iniziare a frequentare il conservatorio, sotto suo consiglio. I mesi passavano e noi due rimanevamo in contatto. Ci sentivamo ogni sera grazie Skype. Il giorno del mio compleanno, il 21 Febbraio me lo trovai fuori dal teatro in cui avevo iniziato a lavorare con un mega pupazzo di Paperina in una mano ed un mazzo di girasoli nell'altra. Passammo la giornata insieme e mi disse che sarebbe rimasto li per due settimane. Presi un permesso lavorativo e trascorremmo i giorni insieme. Gli avevo proibito di andare in albergo, invitandolo a stare nel mio bilocale. Avrei dormito sul divano scomodo, ma almeno saremmo stati insieme. Man mano che passavano i giorni, mi resi conto che quello che provavo per Tuomas non era una semplice amicizia. 

Decisi di ignorare il mio cuore ed usare il cervello, facendo finta di niente.

La sera prima che partisse, stavamo facendo la lotta sul divano quando ad un certo punto ci trovammo col culo per terra. Il divano non aveva retto ed ora mi trovavo senza un giaciglio.

Tuom si offrí di lasciarmi il letto dormendo per terra , ma io rifiutai proponendogli di dormire insieme. Non se lo fece ripetere due volte. Ancora oggi non mi spiego il perché, dato quello che successe dopo.

Ci infilammo sotto le coperte a guardare Alice nel Paese delle Meraviglie. Mano mano che la pellicola scorreva mi trovai sempre piú vicina a Tuom, appoggiando la testa al suo petto mentre lui mi prendeva tra le braccia. Il film finí ed io spensi la tv senza spostarmi di un millimetro. 

- buonanotte Tuom- dissi io accoccolandomi meglio sul suo petto

- buonanotte Sydän - disse lui appoggiando la testa sulla mia.

Qualche minuto dopo non avevo ancora preso sonno. Il cuore mi batteva all'impazzata al pensiero del nomignolo con la quale mi aveva chiamata. Cuore. Dio! Mi aveva chiamata Cuore! Pergiove! Intanto notai che anche lui era sveglio. Sentivo il suo cuore battere forte tanto quanto il mio. Sará stato per il nome con la quale mi aveva chiamata o forse per il fatto che il battito del suo cuore era fortissimo, fatto sta che presi coraggio, alzai la testa e lo baciai.

Lui rimase fermo. Spiazzato. Poi mi prese il viso tra le mani staccandomi gentilmente da lui. Mi guardó negli occhi e si avventó sulle mie labbra. Continuammo a baciarci per ore. Ero finita sotto di lui e non aspettavo altro che approfondisse la questione, quando ad un tratto si staccó bruscamente.

 - é sbagliato Floor- disse alzandosi dal letto ed iniziando a recuperare la sua roba. Ero talmente scioccata che non collegai subito.

- devo andare. Scusa. Ci sentiamo.-

 

Cosí disse. 

 

Se ne andó.

 

Non ci sentimmo piú. 

 

Fu proprio in quel momento che il mio cuore, insieme alla mia vita, andò in mille pezzi.

 

22/10/2009 ~ Amsterdam, Holland.  Ore 15:30

Avevo lasciato Helsinki ed il lavoro come insiegnante ed ero tornata in patria due giorni dopo quel fatidico 19 Settembre. Ora, un mese dopo, stavo ancora facendo i conti con il mio cuore spezzato. Per fortuna però, avevo una distrazione: la musica. Appena tornata decidetti di sostenere l'audizione per entrare al Music Theatre di Amsterdam.

Il giorno dell'audizione portai la mia prima vera canzone scritta, cantata ed arrangiata da me.

Indovinate di chi parlava? ... Esatto.

Forse per la canzone o forse per l'enfasi con la quale l'avevo cantata, fatto sta che entrai.

Ora mi attendeva un anno di duro lavoro sulla mia voce. Non era un problema. Di tempo ormai, ne avevo da vendere. Lavoravo su me stessa giorno e notte, dormendo solo due o tre ore per notte. Solo il weekend mi concedevo uno stacco. 

Karen e Julian, miei compagni di studi facevano lo stesso. 

Cosí, tutti i weekend ci trovavamo in qualche coffeeshop a bere e beh... 

Prendere una boccata d'aria fresca, diciamo. 

Quelli erano i momenti migliori. 

Nessun pensiero per la testa, nessun cuore spezzato e quindi, nessun Tuomas Holopainen. 

 

Ora ero in teatro ad ascoltare la mia insegnante che mi diceva di smetterla di utilizzare solo la gola o mi sarei trovata con dei polipi all'etá di 30 anni.

Mi stava facendo fare quegli esercizi noiosissimi di respirazione ed espirazione, quando un biondo dagli occhi nocciola entrò. Mi sembrava di averlo giá visto.

- ops. Scusate, pensavo che questa fosse l'aula del Prof. Van der Bauden. Mi scusi Prof.ssa Vonbeispiel- disse il giovane iniziando a richiudere la porta

- Signor William Bishop mi faccia il favore, non dica stupidaggini! Ora venga qua e mi aiuti con questo magnifico esemplare di soprano che non vuole saperne di collaborare per sbocciare e fiorire! - disse la Prof.ssa al giovane, che ubbidiente entró e si avvicinó a me.

- piacere, Will - disse lui sorridendomi amichevole.

- piacere, Floor Jansen - risposi diffidente.

- ahi ahi Prof.ssa, la questione é piú grave del previsto. La signorina qua dovrebbe iniziare a togliersi il palo dal culo e forse poi, e dico forse, potremmo fare qualcosa.- disse il ragazzo ritornando serio e parlando con la professoressa come se io non ci fossi.

Uscii due ore dopo con i nervi a fior di pelle. Quel cazzone-baldanzoso-ce-l'ho-solo-io-ed-é-pure-d'oro-(lavoce!)-Bishop mi aveva fatto passare le pene dell'inferno!

Beh... Peró il risultato era stato ottenuto. Ora riuscivo ad usare totalmente il diaframma.

Avrei solo dovuto lavorare sul controllo vocale per evitare che il fiato le durasse troppo poco o che la voce mi si spezzasse nel bel mezzo di un SIbemolle.

Mi stavo giá dirigendo verso casa, quando mi si parò davanti William. 

No! Non chiamarlo William! Non dare confidenza al nemico! Disse la mia vocina interiore.

- che c'è?- domandai continuando a camminare per la mia strada

- caspita! Allora siamo acide per natura! Ed io che credevo che ti comportassi cosí solo perché c'era la Vonbeispiel tra di noi- rispose continuando a seguirmi

- dimmi cosa c'é e lasciamo stare, cortesemente - gli dissi addolcendo l'ultima parola

- volevo chiederti se ti andava un caffé, un the, una cioccolata... Del whisky magari?- disse lui alzando un sopracciglio.

Dopo quell'ultima parola ebbi un flash. Lui era il ragazzo che veniva sempre al Pub! Quello seduto in un angolo con gli amici. Sicuramente doveva essere qualcuno di importante a teatro, quindi abbassai i toni.

- andiamo da me, il caffé qua fa schifo -.

E fu cosí che io e Will diventammo amici. 

 

21/02/2010 ~ appartamento di Floor, Amsterdam (Holland)    Ore 23:50

Will aveva capito la situazione, realizzando subito che stavo esagerando con le notti brave. Non cercò di riportarmi sulla retta via, nessuno di noi due aveva intenzione di rientrare in carreggiata. Diciamo solo che mi aiutò a svagarmi evitando che mi distruggessi. 

Limitammo le notti folli solo al sabato sera e solo dopo aver ingurgitato una cospicua dose di cibo ipervitaminico e ipercalorico.

Qualche tempo dopo, gli permisi di rimanere a dormire da me, dato che il mio appartamento era in centro e cosí non avremmo dovuto prendere la macchina.

Oggi era il mio compleanno e Will aveva organizzato un festino tra amici. 

Eravamo solo noi: Will, Io, Karen e Julian, ma facevamo piú casino di 30 persone.

Stavamo giocando a "io non ho mai..." e il tasso alcolemico per la sottoscritta era alle stelle. Com'è possibile che alla mia tenera etá abbia giá fatto cosí tante cose? Non me lo spiegavo.

La mente ormai era troppo annebbiata per poter pensare lucidamente, ma avevo il sospetto che quei 3 si fossero messi d'accordo apposta per farmi ubriacare. 

Ero al mio 35* shot di vodka, quando bussarono alla porta.

Barcollante andai a sbirciare allo spioncino, trovandomi davanti due occhi da lupo.

- RAGAZZI NON È CHE AVETE MESSO DENTRO ANCHE L'ERBA? PENSO DI AVERE LE ALLUCINAZIONI! WILL PASSAMI UN ALTRO SHOT, HO APPENA VISTO IL FANTASMA DEL NATALE PASSATO- urlai ai ragazzi tornando di la senza aprire la porta, convinta al 100% che la vista di Tuomas fosse davvero un'allucinazione.

- POVERA LA MIA PICCOLA FLORA! VIENI QUA CHE TI CONSOLO IO CUCCIOLA!- disse uno smielato William ubriaco. 

 

22/02/2010 ~ appartamento di Floor, Amsterdam ( Holland).   Ore 15:57

Il mattino dopo, o meglio, il pomeriggio dopo mi svegliai con un gran mal di testa.

I ragazzi se n'erano andati da un pezzo, lasciando un bigliettino appiccicato al frigorifero.

 

                                                      Caffè finito. Non ci odiare. Julian doveva guidare!

                                                                  Ti vogliamo bene, Flora!  Happy b!   K e J

 

Come avrei potuto odiarli? Li adoravo. Diedi un'occhiata al soggiorno e notai che Will era ancora in stato comatoso sul divano. Decisi che avevo bisogno di un caffè. Per fortuna avevo Starbucks sotto casa. Mi misi la vestaglia e scesi al bar. Anche se ero in pigiama nessuno mi avrebbe notata. Tutti in quella cittá si vestivano da schifo. La mia vestaglia panna con motivi Disney non avrebbe dato di certo nell'occhio.

Chiusi casa e scesi da Sturbucks. Salutai Alan al bancone con un cenno e subito mi sedetti al mio solito tavolo, quello situato in penombra, in modo che la luce non mi ferisse gli occhi. 

Alan mi serví subito il caffè accompagnato da un croissant vuoto ed un bicchiere d'acqua. 

Quel ragazzo era diventato il mio salvatore. Dalla mia faccia doveva aver capito tutto. 

Lo ringraziai e lui mi diede una carezza sul viso. Affondai i denti nella pasta, felice di avere almeno appetito. La situazione non era poi cosí drammatica. Presi tre pastiglie e le buttai giú con l'acqua, fiondandomi subito dopo sul caffè. Chiusi gli occhi assaporando l'aroma amaro del caffè, li riaprii e mi ritrovai davanti Tuomas che mi fissava.

- Ciao Floor, sono il fantasma del tuo Natale passato - disse un serio Tuomas. Sembrava arrabbiato.

- Tu. Cosa ci fai qua?- chiesi riprendendo vita

- ero venuto a trovarti per il tuo compleanno, ma ho visto che non eri esattamente in forma- disse lui dando credito alle mie teorie. Non era arrabbiato. Era furioso.

- quindi ieri sera eri davvero tu alla porta. Non avevo le allucinazioni.- dissi piú a me stessa che a lui.

- ora ti sei messa a bere?-

Diretto al punto. Come sempre.

- chi ti dice che sia un'abitudine e soprattutto cosa ti importa?- 

Codarda e con la coda di paglia. Come sempre.

- so riconoscere i sintomi, Fló. Puoi ingannare chiunque. Non me. Poi il tuo amico al bar ha confermato la mia teoria quando ti ha servito subito senza chiederti nulla.- disse lui.

Mi zittii ed abbassai lo sguardo. Non sapevo cosa dire. Tuomas aveva ragione. 

L'abitudine c'era. Il vizio no.

Mi prese la mano e iniziò a tracciare dei piccoli cerchi vicino al mio pollice.

Alzai gli occhi di scatto ed incrociai i suoi. Aveva delle profonde occhiaie ed era dimagrito troppo. La nuova versione di Tuomas non mi piaceva. Sembrava la mia versione al maschile.

- mi manchi Flò. Mi manca la mia amica. - disse lui con coraggio

- e a me manca il mio amico- dissi io, sincera.

Si, il mio amico. Perché Tuom in primis era mio amico. Tutto il resto era venuto dopo.

In quel preciso istante mi accorsi che quello che piú mi feriva non era il fatto che fosse sparito dopo il bacio, ma che non si fosse fatto più sentire come amico.

- pace?- domandò con gli occhi lucidi

- pace- risposi lasciandomi sfuggire una lacrima.

 

E fu cosí che i miei giorni alcolici terminarono. Beh... Non del tutto. Avevo ancora un cuore spezzato con la quale fare i conti. Ma la situazione miglioró notevolmente.

Tuom rimase ad Amsterdam per ben un mese, questa volta in albergo, dato che il divano era occupato da Will. Fatto sta che piano piano riallacciammo i rapporti, cominciando a ricostruire quella che era stata la nostra amicizia. 

Il suo regalo di compleanno me lo diede qualche giorno dopo il 22 Febbraio.

Era una collana con appeso un girasole. 

Quel gesto riallacció definitivamente i ponti.

Nulla era cambiato tra di noi. Solo io lo ero.

Più fredda ed attenta a non toccarlo. Non camminavamo più mano nella mano.

Quando Tuomas ci provò un giorno, scostai subito la mano, come se avessi preso la scossa.

Ed in effetti l'avevo presa :Il mio cuore aveva mancato un battito.

Quando lui partí, continuammo a sentirci via Skype oppure per telefono almeno due volte a settimana. 

Ero felice.

Il mio amico era tornato.

 

 

Note Autrice: ecco come si sono conosciuti i due artisti... Che altro dire, i capitoli di transizione sono quasi volti al termine e tra poco entreremo nel vivo della storia. Ho giá scritto 6 capitoli, ma conto di pubblicarne uno ogni settimana, o forse due settimane. Non so, vedrò al momento. Detto questo vi invito a dire la vostra su questi due ragazzi e sulla storia. Mi farebbe davvero piacere ricevere dei pareri e consigli!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5.5 ***


2/10/2013 ~ Corralejo, Fuerteventura (España).   Ore 17:00
I ragazzi erano rimasti in vacanza con me per due settimane. Ieri a cena mi avevano fatto trovare un biglietto di sola andata per Helsinki. Volevano che tornassi con loro in patria.
Nessuna spiegazione. Mi avevano solo obbligato ad alzare il culo e preparare le valigie.
Tuom era sparito insieme a Marco da qualche ora e il resto dei ragazzi si era magicamente volatilizzato per fare le ultime compere in vista della partenza.
Avevo il sospetto che stessero tramando qualcosa. 
Quando mi avevano dato il biglietto avevano liquidando le mie domande con la frase "consideralo un regalo di compleanno in ritardo, Kukka" ed io avevo smesso di chiedere spiegazioni. Avevo troppa voglia di tornare a casa. Chiusi la valigia e andai a controllare che i ragazzi non avessero lasciato nulla in giro. 
Un'ora dopo, avevo messo sul tavolo del soggiorno tutte le cose che avevano dimenticato nella fretta di fare le valigie. Tutte meno una. Riguardai la foto che avevo trovato sotto il letto di Tuom e sorrisi. Eravamo io e lui a letto, quella sera. La sera del bacio.
Mi aveva chiesto il significato della parola selfie e avevo reputato più semplice mostrarglielo. Cosí avevo preso il suo cellulare e avevo scattato una foto mentre gli schioccavo un bacio sulla guancia. 
Misi la foto nella tasca posteriore dei jeans ed andai a prendere le mie valigie, pronta a caricare tutto sul pulmino noleggiato.

3/10/2013 ~ Casa di Tuomas ~  Kitee, Finland.        Ore 20.30
Eravamo finalmente a casa. Per ragioni ancora a me sconosciute ci eravamo accampati tutti a casa di Tuomas, con l'ordine di non disfare le valigie.
I sospetti crescevano dentro di me. Che mi avesse fatto arrivare fino a qua per poi rispedirmi in Olanda? Non aveva senso. Questa volta insistetti per ottenere delle spiegazioni, ma quello che ottenni fu un sorriso liquidatore ed un "ti andrebbe della pizza?".
Questa situazione stava iniziando a darmi sui nervi, cosí , appena finii di mangiare, mi rintanai nella camera degli ospiti per recuperare sonno. Il volo era stato estenuante e mi addormentai immediatamente.

4/10/2013 ~ on the road, Finland.   Ore 04:23
Per ragioni a me sconosciute mi trovavo sul sedile posteriore del vecchio fuoristrada di Marco, con le gambe su Emppu e la testa appoggiata sulle gambe di Tuomas. 
Come diavolo ero finita li? E soprattutto: come avevo fatto a non svegliarmi?
Ripresi lentamente conoscenza e notai che il paesaggio era innevato.
- cosa diavolo succede?- chiesi mettendomi seduta
Nessuna risposta. Tutti dormivano. Tutti tranne Marco.
- Marco! Spiegazioni! Subito!- gli bisbigliai nell'orecchio per non svegliare gli altri.
- oh! Buongiorno Fiorellino! Siamo in partenza. Solo questo ti é dato sapere. Ora da brava, rimettiti a dormire, la strada é ancora lunga.- disse lui sorridendomi dallo specchietto retrovisore. Non avevo le forze per litigare a quest'ora, cosí mi sistemai al mio posto (seduta questa volta) e ripresi sonno.
Ore dopo arrivammo. La mia testa era poggiata su quella di Emppu, che nel contempo si era aggrappato al mio braccio in cerca di calore.
Aprii gli occhi e svegliai il piccolo elfo biondo.
- Puccio, siamo arrivati - gli sussurrai nell'orecchio dandogli una carezza sulla testa.
- mpf.. Cos? Ciao Kukka, sei davvero comoda sai?- disse richiudendo subito gli occhi ed accoccolandosi ancora piú vicino a me. 
- VUORINEN ALZA LE CHIAPPE!- gridó un Tuomas burbero giá di prima mattina, facendo sobbalzare il piccolo elfo.
- ehi! Ma che modi sono Holopainen?! Non si sveglia la gente cosí! Kukka, diglielo tu!- disse lui  aprendo la portiera ed uscendo dalla macchina. 
- in effetti, Mr. Korg, avresti potuto evitare di svegliarlo cosí in malo modo...- dissi scendendo dalla macchina e senza attendere una sua risposta.
Appena richiusi la portiera rimasi senza fiato.
Ci trovavamo in una casa in riva al lago, contornata da pini e dalla prima neve fresca.
Sembrava la casa di babbo natale, solo molto piú grande. Sembrava uscita da una favola della buonanotte, di quelle che piacciono a Tuomas.
Idiota smettila di pensare a lui!  La mia vocina interiore si fece risentire dopo un mese di vacanza.
- ma che posto é questo?- domandai basita.
- follow the madness, Alice - disse Tuomas indicandomi la porta e dandomi le chiavi.
Aprii la porta e mi trovai davanti la piú bella baita di montagna mai vista al mondo!
Aveva pure il caminetto! Saltellai in giro per le stanze felicemente, fino a quando raggiunsi il soggiorno, dove sopra un tavolo era posata una busta, con tanto di fiocco rosso in cima.
Tuom prese la busta e tornó vicino ai ragazzi. Si guardarono negli occhi ed annuirono. 
Ero ancora piú confusa di prima. Il mio compleanno distava mesi!
Dopo quella conversazione silenziosa, Tuomas mi diede la busta.
- Aprila, Alice - disse facendomi l'occhiolino.
Aprii lentamente la busta e spalancai gli occhi. La terra mi mancó sotto i piedi. I miei occhi traditori si riempirono di lacrime. Un sorriso da ebete mi si stampò in visto mentre leggevo le prime righe.

                                         Proposta di collaborazione discografica
                                         Ruolo previsto: cantante
                                         Scadenza contratto: 31/12/9999



- avevamo deciso di dirtelo appena saremmo sbarcati a Fuerteventura, ma poi ci siamo detti: perché non torturarla un pochino? E cosí eccoci qua. - disse Marco con i lacrimoni agli occhi.

Rimasi zitta. Le emozioni erano troppe. Non sapevo più come formulare una frase di senso compiuto. Nella mia mente stava suonando La Traviata
Passarono i minuti ed io rimanevo li ferma con gli occhi fuori dalle orbite, continuando a leggere quelle tre righe. Non era l'unico foglio presente nella busta, ma non riuscivo a proseguire. Non riuscivo a realizzare. Aprii bocca.

- sto sognando, vero? - dissi sconsolata, giudicando la realtá troppo bella per essere vera.
- certo che si, Floor - disse Tuomas sorridendomi.
Quella fu la goccia. Scoppiai a piangere farneticando parole senza senso 
"ma perché ogni volta devo fare questo sogno? Che cattiva immaginazione che ho! Figurati se mi vogliono! Idiota che non sono altro! Voglio svegliarmi! Basta!"
- ehi! Flò, ma che dici? Stai impazzendo forse? - disse Tuomas preoccupatissimo.

In effetti sanissima non ero. Pochi secondi dopo, infatti, svenni. 
Rinvenii due giorni dopo, trovandomi al capezzale quattro volti tirati dalla preoccupazione e dalla stanchezza. Cercai di tirarmi su, ma non avevo forze. I quattro vichinghi mi aiutarono a mettermi seduta. Non capivo la situazione.
- cos'è successo? - chiesi flebilmente mentre Jukka mi porgeva un bicchiere d'acqua.
- avevi 42 di febbre Floor - disse un Marco ancora sotto shock.
- wow! Ma adesso sto meglio. Ragazzi! Su con la vita! - dissi io sorridendo.
Non ottenni un cenno. Nessun movimento. Tutti mi guardavano come se non fossi realmente li con loro.
Qualche minuti dopo Emppu prese la parola.
- il dottore ha detto che con una febbre cosí alta e senza un ospedale vicino, le possibilitá che potessi riprenderti con dei semplici antibiotici erano pari a zero...-  la voce gli si spezzó e questa volta prese parola Tuomas. Sembrava un fantasma.
- Ci ha detto di prepararci al peggio. Che era inevitabile. - disse lui avvicinandosi lentamente e sfiorandomi la guancia con la punta delle dita fredde.
- ragazzi, sono qua. Ora venite ad abbracciarmi per favore!- 
E fu cosí che ci trovammo in cinque su un lettone.
- scusate ragazzi - 
Nessuno rispose, ma tutti finalmente sorrisero.

6/10/2013 ~ Alppimaja Röskö, Finland.       Ore 22:45
I ragazzi mi avevano obbligata a stare a letto, dicendo che la loro cantante doveva riprendersi totalmente. Ancora non ci credevo. Per convincermi della situazione avevo chiesto a Jukka di portarmi la busta. Erano due ore che rileggevo il contratto. 
La porta si aprí e vidi entrare Tuomas sorridente con una tastiera sotto il braccio.
Collegó i fili e si mise seduto sul letto.
- gli altri stanno giocando a poker. Posso farti compagnia?- chiese lui prendendomi una mano.
- certo Tuom. Mi sento parecchio sola quassú. Cosa ci fa la tastiera qui? Mi suoni qualcosa?- chiesi incoraggiante
- in realtá, volevo farti sentire una canzone...-
Feci un cenno verso la tastiera e lui si sedette esistante. Dopo un paio di minuti attaccò a suonare. La melodia era meravigliosa, sembrava che volesse portarmi in un mondo magico.
Mancavano solo le parole. Quando finí di suonare gli chiesi se avesse giá un testo in mente.
Sorrise e non mi rispose. Avevo giá capito. Il testo c'era, forse anche prima della melodia. Ma non era il momento. Si sdraiò accanto a me e mi strinse forte. Era dalla sera del nostro primo ed ultimo bacio che non condividevamo piú un letto.
- non farlo mai piú. Non provare a lasciarmi mai piú, Sydän... promettimelo - 
- te lo prometto, Rakas -          (Rakas: tesorop)
E cosí ci addormentammo. Per la prima volta dopo anni, mi sentivo di nuovo completa.

Il mattino dopo ci svegliammo tardissimo, per i nostri canoni.
Erano ben le 10!
Aprii gli occhi e mi accorsi che Tuomas mi stava fissando ad una distanza troppo ravvicinata. Le punte dei nostri nasi si sfioravano.
- 'ngiorno- dissi allontanandomi un po'.
- buongiorno Alice - 
Accorciò la distanza tra di noi e mi prese tra le braccia. Lo lasciai fare ed appoggiai la testa nell'incavo del suo collo. Sapeva di sale, di muschio e... Di casa.
Mi lasciai cullare dalle sue dolci carezze sul braccio e ci riaddormentammo.
Pochi minuti dopo, un casino tremendo ci fece alzare di scatto dal letto. 
Quei mattacchioni vichinghi avevano fatto cadere qualcosa in corridoio.
Ci alzammo con calma e andammo a lavarci i denti insieme.
Mai mi sarei aspettata di trovarmi davanti quella scena.
Lo specchio del bagno era cosparso di fotografie di me e Tuomas mentre dormivamo.
In qualche foto eravamo appiccicati.
Una in particolare mi colpí. Eravamo io e lui naso contro naso di profilo. Sembravamo due angioletti. Prima che potessi farlo io, Tuomas la staccó e se la rigiró tra le mani, fissandola.

- questa è mia! - dichiarò baciandola e mettendosela in tasca.

Rimasi di stucco per il gesto ma subito mi ripresi.
- non é giusto! Quella era l'unica dove non sembrassi uno spaventapasseri! Facciamo cambio!- mugolai
- niente da fare. É mia! Anzi... Pensandoci...- inizió a staccare tutte le foto dallo specchio, ammucchiandosele tra le mani. - SONO TUTTE MIE!- dichiarò trionfando sventolando in aria il bottino. Cercai di riacciuffarle ma non ci arrivavo. Alla fine persi la battaglia.
Scendemmo in cucina per fare colazione e scoprimmo che le sorprese non erano finite.
Le nostre foto erano appiccicate su ogni superficie. Muri, quadri, mobili e perfino i soffitti erano ricoperti dalle istantanee. Iniziammo tacitamente una gara a chi ne acciuffava di piú. Ovviamente persi miseramente. Dei ragazzi nessuna traccia. Dopo aver raccattato piú foto possibili (nessun di noi riusciva a raggiungere nemmeno con la sedia quelle appiccicate al soffitto... Chissá come avevano fatto loro!) presi il caffé e lo versai nelle nostre due tazze personali, la mia di Alice nel Paese delle Meraviglie e la sua di Peter Pan.
Le mie dita toccarono qualcosa attaccato alle tazze, le voltai e scoprii che sulla mia c'era una foto di Tuomas in primo piano e su quella di lui, c'ero io.
Staccai le foto e le avvicinai. Se avessi avuto una cornice a portata di mano, le avrei incorniciate. Chissá chi di loro le aveva scattate. Era stato bravo, questo era da ammettere.
Riattaccai le foto e mi girai verso Tuom, che stava preparando la tavola, mostrandogli le tazze. Sorrise e si avvicinò per guardare meglio.
- sei bellissima - disse lui guardandomi negli occhi.
- Si, come no! a te invece stanno venendo le rughe!- replicai alleggerendo la tensione.
Mi fissó per un istante serio. 
- inizia a correre, Strega!-.
E fu cosí che per la prima volta nelle nostre vite, lasciammo perdere il bisogno primario di caffeina mattutina ed iniziammo a rincorrerci. 
Quando alla fine mi braccò ero finita in bagno senza piú fiato.
Mi spinse nella doccia.
- forse é meglio se ti lavi, mi sa che puzzi un po'! - 
Fu così che mi svuotò il contenuto intero del bagnoschiuma formato famiglia, in testa.
Presi la mia piccola rivincita facendogli lo sgambetto e facendolo cadere.
Aprii l'acqua gelata e gliela spruzzai addosso.
- COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI? - urló Marco dalla soglia della porta fissandoci a bocca aperta.
- mi ha detto che sono vecchio! - si difese Tuomas
- mi ha detto che puzzo! - ribattei io indignata.
- voi. Due. FUORI...SUBITO!  ... Anzi... A pensarci bene.... Fate un bel sorriso ragazzi!-
E dicendo cosí, Marco ci immortaló di nuovo.
Ecco svelata l'identitá del fotografo misterioso.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6.6 ***


NdA: buonasera a tutti!
 Innanzitutto volevo ringraziare AmalaClaudia che ha recensito gli ultimi due capitoli! grazie con tutto il cuore per le parole e anche per l'ispirazione che mi hai dato mentre scrivevo il 12* capitolo (anche se non lo sai! ;-) )
grazie infine a tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate.... (Fatevi sentire!) Ed ovviamente anche ai lettori fantasma ( su su! Non siate timidi)
In queste settimane sono stata al mare a rilassarmi, pertanto non ho avuto tempo di aggiornare, ma solo di scrivere.
Come avrete notato, questi capitoli (dovranno essere circa 4, devo ancora dividere i capitoli) saranno dedicati alla creazione dell'album ed alle emozioni contrastanti dei due protagonisti.
Detto questo, ringrazio nuovamente tutti voi e vi do appuntamento alla prossima! 




07/10/2013 ~ Alppimaja Röskö, Finland.     Ore 12:55
Un'oretta dopo la nostra battaglia ero uscita dalla doccia. 
Ormai ero insaponata dalla testa ai piedi, tanto valeva sfruttare la cosa.
Scesi di sotto e trovai i ragazzi in modalitá briefing attiva. 
Erano riuniti attorno al tavolo e stavano riordinando delle scartoffie.
Presi una tazza di caffé e mi accomodai di fianco a Marco.
- mhh. Che profumo di vaniglia! Viene voglia di mangiarti- disse Marco mordendomi il braccio.
- molla la presa fotografo da strapazzo! - dissi io facendogli il solletico.
- eravate troppo carini e non ho resistito! Però ho talento, questo almeno devi ammetterlo, Kukka - disse lui strizzandomi l'occhio.
- se non vi dispiace, rimanderei l'argomento foto come ultimo topic del giorno. Abbiamo una scaletta da rispettare e un disco da far uscire, quindi direi di accomodarci tutti e discuterne - disse Tuomas.
i ragazzi presero delle birre dal frigo ed io mi occupai delle cibarie. 
Dopo che tutti ci fummo accomodati, il nostro tastierista introdusse il discorso.
- Direi che come prima cosa, dovremmo decidere quando far uscire il prossimo disco, in modo tale da avere dei tempi precisi da rispettare. Che ne dite? - 
wow! non avevo mai visto Tuomas in versione capo. 
Metteva quasi soggezione. Non faceva paura, ma nutrivo un timore reverenziale nei confronti del genio nascosto dietro quei profondi occhi.
Essendo l'ultima arrivata, non credevo di avere voce in capitolo, quindi rimasi zitta mentre tutti gli altri buttarono lí delle date. Marco propose di lanciare il disco a Maggio, Jukka ad Aprile e Emppu a Settembre dell'anno prossimo.
Tuom non si era ancora espresso.
- tu cosa ne dici Floor? -  mi chiese
- io... Non lo so. Sono l'ultima arrivata. Staró ai vostri tempi. Cosa ne dici tu? - chiesi
Il tastierista ci pensò un attimo su.
- io direi di lanciarlo il 1 Gennaio. - rispose lui tranquillamente.
Il silenzio invase la stanza. Tutti si guardarono negli occhi, non sapendo cosa dire.
- Ma è una follia! - esclamó Emppu per primo
- non ce la faremo mai! - aggiunse Marco.
- impossibile! - disse Jukka.
- quindi mi state dicendo che non riuscireste a mettere su 13 pezzi in 3 mesi? - chiese Tuom alzando un sopracciglio.
- potremmo anche farcela con la parte di composizione, ma poi ci resterebbe un mese per registrare e mixare. Conoscendoti vorrai le cose perfette, quindi è impossibile! Per Imaginaerum ci abbiamo impiegato un anno, della quale 4 mesi solo per il mixaggio. - disse Marco tentando di farlo ragionare.
- ma se non ricordo male, 5 mesi li abbiamo impiegati a registrare la voce di Annette. Sono piú che sicuro che con Floor non sará cosí. Con Imaginaerum ci abbiamo messo tanto perché Annette ci impiegava due settimane a registrare una canzone ed il mixaggio é stato laborioso a causa delle imperfezioni vocali che abbiamo dovuto correggere al computer. Floor, tu cosa ne pensi? - chiese lui spostando la sua attenzione su di me.
Ero combattuta. Da una parte capivo benissimo i ragazzi. Comporre, arrangiare, registrare e mixare un album in soli tre mesi non era impresa da poco. Però capivo anche Tuom. Lui stava scommettendo su di me e sulla mia voce e io non me la sentivo di deluderlo. Credevo in me stessa. Avrei potuto farcela. Ma dall'altra parte ero semplicemente l'ultima arrivata. Optai per una via di mezzo.
- io credo di potercela fare. Non sará un problema - affermai convinta.
Un sorriso si allargó sul vis di Tuomas e subito mi affrettai a rimuoverlo.
- però sono anche sicura che i tempi siano a dir poco limitati. Quindi capisco i ragazzi e li appoggio. - i ragazzi annuirono soddisfatti.
- non capisco dove vuoi andare a parare. Alla fine non ci hai dato una risposta - disse Tuom
 - infatti. Non vi darò una risposta, ma vi voglio fare una proposta: manteniamo la data di uscita del disco in segreto, rilasciando interviste o pubblicando video su youtube per far capire ai fan che ci stiamo lavorando e dicendo ogni volta che ci saranno presto nuove svolte. 
L'attenzione sará alle stelle e le casa discografica, la Nuclear Blast, pagherá fior di soldi quando vedrá l'audience o il numero di visualizzazioni. Intanto noi ci mettiamo al lavoro, cerchiamo di fare tutto entro Gennaio, ma senza fretta e senza fare le cose in malo modo. Se arriviamo a Gennaio che il disco non é pronto, non avremmo deluso nessuno. Ma se davvero dovessimo farcela... Immaginate che bella sorpresa per i fan! Conoscono a memoria i vostri tempi e come minimo si aspetteranno che il disco esca nell'estate dell'anno prossimo. 
Sarebbe un bel colpo se scoprissero da un giorno all'altro che il disco tanto atteso è finalmente uscito. Giá mi vedo i ragazzi a far la fila nei negozi e i sold-out ai concerti! - dissi cercando di essere convincente.
I ragazzi ci pensarono un attimo su, ma alla fine la reputarono un'ottima proposta.
- grande Kukka! - esclamarono in coro.
- piú che l'avvocato, avresti dovuto fare l'economista o la consulente finanziaria Fló!  Ottima idea! - disse Tuomas scompigliandomi i capelli.
Dopo qualche momento di euforia tornammo seri, cercando di definire il programma.
- dovremmo cercare un tema - disse pensieroso Jukka
- in realtá, avrei qualcosa da proporre a riguardo - disse Tuom
- pensavo al tema delle origini. -

Dopo aver definito la scaletta delle cose da fare, Tuom si avvicinó alla lavagna ed inizió a riportare tutte le decisioni.

8/10/2013 - 31/10/2013 : arrangiamento canzoni 
8/10/2013 - 30/11/2013 : decisione titolo album (Non verrá anticipato fino alla pubblicazione. Rimarrá INTER NOS! 
MARCO NON PUOI DIRLO NEMMENO AI GEMELLI!)

1/11/2013 - 7/11/2013 : registrazioni Jukka
8/11/2013 - 24/11/2013 : registrazioni Tuomas, Emppu e Marco
25/11/2013 - 8/12/2013: registrazioni Floor
9/12/2013 - 27/12/2013: registrazioni orchestra e mixaggio 
28/12/2013 - 31/12/2013: stampa.
1/01/2014: PUBBLICAZIONE?


Tuom appoggiò il pennarello sul tavolo e rimase in silenzio a pensare davanti alla lavagna. Era in fibrillazione, posseduto dall'ispirazione e dall'entusiasmo. Restai li a guardalo mentre gli ingranaggi del suo cervello giravano a mille km/h. Era un piacere vederlo cosí preso, mai nella mia vita avevo potuto sperimentare questo suo lato. Far parte di tutto ciò mi gonfiava il petto di orgoglio e felicitá. 
Ora rimaneva solo la parte difficile: non deluderlo e soprattuto non farmi prendere da uno dei miei attacchi di occhi a cuoricino per il tastierista. 

I ragazzi si rinchiusero in studio per preparare la strumentazione in vista del giorno seguente, quando tutto sarebbe finalmente iniziato. Avevo appena scoperto che la taverna era stata adibita a studio di registrazione e non ci avevo ancora messo piede. Volevo vederla solo l'indomani, quando tutto sarebbe stato pronto.

Raccolsi piatti e bicchieri dal tavolo e mi misi a lavare, lasciando vagare la mente.
Solo poche settimane fa pensavo che non avrei più rivisto i ragazzi, ripensando giorno per giorno ai giorni passati in tour con loro. Quando eravamo on the road era stato facile lasciarsi andare alla parte della cantante ufficiale, ma quando ero tornata... Dio! Quanta sofferenza. Era stato un bene lasciarmi andare, senza pensieri, come se non ci fosse un domani. Ci eravamo divertiti da pazzi durante ogni singolo concerto e post-concerto. Avevano provato anche ad insegnarmi a giocare a dadi, fallendo miseramente.
Gli scherzi notturni, le prese in giro, le risate e soprattuto il loro sostegno nei momenti in cui il palco mi sembrava un enorme buco nero, ora non sarebbero rimasti solo ricordi. 

Questa ora era la realtá. 
Io sono una di loro e loro sono parte di me. 

L'idea di partire per un tour biennale e stare lontano da casa per cosí tanto tempo mi spaventava non poco, ma realizzando che questa era la mia occasione per essere felice, nulla contava. Per una volta sarei stata egoista, pensando solo ai Nightwish ed alla nostra musica. 
Ciò nonostante, mi sarebbero mancati terribilmente i miei amici.
Will, Karen e Julian avevano fatto parte di un capitolo importante della mia vita e senza di loro, specialmente senza Will, non sarei mai diventata ciò che ora sono. Avrei voluto portarli qua e condividere con loro la mia vita. Questa era l'unica parte che mi rendeva triste.
Chiusi l'acqua e appoggiai la fronte alla credenza.

Chi vuoi prendere in giro, Floor? Sono stati la tua famiglia, é normale che tu li voglia con te. Ma ora devi lasciarli andare, quanto tempo passerà prima di rivederli? Un anno? Due anni? Tre anni? 
Dopo un po' il cellulare, Facebook e Skype non saranno piú sufficienti. All'inizio sentiranno la tua mancanza, ma poi si abitueranno alla tua assenza e tu ci soffrirai amaramente. Non aggrapparti a loro. Devi lasciarli andare ora
.

La mia malefica coscienza era di umore pessimo oggi. 
Sta zitta! Urlai a gran voce nella mia testa. Stavo impazzendo.
Volevo Will. Lui avrebbe capito tutto e mi avrebbe rincuorato.
Presi il cellulare pronta a chiamarlo, ma rimasi allibita quando notai che non c'era campo. Lanciai il telefono sul tavolo, sconsolata.
Avrei dovuto cavarmela da sola.

Non dire cazzate. Non te la sei mai cavata da sola. Vuoi iniziare proprio oggi? Per te c'é sempre stato Will. Nemmeno a Karen e Julian ti sei mai affidata così tanto. Loro erano i compagni di bevute, ma era Will quello che davvero ti ascoltava e ti rincuorava trovando sempre una soluzione. Era lui che ti teneva i capelli quando vomitavi l'anima. É stato lui ad insegnarti a cantare. É stato lui a rimettere insieme la tua vita quando tutto stava andando nel verso sbagliato a causa tua e delle tue decisioni di merda! Svegliati Alice. Non sei più nel paese delle meraviglie.
Sei finita ad Oz.


 Anche se stronza, la mia coscienza aveva perfettamente ragione.
Non avrei iniziato oggi a cavarmela da sola. Un passo alla volta.
Scesi in taverna e rimanendo sulla soglia chiesi ai ragazzi se avevano campo e potevano prestarmi un cellulare. Tuom mi porse il suo senza dir nulla.

Salii di nuovo sopra e digitai velocemente il numero di Will.

- qua bel figo alto e moro con un culo da urlo a disposizione! Chi parla? -

- Will, sono Floor. -

- cucciola! Quanto tempo! Come va in vacanza? Anzi... Aspetta! Ma da che numero mi stai chiamando?! Dove sei finita?! -

- sono a in Finlandia Will...è il numero di Tuomas-

- prendo il primo volo ti vengo a prendere! - 

Prima che potesse riagganciare urlai.

-aspetta! Non é come credi. Sono qua perchè mi hanno scelta come cantante alla fine. Domani iniziamo a registrare... Solo che... Mi manchi Will e ho paura - 

- anche tu mi manchi Cucciola. Sapevo che ce l'avresti fatta! Ma ora, di cosa hai paura? Di non esserne all'altezza?

Silenzio. 
Non sapevo se dirglielo o meno. 
Avrei fatto la figura della bambina capricciosa.
Sospirai

- ho paura di un sacco di cose, ma non di quello Will...-

- sai che puoi dirmi tutto Floor...-

- ho paura di perdere te e gli altri. Starò via per chissá quanto tempo e non so nemmeno se poi tornerò ad Amsterdam -

- ma io ti verrò a trovare! Non ti preoccupare Floor, non ti libererai così facilmente di me, lo sai benissimo! Ed io sento che non è solo questo a farti paura, vero Cucciola? -

- no Will, non é solo questo. Lo sai benissimo. -

- vedi come va Floor. Se stare vicino a lui diventa insopportabile, chiamami e vengo li a farti rinsavire. Oppure ti prenoto un biglietto i sola andata per l'Olanda! -

- ho solo paura di ricascarci completamente. Saranno due anni! Will! Ti immagini? Due anni a contatto 24 ore su 24 con la persona che mi ha spezzato il cuore! Ma dall'altra parte saranno i due anni piú belli della mia vita. Finalmente farò musica come piace a me! Ho paura di rovinarmi il viaggio e l'avventura con i miei sentimenti...-

- ahia. Ti piace ancora quindi? - 

- davvero ti devo rispondere? - 

- no. Non devi farlo. Ma sappi che io sono qua. Un tuo cenno e sono subito nella terra dei vichinghi. Ora ti devo salutare che devo dare lezione a quella menomata di Janet. Dio! Non c'é più selezione in questa scuola! Fanno entrare cani e porci! Se vuoi ci sentiamo su Skype stasera, sempre che in mezzo ai meandri ghiacciati di quella terra esista internet! - 

- internet c'è. Ci sentiamo dopo Will. Grazie e... Ti voglio bene. Non so cosa farei senza di te -

- ti voglio bene anch'io cucciola e sappi che non dovrai mai scoprirlo. A stasera -

Riattaccai con le lacrime agli occhi. Cucciola. Mi chiamava sempre cosí da quando aveva iniziato a prendersi cura di me. Ero il suo cucciolo da salvare. Mi voltai e feci per rientrare in casa, quando vidi Tuomas sulla porta. Mi bloccai. Oddio. Aveva sentito la conversazione? Quanto aveva capito? Ora sarei stata fuori.
Il suo sguardo era ostile e io rimasi in silenzio, avvicinandomi.

- volevo chiederti se ti andava una passeggiata - chiese lui rimuovendo l'ostilitá dallo sguardo e fissandomi gentile.

- c c c erto - balbettai.

Chiuse la porta e ci addentrammo nella pineta verso il lungo lago.
Rimanemmo così. Camminavamo vicini ed in silenzio, fino a quando le rive del lago ghiacciato fecero capolino oltre i pini.
Prendemmo parola insieme
- hai sentito tutta la conversazione? -   Chiesi io tutto d'un fiato
- ti piace Will? - chiese lui altrettanto velocemente.

Scoppiammo a ridere. Quello era sempre stato un nostro vizio. Rimanevamo in silenzio e poi, puff! contemporaneamente iniziavamo a parlare.

- inizio io. Ho sentito l'ultima frase Floor. Ti piace Will? - chiese lui fermandosi a guardare il lago.
- ovvio che Will mi piace. É il mio migliore amico. - riposi io
- intendevo se fosse il tuo ragazzo - chiese lui timidamente
- non stiamo insieme, se é questo che vuoi sapere - dissi
- lo ami? - chiese lui sussurando le parole
- no che non lo amo. Perché me lo chiedi? -

Rimase in silenzio e si avviò verso una delle panchine, facendomi cenno con la testa di seguirlo. Ci sedemmo a contemplare il panorama. Erano le 3 del pomeriggio e la luce stava lasciando posto alle tenebre. Un tramonto finlandese era qualcosa di indescrivibile. L'aurora boreale era l'unica fonte di luce presente ed ogni volta era uno spettacolo assistervi.

- te lo chiedo perché é una cosa che mi frulla in testa da parecchio tempo e sentirti pronunciare quella frase... Quel "ti voglio bene, non so cosa farei senza di te" mi ha fatto venire in mente i tempi andati. 
Io e te come eravamo un tempo. Poi c'é il piccolo particolare che é sempre attaccato a te. Viveva con te, lavorava con te e faceva tutto con te. Anche quando eravamo in vacanza eravate sempre a scambiarvi messaggi. Quindi la domanda, ora che stiamo intraprendendo un percorso musicale insieme e passeremo tutti i giorni insieme, mi pare lecita. - disse Tuom distogliendo lo sguardo dal panorama e guardandomi negli occhi.

- Will é il mio migliore amico. Senza di lui non sarei qua. In tutti i sensi. Se non fosse stato per lui non sarei una cantante e non credo nemmeno che sarei vissuta a lungo. Quindi si, lo amo, ma di quel tipo di amore che ti porta a considerare qualcuno come la tua famiglia, una parte di te che non se ne andrà mai. Gli devo tutto. La mia carriera. La mia vita. Soprattutto la sanità mentale! Ma non é il mio ragazzo. Non lo sará mai. É un fratello, mettiamola cosí! - dissi io sorridendogli

- cosa vuol dire che gli devi la vita e la carriera? In che senso che senza di lui non saresti vissuta a lungo? - chiese Tuom sbarrando gli occhi.

- non parlerò di questa cosa con te Tuom. Un giorno forse, ma non adesso. Ricorda:  "Tempo al tempo" disse colui che visse nel tempo.- gli dissi abbassando lo sguardo.

- una volta ero io il tuo migliore amico... Mi avresti detto tutto. - disse lui più a se stesso che a me.

- una volta se tu mi avessi ordinato di buttarmi da un ponte lo avrei fatto. Anzi. L'ho fatto. Questo é cambiato: l'impatto...e ti posso assicurare, Tuom, che sotto non c'era nessuna rete a salvarmi, bensì solo un baratro profondo da cui Will mi ha ripescata in tempo prima che mi distruggessi definitivamente. Ora che sai qualcosa di più rispetto a me e a lui, converrai che non ne voglio parlare.
Voglio godermi la musica adesso e questa parte della mia, anzi, nostra vita, deve rimanerne fuori. Sei sempre il mio amico, Tuom. 
Solo che adesso ho messo il paracadute per affrontare il lancio, niente più voli senz'ali per me. 
Solo tanta serenitá, sicurezza e voglia di godermi il viaggio.- dissi io sforzandomi di sorridere

- mi dispiace Floor, non sai nemmeno quanto. Un giorno ne parleremo, sappilo. Per adesso però, godiamoci il viaggio. - 

Mi prese la mano e rimanemmo lìa contemplare il cielo esplodere nella sua magnificenza di colori, ombre, luce e buio.
L'aurora era come noi: l'incanto di un'apparenza.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7.7 ***


NdA: mille grazie ancora ad   AmalaClaudia   che ha recensito l'ultimo capitolo!! le tue parole sono sempre incoraggianti e mi spronano a fare sempre meglio. Grazie di cuore!
Inutile dire che mi piacerebbe ricevere altri pareri e anche critiche... (fatemi capire cosa c'è che non va!)
Capitolo di transizione, molto corto... ma.... fidatevi quando vi dico che mi farò perdonare nel prossimo capitolo!
detto questo, vilascio alla storia e smetto di rompere le balle.
Hope you enjoy ;-)



 

9/10/2013 ~ Alppimaja Röskö, Finland.  Ore 6:40

Erano almeno due ore che mi rigiravo nel letto. Fianco destro, fianco sinistro, pancia sotto, pancia sopra... NIENTE! Non riuscivo più a riaddormentarmi. Guardai il cellulare e decisi di alzarmi, tanto non avrei concluso nulla rimanendo a letto. Andai in bagno a prepararmi e scesi alla ricerca di una buona dose di caffeina.

La casa era silenziosa, ne dedussi quindi che i vichinghi stavano ancora dormendo.

Preparai il caffé ed iniziai ad impastare dei biscotti al cioccolato, preparando poi il tavolo per la colazione. Intanto che i biscotti cuocevano presi in mano la cartellina delle bozze delle canzoni, leggendone la musica e immaginandone la melodia nella mia testa, cercando possibili vocalizzi. Tuomas non aveva ancora dato dei titoli alle bozze delle canzoni, pertanto immaginai che i testi fossero ancora da arrangiare. Dopo un'oretta mi versai altro caffé mentre mettevo i biscotti a raffreddare fuori dalla finestra.

Il primo a scendere fu ovviamente Tuomas.

 

- buongiorno Fló! Mmmh... Che profumino! - disse ripescando i biscotti e addentandone uno.
- buongiorno Tuom, tieni - dissi porgendogli la sua tazza di caffè.
- potrei benissimo abituarmi a tutto questo! Sono buonissimi! - esclamò lui mentre con una mano si portava la tazza alla bocca e con l'altra acciuffava un altro biscotto.
- non ci pensare nemmeno! Non riuscivo più a dormire e non c'era nessuno sveglio. Non sapevo cosa fare e ho fatto i biscotti, non prenderci l'abitudine! - dissi io
- a quanto vedo hai dato anche un'occhiata alle bozze. Che te ne pare? - disse lui pensieroso.
- per quello che la mia mente ha formulato, sembrano buone idee. Come mai nessun testo Tuom? - chiesi curiosa
- beh, è ovvio! Ci lavoreremo su insieme io e te mentre con gli altri arrangiamo i pezzi - disse lui come se la cosa fosse scontata
- ma di solito li hai sempre scritti tu i testi Tuomas. Cosa c'é di diverso questa volta? -  dissi 
- vorrei un disco diverso. Temi diversi. Forse mi sono stufato dei testi deprimenti. Ho bisogno di una botta di vita e per questo conto su di te! - disse strizzandomi l'occhio
- io una botta di vita? Ma hai presente con chi stai parlando? Io non sono una botta di vita. Né tanto meno allegra. Non vorrai mica iniziare a fare musica pop! - chiesi allibita
- non voglio allegria Floor. Non ti avrei mai chiesto di mettere giù i testi insieme sennò. Voglio la spensieratezza, l'adrenalina, il non sapere cosa c'é sotto e saltare comunque, voglio il dolore, il rimpianto e poi il lieto fine. Floor, insomma: voglio il viaggio. Il suo inizio con la gioia dell'inaspettato, il percorso con tutti i suoi dolori e finalmente un finale felice ritrovando la serenitá. Tu hai queste cose. L'ho visto mentre ti guardavo comporre a Kitee e ieri me l'hai solo confermato. Ho alcune idee di testi in mente, ma vorrei condividerli ed arrangiarli prima con te. Questo cd parlerá del tuo e del nostro viaggio come band. Ti andrebbe di aiutarmi? - chiese porgendomi una mano
- sarebbe fantastico Tuom, gli altri cosa ne pensano però? - chiesi titubante
- sono curiosi. Vogliono sentire cos'hai da dire e questa è l'occasione perfetta - disse noncurante
- speriamo che ne esca qualcosa di buono! - dissi sinceramente preoccupata e detto questo gli strinsi la mano.
- ehi! Non dimenticare che ci sono io a supervisionare e scrivere insieme a te! Se qualcosa non va lo elimino subito. Stiamo parlando del nuovo cd, non di un saggio di musica! - rispose acido
- certo sommo compositore! - dissi lasciando cadere l'argomento mentre preparavo altro caffé.
In quel momento scesero i ragazzi.
- mamma mia Kukka! Che profumino! - disse Marco sedendosi a tavola seguito da Emppu e Jukka.

Versai loro del caffé e mi sedetti con loro a fare colazione.

- allora oggi si comincia! L'inizio giornata non poteva essere migliore! Grazie Fiorellino, sei fantastica! - disse Emppu mentre si infilava quattro biscotti in bocca.
- agitata? - Chiese Jukka sorridendomi
- no, per nulla. sono solo curiosa...- risposi sinceramente


 

Mezz'ora più tardi eravamo nello studio in taverna ed io rimasi a bocca aperta. Drappeggi rossi pendevano dal soffitto e tappeti persiani erano appesi alle pareti per migliorare l'acustica. L'impianto era giá montato, con una batteria isolata ,amplificatori, tastiere e cabina per le registrazioni.Per non parlare del divano stile impero dello stesso colore dei drappeggi posto ad un lato della stanza, volto ad accogliere coloro che avessero assistito alle prove. Mi fiondai sul divano mentre i ragazzi prendevano posto. Marco si sedette di fianco a me per ascoltare Emppu e Tuom che iniziavano ad intonare i primi accordi.

Iniziammo dalla bozza numero uno, con Tuomas che dirigeva il chitarrista e Jukka che abbozzava un tempo provvisorio. Poco dopo Mr Korg prese posto alle tastiere ed io mi lasciai cullare dalle sue dolci note, finendo per sdraiarmi sulle gambe del bassista e chiudendo gli occhi. Nella mia testa iniziava a prendere forma il testo, accompagnato da vocalizzi immaginari. Il lieve tocco di Marco che mi coccolava i capelli mi fece da ninna nanna e mi ritrovai persa nel mio mondo fatto di musica, sensazioni e sentimenti.

La magia stava prendendo vita. Mi alzai dalle gambe di Marco e feci cenno a Tuomas, che immediatamente capí e lasciò il suo posto. Marco attaccò il basso ed iniziò a seguire Jukka e Emppu. 

Presi in mano il microfono e feci della magia musica, mentre Tuom scriveva le parole di ciò che cantavo.

 

Ore dopo ci ritrovammo incastrati nel divano, esausti dopo la prima sessione. Il tempo era volato e l'atmosfera era talmente carica di ispirazione che come pranzo ci eravamo concessi due pacchetti di patatine a testa e basta. Avevamo arrangiato tre pezzi in 12 ore e nessuno riusciva ancora a crederci.

- fatemi riascoltare l'ultima volta la terza bozza - borbottò Tuomas

- scordatelo! Non sento più le mani! - disse Emppu riemergendo dallo stato catatonico

- almeno la voce... Per favore! - disse Il tastierista supplicandomi

- se vuoi, te la canto mentre cuciniamo qualcosa. Sto morendo di fame! - risposi io cercando di andargli incontro.

- aggiudicato! - disse lui riprendendo vita e balzando in piedi.

Io e i ragazzi lo imitammo dopo qualche minuto.

Invidiavo l'inarrestabile energia di quel ragazzo, mentre io mi sentivo a pezzi. Mi facevano male tutti i muscoli e non avrei voluto essere nei panni di Jukka, che ora stava camminando come se avesse due bacchette infilate nel culo. Marco stava dormendo in piedi e penso che Emppu non sarebbe arrivato in cima alle scale se non ci fosse stato il corrimano alla quale potersi aggrappare.

Andammo in cucina e mentre i ragazzi si accasciavano sulle sedie, vidi che Tuomas stava giá tirando fuori cibarie di ogni genere e senza senso.

- uova, riso, broccoli e formaggio? - chiesi alzando un sopracciglio

- beh inventiamo qualcosa, no? - disse lui sorridente

- facciamo che qua ci penso io Tuom, che ne dici? - risposi ricambiando il sorriso

- forse è meglio Kukka...- ammise lui

Una mezz'ora più tardi avevo preparato un semplice risotto allo zafferano e una frittata. Non avevo voglia di scervellarmi ed ero esausta! Sicuramente questa notte sarei riuscita a dormire pensai.

Mengiammo in silenzio divorando ogni cosa.

Jukka tiró fuori i biscotti avanzati e Marco preparó il caffè mentre io e Tuom lavavamo i piatti. Emppu... Beh, Emppu ora stava dormendo su due sedie. Presi una coperta e gliela misi sulle spalle, scompigliandogli i capelli e dandogli un bacio sulla testa. Sembrava proprio un putto!

Riprendemmo posto ed io mi sedetti sulle gambe di Marco, che mi circondò la vita con le braccia e appoggiò la testa sulla mia schiena.

- allora Floor, la canzone? - chiese Tuom mentre annegava la faccia nel caffè

- te la canto dopo, Emppu sta dormendo. Scendiamo in sala prima di andare a letto, così non rompiamo a nessuno - proposi

Lui annuí e tirò fuori la cartellina.

- domani conto di arrangiare altre 3 canzoni, idem dopodomani e dopodopodomani. Poi risentiamo tutto e perfezioniamo le bozze, scegliendo anche i titoli. Che ne dite? - disse Tuomas

- io dico che son stanco e ho voglia di dormire. Ripeti tutto domani mattina dopo il caffé, magari qualcuno riuscirá a capire qualcosa di piú. Buonanotte ragazzi...- Disse Marko facendomi alzare e schioccandomi un bacio sulla guancia - buonanotte Piccola -  mi sussuró all'orecchio.

Jukka sveglió Emppu e i tre musicisti si ritirarono per la notte lasciando me e Tuomas da soli.

 - vuoi sentire la canzone? - dissi reprimendo uno sbadiglio

- facciamo domani, sei stanca, lo vedo. Ehi...una cosa...- disse Tuom titubante

- dimmi - lo incalzai

- adesso ti sembreró idiota o monotono a farti la stessa domanda di oggi, ma non é che tra te e Marco c'é qualcosa? - chiese guardandomi negli occhi

- Tuom, cosa sono queste domande? - chiesi irritata

- ti voglio bene e voglio bene a Marco. Ma ne voglio anche a sua moglie e ai gemelli...- disse lui serio

- Tuom... Marco è un amico. Siamo sempre stati abbastanza appiccicosi anche quando suonavamo insieme io e lui, ti ricordi? Diciamo é come se fosse me al maschile in versione migliore... Ma non è solo per questo, vero? Cos'altro c'é? - gli chiesi prendendogli una mano

- diciamo solo che mi darebbe fastidio...-

Detto questo sciolse la presa dalla mia mano e se ne andò.


 

Diciamo solo che mi darebbe fastidio...

Diciamo solo che mi darebbe fastidio...

Diciamo solo che mi darebbe fastidio...


 

ODDIO ORA IMPAZZISCO DAVVERO!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8.8 ***


8

15/11/2013 - Alppimaja Röskö, Finland    Ore 14:35

Una settimana fa erano iniziate le registrazioni delle parti strumentali e Marco, Tuomas, Jukka e Emppu sembravano giá degli zombie. Entravano nella sala incisioni alle prime luci dell'alba e ne uscivano a notte fonda. Avevo calcolato una media di 4 ore a testa di sonno. Io invece facevo la spola tra casa, supermercato e lago. Mi occupavo dell'idratazione e del nutrimento dei ragazzi, cercando di fargli assumere dosi di cibo e acqua a ritmi regolari. Mi sembravo una mamma. Una volta avevo imboccato pure Jukka che non poteva smettere di suonare. I pomeriggi invece erano per me, o meglio, erano per i testi. Mi rifugiavo sempre sulla panchina in riva al lago cercando di buttare giú le parole. L'ispirazione non mancava e avevo giá scritto 11 testi su 13 assodando la parte cantata. Da quando Tuomas si era "esposto" era diventato freddo e distaccato. La sera gli consegnavo i testi e lui li rivedeva, facendomeli poi trovare corretti al mattino.

Non c'erano più stati discorsi né chiaccherate, solo frasi di circostanza e di necessitá musicale.

Tutta la rabbia che provavo l'avevo riversata nelle canzoni, che ora apparivamo graffianti e cattive. Ma a Tuomas andava bene cosí.

Marco aveva intuito la situazione e veniva da me solo quando Tuomas non era presente, mentre gli altri erano troppo stanchi anche solo per scambiare quattro chiacchiere a fine giornata.

Mi sentivo tremendamente sola.

Per questo motivo mi ora mi trovavo seduta su questa panchina, cercando di riversare i sentimenti e trovare conforto alla mia solitudine scrivendo il dodicesimo pezzo.

Parlava di un uomo triste e solo che si ritrova catapultato in un mondo che non riesce più a comprendere, e lo sará fino alla morte, momento che anelerá fino alla pazzia. 

Tuomas voleva la speranza e io gliel'avevo data. La speranza di una morte serena.

hope of a kind death" ecco trovato il titolo. Chiusi il moleskine e fissai il cellulare.

Decisi di provare a chiamare Will. Il cellulare però risultava staccato e cosí non potei fare a meno di sentirmi sempre più triste e sola al mondo.

Chiusi il taccuino e tornai verso la casa, ma una figura mi si staglió davanti facendomi spaventare.

- AAH! - urlai

- scusa Floor, non volevo spaventarti - disse Tuomas in modo freddo

- missione fallita, allora. Cosa c'è? - chiesi riprendendo a camminare  ma rallentando il passo in modo tale da rimanere al suo fianco

- volevo chiederti se hai un altro testo da darmi, abbiamo staccato prima oggi. A Jukka gli é venuta la tendinite. - chiese lui

- tieni, l'ho scritto ora - dissi freddamente porgendogli il foglio

Il tastierista lesse il brano e rimase qualche minuto in silenzio, rompendolo solo per leggere ad alta voce un pezzo


 

 " loneliness seems to be the best way to  forget pain.  

I think I'm going crazy. 

Madness, you are welcome.

Maybe this time I won't feel anything.

I  deserve my sweet death.

I need my gentle death.

Unless you will find me,

Unless you will save me,

I will always hope in a kind death"


 

Tuomas finí di leggere e mi restituí il foglio.

- non va bene? Devo riscriverla? - chiesi allarmata

- in realtá é perfetta - disse lui prendendomi la mano e tornando verso la panchina, dove

ci sedemmo in silenzio. Non riuscivo a comprendere il motivo per la quale mi aveva fatto tornare li, ma non avevo intenzione di rompere per prima il silenzio. Non dopo tutto quello che era, o meglio, non era successo quel mese.

- Floor, dimmi la veritá. Stai andando in pezzi?- chiese Tuomas. Il tono che aveva usato mi ricordava quello di quando eravamo amici inseparabili, quando io potevo davvero fare affidamento su di lui. Quando io mi fidavo di lui.


 

Sto andando in pezzi?! Cosa te lo fa credere brutto idiota! Non calcoli la mia presenza da più di un mese ed ora vieni pure a chiedermi come mi sento dentro? Sei impazzito per caso? Ti é andato un Sol maggiore di troppo al cervello? Floor svegliati! Vattene via! Stai lontano da questo deficiente! Non ti capisce! Se l'avesse fatto, se ne sarebbe accorto subito che qualcosa non andava o come minimo se ne sarebbe accorto dalla prima canzone che gli hai presentato! Ti ricordi? L'hai scritta apposta per lui! Per fargli capire quanto ti stava ferendo! E lui l'indomani te l'ha fatta trovare corretta sul tavolo della cucina senza nemmeno commentarla. La stessa cosa per tutte le atre 12 canzoni.

Smettila di farti del male Floor, vai via. Risparmiati la pessima figura. Preserva il tuo orgoglio. Conserva la tua dignitá. Non ti abbassare. Corri via più in fretta che puoi! Scappa... O il lupo ti prenderá.


 

Per la prima volta, decisi di ascoltare la vocina della mia testa, quindi mi alzai, gli sorrisi e feci per andarmene, ma mi bloccai. Lui mi aveva ferito abbastanza, ora era il mio turno. Mi voltai e con un sorriso gli risposi.

- non é più affar tuo. Comunque no, non sto andando in pezzi. 

  Io non sono come te, Escapista - 


 

Non mi ero girata a vedere l'espressione di Tuomas. Non era più affar mio. Niente più lo sarebbe stato. Questa pagliacciata era durata abbastanza e cosí decisi di fare le valigie.

Andai in camera ed iniziai a ripiegare tutti i vestiti, mettendoli in valigia. 

Mi stavo concentrando solo su questo : magliette. Pantaloni. Vestiti. Maglietta. Spazzolino...oh! É in bagno, dopo lo prendo. Trucchi, pigiama, profumi e intimo. Raccolsi i libri da terra e li ficcai nel borsone, chiudendo il tutto. 


 

Ho dato dell'escapista a Tuomas. e anche se non é una novitá, dato che si é proclamato lui stesso tale, non posso fare a meno di pentirmi. Sono stata davvero cattiva. Gli avevo detto che io non sono come lui, ma la realtá é che sono una stupida. 

Io sto scappando. Da tutto e tutti. Sto evitando di affrontare il problema, mettendomi sul suo stesso piano. Comportandomi esattamente come lui... come un escapista...


 

Appena questo pensiero prese forma nella mia mente, le ginocchia mi cedettero e mi ritrovai seduta sul letto con la testa fra le mani. 

Lacrime rabbiose mi rigavano il viso. 


 

Io.

Non.

Sono.

Come.

Lui.

Io non scappo dai problemi.

Questo è il mio sogno, ció per cui ho lavorato.

Ció che ho sempre sognato.

Non lo lascerò andare.

Non scapperò.

Io rimango.

Anche se i pezzi del mio cuore sono dispersi ovunque.

Anche se non li ritroverò mai più.

Anche se la sua sola presenza fará sempre vacillare il mio mondo.

Rimarró impassibile.

D'ora in poi sarò spietata, determinata e concentrata solo sul mio lavoro.

Addio lacrime. Addio sentimenti. Addio amore. Addio dolore. Addio cuore. 


 

                                             Addio Sydän.


 

               E fu così, che nacque la tredicesima canzone: Heartless


 

L'avevo dedicata a me stessa e per la prima volta, il testo di parlava di una lei e non di un lui.

Parlava di me. 

Ogni volta che il mio mondo sarebbe stato messo in discussione da Tuomas, avrei avuto qualcosa a cui aggrapparmi per ricordarmi di non mollare. 

Di tenere duro e camminare sempre a testa alta. 

Niente più lacrime, né dolore, né rabbia,né rancore. 

Solo me stessa e la musica.


 

Appiccicai il testo sulla testiera del letto del tastierista e decisi di andare a provare in sala, dato che sarei stata sola.

Chiusi a chiave e impostai i computer, registrando da sola tutta la parte cantata delle 13 tracce. 

Cinque ore dopo ero riemersa dalla sala prove con un cd in una mano e un asciugamano nell'altra. Saltai la cena e mi fiondai nella sauna, concedendomi subito dopo un bagno rilassante. Probabilmente mi ero addormentata, visto che ora l'acqua era diventata ghiacchiata. Decisi di coccolarmi ancora un po', quindi svuotai e riempii di nuovo la vasca con acqua bollente.

Una volta uscita dal bagno, mi rinchiusi in camera mia.

Mi misi le cuffie, riascoltando tutta la notte la mia voce e trovando ogni volta delle migliorie da apportare per l'indomani. 

Questa fu la mia routine per 21 giorni.


 

06/12/2013 ~ Alppimaja Röskö, Finland.        Ore 6:01

Eravamo in ritardo di una settimana con le registrazioni, ma i ragazzi contavano di finire tutto entro i tempi. Avevano deciso di registrare tutto e mixare il grosso subito, mentre per le finezze e i dettagli avremmo avuto tempo una settimana e mezza.

La mia vita e il mio approccio con la band erano mutati considerevolmente. Con Marco il rapporto era tornato come prima,tutti ciccini e coccolosi. Mentre con Tuomas le cose andavano bene. Innanzitutto eravamo tutti e due troppo impegnati ed entusiasti per scannarci a vicenda, quindi anche se avessimo voluto litigare, non ce ne sarebbe stato il tempo. Dopodichè possiamo dire che avevamo iniziato a calcolarci nuovamente a livello umano. 

Io riconoscevo di aver sbagliato e lui riconosceva di aver sbagliato. 

0  a 0 palla al centro. 

Tutto come prima, se non addirittura meglio. 

Il mio cuore era latitante da un pezzo, ma nemmeno questo era un problema, anzi... 

Semmai un vantaggio!

Quando Tuomas era nelle vicinanze le mie barriere si innalzavano automaticamente, non lascando né entrare, né far trasparire emozioni.

Tutto andava per il verso giusto.

Le mie registrazioni terminavano oggi. Durante le ultime settimane i ragazzi avevano reputato opportuno sfruttare la mia carica emotiva pazzesca per registrare immediatamente la parte cantata, facendo slittare le registrazioni della parte strumentale.

Oggi era il mio ultimo giorno di registrazioni ed ero felice come una Pasqua!

Ma quello che non sapevo, era che la giornata non sarebbe stata poi cosí semplice...


 

Alle 7:30 ero giá pronta in saletta. Avevo riscaldato la voce e raggiunto il mio stato mentale REM pre-registrazioni. Tutto perfetto, fino a quando Tuomas entró saltellando allegramente e sventolando un foglio di carta davanti al mio naso.

- cos'é? - chiesi preoccupata da cotanta allegria

- il quattordicesimo pezzo! Ovvio, no? - sorrise innocentemente il tastierista

- HOLOPAINEN, MA TI SEI BRUCIATO IL CERVELLO?! - gli urlai addosso

- JANSEN, ABBASSA QUESTA CAZZO DI VOCE! - mi urló a un centimetro dal naso.

Mi feci piccola piccola. 

Dio che vergogna! Ero talmente presa che non avevo innalzato le barriere anti-Tuomas e il mio cervello si era disconnesso dal filtro.

- ehm, scusa... Sai, la tensione e tutto il resto... - dissi poco convincente

- si certo certo. Ne parliamo dopo. Finisci qua, poi ti voglio in camera mia. Nessun "ma" Floor, dobbiamo parlare. - 

Detto questo, prese e se ne andó via sbattendo la porta.


 

Finii di registrare in due ore e tornai su con lo stomaco aggrovigliato per la tensione. Decisi di farmi un the prima di salire da Tuomas, cercando di combattere la nausea. Quando mi accorsi che non avrebbe funzionato, decisi di farmi una doccia bollente.

Mi misi una tuta e bussai alla porta della camera di Tuomas.

Lui aprì e mi prese per un braccio, chiudendo la porta e sbattendomici addosso. 

Smisi di pensare a tutto il resto. 

Nient'altro esisteva. 

Solo io e lui a pochi centimetri di distanza. 

Trattenni il fiato aspettando una sua reazione.



BOOM!
E adesso?!
la mia vena sadica inizia a farsi sentire... 
dovrete attendere per saperne di più xD


quindici...
grazie mille di nuovo ad
AmalaClaudia, mia più che fedele recensitrice!
e grazie a tutti voi che leggete la storia, quatti quatti e silenziosi... 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9.9 ***


Le sue labbra erano a pochi centimetri dalle mie.

Presi fuoco, letteralmente. Sentivo il suo respiro caldo sul mio viso, i suoi occhi nei miei, le sue mani che mi trattenevano le braccia e che ora stavano risalendo al viso, accarezzandomi le guance.
Mi crogiolai nel suo calore in silenzio e per un istante mi lasciai andare alle emozioni.
Tuomas avvicinò le sue labbra e mi baciò. Un bacio casto, ma lungo. Mi sentii completa.
Il mio cuore riprese a battere e i miei polmoni si riempirono d'aria dopo tanto tempo. Quando si staccò, nessuno disse nulla.

Occhi negli occhi ci studiammo e subito sentii il mio cuore sgretolarsi nuovamente.


 

Non volevo più sentire quel vuoto...

 

Presi coraggio e lo baciai, dischiudendo le labbra in un bacio che di casto non aveva più nulla oramai. Lui chiuse la porta a chiave e mi prese in braccio, depositandomi delicatamente sul letto senza staccare le labbra dalle mie. Le sue mani erano ovunque, mi circondavano, come se non volesse lasciarmi andare e io feci lo stesso. Gli circondai la vita con le gambe e gli misi una mano sotto la maglietta, accarezzando la perfezione della sua schiena. Intuendo che non l'avrei respinto, lui fece lo stesso facendo passare una mano sotto la tuta e accarezzandomi il fianco. Si staccò da me e si tolse la maglietta.
Il suo petto dalla pelle diafana catturó il mio sguardo e per qualche secondo mi andó il sangue al cervello.
Intanto lui aveva slacciato la mia tuta e stava baciando il mio petto, scendendo fino al fianco per poi fermarsi all'orlo dei pantaloni.
Mugolai di piacere e premetti i fianchi contro i suoi incontrando la sua erezione. Questo piccolo particolare mi fece improvvisamente rinsavire.

- Tuomas... Fermati...- dissi flebilmente mentre lui assaltava il mio collo, mordendolo e succhiandolo.
- Tuom... Aspetta.. - riprovai incontrando finalmente la sua attenzione
- lasciati amare Sydän... Ti prego... - disse lui  appoggiando la fronte alla mia e chiudendo gli occhi
- Tuomas non mi chiamare cosí... Ti supplico...- dissi cercando di combattere le lacrime.

Prima che potesse dire qualcos'altro, Emmpu bussó avvertendoci che era pronto il pranzo.

Tuomas si alzó e io mi ricomposi imbarazzata.
- tra te e me non finisce qui, dobbiamo ancora parlare - constatò lui prima di uscire dalla porta lasciandomi sola con i miei pensieri.

Cosa diavolo avevo fatto?!!?

Finito di mangiare aiutai Marco con i piatti e poi finimmo tutti in salotto a giocare a obbligo o veritá, optando per un pomeriggio all'insegna del fancazzismo. Quei vichinghi erano peggio di un branco di ragazzine!
- forza a chi tocca?- chiese Jukka
- tocca a Marco - disse Emppu
- allora Marco, obbligo o veritá? - chiese Jukka
- veritá - rispose il bassista

- uhm... Allora...É vero che tu e Floor siete andati a letto insieme quando suonavate nei Red Dungeon? - chiese Emmpu

Il silenzio regnava sovrano e sentivo lo sguardo di Tuomas che mi trafiggeva. Non potevo sopportare a lungo il silenzio di Marco

- ehi! Rispondigli ! - lo incoraggiai
- allora... No. Non abbiamo fatto sesso - rispose Marco titubante
- ma...? - lo incalzó Jukka

Marco si girò verso di me con un sorriso malefico

- dici che il bacio che ci siamo dati da ubriachi conta qualcosa? - chiese lui sghignazzando
- no Marco. Quel bacio vale meno di zero. Era pessimo e sapeva di kaluha - risposi offesa mentre un coro di risate mi faceva da sottofondo.
- ok ok! Ma un giorno o l'altro ti farò ricredere Kukka! I miei baci sono fenomenali - disse Marco pizzicandomi il fianco
- non credo proprio brutto vichingo! - dissi guardandolo in cagnesco
- ora tocca al grande capo! Obbligo o veritá? - chiese Marco
- veritá - rispose con poco interesse il tastierista

Toccava a Marco fare domanda e mi sentivo un po' preoccupata. Gli avevo raccontato di me e di Tuomas e dell'ultimo mese, ma speravo che non uscisse nulla da quella sua barbosa bocca.

- negli ultimi due anni ti sei mai innamorato di una persona che conosciamo? - chiese il bassista con un sorrisetto furbo sulle labbra. 

Quel vichingo era un bastardo! L'avrei ammazzato! Subito dopo però la curiositá della risposta di Tuomas crebbe dentro di me. 

- si - fu la semplice e poco entusiasta risposta del compositore.

Che fosse per questo che se n'era andato dopo il bacio di quella notte? C'era un'altra? Avrei dovuto immaginare che un ragazzo come lui avesse qualcuno, anche se non me ne aveva mai parlato.
Mi sentii triste per me stessa. Per tutto quel tempo avevo pensato che il problema fossi io, quando in realtá il vero problema era che il suo cuore apparteneva giá ad un'altra ragazza. 
Idiota che non sono altro! come ho potuto dimenticarmi di Johanna ?

Jukka spezzò il silenzio, chiedendomi cosa scegliessi.
- obbligo - decisi subito. Non volevo rischiare di mettere a nudo i miei sentimenti. Emppu prese la parola
- ti obbligo a dare una chance al vichingo con la barba e baciarlo! - esclamò alzandosi in piedi e brandendo una birra in segno di vittoria.
Quei ragazzi mi volevano davvero male! Che bastardi! 
Mi alzai e andai da Marco con movimenti sensuali, mi abbassai e avvicinai le labbra alle sue, mentre lui chiudeva gli occhi.
- Te lo sogni... - gli sussurrai a due centimetri dalle sue labbra e scoppiando a ridere. 
Gli altri innalzarono un coro di - ma così non vale! Devi farlo! - .
Ero ancora spanciata a terra dal ridere quando mi trovai il vichingo biondo sopra di me e in un attimo mi baciò. 

 

Un bacio per nulla casto oltretutto.

 


 

Lo respinsi con la forza e gli urlai in faccia

- Marcoooo! Sei uno stronzo!- esclami colpendolo sul braccio
- in realtá dovresti ringraziarmi Kukka, ti ho risparmiato la penitenza! - disse lui tra le risate
- la penitenza? Che penitenza? - chiesi scettica
- quattro giri della casa nuda ovviamente - esclamò Tuomas spanciandosi dalle risate insieme agli altri.
- non avreste osato! - dissi indicando ciascuno dei membri
- ed é proprio qui che ti sbagli. L'abbiamo fatto tutti! É quello lo scopo del gioco...dovevi vedere Tuomas come correva! Quel giorno c'erano meno 30 gradi - disse Emppu scoppiando di nuovo a ridere non potei fare a meno di unirmi al coro di risate immaginandomi la scena.
- non starai ridendo di me vero Floor? - chiese Tuomas fingendo serietá
- eccome sommo tastierista! - gli risposi strizzandogli l'occhio.

Di rimando lui si scaglió su di me facendomi il solletico per vendicarsi.

- basta! Ti prego! Basta!non respiro! - urlai tra le risa e la sofferenza
- chiedi scusa! - disse lui continuando la tortura
- SCUSA! SCUSA! TUOMAAAAS! - dissi ma lui non smise
- dammi un bacio - disse lui porgendomi la guancia mentre gli schioccavo un bacio.
- finalmente hanno fatto pace! Lo sapevo che questo gioco avrebbe funzionato! - esclamò Marco vittorioso


 

Dopo circa un'ora, i ragazzi erano completamente ubriachi ed erano finiti in uno stato comatoso, cercando di recuperare le ore di sonno perdute. Tuomas si era alzato e mi aveva fatto cenno di seguirlo su di sopra.

Entrai in camera sua e lui chiuse la porta. 
Questa volta non a chiave però. Tirai un sospiro di sollievo... 
O delusione... Diciamo un mix.

- volevo chiederti sc.. - provai a dire ma lui mi interruppe subito
- non provare a scusarti per quello che é successo prima. Era inevitabile. E l'ho voluto tanto quanto te, se non di più - disse lui avvicinandosi e prendendomi tra le braccia. Questo aumentò ancora di più la mia confusione.
- perchè mi hai trattata così per tutto questo mese Tuomas? - chiesi prendendo coraggio

- perchè era l'unico modo per tenerti lontana da me. 

Ma mi dispiace, Sydän... Mi dispiace davvero tanto. Ho letto i testi delle canzoni e ogni giorno mi riproponevo di discuterne con te, cercando di capirti. Ma non ho mai avuto il coraggio e ogni giorno rimandavo...pensando di avere tempo... Fino a quando non ho trovato Heartless appiccicata sul mio letto. Le canzoni erano finite e io non ti avevo ancora parlato. Ti ricordi quando ti parlai del progetto e ti dissi che volevo il viaggio, la speranza e anche il lieto fine? - mi domandò.

Annuii.

- in tutti i testi che hai buttato giù, il viaggio e la speranza erano presenti. Ma alla fine siamo rimasti a corto di lieto fine. 

Ecco perchè ho scritto altre due canzoni e vorrei inserirle all'interno del cd. Per la prima volta i testi di Tuomas Holopainen parlano di felicitá, ti rendi conto? - disse lui ridendo 

Gli sorrisi e gli accarezzai il viso.

- a tavola mi era sembrato di capire che le canzoni sarebbero state 16... Manca un testo quindi? - chiesi
- ti ricordi la canzone che componemmo insieme a Kitee? Vorrei inserirla... Ma con un ultima strofa. Ecco, tieni - mi disse prendendo un foglio dal moleskine e porgendomelo.


 

In the middle of nowhere

there's a lost and lonely child

He thought that life would be better,

If he could just throw it all away.

Time flows away,

like the wind cames before a storm.

Life is powerful,

But he still feels week.


 

Take it and left it all behind

Go on and search your way

Time will pass, but feelings remain.

Feelings of a lost and lonely stormy day.


 

The little child grow up

His life is still a mess.

Lonely and afraid walks 

through the streets of shame.

Until he see a beautiful girl pray.

She take his hand and say

"Boy, this day will be a tale,

Don't be afraid when the whole world will turns gray"


 

Take it and left it all behind

Go on and search your way

Time will pass, but feelings remain.

Feelings of a lost and lonely stormy day.


 

We ride through the world hand by hand.   

Life is beautiful when I see her smile.          

Life is safer now that he holds me tight.      

                                                                   

But the dreams of tales can't come true.      

And in the dark night all came loose.         


 

Watching her smile my feelings grows strong

Waiting for her goodnight kiss my life became sensed

Loving her makes my life full.

She turns me in a better man.

Ocean Soul is gone hand by hand with the Dead Boy.

And here we are, escapistes playing with Love.


 

- ovviamente la parte finale sará narrata... Da me, se per te va bene. Sai, sono parole personali. Mi dispiacerebbe che le dicesse qualcun'altro....- disse Tuomas imbarazzato

- tu hai scritto questo pensando a me? - chiesi cercando il suo sguardo tra le lacrime.

- si - rispose guardandomi dritto negli occhi

- allora non vorrei mai che qualcun'altro pronunciasse queste parole. - dissi io avvicinandomi e abbracciandolo.

Scoppiai in lacrime. Tutte le emozioni nascoste degli ultimi tempi si riversarono fuori all'istante, arretrati inclusi. Mi lasciai consolare da Tuomas, che mi stringeva come se ne andasse della sua vita.

- non piangere Sydän, ci sono io - mi sussurrava all'orecchio.

Mi prese il viso e mi baciò teneramente, tenendomi stretta a lui.

Smisi di piangere e mi lasciai trasportare dal bacio, approfondendolo.

- se continuiamo così, finiremo come prima. Non voglio affrettare le cose, Floor... Prima ho sbagliato. Voglio godermi il viaggio, cosa ne dici? - chiese lui staccandosi da me

- hai ragione Tuom. Godiamoci il viaggio - risposi sorridente.


 

Passammo un'oretta a parlare e poi decidemmo di andare a sistemare le tre canzoni. A quanto pare i ragazzi sapevano tutto e avevano giá preparato le parti strumentali delle due canzoni, mentre la terza... Our song, così l'avevamo chiamata, era solo con il piano e la voce. 

Finimmo di arrangiare i pezzi insieme, finendo per recuperare due giorni sulla tabella di marcia. Quando lavoravamo io e Tuom eravamo due macchine da guerra. Fino a quando tutto non era perfetto, persistevamo. L'indomani contavamo di registrare tutto e io sapevo benissimo di potercela fare. Queste canzoni risultavano molto più facili da interpretare e riproporre. Forse grazie al mio cuore, che finalmente era tornato a battere intero e ad un ritmo regolare.


BOOM?!
EHM...BHO!?
PAGHEREI PER VEDERE LE VOSTRE FACCE! 
VOLEVO DARE UN MOMENTO DI TREGUA AI NOSTRI DUE PROTAGONISTI, MA...
MI SA CHE E' TROPPO PRESTO PER CANTAR VITTORIA, MIEI CARI LETTORI!  XD
NE VEDREMO DELLE BELLE! ORA LA STORIA INIZIA AD ENTRARE NEL VIVO E NON VEDO L'ORA!

QUINDICI...

GRAZIE MILLE
Karou96 e ad AmalaClaudia

che hanno recensito lo scorso capitolo! <3
un grazie anche a tutti i lettori che leggono questa storia entrando in punta di piedi per non fari beccare...IO VI VEDO! ahahah


 




 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10.10 ***


25/12/2013 ~ Alppimaja Röskö, Finland.  Ore 00:00:01

Scendemmo lentamente in studio e ci avvicinammo al tastierista cercando di non far rumore. Tirai un sospiro di sollievo quando notai che Tuom aveva le cuffie. Feci cenno a Marco di passarmi l'accendino e subito dopo spegnemmo le luci.

- Paljon onnea vaan
Paljon onnea vaan,
paljon onnea, Sommo Poeta
paljon onnea vaan!!!! - 


 

Intonammo a Tuomas la canzoncina di buon compleanno e lui si girò stupito.

- ma cosa? Oh grazie ragazzi! - disse sorridente
- forza! Esprimi un desiderio e spegni le candeline - lo incitai.

Lui mi guardò, chiuse gli occhi e soffió sulla torta.
La nottata passó tra festeggiamenti, risate, torta e fiumi di alcool.
L'indomani avremmo dovuto consegnare le tracce a Ewo, che avrebbe pensato alla stampa del disco.
Ci rimaneva solo da decidere la copertina e il titolo dell'album.
Rimanemmo svegli fino alle 5 di mattina proponendo possibili copertine e titoli.
Il tempo era agli sgoccioli, tra due ore avremmo dovuto consegnare tutto e la confusione regnava sovrana. 
Quando ormai mancava solo mezzora all'arrivo del manager, Tuomas ebbe un'ispirazione.

- uniamo tutte le nostre idee generalizzandole. Abbiamo le origini, il viaggio, l'evoluzione ed infine il lieto fine... Il tutto mi ricorda Darwin e il suo "Endless forms most beautiful" e se lo intitolassimo cosí?.-
A tutti sembrò un'ottima idea, ma io ebbi un'altra ispirazione.
- e se mettessimo anche un sottotitolo anzichè solo un titolo?- chies
- dipende, non l'abbiamo mai fatto. Cosa proponi? - chiese Marco
- "this is what happen when a nightmare turns into a dream..." E una copertina nera, con un'arca tipo quella di Noé disegnata. L'altra sera non riuscivo a dormire e ho disegnato questi... secondo me si addice...- dissi porgendogli delle bozze a matita che raffiguravano un'arca con miliardi di piccoli particolari. Elefanti, squali, fossili, ingranaggi, colonne greche e foglie di eucalipto. Continuai con il discorso - Propongo di caricare subito su internet il singolo "Élan" all'insaputa di tutti. Siamo stati enigmatici con i fan fino ad ora circa l'uscita dell'album. Propongo di continuare cosí. La curiositá della gente frutterá fior di soldi e magari questa volta potremmo permetterci di portarci in tour anche un'orchestra. Limitata ovviamente, ma un'orchestra.proposi mentre gli altri mi ascoltavano.

- io dico che questa ragazza é un fottuto genio del marketing! - disse Ewo facendo la sua comparsa nella stanza con un sorriso a duemila denti stampato in viso.

Abbracci e baci susseguirono e l'idea venne accolta da tutti molto calorosamente.
Tuomas si avvicinó e mi abbracció forte. Era il primo contatto che avevamo da un mese. Non che le cose andassero male, solo che eravamo troppo presi dall'album per occuparci della nostra situazione sentimentale. Per ora eravamo amici che si davano la buonanotte con un bacio. I ragazzi ovviamente ne erano all'oscuro e a noi andava bene cosí. Dopo che le cose si erano sistemate con Tuomas, avevo riflettuto a lungo ed ero giunta alla conclusione che fino a quando questo ragazzo non si sarebbe voluto impegnare seriamente con me, io non avrei forzato le cose. Avrei rischiato di mandare all'aria una delle migliori band al mondo. La situazione era triste, devo ammetterlo, ma era meglio trattenersi piuttosto che far scoppiare un putiferio dopo un mese di convivenza. Magari io e Tuom eravamo incompatibili sotto il punto di vista amoroso, ma almeno eravamo tornati amici.

- grazie di tutto. E grazie per aver tirato fuori l'idea dell'orchestra, sapendo che é uno dei miei sogni. Speriamo di farcela Floor! - disse schioccandomi un bacio sulla guancia prima di tornare a festeggiare con gli altri. Erano le 7 di mattina e qua scorrevano giá fiumi di alcool.

Decisi di non andare a dormire, tanto non avrei recuperato le ore di sonno e iniziai a cucinare in vista della festa di compleanno di Tuomas.
Alle 12:30 eravamo tutti riuniti a tavola a festeggiare il compleanno del tastierista insieme a tutta la famiglia. Rividi Kirsti dopo tanto tempo e ne fui felice. Quella donna era la mamma che non avevo mai avuto. 

- andiamo a prendere altro vino, Floor? - mi chiese sorridente.
La seguii e ci trovammo nel retro della casa, dove Tuomas aveva costruito una cantinetta apposta per il suo prezioso Cabernet Souvignon.
- Kirsti posso farti una domanda? - chiesi
- certo tesoro, lo sai - rispose lei
- perché quando ci siamo salutate a Kitee tempo fa, mi ringraziasti? - chiesi fermandomi a guardala
- ti ho ringraziato perché finalmente ero riuscita a capire che mio figlio non é apatico. Non che abbia parlato molto quel giorno, ma da come ti guardava e ti ascoltava mentre parlavi, ho notato l'amore nei suoi occhi. Era più vivo, più sorridente e soprattutto più sereno. 
Mi sono resa conto che mio figlio é umano e come essere umano, stava trovando la felicitá.
Devo ammettere che però fui sorpresa quando venni a sapere cos'era successo tra di voi, ma vedo che le cose sono tornate come prima, vero tesoro? - chiese lei accarezzandomi un braccio

- si. Le cose sono migliorate, ma Kirsti... La situazione é delicata. Facciamo musica insieme e se le cose dovessero andare male tra di noi, la band ne risentirebbe. Per questo motivo ho deciso di non forzare le cose. Lo lascio andare Kirsti... Non posso rischiare di fargli perdere la sua ragione di vita... - dissi tristemente
- questo é un ragionamento da donna matura. Il tipo di donna che io vorrei che mio figlio avesse al suo fianco. Altre al tuo posto non si sarebbero fatte tanti scrupoli, pensando solo a loro stesse. Ma tu ami mio figlio. Lo vedo nei tuoi occhi. Lo ami a tal punto da essere disposta a rinunciare a lui per la sua realizzazione musicale. Ti ringrazio per questo, ma per una volta voglio andare contro corrente. Stagli vicino Floor, tutto finisce, anche la fama. Quello che ci resta alla fine é solo fumo e specchi, tanto per citare mio figlio. Guardando indietro non voglio che nessuno di voi rimpianga niente, quindi per una volta, ti chiedo di rischiare. - disse lei prendendomi le mani e stringendole.
- non posso chiedergli tanto Kirsti. E se dovesse andare male? Cosa succederebbe? - chiesi tra le lacrime
- tu lo ami? - mi chiese lei
- morirei per lui - risposi convinta
- allora buttati. Sii felice e goditi il viaggio. - disse abbracciandomi.

Ora avevo capito da chi aveva preso Tuomas. 

 

Era ormai pomeriggio e la festa era giunta al termine. Io e Marco stavamo riordinando da soli, mentre gli altri erano usciti a fare la spesa. Ci eravamo divisi i compiti ed ora stavamo lavando i piatti, con io che lavavo e il bassista che asciugava.

- tutto bene Kukka? - chiese Marco mettendo via un piatto nella credenza di legno

- si tesoro, tutto bene. Tu invece? - chiesi gentilmente
- diciamo che é un periodo delicato - rispose lui malinconicamente
- cos'é successo? - chiesi preoccupata
- mia moglie ha chiesto il divorzio. Il bello é che lo sono venuto a sapere con una lettera dal suo avvocato. I gemelli staranno con lei e io non so proprio come farò. Mi sento un fallito, Floor. Un marito e un padre fallito. - disse lui passandosi una mano tra i capelli
- non dire sciocchezze Marco! Sei un padre fantastico e da quello che mi ricordo, sei anche un marito attento e premuroso. Cos'é successo per indurla a divorziare? - chiesi prendendogli la mano.
- nella lettera si é giustificata dicendo che sono assente, ma quando le ho telefonato mi ha confessato che c'é un altro. Un impiegato di banca che torna a casa tutte le sere per cena e ha i weekend liberi e vacanze in Agosto. Mi ha rinfacciato la mia vita Floor, ti rendi conto? Tutto quello per cui ho lavorato in questi anni non ha portato altro che al mio fallimento a livello familiare! Io non sono solo un musicista. Non lo sono mai stato. La musica per me é metá della mia vita. L'altra metá era lei e i nostri figli. Sai bene quante ragazze avrei potuto avere, ma non l'ho mai fatto. Non l'ho mai fatto perché io l'amo, DANNAZIONE! - esclamò tirando un pugno al piano. Vidi le lacrime comparire sul suo volto e non ci pensai due volte. Lo abbracciai stretto mentre lui si aggrappava a me singhiozzando.
- sistemeremo le cose tesoro. Non ti preoccupare. Tutto andrá bene. Troveremo una soluzione. Ci sono io con te. - gli sussurrai mentre lui si sfogava su di me.

In quel momento i ragazzi rientrarono con la spesa e ci trovarono in cucina. Videro la scena, ma subito capirono che qualcosa non andava. Marco continuava a piangere mentre io cercavo di tranquillizzarlo. Tutti rimasero paralizzati, quasi impauriti. Mai avrebbero pensato che un uomo dal temperamento calmo come il suo potesse trovarsi in questo stato. 
Accorsero tutti e riuscirono a farsi raccontare tutto da Marco.

- perché non ce ne hai parlato prima? - chiese Tuomas avvicinandosi e stringendo una spalla al bassista
- c'era troppo da fare con il disco, non volevo rovinare anche l'altra metá della mia vita, voi! - esclamò asciugandosi le lacrime e ritrovando la compostezza.
- sei un idiota. Potevamo benissimo rimandare l'uscita del disco! Non avevamo vincoli né scadenze definitive, ma solo idee. - disse Tuomas in tono duro
- non volevo deludere nessuno. Il clima era carico e io ho tirato avanti fino ad adesso grazie alla vostra carica emotiva. Ora non so più cosa fare. - disse Marco rassegnato.
Presi coraggio e presi io la parola
- tu non saprai cosa fare. Ma io si. Ragazzi, preparate la macchina: si va a Tampere! - esclamai seria andando a prendere la borsa.


Cinque minuti dopo eravamo per strada e i ragazzi mi chiesero le mie intenzioni.

- io conosco bene Katja e sono pronta a mettere la mano sul fuoco che non esiste un cazzo di banchiere! E poi anche tu, Marco. Come diavolo fai a credere che quella Goth di tua moglie si metta con un impiegato di banca? Tu ci hai creduto per due settimane. Io ci ho creduto solo per i primi quindici secondi. Sei un idiota. Capricciosa e gelosa com'è sempre stata voleva solo richiamare la tua attenzione!- gli gridai mentre guidavo - idiota...- borbottai mentre cambiavo marcia. Gli altri rimasero zitti. Probabilmente mi credevano pazza.

Arrivammo a Tampere impiegandoci metá del tempo indicato sul navigatore. Durante il viaggio avevamo fatto preparare un discorso di scuse con i controcoglioni da parte del bassista e ora il nostro piano stava per mettersi in atto. 

Voleva il marito geloso? Le avremmo dato il marito-vichingo-geloso!


Marco scese per primo e bussó alla porta. 

Katja gli aprí con la faccia sorpresa e Marco inizió la sua performance.
- dimmi dov'é quell'impiegato del cazzo! Gli spacco la faccia! Brutto idiota dove sei? Questa é mia moglie e ti conviene non averla sfiorata nemmeno con un dito altrimenti ti soffoco con la tua cravatta da due euro! Esci fuori codardo! - esclamò Marco irrompendo in casa.

Dall'abitazione ora provenivano urla e rumori di stoviglie rotte. Tutto secondo i piani. Per fortuna che sapevamo che i bimbi erano a scuola, altrimenti avremmo dovuto rimandare il piano. Eravamo ormai fuori da due ore e i ragazzi erano scesi dall'auto per fumarsi una sigaretta appoggiati alla carrozzeria. Ma quanto ci mettevano?

Due minuti dopo Marco e Katja uscirono mano per mano con un sorriso da copertina stampato in faccia.
- ditemi dov'é quella puttanella olandese che ha salvato il culo al mio Marko! - esclamò Katja scherzando. Feci la mia comparsa alzando le mani in finto segno di resa.
- ehi! Non è colpa mia se tuo marito non capisce un tubo di donne! - risposi andando ad abbraciarla.

Le mie intuizioni erano fondate. 
Meno male che mentre io e Marco suonavamo inisieme io e Katja avevamo passato del tempo inisieme per conoscerci meglio!  
Ringraziai profondamente me stessa e il mio sesto senso.
Terminammo la serata in compagnia della famiglia del bassista, gemelli compresi.
Katja aveva spiegato a Marco che si sentiva sola e aveva l'impressione che lui si stesse staccando da lei, quindi aveva deciso di mettere in scena un finto divorzio.
La lettera ovviamente era falsa e dopo averla letta non riuscii a capacitarmi di come Marco non se ne fosse accorto. Era scritta a computer senza nè un timbro né un'intestazione veritiera, cercando su google l'indirizzo dell'avvocato, trovavi un alimentari che vendeva specialitá ucraine.
Lasciammo il bassista con la sua famiglia con la promessa di rivederci a capodanno e io e i ragazzi tornammo alla baita.


Entrai in camera esausta, realizzando che non dormivo da quarantott'ore. Non facevo un after da quando ero ad Amsterdam con Will. Will... Di questi tempi mi stava inondando di e-mail ma io non avevo ancora avuto modo di rispondergli. Aprii la posta e gli mandai un breve messaggio in cui gli raccontai le ultime vicende e annunciandogli che il disco era in fase di stampa. La risposta arrivò immediatamente.


 

Chi non muore si rivede!

Ciao Piccola!

Evvai! Ero sicuro che ce l'avresti fatta! 

Visto che ora il tuo lavoro sta finendo, cosa ne dici se vengo a trovarti per un paio di giorni? Che te ne pare del 1* Gennaio? Non darmi buca perché ho appena cliccato "compra biglietto" sul sito della Finnair! 

P.s. Spero che le cose con Holocacca vadano meglio... (Buuuuuu)


 

Un bacione enorme! Ti amo (in senso alcolico!)

Tuo, Will


 

Gli risposi velocemente e chiusi il Mac. Lo sguardo mi cadde sul pacchettino appoggiato sulla scrivania. Il regalo di Tuom! Mi ero dimenticata di darglielo.
Decisi di andare da lui e consegnarglielo.
Bussai e lui mi aprì subito. Era senza maglietta... Iniziai ad iperventilare.
- io... Mi sono dimenticata di darti il tuo regalo...- dissi porgendogli il pacchetto.
Mi fece entrare e chiuse la porta.
- grazie Sydän, non dovevi... Lo sai.. - disse lui sorridendo.
- aprilo, dai! - lo incitai

Scartò delicatamente il pacchetto e mise da parte la carta. Aprì il cofanetto e prese il foglio di carta che vi era riposto dentro. Gli occhi gli si illuminarono.
Dovevo ammettere che con questo regalo mi ero davvero superata e sorrisi tra me e me.

- tu... Mi... Hai... Regalato... UN'ORCHESTRA?!?- chiese lui con le lacrime agli occhi
- tecnicamente, io ti ho raccimolato 6 orchestrali e 2 coristi disposti ad accompagnarci in tour per i prossimi due anni... - gli dissi sorridendo
- ma tu...due anni?! Quanti soldi hai speso?! - disse lui nel panico
- questo non ti riguarda, ma non ti preoccupare. Sono tutti dei miei vecchi colleghi ed alcune conoscenze che non vedevano l'ora di lasciare il teatro per avventurarsi nei live. 
Comunque non é ancora finita... Guarda sotto la scatola.. - dissi sorridendogli

Il secondo regalo era una scemenza, ma l'avevo fatto anche per me. Lui mi aveva regalato il ciondolo e io volevo che avesse qualcosa da portare con sé che gli facesse pensare a me.
Era un braccialetto d'argento a fascia con un incisione.

"This is what happen when a nightmare turns into a dream. 

                Carpe Diem.      Floor"

Lui guardò il bracciale e lesse la scritta. Subito dopo si avventò su di me e mi baciò.
- io non so cosa dire... So solo che questi sono i più bei regali di compleanno che abbia mai ricevuto. Non parlo solo dei regali che mi hai fatto, ma parlo del regalo più importante. Te. Dio! Come può essere successo? Da quando ci sei tu mi sento sempre meno solo. Grazie Sydän. - disse lui baciandomi teneramente. 
Quella notte dormii con lui, tornando nella mia stanza solo alle prime luci dell'alba evitando cosí di incorrere nei ragazzi.
Attraversai in punta di piedi il corridoio cercando non far scricchiolare le assi del pavimento, aprii lentamente la porta della mia camera e la richiusi senza fare rumore.
Sospirai e mi girai, trattenendo a stento un urlo.

Emppu era seduto sul mio letto e mi fissava.

- bene bene. La pecorella smarrita é tornato all'ovile. - disse lui con espressione seria
- cosa ci fai qui, Emppu? - chiesi rimanendo immobile
- volevo parlarti - disse facendomi cenno di sedermi di fianco a lui.
Presi un bel respiro e mi avviai al patibolo.
- non sono nessuno per dirti cosa fare o cosa non fare. Questo voglio metterlo in chiaro. Però voglio anche mettere in chiaro un'altra cosa. Ci siamo giá passati con Tarja e tutti noi abbiamo imparato che l'amore non é mai abbastanza. Lei e Tuomas hanno continuato per anni a farsi del male e tutti noi ci siamo finiti in mezzo inevitabilmente. Ti voglio bene Floor, lo sai benissimo. Solo cerca di andarci piano e soprattutto devi renderti conto che Tuomas potrebbe stancarsi. Tu cosa faresti in quel caso? Sposeresti un sudamericano pieno di soldi per ripicca, o rimarresti a farti del male? Spero solo che tu abbia pensato ai rischi che la vostra relazione correrá. Solo tu e lui sapete cosa c'é tra di voi e soprattutto se é forte abbastanza da sopravvivere ad una vita come la nostra. Ti chiedo solo di ricordarti di noi se la vostra storia andrá male. Personalmente non riuscirei a sopportare un altro cambio di cantante e so per certo che anche gli altri la pensano così. Sei una di famiglia, Kukka e la famiglia resta unita. Capito il concetto? - chiese lui sorridendomi

- voi siete la mia famiglia e questo non cambierá mai, qualsiasi cosa succeda, io resterò. Però voglio dirti una cosa Emppu. Sono stanca di nascondere la testa sotto la sabbia e voglio andare all-it. Punto tutto. O la va o la spacca. Se andrá male, sarò la vostra cantante in qualsiasi caso. Questa cosa però, deve rimanere tra di noi. Nulla é ufficiale ed é tutto ancora confuso. Stiamo cercando di capire se possiamo funzionare insieme prima di buttarci in una relazione seria. Per ora siamo amici che si frequentano. Nulla più. Ti chiedo quindi di mantenere la cosa per te - gli dissi con espressione seria

- sai benissimo che lo farò. Sappi solo che non siamo ciechi. Tuomas non é mai sereno. Allegro si, ma sereno mai. Questo non é passato inosservato. Come non é passata inosservata la canzone che avete scritto insieme. L'abbiamo intuito tutti. Vi stiamo solo lasciando i vostri tempi. Detto questo me ne torno a letto! Buonanotte Kukka... O meglio, buongiorno! - disse alzandosi e avviandosi verso la porta. Poi si bloccò.

- ah, Floor... Sappi che tutti noi tifiamo per voi -

Detto questo, mi sorrise e sparì dietro la porta.

 

01/01/2014 ~ Kitee, Finland.                Ore 00:45

Dopo che i ragazzi mi avevano battezzato nella neve, Tuomas mi aveva portato in camera per cambiarmi.
Il giorno prima eravamo tornati a Kitee, lasciandoci alle spalle i mesi di convivenza ad Alppimaja Röskö. Il tastierista si era offerto di ospitarmi a casa sua, nella stanza degli ospiti ovviamente, ed io avevo accettato. L'alternativa era andare da Emppu e la sua fidanzata o con le famiglie degli altri membri. La decisione era scontata... 
Tuomas bussò chiedendo se fossi vestita ed entrò nascondendo qualcosa dietro la schiena.

- volevo farti vedere una cosa...- disse lui sorridente.
Si avvicinó e mi porse il cd. Il nostro cd!
- quindi é finita. Ce l'abbiamo fatta - dissi felice ma allo stesso triste
- veramente é appena iniziata, Sydän - rispose lui abbracciandomi e prendendomi il viso tra le mani. Inizió a baciarmi la fronte, passando poi agli occhi, alle guance ed infine si fermò a due millimetri dalle mie labbra. L'unica nota stonata in quel quadretto perfetto era la puzza di alcool che sentivo addosso a Tuomas.

Ebbi un brutto presentimento e come per non smentire il mio sesto senso, Tuomas sganciò la bomba. 


- Ti Amo, Floor Jansen - disse un attimo prima di baciarmi.

La mia mente si svuotò completamente e mi sentii leggera come l'aria. 

Tutto durò pochi istanti.

Poi mi sentii sprofondare.

Il mio palazzo di cristallo si frantumó in miliardi di pezzi.

Era tutto troppo veloce.

Era tutto troppo perfetto.

Non doveva andare così.

Dovevamo andarci piano.

Dovevamo aspettare.

Dovevamo rallentare.

Dovevamo...

Dovevamo...

Dovevamo...

E fu così che presa dal panico, mi staccai dalle sue labbra e corsi via. 

 

N.D.A.
OH MY FUCK*** GOSH... NON VI HO ABBANDONATI! VI GIURO! QUESTO CAPITOLO E' PRONTO DALL'ANTEGUERRA, IL PROBLEMA E' CHE TRA ESAMI UNIVERSITARI, LAVORO, PALESTRA, LE DUE BAND CHE PORTO AVANTI E LA VITA CONIUGALE... NON HO PIU' AVUTO NEMMENO IL TEMPO DI ACCENDERE IL COMPUTER PER FARE COPIA-INCOLLA! VI CHIEDO UMILMENTE PERDONO!
NON VI PROMETTO CHE TORNERO' AD AGGIORNARE IN FRETTA COME PRIMA PERCHE' STO AVENDO UN PERIODO FOLLEMENTE PIENO, MA VI POSSO GARANTIRE CHE NON SPARISCO!
DETTO CIO', VOLEVO RINGRAZIARE LE MIE RECENSITRICI/IL MIO RECENSORE:

 

MILLE MILA GRAZIElionelscot PER TUTTE LE PAROLE MERAVIGLIOSE E PER LA DEDICA NELLA SUA NUOVA STORIA:

Un Sinfonico Incubo ---------------------> CORRETE SUBITO A DARCI UN'OCCHIATA, MERITA DAVVERO!


E MILLEMILAMILIONI DI GRAZIE ALLE MIE ORMAI PIU' CHE FEDELI RECENSITRICI:
Karou96
&

AmalaClaudia

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11.11 ***


 

01/01/2014 ~ Helsinki, Finland.      Ore 3:59 a.m.


 

Avevo rubato l'auto di Marko.

Avevo rubato l'auto di Marko ed ero scappata da Kitee.

Avevo rubato l'auto di Marko ed ero scappata da Kitee dopo che Tuom aveva detto di amarmi.

Lui mi amava?

No!       SI!         NO!       SI!

 

Queste era il discorso che mi stavo facendo mentalmente mentre spingevo il piede sull'accelleratore. Dopo la dichiarazione di Tuomas avevo deciso di aver bisogno d'aria. Decisi di andare in cittá con la scusa di Will. Arrivai all'aereoporto di Helsinki senza nemmeno essermene resa conto. Mancavano 4 ore all'arrivo del mio amico ed io ero qui, a notte fonda immersa in una cittá addormentata.

Presi il cellulare dalla tasca e lo accesi.

4 messaggi whatsapp. 

39 chiamate senza risposta: 30 da +358 566 76457 ~ Scrooge

                                                   5 da +358 897 23123 ~ Hieti

                                                   4 da +358 454 98624 ~ Puccio

 

Da: Escapist

Dove sei finita?!?! E soprattutto DOVE CAZZO HAI IL TELEFONO?!?

 

Da: M@rkø

Kukka, stai bene? Tuomas é fuori di se, dice che te ne sei andata. 

P.s. Se la mia Audi A6 torna con un solo graffio inizia a comprarti un funerale!

 

Da: Pooh

Jansen. L'hai promesso. La famiglia resta unita. 

Porta il culo a casa.

 

Da: Pooh

Per casa intendo Kitee. 

 

In quel momento il cellulare riprese a suonare e risposi immediatamente 

pron... - provai a dire

- dove cazzo sei? -  urló 

- Tuomas sono ad Helsinki. Sono all'aereoporto - gli dissi asciugandomi le lacrime dagli occhi.

....

....

....

-  te ne stai andando? - chiese Tuomas placidamente e con tono distaccato.

no. Non me ne sto andando. Ne parleremo. Non adesso peró e soprattutto non per telefono. Ho bisogno d'aria e sono venuta qua per prendere Will. Arriva oggi. Torno per cena, credo. - gli dissi passandomi le mani tra i capelli, confusa

ok. Fai attenzione. - disse Tuomas chiudendo subito dopo la chiamata.


Mancava molto tempo prima che Will arrivasse, cosí parcheggiai in aereoporto e spensi il motore. Impostai la sveglia al cellulare e lo riposi sul sedile del passeggero, decidendo di concedermi tre ore di sonno.

Rapidamente caddi tra le braccia di Morfeo, cullata dalle dolci note del nuovo cd.
Ripresi conoscenza qualche ora dopo, subito prima che la sveglia suonasse.
I ricordi riaffiorarono e con essi il senso di colpa. 
Io amo Tuomas. Lui ama me. Per quale diavolo di motivo non ero rimasta? Per quale assurdo motivo ero scappata? 


Davvero non te ne rendi conto? Persino il tuo subconscio si è fatto una mezza idea di come era ridotto Tuomas...

e come era ridotto scusa?
...Puzzava tremendamente di alcool...


Sospirai rassegnata e smontai dall'auto, dirigendomi all'interno dell'aeroporto.
Passai in bagno a sciacquarmi il viso e sistemarmi i capelli.
Lo specchio mostrava una Floor Jansen distrutta. Più pallida del solito, più magra, occhi spenti e contornati da occhiaie profonde. Questa non ero io. 
Distolsi lo sguardo e andai a recuperare il mio amico.

Appena raggiunsi gli arrivi nazionali Will uscii dalla porta a vetri.
Gli corsi incontro e mi fiondai letteralmente su di lui.
- Will! - dissi mentre gli saltavo addosso
- Piccola! Ahia.. Mi fai male...- disse lui prendendomi al volo con l'unica mano libera.
- mi sei mancato Will.. - dissi scoppiando in lacrime
- oh mio dio, la situazione é più grave di quel che pensassi. Andiamo a fare colazione, così mi spieghi tutto. - disse lui mettendomi a terra.

Uscimmo dall'aeroporto e ci addentrammo nel centro di Helsinki alla ricerca di un bar.
Pochi minuti dopo, seduti in una delle caffetterie più in della capitale, vuotai il sacco con Will, raccontandogli tutto.
- quindi lui ha detto di amarti. - disse lui pensieroso ed io annuii
- e tu lo ami. - disse lui passandosi una mano tra i capelli.
- si. - risposi
- CHE DILEMMA DEL CAZZO JANSEN! Spiegami cosa diavolo ci facciamo ancora qui! Sei un idiota. Prendi la borsa, ce ne andiamo. - disse lui trascinandomi fuori dal locale bruscamente.

Qualche ora più tardi eravamo a Kitee.
Non feci in tempo a chiudere la portiera che Marko uscí subito dalla casa per controllare la macchina. Dopo cinque minuti di ispezione ad interni ed esterni, notando che nessuno aveva rovinato o sporcato nulla, posó il suo sguardo su di me.

- ti é andata bene Jansen. Non farlo mai più! - disse lui puntandomi l'indice sul naso
- s s scusa Marko...- dissi abbassando lo sguardo e balbettando
- fa niente. Vieni qua Kukka , ci hai fatto prendere un colpo - disse e in un attimo mi trovai stretta tra le sue braccia.
Entrammo in casa e vidi Emmpu seduto sul divano. Annuí nella mia direzione e io ricambiai.
Presentai Will ai ragazzi e preparai il pranzo. Di Tuomas neanche l'ombra.
- se stai cercando Scrooge sappi che é al lago. Vai da lui, finsco io qui - disse Emppu avvicinandosi e togliendomi il mestolo dalle mani. Sorrisi e andai da Will, dicendogli che dovevo parlare con Tuomas. 
- se vuoi, vai in camera mia e sistema le valige, é la terza porta sulla sx, quella in fondo é il bagno - dissi baciandogli una guancia prima di togliermi il grembiule e avviarmi verso il lago.

L'aria era gelida e io avevo dimenticato di prendere i guanti, così ficcai le mani in tasca e raggiunsi le rive del lago semi ghiacciato.
Lo vidi seduto sulla solita panchina, con le mani giunte per sostenere il capo. Il su sguardo era lontano, distante... Palesemente triste.
Mi avvicinai e mi inginocchiai davanti a lui, prendendogli le mani. Lui mi guardò sorpreso, sicuramente mi aspettava per cena. Non disse nulla e io mi decisi che questa volta la parola spettava a me.
- hai detto di amarmi... - disse flebilmente cercando il suo sguardo
- si - disse lui evitando i miei occhi
- ed io sono scappata... - dissi io abbassando lo sguardo
Lui prese il mio mento e mi costrinse a guardarlo.
- giá - disse lui puntando il suo sguardo su di me

- forse ora sai come ci si sente quando qualcuno che ami scappa da te... - dissi io pungente
- anche questo é vero - disse lui lasciando il mio mento e alzandosi.
Vidi con la coda dell'occhio che se ne stava andando, ma non ebbi il coraggio di alzarmi e corrergli incontro. Scoppiai a piangere accasciandomi sulla panchina.

Perché ogni volta dovevo rovinare tutto? 

Perché ogni volta che cercavo di avvicinarlo finivo er allontanarlo ancora di più? 

Perché ogni volta che facevamo un passo avanti io ne facevo due indietro? 

Cercai di calmarmi invano, presa in contropiede da me stessa. 

Perché ogni volta che gli parlavo finivo sempre per aggredirlo e farlo scappare?

Perché mi amava? 

Perché lo amavo? 
 

Perché lui è la tua vita, Floor e senza di lui non saresti te stessa.

Ma è altrettanto vero che questo é il momento più sbagliato per iniziare una storia. 
 

Lascialo andare...


Tuomas! - lo chiamai alzandomi di scatto e raggiungendolo

Lui si voltò e del suo sguardo capii immediatamente che sapeva giá cosa stavo per dirgli.

- le parole che mi hai detto... - iniziai, ma venni subito interrotta
- Floor.... É stato l'alcool, l'emozione per il disco e tutto...per quanto riguarda il resto, beh... Ovviamente provo dell'attrazione fisica nei tuoi confronti, come é sempre stato. Non volevo feriti. Scusami - disse lui guardandomi dritto negli occhi. 
Capii che era sincero. Tuomas non era capace a mentire.

All'udire quelle parole mi sentii morire.


Dentro andai in pezzi.
 

Questa volta non mi aveva spezzato il cuore. Me lo aveva strappato dal petto.


Una voragine si fece largo dentro di me e mi sentii risucchiare l'anima.


Ero dilaniata.

 

Ero svuotata.

 

Fuori, però, rimasi impassibile e dopo un paio di secondi annuii.


- meglio cosí - riuscii a dire in tono convincente

- non abbiamo bisogno di complicazioni in questo momento, e l'ultima cosa della quale abbiamo bisogno sono i melodrammi. Lasciamoci questa storia alle spalle e pensiamo a rilassarci in vista del tour. Che ne dici? - dissi sforzandomi di sorridere
- affare fatto - disse lui sorridendo e stringendomi la mano. 
Iniziammo ad incamminarci verso casa lentamente ed in silenzio. 


In quel momento avrei voluto mettermi a correre e scappare il più lontano possibile da lui.

Correre cosí veloce da sentire i polmoni bruciare per il freddo e lo sforzo.

Avrei voluto provare del dolore fisico che mi distraesse dal dolore che avevo dentro di me.

Se fosse stato fisico,il dolore sarebbe stato reale.

Con i sentimenti non ci si può rapportare concretamente.

Con il dolore fisico, si.

Non basta disinfettare la ferita e mettere un cerotto. 

Non basta ricollegare due estremitá come quando ti rompi un osso. 

Non basta prendere un antidolorifico per non sentire più dolore.

Non basta farsi coraggio,stringere i denti pensando che il dolore passerá, che é solo momentaneo.

Avevo bisogno di spazio. Di aria. Di tempo. 

Dovevo stare lontano da lui, e così, su due piedi, presi la mia decisione.

 

- mi ero dimenticata di dirti che io e Will domani andiamo via. Andiamo ad Helsinki. Il disco é uscito e le prime 10 interviste devi farle tu. Il tour inizia a fine Maggio e il primo impegno che ho con voi é ad Aprile. Pensavo di concedermi una vacanza, é un problema? - dissi di getto

- nessun problema. Anche gli altri staranno con le loro famiglie. Avvisami solo se esci dal paese, per favore. - disse lui serio
- certo - risposi meccanicamente.

Entrammo in casa e subito andai a cercare Will per dirgli della fuga strategica.

Bussai alla porta ed entrai senza aspettare una risposta.  

La vista che mi si presentò davanti mi spiazzó.

Will era nudo. (E aveva anche un gran bel culo, oltretutto!)

Tirai un urletto e mi girai di scatto

- Flora!!!! Ti ho detto di aspettare!- disse lui mentre lo sentivo aprire la valigia per infilarsi qualcosa.
- scusa Will... Ero soprappensiero - dissi diventando rossa come un peperone
- girati, sono vestito. Dimmi, com'é andata con Holacacca?- chiese lui ammiccante

Sospirai per farmi coraggio e gli raccontai tutto.


- domani mattina torniamo a Helsinki. Ho bisogno di stare lontana da lui e dal gruppo. Dovrò sopportare due anni di tour con loro e ho davvero bisogno di prendere aria e rimettermi in sesto. Ho bisogno di te Will...aiutami, ti prego...- dissi esasperata.

Lui subito mi abbracciò ed io affondai il viso nel suo petto, lasciandomi confortare.
Will era stato colui che mi aveva aiutato a non impazzire per Tuomas anni fa.
Era l'unico che poteva aiutarmi.
Questa volta però, ero diversa.
Non versai una lacrima, trattenendo tutto il dolore dentro di me.
Questa volta, nonostante l'aiuto di Will, dovevo uscirne da sola... A testa alta ma soprattutto con le mie gambe. 

- cancello subito il volo di ritorno. - disse il mio amico, come se mi stesse leggendo la mente.
- no. Una settimana basterá. Per il resto devo cavarmela da sola. Ho solo bisogno di una spinta per riuscire ad ingranare...capisci? - chiesi staccandomi dall'abbraccio e prendendogli le mani.
- ok. Se cambi idea, non esitare a dirmelo però. Io ci sono. Sempre. - disse lui baciandomi la fronte e abbracciandomi di nuovo.
Annuii e rimanemmo li in silenzio.

Qualche tempo dopo, Emppu, Jukka e Marko bussarono alla porta chiedendomi di parlare. 
Lasciai Will e seguii i ragazzi nella stanza di Tuomas. Marko chiuse la porta a chiave.
Non mi sentii in trappola però. Al contrario, mi sentii libera e circondata da amici.
- ditemi- dissi spezzando il silenzio per prima.
Emppu si schiarí la voce ed iniziò a parlare.

- innanzitutto, grazie per averci ascoltati e essere tornata. Jukka passava di li e ha sentito il vostro discorso di ieri sera. Quanto al resto... Abbiamo visto Tuomas e abbiamo capito tutto. É un idiota, lo sappiamo, ma i sentimenti non vanno a comando. Ci dispiace, ma se davvero non doveva funzionare, é meglio che sia successo ora piuttosto che in tour. Per questo motivo, capiamo benissimo che la situazione é difficile e ti consigliamo di prenderti una vacanza. Riordinare i pensieri. Rimetterti in sesto... - 

- dimenticarlo... - concluse Jukka

- domani parto per Helsinki. Starò via fino a Aprile-Maggio. Proverò con sotto le basi strumentali e tutto andrá bene. Sarò pronta e spero tutta intera. Vi voglio bene, lo sapete, ma ora come ora ho bisogno di star sola. Devo solo riprendermi un attimo, quindi ragazzi, non vi preoccupate. Andrá tutto bene.- dissi convinta

Kukka, ci dispiace. Pensavamo tutti che Tuomas ti am...- disse Marko ma subito lo interruppi. Non potevo sentire quella parola. 

Tutto ma non quella parola. 

Non quella parola in quella frase rapportata al suo nome. MAI PIÙ.

- non lo é - risposi secca.

Non volevo essere dura con i ragazzi. Ma in quel momento dovevo mettere dei paletti.

- non lo é e va bene così. Ora, per favore, non parliamone più. Ho bisogno solo di spazio, ricaricarmi e prepararmi mentalmente per il tour. Se avete bisogno qualcosa, il cellulare sará sempre acceso. Vi chiedo giá da subito il favore di non farmi piazzate. Marko non fare quela faccia, vi conosco come le mie tasche e siete un libro aperto. Non presentatevi ad Helsinki su due piedi.  Ho davvero bisogno di tempo. Solo tempo. Intesi? - chiesi sforzandomi di sorridere

- mi sembra giusto - disse Jukka

Gi altri due annuirono e io annuii di rimando. 

Uscimmo dalla stanza serenamente.

Loro avevano capito che non li avrei abbandonati e che avevo bisogno di tempo.

Io avevo capito che quei ragazzi volevano bene a me, ma soprattutto a Tuomas.

In qualsiasi caso, loro sarebbero rimasti dalla sua parte. 

Ero io quella che rischiava di perdere tutto, e proprio non me la sentivo.
 

Tornai in camera mia e preparai le valige, cercando di non dimenticare nulla in quella casa.

Non avevo la minima intenzione di tornarci. MAI PIÙ.


 

NGOLO AUTRICE: (o forse in questo caso, meglio dire: rifugio antiatomico dell'autrice)


...

...

PER FAVORE NON MI LINCIATE!!
PROMETTO CHE D'ORA IN POI FARO' LA BRAVA...



BEH... PIU' O MENO ;-)



MILLEMILA GRAZIE A:


RocKMantik

&

lionelscot


per aver recensito lo scorso capitolo!


 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12.12 ***


02/02/2014 ~ Helsinki, Finland. Ore 14:45
 
Io e Will eravamo arrivati nella capitale la mattina presto ed ora stavamo sistemando le nostre cose in casa.
Dopo l'imaginaerum world tour, avevo deciso di comprare un piccolo appartamento in uno dei quartieri residenziali di Helsinki, piú precisamente a Munkkiniemi.
Non avevo pianificato di usufruirne, era stato più che altro un investimento, ma ora come ora ero felicissima di essermi lasciata prendere la mano nell'acquisto della casa. Il quartiere era magnifico, elegante, raffinato e soprattutto silenzioso. Mi sarei sicuramente trovata benissimo.
 
- se mi avessi detto prima che avevi una casa nel quartiere di Ville Valo, mi sarei rifiutato di venire a Kitee! Perché non me l'hai detto? Ville Valo, hai presente?! Quell'uomo é un figo pazzesco! - disse Will
- sei ancora bisessuale? Non hai ancora scelto da che parte stare? - chiesi io alzando un sopracciglio sarcastica
- non é così facile scegliere! Non posso fare a meno né della zucchina né della... -
- ehm ehm... Contieniti Will - dissi fingendo una faccia schifata
- su Flora! Non fare la santarellina! Karen mi ha raccontato della tedesca, quindi non fare quella faccia innocente - disse Will puntandomi addosso lo spazzolino da denti
- Karen é una stronza! Comunque, per la cronaca, ero sbronza e me la sono trovata appiccicata alle labbra prima che potessi realizzare! E sappi, che bacia meglio di te! - dissi io prendendolo in giro.
Purtroppo quella frase sancì la mia morte. Will mi saltò addosso e ci trovammo per terra a lottare come due bambini.
- io bacio benissimo! - disse lui tirandomi un pizzicotto sulla coscia
- no! Non ci metti la lingua! Baci come mia nonna! - risposi io trattenendogli le mani invano
- io la metto la lingua! Solo che non ti ho mai baciata in quella maniera! - disse lui prendendomi i polsi e portandomeli sopra la testa bloccandomi definitivamente.
Rimasi in silenzione, incapace di muovere un solo muscolo, attendendo il mio destino. Avevo già capito dove stava andando a parare Will. Feci appena in tempo a vedere il suo sorriso diabolico poco prima che la sua bocca si posasse sulla mia, approfondendo il bacio.
 Immediatamente mi resi conto di quanto mi sbagliavo prima. Will non baciava come mia nonna.
Will baciava da Dio.
Chiusi la bocca cercando di fargli capire di staccarsi, cosa che lui fece senza nascondere un sorriso soddisfatto.
- Che ne dici Piccola? – chiese sicuro di sè
- Dico che baci proprio come un gay.- dissi scoppiando a ridere e dando inizio ad una vera e propria guerra di cuscini.
 
 
Will aveva insistito per uscire, facendo leva sul fatto che per mesi ero stata rinchiusa in quattro mura a lavorare, produrre e purtroppo, anche a soffrire.
Ovviamente anche lui aveva le sue buone ragioni per voler uscire, anche se se non me ne aveva parlato apertamente.
Fu cosí che non rimasi sorpresa quando il tassista ci scaricò davanti al Tavastia, il locale più rock di tutta Helsinki, nonché punto di ritrovo per personaggi famosi come Ville Valo.
Quello che non avevamo messo in conto era che, volente o nolente, anch'io ora ero una sottospecie di celebritá.
 
Ci mettemmo in fila e quando raggiungemmo l'entrata, il buttafuori ci fermò facendo passare altri dietro di noi.
- ma questa coglione che cazzo fa? Noi dobbiamo entrare, mica stare qua a guardare quella tua bruttissima faccia da culo che ti ritrovi! - disse Will incazzato nero.
Per fortuna aveva parlato in olandese, sennó a questo punto si sarebbe ritrovato carne da macello. Il bodyguard però, aveva intuito dal tono astioso del mio amico che aveva avuto qualcosa da ridire e quindi lo prese per il bavero della giacca, portandoselo vicino alla bocca.
- ripeti quello che hai appena detto nella mia cazzo di lingua o ti riduco polvere, stronzetto-
Disse l'omone strattonando William. Decisi di uscire allo scoperto e presi un braccio al buttafuori, inventandomi una palla.
- ehi ehi! Calma! Il mio ragazzo ce l'aveva con me. Mi ha detto che forse é una fortuna che non ci hai fatto entrare, dato che secondo lui il mio vestito é troppo corto! - dissi cercando di risultare convincente
Il bodyguard mi studiò per due minuti, lasciando cadere lo sguardo sulle mie cosce scoperte.
Ringraziai mentalmente Will che mi aveva costretta ad indossare quella mise.
- ma tu... Tu... Sei FLOOR JANSEN! LA CANTANTE DEI NIGHTWISH!! Ti prego mi fai un autografo? Siete la mia band preferita e seguo i ReVamp sin dai vostri esordi! - disse lui abbracciandomi e porgendomi poi un pennarello.
Si fece autografare la divisa e scoprii che il mio nuovo amico si chiamava Timo, era il responsabile della sicurezza del Tavastia e che aveva seguito i ReVamp a tutti i concerti. Restammo una mezz'oretta a parlare con Timo e ce lo ingraziammo per bene.
Una cosa era certa: le prossime volte che ci saremmo presentati al Tavastia non avremmo dovuto fare la fila.
 
Entrammo nel locale e ordinammo da bere, dando inizio ad una delle nostre serate alcoliche. Sul palco stava suonando un gruppo metal abbastanza bravo e ci ritrovammo in mezzo al pogo in un baleno. Dopo un po' mi sentii assetata e dissi a Will che andavo a prendere da bere. Ordinai un altro vodka-redbull per caricarmi e cercai il mio amico. Di Will nemmeno l'ombra.
Vagai per il locale in lungo ed in largo, quando ad un certo punto mi sentii afferrare il braccio.
 
 
Mi girai giá pronta a sganciare un pugno al molestatore, quando mi accorsi che era Will. Il mio pugno si era fermato ad un centimetro da suo naso.
Lui sbatté un attimo le palpebre e si girò, giá dimentico di tutto.
Probabilmente il suo corpo era giá pieno di alcool.
- ragazzi eccola! Floor, ti presento Ville, Alexi, Tony e Henkka. Ragazzi,lei è Floor. - disse il mio amico posandomi una mano sulla spalla.
I ragazzi mi squadrarono da capo a piedi e io feci lo stesso con loro. A parte Ville, che conoscevo, gli altri volti mi risultarono familiari, ma non conosciuti.
Strinsi la mano a tutti sorridendo e presentandomi.
- quindi abbiamo la nuova cantante dei Nightwish ad Helsinki. Fantastico! - disse Ville abbracciandomi.
Purtroppo per noi, quella frase detta a voce troppo alta, scatenò il putiferio.
Due ragazze si voltarono e si misero ad urlare, cercando di raggiungerci.
- ma quella è Floor! E ci sono anche VILLE E ALEXI!!! Oddio, ci sono anche Tony e Henkka! Ragazzi ci fate un autografo?-
In meno di due secondi ci trovammo circondati da decine di fans, e fu così che scoprii che i volti conosciuti erano niente popò di meno che:
 
il cantante/chitarrista dei Children of Bodom (Alexi)
Il bassista dei Children of Bodom (Henkka)
Il cantante/tastierista dei Sonata Arctica (Tony)
E ovviamente Ville Valo, sulla quale sapevo vita, morte, miracoli e colore delle mutande, il tutto grazie a Will ed alla sua ossessione nei confronti del cantante degli H.I.M.
 
Per non sembrare una stronza, feci mille autografi, ma più ne facevo, più la gente si riversava verso di noi ed iniziai a sentirmi claustrofobica, indietreggiando pian piano.
Come se mi avesse letto nel pensiero, o più probabilmente captando i miei movimenti, Alexi mi prese per un braccio e mi trascinò via con gli altri.
- la situazione sta risultando ingestibile. Erano anni che al Tavastia non succedeva una cosa del genere. È la politica del locale, tutti possono entrare ma non infastidire le celebritá.- mi spiegò il ragazzo
- io non sono ancora una celebritá- dissi
- oh, ragazza mia, non hai idea di quanto tu lo sia da queste parti! - disse Ville mentre ci faceva entrare in un corridoio, chiudendo poi a chiave.
- questa é una delle uscite di emergenza per noi. Ce ne sono 4, una ad ogni lato della sala. Timo avrebbe dovuto avvisarti e darti una chiave, tutti noi ne abbiamo una.- spiegò il cantante degli H.I.M. imboccando il corridoio.
- dove porta questo corridoio?- chiesi curiosa mentre prendevo la mano a Will
- tutti e 4 i corridoi portano al privé, al piano superiore. Venite...- disse Tony facendo strada
 
Dopo aver percorso un corridoio infinito, trovammo delle scale e proseguimmo, ritrovandoci finalmente nel privè.
Più che una stanza privata, sembrava un altro locale.
C'era un palco munito di strumenti musicali, tavoli, divani, poltrone, un biliardo, un calcio balilla e la cosa più importante... un bar!
- Will, mi spieghi come hai fatto a conoscerli? - chiesi sussurandogli all'orecchio incuriosita
- ehm... Non me lo ricordo Piccola... Scusate ragazzi, com'è che vi ho conosciuto? - chiese Will ancora troppo sbronzo
- ti sei messo a ballare la samba sul nostro tavolo e soprattutto su una nostra canzone! - disse Alexi scoppiando a ridere al ricordo seguito dalle risate di tutti gli altri.
- e poi ha provato a ballare con Ville...- disse Tony
Rimasi allibita e fulminai con lo sguardo Will. I ragazzi se ne accorsero e smisero subito di ridere.
Ville spezzó il silenzio.
- Will é il tuo ragazzo? - chiese timidamente.
Avevo come l'impressione che Ville fosse triste al pensiero che io e Will stessimo insieme, quindi decisi di non rispondere subito e farlo stare sulle spine.
Guardai le facce dei ragazzi fingendo confusione e per ultimo mi soffermai su Will, che aveva capito la mia recita e stava facendo la sua parte con la sua faccia da cane bastonato.
Appena io e Will incrociammo gli occhi, scoppiammo a ridere.
- io e lui insieme? Naaaah! Will è il mio migliore amico. - dissi mettendogli una mano su una spalla.
Le facce dei musicisti si rilassarono e proposero di iniziare a bere qualcosa.
I ragazzi mi chiesero della band e dell'ultimo album e gli raccontai i mesi passati ad Alppimaja Rösko.
- che idea fantastica quella dell'uscita a sorpresa dell'album! - disse Tony sorridendomi
Annuii imbarazzata e spostai lo sguardo.
Quegli occhi.
Quei dannati occhi.
Facevano paura.
Erano meravigliosi.
Mi erano sembrati marroni dapprima, ma poi avevo catturato del verde screziato che mi aveva lasciata senza parole, intimidita.
Quegli occhi erano pericolosi.
Decisi di non guardarlo, soffermandomi sugli altri e conversando con Alexi.
 
I ragazzi ad un certo punto proposero di giocare a biliardino. Ero un fenomeno a quel gioco! Will mi guardó per un istante e gli intimai di non dire nulla.
Formarono le coppie, combinandomi insieme a Tony.
Essendo una ragazza avevano dedotto che il calcio balilla non fosse il mio forte, quindi mi avevano affiancato al più bravo.
Iniziammo io, Tony, Will e Ville.
- preferisci stare in porta o in attacco? - mi chiese gentilmente Tony
- é uguale. Il risultato non cambia, stanne certo - dissi io sorridendogli timidamente
- prova a stare in attacco, io mi occupo della porta e della difesa. Se non va, ci scambiamo. -
Detto questo iniziammo a giocare. Giocai malissimo. Ovviamente facendo apposta.
Al quarto goal consecutivo di Ville, decisi che il tempo degli scherzi era finito e segnai tutti i restanti 16 punti senza lasciar sfiorare la palla a Tony.
Will non sapeva se ridere o piangere. Tony invece non guardava nemmeno più la partita e si limitava a tenere una mano sul portiere mentre coll'altra reggeva una bottiglia di birra.
Finita la partita il cantante dei Sonata mi abbracciò e mi offrì la sua birra, che trangugiai.
- potevi dircelo che eri brava a giocare! - disse Ville deluso dalla sua performance
- naaaa... Le vostre facce sono impagabili! - dissi strizzandogli l'occhio
 
I ragazzi andarono a prendere da bere, cosí Tony mi rivolse la parola
- e quindi sei un'attaccante! - disse convinto
- in realtá di solito gioco in porta. Ma come ti ho detto, il risultato non cambia. Comunque dalla prossima partita, facciamo cambio, almeno non ti annoi! - dissi evitando il suo sguardo.
I ragazzi tornarono e fu il turno di Henkka e Alexi. Ovviamente vincemmo, ma questa volta per merito di Tony, che per ripicca non mi fece toccare mai la palla.
- ok. Voi due non giocate più. Will! Ville! Giochiamo noi! - urló Henkka ai due ragazzi che nel contempo di erano appartati su uno dei divani, precisamente quello più lontano.
Non mi sfuggí la carezza che Ville diede a Will prima di alzarsi, come non mi sfuggí la faccia da ebete rincoglionito che aveva Will.
Presi una birra e mi sedetti su un divano, guardando la partita.
Il mio cellulare squillò.
Numero privato.
Decisi di rispondere.
 
- pronto? -
- ciao, sono Tuomas - disse freddo
- ciao Tuomas , dimmi - risposi altrettanto freddamente
- volevo avvisarti che all'intervista di settimana prossima vogliono anche te. Non dovrebbe essere un problema, visto che é ad Helsinki. Giusto? - disse velocemente
 - ok. Ci saró- dissi facendo per chiudere la chiamata, ma poi sentii la sua voce
- Floor...- disse sospirando
- dimmi - lo incitai
- fatti trovare ai Metal Hammer studios alle 16:00 - disse duro
- ok - dissi prima di chiudere la chiamata.
 
Proprio in quel momento Tony si sedette accanto a me.
- guai nel paradiso di Holopainen? - chiese curioso
- paradiso? Che paradiso? - chiesi scattando sull'attenti
- beh, si. Stando a quello che si dice in giro per lo meno - disse lui criptico
- e cos'è che si direbbe in giro, di grazia? - chiesi drizzando le orecchie
- dipende. C'è la storia che Holopainen ti ha preso perchè state insieme, c'é la versione in cui tu lo ricatti di pubblicare delle foto hot se non ti prendesse come cantante e poi c'é la mia preferita... Quella in cui si dice che tu e Holopainen siate innamorati.
Tzé! come se quel ragazzo potesse provare sentimenti! - disse sprezzante
Rimasi allibita. Non pensavo che la gente fosse cosí cattiva, ma soprattutto non mi spiegavo che avessero potuto capire che tra me e Tuomas stava succedendo qualcosa
- tra noi non c'è niente. Solo musica. Siamo amici da una vita. Due amici che hanno deciso di fare musica insieme. - dissi cercando di convincerlo
- certo, io lo so. Non ti preoccupare - mi disse sorridendo e strizzandomi l'occhio
- e come fai a saperlo scusa? - chiesi ridendo
- io e Tuomas siamo amici. Abbiamo collaborato anche insieme per la creazione del CD ispirato alla vita ed alla storia di Scrooge, ti ricordi? - disse portandosi la birra alla bocca
Giusto! Pensai tra me e me. Cosa mi stava prendendo?
- vero... Mi ero dimenticata- dissi a Tony
- no, non é vero. Non te lo ricordi perchè in quel periodo eravate ai ferri corti! Ancora mi ricordo le registrazioni. Sai che era di un pesante pazzesco quel ragazzo? - disse lui
- era? Vuoi dire che è, di un pesante pazzesco! - dissi io facendolo scoppiare a ridere
- e tu, come ti trovi con loro? - mi chiese
- benissimo. Sono una famiglia ormai! - risposi sforzandomi di sorridere
- ah si? E come mai allora sei venuta ad Helsinki da sola? - chiese lui alzando un sopracciglio
Rimasi zitta, non volendo rispondere a quella domanda. La ferita era ancora troppo fresca e non sapevo nemmeno come giustificarmi. Ad un certo punto sentii che Tony spostava il braccio e mi circondava una spalla, avvicinandosi a me. Non osai guardarlo.
- ti svelo un piccolo segreto Floor... Io certe volte non sopporto proprio i miei ragazzi! Quindi me ne torno ad Helsinki, oppure me ne vado in vacanza. Arriva un certo punto in cui o li strozzi, o li mandi a fanculo, o sciogli la band, oppure... Prendi tutto, te ne vai, ti rilassi e poi torni ricaricato e pronto a sorbirti altri tre anni insieme a quella banda di ubriaconi! -
Disse lui sussurandomi all'orecchio.
- tutto si risolve, basta volerlo. Stacchi, ti rilassi e poi riprendi in mano la tua vita da dove l'hai lasciata. Il nostro mondo è così, basta solo riuscire a non farsi schiacciare - concluse il cantante sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Il tocco delle sue dita fredde sulla guancia mi provocó delle scariche elettriche per tutto il corpo e istintivamente spostai lo sguardo nei suoi occhi.
 
Pessima mossa Floor! Pessima mossa!
 
Potevo sentire il verde dei suoi occhi scavarmi l'anima, mentre una sensazione di calore, vuoto e debolezza si smuoveva nel mio stomaco. Quel ragazzo sembrava capire tutto ciò che mi passava per la testa e avevo la sensazione che conoscesse già tutta la storia mia e di Tuom.
Mi scostai, ma Tony non accennò a spostare il braccio che mi cingeva una spalla.
In qualsiasi caso, non feci resistenza e rimasi ferma.
Quel piccolo contatto mi dava sicurezza, mi dava conforto, un calore ed una sensazione di pace interiore che non sperimentavo da ormai troppo tempo.
Fu così che iniziammo a parlare delle nostre rispettive vite, iniziando a conoscerci meglio.
Lui mi raccontò della sua vita prima dei Sonata, dei tour, dei dischi e dei periodi di scarsa ispirazione.
Io gli raccontai il mio incontro con Tuomas, la nostra amicizia, la mia amicizia con Will, del tour di Imaginaerum e del nuovo disco. Non gli accennai delle serate alcoliche e della rottura tra me e Tuom, ma il ragazzo era curioso, e alla prima occasione non mancò di pormi la fatidica domanda.
- so che tu e Tuomas avete passato un periodo distanti. Cos'è successo? - chiese il tastierista capendo benissimo che si stava addentrando in un terreno minato.
Per la prima volta optai per la veritá.
- ci siamo baciati una sera e lui è scappato subito dopo. Diciamo che quello é stato il punto di rottura della nostra amicizia. Dopo mesi ci siamo riappacificati, ma le cose non sono state più le stesse. Io ero cambiata e lui era cambiato. Il distacco è stato inevitabile - gli raccontai tranquillamente
 
Per la prima volta nella mia vita mi ritrovavo a parlare di quell'episodio e del rapporto tra me e Tuom senza sentire dolore,facendo un punto della situazione conciso, senza troppi giri di parole. Le frasi erano uscite fuori dalla mia bocca con facilitá, come se tutta quella storia non avesse più peso.
Mi sentivo distaccata, non provavo nulla, come se il mio mondo fosse circondato di ovatta.
Non potevo dare la colpa all'alcool, dato che ormai stavo bevendo solo una coca cola.
Realizzai che era la compagnia di Tony a rendere tutto più facile, più semplice...più sopportabile.
 
- sai, conosco Tuomas da molti anni ormai e avrei scommesso che nutrisse qualcosa di più dell'amicizia nei tuoi confronti. Inoltre devo ammettere che ti avevo giá vista in foto e ad alcuni tuoi concerti. Un giorno gli chiesi di poterti conoscere e lui diede di matto. Pensai si fosse preso una sbandata per te, ma ovviamente mi sbagliavo, sennò non sarebbe stato così coglione da scappare dopo quel bacio - disse Tony ridacchiando.
L'unica cosa che catturai del suo discorso era che lui, Tony Kakko, aveva chiesto a Tuomas di potermi conoscere. Arrossii fino alla punta dei capelli.
- tu volevi conoscermi? - chiesi flebilmente
- certo che volevo conoscerti! Tuomas mi parlava spesso di te e posso dire di sapere un sacco di cose sul tuo conto, anche se ci siamo presentati circa due ore fa. Mi raccontava spesso di te e quando ti ho vista ad un paio di concerti sai... Ero.. Diciamo interessato... - disse questa volta arrossendo
Decisi di smorzare la tensione
- bene, ora mi conosci! Piacere, io solo Floor Jansen e ti posso assicurare che tra due ore, appena mi conoscerai meglio, scapperai a gambe levate! - dissi porgendogli la mano sorridente
- ok! Piacere, io sono Tony Kakko e ti posso assicurare che tra due ore, al posto di scappare, ti chiederò il numero di telefono e un appuntamento al bar per una colazione insieme! Che ne dici? - disse lui porgendomi la mano e strizzandomi l'occhio.
 
Ci pensai un attimo su. Tony Kakko mi aveva appena chiesto in una botta sola il numero di telefono ed un appuntamento? Dopo due ore che ci conosciamo?
 
Ascolta il tuo cuore per una volta e lascia perdere la ragione. Cosa vuoi fare davvero?
Non non nutrivo quel tipo di interesse nei confronti di Tony, ma qualcosa che non riuscivo esattamente a spiegare mi spingeva a volerlo conoscere.
Sorrisi e strinsi la mano di Tony.
- affare fatto! -

 
Ed eccomi di nvuovo qui dopo una lunga attesa.
Mi scuso con tutti voi per il ritardo, ma purtroppo tra il trasloco, palestra e due lavori non sapevo più come raccapezzarmi.
Ringrazio tutti per le recensioni dello scorso capitolo e per i grandi incoraggiamenti ricevuti:


Followthemadness
lionelscot

Postrema autem non minimus..last but not least...
 

...AClaudia...


GRAZIE DI CUORE

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13.13 ***


13

Entrammo nel locale e ordinammo da bere, dando inizio ad una delle nostre serate alcoliche. Sul palco stava suonando un gruppo metal abbastanza bravo e ci ritrovammo in mezzo al pogo in un baleno. Dopo un po' mi sentii assetata e dissi a Will che andavo a prendere da bere. Ordinai un altro vodka-redbull per caricarmi e cercai il mio amico. Di Will nemmeno l'ombra. 
Vagai per il locale in lungo ed in largo, quando ad un certo punto mi sentii afferrare il braccio... 

 

Mi girai giá pronta a sganciare un pugno al molestatore, quando mi accorsi che era Will. Il mio pugno si era fermato ad un centimetro da suo naso.
Lui sbatté un attimo le palpebre e si girò, giá dimentico di tutto.
Probabilmente il suo corpo era giá pieno di alcool.

- ragazzi eccola! Floor, ti presento Ville, Alexi, Tony e Henkka. Ragazzi,lei è Floor. - disse il mio amico posandomi una mano sulla spalla.

I ragazzi mi squadrarono da capo a piedi e io feci lo stesso con loro. A parte Ville, che conoscevo, gli altri volti mi risultarono familiari, ma non conosciuti.

Strinsi la mano a tutti sorridendo e presentandomi.
- quindi abbiamo la nuova cantante dei Nightwish ad Helsinki. Fantastico! - disse Ville abbracciandomi.

Purtroppo per noi, quella frase urlata a voce troppo alta, scatenò il putiferio.
Due ragazze si voltarono e si misero ad urlare, cercando di raggiungerci.

ma quella è Floor! E ci sono anche VILLE E ALEXIS!!! Oddio, ci sono anche Tony e Henkka! Ragazzi ci fate un autografo?- 

In meno di due secondi ci trovammo circondati da decine di fans, e fu così che scoprii che i volti conosciuti erano niente popò di meno che:

 

il cantante/chitarrista dei Children of Bodom (Alexi)

Il bassista dei Children of Bodom (Henkka)

Il cantante/tastierista dei Sonata Arctica (Tony)

E ovviamente Ville Valo, sulla quale sapevo vita, morte, miracoli e colore delle mutande, il tutto grazie a Will ed alla sua ossessione nei confronti del cantante degli H.I.M.

 

Per non sembrare una stronza, feci mille autografi, ma più ne facevo, più la gente si riversava verso di noi ed iniziai a sentirmi claustrofobica, indietreggiando pian piano.
Come se mi avesse letto nel pensiero, o più probabilmente captando i miei movimenti, Alexi mi prese per un braccio e mi trascinò via con gli altri.

- la situazione sta risultando ingestibile. Erano anni che al Tavastia non succedeva una cosa del genere. È la politica del locale, tutti possono entrare ma non infastidire le celebritá.-  mi spiegò il ragazzo
- io non sono ancora una celebritá- dissi
- oh, ragazza mia, non hai idea di quanto tu lo sia da queste parti! - disse Ville mentre ci faceva entrare in un corridoio, chiudendo poi a chiave.
- questa é una delle uscite di emergenza per noi. Ce ne sono 4, una ad ogni lato della sala. Timo avrebbe dovuto avvisarti e darti una chiave, tutti noi ne abbiamo una.- spiegò il cantante degli H.I.M. imboccando il corridoio.
- dove porta questo corridoio?- chiesi curiosa mentre prendevo la mano a Will
- tutti e 4 i corridoi portano al privé, al piano superiore. Venite...- disse Tony facendo strada

 

Dopo aver percorso un corridoio infinito, trovammo delle scale e proseguimmo, ritrovandoci finalmente nel privè.
Più che una stanza privata, sembrava un altro locale. 
C'era un palco munito di strumenti musicali, tavoli, divani, poltrone, un biliardo, un calcio balilla e la cosa più importante... un bar!

- Will, mi spieghi come hai fatto a conoscerli? - chiesi sussurandogli all'orecchio incuriosita
- ehm... Non me lo ricordo Piccola... Scusate ragazzi, com'è che vi ho conosciuto? - chiese Will ancora troppo sbronzo
- ti sei messo a ballare la samba sul nostro tavolo e soprattutto su una nostra canzone! - disse Alexi scoppiando a ridere al ricordo seguito dalle risate di tutti gli altri.
- e poi ha provato a ballare con Ville...- disse Tony
Rimasi allibita e fulminai con lo sguardo Will. I ragazzi se ne accorsero e smisero subito di ridere.
Ville spezzó il silenzio.
- Will é il tuo ragazzo? - chiese timidamente.

Avevo come l'impressione che Ville fosse triste al pensiero che io e Will stessimo insieme, quindi decisi di non rispondere subito e farlo stare sulle spine.
Guardai le facce dei ragazzi fingendo confusione e per ultimo mi soffermai su Will, che aveva capito la mia recita e stava facendo la sua parte con la sua faccia da cane bastonato.
Appena io e Will incrociammo gli occhi, scoppiammo a ridere.

- io e lui insieme? Naaaah! Will è il mio migliore amico. - dissi mettendogli una mano su una spalla.

Le facce dei musicisti si rilassarono e proposero di iniziare a bere qualcosa.

I ragazzi mi chiesero della band e dell'ultimo album e gli raccontai i mesi passati ad Alppimaja Rösko. 

- che idea fantastica quella dell'uscita a sorpresa dell'album! - disse Tony sorridendomi

Annuii imbarazzata e spostai lo sguardo.

Quegli occhi.

Quei dannati occhi.

Facevano paura. 

Erano meravigliosi.

Mi erano sembrati marroni dapprima, ma poi avevo catturato del verde screziato che mi aveva lasciata senza parole, intimidita.

Quegli occhi erano pericolosi.

Decisi di non guardarlo, soffermandomi sugli altri e conversando con Alexi.

 

I ragazzi ad un certo punto proposero di giocare a biliardino. Ero un fenomeno a quel gioco! Will mi guardó per un istante e gli intimai di non dire nulla.

Formarono le coppie, combinandomi insieme a Tony.

Essendo una ragazza avevano dedotto che il calcio balilla non fosse il mio forte, quindi mi avevano affiancato al più bravo.

Iniziammo io, Tony, Will e Ville.

- preferisci stare in porta o in attacco? - mi chiese gentilmente Tony
- é uguale. Il risultato non cambia, stanne certo - dissi io sorridendogli timidamente
- prova a stare in attacco, io mi occupo della porta e della difesa. Se non va, ci scambiamo. -

Detto questo iniziammo a giocare. Giocai malissimo. Ovviamente facendo apposta.

Al quarto goal consecutivo di Ville, decisi che il tempo degli scherzi era finito e segnai tutti i restanti 16 punti senza lasciar sfiorare la palla a Tony.

Will non sapeva se ridere o piangere. Tony invece non guardava nemmeno più la partita e si limitava a tenere una mano sul portiere mentre coll'altra reggeva una bottiglia di birra.

Finita la partita il cantante dei Sonata mi abbracciò e mi offrì la sua birra, che trangugiai.

- potevi dircelo che eri brava a giocare! - disse Ville deluso dalla sua performance
- naaaa... Le vostre facce sono impagabili! - dissi strizzandogli l'occhio

I ragazzi andarono a prendere da bere, cosí Tony mi rivolse la parola
- e quindi sei un'attaccante! - disse convinto
- in realtá di solito gioco in porta. Ma come ti ho detto, il risultato non cambia. Comunque dalla prossima partita, facciamo cambio, almeno non ti annoi! - dissi evitando il suo sguardo.

I ragazzi tornarono e fu il turno di Henkka e Alexi. Ovviamente vincemmo, ma questa volta per merito di Tony, che per ripicca non mi fece toccare mai la palla.
- ok. Voi due non giocate più. Will! Ville! Giochiamo noi! - urló Henkka ai due ragazzi che nel contempo di erano appartati su uno dei divani, precisamente quello più lontano.
Non mi sfuggí la carezza che Ville diede a Will prima di alzarsi, come non mi sfuggí la faccia da ebete rincoglionito che aveva Will.

Presi una birra e mi sedetti su un divano, guardando la partita.

Il mio cellulare squillò. 

Numero privato.

Decisi di rispondere.

 

- pronto? -
- ciao, sono Tuomas - disse freddo
- ciao Tuomas , dimmi - risposi altrettanto freddamente
- volevo avvisarti che all'intervista di settimana prossima vogliono anche te. Non dovrebbe essere un problema, visto che é ad Helsinki. Giusto? - disse velocemente
 - ok. Ci saró- dissi facendo per chiudere la chiamata, ma poi sentii la sua voce
- Floor...- disse sospirando
- dimmi - lo incitai
- fatti trovare ai Metal Hammer studios alle 16:00 - disse duro
- ok - dissi prima di chiudere la chiamata.

 

Proprio in quel momento Tony si sedette accanto a me.
- guai nel paradiso di Holopainen? - chiese curioso
- paradiso? Che paradiso? - chiesi scattando sull'attenti
- beh, si. Stando a quello che si dice in giro per lo meno - disse lui criptico
- e cos'è che si direbbe in giro, di grazia? - chiesi drizzando le orecchie
- dipende. C'è la storia che Holopainen ti ha preso perchè state insieme, c'é la versione in cui tu lo ricatti di pubblicare delle foto hot se non ti prendesse come cantante e poi c'é la mia preferita... Quella in cui si dice che tu e Holopainen siate innamorati. 
Tzé! come se quel ragazzo potesse provare sentimenti! - disse sprezzante

Rimasi allibita. Non pensavo che la gente fosse cosí cattiva, ma soprattutto non mi spiegavo che avessero potuto capire che tra me e Tuomas stava succedendo qualcosa

- tra noi non c'è niente. Solo musica. Siamo amici da una vita. Due amici che hanno deciso di fare musica insieme. - dissi cercando di convincerlo
- certo, io lo so. Non ti preoccupare - mi disse sorridendo e strizzandomi l'occhio
- e come fai a saperlo scusa? - chiesi ridendo
- io e Tuomas siamo amici. Abbiamo collaborato anche insieme per la creazione del CD ispirato alla vita ed alla storia di Scrooge, ti ricordi? - disse portandosi la birra alla bocca

Dio! Quella bocca! Verrebbe voglia di morder....

 

Floor! Ripigliati! Sfoga i tuoi ormoni altrove!

 

Giusto! Pensai tra me e me. Cosa mi stava prendendo?

- vero... Mi ero dimenticata- dissi a Tony
- no, non é vero. Non te lo ricordi perchè in quel periodo eravate ai ferri corti! Ancora mi ricordo le registrazioni. Sai che era di un pesante pazzesco quel ragazzo? - disse lui
- era? Vuoi dire che è, di un pesante pazzesco! - dissi io facendolo scoppiare a ridere
- e tu, come ti trovi con loro? - mi chiese 
- benissimo. Sono una famiglia ormai! - risposi sforzandomi di sorridere
- ah si? E come mai allora sei venuta ad Helsinki da sola? - chiese lui alzando un sopracciglio

Rimasi zitta, non volendo rispondere a quella domanda. La ferita é ancora troppo fresca e non so nemmeno come giustificarmi. Ad un certo punto sentii che Tony spostava il braccio e mi circondava una spalla, avvicinandosi a me. Non osai guardarlo.

- ti svelo un piccolo segreto Floor... Io certe volte non sopporto proprio i miei ragazzi! Quindi me ne torno ad Helsinki, oppure me ne vado in vacanza. Arriva un certo punto in cui o li strozzi, o li mandi a fanculo, o sciogli la band, oppure... Prendi tutto, te ne vai, ti rilassi e poi torni ricaricato e pronto a sorbirti altri tre anni insieme a quella banda di ubriaconi! -

Disse lui sussurandomi all'orecchio.

- tutto si risolve, basta volerlo. Stacchi, ti rilassi e poi riprendi in mano la tua vita da dove l'hai lasciata. Il nostro mondo è così, basta solo riuscire a non farsi schiacciare - concluse il cantante sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Il tocco delle sue dita fredde sulla guancia mi provocó delle scariche elettriche per tutto il corpo e istintivamente spostai lo sguardo nei suoi occhi.

 

Pessima mossa Floor! Pessima mossa!

 

Potevo sentire il verde dei suoi occhi scavarmi l'anima, mentre una sensazione di calore, vuoto e debolezza si smuoveva nel mio stomaco. 

Mi scostai, ma Tony non accennò a spostare il braccio che mi cingeva una spalla.

In qualsiasi caso, non feci resistenza e rimasi ferma.

Quel piccolo contatto mi dava sicurezza, mi dava conforto, un calore ed una sensazione di pace interiore che non sperimentavo da ormai troppo tempo.

Fu così che iniziammo a parlare delle nostre rispettive vite, iniziando a conoscerci meglio.

Lui mi raccontò della sua vita prima dei Sonata, dei tour, dei dischi e dei periodi di scarsa ispirazione.

Io gli raccontai il mio incontro con Tuomas, la nostra amicizia, la mia amicizia con Will, del tour di Imaginaerum e del nuovo disco. Non gli accennai delle serate alcoliche e della rottura tra me e Tuom, ma il ragazzo era curioso, e alla prima occasione non mancò di pormi la fatidica domanda.

- so che tu e Tuomas avete passato un periodo distanti. Cos'è successo? - chiese il tastierista capendo benissimo che si stava addentrando in un terreno minato.

Per la prima volta optai per la veritá.

- ci siamo baciati una sera e lui è scappato subito dopo. Diciamo che quello é stato il punto di rottura della nostra amicizia. Dopo mesi ci siamo riappacificati, ma le cose non sono state più le stesse. Io ero cambiata e lui era cambiato. Il distacco è stato inevitabile - gli raccontai tranquillamente

 

Per la prima volta nella mia vita mi ritrovavo a parlare di quell'episodio e del rapporto tra me e Tuom senza sentire dolore,facendo un punto della situazione conciso, senza troppi giri di parole. Le frasi erano uscite fuori dalla mia bocca con facilitá, come se tutta quella storia non avesse più peso.

Mi sentivo distaccata, non provavo nulla, come se il mio mondo fosse circondato di ovatta. 

Non potevo dare la colpa all'alcool, dato che ormai stavo bevendo solo una coca cola.

Realizzai che era la compagnia di Tony a rendere tutto più facile, più semplice...più sopportabile.

 

- sai, conosco Tuomas da molti anni ormai e avrei scommesso che nutrisse qualcosa di più dell'amicizia nei tuoi confronti. Inoltre devo ammettere che ti avevo giá vista in foto e ad alcuni tuoi concerti. Un giorno gli chiesi di poterti conoscere e lui diede di matto. Pensai si fosse preso una sbandata per te, ma ovviamente mi sbagliavo, sennò non sarebbe stato così coglione da scappare dopo quel bacio - disse Tony ridacchiando.

L'unica cosa che catturai del suo discorso era che lui, Tony Kakko, aveva chiesto a Tuomas di potermi conoscere. Arrossii fino alla punta dei capelli.

- tu volevi conoscermi? - chiesi flebilmente

- certo che volevo conoscerti! Tuomas mi parlava spesso di te e posso dire di sapere un sacco di cose sul tuo conto, anche se ci siamo presentati circa due ore fa. Mi raccontava spesso di te e quando ti ho vista ad un paio di concerti sai... Ero..  Diciamo interessato... - disse questa volta arrossendo

Decisi di smorzare la tensione

- bene, ora mi conosci! Piacere, io solo Floor Jansen e ti posso assicurare che tra due ore, appena mi conoscerai meglio, scapperai a gambe levate! - dissi porgendogli la mano sorridente

- ok! Piacere, io sono Tony Kakko e ti posso assicurare che tra due ore, al posto di scappare, ti chiederò il numero di telefono e un appuntamento al bar per una colazione insieme! Che ne dici? - disse lui porgendomi la mano e strizzandomi l'occhio.

 

Ci pensai un attimo su. Tony Kakko mi aveva appena chiesto in una botta sola il numero di telefono ed un appuntamento? Dopo due ore che ci conosciamo?

 

Ascolta il tuo cuore per una volta e lascia perdere la ragione. Cosa vuoi fare davvero?

 

Sorrisi e strinsi la mano di Tony.

- affare fatto! - 





 
ed eccomi di nuovo qui, a distanza di più di un anno... mi dispiace averci impiegato così tanto a pubblicare un aggiornamento.
Nonostante l'assenza, non ho smesso di scrivere, anzi: di materiale da pubblicare ne avrei anche, se solo riuscissi a reperirlo.
Da quando ho scoperto di aver perso sei capitoli della storia, mi sono persa d'animo, ma finalmente mi sono decisa a riprendere in mano la storia, 
e di dare un finale ai nostri due beniamini. Non credo siano rimaste molte persone che stanno ancora seguendo la storia, ma non importa.

GRAZIE A TUTTI, INDISTINTAMENTE, PER LO MENO PER L'ATTENZIONE.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2911125